Secrets

di _SweetCherries_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


"Ma cazzo..."

Cerco di staccare quel dannato cane dalla mia caviglia mentre Kylie continua a ridere.

Mi alzo con l'intenzione di tirargli un calcio dato che continua a tenersi saldamente attaccato alla mia caviglia, neanche fosse un giocattolo di gomma; facendolo così arrivare dall'altra parte del mondo in un millisecondo.

Ma nel momento in cui Kylie si accorge delle mie intenzioni corre subito in suo soccorso, salvando quello che per lei è il suo adorabile e docile cagnolino, e non la mia povera caviglia che inizierà a sanguinare da qui a poco se questa specie di cane non si staccherà da essa.

"Tommy, non si morde la zia Melanie." si avvicina e lo prende imbraccio facendogli mollare la presa.

"Ti giuro che se si azzarda un'altra volta, non lo troverai più a  gironzolare per casa! Ti do' la mia parola." dico mentre continuo a massaggiare la mia povera caviglia, dove sicuramente uscirà un segno dell'aggressione.

"Ma come sei esagerata. Non ha nemmeno la forza di morderti davvero, vero Tommy?" dice mentre inizia a fare smorfie ebeti verso di lui.

"Smettila! Mi sembri una rana con le convulsioni; se continui così farai venire un trauma infantile a quel povero cane che già non mi sembra poi così sano. Ma comunque, non hai ancora risposto alla mia domanda."

Provo a ritornare sull'argomento che è stato interrotto dal caro e piccolo Tommy pochi minuti fa, mentre mi dirigo verso il frigo per prendere uno dei soliti ghiaccioli al limone con i quali ormai ho instaurato una relazione di tipo sentimentale, ma di quelle forti e indistruttibili.

Mi accomodo poi sul divano in una delle tante posizioni apprese in programmi di salute e benessere che guardo per non sentirmi in colpa nei miei frequenti momenti di ozio.

I soliti programmi che si mettono di sottofondo per non sentire il silenzio praticamente, anche se ammetto che alcune posizioni sono davvero comode.

Inizio a gustare il mio ghiacciolo mentre la mia amica Kylie prende posto al mio fianco, seduta in modo composto a differenza mia.

"Quale delle tante? Quella di andare a vivere in Alaska con un'oca? O quella di aprire un negozio dedicato solo ed esclusivamente ai ghiaccioli al limone?"

"Dai, hai capito che mi riferisco alla festa...anche se tutte e due le proposte che hai nominato sono ancora plausibili per me..."

"Sì...in realtà sì, avevo capito; ma comunque ti ho già dato una risposta, e l'ho data anche alle tue due proposte plausibili." risponde mentre mordicchia distrattamente il suo ghiacciolo; e per la cronaca, seppur ci conosciamo da anni, non ho ancora capito con quale forza sovrumana lei riesca a mordere gelati e ghiaccioli. Perché sì, lei è una di quelle persone che riescono a farlo.

"Sì, ma la tua risposta non è stata "sì" quindi farò finta che tu non mi abbia risposto."

"In ogni caso la mia risposta non cambierà." dice facendo spallucce.

"E va bene; ho cercato di usare maniere un minimo più formali, ma a quanto pare non funzionano. La mia non era una domanda ma un' affermazione. Stasera andremo alla festa, quindi inizia già da ora a decidere cosa mettere e non farmi aspettare stasera."

Replico mentre mi alzo seppur controvoglia dal divano e vado a buttare la carta del ghiacciolo ormai terminato, per poi dirigermi verso la porta.

"No Melanie, non mi va di andare a quella festa stasera."

"Ti passo a prendere insieme a Logan intorno alle 21.00. Ci vediamo stasera."

Termino prima di chiudere la porta alle mia spalle, senza aspettare risposta.

______

Infilo la chiave nella toppa della porta per aprirla e poi la richiudo con un tonfo. Mi dirigo in camera mia pensando che sarebbe meglio fare una doccia per non iniziare ad emanare strani odori e tra l'altro poco gradevoli.

Mi spoglio e mi dirigo in bagno. Apro l'acqua e slego i miei lunghi capelli che fino a pochi secondi fa erano legati in una coda alta e stretta.

Mi infilo in doccia e mi rilasso sotto il getto dell'acqua calda. Anche se fuori il clima non è per niente freddo, non c'è nessuna eccezione; la doccia va rigorosamente fatta con l'acqua bollente.

Dopo circa 40 minuti passati a bearmi dell'acqua che scorre su tutto il mio corpo, chiudo il getto e mi avvolgo in un asciugamano; in quell'esatto momento sento il mio telefono squillare, ma decido di ignorarlo ed inizio ad asciugarmi i capelli.

Mi dirigo in camera e il mio cellulare riprende a squillare. Sbuffo e prendo il telefono abbandonato sul letto per poi rispondere.

"Ohh, era ora! Quando avevi intenzione di rispondere? Sai quante volte ti ho chiamata?"

"Buonasera anche a te Logan, sisì va tutto bene grazie per il pensiero, molto gentile."

Replico mentre incastro il telefono tra l'orecchio e la spalla ed apro l'armadio per cercare qualcosa da mettere.

"Smettila di fare la spiritosa anche perché non lo sei. Piuttosto, tu e Kylie verrete stasera alla festa di inizio anno scolastico?"

"Certo che veniamo."

"Ma Kylie non aveva detto espressamente che non sarebbe venuta?"

"Alla fine si è convinta"

Dico mentre afferro un vestitino e lo tiro fuori dall'armadio, analizzando se possa essere adatto per stasera.

"Si è convinta o l'hai costretta?"

"L'ho costretta."

"Ci avrei scommesso. Comunque ora devo andare, ci vediamo stasera."

"Sí. Ah Logan, mi passi a prendere alle 19:30."

Chiudo la chiamata e lancio il cellulare sul letto, per poi iniziare a vestirmi.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Logan è sotto casa mia da ormai 10 minuti, e da 10 minuti ha iniziato a suonare il clacson e a chiamarmi ripetutamente. So che non ama particolarmente aspettare, e provo già ad immaginare la ramanzina che mi farà se non scendo subito, quindi afferro le chiavi che ho abbandonato in precedenza sul tavolo e mi dirigo verso la porta d'entrata per uscire.

Fuori non fa' freddo, il clima è gradevole e si sta bene all'aria aperta. Scendo la rampa di scale contornate da una miriade di vasi e fiori colorati e mi avvicino al cancello, notando già da subito lo sguardo truce che Logan mi sta rivolgendo, al quale rispondo con un sorrisetto falso seguito poi da un bel dito medio. Chiudo il cancello ed apro la portiera dell'auto accomodandomi al posto del passeggero, facendomi travolgere dall'odore di lavanda che aleggia in tutta la vettura.

Non so perché, ma da quando conosco Logan, ha sempre avuto una fissa per la lavanda e per il suo odore. La sua macchina non ha mai cambiato fragranza, ho provato più volte a convincerlo, magari proponendogli qualcosa al gusto limone, ma le sue risposte non hanno mai lasciato trasparire nessun segno di cedimento; in poche parole per lui la lavanda rappresenta quello che rappresentano per me i ghiaccioli al limone.

Come già previsto, non appena chiudo la portiera inizia con i suoi rimproveri che dopo 30 secondi diventano dei soliloqui, dal momento che di tutto quello che mi dice riesco a comprendere a malapena la prima parola. Poi il mio cervello decide di pensare ad altro, ed in questi casi non mi rimane altra scelta se non quella di far finta di star ascoltando e magari fingere di tanto in tanto un po' di pentimento, che in realtà non è un sentimento che cresce poi così spesso in me. In ogni caso di tutto quello che mi dice riesco a comprendere solo frasi come: "Hai idea di quanto tempo mi hai fatto aspettare?" "La regina Elisabetta è più svelta di te!" " La prossima volta ti rimango a piedi, poi vediamo se ti dai una mossa".

Continua a parlare da solo per tutto il tragitto fino a casa di Kylie, che dista circa 10 minuti dalla mia. Lei invece è puntuale, cosa che mi meraviglia parecchio siccome tutte le volte che usciamo insieme devo sempre attendere non meno di 10 minuti abbondanti prima che mi possa degnare di quel fatidico "Ho fatto, possiamo andare."

Devo ammettere però che la ringrazo mentalmente perché non avrei sopportato ancora Logan e i suoi discorsi senza fine.

A differenza mia che indosso un vestitino nero in pelle attillato, dalla lunghezza abbastanza contestabile, con ai piedi delle semplici scarpette nere e i capelli raccolti in una treccia laterale, lei indossa un vestitino viola pastello in tulle, con un corpetto decorato da qualche pallet sparsa qua e là, dei tacchi argentati non troppo alti che slanciano ugualmente la sua figura alta e snella, e i capelli biondi raccolti in uno chignon ordinato. Logan invece ha optato per un semplice jeans nero, camicia bianca e scarpe nere.

Non appena Kylie prende posto ai sedili posteriori, l'uomo lavanda non si risparmia in complimenti, sebbene il suo orientamento sessuale sia ben diverso.

Impieghiamo altri 10 minuti per arrivare alla festa, e non appena scendo dall'auto non posso fare a meno di notare che la maggior parte delle persone presenti siano già mezze ubriache.

Infatti, non appena ci avviciniamo all'entrata un ragazzo che assomiglia ad una montagna con gli occhi, ci lancia uno sguardo e sorride, iniziando ad incamminarsi verso di noi. Lo noto con la coda dell'occhio, e mentre Logan assume un'espressione quasi di disgusto in direzione del ragazzo e Kylie inizia a borbottare qualcosa del tipo "Oh ma che palle, ma non può starsene con i suoi amici?", io inizio a pensare alle varie possibilità, tipo di iniziare una lotta all'ultimo sangue con lui, cosa che scarto già dal principio viste le sue dimensioni, o fare finta di niente e continuare a camminare. Opto ovviamente per la seconda e faccio finta di niente continuando a camminare, e infiltrandomi così nella folla, quando sento il mio braccio venire strattonato verso destra. Credendo sia il ragazzo che abbiamo appena incontrato, non ci penso due volte ed affondo il mio pugno nello stomaco di...

"Zayn...?"

Mi abbasso e lo aiuto ad alzarsi, mentre lui dolorante tiene una mano sullo stomaco.

"Ma che cazzo fai, sei pazza?

Scoppio a ridere in faccia a Zayn,e così il tentativo di trattenermi va a farsi benedire ad una velocità più veloce di quella della luce.

"Ti permetti anche di ridere? Smettila!
Stavi per mettere fine alla mia vita, hai idea di quale catastrofe sarebbe accaduta se mi avessi ucciso?"

Dice mentre continua a tenersi lo stomaco e a mugugnare dolorante.

"A quel punto tutti si sarebbero congratulati con me per il mio incredibile atto di genialità."

Replico, prima di iniziare nuovamente a ridere.

"Se non vuoi finire dall'altra parte di Los Angeles ti consiglio di smettere di ridere."

"Certo certo."

Dico prima di notare che un ragazzo sta osservando allibito la scena, quindi alzo un sopracciglio verso di lui che distoglie lo sguardo ed inizia ad addentrarsi tra la folla.

"Smettila di fare la bulla. Dove sono Logan e Kylie?"

"Stavamo entrando quando un ragazzo ubriaco somigliante ad una montagna ha iniziato a venire verso di noi, quindi decidendo di ignorarlo sono entrata dentro, non so che fine abbiano fatto loro."

Zayn mi guarda con aria contrariata e risponde:

"Tu hai lasciato Kylie con un ragazzo montagna?"

"No, in realtà l'ho lasciata con Logan e con il ragazzo montagna, ma non ti preoccupare, sono sicura che Logan saprà difenderla a dovere se sarà necessario."

"Beh no io non ne sono per niente sicuro invece!"

"Dai su Zayn non fare l'esagerato ora!"

Rispondo nell'esatto momento in cui Logan e Kylie escono dalla folla e vengono verso di noi.

"Ecco cosa ti avevo detto?"

Kylie si avvicina a Zayn che le da' un bacio a stampo ed inizia a farle il quarto grado su quanto gli ho raccontato qualche secondo fa.

Zayn e Kylie sono fidanzati da un po' di mesi ormai, ed essendo vicini di casa da quando erano piccoli si conoscono da molti anni, ma hanno iniziato a frequentarsi da un altro punto di vista solo pochi mesi fa, cioè prima di ufficializzare la loro relazione. Anche se hanno sempre affermato il contrario, ho sempre sospettato che stessero insieme da molto prima, ma nessuno dei due ha mai confermato la mia tesi, rimanendo la maggior parte delle volte nel vago o non rispondendo proprio, quindi ho deciso di non insistere più di tanto.

"Direi che è giunto il momento di andare a prendere qualcosa, voi venite?"

Chiedo verso il gruppo che è impegnato a discutere di quanto successo prima con Zayn e il mio pugno.

"Mi dispiace ma io devo andare all'aereoporto, un mio amico atterrerà tra poco da Londra e resterà a casa mia per un periodo."

Dice Zayn prima di congedarsi da noi, e da Kylie dandole un bacio sulle labbra e sparendo poi tra la folla.

Rientriamo dentro e ci avviciniamo al bancone, iniziando ad ordinare vari cocktail.

"Chi è l'amico di Zayn che deve arrivare da Londra?"

Chiede Logan verso Kylie.

"Non so, se non sbaglio si chiama Harry, Harry Styles forse."

Sento la risposta di Kylie, ma non le do importanza perché per me non ne ha, ma d'altronde, non potevo sapere tutto quello che sarebbe successo, non potevo sapere la verità.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Dopo circa un'ora il mio stato mentale è andato a farsi una lunga passeggiata nel paese dei balocchi. Ho letteralmente perso il conto di quanti bicchierini di vodka e altre sostanze colorate, a me ignote, abbia ingerito e che piano piano stanno iniziando a prendere il controllo della mia sanità mentale già messa male. Non ho mai retto l'alcol troppo bene, ma non sono nemmeno una di quelle persone che al primo bicchierino non ricordano nemmeno il proprio nome.

Mentre mando giù un altro bicchierino di vodka, sento il telefono vibrare. Mi limito a guardare la schermata principale e vedendo il nome di mia madre decido di non rispondere e rifiuto la chiamata; intanto prendo un altro bicchiere e lascio che il liquido verde, contenuto al suo interno, passi per la mia gola facendola bruciare lievemente.

Dopo circa 15 minuti il mio telefono riprende a squillare. Non so precisamente cosa mi dica la testa ma probabilmente l'alcol ha già preso il completo controllo su di me. Così afferro il telefono che ho precedentemente appoggiato su uno dei tanti tavolini sparsi alla rinfusa nella stanza dove siamo io, Kylie e Logan e rispondo alla chiamata.

"Buonasera Heather Gibson, cosa minchia vuole?"

Sempre tanta dolcezza, lo so. Tutti dicono che la simpatia e la dolcezza siano da sempre i miei aspetti migliori.

"Melanie, si può sapere dove sei? Sono ore che provo a chiamarti."

Risponde mia madre dall'altra parte del telefono. Dalla voce mi sembra preoccupata, ma in questo momento non mi interessa più di tanto.

"Sono in un posto nel mondo mamma."

"Ma Melanie cos-"

"No, inutile che inizi con le solite domande, tanto lo sai che non ti rispondo. Risparmiati. Ci si vede." rispondo prima di chiudere la chiamata.

Attacco e cerco di introdurmi nella conversazione che stanno affrontando Kylie e Logan, che non hanno affatto bevuto quanto me e sono ancora in grado di affrontare una discussione, a differenza mia che non ci sto capendo più niente.

Nonostante ciò però continuo a fare fuori vari bicchierini di vodka ed altri alcolici, senza nemmeno preoccuparmi di cosa io stia bevendo. L'unica cosa che so per certo, è che ogni bicchierino che mando giù, fa girare maggiormente la mia testa e bruciare la mia gola.
 

_____

Sento la testa martellare ripetutamente, il corpo indolenzito, ed uno strano dolore alla caviglia destra. Sento come se qualcuno la stia inumidendo con qualcosa di leggermente bagnato e allo stesso tempo stia conficcando qualcosa di sottile al suo interno. Muovo lievemente la gamba come per avere la sicurezza di non star sognando, e sento qualcosa di peloso toccare il mio piede. A questo punto svariate immagini di un uomo con la selva amazzonica addosso sdraiato sulla mia gamba iniziano a susseguirsi nella mia mente finché non sento uno strano verso provenire dai piedi del letto. Apro gli occhi e vedo Tommy nuovamente avvinghiato alla mia caviglia, che cerca di sbranarla alternando denti e zampe. Mi guardo intorno per qualche istante e constatando che Kylie non sia presente, tiro un calcio al cane che cade dal letto andando a finire sui cuscini a forma di cuore decorati con frasi smielate che sono posizionati ai piedi del letto.

Mi metto a sedere e mi sporgo con la testa fuori dal letto per vedere quella bestia di satana che inizia a ringhiare e ad abbaiare verso di me.

"Oh ma sei immortale per caso?"

Dico, prima di vedere una scarpa buttata a caso sul parquet. Una malsana idea raggiunge la mia mente ed afferro la scarpa. Faccio per scaraventarla con forza addosso a quella belva, e lo avrei fatto davvero se non fosse stato per il semplice fatto che Kylie spalanca la porta ed entra in camera.

"Ecco lo sapevo io, metti immediatamente giù quella scarpa e non ti azzardare a fare quello che stavi per fare."

Dice con una voce troppo alta per la mia povera testa che comunque non ha smesso di fare male, mentre io con ancora la scarpa sospesa in aria la guardo con la faccia di una che è stata appena presa con le mani nel sacco, non che la situazione sia diversa poi.

"Va bene, va bene, stai calma, il tuo amore si è salvato anche questa volta."

Dico tornando a sdraiarmi sul letto.

"Si può sapere quale tipo di malattia ti affligge? Come puoi anche solo pensare di fare del male ad un cucciolo come Tommy?"

Dice con voce drammatica dirigendosi subito verso il cane e prendendolo tra le sue braccia.

"Evidentemente il tuo Tommy non nutre tanta simpatia nei miei confronti. Mi sono svegliata e lui stava mordendo per l'ennesima volta la mia caviglia. Cosa avrei dovuto fare? Complimentarmi con lui e magari lasciare anche che mi mordesse"

Replico mettendomi nuovamente a sedere sul letto per poi legare i miei capelli in una coda bassa.

"Beh non ucciderlo era una delle opzioni" risponde assottigliando gli occhi.

"Ed infatti non l'ho ucciso... per poco, ma non l'ho ucciso."

"Ma si può sapere cosa sta succedendo qui? Le vostre voci da gallina arrivano fino al cesso, mi avete fatto deconcentrare."

Logan entra nella camera di Kylie con addosso solo una canottiera bianca e dei boxer. Non è una novità vederlo così, in tutti questi anni l'ho visto in condizioni e situazioni parecchio peggiori.

"Melanie voleva uccidere Tommy."

Dice Kylie a Logan, che passa lo sguardo da me a lei e si passa distrattamente una mano tra i capelli.

"Esagerata."

Rispondo, scendendo dal letto sorpassandoli per poi dirigermi in cucina. Trovo il mio cellulare sul ripiano in marmo, e lo prendo per vedere che ore sono. Sono le 3 di pomeriggio e solo ora mi ricordo della chiamata che ho avuto questa notte con mia madre. Torno in camera di Kylie e trovo quest'ultima seduta sul letto insieme a Logan mentre Tommy gioca con i cuscini fingendosi un cagnolino amoroso. Non lo è.

"Cosa è successo ieri sera, non ricordo nulla."

Chiedo mentre apro l'armadio di Kylie e prendo un semplice jeans nero ed una maglia corta fino all'ombelico. Ci prestiamo sempre i vestiti, soprattutto in situazioni del genere.

"Niente a parte il fatto che sei andata a ballare in mezzo alla folla, e ti assicuro che sei stata alquanto imbarazzante."

Risponde Logan emettendo una risatina.

"Perciò poi abbiamo deciso di andare via. E poi stava diventando tutto abbastanza noioso."

Aggiunge Kylie sistemandosi meglio sul letto.

"Bene, saggia decisione. Comunque ora vado, ci vediamo domani al college?"

Domando verso i miei amici mentre finisco di allacciare la scarpa per poi prendere il telefono e dirigermi verso l'ingresso con Kylie e Logan dietro di me.

"In realtà Zayn mi ha mandato un messaggio poco fa e mi ha chiesto se oggi saremmo andati da lui tutti e tre, dovrebbe essere arrivato quel suo amico Harry ed ha detto che vuole farcelo conoscere."

Dice Kylie alternando lo sguardo da me a Logan.

"Bene, allora ci vediamo oggi da Zayn?"

Chiede Logan verso di me.

"Va bene, ci vediamo oggi da Zayn allora."

Dico, prima di uscire da casa di Kylie e chiudere la porta alle mie spalle.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


Arrivo a casa circa 10 minuti  dopo, e prima di aprire il portone inizio a pregare in aramaico affinché la ramanzina dei miei genitori non duri troppo, altrimenti mi costringeranno a rimanere lì per far finta di ascoltarli, per poi svignarmela in camera molto velocemente.

Apro il cancelletto ed entro chiudendolo alle mie spalle, salgo la rampa di scale in marmo e quando arrivo davanti al portone, infilo la chiave nella serratura ed entro. Penso di averla scampata, poiché non sento rumori provenire da nessuna parte della casa. Chiudo così il portone con un tonfo e mi dirigo verso il frigo per prendere uno dei miei soliti ghiaccioli al limone.

Inoltre ho un assoluto bisogno di rinfrescarmi sotto il mio caro getto d'acqua siccome ho l'odore di uno di quegli alcolizzati che passano tutto il giorno a bere e a giocare a carte urlando di tanto in tanto per una partita persa. Inoltre la testa continua a pulsare insistentemente e dopo aver finito il mio ghiacciolo mi dirigo verso lo scaffale per prendermi una bustina.

"Buonasera Melanie." sento la voce di mia madre, e capisco che no, non ho scampato un bel niente.

"Buonasera madre" rispondo continuando a darle le spalle mentre non smetto di cercare il pacco di bustine che per chissà quale strano motivo ha deciso di non farsi trovare.

"Melanie, non cercare di fare la simpatica e dimmi subito dove sei stata." dice con la voce di chi sta per arrabbiarsi.

"Te l'ho già detto se ti sei dimenticata, sono stata in un posto nel mondo." puntualizzo.

"Melanie, ti ho detto di dirmi dove sei stata. Lo so che eri ubriaca ieri quando ti ho chiamata, e comunque non ci vuole molto a capirlo viste le tue condizioni."

"Sì infatti, hai proprio ragione, la tua intelligenza mi stupisce ancora una volta mamma." dico in tono sarcastico solo per farla innervosire un minimo, guadagnandomi subito dopo un' occhiata truce da parte sua. Nel frattempo trovo finalmente la sacra bustina e senza pensarci due volte la ingerisco.

"Comunque, prima che inizi con il quarto grado, vado a farmi una doccia e dopodiché andrò a casa di Zayn, quindi è inutile che iniziate a chiamarmi." rispondo mentre getto la carta della bustina che ho appena ingerito nel secchio.

"Tu ringrazia che tuo padre sia ancora al lavoro Melanie." replica mia madre.

"Ed anche se fosse stato qui, il mio livello di interessamento sarebbe stato sempre lo stesso." dico prima di darle le spalle e salire le scale per raggiungere la mia camera. Ha sempre avuto l'abitudine di pensare che se mio padre in certi momenti fosse stato presente, le cose sarebbero cambiate in qualche modo, come se arrivati a questo punto potessi non avere il carattere che mi ritrovo ad avere. Ma si sbaglia di grosso.

Arrivo in camera e mi spoglio velocemente, gettando i vestiti e il cellulare a caso sul letto e dirigendomi poi in bagno. Apro il getto d'acqua ed entro in doccia lasciando che l'acqua rilassi i miei muscoli. Come mio solito rimango in doccia per i seguenti 50 minuti prima di uscire e iniziare ad asciugare i capelli.

Cammino successivamente verso l'armadio e prendo  degli shorts di jeans neri, un crop top dello stesso colore scollato ed intrecciato sul davanti, una camicia a quadri neri e rossi e delle vans nere.

Prendo il telefono dal letto e scendo velocemente le scale cercando di evitare mia madre che appena arrivata giù inizia a rifilarmi altre domande, che ignoro con gran successo.

Impiego circa 15 minuti per arrivare a casa di Zayn. Arrivo nel vialetto, lo percorro e giunta al campanello lo suono e Kylie viene ad aprirmi.

"Sei arrivata, pensavo non venissi." dice correndomi incontro e salutandomi.

Percorro il corridoio d'entrata con Kylie al mio fianco che inizia a fare commenti riguardo l'amico di Zayn, del quale non ricordo nemmeno il nome e intanto entriamo nel soggiorno.

Casa di Zayn è molto grande. La stanza più grande è senz'altro il soggiorno. È molto luminoso: al centro c'è un tavolino in legno circondato da un divano molto grande mentre vicino al divano è presente una poltroncina del medesimo colore. L'arredamento è di stile antico, con  mobili in legno; sulla destra c'è una porta che mette in comunicazione il soggiorno con la cucina mentre poco più avanti c'è una porta che sbuca nel corridoio tramite il quale si può arrivare alle varie camere. 
A decorare le pareti ci pensano senz'altro i vari quadri, specialmente uno molto grande che si trova proprio di fronte la porta d'entrata, e la vetrina maestosa che attirò la mia attenzione la prima volta che misi piede in questa casa.  Zayn ha sempre vissuto con i suoi, fino a quando qualche mese fa si sono trasferiti per questioni lavorative. Non ha mai pensato di cambiare gli arredamenti della casa perché dice che con la casa arredata in questo modo si sente più colto, e crede sia una caratteristica necessaria per rimorchiare, ovviamente non più necessaria avendo incontrato la sua dolce metà.

Mi avvicino al gruppetto e noto un ragazzo che non ho mai visto prima, impegnato a parlare con Logan e Zayn. Deve essere senza dubbio l'amico di Zayn, arrivato da poche ore da Londra e del quale continuo a non ricordare il nome. 
Ha i capelli castani e disordinati, leggermente lunghi che ricadono delicatamente sulla sua fronte, i suoi lineamenti sono duri ma allo stesso tempo dolci e i suoi occhi sono di un verde intenso. Appena posa i suoi occhi su di me distolgo lo sguardo e mi incammino verso il frigo per cercare un ghiacciolo al limone. 
Da brava ragazza quale sono mi sono preoccupata di rifornire il frigo di tutti i miei amici di ghiaccioli al limone così da non rimanere senza. Mentre apro il frigo sento la voce di Zayn alle mie spalle.

"Melanie ma da quanto tempo sei qui, non ti abbiamo sentita entrare." dice Zayn.

"Sai non lo avrei mai detto amore! Sono andata io ad aprirla, se fosse stato per te ora sarebbe ancora lì fuori." risponde Kylie avvicinandosi a Zayn e sedendosi sulle sue gambe.

"Figurati. Se non fossi stata tu ad aprirla non avrebbe aspettato nemmeno un secondo ed avrebbe già scavalcato il cancello e scassinato la porta." precisa Logan unendosi alla conversazione.

"Risposta esatta Logan. Ma Zayn, dove sono i miei ghiaccioli?" chiedo chiudendo il frigo e girandomi verso il gruppo.

"Ops, scusa Melanie ma avevo fame ed ho mangiato l'ultimo ghiacciolo che era rimasto." afferma Zayn sistemando meglio Kylie sulle sue gambe e rivolgendomi uno dei suoi sorrisetti finti.

"Tu hai fatto cosa, Zayn?" dico girandomi lentamente verso di lui e rivolgendogli uno sguardo omicida, un po' alla Samara di The Ring.

"Dai Mel, cosa sarà mai. Se ti consola sapere che l'ho mangiato poco fa, beh...ora lo sai." risponde grattandosi nervosamente la nuca con una mano mentre con l'altra regge saldamente le gambe della mia amica.

Spalanco ancora di più gli occhi quando l'immagine del mio ghiacciolo al limone che viene divorato da Zayn si presenta nella mia mente.

"Zayn chiudi quella bocca se non vuoi assaporare nuovamente il pugno che ti ho dato ieri moltiplicato per 4." dico avvicinandomi a Zayn.

"Va bene, va bene...basta." si alza Logan.

"E tu smettila di fare sempre il paladino della giustizia." replico verso Logan rivolgendogli uno sguardo truce.

"Se proprio vuoi il tuo ghiacciolo vattelo a comprare, no?" dice una voce alle mie spalle. Mi giro verso quella voce e vedo l'amico di Zayn rivolgermi un sorrisetto beffardo.

"E tu chi saresti per dirmi quello che devo o non devo fare?" chiedo verso il ragazzo incrociando le braccia al petto.

"Melanie lui è Harry Styles, Harry lei è Melanie Cooper."

Sento dire da Zayn, ma non mi giro a guardarlo e mantengo i miei occhi in quelli di Harry, che fa lo stesso.

"Sono sicuramente meno idiota di te, quindi faresti meglio a smetterla con queste scenate, Cooper." dice alzandosi.

"E tu faresti meglio a chiudere quella bocca, Styles." rispondo, facendo un passo verso di lui.

"Hey, hey, hey ora basta." dice Kylie, mettendosi tra di noi ed allargando le braccia come per dividerci. Mantengo i miei occhi nei suoi ancora per qualche secondo prima di interrompere il contatto visivo e dargli le spalle. Quando mi giro trovo Zayn e Logan con la bocca socchiusa che guardano la scena come se fossero al cinema, mancano solo i popcorn e poi è tutto perfetto.

"Bene, ora io e Melanie dobbiamo andare, quindi voi potete benissimo restare qui a parlare di macchine, calcio o quello che volete. Ci vediamo domani al college." dice Kylie prima di dare un bacio sulle labbra a Zayn, uno sulla guancia a Logan e salutare Harry, per poi prendere il mio braccio e trascinarmi dietro di lei. 

Kylie apre la porta ed esce per prima, mentre io prima di uscire lancio un ultimo sguardo omicida verso Harry, e chiudo la porta alle mie spalle.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Questa mattina la sveglia suona troppo presto per i miei gusti. Alle 7 di mattina mi ritrovo già a gironzolare per casa, quando in realtà con la testa sono ancora nella mia bella Sognolandia.
I miei genitori sono già al lavoro, e sinceramente mi viene spontaneo chiedermi come facciano a svegliarsi ogni mattina a quegli orari che per me sono inconcepibili, senza obiettare nemmeno una volta.

Per loro è semplice alzarsi al suono della sveglia, per me invece è una cosa impossibile, non mi sveglierei nemmeno con dei cannoni puntati addosso.
Questa mattina però devo ammettere che mi è andata abbastanza bene. La sveglia ha dovuto suonare solo tre volte prima di essere percepita dal mio cervello, per poi darmi l'ordine di alzarmi immediatamente.

Mi alzo a malavoglia dal letto, infilando distrattamente le pantofole ai piedi, per poi alzarmi e dirigermi verso la cucina, tutto ciò con gli occhi chiusi e con le braccia in avanti per evitare di sbattere contro un muro, cosa che alle 7 di mattina non definirei per niente gradevole.

Mi dirigo verso la cucina e mi preparo un caffè nella speranza che almeno questo riesca a farmi svegliare del tutto, unito ovviamente alla doccia che farò tra poco.

Intanto inizio a sorseggiare il mio caffè mentre leggo distrattamente i messaggi che Kylie mi ha mandato pochi minuti prima.

Da Bionda Ossigenata:
Passa da me quando hai fatto.

Da Bionda Ossigenata:
Andiamo insieme al college.

Finito di bere il mio caffè mi alzo dal divano sul quale mi ero accomodata poco prima, per poi dirigermi verso la cucina per appoggiare la tazzina nel lavandino e con l'intenzione di entrare subito in doccia, ma il telefono inizia a vibrare nuovamente nelle mie mani, facendomi bloccare nel bel mezzo della cucina.

Da Bionda Ossigenata:
Non so se sei già sveglia, ma ne dubito.

Da Bionda Ossigenata:
Cerca di non fare tardi o ti giuro che ingaggio Logan per farti venire a prendere.

Leggo velocemente i messaggi che la mia amica mi ha appena inviato, ma decido di non risponderla e di entrare in doccia. 
Ho sempre memorizzato Kylie in questo modo nella mia rubrica, così come avevo fatto anche con Logan, non so perché ma mi è sempre piaciuto dare soprannomi ai miei amici perché credo sia una cosa intima; per Kylie ho scelto quel nome perché le ha sempre dato fastidio essere definita una bionda ossigenata, andava fiera dei suoi capelli non ossigenati, ed ogni volta che le addito quel nomignolo va su tutte le furie.

Mi dirigo in camera e lancio il cellulare sul letto, come è mio solito fare.
Mi libero del pigiama e mi dirigo verso il bagno, accanto alla mia stanza, per poi entrare in doccia. Mi infilo sotto il mio solito getto d'acqua bollente, lasciando che colpisca a pieno il mio viso, così da svegliarmi un minimo. 
Una volta finito mi avvolgo in un asciugamano ed esco dalla doccia. Inizio ad asciugare i capelli e a fare delle serie riflessioni sulla loro lunghezza, rimuginando sul fatto di dover prendere appuntamento dal parrucchiere il più presto possibile.

Finisco di asciugare i capelli e mi dirigo nuovamente in camera, prendendo dei semplici jeans neri, una T-shirt e le mie solite sneakers. Lego i capelli in una treccia e mi incammino verso il bagno per dare una sistemata anche al mio viso privo di trucco.

Non mi va di esagerare, quindi opto per una semplice linea di eyeliner ed un po' di correttore per coprire le mie occhiaie che vogliono presentarsi al mondo intero.
Torno in cucina e mi rendo conto che saremo dovuti essere al college tra una mezz'ora, così senza perdere altro tempo esco di casa.

Cammino a passo svelto lungo il tragitto che divide casa mia e quella di Kylie, arrivo e suono il campanello. Non devo aspettare molto, perché non appena sollevo il mio dito dal pulsantino rotondo, lei esce di casa e mi viene incontro per poi aprire il cancello e richiuderlo alle sue spalle.

"Giorno Mel." esclama felice venendomi incontro. Anche lei come me ha optato per un trucco ed un abbigliamento molto semplici, con un jeans chiaro ed un crop top che lascia intravedere un piccolo lembo di pelle e delle scarpette, una semplice linea di eyeliner ed i capelli biondi che cadono sulle sue spalle.

"Mi ero già rassegnata all'idea di dover chiamare Logan per farti svegliare." dice mentre iniziavamo a camminare normalmente per arrivare al college.

Il college in cui andiamo dista di circa 20 minuti da casa di Kylie e mezz'ora dalla mia, ma comunque già il fatto di avere Kylie e Zayn non troppo distanti da casa mia, è un fattore positivo. Quello che vive più lontano è Logan, ma comunque nulla che non si possa risolvere con circa 20 minuti di cammino.

"Non voglio nemmeno immaginare cosa avrebbe combinato, alle otto di mattina poi." affermo pensando seriamente a cosa avrebbe fatto Logan, che è un mito nel far arrivare all'esasperazione una persona se davvero vuole.

"Già. Comunque, mi ha scritto poco fa e mi ha detto che ci aspettano davanti al college." dice Kylie mentre cammina al mio fianco.

"Ci aspettano?" chiedo non capendo in direzione della mia amica.

"Sì, ha detto che sarebbe passato a prendere Zayn ed Harry." risponde scalciando via un sasso che ha appena incontrato lungo il suo cammino.

A sentire quella risposta emetto un verso di disturbo e Kylie si gira verso di me con un'aria interrogativa.

"Che c'è?" chiede incrociando le braccia al petto.

"Deve proprio stare con noi l'amico stupido di Zayn?" chiedo infastidita a mia volta, senza guardarla.

"L'amico stupido di Zayn, come dici tu, si chiama Harry e non è stupido, al contrario mi sembra molto simpatico. Sei tu che hai problemi con il genere umano Melanie." risponde mentre continuiamo a camminare per raggiungere il college.

"Senti Kylie, io non ho problemi con il genere umano ma ho problemi con le persone che non sopporto, e mi dispiace, ma lui fa parte di quelle. Comunque, lo ignorerò come faccio con tutti e fine della storia." puntualizzo mentre svoltiamo a destra.

"Ma potresti almeno provare a-"

"No, ti ho già detto quello che farò quindi ora cambiamo argomento." rispondo prima di  che Kylie finisca la frase. So già cosa mi avrebbe detto, ovvero che avrei potuto provare ad andare d'accordo con lui nonostante tutto, ma non è assolutamente mia intenzione provare ad instaurare qualche tipo di rapporto con lui.

I suoi comportamenti mi danno fastidio nonostante sia stata con lui per un tempo massimo di 10 minuti, ma non mi interessa nemmeno conoscerlo o provare a farlo. Harry non è affare mio.

"Va bene, fai come vuoi Mel. Ma sappi che dovrai sopportarlo ogni giorno per qualche anno. Comunque sarà meglio se ci muoviamo perché tra poco dovremmo essere lì." dice esasperata Kylie continuando a camminare ed iniziando a giocare distrattamente con i suoi capelli.

Continuiamo a camminare velocemente per cercare di arrivare puntualmente al college. Come aveva detto prima Kylie: Logan, Zayn ed il suo amico sono davanti al cancello principale e quando ci vedono arrivare iniziano a dire cose come: "Oh era ora!" ed altre esclamazioni che vanno comunque a sottolineare il nostro ritardo. Appena ci avviciniamo Zayn dà un bacio a Kylie e si posiziona al suo fianco.

"Sapete da quanto tempo vi stiamo aspettando?" Inizia Logan guardando l'ora sul suo cellulare. Va sempre così ogni volta che ci vediamo, Logan mi sembrava un orologio svizzero a volte e se c'è una cosa che mi dà enormemente fastidio è questa, in questi casi mi viene una seria voglia di procurargli del male fisico. Ma comunque con il tempo mi sono abituata anche a questo, così come ha fatto anche Kylie.

"Sì Logan lo sappiamo, non iniziare a rompere." rispondo in sua direzione gesticolando con le mani.

"Non hai preso la tua camomilla stamattina?" esclama una voce alla mia sinistra. Mi giro e trovo gli occhi di Harry puntati su di me, quindi punto a mia volta i miei nei suoi, senza dire nemmeno una parola. Sono dello stesso verde che ho fissato e memorizzato il giorno prima a casa di Zayn, ed anche i suoi capelli sono sempre sbarazzini. Non so per quanto tempo stiamo rimanendo immobili a fissarci, non so che tipo di sguardo sia, se di odio o di qualsiasi altra cosa.

Ma riesco a sentire gli occhi di Zayn, Kylie e Logan puntati addosso, i loro occhi saltano dalla mia figura a quella di Harry, ma l'unica cosa che riesco a percepire è la voglia di tirargli uno schiaffo. Mi provoca uno strano senso di rabbia e fastidio la sua sola presenza, ma i miei pensieri vengono interrotti da un suono prolungato e stridulo.
Quello della campanella.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Sono distesa sul mio letto a guardare il soffitto. Non so esattamente da quanto tempo sono fossilizzata in questa posizione, ma la voglia di muovere anche un solo arto del mio corpo è scarsa, per non dire inesistente.

L'unica cosa che ho fatto da quando sono ritornata a casa è stata quella di mangiare ghiaccioli, ed alternarmi dal divano al letto, poi alla fine come ultima tappa ho scelto il letto, ed è qui che il mio corpo si è immobilizzato da troppo tempo.

Alla fine, questa mattina il preside del college si è impegnato a mostrarci tutta la scuola, dall'interno all'esterno, tutti i professori, ed il personale che vi lavorava. Ci ha mostrato i corsi che avremo dovuto frequentare e i vari orari che avrebbero caratterizzato l'inizio e la fine delle lezioni. Inutile dire che per tutto il tempo in cui quell'uomo non ha chiuso bocca, io sono stata da tutt'altra parte, e non di certo a pensare a dove siano collocati la mensa, i bagni o come si esca da quel posto. Diciamo che avrei imparato con il tempo, non mi serviva ascoltare tutto quello che dice il preside, ed anche se avessi ascoltato, cinque minuti dopo avrei dimenticato tutto, quindi tanto vale non ascoltare e basta.

Comunque l'oggetto principale dei miei pensieri è stato quell'idiota dell'amico di Zayn e i vari modi per ucciderlo. La mia mente ha elaborato delle ipotesi che si alternano da morte lenta e dolorosa a morte veloce ma non così atroce.

Alla fine però, il tutto è stato interrotto da Kylie che non aveva fatto altro che tirarmi gomitate per attirare la mia attenzione, quindi avevo deciso di rimandare le mie riflessioni a quando sarei ritornata a casa, ed è quello che stavo facendo da quando ho poggiato il mio fondoschiena sul letto.

Dopo aver contemplato il soffitto per un altro paio di minuti, decido di alzarmi e di dirigermi in cucina per prendere un altro ghiacciolo, così da mettere fine ai pensieri che la mia mente si diverte ad elaborare sull'uccisione delle altre persone, e su quella di una in particolare.

Mi siedo sul letto e mi stiracchio leggermente prima di alzarmi in piedi e dirigermi verso le scale. Le scendo velocemente e quando sono in cucina mi dirigo verso il frigo, aprendolo ed afferrando uno dei miei soliti ghiaccioli al limone, l'ennesimo di quella giornata. 
Lo privo della carta e mi dirigo verso il divano con l'intenzione di oziare sopra di esso gustando il mio ghiacciolo e magari guardando un film o qualcosa del genere.
Ma i miei piani, come succede spesso, vengono stravolti dal campanello che suona per due volte consecutive.

Mi fermo davanti al divano, con il telecomando in una mano e il ghiacciolo nell'altra, mentre il campanello continua a suonare insistentemente, non solo la persona che è lì fuori ha interrotto il mio momento di ozio, ma ha anche la fretta di farsi aprire.

Non aspetto nessuno dei miei amici, i miei genitori sono al lavoro e non torneranno prima di sera e l'opzione di qualche parente sconosciuto che ha deciso di venire a rovinare i miei piani non la prendo nemmeno in considerazione.

Sbuffo sonoramente e poggio il telecomando sul divano, dirigendomi subito dopo, e con molta poca voglia, verso la porta d'entrata per poi aprirla. L'immagine che mi si presenta davanti è quella di Zayn, con in mano un guinzaglio che tiene legato Tommy.

"Zayn?" chiedo con voce interrogativa.

"Esattamente dolcezza." risponde con voce teatrale ed uno sguardo compiaciuto a causa del mio stupore.

"Cosa ci fai qui?" chiedo nuovamente, dando un morso al mio ghiacciolo ed aprendo un po' di più il portone per permettermi di uscire con tutto il corpo e non soltanto con la testa.

"Potrei dirti che la mia intenzione è quella di farti una sorpresa e fare colpo su di te ancora una volta, ma mi dispiace, non è così." dice fingendo di essere dispiaciuto.

"Per prima cosa tu non hai mai fatto colpo su di me, seconda, non hai bisogno di fare colpo su nessuno poiché sei già fidanzato con Kylie, e terza, non mi hai ancora detto cosa vuoi." rispondo appoggiando una spalla allo stipite della porta e continuando a mangiare il mio ghiacciolo.

"E quarta, hai intenzione di farmi rimanere qui fuori ancora per molto? No perché sai, sono ancora troppo giovane per rischiare un'insolazione." dice gesticolando con una mano e mettendo l'altra davanti agli occhi come visiera per ripararsi dal sole che effettivamente oggi è abbastanza forte.

Scendo e scale che dividono il portone dal cancello e lo apro, spostandomi successivamente di lato per permettere a Zayn di entrare. Senza esitare si dirige dentro casa trascinando Tommy dietro di sé, ed io lo seguo.

"Ora mi dici cosa vuoi?" chiedo nuovamente dirigendomi verso il secchio per buttare il bastoncino che sosteneva il mio ghiacciolo ormai terminato.

"Sono venuto qui per obbligarti a venire a casa di Kylie." Risponde passandosi distrattamente una mano tra i capelli.

"E tu sei venuto qui per farmi venire a casa di Kylie? Non potevi chiamare?" replico fermandomi davanti a lui ed incrociando le braccia al petto.

"Sì, potevo chiamare, ma siccome Kylie mi ha praticamente ordinato di portare a passeggio questo topo ho pensato di venire ad avvisarti di persona." Risponde facendo spallucce ed abbassando lo sguardo verso Tommy che ha iniziato ad abbaiare senza motivo.

L'ho sempre detto che quel cane ha dei seri problemi, e più volte ho consigliato a Kylie di non prenderlo perché la sua simpatia alquanto contestabile nei miei confronti si era manifestata già dalla prima volta in cui lo avevo incontrato, ma non mi ha mai ascoltata. A quanto pare a quel cane va bene solo Kylie, o almeno fino ad adesso.

"Va bene, aspetta qui, vado a prendere il cellulare e vengo." esclamo prima di sparire dalla sua visuale e salire le scale per poi dirigermi in camera e prendere il cellulare che ho precedentemente abbandonato sul comodino affianco al letto e dando una sistemata ai capelli e al trucco.

Scendo le scale e quando sono in cucina trovo Zayn ad aspettarmi seduto sul divano che cerca di staccare Tommy che rimane però ancora attaccato saldamente ai suoi pantaloni. Al vedere di questa scena non posso fare a meno di scoppiare a ridere, mentre Zayn continua ad urlare contro il cane di Kylie. Solo grazie al mio animo, infondo buono, aiuto Zayn a liberarsi dalla presa di Tommy, che anche se piccolo sa come mordere una persona, a differenza di quello che dice Kylie.

Usciamo di casa e ci incamminiamo verso casa di Kylie fermandoci di tanto in tanto quando Tommy decide di fare qualche bisognino.

Arriviamo a casa sua dopo qualche minuto e quando suoniamo il campanello lei ci fa entrare. Appena entrati noto che Harry sia già qui, e sinceramente non ho minimamente pensato alla possibilità che potesse esserci anche lui.

Ma poi faccio mente locale e collegando le cose arrivo alla conclusione che Zayn è venuto a casa mia perché se avessi chiesto qualcosa riguardo la presenza di Harry, se mi avesse chiamata per chiedermelo, avrei rifiutato di andare -secondo la sua teoria- mentre se lui fosse venuto direttamente a casa mia, come ha poi fatto, mi avrebbe obbligata ad andare senza ammettere repliche.

Ma comunque è stato tutto completamente inutile perché l'idea della sua presenza non mi ha sfiorata minimamente, ed anche se lo avesse fatto, sarei andata nonostante Harry; lui per me non significa nulla e non avrei cambiato le mie abitudini per un inutile Harry Styles.

Fatto sta che mi giro verso Zayn, al mio fianco, e gli lancio uno sguardo omicida che lui ricambia con un sorrisetto innocente.

Kylie si avvicina a me e mette una mano sulla mia spalla richiamando la mia attenzione, ancora concentrata su Zayn.

"Allora, avevo proposto di uscire stasera ma né Logan e né Harry vogliono uscire." dice in mia direzione incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi al tavolo dietro di lei.

"Per me va bene." mi limito a dire scrollando le spalle e copiando la posizione della mia amica.

Logan, Harry e Zayn seduti sul divano davanti a noi ci guardano annoiati, fin quando Logan decide di intervenire per fare uno dei suoi ragionamenti matematici senza senso.

"Non per rovinare i vostri piani ma vorrei solo ricordarvi che domani dobbiamo andare al college, e se due più due fa quattro e non sei, come credevo io all'età di 4 anni, tornerete a casa mezze sbronze, per non dire completamente sbronze, per non dire irrimediabilmente sbronze, e di conseguenza non riuscirete mai ad essere in condizioni tali da poter venire alle lezioni domani. Quindi, secondo i miei astuti ragionamenti, non ci conviene e non vi conviene andare a fare serata." esclama convinto dei suoi ragionamenti e  incrociando braccia e gambe, assumendo un'espressione soddisfatta a causa dei suoi calcoli e ragionamenti.

"Ed io direi che se cinque più cinque meno due fa sette, la mia Kylie non si ubriacherà mai." ribatte Zayn alzandosi e posizionandosi al fianco di Kylie, che inizia a tossicchiare come per voler silenziosamente esprimere disaccordo con quello che Zayn ha appena affermato.

"E se la matematica non è un'opinione cinque più cinque meno due fa otto Zayn." lo corregge Harry iniziando a gesticolare con le mani ed aggiustandosi meglio sul divano.

A questa affermazione seguono alcuni minuti di silenzio nei quali Zayn si applica a fare i conti con le dita delle sue mani, sbuffando varie volte per la non riuscita dei suoi calcoli, per poi riprendere a parlare.

"Sì, sì come vuoi, ma comunque non cambia nulla, vero tortorina?" chiede
Zayn in direzione di Kylie, affibbiandole uno dei suoi soprannomi inventati al momento, dei quali non ero mai riuscita a spiegarmi il motivo della loro esistenza o provenienza.

"C-certo amore, sì." risponde la bionda annuendo poco convinta.

"No Zayn, non è la stessa cosa." precisa Logan, appoggiando un gomito sul bracciolo del divano e massaggiandosi una tempia con le dita.

"Infatti no, non lo è. Il fatto che siate fidanzati non vuol dire che se lei esce e tu non ci sei, lei non può bere." interviene nuovamente Harry, rafforzando la sua tesi e quella di Logan.

"Ok, ora che ne dite di smetterla?" dico per mettere fine a quella conversazione che comunque non ci sta portando ad una risposta.

"No." risponde in modo secco Harry, con sguardo impassibile puntato su di me, un braccio disteso lungo il bracciolo del divano e l'altro adagiato sullo schienale e le gambe rilassate. Come al solito indossa una camicia bianca ed un jeans nero leggermente strappato sulle ginocchia.

"Oh, mi mancava il tuo commento da idiota." dico accennando un sorrisetto usato come smorfia e incrociando nuovamente le braccia al petto.

"A me invece non mancavano i tuoi commenti da bambina." replica lui alzandosi e copiando la mia posizione.

I suoi comportamenti da essere superiore e prepotente iniziano davvero a stancarmi, ma non voglio prolungare ancora questa mezza conversazione quindi mi limito semplicemente a dirigermi verso il frigo e a pronunciare un "idiota" con molta calma, che comunque viene udito dal mio interlocutore che mi rilancia l'insulto, ma che comunque ignoro.

"Dai ragazzi non mi va di rimanere a casa stasera...usciamo, non beviamo e torniamo presto, l'importante è uscire." dice Kylie facendo gli occhi a cuoricino, mentre io osservo la scena mangiando il mio ghiacciolo che ho appena tirato fuori dal frigo. 

"Certo, ed io sono il re di Spagna." dice Logan roteando gli occhi.

"Io potrei essere la regina." continua Zayn con espressione sognante.

"Ma cosa c'entra ora?" chiede Kylie passandosi una mano sul viso per la disperazione.

"C'entra che se usciamo e non beviamo e torniamo presto io divento automaticamente il re di qualcosa. Non è possibile uscire e tornare presto, perlopiù senza bere." chiarisce Logan annoiato accavallando nuovamente le gambe.

"Invece è possibile. Stasera usciamo, ormai è deciso." afferma Kylie convinta mentre si sposta una ciocca di capelli dalla sua spalla.

