You belong with me

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupido angelo! ***
Capitolo 2: *** Jealousy ***
Capitolo 3: *** Dejavù ***
Capitolo 4: *** Paradiso vs Inferno ***
Capitolo 5: *** Dove sei, Aziraphale? ***
Capitolo 6: *** La scelta dell'angelo ***



Capitolo 1
*** Stupido angelo! ***


Aziraphale stava aiutando un cliente a scegliere il libro più adatto da regalare alla moglie per il suo compleanno, quando la porta della libreria si spalancò ed entrò Gabriele, nel suo completo grigio chiaro e il suo sorriso stampato in faccia.

Aziraphale arrossì imbarazzato, ma si sforzò di apparire contento di vedere il suo capo.

- Buongiorno. Stavo cercando un libro riguardo le... balene blu.

Era la sua parola in codice per far capire ad Aziraphale che voleva stare da solo con lui.

- Sì, certo. Prego, mi segua.

I due camminarono fino alla stanzetta privata e si chiusero senza farsi sentire dal cliente. Gabriele spinse Aziraphale contro il muro e gli diede un lungo bacio stampo.

- Buongiorno, Dolce Cherubino.- lo salutò.

- Ciao… an… angioletto.

Aziraphale si vergognava tanto a chiamare Gabriele in quel modo, ma era l’unico modo per renderlo felice.

- Quanti dolcetti hai mangiato questa settimana?- gli chiese lui dandogli dei colpetti sul panciotto un po’ gonfio.

- Solo uno.

Gabriele gli sfiorò la punta del naso come per dire che sapeva che stava mentendo.

- Al giorno.- ammise Aziraphale imbarazzato.

- Ahi, ahi, tesorino! Non vorrai fare una brutta impressione sull’Altissimo, vero?- disse Gabriele massaggiandogli le guance come se fossero quelle di un neonato.

- Ma sono più di duecento anni che aspetto di parlare con lui e ogni volta mi dici che è occupato!- si lamentò Aziraphale.

- Ogni cosa a suo tempo, Aziraphale, ti ho già detto anche questo. E comunque, più lunga sarà l’attesa, più potremo divertirci tu ed io. Fatti trovare a Hyde Park alle 16, faremo un po’ di corsa e se farai il bravo… stasera sarò molto buono.

Gabriele gli diede un buffetto sulla guancia, poi un altro bacio stampo e se ne andò dopo aver preso un libro a caso da uno scaffale.

- Grazie mille per il libro sulle balene blu!

E uscì dalla libreria.

Aziraphale sospirò frustrato.

Perché non si decideva a lasciar perdere il colloquio che desiderava avere con Dio dai tempi dell’esilio di Adamo ed Eva dall’Eden e si limitava ad essere un angelo qualsiasi? Quanto poteva ancora resistere ad essere l’Angelo Speciale, il Dolce Cherubino di Gabriele?

Il telefono squillò, spaventando Aziraphale.

- Pronto?

- Come butta, angelo?

La voce provocante del demone Crowley donò un sorriso al paffuto angelo.

- Ciao, Crowley. Tutto bene, grazie.

- Ti andrebbe un picnic al parco? Ne avevamo parlato una volta…

Aziraphale avrebbe voluto accettare l’invito, ma il pensiero di Gabriele che avrebbe potuto beccarlo a pranzare insieme ad un demone gli fece perdere tutta la gioia che provava nel parlare con il suo amico segreto.

- Ti ringrazio dell’invito, ma ho molto da fare oggi. Questioni angeliche, la libreria… sarà per un’altra volta.

- Oh… va bene. Allora, buon lavoro.

La voce di Crowley era delusa. Aziraphale cercò di non farsi caso e rimise la cornetta al suo posto con durezza.

Avesse potuto vedere la grande tristezza negli occhi gialli di Crowley.

- Stupido! Stupido angelo!- si lamentava lui sdraiato sulla sua poltrona preferita e con i piedi sopra il tavolo. Poi schioccò le dita, facendo apparire una bottiglia di vino rosso nella sua mano che svuotò tutta d’un fiato.

- Che cosa cazzo ci trova in quell’arcangelo col mentone?!- esclamò dopo aver liberato un rutto.

Crowley sapeva della relazione di Aziraphale e Gabriele sin dall’inizio.

Era andato a cercare Aziraphale in tutto il Mondo per provare insieme a lui un nuovo tipo di scotch, fino a quando lo trovò tra le braccia di Gabriele in India, dove l’angelo si era fermato per provare il cous cous.

Avrebbe voluto urlare dal disgusto e dalla rabbia, soprattutto quando aveva sentito l’arcangelo dire queste precise parole:

- Avrai quello che vuoi, se in cambio tu farai qualche cosina con me. Ti confesso che mi stai incuriosendo con tutte queste abitudini… umane. Sono interessato sopratutto a…

E invece di concludere la sua frase, Gabriele aveva fatto scivolare la sua mano verso il membro di Aziraphale, ma Crowley non aveva avuto la forza di guardare perché si era già materializzato nelle Isole Figi per stare il più lontano possibile da quella scena che lo aveva colpito peggio di una cascata di acqua santa.

