Ordinary Life

di JoJo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa è la mia vita ***
Capitolo 2: *** Che la festa abbia inizio! ***
Capitolo 3: *** La tempesta dopo...la tempesta! ***
Capitolo 4: *** Non c'è due senza tre?Speriamo di no! ***
Capitolo 5: *** Tanto peggio di così...può andare! ***
Capitolo 6: *** Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi!) ***
Capitolo 7: *** Let's the pary started!(or not?) ***
Capitolo 8: *** Detective Michelle: ricerche, scoperte e interrogatori ***
Capitolo 9: *** What a mess, Michelle! ***
Capitolo 10: *** And the winner is... ***
Capitolo 11: *** Changing (+gift) ***
Capitolo 12: *** Mission Impossible ***
Capitolo 13: *** Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più? ***
Capitolo 14: *** Parliamone... ***
Capitolo 15: *** Fuoco dentro ***
Capitolo 16: *** Help! ***
Capitolo 17: *** Ripartire da via! ***
Capitolo 18: *** Doppio gioco ***
Capitolo 19: *** Maledetta... ***
Capitolo 20: *** Tana libera tutti! ***



Capitolo 1
*** Questa è la mia vita ***


“Pare che quest'anno sia di moda mettere al collo una grossa sciarpa.”
“Una sciarpa?D'estate?- sbotta la voce di Kim in risposta- Non ha assolutamente senso.”
“E' la moda, non deve avere un senso.- replica piccata Victoria- E poi è l'ultimo trend fra le star di Hollywood, guarda.”
Quando metto piede nel piccolo salotto, vedo la bionda sporgersi dal divano, su cui è seduta in una posa che appare quasi studiata, per far vedere a Kim le pagine della rivista che sta sfogliando.
Io faccio roteare gli occhi, esasperata. Dopo un pomeriggio passato sotto il sole cocente di Atene, a sfacchinare facendo avanti e indietro per svolgere tutte le commissioni che mi hanno affibbiato, anche delle chiacchiere frivole come quelle che si stanno svolgendo nella nostra casetta mi fanno venire il mal di testa.
“Se mi dicessero che per essere alla moda dovrei indossare una sciarpa anche con questa afa, credo proprio che commetterei un omicidio a sangue freddo.” borbotto mentre mi siedo con poca grazia sulla poltrona malconcia.
Victoria punta su di me i suoi occhioni smeraldini “E' per questo che non sarai mai chic.”
“E' per questo che non sarai mai chic.” ripeto con voce stridula, cercando di mimare con sentimento la sua espressione di superiorità e, contemporaneamente, facendo dondolare la testa a destra e sinistra come per ribadire la presa in giro.
“Ragazze, vi prego, non litigate: è quasi ora di cena.”
Quando ci sgrida la voce di Kim sembra sempre quella di una mamma che deve tenere a bada due bambini troppo vivaci. E a caricare ancora di più il carico di questa scena c'è la sua posa: mani puntate sui fianchi, piede che batte per terra con regolarità e sguardo accigliato.
“Va bene, mammina!” rispondiamo in coro io e Vic, ormai dimentiche della nostra scaramuccia, prima di sghignazzare divertite.
Le nostre giornate si concludono pressapoco sempre così. Victoria e Kim finiscono di allenare i loro allievi nel tardo pomeriggio, quindi riescono a tornare a casa, lavarsi, vestirsi decentemente, liberarsi della maschera e godersi qualche ora nel più totale cazzeggio, comportamento che si adatta molto a delle ragazze della nostra età.
Io? Per me è tutta un'altra musica.
Mi alzo all'alba e, tempo di farmi una doccia, devo andare a svegliare quegli indemoniati di allievi. E già a questo punto della giornata non faccio altro che pregare che arrivi la sera. Voglio dire, avete mai provato a gestire un centinaio di ragazzini che si preparano a diventare saint?
Scommetto di no, fortunatamente per voi.
Quando riesco finalmente a convincerli che è giorno e che se vogliono diventare dei cavalieri degni di questo nome devono andare ad allenarsi, iniziamo una specie di pre-allenamento gestito da me.
E se sono ancora viva dopo un paio d'ore del genere, riesco a lasciarli alle “amorevoli” cure dei silver saint, i loro veri maestri.
A questo punto di solito, essendo sudata come un facchino nel deserto, mi concedo un'altra doccia veloce, prima di dare avvio a quella che è veramente la mia giornata.
Torno a casa, rassetto quello che c'è da rassettare, faccio il giro degli altri appartamentini della zona femminile del Santuario per vedere se mi hanno lasciato qualche commissione da fare in città, e dopo di che parto per Atene a bordo della mia malconcia motoretta (che fa più rumore di un trattore con crisi asmatiche).
Se tutto va bene torno al Santuario nel pomeriggio, distribuisco in giro pacchi e pacchettini e poi...Ahimè è già ora di tornarsene a casa.
Ecco la vita di una ragazza senza armatura al santuario, gente! Niente combattimenti, allenamenti da fanatici o epiche battaglie. Praticamente la cosa più emozionante che potrebbe capitarmi è quella che mi finisca la benzina prima della salita che porta all'entrata della zona sacra ( e se capita, lo giuro, è la peggior sciagura che possa accadere: voglio dire, di sicuro non potrei chiedere aiuto a nessun passante, dato che non ce ne sono!).
“Hai sentito o no quello che ti ho detto?” sbotta la voce, resa leggermente stridula dall'irritazione, di Kim.
Io annuisco con foga, anche se ovviamente non ho alcuna idea di cosa mi abbia detto.
“E...” incalza Victoria, facendo ruotare con noncuranza la mano come per incitarmi a dare una risposta, o che so io.
“Uhm...Credo che le crocchette siano giuste di sale.” butto lì, prima di riempirmi la bocca con una forchettata piuttosto corposa, togliendomi da sola la possibilità di giustificare la frase senza senso che ho appena pronunciato.
Kim e Vic si guardano rassegnate per qualche secondo, riponendo sul piatto le posate e appoggiando le braccia incrociate sul tavolo della cucina.
E sì che dovrebbero essere abituate alla mia testa fra le nuvole, no?
La mia amica bruna si passa stancamente una mano sulla fronte “Parlavamo delle news che arrivano dai piani alti.”
“Quali news?” cerco di domandare, sputacchiando non proprio carinamente, il cibo che ho in bocca.
Victoria storta il suo delicato nasino alla francese, prima di mettermi sotto gli occhi una delle sue dannatissime riviste di gossip.
Seriamente: come è possibile che il silver saint della Lucertola, uno dei più forti della sua categoria, passi il suo tempo a leggere simili sciocchezze?
Salto a piè pari la notizia che mette in primo piano i metodi educativi di Angelina Jolie e Brad Pitt e sposto lo sguardo sull'altra pagina dove svetta una foto rubata a Saori Kido durante uno dei suoi pomeriggi di shopping.
Leggo velocemente le poche righe che fanno da didascalia Saori Kido, multimilionaria giapponese ben nota per le sue iniziative benefiche, si sta preparando alle meritate vacanze. Dove se ne andrà stavolta la giovane nipponica?
Non faccio in tempo a realizzare il significato intrinseco della notizia che mi accascio senza ritegno sul tavolo, schivando di poco il piatto mezzo pieno.
Ditemi che non sta per succedere quello che penso stia per succedere.”
Kim si prende fra le mani una ciocca riccia, giocherellando “Atena ritorna all'ovile.” mi annuncia con calma.
Boink. Questo è più o meno il rumore della mia testa sul piano di legno: per inciso, il tentativo di autoprocurarmi un trauma cranico è fallito miseramente.
Credevo ti piacesse la dea.- indaga Victoria, scrutandomi incuriosita- Sei una delle poche qua al santuario a cui piace sinceramente anche come persona, oltre che come divinità.”
Lo so.- biascico rimettendomi composta- Ma hai idea di cosa significhi per me il suo arrivo?”
Significa che domani devi organizzare l'arena per l'udienza pubblica che Atena intende offrirci sabato sera, Michelle.”
La voce di Marin mi raggiunge da dietro: quella strega sa sempre dove e come trovarmi quando le servo. Ma come fa? Ha un radar? Ho un microchip impiantato sottopelle? COME!?
Mi alzo di scatto, mettendomi sull'attenti (e facendo cadere rumorosamente cadere la sedia su cui sono seduta. La solita imbranata!), come è uso comune con saint di rango superiore e parlo solo quando lei mi fa segno di stare comoda.
S-sabato?- balbetto incredula- Ma questo vuol dire...”
Dopodomani: è un problema per te?” mi domanda, alzando un sopracciglio.
Io scuoto la testa con decisione.
Come dire di no ad una donna che volendo può mandarti all'altro mondo con uno schiocco di dita?


Ho finalmente deciso di pubblicare questa fanfiction a cui sto lavorando da un pò...Fatemi sapere che cosa ne pensate!Bye JoJo

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Capitolo 2
*** Che la festa abbia inizio! ***


No, non ti disturbare- dico con tono sarcastico- Stai pure lì a limarti le unghie, Vic. In fondo, mancano solo due ore all'udienza e qui tutto è ancora sottosopra. Non c'è affatto bisogno del tuo aiuto.”
La bionda volge il volto nella mia direzione. Anche se non lo vedo, SO che sotto quella maschera sta sghignazzando come un'ossessa.
Grazie Michelle, sei un vero tesoro!” ride. Ride, lei!
Inconsciamente muovo pochi passi nella sua direzione, le braccia tese per una sana strozzata, di quelle che Homer Simpson da a Bart, ma come sempre il destino è dalla sua parte.
Le mani affusolate di Kim, cavaliere d'argento della Freccia, si posano sulle mie spalle, fermandomi a metà strada e mandando in fumo l'impresa.
Stai calma, Miki. Non siamo affatto in alto mare: l'arena è pronta per accogliere Atena, bisogna solo accendere le fiaccole e poi sarà tutto perfetto.” Mi rassicura con voce dolce.
Che carina che è. Tanto sono io la responsabile se qualcosa non è di gradimento alla dea.
Sicura sicura?” domando cercando la sua approvazione. Insomma come fa a dire che è tutto perfetto? Ovunque vado vedo qualcosa che devo sistemare, i soldati semplici che Marin mi ha gentilmente offerto come collaboratori e che devono far sedere le persone che verranno secondo il loro ruolo non sono affatto preparati e poi...
Miki!Smettila di fare liste su cosa non va!Rilassati.” mi sgrida interrompendo i miei pensieri. Come fa a conoscermi così bene?
Ma io sono rilassata-cerco di sorridere, ma tutto quello che mi esce è un ghigno sghembo- Più che rilassata: sono decisamente zen.”
Oh Dei, vi prego fate che tutto vada bene.
Lo so. Sono paranoica. Non ci posso fare niente, ma io DEVO sapere che tutto è a posto.
Se tutto non è perfetto, ordinato, pulito e, possibilmente, con un buon odore di sapone, io non mi sento a mio agio. Sono una perfezionista fatta e finta, una di quelle persone che usano i sottobicchieri e le pattine, che si passano il filo interdentale mattina e sera. Una di quelle pazze che se vede un quadro storto deve assolutamente raddrizzarlo, che se vede una macchia sta male finchè non l'ha pulita.
Dico io, è saggio fare organizzare qualcosa a una persona del genere?Insomma, uno dovrebbe anche tenere conto delle ripercussioni psicologiche!
Kim non ha ancora mollato la presa dalle mie spalle e mi guida con tenerezza verso una delle sedie facendomi sedere.
Ora stai qui e ti dai una calmata.” mi intima piano, sedendosi a sua volta di fronte a me.
Victoria ci si avvicina, pronta a godersi un po' di sane chiacchiere fra donne.
Ragazze che ne dite di quello?” ci domanda indicando con il dito un soldato non troppo distante da noi.
Occhi blu, riccioli dorati, fisico scolpito. Una specie di Adone, insomma.
Io scuoto la testa sconsolata e Kim parla per tutte e due “Quando la finirai con questa storia, Vic?” domanda con rassegnazione.
La bionda scuote la testa “Quando troverò il ragazzo dei miei sogni.” risponde con voce sognante.
Victoria ha l'ossessione di rimanere sola e per questo è da sempre alla ricerca di un fidanzato. Una volta mi ha perfino fatto vedere una lista (scritta su carta rosa profumata al mughetto) degli uomini che secondo lei, qui al santuario, rispecchiano la sua idea di uomo perfetto. È una pazza senza speranza, ecco quello che penso io, ma Kim mi ha convinto a lasciarla fare.
Tuttavia non riesco a non farmi sfuggire un sospiro rassegnato.
Oh, scusami tanto Miss-fai-quello-che-vuoi-tanto-io-il-mio-principe-azzurro-l'ho-già-trovato!” sbotta. Quando vuole ha un udito infallibile la ragazza!
Io faccio roteare gli occhi esasperata, ben conscia che tanto non può vederlo dato che indosso la maschera.
Scommetto che Manuel stasera si dispererà dato che non può vederti.” continua imperterrita, mentre Kim le fa segno di abbassare la voce.
E grazie al cielo che le è venuto in mente di dirmelo.
Oh dei!” impreco alzandomi di scatto.
Che c'è, Michelle?” mi chiede leggermente preoccupata la mia amica mora, mentre Vic continua a borbottare qualcosa riguardo al fatto di come sia possibile che io abbia un ragazzo e lei no.
Mi porto le mani alla bocca “Mi sono dimenticata dell'appuntamento di stasera!”
Visto?Lo sapevo che c'era qualcosa che non andava. Lo sapevo!
E quando sarebbe?” mi domanda l'altra con poco interesse.
Io guardo l'orologio che porto al polso e faccio un altro balzo sul posto.
Tra mezz'ora!” urlo schizzando via come una furia, domandandomi come cavolo riuscirò a vestirmi decentemente, truccarmi e arrivare in tempo alla spiaggia dove Manuel ha detto che avrebbe organizzato un pic-nic romantico per me.


Sono in ritardo.
Tremendamente in riardo.
Il fatto che nessuno stia più andando all'arena vuol dire solo una cosa: sono tutti là.
Il Santuario è stranamente silenzioso e vederlo così vuoto mi mette un po' in soggezione.
Affretto il passo ancora di più, cercando di pettinarmi i miei stupidi capelli con le mani. L'incontro con Manuel è durato più del previsto e lui ha saputo...diciamo...salutarmi a dovere.
Mentre entro nell'arena da una dei portoni laterali più piccoli, sto ancora pensando a lui. Il mio ragazzo (alla faccia di Vic!) non fa parte di questo mondo. L'ho conosciuto per caso ad Atene, quando ero più piccola e, a poco a poco, abbiamo cominciato ad uscire insieme. È stata una cosa decisamente inaspettata, per me. Insomma, chiunque al Santuario cerca di metterti in guardia sui terribili poteri di distrazione che ha l'amore, quindi io non avrei mai pensato di poter innamorarmi davvero di qualcuno.
Manuel è un artista, dipinge e suona il pianoforte e io mi sono innamorata di lui quasi subito.
Come lui abbia fatto ad innamorarsi di me invece, è ancora un mistero. Spesso mi domando ancora cosa abbiamo a che fare uno con l'altra. Io sono una specie di folletto (Vic continua a pendermi in giro per la mia statura: un metro e uno spunto...) con una faccia anonima e dei capelli con crisi d'identità, mentre lui sembra un angelo da quanto è bello!
Ricordo ancora i miei piani macchiavellici per sgattaiolare fuori di sera e rientrare in tempo alla mattina.
Quando entro fra la folla che gremisce l'arena (e che ha già semidistrutto i vasi di fiori che ho fatto portare questa mattina. Maledetti!) noto con sollievo che le più alte cariche del Santuario non sono ancora arrivate. I silver e i bronze saints occupano già le prime file davanti ma, sul trono vicino alla dea, che ovviamente entrerà per ultima in una magnifica pioggia di petali di rosa, i posti dei gold saints sono ancora vuoti. Il che vuol dire che non mi sono persa niente.
A parte un posto decente, si intende.
Il fatto che ho organizzato io questo evento mi aveva assicurato un bel posto nelle prime file, subito dopo quelle dei soldati, invece ora grazie al mio minimo (?) ritardo sono costretta a sgomitare fra dei bisonti umani per riuscire a vedere qualcosa.
Devo dire che i miei tentativi sono piuttosto patetici, mi sono anche messa a gattoni per cercare di sgusciare fra le gambe di questi giganti e riuscire a passare almeno qualche fila più avanti.
Un vero peccato che uno di loro mi abbia notato e rispedito al mittente spingendomi indietro con la gamba.
Bruttissimo...” sto per sparare un insulto degno di questo nome a quel tizio che ha mandato a monte il mio piano, quando mi sento afferrare la vita da delle mani enormi e, poco dopo, mi ritrovo seduta su una delle finestrelle di pietra dell'arena. Da quassù in pratica sono tre spanne più in alto di tutte le persone che prima mi occultavano la vista.
Sei piccolina per startene lì dietro!” mi dice la voce possente del benefattore che mi ha trovato questo posto.
Io abbasso lo sguardo, di poco a dire il vero, e vedo la faccia da pugile di Aldebaran del Toro che mi sorride.
Nobile Aldebaran, grazie mille.” sussurro. Mi fa sempre un certo effetto vedere i “pezzi grossi”. Nelle zone che frequento io, il massimo a cui puoi aspirare sono i silver.
Lui mi fa un cenno con la mano, come per dire che è stata una sciocchezza e io gli sorrido di cuore, dimenticandomi che lui non può vederlo a causa della maschera.
Sono per Atena, quelli?” mi domanda.
Io abbasso lo sguardo e vedo che sto ancora stringendo fra le mani il mazzo di rose rosse che mi ha regalato Manuel.
Mi domando come abbiano fatto a sopravvivere a tutti i maltrattamenti a cui le ho sottoposte nella ultima mezzora!
Io annuisco meccanicamente, dato che ovviamente non posso dirgli che me li ha regalati il mio fidanzato e, neanche sforzandomici, non riuscirei a trovare una scusa decente per giustificare la loro presenza fra le mie mani.
Lui me li prende di mano con una delicatezza che non ti aspetteresti da un colosso come lui e mi strizza l'occhio.
Gieli faccio avere io.” mi rassicura allontanandosi per andarsi a sedere al suo posto.
Io guardo con malinconia i miei bellissimi fiori andarsene sempre più lontano da me.
Non è giusto, ecco!
In ogni caso devo dire che Aldebaran del Toro è uno dei miei gold preferiti. Innanzitutto è proprio simpatico, per niente superbo e senza neanche un po' di quell'aria di superiorità che dovrebbe dargli il suo ruolo. E poi dovreste vederlo quando incontra un bambino, è dolcissimo!
Un altro gold che ammiro molto è Mu dell'Ariete, anche se in realtà non so molto di lui, è molto riservato. In ogni caso ha sempre un sorriso dolce sulle labbra e un aspetto calmo che mi fa sempre una bella impressione.
Aioria di Leo è un po' un mistero per me. Più che altro è troppo rigido nel suo dovere, cosa che ammiro molto in realtà, solo che lo fa sembrare un po'...bacchettone, forse. In ogni caso non è che mi dispiaccia dato che, insieme a Milo di Scorpio, e grazie alla sua love story non poi così segreta con Marin è uno degli argomenti di gossip locale più gettonati.
Milo di Scorpio.
Credo che nessuna ragazza del Santuario abbia bisogno di presentazioni per capire chi è.
Poi ovviamente c'è Doko della Bilancia, che però non viene più qui da anni. Secoli anzi, dato che è un vecchietto pluricentenario.
Shaka di Virgo è l'uomo più vicino alla dea ed anche il più ascetico e altezzoso dei cavalieri. Ecco, se c'è un gold che non sopporto è lui!Più che altro mi spaventa un po', diciamo. È troppo distaccato, troppo poco umano, se capite cosa intendo.
E infine c'è la discussa new entry, per cui Kim stravede (ok:è palesemente cotta di lui!): Kanon di Gemini. Costui è l'uomo che ha dato il via alle sciagure che hanno colpito il Santuario ( e l'intero pianeta) negli ultimi anni. E anche se ha un caratteraccio ed ha questo passato tormentato, Atena lo ha perdonato e lui è così sinceramente pentito che ormai fa parte della squadra a tutti gli effetti. Più o meno.
Il volume della musica dei tamburi che sale di intensità mi fa ritornare di botto sul pianeta terra.
La dea è qui.

