Il triangolo della luna

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nelle profonde vallate nascoste tra le fredde montagne ***
Capitolo 2: *** Tracce di sangue ***
Capitolo 3: *** L'avvertimento ***
Capitolo 4: *** Protezioni ***
Capitolo 5: *** Attentare alla vita ***
Capitolo 6: *** Ricominciare a vivere ***



Capitolo 1
*** Nelle profonde vallate nascoste tra le fredde montagne ***


Sì, faceva un gran freddo.
L’inverno sembrava non passare mai in quelle ostili montagne del Nord America.
Ma questo non avrebbe mai fermato Bella Swan, rinnomata cacciatrice di lupi mannari e di vampiri.
Completamente sola al mondo, Bella si guadagnava da vivere uccidendo creature mitiche e leggendarie che solo pochi esseri umani credevano nella loro esistenza.
Un carattere molto forte che non si sarebbe fermato di fronte a nulla.
Completamente sola al mondo, viaggiava sempre alla ricerca di emozioni molto forti.
Aveva combattuto contro esseri demoniaci e fantasmi, impregnando la sua mente di crudeltà e cattiveria.
Dopo un cammino lungo circa una settimana, alla fine Bella riescì ad arrivare in un casolare in mezzo alle montagne dove un individuo di cui non aveva capito il nome l’aveva invitata per parlargli di manifesti di vampiri.
< Chi è lei? > domandò l’uomo con sguardo spaventato mentre fissava il viso sciupato dalla stanchezza della donna.
< Sono Bella Swan. Lei deve essere il tizio misterioso che mi ha chiamato una settimana fa’, vero? >
< Sì, esatto… Perché ci ha messo molto tempo ad arrivare fin qui? Non riusciva a trovare la mia dimora? >
< Oh, no. La sua dimora l’ho trovata subito… E’ solo che mi piace viaggiare molto a piedi. Ho a malapena un pickup scassato che mi porta in giro per il mondo per brevi tratti… Ma visto che l’ho ancora ad aggiustare, ho deciso di giungere da lei a piedi. Spero niente in contrario. >
< Assolutamente no. Venga pure dentro. Deve essere molto stanca. >
< Io non so cosa sia la stanchezza e il dolore. Sono stata educata così. >
Una volta averla fatta accomodare, il padrone di casa gli chiese se aveva qualche necessità da esaudire.
< Ho tutto quello che mi serve in questo zaino. Non mi serve altro. >
< Davvero? Non ha nemmeno fame o sete? >
< Ho mangiato qualcosa a trecento chilometri da qui. Sono apposto per due giorni. >
< Lei è veramente incredibile. >
< Davvero? Molti mi prenderebbero come una pazza scatenata… Spero per lei di non spaventarla troppo. >
< Oh, certo che no… Comunque il mio nome è Rudolph. Possiamo darci del tu? >
< Certo. I convenevoli non mi piacciono minimamente. >
< Bella, se ti ho fatto chiamare fin qui è perché qualche mese fa’ sono estremamente sicuro di aver visto delle strane creature aggirarsi nelle mie proprietà… >
< Che strane creature? >
< Ti prego di non prendermi per pazzo, ma ho letto molti libri su vampiri e licantropi e sono sicuro di averne visto proprio uno dal vivo. >
< Tutto è possibile in questa vita > rispose Bella senza essere minimamente spaventata < Se ti racconto che cosa ho visto nella mia breve vita, perderai tutti i capelli che hai in testa. >
< E’ per questo che ti ho fatta venire fin qui… Oltre ad essere molto abile nello scovare strane creature, la tua fermezza è allucinante. Ti prego di aiutarmi, Bella. Sto cominciando ad essere disperato. >
< Non c’è niente di cui preoccuparti… Almeno che tu non sia già stato attaccato da quelle creature. >
< Per ora no. Ma temo che questa sera… >
< Tu dormi sogni tranquilli. Alle creature di questa zona ci penso io. Dove posso mettere la mia roba? >
< Vieni. Ho fatto preparare una stanza per te > disse infine Rudolph scortando la sua ospite.
 
 
Una volta sistemata la sua roba, Bella prese le sue armi necessarie per mettersi subito al lavoro.
< Inizi già il tuo lavoro? > gli domandò l’uomo.
< Certo che sì. Altrimenti che cosa ci sto a fare qui? >
< Stanotte farà molto freddo. Magari potresti riposarti per ora e cominciare domani. >
< Prima finisco meglio è. Ho altri casi che mi aspettano per le prossime settimane quindi non posso ritardare. >
< Quanto pensi di metterci a risolvere questo enigma? >
< Non lo so. Devo vedere dalle situazioni… Tu rimani barricato in casa e non aprire a nessuno per nessun motivo a parte a me, d’accordo? >
< Non posso venire con te? >
< Assolutamente no. Mi saresti solo d’impiccio. E poi io lavoro in solitaria. >
Bella notò negli occhi del giovane uomo che non l’aveva presa bene ma non ci badò minimamente.
Una volta immersasi nel buio della foresta, decise di non accendere immediatamente la sua torcia per vedere meglio dove stava camminando.
“La luce della luna illuminerà il mio cammino.”
Cercando di fare il meno rumore possibile, alla fine Bella arrivò in cima ad un’altura dove si poteva godere di una vista mozzafiato.
“Qui posso vedere tutta la vallata. È davvero magnifico.”
Nel mentre stava contemplando il panorama, Bella sentì dei rumori molto sospetti avvicinarsi verso di lei.
Cercando di mantenere la calma, si posizionò dietro un masso impugnando la sua sciabola che si portava sempre appresso.
Appena l’ombra si fece vedere sotto il chiarore della luna, non ci pensò due volte a saltargli addosso.
< Rudolph! > gridò inviperita la donna < Che diavolo ci fai qui?! >
< Volevo vedere come te la cavavi. >
< Ti avevo detto di barricarti in casa. Perché non mi hai dato ascolto?! >
< Scusa. Ero preoccupato per te. >
< Nessuno si è mai preoccupato per me… Non riesco a capire perché dovresti farlo tu che nemmeno mi conosci. >
< Forse perché sono rimasto per molti anni da solo… >
< Non so cosa ti possa dire il cervello ma voglio farti capire che mi stai mettendo i bastoni tra le ruote… E se questa notte m’imbattessi nella misteriosa creatura? Come pensi che potrò toglierla di mezzo se tu mi stai tra i piedi? >
< Sì, hai pienamente ragione. >
< Dovevi pensarci prima, non ti pare? Adesso è inutile rimanere qui. Torniamo a casa. >
Mentre Rudolph veniva scortato da Bella, gli occhi della ragazza divennero glaciali quando videro la porta d’ingresso della casa dell’uomo completamente distrutta e lacerata.
< Oh cielo… >
Non credendo ai suoi occhi, Bella cominciò a correre per tutto il perimetro della casa alla ricerca della creatura misteriosa.
< Non c’è nessuno nelle vicinanze > fece la donna con il fiatone < La nostra creatura deve avere colpito mentre stavi cercando di raggiungermi. >
< Allora è proprio vero… esiste davvero… >
< Credo proprio di sì… E dovremmo stare molto attenti. La preda è molto più vicina di quanto noi possiamo mai immaginare. >
< Che cosa credi di fare adesso, Bella? >
< Rimanere nella tua dimora in attesa che ritorni. >
< Cosa? Ma è pericoloso! >
< Il pericolo è il mio mestiere… Al contrario di te che non dovresti farti trovare qui. Devi nasconderti in un luogo sicuro che non sia questa casa. Mi sono spiegata? >
< Ma dove vuoi che vada? Non ho nessuno e niente al mondo a parte la mia dimora. Mi sentirei completamente perso. >
< Allora vedi di non starmi in mezzo alle palle e fammi fare il mio lavoro, ok? >
< D’accordo. Ti starò alla larga > replicò l’uomo visibilmente spaventato.
< In casa tua non hai una cantina o una stanza sotterranea per nasconderti? >
< Sì. Ho la cantina. >
< Allora rimarrai nascosto là dentro finché non te lo dirò io. È un ordine. >
< Fortunatamente ho le provviste necessarie per una settimana. Possiamo stare tranquilli e non morire di fame. >
< Tranquillo fece una brutta fine, sai? E comunque io mangio e bevo poco. Più che altro dovrai nutrirti tu. >
< Ho capito. >
< Per stanotte rimarrò a fare da guardia alla casa. Tu vai pure a dormire. Ci vediamo domattina. >
< Va bene. Se c’è qualcosa non esitare a svegliarmi, ok? >
< Dormi sogni tranquilli. Buonanotte > disse infine la donna montando su un albero per avere una perfetta visione della zona.
“So che sei un lupo. Ma non ti preoccupare… Hai le ore contate. Presto ti troverò.”

