Code Lyoko: Reborn

di krastykrab1
(/viewuser.php?uid=681266)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ritorno ***
Capitolo 2: *** Il nuovo Lyoko ***
Capitolo 3: *** La fabbrica abbandonata ***
Capitolo 4: *** Gli Xana Warriors ***
Capitolo 5: *** Non ora... ***



Capitolo 1
*** Il Ritorno ***


Francia, Città della torre di ferro. 15 settembre 2042.

Quella mattina l'aria era fresca e il cielo sereno. le strade erano piene di automezzi, i marciapiedi pieni di ragazzi sui 13 anni diretti verso la scuola.
Per Erick Belpois era il suo primo giorno di scuola, i suoi lo avevano iscritto al Kadic un grande collegio che insegnava sia a ragazzi delle medie sia a quelli delle superiori.

Erick era un ragazzo di media statura, con due occhi color azzurro e capelli castani.
Era seguito da una ragazza che sembrava essere più piccola. Aveva i capelli rosa legati con una coda di cavallo e due occhi azzurri.

-Anne, hai intenzione di seguirmi per tutta la scuola?- Parlò il ragazzo tenendo lo sguardo fisso sulla scuola sempre continuando a camminare.
Anne Belpois. Era il nome della ragazza. E' la sorellina di Erick.
-No è che..- la piccola degludì -mi sento un po' spaesata, devo iniziare il mio ultimo anno delle medie in questa nuova scuola- la ragazza esitò, fece un bel respiro e ricominciò a parlare -mentre tu inizi il primo superiore, non avresti comunque rivisto i tuoi compagni delle medie- Erick si fermò improvvisamente. Erano arrivati all'entrata del Kadic, dove il preside li aspettava. -Ne parliamo dopo- disse infine Erick.

Il ragazzo si avvicinò al preside. Era un uomo alto e robusto con una folta barba grigia.
-I signorini Belpois?- Disse il preside.
-Si, Erick e Anne signore- rispose Erick.
-Siete uguali ai vostri genitori- disse infine il preside che li accompagnò nel suo ufficio.

intanto.
-MARK DELLA ROBBIA. IO TI DISENTEGRO.-
Si trovavano nel dormitorio maschile, due ragazzi che si rincorrevano.
-E dai Steve, non te la sarai mica presa per uno stupido cd?-
Mark era un ragazzo basso, circa 1.65,  con capelli biondo platino e occhi marroni.
Steve invece era un ragazzo moro e molto alto.

Steve saltò addosso a Mark facendolo cadere a terra.
-Giochi sporco- disse Mark sbuffando.
-Io non sto giocando- rispose Steve prendendogli il cd dalla mano per poi tornare in stanza.
La stanza aveva due letti separati e una scrivania sul muro dove sopra di essa scorgeva una finestra.
Rientrò in stanza anche Mark buttandosi con non curanza sul letto.

I signorini Belpois vennero scortati nelle loro stanze, Erick aveva una stanza singola una delle poche riservate per gli studenti maschi.
Anne invece era in stanza con una ragazza dai capelli neri e occhi scuri.
-Ciao- disse la giovane -mi chiamo Rechel, Rechel Dunbar, tu?-
-Io sono Anne, Anne Belpois, piacere di conoscerti- le ragazze si scambiarono un abbraccio.
La stanza aveva due letti singoli messi di lato con un armadio sul muro destro. La scrivania era sotto la finestra come nelle altre stanze.

Poco più lontano dal Kadic, in una villa ormai abbandonata, si aggirava un uomo alto e magro con i capelli biondi e un paio di occhiali sul viso. Era seguito da una donna dai capelli rossi.
L'uomo entrò nella villa. Era fredda, il divano era spostato e le luci erano ormai fulminate.
Alla donna tornarono in mente ricordi passati, lei e i suoi amici giocavano in questa casa, la esploravano. Poi gli tornò in mente questa era la sua casa.. prima che lei e suo padre sparirono per più di dieci anni.
L'uomo si avvicinò alla lampadina bruciata del salotto e la cambiò con una nuova. Quando provò ad accendere la luce il pannello generale cominciò a fumare facendo uscire alcune scintille.
La donna si girò di scatto. -Credi che..- disse preoccupata.
-No, non può essere- rispose lui.
Un rombo, o meglio, una piccola esplosione.
Uscirono entrambi dalla villa. Davanti a loro vi era un ragazzo dai capelli neri.
I due lo guardarono meglio.
-Aelita- disse l'uomo -guarda- continuò.
-Lo vedo, Jeremy. E' l'occhio, l'occhio di X.A.N.A!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il nuovo Lyoko ***


Erick camminava, con degli auriculari Bluethoot nelle orecchie, nel parco del Kadic.
Aveva appena finito di sistemare la sua stanza e voleva un po' di pace.
Canticchiava "Angel of mine" dei Subsonic, la sua band preferita.
Poi, il suo lettore MP3 esplose facendogli quasi saltare i timpani. -Ma che diamine?- Prese in mano alcuni pezzi dell'MP3. Per fortuna la memory card non era andata persa.
Poteva ripararlo, certo, ma aveva bisogno di alcuni materiali. Ci pensò un po' poi..
Prese il cellulare e compose un numero.
*Tuu* *Tuu* -Questa è la segreteria telefonica di Jeremy Belpois. Lasciare un messaggio dopo il Bip- Erick attaccò.
Compose un'altro numero.
*Tuu* -Questa è la segreteria telefonica di Aelita Shaeffer. Lasciare un messaggio dopo il Bip- Attaccò di nuovo, "Ma che succede?" si disse.
Compose infine un'ultimo numero.
*Tuu Tuu Tuu* -Cosa? La linea è staccata?-
Alla fine si rassegnò. Probabilmente i suoi genitori erano usciti a fare spese e per sbaglio avevano inciampato sul filo del telefono fisso.
No, non è possibile. Ci deve essere qualcosa sotto. E Erick lo aveva intuito.
Tornò in stanza.


