Il figlio illegittimo

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un figlio irriconoscibile ***
Capitolo 2: *** Scomparso nel nulla ***
Capitolo 3: *** Una verità troppo scomoda ***



Capitolo 1
*** Un figlio irriconoscibile ***


Belle passava le sue giornate a leggere moltitudini di libri e a spolverare la biblioteca che era divenuta il suo regno.
Ma a suo marito Adam non piaceva vedere sua moglie venire meno ai suoi doveri.
Soprattutto quando in mezzo c’era un figlio che non assomigliava né a sua madre né a suo padre.
< Belle, che cosa stai facendo? >
< Sto riordinando gli ultimi libri che ho letto, perché? >
< Sai dove si trova nostro figlio Pierre? >
< L’ultima volta che l’ho visto stava facendo un pupazzo di neve fuori. >
< E poi? Non sai altro di lui? >
< Mi ha detto che voleva rimanere da solo senza essere disturbato da nessuno. >
< E tu gli hai creduto? >
< Lo sai com’è fatto nostro figlio… Preferisce rimanere solo che con noi. >
< Questo non ti da nessun diritto per lasciarlo da solo. Ha solo dodici anni. >
< Sa molto bene badare a se stesso, Adam. >
< Belle, è nostro figlio! Perché vuoi trascurarlo? >
< Perché è come se lui non voglia sapere niente di noi. >
< Ha bisogno d’amore! >
< E noi abbiamo bisogno di rispetto! > gridò Belle < Quindi è meglio se rimane da solo. >
Da molti anni a questa parte, Adam non riusciva a riconoscere più la sua Belle.
Un tempo era una giovane ragazza spensierata e felice, mentre ora l’unica cosa che contava per lei erano i libri.
< Mi dispiace Belle… E’ solo che quando penso alla nostra famiglia mi viene in mente la nostra divisione… E non facciamo niente per evitare tutto ciò. >
< Parla con tuo figlio. Scopri quello che gli passa nella mente. >
< Non sarà così facile. Non mi guarda nemmeno in faccia. >
< Mi dispiace Adam, ma non posso aiutarti > disse infine Belle uscendo dalla biblioteca e lasciando suo marito in preda ai suoi pensieri.
 
