Little Titan Market

di Hiddlesthug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** IV ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** » Avviso « ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** IX ***
Capitolo 11: *** X ***
Capitolo 12: *** XI ***
Capitolo 13: *** XII ***



Capitolo 1
*** I ***


Little Titan Market



 

È un ventoso pomeriggio di metà settembre, ed Eren sbadiglia annoiato mentre osserva i bambini correre fuori dalla scuola fra le braccia dei propri genitori o dei nonni, che li hanno attesi pazientemente mentre chiacchieravano tra di loro.

La sua attenzione viene attirata da una bambina che corre fra le braccia di quello che dev'essere il padre, fin'ora rimasto in disparte dal resto dei genitori. È lo stesso uomo che, con il suo completo elegante in un netto contrasto con i vestiti casual delle persone, aveva già attirato la sua attenzione: per tutto il tempo è rimasto in disparte osservando con un'espressione annoiata il telefono in attesa del suono della campana, ma quando sono iniziati ad uscire i primi bambini l'ha subito posato, in attesa di vedere il bambino o la bambina che aspettava. Quando una bambina con i capelli legati in due simpatiche codine gli corre in contro, la solleva facilmente stringendola a sé ed Eren sorride notando il cambiamento di comportamento dell'uomo. E sorride ancora di più quando vede la bambina cercare di liberarsi dall’abbraccio del padre, che però sembra non avere intenzione di lasciarla andare così facilmente.

Li segue con lo sguardo mentre attraversano la strada e si fermano davanti l'ingresso del supermercato, mentre l'uomo cerca di far salire la bambina nell'auto che era lì parcheggiata. Adesso che sono più vicini, nota che i capelli della bambina sono rossi come il fuoco, in netto contrasto con quelli neri come la notte dell'uomo.

Uomo che si è appena voltato, ed Eren ringrazia il fatto che i vetri della porta d'ingresso siano oscurati, altrimenti sarebbe stato scoperto mentre lo fissava. 

Purtroppo per Eren, sale in auto e dopo poco sparisce dalla sua vista.

Sospirando, passa alla cassa i prodotti di un'anziana cliente, chiedendosi se vedrà di nuovo quell'uomo che ha attirato la sua attenzione.

Le sue speranze non sono state vane perché nei seguenti giorni, sempre con largo anticipo al suono dell’ultima campanella del giorno, quell'uomo torna a prendere la bambina. A volte aspetta in auto mentre altre vicino l'ingresso della scuola, ma non parla mai con nessuno degli altri genitori a lui vicini, dedicando tutte le sue attenzioni solamente alla bambina.

 

~

 

È un freddo pomeriggio di inizio novembre, e Levi sta aspettando che la figlia esca da scuola con un cappello ed una sciarpa in mano: le temperature si sono abbassate all'improvviso, e non vuole che alla bambina venga il mal di gola o la febbre.

“Papà!” lo chiama la piccola, correndogli incontro e facendosi prendere in braccio. “Mi sei mancato tantissimissimo!” esclama gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte, abbracciandolo.

“Devi per caso dirmi qualcosa, Akiko?” domanda Levi alzando un sopracciglio e mettendola giù.

“Soltanto che sei il miglior papà del mondo!” sorride la bambina in tono adulatorio, facendo sbuffare divertito il padre: ha lo stesso carattere sfacciato della madre, pensa mentre le mette la sciarpa.

“Anche tu sei la miglior figlia del mondo.” le dice, decidendo di assecondarla per vedere dove vuole arrivare e qual è il suo obiettivo.

“Lo so! E non pensi che per questo io meriti un premio?” domanda la bambina fingendo un sorriso innocente, e Levi deve sforzarsi con tutte le sue forze per non scoppiare a riderle in faccia.

“E cosa vorresti per premio?”

“Che mi porti là!” risponde Akiko, voltandosi ed indicando il piccolo supermercato alle proprie spalle.

Levi si volta e fissa stupito quel supermercato la cui insegna porta il nome di ‘Little Titan Market’: perché sua figlia vuole andare in quel supermercato, dal nome tra l'altro così stupido?

 

~

 

Eren sussulta quando la bambina lo indica, trattenendo il fiato quando poi il padre si volta a fissarlo. ‘Non stava indicando te, stupido!’ pensa, scuotendo la testa e prestando attenzione alla cliente che lo ha chiamato più volte.

Distratto dall’anziana signora che ha chiesto il suo aiuto per prendere un pacco di spugne in uno scaffale troppo alto per lei, non vede la bambina entrare trascinando dietro di sé il padre. Sente solo una vocina dire “È questo, me lo regali? Mi piace tanto tanto taaanto!” e sorride, nel sentirla ripetere più volte quanto desideri quell'oggetto.

 

Dopo essere tornato alla cassa e salutato la cliente, prende il telefono per rispondere ad i nuovi messaggi nella chat di gruppo con i suoi amici, ma sente un cliente posare qualcosa sul rullo della cassa. “Buongi-” sorride posando il telefono, ma le parole gli muoiono in bocca quando incrocia lo sguardo del cliente.

“Forse volevi dire ‘Buona sera’, visto che è pomeriggio ed è quasi buio!” sorride la bambina davanti a lui, salvandolo ed impedendogli di fare la figura dell'idiota davanti gli occhi del padre. Perché non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di quell'uomo che nell’ultimo mese ha sempre guardato da lontano e da dietro un vetro,  ma che adesso è poco distante da lui. ‘Da vicino è ancora più bello!’ pensa Eren.

“Sii educata Akiko.” la rimprovera il padre, che però sorride divertito. “Devi sempre dare del lei a chi è più grande di te, anche se è una persona stupida.”

“Ehi!” esclama offeso Eren, sorridendo però quando vede il sorriso che l’uomo rivolge alla bambina. “Questo è per te?” le domanda.

"Sì, me l'ha regalato il mio papà!" esclama contenta, afferrando il peluche di stoffa e stringendolo a sé.

“Diciamo che non mi ha lasciato altre alternative: o glielo compravo, o avrebbe messo il broncio fino a quando non glielo avrei comprato ugualmente.” precisa l'uomo, porgendo dei soldi al commesso.

“Hai fatto bene.” dice a bassa voce Eren alla bambina, coprendo la bocca con una mano e fingendo così di non poter essere sentito dal padre, che osservava scena alzando un sopracciglio.

“Lo so!” esclama la bambina imitando il ragazzo e avvicinando una mano al viso, ridacchiando.

“Come si chiama?” le domanda Eren, piegandosi e appoggiandosi alla casa per raggiungere l'altezza della piccola.

“Akiko.”

“Non ti ha chiesto come ti chiami, ma come si chiama il peluche.” le spiega il padre.

“Ah...” sussurra la bambina, fissando il bambino di stoffa che tiene in mano un paio di occhiali. “Credo lo chiamerò... Felix!” risponde stringendo poi il peluche.

“È un bellissimo nome.” sorride il commesso.

“Grazie... Tu come ti chiami?” domanda la bimba, rendendosi conto di non conoscere il nome del commesso così gentile e simpatico.

“Eren.” risponde il ragazzo.

“Grazie Eren!” sorride la piccola Akiko.

“Okay, adesso andiamo a casa. Si sta facendo tardi, e cu sono tante cose da fare.” le dice il padre, prendendola in braccio. “Saluta il commesso.”

“Ciao Eren!” lo saluta sventolando la manina mentre il padre si dirige verso l'uscita, ricordando però all'improvviso una cosa. “Aspetta papà!” esclama all'improvviso, facendosi mettere giù e correndo verso il commesso. “Non ti ho detto come mi chiamo!” esclama.

“Ti chiami Akiko, giusto?” le sorride Eren.

"E tu come fai a saperlo?" domanda sorpresa.

"Me l’hai detto prima tu, e prima ancora il tuo papà.” le spiega sorridendo.

"Sai anche il suo nome?"

“No, il suo nome no.” risponde il ragazzo, cercando di ignorare lo sguardo dell'uomo e di sembrare il più naturale possibile, come se non volesse conoscere il suo nome di quell'uomo e quanto più possibile su di lui. 

“Lui si chiama Levi!” esclama la bambina, soddisfatta di avergli detto qualcosa che ancora non sapesse, tornando poi dal padre che la fissa ad occhi spalancati.

“Non puoi dire il mio nome a chiunque!” la rimprovera l'uomo. “Il proprio nome è una cosa person-"

“Oh andiamo.” lo interrompe Eren. “Non sei mica Voldemort, si può pronunciare il tuo nome, Levi.” lo prende in giro Eren, mettendo più enfasi sul suo nome.E okay, è abbastanza maturo da ammettere che si sta vendicando per prima.

L’uomo però non risponde alla provocazione ma se uno sguardo si potesse fulminare la gente, Eren sarebbe già polvere. Si limita a prendere la bambina in braccio ed uscire dal supermercato, prima di dire qualcosa che le caste ed innocenti orecchie di una bambina di quattro anni non debbano sentire.

Eren li osserva uscire: lui borbottando qualcosa sugli ‘stupidi commessi’ mentre tiene in braccio la figlia, che a sua volta tiene stretto a sé il peluche, felice.

Sorridendo, torna al proprio lavoro.

 

 

~

 

 

Note Autrice:
So che è un capitolo piuttosto corto, ma andando avanti diventeranno sempre più lunghi.
Piccola nota:
Akiko si è dimenticata di aver già detto ad Eren il proprio nome non per una mia svista, ma perché ai bambini piccoli succede.
Ho letto più volte il capitolo ma sono sicura che qualche errore mi sarà sfuggito, quindi ogni vostro commento qui o su twitter, mi aiuterà a capire dove migliorare.
Un abbraccio,
Hiddlesthug.



 

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Capitolo 2
*** II ***


Note Autrice:
Mi sono divertita nel rileggere le interazioni tra Eren ed Akiko,
e spero che piaceranno anche a voi, enjoy it ☆




 

 
Little Titan Market


 




“Ciao Eren!” urla allegra la bambina entrando nel supermercato e raggiungendo il commesso, che sta pulendo alcuni scaffali. 

“Hey Akiko!” la saluta sorridendo. “Dov'è il tuo papà?” le domanda però preoccupato, non vedendo nessuno dietro di lei.

“Sta parlando al telefono con lo zio Erwin da un saaacco di tempo e mi stavo annoiando, quindi sono venuta a salutarti!” spiega la bambina, mentre il ragazzo scende dalla scala.

“Sono felice di rivederti anch’io, ma non dovresti allontanarti dal tuo papà. Adesso sarà preoccu-“ le spiega, senza finire la frase perché viene interrotto dell'arrivo dell'uomo che si guarda attorno con un espressione terrorizzata sul volto. Sospira sollevato nel vedere la figlia accanto al commesso e non accanto ad un malintenzionato. 

“Akiko.” la chiama, ricomponendosi ed assumendo un tono serio.

“Sì papà?” domanda la bambina voltandosi.

“Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti da me quando siamo fuori casa?”

“Ma papà... Mi stavo annoiando e-” si giustifica la bambina.

“Niente ma. Se lo fai un'altra volta ti verrò a prendere a scuola col passeggino.” la interrompe il padre, indifferente all’espressione terrorizzata comparsa sul viso della piccola.

“No! Il passeggino no!” esclama. “Ormai sono grande per il passeggino, ho quasi cinque anni!” aggiunge, aprendo la mano per esprimere meglio il concetto.

“Hai fatto quattro anni lo scorso mese.” precisa il padre ed Eren scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi.

“Cosa trovi di così divertente, moccioso?” domanda Levi, e se uno sguardo potesse fulminare qualcuno, Eren sarebbe già polvere. Di nuovo.

“No, niente. Solo-” risponde ricomponendosi, ma decide di lasciar perdere. “Penso che il tuo papà abbia ragione.” dice invece alla bambina, abbassandosi alla sua altezza. “Non puoi lasciare la sua mano quando sei fuori, e sai perché?”

“Perché?” domanda la bambina curiosa, mentre Levi aggrotta le sopracciglia. 

“Perché se la lasci lui si potrebbe perdere.” sussurra il ragazzo, svelandole il segreto.

“Davvero?”

“Sì, ma shh è un segreto!” le risponde, portandosi una dito davanti le labbra. “Ormai sei una bambina grande, e devi prenderti cura del tuo papà, che sta invecchiando.” le spiega, e Levi lo vorrebbe strozzare. Chi si crede di essere? “Pensi di farcela?” domanda poi alla bambina, che si volta e fissa il padre.

“Sì.” risponde. “Mi prenderò cura del mio papà.” continua voltandosi e fissando Eren, che rimane colpito dall'espressione adesso seria e decisa che ha la bambina.

“Brava. Adesso torna dal tuo papà.” le sorride. “E puoi venire quando vuoi, ma non da sola.” aggiunge, e la bambina annuisce correndo verso il padre.

“Scusa papà.” sussurra abbassando la testa, fissando le scarpette lilla, stupendo Levi: è la prima volta che ascolta la riprensione di qualcuno che non sia lui.

“Andiamo a casa.” sospira prendendola in braccio, rassicurandola così di non essere arrabbiato con lei.
Decide di non aggiungere altro. Quel commesso per quanto possa sembrare un moccolo e comportarsi da tale, ci sa fare con i bambini, e nonostante non abbia gradito sentirsi dire di star invecchiando, deve ammettere che quel suo discorso è servito per far capire ad Akiko che non deve lasciargli la mano fuori casa, ed è questa la cosa più importante.


~


Sono passati diversi giorni quando Levi entra di nuovo in quel supermercato dal nome ridicolo: chi chiama il proprio supermercato ‘Little Titan Market’?, pensa prendendo il cestino della spesa.
Oggi ha finito prima di lavorare, e dovendo aspettare per più di mezz'ora che Akiko esca da scuola, decide di comprare alcune cose per preparare la cena.
Deve ammettere che quel supermercato è abbastanza pulito: negli scaffali non c'è polvere ed il rullo delle cassa gli è sembrato abbastanza pulito, quindi per una volta può comprare qualcosa lì.

Posa le confezioni di riso e le varie verdure prese sul rullo della cassa, ma non vede nessun commesso nei paraggi. Sbuffa spazientito, guardando l'orologio: mancano dieci minuti al suono della campana, e lui è ancora lì che sta aspettando che uno stupido commesso faccia il lavoro per cui viene pagato.

“C'è qualcuno, o posso andare senza pagare?” domanda ad alta voce, sentendo dopo pochi secondi dei passi affrettati.

“Mi scusi, stavo sistemando la merce appena arrivata e non l’avevo sentita entrare.” si giustifica il commesso, ‘Ha detto di chiamarsi... Eren, giusto?’ cerca di ricordare Levi, mentre lo osserva sedersi dietro la cassa ed iniziando a passare i prodotti.

“Dammi del tu.” sospira Levi mentre inizia a conservare la spesa, nelle buste che ha portato da casa. “Non sono così vecchio.”

“Oh... Okay.” annuisce il ragazzo, e Levi potrebbe giurare di averlo visto arrossire. Ma quanti anni ha?

“20.” Risponde poco dopo, e Levi lo fissa alzando un sopracciglio. “Mi hai chiesto quanti anni avessi, e ti ho risposto che ne ho venti. Tu invece?” spiega Eren vedendo l'espressione confusa sul viso dell'uomo.

“L’ho detto ad alta voce?!” esclama Levi, portando istintivamente una mano sulla bocca. “Non che stessi pensando a te.” si corregge subito dopo, finendo però col peggiorare la situazione. “Ho 30 anni comunque.” dice dopo qualche secondo, decidendo di non dire nient'altro che possa peggiorare la situazione, avendo già fatto abbastanza figure di merda per il resto dell’anno.

“Sei giovane per avere già una figlia di quattro anni.” nota Eren, mentre gli porge il resto. “Non che ci sia un’età prestabilita per fare figli o- Lascia perdere, scusa.” Aggiunge.

“Lei...” sussurra Levi, nonostante non sia un argomento di cui ami parlare. Oggi però è il suo giorno fortunato, perché salvato dal suono della campanella. “Merda, è suonata prima!” impreca, uscendo e lasciando la spesa lì.

Quando ritorna dopo dieci minuti, essendo stato trattenuto dall'insegnante che voleva convincerlo – inutilmente - a lasciare andare la figlia a vedere un film al cinema con la scuola e senza genitori, alla cassa non c'è più Eren ma un ragazzo dai capelli biondi legati in un piccolo codino.

“Salve. Prima ho dimenticato delle buste qui.” gli dice dopo essersi avvicinato alla cassa.

“Oh sì, Eren gliele ha messe da parte.” sorride il ragazzo, abbassandosi e prendendo le due buste. “È dovuto andare via prima per un imprevisto." spiega, e Levi vorrebbe chiedergli di che imprevisto si tratti, e se vada tutto bene, ma decide di non chiedere niente. 

In fondo è solo un cliente mentre lui è il commesso, e si sono visti ed hanno parlato solo tre volte. Non ha alcun diritto di fare una domanda così personale, pensa mentre sale in auto. 


~


Dopo averle fatto il bagnetto e aver guardato i disegni fatti quella mattina, Levi lascia la bambina sul divano a guardare i cartoni animati, mentre lui inizia ad uscire la spesa dalle buste per preparare la cena.

Ed è in quel momento che nota che una busta sembri più piena rispetto a prima. “Ma che-” sussurra aprendola, trovando un piccolo orsacchiotto di peluche con attaccato un bigliettino, che dice “Per Akiko, da Eren :)”. 
Un lieve rossore colora le sue guance, mentre ripensa ai sorrisi che quel ragazzo ha sempre rivolto a sua figlia, ritrovandosi a pensare che vorrebbe fossero rivolti anche a lui.
“Ma a che diavolo penso.” borbotta Levi scuotendo la testa, scacciando via il pensiero e continuando ad uscire la spesa.
Prima al supermercato ha parlato senza pensare, o per meglio dire ha parlato mentre pensava, peggiorando poi la situazione rendendola imbarazzante, e adesso si ritrova a pensare di voler ricevere uno di quei caldi sorrisi di quel moccioso, che sciolgono il cuore di chi li riceve... ‘Che cosa mi sta succedendo?'



