What about us?

di Nao Yoshikawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Give me my pudding! ***
Capitolo 2: *** I want a dog! ***
Capitolo 3: *** The lost TV remote ***
Capitolo 4: *** Hot sleepless night ***
Capitolo 5: *** Another tattoo ***
Capitolo 6: *** Cooking together ***
Capitolo 7: *** Adorable jealousy ***
Capitolo 8: *** Tenderness and rain ***
Capitolo 9: *** Don't look my girlfriend! ***
Capitolo 10: *** Hate this part of you ***
Capitolo 11: *** Hold me ***
Capitolo 12: *** Take care of me ***
Capitolo 13: *** My inspiration ***
Capitolo 14: *** My best friend's secret ***
Capitolo 15: *** We before us ***
Capitolo 16: *** The next are you! ***
Capitolo 17: *** Abstinence crisis ***
Capitolo 18: *** Lost a part of me ***
Capitolo 19: *** Take you away ***
Capitolo 20: *** Now and many other times ***
Capitolo 21: *** Our now beginning ***
Capitolo 22: *** Tonight cinema ***
Capitolo 23: *** Happy snow ***
Capitolo 24: *** In my arms ***
Capitolo 25: *** Be brave ***
Capitolo 26: *** You're fine ***
Capitolo 27: *** Our baby ***
Capitolo 28: *** Sleepness and fear ***
Capitolo 29: *** Three hearts ***
Capitolo 30: *** Everybody loves Naoko ***
Capitolo 31: *** Moods ***
Capitolo 32: *** So funny ***
Capitolo 33: *** Say ***
Capitolo 34: *** Jelly time! ***
Capitolo 35: *** Photo ***
Capitolo 36: *** First steps ***
Capitolo 37: *** Little brats grow up ***
Capitolo 38: *** Night visits ***
Capitolo 39: *** And the babies? ***
Capitolo 40: *** I will protect you ***
Capitolo 41: *** DIisease ***
Capitolo 42: *** She's strong ***
Capitolo 43: *** Dreams and life ***
Capitolo 44: *** Drunk ***
Capitolo 45: *** Ooops, chat! ***
Capitolo 46: *** Swimming ***
Capitolo 47: *** Cycling, maybe ***
Capitolo 48: *** Quarrel ***
Capitolo 49: *** Braids ***
Capitolo 50: *** No injustice! ***
Capitolo 51: *** 51 - Angel ***
Capitolo 52: *** 52 - Make up! ***
Capitolo 53: *** Become a woman ***
Capitolo 54: *** Aware ***
Capitolo 55: *** Passion and foolishness ***
Capitolo 56: *** 56 - My rules ***
Capitolo 57: *** 57 - I like boy ***
Capitolo 58: *** 58 - Colors and fight ***
Capitolo 59: *** My daughter's boyfriend ***
Capitolo 60: *** Sad story ***
Capitolo 61: *** My dream ***
Capitolo 62: *** Go away ***
Capitolo 63: *** 63 - Marriage ***
Capitolo 64: *** 64 - At the end of everything ***



Capitolo 1
*** Give me my pudding! ***


1 - Give me my pudding!

Ogni sera dopo cena, soprattutto d’estate, Neliel aveva preso l’abitudine di gustarsi un budino alla vaniglia, magari davanti alla tv o affacciata in veranda. 
La ragazza si stava dirigendo  verso il frigo, sentendo già sulla lingua il delicato sapore vanigliato che tanto le piaceva. Quando però aprì lo sportello, lo shock fu tanto da immobilizzarla.
Il suo ultimo budino era sparito. Sacrilegio!
“C-cosa?! Il mio budino! Chi ha mangiato il mio…”.
Fece per porsi quella domanda, ma poi si disse che sarebbe stato inutile. Il colpevole poteva essere uno e uno soltanto. E infatti, Nnoitra se ne stava comodamente poggiato al bancone della cucina a far fuori l’ultima cucchiaiata.
“Che hai da strillare tanto? Guarda che sono quasi le undici!”, affermò infastidito.
Dopo aver richiuso il frigo, Neliel si voltò a guardarlo con gli occhi sgranati.
“Il mio budino! Lascialo subito, quello è mio!”, tentò di andargli incontro, ma prontamente l’altro le poggiò una mano dritta sul viso, impedendole di proseguire.
“Non c’è scritto il tuo nome. E poi avevo fame”.
“Sei un idiota! Almeno dividiamolo!”.
“Ma non ci penso proprio”.
“Allora almeno vai a comprarne dell’altro giù al konbini*”.
“Vacci tu, io sono stanco”, stufo di trattenerla, si staccò da lei. Neliel guardò affranta il vasetto di budino vuoto sul tavolo.
Come osava Nnoitra farle questo? Nessuno poteva privarla dei suoi budini!
Strinse i pugni.
“Questa me la paghi!”.
Prendendo la rincorsa gli saltò addosso. Nnoitra fu colto completamente alla sprovvista, al punto che quasi cadde sul pavimento.
“Che diamine stai facendo? Scendi oppure giuro che ti faccio cadere!”.
Comodamente aggrappata a lui, Neliel gli diede un pizzicotto.
“Comprami un budino”.
“No”.
“Compramene due”.
“Aumentare il numero di budini non mi convincerà a dire di sì”. 
Neliel annuì. Cambiando completamente espressione, affondò le dita fra i suoi lunghi capelli, tirandoli.
“Così forse ti convincerò! Cosa vuoi fare, eh Nnoitra? Preferisci che ti strappi i capelli uno ad uno? Ci starò tutta la notte, ma posso farlo”.
“Ahi! Pazza, lasciami subito!”, Nnoitra non osò muoversi. Sapeva che la sua ragazza su certe cose non scherzava affatto. “Va bene, ci vado! Basta che la smetti di rompere!”.
Neliel sorrise soddisfatta, decidendosi finalmente a mollare la presa.
Per quella sera, giustizia era stata fatta.

*supermercato aperto 24h su 24.

Nota dell'autrice
Ho deciso di iniziare questa raccolta AU perché scrivere di Nnoitra e Nel mi rilassa troppo, oltre a mettermi di buon umore. Saranno delle flashfic, alcune più allegre, altre decisamente più angst. Questa prima è nata dal fatto che io ho una specie di ossessioni per i budini alla vaniglia. Mi piacciono e non voglio che nessuno li tocchi, questo è quanto :D
Il titolo della storia invece è una canzone di P!nk, appunto "What about us?", una delle mie preferite.
Spero che l'idea vi piaccia, alla prossima :D

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Capitolo 2
*** I want a dog! ***


2 - I want a dog!


“Nnoitraaa”, Neliel biascicò il nome del suo fidanzato, poggiandogli la testa su una spalla. Lui la ignorò bellamente, più impegnato a guardare lo schermo della tv. Lei allora si tirò su, pizzicandogli una guancia.
“Nnoitra, devo dirti una cosa!”.
“Ma non puoi aspettare? Sono impegnato”.
“Non mi interessa!”, stufa si irrigidì, a braccia conserte. “Nnoitra, voglio un cane. Prendiamo un cane?”.
Neliel era certa che con quella domanda avrebbe attirato la sua attenzione. Ed in effetti, subito dopo il suo fidanzato la osservò truce.
“Un cane? Cosa me ne faccio di un cane se ho già te?”.
“Uffa, sono seria!”, decise di cambiare approccio a di accoccolarsi a lui. “Dai…”.
“E sentiamo, che razza di cane vorresti?”.
“Uno Shar pei!”.
“Te lo puoi scordare. Prendine uno di quelli piccoli”.
“Ma i chihuahua non mi piacciono”, gonfiò le guance. “Sono magrolini, isterici e… in effetti ti somigliano”.
“Non prenderemo un cane e questo è tutto quello che ho da dire al riguardo”, stufo di quella conversazione decise di alzarsi, facendo accasciare Nel sul divano.
“Umh. Io avrò un cane, costi quel che costi!”.

Qualche giorno dopo…

L’argomento “voglio un cane” non era più stato tirato fuori e per questo Noitra si era rasserenato. 
Quando quel tardo pomeriggio era tornato a casa, la prima cosa che lo aveva colto era stato lo shock più totale.
“Che cos’è questa cosa?”, domandò con un’espressione indefinibile in viso.
Un cucciolo di Shar pei, color caramello, stava annusando accuratamente tutto con gran curiosità.
“Lui si chiama Aries ed è il nostro cane. Non è carino?”, domandò Neliel già palesemente innamorata di quell’esserino.
Nnoitra si lasciò andare ad una smorfia.
“Ti avevo detto che non ero d’accordo”.
“Suvvia, non essere noioso! Vedrai che ti ci affezionerai anche tu. Perché non provi ad accarezzarlo?”.
“Neanche morto”.
“Coraggio! Solo una carezza piccina!”, la ragazza si fece vicino con Aries in braccio. 
Odiava gli animali, li considerava una seccatura, un po’ come i bambini, gli adulti, gli adolescenti e quant’altro.
Con molta riluttanza allungò una mano verso Aries, il quale doveva però aver percepito il suo astio, perché ringhiò.
“Che?!”, Nnoitra retrasse una mano. “Questo cosa mi ha appena ringhiato?”.
“Non rimproverarlo! È ancora un cucciolo”.
“Oh, cavolo. Ti sei fatta ingannare da quegli occhi dolci e quei rotolini, vero?! Benissimo, ma io non voglio saperne nulla!”.
Questo era ridicolo. Arrivava un musetto qualsiasi in casa sua e osava rubargli le attenzioni della sua fidanzata? Questo era assurdo, ed era anche meglio tenerlo per sé.
Neliel posò un bacio sulla testa di Aries.
“Su, tranquillo, si affezionerà. E’ soltanto geloso”.
Nnoitra la guardò male.
“Ti ho sentita!”.


Nota dell’autrice
Rieccomi con questa seconda flash :) Adoro scrivere di questi momenti quotidiani, la cosa più preoccupante è che mi diverto anche quando scrivo dei momenti angst, non so quanto questa cosa sia naturale.
Per me il cane per Neliel è lo Sharp pei, per Nnoitra il chihuahua. Boh, forse perché me li ricordano [?], non lo so, sta di fatto che Nel voleva un cucciolo e un cucciolo ha avuto. Ho scelto il nome Aries perché… non c’è un motivo, semplicemente mi piaceva (io e le mie scelte profonde :D).
Spero abbiate gradito :)

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Capitolo 3
*** The lost TV remote ***


3 - The lost TV remote

Neliel sembrava molto interessata e concentrata mentre, seduta sul pavimento, osservava lo schermo davanti a lei. Nnoitra stava seduto dietro di lei sul divano, piuttosto nervoso in realtà. Una relazione era fatta di compromessi e i compromessi più importanti riguardavano le serie tv.
“Va bene, ora basta, tocca a me”, proclamò alzandosi e rubandole il telecomando.
“Ehi! Nnoitra, aspetta! Non ho finito. Per favore, altri dieci minuti!”.
“Levati di mezzo, io devo guardare Game of Thrones!”.
Neliel aggrottò la fronte, afferrando l’altro capo del telecomando.
“Ma come fa a piacerti? C’è un sacco di gente che muore e un sacco di tette!”.
“Sempre meglio di quello che guardi tu. 13 Reasons Why? Ma cosa sei, un’adolescente?”.
“Guarda che tratta delle tematiche molto importanti!”, batté un piede sul pavimento, “Dammi il telecomando, non sto scherzando”.
“Se proprio lo vuoi, prova a prenderlo”, sorridendo avvicinò l’oggetto al suo viso. Neliel allungò una mano velocemente, ma non abbastanza da afferrarlo. Certo, Nnoitra poteva contare sulla sua altezza, gli bastava sollevare il braccio sopra la testa per impedire alla ragazza di afferrarlo.
“Così non vale! Sono troppo bassa, non ci arrivo!”.
“Oh, che peccato”.
“Nnoitra, sei un bullo”.
“E tu una rompipalle certificata. Non è certo colpa mia se è hai un gusto pessimo!”.
Arrabbiata, Neliel gli rivolse un’occhiataccia.
“Certo, infatti sto con te”.
Forse avrebbe potuto evitare ma… oramai era fatta!
“Oh, ora te lo puoi scordare di sicuro!”.
Nnoitra indietreggiò e prontamente Neliel fece un balzo. Entrambi caddero sul divano e il telecomando finì lontano chissà dove.
La ragazza fu la prima a sollevare il capo.
“Dov’è finito?”.
“Se non mi fossi caduta addosso, questo non sarebbe successo!”.
Aries si era tanto fatto vicino al telecomando e vedendo in esso un giocattolo iniziò a mordicchiarlo.
“Ah!”, gridò Neliel. “Aries! Fermo, quello non è un giocattolo!”.
Il cucciolo, per tutta risposta, afferrò saldamente l’oggetto fra i canini, correndo via.
“Aspetta, Aries!”.
“Che diamine!”, si lamentò Nnoitra. “Sapevo che quel cane avrebbe portato solo guai!”.

Nota dell'autrice
Ed ecco qui la terza flash! Voi da che parte sareste state? A me piacciono entrambe le serie tv, ma GOT è tra le mie preferite, quindi sono #teamNoitra lol.
Alla fine a quanto pare nessuno vedrà niente, visto che Aries si è preso il telecomando, portandolo via... ora sarà un problema riprenderlo xD
Spero vi sia piaciuta, vi auguro un buon Natale :)

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Capitolo 4
*** Hot sleepless night ***


4 - Hot sleepless night

Il piccolo ventilatore poggiato sul comodino si era rivelato essere inutile. Certo, se il condizionatore non si fosse rotto sarebbe stato meglio, ma in certi casi bisognava arrangiarsi.
Dormire con il caldo asfissiante poteva mettere alla prova chiunque.
Neliel stava provando in tutti modi a prendere sonno. E sicuramente ci sarebbe anche riuscita se solo Nnoitra non avesse continuato a girarsi e rigirarsi.
“Oh, sta fermo”, mugugnò ad un certo punto, tenendo gli occhi chiusi.
“Sta fermo? Non riesco a dormire, fa troppo caldo! Se apro la finestra, va a finire che verrò divorato dalle zanzare. E smettila di tenere il ventilatore tutto per te, accidenti”.
Neliel a quel punto aprì gli occhi, lanciando uno sguardo alla sveglia: le due e trenta minuti. Oh no, di certo non sarebbero andati da nessuna parte continuando così. 
Il sudore le imperlava la fronte e il corpo, nonostante stesse indossando solo dei pantaloncini e un comodo top.
Sospirò, mettendosi seduta.
“Dovremo fare aggiustare l’aria condizionata”, sospirò.
“Ho detto che ci penserò io”, la interruppe subito Nnoitra, portandola ad alzare gli occhi al cielo. Tipico di lui, quando si intestardiva non c’era niente in grado di fargli cambiare idea.
“D’accordo. E fino a quel momento cosa dovremmo fare? Dormire sul pavimento?”.
Nnoitra rimase in silenzio qualche secondo. Poi si sollevò, afferrando il cuscino.
“Ma seriamente vuoi dormire sul pavimento?!”.
“Sicuramente mi darà più sollievo che continuare a dormire su quel materasso infernale”.
Neliel fece una smorfia. Non aveva mai amato dormire da sola. Forse perché non era abituata, la cosa la faceva sentire a disagio.
Quindi alla fine decise di arrendersi e, prendendo il suo cuscino, gli si distese accanto.
Effettivamente, il contatto del marmo freddo con la pelle nuda le provocò un immediato sollievo.
“Lo sai che domani ci sveglieremo con la schiena a pezzi, vero?”.
“Sempre meglio che non dormire affatto. E ti pregherei di non starmi appiccicata”.
Dormire accanto ad una persona poteva essere piacevole d’inverno, durante le fredde giornate innevate, di certo non quando si sfioravano i trentacinque gradi. 
Sfortunatamente Neliel aveva sempre avuto l’abitudine di stargli molto vicina durante la notte, come se avvertire un suo contatto, anche se lieve, la tranquillizzasse. Questa era un’abitudine che neanche il caldo poteva spezzare.
La ragazza infatti ignorò le richieste del suo fidanzato e poggiò comodamente la testa sul suo petto.
“E ti pareva, mai una volta in cui mi ascolta”, borbottò Nnoitra sottovoce.
Avrebbe potuto spingerla via, ma nel sentire il suo respiro così quieto, lo stesso respiro che accompagnava tutte le sue notti, cambiò immediatamente idea. 
Andava bene anche così.


Nota dell'autrice
Buon S. Stefano a tutti! Vi siete ripresi dagli immensi pranzi di Natale? Io ancora no. Vi è piaciuta questa flash?
Purtroppo io ne so qualche cosa di cosa voglia dire non poter dormire con il caldo. Fin quando non ho avuto l'aria condizionata, ma sono arrivata anche a stare sul pavimento per trovare un po' di sollievo.
Io poi sono come Nel. Quando dormo con qualcuno ho bisogno di un contatto. E quindi :D
Spero che vi sia piaciuto :3

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Capitolo 5
*** Another tattoo ***


5 - Another tattoo

Nnoitra non sembrava per niente felice. Non che questo fosse una novità, ma in quel momento era per qualcosa di specifico.
“Nel… non pensarci neanche”.
Ovviamente la sua fidanzata si era aspettata quella reazione, per tale motivo si era già preparata a rispondere.
“Si può sapere qual è il problema che ti affligge? È il mio corpo e decido io. Ho già tanti di quei tatuaggi, uno in più non farà differenza”.
“Una femmina con troppi tatuaggi è volgare”.
“Una… femmina? Nnoitra Gilga, sei sessista, noioso e anche all’antica, ma solo quando ti conviene di più. Lo sai che qualsiasi cosa che dirai sarà inutile, vero?”.
Purtroppo Nnoitra lo sapeva bene. Non capiva perché la cosa dovesse creargli tutti questi problemi. I suoi tatuaggi le piacevano abbastanza, anche perché la maggior parte erano sempre coperti dai vestiti.
Erano dei dettagli che la rendevano piuttosto sexy.
… Forse un po’ troppo.
“E questa volta cosa vorresti tatuarti, sentiamo?”.
A quel punto le labbra di Neliel si dipinsero di un sorriso piuttosto strano.
“Pensavo… ad un tatuaggio di coppia”.
A Nnoitra si raggelò il sangue nelle vene.
“Ma sei completamente impazzita?! Io non faccio queste cose. Sono melense e portano sfortuna. Se dovessimo lasciarci io non voglio il tuo nome a vita sulla mia pelle!”.
Il tremore nella sua voce lo tradì immediatamente. E ovviamente Neliel se ne accorse. Era sempre molto perspicace.
“Ora non mi verrai a dire che hai paura di un piccolo ago, eh?”.
Lui rimase in silenzio. Aveva fatto un tatuaggio solo una volta, quando aveva sedici anni: il numero cinque che aveva sul dorso della mano destra. Ai tempi si era fatto convincere da Grimmjow, ed era stata una pessima idea. Il dolore che aveva dovuto sopportare di certo non lo avrebbe mai dimenticato. Ma questo non poteva dirlo, non avrebbe fatto bene al suo orgoglio. Neliel non doveva sapere.
“Chiariamo una cosa, Nel. Io non ho paura di niente”.
E quello per lei valse più di un qualsiasi consenso.

Non voleva guardare. Era molto meglio guardare da un’altra parte, in modo da ignorare il dolore dato da quell’ago malefico che gli stava bucando la pelle. Non un gemito di dolore sarebbe uscito dalle sue labbra.
E pensare che invece Neliel era completamente a suo agio.
“Chi me l’ha fatto fare? Chi?”, si lamentò Nnoitra. Perché finiva sempre con il farsi convincere?
Per fortuna la sua ragazza era stata caritatevole ed aveva optato per dei tatuaggi piccoli: ciò che adesso marchiava il suo polso sinistro era la sagoma di una mezzaluna.
“Ah… ho sofferto solo per questo? Beh, almeno non è qualcosa di eccessivo. Solo che non ho capito perché la luna”.
“Semplice”, lei gli mostrò fiera il sole che aveva tatuato nello stesso punto. “Perché è quello che siamo io e te. Il sole e la luna. È troppo melensa come idea?”.
“Già, disgustosamente. Però, forse… è quasi carino”.
Neliel sorrise e lo prese per mano. In questo modo i loro tatuaggi sarebbero stati sempre vicini.


 


 
Nota dell'autrice:
Come Nnoitra sono completamente contro ai tatuaggi di coppia, non mi piacciono e penso portino sfortuna :D Però in questo caso ho pensato fosse un'idea carina e ho deciso che doveva cedere... come sempre, del resto.
Con questa flash, segno la fine delle pubblicazioni del 2018. Ci si vede all'anno nuovo e spero seriamente abbiate apprezzato :)
Alla prossima ^^

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Capitolo 6
*** Cooking together ***


6 - Cooking togheter



“Dai, fammi assaggiare!”. 
“Vuoi piantarla? Così non ne rimarrà niente”.
“Ma è importante assaggiare ciò che si cucina, altrimenti come si può garantire un risultato perfetto?”.
Neliel trovava sempre il modo di risultare  convincente qualsiasi cosa dicesse. 
Nnoitra doveva fare i conti con questo e anche con la sua eccessiva golosità. Ogni volta che cucinavano insieme andava a finire così: lui lavorava e lei mangiava.
“E va bene, ma poi dacci un taglio”, alla fine si arrese e avvicinò la forchetta alle sue labbra.
La ragazza assaggiò molto volentieri la forchettata di spaghetti di soia fritti. Immediatamente arrivò una pace dei sensi senza eguali.
“È delizioso! Però forse manca un po’ di sale. Umh… facciamolo assaggiare ad Aries e vediamo che fa”.
“Aspetta, cosa?! Ehi…!”.
Non che Nnoitra sperasse di essere ascoltato. Quando in mezzo c’era Aries, lui finiva sempre al secondo posto. Vide Neliel chinarsi e mettere una manciata di spaghetti nella ciotola del suo adorato cucciolo, che immediatamente aveva preso a mangiare.
“Beh, mi sembra gradire”.
“È un cane! Mangia qualsiasi cosa. E smettila di sprecare il cibo così. Pff, ingrata. Se non fosse per me mangeremmo sempre ramen istantaneo”.
Aveva detto ciò ad alta voce di proposito. Stuzzicare Neliel era divertente, in cucina non era esattamente abile e ciò la ragazza lo sapeva bene.
“Ah, sì? Beh, allora visto che sei tanto bravo, mangia tutto tu!”.
Si pentì immediatamente di aver detto ciò. Se c’era una cosa a cui non riusciva a rinunciare era proprio il buon cibo. E di ciò Nnoitra ne era cosciente.
“D’accordo, visto che hai deciso così, mangerò gli spaghetti di soia da solo. Se vuoi puoi dividere i croccantini con Aries”.
“Smettila di prendermi in giro!”, esclamò con le guance arrossate, al punto che il suo fidanzato dovette sforzarsi seriamente per non ridere.
Come se non bastasse, lo stomaco aveva preso a brontolare.
“Uffa…”, piagnucolò. “Va bene, d’accordo. La pianto, però ti prego, non farmi morire di fame, ti supplico!”
Congiunse le mani e strizzò gli occhi come una bambina.  Nnoitra chinò la testa di lato.
“Visto che mi preghi, potrei essere magnanimo…”, rispose distrattamente.
Neliel cambiò subito espressione  in una più sorridente.
“Grazie! Allora, quand’è pronto?”.


Nota dell'autrice

Fanart credits to mizzuki
E rieccoci, ma buon 2019 a tutti :D La prima flash di quest'anno vede Nnoitra che cerca di cucinare mentre combatte contro la golosità di Nel. E anche in questo siamo uguali, io mangerei qualunque cosa, ma per cucinare... preferisco che siano gli altri a farlo.
Fortunatamente le minacce bastano... come si può rinunciare al buon cibo, insomma?
Spero che vi sia piaciuta :D

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Capitolo 7
*** Adorable jealousy ***


7 – Adorable jeaolousy 
 
 
Da quando Aries era arrivato in casa loro, Nnoitra si era sentito in un certo senso spodestato. Non solo doveva condividere le attenzioni di Neliel con qualcun altro, ma anche il divano, il letto, ogni angolo della casa. 
Senza contare il fatto che Aries era indiscutibilmente geloso della sua adorata padrona e odiava senza ombra di dubbio Nnoitra. O, almeno, quest’ultimo si era convinto così.
Se ne restava sempre a guardare in truce Neliel intenta a coccolarlo, ma molto spesso la sua ragazza tentava di renderlo partecipe.
“Non è adorabile questo musetto?”, domandò con una voce più acuta del normale.
“Adorabile come un pugno dritto nello stomaco”, rispose. “Questo divano è troppo piccolo per tutti e tre. E anche questa casa…”.
“Su, smettila di fare il drammatico. C’è forse qualcosa che potrei fare per addolcirti un po’?”.
“Non lo so, prova”.
Neliel batté languidamente le palpebre, poi gli guardò le labbra, facendogli ben intendere che ciò che desiderava era proprio un bacio.
Nnoitra si avvicinò, ma prima che potesse proseguire oltre, Aries, che fino a quel momento era stato comodamente accucciato sulle gambe di lei, si sollevò, ringhiando.
“E tu che vuoi? È me che vuole baciare, di certo non te”.
“Credo che Aries sia geloso”.
“Geloso? Beh, questa è veramente una cosa stupida. Vedi di abbassare la coda con me, sottospecie di quadrupede!”.
Sentendosi attaccato, Aries prese a ringhiare in modo minaccioso. Neliel era semplicemente sconvolta, quei due se la stavano davvero contendendo. E ciò la divertiva abbastanza.
“Adesso smettetela, sciocchi. Amo entrambi”, chiarì.
“Come no. Tu ami di più lui”, sbuffò Nnoitra. “Cosa, è perché morbido? Non è colpa mia se sono troppo magro, è il mio fisico”.
“… Cosa? Non ti capisco. Non è che qui sei tu quello geloso?”.
Nnoitra desiderò mordersi la lingua in quel momento.
“Affatto. È una questione di principio”.
Trattenendo a stento una risatina, Neliel si alzò, portando con sé Aries.
“Tranquillo, non devi essere geloso. Aries è il mio bambino adorato, ma tu sei il mio adorato fidanzato, no?”.
Nnoitra evitò di rispondere. Si era già umiliato abbastanza per quella sera.
“Tsk, adesso anche i cani tentano di rubarmi la ragazza. Maledetti…”.


Nota dell'autrice
A questo giro Aries è il protagonista indiscusso. Tra Nnoitra e Aires c'è giusta una leggera rivalità, entrambi mirano all'attenzione di Nel. E lei se la ride. Giustamente. Quando i cani sono gelosi dei loro padroni mi fa troppo ridere, ma la trovo anche una cosa tenera.
Spero vi sia piaciuta, alla prossima :)

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Capitolo 8
*** Tenderness and rain ***


8 - Tenderness and rain

La pioggia cadeva lieve sul davanzale della finestra, producendo un rumore che a lungo andare aveva fatto quasi appisolare Neliel. 
Teneva gli occhi chiusi, ma non stava dormendo profondamente. Fu la sensazione di un braccio stretto intorno alla vita a farla destare completamente. Nnoitra la stava stringendo da dietro e l’aveva avvicinata a sé.
“Umh… Nnoitra”, mormorò. “Non dovremmo dormire. Sono quasi le cinque, dobbiamo uscire. Lo sai che ci sto una vita a fare shopping”.
“Appunto, motivo in più per restare qui”, sussurrò lui con fare assonnato.
“Ma parliamo del matrimonio di Hime e Ulquiorra. Noi siamo i testimoni, dobbiamo fare bella figura”.
“I matrimoni sono una seccatura. Posso non venire?”. Neliel allora decise di girarsi. Così facendo si ritrovarono a guardarsi negli occhi.
“Nnoitra, non fare l’indisponente. Un giorno potrebbe toccare anche a noi. Sai bene che il matrimonio è nei miei piani”.
“Sarà anche nei tuoi piani, ma io non te lo chiederò di certo. Mi ci vedi a mettermi in ginocchio e a chiederti una cosa tipo. “Oh, dolce Nel, vuoi passare con me il resto della tua vita?”. Mi vengono i brividi solo a pensarci”.
“Effettivamente non è proprio da te”, sorrise nell’immaginarsi la scena. “Allora facciamo che te lo chiederò io”.
“Non prenderti il disturbo”.
Poteva sembrare strano, ma più Nnoitra si atteggiava a duro e più lei si divertiva. Era anche per quello che si era innamorata, lui la faceva ridere senza neanche farlo di proposito.
Svelta allungò una mano e gli pizzicò il braccio.
“Oh, dovresti essere più gentile, altrimenti qualcuno potrebbe portarmi via”.
Nnoitra rimase in silenzio e la guardò per qualche attimo. Poi la afferrò quasi di scatto, portandola sotto di sé e impedendole di muoversi.
“Nessuno ti porterà via, su questo puoi starne certa”, affermò duramente.
Neliel sorrise ancora, con un’espressione furba.
“Dimmi che mi ami”.
“Lo sai già”.
“Ma ho comunque bisogno di sentirmelo dire”. 
Gli sembrò estremamente persuasiva. O forse era anche a causa del suo ginocchio che premeva contro il proprio basso ventre. Una parola sbagliata e avrebbe visto l’inferno.
“Okay. Ti amo, contenta?”, lo disse velocemente, arrossendo e odiandosi per questo.
Fu a quel punto che Neliel lo avvicinò a sé e lo baciò. E quelli erano i baci più belli, quelli a “tradimento” come Nnoitra li chiamava.
“Ti amo anche io”, gli sussurrò, la fronte poggiata alla sua. 
Lui rimase in silenzio. Fuori la pioggia non aveva ancora smesso di cadere.