Da quel momento, si era rifiutato di vedere Aziraphale, tranne quando sentiva che era in pericolo, in particolare in una notte del 1941, quando il maldestro angelo stava rischiando di essere “ucciso” da tre nazisti a causa di alcuni libri che rischiavano di finire nelle mani di Hitler. Con molta fatica, Crowley aveva messo da parte il suo orgoglio ed era addirittura entrato nella chiesa dove si stava per consumare la tragedia, rischiando di finire arrosto. Ma dopo avergli dato un passaggio alla sua amata libreria, nonostante lo avesse guardato con uno sguardo dolce per tutto il tempo, se n’era andato, promettendosi di non rivederlo più, ma poi erano arrivati gli anni 70.

Aziraphale aveva deciso di fargli il favore che gli aveva negato nell’Ottocento, ovvero consegnargli dell’acqua santa per le emergenze.

Quanto avrebbe voluto ringraziarlo passando del tempo insieme a lui, ma Aziraphale si era rifiutato perché il demone era “uno che correva troppo per lui”. Fosse stato per Crowley, avrebbe baciato Aziraphale e gli avrebbe chiesto: Che cosa provi quando ti scopi Gabriele, eh? Lui ti fa sentire così?

E la cosa che gli dava più fastidio era l’odore che sentiva addosso all’angelo tutte le volte che si vedevano. Lui solitamente profumava di vaniglia, ma da quando aveva iniziato ad andare a letto con l’arcangelo, Crowley sentiva sempre su di lui un odore che non era né buono né cattivo e per questo si arrabbiava ancora di più.

- Stupido! Stupido! Stupido!- continuò a ripetere colpendo il tavolo con la bottiglia vuota e le lacrime agli occhi.

 

 

 

 

 

 

Posso capire benissimo Crowley, dato il grande astio che provo per Gabriele!

E siamo solo all’inizio!

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Capitolo 2
*** Jealousy ***


Aziraphale schioccò le dita per far apparire una vasca da bagno nella sua stanzetta privata.

Gabriele lo aveva fatto correre per quattro ore di fila in tutto Hyde Park e ogni volta che era sul punto di mollare, lo chiamava Rotolino di Panna per spronarlo a continuare a correre.

Dopo aver riempito la vasca, Aziraphale si spogliò e s’immerse nell’acqua calda e profumata alla vaniglia. Schioccò le dita per far partire la sua musica preferita sul grammofono.

- Questa sì che è vita!- pensò a voce alta, ma la sua pace era destinata a durare poco.

- Angioletto?

Aziraphale si spaventò e per poco gli sfuggì una parolaccia per la frustrazione.

La porta si spalancò, ma al posto di Gabriele, c’era Crowley.

- Crowley?! Che cosa ci fai qui?- esclamò Aziraphale sconvolto e coprendosi il corpo come se fosse una donna.

- Ho pensato che avessi voglia di un po’ di dolcezza.- gli disse e gli mostrò una scatola di plastica trasparente piena di fragole coperte di cioccolato.

- Ti ringrazio, ma… oggi non sono in vena di cibo.- disse l’angelo togliendo lo sguardo dal demone e dall’invitante scatola.

Crowley strinse le labbra e appoggiò con rabbia la scatola su un tavolino.

- Devi farti bello per il tuo arcangioletto, non è così? Non gli è bastato farti sudare come un maiale per tutto il pomeriggio?- chiese al suo amico mentre si toglieva gli occhiali per mostrargli il suo sguardo rabbioso.

Aziraphale rimase sconvolto dalle sua parole. Schioccò le dita di entrambe le mani. La vasca sparì e lui si ritrovò asciutto e vestito.

Voleva ribattere, ma non sapeva che cosa dire.

Non era sorpreso dal fatto che il suo amico sapesse di lui e Gabriele. Dopotutto, era l’unico demone che conoscesse a vivere sulla Terra e il più delle volte era lui che lo trovava durante i suoi viaggi e le sue missioni angeliche. Questa consapevolezza gli faceva comunque male.

- Crowley… è… è complicato…

Non riuscì a dire altro.

- Oh sì, è complicato! È complicato scoparsi il proprio capo, tu che hai sempre fatto il moralista del cazzo!- sbraitò Crowley. La sua voce era talmente forte da far tremare gli scaffali della libreria.

- Crowley, ti prego, calmati…- provò a dirgli Aziraphale sfiorandogli il braccio, ma lui gli voltò le spalle per non fargli vedere le lacrime che stavano per uscire da sotto gli occhiali.

- Io c’ero il giorno in cui siete diventati ufficialmente amanti melensi! Avrei preferito di gran lunga essere geloso di un piatto di cous cous piuttosto che di quell’arcangelo presuntuoso!- disse con voce tremante.

Anche Aziraphale stava per piangere, ma almeno uno dei due doveva essere forte in quel momento.

- Non credo che siano affari tuoi…

- Forse no…

Crowley si avvicinò ad Aziraphale e gli sfiorò il membro sopra il tessuto dei pantaloni. Lui lo lasciò fare e chiuse gli occhi quando sentì la sua mano. Ansimò a voce bassa.