 
Pierre non faceva altro che passare la sua giornata a fare pupazzi di neve dopo tutta la neve caduta negli ultimi giorni al castello.
< Ciao, Pierre > fece Adam attirando la sua attenzione.
< Buon pomeriggio, padre. >
< Bella giornata, non trovi? >
< Sì. Era da molti giorni che non spuntava il sole. >
< Che cosa stai facendo? >
< Sto solo passando il tempo. >
< Facendo i pupazzi di neve? >
< So che può essere stupido, ma è una cosa che mi è sempre piaciuta da quando sono nato. Forse è grazie a mia madre se ho questo hobby. >
< Già. Prima che tu nascessi, li facevamo molto spesso insieme… >
< Ed eravate molto felici? >
< Lo siamo tuttora, figliolo. >
< E allora perché non fa altro che guardarmi con disprezzo? Sembra che io gli abbia fatto qualcosa di male. >
< Non devi pensare questo. Ultimamente tua madre è molto stanca. Ma vedrai che tra un po’ di giorni andrà molto meglio. >
< Queste sono le solite parole che usate ogni volta che parliamo assieme… Mia madre non potrà mai cambiare. Lei mi odia. Questo è sicuro. >
Adam fu molto basito nel sentire quelle parole dure da suo figlio.
< Pierre, lasciami spiegare… >
< Non c’è niente da dire… Adesso, se volete scusarmi, vorrei rimanere da solo. >
< Qui fuori? Ma tra poco farà buio. Rischi di ammalarti. >
< Non vi preoccupate, padre… Ah potete farmi un favore? Dite a mia madre che potrebbe evitare di spiarci. Sa bene che non lo sopporto. >
Girando lo sguardo, anche Adam poté notare sua moglie intenta a fissare la conversazione tra di lui e loro figlio.
< Va bene. Parlerò io con tua madre. >
< Evitate di litigare, d’accordo? Sapete quanto non lo sopporti. Soprattutto quando siamo a cena tutti insieme. >
< Sì, d’accordo. >
Una volta lasciato suo figlio ai suoi pupazzi di neve, Adam raggiunse sua moglie che si stava per dirigersi nel salone.
< Dove stai scappando, Belle? >
< Io non scappo da nessuna parte. Sto solo andando in cucina per mettermi d’accordo con il cuoco per la cena di stasera. >
< Alle tre e mezzo del pomeriggio? Di solito ci vai più tardi. >
< Più tardi avrò da fare, Adam. >
< Chissà come mai… >
< Mi dici che cosa vuoi da me? >
< Voglio che parli con tuo figlio, dannazione! >
< Non ho niente da dirgli… Quando lo capirai? Si comporta come un poppante facendo quei pupazzi di neve. >
< E’ l’unica cosa che lo fa stare bene… Ma se tu e lui… >
< Non mi degnerebbe nemmeno di uno sguardo. >
< Questo non puoi saperlo. >
< Adam, non voglio che succeda come l’altra volta. Mi farebbe troppo male litigare con mio figlio. >
< Non succederà… Adesso nostro figlio è tranquillo. >
Nel mentre Adam e Belle erano stavano conversando, Pierre stava per passargli accanto.
< Stasera rimarrò in camera mia. Non ho appetito e sono molto stanco. >
< Proprio questa sera che avevo deciso di preparare il tuo piatto preferito? > domandò Belle risentita.
< Potreste farlo un’altra volta, no? >
< Quando la smetterai di ignorarmi, Pierre?! >
< Quando sentirò di più di essere vostro figlio. >
< Ma tu sei mio figlio! >
Ascoltando quelle parole, Pierre andò a muso duro su sua madre.
< Allora dimostratemelo. >
< E come potrei fare se tu ti comporti in questa maniera? >
< La rabbia che ho dentro di me è troppo grande, madre… La vostra lontananza mi ha cresciuto in questa maniera. >
< Perché dai sempre la colpa a noi?! >
< Non do la colpa a mio padre… Ma solo a voi. >
< Ma cosa… >
< Adesso basta. Non ho più voglia di parlarne. Ci vediamo domani > fece il ragazzo dirigendosi verso la sua stanza
< Pierre! Vieni qua! >
Ma fu tutto inutile.
Pierre non ne voleva sapere di parlare con sua madre.
La situazione stava degenerando in maniera incredibile.
< Hai visto come si comporta, eh? Non ne vuole sapere di me! >
< Magari domani andrà meglio… >
< Ma quale domani! Per lui io non esisto. Ormai devo farmene una ragione > disse infine Belle troncando la conversazione prima che potesse ulteriormente degenerare.

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Capitolo 2
*** Scomparso nel nulla ***