Città della torre di ferro, Casa Ishiyama.

-Ve lo giuro, era X.A.N.A- Disse una donna con i capelli rossi.
-Aelita, abbiamo sconfitto X.A.N.A più di trent'anni fa, perché dovrebbe ricomparire proprio ora?- Questa volta parlò un uomo alto con una leggera barba marroncina e capelli marroni.
-Ulrich, ne sono sicuro. Era X.A.N.A- Parlò un uomo biondo con degli occhiali da vista sul naso.
Dalla cucina, avvolta da un grembiulino da cucina, uscì una donna molto alta con i capelli neri legati da un bastoncino.
-Jeremy, se vuoi andiamo a controllare. Accendiamo un'attimo il SuperComputer e controlliamo se c'è qualche torre attiva.-
-Ottima idea Yumi.- Disse Ulrich.
Si spostarono velocemente verso l'Hermitage, li vi era un passaggio segreto che portava ad una fabbrica abbandonata. Nei sotteranei di quella fabbrica vi era un SuperComputer Quantistico.
Per loro faceva strano tornare in quelle gallerie dopo ben trent'anni.
Arrivarono all'entrata della fabbrica. Scesero al piano terra. Dove vi era un montacarichi e vi ci salirono sopra scendendo all'ultimo piano dove vi era un grosso cilindro da dove sporgeva una leva.
-Se siete tutti d'accordo, io abbasso la leva- disse Jeremy poi continuò -se dopo aver acceso il SuperComputer troviamo qualche segno di X.A.N.A..- sospirò -la guerra ricomincerà.-
Tutti annuirono. Jeremy abbasso di colpo la leva.
Non successe nulla. Passarono 10 minuti. -Forse è rotto?- disse Yumi ma in quel momento una luce avvolse il cilindro e tutta la stanza si illuminò.
Salirono al primo piano del seminterrato. Vi era un grosso braccio meccanico che scendeva fino ad un monitor tempestato di fili. Accanto vi era una strana pedana simile a quelle di teletrasporto viste nei film di fantascienza.
Jeremy si sedette sulla poltrona davanti al monitor e cominciò a premere qualche tasto facendo apparire sulla "pedana" una mappa olografica.
-Sono andati persi tantissimi dati, la scheda di memoria è andata. Uh? Le vostre firme digitali sono scomparse. E' come se foste spariti nel mare digitale.- disse Jeremy.
-Prova con il SuperScanner- disse Aelita
-Niente, nessuna torre attiva. Probabilmente Ulrich aveva ragione.-
-Forse è in un' altro mondo virtuale.- insistette Aelita.
-Impossibile, li abbiamo distrutti tutti insieme a tuo padre. questa volta parlò Ulrich.
-Fammi andare su Lyoko- disse Aelita.
-E' fuori discussione. La virtualizzazione è possibile solo ai minorenni. E in più non abbiamo più le nostre firme digitali.- controbatté Yumi.
-Per ora, lancio un programma di ricerca per cercare qualche mostro di X.A.N.A- Jeremy pigiò un tasto e si alzò dalla poltrona dirigendosi con gli altri verso casa.

Kadic, 18:10


Le luci erano impazzite. Del fumo nero usciva dalle lampadine.
Piccole esplosioni. Cellulari impazziti. In un attimo tutto il dormitorio era stato evaquato.
Erick si ritrovò accanto a sua sorella e alla sua nuova compagna di stanza.
Non ci volle molto e arrivarono anche Mark e Steve.
-Guarda chi si rivede. Il piccolo Einstain.-
Eh gia, questi ragazzi si conoscevano fin da piccoli. I genitori sono tutt'ora grandi amici e certe volte organizzavano cene e feste.
-Sai che non devi chiamarmi così, Mark.- disse infastidito Erick -Ma non c'è un interruttore per spegnerlo?- Continuò veraso Steve.
-Fidati, se ci fosse stato lo avrei già premuto- rispose Steve.
Anne e Rachel erano rimaste insieme agli altri ragazzi mentre i tre ragazzi si erano addentrati nel parco.
-Hai visto la nuova canzone dei Subsonic? Non è una bomba?- Mark cominciò a parlare senza mai smettere cambiando ogni cinque secondi un argomento.
Erick inciampò su qualcosa perdendo quasi l'equilibrio, ma riuscì a rimanere in piedi appoggiando i palmi delle mani su un albero.
-Un tombino.- Disse Steve e cominciò a ridere.
-Come hai fatto ad inciampare su un tombino- anche Mark cominciò a ridere.
-Piu che altro..- Erick si piegò verso il tombino -cosa ci fa un tombino nel bel mezzo del parco?-
-Andiamo a controllare- diss Steve ironico.
-Ottima idea.- rispose Erick.
-Ma in realtà io..- Steve non fece in tempo che entrambi i suoi due amici si erano calati giù nel tombino.

