I Custodi della Luce

di BABO955
(/viewuser.php?uid=1120147)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Il Ritorno dei Nessuno ***
Capitolo 2: *** Il Monster Trio! ***
Capitolo 3: *** Una Nuova e Mostruosa Trasformazione! ***



Capitolo 1
*** Prologo: Il Ritorno dei Nessuno ***


Ed eccoci qui, con il primo capitolo di questa storia!

Non mi dilungherò molto, ma prima del capitolo vi invito a leggere queste righe in quanto spiegheranno brevemente l'andamento della storia e tutto ciò legato ad essa.

Inizio subito col dire che sarà un cross-over tra diversi mondi e realtà, proprio perché è sempre stato un mio sogno legare insieme i personaggi e le storie di tantissimi videogiochi a cui ho giocato, manga che ho letto ed anime che ho visto. E proprio per questo motivo, non sarà una storia come le altre. I personaggi saranno veramente tanti, esattamente come le loro interazioni e non è stato facile gestirli tutti quanti, seppur sia stato molto piacevole farlo. Per questo motivo, un paio di avvertimenti:

In primo luogo, i poteri e le abilità di ciascun personaggio saranno ridimensionate nel senso che dovendo accostare gli uni con gli altri, ho dovuto uniformare alcune questioni che saranno poi spiegate nei capitoli successivi. Per quanto riguarda, secondariamente, i caratteri dei personaggi, saranno praticamente simili agli originali, ci sarò qualche OOC, ma raramente e non così visibile. Terza cosa, alcuni manga/anime non sono ancora del tutto conclusi (per esempio One Piece) e ciò comporta che alcuni personaggi, che tuttavia sono già stati mostrati nei rispettivi anime/manga, non compariranno nella mia storia oppure avranno poteri ed abilità completamente inventati proprio a causa del fatto che tali poteri non sono ancora stati mostrati nell'opera reale.

Ad inizio capitolo ci sarà sempre un mio brevissimo commento riguardante eventualmente i commenti al capitolo precedente (speriamo ve ne siano tanti!) ed ovviamente un piccolo prologo su quel che è successo nel capitolo precedente.

A fine capitolo, invece, un elenco dei termini (eventualmente giapponesi) comparsi nel capitolo con annessa spiegazioni per chi non è a conoscenza del loro significato. (ovviamente saranno spiegazioni blande, poiché saranno tutti termini che verranno spiegati durante la storia, da parte dei personaggi. Inoltre, se dovesse mancare qualche termine che non conoscete, scrivetelo pure nei commenti che provvederò ad aggiungerlo).

Detto questo, non mi dilungherò in altre smancerie se non che i capitoli usciranno settimanalmente, a seconda dei miei impegni.

Vi lascio al capitolo e vi auguro una buona lettura, sperando sia di vostro gradimento e di avere ben presto dei vostri feedback a riguardo!




 

PROLOGO: Il Ritorno dei Nessuno



 

"Maestro, sono qui, come avete ordinato".

"Che rapidità, Kruix. Sorprendente".

"Questo ed altro per il Sommo. Ora ditemi, cosa posso fare per Voi?" ed enfatizzò molto il pronome personale di quest'ultimo.

L'uomo davanti ad egli, che indossava, proprio come lui, un lungo cappotto nero, ci mise qualche secondo prima di rispondere. Era stato distratto dalla travolgente luminosità della luna, dalla curiosa forma di un cuore. Era come attratto dalla forza spirituale che emanava. Era uno dei suoi passatempi preferiti, quello di recarsi nella terrazza del Castello dell'Oblio, ad ammirare quel capolavoro della natura, che raramente si poteva osservare. L'oscurità del Mondo che Non Esiste riusciva ad esaltare ancora di più quel corpo celeste, che aspettava solo di essere raggiunto. Il luogo ove il predecessore risiedeva, tempo fa.

"Non riuscirò mai a smettere di osservare Kingdom Hearts. Ogni volta che i miei occhi posano lo sguardo su questa intensa luce, è come se io tornassi ad avere un cuore, come se tornassi a provare il calore dei sentimenti umani...", disse ad alta voce. Parlava più a se stesso, che al suo interlocutore, che sembrava aver capito ed infatti manteneva la testa bassa, senza fiatare.

Il Maestro se ne accorse e si voltò immediatamente, togliendosi il cappuccio e rivelando il volto di un giovane ragazzo, dai capelli corti, di un rosso molto acceso. I suoi occhi, color nocciola, il suo sguardo sereno e la sua pallida pelle, risaltavano al chiarore della luna.

"Perdonami, Kruix. Davvero, alle volte mi faccio distrarre troppo. Fammelo notare, se ti capita", disse soltanto, con un sorriso sulle labbra, facendo un cenno all'uomo di alzarsi.

"Non deve preoccuparsi Maestro. Dopotutto, la bellezza di Kingdom Hearts è innegabile..." rispose, rialzandosi nel mentre "fa quest effetto anche a me".

"Se solo non fossimo solamente in tre, a poter osservare un tale capolavoro della natura..." replicò il Sommo, socchiudendo gli occhi e sospirando.

Poi, d'improvviso, li riaprì ed assunse uno sguardo severo, che, impercettibilmente, fece sobbalzare Kruix.

"Avendo percepito la mancanza di alcune forze spirituali alla base del nostro castello, deduco tu mi abbia portato delle notizie molto negative, Kruix".

Quest ultimo digrignò i denti e qualche gocciolina di sudore iniziò ad imperlargli il volto. Sapeva che quel momento sarebbe giunto. Ed era anche a conoscenza che al Sommo non piacevano affatto le brutte notizie.

"Maestro, quattro degli Elders sono fuggiti dal castello, mentre dei Monsters..." non riuscì a terminare la frase che venne immediatamente interrotto. "No, non mi interessano i Monsters. Sono carne da macello, anche se dovessero fuggire tutti, non lo riterrei un problema. E' la fuga degli Elders che mi da più noia. Perché sono fuggiti?" domandò il Sommo, mantenendo uno sguardo neutro.

"Ancora non sono riuscito a capirlo, mio Signore. Potrebbe essere che siano riusciti a liberarsi Suo controllo mentale, ma ciò non coinciderebbe con l'attuale situazione. Se gli Elders più potenti Le rimangono fedeli, è impossibile che quelli più deboli riescano a sfuggirLe".

"No, infatti. Il mio controllo mentale non può essere infranto da delle creature inferiori a me. Credo invece che ci sia qualcosa di più profondo nella loro scelta di scappare..." e dicendo ciò, si mise una mano sul petto, in corrispondenza del cuore.

"Cioè, mio Signore? A cosa crede che sia dovuta la loro fuga?" domandò il subordinato, mantenendo il volto abbassato.

"Ai sentimenti, mio caro Kruix. Queste creature non sono come noi. Il loro cuore arde di emozioni potenti che, alle volte, possono sopraffare la mente ed il cervello. E per quanto il mio controllo mentale sia immensamente forte, della sana amicizia o del puro amore possono abbatterlo, quasi senza sforzi" replicò il Maestro, ammiccando un sorriso, per poi aggiungere: "che cosa patetica. Mi vanto molto spesso di come noi Nessuno siamo formidabili ed inflessibili grazie alla mancanza dei sentimenti e delle emozioni umane, eppure quattro luride creature inferiori hanno dimostrato quanto noi possiamo essere vuoti e fragili...".

Ci fu qualche attimo di silenzio, prima che Kruix riprendesse la parola.

"Se quello che dite si rivela veritiero, allora ciò può accadere anche agli Elders che Vi sono rimasti fedeli".

"Hai ragione. Gli impulsi umani si propagano di cuore in cuore, come ina piaga. Infettano come un virus. Proprio per questo dovrò prendere dei provvedimenti dfferentii, d'ora in avanti. A partire dagli Elders fuggitivi".

"Mi metto subito in marcia per andare a catturarli e riportarli al Suo cospetto il prima possibile, mio Signore".

Il Sommo alzò un braccio "No, tu no. Il tuo compito è reclutare il dodicesimo membro. Lascia che sia qualcun altro ad occuparsene..." e mentre proferiva queste parole, la luce che proiettava Kingdom Hearts, venne oscurata da un'improvvisa ombra gigantesca. Un'immensa creatura, nera come la pece, dotata di quattro possenti zampe e due ali talmente potenti che ogni volta che sbattevano, sollevavano turbini di vento. Un corno maestoso adornava il cranio della creatura mentre due occhi gialli risaltavano su quel nero tenebra.

"Pensaci tu, Ala" disse soltanto il Sommo, mentre un ruggito spaccatimpani rispondeva a questa richiesta.

In un turbinio di vento, rapidamente com'era arrivata, la creatura saettò verso l'alto e sparì, nel cielo plumbeo, dimostrando, oltre ad una notevole stazza, anche una rapidità impressionante.

"Mio Signore, con tutto il rispetto, mandare il vostro Elder in questa missione di recupero...!" venne interrotto da uno sguardo gelido del Sommo, che non ammetteva repliche. Bastò questo per far cambiare idea a Kruix che abbassò di nuovo lo sguardo.

"Ora che la questione Elders è quasi del tutto risolta, spero di ricevere notizie positive dai miei subordinati, vero Kruix?" domandò nuovamente il Maestro.

Kruix non ci mise molto ad alzare di nuovo la testa e rispondere, lentamente: "Si, mio Signore. A tal proposito, Xiochor vorrebbe parlarle. Porta ottime notizie".

L'espressione del Sommo mutò in un lieve sorriso, mentre Kruix tirò un sospiro di sollievo.

"Molto bene, sono ansioso di ascoltare cos'ha da dire", replicò il Maestro.

Successivamente, ad un cenno della figura ancora incappucciata, un portale oscuro si materializzò alle sue spalle, da cui uscì l'ennesimo individuo, dotato del medesimo vestito degli altri due ma senza cappuccio. I capelli neri, molto lunghi, nascondevano il volto e gli occhi del nuovo arrivato, anche se  si poteva scorgere la pelle addirittura più pallida di quella del Sommo.

"Xiochor. Sono molto entusiasta di rivederti. Vivo ed incolume" esclamò il ramato, dando il benvenuto, con un sorriso, al compagno.

"Hmpf, queste buone maniere sono superflue. Sappiamo entrambi che non ti interessa nulla della mia vita, ma solamente delle mie utilissime tecniche. Tienitele per te queste effusioni di bontà ed altruismo" replicò il corvino, con un mezzo sorriso beffardo sul volto.

"Xiochor...!" cercò di intervenire Kruix, ma l'ennesimo cenno del Maestro interruppe sul nascere l'intervento del suo subordinato.

D'improvviso, la terrazza iniziò a tremare, mentre l'aria iniziò a farsi pesante, quasi irrespirabile. Il Sommo incrociò le braccia, mentre gli occhi si fecero completamente neri ed iniziarono a fissare intensamente il nuovo arrivato.

Come se fossero spinti da una forza invisibile, sia Xiochor e Kruix vennero scaraventati al suolo, in ginocchio, incapaci di risollevarsi. Come se, appunto, la forza di gravità fosse aumentata visibilmente e impedisse loro di rimanere in posizione eretta.

Ma Kruix sapeva benissimo che non era così. Tutto ciò era dovuto dall'immensa forza sprigionata dal Sommo.

"E' incredibile...! Non riesco ad alzarmi, a muovere un dito. Persino la respirazione mi risulta difficoltosa...!" pensò tra se, mentre digrignava i denti e si sforzava di andare contro a quella forza invisibile "ancora non riesco a capacitarmi della forza del Sommo. Riesce a creare una pressione così forte da rendere inermi due guerrieri esperti come noi. Solamente espandendo la sua forza spirituale! E' come quando una tigre poggia la sua zampa sul collo della sua vittima, rendendola completamente immobile e alla mercè dei suoi affilatissimi denti...!".

"Devo forse rammentarti, Xiochor, di come la tua vita, ora, appartenga a me? Di come io possa eliminare la tua patetica esistenza dalla faccia dell'Universo? Ti consiglio di dosare meglio le parole, la prossima volta che vorrai parlarmi. O potrebbe essere l'ultima, intesi?" replicò il Sommo, mentre i suoi occhi iniziarono a tornare del loro colore naturale ed i due subordinati si alzavano a fatica, imperlati di sudore.

Inutile dire che Xiochor rimase a bocca aperta, mentre i suoi occhi mostravano un'espressione di pure terrore. Quell'uomo, se così si poteva chiamare visto che era privo di un cuore, aveva una quantità di Chakra mostruoso. Grazie ad una delle sue tantissime tecniche, era riuscito ad individuare, mentre era a terra costretto dalla forza del Sommo, gli innumerevoli canali all'interno del suo corpo che trasportavano il Chakra in tutto l'organismo. E ciò che vide, lo lasciò senza parole. Un flusso costante che non accennava a diminuire, nemmeno dopo il rilascio di una così alta quantità di Chakra. L'aura spirituale intorno al Sommo era talmente fitta che non riusciva nemmeno a distinguerne la sagoma. Quell'uomo aveva sicuramente il quantitativo di Chakra più elevato che avesse mai visto. E sembrava aumentare ogni giorno che passava.

"Tsk, ho capito. Non succederà più ovviamente" replicò, dopo essersi alzato ed aver sistemato il lungo cappotto.

"Perfetto. Quindi, se hai finito di far fuoriuscire parole al veleno dalla tua bocca, sono in attesa di queste fantomatiche ottime notizie di cui parlava Kruix".

Xiochor lo fissò intensamente per qualche secondo, prima di proferire parola. "Sono riuscito a perfezionare la tecnica che volevi, è quasi ultimata..." iniziò quest ultimo, interrompendosi per una frazione di secondo.

"Immagino ci sia un 'Ma' in tutto questo, dico bene?" replicò il Sommo, sbuffando sonoramente.

"Sì, è esatto. C'è un intoppo. Per poterla completare al 100% ho bisogno di un aiuto esterno. Questa tecnica richiede un quantitativo di Chakra e di energia troppo alti per una sola persona. Senza contare che mi serve qualcuno dotato di un quoziente intellettivo abbastanza alto dal riuscire a massimizzarne gli effetti. E per vostra fortuna, ho anche individuato la persona che fa al caso nostro, anche se non è propriamente accessibile" concluse Xiochor, tirando fuori dalla tasca un piccolo aggeggio simile ad un cellulare e mostrandolo al Sommo.

"Quindi vorresti che noi reclutassimo questo individuo in modo tale che la tua tecnica possa effettivamente funzionare? E sei certo che con l'aiuto di costui, sarai in grado di soddisfare la mia richiesta?" domandò, con uno sguardo molto intenso e severo.

"E' ovvio che una piccola percentuale di fallimento esista sempre, per qualsiasi cosa. Ma con l'aiuto di questa persona, posso portare la percentuale di fallimento dal 25% al 5%. Il che è un bene visto e considerato che è una tecnica che dovrò usare più e più volte".

Il Sommo sembro pensarci per qualche secondo, prima di voltarsi e tornare a guardare Kingdom Hearts.

"Molto bene, allora procederemo con il reclutamento. Se mi garantisci che la percentuale di fallimento è quella, direi che è più che accettabile in fin dei conti".

Xiochor tirò un sospiro di sollievo e mosse qualche passo in avanti.

"Se permettete, consiglierei anche di mandare ben più di un Elder per il suo recupero in quanto..." non terminò la frase che venne bruscamente interrotto da un cenno col braccio del Sommo. "Non ho intenzione di mandare gli Elders per costui. La sua forza spirituale è molto elevata. E' dotato di grande forza e potrebbe sconfiggere qualsiasi dei nostri in men che non si dica".

"Quindi eravate già a conoscenza della sua pericolosità?" domandò Xiochor, inarcando un sopracciglio.

"Ma certo. Conosco quest'uomo, ci ho già avuto a che fare in passato. Per questo motivo andrò direttamente io a parlargli. Vedrete che basterà poco a convincerlo".

Poi si voltò e con un gesto del braccio, aprì un portale oscuro dietro di lui.

"E andrò IMMEDIATAMENTE. Quanto a voi, tu Kruix" e volse il suo sguardo al suo subordinato che fino ad ora era rimasto in silenzio "ti occuperai del dodicesimo membro. Si trova nel mondo del Nord. Vai lì e recuperalo. Con le buone o le cattive, non mi interessa".

Kruix non se lo fece ripetere due volte, si inginocchiò, salutò formalmente il suo "capo" e sparì in un secondo portale, creatosi ai suoi piedi.

