Ti ho sempre aspettato

di Denise9194
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 2: *** Secondo Incontro ***
Capitolo 3: *** Tutto è partito da qui ***
Capitolo 4: *** Tutto è possibile ***
Capitolo 5: *** Non credo ai miei occhi ***
Capitolo 6: *** La nostra possibilità ***
Capitolo 7: *** L'ora della verità ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti e sorprese ***
Capitolo 9: *** Miracolo D'amore ***
Capitolo 10: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 11: *** Il tempo di amarsi ***
Capitolo 12: *** La resa dei conti ***
Capitolo 13: *** La famiglia è tutto ***
Capitolo 14: *** La festa dei gemelli ***
Capitolo 15: *** Le sorprese non finiscono mai ***
Capitolo 16: *** Il passato che ritorna ***
Capitolo 17: *** Fermati Mauro ***
Capitolo 18: *** La fine di un incubo ***
Capitolo 19: *** Faccia a faccia ***



Capitolo 1
*** Tra sogno e realtà ***


Mi ritrovo Seduta nel nostro letto e ripenso al nostro primo incontro, o se vogliamo meglio dire scontro. È nato tutto da una semplice denuncia. Flashback : Mi presentai nel commissariato X Tuscolano per raccontare cosa avessi visto in quella tintoria.. -Buongiorno Ispettore, sono una giornalista Germana Mori, devo denunciare… -So stato informato signorina, se metta seduta. Inizio a parlarti ma mi guardi come se stessi dicendo chissà cosa di poco rilevante. -È stato un attimo il tempo che si abbassasse la tenda, ma l’ho visto.. -Cosa?- chiede l'ispettore. -Come cosa? - ribatto. -Non sarà forse che si è infastidito perché li ha interrotti perché stavano… - allude l'ispettore. -Facendo l’amore? - finisco per lui. -Eh.. - afferma. -Ispettore, credo di saper riconoscere un atto d’amore.-continuo io. -Mi sono insospettita e allora ho detto a voce Alta se fosse tutto apposto.. - aggiungo. -E quindi le ha risposto?- domanda -Nono l’ha fatto lui.. In un modo che.. - lascio la frase sospesa. -Che? - mi fa il verso. -Sembrava minaccioso.! - affermo con convinzione. -È sicura di quello che sta dicendo vero? Inizio ad innervosirmi e alzo il tono di voce: -Le sto dicendo che quella ragazza è stata picchiata o peggio.. -Lei sta facendo delle accuse molto gravi.- mi redarguisce l’ispettore. -Che lei fa di tutto per ridimensionare. - lo aggredisco. -L’ha detto lei stessa che ha visto o intravisto… spiega l’ispettore. -Scusi ma visto o intravisto che differenza fa? – Lo rimbecco io. -Se vede una cosa è un fatto sennò è un impressione, per lei che fa la giornalista magari non conta. Per noi della polizia cambia. – puntualizza. -Faremo dei controlli..- conclude. Alla fine si arrende e mi darà quanto meno un po’ di fiducia. La grinta che c’è in me torna e vedendolo tranquillo sulla sedia gli dico: -Pensa di risolverle così le indagini, standosene seduto su quella sedia a spezzare il capello in quattro? - dico furiosa. -Senta questa è la denuncia, metta una firma qui e può andare.- dice l'ispettore. Ha una gran fretta di sbarazzarsi di me. Mi alzo nervosa e risentita, questo Ispettore mi da sui nervi, non mi prende sul serio. Non ha capito con chi ha a che fare e la gravità di questa faccenda.. Prima di andarmene decido di dirgli cosa penso. -Burocrate.. Ecco cosa è lei solo un burocrate..- gli urlo uscendo. Glielo strillo prima di uscire dal commissariato e ci stanno guardando tutti gli agenti in servizio, poco mi importa, ho ragione! eccome se la tengo! E lo dimostrerò! Nota autrice: Se siete arrivati fino a qui, si vede che un po’ di curiosità c’è stata per la mia fanfiction. Vi ringrazio per la lettura.. È la prima storia che pubblico.. Mi auguro mi lasciate una recensione per capire cosa ne pensate, se vi piace e se posso continuare.. Ho la testa piena di idee. Buonanotte a tutti un abbraccio 😊

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Capitolo 2
*** Secondo Incontro ***


Sono tornata in tintoria, per poter parlare con quella ragazza succube dei maltrattamenti di quel maniaco approfittatore. -Devi denunciarlo Karina, ho visto cosa ti ha fatto.-La pregavo di ascoltarmi, magari ce l'avrei addirittura fatta se quel colosso non fosse rientrato troppo presto. -Dalla polizia ci sei già andata tu.- Mi disse con tono minaccioso. Si avvicina a me e prova a toccarmi, mi ritraggo disgustata dalla sua presenza e vicinanza. -Non toccarmi bastardo! esclamo io. Mi caccia di malomodo dal locale,sbattendomi in faccia il mio capo d'abbigliamento che il giorno precedente avevo chiesto di lavare. Esco sconfitta da questo confronto, ma cerco di non arrendermi e decido di trovare nuovi indizi che possano condurmi alla verità e salvare Karina dalla sua prigione con quell'uomo. Si fa sera, la zona è deserta, mi guardo attorno e sento come un presentimento nell'aria. Cerco di scacciarlo e mi dirigo a passo svelto verso la mia macchina, ma due uomini con il casco mi mettono spalle al muro. Provo a difendermi, ma sono solo dei vigliacchi, che se la prendono con una donna. Mi intimano di farmi gli affari miei e di stare zitta e poi iniziano a colpirmi, calci e pugni arrivano da ogni parte, finchè non svengo e mi ritrovo per terra agonizzante. Mi risveglio in un letto d'ospedale, quei vigliacchi ci sono andati giù pesante con me, mi hanno conciato per le feste. X Tuscolano Il giorno dopo. -Allora Luca ci sono novità, dalla tintoria.- esclama Mauro. -Nessuna,se karina non si decide a raccontarci la verità, non possiamo fare molto. -La giornalista c'aveva ragione, quel balordo s'approfitta che è giovane, straniera e la può manipolare.- dice Mauro. -Vedemo de fa artri controlli Luca, persone in contatto con lui.Precedenti ragazze alle sue dipendenze, tutto, qualcosa salterà fuori pe forza. -D'accordo Maurè me metto subito a lavorà. - dice Luca. -Ecco bravo Luca... Si avvicina Ugo.. -Mauro senti una cosa, ma la giornalista quella che è venuta ieri in commissariato a fare la denuncia, che se chiama Germana per caso? - domanda Ugo. Sbianco letteralmente, gli rispondo di si e un senso di colpa si ripercuote dentro di me senza che posso fare niente per evitarlo. -E' stata aggredita questa notte; è in ospedale conciata male. - dice Ugo. Gli strappo il referto medico dalla mano e mi precipito in ospedale. Busso alla porta e prima di entrare chiedo permesso. -Posso? - domando. Non mi risponde ma mi fa capire perfettamente che posso entrare. -Come sta? le chiedo. -Con una costola e una vertebra incrinate. - risponde di rimando. Il senso dell'umorismo non l'ha perso. -Mi dispiace. - rispondo io. - Ha dei sospetti? domando. -Perchè lei no? mi ribatte. - Certo ma visto il lavoro che fa non possiamo escludere niente. - l'ammonisco. - Non mi faccia ridere ispettore che non ne ho alcuna voglia... - continua lei. -Ieri sono tornata in tintoria, per parlare con Karina, convincerla a venire con me da voi per denunciare quell'uomo, ma è arrivato prima che potessi finire di convincerla e mi ha cacciato. - spiega Germana. -Perchè ci è andata se non si fida di noi e ce chiama burocrati le chiedo. Non risponde ma ci guardiamo a lungo. Rompo il silenzio. - Li prendiamo quelli che l'hanno ridotta così, li ha visti in faccia ? - chiedo. -Avevano il casco, ma uno aveva un tatuaggio sul collo, un'insetto, credo uno scorpione.- dice Germana. -Si riposi adesso grazie per l'aiuto, se dovesse tornarle qualcosa in mente mi trova a questo indirizzo. Le lascio il mio nominativo e numero, così sa dove e quando trovarmi. Questo è il secondo capitolo.. Morivo dalla voglia di pubblicarlo. Spero vi piaccia, fatemi sapere ragazze/i. ​un abbraccio.

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Capitolo 3
*** Tutto è partito da qui ***


X Tuscolano L’ispettore Mauro Belli decide di convocare il proprietario della tintoria in commissariato. Vuole dare giustizia alla giornalista, picchiata a sangue in ospedale, che aveva solo cercato di difendere una ragazza indifesa. -Allora Neri capimose al volo; Ndo stavi ieri sera? –domanda l’ispettore. -Ero a cena in un ristorante dal Frate, può controllare se vuole. – risponde l’indiziato. -Stavi a magnà eh. e mentre tu magnavi, l’amici tua se devertivano con Germana Mori. - ribatte Mauro. -E chi è Germana Mori? – domanda Neri. -La giornalista. -Ancora con quella, ma perché dovevo farlo, per essere stato beccato a fare l’amore con la propria donna. – cerca di difendersi. -Fà amore, così oh chiami. -Te l’hai violentata – ribatte Mauro. Neri inizia a spazientirsi, sa che in mano non hanno niente e dovrà essere rilasciato. Altrimenti farà intervenire il suo avvocato. -T’a ricordi Mira a bosniaca? A stamo a rintraccià . Spiega l’ispettore. -Ti aveva denunciato, io non te mollo finchè quello che raccolgo non è abbastanza da sbatterte dentro. Neri viene rilasciato, ma riusciranno ad incastrarlo è solo questione di tempo. Nel frattempo il commissario Corsi interroga Karina, per spronarla a fidarsi di lei e della giustizia. Purtroppo Karina è spaventata, non riesce a fidarsi e mentre sta per lasciare l’ufficio Giulia fa un ultimo tentativo. -Karina aspetti .. - esordisce il commissario. -Se non vuoi farlo per te, fallo per la ragazza in ospedale che ha cercato di aiutarti, fallo per chi c’è stato prima di te e per chi ci sarà dopo. Pensaci potresti salvarle e potresti anche aiutare Germana. Le parole del commissario colpiscono Karina, che decide di andare in ospedale a trovare la giornalista. La poveretta è conciata male e non ha passato una buona nottata. La decisione è presa ormai. Mai più Neri le farà del male. La denuncia viene presa in carico, Neri finalmente è arrestato e Karina può guardare al futuro senza più paure. A fine turno Mauro va a trovare Germana ma al suo arrivo la donna sembra addormentata e decide di lasciare il suo presente e andare via ma la giornalista è sorprendente come sempre. -Aveva bisogno di qualcosa Ispettore? Domanda con gli occhi ancora chiusi. -Ho visto che non aveva niente da leggere e così le ho portate delle riviste, anche i cannoli siciliani se le possono piacere, qua sotto li fanno buonissimi. –dice Mauro. -Grazie. -Che dicono i medici, come si sente? -Come se mi avesse investito un camion, ma per quello che mi fa più male non possono fare nulla. Mauro la sorprende di nuovo e le conferma di averlo arrestato. Il sorriso di Germana è luminoso e riconoscente. -Mi dispiace di averla chiamata burocrate. Mauro ride. Mentre parlano alza il braccio con la flebo e Mauro con delicatezza glielo riappoggia al letto. Quel contatto tra loro ha creato una scintilla, l’hanno capito entrambi, ne sono sorpresi ed imbarazzati. -Metta giù si formano delle bolle d’aria! – esclama per togliersi dall’imbarazzo. Prima di andare via Mauro le promette che troverà chi l’ha ridotta in quello stato e che finalmente potrà mettere fine a questo capitolo. Solo allora festeggeranno. -Ho scommesso su di lei ispettore. – replica Germana. -Li prendiamo. – assicura lui. -A fine indagine festeggiamo allora. L’ascia di guerra è sotterrata, questo è solo l’inizio, della loro storia d’amore. Ancora non lo sanno, ma dovranno superare molte prove. Ma sono Mauro e Germana c’è la faranno, lui è un capoccione e lei una tosta. Un mix perfetto. Nota autrice: questa prima parte della storia è terminata. Mi auguro vi sia piaciuta. C’è ancora molto da raccontare. Aggiungerò anche momenti che nelle serie tv non sono stati registrati. Alla prossima ragazze/i.

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Capitolo 4
*** Tutto è possibile ***


Non faccio altro che pensare al nostro amore... A tutto quello che abbiamo condiviso nei pochi anni che c'è stato concesso di vivere insieme. Mi manchi Mauro...mi manchi da morire... Come l'ossigeno che mi serve per respirare, come l'acqua per non morire di sete. Il vuoto che la tua assenza mi sta provocando è immenso. Ogni notte ti cerco con la mano nella tua parte del letto, per vedere se ci sei; se puoi scaldarmi con il calore emanato dal tuo corpo, delle tue braccia, che mi ci perdevo quando stavamo accoccolati; i tuoi baci sempre timorosi, quando mi sfioravi come se fossi di porcellana. Mi manca tutto di te. I tuoi vestiti nell'armadio hanno ancora il tuo profumo, ogni volta che ho bisogno di sentirti più vicino mi prendo le tue giacche e le tue camicie, inspiro il tuo aroma è come se mi stessi toccando ancora; solo così riesco ad addormentarmi. Vorrei fare ancora l'amore con te, sentirti dire che mi ami e che vuoi me e me soltanto. Sono una pazza, ma rivoglio indietro la mia vita.. Rivoglio indietro mio marito. L'uomo che mi ha fatto innamorare perdutamente, a cui ho chiesto di sposarmi sotto una pioggia sferzante. Non dimenticherò mai il bacio che ne è seguito, dopo la dichiarazione. Il nostro matrimonio, ti ho aspettato io in chiesa, dovevi essere già arrivato, ma il tuo dovere ti aveva preceduto. Quando ti ho visto entrare, mi si è fermato il cuore. Sei bello amore mio, bello da morire. Pronunciamo I nostri voti con emozione, le voci tremanti, ma gli sguardi che ci lanciamo non mentono, sono così eloquenti. Quando arriva il momento degli anelli tremo. Un brivido mi percorre la schiena, tremo di pura emozione. Sono diventata tua moglie. Sono tua Mauro, lo ero da quando ti ho incontrato ma adesso lo sarò per sempre. Ciò che Dio ha unito l'uomo non osi separare. Questo recita la formula allora Perché la Dia non lo comprende, hanno giocato con le nostre vite. Come hanno potuto farci tutto questo. Ripenso ai primi giorni della tua scomparsa, ero un'automa. Nessuno dei miei gesti era seguito da una logica, solo maniacale abitudine. Non facevo altro che star male. Non mangiavo, non dormivo, non riuscivo a respirare senza di te. Quella casa mi ricordava di te, di noi. E poi un giorno come un fulmine a ciel sereno, la notizia bomba. Sono Incinta... Non ci volevo credere. Mi ha trovata tuo padre Tiberio, distesa per terra in cucina. Senza conoscenza. Mi ha portato all'ospedale di corsa e quando mi hanno detto a cosa era dovuto non ci volevo credere. Mauro te ne eri andato, ma mi avevi lasciato qualcosa dentro che nessuno poteva togliermi. Il frutto del nostro amore. Il nostro miracolo. Decido di lottare, per lui o lei. Se mi lasciavo andare, rischiavo di perderlo, non potevo permetterlo. Era come ucciderti di nuovo. Con questa consapevolezza, trovo la forza di andare avanti. Arrivo all'ottavo mese di gestazione,sono un pallone enorme. Se tu potessi vedermi, ti prenderesti gioco di me, Me lo sento. Tuo padre quando ha saputo del mio stato è scoppiato a piangere. Mi ha Stretto forte e si è preso cura di noi. Non mi ha fatto mancare niente. Ne a me, ne alle nostre creature e neanche Ettorino. Tuo padre è una forza amore mio. Un giorno mentre stavo controllando la posta, trovo una lettera indirizzata a me. Non ha il mittente, il che è abbastanza strano. La apro e quando la leggo fatico a crederci. È la tua scrittura, ne sono sicura. Il pensiero di te vivo, mi rende euforica. Mi spieghi nella tua lettera cosa è successo e inizio a leggere con respiro profondo: Germana, amore mio Lo so che ti sembrerà una follia, ma fidate de me amore. Non sono morto, sono vivo non ho potuto contattarti prima, Vediamoci stasera alle 20 in punto. Il mio intuito da giornalista mi dice che non si può avvicinare, Ma una donna innamorata segue istinto e cuore e quindi accetto.

