“Il mio Dio farà giustizia” “Cosa vuol dire? In che senso?” “Lo scoprirai molto presto”

di LDstories
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oggi vi racconterò una storia... ***
Capitolo 2: *** Bugie. ***
Capitolo 3: *** Terze persone, quelle reali e quelle inesistenti. ***
Capitolo 4: *** I pezzi di puzzle troveranno la loro collocazione? ***
Capitolo 5: *** Troppe domande, poche risposte. ***
Capitolo 6: *** Mancanza. ***
Capitolo 7: *** La dottoressa. ***
Capitolo 8: *** Amare. ***
Capitolo 9: *** Il tentativo di tornare ad essere razionale. ***
Capitolo 10: *** "... Però si disse che l'amore in fondo forse fosse fatto così." ***



Capitolo 1
*** Oggi vi racconterò una storia... ***


Capitolo 1

Agata aveva appena salutato sua madre, le quali ultime parole prima dell' “A dopo”erano state: “Hai ragione, hai completamente ragione, figlia mia e... Fidati, se fa così, vuole dire che, nonostante tutto, a quella donna vuole veramente bene.”
Agata era tipo da farsi, come molte altre persone, dei lunghi e consistenti film mentali. Veri e propri film, come quelli che un giorno avrebbe non voluto quanto sognato, di realizzare. Uno le rimbombava nella mente. Lei, sola, seduta davanti a una webcam mentre diceva: “Oggi vi racconterò una storia. Una storia di un amore, sconfinato, che ha preso le due persone totalmente. O, almeno, una delle due. Inizia con un lui sposato e l'altra non lo sa... L'altra non lo sa, be', insomma e sapete come finisce? Lui torna dalla moglie.” Se l'era vista, una cosa del genere, in un posto in cui immaginava e ragionava di molte cose: L'altalena. Era con lui. Le passavano in mente le immagini che aveva vissuto con il ragazzo, nel momento in cui si proiettava a dire quelle parole, eppure quella volta, pensò, non aveva pianto. In una successiva occasione si. Le lacrime avevano avuto la meglio. Però, ora rimembrava, fossero fatti vissuti differenti. In quelli da dondolante, vedeva loro due, negli altri, i lacrimosi, aveva osservato dalla memoria solo lui. I gesti che lo differenziavano dagli altri.
Ci rifletteva molto spesso, su quanto avrebbe potuto perderlo, da un momento all'altro, talvolta era un pensiero addirittura fuori luogo, però non riusciva a convincersi potesse essere del tutto irrazionale. Nonostante mancassero 10 giorni ai loro 4 mesi dalla loro avvenuta conoscenza, lui da quasi subito, non abitava più con sua moglie ed erano anzi 4 notti che dormiva a casa sua e dei suoi. Per quanto ne sapeva, erano separati in casa e si erano lasciati già da prima delle loro prime presentazioni, in cui lei non sapeva nulla, ma c'era anche qualcosa lì che non la convinceva. In fondo all'inizio erano 7-8 mesi che non stavano più insieme. Poi dopo i sei e poi i cinque erano diventati tre. C' era da dire, che il ragazzo spesso dimenticava anche le cose che andavano a suo favore e lei gliele aveva dovute ricordare. Si sarebbe dimenticato anche del male che gli aveva fatto quella donna? Fisico e mentale, come quello in cui perseverava tramite messaggi e chiamate? Avrebbe scordato la paura insinuata perfino nel suo avvocato per la sua incolumità? Insomma, sarebbe tornato da lei un giorno?