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Capitolo 2
*** Tracce di sangue ***


La notte sembrava non passare mai per Bella.
Durante la sua guardia aveva gli occhi fissi sulla porta d’ingresso della casa di Rudolph completamente disintegrata.
“Ormai l’alba sta per giungere… So che stanotte non ti farai vedere. Ma ci saranno altre occasioni.”
Scendendo dall’albero dove stava facendo la guardia, Belle si apprestava a tornare dentro la casa.
Ma alcuni ululati nelle vicinanze la misero di nuovo in allarme.
< So che sei qui! Fatti vedere! >
Ma niente, la creatura in questione non aveva nessuna intenzione di farsi vedere.
< Che cos’erano quegli urli? > domandò spaventato Rudolph accorrendo verso la ragazza.
< Niente. stai tranquillo. È tutto sotto controllo. >
Ma Rudolph non riusciva a fidarsi delle parole della cacciatrice.
< Ormai il sole sta spuntando all’orizzonte. Sarà meglio che tu vada a riposare. >
< Non sono stanca! Sono molto sicura che sono vicino alla preda! Devo solo aspettare… >
Ma i rumori di poco fa’ non erano altro che i versi degli uccelli della zona che si stavano levando in cielo.
< Bella, dammi retta. Un po’ di riposo non può che farti male… Da quanto tempo è che non dormi? >
< Ha importanza? >
< In questo momento sì. >
< Perché ti preoccupi così tanto per me? >
< Perché mi dispiace vederti soffrire in questo modo… Ogni essere umano ha bisogno di risposarsi. Anche quello duro e senza sentimenti come te. >
< Credi davvero che io non abbia sentimenti? >
< In questo momento mi stai facendo pensare proprio questo. >
< E’ grazie al mio carattere se ora sono qui da te ad adempiere ai miei doveri. Non scordartelo > disse infine la donna rientrando nella casa di Rudolph.
 
 
Completamente sfinita dal cammino che l’aveva portata fino alle vallate del Nord America e dalla ronda notturna, Bella aveva dormito per quasi dodici ore di fila senza mai aprire gli occhi.
Quando decise di alzarsi dal suo letto, il suo stomaco brontolava terribilmente per la fame.
< Ben svegliata, cacciatrice di creature misteriose > fece Rudolph mentre si sorseggiava il suo caffè e leggeva alcune pagine di giornale < Hai fame? Posso prepararti qualcosa? >
< Che cos’hai da mangiare? >
< Tutto quello che vuoi. A parte il pesce, s’intende… La vuoi un po’ di carne di bufalo? È stupenda. >
< Bufalo? Non l’ho mai mangiata. >
< Allora è venuto il momento di assaggiarla. Dammi retta almeno una volta. >
< Va bene. Devo aspettare molto? >
< Assolutamente no. l’ho preparata per me poco fa’ ed è sempre calda. >
< Tu hai già mangiato? >
< Certo. >
< Ma sono appena le sette di sera. >
< Quando si abita da soli si tende a cenare molto presto e ad andare a letto molto presto. >
< Non hai molto da fare da solo, vero? >
< Fino a qualche mese fa’ avevo un pastore tedesco che mi teneva compagnia durante le mie lunghe giornate. Ma purtroppo è morto di tumore allo stomaco. Una fine davvero atroce. >
< Mi dispiace davvero. >
< Ormai ho superato il trauma. Comunque grazie. >
< Lo sai una cosa che ci accomuna io e te? La solitudine e la voglia di rimanere da soli. >
< E chi ti ha detto che io voglia rimanere da solo? > domandò l’uomo come se fosse risentito.
< Lo suppongo. Altrimenti perché abiteresti in un luogo isolato come questo? >
< Questa era la casa dei miei genitori. Ho vissuto qui fin da quando sono nato e non ho mai pensato di lasciarla. >
< Nemmeno per spostarti nella città più vicina? >
< La città più vicina dista più di 100 km… E comunque no, non ci ho mai pensato. >
< Non ti sei mai sposato o fidanzato? >
< Non ne ho mai avuto il tempo. >
< Che significa? >
< Ho sempre preferito starmene da solo. Tutto qui… La mia vita è questa. >
< Da come l’hai detto sembra quasi una condanna. >
< In un certo senso lo è davvero… Tornando alla cena, ti piace la carne di bufalo? >
< Sì, è davvero gustosa e tenera. E poi l’hai cotta al sangue come mi piace a me. >
< Bene, sono contento. >
Fissando gli occhi di Rudolph, Bella vide che un velo di tristezza albergava dentro di lui.
< Mi dispiace averti fatto il terzo grado. Volevo solo sapere un po’ di cose su di te. >
< Purtroppo non c’è molto da dire… Al contrario di me, tu cosa mi racconti? >
< Nemmeno su di me c’è molto da dire: sono orfana da quando avevo dieci anni e sono stato cresciuto da uno zio che odiavo profondamente. Quando ho compiuto diciotto anni ho deciso di viaggiare per il mondo dando la caccia a creature misteriose che tormentavano le persone come te. >
< Tu credi davvero che ci sia una creatura che mi tormenti? >
< Dopo aver visto come ha distrutto la tua porta ne sono sempre più convinta. >
< Capisco… E oltre questo tuo lavoro? Non hai nient’altro da dirmi? >
< No. nemmeno io mi sono mai fidanzata o sposata. La mia vita è sempre stata questo “strano” lavoro. >
< Più che strano direi singolare. >
< E’ la stessa cosa, Rudolph. >
< Sì, forse hai ragione. >
Nel mentre Rudolph e Bella stavano conversando tra di loro, l’abbaiare di un cane misero in allarme l’uomo e la donna.
< C’è un cane qui nelle vicinanze? > domandò Bella.
< Assolutamente no. Non c’è nessun’altra casa nel giro di 40 km. >
< E l’abbaiare di questo cane? >
Incuriositi, sia Rudolph che Bella uscirono di casa cercando di capire da dove potesse provenire quei versi.
< Non sono pazzo, vero? Anche tu hai sentito un cane abbaiare? >
< Sì, non ti preoccupare. Non sei pazzo. >
Guardando di fronte a sé, Bella notò alcune tracce di sangue che si andavano a perdere nel sentiero che portava al bosco.
< Che cos’è questa roba? > domandò Rudolph disgustato.
< Sangue. >
< Sangue di chi? >
< Non ne ho la più pallida idea… >
< Oh, cielo… E se fosse la creatura misteriosa? >
< Non capisco… Non ho sentito nessuno che si potesse aggirare nelle vicinanze. Eppure ho un udito molto fine… Tu hai sentito qualcosa al riguardo? >
< No, mi dispiace. Anche se sono sempre rimasto tutto il giorno nella stalla, non ho sentito niente che potesse attirare la mia attenzione. >
< La faccenda si sta facendo sempre più intrigata. È ora che torni sulle montagne. >
< Di già? Non hai ancora finito la cena. >
< Sono apposto. Davvero. >
< Ma hai appena toccato la carne. >
< Te l’ho già detto cha mangio molto poco… Ci vediamo più tardi. Sai cosa devi fare, vero? >
< Sì. Mi chiuderò in casa > rispose Rudolph evitando di sbuffare.
< Però questa volta vedi di ascoltarmi, ok? >
< Ma se non ti vedo ritornare entro un’ora? >
< Facciamo così: se entro due ore non mi rivedi, vieni a cercarmi fin cima alla montagna. Io sarò lassù alla ricerca della creatura. >
< D’accordo. Vedi di stare attenta. >
< Non ti preoccupare. So badare a me stessa. >
Una volta prese le armi necessarie, Bella tornò nel solito posto dove era stata il giorno prima.
Le tracce di sangue si interrompevano bruscamente prima che la ragazza potesse salire sull’altura.
Alzando gli occhi al cielo, Bella vide le spoglie di un povero orso completamente maciullate che erano state trasportate su un albero molto alto.
“Chi potrebbe mai fare una cosa del genere?” si domandò la donna con un velo di spavento.
Con il timore che stava facendo di tutto per impadronirsi di lei, alla fine Bella corse il più lontano possibile dal corpo maciullato del povero orso per nascondersi da un eventuale attacco della creatura.
Ma invece di cercare di mettersi in salvo, Bella era sempre più in pericolo.
Alcuni passi felpati nell’ombra si stavano avvicinando a lei, facendogli temere il peggio.
“La creatura è qui… ne sono convinta…”
La luna che brillava nel cielo stava illuminando l’area circostante, evitando così che ci fossero dei nascondigli all’ombra dell’oscurità.
Impugnando l’arma con decisione, Bella provò ad immergersi sempre di più nel bosco.
Ma alcune impronte di zampe di lupo la bloccarono all’istante.
“Allora è proprio un lupo che…”
Guardando attentamente dinanzi a lei, Belle vide un giovane ragazzo completamente vestito di nero rannicchiato e intimorito.
< Chi sei tu? >
Ma il ragazzo non rispose, evitando anche di guardarla negli occhi.
< Hai forse bisogno d’aiuto, ragazzo? >
< Lasciami in pace. >
< Allora parla! >
< Sì… Ma sarà meglio che tu fugga all’istante se non vuoi che la mia collera ti uccida. >
< Che stai dicendo? >
Improvvisamente, il giovane ragazzo balzò dinanzi alla giovane cacciatrice, trasformandosi incredibilmente in un lupo pronto ad ucciderla.
< Ti avevo avvertito. Adesso la mia furia sarà implacabile. >