Nota dell'autrice
Aaaaw. Sono contenta di me quando riesco a scrivere qualcosa di così fluff. Le coccole piacciono a tutti gente, soprattutto alla sottoscritta, poi se fuori piove MEGLIO ancora, l'atmosfera fa tanto. Io mi sciolgo veramente tanto, spero abbiate apprezzato **
Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Don't look my girlfriend! ***


9 - Don't look my girlfriend!

Se c’era una cosa a cui Neliel non avrebbe mai rinunciato era l’attività fisica. Minimo tre volte a settimana andava in palestra e si impegnava per due ore a fare sollevamento pesi, addominali, bicipiti e quant’altro. Ed era anche consapevole degli sguardi che attirava su di sé: aveva sempre avuto forme generose, ma non si era mai preoccupata di nasconderle. Si diceva sempre che era giovane e che voleva vestirsi come meglio le pareva. Anche in palestra non si risparmiava, indossando strettissimi leggins e un top sportivo, indumenti comodi ma che sicuramente attiravano le attenzioni di molti degli uomini intorno a lei. 
Bastava ignorare. Lei poteva anche farlo. Nnoitra un po’ meno. 
Quella sera Neliel aveva optato per il turno serale. Ciò voleva dire che il suo fidanzato era stato costretta a venirla a prendere. E la cosa ovviamente non lo faceva  esultare dalla gioia.
“Tesoro, mi vieni a prendere? Certo, come se potessi dirle di no, accidenti”, si lamentò, mentre entrava in palestra. La sua ragazza avrebbe anche potuto farsi trovare fuori, e invece..
Quando entrò la vide subito. Neliel lo stava aspettando.
“Ah, sei arrivato finalmente!”, esclamò contenta. “Andiamo? Ho fame!”.
Lei parve non accorgersi del suo sguardo seccato e in parte anche sconvolto.
“È così che vieni in palestra?”.
“Umh?”, spalancò gli occhi. “Sì, perché?”.
“Mi chiedi anche il perché? Si vede tutto!”, si tolse velocemente la giacca che portava. “Tieni, indossa questa”.
“Ma io non…”
“Ho detto indossala! E voi non guardatela!”, si rivolse agli esseri di genere maschile che sorridendo in modo malizioso stavano praticamente mangiando con gli occhi la sua fidanzata. “Oppure giuro che ve la dovrete vedere con me!”.
“Va bene, ho capito!”, esclamò Neliel. “Meglio se ce ne andiamo, eh?”.
Una volta fuori, la ragazza sospirò.
“Sbaglio o quella era una scenata di gelosia?”.
“Non è assolutamente questo, che sciocchezza. Devi fare attenzione, noi uomini sappiamo essere terribili con una ragazza come te”.
“Sembri esperto”.
“Non è questo il punto. So come ragioniamo, come agiamo!”.
Neliel si sorprese. Nnoitra gli sembrava in seria apprensione e ciò non era da lui.
“Sei… preoccupato per me?”.
Lo vide infilarsi le mani nelle tasche e sbuffare. Sapeva quanta fatica gli costasse ammettere certe cose.
“Certo, cavolo. Tu sai essere così ingenua alle volte. E io non voglio che nessuno ti tocchi o ti guardi in modo strano, può diventare pericoloso”.
Lei si avvicinò, attaccandosi al suo braccio.
“Non devi preoccuparti. Io so difendermi, sono fisicamente forte per essere una donna. Però ammetto che”, e allora poggiò la testa sulla sua spalla. “Il fatto che tu voglia proteggermi… mi fa sentire più amata”.
E chiuse gli occhi, non riuscendo proprio a togliersi quel sorriso dalle labbra.
“Su”, le disse poi Nnoitra. “Adesso andiamo, è già tardi”.


Nota dell’autrice
Se di solito Nnoitra è bravo a sviare il discorso sulla sua gelosia, qui la cosa è stata abbastanza palese. Il piccino è preoccupato che alla sua ragazza possa accadere qualcosa di brutto, se non è la tenerezza questa cosa <3
Bene, adesso mi sento in dovere di avvisarvi che le prossime flash potrebbero essere un pochino angst…ma dopotutto cos’è la vita senza un po’ di sano DRAMMA? :D

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Capitolo 10
*** Hate this part of you ***


10 - Hate this part of you

L’amore aveva i suoi alti e i suoi bassi. C’erano quei periodi di pace e gioia assoluta e c’erano quei periodi di disagio e tensione totale. Nnoitra e Neliel non sapevano perché, ma da qualche settimana non facevano che discutere su tutto. Più del solito e in maniera seria, al punto che la maggior parte del tempo preferivano non parlare affatto. 
Per questo, quando quella sera lei disse a lui: “Vado a lavoro, non aspettarmi”, Nnoitra non aveva detto nulla, troppo impegnato a osservare le sue tavole. Poi il tempo era passato, ma non aveva ancora disegnato nulla di nuovo. Sicuramente sarebbe stato meglio se solo non avesse avuto tutto quel nervosismo accumulato. 
Erano arrivate le undici, poi mezzanotte. Perché diamine Neliel ancora non rincasava? Lo aveva avvertito, d’accordo, ma non gli aveva neanche mandato un messaggio, tant’è che alla fine era stato costretto a cedere e a chiederle che fine avesse fatto. 
Poi era arrivata l’una di notte. Si disse che entro dieci minuti sarebbe andato a cercarla. All’una e sei minuti precisi, Neliel rincasò.
Nnoitra avvertì il suo passo stranamente pesante e quando accese la luce del soggiorno, si rese conto che effettivamente qualcosa non quadrava.
“Che hai combinato?”, domandò con tono nervoso. 
Aveva il viso arrossato, un’espressione stralunata. E sentiva odore di alcol.
“Ah, niente. Io e i miei colleghi ci siamo fermati a bere qualcosa. Adesso sono stanca, voglio andare a letto”.
Gli passò accanto, ma Nnoitra non gli permise di proseguire oltre. La afferrò per un polso in una morsa stretta.
“Che cazzo hai fatto?”.
“Eh? Lasciami, non mi rompere”, sbuffò infastidita. “Non ho fatto niente. Chi ti credi di essere?”.
Sapeva che probabilmente non avrebbe dovuto far troppo caso a quello che stava dicendo, poteva essere l’alcol a farla parlare così. Ma Nnoitra ebbe l’impressione che non fosse così.
“Dimmi tu, io chi sono?”, domandò ad alta voce, afferrandola per le spalle. “Perché ultimamente non lo so più. Sei strana, qual è il problema?”.
“Non è niente, lasciami”.
“Nel!”, la sua presa divenne forte tanto da far quasi male. “Dimmi che cazzo succede. Qual è il problema? Ti sei stancata? O forse hai un altro? Parlarmi!”.
La ragazza si ritrovò con le spalle al muro. Il cuore aveva iniziato a battere forte.
“Non è… niente”.
“Maledizione”, Nnoitra lanciò un pugno contro il muro, appena sopra la sua testa. “Smettila di dire “niente”! Mi fai incazzare e basta. Pensi che sia stupido?!”.
Neliel abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi divenire lucidi. E si sentì oppressa, sentì l’aria mancarle come se qualcuno la stesse soffocando. E tremava.
“Perché devi fare sempre così?!”, domandò soffocando un gemito. “Perché non puoi amarmi tanto quanto ti amo io? Io odio la parte violenta di te. Avevi detto che oramai era scomparsa!”.
Riuscì a liberarsi dalla sua presa. In quel momento voleva andare via, non le importava nulla che fosse notte fonda o della pioggia.
Nnoitra non trovò il coraggio di muoversi. Rimase lì fermo, con le nocche insanguinate.

Nota dell’autrice
Prima che a qualcuno venga un colpo NO, NIENTE VIOLENZA DOMESTICA. Non è a quello che mi riferisco. 
I momenti neri capitano a tutte le coppie e in quei casi viene fuori la parte peggiore di noi. Neliel si sfoga con l’alcol e Nnoitra dando pugni a random, che sono entrambi comportamenti sbagliati.
Il fatto è che Nel si è spaventata e se n’è andata. E no, secondo me non è una reazione esagerata, perché per quanto forte possa essere, penso che qualsiasi persona si spaventerebbe e se ne andrebbe.
Adesso tocca a Nnoitra farsi perdonare, le andrà dietro?
Scusate l’angst, dovevo :D

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Capitolo 11
*** Hold me ***


11 - Hold me

Fuori era il temporale. Dov’era andata Neliel a quell’ora della notte, con quella pioggia? 
Nnoitra aveva esitato solo qualche istante. Eppure, quando si era deciso ad andarle dietro, lei sembrava già scomparsa. 
Stupido, la colpa è tutta tua.
Non poteva essere lontana. Ciò che Nnoitra avvertì doveva essere apprensione, preoccupazione, senso di colpa.
Uscì di casa senza neanche premurarsi di coprirsi e quando si ritrovò sotto la pioggia non avvertì neanche il freddo. Sapeva solo di doverla trovare a tutti i costi. A nulla erano valsi i tentativi di chiamarla, poiché il cellulare risultava irraggiungibile.
Non mi perdonerei mai se le accadesse qualcosa.
Lo ricordo ancora cosa mi dicesti la prima volta che ci incontrammo.

“Come mai hai un occhio bendato? È una specie di moda?”.
“Tsk, è stato a causa di una lite. Oltre ad aver perso la vista da questo lato, ho una cicatrice orribile, motivo per cui preferisco coprirla”.
“Oh, capisco. Sei un tipo violento?”.
“Solo con chi mi causa problemi. Se te lo stai chiedendo, non ho mai alzato un dito su una donna, non sono un vile”.
Allora lei ti sorrise e con quei grandi occhi ti aveva già conquistato.
“È giusto, con la violenza non si risolve nulla. Allora mi prometti che da questo momento in poi ci rinuncerai?”.
“E come farai ad essere certa che manterrò la promessa?”.
Al secondo sorriso eri già andato.
“Magari ci rivedremo ancora… a me piacerebbe”.


Non capì perché gli venne alla mente proprio quel ricordo. Perché doveva pensarci proprio adesso?

“È che sai… mi piace mostrarmi forte e impavida ma anche io ho paura. Sono più indifesa di quel che sembri”.
“Tu pensi che io potrei mai farti del male?”.
“No. Mi dai più che altro l’idea di una persona che mi proteggerebbe da chi vuole farmi del male”.


“Nel, dannazione”, ansimò, stanco per la corsa. “Io voglio ancora proteggerti”.
Era buio pesto, tuttavia la luce di un lampione venne in suo soccorso: esso stava illuminando la figura tremante di Neliel che se ne stava immobile, mentre le lacrime si mescolavano alla pioggia.
Nnoitra non perse tempo e con foga la abbracciò da dietro, al punto che quasi lei si spaventò.
“Nnoitra, sei tu?”, domandò.
Lo sentì annuire, aveva poggiato il viso sulla sua spalla.
“Nel, perdonami. Lo sai, lo sai che non ti farei mai del male. Perdonami. A volte mi dimentico perché ti amo. Perché tu tiri fuori la parte migliore di me. Non andare. Ho bisogno di te, avrò sempre bisogno di te”.
Il suo tono era esasperato come non mai. E la pioggia continuava a cadere fitta. Neliel cercò le sue mani e quando le trovò le strinse.
“Ho paura…”.
“Di me?”.
“No, non di te. Ho paura che finisca tutto, non voglio”.
Fu allora che l’abbraccio di lui si fece più stretto.
“Non finirà niente. Posso portarti a casa con me?”, le chiese, quasi supplicandola.
E Neliel annuì, avvertendo una piacevole sensazione di calore lì, dove si trovava il cuore.


Nota dell'autrice
Okay, ho amato letteralmente scrivere questa flash, non so nemmeno io il perché. Ma Nnoitra è corso dietro Nel e l'ha abbracciata stretta in modo da non poterla più lasciare, e in mezzo ci sono anche sprazzi di dialoghi risalenti ad anni prima, quando si sono conosciuti. Ebbene sì, Nnotira è un po' un ex teppista, ha perso la vista da un occhio e ha pure una cicatrice che odia. Non ho molto da dire, spero che vi abbia emozionato :D

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Capitolo 12
*** Take care of me ***


12 – Take care of me

C’erano tanti modi per ritrovarsi e il modo migliore era quello di amarsi e prendersi tutto, come se un domani non dovesse mai arrivare.  
Nel e Nnoitra erano tornati a casa fradici di pioggia ma bollenti di eccitazione e passione. Non riuscirono neanche ad arrivare ad un giaciglio più comodo come il letto, perché Nnoitra la imprigionò tra le sue braccia e famelico cercò le sue labbra, baciandola con un ardore tale da lasciarla senza fiato.
Avevano bisogno solo di ciò. Di aversi in tutti i modi possibili. Nel aveva ancora le lacrime secche sulle guance, eppure le veniva naturale sorridere. Sembrava passata una vita dall’ultima volta che erano stati così, intimi e vicini.
«Nel, sei fradicia”», ansimò Nnoitra. «Così ti prenderai un’influenza.»
E un altro sorriso nacque sulle labbra di lei, mentre prendeva le mani del suo compagno, portandole sul proprio corpo.
“Allora prenditi tu cura di me”.
Nnoitra si sentì divampare. Non se lo sarebbe fatto ripetere. L’avrebbe tenuta stretta a sé fin quando ce ne sarebbe stato bisogno, anche tutta la vita se necessario. Accarezzò il suo corpo ancora intrappolato tra quei vestiti bagnati che si premurò subito di togliere e gettare via. Era una frenesia incontenibile, erano i brividi ogni volta che si toccavano.
Alle volte Nnoitra dimenticava di quanto fortunato fosse. Ma gli bastava davvero poco per ricordarsene. Gli bastava abbracciarla, sentire il suo calore e il suo profumo.
Ad un tratto era scomparso tutto, era rimasta la pioggia ed erano rimasti loro, ora privi di ogni barriera, che a tentoni cercavano di raggiungere il materasso.
Fu Neliel a cadere per prima e fu Nnoitra a sovrastarla, a baciare la sua pelle in ogni dove.
«Perdonami, Nel. Sono un idiota totale, io…»
«Sssh», dolcemente lei gli strinse le spalle. «Dimmi solo che mi ami.»
Lo sapeva, Nnoitra non tendeva spesso a ripeterglielo, se non in quei momenti in cui diventavano un tutt’uno.
«Ti amo, Nel. Molto più di quanto sono in grado di dimostrare.»
Lei sorrise intenerita e con le guance arrossate, spingendolo su di sé, facendogli intuire il suo bisogno di sentirlo.
Le bocche si cercarono e si trovarono, rimanendo unite in un bacio lungo e infuocato, mentre Nnoitra entrava in lei, con impazienza e dolcezza.
Dalle labbra della ragazza sfuggì un ansimo che ben presto diede inizio ad un susseguirsi di gemiti e parole sconnesse. 
Pioveva ancora. Il rumore della pioggia scandiva il silenzio.
«Nnoitra», lei chiamò il suo nome, guardandolo. «Ti amo anche io, tanto.»
Non che avesse mai avuto dubbi. Forse alle volte discutere, allontanarsi e scappare era necessario, perché quello che arrivava dopo essersi ritrovati era senza dubbio inestimabile.



Nota dell'autrice
E pace fu fatta <3 Mica potevo tenerli separati per sempre, anzi, Nnoitra e Nel hanno fatto pace nel migliore dei modi. E io mi sciolgo tantissimo a scrivere di queste cose, perché mi immedesimo e mi commuovo. Spero vi abbia emozionato **

 

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Capitolo 13
*** My inspiration ***


13 – My insipiration

Se Nnoitra avesse potuto avrebbe sbattuto la testa contro il muro.
Doveva fare affidamento sulla poca lucidità mentale rimastogli per non cedere.
«Non è possibile», si lamentò. «Perché cavolo non mi viene un’idea decente? Qual è il mio problema?!»
Nel aveva aspettato. Ma era quasi mezzanotte e davvero non poteva tollerare che il suo fidanzato stesse a lavorare fino a tardi.
Quando entrò nel suo studio, trovò Nnoitra praticamente al buio, illuminato soltanto da una lucetta poggiata alla scrivania.
«Che c’è?!» esclamò lui nervosamente.
«Nnoitra, che paura, sembri quasi un vampiro. Che ne dici di staccare? È tardi, hai bisogno di dormire.»
«Io non ho bisogno di dormire, ho bisogno di idee. Gli editori mi stanno con il fiato sul collo ed entro domani pomeriggio devo concludere queste tavole. Ma indovina? Non ho più idee, maledizione.»
Nel si avvicinò, poggiandogli le mani sulle spalle e prendendo a massaggiarle.
«Su, non preoccuparti, il blocco dello scrittore capita a tutti…»
«Si fotta il blocco dello scrittore, io non ho tempo da perdere con queste cose. La storia ha bisogno di una svolta…ma non so di che tipo»
«Umh, vuoi che ti dia una mano?»
Nnoitra le lanciò un’occhiataccia.
«Certo, non porre un limite all’umiliazione che cerchi di infliggermi, Neliel.»
«Smettila di fare il melodrammatico», sospirò alzando gli occhi al cielo. Poi osservò le sue tavole. «Stai creando un manga d’azione, dico bene? Ah, ma i tuoi personaggi sono tutti maschi. Dovresti inserire anche una figura femm-»
«Ah, non pensarci neanche!» la frenò subito. «Niente ragazze nel mio manga, niente storie d’amore e niente cliché da due soldi.»
«Non c’è niente di male a inserire un po’ di romanticismo», proclamò Nel indispettita, per poi sorridere. «Potresti creare un personaggio ispirato alla tua adorabile e splendida fidanzata!»
Nnoitra si trattenne per non ridere.
«Questa è l’idea peggiore che tu abbia mai avuto.»
«Umh! E va bene, fa come vuoi. Ma che non si dica che non ti ho dato una mano! Buonanotte!», proclamò Nel offesa.
«Ma per favore.»
Nel e le sue idee strane. Anche se forse – forse – pensandoci attentamente, non era poi così malvagia come cosa. Il problema non era tanto metterla in atto, quanto più dare a Nel la soddisfazione di vederlo seguire un suo consiglio.
«Ehi!» la chiamò. «Torna un po’ qui.»
«Che vuoi ancora?» 
Nnoitra sbuffò. Se ne sarebbe pentito, ma se ciò poteva aiutarlo con il suo blocco, tanto valeva provare.
«Se devo disegnare un personaggio a te ispirato, mi servi. Vedi di stare ferma lì mentre creo la bozza.»
Neliel spalancò gli occhi, fremendo.
“Davvero? Hai ascoltato il mio consiglio?”
«Ho detto ferma!» la zittì lui, prendendo più che altro quella scusa per impedirle di infierire.
E lei fece esattamente come le aveva chiesto, non potendo che essere piuttosto fiera di se stessa.

Nota dell’autrice
Io per Nnoitra ho pensato a lungo a che tipo di lavoro potesse fare e non so perché mi sono fissata con l’idea che debba fare il mangaka stressato. Boh, ce lo vedo incredibilmente bene. Poi cavolo, con una musa come Neliel non dovrebbe avere problemi di ispirazione, infatti il blocco gli passa in un baleno u.u
Spero sia stata di vostro gradimento ^^

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Capitolo 14
*** My best friend's secret ***


14 - My best friend's secret


«Non ci posso credere! Hime, è una cosa fantastica!»
Orihime arrossì, tentando inutilmente di frenare l’entusiasmo dell’amica.
«Ti prego, Nel. Non lo sa ancora nessuno, neanche Ulquiorra. Ti prego di non farne parola con nessuno per il momento.»
«Vuol dire che sono la prima?!» esclamò lei afferrandole le mani. «Questo è  per me un onore. Avrai un bambino, è una cosa stupenda…!»
«Nel! Abbassa la voce!»
Si era immaginata una sua reazione tanto entusiasta. D’altro canto Neliel era così, tendeva ad emozionarsi per tutto. Il pensiero che la sua migliore amica le avesse fatta quella confidenza prima che a tutti gli altri l’aveva lusingata. Adesso arrivava la parte più difficile: non dirlo a nessuno.
Proprio a nessuno.

Quando tornò a casa, Nel trovò Aries ad accoglierla. Nnoitra doveva trovarsi nel suo studio e sistemare le tavole per il manga a cui stava lavorando. E sebbene non amasse essere disturbato, la ragazza decise di infischiarsene.
«Nnoitra, Nnoitra!» esclamò sguaiatamente, entrando.
Lui sollevò lo sguardo, il pennino sollevato a mezz’aria.
«Nel…per quale assurdo motivo in natura mi stai interrompendo mentre lavoro?»
La sua fidanzata però parve non badare affatto al suo dissenso.
«Non puoi capire, devo darti una notizia. Hime mi ha detto di non farle parola con nessuno, ma io non…»
«Ferma! Se è un segreto fra te e Hime, io voglio rimanerne fuori», chiarì.
«Ma non capisci. Lei è incinta!»
Nnoitra ci mise un po’ ad assimilare quella notizia.
«Ah sì? Bene, allora falle le mie congratulazioni.»
«Siamo gli unici a saperlo! Mi sento così emozionata, oltre che commossa.»
Nnoitra sospirò. Dubitava che quel segreto sarebbe rimasto tale ancora per molto. Nel non riusciva proprio a trattenersi in quei casi.
«Scusa se non salto dalla gioia», fece con una leggera punta di sarcasmo nella voce. «Ma sai com’è, il lavoro mi stressa.»
«Oh, Nnoitra», il tono della sua fidanzata era diventato stranamente e pericolosamente più dolce. «Ne facciamo uno anche noi?»
Lui la osservò come se davanti avesse fatto una pazza.
«Umh, non succederà mai nella vita.»
«Oh, andiamo! Accontenta il mio istinto materno!»
«Aries basta e avanza per accontentare il tuo istinto materno», sbuffò, dandole le spalle. Tutto ciò che voleva era essere lasciato in pace. E non aveva alcuna intenzione di affrontare quel discorso.
«Ma io devo fare un figlio adesso!», lo afferrò per un braccio. «Io e Hime ci eravamo promesse che i nostri figli sarebbero cresciuti insieme.»
«Certo, fai pure queste promesse senza tenere conto di quello che penso.»
Nel mise il broncio, abbracciandolo da dietro.
«Dai… farlo sarà divertente.»
Adesso lo stava anche seducendo. Ma Nnoitra non avrebbe ceduto. Non era esattamente tipo da mettere su famiglia.
«Mi sa che dovrai farlo da sola», concluse, riuscendo a staccarsi dalla sua presa.
Lei strinse i pugni. Non si sarebbe di certo arresa al primo “no”.


Nota dell’autrice
Scrivere questo capitolo è stato più divertente del previsto. Ovviamente Neliel non è brava a mantenere i segreti, ma non solo, fa anche una richiesta pure abbastanza esplicita a Nnoitra, che almeno per il momento si rifiuta categoricamente.
Ma dopotutto ha una fidanzata persuasiva, chissà se riuscirà a fargli cambiare idea :D

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Capitolo 15
*** We before us ***


15  - We before us

Quattro anni prima…

«Avanti, Nnoitra. Quanto scommetti che riesco a portarmi a letto quella cameriera super sexy?»
Nnoitra alzò gli occhi al cielo, seccato. Ecco cosa succedeva ad andare in giro per i locali con Grimmjow. Non capiva perché il suo amico – il suo migliore amico, purtroppo – dovesse essere così arrapato.
«Senti, fai quello che vuoi. Sinceramente non mi interessa.»
“Ti interesserebbe se vedessi che gran pezzo di figa ho qui davanti, voltati un po’.»
Decidendo di arrendersi al suo volere, Nnoitra lanciò uno sguardo alla cameriera adocchiata da Grimmjow: capelli di un colore vivace, tra l’azzurro e il verde, un bel fisico e, da quel che poteva vedere, svariati tatuaggi. E un abbigliamento abbastanza succinto.
«D’accordo, effettivamente è figa. Ebbene?»
«Io vado a provarci.»
«Auguri», borbottò fiondandosi a bere l’alcolico che aveva nel bicchiere. 
Grimmjow pensava sempre al sesso. Non che lui non fosse interessato, anzi, ma non era tipo da andare dietro alla prima che capitava.
Nel frattempo l’amico si era avvicinato alla cameriera.
«Ciao, dolcezza. A che ora stacchi?»
Lei si soffermò ad osservarlo.
«Tardi. E comunque non sono interessata, mi spiace.»
«Andiamo, non fare la timida, voglio soltanto scambiare quattro chiacchiere con te.»
«Ne dubito fortemente. Piuttosto, quello seduto con te è un tuo amico, dico bene?»
«Eh?» domandò confuso. «Parli di Nnoitra? Sì, perché?»
“È carino… metti una buona parola per me», ammiccò.
Grimmjow era sconvolto. E Nnoitra se ne accorse quando tornò al tavolo.
«Beh? Ti ha dato buca?»
«Tsk, peggio. Penso sia interessato a te», borbottò decidendo di fiondarsi sull’alcol.
«A me?»
«Già. E se te la fai scappare sei proprio un cretino.»
Nnoitra evitò di rispondergli. Decisamente più interessato lanciò uno sguardo alla cameriera, la quale adesso si voltava e gli sorrideva. Non capì cosa fosse scattato nella sua testa, ma decise di alzarsi.
«Pff, ti sei deciso. Prego, lasciami pure qui da solo», sospirò Grimmjow afflitto.
La ragazza non sembrava che aver atteso proprio quell’istante. Si fermò e lo guardò quando lui le arrivò di fronte.
«Il mio amico dice che sei interessata a me. Ma conoscendolo, potrebbe avermi detto una bugia.»
Lei rise. E lui ne fu conquistato.
«Non è una bugia. Ho la sensazione che potremmo andare d’accordo. Io mi chiamo Neliel, comunque.»
«E io sono Nnoitra», la guardò seria, fingendosi impassibile. «Allora? Dopo hai impegni sì o no?»
Un invito brusco, forse anche un po’ impacciato.
«Assolutamente. Sono libera.»


Nota dell’autrice
Questo è troppo un mio headcanon, Grimmjow che va per provarci con Nel, ma lei lo friendzona per Nnoitra, ritrovandosi ad essere un Cupido involontario. Ci tenevo troppo a scrivere del loro primo incontro, alla fine è partito tutto da Nel **
Spero vi sia piaciuto :D

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Capitolo 16
*** The next are you! ***


16 – The next are you!