L'acqua scorreva al centro della galleria ed ai lati vi erano dei piccoli passaggi. Incontrarono un bivio ma continuarono dritti fino ad arrivare ad una grata di ferro. A lato vi era una scalinata di ferro. Simile a quella con cui si erano calati all'inizio. Vi salirono sopra e si ritrovarono sul ponte di una vecchia fabbrica. Vi entrarono dentro e notarono una corda, la scala era rotta e non era possibile scendere a piedi. Si aggrapparono uno per uno alla corda e arrivarono al piano terra davanti ad un grosso montacarichi.
-Dove siamo finiti?- chiese Steve.
-Una vecchia fabbrica abbandonata, a quanto pare- rispose Erick azionando il montacarichi -andiamo- continuò.
I tre ragazzi salirono sul montacarichi e quando esso si fermò una porta magnetica si aprì rivelando una accecante luce blu elettrico. Ora davanti a loro vi era un monitor appeso ad un grosso braccio meccanico accanto ad una strana pedana che proiettava un ologramma di una strana mappa.
-Una mappa del mondo- disse Mark.
-No, non è possibile. E poi non mi sembra di riconoscere nessuno dei continenti.- Rispose Steve.
Questa mappa conteneva una grossa palla al centro di 4 spicchi di colori diverso
Erick si sedette sulla poltrona davanti al monitor.
Pigiò qualche tasto e comparve un'etichetta su ognuno degli spicchi.

Lyoko Foreste per lo spicchio verde


Lyoko Deserto per lo spicchio arancione


Lyoko Ghiacci per lo spicchio azzurro


Lyoko Montagna per lo spicchio marroncino


Comparve un'etichetta anche sulla grossa palla al centro: "CARTAGINE"


In quel momento, qualcosa dentro una distesa d'acqua si stava risvegliando.
Piccoli frammenti bianchi simili a numeri si riunivano in un unico punto.
L'acqua si era fatta di un rosso sangue, messaggi di errore comparivano sulle piccole colonne sorrette dal nulla.
Poi, dal punto in cui si riunivano i frammenti, qualcosa stava prendendo forma. Un ragazzo, appallottolato. Aveva i capelli corti e biondi. Alzò leggermente la testa, i suoi occhi brillavano di un rosso ancora più intenso di quello dell'acqua. Poi, sulla fronte comparve un occhio. L'occhio di X.A.N.A.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La fabbrica abbandonata ***


Francia, città della torre di ferro. 15 settembre 2042. Fabbrica abbandonata.

Un suono simile ad un allarme uscì dagli altoparlanti. Sulle schermo apparve una finestra con una strana torre che si colorava di rosso. Accanto vi erano alcune scritte:

Energy Tower: 100
Xana power: 100
User power: 0

Access limited
 
Apparve un'altra finestra, quest'ultima raffigurava uno strano simbolo. Un cerchio in mezzo, e altri due cerchi concentrici intorno. Il secondo cerchio, più esterno, era interrotto da una stanghetta sottile in alto e tre stanghette piuù grosse, in basso.
Erick si precipitò davanti al monitor con dietro Mark e Steve.
-Che succede? Perché questo affare ha cominciato a funzionare?- Chiese Mark un po' preoccupato.
-Fammi vedere- rispose Erick cliccando qualche pulsante.

Clic. La porta magnetica dell'ascensore si aprì. Ne uscì un uomo alto e magrolino con i capelli biondi e dei buffi occhiali tondi sul naso.
Erick si girò immediatamente. Oh si, lo aveva riconosciuto. Quello era suo padre, Jeremy Belpois.
-Papà che ci fai qui?- Chiese Erick scendendo immediatamente dalla sedia.
l'uomo rimase immobile qualche secondo, sorpreso di vedere suo figlio in quel posto.
-No, che ci fate voi qui? E' quasi nott..- Si fermò. Poi riprese a parlare -Ne parliamo dopo, se permettete avrei un lavoro da finire.- Jeremy, il padre di Erick, si sedette sulla poltrona davanti al monitor.
Erick non potè non notare che, suo padre, non sembrava avere nessuna estraneatà con quel posto. Quindi non poteva di certo essere venuto qui per caso, forse si trovavano in una base segreta e suo padre era un membro della CIA. Questo spiegherebbe l'allarme, forse avevano rilevato la loro presenza.
"No, impossibile" pensò Erick "questa tecnologia risale a più di trent'anni fa, cosa se ne farebbe la CIA?"
La torre sullo schermo torno nuovamente bianca e la finestra si chiuse.
-Signor Belpois, che posto è questo?- Chiese Steve molto gentilmente.
-E' tipo uno di quei videogiochi VRMMO? Dove devi indossare un casco e ritrovarti dentro il gioco?- Mark cominciò a fantasticare.
L'uomo rise e scosse la testa -Più o meno Mark, vedete questo è..- Jeremy era indeciso, certo, poteva usare il ritorno al passato e far dimenticare tutto ai ragazzi, sigillare il tombino al parco del Kadic e fine della storia. Però X.A.N.A era tornato, nessuno della sua vecchia banda poteva tornare su Lyoko. Alla fine cedette e parlò -e va bene, sedetevi. E' una storia molto lunga.

Era il secondo anno al Kadic per Jeremy. Stava lavorando ad un progetto per la professoressa Heartz e gli servivano dei pezzi per completare il suo robot.
Tempo prima aveva scoperto una galleria sotterranea che passava per le fogne del Kadic e che portava direttamente sul ponte della vecchia fabbrica abbandonata.
All'esterno il disco di ferro del tombino era del tutto anonimo. Ma una volta sollevato aveva rivelato uno strano simbolo, Un cerchio in mezzo, e altri due cerchi concentrici intorno. Il secondo cerchio, più esterno, era interrotto da una stanghetta sottile in alto e tre stanghette piuù grosse, in basso.
E quello stesso simbolo era stampato  ai piedi della scala di ferro che scendeva nelle fogne. E nei condotti, come per indicare quale direzione seguire.
E poi... all'ingresso della vecchia fabbrica abbandonata al centro del fiume, di nuovo quel simbolo, stampato e cancellato dal tempo.
Simile ad un occhio.