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Capitolo 3
*** L'avvertimento ***


Bella fissava l’animale con sguardo terrorizzato impugnando la sua sciabola.
< Stai lontana da me bestia! > gridò la donna.
Ma l’animale non accennava a muoversi, fissando l’umana con sguardo impassibile.
< Allora? Che cosa vuoi da me? >
Dopo che si era trasformato in una animale, la creatura si ritrasformò in un essere umano.
< Chi diavolo sei tu?! >
< Mi chiamo Jacob Black. >
< Che cosa vuoi da me, Jacob? >
< Non ti spaventare. Non ti farò del male > rispose il ragazzo avvicinandosi a lei.
< Stai indietro se non vuoi fare una brutta fine! >
< Anche se mi sono trasformato in un lupo, non vuol dire che io sia pericoloso. >
< E questo chi me lo dice? Tu? >
< So che è molto difficile fidarsi di me, ma devi credermi. >
< Sei tu che hai disintegrato la porta della casa in montagna ieri notte? >
< Sì, esatto… Ma se l’ho fatto è per una valida ragione. >
< Sentiamo. >
< Quel bruto per cui ti ha pagata per uccidermi ha sterminato la mia famiglia più di un anno fa.’ E da quel giorno non passa notte che io lo tormenti per fargli passare quello che mi ha fatto sulla mia pelle. >
< Se ha ucciso la tua specie l’avrà fatto solo per difendersi, no? >
< Assolutamente no. Io e la mia famiglia vivevamo sulle sommità di queste montagne e non abbiamo mai fatto del male a nessuno… Ma poi, un brutto giorno, lui e il suo cane ci hanno trovati e ci hanno dato la caccia uccidendoci senza pietà. >
Belle ascoltava il racconto del giovane Jacob con vivo interesse.
< Puoi anche credermi se non vuoi… Ma prova ad ascoltare la sua versione dei fatti. Noterai immediatamente che mente. >
< Vuoi forse farmi pena? >
< Io non voglio fare pena a nessuno, soprattutto a te. È da tutta la vita che cerco cibo in questa foresta vivendo da selvatico e non mi fermerò proprio questo giorno… Anche perché l’umano che stai difendendo non è l’unico mio nemico. >
< Vuoi forse dirmi che ci sono altri lupi come te? >
< Molto peggio… >
< Ti stai forse riferendo a demoni o fantasmi che albergano in questa zona? >
< Mi dispiace, ma non posso dirtelo. >
< Aspetta un momento! Fermati! > gridò la donna cercando di attirare la tua attenzione < Ormai mi hai raccontato la tua storia… Non puoi tacere proprio ora. >
< Non posso. Davvero. >
< Perché? Vuoi forse proteggerlo? >
< Assolutamente no… Ma ti avverto che è molto più vicino a noi di quanto tu pensi… >
< Stai forse cercando di spaventarmi? >
< Non ne vedo il motivo. Anche se hai cercato di uccidermi, non vedo del male dentro di te. >
< L’apparenza può ingannare, sai? >
< Meglio che non ti provi a sfiorare. Io non sono un assassino. Caccio solo per mangiare, ma tu non potrai mai essere la mia preda. >
Bella fu quasi onorata dalle parole del giovane lupo.
< Aspetta, Jacob. >
< Ti avverto di una cosa: non ucciderò quel vecchio finché tu lo proteggerai. Ma quando lascerai queste terre, la mia furia sarà implacabile >
< E se io non lasciassi mai questo posto e decidessi di proteggere il vecchio Rudolph per sempre? >
< Aspetterò… Al contrario di te, io posso vivere per molti anni. >
< Sei anche un vampiro oltre ad essere un lupo? >
Nel sentire quella parola, al giovane Jacob gli ribollì il sangue.
< Guardarti intorno e capisci chi sei veramente… E’ un consiglio da amico. >
< Da chi mi dovrei proteggere? >
< Da Rudolph… E da una creatura maligna con la carnagione pallida che si spaccia per un essere umano. Fai attenzione, mi raccomando. Non so se potrò per sempre proteggerti. >
< Io non ho bisogno di nessuna protezione. Tantomeno da te. >
< Dici così perché ti senti coraggiosa… Ma vorrei vederti quando ti punteranno una pistola o un essere abominevole ti ucciderà senza che tu te ne accorga. >
< Caro lupacchiotto, ho ucciso più creature io di quanto tu possa mai immaginare. >
< Ahahah e credi di sorprendermi? >
< Non mi conosci affatto! >
< Va bene, facciamo così: tanto ormai è solo questione di tempo prima che possa comparire quando meno te l’aspetti… Infatti, se hai notato, la temperatura è scesa in maniera molto considerevole. >
Bella non ci voleva credere, ma Jacob stava dicendo la verità.
< Com’è possibile, starai pensando… Lui è qui. E ci sta fissando tutt’ora. >
< Chi potrebbe far scendere la temperatura così considerevolmente? >
< Vuoi sapere la risposta? >
Ma alla fine Bella riuscì a capirlo da sola.
< Tu riesci a vederlo, non è vero? >
< Sì. Anche se si nasconde nell’ombra… >
< Facciamo un patto: riportami alla dimora di Rudolph sana e salva e io non ti darò mai più la caccia. >
< Perché dovrei aiutarti? >
< Perché non ho l’attrezzatura necessaria per difendermi da un vampiro. >
< L’unico modo per difenderti è non farti mordere, tutto qui. >
< Tu la fai facile, Jacob… Io non sono così veloce come te. >
< Questo è un tuo problema, mia cara. >
< Quando la smetterai di importunare la nostra cacciatrice? >
Una voce acuta e severa rimbombò nelle orecchie di Jacob e di Bella.
Una figura pallida e con lo sguardo perso nel vuoto uscì allo scoperto illuminato dai raggi lunari che inondavano l’intera vallata.
< Edward Cullen… quale onore. Da quanto tempo ci stavi spiando? >
< Abbastanza per sentire che raccontavi un sacco di fesserie. >
< Le mie non sono fesserie. E tu lo sai bene > replicò Jacob irritato.
< Va bene, vedrò di crederti. >
Mentre Jacob ed Edward stavano conversando tra di loro, Bella fissava il vampiro con sguardo enigmatico e interessato.
< Al contrario di quello che ti ha detto Jacob, io non farei mai del male ad una giovane ragazza come te. >
< Come no… E’ grazie a quelle come lei se hai più di cento anni. >
< E con ciò? Per vivere ho solo ucciso uomini vecchi e di mezza età. E per di più erano assassini. >
< Come il nostro Rudolph, vero? >
< Esatto… Ma mi spieghi perché non riesci a sopportarmi? Non l’ho mai capito. >
< Perché non fai altro che varcare il mio territorio. >
< Non c’è scritto il tuo nome sopra, Jacob. E poi non sono il tipo che da fastidio. >
< Tu menti! >
< Smettetela! Tutti e due! State diventando ridicoli. >