~
 

 

 

Note Autrice:
Vorrei ringraziare a chi ha messo fra le seguite/ricordate/preferite questa fanfic e chi ha recensionsito il primo capitolo, ma anche chiunque è tornato per leggere questo secondo capitolo... Grazie!

 

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Capitolo 3
*** IV ***



 

 

 
 

Note Autrice:
Scusate se non l'ho pubblicato domenica, ma non sono stata molto bene ( t w t)
Grazie a chi ha recensito l'ultimo capitolo, e grazie a chi è tornato per leggere questo quarto capitolo, enjoy it ☆



 
Little Titan Market



 


“Non dimenticare l’ombrello, per questo pomeriggio sono previsti diversi temporali.” lo avvisa Mikasa, mentre sparecchia la tavola.

“Sì lo so, tranquilla.” la rassicura Eren alzandosi, andando nella propria stanza per prepararsi per il turno pomeridiano.

La sera precedente Petra lo ha chiamato chiedendogli se potesse sostituire Jean il pomeriggio successivo, dicendogli che aveva chiamato tutti gli altri dipendenti e che nessuno era disponibile, ed Eren aveva accettato nonostante fosse il suo giorno libero: Petra è sempre stata molto gentile con lui, e si sentiva in obbligo di aiutarla.
Ma soprattutto voleva avere qualcosa da rinfacciare a quella faccia di cavallo la prossima volta che avrebbero litigato.

E’ per questo che sorride mentre indossa il giubbotto impermeabile, e osserva dubbioso il cielo fuori dalla finestra, sperando che non inizi a piovere mentre è ancora fuori.

‘Chissà se lo vedrò…’ pensa, e si ritrova a fissare il disegno che gli ha dato Armin tre settimane fa.



“Questo per te.” sorride Armin, porgendogli il foglio. “E’ da parte di una bambina, ha i capelli rossi legati sempre in due codine. Credo che il padre l’abbia chiamata A… A…” spiega il ragazzo, cercando di ricordare il nome.

“Akiko.” conclude per lui Eren, osservando il disegno.

“Sì lei!” esclama l’amico. “E’ passata tutti i pomeriggi, questa settimana, cercandoti. C’era con lei anche il padre, un tipo non tanto alto, e sempre serio…” continua ma Eren non lo ascolta più, fissando il disegno con gli occhi lucidi: lui e Akiko, mano nella mano, che sorridono felici.




‘E’ passata tutti i giorni..’ ripete Eren. ‘Chissà se mi odia adesso.’ pensa mentre esce di casa, sentendosi in colpa per essere uscito dalla sua vita senza averle dato una spiegazione o averla salutata.

‘E’ per il suo bene. Per il loro bene.’ si ripete da più di un mese, ogni volta che è tentato di chiamare Petra e farsi dare il turno di pomeriggio, quando avverte più del solito la loro mancanza. Se lo ripete anche la sera, prima di addormentarsi, quando vede quei due occhi che lo fissano, quando rivede quel viso dall’espressione inizialmente sempre annoiata, ma che col tempo è stata sostituita da un’espressione più rilassata, e a volte pure divertita.
 
~

 
Pochi minuti dopo essere arrivato al supermercato ha iniziato a piovere sempre più forte, ed Eren è grato di aver ascoltato la sorella portando l’ombrello e indossando un giubbotto impermeabile.

Dopo aver riordinato i diversi scaffali, spazzato i diversi corridoi e pulito il rullo della cassa in cui si posano i prodotti, Eren si ritrova a fissare la scuola non molto distante. Chissà se oggi Levi passerà al supermercato. Dovrebbe salutarlo? Comportarsi come se non fosse improvvisamente sparito?

Quando però la campanella suona e i bambini escono da scuola non vede nessuna automobile simile a quella di Levi, e sospira deluso e sollevato allo stesso tempo - voleva vederlo, ma allo stesso tempo non voleva… è difficile da spiegare -, e pensa che Akiko non dev’essere andata a scuola, o che dev’essere uscita prima.

 
Dopo dieci minuti, però, nota una donna e una bambina ancora sotto il portico della scuola. Si avvicina all'ampia vetrata di fronte alla cassa, riconoscendo Akiko e quella che dev'essere la maestra.

Una strana sensazione, uno strano sentimento travolge Eren: Levi non lascerebbe mai Akiko sola all’uscita della scuola. Non è mai arrivato in ritardo, mai.

Senza neanche pensarci due volte indossa il giubbotto e prende l’ombrello, uscendo dal negozio senza neanche dare importanza al fatto che chiunque potrebbe entrare e rubare la merce o i soldi dalla cassa.

L’unica cosa a cui adesso pensa è Akiko e al fatto che Levi non vorrebbe mai che si preoccupasse, e non lo vuole neanche lui.

 
Saliti i gradini e coperto dalla tettoia, chiude l’ombrello e raggiunge l’insegnante e la bambina.

“Eren!” urla la piccola vedendolo. Gli corre incontro abbracciandolo, sollevata nel rivederlo.

“Akiko! La prossima volta non correre, saresti potuta scivolare facendoti male.” la riprende, mentre la prende in braccio.

“Lei è un parente della bambina?” domanda la donna, con in mano lo zaino dell’alunna.

“Sì.” mente Eren. “Mi ha chiamato il padre, dicendomi che avrebbe fatto tardi, chiedendomi quindi di passare a prenderla.” continua a mentire all’insegnante, che annuisce e gli passa lo zainetto.

“Ci vediamo domani Akiko.” la saluta la donna, aprendo l'ombrello e scendendo velocemente le scale.

“Ti ha davvero chiamato il mio papà?” domanda la bambina.

“No.” le sussurra Eren. “Ma lo chiameremo noi adesso, hai il suo numero?”

“Lo so a memoria.” sorride fiera la bambina.

“Brava.” sorride il ragazzo, immaginando Levi che cerca di farle imparare a memoria il proprio numero. “Prima però andiamo al calduccio, che dici?”

“Okay!” esclama la bambina, felice di essere di nuovo con il suo amico.

 
Per fortuna di Eren non è entrato nessun ladro, nota rientrando. Mette giù la piccola e richiude l’ombrello, che lascia all'ingresso.

“La giacca puoi metterla qui.” le dice, posando lo zainetto dietro il bancone della cassa. “Adesso chiamiamo il tuo papà.” le sorride, rassicurandola.
 

~

  Dopo aver composto il numero sul cellulare ha deciso che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di far parlare la bambina col padre, e quindi le ha dato il telefono mentre lui puliva l’ingresso, sporco per via delle impronte lasciate dalle scarpe bagnate.

“Papà!” esclama all’improvviso la bambina. “Sì sto bene, non ti preoccupare.” annuisce, anche se l’uomo non può vederla. “Sono al supermercato con Eren.” risponde. “Sì.” annuisce poi. “Okay.” dice dopo un po’, scendendo dalla sedia e raggiungendo il ragazzo. “Vuole parlare con te.”

“Pronto?” risponde Eren, colto alla sprovvista, sentendo poi un sospiro provenire dall’altra parte del telefono.

“Eren.” sussurra Levi, sollevato nel sentire la voce a lui familiare. “Purtroppo c’è stato un incidente e per via della pioggia sono rimasto bloccato nel traffico. Grazie per aver preso Akiko.” sospira. “Come sta?”

“Bene, adesso sta giocando con un peluche.” risponde il ragazzo, osservando la bambina.

“E prima? Prima che la prendessi?” domanda preoccupato il padre.

“Era un po’ giù, ma adesso sembra non pensarci più.” lo rassicura Eren. E’ proprio un padre apprensivo, pensa. Ma forse lo sarebbe stato anche lui, se fosse rimasto bloccato nel traffico mentre sua figlia di quattro anni lo sta aspettando fuori la scuola.

“Altri cinque minuti e sono lì.” dice Levi. “Ed Eren?”

“Sì?” risponde Eren, il cuore che batte forte per il modo in cui l’uomo pronuncia il suo nome.

“Grazie.”

  
~

 
Eren ha chiuso la chiamata da qualche minuto, quando ricorda di non aver chiesto una cosa importante alla bambina.

“Akiko?” la chiama. “Vuoi telefonare alla mamma?” le domanda, pensando che alla sua età in una situazione del genere la prima persona con cui lui avrebbe voluto parlare sarebbe stata sua madre. “O non so se hai due papà.” aggiunge subito dopo.

La bambina lo guarda confusa, prima di rispondergli “Io non ho la mamma.”

“Io… Io non lo sapevo, scusa.” balbetta Eren, imbarazzato.

“Non fa niente.” sorride la bambina. “Non l’ho mai conosciuta, ero troppo piccola quando lei e il papà sono morti.” spiega, stupendo Eren per il suo tono di voce tranquillo e rilassato, simile a quello di Levi.

 
~


E’ passata mezz’ora quando Levi parcheggia di fronte il negozio.

E’ ansioso di abbracciare la figlia, ma si ferma quando la vede seduta sulle spalle di Eren, con i capelli del ragazzo fra le mani - come se fossero delle redini-, nonostante il ragazzo la tiene ferma dalle cosce. Nonostante la porta sia chiusa, riesce a sentire le risate e i gridolini della bambina e le risate del ragazzo che la porta in giro.
Prova un’improvvisa sensazione, un sentimento mai provato prima ma che gli scalda il cuore e allevia il nodo allo stomaco che ha avuto fin’ora.

 
“Papà!” urla la bambina vedendolo entrare, ed Eren perde un battito quando rivede l’uomo che ha tanto desiderato, e per cui ormai è sicuro di provare qualcosa. “Andiamo da papà!” esclama la bambina colpendo il petto del ragazzo con il piede, cercando di spingerlo verso il padre.

“Eh? Sì sì, andiamo.” balbetta Eren avvicinandosi all'uomo, trattenendo il fiato quando questo gli si avvicina alzandosi sulle punte dei piedi, per afferrare la piccola sulle sue spalle.
Decide di allontanarsi e lasciare così ai due un po' di privacy.

“La maestra ti ha fatto problemi?" gli domanda Levi dopo qualche minuto, con la bambina ancora in braccio.

“No. Le ho detto che mi avevi chiesto di prenderla, e non mi ha chiesto nient'altro.” ammette Eren, notando come lo sguardo dell'uomo si indurisce.

"“Quella-” mormora l'uomo adirato, non finendo però la frase a causa delle caste orecchie della bambina fra le sue braccia.
'Quella stupida donna incapace di fare il proprio lavoro avrebbe dato mia figlia a chiunque! Chiunque avrebbe potuto mentire. Questa volta si trattava di Eren, ma-' pensa Levi, ma la sua attenzione viene attivata da Eren, che passa una mano fra i capelli della piccola.

“Sì è addormentata.” sussurra il ragazzo, e Levi sente il cuore battere più forte per la poca distanza che li separa, ma anche per quel gesto così semplice ma così intimo.

“Grazie per averla presa, e grazie per esserti preso cura di lei.” dice a bassa voce. “Non so cosa avrei fatto se le fosse successo qualcosa. Akiko non è solo mia figlia, ma è tutto quello che rimane dei miei...” sussurra guardandola, non finendo però la frase. Ha promesso loro che si sarebbe preso cura di lei, e ha intenzione di mantenere quella promessa a qualunque costo. “Non so come potrei sdebitarmi con te.” dice dopo qualche secondo, cambiando discorso.

“Io sì.” sorride Eren, sorridendo ancora di più vedendo lo sguardo sorpreso dell'uomo.

“In che modo?” gli domanda incuriosito.

“Con un appuntamento.” sussurra Eren che, nonostante la sua apparente audacia, sente il cuore battere sempre più forte. Ma l'ansia e l'imbarazzo vengono ripagati dall'espressione unica
che compare sul volto di Levi: occhi spalancati e un leggero rossore sulle guance.
Balbetta qualcosa che non riesce a capire, e decide che questo Levi, sorpreso e imbarazzato, è il Levi più bello che ci sia.

 

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Capitolo 4
*** III ***



 
Little Titan Market



 




Il tempo passa velocemente tra il preparare la bambina per la scuola, accompagnarla, andare a lavoro, tornare a prenderla e dedicarle il resto della giornata, e Levi senza rendersene conto è ormai diventato un cliente abituale del ‘Little Titan Market’.
Si ripete che va in quel supermercato per comodità, perché è vicino alla scuola della figlia ed è piuttosto pulito e ordinato, cercando così di autoconvincersi che il vero motivo per cui va tutti i giorni in quel piccolo supermercato non sia un certo suo
commesso dai grandi occhi verdi e dal dolce sorriso, che ormai riserva anche per lui. Levi si ripete questo ogni giorno, quando entra ed esce da quel supermercato, autoconvincendosi nella speranza che questo possa diventare realtà.


~


“Anche oggi hai il turno di pomeriggio?” domanda Mikasa, mentre lei e il fratello finiscono di pranzare.
“Sì.” risponde Eren, che non ne sembra annoiato ma... Felice? Ansioso di andare? “Adesso vado, altrimenti rischio di fare tardi.” dice alzandosi, e Mikasa osserva il fratello affrettarsi nel mettere a lavare i propri piatti e nell'indossare velocemente la giacca, per poi uscire salutandola con un distratto ‘A dopo’.
Ha già provato a chiedergli spiegazioni, non ricevendo alcuna risposta. Ha chiesto anche ad Armin, loro coinquilino e migliore amico, che però le ha detto che ultimamente non ha avuto gli stessi turni di Eren, ma che non ha notato niente di strano quando si incontrano ad inizio o fine turno.
È per questo che, dopo aver riordinato la cucina ed essersi cambiata, Mikasa decide di andare a vedere con i propri occhi cosa stia succedendo.



“Mikasa, devi promettermi che ti prenderai sempre cura di tuo fratello.” sussurra la donna distesa sul letto, socchiudendo gli occhi. “Lui... Sai com'è fatto, è una testa calda e non lo ammetterà mai, ma ha bisogno di te. Ha bisogno che gli guardi le spalle.” aggiunge, fermandosi per qualche secondo per riprendere il fiato e facendo un profondo respiro. “Promettimi che non permetterai che si cacci nei guai. Promettimi che ci sarai sempre per lui.”
“Okay, te lo prometto.” sussurra la bambina stringendo la mano della madre, che dopo qualche giorno sarebbe morta a causa di quel tumore aggressivo scoperto troppo tardi.




La prima mezz'ora è stata abbastanza noiosa: sono entrati pochi clienti, ed Eren è stato la maggior parte del tempo impegnato a sistemare la merce o parlare al telefono.
Osserva per l'ultima volta il fratello, dalla panchina in cui si è seduta, e decide di tornare a casa.

All'improvviso però nota come comparso un sorriso raggiante sul suo volto, e seguendo il suo sguardo nota un uomo dalla bassa statura poco distante dal fratello.
Lo osserva in silenzio: non lo ha mai visto sorridere così negli ultimi anni.
Non a qualcuno che non fosse lei o Armin, pensa.

Osserva l'uomo dirigersi verso l'angolo della verdura e osserva come il fratello inizi a rosicchiarsi le unghia durante la sua assenza, per poi smettere quando ritorna, ridendo e scherzando mentre passa la spesa dell’uomo alla cassa, gesticolando un po’.

Ed osserva poi come quel suo sorriso si spenga quando l'uomo vada via, tornando ad essere il solito sorriso cordiale che ha riservato fin’ora agli altri clienti.
Che quell'uomo sia la ragione dell’improvviso amore del fratello verso il proprio lavoro?


Decide di continuare a tenere d'occhio l’uomo che, dopo aver posato le buste in macchina, attraversa la strada e si ferma poco distante dalla panchina in cui è seduta la ragazza. Sembra non prestare attenzione né a lei né a nessuno dei genitori o parenti arrivati, ma solo al proprio cellulare che stringe fra le mani.
Si avvolge la sciarpa attorno al viso per non farsi riconoscere dal fratello che guarda nella sua direzione - sembra avere occhi solo per l'uomo al suo fianco, ma meglio non rischiare, pensa-, e sospira sollevata quando lo vede allontanarsi.

Sta per andarsene quando sente il suono della campanella, proveniente dalla scuola alle proprie spalle.

“Papà!” sente una bambina urlare da lontano, ma il piccolo sorriso nato sulle sue labbra si spegne quando la vede gettarsi fra le braccia dell'uomo poco distante da lei, facendole raggelare il sangue.



~



“Sono a casa!” urla Eren, levandosi le scarpe e posando le chiavi sul tavolino.

“Dobbiamo parlare.” sussurra Mikasa, appoggiata nel muro con le braccia incrociate e poco distante da lui.

“Mikasa!” sussulta il ragazzo, spaventandosi. “Cosa mi devi dire di così urgente da rischiare di farmi venire un infarto?” scherza, mentre leva la giacca.

“Ti vedi con qualcuno?”

“Cos- Come ti viene in mente una cosa del genere?” ride Eren, cercando di alleviare la tensione e cambiare discorso.

“Ti ho visto prima.” gli dice la sorella. “Parlavi tutto sorridente con quell'uomo, aspettando con ansia il suo ritorno alla cassa e ti sei rattristito quando è andato via.”

“Come fai a...Tu... Mi hai spiato?!” domanda Eren, con il tono di voce più alto, mentre realizza che questa è l'unica spiegazione plausibile.

“Sì.” è la semplice risposta della sorella. “Tu non hai risposto alle mie domande, ed io sono quindi venuta per capire cosa stesse succedendo. Ti vedi con quell'uomo? Sì o no?”

“No!” risponde Eren, quasi urlando.

“Bene.” sussurra la ragazza. “Perchè ha una figlia.”

“Lo so che ha una figlia. Cosa c’entra Akiko adesso?” domanda Eren, ora arrabbiato.

“C'entra, perché avrà anche una mamma o un papà, e tu non puoi rovinare il matrimonio dei suoi genit-” gli spiega, come se stesse parlando con un bambino.

