Diary: Ed Sheeran

di fra_is_a_weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo I ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Sabato, 26/10/2002
Ehm, in realtà è la prima volta che scrivo un diario e non so esattamente come iniziare però penso che “Caro Diario” vada più che bene. Quindi…
Caro Diario,
Io mi chiamo Ed, o meglio Edward Christopher, però preferisco Ed, solo Ed. Ho 11 anni, quasi 12, vivo in una cittadina chiamata Framlingham nel Suffolk anche se ho origini Irlandesi e, a dire la verità, non ho tanti amici e penso sia questo il motivo per cui sto scrivendo un diario, per sfogarmi, per raccontare che cosa mi succede durante la giornata, ecc. roba così. In realtà non ho una vita particolarmente emozionante, amo la musica, cantare, scrivere, suonare, mi piace un po’ tutto della musica che io considero una cosa speciale, forse l’unica cosa davvero importante della mia vita. Mi piace anche dipingere e penso che da grande farò l’artista, non so in che campo, ma lo so, e l’idea non mi dispiace affatto. Faccio davvero schifo in ogni tipo di sport, soprattutto il calcio, (ok lo so sono strano, ma essere strani è sicuramente più divertente dell’essere ordinari!), ho i capelli arancioni, e non scherzo quando dico arancioni, intendo proprio arancioni come le arance, devo dire che i miei capelli non mi fanno proprio impazzire da una parte, ma dall’altra mi piacciono perché mi rendono diverso, e come ho detto in precedenza, io sono strano, diverso. Soffro di un leggero strabismo e infatti porto gli occhiali. Da piccolo soffrivo di balbuzie finché mio padre non mi ha regalato Irish Heartbeat di  Van Morrison e sono uscito da questo disagio imparandomi tutti i testi a memoria, parola per parola. Diciamo che me la cavo a suonare qualche strumento come la chitarra che io amo, mi piace suonarla o anche solo averla tra le mani, mi dà sicurezza. Suono anche il violoncello e il piano, però preferisco sempre e comunque la chitarra. La cosa più importante che bisogna sapere su di me è che io ed i miei compagni di classe non andiamo quasi per niente d’accordo tranne che per qualcuno, diciamo che mi prendono in giro per i miei capelli, gli occhiali e soprattutto per la mia passione per la musica, pensano che io sia uno sfigato, brutto (che poi è vero, però non sono proprio bruttissimo, non sono neanche il Bellone da Spiaggia ma c’è di peggio), dicono che non farò mai nulla della mia vita e che finirò come un barbone a dormire su una panchina, a volte però esagerano e dicono, o fanno, cose davvero perfide che io non posso raccontare ai miei genitori ( altro motivo perché scrivo un diario che sono sicuro non andrà a raccontare in giro i miei  segreti). Un migliore amico però ce l’ho, si chiama Chris e in realtà non siamo proprio migliori amici, anche lui odia la mia passione per la musica ed il fatto che gliene parli però cerca di non farmelo capire ed è per questo che lo definisco così. Ho anche un fratello maggiore che compone musica classica ed è lui che mi ha insegnato alcune delle cose che so sulla musica, gli voglio bene ma preferisco mio cugino con cui ho un bellissimo rapporto, è lui il mio migliore amico, io so tutto di lui e lui sa tutto di me. Ok bene, penso di aver raccontato abbastanza di me oggi quindi… come si potrebbe dire…”Alla prossima”?... boh ok.
Quindi…
Alla prossima,
Ed

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Capitolo 2
*** capitolo I ***