"A questo punto per me possiamo uscire." dice Harry, sedendosi sul divano ed estraendo successivamente il cellulare dalla tasca dei jeans.

"Allora va bene anche per me." dice Zayn facendo spallucce.

"Ovviamente per me va benissimo." affermo mentre mi dirigevo a buttare il solito bastoncino del mio solito ghiacciolo.

Logan sbuffa e  si alza dal divano, poggiando le mani sui fianchi.

"Va bene, stasera si esce. Ma se uno solo di voi si ubriaca, o se alla fine torniamo più tardi del previsto, sappiate che voglio diventare re, quindi iniziate già a mettervi in collegamento con il Palazzo Reale." si arrende Logan, facendo saettare lo sguardo su tutti noi.

"Bene, questo era proprio quello che volevo sentire." afferma Kylie, battendo le mani proprio come fa una bambina quando riceve il suo tanto atteso regalo di Natale.

Rimasimo a casa di Kylie per qualche ora, durante le quali ovviamente non sono mancati litigi tra me ed Harry o dibattimenti su come si accoppiassero i canguri e le balene; argomenti ovviamente tirati in ballo da Zayn, che è l'unico essere umano sulla faccia della terra capace di trovare argomenti di bassa entità intellettuale su cui discutere.

Dopo aver trascorso un po' di tempo insieme, torniamo ognuno alla propria abitazione per poterci dare una sistemata, e per uscire poi dopo poco.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Alla fine tutti i buoni propositi che ci eravamo prefissati questo pomeriggio  sono stati dimenticati tra i bicchieri di vodka e alcol vari. A metà serata chi più e chi meno, siamo tutti ubriachi. Ammetto che comunque il mio stato non è poi così pessimo, certo non sono nelle mie migliori condizioni, ma non sono nemmeno in condizioni talmente critiche da non ricordare nemmeno il mio nome.

Alla fine questo pomeriggio dopo essere uscita da casa di Kylie mi sono diretta verso la mia, e quando sono entrata ho notato felicemente che i miei genitori fossero assenti. Probabilmente erano ancora al lavoro quindi ne ho approfittato per gioire del fatto che non avrei dovuto dare spiegazioni. Odio dare spiegazioni, in generale odio le domande ed odio dover dare delle risposte, quindi essere risparmiata dal farlo è sempre un sollievo.

Mi sono poi diretta direttamente in camera per poter fare una doccia veloce, ma alla fine ho impiegato i miei soliti 40 minuti. Mi sono asciugata velocemente e ho preso al volo un vestitino bianco corto fino a sopra al ginocchio e dei tacchi neri.

Logan questa sera è stato puntuale, come suo solito d'altronde, e appena ha fermato la sua auto sotto casa mia ha iniziato a suonare ripetutamente il clacson. Non ho impiegato molto tempo a scendere, sapevo che Logan avrebbe iniziato con le sue solite ramanzine e non era mia intenzione -come sempre- ascoltarlo. Siamo passati a prendere tutti gli altri e ci siamo poi diretti in uno dei soliti pub di Los Angeles dove siamo soliti andare.

Appena siamo arrivati ho iniziato a pentirmi di aver indossato proprio questo vestito. Da quando l'ho acquistato l'ho indossato solo una volta, e quando l'ho visto nell'armadio mi è sorta spontanea la domanda del perché non lo avevo mai messo e di conseguenza la voglia di metterlo.

D'altronde quando ho deciso di indossarlo Logan sarebbe arrivato tra circa 10 minuti e non mi è sembrato il caso di cercare altro, anche perché avrei impiegato troppo tempo e le conseguenze sarebbero state un ritardo colossale da parte mia e una ramanzina altrettanto grande da parte di Logan.

Comunque quando siamo arrivati alla festa ho capito il motivo per il quale l'ho indossato solo una volta prima di adesso. L'idea di tornare a casa per cambiarlo, smettendola così con la tortura di dover sempre tirare giù la parte finale del vestito, mi alletta ancora parecchio ma è stata spazzata via precedentemente da Logan non appena glie l'ho proposto.

In questo momento invidio Kylie che ha optato per un vestitino rosa ciprea, che le cinge leggermente il busto mentre la parte finale scende morbida fino a sopra le ginocchia e dei tacchi di media altezza del medesimo colore del vestito. E allo stesso modo invidio Logan che indossa un jeans leggermente strappato in qualche punto, ed una semplice maglia bianca. Ovviamente invidio anche Zayn ed Harry che indossano dei jeans neri, una camicia bianca e delle sneakers, come se si siano messi d'accordo su come vestirsi, anche se ne dubito fortemente dato che jeans nero e camicia bianca è uno standard per Zayn e a quanto pare lo è anche per Harry.

Appena siamo arrivati ci siamo fiondati all'interno del pub ed abbiamo iniziato ad ordinare ogni tipo di alcolico esistente, mandando piano piano a farsi benedire l'obbiettivo iniziale di rimanere sobri per tutta la serata. Comunque il mio quoziente intellettivo ha iniziato ad abbassarsi notevolmente quando ho preso l'ennesimo bicchiere di vodka e l'ho poggiato alle labbra lasciando che il suo liquido mi bruciasse lievemente la gola qualche minuto fa.

Ora sono immersa nei miei pensieri disconnessi, anche se non so a cosa sto pensando in realtà, fatto sta che la mia attenzione viene richiamata da Zayn.

"Hey Mel, guarda quel tipo laggiù ti sta guardando da mezz'ora!" esclama  indicando con una mano il soggetto della sua esclamazione mentre con l'altra porta il bicchiere alla bocca.

"No, non mi piace sembra un gonfiabile." constata invece Kylie assottigliando gli occhi per mettere a fuoco la figura del ragazzo in lontananza, che effettivamente, sembra guardare proprio nella mia direzione.

"No no, non è il tuo tipo Mel." continua Logan che a sua volta porta il bicchiere alle labbra, scuotendo leggermente la testa in segno di disapprovazione.

"Beh, ma chi dice che deve procreare con quel tizio. Magari potrebbe, ecco, come si dice, una botta e via." ammette Zayn poggiando le spalle allo schienale della sedia, mentre chiama il cameriere per ordinare un altro giro di vodka.

Mentre mi guardo intorno inizio a sentire la mia vescica scoppiare, e decido quindi di andare in bagno pur non sapendo dove sia.

Così mi alzo senza dire nulla e lascio i miei tre amici a discutere sull'animale da associare al ragazzo che pochi minuti prima era intento a fissarmi, ed inizio vagare per il locale alla ricerca di un bagno dove poter dare sfogo alle mie migliori arti e doti musicali.

Il locale è colmo di persone e mi risulta difficile anche camminare liberamente seppur sia abbastanza spazioso. La maggior parte delle persone presenti sono semi o totalmente ubriache e chi non lo è ancora lo sarebbe stata a momenti.

Continuo a vagare senza sapere dove sto andando, magari sto semplicemente camminando in circolo in questo dannato pub che non ha intenzione di portarmi ai bagni. Alla fine trovo finalmente una porta rossa con sopra il solito omino con la gonna che sta ad indicare che ho trovato il bagno. 
Così entro e mi dirigo all'interno di una delle cabine. L'odore al suo interno non è per niente piacevole, è un miscuglio tra alcol, fumo e la classica aria viziata che caratterizza i bagni pubblici. Questo è uno dei motivi per il quale non mi è mai piaciuto utilizzarli, ed uno dei motivi per il quale mi affretto ad uscire dalla cabina e a lavarmi velocemente le mani per poi uscire.

Inutile dire che appena esco non riesco comunque a capire come sia arrivata fino a qui, e tantomeno a localizzare i miei amici. Mi fermo davanti all'entrata dei bagni e butto lo sguardo un po' ovunque per riuscire ad avere una panoramica completa per capire dove devo esattamente andare, ma fermo lo sguardo quando vedo Harry seduto su uno degli sgabelli accostati vicino al bancone.

Ha un sorrisetto malizioso stampato in volto, e riesco ad intravedere una fossetta sulla sua guancia. Il braccio sinistro è poggiato sul bancone mentre con la mano giocherella con un bicchiere contenente un liquido rossastro, la camicia bianca sbottonata e leggermente raggrinzita e lo sguardo puntato su una ragazza intenta a fargli gli occhi dolci proprio davanti a lui. È alta e snella, occhi chiari, vestito succinto e tacchi alti, capelli lunghi e biondi ma penso che a differenza di Kylie, lei sì che sia una persona degna di essere chiamata "bionda ossigenata". Continua a passare imperterrita una mano tra i capelli di Harry e ad ogni singolo movimento sembra avvicinarsi sempre di più a lui.

Rimango a guardare quel siparietto che mi si sta presentando direttamente sotto gli occhi per ancora qualche secondo, poi decido di lasciarli alle loro effusioni e scambi di saliva e mi allontano. Mi incammino verso il bancone ed un cameriere mi si avvicina per servirmi.

"Cosa posso darle bella signorina?" chiede in mia direzione con un sorriso sul volto.

"Beh, questa sì che è una bella domanda. Dammi un bicchiere di vodka." Dico optando per la solita ed unica vodka che accompagna da anni le mie serate.

"Subito." Dice prima di girarsi e prendere un bicchiere dalla vetrina alle sue spalle. Rimango a guardarlo mentre con movimenti veloci prende la bottiglia di vodka e ne versa il contenuto all'interno del bicchiere che ha preso pochi secondi prima.

Ha gli occhi azzurri e i capelli castani leggermente disordinati, dei piccoli accenni di barba si intravedono sulle sue guance e posso intravedere dei tatuaggi sulle braccia a causa della camicia alzata fino ai gomiti.

Mi porge il bicchiere e mi sorride subito dopo. Sono sicura di non averlo mai visto qui prima d'ora, altrimenti lo ricorderei sicuramente, quindi mossa dalla curiosità decido di chiederlo al diretto interessato.

"Sei nuovo qui? Non ti avevo mai visto prima." Chiedo incuriosita, afferrando il bicchiere e passando il dito sull'orlo di quest'ultimo.

"Sì, lavoro qui da circa una settimana." mi risponde gentilmente e prendendo posto difronte a me, dietro al bancone.

"Ne ero sicura." dico portando il bicchiere alle labbra e bevendone un piccolo sorso.

"E perché tutta questa sicurezza?" chiede con un'espressione interrogativa poggiando entrambi i gomiti sul bancone.

"Perché sono cliente fissa qui, vengo spesso e non ti avevo mai visto." ammetto facendo spallucce.

"Oh bene. Ehm, Louis. Louis Tomlinson." Mi porge la mano e le sue labbra si aprono nuovamente in un sorriso.

"Melanie Cooper." Stringo la sua mano e a mia volta accenno un sorriso. Dopodiché porto nuovamente il bicchiere alle labbra e faccio cenno a Louis di darmi altra vodka. Senza esitare riempie nuovamente il mio bicchiere, prima di congedarsi e allontanarsi per servire altre persone dall'altra parte del bancone.

Non impiego molto tempo per buttare giù anche quel bicchiere ed inizio davvero a pensare di avere un perfetto futuro da camionista alcolizzata. Mi immagino già a guidare un camion bianco infangato con la mia giacca in pelle e la bandana annodata sulla fronte, un braccio fuori dal finestrino, un filo d'erba tra i denti, occhiali neri anni ottanta e un pacco di birre sul sedile passeggero.

Ovviamente nei miei film mentali non mancano imprecazioni ad ogni tipo di auto che incrocierei  lungo la strada e suonate di clacson che durerebbero il doppio di quelle di Logan.

Torno al mondo reale dopo pochi minuti. L'idea di passare la mia vita su un camion non mi alletta più di tanto, quindi decido di tornare dal mio gruppo prima di perdere le mie facoltà mentali a causa dell'alcol e commettere qualche stupidaggine delle mie.

Scendo dallo sgabello rosso e se non mi fossi aggrappata prontamente al bancone sarei capitombolata a terra come un sacco di patate. L'alcol che ho ingerito inizia a farsi sentire quindi decido di affrettarmi a tornare al tavolo con gli altri.

Faccio per girarmi ma vado a sbattere contro qualcosa, o contro qualcuno. Chiudo istintivamente gli occhi ed alzo le braccia per proteggermi in un modo contorto, ma l'unica cosa che sento è una sensazione di umido che si espande dalla spalla all'inizio del corpetto del vestito.

Inizialmente penso sia qualche strano effetto di tutto l'alcol che ho ingerito durante tutte queste ore, magari è solo qualche effetto collaterale che io non conosco, penso. Inizio poi a cambiare opinione quando una voce arriva alle mie orecchie, seguita da una risatina stridula.

"Ohh, perbacco! Scusa, davvero non volevo non so davvero come sia potuto succedere!" apro di colpo gli occhi e vedo davanti a me Harry con un bicchiere ormai vuoto in mano sospeso a mezz'aria, la bocca spalancata e gli occhi serrati.

Abbasso lentamente lo sguardo e l'unica cosa che vedo è un' enorme macchia rossa sul mio vestito bianco. Delle piccole goccioline rosse stanno scendendo lentamente sulla mia spalla e bagnano alcune ciocche dei miei capelli. Alzo lentamente lo sguardo e serro la mascella, poi il putiferio.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


"Cosa cazzo fai testa di cazzo!?" chiedo inspirando ed espirando per cercare di mantenere la calma che stava minacciando di abbandonarmi da un momento all'altro.

Continuo a tenere le braccia in alto e lo sguardo fisso su Harry che con ancora la faccia da ebete e il bicchiere vuoto sospeso in aria, cerca di giustificarsi con delle scuse più finte dei capelli di Rapunzel, del tipo "scusami tanto, non era mia intenzione".

"Ti ho già detto che non era mia intenzione rovesciare questo bel bicchiere di vodka su di te." dice portandosi il bicchiere davanti agli occhi girandolo e rigirandolo tra le mani.

"Tu sei un idiota. Tu sei uno stupido imbecille." esclamo con la mascella serrata e i pugni stretti. Alzo leggermente il tono di voce ed alcune persone attorno a noi si girano per vedere cosa stia succedendo.

"Senti mia cara, ti ripeto che-"

"Che non volevi farlo? Credi che io sia stupida? No perché sai non lo sono, a differenza tua che sei un ebete rincitrullito." replico assottigliando gli occhi.

Continua a tenere il bicchiere in una mano e l'altra nella tasca dei suoi jeans neri. Lo sguardo soddisfatto dice esattamente l'opposto di quello che dicono le sue parole con le sue finte giustificazioni. Forse la cosa che più mi dà sui nervi è la sua faccia soddisfatta e compiaciuta per questa specie di dispetto da bambini di 4 anni.

"Hey, hey vacci piano con gli insulti eh, altrimenti mi offendo. Oppure potrei arrabbiarmi e prendere un altro bicchiere che potrebbe accidentalmente cadere su di te." ribatte gesticolando con la mano che ancora stava reggendo quel maledetto bicchiere e adoperando un sorrisetto beffardo.

Una risatina trattenuta giunge alle mie orecchie e mi giro di scatto verso la direzione da cui essa proviene. 
La ragazza che ho visto con Harry pochi minuti fa, ora è qui, con una mano davanti alla bocca per trattenere una risata, che guarda divertita la scena.

"E tu cosa ridi finta bionda?" la guardo, forse con troppo disprezzo e con gli occhi assottigliati. Immediatamente smette di ridere e toglie la mano davanti la bocca per poi alzare un sopracciglio e lanciarmi uno sguardo truce che comunque non mi tocca minimamente.

Faccio per aggiungere qualcos'altro ma con la coda dell'occhio vedo la mano di Harry ,che ancora stava reggendo il bicchiere, alzarsi e posizionarsi direttamente sulla mia testa.

Con uno scatto faccio un passo indietro ed afferro il polso di Harry facendo in modo che si blocchi dal versare le gocce rimanenti nel bicchiere nuovamente su di me. Stringo leggermente la presa, stringo i denti e porto il suo braccio giù.

"Non provarci mai più Styles." sibilo minacciosa a denti stretti prima di lasciare il polso di Harry e buttarmi tra la folla. Non so esattamente quante persone io stia spingendo e a quante sto calpestando i piedi, ma sicuramente ad un numero abbastanza elevato.

Riesco con fatica a muovermi in mezzo alla folla da una parte all'altra del locale prima di trovare finalmente il tavolo dove ancora sono seduti Zayn, Logan e Kylie.

Mi fermo davanti al tavolo, sbuffo violentemente e sfilo con rabbia un fazzoletto dal portafazzoletti in mezzo al tavolo. 
Lo passo sulla spalla e sul vestito nella speranza di assorbire un po' di liquido, ma tento invano siccome quella maledetta vodka è già stata assorbita dal tessuto bianco del vestito.

"Melanie, cosa hai combinato? Ti hanno sparata per caso?" chiede ingenuamente Kylie che è quasi stesa sulla sedia, evidentemente ubriaca.

"Ti hanno vomitato addosso dolcezza?" chiede Zayn con un bicchiere pieno in mano, stravaccato sulla sedia.

"Sì, evidentemente sì." risponde Logan che dopo aver terminato la frase inizia a ridere senza un motivo evidente.

"Ma cosa dite? Non mi hanno sparata e non mi hanno vomitato addosso." dico continuando a sfregare e a sbuffare sonoramente.

"Logan devi accompagnarmi a casa." continuo subito dopo gettando il fazzoletto sul tavolo. Logan mi guarda per qualche secondo con espressione totalmente impassibile, poi scoppia a ridere, di nuovo.

"Mel non credo sia una buona idea, a meno che tu non voglia finire in un burrone proprio stasera." dice Kylie.

Effettivamente non è la migliore delle idee viste le sue condizioni, ma dopotutto anche Zayn non sembra nel pieno della sua sobrietà e tantomeno Kylie. Ma comunque opto per il chiedere a Zayn, le sue condizioni non cambiano molto dallo stato sobrio a quello ubriaco, quindi penso che possa riaccompagnarmi a casa. Faccio per porre la domanda ma vedo una sagoma avvicinarsi a noi, così mi giro per vedere chi sia.

Harry si ferma vicino al nostro tavolo dando una pacca dietro la nuca a Zayn che ricambia con un pugno sul braccio. Sbuffo per l'ennesima volta ed incrocio le braccia al petto.

"Stasera mi sembri una locomotiva Mel." constata Zayn con uno sguardo corrucciato.

"Solo stasera?" sibila Harry sottovoce mentre si passa una mano tra i capelli per nascondere il movimento delle labbra, come se io non lo sentissi.

"Puoi anche risparmiarti di parlare sottovoce, ti sento comunque." preciso puntando il mio sguardo su di lui, con le braccia ancora incrociate e gli occhi assottigliati.

"Zayn potresti accompagnarmi tu?" approfitto per porre la mia domanda e per non dare il tempo ad Harry di ribattere.

"Se credi davvero che mi alzerò da qui, sappi che non lo farò." risponde Zayn buttando giù tutto quello che rimaneva all'interno del bicchiere che tiene saldamente in mano.

Sbuffo per la millesima volta nel giro di due minuti e sciolgo le braccia mettendo le mani sui fianchi.

"Va bene, allora andrò a piedi." constato. L'idea di dover camminare per le strade buie di Los Angeles non mi fa letteralmente impazzire, ma non mi rimane scelta. 
D'altronde non mi va più di rimanere qui, voglio solo tornare a casa, fare una doccia e buttarmi nel mio amato letto per poi svegliarmi 10 ore dopo.

"Oppure potresti farti accompagnare da Harry." dice Logan. Poso il mio sguardo prima sul Logan e poi su Harry scoppiando a ridere e pronunciando un "no" deciso, diventando subito seria.

"Guarda che non ti mangia mica." dice Kylie facendomi girare nuovamente verso di loro.

"Comunque se hai paura di venire in macchina con me ti capisco, non tutte possono avere questo onore." continua mettendo le mani in tasca e facendo spallucce.

"Figuriamoci se ho paura. Onore di cosa poi, ma dai." dico spostando il peso sull'altra gamba ed incrociando le braccia al petto.

"Davvero andresti da sola a piedi a quest'ora della notte per le strade isolate di Los Angeles?" chiede Zayn con un'aria interrogativa e allo stesso tempo sbalordita, stupita.

"Wow sai, non avrei mai detto che la tua intelligenza potesse arrivare a tanto, complimenti." rispondo battendo leggermente le mani. Non ne posso più di stare qui dentro, l'unica cosa che voglio è uscire da questo locale al più presto.

Con il passare del tempo si è riempito ancora di più e sembra non poterci entrare nemmeno più un filo d'aria.

"Beh, è inutile insistere se ha paura." insiste Harry facendo spallucce.

"Non ho paura di un bel niente." rispondo decisa assottigliando gli occhi.

"Invece io direi di sì."

"Ed io direi di no."

"Sì."

"No."

"Sì."

"No."

"Sì."

"No."

"Sì."

"Ok, basta vengo...e comunque no."

"Va bene, e comunque sì."

"No"

"Sì."

"No."

"Sì."

"Va bene, basta smettila." dico indispettita assottigliando gli occhi.

"No."

"Sì."

"No."

"Invece sì"

"Invece no."

"Oh cazzo, basta. Ora avete davvero rotto." afferma Logan alzandosi dalla sedia, leggermente barcollante. Prende le chiavi della macchina da dentro la tasca dei jeans e le dà ad Harry che le afferra ed inizia ad incamminarsi verso l'uscita con me dietro.

Finalmente usciti da quella gabbia, ci dirigiamo verso la macchina che Logan ha parcheggiato non troppo lontano dal locale. Cammino dietro di Harry dato che faccio una netta fatica a stargli dietro dal momento che il suo passo è più svelto del mio, e di molto.

Schiaccio il pulsante presente vicino al mazzo di chiavi ,che tiene stretto tra le mani, facendo lampeggiare le luci anteriori e posteriori della macchina. Apre la portiera della macchina dal lato passeggero facendomi entrare. Mi accomodo all'interno della vettura facendomi poi travolgere dal piacevole e familiare odore della lavanda.

Harry fa il giro dell'auto per poi aprire la porta ed accomodarsi al lato del guidatore, e mettere in moto la macchina per partire.

"Dove devo andare?" chiede tranquillamente e in modo sereno continuando a guardare davanti a sé.

"Vai dritto e poi gira a sinistra e continua ad andare dritto." Rispondo mentre allaccio la cintura.

Le strade di Los Angeles non sono del tutto desolate, ma tuttavia sono molto calme. Rimango a guardare fuori dal finestrino senza dire nulla per qualche minuto, poi la voce di Harry richiama la mia attenzione.

"Visto che non ti mangio" afferma accennando un mezzo sorrisetto senza distogliere lo sguardo dalla strada che si stava consumando velocemente sotto il veicolo.

"Non si sa mai." Ribatto scaturendo una piccola risata di Harry.

Non l'ho mai visto ridere ed in questo esatto momento penso che ci sono tante cose che non so di lui. Non so chi sia realmente Harry Styles, per me è solo un idiota che preferisco evitare, ma so che in fondo c'è qualcos'altro. Per un momento ho l'impulso di fargli qualche domanda su di lui. Ma alla fine non lo faccio.

"Gira a destra." mi limito a dire.

Lo guardo per qualche secondo con la coda dell'occhio, è attento alla strada e sembra molto concentrato, dopotutto è notte inoltrata e l'attenzione da prestare deve essere sicuramente maggiore. Non si distrae nemmeno per un secondo e mi chiedo come faccia ad avere tutta questa attenzione.

"Gira qui." Dico indicando il vicolo a sinistra che Harry imbocca non appena glielo dico.

"Quella è casa mia." Continuo indicando con un dito la casa.

"Non mi hai ancora ringraziato per averti salvata dalle strade buie di Los Angeles." ribatte mentre rallenta e si accosta al cancello di casa.

"E tu non mi hai ancora chiesto scusa per avermi buttato della vodka alla fragola addosso, siamo pari." Rispondo risoluta voltandomi verso di lui, che finalmente si gira a guardarmi mentre slaccio la cintura di sicurezza.

Poi è stata solo una questione di pochi secondi. Faccio per girarmi ed aprire la portiera quando, grazie alla luce dei fari dell'auto, vedo un uomo completamente vestito di nero iniziare a camminare frettolosamente, come se sia stato colto di sorpresa. Mi blocco e rimango a guardare nel vuoto.

"Che c'è?" chiede Harry. Probabilmente non ha visto niente, o probabilmente -penso- quell'uomo è solo frutto della mia immaginazione.

"N-niente, ci vediamo." Lo saluto prima di aprire la portiera ed uscire dall'auto per poi dirigermi frettolosamente verso il portone.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


Infilo la chiave nella toppa ed apro il portone di casa. Prima di entrare mi guardo attentamente intorno.

Non c'è nessuno.

Sarà stata solo una mia impressione. Chiudo la porta.

In casa è tutto buio, non ci sono luci accese ed è tutto così silenzioso che presumo che i miei genitori non siano ancora tornati. Accendo la luce del soggiorno e sfilo i tacchi dai piedi dirigendomi in camera.

I miei genitori saranno ancora al lavoro, anche se è strano, perché non hanno turni così lunghi, o almeno non ne hanno mai avuti fino ad ora. Entrambi sono dottori e lavorano nel Adventist Health White Memorialin, un ospedale qui vicino, da molti anni. Ultimamente non li vedo quasi mai, saranno giorni che non vedo mio padre, e certo non posso lamentarmene, perché a volte sono così pesanti.

Arrivo in camera e lancio i tacchi in modo totalmente casuale sul pavimento, il loro impatto con quest'ultimo provoca un tonfo. Spero di non averli rotti. Apro la cerniera del vestitino che cade ai miei piedi.

Finalmente mi sento libera e posso ritornare a respirare, non ne potevo più di rimanere schiacciata come una sardina in quel vestito che, ormai, reputo da buttare viste le sue condizioni.

Tiro un calcio al vestito che va a finire sotto il letto, dopo lo prenderò. Mi incammino verso il bagno e dopo aver svuotato nuovamente la mia vescica, entro in doccia.

La testa inizia a farmi davvero male, l'unica cosa che voglio è dormire. L'acqua inizia a bagnare i miei capelli e la mia pelle, ricadendo sulla spalla che fino a pochi secondi fa era ancora appiccicaticcia ed odorava ancora di vodka. Non capisco i comportamenti di Harry, in pochi giorni si è preso molta confidenza, che io non credo di avergli dato.

Questa volta non mi va di passare troppo tempo in doccia, quindi prendo lo shampoo e il bagnoschiuma ed insapono velocemente i miei capelli e il mio corpo, per poi aprire di nuovo l'acqua.

Rimango in doccia per altri 5 minuti, prima di uscire ed avvolgermi in un asciugamano. Asciugo il mio corpo e raccolgo i capelli nell' asciugamano, per togliere l'acqua in eccesso.

Lascio l'asciugamano in bagno, dopo aver sfregato e pettinato i capelli, e torno in camera. Apro l'armadio e prendo uno dei miei pigiamini stilosi con disegni di animali con gli occhioni dolci stampati sopra. Quello che indosso ora è uno dei miei preferiti, sul quale è stampato un meraviglioso unicorno azzurro.

Lo afferro e lo indosso velocemente per poi incamminarmi verso il bagno con l'intenzione di riordinarlo, ma vengo frenata da un rumore proveniente da fuori.

Mi blocco sul posto, ma non sento più nulla. Mi dirigo verso la finestra e la apro. Mi sporgo leggermente al di fuori con la testa per vedere se effettivamente ci sia qualcuno. Niente, nessuno. Richiudo la finestra e tiro giù la tenda, vado in bagno e lo riordino come meglio posso, poi un altro rumore richiama la mia attenzione.

"Merda." Mi blocco nuovamente sul posto, ma questa volta un altro strano rumore arriva alle mie orecchie.

Non so che tipo di rumore sia, è come se qualcuno stia tirando a pugni vicino le mura, devo scendere.

Apro la porta e mi dirigo verso le scale per scendere, ma prima di farlo afferro una delle scope ammucchiate nel ripostiglio. Scendo le scale una per una, molto lentamente cercando di fare il minimo rumore. Ѐ tutto buio e l'unica cosa che interrompe il fitto silenzio che c'è sono quei maledetti rumori, che si interrompono non appena accendo la luce. Ora che non sento più rumori, l'unica cosa che riesco a sentire è il mio cuore che batte all'impazzata.

Le mie mani stanno iniziando a sudare ed una vampata di calore risale la mia schiena. Stringo il manico della scopa tra le mie mani e continuo a scendere le scale finché non arrivo all'ultimo gradino. Scendo anche quello e mi guardo intorno. Non c'è nessuno, solo un gran silenzio. Le finestre sono chiuse, quindi non posso guardare fuori, dovrei uscire fuori a controllare, devo uscire fuori a controllare. Cammino lentamente verso la porta, girandomi di tanto in tanto per controllare se qualcuno sia dietro di me, io e le mie paranoie.

Apro il catenaccio del portone e giro la maniglia. Faccio un passo in avanti ritrovandomi completamente fuori. Non c'è nessuno, di nuovo, e così vado a controllare in giardino.

Cammino lentamente verso il giardino e, come poco fa, mi giro di tanto in tanto per guardare alle mie spalle. Arrivo all'angolo e stringo ancora di più la scopa tra le mie mani mentre il mio cuore inizia a battere ancora più velocemente. Ma anche in giardino non c'è nessuno. Tiro un sospiro di sollievo e mi giro per tornare dentro.

Chiudo il portone alle mie spalle e chiudo il lucchetto prima di dirigermi nuovamente in camera e poggiare la scopa al muro.

Chiudo la porta e mi siedo sul letto. Passo una mano tra i capelli, che sono ancora bagnati, ma lascerò che si asciughino da soli.

"Ahh Melanie, sei da manicomio ormai." Sussurro stendendomi sul letto e coprendomi con le coperte.

Il silenzio riempie la casa, ma la paura di sentire altri rumori è comunque presente. Chiudo gli occhi sbuffando e mi addormento.

-

Un suono stridulo arriva alle mie orecchie, e mi muovo leggermente nel letto.

Il suono continua e non sembra voler cessare, quindi mi rigiro nuovamente tra le coperte ed apro gli occhi ancora assonnata.

Il mio telefono sta squillando, mi sporgo leggermente e afferro il telefono.

È Kylie, vorrei proprio sapere perché mi chiama alle 3:30 di mattina. Sicuramente saranno ancora ubriachi e non ci staranno capendo nulla. Inoltre la testa mi fa male ancora più di qualche ora fa e fatico a tenere aperti gli occhi.

Faccio passare il dito sul telefono, accettando così la chiamata.

"Kylie che succede?" mi limito a dire. Dall'altra parte del telefono sento delle voci, ma non c'è casino quindi deduco che non siano più nel locale.

"Mel, dormivi?" mi chiede con voce bassa. Mi sembra...scossa, non credo sia uno scherzo da ubriachi.

"Sì...sì, ma perché mi hai chiamata?" chiedo sorregendomi su un gomito.

"Ѐ che... qualcuno è entrato in casa, mentre noi eravamo al locale..." mi dice con voce tremante, sospirando subito dopo aver terminato la frase.

"Cosa?! Un ladro dici?" chiedo allarmata mentre mi metto a sedere sul letto e scalcio via le coperte.

"Beh sì, credo di sì." Risponde.

"Ok...tranquilla, ma dove sei ora? Sento delle voci, gli altri sono lì?" chiedo mentre mi alzo dal letto ed infilo velocemente le pantofole.

"Sì, sono tutti qui." Dice. Mi dirigo verso l'armadio e lo apro, afferro uno shorts ed una maglia totalmente a caso.

"Ok arrivo." Dico mettendo fine alla chiamata. Butto il cellulare sul letto e mi libero del pigiama per poi infilare i panni che ho appena tirato fuori dall'armadio. Prendo le mie solite sneakers e le indosso, apro la porta della mia camera ed esco. Scendo velocemente le scale ed esco di casa.

Cammino velocemente per le strade di Los Angeles, per le quali sfrecciano alcune macchine.

Fuori si sta bene, la temperatura è gradevole, anche se siamo ormai a settembre. D'altronde a Los Angeles le temperature sono sempre piacevoli, anche nei mesi invernali, dopotutto, siamo in California.

Continuo a camminare a passo svelto e alternando alcuni minuti di corsa. Devo arrivare a casa di Kylie e devo farlo subito. Mi basta girare l'angolo e sarò arrivata a casa di Kylie. Prendo il telefono dalla tasca posteriore degli shorts, sono le 3:39.

Giro l'angolo e percorro i 10 metri restanti per arrivare davanti casa di questa, ma quando arrivo, sono tutti nel cortile di casa di Zayn, quindi mi avvicino al cancello socchiuso, lo apro ed entro.

"Mel, sei arrivata." Mi accoglie Logan che si accorge della mia presenza.

Mi avvicino al gruppo, sono leggermente affannata e mi passo una mano tra i capelli ormai asciutti.

"Cos'è successo" chiedo, posando il mio sguardo su Kylie che mi sembra abbastanza scossa.

"Siamo tornati e stavo tornando a casa, ma ho trovato la porta aperta e quando sono entrata era tutto sottosopra, così mi sono precipitata qui ad avvisare tutti." Dice Kylie mentre Zayn le cinge le spalle con un braccio.

Solo in quel momento mi viene in mente quello che è successo poche ore fa a casa mia. Quei rumori che sentivo, forse c'era davvero qualcuno fuori casa mia, forse qualcuno ha davvero provato ad entrare in casa mentre io ero in camera mia. C'era davvero qualcuno là fuori quando sono uscita, qualcuno che mi ha vista ma che io non sono riuscita a vedere.

Un brivido percorre la mia schiena e non riesco a smettere di pensare che, per qualche minuto, in casa non ero sola, ma eravamo in due.

"Melanie, tutto bene?" chiede Zayn poggiando una mano sulla mia spalla per richiamare la mia attenzione.

Sposto il mio sguardo su di lui e cerco di riprendermi.

"S-sì tutto bene, cioè, no, voglio dire..." balbetto mentre passo una mano dietro la nuca. Non posso nascondere che tutto ciò mi impaurisce, e forse, non poco.

"Cosa c'è Melanie?" Chiede a sua volta Logan avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi.

"Ecco, quando Harry mi ha accompagnata a casa mi è sembrato di vedere un uomo sotto casa mia." Dico, puntando i miei occhi su Harry. Lui fa lo stesso e la sua espressione diventa evidentemente più seria.

"Ma credevo fosse solo una mia impressione, magari non avevo visto bene, semplicemente. Ma quando sono entrata ho iniziato a sentire dei rumori, come se qualcuno stesse tirando dei pugni vicino il muro di casa. Così ho pensato di uscire a controllare, ma quando sono uscita non c'era nessuno, completamente, nessuno." Dico tutto d'un fiato.

"Cosa? Sei stupida per caso? Perché non me lo hai detto che c'era qualcuno sotto casa tua? Hai detto che andava tutto bene" dice Harry leggermente irritato allargando le braccia.

"Sei sordo per caso? Ti ho detto che pensavo di essermi sbagliata, non potevo di certo immaginare che un uomo stesse cercando di rubare in casa mia." Alzo a mia volta il tono di voce.

"Certo, magari stava solo passeggiando sotto casa tua, oppure contava le scale, mi sembra ovvio." Ribatte alzando ancora di più il tono di voce.

Faccio per rispondere ma Kylie mi precede.

"Ok, ma non è questo il momento per litigare. Comunque Melanie, mi dispiace ma ha ragione Harry, avresti dovuto avvisare; un uomo non si ferma sotto casa tua giusto per il gusto di farlo." Mi rimprovera.

"Sì...sono d'accordo, ma l'importante è che non sia riuscito nel suo intento."

"Comunque, non ci perdiamo in chiacchiere. Dobbiamo chiamare la polizia." Afferma Zayn facendoci annuire tutti.

Harry sfila il cellulare dai jeans e digita il numero della polizia, dopodiché si allontana da noi.

"Mel, credo sia meglio che tu non torni a casa, non si può sapere cosa frulli nella testa di quell'uomo." Asserisce Kylie avvicinandosi a me e poggiando una mano sulla mia spalla.

"No, non se ne parla, devo tornare a casa." Ribatto scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

"Ma non puoi stare da sola lì quando un uomo ha provato a derubarti." Continua Zayn sostenendo la tesi di Kylie.

"Contando anche il fatto che non si è minimamente posto il problema del fatto che tu fossi in casa." Dice Logan incrociando le braccia al petto.

Effettivamente l'idea di tornare a casa e trovare qualcuno al suo interno, mi inquieta leggermente. Ma d'altronde se non vado, quell'uomo avrebbe maggiori possibilità di fare ciò che vuole senza essere disturbato. I miei genitori non ci sono e non ci penso nemmeno ad abbandonare la casa così, non se ne parla.

"No, tornerò a casa non appena verrà la polizia, ormai ho deciso." Affermo convinta di quello che sto dicendo.

"Ascolta, a me non va bene che tu rimanga da sola lì in balia di quella bestia, pertanto o dormi tu qui o dormo io da te." Ribatte Logan assottigliando gli occhi.

"Esatto" continua Zayn incrociando a sua volta le braccia al petto.

"No, vi ho detto che devo tornare a casa." Ribatto. Non riesco a capire perché a volte siano così insistenti.

"Bene, allora vengo io da te e fine della storia." Afferma Logan con un'espressione vittoriosa in volto.

Sbuffo, ma mi arrendo alla decisione che Logan ha preso. Noto con la coda dell'occhio Harry che sta tornando da noi e mi giro per guardarlo.

"Fatto, hanno detto che arriveranno a momenti." Dice mentre infila nuovamente il cellulare nella tasca posteriore de jeans.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, ma vedo qualcosa uscire dalla porta d'entrata e sfrecciare verso di noi.

Alzo gli occhi al cielo quando riconosco Tommy avvicinarsi velocemente, mi ero dimenticata di lui.

Devo ammettere che se fosse scappato per la troppa paura, non mi sarebbe dispiaciuto poi così tanto...dopotutto, lui mi odia.

"Oh no...mancava solo lui." Dico roteando gli occhi mentre Kylie subito mi ammonisce con uno "smettila" mentre si abbassa ed inizia a coccolarlo.

Devo anche ammettere però, che a vederlo così scodinzolante e con la lingua da fuori, mi dà l'impressione di avere davanti un cagnolino amoroso e cuccioloso.

Ritiro tutto ciò che ho detto nel momento in cui si attacca alla mia caviglia, nuovamente, quando cado alla tentazione di accarezzarlo.

"Ma cosa stai cercando di fare brutto imbecille? Staccati dalla mia caviglia! Quando capirai che non è un giocattolo?!" Sbraito verso il cane agitando convulsamente la caviglia. Nonostante tutto però, non si stacca e inizio così ad agitarla più violentemente, quindi aumento la forza dei calci, anche se sento Kylie che urla "Melanie cosa fai? Lo farai male!" e gli altri che ridono delle mie disgrazie.

Continuo ad agitare la caviglia cercando di far staccare quel cane, fino a quando non sento una presa salda sulla mia gamba costrigendomi a fermarmi.

Harry sta tenendo con una mano la mia gamba e con l'altra fa staccare lentamente Tommy da essa. Rimango allibita a guardare la scena ma la mia caviglia mi ringrazia, o meglio, lo ringrazia.

Si rialza con Tommy tra le braccia, e quasi rimango a bocca aperta quando Tommy inizia a leccare la mano di Harry. L'unica persona che Tommy non morde è Kylie, ma a quanto pare non è la sola ormai.

Mi abbasso e massaggio la mia caviglia mentre gli altri continuano a ridere.

"Non sai nemmeno simpaticizzare con un cagnolino." Dice Harry continuando a tenere imbraccio il cane.

"Il problema non sono io, ma è lui." Ribatto mentre mi alzo.

"Mi dovrai ringraziare per due cose ora." Continua Harry assumendo un piccolo sorrisetto.

"Contaci." Dico incrociando le braccia e guardandolo negli occhi.

"Beh, almeno ora non potrai più dire che gli vado a genio solo io. E poi smettetela di litigare ogni due minuti, mi sembrate cane e gatto." Afferma Kylie posando le braccia sui fianchi, in effetti, ha ragione, ma non glielo dirò.

Una macchina accosta vicino al cancello e richiama la nostra attenzione facendoci girare contemporaneamente.

La polizia è arrivata.

Torniamo immediatamente seri, dopo quel breve lasso di tempo in cui grazie a Tommy eravamo riusciti a smorzare leggermente la tensione.

Kylie si dirige verso gli agenti che sono appena usciti dall'auto, e noi facciamo lo stesso.

"Buonasera" dicono gli agenti stringendo la mano a Kylie che ricambia il saluto, e facendo un cenno del capo a noi altri.

"Cos'è successo qui?" continuano loro guardandosi intorno.

Kylie si occupa di accompagnarli in casa sua, e Zayn la segue.

"Mel, noi andiamo?" dice Logan in mia direzione. Per un momento ho dimenticato quanto fosse testardo, ma non ho intenzione di aprire un altro dibattimento, quindi mi limito ad annuire e ad uscire dal cancello mentre Logan saluta Harry ed esce dopo di me.

Prima di entrare in macchina mi giro nuovamente a guardare Harry che intanto si sta dirigendo verso casa di Kylie. Si ferma in mezzo alla strada e punta a sua volta lo sguardo su di me, gli faccio il dito medio e stringo le labbra per non scoppiare a ridere, mi sembra di vedere un sorriso da parte sua, ma non mi soffermo più di tanto ed entro in macchina.

Noto poi tramite lo specchietto esterno della macchina, che anche lui sfila una mano da dentro la tasca dei jeans e mi fa il dito medio.

Logan accende il motore e fa partire il veicolo.

"Sei sicuro di voler guidare?" chiedo continuando a guardare la strada davanti a me.

"Devo guidare per forza, a meno che tu non voglia fare una maratona." Mi risponde, mentre io chiudo gli occhi e lascio che il vento leggero che entra dai finestrini mi scombini i capelli.

Non impieghiamo molto tempo ad arrivare a casa e appena Logan parcheggia l'auto sotto di essa, io apro lo sportello ed esco.

Apro il cancello ed entro, salgo le scale e mi trovo davanti al portone. Per un istante ho il timore di trovare il portone aperto, ma è tutto come io l'ho lasciato.

Apro il portone ed entro con Logan direttamente dietro di me. Chiudo la porta con il catenaccio e mi dirigo verso le scale.

"Hai ancora quel pigiama che avevo lasciato qui l'ultima volta che ho dormito da te?" mi chiede mentre saliamo le scale.

"Se non l'ho usato come strofinaccio sì" rispondo scrollando le spalle e salendo l'ultimo scalino.

Entro in camera, e trovo il pigiama che ho tolto qualche minuto fa sul letto. Mi spoglio e lo indosso velocemente per poi stendermi nel letto con le braccia dietro la testa.

Logan intanto rovista nel mio armadio per cercare il suo pigiama, fortunatamente lo trova subito, altrimenti mi avrebbe rotto le scatole per averglielo buttato. Lo indossa e si siede sul letto.

"Mi mancava la comodità di questo letto." Dice mentre fa dei piccoli saltelli facendo rimbalzare anche me.

Dice sempre che il mio letto è comodo per due motivi: il primo motivo è perché è un letto matrimoniale, e su questo di certo non posso dargli torto dal momento in cui posso spaparanzarmi su di esso nei modi più impensabili. Il secondo motivo è perché dice che il mio letto è morbido rispetto al suo che è una pietra, cosa che non posso negare perché io stessa ho constatato questo particolare.

Logan si sdraia sul letto al mio fianco ed io spengo la luce.

"Oh, che comodità, se non dovessi trovarlo sappi che sono stato io a rubarlo." Dice mentre gira e si rigira tra le lenzuola.

Non lo rispondo, mi volto dall'altro lato e chiudo gli occhi cercando di prendere sonno.

"Mhh credo che dormirò sempre qui d'ora in poi." Continua voltandosi nuovamente tra le coperte.

Ogni movimento che Logan si accinge a fare scatena un terremoto e il letto inizia a muoversi, sembra di stare navigando in un mare in tempesta, la tempesta è Logan ovviamente.

"Mh si, credo proprio che lo farò." Dice sporgendosi verso di me e schiacciandomi con il suo peso.

"Logan mi uccidi così." Riesco a dire prima di tirargli una gomitata e farlo scendere dal mio corpo.

"Devi chiudere quella bocca e devi immobilizzarti, smettila di muoverti come un'anguilla!" dico girandomi per qualche secondo verso di lui e rigirandomi nuovamente subito dopo.

"Uff...sei noiosa." Ribatte. Non ha ancora smesso di parlare dannazione.

"Basta Logan, lasciami raggiungere Sognolandia in Santa pace." Dico chiudendo per l'ennesima volta gli occhi.

"Sognolandia? Ma cosa te lo chiedo a fare. Notte." Dice sistemandosi meglio sotto le coperte.

E il silenzio cade nella stanza.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Un raggio di sole penetra dalla finestra e si proietta sui miei occhi. Mi rigiro tra le coperte e mi stropiccio gli occhi aprendoli appena. Questo significa che devo svegliarmi, prepararmi e andare al college, anche se la voglia è quasi nulla.

Rimango un'altra manciata di minuti nel letto, poi decido di alzarmi, altrimenti non arriverò mai puntuale.

Mi siedo su un lato del letto ed infilo le mie morbide pantofole con ancora gli occhi chiusi.

Sto impiegando tutta la mia volontà per aprirli, ma si rifiutano, non posso farci nulla. Mi alzo dal letto e mi stiracchio emettendo versi non identificati, poi mi dirigo verso le scale in un modo che se mi vedesse uno zombie sarebbe fiero di me.

Le scendo lentamente sbadigliando di tanto in tanto, e quando arrivo giù noto Logan che sgambetta per il salone e sento delle voci provenire dalla cucina, quindi mi dirigo verso quest'ultima.

Entro e noto i miei genitori seduti mentre fanno colazione insieme, sono tornati finalmente.

"Buongiorno." Dico passandomi una mano sul viso e sbadigliando nuovamente, devo assolutamente darmi una mossa, non è possibile che ogni mattina io abbia le sembianze di una mummia, poi venitemi a parlare di quelle pubblicità nelle quali le persone si alzano felici e sorridenti, solo menzogne.

"Oh, buongiorno Melanie." Risponde mio padre. Sono giorni che non lo vedo, mi sembra addirittura più vecchio.

"Chi non muore si rivede eh? Non ti vedo da giorni." dico verso di lui portando alle labbra la tazza di caffè che ho appena riempito.

"Dubito che tu abbia sentito la mia mancanza." Risponde lui, alzando le sopracciglia per accentuare le sue parole.

"Sei un uomo di poca fiducia, Dylan Cooper." Affermo mentre poso la tazza all'interno del lavandino.

"Come mai stanotte non siete tornati?" domando spostando una sedia e sedendomi su di essa.

"C'è stata un'urgenza in ospedale, un nostro paziente si è sentito male e abbiamo dovuto operarlo d'urgenza." Risponde mia madre posando la tazza sul tavolo. La sua voce è calma, ma dal suo viso posso notare un'enorme stanchezza, la stessa che ritrovo in mio padre. Capisco quanto possa essere stancante il loro lavoro e cerco di mettermi nei loro panni, non so se riuscirei mai a fare quello che fanno loro. Credo sia abbastanza difficile dare notizie di malattie, operazioni o quant'altro ai propri pazienti e vedere la tristezza e la paura nei loro occhi.

"Capisco... ed è andata bene?" chiedo mentre appoggio il gomito sulla superficie bianca del tavolo e a sua volta mettendoci la testa sopra per sorreggerla.

"Beh, le sue condizioni sono critiche a dire la verità, le prossime 24 ore saranno determinanti." Risponde con voce afflitta.

"Comunque, salvo complicazioni, oggi abbiamo il turno pomeridiano quindi dovremmo tornare verso sera." aggiunge mio padre.

"Buongiorno Melanie." Logan fa la sua entrata in scena ed entra in cucina con un gran sorriso stampato in volto. Lui è una di quelle persone delle pubblicità delle brioche, ne sono sicura.

Appena entra noto che i suoi panni non sono quelli della sera precedente, quindi traendo delle conclusioni, è già andato a casa per cambiarsi siccome non mi sembra abbia dei cambi puliti a casa mia, questo vuole automaticamente farmi capire che dovrei alzare il mio sedere da questa sedia e prepararmi.

"Buongiorno. Ma che ore sono?" dico dando uno sguardo all'orologio appeso al muro, è tardi...molto tardi.

"Cavolo, ma è tardissimo, perché non me lo hai detto prima?!" urlo alzandomi dalla sedia ed iniziando a correre verso la mia camera. Mi fiondo in bagno e mi lavo la faccia e i denti velocemente, per poi truccarmi. Niente di particolare, il solito eyeliner e il solito correttore, senza di lui le mie occhiaie farebbero festa ogni Santo giorno.

Dopo aver terminato mi dirigo in camera e prendo un jeans semplice senza strappi ed una maglia che arriva fino all'ombelico. Infilo le scarpe e mi dirigo nuovamente in bagno per dare una sistemata ai miei capelli.

Non so esattamente quale guerra abbiano affrontato questa notte, fatto sta che mi sembrano un nido di uccelli più che dei normali capelli, certo perché mica potevo svegliarmi con dei capelli perfetti e quindi diminuire il mio ritardo, assolutamente no. Siccome non mi va di diventare pelata a causa dei vari nodi che ci sono li lego in una coda alta, non posso perdere tempo a pettinarli ora, altrimenti non arriverò mai più al college.

Torno in camera ed afferro il cellulare che giace sopra al comodino, poi esco dalla stanza e scendo frettolosamente le scale. Logan è ancora in cucina a parlare con i miei genitori, quindi vado in cucina per recuperarlo.

"Logan, andiamo. Mamma, papà è stato un piacere rivedervi ma ora dobbiamo andare, ci vediamo stasera." Dico prima di afferrare Logan per il braccio e trascinarlo verso l'uscita. Se non avessi agito in questo modo, i miei non avrebbero mai smesso di parlare e sarebbero arrivati a parlare della migrazione dei pinguini, a volte dovrebbero parlare di meno, soprattutto in alcuni casi, tipo quando io sono in ritardo.

Vedo la sua macchina grigia parcheggiata davanti casa mia ed apro lo sportello, accomodandomi al suo interno. Come al solito odora di lavanda, credo che Logan abbia un commercio illegale di lavanda. Mette in moto la macchina e finalmente partiamo.

"Dovresti erigere una statua in mio onore, in meno di 7 minuti mi sono preparata." dico guardando l'ora sul telefono soddisfatta.

"Certo, intanto tra due minuti dovremmo essere lì. Sei tu che dovresti erigere una statua a me per sopportarti da non so quanti anni ormai." ribatte guardando la strada davanti a sè.

"Io sono una ragazza corretta, a modo e affettuosa. Sono io che sopporto te e le tue lamentele." puntualizzo sorridendo. Se fosse possibile, i finestrini si romperebbero a causa dell'enorme cavolata che ho appena detto, ma il problema non si pone perché non è possibile.

"Oh certo, tu ringrazia solo che ho ancora mal di testa e che non posso farti una sgridata come si deve." continua Logan gesticolando con una mano mentre con l'altra tiene stretto il volante.

"Così impari a non bere come un idraulico, e dire che eri tu quello che non voleva uscire per non bere." dico alzando le sopracciglia.

