Morning Star: The mother

di Baranjok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
-Non avevi detto che mi avresti chiamata domani?- Domandò Clary sedendosi sul letto con il portatile tra le mani.
La connessione di Jonathan doveva essere pessima, perché la sua immagine era offuscata.
-Si, ma oggi era un mortorio e quindi ecco la mia ora di telefono con te.- Sembrava sereno, e anche se indossava un cappello di lana e dei guanti aveva comunque un certo fascino.
-Bhe, hai fatto bene, anche qui non succede mai niente di bello.-
-come stai?-
-come vuoi che stia? È stato un Natale pessimo senza te, e chissà quanti altri ancora ne dovrò affrontare.-
-Mamma mi ha detto che non sei andata da lei, che è andato solo Christopher.-
-Giusto.-
-Giusto Clary? Ti avevo chiesto di provarci.-
-Oh piantala! Sono passati solo 2 mesi, credi che bastino a perdonare tutto? Credi che io possa dimenticare il fatto che abbia ucciso il mio ragazzo? Che mia madre mi ha mentito per tutta la vita, anzi ci ha mentito! Perché diavolo non sei anche tu arrabbiato?-
-Credi che non lo sia? Che mi sia passato tutto? Ma purtroppo devo conviverci, e non posso non perdonarla, è mia madre. E poi Christopher non lo conosciamo così bene da poter dare un giudizio no?-
-Ne sappiamo abbastanza.- Clary alzò gli occhi al cielo e si distese sul letto.
-Va bene non ne parliamo più, piuttosto cosa hai fatto a Natale?-
-Sono stata da Magnus con gli altri perché?-
- così per sapere, comunque la nostra ora sta volgendo al termine. Mi dispiace se finiamo sempre col litigare, ti voglio bene, a presto.-
Clary rimase in silenzio e richiuse il computer.
 
 
 
Jocelyn prese il cellulare e chiamò sua figlia per l’ennesima volta senza ottenere risposte.
Frustata gettò il telefono per aria e quasi sussultò quando si ruppe in mille pezzi.
-Oh povera Jocelyn, che c’è tua figlia tiene ancora il broncio?-
-Sta zitta! Non sei reale! Non sei reale!-
-Ti piacerebbe mia cara, eppure sono qui viva e vegeta, in tutto il mio splendore e desidero mio figlio!- Lilith si sedette sul divano e la guardò con astio.
-Tuo figlio? Io l’ho partorito, l’ho visto morire di fronte a me, credevo che fosse morto…-
-Risparmiati la fatica, sono venuta a riprenderlo, non importa cosa dovrai fare per ridarmelo, ma ti consiglio di pensare in fretta, il tempo stringe e non sarò così clemente un’altra volta.-
 
 
 
Jace entrò cautamente nella stanza di Clary più disordinata che mai. Le cose tra loro sembravano andare alla perfezione, ma quando Clary doveva parlare con il fratello, le ore successive erano sempre fragili.
-Stai bene?- domandò Jace affiancandosi a lei.
-No, ma non posso farci niente vero?-
-Mi dispiace.-
-Non è colpa tua.-
-Vuoi uscire? Andare al cinema?-
-No, penso che dovrò andare da mia madre.-
-Sei sicura? Avevi detto che non eri pronta.-
-Infatti non lo sono, ma più rimando, più diventa complicato.-
-Vuoi compagnia? Magari tuo fratello vuole venire.-
-Christopher non è mio fratello!-
-Clary.- Jace si era alzato quando Clary era scattata.
-Ci vediamo dopo.- Clary raccolse la borsa e uscì di corsa dalla stanza.
 
 
La porta di Jocelyn era chiusa a chiave, Clary bussò lentamente, aveva le chiavi ma non le sembrava il caso di usarle. Aveva usato un portale, e pensò di fermarsi in Istituto per salutare i Blackthorn prima di rientrare a casa.
Jocelyn aprì la porta e rimase di sasso. Aveva delle occhiaie profonde e sembrava decisamente fuori di sé.
-Clary!- esclamò abbracciando la figlia.
Clary non indietreggiò, ma rimase immobile mentre la madre le baciava i capelli e la stringeva fino a toglierle il respiro.
-Sapevo che saresti venuta!-
-Io no.- Ammise Clary entrando e richiudendosi la porta alla spalle.
La casa era un disastro, Jocelyn era una maniaca dell’ordine e quella casa non era per niente in ordine.
-Sono stata poco bene in questi giorni, devo riordinare. – Jocelyn sembrava nervosa.
-Non sono venuta per fare pace, o per perdonarti.-
Jocelyn represse a fatica le lacrime.
-Voglio solo sapere il perché? Hai idea di cosa hai fatto alla nostra famiglia? A Jonathan? A me? Mi hai distrutta!-
-Io non volevo! Non l’ho fatto intenzionalmente.-
-Tutto qui? È questo quello che hai da dirmi?-
-Io…-
-Lascia perdere, ho sbagliato a venire.- Clary andò verso la porta.
-No no, per favore, per favore, rimani! Mi manchi così tanto, questa casa è vuota senza di voi!.-
-Ma tu avevi Christopher!-
-Non è così!-
-Basta! Non voglio più sentire le tue scuse, non voglio più vedere le tue lacrime, quando qui l’unica che dovrebbe piangere sono io!-
-Io sono tua madre , ho agito per il tuo interesse, per proteggerti!-
-E guarda a quanto è servito.- Clary uscì via senza voltarsi indietro.
 