I matrimoni potevano essere una gran seccatura. Per Nnoitra lo erano sicuramente. Aveva caldo e in quello smoking si sentiva un manichino più che una persona. Nel, come sempre, sembrava invece entusiasta.
«Io adoro i matrimoni!» esclamò aggrappandosi al suo braccio.
«C’è forse qualcosa che tu non adori?» sbuffò lui. «Piuttosto, non dirmi che Grimmjow si è già buttato sul tavolo degli alcolici?»
«È proprio incorreggibile”, sospirò distrattamente lei, alzando poi un braccio e salutando i due sposi. «Ulquiorra, Hime!»
Quest’ultima sfoggiava un semplice e romantico abito bianco e un sorriso raggiante.
«Ragazzi!», esclamò. «Vi state divertendo?»
«Tanto!», Neliel non ci pensò due volte ad abbracciare l’amica. «Ma guarda, ti si vede già la pancia. Sei bellissima.«
«Oh, grazie, così mi fai arrossire. Nnoitra, quand’è che porterai la mia migliore amica all’altare?»
Lui alzò gli occhi al cielo.
«Il giorno del mai», proclamò. 
Ulquiorra allora, piuttosto ingenuamente in realtà, decise di infierire ancora.
«Sono abbastanza certo che i prossimi sarete voi.»
Nnoitra rabbrividì nel vedere gli occhi della sua fidanzata brillare.
«Lo spero davvero», sussurrò quest’ultima con le mani congiunte. «Hime, il tuo bouquet deve essere mio!»
«Certo, come no!» lui si sbrigò ad afferrarla per mano. «Lasciamo stare Ulquiorra e Hime, sono certo che hanno molto da fare. Aiutami a recuperare Grimmjow, piuttosto.»
Almeno per il momento, il pericolo sembrava scampato. Grimmow era giù più che brillo e man mano che la serata proseguiva, la situazione non migliorava di certo.
La cosa più terribile fu per Nnoitra ritrovarsi al tavolo con i suoi simpatici e soprattutto poco invadenti amici.
«Allora, Nnoitra?» domandò Sszayel Apporro. «Quand’è  che ti sposi? Oramai hai l’età, mi pare.»
«E soprattutto, quand’è che ti trovi un vero lavoro?» domandò invece Haribel, una ragazza che di certo non aveva paura di dire ciò che pensava. «Quanti pensi di poter guadagnare disegnando manga?»
«E voi quand’è che vi fate gli affari vostri, invece?» sbottò, stufo di tutte quelle domande. «Perché non disturbate Grimmjow? Lui è single.»
L’amico gli rivolse un sorriso furbo.
«Quando voi sarete stressati tra matrimoni e bambini, io sarò quello figo e ricco che viaggia per il mondo.»
Nnoitra dubitava fortemente che ciò sarebbe avvenuto, ma preferì non rispondere.
«Oh, ma tu guarda», disse poi Haribel. «Hime sta facendo il lancio del bouquet, chi lo prenderà?»
Sicuramente non Neliel. Sarebbe stata una casualità troppo strana. Oh, ma di che si preoccupava? Si trattava solo di una stupida credenza, giusto?
Allora perché il solo pensiero lo inquietava terribilmente?
«Nnoitraaaa! Guardami! Ho preso il bouquet! La prossima sono io!»
Neliel stringeva tra le dita il bouquet di rose rosse con un sorriso vittorioso.
Andiamo, il destino ce l’aveva con lui?
«Emh», Sszayel si fece più vicino. «Posso consigliarti una buona gioielleria?»
Si portò una mano davanti al viso.
«Oh, fottiti.»
Forse aveva bisogno giusto di un po’ d’alcol… 


Nota dell’autrice
Ho sorriso tutto il tempo come un’idiota, mi sono troppo divertita. Nnoitra è la vittima indiscussa di tutto il matrimonio, con i suoi amici che fanno i simpatici con le classiche domande che tutti noi odiamo. Come se non bastasse, Neliel prende il bouquet della sposa. Dite che manca poco ad un matrimonio?
Vedremo :D

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Capitolo 17
*** Abstinence crisis ***


17 - Abstinence crisis

«Hime, la tua bambina è così carina che credo la porterò a casa con me.»
Neliel aveva sempre adorato i neonati. E la figlia della sua migliore amica, una bimba con dei nerissimi capelli e gli occhi verdi a cui era stato il nome di Kiyoko, con lei sembrava starci davvero molto bene.
«Non credo che Ulquiorra sarebbe d’accordo», Orihime abbassò la voce. «Sai, è diventato leggermente… protettivo.»
«È tutto troppo adorabile! Nnoitra, guarda! Non è carina?»
Quella situazione era sbagliata. Era molto sbagliata. E il motivo era semplice: Nnoitra era in una forte crisi d’astinenza da sesso. 
Ultimamente, per un motivo o per un altro, lui e Neliel non erano riusciti a trovare un attimo di intimità. E ciò aveva iniziato a pesargli non poco. Si sentiva talmente agitato da non riuscire a controllarsi.
«Sì,sì, adorabile, come vuoi», borbottò impaziente. Possibile che la sua fidanzata non risentisse minimamente della cosa?
«Va bene, adesso tocca a me tenere la bambina!» proclamò Grimmjow, liberando la ragazza da quell’impegno.
Nnoitra si ritrovò a pensare “finalmente”, mentre si avvicinava a Nel. Lui non era tipo da chiedere. Lui agiva e basta, se voleva qualcosa la prendeva senza troppi problemi. Anche se il momento e il contesto non erano dei migliori.
Con molta naturalezza fece scivolare la mano sulla schiena della sua fidanzata, giungendo fino al fondoschiena. Neliel gli lanciò un’occhiataccia.
«Nnoitra…»
«Non provare a dirmi di star fermo. Sono arrapato e non intendo trattenermi.»
Lei sospirò afflitta. Effettivamente, quel tocco languido e delicato stava risvegliando i suoi sensi. Era un po’ che non si lasciavano andare, ed il fatto che lui la stesse stuzzicando rendeva tutto più difficile. Per fortuna gli altri sembravano troppo impegnati a dare attenzione a Kiyoko per rendersi conto dell’effettiva situazione. Nnoitra afferrò Nel, infilando una mano nei suoi jeans.
«Nnoitra! Aspetta, potrebbero vederci.»
«E allora lascia che vedano.»
E sorrise.
Quel ghigno. Neliel poteva essere una brava seduttrice, ma anche lui era piuttosto abile. 
Non erano due adolescenti dagli ormoni impazziti, quella non era casa loro e quindi fare sesso in quel momento sarebbe stato sconveniente.
Ma era così maledettamente eccitata che temeva di non riuscire a controllarsi.
Senza guardarlo negli occhi, gli sussurrò qualcosa.
«Tu va in bagno… io ti arrivo fra due secondi.»
Nnoitra avvertì un brivido di eccitazione. Alle volte capitava di farlo così, all’improvviso, come capitava. Ed era fantastico tutte le volte.
Neliel mantenne fede alla parola data, e poco dopo i due poterono finalmente concedersi qualche momento di fugace e passionale intimità.


NDA
Che volete farci, l’eccitazione può arrivare nei momenti più strani. Stavolta è stata la povera Neliel ad essere stuzzicata, non che le sia dispiaciuto. 
Siccome io sono una persona fondamentalmente buona, vi avviso che al prossimo capitolo arriverà una botta d’angst per cui ho dovuto chiedere perdono a me stessa. Capirete meglio la prossima volta :D

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Capitolo 18
*** Lost a part of me ***


18 - Lost a part of me
 
Era strano che non avesse trovato Nel ad accoglierlo come ogni giorno. La casa era stranamente silenziosa. L’unica fonte di rumore era causata da Aries, il quale si stava ritrovando a guaire davanti alla porta del bagno chiusa.
Quando Nnoitra aprì quest’ultima, si ritrovò Neliel seduta sul pavimento.
Piangeva. Piangeva disperata, nei suoi occhi un dolore che a parole sarebbe stato difficile da spiegare.
«Nnoitra», chiamò il suo nome in un sussurro, quasi spaventata.
Fu allora che lui si fece vicino, afferrandole il viso tra le mani.
«Nel, ehi, che cos’hai? Che succede?» domandò senza riuscire  a nascondere la preoccupazione. «Stai male? Parla, maledizione!»
Neliel scosse il capo, piangendo più forte.
Si aggrappò a lui, come se avesse avuto paura di cadere, sebbene fosse seduta.
“Nnoitra, perdonami”.
«Perdonarti? Perdonarti per cosa?»
Gli occhi di Neliel ora lo scrutavano. C’era amarezza, delusione e dolore nel suo sguardo. Ma non capiva.
Non capiva mai nulla.
«Io…» abbassò lo sguardo. «Nnoitra, aspettavo un bambino…»
Dapprima pensò ad uno scherzo ben congeniato. Poi però si disse che non poteva essere, quelli non erano scherzi che andavano fatti.
Gli ci vollero diversi minuti per metabolizzare ciò che Neliel gli aveva appena detto. E tremò, sentì la gola stringersi e l’aria mancare.
«Aspettavi…?» mormorò lentamente, non ancora certo di aver capito bene.
Neliel annuì.
«Ero incinta. L’ho scoperto qualche settimana fa. Perdonami se non te l’ho detto. Ho cercato a lungo il modo, sapevo che non vuoi figli, volevo aspettare di fare la prima ecografia ma… ma…»
Anche per lei respirare sembrava così difficile.
«Ma… l’ho perso», la voce divenne nuovamente niente più che un sussurro. “Non c’era nessun battito. I dottori mi hanno detto che  è normale. Che può capitare. M-ma io non capisco. Perché è successo a me? Volevo tanto un figlio e… Nnoitra, perdonami se non te l’ho detto, non essere arrabbiato…!»
L’abbracciò come mai aveva fatto. Se avesse dovuto trovare una parola per descrivere il suo stato d’animo sarebbe stata “svuotato”. Magari anche senso di colpa. La sua ragazza era incinta e non si era accorto di nulla? Aveva perso il bambino e aveva affrontato quel momento terribile da sola?
Non era arrabbiato, no. Era solo amareggiato, spiazzato.
Si sentiva come se la colpa fosse sua.
«Nel… sei tu che devi perdonare me. Non mi sono accorto di niente. Tu non devi…» richiamò a sé tutte le sue forze per non tremare, perché doveva essere forte. «Non devi affrontare tutto questo da sola. Non devi, riguarda entrambi.»
«Nnoitra, non ce la faccio…» pianse e pianse ancora, stretta a lui. Sentiva che una parte di lei le era stata portata via. Non era giusto. Perché concederle una gioia se poi dovevano strappargliela via?
Lui portò una mano tra i suoi capelli.
Adesso doveva metabolizzare l’idea di aver perso anche una parte di sé.
Era strano, surreale, ma era così. La vita che senza volerlo avevano creato si era spezzata.
“Allora sarò io abbastanza forte per entrambi.”
 
Nota dell’autrice
Chiedo scusa a me stessa, anzitutto. Io non parlo mai di certi argomenti perché mi fanno stare troppo male, ma ho deciso di avere un po’ di coraggio e affrontare questa tematica, a discapito dei personaggi, a discapito della mia amata Neliel che soffre, di Nnoitra che – nonostante sia quello che sia – ha dimostrato una grande sensibilità in questo caso.
E niente, piango. Non è che mi sia successo, ma il solo immaginarlo mi fa soffrire. Spero abbiate apprezzato T_T

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Capitolo 19
*** Take you away ***


19 - Take you away
 
La vita doveva andare avanti. E Nnoitra e Neliel erano andati avanti. C’era voluto un po’ prima che tutto tornasse alla normalità, prima che i pezzi dei loro cuori in franti tornassero a posto.
Nnoitra aveva visto Neliel cadere e poi rialzarsi, aveva visto un’espressione triste mutare in un sorriso rassegnato, giorno dopo giorno.
Lei non si lamentava mai. Prendeva il dolore e lo rinchiudeva in una stanza buia. Anche se diceva che era tutto a posto e che non doveva preoccuparsi, Nnoitra sapeva la verità. Vedeva la sua malinconia e si sentiva totalmente spiazzato. Non era mai stato bravo a consolare il prossimo. Non aveva mai avuto empatia. Ma lei era lei.
Lei non meritava alcun male.
Per questo, dopo averci rimuginato a lungo, si era deciso. Doveva fare qualcosa.
«Nnoitra, qual è il problema? Almeno aspetta che mi cambi, sono appena tornata da lavoro!»
Neliel non capiva: il suo fidanzato era stranamente silenzioso e la stava tirando per un braccio.
«Avrai tempo per quello in seguito», proclamò lui. Si voltò, la guardò e poi le porse qualcosa: una busta.
Lei non capì. Batté le palpebre confusa.
«Ma non è il mio compleanno».
«Nel, aprila e basta», disse severo.
A quel punto era curiosa. Scoprì poco dopo il contenuto della busta, ovvero due biglietti per Parigi.
«Cosa…?» sussurrò, per poi guardarlo. «Ma questi sono… Nnoitra, ma sei impazzito?»
«Sì, sicuramente sì», sbuffò. «Ti sarebbe sempre piaciuto andare a Parigi, no? Bene, ci andremo. Ma faremo meglio a sbrigarci, perché la partenza è domani.»
«D-domani? Ma come? Ma devo ancora preparare tutto e… dove starà Aries?»
«Ho già pensato a tutto io. Allora, vuoi andarci sì oppure no?».
Neliel era semplicemente senza parole. Nnoitra aveva fatto tutto ciò per lei, l’aveva sorpresa e le aveva dato una piccola gioia adesso che ne aveva più bisogno.
Lo abbracciò stretto.
«Oh, Nnoitra. Sei il fidanzato migliore del mondo, ti amo un sacco!»
«Ah, va bene, ho capito», lui alzò gli occhi al cielo, arrossendo lievemente. «Ma ti avverto, non faremo cose melense come baciarci sulla Torre Eiffel o andare sul Pont des Arts* a lasciare un lucchetto con i nostri nomi.»
«Nnoitra, sei un genio! Voglio fare tutto!»
Neliel aveva preso a saltellare entusiasta. Nnoitra avrebbe potuto prendersela solo con la sua lingua lunga, ma in compenso, adesso lei stava ridendo e aveva una luce di vitalità nello sguardo.
Quindi ne valeva la pena. Come sempre.
 
*Ponte di Parigi sulla Senna. Le coppie lasciano lì lucchetti e fanno promesse d’amore.
 
Nota
Ringrazio AryaDream per avermi suggerito il prompt del viaggio.
Il nostro Nnoitra fa proprio progressi, ha saputo rendere Neliel felice con un gesto spontaneo. Cosa dite che succederà in questo viaggio? :P

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Capitolo 20
*** Now and many other times ***


20 – Now and many other times
 
Erano andati sulla Torre Eiffel. E anche sul Pont de le Arts.
Neliel era instancabile. Era bello vedere come i suoi occhi luccicavano. Dopotutto non le era capitato di viaggiare molto spesso, quindi quello era per lei un grande regalo.
Al loro secondo giorno, Nnoitra si sentiva esausto. Non era affatto facile star dietro a quell’uragano della sua fidanzata, che voleva vedere tutto, scattare foto, correre ed esplorare.
«Nel», la chiamò stanco. «Non è che possiamo fermarci almeno cinque minuti?»
La ragazza si fermò, era almeno cinque passi davanti a lui.
«Uffa, va bene!» piagnucolò. «Però sbrighiamoci, io voglio andare al museo.»
Non si capacitava proprio di come non fosse stanca dopo tutto quel camminare.
Riuscirono a trovare una panchina. Il clima era molto piacevole, l’estate era alle porte.
Neliel si stiracchiò.
«Ci sono rimasti altri tre giorni. Dobbiamo ancora vedere un sacco di posti. Dobbiamo farcela, anche se volendo potremmo anche ritornare in futuro, vero Nnoitra?»
Quest’ultimo però sembrava pensieroso. E nervoso. E non si spiegava il perché.
«Nnoitra? Dai, lo so che sei stanco, ma non essere giù di corda.»
«Non sono giù di corda. Io… dovrei dire una cosa.»
Quel suo modo di fare era strano. Non la guardava negli occhi e stava arrossendo. No, decisamente non era da lui.
«Beh, allora dilla.»
«Ci sto provando, dannazione. Amh… Nel, noi stiamo insieme da anni. E… io odio questo genere di cose, va bene? Non sono in grado e tu lo sai. Però mi sono detto che avrei dovuto fare le cose per bene.»
«Nnoitra, non capisco cosa dici.»
Si sentiva un totale imbranato. Perché doveva essere così difficile?
«Accidenti…”, sbottò. “Insomma… s-sposiamoci…»
L’aveva detto. E aveva perfino balbettato.
Che vergogna…
«Sposarci?» sussurrò Neliel con gli occhi lucidi. «Vuoi che ci sposiamo? Io credevo che non volessi, credevo che…»
«Dannazione Nel, dimmi sì o no», la pregò con impazienza.
Ancora non osava guardarla. Fu la ragazza stessa ad afferrargli il viso e ad incatenare gli occhi ai suoi.
«Sì, Nnoitra. Ti sposo. Ti dico sì adesso e ti direi sì altre mille volte.»
Infine lo baciò. Ciò che si stava facendo spazio nel suo cuore era una gioia impossibile da spiegare a parole. Era il raggio di sole dopo la tempesta. Nnoitra la abbracciò stretta a sé e ricambiò il bacio. Per quanto non avesse mai amato le effusioni in pubblico, per quella volta ci sarebbe passato su. Dopotutto, quella era una gioia che condividevano in due.
 
Nota dell’autrice
Niente ragazzi, alla fine Nnoitra ha fatto il grande passo. LUI E NEL SI SPOSANO. Oh, è stato così divertente scrivere di lui che cerca di fare una proposta decente.
Direi che era anche l’ora, no?
 

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Capitolo 21
*** Our now beginning ***


 
21 – Our new beginning
 
Se qualche anno prima qualcuno avesse detto a Nnoitra che un giorno si sarebbe sposato, probabilmente avrebbe riso.
Oh, povero ingenuo che era stato. Adesso la fede luccicava al suo dito. C’era davvero dentro.  Lui e Neliel erano legati da un vincolo.
«Nnoitraaaa!» Grimmjow gli arrivò da dietro, dandogli una pacca su una spalla. «Non posso ancora credere che tu ti sia sposato. È assurdo, ridicolo, quasi surreale. È..»
«Grazie, Grimmjow. Ho afferrato il concetto», sbuffò infilandosi le mani in tasca.
I matrimoni continuavano ad essere per lui una grande seccatura. Soprattutto il suo. Era davvero più stancante di quanto avesse pensato. Nel aveva insistito per scattare almeno un centinaio di foto. Lui odiava farsi fotografare. Ancora una volta stava avvertendo la spiacevole sensazione del sentirsi completamente a disagio vestito in quel modo e soprattutto… al centro dell’attenzione di tutti.
«Chi è che diceva “non mi sposerò mai?» Sszayel decise di infierire ancora. «Oh, Nnoitra. Alla fine ti sei addolcito anche tu.»
«Non rompete, qui non si è addolcito nessuno. E non devo rendere conto e ragione a voi», li zittì, almeno momentaneamente.
Amici impiccioni…
Se sollevava lo sguardo, poteva vedere una felice Neliel conversare con Hime e Ulquiorra, quest’ultimo teneva in braccio Kiyoko.
La sua sposa era raggiante. Più bella che mai nel suo abito bianco e con il suo splendido sorriso.
Gli venne da sorridere a sua volta. Era fortunato. Incredibilmente fortunato.
«Ragazzi, allora?» domandò Neliel. «State disturbando il mio adorabile marito?»
«Oh, fa davvero uno strano effetto sentirlo dire», gongolò Grimmjow. «Nel, sei splendida. Se non ci avesse pensato Nnoitra, probabilmente ti avrei portato io all’altare.»
Il diretto interessato gli diede una gomitata.
«Ehi, stai attento a come parli. Neliel è mia.»
Non c’era niente di male nel mostrare la propria gelosia, ma nel suo caso tutto era sempre più imbarazzante. Orihime trattenne a stento una risatina.
«Mi sa che qui qualcuno è geloso.»
«E piantatela. Siete dei rompiscatole. Soprattutto tu, Grimmjow. Ma perché ti ho scelto come testimone?»
«Perché in fondo mi vuoi bene»
«Su, adesso smettetela», divertita, Nel prese sottobraccio Nnoitra. «Tranquillo, da oggi in poi sono ufficialmente tua.»
«Vorrei ben dire. E dopo questa giornata stancante, mi auguro che tu voglia ricompensarmi a dovere», alluse lui con un sorriso malizioso.
«È mio dovere dopotutto…» ammiccò lei.
In tutto ciò, Grimmjow aveva preso a piagnucolare.
«Non è giusto, adesso mi sento solo. Forse dovrei trovare anche io una brava ragazza e sistemarmi.»
«Ma tu non volevi soldi, viaggiare ed essere figo?”» chiese giustamente Ulquiorra.
«Sì, ma voglio anche l’amore. Devo darmi da fare. In quanto testimone devo provarci con una delle damigelle. Bene, chi sarà la fortunata?»
«Emh, ragazzi…?» Ulquiorra si rivolse ai suoi amici, nel tentativo di dir loro delle intenzioni moleste dell’amico. Ma si zittì subito dopo.
Meglio non rovinare in alcun modo l’atmosfera di gioia che permeava i due.
Quello era ufficialmente il loro nuovo inizio.
 
Nota dell’autrice
Ma quanto è stato bello scrivere questo capitolo? Nnoitra e Neliel sono ufficialmente sposati, eh sì, non si sfugge più. E sono tutti felici, anche Grimmjow, che decide di andare a molestare le damigelle. Sì, insomma. Normale.
Ci sarà da divertirsi da ora in poi :P

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Capitolo 22
*** Tonight cinema ***


22 – Tonight cinema
 
«Andiamo al cinema, andiamo al cinemaaa!»
Rendere felice Neliel era facile come bere un bicchiere d’acqua. Trattenere il suo entusiasmo un po’ meno.
Nnoitra desiderò sparire. Sua moglie gli stava praticamente incollata addosso e attirava, come sempre, tutta l’attenzione su di sé.
«Voglio dei popcorn e una coca-cola gigante!» aggiunse ancora.
«Frena il tuo entusiasmo, non abbiamo ancora scelto che film guardare», le fece notare.
Neliel allora assunse un’espressione pensierosa e iniziò ad osservare con interesse le varie locandine dei film, fin quando una non attirò la sua attenzione.
«Voglio vedere questo! Moana! È della Disney sarà fantastico.»
Nnotira sollevò lo sguardo.
«Capisco. Non ci penso neanche.»
«Ma perché no? Dai, ti pregoooo!» Neliel si aggrappò al suo braccio come una bambina capricciosa.
«Lo sai che odio i film d’animazione e i film d’amore. Mi danno noia.»
E non voglio ritrovarmi in sala con un’orda di bambini urlanti e fastidiosi, avrebbe voluti aggiungere.
Neliel lo fissò a braccia conserte.
«L’ultima volta che ho scelto io però è finita bene!»
Nnoitra si ritrovò ad arrossire nel pensarci.
«L’ultima volta che hai deciso tu, mi hai portato a vedere 50 sfumature di grigio
Non che avesse problemi con l’erotismo in un film, ma quella situazione in particolare era stata piuttosto disagiante, considerando che si era ritrovato circondato da sole donne.
Un’esperienza da non ripetere.
«Ma adesso è diverso. Dai Nnoitra, lo sai che sono un’appassionata dei film d’anziome, dai! Ti prego, ti prego, ti prego!»
Era inutile. Sarebbe stata capace di andare avanti per ore. Poteva o sopportare lei o sopportare i bambini urlanti e fastidiosi. Non che facesse tanta differenza.
«E va bene, faremo come vuoi tu!» esclamò esasperato. «Ma se becco un ragazzino che mi da fastidio, giuro che lo uccido!»
«Evviva!”, esultò saltandogli al collo. “Grazie, tesoro. Sei il migliore.»
Già, il migliore.
Esattamente come si aspettava, la sala del cinema era strapiena di bambini e famiglie.
Da voltastomaco, insomma.
Si lasciò cadere seduto a braccia conserte, mentre il disagio si faceva strada in lui. Aveva l’espressione di qualcuno che non voleva trovarsi lì in quel momento.
«Troppi ragazzini… mi sento già male», biascicò, mentre la sua fidanzata si accomodava accanto a lui.
Poi avvertì qualcosa, come se qualcuno stesse lanciando dei calci contro il suo sedile.
Si voltò di scatto, lanciando uno sguardo omicida ai due diretti interessanti, ovvero due bambini, di massimo otto anni, che stavano bisticciando.
«Sentite un po’ voi due, vedete di non darmi fastidio perché la mia pazienza si è già esaurita da tempo. Quindi adesso seduti, tacete e non respirate!».
Di positivo c’era che, almeno, i bambini erano sempre intimoriti dal suo modo di fare e tendevano a dargli retta.
«Sta iniziando, sta iniziando!» fece Neliel con la bocca piena di popcorn.
Lui sospirò, rassegnandosi.
In seguito non avrebbe ammesso che, infine, quel film era piaciuto anche a lui.
 
Nota dell’autrice
Prompt suggeritomi gentilmente da capiroska <3
Beh che dire, ovviamente Neliel ama i film d’animazione, soprattutto quelli della Disney, perché ha buon gusto. Purtroppo so cosa significa trovarsi al cinema insieme a dei ragazzini fastidiosi, quindi compatisco Nnoitra, ma alla fine è bastata una minaccia, e poi il film è piaciuto anche a lui u.u
 

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Capitolo 23
*** Happy snow ***


 
23 – Happy snow
 
Quell’inverno aveva come sempre nevicato.
E come sempre, alla prima occasione, Neliel ne aveva approfittato per uscire di casa e godere di quella meraviglia.
«Nnoitra, sbrigati, sbrigati!» lo chiamò lei, già in fermento di fronte tutto quel candore.
Nnoitra gli andò dietro mente cercava di infilarsi i guanti.
«La neve non si scioglierà mica se non mi metti fret-»
«Eccoti qui!» ignorandolo, la sua dolce moglie pensò bene di afferrarlo per un polso e trascinarselo dietro. Era incredibile come fosse agile a camminare.
Non c’era niente che poteva fermare Neliel, né il freddo pungente, né la neve infilata ovunque.
Ad una certa si lasciò cadere in ginocchio per riprendere fiato.
«Perché deve essere così ogni volta?» si lamentò Nnoitra. «Non è la prima volta che vedi la neve!»
Lei rise, risollevandosi.
«Voglio fare un pupazzo! Aiutami, fai delle palle, d’accordo?»
«Le uniche palle qui sono le mie, che in questo momento sono letteralmente cadute e rotolate lontano», affermò acido.
«Coraggio!» lo incitò lei.
Se Neliel voleva una cosa, molto spesso riusciva ad ottenerla. Ed era anche in grado di fargli fare cose a cui in genere non avrebbe neanche mai pensato.
Vedere la sua splendida moglie felice tra la neve però ripagava di certo tutte le piccole “sofferenze” che affrontava ogni giorno.
Quindi sì, l’avrebbe aiutata a costruire un pupazzo di neve.
«Bravo, Nnoitra!» esclamò lei. «Adesso manca solo la testa!»
Si risollevò, ma non appena fu in piedi, sentì qualcosa di freddo e umido colpirla alla testa. Qualcosa di molto simile a una palla di neve.
Si voltò di scatto.
«Nnoitra! Mi hai lanciato una palla di neve?»
«Che? Ah, figurati se mi metto a fare certe cose», affermò alzando gli occhi al cielo.
Neliel però, affatto convinta, lo osservò truce.
«Ah, no? Allora immagino che non reagirai se provo a fare questo.»
Dicendo ciò raccolse della neve e fece per lanciargliela.
Nnoitra allora si sollevò immediatamente, colpendola dritto in viso con un’ennesima candida palla.
«Sai, è piuttosto soddisfacente.»
«Ah, Nnoitra! Ho la neve tra i capelli adesso», borbottò Neliel, togliendosi il berretto dalla testa.
Suo marito si fece vicino e con delicatezza iniziò a ripulirle i morbidi capelli.
«Non facevo certi giochi neanche da bambino, pensa tu a che punto mi hai portato», affermò distrattamente, quasi senza accorgersene.
Neliel lo osservò curiosa.
E poi sorrise.
«Mi reputo fiera di me. Sono l’unica in grado di far venire fuori la parte più tenera di te.»
«Già», sussurrò rassegnato. «E il guaio è che ne sei consapevole.»
Lei si sollevò sulle punte, dopo averlo attirato a sé. Mentre si scambiavano un bacio,  ricominciò a nevicare.
 
 
Nota dell’autrice
In questo momento io sono come neve sciolta di fronte tanta dolcezza. Nnoitra e Nel ne approfittano di una giornata di neve per … fare pupazzi e lanciarsi palle, sostanzialmente. Inutile che lui provi a resistere, perché ovviamente lei sa sempre come prenderlo.
Spero vi sia piaciuta :3

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Capitolo 24
*** In my arms ***


24 – In my arms
 
Era una giornata assolutamente normale. Neliel non era ancora tornata da lavoro e Nnoitra si stava ritrovando a dover – suo malgrado – a badare ad Aries, il quale aveva ben pensato di fare i suoi bisogni sul tappeto del soggiorno.
«Quel maledetto quadrupede tutto rotoli!» imprecò. «Lo fa si proposito, ama vedermi soffrire. Vedi tu cosa mi tocca fare!»
Dopo aver eliminato ogni traccia del “fattaccio”, Nnoitra mise in punizione Aries, chiudendolo in veranda. E poi si sedette sul divano, stanco.
Insomma, normale amministrazione. Neliel sarebbe sicuramente tornata a momenti.
Mentre l’aspettava, finì quasi per addormentarsi.
A svegliarlo con un sussulto fu il cigolio della porta che si apriva. Non sapeva quanto tempo fosse passato, sapeva solo che adesso sua moglie era finalmente rientrata.
«Ah, eccoti qui», borbottò strofinandosi gli occhi. «Senti, il tuo adorato cucciolo ha fatto un casino, ho dovuto pulire tutto e…»
Non si accorse neanche dello sguardo stravolto ma raggiante di Neliel.
«Nnoitra», lo chiamò. «Devo dirti una cosa, una notizia bellissima!»
«Una… notizia bellissima?» domandò alzandosi e andandole vicino. «Siamo diventati ricchi? Hai trovato un nuovo lavoro?»
Lei scosse il capo. Il sorriso non era scomparso, eppure adesso i suoi occhi erano ricolmi di lacrime.
«No, Nnoitra. È una notizia molto, molto più bella.»
La voce era incrinata dal pianto. La osservò per qualche attimo. Fra tutte le opzioni possibili, ce n’era una a cui non aveva pensato. E nel momento in cui ci pensò, non ebbe il coraggio di dirlo.
«Neliel…?» sussurrò.
Quest’ultima si asciugò una lacrima.
«Sono incinta.»
Per qualche attimo il tempo parve fermarsi. E Nnoitra si ritrovò, come raramente succedeva, senza parole. Dopo quello che avevano passato, non si aspettava una cosa del genere così presto.
E sul momento non seppe se sentirsi felice, impaurito o semplicemente spaesato.
«Sei incinta?»  ripeté stupidamente.
Lei annuì.
«Sì. Pensavo di non meritarlo ma… è successo. Nnoitra, tu cosa dici? Lo so, lo so che non era esattamente tua intenzione avere dei figli, so che non ami i bambini e che se potessi li uccideresti, però magari…»
Ciò che Neliel avvertì furono le sue braccia attorno al proprio corpo. Sentì il battito di Nnoitra, ora accelerato.
Lui la stava stringendo a sé. Gli aveva appena dato una notizia che avrebbe cambiato per sempre le loro vita e si sentiva maledettamente stupido nel non riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
Sapeva cosa Neliel aveva passato. Cosa avevano passato, perché era un fardello che entrambi avevano portato.
«Andrà bene», le sussurrò. «Andrà bene questa volta. Perché mi prenderò io cura di voi, questi quel che costi.»
Assai raramente Nnoitra usava quel tono dolce. E quelle parole, quella promessa, era senza dubbio la più importante che le avesse mai fatto.
Neliel si strinse maggiormente nell’abbraccio, sollevata e felice.
Quello era per lei un sogno che finalmente si avverava.
 