Il demone premette un po’ sulla presa, poi abbassò la cerniera e infilò la mano dentro i boxer dell’angelo per toccarlo meglio.

- … ma dimmi un po’, angelo… lui come ti fa sentire quando ti fa così?

La voce di Crowley era bassa e sensuale, mandando in brodo di giuggiole Aziraphale.

- Lui… lui non fa… questo genere di cose… non è così… erotico…- mormorò tenendo gli occhi chiusi.

Crowley abbozzò un sorriso e appoggiò la sua fronte su quella dell’angelo.

- Ah sì? E neanche questo?

E iniziò a masturbare il suo amico, prima con delicatezza, poi aumentò il ritmo.

- Crowley… Crowley, ti prego…

Crowley gli sfiorò le labbra con la punta della lingua biforcuta, ma nonostante il grande piacere, Aziraphale gli tolse la mano dal suo membro.

- Mi dispiace, ma sta per arrivare. Ti prego, vattene…- gli disse guardandolo con tristezza negli occhi.

Crowley si rimise gli occhiali e se ne andò senza salutare.

Quando salì sulla sua Bentley, neanche a farlo apposta, Freddie, Brian, Roger e John cantarono e suonarono per lui Jealousy.

- Andate a fare in culo tutti e quattro!- gridò all’impianto stereo come se i suoi quattro artisti preferiti potessero sentirlo.

Mentre guidava come un pazzo per tutta Londra, sentì uno strano odore nell’aria. Non era di bruciato e neanche di colonia, che lui non portava mai. Poi guardò la sua mano… era l’odore del membro di Aziraphale.

Crowley frenò di colpo e si posò la mano sulla faccia per aspirare profondamente quell’odore. Era dolce proprio come il suo angelo.

- Scommetto quel che volete che quel mentone grigio non ha mai sentito veramente Aziraphale.- pensò a voce alta e ridacchiò come se avesse battuto Gabriele ad una gara di masturbazioni, ma quando si rese conto di quello che aveva detto, si portò la mano al cuore e lasciò scorrere nuove lacrime sulle sue guance. Anche se non erano fatte di acqua santa, facevano male lo stesso.

Riprese a guidare fino a casa sua.

Quando entrò, si sedette sulla sua poltrona e si tolse gli occhiali. Aveva pianto così tanto da sentire un forte bruciore agli occhi. Come demone, provava un grande piacere, ma come finto umano…

- Quasi quasi me ne torno all’Inferno. Meglio sopportare quei rompicoglioni puzzolenti di Hastur e Ligur piuttosto che sentirmi così…

Alle quattro di notte, il cellulare squillò. Crowley, che si era addormentato sulla poltrona, vide il nome di Aziraphale sullo schermo e rispose subito.

- Cro… Crowley…

Aziraphale piangeva e respirava con affanno. Crowley scattò subito in piedi dalla preoccupazione.

- Qualunque cosa sia, angelo, tieni duro. Arrivo subito!










Lo so, è un po' corto, ma non volevo andare subito al sodo!
Ora arriva la parte migliore/peggiore!

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Capitolo 3
*** Dejavù ***


 

- Aziraphale?!

Crowley era entrato nella libreria usando le mani per aprire il portone invece che il solito schiocco. Quello che trovò nella stanzetta privata dopo aver acceso la luce cancellò dalla sua memoria tutte le cose orribili che aveva visto nel corso della storia: Aziraphale era steso a terra, nudo e con le ali aperte, ma quella destra aveva un brutto taglio, era sporca di sangue e copriva tutta la parte inferiore del corpo del povero angelo. E lui piangeva coprendosi la testa con le braccia.

Crowley si tolse gli occhiali e s’inginocchiò davanti ad Aziraphale.

- Aziraphale, sono Crowley… calmati, ora ci sono io…- disse sfiorandogli le braccia. La sua pelle emanava un forte calore, come se si fosse preso la febbre.

Pur ancora tremante, Aziraphale si lasciò prendere con delicatezza da Crowley, che lo mise su un fianco e gli curò la ferita sull’ala usando i suoi poteri. Il sangue e il taglio sparirono in un lampo, ma l’angelo stava ancora piangendo.

Crowley voleva aiutarlo a sdraiarsi sul divano, ma lo shock lo avevo reso più pesante del solito, così si sedette a terra, con la schiena appoggiata al divano, e invitò Aziraphale ad accoccolarsi tra le sue braccia, come un bambino.

Le ali dell'angelo si chiusero fino a sparire dentro la schiena e lui si strinse a Crowley, senza smettere di piangere. Il demone schioccò di nuovo le dita per far indossare al suo amico una veste bianca simile a quella che portava ai tempi dell’Eden, in modo che non prendesse freddo.

- Sssh… sono qui, angelo… è tutto finito... sono con te…- sussurrò Crowley mentre accarezzava la testa bionda di Aziraphale. Le sue lacrime gli stavano bagnando la camicia, ma non gli importava.

- C... Crowley…

- No, Aziraphale, non parlare, almeno per adesso… sfogati e basta, ne hai bisogno.

- Non lasciarmi... ti prego, non lasciarmi solo...- disse l’angelo guardando il demone negli occhi. Lui gli accarezzò la guancia e lo baciò sulla fronte.