 
 
Christopher era chino sui libri, Hodge seduto al suo fianco lo aiutava a studiare.
-Non mi perdonerà mai vero?- disse rivolgendo il suo sguardo a Clary che era entrata per prendere dei libri senza degnarlo di uno sguardo.
-Dalle tempo, ha sofferto molto.-
-Lo so, dovrebbe odiarmi, mandarmi al diavolo, e invece fa solo finta che io non esista.-
-Credo che abbia bisogno di più tempo, tutto qui.-
-Forse dovrei fare io la prima mossa.-
-Non credo sia una buona idea, lascia che lei venga da te, in questo modo saprai che vuole parlarti.-
 
 
Jocelyn bevve un altro sorso di vodka, la sua bocca era arrossata e i suoi occhi lacrimavano.
-Tempo scaduto, o mi consegni Christopher, o tua figlia morirà!-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Le settimane successive furono davvero dure per Clary. Tutti continuavano a dirle di dover andare dalla madre o di perdonare Christopher, lei però non era intenzionata a fare né l’una né l’altra cosa. I giorni passavano lenti, con Simon ed Izzy in vacanza a Parigi ed Alec e Magnus in giro per il mondo si sentiva più sola che mai. Jace cercava di starle vicino il più possibile, ma la vera persona che poteva realmente capirla era suo fratello Jonathan. Non potevano né scriversi né chiamarsi, non poteva nemmeno aprire un portale per andarlo a trovare e questo la faceva sentire inutile. Hodge aveva provato più volte a parlare con il Console per ridurre la pena, ma purtroppo nessuno era ancora pronto per dimenticare quanto successo. C’erano stati dei morti e dei feriti gravi e se solo Jocelyn avesse messo a corrente tutto del suo piano questa tragedia si sarebbe potuta evitare. Non faceva altro che chiamarla e lasciarle dei messaggi, ma Clary non aveva intenzione di rivederla. Si sentiva sempre super arrabbiata in sua presenza, ancora non era riuscita a perdonarla per tutto ciò che era successo. Il fatto di ritrovarsi sempre Christopher davanti agli occhi non faceva altro che ricordarle che Sebastian non c’era più e che sua figlia non avrebbe più rivisto suo padre.
 
-Ti va di andare al cinema?- le domandò Jace svegliandola dai suoi pensieri.
-No, vorrei solo parlare con mio fratello.- Rispose Clary sincera.
-Clary… potresti almeno parlare con Chris..-
-Chris? Da quando è diventato Chris? Cosa siete migliori amici adesso?-
-Solo perché tu ti rifiuti di parlargli non significa che anche tutti noi dobbiamo farlo.-
-Lo so, lo so che non aveva altra scelta , lo so che non lo avrebbe mai fatto in altre circostanze, ma ogni volta che lo vedo, ogni volta che sento il suo respiro, non faccio altro che vederlo morto, inerme tra le mie braccia e non è facile per me. – Clary si era agitata e si portò le mani alla fronte.
-Scusa, non volevo farti agitare è che sono passati due mesi, pensavo che volessi almeno parlargli, non so..-
-Non è colpa tua, tu sei fantastico e sei stato molto comprensivo con me è solo che io non sto bene. Ho bisogno di Jonathan, di vederlo dal vivo, sentire le sue braccia attorno a me, è la mia famiglia, come ti sentissi se non potessi più vedere Alec?-
-Sarei a pezzi.- Ammise Jace abbracciandola.
-Ecco , è come mi sento in questo momento, il massimo della distanza con Jonathan sono state due settimane. Per me questo è già troppo, immagina come posso aspettare 10 anni!-
-Magnus dice che troverà un modo per ridurre la pena.-
-Vorrei che ci fosse un pericolo per noi Shadowhunters in questo momento solo per poterlo rivedere, in quel caso dovrebbero chiamarlo per forza.-
- Dopo Valentine penso che abbiamo già vissuto una brutta esperienza, non né augurerei altre.-
-Lo so scusa è che mi manca.-
-Clary lo so ti capisco , ma non è morto, sta bene e vedrai che troveremo un modo per farlo ritornare da te.-
Clary gli si avvicinò piano e lo baciò con delicatezza sulle labbra, lui le cinse le spalle e la tenne stretta sul suo petto per quello che sembrò un’eternità.
 
 
 
 
Magnus e Alec erano appena arrivati a Vienna quando il cellulare di Alec non cominciò a suonare.
-Pronto?- rispose dopo due squilli.
-Alec!!! Come stai che fate di bello?- Isabelle con la sua voce squillante face sobbalzare il fratello.
-Siamo appena arrivati a Vienna, voi tutto bene a Parigi?-
-Benissimo! Ti chiamavo per dirti che come ben sai, dopodomani è il mio compleanno e volevo che venisse tutti qui a festeggiarlo con me! Ho già chiamato Clary e Jace e verranno, compreso Christopher, ovviamente voi due non potete mancare!-
-Va bene, ci saremo, dopodomani al vostro Hotel?-
-Esatto, alle nove in punto, siate puntuali!- Disse Izzy attaccando, senza nemmeno dare ad Alec l’occasione di rispondere.
-A quanto pare, abbiamo un regalo da comprare.- Disse Magnus prendendo Alec sottobraccio.
-Già , scusa so che volevi portarmi in altri posti, ma è mia sorella.-
-Sciocchezze, potremmo tornarci quando ci va, vieni ti mostro un posto fantastico…-
 