"Cosa c'entra l'idraulico ora? E comunque non ho bevuto così tanto." risponde con una voce imbronciata.

"Mh... io sono la figlia del re di Spagna allora." sorrido e torno a guardare fuori dal finestrino.

In un paio di minuti siamo arrivati al college e Kylie, Zayn ed Harry sono fuori ad aspettarci vicino al cancello. Ci avviciniamo a loro e li salutiamo.

"Ritardo oggi, eh?" dice Zayn, al fianco di Kylie.

"Beh, non mi sembra che le lezioni siano già iniziate quindi siamo in perfetto orario." in realtà siamo in ritardo di circa 5 minuti, ma le lezioni non sono iniziate quindi teoricamente non conta il mio ritardo.

"Kylie, cosa ha detto la polizia ieri?" chiedo verso di lei ignorando i discorsi di Logan e Zayn.

"Sono venuti ed hanno ispezionato casa, poi hanno preso le-" il suono della campanella fa bloccare ciò che stava dicendo Kylie.

"Dobbiamo andare, dopo ti spiego, così lo dico anche a Logan che ora mi sembra abbastanza impegnato a parlare con quel ragazzo." dice prendendomi per un braccio e facendomi voltare per farmi vedere Logan che effettivamente sta parlando con un ragazzo e mi sembra gli stia facendo gli occhi dolci.

"Sì, sarà meglio." dico continuando a guardare attentamente Logan che quando si gira, nota me e Kylie che alziamo ripetutamente le sopracciglia.

Logan si congeda velocemente dal ragazzo e viene verso di noi pronunciando un "siete due coglione" che fa scoppiare a ridere me e Kylie.

"Ragazzi dovremmo entrare." dice Zayn avvicinandosi a noi.

Seguendo il suo consiglio entriamo all'interno della struttura e noto felicemente che non ricordo nemmeno dove siano i vari corsi.

Si prospetta una bella mattinata.

In quest'ora dovrei avere lezione di filosofia, quindi l'unica cosa che devo fare è trovare l'aula di filosofia.

Perfetto...come si trova un'aula di filosofia?

Inizio ad aggirarmi per i corridoi ed inizio a pentirmi di non aver ascoltato nemmeno un' "h" di tutto quello che ha detto il preside ieri. Forse non sarà così semplice. Tra l'altro ho perso di vista Kylie e gli altri quando siamo entrati. Anche perché davanti alle porte del college c'era una specie di mandria di mucche e in quella situazione ho pensato di salvare i miei piedi da vari calpestamenti piuttosto che tenere d'occhio gli altri.

Il Los Angeles Southwest College è il college più frequentato di Los Angeles. Più della metà della città frequenta questo college, perciò non mi sorprendo di vedere tutta questa folla nei corridoi. Potrei chiedere informazioni a qualcuno per sapere dov'è il corso di filosofia, ma non lo farò, il mio orgoglio ne risentirebbe.

Continuo a camminare per i corridoi dell'università senza sapere dove stia esattamente andando, finché non vedo una figura conosciuta in lontananza.

È Harry.

Inizio a correre per arrivare da lui e quando arrivo alla mia meta chiamo il suo nome.

Lui si gira e aggrotta la fronte sorpreso, si sorprende per poco questo ragazzo.

"Dove stai andando?" chiedo leggermente affannata per la mini corsa che ho appena fatto.

"Oh non so, a lezione forse?" dice con aria sarcastica, il solito antipatico.

"Oh guarda, non me lo immaginavo proprio. Ho il corso di filosofia, e non ho la minima idea di dove sia. Per tale motivo dovresti accompagnarmi, e dovresti fare in fretta perché le lezioni inizieranno tra qualche minuto." dico controllando nuovamente l'ora sullo schermo del telefono.

Harry sbarra gli occhi, poi si gira ed inizia a camminare. Automaticamente cammino anche io e fatico a stargli dietro, cammina troppo velocemente per una Melanie sveglia da poco.

"Non posso credere che dovrò sopportarti anche alle lezioni!" dice aumentando ancora di più il passo. Scommetto che sta cercando di seminarmi, ma non ci riuscirà.

Inizio a correre e per evitare che riesca nel suo intento mi attacco violentemente al suo braccio.

"Ma sei cogliona per caso? Cosa cazzo fai!? Lasciami!" urla fermandosi di scatto ed iniziando a far ondeggiare il suo braccio per liberarlo dalla mia presa che automaticamente diventa più ferrea.

"Hey, Styles non urlare. Siamo in un luogo pubblico e non è rispettoso. Dovresti essere onorato di poter godere della mia presenza anche alle lezioni, quindi ora cammina e portami a lezione...preferibilmente non correre, il mio ipocondrio inizia a fare male dopo un po'."

Harry apre la bocca per dire qualcosa, poi chiude gli occhi e sospira, afferra la mia mano con il pollice e l'indice --come se fossi infettata da qualche malattia che potrebbe contagiare anche lui-- facendomi mollare la presa, poi si gira ed inizia a camminare, con me direttamente dietro di lui.

Finalmente arrivo a lezione, e quando entro molte persone sono già qui. Prendo posto in uno dei banchi vuoti ed inizio ad annoiarmi. Harry è seduto dall'altro lato dell'aula, alla mia destra.

Il professore di filosofia entra e dopo essersi presentato inizia con le sue spiegazioni che cerco di seguire. Dopo circa 15 minuti la mia mente sta già pensando ad altro.

Inizio ad annoiarmi.

Mi guardo intorno, sembrano tutti così attenti a sentire le parole di quell'uomo, che quasi mi sento fuori luogo ad essere l'unica che non sta percependo nemmeno una parola.

Mi giro poi verso Harry, anche lui mi sembra attento a seguire la lezione, ma magari si sta semplicemente annoiando come me. Rimango a guardarlo, e forse siccome si sente osservato, gira lo sguardo verso di me. Metto la mano sotto il banco ed alzo lentamente il dito medio, che lui ricambia.

Finite le lezioni che precedono la pausa, mi dirigo verso il cortile dove dobbiamo incontrarci tutti, e quando sono fuori mi guardo intorno per trovare i miei amici, e non vedendoli inizio ad agirarmi per il cortile.

Mentre cammino mi guardo intorno, vorrei sapere dove si sono cacciati tutti. Harry l'ho perso di vista quando siamo usciti dall'aula di filosofia, gli altri non li vedo da questa mattina. Continuo a camminare finché non sento chiamare il mio nome. Mi giro, e vedo un ragazzo venire verso di me.

Inizialmente non lo riconosco, ma riesco a farlo quando si avvicina a me.

È Louis.

"Melanie!" dice fermandosi direttamente davanti a me con un sorriso stampato sulle labbra.

"Louis! Anche tu al Los Angeles Southwest college?!" chiedo incrociando le braccia al petto ed accennando un sorriso.

"Sì, questa sì che è una coincidenza." dice iniziando a camminare al mio fianco con le mani nelle tasche dei pantaloni.

"In realtà non mi sorprendo più di tanto. Questo è il college più frequentato di Los Angeles, quindi mi sembra giusto così." rispondo facendo spallucce e camminando lentamente.

Quello che ho appena detto è vero. Non mi sorprendo molto a vederlo qui, essendo il college più popolare di tutta Los Angeles, credo sia normale trovare delle facce conosciute.

"Beh sì, credo di sì." annuisce mantenendo sempre il sorriso.

Continuiamo a camminare finché non vedo i miei amici in lontananza seduti ad un tavolo.

"Vieni, ti faccio conoscere i miei amici." dico dirigendomi verso di loro con Louis dietro di me.

Ci fermiamo davanti al tavolo e la loro attenzione viene subito richiamata dalla nostra presenza.

"Ragazzi, lui è Louis. Louis loro sono Kylie, Logan, Zayn ed Harry, e sono 4 imbecilli." dico prendendo posto al fianco di Zayn, mentre Louis si accomoda vicino a Logan, dopo aver stretto la mano a tutti.

Ovviamente mi limito a presentarlo con il nome perché il suo cognome non è stato minimamente preso in considerazione dato che non lo ricordo, ma comunque, il fatto che abbia ricordato il suo nome è già un passo in avanti.

Rimaniamo a parlare per qualche minuto e spiego agli altri come ho conosciuto Louis, poi mi ricordo del discorso che abbiamo interrotto questa mattina.

"Kylie, stamattina non ci hai raccontato più cosa ha detto la polizia." Dico seguita da Logan che conferma quello che ho appena detto.

"Giusto, comunque hanno esaminato la casa. Hanno scassinato la porta principale, hanno provato a scassinare anche la finestra del soggiorno, ma non l'hanno aperta." Dice poggiando le braccia sul tavolo.

"Caspita, sono entrati in casa tua?" chiede Louis che ovviamente è all'oscuro di tutto, Kylie annuisce.

"Figli di una buona donna." Dice Logan tenendo lo sguardo fisso in un punto indeterminato.

"Già. La polizia ha voluto anche i video registrati dalle telecamere per vedere se si tratta di una o più persone, o per vedere se si possono recuperare dei dati come ad esempio la targa dell'auto." Continua Kylie.

Le telecamere.

"Sì, magari non hanno prestato attenzione a tutti i particolari." Dice Zayn prendendosi il mento tra le mani pensieroso.

Rimaniamo a parlare per un altro po' di tempo, poi torniamo alle nostre lezioni, spero di tornare il più presto possibile a casa perché mi è appena salito un dubbio. Non avevo pensato alle telecamere prima che Kylie lo dicesse.

Quando le lezioni sono finite ci incontriamo nuovamente tutti fuori e dal momento in cui ho rifiutato il passaggio di Logan mi incammino verso casa.

Cammino lentamente finché non arrivo davanti al cancello di casa. Apro il portone e mi fiondo dentro. Come mi hanno detto questa mattina, i miei genitori non ci sono. Mi viene spontaneo pensare al paziente che hanno dovuto operare d'urgenza durante la notte. Salgo le scale e mi dirigo verso la fine del corridoio, oltre la mia stanza. Alzo lo sguardo e guardo il soffitto per cercare la leva, e quando la trovo, la tiro giù con forza facendo aprire la scala.

Salgo lentamente le scale e mi ritrovo in soffitta. Qua sopra è tutto buio, e non ricordo dove sia l'interruttore della luce, quindi accendo la torcia del cellulare per farmi luce giusto il tempo di trovare l'interruttore. Appena lo trovo schiaccio il pulsante e le luci della soffitta si accendono, quindi spengo la torcia del cellulare.

Cammino lentamente sulle aste in legno e mi guardo intorno. Mi sembra tutto al proprio posto, tutto in ordine. Se sono salita qui, è perché so che i miei hanno portato sopra tutti gli oggetti di valore, proprio per ripararli da eventuali furti, ma siccome non salgo in questa soffitta da molti anni, non ho la minima idea di dove siano. Mi guardo intorno e quello che richiama la mia attenzione è una vetrina alta in legno. Attraverso i vetri posso vedere cosa c'è sulle mensole tra cui vari bicchieri e tazzine. Prendo un bicchiere tra le mani. Nonostante siano abbandonati in una soffitta, brillano come se fossero stati appena lucidati, dovranno essere i bicchieri di cristallo che mia madre ha tanto a cuore, insieme alle tazzine di porcellana pregiata.

Chiudo la vetrina per evitare di rompere qualcosa e prendo la scatola che si trova sotto di essa. Ѐ chiusa con dello scotch, quindi lo strappo ed apro la scatola.

Al suo interno ci sono vari cofanetti, questa deve essere una delle scatole con i gioielli di mia madre.

Prendo uno dei cofanetti tra le mani e lo apro. Al suo interno ci sono collane, anelli ed altri vari tipi di gioielli in oro. Prendo un anello tra le mani, è in oro ed ha una grande perla al centro, non sapevo che mia madre avesse tutti questi gioielli.

Chiudo la scatola e ne apro un'altra che è al lato della vetrina. Questa scatola è più grande di quella che ho appena preso e non è chiusa con dello scotch. Al suo interno c'è un grande album la quale copertina raffigura i miei genitori da sposi.

Sfoglio velocemente le sue pagine, poi lo poso all'interno della scatola e ne prendo un altro. Quest'album è di colore bianco ed è ormai rovinato dagli anni. Lo apro. 

Sorrido a vedere alcune foto e continuo a sfogliarlo finchè non arrivo ad una pagina nella quale ci sono varie foto posizionate orizzontalmente che non sono attaccate alle pagine dell'album.

Le prendo tra le mani e le guardo attentamente. Al centro c'è una donna che non conosco, e al suo fianco un uomo, che non conosco. Vicino all'uomo c'è mio padre, e vicino alla donna c'è mia madre. L'uomo ha al suo fianco un bambino e tiene una mano sulla spalla di quest'ultimo che tiene un orsacchiotto stretto tra le braccia. Davanti c'è una tavola e sopra di essa una torta, con il numero uno sopra. Non conosco né i signori né il bambino che vi sono raffigurati. Forse sono degli zii comunque.

Rimetto le foto come le avevo trovate all'interno dell'album e lo ripongo nello scatolo. Poi lo rimetto al suo posto, vicino alla vetrina, e scendo. Quando sono giù richiudo la scala e blocco la leva, per poi dirigermi nel ripostiglio. Qui infatti, oltre alle varie scope, detersivi e secchi, c'è anche il monitor collegato alle telecamere.

Accedo ai filmati delle varie facciate della casa e li faccio partire. All'una è tutto tranquillo, non ci sono movimenti sospetti, quindi vado avanti di 10 minuti. Non vedo nulla di sospetto, quindi faccio un salto di altri 10 minuti. Ancora una volta è tutto tranquillo, quindi vado avanti di altri dieci minuti.

Ѐ l'1 e 30 minuti.

Una macchina parcheggia sotto casa e una figura si allontana velocemente dal cancello iniziando a camminare.

Una persona esce dalla vettura, ed entra in casa, sono io quella persona. È il momento in cui Harry mi ha accompagnata a casa ed ho visto l'uomo, devo andare indietro.

Scalo di 5 minuti, è l'1 e 25 minuti.

Un uomo infila una mano dentro le sbarre del cancello ed inizia a toccare la serratura dal lato interno. Il mio cuore inizia a battere più velocemente ed un brivido mi percorre la schiena.

1:27

L'uomo si allontana dal cancello e sale sul muretto reggendosi alla ringhiera.

1:29

L'uomo scende dal muretto e torna a toccare la serratura del cancelletto.

1:30

Arriviamo io ed Harry in macchina e l'uomo si affretta ad allontanarsi. Io entro in casa. Ricordo di aver iniziato a sentire i rumori dopo essere uscita dalla doccia. Ad occhio e croce avrò impiegato circa 10 minuti quindi aggiungo 10 minuti all'ora, che diventa 1:40, tutto calmo.

1:41

L'uomo torna 11 minuti dopo, sale sul muretto e scavalca lentamente la ringhiera.

1:43

L'uomo inizia a forzare la serratura della porta con un ferro, poi si dirige verso la finestra.

1:48

La porta si apre ed esco fuori con una scopa stretta fra le mani, l'uomo è dall'altro lato della casa e quando sente il portone aprirsi scavalca la ringhiera che recinta il lato destro della casa prima che io riesca a vederlo e rientro dentro.

1:50

L'uomo passa davanti casa dandogli uno sguardo di sfuggita.

Quindi c'era davvero qualcuno là fuori, ieri notte.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


"Un altro giorno è andato." Afferma Zayn, uscendo dal cancello del college mentre calcia violentemente un sasso malcapitato.

"Finalmente. È passata solo una settimana e già non ce la faccio più." Continua Kylie con voce disperata.

"Per quanto mi riguarda, se potessi svegliarmi verso mezzogiorno, verrei volentieri." Chiarisce Logan passandosi una mano tra i capelli.

"Beh, per quanto mi riguarda, non verrei volentieri nemmeno in quel caso." Rispondo mentre sistemo meglio lo zaino su una spalla.

"Invece di lamentarvi voi, pensate a me che la mattina devo venire qui, e la notte devo lavorare." Dice Louis che in solo una settimana è diventato parte integrante del gruppo.

Ѐ già passata una settimana da quando è iniziato il college, e personalmente mi sembra siano passati mesi. Certo, siamo solo all'inizio, ma la mia mente è già proiettata in una fantastica vacanza rilassante.

"A proposito, quasi dimenticavo. Per quanto riguarda quel furto a casa mia, ieri sera la polizia mi ha consegnato i video registrati dalle telecamere." Dice Kylie sfilando una pendrive dalla tasca dei jeans.

"E lo dici solo ora?" risponde Logan sfilando la pendrive dalle mani di Kylie e guardandola attentamente.

"Beh sì, siccome stamattina sono arrivata praticamente quando le lezioni erano già iniziate. Poi questo è l'unico momento in cui siamo tutti insieme, quindi sì, lo faccio ora Logan." Risponde Kylie sfilando a sua volta la pendrive dalle mani di Logan che le fa la linguaccia.

Infatti, questa mattina Kylie è arrivata a lezioni già iniziate, suppongo che arrivare un'intera settimana in orario sia già stato troppo per lei che è una ritardataria cronica. Certo, anche io non sono da meno ma forse non tanto quanto lei. Durante le pause invece non siamo mai riusciti a riunirci tutti, quindi le do' mentalmente ragione.

"E cosa hanno detto? Hanno scoperto qualcosa?" chiede Harry che apre bocca per la prima volta da quando siamo usciti da scuola. Il suo modo di fare si alterna da "parlo solo quando mi va" a "parlo sempre" in una maniera sorprendente.

"Purtroppo no, nulla di nuovo rispetto a quello che già sappiamo." Continua Kylie facendo spallucce.

"Kylie, potresti farmi vedere i video?" chiedo posando i miei occhi su di lei.

"Certo, tanto li ho qui." Risponde indicando la pennetta.

"Cosa devi farci?" domanda Zayn.

"Andiamo a casa mia." Dico aumentando il passo.

Dopo circa 35 minuti siamo arrivati a casa mia. Mi dirigo verso il cancello e lo apro, mentre Logan, Kylie, Harry, Zayn e Louis mi seguono.

Salgo la rampa di scale e quando sono vicino al portone prendo le chiavi per aprirlo, ma mi rendo conto di avere con me soltanto quelle del cancello. Non è la prima volta che le dimentico, e dopo una volta in cui le dimenticai e dovetti rompere la finestra per entrare, tengo sempre una copia delle chiavi fuori.

Mi inginocchio e sposto con una mano il tappeto posizionato ai piedi del portone. Alzo la mattonella e prendo la chiave nascosta sotto di essa, per poi aprire il portone e mettere la chiave al proprio posto. Posiziono nuovamente il tappeto sulla mattonella e faccio entrare i miei amici che mi guardano scioccati.

"Dovrei segnarmi questa cosa da qualche parte...sei un fottuto genio." Dice Louis una volta che siamo entrati in casa.

"Tu dici? Io direi che è solo malata d'alzheimer." Risponde Harry accomodandosi sul divano seguito da Logan, Zayn e Louis mentre Kylie prende posto sulla poltrona.

"Nah, io direi che è solo smemorata." Continua Zayn poggiando un braccio sullo schienale del divano.

"La smettete di parlare delle mie possibili malattie? E poi, forse sei tu il malato d'alzheimer, non di certo io." Dico prima di salire le scale e andare in camera per prendere il computer per poter vedere i video.

Torno giù con il computer tra le braccia e lo posiziono sul tavolino davanti ai miei amici. Kylie mi passa la pendrive ed io la infilo nel computer. Clicco sulla registrazione che mi serve vedere e la mando avanti di qualche minuto. Rimaniamo in silenzio a guardare le registrazioni.

1:30

Tutto tranquillo. Non ci sono movimenti sospetti e da quello che ricordo a quell'ora l'uomo era già davanti casa mia.

1:40

Tutto tranquillo, non c'è ancora nessuno.

1:45

Un uomo apre con violenza il portone d'ingresso ed entra in casa di Kylie. Serro gli occhi stupefatta.

Dai video che ho visto circa una settimana fa, l'uomo che ha provato ad entrare in casa mia lo ha fatto in un arco temporale che va dall'1:41 all'1:48, senza contare i precedenti tentativi, questo vuol dire che la persona che è andata da Kylie non è la stessa che è venuta da me.

Blocco la registrazione e sospiro, rimanendo a fissare lo schermo.

"Che c'è? Cosa succede?" chiede Louis verso di me con voce interrogativa.

Tutti si girano verso di me e spiego loro quello che ho appena scoperto.

"Ultimamente si stanno dando da fare con questi furti." Dice Logan cercando di giustificare quello che ho appena raccontato.

"Già...magari è solo una coincidenza." Continua Kylie.

"Io credo che la spiegazione più plausibile sia che questi due uomini siano una coppia. Nel senso che magari si erano già accordati su dove andare, tutto qua." Dice Harry poggiando i gomiti sulle sue ginocchia.

Effettivamente quello che ha appena detto non è poi così sbagliato, se non fosse per un piccolo particolare.

"Sì sarà così, sicuramente." Mi limito a dire pensierosa.

"Non ti vedo molto convinta però." Constata Zayn sporgendosi verso di me.

"Sinceramente l'uomo che ho visto dalle registrazioni non mi sembrava molto esperto in scassinature. Quello che è andato da Kylie invece in meno di dieci minuti ha aperto la porta." Dico gesticolando.

"Insomma, se io voglio entrare in casa di qualcuno per derubarlo, mi assicuro di non fare troppo casino." Continuo aspettando una risposta dagli altri che non tarda ad arrivare.

"Sì, effettivamente hai ragione." Mi appoggia Louis alzandosi dal divano ed incrociando le braccia al petto.

"Magari hai ragione e non era un ladro ma semplicemente un uomo ubriaco che non sapeva nemmeno cosa stesse facendo." Afferma Harry che per la prima volta da quando ci conosciamo è d'accordo -anche se parzialmente- con una cosa che dico io.

"Sì, può essere anche come dice Harry." Lo appoggia Louis.

"O forse stava cercando di capire come entrare, per poi tornare sapendo già cosa fare." Aggiunge Logan alzandosi a sua volta dal divano.

"Beh, ogni spiegazione potrebbe essere plausibile dal momento in cui non sappiamo la verità. Quindi credo sia inutile continuare a parlarne." Dice Kylie che effettivamente, ha ragione.

Mi sono già stancata di tutta questa faccenda e intendo dimenticare questo discorso. Esprimo il mio parere a favore di quello che Kylie ha appena detto, e piano piano l'argomento "Uomo nero" svanisce, tramutandosi in altri argomenti di mediocre intelletto.

Rimaniamo a casa mia a discutere per un'altra oretta e l'unica cosa che faccio nel giro di un'ora è mangiare ghiaccioli almeno finché il telefono di Kylie inizia a squillare.

Ci ammutoliamo e Kylie prende il cellulare poggiato sul tavolino e risponde.

"Cazzo, Samantha!" dice sbarrando gli occhi prima di far scorrere il dito sullo schermo del cellulare e rispondere.

"Pronto Sam!" risponde al telefono abbozzando una finta voce felice e grattandosi il retro del collo.

Al sentire quel nome i miei occhi si aprono e non riesco a trattenere un caloroso "No, che palle" mentre Logan sbuffa e Zayn tossicchia.

Samantha Wilson è una cugina alla larga di Kylie, non ho mai capito per via di quali componenti della famiglia siano cugine, ma sfortunatamente lo sono. La classica ragazza alta, snella, bionda, occhi azzurri che mi sta sul cazzo. Purtroppo per me, la conosco da quando eravamo ancora delle ragazzine, ed essendo di qualche anno più grande di noi, voleva avere sempre il comando su tutto. Periodicamente viene a trovare Kylie, ma ormai era da un po' di tempo che non veniva. Per me, poteva continuare a starsene a Londra.

"Cosa?! No, no certo che non mi ero dimenticata di te, proprio per niente!" continua Kylie alzandosi dalla poltrona ed iniziando a fare avanti e dietro per il salotto.

"Cagna in arrivo." Sussurra Logan sottovoce allungandosi sul divano e mettendo le braccia dietro al collo come se fosse al mare.

"Puoi dirlo forte." Ribatte Zayn copiando la posizione di Logan e tenendo un timbro di voce basso.

"Ehm... sì lo direi forte solo che non vorrei farmi sentire..." si giustifica Logan che riceve immediatamente delle occhiate truci da noi altri e alle quali risponde con un "Cosa ho detto di male ora?".

"Si può sapere chi è questa... Esmeralda? Amanda?" chiede Louis avvicinandosi a noi ed iniziando a sparare nomi a caso.

"Eccolo un altro rincoglionito." Riflette Logan in risposta a Louis.

"Senti chi parla." Ribatte Zayn con voce annoiata guadagnandosi un'occhiata, ma questa volta da parte di Logan.

"Comunque si chiama Samantha Louis, non Amanda o Esmeralda." Lo corregge Zayn.

Kylie torna verso di noi dopo aver terminato la chiamata.

"Samantha Wilson... già dal nome si può capire che è una persona che mi sta sul cazzo." Aggiungo incrociando le braccia al petto.

"Ha detto che sta arrivando." Dice Kylie sedendosi nuovamente sulla poltrona.

"Cosa?! Sta arrivando? Qui?!" chiedo verso Kylie che annuisce.

"Ma...ma non può venire qui. Voglio dire...non può." Dico disperata. Samantha Wilson e casa mia non sono due cose compatibili, nient'affatto.

"Beh mi dispiace, ma non potevo sorbirmi quella donna da sola." Risponde Kylie facendo spallucce.

"Samantha Wilson...non mi sembra male." Dice Harry prendendosi il mento tra il pollice e l'indice.

"Ecco, mancavi solo tu che risorgi dall'oltretomba per dire una minchiata." Dico assottigliando gli occhi e poggiando la schiena allo schienale della poltrona che è posizionata di fronte a quella dove siede Kylie.

"Sto sentendo più cazzate oggi che in tutta la mia vita...mitico!" constata Zayn guardandosi attorno allibito.

"Se è una minchiata, lo vedremo tra poco." Dice assumendo un sorrisetto malizioso.

"Sono in totale accordo con Melanie. Potrà essere gradevole per quanto riguarda l'aspetto fisico, ma per il carattere..." dice Kylie non terminando la frase.

"In certe situazioni non conta l'aspetto caratteriale." Dice Harry mantenendo il suo sorriso da stronzo.

Dopo pochi minuti il campanello di casa suona e mi trovo costretta ad andare ad aprire, anche se non voglio negare che per un secondo ho analizzato la possibilità di non farlo.

Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso la porta aprendola annoiata. Sam è fuori al cancello e quando mi vede sfoggia un gran sorriso.

"Melanie!! Da quanto tempo! Che piacere rivederti!" dice unendo le mani mentre si sforza di far sembrare vero quello che dice.

Non dico niente e non la saluto, scendo semplicemente le scale ed apro il cancelletto. Mi sposto poi lateralmente per farla entrare e quando entra mi abbraccia.

"Che bello essere qui!" esclama entusiasmata mentre continua ad abbracciarmi.

"Sì, sì, come no." Rispondo spostandola leggermente per liberarmi dal suo abbraccio non desiderato.

"Dov'è Kylie?" chiede con ancora quel fottuto sorriso stampato in volto.

Non rispondo nemmeno questa volta e mi limito a salire le scale, mentre lei senza nemmeno essere invitata a farlo entra dentro.

"Oh tesoro, da quanto tempo!" si fionda addosso a Kylie e dopo averla salutata, abbraccia anche Logan e Zayn.

"Oh, ma ci sono due nuovi arrivati qui..." dice iniziando ad assumere un comportamento da gatta morta.

Louis si presenta per primo e le stringe la mano. Si gira poi verso di Harry e posso quasi notare le pupille dei suoi occhi diventare dei piccoli cuoricini. Stringe la mano di Harry che la guarda negli occhi, mentre lei si morde un labbro...tutto questo è assurdo.

"Ehm, allora Sam...tutto bene?" dice Kylie interrompendoli.

"Oh sì, benissimo." Risponde girandosi finalmente a guardare Kylie distogliendo gli occhi da Harry che torna a sedersi sul divano. Sam notando l'esistenza di un posto libero vicino ad Harry sul divano, ne approfitta e si siede con il solito sorriso da gattamorta che mi sta innervosendo da quando è entrata. Mi sembra di notare dei lievi spostamenti da parte di Sam nella direzione di Harry, insomma, vogliono accoppiarsi sul mio divano?

In poco tempo Sam è praticamente incollata come una sanguisuga ad Harry e non capisco perché, ma lui continua ad avere un sorrisetto malizioso sul volto.

Certo, non posso dire che Sam abbia qualcosa fuori posto per quanto riguarda l'aspetto fisico, perché è davvero una bella ragazza, ma avrebbe già dovuto capire che tipo di oppressione è.

"Allora... da quanto tempo vi conoscete? Come vi siete conosciuti?" chiede continuando a stare attaccata ad Harry che l'unica cosa che fa è sorridere.

"Harry si è trasferito da Londra una settimana fa a causa del college, ed essendo amico di Zayn in questo momento è qui. Louis lo abbiamo conosciuto in un pub." Spiego brevemente guardando annoiata Sam.

Lei si gira a guardare Harry come per avere la conferma e lui annuisce.

"Beh, comunque vi trovo benissimo, voglio sapere tutto quello che è successo in questi mesi." Dice entusiasmata unendo le mani.

"Beh, ci vorrebbe troppo tempo per raccontare proprio tutto, sai non vorrei prolungare la tua permanenza qui..." dico sorridendo falsamente.

"A proposito, quanto credi di rimanere Sam?" interviene Logan dopo avermi dato una gomitata.

"Beh...in realtà non lo so ancora, valuterò in questi giorni." Risponde alzandosi finalmente dal divano.

"Valuta presto mi raccomando." Sussurro mentre tolgo la pendrive dal computer, anche se credo mi abbia sentita.

"Comunque io credo sia meglio andare ora...ci vediamo domani ragazzi." Improvvisa Kylie prendendo la pendrive che le porgo con molta calma. Lei e Sam si avvicinano alla porta ma Harry apre quella fottuta bocca, parla sempre quando non dovrebbe parlare.

"Ѐ stato un piacere Samantha, spero di rivederti presto." Ammicca Harry alzandosi dal divano con le mani nelle tasche dei Jeans ed uno sguardo...ammaliante, sì.

Sam sorride e finalmente esce da casa mia.

"Odiosa." Borbotto quando la porta si richiude.

"Concordo con te." Mi appoggia Louis.

"Che ragazza adorabile." Esclama Harry sospirando subito dopo.

"Adorabile lo era all'età di 3 anni. E comunque ci tenevo a dirti che sei ridicolo quando fai quegli sguardi da...stupratore." Dico assottigliando gli occhi.

"In realtà si chiamano sguardi da "ti aspetto stanotte" ma volendo, può andare bene anche come hai detto tu." precisa Zayn che viene appoggiato da Logan.

"Ancora peggio." Rispondo mentre spengo il computer.

"Vorresti anche tu quegli sguardi per caso, Cooper?" domanda accennando un sorriso.

"Fottiti, Styles" dico prima di prendere il computer e salire le scale.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Cammino al fianco di Kylie con un leggero vento che mi scombina i capelli. Sono le 5 di pomeriggio e poco fa Kylie è venuta a casa mia per andare a fare una passeggiata e per andare poi a casa sua.

Inutile dire che c'è di mezzo anche Tommy che ogni 5 minuti si ferma per annusare la strada ma senza concludere niente, visto che dopo circa mezz'ora che siamo uscite, non ha ancora fatto i suoi bisogni.

Comunque sono abbastanza meravigliata del fatto che non si sia ancora avvinghiato alla mia caviglia, forse tutti i rimproveri sono serviti a fargli capire che la mia caviglia non è né un osso da sbranare né tanto meno un giocattolo di gomma, ma comunque credo sia un privilegio a me non concesso. Sono sicura che mi azzannerà appena salterà in lui questa voglia.

"Non so ancora cosa mettere stasera." Dice Kylie guardando il cielo decorato da qualche nuvola, mentre camminiamo.

"Perché? Dove devi andare stasera?" chiedo, e appena termino la frase Kylie smette di guardare il cielo e si gira verso di me.

"Non dirmi che te ne sei dimenticata." Dice assottigliando gli occhi con sguardo omicida.

Non dico niente e mi limito ad attuare un sorriso angelico, in questo modo dovrebbe capire che non ho idea di cosa stia parlando.

"Non ci posso credere Melanie, ma sei  proprio un caso perso! Il compleanno di Louis, sto parlando del compleanno di Louis!" dice agitando le mani ed alzando leggermente il tono di voce.

Giusto, il compleanno di Louis. Circa una settimana fa ci ha detto del suo compleanno e ci ha invitato alla festa che si terrà a casa sua.

Il suo compleanno è oggi, ed io non ci ho minimamente pensato, ecco perché questa mattina non c'era alle lezioni. Kylie dovrebbe essere abituata al fatto che non ricordo praticamente nulla, se non in casi particolari, ma molto particolari.

Forse dovrei iniziare a pensare di andare da qualche specialista. Potrei scoprire di soffrire di una specie di alzheimer del quale non si conosce l'esistenza, magari Harry ha ragione e ne soffro davvero.

"Certo che lo ricordavo...era per vedere se fossi attenta al discorso. Modestamente ho delle ottime doti recitative." Affermo soddisfatta mentre sposto una ciocca di capelli che a causa del vento mi è entrata praticamente in bocca.

Personalmente odio quando il vento mi va volare i capelli in piena faccia, è in questi ed altri casi che invidio pesantemente le persone con i capelli corti. Infatti più di una volta ho avuto la tentazione di prendere un rasoio e tagliare i capelli a zero, solo che non l'ho mai fatto.

"Quindi non hai nemmeno preso un regalo?" dice Kylie. Che ragazza intelligente.

Abbasso la testa e guardo la strada mentre mi mordo il labbro per trattenere un sorriso.

"Cavolo Mel, quando credevi di ricordartene? Stasera? Ahh, se non ci fossi io..." continua Kylie passandosi una mano sul viso.

Dopo aver passeggiato per altri svariati minuti, andiamo a casa di Kylie, ovviamente solo dopo che Tommy ha fatto i suoi bisognini. Entriamo dentro e a differenza di quello che Kylie si aspettava, Logan, Zayn ed Harry sono già lì, sfortunatamente c'è anche Sam.

Solo ora ricordo che ci sarà anche lei alla festa. Quando Louis ci ha invitati era presente anche lei, e secondo Louis sarebbe stata mal educazione non invitarla, nonostante non nutra una grande simpatia verso Sam.

Purtroppo dovrò sopportarla anche questa sera, ma credo che nemmeno io le vada molto a genio. Vedo le occhiate che mi lancia quando crede che io non possa vederla. In realtà, lei non sa che ho gli occhi anche dietro la testa e di tutte le occhiatacce che mi manda non me ne sfugge nemmeno una. Illusa. Ma comunque il suo odio nei miei confronti non mi tocca più di tanto, anzi, non mi tocca per niente.

Le persone che vogliono essere superiori agli altri e che si credono i migliori, non sono mai andate d'accordo con me, e di certo non inizieranno a farlo ora.

Forse sono le persone con le quali sono certa che non avrò mai nulla a che fare, le ritengo odiose e prive di ogni significato. Credendo di essere migliori ingannano solo se stessi, perché in realtà non sono nessuno, e loro ne sono a conoscenza.

Appena Kylie scioglie Tommy, quest'ultimo corre verso Harry e inizia a leccare le sue scarpe come un lucidatore. Poi non ho ragione quando dico che quel cane ha dei gravi problemi.

"Come siete entrati?" domanda Kylie mentre va a dare un bacio a Zayn.

"Chiave nel vaso. Ce lo ha rivelato Zayn." Risponde Logan, alzando le braccia come se gli stessero puntando una pistola in faccia.

"Dovrò cambiare nascondiglio." Riflette Kylie mentre posa il guinzaglio in un mobiletto.

"Comunque Melanie ha dimenticato di fare il regalo a Louis." Continua Kylie poggiando le mani sui fianchi.

"L'ho detto io che soffre di alzheimer." sussurra Harry poggiandosi una mano sulla fronte.

"Allora muoviti e vai a farglielo." Dice Logan guardandomi.

"Ma io non ho una macchina...e per comprare un bel regalo dovrei andare...non so ad un Centro Commerciale tipo...potresti accompagnarmi tu ad esempio..." dico a Logan facendo gli occhi dolci.

"HAHAHAHA. Questa sì che è bella! Credi di fregarmi Melanie? Non cadrò nella tua trappola. So che con la scusa del regalo poi mi farai passare mezza giornata a girare tra i negozi e a reggere le tue buste. Poi io devo andare ad aiutare Louis con gli addobbi." Dice facendo spallucce nell'ultima parte.

"Io non ho la patente." Dice Kylie girandosi verso di me.

"Io devo accompagnare gli altri da Louis." Si unisce Zayn fingendosi dispiaciuto.

"Cavolo, siete proprio stronzi. Cosa saranno mai due buste?!" Rispondo roteando gli occhi al cielo.

"Harry, tu hai ritirato la macchina la settimana scorsa." Dice Kylie mentre punta l'indice verso di Harry.

"Sì." Si limita a rispondere e in contemporanea, annuisce.

Svariati secondi di silenzio nei quali Kylie alterna lo sguardo da me ad Harry, mi fanno capire dove vuole andare a parare.

"Ok ho capito, se nostra signora è d'accordo..." risponde Harry facendo spallucce.

"Sempre così mi ritrovo. Andiamo." sussurro prima di girare i tacchi e dirigermi verso la porta, con Harry dietro di me.

Attraversiamo la strada per andare a casa di Zayn, dove vive anche Harry. Lo seguo in silenzio mentre lui apre la serranda del garage e mi fa cenno di entrare.

Nel garage ci sono due macchine. Una che riconosco essere quella di Zayn, mentre l'altra non l'ho mai vista prima, quindi suppongo sia la nuova macchina di Harry.

Ѐ una macchina grande, di colore nero, ma non saprei dire che tipo di macchina sia. In questo campo sono ignorante.

Harry schiaccia il pulsante sul telecomando e i fari della macchina lampeggiano, segno che si è aperta.

Harry apre la porta del lato passeggero facendomi entrare, poi fa il giro della macchina ed entra a sua volta.

Non riesco a riconoscere il profumo che c'è al suo interno, ma è molto gradevole.

Anche se non me ne intendo, posso dire che è sicuramente una macchina molto moderna, forse una delle ultime uscite. Ѐ molto spaziosa all'interno, e si può intuire anche dalla sua grandezza visibile esternamente.

Harry allaccia la cintura ed io faccio lo stesso, poi mette in moto l'auto e fa retromarcia per uscire dal garage.

"Quando l'hai comprata?" chiedo mettendo le braccia dietro la testa, come se potessi prendere il sole.

"Una settimana fa." Risponde smettendo di guardare la strada davanti a lui per qualche secondo.

"Mhh...ottima scelta, comoda direi." Continuo cercando la leva per abbassare lo schienale.

La trovo e faccio pressione su di essa per farlo abbassare.

"Cosa fai? Alza questo coso immediatamente." Dice allungando una mano verso la leva cercando di alzarla, e tenendo sempre lo sguardo fisso sulla strada.

Do' uno schiaffo sulla sua mano e lui la ritira di scatto.

"Giù le mani Styles." dico prima di poggiare i piedi sul cruscotto. Devo ammettere che questa macchina è proprio comoda.

"Melanie, togli quei piedi da là sopra." Dice con tono severo allungando nuovamente un braccio ma questa volta verso la mia gamba.

Do' un forte pizzico sulla sua mano facendogli lanciare un piccolo urlo.

"Ma sei scema per caso?" sbraita alternando lo sguardo da me alla strada con una velocità più veloce di quella della luce.

"Pensa a guidare se non vuoi finire in un fosso e portarmi sulla coscienza per sempre." Dico rimanendo comoda nella mia posizione.

Harry frena bruscamente e ringrazio il cielo di avere la cintura, altrimenti chissà in quale angolo della macchina sarei ora.

"Ma sei scemo per caso?" dico con una mano sul petto per lo spavento.

Harry si passa una mano in faccia e sospira rimanendo in silenzio per qualche minuto, poi si gira verso di me. Il suo sguardo è severo, uno di quelli che non ammette repliche, e non capisco perché si arrabbi tanto se metto i piedi sul cruscotto, anche se anche Logan si arrabbia quando lo faccio.

"Togli quei piedi da lì e mettiti composta. Non te lo ripeto più, Melanie." Minaccia guardandomi negli occhi.

Lo guardo negli occhi e sorrido, poi ritorno nella mia posizione da balena spiaggiata. Harry allunga una mano verso la mia gamba e ne afferra un lembo di pelle, coperto da jeans. Automaticamente lancio un urlo ed inizio a tirare degli schiaffi violenti per fargli mollare la presa sulla mia gamba, ma seppur la sua pelle inizia ad irritarsi, non lascia la presa. Decido di ripagarlo con la stessa moneta e tiro un pizzicotto sul suo braccio, che però non è ricoperto da nessuno tessuto. Stringo più che posso la presa e lui fa lo stesso, nel mentre continuo ad urlare a tirare schiaffi con la mano che mi è rimasta libera.

Avere la cintura in queste situazioni non giova affatto, mi limita i movimenti e non mi permette di saltargli addosso e staccargli un arto.

"Lasciami Harry mi stai facendo male." Urlo continuando a schiaffeggiare la sua mano.

"Togli quei piedi da là sopra." Assottiglia gli occhi e stringe ancora di più la presa. Se la sua intenzione è staccarmi un pezzo di carne dalla gamba, ci sta riuscendo.

"Se non mi lasci non posso toglierli." Assottiglio a mia volta gli occhi ma non vedendo in Harry la volontà di lasciare la mia povera gamba mi inchino per tirare un morso sulla sua mano. Prima che riesca a morderlo ritira la mano e finalmente lascia che la mia pelle si distenda, quindi lascio anche io la sua pelle.

Slaccio la cintura e tolgo i piedi dal cruscotto mettendomi a sedere e massaggiando la parte dolorante.

Harry poggia di nuovo la schiena al sediolino e a sua volta massaggia il punto in qui ho assestato il mio pizzico, poi riparte come se niente fosse successo.

Sbuffo e tiro su il sedile, poi incrocio le braccia. Se mi esce un livido sulla gamba lo uccido.

"Metti la cintura." Dice con una mano sul cambio e l'altra che tiene stretto il manubrio.

"NO." Dico continuando a tenere il broncio. La gamba continua a farmi male, non oso immaginare cosa ci uscirà sopra.

"Ti ho detto di mettere quella cazzo di cintura!" urla agitandosi lievemente sul posto.

Non rispondo e guardo fuori dal finestrino, se pensa che metterò quella cintura, si sbaglia di grosso.

Harry sospira e accosta di nuovo la macchina. Si slaccia la cintura e si sporge lievemente da sedile, nella mia direzione. Cerca di afferrare la cintura, ma siccome non ci riesce si sporge ulteriormente, schiacciandomi praticamente.

Finalmente la prende e la fa girare attorno al mio corpo, fino a raggiungere il gancio per poter inserire la linguetta metallica della cintura. Non so per quanti minuti rimane in quella posizione a cercare di infilare la linguetta nel gancio, ma non ci riesce. Mi scappa inevitabilmente una risata, questo è il karma.

Harry alza gli occhi verso di me e li posa nei miei, facendomi smettere di ridere. Da così vicino, posso vedere bene i suoi occhi.

Hanno delle strane sfumature, ma sembra che io non possa mai vederli completamente, come se fossero ricoperti da una maschera che non mostra la loro verità. Come se sopra di essi ci fosse un velo che non mi permette di vedere le vere sfumature dei suoi occhi.

Sento il suo fiato addosso, ma lui continua a guardarmi negli occhi. I suoi sembrano non avere emozioni, forse sono come i miei.

Non so per quanto tempo rimaniamo così, ma so che qualcosa mi dice di togliere i miei occhi dai suoi e distogliere lo sguardo.

Sciolgo le braccia e posiziono una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre Harry torna a sistemarsi sul sedile e si riallaccia la cintura.

Da quel momento non diciamo più nulla e cala il silenzio. L'unica cosa che si può sentire è il rumore provocato dalla macchina.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Non so nemmeno dove stiamo andando. Fatto sta che mi sono già stufata di stare seduta qui dentro, magari sto andando sull'isola che non c'è ed io non lo so nemmeno.

Inoltre qui dentro fa caldo. Allungo perciò una mano e schiaccio il pulsante per aprire il finestrino. Nel dubbio lo apro tutto.

Il vento che entra fa volare i miei capelli, finalmente un po' d'aria. Ma purtroppo, quella situazione gradevole di frescura finisce dopo poco; e a metterle fine è proprio Harry che allunga a sua volta il braccio e chiude i finestrini.

Prendo un profondo respiro, devo stare calma altrimenti la sua testa verrà schiantata ripetutamente sul manubrio.

Un impulso mi dice di aprire di nuovo il finestrino, quindi allungo la mano e schiaccio prepotentemente il pulsante.

Il vento torna a scombinarmi i capelli e chiudo gli occhi, ma li riapro quando sento il rumore meccanico del finestrino che si rialza. Apro gli occhi e mi giro verso Harry, che però non mi degna di uno sguardo.

"Ho caldo." Dico riaprendo il finestrino.

"Ed io ho freddo." Ribatte richiudendolo. Decido di lasciar perdere e mi limito a sbuffare. Hanno ragione gli altri quando dicono che sembriamo cane e gatto, credo che io ed Harry non andremo mai d'accordo.

Dopo qualche minuto Harry gira a destra ed entra in un parcheggio stracolmo di macchine. Harry mi ha presa sulla parola quando ho detto che volevo andare al centro commerciale.

Quando finalmente troviamo un posto nel parcheggio apro lo sportello e scendo dalla macchina. Harry fa lo stesso ed iniziamo ad incamminarci lentamente verso l'entrata.

"Cosa posso regalargli?" chiedo ad Harry. Non ho la minima idea di che regalo possa fare a Louis, forse Harry ne sa più di me.

"Non so... un cappello, una maglia..." dice Harry infilando le mani nelle tasche dei jeans e facendo spallucce.

"Sei pessimo anche a dare consigli sui regali." Affermo roteando gli occhi. Non ci penso nemmeno a regalargli  una stupida maglia o un cappello.

"Anzi, ora che ci penso, l'altra volta mi ha detto che ha una grande passione per la fotografia. Magari potresti basarti su questo." Dice voltandosi a guardarmi con gli occhi leggermente socchiusi a causa del sole accecante.

"Mhh....sì, sì mi piace." Sorrido e continuo a camminare al fianco di Harry.
"Comunque, aggiungo anche questo ai "grazie" che mi devi." Dice quando arriviamo davanti le porte d'entrata che si aprono automaticamente facendoci entrare.

"E tu mi devi ancora delle scuse per la vodka che mi  hai generosamente rovesciato addosso." Ribatto riferendomi a quello che è successo qualche settimana fa. So che anche lui si riferisce al grazie che secondo lui gli dovrei per il passaggio che mi diede sempre quella sera, quando mi riaccompagnò a casa.
Appena entriamo l'aria condizionata subito allevia il calore che provavo poco fa e sospiro beandomi della freschezza che regna in questo centro commerciale.

"Dove vuoi andare?" Chiede intrufolando gli occhi nei vari negozi.

"Non so...qualche negozio di elettronica." Dico seguendo Harry che cammina davanti a me e mi guida infatti in uno dei negozi di elettronica, il primo che ci capita sotto mano.

Le sue pareti sono contornate da enormi vetrine piene di oggetti elettronici, inutile dire che ognuno di essi è illuminato da una luce bianca; luci che contribuiscono all'alta luminosità che c'è in questo negozio.

Ci dirigiamo verso una vetrina a caso ed iniziamo ad esaminare gli oggetti in essa contenuti, mentre noto con felicità che la vetrina che stiamo ispezionando è posta proprio sotto un condizionatore, cosa che mi fa gioire.

Continuiamo a discutere dei vari prezzi che si alternano da elevati e non, ma poi ci spostiamo ad un'altra vetrina siccome quella precedente contiene solo cellulari, e non è l'ambito che ci interessa.

Ci spostiamo davanti ad una vetrina contenente macchine fotografiche, credo di fargli un regalo di questo tipo siccome Harry mi ha detto che Louis ha una passione per la fotografia.

"Guarda quella. Che ne dici?" Chiede Harry puntando l'indice contro la vetrina per indicare una polaroid.

Arriccio le labbra e ci penso per qualche minuto. Non è una cattiva  idea.

"Sì, perché no." Rispondo annuendo e continuando a guardarla.

"Ha anche un buon prezzo." Dice Harry leggendo il cartellino sul quale è fissato il prezzo, per poi puntarlo verso di me per permettermi di leggere il prezzo.

"Vada per la polaroid allora." Sorrido e ci dirigiamo verso il bancone. 
Un commesso ci accoglie sorridente e noi facciamo lo stesso.

"Come posso aiutarvi?" Chiede guardandoci. Avrà una trentina di anni, alto e moro.

"Vorremmo acquistare la polaroid celeste esposta in vetrina." Rispondo indicando la vetrina nella quale abbiamo visto la polaroid.

"Certo, fatemi solo vedere qual'è." Continua il commesso mentre esce da dietro al bancone e si dirige verso la vetrina aprendola, con noi direttamente dietro di lui.

Gli indico la polaroid che voglio comprare e lui annuisce, per poi richiudere la vetrina e sparire dalla nostra vista, siccome entra in una stanza che suppongo essere il deposito.
Dopo pochi minuti esce dalla stanza con una scatola tra le mani e si dirige verso il bancone poggiando la scatola su di esso.

Il commesso ci spiega le varie funzioni della Polaroid e come va usata -anche se non ce n'è un gran bisogno- dopodiché paghiamo ed usciamo dal negozio.

"Perfetto, una cosa veloce."dice Harry che prende la direzione della porta d'uscita. Illuso se pensa di poter andare via così facilmente.

Mi fermo mentre Harry continua a camminare finché non si accorge che non sono più al suo fianco e si ferma a sua volta per poi girarsi.

"Che c'è?" Chiede allargando le braccia. Sì, è un illuso.

Cammino verso di lui e quando è davanti a me afferro il suo polso ed inizio a camminare trascinandolo dietro di me.

"Ma che fai?" Chiede mentre cammina contro voglia e cerca di liberarsi dalla mia presa.

"Ti sbagli se pensi di aver finito. Voglio andare in qualche negozio a fare shopping." Mi fermo e mi giro verso di lui lasciandogli il polso.

"Cosa? No, non se ne parla." Dice prima di girarsi ed inizare a camminare a passo svelto verso l'uscita.

Inutile dire che non arriva molto lontano siccome mi aggrappo nuovamente al suo braccio per farlo fermare, come feci quella volta al college, quando non sapevo dove  fosse il mio corso.

"Lasciami Melanie. Non mi va di reggerti le borse, non se ne parla." dice convinto assottigliando gli occhi.

"Dai Harry facciamo subito, voglio solo vedere un vestito che mi piace molto esposto in vetrina." Mi lamento e faccio gli occhi dolci ad Harry che sbuffa ed alza gli occhi al cielo.

Si passa una mano tra i capelli e poi torna a guardarmi.