Nota
Aaaaaaaaaah, mi auto-commuovo per le cose che scrivo. La famiglia si allarga, direi che una gioia del genere questi due se la meritavano. Avranno un bimbo/a!
Nnoitra non sa essere dolcissimo quando vuole? Con la gravidanza ne vedranno proprio delle belle :DD

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Capitolo 25
*** Be brave ***


25 – Be brave
 
«Nnoitra, io ho fame. Voglio una pizza. E delle pesche sciroppate. E del gelato al cioccolato. E budini, tanti budini alla vaniglia.»
Nnoitra sapeva che avere a che fare con una donna incinta non era una passeggiata. Ulquiorra lo aveva avvisato, ma lui aveva forse preso la questione… un po’ sottogamba.
«I budini sono in frigo, per il resto non so come aiutarti.»
Neliel sbuffò, accasciandosi sul divano.
«Ma io ho fame. E mi viene da vomitare, prendimi una bacinella.»
«Questa è solo una scusa per trattarmi da schiavo. Perché non te la prendi da sola?!»
Si pentì subito dopo di aver parlato. Ulquiorra gliel’aveva detto: “Stai attento a quello che dici, le donne durante quel periodo tendono ad essere leggermente lunatiche”.
Difatti, Neliel si alzò e lo guardò crucciata.
«Sei un idiota! Ti odio. Perché non vuoi darmi una mano?!»
Se fosse stata una situazione normale, probabilmente Nnoitra le avrebbe risposto per le rime. Ma visto che a parlare in quel momento erano gli ormoni impazziti della ragazza, cercò di essere paziente, il che era tutto un dire.
«Mi… dispiace, d’accordo?» tentò di scusarsi con il tono più calmo possibile.
Adesso Neliel aveva gli occhi lucidi.
«Amoruccio mio, perdonami!”, piagnucolò correndo ad abbracciarlo. “Ti tratto male, ma non te lo meriti.»
Quella donna stava iniziando a fargli seriamente paura. Sembrava posseduta da uno spirito. E davanti a tali sbalzi d’umore, non sapeva proprio come comportarsi.
«Non fa niente…» la rassicurò. Neliel si staccò, sorridendo.
Poi si portò una mano sul viso, facendo una smorfia.
 
« Devo vomitare! Scusa…!»
E corse in bagno.
«Di qui alla fine della sua gravidanza temo ci rimetterò la salute», sospirò lui massaggiandosi le tempie. Poi decise di andarle dietro per assicurarsi che fosse tutto a posto.
Neliel stava china sul water, aveva appena finito di vomitare per… la quarta volta nell’arco della giornata?
«Ehi, tutto bene quindi?» domandò Nnoitra a braccia conserte.
Lei si sollevò, sorridendo.
«Ah… tutto bene.»
In verità stava avvertendo un certo capogiro. E lui parve capirlo, perché subito dopo la afferrò.
«Smetti di fare l’eroina, hai bisogno di riposo.»
«Cosa? Non capisco di cosa tu stia…»
La frase rimase in sospeso. Nnoitra l’aveva presa in braccio e ciò la lascio alquanto sorpresa.
«Ma che fai?»
«Cosa?» chiese lui indifferente. «Tu che pensi? Ti porto a letto. Se non ci fossi io a prendermi cura di te, chissà cosa combineresti, tsk.
»
Lesse nel suo tono fintamente seccato una grande preoccupazione.
E ciò le scaldò il cuore. Si aggrappò a lui, sentendosi sollevata.
«Sì… effettivamente è vero.»
 
Nota dell’autrice
Ovviamente “be brave” è riferito a Nnoitra che deve essere coraggioso e impaziente. Una gravidanza è una cosa bellissima, ma una donna affronta tanti cambiamenti, sia fisici che ormonali, per cui… dovrà impegnarsi e prendersi cura di Nel, anche se ci sta già riuscendo a dovere. Chissà se alla fine ci rimetterà davvero la salute :D

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Capitolo 26
*** You're fine ***


26 – You’re fine
 
Il momento della prima ecografia era un momento che avevano atteso e temuto.
Neliel era tesa. Dopo quello che aveva passato, temeva di sentirsi dare una brutta notizia.
«Nnoitra, io ho paura. Non voglio andare. E se c’è qualche problema? La prima volta sono andata avanti, ma adesso, adesso…»
«Dovremo andare per forza, che tu abbia paura o meno», sospirò avvilito.
Tra i due era quello che non poteva mostrare paura. Non solo per orgoglio, ma anche perché Neliel aveva bisogno di tutto il sostegno possibile.
Lei sospirò a sua volta. Non poteva rimandare quel momento per sempre. Aveva paura, ma era anche curiosa di constatare con i suoi occhi se il bambino stesse bene o meno.
«E va bene», annuì. «Andiamo. Subito però.»
Nnoitra evitò accuratamente di parlare, anche quando si ritrovarono nella sala d’attesa di ginecologia. L’unica cosa che aveva fatto era stata stringere la mano di Nel, la quale tremava incontrollata.
Poi la ginecologa, una dolcissima donna dal nome di Retsu Unohana, disse ai due di entrare.
«Allora, come procedono le cose?» domandò subito. «Hai avuto nausee o altri disturbi?»
«Di nausee ne ho anche abbastanza. E una gran fame. E… gli sbalzi d’umore.»
«Colpa degli ormoni, il tuo corpo sta cambiando rapidamente. Prego, stenditi pure, così procediamo con l’ecografia», la incoraggiò con un sorriso.
In quel momento,  sia lei che Nnoitra smisero di pensare. La ragazza si distese e poco dopo la dottoressa Unohana si avvicinò e cosparse il suo ventre di un gel freddo.
Infine iniziò a passare l’ecografo. E i momenti di buio e silenzio furono i più terribili.
«Ah, trovato». annunciò la donna dopo un po’.«Si nascondeva, ma lo abbiamo trovato. Ecco qui il vostro bambino.»
Non aveva l’aspetto di un bambino, convenne Nnoitra, quello nello schermo sembrava più che altro un fagiolo rovesciato.
Neliel aveva gli occhi lucidi.
«È… insomma, sta bene?»
«Da quello che vedo sì. Volete ascoltare il battito?»
«Sì!»esclamò subito la ragazza. «La prego.»
E immediatamente dopo lo udirono. Un battito di un cuore ancora troppo piccolo e  fragile per poter sopravvivere fuori dal grembo in cui era custodito.
Neliel si portò le mani sul viso e a quel punto trattenere le lacrime divenne impossibile.
«Il suo battito. Sta bene, sta davvero bene! Nnoitra , sta bene.»
Era surreale, si ritrovò a pensare lui. Era surreale e difficile metabolizzare quel concetto, quella vita, quel cuore batteva per mezzo loro.
Non seppe perché si sentì così sollevato. O perché sentì calore lì dove si trovava il cuore. Non lo sapeva, ma era piacevole.
Si schiarì la voce.
«Beh… te l’avevo detto io che non c’era motivo di preoccuparsi.»
«Sono così felice e sollevata. Ciao, ciao piccolo, sono così felice di vederti e sapere che stai bene. Nom vediamo proprio l’ora che tu nasca!»
Congiunse le mani come se stesse pregando.
Non farti sopraffare dalle emozioni, si disse Nnoitra. Guardò ancora una volta lo schermo e sentì qualcosa che doveva essere felicità.
 
Nota dell’autrice
Questi capitoli ricchi di fluff scaldano il mio cuore. Ah, la prima ecografia, bellissimo momento, ma per Nel e Nnoitra è anche un momento di preoccupazioni.
Per fortuna è tutto a posto. Non potevo non rendere Unohana una ginecologa, secondo me ha proprio l’indole. E niente, vediamo come va avanti questa gravidanza u_u

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Capitolo 27
*** Our baby ***


27 – Our baby
 
I mesi erano passati. E più il tempo passava, più la paura passava e più arrivava l’impazienza.
Se c’era una parola con cui si poteva descrivere Neliel, quella era raggiante. Ormai era ben visibile il rigonfiamento del suo ventre, che molto spesso si ritrovava stringere in un istintivo gesto di protezione.
Accarezzando Aries, accucciato accanto a lei, Neliel guardò Nnoitra, che a sua volta sembrava indaffarato a leggere qualcosa.
«Sempre bollette da pagare, ma perché vogliono tutti soldi da me? Dannazione», si lamentò.
«Umh, ehi Nnoitra», sussurrò lei pensierosa. «Dimmi, come ti immagini nostro figlio?»
A quella domanda improvvisa distolse lo sguardo dai fogli per osservare la moglie negli occhi.
Non ci aveva pensato in effetti. Non aveva la più pallida idea di come il loro bambino sarebbe potuto essere.
«A me interessa solo che non sia uno di quei bambini rompiscatole e che piangono in continuazione, lo sai che non ho pazienza. E sottolineo, sarà un lui.»
«Ah, sì? E come fai ad esserne certo?» domandò lei divertita.
«Perché se così non fosse sarebbe la mia fine, ecco perché», borbottò sbrigativo.
«Andiamo», sussurrò con fare languido. «Non ti piacerebbe una bambina uguale a me?»
Lui la guardò male.
«Vuoi farmi venire gli incubi? Voi donne portate solo guai e io sinceramente non ho la voglia né la pazienza di star dietro ad una bambina che un giorno crescerà e che si interesserà a quelle cose come i rossetti, le gonne e i ragazzi.»
Neliel rise senza riuscire a trattenersi.
«Ma pensa, e io che ti ci vedo già bene.»
Nnoitra arrossì.
«Sciocchezze.»
«Nnoitra!»
«Adesso che c’è?»
«Senti come scalcia!» entusiasta gli afferrò una mano, portandola sul proprio ventre.
Un infastidito Aries, svegliato nel bel mezzo del suo dolce sonno, saltò giù dal divano.
Dapprima Nnoitra non sentì nulla. Poi avverti un calcio, poi due. E tre, quattro. E fu strano. Ormai da tempo aveva metabolizzato che effettivamente dentro Neliel ci fosse una vita, ma approcciarsi in questo modo era diverso. Era surreale, forse addirittura emozionante.
«Lo sapevo, gli hai trasmesso la tua vivacità. Oh, bene», sbuffò. «Addio alle mie speranze.»
Lei stava sorridendo senza riuscire a smetterlo.
«In qualunque modo sia, mi andrà bene comunque, purché stia bene.»
«Pff, certo che starà bene.Stiamo parlando di nostro figlio, dopotutto.»
Dirlo era ancora più strano, ma quella era la realtà. Neliel si sciolse completamente, posandogli un bacio sulle labbra.
 
 
NDA
Io arriverò col diabete alla fine di questa raccolta. Neliel e Nnoitra si ritrovano a parlare del bimbo in arrivo, e lui spera disperatamente che sia un maschio, perché altrimenti non saprebbe proprio come fare. Alla fine però entrambi convengono che l’importante è che stia bene in salute twt
Piango.

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Capitolo 28
*** Sleepness and fear ***


28 – Sleepess and fear
 
Nnoitra non riusciva a dormire e la colpa era tutta di Grimmjow.
Quest’ultimo gli aveva ammesso addosso un’ansia inenarrabile.
«Oh, amico mio, la tua tranquillità è finita. I bambini portano un sacco di responsabilità, non avrai più un momento per te. Sono sicuro che non reggerai neanche due giorni.»
Subito dopo Ulquiorra lo aveva zittito dicendo che doveva smetterla di parlare a vanvera, e aveva cercato di rassicurare Nnoitra, seppur inutilmente.
Perché le parole di Grimmjow in fondo erano vere. Essere genitore era forse una delle cose più difficile al mondo, e adesso che mancava davvero poco non poteva fare a meno di chiedersi… sarebbe stato in grado?
Era questa la domanda che lo tormentava a che gli impediva di dormire.
Nel risentirlo girarsi nel letto per l’ennesima volta, Neliel aprì gli occhi.
«Che succede? Non riesci a dormire?» domandò.
«Precisamente», sbuffò seccato. «Mi sento stupido. Essere ansioso non è sicuramente da me.»
Neliel a quel punto parve interessarsi.
«Ansioso?»
Nnoitra imprecò mentalmente. L’ultima cosa che voleva era farla preoccupare con i suoi inutili problemi, ma oramai aveva parlato e non poteva tirarsi indietro.
«Sì, ansioso. Un pochino!» chiarì. «Sai cosa? I bambini sono complicati. E più ci avviciniamo a quel momento e più l’ansia aumenta. Io non so come devo comportarmi, non ho neanche un po’ d’istinto paterno. Però questi sono problemi miei, mi passerà, quindi…»
Per Neliel fu strano e sorprendente vedere Nnoitra, per la prima volta in vita sua, così insicuro.
«Non ti devi preoccupare. Abbiamo gli stessi timori.»
«Ma va», sbottò. «Tu sei decisamente più brava di me con certe cose. Io i bambini non so neanche come tenerli in braccio, non capisco quando hanno fame o quando stanno male. E se non capisco di cosa il bambino ha bisogno? Mi sento proprio stupido», sbuffò portandosi una mano sulla fronte.
Mai avrebbe pensato di doversi fare tanti problemi per una cosa del genere.
Neliel sorrise e allungò una mano nel buio, afferrando la sua.
«Il fatto che tu ti faccia tutti questi problemi è la prova che hai almeno un po’ d’istinto e poi… sai, credo che ci verrà naturale. Non pensavo fossi così preoccupato, è una cosa carina.»
«Piantala di dirlo.«
Lei rise. Poi calò il silenzio e Nnoitra credette che si fosse addormentata.
Poi però sentì qualcosa di strano.
«Perché le lenzuola sono bagnate?»
Neliel non parlò per qualche istante.
«Credo che mi si siano rotte le acque…»
 
Nota dell’autrice
Ma quanto è tenero Nnoitra che giustamente è preoccupato? Grimmjow non è che l’abbia rassicurato, anzi, ha peggiorato le cose xD
E poi…. CI SIAMO. Al prossimo capitolo conoscere il baby. Oh, ne abbiamo fatta di strada, devo dire T_T

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Capitolo 29
*** Three hearts ***


30 - Three Hearts
 
A certe cose non si era pronti mai.
Nnoitra aveva immaginato quel momento tante volte, ma viverlo… viverlo era tutt’altra cosa. Ed era disturbante.
«Nnoitra, ti odio!», esclamò Neliel, visibilmente sofferente, mentre stringeva la sua mano. «È colpa tua se sto soffrendo!»
«Come sarebbe a dire? Sei veramente…!»
L’ostetrica però gli aveva fatto segno di tacere. Era meglio non dar corda ad una donna in pieno travaglio.
«Su, adesso non ci agitiamo. Mia cara Neliel, quando vuoi, inizia anche a spingere», guardò poi Nnoitra. «Vuole vedere quando il bambino esce?»
«No grazie, sto bene qui», chiarì subito. Nulla lo impressionava, ma quello era troppo. E poi, la stretta di Neliel sembrava voler dirgli proprio “rimani qui”. Ed era così, aveva bisogno di lui.
Forse un dolore del genere lei non lo avrebbe più provato in vita sua. Anche se Nnoitra era silenzioso, probabilmente stordito dalla vita che stava cambiando – da una nuova vita che stava arrivando – ma tutto ciò che gli bastava era averlo lì e avere il suo silenzioso sostegno.
E poi, dopo quasi due ore c’era stato un pianto. Dapprima più che altro un vagito che si era trasformato in un gridare. Neliel aveva appena avuto il tempo di sollevare lo sguardo giusto in tempo per vedere l’ostetrica poggiare sul suo seno la bambina.
La sua bambina che con il viso arrossato sembrava star protestando per essere stata tirata fuori dal suo caldo giaciglio.
Prima che potesse accorgersene, le lacrime avevano preso a rigarle il viso.
«È… è mia figlia?»
« È decisamente una lei», chiarì l’ostetrica. «E sembra anche in salute.»
Neliel sospirò, stringendo delicatamente la piccola che pian piano sembrava starsi calmando.
«Nnoitra, è nata», lo chiamò con la voce spezzata. E ancora una volta lui non seppe cosa dire. C’era qualcosa da dire in casi del genere? Doveva gioire o forse piangere?
Chinò un po’ la testa, osservando meglio la bambina che aveva aperto gli occhi.
«Umh… questa bambina non mi somiglia per niente», affermò con apparente indifferenza. Poi allungò una mano, accarezzando delicatamente la sua testolina. «Non avevo chiesto altro, non un'altra femmina. Ma immagino vada bene così. Benvenuta al mondo.»
E sulle sue labbra comparve l’ombra di un sorriso.
«Nnoitra, prendila», suggerì Neliel.
«Eh?! Ma io non so… io non so…»
Non riuscì a terminare la frase. Prima che se ne rendesse conto, la bambina era tra le sue braccia. E ciò non si rivelò essere poi così difficile come aveva temuto Era solo strano.
Strana la consapevolezza che da quel momento in poi quella bambina avrebbe avuto bisogno delle cure e delle attenzioni di entrambi.
«Amh», borbottò. «Okay, il fatto che già non pianga è una grande cosa. Dobbiamo continuare a chiamarla bambina o hai pensato ad un nome?»
A Neliel venne da ridere.
«Pensavo a Naoko. Ti piace?»
«Umh, non è per niente male. Beh, Naoko, benvenuta in questo mondo.»
Dove tutti di certo ti ameranno.
 
 
Nota dell’autrice
Oh-oh. E’ accaduto, finalmente! Come qualcuno sperava (sì, AryaDream, alla fine è proprio una femmna, secondo te mi facevo scappare l’occasione? xD), la nuova arrivata non è niente meno che una bambina a cui è stato dato il nome Naoko.
Mi sono fissata con questo nome da quando ho letto “Norwegian Wood” di Murasaki. Poi, indovinate qual è il diminutivo di Naoko? MA PROPRIO NAO.
Poi che bello è scrivere di Nnoitra che è già tenuto in pugno dalla piccola? Adoro.
Spero vi sia piaciuto :3

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Capitolo 30
*** Everybody loves Naoko ***


30 - Everybody loves Naoko
 
Adagiata nella culla, Naoko osservava con occhi curiosi Oirhime, intenta a farle mille moine.
«La adoro!» esclamò la ragazza tenendo stretta a sé Kiyoko. «E sono sicura che lei e mia figlia diventeranno migliori amiche un giorno.»
La bimba dai capelli neri effettivamente guardava con interesse la più piccola, agitando i pugnetti e borbottando chissà cosa.
L’idillio terminò quando arrivò Grimmjow.
«Voglio tenerla in braccio!» esclamò deciso. Nnoitra allora lo fulminò con lo sguardo.
«Non pensarci neanche.»
Non poteva dare di certo la sua bambina in braccio a quello sconsiderato incosciente, sarebbe stato folle e insensato e…
«Va bene», proferì Neliel, prendendo la piccola Naoko. «Ma fai attenzione!»
Nnoitra assunse un’espressione contrariata. Non aveva intenzione di sentirsi dare dell’apprensivo. Perché in realtà non lo era mai stato, non eccessivamente almeno, non fin quando era arrivata Naoko.
In verità Grimmjow si dimostrò piuttosto attento e abile, e la bambina sembrava trovarsi bene tra le sue braccia, tanto che aveva addirittura sorriso.
«Avete visto? Le piaccio. Devo ammettere che è una bambina davvero adorabile.»
Orihime e Neliel erano piacevolmente sorprese, Ulquiorra sembrava abbastanza indifferente, forse perché la sua attenzione si era spostata tutta su Nnoitra, il quale era sul punto di esplodere.
Cos’era quel fastidio che sentiva? Somigliava vagamente alla gelosia ma… che senso aveva?
«Ti capisco», disse ad un tratto Ulquiorra, mestamente.
«Di cosa parli?!»
«Del fastidio che provi. Non fartene un problema, è una cosa del tutto normale, è l’istinto.»
Già, l’istinto. Molto pericoloso l’istinto.
«Non so proprio a cosa tu ti riferisca», borbottò alzandosi in piedi e puntando Grimmjow. «Va bene, ora basta. Ridammela.»
«Eh? Ma non è giusto, fammela tenere ancora un…»
Lo sguardo che in seguito Nnoitra gli lanciò gli fece intendere che sarebbe stato meglio tacere, se non voleva ritrovarsi un pugno dritto sul viso.
Neliel trattenne a stento una risatina.
«Tesoro, tutto bene?»
«Va tutto benissimo!» esclamò nervoso. Naoko era tranquilla in braccio a lui e per un attimo i loro occhi si incrociarono.
«Tsk, sei una bambina incredibilmente ruffiana», disse Nnoitra. «Però… sei carina, quindi posso perdonartelo.»
Esattamente come sua madre.
 
Nota dell’autrice
Per Nnoitra è l’inizio della fine. Naoko ha tipo tre giorni, e ha già fatto strage di cuori, lui però non ne sembra molto felice, fortuna che Ulquiorra almeno lo capisce. Cosa combinerà quest’adorabile e paffuta neonata?

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Capitolo 31
*** Moods ***


31 – Moods
 
Se con l’arrivo di un neonato in casa le cose cambiavano, per Nnoitra e Neliel non era andata diversamente. Avevano detto addio al dormire, dal momento che non solo Naoko piangeva in continuazione, voleva essere allettata ogni mezz’ora, ma voleva anche dormire in braccio. La culla  e il passeggino sembrava disprezzarli completamente.
«Si può sapere dov’è finito il ciuccio?!» esclamò Nnoitra con uno sguardo esasperato. Ovviamente Naoko piagnucolava tra le sue braccia e non c’era verso di calmarla.
«Perché lo chiedi a me?!» domandò Neliel afflitta. «Le sarà caduto, presta più attenzione!»
«Io presto attenzione, ma tra la mancanza di sonno e le sue urla, sai, non sono esattamente lucido!»
Aries, accucciato sul divano, sembrava stare osservando la scena con grande sofferenza, dopotutto anche la sua di routine era stata spezzata. Perciò saltò giù e cominciò ad annusare il pavimento, come se stesse cercando qualcosa.
«Ha cinque giorni di vita e fa già i capricci», sbuffò Nnoitra. «Questa è decisamente figlia tua. Ma non intendo viziarla, adesso va nel passeggino”»
Deciso sulla sua scelta, adagiò piano la bimba, ma quest’ultima cominciò subito ad agitarsi e a piangere.
«Naoko, non puoi stare sempre in braccio, dammi tregua!» si lamentò lui, sull’orlo di un esaurimento nervoso. Non doveva viziarla, si era detto, e non doveva neanche cedere. Ma vuoi la stanchezza, vuoi che non dormiva decentemente da trentasei ore, alla fine l’accontentò.
«Va bene, d’accordo, hai vinto! Ti prendo in braccio, ma piantala di piangere!»
Neliel si era lasciata cadere sul divano con gli occhi socchiusi.
«Devo allattarla di nuovo… e poi qualcuno deve cambiarla.»
«Non guardare me, l’ho già fatto stamattina e mi è bastato.»
Naoko, rossa in viso, prese ad agitare i pugnetti. Aries si era avvicinato alla sua adorata padrona con qualcosa in bocca.
«Mh? Che hai trovato bello?».
Il cane poggiò sul divano il suo bottino, ovvero il ciuccio perduto di Naoko e aveva anche fatto attenzione a prenderlo dal lato giusto.
«Aries! Bravo cane, sarai la mia salvezza! Nnoitra, Aries ha trovato il ciuccio! Vado a dargli una lavata e torno!»
«Certo, Aries trova una cosa ed è bravo, io perdo il sonno ma nessuno mi dice niente, tsk.»
Qualche  minuto dopo, Naoko succhiava felice il ciuccio tra le braccia di Neliel e si guardava intorno con i suoi grandi e curiosi occhi scuri.
«Adesso va molto meglio», sospirò la ragazza. «Questa bambina ci mette a dura prova. Però è adorabile, quindi le si perdona tutto.»
«Che è esattamente lo stesso ragionamento che faccio con te … Nel.»
Ovviamente, non appena aveva trovato un momento di pace, il sonno aveva sovrastato Neliel.
 
Nota dell’autrice
Ovviamente con una neonata in casa i ritmi cambiano, soprattutto se è come Naoko, che sicuramente tiene già in pugno Nnoitra che “Non devo viziarla”, e poi cede. Fortuna che c’è Aries a dare loro una mano, ma certo la stanchezza è difficile da combattere xD
 

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Capitolo 32
*** So funny ***


32 – So funny
 
Man mano che i mesi passavano, Naoko cresceva a vista d’occhio.
E ogni cosa, colore o suono sembrava incuriosirla ogni volta. Stava dimostrando di essere una bambina estremamente socievole e allegra, farla ridere era piuttosto facile. A farla ridere era Aries, che era diventato il suo migliore amico. A farla ridere era Neliel, che la teneva in braccio facendole mille facce buffe e versi acuti.
Puntualmente la bambina agitava le manine e mostrava un bel sorriso tutto gengive, ridendo di cuore.
«Nao, sei una gioia per gli occhi”, affermò Neliel orgogliosa mentre teneva sua figlia in braccio. “Sarei davvero tentata di strizzarti quelle guance paffute.»
Nnoitra sollevò lo sguardo dallo schermo del PC e la guardò male.
«Se poi scoppia a piangere però io non ne voglio sapere nulla.»
«Ah, ma smettila di fare il rompiscatole. Piuttosto, perché non provi tu a farla ridere?»
Nnoitra si indicò con sguardo a dir poco interdetto.
«Io?» domandò scettico.
«Beh? E che ci vuole? Fortunatamente Nao ha preso l’allegria da me e non da te.»
«Benissimo, allora pensaci tu.»
Adesso pretendevano troppo da lui. Non poteva mettersi a fare lo scemo in quel modo, non ne era neanche in grado!
C’era un limite a quanto si poteva infierire sulla dignità di una persona.
«Smettila di fare il permaloso e prendila! Anche un duro come te può sciogliersi alle volte.»
Nnoitra sbuffò, mentre prendeva in braccio Naoko. Il problema era che lui si era già sciolto perfino troppo per i suoi gusti. Tutta colpa di quella bambinetta morbida e carina che ora allungava una mano e gli sfiorava il viso.
 «Cosa sono diventato io, un clown? Cosa dovrei fare per farti ridere? Dico, ti sembro forse un tipo allegro io?»
«Scemo», lo prese in giro Neliel.
«Certo, continua pure ad insultarmi, tanto non è che non mi umili già abbastanza», guardò Naoko. «E tu che hai da guardare? Sei peggio di tua madre e in questa casa ci sono troppe donne. E come se non bastasse, l’unico maschio è un quadrupede che mi odia.»
Neliel non seppe dire perché Nnoitra avesse preso a dare di matto all’improvviso, ma a quella reazione Naoko prese a ridere. E a ridere tanto.
«Ma tu guarda. A quanto pare non hai bisogno di “far male” alla tua dignità. Ti basta fare quello che fai sempre per farla ridere.»
«Cosa?! Certo, per rendere felice mia figlia devo sclerare. Effettivamente è un ragionamento che non fa una piega.»
«Adesso lo stai facendo a posta. Dai di matto di proposito per divertirla?»
Colto in fragrante.
Si schiarì la voce.
«Figurati.»
 
Nota dell’autrice
Naoko si diverte quando Nnoitra sclera, quindi direi che avrà un sacco di occasione per divertirsi, considerando poi che lui lo fa pure di proposito. Direi che oramai lo abbiamo perso :)

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Capitolo 33
*** Say ***


33 - Say “dad”
 
Dopo le prime risate erano arrivate le prime parole. La primissima era stata “mamma”. Le altre erano più che altro versi che Neliel aveva imparato ad associare a ciò che succedeva intorno alla bambina.
Eppure c’era una parola in particolare che Naoko non aveva ancora pronunciato.
«Comunque io questa cosa non riesco a capirla», dichiarò Nnoira a braccia conserte. «Perché non dice “papà? È più facile che dire “mamma”. Lo fa a posta.»
«Ti rendi conto che stiamo parlando di una neonata, vero?» domandò lei accoccolata alla sua bambina. «Non ci fare caso Nao, papà è arrabbiato perché non hai ancora imparato a chiamarlo.»
«Tsk, fesserie. Dico solo che non ha senso.»
Figurarsi, prendersela tanto per una cosa così… anche se forse giusto un pizzico di fastidio provava.
Neliel si sistemò meglio Naoko in braccio.
«Va bene. Coraggio, Nao. Dì “pa-pà”.»
La bimba la fissò qualche istante. Poi gonfiò le guance e parve compiere uno sforzo sovraumano.
«Mamma!»
«Vedi? Lo fa a posta. Sta cercando di dirmi che fra i due preferisce te. D’accordo Naoko, me ne ricorderò fra qualche anno quando verrai a chiedermi qualsiasi cosa», dichiarò Nnoitra.
«Le tue scenate di gelosia sono adorabili.»
Non sono scenate di gelosia. Ma è mia figlia, voglio sentirmi chiamare così da lei e…» distolse lo sguardo. «Niente, fa finta che non abbia detto niente.»
Sprazzi di tenerezza che fuoriuscivano a tradimento, la prova che buona parte del suo cuore si era già sciolto da tempo.
Neliel lo fissò.
«Oh, Nnoitra… sei adorabile quando dici queste cose, ma non ti devi preoccupare.»
«D’accordo, però ti prego… non dire più niente. Mi sento stupido.»
 
