Non tutti gli esperimenti riescono col buco

di Midnight Sunflower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Disclaimer: i personaggi appartengono alla Marvel Entertainment, alla Walt Disney Company, ai creatori e a chiunque ne detenga i diritti legali, solo l'intreccio descritto rappresenta copyright dell'autrice I riferimenti a cose, luoghi, eventi e persone reali sono puramente casuali e a scopo narrativo. La storia non ha alcun fine lucrativo e nessun copyright si ritiene leso.

Nota: nel rispetto del regolamento del contest Back to High School, la shot è stata divisa in due capitoli, ognuno dei quali corrispondente al prompt utilizzato.


 
Non tutti gli esperimenti riescono col buco
 
Parte I
 
 
«Amico, passami il mortaio, per favore.»

Silenzio.

Va be’, riproviamo.

«La ciotolina di ceramica bianca alla tua sinistra, per favore.»

Niente. Nada. Nisba.

Incurioso, Sam alza gli occhi dagli appunti girandosi verso… quel grandissimo disgraziato che la sorte gli ha assegnato come compagno di laboratorio! Sbuffa, infastidito e leggermente in preda al panico: il professor Banner ha terminato da dieci minuti abbondanti la spiegazione dell’esperimento del giorno e la loro postazione da lavoro è ancora linda e ordinata, proprio come l’hanno trovata all’inizio dell’ora di Chimica.

Barnes, io ti… Aaargh!

Quell’idiota non ha messo giù lo smartphone neanche per un secondo e le griglie per annotare i risultati (che dovrebbero essere tracciate da lui come da tacito accordo risalente al loro primo anno di laboratorio) sono ancora un’idea astratta che aleggia sulle loro teste. Il quindicesimo minuto sta per scoccare e sono in alto, altissimo mare, con la barca a remi fallata e senza salvagente.

«Terra chiama Bucky. Terra chiama Bucky. TerrachiamaBucky.» Sam schiocca energicamente le dita davanti al naso dell’amico, riuscendo nell’ardua impresa di attirare la sua attenzione.

«Uhm, ti serve qualcosa, Sam?»

No, allora è proprio scemo.

Sam inspira, ormai prossimo a una crisi di nervi. «Sì, Bucky.» Un altro respiro profondo e un principio di tic all’occhio destro. «Il. Mortaio.»

Bucky caccia subito l’iPhone nella tasca dei jeans sdruciti. «Bastava chiedere», e veloce come una scheggia impazzita, gli passa con un sorriso ciotola e pestello.

Sam lo fulmina con lo sguardo (Che faccia tosta!), ma l’altro non replica o, forse, non ha notato la sua espressione furente.

Bene, mettiamoci al lavo–

«Ehi, ma le griglie non sono pronte!»

Niente da fare, quel giorno Bucky vuole proprio fargli perdere la pazienza.

«Chissà perché…» brontola Sam, mentre sistema i polsini del camice. Inforca gli occhiali protettivi e inizia a disporre con cura sul tavolo i fogli, gli strumenti e i reagenti chimici. Con un po’ di impegno, forse potranno recuperare il ritardo accumulato sulla tabella di marcia.

«Scusa» bofonchia Bucky, intento a dargli una mano. «Colpa mia.»

Sam lo guarda di sottecchi e la stizza svanisce di colpo. Rotea gli occhi e borbotta, con quel tono di voce che il filibustiere di fianco a lui definisce da mamma chioccia: «Stira la manica sinistra e lega quei capelli à la Mick Jagger».

Scenette del genere sono all’ordine del giorno: Bucky combina qualche casino o gli fa saltare la mosca al naso, a lui esce il fumo dalle orecchie e dopo cinque secondi sono di nuovo pappa e ciccia.

La premiata ditta Wilson&Barnes, signori e signore.

«Allora, Pinky: passami quei campioni, il becher vuoto, quei reagenti rossi e le pipette Pasteur.» Sam indossa i guanti in lattice, facendoli aderire bene alle mani. «Accendi anche la bilancia e tieniti pronto a utilizzare il setaccio.»

«Agli ordini, The Brain

Più passano i minuti, più Sam inizia a rilassarsi: l’esperimento procede senza grandi intoppi e durante il giro di controllo Banner si è complimentato con loro per alcune ipotesi formulate.

Adesso, sono giunti al rush finale.

«Bucky, ti affido un compito delicato.» Sam sente l’adrenalina a mille. «Devi utilizzare il bruciatore di Teclu.»

«Okay.»

Una gocciolina scivola lungo la tempia. «Sicuro di farcela?»

«Amico, tranquillo, ci penso io.»

Bucky sembra così sicuro di sé e, pensa Sam, chi è lui per non dargli una possibilità?

«Okay, mi fido.» Un sorriso di incoraggiamento. «Vallo a prendere.»

E nel frattempo, ricontrolliamo i dati raccol–

BOOM!

Il sistema antincendio annaffia tutti da capo a piedi: Sam sente l’acqua anche dentro le mutande. Rassegnato, chiude gli occhi, soffocando sul nascere una colorita imprecazione.

E meno male che potevo stare tranquillo…

 
[Continua...]

 
*
 

Note a piè di capitolo

Prompt #08: A e B sono partner di laboratorio di chimica.
Bonus: faranno esplodere qualcosa?
Parole: 600

1. Pinky e The Brain: sono i nomi originali dei protagonisti della serie animata Mignolo e Prof.
2. Becher: recipiente graduato generalmente di vetro o di vetro borosilicato.
3. Pipette Pasteur: strumenti ideati da Louis Pasteur, comunemente denominati contagocce.
4. Bruciatore di Teclu: bruciatore a gas, usato negli esperimenti scientifici.