"Dove vuoi andare?" Dice scocciato, ma comunque non mi interessa più di tanto; quindi sorrido per poi afferrare di nuovo il suo polso e trascinarlo in uno dei miei negozi preferiti.

Appena entriamo mi guardo intorno e subito vedo dei vestiti, dai quali mi fiondo.
Ne prendo uno e lo guardo. È azzurro e corto, il corpetto è semplice e si apre in una gonna formata da vari tulle del medesimo colore. 
Non è sofisticato ma mi piace, quindi prendo la mia taglia e lo poggio sul braccio, per poi continuare a perlustrare gli altri abiti.

"Cos'è quello? Un tutù? Devi fare la ballerina?" Dice richiamando la mia attenzione. Ha le mani nelle tasche dei jeans e guarda il vestito con la fronte corrugata, non capisce proprio niente.

"Ha-Ha-Ha divertente." Dico per poi fargli una smorfia e superarlo per continuare a vedere gli altri vestiti.

"No dico davvero, sembra un vestito per una ballerina, non un vestito per una..." si ferma a pensare l'insulto giusto ma non lo lascio finire e lo precedo.

"Una cosa? Forse vuoi dire uno stupido come te?" Ribatto voltandomi verso di lui che mi guarda con aria divertita.

"No, no non è quello che volevo dire." Dice continuando a seguirmi mentre io mi sposto di vestito in vestito.

"Beh, non mi interessa quello che volevi dire." Prendo un altro vestito, questo è giallo e mi sembra leggermente più lungo di quello azzurro visto che non ha tulle ma scende morbido con solo un nastro che stringe in vita.
Ho sempre avuto un debole per i vestiti, diciamo che il mio armadio è costituito prevalentemente da essi, ma non ho mai avuto un vestito giallo, perciò appoggio anche lui sul mio braccio.

"Mh, sono sicuro che qualsiasi cosa dicessi, quella commessa sarebbe interessata." Dice mentre sorride maliziosamente verso una commessa che chissà da quanto gli sta facendo gli occhi dolci, anzi lo sta mangiando con gli occhi.

"La smetti?" Dico poggiando una mano sul fianco.

La commessa continua a guardare come un ebete, già si vede che è una bionda ossigenata, ha una terribile ricrescita, almeno la decenza di rifarsi il colore.

"Di fare cosa?" Risponde Harry distogliendo lo sguardo dalla commessa e guardando me.

"Di fare quello sguardo da stupratore a quella bionda. Hai un debole per le bionde per caso? Chiedo ricominciando ad ispezionare i vestiti.

"Perché?" Chiede Harry che inizia a sua volta a spostare i vestiti per vederli.

"La tizia al pub con la quale ti stavi accoppiando qualche settimana fa, poi Sam, ora questa, non è che ci provi anche con Kylie?"

"Mh, forse ho un debole per le bionde chissà. Dovresti diventare bionda per fare colpo su di me." Dice con aria maliziosa e altezzosa.

"Non ho questi piani per il futuro, grazie." Assottiglio gli occhi e mi sposto a passo svelto verso un' altra fila seguita ovviamente da Harry.

"Mh dovresti pensarci però, sai?" Dice mentre come me guarda i vari abiti che in questa fila però sono lunghi.

"Io credo di no invece." Ribatto indispettita.

"Vedremo. Comunque secondo me dovresti provare questo." Dice mentre prende un abito lungo e me lo mostra.

È rosa pesca con il corpetto in pizzo. Ha uno scollo a V sul davanti e lascia completamente la schiena scoperta, poi scende semplicemente morbido fino ai piedi.

Devo ammettere che forse è l'unica cosa buona che Harry ha detto fin'ora.
Prendo il vestito dalle mani di Harry e cerco i camerini per provare quello che ho preso.

Quando li trovo entro dentro e chiudo la tenda per poi iniziare a spogliarmi mentre Harry mi aspetta fuori.

Il primo vestito che provo è quello azzurro che Harry definisce da ballerina.

Lo indosso ma solo dopo mi rendo conto che ha una cerniera sulla schiena che deve essere chiusa. Sbuffo sonoramente e borbotto un "maledetta cerniera" perché non riesco a tirarla su, o meglio ci riesco fino ad un certo punto, quando vedo la testa di Harry intrufolarsi oltre la tenda.

"Problemi?" Dice con il solito sorriso in volto.

Mi giro immediatamente verso di lui e prendo una parte della tenda per poi spiaccicargliela in faccia. Come si permette di entrare cosi? Avrei potuto essere nuda e lui non si sarebbe fatto scrupoli.

"Ma cosa fai?" Urla, per poi spostare violentemente la tenda ed entrare completamente nel camerino.

Questo posto non è fatto sicuramente per due persone, infatti mi trovo schiacciata allo specchio mentre con una mano mantengo fermo il vestito sul mio petto per evitare di farlo cadere e di fare una sonora figura di merda. 
Harry è direttamente davanti a me e mi guarda, mi sembra un misto tra arrabbiato per la tenda che gli ho spiaccicato in faccia e divertito.

"Non si entra così nei camerini, che ne sai se sono nuda." Dico leggermente in imbarazzo. Questo camerino è minuscolo per farci stare due persone, figuriamoci poi se la seconda è Harry.

"Ben venga." Ammette facendomi immediatamente arrossire.

Rimango senza parole ed inizio ad avere caldo, forse c'è un incendio sulla mia faccia.

"Ma fottiti." Dico con tutto il cuore prima di dargli le spalle mentre lui mi guarda soddisfatto per avermi messo per la prima volta in imbarazzo.

"Chiudi questa cerniera e sbrigati ad uscire da qui." Dico continuando a mantenere fermo il vestito.

Harry si avvicina ancora di più e allunga le mani afferrando lentamente la cerniera. Allo stesso modo la tira su con una lentezza pari a quella di una lumaca; sono sicura del fatto che lo stia facendo apposta. È proprio uno stronzo.

Rimango in silenzio e guardo il suo riflesso nello specchio. Nonostante stia esitando solo per farmi innervosire mi sembra attento e concentrato, nemmeno se stesse risolvendo un cubo di rubik.

"Ti ho detto di muoverti non di fare notte qui." Lo richiamo.

Lui alza gli occhi su di me guardandomi attraverso lo specchio, sembra come se avessi interrotto i suoi pensieri, ma poi tira su la cerniera tutta d'un fiato e sento il vestito stringermi il busto.

"Allora com'è?" Chiedo prima di girarmi nuovamente verso lo specchio per guardarmi.

"Mh." Dice soltanto, senza esprimere pareri.

"Mh cosa? Ti piace?"

"Carino." Continua indifferente.

Sbuffo e mi guardo ancora allo specchio; ho capito che ad Harry piace, e piace anche a me quindi lo prendo.

"Bene ora esci da qui." Dico prima di spingere Harry fuori dal camerino e chiudere nuovamente la tenda.

Sfilo il vestito e lo aggiusto sulla stampella, poi prendo il vestito giallo e lo indosso. 
A primo impatto non mi convince molto, quindi apro la tenda e chiamo Harry che sta parlando con la commessa bionda che poco fa gli rivolgeva sguardi sospetti. 
Al sentire la mia voce si gira e dice qualcosa alla commesa prima di venire verso di me.

"Che vuoi? Non posso nemmeno parlare con le mie pretendenti in Santa pace ora?" Si passa una mano tra i capelli.

"Puoi fare quello che vuoi non mi interessa. Come ti pare?"dico poi girandomi nuovamente verso lo specchio.

"Carino anche questo." Dice facendo spallucce.

"Non so, non mi convince." Sussurro più a me che ad Harry, tanto lui non ne capisce comunque nulla.

"Ma cosa ne so! Per me va bene, forse un po troppo lungo però." Dice facendomi sbarrare gli occhi.

Con tutti gli aggettivi che si potrebbero dare a questo vestito "lungo" non è sicuramente uno che lo rappresenta. La sua lunghezza è abbastanza contestabile visto che a stento riesce a coprire i posti dove non batte il sole, anche se diciamo che non mi sono mai posta questi problemi.

Infatti non è la sua lunghezza il problema, ma questo vestito non mi convince. Quindi dopo aver nuovamente cacciato Harry dal camerino, lo sfilo e lo ripongo sulla stampella ordinatamente.

L'unico vestito che mi rimane da provare è quello che mi ha consigliato Harry, e devo dire che è senz'altro il migliore, anche se mi costa ammetterlo.

Lo indosso e quando mi rendo conto che anche qui c'è un cerniera sbuffo ed esco fuori per chiamare Harry. Sta parlando di nuovo con quella commessa che inizia a darmi suoi nervi perché appena esco dal camerino mi lancia uno sguardo che non riesco ad interpretare.

Harry si volta quando si accorge della mia presenza e  fa un cenno del capo alla ragazza per poi venire verso di me, avrà già capito cosa deve fare. Entro nuovamente nel camerino. La cosa positiva di questo abito è che almeno non c'è bisogno di mantenerlo siccome si attacca al collo.

Harry mi raggiunge in camerino e quando lo vedo entrare mi giro per permettergli di tirare su la zip.
Questa volta la tira su senza esitare, ma quando la sua mano tocca per sbaglio la pelle della mia schiena mi vengono i brividi. Harry fa un passo indietro e poi guarda attentamente il riflesso allo specchio.

"Mi piace, molto." Asserisce dopo qualche minuto di silenzio.

Sorrido e continuo a guardarmi allo specchio.

"Ti sta...bene...credo." continua, mi sembra leggermente frenato quindi non posso fare a meno di sorridere.

Harry Styles imbarazzato perché non sa come farmi un complimento, pazzesco.

"Sì, ti sta proprio bene." Dice una voce a me sconosciuta che mi fa girare.

La commessa che fa la gatta morta con Harry è fuori al camerino con le braccia incrociate che ci sta guardando con un sorriso stampato in viso.

"Grazie." Mi limito a dire.

"Siete fidanzati? Voi due intendo."

Scoppio a ridere subito dopo; sono sicura che questa ragazza stia pensando che io sia appena uscita da una clinica psichiatrica dato lo sguardo che mi sta rivolgendo.

"No, non siamo fidanzati e non potremmo mai esserlo, questa ragazza ha un carattere...particolarmente fastidioso." Chiarisce Harry sfoggiando tutta la gentilezza possibile nei confronti della bionda che lo guarda estasiata. Tralasciando il piccolo insulto che mi ha appena rivolto, ha ragione. Non potremmo mai stare insieme.

"Cosa? Perché tu non sai che carattere ha lui!" Esclamo di rimando.

Certo, ammetto di essere impulsiva, insistente, e forse troppo spontanea a volte ma non si può di certo dire che Harry sia meglio di me.

Dal primo giorno in cui ci siamo incontrati non ha fatto altro che infastidirmi, senza nemmeno conoscere il mio nome o chi fossi; e ad oggi la storia non è cambiata sebbene siano passate svariate settimane. Insomma se stiamo sempre a litigare la colpa è di entrambi comunque ed un motivo ci sarà.

"No davvero, tu sei insopportabile." Replica.

"Lo sei più tu." Ribatto ed assottiglio gli occhi.

"Non ne sarei così sicuro." Dice incrociando le braccia come se mi stesse sfidando.

"Va bene, diciamo che non siete due caratteri compatibili; forse siete troppo simili caratterialmente, tutto qua." Interviene la commessa.

Per qualche secondo mi sono dimenticata della sua presenza, che figura da quattro soldi mettersi a litigare anche in un negozio. Non è una bella ambizione per il mio futuro.

In ogni caso devo ammettere che forse ha ragione. Forse il problema è che siamo simili io ed Harry, diversi ma simili.

"Sì, sarà per questo." Afferma Harry continuando a fissarmi con uno sguardo a me ignoto.

"Ma usciamo da qui." Dice alla commessa poggiando una mano sul suo fianco per farla spostare e rivolgendole un sorriso malizioso ed affascinante, prima di spostare nuovamente gli occhi su di me.

"Tu sbrigati." Si riferisce poi a me prima di sparire dalla mia visuale.

"Imbecille. Quel ragazzo è proprio uno stronzo." Borbotto mentre tiro violentemente la tenda per poi togliere il vestito e farlo cadere ai miei piedi. Ripongo anche questo sulla stampella ed indosso nuovamente i miei jeans.

"Mi viene voglia di farlo aspettare altre 5 ore qui. Deve solo ringraziare Louis per essere nato in questo giorno, altrimenti avrebbe passato tutta la sua giornata qui." Continuo a borbottare mentre infilo anche la maglia.

Esco dal camerino dopo aver infilato le scarpe e mi dirigo verso il bancone dove mi accoglie una commessa.  Fortunatamente non è quella bionda che mi sta perseguitando.

Poggio i vestiti sul bancone e la commessa li prende per togliere quegli aggeggi di sicurezza che ci sono vicino. Intanto Harry mi raggiunge e si posiziona al mio fianco mentre io pago il conto per poi prendere le buste ed uscire dal negozio con Harry dietro di me.

"Vieni." Dice poi superandomi ed iniziando a camminare a passo svelto; non so dove dobbiamo andare ma non obbietto e lo seguo senza dire niente.

Camminiamo per qualche metro fino ad arrivare davanti all'entrata di un MCDonald's. Appena lo vedo il mio cuore inizia a fare salti acrobatici e quasi inizio a piangere per l'immensa gioia.

Entriamo e ci dirigiamo verso quelle macchine automatiche che servono per ordinare e con le quali non sono mai andata molto d'accordo siccome ogni volta che provo ad ordinare qualcosa finisco sempre per combinare qualche disastro.

Perciò decido di far fare l'ordine ad Harry che sicuramente è più pratico di me dato che non ci vuole molto ad essere più pratico di me in queste cose.

"Cosa vuoi?" Chiede posizionandosi davanti all'aggeggio.

"Mhhh non saprei. Un Big Mac con patatine fritte ed una coca." Dico dopo averci pensato su per qualche istante. Fare l'ordine al MC è sempre una cosa difficile e dolorosa.

"Bene." Dice schiacciando sullo schermo per fare l'ordine.

Dopo aver concluso ci dirigiamo verso il bancone e la cameriera ci dà il nostro ordine.

Devo ammettere che sono davvero molto veloci e mi chiedo sinceramente come facciano.

Harry afferra il vassoio e lo porta su uno dei tavoli liberi, poi ci sediamo.

"Questa è la cosa migliore che potessi fare." Dico prima di dare un morso al mio panino. Sia lodato il MC.

Continuo a mugugnare versi di lodazione verso il mio panino e ancora una volta sembro una squilibrata; a questo punto inizio a pensare di esserlo davvero.

"Sembra che non mangi dal 1800, dovresti smetterla davvero." Riflette Harry prima di iniziare a ridere. Lo seguo e mi unisco alla sua risata, effettivamente è vero.

Rimaniamo seduti finché non finiamo di mangiare, poi ci alziamo e paghiamo. Ovviamente ha voluto pagare tutto Harry, che nonostante la mia insistenza nel pagare la mia parte non mi ha dato retta.
 
Usciamo dal centro commerciale e ci infiliamo nel parcheggio. Una volta trovata la macchina Harry toglie la sicurezza e mi fa entrare, poi fa il giro ed entra a sua volta.

"Ora ci vorrebbe un bel ghiacciolo al limone per completare il tutto." Poggio la testa sul sedile e chiudo gli occhi.

"Ancora non capisco come faccia a piacerti il ghiacciolo al limone." Dice Harry allacciando la cintura.

"Vuoi dirmi che a te non piace?" Chiedo alzando di nuovo la testa.

"No, non mi piace per niente il limone." Ammette facendomi spalancare la bocca.

"Questo sì che è un oltraggio." Dico teatralmente poggiando una mano sul petto.

Harry mette in moto la macchina ed esce dal parcheggio mentre io continuo a rimproverarlo per ciò che ha ammesso precedentemente.

"Comunque, molto meglio un ghiacciolo alla fragola." Dice.

"Ma cosa dici? La fragola non mi piace per niente!  Nemmeno sui ghiaccioli andiamo d'accordo." Constato poi facendo ridere Harry che continua a guidare.

Dopo una bella manciata di minuti passati in macchina tra risate e litigi, Harry ferma l'auto sotto casa mia con il motore ancora acceso.

"Ci vediamo stasera." Dice tranquillamente accennando un sorriso.

Annuisco ed apro la portiera, metto una gamba fuori ma poi mi fermo e mi giro a guardare Harry.

"Grazie, imbecille." Dico sorridendo subito dopo per poi uscire completamente dall'auto e chiudendo la portiera dietro di me.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Esco di casa e quando sono fuori noto la macchina di Logan già parcheggiata sotto il cancello.

Scendo la rampa di scale dopo aver chiuso il portone ed esco dal cancello chiudendolo poi alle mie spalle prima di entrare in macchina al solito posto del passeggero.

"Credevo si stesse preparando la sposa." Subito interviene Logan mentre schiaccia frizione e freno e gira le chiavi, accendendo così il motore.

"Sta zitto per una volta." Rispondo alzando una mano mentre iniziamo a camminare.

"Gli altri dove sono?" Chiedo girandomi a guardare Logan.

"Kylie ed Harry vanno con Zayn; Louis ovviamente è a casa sua che ci aspetta."

"Mhh." Mi limito a rispondere mentre torno a guardare la strada sfrecciare velocemente dal finestrino.

La temperatura fuori è ancora gradevole nonostante siamo ormai agli sgoccioli di settembre.

"Hai comprato il regalo a Louis?" Domanda Logan.

"Sì, gli ho preso una polaroid. Harry mi ha detto che Louis ha una passione per la fotografia quindi mi è sembrata un'idea carina." Rispondo abbassando lo sguardo sulla busta rossa che ho tra le mani, contenente il regalo di Louis.

"Sì, bella idea." Risponde
continuando a guardare davanti a sé.

Per tutto il resto del tragitto continuiamo a parlare di vari argomenti finché Logan non ferma la macchina e mi fa cenno di scendere.

Esco e noto immediatamente l'enorme villa che si presenta davanti ai miei occhi, al lato opposto della strada. La osservo e chiudo la portiera rimanendo però con gli occhi fissi su quella che dovrebbe essere casa di Louis.

Non avevo la minima idea che si potesse trattare di una casa del genere. Insomma, Louis mi aveva detto che avrebbe festeggiato a casa sua perché era abbastanza grande da poter contenere un numero elevato di persone ma non credevo così grande.

È recintata da un cancello che separa la strada dall'enorme giardino che precede l'entrata in casa.

Il giardino è adornato con una miriade varietà di fiori; alcuni dei quali sono posti alla base delle imponenti palme che donano un tocco di eleganza in più a questa villa.

Al centro, a dividere il giardino in due parti, c'è un viale in pietre che porta alla porta d'entrata mentre posizionate in alcuni punti, nell'erba, delle statue di piccola e media grandezza.

Non so per quanto tempo rimango ferma ad osservare quello che c'è davanti a me, tant'è vero che credo di aver tenuto la bocca spalancata per qualche lasso indefinito di tempo.

"Lo so, è qualcosa...tipo...una reggia." Dice Logan avvicinandosi a me mentre ammira anche lui l'abitazione.

"Già." Mi limito a rispondere in segno di approvazione.

"Andiamo." Mi richiama Logan quando inizia ad incamminarsi verso il cancello.

Logan schiaccia il pulsante del campanello ed attendiamo una risposta che comunque non tarda ad arrivare.

Louis si presenta davanti a noi spalancando il portone e quando si rende conto che siamo noi ad aver bussato le sue labbra si aprono in un sorriso.

"Logan, Melanie entrate." Dice aprendo il cancello e spostandosi poi di lato per permetterci di entrare.

"Tanti auguri Louis." Dico avvicinandomi a lui e abbracciandolo, prima di stampare un bacio sulla sua guancia e tendergli la busta con il regalo.

Lui la afferra in maniera veloce e non esita ad aprirla davanti a me, che intanto spero con tutto il cuore che il regalo gli piaccia.

"Una polaroid?! Oh mio Dio, grazie mille Melanie!" dice girando e rigirando la scatola tra le mani mentre io sorrido felice che gli sia piaciuto.

"Ho saputo che ti piace molto la fotografia e quindi..." dico continuando a sorridere.

"E come fai a saperlo?" Chiede alzando gli occhi su di me ancora sorridente.

"Harry. Per una volta ha fatto qualcosa di utile." Rispondo facendo scoppiare a ridere Logan e Louis.

"Comunque scusa se oggi non sono potuta venire qui ad aiutare ma-"

"Sì, Kylie mi ha detto che dovevi andare dal dentista." Mi blocca facendomi rimanere muta per qualche secondo. Certo che una scusa meno dolorosa potevano trovarla.

"Sì infatti...il dentista." Dico leggermente a disagio.
Non sapevo cosa avessero detto gli 
altri, e ringrazio che mi abbia interrotta altrimenti avrei detto di aver avuto un imprevisto con i miei genitori o la prima cosa che mi sarebbe passata per la testa.

Fortunatamente non abbiamo modo di continuare a parlare dato che un altro gruppo di invitati entra dal cancello e si avvicina a Louis per fargli gli auguri, quindi io e Logan ci congediamo ed entriamo in casa.

Seguo Logan perché essendo stato già qui poche ore fa per aiutare con i preparativi, sa già dove dobbiamo andare a differenza mia che mi perderei se rimanessi da sola in questa reggia mancata.

Attraversiamo quello che credo essere il salone, ed anche qui non manca un arredamento degno di un palazzo reale.

Due divani rossi al centro richiamano l'attenzione, un tavolino interamente in vetro e dei quadri appesi alle pareti dalle cornici color oro.

Rimango sempre più basita da tutto ciò. Mai avrei pensato che Louis Tomlinson con una casa del genere avrebbe avuto bisogno di lavorare in un pub. Insomma, per sostenere una tale abitazione credo che la sua situazione economica debba essere abbastanza agiata; ma comunque non mi soffermo più di tanto.

Logan afferra la mia mano e mi trascina verso una porta che dal salone porta a quello che suppongo essere il retro della casa.

Anche qui c'è un enorme prato ben curato e allestito da fiori e alberi. Al centro un' immensa piscina che appena noto mi fa spalancare gli occhi.

Le persone sono già tante; troppe forse per come avevo immaginato il tutto, prima di arrivare qui.

Logan continua a trascinarmi tra la folla per il polso mentre io mi guardo attorno. Si ferma poi davanti Kylie, Zayn ed Harry che con mio stupore sono già qui e reggono dei bicchieri con qualche alcolico a me ignoto all'interno, tutti tranne Harry.

"Hey amici!" Ci saluta subito Zayn alzando il bicchiere all'altezza del viso.

"Oh, dove hai preso questo vestito adorabile?" Chiede immediatamente Kylie che non si lascia sfuggire proprio nulla.

"L'ho comprato oggi." Rispondo passando una mano sul suo tessuto celeste. Devo ammettere che è stato un acquisto ben riuscito.

"Sapevo che saresti andata di negozio in negozio alla fine. Scommetto che ti ha supplicato per entrare in qualche negozio con la solita scusa "faccio subito" per poi impiegarci 3 ore." Interviene Logan rivolgendosi ad Harry.

"Sì...effettivamente ha detto proprio così." Risponde leggermente confuso.

Povero lui che non sa le innumerevoli tattiche che possiamo inventare noi ragazze quando vogliamo fare shopping.

Continuiamo a parlare e intanto mi unisco agli altri prendendo un bicchierino di vodka da un tavolo allestito poco lontano da dove siamo noi; poi mi riavvicino al bordo della piscina e la osservo.

Ormai saranno quasi le 21:00 e il cielo inizia a diventare cupo. Non so se per questo o per un altro motivo, ma più guardo l'acqua della piscina più non riesco ad intravedere il fondo.

Mi abbasso per riuscire a toccare la superficie dell'acqua con una mano mentre con l'altra reggo il bicchiere.

Credo che non sia il cielo scuro il problema ,perché nonostante stia ormai facendo notte, qui ci sono luci a sufficienza.

Dei passi alle mie spalle mi fanno alzare e girandomi trovo Louis al mio fianco che guarda a sua volta l'acqua della piscina con entrambe le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.

Faccio lo stesso e torno a guardare l'acqua mentre porto il bicchiere alla bocca.

"Quanto è profonda?" Chiedo.

"Due metri e mezzo." Risponde Louis portando lo sguardo su di me con un piccolo sorriso.

"Cosa?! Se cado qui dentro posso dire addio alla mia vita!" Esclamo facendo un passo indietro per evitare che quello che ho appena detto succeda.
Louis scoppia a ridere.

"Non sai nuotare per caso?" Chiede tra una risata e l'altra.

"Sta zitto. Non deve saperlo nessuno." Rispondo agitando leggermente il bicchiere.
Louis ride ancora più fragorosamente ed io assottiglio gli occhi.

Ricordo quando da piccola provavo a nuotare. In estate io e i miei genitori andavamo al mare rare volte a causa del loro lavoro; non hanno mai avuto molto tempo per le vacanze o cose del genere, ma di tanto in tanto riuscivano a ritagliare qualche lasso di tempo per esaudire la mia solita sfiancante richiesta di andarci.

Ogni volta che entravo in acqua provavo sempre a nuotare ma senza riuscirci. Diciamo che avevo -ed ho tutt'ora- dei seri problemi a coordinare braccia e piedi. Se muovo le braccia i miei piedi rimangono fermi e viceversa. Non c'è mai stata altra soluzione se non utilizzare braccioli o qualche salvagente, e diciamo che ad oggi l'unica cosa che è cambiata è che almeno mi limito a non portare gonfiabili in acqua per non cadere nel ridicolo. Ma per il resto, io e il nuoto non siamo affatto compatibili.

"Non ci posso credere."continua a ridere spudoratamente.

Cerco di trattenermi ma non ci riesco e scoppio a ridere insieme a lui. Nel mentre mi incammino verso il tavolo degli alcolici con Louis al mio fianco.

"Bella casa, davvero." Dico mentre verso il mojito nel mio bicchierino.

"Sì...grazie." risponde abbassando la testa e passandosi una mano tra i capelli.

"Sam non è venuta?" Chiede voltandosi verso di me mentre cominciamo a camminare.

Solo ora mi rendo conto della sua assenza. Effettivamente stava andando tutto troppo bene.

"Sai che non ne ho la minima idea? Se non mi avessi chiesto di lei non mi sarei accorta della sua assenza nemmeno a fine serata."

Louis ride e ci fermiamo davanti al nostro gruppo che non si è mosso di una virgola da quando li ho lasciati.

"Dov'è Sam?" Chiedo agli altri che si girano subito verso di me.

"Di sicuro non qui" borbotta Logan alzando le sopracciglia.

"Ed è meglio cosi" continua Zayn.

"Che c'è ora ti manca Cooper?" Ammicca Harry puntando gli occhi verso di me. Quasi mi ero dimenticata di quanto fosse irritante.

"Per niente. Semmai manca a te la tua amica di giochi, Styles." Rispondo portando il bicchiere alle labbra e bevendo tutto d'un sorso.

Harry mi lancia uno sguardo truce.
"Cosa vorresti dire?" Chiede alzando un sopracciglio. Faccio per rispondere ma una voce alle nostre spalle non mi permette di continuare.

"Ragazzi!" Urla Sam correndo verso di noi. Purtroppo tutti i miei sogni dedicati alla sua assenza svaniscono quando la vedo sgambettare verso di noi e posizionarsi al fianco di Harry che mi lancia una sguardo divertito, al quale ricambio con una semplice alzata di sopracciglio.

"Oh Louis! Auguri e scusami per il ritardo...ho avuto un imprevisto." Sam si avvicina a Louis e gli dà un bacio sulla guancia, porgendogli successivamente una bustina contenente il regalo. Poi mi lancia uno strano sguardo e guarda Harry.

"Non ti preoccupare." Risponde cordialmente Louis.
Sbuffo e roteo gli occhi per poi dirigermi al solito tavolo e prendere un drink a caso.

Dopo pochi minuti Kylie mi raggiunge e riempie a sua volta il bicchiere che tiene stretto in mano.
Mi guardo intorno e mi rendo conto che le persone presenti sono aumentate a dismisura senza che io me ne rendessi nemmeno conto, e la cosa incredibile è che il tutto è successo nel giro di 20 minuti circa.

"Tanta gente eh?" Chiedo a Kylie che è al mio fianco.

"Già." Si limita a rispondere.

"Alla fine cosa hai regalato a Louis?" Chiede sorseggiando il suo drink.

"Una polaroid. Tu?"

"Un orologio." Mi risponde mentre posa il bicchiere sul tavolo dopo aver terminato il liquido al suo interno.

Annuisco. Ammetto che ha avuto una bella idea a regalargli un orologio. Vorrei chiederle anche cosa gli hanno regalato gli altri ma Kylie mi precede.

"Andiamo dagli altri" afferma, per poi prendermi per il polso e trascinarmi tra la folla. Cerco di non calpestare i piedi a nessuno, anche se mi risulta un'impresa ardua.

Arriviamo dagli altri che nel mentre stanno parlottando fittamente tra loro quando mi rendo conto dell'assenza di Logan.

Mi giro intorno e lo vedo con un bicchiere in mano mentre parla con un ragazzo che non conosco. Mi sembra preso dalla conversazione quindi decido di non disturbarlo e di lasciarlo flirtare.
Nel mentre continuo a guardarmi intorno fin quando vedo a poca distanza un tavolo con degli stuzzichini.

Mi incammino verso la sua direzione quando Kylie mi richiama.
"Dove vai?" Chiede

"A mangiare qualcosa." Rispondo per poi girarmi e continuare a camminare. Kylie mi segue e cammina al mio fianco.

In realtà non ho molta fame avendo già mangiato qualche ora fa, ma mi avvicino ugualmente per vedere se c'è qualcosa di interessante.

A differenza mia che decido di non prendere nulla, Kylie afferra un rustico e lo addenta.

Mi sposto verso il tavolo posizionato successivamente, dove sono posizionati vari dolci e diciamo che la situazione inizia a farsi più interessante per me.

Afferro un dolcetto alla crema e gli dò un morso. È delizioso e la crema al suo interno lo rende ancora più buono.

Devo ammettere che la tentazione di prenderne un altro e mangiarlo non è assolutamente poca, quindi decido di allontanarmi di qualche passo dal tavolo.
Kylie fa lo stesso ed insieme torniamo dagli altri.

Noto subito che anche Logan è tornato alla base e non sta parlando con nessuno per ora, chiederò tutte le spiegazioni dopo.

Passo una mano sul vestito, e guardo le persone davanti ai miei occhi finché non noto un gruppo di ragazzi e ragazze che si stanno sedendo sul pavimento formando un cerchio e che stanno facendo girare una bottiglia al centro.

Rimango a fissarli; staranno di sicuro facendo il gioco della bottiglia, è diventato un classico ormai.

Kylie che è esattamente dietro di me, nota a sua volta il gruppetto e subito inizia ad implorare noi altri per farci giocare ad obbligo o verità. 
Personalmente non sono molto d'accordo. Il gioco della bottiglia non mi è mai piaciuto molto. Ma gli altri non la pensano allo stesso modo e accettano; così mentre Zayn reperisce una bottiglia, noi altri ci sediamo a cerchio ed attendiamo.
Zayn arriva trionfante con la bottiglia stretta in mano e si siede a sua volta.

Iniziamo a giocare e il primo che fa girare la bottiglia è Louis. La bottiglia punta prima Kylie e poi Logan, quindi tocca a Logan scegliere.

"Obbligo o verità?" Chiede Kylie con un sorrisetto divertito.
Logan sbuffa ed incrocia le braccia al petto.

"Verità." Dice poi. Da quando ho memoria, non ricordo una sola volta in cui Logan abbia detto "obbligo".

"Mhh...vediamo...chi era quel tizio con cui parlavi prima?" Chiede Kylie.

"Un ragazzo molto interessante che ci stava provando con me." Risponde Logan facendoci ridere.

"Che c'è? È vero, è stato lui ad avvicinarsi a me." Continua Logan con fare superiore.

"Bene." Dice Kylie continuando a sorridere per poi girare la bottiglia.
La bottiglia effettua qualche giro per poi puntare Zayn e Kylie.

"Obbligo o verità?" Chiede Zayn.

"Obbligo." Risponde Kylie sorridente.

"Dammi un bacetto." Dice Zayn sporgendosi per dare un bacio a Kylie.

Caccio la lingua da fuori e Kylie che è seduta alla mia sinistra mi da una gomitata facendomi ridere.

"Continuiamo." Dice Zayn prima di far girare nuovamente la bottiglia.
La bottiglia si ferma e questa volta i prescelti sono Louis ed Harry.

"Verità." Risponde Harry prima ancora che gli sia posta la domanda.

"Perché non bevi mai?" Chiede Louis diretto, come se sapesse già che domanda fare.

Effettivamente ora che ci penso è vero. Non ho mai visto Harry sfiorare più di due bicchieri fino ad ora, ma non mi ero mai soffermata più di tanto, insomma non tutti amano bere.

Harry smette di sorridere e diventa serio, esita un momento poi fa spallucce.

"Sono astemio." Dice.

Se la ragione non mi ha abbandonata tutta d'un tratto, come ho già detto ho visto Harry bere, non tanto, non troppo ma lo ha fatto. Qualcosa mi dice che sta mentendo e corrugo la fronte. Harry astemio? No, non credo.

"Ah, bene. Andiamo avanti." Continua Louis mettendo la mano sulla bottiglia e dandole una leggera spinta.

Guardo Harry che mi sembra pensieroso, infatti tiene lo sguardo fisso in un punto indefinito del pavimento. Non capisco.

Torno a guardare la bottiglia che smette lentamente di girare. Questa volta punta Sam e me.
Fino ad ora me la sono scampata ed ora mi tocca giocare proprio con Sam.

"Obbligo o verità?" Chiede annoiata. Il destino si diverte a farmi brutti scherzi ormai; già non adoro particolarmente questo gioco, poi devo farlo con Sam, siamo apposto.

"Obbligo." Rispondo.

"Mhh." Pensa a cosa potermi far fare.

"Dai un bacio ad Harry."sorride malvagiamente e allunga le braccia indietro per poggiare il peso su di esse.

Gli altri si girano a guardare me con un espressione quasi sconvolta mentre io guardo Harry che appena sente il suo nome, distoglie lo sguardo dal pavimento e torna tra noi posando gli occhi su di me.

Non so per quale arcano motivo Sam abbia buttato in mezzo proprio questa cosa, ma se c'è una cosa che so è che se prima mi stava antipatica ora non tollero nemmeno la sua presenza.

Tutti continuano a guardarmi ed io guardo Harry che sposta gli occhi su Sam e stringe i denti.
Sam intanto continua a tenere un sorrisetto beffardo verso di me, ignorando così le occhiate di Harry. Mi viene la voglia di tirarle i capelli e farle passare la voglia di sorridere.

Torno a guardare Harry e per un milli secondo la mia mente pensa che forse potrei fare quell'obbligo, tanto sarebbe solo uno stupido obbligo e basta. Scuoto la testa.

"Io non bacio proprio nessuno." Rispondo cercando di mantenere la calma anche se mi risulta difficile dato che Sam ha proprio una bella faccia da schiaffi.

Poggio la mano sulla bottiglia per farla girare nuovamente e continuare il gioco senza peggiorare la situazione, ma Sam mi afferra il polso.

"Lasciami." Sibilo a denti stretti.

"Bacialo." Mi ripete guardandomi negli occhi.

"Ti ho detto di lasciarmi." Ripeto prima di afferrare il braccio di Samantha con la mano che mi è rimasta libera.

"Non te lo ripeto più." Continuo prima di stringere leggermente la presa sul suo braccio mentre gli altri si alzano.

Stringo ancora di più la presa e Sam lascia andare il mio polso. Si massaggia il braccio e mi lancia uno sguardo truce.

Harry si avvicina a Sam e la aiuta ad alzarsi, poi si spostano leggermente più in là ed iniziano a discutere di qualcosa a me ignoto.

Sospiro e mi prendo il ponte del naso tra le dita massaggiandolo lievemente, poi mi avvicino al tavolo delle bevande e riempio un bicchierino di vodka.
Louis e Zayn mi seguono e prendono a loro volta dei bicchierini e versano del liquido al loro interno.

"Lasciala stare." Dice Zayn poggiandosi al tavolo nella mia stessa posizione mentre Louis si posiziona davanti a me.

"Non la sopporto." Rispondo prima di lasciare che la vodka passi per la mia gola.

"Nemmeno io." Dicono Zayn e Louis in coro facendomi sorridere.

"Ascolta, non ho idea del perché ti abbia chiesto di fare una cosa del genere, ma probabilmente lo ha fatto solo per stuzzicarti." Dice Louis.

"Ma sai com'è fatta, lasciala stare." Continua gesticolando con il bicchiere in mano.

"Vero. Nessuno di noi la sopporta, ma ormai con te ci ha preso gusto a stuzzicarti." Aggiunge Zayn.

"Sì, ma io non sono la persona che lascia andare le provocazioni." Rispondo finendo la vodka nel bicchiere.

"Comunque, questa volta mi sono trattenuta. La prossima volta le tiro quei capelli da Rapunzel che tanto ama." Continuo stringendo i denti.

Sento la rabbia far parte di me ormai e devo calmarmi assolutamente. Per non parlare poi di Harry che mi sembra un cagnolino al guinzaglio, patetico.
Louis e Zayn ridono e torniamo dove eravamo prima.

"Sta diventando più idiota di quello che già era." Sussurra Kylie avvicinandosi a me.

"Se fosse per me sarebbe già tornata a Londra, biglietto di sola andata." Aggiunge Logan.

"Lasciamo stare." Rispondo. Forse è meglio lasciar stare e non pensarci più altrimenti l'unica cosa che farò sarà rovinarmi la serata e niente più.

Sospiro nuovamente ed intanto gli altri si avvicinano a noi. Zayn subito inizia a parlare dei suoi argomenti senza senso che vengono immediatamente aboliti da Kylie. Sorrido, almeno si sdrammatizza un po' la situazione e mi calmo dato che fino a qualche minuto fa la mia intenzione era quella di prenderla a schiaffi.

Harry è davanti al bordo piscina a fissare l'acqua mentre Sam si è appena intrufolata nella conversazione che stanno intrattenendo Kylie e gli altri che sono accanto a me.

Mi giro a guardare la piscina e mi guardo attorno. Inizio a percepire un leggero mal di testa, forse dovuto all'alcol o forse ad altro. Comunque ho deciso che non berrò più per stasera, ho già bevuto troppo e non vorrei ubriacarmi, almeno stasera.

Faccio un passo indietro con l'intenzione di spostarmi dal bordo della piscina ma qualcosa mi fa perdere l'equilibrio.

Il mio corpo viene avvolto dall'acqua e un po' di essa entra nella mia bocca. Inizio a battere le mani e i piedi ma non riesco a stare a galla e il mio corpo cade in basso.

Continuo a muovermi convulsamente e riesco a tornare fuori per qualche secondo per prendere un po' d'aria, non so per quanto riuscirò a resistere.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 ***


HARRY'S POV

Dopo la discussione con Sam sono venuto a cercare pace a bordo piscina, peccato non sia così lontano da lei da non poter ascoltare la sua stupida voce che cerca di immergersi nella conversazione degli altri. Non comprendo il motivo di Sam per essere così idiota e sfacciata. Capisco che non nutra chissà quale simpatia nei confronti di Melanie ma lei è davvero esagerata. Questo è ciò che le ho detto nella nostra pseudo discussione, ma lei ovviamente se ne è sbattuta dicendo che lei sa ciò che sta facendo...certo, peccato io non ne sia convinto.

Ritorno però alla realtà quando sento uno splash. All'inizio non ci faccio caso più di tanto, ma quando continuo ad avvertire movimenti nell'acqua mi giro, seppur stufato. Chiedo troppo se voglio deprimermi in silenzio. Sempre se si possa chiamare silenzio il baccano che sta producendo la festa di Louis, anche se mi sto ancora capacitando sul fatto che Louis abbia tutte queste conoscenze.

Mi giro, prestando attenzione a ciò che mi circonda in questo momento, e quello che mi circonda mi fa rimanere sbigottito.

Le facce dei miei amici sono sbalordite, fatta eccezione per quella di Sam che sembra quasi soddisfatta e non riesco a comprenderne il motivo. Almeno fin quando Zayn non inizia ad urlare in modo isterico qualcosa che non riesco a comprendere; a volte mi domando come Kylie faccia a starci insieme.

Mi giro verso la fonte del rumore che proviene dall'estremo della piscina, lontano da me, e mi rendo conto della situazione.

Vedo Melanie cercare di prendere ossigeno, per pochi secondi prima di ricadere in acqua.

Mi alzo velocemente dalla mia postazione e cerco di correre nella sua direzione per aiutarla, anche perché dal modo in cui cerca ossigeno capisco che lo sta esaurendo.

Mi avvicino e mi preparo a buttarmi quando una presa al polso mi blocca.

''Dove credi di andare'' esclama infuriata Sam.

''Vado a riparare i tuoi sbagli'' ribatto cercando di scrollarmela di dosso.

''Non puoi farlo Harry, sai che non puoi. E poi non è di certo un errore... ti ricordo che io non sbaglio mai'' esclama a denti stretti.

So che non posso, che non potrei.

''Per questo Melanie sta affogando, giusto?'' riesco a liberare il mio polso e mi posiziono per tuffarmi, preoccupato anche dal fatto che io non stia sentendo più alcun rumore.

Prendo fiato e ormai ad un passo dall'acqua mi rendo conto del perché io non senta più rumori.

La folla si sta accerchiando intorno a dei ragazzi. Metto a fuoco e vedo il tessuto di un azzurro familiare bagnato e un ghigno sulla faccia di Sam che non scompare.

Senza rendermene conto sto già correndo in quella direzione, colpito da una preoccupazione che non capisco essere così grande, fin quando non mi faccio spazio tra la folla ed entro in quella bolla che si è formata tra Melanie e quel ragazzo.

''Cosa sta succedendo?'' domando al ragazzo che sta posando il corpo sul pavimento.

''Ho sentito soltanto dei rumori provenienti dalla piscina e mi sono accorto che questa ragazza stava affogando.'' mi spiega mentre sono già seduto sulle ginocchia accanto a Melanie e al ragazzo che ora sta cercando di farle riprendere i sensi.

La gente continua a circondarci e il tutto sta creando un caos che inizia a mettermi ansia e darmi fastidio.

''Logan cerca di allontanarli cazzo. Stanno soltanto peggiorando la situazione!'' esclamo infastidito. Logan intanto con l'aiuto degli altri cerca di allontanarli, seppur siano traumatizzati dall'accaduto.

Intanto il ragazzo cerca di capire se Melanie ha bevuto tanta acqua da dover fare qualcosa. La situazione mi sta preoccupando sinceramente e credo che Louis abbia compreso il mio stato perché si avvicina lentamente a me e posa una mano sulla mia spalla.

''Harry tranquillizzati, è caduta in acqua per pochi minuti, non credo abbia bevuto chissà quale quantità d'acqua. Credo solo che abbia perso i sensi più per il panico che per la caduta in sé per sé. Prima stavamo parlando e mi ha confessato che non sa nuotare e credo lo sapessero tutti compresa Sam che la conosce da molto più tempo, è stato molto crudele da parte sua.'' mi confessa Louis a sua volta preoccupato dalla situazione.

''Ragazzi credo di non sentirla respirare.'' esclama agitato il tizio che ora si sta avvicinando di più al suo corpo. ''Credo sia necessaria la respirazione artificiale per aiutarla, non vedo altre possibilità.'' continua mentre le sta già inclinando la testa all'indietro e sollevando il mento.

''Cosa vuol dire?'' cerco di capire poiché l'argomento "salvataggio di persone" è a me sconosciuto.

Quando finisco di parlare, lui le sta chiudendo il naso pizzicandolo fra le dita e sta poggiando la sua bocca sulla sua. Soffia nella sua bocca e il petto di Melanie si solleva, ma non credo stia funzionando.

Quando sto per urlargli contro che è meglio chiamare un'ambulanza che continuare a giocare al dottore e alla paziente, Melanie apre gli occhi ed inizia ad aspirare ossigeno in modo violento e a tossire convulsamente.

Rimane sdraiata per qualche minuto, il tempo necessario per rinsavire, poi appena cerca di alzarsi viene frenata da Kylie che le si butta letteralmente addosso facendo cadere entrambe mentre le sussurra qualcosa all'orecchio.

Sollevato dal fatto che Melanie stia bene faccio dei passi indietro permettendo a tutti gli altri di vederla. Involontariamente il mio sguardo va a finire sulla ragazza che ha combinato questo casino.

Anche lei mi guarda con quel sorrisino soddisfatto per quel che ha fatto. Quando il mio sguardo schifato e oltraggiato perfora il suo, la sua espressione cambia e il suo sorrisino si spezza come stava per essere spezzata la vita di Melanie, seppur inconsapevolmente.

MELANIE'S POV

Kylie scioglie l'abbraccio e mi sorride porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferro e mi alzo lentamente barcollando.

Mi gira la testa e non sono ancora completamente in forma. Sento un peso sul petto e sento gli occhi di tutti addosso, sento mormorare e non mi piace essere così al centro dell'attenzione.

Logan e gli altri si avvicinano a me e mi stritolano uno ad uno. Tutti tranne Harry, che mi fissa da svariati minuti ma non si avvicina; rimane a guardarmi e quando poso i miei occhi nei suoi si gira e si allontana.

"Stai bene?" Chiede Zayn poggiandomi una mano sulla spalla.

"Sì, credo di sì."dico ancora rincoglionita poggiandomi una mano sulla fronte, come se in questo modo potessi far cessare il tamburellio che c'è al suo interno.
Un brivido sale la mia schiena e mi rendo conto di essere completamente fradicia.

A quanto pare però non sono l'unica ad essere completamente inzuppata dato che un ragazzo al mio fianco si libera della maglietta e la strizza, lasciando cadere l'acqua sul pavimento. Suppongo sia lui ad avermi trascinata fuori dall'acqua, anche perché quando mi sono svegliata era praticamente sopra di me.

Quando si accorge del mio sguardo su di lui, mi sorride ed io faccio lo stesso. Tutto ciò è...imbarazzante.

Faccio un passo verso di lui allontanandomi così dagli altri che parlano tra loro dell'accaduto.

"Grazie per avermi aiutata."dico leggermente in imbarazzo.

"No, non devi ringraziarmi." Risponde aumentando il sorriso.
I suoi occhi sono intensi ed in qualche modo mi attirano, mi sembrano gli occhi di una persona sincera.

"E come faccio? Se non ci fossi stato tu chissà cosa sarebbe successo." Dico abbassando lo sguardo. Lui fa lo stesso e poi mi porge la mano.

"Zac Efron." Si presenta ed io afferro la sua mano.

"Melanie Cooper." Dico a mia volta.

Con la coda dell'occhio noto una chioma bionda avvicinarsi e mi giro di scatto.

"Scusami un attimo." Dico a Zac prima di allontanarmi da lui e dirigermi a passo svelto verso Sam.

La seguo. Ho intenzione di parlarle, nonostante sia ancora leggermente scossa per quello che è successo; ricordo perfettamente la spinta che ho ricevuto prima di cadere, e l'unica capace di fare una cosa del genere è proprio Sam.

Aumento il passo per raggiungerla ed afferro il suo braccio quando sono ormai vicina da poterlo fare.
Lei si gira di scatto sorpresa, poi quando si rende conto che sono io, torna a sorridere.

"Oh, Melanie." Dice sorridente.

"Smettila. Sei stata tu vero?" Chiedo infuriata, se continua a sorridere mi stimola gli schiaffi, davvero.

"Mhh. Non so di cosa tu stia parlando." Risponde prima di girare i tacchi e continuare a camminare senza riuscire ad allontanarsi perché prontamente afferro di nuovo il suo braccio.

Sam si gira e con uno scatto lascio andare il suo braccio ed afferro una sua ciocca di capelli.

"Ascoltami bene." Dico mentre la trascino per i capelli lontano dalla folla arrivando così nel giardino nel retro della casa, che è praticamente desolato.

"Non fare la finta tonta con me perché non funziona cara Sam. Mi sono stufata di fingermi cordiale con te. Non lo sono. Non azzardarti a fare mai più una cosa del genere, non mettermi più una mano addosso, non rivolgermi più la parola se non vuoi finire direttamente in un burrone. Hai capito?" Dico tutto d'un fiato tirando sempre di più i capelli. Sam lancia dei piccoli urli di dolore e la sua espressione facciale sarebbe da fotografare.

"Lasciami!" Urla cercando di far staccare la mia mano, ma in cambio stringo ancora di più la presa.

"Hai capito?!" Urlo di nuovo, non ho la minima intenzione di cedere alle sue lamentele.

"Lasciami! Tu sei pazza!" Urla a sua volta facendomi lasciare la presa. Mi sto innervosendo sempre di più e non è di certo una cosa salutare.

"Io? Io sarei la pazza? Tu mi ha buttato in una piscina ed io sarei la pazza?" Grido prima di dare una leggera spinta a Sam che comunque basta a farle perdere l'equilibrio e a farla cadere.

Sento dei passi provenire da dietro di noi e mi giro vedendo Harry che quando si accorge della nostra presenza scatta nella nostra direzione.

"Cosa sta succedendo qui?!" Urla dirigendosi immediatamente da Sam aiutandola ad alzarsi.

Non do retta ad Harry e continuo a guardare Sam; se fosse possibile in questo momento nei miei occhi ci sarebbe una fiamma.

"Hai capito o devo ripetertelo?" Dico facendo qualche passo in avanti.

"Cosa deve capire?" Chiede Harry mentre continua a tenere Sam, che in questo momento mi sembra un cane bastonato.

"Ti chiami Samantha per caso tu?" Sbraito contro Harry. Anche lui mi ha stancata; sempre a difenderla e a fare il paladino della giustizia, basta.
Harry sospira e si passa una mano nei capelli.

"Calmati." Dice poi.

"Non mi calmo Harry! No, che non mi calmo! Se non ci fosse stato Zac sarei affogata in una fottuta piscina per colpa della mente perversa di quella stupida che tanto proteggi." Urlo indicando Sam con un dito che mi guarda, ma questa volta senza sorriso.

"Saresti venuto tu a salvarmi? Eh?" Alcuni secondi di silenzio susseguono la mia frase ed Harry abbassa lo sguardo.

"No, ovvio che no! Ti saresti bagnato e  avresti perso troppo tempo da passare con Sam." Continuo con un sorriso beffardo.

"Io ho cercato di-" fa per dire Harry ma lo interrompo alzando un mano.

"Non mi interessa Harry, davvero. Non mi interessa se difendi sempre lei anche dopo una cosa del genere; certo non lo capisco, ma non mi interessa nemmeno un po', credimi. Almeno abbia la decenza di non venire qui a dirmi di calmarmi, perché non posso farlo." Dico questa volta a bassa voce, calma fuori ma non dentro.

Non aspetto risposta, non aspetto nulla. Mi giro e me ne vado.

Entro nuovamente tra la folla e il baccano. Voglio tornare a casa ma non voglio avvisare gli altri, quindi mi dirigo verso il cancello.

Quando lo raggiungo esco da esso ed inizio a camminare per arrivare a casa.

Da qui non impiegherò di certo poco tempo per arrivare a casa. Una cosa è arrivarci in macchina, un'altra è farlo a piedi; mi aspetta una lunga passeggiata.