< Non dargli ascolto, giovane ragazza… A proposito, come ti chiami? >
< Bella Swan. >
< Bella… Noi non siamo creature maligne come ci ha dipinto quel dannato vecchio. Se abitiamo in queste zone remote è per proteggerci dagli esseri umani che sono terrorizzati da noi. >
< Tu che sei terrorizzato dagli esseri umani? Ma non farmi ridere, Edward. Sei davvero ridicolo. >
< Ridicolo o no, è così. Io non potrei vivere in mezzo a quelli come voi, Bella. >
< Comunque se volete saperlo è meglio che ve ne andiate da questo posto. >
< Sai che non lo faremo mai > replicò Edward con voce calma < E ti tormenteremo se non ascolti il mio avvertimento. Tanto sappiamo dove alloggi e non ci penseremo due volte ad ucciderti. >
< Allora volete farmi del male… >
< Se ce ne darai l’occasione, sì… Pensaci, ok? >
Senza sapere cosa dire, Bella ritornò nella dimora di montagna con la paura di venire inseguita dalle due creature.
< Bella! Ma dov’eri finita? Tutto bene? >
< Sì… credo di sì > replicò la ragazza con voce sorda e tremante prima di tornare in camera sua.

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Capitolo 4
*** Protezioni ***


Bella non si era mai sentita così diversa prima d’ora.
Per la prima volta nella sua vita i suoi sentimenti si erano mossi in maniera imprevedibile.
< Bella? > continuava a chiamarla Rudolph bussando alla sua porta senza ricevere risposta.
Quando alla fine decise di aprire, il padrone di casa vide il suo viso scavato e distrutto per le ore perse di sonno.
< Accidenti! Ma cosa ti è successo? >
< Niente di preoccupante. È solo che non sono riuscita a dormire molto questa notte. >
< Come mai? >
Ma la giovane cacciatrice decise di non rispondere, concentrandosi a scoprire la verità proprio su di Rudolph.
< Perché non mi rispondi? Magari potrei aiutarti… >
< Potresti aiutarmi in un solo modo… >
< E cioè? >
< Sei sicuro di avermi detto tutto sul tuo passato riguardante questa storia? >
< Certo. Perché mi fai questa domanda? >
< Tu rispondimi sinceramente. Se mi dici la verità, non hai niente di cui tu ti possa preoccupare. >
Fissando lo sguardo enigmatico di Bella, alla fine Rudolph non disse niente di nuovo alla sua ospite.
< Sono solo un semplice uomo di mezza età che ha vissuto tutta la sua vita in questa casa facendo il tagliaboschi… Perché ci dovrebbero essere spunti sulla mia vita di cui non ti ho mai parlato? >
< Questo non lo so. Ma molta gente tende ad avere degli scheletri nell’armadio… >
< Bella, vedi di parlarmi sinceramente: che cos’hai scoperto quella notte quando mi hai lasciato da solo in questa casa? >
< Allora c’è qualcosa che mi nascondi… >
< Non ho detto questo! Ma che cavolo… >
< Sei sicuro di aver fatto sempre il tagliaboschi? Ho magari hai ucciso qualche animale impunemente? >
< A chi ti stai riferendo? Non capisco. >
< Non lo so. Dimmelo tu. >
< Giuro su quello che ho più caro al mondo che non ho mai fatto del male a nessun essere vivente. >
< Su cosa lo giuri? >
< Su di te! > gridò spazientito l’uomo.
< Non fare promesse che non puoi mantenere. Ti avverto. >
< Bella, portami immediatamente nel luogo di qualche sera fa’. Voglio capire che cosa ti è successo. >
< Forse qualcuno mi ha aperto gli occhi su di te… >
< Qualcuno o qualcosa? >
< Fa molta differenza? > domandò incuriosita la donna.
< Moltissima. Con chi hai parlato quella sera? >
< Con una creatura che non avrei mai pensato d’incontrare. >
Sentendo la risposta di Bella, alla fine Rudolph capì tutto.
< Allora esiste davvero… >
< Chi? >
< Mi hai dato appena la conferma… Hai parlato con quella creatura, vero? >
< Tu non sai a chi mi sto riferendo, Rudolph. >
< Invece sì! Adesso smettila con i giri di parole. Mi sto spazientendo! >
< Alzare la voce non cambierà mai quello che hai fatto nel passato… Hai ucciso una famiglia, Rudolph. Sei un assassino. >
< Se l’ho fatto ho le mie reali intenzioni. >
< Eppure l’hai promesso pochi secondi fa… Che razza di persona sei? >
< Un uomo che ha dovuto affrontare nella propria vita un mucchio di ostacoli come te e come la maggior parte di tutti noi esseri umani. >
< Perché non provi a spiegare a quel povero ragazzo quali sono le tue ragioni? >
< Sono io l’unico padrone di queste terre! >
< Ed hai preferito uccidere quasi un’intera famiglia giusto per rimanere solo? >
< Il tuo confidente non ti ha detto che erano stati prima loro ad uccidermi, vero? >
< Mi dispiace Rudolph, ma mi risulta molto difficile credere alle tue parole. >
< Ah sì? Preferisci credere alle parole di un mezzo lupo piuttosto che alle mie? Questa è davvero bella. >
< Hai reso orfano un povero ragazzo… Ma non ti vergogni? >
< Assolutamente no. Rifarei tutto dal principio. >
< Mi fai schifo > rispose Bella disgustata dalle parole del padrone di casa < Se fin dall’inizio sapevo che eri un essere abietto, non mi sarei azzardata un minuto di più a rimanere in questa casa. >
< Allora vattene! Nessuno ti trattiene! >
Una volta preso le sue poche cose, Bella uscì dalla dimora di Rudolph fissandolo con il suo sguardo serio e glaciale.
< Adesso che cosa farai? Ti vendicherai di me? >
< Devo trovare giustizia… Giustizia a questa faccenda. >
< Allora buona fortuna… L’unica giustizia dei lupi è sbranare le sue prede. >
< E la tua giustizia invece? È uccidere dei poveri innocenti? A questo punto preferirei diventare bruta come un lupo e uccidere le mie prede. >
< Sei libera di fare quello che vuoi, Bella Swan. Ma io ti avverto: ti stai mettendo in una posizione che difficilmente sarà giusta. >
< Perché dici difficilmente? >
< Lo capirai più avanti. >
< Spiegamelo, maledetto! >
< Perché? Ormai non ti fidi più di me… Io e te abbia rotto definitivamente. E se ti azzarderai a varcare le mie terre senza il mio dovuto permesso, la mia furia sarà implacabile… Ma non ti preoccupare. Ci sarà il tuo nuovo amico metà lupo e metà essere umano a proteggerti, no? >
Bella fu molto ferita dalle parole del vecchio uomo, ma non ci diede molto peso.
< Buona fortuna tra le montagne di questo posto. Ne avrai bisogno. >
 
