The 199th Hunger Games

di Fedex_HG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non ricordo niente! ***
Capitolo 2: *** Non ti fidi di noi... ***
Capitolo 3: *** Voglio ricordare! ***
Capitolo 4: *** Lo sponsor ***



Capitolo 1
*** Non ricordo niente! ***


Mi risveglio sopra una piattaforma curva di metallo. Non ricordo niente, solo il mio nome, mentre la piattaforma sale. Mi ricordo anche il colore dei miei capelli. Neri, con dei ciuffi bianchi, soprattutto quello al centro, quello più alto tra tutti. Porto anche degli occhiali che hanno delle lenti...speciali. Io ci vedo tranquillamente, ma chi mi vede pensa che io stia indossando degli occhiali per vedere in 3D. Non mi ricordo però come sia possibile...

Perché non ricordo niente? 

Non riesco a ricordare nemmeno cosa ho fatto prima di salire su questa  piattaforma! Che diavolo sta succedendo?

In alto vedo la luce del sole che si avvicina, e inizio a capire, a ricordare. E per questo motivo, oltre me, sale anche l'ansia. Questo perché  sono entrato in un'arena degli Hunger Games.

Potrei morire tra dieci minuti, un'ora o due giorni. Da questo momento l'unica cosa importante è sopravvivere. Quando la piattaforma si ferma, vengo quasi accecato dalla luce, ma capisco che c'è qualcosa che non va. Io, gli altri tributi e le piattaforme di metallo siamo circondati dall'acqua. Noto che tutti indossiamo una tuta bianca, abbastanza imbottita. Presumo serva per nuotare, non credo che rischierebbero di far morire un tributo affogato, a meno di 2 metri dalla piattaforma di inizio e soprattutto dopo 2 minuti dall'inizio dei giochi. Anche se...

Chi ha fatto questi giochi è molto sadico. O sadica, chi lo può sapere. Per quel che mi ricordo, la gente si diverte con questo "programma televisivo". Ammetto però che una morte del genere mi farebbe un po' sorridere, se non fossi ovviamente dentro i giochi. Non tanto perché mi piace vedere la gente morire, ma perché è un modo così stupido... meglio lasciar perdere. Questa tuta sembra sia adatta anche per la terra ferma, visto che ai piedi ci hanno messo delle scarpe normale piuttosto che delle pinne. Non credo comunque che sia mai successo di avere un'area del genere, prima d'ora. Noi e la Cornucopia siamo in una spiaggia molto grande, sembra quasi di stare in mare aperto. Poi c'è una giungla, o una foresta, non riesco a capire. La spiaggia è divisa in otto settori con dei raggi di pietra, con due tributi dentro ogni settore. Questo mi fa notare che c'è un'altra cosa che non va: i tributi sono sedici, di solito sono ventiquattro, inoltre ci sono più maschi che femmine. Questi giochi sono diversi.

L'annunciatore parla. 

<< Che i 199' Hunger Games abbiano inizio! >>

199? Ma com'è possibile? Mi sembra che l'ultima edizione fosse la 100'. Non ho idea di chi stia parlando. 

Sembra un incubo.

 Comincia il conto alla rovescia.

9.

8.

7.

6.

Mi sembra di riconoscere alcuni ragazzi, soprattutto una ragazza!

5.

4.

3.

2.

Mi preparo per nuotare.

1.

Via!

Vado in acqua, nuoto lentamente. Sembro molto "arrugginito". Per quanto mi piacerebbe stare a nuotare per ore, non c'è tempo da perdere. Finalmente  raggiungo la Cornucopia. Non sono il primo, ovviamente: una ragazza dai capelli biondi è già arrivata e ha preso un coltello. Scappa verso la giungla/foresta, ma inciampa sulla pietra, cade e il coltello le colpisce la spalla sinistra, anche se molto vicino al cuore. La ragazza cerca di toglierselo, ma oltre essersi fatta male per la caduta, le esce molto sangue, sopratutto dovuto al fatto che sta scivolando verso l'acqua. Si sta muovendo sempre meno. Che sia..? Ma di già..?