Qualche ora dopo, Naoko dormiva tranquilla nella sua culla. O almeno, se n’era rimasta tranquilla fin quando non aveva deciso che una culla non era comoda come un paio di braccia. E quindi iniziò a piangere.
«Nnoitra, sono sotto la doccia, va tu!» lo pregò Neliel.
Lui sbuffò, uscendo dal suo studio e lanciando un’occhiataccia truce alla neonata.
«Non guardarmi così, ce l’ho ancora con te.»
Naoko si lamentò e allora si decise a tirarla su per tentare di calmarla. La bimba trovò subito un po’ di sollievo, ma non sembrava intenzionata a dormire. I grandi occhi fissavano l’espressione crucciata di Nnoitra.
«Ragazzina, cerca di dormire, stavo lavorando io. Maledizione a me, io odio i bambini, ma tu… tu mi hai stregato e non va bene. Non è che mi sorprenda tanto il fatto che tu preferisca tua madre, lei è molto più portata di me, ma almeno non avere la faccia tosta di farmelo presente. Basta, sono stupido.»
Adesso parlo con una neonata. Sono ridicolo.
Naoko batté le palpebre e poi prese a muovere le labbra. Ne uscì quasi un sussurrò, ma Nnoitra lo udì bene.
«Pa-pà.»
Per qualche attimo era rimasto interdetto. Per la prima volta sua figlia lo aveva chiamato. Non era niente di così straordinario, eppure era  una sensazione magnifica.
Strinse a sé la bambina, chiudendo gli occhi.
«Va bene, Nao. Non sono più arrabbiato.»
 
Nota dell’autrice
Fluff ne abbiamo? Ho amato scrivere questo capitolo. Me lo figuro benissimo Nnoitra che si infastidisce perché Naoko dice “mamma”, piuttosto che “papà”. E boh, sembra una cosa scema, ma intanto ci rimane malissimo, così tanto che vorrei abbracciarlo. Poi però Naoko finalmente lo chiama e lui tipo morto. Il cuore gli è stato rubato totalmente <3

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Capitolo 34
*** Jelly time! ***


34 – Jelly Time!
 
Alle volte anche Neliel poteva perdere la pazienza. La caparbietà di sua figlia, per esempio, la stava mettendo a dura prova, per  il semplice fatto che Naoko preferiva di gran lunga buttare la farina d’avena dappertutto, piuttosto che mangiarla.
L’ora della pappa era un’impresa ogni singola volta.
«Ah, Dio», sospirò. «Naoko, guarda cos’hai combinato. Hai sporcato tutto!»
«Forse non butterebbe via tutto se le dessi qualcosa di più buono», le fece eco Nnoitra.
Neliel si voltò a guardarlo, la maglietta sporca di ciò che fino a pochi minuti prima era stato nel piatto e gli occhi in fiamme.
«Certo, allora perché non le diamo una bella pizza a che ci siamo! Per favore, provaci tu.»
«Perché?»
«Perché a me non da retta!»
Nnoitra non capiva perché Naoko avrebbe invece dovuto dar retta a lui, ma era meglio non contraddire una già tanto provata Nel.
Seduta sul seggiolone, Nao guardava divertita Nnoitra. Il viso e il bavaglino erano completamente sporchi.
“Tu prova a lanciarmi quella roba e giuro che ti metto in punizione fino ai tuoi diciotto anni!”.
Con riluttanza prese una cucchiaiata di farina d’avena e l’avvicinò a Nao. Quest’ultima aprì la bocca, ma soltanto per sputare tutto subito dopo.
«Voi bambini sapete essere disgustosi… qualcuno qui avrebbe bisogno di un bagno.»
«Perché non ci pensi tu?» domandò Neliel a braccia conserte, mentre tentava di darsi una ripulita.
«Mi sono appena ricordato che ho un impegno…»
«Nnoitra!»
«Senti, si chiama divisione dei compiti. E poi io l’ho già fatto ieri».
Neliel e Nnoitra erano così occupati a parlare di Naoko, che non si erano neanche accorti di come quest’ultima avesse allungato furtivamente una manina e avesse afferrato saldamente i lunghi capelli del padre. Era a quel punto che Nnoitra aveva spalancato gli occhi.
«Naoko, no. Molla i miei capelli subito, non ho intenzione di sopportare anche te.»
Neliel era una piaga già più che sufficienza. Peccato che la piccola sembrasse poco intenzionata a lasciarlo andare.
«Gli piacciono i tuoi capelli», constatò lei divertita.
«Anche questo, anche questo da te ha preso!» si lamentò lui. «Ma sicura che è figlia mia? Non ha preso proprio niente da…».
Naoko iniziò a scalciare, mentre muoveva con forza il braccio. Si era ancorata ancora di più ai capelli di Nnoitra, il quale sembrava piuttosto sofferente in quella posizione.
«Che ne pensi di darmi una mano?» sbottò ad un tratto.
Suo malgrado, Neliel andò in suo aiuto.
«Avanti Nao, fa la brava e lascia i capelli di papà». La piccola fece un po’ di resistenza, al punto che alla fine una ciocca era rimasta stretta nel suo pugnetto.
«Che diamine c’è nel tuo latte, la dopi per caso? La creatura è forzuta, ma che non si prenda i tuoi stessi vizi!».
Naoko lo fissò con fare innocente.
«E non mi guardare così»,  borbottò infine, certo che altrimenti tutti i suoi propositi sarebbero andati a farsi friggere.
 
Nota dell’autrice
Appurato che Nao ha preso dalla madre il vizio di tirare i capelli. Ma è una neonata adorabile, quindi le si perdona tutto, anche questo. Vero Nnoitra? Si sa che certi bambini fanno i capricci durante la pappa. Certo, con una bella pizza sarebbe diverso, ma per cause di forze maggiore… non è possibile lol
Questo è stato un capitolo molto divertente da scrivre, alla prossima :)

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Capitolo 35
*** Photo ***


35 – Photo
 
Neliel era sempre stata una persona “social”, ma da quando Naoko era arrivata le cose erano peggiorate. Scattava almeno cinquanta foto al giorno, sia della bambina che di loro insieme. Nnoitra ovviamente non era mai stato d’accordo sulla faccenda, ma la lasciava libera di fare come voleva, purché non lo mettesse in mezzo. Anche se lei ci provava sempre.
«Dai, Nnoitra. Possibile che tu non voglia costruire dei ricordi con la tua famiglia?», domandò imbronciata.
Lui sbuffò. Perché doveva farla così tragica?
«Abbiamo già fatto una foto insieme… quando Naoko è nata.»
«Ma sono passati mesi! Coraggio, le foto sono importanti, un giorno vorremo riguardarle. E poi Nao è davvero fotogenica, sai quanti like hanno le sue foto?»
«Grazie tante. Tu e Nao siete bellissime, io non sono affatto fotogenico e non mi piace. Lo sai».
Neliel si zittì, mentre in braccio a lei Naoko sembrava richiedere le sue attenzioni. Effettivamente lei e Nnoitra non avevano molte foto insieme, eccetto quelle delle matrimonio – quello era stato un compromesso- e qualche altro scatto rubato. E lei sapeva che in realtà il motivo dietro tale atteggiamento fosse ben altro.
«Nnoitra… lo sai che non devi crearti problemi».
«Il mio viso è il mio problema. Odio la mia cicatrice e odio doverla nascondere, ma non ho altra scelta, perché il vederla mi fa pensare a com’ero prima».
Inutile, un delinquente, un vero e proprio scarto. Sono diventato migliore dopo, dopo che ho conosciuto te.
Neliel sospirò e allora si fece più vicina.
«Tu lo sai che la cosa non mi hai mai disturbato. Prima era prima, eri un ragazzino, ma adesso sei diverso. E poi, cicatrice o meno, tu per me resti bello a prescindere».
Nnoitra distolse lo sguardo. Non amava sentirsi fragile o esposto o ancor peggio la “vittima” della situazione. Ma alla fine era tutto lì, nella sua testa.
«È stupido da parte mia…»
«Non è stupido. Va bene.  Lo so che alle volte è difficile non pensare al passato. Ma pensa che in questo presente hai me e Naoko, hai noi. Non cambia ciò che eri prima.»
Non che ne avessi mai dubitato. Mi dici sempre “Sono fortunata”. Mi sa che quello veramente fortunato sono io.
Dopo averci pensato un po’ su, prese Naoko in braccio.
«Almeno non farla venir sfocata», balbettò. A Neliel brillarono gli occhi.
«Okay, ma tu sorridi».
«Ora non esageriamo.»
Naoko in compenso aveva sfoggiato il suo sorriso migliore mentre Neliel scattava la foto con il cellulare.
«Fatta! Ti piace?» , domandò. Nnoitra la osservò.
«Non male. Ma non voglio trovarmela sulla home di fac-»
«TROPPO TARDI!»
Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi.
 
Nota dell’autrice
Scrivere questo capitolo è stato bellissimo. Sì, perché Nnoitra fa la parte di quello duro e senza cuore, ma alla fine non è neanche questo il problema. Anche lui ha i suoi dilemmi interiori e Neliel è sempre pronta a farlo sentire meglio. Spero vi sia piaciuto ^^        

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Capitolo 36
*** First steps ***


36 – First steps
 
Da quando Naoko aveva cominciato a camminare, la sua amicizia con Aries si era fortificata. La bimba infatti stava sempre attorno al suo amico a quattro zampe, molto spesso salendogli goffamente addosso. E lui, dal canto suo, non poteva che sopportare pazientemente tutte le sue adorabili angherie, tra cui tirate d’orecchie e di coda e soprusi vari. Seduta sul pavimento, la bimba adesso mirava proprio alla coda di Aries, il quale la muoveva stanco. Dopotutto anche lui dava una grande mano nello  stare dietro a quella piccoletta che di certo non gli rendeva la vita facile.
«Nnoitra! Nao è con te?» domandò Nel affacciandosi dalla cucina.
Nnoitra comparve in soggiorno poco dopo, pareva molto indaffarato mentre parlava al telefono.
«Come sarebbe a dire ho una settimana di tempo? Neanche non dormendo la notte riuscirei a concludere il lavoro! Certo, tanto sono io che mi faccio in quattro. Cosa? Io… Ah, stupidi editori!»
Alla fine il mal capitato cellulare era finito scaraventato sul divano.
Neliel scosse il capo, con le mani poggiate sui fianchi.
«Quando la finirai di stressarti?»
«Quando la gente finirà di rompere, ecco quando. Perché ho fatto questo lavoro? Potevo fare l’avvocato o l’impiegato. Ma no, complichiamoci la vita.»
Naoko batté le manine divertita. Poi poggiò i piccoli palmi sul pavimento con l’intento di alzarsi. In quei giorni ci aveva provato diverse volte, ma tutte le volte era finita con il cadere.
«Guarda, Nao prova di nuovo a camminare», Neliel si mise in ginocchio davanti la sua bambina. «Coraggio Nao, ce la puoi fare. Vieni dalla mamma.»
La piccola si sollevò sulle proprie traballanti gambe, non accennando però a muoversi.
«Umh, forse dovremmo darle un aiuto. Nnoitra, tu afferrala per una mano e io l’afferro per l’altra»
«Soltanto perché non voglio che cada facendosi male», chiarì. Afferrarono poco dopo Naoko per entrambe le mani. La bambina sembrava estremamente concentrata.
«Forza tesoro, andiamo», la incoraggiò Neliel, muovendo un passo in avanti e cercando di trascinarsela dietro. Naoko a quel punto sembrò prendere coraggio e camminò, sebbene ancora sorretta.
«Bene, al mio tre lasciala!»
«Così a tradimento? Potrebbe cadere», le fece notare Nnoitra.
«Fidati di me e fallo! Uno, due e tre!»
Era un’idea pessima. Nnoitra era sicuro che una volta lasciata sola, la bimba sarebbe caduta sul pavimento.
Ma questo sorprendentemente non accadde. Anche da sola, adesso Nao stava muovendo i suoi primi e incerti passi. E sicuramente da quel momento non si sarebbe più fermata.
«Sì! Ce l’hai fatta, lo sapevo! Brava la mia bambina!», Neliel esultò, stampando un bacio sulla guancia della piccola, che sembrava aver intuito quella sua piccola vittoria.
Nnoitra alzò gli occhi al cielo. Non avrebbe espresso ad alta voce il suo orgoglio o quanto fosse strano il fatto che Nao stesse crescendo così in fretta.
«Non sarai più contenta quando dovrai correrle dietro», fu tutto ciò che disse infine.
 
Nota dell’autrice
Si fanno passi in avanti e Naoko ha imparato a camminare! Che gioia è questa per la sua famiglia? Sta crescendo, il povero Nnoitra dovrà farsene una ragione.
 
 

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Capitolo 37
*** Little brats grow up ***


37 – Little brats grow up
 
«Pasta, pizza, pollo!»
Naoko era entrata in quel periodo in cui i bambini ripetevano letteralmente tutto ciò che sentivano. Aveva imparato a parlare in fretta e si era rivelata essere una bambina molto più sveglia e intelligente del previsto.
«Cane! Aries, bello cane!»
Neliel rise. Trovava la sua bambina così buffa mentre si guardava intorno con curiosità e diceva cose assolutamente a caso.
«Ma sei davvero bravissima, Nao. Adesso dì “Ti voglio bene mamma”»
«Tivogliobenemamma», ripeté lei girando su se stessa con un biscotto mezzo sbriciolato in mano. Poi si fermò ad un tratto, sollevando un ditino e indicando qualcosa. «Nnoitra!»
Quest’ultimo assunse un’espressione che Neliel avrebbe definito impagabile.
«Non sono Nnoitra! Io mi chiamo “papà”. Non ce la fai proprio, vero ragazzina?»
«Beh, tutti ti chiamano con il tuo nome, lei ripete solo quello che sente»
«E com’è che con te questo discorso non vale? Te lo dico io, questa ragazzina non mi ama per niente», proclamò.
«Tu e i tuoi soliti complessi. Nao, vuoi bene a papà?»
«No, no, no», rispose semplicemente la bambina, scuotendo il capo.
«Lo vedi? Una volta che mi decido a dare un po’ di amore a qualcuno guarda tu come va a finire.»
Neliel gli lanciò un’occhiataccia. Alle volte si chiedeva chi fosse il bambino dei due.
Nao sgambettò fino ad avvicinarsi a Nnoitra, aggrappandoglisi.
«BelloNnoitabello»
«È anche maledettamente ruffiana. Va bene, non sono più arrabbiato, però adesso gira al largo»
Neliel rise, per poi abbracciarlo.
«Guarda che è inutile che fingi di avere un cuore di pietra. Lo sappiamo tutti che in verità hai un lato tenero»
«E chi sarebbero questi tutti, eh? Spero vivamente che tu e Grimmjow non vi divertiate a parlar male di me. Quell’idiota mi mette sempre in imbarazzo, che testa di cazzo.»
«Nnoitra! Non davanti alla bambina!»
Desiderò mordersi la lingua. E sperò vivamente che a Naoko non venisse la brillante idea di ripetere.
La piccola batté le mani.
«Mamma, olio, pappa. Cazzocazzochecazzo»
Neliel sgranò gli occhi, voltandosi molto lentamente a guardare suo marito.
«Nnoitra.»
«Che vuoi da me? Non l’ho fatto a posta! Naoko, smetti di dire quella parola!»
«… Checazzo…!»
Respirare e avere pazienza. Due cose che Nnoitra non conosceva.
«Io la uccido. Naoko! Dillo un’altra volta e giuro che sei finita!»
La piccola si lasciò andare ad un gridolino. In verità non era per niente spaventata, per lei quello era un gioco. Per questo quando Nnoitra prese a inseguirla, lei iniziò a correre ridendo.
Neliel sospirò, accarezzando Aries. Non si poteva mai stare tranquilli.
 
Nota dell’autrice
E dopo aver imparato a camminare, Naoko ha imparato a parlare. Mi sono ispirata a quello che facevano i miei cugini da piccoli. Uno chiamava davvero i suoi genitori per nome, mentre invece la mia cugina più piccola se ne usciva dicendo parole come “Pasta-pizza-pollo”.
E questa cosa mi fa ridere in modo ingiustificato. Siccome i bambini ripetono tutto, ovviamente Nnoitra dice la parola sbagliata al momento sbagliato.
Ma anche in questo caso, quant’è tenera Nao?!
 

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Capitolo 38
*** Night visits ***


38 - Night visits

Via libera. Naoko poteva sgattaiolare fuori dalla cameretta senza troppi problemi.
La sua meta? Ovviamente il letto dei genitori.
Con passo leggero ma svelto si apprestò a raggiungerlo, anche perché il buio non le era mai piaciuto e avrebbe voluto evitare di starsene lì da sola.
Giunta a destinazione, si arrampicò, saltando sul materasso.
Un meteorite avrebbe avuto più grazia.
Neliel fu la prima a svegliarsi e ad accendere immediatamente la luce.
«Oh, Nao. Che cosa ci fai qui?»
La bimba incrociò le braccia al petto.
«Io non riesco a dormire.»
La madre lanciò uno sguardo a Nnoitra. Come diamine faceva a dormire indisturbato? Pensò bene di picchiettargli su una spalla.
«Umh… che c’è? Che ore sono?» domandò assonnato.
«Le due circa.»
«Eh?», si mise subito seduto. «Naoko, cosa c’è?»
«Ho detto che non riesco a dormire! Voglio stare qui!» la bimba aveva stretto i pugni, sembrava molto irritata.
«Oh, hai tre anni, sei grande, puoi dormire da sola», Nnoitra tentò di arrivare a conclusione. Era stanco e l’ultima cosa che voleva era discutere con lei.
«Mi sento sola, voglio qualcuno con me. È più bello!».
Neliel non poté che provare una grande empatia. Sua figlia era esattamente come lei, anche in quello.
«Ci mancava pure questa! Senti, domani ti compro un peluche formato gigante, adesso però dormi!»
Naoko aggrottò la fronte e lo afferrò per i capelli.
«No, non vado!»
«Naoko, dannazione! Lasciami immediatamente!»
 Il contrattacco di Nnoitra era stato strizzarle forte una guancia, in modo da costringerla a mollare la presa, peccato che sua figlia sembrasse molto determinata.
Neliel si portò le dita sulle tempie, massaggiandole. Era illegale quel casino indicibile a quell’ora di notte.
«Smettetela di fare chiasso. E va bene, Nao. Dormi con noi stanotte, ma che non diventi un’abitudine.»
La bimba annuì, prendendo poi a scuotere energicamente il dito.
«Però papà tu basta pizzicarmi le guance, perché sennò io mi rabbio
«No, non “rabbiarti” e fila sotto le coperte», proclamò, troppo stanco per continuare quella conversazione. Alla fine Nao aveva vinto e appena due minuti dopo si era addormentata tra i suoi genitori. Aveva la stessa abitudine di Nel di appiccicartisi addosso mentre dormiva, non risparmiando ovviamente nessuno dei due.
«Più uguali di così non potevate essere», si lamentò Nnoitra mentre sua figlia si aggrappava letteralmente a lui. Neliel sorrise, sistemandosi sotto le coperte e facendosi più vicina ad entrambi.
«Lo so che i bambini non si viziano, ma Nao non avrà tre anni per sempre. Un giorno smetterà di chiederci di dormire con noi.»
Nnoitra la guardò male.
«Ok, mi hai convinto. Adesso però vorrei dormire.»
Almeno con la piccola lì non ci sarebbero dovuti essere problemi. Ma due secondi dopo entrò Aries. Quel letto era decisamente troppo piccolo.
 
Nota dell’autrice
Salve :D
Questi bambini crescono davvero in fretta. Naoko è vispa anche di notte e, come la sua mamma, non ama dormire da sola. Se alla faccenda ci avesse pensato Nnoitra, a quest’ora lui e la bambina starebbero ancora a discutere, per fortuna Neliel concede a sua figlia di dormire con loro. Dopotutto ha ragione, Nao non avrà tre anni per sempre. Ma adesso arriva anche Aries, che non è proprio di taglia piccola, quindi :D
 

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Capitolo 39
*** And the babies? ***


39 - And the babies?

Per tutti i genitori arriva il momento in cui devono ritrovarsi a rispondere a domande difficili. Soprattutto quando si aveva a che fare con Naoko, intelligente e curiosa come poche.
«Papà, mamma, da dove vengono i bambini?» quella era stata la sua innocente ma diretta domanda. Nnoitra e Neliel si erano guardati a lungo. Sapevano che un momento del genere sarebbe arrivato, ma non immaginavano così presto.
«Perché stai guardando me? Sei sua madre, è compito tuo.»
Nel assottigliò lo sguardo. Come al solito suo marito era molto d’aiuto. Non poteva di certo spiegare ad una bambina di quasi quattro anni le vere modalità con cui un bambino veniva fuori. Doveva inventarsi qualcosa.
«Beh… i bambini vengono dal Paradiso. Ci sono un sacco di unicorni e fiori.»
Naoko parve soppesare quelle parole. Ci credette, ma le venne istintivo  fare un’altra domanda.
«E come fanno poi ad entrare nella pancia?»
«In realtà ti abbiamo adottata, non sei davvero nostra figlia. Ti abbiamo trovato sotto un albero», disse ad un tratto Nnoitra. La bimba lo guardò con gli occhi sgranati e un’espressione indecifrabile.
«Ma… è vero?»
«No che non è vero!» Neliel gli diede una gomitata. «Tuo padre scherza. Comunque sia… il come è… è complicato. Nnoitra, diamine, dammi una mano.»
In realtà non avrebbe essere voluto tirato in mezzo. Non aveva intenzione di parlare di quel genere di cose, specie con una bambina.
«Ma è facile, ti abbiamo acquistata in un negozio.»
«Nnoitra, smettila! Così le farai venire traumi!»
Più che traumatizzata, Naoko sembrava indispettita. Si portò le mani sui fianchi, aggrottando la fronte.
«Bugiardi, tutti e due! Io lo so come nascono i bambini! È stato lo zio Grimmjow a spiegarmelo e poi mi ha anche detto: “Chiedilo ai tuoi, vedi un po’ cosa rispondono!»
Nel sentir nominare il suo assai poco opportuno migliore amico, Nnoitra divenne serio.
«… Che cosa ti ha esattamente detto?»
La piccola si sedette sul pavimento a gambe incrociate.
«Mi ha detto che per fare un bambino ci vogliono un uomo e una donna. Poi l’uomo bacia la donna e porta le mani sotto i suoi vestiti, poi vanno a letto e…»
«Basta! Non continuare! Non ci posso credere, quel… quell’idiota fuori di testa, giuro che lo uccido!»
Nnoitra era arrossito sia a causa dell’imbarazzo che per lo shock. Seriamente Grimmjow aveva  compromesso l’innocenza della sua bambina, dicendogli quelle cose?
«Nnoitra, calmo, okay? Sono certa che c’è una spiegazione», tentò di rabbonirlo Nel, senza però alcun successo.
«Spiegazione un corno! Io te l’ho sempre detto che non era una buona idea lasciarla da sola con quello!»
«C’era anche Kiyoko quando ce l’ha raccontato» confessò Naoko tranquilla.
Nnoitra guardò dritto negli occhi Nel.
«Prendo il telefono, chiamo Ulquiorra  e insieme andiamo ad uccidere Grimmjow. E questo è quanto.»
 
Nota dell’autrice
Domande scomode e dove trovarle. Naoko ha davvero una curiosità grande, poi se ci mettiamo pure che Grimmjow non ha peli sulla lingua… ecco cosa ne viene fuori. Nnoitra si è arrabbiato e avrà da dire quattro cose al suo migliore amico, sicuramente. Però almeno così gli ha tolto il peso di dovergli spiegare a Naoko come davvero nascono i bambini lol

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Capitolo 40
*** I will protect you ***


40 – I will protect you
 
«Papà, perché porti sempre la benda sull’occhio?»
Nnoitra e Neliel si erano guardati a lungo dopo quella domanda da parte della bambina.
Non c’era da stupirsi, Naoko era curiosa e poneva sempre domande su tutto ciò che le interessasse. Non era questo il problema, quanto più la reticenza di Nnoitra a parlare del suo passato. Anche con lei, c’era voluto un po’ prima di aprirsi.
Con Naoko era addirittura più difficile, essendo solo una bambina.
«Da questa parte non vedo. E ho una cicatrice davvero molto brutta, non mi piace vederla», mormorò mestamente. Neliel sperò soltanto che avesse la delicatezza adatta per spiegare alla figlia com’erano andate le cose.
Naoko batté le palpebre dalle lunghe ciglia.
«E com’è successo?»
Ovviamente, era normale che alla domanda di prima ne sarebbe seguita una del genere.
Nnoitra si portò una mano sull’occhio coperto, ripensando ad un passato non poi troppo lontano ma che comunque gli appariva sfocato, come un sogno.
«Avevo diciotto anni ed ero uno stupido ragazzino che voleva sentirsi un adulto. Io e lo zio Grimmjow frequentavamo… cattive compagnie.»
«Persone cattive? E sono state loro a farti questo?»
Lui annuì. Avrebbe evitato di raccontare che buona colpa fosse stata anche dell’alcol, che era stato un tipo violento e che ogni occasione era buona per cominciare una rissa. Ma almeno lui non aveva mai usato un’arma, sempre e solo la sua forza.
Non come la persone che gli aveva sfregiato per sempre il viso e che gli aveva lasciato addosso il segno dei suoi sbagli.
«Il mondo è pieno di persone cattive. Tu non puoi saperlo. Ed è giusto così. Sei solo una bambina» disse poi.
Non si era mai interessato molto ai bambini e al volerli proteggere, ma tutto il suo mondo era cambiato quando Naoko era arrivata.
Se fosse dipeso da lui, avrebbe voluto che sua figlia rimanesse lontana dal male per sempre.
«Mmmh, capisco», Nao si portò una mano sul viso, alzando gli occhi al cielo con fare pensieroso. «Allora da adesso vi proteggo io, sia a te che alla mamma. Così nessuno vi farà più del male.»
Nel sentire quelle parole, Neliel trattenne a fatica la commozione. Quella bambina era a dir poco straordinaria nella sua ingenuità, spontaneità e coraggio.
Nnoitra accarezzò delicatamente la testa di Naoko.
«Di solito sono i genitori che proteggono i figli.»
Ma lei scosse il capo, insistendo.
«E io invece voglio fare così.»
Probabilmente non avrebbe cambiato idea. Era così testarda.
«Inutile discutere, sei una ragazzina in gamba, Nao. E penso che non posso tenerti testa, su questo fronte.»
Lei sorrise e più che soddisfatta tornò sul tappeto a giocare con le bambole.
«Dici sempre che non ti somiglia per niente, ma ti sbagli. Una cosa da te l’ha presa» disse ad un tratto Neliel, dopo qualche attimo di silenzio.
«Cioè?»
«Lei come te vuole proteggere le persone che ama. Forse saranno poche, ma farà sempre di tutto.»
«Lo credo bene. Quella bambina è la parte migliore di me e di te.»
 