 
Mentre Bella camminava in solitaria per i sentieri tortuosi della zona, alcuni passi rimbombarono nella sua mente.
Capendo che qualcuno o qualcosa la sta seguendo, tirò fuori la sua sciabola guardandosi attentamente intorno.
< Sono io > fece Jacob con sguardo sorridente e sincero.
< Dannazione! Mi hai spaventata. >
< Scusa, non volevo. >
< Allora non farlo mai più! >
Jacob non comprendeva come mai Bella si comportava in maniera così sgarbata con lui.
< Che cosa ti succede? Ti ho fatto qualcosa di male? >
< Secondo te di chi mi dovrei fidare? Di te che ti conosco a malapena e che ti trasformi in un lupo che sbrana le persone o di un cacciatore solitario e assassino? >
< Io non ho mai sbranato in vita mia se vuoi saperlo. >
< Sì certo, come no. >
< E’ la verità! Se ho attaccato qualcuno era solo per difendermi. >
< Mi dispiace per te ma non esiste un lupo innocuo. >
< D’accordo. Tanto ho già capito che parlare con te è del tutto inutile. >
< Me ne sono appena andata via di casa. Secondo te come dovrei essere adesso? >
< Magari ti posso aiutare io. >
< Se devo alloggiare in una caverna al freddo e al gelo preferisco starmene sotto le stelle. >
< Visto che non lo sai, ho una piccola casetta poco distante da qui. >
< Davvero? Perché non me ne hai mai parlato? >
< L’hai detto prima tu: ci siamo appena conosciuti. >
< Comunque, adesso che ci penso, non occorre che tu mi ospiti. Ripartirò da questo posto il prima possibile. >
< Che cosa? hai intenzione di lasciarmi? >
< Perché? Ti crea tanto disturbo? Ormai il mio lavoro è finito. Anzi, non è mai iniziato. >
< Dobbiamo vendicarci di quell’uomo che ha ucciso la mia famiglia, Bella. >
< Dobbiamo? Chi sono io per te? io sono solo una cacciatrice di creature oscure. Queste cose non m’interessano. >
< Ti prego. Non ho nessun’altro al mondo di cui mi possa fidare a parte te. >
Alzando lo sguardo e allungando il viso in maniera curiosa, Bella intravide un piccolo casolare di legno nascosto tra gli alberi e una figura che stava passeggiando nei dintorni.
< E’ quella la tua casetta? >
< Sì. Molto modesta, vero? È apposta per una persona. >
< Ah sì? E dimmi allora, chi è quell’individuo che sta spaccando legna? Mi sembra di averlo già visto di recente… >
< Non riesco a capire che cosa ci faccia quel dannato vampiro da queste parti… Edward! >
Una volta averlo chiamato a gran voce, il vampiro alzò lo sguardo fissando con sguardo truce sia Jacob che Bella.
< Che cosa ci fai tu qui? >
< Come scusa? >
< Non sei autorizzato a stare nel mio territorio. Vattene immediatamente prima che ti conci per le feste. >
< Jacob, stai bene? >
Ma improvvisamente, quella che si irritò di più dalla situazione che si stava creando fu proprio Bella.
< Jacob, credi che io sia una stupida? Pensi che non abbi capito che tu e Edward abitate insieme in questa catapecchia? >
< Ma io veramente… >
< Ed io dovrei fidarmi di te? Non ci pensare nemmeno. Domani mattina all’alba ripartirò per le mie avventure e non tornerò mai più in questo posto. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
Vedendo con quel rabbia aveva pronunciato quelle parole, alla fine Jacob non disse niente per contraddirla.
< La devi lasciare in pace > fece Edward appena si ritrovò solo con Jacob.
< Tu stanne fuori. Non sono affari tuoi. >
< Invece sono anche affari miei. Che cosa gli hai detto? Perché si comporta così? >
< Perché non ha fiducia in me. >
< Lei è un essere umana. Non capisce i nostri problemi. >
< Deve aiutarci ad uccidere quel maledetto tagliaboschi. Solo così potrò vivere in pace. >
< Hai vissuto in pace fino ad ora. Perché vuoi gettare benzina sul fuoco rischiando di scatenare un meccanismo a catena? >
< Che intendi dire? >
< Se uccidiamo quel tagliaboschi, la gente lo verrà a sapere e non saremo mai più al sicuro tra queste montagne. Non c’hai mai pensato? >
< Chi vuoi che ne venga a conoscenza? Questo posto è dimenticato da tutti. E poi lui è solo. >
< Non hai pensato a Bella? Chi ci dice che non ritorni dalla sua parte? >
< Non lo farebbe mai. Ne sono sicuro. >
< E comunque placa la tua rabbia. Facendo così non farai altro che peggiorare la situazione… Anzi, lo sai che cosa dovresti fare? Chiedergli scusa per avergli detto una bugia. >
< Ma è stata una bugia innocente! > protestò Jacob.
< Sì, ma non per lei… Se c’è una cosa che ho capito su Bella, è che la sincerità per lei è tutto. Dammi retta una buona volta. >
< Ho paura che se entro nella nostra casa mi possa uccidere con la sua sciabola. >
< Che razza di lupo sei ad avere paura di un’umana? Talvolta non ti capisco. >
< Allora pensaci tu! >
< No, mio caro. È un problema che devi risolvere solo tu. >
Alla fine, Jacob si convinse delle parole di Edward, entrando nella sua abitazione con il cuore che gli martellava a mille.
< Posso disturbarti un attimo? > domandò Jacob a Bella con voce flebile.
< Che cosa vuoi? >
< Volevo chiederti scusa per prima. Non aveva nessun diritto di mentirti. Sono stato uno stupido. >
< Vero. Però tranquillo. È tutto passato. >
< Sul serio? >
< Questo però non vuol dire che io mi fida di te e di quel vampiro di cui non ricordo il nome. >
< Sì chiama Edward… Che cosa posso fare per conquistare la tua fiducia? >
< Vedi di non disturbarmi fino a domani, d’accordo? Ho bisogno di rimanere sola e la vostra presenza mi irrita molto. Posso contare su di te? >
< Certo. Nessun problema > rispose Jacob dispiaciuto.
< Grazie. >
< Se hai bisogno di me, mi troverai in salotto > fece il ragazzo prima di lasciarla da sola.
< Non ho bisogno di niente. >
< Nemmeno di protezione? >
< Da chi? Da te? Mi sono sempre guardata le spalle da sola fino ad oggi. Non pensare che io abbia bisogno del tuo aiuto o di quello del tuo amico vampiro. >
< Ok. Ho afferrato il concetto. A domani > disse fine Jacob prima di richiudere la porta della sua stanza.