Il giorno dopo, il sole aveva fatto spazio a nuvole grigie che avrebbero imperversato su tutto il castello per tutto il resto della giornata.
Adam, che doveva occuparsi di mandare avanti il castello, non aveva nessuna possibilità di avere tempo libero da impiegare per ricostruire il rapporto tra sua moglie e suo figlio.
«Quando rientrerai a casa?»
«Quando avrò sistemato i miei cavalli... E come se non bastasse, devo anche andare in paese per fare un po' di scorte. Il tempo sta peggiorando ulteriormente.»
«Ma abbiamo scorte a sufficienza per più di un mese.»
«Lo so, ma non mi fido.»
Belle notò che lo sguardo di suo marito era più corrucciato che mai.
«Vuoi solo andare in paese per rimanere un po' più di tempo lontano da me e dai tuoi pensieri, vero?»
«Ma cosa ti viene in mente?»
«Lo vedo dai tuoi occhi.»
«Non è assolutamente vero... Nel mentre io sarò fuori dal castello, che ne dici se provi a parlare con tuo figlio senza riuscire a litigare?»
«È un'impresa impossibile. E tu lo sai bene...»
«Riprovaci, no?»
«Non so nemmeno dove si trova.»
«Fatti aiutare da Lumiére. Lui sa sempre tutto di tutti... Ci vediamo questa sera.»
Ma prima che Adam potesse uscire dal castello, Lumiére gli corse incontro per dirgli che suo figlio non si trovava da nessuna parte.
«Com'è possibile?»
«Questa notte non ha dormito nella sua stanza, mio Signore.»
«E nessuno l'ha visto uscire dal castello?»
«Purtroppo no.»
«Questo è impossibile! Deve trovarsi per forza da qualche parte!»
«Stiamo facendo il possibile per trovarlo, ma nel castello e nei dintorni non c'è nessuna traccia di lui» ribatté Tonk.
«Forse non vuole essere trovato...»
«Che cosa?»
«Lo fa quando decide di rimanere da solo... Adam, ricordi quando aveva cinque anni e tu l'avevi sgridato quando ti aveva fatto fare quella figura meschina dinanzi a tutti nella sera del tuo compleanno? Dopo quel fatto, era scomparso tre giorni senza sapere niente di lui.»
«E secondo te perchè adesso se ne dovrebbe essere andato?»
«Non lo so... Ma qualcosa lo turba profondamente.»
Dicendo ciò, Adam intravide che Belle aveva distolto lo sguardo.
Secondo lui stava nascondendo qualcosa di oscuro che non voleva rendere pubblico.
«Adesso abbiamo parlato abbastanza... Lumiére e Tonk, fatemi sapere se avete notizia di mio figlio. Qualsiasi indizio che trovate su di lui non esitate ad avvertirmi. Sono stato chiaro?»
«Sì, mio Signore» replicarono in coro i due uomini più fidati del padrone del castello.
«Adesso che nostro figlio è scomparso nel nulla te ne andrai lo stesso in paese?»
«Certo che no. Io e te lo cercheremo insieme... E dobbiamo trovarlo prima che faccia buio e che le temperature calino drasticamente.»
«Sì, d'accordo.»
 
 
Con tutta la servitù disponibile, nemmeno Adam e Belle riuscirono ad avere notizia di lui.
Intanto le nuvole si erano diradate facendo spazio all'oscurità e ad un vento che non smetteva di soffiare.
«Dobbiamo rientrare. Fa troppo freddo!»
«No, Belle. Non lascio nostro figlio qua fuori con questo freddo.»
«Vedrai che se la saprà cavare. Non è più un bambino.»
«Ancora non riesco a credere come fai a rimanere così tranquilla. Non riesci a capire che potrebbe succedergli qualcosa di grave?»
«Lo comprendo... Ma io mi fido ciecamente di mio figlio. E sono convinta che può benissimo badare a sé stesso in tutte le situazioni.»
Fissando gli occhi imploranti di sua moglie, alla fine Adam acconsentì alla sua richiesta.
Ma prima di rientrare, gli venne in mente che c'era ancora un posto dove non avevano ancora controllato.
«Il torrente... Forse nostro figlio si potrebbe nascondere lì.»
Una volta rimontato a cavallo, Adam corse più veloce che poté seguito da Belle.
Una volta arrivati sulla riva del torrente, l'umo vide una specie di capannina non lontano da lì.
«C'è dentro qualcuno.»
Spazientito, Adam bussò ripetutamente alla porta della capanna.
«Non ci vuole aprire!»
«Adam, datti pace. Non c'è nessuno qua dentro.»
«No, non è vero.»
Visto che non gli volevano aprire, Adam si affacciò alla finestra e quello che vide gli riempì il cuore di gioia.
«Nostro figlio! È la dentro!»
Dopo Adam, anche Belle prese a bussare violentemente alla porta.
«PIerre, ti prego. Apri questa porta!»
Non essendo una porta molto resistente, alla fine Adam riuscì a sfondarla a suon di pugni.
«Che cosa ci fate voi qui?»
Preso da un moto di gioia, Adam e Belle si precipitarono verso il ragazzo per abbracciarlo.
«Perchè sei scappato? Eravamo molto in pensiero per te.»
«Avevo bisogno di rimanere da solo.»
«Non farlo mai più, capito?» replicò Adam a denti stretti cercando di fermare la sua rabbia.
Ma da lì a poco non avrebbe mai pensato del perchè Pierre era scomparso.
«Che cosa tieni in mano, Pierre?»
«Questo pugnale l'ho trovato sulle rive del torrente... E c'è una nome sul suo manico: Gastone.»
Nel sentire quel nome, a Belle si raggelò il sangue.
«Madre, che cosa mi dite? Perchè quest'arma si trova qui? E chi è questo Gastone?»
Ma Belle non rispose, limitandosi a fissare malevolmente suo figlio.
«Avanti Pierre, è l'ora di tornare al castello. Il freddo sta aumentando sempre di più e tu rischi di ammalarti.»
«Madre, non dite niente?»
«No, figliolo. Ormai è storia passata... E noi non possiamo rivangare un passato tetro e oscuro, capisci?»
«Ma io voglio sapere...»
«Non ora, Pierre. Dobbiamo tornare a casa. Alla svelta.»
Quando Adam diceva una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
Prima che potessero lasciare la capannina, Pierre prese il braccio di sua madre per parlargli in disparte.
«Non finisce qui. La tua oscura verità è solamente rimandata.»