Il coltello, prima di cadere sul fondale dell'acqua, viene preso da un ragazzo, che mi sembra di riconoscere, e si dirige nel verso opposto a quello che stava prendendo la ragazza, con un altro ragazzo, che mi sembra di riconoscere anche lui. Io sono riuscito a prendere un arco e uno zaino con le frecce quando mi ritrovo davanti la ragazza che avevo riconosciuto prima. Ha una coda molto lunga, i capelli color castano e un fiocco in testa. Non sembra che voglia farmi del male. Il ragazzo che era accanto a me prima, ma che non avevo notato, con gli occhi verdi e i capelli neri, prende una bottiglia. Riconosco pure lui. 

Nel frattempo arriva un ragazzo dai capelli neri, con occhiali da sole rettangolari e la pelle scura, e riconosco pure lui. Ma ovviamente non so quali siano i nomi di tutte queste persone.

<< Venite con me! >> ci dice. Non dovrei farlo, è da pazzi, ma l'istinto mi dice che mi posso fidare di questi due ragazzi e della ragazza.

Mentre andiamo verso la giungla, ho deciso che la chiamerò giungla, inciampo su una pietra cado in acqua.

La ragazza si ferma immediatamente e mi dà una mano, mi solleva e ritorno in superficie. Perché dovrebbe farlo? Non ne ha motivo... eppure mi aiuta lo stesso. Quando risalgo sulla pietra, la ringrazio, sperando che non mi voglia uccidere in modo diverso.

<< Figurati... andiamo? >> mi dice mentre mi porge il mio arco e le frecce.

La sua voce... mi suona tremendamente familiare, ed è proprio questo che mi convince a fidarmi di lei.

Ci dirigiamo verso gli altri e cerchiamo un luogo sicuro nella giungla.

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Capitolo 2
*** Non ti fidi di noi... ***