Ed ecco (in tempo record) il secondo capitolo. Sono contenta che abbiate apprezzato Miki e il suo background e spero che continuerete a seguire questa storia! Grazie mille per tutti i commenti e per i complimenti! Bacio JoJo

xxxArtemidexxx  Sono felice che la mia storia ti abbia incuriosito! Ebbene sì: Victoria è proprio il cavaliere d'argento della Lucertola, in questa storia ho deciso di inserire nuove leve fra i silver...Ah, la tua minaccia ha spaventato un poco la mia povera Michelle che ti assicura che si terrà a debita distanza da Hyoga. Dillo a Airish, eh?

EriS_SaN  Eh eh eh...l'incontro con Shaina è già organizzato e sarà altrettanto...traumatico per Miki!Sono contenta che le "scenette" che ho creato ti piacciano!Grazie mille per i complimenti!

bellatrix18  Grazie mille!Spero continuerai a seguire la mia storia!^___^

Blackvirgo  Sono contenta che ti piaccia!Spero di riuscire a continuare su questa linea!

Gufo_Tave  Accidenti, hai proprio azzeccato la citazione che calza a pennello alla povera Miki!

Snow Fox  Dunque...Capisco benissimo la tua necessità di avere una specie di presentazione del peronaggio (anche io faccio come te quando leggo!). In questo capitolo c'è qualcosina, ma mi risulta molto difficile al momento dato che la storia è in prima persona. Comunque nei prossimi capitoli ci sarà qualcosa di più specifico. Se ti può interessare, ho fatto un piccolo schizzo su come dovrebbe essere Michelle. Lo trovi alla mia pagina di DA (l'indirizzo lo trovi alla mia pagina autore)

Rue Meridian  Grazie per la fiducia!Spero che anche il seguito ti piaccia!

whitesary  Thanks!Spero proprio che le buone premesse siano mantenute!

Megarah_witch  Ehm...hai perfettamente ragione! Solo che non volevo che la povera (?) Saori sia odiata da tutti (almeno per il momento!).

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Capitolo 3
*** La tempesta dopo...la tempesta! ***


La questione maschera è sempre stata un problema qui al Santuario. Sono molte quelle che si lamentano della regola che proibisce alle donne di mostrare il proprio volto (Vic in primis) ma io l'ho sempre trovata indifferente. Per prima cosa, non mi interessa molto che gli altri vedano la mia faccia o meno e, in secondo luogo, può essere uno strumento estremamente utile. Nasconde brufoli indesiderati, puoi fare boccacce senza essere vista e altre cosette del genere, ma soprattutto, dopo una serata come quella di ieri sera, la maschera ti impedisce di andartene in giro con la faccia di uno zombie dopo una notte brava, e il che non è da sottovalutare!
Stamattina dunque posso comodamente rimettere a posto lo sfacelo lasciato dalla folla di ieri senza preoccuparmi delle due Louis Vuitton che porto sotto gli occhi e sbadigliando senza essere vista.
Michelle!Che cosa stai facendo?” questa voce di donna mi raggiunge come un sibilo da dietro le spalle, gelandomi letteralmente sul posto.
S-shaina.” balbetto,mentre mi metto sull'attenti e lei si piazza davanti a me, con le braccia incrociate e una specie di aura minacciosa intorno a sé.
Non balbettare- mi ammonisce, prima di riprendere il proprio discorso- Ti ho chiesto che cosa ci fai qui!Non hai sentito che cosa ha detto Atena ieri sera?”
Io poso a terra il vaso che ho in mano “Uhm...che è felice di essere di nuovo a casa?” azzardo, sapendo -ahimè- molto bene a che cosa si stia riferendo in realtà il cavaliere dell'Ofiuco.
Michelle!- sbotta con voce stridula- Ha detto che questa settimana riprenderanno i tornei per l'assegnazione delle ultime armature d'argento ancora rimaste senza custode. Perchè non sei ad allenarti?”
Mi lascio sfuggire un sospiro di rassegnazione ben conscia che da quella semplice domanda sta per nascere una discussione piuttosto accesa, conoscendo il carattere della mia interlocutrice.
Non credo che parteciperò a questi tornei.” le comunico facendomi piccola piccola.
Shaina rimane esterrefatta per qualche secondo, immobile come una statua di sale, ma all'improvviso si riprende e si avvicina a me, iniziando a scuotermi per le spalle.
Miki, in nome di Zeus, che cosa stai dicendo?” sbraita, strattonandomi con poca grazia.
Sigh, ho le sue unghie conficcate nella carne e giuro che non è una bella esperienza!
Che non ho intenzione di dimostrare per l'ennesima volta la mia incapacità.” borbotto spostando lo sguardo altrove.
La ragazza deve avere capito il mio tono amaro e allenta la presa, senza però lasciarmi andare.
Non puoi arrenderti così: non è degno di un saint.” mi sgrida lei.
Io faccio spallucce, ben decisa a farla arrabbiare “Tanto meglio allora che io non lo sia, giusto?”
Shaina lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, stringendo i pugni con forza tanto da far diventare bianche le nocche.
Credevo di conoscerti bene- mormora con tono cupo- Quando ci allenavamo insieme sei sempre stata un'avversaria degna. Perchè adesso non vuoi combattere per ottenere l'armatura che meriti?”
Faccio dondolare la testa, esasperata e allo stesso tempo stupita della testardaggine di questa ragazza che conosco fin dall'infanzia. Come può credere così ciecamente in me se neanche io lo faccio?
E poi ricordo perfettamente di quando mi riteneva un'avversaria degna: avevo cinque anni!
Shaina, allo scorso torneo sono uscita dall'arena in barella e sono rimasta in coma per due settimane.- spiego pazientemente- A quello prima sono sopravvissuta solo perchè Kim non ha voluto infierire su di me, e a quelli precedenti probabilmente grazie ad un' intercessione divina. Io ho accettato la mia condizione, quella di non essere altro che un'aiutante all'interno del Santuario, perchè non lo fai anche tu?”
Il cavaliere di fronte a me si zittisce nuovamente. Mentre la guardo penso che stia soppesando bene le parole che ho detto e che stia realizzando che, effettivamente, è meglio che delle persone più capaci di me si mettano alla difesa di Atena.
Che piccola ingenua che sono!
Dopo quegli interminabili secondi di mutismo Shaina riprende a parlare, e lo fa come se io non avessi detto niente di rilevante fino ad ora “Tu da stasera inizi ad allenarti con me!- mi dice, puntandomi minacciosa un dito addosso- E questa volta otterrai un'armatura: è la mia parola!”
Io apro la bocca in perfetto stile pesce lesso mentre la vedo allontanarsi stizzita.
Ecco, credo proprio che i miei guai siano appena iniziati.


Giusto per non pensare alla morte lenta e dolorosa che mi aspetterà fra poche ore, ho ripreso la mia attività di smantellamento delle macerie rimaste dopo il caos che ha provocato l'udienza pubblica di ieri sera.
In mezzo all'arena, a dimostrazione della mia totale stupidità, traballo sotto il peso di un' urna mastodontica. Come mi è venuto in mente di riuscire a trasportare una cosa del genere? Ora non riesco neanche a metterla a terra e, fra l'altro, non vedo un accidenti!
Faccio qualche passo storto, andando a destra e sinistra a casaccio dato che non riesco a mantenere una traiettoria precisa. Fortunatamente vedo, da sotto l'enormità che sto trattenendo a fatica fra le braccia, delle gambe di uomo. Probabilmente uno dei miei così detti aiutanti si è accorto che sono un po' in difficoltà.
Era ora che qualcuno si decidesse ad aiutarmi. Volevate vedermi morire sotto il peso di quest'arnese?” sbotto mettendomi le mani sui fianchi, dopo avrgli cacciato in mano, con poca grazia, la gigantesca urna.
Scusa. - borbotta da dietro il recipiente- Sono arrivato solo adesso.”
Io sbuffo contrariata. Perfetto. Un ritardatario. “Ok, faccio finta di non aver sentito. Basta che togli quella cosa dalla mia vista e la porti al magazzino. E dopo torni a recuperare il tempo perduto, chiaro?”
Lo vedo dondolare da un piede all'altro. Non sembra fare molto fatica, ma non ci faccio molto caso. La maggior parte della gente qui sono dei giganti tutto muscoli e niente cervello, costretti a fare i soldati semplici dato che non sono stati in grado di guadagnarsi l'armatura.
Uhm...E dove sarebbe questo magazzino?” mi domanda con tono innocente.
Visto: che dicevo sul livello intellettuale della gente con cui mi tocca lavorare?
Ma ti sei completamente rimbecillito?Come diavolo fai a non sapere dov'è? Ci stiamo facendo avanti e indietro da due giorni!”
Con lentezza misurata, posa l'urna a terra, vicino ai suoi piedi. Adesso le sue gambe sono totalmente coperte da quell'obrobrio e io posso far scorrere lo sguardo verso il suo viso, così magari dalla faccia posso individuare il suo superiore e intimargli di dargli una raddrizzata.
Indossa una tunica bianca, piuttosto leggera, che fa comunque intravedere il petto muscoloso.
Niente di che, in pratica è lo standard di questo posto.
Sulle spalle ricadono alcuni dei lunghi fili dorati che sono i suoi capelli. Adoro quei capelli. Uhm...Potrei farlo punire anche per il fatto che ha dei capelli splendidi che invidio con tutto il cuore?
E poi lo vedo. 
Il suo viso.
O. Miei. Dei.
Punto scarlatto in mezzo alla fronte.
Occhi chiusi.
Sopracciglia aggrottare in segno di disapprovazione.
Dei, vi prego, ditemi che non ho appena sbraitato contro Shaka della Vergine. Ditemelo!!
Sento un caldo terribile salirmi al volto e un freddo glaciale colpirmi le estremità. Gambe e braccia sono completamente paralizzate.
Nobile Shaka, scusatemi io...N-non avevo idea...Io...” balbetto le mie scuse alla velocità più alta con cui riesco a pronunciare parole di senso compiuto, ma lui continua a stare lì immobile a fissarmi.
Insomma, credo che mi stia fissando, anche se ha gli occhi chiusi.
Sento che alle mie spalle tutti si sono fermati. I più audaci sghignazzano divertiti della mia idiozia.
Zeus, se vuoi fulminarmi, questo è il momento adatto.
E poi perchè non parla?
I-io...E' meglio che la vada a portare via io, questa.” dico dopo degli interminabili minuti in cui il cavaliere d'oro se ne sta davanti a me con aria accigliata.
Mancava solo il rotolone di polvere spinto dal vento e il nostro confronto poteva benissimo essere scambiato per una scena da mezzogiorno di fuoco.
Sollevo l'urna e me la svigno più veloce che posso. Adesso, non mi sembra affatto così pesante.


Sono lo zimbello del Santuario!” frigno mentre me ne sto chiusa a chiave in bagno. Sono sigillata qua dentro da ore e nemmeno gli urli isterici di Victoria sono riusciti a convincermi ad abbandonare questo mio rifugio.
Kim sta ri-iniziando a bussare con insistenza “Andiamo Miki, non puoi rimanere chiusa lì dentro per sempre”
Sì che posso- ribatto io sinceramente convinta di ciò che dico- Morirò qua dentro e dovrete mettere una targa sulla porta con su scritto: qui giace Michelle, la più stupida donna che abbia mai messo piede nel Santuario di Atena”
Non essere sciocca!Non è mica una tragedia.” mi sgrida di nuovo ma, nonostante Vic voglia fare un commento a bassa voce, la sento nitidamente dire “Certo che è una tragedia. Tutti non fanno altro che parlare di lei!”
Visto!?” esclamo rassegnata mentre penso seriamente a come riuscire a scappare in Alaska senza dare nell'occhio.
E' la cosa più imbarazzate che poteva capitarmi!- continuo piagnucolando- Perchè non mi ha ammazzato lì, seduta stante, invece di lasciarmi con questo marchio di disonore per tutta la vita?”
Ormai, è chiaro, sto vaneggiando.
Non è colpa mia, davvero!
È che quando vado nel panico più totale io assumo una spiccata vena tragicomica che mi spinge a parlare come un'idiota!
Smettila di fare la bambina, Miki!Il nobile Shaka non è stupido. Con le dovute spiegazioni e delle ulteriori scuse capirà di certo il motivo del tuo comportamento.”
Io alzo tutte e due le sopracciglia interdetta da questo consiglio di Kim.
Cielo, non resisto: devo vederla in faccia per vedere se è davvero convinta di quello che dice.
Mi stai dicendo che delle semplici scuse secondo te basteranno per giustificarmi dell'affronto che ho fatto all'uomo più vicino alla dea?” riepilogo affacciandomi dalla porta che ho aperto a tempo di record.
Il silver della Freccia annuisce candida e guardando i suoi occhioni azzurri illuminarsi mi rendo conto che crede effettivamente a quanto ha appena detto.
Mi volto verso Vic, cercando il lei un supporto morale. Per tutta risposta lei fa spallucce e ritorna a fare zapping.
“In fondo- tento con voce incerta- se hanno perdonato a Kanon quello che ha fatto...”
“Questo è lo spirito giusto!” esclama Victoria alzando un pugno in aria, ma continuando a guardare una telenovela brasiliana.
Il fatto, però, è che io ho pronunciato l'unica parola che riesce a mandare Kim fuori di testa!
“Kanon- sussurra estasiata- Lo meritava proprio di essere perdonato, piccolo caro!”
Io e Vic ci lanciamo uno sguardo disgustato mentre lei inizia a elencare le qualità del nuovo gold.
Mi sorprende che una ragazza assennata come lei abbia una cotta così adolescenziale.
“Ok- comunico alzandomi- Vado a chiedere scusa!”
Il silver di Lucertola mi ignora e Kim annuisce con convinzione, anche se penso che non abbia sentito ciò che ho detto.
Mi accompagna alla porta trotterellando come la vispa Teresa.
“Vai e vinci, amica mia!- trilla felice, e so che il suo pensiero è ancora rivolto al bel tenebroso della Terza- E quando tornerai troverai una cena da re!”
Io sospiro guardando la porta sbattere: la nota positiva è che quando è di così ottimo umore cucina dei piatti eccezionali!


Capitolo 3 a rapporto!
Sono così contenta che questa storia vi piaccia e che la leggete e commentate numerosi! Grazie grazie grazie grazie!
Baci JoJo

Megarah_witch  Uhm Saori che fa una figura barbina?Magari in mondovisione?Mumble...non sarebbe male!Hai fatto accendere una lampadina alla mia parte malefica!

ArabianPhoenix  Grazie!Sono contenta che la mia storia ti piaccia!Continua a seguirla!

bellatrix18  Eccolo il nuovo capitolo!I gold...per ora ci sono questi, poi chissà!Ci sono un sacco di porte aperte (soprattutto per dei bei figlioli come loro!)

picciottina75  Grazie mille, sono davvero contenta che ti piaccia! ^____^

EriS_SaN  Sono contenta che tu abbia gradito la scena. L'incontro con Shaina...eccolo!Povera Miki, non sa che l'aspetta!

renge_no_hana  Thanks!I gold arrivano alla spicciolata, come vedi! Sono contenta che i personaggi di questa storia ti piacciano.

anzy  Grazie mille per i complimenti...continua a seguire, ne capiteranno delle belle!!

xxxArtemidexxx Qui c'è stato un malinteso!Forse ho formulato male la frase ma quello che intendevo dire è che Marin sta con Aioria, Milo sta con...ehm...un sacco di ragazze, e insieme i due gold sono al centro dei pettegolezzi. Non separerei mai Aioria da Marin, li trovo molto carini (e non c'entra il fatto che il silver si sta scrocchiando minacciosamente le dita mentre mi guarda). Uhm Airish non si fida, eh? Guarda che ho dato a Miki uno spray al peperoncino, per qualsiasi evenienza!

whitesary  Concordo: povere roselline, finite fra le grinfie della divina (?) Saori...Sono contenta che Miki ti piaccia!Ehm...come vedi è stata coinvolta in un incontro con un gold...non credo l'abbia presa bene...

Snow Fox Ciao! Proprio vero, Al è davvero un grande...in tutti i sensi! 