 
 
 
Dopo pranzo, Jace decise di farsi un pisolino, Clary invece andò in armeria per restare un po' da sola, peccato che era già occupata da suo fratello.
-Oh! Scusami se vuoi vado via.- Le disse Christopher appena la vide.
Tentata ad ignorarlo come al solito, Clary stava per girarsi quando decise di seguire il consiglio di Jace.
-No, resta pure, potremmo allenarci insieme.-Disse Clary prendendo la sua spada.
-Da..davvero?- Christopher sembrava sorpreso.
Clary gli si posizionò di fronte e alzò la sua spada, con meno entusiasmo Christopher fece lo stesso.
Christopher si sapeva muovere bene, i suoi colpi erano duri e decisi. Clary cercò di colpirlo due volte, ma Chris era più veloce di lei. Si stava divertendo, allenarsi con lui le permetteva di sfogarsi e sbollire un po' di rabbia che portava ancora dentro di se. Anche Chris sembrò divertirsi , aveva un ghigno sul viso che le ricordò terribilmente Jonathan, fu questo a distrarla , perche Chris la colpì sulla spalla destra ferendola.
-Scusami! Non volevo farti del male!- Chris gettò subito la spada per terra.
Clary sanguinava, ma non provava dolore, anzi la sa sete di vendetta crebbe ancora di più.
-Non è niente, su continua.- Lo spronò colpendolo più volte con sempre più energia.
Chris si difendeva con le mani dai ripetuti attacchi di clary, ma non reagì. Aveva le mani piene di tagli.
-Su coraggio, combatti!- Urlò Clary indispettita.
Chris continuava a non reagire e il suo voltò non tradiva emozioni.
Clary gettò la spada disperata e cominciò a singhiozzare. Chris le si avvicinò piano e provò a consolarla.
-Non toccarmi!- Urlò Clary con disprezzo e corse in camera sua.
 
 
 
 
 
Jace si svegliò di soprassalto. Clary aveva sbattuto la porta ed era corsa in bagno.
-Ehi tutto bene ?- le domandò Jace preoccupato.
-Si è solo un graffio.- ammise Clary disegnando un iratze.
-cosa è successo?-
-Mi sono allenata con Christopher, pensavo mi facesse stare meglio, invece sono solo più arrabbiata di prima.-
-Clary…-
-No Jace, lo so che vuoi aiutarmi ma in questo caso non puoi farci niente. Non c’è niente che tu mi dica che possa fari stare meglio. Nemmeno il compleanno di Isabelle, mi porta più gioia. Voglio Jonathan, e nessun altro. Mi dispiace.- Aveva le lacrime agli occhi.
-Lo so , ma non è colpa mia, non l’ho deciso io o Chris.-
-Questo lo so, ma se potessi vederlo, lui saprebbe calmarmi, saprebbe capirmi, lui mi conosce.-
-anche io vorrei conoscerti meglio se me lo permettessi.-
-Jace..-
-No Clary stai soffrendo lo capisco, sei a pezzi. Vorrei poterti aiutare ma non posso. E il tuo continuare a rimarcare l’ovvio non aiuta. Mi dispiace se pensi che io non possa aiutarti. –
-La tua presenza mi fa stare meglio, mi aiuta.-
-E allora lasciati aiutare, sfogati quanto vuoi, Vuoi prendere qualcuno a pugni? Ci sono io. Ma per favore non uccidere tuo fratello e soprattutto non mi allontanare.-
-Scusami è che mi sento terribilmente sola.-
-Non sei affatto sola, fidati.-
 