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Capitolo 2
*** Bugie. ***


Capitolo due

“Non dirglielo, ma comincio a vederlo come il figlio maschio che non ho mai avuto.” Agata in risposta alla madre emulò un finto pianto commosso, sua madre non ricambiò la risata ed anzi le lanciò uno sguardo apparentemente malevolo, poi rientrarono dal balcone, in cui si erano appena fumate una sigaretta. Lui era al lavoro, come al solito e la madre doveva recarsi al suo, la salutò per rimanere sola con sé stessa, cosa che accadeva più che spesso in fondo. Anche quando era con lui ed egli cominciava a guardare video o giocare con il cellulare, rigorosamente nei momenti in cui lei provava ad affrontare argomenti seri, talvolta quelli che a suo parere avrebbero dovuto essere spunto di riflessioni per lui. Da un lato si disse che quella donna aveva ragione, dall'altro che in maggior modo per questo non concepiva come si fosse fatta a mettere con tanto di tre figli a carico, con un ragazzino di 20 anni più giovane. Scacciò questi pensieri e si concentrò su di lui. Quello che aveva scoperto il giorno prima non aiutava. Lui era rientrato in casa sua dopo aver preso le sigarette, ma un olfatto acuto avrebbe potuto riconoscere quell'odore di alcool, anche senza il bisogno che le loro labbra si congiungessero e dopo, le aveva mentito. Agata aveva chiesto al ragazzo se la sua “ex” gli avesse inviato qualcosa, lui aveva risposto di no. Avendo però dato libero accesso al suo cellulare alla ragazza, quella volta lei aveva trasgredito ai suoi principi morali scoprendolo. Qualcosa gli era arrivato, cose che non capiva riguardanti la religione della donna e per questo classificava come irrilevanti, se non per dire che più che spirituale come essa si definiva, ella fosse una fanatica che seguiva la religione a cazzi suoi. Non voleva azzardarsi a esplicare di più, che quelle caratteristiche le parevano di... Le sembravano appartenere a... Poi, nemmeno volendo, una ex amica della vecchia coppia aveva centrato il punto riferendole che fossero le persone come lei a creare guerre di religione nel mondo. Agata passò sopra anche a questo pensiero. Era su di lui che si doveva concentrare, l'altra persona poteva mentire al mondo, a lui e a sé stessa che non gliene sarebbe dovuto fregare nulla, era di lui che doveva interessarsi. Fu a quel punto che un suo ricordo lo salvò, era insieme a lui quando gli aveva detto: “Non è buffa la vita? Se una persona racconta bugie tutto il tempo ci si concentra sulle verità che può avere involutamente o volutamente espresso, se una persona è sempre sincera e dice una cosa non vera...”
Lui aveva concluso:”Non viene più creduta.”

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Capitolo 3
*** Terze persone, quelle reali e quelle inesistenti. ***


Capitolo 3

“Gli uomini sono tutti coglioni, figlia mia”
Agata si sforzò prima e dopo quella frase, di non fare trasparire nessuno dei pensieri che le attraversavano la mente a sua madre che in quel momento aveva appena parlato.
“Eh già” rispose guardando altrove.
“Successo qualcosa con lui?” Le era andata male a quanto pareva, era un suo difetto quando qualcosa non andava o andava fin troppo bene senza un motivo, le si leggeva in faccia. O forse no. Forse una madre, pensò lei, per quanto conosce i pensieri della figlia, li capisce perfino prima di quest'ultima.
“Si, oggi la sua ex gli ha scritto, ma non con il suo account, lei si era cancellata. Sta fingendo di essere un'altra ed è arrivata a inventarsi di essere una ragazza coetanea a lui, che ha perso il suo fidanzato in un tragico incidente, che soffre di disturbi mentali e che...”
Sua madre la interruppe:”L'hai scoperto tu che fosse lei o c'è arrivato lui?”
Agata sentì di doversi trattenere dal dire parole di troppo, per difenderlo:”Ad essere sincera, non si è capito. Stamattina mi aveva detto che una persona gli aveva scritto tutta la notte, ho ipotizzato fosse lei e lui aveva affermato fosse impossibile, quando ho ribadito la mia impressione motivandola, invece mi ha scritto di aver avuto il mio stesso pensiero. Non si sa.”
La madre della ragazza concluse: “Ah... Gli uomini...” per poi controllare l'ora, salutare Agata di fretta e uscire per recarsi al lavoro. Il ragazzo aveva fatto la stessa cosa in presta mattinata. Dopo mezz'ora le aveva fornito account e password per leggere i messaggi con la sconosciuta, ma a lei una cosa interessava: Le aveva parlato della sua persona? Lui aveva risposto di no e dando un'occhiata, dopo l'insistenza di lui, si era resa conto fosse vero. Era strano. A volte la disturbava il fatto che per qualcuno lei non esistesse, altre, le provocava un piacere immenso, forse la faceva sentire protetta.
Ci provava, la terza persona inesistente a convincere lui di tornare con la ex. O più che altro cercava di soggiogarlo, di raggirarlo eppure, nel viso di Agata si stirò via via un sorriso, accusava poi una terza persona in realtà esistente di manipolarlo e condizionarlo. Si sforzò di non affibiare aggettivi negativi alla donna.
Rilesse in fretta e furia la conversazione dei due e si soffermò: “Ieri eri simpatico, oggi mi stai sulle palle”, quante volte avrebbe dovuto sentire ancora quella donna esprimere gioia per un momento in cui lei non era presente e rammarico quando i suoi occhi vedevano o le sue orecchie ascoltavano in diretta? Lui diceva lo facesse per allontanare eventuali persone da lui, ma il sorriso di Agata scomparve ugualmente.