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Capitolo 5
*** Non credo ai miei occhi ***


Eppure il biglietto era chiaro alle 20 in punto al parco di villa Borghese. Ti sto aspettando amore mio. L'ho fatto dall'inizio e continuerò a farlo, ma tu mostrati ti prego non c'è la faccio più ad aspettare. La sensazione che possa essere tutto un inganno ed una trappola è forte. Sono venuta da sola, inventando anche una scusa con Tiberio. Se dovesse succedere qualcosa sarei l'unica responsabile per non aver preso al solito precauzioni. Dannata la mia impulsività. Pensieri differenti nella mia mente si affacciano mentre sto aspettando, ma improvvisamente sento un rumore... Trattengo il fiato per paura di girarmi e istintivamente metto una mano sul mio ventre gonfio per proteggere il mio bene più prezioso. Mi volto finalmente e ti vedo. - Mauro.. Amore mio! Esclamo. Ti corro incontro e ti stringo forte, nonostante il mio stato riusciamo ad abbracciarci e quando ti allontani da me, mi baci come non hai mai fatto, con disperazione. Sento le tue lacrime, attraverso i baci e si mescolano anche le mie. Quando ci stacchiamo siamo senza fiato. - Germana, perdonami per averti fatto soffrire in questo anno. - dice Mauro. - Amore mio sei vivo, ma che ti è successo? .. Ti ho seppellito, ti abbiamo pianto tutti. Roberto mi ha detto che sei morto! - gli spiego. - È stata la DIA Germana. - che cosa? - lo guardo sconvolta. - Te spiego, il medico che mi ha operato, aveva ordine tassativo di dichiarare la mia morte anche se mi fossi salvato. Avevano bisogno di un elemento valido che si potesse infiltrare in una banda di criminali e sgominare un clan che stava vendendo la magistratura alla mafia. In passato il distretto aveva Già avuto a che fare con questo, ma l'indagine si era risolta. Almeno era ciò che credevamo. Invece era solo una minima parte del clan. Questa organizzazione è spietata Germana. Uccidono senza pensare. Quando mi sono svegliato dal coma, erano passati sei mesi dalla mia presunta morte. - spiega Mauro. - Lo guardo allibita. - Tutto bene Germà? - Mi domanda. E mi stringe la mano in segno di conforto. La contraccambio e gli sussurro solo : - Vai avanti Mauro. - lo supplico Continua il suo racconto. - Al mio risveglio non c'eri tu amore mio. Ma il questore che mi spiegò cosa era avvenuto negli ultimi mesi. - Ho urlato e pianto; immaginavo la tua sofferenza, quella di mio padre, Roberto e tutti gli altri e non potevo fare niente. - Prima di infiltrarmi chiesi di rivederti. - non fu facile, ma mi accontetarono, a patto che non ti cercassi mai. - Mettevo in pericolo tutto. L'operazione ma anche le vostre vite e la mia - Eri ancora a lutto. Con lo sguardo perso. Ma un ventre pronunciato. Non volevo crederci. Ti osservai per ore. Per imprimere nella mente ogni tuo minimo dettaglio. La voglia di chiamarti era forte, ma sapevo che non mi avrebbero mollato. - Roberto ti raggiunse e quando ti vide, ho potuto intuire tu non avessi detto niente. Era sorpreso. - Gli ho sentito dire che era felice, perché una parte di me sarebbe nata. - Mi stavo per avvicinare volevo toccarti, ma mi è stato impedito - Ho perso i sensi. - Spiega Mauro. - Mi hanno stordito! - ammette con voce mesta. Abbassi lo sguardo colpevole. - Mi sento male, per tutto il dolore che ti ho causato Germana. Non avevo scelta, Ti interrompo piazzandoti le dita sulla bocca e ti bacio. - Adesso basta amore mio! - ti soffio sulla bocca. Ricambi con trasporto e usciamo dal parco. Le spiegazioni continueranno dopo. Adesso l'unica cosa che conta è fondermi con te. Raggiungiamo il mio vecchio appartamento. In poco tempo i nostri vestiti sono sul pavimento e le nostre bocche fameliche si congiungono di nuovo. - Mi sei Mancata come l'aria. - mi sussurri tra un bacio e l'altro. - Ti ho sempre aspettato Mauro. Non esiste nessun altro per me. Non avrei mai potuto, neanche se tu non fossi mai tornato. - ti alito dolcemente all'orecchio Vedo il tuo viso illuminarsi di un sorriso. Riprendi la nostra danza di baci, di carezze e finiamo sul letto a fare l'amore come se il mondo fuori non esistesse. Esistiamo solo noi. Mauro e Germana. La notte lascia spazio alle prime luci dell' alba. Sono ancora fra le tue braccia,sento il tuo profumo entrarmi dentro, È ovunque, sulla mia pelle e vorrei non perderlo mai. Non mi sembra vero e ripenso a questa notte trascorsa a fare l'amore. Non ne avevamo mai abbastanza l'uno dell'altra. Nonostante l'ardore e la passione irrefrenabile, sei riuscito a farmi impazzire e ad essere delicato al tempo stesso. Mi accarezzi il ventre, non avevi potuto mai farlo. Ed è così emozionante. Sei in riverenza di fronte al mio addome, come se aspetti un segnale. E improvvisamente sotto il tuo palmo, arriva un calcio. Vedo il tuo viso inondarsi di lacrime e parli con la mia pancia. Mi baci e l'accarezzi. Mentre io, tengo la mano ad accarezzarti i capelli. Decido di rompere il silenzio - Amore, che ne sarà di noi adesso? - domando. Alzi la testa e mi guardi. - Ho bisogno del tuo aiuto per uscire da tutto questo. - non voglio passare la mia vita a fare l'infiltrato, non voglio stare lontano da voi. E rivoglio la mia vita. - Che devo fare? Non sarà semplice.,ma ti aiuterò in tutto ciò che hai di bisogno. - Grazie amore mio. - Voglio che tu riesca a farti assegnare un caso dalla redazione del giornale - cioè? - Sulla mafia e la magistratura. La corruzione per eccellenza. - Mauro ma questo sarebbe un suicidio. Non avremmo più vita se trattassi questo argomento. Saremmo in pericolo. Sono incinta Mauro. - Lo so Germana, lo so. Non voglio esporti a pericoli, infatti prenderemo misure di sicurezza. Ti aiuterà Roberto. - Sa che sei vivo? - dico sorpresa. - da qualche giorno. Te la senti Germana? Se non te la senti ti capisco. È tanto ciò che ti chiedo, lo so. - ammette. - Io sono disposta a vendere la mia anima al diavolo pur di tenerti Con me. Lo sai. - Ma devi farlo sembrare un caso che ne parli. - Spiegati bene, per favore Mauro. - Uscirà sul giornale di questo arresto. È un grande smacco per la criminalità. Tu dovrai parlarne in maniera casuale, la tua attenzione si deve spostare su chi ha eseguito l'arresto. - Se riesco a trovare le prove e a passarti le informazioni necessarie, sarai in grado di poter mettere il mio nome sul giornale. La Dia non potrebbe avere diritti su di me, perché sono bruciato. - Mauro, ma ti metti in pericolo con questo. Te ne rendi conto amore.? Rischi che ti ammazzano dopo per vendetta. - ti dico spaventata. - e che devo fà Germana dimme. Aspettà che mi fanno fori pe davvero. - questa non è vita! - voglio stare con te e con nostro figlio. - ti voglio proteggere e vederlo crescere. - Nostri figli! - ti correggo. - Hai ragione, abbiamo anche Ettore. - No Mauro, non mi riferivo solo ad Ettore. Aspetto due gemelli. SILENZIO.. - Ti ho sconvolto amore? - Ti chiedo. Non riesci nemmeno a parlare,ma non dimenticherò mai il tuo viso per questa notizia. Mi prendi il viso tra le mani e mi baci con dolcezza e poi sussurri al mio ventre di essere in attesa di vederli nascere. - Vi proteggeró anche a costo della mia vita, ma stando con voi non separato. - Dobbiamo essere astuti e cauti. Devi uscire da questo inferno,ma senza averne ritorsioni. Se Sarà necessario, cambieremo vita. - Te sto a chiede troppo. - sussurri. - No amore. Lo abbiamo detto all'altare. In salute e in malattia, ricchezza e in povertà. Saremo l'uno il sostegno dell'altro, per affrontare la vita da ora in poi come una cosa sola. - concludo. Ti recito la promessa matrimoniale. E tu capisci che sono determinata a riportarti da me a qualsiasi costo. Anzi da noi. - Come comunichiamo? - Ti chiedo. - Tramite Roberto, ti esponi di meno. E ci vediamo ogni mercoledì sera alla stessa ora nello stesso posto. - dove a villa borghese? - no in questa casa, lontano da occhi e orecchie indiscreti. - Finché non finisce tutto tieni mio padre all'oscuro, non voglio dargli altri dispiaceri. Rischia un altro infarto. Ti sto chiedendo un sacrificio enorme Germana lo so. Ma non so che fare. Sono mesi che cerco di trovare una soluzione. E se non finivo l'arresto non potevo incontrarti. - Ma ora che farai? - Sono in attesa di ordini, ma dovrei avere qualche tempo di riposo, per la delicata operazione avvenuta. Così posso studiare come arrivare alle carte che mi servono. - Bene. - Ti farò sapere appena riesco ad ottenere il permesso per l'articolo. - E io ti terrò aggiornata sugli sviluppi. - Adesso devi andare però. - dice Mauro. - voglio restare. - mormoro io. - No Germà è pericoloso. A casa devi tornare. Ci rivestiamo e siamo pronti ad andarcene. Mi baci ancora una volta e con un sospiro chiudiamo la porta del nostro talamo Mi lasci sotto casa e mi metti in mano una microtrasmittente auricolare. - Con questa comunichiamo quando vuoi. Posso sentirti chiaramente.,anche se parli piano e non si nota da nessuno. - ok. Mi lasci sotto casa. E prima di andare via mi dici: - Come li chiamiamo i nostri pargoli ? - sono maschio e femmina. - dico io. - io avrei pensato Maria, come tua madre per lei. Ti lascio perplesso, non te l'aspettavi. - Grazie amore mio. Mi rende felice che la chiami come mia madre. - dico commosso e al colmo delle lacrime - e il maschietto invece ? - Giulio, il secondo nome di tuo padre. - Mi piacciano,-ti dico io. - Vi stiamo aspettando Giulio e Maria. - diciamo all'unisono. Mi tocchi il ventre e con un ultimo bacio mi lasci andare a casa. - Voglio esserci quando nascono. Sarò con te. - Ti aspetto amore. Ci salutiamo, mi sento ancora sconvolta da tutto. Cerco di restare lucida e intraprendo il da farsi. Salgo a casa e Tiberio non c'è è uscito con Ettore. Posso riposare un po' e nel pomeriggio inizierò a smuovere cielo e terra. Adesso però voglio solo ricordare mio marito e la notte che abbiamo passato. Sono tornata a vivere dopo questa notte.

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Capitolo 6
*** La nostra possibilità ***


Sono passate delle ore, da quando ti ho rivisto, ho respirato il tuo profumo e non mi sembra vero. Vado a fare la doccia ne sento il bisogno c'è troppo caldo. Ma prima decido di comunicare con te tramite la trasmittente. -Amore mi sto per fare la doccia, ti va di farla assieme? La mia era una provocazione, sapevo fosse impossibile tu potessi raggiungermi. Ma la cosa bella che ha sempre caratterizzato il nostro rapporto erano queste chiamate. Quanto mi sono mancate... La risposta arriva immediata.. - Non mi sono mai mosso da sotto casa nostra. - Sali. - ordino. - Agli ordini dottoressa. - rispondi. - Signora Belli vorrai dire. Tua moglie e unica e sola donna della tua vita. Te lo ricalco apposta perché se c'è una cosa che ti è sempre piaciuta è la mia gelosia sottile. Realizzo che sei dentro casa solo un secondo dopo che sento la porta aprirsi. - Ma le chiavi... Come hai fatto? - chiedo stupita. - Germà poliziotto sono e c'è resto. Ti afferro il colletto della giacca e ti bacio. Finiamo sotto la doccia e a fare l'amore. Sono felice che mi sembra tutto un sogno. Infatti l'idillio ha presto fine. - Me mandano in missione. - dice Mauro. - Cosa? - gli domando stupita. - Avranno capito qualcosa sicuro. - asserisce Mauro. - Non andartene, troviamo una soluzione insieme. - lo supplico. - Vorrei Germana, ma non so come fare. Te verrebbero a cercà. Squilla il mio telefono è la redazione. - Pronto? - Germana sono Daniele della redazione hai letto il giornale di oggi? - Non ancora perché? - Tuo marito era Mauro Belli vero ? Mi chiede a bruciapelo. Mi sostengo dal tuo braccio, perché tutto mi gira attorno. Mi sostieni e mi dici che succede. - Germana ci sei ancora? Mi chiede lo stagista. - si.. - rispondo flebilmente. - Perché me lo chiedi? - Tuo marito è in prima pagina, sul giornale di oggi, ha eseguito un'arresto sulla mafia. È vivo. - Non è possibile... - Mi dispiace averti sconvolto, ma pensavo meritassi di saperlo. Oggi non ti abbiamo visto e.. Ti interrompo e dopo averti ringraziato ti dico che ci vediamo domani in redazione. - Germana che succede? Dice mio marito. Non riesco a parlare ma sorrido e basta. - Sei libero amore mio. Sei in prima pagina sul giornale di oggi. I miei colleghi seguivano questa pista da prima di te. - Mi hanno chiamato per l'avviso della tua complicità nell'arresto. Tiri un sospiro di sollievo e ti avvicini a me. - Non me ne vado più nemmeno se mi cacci di casa perché dirai che ti rompo e palle... Ti stringo forte a me. Stavolta è finita davvero. Convochiamo una riunione in casa per stasera.. Ci sarà tutto il decimo Tuscolano e gli alti funzionari dello Stato, Compresa la DIA. Mentre preparo tutto riesco a godermi il pomeriggio di pace ritrovata con mio marito e l'incubo dell'ultimo anno piano piano sparisce dalla mia mente.