"Melanie!" Qualcuno chiama il mio nome e quando riconosco la voce di Harry aumento il passo. Non ho intenzione di parlare con lui in questo momento, non voglio farlo con nessuno in realtà.

"Melanie, fermati." Dice quando è ormai dietro di me. Mi afferra un braccio e quindi sono costretta a girarmi, sbuffo.

Harry è affannato e si abbassa poggiando la mano libera sul ginocchio e continuando a respirare affannosamente.

"Cosa vuoi?." Chiedo stufa.

"Non è come hai detto tu, non è come pensi." Dice tornando a guardarmi negli occhi.

"Harry non mi interessa com'è realmente, non mi interessa se non è come ho detto. Non mi interessa." Dico continuando a guardarlo negli occhi.

"Ma a me sì." Dice semplicemente.

"Ma a me no." Rispondo.

Harry sbuffa e abbassa lo sguardo. Seguono alcuni secondi di silenzio ed io mi giro cercando di camminare per tornare a casa una buona volta, ma Harry non lascia la presa.

"Cosa vuoi Harry." Dico, ma lui non risponde ed abbassa lo sguardo.

"Ah, non sapevo fossi astemio, sai? Ti ho visto bere l'altra sera, strano no?" Continuo quando l'argomento "Harry astemio" raggiunge la mia mente quindi decido di approfittare di questo momento per chiederglielo.

Harry alza di nuovo lo sguardo su di me, la sua espressione diventa seria e lascia finalmente il mio braccio.

"Questi non sono affari che ti riguardano." Dice rigido.

"Già, questi non sono affari che mi riguardano. Tu non mi riguardi Harry." Dico prima di girarmi e ricominciare a camminare ma questa volta senza essere bloccata da Harry.

"Melanie!" Sento chiamare il mio nome ma non è la voce di Harry. In fine volevo solo tornare a casa in santa pace, non mi sembra di chiedere troppo.
Mi volto per vedere chi mi sta chiamando e per mia sorpresa è Zac.

"Ti ho vista uscire. Stai tornando a casa?" Chiede posizionandosi davanti a me, ignorando completamente Harry alle sue spalle che ci guarda.

"Sì, stavo per farlo." Dico accennando un sorriso benché non abbia voglia di sorridere.

"Ti accompagno." Dice sorridente.

"Grazie, ma non c'è ne bisogno, davvero." Dico, in realtà mi farebbe comodo un passaggio ma non voglio sembrare volgare.

"Insisto, non mi sembra una buona idea andare in giro da sola a quest'ora." Dice gesticolando con una mano mentre l'altra è poggiata sul fianco.

Sospiro e annuisco.

"Va bene." Sorrido e Zac mi fa segno di seguirlo per arrivare alla macchina.
Inizio a camminare dietro di lui e dopo qualche passo mi fermo e torno a guardare indietro.

Harry non c'è.

Abbasso lo sguardo e seguo silenziosamente Zac.

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


Chiudo la portiera e guardo Zac fare il giro dell'auto.
Non appena ho visto questa macchina sono rimasta a bocca aperta, da come ho potuto vedere è una Mercedes, anche se non so quale delle tante.

È rossa ed è a dir poco meravigliosa. All'interno è spaziosa e mi sembra una macchina appena acquistata data la sua pulizia sia interna che esterna.

Prima di entrare ho insistito con Zac per lasciarmi andare a piedi, essendo completamente fradicia bagnerò di sicuro tutto il sedile. Comunque non mi ha dato retta ed ha detto che non aveva nessuna rilevanza, quindi ho deciso di non insistere, d'altronde voglio solo arrivare a casa.

Zac ingrana la marcia dopo aver acceso il motore e fa partire la macchina.

"Dimmi tu dove devo andare." Dice facendo qualche manovra per uscire dal parcheggio.
Annuisco, mi sento leggermente a disagio.

"Come hai fatto a cadere in piscina?" Chiede mettendosi sulla strada.

"Non sono caduta io, mi ha spinta quella specie di bambola gonfiabile." Dico pensando a Sam e la rabbia sale di nuovo.
Zac ride ed io sorrido.

"E chi sarebbe questa bambola gonfiabile?" Chiede sorridente.

"Gira a destra." Dico indicando la traversa dove bisogna svoltare.

"È quella ragazza bionda che ho seguito prima, mentre parlavo con te; si chiama Samantha, detta Sam." Rispondo portando lo sguardo fuori dal finestrino.
Ora che ci faccio caso inizio a sentire freddo ed il mio mal di testa sta peggiorando.

"Mi sembra di aver visto una ragazza bionda, ma non ci ho fatto caso." Ammette poi mentre io gli indico di svoltare a sinistra.

"Meglio per te." Dico sottovoce facendo ridere nuovamente Zac.

"Ma perché spingerti in piscina?" Chiede mentre prosegue dritto per la strada.

"Perché è una stupida, per non dire altro." Rispondo mentre gioco con il tessuto del mio vestito.
Zac annuisce, forse ha capito che tipo è Sam.

"Comunque lasciamo stare Sam. Sei un amico di Luois?" Chiedo voltandomi verso di lui.

"Sì, siamo amici dai tempi dei tempi." Risponde.
"Tu invece come lo hai conosciuto?" Chiede poi girandosi a guardarmi per qualche istante e riportando subito gli occhi davanti a sé.

"Stavamo facendo serata io e gli altri miei amici e Louis lavorava nel pub in cui eravamo noi. Lì l'ho visto per la prima volta, poi ho scoperto che frequenta la mia stessa università." Dico guardando avanti a me.

"Non mi dire che anche tu sei del Los Angeles Southwest College!" Esclama.
Gli indico di nuovo di girare.

"Esatto. Quella è casa mia." Dico indicando l'abitazione attraverso i vetri.
Zac accosta e ferma l'auto davanti casa senza spegnere il motore.

"Beh, allora vuol dire che ci vedremo spesso." Dice azionando il freno a mano e girandosi finalmente a guardarmi.

"Non dirmi che tu frequenti quel college." Dico sorridendo.

"Esatto." Mi imita Zac.

"Cavolo, più passa il tempo più mi rendo conto che tutta Los Angeles frequenta quel college." Rifletto poggiando una mano sulla maniglia per uscire.

"È il più prestigioso, quindi credo sia normale" dice Zac continuando a sorridere.

"Sì, credo di sì." Rispondo sorridendo a mia volta. Slaccio la cintura e mi volto di nuovo verso Zac.

"Grazie ancora per quello che hai fatto Zac, davvero." Apro la porta.

"Figurati. Buonanotte Melanie." Risponde mentre esco dalla macchina.

"Buonanotte Zac" rispondo richiudendo la porta.

La macchina di Zac parte fino a sparire dalla mia visuale. Sospiro e mi giro per aprire il cancello.

Salgo le scale ed apro anche il portone, richiudendolo alle mie spalle quando sono dentro. Accendo la luce e cammino verso le scale per poter arrivare in camera mia, e quando sono lì accendo la luce e mi libero del vestito, che cade ai miei piedi.

Mi abbasso per prenderlo e mi dirigo in bagno per poi metterlo nel lavandino, è ancora inzuppato d'acqua e se lo lascio in camera ,come mio solito fare, bagnerò il pavimento.

Entro in doccia ed accendo l'acqua calda; mi rilasso e chiudo gli occhi.

Dopo svariati minuti chiudo l'acqua e mi avvolgo nell'asciugamano prima di uscire dalla doccia e dirigermi in camera.

Prendo il telefono abbandonato sul letto; sono le 12 e 20, non è poi così tardi. Ora che ci penso però, mi dispiace non aver salutato Louis e gli altri, ma dopo quello che è successo l'unica cosa che volevo era tornare a casa; e per via di Harry ho impiegato anche più tempo perché non mi lasciava stare.

Comunque non riesco a capire perché si sia alterato e chiuso in una bolla quando ho messo in mezzo la sua bugia sull'astemia. Davvero non capisco, cosa nasconde Harry? Per reagire in quel modo deve esserci qualcosa che non va. Qualcosa che non so. 
Non che io sappia molto di Harry poi.

Automaticamente mi viene da pensare a Sam. Se prima non la sopportavo, ora la odio. Il gesto che ha fatto è ripudiante, ma spero prenda in considerazione i miei avvertimenti perché la mia pazienza ha un limite, e per lei si è esaurita.

Per non parlare di Harry che la difende sempre. Io davvero non lo capisco quel ragazzo.

Sbuffo ed apro l'armadio per prendere il mio pigiama.
Lo infilo e libero i capelli dall' asciugamano. Mi butto nel letto e chiudo gli occhi, poi mi addormento.

-

[20 minuti dopo.]

Un rumore stridulo mi fa girare tra le coperte ed emettere un grugnito.

Starò sognando.

Un altro suono.

Chi bussa al mio campanello a quest'ora?

Apro leggermente gli occhi, ma non riesco a tenerli aperti quindi li richiudo. Il terzo suono mi fa sbuffare e mi fa passare una mano sul viso per cercare di svegliarmi.

Mi sporgo ed accendo la lampada; mi libero dalle lenzuola e mi stropiccio gli occhi.

Mi metto a sedere sul letto e mi alzo, intanto il campanello suona nuovamente.

Sbuffo e con ancora gli occhi chiusi apro la porta di camera mia e scendo le scale.

Forse sono i miei genitori, ma non capisco perché bussino alla porta, hanno le chiavi. Forse le avranno dimenticate.

Scendo velocemente le scale e il campanello continua a suonare. I miei genitori non bussano così insistentemente.

Quando arrivo davanti alla porta mi fermo bloccata da una leggera ansia, sospiro e tolgo il catenaccio per poi spalancare la porta.

Quello che vedo davanti a me è il niente, non c'è nessuno ed un brivido percorre la mia schiena. L'ansia aumenta e il mio istinto mi dice di chiudere immediatamente la porta ma prima che possa farlo, mi accorgo della presenza di una lettera sullo zerbino.

Rimango con la porta semi aperta e fisso la busta sul pavimento davanti a me. Il battito del mio cuore accellera ed un altro brivido mi percuote. Apro leggermente la porta e mi abbasso per prendere la busta, mi guardo intorno e con uno scatto chiudo il portone.

Lancio la lettera dietro di me e questa finisce sul tappeto che riempie il centro del salotto. Chiudo il catenaccio e poggio la schiena alla superficie di legno del portone, continuando a fissare la busta che giace sul tappeto.

Chiudo gli occhi e sospiro, cerco di calmarmi ma mi è impossibile.

Cosa significa quella busta davanti il portone di casa, alle 12:45 di notte, dopo aver bussato alla porta insistentemente.

Qualcuno è lì fuori, così vicino, ancora una volta.

Riapro gli occhi. Il cuore sembra voler uscire fuori dal mio petto ed inizio ad avere delle vampate di calore che salgono su per la mia schiena.

Faccio un passo in avanti e mi abbasso per poter afferrare la busta.

Mi siedo sul pavimento e mi rigiro la busta tra le mani.
Non c'è scritto nulla, tutto bianco.
Prendo coraggio e strappo lentamente la carta bianca; ho paura di quello che potrei trovare all'interno della busta, ho paura di aprirla, ma non riuscirei mai a restare con il dubbio. Magari è solo il postino.

Sì, il postino all'1 di notte che lascia una busta sotto il portone dopo aver bussato miriadi volte al campanello, e per giunta quando apro non c'è nessuno. Bella ipotesi Melanie, davvero.

Una volta stracciata la busta infilo le dita e tiro fuori quello che c'è all'interno. Mi si forma un groppo in gola e il mio respiro aumenta.

Una foto.

Al centro c'è una donna, al suo fianco c'è un uomo. Vicino all'uomo c'è mio padre, vicino alla donna c'è mia madre. Accanto all'uomo c'è un bambino. Una tavola, una torta di compleanno ed una candelina a forma di 1 accesa sulla torta.

È la stessa foto che ho trovato pochi giorni fa in soffitta, la stessa.

Quella foto che credevo raffigurasse i miei con degli zii, ma ora che ricevo questa foto, in un modo così misterioso ed inquietante, non so cosa pensare; non so cosa fare, vorrei uscire ed andare via da qui, vorrei che qualcuno fosse qui con me, vorrei non essere sola con qualcuno là fuori che mi lascia una foto sotto il portone: una foto che solo pochi giorni fa era nella mia soffitta.

Se questa foto è qui vuol dire che non può essere in soffitta, dovrei controllare, ma l'idea di farlo mi terrorizza. L'idea di non trovarle in quell'album mi terrorizza. Questa situazione mi terrorizza.

Giro la foto, c'è scritto qualcosa dietro...delle iniziali.

"N.P"

Cosa vuol dire? Cosa significa?

Mi passo una mano tra i capelli, mi sembra di impazzire, non so che fare.

Afferro di nuovo la busta per terra e me la rigiro nuovamente tra le mani, la capovolgo e dal suo interno cade un pezzo di carta. Lo affero, c'è scritto qualcosa.

"Il tuo silenzio è prezioso se vuoi sapere la verità."

"Ma quale cazzo di verità?!" Parlo tra me e me.

Il mittente di questa foto mi sta intimando di mantenere il silenzio su quanto è successo.

Perché gli altri non possono sapere?

Sbuffo e mi alzo dal pavimento con un'ansia che mi appesantisce le spalle.

Corro verso le scale e le salgo velocemente.

Mi dirigo verso la fine del corridoio ed accendo la luce, così da poter vedere la leva sul soffitto.

Quando la trovo la afferro e la tiro con forza facendo così aprire le scale. Le salgo e in pochi secondi sono già in soffitta.

Schiaccio l'interruttore e la luce si accende permettendomi di rilassare gli occhi. Non esito e subito mi fiondo davanti alla vetrina, mi inginocchio ed afferro la scatola accanto ad essa, la scatola dove l'altra volta ho trovato quelle foto.

Mi sembra tutto in ordine, tutto esattamente come la scorsa volta.

L'album del matrimonio dei miei genitori prevale sugli altri, è il più grande e riempie la scatola.

Lo alzo e lo poggio sul pavimento.

Sotto quello del matrimonio ci sono altri album più piccoli, ma quello che mi interessa di vedere è bianco rovinato dal tempo.

Lo afferro ed inizio a sfogliarlo velocemente.

Sfoglio con fretta tutte le foto e vedo tutto ma non quello che vorrei vedere, le foto posizionate orizzontalmente non ci sono. Sono sicura di averle messe proprio qui, in quest'album, ma non ci sono.

Respiro affannatamente e l'immagine di qualcuno che entra in casa mia mi fa venire i brividi e fa diventare il mio respiro ancora più irregolare.

Chiudo l'album e lo ripongo nella scatola, la stessa cosa faccio con quello dei miei genitori.

Spingo la scatola fino a farla tornare dove era prima, poi mi alzo e mi avvicino alle scale, spengo la luce e scendo.

Quando sono giù chiudo la scala e blocco la leva, poi scendo frettolosamente le scale e mi dirigo nuovamente nel salotto.

Mi abbasso ed afferro la busta, il biglietto e la foto.

"Cosa sta succedendo..." Sussurro.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 ***


"Certo che questa roba oggi fa proprio schifo eh?" Dice Logan riferendosi al cibo della mensa scolastica, con il boccone in bocca ed una faccia leggermente schifata.

"Ma no, a me piace." Ribatte Kylie che a quanto pare la pensa diversamente.

"Di sicuro cucino meglio io." Si aggiunge Zayn facendo avviare un dibattito tra chi pensa che il cibo della scuola sia mangiabile e chi dice che fa schifo.

Personalmente non ho nessun parere a riguardo dato che l'unica cosa che sto facendo è giocare con le foglie di insalata spostandole da una parte all'altra del vassoio.

Oggi non sono per niente nel pieno delle mie forze. Questa notte non ho chiuso occhio, non ho fatto altro che fissare quella dannata foto; me la rigiravo tra le mani e mi chiedevo cosa stesse a significare, mi chiedevo perché qualcuno sia entrato in casa per prendere delle foto. Come faceva a sapere che erano lì? Erano le foto il motivo per cui qualcuno è entrato? Non mi spiego nemmeno come abbiano fatto ad entrare senza essere visti. Sicuramente sono entrati quando non c'era nessuno, d'altronde non è difficile siccome i miei genitori lavorano tutto il giorno ed io non ci sono quasi mai.

Ieri notte ho persino controllato le telecamere di sicurezza. Credevo mi avrebbero aiutata a capire qualcosa. Con quell'uomo che ha provato ad entrare in casa quella sera di qualche settimana fa, sono state utili, ma non in questo caso. Chi ha lasciato quella lettera si è preoccupato di non lasciare tracce, ha oscurato tutte le telecamere senza essere ripreso. Non posso sapere se è la stessa persona dell'altra volta ad aver lasciato quella busta, non posso sapere se è stata una o più persone, non posso sapere nulla, niente di niente.

Ho passato tutta la notte sveglia con l'ansia di trovarmi qualcuno in casa da un momento all'altro, a pormi domande su quanto accaduto, ovviamente senza trovare risposte. Di che verità si tratta? E poi perché non dovrei dirlo a nessuno? Cosa ne sa quella persona se io ne parlo con qualcuno? Non ci capisco nulla.

"Melanie?" Kylie scuote leggermente il mio braccio.

Alzo lo sguardo distogliendolo finalmente dal vassoio davanti a me, e guardo Kylie. Ho la netta sensazione di essermi persa qualche parte del discorso.

"Ci sei?" Dice passandomi un mano davanti agli occhi facendomi annuire.

"Tu cosa ne pensi del cibo della mensa oggi?" Mi chiede Zayn.

Sinceramente non ne ho la minima idea perché non ho mangiato nulla.

"Effettivamente oggi è un po..." non continuo la frase perché non so quale aggettivo allegare ad un cibo che non ho mangiato.

"Vedi? Ho ragione io!" Esclama Logan che viene contraddetto da Kylie, in questo modo la discussione si riavvia.

Solo il pensiero che devo affrontare altre lezioni mi fa disperare, di tutte quelle che ho affrontato da stamattina non ci ho capito nulla. Non ascolto un granché nei giorni normali figuriamoci ora che ho la testa da un'altra parte e gli occhi che si chiudono per il sonno.

Una voce mi fa distogliere dai miei pensieri e quando alzo lo sguardo mi rendo conto che ad aver salutato è stato Harry. Prende posto al lato opposto del tavolo e subito viene travolto dalle domande degli altri riguardanti il cibo.

"Non mi sembra così male." Risponde allargando le braccia.

Chiederanno pareri a tutti ora.

"Visto Logan? Non gli sembra male." Dice Kylie soddisfatta.

"Beh, per ora siamo pari. Melanie la pensa come me." Risponde Logan.

"Ma Harry la pensa come me." Ribatte Kylie, non la finiranno mai.

"Come se fosse in grado di pensare." Dico sottovoce roteando gli occhi, ma a quanto pare Harry mi sente perché mi lancia un'occhiata alla quale non do corda, se lo facessi finiremmo con il litigare e non è mia intenzione.

Non voglio mettermi a discutere con lui, ho già troppe cose a cui pensare, anche se ammetto che non avrei dovuto alludere a quanto successo ieri, ma d'altro canto è solo la verità.

Harry non sa ragionare quando in mezzo c'è Sam. È sempre dalla sua parte e prende sempre le sue difese.

Forse l'unico motivo è che non nutre una grande simpatia nei miei confronti nonostante non mi sembra di avergli fatto chissà quale torto.

Certo forse gli rispondo male a volte, vabbè spesso, ma questo non giustifica il suo comportamento. Ha avuto il coraggio di stare dalla parte di Sam anche dopo che quest'ultima mi ha buttata in piscina, non credo ci sia altro da aggiungere.

Comunque come ho già detto molteplici volte, non mi riguarda. Il fatto che Harry sia un idiota e prenda le difese della persona sbagliata non mi tocca minimamente. Però non posso fare a meno di innervosirmi a causa di ciò. Forse mi dà fastidio solo perché la persona in questione è Sam.

"Melanie mi ascolti?" Kylie mi scuote nuovamente il braccio e richiama la mia attenzione.

"Cosa?" Chiedo appena uscita da una fase di trans isolata.

"Cosa ti prende? Non parli, non mangi e non mi stai ascoltando. C'è qualcosa che non va?" Chiede corrugando la fronte e richiamando anche l'attenzione degli altri su di me.

Effettivamente ha ragione. C'è qualcosa che non va. C'è qualcosa che mi preoccupa. C'è qualcosa che non capisco.

"No, niente." Rispondo invece, non posso dire nulla.

"Sicura? Non mi sembra." Continua Kylie imperterrita. Ormai ha la convinzione che ci sia qualcosa che non va, e nessuno le farà cambiare opinione. Ha la testa dura, quando si convince di una cosa è finita.

"Il tuo silenzio è prezioso se vuoi sapere la verità." Ripenso alla frase scritta su quel bigliettino; non posso parlare, oppure dovrei farlo?

"Sì Kylie, sono sicura." Rispondo.

"E non mi guardate così." Mi riferisco poi agli altri che mi stanno fissando.

"È per ieri?" Chiede Logan. Capisco che si sta riferendo alla festa, in particolare alla caduta in piscina, quindi scuoto la testa in segno di negazione.

"No, non è per ieri e non è per nessun motivo. Sono solo stanca, tutto qui." Rispondo buttando in mezzo una scusa a caso. Gli altri non mi sembrano molto convinti, ma prego comunque che non facciano altre domande.

"Buongiorno ragazzi." Una voce alle mie spalle mi fa voltare e vedo Louis seguito da Zac avvicinarsi al nostro tavolo.

"Zac? Anche tu qui?" Chiede Zayn alzandosi per salutare Zac. Mi sono persa il momento in cui si sono conosciuti.

"Già." Risponde Zac sedendosi con noi insieme a Louis, menomale che i tavoli qui sono immensi. Con la coda dell'occhio vedo Harry sbuffare e mi giro a guardarlo per qualche secondo. Anche lui posa gli occhi su di me e pur coalizzando tutte le mie forze non riesco a distogliere lo sguardo.

"Come va?" Una voce mi distrae e vedo Zac direttamente davanti a me.

"Bene." Rispondo cercando di sorridere.

Mi giro a guardare Harry che continua a fissarmi. Poi torno a guardare Zac.

"Grazie ancora per ieri." Ribadisco a Zac. Credo di averlo ringraziato mille volte, ma non basta mai; non finirò mai di ringraziarlo per ciò che ha fatto.

"Ti ho già detto ,non so quante volte, che non devi ringraziarmi." Risponde Zac.

Io sorrido e abbasso lo sguardo.

"Facciamo una cosa. Per ringraziarmi per bene verrai a mangiare un gelato con me, oggi pomeriggio." Dice Zac prendendomi alla sprovvista.

Sinceramente non ne ho molta voglia. Voglio rimanere a casa, potrebbe succedere qualche altra cosa; non so se mi va.

Rimango in silenzio con la bocca socchiusa mentre Zac mi guarda in attesa di una risposta, gli altri parlottano tra loro ed Harry continua a tenermi lo sguardo fisso addosso. Non so perché ma lo sguardo di Harry mi fa accettare la proposta di Zac.

"Va bene." Dico sorridente.

D'altronde pur non avendone chissà quale voglia, forse uscire e svagarmi mi farà stare leggermente meglio.

Zac sorride a sua volta.

"Bene, allora ti passo a prendere questo pomeriggio." Dice poi facendo sbuffare nuovamente Harry.

Non capisco perché oggi sia una locomotiva, forse la presenza di Zac lo infastidisce dati gli sguardi che gli rivolge.

Annuisco e cerco di seguire la discussione degli altri, che per fortuna hanno accantonato l'argomento "cibo della mensa".

Dopo pochi minuti la campanella suona nuovamente e ci dividiamo per andare ognuno alle proprie lezioni, e quando finalmente sono finite esco dall'aula per uscire subito dalla struttura.

Quando sono fuori mi incammino verso la strada ed esco salutando i miei amici che sono vicino al cancello.

Inutile dire che Kylie mi lancia degli sguardi investigativi ma che vengono altamente ignorati da me.

Cammino verso casa ancora rimbambita. Inizio a sentire nuovamente un leggero mal di testa che ormai fa parte delle mie giornate.

Sono ancora incredula per quello che è successo, questi giorni non sono per niente tranquilli.

Scalcio via un sasso e cerco di fare la stessa cosa con i miei pensieri, ma non ci riesco. Non riesco a non pensare a quanto successo ieri notte, e allo stesso modo non riesco a non pensare al modo in cui Harry abbia difeso Samantha ieri alla festa.

Mi impongo di non farlo, ma è più forte di me. È come un pensiero fisso che non vuole abbandonarmi e quasi penso più a questo che alla foto che ho ricevuto.

Continuo a camminare con i capelli svolazzanti a causa del vento. Oggi, a differenza degli altri giorni non c'è il sole ad illuminare il cielo. È una giornata piuttosto cupa e più fresca dei giorni precedenti. D'altronde siamo ad ottobre ed è comprensibile.

Sento dei passi dietro di me. Non saprei definire se sono vicini o lontani, dal momento in cui quando mi giro non c'è nessuno.

Mi fermo per qualche secondo, poi riprendo a camminare e scuoto la testa per scacciare via le varie paranoie che già si stanno creando all'interno di essa. Credo sia normale comunque dopo quanto successo.

Eppure non riesco a togliermi di dosso la sensazione di essere osservata, quella strana sensazione che ti si instaura all'interno e ti fa sentire gli occhi di qualcuno costantemente fissi addosso.

La sensazione che qualcuno stia monitorando i tuoi movimenti; è questo quello provo in questo momento.

Mi fermo nuovamente e mi volto, facendo saettare lo sguardo ovunque intorno a me.

Ma non c'è nessuno dietro di me.

Non c'è nessuno, eppure mi è sembrato di sentire dei passi prima, eppure mi sento osservata.

Sospiro. Non mi piace stare così in ansia. Riprendo a camminare ma questa volta a passo svelto, mentre una folata di vento mi colpisce in pieno volto. Prima d'ora non mi era mai capitato di sentire certe sensazioni, ma comunque cerco di convincermi che è solo una mia impressione.

Arrivo davanti al cancello e lo apro, per poi entrare in casa e richiudere il portone alle mie spalle.

La presenza dei miei nel salotto mi fa rilassare lievemente e sospiro sollevata.

"Melanie, già a casa?" Chiede mio padre seduto sul divano con le gambe accavallate mentre legge un giornale.

"Già." rispondo solo. Avrei giurato che ci fosse qualcuno che mi spiava lì fuori.

Lascio lo zaino a terra e mi lancio sul divano chiudendo gli occhi e cercando di allontanare quei pensieri che mi stanno ormai torturando.

Mi passo una mano sulle palpebre per cercare di alleviare il peso che c'è su di esse, anche se vanamente.

"Oh Melanie!" Mi saluta mia madre, che esce dalla cucina munita di grembiule e strofinaccio.

"Quando siete tornati da lavoro?" Chiedo interrogativa ancora stravaccata sul divano.

Mio padre abbassa il giornale e mi rivolge uno sguardo.

"Questa mattina. Tu eri già andata via." Risponde.

"Avete altri turni...notturni intendo." Chiedo ancora. La mia preoccupazione in realtà è quella di rimanere nuovamente sola a casa. Ho il timore che possa succedere qualcos'altro.

Vorrei chiedere informazioni ai miei genitori su quella foto, vorrei chiedere chi sono quelle persone sconosciute in essa raffigurate, vorrei raccontare loro di quanto successo; ma non lo faccio, rimango solo in silenzio ad attendere una risposta.

"Beh, non saprei dirti. Dipende se ci sono urgenze, se c'è bisogno di sostituire qualcuno, dipende da molte cose tesoro. Ma perché questa domanda? Mi sembri stanca, non stai dormendo?" Chiede mia mamma avvicinandosi a me e alzandomi il mento. Come al solito non le sfugge mai nulla, lei e Kylie mi inquietano.

"No mamma, va tutto bene. Solo che il fatto di dovermi svegliare presto ogni mattina...non sono abituata." Rispondo spostando la sua mano ed alzandomi dal divano.

Afferro di nuovo lo zaino e me lo metto in spalla per poi incamminarmi verso le scale.

"Vado sopra, credo di dormire un po'. Più tardi esco." Dico mentre salgo le scale.

Fortunatamente mia madre non ha iniziato con il suo quarto grado. Se avesse deciso di farlo, mi avrebbe riempita di domande senza darmi tregua, e per come stanno le cose, o per meglio dire, per come sto io, avremmo sicuramente finito con il cadere in una discussione.

Non mi piace quando inizia a farmi domande a raffica pretendendo sempre una risposta. In generale non mi piacciono le domande, specialmente quelle alle quali non voglio dare una risposta.

Arrivo in camera e spalanco la porta, poi mi fiondo sul letto e chiudo gli occhi.

Cosa vogliono da me?

Striscio sul letto come un serpente in fin di vita fino ad arrivare al comodino. Apro il cassetto superiore e afferro quella maledetta busta. Osservo la foto e le stesse domande riprendono vita. Poi infilo una mano nelle tasche dei jeans.

"Il tuo silenzio è prezioso se vuoi sapere la verità." Passo un dito sull'inchiostro ormai secco del bigliettino che ho trovato all'interno della busta.

Giro la foto.

"N.P"

"Cosa significa?" Sussurro prima di cadere in un sonno profondo.

Un suono fin troppo conosciuto mi fa serrare un occhio.

Il mio telefono sta squillando accanto a me, ma nonostante ci siano solo 10 centimetri a separarci, per una Melanie appena sveglia da un pisolino pomeridiano è troppo.

Chiudo nuovamente gli occhi nella speranza che il suono cessi al più presto, ma non mi sembra avere intenzione di farlo, quindi mi impongo di allungare un braccio ed afferrare il cellulare.

Faccio scorrere il dito sullo schermo accettando così la chiamata, e con ancora gli occhi chiusi lo avvicino all'orecchio.

"Pronto." Dico con la voce impastata.

"Melanie, dove sei?" Chiede una voce femminile dall'altro lato.

"Mh, a casa." Non ho idea di chi mi abbia chiamata, voglio solo tornare a dormire.

"Bene, che ne dici di vederci oggi?"

Apro gli occhi con fatica, ma raduno tutta la volontà per tenerli aperti. Mi puntello sui gomiti e guardo sullo schermo del cellulare per vedere con chi sto esattamente parlando, è Kylie.

"Ah, Kylie, sei tu."mentre sbadiglio e mi stiracchio.

"Con chi credevi di star parlando?" Prosegue quella che ho scoperto essere Kylie.

"Stavo dormendo."

Kylie emette un mugugno per poi esclamare il solito "come devo fare con te!"

"Allora? Ci vediamo oggi?" Continua poi.

"Non credo. Devo uscire con Zac." Le ricordo.

"Già, vero! E così la nostra Melanie fa conquiste, eh?"

"Ma quali conquiste e conquiste, sai bene che non sono in cerca di queste cose. Comunque ora ti lascio perché mi devo dare una sistemata, ci vediamo domani." Rispondo mentre mi alzo dal letto.

"Va bene, va bene. Ma prima o poi..." risponde.

"Ci vediamo." Dico poi chiudendo la chiamata.

Anche se non ha continuato la frase so bene a cosa si riferisse con quel "prima o poi".

Personalmente non ho interesse nel trovare il cosiddetto "amore", io non so nemmeno se esista. Ho sentito dire che a volte fa male, che ti può distruggere, che a molti fa paura, ad altri invece mette i brividi. 
Ho sentito dire che non lo puoi evitare, che ti toglie ogni certezza.

Io non ho mai provato dolore per un' altra persona, nessuno mi ha mai distrutta, nessun sentimento mi ha messo paura e non ho mai provato brividi. Non ho mai avuto la necessità di evitare nulla, niente e nessuno ha mai smontato le mie certezze.

Perché forse hanno una base troppo solida, un muro che si erege da anni davanti a me, che mi priva dei sentimenti più comuni che si possano provare nei confronti di un'altra persona. Un muro che ho creato io, e che ormai non faccio più fatica a mantenere perché è diventato parte di me.

Non sono una sentimentale, una romantica, una che crede nell'amore. E certo mi potrei ricredere, ma le relazioni che ho avuto fin'ora non mi hanno mai permesso di farlo. Sono state futili, prive di significato, prive di sentimenti, o almeno per me.

A volte credo di essere sbagliata, credo di essere troppo fredda, rigida, ma forse è meglio così. Non mi piace essere vulnerabile, io sono fredda, non ho sentimenti.

Credo semplicemente che l'amore non faccia per me.

Mi alzo dal letto e poso la busta nel cassetto ancora aperto.
Mi sono addormentata con la foto tra le mani.

Entro in bagno e quando mi guardo allo specchio quasi mi viene un colpo.

Mi sembro un panda, uno di quelli che stanno avvinghiati costantemente ad un albero di bambù.

Prendo il detergente e tolgo il trucco in eccesso, poi apro il rubinetto e bagno le mani per poi rinfrescarmi il viso.

Mi asciugo ed inizio a truccarmi nuovamente, sempre allo stesso modo: eyeliner, correttore e mascara.

Quando ho terminato esco dal bagno e torno in camera. Afferro il cellulare sul letto; sono le 5:20, Zac dovrebbe essere qui tra poco.

Scendo le scale velocemente e in pochi secondi sono giù. Ho dormito all'incirca due ore e non capisco perché invece di sentirmi pimpante come una bambina mi sento ancora più rincoglionita di quanto lo ero prima.

Dormire di pomeriggio è controproducente.

I miei genitori sono ancora giù. Mio padre è sdraiato sul divano mentre mia madre è ai fornelli, come sempre.
Le piace molto cucinare e quando è a casa ne approfitta sempre.

Mi dirigo verso il frigo e afferro la bottiglia d'acqua.

"Stai per uscire?" Mi chiede mentre con un cucchiaio gira qualcosa all'interno della padella.

Annuisco ed apro il mobile per prendere un bicchiere.

Lo riempio d'acqua e lo avvicino alla bocca.

"E con chi?" Chiede mio padre.

"Con un amico." Rispondo riponendo il bicchiere nel lavandino.

"Ti sei fidanzata?" Continua mio padre mettendosi a sedere e fingendosi allarmato.

"Ti ho detto amico, non fidanzato."

"E poi credo che morirete senza avere nipotini." Continuo lievemente divertita.

"Cosa? Guarda che voglio diventare nonna." Replica mia madre.

Attraverso la finestra vedo una macchina rossa e quindi capisco che Zac è arrivato.

"Certo mamma, in qualche mondo parallelo sicuramente."

"Comunque ora vado." Continuo prima di avvicinarmi alla porta ed aprirla.

Mia madre e mio padre mi salutano a loro volta e chiudo la porta.

Mi dirigo verso Zac che già mi rivolge un gran sorriso.

Entro in macchina e lo saluto mentre allaccio la cintura.

"Allora signorina, dove vuole andare?" Dice Zac prima di partire.

"Dove vuole, non ho preferenze."

Zac ride e continua a guardare la strada.

Devo ammettere che mi sento leggermente in imbarazzo.
L'ho conosciuto solo ieri, ed oggi stiamo andando a prendere un gelato.

"Bene, allora deciderò per entrambi. C'è una gelateria molto carina da queste parti." Risponde.

"Va bene, l'importante è che abbiano un buon gelato al limone." Poggio la testa allo schienale e chiudo gli occhi.

"Vale lo stesso per me. È il mio gusto preferito." Dice facendomi aprire gli occhi.

Finalmente una persona che la pensa come me, a tutti gli altri non piace.

Per tutto il tragitto continuiamo a chiacchierare dei vari gusti di gelato, finché non arriviamo alla gelateria che Zac ha scelto.

"Siamo arrivati." Dice mentre parcheggia l'auto.

Non credo di essere mai venuta qui.

Slaccio la cintura ed apro la portiera scendendo dall'auto. Zac fa lo stesso e insieme ci avviciniamo all'entrata.

Il posto non è molto grande ma è carino, molto semplice.

Ci avviciniamo al bancone con i vari gelati ed attendiamo il nostro turno.

Ordiniamo i nostri gelati che vengono immediatamente preparati e quando il gelataio ce li porge Zac li afferra per poi passarne uno a me.

"Mangiamo qui o andiamo a fare una passeggiata?" Mi chiede.

"Passeggiata. Non mi va di rimanere qui." Rispondo guardandomi intorno.

Zac annuisce ed usciamo dalla gelateria iniziando a camminare lungo il marciapiede.

"È ottimo." Affermo dando un morso al gelato.

"Già. Te l'avevo detto che non era niente male." Risponde Zac mentre io sorrido.

"Raccontami qualcosa. Di te intendo." Continua.

Rimango qualche secondo in silenzio.

"Non ho molto da raccontare." Rispondo poi.

"Tutti abbiamo qualcosa da raccontare." Ribatte Zac voltandosi a guardarmi.

"Sì, ma non credo sia il momento di annoiarti con i racconti della mia vita." sorrido, cercando di divincolarmi da questa domanda che mi ha preso leggermente in contropiede.

Zac ha ragione;

Tutti hanno qualcosa da raccontare.

Ma io ho sempre cercato di non avere niente da raccontare. Ho sempre cercato di nascondere tutto. A volte però non è possibile.

"Se avessi voluto divertirmi non ti avrei fatto questa domanda. Tutti abbiamo un passato Melanie, e non sempre il nostro passato racchiude solo cose belle, non sarebbe vita." Guarda davanti a sé con lo sguardo perso e la voce calma e bassa. Mi sembra si stia riferendo a qualcosa in particolare, come se stesse omettendo qualcosa.

Rimango in silenzio e guardo in avanti, ha ragione.
Ma come si fa a tirare fuori il proprio passato, quando per anni si cerca di nasconderlo, quando per anni ho cercato di nasconderlo.

Non credo sia impossibile, basta avere il coraggio di farlo, basta volerlo. Ma io non credo di volerlo.

"Sì, ma alcune cose è meglio farle rimanere dove sono Zac, il passato è passato, inutile rivangarlo." Dico riportando l'attenzione sul mio gelato.

"Già." Sussurra.

"Tu cosa mi racconti di te?" Chiedo poi.

"Sai, forse hai ragione tu. Certe cose è meglio farle rimanere dove sono. Inutile rivangare il passato." Dice accennando un sorriso amaro e continuando a camminare lentamente al mio fianco lasciandomi interdetta;

Perché ho capito che Zac ha un passato che non vuole rivangare.

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 ***


Sbuffo per l'ennesima volta e cerco di seguire le parole del professore; ma al momento, mi sembra impossibile.

Saranno 40 minuti che il professore di lettere non fa altro che parlare, e dalla metà del tempo io sto pensando a tutto tranne che ad ascoltare. Fortunatamente è l'ultima lezione per oggi.

Inoltre mi risulta difficile non girare lo sguardo verso destra, ovvero verso Harry.

Da quando è successa quella cosa al compleanno di Louis qualche settimana fa, non ci siamo più rivolti parola.

Ci ignoriamo e nessuno dei due sembra voler fare un passo in avanti. Le uniche volte in cui ci parliamo è solo per litigare e per provocarci a vicenda.

Sicuro comunque che non sarò io a rivolgergli parola.

Noto con la coda dell'occhio il suo sguardo fisso su di me da quando è iniziata la lezione, per questo sto cercando di non dargli la soddisfazione di guardarlo, ma è difficile.

Sam non è ancora andata via e la sua presenza mi sta stancando. Sono settimane che è qui e ringrazio il cielo di non doverla sopportare anche al college dato che lei frequenta un Università a Londra, o almeno così mi sembra di aver capito.

La campanella suona quindi finalmente posso uscire da questa stanza.

Questa lezione mi è sembrata eterna.

Mi alzo e mi dirigo verso la porta con la sola intenzione di tornare a casa e collassare sul letto.

Prima però mi dirigo agli armadietti per posare i vari libri.

Quando sono davanti al mio, giro la chiave e lo apro. Tiro fuori un libro e lo ripongo all'interno dell'armadietto, la stessa cosa faccio con tutti gli altri.

Quando ho finito richiudo l'armadietto e mi giro per andare via, ma vado a sbattere contro il petto di qualcuno.

Alzo lo sguardo e mi ritrovo gli occhi di Harry che mi guardano.

"Hai intenzione di continuare così ancora per molto?" Chiede mentre continua a fissarmi.

Lo guardo in silenzio per qualche minuto, poi cerco di svignarmela verso destra, ma Harry me lo impedisce poggiando un braccio sull'armadietto.

Cerco di fare la stessa cosa verso sinistra ma anche questa volta Harry mi precede e mi blocca la strada con il suo braccio.

Sbuffo e porto i miei occhi nei suoi. Il suo sorrisetto soddisfatto mi fa innervosire e la voglia di stampargli una bella mano in faccia non è di certo poca.

"Cosa vuoi, Styles?" Chiedo incrociando le braccia al petto e cercando di sembrare il più normale possibile.

"Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto, Cooper?" Chiede facendo un passo in avanti e costringendomi a schiacciarmi alla parete metallica dell'armadietto.

"Esatto." Rispondo a denti stretti.

Harry si avvicina ulteriormente e pochi centimetri separano i nostri visi, sento il suo respiro su di me e i suoi occhi sono troppo vicini.

"Vuoi che ti chieda scusa?" Sussurra, afferrando delicatamente una ciocca dei miei capelli ed iniziando a farli girare tra le sue dita.

Deglutisco e abbasso lo sguardo sulla sua mano. Questa vicinanza mi mette a disagio e non mi piace.

Harry rimane in silenzio con una mano ancora poggiata all'armadietto e l'altra che gioca con i miei capelli, poi riporta i suoi occhi nei miei.

"Scusa." Continua. "Mi dispiace per quello che è successo."

Abbasso di nuovo lo sguardo. La prima a dovermi delle scuse in realtà è Sam. È stata lei a spingermi in piscina, non Harry.

Forse non accetterei nemmeno le scuse di Sam. Non sono una persona che perdona. Non facilmente, non sempre.

Ma devo ammettere che ricevere delle scuse da parte di Harry mi fa piacere. Anche lui è stato scorretto, ha difeso Sam di fronte all'indifendibile, ma ora è davanti a me, che mi guarda con i suoi occhi verdi e mi chiede scusa.

"So di aver sbagliato a difendere Sam. Non avrei dovuto farlo." Continua abbassando lo sguardo, come se gli pesi chiedere scusa, come se fosse una cosa che non gli si addice.

Eppure è davanti a me e lo sta facendo.

Torno a guardarlo negli occhi, sento il suo respiro sulle mie labbra ed inizio ad avere lievemente caldo.

Harry lascia andare i miei capelli e si allontana leggermente dal mio corpo, permettendomi di rilassare le spalle.

"Sì, hai ragione. Hai sbagliato. Ma non mi interessa più di tanto, per me può finire qui." Dico risoluta incrociando le braccia al petto.

È vero. Mi ha chiesto scusa quando avrebbe potuto decisamente infischiarsene.

Lui invece si è scusato con me, nonostante non mi abbia spinta in una piscina, quindi per me è acqua passata. Dopotutto, lui non mi ha fatto nulla.

Harry rimane a guardarmi per qualche secondo, poi sorride.

Cammino lentamente lungo i corridoi della scuola con l'intenzione di tornare a casa. 
Fortunatamente anche quest'altra giornata è finita.

Lascio scappare uno sbadiglio e mi copro la bocca con una mano per non mostrare la mia dentatura a metà college, poi sento qualcuno che picchietta sulla mia spalla e mi giro.

Logan è dietro di me, con una mano sospesa a mezz'aria all'altezza della mia spalla, mentre nell'altra mano tiene stretti al petto un paio di libri.

"Logan." Lo richiamo mentre lui mi affianca ed inizia a camminare al mio fianco.

"Melanie." 
 
"Ascolta, devo parlarti." Continua serio.

Mi sembra leggermente pallido, timoroso e frenato.

"Di cosa?" Chiedo corrugando la fronte.

Mi sembra sia appena tornato da un funerale ed ho un cattivo presentimento.

Logan non è il tipo calmo che richiama la tua attenzione picchiettando un dito sulla tua spalla e che ti dice di avere qualcosa di cui parlare.

No, lui ti prende il braccio e magari ti affibbia qualche nomignolo idiota, poi senza preavvisi ti butta in faccia ciò che deve dirti.

Lo conosco da quando eravamo bambini ormai, e da allora siamo sempre stati insieme. Conosco Logan come le tasche dei miei pantaloni e posso dire che il suo atteggiamento non è del tutto normale.

Si comporta così solo quando non sa come comportarsi, quando c'è qualcosa che non va.

Il silenzio che precede la mia domanda mi dà la conferma di ciò che penso ma non faccio altre domande, attendo semplicemente una risposta.

"Di...di una cosa." Risponde fermandosi davanti a me.

"Beh, sì Logan ho capito; ma cosa?"

Alla mia domanda seguono altri istanti di silenzio, durante i quali Logan fissa pensieroso il suo sguardo nel vuoto. Poggio la mia mano sul suo braccio e il mio gesto lo fa sobbalzare appena.

"C'è...c'è qualcosa che non va Logan?"chiedo fissandolo negli occhi per cercare di capire qualcosa.

Finalmente riporta i suoi occhi su di me.

"No, no nulla. Ora devo andare, ci vediamo Mel." Dice tutto d'un fiato prima di accelerare il passo e allontanarsi da me.

"Ma cosa dovevi dirmi?" Urlo alle sue spalle. Lui però non si gira e continua a camminare a passo svelto nella sua direzione.

Ed ecco che un'altra cosa strana si aggiunge alla lista.

Il comportamento di Logan è a dir poco ambiguo. Cosa doveva dirmi? E poi perché mi ha liquidato così lasciandomi con il dubbio? Senz'altro ha confermato i miei sospetti. Era frenato, non mi sembrava del tutto convinto di volermi parlare in realtà, era combattuto.

Sospiro, poi continuo a camminare fino all'uscita della scuola.

Quando sono fuori noto subito la chioma bionda di Kylie, affiancata ovviamente da Zayn; quindi mi avvicino a loro e quando sono leggermente più vicina riesco ad accorgermi anche della presenza di Harry.

"Oh, Melanie! Cadi proprio a fagiolo." Esclama Zayn euforico poggiando un braccio sulle mie spalle. Forse non avrei dovuto avvicinarmi.

"Senti un po' piccola fogliolina di lattuga." Continua. "Io e la mia piccioncina volevamo andare a vedere un nuovo film che è uscito al cinema. Ma non volevamo andare da soli insomma..."

"Ed io cosa dovrei fare?" Chiedo incrociando le braccia al petto e facendo spallucce.

"Ti spiego subito. Vogliono che io faccia da candela con loro." Taglia a corto Harry facendomi ridere.

"Oh beh, buona fortuna allora."dico dando una pacca sulla spalla ad Harry e cercando di proseguire per la mia strada, senza però riuscire ad andare molto lontano dato che Harry mi afferra il polso.

"Non vorrai mica lasciarmi con questi due?" Sbraita facendomi ridere nuovamente. Devo ammettere che mi dispiace per Harry; non poche volte mi sono dovuta sorbire le effusioni di Kylie e Zayn e devo ammettere che è abbastanza imbarazzante. Stare lì a guardare con una faccia schifata e sentirti un'emarginata, l'unica single sulla faccia della terra...non è una bella sensazione insomma.

"Mi dispiace Styles, ma mica me li sopporto io, voglio dire insomma." Ammetto.

"Hey, dai amici cosa sarà mai! Passiamo un po' di tempo insieme e ci divertiamo." Aggiunge Zayn. Il modo in cui crede alle stupidaggini che dice mi fa sempre commuovere.

"Vero, e poi non dovete fare da candela proprio a nessuno." Si intromette Kylie risoluta. Credo sia stata contagiata da Zayn, ormai l'abbiamo persa.

"Ma perché non chiedete agli altri invece di incastrare noi?" Chiedo quando mi accorgo che non c'è traccia dell'altra parte del gruppo.

"Perché siete gli unici che ci rimangono. Louis ha detto che deve lavorare tutto il giorno e quindi non può venire. Zac ha detto di avere già un impegno e Logan non ha dato nessuna spiegazione, ha detto di no e basta. Sam, beh Sam non fa testo." Spiega Kylie. La parte della sua spiegazione che più attira la mia attenzione è quella riferita a Logan ovviamente.

"E come mai Logan non può venire? Chiedo corrugando la fronte.

"Non so, te l'ho detto. Non ha dato spiegazioni. Ci ha liquidato e se ne è andato a gambe levate." Risponde Kylie.

"Già. In realtà oggi mi sembra abbastanza strano. Diciamo che non è il solito Logan che non fa altro che parlare a vanvera e sparare stupidaggini. Al contrario, prima mi è sembrato pensieroso, troppo silenzioso." Continua Zayn.

Ha ragione, ho avuto la stessa impressione; c'è qualcosa che non va. Cercherò di parlare con Logan. Doveva pur sempre dirmi una cosa.

"Ti prego, non abbandonarmi con loro." Harry si gira verso di me con lo sguardo di una persona disperata.

"Beh, perché non ti fai accompagnare dalla tua amichetta?" Chiedo giusto per stuzzicarlo.

"Potrei farti la stessa domanda. Che c'è, non ti porta a mangiare il gelato oggi?" Ammicca a sua volta. È proprio uno stronzo.

"Beh, almeno lui è stato gentile a farlo. Tu invece non passerai un'altra notte caliente con quella finta bionda?" Incrocio le braccia al petto  provocatoria.

"Va bene! Ora non iniziate a litigare. A quanto vedo vi parlate di nuovo dopo una settimana in cui vi siete ignorati." Riflette Zayn mettendosi tra me ed Harry.

"Diciamo che 'parlate' non è il termine adatto. Non fate altro che litigare." Precisa Kylie.

"Comunque inutile replicare, ormai è deciso. Andremo al cinema noi quattro e chi si è visto si è visto. Fine della discussione." Continua poi con una voce soddisfatta.

Ovviamente sarebbe inutile ora replicare e cercare di svignarsela. La prossima volta che li vedrò proseguirò per la mia strada per evitare di essere assunta come candela.

"Bene, il film dovrebbe iniziare alle 8 quindi alle 7:30 questa sera vi passo a prendere." Conclude Zayn facendo sospirare Harry.

"Va bene." Rispondo ormai rassegnata. Incredibile come riescano a fregarmi ogni volta.

Quando Zayn, Kylie ed Harry vanno via riprendo a camminare per tornare a casa.

Sto cercando di capire cosa possa essere successo a Logan, ammesso e non concesso che gli sia successo qualcosa.
Fatto sta che c'è qualcosa che non va.

Quando passi anni ed anni insieme ad una persona, impari a capirla. Entri nella sua visuale di vedere le cose, conosci i suoi atteggiamenti, come reagirebbe in una determinata situazione. La conosci, ed io credo di conoscere Logan. In realtà non ho bisogno di molto tempo per capire una persona, figuriamoci dopo anni che io e Logan siamo amici. Inclusi Kylie e Zayn ovviamente.

Il suo comportamento mi è sembrato alquanto strano, forse c'è qualcosa che lo turba.

Sfilo, quindi, il cellulare dai jeans e digito il numero di Logan.

Il telefono inizia a bussare e rimango in attesa di una risposta, che però non arriva.

Anche se non mi risponde, non si libererà di me così facilmente; quindi apro la tastiera e digito un messaggio.

A Uomo Lavanda:
"Cosa dovevi dirmi?"