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Capitolo 4
*** Non c'è due senza tre?Speriamo di no! ***


Chi ha detto che la Fortuna è cieca ma che la Sfiga ci vede benissimo sa il fatto suo!Sissignore!
Mi sono fatta tutta la scalinata, quella seria che affrontano i nemici!, per rendere il mio atto di pentimento pubblico.
Ho ammesso con Mu, Aldebaran, Kanon e Aioria le mie colpe annunciando a ognuno di loro il motivo della mia visita alla Sesta.
E poi...quando finalmente arrivo davanti al tempio di Virgo, quando ho trovato le parole giuste e deciso che inginocchiarmi non è poi un gesto tanto patetico...ecco, dopo tutto questo mi sento dire che:
“Il nobile Shaka è uscito per una passeggiata!” borbotto scimmiottando egregiamente la voce della spocchiosissima ragazza che si occupa della manutenzione del tempio.
Ma che ho fatto di male nella mia vita precedente da meritarmi questa dose sfortuna nera?
Sono così frustrata che lancio un calcio ad un piccolo sasso che sporge da uno scalino che porta alla Quarta.
Forse questa irritazione mi sarà utile per l'allenamento con Shaina.
Alzo la gamba e sferro un bel calcione, giusto per farlo precipitare almeno fino alla Terza.
“Ahio!” mi lamento non appena il mio alluce tocca il sasso. Non è un sasso! È uno stupido masso perfettamente incastonato nel gradino!
Inizio a saltellare su un piede, tenendomi stretto l'altro e imprecando come uno scaricatore di porto in una giornata particolarmente brutta.
L'avessi mai fatto.
Immancabilmente sento che la forza di gravità (dannata!) reclama fortemente la sua supremazia non appena il mio piede pende nel vuoto per il settanta per cento.
Il mondo comincia a rotolare vorticosamente e delle tremende botte nell'urto contro i gradini mi costringe a smettere di respirare fino a quando la mia rovinosa caduta si ferma.
“Ahio” ribadisco mentre guardo il cielo tinto di rosso sopra di me.
E poi noto un'altra cosa.
Due in realtà.
Piedi.
Candidi.
Avvolti in sandali di cuoio scuro.
Non vorrei sbilanciarmi ma direi che come misura sono di un quarantatré e mezzo.
In mezzo ai suddetti piedi noto rotolare velocemente su se stessa una macchia bianca.
Sembra leggermente ovale, con dei disegni a forma di viso di donna.
Non può essere la mia maschera però, vero?
Alzo la mano verso il mio viso e noto che non tocco per niente la fredda ceramica ma solo la mia pelle leggermente calda.
Oh, merda. Penso mentre decido di verificare a chi appartengono quei piedi.
Il volto di Shaka di Virgo è esattamente uguale a quello che ho visto questa mattina: perplesso, con il sopracciglio alzato. Solo che questa volta ha due turchesi stupendi in mezzo al viso e non posso davvero credere che quelle due pietre preziose siano in realtà i suoi occhi.
“Oh, merda!” mi lascio scappare a fior di labbra.
Non è possibile!
Non è assolutamente possibile che io mi metta in ridicolo con un gold saint per due volte di fila, e che sia lo stesso gold per giunta!
Non è vero, vi prego, ditemi che non è vero.
Non posso essere davvero io quella a gambe all'aria ai piedi dell'uomo più vicino alla dea!
Mi rigiro di scatto e afferro con mani tremanti la maschera.
“Non è possibile. Non è possibile.” mi ripeto come un mantra.
Le ginocchia mi tremano pericolosamente ma nonostante ciò riesco a mettermi in piedi e indossare quello stupido pezzo di ceramica che non riesce a stare al suo posto quando dovrebbe!
“Forse dovresti cercare di calmarti.”
Il sussurro di Shaka arriva alle mie orecchie più prepotente di un tuono: mi ero quasi dimenticata della sua presenza.
Probabilmente si è accorto del mio precario stato attuale e con fermezza mi afferra un braccio per aiutarmi a sedermi.
Non posso fare a meno di guardarlo stralunata: ho sempre pensato che avesse le mani gelide, invece sono perfettamente calde.
“I-io ero andata alla Sesta per chiederti scusa del mio stupidissimo comportamento di stamattina e invece adesso...”
La voce rotta mi impedisce di continuare a parlare. So benissimo com'è la regola che vige qui al Santuario: una guerriera non può mostrare il proprio viso. L'unica scelta da prendere nel caso un uomo lo vedesse è tra ucciderlo e amarlo.
E visto che io amo Manuel e che lui è un gold...
“Sono morta.” concludo ad alta voce rendendomi improvvisamente conto della gravità della situazione in cui mi sono cacciata.
“E' solo una piccola commozione cerebrale.” mi tranquillizza con la sua voce bassa.
Io mi alzo di scatto, decisamente in preda di una delle mie crisi isteriche.
“Non sto parlando di questo- sibilo con voce stridula- Tu mi hai visto in faccia. E tentare solo di combattere con te sarebbe un suicidio annunciato ergo io sono una morta che cammina!”
Il cavaliere di Virgo si alza lentamente. Figuriamoci, nemmeno mi ero accorta che si era seduto!
“Di cosa stai parlando, ragazza?- chiede con tono calmo- Io passavo di qui e ti ho trovata semi-svenuta a terra. Sei caduta dalle scale.”
Io spalanco la bocca perplessa. Eppure il suo tono è così serio, che senso avrebbe per lui raccontarmi una bugia?
“I-io so..sono s-svenuta?” balbetto incredula.
Shaka annuisce piano “La tua maschera non si è mai mossa dalla tua faccia.” spiega calmo.
Con calcolata lentezza si gira e riprende la sua scalata verso il sesto tempio lasciandomi come un baccalà a guardare i suoi perfetti capelli ondeggiare sopra la sua perfetta schiena.
Senza nemmeno degnarsi di girarsi per guardarmi in faccia aggiunge, quando è abbastanza lontano che la sua voce mi arriva attutita alle orecchie, “Le tue scuse sono accettate, comunque.”
Ovviamente il mio cervello non formula nessun ringraziamento o qualsiasi altra cosa sensata da dire al momento perciò mi limito a stare zitta come una deficiente e lo guardo salire quelle stupide scale finchè sparisce dalla mia vista.
Forse è proprio lui che causa un cortocircuito ai miei neuroni perchè non appena resto veramente sola mi ricordo di un impegno incombente.
“Accidenti!Shaina mi ucciderà!”


Se mi avesse ucciso, sarebbe stato dieci volte meglio.
Sarà più di un'ora che sto correndo come se avessi il diavolo alle calcagna!
E pensare che le ho anche chiesto scusa per il ritardo, poteva anche risparmiarmi questa punizione.
“Miki!Così va bene, hai finito il riscaldamento.” mi urla dalla roccia su cui è comodamente seduta.
“R-riscaldamento?” balbetto avvicinandomi a Shaina.
Questa donna è pazza!Sul serio.
Come fa a non accorgersi che sono in evidente debito di ossigeno?
“Certo. Questa era solo la preparazione di base, adesso passiamo al combattimento.” spiega mettendosi le mani sui fianchi.
“Shaina a questo proposito c'è una cosa che dovrei dirti...” inizio titubante.
Lei si ferma e rimane in silenzio.
Presumo che posso prenderlo come un invito ad andare avanti, no?
“Ecco...io...-prendo il coraggio a due mani e glielo dico- sono obiettore di coscienza!”
Il silenzio che cala quaggiù è imbarazzante.
Il vento soffia e ci scompiglia i capelli, facendoli svolazzare in direzione Nord, Nord-Ovest.
Le mani di Shaina, strette a pugno lungo i fianchi, tremano.
“Tu...cosa?” ringhia irritata.
Io sospiro “Sono obiettore di coscienza, fervente sostenitrice della non-violenza e tendenzialmente pacifista.”
L'aria è così densa che si potrebbe tagliare con un coltello.
“C-c'è altro?” sibila, senza muovere un muscolo.
Annuisco “Sono vegetariana” aggiungo, anche se in realtà non credo che la cosa sia rilevante.
Shaina butta fuori uno sbuffo d'aria e mi trascina letteralmente di peso, arpionandomi un braccio, fino ad una delle arene minori, dove si svolgono i tornei.
Mi molla solo quando siamo al centro esatto (ma che, oltre all'orologio biologico, lei ha anche il righello?) di quel perimetro di sabbia e polvere su cui molti cavalieri hanno ottenuto la propria armatura fra sangue e sudore.
Non mi ci vuole molto per capire che nel mio caso sarà soprattutto sangue.
Senza la sicurezza di ottenere l'armatura, oltretutto.
“Li vedi quegli spalti?” mi domanda in un ringhio.
Io annuisco timorosa.
“Saranno pieni di gente quando, fra due settimane, ci sarà il torneo per l'assegnazione del cloth del Centauro, capisci?”
Annuisco di nuovo.
Non voglio farla innervosire.
Più di quello che è già, intendo.
Mi mette le mani sulle spalle e mi conficca (di nuovo) le unghie nella carne “Io ti ho presentato come mia allieva per questo torneo, ho faticato per farti accettare dato i tuoi precedenti e quindi tu rappresenti me. Non ti azzardare a farmi fare una brutta figura!”
Il fatto che abbia sillabato l'ultima frase mi da da pensare riguardo a quanto la cosa sia importante per lei.
“Farò del mio meglio Shaina- garantisco- ma ricordati che non hai puntato su un cavallo vincente.”
Dalla sua bocca esce una risata maligna.
Mi spinge via e si mette in posizione d'attacco.
Oh, santi numi!


“Presto!Mi servono una scatola di cerotti, mezzo chilometro di bende e, possibilmente, una dose di morfina!” comunico prima di lasciarmi cadere a peso morto sul letto. Mossa decisamente stupida dato che, non appena la mia faccia sprofonda nei morbidi cuscini lilla, sento aumentare in maniera esponenziale i dolori che già avevo in tutto il corpo.
Commozione cerebrale, diceva Shaka? Niente in confronto alla carne da macello a cui mi ha ridotto quella psicotica di Shaina.
Voglio dire: quando diceva che intende mettermi in condizione di ottenere un'armatura, non diceva sul serio, vero? Vero?
Un rumore di tacchi in avvicinamento mi informa che qualcuno ha sentito le mie urla strazianti.
“Oh, sei già a casa?- chiede Vic mentre si infila all'orecchio un orecchino che è decisamente più grande del lampadario che c'è in cucina- Shaina è stata troppo buona oggi.”
“Victoria, hai bisogno degli occhiali?Sono da buttar via, praticamente!” sbotto indicando alcune delle ferite visibili a occhio nudo. E per stavolta sorvoliamo su emorragie interne e fratture.
Per tutta risposta lei scrolla le spalle e continua ad agghindarsi ignorando completamente la mia necessità di cure mediche.
“Esci?” domando, prima di lasciare che la mia testa cada comodamente fra i cuscini del divano.
Pessima mossa, fare una domanda del genere a Vic.
“Sìììì!- trilla entusiasta, sedendosi di fianco a me e iniziando a spiattellare cose di cui avrei potuto benissimo ignorare l'esistenza- Dopo la tua pantomima con Shaka di Virgo, quell'Adone con gli occhi turchesi di cui parlavamo ieri, mi è venuto a chiedere cosa fosse successo.”
Perfetto, penso sbuffando sonoramente, se non riesco come saint (cosa decisamente probabile) posso aprire un' agenzia di incontri per single. La chiamerò “La freccia di cupido”
“...e così mi ha offerto un caffè, da cosa nasce cosa, e stasera finalmente usciamo!” conclude elettrizzata.
Sono un'amica tanto pessima se non condivido per niente il suo entusiasmo?
“Lascia stare la povera Michelle- mi difende Kim entrando con un piatto fumante e dall'odore delizioso- Sformato di verdura per la mia piccola guerriera!”
Mi lascio sfuggire una specie di grugnito, contrariata “Primo: non sono piccola e secondo, e decisamente più importante, non sono e non sarò MAI una guerriera. Punto. Non dopo quello che Quella mi ha fatto oggi.”
Kim si lascia sedere sul tavolino di fronte al divano, mentre Victoria esce di casa in una nuvola di Poison di Dior gridando di non aspettarla alzate.
“E' stata così dura?” mi chiede la mia amica bruna, sorridendo dolcemente.
Che carina. Avere una brutta giornata e un'amica consolatrice ad aspettarti rende il tutto quasi sopportabile.
“Di più- brontolo incrociando le braccia al petto- Io non sono fatta per fare il saint, lo sai bene anche tu.”
E per stavolta decido di risparmi il resoconto dell'ennesima figura meschina con un superiore.
Kim mi passa una borsa del ghiaccio. Sono indecisa su dove metterla ma dato che non voglio ritrovarmi con un bernoccolo in stile Paperino, opto per la testa.
Anche se sinceramente tutta la scena della maschera che cade mi è sembrata troppo vivida per essere un'allucinazione. Altro che commozione cerebrale...E poi quegli occhi stupendi...come ho fatto ad immaginare qualcosa di così bello?
“...non preoccuparti!Troverai la tua strada.” conclude Kim, mettendomi una mano sul braccio.
Proprio sopra un ematoma fresco fresco, tuttavia stringo i denti stoicamente e annuisco.
Non è carino farle capire che non ho afferrato una sola parola di ciò che mi ha detto, giusto?
“Bene- continua sfregandosi le mani felice- Credo che possiamo dedicarci a una perfetta serata fra donne per tirarti su il morale!”
Non fanno in tempo a partire le prime scene di Il diavolo veste Prada alla tv, che io mando questo progetto di divertimento in malora, addormentandomi sopraffatta dalla stanchezza di queste giornate assurde.

Ed ecco qui il quarto capitolo. Pare proprio che Michelle non abbia vita facile! Incappata due volte di fila nell'altero Shaka...Che dire poi della sua maestra d'armi?Riuscirà davvero ad ottenere l'armatura, o perlomeno sopravvivere agli allenamenti? Ai prossimi capitoli l'ardua sentenza!
Grazie mille per i commenti e anche solo per aver letto!
Baci JoJo!

anzy  Se quello ti sembrava un pasticcio, che ne dici di questo? Shaka per ora sembra abbastanza comprensivo, ma l'apparenza spesso inganna, giusto?Gli allenamenti con Shaina li metterò dai prossimi capitoli. L'ho troppo umiliata per ora, non posso farle anche questo!Bye!

Snow Fox  Sono contenta che la scena ti abbia fatto ridere!Di sicuro in futuro la nostra Miki ne combinerà altre delle sue...per ora ha solo importunato di nuovo il povero Shaka...Alla prossima!

daniciao  Ciao!Grazie per i complimenti, sono contenta che Michelle ti piaccia!Al prossimo capitolo, bye!

withesary  Eh già...Michelle e la fortuna non vanno molto d'accordo. Ti ringrazie per il tuo appoggio morale...ne ha assolutamente bisogno. Perdonare è divino, dici?Non so quanto si sentirà "divino" Shaka nei prossimi capitoli!

Megarah_witch  Visto?Miki è sopravvissuta egregiamente (quasi) anche a  questo capitolo! Ti ringrazio di nuovo per l'idea malefica, ora che l'ho finalmente scritta, non riesco più a fermarmi. Sta nascendo in me un sinistro piacere nel torturare alcuni personaggi...hihihihihihihihi!

renge_no_hana  Grazie!Michelle è decisamente sfortunata, ha la tipica nuvoletta di Fantozzi sopra di sè...ne combinerà altre del genere nei prossimi capitoli!(oddio, anche in questo si è data da fare, comunque!)Bye!

bellatrix18  Sono contenta!Anche io mi sono divertita un mondo a immaginare questa scena!Decisamente, Shaka era quello che si prestava di più a una cosa del genere...Alla prossima!

EriS_SaN  Hai proprio ragione: i guai sono solamente agli inizi per la povera Miki!Come dicevo prima, PER ORA, il saint di Virgo sembra essere paziente e ragionevole...per ora!Ahahah!

xxxAtremidexxx  Povera Miki, almeno la gitarella nell'Ade gliela risparmio...anche perchè riesco a torturarla egregiamente sulla terra!Ciao, alla prossima!

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Capitolo 5
*** Tanto peggio di così...può andare! ***


Tanto peggio di così...può andare!

“La mia vita fa schifo!” annuncio rompendo il silenzio che regna nel nostro salotto.
Io, Kim e Victoria siamo letteralmente spaparanzate sul divano, con i piedi comodamente appoggiati al tavolino di legno davanti a noi.
I piedi di Vic svettano, sia per la lunghezza, che per il vistoso smalto rosso fuoco che ne decora le unghie. Quelli di Kim sono comodamente avvolti in un paio di calzini celesti, mentre i miei sono ancora tristemente costretti nelle scarpe da ginnastica di tela.
Non ho la forza per slacciare quei lacci!
Gli sguardi insistenti delle mie due amiche mi costringono ad andare avanti a parlare.
“Voglio dire: sono praticamente condannata a morte per ottenere un'armatura di cui nemmeno mi importa, Shaina è un'aguzzina e probabilmente nella sua vita precedente è stata un boia o una torturatrice, ho fatto una figura pessima di fronte a uno degli uomini più influenti ed importanti del Santuario ed ho un ragazzo meraviglioso ma non posso vederlo a causa dei ritmi serrati dei miei nuovi allenamenti. Per non parlare del fatto che fra un po' il mio corpo mi si ammutinerà contro per quanto si sente trattato male!” butto fuori tutto d'un fiato.
“Almeno tu hai un ragazzo- esordisce Vic- Io invece dopo una giornata passata a sbraitare contro dei ragazzini che odio dal profondo del cuore non ho neanche il pensiero che almeno ho qualcuno che mi ama a consolarmi. E non ho nemmeno un gatto che mi faccia le fusa!”
Ah, sarebbe una gara di sfiga, allora?
Mi dispiace ma questa storia strappalacrime non vale neanche la metà della mia.
Io e la bionda ci giriamo verso Kim. Adesso deve per forza dire qualcosa anche lei.
“Ok. Non è che la mia vita sia tanto meglio, sapete?Non è affatto l'idillio che sembra essere innamorate di un ragazzo che non ti noterà mai, neanche per sbaglio, e che per di più è un tuo superiore. Quando ci incontriamo per caso vorrei sotterrarmi per quanto il suo sguardo mi fa sentire fuori posto. Per quale motivo credete che mi cimento ogni sera nella preparazione di quei piatti elaborati?Almeno non ci penso!”
Sospiriamo all'unisono, facendo rilassare le spalle.
“Ed è solo mezzogiorno!” commentiamo.
“Lo sapete che le vostre storie non valgono niente in confronto alla mia?- domando, cercando di trattenere le risate- Rassegnatevi, carine, la più sfigata sotto questo tetto sono e sarò sempre io!”
Scoppiamo a ridere tutte insieme e all'improvviso la nostra vita non ci sembra così male.
Come si dice, ridere per non piangere, giusto?
Il trillo insistente del nostro campanello è l'unico motivo per cui ci fermiamo.
E il fatto che Kim e Vic fingano di dormire mi dice che sono l'unica che possa andare ad aprire.
Quanto le odio!!