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Capitolo 5
*** Attentare alla vita ***


Appena l’alba di un nuovo giorno stava per nascere dalle alte montagne, Bella spalancò gli occhi come se fosse stata risvegliata da un brutto sonno.
Già completamente vestita e con le armi messe apposto, era pronta per lasciare la dimora di Jacob ed Edward.
“Partirò adesso così eviterò di incontrarli” aveva pensato la giovane donna.
Ma Bella non aveva fatto i conti che i vampiri rimangono svegli per tutta la durata della notte.
< Ci lasci così presto? > domandò Edward spaventando la ragazza.
< Oddio! Voi due mi farete morire di crepacuore! >
< Coscienza sporca? >
< Io? Assolutamente no. Però tu e il tuo amico Jacob… >
< Se solamente tu ci conoscessi meglio, saprai che siamo molto buoni e amichevoli. >
< Certo, come no. >
< Mica tutti i lupi e i vampiri sono esseri brutali. Come gli esseri umani, esistono anche creature buone. >
< Peccato che mi risulta molto difficile credere a questa diceria. >
< Pensa pure quello che vuoi. Però è davvero un peccato. >
< Comunque, tornando a noi, cosa aspetti a tornare nella tua “tomba?” >
< Come scusa? >
< Dormirai in un oggetto dove nessun spiragli di luce potrebbe disturbarti, no? >
< Certo che no. Dormo in un letto normale come fai tu. >
< Ma tu… >
< Io non sono come Dracula. E per di più non mi da fastidio la luce del giorno se è questo quello che vuoi sapere. >
< Se non tu avessi quella carnagione così pallida, saresti un essere umano a tutti gli effetti. >
< Infatti lo sono. >
< Non puoi essere quello che non puoi. >
< E chi lo dice? A differenza di quello che dici tu, io bacio e faccio l’amore con molte ragazze. >
< Perché? Ci sono altre creature come te? >
< No. Mi riferivo a ragazze come te. >
Bella non riusciva a credere alle parole di Edward.
< Ma poi naturalmente mi tocca lasciarle perchè altrimenti rischierebbero di scoprire il mio piccolo segreto. >
< E perché, a differenza mia, hai deciso di rivelarmelo? >
< Perché tu sei diversa dalle altre. Non tradiresti mai la fiducia di qualcuno > rispose Edward fissando Bella con sguardo serio.
< E chi te lo dice? >
< L’hai detto tu, no? La fiducia per te è tutto. >
< Sì, ma tu sei un vampiro. >
< E tu cambia qualcosa? >
< Pensandoci bene, no. >
< Ecco, appunto. >
< Sì può sapere di cosa state parlando voi due? > domandò Jacob con tono assonnato < Vi si sente dalla stanza accanto. >
< Non è colpa nostra se questa casetta è così minuscola > replicò Edward risentito.
< Se non ti piace, puoi andartene anche ora. Non sentirei la tua mancanza. >
< Questo è tutto da vedere… E poi dopo con chi parleresti? Con le legna da ardere? >
< Magari se Bella decide di rimanere qui… >
< No, mi dispiace per te. Bella non vede l’ora di andarsene… Vero? >
Ma la ragazza non seppe cosa rispondere, fissando i due giovani ragazzi con sguardo afflitto e abbattuto.
< Ho altri posti dove andare. Non credere… >
< Lo sai? Non ci hai mai detto dove abiti. >
< In giro per il mondo. Non ho una fissa dimora. >
< Ti piace molto la vita da nomade? >
< Assolutamente sì. E’ per questo che non rimango molto spesso nel solito luogo. >
< Pensa un po’. Io e Jacob credevamo che eravamo noi il problema. >
< Lasciate stare. È meglio > rispose Bella sviando il discorso.
A differenza di Edward, Jacob capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava in lei.
< Bella, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi. Sono serio. >
< No! Ho altre missione da portare a compimento! E poi ho timore che Rudolph possa farvi del male per colpa mia. >
< Lascia stare quel vecchio. Se proverà a darci fastidio, sa benissimo cosa lo aspetta. >
< Jacob, ne avevamo già parlato tempo fa’… >
< Se mi costringerà ad attaccarlo, io non sarò responsabile delle mie azioni. Te l’ho già detto, Edward. >
< Non puoi comportarti così! >
< Se dovrò proteggermi o proteggere te o Bella, sarò costretto a tirare fuori la mia indole. Punto e basta. Non voglio più tornare sull’argomento, chiaro? >
< Tranquillo. Tanto questo non succederà… E’ stato un piacere conoscervi, ragazzi. Buona fortuna per tutto nella vostra vita. Penso che ne avrete bisogno come me. >
< Bella, ripensaci. >
< No, Jacob. Ho già preso la mia decisione. E non ci sarà niente e nessuno che potrà farmi cambiare idea. >
Non riuscendo a farla ragionare, alla fine Edward e Jacob decisero di non insistere ulteriormente, lasciando andare la giovane ragazza per la sua strada.
< Credi che non la rivedremo mai più? > domandò Edward a Jacob.
< Potremmo provare a seguirla. >
< Lascia stare. Se lo scoprisse, si arrabbierebbe come non mai. >
< Quindi dobbiamo gettare la spugna senza combattere? > fece Jacob.
< Anche tu provi gli stessi sentimenti che provo io nei suoi confronti? >
< Non lo so che provi tu, Edward. >
Riflettendoci a dovere, Jacob non voleva arrendersi senza combattere, fronteggiando anche il suo rivale in amore se non aveva altre alternative.
< Proverò a convincerla. E uno di noi due dovrà riuscire a conquistarla. >
< Sembra un inutile perdita di tempo… Ma la scommessa mi piace. >
< Allora andiamo a rintracciarla. Non c’è tempo da perdere. >
 