 
Chris tornò in camera sua con le mani fasciate. Hodge gli aveva dato delle bende perché lui non aveva voluto un iratze, preferiva sentire il dolore. Si sedette sul suo letto e si guardò le mani. In quel momento il suo sguardò si oscurò e perse i sensi.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Le prime luci dell’alba svegliarono Clary togliendola dal torpore del sonno. Si stiracchiò e si girò verso Jace che ancora dormiva teneramente. Non seppe quanto a lungo rimase a guardalo, c’era qualcosa di così pacifico nel suo sguardo che la fece sorridere. Aveva ricominciato ad ignorare Christopher come la peste, dopo il suo pianto isterico della scorsa settimana gli stava ben alla larga. Il compleanno di Isabelle era stato piacevole, per una volta si era sentita serena salvo poi ricordarsi di Jonathan e l’atmosfera fu rovinata. Mancavano ancora 6 giorni alla sua mensile videochiamata con il fratello. Ma la sua mancanza si faceva sentire sempre di più. Era appena arrivato febbraio e il freddo pungente per le strade di New York si faceva sentire. Era uscita quella mattina presto per comprare la colazione per tutti. Si sarebbero dovuti incontrare da Magnus per colazione. Era stato invitato anche Chris e seppur riluttante lei non aveva fatto poi così tante storie.
Quando arrivò nel loft di Magnus c’era un gran silenzio. Era arrivata prima di tutti perché c’era una cosa di cui voleva discutere solo con Magnus.
Alec uscì dal bagno con i pantaloni del pigiama, era ancora assonato e i suoi occhi non erano ancora del tutto aperti.
-Clary? Ma che ore sono?- domandò preoccupato.
-Sono le 8:30.Avevamo appuntamento qui.- Annunciò Clary piuttosto divertita.
- Ma cosa ci fai già qui da sola?-
-Dovrei parlare con Magnus, è piuttosto urgente.-
Magnus entrò nella sala con la sua vestaglia color porpora. Non sembrava così assonnato.
-Cosa vuoi biscottino?-
-Ho portato la colazione.- Disse Clary cercando di evitare la domanda.
-Lo vedo, ma non mi hai risposto.-
-Ok, so che ne avevamo già parlato e che tu mi avevi dissuasa dal compiere ogni tipo di sciocchezza che potrebbe prolungare l’esilio di mio fratello, ma sono stata chiusa in biblioteca per giorni e ho trovato un incantesimo e mi chiedevo se potessi aiutarmi, sono disposta anche a pagarti se vuoi.- Lo disse tutto d’un fiato.
-Clary…-Iniziò Magnus dispiaciuto.
-Lo so, ho letto bene le regole, non possiamo vederci di persona, non possiamo toccarci e non posso essere fisicamente nel suo stesso posto, ma la proiezione astrale…-
-Proiezione astrale?! Clary è molto rischioso.-
-Ascolta non sei l’unico stregone che conosco, potrei chiedere a Catarina o a Malcom se necessario…-
-Non oseresti mai!-
-Qualcuno mi spiega?- Alec con le braccia conserte li scrutava da cima a fondo.
-Clary vuole usare la proiezione astrale per vedere Jonathan, è magia avanzata, le conseguenze potrebbero essere gravissime!- Spiegò Magnus proprio nel momento in cui Simon, Izzy, Jace e Christopher erano arrivati.
-Cosa ci siamo persi?- Domandò Simon confuso.
 
 
 
 
 
-Non se ne parla proprio!- Esclamò Jace dopo aver sentito l’idea di Clary.
-Jace…-
-No, niente Jace, è troppo rischioso.-
-Voi non capite! Io ho bisogno di vederlo,non mi basta vederlo per un ora al mese da uno stupido schermo!-
-Quali sarebbero queste conseguenze?- Domandò Chris proferendo parola per la prima volta.
-Bhe, prima di tutto ha un tempo limitato, 10 minuti al massimo. Se non dovesse risvegliarsi per quel tempo potrebbe morire, o peggio rimanere bloccata in uno stato di sonno per un tempo decisamente lungo. Non potrà toccarlo, o entrambi potrebbero soffrire terribilmente e ci sono tante altre cose che potrebbero andare storte.- Magnus si mise le mani tra i capelli, di tutte le idee che aveva avuto Clary in quei mesi questa era di sicuro la più stupida.
-Ma non succederà niente di tutto ciò. Non sforerò quei 10 minuti, non lo toccherò te lo prometto!- Stava dicendo Clary con le lacrime agli occhi.
-Non importa, tanto non ci andrai.- Continuò Simon indispettito.
Clary sbuffò sonoramente, mesi e mesi di ricerche andate in fumo.
-Ok, d’accordo, diciamo che lo faccio, diciamo che riesca a proiettarti da lui, e poi? Cosa succede? Me lo chiederai altre volte? Questa magia è pesante non potrai farlo sempre!- Esclamò Magnus cercando di farla ragionare.
-Lo so, sta scritto che più di tre volta non si può fare altrimenti potremmo morire entrambi.-
-Che cosa?- Alec era indignato.
-Ok scusate! Sono stata stupida a parlarvene avrei dovuto farlo e basta.-
-Clary…-
-No Jace! Basta io sono stufa ! Ho bisogno di vederlo almeno una volta e basta, non chiedo altro. Se Magnus non vuole aiutarmi andrò da qualcun altro.-
-Va bene! Facciamolo!- Magnus rispose facendo indignare tutti.
 