“Pierre è molto arrabbiato con te!- borbotta con il suo delizioso accento francese il ragazzo fuori dalla mia porta- Pierre si annoia a fare commissioni da solo e a girare come un facchino per tutto il Santuario!”
Pierre, il ragazzo che ha interrotto i pettegolezzi della pausa pranzo, è un adorabile tuttofare, proprio come me, con la deliziosa abitudine di parlare di sé in terza persona.
Almeno l'allenamento con Shaina ha qualcosa di buono: per bel po' di tempo (se considero anche l'ovvia degenza in ospedale) non dovrò avere a che fare con lui.
Davvero, non vorrei essere cattiva, perchè è davvero un bravo ragazzo ma...
Parla di sé in terza persona!
Chi riuscirebbe a resistere?
“Pierre, che sorpresa!Che ci fai qui?- ovviamente cerco una scusa che mi faccia liberare di lui al più presto- Sai, è un momento sbagliato, stavo andando da Shaina per allenarmi.”
“Fa niente, Pierre ti accompagna.” trilla felice, saltellando al mio fianco.
Uffa!Come è possibile che questo francese non abbia soggezione di lei??Tutti ce l'hanno al Santuario, perchè lui no?
“Pierre era venuto a chiedere se era vero quello che raccontano in giro- chiacchiera spensierato, mentre io trascino i piedi affranta- Dicono che tu abbia fatto arrabbiare il nobile Shaka e che lui voglia mandarti all'altro mondo.”
Io mi fermo, spalancando gli occhi “Non è affatto così.” sbotto contrariata.
Pierre sbatte i suoi giganteschi occhioni (e sono davvero enormi: sembra una sorta di Titti in versione umana...credo sia questo l'unico motivo per cui nessuno l'abbia ancora preso a pugni per i suoi modi soffocanti)“Buon per te. Pierre sarebbe stato davvero triste se fosse stato così, e poi sapeva che tu non ti saresti permessa di fare qualcosa di oltraggioso.”
Io alzo la mano e la muovo come per scacciare un insetto fastidioso “In realtà ho fatto qualcosa di poco carino, diciamo, ma il nobile Shaka è stato abbastanza nobile da perdonarmi”
Lui fa un salto sul posto e si porta le mani alla bocca “Allora è vero che gli hai rovesciato un vaso di terra in testa!” urla con voce stridula.
Non ci credo.
Non possono essere queste le voci che circolano su di me!
“Non è andata esattamente così, Pier!” sbotto risentita.
Come è possibile che dei guerrieri di potenza ineguagliabile abbiano questa stupidissima tendenza nel trasmettere pettegolezzi?
Dovrebbero vietarlo, ecco!
Cosa non si può fare al santuario? Risse, mostrare il viso a un uomo se sei una ragazza, parlare male di un superiore e fare pettegolezzi!
Arriviamo all'arena dei miei allenamenti e l'unica creatura che ci attende è un gatto decisamente obeso.
“Meeeeeeow!” commenta, molto intelligentemente.
Pierre gli si avvicina (io no perchè voglio evitare qualsiasi possibile contatto con le sue pulci!E da quanto si gratta sono sicura che le ha.) e raccoglie qualcosa per terra.
“Che cosa c'è?” urlo da lontano.
Lui sventola un foglietto piuttosto malconcio “E' un messaggio di Shaina!”
“E che dice?” chiedo, decisamente pronta al peggio.
Del tipo: dopo averti vista combattere ieri ho deciso di fare harakiri, o giù di lì.
In effetti, non è che sarebbe tanto male, ma anche una cosa meno drastica come: rinunciamo, sei senza speranza, può andare bene!
“Vieni qui e leggitelo da sola, no?” ride l'infido Pierre ben sapendo che cosa mi disturba.
“No- rispondo indispettita- Almeno finchè c'è lì quella specie di tigre”
Per pietà nei miei confronti, o in quelli del gatto che sembra sia scocciato dalla nostra presenza, decide di venire lui da me “Sai, vista la tua repulsione verso i gatti mi viene da concludere che nella tua vita precedente eri un topo!” commenta divertito.
“Intendi quegli esseri che si trastullano nelle fogne e che mangiano spazzatura?No. Non io” rabbrividisco al solo pensiero.
Pierre incrocia le braccia e mi squadra “Considerando che sei vegetariana, uno dovrebbe pensare che ami gli animali...” mormora perplesso.
Io sbatto un piede per terra, ansiosa di scoprire cosa ha scritto su quel foglietto la mia aguzzina “Io amo gli animali!E' con quel gatto enorme che ho deiproblemi.- sbotto- Ed ora mi dici che c'è scritto?”
Con aria annoiata mi passa il biglietto stropicciato.
Sono in riunione da Atena. Vedi di farti trovare qui alle 4. Puntuale!!
Semplice.
Conciso.
Tipico di Shaina, solo che mi sarei aspettata almeno una minaccia di morte.
Non è fantastico?Puoi aiutarmi nelle consegne come ai vecchi tempi?” squittisce contento come un bambino che ha appena trovato un pacchetto di caramelle incustodito.
Fantastico...” ripeto a denti stretti.


Alle dodici case?!” ripeto scioccata.
Non può essere.
Ho del tempo libero prima della mia esecuzione quotidiana, mi tocca passarlo con Pierre a sfacchinare in giro e, dulcis in fundo, devo anche andare dai gold?
Ma stiamo scherzando?
Tranquilla, Miki!- cerca di calmarmi Pierre, mettendomi una mano sulla spalla- Pierre farà le consegne: tu aspetterai fuori, così non avrai l'occasione di rovinare ulteriormente la tua reputazione!”
Io muovo un passo all'indietro. “Non credo sia il caso: di recente riesco a fare casini anche solamente respirando...Forse è meglio che aspetti Shaina all'arena.”
Pierre scuote la testa facendo ondeggiare i suoi capelli biondi “No no no, signorina!- ride divertito puntando le sue mani in mezzo alla mia schiena- Tu vieni!”
Inizia a spingermi lungo la stradina secondaria che porta ai templi, e anche se punto i piedi come un mulo capriccioso riesce a trascinarmi fino alla prima destinazione.
Aspetta qui” mi ordina mentre afferra uno dei pacchi che si sta trascinando dietro da quando mi ha incontrato e si dirige verso l'entrata secondaria della Prima Casa.
Certo che aspetto qui.- mi ritrovo a parlare da sola mentre mi siedo su un gradino- Mica mi voglio ritrovare ad essere compatita anche dal grande Mu perchè gli ho rovinato il parquet o roba del genere...”
Ad interrompere il mio eccellente monologo ci pensa un soffio d'aria fredda e una stretta allo stomaco decisamente forte.
Abbasso lo sguardo e mi ritrovo sul petto la testolina rossa di Kiki.
Michelleeee!” grida felice.
Io boccheggio. Seriamente, questo bambino è troppo forte.
K-kiki...non...respiro...” butto fuori con il fiato che mi è rimasto.
Lui si stacca immediatamente, leggermente imbarazzato “Scusami- dice sorridendo e sgranando i suoi brillanti occhi castani- E' che è così tanto che non ti vedo!”
Io rido divertita. Nonostante sia dieci volte più forte di me, alla fine la sua età si rivela sempre.
Non è certo colpa mia!- borbotto, fingendomi offesa- Sei tu che diserti i miei allenamenti collettivi della mattina.”
Lo so, ma Mu mi ha raddoppiato le lezioni per gestire la telecinesi...che palle!”
Kiki, vacci piano.” intimo cercando di non ridere e perdere così la mia immagine di adulta responsabile che gli impedisce anche solo di pensare male del suo maestro.
Il bambino sbuffa sonoramente incrociando le braccia, ma tempo neanche dieci secondi il suo sguardo si illumina di nuovo.
Vuoi vedere che cosa ho imparato?” chiede speranzoso.
Faccio roteare gli occhi “Non so se è il caso Ki...”
La frase mi muore in gola.
Credo che dipenda dal fatto che intorno a me non vedo più nessuno a cui rivolgerla.
Kiki?” chiamo, già impaurita.
Intorno a me c'è solo il cielo azzurro, le fronde degli alberi e il tetto del tempio.
Non credo di voler saperne di più...
Abbasso lo sguardo e infatti vedo il piccolo demonietto diversi metri più giù.
Ride.
E ci credo, è sulla terra ferma lui, mica a fluttuare nell'aere!
Kiki!!!” urlo al limite della sopportazione.
La risata dell'infame si fa più sguaiata.
Kiki, mettimi subito giù!- sibilo iniziando ad agitare le braccia- Soffro tremendamente di vertigini!”
Non faccio in tempo a finire la frase che esce dal tempio Pierre che spalanca la bocca stupito.
Mon Dieu, Miki!Che ci fai lassù?”
Kiki si gira verso di lui, dimentico di me e ha decisamente perso la concentrazione.
AAAAAAAAAAAAH!!” urlo mentre precipito inesorabilmente verso il suolo agitando gambe e braccia, come se la cosa potesse rallentare la mia caduta.
Ammettilo Miki, non ti saresti mai aspettata di morire così.
Precipitare da venti metri non rientrava affatto nella mia lista di possibilità.
C'era il soffocamento per mezzo di un pezzo di cibo, una malattia incurabile e terribile, il ritrovarmi coinvolta in una rissa e ultimamente avevo anche aggiunto un nuovo incontro con Shaka.
Di sicuro non così...
Precipitando veloce.
Veloce...non è che sia poi così veloce. Mi sembra quasi di essere ferma.
Che sia già morta e non me ne sono accorta?
Apro piano piano gli occhi e mi ritrovo davanti il suolo ciottoloso.
Il mio respiro smuove leggermente la polvere e dopo nemmeno un secondo mi rendo conto che il mio corpo è totalmente a terra.
Terra, terra, terra!!
Non posso fare a meno di darle un grosso bacio, chissenefrega dei germi dopo mi laverò la bocca col sapone.
Sono a terra e sono viva!C'è qualcosa di più bello?
Kiki!Che cosa ti è saltato in mente?” domanda una voce profonda e dura.
Alzo lo sguardo e vedo Mu dell'Ariete agitare il dito contro il ragazzino.
Mi metto in ginocchio e cerco di salvare la situazione. In fondo Kiki è un mio amico.
Uhm, scusalo, è stata colpa mia. Gli ho chiesto di farmi vedere cosa sapeva fare.” farfuglio mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Il gold gira la testa verso di me e mi sorride dolcemente “Glielo hai chiesto prima o dopo aver detto che soffri di vertigini?- chiede con una nota di dolcezza nella voce- Apprezzo il tuo tentativo di difenderlo ma Kiki deve imparare a contenere il proprio entusiasmo ed evitare questi giochetti se non sono presente.”
Poi mi porge la sua mano candida e mi aiuta ad alzarmi “Spero sia tutto a posto, signorina...”
Michelle- rispondo imbarazzata- Solo Michelle.”
Accidenti gli occhi verdi di Mu hanno un effetto decisamente calmante su di me.
Mi sembra di essere totalmente in pace con il mondo, nonostante il volo fuori programma di poco fa.
Lui ride divertito “E così sei tu la ragazza che ha attentato alla vita di Shaka lanciandogli un vaso in testa?”
Non è possibile, lo sa anche lui.
Vorrei sotterrarmi!
Pierre mi avvolge le spalle con il suo braccio e sorride sornione “La nostra Michelle non ha fatto nulla del genere. Sono le malelingue che girano al Santuario a gonfiare la storia!”
Io sorrido imbarazzata e mi limito a stare in silenzio, come Kiki che se ne sta in disparte ancora imbronciato per la strigliata appena presa.
La risata di Mu si spegne poco a poco, lasciandogli sul viso il suo bel sorriso dolce “Ne sono felice per te. Shaka non è proprio il tipo a cui tirare un tiro del genere- spiega con calma- Ora scusatemi, ho degli affari da sbrigare. È stato un piacere conoscervi.”
Com'è gentile.
Chiede Kiki di seguirlo e entra nel suo tempio.
Allora- esordisce Pierre quando restiamo soli- Pronta per la prossima casa?”
Io scuoto la testa con forza “Nossignore!Credo sia il caso che io me ne torni ad aspettare Shaina all'arena. Possibilmente stando immobile e in apnea. Anzi, credi che esista davvero la formula per l'invisibilità?”
Pier ride divertito, pensando che io stia scherzando, ma io faccio marcia indietro davvero!
Molto meglio...soprattutto per la mia salute.


Ricapitoliamo: da quand'è che la sfortuna mi ha nominata sua diletta?
Perchè, diciamocelo, solo questa spiegazione può giustificare ciò che mi sta accadendo in questi ultimi giorni.
Lo ammetto, non sono mai stata una di quelle ragazze a cui la vita scorre perfetta, se chiedete a chiunque un aggettivo per descrivermi quelli vi diranno goffa o imbranata, però la cosa non mi ha mai causato tanti problemi.
Finora.
Voglio dire, o la posizione della Luna, Marte, Mercurio e gli altri pianeti è sfavorevole al mio segno (che non so, dato che mi hanno portata qui direttamente dall'orfanotrofio all'età di quattro anni e nemmeno là sapevano in che giorno fossi nata) oppure qualcuno mi ha fatto il malocchio.
“Ma certo!” commento ad alta voce, battendo il pugno sul palmo della mano aperta.
Non ci sono altre spiegazioni!Non è lassù che qualcuno mi odia, ma quaggiù!
Devo solo scoprire chi, e come disfare la fattura che mi hanno fatto.
Potrei andare a chiedere delucidazioni alla vecchia pazza che abita nella zona più esterna del Santuario!
Sono qui che mi trastullo in questo pensiero che una botta sulla schiena, all'altezza dei reni, mi scaraventa dalla parte opposta dell'arena.
Fortunatamente ho la presenza di spirito di farmi scudo con le mani, altrimenti a quest'ora potrei dire addio ai miei incisivi.
Mi alzo traballante e mi giro “Ciao Shaina, andata bene la riunione?” domando abbozzando un sorriso, mentre Quella mi sta guardando storto da sotto la maschera.
“Mai abbassare la guardia!” mi intima.
E chi mai l'ha alzata?, vorrei rispondergli, ma vista la mia già precaria situazione opto per limitarmi a mettermi in posizione di difesa.
“Non devi difenderti!Devi attaccarmi!” sbraita dopo qualche secondo che ci giriamo attorno studiandoci.
Attaccarla?Io dovrei attaccare Shaina?
Non credo che l'assicurazione sulla vita mi ripagherà dopo un'azione autolesionista del genere!
“Come vuoi!Allora ci penso io...”
Con un balzo felino riesce ad atterrarmi sulla schiena e immobilizzarmi.
Io cerco di assestarle qualche gomitata nello stomaco, o anche da qualsiasi altra parte, purchè si levi di dosso.
Lo giuro, Shaina non è il fringuello che sembra. È una falsa magra, ecco!
Mi passa un braccio intorno al collo e stringe.
“Urgh...M-mi stai strozzando...Non ti servo viva per quell'armatura?”
“E tu credi che questo possa convincere un avversario a lasciarti andare?” chiede, per niente intenzionata a mollarmi.
Io cerco di staccarmela di dosso, ma l'impresa è più dura di quanto pensassi...
“Michelle, ho bisogno di parlarti.”
Alzo lo sguardo e vedo che nell'arena è entrata Marin e ci osserva da qualche passo di distanza.
“Non possiamo fare in un altro momento?” domando, con il poco fiato che mi resta.
“No, la cosa è piuttosto urgente.” continua imperterrita.
Shaina intanto, giusto per ricordarmi che siamo in pieno combattimento, molla la presa dal mio collo (grazie al cielo) e mi scaraventa qualche metro più in là, tanto che Marin fa un passo di lato per evitare che gli finisca addosso.
“Di che si tratta?” mormoro alzandomi.
Il silver dell'Ofiuco intanto mi si scaraventa addosso con un urlo di battaglia agghiacciante.
“Ho incontrato Atena stamattina e ha un incarico da affidarti.” continua Marin, ma il suo tono si fa via via più perplesso man mano che mi vede prendere batoste dalla sua collega.
“Shaina!Vuoi smetterla almeno finchè le sto parlando?” sbotta risentita dopo un pò, puntandosi le mani sui fianchi.
La mia aguzzina di fiducia sbuffa sonoramente ma molla la presa.
Adoro Marin!!
Mi lascio cadere supina sul terriccio, nella gloriosa posizione del crocefisso e porgo la mia giusta domanda “Sei sicura che la dea voglia proprio me?Non è un caso di omonimia o qualcosa del genere?”
Insomma. Non credevo nemmeno che sapesse della mia esistenza su questo pianeta, figuriamoci del nome!
“Nessun errore: ha voluto sapere lei stessa chi avesse organizzato la serata dell'altra sera, e dato che ha gradito molto, intende ingaggiarti anche per una cena importante che vedrà come protagonista Saori Kido.”
Organizzare...Ingaggiarti...Saori Kido...
Queste parole si susseguono nella mia testa e mentre cerco di dargli un significato tento anche di ristabilire le pulsazioni ad un ritmo accettabile.
All'improvviso riesco a capire la richiesta della dea: devo di nuovo ripetere l'incubo di due giorni fa?
In meno di un secondo mi ritrovo seduta e reattiva.
Odio Marin!
“Ricapitoliamo: Atena vuole che io organizzi uno di quei ricevimenti per ricconi?” domando decisamente sorpresa.
Marin annuisce con calma “Esatto.”
“M-ma, ma io non so neanche da dove cominciare!- balbetto interdetta- E poi non ha quel maggiordomo tuttofare, sì quello pelato, per tutto questo?”
“Infatti Atena si aspetta che tu ti incontri stasera con Tatsumi per aiutarlo e dare quel tocco di femminilità alla serata!” spiega.
“NO!!” urla indispettita Shaina prendendomi con forza il braccio destro.
“Michelle è una mia allieva e si sta preparando per un torneo molto importante!- spiega con ardore- Non ha affatto tempo per organizzare questa stupida cosa!”
Io mi giro verso Marin e annuisco con forza.
Quando ha ragione ha ragione, pure se è Shaina.
Marin mi prende per l'altro braccio “E invece lo farà, perchè è stata Saori stessa a richiederlo!”
A questo punto mi giro verso Shaina per vedere come reagirà...
Non bene, a giudicare dall'aura maligna che la circonda.
“Non lo farà!” sbotta strattonandomi il braccio.
Marin la imita “E invece sì!” sibila in risposta.
“No”
E vengo tirata verso destra.
“Sì”
E vengo strattonata a sinistra.
“No”
“Sì”
“No”
“Sì”
Sto già immaginando ad una mia possibile morte per smembramento quando sento un cosmo potentissimo che fa via via scemare quello delle due silver isteriche.
“Adesso basta.” è la voce perentoria che le mette a tacere.
Alzo lo sguardo e rimango per qualche secondo sconvolta dalla tenebrosa bellezza del mio salvatore.
Kanon di Gemini è in piedi davanti a noi.
Non vedo l'ora di dirlo a Kim!Impazzirà di invidia!!
“Che cosa stavate facendo?” chiede perplesso, alzando un sopracciglio.
“La Kido ha richiesto i servigi di questa ragazza e Shaina si rifiuta di accontentarla.” spiega con voce piatta la rossa.
Ovviamente Shaina ribatte immediatamente “Solo perchè è una mia allieva ed è troppo impegnata con gli allenamenti per poterlo fare!”
Kanon mi osserva con sguardo imperturbabile.
Probabilmente sta pensado.
O è caduto in coma, considerando il tempo che ci mette...
“E perchè non può fare entrambe le cose?” chiede dopo qualche secondo di raccoglimento.
Io spalanco la bocca: ma stiamo scherzando?
Preferisco lo smembramento.
Marin e Shaina si guardano per un po'.
“Si potrebbe fare.” dicono all'unisono i due silver.
“C-come?!- domando stranita- M-ma m-ma io...i-io...”
“Niente ma- sentenzia il gold- Direi che è la soluzione ottimale. Vincono tutti. Yuppi-do, yupppi-du.”
Dovrei ridere del suo sarcasmo?
Mi lancia un'altra occhiata e ruota i tacchi, avviandosi verso i dodici tempi con le mani ben piantate nelle tasche dei jeans sdruciti.
E questo sarebbe quello che si è ravveduto e che ora tiene al bene dell'umanita?
Stronzo!!