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Capitolo 4
*** I pezzi di puzzle troveranno la loro collocazione? ***


Capitolo 4

Non aveva la più pallida idea di cosa le avesse detto sua madre quella mattina.
Oltre che le sue, aveva perso anche le parole degli altri. Ne aveva trovate probabilmente troppe nel momento di rabbia, di frustrazione, di delusione ed eccole poi svanire con le lacrime che lasciavano spazio solo a lei stessa.
Qualche canzone, compresa la loro e la presenza di quei singhiozzi irregolari che venivano e sparivano lasciando solo quel solco appena percettibile di acqua salata dopo il loro passaggio e poi ancora ricomparivano. Per quanto provasse ad asciugarli era una cosa più forte di lei. Non stava pensando a nulla, se non alla loro fine. Forse pure al tradimento, alla frustrazione, come gli aveva detto? Ah, anche che fosse umiliante. Poi aveva rimarcato di più che trattando l'ex coi guanti e lei senza rispetto, quando sarebbe tornato sui suoi passi, Agata non l'avrebbe rivista nemmeno in foto. Gli aveva detto che in fondo lui e sua moglie fossero uguali e chiesto perché si fosse offeso per questa affermazione, non stava riscegliendo il passato? Si, si disse, lo stava proprio facendo. “Stai esagerando” aveva risposto lui. Un pensiero dal sorriso amaro le attraversò la mente: era stata spropositata rispetto ai fatti? Al fatto che si fosse preso un caffé con la moglie? Che fosse stato a casa sua più di tre ore? Non era andato lì per divorziare in maniera consensuale? Ok, lei aveva mandato tutto a monte, come solo lui diceva di non aspettarsi, ma perché diamine era rimasto?
Una chiamata arrivò mentre lei ancora stava piangendo, decise di rispondere. Durò quanto durò, era lui. Alla fine quelle lacrime, nonostante fossero ricomparse anche dopo le sue spiegazioni, svanirono del tutto, era riuscita perfino a ridere in sincerità a fine chiamata o meglio, gli aveva creduto come al solito.
Si sentiva più serena ora e le parole di sua madre riuscirono a dare la loro voce in quel momento, in ritardo: “Se non ritorna, vuol dire che è stato manipolato, se torna, invece, significa che veramente vuole chiudere i ponti”. Però sua madre non sapeva e può darsi non avrebbe mai saputo cosa ci fosse stato di mezzo. Lui stava tornando, eppure, al contrario, una cosa se ne era andata, quella serenità, apparente o vera che fosse, l'aveva già abbandonata. Non ne fu spaventata in quanto ormai abitudine e quelle per lei andavano bene, erano i colpi di scena che tanto voleva nei film che avrebbe voluto ideare, che nella realtà nuda e cruda la destabilizzavano in maniera a tratti devastante.