L’incantesimo in se per se non era poi così complicato. Gli ingredienti erano basici e la formula non era stata così difficile da trovare.
Magnus dovette disegnare un cerchio e purificarlo. Dovette prendere una ciocca di capelli di Clary e un po' del suo sangue e di quello di Chris per poter eseguire la formula.
Clary dovette sdraiarsi al centro del cerchio con una clessidra tra le braccia.
-Ricorda Clary non più di 10 minuti, o ti tiro fuori io.- Disse Magnus guardandola con uno sguardo severe.
Clary annuì e chiuse gli occhi, non le importava veramente molto della sua vita in questo momento.
Quando li riaprì dovette sbatterli di continuo prima di realizzare che si trovasse effettivamente davanti a Jonathan.
Jonathan era girato di spalle intento ad ammirarsi allo specchio.
-Jonathan?!- Esclamò Clary piangendo copiosamente.
Jonathan si girò di scatto e si portò le mani alla bocca.
-Clary?- Le si avvicinò con l’intento di abbracciarla, ma la sorella lo fermò.
-Non possiamo toccarci, sono una proiezione.-
-Una proiezione? Clary che cosa hai fatto?-
-Dovevo vederti, dovevo vederti e parlarti e mi mancavi terribilmente…-
-Clary, mi dispiace, anche io vorrei farlo, ma non possiamo, e non ti puoi mettere nei guai per colpa mia.-
-Magnus mi sta aiutando, non c’è niente che non va.- Rispose clary asciugandosi le lacrime. La clessidra scorreva velocemente.
-Quanto tempo abbiamo?- Le chiese Jonathan.
-Meno di 10 minuti… ma stai uscendo?- domandò Clary guardando il suo abbigliamento.
-Io ecco…ho un appuntamento.- Jonathan rosso di vergogna la stava guardando negli occhi.
-Un appuntamento? Io..- Clary scoppiò in lacrime.
-Tesoro cosa c’è che non va?-
-Cosa c’è? Io ci ho provato Jonathan, ci ho provato sono andata dalla mamma ma non ho fatto altro che piangere e insultarla, ho provato a legare con Christopher ma sono scoppiata a piangere, non facevo altro che vedere Sebastian morto, io non riesco ad essere felice se tu non ci sei. Mi manchi, come l’aria e tu stai andando avanti senza di me e questo mi uccide!- Clary ulrò con tutta l’aria che aveva nei polmoni.
Jonathan le si avvicinò e la strinse tra le braccia. Un dolore lancinante colpì Clary in pieno petto. Ma poteva sopportarlo , perché avrebbe dato tutto pur di essere ancora tra le braccia del fratello.
Jonathan sanguinava dal naso e lo stesso Clary ma a nessuno dei due importava.
-Clary?!- Sentiva la voce di Magnus in lontananza, il tempo stava per scadere.
-Io ci sarò sempre, sarò per sempre tuo e tu sarai per sempre mia. Ti amo lo sai? Sei la persona più importante della mia vita e nessuno prenderà mai il tuo posto. Ma devi andare avanti , devi ricominciare a sorridere, devi vivere promettimelo.-
Clary scosse violentemente la testa.
-Ascoltami bene, stai con Jace amalo. Esci con Simon, divertiti con Isabelle, confidati con Alec e scherza con Magnus. Prova a perdonare la mamma e cerca di andare d’accordo con Christopher. Quando farai tutte queste cose io ci sarò sono qui.- Le disse toccandole il petto.
-Non me ne andrò mai.- le disse baciandole la fronte.
-Ti amo anche io lo sai vero?- Disse Clary continuandolo a stringere forte, ormai singhiozzava.
-Lo so, ma adesso vai, torna da loro.- Disse Jonathan guardando la clessidra.
Clary annuì e poi chiuse gli occhi. Quando li riaprì vide 6 facce fissarla intensamente.
Si alzò di scatto e quasi perse l’equilibrio. Chris la sorreggeva. Aveva voglia di scansarsi ma non lo fece.
-Cosa è successo? Hai iniziato a perdere sangue.-
-Io…io ..- Clary era confusa, le era sembrato un sogno.
-Vi siete toccati non è vero?- Magnus era su tutte le furie.
-Si.-Ammise Clary.
-Grazie Magnus , grazie di tutto.- Disse prima di svenire rovinosamente sul pavimento.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando Clary riaprì gli occhi seppe subito dove si trovava. Il soffitto della sua camera fu la prima cosa che vide. Si girò lentamente di lato, Jace seduto su una poltrona respirava lentamente. Sospirò, non ricordava molto della sera precedente, riabbracciare suo fratello era stata la cosa più bella che le era capitata in quegli ultimi mesi.
Jace sobbalzò dalla poltrona ed aprì gli occhi, spaventato. Evidentemente stava aspettando che lei si svegliasse e si era appisolato.
-Clary?- Domandò con la voce impastata. Si alzò di scatto e le si avvicinò premuroso.
-Cosa è successo?- Chiese Clary mettendosi a sedere, forse un po' troppo velocemente.
-Ehi, sta calma. Hai consumato molta energia ieri notte e per questo sei svenuta. Stai bene, davvero.- Le disse Jace dandole un bacio sulla punta del naso. Sembrava stanco e leggermente preoccupato ma mascherò tutto con il suo migliore sorriso.
-Mi dispiace, non avrei dovuto toccarlo, ma è stato più forte di me.-
-Lo capisco, davvero ma hai rischiato molto Clary, potevi morire , potevi rimanere bloccata in un limbo e non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa, ti amo tanto lo sai?-
Clary abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa, ma non avrebbe mai chiesto scusa per quello che aveva fatto. Anzi, lo avrebbe rifatto di nuovo se ne avesse avuto la possibilità.
-Comunque sarai affamata, ti stanno aspettando tutti giù in cucina.-
Clary annuì ed alzò lo sguardo pronta a guardarlo.
-Va bene, colazione sia.-
 
Simon la strinse a sé per minuti interminabili, mentre Izzy e Alec le sorrisero. Si sentiva meglio, con un peso in meno sulla coscienza. Questo non le avrebbe ridato Jonathan, e la sua mancanza l’avrebbe sentita costantemente, ma una parte di lei era serena, e pronta ad iniziare questa nuova vita senza di lui.
-Christopher? Possiamo parlare per favore?- Domandò Clary guardando il fratello.
Tutti furono sorpresi, Chris più di tutti, tanto che chiuse e riaprì gli occhi più volte certo di non stare sognando.
-Dici sul serio?- Le domandò alzandosi titubante dalla sedia.
Clary sorrise debolmente, c’era qualcosa in lui che ti faceva venire voglia di abbracciarlo e rassicurarlo, non lo fece.
 