"”Non sto rovinando il matrimonio di nessuno, perché io non mi sto vedendo con nessuno. Non. Mi. Sto. Vedendo. Con. Nessuno.” la interrompe il ragazzo urlando, scandendo le ultime parole e ripetendole.

“Bene.” sussurra Mikasa, per nulla impressionata o intimorita dalle sue urla. “La cena è quasi pronta.”



~



Dopo cena, finalmente solo nella propria stanza, Eren si getta sul letto e ripensa alla conversazione avuta con la sorella meno di un’ora prima.

Lui sa che Levi è il padre di Akiko -la bambina lo ha sempre chiamato ‘papà’, non lasciando spazio ai dubbi-, e che la bambina deve avere quindi anche un altro genitore.

Eren lo sa, ma ha sempre giustificato il suo flirtare con l’uomo con il fatto che non indossasse la fede nuziale, non facendo nulla per soffocare e reprimere i sentimenti che ha iniziato a provare per l’uomo. Ha deliberatamente ignorato il fatto che potesse comunque avere qualcuno che crescesse con lui la figlia, una madre e compagna - o un compagno, dato che l’uomo non sembrava disprezzare le sue attenzioni- con cui non fosse necessariamente sposato.

Si sente male, pensando di aver rischiato di essere la causa delle fine di una relazione e rovinando così l'infanzia della piccola Akiko.
Non vorrebbe mai e poi mai fare del male a quella bambina così allegra e solare, sempre piena di energie. Non vuole diventare come quella donna che ha portato via suo padre, lasciando lui e Mikasa soli nel momento in cui avevano più bisogno del suo affetto, dopo la perdita della madre.

Fissa la foto sul comodino ritraente lui, Mikasa, Armin e il nonno del suo migliore amico, che li ha accolti e cresciuti come se fossero i propri nipoti, dopo essere stati abbandonati dal padre.

Non sarebbe diventato come suo padre, pensa prima di addormentarsi, ed è per questo che l’indomani mattina chiama Petra, il proprio capo, chiedendole se potesse cambiare i propri turni con qualcun altro, e la donna ha acconsentito senza fare domande –cosa di cui Eren le è grato-, spostando i suoi turni di mattina o di sera.

Il pensiero di non vedere più quell’uomo che è entrato nel suo cuore sin dal primo momento in cui l’ha visto, e di non rivedere più quella bambina a cui ha imparato a volere sempre più bene, fa già male. Ma è per il loro bene, e dovrà imparare a convivere con questo dolore fino a quando non passerà. Perché per Levi prova una semplice infatuazione, della semplice attrazione si ripete, nonostante Eren sappia di star mentendo a sé stesso.





“Papà passiamo da Eren? Voglio fargli vedere il disegno che ho fatto oggi!” esclama la bambina, appena uscita da scuola.

“Okay.” acconsente Levi. Sin dalla prima volta in cui si sono incontrati, è nato uno strano feeling tra quel commesso e sua figlia, che ha iniziato a considerarlo come uno di famiglia.

Negli ultimi quattro mesi son andati tutti i giorni in quel supermercato per comprare qualcosa o perché Akiko voleva salutare il giovane commesso. E Levi non avrebbe mai ammesso ad anima viva che spesso comprava dei prodotti di cui non aveva bisogno o che già aveva, solamente per poter parlare qualche minuto in più con quel ragazzo che aveva iniziato ad abbattere la barriera che aveva costruito fra lui e gli altri, ridendo alle sue battute sarcastiche, sorridendo quando nel vederlo abbassarsi per parlare con la figlia, o con piccoli gesti come il fingere di non poter essere da lui ascoltato per via della mano davanti il viso.
Non voleva sapere cosa lo avesse spinto a cambiare, non voleva sapere perché attendesse con ansia il pomeriggio.

Una vocina nella sua testa però gli aveva già dato la risposta, ma Levi la scacciava via, non volendo ammettere di aspettare il pomeriggio per entrare in quel supermercato e vedere quel commesso dai grandi occhi verdi e dal grande sorriso che sembrava dirgli “Hey, sono contento che tu sia venuto!”

Si sentiva come una dodicenne alla prima cotta quando faceva pensieri del genere, ma era contento di vedere Eren e di passare del tempo -anche se poco- con lui, sperando che il ragazzo provasse la stessa cosa.

Ogni volta però scacciava via subito questo pensiero… Per lui era solo un semplice cliente, non aveva motivo d'essere felice di rivederlo. Vero?

 

~

 

“Ereeen!” urla la bambina, girando fra i vari corridoi del supermercato, alla ricerca del commesso dagli occhi verdi come il prato, che tanto le piacevano.

“Abbassa la voce Akiko.” la rimprovera il padre, raggiungendola.

“Ma papà…” si giustifica la bambina, ma viene interrotta da un giovane commesso.

“Eren non c’è.” le sorride il ragazzo, che ha in mano uno scatolo vuoto.

“E dov’è?” domanda la piccola, delusa.

“A casa. Oggi non ha il turno di pomeriggio.” le spiega il giovane il cui nome è Armin, secondo la targhetta sul petto.

“Uffa…” sospira la bambina.

“Dai Akiko, adesso andiamo.” la richiama Levi. “Torneremo domani.” aggiunge, prendendola in braccio quando la bambina non gli risponde.

Ma il giorno dopo Eren non c’è, e neanche quello dopo o quello successivo.

 

 

E’ passata una settimana e c’è di nuovo il commesso dai capelli biondi, legati in un piccolo codino.

“Tu sai dove abita?” gli domanda la piccola.

“Sì, perché?” risponde il ragazzo, che sta riordinando lo scaffale dei prodotti per la pulizia della casa.

“Allora gli puoi dare questo?” gli domanda, prendendo un foglio dallo zainetto. “Digli che è per lui… E che mi manca.” sussurra la bambina.

“Glielo darò.” sorride Armin, osservando il disegno. “E’ bellissimo. Da parte di chi gli devo dire che è?”

“Mia.” risponde la bambina, correndo poi dal padre che la aspetta vicino la porta d’ingresso.

Levi non è entrato, perché sapeva che neanche oggi avrebbe trovato il ‘loro’ commesso. Prima di scendere dall’auto, parcheggiata lì vicino, ha osservato per diversi minuti il supermercato, e l’unico commesso che ha visto è stato quell’Armin.

Sospira, chiedendosi quando e se lo rivedrà di nuovo.

 
~
 

Sono passate tre settimane dall’ultima volta che ha visto Eren –non che tenga il conto dei giorni, semplicemente Levi ha un’ottima memoria, si giustifica-, e più volte si è chiesto se fosse il caso di chiedere a quel biondo se sapesse che fine avesse fatto il suo collega.

Ma ha sempre cestinato il pensiero, perché in fondo non ha alcun diritto di fare una domanda del genere, rischiando solamente di sembrare uno stalker.

Ha quindi deciso di rassegnarsi alla sua assenza, nonostante questo lo faccia stare male.
Gli manca quello stupido moccioso sempre sorridente, gli manca davvero tanto, ma non vuole ammetterlo perché questo significherebbe ammettere di provare qualcosa per lui, e data l’attuale situazione, questo lo farebbe solo stare più male.

Decide quindi di ignorare la sua assenza e mancanza, concentrandosi solamente su sua figlia, come ha sempre fatto.
 



~
 

 

 
 

Note Autrice:
Non è stato facile descrivere i pensieri di Eren e quelli di Levi, e spero di non averlo fatto male (╥ ╥)
Grazie a chi ha recensito l'ultimo capitolo, e grazie a chi è tornato per leggere questo terzo capitolo ☆

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Capitolo 5
*** » Avviso « ***


┬┴┬┴┤(・-├┬┴┬┴

Hey! Sì, sono viva e sì, so che è passato più di un anno da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo (¬¬)

Mi ero ripromessa di non lasciar passare tanto tempo tra un capitolo e l'altro, ed invece tra diversi colloqui di lavoro, un trasloco, e un nuovo lavoro da babysitter ho continuato a rimandare la pubblicazione dei nuovi capitoli. 

Adesso mi sono allontanata un po' da questo fandom, ma sono comunque legata a questa fanfiction e ai suoi personaggi. Quindi ho deciso di pubblicare i vari capitoli che avevo scritto, così da dare a questa storia la conclusione che merita!

Li pubblicherò nei prossimi giorni e penso che li pubblicherò tutti in una volta, un po' come Netflix con le serie tv lmao

Detto questo mi metto subito a lavoro!

┬┴┤・ - ・)ノ

 

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Capitolo 6
*** V ***



 
Little Titan Market



 


"U-Un appuntamento?" balbetta Levi.

"Sì."

"Ma perché?" domanda, non capendo perché il ragazzo voglia uscire con lui.

"Mi sembra ovvio: voglio conoscerti meglio." risponde Eren, che ha ormai deciso di cogliere la palla al balzo e approfittare della situazione, sperando di non aver frainteso il comportamento dell'uomo.
Ma l'espressione che comprare sul suo viso gli dice che no, non ha frainteso.

Ed è la rassicurazione di cui ha bisogno non solo per non tirarsi indietro, ma anche per farsi avanti e fare e cercare di avere ciò che desidera da mesi: Levi. 

"Ma perché?" domanda l'uomo, continuando a non capire: perché Eren vorrebbe conoscerlo meglio? Perché vorrebbe conoscere meglio un cliente che non vede da più di un mese, e che è pure padre di una bambina?

"Non mi interessa se sei un genitore single, voglio conoscerti lo stesso." afferma Eren, ridendo per l'espressione confusa e poi terrorizzata comparsa sul volto dell'uomo. "Hai parlato di nuovo ad alta voce." annuisce, sorridendo. "E se mi porti fuori a cena ti dirò perché non ho più fatto il turno di pomeriggio, sparendo per più di un mese."

~

 

È mezzanotte e Levi è a letto da più di un'ora, ma non riesce a dormire perché continua a ripensare alla conversazione avuta qualche ora prima con Eren.
Aveva notato già da tempo i suoi tentativi di flirtare con lui, ma non aveva dato peso alla cosa.
Quando poi non lo ha più visto al supermercato ed è uscito dalla sua vita, senza una spiegazione o un ultimo saluto, ha deciso di smettere di pensarci ed evitare di illudersi.
Adesso però non solo lo ha rivisto, ma gli ha pure chiesto di uscire!

Tecnicamente è Levi a doverlo portare fuori, ma il punto è che Eren vuole uscire con lui, vuole conoscerlo meglio!
Con due grandi occhi verdi e il più bel sorriso che abbia mai visto in mente, Levi si addormenta sorridendo felice.

~



Il mattino seguente Levi fa le cose meccanicamente, troppo concentrato nel cercare di pensare al posto perfetto in cui portare Eren.
"Sovrappensiero?" domanda Mike, porgendogli una tazza di tè nero.

"Levi è in sovrappensiero?!? C'è qualcosa che turba il nostro Levi?!? Che emozione, non pensavo che avrei vissuto abbastanza a lungo per vedere coi miei occhi una cosa del genere!" esclama Hanji, avvicinandosi ai due colleghi e fingendosi (o forse per davvero?) emozionata..

"Stai zitta, quattrocchi." la minaccia Levi e se uno sguardo potesse incenerire, Hanji sarebbe già polvere.

"Aw e adesso è imbarazzato!" esclama la donna ignorandolo, portando poi le mani al viso. "C'entra forse una ragazza? Un ragazzo? Entrambi?" domanda, invadiendo sempre di più il suo spazio personale e abbassandosi per raggiungere la sua altezza.

"Hanji levati, o giuro su Dio che-" la minaccia Levi, ma si interrompe quando sente una mano sulla spalla. Non ha bisogno di voltarsi per sapere a chi appartenga.

"Smettela di fargli l'interrogatorio." interviene Erwin con tono serio. "...Senza di me." aggiunge sorridendo, unendosi al marito e alla migliore amica.

Levi sospira frustato: Perché doveva trovare degli amici cosi immaturi?

"Allora Levi..." inizia a parlare Erwin, sorridendo al marito che gli ha appena dato una tazza di caffè. "Come sta Akiko?"

"Non cercare di raggiungere i tuoi sporchi obiettivi usando mia figlia." lo avverte Levi, conoscendo ormai bene l'amico e la sua capacità di aggirare gli ostacoli e raggiungere i suoi obbiettivi in maniera subdola, a ogni costo.

"Non posso informarmi su come stia la figlia del mio migliore amico?" domanda Erwin fingendosi offeso, ma in realtà divertito.

"Non se mi guardi con quell'espressione, sopracciglia alate." sbuffa Levi, facendo ridere gli amici per il soprannome dato all'uomo.

"Attento a come parli di mio marito." lo avverte però Mike.

"Tranquillo. Allora Levi... C'è qualcosa di cui vorresti parlarci? Per esempio di un certo Eren?" domanda Erwin con tono vago, e l'espressione sorpresa comparsa sul volto dell'amico gli dice che ha fatto centro.

"E tu come-"
"-Faccio a sapere di Eren?" finisce per lui la frase Erwin. "Me ne ha parlato l'altro giorno Akiko, quando sono andato a prenderla a scuola. È voluta passare al supermercato lì vicino, dicendo che lì lavorava un commesso tanto simpatico e gentile, ma che era da tanto che non lo vedevate. E sai, abbiamo pensato che il tuo recente malumore possa essere causato da questa sua assenza." conclude l'uomo, e gli altri due annuiscono.

"Smettete di considerare la mia vita privata una fottuta telenovela, e pensate alla vostra di vita."

"Lo stiamo facendo." dice sinceramente Erwin.

"Tu fai parte della nostra vita Levi: sei il nostro migliore amico, ed è normale che ci preoccupiamo di te." inteviene Hanji, adesso seria.
"Soprattutto dopo quello che è successo a-"

"Il punto è..." la interrompe Erwin, non volendo far terminare la conversazione portando a galla tristi ricordi. "Il punto è che abbiamo notato che ultimamente sei di malumore, a volte sovrappensiero, ed oggi sei venuto a lavoro molto nervoso-"

"Più del solito, almeno." precisa Mike.

"- E vogliamo accertarci che vada tutto bene." conclude Erwin, sinceramente preoccupato. 

Levi sospira: per quanto gli dia fastidio il loro comportamento e il loro intromettersi nella sua vita, sa che può sempre contare su di loro.
Sono sempre stati al suo fianco, nei momenti belli e in quelli brutti, aiutandolo a superare delle dolorose perdite ed il periodo più brutto della propria vita.
E continuano ad aiutarlo tutt'ora a crescere Akiko.

Sospira di nuovo rassegnato, sapendo che continuare a tenersi tutto dentro non ha più alcun senso: hanno già capito che è successo qualcosa, e non lo lasceranno in pace fino a quando non avranno ottenuto risposte.

"Okay, va bene, avete vinto." sbuffa, posando la tazza ormai vuota. "Cosa volete sapere?"

"Chi è questo questo Eren? Cosa c'è fra di voi?" domanda Hanji, di nuovo eccitata.

"Ha un buon profumo?" domanda Mike.

"È un commesso del supermercato vicino scuola di Akiko, ma questo già lo sapete. È un ragazzo sempre allegro e gentile, Akiko lo adora e lui adora lei. Non c'è niente fra di noi, il nostro è un semllkce rapporto cliente / commesso, anche se sembra apprezzare la mia compagnia." risponde. "E sì... Ha un buon profumo." ammette a bassa voce, ripensando a quando la sera prima si è avvicinato per lasciargli prendere Akiko.

"Vi siete più rivisti?" domanda Erwin, ricordando l'espressione triste di Akiko quando gli ha detto che non vedevamo quel ragazzo da molto tempo.

"Sì, ieri sera." annuisce Levi, raccontando poi come il ragazzo si sia preso cura di Akiko quando lui non poteva.

"C'è ancora qualcosa che non ci dici, ma per adesso va bene: ce ne parlerai quando sarai pronto." sorride gentile Erwin, avendo capito che l'amico ha omesso qualcosa dalla spiegazione. "E adesso scusate, ma il lavoro non si fa da solo." e detto questo, esce dalla stanza.

~


Dopo aver messo a letto Akiko, averle letto la fiaba della buonanotte (questa notte le ha letto la storia di Deku, un bambino senza poteri nato in un mondo in cui tutti ne hanno uno, ma che nonostante questo riesce a realizzare il proprio sogno di diventare un eroe) e finito di riordinare la cucina, Levi si è finalmente seduto nel divano del salone, libero di accendere la tv.

Non avendo trovato niente di interessante vede le repliche di un'anime ambientato in un mondo in cui l'umanità si è quasi estinta a causa dei giganti, esseri umanoidi che mangiano gli esseri umani non per necessità ma per un motivo ignoto. È uno dei primi episodi, in cui il protagonista si allena per diventare soldato e annientare così tutti i giganti.

Dopo qualche minuto, però, nota la somiglianza fra i protagonista ed 'il suo' Eren, nonostante la differenza d'età, e questo gli ricorda che non ha ancora deciso dove portarlo.
Rassegnato, apre la rubrica e cerca i contatti con la lettera S.
Sospirando, clicca su 'Sopracciglia alate'.

"Levi? Va tutto bene? Akiko sta bene?" domanda l'interlocutore preoccupato.

"Va tutto bene, Akiko adesso sta dormendo." risponde Levi sbuffando, perché non ammetterebbe mai ad alta voce di essere contento di sapere che l'uomo si preoccupi per loro. "Hai due minuti?"

"Sì, certo. Stavo aspettando che Mike tornasse dalla farmacia." risponde Erwin, trattenendo una risata quando sente un verso disgustato dall'altro lato della linea.

"Allora, di cosa volevi parlarmi?" domanda dopo qualche secondo di silenzio, incoraggiando l'amico.

"Di Eren." sospira Levi. "Quando sono andato a prendere Akiko ha flirtato con me, dicendo che mi sarei potuto sdebitare con lui con un appuntamento."

"E qual è il problema? Mi sembra di capire che Eren ti piaccia." dice con tono gentile Erwin. "Levi?" lo chiama, dopo qualche secondo di silenzio.