La vecchia fabbrica era molto sporca e polverosa, vi erano grandi finestre alcune con i vetri rotti. Quelle ancora intatte, invece, erano opache a causa della polvere.
Il ragazzo notò che la scala che collegava il ponte e il piano terra era rotta, cumuli di ferri rotti sotto di essa.
Notò una strana corda. "Dovrebbe reggere il mio peso" pensò e con una bella rincorsa prese al volo la corda e si calò giù.
-Geronimooo-
Ruzzulò per terra e si rialzò.
Accanto a lui vi era un ascensore con un grosso bottone rosso.
Lo premette.
la grata si sollevò e Jeremy entrò dentro l'ascensore.
Un altrò pulsante, rosso. Lo premette.
L'ascensore scese per almeno un piano poi si fermò. Clack.
Una porta magnetica si aprì rivelando una stanza buia illuminata dalle luci di emergenza. Vi era una poltrona con davanti un monitor attaccato ad un grosso braccio meccanino. Accanto vi era una strana pedana simile a quelli di teletrasporto che si vedono nei film di fantascienza.
Jeremy si dimenticò del progetto di scienze. Ora voleva solo scoprire dove si trovava.
Si sedette sulla poltrana davanti alla tastiera. Nulla. Tornò dentro l'ascensore. "Se premendo il bottone sono sceso, ripremendolo" Jeremy premette di nuovo il grosso bottone rosso. La porta magnetica si richiuse e l'ascensore salì di nuovo verso il piano terra.
Jeremy salì e scese per circa 10 volte. Grazie alla sua professoressa aveva capito che nulla andava preso per scontato e che la scienza era tutta ottica.
Alla fine tornò al piano dove vi era la strana pedana e comincio a battere sui muri.
Toc Toc Toc
Nulla.
Provò sul pavimento.
Toc. Toc. Sdeeng. Toc.
Uh?
Toc. Sdeng. Sdeng.

Eccolo. Jeremy infilò le unghie nell'incavo della mattonella. Prese un cacciavite che aveva in tasca e lo infilò nella fessura e spinse con forza verso l'alto.
Scalini di ferro. Scalini di ferro scendevano da uno stretto passaggio.
Per fortuna Jeremy era magro e ci passò facilmente.
Arrivò ad una sala con tre grandi colonne, rivolte tutte verso una grande botola al centro. le colonne erano piene di fili. Alcune andavano verso l'alto dove si trovava la pedana. Altre invece si perdevano nel muro.
"Deve esserci un'altro piano" pensò Jeremy e si rinfilò nello stretto passaggio.
Era buio. Uno stanzino molto stretto. Vi era una porta chiusa a chiave e accanto un piccolo schermo simile a quelle della calcolatrice. Con un tastierino sotto.
D3L3ND4. Sul piccolo schermo vi era scritto D3L3ND4.
Il ragazzo scrisse qualche parola a caso.
ERRORE!!
D3L3ND4

Niente, riprovò.
ERRORE!!
D3L3ND4

Notò che il primo messaggio conteneva sette caratteri, però il messaggio di errore ne conteneva ben otto. In sostanza, il codice poteva avere fin otto caratteri.
Poteva creare un apparecchio cracker per trovare facilmente la password, ma non vedeva nessuna porta USB o altro.
Linguaggio Leet. Gli veniva in mente solo questo, poi si ricordò della lezione di storia.
-Delenda-
-Carthago delenda est, Cartagine dev' essere distrutta. Ma certo la soluzione è..-
Digitò velocemente il codice
Accesso!
Aveva usato la parola "C4RTH4G0" che dal linguaggio Leet significa proprio Carthago, cioè Cartagine.
Il ragazzo sgattaiolò dentro. Un stanza ancora buia. Illuminata dalle luci di emergenza.
Si scorgeva una piccola leva da una fessura di un grosso cilindro.
Jeremy abbassò la leva. In un attimo tutte le luci si accesero. Il cilindro era immerso da una strana luce giallina.
Anche l'ascensore tornò a funzionare completamente, dentro la cabina vi erano tre pulsanti nascosti. Jeremy salì nell'ascensore e tornò al primo piano.
Adesso, la pedana, mostrava una mappa. Lyoko.
Un grossa sfera, che poteva essere il nucleo, con quattro spicchi, i settori.
Jeremy si sedette sulla sedia e provò a Zoommare verso il nucleo.

ACCESSO NEGATO
ENTER CODE:


Non aveva tempo, provò su un altro settore.

ACCESSO NEGATO
RICHIESTA AGENTE UMANO
RICERCA AGENTE UMANO IN CORSO
AGENTE UMANO TROVATO

PREMERE S PER AGGANCIARE.

"
Agente umano?"

PREMERE S PER AGGANCIARE


Alla fine premette il pulsante. Sul monitor comparse una finestre, vi era una ragazza dentro. Aveva due orecchie da elfo e dei capelli rosa, era vestita proprio come un elfo.

-Chi sei tu?- disse Jeremy
-Io? Non lo so- Rispose l'elfa
Jeremy non si spiegava come faceva a sentire quel programma, ma in quei movimenti, in quelle parole lui ci trovò dell'umano.
-Allora ti chiamerò Maya. Che ne dici?-
-Maya, mi piace- La ragazza sorrise.