Andarono in camera di Christopher, da quando si era trasferito in Istituto lei non c’era mai entrata. Era molto ordinata e spoglia, non possedeva molti oggetti personali. Vi erano perlopiù armi e libri. Certo era più ordinato di lei e Jonathan, l’ordine lo aveva per forza eredita da Jocelyn.
-Volevi chiedermi qualcosa in particolare?-
Clary si voltò verso di lui e si perse in quei bellissimi occhi grigi. Dai diari di sua madre aveva letto che pur avendo sangue di demone nel suo corpo lei era riuscita a renderlo più umano possibile. Era bellissimo, così simile a Jonathan e pure così diverso.
-Volevo…- Clary si bloccò. Aveva promesso a Jonathan di dare a Christopher un’occasione, di provare a perdonarlo, ma le parole le morirono in bocca.
-Ascolta se ancora non te la senti non devi parlarmi per forza.- Christopher sembrava rassegnato.
-No, io volevo solo dirti che mi dispiace, mi dispiace averti ignorato in questi mesi e mi dispiace non riuscirti nemmeno a guardare negli occhi , è solo che…-
-Solo che ti ricordi di lui, di Sebastian intendo..-
Clary annuì, pensare a lui la faceva stare ancora male. Pensare a sua figlia che non avrebbe mai conosciuto il padre poi la faceva stare pure peggio.
-Ascolta so che non è colpa tua, che sei stato costretto a farlo e che non avevi altra scelta è solo che lui è stato davvero troppo importante per me e mi manca, tanto, troppo.-
-Clary, neanche se facessi penitenza tutti i giorni per il resto della mia vita sarei capace di redimermi per ciò che ho fatto e per ciò che ti ho fatto.-
Christopher sembrava sincero e dispiaciuto. Clary gli si avvicinò piano, voleva studiarne i tratti e il suo lato di artista avrebbe voluto immortalare quel viso nella sua mente per poi dare sfogo alla sua creatività.
-Comunque sono venuta a chiederti se ti va di venire con me da mamma.- Disse Clary infine cambiando discorso.
-Si mi farebbe molto piacere, è da un po' che non la sento in realtà.- Ammise Christopher sorridendo per la prima volta.
 
 
Il pomeriggio stesso Clary creò un portale diretta a Los Angeles. Jace si era offerto di accompagnarla , ma lei preferì andarci da sola con Chris, suo fratello. Faceva ancora fatica ad accettare che avesse un altro fratello e che sua madre non le avesse detto nulla.
Quando arrivarono al suo appartamento Clary prese il doppione delle chiavi ed aprì la porta. La prima cosa che la colpì fu la puzza, la puzza di chiuso mischiato a sporcizia. Era quasi tutta al buio, con scatoloni di pizza e cibi d’asporto sparpagliati per la stanza. E poi c’era puzza d’alcol, Jocelyn non era di certo astemia, ma non era neppure un’alcolizzata.
-Mamma?- Chiamò Clary ad alta voce.
La casa era piuttosto silenziosa, gli unici rumori venivano dall’esterno.
Chris inarcò un sopracciglio e si diresse in camera sua per cercarla.
La trovarono poi riversa sul pavimento del bagno in una pozza di vomito.
Clary dovette letteralmente buttarla sotto la doccia per cercare di svegliarla, mentre Chris cercava nel cassetto dei medicinali qualcosa che potesse farla sentire meglio. Non era più una Shadowhunter e qualsiasi runa avesse provato su di lei non avrebbe funzionato.
Dopo averla lavata e vestita, la misero a letto. Chris le si era seduto vicino e le teneva la mano.
Clary intanto cercò di sistemare casa, non era mai stata una patita dell’ordine, ma quella casa era sempre stata immacolata e così decise di pulirla in attesa del risveglio di sua madre.
Quando  Jocelyn aprì gli occhi, sia Clary che Christopher erano al suo capezzale.
-Clary? Chris? Siete davvero voi?- Chiese con le lacrime agli occhi.
-Mamma ma cosa ti è successo?- Domandò Christopher con premura.
-Io, lei vuole ucciderti! Ti rivuole! Vuole farti del male!- Jocelyn stava delirando.
-Chi? Chi vuole farci del male?- Domandò Clary leggermente preoccupata.
-Lilith! Lilith!- Continuava ad urlare Jocelyn.
Non c’era verso di calmarla, alla fine furono costretti a darle un tranquillante e fu solo così che si calmò. Sembrava non aver alcun ricordo di cosa le fosse successo e addirittura si mise a fare le pulizie di casa.
 