- Non vado da nessuna parte, te lo prometto. Ora stringimi...

Rimasero seduti sul pavimento e abbracciati senza parlare. Crowley fece pure apparire una lunga coperta soffice per coprire entrambi. Aziraphale continuò a piangere fino ad addormentarsi. Crowley avrebbe voluto baciarlo e fare l’amore con lui, pur di donargli gioia, ma non era il momento adatto, così si limitò ad accarezzargli la schiena e i capelli. Schioccò persino le dita per spegnere la luce e dormire insieme all'angelo.

 

*

 

Quando Aziraphale si svegliò, era mezzogiorno passato. La prima cosa che vide fu il volto di Crowley addormentato. Avevano dormito sdraiati sul pavimento e abbracciati. L’angelo rimase sconvolto da questa scoperta, ma invece di allontanarsi dal demone, sorrise commosso e gli accarezzò il volto. Lui lo sentì e si svegliò. Ricambiò il sorriso.

- Buongiorno, angelo…

- Buongiorno, caro…

- Ti senti meglio?- chiese Crowley mentre aiutava Aziraphale ad alzarsi.

- Grazie a te… almeno un po’.

Solo in quel momento, il demone notò la scatola di fragole al cioccolato aperta e rovesciata a terra, con i piccoli frutti rossi sparsi sul tappeto.

- È stato Gabriele, vero?

Non voleva aumentare la sofferenza di Aziraphale, ma non poteva permettersi di lasciarla allungare.

Schioccò le dita per far tornare le fragole pulite e al loro posto nella scatola, anch’essa di nuovo in buono stato.

- Voleva fare sesso con me, come premio per la ginnastica fatta ieri nel parco, ma quando ha visto… il tuo regalino… credo di averlo visto per la prima volta in tutta la mia esistenza di angelo… arrabbiato… proprio come lo è stato Dio quando Adamo ed Eva avevano mangiato la mela. Ha voluto farlo comunque con me, ma mi ha punito facendomi subire e basta e il taglio sull’ala era una specie di avvertimento per il futuro.- spiegò Aziraphale mentre schioccava le dita per indossare dei vestiti più consoni e mettere in ordine la sua stanzetta.

- Cazzo!- sbraitò Crowley all’improvviso.

- Crowley, per l’amor del cielo, calmati!- disse Aziraphale spaventato.

- Ma non capisci, angelo? È colpa mia! È colpa mia se quel bastardo ti ha fatto soffrire stanotte! Proprio come ho fatto seimila anni fa con Adamo ed Eva e quella maledetta mela rossa, ti ho indotto in tentazione con quelle fragole!

Crowley guardò le fragole con aggressività e le fece sparire bruciando la scatola. Aziraphale spense il fuoco con uno schiocco.

- Non è stata colpa tua, Crowley. Ti eri solo dimenticato di portarle via e io ero talmente agitato per l’arrivo di Gabriele da non averle fatte sparire in tempo.- disse cercando di rimanere calmo, ma Crowley lo afferrò per le spalle e lo guardò negli occhi con disperazione.

- Questo non cambia quello che ti è successo stanotte! Nessuno deve trattarti come ti ha trattato Gabriele! Giuro su Sat… anzi no, sulla mia Bentley, che la prossima volta che lo vedo gli spacco il culo e gli strappo le ali a mani nude una piuma alla volta!

Urlava talmente forte da rischiare di perdere la voce. Aziraphale avrebbe voluto dargli ragione, ma non ci riusciva.

- La prossima volta potrei trovarti in fin di vita e non basterebbe il mio conforto per risollevarti!

- Crowley… ti prego… non complicare le cose…

Crowley lo guardò con i denti scoperti e stretti, indeciso se baciarlo o prenderlo a schiaffi per la sua testardaggine. Alla fine optò per il bacio. A differenza di quelli semplici e privi di passione di Gabriele, con le sue labbra e la sua lingua serpentina, il demone donò all’angelo il miglior bacio della storia.

Aziraphale riusciva a sentire tutto l’amore che Crowley provava per lui e questo gli diede la forza di ricambiare con altrettanta passione.

Fortuna che non erano due stelle del firmamento, avrebbero rischiato di diventare supernove e poi due enormi buchi neri che avrebbero spazzato in un lampo l’intero Universo per sempre.

Quando si staccarono, erano entrambi stremati ma felici, almeno fino a quando Crowley guardò gli occhi azzurri di Aziraphale e si rese conto che, nonostante il grande sentimento che li univa, non ce la faceva a legarsi a lui totalmente. Gli accarezzò le labbra gonfie e umide e gli rivolse uno sguardo triste.

- Perché non riesci a capire che tu appartieni a me?

Si rimise gli occhiali e se ne andò, lasciando l’angelo solo e confuso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non so voi, ma io sto piangendo! Ed è colpa mia!

Comunque, manca poco, state tranquille!

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Capitolo 4
*** Paradiso vs Inferno ***


Invece di guidare, Crowley preferì sfogare la sua rabbia camminando per la città.