"Mentre tu, Xiochor, rimani qui al castello e continua a perfezionare la tua tecnica. A breve avrai il tuo supporto" e detto questo, svanì anche lui nel portale precedentemente creato, mentre Xiochor sbuffò

"Dannazione, in che trappola sono andato a cacciarmi..." pensò tra se, mentre diede le spalle a Kingdom Hearts e rientrò nel castello, lentamente...

-------------------------------------------------------------------------------------------------

Il portale oscuro si materializzò in un corridoio buio, illuminato solamente dalla debole e fioca luce di una lanterna.

Quando uscì dall'Oscurità, si guardò intorno, girando la testa prima da un lato poi dall'altro. Sapeva di essere arrivato nel luogo giusto perché conosceva esattamente le coordinate dove si trovava quell'uomo. Ed a giudicare dalle celle che riusciva a scorgere sia a destra che a sinistra, aveva fatto centro.

"Molto bene, ora devo soltanto trovarlo in mezzo a questa miserabile topaia..." pensò tra se, prima di chiudere gli occhi e rimanere immobile, in silenzio, concentrato per cercare di percepire la forza spirituale del suo obiettivo.

Passarono dei secondi, prima che una voce, molto più vicina di quanto sembrasse, interruppe il momento di silenzio del Maestro. Era una voce leggera, di un uomo, sicuramente, ma il cui timbro sembrava quasi volesse sbeffeggiarlo.

"Non c'è bisogno che tu perda tempo a cercarmi. Sono a pochi metri da te, uomo senza cuore" disse soltanto.

Il Sommo si riscosse e voltò lo sguardo verso la direzione da cui proveniva quella maschile. L'avrebbe riconosciuta ovunque.

"Vedo che non hai perso quella tua aria di saccenza e spavalderia. Nemmeno dopo questo tempo, imprigionato, senza la possibilità di vedere la luce del sole ed il volto delle persone. Senza percepire il freddo pungente della neve o il caldo afoso di una giornata d'estate. Mi chiedo come tu possa avere una forza d'animo così incredibile" replicò mentre in pochi secondi si ritrovò a tu per tu con le sbarre di una cella da cui proveniva la voce "Sosuke Aizen".

Davanti a lui, un uomo, legato ad una sedia e con addosso un lungo abito nero, dotato di una mantella bianca. Una benda del medesimo color pece gli copriva l'occhio destro mentre al buio, i suoi capelli castani si vedevano a malapena.

"La forza d'animo non c'entra. A mano a mano che passa il tempo, impari a convivere con la solitudine, con i tuoi pensieri ed anche con i tuoi errori. E' tutta una questione di abitudine..." stava per aggiungere altro, prima di interrompersi per una frazione di secondi "oh giusto. Tu conosci il mio nome eppure io non ho la minima idea della persona con cui stia parlando. Se puoi definirti 'persona', ovviamente" si affrettò ad aggiungere, mentre la sua espressione mutava in un lieve sorriso.

"Il mio nome non è importante, non ancora almeno. Anche se so benissimo che nonostante il cappuccio che indosso e l'uso del Kyakko, tu abbia chiaramente intravisto il mio volto e percepito la mia reiatsu" replicò il Maestro, assumendo la medesima espressione del suo interlocutore.

"Se credevi davvero di nasconderti a me grazie ad un semplice copricapo e ad un Kido di livello 26°, non sei poi così tanto astuto come sembri".

"Dovevo immaginarlo. I sigilli che ti costringono su quella sedia non sono poi così tanto efficaci se il tuo potere ti permette tutto ciò. Ebbene, mi chiedo se non sia tu la persona ingenua quel che basta al volere rimanere intrappolato in questa deprecabile fogna".

"Oh stai sopravvalutando i miei poteri. Non sembra, ma sono davvero efficaci questi sigilli...".

Ci fu qualche attimo di silenzio, interrotto soltanto dal respiro di entrambi, prima che il prigioniero prese di nuovo la parola, ridacchiando: "sto cercando di capire, uomo senza cuore, come tu possa esistere in questo mondo. Com'è possibile che il tuo volto e la tua reiatsu assomiglino così tanto a lui. Ma immagino che non mi darai la risposta che cerco, dico bene? Non sei qui per questo, dopotutto".

Non tardo ad arrivare la sua risposta. "No, infatti. Sono qui perché volevo scambiare due chiacchiere con te, Aizen. Anche se, purtroppo, non abbiamo molto tempo".

"Il Kyakko non dura in eterno. Ed una volta che il suo effetto svanirà, qualsiasi Shinigami nella Soul Society percepirà la tua immensa Reiatsu" la risata di Aizen era beffarda, quasi a prendersi gioco di colui che aveva davanti. Il quale, invece, non si scompose di un millimetro, ma replicò a tono. "Hai ragione. Ed in quel caso, sarebbe un grosso problema per me. Oggi non me la sento proprio di combattere, è stata una giornata molto stancante".

"Allora dimmi: cosa gioverebbe, a me, prolungare questo dialogo? Posso aspettare che il Kyakku svanisca e che tu venga scoperto. In fondo, non puoi ne combattere contro gli Shinigami, ne tantomeno costringermi a parlare con la forza. O peggio ancora, uccidermi" replicò lo Shinigami, socchiudendo l'occhio.

La risata del Maestro fece eco lungo tutto il corridoio. "lo sai qual'è il problema, Aizen? Il problema è che tu, attualmente, hai due scelte. La prima è che decidi di non rispondere alle mie domande e preferisci rimanere qui, in questa lurida prigione, il tuo paradiso della solitudine. Aspetti che io me ne vada, a bocca asciutta. E quando io raggiungerò il mio obiettivo e la Soul Society verrà completamente spazzata via e tu cadrai con essa, come un vero Shinigami, poco prima di morire la tua acuta intelligenza si domanderà se forse, quel giorno, quelle due chiacchiere avrebbero potuto cambiare il tuo nefasto destino" le parole fuoriuscivano tutte d'un fiato dalla bocca del Maestro "oppure ascolti cos'ho da dire e solo poi valuterai quale scelta sia meglio per te" concluse l'uomo in nero, voltando le spalle al prigioniero.

"E stranamente, la scelta migliore per me, coincide con la tua, non è così?" replicò Aizen, assumendo un'espressione molto più seria.

"Mio caro Sosuke Aizen, un uomo dell'elevata caratura intellettuale come la tua, dovrebbe sapere che l'opzione migliore per ognuno di noi, va sempre di pari passi con la scelta dello schieramento vincente. E tu, più di tutti, dovresti saperlo, visto i tuoi errori passati".

Aizen ebbe un impercettibile, quasi invisibile moto di rabbia a quelle parole. Fortunatamente, lui era Sosuke Aizen e riuscì a reprimerlo molto bene. "'Mi stai forse dicendo che dovrei ascoltarti, nonostante il tuo volto? Nonostante la tua Reiatsu? Nonostante io non abbia più nulla da perdere?".

L'uomo in nero si voltò di nuovo, avvicinandosi maggiormente alle sbarre della cella. "Aizen, l'Universo è vasto. Più di quanto tu possa immaginare. Ci sono molteplici cose di cui non sei a conoscenza. La tua enciclopedia mentale rappresenta solamente una piccola percentuale di tutti i vocaboli che puoi imparare nel corso della tua vita" poi si avvicinò ancora di più, quasi a sfiorare con la punta del naso il ferro delle sbarre ed osservò con ancora più attenzione il prigioniero "io posso aiutarti in questa tua ricerca. Posso fornirti delle conoscenze che mai avresti immaginato. Andresti ad approfondire la tua stessa esistenza, la mia, quella della Soul Society, quella del Re delle Anime. Otterresti un potere in grado di aiutarti nella tua missione. Un potere che l'Hogyoku nemmeno lontanamente ti ha offerto" concluse, togliendosi il cappuccio e rivelando le sue reali fattezze ad Azien, che strabuzzò l'occhio e tremò impercettibilmente.

"Io posso offrirti una seconda occasione!".




 

-------------------------------------------------------------------




 

Terminologia:

Kido: si tratta di una forma di combattimento degli Shinigami basata su degli incantesimi avanzati e che sfrutta l'energia spirituale degli Shinigami (chiamata Reiatsu). Si suddividono in "Hado" per il combattimento offensivo e "Bakudo" per il supporto difensivo. Si classificano in base al livello necessario a lanciarli. Più esso è alto, maggiore sarà il dispendio di Reiatsu ma più potente è l'incantesimo. Il "Kyakku" è un particolare Bakudo di livello 26° che viene utilizzato da uno Shinigami per nascondere temporaneamente la propria Reiatsu, che diventa così impossibile da percepire per chiunque.

Reiatsu: si tratta della pressione/forza energetica che una persona può rilasciare dal proprio corpo. Più essa è alta, più l'individuo in questione possiede una forza elevata. E' una forza visibile, se il portatore la rilascia in grandi quantità e può variare di colore da persona a persona.

Soul Society: luogo separato dal mondo reale e molto più grande e differenziato di quanto appaia, è la sede degli Shinigami. Viene definito quasi come una sorta di "aldilà" dove dimorano le anime fino a quando non si reincarnano nel mondo Umano.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Monster Trio! ***


CAPITOLO 1: IL MONSTER TRIO!
 


"Aaaaahhhhhh che bella sensazione! Un sole perfetto per abbronzarsi ma un venticello fresco che contrasta il caldo!"
"Hai proprio ragione, Nami. Oggi si sta davvero bene".
Le due componenti femminili della ciurma di Cappello di paglia, la navigatrice Nami e la bella archeologa Nico Robin, si stavano godendo i raggi del sole mattutino, distese sul piccolo "prato" artificiale del ponte della Sunny. Entrambe indossavano degli occhiali da sole. Tuttavia, il loro costume che lasciava scoperto quasi tutto il corpo, ad eccezione di quello di Robin che portava anche un pareo di colore viola intorno alla vita, attirò le attenzione del biondo cuoco di bordo, Sanji, che con una piroetta si portò davanti ai due lettini ove cui erano coricate le due ragazze. Reggeva un vassoio, sul quale vi erano due enormi bicchieroni dello stesso colore dei capelli della navigatrice.
"Mie bellissime dee, lasciate che il vostro umile Mr. Prince vi offra delle bevande dissentanti per refrigerare il vostro stupendo corpo" esclamò, socchiudendo gli occhi.
"Ah ci volevano proprio. Grazie Sanji. Ricordati di riportare sulla mia agenda quanti mandarini hai usato." rispose Nami, mentre prendeva il suo bicchiere, imitata dalla sua amica.
Nami, infatti, aveva piantato sul ponte della Thousand Sunny, un'intera piantagione di mandarini, il frutto che amava mangiare da piccola insieme a sua sorella ed a sua madre. Ogni volta che qualcuno voleva prenderne uno, doveva necessariamente chiedere a lei. Ad eccezione di Sanji che, in quanto cuoco, ne aveva pieno accesso.
"E' veramente ottima e rinfrescante. Molto gentile, Sanji" fu invece la risposta di Robin, con un sorriso sincero, mentre sorseggiava il succo di mandarino.
Sanji scoppiò dalla felicità e sprizzò cuoricini ovunque.
"La vostra gentilezza infiamma il mio cuore, tesori miei. Se avete bisogno che vi spalmi la crema solare, non dovete far altro che chiedermelo!".
"Grazie ma no" fu la laconica risposta di Nami, mentre riponeva a terra il bicchierone e tornava a pancia all'aria, a prendere il sole, mentre Robin se la rise di gusto.
Il cuore di Sanji sembrò spezzarsi, tanto che cadde sulle ginocchia, versando fiumi di lacrime.

"Si da il caso che io stia facendo un pisolino. E il tuo fastidioso lamentarsi mi stia infastidendo. Potresti levarti di torno e tornare ai fornelli, stupido cuoco?". La voce di Zoro, lo spadaccino dai capelli verdi e la cicatrice che gli attraversava l'occhio sinistro, raggiunse Sanji che in men che non si dica fu a muso a muso con il compagno. Lo spadaccino era stravaccato all'ombra dell'albero maestro, a pochi metri dalla lettiga di Nico Robin.
"Sai solamente dormire e bere. Come può un buzzurro come te apprezzare tali bellezze immacolate? Torna pure a russare come un elefante invece che rovinare l'atmosfera con la tua voce dal ippopotamo".
"Come hai detto, sopracciglio a ricciolo? Vuoi che ti infili quel vassoio dove non batte il sole?" rispose lo spadaccino, aggrottando le sopracciglia.
"A chi hai dato del sopracciglio a ricciolo, testa d'alga?".
"Prova a ripeterlo, pervertito a ricciolo".
"Apprezzare l'immensa bellezza di Nami-San e Robin-Chan non significa essere pervertiti ma sapere riconoscere la qualità di due donne affascinanti. Ma cosa ne vuoi sapere tu. Le donne scappano non appena vedono quella faccia da scimmia poco sveglia".
"Cuoco da strapazzo, non ti rendi conto che le donne scappano non appena vedono i tuoi modi di fare da pervertito, soprattutto. Insieme a quello scheletro, siete due pervertiti di prima categoria".
"Non paragonarmi a quel mucchio d'ossa, testa d'alga!".
A quella parole, il povero musicista della ciurma, si intromise nella discussione. "Dovete sapere che quando avevo la vostra età, le giovani donzelle faceva la fila per mostrarmi le loro mutandine…!" non riuscì a terminare la frase che venne bruscamente interrotto dai due litiganti di cui sopra. "NON CI CREDE NESSUNO, BROOK!".
Sconsolato, Brook andò verso la prua della nave, dove Usopp, il nasone cecchino e Rufy, il capitano della ciurma, erano intenti a pescare mentre Chopper, la tenera renna, li osservava, sbavando e cercando di farsi aria con i piccolo zoccoli.
"Voi dite che non fa caldo, ma io mi sto lentamente sciogliendo. Questa pelliccia è una trappola mortale con questa afa…" disse il povero medico.
"Chopper, prova a chiedere a Sanji se ti prepara qualcosa di fresco come ha fatto con Nami e Robin. Per esempio del latte. Sono sicuro che non ti dirà di no" replicò Usopp, mentre cercava di concentrarsi, con la canna da pesca in mano.
A quella parola, sia Brook che Chopper si riscossero e delle stelline presero il posto dei loro occhi (anche se, ovviamente, Brook non aveva degli occhi, essendo uno scheletro ndr). Infatti, entrambi erano amanti del latte. Chopper soprattutto per la sua tenera età mentre per Brook serviva come stimolante per le sue ossa.
"Usooooooooopp allora, quando abboccano?! Sto morendo di fame!" gracchiò Rufy, ad alta voce, facendo spazientire l'amico.
"Rufy, sono cinque minuti che siamo qui, come pensi che possano abboccare nel giro di così poco tempo?!" replicò Usop, ironicamente.
"MA IO STO COMUNQUE MORENDO DI FAME. TUFFATTI E CATTURA QUALCHE PESCIONE!" gli urlò Rufy, nelle orecchie.
"NON MI BUTTO IN UN MARE INFESTATO DA CREATURE SPAVENTOSE E CARNIVORE SOLO PERCHE' TU NON VUOI ASPETTARE CHE I PESCI ABBOCCHINO, RAZZA DI CITRULLO!".
"ALLORA MI BUTTO IO!". Usopp si mise una mano sulla faccia. Rufy era un completo idiota.
"Non puoi, stupido. Ti ricordo che hai mangiato un frutto del mare. Affogheresti…".
Sconsolato, Rufy sbuffò e tirò fuori la lingua. Non ne poteva più di aspettare.
"SANJIIIIIII HO FAME, PREPARAMI QUALCOSA DA MANGIARE!". Schiamazzò di nuovo Rufy.