 
Nota dell’autrice
Ringrazio Tenue per questa fan art rappresentate Nao e Aries insieme <3
Che dire, ho adorato questo capitolo super commovente e adorabile, in cui Nao si erge a nuova protettrice della famiglia. È una bambina coraggiosa per l’età che ha, mi commuovo da solo per questa creatura che ho creato [?]
Vi è mancato l’angst? Bene, perché tornerà presto :D

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Capitolo 41
*** DIisease ***


41 – Disease
 
Era cominciata come una comune febbre. Eppur Neliel aveva un brutto presentimento, forse era il suo istinto materno che stava cercando di dirle qualcosa.
Mettere Naoko a letto era stata un’impresa. La bambina infatti aveva faticato ad addormentarsi, ma alla fine, vinta dalla stanchezza, era crollata.
Neliel però non riusciva comunque a stare tranquilla.
«Forse dovrei andare a controllarla?»
«Sei andata già due minuti fa. Dovremmo riposare anche noi, Nel», fece presente Nnoitra. In verità anche lui era molto preoccupato, ma non poteva di certo darlo a  vedere.
La piccola comparve sulla porta. Il viso era arrossato e tremava in modo spasmodico. Per non parlare della tosse. Terribile. Il suo petto infatti si muoveva a fatica.
«Mamma…», biascicò.
«Nao! Che succede? Hai dolore da qualche parte?»
Annuì e poi si gettò fra le sue braccia, piangendo. Questo li allarmò entrambi. Naoko non era solita a piangere neanche duranti i malesseri, se era arrivata a quel punto la situazione doveva essere più grave di quanto pensassero.
«Io non riesco a respirare.»
Neliel le posò le labbra sulla fronte e si rese conto di quanto stesse scottando. Sua figlia aveva l’affanno, respirare le costava un grande sforzo.
«Tesoro, sta calma… andrà tutto bene…»
«Ma io ho dolore al petto… non riesco a respirare», ripeté.
«Beh? Vogliamo aspettare ancora un po’ o la portiamo in ospedale?» domandò Nnoitra nervoso.
«Fuori c’è il gelo, lei ha la febbre..!»
Naoko fece per tossire, senza però riuscirci. Il respiro le si bloccò in gola. Tentò di buttare fuori l’aria, ma lo sforzo fu vano. Spalancò la bocca, gli occhi.
«Naoko!», Nnoitra la chiamò, dandole dei leggere colpi sulla schiena. «Naoko, respira! Forza!»
Non aveva mai fatto caso a quanto sua figlia apparisse fragile sotto il tocco della propria mano.
La stavano vedendo soffocare , la stavano vedendo star male e non capivano il perché.
«Nnoitra, sta diventando viola in viso!», gridò Neliel completamente in panico.
«Cavolo!» Nnoita imprecò, prendendo poi in braccio Naoko. «Prendi una coperta, la portiamo in ospedale!»
«Dovremmo chiamare un’ambulanza!»
«Io sarò più veloce, andiamo e basta!»
In certi casi era opportuno mantenere la calma, essere emotivamente distaccati. Ma come era possibile in quei casi?! Si stava parlando di Naoko, non di una persona qualunque.
La nostra famiglia.
 
«Naoko ha una brutta polmonite.»
Nnoitra guardò di traverso Aporro e lo afferrò per il camice.
«Ebbene? Che state aspettando a curarla?»
«Nnoitra, calmo», bisbigliò Neliel. «Non è in pericolo di vita, giusto?»
«Beh, in genere la polmonite è più fatale per i bambini al di sotto dei due anni di età, però da sola non riesce a respirare. Le faremo una cura anti virale.»
«Sarà meglio per  te che non le accada nulla», lo minacciò Nnoitra, per poi allontanarsi.
«Devi scusarlo. Lo sai, in genere non fa così», sospirò Nel.
«Lo so. Ma che vuoi farci, i figli ti cambiano.»
Neliel era convinta che Nnoitra non fosse cambiato. In fondo era sempre stato così.
 
Nota dell’autrice
Ovviamente non potevo risparmiare la povera Nao dalla mia vena angst. La bambina ha una brutta polmonite, cosa che io non ho mai avuto per fortuna, ma che so essere davvero terribile, specie se mal curata. Non riesce a respirare autonomamente e questo desta non poca preoccupazione nei suoi genitori. Complicherò le cose o farò la brava?

 

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Capitolo 42
*** She's strong ***


42 – She’s strong
 
Vedere Naoko stesa a letto, priva di forza, era strano. Era sempre stata una bambina allegra e vivace, per questo Neliel aveva sentito il cuore spezzarsi più di una volta. Confidava però nella forza e della volontà della sua bambina di riprendersi al più presto.
«Nnoitra, dovresti andare a riposare.»
«Io non vado da nessuna parte. Vai tu.»
«Non posso lasciare Nao.»
«Beh, nemmeno io.»
Alla fine dei conti era chiaro che nessuno dei due volesse lasciare la bambina da sola, poco importava che fosse una situazione frustrante.
«Ah, credo che ci stiamo preoccupando inutilmente. Sono sicura che Nao si riprenderà presto», sospirò lei sedendoglisi accanto.
«Lei è solo una bambina», mormorò Nnoitra con lo sguardo fisso sulla piccola.
«Questo non vuol dire nulla. È molto simile alla situazione di cinque anni fa.»
«No, Nel. Non è simile, non deve esserlo. Io non perderò un altro figlio, anche se mi rendo conto che non c’è niente che posso fare, proprio come allora.»
Nel sentire quelle parole, si zittì. Nnoitra non aveva mai parlato di quanto avesse fatto male. Aveva potuto percepirlo, ma sentirglielo dire era diverso, riportava a galla un dolore profondo.
«Infatti non succederà, starne certo. Neanche io posso fare nulla. Ho l’impressione che tu ti senta in colpa.»
«Ma davvero? È esattamente questo il punto.»
«Beh, non devi. Te lo proibisco. Non era colpa tua ai tempi e non lo è neanche adesso.»
«Ma darmi la colpa è più facile. Altrimenti non farei altro che continuare a domandarmi il perché.»
Neliel strinse forte la sua mano. Vederlo così fragile e inerme era strano anche per lei che lo conosceva da anni. Ma poteva comprenderlo, meglio di chiunque altro.
Circa venti minuti dopo, Grimmjow, Ulquiorra, Hime e Kiyoko erano venuti a far visita a Naoko. La bimba dagli occhi verdi era rimasta un attimo interdetta nel vedere la sua amica del cuore in quelle condizioni, ma poi si era fatta più vicina.
«Zia Nel, dorme?»
«Sì, tesoro. Ma puoi parlarle, ti sentirà comunque.»
Kiyoko annuì, mostrando un disegno che aveva fatto con i pastelli.
«Nao, guarda, ti ho portato un regalo. Queste siamo tu e io che giochiamo. Riprenditi presto, così possiamo tornare a giocare, d’accordo?»
L’altra si mosse nel sonno, senza però trovare la forza di parlare.
«In che condizioni è?» chiese Grimmjow preoccupato.
«Per ora è stabile, dobbiamo aspettare che la cura faccia effetto. Sembra così fragile…» sospirò Neliel.
«Ma va, non lo è per niente! Vedrete che fra un po’ di tempo tutta questa storia sarà soltanto un brutto ricordo!»
«Ovviamente che sarà così. E ne sono sicuro per il semplice fatto che se così non fosse allora non saprei proprio che fare» disse Nnoira, con un tono tanto serio da far quasi rabbrividire i suoi amici.
Non era contemplabile un’altra opzione.
 
 
Nota dell’autrice
Lo so, sono una persona crudele a infierire in questo modo. Di per sé una polmonite non è mortale, ma nei bambini e soprattutto se non è curata bene, lo può diventare. Penso che qualsiasi genitore si sentirebbe in colpa, proprio perché non può far nulla par aiutare il proprio figlio/a.
Nnoita e Neliel non sono da meno, anzi. Questo riporta loro alla mente la loro perdita di cinque anni prima. Nel loro caso è forse peggio.
Fortunatamente Grimmjow cerca di risollevare il loro morale. Prometto di non essere troppo cattiva con questa bambina, non se lo merita T_T

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Capitolo 43
*** Dreams and life ***


 
 
43 – Dreams and life
 
Era passata una settimana, settimana in cui Nnoitra e Neliel avevano cercato di darsi il cambio quanto più possibile. Anche Grimmjow, Ulquiorra e Orihime si erano offerti di aiutarli, anche perché Kiyoko voleva assolutamente rimanere accanto alla sua amica del cuore.
Di progressi fortunatamente ce n’erano stati, Naoko adesso poteva respirare da sola, ma poiché al suo cervello era mancato l’ossigeno per qualche minuto, si erano dovuti fare ulteriori esami per essere certi non ci fossero danni a lungo termine.
Quei giorni Naoko li aveva passati nel sonno, un sonno orribilmente simile ad un coma. Si svegliava per qualche istante, ma non diceva una parola ed era nutrita attraverso le flebo.
Per Neliel oramai era divenuta abitudine passare le serate così. Addormentata su una scomoda sedia, il viso poggiato alla spalla di Nnoitra, in attesa... forse di un segno?
La notte era ancora lunga e Naoko dormiva ancora.
«Mamma»
Le era capitato spesso di sognare la voce di sua figlia chiamarla, forse era colpa della suggestione, non sentirsi chiamare con tanta allegria e dolcezza era terribile.
Neliel strinse gli occhi, doveva trattarsi di un altro sogno.
«Mamma»
Sussultò violentemente.
«Nel? Cosa c’è…?» domandò Nnoitra, a quel punto sveglio anche lui.
Naoko aveva aperto gli occhi. Aveva un’espressione assonnata ma curiosa, e dallo sguardo sembrava già molto più vispa rispetto al solito.
«Ehi… Nao, sei fra noi finalmente. Tesoro mio…», subito Neliel la strinse a sé, sentendo il suo cuore tornare finalmente a battere.
«Piccola, come ti senti?» domandò Nnoitra accarezzandola la testa.
Lei li guardò battendo le palpebre.
«Io bene credo… emh…devo farvi una domanda.»
«Una domanda?» chiese Neliel.
La piccola annuì.
«Prima di avere me aspettavate un'altra bambina?»
Neliel si sentì mancare. Non aveva mai parlato a Naoko di quell’argomento, era ancora troppo piccola.
«Tesoro… perché questa domanda?»
«Perché ho sognato una bambina. Lei era molto simile a me, però aveva i capelli neri. E ha detto che era mia sorella ma che però non è riuscita a nascere. Ha detto che dovevo assolutamente svegliarmi per raccontarvelo.»
Nnoitra non sapeva che dire. Era assolutamente surreale, ma Naoko non poteva star mentendo.
Neliel sospirò cercando di ricacciare le lacrime.
«Sì, Nao. Prima di te avrei dovuto avere un altro bambino ma… non è adesso il momento di parlarne. Devo chiamare il dottore in modo che ti visiti. Non sforzarti, tesoro.»
Lasciata Nao alle cure si Sszayel, Nnoitra stava cercando di riprendersi. Naoko stava bene e questo era l’importante, tuttavia qualcosa lo turbava.
«Credi che quello di Nao sia stato davvero un sogno?» chiese a Nel.
«Non lo so. E probabilmente non lo saprei. Ma una cosa la so per certa. Qualcuno ha protetto Naoko. Lei è qui con noi adesso.»
Nnoitra si portò una mano davanti al viso. Era la prima volta dopo anni che sentiva l’istinto di piangere.
«Nnoitra?»
«Tranquilla, sto bene. Non ho mai avuto dubbi che Naoko potesse farcela» sospirò e si ricompose. «Beh? Andiamo da nostra figlia?»
Neliel sorrise. Adesso andava tutto bene.
 
Nota dell’autrice
E Naoko si sta riprendendo. Ovviamente non potevo inserire qualcosa di strano, come il suo sogno/visione durante il sonno profondo. Sarà stato vero?  Chissà, ognuno può interpretarlo come vuole. Spero abbiate apprezzato.

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Capitolo 44
*** Drunk ***


44 – Drunk
 
La vita era tornata alla normalità e insieme ad essa erano tornate vecchie abitudini.
Poiché  a quanto pare Grimmjow soffriva di solitudine, ogni weekend o quasi invitava i suoi adorati amici e famiglia a casa sua. E come poter dire no ad un povero scapolo in cerca di compagnia?
Nnoitra “no” gliel’avrebbe detto anche volentieri, ma ovviamente Neliel era contraria.
«È uno dei tuoi migliori amici, sii più comprensivo!»
«Tu lo sai che ci toccherà accollarcelo fin quando saremo vecchi, vero? Non ci voglio neanche pensare!»
E poi puntualmente arrivava Naoko.
«Che bello, andiamo dallo zio Grimmjow. Io ho deciso che quando sarò grande lo sposerò.»
«Non sposerai nessuno, tanto meno quell’idiota», la liquidava ogni volta Nnoitra. C’era poco che potesse fare, sia Naoko che Kiyoko subivano il fascino di Grimmjow, era innegabile.
Di positivo c’era che il padrone di casa offriva sempre ai loro ospiti alcol. E ciò almeno rendeva tutto più sopportabile.
Ulquiorra in genere non ne toccava un goccio, motivo per cui rimanevano solo Nnoitra e Grimmjow, che tra una chiacchiera e l’altra finivano sempre per bere più di quanto avessero voluto.
«Se ti senti solo, perché non ti sposi e la fai finita?»
«Non è colpa mia, nessuna vuole una relazione seria con me!»
«Certo, adesso sei tu la vittima.»
Ulquiorra fece caso a quello che era il quinto bicchiere di gin per entrambi.
«Forse non dovreste bere così tanto.»
«Non dovrei neanche essere qui, se è per questo», lo liquidò l’altro.
Grimmjow si era lasciato andare tante volte, ma chissà com’era Nnoitra da ubriaco?
Le due bambine presto fecero irruzione.
«Guardate! Io e Kiyoko abbiamo fatto dei disegni, questo è mio ed è un dinosauro!»
Naoko aveva puntato lo sguardo su Nnoitra, il quale si era voltato ad osservarla con il viso totalmente rosso.
«Quello non è un dinosauro, è un cetriolo.»
«Cosa? No, non è vero, è un dinosauro!» insistette la bambina.
«I cetrioli sono divertenti.» biascicò Grimmjow accasciato sul tavolo.
E fu così che Nnoitra iniziò a ridere. Senza però riuscire a darsi un contegno. O a fermarsi.
Ciò era un evento più unico che raro.
Naoko dal canto suo aveva assunto un’espressione sorpresa.
«Papà, stai bene?»
«Bene? Benissimo. Voglio bene a tutti!» affermò allegro. Perfino una bambina poteva capire quanto quella reazione fosse innaturale.
«Insomma! Ragazzi, cos’è questo fracasso? Prima spedite me e Hime a cucinare e poi anche questo?»
Neliel era comparsa dalla cucina con le mani sui fianchi.
«Mamma! Papà è diventato pazzo!»
«Io non sono pazzo! Oh, ciao mia dolce Neliel, oggi sei più bella del solito!»
Dicendo ciò le si era avvicinato, malgrado fosse un po’ instabile, per stringerla.
«Nnoitra, quanto diamine hai bevuto?! Voi due…!»
«Non guardare me, io ci ho provato a fermarli!» disse subito Ulquiorra.
Neliel assottigliò lo sguardo. Nnoitra brillo era a dir poco molesto e disturbante.
«È meglio se ti siedi.»
«Non essere noiosa.»
«Seduto!»
«Vi voglio bene…»
«Ma solo a me piace più da ubriaco?» chiese Grimmjow.
Neliel lo mal guardò.
«SI!»
 
Nota dell’autrice
Potevo non scrivere di un Nnoitra ubriaco? Assolutamente. Diventa tutto l’opposto di ciò che in realtà è, oltre ad essere molesto. Tutto ciò perché Grimmjow si sente solo e vuole compagnia. Non avrà fortuna con le donne, ma Kiyoko e Naoko subiscono inevitabilmente il suo fascino, beh…
Capita.
 
 

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Capitolo 45
*** Ooops, chat! ***


45 – Ooops, chat!
 
Se c’era una cosa che Nnoitra odiava era stare attaccato al telefono. Non faceva proprio per lui e la maggior parte delle volte tendeva ad ignorare i vari messaggi che gli arrivavano. Soprattutto da Grimmjow, peccato che ignorarlo causava l’effetto contrario.
L’unica a cui faceva il favore di rispondere era Nel. Non che avesse altra scelta, altrimenti avrebbe dovuto poi avere a che fare con la sua ira quindi… tanto valeva risponderle.
“Amoruccio mio, che fai di bello? <3 <3 <3”
In ogni frase, Neliel inseriva sempre un cuore o uno smile. Lui no. Lui era molto più diretto.
«Sto aspettando l’editore. E mi sto rompendo già abbastanza.»
Il messaggiarsi in continuazione era una cosa da fidanzatini adolescenti. Dopotutto loro vivevano insieme, si vedevano praticamente ogni giorno.
“Su, su, so io come consolarti più tardi. Ho spedito Nao da Ulquiorra e Hime, così abbiamo la casa tutta per noi. Ti piace come idea? :P”
Certo, lo scambiarsi messaggi aveva anche i suoi privilegi. Per esempio, stuzzicarsi a distanza era un’esperienza eccitante. Anche se, pensare a certe cose sul luogo di lavoro non era la cosa migliore, ma Nnoitra non poteva farci niente, quella donna lo conosceva bene e conosceva i suoi punti deboli.
Dammene un assaggio allora, mandami una foto.”
Al solo pensiero si eccitò maledettamente, e non poté evitare di arrossire.
Qualche secondo dopo, Neliel gli rispose. Aveva inviato una foto abbastanza audace, il seno coperto da biancheria di pizzo bordeaux era in primo piano, così come il suo viso dall’espressione languida.
Si morse le labbra.
Il telefono vibrò ancora. Questa volta era Grimmjow.
Di nuovo.
“Ehi, amico! Insomma, ma perché visualizzi e non rispondi? Lo vedo che sei online!”
«Ah, Grimmjow. Non rompere.» , borbottò. Era impegnato a fare cose molto più importanti.
“Tu non hai la più pallida idea di cosa ti aspetta quando torno”
Neliel non si sarebbe di certo arresa così.
“Dammene un assaggio, allora :*”.
Nnoitra sospirò. Quel gioco era divertente, senza dubbio.
«Andiamo, non impallarti adesso, dannato aggeggio!» esclamò inveendo contro il cellullare che come sempre gli dava un po’ di problemi, e poi scrisse, senza mezze misure, com’era solito a fare.
“Voglio scoparti così forte da farti perdere i sensi.”
Inviò. E tre secondo più tardi si accorse della tragedia. Aveva sbagliato destinatario. Non lo aveva mandato a Neliel ma…
«Oh, cazzo. Ma non può essere, capitano tutte a me? Cancella, cancella!»
Si sbrigò a pigiare sullo schermo per cancellare il messaggio, ma poiché il destinatario lo aveva già visualizzato, non era più possibile.
Si maledisse silenziosamente quando il telefono prese a squillare. Non voleva parlare con lui.
«Che c’è?!» rispose.
«Ehi, amico. Ho ricevuto il tuo messaggio. Cavolo, io di solito piaccio, ma non pensavo così tanto.»
«Grimmjow, vai a farti fottere, d’accordo?!»
Gli chiuse il telefono in faccia. Non solo si sentiva umiliato, ma l’eccitazione era anche scomparsa..

Nota dell'autrice
.... Beh, sono cose che capitano, no? Fra tutti, proprio Grimmjow. Mettiamoci anche che Nnoitra è srato molto diretto... e si ottiene una splendida brutta figura. Povero, chissà come sarà guardarlo in faccia, adesso.

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Capitolo 46
*** Swimming ***


46 – Swimming
 
Naoko aveva un’espressione concentrata mentre stringeva le sue mani a quelle di Nnoitra. L’acqua le solleticava la pelle in modo piacevole, il mare le era sempre piaciuto. E sicuramente lo avrebbe apprezzato di più se avesse imparato a nuotare.
«Non è così difficile. Se adesso ti lasciassi, staresti comunque a galla» sospirò Nnoitra.
Ma la bambina non aveva alcuna intenzione di staccarsi. Batteva forte i piedini, ma teneva comunque le mani strette alle sue.
«No, non lasciarmi, uffa!»
«Stavo solo scherzando. Piuttosto, dov’è finita tua madre?»
Andare in spiaggia con Neliel rappresentava sempre un grande problema. Quella donna non era solo bellissima, ma anche incredibilmente provocante senza volerlo. Aveva un bel corpo e forme generose messe in evidenza da un costume a due pezzi che non coprivano poi molto.
Neliel si fece avanti, entrando lentamente nell’acqua e sventolando una mano.
«Ehi, vi state divertendo?»
«Sì, sì, come vuoi. Sbrigati ad entrare», borbottò lui mentre si guardava intorno per essere certo che nessuno guardasse troppo la sua Neliel. Fortunatamente ci pensò la piccola a distrarlo.
«Papà, io sono ancora qui!»
Neliel intanto si era immersa e si stava ora passando una mano tra i capelli.
«Come va la lezione di nuoto?»
«Male. Nao ha paura dell’acqua.»
«No, non è vero. Ma l’acqua è cattiva e mi mangia.»
«Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito.»
«Oh, avanti. Smettetela di discutere. Coraggio Nao, è facile, basta muoversi. Non preoccuparti, se non riesci ti afferreremo»
La bambina gonfiò le guance. Non apprezzava particolarmente gli insuccessi.
«Va bene» borbottò. Nnoitra allora si staccò da lei e indietreggiò appena.
Naoko iniziò a muoversi piuttosto goffamente, sembrava un piccolo cucciolo.
«Bravissima tesoro, ce la stai facendo!» esclamò Neliel.
La bambina iniziò a gasarsi.
«Nuoto? Nuoto, che bello, io…»
Per il troppo entusiasmo si dimenticò che forse sarebbe stato meglio chiudere la bocca, onde evitare di ingoiare dell’acqua. Prontamente Nnoitra la afferrò, portandosela in braccio.
«Ecco cosa succede quando si parla troppo.»
Nao tossì rumorosamente, gli occhi arrossati.
«Uffa, non è giusto però. Ci ero quasi riuscita. E poi adesso mi brucia la gola.»
«Va bene, Nao. Non si può imparare tutto subito, sei stata brava. E poi, io ho imparato a nuotare che ero molto più grande di te», tentò di consolarla Neliel.
«Infatti non è da te che dovrebbe prendere esempio» si lamentò Nnoitra. «Stavo pensando che potrei prenderti e gettarti in mare. Oh sì, così dovresti imparare per forza.»
Naoko spalancò gli occhi.
«Mamma! Fallo smettere!»
«Nnoitra, smettila di traumatizzarla! Per oggi può andar bene così. E adesso puoi darmi in braccio mia figlia, per favore?»
«Neanche per sogno! Con quel coso striminzito che hai addosso è meglio che tu non faccia movimenti strani!»
Naoko si portò una manina davanti la bocca e rise.
«Possiamo tornare anche domani? E dopo domani ancora? E…?»
«Io detesto venire in spiaggia» sbuffò Nnoitra. Aveva ben due donne da tenere d’occhio, non era certo uno scherzo. Ma sarebbero tornati ancora e Naoko avrebbe finalmente imparato a nuotare.
 
Nota dell’autrice
Basato su una storia vera, la mia. Io, che a cinque anni, tutta gasata: “Sto nuotando, sto nuotando”, e poi vado giù come una perfetta idiota. Cose che capitano, anche queste. Sembra ieri che Naoko imparava a camminare, adesso invece sta imparando a nuotare. Anche se, certo, Nnoitra è più impegnato a stare attento che nessuno importuni la sua bellissima moglie, ha un bel da fare.
Alla prossima ^^
 
 

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Capitolo 47
*** Cycling, maybe ***


47 – Cycling, maybe
 
Era risaputo che Naoko fosse una bambina testarda. Tale testardaggine l’aveva ereditata dalla madre. E come lei, quando si fissava con qualcosa, doveva essere quella a tutti i costi.
Come quando aveva deciso di imparare ad andare in bici senza rotelle.
A detta sua era ormai una bambina grande, quindi doveva assolutamente riuscirci.
Certo, tra dire e il fare c’era di mezzo il mare. Soprattutto  quando ad aiutarla c’era Nnoitra, che di certo non era conosciuto per la sua pazienza.
«Stammi dietro, stammi dietro!» esclamò la bimba pedalando.
«Come sarebbe a dire “stammi dietro”? Così non imparerai mai. Quand’è che posso lasciarti andare?»
«Umh… tra qualche minuto», confermò Naoko dopo averci pensato su.
Neliel guardava la scena divertita, seduta su una panchina con accanto Aries. Sicuramente Naoko cresceva in fretta e c’erano tante cose che stava iniziando ad apprendere. Ricordava ancora quando aveva imparato a camminare sulle sue piccole e fragili gambe. Quasi si commosse al pensiero, ma Aries si sollevò, iniziando a scodinzolare.
«Sono stanco, Nao non mi da tregua», sbuffò Nnoitra.
«Questa non è di certo una novità. Ma, aspetta un momento… se tu sei qui dov’è lei?»
«Me ne sono andato senza dirle niente. Solo così si impara.»
Neliel fece una smorfia.
«Cioè tu hai lasciato nostra figlia da sola sulla bici?»
«Disciplina innanzitutto, mia cara Neliel.»
«Nnoitra, tu sei veramente…!»
La voce allegra e squillante di Naoko giunse ben presto alle loro orecchie.
«Mamma, guarda! Pedalo da sola!» esclamò vittoriosa.
«Sei bravissima, tesoro. E i tuoi metodi di insegnamento sono discutibili». sussurrò rivolgendosi a Nnoitra, il quale si limitò a fare spallucce. Aries iniziò ad agitarsi e ad abbaiare.
«Aries, sta buono! Nao, non ti allontana-»
I bambini erano davvero incredibili, li perdevi di vista un secondo e finivano con il fare delle cadute clamorose. Naoko infatti finì dritta sul terreno dopo aver perso l’equilibrio.
«Nao! Nao, stai bene?» esclamò Neliel correndole incontro, mentre Aries la tirava per il guinzaglio, impaziente di sapere se la sua padroncina stesse bene. Naoko si  mise seduta, prendendo a piangere.
«Ahi! Mi sono fatta male al ginocchio. Fa male, brucia!»
«Ah, per Dio» sospirò Nnoitra. «Non mi sembra il caso di piangere, è solo un graffio.»
«Ma fa male. Uffa, stavo andando così bene!»
«Può capitare di cadere. Ci riproverai un altro giorno», tentò di consolarla lui.
«È vero. Ora, ti sentiresti meglio se ti comprassi un gelato?» suggerì Neliel.
La bimba si asciugò le lacrime.
«Ne voglio due.»
«Vedremo.»
Nnoitra prese in braccio Naoko. Il suo ginocchio era effettivamente graffiato, ma nulla di grave. Si sarebbe evitato frasi del tipo “la vita è come andare in bicicletta, a volte puoi cadere e dalle cicatrici che ti restano puoi imparare”, sarebbe stato troppo sentimentale. Ma gli venne in mente, e gli venne in mente che effettivamente Naoko stava davvero crescendo.
«Dai papà, sbrigati, voglio il gelato!» esclamò Naoko, che già aveva dimenticato il dolore.
Lui la guardò.
Stupidi bambini. Perché dovevano crescere così in fretta?
«Sì, ho capito.»
 
Nota dell’autrice
Questo capitolo è venuto fuori più malinconico di quanto credessi, però mi piace. Ci sta che Nnoitra e Nel si lascino andare alla malinconia, dopotutto Nao sta diventando grande (e quante ancora dovrà combinarne). Imparare ad andare in bici può essere difficile e le cadute ci stanno, come qui, come nella vita.
Alla prossima ^^

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Capitolo 48
*** Quarrel ***


48 – Quarrel
 
Da quando c’era Naoko, Nnoitra e Nel avevano sempre evitato di discutere davanti a lei. Ma la loro bambina stava crescendo ed era anche estremamente sensibile e curiosa, motivo per cui sapeva capire facilmente quando c’era tensione nell’aria.
Quella sera avrebbe dovuto essere già a letto, e nonostante fossero le undici passate, stringeva forte il suo orsacchiotto, mentre se ne stava contro il muro. In cucina, i suoi genitori discutevano animatamente.
«Adesso che ho perso il lavoro non so proprio come fare» sospirò Neliel afflitta. «A fine mese abbiamo l’affitto da pagare. Con due stipendi era già un’altra cosa.»
«Non è di certo colpa tua se il ristorante in cui lavoravi ha chiuso. Troverai altro.»
«Come? Non ho più vent’anni, nessuno vuole assumere una donna già madre»
«Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito. Va bene, allora lavorerò soltanto io.»
«E come pensi di fare?  Sei un mangaka, non hai uno stipendio fisso.»
«Vuoi forse dire che non posso provvedere alla mia famiglia?!» sbottò Nnoitra.
«Non sto dicendo assolutamente questo! Ma lo sai anche tu come funziona.»
«Troverò un secondo lavoro.»
«Dacci un taglio. Finiresti per l’essere troppo occupato per passare il tempo con la tua famiglia.»
«È per la mia famiglia che faccio questo! Forse se ti fossi sposata con uno ricco questo non sarebbe successo»
«Sei un vero idiota, Nnoitra. Alle volte ti comporti come un bambino.»
«Ovviamente, solo tu hai il diritto di essere stressata, vero? Ma fammi il favore.»
Naoko strinse ancora il suo orsacchiotto e a stento trattenne le lacrime. I suoi genitori si sarebbero lasciati? A scuola, i genitori di un suo compagno avevano fatto una cosa chiamata divorzio, si erano lasciati e lui era rimasto a vivere con la madre.
Ma lei voleva vivere con entrambi.
Decise di uscire allo scoperto e quando Nnoitra e Nel la videro si zittirono.
«Tesoro, che fai in piedi? Ti abbiamo svegliata?»
Lei scosse il capo, strofinandosi gli occhi con una manina.
«Mamma, papà… voi vi lascerete?»
I due si guardarono.
«Ma che dici? certo che no, come ti viene in mente?» chiese Nnoitra stupiti.
«Perché vi ho sentito litigare e io non voglio. Non voglio che vi lasciate. Altrimenti io e Aries con chi stiamo? Mica posso scegliere. Ho bisogno della mamma che mi legge le storie, mi abbraccia e mi consola. E ho bisogno di papà che mi fa ridere, mi protegge e mi cucina i noodles. Vi prego, non lasciatevi!»
Neliel spalancò gli occhi ricolmi, di lacrime.
«Nao, non ci stiamo lasciando. Né ci lasceremo mai.»
«Cavolo, certo che no. Posso arrabbiarmi quanto voglio, ma non lascerò mai tua madre. La amo troppo» assai raramente Nnoitra si lasciava andare a certe dichiarazioni. Ma era la verità, e poi Naoko aveva bisogno di rassicurazioni.
«Sul serio?»
«Certo. A volte le coppie litigano. Ma d’ora in poi eviteremo. I problemi capitano, non è giusto che pesino sui bambini» sospirò Nel baciando la fronte di sua figlia.
Naoko adesso stava di nuovo bene. Perché confidava che la sua famiglia sarebbe sempre rimasta unita.
 