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Capitolo 5
*** Troppe domande, poche risposte. ***


Capitolo 5

“Agata cara, spiegami una cosa, perché parla con quell'account se sa che è lei? Ma non è che...?”
“Mamma, l'ha bloccata” rispose la ragazza con apparente fierezza, per poi riflettere appunto su di essa, facendo scomparire le persone che la circondavano, di cosa andava fiera? Del fatto che il giorno prima si fosse incupita e dopo la sua reazione lievemente arrabbiata le avesse spiegato tutto questo per averle dato corda? E successivamente l'aveva bloccata? Santo cielo, si disse la persona nel mezzo fra i venti e i trent'anni, se aveva detto che le parlava solo per smascherarla perché perché perché l'aveva poi bloccata? Proprio su quella domanda? Quella di quando gli aveva chiesto come fosse andata con sua moglie... Ah e le sue spiegazioni poi? Quelle per il fatto che le avesse dato corda? “Rapporto civile”, “Volevo spingerla a smascherarsi”, qual era quella giusta? Rapporto civile con chi? Con chi tutta la vita ha fatto avanti e indietro nei letti dei propri ex, anche mentre stava con persone nuove? Compreso lui...
Sospirò e si diede una calmata.
Suo malgrado riuscì solamente a darsi magre consolazioni, a tentare e forse invano, di dirsi che il suo pensiero di perderlo per lei fosse totalmente infondato.
Come le aveva detto lui? “Secondo te io per una persona del genere potrei mai avere la mancanza di te?”
E aveva ragione. Agata si tolse di dosso tutta la comprensione che aveva sempre avuto, anche quando era veramente difficile tentare di giustificare le azioni della signora, di quella donna e cominciò a guardarla in modo negativistico ma non avrebbe mai detto tendente al malevolo come faceva la passata quarantenne con lei, o meglio, con la terza persona che immaginava accanto al ragazzo. Era pensosa. Ecco, l'aveva pensato. Aveva cercato con una finta identità di uscire da ciò che era veramente. “E' troppo santarellina tua moglie” ma chi? Chi non solo l'ha cornificato, ma è segnalata dalla polizia e ha svolto per cinque anni, da accompagnata, la professione di prostituta? Come quando gli raccontava i suoi racconti erotici, da lasciati, anzi no, come quando lo aveva cercato per una cosa a tre con il suo vecchio compagno: “Sono timida”, “Lo sai che non sono brava nel sesso”, “Mi imbarazza dirlo ma” no, rimbombò nella testa di Agata, non poteva accettare che desse a lei della sgualdrina, della poco di buono e del mestiere che lei realmente aveva svolto. Il suo comprendonio, capì, si fermava lì, per quello di cui aveva accusato la ragazza, era per questo che lei si abbassava come non aveva mai fatto a parlare di un altro essere umano in termini di uso libero e vasto del proprio corpo? No, è che quella persona, aveva di contro anche una mente chiusa... Le aveva proprio tutte, pensò la ragazza, però, si disse fosse vero, potesse sempre raggirarlo. Chiuse questa porta nella sua mente, con un giudizio in cui aveva dato l'uno per cento. Non le interessava più. Forse era giusto vivesse così, facendosi tante domande, dandosi scarne e scarse risposte, quando se le dava e... Quello che aveva detto a lui, in fondo, che si sarebbe dovuta fidare. E' vero, sempre per come gli aveva riferito, avrebbe potuto provocare seri danni emotivi in lei, cadere dal pero, però pensando al discorso intero, si sorrise nel profondo poiché il giorno prima erano accadute anche cose belle.

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Capitolo 6
*** Mancanza. ***