E cinque!!Gioia e Tripudio signore e signori all'ascolto! 
Come molti di voi hanno notato, ho una particolare vena sadica che mi spinge a cacciare la povera Michelle (che è seriamente intenzionata ad agire per via legale contro di me!) in situazioni imbarazzanti e pericolose!
Sono veramente felice che apprezziate i miei personaggi, e in particolare Miki: ne ha davvero bisogno!
Detto questo, mi duole informarvi che ho ricominciato i corsi all'università e pertanto fra giornate sfiancanti, studio matto e disperatissimo, e ovviamente l'ora d'aria, non so se riuscirò ad essere sempre puntuale!Ma non disperate, non abbandonerò assolutamente la storia per lunghi periodi di tempo...Ho già pronti diversi capitoli (con degli enormi buchi neri qua e là, ma sono pronti!) quindi tranquilli!! 
Grazie mille a chiunque abbia letto e commentato!E a chi ha messo la mia storia fra i preferiti!Grazie grazie grazie grazie!
Baci JoJo

Megarah_witch  Visto?Ancora viva!La sua vita è perfettamente in salvo...è sulla sua salute fisica e mentale che puoi nutrire dubbi!Bye

anzy  Grazie mille! Cosa mi ha fatto di male Miki?E' semplicemente stata partorita dalla mia mente malata!La situazione "incerta" con Shaka si rivelerà tra...uhm, diciamo...i prossimi cento, duecento capitoli!A presto!

picciottina75  Ovvio che non rivelo tutto adesso!Mi gioco capitoli e capitoli di scenette imbarazzanti che vedono Miki protagonista indiscussa altrimenti!hihihihi

whitesary  A confronto di Michelle il ragioner Fantozzi può considerarsi Gastone, il cugino fortunato di Paperino!Sissignore!

Engel  Grazie dei complimenti!Sono contenta che Miki ti piaccia e spero davvero di riuscire a continuare su questa linea. E in quanto alla sua ormai proverbiale sfortuna...credi davvero che basti solo un'ampolla con acqua di Lourdes?Visti i recenti sviluppi ho qualche dubbio!Alla prossima!

Snow Fox Grazie mille!Sono contenta che il capitolo abbia scatenato la tua ilarità (ammetto che immaginando la scena mentre scrivevo ridacchiavo anche io, mia madre pensava seriamente di chiamare la neuro!). Shaka e Miki insieme dici?Uhm...non so...c'è da dire però che il destino della povera Michelle è ancora pieno di possibilità, quindi...Per ora l'allenamento di Miki per diventare una silver non va proprio benissimo, ma ha tutta l'intenzione di conquistare quell'armatura!(anche perchè se non lo fa dovrà vedersela con Shaina...sul serio, però!)

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Capitolo 6
*** Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi!) ***


Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi)


La testa di Tatsumi è sapientemente illuminata dalla luce artificiale.
Scommetto che se la lucida mattina e sera, il pelatone.
“Vorrei ricordarti quanto questo sia un lavoro delicato per cui non credo tu abbia esperienza né talento, per tanto ti sarei grato se ti presentassi almeno puntuale ai nostri appuntamenti.”
Buonasera anche a te, Tastumi!, mi ritrovo a pensare, è un piacere incasinare ancora di più la mia vita ed avere questo trattamento.
Davvero, mi si stringe il cuore: troppo buono, troppo buono!
Tuttavia mi limito a chiedere delucidazioni sull'incarico di cui mi aveva parlato Marin “Mi è stato detto che Miss Kido ha chiesto espressamente la mia collaborazione. Potrei sapere per cosa?”
Le pupille dei piccoli occhietti perforanti del pelatone si allargano al solo sentire il nome della sua padroncina.
“Infatti. Come se in tutta la mia lunga carriera non avessi mai organizzato ricevimenti come questi!- si lascia sfuggire in un impeto di frustrazione- Non l'ho forse servita al meglio in tutti questi anni?Che cosa ho fatto di sbagliato?”
Le sue spalle si piegano all'ingiù e il viso stanco assume una vena di tristezza.
Mi fa quasi pena.
“Non credo che Miss Kido non sia soddisfatt...” cerco di consolarlo, muovendo un passo verso di lui per dargli una pacca sulla spalla in segno di solidarietà.
“Ti ho forse dato il permesso di parlare?” ringhia, cambiando totalmente espressione.
Ok. Sottolineamo bene quel QUASI!
Ammutolisco immediatamente e mi metto sull'attenti.
Dei, quest'uomo è pazzo!
“Mi aspetto per il tuo bene che tu faccia un buon lavoro!- mi intima agitando un dito in mia direzione- Io non sono così indulgente come Miss Kido.”
Annuisco immediatamente, giusto per fargli capire che ho afferrato il concetto e che sono viva e reattiva.
Con passo pesante si avvia verso il tavolo al centro della sala (una delle salettine minori della Tredicesima. Per inciso, questa salettina è grande come tutta la casa che ci dividiamo io, Vic e Kim!) e afferra una borsa piena di non so quali diavolerie.
“Qua c'è tutto quello che devi sapere. Invitati, richieste particolari di Miss Saori, luogo in cui intende dare la festa: tutto.” dice togliendo dalla borsa un enorme raccoglitore, personalizzato dalla sigla S.K. sull'angolo in basso a destra.
Poi mi lancia quella che di primo acchito mi sembra una macchia nera.
Ovviamente io non riesco ad afferrarla al primo colpo e la faccio saltellare da una mano all'altra per qualche secondo prima di riuscire a tenerla in mano come le persone comuni.
Un telefonino.
Wow!
E di quelli che navigano in internet, hanno GPS integrato...
... e probabilmente questo fa anche il caffè!
“Ficoooo!” mi lascio scappare, mentre pigio dei tasti a caso, con l'unico risultato di far fare all'aggeggio qualche BIP di troppo.
Alzo lo sguardo e vedo il Pelato guardarmi con un sopracciglio alzato.
Probabilmente si starà chiedendo come un'imbranata come me possa organizzare una cosa del genere.
Bella domanda, me la sto facendo anche io da qualche ora.
“Ti chiamerò io se mi viene in mente qualcosa da farti fare. Ci vediamo qui, domani a quest'ora. Puntuale e con il più del lavoro fatto!” conclude con tono monocorde.
“M-ma...” tento di chiedere qualcosa perchè, manco a dirlo, non è che abbia capito molto del prestigioso incarico che mi hanno affidato.
Il pelato mi fulmina con lo sguardo “Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro!”
Al vedere la sua faccia paonazza mi azzitto di nuovo lasciandogli il tempo di allontanarsi.
Oh, perfetto.
Perchè come collaboratore devo avere il Grinch rasato?
Allargo le gambe e piego le ginocchia, in una goffa imitazione della camminata rozza di Tatsumi.
“Niente domande ragazzina- lo imito con voce arrochita mentre esco dalla stanza- O fai bene quello che ti dico o finirai in punizione!”
Stranamente, questa stupida rivincita personale mi fa sentire bene.
Massì, qua è peggio del deserto dei Tartari, figurati se mi vede qualcuno mentre faccio l'idiota!
“E se la festa di Miss Kido non dovesse essere di suo gradimento, ti spedirò in Groenlandia e per bagaglio avrai solo un bikini e un pareo...”continuo, nella mia perfetta imitazione.
Un'ombra gigantesca mi fa ammutolire.
Chiunque sia non può avermi sentito, giusto?
Per prevenzione (conoscendo la mia sfortuna nera) mi nascondo dietro una colonna, almeno verifico se posso uscire senza rischiare di fare danni.
L'ombra diminuisce poco a poco.
Diventa piccola, e piccola e piccola e....
“Kiki?”
“Michelle!-trilla contento il ragazzino, avvicinandosi- Che ci fai nascosta lì dietro?”
Io tossicchio imbarazzata “Uhm...niente, niente!Tu piuttosto che ci fai qui?”
“Cercavo Tatstumi. Mu mi ha dato un messaggio da riferire alla dea e devo per forza dirlo a quella vecchia mummia prima. Ma non era qui?Lo sentivo parlare di bikini e parei...”
Kiki si mette la mano sotto il mento e pensieroso rievoca ciò che ha sentito della mia imitazione.
Oddio.
Se il piccoletto mi ha scambiata davvero per lui devo preoccuparmi!


“Che cosa ci va a fare Anastasios Sakis Rouvas ad una festa di Saori Kido?” chiedo ad alta voce, mentre brandisco l'elenco degli invitati come un'arma impropria.
“Uhm non so. Forse è stato ingaggiato per allietare gli altri ospiti con alcune delle sue canzoni.” butta lì una voce maschile.
Alt!
Una voce maschile in casa nostra?
“Che ci fai tu qui?” chiedo non appena vedo Pierre tranquillamente seduto sulla MIA poltrona.
Dato che non ottengo risposta negli immediati due secondi successivi mi volto verso Kim e Victoria e ripongo la domanda “Che ci fa lui qui?”
Kim scrolla le spalle e alla fine si decide a rispondermi “Dobbiamo ospitarlo: i suoi compagni di stanza hanno di nuovo cambiato la serratura.”
Io scuoto la testa rassegnata, lasciandomi scivolare seduta sul tappeto.
Circa ogni mese, i ragazzi con cui Pierre divide l'appartamento trovano un modo per sbatterlo fuori di casa per qualche giorno.
“Non capisco proprio perchè Pierre viene trattato così da quei trogloditi!” piagnucola il biondino, facendo la faccia imbronciata.
Io avrei qualche idea sul perchè...ma non è il caso che lui lo sappia!
“Allora, che cosa voleva Tatsumi da te?” domandano in coro Kim e Vic.
Mi domando come abbiano fatto a trattenersi fino ad adesso.
“E voi che ne sapete che sono dovuta andare dal Pelato?” chiedo a mia volta, giusto per farle aspettare un po' prima di sapere.
“Io ho incontrato Marin.” si giustifica Victoria.
“Io ho incontrato Shaina- le fa eco Kim- Era davvero arrabbiata.”
O miei dei...Non oso pensare a quale diabolico allenamento mi sottoporrà domani!
“Devo organizzare un ricevimento che si terrà a casa Kido fra tre giorni.” spiego con voce monocorde.
La bionda si alza, battendo le mani eccitata “Oh, davvero?Dammi qua quella lista- dice strappandomi dalle mani il foglio con l'elenco degli invitati- Guarda, c'è anche Ivanka Trump!Ma come fai ad avere tutte le fortune tu?”
Scuoto la testa interdetta: riferimenti a me e alla parola fortuna nella stessa frase stridono parecchio!
“Vuoi passare a me i tuoi marmocchi e dedicarti a questo evento con l'aiuto di Tatsumi?” le chiedo, mentre cerco di farle capire che la sto fulminando con lo sguardo.
Ecco uno degli svantaggi dell'ospitare Pierre: le poche ore d'aria delle nostre facce si riducano solo a quelle di sonno!
“Wow!I piani alti ti hanno anche fornito un sofisticatissimo Balckbarry!” esclama giulivo Pierre strappandomi l'aggeggio di mano.
Ma dico, perchè non condividono la mia frustrazione?
Perchè sono così felici?
“Ho un'idea fantastica di come lo puoi inaugurare!- propone Kim, con una strana luce negli occhi- Chiama Manuel, è da un po' che non lo vedi, con questa storia degli allenamenti, no?”
La guardo stupita: è vietato chiamare all'esterno.
“Non credo sia il caso...” mormoro, mentre la mia coscienza si dice pienamente d'accordo con me.
Vic scuote una mano con noncuranza, mentre si appropria a sua volta del cellulare “Andiamo, Michelle!”
“Non posso!”ribadisco alzandomi.
“E perchè no?- ribatte Vic alzando un sopracciglio- Almeno, dopo tutto quello che fai tu, riesci ad avere un piccolo tornaconto.”
Scuoto la testa con forza mentre riprendo il telefonino “No no e no!”
“Perchè?” chiedono esasperati Kim e Pierre all'unisono.
Io incrocio le braccia e sbuffo “Perchè è contro le regole!E sapete una cosa: a me le regole piacciono molto. Fanno sì che tutto sia ordinato e resti come deve essere. Io amo le regole, ecco.”
Vic mi strappa dalle mani il sofisticatissimo Blackberry “Se non vuoi farlo tu, allora lo faccio io!Chiessenefrega se a chi vive al Santuario è vietato chiamare l'esterno senza avere un permesso speciale.- sbotta infastidita dal mio atteggiamento- Come fai a essere così noiosa, Miki?”
Noiosa?
Io?
La donna che combina più guai di un elefante in un negozio di cristalli?
“Non sono noiosa!Ascolto solamente quella vocina dentro di me che mi dice ciò che è giusto e ciò che non lo è!”
“E da quand'è che senti queste voci?” domanda Kim, guardandomi come se fossi un extraterrestre.
Atena, che ho fatto di male per dover interagire con certa gente?
Pierre si alza in piedi preoccupato “O Mon Dieu!E se fosse posseduta come Saga?”
Io alzo un sopracciglio mentre tutti e tre gli idioti si mettono a ridere, dicendo cose come “Speriamo di no, visto il potere di distruzione che ha dimostrato in questi ultimi giorni, potrebbe radere al suolo il Santuario in men che non si dica!” e altre cosette del genere.
Credo che dovrei rivedere la definizione esatta della parola amici...
“Perchè siete così stupidi?!Stavo parlando della coscienza, presente?”
Victoria si passa una mano sulla nuca “Ah, già!Quell'essere crudele che governa la psiche,no? Me ne sono sbarazzata diversi anni fa.”
Comincia a pigiare qualche tasto del telefonino quando questo inizia a trillare.
Trillare.
Diciamo che sembra più che altro riprodurre una marcia di guerra messa a tutto volume da degli amplificatori da concerto heavy metal!
“E' Tatsumi!- grida, spaventata come il pelato fosse qua con noi- Rispondi!”
Mi lancia il cellulare e io stranamente lo afferro al volo.
“Ahem...” mormoro, guardando quel concentrato di tecnologia che tengo fra le mani.
Vi ho mai detto che ci ho messo due mesi a capire come funziona il telecomando?
Figuriamoci se riesco a far funzionare questo aggeggio infernale!
Me lo rigiro fra le mani per un po', schiacciando tasti a caso, giusto per vedere cosa succede.
“Che aspetti a rispondere?” sbotta Kim, evidentemente infastidita dall'inquinamento acustico creato da questo apparecchietto.
Esasperata, inizio a sbattere l'odioso apparecchio contro il cuscino.
“Perchè non funzioni stupidissimo coso!” sillabo ad ogni colpo.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeee!”
Perfetto: non so come, ma sono riuscita ad attivare il vivavoce...o è lui che urla come un forsennato?
“Sì?” rispondo con la voce più zuccherosa che posso.
“Miss Saori ha deciso di fare il ricevimento in giardino. Regolati di conseguenza!” starnazza prima di chiudere la comunicazione con un grugnito.
“Certo, Tastumi. È sempre un piacere parlare con te.” continuo io, ben sapendo che non mi sentirà.
Pierre, Victoria e Kim mi guardano con la bocca spalancata.
Credo che ora capiscano perchè facevo tante storie!
“Beh, che ne dite di darmi una mano?”
Mai frase causò una sparizione di persone tanto veloce.
Al suono di “domani mi devo alzare presto, notte.” rimango sola in salotto.
Se non che, dopo qualche secondo, Pierre riappare nella stanza.
“Uhm...E io che faccio?” chiede, sbattendo le lunghe ciglia arcuate.
Perchè lui che è un uomo deve avere ciglia del genere mentre io no?
Dov'è la giustizia in tutto ciò, mia Atena?
“Tranquillo, tanto ho un sacco di lavoro da fare, puoi dormire nel mio letto!” sbuffo rassegnata al mio triste destino.
“Michelle!Ma non sei fidanzata?Non dovresti fare queste proposte esplicite a Pierre!” sghignazza il francese.
Mi prende anche in giro!!
Che rabbia!
Prendo un cuscino e glielo tiro in faccia.
“Che un dio pietoso mi incenerisca!” supplico, alzando lo sguardo al cielo, non appena se ne è andato a godersi le comodità della mia camera da letto.