Ma il cuoco era ancora alle prese con la discussione con Zoro. E non si accorse nemmeno di Brook e Chopper che lo stavano pregando in ginocchio di preparar loro del latte fresco.
"Cuoco da strapazzo, dici? Eppure mi sembra che a te piacciano le pietanze che vi servo ogni giorno a tavola, vero Marimo?" replicò Sanji, sghignazzando e guardandolo di sottecchi.
A quella frase, Zoro digrignò i denti. In effetti era vero. Si poteva dire di tutto su Sanji. Che fosse un pervertito, un dongiovanni, uno scemo, un donnaiolo etc etc. Ma di certo ci sapeva fare in cucina. Perciò passò qualche secondo e Zoro non riuscì a trovare le parole giuste per controbattere.
Fortunatamente, Robin alzò leggermente gli occhiali e con la coda dell'occhio assistette all'intera scena e venne in soccorso dello spadaccino. Forse, però, la donna esagerò leggermente.
"Scusa Sanji. E' da tempo che non prendo del sole così forte ed ho timore che la mia pelle possa risentirne. Saresti così gentile da spalmarmi della crema solare sulla schiena?". A quella parole, il cuoco scoppiò di felicità e dopo aver fatto la linguaccia al suo amico/nemico, volteggiò verso la bella archeologa, prendendo in mano il tubetto di crema, mentre Robin, prima di girarsi di schiena, strizzò l'occhio verso Zoro.
Quest'ultimo, tuttavia, non sembrò del tutto felice del fatto che la discussione fosse finita. O meglio, era entusiasta per essersi tolto dalle scatole la voce noiosa del cuoco. Ma qualcosa lo aveva fatto comunque innervosire. Non riusciva a capire cosa fosse, ma l'espressione che aveva in volto non era del tutto piacevole. Se ne accorse Robin, al cui lieve sorriso si sostituì un'espressione delusa ed amareggiata, mascherata dagli occhiali. Credeva di aver fatto un favore a Zoro, eppure non così non sembrava.
E se ne accorse anche Nami, che gettò uno sguardo interrogativo, prima a Robin e poi allo spadaccino.
Quest'ultimo voltò le spalle alle due ragazze e si arrampicò sull'albero maestro, verso quella che era la stanza circolare sopra a quest'ultimo che fungeva da palestra per Zoro.
"Ma che strana reazione ho avuto? Non è da me. Eppure Robin mi ha appena fatto un enorme favore…" pensò tra se Zoro, sempre più dubbioso.
Quando raggiunse la sommità dell'albero maestro e fu dentro la stanza, venne accolto da un notevole disordine. Vestiti buttati a terra, naturalmente pieni di sudore e numerosi pesi sparsi per la sala, che Zoro usava per allenarsi.
"Dovrò dare una pulita, così almeno riuscirò a distrarmi…". Ed infatti, iniziò ad impilare i diversi attrezzi a ridosso della finestra che dava sul ponte della Sunny. Fu un errore madornale, poiché, con la coda dell'occhio, scorse di nuovo la figura dell'archeologa che aveva appena finito di lasciarsi "toccare" da quel maniaco di un cuoco. Ed ebbe un impercettibile modo di stizza che gli fece digrignare i denti.
"Ma perché ho questa reazione?! Perché vorrei tanto scendere di nuovo a prendere a pugni Sanji?!".
Zoro scosse la testa. "No. Devo stare calmo. Sicuramente è perché ho dormito poco, a causa del casino che fanno. Credo che una bella dormita qua, isolato da tutti, possa aiutarmi".
E non se lo ripetè una seconda volta. Si appoggiò alla panca e si addormentò nel giro di qualche secondo.
 
Mentre Zoro risaliva le scalette che lo avrebbero portato in cima all'albero maestro, Brook lo osservò di soppiatto.
"Yohohoho ma pensa un po’. Anche Zoro ha un cuore, dopotutto…" disse lo scheletro, a bassa voce, con la sua classica risata. Dopotutto, si sa, Brook può anche essere un pervertito di prima categoria, ma nonostante ciò, ha una certa età ed alcune cose riesce ad intuirle ben prima rispetto a tutti gli altri. Ad eccezione di Robin e Franky, che tuttavia potevano benissimo non essere entrati in contatto con "certi argomenti", i restanti membri della ciurma erano solo ragazzini, che seppur avendo acquisito una certa maturità grazie ai loro viaggi, erano ancora molto "ignoranti" sotto certi aspetti.
"Dovrò stare attento, d'ora in poi e cercare di aiutare quello spadaccino al meglio delle mie possibilità". Stavolta, Brook si limitò a pensare tra se e se, certo del suo incredibile istinto.
Anche Nami fu sorpresa della reazione di Zoro e di Robin. Innazitutto, non avrebbe mai immaginato che la sua amica si sarebbe lasciata toccare dalle mani di Sanji. Sapeva che Robin era gentile con tutti, ma da qui al fare quello che ha fatto…
E poi, la reazione dello spadaccino. Sembrava quasi seccato. Ma da cosa?
"Qui gatta ci cova…" furono i pensieri della navigatrice, prima che la voce quasi robotica di Franky riscosse i presenti.
"CIURMAAAAAAAA!!! ISOLA IN VISTA!". Franky, che si trovava a poppa, la zona della nave più sopraelevata rispetto alle altre, cacciò un urlo che probabilmente si sentì anche fino dall'altro capo del mondo.
"C'era davvero bisogno di urlarlo…?" disse Nami, a bassa voce ma leggermente innervosita.
"FINALMENTE SI MANGIAAAAAA!" esclamò Rufy, con la bava alla bocca.
Usopp lo guardò storto e con una gocciolina in testa. "Com'è che isola faccia rima con cibo, per te?".
"Allora gente, ascoltate attentamente. Quest'isola si chiama Dauntless ed è, fortunatamente, disabitata. E' prevalentemente montuosa ma vi è una piccola spiaggia ad est di ques'ultima. Approderemo lì" spiegò la navigatrice, mentre gli altri ascoltavano attentamente "staremo qui solamente uno, massimo due giorni, poi ripartiremo per Wano, anche perché l'abbiamo promesso a Traffy" e proprio mentre pronunciava quel nome, un ragazzo dal cappello bianco e un cappotto leggero di colore nero, sbottonato sul davanti, fece capolino dalla porta che dava alla cucina.
"Un'altra pausa? E' già la terza…" esclamò quest'ultimo, sconsolato. Infatti, Trafalgar Law, capitano dei pirati Heart, era rimasto insieme alla ciurma di cappello di Paglia, che lo avrebbe accompagnato poi dalla sua di ciurma, che si trovava, per l'appunto, nella regine del Wanokuni. Non si era del tutto abituato, ancora, all'euforia che vigeva su quella nave.
La navigatrice lo guardò, anche lei con la stessa sua espressione. "Lo so, ma il Capitano vuole fermarsi per festeggiare la sua nuova taglia…".
"E soprattutto, anche la mia che ha finalmente superato quella di un certo Marimo" si intromise Sanji, con un'espressione soddisfatta sul volto.
"Certo, certo..." continuò Nami spostando lo sguardo verso di lui.
"Ma comunque sia, arriveremo all'isola nel tardo pomeriggio, perciò ora pranziamo, successivamente mentre io e Robin ci prepariamo, voi iniziate ad organizzare lo sbarco".
Poi si rivolse al cuoco. "Sanji, tu prepara la cena per stasera. Dovrà essere sostanziosa anche perche Rufy so già che vorrà mangiare per dieci…". Ed a quelle parole, proprio il Capitano iniziò a sbavare di nuovo, osservando prima Nami e poi Sanji.
"Ma certo, tesoro mio, ai tuoi ordini!" rispose il biondo e con una piroetta si recò in cucina.
"Usopp, vai a chiamare Zoro ed insieme a Traffy e Franky, ci precederete con la Mini-Merry e cercherete il punto giusto per sbarcare. Poi iniziate a trovare della legna ed a preparare il falò per la notte. Portatevi dietro anche i sacchi a pelo, chiaro?".
Law però non era della stessa idea. "Perché dovrei scendere anche io? Non appartengo alla vostra ciurma, non ho intenzione di festeggiare assolutamente nulla…" ma un'occhiataccia della navigatrice gli fece mordere la lingua ed interromper la frase. Fu costretto, a malincuore, a seguire i suoi ordini. Nami faceva questo effetto a tutti.
Poi alzò il braccio. "Bene! ci vediamo sull'isola tra qualche ora!" disse, prima di fare un cenno all'amica "andiamo, Robin". Quest'ultima non se lo fece ripetere due volte e seguì Nami nelle loro stanze, mentre ci fu un fuggi fuggi generale dal ponte, che divenne più silenzioso.
 
 
 

La notte, ormai, incombeva sull'isola. La luna stava prendendo il posto del sole, mentre le stelle iniziavano a puntellare il cielo, plumbeo. L'isola sembrava apparentemente deserta, ma una piccola luce illuminava la spiaggia a nord di quest'ultima. Grazie alla fioca luce delle fiamme di quel falò, si poteva intravedere la sagoma di un vascello, ancorato poco più lontano, dove le acque erano più profonde. Il mare era calmo e la nave sembrava cullarsi dolcemente grazie alle poche onde.
La luce lunare incombente permise ai tre di poter osservare distintamente la bandiera pirata che svettava sulla cima dell'albero maestro.
Tre figure, che sembravano indossare dei cappotti neri, lunghi fino ai piedi, camminavano sul filo dell'acqua, lasciandosi dietro piccole scie di onde che si infrangevano subito dopo. Un'abilità alquanto particolare ed altresì molto utile in quel mondo.
Due di essi erano uomini, o meglio, ragazzi a giudicare dal volto, mentre il terzo profilo, in mezzo ai due, era chiaramente femminile. I suoi capelli, di un viola molto scuro, erano legati a coda di cavallo, che le arrivava fin oltre il collo. Ciò che però colpiva maggiormente del suo volto, erano la pelle scura, quasi bronzea, che bagnata dalle gocce d'acqua, sembrava splendere al chiaro della luna. Mentre gli occhi, di un giallo accesso, risaltavano sul viso.
Il ragazzo alla destra aveva una zazzera arancione, corta fino al collo. Gli occhi erano quasi del medesimo colore dei capelli, solo leggermente più scuri. Legata alla schiena, portava il fodero di una spada estremamente grande. Era il più alto del trio.
L'ultima figura, alla sinistra della donna, presentava quasi lo stesso taglio di capelli del suo compagno, anche se lievemente più lunghi, neri come la pece. Anche il colore dei suoi occhi era particolare, di un rosso molto acceso, simile a sangue vivo. Anche lui portava il fodero di una lama, legato al fianco sinistro. La spada, a differenza di quella del partner, era più corta e più sottile.
Procedevano lentamente ma con piglio deciso, verso la nave ancorata. A mano a mano che si avvicinavano, potevano iniziare ad udire delle flebili voci che provenivano dalla spiaggia, dove si trovava il fuoco. Quando le voci si fecero più intense, la donna si fermò, imitata dai due compagni.
"Allora, Yoruichi, sono loro?", chiese il ragazzo alla sua sinistra. La risposta non tardò ad arrivare, il tempo che la donna ci mise a scrutare la bandiera pirata.
"Assolutamente certa. Kisuke è stato molto chiaro. Un teschio con un cappello di paglia…", ed indicò il vessillo, per poi abbassare lo sguardo verso la polena della nave, "ed un nave dalla forma leonina".
"Beh, più che un leone, a me sembra tanto un girasole…", ripetè il ragazzo, grattandosi la testa. In effetti, non sembrava affatto la criniera di un leone.
"Sia quel che sia, li abbiamo trovati. A questo punto possiamo anche aspettare la mattina per procedere", continuò la donna, socchiudendo leggermente gli occhi, "sono stanca ed ho un sonno bestia, vorrei andare a dormire. Anche perché domani sarà una giornata molto movimentata".
"Non credi che dovremmo prima capire come agire? Dopotutto non sono degli sprovveduti, a sentire Kisuke. Alcuni di loro sono molto forti, non possiamo semplicemente gettarci a testa bassa ed usare la tecnica tua e di quel testone di Ichigo. Ovvero iniziare a far casino, sperando di coglierli di sorpresa", rispose il ragazzo, spostando lo sguardo da lei al suo compagno, che fino ad allora era rimasto in silenzio, ma che quando venne preso in causa, si limitò a sbuffare e gettare un'occhiataccia all'amico.
"Come vorresti agire? Avanti Zane, illustraci il tuo incredibile piano". La donna sbadigliò dopo aver pronunciato quelle parole, mentre i tre ripresero a camminare verso la parte opposta alla spiaggia da cui sentivano provenire le voci.
Il ragazzo dai capelli corvini non se lo fece ripetere due volte e dopo una leggera smorfia, tirò fuori dalla tasca una serie di fogli, ciascuno dei quali rappresentava una persona diversa. Recavano la dicitura "Wanted, Dead or Alive" con annesso il nome di chi vi era rappresentato, oltre che ad una cifra numerica che indicava, ovviamente, la taglia dell'individuo in questione. Ne prese tre, mentre i rimanenti sei li rimise in tasca.
"Questi tre, sono quelli a cui dobbiamo prestare maggior attenzione. Ed incominciamo subito da lui…", e mostrò il poster recante la figura di un buffo ragazzo dai capelli biondi, le sopracciglia a ricciolo e gli occhi a forma di cuore, "Sanji Gamba Nera, con una taglia di 330 milioni di Berry. La seconda più alta della ciurma. Questo tizio sembrerebbe molto pericoloso, soprattutto perché, secondo le nostre informazioni, è molto abile con le gambe ed i suoi calci sono potentissimi. Per questo motivo, ci penserai tu a lui", ed indicò la donna, che fece una smorfia contrariata.
"Perché proprio io?! Il volto di questo individuo mi inquieta, preferirei occuparmi di qualcun altro, se fosse possibile".
"Fattelo andar bene. Io ed Ichigo combattiamo prevalentemente con le spade. Mentre tu sei più da arti marziali con calci e pugni" e dicendo questo, Zane si mise in una strana posa da karate, cercando di imitare la donna. Ma con scarsi risultati, tant'è che quest'ultima lo guardò in cagnesco ed il ragazzo fu costretto a scusarsi immediatamente, prima di sorbirsi una punizione dall'amica.
"Comunque, continuando", e lanciò qualche colpo di tosse, "c'è lo spadaccino della ciurma, tale Roronoa Zoro, con una taglia da 320 milioni di Berry" ed indicò il poster di un ragazzo dai capelli verdi, molto corti, con una bandana nera e degli orecchini d'oro all'orecchio sinistro. Aveva una particolare cicatrice sull'occhio sinistro, che era completamente chiuso.
"Che espressione malvagia…" disse Ichigo, guardando attentamente la foto, "non mi stupisco abbia una taglia così alta. Deve essere sicuramente un osso duro", concluse, accennando un mezzo sorriso.
"Lo è eccome. Prima era conosciuto come "il cacciatore di pirati", anche se poi, stranamente, si è unito a loro. Stai attento Ichigo, questo Zoro usa una strana tecnica, chiamata "la tecnica a tre spade". Inutile dirti di non andarci leggero", rispose Zane, osservando preoccupato il poster dello spadaccino. Da quel che aveva saputo da Kisuke, questo Roronoa Zoro, seppur aveva una taglia inferiore a quella dei compagni, era sicuramente uno dei più pericolosi, proprio per via della sua natura e delle sue abilità.
"Quindi, immagino che penserai al capitano, dico bene Zane?". La voce di Ichigo lo distrasse dal suo pensiero. Zane annuì con un cenno del capo.
"Cappello di Paglia ha una taglia che supera il miliardo di Berry", a quella cifra, Yoruichi abbozzò un mezzo sorriso, mentre Ichigo inarcò il sopracciglio, "non per nulla si tratta del capitano della ciurma". Zane sbuffò lievemente e si rimise in tasca i tre poster.
"Non saprei, dal mio punto di vista, credo che ci basterebbe semplicemente incontrarli e parlargli normalmente. Senza dover per forza metterli alla prova", prima che Zane potesse interrompere Ichigo, questo ultimo lo fermò con un cenno della mano, "dopotutto, come hai detto tu, Zane, stiamo parlando di pirati con delle taglie molto alte. Perché qualcuno di più forte di loro, dovrebbe sconfiggerli e prenderne il posto?".
La domanda di Ichigo era più che lecita, pensò il compagno. In effetti, il piano di mettere alla prova i membri più forti della ciurma di Cappello di paglia era una sua idea. Ma ciò era dovuto al fatto che dovevano rivelare loro informazioni importanti. E dovevano essere certi che fossero davvero loro. Ne andava della salvaguardia del loro intero piano. Non ci mise molto, perciò, a rispondere all'amico.
"Ti ho già spiegato il motivo, Ichigo", ed si incamminò di nuovo verso la spiaggia, non più così lontana, "non abbiamo alternative. So benissimo anche io che quelli sono i pirati di Cappello di Paglia. Posso garantirtelo con una sicurezza del 99%", continuò Zane, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sul vascello, "ma con il combattimento di domani, allora sarà garantito al 100%. Sai benissimo che possiamo rischiare".
Ichigo non sembrava del tutto convinto, "partendo dal presupposto che Yoruichi ed io ascoltassimo il tuo piano, ci sono due questioni che ancora non mi convincono", e dicendo ciò, alzò l'indice ed il medio, portandosi di fianco al compagno, "prima cosa, tu hai parlato di quei tre, senza accennare nulla riguardo ai compagni. Come dovremmo comportarci con loro? Se, come affermi tu, quei tre sono così forti, non credo avremmo le possibilità di affrontare anche la ciurma restante," ed abbassò il medio, lasciando alzato solamente l'indice, "secondariamente, anche ammettendo che combattendo contro di loro, otterremo la prova definitiva che siano loro, cosa ti fa pensare che si mettano ad ascoltare delle persone che hanno incontrato cinque minuti prima? E per di più, contro cui hanno combattuto, apparentemente senza motivo", ed abbassò anche l'indice, sospirando.
"Stai sottovalutando la mia intelligenza, Ichigo", rispose Zane, ammiccando un lieve sorriso, "domani mattina, alle prime ore dell'alba, vi spiegherò cosa faremo. Poi procederemo. Sarà molto semplice. Dovrete solamente seguire le mie direttive ed andrà tutto liscio e pulito. Badate bene, però…", e guardò prima Ichigo e successivamente la donna, "lasciate che sia io a parlare. Yoruichi potrà intervenire quando vorrà, ma tu Ichigo, SOPRATTUTTO TU", ed enfatizzò molto le ultime due parole, tanto da attirarsi una smorfia da parte del compagno, "non lasciarti scappare assolutamente nulla. Ci sono alcune cose che non devono sapere su di noi, è chiaro?!". Il volto, ma soprattutto il tono di Zane, non ammettevano repliche. Yoruichi fece le spallucce e sorrise. Non aveva alcun problema a lasciare che fosse Zane a condurre il tutto. Dopotutto, Kisuke riponeva massima fiducia nei due ragazzi ed anche lei si fidava di loro. Si ricordò perfettamente le parole dell'amico, poco prima che il trio attraversasse il Senkaimon, qualche settimana fà…
 