Capitolo 6

Agata passò la casa vuota di persone non soffermandosi sugli effetti personali del ragazzo, ma facendo finta di farlo. Sorrise e pensò fosse troppo facile così, dirsi di avere superato quell'inquietudine che l'assaliva quando li vedeva, quando invece aveva semplicemente smesso di osservarli quei pochi secondi. Si ricordava bene quel momento in cui gliene aveva parlato e pure di quando non l'aveva ancora fatto e il suo viso aveva iniziato a commutare le sue smorfie, le labbra andavano giù e gli occhi lucidi si erano strinti: “Sai...” gli aveva detto: “Sai...” Ed aveva poi cambiato frase: “Quando tu non ci sei...” Le lacrime e i singhiozzi avevano cominciato il loro esordio sul suo volto: “...Quando tu non ci sei... Ogni tanto, butto un occhio alle tue cose e mi verrebbe da piangere, perché?” Lui le aveva risposto: “Si chiama “mancanza”, Agata. Io la provo tutti i giorni con te, nonostante la nostra assoluta vicinanza.” Si era presa un soffio di vento che l'aveva calmata, lo stesso che ora la faceva tornare al presente. Rifletté su una cosa, quel ragazzo straniero, da sette anni in Italia, le aveva insegnato il vocabolario dei sentimenti nella sua lingua non nativa. In effetti si, quella non era stata l'unica parola. Si ricordò di quando gli aveva chiesto: “Definisti quella volta che fosse mancanza, lo è anche quando...” la memoria di Agata cominciò a vacillare e le venne alla mente quando lui le riferì che pensando troppo a una cosa dimenticata, questa possa non fare capolino fra i ricordi, quindi lasciò scorrere il suo flusso di pensieri.
La sua ex che dopo avergli tirato parole cattive dietro lo difendeva da chi gli diceva che in fondo avevano due culture diverse... Lo difendeva, si, nel dire che nonostante la sua fosse superiore non era stato un problema... Intanto però, Agata domandò retoricamente a sé stessa, perché un messaggio di lui si capisce e quelli suoi, signora, sono incomprensibili? Poi aveva insultato le origini del ragazzo quando era arrabbiata: “La tua gente” “C'era troppa differenza cul...” Agata scoppiò a ridere, ma si riprese in fretta, non doveva pensare a lei.
Si concentrò quindi sul ragazzo, su quello che le aveva dato e la mente rievocò il momento:
“Definisti quella volta che fosse mancanza, lo è anche quando penso ai tuoi gesti caratteristici e mi viene, oh che palle, sempre da piangere? E' sempre mancanza?”
“No, Agata, quello si chiama “amore””.

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Capitolo 7
*** La dottoressa. ***


Capitolo 7

Quel giorno la quotidianità aveva fatto parte della vita e della storia con il ragazzo di Agata. Non un argomento sulla sua ex, che di solito stravolgeva le loro conversazioni, ma nemmeno uno sul capo del giovane uomo, sul suo lavoro, sui suoi ricordi, nulla di nulla che potesse spezzare dalla monotonia di un dialogo su quello che semplicemente stava accadendo, gli unici momenti a portarli via da quelle frasi erano stati quelli composti da silenzi. Si disse che avrebbe dovuto apprezzarlo. Le coppie progettuali, non solo di ieri e non solo di oggi, ne avevano costantemente, si proiettavano verso il futuro e avevano tali cose da dirsi. In fondo poi, non era meglio? Meglio che essere stravolta o, peggio, singhiozzante? Si disse di si, ma non riuscì a convincersene fino in fondo. Talvolta quando le giornate le parevano così vuote, si concentrava sui ricordi. Fu allora che la vide, la sua dottoressa, la sua cara dottoressa, colei che a detta di lui non aveva saputo praticamente conoscerla in due anni. Dottoressa era come la chiamava, psichiatra era la sua reale professione. Come le aveva detto? Cos'era che l'aveva lievemente infastidita? Ah si: “Non sarà l'uomo della tua vita, ma...” E perché no, si chiese? Perché non dovrebbe esserlo? Lo aveva appena quasi definito un'amore progettuale, il loro, però in passato c'era chi evidentemente aveva smontato non volendo quella tesi. Si disse che glielo avesse detto solamente per la situazione del ragazzo. O forse... Poteva essere non si piacessero un po' a vicenda? Scacciò via questo pensiero, non era in questi termini che ne doveva ragionare, erano due persone alle quali voleva bene e non avrebbe dovuto nemmeno immaginarseli in contrasto fra di loro. Andando avanti, rifletté sull' ultima parte della loro conversazione più recente:
“Fai dei bei discorsi Agata” la ragazza aveva preso la frase come se avesse avuto toni incoraggianti e replicato con assoluta sincerità:
“No, non è vero. Io prendo parole a caso e cerco di dare loro a fatica una connessione. Lei fa dei bei discorsi.”
Pronta fu la risposta della psichiatra: “Veramente quello che dico io, è semplicemente un riflesso indiretto di quello che dici o pensi tu, quindi tu fai bei discorsi.”
Agata per la prima volta non le aveva creduto, ma aveva messo un punto, perché allora le era venuto alla mente quando lui aveva riferito che avrebbe desiderato morire piuttosto che tornare dalla sua ex, facendola scoppiare in fiume di lacrime, siccome l'avrebbe preferito piuttosto vivo con l'altra donna. La persona che si preoccupava della sua salute mentale aveva allora finito il loro incontro: “Bada bene, carissima, questa è stata una bella dimostrazione d'amore.”
Mentre la ragazza usciva aveva dovuto fermarsi e voltarsi per sentire ancora: “...Chissà se mai lui l'abbia capito o lo capirà.”