Passarono un bel po' a parlare e riappacificarsi, nonostante Clary fosse ancora furiosa con la madre. Fu quando calò il sole che lei e Chris decisero di andarsene promettendole che sarebbero rimasti in contatto con lei.
Clary si fermò davanti ad un chiosco e prese due hot dog.
Christopher lo divorò in un solo boccone facendola ridere.
-Cosa?- domandò lui con la bocca piena.
-Non sapevo avessi così fame.- Rispose Clary mangiando a piccoli bocconi.
-No è che non li avevo mai assaggiati prima, sembrano buonissimi.-
-Mai?-
-Valentine non mi hai mai portato un hot dog.- Ammise Christopher bevendo un sorso d’acqua.
-Oh, giusto.- Clary annuì con la testa e poi si voltò a guardarlo.
Erano seduti su una panchina rivolti verso la spiaggia. La brezza marina le faceva muovere i capelli e l’odore del mare la fece sentire  a casa.
-Ha sofferto?- Chiese poi senza guardarlo in faccia.
-Cosa?-
-Sebastian ha sofferto?-
-Clary io non..-
-Per favore , devo saperlo.-
Chris deglutì a fatica, non voleva ricordare quella sera, e di certo non voleva farlo con lei.
-Mi aveva chiesto di fare di tutto per proteggerti, aveva capito di stare per morire ma il suo ultimo pensiero è andato a te. L’ho colpito al cuore, diretto, non se n’è nemmeno reso conto. Aveva ancora il tuo nome sulle labbra.-
Dolci lacrime scesero dagli occhi di Clary.
Chris le si avvicinò e la cinse con le sue braccia. Clary lo lasciò fare, e per un momento, soltanto uno, le sembrò di abbracciare suo fratello.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Nei mesi successivi non ci furono grosse novità. Le giornate passavano lente e inesorabili. Clary e Chris facevano quotidianamente visita alla madre per evitare che desse di nuovo di matto. I loro rapporti non erano migliorati tantissimo, ma almeno Clary poteva contare su Chris per qualunque cosa. La mancanza di Jonathan si faceva sentire ancora, ma non le si apriva una voragine in petto come accadeva all’inizio, anzi cominciò quasi a sorridere e a vivere la vita che lui avrebbe voluto per lei. Le videochiamate mensili ormai erano un appuntamento fisso. Clary e Chris non facevano altro che raccontargli le giornate e gli allenamenti continui che Hodge li costringeva a fare. Magnus e Alec avevano ridecorato il loft, adesso sembrava di essere in Giappone. C’erano quadri con manga appesi alle pareti e cibo giapponese ovunque. Passavano lì la maggior parte delle serate. Jace invece la teneva costantemente impegnata. Durante la giornata la faceva allenare fino a farle perdere i sensi e durante la notte non le permetteva di lasciare il suo letto. Era innamorata e per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva davvero felice. 
Certo sarebbe stato meglio condividere questa felicità con Jonathan, ma era già un passo avanti.
Isabelle e Simon avevano deciso di sposarsi. Fu un evento quasi inaspettato. Stavano insieme da meno di un anno, ma si amavano davvero. Ci fu una grande festa all’istituto, dove parteciparono anche i Blackthorn e Clary ebbe occasione di rivederli.
Magnus aveva organizzato tutto alla perfezione, e Clary aveva dato una mano per i preparativi, insomma non capitava così spesso che il proprio parabatai si sposasse.
La cerimonia vera e propria si sarebbe svolta ad Idris in primavera, ma Maryse ci teneva ad organizzare una festa di fidanzamento in grande stile. Isabelle era stratosferica, una bellezza fuori dal comune. Indossava un abito color crema lungo, con un grosso spacco laterale. I capelli erano raccolti con una spilla color cremisi che richiamava i decori delle scarpe, rigorosamente con il tacco. Simon invece indossava uno smoking blu notte che faceva risaltare i suoi capelli scuri. Erano entrambi bellissimi. Per l’occasione Clary aveva sfoggiato uno dei suoi abiti migliori. Color verde smeraldo come i suoi occhi. Jace le si avvicinò piano con un calice di champagne. Clary non amava molto bere, ma per quella sera fece un’eccezione. Si divertirono tutti un mondo persino Chris la invitò a ballare e Clary dovette ammettere che non se la cavava affatto male.
Il mattino dopo, tutti con i postumi della sbornia fecero colazione da Taki’s.
Chris non ci era mai stato prima e trovò affascinante ogni genere di piatto che poteva ordinare. Izzy e Simon non facevano altro che scambiarsi effusioni mentre Magnus e Alec borbottavano fitti tra di loro. Jace continuava a guardarla mentre Clary era immersa nei suoi pensieri. Quasi non si rese conto che tutti stavano urlando il nome del fratello. Chris con il sangue che scorreva dal suo naso era riverso sul tavolo.
-Clary!- Jace la scosse dai suoi pensieri e lei rimase scioccata dal constatare che suo fratello aveva perso conoscenza.
Qualcuno chiamò un ambulanza. Ma i ragazzi lo portarono direttamente in istituto. Non si sapeva cosa avesse, né se fosse grave. Hodge e Magnus lo visitarono accuratamente , ma nessuno dei loro rimedi sembrava funzionare.
Clary non sapeva cosa fare. Non sapeva se era il caso di avvisare sua madre o meno.
Hodge e Magnus si presentarono in biblioteca poco dopo. I ragazzi erano tutti lì in attesa.
-Non sappiamo cosa abbia, sembra disperatamente lottare contro qualcosa di oscuro.- Disse Magnus con uno sguardo dispiaciuto.
Clary perse un battito del cuore. Non aveva passato molto tempo con Chris dato ciò che era successo, ma l’idea di perdere il fratello in questo modo non era in grado di accettarla.
-Potrebbe entrarci qualcosa Lilith?- Domandò non guardando nessuno in particolare.
-Lilith? Perché pensi questo?- Domandò Hodge sedendosi sulla sua poltrona. Aveva lo sguardo stanco e pensieroso.
Così Clary raccontò tutto, di sua madre e delle sue allucinazioni.
-Perché non ci hai detto niente?- Sbottò Magnus guardandola furiosa.
-Io credevo che mia madre si fosse immaginata tutto, non pensavo fosse vero, avrei…- Si bloccò a metà frase. Possibile che Lilith volesse riprendersi Chris dopo tutto quello tempo?
-Considerando che metà del sangue che scorre nelle sue vene è di Lilith certo che dovremmo preoccuparcene.- Hodge si era rialzato e aveva preso un foglio dalla scrivania. Clary sapeva cosa stava facendo, cosa avrebbe dovuto fare. Avvertire il Conclave e sottoporre il caso a loro. Dopo quello che era successo, Clary non aveva più fiducia in quella istituzione, ma di certo non aveva altra scelta.