 
"Yoruichi-san, sei sicura di andare?", la domanda di Urahara Kisuke scosse la donna, che osservava Ichigo e Zane salutare i loro amici, poco lontano. Si trovavano al di sotto dell'emporio "Urahara", dove viveva Kisuke, nella città di Karakura, insieme ai due piccoli ragazzini, Jinta ed Ururu, che vi lavoravano come commessi e Tessai, un uomo anziano, ex membro della Soul Society ed ora assistente dello stesso Kisuke.
Era una stanza molto ampia, che sembrava fosse all'aperto, invece che sottoterra. Presentava un cielo nuvoloso, raggi del sole che la illuminavano ed infine qualche roccia che la puntellavano qua e la. Vi era un accenno venticello fresco, che sollevava piccola mulinelli di sabbia e terriccio.
Yoruichi spostò lo sguardo da Ichigo ed i suoi amici ad Urahara
"Cosa c'è, non ti fidi più di me, Kisuke", replicò, ammiccando un sorriso provocante.
Urahara abbassò lievemente il suo capello a strisce bianco/verdi e si appoggiò al suo bastone da passeggio, rispondendo al sorriso di SYoruichi.
"Sai benissimo che non è così. Mi fido ciecamente di te, Yoruichi-San", poi sollevò di nuovo il capo e la osservò, stavolta con un'espressione molto seria e preoccupata, "ma qui non stiamo discutendo di un viaggetto tranquillo nella Soul Society o nell'Hueco Mundo. Parliamo di un mondo completamente estraneo, le cui uniche informazioni che abbiamo sono contenute nel vostro PDA. E a dirla tutta, non sono nemmeno così numerose. Anzi, tutt'altro. E da quel poco che ho potuto constatare, ci sono individui veramente potenti, al pari di un Capitano del Gotei 13. Se non di più", la spiegazione di Urahara, tutta d'un fiato e più che esaustiva, non scosse di un millimetro il sorriso di Yoruichi.
"E con ciò? Non siamo i primi sprovveduti che vedi, Kisuke. Tu mi conosci, sai che posso farmi valere", e sollevò il braccio, stringendo il pugno, " ed infine ci sono Ichigo e Zane con me. Vorrei farti notare che è grazie a loro se esiste ancora la Soul Society. Yhwach e i suoi Quincy sono stati sconfitti proprio da loro due. Mi sembra che abbiano dimostrato ampiamente quanto valgano".
Kisuke assimilò la risposta dell'amica, sospirando e voltandole le spalle, all'improvviso.
"Hai completamente ragione. Perciò vedi di non farti sempre salvare la pellaccia da quei due scapestrati…", mentre diceva ciò, si incamminò verso i suoi dipendenti, con passo lento ma deciso, "proteggi i miei cuccioli, Yoruichi-San…", aggiunse soltanto, alzando il braccio sinistro in segno di saluto.
La donna socchiuse gli occhi e voltò anche lei le spalle all'amico, pronunciando a bassa voce alcune parole, che tuttavia Kisuke riuscì ad udire, "ci puoi giurare, Kisuke". Lo fecero sorridere.
Si, poteva stare tranquillo, sia Yoruichi che quei due erano in buone mani, tutti insieme…
 
 
Ichigo aggrottò la fronte. Sapeva che alle volte poteva essere impulsivo e fin troppo legato all'istinto, invece che alla pura e semplice regola del "pensa 10 secondi prima di agire". Ma si fidava ciecamente di Zane, perciò non fece altro che sollevare il pugno ed indirizzarlo verso il compagno, con sorriso sincero sul volto. Zane non se lo fece ripetere due volte, battè il pugno all'amico e rispose all'espressione di Ichigo.
Il tutto mentre la donna li osservava senza preoccupazione.
"Puoi stare tranquillo, Kisuke. Questi due si proteggeranno a vicenda, senza riserve", pensò tra se e se, mentre faceva un cenno ai due ragazzi, che la seguirono spediti.
Ora dovevano solamente riposare prima dell'alba.
Tuttavia, ad una distanza non troppo elevata da loro, dalla parte opposta a dove si trovavano i membri della ciurma di cappello di paglia, il trio fu distratto da una intensa luce che durò una frazione di secondo.
Ichigo fu il primo a spalancare gli occhi. "Ma quelli…!".
"Non è possibile. Sono già qui…!" intervenne Yoruichi, digrignando i denti e scattando in direzione del punto in cui comparve la luce.
"Aspetta, Yoruichi!". Venne fermata sul nascere dalla voce, fin troppo alta, di Zane.
"Non mi sembra il caso di intervenire" aggiunse, mentre la donna lo guardava dubbiosa. L'espressione di Zane si era fatta, tutto ad un tratto, molto seria.
"Non ti sei accorto, forse, di cosa sta succedendo? Quella luce sta a significare che…!.
"Lo so cosa significa! Lo so benissimo! Proprio per questo ti ho detto di non intervenire".
Ichigo si avvicinò a Zane, stringendo i pugni. "Non possiamo non interferire! Ti rendi conto di quanto siano pericolosi? Non sono dei semplici Heartless!".
"Quindi? Meglio ancora, dico bene?" rispose Zane, ammiccando un sorriso.
Ichigo stava per dirgliene quattro, quando una mano sulla spalla lo quietò.
Yoruichi fissava Zane, dritto negli occhi.
"Tu vuoi che quella ciurma combatta contro di loro, dico bene?"
Gli occhi di Zane erano una risposta sufficiente per la donna, che scosse la testa e sorrise impercettibilmente.
Ichigo, invece, fece passare lo sguardo prima da lei e poi al compagno.
"Siete impazziti?! Non ce la faranno mai!".
"Io dico di sì. Ed in più, non dovremmo seguire il mio piano e potremmo intervenire quanto prima per aiutarli. Senza contare che, in questo modo, non dovremmo nemmeno trovare delle scusanti per spiegare loro la situazione. Direi che cascano a fagiolo, giusto?" spiegò Zane, incrociando le braccia.
"Vuoi mettere a rischio le loro vite solo per metterli alla prova?".
"Ichigo, lo so che è rischioso. Quindi ora ti chiedo: ti fidi di me?".
L'amico, nonostante non fosse d'accordo, non poteva tirarsi indietro ad una tale domanda. Si fidava eccome. Perciò sbuffò ed arruffò i capelli al suo compagno.
"Certo che mi fido, idiota".
Zane sorrise ed estrasse la sua spada.
"Bene! Dividiamoci e prendiamo posizione. Ci vediamo sull'isola tra qualche ora!".
Ma prima che ognuno scattasse nella propria direzione, vennero interrotti, nuovamente, dalla comparsa alle loro spalle di una ragazza minuta, dai corti capelli azzurri, che indossava il medesimo cappotto nero che le lasciava scoperta solamente la testa.
Yoruichi sorrise impercettibilmente. "Hai fatto in fretta, vedo". La ragazza annuì, mentre Ichigo e Zane la guardavano sorpresi. "Eh tu che ci fai qui?!" esclamò proprio quest'ultimo.
La Shinigami lo osservò per un attimo. "Ordini della mia maestra, Yoruichi. E prima che tu proferisca parola, la Soul Society non sa che sono qui. Ah e non azzardarti mai più a rivolgerti così a me, idiota". Zane tirò un sospiro di sollievo, ignorando l'insulto della ragazza, con una gocciolina sulla testa. Anche Ichigo sospirò sollevato.
"Ottimo, allora verrai con me. Ti spiegherò cosa faremo" disse Yoruichi, mentre prese per mano la nuova arrivata, che sorrise e diventò rossa per l'imbarazzo. "M-ma certo m-maestra" balbettò, prima di seguire la donna e sparire all'improvviso.
Ichigo e Zane scossero la testa, poi si guardarono, si fecero un cenno col capo e scomparvero, imitando le due donne…
 
 
 

La cenere ed il carbone che scricchiolavano ancora, erano gli unici resti del falò della nottata precedente, mentre le prime luci dell'alba iniziavano ad illuminare il piccolo isolotto dove Rufy e la sua ciurma avevano attraccato il giorno prima. Tra quantità di alcool spropositate e cibi raffinati cucinati dal biondo cuoco della ciurma, era stata una giornata all'insegna del divertimento per la ciurma. Non stupì infatti il fatto che stessero dormendo come ghiri, soprattutto il capitano ed Usopp. Il loro russare era talmente forte da essere udibile in tutta l'isola. Solamente uno di loro era sveglio, poco lontano da dove si trovavano i suoi compagni.
Lo spadaccino Zoro, infatti, era intento ad allenarsi, come al suo solito, di prima mattina. Impugnava la sua Shuusui e menava rapidi fendenti all'aria, in sequenza. Era a torso nudo, mentre legato al fianco da una cordicella rossa, il suo yukata verde, che ricadeva fino ai piedi. I movimenti del ragazzo erano fluidi, rapidi e precisi, mentre ad ogni sua mossa, il sudore che imperlava il corpo scolpito di Zoro, schizzava in ogni direzione.
"Già in piedi, Zoro", non era una domanda quella che provenì dalla voce femminile di Nami che riscosse lo spadaccino, il quale ultimò il suo ultimo movimento e si fermò, osservando la ragazza che si avvicinava a lui. Quest'ultima portava lunghi jeans azzurri, mentre indossava solamente il top di un costume da bagno, a stelle bianche e rosse. I suoi capelli, arancioni, svolazzavano grazie al venticello fresco che tirava a quell'ora. Mentre si stropicciava gli occhi color nocciola, tirò anche uno sbadiglio, abbastanza rumoroso, senza portarsi la mano alla bocca.
"Dannazione, che modi rozzi…", esclamò Zoro, osservando il comportamento da maschiaccio della compagna, che fortunatamente non riuscì ad ascoltare le parole pronunciante a bassa voce.
"Hai detto qualcosa, Zoro?", domandò Nami, avvicinandosi sempre di più, mentre guardava dubbiosa l'amico. Zoro scosse la testa, energicamente. Meglio evitare un pestaggio di prima mattina.
"Diavolo, ieri sera ci abbiamo davvero dato dentro! Ho vaghi ricordi dell'accaduto, spero di non aver fatto qualcosa di stupido mentre ero completamente ubriaca…", esclamò la bella navigatrice, mentre si sistemava i capelli, cercando con lo sguardo una reazione del compagno.
"Per esempio? Esserti spogliata davanti a sopracciglio a ricciolo?", replicò lo spadaccino, ghignando e guardandola di soppiatto. Non era la risposta che voleva.
Infatti, il balzo che Nami compì, stupì Zoro, che prima che potesse accorgersene, si ritrovò con un bernoccolo incredibile sulla testa.
"Vedo che anche di prima mattina, sei sempre sensibile al dire cavolate". Lo sguardo di Nami, da rabbioso e furente qual'era, cambiò drasticamente quando al volto dello spadaccino, si sostituì quello dell'orizzonte.  Un cielo limpido e terso, dipinto qua e là di pochissime nuvolette color latte. Il sole, mentre sorgeva, irradiava il mare di una luce giallo/arancione, mentre il lieve sciabordio delle onde, increspava di poco il mare. Nami si diresse verso l'acqua ed immerse completamente i piedi, fin sopra le caviglie, nella spuma del mare. Chiuse gli occhi, si mise una mano nei capelli, scossi leggermente dal fresco venticello della mattinata ed assaporò il momento, sorridendo.
Zoro la osservò rapito. In quella posizione, la sua pelle, pallida, rischiarata dai raggi solari e ricoperta da alcune gocce d'acqua ed i suoi capelli color arancio, risaltavano luminosi in quell'orizzonte azzurro.
Passò qualche secondo, prima che Nami riaprì gli occhi e si girò verso il compagno, che fu rapido a distogliere lo sguardo, passandosi una mano sul collo e voltando lo sguardo verso la ciurma, lontana, che ancora dormiva beatamente. Nami si accorse del movimento fin troppo repentino dello spadaccino, ma non ci diede troppo peso
"Senti, Zoro. Volevo chiederti una cosa, visto che è da ieri che ho questo dubbio".
Lo spadaccino si grattò la testa ma annuì. Nel frattempo, prese la bottiglia d'acqua appoggiata alle sue spade e ne sorseggio circa la metà.
Nami sembrò rifletterci un momento, poi incrociò le braccia.
"Tu cosa ne pensi di Robin?".
Zoro per poco non soffocò e fu costretto a sputare tutta l'acqua che aveva in bocca. Tossì impercettibilmente e ci mise qualche secondo in più a rispondere. "Cosa significa? Non dirmi che non ti fidi ancora di lei dopo tutti questi anni!" replicò lo spadaccino, ridendo di gusto e cercando di sviare la domanda.
Nami lo guardò in cagnesco. "No, non intendo quello, imbecille. E' ovvio che ormai Robin la considero come una sorella maggiore ed affiderei a lei la mia stessa via, come l'affiderei a ciascuno di voi" Zoro nel frattempo si ricompose "mi riferisco a qualcosa di più superficiale. Per esempio, come la trovi caratterialmente e fisicamente?".
Zoro era sempre più dubbioso.  Non riusciva a capire per quale motivo gli aveva posto una domanda del genere. O meglio, perché aveva tirato in ballo l'archeologa.
"Beh, Robin è una donna. E come tale, mantiene quella nomea. E' intelligente e sa il fatto suo. Ed è molto forte grazie al suo frutto. Direi che è una persona affidabile".
Nami si morse un labbro. Zoro era stupido in materia. Davvero molto stupido. Non pensava che potesse raggiungere un livello di stupidità tale. Infatti non ci era cascato, ma di certo non per suo volere.
"Quindi, se la consideri una donna in tutto e per tutto, la trovi affascinante, dico bene?" continuò Nami, mentre scalciava la sabbia con i piedi.
Zoro la guardò in modo interrogativo. In effetti sì, Robin si poteva considerare una donna affascinante, soprattutto dopo gli ultimi due anni.
"Ovviamente sì. Non si può dire il contrario" replicò lo spadaccino.
Nami ebbe un moto di soddisfazione e mostrò un sorriso beffardo. Stava per ottenere la sua tanto agognata risposta. Ed era in procinto di rivolgere l'ennesima domanda ad un sempre più curioso Zoro, quando una raffica di vento più forte del normale, la colpì sulla schiena, facendola voltare di nuovo, immediatamente. Il suo volto si fece più serio e con uno sguardo molto preoccupato tornò ad osservare l'orizzonte.
"Zoro, vai subito a svegliare gli altri…", disse semplicemente.
Lo spadaccino la guardò e mugugnò qualcosa. Quando Nami si girò nuovamente, lo guardò severamente, per poi alzare la voce, improvvisamente, "fai come ti dico! Sta arrivando una tempesta, ed a meno che non vogliate salpare in mezzo ad una tromba d'aria, è il caso di muoverci!".
Zoro sbuffò ma annuì. Era a conoscenza del fatto che Nami avesse quella capacità innata di "prevedere" i cambiamenti climatici, soprattutto nel Nuovo Mondo. Non aveva mai sbagliato. Perciò raccolse le sue katane, le rimise nei foderi e corse verso i suoi compagni.
 