Nota dell’autrice
Non potevo non scrivere di Nnoitra e Nel che si ritrovano a litigare e la piccola Nao che crede si lasceranno. Che poi, pensandoci, è una roba molto triste/malinconica, ma ci tenevo a mettere in risalto anche questa questione, che a volte le coppie litigano e i bambini nella loro innocenza pensano chissà che.
Fortuna che questo non è il loro caso.
Alla prossima ^^

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Capitolo 49
*** Braids ***


49 – Braids
 
Naoko amava i suoi lunghi capelli ed aveva giurato che non li avrebbe mai tagliati.
Tuttavia apprezzava molto anche i capelli altrui, specie se si trattava di pettinare o creare acconciature. Di recente Neliel le aveva insegnato a fare le trecce, cosa che agli occhi di Naoko  era parsa quasi una rivelazione. Dopo aver intrecciato i capelli a tutte le sue bambole, aveva ben pensato di usare come cavia la madre.
Neliel doveva ammetterlo, sua figlia aveva un certo talento, forse aveva un futuro da parrucchiera.
«Ma che bel fiocco, Nao. Non è che ne hai anche uno rosso?» domandò mentre seduta si specchiava.
«Certo! Però poi voglio anche io le trecce, quindi sarai tu a farmele!»
«D’accordo, affare fatto.»
Svelta e abile, Naoko intrecciava le ciocce, andando poi a legarle alla fine, creando una miriade di piccolissime treccine.
Nnoitra davvero non capiva. Certo, dopotutto quelle erano cose da femmina, insieme ai trucchi, i vestiti e tutta quella roba lì. Ma davvero, Nao sembrava fin troppo presa.
«Visto che è così, apriamo un salone abusivo qui e almeno facciamoci pagare.»
«Sarebbe sfruttamento minorile», gli ricordò Neliel.
«Peccato…»
Naoko si arrestò ad un tratto e sorrise in direzione del padre. Poi lo indicò.
«Tu. Voglio far le trecce a te.»
Nnoitra indietreggiò. Forse avrebbe dovuto aspettarselo, ma aveva sperato che a sua figlia non venissero idee tanto malsane.
«Te lo puoi scordare. E poi tu hai sempre avuto il brutto vizio di tirarmeli, quindi no.»
«Adesso non lo faccio più. Sono diventata brava! Dai, per favore!»
Neliel rise divertita.
«Coraggio, questo non farà certo male alla tua virilità da uomo.»
Nnoitra si sentì messo alle strette. Dire no a Naoko era difficile. Quella ragazzina lo teneva in pugno.
«Giuro che se ti becco a farmi una foto, ti uccido», borbottò poi.
Era stata una delle idee peggiori mai avute, ma almeno Nao sembrava felice mentre metteva mano ai suoi capelli e lo infiocchettava adorabilmente.
«Se avessi avuto un figlio maschio questo non mi sarebbe mai successo», mormorò con una faccia da funerale.
«Esagerato, secondo me stai bene. Dovresti portarli sempre così.»
«Non infierire. Nao, questa cosa non dovrai dirla a nessuno. Soprattutto non a Grimmjow, capito?!»
Lo avrebbe preso in giro a vita se fosse venuto a conoscenza di una cosa del genere. Naoko però sembrò ignorarlo, mentre passava il pettine sulle lunghe ciocche nere.
«Così sei più carino!»
«È vero Nnoitra. Sei più carino e tenero.»
«Dovete lasciarmi in pace.»
«Mamma, scatti una foto?»
«COSA? NO, ASPETTA!
 
Nota dell’autrice
E così il povero Nnoitra subì un’umiliazione cocente. Il solito esagerato, cosa mai saranno un paio di fiocchi nei capelli? Come sempre pensa che siano “robe da femmina”, ma puntualmente viene tirato in mezzo. Che vogliamo farci, sono cose che capitano.

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Capitolo 50
*** No injustice! ***


50 – No injustice!
 
«Nnoitra, lascia parlare me.»
«Neanche per sogno. Passi tutto, ma anche i richiami da scuola no. Questa volta la metto in punizione per un mese!»
Nnoitra e Neliel si stavano ritrovando a discutere circa il destino della figlia, mentre andavano verso la camera di quest’ultima.
Naoko, sapendo già cosa le sarebbe aspettato, si era infatti rifugiata nella sua stanza.
«Naoko Gilga, fammi entrare immediatamente!» esclamò Nnoitra.
«Ti avevo detto di lasciar parlare me!» esclamò sua moglie. «Nao, tesoro, facci entrare. Giuro che non ti facciamo niente, vogliamo solo parlarti.»
«Tsk, sei sempre troppo tenera, tu.»
Dovette passare qualche istante prima che Naoko si decidesse ad aprire la porta. Sbucarono prima i suoi lunghi capelli, poi l’espressione crucciata. Aveva ormai dieci anni, stava crescendo e con lei stava crescendo anche il suo caratterino.
«Io non ho fatto niente» chiarì subito.
«Ma veramente? Allora com’è che il preside della tua scuola ci ha chiamati dicendo che hai picchiato le tue compagne? Non ti vergogni alla tua età a fare ancora queste cose?» chiese Nnoitra, indelicato come sempre. Per questo motivo Neliel gli lanciò un’occhiataccia e tentò un approccio più dolce.
«Nao, cosa è successo? Lo sai che non devi essere violenta con il prossimo, non si risolve niente così.»
«Ho dovuto farlo!» esclamò strofinandosi le mani sporche dagli acquarelli che aveva usato poco prima. «A scuola sono cattivi con Kiyoko!»
«Cattivi con Kiyoko? In che senso?»
«Nel senso che viene presa di mira da un gruppo di ochette insopportabili!» sbottò rossa in viso. «Tutto ciò solo perché  è timida e un po’ indifesa. Oggi stava leggendo un libro, allora la mia compagna è arrivata e glielo ha tolto dalle mani. Erano quattro contro una, potevano farle male!»
«Quindi hai pensato bene di affrontarle tutte e quattro tu?» domandò Nnoitra.
Lei annuì.
«Kiyoko è la mia migliore amica, quindi è compito mio proteggerla. E chiunque proverà a farle del male, dovrà vedersela con me!»
Non c’era da stupirsi che Naoko avesse reagito in quel modo. Aveva molto a cuore la sua amica dai capelli corvini, oltre al fatto che odiava le ingiustizie.
«Capisco, allora hai fatto bene.» proferì Nnoitra.
«Come sarebbe a dire? Fino a due secondi fa volevi punirla e adesso la giustifichi?»
«Non la sto giustificando. Hai sbagliato comunque, Naoko. La violenza è sbagliata, lo sai cosa ti abbiamo sempre insegnato.»
E su ciò non si discuteva. Lui in particolare sapeva a cosa la violenza poteva portare, non voleva che Naoko avesse alcun tipo di problema.
«Quindi sono in punizione?»
«No, perché hai fatto una cosa giusta. Nel modo sbagliato, ma è comunque giusta. Direi che adesso dobbiamo sbrigarcela noi adulti. Ma non dovrai più rifarlo, capito?»
Naoko annuì. La prossima volta si sarebbe comportata in maniera molto diversa.
Nel era rimasta senza parole davanti all’approccio che Nnoitra aveva avuto. E infatti quest’ultimo non mancò di farglielo notare.
«Avanti, ammetti che ho risolto la situazione nel migliore dei modi.»
Lei non lo guardò neanche.
«Sì, lo ammetto… ci sai fare.»

Nota dell'autrice
Naoko ha già dieci anni e sicuramente ha un carattere molto particolare, chissà da chi ha preso, vero? Per Kiyoko farebbe qualsiasi cosa, anche affrontare quattro persone in una volta sola. Ovviamente Nnoitra le ricorda che la violenza non va usata, ma che ha fatto bene a farsi valere. Perché sì, diciamocelo, bisogna avere un po' il pugno di ferro alle volte (e lo dice una che dalla parte di Kiyoko, quindi bullizzata, c'è stata, peccato non avere una Naoko a proteggermi lol)
Tra l'altro dieci anni, vuol dire che non manca molto all'adolescenza e io adoro tutto.
A presto :)
 

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Capitolo 51
*** 51 - Angel ***


51 – Angel
 
 La casa era orribilmente silenziosa.
Era anche per questo che Nnoitra era sempre stato assolutamente contro al prendere un animale domestico. Perché quando poi andava via era troppo doloroso. Ed era troppo doloroso anche per lui, che più di dieci anni prima si era dimostrato restio, quando Neliel gli aveva proposto di pendere un cane.
Ovviamente lei non lo aveva ascoltato e facendo di testa tua era tornata a casa con quel cucciolo tutto rotoli che gli aveva ringhiato. Ma non era solo questo, Aries non era stato solo un cane, faceva parte della famiglia ed era anche il migliore amico di Naoko.
Quest’ultima non aveva preso affatto bene la notizia, e si era lasciato andare ad un pianto disperato e senza vergogna, come solo i bambini sapevano fare. Anche Neliel aveva pianto, e tanto. A distanza di giorni, il silenzio era diventato troppo assordante.
«Disordine, disordine, disordine» si lamentò chinandosi sul pavimento. «Naoko, che ne pensi magari di venire a sistemare i tuoi pennarelli? Fino a prova contraria, non sono ancora il tuo schiavo!»
Parlava, nel disperato tentativo di rompere quel silenzio. Si chinò sotto il tavolo e allungò una mano, raccogliendo qualcosa: si trattava di uno dei giocattoli di Aries, una pallina blu che se schiacciata produceva un rumore acuto e fastidioso.
Nnoitra la guardò per qualche istante.
«Pensavo di aver buttato via tutto. Farei meglio a metterla via.»
Poi rimase in silenzio. Sentiva un peso sul cuore e le lacrime pungergli gli occhi. Si portò una mano sul viso e respirò a fondo, nella speranza di riuscire a trattenersi.
«Sciocco di un cane. Perché te ne sei andato?» mormorò con la voce spezzata. Se lo era ripromesso, non avrebbe versato una lacrima, ma era il dolore era troppo forte anche per un cuore gelido come il suo.
Aries se n’era andato e aveva portato con sé una parte di loro. Anche di lui.
Neliel arrivò in quel momento.
«Nnoitra, perché gridavi? Ma cosa…?»
«Non dire niente, d’accordo? Quel cane tutto rotoli doveva vivere almeno altri dieci anni, come minimo. E poi non si muore così, senza avvertire. Almeno sarei stato più gentile con lui, no?!» esclamò cercando ancora invano di darsi un minimo di contegno. Neliel gli sorrise, dolcemente e tristemente, e corse ad abbracciarlo.
«Lui ti voleva bene. Lo sai, gli animali avvertono queste cose. Sono felice che alla fine hai trovato il coraggio di piangere.» sussurrò, accarezzandogli la schiena.
Udirono un rumore e capirono che era provocato dai passi di Naoko. Quest’ultima si fermò un attimo a guardare la scena.
«Papà, non piangere! Ho capito una cosa, Aries è morto, però adesso sarà nel paradiso degli animali!»
«Dove…?»
«Il paradiso degli animali, ovvio no?» fece Neliel. «Dopotutto anche loro meritano un posto dove andare, hanno un’anima come noi.»
«Quello sciocco di un cane aveva più che un’anima.» ammise infine. Magari Nao aveva ragione, e adesso il dolce Aries si trovava in un posto altrettanto bello.
 
 
Nota dell’autrice
Questo è stato un capitolo tosto, lo è stato in particolare per me, che posso capire sia cosa hanno provato i personaggi, sia perché di solito non scrivo queste cose. Ho un problema con le scene in cui ci sono animali, mi fanno piangere il 99% delle volte, però mi sono fatta forza e l’ho scritto. Ebbene sì, Aries se n’è andato. Era indecisa se inserire questo pezzo, ma poi ho pensato di sì, perché alla fine nella vita succede, i nostri amici ci lasciano sempre troppo presto, purtroppo. Spero di non mandare nessuno in depressione.
 

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Capitolo 52
*** 52 - Make up! ***


52 – Make up!
 
Neliel sbuffò sonoramente, intenta a cercare qualcosa nella sua borsetta.
«Ma che fine ha fatto il mio mascara? Nnoitra, lo hai preso tu?»
«Sì, me ne serviva giusto un po’. Ma che razza di domanda è? Ovviamente non l’ho preso io!»
«E allora chi? A me serve!»
Nnoitra preferì non rispondere. Era per questo che considerava le femmine complicate, sempre fissate con il trucco loro.
Neliel in particolare ci teneva ad essere sempre ben presentabile, ma risultava difficile dal momento che non solo il mascara, ma anche il rossetto e la matita per gli occhi erano spariti. Poi le venne qualcosa in mente: che Naoko e Kiyoko avessero preso i suoi trucchi senza però dirle nulla?
Era plausibile.
Assottigliò lo sguardo.
«Sono sicura che c’entrano quelle due! Ora mi sentiranno!»
«Oh, questa non me la voglio proprio perdere!»
 
Di recente, Naoko aveva appeso fuori dalla porta di camera sua, un foglio di carta con scritto “Non entrare”. Avviso che ovviamente i suoi genitori ignoravano bellamente.
Senza preoccuparsi di annunciarsi, Neliel entrò e scorse sua figlia intenta a impiastricciarsi il viso.
«Naoko!»
Quest’ultima sussultò, finendo per disegnare una linea rossa sul viso, senza volerlo.
«Ah, ciao mamma.»
«Ciao mamma? Chi ti ha dato il permesso di prendere i miei trucchi?»
«Volevamo soltanto provarli!», si giustificò lei. Kiyoko sollevò lo sguardo. Se la sua migliore amica aveva optato per un make-up super colorato e appariscente, a lei era toccato un trucco pesante, con tanto ombretto scuro e eyeliner.
«Nao mi ha truccata così!» esclamò facendo spallucce.
Nnoitra a quel punto si portò una mano sul viso per evitarsi di ridere.
«Non ci posso credere, sei identica a tuo padre!»
«C-che? Ulquiorra si trucca?» chiese Neliel sorpresa.
«Quando eravamo adolescenti seguiva la moda emo-dark, quindi sì. E tu Nao, sembri un clown.»
«Uffa, non è giusto! Io sono un’artista, se so dipinger e so anche truccare.»
«Se dipingi come trucchi allora rinunciaci.»
«Volete piantarla?!» li interruppe Neliel. «Nao e Kiyoko, siete troppo piccole per truccarvi.»
«Non è vero, io ho dieci anni e mezzo, sono praticamente un adulta!» insistette.
Sua madre sospirò.
«Allora, visto che è così, potrei insegnarvi io come ci si trucca. Ma niente di pesante o esagerato!»
«Davvero? Questo mi piace! Insegnaci tutto!»
«Va bene, però… penso ci servirà una cavia.»
Nnoitra smise di sorridere quando Neliel lo guardò.
«Non pensare di fare quello che vuoi fare.»
 
 
«Io.Voglio.Morire.»
«E così, ragazze, si mette l’eye-liner. È meglio una linea sottile, basta prendere manualità!»
Neliel aveva appena applicato l’eyeliner a Nnoitra, il quale si sarebbe volentieri affogato. Che passasse tutto, ma anche il trucco?
Nao scoppiò a ridere.
«Papà, stai bene truccato!»
«Chiudi la bocca, tu. Mi avete preso per una bambola, forse?!»
«Perché ti lamenti? Io ti trovo sexy anche così», rispose Neliel divertita, chinandosi e poggiandogli un bacio sulle labbra.
«Questo è imbarazzante!» proclamò Naoko arrossendo. «Comunque adesso tocca a me truccarti!»
Nnoitra sapeva che sua figlia avrebbe utilizzato la sua faccia come una tela. Non aveva scampo.
 
Nota dell’autrice
Dopo l’angst dell’altra volta, un po’ di risate ci volevano. Personalmente mi sono divertita un sacco a scrivere questa flash. Quando avevo l’età di Nao e Kiyoko facevo dei veri e propri pasticci con il trucco. Neliel ovviamente le scopre presto, Naoko ha la faccia piena di colore e Kiyoko invece ha uno stile più emo. Eh sì, Ulquiorra adolescente che segue la moda emo è una cosa assolutamente troppo bella e realistica, sua figlia senza volerlo ha già preso ad assomigliargli.
Ma alla fine chi è che ci rimette se non proprio Nnoitra? Prima le treccine, ora questo! Naoko dovrà fare davvero tanta pratica su di lui.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ;)

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Capitolo 53
*** Become a woman ***


53 – Become a woman
 
Naoko aveva sicuramente una grande dote artistica, motivo per cui passava la maggior parte del tempo a dipingere. La pittura era oramai la sua passione, e ciò era possibile intuirlo dalle sue dita sempre impiastricciate di colore. Ogni giorno, cercava sempre di inventare qualcosa di nuovo.
«Cosa posso dipingere?» domandò con fare teatrale. «Forse un auto ritratto? No, non sono abbastanza brava… Un paesaggio! No, ne ho già fatti venti. Cosa posso fare?»
La sua mente carburava veloce. Ma ad un tratto la sua inarrestabile creatività fu arrestata da una fitta alla pancia. In quei giorni le capitava spesso di provare dolore, senza però capirne il motivo, forse avrebbe dovuto smettere di mangiare patatine e cioccolata di continuo?
Sbuffò e dopo aver riposato il pennello, andò a chiudersi in bagno. Non era ancora psicologicamente pronta a quello…
 
A Neliel  cadde un piatto di porcellana a terra quando sentì l’urlo di sua figlia. Nnoitra era invece rimasto con la matita in mano sospesa a mezz’aria.
«Che cos’ha combinato quella ragazzina?» borbottò.
«Non lo so. Ma non promette bene. Meglio se vado a controllare.»
Risalì le scale. Naoko non era in camera sua. Udii dei rumori provenire dal bagno e si avvicinò.
«Nao, tutto bene?»
«S-sì! Ti prego, non entrare!»
In preda alla confusione, la ragazzina si era tolta i leggins e li aveva gettati dentro il lavandino pieno d’acqua.
«Perché non devo entrare? Che cosa stai combinando?»
Poiché non gliela raccontava giusta, Neliel si decise ad entrare. E si ritrovò davanti ad una scena quasi da film horror. Naoko stava cercando di lavare via il sangue dai suoi vestiti, senza però molto successo.
Batté le palpebre. E poi sospirò.
«Oh, beh. Ci siamo vedo. Su, ti aiuto a cambiarti.»
 
Dieci minuti dopo, Naoko era accasciata sul pavimento in preda ad un pianto isterico.
«Perché a me? Perché a me? Sto per morire, sto per morire!»
«Su, adesso smettila. Lo sai benissimo di cosa si tratta. Il ciclo mestruale arriva a tutte le ragazze prima o poi. Significa che sei diventata  una donna» la rimbeccò sua madre.
«NOOO! NON È POSSIBILE, È TROPPO PRESTO PER ME! NON ESCO PIU’ DI CASA, BASTA. CHE VERGOGNA!»
«Nnoitra, puoi dirle qualcosa tu per favore?»
Era troppo chiedere di non essere chiamato in causa? Sollevò lo sguardo, annoiato.
«Potete tenermi fuori da questi discorsi da donna?»
Naoko si era sollevata sulle proprie gambe, tremando.
«Sto così male che non riesco a sopportarlo! Perché sono una femmina? Perché non sono nata uomo?»
«È quello che mi chiedo anche io…» sussurrò Nnoitra. Neliel doveva assolutamente ristabilire l’ordine.
«Nao, se adesso smetti di piangere ti preparo una tè e una borsa dell’acqua calda. E tu Nnoitra, faresti meglio a diventare un pochino più sensibile. Dopotutto adesso avrai a che con un adolescente.»
Dopo i bambini, gli adolescenti era ciò che più detestava al mondo. Quello era solo l’inizio dei suoi guai.
 
Nota dell’autrice
Aaah, il primo ciclo, una fantastica e indimenticabile esperienza per noi donne. Ovviamente è toccato anche a Naoko, che da questo momento in poi è diventata un’adolescente. Non l’ha presa molto bene, mettiamoci pure che ha un modo di fare mooolto teatrale (è una piccola artista, ci sta tutto). Neliel sembra sapere come affrontare la situazione, Nnoitra no, ha la solita delicatezza da elefante, ma chissà cosa combinerà Nao, adesso?

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Capitolo 54
*** Aware ***


Questo capitolo partecipa alla “Parole intraducibili Challenge” indetta sul gruppo facebook “Il Giardino di efp”
 
Aware: Dal giapponese: sensazione dolceamara che si prova quando si sta provando un momento bellissimo.
 
 
54 – Aware
 
Naoko aveva insistito per andare al mare, quella sera. E sebbene inizialmente Nnoitra fosse stato contrario, alla fine aveva deciso di accontentare sia lei che Nel.
Non poteva di certo dire di essersene pentito. Il mare era uno specchio scuro e immobile e rifletteva la luna piena, il cielo brillava di stelle.
Forse era una situazione un po’ melensa, da insulsa commedia romantica, ma stava bene mentre camminava, vicino alla riva, tenendo Nel stretta a sé, con un braccio intorno alle sue spalle.
Naoko, qualche metro più avanti, aveva preso a saltellare sulla spiaggia, a cercare conchiglie bianche e a ad avvicinarsi troppo al bagnasciuga, per poi scappare per evitare di inzupparsi
«Nao, va a finire che ti bagnerai, così! Quella ragazzina ha una carica praticamente infinita», scherzò Neliel.
«Almeno ha avuto una buona idea», affermò pensieroso Nnoitra.
Sua moglie si fermò all’improvviso e si perse a guardare l’orizzonte e la luna piena in cielo. Gli disse di guardare a sua volta, ma tutto ciò che lui riuscì a fare, fu guardare lei. Era bella, lo era sempre stata.
Ricordava ancora quando credeva di non meritarla. In verità alle volte pensava ancora di non meritare lei, Naoko, quel momento e il silenzio scandito dal canto delle cicale.
Era l’attimo perfetto. Di attimi perfetti ce n’erano stati tanti e non poteva fare a meno di provare malinconia, se solo ripensava a quanto tempo era passato, a quante cose erano cambiate.
Ma quella doveva essere la felicità, quella vera e semplice.
Senza dire una parola la strinse da dietro, al che Nel si sorprese.
«Che succede? È uscito il tuo lato sentimentale.»
«Non sono sentimentale, ma ho il diritto di essere malinconico anche io, ogni tanto. Io e te stiamo vivendo una vita insieme, abbiamo tanti di quei ricordi. E poi c’è Naoko. Lei ormai non è più una bambina.»
«È vero, Nao sta crescendo. Ma non ti crucciare, abbiamo tanti altri ricordi da costruire.»
Era assurdamente strano sentirsi così felici e al contempo malinconici. Nnoitra si ricordò di una parola: aware. La dolcezza e l’amarezza provata durante un bel momento. Probabilmente la parola che spiegava perfettamente il suo stato d’animo.
Naoko andò loro incontro, con numerose conchiglie tra le mani.
«Guardate!» esclamò fieramente. Ma i suoi genitori la ignorarono. Nel si voltò e colta da un moto di dolcezza, baciò Nnoitra. E lui ricambiò, stringendola a sé.
La ragazzina non poté non arrossire.
«D’accordo. Niente baci per me?» domandò gelosa, nell’essere stata esclusa.
Neliel si staccò e sorridendo guardò suo marito negli occhi.
Avevano vissuto insieme solo metà della loro vita. C’era ancora altro da scoprire e da vivere.


Nota dell’autrice
Capitolo molto sentimentale, ma la parola che ho scelto mi piace tanto, più che altro perché capisco perfettamente che sensazione sia e spero di aver spiegato bene i sentimenti dei personaggi, di Nnoitra in particolare che quando vuole sa essere così tenero. Poi a me il mare mette tanta felicità e malinconia, specie se di sera, per questo ho scelto tale ambientazione.
Spero vi sia piaciuta ^^

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Capitolo 55
*** Passion and foolishness ***


55 – Passion and foolishness
 
Quando Naoko era fuori casa, significava via libera più totale. Sia Nnoitra che Neliel erano molto spesso impegnati, per questo era necessario approfittare di ogni singolo momento per concedersi un po’ di meritata passione.
«Mi sei saltato addosso senza neanche darmi il tempo di cambiarmi», ansimò Neliel, riuscendo a staccarsi a malapena da quel bacio così travolgente.
«Non ce n’è alcun bisogno. Tieni pure il grembiule addosso. Ma il resto te lo tolgo io», rispose Nnoitra, facendo vagare le mani sul corpo della sua splendida  moglie. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che avevano fatto sesso? Un mese? Forse anche due? In qualsiasi caso, era inaccettabile. Si desideravano troppo per stare lontani così a lungo.
Neliel si aggrappò saldamente a lui e poco dopo si sentì sollevare. Nnoitra l’aveva poggiata seduta sul tavolo.
«Ah, vuoi farlo così? Questo sì che è interessante», sussurrò con un sorriso malizioso in viso, le guance già arrossate a causa della profonda eccitazione.
«No, è che non ha la forza né la voglia di arrivare in camera da letto», spiegò Nnoitra, fiondandosi sulle sua labbra, senza dargli tregua. Aveva un bisogno viscerale di averla a sé, di sentirla, toccarla e assaggiarla. Per questo, senza delicatezza alcuna, le aveva sfilato via i vestiti e li aveva gettati in un angolo, godendo del dolce suono del suo respiro. Neliel ansimava senza potersi trattenere. Lui  era sempre così abile, passionale e attento, sapeva come farle perdere la testa in qualsiasi situazione. Considerando che era passato un po’ di tempo da quando si erano concessi un po’ di intimità, era tremendamente esposta ed eccitata.
«Ti prego, non torturarmi troppo. Non so fino a che punto potrò resistere.»
«Non dire così. Non fai che provocarmi.»
Non riusciva a staccarsi, era diventato impossibile. Volevano prendersi e consumarsi in tutti i modi.
E così grande era la foga, che si erano dimenticati del mondo intorno a loro.
Un’allegra Nao sgambettò in cucina.
«Qualcuno ha visto la mia bo-»
Si bloccò all’istante, gli occhi sgranati. Neliel, stravolta sia a causa del piacere che dello shock, si staccò subito da Nnoitra.
«N-Naoko, cosa fai tu qui?!»
La ragazzina si portò le mani sul viso.
«Gli occhi! Bruciano gli occhi! Cosa ho visto? Perché a me, perché?!»
«Dacci un taglio! Ma non eri uscita, tu?!» domandò Nnoitra, rosso in viso per essere colto in flagrante mentre cercava di ricomporsi.
«Avevo dimenticato il mio zainetto e… che schifo! Avrei preferito non vedervi!» esclamò Naoko ancora con il viso coperto.
«D’accordo, possiamo far finta che non sia successo?» chiese Neliel stravolta.
«Altroché che possiamo dimenticare! Naoko, quello che tu hai visto, vedi di non imitarlo per i prossimi trent’anni. Ehi, dov’è andata?!»
Nnoitra si guardò intorno. A quanto pare sua figlia se l’era data a gambe.
«Se n’è andata. Santo cielo, che figura», sospirò lei. Nnoitra la guardò.
«Quindi niente più sesso?»
«Vuoi farlo nonostante quello che è successo?»
«Beh, quella ragazzina ha poco di cui scioccarsi, come pensa di essere nata? Neliel, aspetta, sto parlando con te!»
 