Lunedì, 28/10/2002 Caro Diario, Come ti avevo detto in precedenza tra me ed i miei compagni di classe non va proprio bene, beh, ecco cosa è successo oggi a scuola… “Ciao Mamma io vado!” urlai uscendo da casa con lo zaino, la cartella e la chitarra con me. “Ok tesoro! Non fare tardi!”. “Siii! Ciao!” e mi incamminai verso scuola sperando di non incontrare Byron e la sua cerchia di amici sempre pronti a bersagliarmi di cattiverie e roba così, ormai non ci faccio quasi più caso, sono così monotoni che anche la persona più permalosa del mondo si sarebbe stancata di sentirli! Però, come sempre la mia sfortuna fa capolino ed incontro l’Idiota e tutta la sua banda di idioti. ”Ehi sfigato! Vieni un po’ qua!” grida uno di loro, credo che si chiami Carl, io però lo ignoro e loro continuano “Ehi pel di carota non hai capito che devi venire qua! Non era una richiesta, era un ordine!” stavolta è Byron a parlare, io mi avvicino e gli faccio “E da quando io prendo ordini da te? Penso di essermi perso il momento in cui lo abbiamo deciso…”, i suoi amici ridono ed io mi giro e ritorno sulla mia strada con un sorrisetto Beffardo mentre la faccia del caro vecchio Byron si colora di una sfumatura rossastra. Arrivato a scuola entro in classe e menomale non ci sono gli idioti, mi siedo al mio banco ed inizio a sistemare i libri e qualche altra scartoffia con note buttate giù. Aspetto che arrivi Byron solo per vedere la sua faccia ma quando arriva il professore lui ed i suoi amici ancora non sono arrivati. Solo durane la metà della terza ora arrivano tutti insieme e dopo essersi beccati un rimprovero entrano e si siedono, io in tutto ciò rido sotto i baffi per l’occhiata furiosa che ognuno di loro mi ha lanciato. Alla fine delle lezione però, mentre esco per andare in sala musica dove avevo programma di passare il mio pranzo, tutti loro mi accerchiano e mi bloccano contro una serie di armadietti, cerco di divincolarmi dalla loro stretta mentre spero che un professore o un bidello o chiunque arrivi nel giro di 10 secondi, ma è la pausa pranzo quindi nessuno si aggirerà per i corridoi nella prossima ora e mezza. “Che fai Sheeran?! Ora non fai più le battutine eh?! AHAHAHA” dice Byron con aria minacciosa, io non rispondo continuando a sperare che qualcuno si faccia vivo, tutti ridono tra di loro, poi mi guardano e il loro “capo” si avvicina sempre di più a me e poi…BOOM! E mi trovo scaraventato a terra con un labbro sanguinante, mi ha tirato un pugno! Lo aveva già fatto qualche volta ma mai così forte! Mi basta alzare lievemente la testa per vedere che se ne sono tutti andati ed io sono solo. Mi alzo e recupero le mie cose quando mi accorgo che manca una cosa…La CHITARRA! Mi avevano rubato la chitarra che per di più era quasi nuova! Li sento sghignazzare e mi alzo in fretta. “Vuoi questa sfigato! Vieni a prenderla!” grida Carl, l’idiota di stamattina, correndo con la custodia della MIA chitarra in mano. Inizio a correre per paura di cosa sarebbe potuto succedere e lo seguo fino a che non lo perdo di vista e mi trovo di nuovo solo in mezzo ad un corridoio. Pochi minuti dopo riappare tutta la banda con la mia chitarra ed un attrezzo che sembra un…martello! Sono davanti a me e sorridono. “La rivuoi?!” dice Byron sghignazzante come sempre “Si grazie” rispondo in modo fin troppo beffardo che non fa piacere all’idiota “Bene! Allora rispondi a questa domanda, se rispondi correttamente riavrai la tua chitarra, sennò diventerà legna da ardere prima che tu te ne accorga…” e si avvicina a me, fin troppo, lascia la chitarra ad un amico e torna da me, mi mette al muro e mi tira un pugno, inizio a tremare “Perché sei così sfigato Sheeran?!” dice ed io non rispondo, mi tira un’ altra botta e grida “Rispondi!” io sto in silenzio e mi arriva un altro pugno questa volta più forte “RISPONDI!” grida ed io faccio segno di no con la testa “HO DETTO CHE DEVI RISPONDERE!” grida e tira un altro pugno, sono ferito, “non lo so…” dico allora flebilmente “Risposta sbagliata! Ahahaha” dice ridendo “Distruggila!” dice ancora “NOOOOOO!” grido io e poi… ”Distruggere cosa?” dice il professore di Letteratura, il signor Gerald apparso come un angelo venuto dal cielo “Niente, va tutto bene prof.” Dice Byron “Mhmh” fai il professore “Allora andate” io mi alzo recupero la chitarra e corro in bagno a rendere decente il mio viso, curo le ferite e le disinfetto. Finita la mia opera non sono proprio come nuovo però… Ormai la pausa è finita ed ho ancora un paio d’ore di lezione pima di poter tornare a casa quindi tono in classe assicurandomi di avere la chitarra con me. Vado all’armadietto, lo apro e trovo un bigliettino attaccato “Non è finita sfigato!” c’è scritto allora lo prendo e lo metto in tasca contando di buttarlo prima di tornare a casa, se lo vedesse mia madre… non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succedere. Vado velocemente in classe, butto il pezzo di carta e mi siedo aspettando il prof. Gli altri intanto rientrano senza degnarmi di uno sguardo, meglio così. A fine giornata torno velocemente a casa, saluto distrattamente mia madre, salgo in camera mia e prendo quel libretto rilegato in pelle nella mia libreria. Diciamo che è andata proprio così caro diario, speriamo che domani vada meglio… Alla prossima, Ed

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