Jeremy condusse anche Ulrich Stern, un suo compagno di classe, nella fabbrica.
All'iniziò il ragazzo esitò un po' ma era troppo curioso per fermarsi.
Arrivarono alla sala con i tre grandi cilindri
-Umh, cosa sono questi cosi?- Chiese Ulrich perplesso.
-Non lo so.
Si avvicinarono alla prima porta metallica, che si spostò di lato con un ronzio. Al suo interno c'era una cabina luminosa.
Ulrich ci infilò dentro la testa per curiosare.
-Non entrare!- lo avvertì Jeremy alle sue spalle.
-Perché?
Jeremy sospirò. -Potrebbe essere pericoloso, temo. Ne ho parlato con Maya.
- La tua amica che gioca alla "bella addormentata nel computer"? Da dove si collega, lei?-
-E' questo il punto. Non lo so. E sembra che non lo sappia nemmeno lei.
Ulrich si grattò la testa. -Tu mi hai detto di averla vista circondata dalle foreste, giusto?
-Si. E' un settore di un intero mondo... virtuale, che sembra progettato nei minimi dettagli.
-E lei, invece, come ti vede?
-Mi vede qui. Nella fabbrica.
-Lei vede il mondo reale e tu vedi il mondo virtuale.-
-Esatto.
-E come fate a sentirvi?
-La sua voce esce dagli altoparlanti. E la mia... non lo so... Lei dice che la sente risuonare dappertutto, intorno a lei.
-Wow, fico!
-Già. E' come se da qui si controllasse questo grande mondo virtuale... dentro cui c'è anche lei.
-Quindi la tua amica... fa parte del mondo virtuale?
-Non ne sono convinto.
-Perché?
Jeremy ci mese un po' prima di rispondere. -E' difficile da spiegare...- disse alla fine. -La prima volta che le ho parlato, ho pensato subito di trovarmi di fronte a una creatura virtuale, una specie di avanzatissima intelligenza artificiale. Non era in grado di rispondere a domande elementari sul nostro mondo, come se non sapesse niente. Non conosceva neanche il proprio nome. Ma nonostante questo c'era qualcosa, nel suo modo di fare, nella sua voce... qualcosa di indefinibile e terribilmente... umano. Così, ho cominciato a convincermi che si trattasse di una ragazza vera. In carne e ossa.
-Peccato che sia dentro un computer pieno di cose virtuali, Jeremy! Andiamo, non può essere... "vera"! Come ti è venuta in mente un'idea simile?
-L'ho sottoposta al test di Turing.
Ulrich strabuzzò gli occhhi. -L'hai sottoposta a cosa?
Jeremy sospirò rassegnato di fronte a tanta ignoranza.
-Turing era un matematico- iniziò a spiegare. -Uno degli inventori dell'informatica. Tra le altre cose, inventò un test per stabilire se un agente che sembra umano lo è davvero o è solo una macchina.
-Umh. Devo aver visto una roba del genere in un vecchio film con Harrisn Ford. C'era questo robot che non sapeva di essere un robot...- commentò Ulrich grattandosi la testa.
Jeremy lo interruppe subito. -l'ho sottoposta al test. E il test ha avuto un esito positivo. Quindi quello che mi chiedo è: se Maya è una persona reale che si trova dentro a un supercomputer... come cavolo ci è entrata?-. Nel pronunciare l'ultima frase si appoggiò a una delle porte scorrevoli e luminose, che si aprì con un fruscio.
Ulrich notò subito una scritta.
-Attenzione! Camere di virtualizzazione! Wow!
-Eh? Non mi sembra ci sia scritto wow!
-No è che.. nulla.
-Comunque, io penso che Maya sia entrata dentro a questo "mondo virtuale" grazie a queste camere di virtualizzazione. Che chiameremo "Scanner"
-Ma se la tua teoria è giusta.. come riporterai Maya nel mondo reale?
-Prima di tutto dobbiamo vedere se questi Scanner funzionano.
-E ti serve una cavia.- Ulrich non era molto contento di questa idea. -Certo, sono d'accordo ma.. io non entro in quelle cose. Ci pensò un attimo: -Conosci Odd della robbia?
-Il tuo compagno di stanza?
-Si.
-Quello che fa il cascamorto con tutte le ragazze? E' un tipo strano.
-Dovresti vedere il suo cane.

Odd è quel tipo di ragazzo pieno di energia che cerca di far divertire tutti i suoi amici. Con la violazione delle regole, ha con se un cane di nome Kiwi.
Ulrich, dopo due giorni di convivenza, ammise che Kiwi era il botolo più fastidioso al mondo.
Quando si sentiva solo mugulava. Quando c'era la luna piena abbaiava piano. E di giorno si nascondeva nei cassetti.
Ulrich trovò la sua divisa ti Takewndo tutta a brandelli, e le sue scarpe da ginnastica preferite letterlamente divorate.

Si fece mezzanotte e Ulrich portò a Jeremy la cavia per il suo esperimento.
-Fai il bravo.- disse Ulrich posando il botolo dentro lo scanner per poi salire verso la sala con il monitor. -E' tutto pronto.-
La sala degli scanner si aprì. Era Odd della robbia che si era accorto che il suo cane era sparito.
-Kiwi, finalmente, dove ti eri cacciato?- Il botolo saltò tra le gambe di Odd facendogli perdere l'equilibrio. Cadde dentro lo scanner.

-Trasferimento Cavia. Scanner Cavia. Virtualizzazione.
-Maya, presto conoscerai il cane di Odd.- Sghignazzò Ulrich.
-Non vedo l'ora.- rispose lei
-Beh, quello non è che sembra proprio un cane.
 
le porte dello scanner si chiusero. Odd sentì una strana forza spingerlo verso l'alto. I capelli venivano sparati all'insù. E notò che non toccò più terra.
Poi atterrò a quattro zampe in un posto completamente deserto.
-Odd che ci fai li dentro?- Chiese Jeremy.
-Jeremy? Sei tu? Sei nel mio orecchio?
-Beh direi che l'esperimento è riuscito.- Confermò Ulrich.