 
 

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Parte II

 
Le panchine sono più scomode del solito e il ronzio del neon è una vera tortura per la sua povera testa.

Oh, quando ci fanno entrare?

Bucky sbuffa, spingendosi ancora di più contro lo schienale e rimediando una capocciata alla parete.

«Ben ti sta» bercia Sam in maglia della salute, seduto di fronte a lui a braccia conserte.

«Oh andiamo!» Bucky si leva l’asciugamano dal collo e inizia a frizionare i capelli ancora umidi. «Non è colpa mia se il lanciafiamme di Tucla–»
«Il. Bruciatore. Di. Teclu.»
«Quello che è!» Bucky alza ancora di più la voce, tentando di ignorare le saette lanciate dagli occhi neri dell’amico. «Non gli ho detto io di far scattare l’allarme antincendio!»

Sam serra le labbra, riducendole a una linea sottilissima, e Bucky teme che nel giro di qualche secondo possa alzarsi per dargli un bel cazzotto sul grugno. «Sei un idiota» soffia poi, come un gatto selvatico.

Pensavo peggio!

«Ad ogni modo,» continua Sam, «l’anno scolastico è iniziato da appena due mesi e questa è la settima volta che finiamo nell’ufficio di Fury.»

«E allora?»

«Allora? Di questo passo non arriviamo vivi al pranzo del Ringraziamento.»

«Esagerato!» Bucky ride di gusto. «Adesso mando un messaggio a Steve e gli chie–»

«Steve è fuori città, ricordi?»

Colpo di scena.

E adesso chi può convincere il Vecchio Monocolo a non sospenderli e a concedere loro l’ennesima seconda possibilità?

Cavolocavolocavolo.

«Okay, siamo fregati.» Bucky lancia la tovaglia sulla seduta e inizia a giocare con un filo sfuggito da una cucitura della sua t-shirt mezza fradicia.

«Ragazzi, il preside può ricevervi.»

Miseriaccia!

La vice preside Hill li coglie di sorpresa. In un’altra vita deve aver sicuramente lavorato per la CIA: è silenziosa come una spia!

Bucky fa a Sam un cenno d’intesa e cauti, si avvicinano alla donna che con sguardo divertito sussurra: «Buona fortuna», facendosi poi da parte per lasciarli passare. Lesta, chiude la porta dell’ufficio alle loro spalle.

E siamo di nuovo qui…

«Barnes, Wilson, sedetevi.» Dalla scrivania, Fury rivolge loro un sorriso affettato e ciò può significare solo una cosa: ha intenzione di ridurli in polvere ed eliminare le loro tracce con l’aspirapolvere.

«Signore, possiamo spiegare.» Bucky tenta un approccio degno dei migliori diplomatici dell’ONU, mentre spinge con malagrazia Sam sulla prima sedia disponibile e prende posto di fianco a lui. «È stato solo un piccolo incidente di percorso. Sa come funziona nei laboratori di Chimi–»

«Ragazzo,» lo interrompe l’uomo, «il ritiro di Jordan nel millenovecentonovantatré, dopo il three-peat, è stato un incidente di percorso.» Ha scomodato His Airness: la situazione è brutta, bruttissima. «I vostri sono attentati alla mia salute mentale» aggiunge, assottigliando l’occhio sano.

Sam si passa una mano sui corti capelli scuri. «Signore,» prova a rabbonirlo, «noi–»

«Siete delle mine vaganti.» Fury è carico a pallettoni. «Delle piaghe bibliche con cittadinanza americana.»

Seh, va be’!

Bucky rotea gli occhi, il preside sta esagerando: in due mesi hanno staccato un canestro, ostruito un termosifone, bloccato la porta blindata della segreteria, rigato accidentalmente l’Audi nuova del professor Stark, intasato lo scarico dei bagni della palestra, rotto gli amplificatori della sala musica e per ultimo, quasi dato fuoco al laboratorio di Chimica… semplici incidenti, non possibili minacce alla sicurezza nazionale. Cavolo, possono capitare a tutti delle giornate no!

L’uomo si schiarisce la voce e porta le mani giunte alle labbra, incorniciate dal solito pizzetto. «Questa è l’ultima volta che evitate la sospensione,» sentenzia poi, con tono da colonnello dei Marines, «ma vi aspetta una punizione indimenticabile.»

Bucky inizia a sudare freddo.

«L’uniforme delle nostre mascotte si intona benissimo coi suoi occhi azzurri, signor Barnes.»

A.I.U.T.O.


 
*

 
Note a piè di capitolo

Prompt #01: A e B finiscono in punizione insieme.
Parole: 600


1. Three-peat: nella pallacanestro americana, è il conseguimento da parte di una squadra del titolo NBA per almeno tre volte consecutive.
2. His Airness: uno dei soprannomi del campione di pallacanestro Michael Jordan.

 

L’angolino della scribacchina
Dovrei smettere di scribacchiare durante le sessioni d’esame, perché la mia mente partorisce idee più folli del solito e a pagarne le spese sono i poveri personaggi, che hanno la sfortuna di capitarmi a tiro.

Spero che questa storia vi abbia strappato un sorriso e grazie per essere giuntu fin qui.

À bientôt!

Midnight Sunflower

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