"Il problema è che sono passati anni e anni dall'ultima volta che ho avuto un appuntamento, e non ho idea di dove portarlo." ammette Levi, e Erwin sorride pensando a come l'uomo che si finge un duro senza emozioni adesso sia in ansia per un appuntamento.

"Eren ti piace, e mi sembra di capire che tu piaci a lui. Perché non lo porti in un posto tranquillo, in cui è possibile parlare tranquillamente? Magari un posto in cui sia tu che lui vi sentite a vostro agio." propone Erwin.

"Hai avuto una buona idea, sopracciglia alate, grazie." ammette Levi, che sta già scartando mentalmente alcuni posti. "Saluta Mike da parte mia, e ricordate che l'ascensore è in manutenzione, e domani dovrete salire tanti piani a piedi per arrivare in ufficio." aggiunge sarcasticamente, sentendo una risata dall'altro lato del telefono mentre chiude la chiamata.


Invece di posare il telefono apre WhatsApp, trovando tra le nuove storie quella di Eren, che ha pubblicato una foto di una ciotola piena di popcorn e una tv nello sfondo, con Captain America nello schermo scrivendo '#Rewatch'.
Apre la sua chat, iniziando a scrivere.

«Sabato, ore sette, al cinema Odeon.»

"No, così sembra una minaccia." sussurra, cancellando il messaggio.

«Hey! Sabato alle sette c'è un film interessante al cinema, ti andrebbe a vederlo?»

"No, così sembro disperato." sussurra, cancellando anche questo messaggio.

«Sei libero sabato sera?»

"Okay, così dovrebbe andare be- Oh cazzo." sussurra fermandosi, notando che Eren non solo è online, ma che è anche comprarsa la scritta 'Sta scrivendo...'

«Stai scrivendo un poema? w(°o°)w» domanda Eren, e Levi fissa il cellulare, non sapendo come rispondere.
«Hai pensato a dove portarmi? (・ω<)☆»

«Sì. Domani sera sei libero?» digita velocemente Levi.

«Sì~»

«Alle sette al cinema Odeon, per te va bene?»
«In caso potrei passare a prenderti.» aggiunge subito dopo, notando che il ragazzo ha visualizzato il messaggio ma non ha risposto nulla.

«Va benissimo~ A che ora? (≧▽≦)»

«Ci sono diversi film che iniziano alle sette, quindi pensavo di vederci lì alle sette meno un quarto, così possiamo decidere quale vedere.» propone Levi, trattenendo il fiato quando vede che Eren sta scrivendo qualcosa.

«Okay~
Ci vediamo domani allora (*¯︶¯*)
Buonanotte~»

«Buonanotte :)» risponde usando una faccina felice, che in genere non usa.

Perché Levi è felice, veramente felice. 

~

 
 

Note Autrice:

Nonostante il poco tempo libero, sono riuscita a correggere (e riscrivere quando necessario) i capitoli che avevo già scritto anni fa.

Restano sette capitoli, più l'epilogo.
Sì, so di aver detto di essermi allontanata dal fandom ed è vero, ma rileggendo i vari capitoli mi sono resa conto di voler dare a Eren, Levi e Akiko il finale che meritano, quindi ho iniziato a scrivere alcune idee e adesso devo solo trovare il tempo per poter scrivere (è un'impresa ardua, ma lo troverò).

Ho deciso di pubblicare un capitolo o due a settimana, a partire dal prossimo capitolo che sarà molto breve perché si tratta del POV di Eren.
Spero di leggere i vostri pareri sul capitolo qui su o twitter, perché è grazie alle vostre recensioni che ho deciso di non abbandonare questa storia ma di concluderla.

A presto,
Hiddlesthug.



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Capitolo 7
*** VI ***



 
Little Titan Market



 


Sono le otto di sera e Levi non mi ha ancora scritto, si lamenta silenziosamente Eren mentre fissa lo schermo del cellulare.

"Aspetti un messaggio?" domanda Armin, che sta sparecchiando la tavola.

"È da questa mattina che fissa il telefono." lo informa Mikasa.

"Non aspetto nessun messaggio, e non fisso il telefono da questa mattina!" si difende Eren, posando il telefono e ignorando gli sguardi dei due migliori amici.
"Vi va di vedere un film?" propone, per deviare la loro attenzione.

"Sì! È tanto che non vediamo qualcosa insieme." risponde Armin contento.

"Cosa vediamo?" domanda Mikasa, sedendosi alla destra del fratello.

"Stavo pensando di rivedere tutti i film di Captain America." propone Eren, inserendo il dvd del primo film. 

"Che fai?" domanda Armin divertito, osservando l'amico. 

"Cambio la mia storia di whatsapp." risponde semplicemente Eren, fotografando la ciotola con i popcorn portata dall'amico e la televisione.

Dopo aver visto 'The First Avenger' e 'The Winter Solder', Armin e Mikasa sono andati a preparare dei nuovi popcorn, ed Eren prende il telefono controllando le varie notifiche.
Apre whatsapp, sfogliando la lista dei contatti ma fermandosi sul contatto di Levi.
Sorride nel vedere la foto profilo ritraente lui e Akiko di schiena, che passeggiano mano nella mano.

Vorrebbe scrivergli qualcosa, ma allo stesso tempo vuole vedere se è davvero interessato ad uscire con lui.
Nonostante ciò apre la sua chat, rimanendo sorpreso quando lo vede online ma ancora di più quando vede la scritta 'Sta scrivendo...'

Dopo cinque minuti, decide di scrivere qualcosa.

«Stai scrivendo un poema? w(°o°)w»
«Hai pensato a dove portarmi? (・ω<)☆» aggiunge subito dopo, trattenendo il fiato mentre aspetta la risposta.

«Sì. Domani sera sei libero?» è la risposta, che non tarda ad arrivare.

«Sì~» risponde, grato del fatto che c'è uno schermo a proteggerlo e a non far vedere quanto in questo momento sia in ansia.

«Alle sette al cinema Odeon, per te va bene?» è la proposta di Levi, ed Eren fissa lo schermo, col cuore che batte sempre più forte.
«In caso posso passarti a prendere.» dice il secondo messaggio.

«Va benissimo~ A che ora? (≧▽≦)» risponde infine, mettendosi poi d'accordo con l'uomo per l'appuntamento.

"Appuntamento." sussurra Eren sorridendo, pensando alla serata che passerà con Levi, e al fatto che sarà la prima volta che lo vede in un luogo che non sia il supermercato.

"Appuntamento? Con chi?" domandano gli amici entrando nel salone e raggiungendolo.

"Con Levi." risponde Eren, raggiante. 

"Eren..." sussurra la sorella, con il suo solito tono ammonitrice. 

"Non è sposato, Mikasa! E non è neanche impegnato con qualcuno!" esclama il ragazzo.

"Ma chi?" domanda Armin, non capendo di chi i due stiano parlando.

"Levi. Il padre di quella bambina che continuava a cercarmi e che ti ha lasciato un disegno per me." spiega, facendo poi vedere la loro foto all'amico. "Non è bellissimo? Anche lei, ma soprattutto lui!?" domanda poi, sospirando felice.

"Ora ricordo... In effetti quando non ti trovava sembrava deluso, quasi più della figlia." ricorda Armin, ignorando il commento dell'amico.

"Già.." sussurra Eren, sentendosi in colpa. "Li ho evitati perché non volevo causare la fine di un matrimonio o di una relazione, soprattutto con una bambina piccola che ne avrebbe sofferto. Ma adesso che ho la certezza che non ci sia nessuno non ho motivo di evitarli." aggiunge.

Passa qualche minuto, ma l'espressione severa comparsa sul volto della sorella è finalmente scomparsa ed Eren sospira sollevato: significa che approva o che quanto meno non ha nulla da ridire sul fatto che abbia intenzione di uscire con l'uomo.

"Possiamo continuare il nostro rewatch, oppure hai intenzione di passare il resto della serata fissando il telefono e sospirando felice?" lo prende in giro Armin, che si vede tirare un cuscino in faccia dall'amico. "Stavo scherzando!" 

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Capitolo 8
*** VII ***



 
Little Titan Market



 


Dopo una lunga mattinata passata a fissare l'orologio digitale della cassa, quello del cellulare, quello appeso vicino gli armadietti, qualsiasi orologio del negozio, finalmente è arrivato il momento per Eren di tornare a casa e prepararsi per l'appuntamento con Levi. 

Appuntamento, ripete sorridendo mentre entra nella propria stanza dopo aver fatto una doccia veloce. 

"Non compariranno nuovi vestiti solo perché continui a fissare l'armadio." 

"Mikasa!" esclama il ragazzo spaventato. "Pensavo fossi andata in palestra."

"L'ho fatto ma fuori c'è vento, quindi sono tornata per prendere una felpa." risponde la ragazza, ed Eren nota la felpa rossa che ha in mano, quella che le ha regalato tanti anni fa. "Ti piace così tanto, eh? Non ti ho mai visto perdere più di tre minuti davanti all'armadio per scegliere cosa indossare." spiega, notando come compaia un leggero rossore sulle guance del fratello.

"Voglio solo essere vestito bene." mormora Eren.

"Allora credo che quella t-shirt con un paio di skinny jeans neri vada bene." sospira la ragazza.

"E indosso la giacca di pelle o la felpa?" domanda il ragazzo indicando le due diverse pile di indumenti sul letto, una con vestiti più sportivi e l'altra con vestiti più elegante. 

"Nessuna delle due."

"Cos- Ma se sei tornata per prendere la giacca!"

"Perchè non sto andando ad un appuntamento, in cui potrei farmi prestare la giacca per via dell'improvviso freddo." sorride la ragazza, divertita dall'improvviso rossore che dipinge il viso del fratello. "Non fare troppo tardi!" esclama, uscendo in fretta di casa.

'Se lo fa soffrire, figlia o non figlia, è un uomo morto.' pensa. 

~

 

Arrivato con soli tre minuti di ritardo trova già Levi fuori il cinema, con il cellulare in mano.

"Scusa il ritardo." dice col fiatone. "Ho perso l'autobus, e quindi sono dovuto venire a piedi e..."

"Potevi chiamarmi, ti avrei dato un passaggio." lo interrompe l'uomo. "E non devi scusarti. Sono io ad essere arrivato in anticipo. È..." aggiunge cambiando subito argomento, rendendosi conto di cosa ha appena detto. "... Una mia abitudine." conclude sussurrando, le parole che gli muoiono in bocca quando guarda il ragazzo per la prima volta: indossa un paio di jeans neri (che gli stanno benissimo, nota con piacere), una t-shirt verde pastello che mette in risalto il verde dei suoi occhi, oggi più belli del solito. 

"Ti piace quello che vedi?" lo stuzzica Eren, sorridendo quando l'uomo distoglie lo sguardo imbarazzato.

"Ho già preso i biglietti." cambia discorso Levi. "Dobbiamo solo prendere i popcorn, se li vuoi."

"Cosa- No! Perché hai pagato anche per me?!" esclama il ragazzo, seguendo l'uomo che si dirige al bar.

"Perchè sono arrivato prima io." mente Levi.

"Allora i popcorn li pago io." sussurra Eren, sorpassando l'uomo e ordinando due porzioni medie di popcorn.

 

"Come facevi a sapere che volevo vedere questo film? Come facevi a sapere che volevo vedere i Guardiani della Galassia 2?" esclama eccitato Eren, sorridendo mentre entra nella sala e cerca il posto indicato sul biglietto.

"Avevo intuito fossi un tipo da film sui supereroi, ed il tuo stato su whatsapp di ieri sera me l'ha confermato." ammette Levi. "Spero tu non l'abbia già visto."

"Oh... No no! Armin e Mikasa volevano vederlo insieme al resto dei nostri amici, che però non erano liberi fino alla prossima settimana." risponde il ragazzo, sedendosi nel posto indicato, fila 10 posto 2. "Piuttosto... Non sapevo che tu fossi un tipo da film sui supereroi."

"Non lo sono, ma Isabel e Farlan mi hanno costretto a guardarli tutti. Loro... Amavano questo genere di film." spiega Levi, sorpreso di aver pronunciato i loro nomi, di aver parlato di loro così facilmente, ed un triste sorriso compare sulle sue labbra.

Eren non ne conosce il motivo, ma decide di non fare domande su questi Isabel e Farlan, intuendo che questo sia un argomento delicato.

"Qual è il tuo supereroe preferito, e perché?" domanda, cercando di cambiare argomento.

"Captain America, perché nonostante il suo desiderio di servire la patria e vincere la guerra, nonostante tutto quello che ha fatto per entrare nell'esercito, ha disobettito agli ordini per salvare i soldati catturato dall'Hydra. O perché anche se, una volta svegliato nel presente, fosse diventato un membro degli Avengers e agente dello Shield, ha deciso di mandare tutto a puttane per cercare di salvare, proteggere e difendere il suo migliore amico." risponde Levi, ed Eren lo ascolta attentamente, perché non lo ha mai sentito parlare così tanto e per così tanto tempo, capendo che questa è una cosa che gli sta a cuore, che reputa veramente importante. "Il tuo? E ti prego, non dirmi Iron Man." domanda Levi, e... 'E' una battuta quella che ha fatto?' nota Eren sorpreso.

"Non è Iron Man."

"Menomale." sospira Levi. "Non che abbia qualcosa contro di lui, ma dopo Civil War..."

"Bucky Burnes." lo interrompe Eren, non avendo voglia di discutere su Tony e Steve. "Il mio supereroe preferito è Bucky. Sin da giovane si è sempre preso cura di Steve, salvandolo dai bulli. Ha sempre pensato prima a lui, anche dopo esser stato vittima di esperimenti, chiedendogli se avesse sofferto. Ed è bastato rivederlo, dopo 70 anni di lavaggi di cervello, per ricordarsi di Steve. E..." spiega, ma si interrompe quando vede le luci del cinema spegnersi. "E sta per iniziare il film, credo ne parleremo dopo." scherza, sentendo il cuore battere più forte quando sente l'uomo al suo fianco ridere a sua volta.

È la risata più bella che abbia mai sentito, pensa. 

~

 

Finito il film e viste le prime due scene dopo i titoli di coda, le luci della sala si riaccendono e la gente inizia ad alzarsi, ma Levi ed Eren rimangono seduti.

"Che stupidi ad andarsene." sussurra Levi, osservando la gente salire le scale alla sua sinistra.

"Già, lo sanno tutti che c'è sempre una scena dopo i titoli di coda, e questo film ne ha addirittura cinque!" esclama Eren.
"Dovrebbero esser tutte scene da collegarsi a 'Infinity War'."

"A proposito di 'Infinity War'!" lo interrompe Eren. "L'hai letto che forse ci saranno anche i personaggi delle serie tv Marvel, e quindi anche quelli dei' Defenders'?!" domanda eccitato.

"L'ho letto, ma non ho idea di chi siano." ammette Levi.

"COSA?!" urla il ragazzo, e le poche persone rimaste nella sala si voltano a fissarli.

"Essere un padre single di una bambina di quattro anni non è facile." si giustifica Levi, nonostante sappia che non debba giustificarsi di nulla. "Quando la sera accendo la tv, vuole sempre vedere i cartoni e-"

"Sono solo scuse." lo interrompe Eren, e Levi lo fissa alzando un sopracciglio. "Non puoi seguire l'universo cinematografico Marvel senza seguire quello televisivo, soprattutto senza aver visto Daredevil, Luke Cage, Iron Fist, Jessica Jones e Agents of Shield!" esclama, rimanendo poi in silenzio durante la scena finale del film.

"Vuol dire che le inizierò più avanti." continua il discorso Levi dopo qualche minuto, mentre escono dal cinema.

"Che ne dici se le guardiamo insieme?" propone Eren, mordendosi poi la lingua per aver parlato senza prima pensare.

"Non le hai già viste?" domanda Levi.

"Sì, ma volevo comunque fare un rewatch quindi potremmo vederle insieme... Se vuoi." mente Eren, perché in realtà ha finito di fare il rewatch la scorsa settimana ma non vuole rinunciare alla possibilità di passare altro tempo con l'uomo. Si chiede però se non abbia esagerato, se magari lui non volesse impegnarsi a passare tutto quel tempo con lui, se magari le voglia vedere da solo, se...

"Okay." accetta Levi, ed Eren sospira sollevato. "Che ne dici adesso di andare a mangiare qualcosa?"

"Non devi tornare da Akiko?" domanda Eren.

"Ho chiesto a due amici di badare a lei." spiega Levi.

"Allora va bene." sorride Eren.

~

 

Dopo aver cenato in una pizzeria italiana poco distante e aver parlato del più e del meno, i due ragazzi decidono di fare una passeggiata nel lungomare lì vicino.

"...E poi Sasha ha chiuso la porta, guardando tutta la classe con sguardo omicida, domandando chi avesse rubato uno dei suoi muffin al cioccolato. Il suo vicino di banco, spaventato, ha ammesso di aver dimenticato la merenda a casa e di averne preso uno, visto che lei ne aveva altri cinque, promettendole che l'indomani gliene avrebbe comprati altri dieci." ride Eren.

"E poi?" domanda Levi, divertito.

"Il giorno dopo Connie glieli ha per davvero portati, troppo spaventato per quello che gli avrebbe potuto fare, ma col tempo sono diventati migliori amici. Da quel momento in poi comunque nessuno di noi ha più osato rubarle del cibo."

"Questa Sasha mi ricorda Izzy." sorride Levi. "Era una ragazza sempre allegra, che riusciva a far sorridere chiunque. E anche il suo rapporto con Farlan non è iniziato bene, perché la prima volta che l'ha vista l'ha presa in giro perché portava sempre i capelli legati in due code. Ma col tempo sono diventati amici e si sono perfino innamorati, sposandosi subito dopo il diploma."

"Non voglio intromettermi o sembrare scortese, ma è successo qualcosa? Ho notato che parli di loro al passato." domanda Eren.

"Loro... Loro sono morti." risponde Levi, ed Eren si pente di aver fatto una domanda del genere.

"Ti va di parlarne?" sussurra dopo qualche minuto.

"Non voglio annoiarti."