Ogni volta che qualcuno lo disturbava per chiedergli se aveva da accendere o perché si era perso e aveva bisogno di indicazioni, il demone lo scacciava tramutando per un secondo la sua faccia in quella di un serpente.

Dopo quattro ore, si chiuse in un pub irlandese e ordinò quattro Guinness medie.

- Che avete da guardare?- chiese con aggressività a due clienti al bancone che lo stavano fissando.

Stava per bere la terza birra, quando l’ultima persona che avrebbe voluto vedere si sedette di fronte a lui.

- Buongiorno, demone.- lo salutò Gabriele con un finto sorriso amichevole.

A causa dell’alcool nelle sue vene, Crowley non riusciva a nascondere un po’ di timore nel vederlo, ma cercò di mostrarsi pronto a prenderlo a botte per quello che aveva fatto ad Aziraphale.

- Lo sarà dopo che ti avrò preso a calci in…

Gabriele schioccò le dita e le labbra di Crowley si chiusero di colpo contro la sua volontà.

- Modera il linguaggio. Sono pur sempre l’arcangelo.

- Un arcangelo non tortura un suo collega fino a renderlo quasi in fin di vita!- disse Crowley afferrando Gabriele per la giacca grigia. Lui non era spaventato, al contrario, sembrava si stesse divertendo. Annusò l’aria.

- Allora avevo ragione… il mio Dolce Cherubino fraternizza con il nemico. Fossi in te, mio caro, cambierei colonia.

Crowley lo lasciò andare e conficcò le unghie nel legno del tavolo, formando dieci enormi buchi. Il barista al bancone se ne accorse, ma preferì aspettare per farlo notare.

- Aziraphale non è il tuo Dolce Cherubino! Lui non lo ammetterà mai perché tiene troppo al suo ruolo di angelo, ma io so che tu non gli farai mai avere il colloquio con Dio a cui aspira da sempre!- disse Crowley puntandogli un dito contro.

- Che divertimento ci sarebbe in quello che facciamo insieme, sennò?

- Questo è troppo!- sbraitò il demone. Afferrò di nuovo Gabriele e schioccò le dita per materializzare se stesso e l’arcangelo in cima allo Shard.

- Fatti sotto, avanti!- disse dopo essersi tolto gli occhiali. I suoi occhi serpentini facevano scintille, ma Gabriele continuava a ridere come se Crowley fosse un pagliaccio.

- Non vorrai mica picchiare l’Arcangelo?- disse con narcisismo, ma Crowley non lo ascoltò e gli mollò un pugno sul mento.

- Ah, Satana, non sai da quanto tempo desideravo farlo! E non ho ancora finito!- disse con grande soddisfazione e ignorando il dolore alla mano. Gabriele era sconvolto dal suo gesto, ma gli bastò uno schiocco per far sparire il segno del pugno dal mento.

- I miei complimenti per la tua forza, ma non importa se mi riduci in poltiglia o se mi fai a fettine. Io sono pur sempre il capo di Aziraphale e parlo per Dio!

- E io sarò sempre pronto a farti il culo ogni volta che ti avvicinerai ad Aziraphale! Non m’importa se ci vorrà tutta l’eternità per proteggerlo! A differenza di te, non ho paura di sporcarmi le mani per ottenere quello che voglio!- sbraitò Crowley mollando altri pugni a Gabriele.

- Questi sono per tutto il male che hai fatto ad Aziraphale sin dall'inizio! E già che ci siamo, ce ne sono anche per avermi lasciato cadere seimila anni fa!

Quando l’arcangelo si ritrovò con la bocca e i denti sporchi di sangue, il suo sorriso falso non si era ancora spento.

- Rendiamo la cosa interessante, che ne dici?- disse mentre si puliva la bocca con un fazzoletto che aveva fatto apparire nella sua mano.

- Che cosa vuoi dire?

- Lasciamo che sia Aziraphale a scegliere: se sceglie me, tu tornerai nell’Inferno e non metterai mai più piede sulla Terra. Se sceglie te…

Invece di finire la frase, Gabriele sparì con uno schiocco, lasciando il demone con un enorme punto interrogativo nella testa che lo fece urlare talmente forte da farsi sentire da tutta Londra.

Aziraphale, intento a spazzare il pavimento della libreria, riconobbe la sua voce e lasciò cadere la scopa a terra per coprirsi il viso, triste e spaventato.

- È successo qualcosa, me lo sento… che cosa posso fare?

- Mio Dolce Cherubino!

Aziraphale strinse i denti e la bocca per non far uscire la parola Cazzo.

- Allora, hai imparato la lezione di ieri?- gli chiese Gabriele afferrandolo da dietro.

- Sì… angioletto… l’ho imparata…- disse sconfitto.

- Molto, molto bene… perché ci ho pensato su e credo che ormai tu sia pronto per avere un colloquio con il Superiore.

In altre circostanze, Aziraphale avrebbe sorriso dalla gioia per la realizzazione del suo desiderio, ma l’urlo di Crowley rimbombava ancora nelle sue orecchie e lo faceva stare male.

- Ah, davvero? S-sono felice. Molto felice.- disse con finto entusiasmo.

- Perciò, è il caso di festeggiare!