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Capitolo 8
*** Amare. ***


Capitolo 8

“Vorrei che riflettessi sul fatto che il vero “me” non è questo... Io non sono freddo. Una cosa positiva c'è, non dipende da te, sono i problemi, sono quelli a rendermi pensieroso e... Ed anche più distaccato, quello di un tempo rispecchia chi sono veramente, te lo ricordi com'ero all'inizio? Ecco, lui, ma non ti amo meno di quello ieri.” Agata rimase sospesa nonostante la distanza temporale di quel discorso, che non era attuale ma della sera prima. Si, se lo ricordava e si ricordava anche come fosse fatta lei, perché era stata la ragazza ad essere di ghiaccio agli inizi. Rimembrava proprio bene. Sentiva che lui le nascondesse qualcosa, non sapeva esattamente quale fosse però. Poi aveva scoperto fosse sposato e la distanza che gli dava era aumentata. All'inizio voleva non sentirlo più, ma dargli ugualmente diritto di replica, per quanto non ce ne potesse essere, secondo lei. Dopo erano arrivate le dimostrazioni del fatto non stesse più insieme a quella donna e allora aveva accettato di rivederlo, dopo una ventina di giorni. La sera prima lui le aveva anche chiesto da quanto lei si fosse affezionata a lui, “da sempre” gli aveva risposto e lui aveva riso, ma non poteva immaginare che rispecchiasse la realtà effettiva. Si era affezionata fin da subito alla sua storia, ai suoi vissuti, a lui. A quell'animo che reputava ingenuo e di buon cuore, ma frantumato in mille pezzi da tenere insieme con un abbraccio, perché la gente gli aveva fatto del male e continuava a fargliene.
Non riuscì a tenere quest'ultimo pensiero a lungo, un sollecito a un'altra riflessione le tamburellava nella mente. Era che il suo cambiamento potesse essere dovuto al fatto di aver riscoperto sentimenti verso la moglie. Sapeva che non avrebbe dovuto crederlo, in fondo quante volte lui aveva chiarito quel punto? Quante volte di nuovo avrebbe dovuto ripeterle che non provasse nulla verso quella donna? Eppure, si disse, non fossero state abbastanza evidentemente. Le venne in mente quando lui pianse perché Agata aveva asserito avrebbe potuto tornarci insieme, oppure quella volta in cui si era arrabbiato e, santo cielo, le mancò. Vederlo di quella calma piatta seppure fatta di sola apparenza le faceva rimpiangere i tempi in cui lo aveva visto in un qualsiasi stato d'animo, tranne la tristezza. Non avrebbe mai desiderato vederlo triste, come quella volta in cui lei pensava avesse passato il tempo a conversare con la moglie e lo aveva lasciato senza spiegazioni, in un solo modo si era calmato dal pianto incontrollato, col suono della sua voce. Al momento però non c'era più l'ombra di tutto questo, quel ragazzo stava diventando addirittura cinico nelle sue risposte e Agata lo sapeva bene. Sarebbe diventata colei che ama un muro? Colei che chiude gli occhi? O forse... O forse questo lo era già? Eppure di una cosa era sicura: Lo amava. Glielo aveva anche riferito, fu il suo primo “ti amo” in un quarto di secolo di vita. Il fatto è che lui le credeva da prima che glielo dicesse, al punto da arricchire i dubbi in lei sul fatto che gli avesse dato probabilmente troppa sicurezza, anzi no, non era giusto porla così. E' giusto amare e darne sicurezza, perfino non riportando alcun: “Ti amo”, ciò che vedeva di sbagliato era farlo verso chi non lo faceva, forse... No, si disse infine, lei sapeva che anche lui la amava, però aveva tanti problemi che lo tormentavano. Un po' come lei a quegli inizi, gli voleva bene ma si scervellava sulla sua situazione. Senza rendersene conto aveva cambiato mentalmente il tipo di affetto provato.

