Aziraphale uscì finalmente dal suo bagno personale. Si era lavato i denti e si era fatto una lunga doccia, per sperimentare l’acqua fredda e quella calda e persino la schiuma del sapone sulla sua nuova pelle da umano. Quando era un angelo, non aveva certo bisogno di usare l’acqua per lavarsi, gli bastava uno schiocco di dita e in un attimo era di nuovo pulito e profumato, nonostante detestasse usare il suo potere per se stesso.
Sfortunatamente, non aveva un asciugacapelli, così dovette uscire con i capelli ancora bagnati, ma almeno non gocciolavano. Si sarebbe sicuramente preso il primo raffreddore della sua esistenza.
Non aveva neanche una coperta per passare la notte sul divano. Avrebbe dovuto usare la sua lunga giacca.
Inoltre, da quando si era svegliato nel letto di Crowley, non si era accorto del brontolio del suo stomaco, ma la litigata con il rosso demone gli aveva fatto passare la fame, almeno fino a sera. Nella sua stanzetta privata c’erano un piccolo armadietto che conteneva qualcosa dolce leccornia e anche un frigorifero dove teneva i vini che consumava solo quando Crowley si fermava da lui.
- Domani andrò a fare la spesa, anche se non ho molto denaro al momento. Dovrò darmi da fare di più con la libreria.- pensò a voce alta.
Povero angelo! È proprio dura essere un umano!
- Aziraphale?!
La voce di Crowley svegliò Aziraphale dai suoi tristi pensieri.
L’ex-angelo uscì dalla sua stanzetta privata, emozionato. Avrebbe voluto correre ad abbracciare Crowley, ma era anche ancora arrabbiato con lui.
La vista di Crowley con un braccio intorno ad Adam Young lo lasciò senza parole.
Crowley si tolse gli occhiali e li appoggiò sopra la testa, mentre Adam salutava Aziraphale con la mano.
- Conosci già Adam, quindi saltiamo la parte delle presentazioni e andiamo al sodo.- disse il demone.
- Un momento, che cosa sarebbe questo “sodo”?- disse finalmente l’ex-angelo.
- Farti tornare quello che sei veramente, un angelo pignolo e ingenuo!
Un altro colpo duro per Aziraphale.
- Adam, devo parlare un attimo in privato con Crowley. Dai pure un’occhiata in giro, ma non toccare i libri antichi, per favore.
Adam puntò lo sguardo su uno scaffale pieno di libri d’avventura e si avvicinò per guardarli meglio, mentre Aziraphale trascinava Crowley nella sua stanzetta.
- Da quando rapisci bambini?- gli chiese furioso.
- Primo: non l’ho rapito, suo padre sa che lui è con me. Secondo: lui non è un bambino qualsiasi. È nostro amico ed è l’unico che può aiutarci!- puntualizzò Crowley posando un dito sul petto di Aziraphale.
- Aiutarci? Tu avevi bisogno di aiuto ieri sera e lo hai avuto da me! Ammetto di essere un po’ in difficoltà al momento, ma visto come mi hai trattato stamattina, non voglio nessun aiuto da te! E ora riaccompagna Adam a casa sua!- disse con rabbia.
- Angelo, smettila di…
- Non sono più un angelo, Crowley! Non mi chiamare più così! Io mi chiamo Aziraphale!- sbraitò Aziraphale spingendo lontano Crowley. Non lo aveva mai fatto prima d’ora e per questo il demone rimase sconvolto. Aspettò delle scuse da parte sua, ma rimasero entrambi in silenzio.
- Senti, Aziraphale… hai ragione, forse sono stato un ingrato stamattina…
- Forse?- puntualizzò Aziraphale con sarcasmo.
- E va bene, lo ammetto, sono stato un grandissimo stronzo ingrato! Denunciami al tribunale degli umani se ti fa piacere!- disse Crowley camminando a caso per la stanza, poi si sedette sul divano.
- Scusami… è ovvio che ti sono grato per avermi salvato da quel veleno per demoni e anche per essermi stato vicino durante la notte…
Si alzò e raggiunse Aziraphale per toccargli il polso “colpevole”.
- … ma quando ho sentito il battito del tuo cuore, avevo capito di averti perduto.
- Tu non mi hai perduto, Crowley. Non sono mica morto.- lo rassicurò Aziraphale.
- Ma è come se lo fossi, testa di rapa! A differenza di me, invecchierai, ti ricoprirai di rughe, perderai i denti e i capelli, dovrai andare in giro con la sedia a rotelle, la gente ti crederà mio padre e poi mio nonno e…
Aziraphale scoppiò a ridere, ma Crowley non stava scherzando.
- Stai zitto, ti prego! E dopo aver fatto tutte queste cose… morirai… e io non potrò più fare niente per te, neanche se tu finissi all’Inferno.- concluse sfiorando la guancia del suo amico, che arrossì colpito.
- Crowley… dimmi la verità. Tu mi ami? Ho bisogno di saperlo adesso che sei in salute.
Crowley lasciò andare il polso per prendere la mano del suo amico e fissò i suoi occhi azzurri.
- Sì… ti amo. Non avrei voluto dirtelo per la prima volta in una situazione del cazzo come quella di ieri, ma avevo tanta paura di non rivederti mai più.
Abbassò la testa e la posò sulla spalla di Aziraphale. I suoi occhiali caddero facendo rumore, ma al demone non importava, tanto ne aveva una scorta infinita nel portaoggetti della Bentley.
Aziraphale sorrise e strinse delicatamente Crowley a sé.