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Capitolo 7
*** L'ora della verità ***


La sera è arrivata finalmente. l'ansia che cresce per questo momento. Tra poco tutti sapranno la verità su di te Amore mio. Iniziano a suonare il campanello, i nostri ospiti si accomodano nel soggiorno e quando sono arrivati tutti posso iniziare. C'è molto stupore tra i presenti, soprattutto nei nostri amici. Non ho raccontato a nessuno della gravidanza, mi sono ritirata in casa e in questi mesi ho fatto di tutto per non avvicinarmi al distretto, ma ora è il momento di parlare, tiro un sospiro lungo e inizio. - Buonasera a tutti, grazie per aver accettato il nostro invito. - Era di vitale importanza foste tutti presenti. - dico io. - Il nostro invito? Ma di chi? - dice Ingargiola. - Stai zitto Giuseppe ora vediamo. - dice Vittoria. - Negli ultimi mesi sono sparita, la morte di Mauro mi aveva devastato e se non fosse stato per le creature che aspetto, magari non sarei nemmeno qui. Mauro è nascosto in camera nostra, posso intravederlo trattenere il respiro a queste mie parole. - Il mio bene prezioso sono questi bambini che Mauro mi ha regalato. Sono i suoi figli. - tengo a precisare. Le loro occhiate non mi sono sfuggite - Ma Mauro non era sterile. - dice Ugo senza pensare. - Ma Ugo delicatezza no è. - lo riprende Vittoria. - Non ti preoccupare Vittoria. Posso capire lo stupore. - Non sono riuscita a darmi una spiegazione plausibile tranne una. A volte l'amore supera anche la scienza e avvengono i miracoli. - Io ci credo ai miracoli e questo dico toccando il mio ventre, è il nostro miracolo d'amore. - Mauro non ti ha lasciato sola. - dice Ugo commosso. - No infatti - dico io. Perché è vivo. Silenzio totale. Li ho stesi tutti nessuno fiata, mi guardano come se fossi pazza. - Germana, il nostro Mauro ci ha lasciati da mesi. - incomincia Vittoria. - Non sono impazzita Vittoria. - Mauro è vivo e posso dimostrarlo. Mostro il giornale pubblicato questa mattina e la missiva di mio marito. Racconto tutto ciò di cui sono a conoscenza e gli uomini di Stato, sono sconvolti. Quanto tutti i colleghi di Mauro del decimo. Mauro esce fuori dal suo nascondiglio e mi raggiunge. - embé non mi venite ad abbraccià. - dice Mauro. Nessuno risparmia abbracci e forti pacche sulla spalla. Tranne la Dia è sconvolta da tutto questo. Prende la parola Mauro e inzia. - Avrei anche io qualcosa da dire, soprattutto a quelli che mi hanno spacciato per morto. - La vita umana è sacra, sono un poliziotto a servizio delle Stato è vero.Lo sarò sempre. Ma la mia vita mi appartiene. A Me, no a voi. - non siete nessuno per poterne disporre. - Ho rischiato di perdere tutto per colpa vostra. - non so se vorrò continuare a fare questo mestiere. - Quello che so è che mai più permetterò a qualcuno di scegliere per me. La Dia, si scusa ma loro agiscono con il senso del dovere. Mi faranno avere a più presto i documenti necessari. Aver perso un elemento valido come Mauro Belli, non sarà facile, ma mi auguro che il prossimo che sceglieranno sia almeno consapevole di cosa va incontro e cosa rinuncia. Vanno via e tra qualche giorno arriverà il mio documento ufficiale. Il nuovo commissario mi reintegra in servizio ma io do il mio dissenso con la testa. - Non ho intenzione di tornare in servizio per il momento. - Mia moglie sta per partorire e vorrei stare al suo fianco, per tutto quello che può succedere. - Manco da troppo tempo. - dice Mauro. Lo guardo allibita e mi avvicino, gli stringo la mano forte e lui contraccambia. Non credevo arrivasse a tanto. Il commissario Fontana allora gli dice:" Il X sarà sempre casa tua, quando vuoi tornare sei il benvenuto". - Grazie. - rispondo. Tutti i miei colleghi vanno via ancora con i lacrimoni. L'ultimo ad andare via è Roberto. Mi abbraccia forte e mi dice :"Quanto mi sei mancato aho". - Pure te Robé, pure te. - gli rispondo. - Ci vediamo domani, te mando Tiberio. - Si, non glie di niente, glie facemo na sorpresa. Oppure glielo diciamo a poco a poco non se sa ancora. - Va bene, a domani amico mio. Roberto chiude la porta e resto solo con mia moglie. - Non me pare vero oh. Sto a casa mia, con voi. - Per sempre amore mio. - dico io. La stanchezza ha la meglio su di noi e ci addormentiamo abbracciati sul divano, come la notte in ospedale in cui vegliavamo Tiberio, che si dibatteva tra la vita e la morte a causa dell'infarto .

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Capitolo 8
*** Chiarimenti e sorprese ***


Sono entrato in casa con il mio piccolo nipotino Ettore. Sono due giorni quasi che non vedo mia nuora. È strana davvero di recente. Sarà la gravidanza, non è stato un momento facile povera figlia mia; da quando Mauro ci ha lasciati è stata un'anima in pena. Il mio Mauretto non c'è più. Non esiste dolore più grande, di seppellire un figlio, mai nessun padre dovrebbe sopravvivere al proprio figlio. Ho dovuto essere forte per lei e le sue creature, Germana è come una figlia per me. Mauro l'adorava, prendermi cura di lei e dei loro figli, i miei amati nipoti è come aver Mauro sempre vicino. Porto Ettore in camera sua è crollato angioletto del nonno. Vado a vedere come sta Germana e poi decidiamo la cena. Attraverso la sala e il cuore mi si ferma. Non credo ai miei occhi... Mauro e Germana sono abbracciati sul divano che dormono. Mi strofino la faccia, la vecchiaia fa brutti scherzi, ma quando riapro gli occhi sono ancora lì. Accendo la luce e disturbati dal faro cominciano a svegliarsi. Germana mi vede per prima e mi dice di stare tranquillo. Non c'è riesco. - Che significa tutto questo? Me sto a sentì male. - dice Tiberio. - Papà, sta calmo. So io. Mauro, so vivo. Rasserenate . - mi spiega. - Come è possibile. - dico sottovoce. Mi avvicino e stringo forte mi fiio. È proprio lui. Non c'è sto a crede. - Papà se continui così m'ammazzi pe davvero. - scherza Mauro. Germana ci guarda con sorriso e le faccio segno di avvicinarsi. - La mia famiglia è qui finalmente unita.Ci abbracciamo stretti e poi Unisco le loro mani e gli dico: - Che questo momento possa durare in eterno. Mai più separatevi da me. Germana mi bacia la fronte, mentre mio figlio mi da un buffetto Sulla guancia. Pretendo di sapere tutto, dopo ore finalmente scopro la Verità. Non ho parole, ma l'importante che sia a casa. Preparo da mangiare e dopo aver finito restiamo a parlare, fin quando Germana non inizia a stare male. - Amó che c'è. - dice Mauro preoccupato. - I bambini... vogliono nascereeee. - riesce a dire prima di urlare. - Te porto all'ospedale. - Mauro ho paura... È troppo presto ancora... - Stai tranquilla Germana. - Ora ti porto in ospedale. - dice Mauro. - Papà pensace te ad Ettore per favore. - si certo, ma tu tienimi informato. -certo, a dopo. Prendo mia moglie in braccio per tutto il tragitto. Non voglio si sforzi e la stendo nel sedile in macchina. Sfreccio come un folle per strada, arrivo in ospedale e chiedo aiuto. I medici soccorrono Germana e la portano via. Non mi resta che aspettare. Sono passate ore da quando si sono presi Germana, nessuno mi sa dire niente e inizio ad essere nervoso e preoccupato. Blocco l'ennesima infermiera e chiedo: -Si fermi, la prego vorrei notizie su mia moglie. - Signor Belli, stiamo facendo il possibile. Lo so che aspettare non è facile, ma stia tranquillo. - Ma almeno ditemi che cosa le è successo.. - Contrazioni. Sua moglie è primipara è normale averne a questo punto della gestazione. Oltretutto sono due gemelli. Le abbiamo fatto le analisi. Ora la stiamo monitorando. - spiega l'infermiera. - posso vederla? - mi segua. Entro nella sala e ti vedo stesa nel lettino. Il medico ti sta mettendo del gel sullo stomaco e tra poco ti farà l'ecografia per vedere se va tutto bene. - Amore vieni qui. Mi avvicino e ti stringo la mano, me la stringi a tua volta e dopo poco inizio a vedere sul monitor delle immagini. I nostri figli.. li vedo finalmente sono due in due sacche differenti spiega il medico. Non smettono di stare fermi nemmeno un attimo. Non oso immaginare come sia sentirli dentro. Mi sono emozionato e piango senza rendermene conto e tu mi guardi e sorridi. Mi rispecchio nel tuo sguardo identico al mio. - Ho sempre sperato tu potessi vedere il nostro miracolo d'amore.-dice Germana. - Non potevo perdermelo per niente al mondo! - esclamo commosso. All'improvviso si sente un suono. Resto senza parole. Il medico dice:- Il battito delle creature è forte. Non avevo mai sentito il cuore dei miei figli battere. È pura emozione è come sentirli parlare. Riesco solo a guardare Germana e dirle grazie per il meraviglioso dono che mi ha fatto. Il medico continua: - Signora Belli, da quello che posso vedere i bambini stanno bene. Stanno crescendo senza complicazioni. E le sacche sono integre. I dolori che ha sentito sono dovuti agli sforzi dell'ultimo periodo. Cerchi di evitare emozioni violente e di lavorare. Essendo un parto gemellare, può essere anticipi i tempi. Le abbiamo somministrato dei farmaci che dovrebbero attenuare i dolori. Se continuano nei prossimi giorni torni in ospedale. Questa notte la trattengo qui per ulteriori accertamenti. Non escludo che il parto possa avvenire prima del previsto. Qualora lei soffrisse troppo e la situazione diventasse pericolosa, le indurremo il parto. - Mi auguro avvenga il più naturale possibile, non vorrei un parto indotto. - non si preoccupi non accadrà niente. - Ha fatto il corso pre-parto? - si. - Bene. La faccio accompagnare in camera così riposa. Ti veglio tutta la notte. Non voglio stare separato da te mai più. Avviso mio padre e torno al tuo fianco. Al mio ritorno con il più bel sorriso del mondo mi auguri buongiorno.

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Capitolo 9
*** Miracolo D'amore ***


Sto aspettando di firmare tutti i documenti per riportare Germana a casa. Quando vedo arrivare mio padre, trafelato. - Germana come sta? - chiede. - Bene papà, la dovrebbero dimettere oggi. Il tempo di firmare la burocrazia. Quanto so lenti aho... - La vado a trovà. - Va bene papà. Busso alla porta e non appena ottengo il permesso apro. - Buongiorno Tiberio, che bello vederti. - Quanto sei bella figlia mia, che te o dico a fa. Ridi sempre quando ti dico così. Mio figlio è stato fortunato davvero ad incontrarti. - Come ti senti Germana?. - Un po' meglio, ma molto affaticata. - Non te permetto de fare sforzi, a casa starai a riposo. - Si va bene, farò il necessario. - Manco quello. Ridi di gusto da tanta premura nei tuoi confronti e ti avvicini e mi abbracci. Mentre stiamo ancora parlando, arriva Mauro, finalmente si torna a casa. Vi lascio soli, così Germana può rivestirsi in tranquillità. - Mauro che fai? - Chiede mia moglie. - Ti aiuto amó. - Non c'è bisogno davvero. C'è la faccio. - Per me si.-dico deciso. Ti lasci spogliare del pigiama e ti aiuto a mettere la biancheria pulita e il vestito premaman che ti rende così bella. Ti aiuto con le scarpe e infine ti faccio accomodare sul letto. Voglio pettinarti i capelli. Tu non dici niente e mi lasci fare, ti tratto come una bambina, ma in realtà ti tratto come avrei sempre dovuto prendermi cura di te. Non esisterà un solo giorno della mia vita in cui non lo farò. Appena finisco mi guardi, mi fai segno di avvicinarmi e mi baci a tradimento con urgenza. Sono sorpreso, ma ti contraccambio con lo stesso ardore e mentre ti tieni alla mia giacca per non lasciarmi andare, io metto le mani sul tuo viso perché ho paura a interrompere il contatto. - Amore mi sussurri all'orecchio.. - Dimme.. - Ti amo da morire. Grazie per tutto questo. - Non me devi ringrazià. Mi piace prendermi cura di te. - Fallo sempre amore. Mi sei mancato così tanto Mauro. - Anche tu Germana. Mentre ti catturo le labbra nell'ennesimo bacio entra mio padre. - Ragazzi tutto bene? Oh scusate tanto. - Dice imbarazzato mio padre. - Non ti preoccupare Tiberio, stiamo uscendo. - Vi aspetto fuori, ragazzi. - non occorre, usciamo tutti insieme. Quando siamo in corridoio, ti sento fermarti di colpo e lasci la mia mano. - Che succede Germana? - chiedo preoccupato. Ti vedo accasciarti, tenere le mani sul ventre e le tue gambe si bagnano di liquido. Ti sostengo e mio padre chiama il medico. Respiri con calma e mi spieghi che si sono rotte le acque, stanno per nascere. Sono emozionato e quando arriva la barella a portarti via chiedi di farmi venire con te. Dopo essermi messo camice e mascherina sono in sala operatoria. Sei sudata e cerchi di eseguire le istruzioni del medico alla lettera. Io ti tengo la mano e quando mi vedi accanto a te sei più serena. - Forza Germana. Mi stringi con forza la mano. E spingi come dice il medico. - Germana ci siamo dice il medico, vedo qualcosa alla prossima contrazione trattieni il dolore e spingi più che puoi. Ennessima contrazione, sei stremata, ma continui fin quando il medico urla: - Ultima spinta Germana sta uscendo. -grida il medico. Sento che trattieni fiato e riprovi a spingere, il medico tira fuori un ranocchietto che si agita e improvvisamente uno strillo acuto. - È una bambina bellissima, ha pianto da sola. È di gran carattere, congratulazioni. - dice il medico. L'avvolgono in un telo e te la mettono sul petto. Sono incantato davanti a mia figlia, come lo sono davanti a te. Ci guardiamo e ti bacio la fronte. Le bambine più belle del mondo, le ho io. Siete la mia vita. Riesco ad accarezzarla prima che la portino via. Ti sento soffrire nuovamente, il parto non è finito. - Forza Germana, adesso tiriamo fuori l'ultimo. - Sono esausta dottore. - dici a fatica. - Lo so, ma un ultimo sforzo e c'è la fai. Altrimenti c'è il cesareo da fare. Mi hai raccontato di voler partorire in maniera naturale, il cesareo ti spaventa. Così ti stringo la mano e ti incoraggio a continuare a spingere. Non so quanto tempo sia passato, ma con dolore e sofferenza riesci a dare alla luce il nostro bambino. - Eccolo, grida il medico. Vedo un altro ranocchietto agitarsi, e che urla più forte della bambina che lo ha preceduto. - Bene signori Belli, a quanto pare i vostri figli hanno carattere. - dice divertito il medico. - Come i genitori! - esclama Germana, prima di baciarmi. - Sei esausta amore mio. Mi guardi con il viso contratto dal dolore. E mi accarezzi. - Mi hai reso madre dei tuoi figli, mai avrei pensato di ricevere regalo più grande. Grazie Amore. - Non avrei mai pensato di farcela. Visto cosa ci era stato detto. - dico io. - Ora siamo qui e ci sono anche loro. Prima di farmi uscire per medicarti e portarti in camera. Ti bacio ed esco dalla sala. Quando arrivo in corridoio, tutto il decimo mi aspetta fuori. - Oh raga tutti qua state. - dico. - Eh che ce perdevamo Mauro papà. - Dice Roberto. - Congratulazioni Mauré. - Grazie Robé. Mi salutano tutti e vedo passare due bambini nelle incubatrici. E poi Germana. Chiedo al medico che sta uscendo: - Dottore va tutto bene? Mia moglie e i miei figli come stanno? - chiedo preoccupato. - Stanno bene, si tranquillizzi. - Sua moglie è stata medicata, ora la portiamo in camera. - I bambini sono stati lavati e staranno per un po' in incubatrice. Tra un po' dovranno essere allattati. - Vi consiglio di andare adesso da vostra moglie. -Con i bambini in camera non può stare nessuno a parte lei. - Grazie dottó. Andiamo da Germana, che è visibilmente esausta. Ci fanno le congratulazioni. E vedo mio padre chiedere a germana se vuole qualcosa. - Ettore tutto bene? - Chiede lei. - Si è con Anna e Luca. - Vorrei vederlo. - Certo. lo porto subito. Te lo metto in braccio ed esclami: - Amore della mamma, sei diventato un fratello maggiore lo sai? Parli al bambino, lui felice gorgoglia di ciò che tu gli racconti. Io ti guardo e mi perdo, non mi accorgo nemmeno che ci stanno lasciando soli. Sento solo mio padre che mi dice : - se vedemo dopo. Annuisco con la testa. Nel frattempo arrivano le culle e l'infermiera dice: - che nome devo assegnare alle culle. - Belli. - diciamo all'unisono. - E il nome? Ci guardiamo e diciamo Giulio e Maria Belli. Ti guardo commosso per i nome che hai scelto per i nostri figli. Ha un valore importante per me. Mio padre entra a prendersi Ettore, mentre tu stai allattando e rimane estasiato. - Papà so geloso guarda. - gli dico scherzando. - Figlio mio me pesa ammetterlo, ma sei rimasto scemo. Però una cosa buona l'hai fatta in vita tua. Germana ride del nostro battibecco. Ci avvicinamo e lo accarezziamo. Appena finisci con lui tocca a Maria. Ci spiegano che essendo due il latte materno non basta ad entrambi sarà opportuna una giunta di latte artificiale. Ma finché potrai gli darai il tuo, che è migliore. - Come se chiamano i pupi del nonno? - Giulio e Maria ti piace?-dice Germana.. - Sono senza parole!-esclama Tiberio. - Grazie figlioli davvero. Restiamo ancora un po', ma il medico entra e ordina riposo a Germana e i bambini vanno al nido. Mi costringono ad andare via, ma torno nel pomeriggio. - Amore ci vediamo più tardi, vado a riconoscerli. - Va bene amore a dopo. - Riposate e non t'alzà. Ridi ti bacio e ci salutiamo.