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Capitolo 9
*** Il tentativo di tornare ad essere razionale. ***


Capitolo 9

Agata si disse che in fondo anche lei non fosse più la stessa. Non sapeva se dire “se stessa” o non osare ma, ecco, quella ragazza dai pensieri razionali come diceva lui, sentiva che in molti momenti almeno fosse scomparsa. Si chiamò “stupida” per la seconda volta. La prima, non era stata lei a farlo. Lui telefonicamente in risposta al suo pianto e alla sua paura di poterlo perdere, successiva a venti minuti di silenzio, gliel'aveva detto chiaro e tondo: “Ti chiedo scusa se darò della...” E poi, quella parola di contrasto a tutte le volte in cui le aveva detto fosse un genio, una ragazza intelligentissima. Questo però le era servito per vedere la luce sul fondo del tunnel, si sentiva sveglia, si sentiva di nuovo lei pur dando a lui la ragione, si sarebbe presa volentieri a schiaffi a causa di quelle sue lacrime. Ora pensandoci riusciva a sorridere, è così irrazionale avere paura di perdere una persona che sui discorsi seri mette una virgola per concentrarsi su cose che possono distrarlo? E' veramente così fuori dal mondo avere il timore che una persona sposata con un'altra e che talvolta pare giustificarla, spiegarla e cambiarla da quello che è, che si è trovata talmente tanto bene a parlare con un suo personaggio, se ne possa andare da un momento all'altro? Aveva fatto bene però, a non distanziarsi a fatica da lui. Lui diceva che con l'inquietudine che la potesse lasciare si perdeva momenti belli che avrebbero potuto avere e nel caso ipotetico in cui si fossero lasciati, li avrebbe rimpianti. Quindi c'era quel caso ipotetico? Eh, Mister “Tutta la vita/convivenza/passato, presente e futuro”? Ma tanto poi di cazzate gliene diceva, ne aveva individuata giusto un'altra nella recente chiamata. Agata cercò di rilassarsi e prendere aria. Che pensiero aveva interrotto? Ah si, quello del perdersi i momenti belli. Altra cazzata, la ragazza sentiva di vivere di quelli. Uscì fuori dal balcone e si accese una sigaretta. Bella nitida le venne in mente una conversazione che lui aveva avuto con la sua ex, la stessa in cui aveva confessato di averlo tradito pure dopo, una sola volta. “Il mio Dio farà giustizia” aveva detto lei con un tono spaventosamente ridente “Cosa vuol dire? In che senso?” Lo aveva incitato a rispondere Agata “Lo scoprirai molto presto” e lì, era nata la paura, quella paura che a pensarci, rischiava di farla cadere di nuovo fra i suoi singhiozzi. Ok, lo poteva lasciare, lo poteva far tornare da lei, ma mai e poi mai avrebbe accettato la sua morte. Eppure quella donna lo diceva: “Ci riabbracceremo nel mondo dei morti”, come diceva lui si riferiva al suo personaggio e al fidanzato morto inesistente, ma se tutte quelle cose avessero avuto il significato che pensava? Certo, non lo avrebbe nemmeno potuto tenere a sé per quella paura sua e dell'avvocato di lui, oltre che di amici e parenti del ragazzo. Per lo stesso motivo, non lo poteva mandare via solo perché fosse innamorata di lui. Agata ritrovò il sorriso, per un motivo o per l'altro aveva messo un punto ed era andata a capo, anche se non nel modo in cui andrebbe fatto. Finì la sigaretta e rientrò in casa, l'attraversò completamente senza buttare occhio sulle cose di lui. Fatto sta che era partita con un'idea e quell'idea si era tramutata, voleva essere razionale al punto dal lasciarlo andare via ed era finita con una magra consolazione, a 25 anni aveva vinto l'amore, lei era stata capace di amare.