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Capitolo 3
*** Una verità troppo scomoda ***


Nei giorni che seguirono, Adam aveva espressamente detto ai servitori del castello di tenere sotto stretta sorveglianza Belle e Pierre.
Il Signore del castello non riusciva a fidarsi dei due.
Era convinto che nascondessero qualcosa… Qualcosa di tremendamente oscuro.
< Adam, devo tornare qualche giorno in paese. >
< A fare cosa, Belle? >
< Devo andare a prendere alcuni libri che ha solo il bibliotecario. >
< Perché? Qui i libri non ti bastano? >
< Ormai li ho letti tutti. >
Ma Adam non gli credeva.
Dal suo sguardo aveva capito che stava mentendo impunemente.
< Vai pure. Ma stai molto attenta. >
< Sì, tranquillo. >
Mentre Belle stava uscendo a testa bassa senza fissare suo marito, Adam la richiamò.
< Perché nel tuo viaggio non porti anche Pierre? Sono sicuro che sarà molto felice di venire con te. >
< Pierre deve recuperare le lezioni perse. >
< Li recupererà in futuro… Pierre! >
Facendo segno a suo figlio che stava passando nelle vicinanze, Adam gli disse di avvicinarsi.
< Che ne dici se accompagni tua madre fino in paese? Deve andare in biblioteca a prendere dei libri che ha solo il suo amico bibliotecario. >
Ma Pierre non disse nulla, limitandosi a fare cenno di sì con la testa.
< Allora? Che cosa mi dici? >
< D’accordo. Per me nessun problema. >
< Vedrai che anche tua madre è del tuo stesso avviso. >
< Ma io volevo andarci da sola > replicò la donna a denti stretti.
< Perché? Così che tu possa nascondermi altri fatti di cui io ignoro? >
< Io non nascondo proprio un bel niente! >
< Allora perché ti comporti come se tu fossi sola in questo castello? Perché decidi sempre di rimanere da sola? Spiegamelo. >
< Perché mi riesce pensare meglio. >
< Lo sai cosa ti dico, Belle? Che pensare fa molto male alla tua testolina. >
< Come osi parlarmi così?! >
< Se vuoi andare in paese, ci andrai con tuo figlio. Fine della discussione. >
Evitando di controbattere alla richiesta del marito, alla fine Belle acconsentì cercando a stento di trattenere anche le lacrime.
< Vatti a preparare, Pierre. Partiamo tra un’ora. >
 