"Sono io ad avertelo chiesto, non mi annoi."

Passa qualche minuto prima che Levi inizi a raccontare. "Era il loro ottavo anniversario, e con altri amici avevamo organizzato loro una festa a sorpresa. Quando sono arrivati sono andato ad aiutarli a scendere alcune borse dalla macchina, e poi ho preso in braccio Akiko.

Mi ero appena spostato, ero appena... Quando ho sentito un... un botto improviso. Un coglione che andava ben oltre il limite di velocità. Per evitare un gatto passatogli davanti è finito nella corsia opposta e ha preso in pieno l'auto che era parcheggiata.

Quando è arrivata l'ambulanza era già troppo tardi per Isabel, dicono che sia... Che non abbia sofferto."

"E Farlan?"

"Stava facendo il giro dell'auto per aprire lo sportello ad Isabel quando..." sussurra non finendo la frase. 

Eren rimane in silenzio, perché sa che niente di quello che lui possa dire può essere di conforto di fronte a perdite del genere. 

Decide invece di abbracciarlo, ricordando quanto lo confortante essere abbracciato dal nonno di Armin, dopo la morte della madre.  

"Quel giorno ho promesso che avrei cresciuto Akiko come se fosse mia figlia. Ho giurato che non le avrei mai fatto mancare nulla, che l'avrei fatta sentire sempre al sicuro e amata, proprio come hanno fatto i suoi genitori e come avrebbero continuato a fare." sussurra dopo qualche minuto, sciogliendo l'abbraccio e ricomponendosi.

"Stai facendo un buon lavoro allora." sussurra Eren, sorridendo quando l'uomo stringe la sua mano prima di riprendere a camminare.

 

Il resto della serata lo trascorrono parlando di argomenti 'leggeri', come cose accadute a lavoro o programmi visti in tv.

Levi sta raccontando di quando ha portato Akiko ad incontrare Babbo Natale per la prima volta, quando sente vibrare il telefono.

"Scusa." si interrompe, uscendo il telefono dalla tasca. "Erwin? Va tutto bene? È successo qualcosa?" risponde preoccupato.

« "Va tutto bene, non ti preoccupare. Volevo solo dirti che Akiko si rifiuta di andare a dormire senza il tuo bacio della buonanotte." spiega l'amico, tranquillizzandolo.»

Levi sospira sollevato, 'Dovevo immaginarlo' pensa.

Sin da quella sera, ha sempre raccontato una fiaba alla bambina prima di dormire  dandole un ultimo bacio prima di dormire. È diventata un'abitudine per lei, per questo motivo nonostante ora siano le dieci e mezza la bambina è ancora sveglia.

"Dieci minuti e sono da voi." sospira, chiudendo la chiamata.

"È per Akiko? Le è successo qualcosa?" domanda Eren, e Levi sorride nel vederlo così preoccupato per sua figlia. 

"Non riesce ad addormentarsi senza il bacio della buonanotte."

"Aw." sorride Eren. "Allora andiamo."

 ~


"Puoi fermarti qui, grazie per il passaggio. Ma soprattutto grazie per la bella serata." sussurra Eren, sorridendo mentre si gira a fissare l'uomo, sentendo il cuore battere ancora più forte quando incrocia il suo sguardo. 

"Grazie a te." sussurra Levi. "Non passavo una serata così bella da tanto tempo." ammette, grato del fatto che col buio il ragazzo non possa vedere quanto 

"Anche io." sorride Eren, baciandogli una guancia e scendendo dall'auto. "Adesso vai, e saluta Akiko per me."

Levi mette in moto e, quando è sicuro di non poter essere visto dal ragazzo, porta una mano sulla guancia mentre sorride, felice.

~

 

Note Autrice:
Ho deciso di scrivere la parte in cui Eren e Levi parlano dei propri supereroi preferiti perché penso che così si capiscono di più le loro personalità, spero che non abbiate trovato noiosa quella parte.
E sì, so che in Infinity War non ci sono stati i Defenders, ma quando ho scritto per la prima volta questo capitolo su internet giravano voci di una possibile loro comparsa ╮(︶▽︶)╭
Like always, se il capitolo vi è piaciuto o se avete trovato qualche errore fatemelo sapere con una recensione ^^
A presto,
Hiddlesthug.



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Capitolo 9
*** VIII ***



 
Little Titan Market



 


Il seguente lunedì pomeriggio Akiko entra nel supermercato in braccio al padre, con il broncio elle braccia incrociate. 

"Hey! Cos'è successo? Papà ti ha fatto arrabbiare?" domanda Eren, che stava spazzando per terra.

"No." risponde la bambina, voltandosi.

"Qualche compagno monello?"

"No."

"La maestra?"

"No."

"Sei stato tu." mima con le labbra Levi.

"Sono stato... Io?" domanda Eren.

"Sì." risponde la bambina, nascondendo il viso nel petto del padre.

"Mi dispiace Akiko!" esclama, lasciando la scopa appoggiata ad una cassa e avvicinandosi alla bambina. "Cos'ho fatto?" sussurra al padre.

"Sì è arrabbiata perché ieri ha scoperto che siamo andati al cinema insieme, e sarebbe voluta venire anche lei." spiega Levi divertito, ed un po' imbarazzato.

"Oh..." sussurra Eren, ripensando alla serata passata con l'uomo e al bacio che ha lasciato sulla sua guancia - si chiede ancora dove abbia trovato il coraggio -. "Akiko." la chiama, accarezzandole la schiena.

"Non voglio parlare con te." si lamenta la bambina.

"Okay, allora parlerò con la tua schiena." è la risposta del ragazzo. "Signora schiena, potrebbe chiedere ad Akiko se c'è un film o cartone animato che vorrebbe vedere?"

"La Bella e La Bestia." mima Levi.

"Forse vorrebbe vedere 'La Bella e La Bestia.'?" domanda, e la bambina sussurra un "Forse".

"Peccato, perché volevo andare a vederlo con lei. Ma se non vuole vederlo con me andrò con mia sorella..." dice con tono vago Eren, fingendo un sospiro sconfitto.

"No!" esclama la piccola voltandosi. "Con me! Vacci con me!"

"Okay." sorride il ragazzo. "Prima però devi chiedere il permesso al tuo papà." le sussurra, coprendo la bocca con una mano.

"Posso andarci papino?"

"Vuoi andarci davvero?" domanda Levi al ragazzo, sorpreso.

"Perché no? Sono sicuro che sarà divertente!" sorride Eren.

"Allora per me va bene."

"Grazie!" sorride la bambina abbracciando il padre, e facendosi poi prendere in braccio da Eren per poi abbracciare anche lui.

~

 

Sono quasi le otto di sera e Levi e Akiko sono sul divano del salone, e stanno vedendo uno dei tanti cartoni per bambini che trasmettono in televisione.

"Appena finisce questo episodio andiamo a letto." la avvisa il padre mentre le accarezza il viso, avendo notando come si stia lentamente addormentando.

"Un altro… episodio?" sbadiglia la bambina, facendolo sorridere.

Sente il telefono vibrare e decide di concedersi cinque minuti per controllare le notifiche al cellulare. Trova 286 nuovi messaggi, tutti nel gruppo "Humanity's Hope" (–il nome è stato scelto da Hanji, una sera in cui era ubriaca-. Li legge velocemente, in quanto la maggioranza dei messaggi sono di Hanji stessa che parla del nuovo trailer di Doctor Who con Erwin e Mike, facendo teorie su cosa potrebbe accadere. La sua attenzione viene però attirata dagli ultimi messaggi.

«- Hanji (Quattrocchi) : Allora, com'è andato l'appuntamento @Levi? Oggi mi hai evitata tutto il giorno!!!

- Erwin (Sopracciglia Alate) : Bene, è tornato a casa alle 22:45, con un sorriso da ebete sul viso eheh

- Mike (Erwin's dog) (?) : È vero! Ho pure scattatato una foto.

- Mike (Erwin's dog) : Immagine

- Hanji (Quattrocchi) : AAAAAAAAAH (☆ω☆) \(*°▽°*)/ (╯✧▽✧)

- Levi ha abbandonato »

 

Levi fissa lo schermo e la foto mandata, imbarazzato ed offeso con i propri amici, e sbuffa annoiato quando Erwin lo inserisce di nuovo nel gruppo.

 

« - Hanji (Quattrocchi) : Dove credevi di andare Levii?!

Non ti libererai mai di noiii!!

E mi devi delle risposteee!!!!

Se non me le dai giuro che vengo a casa tua!»

 

Levi sospira sconfitto, perché sa che l'amica non mente e che se non le risponde fra meno di dieci minuti sarà nel suo salotto ad urlare e blaterare sul suo ‘futuro marito’.

 

«Siamo usciti, abbiamo visto un film, mangiato una pizza, passeggiato e parlato del più e del meno.» risponde sinteticamente.

« - Hanji (Quattrocchi) : E perché avevi quell'espressione? u.u

Vi siete baciati? (╯✧▽✧)

Leviii

Rispondimii!!!»

 

«No. »

 

« - Hanji (Quattrocchi) : Non ti credo! »

« Quando l’ho accompagnato a casa, mi ha solo dato un bacio sulla guancia prima di scendere.» digita velocemente, senza rileggere il messaggio perché imbarazzato.

«- Hanji (Quattrocchi) : OOOOOOOOH

- Mike (Erwin's Dog) : Lo sapevo!

- Erwin (Sopracciglia Alate) : Okok, hai vinto.

- Mike (Erwin's Dog) : ( ͡ᵔ ͜ʖ ͡ᵔ) ( ͡ᵔ ͜ʖ ͡ᵔ)»

 

Sta per scrivere di non voler sapere cosa hanno scommesso, quando riceve un nuovo messaggio.

« - Eren : Hey! :D Disturbo?»

Non aspettandosi un suo messaggio, fissa lo schermo sorpreso. 

«Ehi. Nono, dimmi.» digita dopo qualche minuto, cancellando subito dopo perché 'Così sembro un robot'.

«Ehi! Va tutto bene?» digita, ma cancella di nuovo perché 'Così sembro una mamma iperprotettiva'.

«Ehi! Non disturbi mai :) » digita, cancellando subito il messaggio. 'Non sono così disperato', pensa, ma prima che possa cancellare preme per sbaglio il tasto invia.

"Cazzo." impreca, ma a bassa voce per non svegliare la bambina.

«(°▽°)

Ho visto per l'orario del film e... Posso chiamarti?» è la risposta che arriva dopo pochi secondi.

«Adesso no, Akiko si è appena addormentata ed è praticamente coricata su di me, se mi alzo adesso si sveglia.»

«Okay, fa niente, vuol dire che scriverò lol

Ho visto la programmazione del film, e penso che l'orario migliore per andare a vederlo sia quello delle 17:00 di giovedì. Così dovrebbe finire per le 19:40, tenendo anche conto della pubblicità.

Che ne pensi?» è il messaggio del ragazzo, e Levi sorride nell’immaginare Eren che programma il pomeriggio da passare con sua figlia.

«È una buona idea. L'accompagno per le 16:50?

E appena finisce il film sarò già fuori.» digita velocemente.

«Ma che dici? Tu verrai con noi! u.u » è la risposta del ragazzo, e Levi giura che ha sentito il cuore fermarsi.

«Non voglio rovinarvi il pomeriggio» digita, non sapendo cosa dire perché il suo fottuto cervello rifiuta di collaborare.

«Non dire stronzate.» è la risposta che arriva in meno di trenta secondi, stupendo Levi.

Akiko sarebbe felicissima se venissi anche tu.

E lo sarei anche io.

;)» aggiunge il ragazzo, e Levi si chiede se sia il caso di chiamare un'ambulanza, perché crede che il cuore possa uscirgli dal petto da un momento all'altro.

~

 

I giorni passano in fretta, e finalmente è giovedì pomeriggio.

Dopo aver vestito Akiko -ha voluto indossare un maglioncino giallo con una gonnellina rossa, ed un paio di stivali neri con disegnate delle farfalle glitterate- Levi fissa indeciso il proprio armadio.

Alla fine decide di indossare un semplice maglioncino viola scuro, con dei jeans neri, e portare una giacca nel caso ci sia freddo quando escono dal cinema.

Parcheggia l'auto a pochi minuti di distanza del cinema, e durante i pochi metri che lo separano da Eren si chiede cosa debba aspettarsi da questa serata, da questa 'uscita'. È un appuntamento? No, perché ha invitato inizialmente solo Akiko, per sollevarle il morale e renderla felice.

Ma ha anche dato per scontato che ci sarebbe stato anche lui, quindi potrebbe esserlo.

O no?

C'è confusione nella testa di Levi, ed è una sensazione nuova per un uomo amante dell’ordine come lui.

 

Sta cercando di fare chiarezza e riacquistare il suo solito autocontrollo e la sua solita compostezza, interiore e esteriore, quando Akiko gli lascia la mano.

"Eren!" urla la bambina, correndo in contro al ragazzo e facendosi prendere in braccio.

"Sei bellissima vestita così, sicura di non essere tu la vera principessa?" sorride Eren, sorriso che sembra diventare ancora più grande - e ancora più bello, pensa Levi- quando sente la bambina ridacchiare.

"Questo farebbe di me la Bestia?" domanda Levi, avendoli raggiunti.

"Dipende." sorride Eren, osservando l'uomo.

"Da cosa?" chiede Levi, la voce leggermente tremolante nonostante si sforzi di impedirlo.

"Da me." risponde il ragazzo, e Levi alza un sopracciglio.

"Tu saresti la Bestia, se io sarei il tuo principe." sorride Eren e 'Oddio sta veramente flirtando con me mentre ha mia figlia in braccio? Vuole farmi morire?' pensa Levi.

"Un principe con il raffreddore, se non entriamo subito." dice dopo qualche minuto, cercando di spostare l’attenzione da sé al ragazzo, che indossa una t-shirt nera e aderente, lasciando poco spazio all’immaginazione.

"Davvero? Eppure sembri gradire quel che vedi." sorride Eren, sapendo di aver vinto quando vede l’uomo voltarsi imbarazzato.

~

 

"Non vedo l'ora che inizi!" esclama Akiko.

"Anch'io." sorride Eren, felice di vedere la bambina così entusiasta.

 "Qual è la tua principessa preferita?" gli domanda.

"Mulan, la tua?"

"Elsa!" esclama la bambina, eccitata, iniziando a parlare di Frozen e delle sue protagoniste.

"Di che parlate?" domanda Levi sedendosi alla sinistra della figlia, e passandole una confezione di Patatine. Al ragazzo invece passa una porzione di pop corn. "Questi sono per te."

"Cosa- Non dovevi!" esclama il ragazzo.

"Allora di che parlavate?" domanda Levi ignorandolo, mangiando alcuni dei propri popcorn.

"Delle nostre principesse preferite!" risponde la bambina. "Secondo me la tua è Cenerentola." aggiunge, pensierosa.

"E perché?" domanda l'uomo, curioso.

"Perché come lei pulisci sempre tutto!" esclama la bambina innocentemente, facendo scoppiare a ridere il ragazzo alla sua destra, e rimanere a bocca aperta il padre.

~

 

Finito il film sono andati a mangiare nella stessa pizzeria della settimana precedente, facendo poi una breve passeggiata nello stesso parco.

Breve perché, dopo circa dieci minuti, la bambina ha chiesto al padre di prenderla in braccio, addormentandosi poco dopo sulla sua spalla.

Eren e Levi decidono quindi di tornare indietro, continuando però a parlare del più e del meno.

 

"Sicuro che non senti freddo?" domanda Levi.

"Sì. Cioè no. Cioè non sento troppo freddo." risponde il ragazzo, strofinandosi però le mani sulle braccia cercando di riscaldarsi.

"Aiutami un attimo." sussurra l'uomo, passandogli la bambina, levando poi la giacca e riprendendo la piccola in braccio. "Tieni." sussurra, porgendogliela.

"Non posso, così sarai tu a sentire freddo!" esclama il ragazzo, nonostante senta davvero freddo.

"Non ti preoccupare per me, indosso già qualcosa di più pesante." sussurra Levi, ed Eren dopo qualche minuto decide di accettare la proposta, -‘Sarebbe scortese rifiutare, no?’, pensa – inspirando profondamente il profumo dell'uomo.

"Grazie." sussurra, pensando che dovrà ringraziare anche la sorella, per il consiglio datole la volta precedente, per il loro primo appuntamento. Primo (CORSIVO) appuntamento, ripete mentalmente. Questo è il loro secondo appuntamento? Si può definite tale? Lui come lo considera?

"Eren." sussurra Levi, dopo qualche minuto di silenzio in cui ha posato la figlia nel seggiolino dell'auto, allacciandole la cintura di sicurezza.

"Sì?" domanda il ragazzo, che nel frattempo si è appoggiato all'auto (?).

"Questo... Cos'è per noi?" domanda Levi, chiudendo lo sportello e mettendosi al suo fianco.

Glielo domanda nonostante la paura di aver frainteso tutto o che il ragazzo non voglia più saperne di lui sia sempre presente, nonostante il comportamento del ragazzo dimostri chiaramente che i suoi sentimenti sono ricambiati. Ha bisogno di risposte, ha bisogno di chiarire questa cosa che inizia ad esserci fra di loro, prima che inizi a provare qualcosa di più profondo per lui e di rimanerne poi deluso.

"Tu cosa vuoi che sia?" domanda Eren, cercando di nascondere l'imbarazzo. "Non mentivo, quella volta al supermercato. Voglio davvero conoscerti meglio.

E no, il fatto che tu abbia una bambina non cambia nulla, anzi ti rende ancora più... Interessante. Ti sei preso cura di lei, crescendola da solo, nonostante sia tutto accaduto all'improvviso e tu non fossi pronto.

Ti ho trovato interessante sin dalla prima volta che ti ho visto, in cui aspettavi Akiko fuori da scuola con in mano un giubbottino per lei per via del freddo improvviso.