Prima che Aziraphale potesse aprire bocca, si ritrovò sdraiato sul suo divano, nudo e a pancia in giù. Pur non essendo legato, era come immobilizzato, riusciva appena a muovere la testa per guardare Gabriele che accendeva delle candele.

- Dimmi, Aziraphale, a te piace essere un angelo?

- Sì…

- Dimmi quanto ti piace!

Gabriele fece apparire un frustino nella sua mano e lo usò per sfiorare la schiena di Aziraphale, facendogli venire i brividi. Ma l’angelo non era eccitato, bensì spaventato.

- Mi piace… più di…

Nonostante la paura, ebbe coraggio a sufficienza per non finire la frase perché non voleva mentire a se stesso.

- Più di che cosa?

Gabriele si preparò ad usare il frustino sul sedere del povero angelo.

- Mi piace tantissimo e basta!- tagliò corto. Cercò di alzarsi, ma era inutile.

L’arcangelo si stava arrabbiando e sostituì il frustino con una delle candele, avvicinando la fiamma alla schiena di Aziraphale. Che dolore atroce!

- E se dovessi scegliere tra la calma, la pace e il fresco del Paradiso e il fuoco e il terrore dell’Inferno? Dimmi un po’, quale sarebbe la tua scelta?

Aziraphale stava per piangere dal dolore per la fiamma.

- Io… io scelgo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse adesso mi odierete, ma non potevo aspettare per scrivere questa parte!

Starete vi darò un capitolo strepitoso, ve lo prometto (o almeno ci proverò!)!

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Capitolo 5
*** Dove sei, Aziraphale? ***


Aziraphale aprì gli occhi.

Non era più nudo e sdraiato sul suo divano. Indossava di nuovo il suo abito migliore e stava in piedi davanti al nulla, bianco come la neve.

- Dove sono?

- Sei al sicuro, Aziraphale! E sei con Me!

- Sei tu, Dio?

- Sì!

Invece di gioire, Aziraphale si spaventò.

- Sono… morto?

- No, sei soltanto al Mio cospetto, anche se per poco.

- Ma io non capisco! L’ultima cosa che ricordo è… è…

Aziraphale non ebbe il coraggio di dire a Dio quello che Gabriele gli stava facendo prima di trovarsi al suo cospetto.

- Ho sentito le tue parole, Aziraphale. Provenivano dal tuo cuore e volevo discuterne con te. Non ti preoccupare per Gabriele. Di lui mi occuperò dopo.

- Ma che cosa hai sentito esattamente?

 

*

 

Crowley aveva schioccato le dita per far apparire la sua Bentley davanti a lui una volta sceso dallo Shard e stava guidando verso la libreria. Ogni volta che si trovava bloccato in un ingorgo, invece di continuare la sua pazza corsa, rimaneva fermo ad aspettare e nel frattempo si scervellava su quello che voleva sarebbe potuto succedere se Aziraphale avesse scelto lui al posto di Gabriele.

Sarebbero stati uccisi entrambi? O esiliati su un pianeta talmente lontano da essere sconosciuto agli umani? Lui sarebbe stato condannato a mantenere la sua forma serpentina per l’eternità e Aziraphale sarebbe stato trasformato in un’anatra?

- Bruttobastardobruttobastardobruttobastardobruttobastardobruttobastardo…- continuava a ripetere a denti stretti. La sua rabbia era talmente forte che i suoi capelli sembravano fiamme sulla sua testa.

Arrivato alla libreria, al posto del suo amico, trovò Gabriele, ancora nudo, intento a fissare il vuoto, sconvolto… mentre la candela che aveva fatto cadere stava bruciando il tappeto.

Sconvolto e disgustato, Crowley schioccò le dita due volte per spegnere il fuoco e rivestire l’arcangelo.

- Che cosa è successo?! Che cosa hai fatto?! Dov’è Aziraphale?!- sbraitò mollandogli un pugno in faccia ad ogni domanda. L’arcangelo non reagì neanche quando cadde a terra, era come paralizzato da qualcosa.

- È… è sparito. Credo che sia con…- disse senza guardare in faccia il demone.

- Con… con Dio?! Sei sicuro che sia con Dio?! E spero per te che lui non sia con Dio nel senso che è morto!- disse Crowley aggiungendo altri pugni. Gli mancava poco per rompere il naso a Gabriele, ma si fermò, non per la stanchezza, bensì perché si era reso conto che Aziraphale non avrebbe approvato il suo atteggiamento, così si allontanò dall’arcangelo scosso e sanguinante. Gli offrì la mano per aiutarlo a rialzarsi, ma Gabriele la rifiutò e si rialzò con fatica da solo.

- Mi hai preso per scemo?- gli chiese lui diffidente mentre schioccava le dita per far sparire ogni traccia dell’aggressione sul suo volto.