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Capitolo 10
*** Finalmente a casa ***


Sono trascorsi tre giorni dalla nascita dei gemelli. La stanza in ospedale è diventata un viavai di gente continuo, non vedo l'ora de portarte a casa Germana. Per fortuna oggi è l'ultimo giorno, sono finite tutte le visite di routine sia per i bimbi che per te. State entrambi benone. Non potrei essere più felice. Ti è stato raccomandato riposo e alimentazione corretta, per evitare coliche ai bambini. Mio padre è letteralmente impazzito, non aspettava che i nipoti nella sua vita e ora che li tiene sembra una madre con i cuccioli. Iperprotettivo e geloso. Germana mi guarda con occhi sorridenti, mi sfotte tutto il tempo, ripensa ai primi tempi quando ho scoperto la mia sterilità. Volevo che lei avesse una vita normale, lontano da me. Mi hanno fatto capire tutti che la famiglia non sono solo i figli, ma anche il legame tra due persone che scelgono di stare insieme per amore. Io mi sentivo un uomo a metà, non poter dare figli alla donna che amavo. Lei poteva, io no. Non era giusto tenerla legata a me. Mia moglie, la donna della mia vita per amor mio ha scelto l'adozione. E dopo aver ottenuto l'affido di Pietro temporaneo, abbiamo scelto di adottare Ettore. Ora la mia famiglia è numerosa, un miracolo mi ha permesso di essere padre, non sprecheró più un solo secondo della mia vita lontano dalle persone che amo. Giulio e Maria sono il ritratto mio e di Germana, non hanno fatto dispetti a nessuno ci assomigliano entrambi. Bisogna vedere chi tra i due eredita il carattere dell'altro. C'è ne saranno delle belle. Mentre Germana si prepara per uscire dall'ospedale,le sistemo la valigia e trovo una lettera. La metto veloce nello zaino non ho tempo adesso di leggerla. Prendiamo i nostri bimbi e li mettiamo nel Port enfant adatto alla macchina e ci avviamo a casa finalmente. - Mauro dovremmo comprare i pannolini. - dice Germana. - Tutto apposto amó,non manca niente a casa. - Menomale. - se non era per me nemmeno da magnà c'era. - risponde Tiberio. Germana ride. Mio padre non cambierà mai. - Senza di te saremmo persi Tiberio. - Figlia mia non lo dire neanche. Ma i tuoi genitori hanno intenzione di venire a trovarci, perché in ospedale mica se so visti. - Non credo verranno, ma non preoccuparti ve lo faccio sapere se vorranno venire. Mi scambio un'occhiata con Germana. Poi lei guarda i bimbi e in seguito fuori dal finestrino, per il resto del tragitto nemmeno mezza parola. Quando arriviamo a casa, i bambini dormono li mettiamo nel lettino, mentre Ettore gioca con Mauretta sul tappeto. Ad accoglierci Roberto e Francesca. - Bentornati. - Dicono all'unisono. -scommetto che Ceniamo tutti insieme eh Tiberio? - Per forza qua non se smuove nessuno. Siamo una famiglia. - Eh poi c'è sta da magnà pe tutti. In casa Belli/Mori si respira aria di felicità. E mentre apparecchiamo e siamo seduti a tavola. Ridiamo come non accadeva da tempo. Alla fine Roberto e Francesca si fermano a dormire. Mi piace aver il mio amico in giro per casa. Bambini che fanno rumore. Adoro questa confusione. Sa di vita, sa di gioia. Dopo aver cenato e rassettato tutto. Ci prepariamo per la notte. Le donne di casa occupano il bagno come al solito. E io Roberto aspettiamo. - Non c'è se crede va. Stanno al bagno assieme. Ma come fanno io nn c'è la farei se c'è stessi te. - dice Mauro. - Mauro le donne sono continente a parte. Poi te lo sempre detto arrivano prima sempre. Che non o sai? - domanda Roberto. - Mah.. Escono finalmente scommetto che avranno pure parlato mentre se sistemavano, perché Francesca mi dice di essere paziente per i primi tempi con la vita di coppia. È notte fonda i bambini si sono riaddormentati da poco. Germana mi raggiunge a letto e si stringe a me. Ricambio la stretta e inspiro il suo profumo. - Che succede Mauro? Ti vedo pensieroso. - mi chiede Germana Decido di essere onesto. - oggi mentre ti sistemavo la valigia ho visto una lettera. Mi guardi sorpresa. - Non l'ho aperta, ma vorrei capire. Per chi è. Mi guardi con emozione negli occhi e mi dici di alzarmi senza fare rumore. Prendi la lettera, accendi l'abajour sul comodino e ti metti fra le mie braccia. Sei seduta addosso a me e Ti sento vicina, pure troppo. Hai partorito da poco, non posso toccarti, ti farei del male. Lo sai anche tu, ma non posso impedirmi di desiderarti. Lo intuisci e ti stringi ancora di più a me. Mi farai impazzire Germana. - Vuoi che te la leggo? - chiede Germana. - Si amore.-ti dico roco. - Ero molto arrabbiata e confusa quando l'ho scritta, promettimi che non mi odierai e che continuerai ad amarmi Mauro ti prego. - ti sussurro piangendo. Mi sorridi e mi baci a stampo. -Ti amo da morire Germana. Niente mi farà cambiare idea mai. Inizia a leggere. - Caro Mauro, sono una folle che ti scrive, ma sento il bisogno di dirti cosa provo. te ne sei andato per sempre, lasciandomi sola. Fai un lavoro pericoloso, ogni volta che uscivi dalla porta di casa avevo paura fosse l'ultima che ti vedevo. E Così è stato. Ti odio per avermi lasciato sola, perché senza di te non posso vivere. Ti odio perché mi sono innamorata perdutamente e ti ho perso. Ma soprattutto ti odio perché te ne sei andato e non ti ho potuto dire che ero incinta. Che il nostro amore aveva creato la vita, che quelle analisi dicevano che tu non potessi generare. Mi ritrovo sola, senza di te. La casa è vuota, il letto è vuoto la mia vita lo è senza di te. Tuo padre lotta per entrambi per tenermi in piedi, ma io nn c'è la faccio a vivere senza di te. Mi sento in un abisso dal quale non voglio rialzare la testa, vorrei sentire la tua voce, il tuo profumo, le tue mani. Dormo con le tue giacche amore, per sentire ancora il tuo odore. Non faccio che piangere e la notte ti chiamo nei miei sogni urlando. Tuo padre mi da conforto, ma nonostante i suoi sforzi non c'è niente che può fare per colmare il mio dolore, perché lo conosce bene, ti ho perso io, ma anche lui. Ti odio perché mi sono innamorata e ti ho perso. La mia vita è spenta senza di te. Portami con te Mauro perché il mio dolore mi sta consumando lentamente e non so se ce la farò a continuare così. - Questa è solo la prima parte, c'è l'ultima vuoi che continui? - chiedo tremante. Mi accarezzi leggero la guancia. - Continua Germana. - dico io. - Ho avuto una minaccia d'aborto spontaneo. Il medico dice che il mio stato mentale vale di più di quello fisico. Una madre serena può portare a termine la gravidanza senza problemi, ma se così non fosse potrei perderli. Ti chiedo perdono amore mio, per quello che ti ho scritto, ma ero fuori di me. La tua assenza mi ha devastato e continua a farlo. Oggi ho avuto paura davvero, di perdere anche il frutto d'amore che mi hai lasciato. Perdere le nostre creature sarebbe come ucciderti di nuovo e non voglio accada. Morirei anche io senza esitare se le perdessi. Ringrazio il cielo di averti conosciuto, perché averti amato ha dato senso alla mia vita. Custodiró per sempre i nostri momenti nel mio cuore, per essere stata tua moglie ed essere stata felice nei pochi anni che ci è stato concesso di vivere insieme. Ti aspetterò per sempre, quando arriverà il momento di ricongiungerci, io sarò qui ad aspettarti, per me non può esistere un altro uomo che non sia tu. Solo con te sono stata davvero felice e amata. I nostri figli saranno tutta la mia vita. Per loro andrò avanti, vedranno una madre forte, che gli parlerà di te con tutto l'amore del mondo. Mi auguro che da grandi troveranno quell'amore che ha unito noi due. Farò di tutto per renderli felici. Non smettere di vegliare su di noi. Continua ad amarci, continua ad amarmi. Sento che ci rivedremo, credo ai miracoli, me lo hai dimostrato tu amore mio. Non ti dico addio Mauro, ma arrivederci. Tua moglie resterà sempre e solo tua. Ti appartengo, sono parte di te, come tu lo sei di me per sempre. Ti amo da impazzire. Con amore Tua Germana. Finisco di leggere la lettera e la richiudo, non oso guardarti negli occhi. Tiri un lungo sospiro, mi alzi il viso e vedo che stai piangendo. - Amore.. - dico io. - Germana non ho niente da perdonarti, io al tuo posto avrei reagito peggio. Immagino il tuo stato d'animo e ti capisco. Adesso ci sono e ti giuro che mai più vado via. Mi avrai attorno per sempre. Sono geloso lo sai, ma sapere che mi avresti aspettato tutta la vita, mi fa capire che ho sposato la donna migliore del mondo. - Mi appartieni non come proprietà, ma come donna. Sei la mia donna e basta. - Solo tua Mauro. - ti soffio sul viso. Sento la tua vicinanza sempre più forte e non riesco a trattenermi. Vorrei fare l'amore con te subito. L'urgenza che sento è forte, non è voglia di te ma è esigenza d'amore. Mi stacco a fatica e ti guardo negli occhi: - Non posso toccarti Germana, solo Dio sa quanto ti voglio, ma non posso. - Ti farei solo del male, non voglio. - parlo a fatica. - Mauro dobbiamo aspettare un mese. - ti dico sottovoce. - Francesca è stata chiara a riguardo. - Aspetto anche un anno Germana. Se è necessario. - Ma come fai amore, adesso, -Ti chiedo io. - Vado a fare Na doccia fredda e torno. Mi sento colpevole della tua frustazione, te lo provocata io. Non è giusto. Mi raggiungi sotto le coperte, mi stringi forte e mi dici: - Il desiderio non si placherà mai, ma farebbe più male starti lontano. Le coccole non c'è le può togliere nessuno Germana. - nessun medico potrà dirmi che non posso baciarti, né accarezzarti fino a farti perdere la ragione, anche senza fa amore. - dice Mauro. Ti guardo commossa. E ti bacio. La prendo sempre io l'iniziativa. Ma tu di certo indietro non ti tiri. Trascorriamo la notte così fino all'alba a baciarci e toccarci. Con la consapevolezza di essere vicini a cosa vorremmo e dobbiamo trattenerci.

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Capitolo 11
*** Il tempo di amarsi ***


Quanto è dura la vita da genitori.. Sono diventato padre e non mi sembra vero, na fatica... Ma è una soddisfazione vedere ogni momento nuovo di vita affrontato dai propri figli. La mia aspettativa sta durando molto più del previsto, ho chiesto di non essere reintegrato in servizio. La mia famiglia è tutto. Non voglio perdermi niente dei primi anni di vita dei miei bambini. Io e Germana facciamo a turno insieme a mio padre per aver dei cambi. Tre pargoli per casa, neonati soprattutto non è facile. Sono trascorsi 11 mesi dalla nascita dei gemelli, sono meravigliosi, vivaci, allegri pieni di vita. Le famiglie Belli e Ardenzi sono inseparabili, mi sembra di rivedere a volte me e Roberto tra i nostri figli che giocano. Due generazioni a confronto che crescono insieme. Non potevamo desiderare di meglio per i nostri figli. Mi sono appena seduto sul divano. Sto a pezzi, da quando camminano so pericolosi mi ritrovo a pensà. Sono le dieci di sera, finalmente sono crollati tutti, posso riposare e nel frattempo aspetto che mi raggiunga mia moglie. - Mauro? - mi chiama dolcemente Germana. - Che c'è amo? - dico insonnolito. - Amore sei crollato, vai a letto ti raggiungo.. Mentre ti volti per andartene, Ti tiro per il braccio e ti faccio stare seduta sulle mie gambe. Ti sento ridere, non mi stancherò mai di sentirti ridere. - Penso che per oggi hai fatto anche abbastanza, possiamo andare insieme a letto no? - ti chiedo innocentemente. - Ispettore.. Ma lei è davvero insaziabile. - scherza Germana. Si riferisce alla nostra notte d'amore di stanotte. Ti bacio e mentre assaporo le tue labbra, ti prendo in braccio e ti guido in camera nostra. Ti poggio sul letto e quando mi scosto mi tiri dalla camicia e ritorno su di te. - Chi era quello insaziabile ? - ti dico sorridendo. - Parli troppo Ispettore, sei un burocrate.. Puoi fare di meglio. - mi provoca Germana. Ti spoglio senza fretta, stanotte impazzirai. Così la prossima volta mia bella giornalista, ci pensi due volte a provocarmi. Ti sento contorcere sotto di me, vorresti trovare sollievo alle mie torture, ma non lo avrai. Voglio sentirti urlare prima di farti mia stanotte Germana. Ti bacio sul collo, dove la vena ti pulsa frenetica, scendo sul tuo petto che accarezzo e bacio con riverenza. Arrivo nel tuo ventre che ha accolto me infinite volte, che ha dato la vita e ti sento sospirare. - Mauro.. - mi sussurri con voce strozzata. - Shh.. Ti amo Germana. - ti soffio sullo stomaco. - Non chiedermi di fermarmi. - non c'è la faccio. - ti dico io. - Non voglio che ti fermi, voglio che mi prendi subito. - mi dici con urgenza. Sorrido alle tue parole. Ti sento ansimare senza sosta,invochi il mio nome di continuo possiamo svegliare tutti così. Ti metto una mano sulla bocca e mi mordi le dita. Vedo le tue mani aggrapparsi al lenzuolo, sei al limite lo sento. Ma non ho finito. La mia meta è un'altra. Scendo tra le tue cosce e inizia la danza. Vedo i tuoi occhi diventare liquidi, sei al culmine amore mio e quando ti sento pronta entro dentro di te. Ti aggrappi alle mie spalle con forza e vieni incontro alle mie spinte, fino a quando il piacere ci inonda e annebbia le nostre membra. Posso garantirti di aver visto le stelle insieme a te. Abbiamo il respiro affannato, nessuno dei due parla. Il mio peso ancora addosso al tuo corpo minuto, faccio per spostarmi, ma mi trattieni. - non andartene. - mi dici sottovoce. - Sei bellissima Germana. - Ti dico con venerazione. Hai le guance rosee di godimento e le labbra gonfie dei miei baci. - Ti risponderò male più spesso, da oggi in poi. - mi dici divertita. - Ah si.. Non mi provocare Germà.. - dico io. Mi avvicino a te, per baciarti e farti il solletico. Ti sottrai alla mia presa e stavolta sei tu addosso a me. Ti avvicini al mio orecchio e mi dici : - Ti amo Mauro.. Ti strusci addosso a me. - Sono di nuovo pronta e anche tu a quanto pare. Il mio corpo risponde al tuo immediatamente. - Non ne ho mai abbastanza di te signora Belli. - ti dico. - io neanche marito mio. Mi baci sulla bocca e vorrei tanto continuare ma si sono svegliati I gemelli. La nostra libido è interrotta. Il nostro idillio dovrà aspettare un po'. Ti metti la vestaglia e corri dai gemelli e io ti seguo. In due faremo prima. Dopo una buona mezz'ora. Si riaddormentano. Ti vedo davvero esausta. Così ti porto a dormire. Ti porto a letto e mentre ci cambiamo per la notte, ti vedo attraverso lo specchio spogliarti. Penso di essere un uomo fortunato e credo che, Non ci sarà un giorno nella mia vita che io non ti guarderò con gli occhi del primo giorno. in cui ti ho visto e in quel momento mi sono perduto per amarti. Ci mettiamo a letto, ti stringo a me e ci addormentiamo.