E so che è presto per dirlo, visto che ci siamo visti solo due volte all'infuori del supermercato, ma mi piaci. Mi piaci Levi, e vorrei conoscerti meglio, vorrei diventare qualcuno di importante per te." dice tutto d'un fiato, non trovando il coraggio per guardare l’uomo negli occhi e fissando un punto indefinito di fronte a sé.

 

Levi ha ascoltato il ragazzo, stupito, perché non si aspettava nulla di tutto ciò. Aveva capito che il ragazzo fosse attratto da lui, ma che gli piacesse? Che volesse diventare qualcuno di importante per lui?

Non lo avrebbe mai immaginato, non avrebbe neanche osato sognare una cosa del genere.

"Sei già qualcuno di importante per me." sussurra, senza neanche rendersene conto. Mentalmente si maledice, ma ormai l'uovo è rotto e quindi tanto vale fare la frittata, pensa.

"Anche tu mi piaci, Eren. Ed anch'io ti trovo interessante, sin da quando siamo entrati per la prima in quel supermercato, e non hai trattato Akiko come una bambina da assecondare, ma come una bambina da fare sentire importante.

Quello, aggiunto al tuo carattere gentile e spiritoso - e devo ammettere al tuo sorriso - mi ha spinto a ritornare, finendo per comprare anche cose che non mi servivano, pur di rivederti e parlarti per cinque minuti in più.

Mi sono ritrovato a desiderare di ricevere uno di quei tuoi sorrisi che regalavi a Akiko, per poi mi ritrovarmi a desiderare di riceverne sempre di più. E quando non sei più andato al supermercato, quando non ti ho più visto, ho capito che già mi piacevi.

Mi piaci, Eren, e anch'io voglio diventare qualcuno di importante per te." aggiunge, senza distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo.

"Già lo sei." sussurra Eren voltandosi. "Se non sono più andato al supermercato, se sono sparito, è proprio per questo.

Stavi diventando sempre più importante per me e proprio per questo ho deciso di farmi da parte, non volendo intromettermi in una tua probabile relazione, finendo così per fare del male ad Aki-" aggiunge, ma viene interrotto da un paio di labbra che si appoggiano sulle sue.

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Capitolo 10
*** IX ***



 
Little Titan Market



 


"Forse dovremmo fermarci, prima che qualcuno ci veda o... o che Akiko s-si svegli." ansima Eren. 

"Akiko non si sveglierà prima di domani mattina. E se gli altri hanno qualche problema nel vedere due ragazzi baciarsi possono benissimo andare a farsi fottere." è la risposta di Levi, che stanco di parlare tira a sé il ragazzo, baciandolo di nuovo. 

~

 

L'indomani mattina Levi si sveglia felice, nonostante siano le sei e mezzo del mattino e tornerebbe molto volentieri a dormire.

Sospirando stacca la sceglia, ripensando alla serata precedente e alla piacevole piega che ha preso. 

"Leviii!" urla una voce femminile da dietro la porta d'ingresso. 

'Forse se la ignoro andrà via' pensa Levi, ma dopo diversi minuti in cui l'amica bussa ininterrottamente è chiaro che no, non ha intenzione di andare via. Alzandosi in fretta va ad aprire la porta, per evitare che la donna svegli tutto il palazzo e che si ritrovi a dover convincere il solito vicino pignolo a non chiamare i Carabinieri.

"Sai che ore sono, Hanji?" domanda appena apre la porta, ma invece di rispondere la donna entra in casa senza attendere di essere invitata.

"Non hai risposto ai miei messaggi, e quindi sono venuta e-" è la sua giustificazione. "Aspetta... Mi hai chiamato Hanji?!" esclamativo interrompendosi. È raro che l'amico la chiami con il suo vero nome: in genere la chiama con soprannomi come 'Quattrocchi', usando il suo nome solo quando parlano di qualcosa di serio.
Ma questa volta è diverso perché nonostante la solita espressione apparentemente indifferente, c'è qualcosa di diverso nel suo viso... "C'è Eren di là?" sussurra eccitata, cercando di vedere meglio dietro l'uomo che le impedisce di andare nella 'zona notte' della casa. 

"Cos-?" domanda colto alla sprovvista Levi. "Prima di tutto: perché dovrebbe essere a casa mia? E soprattutto: perché dovrebbe essere nella mia camera da letto?" precisa, mentre si dirige verso la cucina.

"Devo farti un disegnino?" lo prende in giro la donna e se uno sguardo potesse fulminare, lei sarebbe già cenere.

"Hai già mangiato?" le donanda Levi dopo qualche minuto, decidendo si ignorare l'amica. 

"No, mi sono svegliata dieci minuti fa." sbadiglia Hanji, seguendolo in cucina. 

"E per quale motivo mi stai già degnando della tua presenza?" sbuffa Levi, mentre esce dalla dispensa una tazza anche per l’amica.

"Te l'ho detto: non rispondevi ai miei messaggi da ieri sera. E sapevo che in ufficio mi avresti evitata come hai fatto l’altro giorno, quindi ho deciso di anticiparti e venire direttamente a casa tua!" ripete la donna. "Allora... Com'è andato?" domanda eccitata.

"Andato cosa?" risponde l'uomo, fingendo di non capire.

"Il vostro appuntamento! " esclama. "Com’è andato? Com’è andato?" Vi siete dichiarati amore eterno? A quando il matrimonio?" domanda con aria sognante.

"Prima di tutto non era un appuntamento, visto che c'era Akiko con noi. E no, non ci siamo dichiarati amore eterno, direi che è pres- aspetta. Come fai a saperlo?" domanda, più che sicuro di non aver parlato agli amici di questa uscita con Eren.

"Akiko non faceva che parlare di quanto fosse eccitata di andare al cinema con te ed Eren." risponde. "Allora, com'è andata?"

"Bene." sospira Levi, mettendo a bollire dell’acqua per il tè.

"È un sorriso quello che vedo?" domanda la donna sorridendo, osservando l'amico.

"Sì è un sorriso, perché non vorrei che sia uno shock per te ma anch’io sono capace di sorridere." sbuffa Levi.

"Ieri sera Eren è stato carinissimo con Akiko, come sempre d’altronde. Poco dopo aver cenato si è addormentata, e noi abbiamo parlato del più e del meno." racconta.
Nonostante si lamenti sempre di quanto lei e il resto dei suoi amici siano impiccioni sono pur sempre i suoi migliori amici, è normale che parli con loro di queste cose.

"E...?" sussurra la donna, incitandolo a continuare.

"E ci siamo baciati."

"Wow." è la reazione dell'amica, che sorprende Levi.

"Niente 'Lo sapevo!' o 'Raccontami tutti i dettagli!'?" domanda allora l'uomo alzando un sopracciglio. Si aspettava una reazione diversa, visto che è venuta alle sei e mezzo del mattino per saperlo.

"No." sorride Hanji. "Sono felice per te. Sono passati anni dall'ultima volta che sei uscito con qualcuno, e se hai quell'espressione felice di mattina appena sveglio solo grazie a lui... Vuol dire che è veramente importante per te. E non è una cosa su cui mi va di scherzare."
Levi continua a cucinare in silenzio, ascoltando il racconto dell’amica sulla serata trascorsa con Erwin, Mike e altri amici in comune.

~

 

Quel pomeriggio Levi non trova traffico per strada, ed arriva quindi diversi minuti prima del suono della campana. 
Indeciso su cosa fare, se scendere o meno, resta in macchina e cancella le 158 foto che ha mandato Hanji negli ultimi due giorni nel gruppo.

Il telefono dopo qualche minuto inizia a vibrare, avvisandolo di un nuovo messaggio su WhatsApp.

«Da: Eren
Hey :D
Mi sto annoiando, uff
Perché non vieni, così mi fai compagnia?»

Prima ancora che possa rispondere sente bussare al finestrino dell'auto, e rimane sorpreso nel vedere proprio Eren.
"Allora, vieni?" sorride il ragazzo. "Perché nonostante io voglia salire in auto, se il mio capo mi scopre mi uccide."

 

"Allora..." sussurra Eren, appena l'uomo entra nel supermercato. "Com'è andata oggi a lavoro?"

"Bene, ho dovuto solo finire alcuni progetti e spedirli via email." risponde Levi, seguendo il ragazzo che riordina alcuni giornali pubblicitari. "A te?"

"Fin'ora bene. Jean ha lasciato tutto piuttosto in ordine, quindi ho dovuto solo riordinare un paio di cose." risponde sorridendo. "Stasera hai impegni?" gli domanda dopo un po'.

"Sì, oggi è l'anniversario di Erwin e Mike, e Hanji e Akiko hanno organizzato loro una festa a sorpresa." sospira Levi, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto uscire di nuovo con il ragazzo. "Sono i miei colleghi e migliori amici." spiega.

"Ah capito... Bello! Quanti anni festeggiano?" domanda Eren, ormai appoggiato allo scaffale dei surgelati.

"Dodici di matrimonio, ma stanno insieme da sedici anni."

"Wow." sussurra il ragazzo.

"Già. Si sono messi insieme a quattordici anni, e si sono sposati dopo il diploma perché sapevano che avevano trovato la persona giusta." racconta. "Li ho sempre trovati abbastanza disgustosi." aggiunge, ripensando a quando durante una gita scolastica è uscito dal bagno e ha trovato i due amici in posizioni compromettenti. Ha visto cose che rimarranno impresse a vita nella sua mente, pensa rabbrividendo.

"Perché?" ride Eren, divertito dalla sua reazione.

"Devi vederli insieme per capire. All'inizio è bello, sei felice per i tuoi migliori amici... Ma dopo un po' ti annoi. Con Farlan e Isabel li prendevamo sempre in giro." ricorda Levi, sorridendo. "Loro sono sempre stati insieme, sin da quando avevano undici anni, ma non sono mai stati una di quelle coppie così... Smielate. Si volevano bene, ma non lo dimostravano così. Non sempre, almeno. Si stuzzicavano e prendevano in giro e... Scusami, sto blaterando cose inutili." si interrompe, grattandosi il collo, cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Non sono affatto inutili, e non stai 'blaterando'. Mi piace ascoltarti." lo corregge Eren, e Levi non riesce a trattenere il sorriso che nasce quando sente le sue parole. "Isabel e Farlan erano i genitori di Akiko, giusto?" domanda, e l'uomo annuisce.

"Io e Farlan da bambini eravamo vicini di casa, ci conosciamo... Conoscevamo" si corregge. "...Da sempre e siamo sempre stati amici. Non c'è un ricordo della mia infanzia o della mia adolescenza senza Farlan al mio fianco." sorride tristemente Levi.

"E Isabel?"

"Isabel l'abbiamo conosciuta in prima elementare, e da allora non si è più allontanata da noi, siamo sempre stati insieme." risponde Levi, raccontandogli poi di come Isabel e Farlan lo coinvolgevano negli scherzi contro i professori alle medie, o come invece alle superiori difendevano i propri compagni dai bulli.
Ed Eren ascolta attentamente, felice di poter conoscere di più Levi e le persone a lui care.

~


"È così noiosa?" domanda Erwin, sedendosi in una delle sedie libere accanto all'amico. 

"Cosa?"

"Questa festa. E cosi noiosa?" ripete. 

"No, è piuttosto decente e migliore delle altre." risponde Levi. "Tralasciando Hanji che è più stonata del solito." sbuffa, osservando la donna che canta 'Occidentali's Karma' al karaoke a squarciagola.

"Non so, io la trovo divertente." ride l'amico, passandogli una lattina di birra.

"Le mie orecchie non sono d'accordo." sbuffa Levi, segretamente - ma evidentemente non tanto segretamente- divertito.

"Allora... Tu ed Eren, eh?" sussurra Erwin.

"Anche tu adesso?!" sospira l'uomo seduto al suo fianco.

"Anche io." ride il biondo. "Non posso interessarmi di quello che succede al mio migliore amico?"

"Hanji non vi ha già detto della conversazione di stamattina?" sospira Levi.

"Sì, ma era così sorpresa dal fatto che tu l'hai chiamata per nome e non le hai sbattuto la porta in faccia che l'ha ripetuto per dieci minuti. Alla fine però ci ha detto solamente che vi siete baciati."

"Questo perché è l'unica cosa che le ho detto." precisa Levi.

"E c'è qualcos'altro da dire?" domanda Erwin alzando le sopracciglia, e Levi pensa che gliele raderebbe quelle fottute sopracciglia.

"No."

"Sicuro?" domanda l'amico.

"Ho per caso scritto 'Voglio parlare della mia vita sentimentale' sulla fronte?" sbuffa Levi.

"Sì." è la risposta di Erwin, accompagnata dal suo solito sorriso che Levi tanto odia, perché sembra dire 'Ti ho nel sacco'.

Passano diversi minuti prima che Levi inizia a parlare, minuti in cui Erwin attende pazientemente che l'amico si senta pronto a parlare
"Sono stato io a baciarlo." sussurra. "Eren mi piace, e tanto. Desidero sempre di più passare del tempo con lui, conoscerlo meglio, vedere quel sorriso bellissimo ed essere il motivo per cui sorride."

"E qual è il problema in questo? È una cosa bella." domanda l'amico.

"Il problema è che ci conosciamo da appena cinque mesi, e siamo usciti solo due volte. Come è possibile che io provi già questi sentimenti?"

"L'amore non è una questione di tempo, non è qualcosa che puoi programmare e prevedere. L'amore è imprevedibile. Ti colpisce quando meno te lo aspetti, quando pensi che non ne hai di bisogno, quando non lo cerchi. Entra e cambia la tua vita, e prima che tu te ne accorga inizi a contare il tempo che manca prima che tu riveda quella persona -anche se per pochi minuti-, inizi a rivedere il suo viso prima di addormentarti e appena sveglio. Inizi a desiderare di sapere ogni piccolo particolare della sua giornata, della sua vita, e di farne parte." spiega Erwin, guardando il marito.

"Inizi ad apprezzare non solo i pregi, ma anche i difetti di quella persona. Inizi a pensare sempre di più a lei, e prima che tu te ne accorga sei innamorato. Non importa quante volte sei uscito con quella persona. Potreste non essere mai usciti insieme, ma aver parlato per ore ogni giorno. Non è un sentimento facile da riconoscere e accettare, ma quando lo farai, starai meglio. Inizierai a pensare non solo a te e i tuoi desideri, ma ai desideri e al bene di quella persona. Inizierai a pensare di poter alzare il mondo con un dito, se questo significa proteggerla e renderla felice."

"È questo quello che provi per Mike?" sussurra Levi, notando come l'amico abbia guardato tutto il tempo il marito.

"Sì." sorride Erwin, raccontandogli per l'ennesima volta di come lui e Mike abbiano capito di provare l'uno per l'altro qualcosa di diverso del semplice affetto per un amico.

E Levi ascolta, nonostante sappia già l'intera storia -sia per le tante volte che l'ha sentita, sia perché era lì quando i due amici hanno iniziato ad uscire insieme come più di semplici amici-. Ascolta in silenzio, perché nonostante si lamenti spesso di lui, è veramente grato all'uomo di essere ancora al suo fianco, nonostante il suo non sia un carattere facile da sopportare.

Se ascoltare per l'ennesima volta una storia già conosciuta è il cosiddetto 'prezzo da pagare', è felice di pagarlo.

 

~

 

Note Autrice:
Avevo inizialmente scritto la scena del bacio, ma rileggendola mi sono resa conto di quanto sembrasse 'meccanica' e quasi fredda.
Ho deciso per questo di tagliarla e passare direttamente al giorno dopo, facendo però parlare Levi con Erwin dei suoi sentimenti. Come avete trovato la loro conversazione?
Like always, se il capitolo vi è piaciuto o se avete trovato qualche errore fatemelo sapere con una recensione ^^
A presto,
Hiddlesthug.



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Capitolo 11
*** X ***



 
Little Titan Market



 


 

"Hey Eren! Ti va di vedere qualcosa insieme?" domanda Armin, non appena vede l'amico entrare.

"Certo." sorride il ragazzo, posando le chiavi sul tavolino e togliendo le scarpe. "Cosa pensavi di vedere?"

"Non ne ho idea." ammette Armin, ridendo.

"Allora decidiamo insieme." sorride Eren, togliendo i jeans e sedendosi accanto all'amico.

"Ew, potresti almeno mettere una tuta!" esclama Armin, osservando l'amico sedersi - lanciarsi, per essere corretti- al suo fianco, e coprirsi con la sua stessa coperta blu.

"Non ho voglia, sono troppo stanco." si lamenta Eren.

"Ma se questa mattina Jean ed io abbiamo sistemato tutta la merce appena arrivata, come fai ad essere 'stanco'?" gli domanda l'amico, con lo stesso tono con cui si parla ad un bambino che rifiuta di fare qualcosa.

"Che ne dici di iniziare 'Between'? Sembra interessante." domanda Eren ignorandolo e cambiando argomento, scrollando la lista Netflix.

"Mhm... Oppure?" risponde Armin.

"Sense8?"

"No!" esclama il ragazzo. "L'ho già guardato." aggiunge ed Eren, notando il lieve rossore comparso sulle sue guance, sorride.

"Rivediamo 'Sherlock'?" propone, decidendo di non prendere in giro l'amico per questo.

"Mhm..." sussurra il biondo, pensandoci sú.

"Okay basta, mi arrendo!" esclama Eren, fingendosi di essere offeso. "Proponi qualcosa tu."

"Che ne dici di rivedere 'Daredevil'? Sono passati due anni dalla prima volta che l'abbiamo visto, e magari ci è sfuggito qualcosa di utile per la prossima stagione." propone Armin. "Non ti piace più?" domanda, notando come l'amico sia rimasto in silenzio.

"Non è questo..." sussurra Eren. "È che devo rivederlo con qualcuno." aggiunge, percorrendo con le dita le linee della coperta.

"Oh." sussurra Armin. "Devi vederlo con Levi?" domanda, ridendo quando il ragazzo al suo fianco lo guarda sorpreso. "Mikasa potrebbe avermi parlato di come tu e Levi vi siate avvicinati nelle ultime settimane." sorride. "Aspettavo solo che fossi tu a parlarmene." sussurra.