“Collaboratori, a rapporto!” chiamo, brandendo una penna e il voluminoso raccoglitore che mi ha affidato Tatsumi.
“Pierre ha chiesto ai gold di presenziare al party della Kido.” spiega il francese, mettendosi sull'attenti davanti a me, come se fosse un militare.
Annuisco piano “Risposte?” chiedo, pronta ad appuntare tutto sulla giusta sezione.
“Mu dice che accetterà qualora non vi sia nessun altro, Aldebaran idem come sopra- elenca con tono professionale- Kanon sostiene che preferirebbe diventare un monaco di clausura, per Shaka c'è un assolutamente no, mentre Aioria accetta e Milo pure.”
“Perfetto, le guardie del corpo dorate ci sono. Altro?”
Spunto un po' il lungo elenco e poi guardo Kiki, che si è messo sull'attenti imitando Pierre.
Che carino!Ha voluto dare una mano a tutti i costi (anche se penso che lo abbia fatto per bigiare gli allenamenti intensivi con Mu!)
“Il cuoco ha mandato un assaggio delle cibarie alla Tredicesima, il fiorista ha mandato campioni dei fiori, mentre tutto il resto è stato portato a Villa Kido, come hai detto tu!”
“Perfetto.- sospiro sollevata- Grazie dell'aiuto, vi farò sapere come è andata.”
“In bocca al lupo per l'incontro con Tatsumi!” trillano loro, mentre mi allontano verso l'ultimo tempio.
Dire che ho i nervi a fior di pelle è dire poco.
Pensavo che Shaina fosse un'aguzzina?Evidente che non conoscevo il Pelato.
In questi giorni mi ha chiamato ad ogni ora del giorno e della notte (che ho dovuto passare sveglia a lavorare!), sempre urlando come un dannato, per sbraitare ordini o revocare quelli dati in precedenza.
Devo ammettere però che lo devo ringraziare.
Grazie a lui ho migliorato decisamente la mia tecnica di combattimento: pensando che fosse lui a ricevere i miei colpi, diverse volte sono riuscita a mandare al tappeto Shaina.
Cioè io, MissSemolinoAlPostodeiMuscoli, ho mandato al tappeto una dei silver più tosti!
Certo, non era un combattimento “reale” però...
Son soddisfazioni.
Non faccio in tempo a mettere piede nell'atrio della Tredicesima che il protagonista dei miei incubi ritorna a rompermi.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!” l'urlo di Tatsumi è straziante e acutissimo.
Involontariamente poggio le mani sopra le orecchie prima di azzardare a chiedere cosa vuole.
“Sì?” chiedo incerta.
“La festa è stasera!” sillaba lui.
Sento che ho fatto qualcosa di sbagliato.
Ma cosa?
Ripasso mentalmente la lista di cose da fare.
Ritirare dalla lavanderia il vestito di Saori per la festa: fatto.
Trovare guardie del corpo dorate: fatto.
Organizzare buffet: fatto.
Organizzare disposizione dei tavoli e degli ospiti: fatto.
Fare ripulire il giardino: fatto.
Fare ripulire la casa: fatto.
Creare un ambientazione etico-chic in giardino:fatto.
Cambiare l'acqua ai pesci: fatto.
Che vuole da me quest'uomo?
“C'è qualcosa che non va?” azzardo, temendo già la risposta.
“Certo che c'è qualcosa che non va!- sbraita, facendomi vedere una delle lanterne decorative che illumineranno la scena stasera- Come diavolo funzionano questi cosi?A Villa Kido si stanno scervellando per capirlo!”
Cioè: davvero c'è qualcuno che non capisce come “funzionano” delle lanterne?
Come può essere possibile una cosa del genere?
È geneticamente possibile che questi tizi vivano con i soli neuroni adibiti alle funzioni vitali e senza alcuno atto al ragionamento?
“Non è così difficile- spiego paziente, con stampata in faccia la paresi facciale che mi ha accompagnato in questi giorni (che poi, ho la maschera, mica può vedermi!)- Basta fare così e...”
Va bene.
Al primo colpo la stupidissima lanterna non si è accesa, ma può capitare no?
Quanto può resistere al calore del fuoco?
Gliela strappo dalle mani, mentre il Pelato mi guarda con una faccia compiaciuta, e ritento.
E ritento.
E ritento.
E ritento.
E...ce l'ho fatta!
“Visto?” chiedo, gesticolando, con ancora in mano la lanterna accesa.
Immancabilmente, al contrario dello stoppino, la perfettamente linda giacca del tuttofare prende fuoco non appena la sfioro leggermente.
“Accidenti...” mormoro, portandomi una mano alla bocca.
Ok.
Niente panico.
Tatsumi ha preso fuoco e ad appiccare l'incendio sono stata io.
Posso rimediare.
Nella confusione più totale (ovvero mentre Tatsumi urla “Al fuoco!Al fuoco!” correndo a destra e sinistra!) riesco a individuare su un tavolo lì vicino un vaso di fiori.
Butto via le rose rosse che contiene e me ne impossesso.
“Non preoccuparti!Ti aiuto io!”
Proprio quando sono a due passi da lui inciampo e tutta l'acqua gli finisce dritta in faccia.
Fortunatamente però spegne anche le fiamme sulla sua giacca.
Uno Tatsumi gocciolante mi guarda con rabbia.
OmmiodioOmmiodioOmmiodio.
Ditemi che non l'ho fatto davvero!
La faccia di Tatsumi si contrae e diventa ancora più paonazza mentre mi corre incontro brandendo una specie di spada da kendo.
“Io ti ammazzo!!!” urla incavolato come mai.
Potrei batterlo, se mi ci metto di impegno.
Insomma: è più vecchio di me, meno atletico, e perciò il fatto che io faccia parte del così detto “sesso debole” passa in secondo piano.
Ma mi attengo ai miei principi e seguo il piano A.
La fuga.
“E' inutile che scappi, prima o poi ti prendo e quando lo farò, signorinella, ti ammazzerò con le mie stesse mani!” mi urla dietro il pelato seguendomi, più veloce di quanto credessi.
“Oh miei dei!” invoco mentre corro più veloce che posso verso l'uscita della Tredicesima.
Almeno sugli scalini acquisterò un po' di vantaggio, no?
Sono ripidi, tanti...per una persona allenata come me sono una bazzecola, ma per lui?
Mi giro con il ghigno prestampato in faccia, ma mi tocca cambiare espressione immediatamente.
Quello è più agile di me!
Ma dove la prende tutta questa energia?
Dicono che la rabbia faccia molto a riguardo, ma così si esagera.
Torno a guardare avanti e sbatto violentemente contro un muro o giù di lì.
Anzi, non credo sia proprio un muro, dato che inizia a ruzzolare giù per le scale insieme a me.
Quando sento finalmente di essere arrivata su del terreno piano mi alzo lentamente.
“Ohi Ohi Ohi!” sento dire da sotto di me.
Abbasso lo sguardo e vengo letteralmente abbagliata dai riflessi dorati di un'armatura.
“NO!Ancora no!” urlo decisamente disperata, alzandomi di scatto e allontanandomi il più possibile.
“Nobile Aldebaran, grazie al cielo siete riuscito a fermarla.” trilla tronfio Tatsumi.
Almeno ha il fiatone, il pelato!
“Fermata?- chiede il gold alzandosi e togliendosi un po' di polvere di dosso- Mi ha letteralmente travolto!”
“Al, come hai fatto a farti atterrare da lei?” chiede ridendo Aioria.
Nascondo il viso tra le mani sopraffatta dalla vergogna.
In effetti la figura di merda davanti a tutti i gold, con Tatsumi che mi insegue brandendo armi improprie mi mancava.
Kanon mi passa accanto e mi lancia un'occhiata sprezzante “Andiamo, Atena ci sta aspettando” ricorda agli altri, con il tono di uno che preferirebbe fare qualsiasi altra cosa in un qualsiasi altro luogo.
Al contrario il suo collega Mu mi posa una mano sulla spalla “Tutto bene?” chiede con tono premuroso.
Annuisco piano, ma non mi tolgo le mani da davanti agli occhi.
Almeno così non riescono a vedere il bordeaux che mi colora le guance.
Anche se in realtà non lo vedranno comunque, perchè ho la maschera...ma non si sa mai!
“Andiamo, scricciolo!- ride Aldebaran spaccandomi una spalla con una pacca amichevole- Non è successo niente di grave!”
Per la spinta faccio cinque passi in avanti.
Certo, non sembra niente di grave a loro.
Non stanno per ricevere un guinness per la goffaggine, loro!
“Niente di grave?Niente di grave?!” ripete Tatsumi con voce isterica.
Mu e Aldebaran si voltano verso di lui e lo guardano straniti.
“Che ti prende Tatsumi?” domanda il cavaliere del Toro guardandolo perplesso.
“Questa ragazza mi ha dato fuoco!!” strilla indignato.
Io incasso la testa nelle spalle e mi nascondo dietro Mu.
Non si sa mai...
“In effetti sei un po' affumicato.” sghignazza Milo lanciandogli un'occhiata.
“Mi ha dato fuoco!”sillaba di nuovo il maggiordomo guardandomi con odio.
Forse avrei dovuto nascondermi dietro Aldebaran.
“Ma non l'ho fatto di proposito.” cerco di giustificarmi.
Il cavaliere del Toro mi guarda e poi scoppia in una sonora risata “Ah. Ah. Ah!Sei uno spasso scricciolo!Dopo il tuo tentativo di infilare Shaka in un vaso non pensavo potessi fare qualcosa di più divertente!”
Oh, perfetto!
Ricordarmelo è stata proprio una bella mossa: vorrei sotterrarmi!
Il cavaliere della Vergine mi passa accanto senza nemmeno guardarmi e segue a ruota Kanon che sta già salendo in direzione della Tredicesima, e lo stesso fanno Milo e Aioria.
Io intanto ho deciso che nemmeno una fiamma ossidrica riuscirà a staccarmi da Mu che ho eletto prontamente mio scudo privato!
“Mica mi lascerete da sola con questo psicopatico, vero?- gli sussurro all'orecchio con voce isterica- Avrete la mia vita sulla coscienza per sempre!”
Mu mi sorride, cercando di rassicurarmi.
Ma dico: non li vede lui gli occhi di Tatsumi iniettati di sangue?
Come faccio a mettermi il cuore in pace se so che in giro per il Sanutario c'è lui che vuol farmi la pelle.
“Andiamo, amico. Gli altri saranno già da Atena a quest'ora.” dice l'altro gold con la sua voce profonda.
Mu si gira di nuovo verso di me “Forse è il caso che mi lasci andare, Michelle.” sospira guardando le mie mani perfettamente ancorate al suo braccio sinistro.
“Beh, che succede scricciolo?Non avrai mica preso una cotta per il mio amico che non lo lasci più andare!” ride Aldebaran divertito.
A queste parole mi stacco immediatamente, decisamente imbarazzata (e non lo sono solo io dato che anche Mu ha assunto tonalità che gli invidierebbe un pomodoro!).
“Il fatto è che mi sento minacciata da Tatsumi.” borbotto.
I due gold seguono il mio sguardo in direzione del pelato, che sta ritmicamente battendo sul palmo aperto la sua spada da kendo.
Aldebaran appoggia la sua manona sulla mia testa. “Non ti farà niente, promesso- mi rassicura- Anche perchè se ti facesse qualcosa dovrebbe risponderne a me. Va meglio, ora?”
Io annuisco “Dici davvero?”
“Davvero davvero!” esclama strizzandomi l'occhio.
Mi salutano entrambi, così come a Tatsumi, e poi si avviano finalmente anche loro verso la Tredicesima.
Che sollievo!Con Aldebaran dalla mia direi che sono coperta!
“Sai che non appena se ne saranno andati te la farò pagare, vero?” ringhia Tatsumi in mia direzione.
Io sorrido tronfia “Aldebaran?” chiamo.
Il gold si gira a guardarmi incuriosito, aspettando che io parli “Che c'è?”
Guardo il pelato con aria di sfida “Niente, volevo solo ringraziarti.” trillo, mentre il maggiordomo della Kido si limita a ribollire di rabbia.
Aldebaran mi rivolge un ampio sorriso prima di continuare a salire sulle scale.
Tiè, beccati questa, Tatsumi!

In ritardissimo rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissata di seguire, ecco qui il nuovo capitolo!
Michelle non se la sta cavando poi così male coi suoi mille impegni (per ora hihihihi!) e finalmente pare abbia trovato degli alleati (troppo buoni Mu e Al!Che carini!)...Comunque volevo spezzare una lancia a favore della sottoscritta: è vero, costringo la povera Miki in situazioni assurde e perlopiù pericolose per la sua salute fisica e mentale, ma credo che il mio accanirmi su di lei dipenda dalla sfiga che mi sta colpendo di recente! (e vi giuro che anche a me capitano episodi grotteschi come a Michelle!).
Detto questo...spero di riuscire a pubblicare con più velocità il prossimo capitolo che parlerà di un nuovo tete-a-tete fra Miki e il Pelatone e del party dell'anno tenutosi in casa Kido! (vicende che ho tolto da questo capitolo dato che stava diventando davvero chilometrico!)
Ah: un ringraziamento speciale a Wikipedia che mi ha permesso di scoprire Anastasios Sakis Rouvas (cantante e attore greco, ha fatto Quasimodo nel riadattamento di Notre Dame de Paris nel '97)e a un sito di gossip che mi ha dato l'occasione di conoscere l'ereditiera Ivanka Trump. Devono solo alla follia di internet se si sono ritrovati fra gli invitati della Kido!
Alla prossima, allora!Baci JoJo

Snow Fox: Uhm...il tuo incidente mi fa pensare che dovrei mettere delle avvertenze per la letteratura di questa fanfiction, che so, qualcosa del tipo: da assumere lontano dai pasti, o cose del genere! Sono felice che la storia ti faccia tanto ridere!Non hai idea di quanto mi diverta anche io a creare certe situazioni...certo, Miki è un pò meno contenta di trovarcisi dentro, però! Alla prossima!

whitesary: povera Miki, la morte per strattonamento non se la merita proprio!Meno male che c'è stato il provvidenziale (?) intervento di Kanon! 

bellatrix18: No, povero Pierre!Per quanto strano non ha ancora episodi di sdoppiamento di personalità ed è del capricorno, quindi non preoccuparti! La storia di Miki inatanto sta subendo ulteriori deformazioni e ritocchi, sempre ad opera delle solite malelingue che si divertono con questa sorta di sadico telefono senza fili...Michelle ti ringrazia infinitamente per il tuo appoggio morale!Ne ha decisamente bisogno!( e anche lei avrebbe preferito che Kanon se ne fosse rimasto buono e tranquillo alla sua casetta!) Visto?Alla fine Kiki e anche Pierre le hanno dato una mano...anche se alla festa se la dovrà cavare tutta da sola!Bye!!

Megarah_witch: Concordo pienamente con i tuoi pareri sui due gold...Per la prematura dipartita della divina snob....direi che c'è tempo, ma per il furuto...chissà!^_____^

Engel: Ebbene sì: la sfiga di Miki, non solo ha la S maiuscola ma anche tutte le altre lettere! Per ora se la sta cavando bene con entrambi gli impegni (è addirittura miglirorata negli allenamenti) ma suppongo che il peggio debba ancora venire...

picciottina75: E crepi il povero lupo...L'aggiornamento è arrivato alla fine, un pò in ritardo ma eccolo qua!Spero sia degno dei precedenti!Bye!

renge_no_hana: Grazie mille per i complimenti!Sono contenta che le assurde situazioni in cui si è trovata Michelle ti siano piaciute! (anche se lei non ha apprezzato come te il Kanon aguzzino!) Alla prossima!

anzy: Permesso accordato per il regolamento dei conti con Kanon!^___^ E poi...non è che io odio Miki...e che...sì, insomma...ok, forse un pò la odio!Grazie per i complimenti!Al prossimo capitolo!

Gufo_Tave: concordo in pieno con l'uguaglianza che hai fornito!

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Capitolo 7
*** Let's the pary started!(or not?) ***


Let's the party started!

Il fatto che Aldebaran ha deciso che devo vivere perchè mi trova divertente mi ha salvato dalle ire funeste di Tatsumi.
Il Pelato, ovviamente, adesso mi tratta ancora peggio di prima, ma almeno sono sana e salva!
Ed, ovviamente, mi ha assegnato un'altra infinità di cose da fare!
Entro in una delle stanze private di Atena alla tredicesima e tiro un lungo sospiro.
Ok.
Ce la posso fare.
In fondo è solo un chihuahua e devo solo costringerlo ad entrare in un imbarazzante e fastidioso vestitino di pizzo rosa e merletti.
Non è che sia questa grande impresa...
Poteva andarmi decisamente peggio.
L'infido pelato avrebbe potuto chiedermi di rendere la sua faccia presentabile, cosa decisamente impossibile in assenza di una laurea in medicina con specializzazione in chirurgia plastica!
Che poi, da quand'è che Atena ha un cane?
Guardo la piccola palla di pelo e fingo un sorriso a trentasei denti “Ma che bel cagnolino, che c'è qui!”
Il cagnolino mi scodinzola un po'.
Perfetto, gli sono simpatica!Le cose vanno sempre meglio.
“Se vieni qui adesso ti metto questo bel vestitino!- dico con voce acuta e zuccherosa, facendogli vedere l'obrobrio rosa shocking- Vieni qui cagnolino cagnolino!Vieni qui!”
L'animale si alza dalla sua cuccetta e zampettando mi viene incontro.
Io mi chino per accoglierlo a braccia aperte.
Pensavo peggio, in fondo non sono così male questi animaletti.
Quando mi arriva ai piedi, punta nettamente la mia mano.
“Oh, vuoi una carezzina, piccoletto?” domando con voce estasiata.
Credo che mi farò piacere anche questi piccoli cani dalle sembianze di topi!
In fondo sono simpatici e questo può ben ovviare il fatto che fra quel folto e lungo pelo chiaro si possono nascondere parassiti di ogni tipo ed è un portatore sano di microbi.
(Non fraintendetemi: io amo gli animali!Ma sono un'igienista e maniaca della pulizia quindi la mia politica base è quella di tenermi più alla larga possibile!)
Non faccio in tempo ad avvicinare una mano alla sua minuscola testa che il chihuahua me la agguanta con quei denti piccoli e aguzzi.
“AAAAAAAAAAAAAH” mi ritrovo ad urlare, cercando di staccarmelo di dosso.
Sventolo la mano in aria ma la belva non molla la presa, e rimane attaccato a mò di bandiera sventolante.
“Mollami. Mollami. Mollami. Mollami!” urlo in preda ad un dolore incredibile.
Cerco di staccarmelo di dosso correndo di qua e di là per la stanza, ma il piccoletto è tenace e i suoi denti sono bene incastonati nella mia carne.
Un colpetto di tosse mi costringe a fermarmi.
Con calcolata lentezza mi giro verso la porta per vedere chi ha assistito al mio ridicolo balletto.
Provate a dire un nome a caso, dai!
Esatto: Shaka della Vergine, signore e signori.
Ora, le cose qua sono due: o lassù le Moire si divertono un mondo a giocare con il filo del mio destino e lo ingarbugliano apposta per farmi avere di questi incidenti, oppure lui ha un radar interno, che so, uno sfigometro, che lo fa comparire proprio nei momenti per me più imbarazzanti.
“Si può sapere che stai facendo? Di là c'è una riunione, non potresti essere più silenziosa?” mi domanda.
Potrei dirgli che questa bestia mi ha attaccato senza motivo, sfregiandomi irrimediabilmente la mano, ma mi rendo conto anche io che la situazione ha del ridicolo solo a pensarla.
“Uhm...ecco...il cane...e poi...io....” farfuglio, ma la sua presenza mi mette troppo in agitazione per creare delle frasi di senso compiuto.
Shaka alza un sopracciglio, perplesso.
Come richiamato dalla situazione imbarazzante, nella stanza entra anche Tatsumi che guarda ridendo prima la mia mano sanguinante e poi il cane, che si è ritirato soddisfatto nella sua cuccia.
“Ah, Michelle: non ti avevo detto che Mr.Fluffy non ama gli estranei?” chiede con tono innocente.
Ma allora lui lo sapeva!
Ha fatto apposta!
“No- ringhio tra i denti- Te lo devi essere dimenticato.”
Shaka mi lancia un ultima occhiata fugace, intimandomi di fare meno chiasso, e poi se ne va, lasciandomi da sola con l'infido pelato.
È la guerra che vuoi?, penso guardandolo di sottecchi, e guerra avrai!