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Capitolo 12
*** La resa dei conti ***


Sono un leone in gabbia... Sono ore che aspetto un colloquio con mio padre. Lo sta facendo apposta, mi fa aspettare per ripicca, non sa cosa lo aspetta ancora. - Germà farai un solco al pavimento, te vuoi fermà? - mi dice Mauro. - Non ci riesco è più forte di me! - esclamo sconfitta. - Rilassate, vedrai che troviamo una soluzione. Mauro cerca di tranquillizzarmi. Senza di lui sarei persa. Mi avvicino a mio marito e lo abbraccio forte. - Grazie per avermi accompagnato amore. - gli sussurro. - Non te lascio sola Germà, eh poi me manca vedé mi socero, magari stavolta cambia termini nei miei confronti. Ancora non c'è sto a crede che me so mparentato con una famiglia così importante. Proprio io un poraccio. Sto per ribattere all'ultima affermazione ma vengo preceduta da colui che è stato mio padre. - Hai detto bene Mauro, un poraccio sei,che hai avuto la fortuna di aver sposato la mia unica figlia. - esordisce il padre di Germana. - Non ti azzardare a mancare di rispetto a mio marito, signor Mori! - esclamo furiosa. Mauro mi guarda sconvolto, cerca di placarmi, ma sono un lavandino stappato. Niente può fermarmi. - Tesoro ma come mi chiami? - Come ti meriti.-rispondo acida. Prendo l'assegno dalla borsa e glielo strappo davanti agli occhi. - I miei figli non hanno bisogno di soldi, ma di amore. Il loro futuro lo garantiamo io e mio marito assieme ai loro padrini, che hanno scelto di accompagnarli nella loro vita. Ho tre figli non due in caso non lo sapessi e risparmiami la legittimità sul legame genetico. Sei mio padre biologico e provo disprezzo per l'uomo che mi ha cresciuto, che non rispetta le mie scelte, la mia vita, mio marito, la mia famiglia. Non lo faccio intervenire devo finire io. Aspetterà per parlare lo ha fatto fin troppo. - Credevo che avessi capito, ma mi sbagliavo. Non ti importa niente di me. Mi ameresti per come sono, non per come vorresti che io fossi. Questo insegneremo ai nostri figli, io e mio marito, ad essere felici ed essere se stessi. Appoggiandoli sempre. Non voglio che tu ti avvicini più a noi. Hai preso le distanze da me. Nemmeno nel momento del bisogno ci sei stato. Ho avuto accanto solo Tiberio. Se sono qui devi ringraziare mio padre. Mi ha aiutato a rialzarmi ed essere ciò che sono. È un nonno amorevole, che non manca mai di dimostrare amore a chiunque. Sono estranea per lui, eppure mi tratta come una figlia, si merita di essere chiamato padre. I padri sono quelli che ti amano, che ti crescono che ti aiutano, no che ti finanziano e basta. Con i soldi non si compra nessuno, ne tanto meno l'amore. Vedo gli occhi di mio padre lucidi. Ma non mi fa pena. Soffrirà questo è un addio. Ma non mi importa, ha scelto lui tutto questo. - Germana io sono tuo padre. - dice affranto. - Ti ho amato al di sopra di tutto, ti ho dato tutto. - Io non voglio niente da te. - urlo. - Voglio solo che lasci in pace la mia famiglia, e a mio marito rivolgiti con il rispetto che merita. - Fattene una ragione, io sono felice, ho trovato il mio equilibrio e il mio posto nel mondo. - Resterai da solo, circondato dalla tua ricchezza materiale, ma il vero tesoro lo possiedo io. Io ho l'amore. - Non sarò mai d'accordo sulla vostra unione, ma voglio dare un futuro ai miei nipoti. - continua imperterrito - quando saranno grandi sceglieranno loro. Ora decido io e con quei soldi facci beneficenza. - Sarai contento Mauro, l'hai messa contro me. - sbraita mio padre - Signor Mori, ha fatto tutto da solo. Lei non mi può vedere, lo capisco. Per sua figlia voleva altro. Ma ho sempre fatto del mio meglio, per piacerle. Mi rammarica non esserci riuscito, ma se io fossi al posto suo io nn perderei mai mia figlia. - Lasciami in pace una volta per tutte. - dice Germana. - Mai più avvicinati a me o a loro. Questo è un addio. E per tua informazione Mauro ha sempre mediato in tuo favore nonostante tutto, Tu non lo meritassi. Mi guarda sconvolto, ma non posso fare altro. Se l'è cercata, io voglio pace. Non si aspettava tanto altruismo da parte di Mauro. Mi auguro rifletta sui suoi sbagli. Invece, ancora una volta il dottor Mori non si smentisce. - Per me sei morta Germana in questo giorno. - dice mio padre. - Non disturbarti a portare fiori sulla tomba è vuota. Come te del resto. - ribatto io. Senza lasciargli il tempo di replicare, prendo per mano mio marito ed esco dalla villa di famiglia per sempre. Trattengo il respiro senza accorgermene, solo quando sono fuori respiro a pieni polmoni. Ti bacio... e mentre sono fra le tue braccIa penso che non esiste ricchezza alcuna paragonato all'amore che sento io per te. - Stai bene Germà? - Si amore. Sei tutto quello di cui ho bisogno. - gli dico in lacrime. - Andiamo a casa Germana. - Dice Mauro. - Si amore andiamo. Mauro mi sostiene e con infinito amore mi riporta a casa. Sapevo che questo confronto sarebbe stato duro, ma non credevo così estenuante. Non mi pento di niente, non tornerei indietro per nessuna ragione al mondo. Mai sono stata felice come in questi anni. Guardo avanti a testa alta. Non mi importa che la mia famiglia non sia accanto a me. Sono riuscita a costruirmi la mia, ed è piena d'amore.

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Capitolo 13
*** La famiglia è tutto ***


Tra pochi giorni i miei bambini compiranno un anno. Sono emozionata per questo traguardo nella loro vita. Ettore adora i gemelli, siamo una famiglia unita. Mio marito è vivo, mio suocero è meraviglioso, il mio lavoro mi appaga, ho avuto la benedizione di avere dei figli con l'uomo che amo. Ma cosa manca allora? Me lo ripeto da quando ho ricevuto l'assegno da parte di mio padre, per il compleanno dei miei figli ha mandato un cospicuo assegno. Non si sono fatti vedere da che mi sono sposata. Sono rimasta vedova per quasi un anno, nemmeno una chiamata. Solo un traslocatore mi hanno mandato per riportarmi nella villa di famiglia. Non avrei mai lasciato la MIA casa e Tiberio. Non sono venuti in ospedale e nemmeno al battesimo. Mi ricordo che quel giorno ero nervosa. Abbiamo battezzato i nostri tre figli nello stesso giorno. I vestiti sono stati confezionati da Tiberio. Quanto amore in quegli abitini. Che dedizione padre mio. Non sei mio padre biologico, ma ti amo come tale. Ti meriti più tu di essere chiamato papà che il mio. Difatti lo faccio. Ricordo il giorno che lho fatto per la prima volta. Ero incinta, avevo avuto un incubo. Mi sei stato accanto, mi hai cullato e io ti ho detto grazie papà. Sei rimasto in silenzio, ma avevi gli occhi lucidi. È stato così naturale,emozionante vero. La mia mente ritorna ai momenti del battesimo. Maria è stata battezzata da Roberto. Giulio da Tiberio, mentre Ettore lo ha battezzato Francesca. È stato un momento magico, mio marito brillava di pura emozione nel vederlo. Il suo sogno era realizzato, mentre il mio si realizzava ogni giorno di più. Mi ero innamorata finalmente e avevo trovato il mio posto, la mia quotidianità, la mia famiglia. Una famiglia vera, che ti ascolta, che ama, che non risolve tutto con il denaro. Mentre rigiro l'assegno in mano sbatto la mano sul tavolo dalla frustrazione. Ed è a questo punto che entrano Mauro e Tiberio in cucina. - Che succede Germà? - mi domanda Mauro. - Guarda tu stesso. - gli dico di rimando. - È un assegno intestato ai gemelli da parte di tuo padre. - inizia Mauro. -Un bel gesto.. Non lo faccio neanche finire... - Un bel gesto dici. - gli urlo io. - Germana so che sei arrabbiata, per il comportamento dei tuoi, ma se fai così non serve a niente. - Non voglio niente da lui. I miei figli non hanno bisogno dei suoi soldi. Non si è degnato da quando ci siamo sposati a venirci a trovare. - Quando sei scomparso mi ha mandato il traslocatore, sono nati i bambini e nemmeno una visita. Ne al battesimo niente. - l'unica cosa che gli riesce sono mandare soldi. La presenza è facoltativa. Ha preso le distanze da me,perché ti ho sposato. Non si è rassegnato al fatto che a me il suo diplomatico non interessava. Volevo solo essere felice. - finisco di urlare. Mauro e Tiberio si stringono a me. - Perdonatemi, - sussurro tra le lacrime. - Era questione di tempo figlia mia, prima che tu scoppiassi.-mi dice Tiberio con amore paterno. Era rimasto in silenzio fino a quel momento e così sento l'esigenza di essere onesta con lui. - Mi sono sentita amata da te Tiberio, ti comporti da padre amorevole con me, solitamente i suoceri sono così estranei, sono stata fortunata. ho sentito il calore di una famiglia per la prima volta solo stando qui. - Germana amore guardame. - dice Mauro. - Farò tutto ciò che vuoi, ma non voglio vederti stare così. Che vuoi fare? - mi chiede. - secondo te dovrei accettare questo denaro? - gli dico. - I soldi sono per i bambini. Certo non è il massimo sapere di avere dei nonni solo di facciata. Ma quando saranno grandi potranno decidere cosa farne.-dice. Mauro. - Io credo che in quanto genitori, siamo noi a dover scegliere adesso. Non voglio questi soldi, ai nostri figli non manca nulla. Se vogliono fare i nonni dessero la loro Presenza no il denaro. - afferma germana. - Non posso che essere d'accordo con te. Quando saranno grandi capiranno, mi auguro. - dice Mauro. - Dovrebbero essere sempre qua, a vederli. Come si può essere così classisti ? - urlo. Mi sento impotente quando ti vedo stare male così. Il tuo mondo è benestante, magari tuo padre vorrebbe che i nostri figli crescessero in un ambiente privilegiato. Come sei cresciuta tu. Abbasso lo sguardo, perché io non posso darti il tipo di vita a cui eri abituata. Soffro perché tu ci hai rinunciato senza lamentele. Ma magari te ne penti e non lo dici. - Mauro non macinarti il cervello. So esattamente a cosa pensi è la risposta è no. - Sei Indovina adesso? - sdrammatizzo. - so a cosa pensi. - continuo. -Sarebbe? - ti sfido io. - Hai la faccia di quello che pensa di non essere abbastanza. Che io mi possa pentire e vorrei il mondo da cui provengo e non la realtà che vivo. - dici con fermezza. Ti guardo sconvolto. Non ho parole. - Mauro io ci sono nata e cresciuta in quel mondo, semmai un giorno i nostri figli vorranno farne parte non gli dirò no. Li educheremo ad essere liberi. Gli insegneremo come stare in società,il protocollo tutto, perché voglio siano liberi di scegliere cosa essere. Ma non gli imporró mai l'etichetta impartitami. Saranno loro a scegliere di che mondo fare parte, l'importante che conoscano entrambi. Ma credimi se ti dico che un solo momento qui con te, non vale una vita intera trascorsa tra feste mondane e balli di gala. Sono totalmente onesta, non mi manca quello stile di vita, perché ho sempre preferito qualcosa di più semplice e l'ho trovato. Prendo le mani di Mauro e Tiberio, niente vale quanto stare qui tutti insieme. - dico commossa. Mio padre ti accarezza la guancia, mentre io ti tengo stretta a me. - siete tutta la mia vita.-dico. -Domani restituisco questo. - sventolo l'assegno. Cerco di preparami mentalmente per lo scontro che ne seguirà, quando mio padre lo verrà a sapere. - Non sei sola, hai me per qualsiasi cosa. - dice Mauro. - Lo so. - gli sussurro. Ci baciamo e Tiberio si allontana per lasciarci privacy. Lo trattengo e gli dico : - Papà non andartene, sediamoci a tavola a cenare tutti insieme. Mauro ride, quando chiamo papà suo padre si emoziona. Mentre a Tiberio si scioglie il cuore dalla gioia. È incredibile come le piccole cose rendono felici. Io lo sono e farò sempre del mio meglio perché la mia famiglia lo sia per sempre felice. Perché questa è la mia famiglia. La famiglia è tutto!

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Capitolo 14
*** La festa dei gemelli ***