 
Mentre Bella passò molto vicino alla residenza di Rudolph, notò che l’uomo era intento a fissare l’orizzonte.
“Chissà cosa mai potrebbe pensare…”
Passandoci alla larga, alla fine Bella si focalizzò sui suoi prossimi impegni senza pensare al suo passato.
Ma la sua avventura sulle montagne non sarebbe finita troppo presto.
< Credevi che non ti avrei rivisto? > fece l’uomo richiamando la sua attenzione < Ho visto quando mi fissavi. >
< Volevi forse un saluto, Rudolph? >
< Nono lo so. Di sicuro mi avrebbe fatto piacere. >
< Io e te non abbiamo niente da dirci. >
< Peccato. Saremmo stati un’ottima accoppiata insieme… Potevamo uccidere quel dannato lupo e quel vampiro da strapazzo. >
< Loro non sono degli assatanati di sangue, a differenza tua. >
< Già… Io ormai ai tuoi occhi sono diventato il cattivo della situazione, vero? E non vuoi provare ad affrontarmi? >
< Ho detto basta a questa missione. E quando dico basta, non torno mai sui miei passi. >
< E’ impossibile farti cambiare idea? Molto bene. Allora vattene pure da qui… Ma non sai che cosa succederà ai tuoi vecchi amici quando avrai lasciato questo posto. >
< Loro sanno badare a se stessi. Non gli fai paura. >
< Presto lo scopriranno davvero che cos’è la paura. >
< Io non ti permetto… >
< Tu cosa?! Mi hai appena fatto capire che non t’importa niente di loro. Quindi posso farli fuori senza pietà, no? >
< Non ci provare nemmeno, altrimenti… >
< Osi metterti contro di me? Voglio proprio vedere come. >
Improvvisamente l’uomo puntò il suo fucile proprio contro Bella, scatenando in lei un lieve spavento che non accennò a fermarsi.
< Abbassa l’arma, Rudolph. Rischi di farti del male. >
< Qui l’unica che si farà del male sarai tu, Bella. >
< Ma che diavolo ti dice il cervello?! >
< Non posso sopportare che tu sia diventata amica di quel lupo e del suo amico. Mi hanno reso la vita impossibile… >
< Adesso basta con questa storia! > gridò la donna.
< No! Tu mi ascolterai e farai silenzio finché te lo dico io, mi hai capito? >
Ma andando contro al pericolo, Bella tirò fuori la sua sciabola minacciandolo come meglio poté.
< Ti vorrei ricordare che io ho un fucile. Ti potrei uccidere anche a grande distanza. >
< Non m’interessa. Se credi di farmi paura ti sbagli di grosso.
< Perché non provi a correre? Potremmo rendere il duello molto più interessante. >
< Io non sono una codarda. Voglio affrontarti a viso aperto. >
< Pessima idea. Addio. >
Ma prima che Rudolph potesse sparare, fu attaccato alle spalle da Jacob e da Edward.
< Lascia immediatamente la ragazza > gli intimò il vampiro fissandolo con i suoi occhi color del sangue.
< Chi sei tu? >
< Colui che ti ucciderà senza pietà se non fai immediatamente quello che ti dico. >
< Va bene  > rispose Rudolph abbassando l’arma.
Appena Jacob riprese le sue sembianza umane, accorse verso Bella per cercare di farla calmare.
< Come stai? Va tutto bene? >
< Sì… adesso sì. >
< Vieni con me. Dobbiamo andarcene da qui. Non è più un luogo sicuro per te. >
< Me ne ero già accorta > replicò Bella sarcastica.
< Edward, pensi tu a quell’uomo? >
< Che cosa gli volete fare, Jacob? >
< Deve finirla di essere un problema per noi. Edward lo toglierà di mezzo trasformandolo in un vampiro uguale a lui.
< No! Fermatevi! >
< Ma Bella… >
< Portatemi pure via da qui ma non fate del male a Rudolph. >
< Ma perché? Ti ha quasi uccisa. >
< Fai quello che ti ho detto senza discutere, altrimenti dopo sarò io che me la prenderò con voi. >
Non capendo le reali intenzioni della ragazza, alla fine Jacob ed Edward decisero di lasciarlo in vita.
< Non ti azzardare più a metterti contro di noi, capito? > fece Edward con tono flebile.
< Va bene… > rispose Rudolph senza sapere cos’altro dire.
< Adesso dove mi porterete? >
< Lontano da qui. Tu non ti preoccupare > mormorò Jacob ritrasformandosi in lupo.
< Jacob, sarebbe meglio se la portassi io. >
Ma il lupo non era del suo stesso avviso, ringhiando contro di lui con tutta la sua forza.
< Sei indescrivibile quando fai così… Avanti, facci strada > disse infine Edward prima di sparire insieme a Jacob e Bella nell’oscurità della foresta.

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Capitolo 6
*** Ricominciare a vivere ***