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Capitolo 10
*** "... Però si disse che l'amore in fondo forse fosse fatto così." ***


Capitolo 10

La serenità era contagiosa, almeno quel giorno. Agata non sapeva bene cosa fosse successo nel ragazzo, ma una dormita di due ore insieme e quel ragazzo sembrava più innamorato che mai, il successivo. Ci aveva riflettuto poi, quella persona era forse veramente presa dal suo cervello? Da quando lo usava e quando lo spegneva? A quanto pare era così... O forse, si disse, aveva bisogno di gesti semplici, quotidiani, per sentirsi più vicino a lei che ai suoi problemi. Ora che ci ragionava, gli aveva anche preparato il pranzo, ma quello non poteva essere, lo aveva fatto anche il giorno prima e si era ritrovata fra le lacrime poche ore dopo. Non voleva pensare altro... Ovvero che la donna avesse sbagliato qualcosa, qualcosa d'altro. Aveva detto che non lo aveva più contattato e lei solo pochi giorni prima aveva verificato e quella volta era vero. Quindi, perché non fidarsi? Perché non accettare il fatto che lui la amasse quanto lei?
Un sorriso di circostanza le si dipinse in volto. Forse quello era diverso da un film. Sicuramente, da quello che immaginava. Magari sul serio sarebbero andati a convivere, magari la sua dottoressa si sbagliava e lui era l'uomo della sua vita. Nel corpo di Agata cominciò a muoversi irrequietezza, le sue mani finirono sulla sua fronte con fare di gesti che le dicevano di pensarci, quando forse non avrebbe dovuto e al contempo probabilmente erano pure auto consolatori. Dovette ritirare le labbra, storcersele e avvertire l'avvio dei suoi occhi a diventare lucidi per cominciare a emettere lunghi respiri. Glieli aveva insegnati lui, erano per non piangere. Perché qualcosa nella testa le diceva che non era così? Perché doveva sempre pensare a una fine? O se proprio, perché non era riuscita a mantenere quella di prima?
Perché una fine c'era già stata e avevano scelto di rimanere amici. Questa volta però sentì che sarebbe stato diverso, non perché lui sarebbe voluto ritornare con la moglie, si ripeté un paio di volte in testa per convincersene, bensì per il motivo che lei in fondo non avrebbe avuto ragioni, non c'era più la situazione di tempo prima. Quando l'altra donna lo chiamava e gli inviava messaggi in continuazione, ponendosi come ci stesse ancora insieme e offendendo a volte lui e spesso la terza persona che non sapeva esistere. Qualcosa si era smosso, erano vicini, ma ancora, dovette ammettersi Agata, lontani da quel divorzio. 
Una sigaretta la aiutò a guardare un'altra direzione, quella di pensare anche a se stessa. Era stata come una manna dal cielo, si era ritrovata quei pochi secondi a pensare al nulla e subito in lei si era revocata una frase di un'amica di penna: “Quando sei stata male, giuro, non ti riconoscevo più. Agli inizi addirittura pensavo che qualcuno si fosse impossessato dei tuoi account.” Lei non voleva non riconoscersi più e non voleva neppure che lui a un certo punto non la riconoscesse più. Non aveva paura di ricadere nel baratro, ma di cadere senza accorgersene in un pozzo di cui la profondità era di poco conto e vedere lui reggersela con una corda senza una ragione, non avrebbe mai voluto che lui cadesse con lei. Per questo, si, doveva prendersi anche cura di lei. Storse il naso al pensiero che ci avesse riflettuto puramente nei termini dell'amore che provava per lui, però si disse che l'amore in fondo forse fosse fatto così.

Commento dell'autrice: Questa è una fine, ma non il finale. Mi prenderò un po' di tempo per pensare alle cose che ho in ballo nella vita e poi ne darò un seguito o una reale conclusione alla storia. Nel secondo caso, sarà composta da una one-shot più lunga dei soliti capitoli e probabilmente sarà più dinamica. Nella prima possibilità, stavo pensando invece ad altre due serie, se la cosa non va scemando, da dieci capitoli l'una, di cui cinque dedicati al punto di vista del ragazzo. Se siete arrivati in fondo, pur se l'interesse se ne fosse andato via via o se solo aveste letto almeno un capitolo, io vi ringrazio.

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