Tra poche ore è il primo compleanno dei gemelli. Io e Mauro siamo emozionatissimi. È un primo traguardo nella loro vita. Stanno crescendo così in fretta, mi sembra ieri di aver scoperto di aspettarli. La paura di essere vedova, dover crescere dei bimbi da sola. Ricordo ogni istante di quei momenti. Sono marchiati a fuoco nella mia mente; invece il mio splendido marito è vivo ed è accanto a me, a noi. Tutte le paure svanite. Ho la casa piena di addobbi.. Mi ci sto perdendo in tutta questa organizzazione. Ho sistemato casa per poter disporre i tavoli uniti, con tutte le vivande e le bibite. Agli angoli della sala ci sono i palloncini ad elio con il nome e il numero del pargolo da festeggiare. Le decorazioni in alto nel soffitto e alle pareti. L'intera Stanza immersa tra palloncini e cartoni animati. Sono soddisfatta dal risultato sono ore che lavoro perché tutto sia perfetto. Manca solo una cosa... Lo stereo con le canzoni. Se ne doveva occupare Mauro. Speriamo non se ne sia scordato. Immersa nei preparativi, non mi sono accorta che non vedo i bambini da tutta la mattina. Dove li avrà portati Tiberio? Controllo il menu da servire per gli invitati, ci sarà tutto il decimo e anche i bimbi degli ispettori e degli agenti. Si sono innamorati tutti di Giulio e Maria. Non mancherà nessuno. In cima alla lista Mauretta. Oltre Michele e Francesco. Rido al mio stesso pensiero. Mauretta e Giulia sembrano vivere in simbiosi. Sono complici e solari come poche bimbe al mondo. Sembrano sorelle. Ha ragione Mauro. Le generazioni Belli Ardenzi a confronto. Un'amicizia indelebile che continua a scorrere nelle vene della progenie successiva. Vedo tanto della povera Angela in Mauretta. Mi sarebbe piaciuto conoscerla. La migliore amica di Mauro, mamma di Maura e moglie di Roberto. Cresciuti tutti insieme. Ho visto le loro foto. Ho visto le loro cassette, erano così uniti, si volevano un mondo di bene. La voce di questa donna era incantevole. Il modo di parlare la sua risata. Le persone ci credo restavano incantate da tanta dolcezza. Aveva uno sguardo buono, dolce e limpido, come quello ereditato dalla sua bambina. Questa donna ha tutta la mia stima, l'ho conosciuta attraverso i loro racconti e i loro ricordi, ma sono certa che saremmo state ottime amiche. Circondata da questi pensieri,mi sento stringere da due forti braccia,che riconoscerei tra mille. - Ti sono mancato? - dice mio marito. - Solo se hai portato lo stereo e i CD che ti avevo chiesto. - ribatto. - Sempre simpatica mi moglie aho. - ride Mauro. - Sei stata brava. - Dice. - La sala è stupenda il cibo pure. Lo stereo c'è sta. Che manca? - mi chiede. - Farmi una doccia, ecco cosa manca. - rispondo esausta. - La famo insieme? - sussurra malizioso. - Beh, in effetti non mi dispiacerebbe. - rispondo io. Ti spingo da un lato e inizio a correre. - Vieni a prendermi? - urlo a mio marito. Dimentico sempre che mio marito, corre per prendere i criminali. In meno di dieci secondi sono schiacciata dalla parete del corridoio e la porta del bagno. - Ostaggio! Posso pure portarti al decimo. Però so bono. Ho altro in mente. - gongola Mauro. - Sei sleale. - piagnucolo offesa. - Voglio il mio premio. - dice suadente mio marito. Decido di stare al suo gioco e gli allaccio le mani dietro al collo.. - Sarebbe. - chiedo ingenuamente. Mi solleva in braccio, gli circondo con le gambe I fianchi, Istintivamente. Dopo aver aperto la porta del bagno mi butta sotto la doccia e apre l'acqua. Non faccio in tempo ad urlare dalla sorpresa che mi chiude la bocca con un bacio. Due ore dopo siamo fuori dal bagno. Ovviamente siamo in ritardo e tra poco arriveranno gli invitati. Devo sbrigarmi, mio marito quando vuole sa essere convincente eccome. Mi ha fatto perdere la ragione. Non sarò mai stanca di lui. Amo la nostra passione. Il suo essere uomo bambino allo stesso tempo. Amo lui e punto. Come mi guarda, come mi accarezza, come mi ama. Finisco di prepararmi e vado da lui. Ho scelto un abito blu al ginocchio con le spalline sottili. I sandali argento con i tacchi. Mi sono acconciata i capelli e truccata con cura. Amo farmi guardare è vero. Ma non mi interessa incantare gli uomini della sala. Solo continuare ad affascinare il mio. Non mi sono mai resa conto, cosa vuol dire amare, finché non ti ho incontrato. Mai permetterò che qualcuno ti porti via da me. Mi specchio ancora una volta. Vediamo se è pronto. Gli ho lasciato il completo scuro da indossare. Entro in camera da letto. - Amore hai fatto. Tra poco sono qui. Io ho finito, devo solo mettere il profumo. - gli dico. - I bambini stanno arrivando con Roberto e Francesca, si sono preparati lì. - Mauro mi ascolti? - chiedo ancora. - Sto facendo il nodo alla cravatta. - urla dal soggiorno. - Vuoi una mano..-chiedo. Mentre mi sto avvicinando, Si gira a rispondermi e mi guarda rapito. - Tutto ok? - gli chiedo. Volevo ammaliarlo e ci sono riuscita credo. Quando esce dal suo sogno mi fa. - Ho tempo per spogliarti e fare secondo round?. - dice serio. - Ma sei matto? - ribatto. - stanno arrivando! Mi sono preparata con cura. Scordatelo se pensi vado a rifare tutto. - gli risponde fintamente indispettita. La mia dea interiore gongola. Volevo che mi guardasse e fosse perso. Mauro smettila di guardarmi così, che mi sciolgo e ti do retta. Cerco di ricompormi. Vuole trattenermi per rubarmi un bacio. Quando mi sono quasi convinta a farlo contento, suona il campanello. - Chiunque sia è proprio indecente presentarsi per primo, nel mio momento migliore. - Taci che sono in orario, scemo! - gli dico ridendo. Mi appresto ad aprire. E percepisco lo sguardo di mio marito, incollato al mio fondoschiena. Prima di aprire gli dico: - Spero tu abbia beneficiato dello spettacolo. Visto che non mi hai mollato ispettore, nemmeno per un istante. - lo provoco. - Avrei beneficiato, solo se ti fossi trattenuta, ma stanotte paghi anche questa. - rispondi calmo. Riesco solo a ridere maliziosa, non vedo l'ora sia stasera. Apro la porta e mi aspettano Vittoria, Giuseppe, Antonio e Ugo. Ben presto la sala è gremita di gente. Dopo aver mangiato e bevuto. E ballato. Lo spettacolo inizia. Il mago Alex ci delizia con le sue magie, il suo humor rendono la festa allegra. Gli animatori hanno letteralmente conquistato i bambini. Dalla vasca piena di palline colorate ai numeri di magia. Infine il momento atteso. La torta! Abbiamo deciso di filmarlo. I gemelli sono al centro con le loro torte. Giulio ha scelto insieme ad Ettore le tartarughe ninja, mentre la piccola Maria d'accordo con Mauretta ha scelto Sailor Moon. Cantiamo tutti insieme tanti auguri e diciamo ai bimbi di esprimere un desiderio prima di soffiare. Magari lo avranno fatto, ma dalla tanta golosità, hanno messo le mani dentro la torta prima di poterla tagliare. Tutti ridono della geniale trovata. Su questo hanno preso da Mauro. La parola un attimo non la conoscono. Tutti gli invitati mangiano la torta, tagliata dai gemelli. La festa continua tra allegria, risate e giochi di bambini. Solo verso le dieci di sera i bimbi iniziano a dare segni di stanchezza. Mentre gli invitati si apprestano ad andare. I Belli Ardenzi junior sono crollati sul tappetino di gomma. Io e Francesca li cambiano e li mettiamo tutti a dormire. Dopo aver sparecchiato, decidiamo di restare tutti assieme per dormire. E a mezzanotte posso mettere piede dentro al letto. Dopo una giornata così lunga, ed estenuante. Mauro fingeva di dormire, aspetta che poggio la testa sul cuscino per saltarmi addosso. - Hai qualcosa da farti perdonare o sbaglio?-sussurra. - Secondo me no. - ribatto. - Sei ancora vestita? - mi chiede stupito. - Credevo volessi togliermelo tu. Non hai fatto altro che puntarmi tutta la sera con il tuo sguardo. - gli dico maliziosa. Non mi risponde ma mi bacia con trasporto, gli metto le mani nei capelli per approfondire il nostro contatto e sento le sue mani accarezzarmi le gambe. Solleva la stoffa del vestito e mi attira verso di sé. Gemo di piacere. Vorrei non smettesse mai di toccarmi così. Vuole farmi impazzire, lo sento. Sta andando piano. Se la prende comoda. E io non riesco mai a stare ferma. Voglio sempre di più. Così gli allento il nodo della cravatta e gli sbottono la camicia, voglio fargli sentire cosa provoca a me la sua presenza. Gli bacio il petto, gli accarezzo la peluria che fuoriesce e ogni centimetro del suo petto. Lo sento sospirare forte e chiama il mio nome. - Germana.... Fermete amore. Rido sta impazzendo, voglio che perda la testa e scendo giù fino ai pantaloni e mi dedico al suo membro. Lo porto al punto di non ritorno e quando ci sono quasi mi solleva per riportarmi da lui. - Ti sei divertita abbastanza... Mi bacia e mi solleva tra le sue braccia, sono seduta addosso a lui. Si struscia su di me e sa che sono pronta. Mi toglie lo slip e mi penetra sono già pronta per lui. Dargli piacere mi ha eccitato come non mai. La nostra danza d'amore inizia e ognuno soffoca i gemiti nella bocca dell'altro. Finché raggiungiamo il paradiso nello stesso momento. Con il fiato corto, appoggiamo le nostre fronti e respiriamo per regolarizzare il nostro respiro. Ci cambiamo per la notte e invece di mettere il pigiama, indosso una sua maglia senza slip. Quando esce dal bagno e si mette a letto mio marito, Mi stringe forte e capisce tutto. - cosa vuoi Germana? - dimmelo. - Te. Voglio impazzire lo hai detto tu. - gli dico con gli occhi scintillanti. Per tutta la notte Mauro mi ama con dedizione. Non abbiamo chiuso occhio, facevamo l'amore e basta. Alle 5 del mattino esausti, ci scambiamo l'ultimo bacio e la buonanotte. Non voglio uscire da qui penso,mentre sono stretta dalle tue braccia. Il posto più sicuro al mondo è sempre il tuo profumo stretta a te, penso prima di addormentarmi al tuo fianco.

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Capitolo 15
*** Le sorprese non finiscono mai ***


Sono giorni che sto male, avrò preso un dannato virus allo stomaco che non mi sta dando pace. Sono più bianca di un lenzuolo, ho rimesso anche l'anima al bagno. Mi guardo allo specchio e sono pallida come un ciencio. - Che diavolo ti sta succedendo Germana?. - mi domando. Spulcio i miei appuntamenti di giornata. Anche se sto poco bene, non posso trascurare il lavoro. E improvvisamente l'occhio mi cade su un appunto che trascuravo da mesi. Il mio ultimo periodo della mestruazione. - Due mesi fa... Non è possibile. - sussurro tra me e me. Annullo tutti gli appuntamenti di giornata e corro in farmacia a prendere un test di gravidanza. Il risultato è inequivocabilmente positivo. Non riesco a crederci. Sono di nuovo incinta. A tre anni di distanza dalla prima, aspetto di nuovo un bambino. Mi tocco la pancia, una nuova vita cresce dentro di me. Sono così felice, dopo tutto avrei dovuto capirlo da sola. La passione tra me e Mauro è inarrestabile . Sembriamo adolescenti, eppure non ne abbiamo mai abbastanza. Facendo un rapido calcolo, credo di aver anche capito il momento preciso di quando possa essere accaduto. Un paio di mesi fa, Roberto e Francesca hanno deciso di accontentare i loro figli portandoli a Disneyland Paris. Saremmo dovuti andare anche io Mauro, con i nostri figli ma sono stata trattenuta per impegni di lavoro. Per non lasciarmi sola, Mauro è rimasto con me a Roma. Non volevamo deludere i bambini, così Tiberio è partito con loro al nostro posto. Si sono divertiti molto e sono mancati quasi una settimana. Io e Mauro la mattina della partenza, abbiamo deciso di andare a Sabaudia al mare. Lì sulla spiaggia abbiamo consumato la nostra passione senza freni,non c'era nessuno ed è stato quasi incredibile. Sapevamo di essere davvero incoscienti per la nostra età,poteva vederci qualcuno comportarci così, atti osceni in luogo pubblico.. Immaginavo la faccia di chi riconoscesse l'integgerrimo ispettore di polizia, alle prese con la passione fuori controllo per la consorte. Ma nonostante tutto questo mi sentivo una ragazzina che fa qualcosa di proibito, non volevo rinunciarci, era adrenalico. Uno dei momenti a luci rosse davvero è stato la rincorsa fino alla battigia, il bagno in mare, la nuotata era finita tra schizzi e risate. Mauro mi ha imprigionato tra gli scogli e il suo corpo. Abbiamo visto le stelle, la passione è stata incontenibile. Non mi reggevano nemmeno le gambe. Mi ha riportato a riva lui,tra le sue braccia. Mi ha avvolto con il telo e quando abbiamo ripreso fiato, siamo rimasti abbracciati sulla spiaggia. Non abbiamo usato precauzioni, non lo facciamo mai. Per quanto siamo sicuri di essere entrambi fertili, nessuno si aspettava un'altra gravidanza. Alla nostra età poi. Non siamo anziani è vero, ma nemmeno tanto ragazzini dai. Mi chiedo come la prenderà. Decido di farlo stasera stessa. Rimuginarci non ha senso. Cerco di distrarmi lavorando. Tiberio torna con i gemelli. Li ha presi a scuola insieme ad Ettore. Così li faccio pranzare. - Germana stai bene? - mi chiede. - Si papà stai tranquillo. - gli dico io. - Sei ancora pallida.Mi fai preoccupare, perché non chiami il medico? - domanda preoccupato. - Non è niente di grave, stai tranquillo. È normale nelle donne in stato interessante, avere nausee, sbalzi d'umore. - gli dico con il sorriso. - Sei incinta Germana? - chiede sorpreso Tiberio. - Si papà lo sono. - dico con occhi scintillanti. - Figlia mia vié qua, fatte abbraccià. - Sono così felice Tiberio, non mi sembra vero,ma anche molto preoccupata. - E di cosa? - chiede amorevolmente. - Come potrebbe prenderla Mauro. Ho tante ansie. - sussurro io. - Mauro sarà felicissimo non ho dubbi. Altri nipoti in arrivo. - esulta Tiberio. La sua gioia coinvolge anche me. La nostra famiglia si allarga sempre di più. Non potrei che esserne felice. Decido di preparare qualcosa di importante stasera. Tutti i piatti preferiti da mio marito sarà una serata solo per noi. Il mio amato suocero si presta volentieri ad aiutarmi. Dopo avermi aiutato a preparare la matriciana. La carne e la crostata. Mi lascia il campo libero. Dice di portare i bambini da Roberto e Francesca stasera. Li rivediamo domani, così avremo la casa solo per noi. Dopo aver salutato i miei bambini e abbracciato forte Tiberio. Inizio a prepararmi. Scelgo con cura l'abbigliamento, voglio qualcosa d'effetto, metto a soqquadro l'armadio. Trovo un vestito nero, di cui avevo scordato anche l'esistenza. È monospalla, con i brillantini sul petto, la sottoveste trasparente che si vede e lascia poco spazio all'immaginazione. Faccio un lungo bagno caldo con i sali.. Resto nella schiuma per un po'. Mi lavo i capelli e decido di lasciarli mossi. Usando la schiuma e diffusore. Mi trucco leggero, a mio marito piaccio naturale, ma adoro imbellettarmi. Mi cospargo il corpo con la mia acqua corpo e inizio a vestirmi. Indosso i collant le scarpe e scelgo i gioielli e infine mi infilo il vestito. Sono pronta e continuo a rimirarmi allo specchio pensando di aver scordato qualcosa. Ma non mi capacito di cosa possa essere. Alla fine la lampadina nella mia testa si illumina. Cospargo l'ingresso di petali di rose.. Così Mauro quando ritorna sarà sorpreso. Metto le luci soffuse. E preparo la tavola con le candele. E musica soft da sottofondo. È tutto pronto, manchi solo tu amore mio. Mi accomodo sul divano, con un bicchiere di vino bianco e ti aspetto, manca poco al tuo arrivo. Ti santo entrare in casa. Mi chiami. - Germana, amore sto a casa! - esclami. Noti i petali, ti avvicini piano alla sala. Ti guardo fisso e socchiudo piano la bocca, ti avvicini lentamente e mi sussurri di aver appena perso l'appetito di cibo. Stavolta faremo le cose con calma. - Mi sono dimenticato qualcosa di importante forse? - inizi preoccupato. - No amore, nulla. - ti tranquillizzo. Tiri un sospiro di sollievo. - Balla con me signora Belli? - mi chiedi. - Volentieri amore mio. - ribatto. Mi fai volteggiare e tra le tue braccia, mi sento in paradiso. Non riesco a guardarti negli occhi, tengo lo sguardo fisso per terra, allora tu con delicatezza, smetti di ballare, con due dita mi sollevi il mento e mi guardi con tutto l'amore del mondo. - Che ti succede Germana? Mi chiedi a bruciapelo. - Ti conosco meglio di chiunque altro, sei mia moglie. Cosa devi dirmi, che ti fa tremare così? - chiede Mauro. - Ho timore a rivelartelo. - ti sussurro. - Dimme amore, stai calma e tranquilla. - dice mio marito. - Aspetto un bambino Mauro! Ho organizzato tutto questo per dirtelo, ma non sapevo come avresti reagito. Mi guardi con il volto sconvolto non te l'aspettavi per niente. Allora inizio a spiegarti... - Lo so che forse non è il momento... Che non te l'aspettavi... Ma... - balbetto frasi sconnesse. Finché ti spunta il più bel sorriso del mondo. Mi metti due dita sulla bocca per farmi tacere e mi sussurri di essere l'uomo più felice del mondo. Scoppio dalla gioia e ti stringo forte. - Sono l'uomo più felice del mondo Germà... - mi dici emozionato. - Amore, non sai come ero in ansia per dirtelo. - Avere dei figli è un dono, noi lo sappiamo bene. - Ma avere un altro figlio da te, saperlo dalla tua bocca.. Condividere questo momento dal primo istante è un sogno amore mio! - dice Mauro. - Amore mio.. - sussurro io. Mauro mi bacia con passione e rispondo con la stessa intensità. Mi stacco da lui, prima che la nostra cena finisca in pattumiera. Mi stacco di malavoglia e tu sei reticente a lasciarmi andare. - Mauro la cena, poi tutto il resto... Lascio la frase a metà. Ci accomodiamo e consumiamo la nostra cena. Tra sguardi innamorati e complici. Non servono le parole.. A volte uno sguardo vale di più di mille parole. Finisco di servire la crostata, e mio marito mi trattiene. Mi siedo sulle sue gambe e lo bacio a tradimento. - Sei sleale. - borbotta Mauro. - Ma dove sono i bambini? - chiede lui. - Da Roberto con tuo padre ci hanno lasciato soli. - ti sussurro. - Bene, allora non c'è motivo di continuare a girarci intorno. - mi dice Mauro. Mi prende in braccio e mi accompagna in camera da letto. - Ora posso amarti senza riserve. - Ti amo anche io Mauro. Sono tua. Trascorriamo la nostra notte d'amore, mi sono sentita viva come non mai. La prima volta che ho scoperto di essere incinta, ero diventata vedova da poco, vedevo tutto nero e volevo chiudere gli occhi per non riaprirli più. Adesso a distanza di anni, dopo aver appreso la verità, ritrovato mio marito non mi capacito di tanta felicità. Mi sento benedetta per la vita che sto vivendo. Che questo momento duri per sempre. Che niente e nessuno possa ottenebrare la felicità che sento. Mentre sono stretta dalle tue braccia, questi sono i pensieri che affollano la mia mente e il mio cuore. Con la più grande delle gioie, mi addormento sul tuo petto con il tuo braccio che mi tiene stretta e la mia mano sul tuo cuore.