 
Fu un lampo. Ed accadde tutto fin troppo in fretta. L'udito di Zoro percepì un suono, una vibrazione lontana ma che sembrava più vicina di quanto pensasse. Sguainò in un battito di ciglia la Shuusui e si voltò verso la rossa.
"NAMI, ATTENTA!!". La ragazza strabuzzò gli occhi, prima che un bagliore improvviso si parò davanti ai suoi occhi. In una frazione di secondo, la spada, di colore nero, cozzò contro quel fulmine, che si squarciò in due, proseguendo il suo percorso dietro i due e lasciando due enormi solchi di fianco a loro.
Zoro, davanti a Nami, ansimava leggermente, mentre il suo volto era un misto tra rabbia e stupore.
"Questo colpo…possedeva una forza incredibile…ho dovuto usare l'Haki dell'armatura sulla Shuusui, altrimenti a quest'ora, Nami…", Zoro sentì il respiro affannoso della ramata dietro di lui, mentre una mano della ragazza strinse il suo yukata, "no, non voglio nemmeno pensarci…".
"Zoro! Ma cos'è stato?! Da dove proveniva?! Sembrava un fulmine!", esclamò Nami, anche lei col fiato corto, a causa dello spavento. Sabbia e fumo, causati dal colpo iniziavano a diradarsi.
"Non ne ho idea…ma non siamo da soli su quest'isola…!", non riuscì a terminare la frase, che venne interrotto dalle parole di un'altra persona, mentre di fronte a loro, quattro individui avanzavano con passo deciso, uscendo dalla nebbia di sabbia e terriccio scatenati da quel pericoloso fragore.
"Dahdahdahdahdah ma guarda guarda, è riuscito a fermare il tuo colpo, Oda".
Quella strana risata e quelle parole, provenivano da una figura che lasciò a bocca aperta sia Zoro che Robin.
Infatti, colei che aveva appena parlato, era una donna ma di quel sesso, aveva ben poco. La sua pelle era di un marrone molto scuro. Aveva due zampe di colore nero, dotate ciascuna di tre artigli affilatissimi. Le mani erano dotata anch'esse di, stavolta, cinque artigli ed in corrispondenza dei polsi, vi erano due piccole ali, del medesimo colore delle zampe. Una piccola armatura, a scaglie nere, le ricopriva sia il seno che le gambe, fino al bacino. Aveva una coda a forma di martello che scalciava la sabbia mentre sulla testa, facevano capolino due corna appuntite e molto spesse. Infine, dei capelli bianchissimi le nascondevano quasi tutto il volto, lasciando però trapelare due puntini arancioni.
"Una forza notevole. Poche persone possono fregiarsi di aver deviato un tuo fendente". L'ennesima voce femminile riscosse di nuovo Zoro e Nami. Quest'ultima aveva anche lei, una pelle scura ma leggermente più chiara della compagna. Indossava un'armatura rossa, che le lasciava scoperte alcune aree del corpo, tra cui la pancia e le cosce. Intorno al collo aveva una pelliccia di un rosso molto più scuro, mentre la sua acconciatura era particolare. Capelli neri, lunghi sulla tempia sinistra mentre treccine, del medesimo colore, molto corte su quella sinistra. Sotto braccio reggeva un elmo con visiera.
"Non vedo l'ora di incrociare la mia lama con le sue. Sarà un combattimento epico" esclamò invece la terza figura femminile, quella al centro, che impugnava una lunghissima katana, ancora fumante dal colpo precedente. Indossava un'armatura rossa e nera, che le lasciava scoperte le cosce ed il collo. Indossava una strana maschera che ricordava il muso di un lupo, dotata di denti bianchi. Portava lunghi capelli argentei, raccolti in una coda lunghissima che le ricadeva oltre la schiena.
Zoro si riscosse e puntò la sua spada verso il trio femminile che aveva davanti.
"Non so chi siete, ne da dove venite. Ma avete cercato di fare del male ad una mia compagna di ciurma. Imperdonabile".
Poi si ingobbì leggermente "Ittoryu" e sparì alla vista di Nami, in un turbinio di sabbia. La ragazza lo vide saettare in direzione della donna armata di spada.
"Zoro…!"
La donna di nero e quella in armatura rossa, sghignazzarono, compiendo un balzo di lato e lasciando spazio alla compagna che strinse con due mani la sua katana.
Fu un lampo. Le scintille che produssero le due lame non appena entrarono in contatto, furono molteplici. Lo spadaccino si trovò alle spalle della sua avversaria.
"Daishinkan!" esclamò Zoro, mentre un lieve taglio comparve sulla fronte della spadaccina, che rimase immobile.
Passò qualche secondo prima che sia Zoro che la donna si voltarono, a guardarsi.
"Non male per una donna. Ci sai fare" replicò di nuovo Zoro, assumendo un sorriso quasi malvagio sul suo volto.
"Se non avessi impugnato la katana con due mani, quel colpo di prima mi avrebbe fatto perdere l'equilibrio e sarei stata tagliata in due. Questo ragazzo ha una forza fuori dal comune…" pensò la donna, ansimando leggermente.
"Che c'è Oda, sei già in difficoltà dopo un colpo? Mi fai ridere dahdahdahdah".
La ragazza, che si chiamava Oda, non la degnò di risposta.
"Fatti sotto spadaccino, ti sto aspettando!" esclamò quest'ultima. Zoro non se lo fece ripetere due volte ed estrasse anche la seconda spada.
Sempre con quel ghigno bestiale sul volto, saettò verso la sua avversaria e lo scontrò ebbe inizio.
Le spade cozzarono l'una contro l'altra, mentre i due iniziavano a muoversi sempre più velocemente. Nami, che nel frattempo era sempre più preoccupata, osservava rapita lo scontro tra i due spadaccini.
""Incredibile, si muovono velocissimi! E' come se combattessero due fantasmi…!", pensò tra se la rossa, mentre osservava turbini di sabbia sollevarsi ad ogni impatto delle lame dei due spadaccini. Poi gettò uno sguardo alle due compagne della ragazza che stava combattendo. Sembravano rilassate ed osservavano quasi soddisfatte lo scambiarsi di colpi dei due avversari.
"Ma chi diavolo saranno? Perché ci hanno attaccato all'improvviso…?!".
I pensieri furono interrotti dall'ennesimo scambio di colpi dei due. Da quel poco che riusciva ad intuire, comunque, in quello scontro sembrava non ci fosse storia. Zoro era in netto vantaggio, infatti la donna sembrava affaticarsi ad ogni colpo che lo spadaccino mandava a segno.
"Tsk al suo solito non sta facendo sul serio. Sembra che debba intervenire" esclamò la donna in armatura nera, muovendo i primi passi verso i due. La terza compagna, invece, sbuffò leggermente.
"No…Zoro sarà svantaggiato in un scontro con due avversari. Devo intervenire!" pensò tra se Nami, prima di mettere mano alla cintola in cerca della sua arma, il Clima-Tackt. Ma si accorse troppo tardi di aver dimenticato l'attrezzo sulla Sunny.
"No, maledizione! Proprio in un momento come questo?! Non riuscirò mai ad aiutare Zoro…!".  Poi fece qualcosa di maledettamente stupido, a suo dire. Presa dall'istinto, raccolse un sasso da terra e lo lanciò in direzione della donna cornuta. Che venne colpita ma come volevasi dimostrare, senza danno.
Tuttavia, Nami riuscì a fermarla dal suo intento di attaccare Zoro.
"Hey tu, ragazzina? Cosa credevi di fare con quel sassolino? Davvero volevi fermarmi?!" e rise di gusto, quasi prendendo in giro la navigatrice, che strinse i denti. Poi si rivolse alla sua compagna, ancora ferma immobile.
"Anji, vedi di andare a prendere a calci quella troia che mi ha distratto! Io torno ad aiutare Oda!". La terza compagna, chiamata Anji, sbuffando, fece un cenno d'intesa e scattò in direzione di Nami, priva di difesa.
"Cazzo, ma davvero?! Non sono riuscita a combinare nulla!" pensò Nami, mentre osservava la donna in armatura rossa, avvicinarsi sempre di più.
Zoro se ne accorse.
"Dannazione, perché ha dovuto mettersi in mezzo…!" e lanciando un fendente alla sua avversaria, cercando di allontanarla, saettò anche lui in direzione di Nami, per fermare l'assalto dell'altra donna.
Fu però fermato dalla spadaccina Oda, che si parò di fronte a lui.
"Sono io la tua avversaria. Occhi su di me!" e si frappose tra lui e la navigatrice.
"Levati di mezzo!" e continuò a sferrare fendenti per tentare di allontanarla da lui, in modo da riuscire a raggiungere Nami.
Ma la donna in armatura rossa era fin troppo vicina, non l'avrebbe raggiunta in tempo…
 
"NAMI!" fu il grido disperato lanciato da Zoro. La rossa aprì gli occhi in tempo per vedere la mano, ricoperta di fuoco, della donna che aveva davanti, venir deviata nell'ultimo istante da una gamba di colore nero.
Quest'ultima venne scaraventata a diversi metri di distanza, mentre Sanji si mise davanti a Nami, con gli occhi socchiusi e la solita sigaretta in bocca.
"Non posso perdonare che qualcuno faccia del male alla mia Nami-san. Nemmeno se questa è una donna. Chiaro?".
Nami abbozzò un mezzo sorriso, prima di sentir pronunciare il suo nome, alle sue spalle. "Nami! Stai bene?!". L'archeologa stava accorrendo da lei, seguita a ruota dagli altri membri della ciurma.
"Robin! Ragazzi!".
"Abbiamo sentito una forte esplosione e ci siamo subito precipitati qui da voi!" spiegò Usopp, mettendo mano alla sua enorme fionda, chiamata Kabuto.
"Ed a vedere la situazione, credo che siamo arrivati al momento giusto" disse Sanji, osservando il combattimento tra Zoro e la sua avversaria.
"Oi Marimo, vedi di mettere la vita di Nami-san davanti a tutto, la prossima volta, chiaro? O giuro che ti stacco quelle braccia".
Zoro ansimò leggermente e gettò un'occhiataccia al cuoco, sorridendo poco dopo. Stavolta non poteva dirgliene quattro visto che aveva salvato in tempo Nami.
"Hai osato colpire Anji…" la voce della donna dagli artigli giunse alle orecchie di Sanji, che la osservò stranito. Aveva un corpo molto strano, per un essere umano.
"ADESSO TI FRANTUMO LE OSSA DI QUELLA GAMBA, UNA PER UNA!" e in un batter d'occhio, si mosse verso il biondino, che non fece una piega. Anzi, rimase immobile, pronto a ricevere il colpo della donna.
"Sei così sicuro di te stesso che non provi nemmeno a schivarlo?! Beh, peggio per te, damerino!". La coda a forma di martello stava per colpire il volto di Sanji, quando, ad una velocità impressionante, quest'ultima venne fermata dal pugno di Rufy, che allungandosi, dalla distanza, riuscì a scaraventare a distanza anche la donna in armatura nera.
"Gom Gom Pistol!" esclamò Rufy, raggiungendo Sanji e ponendosi di fianco a lui, mentre quest'ultimo inspirò del fumo dalla sigaretta.
"Diby! Arrivo!" e la spadaccina che si era confrontata con Zoro si scagliò proprio contro Rufy.
Tuttavia, anche lei, prima di raggiungere l'obbiettivo, venne colpita da una serie di fendenti scagliati da Zoro.
"Le 72 passioni demoniache della fenice!".
Anche lei, come le altre, fu scagliata a diversi metri di distanza, raggiungendo le sue compagne.
"Evvai! E' impossibile battere quel trio!" esclamò Brook, mentre si accertava delle condizioni di Robin, la quale sospirò soddisfatta.
"SUUUPER! Grandi ragazzi, così si fa!".
Usopp alzò un braccio al cielo mentre con l'altro si grattò il nasone. "Rufy! Zoro! Sanji! Ottimo lavoro!".
"Sì, bel lavoro. Ma chi sono quelle donne? Da dove arrivano?" chiese Chopper, nascosto dietro Brook.
Sanji sbuffò del fumo ed osservò queste ultime. "Non lo so, ma di certo non sono della Marina. Ne affibbiate al Governo Mondiale". In effetti, il cuoco aveva ragione. Nessuna di loro indossava la tipica giacca dei Marines, ne tantomeno vi era presente un vascello della Marina.
"Ed escluderei anche una loro appartenenza ai Rivoluzionari. Non le ho mai viste nel loro esercito. E di certo non attaccherebbero il figlio del loro capo" intervenne Robin, citando il fatto che Monkey D. Dragon, a capo dei rivoluzionari, era il padre di Rufy. E non avrebbe mai ordinato a chicchessia di attaccare il figlio.
Nami guardò dubbiosa prima Sanji e poi Robin. "Che siano Pirati? Eppure non vedo nessuna nave, ne vessillo ne tatuaggi, come quello di Traffy…". Infatti, molti pirati sancivano la loro appartenenza ad una ciurma proprio tatuandosi il simbolo di quest'ultima. Law aveva il suo in bella vista, proprio sull'addome.
Fu proprio quest'ultimo a prendere la parola. "Non mi preoccuperei tanto a quale fazione appartengano. Ma che poteri abbiano. Ad eccezione di quella che ha combattuto contro Zoro-ya che sembra una spadaccina, le altre due sembrano possedere qualche frutto del diavolo".
Indicò prima la donna dalle corna. "Quella sembra possedere un frutto del tipo Zoo-Zoo. Non sembra del tutto umana, ma un'ibrido. E sembra avere una forza spropositata" poi sposto il dito verso la compagna con l'elmo "mentre lei sembra possedere qualcosa simile al controllo del fuoco, ma se ricordo bene, il foco-foco ora appartiene al secondo in comando dell'armata rivoluzionaria. Quindi escluderei che si possa trattare di quello".
Rufy si voltò verso Law. "E' vero! Il frutto che apparteneva ad Ace, ora è di Sabo!".
"Potrebbe benissimo essere un Paramisha che abbia caratteristiche simili a quello del Rogia. Oppure uno Zoo-Zoo che le permetta di controllare le fiamme. Tutto può essere" ribadì Law strofinandosi il pizzetto.
"Lo scopriremo solamente combattendo, vero Rufy?" domandò Zoro, estraendo anche la terza spada e portandosela alla bocca.
Il suo Capitano annuì e battè i pugni assumendo una posa di attacco.
Sanji scalciò il terreno e sbuffò altro fumo. "Vedi di non farti battere, Marimo. Non faresti una bella figura davanti agli altri" e sottolineò con enfasi quell'ultima parola.
Zoro lo guardò dubbioso, inarcò le sopracciglia e si voltò a guardare la ciurma. In particolare, il suo occhio balzò su Robin. Non capì perché fra tutti, proprio su di lei. L'archeologa incrociò il suo sguardo e gli sorrise impercettibilmente, facendogli l'occhiolino.
Lo spadaccino non rispose a quel sorriso ma girò di scatto la testa, stringendo i pugni intorno alle sue spade.
Sanji, che aveva visto tutto, scosse la testa. "Che scemo…".
 