Invio il messaggio e blocco lo schermo del mio cellulare prima di posarlo nuovamente in tasca.

Quando finalmente sono a casa mi butto a peso morto sul divano.

Ho una leggera fame, forse dovrei cucinarmi qualcosa...se solo sapessi farlo.

Non ho una grande dimistichezza con i fornelli in realtà. Un paio di volte ho provato a cucinare, mi sono persino improvvisata come chef qualche  volta, ma da quello che ricordo non è mai andata a buon fine.

Credo che il problema siano i fornelli comunque. Sono certa che se solo funzionassero come si deve riuscirei a servire dei piatti da leccarsi i baffi.

Rimango sul divano per ancora qualche minuto, poi quando il mio stomaco inizia a reclamare il suo cibo mi alzo ed apro la dispensa.
Afferro un pacco di patatine e lo apro iniziando a mangiare.

So che è un pasto davvero povero, ma è l'unica soluzione. In questo momento sono troppo pigra per ordinare qualcosa e a cucinare non ci penso nemmeno.

Quando ho terminato salgo di sopra e mi libero delle scarpe lanciandole a caso sul pavimento. Poi mi libero dei jeans e della T-shirt ed entro in bagno con l'intenzione di fare una doccia.

Mi infilo in doccia ed apro il getto d'acqua, portando la manopola del rubinetto sul lato dell'acqua calda. 
I miei capelli iniziano ad inzupparsi d'acqua e dopo pochi secondi sono completamente bagnati; cosa non positiva perché a causa della loro lunghezza e quantità iniziano a pesare.

Quando ho finito esco dalla doccia e mi avvolgo in un asciugamano, la stessa cosa faccio con i capelli.

Cammino poi verso l'armadio e quando sono davanti ad esso lo apro e tiro fuori un jeans e un crop top.

Fuori c'è un venticello fresco e sicuramente questa sera non sarà da meno, quindi un jeans andrà più che bene.

Li lancio sul letto e torno in bagno per asciugarmi e, una volta fatto, torno nuovamente in camera ed inizio a vestirmi.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 ***


Alle 7:30 precise Zayn è già sotto casa con Kylie ad aspettare che io scenda.
Almeno loro a differenza di come avrebbe fatto Logan, non si sono lamentati dei miei quattro minuti di ritardo.

Dopo circa 15 minuti passati in macchina a parlare tra di noi, siamo arrivati al cinema e Zayn ha fermato l'auto nel parcheggio. La stessa cosa ha fatto Harry che ha deciso di venire con la sua macchina.

Apro la porta e scendo dall'auto mentre gli altri fanno lo stesso, Harry si avvicina a noi e tutti insieme ci dirigiamo verso l'entrata.

Ci avviciniamo al bancone e prendiamo i biglietti, dopodiché andiamo al bar e prendiamo anche i pop corn. Ovviamente Harry e Zayn non fanno pagare me e Kylie ed offrono tutto loro.

Entriamo all'interno della sala nella quale ci sarà il film da noi scelto.

In realtà è stato scelto da Zayn e Kylie dato che non hanno proprio chiesto pareri né a me né ad Harry. E dal risultato che ne è venuto fuori è comprensibile dato che sto per vedere il film più noioso di tutta la mia vita, ovvero un film d'amore che probabilmente non guarderò nemmeno.

Seguo gli altri che prendono posto in una delle file centrali e finalmente ci sediamo ed attendiamo che il film abbia inizio.

"Io ancora non capisco cosa ci faccio qui." Dice Harry che è seduto alla mia destra, dopo di lui c'è Zayn e al fianco di Zayn c'è Kylie.

"Non dirlo a me. Potevate scegliere un film meno romantico almeno." Rispondo sporgendomi per parlare con Zayn e Kylie.

"Guarda che questo film è bellissimo." Ribatte Kylie.

"Ma non lo hai ancora visto." Precisa Harry.

"Sì, ma già il titolo promette bene." Continua soddisfatta Kylie.

"E poi dai su, ogni tanto ci vuole un po' di miele." Aggiunge Zayn allargando le braccia.

"Abbiamo già voi per il miele." Risponde Harry prendendosi il ponte del naso tra le dita.

Zayn sta per dire qualcosa ma fortunatamente le luci si spengono, segno che sta per iniziare il film.

Come avevo previsto, già i primi 20 minuti di film sono noiosi. I protagonisti non fanno altro che dichiararsi amore eterno e sbaciucchiarsi per tutto il tempo.

Mi ricordano tanto Kylie e Zayn in effetti. Tra l'altro a loro questo film sembra piacere, soprattutto a Kylie dato che non so quante volte è scoppiata a piangere fino ad ora.

Insomma, io ed Harry siamo gli unici che non stanno gradendo la visione di questo film in un' intera sala, almeno su questo andiamo d'accordo.

Sbuffo sonoramente guadagnandomi un'occhiataccia dalla signora seduta al mio fianco, che per la cronaca sta tirando su col naso da quando si sono spente le luci, ancora prima che iniziasse questo stupido film.

"Mi sto annoiando." Sussurra Harry vicino al mio orecchio.

"Anche io." Rispondo.

"Ancora non capisco perche abbiamo accettato di venire qui." Continua.

"Già. La prossima volta fatti accompagnare da Sam perché io non sarò disponibile." Rispondo cercando di stuzzicare Harry che assottiglia gli occhi.

"E tu portati Zac dietro." Ribatte guadagnandosi un'occhiata torva da parte mia.

Non capisco perché metta in mezzo Zac; voglio dire lui non c'entra nulla. Io e Zac siamo semplici amici ed io gli sono grata per quello che ha fatto. Ma a parte questo non c'è nulla se non una semplice amicizia. Harry invece mi sembra ostentato a punzecchiarmi mettendo sempre in mezzo Zac.

Forse lo fa per ricambiare il fatto che io lo stuzzico con Sam. Fatto sta che io ho dei buoni motivi per farlo dato quello che è successo. E poi lui stesso ha ammesso di provarci con lei.

"Smettila di dire così." Lo ammonisco sporgendomi verso di lui, forse non controllando troppo il mio tono di voce dato che una signora davanti a noi si gira e ci fa segno di fare silenzio con uno "shh" prolungato.

Sbuffo nuovamente, poi Harry afferra il mio polso.

"Vieni." Mi sussurra prima di alzarsi e trascinarmi dietro di lui.

Usciamo dalla sala ed usciamo anche dal cinema.

Quando siamo fuori l'aria fresca mi colpisce in pieno volto. Da là dentro a fuori c'è una bella differenza di temperatura. Cosa normale dato che non so quante persone riesca ad ospitare quella sala, ma sicuramente molte.

"Ora sì che mi sento meglio!" Esclama mentre iniziamo a camminare lentamente.

"Davvero non capisco come possa piacergli quel tipo di film." Esclamo a mia volta.

A me personalmente non sono mai piaciuti. Li ho sempre trovati noiosi e ripetitivi, banali. Alla fine i due protagonisti finiscono sempre con lo stare insieme, non c'è mai un colpo di scena, o almeno raramente.

Mia madre è fissata per questo genere di film quindi è inevitabile vederli, ed ognuno di essi finisce sempre allo stesso modo. Un finale di pace e amore ed un futuro splendido. Peccato non sia sempre così nella vita reale.

"Gusti suppongo." Risponde Harry.

"Sì, ovvio." Ammetto.

Da quando è arrivato credo questa sia la prima volta che parliamo normalmente senza litigare o mandarci frecciatine. 
Forse è possibile non litigare con Harry.

"Fatto sta che non accetterò mai più una cosa del genere. Non hanno fatto altro che sbaciucchiarsi tutto il tempo." Risponde allargando le braccia.

"Io ormai sono abituata. Da quando stanno insieme sembra siano diventati una sola persona. Ma comunque sono felice per loro." Dico alzando gli occhi per vedere il cielo ormai buio di Los Angeles.

"Beh, credo sia normale." Risponde Harry voltandosi verso di me.

"Sì, lo penso anch'io. Si piacevano già da molto, prima che si mettessero insieme. Credo che a Kylie sia sempre piaciuto Zayn sin da piccoli in realtà, me ne parlava sempre."

Kylie mi ha sempre parlato di Zayn.
Se parlava con lui subito mi chiamava emozionata e mi raccontava per filo e per segno cosa fosse successo. Una volta mi ha persino raccontato di averlo incontrato nei corridoi scolastici, ed era al settimo cielo perché lui l'aveva salutata.

Più volte le ho chiesto se provasse qualcosa per Zayn ma è sempre stata sfuggente. Le conferme alle mie teorie sono arrivate quando hanno ammesso di stare insieme.

"Ora che ci penso, Zayn mi parlava sempre di una bella bionda. Diceva che ben presto sarebbe riuscito a conquistarla. Non so se sia Kylie la persona in questione." Racconta voltandosi poi verso di me che scoppio a ridere pensando a Zayn che dice quelle cose.

Faccio spallucce non sapendo cosa pensare a riguardo. Potrebbe trattarsi di Kylie così come potrebbe trattarsi di qualsiasi altra ragazza.

Diciamo che Zayn non è proprio quel tipo di persona tranquilla che tiene a bada i propri istinti. 
Da quando lo conosco non si è mai limitato a portarsi a letto qualche bella ragazza, almeno fino a che non si è fidanzato con Kylie.

Un suono proveniente dalla mia tasca mi fa fermare, quindi sfilo il telefono da essa.

È un messaggio di Logan.

Mi sono completamente dimenticata di aver scritto a Logan questo pomeriggio. 
Non mi ha risposto quando l'ho chiamato e mi risponde solo dopo parecchie ore ormai.

Anche questo mi sembra strano. Logan è sempre attivo con il cellulare, se lo chiami ti risponde al primo squillo, se gli mandi un messaggio non esita due secondi a rispondere. A meno che non voglia farlo.

Da Uomo Lavanda:
-Niente Mel, tranquilla. Non era nulla di importante. Buonanotte.

Leggo il messaggio ancora ferma sul posto.

Non mi è sembrata una sciocchezza quello che doveva dirmi.
Questa è un'altra conferma di quello che penso, ovvero che c'è qualcosa che non va.

"Che c'è?" Chiede Harry che quando si accorge che non sono più accanto a lui si ferma.

"Logan." Rispondo. "Questa mattina, dopo che tu sei andato via, mi ha fermata e mi ha detto che doveva dirmi una cosa. Mi è sembrato molto strano, era pensieroso. Poi mi ha liquidata dicendo che non doveva dirmi nulla. Oggi pomeriggio gli ho inviato un messaggio dove gli chiedevo cosa doveva dirmi e lui mi ha riposto solo ora dicendo che non era niente di importante." Continuo mentre riniziamo a camminare.

"Sì, ho notato anch'io qualcosa di strano in lui questa mattina. L'ho incontrato una volta per i corridoi e l'ho fermato, ma mi ha detto che non poteva parlare in quel momento ed è andato via." Ammette.

Anche gli altri si sono accorti del comportamento di Logan, quindi vuol dire che davvero qualcosa non va.

"Sì, è davvero molto strano. Logan non si comporta mai così." Dico puntando il mio sguardo sul cemento della strada.

"Beh, se continua così credo sarà il caso di parlargli, ma dagli un po' di tempo; forse ha bisogno dei suoi spazi per riuscire a dirti quello che deve dirti."

"Sì, forse." Rispondo sospirando.

"Hai fame?" Harry si gira verso di me con un piccolo sorriso. Ha un bel sorriso, devo ammetterlo.

"Un po'. Oggi tornata a casa ho raccattato giusto qualcosa dalla dispensa." Rispondo.

"Perché mai hai raccattato cibo dalla dispensa?" Chiede corrugando la fronte.

"Per evitare esplosioni. Sono una frana ai fornelli, non vorrei rischiare di appiccare nessun tipo di incendio." Rispondo sorridendo a mia volta.

Harry ride e poi si gira di nuovo verso di me.

"Ed anche qui sono un passo più avanti io Cooper."

"E questo chi te lo dice?" Chiedo sicura continuando a sorridere scherzosamente.

"Me lo hai appena detto tu. Non sarò un esperto, ma me la cavo abbastanza bene con i fornelli." Risponde orgoglioso.

"Beh questo è da vedere, Styles." Ribatto prima di scoppiare a ridere insieme ad Harry.

"Comunque c'è un MC lì. Potremmo fermarci a prendere qualcosa." Continua indicando il locale in lontananza.

Annuisco e attraversiamo la strada per poter arrivare davanti all'entrata.

Harry apre la porta e mi fa entrare, poi mi affianca e insieme ci dirigiamo vicino a quei soliti aggeggi elettronici.

"Cosa vuoi?" Chiede Harry che si posiziona davanti allo schermo per ordinare i panini.

"Mhh...patatine fritte e un McChicken." Rispondo.

Harry continua ad ordinare i nostri panini ed io intanto mi guardo intorno.
Il MC è sempre stracolmo di persone.

Il mio sguardo vagante però si ferma in un punto definito della sala, qualche metro distante da noi.

Serro gli occhi e faccio un passo indietro.

Non posso credere a ciò che vedo, non voglio crederci.

È lì, al tavolo che mangia tranquillamente, senza guardarsi intorno.

In un solo minuto sale tutto a galla. In un solo minuto riprovo le stesse sensazioni, vedo gli stessi momenti.

Un brivido percorre la mia schiena e mi sembra di non avere più la mobilità nel corpo.

Una sola persona, può distruggerti.

Mi giro di colpo verso Harry ed afferro il suo braccio.

"Harry devo andare via."

"Cosa?" Chiede interrogativo.

Non è possibile, quello che sta succedendo non è possibile.

"Melanie va...va tutto bene?" Harry poggia una mano sulla mia spalla richiamando la mia attenzione.

Cerco di tranquillizzarmi, chiudo gli occhi e sospiro.

"Sì, va tutto bene; ma voglio tornare a casa, non ho fame." Rispondo cercando di apparire il più normale possibile.

"Ma...due minuti fa hai detto di-"

"Sì, so cosa ho detto Harry. Ma ora voglio tornare a casa." Lo interrompo prima di girarmi e dirigermi a passo svelto verso l'uscita.

Inizio a camminare a passo svelto per le strade di Los Angeles con le macchine che sfrecciano ad alta velocità al mio fianco.

Sento dei passi dietro di me, quindi deduco che Harry mi stia seguendo.

Una presa al polso mi blocca e mi giro di scatto.

"Fermati Mel! Fermati." Dice tra un sospiro e l'altro afferrando anche l'altro polso.

Rimango a guardarlo in silenzio quando in realtà nella mia mente c'è il caos più totale.

"Cosa ti succede? Perché vuoi andartene da un momento all'altro?" Chiede affannato avvicinandosi a me.

"Te l'ho già detto Harry, voglio tornare a casa. Sono solo stanca." M
ento cercando di sorreggere i suoi occhi, che mi guardano come se mi stessero analizzando.

"Io davvero non ti capisco. Da un momento all'altro decidi di voler andare via senza una cazzo di spiegazione plausibile." Alza lievemente il tono di voce lasciando andare i miei polsi.

Ha ragione. Ha completamente ragione.

"Non c'è nessuna spiegazione. Voglio solo tornare a casa." Ribatto convinta.

"Perché così all'improvviso?" Il suo sguardo è pesante da reggere, i suoi occhi lo sono.

Rimango in silenzio senza sapere cosa rispondere, presa completamente alla sprovvista.

Gli dò le spalle e inizio nuovamente a camminare, ma Harry mi ferma nuovamente.

"Lasciami stare Harry." Dico guardandolo negli occhi; in realtà è più una supplica che un' affermazione.

"Se proprio vuoi tornare a casa allora ti accompagno." Dice.

"No. Tu rimani, non c'è bisogno che mi accompagni; io andrò da sola." provo a convincerlo anche se so che ogni mio tentativo sarà vano.

"No, ti accompagno." Replica con lo sguardo severo.

Non voglio che mi accompagni a casa. Non voglio rovinare anche la sua serata.

Cerco di svignarmela e riprendo a camminare ma Harry mi ferma, questa volta però afferra la mia mano.

"Ho detto che ti accompagno." Ribadisce non ammettendo repliche.

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 ***


Mi rigiro nuovamente tra le coperte e sbadiglio poggiando una mano sulla bocca.

Mi stiracchio ed emetto suoni sconnessi, apro lentamente gli occhi e mi trascino a fatica verso il bordo del letto per poi mettermi a sedere ed infilare le pantofole.

Afferro il cellulare dal comodino e mi alzo dirigendomi verso la porta.

Questo pomeriggio appena sono tornata a casa dal college, mi sono fiondata in camera ed in meno di 5 minuti sono caduta in un sonno profondo, che si è interrotto solo ora.

Percorro il corridoio e scendo le scale mentre sbadiglio ancora mezza addormentata.

Quando sono giù poggio il cellulare sul tavolo ed apro il frigo per afferrare uno dei miei cari ghiaccioli al limone, poi lo scarto ed inizio a mangiucchiarlo distrattamente.

Questa mattina non vedevo l'ora di tornare a casa.
In realtà è sempre così ma ultimamente la mia voglia è amplificata da quello che sta succedendo.

Prima quell'uomo che prova ad entrare in casa, poi quello che è successo al compleanno di Louis, la foto che ho trovato davanti la porta, e poi quello che è successo ieri.

Non so se la peggiore tra tutte sia la foto o quanto successo ieri, fatto sta che non è di certo un periodo leggero questo.

Non c'è giorno in cui non mi ponga domande riguardo quella foto, ma non riesco a trovare risposte. Quello che è successo non ha alcun senso, come hanno fatto ad entrare in casa? E soprattutto hanno pianificato bene dato che hanno pensato anche alle telecamere, è una questione che mi terrorizza e non so come muovermi.

Il mio cellulare squilla richiamando così la mia attenzione, quindi mi alzo dal divano e mi avvicino al tavolo per poter afferrare il cellulare.

È un messaggio da parte di Zayn.

Da Zayn:

Casa mia. Ora.

Rimango a fissare il cellulare; eccolo un altro con dei seri problemi.

"Cosa vorrà ora?" Sussurro mentre poso nuovamente il cellulare sul tavolo.

Finisco di mangiare il mio ghiacciolo, poi torno di sopra e mi do una sistemata veloce, prima di uscire di casa.

Cammino a passo lento guardandomi intorno di tanto in tanto.

Dopo quanto successo sto diventando più ansiosa di quanto già non fossi, e sono ancora convinta che quel giorno ci fosse qualcuno che mi osservava, mentre tornavo a casa. Non mi invento le cose, quel giorno ho davvero sentito dei passi dietro di me, anche se quando mi sono girata non c'era nessuno.

Dopo circa 10 minuti arrivo davanti casa di Zayn e suono il campanello.
Il cancello è già aperto quindi entro ed attendo davanti al portone, che dopo pochi secondi si apre.

Per mia grande sorpresa ad aprire la porta è Harry, con solo un asciugamano in vita.

Percorro tutta la sua figura con il mio sguardo.

Ha i capelli bagnati e un ciuffo scende ribelle sulla sua fronte.

Alcune goccioline d'acqua percorrono il suo petto e rigano i tatuaggi presenti sulla sua pelle, non sapevo ne avesse così tanti.

Una sola misera asciugamano legata in vita ed un sorrisetto compiaciuto.

Mi sento arrossire e porto una mano sui miei occhi.

"Cooper." dice poggiando una spalla alla porta.

Non rispondo e rimango ferma davanti la porta con la mano davanti agli occhi.

Sento la mia faccia andare a fuoco e non è di sicuro una cosa positiva.

Harry scoppia a ridere e afferra il mio braccio per poi trascinarmi in casa e chiudere la porta con un tonfo.

"Ti ha chiamata Zayn?" Chiede smettendo di ridacchiare.

"Sì." Dico aprendo leggermente due dita, creando così una fessura per vedere Harry che è davanti a me in attesa di una risposta.

Harry si avvicina e abbassa la mano che tengo davanti agli occhi.

"Bene, non c'è." Risponde facendo spallucce prima di darmi le spalle ed iniziare a camminare.

Lo seguo osservando la sua schiena ancora bagnata.

"Come non c'è?" Chiedo mentre saliamo le scale che portano al piano superiore.

Devo ammettere che questa versione di Harry non è niente male, la versione senza camicia e jeans intendo. Ma comunque non fa bene al mio povero cuore.

"È da Kylie." Risponde entrando in una stanza, che suppongo essere la sua.

"E quindi perché io sono qui?"

"Perché Zayn vuole comunicarci un'altra magnifica idea." Dice mentre entra nel bagno comunicante con la sua stanza e chiude la porta.

Mi siedo sul letto e sospiro.

Come avevo già immaginato, Zayn mi ha fatta arrivare fin qui per nulla.

Mi siedo sul letto e mi puntello sui gomiti. Non oso immaginare quale sia la fantastica idea che gli è balenata in testa; insomma, stiamo parlando di Zayn. Lo stesso Zayn che solo ieri ci ha costretti entrambi ad andare a vedere un film sdolcinato al cinema.

La voce di Harry che borbotta qualcosa arriva alle mie orecchie e mi fa aggrottare la fronte.

"Melanie, ho dimenticato i panni! Nel secondo cassetto del comò ci sono il jeans e la camicia bianca, prendimeli. " dice la sua voce che mi arriva ovattata a causa della porta che ci divide.

Sbuffo e mi alzo dal letto dirigendomi verso il comò che suppongo sia quello a cui si riferisce Harry.

La cosa assurda è che ha anche il coraggio di ordinarmi di prendere i suoi stupidi panni, senza aggiungere nemmeno un "per favore."

Mi avvicino al comò e, come mi ha detto Harry, apro il secondo cassetto.

Il disordine che regna al suo interno è un qualcosa di sorprendente, ma cerco di non commentare dato che io stessa non sono il massimo dell'ordine.

La camicia e il jeans sono proprio davanti ai miei occhi, al centro del cassetto.

Li afferro e richiudo il cassetto per poi voltarmi e camminare verso la porta; ma quando arrivo vicino al letto, il rumore di qualcosa che cade mi fa voltare.

Un pezzo di carta quadrato giace sul pavimento, sarà sicuramente caduto quando ho preso i panni.

Torno indietro e mi abbasso per raccoglierlo.

È una foto.

Aggrotto la fronte, non posso credere a quello che vedo.

Nella foto c'è Harry insieme ad una ragazza.

Harry sorride e guarda verso l'obbiettivo, lei invece bacia l'angolo della bocca di Harry.

Della ragazza è possibile vedere solamente il profilo, ma non mi sembra di conoscerla.

Non posso crederci...Harry fidanzato?

Non può essere. Insomma, non si può di certo dire che Harry abbia dei comportamenti consoni ad una persona impegnata.

Ci prova spudoratamente con tutte, specialmente se hanno una folta chioma bionda, e non si fa problemi.

E poi, ero sicura che Harry avesse una specie di relazione con Sam, altrimenti non mi spiego il perché del difenderla in ogni situazione.

Non so esattamente perché ma una strana rabbia inizia a persuadermi.

Forse non è la sua ragazza, non può esserlo.

Magari è un'amica d'infanzia.

Ma un'amica non ti bacia.

Oppure è un ex. Ma perché portate con sé la foto di un ex?

"Ti muovi a portarmi i panni o mi fai rimanere qui fino a stasera?" sbraita richiamando la mia attenzione.

Sbuffo e torno davanti al comò, apro il secondo cassetto e lascio la foto al suo interno per poi avvicinarmi alla porta del bagno.

Busso due volte ed Harry apre la porta facendo uscire solamente un braccio. Metto i panni nella sua mano e me ne ritorno sul letto.

L'unica spiegazione plausible è che Harry abbia una fidanzata, a Londra.

E se Harry ha una fidanzata e allo stesso tempo si comporta in quel modo con tutte, le conclusioni non sono difficili da trarre.

Per un momento mi metto nei panni di quella ragazza che ignara di tutto se ne sta lì a Londra indisturbata, mentre lui non la calcola minimamente.

Sbuffo e mi alzo dal letto. Non ho intenzione di rimanere qui dato che sono venuta per Zayn, e lui non c'è.

Esco dalla stanza di Harry e scendo lentamente le scale mentre continuo a pensare a quello che ho appena scoperto.

Non so perché, ma provo una leggera delusione; non immaginavo che Harry potesse arrivare a tradire la sua ragazza senza avere il minimo rimorso.

Certo, non posso sicuramente sapere come stiano realmente le cose, ma non riesco a vedere altra spiegazione plausibile.

"Melanie?" sento chiamare il mio nome, Harry dovrà aver finito.

Decido di ignorarlo e continuo a scendere le scale.

"Melanie si può sapere dove vai?" chiede iniziando a scendere le scale a sua volta.

"Me ne torno a casa." dico scendendo l'ultimo gradino.

"Lo sai che Zayn ti torturerà se non ti trova qui."

"Beh, ma Zayn non c'è. Quindi non c'è motivo per il quale io debba rimanere." dico acida avvicinandomi alla porta.

"Ma arriverà a momenti." risponde Harry.

Poggio una mano sulla maniglia e cerco di girarla, ma la porta non si apre.

"Aprimi." dico girandomi verso di lui.

Harry sorride, poi fa spallucce.

"No." sentenzia con un sorrisetto soddisfatto.

Sbuffo. Il portone di Zayn è blindato e si apre solo con la chiave.

"Harry aprimi." ribadisco riducendo gli occhi a due fessure.

Se stiamo sempre a litigare non è colpa mia. Ad ogni azione una reazione, dopotutto.

"Sì, sì; certo Cooper." risponde concedendosi poi ad una piccola risatina, prima di darmi le spalle e buttarsi a peso morto sul divano.

Lo seguo e mi posiziono davanti a lui.

"Dove sono le chiavi?" chiedo incrociando le braccia.

"Nel vaso, lì infondo." risponde indicando il vaso con l'indice.

Non so sinceramente se fidarmi della sua indicazione, non si arrende così facilmente, ma decido comunque di provare a fidarmi.

Sospiro e mi dirigo verso il vaso poi mi abbasso per guardare al suo interno.

È un souvenir, quindi non c'è nulla al suo interno, e neanche le chiavi.

Harry scoppia a ridere facendomi girare con uno sguardo truce verso di lui.

"Smettila di ridere, idiota." torno davanti a lui e afferro un cuscino dal divano per poi scaraventarglielo addosso.

"Ci hai creduto davvero Cooper? Mi deludi." risponde scoppiando nuovamente a ridere.

Mi sto davvero innervosendo, si permette anche di prendermi per i fondelli.

Rimango a pensare per qualche istante.

Una volta ho visto Zayn prendere una copia delle chiavi, ma non ricordo dove. Se non sbaglio erano in cucina, forse nel centro tavola.

Cammino a passo svelto fino alla cucina ed Harry si alza velocemente dal divano ed inizia a rincorrermi, dandomi la conferma che le chiavi siano lì.

Quando sono davanti alla tavola vedo le chiavi all'interno del centro tavola in vetro e le afferro.

"Dammi quelle chiavi." dice Harry afferrando la mia mano.

Stringo ancora di più il pugno ed inizio a correre liberandomi dalla presa di Harry che mi segue a ruota per le scale.

Il piano superiore è l'unica chance che ho, dato che giù non avrei via di scampo.

Salgo l'ultimo gradino e mi fiondo nella prima camera che trovo, ovvero quella di Zayn.

La stanza non è molto grande. A destra c'è un grande armadio in legno, di fronte all'armadio c'è un letto e al suo fianco un comodino. Al di sopra del letto ci sono varie foto raffiguranti Kylie e Zayn.

Rettifico, forse non è stata una buona idea dato che non so più come uscire da qui, mi sono fregata da sola praticamente.

I passi di Harry dietro di me mi fanno girare di scatto.

"Molla le chiavi Cooper." dice cercando di aprire la mia mano.

"Te lo puoi scordare Styles!" rispondo mentre inizio ad indietreggiare per cercare di mettere distanza tra di noi e magari scappare nuovamente al piano di sotto.

Indietreggio ancora di qualche passo finché la mia gamba non arriva a toccare il materasso, facendomi cadere rovinosamente all'indietro.

Harry si mette a cavalcioni su di me, poi afferra i miei polsi e li blocca sul materasso.

"Ho vinto io, Cooper." sussurra con un sorrisetto beffardo avvicinandosi al mio viso.

Per l'ennesima volta i suoi occhi sono troppo vicini a me, lui è troppo vicino a me.

Harry sfila le chiavi dalla mia mano e ormai non cerco nemmeno di oppormi, tanto so che sarebbe inutile.

Rimane a guardarle per qualche istante, poi sorride e le lancia facendole finire tra i due cuscini.

Riporta lo sguardo su di me e allunga una mano per spostare una ciocca di capelli dal mio collo.

Un brivido sale lungo la mia schiena e deglutisco.

"Dovresti alzarti, ora che hai preso le chiavi." riesco a dire con un filo di voce.

"Tu dici?" risponde Harry avvicinandosi impercettibilmente a me fino a farmi sentire il suo respiro sulle mie labbra.

Non so cosa abbia intenzione di fare, ma se crede che io sia un'altra delle sue bambole da utilizzare a suo piacimento si sbaglia di grosso.

Approfitto del fatto che Harry abbia alleggerito la presa sui miei polsi per liberarli, poi gli dò una spinta sul petto facendolo spostare di lato.

Mi alzo frettolosamente dal letto e mi fiondo giù mentre Harry dopo pochi minuti mi raggiunge.

"Ti piace proprio scappare, eh?" mi punzecchia mentre si siede sul divano.

Io intanto rimango all'inpiedi davanti a lui a braccia incrociate.

"Non ho niente da cui scappare." rispondo.

"A me non sembra." dice arricciando le labbra.

"Cosa vorresti dire?"

"Ieri ad esempio." risponde alzandosi dal divano.

Sbuffo e mi prendo il ponte del naso tra le dita.

"Non sbuffare Melanie. Piuttosto dimmi cosa è successo; perché sei voluta andare via così, tutto ad un tratto e senza darmi spiegazioni?" allarga le braccia ed alza leggermente il tono di voce.

Non posso dirglielo. Sarebbe come farmi del male, sarebbe come rivivere tutto, momento dopo momento.

"Non avrai spiegazioni nemmeno ora Harry." rispondo con voce calma guardandolo negli occhi mentre lui si avvicina a me.

"Sembrava avessi paura. Cosa è successo ieri, Melanie?" chiede nuovamente avvicinandosi ancora di più al mio viso e facendomi sentire nuovamente il suo fiato addosso, facendomi vedere i suoi occhi di nuovo così vicini.

Deglutisco.

Per anni ho cercato di mantenere quei ricordi lontani da me. Ho cercato di dimenticare, come se nulla fosse successo ed anche se a fatica ci sono riuscita.

Forse solo superficialmente, solo agli occhi degli altri; ma sono riuscita ad andare avanti, nonostante tutto quello che c'era dietro.

Ed ora è come se tutti gli sforzi che ho fatto per tirarmi su, siano crollati. Crollati con gli occhi di Harry vicini ai miei che mi chiedono di dargli delle spiegazioni, spiegazioni che è difficile dare anche a me stessa.

"Ho, ho interrotto qualcosa?" chiede Zayn rimanendo all'inpiedi davanti la porta.

Immediatamente io ed Harry ci distanziamo mentre Zayn continua a guardarci interrogativo.

"Certo che no." risponde Harry impassibile tornando a sedersi sul divano.

"Eccomi qui." esclama Kylie entrando in casa.

Ieri non appena sono tornata a casa ho mandato un messaggio a Kylie per dirle che Harry mi aveva riaccompagnata a casa perché non mi sentivo molto bene, e come da prassi, ha provveduto e riempirmi di domande questa mattina al college.

"Stanno venendo anche gli altri." continua Kylie sedendosi a sua volta sul divano.

Zayn rimane ancora qualche minuto a far saettare lo sguardo da me ad Harry, poi sospira.

Il campanello suona e Zayn si avvicina al portone ancora aperto.

Spero non stia pensando a chissà cosa. Capisco che data la scarsa lontananza che divideva me ed Harry, sia facile pensare di aver interrotto qualcosa, ma sarebbe un pensiero sbagliato. In realtà Zayn è arrivato al momento giusto; sì ha interrotto qualcosa, ma non quello che sono sicura lui creda.

Se non fosse arrivato lui probabilmente Harry avrebbe continuato a chiedermi delle spiegazioni che io non avrei potuto fornirgli. So che non finirà qui, Harry non mi sembra affatto il tipo che si arrende, ma almeno per questa volta me la sono scampata; non potrò farlo per sempre, ne sono a conoscenza ma non sono pronta per riaffrontare di nuovo tutto.

In realtà, forse non lo sarò mai.

Louis, Zac e Sam fanno capolino nel salotto e a vedere la chioma bionda di Sam sbuffo.

Da quando è successa quella cosa non ci siamo più rivolte parola. Ho cercato di evitarla per non finire con il litigare, cosa che sicuramente sarebbe successa. Lei dal suo canto non ha fatto diversamente. Non ha nemmeno avuto il coraggio di scusarsi per la sua bambinata, ma forse è meglio così.

Se mi rivolgesse delle scuse probabilmente le accetterei, ma non cambierebbe poi un granché. Tra me e Sam non c'è mai stata molta intesa, e nessuna delle due sembrava - e sembra tutt'ora- disposta a migliorare la situazione.

"Ciao Melanie." mi saluta Zac avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla guancia.

Sorrido anche se il suo gesto mi ha presa leggermente in contro piede. 
Anche Louis si avvicina a me per salutarmi e mi chiede se so cosa ha in testa Zayn, ed io in risposta scuoto la testa.

Mi guardo intorno e noto che manca qualcuno.

"Zayn non hai avvisato Logan?" chiedo.

"Sì, ma ha detto solo che non sarebbe venuto, non mi ha dato spiegazioni."

Questa mattina Logan non è venuto al college, e il fatto che abbia persino declinato l'invito di Zayn di incontrarci rende tutto ancora più strano.

È da ieri che penso che Logan abbia qualcosa, e il fatto che mi abbia detto di volermi parlare per poi non farlo vuol dire che in qualche modo c'entro anch'io. Non ho idea di cosa possa essergli preso, ma gli parlerò e cercherò di convincerlo a raccontarmi cosa sta succedendo, sempre  ammesso e non concesso che gli stia succedendo qualcosa.

"Bene! Ora posso esporvi la mia magnifica idea." annuncia Zayn mettendosi al centro del salotto unendo le mani.

"Qualche giorno fa ero al computer alla ricerca di una museruola per Tommy." continua. "Scusa amore ma quello non è un cane, è una specie di mostro con gli occhi dolci pronto ad attaccarti in ogni situazione." dice tutto d'un fiato a Kylie che gli sta rivolgendo uno sguardo truce.

"Ma il fato ha voluto che mi apparisse una pubblicità riguardante l'Universal Studios; e allora ho pensato: -cavolo ma non siamo mai stati lì!-"

"Quindi?" chiede Louis facendo spallucce.

"Quindi miei cari, è deciso! Andremo all'Universal Studios." afferma Zayn convinto saltellando su due piedi.

"Mi sembra una grandiosa idea." gli dà corda Kylie entusiasta sistemandosi sul divano.

"Beh, non mi sembra una cattiva idea." aggiunge Louis mentre Harry sbuffa, forse non la pensa allo stesso modo.

"Sì, si può fare." dice Zac.

"Certo che si può fare! Ci divertiremo un mondo!" esclama Sam poggiando le mani sulle spalle di Harry e lanciandomi un'occhiata.

Distolgo immediatamente lo sguardo. La sua sola presenza mi irrita e non poco, immaginiamo ora che si mette a fare la gatta morta con Harry e mi lancia sguardi, come se mi stesse facendo un torto.

In realtà non mi interessa se si appiccica o meno ad Harry. Il motivo per il quale provo fastidio è solo perché a farlo è Sam, la persona che più non sopporto nella mia vita.

"Per me va bene, ma...Logan?" dico.

"Già, Logan. Non riesco a spiegarmi il suo comportamento." riflette Kylie poggiando i gomiti sulle ginocchia.

"Nemmeno io." continua Zayn.

"Beh, anche a me sembra strano. Questa mattina non è nemmeno venuto al college." dice Louis.

"Sì, ma dobbiamo ammettere che Logan è sempre stato a modo suo. Se non vuole venire che se ne stia a casa." si intromette Sam.

La mia rabbia aumenta e le rivolgo uno dei miei sguardi più perfidi. Come osa anche solo aprire bocca su un argomento che non le riguarda affatto? Lei non conosce Logan, non sa come si comporta normalmente e non può scavalcare l'importanza della sua presenza, come se basti la sua.

"E tu cosa ne sai di com'è fatto Logan?" sputo guardandola negli occhi.

Lei toglie le mani dalle spalle di Harry che ha lo sguardo fisso su di me, e si avvicina fino ad essere davanti a me.

"Io so molto più di quanto tu possa immaginare." dice.

La sua frase mi sembra...studiata, con un doppio fine.

"E cosa sapresti?" chiedo facendo un passo avanti.

"Sei una stupida Melanie. Se so questo, so già molto."

"Melanie, lascia stare." dice Zac prendendomi delicatamente il polso.

"Per te invece non c'è definizione." rispondo cercando di mantenere la calma.

Sam stringe i denti; poi sorride e mi dà le spalle prima di dirigersi verso il portone ancora aperto per uscire da casa di Zayn.

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


Il suono della sveglia mi fa sbuffare e mi stropiccio gli occhi. Anche questa mattina mi tocca dire addio al mio caldo e comodo letto per affrontare un'altra giornata di college.

Mi alzo ed infilo le pantofole. Scendo le scale sbadigliando e quando sono giù apro la dispensa per cercare qualcosa da mangiare. Afferro un pacco di biscotti e ne estraggo uno per poi addentarlo.

Come ogni mattina, tra 20 minuti inizieranno le lezioni ed io mi sono appena svegliata, ma comunque non dovrei arrivare in ritardo dato che mi verranno a prendere gli altri come sempre.

Ripongo il pacco di biscotti all'interno del mobile e mi dirigo verso le scale, le salgo ed entro in camera mia. Apro l'armadio e cerco qualcosa da mettere, poi entro in bagno per potermi dare una sistemata.

Dopo circa 15 minuti il campanello suona ed io scendo frettolosamente le scale, anche oggi sono riuscita a prepararmi in tempo.

Apro la porta e vedo Kylie fuori al cancello che schiaccia il campanello ripetutamente.

Scendo le scale ed esco salutandola.

Al lato opposto della strada riesco a vedere la macchina di Zayn, mentre al posto del passeggero c'è Harry.

Per quanto riguarda Harry, non riesco a fare a meno di pensare a quella foto che ho trovato casualmente tra i suoi panni. Mi sembra così assurdo che abbia una ragazza lì a Londra e che a noi non abbia detto nulla. Sempre se non lo ha detto ed io me lo sono perso.

Ma comunque i suoi comportamenti non corrispondono a quelli di una persona impegnata, ed io non riesco a togliermelo dalla mente. Ci provo a non pensarlo, ma è come se quello che ho scoperto mi avesse in qualche modo delusa.

Apro lo sportello ed entro in macchina.

"Buongiorno Mel." mi saluta Zayn.

"Buongiorno."

"Hai sentito Logan per caso?" chiede Zayn mettendo in moto la macchina.

"No, perché?" rispondo.

"Sembra essere sparito. Provo a chiamarlo ma nulla." dice sospirando.

"Credete che oggi verrà al college?" chiede Kylie.

"Non ne ho idea." risponde Zayn.

Sospiro e mi poggio allo schienale. Se Logan oggi non verrà al college, andrò io da lui questo pomeriggio. Non posso rimanere con il dubbio di sapere cosa gli prende.

"Beh, lo scopriremo presto." dice Kylie.

"Ultimamente ci sono troppe cose da scoprire." risponde Harry sotto voce lanciandomi uno sguardo.

Capisco dove vuole andare a parare. Si riferisce a me, e a quanto successo quella sera.

"Sono d'accordo." ribatto facendo girare Harry verso di me.

Con la foto che ho trovato sono sicura che Harry nasconda qualcosa, o meglio qualcuno, dato che ormai mi convinco sempre di più che la ragazza in quella foto sia la sua attuale fidanzata della quale noi non sappiamo niente, o forse io non so niente.

"Bene, almeno c'è una cosa sulla quale andate d'accordo." precisa Zayn con lo sguardo attento verso la strada.

"Già." continua Kylie.

"No, non credo." ribatte Harry.

Sbuffo e non rispondo per non iniziare a litigare come succede la maggior parte delle volte.

"Come non detto..." sussurra Zayn.

Dopo circa 5 minuti Zayn ferma l'auto davanti scuola ed apro lo sportello per poi uscire dalla vettura. Harry, Kylie e Zayn fanno la stessa cosa ed insieme ci dirigiamo verso l'entrata.

Mi guardo intorno un paio di volte nella vana speranza di trovare Logan da qualche parte, ma sembra non esserci anche oggi.

"Dove devi andare?" chiede Kylie.

"Lezione di storia, almeno credo."

Sento Harry sbuffare e mi giro a guardarlo mentre lui affretta il passo e ci supera.

"Ma cosa gli prende?" chiede Kylie.

"Non chiederlo a me." rispondo scrollando le spalle.

"Bene. Io vado a lezione Mel, ci vediamo dopo." dice Kylie.

Annuisco e saluto anche Zayn; continuo a camminare per il corridoio fino a raggiungere la mia aula.

Quando entro noto subito Harry seduto tra le ultime file, quindi automaticamente mi spiego il perché del suo sbuffo.

Mi dirigo verso di lui e mi siedo al suo fianco senza dire nulla mentre lui ha i gomiti poggiati sul banco e si tiene il ponte del naso con le dita.

Tossisco falsamente e lui si gira verso di me corrugando la fronte, poi sbuffa.

"Ci sono altri posti. Potresti sceglierne un altro."

Rimango a guardarlo in silenzio per qualche istante.

"No." dico poi incrociando gambe e braccia.

"Bene, allora me ne vado io." dice alzandosi.

Afferro il suo polso facendolo sedere nuovamente.

"Si può sapere cosa ti prende?" chiedo alzando leggermente il tono.

"Hai anche il coraggio di chiederlo Mel? Secondo te, cosa mi prende?"

"Dimmelo tu perché io non ne ho idea." rispondo stringendo i denti.

"Ah, non ne hai idea?"

Si morde il labbro inferiore e chiude gli occhi sospirando.

"Non ti dice niente la frase 'Vedo qualcuno e scappo?' " No, perché sai a me dice tante cose!"

"Ancora con questa storia Harry, ma dannazione! Quando la smetterai di rinfacciarmelo ogni minuto, eh?"

"Quando saprò la verità. La fottuta verità."

"Beh, allora vorrei saperla anche io." rispondo.

"A cosa ti riferisci?"

Sospiro e chiudo gli occhi.

"Lascia stare Harry. Lascia stare..." mi alzo ed esco frettolosamente dall'aula.

Il fatto che si arrabbi con me da un momento all'altro è davvero assurdo; ma non sarò di certo io a chiedere scusa, anche perché non c'è nulla da perdonarmi. Non sono l'unica ad aver nascosto qualcosa quindi non è nella posizione di venire a dettare legge o di venire a fare la morale a me.

Cammino a passo svelto per il corridoio sbuffando, finché non vedo una sagoma conosciuta in lontananza vicino agli armadietti.

Affretto ancora di più il passo.

"Logan!" urlo facendolo girare verso di me.

Quando mi vede si gira ed inizia a camminare, ma io lo raggiungo ed afferro la sua camicia.

"Fermati!"

Lui si gira verso di me e sbuffa.

"Ora basta. Sono giorni che non ti fai nè vedere nè sentire; sei strano, ed io mi sono stufata di non sapere cosa diamine sta succedendo. Quindi ora mi spiegherai tutto." dico lasciando la sua camicia stropicciata nel punto da me afferrato.

"Melanie, è meglio di no, non ancora, davvero."

"Come non ancora? No Logan, tu mi dirai tutto ora! Da quanto ho potuto capire è una cosa che riguarda anche me, ed io voglio saperlo."

Sbuffa e si passa una mano sul viso mentre io continuo a guardarlo.

"E va bene, ti dirò tutto."

Annuisco e rimango in silenzio. Una leggera ansia inizia a farsi sentire. Il fatto che Logan sia così frenato nel dirmelo non mi fa pensare a niente di buono.

"Ascolta io..."

"L'altro giorno mi ha chiamato, dicendomi che sarebbe venuto qui, a Los Angeles, e mi ha chiesto di ospitarlo." continua poi chiudendo gli occhi quando finisce di parlare.

"Ok, ma aspetta...chi ti ha chiamato?" chiedo corrugando la fronte.

"Mel, ti ho dett-"

"Chi ti ha chiamato Logan!?" urlo stanca dei suoi giri di parole e delle sue inutili premesse.

Lui sospira nuovamente. "Noah." dice con un filo di voce abbassando lo sguardo.

Un brivido percorre la mia schiena e la briciola di speranza che mi era rimasta per quello che avevo visto l'altra sera svanisce, scoppia come scoppia una bolla di sapone che si imbatte contro il ramo di un albero.

Rimango a fissare un punto indefinito davanti a me per qualche secondo.

Era davvero Noah, la persona seduta a quel tavolo che leggeva indisturbato ed ignaro il menù, nel mio stesso posto, a pochi miseri metri da me.

Dopo tanto tempo.

"Ti avevo detto che era meglio che tu non sapessi ancora."

"Quando avevi intenzione di dirmelo!? Quando me lo sarei ritrovato davanti?" dico urlando e omettendo il fatto che ci sia mancato poco a far sí che accadesse davvero.

"Abbassa la voce, non urlare." "Non tel'ho detto proprio per evitare questo. Credevo fosse solo di passaggio, avevo pensato che fosse inutile far...far venire a galla tante cose inutili."

"Come vedi hai solo peggiorato le cose. È una cosa che riguarda me Logan, avresti dovuto parlarmene dalla prima volta che ti ha chiamato!" rispondo continuando ad urlare.

"Beh no, non riguarda solo te; riguarda anche me Melanie. Devo ricordarti quello che è successo, eh? Per caso lo hai dimenticato?" ribatte alzando a sua volta il tono di voce e afferrando il mio braccio.

Anche se in situazioni ben diverse, riesco a vedere negli occhi di Logan lo stesso distacco, la stessa freddezza di tanti anni fa, e forse in questo momento è la cosa che mi fa più male oltre al ricordo.

"Non c'è bisogno che me lo ricordi perché non ho mai dimenticato nemmeno un secondo di quella maledetta notte! È diventata il mio tormento!"

"Beh, mi fa piacere; è stata colpa tua Melanie, è così che deve essere." dice lasciando il mio braccio per poi sospirare e chiudere gli occhi subito dopo, quando si rende conto di ciò che ha appena detto.

Ingoio nella vana speranza di far sciogliere il groppo che mi si è formato in gola, poi abbasso lo sguardo.

Lui è felice del fatto che quel ricordo ormai sia diventato il mio tormento.
Lui pensa ancora che sia colpa mia. 

"Non volevo dire-"

"No." lo interrompo "Hai già detto abbastanza." continuo prima di dargli le spalle e allontanarmi da lui, trascinando dietro di me il peso di una conversazione che ha distrutto le mie speranze e riportato a galla ricordi che dovevano rimanere un relitto allo stesso tempo.

 

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


Cammino a passo svelto verso la porta d'uscita per prendere un po' d'aria. L'aria dentro è diventata irrespirabile per me, e nonostante sia impossibile data la vastità della struttura, mi sembra sia addirittura poca, come se da un momento all'altro potessi smettere di respirare, come se da un momento all'altro sia diventato un posto troppo piccolo anche solo per una singola persona.

Sento la voce di qualcuno chiamare il mio nome ma non gli do retta, continuo a camminare imperterrita con la testa bassa, gli occhi fissi sulle punte della mie scarpe e i pugni stretti che ormai iniziano a fare male e che quindi rilascio leggermente.

Quando sono fuori mi dirigo verso il retro della scuola e mi poggio alla prima parete che trovo, scivolando poi verso il basso fino a sedermi sul prato asciutto. Inclino la testa all'indietro e sospiro cercando di mantenere la calma.

Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da Logan; da tutti, ma non da lui. Mi è sempre stato vicino, siamo cresciuti praticamente insieme ed abbiamo sempre condiviso tutto. Lui mi ha sempre appoggiata in ogni mia decisione, anche se non era d'accordo con me mi è sempre stato vicino, ed io ho fatto lo stesso con lui. Credo che il nostro punto di forza sia sempre stato il dirci tutto sin dal principio, senza giri di parole e senza inutili esitazioni. La sincerità è sempre stata la nostra base e fino a pochi minuti fa credevo fosse ancora così, forse però mi sbagliavo.

Sapevo che qualcosa non andava, lo avevo capito dall'istante in cui mi aveva fermata nel corridoio titubante dicendo di dovermi parlare, per poi rimangiarsi tutto subito dopo. Era palese, dopo tutti questi anni ho imparato a conoscere Logan, e ormai per me è come un libro aperto, ma mai avrei pensato che potesse essere quello il motivo della sua preoccupazione: Noah.

Avrebbe dovuto dirmelo, parlarmene dal principio sarebbe stato molto meglio che tenerselo per sé ed arrivare al punto di dovermi dire tutto sotto tortura.

Probabilmente se non avessi insistito lui non avrebbe nemmeno preso in considerazione l'idea di mettermi al corrente di ciò che stava succedendo. Lo avrebbe fatto quando sarebbe stato troppo tardi, quando me lo sarei ritrovato davanti, e a dire la verità ci è mancato davvero poco, quella sera quando ero al MC con Harry.

Sinceramente non so se sia stata la cosa migliore costringerlo a parlare, se non lo avessi fatto, a quest'ora non starei rimuginando sull'accaduto, sulle sue parole che mi hanno lasciato a dir poco scossa come se in tutto questo tempo avessi vissuto nella menzogna. Credevo che lui avesse dimenticato quella notte di tanti anni fa, o almeno che avesse capito, che mi avesse capita: evidentemente mi sbagliavo.

Solo ora vengo a sapere da lui che in realtà non mi ha mai capita, non ha mai capito le mie motivazioni e a questo punto non riesco nemmeno a comprendere il perché della sua finzione quando avrebbe potuto parlarmene tranquillamente. In tutti questi anni non ha mai accennato al passato, quelle poche volte in cui il discorso è saltato fuori, i suoi punti di vista erano congruenti ai miei. Alla fine credo di essere stata io ad aver sbagliato, forse la nostra amicizia non è mai stata così pura e sincera.

Avvicino le ginocchia al petto e poggio la testa che sembra scoppiare su di esse ma il rumore dell'erba che viene calpestata e uno spostamento d'aria al mio fianco richiamano nuovamente la mia attenzione.

"Non so quanto possa essere consolante starsene seduti qui." dice Zayn copiando la mia posizione.

"Lo è molto più che starsene là dentro."

"Tutto bene?" chiede.

"Sì."

"Sicura? Non credo sia normale isolarsi per venire a sedersi su dell'erba marcia. Potrebbe entrarti qualche formica in quelle parti sai? Io non me ne starei così sicuro e spensierato qui, insomma."

"Beh, guarda caso anche tu sei seduto qui e stai correndo i miei stessi rischi, per cui..."

"Hey ragazzina, non è ancora nata la formica capace di addentrarsi nelle mie zone private."