 
Durante il viaggio, Pierre e sua madre non si parlarono e non si degnarono neanche di uno sguardo, fino a quando non raggiunsero la bottega del libro che era nel mezzo alla piazza.
< Ci metterò poco. Tu aspetti qui? >
< Dove volete che vada? > domandò il ragazzo con tono risentito.
< Non lo so. Se scappato più di una volta > lo rimbeccò sua madre.
< Andate pure tranquilla, madre. Io rimango qui. >
Dopo aver avuto la rassicurazione da suo figlio che non si sarebbe mosso, l’umore di Belle crebbe sempre di più.
In quella bottega ci aveva passato gran parte della sua vita prima di approdare nel castello di Adam.
< Buongiorno > fece il bibliotecario con tono cortese.
Vedendo che non era il solito di un tempo, la donna fu molto sorpresa di vedere quella figura nuova.
< Buongiorno. Questa non è la biblioteca del Signor… >
< Purtroppo il bibliotecario precedente è venuto a mancare qualche mese fa’. Io sono il nipote. Il mio nome è Arnaud. >
< Oh, le mie più sentite condoglianze > replicò la donna con tono triste < Piacere di conoscerla. Il mio nome è Belle. >
< Belle? Colei che si è sposata con la bestia? Girano molte voci sul vostro conto, sapete? >
< Spero che non siano delle malelingue. >
< Certo che no. È grazie a voi se avete distrutto quell’incantesimo che aveva trasformato il castello di quella bestia… Sapete una cosa? Credo che presto ci scriveranno un libro su questa storia. >
< Se è davvero così, non vedo l’ora di leggerlo. >
< Tornando a noi, se siete venuta fin qui dal castello non è per intrattenervi con un giovane ragazzo curioso… Posso esservi utile in qualche maniera? >
< Avevo solo bisogno di ritrovare un vecchio posto in cui non ci venivo da tanti anni. >
< Considerate questo posto casa vostra. Mio nonno mi ha parlato molto di voi… Di quanto amavate leggere i libri che aveva e di quelle volte che lo aiutavate a sistemare la biblioteca. >
< Peccato che quei momenti non possano mai più tornare. >
< Perché dite così? Io avrei bisogno d’aiuto a risistemare dietro il magazzino. Se per voi non è un problema, potrei scegliere voi come aiutante. >
< Beh, non saprei… >
< Se saremo in due, sicuramente faremo molto prima. Da solo mi ci vorrà molto più tempo. >
Rimanendo alcuni secondi a riflettere alla richiesta del bibliotecario, Belle fu estremamente felice che potesse cogliere una simile opportunità.
< Va bene. Accetterò di buon cuore. >
< Splendido. Vi aspetto domani mattina alle otto. >
< Alle otto mi farò trovare qui. Buona giornata, Signor Arnaud. >
< Grazie altrettanto, Belle. >
Una volta ritornata alla sua carrozza, Belle vide che suo figlio si era allontanato.
Con il cuore che gli martellava in gola, decise di andarlo a cercare.
Ma fortunatamente riuscì a trovarlo dinanzi alla taverna del paese.
< Pierre, che cosa ci fai qui? Mi avevi promesso che non saresti sceso dalla carrozza. >
< Sì, lo so madre. Ma mi stavo annoiando. >
< Perché sei venuto fin qua? >
< Ho bisogno di conoscere quello che voi chiamavate Gastone… >
Nel sentire quel nome, Belle rabbrividì all’istante.
< Che cosa vuoi sapere di lui? >
< E’ vero che voi e lui… >
< Se stai pensando che siamo andati a letto insieme, la risposta è no. Non avrei potuto mai giacere con una persona rivoltante come quel dannato uomo. >
< Eppure lui era molto preso da voi. >
< E tu come fai a saperlo? >
< Nel mentre eravate assente, mi sono fatto raccontare da alcuni anziani del villaggio che lui non faceva che venirti dietro e che voi in maniera impunita lo respingevate ogni volta. >
< Esatto. Io non l’amavo minimamente. >
< Allora toglietemi una curiosità, madre: perché io assomiglio così tanto a lui? >