 
Mentre il trio si preparava al combattimento, le tre ragazze si risollevavano, non senza fatica, dalla sabbia.
"Posso sapere cosa state facendo?" fu la voce maschile, alle loro spalle, che le riscosse.
Quest'ultimo, che era rimasto il silenzio ed immobile fin dal loro arrivo, senza farsi notare, indossava un'armatura completa, di un azzurro molto chiaro e dotata in più punti di scaglie gialle e da pelo di colore bianco, soprattutto in prossimità del collo e delle braccia. Lunghi e fluenti capelli argentei racchiudevano un volto dagli occhi azzurri, le orecchie a punta e due corna, più corte di quelle della sua compagna. Infine, delle protesi a forma di denti gli cingevano le guance.
"Ogre…" disse la samurai, a bassa voce, chinando il capo.
Anji, la donna in armatura rossa, lo guardò in cagnesco. "Invece che rimanere lì, impassibile, potevi anche degnarti di darci una mano. Questi tizi sono più forti di quel che sembra. Le informazioni che ci hanno fornito sono errate".
"Lo so. Per questo vi avevo consigliato di trasformarvi subito. In forma umana, non siete al loro livello. Non dovevate ascoltare Diby".
Quest'ultima, non appena si sentì presa in causa, strinse i pugni.
"Vuoi vedere che li distruggiamo anche senza trasformazione?! Nessuno può scalfire la mia pelle!".
"Hmpf a voi la scelta. Ma sappiate" ed indietreggiò di qualche passo, lasciando il trio femminile più avanti "che se doveste fallire, allora scenderò personalmente in campo".
"Non accadrà, mio Signore. Mi assicurerò di sconfiggerli personalmente" esclamò Oda, raccogliendo la sua katana e sferzando l'aria con alcuni fendenti.
"Lasciatemi quel damerino biondo! Voglio picchiarlo talmente forte da rompergli tutte le ossa!". Diby scosse la sua coda, alzando nuvole di sabbia e polvere.
Anji, invece sbadigliò ed indossò il suo elmo, celando completamente il suo volto. "Molto bene, allora io mi occuperò del ragazzo col cappello di paglia" e fece schioccare le dita, guardando in direzione di Rufy.
 
Passò qualche secondo di silenzio, tempo che sembrò infinito, prima che le tre saettarono in direzione dei loro avversari.
La gamba di Sanji cozzò contro la coda della donna cornuta, mentre le spade di Zoro si infransero contro la katana lunghissima della spadaccina.
Il pugno di Rufy, invece, incrociò quello della donna con l'elmo.
La mano di quest'ultima prese fuoco, proprio mentre la frase che uscì dall'elmo fece spalancare gli occhi di Rufy dallo stupore.
"Allora, sei pronto ad assaggiare le fiamme di Portuguese D. Ace…!"
 
 
 
 
TERMINOLOGIA:
Nami-San/Robin-Chan: sono i nomi specifici con cui Sanji si rivolge a Nami e Robin utilizzando la classica terminologia giapponese. San è un titolo di rispetto utilizzato da persone di tutte le età. Volendo trovare una corrispondenza con l’italiano può essere accostato al nostro “signor” e “signora” e può essere utilizzato sia in ambienti formali che informali. Mentre Chan è utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a". Se usato da un maschio, come Sanji, allora a valenza di "fidanzato" o "amante". Ma in questo caso, Sanji lo usa in modo per far sembrare Robin "più giovane" in quanto ritiene che comportandosi così, Robin possa sentirsi più apprezzata (direttamente da una risposta dell'autore di One Piece, Eiichiro Oda)
Marimo: è il vezzeggiativo con cui Sanji si rivolge a Zoro. Il Marimo è un alga di colore verde, tipicamente diffusa nell'emisfero boreale. A Sanji, la testa di Zoro ricorda proprio quest'alga.
Ittoryu: significa, in giapponese "stile ad una spada". Infatti Zoro è solito precedere i nomi dei propri colpi con il suffisso Ittoryu, Nitoryu o Santoryu a seconda che stia usando una, due o tre spade.
Daishinkan: letteralmente, significa "grande scossa del dragone".
Frutto del diavolo: chiamati anche frutti del mare, sono particolari frutti in grado di donare abilità particolare a chi li ingerisce. I paramisha  sono i frutti del diavolo della categoria più comune e conferiscono a chi li mangia i poteri più disparati: questi possono essere suddivisi in due gruppi principali, cioè quelli che sono correlati a una caratteristica (elasticità, lentezza etc etc) e quelli che sono correlati ad un oggetto (bombe, ombre, porte, forbici etc etc). I Rogia, invece permettono di assimilare la propria essenza a uno degli elementi naturali e di manipolarli a proprio piacimento in quantità illimitata. Gli Zoo-Zoo invece, permettono a chi li ingerisce di trasformarsi in un determinato animale, sfruttando tre diverse forme: umana, ibrida umano/animale e animale.
 

Oda ODA 

DIBY

ANJI

OGRE

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una Nuova e Mostruosa Trasformazione! ***


Allora, mi scuso anticipatamente per il ritardo nella stesura e nella pubblicazione di questo capitolo però sarà una cosa che nelle prossime settimane avverrà frequentemente perché purtroppo mi sono fratturato lo scafoide della mano destra che (per chi non lo sapesse) è un ossicino abbastanza fastidioso che, appena prendi una botta nella zona vicino al pollice, si frattura il 90% delle volte. Capito bene che per me è abbastanza difficile scrivere o solo con la sinistra o anche con la destra in quanto  hocomunque il pollice completamente fermo nell'ingessatura, quindi mi affido molto spesso ai comandi vocali dell’iPhone anche se non sono propriamente attendibili. Magari nei capitoli, io un occhio ce lo butto sempre però potrebbe esserci qualche piccolo errore di battitura o qualche piccola piccola distrazione linguistica.
Quindi detto questo mi scuso del ritardo e dei probabili futuri ritardi. Ho dovuto anche rimpicciolire un pochino, diminuire un po’ la quantità dei capitoli ovvero la lunghezza, proprio per cercare di farli uscire in futuro più frequentemente. Quindi capitoli più corti ma più frequenti rispetto a capitoli più lunghi ma ovviamente meno frequenti a causa di questo problemi.
Quindi vi auguro buona lettura e spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
(vi prego auguratemi una buona guarigione, è uno strazio >.<)
 
 
 
 
 
 
 
 

 
CAPITOLO 2: UNA NUOVA E MOSTRUOSA TRASFORMAZIONE! 


Ogre osservò attentamente l'andamento della battaglia. Per quelle tre, nonostante facessero davvero sul serio, fu chiaro come fossero inferiori ai loro tre avversari.
"Diby non ha la velocità necessaria per seguire gli spostamenti di Gamba Nera. E' l'avversario peggiore che le potesse capitare. Quanto a Oda, i suoi riflessi non sono a livello di quello spadaccino. Ed in quanto a tecnica, gli è inferiore. Ed anche Anji sta venendo completamente surclassata da quel ragazzo dal cappello di paglia…". Lo sguardo dell'uomo dai capelli argentei era un misto tra preoccupazione e rabbia.
"Dopotutto, stiamo parlando del Monster Trio. Il Sommo ci aveva riferito che sarebbero stati avversari ostici…"  pensò tra se mentre non sembrava del tutto stupito della forza di Sanji, Zoro e Rufy.
"Mi chiedo quanto ancora aspettino prima di trasformarsi. Così non mi diverto nemmeno a guardare questa battaglia"
Poi i suoi occhi caddero sugli altri membri della ciurma, che, proprio come lui, contemplavano la battaglia, con attenzione e, sicuramente, più apprensione rispetto a lui.
La sua vista, comunque, indugiò maggiormente su una persona in particolare. La donna dai capelli arancioni, quella che, poco fa, venne salvata dallo spadaccino.
"Se solo quel piccolo scarafaggio dai capelli verdi non si fosse messo in mezzo, a quest'ora quella navigatrice sarebbe in mano mia…".Fece scorrere lo sguardo da Nami ai suoi compagni che la circondavano e viceversa.
"I suoi amici hanno l'aria di non essere così forti come quei tre. Potrebbe essere il momento giusto per intervenire…" e si fece passare la lingua sulle labbra, con uno sguardo languido…
 
 
 
I calci che Sanji e Diby si scambiavano, erano talmente potenti da riuscire a scatenare delle vere e proprie onde d'urto che si propagavano in tutta la spiaggia.
Dopo l'ennesimo avvicendamento di colpi, la donna arretrò di qualche metro, scivolando lungo la sabbia e fermandosi grazie all'attrito delle piccole ali con l'aria. Seppur non fossero adatte al volo, le davano un sufficiente equilibrio in battaglia.
Ansimava leggermente e perdeva sangue da una piccola ferita sulla fronte.
"Questo damerino da quattro soldi ha una potenza devastante in quelle gambe!" pensò tra se Diby, leccandosi via il sangue che gli colava fin sulle labbra.
"Ora, però, vediamo di fare sul serio!". La sua pelle divenne leggermente più scura. Si colorò di nero, all'improvviso, diventanto quasi del medesimo colore delle corna e della coda.
"Non c'è che dire, ti avevo sottovalutato, biondino! Ma ora che ho attivato la mia Difesa delle Guglie, i tuoi calci non riusciranno più ad impensierirmi".
Sanji inspirò del fumo dalla sigaretta, prima di buttarla a terra, ormai finita. Era molto tranquillo e rilassato. Anzi, sembrò non fare caso alle parole ed al potenziamento della donna.
"Se ora chiedi scusa a Nami-san per aver tentato anche solamente di averla sfiorata con un dito, allora potremmo considerare la questione chiusa. Ed ognuno per la sua strada" continuò, mentre tirò fuori dalla giacchetta l'ennesima sigaretta, accendendosela poco dopo.
Diby fu leggermente sorpresa da quelle dichiarazioni. Sembrava che quel tizio non fosse ne preoccupato ne sorpreso dalla sua nuova tecnica. "Farò come dirai, solamente se riuscirai a sconfiggermi! Prova a scalfire questa pelle dura come l'acciaio!" e saettò in direzione del cuoco, alzando mulinelli di sabbia ad ogni suo pesante ma rapido passo.
"Martello del diavolo!" e con una potente codata, cercò il volto di Sanji che non battè ciglio e schivò senza problemi il colpo.
"Vediamo come te la cavi a questa velocità! Furia delle Guglie!". Iniziò ad agitare maggiormente la coda, mirando sempre al solito punto. 
Sanji, mentre evitava tutti i colpi, indietreggiava leggermente, seguito a ruota da Diby che aveva un'espressione fin troppo soddisfatta sul volto.
"Per quanto ancora andrai avanti a schivare! Sai solamente fare quello!". A queste parole, Sanji sbuffò leggermente e si fermò di colpo, ricevendo in pieno volto, la coda a forma di martello della donna.
"Ti sei arreso, finalmente?! Hai capito che non hai speranze?! Non pensare che questo mi fermi dallo spezzarti le ossa del colla!" e continuò a tempestare il viso del ragazzo, ad una velocità notevole.
"O forse, come mi hai accennato poco fa, non riesci a colpire forte una donna?! Beh in quel caso, sei solamente un uomo patetico e meriti di morire sotto i miei colpi!".  Diby continuò, con maggiore forza ed intensità. Il cuoco iniziò ad arretrare leggermente.

"Sanji, reagisci, ti stai facendo battere!". La voce di Franky raggiunse il cuoco, che tuttavia sembrava come non ascoltarla.
"E' davvero così forte, quella donna, da riuscire a battere Sanji?!". La domanda di Chopper sembrò non essere ascoltata da nessuno, ma dopo qualche secondo, fu Nami a rispondere. "No. Il problema è proprio la sua avversaria. E' una donna e Sanji non vuole colpirla con tutte le sue forze, per questo si stava trattenendo ed ora si sta facendo colpire di proposito!".
"Maledizione Sanji, ma cosa stai combinando….!" pensò tra se la navigatrice, mordendosi un labbro.
La voce di Chopper riscosse i pensieri di Nami. "Ma di questo passo si farà sconfiggere. E poi quella donna lo ucciderà, se non dovesse rispondere ai suoi colpi!".
Nami spostò lo sguardo dalla renna a Sanji. "Chopper ha ragione, di questo passo Sanji si farà letteralmente umiliare…"
La ragazza sembrò rifletterci su per qualche secondo, poi, dopo aver mosso qualche passo verso il cuoco ed aver portato le mani alla bocca spalancò quest'ultima. "COSA DIAVOLO STAI FACENDO SANJI?! REAGISCI! TI RICORDO CHE QUELLA DONNA HA CERCATO DI FARE DEL MALE A ME ED AL MARIMO! DUE TUOI COMPAGNI! DATTI UNA SVEGLIATA!".
Le parole di Nami sembrarono rimbombare in tutta la spiaggia, attirando le attenzioni di tutti i presenti.
"Quella strega, imitare i nomignoli di sopracciglio a ricciolo!" pensò tra se Zoro, mentre combatteva contro la sua avversaria.

"Tsk, un vero peccato che Oda non sia riuscita a tagliare a metà quella troia. Non avrei dovuto sentire certe stronzate uscire da quella sua bocca da vipera!" disse Diby, facendo una smorfia in direzione della navigatrice, non accorgendosi, tuttavia, della gamba destra di Sanji che era riuscita a parare la sua ennesima sferzata di coda.
Sanji strinse talmente forte la presa intorno alla sigaretta, da romperla in due. Dei rivoli di sanue scendevano da alcune ferite al volto, ma il ragazzo sembrava non preoccuparsene.
Diby sembrò sorpresa, per un attimo, poi tornò al suo ghigno quasi crudele.
"Che c'è ti sei infastidito perché ho osato affibbiare a quella donna il nome di troia?" esclamò Diby, ridendo di gusto.
Sanji non rispose, rimase immobile.
"Ora sei arrabbiato? Sul serio? Mostrami quello che sai fare, allora! Dimostrami che sei in grado di colpire anche una donna! Fin'ora mi hai deluso veramente…!".
Sanji agì nel giro di una frazione di secondi, tanto che la donna venne colta di sorpresa e non riuscì a parare in tempo il colpo.
"Anti-Manner Kick Course!" alzando la gamba di 180°, Sanji la colpì in pieno volto, così violentemente che lei stessa non riuscì a rimanere ancorata nella posizione e venne scaraventata in alto, per poi ricadere a terra, a diversi metri di distanza.
"Non ho ancora finito!" e compiendo una serie di balzi all'indietro, il biondo fu ancora una volta a pochi passi da Diby, che nel frattempo si era rialzata a fatica da quel colpo e sanguinava copiosamente sul volto.
"Come ha fatto a ferirmi se ho attivato la Difesa delle Guglie…!". Diby non riuscì ad anticipare il colpo di Sanji in arrivo.
"Troisième Hacher!" e con entrambe le gambe, appoggiando le mani a terra, sferrò due potenti calci al mento della sua avversaria, che traballò di nuovo.
"E per finire…" il biondo si raggomitolò su se stesso, dandosi poi lo slancio con le braccia, appoggiate ancora al terreno "Bouqueterie Shoot!". Ennesimo calcio sferrato al volto di Daby, con entrambe le gambe, che di nuovo, venne scagliata molto più lontano. Una nuvola di polvere e sabbia si sollevò nel punto in cui la donna cadde, mentre Sanji, dopo essersi ricomposto e sistemato la giacca, tirò fuori dalla tasca della giacca, la terza sigaretta, accendendosela ed inspirando a pieni polmoni.
Poi incominciò a vorticare velocemente su se stesso, dando fuoco alla sua gamba destra, che tuttavia non sembrava bruciare i suoi vestiti.
"Diable Jambe!" e si scagliò in direzione di una Diby sempre più malconcia e malferma sulle gambe. Era palesemente ovvio che non sarebbe riuscita a schivare nemmeno questo colpo di Sanji che la colpì in pieno petto.
"Flambage Shot!".
La donna sputò del sangue a causa del colpo subito e cadde a terra, priva di sensi.
Sanji sbuffò e fece un cenno con la mano al corpo, svenuto, della sua avversaria. "La prossima volta, ti consiglio di prestare più attenzione alle parole che usi per descrivere la mia Nami-san".
D'altro canto, la navigatrice, che nel frattempo stava seguendo il suo combattimento, sorrise impercettibilmente e strizzò l'occhio a Sanji che, sfortunatamente per lei, la stava guardando proprio in quel momento.
Inutile dire che il cuoco sprizzò cuoricini e stelline da tutti i pori, facendo una piroetta ed avvicinandosi rapidamente a Nami.
"Hai visto, mia principessina? Il tuo Mr. Prince rimarrà sempre al tuo fianco per proteggerti!".
Nami, con una gocciolina sopra la testa rispose, scosse la testa. "Sìsì, ottimo lavoro…".
"SUUUUUPEEEER! Ci hai messo poco a concludere lo scontro, da vero uomo!" replicò Franky, mettendosi in posa ed indicando la nuvola di fumo che non si era ancora diradata, ove era atterrata l'avversaria di Sanji.
Quest'ultimo socchiuse gli occhi.
"Davvero è finita cosi repentinamente? Quella donna, la sua pelle era davvero dura e con l'ultima tecnica è riuscita a rinforzarsi ulteriormente. Se non avessi usato fin da subito l'Haki dell'armatura, probabilmente a quest'ora avrei qualche osso rotto" riflettè Sanji, grattandosi poi il capo.
"Beh poco importa. Come se la stanno cavando il Capitano ed il Marimo?" chiese Sanji, gettando uno sguardo al combattimento dei suoi compagni.
Fu Robin a rispondergli, strizzando l'occhio in direzione dello spadaccino. Infatti, la donna, insieme a Brook, aveva osservato quasi esclusivamente lo scontro di Zoro.
Sanji sbuffò. Era chiaro che lo spadaccino era in netto vantaggio.
 