"Diamine Zayn perché non la smetti di dire stupidaggini!" dico sorridendo subito dopo.

"Davvero, tutto bene? Sai che puoi parlare con me."

"Sì Zayn, va tutto bene; davvero."

"Bene, allora non Insisto. Ma sai che puoi raccontare tutto a noi. Siamo qui per questo." risponde facendo spallucce, rassicurandomi.

"Sai, ho visto Logan prima. Mi sembrava...scosso, forse. Non so era strano comunque." Mi sono avvicinato con l'intenzione di chiedergli il perché della sua assenza negli ultimi giorni, ma mi ha salutato frettolosamente dicendo di doversi incontrare in biblioteca con suo amico di corso, o una cosa del genere."

"Sì, l'ho visto anch'io ma non ci ho parlato." mento abbassando lo sguardo.

"Chissà cosa gli frulla in testa."

"Già, chissà." sospiro fissando il vuoto mentre Zayn fa lo stesso.

"Ho incontrato anche Harry e mi sembrava avesse un diavolo per capello, c'è il tuo zampino per caso?"

"Non serve il mio zampino per far sì che Harry sia incazzato." ribatto con tono ovvio.

"Non direi. Credo di aver assistito ad un centinaio di litigi tra voi due da quando vi conoscete." ridacchia.

"La metà di questi avvengono per colpa sua ovviamente."

Cala il silenzio per qualche minuto ed una lampadina si accende nella mia mente.

"Zayn posso farti una domanda?"

"Certo fiorellino."

"L'altro giorno, quando sono venuta da te, ero in camera di Harry e per sbaglio ho trovato una foto tra i suoi panni. C'era lui, con una ragazza." dico girandomi a guardarlo mentre lui a differenza mia non distoglie gli occhi da un punto indefinito davanti a sé.

"Mi chiedevo se tu sapessi chi è. Insomma, se ti ha mai parlato di lei, magari la conosci. È la sua ragazza? Come si chiama? È rimasta a Londra?" chiedo non riuscendo a frenare la mia curiosità.

Zayn si lascia sfuggire un sorriso amaro, poi mi lascia un leggero pizzico sulla guancia prima di alzarsi.

"Meglio lasciar stare, Mel." dice guardandomi negli occhi con sguardo perso prima di girare i tacchi ed allontanarsi da me, ancora sul prato marcio, lasciandomi a bocca asciutta; senza rispondere alle mie domande.

Mi alzo a mia volta e provo a richiamarlo ma vengo beatamente ignorata e mi lascio andare ad un lungo sospiro.

"Cosa vuol dire questo ora?" borbotto.

Eppure non mi sembra di aver fatto una domanda così complessa. 
Quindi è davvero la sua ragazza? Zayn non mi è sembrato sorpreso quindi deve conoscerla per forza. Ma se è così perché non mi ha risposta? Non era difficile confermare o negare.

Forse Harry non è fidanzato come avevo pensato ma quella sarà semplicemente la sorella, o un'amica, anche se credo sia difficile dato che si stavano praticamente quasi baciando nella foto.

Sbuffo e sbatto un piede per terra come per fermare i miei pensieri. Se continuo di questo passo finirò con il far scoppiare la mia testa a forza di pensare.

Ultimamente è tutto così strano, troppo misterioso. Anche la cosa più semplice sembra avere dei retroscena e quasi mai mi è concesso venirne a conoscenza. Probabilmente sono io che sottovaluto le singole situazioni, come ad esempio questa storia della foto.

Ricomincio a camminare e dopo qualche minuto sono di nuovo all'interno della struttura. In tutto ciò mi ricordo della mia povera roba  abbandonata in aula, rientro così per prendere le mie cose poiché prima sono uscita di fretta e furia ed ho lasciato la mia borsa qui.

Il professore non mi presta molta attenzione e dopo aver effettuato una piccola sosta riprende a parlare. Mi dirigo verso il mio banco ed afferro la mia borsa prima di rivolgere un'occhiataccia ad Harry che corruga la fronte.

"Si può sapere cosa combini?" bisbiglia.

"Non sono affari tuoi." rispondo acida.

"Vuoi invertire i ruoli ora?" continua alzando leggermente il tono di voce.

"Per la miseria Harry, chiudi quella dannata bocca una volta per tutte!"

La ragazza seduta davanti si gira e ci lancia uno sguardo truce, per poi farci segno di stare zitti.

"Signorina, si può sapere cosa sta facendo qui?" chiede il professore alle mie spalle.

Sbuffo ed alzo gli occhi al cielo, poi dopo aver lanciato un'altra occhiata ad Harry esco dall'aula chiudendo la porta alle mie spalle.

Sento la porta aprirsi e richiudersi subito dopo e sento anche dei passi dietro di me.

Non mi giro per controllare, so già che è Harry, ma la conferma mi arriva quando una mano afferra il mio polso.

Mi giro verso di lui sbuffando sonoramente mentre lui non perde nemmeno un secondo per attaccarmi nuovamente.

"Ora sei tu quella incazzata? Cosa facciamo, ci invertiamo i ruoli?"

"Potresti lasciarmi, per favore?" chiedo fissando la sua mano che stringe ancora il mio polso.

Harry fa come gli ho detto ,miracolosamente aggiungerei, "Allora?" dice poi affiancandomi mentre riprendo a camminare.

"Allora cosa? Cosa vuoi da me?" rispondo esasperata. Non capisco davvero perché sia così insistente. Il fatto che sia insospettito da tutta la questione è anche normale ma credo stia esagerando ora con la sua insistenza. Se avessi voluto davvero raccontargli tutto lo avrei già fatto, non ci sarebbe stato bisogno di fare tutte queste storie, ma a quanto pare lui non lo capisce.

"Cosa sta succedendo?" alza il tono di voce allargando le braccia.

"Diamine Styles, avevo capito fossi un rompipalle ma non fino a questo punto! Perché non ti arrendi un po' e mi lasci stare? Dopotutto cosa importa a te? Lo sai cosa cambierebbe se io ti raccontassi tutto? Beh, te lo dico io: niente." continuo avvicinandomi a lui.

"Non cambierà assolutamente niente. Quindi puoi anche smetterla di assillarmi. Arrenditi e lasciami in pace una buona volta, finiamola con questa storia."

"Tanto per cominciare Cooper, come hai capito che sono un rompipalle avresti dovuto capire anche che non sono il tipo che si arrende. C'ero anche io quella sera, ed esigo avere le spiegazioni che avrei dovuto avere già da un pezzo ormai! Non dimentico quella specie di paura e stupore che si vedevano nei tuoi occhi Melanie. Quindi se davvero vuoi mettere fine a questa storia, fallo."

Non rispondo, rimango in silenzio a fissarlo negli occhi.

La suoneria del mio cellulare richiama la mia attenzione e lo estraggo dalla tasca posteriore dei jeans. Dopo qualche secondo anche quello di Harry squilla e lo estrae a sua volta dalla tasca degli jeans neri.

Da Bionda Ossigenata:

Ci vediamo fuori al solito tavolo, al suono della campanella.

Sospiro, chissà cos'altro staranno architettando.

"È Kylie, dice che-"

"Che dobbiamo vederci fuori alla fine delle lezioni. Lo so, ha inviato lo stesso messaggio anche a me." continuo al posto suo bloccando lo schermo del cellulare e riponendolo in tasca.

"Ci vediamo al tavolo, Styles." concludo dandogli le spalle e dirigendomi fuori.

Dopo circa 15 minuti faccio come mi ha detto Kylie e vado al solito tavolo. Riesco a vedere la sua chioma bionda e le teste degli altri da lontano quindi affretto il passo e in pochi secondi sono lì.

"Buongiorno gente." dico con poca enfasi facendoli girare verso di me. 
Prendo posto al fianco di Louis e poggio i gomiti sulla superficie in legno.

"Allora?" chiedo.

"Bene, ora che ci siamo tutti posso iniziare." "In realtà non c'è niente di nuovo. Avete presente quello che vi abbiamo detto riguardo l'Universal? Bene. Dobbiamo organizzarci e dobbiamo farlo il più presto possibile; quindi ho deciso che lo faremo ora." dice tutto d'un fiato Kylie sorridendo subito dopo.

"Quindi aspetta, tu ci hai fatti venire qui con l'intenzione di parlarci di una cosa che già sapevamo?" si intromette Louis.

"Per organizzarci." precisa Kylie.

"Bene, e quando dovremmo andare a questo Universal?" chiede Zac sorseggiando la sua bibita.

"Beh, se vogliono organizzare tutto ora credo in questi giorni. Mi sembra logico e banale, non trovi?" risponde acido Harry.

"Beh, a me no. Non mi sembra per niente logico e banale, quindi ci scusi se siamo così poveri di intelletto in confronto a lei, sua maestà." mi intrometto guadagnandomi uno sguardo omicida da parte di Harry.

"Mel, lascia stare." mi richiama Zac.

"Se ci fate parlare e la smettete di litigare magari ve lo diciamo." interviene Zayn allargando le braccia.

"Come ha detto Harry dobbiamo andarci in questi giorni. Sam andrà via il 1 Novembre, oggi è 25, quindi dobbiamo organizzarci prima dell'1 Novembre."

"Non vedo il problema. Sam può anche rimanersene a casa e basta, la sua presenza non è vitale." rispondo.

"Beh, io non la penso allo stesso modo." continua Harry con lo sguardo di chi vuole solo infastidirmi.

"In realtà devo ammettere che anche a me sta abbastanza sulle palle, ma ormai l'abbiamo trascinata con noi, quindi..." dice Zayn facendo spallucce.

"Beh, l'abbiamo sopportata per tanti giorni, uno in più uno in meno..." interviene Louis.

"Quindi quando dovremmo andare? Dobbiamo ancora acquistare i biglietti." chiede Zac.

"Oh non preoccuparti, papà Zayn pensa sempre a tutto. Li ho acquistati l'altro ieri." dice infilando una mano nello zaino ed estraendone i biglietti.

"Menomale che ci sono io!" continua distribuendoli a noi altri.

"Quindi dobbiamo andare il 29." dico leggendo la data sul pass.

"Esatto, in questo modo non interferirà né con la tanto attesa partenza di Sam né con il nostro fantastico Halloween." chiarisce Zayn mentre prende nuovamente posto.

"Ma quindi, se già avevate deciso tutto...perché siamo qui esattamente?" chiede Louis.

"Hey amico, credi che sarei venuto a cercarvi uno per uno in giro per il college o ancora peggio direttamente a casa per ripetere ad ognuno sempre le stesse cose?" Per non parlare del fatto che sicuramente qualcuno di voi avrebbe avuto da ridire con cose del tipo 'Oh no, il 29 ho un appuntamento con la mia estetista asiatica per trattamento facciale' oppure 'Hey, io devo passare l'intera giornata in palestra per scolpire i miei muscoli peggio di uno scultore, non posso venire con voi!' e poi ogni tanto ci vuole un minimo di finta organizzazione, no? " risponde cambiando voce svariate volte sembrando più un impossessato che altro.

"Beh, hai ragione. Quindi tutto risolto, il 28 andremo all'Universal e non se ne parli più." conclude Louis.

"Oh, guardate un po' chi c'è là!" "Logaaaan!" urla Kylie alzandosi in piedi e facendo segno a Logan di avvicinarsi.

Lui si ferma richiamato dalla voce e indeciso su cosa fare alla fine si avvicina e si siede vicino a Zayn senza ovviamente degnarmi di uno sguardo.

"Ma da quanto tempo! Si può sapere che fine hai fatto? Pensavo ti fossi trasferito su Marte." chiede Kylie che mi sembra leggermente irritata forse a causa dello strano comportamento di Logan.

"Ehm sì, ultimamente non sono venuto spesso al college."si giustifica tenendo lo sguardo fisso sul vassoio davanti a lui.

"E...si può sapere il perché? Ci siamo preoccupati in questi giorni, ti vedevamo strano."

"Cosa? Strano io? Ma no. È solo che..." si ferma per poi portare finalmente i suoi occhi su di me.

"È solo che è venuto un mio cugino da Londra, e sono stato un po' indaffarato con lui, tutto qui." conclude passandosi una mano tra i capelli.

Sospiro e roteo gli occhi al cielo attirando lo sguardo di Harry che corruga la fronte.

"Non sapevo avessi un cugino a Londra! Come si chiama?" chiede Zayn.

"Cody, si chiama Cody."

"Cody...strano, non ce ne hai mai parlato. E perché è venuto qui?" chiede Kylie.

"Semplice vacanza." risponde.

"Certamente." borbotto picchiettando le unghie sul tavolo mentre Harry posa per l'ennesima volta il suo sguardo su di me.

"Che casualità, veniamo tutti da Londra." si intromette quest'ultimo.

"Beh, allora quando puoi presentacelo; vogliamo conoscerlo." dice Zayn poggiando una mano sulla spalla di Logan che annuisce.

"Comunque noi abbiamo pensato di andare all'Universal Studios, il 28. Perché non vieni con noi? Sono sicura che tuo cugino se la caverà anche da solo." propone Kylie.

"Ah, ehm...no, non posso, magari un'altra volta."

"Ora devo proprio andare. Ci si vede. " dice prima di alzarsi e allontanarsi da noi più veloce della luce. 

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23 ***


Harry's Pov

Dopo che Logan è quasi scappato via, al tavolo ritorna l'atmosfera di prima. È tutto uno scherzare e prendersi in giro, soprattutto perché Zayn è nel suo momento "diciamo barzellette idioti che non fanno ridere anima viva", ma guardo Melanie e non vedo la sua normale voglia di interferire nella conversazione come suo solito, è come se l'interruttore che la tiene ancorata alla realtà fosse spento, e non ne capisco il motivo.

"Ehy Mel, ma sei tra noi? Ti vedo assente, e non dire di no!" afferma Kylie con un cipiglio.

"Se non posso nemmeno scegliere cosa dire allora perché lo chiedi Kylie?"

"Dovresti scegliere di dire la verità." borbotto sottovoce guadagnandomi un occhiataccia da Melanie.

"Cos'hai?" chiede Kylie.

"Niente! È che ho un'ora buca adesso e non so come sfruttarla." risponde Melanie grattandosi distrattamente la nuca.

"Sì, e se tu stai dicendo la verità io sono il presidente degli Stati Uniti! Ti hanno mai detto che sei davvero pessima a mentire?" intervengo acido girandomi a guardarla.

"Ma guarda un po'! Non sapevo che anche il tuo pensiero potesse essere espresso a questo tavolo! Soprattutto perche nessuno ti ha chiesto di giudicare le mie doti recitative!" afferma.

"Beh invece dovresti sapere che beh...sì, anche il mio parere può essere espresso in questo tavolo." ribatto.

"Bene, ora ho capito cosa devo farne della mia ora libera: me ne vado! Ci vediamo dopo." dice rivolgendosi agli altri e ignorando beatamente me...come sempre.

Detto questo Melanie si alza dal tavolo e va via, dirigendosi verso l'entrata dell'istituto.

"A volte faresti meglio a non esprimerlo il tuo parere." si intromette Zac... come se qualcuno lo avesse interpellato.

"Tu non sai proprio tenerla chiusa quella bocca?" rispondo iniziando seriamente ad innervosirmi. Ci mancava solo lui che mette bocca in qualsiasi discussione che non gli riguarda minimamente.

"No. Ho preso lezioni da te in passato e a quanto pare non mi hai insegnato poi molto."

"Se avessi preso lezioni da me ora non saresti in queste condizioni amico, fidati."

"Se Zac avesse preso lezioni da te adesso non sarebbe nemmeno qui. Probabilmente lo avresti fatto fuori dopo 2 lezioni...o viceversa comunque." si intromette Zayn guadagnandosi un'occhiataccia sia da me che da Zac.

"Siamo tutti abbastanza nervosi ultimamente...caspita." riflette Louis che fino ad ora non ha fatto altro se non mangiare.

"Nell'ultimo periodo sono tutti così strani, soprattutto Melanie e Logan. Di sicuro sarà accaduto qualcosa che non so..." sospira Kylie affranta, per poi girarsi nella mia direzione.

"Harry... tu ne sai qualcosa?"

"No, no Kylie non ne so niente. E perché dovrei poi." rispondo di rimando.

"Mh...non so, ho avuto questa impressione." termina Kylie.

In realtà forse qualcosa in più a loro per quanto riguarda Melanie la so, ma non mi sembra il caso di dirlo e far sì che mi riempiano di domande. Poi non ho intenzione di rimanere qui ancora per molto. La sola presenza di Zac mi infastidisce e devo assolutamente allontanarmi da lui.
Per quanto riguarda Logan invece non ne ho la minima idea.

Cogliendo il momento di riflessione generale del gruppo su questa situazione, mi alzo e annuncio che andrò a prendere posto in classe perché ho lezione. Il gruppetto di pensatori mi saluta, dandomi appuntamento alla fine delle lezioni per tornare a casa insieme, così mi incammino e giungo nell'aula di filosofia, che è ancora mezza vuota tranne che per qualche posto avanti e qualcuno dietro; così decido di mettermi nei posti centrali, i miei preferiti. Sposto la sedia e mi siedo per poi lasciare distrattamente lo zaino vicino al banco.

Sospiro approfittando di un momento di tranquillità e poggio la fronte sui palmi delle mani. Più passa il tempo più tutto si incasina. Più passa il tempo più i miei dubbi aumentano. Troppe domande ma poche risposte è questo il problema.

Non so nemmeno più come comportarmi: forse dovrei lasciar stare Melanie. Se non vuole dirmi cosa le succede problemi suoi, io le sono stato dietro già per troppo tempo ormai. Lei è cocciuta non vuole dirmi nulla ed io di sicuro non posso fare più di tanto.

Da un lato però mi chiedo come sia possibile passarci sopra. Non riesco a togliermi quella sera dalla testa.

In realtà per un motivo o per un altro non riesco a togliermi Melanie dalla testa.

E se insistendo riuscissi ad aiutarla in qualche modo? Mi dirà mai la verità?

Sbuffo nuovamente e cerco di concentrarmi sulla filosofia, di cui il professore ha appena iniziato a parlare; non mi ero accorto che la campanella fosse già suonata, infatti la classe ora è quasi del tutto piena e anche i banchi accanto a me sono stati occupati. La maggior parte della classe prova a stare dietro al prof che spiega e provo a farlo anche io, ma poi non so come ritorno a pensare agli atteggiamenti di Melanie, compreso quello di prima al tavolo e mi convinco sempre di più che c'entri qualcosa la paura che ho visto nei suoi occhi l'altra notte.

Può anche provare a tenermi fuori dalla sua vita, ma non può pretendere che io ignori certe cose e che mi faccia passare per un cretino.

La cosa che però mi dà più fastidio è il fatto che io stia pensando a lei invece che ascoltare la lezione, sicuramente più interessante e meno impegnativa di lei. Provo a ritornare con la testa in classe ma il mio cervello non collabora. La voce del professore sta diventando fastidiosa e i miei pensieri non mi lasciano in pace; inizio a picchiettare la matita sul banco creando una melodia strana in modo tale da concentrarmi su altro e salvaguardare la mia sanità mentale, ma il professore non è della mia stessa idea a quanto pare.

"Styles! Ehi Styles! Mi sente? Le ho detto che sta disturbando la mia lezione! Lei è in un college non ad un concerto! Le sarei molto grato se la smettesse, sempre se non è un disturbo per lei, ovvio. " dice verso di me innervosito.

Ecco, ci mancava solo lui a farmi saltare i nervi!

"Non si preoccupi prof, poiché oggi mi sono svegliato felice come lo è stato Leopardi ho deciso che farò a meno della sua lezione! La ringrazio." affermo raccogliendo lo zaino da terra per poi uscire.

Mi ritrovo così nel corridoio e mi rendo conto di aver guadagnato un'ora buca in cui posso crogiolarmi serenamente senza interruzioni; ma mi rendo conto di aver cantato vittoria troppo presto quando vedo l'ombra di Melanie passarmi affianco e il suo profumo mi entra in gola, bruciandola peggio della vodka.

Prima di rendermene conto mi ritrovo a camminare dietro di lei e per la millesima volta in una giornata le afferro il polso.

Melanie's Pov

Pov's Melanie. 
Dopo essermi congedata dagli altri, mi dirigo a passo svelto verso l'entrata mentre un leggero venticello mi scompiglia i capelli.

Sono nervosa. Non so se sia maggiore la voglia di urlare a squarciagola o quella di crogiolarmi in qualche posto in solitudine.

Vorrei sapere come hanno fatto ad entrare in casa mia, cosa significa quella foto e chi l'ha lasciata, vorrei che Logan venisse a dirmi che la storia di Noah è tutto uno scherzo, vorrei sapere chi è la persona nella foto di Harry e perché Zayn mi ha risposto così.

Ovviamente di tutte queste domande io non ho nemmeno una risposta.

Non so più cosa sta succedendo intorno a me e questo mi fa innervosire, mi spaventa.

Poi come se non bastasse Harry mi sta torturando. 
Ormai è diventato una persecuzione e so che finché non realizzerà il suo scopo non la smetterà di seguirmi per sapere quello che in realtà non può sapere.

Perché lui non può sapere.

Perché io non voglio che lui sappia.

Per me significherebbe essere un po' più vulnerabile. Una persona in più che sa di tutto l'accaduto. Non posso permetterlo.

Poggio la fronte all'armadietto rosso in metallo davanti a me e chiudo gli occhi sospirando.

Ho davvero bisogno di darmi una rinfrescata se non voglio rischiare di esplodere proprio qui. E poi dopotutto ho un'ora libera come ho appena detto agli altri, quindi dovrò pur fare qualcosa.

Cammino in direzione dei bagni e quando sono davanti alla porta tiro giù la maniglia e la apro. Entro e lascio lo zaino a caso per terra, poi apro il getto d'acqua ed inizio ad inumidirmi la faccia. 

"Ahh Melanie...dove andrai a finire..." sospiro nuovamente affranta guardando il mio riflesso allo specchio.

Esco dal bagno dopo aver preso lo zaino da terra e ricomincio a camminare. Questa volta non so esattamente dove andare, ma credo di passare quest'ora da qualche parte fuori, da sola.

Cammino distrattamente finché qualcosa non mi ferma. Qualcuno sta tenendo il mio polso ed ormai non mi serve nemmeno più girarmi a guardare per sapere chi è. Riconoscerei la sua presa tra mille.

"Cooper, dai fermati un attimo. Dobbiamo parlare." mi dice facendomi girare e portandomi di fronte a lui.

"Styles, oggi mi stai importunando. Devi smetterla, basta. Questo polso me lo stacchi tra poco." mi lamento guardandolo e alzando le sopracciglia più volte per fargli capire che deve lasciarlo.

"Styles se non lo hai capito devi lasciarmi stare. E poi, io non devo dirti proprio niente. Non so più quante volte devo dirtelo ormai!" affermo liberandomi da sola dalla sua mano dato che lui non si decide a farlo. Punto i miei occhi nei suoi, i soliti occhi.

"Senti, non ti sto chiedendo chissà cosa. Ti sto chiedendo di spiegarmi perché all'improvviso quella sera i tuoi occhi si sono riempiti di paura, perché sei scappata in quel modo. Voglio e pretendo di saperlo." punta i suoi occhi nei miei per qualche secondo ma poi abbassa lo sguardo.

"Sì Styles... tutto chiaro quello che dici. Ma non puoi semplicemente dimenticare la questione ed andare avanti?" affermo irritata.

"Secondo te se ne fossi capace non lo avrei già fatto? La tua intelligenza scarseggia sempre di più a quanto pare."

"Beh, allora impara a farlo visto che qui sei tu il piccolo genio incompreso."

"Come se fosse facile! Mi farai arrivare all'esaurimento se continui così!"

"Beh di sicuro non sono stata io a chiederti di preoccuparti per me. Non ho mai avuto bisogno di persone che si intromettono nella mia vita e non ne ho bisogno nemmeno ora."

"Io non voglio intromettermi." risponde con un tono di voce basso. Il suo sguardo è strano ma non riesco a capire perché.

"Sì Harry, sì. Abbiamo già parlato mille volte di questa cosa, mille volte mi hai chiesto spiegazioni e mille volte io non ti ho detto nulla. Se continuerai il risultato sarà lo stesso." "Tu non hai niente da sapere Harry. E se proprio vorrò, un giorno ti racconterò tutto. Ora non è il momento."

"Dannazione Melanie! Voglio solo-" prova a dire ma lo squillo del suo telefono lo interrompe. Mi chiede di aspettare con lo sguardo e nel mentre afferra l'aggeggio che continua a squillare.

Ma quando legge il nome sul display la sua espressione cambia, si incupisce.

Chi sarà mai?

Cerco di leggere il nome sul display prima che Harry lo allontani dalla mia vista e si allontani a passo svelto da me.

Dyclan?

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 ***


Come abbiamo precedentemente concordato, alle 14:40 esco di casa e mi dirigo verso casa di Zayn. In realtà, stando agli accordi, dovrei essere lì da un bel pezzo ma ho perso tempo a decidere cosa mettere e quindi eccomi qui, con circa 40 minuti di ritardo a camminare a passo svelto per la strada cercando di non far aumentare i minuti che stanno passando più velocemente del solito.

Che poi sarebbe stato meglio risparmiarmi la fatica di pensare ad un outfit decente, dato che ho optato per il solito semplice abbigliamento alla fine: jeans, maglietta e sneakers.

Quando sono davanti casa di Zayn mi fermo e busso il campanello.

È strano che non ci sia nessuno fuori, in realtà mi sembra anche strano il fatto di non aver ricevuto miriadi di chiamate da parte degli altri a causa del mio ritardo. Spero che non abbiano deciso di vendicarsi con me  lasciandomi qui. In quel caso me la pagherebbero cara.

Siccome nessuno viene ad aprirmi suono nuovamente il campanello e sbuffo.

"Che diavolo di fine avete fatto?!" sbuffo e afferro il cellulare per chiamare Zayn, ma la porta si apre e mi si para davanti la faccia di Harry.

"Stavo proprio iniziando a pensare che avessi ricevuto una grazia divina e avessi deciso di donarla anche a noi con la tua assenza."

"Io invece stavo pregando affinché tu chiudessi quella dannata bocca;  ma a quanto pare le mie preghiere sono state vane ancora una volta." ribatto sorpassandolo per entrare in casa.

"Dove sono gli altri? Siamo in ritardo." chiedo sedendomi sul divano.

"Menomale che tu sei sempre puntuale." risponde versando dell'acqua in un bicchiere per poi berla.

"Ma buonasera!"

"Siamo ancora in pieno pomeriggio Zayn." preciso.

"Fa lo stesso."

"Andiamo?" chiedo mentre mi alzo a fatica dal divano. Zayn mi guarda perplesso poi passa il suo sguardo su Harry che scoppia a ridere.

Non capisco.

"Ehm... Beh, dovremmo chiamare Kylie in realtà." dice Harry tra una risata e l'altra. Sapevo avesse seri problemi, l'ho sempre pensato, ed ora ne sto avendo la conferma.

"Beh, chiamiamola allora. Andiamo Zayn, cosa stiamo aspettando?! Louis e Zac si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto!"

"Oh certo, il tuo povero cucciolo se aspetta si consuma, vero?" mi prende in giro Harry.

"Cosa diavolo hai detto Styles?"

"Ok, no! Non iniziate anche stamattina che vi sbatto fuori entrambi."
"Harry...tu sei davvero una testa di cazzo, io e te facciamo i conti dopo." dice Zayn puntando l'indice verso Harry che ricomincia a ridere.

Dopo averci interrotto Zayn cammina a passo svelto verso la porta mentre continua a borbottare qualcosa che non riesco a capire, poi esce di casa ed attraversa la strada.

Io ed Harry facciamo lo stesso e quando arriviamo davanti al cancelletto, Kylie apre la porta.

"Come sta quindi?" chiede Zayn a Kylie.

"Mh...non proprio bene." risponde.

"Chi sta male?" chiedo.

Kylie mi guarda perplessa per qualche secondo poi corruga la fronte.

"Ma non l'hai avvisata?" chiede portando il suo sguardo su Zayn.

"Oh beh, avevo chiesto a questa specie di essere vivente di mandarle un messaggio al posto mio dato che io ero in doccia." "Ma a quanto pare si è svegliato in vena di scherzare." risponde lanciando uno sguardo omicida ad Harry.

"Beh...ho dimenticato di avvisarla." si difende Harry facendo spallucce.

"Certo, ed io dovrei crederti. Se pensi che io sia di così poco intelletto, beh, mi offendi Harry." ribatte Zayn.

"Ma cosa diamine state dicendo? Di cosa doveva avvisarmi? E perché siamo ancora qui invece di andare dagli altri?" chiedo.

"Beh Mel, in realtà Sam si è svegliata con febbre alta e vomito questa mattina." "Zayn aveva detto ad Harry di avvisarti ma lui ha ritenuto più opportuno farti innervosire...detto in parole povere." Kylie si sposta e ci fa entrare.

"Avvisarmi di cosa? Continuo a non comprendere."

"Avvisarti del fatto che Sam sta male."

"Ed io cosa dovrei farci?"

"Oh, mio Dio! Ma ci sei o ci fai? Ti ricordo che Sam doveva venire con noi!" si intromette Harry.

"E quindi? Doveva. Non è obbligata a venire. Se sta male vuol dire che farò a meno della sua presenza. Tanto non è indispensabile."

"Sì, inizialmente avevamo pensato di andare senza di lei...ma mi sembra inopportuno...dopotutto doveva venire con noi." chiarisce Zayn.

"Quindi voi mi state dicendo che è saltato tutto per colpa della sua influenza!?" "E per di più sono l'unica idiota a non aver saputo nulla fino a questo momento perché il signorino qui presente ha preferito utilizzare l'ultimo ed unico neurone mal funzionante che gli è rimasto, giusto?"

"Beh...sì." ammette Zayn entrando in casa.

"Styles...tu mi hai fatta svegliare, mi hai fatto preparare e venire qui, per nulla!"

"Esatto Cooper. Vedo che dopo un po' comprendi."

Gli lancio uno sguardo omicida e cerco di non urlargli contro le mie migliori ingiurie.

Sia Kylie che Harry entrano in casa ed io li seguo.

"Che peccato però, sarei voluta andare." dice Kylie.

"Beh, alcune persone non sanno nemmeno prendere l'influenza." sussurro.

"Beh possiamo rimandare. Magari tra qualche giorno. Oppure se proprio vogliamo possiamo andare. Dopotutto Sam è adulta e vaccinata." afferma Zayn.

"Non mi sembra carino andare." interviene Harry.

"E da quando tu ti intendi di cose carine da fare?" gli chiedo portando il mio sguardo su di lui.

"Da quando non lo fai tu."

"Beh, se proprio ci tieni a fare la veglia alla cara e amata Samantha puoi sempre rimanere anche tu qui. Più o meno la tua presenza vale quanto la sua."

"Io invece proporrei un'altra cosa! Perché non vai tu insieme a Zac? Forse è meglio."

"Se questo è il meglio che la tua mente riesce a partorire allora faresti meglio a chiudere la bocca."

"Ma davvero non riuscite a respirare la stessa aria senza punzecchiarvi a vicenda?" chiede Zayn.

Sospiro profondamente e socchiudo gli occhi.

"Ok, se le cose stanno così io me ne torno a casa allora." dico dirigendomi verso la porta.

"No aspetta, mi è venuta un'idea!" mi ferma Zayn alzandosi di scatto dal divano.

Sinceramente inizio ad avere paura di qualsiasi cosa stia per proporre. Ormai le sue idee sono un buco nell'acqua, non che qualche tempo fa fossero migliori comunque.

"Perché non utilizziamo questa giornata in modo diverso?"

"E cosa vorresti fare, sentiamo." chiede Harry roteando gli occhi.

"Beh...non lo so." risponde Zayn afflitto.

"Mhh...ho trovato! Perché non andiamo a fare un Pic nic?" asserisce Kylie che schiocca le dita e sorride.

Noi altri ci guardiamo in faccia in silenzio per poi sbuffare contemporaneamente.

"Dai ragazzi! È un'idea meravigliosa la mia!" "Dai vi prego, vi prego." continua "Sarà divertente, e soprattutto sarà una cosa diversa dal solito."

"Ma ancora più importante è il fatto che sono affamato, quindi amore hai avuto un'idea grandiosa!" esclama ora entusiasta Zayn. 

"E va bene, dobbiamo avvisare gli altri però." accetto non del tutto convinta, ma il cibo è pur sempre cibo.

"Chiamo Louis." afferma Harry prendendo il suo cellulare tra le mani.

"Scusatemi, ma possiamo andare a fare un Pic nic e non possiamo andare all'Universal?" chiedo dopo averci rimuginato sopra.

Detto ciò Kylie e Zayn mi fissano ed Harry si allontana per avvisare Louis che ha appena risposto alla chiamata.

"Beh in effetti hai ragione, non è molto sensata come cosa." "Ma dopotutto non andare all'Universal è solo una questione di cortesia. Insomma doveva venire con noi." spiega Zayn.

"Esatto. E poi una cosa è andare lì, un'altra è fare un semplice Pic nic, dove se avrà bisogno di qualcosa potremmo facilmente raggiungerla." conclude Kylie.

Annuisco. Continuo a pensare che sia un controsenso ma non continuo la conversazione, tanto alla fine in un modo o nell'altro riuscirebbero a rivoltare la situazione e sarebbe alquanto inutile. 

E poi non mi dispiace affatto l'assenza di Sam, anzi. Già non mi andava a genio il fatto che dovesse venire con noi all'Universal. Dopo tutto quello che mi ha fatto sarebbe da pazzi accettare ancora volentieri la sua presenza.

"Ok, ho avvisato Louis. Stanno venendo."

"Perfetto, allora vado a preparare qualcosa da portare con noi." dice Kylie dileguandosi in cucina.

"Buongiorno a tutti." ci saluta Sam che fa la sua entrata in scena in soggiorno.

Sbadiglia e si poggia una mano in fronte con gli occhi ancora socchiusi, mentre tira fuori un bicchiere dal mobile e lo riempie d'acqua.

"Come mai siete ancora qui? Non dovevate partire tipo...un'ora fa? È tardissimo." chiede sorseggiando l'acqua con una faccia assonnata.

"Me lo chiedo anch'io sai..." borbotto.

"Sì, ma siccome tu non stai bene abbiamo deciso di non andare." risponde Zayn.

Sam tossisce come se improvvisamente le sia andata l'acqua di traverso.

"Cosa?! State scherzando?" chiede con gli occhi spalancati.

"No." rispondo risoluta.

"Ma...ma andate. Perché dovreste rimanere qui per me, io sono solo influenzata." "Insomma non potete rimanere qui."

"E perché mai? Per la cronaca: lo stiamo facendo." ribatto.

"Beh..." si ferma e si gratta la nuca.

"Beh, perché...ecco, avete già comprato i biglietti, e vi eravate già preparati per andare. Non credo sia conveniente aver fatto tutto questo per niente."

"Sì, ma andremo a fare comunque un Pic nic." interviene Harry puntando il suo sguardo in quello di Sam mentre lei ricambia.

"Ah beh, va bene allora. Ma comunque, vi ringrazio per il pensiero ma potevate andare. Io starò meglio dopo aver dormito qualche altra ora. Ed ora vi saluto, buon divertimento." dice prima di sparire dietro la porta e abbandonando il bicchiere nel lavandino.

Davvero pazzesco il fatto che voglia sbarazzarsi di noi ad ogni costo, anche con quella che lei e gli altri definiscono influenza. A me non sembra poi così malata, ma dopotutto se lo dice lei...

Il suono di un clacson ci fa girare tutti.

"Sono arrivati?" afferma Kylie uscendo dalla cucina con un cestino in mano.

Zayn annuisce e uno alla volta usciamo di casa per poi entrare in macchina di Zac. Tutti tranne Harry, che prende la sua pur di non dover respirare la stessa aria di Zac per troppo tempo.

Iniziamo a camminare e dopo circa 30 minuti arriviamo al posto indicatoci da Zayn. Zac parcheggia e scendiamo dall'auto. Dopo un po' arriva anche Harry che fa lo stesso.

Oggi è una bella giornata, nonostante siamo alla fine di Ottobre. Il sole è ancora alto nel cielo ed il clima caldo di Los Angeles mi è sempre piaciuto fin da bambina, credo sia uno dei suoi aspetti migliori.

Tutti insieme ci dirigiamo verso la vasta distesa di erba, dove ci sono anche altre persona già sedute sul prato a mangiare qualcosa in tranquillità. C'è anche un lago e appena arriviamo mi avvicino per sfiorare l'acqua con le dita.

Intanto gli altri sistemano una tovaglia sull'erba e si siedono iniziando a ridere per le stupidaggini di Zayn. 
Li raggiungo ed iniziamo a mangiare quello che abbiamo portato e che Kylie ci ha preparato.

"Kylie, perché non mandi un messaggio a Logan? Magari qui vuole venirci." propone Louis.

"Mh, sì buona idea." risponde estraendo il cellulare dalla tasca dei suoi jeans ed iniziando a digitare il messaggio.

"Vediamo cosa risponde." blocca lo schermo del cellulare e lo posa sulla tovaglia, mentre continuiamo a mangiare e a scherzare tranquillamente, sotto i raggi del sole, con la vista del piccolo lago davanti a noi e con la freschezza dell'erba.

___________

"Dovreste ringraziarmi per l'idea che ho avuto. Sono proprio un genio" si loda da solo Zayn addentando l'ennesimo Sandwich.

"Amore ma cosa dici? L'idea è stata mia." precisa Kylie sorridendo falsamente.

"Ma sono stato comunque io a proporre di fare qualcos'altro. Quindi tutto questo è merito mio. Mi sembra ovvio."

Kylie si porta una mano alla fronte. "Come devo fare con te."

"Beh è stata una bella idea, di chiunque sia stata." interviene Zac.

"Dovremmo farlo più spesso." continua Louis.

Ormai siamo qui da molte ore, e mentre Zayn continua a mangiare qualcosa di tanto in tanto, noi altri siamo comodamente sdraiati sull'erba a goderci la bella giornata e il tramonto che sta facendo diventare il cielo completamente rosso.

"Sono d'accordo Louis, era da tanto che non facevo un Pic nic." continua Kylie.

"Beh, ci organizzeremo per farlo di nuovo. Ora basta venerare in questo modo la mia idea, frutto della mia saggia mente, altrimenti mi farete arrossire." risponde Zayn.

"Certo Zayn, certo." interviene Harry.

"Melanie!" sento urlare il mio nome da una voce lontana.

Non capisco da dove provenga, quindi mi metto a sedere e mi guardo intorno, ma ho un cattivo presentimento, mi sembra una voce conosciuta.

"Sto diventando pazza o qualcuno mi ha chiamata?" chiedo prima di sentire di nuovo la voce che urla il mio nome, questa volta più vicina.

"No, lo sento anch'io." risponde Kylie che si mette a sedere a sua volta, seguita da tutti gli altri.

Poi mi basta qualche minuto per accorgermi di una figura che corre nella mia direzione.

Quando arriva davanti a me si ferma, affannato, facendomi perdere qualche battito. Mi alzo di scatto, con il cuore in gola, improvvisamente accaldata e con le mani che mi tremano.

Noah.

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25 ***


Noah.

Smetto di respirare e le mani iniziano a sudare, come il resto del mio corpo.

Mi sembra di non essere più connessa con la realtà, come se fossi in un sogno, un sogno orrendo, un incubo talmente realistico che sembra realtà.

E ingenuamente, per qualche secondo, lo spero davvero. Spero di star sognando. Spero che a breve la sveglia suoni e mi porti via da quest'incubo. Purtroppo però, questa è la pura realtà.

Tutti i ricordi che ho represso, ora sono così vividi, così taglienti.

"Una sola persona può distruggerti."

Le luci. I rumori. La vista appannata. La paura.

Le urla.

Un passato così presente.

In così poco tempo.

Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso.

Non riesco a parlare, non riesco a muovere nemmeno un dito.

"Noah! Noah!" la figura di Logan si ferma davanti a noi.

"Ci ho provato! Ho provato a fermarlo!" dice tra un sospiro e l'altro. 
"Andiamo via!" afferra il braccio di Noah e cerca di trascinarlo con sé, senza riuscirci.

"No. Lasciami Logan!" risponde Noah trattenendo i suoi occhi nei miei.

"Santo cielo! Noah? Ma...cosa..." afferma Kylie portandosi una mano davanti alle labbra.

"C-cosa ci fai qui?" chiedo con un filo di voce.

"Dobbiamo parlare."

"No, no Noah. Non dobbiamo parlare. Noi non abbiamo niente da dirci." la gola inizia a farmi male e la voce esce sempre più a fatica dalla mia bocca.

"Io devo parlarti Melanie, noi dobbiamo parlare!" dice prendendomi il polso.

Mi libero di scatto dalla sua mano e mi allontano.

"Non mi toccare Noah. Vai via."

"Me lo devi Melanie."

Mi fermo a guardarlo negli occhi.

Una sola persona può distruggerti! E tu sei stata quella maledetta persona!

"Andiamocene Noah, andiamo via!" lo richiama Logan afferrando nuovamente il suo braccio.

Il mio cuore inizia a battere più forte e il mio respiro accelera.

"Stai calma Mel, stai calma." mi sussurra Zayn che nel frattempo si era avvicinato a me.

"Noah, non credo sia questo il modo di present-" prova a dire Zayn che viene interrotto.

"No, no Zayn io non ce la faccio più." alza il tono di voce Noah. "Io ne ho bisogno. E tu me lo devi" mi punta il dito mentre una lacrima sfugge dal suo occhio.

Indietreggio. Harry mi guarda, mi sta fissando, con lo sguardo perplesso e incredulo.

"Noah basta." "Andiamocene! Parlerete. Ma non ora" interviene Logan cercando di farlo calmare. 

È tutta colpa mia.

Di nuovo.

"No Logan, no!" risponde mentre le sue lacrime si moltiplicano e il suo sguardo mi lacera ancora di più. Più di qualche anno fa se possibile.

"Mel, mi dispiace non avrei dovuto permettere tutto questo, mi dispiace." Logan si avvicina a me ma abbasso lo sguardo quando mi tornano in mente le sue parole.

"E mi dispiace non avertelo detto prima ma-" sospira.

"Perdonami." finisce allontanandosi da me e tornando da Noah.

"Andiamo via!"

"Logan ti ho detto che-"

"Ti ho detto che dobbiamo andarcene!" urla fuori di sé, attirando l'attenzione di altre persone.

Poi prende Noah per il braccio e lo strattona dietro di sé sparendo dalla mia visuale.

Sospiro e chiudo gli occhi cercando di calmarmi.

"Tu lo sapevi?" mi chiede Kylie.

Deglutisco e non rispondo.

"Melanie! Lo sapevi?"

Abbasso lo sguardo.

"Certo. Ecco perché Logan era strano. E l'unica a non sapere nulla ero io." 
"Sono sempre io l'unica idiota a dare tanto, tanto Melanie! Ti ho dato tanto! Ti ho sostenuta! Ma alla fine è come se non avessi fatto nulla per te!"

"Amore non è il momento."

"No, non è il momento." "Portami a casa."

"Ma-"

"Portami a casa Zayn!" urla Kylie che si gira e si allontana.

Mi porto le mani tra i capelli e li stringo.

"Andate via!" deglutisco facendomi cadere le braccia lungo i fianchi, priva di forza. "Andatevene!"

Mi allontano e mi avvicino al lago, camminando con sguardo assente; quando arrivo ai suoi pressi non so neanche come ci sono arrivata. Mi siedo sul bordo e inizio a guardare l'acqua.

Poi mi giro e vedo Zac, Louis ed Harry che si allontanano, arresi davanti alle mie intenzioni di rimanere da sola; la solitudine è sempre la miglior consigliera.

"Una sola persona può distruggerti!"
"E tu sei quella maledetta persona!"

Chiudo gli occhi e mi stringo la testa che sembra essere sul punto di scoppiare tra le mani.

Non posso credere che sia accaduto davvero.

Il rumore dell'erba che viene calpestata e uno strano spostamento d'aria alla mia destra richiamano la mia attenzione.

"Tranquilla. So che non vuoi dirmi nulla di tutto questo." dice Harry con un tono di voce basso e calmo.

"E non ti chiederò di farlo, non ora. Non stasera."

La sua voce mi fa rilassare, seppur contro il mio volere.

"Ti avevo detto di andare via Styles, e sono sicura che faresti meglio a darmi retta."

"Lo so, ma qualcosa mi ha detto di tornare qui: da te. E non ho saputo ignorare quell'istinto."

"Avresti dovuto farlo."

"Credo di no."

Punto i miei occhi davanti a me. Un leggero vento fa muovere l'acqua, e il cielo ormai è diventato scuro.

Anche Harry fa lo stesso, guarda l'acqua davanti a sé pensando a chissà cosa.

"I ricordi fanno male. In qualsiasi situazione, in qualsiasi momento. Possono portarci così indietro. Così a fondo. Farci rivivere le stesse situazione, gli stessi sentimenti..."
Dico senza distogliere lo sguardo dall'acqua che non smette di muoversi, sta diventando quasi rilassante guardarla.

"Sai, ho sempre avuto paura dei ricordi. Penso che finché una persona ricordi qualcosa del proprio passato allora non potrà mai essere definito passato. 
È una parte del passato che è sempre presente, un presente che mettiamo da parte. Un presente che ignoriamo. Forse impariamo a conviverci, un po' come il dolore, ma non è mai passato."

"Io ho cercato di farlo. Ci sono riuscita. Anzi, credevo di esserci riuscita. Credevo di aver superato tutto. Credevo di aver superato i ricordi. Ma stavo soltanto ignorando il fatto che ogni volta che ricordavo era come tornare punto e a capo, allo stesso giorno, alla stessa ora. Allo stesso momento. Tutto uguale, identico. Ma non me ne accorgevo. Non ci fai caso quando sei convinto di poter andare avanti: quando sei convinto di essere andato avanti. Poi però arriva il momento in cui devi fare i conti con la tua verità. Quando devi accorgerti del fatto che i ricordi non svaniscono. Ci sono. Fanno parte di te. E non c'è modo, non c'è nessun modo per cancellarli."

"Sono lì pronti per farti tornare indietro nel tempo e tu non puoi fare nulla per evitarlo. So a cosa ti riferisci."

"Ma come si fa ad andare avanti così, se ogni volta che provo a dimenticare basta così poco per tornare indietro?"

"Non lo so, Mel. Forse non c'è un modo, le cose negative tornano sempre, non ti lasciano mai."

Mi giro a guardarlo negli occhi, anche lui fa lo stesso.

Sono verdi, sono così intensi e sono più vicini. Lui è più vicino.

Sbuffo e distolgo lo sguardo.

"Ascolta Melanie, io non so cosa sia successo, non so nemmeno chi sia quel tipo. Vorrei chiederti di raccontarmi tutto, di lasciarmi sapere. Ma non lo farò. Sarai tu a dirmelo se vorrai. Con il tempo ho imparato che a volte il modo migliore per stare vicino ad una persona è con il silenzio. Non servono parole inutili buttate lì; Il silenzio può significare tanto. E questa volta io rimarrò in silenzio. E non ti chiederò di romperlo, se tu non vorrai."

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ***


Chiudo il portone di casa alle mie spalle ed inizio a camminare contro voglia. Purtroppo devo andare al college anche se la mia voglia non è dello stesso parere.

Questa mattina, al contrario delle altre non c'è nessuno.

Non c'è Logan fermo sotto casa mia da 10 minuti con la sua macchina all'odore di lavanda, pronto a farmi la ramanzina per il mio solito e immancabile ritardo.

Non c'è Kylie che cammina al mio fianco mentre si lamenta delle lezioni che dovrà affrontare quella giornata.

Non c'è Zayn con le sue solite battute, non c'è Harry, non c'è Louis, né Zac.

Nessuno. Solo e soltanto io, che cammino per le strade già affollate di Los Angeles, e osservo le persone che corrono da una parte all'altra indaffarate ignorando tutto ciò che è intorno a loro.

Dopo quello che è successo ieri mi sento confusa, non so come comportarmi e nemmeno so cosa fare. Vorrei scappare da tutta questa situazione, ma non posso farlo. L'unica cosa da fare è affrontare il passato, affrontare Noah.

Non so nemmeno come scusarmi con Kylie. Avrei dovuto dirle della presenza di Noah qui a Los Angeles, ma non l'ho fatto. Non le ho detto nulla, ho mentito a lei e agli altri per giorni e se ora sono in questa situazione è solo colpa mia.

Scuoto leggermente la testa per allontanarmi da quei pensieri, nonostante mi risulti complicato.

Ho passato tutta la notte senza chiudere occhio, a pensare a Noah, a Kylie e a Logan, ma sopratutto ad Harry.

Lo stesso Harry con il quale non faccio altro che litigare per qualsiasi cosa, ieri è rimasto lì, vicino a me. Senza chiedere.

Aumento il passo e dopo circa 20 minuti passati a camminare e a crogiolarmi nei miei pensieri arrivo davanti il cancello d'entrata del college ed entro, incurante del fatto che la campanella sia suonata o meno.

La prima lezione dovrebbe essere quella di filosofia, quindi mi dirigo direttamente verso l'aula vuota.

Vuota ma non del tutto, dato che infondo noto una figura conosciuta, Harry.

Come ogni Giovedì di ogni settimana, abbiamo la prima ora di lezione in comune, e a quanto pare non è l'unica cosa che abbiamo in comune dato che anche lui ha pensato di entrare prima.

Cammino verso il banco dove è seduto lui e mi siedo al suo fianco, poggiando lo zaino sul ripiano in legno.

"Buongiorno." mi saluta con il suo solito tono calmo guardandomi con la coda dell'occhio.

"Buongiorno." ricambio giocando distrattamente con la cerniera dello zaino davanti a me.

Rimaniamo entrambi in silenzio per qualche minuto, finché lui non decide di interromperlo.

"Anche tu qui così presto stamattina?" chiede iniziando a giocare a sua volta con il suo zaino, che come il mio è abbandonato sul banco.

"Già. Pensavo di godermi qualche minuto in pace prima dell'inizio delle lezioni; a quanto pare però la 'Persecuzione di Harry Styles' continua." ironizzo.

"Potrei dire lo stesso." risponde mentre trattiene un sorriso.

Rimaniamo in silenzio per altri svariati minuti, finché questa volta, non sono io a romperlo.

"Harry...Ascolta, volevo..." provo a dire mentre lui si gira a guardarmi.

"Ieri sera." sospiro.

Quello che vorrei fare è ringraziarlo, per non avermi lasciata da sola, ma le parole escono a fatica dalla mia bocca.

"Insomma, tu... sei rimasto. Sei rimasto lì, con me, quando io ti avevo detto di andare via. Non eri...obbligato, non dovevi. Volevo solo..."

"Prego." mi interrompe, forse notando la mia difficoltà.

Riporto la mia attenzione sulla cerniera dello zaino.

"Ma l'ho fatto perché volevo. Non so perché, ma volevo rimanere lì, e l'ho fatto."

"Va bene." annuisco in difficoltà, non sapendo cosa rispondere.

Il suono della campanella e l'entrata di altre persone mi fanno tirare un sospiro di sollievo.

Cerco di non pensare più a nulla, devo solo concentrarmi un po' e seguire le parole del professore che ha appena iniziato a parlare. Non sarà poi così difficile; insomma ogni persona dotata del senso dell'udito in questa classe sembra star seguendo.