Aspettare fu la parte più difficile. Clary non lasciò mai il capezzale di Chris, nemmeno per un momento, non per mangiare e nemmeno per dormire. Gli altri si erano offerti di sostituirla ma lei non se la sentiva proprio a lasciarlo da sola. Aveva paura che stesse per morire e non si sarebbe mai perdonata se fosse successo mentre lei dormiva.
Arrivò il giorno della videochiamata con Jonathan e Clary fu costretta a rivelargli la verità. Non avrebbe potuto mentire, non a lui.
-Perché non mi hai detto prima di Lilith?- Jonathan sembrava sconvolto ed il fatto di non poter essere fisicamente presente lo faceva soffrire ancora di più.
Clary sospirò, tutti le avevano fatto la stessa domanda. Magari se avesse subito rivelato questa cosa suo fratello non si troverebbe in questa situazione. Ci aveva pensato a lungo, ma una parte di lei non aveva creduto ad una sola parola uscita dalla bocca di Jocelyn, e nemmeno Christopher sembrava essersi preoccupato.
-Io credevo che stesse dando i numeri. Era completamente fuori controllo.- Ammise Clary guardando il suo bellissimo fratello.
-Ma se avessi detto la verità, se..- Jonathan si bloccò, stava dicendo delle cose troppo cattive nei confronti della sorella. Gli occhi di Clary si riempirono di lacrime ed il senso di colpa non faceva altro che buttarla giù. Ma non si sarebbe mostrata debole, non davanti a lui.
-Scusa, sono solo arrabbiato.- Disse Jonathan passandosi una mano tra i capelli. Gli erano cresciuti molto, pensò Clary guardandolo. Era sempre stata lei a tagliargli i capelli, ma adesso, pensò tristemente , avrebbe dovuto trovarsi qualcun altro.
Si fece promettere di venire informato in caso di novità e troncarono il più in fretta possibile la videochiamata. Era questo che la faceva stare più male. Non la lontananza fisica, ma il distacco che si sarebbe creato tra di loro, del loro bellissimo rapporto.

Finalmente arrivò la risposta del conclave. Era una mattina di fine inverno. I primi fiori di primavera stavano sbocciando. Izzy e Simon avevano rimandato le nozze, Clary gli fu segretamente grata. Non sarebbe stata capace di godersi il matrimonio senza pensare a suo fratello. Il conclave mandò dei rinforzi a New York e Chris fu trasferito dai Fratelli Silenti per cercare di capire cosa stesse succedendo nella sua testa. Clary non poteva andarlo a trovare e da una parte fu sollevata. Non avrebbe sopportato ancora una volta a vederlo soffrire.
L’Istituto era più affollato che mai. C’era gente che entrava e usciva in continuazione. La cucina era un disastro e quella pace che aveva tanto caratterizzato quel luogo era stata spenta. Una sera , Clary si era preparata per scendere a cena, quando si trovò davanti il Console in persona.
-Console? Cosa ci fa qua?- Non si vedevano dalla sentenza.
-Dovrei parlarti posso entrare?- Le domandò gentile. Clary annuì e si maledì mentalmente per non avere una camera ordinata.
-Scusi il disordine.- Disse cercando di sorridere.
-Non preoccuparti.- Le rispose sedendosi su una poltrona.
-Sono venuto per dirti che nel caso Lilith sia davvero tornata, saremo costretti a fare delle scelte.-
Clary lo guardò dubbiosa, non sapeva bene cosa intendesse.
-Mi spiego meglio, se si arriverà a dover scegliere tra tuo fratello e noi, bhe sceglierei noi. Non possiamo permetterci un’altra battaglia. Non permetterò che Valentine ci pori via ancora molto.- Clary lo stava guardando negli occhi. Voleva rispondergli, voleva urlargli contro, ma non fece niente di tutto ciò. Non poteva. Non avrebbe rischiato che una sua insubordinazione potesse ricadere sulla sua famiglia, ormai sfasciata. Quindi deglutì a fatica e annuì con il capo.
Quando il console la lasciò sola, Clary cominciò a preparare una valigia. Doveva solamente recuperare Chris e poi sarebbero andati da Jonathan, sarebbero scappati insieme. Ma mentre infilava vestiti e armi pensò a Jace e a Simon e a cosa potesse significare per loro questo allontanamento. Voleva piangere e urlare a squarciagola e pregò con tutte le forze che non si arrivasse a tanto.


Chris nella cella dei fratelli Silenti aprì gli occhi. Era disorientato, ma davanti a sé la trovò. Bella da quasi far paura con un sorriso smagliante. Lilith era venuto a prenderlo.



 


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