- Non l’ho fatto perché all’improvviso ho sentito la voce della mia coscienza, l’ho, in un certo senso, uccisa tanto tempo fa. L’ho fatto solo per Aziraphale. Giuro su Satana che se non lo ritroverò, Belzebù ed io dichiareremo guerra al Paradiso. Fossi in te e tutti gli altri angeli, inizierei a scaldare le aureole!- disse puntandogli un dito contro, sfiorandogli persino il naso con la punta dell’unghia nera dell’indice destro, poi salì sulla Bentley. Non potendo parlare con Dio, in quanto demone, ma neanche con Satana perché avrebbe rischiato di porre fine al Mondo, Crowley si sentiva in un vicolo cieco, ma era disposto a distruggere pure quello pur di ritrovare il suo angelo.

- Ti troverò, Aziraphale! È una promessa!

 

*

 

Crowley aveva cercato letteralmente in tutto il Mondo. Sperava di trovare Aziraphale intento a mangiare in qualche ristorante chic o a leggere un libro in un qualsiasi parco, ma era come cercare una piuma nel vento, la più bella e dolce del Mondo.

Quando finalmente tornò a casa, era stanchissimo e la testa gli pulsava a causa di tutte le bottiglie di whisky che aveva bevuto per tutta la sua ricerca.

Camminò come uno zombie fino al salotto e posò le mani sul tavolo. Respirò affannosamente, sentiva che era sul punto di vomitare, ma prima aveva qualcosa da dire al soffitto.

- Aziraphaaaale?!?!?! Dove seiiii?!?!?!?!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola e con le lacrime agli occhi. Le forze lo abbandonarono e cadde di faccia sul tavolo, spaccandolo in due.

- Ti amo, angelo…- disse prima di chiudere gli occhi, sperando di non risvegliarsi. Che senso aveva vivere per sempre senza il suo dolce angelo biondo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse non è il capitolo che vi aspettavate, ma il nostro povero Crowley ha bisogno di una piccola vendetta e anche di un bello sfogo prima di ritrovare il suo amore! Sì, lo so, nel profondo sono una grande bastarda che vale la pena conoscere (almeno spero!)

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Capitolo 6
*** La scelta dell'angelo ***


- Crowley? Crowley, sono io… Aziraphale!

Al suono di quel nome, Crowley spalancò gli occhi, liberi dagli occhiali.

Aziraphale era davanti a lui, sano e salvo, con il suo miglior completo bianco e i suoi capelli corti, biondi e ricci.

- Aziraphale? Sei proprio tu?- gli chiese con il fiato corto come se avesse corso fino a quel momento, quando invece era disteso sul suo letto e Aziraphale stava seduto vicino a lui.

- Sì, caro.

Crowley voleva dargli uno schiaffo per fargli sentire la sua rabbia e la sua tristezza mentre lo cercava, ma l’angelo glielo impedì afferrandogli dolcemente la mano e stringendola nella sua.

- Dove sei stato? Mi hai spaventato! Non sapevo dov’eri! Non lo sapeva neanche Gabriele! Ti ho cercato in tutti i ristoranti e i parchi del Mondo e non ho trovato neanche un ricciolo dei tuoi…

Aziraphale lo interruppe abbracciandolo forte.

- Non credere che questo cambi qualcosa, brutto idiota che non sei…

Dopo l’abbraccio, toccò ad un dolce bacio per calmare i bollori del demone.

- Tu parli troppo a volte, caro…- commentò Aziraphale a fior di labbra.

- Allora se vuoi che stia zitto, raccontami che cosa ti è successo, ti prego.- gli disse Crowley senza staccarsi dalle sue braccia. Aveva paura di vederlo sparire se lo avesse lasciato andare.

- Ero insieme a Gabriele e… come sempre… mi stava facendo… molto male… poi mi mise davanti ad una scelta: il Paradiso o l’Inferno?

Crowley sussultò spaventato, ripensando al patto lasciato a metà di Gabriele.

- E tu… che cosa hai scelto?- gli chiese con le lacrime agli occhi, ma Aziraphale gliele asciugò con i pollici.

- Ho scelto…

Un altro dolce bacio, con tanto di carezze sui capelli rossi.

- Questo sarebbe un…- mormorò Crowley, ma era troppo confuso.

- Te! Ho scelto te, Crowley!

Il demone non sapeva se sorridere o piangere, ma Aziraphale non aveva finito di spiegargli tutto.

- La mia risposta era arrivata alle orecchie di Dio e ho finalmente parlato con Lei! È stata una conversazione… è stata… mpfh… non so neanche come descriverla!- disse radioso.

- Comunque… Lei sapeva tutto di me e Gabriele e persino… di noi due… ti sembrerà strano, ma È stata più comprensiva di quanto mi aspettassi. Mi disse di aver sentito… il mio cuore quando avevo pronunciato il tuo nome e voleva che Le spiegassi… quanto ti amo.

- E che cosa Le hai detto?

Aziraphale appoggiò la sua fronte su quella di Crowley. I loro occhi li tenevano attaccati come calamite.

- Le ho detto che ti amo a tal punto da essere disposto a rinunciare al mio ruolo di angelo, se è peccato amare colui che ti rende felice.

Crowley faceva molta fatica a trattenere l’emozione.

- Ma quindi adesso… sei ancora un angelo?

- Che cosa dovrei essere? Un formichiere?

Risero entrambi per la battuta, ricordo di un’amichevole bevuta nell’Antica Roma.