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Capitolo 16
*** Il passato che ritorna ***


Sono andata a lavorare di malavoglia stamattina. Sarà il mio stato interessante, ma oggi sono tremendamente nervosa e stranita. Un brutto presentimento, ecco cosa sento. Cerco di mandarlo via, ma prepotentemente, la sensazione di fastidio mi perseguita. Qualcosa sta per andare storto. Me lo sento. Accadrà qualcosa di brutto. Mi tocco la fede nuziale e come colta da un scossa decido di chiamare Mauro. Guardo l'orologio è mezzogiorno passato. Per oggi basta così, si torna a casa. E per fortuna, Finalmente mio marito risponde al telefono, ero preoccupata, ma stava interrogando un pregiudicato e non poteva rispondere,mi rassicura di stare bene e mi promette di tornare presto a casa. Riaggancio un pochino più sollevata,ma la mia inquietudine non passa. Mentre sono al parcheggio, ho di nuovo la stessa sensazione. Mi giro a guardare dietro di me,non vedo niente di strano. Solo gente di fretta. E una donna che cattura la mia attenzione. Molto bella, non è italiana ma straniera. Eppure mi sembra di averla già vista da qualche parte. Sto diventando paranoica per davvero. Mi impongo di smettere di esserlo,metto in moto e parto. Ah gli effetti della gravidanza! Non mi accorgo che la donna che mi aveva colpito, mi sta seguendo. Arrivo sotto casa e non faccio in tempo ad aprire la porta che una pistola alla tempia mi gela. - Stai ferma e non muoverti Stronza. - dice una voce femminile. Tremo di paura. Non so cosa fare, vorrei che Mauro fosse qui. Cerco di farmi coraggio e le parlo. - Cosa vuoi da me? - le chiedo. - Parlare in un posto tranquillo. - risponde. Scendiamo le scale e mi fa raggiungere la mia macchina. Mi sequestra la borsa e tutti i miei effetti personali. Dopo avermi fatto salire in macchina mi da un colpo in testa e perdo i sensi. Mi risveglio ore dopo, con una secchiata d'acqua in viso. Mi rendo conto di essere legata ad una sedia con corde alle mani e i piedi. Davanti a me la donna che mi aveva colpito al parcheggio. - Chi sei? Perché mi hai fatto questo? Ho dei figli piccoli, lasciami andare. - le dico disperata. - So che hai figli Germana Mori. So tutto di te. - dice la donna. - Come fai a sapere il mio nome? Cosa sai di me? - chiedo. - Parto dall'inizio, così magari mi capisci. - Mi chiamo Paula Cardozo ero fidanzata con quello che oggi è tuo marito. Mi ha abbandonato,da un giorno all'altro, sono tornata per vendicarmi. Perché mentre io raccoglievo, i cocci della mia vita distrutta. Lui dopo poco tempo ha incontrato te e ti ha sposato. - dice la donna. Sono sconvolta totalmente, sono stata rapita da una ex di mio marito. Ecco dove l'avevo vista, nella scatola dei ricordi di Mauro. Ci siamo raccontati il nostro passato in luna di miele. Non avrei mai voluto che mio padre interferisse ancora una volta nella nostra vita, raccontando cose deleterie per il nostro rapporto. Siamo stati onesti e sinceri. E ci siamo detti tutto. Cerco di farla ragionare. - Ascoltami Paula, ti prego stai commettendo una follia. - inizio io. - Ah si, perché? - chiede Paula. - Tu stai vivendo la mia vita, dovevo esserci io al tuo posto? - urla di rimando. - Se la tua storia con Mauro è finita, ci sarà un motivo, non penso tu sia cattiva, ti prometto che se mi lasci andare non dirò niente a nessuno. Ma mettiti una mano sulla coscienza, ho tre figli che mi aspettano.. e uno in arrivo. - dico con la voce rotta dal pianto. - Sei incinta? - chiede allibita Paula. - Si. - risponde flebilmente Germana. - Maledetta cagna, non ti bastavano tre figli? Ancora ne vuoi eh? - mi urla la brasiliana. Mi colpisce con violenza in viso e mi esce sangue dal labbro. Cerco di non piangere, ma lei continua ad insultarmi. Rivuole la sua vita, il suo uomo. Continua a ripeterlo mentre mi colpisce, io mi rannicchio su me stessa, per quanto mi sia possibile, devo proteggere mio figlio. Ma è tutto inutile. L'ultimo schiaffo mi fa capitolare a terra e gemo dal dolore. - Il mio bambino... - sussurro tra le lacrime... Mi si appanna la vista e sento dolore ovunque. Mi sembra di sentire in lontananza la voce di Mauro. - Amore mio, sono qui, vienimi a salvare. - biascico. Sono ridotta male, ma nel mio delirio davvero credo di sentirlo. Paula mi Strattona e mi punta la pistola al grembo. Riesco solo a pensare alla mia creatura. Mi sveglio dal mio torpore quando sento la mia sequestratrice dire queste parole: - Cosa sei disposto a fare per questa donna Mauro? - chiede la brasiliana. - Donare anche la vita se è necessario, butta sta pistola Paula. - dice Mauro. - Mauro, amore. - urlo io. - Zitta puttana. Che ti sparo senza che te ne accorgi. - ribatte. - Germà sto qua, scusa se so arrivato tarde. Perdonami amore, se ti succede qualcosa non me lo perdonerò mai. - dici afflitto. - Mi sto commuovendo guarda. - dice ironicamente Paula. Nel pronunciare queste parole, alza gli occhi al cielo, Mauro approfitta di questa distrazione per avventarsi su di lei e Disarmarla, ma nella colluttazione, non può evitare che parta un colpo che si piazza nel petto di Mauro. - Nooooooooooo.. - urlo con disperazione e con tutte le mie forze. Mauro risponde al fuoco e spara a Paula, la donna finisce atterra e dice poche parole. - Ti ho amato Mauro... Volevo solo tenerti con me.. - sospira Paula. - Il nostro tempo è finito ormai. Per me esiste solo Germana. La amo davvero, come non mi era mai capitato. - Amavi anche me... - continuo io. - No, ti ho voluto bene, ma il vero amore l'ho scoperto con lei. Di te conservavo un bel ricordo, lo hai distrutto, se capita qualcosa a mia moglie, o a nostro figlio non te lo perdonerò mai. Mi auguro tu sopravviva a tutto questo per poter pagare il tuo gesto ogni singolo giorno nella tua vita in carcere. Paula piange lacrime amare, ma non le resta altra opzione. Chiami l'ambulanza e il decimo avvisato da te, si precipita nel capannone. Mio marito si avvicina a me e sta piangendo come un disperato. Cerco di asciugargli le lacrime mentre mi aiuta a slegarmi. Sono piena di contusioni, ma lo abbraccio forte e gli dico che la deve smettere di incolparsi. Gli tasto il petto e sento il suo giubbotto antiproiettile sotto le mie mani. - Non c'è penso a morì Germà, stai tranquilla. Perdonami perché a causa mia hai Passato un calvario. - dice mio marito - Basta amore ti prego, non è colpa tua. - gli dico. - Si, ti espongo solo a pericoli. Lavoro di merda che me so scelto! - esclami. - Questo lavoro è tutta la tua vita, amore mio. Ti ho conosciuto grazie a questo lavoro, mai potremo rinnegarlo. Certo affrontiamo momenti difficili, ma è come li superiamo che ci rende persone migliori.- dico io. - La mia donna, come farei senza di te eh? - mi domanda. - Saresti perso totalmente! Come mi hai trovato? - Gli chiedo. - Grazie al GPS che hai in macchina e alle telecamere che sono installate sotto il portone di casa. Mancavi da ore. Nessuno ti aveva vista, al lavoro non c'eri. Mio padre non aveva tue notizie. Mi sono allarmato, pensavo di non arrivare in tempo. Quando ho visto chi ti aveva preso, volevo morire. Ho deciso di entrare da solo, perché magari vedere me avrebbe fatto ragionare Paula. Mi sbagliavo, se non fosse stato per Roberto che mi ha fatto mettere il giubbotto antiproiettile, piangevamo una disgrazia. - finisco d'un fiato. - Sei qui amore mio e ci sono anche io. Stiamo bene... Non finisco la frase che un dolore lancinante al basso ventre mi squarcia le viscere. E un liquido caldo, mi attraversa le cosce. - Noooo, il bambino Mauro. - urlo disperata. Mi alzi la gonna e sono in una pozza di sangue. Sei sconvolto quanto me, mentre piango disperata, prendi della stoffa e tamponi, sperando sia sufficiente a colmare la mia emorragia. Paula ci guarda, e in questo momento la odio con tutto me stesso. Vorrei ucciderla con le mie mani, mi trattiene solo che sei attaccata a me, mentre urli amore mio. - Germana, te prego stai calma, sta arrivando l'ambulanza, quando ormai sono al limite sento le sirene. Ti seguo in ospedale, mentre i paramedici ti prestano il primo soccorso. La corsa in ospedale è un tragitto infinito. Vieni portata direttamente in sala operatoria. Ho paura davvero, per te e per il nostro bambino. E mentre aspetto vedo Paula. La mia pallottola non è stata mortale, sopravviverà. È stata medicata e portata via. Ora è in stanza. Vorrei farmi giustizia da solo, ma ci perdo solo io. Sto per commettere il più grande sbaglio della mia vita, quando mi chiama il medico. - Signor Belli, mi dispiace ma sua moglie ha perso il bambino. Il feto non ce l'ha fatta a resistere allo sforzo a cui è stato sottoposto. Ha ricevuto varie percosse ma è l'ultimo forte colpo è stato decisivo che non le ha lasciato scampo, se non fossimo intervenuti, forse anche per sua moglie non ci sarebbe stata speranza. Mi dispiace davvero, dare certe notizie è ciò che odio di più del mio lavoro. Si faccia coraggio e stia vicino a sua moglie. Avrà bisogno del suo aiuto. - dice il medico. Sono terrorizzato, completamente inerme, la mia Germana, povera amore mio. Quanto dolore ancora dovrà sopportare a causa mia. Mi sento colpevole e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Vorrei solo urlare. - Signor Belli, purtroppo non è finita... - aggiunge il medico. - Che può esserci di peggio dottore? - gli chiedo. - Mi dispiace, ma non credo che sua moglie possa avere altri figli. Ha preso un'infezione durante l'intervento, non mi spiego come, l'unica spiegazione che riesco a darle è che saranno state le difese immunitarie erano basse. Questa non è una diagnosi definitiva, magari sua moglie reagisce alla cura somministrata,ma non mi sento di escluderlo. È in terapia intensiva, ha la febbre alta. Le stia vicino. - asserisce il medico. - Che Razza di marito sono... - sussurro tra le lacrime. Mi raggiunge Roberto. E tutto il decimo. - Mauré, come sta Germana? - chiede Roberto. - oh risponneme.. - mi Strattona. - Germana ha perso il bambino, rischia de non poté ave più figli, per colpa mia.. - sussurro. Sono tutti sconvolti, si stringono attorno a me e io vorrei solo lasciarmi andare a questo dolore che mi sta consumando. Come farò a dirlo a Germana? Chiedo di essere lasciato solo, di avvisare mio padre che si occupi dei bambini. Io devo stare con mia moglie.. La veglio giorno e notte. Finalmente dopo tre giorni Germana, riapre gli occhi. Non me sembra vero. - Mauro... - sussurra debolmente. - Amó sto qua... Non parlare nn t'affaticà. - le alito dolcemente. - Ho dolori ovunque, ma sento un dolore dentro che non mi lascia, ho perso il nostro bambino vero? - chiede con i lacrimoni agli occhi. Riesco solo ad annuire, vederla disperarsi mi sta logorando dentro, come un acido. Cerco di confortarla, le resto accanto e la tengo stretta a me. Finché non arriva il medico a visitarla. Ringraziando Dio, il fisico di Germana, risponde alla cura. Più difficile sarà sanare la ferita interiore che si è creata. Per quelle ferite, non esiste cura possibile. Ti addormenti sfinita. E ti bacio la fronte prima di uscire. Ho un conto in sospeso da saldare!

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Capitolo 17
*** Fermati Mauro ***


Sto entrando nella camera di Paula, il medico le ha detto di riposare. Ci sono dei poliziotti davanti la porta della stanza. La sorvegliano, non deve assolutamente scappare, appena si riprende verrà tradotta in carcere. Riconosco le due sentinelle,sono colleghi. Li convinco a prendere un caffè e a riposare per un po', dopo la nottata. Gli assicuro che avrei vegliato io la donna al loro ritorno, così mi accingo ad entrare. Riposa beata, me fa na rabbia, se penso a mia moglie devastata dalla perdita del nostro bambino. Vorrei farle del male. La odio con tutto me stesso. Sento la stessa rabbia di quando ho scoperto chi era l'assassino della mia migliore amica Angela. Ho scelto di fare sto mestiere per migliorare il mondo, per aiutare quelli che amo. E invece mi da solo problemi. Metto in pericolo la mia famiglia, invece di proteggerla. Vorrei ucciderla. Per la prima volta in vita mia, sento di non voler agire per giustizia, ma per vendetta. Sono condannato e lo so, dopo questo gesto, la mia vita è finita. Ma voglio vendetta, non mi ridarà cosa mi ha tolto, ma starò tranquillo sapendo che mai più farà del male a chi amo. Beffardo il destino, sto per porre fine alla vita di una donna, che un tempo amavo. Ora sento solo repulsione alla sua vista. Ho la pistola puntata contro Paula. È questione di un attimo, devo solo premere il grilletto. Sudo freddo, le mie mani e la mia fronte sono fradicie. Ma quando sto per commettere una vera follia. Sento una voce.. - Fermati Mauro! - Dice la voce di mia moglie. Mi giro di scatto. È proprio lei. Cammina con la flebo attaccata. - Che ci fai qui Germà? Devi riposare. - le dico. - Abbassa quella pistola, Mauro, non sei un assassino. Non ho sposato un criminale, ma un uomo dal cuore grande e puro. Un uomo che ha la mole di un gigante, ma che è tenero come un bambino. Un uomo che sa amare e perdonare, che è un padre stupendo e marito meraviglioso. Un uomo di stato, fedele alla divisa che indossa, per cui rischia ogni giorno di lasciarmi vedova. Ma che crede in ciò che fa. Nelle istituzioni, nella legge, nella giustizia. - conclude. Mi guardo, inorridito dal mio gesto e mi inginocchio ai suoi piedi. Mi prendo la testa tra le mani. - Cosa sono diventato? - sussurro piangendo. - Amore mio, tutti vacilliamo a volte, basta fermarsi in tempo. Non ti condanno, per cosa volevi fare, anzi ti capisco. Ma non è la soluzione, perché la sua morte, sarebbe stata la tua condanna e la mia. Perderci per sempre. - gli sussurro tra le lacrime. - Come fai a guardarmi Germana? Devo essere un mostro ai tuoi occhi... - le dico afflitto. - Mai penserò questo di te, Mauro. Il dolore ci annienta, non siamo lucidi. Ma affrontiamolo insieme. Io ho bisogno di te. - ti alito sul viso. Ti asciugo le lacrime e ti bacio. - Te farai scoppià un braccio, ti sei alzata con le flebo, ma come hai fatto a sapere che ero qua. - chiedo. - Ero andata a fare un controllo, ho sentito dei poliziotti parlare del mio incidente, che erano dispiaciuti per la perdita dei coniugi Belli. E che volevano tornare prima possibile dalla brasiliana, perché avendoti lasciato solo con lei, non erano tranquilli. - mi spiega. - Mi sono precipitata e sono arrivata in tempo, per fortuna! - esclama tirando un sospiro di sollievo. - Sarei perso senza di te, lo sai vero? Mentre ti faccio la domanda ti attiro a me, sono orfano del tuo sapore da troppo tempo. Mi contraccambi e ti prendo in braccio. Voglio uscire fuori da qui immediatamente. Ti riporto nella tua stanza, ti rimbocco le coperte come una bambina. -Mauro, ho bisogno di te, niente più colpi di testa ok? E ricordati sempre che ti amo ! - esclama Germana. -Mai più amore mio, te lo giuro, stai tranquilla. Ti amo da morire anch'io ! - le sussurro. Adesso però Devi riposare e riprendere forze, perché voglio portarti a casa, il prima possibile. Mi siedo accanto al tuo letto e ci addormentiamo con le mani strette l'una nell'altra. Nel tardo pomeriggio, arrivano i nostri figli e il decimo a farti visita. Per quanto la situazione non sia delle migliori, almeno saperti viva è una gioia. Verrai dimessa tra qualche giorno, per fortuna. Intanto qualcun altra ha conti in sospeso. E un interrogatorio al decimo a cui essere sottoposta. Paula viene dimessa. Voglio portarla in galera di persona. Quindi appena Luca mi avvisa. Mi precipito. - Mauro... - mia moglie mi chiama. - Dimme Germà... - sono in sospeso. - Ti aspetto! - mi dice. Torno indietro e la bacio davanti tutti. Poco mi importa dei colleghi, dei miei figli, di mio padre che ci osservano. Sono innamorato di mia moglie, ogni giorno della mia vita, glielo dimostrerò. Le accarezzo il viso, come faccio sempre ed esco. - Tranquilla Germana, non è solo! - esclama Roberto. - Stategli accanto, ve ne prego. - imploro. Tutti i colleghi di Mauro, gli vanno dietro. Resto sola con Tiberio, Francesca e i bambini. Francesca si offre di portarli a casa, le sono grata, per tutto ciò che fa. Mi stringe una mano e mi dice che le piace farlo. Saluto i miei tesori e resto sola, con mio suocero. - Figlia mia, come ti senti. - dice Tiberio. - Sono in ansia, papà. Preoccupata per Mauro. - rispondo onestamente. - Che è successo? Qualche cosa che non so.? - chiede apprensivo. - Non dirglielo, ok? Resta tra me e te. Tiberio annuisce e glielo racconto. - Povero figlio mio, a che punto è arrivato. - commenta tiberio. - Credo fermamente che si sarebbe fermato comunque. Anche senza il mio intervento. Sarebbe tornato in sé per tempo. I suoi occhi erano impauriti, non da assassino. Magari avermi ascoltato, ha fatto sì che ragionasse di più. - concludo. - Meglio così, sei la benedizione da a vita mia, Germana. C'è volevi te, per tenere a bada, quella testa calda de Mauro. - conferma Tiberio. Ridiamo insieme, delle sue parole. Mi sento molto affaticata. E mi chiede di dormire, veglierà lui sul mio riposo. Lo abbraccio forte e gli sciocco un bacio sulla guancia. Lentamente i miei occhi si chiudono e cado in un sonno profondo e senza sogni.