Nota dell’autrice
Quando sono io l’autrice, le coppie non possono mai consumare in pace, visto che trovo sempre il modo per interromperli. In questo caso è stata Nao, a cui è venuto un bellissimo semi-trauma nel aver beccato i suoi genitori a fare cose. E Nnoitra le intima di non imitare per i prossimi trent’anni, pretende molto poco lui. Alla fine, serata in bianco, ma dopo questa figuraccia, come si fa? xD
A presto ^^

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Capitolo 56
*** 56 - My rules ***


56 – My rules
 
A quindici anni era a dir poco assurdo dover tornare a casa alle dieci e mezza di sera.
Naoko era praticamente un’adulta o almeno di ciò era convinta. Tutti i suoi amici tornavano sempre dopo la mezzanotte, perché per lei sarebbe dovuto essere diverso?
Quindi quella sera si era decisa: avrebbe provato il brivido della ribellione e sarebbe tornata più tardi. Dopotutto era sabato sera e a causa degli impegni dei suoi genitori, quest’ultimi non avrebbero avuto modo di scoprirla, sarebbe bastato tornare prima che loro arrivassero a casa.
Sì, sicuramente sarebbe stato un piano perfetto. La maggior parte dei suoi atti di ribellione li portava sempre avanti con Kiyoko, che finiva sempre per farsi coinvolgere nei piano malefici dell’amica.
Quella sera, dopo una divertente uscita tra compagni di scuola, Naoko tornò a casa esattamente alle ore 00.10. Una grande rivincita personale.
Quando aprì la porta, si rese conto che fosse ancora tutto buio. Quindi era arrivata in tempo.
Sospirò sollevata. Adesso sarebbe bastato salire in camera sua e infilarsi sotto le coperte.
Era tutto troppo perfetto.
«Ferma lì!»
Si spaventò nell’udire una voce, dopotutto era stata convinta, fino ad un attimo prima, si essere sola. Soprattutto quando si rese conto a chi che tale voce apparteneva.
Ovvero alla sua molto arrabbiata madre.
«M-mamma? Ma che ci fai qui? Di solito il sabato sera non lavori fino a tardi?» domandò, sorridendo nervosa.
Neliel accese la luce, facendosi avanti accigliata.
«Oggi ho finito prima. Che cos’hai combinato?»
«Io? Io non ho combinato niente…» deglutì a vuoto, guardandosi intorno come per cercare una via di fuga. Anche perché il peggio non era ancora arrivato.
«NAOKO!»
Ecco, adesso era ancora arrivato. Se Nel era severa su certe cose, Nnoitra non era da meno, anzi, era addirittura peggio.
«C-cosa?!» balbettò. «Sono solo tornata un po’ più tardi, non vedo quale sia il problema!»
Nnoitra assottigliò lo sguardo, afferrandola per le spalle.
«Non vedi quale sia il problema? Una quindicenne non dovrebbe girare a quest’ora da sola!»
«Non ero da sola, ero con Kiyoko», puntualizzò.
«Che cosa avete combinato, eh? Allora, rispondi. Fumo? Alcol? Droga? Oppure… c’erano dei ragazzi?!» esclamò nervoso.
Neliel si portò le mani sui fianchi.
«Fra tutte le cose che hai elencato, questa mi sembra la meno grave! Non c’è niente di male ad uscire con dei ragazzi!»
«È invece è un male eccome! Vero, Naoko? Vuoi forse che la prossima volta ti venga a prendere personalmente?»
L’adolescente sgranò gli occhi. Quello no. Tutto ma non quello, sarebbe stato troppo umiliante.
«Non oseresti.»
«Oserei eccome, cara la mia bambina. Tornerai un’altra volta tardi?» domandò sorridendo vittorioso.
«…Nossignore», sospirò lei con lo sguardo chino. Ovviamente Nel non si trattene dall’infierire ancora.
«Comunque tre giorni di punizione te li meriti. Avresti almeno potuto fare una telefonata.»
Naoko divenne rossa in viso.
«E va bene, come volete voi! Ma poi dovremo parlare dei miei diritti in quanto adolescente, li metterò per iscritto!»
La sua scalata verso l’età adulta e l’indipendenza non era che appena iniziata.
 
Nota dell’autrice
Naoko ha appena dato inizio alla sua battaglia per l’indipendenza, dal cominciare a voler tornare a casa un po’ più tardi. Nnoitra ovviamente si era già fatto i peggiori film mentali, con fumo, droga e ragazzi. E infatti subito dopo arriva il ricatto. Nao sa che sarebbe troppo umiliante, e non le posso dare torto. Che dire, l’uccellino vuole già spiccare il volo T_T

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Capitolo 57
*** 57 - I like boy ***


wau Naoko si comportava in maniera strana. Se ne andava in giro con aria sognante, più allegra del solito e canticchiando. Il motivo sarebbe stato palese a chiunque, ma non a Nnoitra, che preferiva fingere di non capire.
«Che cos'ha Naoko? Sta forse male? Quella ragazzina si comporta in modo bizzarro!» disse a Neliel quel giorno, facendola sorridere. Oh, era così evidente.
«Non sta male! Mi pare ovvio, sicuramente è innamorata.»
Innamorata, lei? Questo era a dir poco assurdo.
«Sciocchezze! Naoko è troppo giovane per fare certe esperienze!»
«Beh, allora chiediglielo.»
«Puoi star certa che glielo chiederò», affermò, nonostante non fosse così sicuro di volere una risposta. Sua figlia scese poco dopo in cucina, allegra come sempre e aprendo il frigo alla ricerca di un succo di frutta. Quando richiuse l'anta, si ritrovò davanti Nnoitra.
«Papà, che succede?»
«Sei innamorata?» domandò diretto. Naoko arrossì e poi sorrise.
«È così evidente?»
Nnoitra sgranò gli occhi, afferrandola per le spalle.
«Chi è questo? Come si chiama? Dove vive? È veloce a correre?» domandò austero.
«Veloce a correre?»
Sì, perché gli servirà quando vorrò ucciderlo.
Neliel sospirò.
«Il primo amore, che cosa romantica» .
«Non è romantico, è spaventoso. I maschi sanno essere perversi, specie a quest'età! Figurati se darò il mio benestare ad un tizio qualunque!»
«Ma Satoshi non è uno qualunque! Con me è gentile e premuroso, ed anche se non stiamo ancora insieme, riuscirò a conquistarlo!»
Andata. Ormai era andata. Il pensiero che qualcuno potesse siate sfiorare la sua bambina... lo avrebbe fatto impazzire.
«Perché sta succedendo questo?» domandò ad un tratto, sconsolato. Sua moglie gli si avvicinò, baciandolo su una guancia.
«È semplicemente la vita.»

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Capitolo 58
*** 58 - Colors and fight ***


58 - Colors and fight
 
Da quando aveva scoperto la sua passione per la pittura, ormai anni prima, la camera di Naoko era diventata un insieme di colori e disegni. Aveva personalizzato le pareti come meglio le piaceva, ma c’era sempre qualche cambiamento che apportava. E poi c’erano le centinaia di tele che riempiva delle sue opere d’arte. Se ne andava sempre in giro con i pennelli in mano e la salopette imbrattata di colore. E anche la sua anima sognatrice era fatta di mille sfumature.
«Oh, Nao. Ma non ti sembra un po’ troppo?» domandò Neliel poco convinta. Sua figlia infatti aveva appena finito di dipingere al muro un bellissimo e, soprattutto, gigante unicorne.
«Non è mai troppo. E poi lo sai che mi piacciono gli unicorni. Non me ne avete mai comprato uno», borbottò alzando gli occhi al cielo. «Magari posso aggiungere dei brillantini!»
«Sì, sì, fai pure. Tanto fra due giorni ti stuferai e disegnerai altro», disse Nnoitra, annoiato e fingendo disinteresse. In verità era molto contento che sua figlia avesse preso la vena artistica da lui, seppur in modo diverso.
«Certo che disegnerò altro, perché fermarmi quando c’è un mondo da portare sulle tele?» chiese Naoko con occhi sognanti. «Io diventerò una pittrice sensazionale. Quando finirò la scuola frequenterò un’accademia, i miei dipinti verranno esposti nei musei e nelle gallerie. Diventerò famosa e tutti apprezzeranno la mia arte. Già mi ci vedo!»
Parlava con grande trasporto del suo futuro. Aveva tutte le carte in regola per farlo e Neliel era sicura che ce l’avrebbe fatta. Per lei, sua figlia poteva riuscire in qualsiasi cosa, se solo lo voleva.
«Avrò una figlia pittrice…» pensò.
«Ah, adesso non illudetevi, non è così facile!» Nnoitra era sempre quello più realistico in famiglia. «Non lo sai che per noi artisti è sempre più difficile avere successo?»
Nao fece spallucce.
«Beh, se ce l’hai fatta tu…»
«Cosa vorresti insinuare? Non vorrai sfidarmi spero, io ho dalla mia anni di esperienza che tu non possiedi», sussurrò, già fomentato.
«E io ho dalla mia idee giovanili e colorate, vecchio», lo provocò sua figlia.
Ecco cosa succedeva con due artisti in famiglia. Specie se uno dei due era quell’orgoglioso e testardo di Nnoitra, che tendeva a lasciarsi sempre un po’ prendere dalla situazione.
«Vecchio a me? D’accordo allora, vedremo. Non pensare che avrò pietà.»
«Lo stesso vale per me, papi», rispose lei, divertita.
Neliel avvertì una certa aura minacciosa aleggiare sopra le loro teste. Oh, artisti. Sempre così passionali in tutto.
 
Nota dell’autrice
Non potevo non soffermarmi sulla passione di Nao, che è appunto la pittura, penso si sposi bene con il suo modo di essere. Poi insomma, ha il padre mangaka, in un certo senso è una cosa di famiglia. E siccome stiamo parlando di Nnoitra, può questi resistere se sua figlia lo provoca in quel modo? Ovviamente no. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

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Capitolo 59
*** My daughter's boyfriend ***


59 - My daughter’s boyfriend
 
Nnoitra osservava fisso e con fare truce l’adolescente davanti a lui. Un ragazzino senza ombra di dubbio insulso, timido, banale. Cosa ci trovava Naoko in lui? Neliel era invece più gentile e premurosa, come sempre del resto.
«Così tu sei Satoshi? Naoko ci ha parlato tanto di te. Sembri un ragazzo così adorabile e a modo!»
Satoshi arrossì, probabilmente doveva sentirsi leggermente a disagio.
«Quindi sei tu… il fidanzato di mia figlia, vero?» domandò Nnoitra con sufficienza, osservandolo come se lo stesse studiando.
«Eh? S-sì, signore.»
«Capisco. Onestamente non capisco cosa ci veda Naoko in te, ma su questo non discuto. Piuttosto», la sua aura divenne incredibilmente più minacciosa. «Io so bene come funzionate voi adolescenti, avete in mente sempre e solo una cosa. Mi auguro che tu non l’abbia toccata neanche con un dito!»
Neliel gli lanciò una gomitata, seppur inutilmente.
«Toccata? Cosa? N-no, io non l’ho toccata!» rispose subito il ragazzo, aveva addosso il vago presentimento che sarebbe svenuto da un momento all’altro.
«Spero che tu stia dicendo la verità, perché se vengo a sapere qualcosa di strano… io ti uccido», sussurrò. «Ma soprattutto… tu fa soffrire Naoko e la tua morte sarà lenta e dolorosa, mi sono spiegato, ragazzino insulso?»
Satoshi annuì, senza respiro. Forse Nnoita non poteva impedire a sua figlia di avere un ragazzo, ma poteva mettere in guardia quest’ultimo sul comportarsi bene, altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze.
Naoko comparve all’improvviso, con le mani sui fianchi.
«Papà, ma stai minacciando il mio ragazzo?»
«Assolutamente no, stavamo conversando civilmente. Vero, Satoshi?» domandò guardandolo. Il ragazzo annuì. Sicuramente non avrebbe fatto passi falsi.
 
Più tardi, sulla soglia della porta, Naoko stava salutando Satoshi, mentre Nnoitra li guardava senza farsi vedere. Neliel gli andò vicino, sfiorandolo.
«Alla fine dei conti è un bravo ragazzo, non trovi?»
«Già, ma non dire a Naoko che l’ho detto. Non sarei l’esempio migliore, considerando che alla loro età ero un delinquente. Ma proprio per questa, per nostra figlia voglio il meglio.»
«Sei proprio affettuoso e premuroso», gli sussurrò ad un orecchio. «Ma non temere per questo. Naoko saprà cavarsela. E poi può sempre contare su di te. Solo… non fare niente di illegale, okay?»
«Quindi se quel ragazzino la fa soffrire, non posso torturarlo fino a farmi supplicare di smettere?»
«No, decisamente questo è meglio che tu non lo faccia.»
Nnoitra si crucciò.
«D’accordo. È che Naoko presto non avrà più bisogno di noi. Quindi voglio proteggerla finché posso.»
Neliel si intenerì a quelle parole e allora lo abbracciò.
«Avrà sempre bisogno di te. Ed anche io.»
 
Nota dell’autrice
Un capitolo sicuramente dolce-amaro. Nnoitra fa la conoscenza di Satoshi e lo mette in guardia, minacciandolo. Anzi si è trattenuto, povero ragazzo xD
Oramai sua figlia sta crescendo e pensa che presto non avrà più bisogno di lui. Ma non è vero, infatti c’è Neliel a ricordarglielo <3

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Capitolo 60
*** Sad story ***


60 – Sad Story
 
Naoko aveva sempre saputo che prima di lei ci fosse stato qualcun altro. Lo sapeva perché ricordava di averla vista, quella volta in cui aveva quasi rischiato la vita, durante la sua polmonite. E poi i suoi genitori le avevano dato una conferma, seppur molto vaga. Per tanto tempo non aveva sentito il bisogno di saperne di più, ma adesso che aveva una certa età, molto spesso si ritrovava a pensare a quella sorella mai avuta, che esisteva nei suoi ricordi e che le somigliava molto. Oramai aveva la maturità e la sensibilità giusta per capire certe cose.
«Mamma, com’è successo? Com’è che mia sorella è morta?»
Neliel si ritrovò a pensare a quanto fosse triste e meraviglioso il come Naoko considerasse sorella la bambina che aveva perso anni prima.
«Non c’è molto da raccontare, Nao. Ero incinta di poco ed è semplicemente non ce l’ha fatta. Non sapevo neanche se fosse un maschio o una femmina.»
«Femmina, ovviamente. Ti ricordo che l’ho vista, tanto tempo fa», disse seria. «E comunque… questa è un’ingiustizia. Ed è triste.»
«Lo so, Nao. È triste. Mi piace pensare che sia stata una sofferenza necessaria. Dovevamo diventare più forti. E poi abbiamo avuto te. E quando sono rimasta incinta la seconda volta, ho capito che non tutto era perduto perché c’era stata data una seconda possibilità.»
Nnoitra, nel sentirla parlare, smise di disegnare sulle tavole. Il dolore della prima perdita non era sparito, semplicemente avevano imparato entrambi a  conviverci, erano andati avanti e Naoko in questo era stata fondamentale.
«Già. E a volte mi domando se magari qualcosa sarebbe cambiato… se avessi saputo prima. Ma probabilmente no. Certe cose accadono perché devono accadere», disse, un po’ come se stesse parlando con se stesso.
Naoko strizzò gli occhi, ora lucidi.
«È così triste… mi sarebbe piaciuto avere una sorella più grande. Credo di averla comunque. Sono sicura che lei veglia su di me, in qualche modo. Come quando avevo cinque anni.»
Neliel le portò una mano sulla testa.
«Di questo ne sono sicura anche io. È così triste, ma c’è stato un lieto fine. Sei stata il lieto fine.»
Naoko divenne rossa in viso. La commozione era troppa.
«Parla per te, io volevo un maschio», affermò Nnoitra, cercando di sdrammatizzare.
Ed effettivamente ci riuscì.
«Ah, rinunciaci! In questa casa entrano solo donne, sarai sempre in minoranza!» ribatté Nao.
«Spero di no, perché sono io quello che protegge tutte le donne di questa famiglia.»
Sua figlia sgranò gli occhi, sorridendo.
«È così tenero.»
«Lo so. Anche per questo l’ho sposato.»
«Fate silenzio tutte e due», le rimbeccò Nnoitra. Si limitò di guardare di sottecchi Naoko e Nel, che sarebbe sempre stato felice di proteggere. Perché era quello il suo compito.
 
Nota dell’autrice
Un altro po’ di angst verso la fine non fa mai male. Rispetto alla prima volta, questa conversazione è stata più seria, perché Naoko è più grande e può capire meglio certe cose. Penso che una perdita del genere non si dimentichi mai, ma Nnoitra e Nel sono andati avanti, anche perché hanno avuto Naoko che li aiutati tanto <3
Oramai siamo vicinissimi alla fine T_T

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Capitolo 61
*** My dream ***


61 – My dream
 
Ultimamente Naoko se ne stava affacciata alla finestra, ogni mattina. Sembrava star aspettando qualcosa di importante, con trepidazione e ansia.
La sua bella notizia arrivò quella grigia mattina di pioggia. Senza dire una parola, si alzò, corse e recuperò la lettera nella sua casella.
Ignorò la pioggia, il freddo e qualsiasi altro fattore esterno. Ignorò le gocce di pioggia che stavano adesso bagnando il foglio, perché aveva già letto.
E allora esultò, talmente forte che chiunque l’avrebbe sentita.
«Sì, ce l’ho fatta! Sì!»
«Naoko? Cosa stai facendo? Torna qui, ti ammalerai!» la sgridò Neliel, ferma sulla porta. Sua figlia si volse a guardarla, sorridendo.
«Mi hanno preso! Mi hanno preso all’accademia!»
Neliel sgranò gli occhi. Parve dimenticarsi anche lei della pioggia e allora raggiunse sua figlia per poter leggere la lettera con i propri occhi.
«Oh, mio Dio. Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta, non avevo dubbi!»
Naoko si lasciò andare ad un gridolino di entusiasmo, abbracciandola.
Nnoitra invece non era ancora andato sotto la pioggia. Si era limitato a guardarle appena fuori casa.
E così, anche Naoko avrebbe realizzato il suo sogno. Quella piccola bambina allegra e vivace era diventata una giovane donna prossima all’indipendenza più totale. Non poteva non pensare che fosse strano, ma anche giusto così.
«Se viene la febbre ad entrambe, io non voglio saperne nulla», chiarì.
Bagnata fradicia, Naoko gli si avvicinò.
«Ce l’ho fatta! Allora… sei fiero di me?» domandò quasi con aria di sfida.
Sarebbe stato da vecchi malinconici risponderle che era sempre stato fiero di lei, da quando era venuta al mondo? Non aveva intenzione di appesantire un’atmosfera così allegra.
«Che domande, è ovvio che lo sono. Non avevo dubbi, non puoi fallire in nulla, dopotutto hai miei geni.»
Naoko rise, stringendo la lettera d’ammissione.
«Devo avvertire Kiyoko. E Satoshi, insomma, tutti. Una festa, voglio una festa!»
Gli passò davanti, rientrando verso casa. Non poté fare a meno di seguirla con lo sguardo, mentre Neliel lo raggiungeva.
«Così Naoko è diventata grande, eh?» domandò senza guardarla. Sua moglie sorrise e ignorò il fatto che fosse bagnata per avvicinarsi e stringerlo.
«Prima o poi questo momento doveva arrivare.»
«Lo so. Beh, non importa. Sono molto fiero di quello che è diventata. E non ho intenzione di starmene a piagnucolare, quindi fai un giro di telefonate, perché tutti devono sapere del successo di Nao.»
Nel si sorprese. Poteva capire bene come Nnoitra si sentisse: vedere i figli realizzarsi era bello e malinconico.
 
Nota dell’autrice
E così la piccola Nao andrà ad un’accademia per diventare una pittrice professionista. Ha tutte le carte in regola per potercela fare. Poiché  considero i miei personaggi come i miei bambini, ammetto che sono un po’ triste anche io, ho scritto della nascita, dell’infanzia e dall’adolescenza di questa ragazzina. Ma come Nnoitra, non mi lascerò andare alla malinconia, non per ora almeno xD

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Capitolo 62
*** Go away ***


62 – Go away
 
Nnoitra chiuse il bagagliaio dell’auto, per poi voltarsi.
«Naoko? Spero che tu non abbia più valigie da posare qui dentro!»
La ragazza si avvicinò, cercando di sistemarsi la pesante borsa a tracolla.
«No, ho finito! Non pensavo mi servissero tutte queste cose, ma dopotutto vivrò da sola!»
Si zittì di colpo, guardando sua madre, che la osservava a sua volta con le lacrime agli occhi.
«Mamma, ti prego. Non sarò completamente sola. Ci sarà Kiyoko con me, ci guarderemo le spalle a vicenda.»
«Di questo ne sono sicura, ma è comunque strano pensare che non dormirai qui stanotte», sospirò sistemandole i capelli. «Oh, Nao. Chiama ogni giorno, okay? E quando non hai lezione, vienici a trovare.»
«Certo che verrò, questa è casa mia dopotutto!»
Crucciato, Nnoitra si avvicinò a sua figlia.
«Okay, hai tutto il mio sostegno, tuttavia penso che non sia una buona idea il fatto che tu viva da sola. Non è così facile come può sembrare, tu sei ancora giovane.»
«Ho diciannove anni, penso che per me sia giunto il momento di scoprire l’indipendenza», Naoko sorrise. «Oh, papà. Tu non vuoi che me ne vada, vero?»
«Non ridere. Nessun genitore vorrebbe che il proprio figlio vada via.»
Naoko sorrise un’altra volta, un po’ tristemente in realtà. E lo abbracciò, mentre Nnoitra si vietò di lasciarsi andare ai sentimentalismi. Ma mentre la abbracciava, gli sembrò che sua figlia fosse ancora una bambina. Forse ai suoi occhi sarebbe sempre stato così.
Dopodiché abbracciò Neliel, più propensa a lasciarsi andare a qualche lacrima. Era triste, ma anche molto orgogliosa di sua figlia.
«Fai attenzione per strada. E chiama quando arrivi.»
«Sarà fatto. Vi voglio bene!»
Si infilò in auto e allungò una mano dal finestrino per salutarli, mentre prendeva a guidare e si lasciava la sua famiglia alle spalle.
«Oh, perché devo piangere così? Dopotutto non è poi così lontana», tentò di ragionare Neliel. «Nnoitra, perché sei così silenzioso?»
Era rimasto ad osservare il punto da cui l’auto era partita.
«Non posso crederci, l’ho lasciata andare. Posso riportarla qui?»
Anche se si stava trattenendo, Nel capì subito che per suo marito era dura esattamente come lo era per lei. Si avvicinò cautamente, stringendosi al suo braccio.
«Ormai ha preso la sua strada, ed è giusto così. Ma questo non vuol dire che non ci voglia più bene.»
«Già. Non dire più nulla. Devo solo avere il tempo di metabolizzare la cosa», sussurrò. E intanto, l’auto aveva svoltato l’angolo, svanendo.
 
Nota dell’autrice
E così Naoko è partita per iniziare la sua nuova vita da studentessa accademica. Le aspetta un bel da fare, visto che vivere da soli per davvero non facile, specie quando si è così giovani, ma lei e Kiyoko ce la faranno, al massimo daranno fuoco a qualcosa. Più dura sarà per Nnoitra che dovrà farsene una ragione, fortuna che c’è Nel a sostenerlo. Spero vi sia piaciuta ^^

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Capitolo 63
*** 63 - Marriage ***


63 – Marriage
 
Certi momenti arrivavano per tutti. Ma quando arrivavano, non si era mai davvero preparati. Naoko era all’ultimo anno di accademia e aveva un futuro promettente davanti a sé. E aveva anche un fidanzato, Satoshi, che quel giorno era nervoso come non mai.
«Mi permetta di sposare sua figlia», sussurrò appena, facendo un leggero inchino. Nnoitra lo osservò per svariati attimi, senza dire una parola. Lo stesso fece Nel, col cuore che batteva a mille. Una notizia del genere non se l’era aspettata, motivo per cui era sì sconvolta, ma anche terribilmente emozionata all’idea che sua figlia stesse per compiere quel passo così importante.
Nnoitra si volse a guardare proprio Naoko, più con un’espressione rassegnata e quasi supplichevole, piuttosto che infastidita.
«Ah… ma devi sposarti necessariamente? Ne sei proprio sicura? Al cento per cento? Al mille per mille? Sicura che non vuoi ripensarci?»
Quelle domande non avevano fatto altro che innervosire ulteriormente Satoshi, rigido come un bastone. Naoko, dal canto suo, pareva invece assolutamente tranquilla.
«Ne sono molto sicura. E ho intenzione di farlo dopo che avrò concludo quest’ultimo anno all’accademia. Lo so che siamo giovani, ma è quello che vogliamo tutti e due.»
Decisa e determinata, non che si aspettasse altro. Guardò poi Nel, per cercare conforto o meno, non avrebbe saputo dirlo neanche lui. Sua moglie gli sorrise, sembrava comprendere la sua difficoltà nel metabolizzare una notizia del genere. Concedere la mano di sua figlia a qualcuno non era uno scherzo, ma non poteva ignorare la realtà, ovvero che Satoshi fosse un bravo ragazzo, che in quegli anni si era sempre dimostrato rispettoso e amorevole verso Naoko. Nessuno meglio di lui sapeva che quando l’amore arrivava, non poteva essere impedito o fermato in nessun modo. E poi, la felicità di sua figlia veniva prima di ogni altra cosa.
«Beh, non mi pare di avere altra scelta, siamo tre contro uno», affermò. «Se questo è ciò che Naoko vuole… non posso dire di no.»
Satoshi tornò finalmente a respirare, mentre Naoko esultava.
«Davvero? Che bello! Ehi, Satoshi, sei pallido, torna in te!»
«Ma», Nnoitra non aveva ancora finito di parlare e si stava ora rivolgendo prorpio al ragazzo. «Tu potrai anche diventare il marito di Naoko, ma io sono pur sempre suo padre, quindi prova a farla soffrire, anche solo un minimo, o a non rispettarla, ed io giuro che ti ucciderò nella maniera peggiore che mi verrà in mente. Mi sono spiegato, ragazzino?»
«N-no! Cioè, sì! La tratterò benissimo, lo giuro!» esclamò, quasi sul punto di un infarto. Neliel aveva preso a lacrimare incontrollata.
«La mia Nao si sposa…»
«Vi prego, non cominciamo con le lacrime!» li pregò lei, in preda ad una felicità senza eguali. Nnoitra sospirò. E così era arrivato anche quel momento.
 
Nota dell’autrice
Ebbene sì, NAOKO SI SPOSA. Quindi il prossimo e ultimo capitolo sarà pieno di feels. Povero Nnoitra, che sforzo ha dovuto compiere, ma è giusto che anche Nao raggiunga i suoi traguardi. E io che sono l’autrice che dovrei dire? La mia creaturina è DIVENTATA GRANDE. Ma terrò i sentimentalismi per dopo!

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Capitolo 64
*** 64 - At the end of everything ***


64 – At the end of everything [END]
 
Nnoitra lo sapeva, quello era il momento più sbagliato per lasciarsi andare a dei ricordi, ma era stato più forte di lui. Le immagini della sua vita gli stavano passando davanti come in un film.
Nel vederlo così assorto, Neliel si avvicinò, sfiorandolo appena.
«Ah, eccoti qui, ti stavamo cercando tutti. Devi concedere un ballo a tua figlia, mi pare. Lei è la sposa.»
«Adesso vengo», rispose atono, senza neanche guardarla. Nel si fece più vicina, attaccandosi al suo braccio.
«Sei malinconico, lo so. A volte pensi a come tutto è iniziato?»
«Ci stavo pensando adesso. Tutto è iniziato con me e te. E ne abbiamo fatta di strada insieme», lentamente si volse a guardarla. «Stasera sono sentimentale, per cui non posso non dirti che ti amo e che sono felice di essere qui con te, alla fine tutto.»
Nel sentì gli occhi inumidirsi e allora gli accarezzò una guancia.
«Questa non è la fine di tutto. Solo la fine di una fase della nostra vita.»
E probabilmente aveva ragione lei, perché c’era ancora troppo da vivere.
Fu solo dopo aver parlato con lei, che Nnoitra tornò il coraggio per tornare da Naoko, la bellissima e raggiante sposa vestita di bianco, ma che indossava delle scarpe rigorosamente azzurre.
Nnoitra aveva ballato solo due volte in vita sua, al suo matrimonio e adesso a quello di sua figlia.
«Se vuoi puoi anche piangere», gli sussurrò Naoko.
«Piangerò quando non mi vedrà nessuno. Sei cresciuta troppo in fretta, Nao. Ma adesso devi vivere la tua vita.»
La sposa strizzò gli occhi, per evitarsi di piangere.
«Giochi sporco, così. Grazie per tutto quello che avete fatto per me. Lo sapete che vi voglio bene.»
«Lo so, lo so. Te ne vogliamo anche noi», sussurrò, stringendola maggiormente.
Se n’era fatto una ragione, la vita cambiava e si evolveva. Guardò Nel, a cui avrebbe sempre dovuto dire grazie, perché se non fosse stato per lei, non avrebbe avuto Naoko e non avrebbe avuto la vita che invece aveva. Le fece segno di avvicinarsi e allora Nel si strinse a quell’abbraccio.
«Cosa diresti di noi?» le domandò Nnoitra, all’improvviso.
Lei parve pensarci un po’ su.
«Che siamo una bella storia.»
Una storia lunga una vita, ma che aveva ancora tanto da raccontare.
 
Nota dell’autrice
Questo è l’ultimo capitolo, quindi, SPAZIO AI SENTIMENTALISMI. Naoko si è sposata e per Nnoitra e Nel inizierà una nuova fase della loro vita. Anche perché prima o poi Nao avrà dei figli suoi, pensate un po’ che divertimento.
La mia piccola creatura oramai è diventata grande e ha preso la sua strada, alla fine questa figlia ce la siamo gestiti in tre, quindi piango anche io. Quando ho iniziato questa raccolta, non pensavo di appassionare così tanta gente, ne sono estremamente felice. È stato un bel percorso e sono felice, ma anche triste di averlo portato a termine. Nnoitra e Nel mi hanno accompagnata per mesi, ne sentirò la mancanza. Che cosa posso dire, se non un grandissimo grazie? GRAZIE a tutti, per essere arrivati qui, alla fine di tutto.

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