"Io... Scusa se non te ne ho parlato prima."

"Sei sempre lo stesso. Cerchi sempre di tenere tutto per te fino a quando non scoppi." sorride Armin.

"È che... Non è semplice."

"Ti va di parlarmene? Così posso provare ad aiutarti a renderlo più semplice." sorride il ragazzo.

Eren fissa l'amico: c'è sempre stato per lui, sin da quando sono diventati amici all'asilo. Era al suo fianco quando sua madre si è ammalata ed è morta, quando suo padre li ha abbandonati, quando a scuola ha rischiato la bocciatura per via del suo periodo ribelle. È sempre rimasto al suo fianco, nonostante il suo carattere facilmente irritabile. Gli ha sempre dato ottimi consigli, aiutandolo più di una volta ad uscire dai casini.
Decide quindi di fidarsi ancora una volta, ed aprirsi all'amico.
Sospirando spegne la televisione, cercando di trovare le parole giuste.

Inizia a raccontare di nuovo di come Levi abbia attirato la sua attenzione quella prima volta in cui, annoiato, ha guardato fuori dalle finestre del locale. Questa volta però, si sofferma su come si è sentito, sui suoi sentimenti. Gli racconta della curiosità avuta la prima volta che lui e Akiko sono entrati nel supermercato, di come da quella volta in poi Levi ha iniziato a venire prima o dopo che la figlia uscisse da scuola, e di come senza rendersene conto abbia iniziato ad aspettare con ansia quei momenti.

Gli racconta anche di quanto sia stato male nel periodo in cui non si più andato al supermercato di pomeriggio, dopo quella la conversazione con Mikasa. Racconta poi di quando ha dovuto sostituire Jean al supermercato, e di quanto sia felice di averlo fatto perché è stato in quel pomeriggio che ha scoperto che Levi è in realtà un padre single. E infine gli racconta dei due appuntamenti, della complicità che si è creata fra di loro, soffermandosi poi sulla sua dichiarazione e su come l'abbia baciato per primo.

"Wow." sussurra Armin, quando Eren finisce di raccontare.

"Già."

"E tu ti sei tenuto tutto questo dentro per tutto questo tempo?"

"Sì." sussurra Eren, senza incontrare lo sguardo dell'amico.

"Sei sempre il solito idiota." sorride l'amico, stupendo Eren. "Cosa intendi fare adesso?"

"Non lo so!" esclama frustrato il castano. "Voglio dire... Mi ha detto che gli interesso, ma..."

"Ma?"

"E se Levi non è in cerca di una relazione? Se non è in cerca di una relazione con me?" domanda Eren, ed Armin sospira frustato.

"Se non lo fosse stato, non credi che non avrebbe accettato di uscire con te? O di andare con te e Akiko al cinema? O che... Mi stai ascoltando?"

"Sisi scusa, mi sono arrivati dei messaggi." risponde Eren alzandosi e uscendo il cellulare dalla tasca dei jeans abbandonati per terra.

"Eren?" lo chiama l'amico, notando come fissa lo schermo. "È lui?!" esclama, togliendogli il telefonino dalle mani.

«- Levi:
Ehi, disturbo?»

 

"Che aspetti a rispondergli?!" esclama eccitato Armin, tornando il telefono all'amico.

 

«Hey! Nono :D
Ma non eri alla festa dei tuoi amici? (° °)» digita velocemente.

«Sì, ma quei due non riuscivano a smettere di staccarsi dalle labbra l'uno dell'altro. C'erano due casti occhi da proteggere, ed io non avevo intenzione di vedere oltre, quindi siamo andati via prima.» risponde Levi, ed Eren fissa stupito lo schermo: non aveva mai ricevuto un suo messaggio così lungo.

«Scusa ma... AHAHAHAHAHA
Akiko come sta?»

«Bene grazie, già dorme.» è la risposta dell'uomo, ed Eren può immaginare il sorriso che compare inconsapevolmente sul suo viso ogni volta che parla della figlia.

 

"Sembra una proposta ad andare da lui!" esclama Armin, e in un altro momento Eren avrebbe riso vedendo l'amico così eccitato per la sua vita sentimentale. Ma adesso è concentrato a fissare quel 'Sta scrivendo...' in alto.

 

«Che fai?»

«Niente, e tu? :D»

 

"Ehi!" esclama offeso l'amico al suo fianco. "Io sono un semplice 'niente'?!" 

 

«Pensavo di vedere qualcosa su Netflix, oggi non ho molto sonno.»

«Vuoi vedere Daredevil? (≖ ͜ʖ≖)» domanda, morendosi il labbro inferiore.

«Dipende.»

«Da cosa? (・・ ) ?»

«Ti va di vederlo assieme?» propone Levi, ed Eren fissa lo schermo stupito, trattenendo il fiato e sentendo il cuore battere sempre più forte.

«Domani?» domanda per paura di aver frainteso, nonostante Armin gli ripeta che no: non ha frainteso.

«Che ne dici di adesso?» è la risposta di Levi dopo qualche secondo.
«Se non sei stanco o se non hai altri impegni.» aggiunge subito dopo.

 

"Cosa stai aspettando a rispondergli?" esclama Armin. "È l'occasione che aspettavi! È ovvio che vuole passare del tempo con te, e quella di vedere Daredevil insieme è solo una scusa."
Eren fissa l'amico, e rilegge di nuovo la recente conversazione.

 

«Va benissimo!
Dimmi dove abiti e arrivo ;D» risponde, alzandosi ed andando in bagno.

Dopo essersi fatto la doccia piu veloce della propria vita, indossa qualcosa di più comodo - una tuta verde scuro e la sua felpa preferita, una con lo stemma delle Ali della Libertà, le stesse del suo anime preferito-. Sorride mentre risponde ai messaggi, rassicurando Levi che conosce la strada da fare e che non è molto distante dalla propria casa.

"Vado!" saluta l'amico, mettendo le scarpe.

"Divertiti, e cerca di fare dei progressi!" esclama Armin, dal divano. "Dico a Mikasa di non aspettarti alzata." aggiunge dopo, ridendo per l'espressione imbarazzata sul volto dell'amico.

~

 

«-Eren:
Okay ho capito dove abiti, non è molto distante da casa mia. Cinque minuti e sono da te ;D» è l'ultimo messaggio che Levi ha ricevuto dal ragazzo.

«Stai atten-» inizia a digitare, rendendosi però conto che forse è meglio non scriverlo. In fondo Eren è un ragazzo di vent'anni, non è la prima volta che esce da casa alle dieci di sera.
«Okay, preparo popcorn o patatine?» digita invece, riordinando il salone.

«Entrambi!» è la risposta che non tarda ad arrivare, facendo ridere l'uomo che si dirige in cucina.

Dopo aver riempito una ciotola blu da cucina con un pacco di popcorn ed uno di patatine, sente il cellulare in tasca vibrare.

«- Eren:
Sono sotto, apri?»

Asciuga la mani con uno strofinaccio prima di raggiungere il citofono ed aprire.
«Settimo piano, appartamento 7D» digita velocemente.

Evita di guardare lo specchio alla destra della porta d'ingresso, per evitare di incrociare il proprio sguardo, che molti definiscono freddo e distante, ma che adesso è sicuro che riveli le tante emozioni che prova: ansia, paura... desiderio.

Ansia di passare del tempo con Eren, paura per cosa questo potrebbe comportare per la loro... relazione? -spera di riuscire presto a chiarire questo punto, ed è anche questo a mettergli ansia e paura per cosa potrebbe o non potrebbe accadere-, e desiderio del ragazzo. Desiderio di passare altro tempo con lui, seduti vicini a guardare qualcosa insieme per poi commentarla e parlarne, desiderio di rivedere quei grandi occhi verdi, che rivelano spesso le emozioni del ragazzo, la sua felicità di vederlo quando entra nel supermercato, desiderio di sentire di nuovo quelle labbra sulle proprie.

Immerso nei pensieri, per poco non sente il leggero bussare alla porta. Respirando profondamente, apre.

"Scusa se ho perso tempo, ma l'ascensore era occupato e non volevo salire sette piani a piedi." sorride imbarazzato Eren, facendo a sua volta sorridere Levi.

"Tranquillo, se posso lo evito anch'io." ammette. "Entri, o vuoi restare sul pianerottolo?" lo prende in giro, notando il nervosismo del ragazzo.

Eren sorride ancora una volta, grato all'uomo per la battuta che ha come allentato la stretta che sente allo stomaco.

"Scusa il disordine, non ho avuto molto tempo oggi per riordinare." dice Levi, con lieve imbarazzo mentre fa spazio al ragazzo entrare.

"Quale disordine?" domanda Eren, notando come tutto sia più che in ordine. Questa è la casa più ordinata che abbia mai visto. Quella che condivide con Mikasa e Armin non è mai stata così ordinata, nonostante i continui sforzi della sorella e dell'amico.

Osserva in silenzio la stanza, che è un grande open space con salone e cucina, rimanendo sorpreso quando sente l'uomo al suo fianco ridere.

"Vado a prendere i popcorn, il divano è lì, fai come se fossi a casa tua." sussurra Levi, chiudendo la porta che separa la stanza in cui si trovano dalla zona notte.

Annuendo, leva le scarpe e segue il padrone di casa, fermandosi però ad osservare la stanza.

Di fronte c'è una parete attrezzata con molti libri e dvd, una televisione da minimo 58" e un lettore dvx, e ai suoi lati ci sono diverse cornici colorate, con foto di Akiko da piccola, da sola o con Levi. Alle sue spalle invece c'è un divano di pelle, grigio, dello stesso colore delle tende appese alla finestra alla sua destra. Voltandosi nota il tavolo dietro il divano, che separa quello che può essere definito un salone dalla cucina.

La cucina è moderna, pulita e ordinata più di una cucina dell'Ikea. In tutta la stanza ci sono molte foto appese alle pareti, ritraenti Levi con Akiko e con altre persone, presumibilmente i suoi amici. Si ferma però a osservare una foto, ritraente Levi al fianco di una coppia sorridente con in braccio una bambina di pochi mesi. Nota l'estrema somiglianza di Akiko con la coppia, con cui condivide il colore dei capelli della donna e quello degli occhi dell'uomo.

"Sì." sussurra Levi, alle spalle di Eren, facendolo sussultare spaventato. "Quelli sono Isabel e Farlan." aggiunge, fissando la foto.

"Erano così giovani..." sussurra Eren, notando il sorriso sul volto del Levi della foto, che aveva un dito stretto dalla manina di Akiko.

"Già." sospira Levi. "La morte è una stronza mietitrice: non guarda nessuno in faccia." 

"Già.." adesso è Eren a sospirare, ripensando al funerale della madre.

"Ad ogni modo... Non ti ho invitato per fissare vecchie foto sospirando, come due vecchi alla fine delle loro vite." interrompe i suoi pensieri il padrone di casa. "Vuoi vedere Daredevil, o preferisci aspettare che sorga il sole?" domanda alzando un sopracciglio, facendo scoppiare a ridere Eren, che a sua volta fa sorridere l'uomo -che ama il suono della sua risata, ma non lo ammetterà mai. Non adesso, almeno-.

"Iniziamo Daredevil." sorride Eren, afferando poi la ciotola di popcorn e patatine fra le mani dell'uomo.

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Capitolo 12
*** XI ***


Note Autrice:
Piccola curiosità:
Quando ho iniziato a scrivere questa fanfiction ho impiegato più tempo a scegliere il nome della bambina che il titolo della storia, scegliendo infine il nome di Akiko, perché è formato da due kanji che uniti hanno il significato di «bambino scintillante, brillante». Ho immaginato Isabel e Farlan insieme a letto, che fantasticavano sulla loro bambina e su quante cose le avrebbero potuto insegnare e mostrare. Erano indecisi fra Akiko e Yōko, che può significare «figlia del sole, figlia dell'oceano o figlia delle foglie», decidendo infine per il primo.
Quando Farlan ha preso in braccio la bambina per la prima volta è scoppiato a piangere dalla gioia, dicendo poi ad infermieri e amici (a chiunque si trovasse di passaggio) quanto fosse bella la sua bambina.



 
Little Titan Market



 


"Non ti ho invitato per fissare vecchie foto sospirando, come due vecchi alla fine delle loro vite." interrompe i suoi pensieri il padrone di casa. "Vuoi vedere Daredevil, o preferisci aspettare che sorga il sole?" domanda alzando un sopracciglio, ed Eren scoppia a ridere: da quando ha iniziato a conoscere Levi sempre di più ha imparato a distinguere le varie espressioni del suo svolto.

Ad alcuni da l'impressione di un uomo apatico ed indifferente, ma in molti dicono la stessa cosa riguardo Mikasa, ed Eren sa per esperienza personale che sua sorella è tutto tranne che indifferente. 

"Iniziamo Daredevil." sorride, afferrando poi la ciotola di popcorn e patatine fra le mani dell'uomo.

"Non sono solo per te, sono per tutti e due." lo avvisa Levi, con sguardo minaccioso.

"Tranquillo, non mangerò tutto io. Forse." risponde il ragazzo, dandogli un bacio sulla guancia e correndo a sedersi sul divano prima che l'uomo possa dire qualcosa.

"Stupido moccioso." borbotta Levi accendendo la tv, sperando che il suddetto 'moccioso' non noti il rossore sul suo viso.

Speranza vana, visto che il sorriso del ragazzo è appena diventato più grande.

~

 

Tre episodi dopo le ciotole sono già vuote, e appena finisce l'episodio Levi si alza per riempire.

"E quindi sarebbe lui quel Wilson Fisch di cui tutti in città hanno paura di pronunciare anche solo il nome? Non mi sembra così spaventoso." domanda Levi, osservando l'uomo sullo schermo.

"Aspetta prima di parlare." risponde Eren ridendo, avendo già visto l'intera stagione.

"Se mi spoileri qualcosa ti butto fuori casa." lo avverte, mentre si siede di nuovo al suo fianco.

"Non lo farò." ride il ragazzo. "Grazie." sorride, prendendo un pugno di patatine dalla ciotola.

"Hai intenzione di finirle di nuovo tutte tu? O pensi di lasciarmene alcune?" sbuffa Levi.

"Non lo so..." sussurra Eren, fingendo di pensarci su per poi baciargli di nuovo una guancia.

"Eren, non puoi fare così ogni volta." sospira Levi, passando distrattamente una mano sulla guancia.

"Ma funziona sempre, quindi..." sussurra, abbassandosi nel divano per poter appoggiare la testa sulla spalla dell'uomo.

"Hai sonno? Possiamo continuare domani, o un'altra volta." domanda Levi, sentendo il ragazzo sbadigliare.

"Nono, continua. Volevo solo mettermi più comodo. Sto bene così." lo rassicura il ragazzo, sbadigliando di nuovo.

"Okay, ma quando hai sonno dimmelo che chiamo un taxi o se vuoi ti preparo il letto degli ospiti." continua l'uomo, ed Eren sorride sentendolo preoccuparsi per lui.

"Okay mamma Levi." sorride. "Adesso lo metti il prossimo episodio o vuoi aspettare che sorga il sole?" domanda, ripetendo in tono derisorio la domanda fatta già tre ore prima dall'uomo.

"A volte sei così infantile." sospira, selezionando il quarto episodio, ma entrambi sanno che in realtà non lo pensa minimamente.

~

 

"Eren!" urla una vocina chiaramente stupita, prima che la proprietaria della suddetta vocina gli salti addosso cogliendolo di sorpresa.

Riconosce la voce come quella della piccola Akiko, che lo stringe forte in un abbraccio. "Che ci fai qui!?" domanda la piccola.

'Già, che ci faccio qui?' si domanda, prima di ricordare gli ultimi avvenimenti della sera precedente: ha ricevuto un messaggio di Levi, hanno visto Daredevil insieme, ha mangiato tutte le patatine solo per farlo arrabbiare, e hanno continuato a vedere diversi episodi prima di addormentarsi. Levi aveva proposto di chiamare un taxi o preparargli il letto della stanza degli ospiti, ma Eren non voleva allontanarsi né separarsi da lui.

"Mi sono addormentato mentre guardavo la tv insieme al tuo papà." le risponde, ricambiando l'abbraccio. 

"Avete visto la tv insieme? Perché non mi avete chiamato?!" domanda Akiko offesa.

"Perchè oggi avevi scuola." risponde una voce assonnata, al loro fianco.

"Non è vero! Oggi non ho scuola!" esclama la bambina.

"Posso sempre trovarne una aperta."

"Non lo faresti mai!" esclama la figlia, offesa.

"Hai ragione." ammette il padre, aprendo gli occhi e mordendosi una guancia nel tentativo inutile di trattenere il sorriso enorme a quello che ha davanti: sua figlia in braccio al suo quasi ragazzo, entrambi appena svegli ed ancora assonnati. "A me niente abbraccio?" le domanda, fingendo di essere offeso.

"No." risponde la bambina, incrociando le braccia.

"Dagli un bacino, altrimenti inizia a piangere." sussurra Eren, ridendo per l'espressione comparsa sul volto dell'uomo.

"Va bene." sospira Akiko, spostandosi e salendo sulla pancia del padre, dandogli poi un bacio sulla guancia.

"Così va meglio." sorride Levi, tirando a sé la bambina e dandole tanti baci sulle guance.

"Lasciami!" urla la bambina ridendo, mentre cerca inutilmente di liberarsi dalla stretta del padre. "Eren aiutami!"

"Non posso." ride il ragazzo, che li fotografa di nascosto apoena entrambi si distraggono. "Odio le domande stupide del tipo 'Avete in bagno?', quindi: dov'è il bagno?" domanda dopo qualche minuto, avvertendo il bisogno urgente di svuotare la propria vescica. 

"Entrato nel corridoio, prima porra alla tua sinistra." risponde Levi, continuando a fare il solletico alla figlia ma divertito dalla domanda insolita del ragazzo. 

 

Trovato il bagno e chiusa la porta Eren vi ci si appoggia contro, sospirando quando continua a sentire le risate dei due nel salone poco distante. Osserva la foto appena scattata, ritraente padre e figlia in un momento intimo e familiare, e sente il cuore scoppiargli di felicità.