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Capitolo 18
*** La fine di un incubo ***


Mauro e Roberto sono al decimo. Stanno discutendo prima dell'interrogatorio a Paula. - Mauro, te lo ripeto sei troppo coinvolto per interrogarla.-spiega Roberto pazientemente. - Te lo ripeto Robé, ha quasi ammazzato mi moglie, ci ha fatto perdere la creatura che aspettavamo. Germana rischia la sterilità. Lo vuoi capì o no? E vuoi che me ne sto fori? Te lo puoi scordà. - insiste Mauro. - Mauro la interroghiamo noi, puoi guardarci dal vetro. E intervenire se lo ritieni opportuno. Se ti vede può essere non parla e non caviamo nulla da lei. - provo a convincerlo. - Basta la testimonianza di Germana e la mia per inchiodarla.- ribatto. - E se avesse dei complici Mauro? E se tornassero a finire il lavoro? Non ci pensi a Germana? Se dovessi perderla per la tua testa dura. Appena sapremo di più da lei, ti garantisco che ti ci faccio parlare. Ma prima lascia che la risolviamo noi. Abbi fiducia! - lo supplico. Mauro si convince per fortuna. Aspetterà da dietro il vetro il mio segnale. Paula non sarà sottopressione vedendo Mauro e riusciremo a capirci qualcosa. Paula viene portata in sala interrogatori. - Mauro dove è? - chiede lei. - Non c'è, in questo momento è con la moglie in ospedale. - le risponde Roberto. - Perché sono qua! - chiede. - Per rispondere alle mie domande? Perché hai rapito Germana? Hai fatto tutto da sola? Cosa volevi e soprattutto perché adesso? - domanda Roberto. - Sono tante domande! -vuole prendere tempo. - Paula ascoltami bene, la tua posizione è molto grave. Il carcere non te lo toglie nessuno, ma se collabori magari il giudice ne terrà conto! - esclama Roberto. Sono furioso, non voglio sconti di pena. Mi arrabbio e vorrei entrare, ma mi ferma Alessandro. - Comprendo la tua rabbia, ma no. Non devi farti prendere dall'Ira. Roberto sa cosa fa. Pazienta amico mio. - mi dice l'ispettore Berti. Sbuffando ritorno al mio posto e osservo l'interrogatorio. Dopo quasi un'ora Paula decide di parlare. - Sono tornata per vendicarmi di lui. In Brasile ho conosciuto un ragazzo che gli assomigliava. Ho sempre sognato di tornare con lui. E magari quella somiglianza mi avrebbe aiutato. Ma questo uomo era un vero bastardo. Mi picchiava e non mi amava. Ero solo io ad amare lui. Con il tempo scoprì che era un drogato, di marijuana ed eroina. Ne era assuefatto totalmente. Cercai di scappare via, ma non ci riuscì. A causa delle sue violenze, persi la creatura che aspettavo. Sono caduta in depressione. E con il tempo ho covato questa vendetta ai danni di Mauro. Feci delle ricerche e ciò che scoprì sugli anni passati qui, dopo la nostra separazione, mi sconvolse. Aveva trovato una moglie, aveva una famiglia ed era felice. Io senza di lui ero stata persa, mi sono buttata in una relazione che mi aveva distrutto totalmente. Lui invece era riuscito ad essere felice. Mi ha reso folle di gelosia tutto questo. Vedevo Germana, come un nemico da distruggere. E fare soffrire lui, come avevo sofferto io. È brutto, ma mi ha accecato il dolore. Ho convinto Miguel a seguirmi, perché pensavo di ottenere denaro. Ma non ci sono riuscita. Se avessi fallito, lui in persona avrebbe fatto del male a Germana. Se si è saputo del mio arresto, verrà a cercare Germana. È solo questione di tempo. - finisce Paula. Sbianco letteralmente. Nella mia testa solo una paura. La vita di Germana, in pericolo. Chiamo mio padre e mi dice che sta riposando. Mando una pattuglia in ospedale a vigilare Germana. Ed Entro come un folle nell'ufficio interrogatori. - Dimme dove sta il tuo complice? - le chiedo. - Non ho idea, ci siamo separati perché ero convinta di farcela. Ma così non è stato. - dice. - vuoi farmi credere che non sai come rintracciarlo. - le urlo. - Calma Mauro! - dice Roberto. - quali erano gli accordi? - continua Roberto. - dovevamo vederci venerdì al quadrato. Ma oggi è domenica. Avrà capito che qualcosa è andato storto. - continua. - Chiamalo, digli che è andato tutto bene. E che lo vuoi incontrare. - dice Roberto. - Non posso, mi ammazza se lo scopre. - asserisce. - Scegli tu, se mi aiuti a prenderlo, avrsi qualche agevolazione. Se non collabori, noi lo troviamo e lo mettiamo dentro, ma senza attenuantj per te! - esclama Roberto. Sei grande amico mio. Penso nella mia testa. Paula collabora e riusciamo ad incastrarlo. Era nascosto nel capannone del quadrato. Circondiamo l'area e alla fine dopo averlo attratto in trappola. Lo arrestiamo. Finiscono in galera entrambi. Prima di andare in carcere. Paula si avvicina a me e mi chiede perdono. Non riesco a concederglielo. Ma saperli in carcere mi rende più sereno. Così decido di tornare da mia moglie, finalmente posso riportarla a casa. Mi precipitò in ospedale. La vedo bellissima nella sua camicia da notte. Mio padre le ha fatto la valigia, manca solo riportarla a casa. E firmare i documenti. - Germana, amore mio. - ti chiamo. - Mauro! - esclama. Mi guarda con un sorriso enorme e si butta tra le mie braccia. - Dormi tranquilla, nessuno ti farà più del male. Sei al sicuro adesso. Li ho arrestati tutti. - le confermo. Tiri un sospiro di sollievo. Ti sollevi sulle punte e mi baci. Mio padre ci osserva e ci lascia soli. Ti aiuto a vestirti e ti riporto a casa. Il tuo posto sarà sempre accanto a me. I tuoi passi saranno i miei. La mia vita sarà sempre la tua. Il tuo respiro sarà sempre il mio!.

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Capitolo 19
*** Faccia a faccia ***


Sono stata convocata in carcere per una richiesta di visita ad una detenuta. Ho molto timore ad andare, specie perché Mauro, sono convinta non ne sia stato informato, ma soprattutto non sarebbe d'accordo. Sono trascorsi più di sei mesi,dal mio rapimento. Ancora faccio fatica a riprendermi. Sono andata anche da uno psicologo, avevo bisogno di somatizzare la mia perdita. Per quanto mio marito, la mia famiglia e i miei amici mi stavano accanto. Avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse da esterno. Con molta fatica, ho compiuto i primi passi, verso la fine del tunnel in cui ero caduta. Non riuscivo nemmeno a concedermi al mio sposo. Un po' per via dell'aborto subito, mi ha lasciato tracce non indifferenti e dovevo aspettare prima di poter tornare ad avere intimità, un po' per incapacità mia, non riuscivo più a lasciarmi andare. Adesso però mi sento pronta. Non dimenticherò mai Come con infinito amore, Mauro mi ha aspettato finora, senza farmi pressioni. Non so in quanti al suo posto lo avrebbero fatto. Mi riempie d'amore, grazie al suo sostegno ce l'ho fatta. Le mie ferite stanno guarendo a poco a poco, il mio corpo lentamente si sta riprendendo. Potrò riavere una vita normale. Spero che anche le mie analisi siano positive. Sapere di essere sterile, mi ha devastato. Ora capisco fino in fondo cosa ha provato Mauro, quando non si sentiva abbastanza. Si sentiva impotente. Ci si sente a metà. È vero. Ma l'amore è più forte di tutto. Non avrei rinunciato a lui, anche senza figli. E lui altrettanto. Il nostro amore va oltre. La famiglia non sono solo i figli. Significa anche avere degli affetti. Noi ci amiamo. Noi siamo una famiglia. I nostri pargoli sono stati la nostra gioia più grande. Non posso rischiare di perdere tutto. Mi assale un doloroso ricordo, quando per non aver raccontato a Mauro di una mia inchiesta, mi hanno sparato senza pietà, ero svestita a letto con un altro, hanno fatto ricadere la colpa su Mauro e instillando il dubbio di averlo tradito. Non accadrà mai più. Sarò onestà e gli dirò della richiesta di Paula. Mi precipito al decimo. Ugo mi informa che sta interrogando e quindi dovrò aspettare. Mi siedo nel suo ufficio, nel frattempo avviso Tiberio, di occuparsi dei bambini. Nel pomeriggio non posso tornare. Finito il colloquio. Mauro mi vede e mi raggiunge. - Amore, che c'è fai qua? - mi chiede. Non riesco a rispondere perché mi bacia. Gli sorrido e metto le mani tra i suoi capelli. - Ti devo parlare, di una cosa importante. - esordisco. - Paula mi ha citato, vuole incontrarmi in carcere. Prima che tu possa arrabbiarti,voglio sapere cosa ha da dirmi. - gli dico. Lo vedo sbuffare e arrabbiarsi, non se lo aspettava. - Che diavolo vuole? Me ne occupo personalmente. - urla infuriato. - Mauro aspetta, voglio capire cosa vuole da me. - gli dico calma. - Che può volere, farti del male Germà. Non glielo permetterò. - dice deciso. - Infatti voglio che tu venga con me, a parlare con lei. Lei mi ha espresso il desiderio di essere sole. Ma non volevo mentirti. Quando non ti ho detto cosa facevo con Liverani, sei stato malissimo. Non accadrà mai più. Voglio capire cosa vuole Mauro. E dimenticarla una volta per tutte. - gli dico decisa. - Sei sempre più lucida de me, in certi frangenti. Se è ciò che vuoi, va bene verrò con te. Ma al primo passo falso, blocco tutto e c'è ne andiamo di immediato. D'accordo? - mi dice. - D'accordo amore! - esclamo. Arriviamo al carcere Regina Coeli. Non ci sono mai stata un po' mi mette in agitazione. Mauro lo intuisce e mi tiene per mano. Firmiamo i documenti per poter accedere alla sala visite e quando abbiamo fatto ci rechiamo nella saletta. Mi sento soffocare, questo luogo è triste, mi manca l'aria. Mi sostengo dal braccio di Mauro, mi sorregge e mi accarezza. Mi chiede se voglio andare via, ma voglio andare fino in fondo a tutto questo. Ci stiamo per scambiare un bacio, quando la porta dal lato opposto si apre ed entra Paula. Che ci guarda. - Volevo incontrarti da sola Germana... - inizia Paula. - Non c'è l'avrei mandata ne ora ne mai, da sola qui dentro se doveva incontrarti. - ribatte Mauro alterato. - Amore calmati, resta seduto lì e permettile di spiegarsi. - dico pazientemente. Come se stessi parlando ad un bambino, cosa da pazzi. Mauro ubbidisce stizzito e si siede di malavoglia nella seggiola accanto alla mia. Sorrido della sua espressione corrucciata. Faccio altrettanto e mi siedo di fronte a lei. Sono pronta ad ascoltare cosa ha da dirmi. - Perché sono qui Paula? - chiedo diretta. - Abbiamo un conto in sospeso io e te... - inizia. Sento Mauro sospirare per iniziare un'accesa discussione, ma lo blocco mettendoli una mano sulla gamba. - Vai avanti, allora. - continuo. - Ho avuto modo di riflettere in questo posto, per tutto ciò che ho fatto e detto. Non mi riconosco, non sono una cattiva persona. Ero fuori di me, non è una giustificazione, ma mi piacerebbe anche se non ci spero, che tu accettassi le mie scuse. Ti ho fatto del male, ti ho insultato e soprattutto ho permesso che la mia tragedia personale si ripercuotesse su di te. Per questo ti chiedo perdono.! Qui dentro ho tantissimo tempo per pensare, , ma questo te lo dovevo. Non ti ridaró cosa ti ho tolto, ma spero che un giorno saprai perdonarmi. - conclude Paula. Resto senza parole, non me l'aspettavo. -Paula Il dolore annienta, dobbiamo avere vicino persone che ci aiutino ad uscire dal tunnel buio delle nostre tragedie. Se tutto questo me lo avessi detto mesi addietro, la mia risposta sarebbe stata differente. Ma oggi ti dico, che portare rancore non serve a niente. Ci avvelena soltanto. Io ti perdono, mi auguro tu quando uscirai di qui,potrai ricostruire la tua vita. -le dico. Paula e io ci guardiamo entrambe, questo è un addio. Le nostre strade non credo si incroceranno ancora. Lo sappiamo entrambe. Siamo state vittime entrambe in modi diversi. - Grazie Germana. - mi sussurra. Si volta a guardare mio marito. - Perdonami anche tu Mauro, per quello che ho fatto a tua moglie. Ti conosco e so che non ti sarà facile, ma sono pentita. Hai trovato una donna eccezionale con cui condividere la tua vita. Ne sono felice per te davvero. - conclude. - Magari un giorno riuscirò a perdonarti. Non lo so. Ma per il momento, mi accontento di sapere che sei fuori delle nostre vite. Che hai capito i tuoi errori, che ci hai posto rimedio in qualche modo. Chiedere scusa non è da tutti e te lo riconosco. Addio Paula. - termino. La guardiamo un'ultima volta e poi usciamo. Paula ritorna in cella. Noi usciamo dal carcere, sento di respirare adesso. Mauro mi trattiene dal braccio e mi dice: - Sapevo di aver sposato una grande donna, ma ogni giorno di più mi accorgo che sei meravigliosa. Ti amo!.-esclama. - Amore mio, non sono niente senza di te! - gli alito sulle labbra. Ci uniamo in un bacio profondo che suggella la nostra dichiarazione. E ci avviamo verso casa. La nostra famiglia ci attende.

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