Abbiamo trovato un posto sicuro, almeno per ora. Non ci sono molti alberi, c'è una piccola montagnetta che arriva allo stesso livello delle foglie negli alberi. Siamo io, la ragazza dai capelli lunghi, il ragazzo con i capelli neri, il ragazzo con gli occhi verdi e i due ragazzi che avevano preso il coltello.
<< Non possiamo aspettare, James. Dobbiamo vedere se ricordano. >> dice quello con la sciarpa nera e capelli corti marroni rivolti verso destra. 
<< Va bene... Federico, sai chi siamo? >> risponde il ragazzo con la pelle scura.
Dice a me. Come fa a conoscere il mio nome?
<< No, e non capisco perché vi abbiamo seguiti, potresti ucciderci da un momento all'altro. >> gli rispondo. Forse seguire il mio istinto non è stata una buona idea. Anche se per terra ci sono il mio arco, le frecce, la spada che aveva preso il ragazzo con la pelle scura e il coltello della ragazza bionda.
<< Okay, non ti fidi di noi... È comprensibile, dopotutto hai bevuto il Filtro. Beh, io sono James, e loro sono Lele >> indica il ragazzo con la sciarpa nera << e Briz. >> indica il ragazzo con gli occhi socchiusi e i capelli marroni.
<< James, se Federico ha bevuto il Filtro vuol dire che l'hanno bevuto anche Julia e Riccardo. >> dice Briz. La ragazza e il ragazzo con gli occhi verdi sussultano appena sentono i loro nomi. 
<< Julia, ti ricordi di noi? Ti ricordi di Federico? >> le chiede Lele.
<< No... Però mi sembra di averlo riconosciuto appena l'ho visto, e anche voi. >> dice Julia.
<< Lo stesso vale per me. >> le dico.
<< E tu, Riccardo? >> gli chiede James.
<< Lo stesso, ho riconosciuto Federico e Te di più, e sento che non posso fidarmi di te.. >> 
<< Okay, sentite, vi spiegheremo il minimo e indispensabile. Se non mi sbaglio, il resto lo capirete da soli. >> dice Briz.
<< Avete bevuto una sostanza, chiamata "Filtro", prima di entrare nell'arena, che vi ha fatto perdere la memoria. Ricordate solo il vostro nome e cosa sono gli Hunger Games.
<< Stranamente, però, ci avete riconosciuto. Non avete idea di chi siamo, ma ci avete riconosciuto, perché ci conoscevamo da prima. >> dice Lele.
<< Lo dicevo io che quel coso non funzionava del tutto. Menomale che non l'abbiamo bevuto. >> dice Briz.
<< E perché voi non l'avete bevuto?! Così siete in vantaggio! >> risponde Riccardo, che ora è arrabbiato. 
<< Noi dovevamo berlo, ma siamo riusciti a fargli credere che l'abbiamo bevuto. Purtroppo voi non ce l'avete fatta, e siete stati obbligati. >> risponde James, con un tono calmo. 
<< Chi altro non l'ha bevuto? >> chiede Julia. 
<< Solo noi tre e un altro ragazzo. >> risponde Briz. 
<< Perché hai detto che il resto lo capiremo da soli? >> gli chiedo.
<< Perché voi sognerete ogni notte che passa, sognerete i ricordi, e ricordare sempre di più. >>
<< Ma non dovremmo ammazzarci a vicenda? >> chiede Riccardo, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
 << In teoria sì, ma potere stare tranquilli: sappiamo quel che facciamo >> risponde Lele. 
<< Abbiamo delle istruzioni. >> aggiunge Briz.
<< E chi ve le ha date? >> chiede Riccardo.
<< Lui. >> risponde James, indicando me.
 << Io?! >>
<< Esatto. Sapevi quello che stavi per fare, che noi non volevamo bere quel Filtro, e quindi ci hai dato delle istruzioni chiare e precise. >>
Non riesco a crederci.
<< James, va bene così. Capiranno. >> gli dice Lele.
Nel frattempo io mi siedo per terra.
<< Lele ha ragione, saranno tutti confusi e spaventati. Vediamo di sistemarci. >> dice Briz.
<< Quindi oggi niente turni di guardia. >>

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Capitolo 3
*** Voglio ricordare! ***


James è andato a cercare qualche provvista, ma non ha trovato nulla. Briz e Lele sono rimasti con noi e hanno voluto vedere di cosa siamo capaci io, Julia e Riccardo. Io so tirare con l'arco, lei è furtiva con il coltello e lui è davvero bravo con la spada.
A fine giornata, tutti siamo stesi per terra, e stiamo per dormire. Ed io comincio a sognare.
Mi ritrovo in una piazza, di un paese forse. Sono con molti altri ragazzi e ragazze. I ragazzi sono raccolti in un gruppo e le ragazze in un altro. Ci sono delle guardie, almeno credo che lo siano, che ci separano dal resto della folla che si trova nella piazza. Davanti a noi c'è un edificio con delle persone davanti. Al centro c'è una signora che salta subito all'occhio per i vestiti che indossa, sono molto.. "particolari", mi incuriosiscono molto. Sono stile "moderno futuristico", il colore che viene subito notato è il viola, ma è vestita anche di bianco, con un pizzico di blu. Il suo vestito è come se fosse una striscia viola che parte dalla sua spalla sinistra e finisce sul suo ginocchio destro; la parte della spalle è blu, man mano che si avvicina alla pancia diventa viola, e quando finisce sulla gamba ritorna blu. Ha dei tacchi veramente alti, di colore viola e bianco, come i suoi capelli ricci, ed ha dei guanti bianchi che finiscono sul gomito. Non so chi sia, ma stona con tutte le persone che si trovano qui, perciò credo che venga da un posto diverso.
Non so perché, ma mi giro verso il gruppo delle ragazze e vedo Julia, come se sapessi che ci fosse anche lei, e a quanto pare anche lei stava facendo lo stesso, guardando verso il gruppo dei ragazzi, guardando me.
Poi capisco.
La Mietitura.
Non sono in un paese, sono nel Distretto 12. E c'è pure Julia.
"Eravamo insieme quando ci hanno estratti?" sento queste esatte parole nella mia testa. Con una voce che sembra la sua. No, è esattamente la sua voce. Mi ha parlato con la mente?! Come ci è riuscita?
"Oh giusto... Tu non sai come rispondermi. È semplice. Concentrati e prova a parlarmi con il pensiero."
Ci provo... e come non lo so, ci riesco.
"Perché noi due possiamo?" le chiedo.
"Non lo so. Lo sappiamo fare e basta"
"Quindi questa è la mietitura per i 199' Hunger Games?"
Parli del diavolo, ed ecco che arriva... Come si suol dire...
<< Benvenuti, benvenuti alla Mietitura dei 99' Hunger Games! Prima di iniziare, vedremo un filmato. >>
Poi le immagini si fanno poco chiare, come se, all'improvviso, una nebbia ricoprisse tutto, vedo in lontananza un triangolo con un punto esclamativo dentro, un segno di pericolo, con accanto la scritta: ERRORE. Che vuol dire?
Vedo Julia, James, Briz, Lele e Riccardo a scatti, sfocati. Poi vedo un'arena, la riconosco. L'arena dei 99' Hunger Games. Una spiaggia, dove si trova la cornucopia, una giungla, un po' come quella dei 199', solo che questa ha colori più accesi e l'acqua non è divisa in 8 settori. Ricordo che io, Julia, Riccardo, James, Lele e Briz abbiamo partecipato. Poi sento una voce:
<< ERRORE. ERRORE. >>
È fastidiosa, rimbomba nelle orecchie e non smette.
Ma io voglio ricordare!
E poi vedo una scritta su uno sfondo grigio:

                                                               ACCESSO AL RICORDO
                                                                          NEGATO

<< ERRORE. ERRORE. >>
E mi sveglio, sudato, urlando.

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Capitolo 4
*** Lo sponsor ***


<< Buongiorno! Dormito bene? >> mi dice James. Sono tutti svegli. Riccardo e Julia sono terrorizzati, e lo sono anche io. 

<< Non sei spiritoso. >> gli dico.

<< Allora, che cosa hai ricordato? >>

"Non devi dire una parola sulla telepatia! Ho visto quello che hai visto tu, parla solo della mietitura e del 'accesso al ricordo negato'!"

Quindi non era un sogno, io e Julia possiamo parlarci con la mente.

"Perché? Non vuoi parlare della nostra telepatia?" le rispondo.

"Ma sei matto per caso?!" mi fa lei, quasi urlando dentro la mia testa. "A malapena mi fido di te, figurati se mi fido di questi tizi..."

S-Si fida di me...?! Non me l'aspettavo sinceramente... 

"Va bene, ma ti devo parlare: credo di aver visto qualcosa di più rispetto a voi."

<< Proonto? È stato davvero così traumatico per te? >> mi chiede James, un po' sorpreso e un po' preoccupato.

<< Ho sognato la Mietitura, anzi una delle mie Mietiture, quella dei 99' Hunger Games. Ho ricordato anche il Distretto 12 e che Julia era con me. >> gli rispondo.

<< Non hai visto la scritta 'Accesso al ricordo negato'? Loro si, e non capisco perché siete tutti e tre terrorizzati. >>

<< Si, giusto, l'ho vista... C'era una voce inquietante... >>

<< Stessa cosa, tutti e tre. Hanno ricordato solo la Mietitura dei 99' Hunger Games. >> dice Briz a Lele. << Perché solo la mietitura? Che senso ha?>>

 Io e Julia siamo seduti per terra. Con noi c'è Riccardo, che è appoggiato a un albero quasi a forma di 'k' dato che le radici fanno partire il tronco con circa un metro di distanza dal suolo: è il più terrorizzato tra tutti noi, trema, nonostante ci sia abbastanza caldo. Mi sembra quasi di stare in un deserto invece di una giungla. Probabilmente ha visto qualcosa di diverso rispetto a noi, oppure si terrorizza più facilmente di quanto voglia ammettere.