Poco dopo anche Yumi Ishiyama, una ragazza di un anno più grande di loro, nel gruppo.
Insieme riuscirono a riportare la ragazza elfa nel mondo reale che, intanto, aveva recuperato la memoria. Il suo nome è Aelita. Dovendo prima affrontare gli attacchi di un'intelligenza artificiale chiamata X.A.N.A. Creata dal creatore di quel mondo virtuale "Lyoko": Franz Hopper. Non che il padre di Aelita.
Molto tempo dopo anche William Dunbar, compagno di classe di Yumi, entrò a far parte dei guerrieri Lyoko. Ma per poco tempo. Venne subito reclutato da X.A.N.A.
Così, i ragazzi passarono due mesi cercando di salvare William.
Alla fine, grazie al sacrificio di Franz Hopper, riuscirono ad iniettare un AntiVirus nel cuore di Lyoko. E distruggere X.A.N.A per sempre.


Il padre di Erick prese fiato. Ormai stanco dopo il lungo racconto.
-Quindi, ora che X.A.N.A è tornato, tu e i nostri genitori dovrete rivirtualizzarvi su Lyoko e sconfiggerlo di nuovo?- Chiese Steve.
-Beh, è questo il problema. Ormai noi siamo adulti, non possiamo più virtualizzarci su Lyoko.
Erick ci pensò. -E se entrassimo noi a Lyoko?-
-No, scordatevelo! E' fuori discussione.- Jeremy sapeva che era troppo pericoloso. Si stava chiedendo se era stata una buona idea raccontare tutto ai ragazzi. Specialmente ora che il "Ritorno al passato" creava troppi problemi.
-E' meglio se andate ora. E' tardi.-
I ragazzi, rassegnati, tornarono al Kadic.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gli Xana Warriors ***



Il cuore di Lyoko continuava a pulsare rilasciando onde di energia che si espandevano su tutto il mondo.
Poi, del terreno cominciò a crearsi. Alberi, case e strade. Un nuovo settore.
Era deserto, le case virtuali esplorabili. Certo, era un mondo virtuale, ma quel settore era creato nei minimi dettagli. Poi, al centro, si innalzava un'enorme palazzo. Sopra quel palazzo vi era l'occhio. L'occhio di X.A.N.A
 
 
16 Settembre 2042, Settore Foreste.

-Virtualizzazione-
Un ragazzo si materializzò. Aveva una tuta completamente nera con qualche sfumatura grigia. Al petto portava l'occhio di X.A.N.A
Corse verso la torre che aveva davanti. Una grande colonna con la base nera e il resto bianco. Emanava un fumo bianco.
Si avvicinò lentamente alla torre e ci entrò sparendo nella base completamente nera.
Una cascata di numeri avvolgeva la torre. Il ragazzo si avvicinò al centro della essa. Qualcosa lo spinse in aria facendolo arrivare sopra una pedana con un terminale.
Vi ci appoggiò la mano e comparve il suo nome. Henry. Poi la scritta "Code". Premette qualche tasto.


CODE X4N4
 
La cascata di numeri si fece più cupa. Alcuni numeri rossi coprivano quelli bianchi. Il ragazzo scese dalla pedana e uscì immediatamente dalla torre. Con un ghigno e uno schiocco di dita fece comparire alcuni mostri. Due Kankrelat, dei piccoli mostri simili a granchi. E un Blok un cubo con quattro facce.
Venne devirtualizzato.


16 Settembre 2042 Kadic

-Aah, che bella mangiata. Chi vuole fare un'altro giro.- Disse Mark. I ragazzi si trovavano alla mensa della scuola.
-Se la storia che ci ha raccontato mio padre è vera..- Erick cominciò a pensare -E' un vero guaio. Aelita, mia madre, disattivava queste torri su Lyoko quando X.A.N.A attaccava.-
-Non capisco dove vuoi arrivare.
-Intendo, ora che non possono più tornare in quel mondo, X.A.N.A ha la via libera.
Steve assunse un tono serio -Erick, hai visto tuo padre, ha lanciato quel programma e la torre è stata disattivata.
-Ma se noi..
Steve cominciò ad urlare -SCORDATELO ERICK, NON MI VADO A METTERE NEI CASINI.- Steve scattò in piedi e torno nella sua stanza.
Erick e Mark si guardavano. -Mbeh? Andiamo?- Disse infine Mark.



Per Erick quella tecnologia era così fantastica e.. misteriosa.
-Vedi? Una torre attiva.- disse Erick indicando lo schermo.
-Scusa, che vorresti fare?-
-Io sono il figlio di Aelita, quindi è come se una parte dei suoi "Poteri" siano passati a me.
-Non ne sono convinto. Cioè quindi io dovrei essere un gatto viola?
Erick alzò le spalle e digitò qualche tasto al computer.
-Se vuoi seguirmi..
I due ragazzi entrarono dentro gli scanner al secondo piano del seminterrato.
Una strana energia li sollevò da terra scompigliando i capelli ai ragazzi.
Poi, si ritrovarono in un isolotto verde pieno di alberi.
-Sei un.. orso.- Disse Erick notando le orecchie tonde di Mark e i suoi grossi artigli.
-Beh, tu sei la copia esatta di "Peter Pan".- Mark rise. Erick indossava un buffa tutina verda aveva due orecchie a punta e dei peletti sopra. Indossava anche un buffo cappello verde. Aveva anche un pugnale nella tasca.
-Senti, non ridere.
I ragazzi cominciarono ad incamminarsi notando la grande fila di alberi che ricopriva il tutto.
Una grossa torre bianca spuntò davanti ai due. Emanava uno strano fumo rosso.
Un laser colpì Mark facendolo cadere a terra.
Un strano essere si faceva avanti seguito da uno strano blocco a quattro facce.
-Erick. Cosa sono quelli?- A Mark venne una crisi nervosa e cominciò a guardarsi gli artigli.
-Mostri.- Erick scattò e tirò fuori il pugnale dalla tasca.
-Che intendi fare?
-Attaccare!- non ci pensò due volte. Si lanciò all'attacco infilzando il piccolo pugnale sulla testa del piccolo granchio che esplose.
Mark seguì Erick che letteralmente si buttò addosso al blocco infilzando i suoi artigli nella fessura.
Anche l'ultimo mostro venne ucciso.
Erick si avvicinò alla torre e la esaminò.
-E ora?- Mark guardava Erick fare il giro della torre. Poi, quest'ultimo, appoggiò la mano sulla base nera e venne spinto all'interno.
Una cascata di numeri rossi ricopriva l'intera torre. Erick si trovava sopra una pedana fluttuante in un vuoto digitale. Essa era simile ad un Led luminoso. Arrivò al centro della pedana e una forza lo sollevò in aria fin sopra un'altra pedana questa volta vi era un interfaccia sospesa nel vuoto.
Vi ci appoggiò la mano e immediatamente comparve un nome..