 
 
Le spade si incrociarono di nuovo, sprizzando scintille da tutte le parte.
Oda, tuttavia, ansimava. La superiorità di Zoro era chiara fin dall'inizio dello scontro e per lei fu difficile reggere il confronto con lo spadaccino della ciurma.
"La tecnica a tre spade! Non pensavo fosse così efficace, ma non ho modo di contrastarla!" pensò tra se, dopo aver deviato l'ennesimo fendente di Zoro e arretrando di qualche metro, allontanandosi dal suo avversario, asciungandosi del sudore che le imperlava la fronte.
"Già stanca? Eppure mi sembravi molto forte. Il tuo fendente che ha quasi rischiato di colpire Nami era veramente potente. Mostramene un altro, avanti!" esclamò Zoro, con un ghigno sul volto.
La donna strinse i denti. Era una chiara provocazione. Un invito a farsi avanti.
Quest'ultima sospirò, socchiuse gli occhi e strinse i pugni sull'impugnatura della katana.
Passò qualche secondo, mentre Zoro la osservava incuriosito ma al tempo stesso, anche rilassato. Sapeva di essere superiore alla sua avversaria.
Poi, in un lampo, la donna si scagliò contro Zoro, che si preparò a respingere un colpo che tuttavia non arrivò. Infatti, poco prima di cozzare la sua katana contro le lame dello spadaccino, Oda sparì dalla sua vista, in un turbinio di sabbia.
Zoro inarcò un sopracciglio e si guardò attentamente attorno. Ma della figura della donna, nemmeno l'ombra. Anche i restanti membri della ciurma rimasero allibiti da quel movimento così repentino.
Solamente una frazione di secondi dopo, si materializzò alle sue spalle. Zoro non fu abbastanza rapido da parare il colpo, che lasciò un taglio sulla schiena scoperta del ragazzo.
"Caccia nella Valle!" fu la voce che udì il ragazzo, prima di ricevere un ulteriore taglio sul braccio sinistro.
Lo spadaccino fece una smorfia, mentre agitò la spada alla sua sinistra, mancando completamente la figura della donna.
Ennesimo colpo, stavolta sull'avambraccio destro. Zoro cercò di colpire in quella direzione, ma fallì di nuovo.
Altro taglio sulla coscia destra. E di nuovo, lo spadaccino non riuscì a raggiungere il corpo della sua avversaria. Quest'ultimo fece una smorfia, più di rabbia che di dolore.
"E' inutile che cerchi di difenderti da questi colpi. Le zanne del lupo colpiscono alla velocità del suono, lasciando profondi tagli che impediscono al sangue di coagularsi! Non puoi schivarle! Morirai lentamente per dissanguamento" e l'ennesima lacerazione colpì in pieno petto lo spadaccino.
E per alcuni minuti, la donna riuscì ad infliggere altri numerosi e profondi squarci nel corpo dello spadaccino, che iniziò a perdere copiose quantità di sangue.
 
 
 
Robin strinse i pugni a quella vista, visibilmente preoccupata, mentre l'urlo di Chopper sembrò riscuotere l'intera ciurma, che osservò la scena.
"ZOROOOOO!".
"Ma cosa sta facendo Zoro? Perché non sta usando l'Haki dell'Osservazione per percepire i movimenti di quella donna?!" esclamò Usopp, stringendo i denti.
Brook sfilò la sua lama dal bastone da passeggio. "Sembra che non riesca a seguire i movimenti di quella spadaccina. In effetti, l'Haki dell'Osservazione permette al suo utilizzatore di riuscire a percepire le persone che si trovano nelle immediate vicinanze, anche se sono nascoste o visibilmente veloci. Che questa donna riesca a contrastarla?!" disse, muovendo alcuni passi in direzione del suo compagno.
Fu però Sanji a fermare il musicista, con un cenno del braccio.
"Non intromettetevi" mentre Brook si fermò improvvisamente "quel Marimo ha tutto sotto controllo, non dovete preoccuparsi".
"Quello scemo. Sta usando l'ambizione dell'osservazione. Ma si sta davvero trattenendo al colpirla perché si tratta di una donna? Non potrei di certo biasimarlo. No, invece. Si sta solo divertendo…"
 
 
 
Zoro, in un lampo, interruppe l'attacco della sua avversaria che stava avvenendo alle sue spalle, arrestando la katana e frapponendo a lei la sua Shuusui.
Oda spalancò gli occhi e la bocca dallo stupore.
"Come hai fatto a fermare la mia Caccia?!" esclamò, cercando di fare forza e respingere la spada di Zoro.
"Mi ero solamente stancato di farmi tagliuzzare come un merluzzo" ghignò e mosse qualche passo, facendo arretrare la donna, sotto il peso di quello scontro di spade.
Oda sembrò rifletterci un momento, per poi spalancare la bocca dallo stupore "Ti stavi facendo colpire di proposito?! Ma perché?!". Oda era sempre più allibita.
"Speravo che usassi qualche tecnica più efficace. Ma direi che aumentare all'improvviso la tua velocità non sia abbastanza" poi con una sferzata, fece allontanare la donna di qualche passo ed allungò le braccia.
"Santoryu: Tatsu Maki" e creò un tornado a forma di drago, che colpì in pieno Oda, lasciando tagli e ferite lungo tutto il corpo e scagliandola lontano.
Passò qualche frazione di secondi, prima che quest'ultima si rialzò, schiumante di rabbia e si scagliò di nuovo contro Zoro.
"Sei piena di aperture…" disse Zoro a bassa voce, ingrandendo all'improvviso i muscoli delle braccia "Ichi Gorilla-Ni Gorilla".
La katana di Oda si infranse di nuovo contro le spade di Zoro.
"Nigori-Zake!" e la forza delle spade di Zoro, unita a quella delle sue braccia, potenziate, lanciò di nuovo il corpo di Oda lontano diversi metri.
Quest'ultima, tossendo ed ansimando pesantemente, riuscì a mantenersi in equilibrio, facendo scorrere la katana sulla sabbia.
Con la coda dell'occhio vide lo spadaccino compiere un balzo ed iniziare a far roteare le spade, quasi a creare un mulinello.
"Mi dispiace, ma non sei alla mia altezza!".
"Dannazione, non riuscirò a pararlo in tempo…".
"Santoryu: Oni Giri!". Con un lampo, Zoro fu alle spalle della donna, mentre le spade, immobili, avevano interrotto quel mulinello.
Schizzi di sangue fuoriuscirono dal petto della donna. La quale sputò altro liquido rosso dalla bocca e si accasciò a terra, completamente svenuta.
Zoro si tolse la bandana nera dalla testa, riponendo poi nel fodero le tre spade.
"Però devo ammetterlo. Hai del potenziale" e si diresse verso i suoi compagni.
Usopp gli tirò qualche pacca sulla schiena, facendogli fare anche qualche smorfia di dolore. "AHAHAHAHA lo sapevo che il nostro Zoro ce l'avrebbe fatta! Eri troppo forte per quella donna!".
"Usopp, sono comunque ferito…" disse lo spadaccino a bassa voce, cercando di scansarsi dai festeggiamenti del suo amico.
"Yohohohoh ed io che mi ero preoccupato per un niente". Lo scheletro rimise nel fodero la sua spada. "Direi che hai fatto bella figura, Zoro". Queste ultime parole, Brook le sussurrò all'orecchio dello spadaccino, che in un primo momento sembrò confuso. Poi il suo occhio cadde sull'archeologa, che lo stava fissando, ad occhi chiusi e con un sorriso genuino sul volto. Zoro sembrò pensiero per qualche istante, prima di rispondere al sorriso con un ghigno soddisfatto.
La voce di Sanji distrasse il compagno. "Hey Marimo, ci sei andato piano perché stavi combattendo contro una donna?".
"Parla per te, ti stavi facendo battere da quella solo perché non volevi sfiorarla nemmeno con un dito".
"E' vero. Le donne non vanno sfiorate nemmeno con una rosa. Ma se la vita dei miei compagni dovesse essere in pericolo, devo necessariamente rivedere le mie priorità" spiegò Sanji facendo un cenno col capo.
Zoro sembrò d'accordo con l'amico. I suoi compagni di ciurma venivano assolutamente prima di tutto il resto. Forse anche del suo stesso sogno.
"E Rufy? Sembra cavarsela. C'era da aspettarselo da lui" continuò, sedendosi a gambe incrociate, proprio a pochi centimetri dalle gambe di Robin, cercando di non farsi notare dagli altri, anche se sia Brook che Nami, con la coda dell'occhio, lo avevano visto. Il prima se la rise di gusto, a bassa voce, mentre Nami ghignò per una frazione di secondo.
"Già. Quello che mi preoccupa di tutto ciò, è il potere di quella donna che sembra davvero riuscire ad usare le fiamme". L'intervento di Law attirò le attenzioni dei presenti.
Poi indicò l'uomo dai capelli argentei che si trovava più distante. "E soprattutto, quel tizio là in fondo. Non ha mosso un muscolo dall'inizio del combattimento".
Quest'ultimo, infatti, con un'espressione neutrale, che non lasciava trasparire alcuna emozione, stava osservando tutti i combattimenti, facendo qualche smorfia quando le sue due compagne vennero sconfitte.
 
 
 
"Dimmi come fai a conoscere mio fratello!" e con un Jet Pistol, Rufy colpì di nuovo lo stomaco della donna, che riuscì a rimanere in equilibrio e ad afferrare il bracco allungato di Rufy.
"Stai scherzando, spero?" e con una fiammata che uscì dalle feritoie del suo elmo, colpì in pieno il capitano.
"Anche se sei fatto di gomma, non puoi resistere al calore delle mie fiamme!", ghignò quest'ultima, mentre il fuoco iniziava a diradarsi.
Rufy, d'altro canto, era in piedi, senza la minima ferita ne bruciatura. Il cappello di paglia, che aveva lanciato poco prima dell'attacco di fuoco, in modo da evitare che si danneggiasse, era ora in mano a Nami, che lo guardava dubbiosa. Sapeva quanto fosse importante per il capitano. Poi tornò ad osservare di nuovo quella donna.
"Quelle fiamme…com'è possibile che sappia usarle? Non possono esistere due frutti della stessa categoria con il medesimo effetto" spiegò Nami, stringendo il cappello del capitano.
"Eppure lo stiamo vedendo con i nostri occhi. Riesce a sputare fiamme dalla bocca. E quelle sono senza fuor di dubbio, fiamme" replicò Robin per poi continuare "potevo benissimo pensare che fosse un potere legato all'elmo che indossa, ma anche dalle mani riesce a lanciare fuoco. Quindi può benissimo trattarsi di un potere di quella strana armatura".
"Non credo, Robin-ya. Ho cercato di trovare una risposta in questi minuti e sono giunto, forse, ad una conclusione che può ritenersi corretta". Tutti pendevano dalle labbra di Law. "Ho come la sensazione che tutti e quattro facciano parte della ciurma di Kaido, uno dei quattro Imperatori".
A quelle parole, strabuzzarono gli occhi e spalancarono la bocca.
"Quelle tre e quell'uomo sarebbero membri dei Pirati delle cento bestie?!" esclamò Usopp, riferendosi al nomi della ciurma di Kaido.
"Potrebbe essere. Dopotutto, ci sono alcune caratteristiche che possono confermare questa mia tesi"  replicò Law.
Robin intervenne. "In effetti, ciò spiegherebbe il perché del loro attacco alla nostra ciurma. Kaido potrebbe essere a conoscenza del piano tuo e di Rufy di abbattere il suo potere nel Nuovo Mondo".
"Esattamente. E ciò spiegherebbe anche la loro struttura corporea. Seguitemi per qualche secondo" prese un attimo di pausa, per poi continuare "la donna che ha sconfitto Sanji è chiaramente un possessore di un frutto Zoo Zoo, di tipo ancora sconosciuto. Le corna, la coda, le piccole ali. Ne sono una prova". Poi gettò uno sguardo alla donna che Zoro aveva sconfitto poco fa. "Quanto a lei, quella maschera ricorda le fattezze di un felino. Senza contare che i suoi colpi e le sue movenze richiamano fin troppo quelle di un lupo".
Sanji lo interruppe brevemente, a quelle parole. "Se intendi che possa avere un frutto Zoo Zoo assimilabile ad un lupo, è impossibile. Lo aveva già ingerito un tizio della CP-9 che avevo sconfitto due anni fa, ad Enies Lobby. Si chiamava Jabura".
Law sembrò rifletterci per qualche secondo. "Questo non significa nulla. Potrebbe benissimo aver sconfitto questo tizio ed avergli sottratto il frutto del mare. Oppure, banalmente, il suo è un modello Zoo Zoo simile a quello del lupo, ma che rappresenta un felino differente" sospirò brevemente, per poi proseguire "ed infine c'è quella tizia che sputa fiamme. E' chiaro che non può aver sconfitto Sabo, il rivoluzionario ed avergli sottratto il frutto. Perciò ritengo che possa trattarsi di uno Zoo Zoo che permetta, oltre alla trasformazione in animale, anche un parziale controllo sulle fiamme".
"Eppure, come spieghi il fatto che quella donna conosca Ace, il fratello di Rufy? Lui è morto due anni fa, nella grande guerra che ha coinvolto Marina e Pirati di Barbabianca" replicò Franky.
"Potrebbe benissimo essere un modo per distrarre cappello di paglia-ya. Oppure, effettivamente, conosceva di persona Ace ma la ritengo un'opzione poco probabile".
Nessuno fiatò ma guardavo con apprensione il combattimento, che sembrava esser giunto ad una conclusione fin troppo scontata.
Anji fu colpita direttamente in pieno volto da un Red Hawk di Rufy, che aveva rivestito le braccia e le mani di Haki dell'armatura ed aveva utilizzato in contemporanea il Gear Third, rendendole enormi. L'elmo di Anji si incrinò e lei stessa venne scaraventata a molti metri di distanza, mentre del sangue fuoriusciva dalle feritoie dell'elmo.
"Se non vuoi dirmelo con le buone, allora lo farai con le cattive!".
La ciurma era quasi allibita dalla furia e dalla rabbia di Rufy. Raramente infatti il capitano perdeva le staffe. Ciò succedeva specialmente quando qualcuno a cui voleva veramente tanto bene, finiva in pericolo o veniva ferito da qualche nemico. Il fatto che questa donna avesse tirato in ballo l'argomento di Ace, che era morto due anni fa, probabilmente ha reso irascibile il Capitano, che non aveva dimenticato le sofferenze di quel giorno.
E quella donna, sicuro era a conoscenza di qualcosa.
Quest'ultima, tuttavia, ghignò impercettibilmente, sputando altro sangue dalla bocca, dopo aver avvertito una serie di scosse elettriche alle sue spalle.
"Poco importa di tuo fratello, Cappello di Paglia. La vostra sconfitta è giunta…" e lo disse a bassa voce, tanto da non essere udita da nessuno dei membri della ciurma, che tuttavia avevano lo sguardo completamente stralunato ed osservavano la figura dell'uomo alle spalle di Anji, avanzare lentamente.
 