Bella cercava di proseguire per la sua strada lontano dagli occhi indiscreti di Jacob e Edward.
< Bella! Dove stai andando?! >
< Lontano da voi! Perché non riuscite a capirlo? >
< Fermati! > gridò ancora Jacob prendendola per il braccio.
< Tu! Sei tu che sei il più insistente dei due. La devi smettere di tormentarmi! >
< Non smetterò di tormentarti finché non sarai sana e salva! >
< Posso benissimo badare a me stessa! Perché non riesci ancora a capirlo? >
< Perché so che non è così! Hai visto prima. Anche lì avevi ancora bisogno del mio aiuto. >
< No! Non è vero! >
< Ancora io e Jacob non riusciamo a capire perché ci ignori. Che cosa ti abbiamo fatto? >
< Mi state tormentando! >
< Non è questo… C’è dell’altro, vero? Lo si legge dai tuoi occhi. >
A quel punto Bella non si poteva più nascondere.
Doveva confessare i suoi reali sentimenti ai due.
Ma chi avrebbe davvero preferito?
< E’ un sentimento che non ho mai provato prima d’ora… E’ una sensazione stranissima. >
< Sì chiama amore, Bella. Tu sei innamorata di uno di noi due. >
< No, Edward. Tu ti stai sbagliando. >
< Edward ha ragione, Bella... Continui a negare l’evidenza. E questo non riusciamo a capirlo. >
< Io non sono quel genere di donna. Io sono una cacciatrice solitaria e basta. Non ho bisogno né dell’amore né di voi due. >
< Allora prova a baciarci. Vogliamo vedere la tua reazione. >
< Vi giuro di quello che ho di più caro che se non la smettete di tormentarmi io… >
Ma nel mentre Bella stava discutendo con i due ragazzi, una pallottola andò a trafiggere la sua spalla destra, facendola cadere a terra dolorante. >
< Bella! Come stai?! >
< Che domande! Sono stata colpita da una pallottola! >
Ma senza nemmeno accorgersene, anche Jacob fu colpito a sua volta.
< Qualcuno ci sta attaccando… e posso immaginare chi è. >
< Rudolph! Esci allo scoperto, maledetto! > gridò Jacob con tutta la forza che aveva in corpo.
< Voi rimanete qui. Lo scoverò io. >
< Stai attento, Edward. >
< Non ti preoccupare, Bella. A differenza di lui e di voi, io sono immortale. >
Scomparendo nell’ombra della foresta, Edward rimase in attesa vigilando su Jacob e Bella.
“Sei molto più vicino di quello che penso… Ne sono sicuro… Fatti vedere se hai il coraggio!”
Ma Rudolph non accennava a farsi vedere, continuando a sparare contro Jacob e Bella.
< Non riusciremo a salvarci se rimaniamo qui immobili. Dobbiamo fare qualcosa. >
< Tu non ti muovere, Bella. Ti proteggerò con il mio corpo > fece Jacob.
< No! Non voglio che tu ti sacrifichi per me! >
< Perché? Tanto ormai non ho niente da perdere… A parte te. >
In quel momento Bella capì che i suoi reali sentimenti erano proprio per Jacob.
< No… Sarò io che ti salverò… >
< Che cosa vuoi fare? >
< Tu stai fermo > fece la donna alzandosi di scatto e sfoderando la sua sciabola.
< Mettiti giù! Così ti farai colpire! >
< Non ho paura della morte. >
Lanciando la sua arma, sfortunatamente riuscì a schivare proprio Rudolph che si apprestava a colpire Bella per l’ennesima volta.
< Ti ho visto, bastardo! >
< Vedermi non ti servirà a niente > mormorò Rudolph puntandogli addosso il suo fucile < Adesso che il tuo lupacchiotto è ferito e tu non hai nessuna arma per difenderti, la tua fine è vicina. >
< Non finché ci sono io > replicò Edward uscendo allo scoperto dietro le sue spalle.
Ma Rudolph non era un tipo sprovveduto come si poteva pensare.
< Non puoi essere immortale… Devi avere un punto debole. >
< Mi dispiace per te, dannato uomo. Non puoi farmi niente. >
Mentre Rudolph ed Edward si stavano fronteggiando, qualcuno colpì dietro le spalle proprio l’uomo, facendolo cadere a terra senza sensi.
Guardando la scena, i presenti non credettero ai loro occhi.
< Chi sei tu? > domandò Edward con sguardo minaccioso fissando la figura incappucciata dinanzi a lui.
Appena mostrò il suo vero volto, Bella rimase sorpresa.
< Papà… sei davvero tu? >
< Credo di essere arrivato al momento giusto. >
< Ma io credevo… Non ci posso credere. Pensavo che tu fossi morto un anno fa’ dopo che il tuo aereo è caduto sulle Ande. Come hai fatto a sopravvivere? >
< Con la forza della disperazione… e pensando a te. Sapevo che un giorno ti avrei ritrovata. >
Mentre Rudolph cercava di risvegliarsi, fu proprio il padre di Bella ad assestargli il colpo mortale, tagliandogli la gola.
< Papà! No! >
< Sapevo che non dovevo farlo… Ma quell’uomo ha finito di tormentarti. >
< Gli spargimenti di sangue… Mi fanno uno strano effetto… >
< Adesso è tutto finito, tesoro mio. Ora possiamo ricominciare a vivere. >
Senza pensarci due volte, Bella si scaraventò contro suo padre per abbracciarlo.
< Mi sei mancato molto in questo ultimo anno. Senza di te credevo d’impazzire. >
< Non ti preoccupare. Adesso non ti lascerò mai più > rispose l’uomo toccando la spalla ferita di sua figlia < Accidenti! Hai un assoluto bisogno di cure. >
< Non è niente. Sto bene. >
< Non è vero. Dobbiamo trovare un ospedale vicino. >
< Peccato che qui non ce ne siano… > rispose Edward.
< E allora cosa facciamo? >
< Basterà estrarre la pallottola. E caso vuole che io sia in grado di farlo > fece Jacob toccandosi la gamba ferita.
< Posso fidarmi? >
< Non hai alternativa. >
Guardando sua figlia dritta negli occhi, l’uomo capì che si poteva fidare del lupo.
< Va bene. Fai quello che devi fare. >
Una volta aperta la ferita della ragazza, Jacob riuscì ad estrarre la pallottola conficcata nella sua spalla destra in soli cinque minuti, assorbendosi le grida della ragazza.
< Anche se mi hai fatto male, saresti un ottimo medico. >
< Ti ringrazio. Ma preferisco rimanere in mezzo alla natura con il mio compare Edward. >
< Siete degli ottimi guerrieri. Davvero. >
< Grazie. È bello sentirtelo dire > rispose Edward smorzando per la prima volta un sorriso < Ora che hai ritrovato tuo padre che cosa farai? >
< Passerò tutto il tempo perso insieme a lui. >
< Brava. Fai bene > rispose Jacob non del tutto convinto della risposta della ragazza.
< Papà, posso rimanere un attimo sola con i due ragazzi? >
< Certo. Fai pure… E’ stato bello conoscervi. A presto > mormorò l’uomo allontanandosi.
Jacob ed Edward erano molto dispiaciuti per il destino di Bella.
< Avremmo tutti e due preferito che tu rimanessi qui > fece Edward < Ma adesso che hai ritrovato una persona a te molto cara, fai bene a rimanergli accanto. >
< Alla fine l’amore vince su tutto. Anche se è paterno. >
< Già… Non l’avrei mai detto conoscendo te > rispose Jacob.
< In fondo non sono una cattiva ragazza, no? >
< Assolutamente no… Adesso sono io che vi lascio un attimo soli. >
< Dove te ne vai, Edward? >
< In giro per i boschi. Ora che Rudolph è finalmente morto, potrò circolare in queste terre per tutto il tempo che voglio e quando voglio. Addio, mia cara Bella. Buona fortuna per tutto. >
< Anche a te, Edward > mormorò la ragazza abbracciandolo < Accidenti! Sei molto freddo. >
< Come puoi ben vedere sono molto meno umano di quanto tu possa mai immaginare… Mi dispiace farti uno strano effetto. >
< Non ti preoccupare > replicò Bella sorridendogli prima di rimanere da sola definitivamente con Jacob.
< Alla fine siamo rimasti solo noi due > fece Jacob con tono serio.
< E ti dispiace per caso? >
< Certo che no. Mi dispiace che tu te ne vada… >
< Anche se non avessi mai ritrovato mio padre, me ne sarei andata lo stesso… Però c’è una cosa positiva in tutto questo. >
< E cioè? >
< Che non ti dimenticherò mai > rispose Bella prima di affondare le sue labbra sulle sue.
< Non mi sarei mai aspettato questo bacio > disse Jacob ritrovando momentaneamente il sorriso.
< Sono una donna imprevedibile, no? A presto Jacob. >
< Ci rivedremo davvero, Bella? >
< Chi lo sa… Magari se mi ritroverò nelle vicinanze verrò a trovarti. >
< Ci conto. >
< Adesso pensa a curare la tua gamba… Sei sicuro che non hai bisogno di un medico? >
< Come puoi aver visto, posso curarmi benissimo da solo. >
< Va bene. Come vuoi tu… A presto, Jacob. >
< Buona fortuna per tutto, Bella > disse infine Jacob riabbracciando un’ultima volta la sua amata prima di scomparire sotto la luce di una luna che non era mai stata così grande prima d’ora.

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