'Cosa stiamo facendo? Cosa siamo?' pensa sospirando, posando il telefono in tasca e osservando il bagno.

É semplice e moderno, come la stanza in cui ha passato la notte: alla sua destra c'è il lavello con un piccolo specchio mentre dall'alto opposto della stanza c'è uno specchio piu grande, con sotto una mensola su cui sono poggiate diverse spazzole, elastici e mollettine per i capelli della bambina. Al suo fianco c'è un altro mobile grigio, mentre di fronte c'è la doccia con accanto il water.
Dopo averlo utilizzato si sciacqua la faccia, osservando la figura che ricambia il suo sguardo copiando le sue azioni.

Il cellulare in tasca vibra, avvisandolo di diversi nuovi messaggi.

«- Mikasa ¯\_(ツ)_/¯:
Armin mi ha detto che non torni a casa. Se cambi idea scrivimi e sono subito da te.

«Ti vengo a prendere?»

«Okay lo prendo per un no, buonanotte.»

«Buongiorno, tutto okay?»

«Appena puoi rispondimi.»

 

«- Armin :D

Ricorda di fare dei progressi! ;D»

«So che sarai impegnato, ma appena puoi rispondile.

È in pensiero per te.» 

 

Sospirando, digita velocemente delle risposte ad entrambi.

«- Mikasa ¯\_(ツ)_/¯:
Tutto okay, tranquilla :D»

«- Armin :D :
Addormentarci mentre guardavamo la tv insieme vale come progresso? (° w °)» scrive velocemente, uscendo dal bagno.

«Mhm sì, ma cerca di fare altro!» è la risposta che non tarda ad arrivare.

«Da quando sei così interessato alla mia vita sentimentale?» domanda sbuffando.

«Da quando potresti averne una.» è la risposta dell'amico e, senza rispondere, posa il cellulare in tasca, tornando da Levi e Akiko.

~

 

Dopo colazione Eren sparecchia la tavola ed inizia a lavare i piatti, nonostante Levi si sia inizialmente opposto.
Stanno parlando degli ultimi episodi visti la sera precedente prima di addormentarsi, quando Eren si sente tirare la tuta dalla gamba.

"Dimmi tutto ciccia." sorride.

"Ciccia?" domanda Levi, alzando un sopracciglio.

"Mia madre chiamava così me e Mikasa, mia sorella." ricorda nostalgico Eren, sorridendo.

"Rimani?" domanda Akiko. "Vuoi giocare con me?"

"Certo! Ma l'hai chiesto prima al tuo papà? Non posso rimanere se lui non vuole." le risponde, abbassandosi alla sua altezza.

"Può rimanere?" domanda la bambina al padre.

"Certo che può." le risponde l'uomo. "Ma non devi sentirti obbligato, Eren." aggiunge guardando il ragazzo, in imbarazzo per aver risposto così velocemente. 

"Non lo sono." sorride Eren. "Allora... Come vuoi giocare?" le domanda.

"Alle principesse!" esclama la piccola, sentendo poi un colpo di tosse. "Dopo essermi lavata e cambiata!" esclama con lo stesso entusiasmo, ed Eren cerca con tutte le sue forze di non ridere, per paura di offendere la bambina.

"Okay, ti aspetterò qui." le sorride.

"Arrivo subito!" esclama la bambina, correndo via e portando con sé il padre. 

~

 

Dopo aver giocato alle principesse - Eren spesso era il principe prigionero, e Akiko la sua salvatrice - ed aver costretto il padre ad unirsi a loro - interpretando a volte l'orco o il nemico -, i due adulti hanno lasciato la bambina a giocare con le Barbie, per iniziare a preparare il pranzo.

"Sicuro di voler rimanere per pranzo?" domanda Levi, lavando le mani.

"Ti ho già detto di sì." lo rassicura Eren, imitandolo ed asciugando le mani con uno strofinaccio. "Oppure non vuoi che rimanga? In tal caso posso andarmene, non è un problema."

"Ovvio che voglio che tu rimanga." si affretta a dire il più grande, distogliendo lo sguardo e facendo sorridere il ragazzo.

"Sicuro?" domanda Eren. "Perché sono qui da ieri sera e non mi hai ancora baciato." aggiunge, chiedendosi dove abbia trovato tutta questa sicurezza.

"Chi dice che debba baciarti?" domanda Levi alzando un sopracciglio, stando al gioco.

"Io! Lo dico io! Dovete baciarvi!" esclama Akiko, battendo le manine e correndo verso i due adulti.

"Cos-?" sussurra Levi, ovviamente sorpreso.

"È da un sacco di tempo che aspetto e desidero questo momento!" spiega la piccola, avvolgendo le braccia attorno le loro gambe abbracciandoli. "Adesso verrai a vivere con noi?"

Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, Eren scoppia a ridere, seguito da Levi e dalla bambina che li imita nonostante non abbia capito il motivo per cui loro stiano ridendo.

~

 

Nonostante le varie interruzioni, hanno preparato un purè di patate per accompagnare delle cotolette precotte.

Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti, i due adulti si sono uniti alla bambina già distesa sul divano che, dopo pochi minuti, si è addormentata.

Approfittandone, hanno continuato a vedere Daredevil fino a quando dopo due episodi si è svegliata lamentandosi di avere fame.

"Ti va di preparare i biscotti?" propone Eren, accarezzandole la schiena.

"Li sai fare?" domanda la bambina eccitata.

"Quando avevo la tua età guardavo sempre mia madre e mia sorella farli assieme." le risponde.

"E tu?" domanda Levi, poco distante.

"Mi vietavano di avvicinarmi perché asserivano che mangiassi tutto l'impasto prima ancora di infornare i biscotti." risponde ridendo. "Crescendo però, con Mikasa abbiamo iniziato a farli assieme, per Armin ed il nonno." continua a raccontare.

"E la tua mamma?" domanda la bambina.

"Akiko." la richiama il padre, avendo da tempo intuito cosa fosse successo alla madre del ragazzo.

"Tranquillo." gli sorride Eren, appoggiando una mano sul suo braccio e accarezzandolo, in segno di ringraziamento per la sua gentilezza. "La mia mamma non c'è più." risponde alla bambina.

"Come la mia?" esclama Akiko, alzandosi. "Allora forse sono assieme! Secondo te ci stanno guardando insieme, in questo momento?" gli domanda, ed Eren sente un nodo alla gola.

"Sono sicuro di sì." interviene Levi, notando come gli occhi del ragazzo siano diventati sempre più lucidi. "Perché non vai a preparare quello che ci serve?" le domanda, osservando poi la bambina alzarsi e correre eccitata in cucina.

"Grazie." sussurra Eren avvicinandosi all'uomo che, prontamente, lo stringe a sé.

"Ti va di parlarne?" sussurra Levi, dopo che ragazzo ha appoggiato la testa sulla sua spalla.

"Non c'è molto da dire. Durante un controllo di routine un dottore ha notato qualcosa di strano, e dopo diverse visite hanno scoperto che aveva un tumore al seno. Aveva solo trentatre anni, ed era già alo stadio finale... La chemio non è stata d'aiuto." sussurra Eren, cercando di trattenere le lacrime che cercano di uscire ogn volta che parla della madre. "Avevamo solo sette anni."

"Mi dispiace." sussurra Levi, stringendolo ancora di più. "Anche mia madre è morta, quando avevo cinque anni, proteggendomi durante una rapina al centro commerciale in cui andavamo spesso a passeggiare."

"Mi dispiace.." sussurra Eren. "Con chi hai vissuto da quel momento?" 

"Con lo zio Kenny. Ogni tanto ci sentiamo, per le festività." risponde l'uomo. "Tu?"

"Poco dopo il funerale, mio padre si è messo con un'altra donna, andando via e lasciandoci soli. Per nostra fortuna il nonno di Armin, che era nostro vicino di casa, ci ha accolti e cresciuti come se fossimo suoi nipoti." racconta, sorridendo.

"Sono felice per te, per voi." sussurra Levi.

Passano diversi minuti così, abbracciati ed in silenzio, fissando punti indefiniti nel muro, godendo della presenza, e della sicurezza che questa infonde loro, l'uno dell'altro.

"Eren! Dai vieni!" urla Akiko, chiamando il ragazzo.

"Ti senti di fare i biscotti, o le dico che li fate un'altra volta?" domanda Levi.

"Mi sento di farli, non ti preoccupare." risponde Eren. "Grazie." sussurra, lasciando un casto bacio sulle sue labbra ed alzandosi. 

~

 

Passano il resto del pomeriggio così, impastando la farina e dandole delle buffe forme, parlando del più e del meno mentre attendono che i biscotti finali siano pronti.

Senza farsi vedere, Levi ha scattato alla figlia e ad Eren una foto, che è subito diventata il nuovo sfondo del cellulare. Tuttavia, quando la riguarda decide di mandarla anche al ragazzo: è troppo tenera e bella per tenerla per sé.

«Siamo venuti davvero bene!» é la risposta che arriva dopo pochi secondi, e Levi nota solo adesso che il ragazzo ha il telefono in mano, mentre la bambina gioca con le forme usate per i biscotti.
«Credo allora sia giusto mandarti questa foto ;)» aggiunge, mandando la foto fatta quella mattina, ritraente padre e figlia giocare insieme. 

"Quando l'hai scattata?!" domanda sorpreso Levi, attirando l'attenzione della bambina che tira a sé il braccio del ragazzo su cui è seduta, vedendo così la foto con lui e quella con il padre.

"Che belle!" esclama felice. "Ma non abbiamo una foto insieme tutti e tre!"

"È vero!" sorride Eren. "Vuol dire che recupereremo subito." aggiunge, stringendo a sé la bambina e alzandosi.

"Eren.." lo avverte Levi, venendo però ignorato dal ragazzo che apre la sedia alla sua destra e vi ci si siede sopra, con la bambina ancora una volta sulle proprie gambe.

"Sorridi!" esclama, fotocamera già aperta, scattando una foto.

"Papà sei venuto con la bocca aperta!" esclama la bambina, osservando la foto con lei ed Eren sorridenti ed il padre a bocca aperta.

"Non è il momento di fare foto.. Sono sporco di farina e-"

"Non sei minimamente sporco." lo rassicura Eren. "E anche se fosse, a me non importetebbe." sorride, impostando l'autoscatto di cinque secondi. 

"Va bene." sospira Levi, avvicinandosi al ragazzo e alla figlia, e fissando il telefono.

"Così non va bene! Devi sorridere!" esclama la bambina guardando la foto - che ad Eren piace ugualmente, ma Ehi! Chi è per dire di no ad un'altra foto con Levi?, pensa-.

"Okay, ma questa volta lo tengo io il telefono." finge di lamentarsi l'uomo mentre prende il telefono, ma viene tradito dal sorriso che compare sulle sue labbra.

"Adesso è bellissima!" esclama Akiko guardando la foto, dando voce ai pensieri dei due adulti. "Voglio stamparla! Voglio stamparla!"

"Domani la stampiamo." sorride Levi allontanandosi, felice. 

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Capitolo 13
*** XII ***


 

Note Autrice:
Ho deciso di segnare la storia come conclusa, ma in realtà c'è un ultimo capitolo che non ho ancora pubblicato, perché per la mancanza di tempo e d'ispirazione non l'ho più concluso.
Non so se verrebbe letto, le visualizzazioni degli ultimi capitoli sono molto minori rispetto ai primi capitoli e lo stesso vale per le recensioni. Quindi ho deciso di pubblicare il capitolo che avevo già scritto, che era appunto 'di passaggio' fra il precedente e l'epilogo, così da dare una 'prima' conclusione alla storia.
Buona lettura! ^^




 
Little Titan Market



 


"Sei sicuro di voler andare a piedi? Sta per piovere, ed è già buio. Possiamo accompagnarti noi." 

"Non ti preoccupare, c'è freddo fuori e non voglio che ad Akiko venga la febbre." risponde Eren, chiudendo la felpa.

"Allora ti chiamo un taxi." ribatte Levi, facendo sorridere il ragazzo, che gli bacia una guancia. Ama questo lato di Levi, che dimostra - senza che se ne renda conto- quanto tenga a lui.

"Appena arrivo a casa ti faccio un messaggio." lo rassicura, baciandolo.

~


Eren è uscito da pochi minuti, e Levi sta riordinando la cucina quando gli arriva un messaggio del ragazzo.

«Sotto casa tua c'erano due uomini strani»

«Strani?» domanda, alzando un sopracciglio, notando poi la scritta 'Sta scrivendo...'

«Stavo uscendo dal portone quando mi sono passati accanto. Uno di loro mi ha squadrato dalla testa ai piedi e mi ha perfino odorato, dicendo che avevo lo stesso odore di un suo amico!! (◎ ◎)ゞ»

Levi fissa sorpreso lo schermo del cellulare, capendo subito di chi Eren stia parlando.
Raggiunge quindi Akiko nel salone, dove sta guardando i cartoni animati, per dirle di fare silenzio quando suonerà il campanello, ma non arriva in tempo.
È ancora nel corridoio fra cucina e salone, quando sente il campanello suonare.

"Ereeeen!" urla Akiko correndo ed aprendo la porta, rimanendo delusa quando non trova il ragazzo dietro la porta. "Sono solo lo zio Erwin e lo zio Mike." sussurra, andando via.

" 'Solo?' " domanda Erwin. "Chi pensavi che fosse?"

"Nessu-" "Eren!" risponde la bambina, nonostante il padre abbia cercato - invano - di impedirlo. Sa di sembrare infantile, ma voleva conservare per sé i ricordi della giornata appena finita, senza condividerli con nessuno, almeno per adesso.

"Eren? È stato qui?" domanda allora Erwin, curioso.

"Akiko perché non torni a guardare i cartoni?" le domanda il padre, facendo allontanare la bambina ed impedendo così che risponda ad altre domande.

"Sì, c'è lo stesso odore del ragazzo di prima." risponde Mike osservando - o per essere più corretti annusando- in giro. "Anche su di Levi." aggiunge, avvicinandosi al padrone di casa sotto lo sguardo sorpreso del marito.

"C'è qualcosa che vuoi dire ai tuoi migliori amici?" domanda Erwin.

"No." risponde Levi, allontanandosi. "Piuttosto: perché siete qui?"

"Siamo andati a fare un giro in centro e stavamo tornando a casa, quando Hanji ci ha chiesto di passare a vedere se andava tutto bene." spiega Erwin, raggiungendo l'amico in cucina.

"Non ti facevi sentire da ieri." aggiunge Mike, sedendosi su una delle sedie appoggiate al muro.

"Sono stato impegnato." si giustifica Levi, prendendo tre tazze.

"Immagino." sorride Erwin.

"Non è successo niente di quello che la tua mente malata sta già immaginando."

"E cos'è successo?"

"Niente. Non è successo niente." risponde Levi, portando le tre tazze piene di tè nero sul tavolo.

"Ti conosciamo troppo bene per sapere che non è vero." interviene Mike.

"Abbiamo visto una serie tv insieme, solo che ci siamo addormentati e quando Akiko stamattina l'ha visto non l'ha lasciato andare." riassume Levi, sorseggiando il té.

"E poi?"

"E poi ha giocato con Akiko, e mentre dormiva abbiamo visto altri episodi."

"E abbiamo fatto i biscotti insieme!" esclama la bambina, entrando nella stanza.

"Davvero?!" domanda sorpreso Erwin.

"Sì! Guarda!" esclama la bambina, con il telefono del padre in mano, facendo vedere loro le foto fatte prima.

Levi osserva la scena mantenendo la stessa espressione impassibile di sempre, nonostante stia mentalmente pianificando la propria fuga per il Messico, perché non ha intenzione di sopportare l'interrogatorio che Sopracciglia Alate gli farà, soprattutto adesso che ha visto le foto.

"Siete venuti bene." sorride invece l'uomo senza malizia, porgendogli il telefono e sorprendendo così Levi.

Sta per dire qualcosa, quando la notifica di un nuovo messaggio lo distrae.

«- Eren: Sono arrivato a casa, sano e salvo! ;D

IMMAGINE»

Digita velocemente una risposta, cercando di rimanere impassibile nonostante la foto appena ricevuta del ragazzo. Sorride per me, pensa, sentendo il cuore iniziare a battere un pò più forte.

"Sembri felice." interviene Mike, osservando come l'espressione dell'amico si sia addolcita quando ha letto il messaggio.

"Ce ne parlerai quando ti sentirai pronto. Fino ad allora smetteremo di farti domande, compresa Hanji." aggiunge Erwin, felice per l'amico.

~

 

"Eren!" esclama Mikasa alzandosi dal divano, vedendo il fratello entrare. "È andato tutto bene? Hai cenato, o vuoi che ti riscaldo qualcosa?"

"Non ti preoccupare, ho già cenato." risponde il ragazzo, posando il telefono in tasca e levando le scarpe e la felpa. "Armin?" domanda, non vedendo l'amico.

"Si sta lavando." risponde la sorella, osservando poi il ragazzo scrivere velocemente un messaggio.

"Questi sono per voi." dice dopo qualche minuto, uscendo una piccola ciotola di plastica con dentro alcuni dei biscotti fatti quel pomeriggio.

"Quando li hai fatti?" domanda sorpresa Mikasa, mangiandone uno.

"Questo pomeriggio. Akiko voleva fare i biscotti, e allora abbiamo fatto insieme quelli della mamma." spiega il ragazzo.

"Sanno buoni." sussura la ragazza, prendendone un altro.

"Grazie." sorride Eren.

"Hey Eren!" lo saluta Armin, appena uscito dal bagno, avvolto interamente da un accappatoio rosso e giallo. "Fatto qualche progresso?"

"Sì." sorride il ragazzo.

"Raccontami tutto!" esclama eccitato il biondo, facendolo ridere.

"Prima fammi lavare." sorride Eren, entrando in bagno e ringraziando i cieli per avergli dato un amico come Armin, una sorella come Mikasa e un ragazzo come Levi.

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