AELITA.
Poi sotto..
DNA NON RICONOSCIUTO.
ELIMINAZIONE CODICI SORGENTE.
CREAZIONE NUOVI CODICI SORGENTE IN CORSO.

PROCESSO COMPLETATO.
CODE:

La scritta del codice comparve. Proprio come gli aveva detto il padre.
cliccò sul tastierino virtuale apparso sopra l'interfaccia.

CODE LYOKO

La cascata di numeri si spense. Venne tutto risucchiato in quel vuoto digitale. Poi. Una strana luce blu partì da quel vuoto e ricoprì l'intera torre che si resettò. Facendo scorrere di nuovo quell'innumerevole quantità di numeri.


Quella città era completamente deserta. Deserta ma allo stesso tempo troppo perfetta.
Le auto erano parcheggiate in ordine in fila. Le case erano sistemate fin troppo bene con decori costosi ed altro. I parchi erano cosparsi di una soffice erba che sembrava essere tagliata quotidianamente.
Al centro di questa città, vi era un enorme grattacielo. Tutti i piani erano vuoti. Completamente. Poi in cima, l'ultimo piano era pieno di apparecchiature elettroniche e strani pilastri.
Una ragazzo sui 16 anni, dai capelli biondi e un vestito nero, camminò velocemente su quello che sembrava un trono ma che in realtà era una postazione di comando. Ci si sedetto sopra.

-XANA- Un ragazzo si fece avanti inchinandosi al ragazzo. Alzò entrambe la mani mostrando una pennetta usb.
Il ragazzo biondo fece un piccolo gesto con le mani e una cortina di fumo fece volare la chiavetta verso di lui.
Il biondo scattò in piedi, si avvicinò al computer centrale e vi infilò la chiavetta. Un ondata di dati e numeri uscì dal terminale dirigendosi verso il parco di quella città abbandonata, finta e digitale (forse è per questo che era fin troppo perfetta). I numeri cominciarono a prendere forma e piano piano una strana costruzione, simile ad una fabbrica, prese forma.
XANA rideva.
Si girò con passo svelto dirigendosi verso uno di quei pilastri. Al suo avvicinamento si sentì un *click* e il pilastro si aprò come una porta magnetica mostrando una luce dentro esso. Vi entro.


-Henry.
-Signore.
-Ti lascio il comando. Vado a fare visita ad un amico di vecchia data.
 
La porta magnetica si chiuse. Una fascio di luce ricoprì il ragazzo. -Devirtualizzazione- disse alla fine, scomparendo dallo scanner.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non ora... ***



Casa Stern, città della torre di Ferro.

In quella casa vi era un gran trambusto. Yumi e Ulrich, i proprietari della casa, cercavano di mantenere un clima tranquillo.
-Ormai ne sono sicuro. XANA è tornato.. – Fu Jeremy a parlare per primo, teneva il suo computer in mano collegato direttamente al SuperComputer nella fabbrica abbandonata.
-Ma non possiamo continuare a mandare agenti virtuali, e se la situazione peggiorasse?- Replicò Yumi guardando l’alto marito pensare su qualcosa.
-Il padre di Aelita si è sacrificato per sconfiggere XANA, come è riuscito a tornare?- Fu un uomo abbastanza robusto a parlare: aveva dei capelli gialli con un ciuffo viola sulla testa.
-Odd ha ragione..- Jeremy si alzò. –Questa notte resto alla fabbrica per scoprire qualcosa, Franz avrà lasciato sicuramente qualcosa..- Quindi se ne andò, lasciando i tre adulti in completo silenzio.

Lyoko, base degli Xana Warriors.

Gli Xana Warriors, agenti umani reclutati da Xana con il compito di fronteggiare i Lyoko Warriors, albergavano in un grosso palazzo costruito nel Settore Città. All’ultimo piano vi era il Quartier Generale con tanto di Scanner e “torri a ripetitore” mentre, nei piani inferiori, vi erano tutti i dormitori.
Tre ragazzi parlavano tra di loro in quella che poteva essere considerata una mensa, indossavano tutti una stessa divisa di colore rosso con l’occhio di Xana nel mezzo.
-Avremo mai la possibilità di conquistare qualche torre?- Parlò una ragazza dai capelli blu e un’espressione intensa.
-Parla per te, Lord Xana mi ha già fatto attivarne una.
-Certo, e in ogni caso te la sei fatta disattivare da dei novellini.
Un occhiataccia partì dal ragazzo con i capelli neri. Subito dopo ci fu la risposta della ragazza –suvvia Henry, sarà per la prossima volta.- La ragazza fece un ghigno ironico.
-Lena- un altro ragazzo parlò, aveva i capelli rossi e un’espressione più paca –evita di infastidirlo troppo.-
-Come vuoi Ethan- la ragazza si alzò dal tavolo facendo cadere i suoi capelli sulla schiena. –Volevo solo fargli capire che non è il migliore- quindi se ne andò, lasciando i due ragazzi nella loro conversazione.