- Scherzi a parte, sì, lo sono ancora, perché, secondo Dio, ho dimostrato di essere un vero e proprio angelo, ligio al mio dovere… e anche al mio cuore. Voleva anche darmi una promozione e nominarmi vice-arcangelo, ma ho gentilmente rifiutato perché… sento che la Terra ha ancora bisogno di me.

- Ci puoi giurare, angelo!- esclamò Crowley abbracciando di nuovo Aziraphale, lasciando finalmente uscire tutte le lacrime che sentiva negli occhi.

- Si è ribaltata la situazione, ma te lo devo.- gli sussurrò l’angelo all’orecchio.

- A proposito… e per quanto riguarda Gabriele? Dio ha detto qualcosa anche su di lui?

Aziraphale alzò gli occhi al cielo con un sorriso.

- Le ho promesso di non dirlo a nessuno, ma puoi comunque stare tranquillo. Non lo vedremo per un bel po’ di tempo.

Crowley fece un bel respiro profondo per eliminare la sua curiosità e sorrise al suo angelo.

- Anche io ti amo, angelo.

Si baciarono di nuovo, sdraiandosi sul letto senza staccarsi.

Fecero l’amore come non l’avevano mai fatto prima.

Altro che le avventure da una notte e via di Crowley con ogni donna e uomo affascinanti e molto spesso stupidi che incontrava e le notti di sesso cattivo di Aziraphale con Gabriele.

Il demone si assicurò di non fare troppo male all’angelo quando lo masturbava o gli dava dei piccoli colpetti per eccitarlo, non voleva rischiare di diventare come Gabriele.

Gli sarebbe tanto piaciuto sapere che cosa era capitato al “caro” arcangelo.

Proprio come aveva promesso a Dio, Aziraphale non gli raccontò niente della lunga punizione del suo capo: duecento anni senza ali e costretto a stare chiuso in una stanza a guardare ininterrottamente… Tutti insieme appassionatamente.

Dio, proteggi Julie Andrews e Christopher Plummer, mi raccomando, pensò tra sé e sé mentre Crowley gli lasciava dei succhiotti sul collo.

- Posso farti una domanda, angelo?- gli chiese lui mentre facevano una pausa dal sesso abbracciati a cucchiaio.

- Certo, caro.

- Molte volte ho sentito te e Gabriele parlare di balene blu e mi sono sempre chiesto che cosa ci fosse di così interessante in quegli animali.

Aziraphale arrossì di colpo imbarazzato.

- Ehm… era solo una parola in codice.- tagliò corto.

- Sì, va bene, ma perché proprio le balene blu? Non ce ne sono qua a Londra.- commentò Crowley senza mollare la sua curiosità.

Aziraphale fu lieto di non guardarlo in faccia mentre si preparava per rispondere davvero alla sua domanda.

- Devi sapere che la balena blu è il secondo animale con il… il… il… insomma, quello laggiù, più grande del Mondo.- spiegò sudando freddo.

- Mmm, interessante! E chi sarebbe il primo?

Aziraphale mormorò qualcosa coprendosi la bocca con la mano.

- Come, scusa?

L’angelo finse un colpo di tosse per non fargli sentire la risposta.

- Come?

- Sono io il primo, va bene?! Ma è stato Gabriele a dare inizio a questa stupidaggine, non io!- esclamò Aziraphale paonazzo in viso.

Crowley lo lasciò andare per rotolarsi letteralmente dalle risate fino a cadere dal letto. Aziraphale lo guardò imbarazzato, ma alla fine il demone riuscì a contagiarlo e si mise a ridere con lui.

Quando si ripresero, Crowley gli diede un altro bacio.

- Almeno su una cosa aveva ragione…- commentò con un tono sensuale e si abbassò diretto verso il membro di Aziraphale, ma lui lo fermò.

- Aspetta, non abbiamo fretta. Non dovevamo fare un picnic?

La delusione di Crowley per il sesso orale mancato si trasformò in gioia.

- Hai ragione. Andiamo subito.

Schioccarono entrambi le dita per rivestirsi e Crowley andò a prendere un cestino da picnic in cucina.

- Che cosa hai preparato?- chiese Aziraphale sbirciando dentro il cestino.

- Oh, roba da niente: un po’ di sushi, dell’uva, un buon Chardonnay, salmone al finocchietto e… fragole ricoperte di cioccolato.- spiegò il rosso demone.

Aziraphale sorrise, prese per mano il suo uomo e insieme si avviarono verso St. James’s Park. Si posizionarono sotto un grande albero e si godettero il loro picnic in pace assoluta, parlando del più e del meno.

Una ragazza che ascoltava la musica ad alto volume passò davanti a loro. Stava cantando insieme a Taylor Swift You belong with me.

Crowley guardò Aziraphale e gli sorrise. Lui ricambiò il sorriso e gli diede un dolce bacio sulle labbra.

- Esatto… tu appartieni a me…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora? Che ne dite? Ce l’ho messa tutta per non deludervi! Grazie per avermi seguita e per il momento mi prenderò una pausa, ma continuerò comunque a seguire le vostre storie, soprattutto quelle piccanti! A presto!

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