"Quindi hai visto l'arena dei 99' Hunger Games?" mi chiede Julia nella mente.

"Già...e so perché abbiamo riconosciuto molte persone: abbiamo già partecipato con loro agli Hunger Games."

"Allora perché portarci una seconda volta? Che abbiamo fatto?"

"Non ne ho idea, ma non sto pensando a questo. Abbiamo sognato lo stesso ricordo, la telepatia ne faceva parte? Un ricordo non può essere modificato, ma sembrava che noi non parlassimo con la mente."

"Io credo che non era nel ricordo, e che non fosse previsto: non so tu, ma io sentivo un rumore strano ogni volta che ti parlavo."

"No, non l'ho sentito..."

Non ha tutti i torti: ho l'impressione che prima della mietitura noi non ci conoscevamo, perciò com'è possibile che due sconosciuti, che si saranno visti di sfuggita due, tre volte massimo, inizino a parlarsi misteriosamente semplicemente con la mente? No, non è possibile.

"Hai ragione. Non era previsto."

Riccardo comincia a muoversi un po'. È ancora terrorizzato.

"Forse dovremmo chiedergli come sta." dico a Julia, indicando Riccardo con la testa.

<< Ehi...come ti senti? >> gli chiede Julia.

<< Malissimo. >> le risponde.

<< Che hai sognato? >> gli chiedo. 

<< La mia mietitura. Però non riesco a ricordare il mio Distretto. >>

<< Perché eri così terrorizzato? >>

<< Ho visto una ragazza... mia sorella. Che moriva. Nell'arena... e io... sono rimasto a guardarla mentre perdeva troppo sangue... >>

<< Ci spiace... ma come fai a sapere che era tua sorella? >> gli chiede Julia.

<< Me lo sentivo. Non come spiegartelo... È come nei sogni: è tutto confuso. Però quella era mia sorella. >>

Effettivamente, mi ricordo di una ragazza che assomigliava a lui, nell'immagine che ho visto dei 99' Hunger Games. Ma mi sono fatto sfuggire un dettaglio importante...

"Julia, quanti sono i vincitori degli Hunger Games?"

"Non ricordo... Credo che siano sei, dato che noi siamo ancora vivi; perché?"

Sei? Mi sembra troppo. Per quel che mi ricordo, gli Hunger Games sono dei giochi che le persone amano, letteralmente. Mi ricordo questo e altro, ma non il numero di vincitori.

"Sei mi sembra troppo. Ho notato che non ricordo il numero dei vincitori. Vado a chiederlo a James." e mentre sto per alzarmi, Julia mi afferra sulla schiena e mi fa sedere, di nuovo, mentre Riccardo ci guarda con uno strano sguardo.

"No! Abbiamo visto solo la mietitura! Ricordi?"

"E va bene. Però domani glielo chiederò."

Nel frattempo Lele si sta avvicinando verso di noi.

<< Come vi sentite? Ancora terrorizzati? >> chi chiede.

<< Bene, più o meno. >> gli rispondo.

<< Ci stiamo riprendendo. >> dice Julia.

<< Appena ve la sentirete, andremo alla Cornucopia >> ci dice Lele.

<< Ma perché dovremmo andare alla Cornucopia? Di solito non si scappa da lì? >> gli dice Riccardo.

<< Non proprio, ma abbiamo visto l'altro ragazzo che non ha bevuto il Filtro: abbiamo promesso che l'avremmo aiutato. >>

Mi giro verso la Cornucopia. Nonostante siamo molto lontani e i molti alberi che non fanno vedere molto, è impossibile non notarla. È molto grande, supera di poco gli alberi in altezza, nonostante siano molto alti. Inoltre il suo colore, grigio metallico, si nota subito. 

Ed ecco che un piccolo paracadute argentato, legato a una scatoletta, cade verso la Cornucopia. Questo me lo ricordo: è un regalo di uno sponsor. Significa che dobbiamo prenderlo, il prima possibile.

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