Vecchia fabbrica abbandonata

Jeremy digitava codici nel terminale tentando di scoprire qualcosa lasciato dal padre di Aelita poi si sentì un rumore metallico dal piano inferiore e l'ascensore iniziare a muoversi. L'uomo tentò di bloccarlo ma non c'era modo per riuscirci poi l'ascensore si aprì mostrando una figura umana.
-Finalmente siamo faccia a faccia- la figura, che sembrava quasi un ombra, parlò con una voce quasi metallica.
Jeremy strinse i pugni facendo un sospiro -Xana, come fai ad essere vivo?-
 L'entità fece una ghigno -In tutti questi anni hai creduto di conoscere Lyoko come il palmo della tua   mano ma di la verità, c'è una parte di codice che nemmeno tu sei riuscito a decifrare.- Xana aveva  ragione, per quanto Jeremy fosse stato, ed è ancora, il cervellone del gruppo non è mai riuscito a scoprire cosa si nascondesse dietro quella lunga serie di bit che cresceva ogni volta che si attivava il ritorno al passato. -Avevo ragione.. beh ti do io la risposta che si nasconde dietro quegli innumerevoli bit.. hai mai sentito parlare del Settore 6?- In quel momento l'ombra sparì facendo tornare il silenzio nella stanza, il Super Computer fece un bit e sulla mappa olografica, sopra Cartagine apparve un grosso palazzo con il simbolo di Xana in cima. Jeremy restò tutta la notte a studiare quel nuovo settore, che secondo Xana era il settore 6.

Il giorno dopo, Jeremy si affrettò a spiegare tutta la situazione al suo vecchio team.
-Dobbiamo esplorare quel settore.- Disse Aelita decisa -chiediamo aiuto ai ragazzi.-
-NO!- Urlo Jeremy -è troppo pericoloso, sono solo dei ragazzini!-
-Anche noi avevamo la loro età.- Fu Ulrich a controbattere poggiando la tazzina di caffé sul tavolino.
-Già ma questa volta è diverso.. Xana è diventato più forte che mai..- Jeremy poggiò la schiena sul divanetto e in quel momento la porta si aprì, era Odd con Mark e Erick.
-Questi due vorrebbero scambiare due parole riguardo Lyoko.- Disse Odd buttandosi sul divanetto di Casa Stern.
Erick prese la parola. -Vogliamo diventare dei Lyoko Warriors.- A quelle parole Jeremy fece cadere la tazzina di caffé sul tappeto. -Figliolo di cosa stai parlando? Non ti lascerò combattere.-
-Jeremy ora basta!- Rispose Aelita. -Noi non abbiamo più la possibilità di entrare su Lyoko e chissà che cosa sta combinando Xana in quel nuovo settore. Il loro aiuto ci serve.-
-Padre, noi siamo già stati su Lyoko. E in parte è stato divertente ma ce la siamo cavata.- A quel punto Jeremy uscì dalla porta per prendere un po' di aria fresca.

Quello stesso giorno, Erick, Mark, Steve e Anne, raggiunsero la fabbrica abbandonata accompagnati da Aelita che prendeva il posto di Jeremy.
-Allora, credo di avervi spiegato tutto.. la missione consiste nell'esplorare il nuovo settore.-
Tutti annuirono e si diressero verso la Sala scanner.

Lyoko, Settore 6

I ragazzi vennero virtualizzati in una verde prateria, in lontananza si riusciva a vedere il grosso palazzo con l'occhio di Xana.
Steve sospirò. -Beh, chissà come ho fatto a farmi convincere..- Steve indossava un'uniforme da Samurai con una spada. Mentre Anne aveva dei Ventagli come armi e un Kimono.
-Anne ha ereditato i poteri di Yumi mentre Steve quelli di Ulrich. Bene, adesso fate attenzione.-
Iniziarono tutti a correre arrivando ai piedi dell'enorme palazzo.
-Quindi, cosa dobbiamo fare ora?- Chiese Mark.
-Cercate un'entrata-
-Fermi!- Una ragazza urlò -Quindi voi siete i nuovi Novellini.-
-Nuovi novellini? Ragazzi, rilevo un DNA umano. Non è un mostro.- Disse Aelita cercando di stabilire un contatto.
-Tu chi sei?- Chiese Erick
-Io sono Lena! La Xana Warriors preferita di Lord Xana!.
-A me pare solo montata.. - Disse Mark sottotono.
In quel momento sul Supercomputer apparve la carta della ragazza.

Lena.
New York.
Punti Vita ???
Munizioni ???
Fazione: X.A.N.A


-Fazione? XANA?- In quel momento Aelita notò qualcosa che prima non aveva notato, sulle card dei ragazzi vi era un ulteriore dicitura: “Fazione” che riportava il nome di Franz. -E' un nemico.. ma è umano! Devirtualizzatelo!-
In quel momento la battaglia iniziò. Steve si lanciò all'attacco con la sua spada ma prima che il colpo colpì la ragazza apparve un messaggio di errore sul SuperComputer e i 5 ragazzi si bloccarono mostrando errori di codice in tutto il corpo. Vennero tutti devirtualizzati e un rumore fastidioso rimbombava in quel settore come una parole in un eco.. “Non ora”.

New York, Stanza di Lena.

La ragazza si risvegliò nel suo letto, aveva attaccato al suo corpo dei piccoli sensori di movimento.
-Dannazione. Maledetti Server.-
La ragazza si alzò dal letto prendendo in mano la custodia di un qualche tipo di videogioco. Code Lyoko.
-Però, con chi stavano parlando? Qualcuno li aiutava dall'esterno?-
Poi la ragazza uscì di casa

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3756528