Signore e signori, ho deciso!
È vero, non sono un'abile stratega, sono irrimediabilmente goffa e le situazioni in cui mi caccio hanno sempre del grottesco ma io, Michelle, oggi ho deciso di dichiarare guerra aperta a Tatsumi che d'ora in avanti verrà detto Il Nemico!
Pacifismo, avevo detto a Shaina? Non mi ero mai trovata faccia faccia con lui e i suoi infami trucchetti per mettermi in ridicolo (come se non ci riuscissi abbastanza da sola, poi!).
Il piano ufficiale è quindi quello di rendere pan per focaccia.
“Piccola Ariete, qua è Fanciulla Maldestra che parla: siete in posizione?” chiedo fingendo un tono militaresco, parlando all'interno di uno dei walkie-talkie che ho fregato a due ragazzini poco fa.
Mi sporgo leggermente da dietro lo stipite della porta e dall'altro lato del corridoio vedo Kiki che traffica con la radiolina e Pierre che gliela strappa di mano.
“Sappi bene, Michelle, che Pierre non è affatto contento di partecipare a questa pantomima!- è molto irritato e questo gli rende la voce stridula- Pierre non vuole ritrovarsi nei guai con Tatsumi per colpa tua e se partecipa a questo giochetto è solo perchè lo hai ricattato ignobilmente!”
Uffa...In fondo gli ho solo detto che se non mi aiutava lo cacciavo via da casa nostra lasciandolo a dormire sullo zerbino del pianerottolo, mica l'ho minacciato di morte!
Uomini, sempre pronti a fare le vittime!
Kiki riesce a strappargli il walkie-talkie di mano e finalmente mi risponde “Sì Fanciulla Maldestra. Tutto è pronto per l'attuazione del piano: aspettiamo solo l'arrivo del Nemico.”
Faccio il segno di OK con le dita poi lo vedo correre dal lato opposto del corridoio rispetto a Pierre, la corda in mano pronta ad essere tesa nel momento giusto, e le gambe ben reattive per poter sgusciare via velocemente senza essere scoperti.
Un rumore di passi (ovvero l'odioso scricchiolio prodotto dalle scarpe di cuoio di Tatsumi sul pavimento di marmo) ci fa mettere tutti sull'attenti.
È il momento.
“Insomma Michelle, possibile che tu non sappia capire se l'assaggio della torta può andare bene o no?Non ci vuole la laurea per svolgere un compito tanto elementare!” sbotta non appena mi vede.
Sotto la maschera non posso fare a meno di sghignazzare come una pazza.
Muovo qualche passo pigro nella sua direzione tenendo l'orribile torta farcita al rabarbaro e vedo Kiki ridere silenziosamente e Pierre guardarsi intorno preoccupato.
Tatsumi è sempre più scocciato e viene verso di me con ampie falcate, percorrendo alla svelta il corridoio.
Tre.
Due.
Uno.
“Ora!” sussurra Kiki a Pierre, ed insieme tendono la corda al momento giusto, facendo inciampare il piede del Pelato.
Io mi avvicino alla svelta e gli spiaccico la torta in faccia.
O miei dei!
L'ho fatto davvero!
Sto giocando con l'ira funesta...e mi sto divertendo un mondo!!!
I miei due complici se la sono già battuta da un pezzo, quindi sono solo io a rimirarmi lo spettacolo di Tatsumi sdraiato a terra con la faccia piena di crema rossa.
“Per gli dei dell'Olimpo, Tatsumi! Ti sei fatto male?” chiedo con voce innocente, aiutandolo ad alzarsi.
Lui mi fulmina letteralmente con lo sguardo.
“Devi stare più attento a dove metti i piedi, non è così difficile inciampare.” continuo con tono angelico.
“Sei stata tu!” sibila, senza neanche tentare di pulirsi la faccia.
Da dietro la maschera sbatto fintamente stupita gli occhi “E come, ero dall'altra parte della stanza!”
“Io ti ammazz...” inizia, tendendo le mani in mia direzione.
Neanche mi sposto io, mi limito ad alzare la mano “Buona giornata nobile Aldebaran!” saluto, sventolando il braccio a destra e sinistra, guardando dietro di lui, dove i gold stanno uscendo in massa dalla stanza dove si è tenuta la riunione con la dea.
Aldebaran risponde al mio saluto con un largo sorriso, che mi rivolge anche Mu dell'Ariete.
Poi rivolgo di nuovo l'attenzione al maggiordomo “A proposito Tatsumi, visto che ti sei letteralmente fiondato sulla torta, presumo che sia buona e che quindi posso dire al cuoco di procedere, no?”
Senza aspettare la risposta saltello verso l'uscita con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
E non posso nemmeno fare a meno di notare gli sguardi stupiti dei gold che mi guardano allontanarmi!
Tatsumi 1- Michelle 1
Palla al centro.


Come ho potuto anche solo pensare che la mia sfortuna nera mi avesse abbandonato?
La riuscita dello scherzo di Tatsumi deve essere stato uno scherzo del destino, per farmi abbassare la guardia.
Ero nel giardino di Villa Kido, alla periferia di Atene, quando sono stata barbaramente rapita.
Voglio dire: un momento prima ero lì, tranquilla, a rimirare il mio perfetto lavoro, e l'attimo dopo era tutto sparito.
Il praticello all'inglese ricoperto qua e là da suggestivi petali di rosa bianca, sparito.
Le stupende lanterne accese per dare atmosfera, sparite.
Il tavolo del buffet, sparito.
I bellissimi mobili etno-chic, spariti.
D'improvviso mi sono ritrovata davanti ad uno specchio, circondata da boccette e boccettine di tutti i generi e con dei fari puntati negli occhi in stile interrogatorio.
Hairstaylist.
Truccatrici.
Uno stilista di dubbia sessualità.
Perchè non mi ha rapito una divinità malvagia o un alieno o qualcosa del genere?
Perchè questo è dovuto accadere a me?
Giuro, non ho mai immaginato l'inferno ma se ci penso ora credo sia proprio così!
Non sono mai stata una ragazza con delle certezze indissolubili, ma da questo pomeriggio di tre cose sono del tutto certa:
1 Il diavolo esiste
2 E' veramente sadico quanto dicono
3 Ha la faccia di Tatsumi e il suo pessimo senso dell'umorismo!
Ancora non posso credere che mi abbia fatto davvero questo!
Cioè...si è vendicato!!
Insomma, mi ha costretto contro la mia volontà a questo drastico cambio di look in vista del party!
Ok, posso capire che presentarmi in tuta non sarebbe carino, ma ora dovrò essere là, attorniata da un centinaio di riccastri provenienti da tutto il mondo, e dovrò indossare questo stupidissimo cappello con veletta per non far vedere ai gold accorsi all'evento la mia faccia!
Come diavolo fa la regina Elisabetta a mettersi delle cose del genere in testa di PROPOSITO?!
E poi vogliamo commentare il tubino in cui sono stata costretta ad entrare?E' già un miracolo che riesco a respirare!
E il trucco!!
Ne ho in faccia così tanto che non mi si vedono più le lentiggini, e non riesco nemmeno a muovere un muscolo facciale.
“Senti Fortuna, cara- dico, lasciandomi scivolare su una poltroncina e alzando lo sguardo verso il soffitto- Lo vogliamo fare questo intervento agli occhi?Che so, il laser, un trapianto di cornea, qualsiasi cosa!Basta che inizi ad accorgerti anche di me!!”
“Posso entrare o devo ripassare più tardi?” mi interrompe una voce frizzante.
Mi volto verso la porta e vedo un ragazzo che mi guarda divertito.
“Stavo solo...” balbetto imbarazzata.
Perchè faccio figure idiote in particolar modo davanti a dei bei ragazzi?
Certo, peccato per quella cicatrice che ha in faccia però...
“Lo so- continua sfoderando un sorriso smagliante- parlando con il tuo amico immaginario!”
Io lo fulmino con lo sguardo.
Stupido idiota!
Perchè i camerieri non li prendono più ben educati e soprattutto che si presentino in orario al lavoro?
Mi alzo ( a fatica per via del vestito) e inizio a squadrarlo dalla testa ai piedi.
Cielo!Come fa ad essere così in disordine?
“I tuoi colleghi sono già di là a lavorare. -spiego- Ti conviene raggiungerli o dovrò fare rapporto al tuo superiore. Certo devi darti una sistemata prima: questo è un evento importante!”
Il ragazzo mi sorride di nuovo, e sembrerebbe anche particolarmente divertito “Credo di essere impeccabile così come sono.” ribatte.
Mi avvicino a lui, che ghigna divertito, e gli sistemo prima la giacca e poi il papillon cercando di impormi di non guardargli la faccia.
La sua cicatrice è più brutta di quanto mi sembrasse di primo acchito.
Gli attraversa la guancia destra, senza però intaccare né l'espressione degli occhi né la forma delle labbra.
Eppure, non è quella cicatrice a crearmi problemi al momento.
Sono gli occhi.
Ricordo di averne visti di così belli solo una volta, e Shaka mi ha fatto capire che li avevo sognati.
E invece eccoli qui.
Pezzi di cielo incastonati fra ciglia scure.
“Non hai ancora finito?” mi domanda, con un filo di arroganza nella voce.
Questo maledetto deve avere intuito come mi sento.
Ma perchè sono un libro aperto per tutti?
Mi stacco da lui di scatto, e mi allontano di qualche passo per sicurezza.
Tossicchio leggermente e riprendo (a fatica) il mio tono di comando “La festa come sai è in giardino. Le cucine sono da quella parte e, per evitare di intralciare, ti consiglio di passare dal salotto secondario e non dal corridoio principale. Ci sono domande?”
Il ragazzo si mette a ridere, una di quelle belle risate tenebrose, per poi alzare lo sguardo su di me e inchiodarmi letteralmente sul posto.
“Davvero non sai chi sono?” mi domanda divertito.
“Un cameriere che ha sbagliato orario?” chiedo in risposta.
“Lo sapevo che la giacca bianca la dovevo evitare.- sospira, ancora tremendamente divertito, prima di afferrarmi la mano- In ogni caso sono Takis Antzas, enchanté!”
Ok, forse il fatto che mi ha fatto il baciamano dovrebbe farmi sentire come una principessa, o cose del genere...
Invece continuo a pensare a quel nome: Takis Antzas.
Takis Antaz.
Dove posso averlo già sentito?
Faccio ripassare velocemente tutti i ricordi recenti e alla fine mi soffermo su uno solo.
Io che tengo in mano una lista.
Ma di sicuro non può essere la lista degli invitati, no?
NO?!?!
E poi, eccolo, il colpo di grazia che mi conferma le mie più recondite paure.
La voce di Victoria che, nella mia mente, ripete le stesse parole che ha detto questa mattina: oh, dei!Alla festa ci sarà anche Takis Antzas!Ma lo sai che questo ragazzo è addirittura più ricco della Kido?Ho letto da qualche parte che si è appena mollato con la sua fidanzata, una modella russa credo...Che dici, riesci a farmi imbucare?Magari posso fare un tentativo...
“Oh, cazzo...” sbotto, passandomi una mano sulla faccia (anzi, sulla veletta di questo cappello da deficiente quale sono!)
“Di solito faccio un altro effetto alle ragazze!” commenta ridendo.
“Ommiodio. Sono desolata, sono veramente dispiaciuta!- cerco di giustificarmi e di scusarmi, completamente nel panico- Vorrei sotterrarmi in questo momento, ecco!Solo che l'ho scambiata per qualcun altro e...”
Takis mi mette una mano sulla bocca, facendomi azzittire all'istante “Tranquilla. Non è successo niente di grave. Piuttosto che ne dici di tornare a parlare come una persona civile, come facevamo pochi istanti fa?”
Io annuisco, ma lui aspetta ancora un po' a togliere la mano dalle mie labbra “E dammi del tu, ti prego.”
Ok.
Le nuove regole che mi autoimpongo sono:
A) parlare solo se interpellata
B) pensare alla risposta da dare per almeno dieci secondi prima di dar fiato alla bocca.
C) nel caso fosse possibile, rispondere solo con cenni del capo
“Sono in anticipo, perchè devo parlare con miss Kido di affari, sai dove posso trovarla?”
Io annuisco.
Takis alza un sopracciglio e mi guarda come se fossi una psicopatica “Puoi accompagnarmi?”
Annuisco di nuovo e cammino come uno zombie fino alla biblioteca dove, molto gentilmente, chiamo dall'interfono il pelatone per avvertirlo della presenza dell'ospite.
“Hai cambiato atteggiamento con me, è perchè hai scoperto che sono un miliardario?” chiede, spulciando uno dei preziosissimi libri.
Io scuoto la testa.
Accidenti, il metodo del “fingo di essere muta” funziona alla grande.
E se facessi voto di silenzio?
Per ora non ho fatto nessun danno, né detto niente di imbarazzante.
Eccellente!
“Hai intenzione di non parlare più per evitare di fare figuracce?” domanda di nuovo, sorridendomi.
Annuisco e Takis si alza e viene verso di me.
“Bene perchè avrei io qualcosa da dirti, qualcosa di importante...”
Lo sguardo che mi lancia non mi piace per niente.
Troppo serio, troppo indecifrabile, troppo enigmatico, troppo...bello.
Oh, perfetto!Adesso mi lascio confondere da un paio di occhietti azzurri!
Inconsciamente inizio ad arretrare, mentre lui continua ad avanzare verso di me.
Io arretro e lui avanza.
Arretro. Avanza.
Arretro. Avanza.
Arretro e... sbatto violentemente contro qualcosa.
Forse ci ho messo troppa enfasi in questa fuga.
Mi giro e vedo uno scaffale enorme dondolare sinistramente e poi cadere rovinosamente poco più in là, proprio sopra quello che sembrava essere un mappamondo secolare.
O miei dei!
Che casino.
Libri sparsi a terra, scaffali rotti, mappamondo che rotola in giro, fogli che volano...e indovinate un po' chi ha causato tutto ciò?
La sottoscritta, mi pare ovvio.
Takis mi afferra le spalle e mi tira via da tutta questa confusione “Stai bene?” mi domanda preoccupato.
Bene?
Per ripagare ai danni che ho causato dovrò lavorare in miniera per il resto dei miei giorni!!
“Michelleeeeeeeeeeee!Che cosa diavolo è successo qua dentro?” urla con voce isterica il pelatone, entrando nella stanza.
Saori Kido dietro di lui guarda con i suoi occhioni da cerbiatta spalancati l'enorme casino che ho creato.
Sto per aprire bocca per cercare di giustificarmi quando Takis fa un passo avanti “Sono veramente desolato- dice, togliendosi dalla giacca un libretto degli assegni e staccandone uno in bianco- La vostra assistente ha cercato di fermarmi ma sono un imbranato dalla nascita. Ripagherò tutti i danni!”
Ma che gli prende?
Sono stata io a fare tutto!
Lo guardo stupita e lui mi strizza l'occhio, facendomi letteralmente avvampare.
Ovviamente a rovinare questo idilliaco momento ci si mette Tatsumi che mi afferra per la spalla e mi trascina fuori dalla porta sbattendosela alle spalle.
“Ed ora, Miss Combina-Guai,- ghigna, sfregandosi le mani- ho un compito che Miss Saori mi ha pregato di assegnarti!”
Perchè il suo sguardo non mi tranquillizza affatto?