< Non è assolutamente vero. >
< Non venite a dirmi queste bugie, madre. Io non sono così stupido come possa sembrare. >
< Adesso basta parlare di lui. Ne ho abbastanza. Chiudiamo immediatamente l’argomento. >
< Perché? Avete paura che la verità venga a galla? Ormai è solo questione di tempo e anche mio padre verrà a sapere… >
< Zitto! Non voglio più parlare di questa storia! Torniamocene immediatamente al castello. Domani mattina alle otto devo essere di nuovo qui. >
< Non potrete mai scappare dalle vostre responsabilità. >
< Io non scappo proprio da niente! >
< Sì certo, come no… >
Durante il loro viaggio di ritorno, lo sguardo serio e corrucciato di Belle non passò inosservato al ragazzo.
< Se solo tu provi a dire una cosa simile a tuo padre, ne pagherai le conseguenze. >
< Minacciarmi non servirà a niente, madre. >
< Parlerò di questa storia al momento opportuno. Sono stata chiara? >
< Come volete voi, madre. >
Ma quando madre e figlio ritornarono al castello, Adam era impegnato con il medico che aveva fatto nascere il ragazzo.
< Adam… Ci stavi aspettando? >
< Esattamente > replicò l’uomo con tono serio.
< Che cosa c’è? >
< Dottor Arrauld, potreste venire un attimo qui? >
Appena Belle vide a chi si stava riferendo suo marito, la donna sbiancò di colpo.
< Mentre eravate via, sono riuscito a rintracciare colui che ha fatto nascere Pierre… E quello che mi ha detto, mi ha lasciato completamente scosso… >
< Adam, non è vero quello che ti ha detto l’uomo… >
< Pierre non è mio figlio! Dannazione! È figlio di quel maledetto Gastone… Colui che ha minato la nostra felicità. >
< Adam, io… >
< Non ci sono scuse per quello che hai fatto! Vattene immediatamente da questo castello e porta con te anche quel bastardo di tuo figlio! >
Belle non aveva mai visto Adam così furioso.
Nemmeno quando era la bestia.
< Adam, cerca di ragionare… >
< Non c’è niente da dire! Vattene ed esci per sempre dalla mia vita prima che io possa commettere qualcosa di spiacevole. >
Belle era in profondo stato di trance.
Non riusciva ancora a credere che era stata cacciata da quell’uomo che l’aveva sempre amata, ma che aveva tradito impunemente.
< Dottor Arrauld, voi sapete bene che tutto questo è una menzogna… >
< Voi avete giaciuto con Gastone. Non cercate di nasconderlo… Ormai è troppo tardi. >
Ma la donna non si voleva arrendere.
Stava lottando per una verità e una realtà che ormai sembrava lontana dal suo essere.
< Adam, devi lasciarmi spiegare! >
< Hai avuto tempo dodici anni per raccontarmi tutto, ma tu me l’hai sempre nascosto! Ed io non te lo perdonerò mai. >
Dopo aver cacciato Belle, Pierre e il medico di corte, Adam si gettò in un profondo stato di autocommiserazione e di disperazione.
< Avete distrutto la mia esistenza e quello di mio figlio… Grazie a voi io e mio figlio non avremmo mai un futuro. >
< Adam non aveva nessun diritto di essere preso ancora in giro, non vi pare? >
< Ma io l’amavo! E lo amo tutt’ora… Ed è per questo che non gli ho mai detto nulla. >
Mentre Belle continuava a piangere con suo figlio, il suo sguardo gonfio di lacrime si andò a posare verso Adam che si apprestava a buttarsi dalla torre più alta del castello.
< Adam! Cosa stai facendo?! > gridò Belle attirando la sua attenzione.
< Ormai non ho più niente per vivere… Ho perso te e ho perso un figlio che credevo fosse mio… Non posso più vivere così. Addio. >
Vedendo Adam suicidarsi in quel modo, riempì il cuore della povera donna di straziante dolore, non potendo niente fermare tutta questa follia che ha distrutto la sua vita in così poco tempo.

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