- Anche io ti amo. Ed essere un vero umano è una tortura. Mi mancano le mie ali.- gli sussurrò all’orecchio.
Crowley soffocò una risata e rialzò la testa.
- Stai tranquillo: è arrivata la cavalleria.
E tornarono da Adam tenendosi per mano.
L’Anticristo stava leggendo il libro di Tom Sawyer.
- Adam? Siamo pronti!- lo chiamò Crowley.
Adam chiuse il libro e lo rimise al suo posto. Notò subito le mani unite dei suoi amici. Invece di rimanere sconvolto, si mise a ridere.
- Per fortuna che non c’è la mia amica Pepper, non sopporta le smancerie di nessun genere. Credo che rimarrà single a vita.- commentò.
- No, tranquillo, è solo una fase. Durante l’adolescenza cambierà sicuramente idea, dipende da chi incontrerà.- disse Crowley e fece l’occhiolino ad Adam, ma lui fece finta di non averlo visto.
- Forse è meglio se ci sbrighiamo. Non vorrei che facessi troppo tardi. Domani devi andare a scuola.- intervenne Aziraphale.
- È solo che… le uniche cose che so di voi sono i vostri nomi e le vostre identità. Per il resto, siete degli estranei per me.- disse Adam in difficoltà.
- Non ha tutti i torti.- disse Aziraphale a Crowley, che sbuffò.
- Perché non ci ho pensato prima quando ero in macchina con lui?- pensò a voce alta, poi si schiarì la voce.
- Allora, abbiamo entrambi seimila anni, lui era il guardiano del giardino dell’Eden e io ero il serpente che ha convinto Adamo ed Eva a mangiare la mela. Lui aveva persino una Spada di Fuoco ma l’aveva donata a loro per proteggersi dai pericoli. Lui, almeno fino a ieri, si occupava di fare del bene agli altri ogni giorno, mentre io faccio l’esatto contrario, ovvero indurre in tentazione. Magari dal punto di vista di un ragazzino può sembrare una rottura di scatole fare la stessa cosa tutti i giorni, ma ti assicuro che è molto divertente. Almeno per me.
Aziraphale alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
- Abbiamo assistito a qualsiasi evento storico che puoi trovare tra questi ammassi di carta e inchiostro, alcuni li ho pure provocati io stesso, tranne quello del Titanic, eravamo entrambi impegnati altrove. Se la tua amica Pepper non ha ancora visto il film ispirato a quella tragedia, fossi in te glielo sconsiglierei.
Adam rischiava di addormentarsi.
- Inoltre, questo paffuto ma adorabile ex-angelo ha sempre avuto la pessima abitudine di mettersi nei guai, persino per mangiare una cosa bizzarra come una crêpe.
Aziraphale arrossì imbarazzato dal ricordo.
- Ma è anche molto coraggioso e me lo ha dimostrato una notte quando lo trovai dentro la mia macchina con una borraccia piena di acqua santa per me, per le emergenze. Fu in quel momento che mi resi conto di aver fatto breccia nel suo cuore, o almeno la pensavo così prima che mi dicesse “Tu sei uno che corre troppo per me, Crowley”.
Crowley disse quest’ultima parte con una buffa voce nasale che fece ridere Adam, mentre Aziraphale era indeciso se ridere o arrabbiarsi per la presa in giro.
- Ultimo, ma non meno importante, undici anni fa ci siamo alleati per evitare l’Apocalisse, nonostante sapessimo entrambi quanto fosse rischioso. Il resto credo che tu lo sappia.- concluse il demone.
Aziraphale gli fu grato per non aver nominato Warlock Downling. Non sarebbe stato bello per Adam sapere che i suoi due amici avevano cresciuto per qualche anno l’Anticristo sbagliato.
- Grazie, ho abbastanza informazioni. Direi che voi due siete fatti l’uno per l’altro, anche se mi sembrate un po’ troppo bizzarri, ma almeno mi state simpatici e mi siete stati vicini quando ne avevo bisogno, perciò… hai ragione, Crowley, il Mondo ha bisogno di un angelo come lui.
Crowley sorrise prima ad Adam e poi ad Aziraphale, stringendogli più forte la mano.
- Aziraphale, tu devi essere un angelo perché nessuno meglio di te merita di esserlo. Devi continuare ad essere un angelo per sempre.
D’un tratto, il corpo di Aziraphale s’illuminò, spaventandolo e facendogli mollare la mano di Crowley.
- Che cosa…
Poi chiuse gli occhi. Sentiva una musica celestiale, quel tipo di musica che soltanto gli angeli potevano sentire.
- La senti? La senti, vero?- gli chiese Crowley pieno di speranza.
Pur essendo un demone da seimila anni, non aveva mai dimenticato la sua vera nascita, quella in Paradiso.
- Sì.- rispose semplicemente Aziraphale e dietro la sua schiena spuntarono le sue amate ali bianche. Crowley sorrise commosso.
- Sei tornato!
La luce intorno al corpo si spense, Aziraphale guardò le sue ali e le sfiorò con delicatezza.
- Sì, sono tornato… grazie, Adam…- disse al ragazzino. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma preferì non fare troppo il sentimentale.
- È stato un piacere. Ora potete riaccompagnarmi a casa? Sono un po’ stanco.
- Certamente. Andiamo.- disse Crowley e si avviò verso la Bentley.
Prima di uscire, Aziraphale prese il libro di Tom Sawyer e lo porse ad Adam.
- Offre la casa.
Non pensavo di scrivere così tanto, è anche merito vostro se adesso mi fanno male le dita! XD
Ancora un capitolo e poi BASTA, giuro! |