 
 
Ogre ringhiò sommessamente al vedere le tre ragazze a terra, malconce. Le vene pulsavano su tutto il suo corpo ed il sangue iniziava a ribollirgli nelle vene. Piccoli saette di colore bluastro gli circondavano il corpo e sembravano far svolazzare i suoi capelli argentei.
"Non mi avete dato altra scelta!" ed alzando il braccio, fece scendere, all'improvviso, tre fulmini di colore azzurro, che colpirono in pieno i corpi svenuti delle due donne e di Anji e rimbombarono lungo tutta l'isola.
Tali fulmini fecero spalancare la bocca e gli occhi a tutti i membri della ciurma, specialmente Zoro, Robin, Sanji, Rufy, Usopp, Nami e Chopper che in prima persona avevano provato la potenza di quell'elemento.
"Fulmini?! Quel tizio possiede il frutto Rombo Rombo di Ener?!" esclamò Nami, tremando impercettibilmente. Infatti, proprio lei considerava quel frutto come uno tra i più letali e pericolosi.
"Impossibile…! Se dovesse davvero avere il suo frutto allora significa che…!" Sanji strinse i denti, rischiando di rompere di nuovo la sua sigaretta.
Fu però Robin a continuare la sua frase. "Significa che ha sconfitto quel Dio e rubato il suo frutto!".
Chopper ed Usopp si abbracciarono, completamente impauriti.
"Non sarà un avversario facile, se possiede quel frutto ed è riuscito a sconfiggere quell'uomo…!" esclamò Zoro a bassa voce, mettendosi di nuovo la bandana in testa e sfilando le sue spade dal fodero, poi continuò, digrignando i denti "chi diavolo sono questi individui?! Perché possiedono poteri simili a quelli già esistenti?!"
Rufy, Zoro e Sanji si schierarono nuovamente davanti a tutti gli altri, stavolta con l'aggiunta di Law che si trovava leggermente dietro al Capitano.
 
 
 
"Non preoccupatevi, non sarò io l'avversario di voi tre pagliacci. Avete una battaglia da portare a termine, dico bene?". La domanda, quasi del tutto ironica, di Ogre riscosse l'intera ciurma, specialmente il trio citato.
Ma prima che anche uno solo di loro riuscisse a proferire parola, vennero interrotti da un urlo lancinante che proveniva dalla posizione ove poco fa era stata scagliata Diby da parte di Sanji. La terra iniziò a tremare, mentre dalla sabbia, fuoriuscì un'enorme creatura, completamente nera. Era grande quasi quanto la Sunny e possedeva sia le corna che la coda di Diby, oltre ad avere due enormi ali sul dorso.
Squadrò Sanji, lanciando poi un secondo urlo, più potente del precedente. Il cuoco strabuzzò gli occhi. Quella creatura sembrava uscita direttamente dagli inferi.
All'urlo, tuttavia, seguì una fiammata stavolta nella zona dove si trovava Anji.
Quando Rufy osservò la creatura che aveva davanti, non poteva credere ai suoi occhi. Un'enorme Rex, di colore rosso e dotato di piccole ali sul dorso della schiena, ove dominava una pelliccia di un blu molto scuro. Dalle sue narici uscivano scintille di fuoco mentre dalla sua bocca, lapilli di magma che scioglievano la sabbia e producevano vapori ogni volta che vi entravano in contatto.
Davanti a Zoro, invece, si parò una creatura più piccola rispetto alle altre, ma più longilinea, che si spostava su quattro zampe, dotate di artigli affilatissimi. Era completamente rossa, tranne per la coda e le due lunghissime zanne che gli spuntavano dalla bocca, di colore bianco. Un ringhio sommesso fuoriuscì da quest'ultima. Si muoveva sinuosamente e della bava colava della bocca.
 
 

Ogre indietreggiò di qualche metro per poi essere colpito da un fulmine, stavolta più chiaro degli altri. Del fumo iniziò a propagarsi da quella zona, mentre un boato riscosse tutti i presenti, addirittura le tre creature che erano appena apparse.
Un ruggito straziante sembrò diradare la muraglia di fumo, mentre la sabbia quasi iniziò a svolazzare a cerchio intorno alla creatura che venne fuori da quella nebbia.
Era più piccolo della creatura nera, ma più grande del felino di colore rosso. Si muoveva su quattro zampe e ad ogni suo passo, fulmini cadevano dal cielo, quasi come se fossero comandati proprio da lei. Delle corna le spuntavano sul dorso, lungo gli arti superiori e in prossimità della coda, che era molto larga, a ricordare quasi un ventaglio. La criniera, di colore bianco, veniva rizzata dalla enorme quantità di energia elettrostatica mentre due corna poste sulla fronte, producevano scintille ad intervalli regolari. Infine, delle venature azzurre percorrevano la quasi totalità del suo corpo e risaltavano sulle scaglie marroni.
Infine, una voce grottesca e molto forte, fuoriuscì proprio da quella creatura. Fece accapponare la pelle.
"Ora vi mostrerò davvero qual'è il significato di Monster Trio!".
 
Fu come un segnale per le sue compagne che sembrarono rispondere a quel richiamo ed ognuna si scagliò verso il proprio avversario.
Sanji riuscì a scansarsi in tempo prima di essere colpito in pieno dalla carica mostruosa di quella creatura. Fu talmente aggressiva e potente che, con la sua furia, diede origine ad una vera e propria tempesta di sabbia, la quale durò diversi minuti ma che costrinse i membri della ciurma a separarsi gli uni dagli altri.
"Law aveva ragione, sembrano avere il potere di qualche zoo-zoo. La sua forza è diventata sovraumana!" riflette il biondo tra se e se, mentre l'enorme coda a martello cercava di colpirlo ad una velocità sorprendente per quelle dimensioni e lui cercava di schivare ogni colpo.
Fu dalla nebbia di sabbia che il cuoco udì la voce metallica del cyborg di bordo, mentre un pugno legato ad una catena gli passò a pochi centimetri dal volto, colpendo in pieno il volto della creatura. Fu così vigoroso che lei stessa fu costretta ad indietreggiare di qualche passo. Sanji si voltò ad osservare il suo compagno che aveva assunto la classica posa da star con un sorriso a 32 denti sul volto. “Franky, credevo che tu fossi con gli altri!“.
Franky si limitò ad osservare la creatura e ci mise qualche secondo per rispondere al compagno. "Non ti devi preoccupare Sanji, ci siamo divisi in modo da poter aiutare voi tre a sconfiggere rapidamente queste creature. Dopotutto siamo compagni di ciurma dico bene?“.
 Sanji sbuffò, gettò la sigaretta per terra e ne estrasse una nuoova dalla tasca dello smoking. “Beh ti ringrazio ma non sarà facile abbattere questa tizi.  Come aveva detto Law, era quasi prevedibile che possedessero un frutto del mare di tipo zoo-zoo. Questo significa che la loro potenza fisica è aumentata notevolmente“.
“Penso sia vero tuttavia dobbiamo anche valutare ciò che sappiamo grazie al frutto di Chopper. Perché lui è in grado di utilizzare più forme che lo avvantaggiano nel combattimento corpo a corpo. Ma da quel che sappiamo un frutto zoo-zoo potenzia soltanto la forza fisica e l’abilità di combattimento non la velocità. Ed a giudicare dalla stazza, sembrerebbe che possiamo sfruttare proprio l’agilità e la velocità come punti deboli di questa creatura.“
Sanji inspirò un paio di volte dalla sigaretta e focalizzò l'attenzione da Franky alla loro avversaria. “Lo scatto che ha fatto poco fa per cercare di abbattersi su di me è stato abbastanza rapido è vero che tu ed io siamo più agili di lei ma non la sottovaluterei da questo punto di vista Potresti aver ragione, ma cerchiamo di fare attenzione, Franky. Non sarà un combattimento facile. Franky annui e se mise in posa da combattimento poco dietro al cuoco.
 
Nello stesso momento, Zoro e Brook, schiena contro schiena, osservavano i movimenti fluidi e circolari che il felino di colore rosso e dalle zanne affilatissime compieva intorno a loro.Sembrava quasi ipnotico.
“Non credo di aver bisogno del tuo aiuto, Brook. Forse sarebbe stato meglio se tu fossi rimasto ad aiutare gli altri“ Zoro infatti sembrava abbastanza sicuro di se stesso e non era un uomo che apprezzava l’aiuto di altri in un suo combattimento anzi detestava che chiunque si intromettesse nei suoi duelli uno contro uno.
D’altro canto, Brook non sembrava completamente d’accordo con il suo compagno spadaccino. “Degli altri in questo momento non ti devi preoccupare. Ricordati che con noi c’è anche Trafalgar Law, una Supernova, proprio come te e Rufy. Credo che sia abbastanza per tenere bada quell’essere che emana fulmini. Il nostro obiettivo, adesso, è sconfiggere questa creatura e poi andare ad aiutare gli altr. Più siamo meglio è, Zoro, non dimenticarlo“.
Zoro ghignò. Non era completamente d’accordo con il compagno però era anche vero che più tempo impiegavano a sconfiggere quel felino e più gli altri erano in pericolo. Dopotutto, era conoscenza del fatto che il suo obiettivo fosse diventare lo spadaccino più forte del mondo ma al contempo, doveva aiutare i suoi compagni e soprattutto il suo capitano ad attuare i loro sogni e per farlo doveva proteggerli. Loro e soprattutto una persona in particolare della ciurma. Infatti, lo spadaccino, con la coda dell’occhio gettò uno sguardo alla sua sinistra dove a diversi metri di distanza, dopo che le nuvole di sabbia e polvere si dirardarono, scorse le figure di Nico Robin, della navigaatrice e della renna, dietro ad un Law che sta fronteggiando quell’enorme creatura che sparava fulmini da tutte le parti.
Aveva una frenesia incredibile di andare ad aiutare loro e lasciare che fosse Brook ad occuparsi della questione. Tuttavia aveva percepito una certa furia omicida provenire dalla sua avversaria e aveva intuito molto bene come la trasformazione in quel mostro l’avessa notevolmente potenziata. Soprattutto a livello di velocità. Diciamo che se prima, in forma umana, era l’avversaria perfetta per lui in quanto spadaccina, adesso, dotata di quell'agilità e di quella notevole rapidità, che sembrava aver dimostrato scattando verso di loro, era più un'avversaria da sopracciglio ricciolo che da Zoro. L’ultima cosa che vide prima di mettersi in bocca la Wado Ichimonji e saettare seguito da Brook verso il felino, fu la figura di Nico Robin che in quel momento era distratta dall’avversario che aveva davanti.
 
Infatti, quando si erano divisi a causa della piccola tempesta di sabbia, lei, la navigatrice ed il dottor Chopper avevano deciso di unirsi per aiutare Traffy, in quanto avevano percepito tutti quanti come quella creatura dalla folta criniera argentea fosse notevolmente superiore rispetto le tre avversarie che il Monster trio aveva affrontato fino a quel momento, nonostante sapessero quanto fosse abile e soprattutto quanto fosse letale il frutto del diavolo del chirurgo della morte.
“Quindi avevi ragione tu, Traffy. Sembrerebbe che queste tre donne e quell’uomo possiadono dei frutti del mare“ disse proprio Robin, incrociando al petto le braccia nella sua classica posa da combattimento.
“Hai detto bene. Sembrerebbe. La caratteristica di un frutto del mare di tipo zoo-zoo, non è soltanto la trasformazione in animale ma ha anche la possibilità di trasformarsi in un ibrido proprio come succede con Chopper-ya. Fin'ora noi abbiamo visto soltanto quella che sembrava la forma umana e ora quella mostruosa. Tuttavia ci sono ancora delle cose che mi fanno pensare che potrebbe benissimo trattarsi di altro all’infuori di un frutto del mare”.
“E cosa te lo farebbe pensare? chiese Nami, prendendo mano al suo bastone da combattimento chiamato clima tact.
Trafalgar allungò il suo braccio sinistro in avanti ed allargò le dita della mano pronunciando solamente la parola "Room".
Ed immediatamente una cupola molto grande, semi-trasparente, circondò completamente la zona di combattimento dove si trovavano loro quattro e la creatura che emanava fulmini.
“Ho qualche idea ma prima di sparare qualche castroneria, preferirei esserne sicuro al 100% e l’unico modo per saperlo è sconfiggerlo" fece qualche passo in avanti, sguainando la sua lunghissima katana "la potenza di questa creatura è innegabile, non so se riuscirei a sconfiggerla da solo perciò Nami-ya e Robin-ya forniranno supporto della distanza. Mentre tu ed io, Chopper-ya, gli andremo direttamente incontro. Tu cercherai lo scontro corpo a corpo mentre io ti darò man forte, utilizzando i poteri delle frutto, avete capito?”.
Chopper annuì con un cenno del capo e si trasformò nella sua versione ibrido umano, ingigantendosi e diventando più muscoloso mentre Nami e Robin imitarono il compagno e facero qualche passo indietro.
La creatura, a quella vista, ghignò impercettibilmente e cacciò un urlo mostruoso mentre sempre più fulmini, nonostante la presenza della cupola, caddero di fianco a lei.
“Nami-ya, credi di essere in grado di poter controllare quei fulmini? Dobbiamo aiutare Chopper ad avvicinarsi più possibile e io lo posso fare con il mio frutto ma con quella tempesta di fianco al corpo di quella creatura, la renna sarebbe comunque esposta”.
“Posso provarci ma sono talmente tanti che non so se riuscirò. Inoltre sembrerebbe che ne possa scagliare quanti ne vuole“. Agitò tempestivamente il suo bastone dal quale fuoriuscì un'enorme nuvola grigiastra, dotata di bocca, occchi, una strana espressione assonnata ed un cappellino bianco e rosso.
“Zeus guarda cosa per te! Un sacco di fulmini per colazione!“. La nuvola lanciò un urlo di felicità ed inizio a mangiare letteralmente i fulmini.
“Hai fatto davvero un ottimo lavoro con quella nuvoletta, Nami. Anche se ancora non ho capito come tu abbia fatto a convincerla a separarsi dalla sua reale padrona ovvero Big Mom” esclamò Robin abbozzando un lieve sorriso. Nami le rispose facendo l’occhiolino e la linguaccia.
D’altro canto, la creatura sembrò stupita ma non troppo sorpresa da quell’evento. Dopotutto, sapeva benissimo che poteva creare fulmini infiniti e di certo lo stomaco di quella strana nuvola senziente non era eterno perciò dopo l’ennesimo urlo lancinante si scagliò contro Chopper.
 
Infine, Rufy guardava, stranito, la creatura che aveva davanti perché seppur non fosse il primo frutto di quella tipologia che vide, il fuoco che wuel mostro sputava era reale. “Prima tu hai nominato Ace!. Era mio fratello come fai a conoscere il suo nome!?“.
La voce che fuoriusciva dalla bocca fiammante della creatura era molto meno delicata di quanto lo fosse prima ma i suoi toni erano comunque femminili. “Credo che tutti conoscessero pugno di fuoco. Dopo tutto era il capitano della seconda divisione di Barbabianca. Solamente uno stolto non lo conoscerebbe. Sapevo anche, o meglio abbiamo tutti saputo come lui fosse tuo fratello e queste fiamme ti ricorderanno di lui!".
"Stella Verde: Impact Wolf!". Senza preavviso, una pianta gigantesca, la cui forma ricordava la testa di un lupo, si frappose tra Rufy e la fiammata del dinosauro rosso. Una onda d'urto partì da quest'ultima, riuscendo a spegnere completamente le fiamme.
"Rufy! Non farti distrarre.Si sta approfittando di questa cosa! Concentrati!". La voce di Usopp sembrò riscuotere il Capitano.
"Usopp! Ti ringrazio! Mi sono lasciato trasportare dalle emozioni" poi piegò le ginocchia e di nuovo uscì del fumo dal suo corpo "Gear Second!".
Il nasone sorrise a trentadue denti e caricò nuovamente la sua fionda.
"Andiamo Rufy, sconfiggiamo questa dolce e per nulla terrificante bestiola!" esclamò Usopp, le cui gambe tremarono impercettibilmente.
Per tutta risposta, il Anji fiatò altro fuoco e ringhiò sommessamente.
"Se non riuscirò a sconfiggervi, il Sommo non ne sarà soddisfatto..." disse a bassavoce, prima di lanciarsi all'attacco.
"Ora vedrete la vera potenza dell'Organizzazione XIII!"




TERMINOLOGIA:

Santoryu: Tatsu Maki: significa letteralmente "tornado del drago"

Oni Giri: significa letteralmente "taglio dell'orco"

Ichi Gorilla/Ni Gorilla/Nigori Zake: letteralmente, significano "primo gorilla/secondo gorilla/doppio taglio possente



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3860594