Ovviamente io non rientro in quel genere di persone, e di sicuro nemmeno Harry dato che continua a maneggiare il suo zaino come se fosse uno di quei giochetti anti-stress.

Chissà cosa sta pensando, forse come me rimugina su tutto quello che è successo, o forse sta meditando su tutt'altro. Forse sono io l'unica idiota che è rimasta sveglia tutta la notte a riflettere: e per quanto mi costi ammetterlo, anche se avessi dovuto prevalentemente concentrare i miei pensieri su Noah, Logan e tutto l'accaduto, il centro dei miei pensieri è stato proprio Harry.

Sbuffo e mi massaggio le tempie.
Devo ascoltare il professore, non la mia testa che continua a parlare.

Riporto l'attenzione sull'uomo alto e calvo che continua a parlare di cose delle quali in questo momento non mi interessa molto, cercando di dimenticare tutto il resto.

Al suono della campanella, che ci annuncia che finalmente la lezione è finita, mi alzo e afferro il mio zaino, prima di uscire dall'aula.

Harry fa lo stesso e mi affianca mentre cammino per il corridoio con il fine di raggiungere il mio armadietto.

"Caspita Styles, ormai non riesci più a starmi lontano." dico con un sorrisetto compiaciuto in viso.

"Beh sai, per arrivare agli armadietti c'è una sola direzione: e a quanto pare è questa."

"Sì, certo." rispondo continuando a sorridere.

"Cosa vorresti insinuare? Che ti sto pedinando?"

"Una cosa del genere, sì."

"Beh se davvero lo stessi facendo, non sarei così stupido da palesarlo in questo modo, non trovi?" chiede gesticolando con una mano, mentre con l'altra tiene saldamente stretto il libro di filosofia.

"Io invece non la penso proprio così. Alla fine tu sei più che stupido, quindi... Perché no?"

"Fammi indovinare, tu saresti quella intelligente." risponde roteando gli occhi.

"Risposta corretta! Mi stupisci Harry, davvero, potrei commuovermi." porto il dito sullo zigomo destro come se stessi asciugando delle lacrime ed Harry accenna una risatina.

"Idiota" dice spintonandomi leggermente.

Quando sono davanti al mio armadietto inserisco il codice, facendo scattare la serratura e potendo così aprire la porta rossa metallica.

Anche Harry si dirige verso il suo -che è a circa una decina di armadietti dal mio- e lo apre a sua volta.

Poso i libri che non mi servono dopo averli estratti dallo zaino, e prendo quelli che mi serviranno per la lezione successiva.

Mi correggo, quelli che mi serviranno nel caso la mia mente decida di seguire la lezione.

Quando ho finito richiudo l'armadietto facendo scattare nuovamente la serratura, che questa volta però terrà sigillata la porta rossa.

Mi giro e vedo Harry che chiude a sua volta l'armadietto e viene verso di me.

"Quale sarà la prossima lezione che non seguirai?" mi chiede.

Non so come ha fatto, ma ha indovinato.

"Ho la lezione di diritto, e comunque non è per niente vero."

Harry alza le sopracciglia.

"Sicura? Mi sembrava fossi più interessata alle tue unghie."

"Smettila di infangare la mia reputazione, piuttosto sparisci." rispondo sorpassandolo mentre lui scoppia a ridere.

Mi allontano di qualche metro e poi mi giro nuovamente.

Harry è lì dietro di me che mi guarda sorridente. 
Anche io gli sorrido, poi gli faccio il dito medio e gli do le spalle riprendendo a camminare.

La campanella suona ed entro nell'aula. Poi la solita routine: il professore che entra ed inizia a parlare facendo zittire tutti per i seguenti 45 minuti.

Inutile dire che il momento più felice è quello in cui la campanella suona per l'ennesima volta alla fine della lezione.

Mi alzo ed esco. Ora c'è la pausa pranzo e non so cosa fare.

Nel dubbio mi incammino verso i bagni delle ragazze e quando arrivo davanti alla porta entro. Lascio lo zaino a terra e mi sciacquo il viso, poi guardo il mio riflesso nello specchio e sbuffo. Raccolgo lo zaino da terra ed esco dal bagno.

Non credo proprio di voler andare al tavolo ed affrontare tutto e tutti. Cercherò un luogo isolato dove poter passare questi minuti da sola in santa pace, per capire cosa fare.

Esco dalla grande porta dell'istituto ed inizio a camminare con l'intenzione di andare verso il retro dell'edificio.

Prima di poter raggiungere il retro però mi fermo con lo zaino in spalla a guardare, a pochi metri di distanza da me Kylie, Zayn, Louis e Zac al tavolo.
Loro non sembrano notare la mia presenza dato che Zayn e Kylie mi danno le spalle mentre Louis e Zac sono concentrati ad ascoltare Zayn che parla.

Sembra che sia tutto normale, come se non fosse successo niente. Vedo Zayn parlare a raffica e Kylie e gli altri che ridono. Poi vedo la figura di Harry che si avvicina al tavolo e poggia lo zaino per terra, per poi dare una pacca sulla spalla a Zayn e infine sedersi vicino a Louis.

Lui a differenza degli altri nota la mia presenza e porta i suoi occhi nei miei, facendomi risvegliare dal breve momento di trance.

Distolgo lo sguardo e riprendo a camminare velocemente con l'unica intenzione di arrivare al mio amato muro, dove finalmente potrò starmene un po' in pace.

"Melanie!"

Come non detto.

Mi giro e vedo Harry dietro di me.

"Dove vai?"

"Dove non potrai seguirmi." rispondo ricominciando a camminare verso la mia destinazione.

"Ma lo sto facendo."

"Lo vedo." roteo gli occhi senza però fermarmi.

"Perché non vieni al tavolo con gli altri?"

"Grazie per l'offerta, ma no."

"Perché no?" mi chiede continuando a starmi dietro.

Sbuffo e accelero il passo per poi rallentarlo quando ormai raggiungo il mio solito posto isolato.

"Perché no?" richiede per la seconda volta posizionandosi davanti a me e guardandomi negli occhi.

Non rispondo, rimango a guardarlo senza pensare nemmeno alla risposta che dovrei dargli.

"Vieni con me." afferma prima di afferrarmi il braccio ed iniziare a camminare con l'intenzione di portarmi con lui.

"Cosa?! No, Harry!" inizio a muovere il braccio per liberarmi ma mi risulta alquanto difficile, quindi opto per dargli un pizzico sulla mano.

"Ma cosa fai?!"

"Tu non mi lasci, devo difendermi in qualche modo." mi giustifico incrociando le braccia al petto. 

"E ti sembra questo il modo?" si lamenta massaggiando il lembo di pelle che ho pizzicato. "Potevi rassegnarti e basta."

"Hahaha sei divertente oggi." ironizzo.

"Lo sono sempre." assottiglia gli occhi. "Vieni al tavolo."

"Ti ho detto di no."

"Perché no?" chiede nuovamente avvicinandosi a me.

"Perché no!" ribatto mentre una leggero vento scompiglia i miei capelli mandandoli davanti ai miei occhi.

Harry sospira. "Ahh Cooper, tu mi farai diventare pazzo." dice avvicinandosi ancora di più. Poi allunga la mano verso il mio viso e prende la piccola ciocca di capelli davanti ai miei occhi spostandola, sfiorando lentamente la mia pelle, per poi riportare i suoi occhi verdi nei miei.

Un brivido percorre tutta la mia schiena e deglutisco, trattenendo il respiro per qualche secondo. 
Non so per quanto tempo rimaniamo così, fermi a guardarci, forse minuti, forse solo secondi.

"Non posso. Come faccio a venire lì e guardare negli occhi gli altri? A guardare Kylie... Come faccio a fare finta di niente? È stata colpa mia. Ho rovinato una bella giornata, senza volerlo. E come se non bastasse li ho mandati via quando forse loro volevano solo aiutarmi."

"Non è stata colpa tua." risponde con tono pacato.

"Sì invece Harry, è stata colpa mia. È sempre colpa mia."

"No, non è così. E poi sono sicuro, che tutti loro sarebbero rimasti lì come ho fatto io."

"Ma sei rimasto tu." dico senza pensare.

Continuiamo a guardarci senza distogliere lo sguardo.

"Vieni e parla con gli altri."

"No." rispondo riuscendo finalmente a staccare i miei occhi dai suoi.

"Uffa, Melanie! Mi dici perché devi essere sempre così testarda! È inutile scappare! Se non lo fai ora dovrai farlo domani, dopodomani o forse tra una settimana! Ma dovrai farlo. Non puoi scappare come sta facendo Logan da settimane!"

"Ma ora...ora non è il momento."

"Certo..." "Senti, non voglio costringerti, ma se vuoi davvero risolvere questa situazione vieni a quel fottuto tavolo e parla con chi devi parlare. Se davvero hai la stupida convinzione che sia tutta colpa tua allora vai lì e scusati!" alza leggermente il tono di voce facendo qualche passo verso di me e puntando l'indice in direzione del tavolo.

Poi si lascia cadere il braccio lungo i fianchi, mi da le spalle ed inizia a camminare.

Dopotutto Harry ha ragione. Non posso scappare dagli altri, così come non posso scappare da Noah, da Logan o da me. 
Devo scusarmi, devo scusarmi con tutti e soprattutto con Kylie.
Non posso ignorarli per sempre.

"Harry!" urlo facendolo voltare verso di me.

Sbuffo e vado a prendere lo zaino ancora abbandonato sull'erba, per poi dirigermi verso il tavolo, con Harry che cammina davanti a me compiaciuto.

Quando arriviamo davanti al tavolo Harry si siede ed io mi siedo affianco a lui.

"Melanie! Da quanto tempo! Ti vedo sciupata, sai?" subito mi accoglie Zayn.

Kylie invece mi guarda in silenzio mentre Louis e Zac mi sorridono.

"Zayn, potresti essere serio una volta nella tua vita?" lo rimprovera Louis scaturendo una risata da parte di Zac.

"Io sono sempre serio."

"Ragazzi." li fermo.

"Io...devo parlarvi." dico facendo calare il silenzio.

Mi giro a guardare Harry e lui annuisce.

"Non volevo rovinare tutto ieri, vi giuro che non era mia intenzione! Se avessi saputo cosa sarebbe accaduto avrei fatto di tutto per evitarlo. Ma purtroppo non ho potuto fare niente, e pur non volendo ho rovinato una bella giornata. Per la millesima volta siete stati coinvolti nella mia vita e nei miei problemi. Problemi che non dovrebbero mai segnare anche voi."

"E purtroppo io ho lasciato che i miei problemi diventassero anche i tuoi in passato Kylie. Ho sbagliato a non raccontarti nulla e non cercherò nemmeno di giustificarmi. Io posso solo promettervi che in tutti questi anni ho cercato di non far ricadere il peso dei miei problemi su nessuno se non su me stessa, e continuerò a farlo. Ma mi dispiace che proprio ieri sia andata così, non-"

"Melanie, no. Non è stata colpa tua e non devi nemmeno pensarlo lontanamente. Sono io che devo scusarmi per il mio comportamento. Non so cosa mi sia preso, mi sono comportata male; avrei dovuto darti il mio appoggio invece di rinfacciarti quello che ti ho dato anni fa. Avrei dovuto appoggiarti, come farebbe una vera amica, e non l'ho fatto. Quindi scusa, scusami tanto." mi interrompe Kylie alzandosi e venendo da me abbracciandomi forte.

"Certo Mel, non devi pensare che sia colpa tua, e non devi pensare che i tuoi problemi debbano essere solo tuoi, perché non è così e non deve essere così. Noi siamo stati, siamo e saremo qui per questo."

Sciolgo l'abbraccio di Kylie e sorrido a Zayn.

"Ovvio, Melanie. Anche se non so esattamente cosa sia successo con quel Noah, non è colpa tua quello che ha fatto lui ieri. " interviene Zac.

"E fu così che Zac scoprì l'acqua calda, complimenti!" lo attacca Harry applaudendo.

Scoppio a ridere insieme agli altri mentre Zac fa una smorfia ad Harry.

Poi la conversazione continua normalmente, come ogni giorno, come se non fosse successo assolutamente nulla; mentre io penso a cosa devo fare per chiudere definitivamente questa storia con Noah.

All'improvviso poi mi giro ed inizio a guardare Harry. Chi lo avrebbe mai detto che mi avrebbe davvero aiutata in qualche modo. Eppure lui lo ha fatto. In questo momento forse, mi ha aiutata più di chiunque altro.

E vorrei davvero ringraziarlo, ma so che finirei con il deviare il discorso, fare giri di parole anche solo per non dire esplicitamente "grazie".

Ma forse prima o poi lo farò. Riuscirò a ringraziarlo senza doverci provare, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non facessi tutta questa difficoltà a pronunciare quella breve parola che però vuol dire così tanto.

Alla fine della pausa ognuno di noi torna alle proprie lezioni, e tra l'una e l'altra ci incontriamo per i corridoi per scambiare qualche parola, e quando finalmente arriva l'ora di tornarcene tutti beatamente a casa ci incontriamo davanti al cancello della scuola per tornare insieme.

"Finalmente! Oggi mi sembrava non finisse più." esclama Zayn che esce di fretta e furia dal cancello con noi dietro.

"Già. E comunque il professore di storia dell'arte non lo sopporto proprio." dice Kylie.

"Perché?" chiede Louis.

"Parla in continuazione e non la smette un attimo! Davvero mi chiedo come faccia a non stancarsi a parlare, parlare e ancora parlare."

"Beh, se è per questo tutti i professori di questa scuola parlano come se non ci fosse un domani." interviene Harry.

"Sì, ma quello vi dico che non si sopporta! Come se non bastasse, ha avuto il coraggio di richiamarmi perché ho sbadigliato qualche volta durante la lezione."

Tutti scoppiamo a ridere mentre Kylie assottiglia gli occhi e ci guarda male.

"E tu cosa hai fatto?" chiede Zac.

"Niente. Cosa potevo fare?! Mi sono scusata e lui è andato avanti nella sua spiegazione."

"Saggio comportamento, amore mio!" le dice Zayn mettendole un braccio sulle spalle e dandole un bacio a stampo.

Abbasso lo sguardo sulle punte delle mie scarpe fin quando sento Kylie esclamare: "Oh, mio Dio." con voce sconvolta.

Mi giro a guardarla e vedendo che sta fissando un punto preciso davanti a sé seguo il suo sguardo.

Noah cammina nella nostra direzione a passo svelto con i pugni stretti e quando è direttamente davanti a me si ferma.

Il mio stomaco si contorce per qualche secondo e ancora una volta non so cosa dire.

"Melanie." dice guardandomi.

Distolgo lo sguardo e sospiro.

"Ascolta Noah. Devi andartene. Non voglio vederti e non voglio parlarti perché non c'è niente di cui parlare."

"Non c'è niente di cui parlare?! Stai scherzando? Hai bisogno che ti ricordi quello che mi hai fatto?"

Come la prima volta, mi torna alla mente quella dannata notte.

Il sangue, le urla e le luci forti che non mi permettevano di capire niente.

"Una sola persona può distruggerti. E tu sei quella maledetta persona!" quelle parole risuonano insistentemente nella mia testa.

"Vai via Noah. Ti prego." dico con gli occhi socchiusi guardando un punto indefinito dell'asfalto grigio sotto i nostri piedi.

"No. Guardami meglio occhi!" urla stringendomi il viso con una mano per costringermi a guardarlo.

Prima che io possa fare niente Harry si scaglia su Noah facendogli lasciare la presa.

"Che cazzo fai, eh?" alza il tono di voce mettendosi tra me e Noah.

"E tu chi sei? Io devo parlare con Melanie non con te, togliti." insiste Noah che cerca di superare Harry, che però lo ferma e gli dà una spinta.

"Ha detto che non vuole parlare con te, sei sordo per caso?! O devo fartelo capire io?"

"Harry, calmati." dice Zayn avvicinandosi a lui per cercare di allontanarlo.

"E come vorresti farmelo capire?" chiede arrogantemente Noah avvicinandosi e tirando un pugno in faccia ad Harry.

"No!" urlo mentre cerco di raggiungere Harry, ma Kylie mi ferma.

"Melanie." dice afferrandomi il braccio con uno sguardo spaventato.

Zac corre a fermare Noah che da un altro pugno ad Harry, mentre Louis corre in soccorso di Zayn.

Harry si libera dalla presa di Zayn e si scaglia su Noah, assestandogli qualche colpo, e ricevendone altri. 
Zayn e Louis lo afferrano violentemente per la camicia bianca ormai stropicciata e lo allontanano da Noah di qualche metro, mentre Zac cerca di tenere fermo Noah.

Harry tossisce facendo cadere del sangue sulla sua camicia bianca ed io corro da lui.

"Cosa hai fatto Harry?!" dico toccandogli il labbro inferiore e macchiandomi le dita di sangue.

Lui mi guarda affannato come se mi stesse silenziosamente chiedendo scusa, poi sposta il suo sguardo su Noah.

Il rumore di un motore e una portiera che sbatte ci fanno girare e vedo Logan che corre verso di noi.

"Ma cosa hai fatto? Sei impazzito?!" dice sconvolto guardando Noah a sua volta sanguinante -forse più di Harry- con gli occhi sbarrati.

"Chi sei tu? Il suo nuovo fidanzato?" chiede Noah scoppiando a ridere.

"Noah andiamo via." dice Logan iniziando ad allontanarlo.

"Ti rovinerà la vita! Te la rovinerà!" urla prima di entrare in macchina, facendomi chiudere gli occhi.

Li tengo chiusi finché non sento il motore della macchina accendersi e sfrecciare via.

"Non lo ascoltare, Mel." dice Kylie avvicinandosi a me che ho ancora una mano poggiata sulla spalla di Harry mentre l'altra sporca di sangue sospesa in aria.

Porto il mio sguardo su Harry che mi fissa affannato.

"Perché lo hai fatto Harry? Sei impazzito per caso?! " dico alzando il tono.

Ancora una volta per colpa mia sono stati coinvolti tutti.

Lui sospira e si allontana da me.

Kylie invece mi porge un fazzoletto e mi asciugo le dita sporche di sangue per poi infilarlo in tasca.

"Può darsi, sarò anche impazzito ma se le cose sono andate così non è stato tutto merito mio!" ribatte fermandosi e girandosi di scatto verso di me allargando le braccia.

"Harry, non stiamo cercando di capire di chi sia la colpa come fanno i bambini. Stiamo parlando di una situazione che è degenerata! Tu...cazzo Harry tu stai sanguinando, ed anche lui stava sanguinando, e tutto per colpa mia!" urlo avvicinandomi a lui.

"No! Smettila di pensare che sia sempre colpa tua!" "Anzi sai che ti dico? È tutta colpa mia! Ho sbagliato io, avrei dovuto lasciare che ti mettesse le mani addosso. Ma sai che ti dico?"

Si avvicina ancora di più a me, si avvicina pericolosamente. Passano alcuni secondi prima che Harry finisca di parlare, secondi nei quali il mio cuore accelera i suoi battiti e la mia mente non sa più cosa pensare.

"Che non me ne frega niente. Ti dico che sono persino felice di aver fatto chiudere quella sua cazzo di bocca per qualche minuto e di avergli fatto passare la voglia di usare quelle cazzo di mani quando non deve usarle!" dice facendo tornare il suo tono pacato.

Poi si gira e si allontana da noi altri.

Senza fermarsi.

 

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ***


Harry's Pov

Mi tocco il labbro dal quale fuoriesce il sangue e faccio una smorfia: odio il sapore del sangue. Da piccolo tutte le volte in cui mi cadeva un dente e quel liquido rosso si impossessava della mia bocca, passavo minuti interi a sciacquarmi con l'acqua.

Continuo ad allontanarmi dagli altri fino ad arrivare alla mia macchina, che ho lasciato stamattina nel parcheggio; non ho voglia di continuare a restare lì a comunicare a Melanie il mio silenzioso dispiacere nell'aver goduto a picchiare quel tizio ancora sconosciuto, se non per il suo nome.

Che poi che razza di nome: Noah. Un unico suono di quattro lettere; nome irrilevante e inutile come la persona alla quale appartiene. Non so perché io abbia iniziato a colpirlo, è accaduto tutto troppo velocemente. Il minuto prima Noah metteva la sua lurida mano sul viso di Melanie, e il minuto successivo il suo pugno aveva già colpito il mio viso. Forse da questo è iniziato tutto: si è permesso di toccarmi, e cosa più importante di toccare lei. Era da tanto che non provavo la sensazione di adrenalina dopo aver tirato un pugno come si deve; gli unici pugni che tiravo ultimamente erano rivolti a Zayn, e di certo non per farlo male, solo per provocarlo.

Sono felice di sapere che la mia mano sia ancora in grado di chiudersi e tirare un pugno degno di tale nome, spero che anche Noah se ne sia accorto: i miei pugni sono eccezionali.

Mentre mi perdo ad ascoltare i miei pensieri, accendo il motore e vado via. Accendo la radio per non dover subire il dolore che mi provoca il mio cervello che lavora per elaborare l'ultimo episodio - e che mi sta facendo venire un mal di testa allucinante- ma la musica proveniente da essa peggiora ancora di più la situazione.

"Al diavolo!" sospiro mentre spengo l'aggeggio.

Voglio solo tornare a casa e provare a rilassarmi. Non sta andando niente come doveva andare; e la mia testa non aiuta se continua a ripropormi tutte le frasi accennate da Noah su Melanie.

Cosa voleva dire con "ti rovinerà la vita"? E cosa può interessare a lui se davvero fossi stato il suo ragazzo...? Non dovrebbe essere di certo un'informazione a lui dovuta, anzi...meno sa, meglio è. Non voglio vederlo vicino a Melanie e non deve entrare nella sua vita. Solo perché lei non sembra volerlo ovviamente, non per altro. Questo mi sembra il motivo più grande per allontanarlo.

Ho già molti pensieri per la testa, non voglio aggiungerne altri perché Melanie ha conoscenze turbolente, anche se non dovrebbe neanche importarmene più di tanto. Ma ormai le mie azioni si contrappongono ai miei pensieri e non riesco a gestirle come si deve. Mi sto cacciando in un casino più grande di me e non so come ne uscirò fuori.

"Sempre meglio, Harry. Continua così, mi raccomando." Ci mancava soltanto la voce della coscienza ora, grandioso.

Quando il tragitto in macchina finalmente termina; parcheggio l'auto di fronte casa e scendo chiudendo la portiera dietro di me con una leggera violenza.

Supero il cancello ed afferro le chiavi aprendo la porta, poi entro. Vado spedito in bagno per togliermi questo sapore di ferro arrugginito dalla bocca, lavando i denti con il mio dentifricio alla menta, che tra parentesi ha un sapore così forte che non c'è bisogno di fare tanti lavaggi. Spazzolo più volte i denti, prima quelli superiori e poi quelli inferiori, poi ai lati; strofino bene anche sulle gengive per poi sciacquare e avere finalmente la bocca ripulita.

Successivamente prendo dell'acqua ossigenata e disinfetto la vera parte danneggiata, ossia il mio labbro. Mi accorgo di avere fame, la pausa pranzo fatta al college è passata da tempo, ho lo stomaco vuoto.

Attraverso il corridoio e giungo in cucina, aprendo il frigo ed estraendo un frutto.

Ho voglia di zuccheri.

Nel mentre gusto la mia mela fresca beatamente, sento il motore della macchina di Zayn parcheggiare. Mi affaccio alla finestra che dà sulla strada e lo vedo scendere insieme a Kylie verso l'abitazione di quest'ultima; vorranno stare di sicuro un po' insieme come sempre, e io sono felice di sapere che potrò rimanere da solo con i miei pensieri nel silenzio più assoluto di questa casa ancora per un po'.

Finisco di assaporare la mia mela, e poi per sbaglio abbasso lo sguardo sulla mia camicia rendendomi conto che è ancora sporca di sangue. In questo momento mi ritorna in mente l'episodio accaduto, ma soprattutto quella ragazza che con la sua voce carica di sensi di colpa mi chiede cosa ho fatto.

"Non ho fatto niente di cui mi sono pentito, Mel. O almeno, non ancora".

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Alla fine ho passato il pomeriggio a deprimermi sul letto, credo che ad un certo punto mi sia anche addormentato; ma non ne sono certo, ho ricordi confusi mischiati a ciò che stavo pensando e a ciò che forse ho sognato, non ne ho idea. L'unica cosa che so - ed è abbastanza certo- è che sto impazzendo. Dopo aver finito la mia mela e aver mangiato qualche altra schifezza, successivamente sono andato in camera per cambiare la mia povera camicia bianca, sporca del mio stesso DNA che continuava a darmi il voltastomaco.

Per un certo lasso di tempo mi è balenato in testa il pensiero di chiamare Melanie; tra i motivi che avevo deciso di prendere in considerazione per giustificare me stesso della chiamata improvvisa, avevano vinto due motivi: il primo, perché io ho il diritto di sapere chi sia realmente il tizio da cui ho preso pugni per difenderla; il secondo, per sapere come sta lei dopo tutto l'accaduto.

Alla fine non so se per fortuna o per sfortuna, nessuno dei due motivi ha vinto e ho buttato il mio telefono sul comodino; dopo qualche minuto mi sono buttato anche io sul letto, stufo di tutto, vicino a quello strumento del cavolo che mi mette in comunicazione con persone con cui non voglio parlare.

Ed ora, mi trovo ancora sdraiato sul letto, in una posizione strana come al solito, sveglio, nuovamente confuso. Proprio quando mi accorgo che c'è ancora troppo silenzio in questa casa sento sbattere la porta; credo che Zayn sia ritornato dal suo nido d'amore.

Ma non ho la minima intenzione di alzarmi da questo letto, ed infatti, dopo pochi minuti è proprio Zayn ad affacciarsi alla mia porta per dirmi che è vivo ed è ritornato: come se non lo avessi sentito sbattere quella porta, d'altronde.

"Ehy amico, cosa fai sdraiato in quel modo sul letto?" continua, rimanendo fermo sulla soglia della mia porta.

"Sono nella posizione 'meditazione' Zayn, e non ti permetto di disturbarmi." Anche perché ci riesco alla grande anche da solo ultimamente.

"E poi dite che quello strano sono io, bah!" afferma Zayn che finalmente chiude la porta e va via per dirigersi non so dove.

Ritornato Zayn e quindi ritornato il rumore, mi soffermo su quello e non sui miei pensieri, finalmente. "1-0 per me cervello del cazzo!" Gongolo felice.

Sento Zayn armeggiare in cucina e sorrido grato, sapendo che sta per cucinare qualcosa che metterò sotto ai denti, nonostante sia estremamente tardi; secondo l'orologio sul mio comodino sono le 21 passate, ma non c'è mai un'ora stabilita per mangiare.

Mi alzo per andare di lì e chiedergli se vuole una mano guidato dalla mia bontà d'animo; questo letto ormai mi ha annoiato.

Mi metto in piedi, abbasso la maglia bianca che nel letto mi si era alzata e raggiungo il mio amico in cucina.

"Oh, hai alzato le tue chiappe da quel materasso! Sono commosso." Mi accoglie Zayn con la sua solita gentilezza.

"Sì, ho seguito il mio lato buono e sono venuto a darti una mano." Ammetto, cercando di capire cosa voglia cucinare.

"Ah, quindi esiste davvero quel tuo lato? Wow!" continua a prendermi in giro.

Rimane immobile e in silenzio quell'attimo che gli serve per fare mente locale e decidere cosa gli serve per iniziare a preparare la nostra cena. Attimo durato poco, se posso aggiungere.

"Quindi hai davvero preso un pugno per difendere Mel, sono davvero sconvolto" afferma Zayn, riaprendo il discorso. Proprio quello che la mia mente non cede di elaborare. Vorrei capire quanti dettagli ancora il mio cervello deve registrare; e ora ci si mette anche il mio amico: grandioso.

"Cosa ti rende così sconvolto, Zayn? Avanti su, dai libero sfogo ai tuoi pensieri" affermo alla fine, tanto vale ascoltare anche il suo punto di vista ormai.

"Niente di particolare, Harry. Solo che eri tu quello che cercava di convincersi che Mel fosse il tipo di ragazza dalla quale saresti stato alla larga; ma non mi pare che picchiarsi per difenderla dimostri questa tua convinzione."

"Non ho mai detto niente del genere Zayn. Non ho mai detto che Melanie fosse il tipo di ragazza dalla quale sarei stato alla larga. E poi non vuol dire proprio niente. " Affermo risoluto non capendo dove voglia arrivare con questo suo discorso.

"So che non lo hai mai detto. Ma sei tu che hai cercato di far trasparire questo con gli altri e ho pensato che per un periodo tu lo abbia anche pensato. Ma vedo un certo cambiamento ultimamente." Dice iniziando a tagliare a fette il petto di pollo preso dal frigo.

"Non so di cosa tu stia parlando Zayn" non voglio ammettere cose che non posso ammettere e per mia sfortuna tutto cio che dice Zayn non è stato per mio volere.

Zayn continua a preparare il suo petto di pollo, mentre io cerco qualcosa da fare per allontanarmi da quel discorso, che proprio ora sta prendendo una bruttissima piega.

"Ti aiuto a tagliare il pollo." dico mentre estraggo un coltello dal cassetto sperando che Zayn si dimentichi dell'argomento cui stavamo parlando pochi minuti fa.

"Harry, so che stai cercando di mettere fine a questo discorso. E' inutile che vai in giro per la cucina come un'anima in pena e poi mi proponi il tuo aiuto, perché tanto ti conosco. Stai fermo e seduto: mi metti ansia." Afferma Zayn concentrato; mi conosce troppo bene questo ragazzo, inquietante.

Cerco di fare come mi ha detto, lascio il coltello sul tavolo e sposto una sedia per sedermi e rimanere qui, per stare in compagnia del mio amico, ma si vede che il destino non è d'accordo.

Il mio telefono inizia a squillare.

"Vado a rispondere" mi rivolgo a Zayn che adesso sta per mettere a friggere le patatine, si prospetta una cena ipocalorica a quanto vedo.

Mi allontano dalla cucina per poi attraversare il salotto, salire le scale e giungere nella mia camera. Il telefono è ancora lì che suona in modo ossessivo, proprio come la persona che sta chiamando e peggiorando la mia già schifosa giornata. Ma si sa, non c'è mai limite al peggio.

"Dyclan" rispondo alla chiamata ma già mi pento di averlo fatto.

"Oh, ciao Harry. Quindi sei vivo, credevo fossi scomparso, sai; non ti sento da giorni interi e stavo pensando di distribuire degli annunci per ufficializzare la tua scomparsa!" inizia a rimproverarmi con voce sarcastica dall'altra parte del telefono.

"Non fare il drammatico, Dyclan. Sapevi in ogni caso cosa stesse accadendo: la tua dolce metà non fa altro che informarti h24. Non vedo il motivo per il quale debba fare anche io la stessa cosa. Vuoi sentire le stesse cose ripetute 200 volte?"

"Sì, Harry. Mi piace di più la tua voce che mi informa delle ultime novità; la voce della mia amorosa fidanzata la so a memoria, la tua meno."

"Non ti perdi niente, tranquillo. Quindi sei soddisfatto ora? O vuoi sapere o dirmi altro? Sai ho altro da fare."

"Harry, non fare il simpatico con me e non provare a sfuggirmi. Sai che ti troverei ovunque; hai un debito nei miei confronti che devi saldare e tu lo sai benissimo. Non fartelo ricordare. " afferma con tono duro; il discorso sta prendendo la solita piega e io sono stufo di starlo a sentire e di continuare a litigarci.

"Ripetermelo non cambierà le cose, Dyclan. So cosa devo fare, non c'è bisogno che tu lo ripeta sempre, e ora ti saluto. Ho altro da fare invece di farmi rompere le scatole e farmi uccidere un timpano da te."

"Styles, non provare a riat-" cerca di dire il mio "amico", ma per sua sfortuna non gli lascio il tempo sufficiente per finire la frase e attacco.

Non capisco perchè si diverta a torturarmi in questo modo, so cosa devo fare e anche come farlo; non ho bisogno di lui che mi controlli o mi dia ordini.

"Cazzo!" urlo frustato e getto il telefono sul letto. Questo rimbalza appena e cade un po' più in là. Il mio urlo sarà stato forte perché fa giungere Zayn nella mia stanza preoccupato; lo sento salire in fretta le scale e affacciarsi alla mia porta con una faccia preoccupata.

"Cosa è successo? Perche quell'urlo?!" esclama con tono affannato. Avrà corso per davvero le scale.

"Niente, Zayn. Sto bene." per ora almeno, sto bene Zayn; esclamo ancora incazzato, anche se di meno.

"E' per quella chiamata che stai così? Chi era, Harry?" mi chiede Zayn preoccupato dal non sapere cosa stia accadendo.

"Non voglio parlarne! Ritorna dal mio pollo, Zayn; è più importante, qui non è successo niente e io sto bene." affermo, sedendomi sul letto.

"Non mi sembra proprio amico che tu stia bene, ma lascio stare per stavolta; so che tanto è inutile, ma prima o poi dovrai davvero dirmi tutto Harry! So che mi stai nascondendo qualcosa, ti conosco, e sai che la mia pazienza ha un limite." Afferma bruscamente, per poi darmi le spalle e raggiungere il mio povero pollo.

So che la sua pazienza ha un limite, ma non voglio coinvolgerlo in niente. Voglio solo che continui a fidarsi di me.

Mi alzo velocemente, con ormai un' idea in testa: avevo detto di aver voluto fare un giro oggi; bene, il momento è arrivato.

Mi rimetto le scarpe e prendo il telefono dal letto, scendo rapidamente le scale e giungo in cucina.

"Zayn vado a farmi un giro, tienimi da parte il pollo; le patatine puoi mangiartele tutte," dico afferrandone qualcuna nella ciotola, ancora calde.

Non gli do neanche il tempo di ribattere che ho gia preso la mia giacca e chiuso la porta.

Che la mia macchina mi porti dove vuole, ora.

MELANIE'S POV

Dopo aver passato circa 30 minuti a rilassarmi e a cercare di dimenticare tutto sotto il soffione della doccia, che spara violentemente le decine di getti d'acqua calda sulla mia pelle, tiro giù la piccola leva metallica fermando il flusso dell'acqua.

Strizzo i miei lunghi capelli scuri arronzatamente e li avvolgo nella solita asciugamano, per poi avvolgere anche il mio corpo in una un po' più grande.

Questa mattina dopo che Harry è andato via, Zayn e gli altri mi hanno accompagnata a casa nonostante io avessi insistito per andare da sola.
Volevo schiarirmi le idee, e farlo mentre tornavo a casa in solitudine mi sembrava il momento giusto; ma quando gli altri -sopratutto Zayn e Kylie- si mettono in testa una cosa non c'è modo di farli desistere.

Quando sono tornata a casa l'unica cosa che ho fatto è stata buttarmi sul divano a peso morto e rimanere lì per non so esattamente quanto tempo a pensare e ripensare, finché non mi è sembrato che la mia testa potesse esplodere di lì a poco. Ovviamente questo è stato possibile solo grazie all'assenza dei miei, che tutt'ora sono al lavoro. Ultimamente li incontro raramente e quelle poche volte che loro sono in casa io devo andare al college. Non mi lamento però: a volte sanno essere davvero pesanti e questo non sarebbe stato proprio il momento per aggiungere altre rotture di scatole. Sarei finita con il mandarli entrambi a quel paese senza pudore né pentimento, cosa che avrebbe scatenato ancora di più la loro ira.

I problemi e le ansie che ho sono già abbastanza, e tralasciando i precedenti, prima di tutto ora come ora i miei pensieri sono occupati da quello che è successo nelle ultime ore.

Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Harry che si scaglia su Noah. Poi i pugni, il sangue, la paura; tutto troppo sbagliato.

Non so perché abbia reagito così, e forse è proprio questo ciò che sto cercando di capire da ore ormai; ovviamente però, non ho ancora trovato una risposta dato che sono ancora qui a rimuginare.

Mi chiedo come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Avrei dovuto affrontare Noah prima che la situazione degenerasse, avrei dovuto farlo quando Logan mi ha detto della sua presenza qui a Los Angeles.

Logan.

Anche lui è apparso svariate volte nei miei pensieri. È cambiato tutto in così poco tempo che non so nemmeno più come sia possibile ,né se sia possibile, che le cose cambino in questo modo, da un momento all'altro. Eppure è proprio così: mi sono ritrovata dal condurre una vita tranquilla e normale, al condurne una dove ormai non capisco nemmeno più io quello che penso, e neanche quello che succede.

Gli occhi di Harry che guardano i miei, sentire il suo respiro sul mio viso, stare così vicini ma allo stesso tempo essere così lontani.

Non è così che dovevano andare le cose; ma la vita non la puoi controllare.

Non puoi controllare gli avvenimenti che la caratterizzano, che la cambiano o che la stravolgono. Puoi solo decidere come affrontare quello che succede; e in alcuni casi non puoi fare nemmeno quello.

E questo è uno di quei casi, in cui non puoi fare niente; non posso comandare i comportamenti degli altri, né quelli di Harry e né quelli di Noah.
E per quanto riguarda me, beh...non riesco nemmeno più a controllare i miei di comportamenti.

Vado in camera e sciolgo l'asciugamano che ho legato con un nodo per evitare che cadesse, per poi buttarlo a caso sul letto.

Tiro fuori il mio pigiama composto da un pantaloncino in cotone di colore bianco e una canotta bianca con una scritta nera.

Non è uno dei migliori pigiami che posseggo ma non mi interessa: non ho voglia di cercarne altri; dopotutto devo soltanto dormirci.

Torno in bagno, accendo l'asciugacapelli che avevo precedentemente attaccato alla presa, e lo punto verso i miei capelli facendoli svolazzare disordinatamente; sperando che almeno il rumore fastidioso dell'oggetto che sto impugnando saldamente, riesca a mettere a tacere le mille voci che mi stanno tormentando.

Per qualche minuto mi sembra funzionare, ma le mie speranze svaniscono quando mi torna alla mente tutto, e se possibile questa volta i ricordi sono ancora più vividi di qualche minuto fa.

Sbuffo disperata. Non so più cosa fare per distogliere i miei pensieri da quel punto fisso.

Dopo circa 10 minuti passati a cercare di asciugare alla meglio i miei capelli, spengo l'asciugacapelli e lo ripongo nel mobile bianco presente in bagno.

Torno in camera e mi rendo conto che dovrei proprio sistemare il letto che ormai non può nemmeno più essere definito tale, quindi inizio con il piegare l'asciugamano che ho lanciato qui qualche minuto fa. La stessa cosa faccio con i panni che indossavo questa mattina; ma prima di buttarli nella cesta dei panni da lavare, estraggo il cellulare abbandonato nei jeans ed insieme a lui viene fuori anche il fazzoletto con il quale mi sono ripulita dal sangue di Harry.

"Ahh, Harry." mi siedo sul letto e sospiro passando un dito sulla macchia di sangue ormai secca presente sul fazzoletto.

Chissà cosa sta facendo in questo momento. Forse sarà in giro per Los Angeles a svagarsi, oppure sarà a casa a dormire beatamente nel suo letto esattamente come non sto facendo io, chissà.

"Ma cosa te ne frega, Mel." mi dico da sola dopo aver sbuffato sonoramente.

Mi alzo dal materasso, lascio i panni all'interno della cesta e successivamente apro il cassetto per posare il fazzoletto dentro di esso.

Spengo la luce e sposto le coperte in modo da potermi sdraiare sul mio caro e amato letto a pancia in su.

Chiudo gli occhi per cercare di dormire ma dopo appena 30 secondi li riapro trovando davanti a me il soffitto.

Sbuffo e mi giro sulla destra. Forse è la posizione che non mi fa prendere sonno.

Siccome il lato destro non da buoni risultati provo anche con quello sinistro, poi mi metto a pancia in giù e poi nuovamente a pancia in su.

Sbuffo per l'ennesima volta e mi sporgo verso il comodino. Giro la sveglia verso di me: sono le 22.

Devo trovare assolutamente il modo per addormentarmi e devo farlo anche velocemente, altrimenti domani mattina non mi sveglieranno nemmeno i cannoni.

Torno a sdraiarmi sul lato destro decisa a dormire ad ogni costo, ma il suono inaspettato del campanello rovina come suo solito i miei piani.

"Chi sarà mai ora?" mi chiedo perplessa.

I miei genitori non possono essere: entrerebbero senza bussare per evitare di svegliarmi.
Il punto è che se non sono loro non ha la minima idea di chi possa essere.

Mi alzo dal letto ed infilo le pantofole, poi scendo frettolosamente le scale e quando sono giù accendo la luce del soggiorno.

Mi avvicino alla porta con una leggera ansia, dopo quello che è successo non mi sento sicura nemmeno in casa, e mi capita spesso di sentirmi osservata: sensazione che mi porta a girarmi spesse volte mentre cammino per strada.

Avvicino l'occhio allo spioncino e non posso credere ai miei occhi. L'unica spiegazione che riesco a darmi è che sto impazzendo.

Apro il catenaccio e tiro giù la maniglia spalancando la porta.

"Harry?! Cosa ci fai qui?!" chiedo sorpresa senza credere ai miei occhi.

Lui fa spallucce e mi guarda come se stesse aspettando che io mi tolga dall'ingresso per farlo entrare in casa. 
Il mio occhio subito ricade sul suo labbro, violentemente segnato da una striscia di sangue ormai secco.

Mi sposto sulla destra e lui entra, mentre io richiudo bene il portone.

"Avevo bisogno di uscire. Non ne potevo più di starmene a casa a pensare senza avere un attimo di tregua. Quindi mi sono infilato in macchina: ed ora eccomi qui." dice allargando le braccia.

Almeno posso dire che ho avuto la risposta ad una delle mie mille domande: Harry non stava dormendo e non si stava nemmeno divertendo in qualche locale. Era a casa a crogiolarsi nei suoi pensieri, esattamente come me.

"A cosa pensavi?" chiedo curiosa di sapere la risposta.

"A quello che pensavi tu." risponde alzando le spalle.

Rimango in silenzio qualche secondo con Harry davanti a me senza sapere come rispondere. Mi ha presa alla sprovvista.

"E chi ti ha detto che stavo pensando al posto di dormire come ogni persona normale?" cerco di divagare mentre lo supero.

Cammino verso il mobile e lo apro afferrando uno dei bicchieri luccicanti. Verso dell'acqua all'interno del bicchiere e la sorseggio appena; non ho bisogno di bere in realtà, ho solo bisogno di riuscire ad essere più vaga possibile.

"Perché mi hai aperto dopo nemmeno due minuti, e perché non hai la faccia di una che stava dormendo." risponde risoluto mentre continuo a dargli le spalle.

Poi sospira e pur non potendolo guardare so che i suoi occhi sono puntati su di me.

"Melanie, in realtà forse so perché...perché sono qui."

"Ah, sì?" chiedo girandomi verso di lui che è rimasto in mezzo al soggiorno, a differenza mia che sono poggiata al lavandino con il bicchiere ancora pieno in mano. "E perché?" continuo.

"Perché volevo chiederti scusa, per quello che è successo oggi intendo. In un certo senso ho sbagliato. "

"Avevi detto che non ti saresti pentito, sei contraddittorio Styles. E sì, hai sbagliato; hai sbagliato a farti coinvolgere da Noah."

"Non fraintendermi. Non mi sono pentito di quello che ho fatto. Se tornassi indietro farei esattamente la stessa cosa. Ma se c'è un motivo per il quale ho sbagliato a fare quello che ho fatto è perché per colpa mia i tuoi stupidi sensi di colpa sono aumentati, lo so." dice avvicinandosi a me.

"Stai sbagliando ancora Harry, perché è stata colpa mia; quindi è giusto che io mi senta colpevole. " ribadisco il mio pensiero. Vorrei davvero essere più clemente con me stessa, ma non posso. La mia vita e gli avvenimenti che la caratterizzano non fanno altro che coinvolgere gli altri, e seppure i miei amici continuino a ripetermi che loro sono al mio fianco per sostenermi, io continuo a pensare che non dovrebbe essere così.

Non dovrei permettergli di essere coinvolti in cose che riguardano solo me. Io ci sarò sempre per loro, ma non voglio che loro sacrifichino la loro tranquillità per me. Non me lo merito.

"Diamine, Melanie! Non dire stupidaggini!"

"Non sto dicendo stupidaggini Harry! Sto dicendo la verità!"

"Bene. Almeno ci ho provato a farti togliere questa stupida convinzione dalla testa." afferma arreso allontanandosi di qualche passo.

"Beh, come vedi è stato inutile. Avresti fatto meglio a startene a casa invece di venire qui."

"Beh sai, volevo soltanto scusarmi per quello che ho fatto, ma forse dovrei scusarmi perché sono venuto qui a scusarmi!" alza il tono di voce avvicinandosi nuovamente.

"Io non ne posso più Melanie! Sono giorni, settimane, che provo a capire i tuoi strani atteggiamenti; ma sono ad un punto morto e tu non mi aiuti affatto. Ora all'improvviso sbuca questo Noah, che mi sembra l'unica spiegazione plausibile riconducibile a quei tuoi comportamenti, ma ovviamente tu non mi dirai niente come non lo hai fatto le altre venti volte che sono venuto da te a chiedere dei chiarimenti." dice tutto d'un fiato. Mi sembra alquanto irritato e devo ammettere che, forse, ha ragione.

Dovrei spiegargli tutto quello che c'è da spiegare, sarebbe la cosa migliore da fare, e non solo per mettere fine ai suoi dubbi, ma anche per mettere fine al mio silenzio.

Ma purtroppo non è per niente semplice. Non riesco a rivangare il passato con tanta facilità, e sopratutto questo tipo di passato.

Ero riuscita ad andare avanti ed ora mi ritrovo al punto di partenza. Sono consapevole del fatto che non posso cercare di evitare di parlare della questione per sempre, ma posso pur sempre prolungare, guadagnare tempo, soprattutto con Harry.

"Non c'è nulla da chiarire Harry. Mi dispiace che tu ti sia ritrovato in questa situazione, davvero, ma cerca di capirmi."

"Sono giorni che cerco di capirti Mel, credimi; ma mi sembra che tu non lo faccia con me. Mi sono ritrovato a picchiare una persona senza sapere nemmeno chi sia o perché sia qui!"

"Ed io cosa dovrei fare? Non ti ho chiesto io di picchiarlo Harry." dico fredda.

Vorrei dirgli che quello che sto dicendo è solo un modo per farlo uscire da quella porta e salvaguardare i miei ricordi e le mie colpe ancora per un po', ma non posso.

"Dici sul serio? Questo è quello che hai da dire?" chiede con un'espressione delusa che mi lacera dentro.

"Mi dispiace. Ma come vedi sarebbe stato meglio se non fossi venuto qui." rispondo, dandogli le spalle per poggiare il bicchiere nel lavandino, solo per non guardarlo più negli occhi. Non riesco a reggere il suo sguardo.

"Melanie, ascolta." continua dopo aver sospirato. Si avvicina a me e mi prende delicatamente il braccio facendomi girare verso di lui.

"Io ti giuro, ti giuro che ti capisco più di chiunque altro. Capisco quanto faccia male ricordare qualcosa che si vuole solo dimenticare, qualcosa per il quale si lotta per dimenticare."
Allunga la mano e afferra una ciocca dei miei capelli - ancora umidi- che si sono posati sulla spalla, lasciandoli cadere dietro la schiena.

"Ma se non fossi disperato a furia di scappare dai miei pensieri ora non sarei qui." dice ormai sottovoce.

"Lo so." sussurro a mia volta.

Continuiamo a guardarci negli occhi, come se stessimo cercando di trovare delle risposte in essi. 
Sento il suo respiro sul mio viso e il battito del mio cuore accelera leggermente.

Harry allunga nuovamente la mano e la poggia sulla mia guancia. Mi accarezza le labbra con il pollice e poi sposta le dita tra i miei capelli facendo salire un brivido lungo la mia schiena.

Porta la mano libera sul mio fianco mentre con l'altra avvicina ancora di più il suo viso al mio, fino a far scontrare i nostri nasi.

Qualsiasi cosa stia accadendo, forse è la cosa più sbagliata da fare.

Mi ritorna alla mente la foto di Harry con quella ragazza, ma nonostante questo pensiero, non riesco ad oppormi, non ci riuscirei nemmeno se volessi.

Socchiudo gli occhi, ora non ho né la voglia né le capacità di pensare a nulla.

Anche Harry fa lo stesso e si avvicina ancora di più. Finché un rumore assordante non arriva alle nostre orecchie.

Riapro bene gli occhi. Un altro rumore.

Proviene dalla porta, come se qualcuno stesse cercando di scassinarla.

Harry sembra capire come me la provenienza del rumore e si gira verso la porta allontanandosi da me.

In una situazione normale avrei ringraziato il cielo per aver fermato quello che stava per accadere, ma in questo momento l'unica cosa che riesco a fare è pensare di aver già vissuto questa situazione.

Quella notte che sentii quei rumori. La stessa notte che dei ladri entrarono furtivamente a casa di Kylie.

Guardo la porta e vedo la maniglia muoversi; fortunatamente però prima ho chiuso la porta con il lucchetto.

"Harry." dico con voce tremolante indicando la maniglia che si abbassa e si rialza lentamente più volte.

"Ma che diamine.." dice fissando a sua volta la maniglia, per poi girarsi a guardare me con la fronte corrugata.
Intanto la maniglia smette di muoversi.

"Non aspetti nessuno, vero?"

"Temo di no."

Harry annuisce e sospira, poi a passo svelto si allontana da me e si dirige verso la porta, aprendo il lucchetto velocemente.

"No Harry! Cosa fai!?" cerco di fermarlo correndo da lui troppo tardi dato che non mi da nemmeno il tempo di raggiungerlo che lui ha già spalancato la porta.

"Chi c'è qui!? " urla uscendo fuori guardandosi attorno.

Esco anche io e a mia volta mi guardo intorno.

Non c'è nessuno.

"Harry rientriamo dentro!" lo richiamo avvicinandomi.

Lui ovviamente non mi da retta e fa il giro della casa, con me a ruota dietro di lui che cerco di assottigliare il più possibile la vista.

Inutile, è come se qui fuori non sia venuto mai nessuno.

"Entriamo Harry, qui non c'è nessuno." ripeto afferrando il suo braccio e trascinandolo con me in casa.

Chiudo il portone con il catenaccio mentre Harry si passa una mano tra i capelli agitato.

"Come è possibile!? C'era qualcuno dietro quella porta fino a qualche minuto fa!"

"Lo so. Di nuovo la stessa storia." dico agitata facendo avanti e dietro per il soggiorno.

"Come la stessa storia? È già successo prima?"

"Ricordi quando quei ladri sono entrati a casa di Kylie? Mi è successa la stessa identica cosa. Ho sentito dei rumori e quando sono uscita a controllare non c'era nessuno, come se avessi avuto le allucinazioni!" sbuffo sonoramente. "Basta! Non ne posso più!" affermo disperata passandomi entrambe le mani tra i capelli.

"Tranquilla." Harry si avvicina e mi abbraccia forte.

Lego le mie braccia attorno al suo collo.

"Ci sono io qui." sussurra facendomi chiudere gli occhi.

C'è lui qui, c'è Harry.

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