E' uno scherzo, vero?
Io guardo prima il signor Ferguson e poi Tatsumi.
Tatsumi e Ferguson.
Ferguson e Tatsumi.
Tatsumi e Ferguson.
“Che c'è cara ti è venuto il torcicollo?” mi domanda l'americano, guardandomi preoccupato.
Io gli rivolgo un sorriso tirato.
Ok.
Anche io so riconoscere una sconfitta!
Tatsumi con questo mi ha dato il colpo di grazia e si è decisamente assicurato la vincita morale della nostra piccola guerra.
Il signor Ferguson, a cui dovrò offrire la mia compagnia per tutta la serata, altri non è che un ridente pluricentenario.
Ok, forse non proprio pluricentenario, ma il suo aspetto sembra quello di una persona che ha passato da poco i trecento.
Ha l'apparecchio acustico, la dentiera, la cataratta e probabilmente anche una gamba di legno.
“Vi lascio soli, signori- ride l'infido Pelato, nonché mio arcinemico ufficiale, allontanandosi- Scommetto che vi troverete benissimo insieme.”
Io faccio un sorriso tirato, mentre il signor Ferguson ne fa uno che momenti gli fa saltare via la dentiera.
Sarà una luuuuuuuuuuuuuuuuuuunga serata!
“Allora signor Ferguson- dico accompagnandolo al nostro tavolo (per inciso, l'unico per sole due persone...L'ho già detto che odio Tatsumi?)- Cosa fa nella vita?”
“Non chiamarmi signor Ferguson, carina!Per te sono Eddie e non sono così vecchio come sembro, ho solo centootto anni, dolcezza!” afferma con convinzione, sorridendo smagliante.
Io roteo gli occhi e li alzo al cielo “Davvero?- mi fingo stupita, prima di sussurrare più piano che posso- Gliene avrei dati trecentootto!”
“Come hai detto cara?”
Maledetti apparecchi acustici.
“Che non li dimostra affatto!” mento, sorridendogli imbarazzata.
“Vero? Nessuno direbbe che ho partecipato a entrambe le guerre!”ribatte orgoglioso.
Io appoggio la schiena alla poltroncina di vimini “Già...Brutta storia le guerre puniche.” sussurro di nuovo, più piano stavolta.
Il signor Ferguson (anzi Eddie!) strizza gli occhi dietro i due fondi di bottiglia che ha calcati sul naso “Allora Michelle, spero proprio che io non ti piaccia solo per i miei soldi!”
Io sbatto gli occhi confusa.
Eh?!
“Tatsumi mi ha detto che hai chiesto espressamente di passare la serata con me.”
“Tatsumi ha detto che?!” mi lascio scappare queste grida scioccate, alzandomi di scatto, ma mi risiedo immediatamente diventando fosforescente dalla vergogna.
Quell'infido bifolco mi ha incastrata!
Oltre il danno la beffa!!
Ma che gli ho fatto di male, per meritare un trattamento simile?
Non faccio nemmeno in tempo a riprendermi da questo choc che Eddie mi guarda con sguardo perso.
Sento puzza di complicazioni...
“Michelle cara!Da quando ti ho vista il mio cuore batte all'impazzata!” dichiara, prendendomi una mano.
Io spalanco la bocca preoccupata “Per tutti gli dei!Sarà il bypass!- esclamo terrorizzata, ci manca solo il vecchietto che mi schiatta fra le braccia!- Vado subito a chiamare un medico, un' ambulanza, la guardia medica...”
Il signor Ferguson ridacchia deliziato “Ma no, sciocchina!Quello che voglio dire è che mi sono innamorato di te!Sposiamoci!”
Ok.
Decisamente meglio l'attacco di cuore rispetto a questo!
La prima proposta di matrimonio della mia vita fatta da uno che ha praticamente due piedi nella fossa.
“Eddie non credo proprio che...” balbetto imbarazzatissima. E se lo choc del mio rifiuto gli da il colpo di grazia e me lo stende qui, seduta stante?
Lui mi da un colpetto sulla mano “Tranquilla, Gertrude sarebbe d'accordo!” mi rassicura.
“Gertrude?” ripeto più confusa che mai.
“Mia moglie!” risponde sorridendo, tirando fuori da non so dove un'urna e me la passa.
O miei dei...Vi prego ditemi che non...
“Povera cara, è morta due anni fa.” spiega.
Le mie mani iniziano a tremare e la presa sull'oggetto si fa sempre più debole, tanto che mi sfugge di mano.
“Preso!” esclama una voce conosciuta.
La mano leggermente abbronzata che ripone l'urna sul tavolo vicino al signor Ferguson appartiene a Takis Antzas.
Non so perchè ma arrossisco immediatamente.
Invece sul suo volto non sparisce il sorriso smagliante “Posso unirmi a voi, signori?Il mio tavolo è una tale noia...”
Seguo con lo sguardo la direzione indicata dal suo pollice: il suo tavolo è pieno di quelle che sembrano essere delle top model.
Lo guardo dubbiosa. Perchè uno come lui dovrebbe cambiare posto per sedersi vicino a una badante improvvisata e una mummia appassita?
“Certo, figliolo!- trilla estasiato Eddie- Più siamo meglio...zzz”
“Si è...addormentato?!”
Non è possibile.
“Già- ride Takis, ed ha davvero una risata cristallina- Meglio no?Così posso finalmente parlarti di quello che volevo dirti prima.”
Inconsciamente mi irrigidisco.
Anche il suo sguardo ha cambiato espressione. Sembra scrutarmi a fondo, quasi scavarmi nell'anima.
Mi ritrovo ad abbassare lo sguardo.
“Non credi di essere leggermente sottovalutata dalla divina Atena?” mi domanda, appoggiando il mento sulle mani incrociate.
Spalanco gli occhi incredula.
Ha detto...Atena?
“Non ho idea di cosa tu stia parlando.” rispondo, cercando di essere più convincente che mai.
Takis scuote la testa, facendo ondeggiare i suoi lisci capelli castani che gli cadono un po' sugli occhi “Michelle, non fare così...”
“Non ho idea di cosa tu stia parlando.” ripeto, e febbrilmente inizio a cercare con lo sguardo Milo e Aioria.
Il gold del Leone è vicino alla dea mentre quello di Scorpio non lo vedo proprio.
“Ok, allora ascolta e basta: sbaglio o l'hai capito anche tu di essere un pesce fuor d'acqua al Santuario?- continua imperterrito, avvicinando il viso al mio orecchio- Hai mai sentito nettamente di essere destinata ad altro e non alla vita del tuttofare lì dentro?Hai mai pensato che forse lì dentro non saresti nemmeno dovuta esserci?”
A queste parole mi alzo di scatto.
Ok.
Non sono la guerriera perfetta e, lo ammetto, nemmeno la tuttofare perfetta, ma il Santuario è la mia casa da quasi sedici anni!
Stavolta il rumore della mia sedia che cade non fa voltare nessuno.
Tipico!
“Non so chi tu sia, né di che cosa tu stia parlando, ma ti consiglio di starmi alla larga.” gli intimo, dandomi un certo tono.
Sì, stammi alla larga altrimenti...
...ti tiro un vaso in testa?
Takis ride, e non sembra per niente intimidito dalla situazione, sembra che mi conosca meglio di quanto lo faccia io e, devo ammetterlo questo mi spaventa.
“Perchè, hai fatto un corso di autodifesa di recente?” domanda, strizzando i suoi magnifici occhi.
Io mi volto e me ne vado via di corsa.
Non rispondo nemmeno a Tatsumi che mi sbraita di tornarmene al mio posto.
Ma siamo matti? Non ci penso nemmeno!
Non con quel tizio che potrebbe essere chissà chi...che sa di Atena...che sa che sono una schiappa!
Va bene...ora sto anche facendo la figura della vigliacca, ma non possiamo mica essere tutti eroi a questo mondo, no?
Quando esco finalmente in strada lui è già lì che mi aspetta, appoggiato al mio motorino.
“Ma come diavolo...” balbetto intimidita.
Lui mi si avvicina e mi afferra per le spalle “Sentimi, forse ho sbagliato a piombare qui e dirti tutte quelle cose, ma qualcuno doveva aprirti gli occhi, Michelle. Tu non sei come loro, va bene? Tu non devi servire Atena e non portai mai diventare un cavaliere, non di Atena, chiaro?”
A queste parole inizio a singhiozzare come una bambina “Guarda che questo lo so!” frigno, mentre sento il trucco iniziare a colare.
Come se fossi diventata incandescente lui stacca le mani da me.
In faccia ha il tipico sguardo dell'uomo che non sopporta vedere una donna piangere.
“Oh, no...- mormora cercando di consolarmi- Senti, scusami, non volevo essere brutale. Scusami, scusami!”
Io tiro su col naso e mi asciugo un po' di lacrime con i palmi delle mani “Cioè, prima mi smonti pezzo per pezzo e poi chiedi scusa?- chiedo fra i singhiozzi- Ma che hai in testa?”
“E tu invece?Potrei essere un nemico e stai qui a versare lacrime su lacrime senza nemmeno chiamare aiuto?” ribatte Takis, passandosi una mano sulla nuca.
“Sei un nemico?” domando allora, scrutandolo con attenzione.
“No.”
Risposta secca.
“Che cosa vuoi da me?”
Lui mi asciuga le ultime lacrime con le mani. Accidenti, da vicino i suoi occhi sono ancora più spettacolari.
Apre la bocca, come per dire qualcosa di estremamente importante, ma poi la richiude e mi sorride.
“Che guidi con prudenza tornando a casa.- si limita a rispondere- Ora devo rientrare, la mia assenza potrebbe mandare nel panico il tuo amico pelato.”
“M-ma...” non riesco nemmeno a balbettare qualcosa di sensato per fermarlo che lui, strizzandomi prima l'occhio, se ne torna dentro ad una velocità impressionante.
Scavalcando con un balzo il muro di cinta.
Credo che la mia vita si stia incasinando sempre più...
Ed il bello è che non so nemmeno il perchè!


E finalmente ecco il tanto atteso (spero) aggiornamento!
Michelle sembra proprio non avere un attimo di tranquillità, vero?Soprattutto da quanto ha Tatsumi alle calcagna!
Meno male che almeno una piccola rivincita se l'è presa!Anche se la sfortuna non l'abbandonerà mai...
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, come vedete ho aggiunto un elemento in più alle solite vicessitudini quitidiane della nostra eroina!
Come sempre, spero di aggiornare più velocemente possibile.
Grazie mille per le recensioni, non avete idea che piacere che ho nel leggerle!E grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia fra i preferiti!
E anche a chi legge e si diverte e si appassione a sbirciare nella vita di Michelle!
Bacio, alla prossima! JoJo

anzy Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo!Non so se si nota, ma anche io detesto Tatsumi, anche se devo ammettere che è uno dei personaggi più divertenti alla fine...

Megara_witch  Ebbene sì!Invece il signor Ferguson e Takis sono frutto della mia fantasia (e meno male...perlomeno per il signor Ferguson!!)

Snow Fox  Grazie mille!Sono davvero contenta che la mia storia ti faccia ridere così tanto!Aggiornamento arrivato...anche se un pò in ritardo!

Engel  Ed ecco qua il tanto atteso party!Spero ti sia piaciuto!Ormai Miki è diventata oggetto di discussione dei terribili gossippari del Santuario, la vera arma segreta al servizio di Atena e decisamente più potenti anche dei gold!sìsì!

Gufo_Tave  Uhm...potrei riutilizzare le tue idee omicide!hihihihihihihihi!

whitesary  Credo che una versione ufficiale uscirà il trenta febbraio dell'anno del mai!Dopo tutto quello che le ho combinato, mi è sembrato il minimo offrire alla povera Michelle una guardia del corpo come Al!

bellatrix18  Ebbene sì, sono una di quelle autrici malate che pensano ai propri personaggi a partire dal carattere, fino alle allergie, ai nei ed anche il segno zodiacale!!Ah Ah Ah!Miki è troppo buona, non farebbe mai una cosa del genere, ma come hai visto in questo capitolo ha tirato un pò fuori le unghie...

renge_no_hana  Non c'è nulla da dire...Io adoro Al!!è veramente uno dei miei preferiti ed è logico che l'abbia mandato in soccorso di Miki!Tatsumi si è dimostrato il solito bifolco anche in questo capitolo...non cambierà mai!Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Detective Michelle: ricerche, scoperte e interrogatori ***


Detective Michelle: ricerche e interrogatori

Il divano-letto è scomodo.
Punto.
Quando sono tornata erano già tutti collassati a letto, e ovviamente Pierre ha pensato bene di usufruire nuovamente della mia stanza, dopo il lavoretto che ha dovuto fare per me stamattina.
Anzi, ieri mattina, ormai.
Ed io non riesco a dormire.
E continuo a ripetermi che è colpa del divano-letto.
Sei un nemico?
No.

E allora chi sei?, mi chiedo ora, a mente lucida.
In effetti, mi domando anche perchè le cose intelligenti da dire non mi vengano mai al momento opportuno.
Mi alzo di scatto e scosto con un solo gesto secco la coperta.
So che non dovrei farlo, ma la situazione non mi lascia altra scelta.
Ho deciso di scoprire chi diavolo è questo Takis Antaz e per farlo userò l'arma più potente che ho a disposizione.
Rullo di tamburi...
Google!
Il fatto che nonostante io sappia reconditi segreti su divinità che la maggior parte degli esseri umani ignora addirittura possano esistere, e che invece sia qua a fare ricerche su internet come una qualsiasi persona di questo mondo mi da da pensare.
Ma intanto resta davvero l'unico mezzo per scoprire qualcosa di più su questo bel tenebroso.
Vi ho mai detto che non sono un'amante della tecnologia?
Beh, vi stupirete allora nello scoprire che io so usare il computer.
Cioè: so accenderlo, giocare a solitario, andare in internet e alla fine di questo processo, spegnere il tutto.
Bill Gates mi vorrebbe nel suo team, sicuro come l'oro!
Il fatto è che informatica e matematica sono materie obbligatorie qua al Santuario, anche se di fianco ad astronomia comparata, mitologia antica e storia delle guerre sacre fanno alquanto ridere.
Finalmente il computer (omaggio in ogni casa della divina Atena...peccato che questo aggeggio abbia la stessa età del signor Ferguson, o giù di lì!) è acceso e funzionante e posso iniziare la mia ricerca.
Ok.
Takis Antaz.
In meno di dieci secondi ottengo ben un milione e trecentosettanta riferimenti.
“Accidenti!- esclamo stupita- Com'è che io ero l'unica al mondo a non sapere chi fosse questo tizio?”
C'è il sito di una sua società.
Lo salto a piè pari.
Il sito del suo fan club???
Come diavolo è possibile? Vuol dire che anche Saori Kido ha un fan club?
Il mondo virtuale rimarrà sempre un mistero per me!
Forum con discussioni su di lui.
Altro Forum.
Giornaletto scandalistico.
Ancora.
Idem come sopra.
La famiglia Antaz, l'ultimo baluardo dell'aristocrazia greca.
“Bingo!” trillo felice, cliccando sul link che mi riporta ad un'altra pagina.
“Dunque. È una delle più antiche e ricche famiglie della nobiltà greca- leggo, spulciando l'articolo- Possiedono una notevole quantità di pozzi di petrolio...bla bla bla...poca partecipazione alla vita sociale...bla bla bla...Ecco: a eccezion fatta dell'ultimo superstite della stirpe. Takis fu adottato da Manoli Antaz venticinque anni fa quando era ancora in fasce. Dall'età di diciotto anni è diventato uno dei più ricchi e appetibili scapoli sulla piazza.”
Niente a cui non potessi arrivare anche da sola!
Stupita tecnologia!
Schiaccio sul nome del predecessore e mi esce la foto di un uomo distino.
Uomo.
Fatico a credere che abbia più di trent'anni!
Obiettivamente devo dire che è molto bello (pare essere una caratteristica di famiglia!): naso dritto, tratti decisi, profondi occhi neri e una cascata di capelli ricci e scuri.
Incuriosita, schiaccio sul nome del suo predecessore, tale Loukas.
“Ma che diavolo....?!”
Schiaccio ancora, stavolta su Sokratis e poi su Stelios.
“Non è possibile!” esclamo confusa mentre guardo l'unica foto di famiglia presente: Vassilios Antaz stringe con affetto sua moglie Aspasia.
Direi che la famiglia di Takis non era affatto normale.
Suo padre adottivo, e suo padre prima di lui, e via dicendo fino al suo tris-tris-trisavoro erano completamente identici!
E non quella semplice somiglianza che caratterizza gli appartenenti ad una stessa famiglia.
Nossignore!
U-g-u-a-l-i!
Insomma, non sarò stata solo io ad aver notato il neo che hanno sotto il mento, no?
Però da Vassilios Antaz in poi la situazione sembra ritornare nella norma. Lui è l'ultimo, anzi, il primo ad avere lo stesso aspetto di Manoli.
Con un colpo ben assestato spengo il computer, nella maniera che Vic chiama brutale.
Al diavolo l'arresta sistema!
Credo che dovrò trovare un modo per scoprire chi diavolo è in realtà questo Takis Antaz.
Ed anche iniziare ad assumere sonniferi, presumo, dato che dopo quest'ultima scoperta non credo riuscirò più a dormire!


Ammetto di non essere mai stata una persona sicura di sé.
Non mentirò a me stessa: io, così, non lo sono mai stata.
Ho parecchie fobie, per non parlare delle manie, e il fatto che organizzo sempre tutto nei minimi dettagli dipende proprio dall'insicurezza cronica di cui sono portatrice sana.
Quindi, avete idea di cosa possa aver scatenato in me la serata di ieri?
Ricapitoliamo.
Me ne stavo lì tranquilla a vivere la mia, sì, certo, un po' incasinata, ma normalissima vita, quando ad un certo punto, come un fulmine a ciel sereno, arriva questo tizio venuto fuori da chissà dove a sganciarmi questa specie di bomba e andarsene.
“Una bomba inesplosa.” borbotto fra me e me.
Che cosa voleva dire esattamente con Tu non devi servire Atena e non portai mai diventare un cavaliere, non di Atena ?
Perchè la gente non è mai chiara quando dice qualcosa?” domando frustrata, spettinandomi i capelli con le mani per il nervoso.
Forse perchè non trova le parole adatte.”
A queste parole mi alzo di scatto “Nobile Mu.”
Lui mi fa un gesto con la mano, come per dirmi di darci un taglio con le formalità “Parli spesso da sola?” mi domanda, con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
Uhm, beh, ecco...i-io- balbetto un po' all'inizio ma alla fine la risposta la riesco a tirare fuori- Solo da quando ho iniziato a parlare.”
Mu ride divertito a queste mie parole: dev'essere una di quelle persone che preferiscono una risata genuina a mille parole.
Avevi bisogno di me?” chiedo, cercando di sistemarmi i capelli imbarazzata.
Tatsumi ti ha convocato per discutere di ieri sera...” inizia inclinando leggermente la testa di lato.
Io sbuffo contrariata “Oh, perfetto. Allora passo da Kim prima a dirle che sul loculo non dovrà mai mettere dei fiori finti.”
...ma ho pensato di dirgli che eri troppo impegnata con gli allenamenti con Shaina.” continua, ignorando il mio inframezzo.
Io sbatto gli occhi stupita “D-davvero?Grazie mille, direi che ora ti devo la vita, allora.” lo ringrazio, ancora più imbarazzata.
Lui aggrotta le sopracciglia “Anche se, devo dire, non mi piace mentire. Dov'è Shaina?”
Mi guardo intorno.
In effetti è un po' che Shaina mi ha lasciato qua da sola.
E' andata ad accendere un cero all'altare di Atena- spiego, incrociando le braccia e con tono altamente seccato- Credo che trovi simpatica questa sua reazione al fatto che stamattina mi ha trovato qua ad allenarmi, mentre di solito deve costringermi con la forza.”
Mu ridacchia divertito prima di chiedermi l'ovvio “E come mai questo cambiamento?”
Non riuscivo a dormire.” butto lì.
Posso sapere perchè?” domanda con gentilezza.
Ma da quando tutti al Santuario hanno sviluppato questa tendenza da inviati della posta del cuore?
Niente di importante.” sussurro, giocherellando con il piede con un sasso.
Credo che il vero motivo dello strano comportamento che sto assumendo debba rimanere altamente top secret.
Oltretutto, dato che è già abbastanza top secret anche per me, non vedo perchè gli altri ne debbano sapere quanto ne so io.
Anche se devo assolutamente trovare una risposta alternativa a queste domande: è da quando sono tornata a casa ieri sera che Kim, Vic e Pierre mi domandano cosa mi è successo e io rispondo sempre con un laconico “niente”.
Mu si lascia scappare un sospiro “Dovresti smetterla di pensare solo agli altri e iniziare a pensare un po' di più a te.” spiega con calma.
Io scuoto la testa. “Ma io penso a me, davvero!”
Certo che penso a me! Se non pensassi di essere presa per una pazza o per una disertrice a causa del mio colloquio con Takis mi sarei anche confidata con Kim.
È per la mia sicurezza personale che non parlo!
Posso chiederti una cosa?” domanda ancora dopo qualche secondo di silenzio.
Io non riesco a trattenermi oltre e alzo lo sguardo al cielo, decisamente esasperata. “Sto bene, non ho alcun disturbo fisico, ieri sera non è successo niente di particolare e nessuno ha ferito i miei sentimenti!- sbotto, elencando tutte le risposte alle possibili domande che potrebbe farmi- Se non parlo è semplicemente perchè non ho niente da dire, non sono metereopatica, non è una giornata no, voglio semplicemente essere lasciata in pace!”
Alla fine di questo monologo ho un po' di fiatone.
Mu mi guarda perplesso, sbattendo i suoi espressivi occhi verdi “Veramente volevo solo chiederti se io e Shaka potevamo usare questa arena e tu e Shaina non potevate spostarvi in una di quelle più piccole.”
Per prima cosa arrossisco come se fossi stata un giorno sotto al sole senza protezione solare, e mi porto una mano alla bocca imbarazzata.
Poi, finalmente, realizzo quello che ha appena detto.
Shaka...qui?
T-tu e...” balbetto, pensando a un modo per fuggire.
Shaka.- continua lui imperterrito, sul volto un'espressione leggermente preoccupata per il mio comportamento- Sarà qui a momenti dato che abbiamo programmato di allenarci un po' insieme, oggi.”
No!” mi lascio sfuggire, già in panico.
No?” ripete Mu confuso.
Io faccio un bel respiro e cerco di tornare in possesso delle mie facoltà mentali. Se solo il cuore la smettesse di battere così forte!
Intendevo che no, non è un problema per me e Shaina spostarci da qualche altra parte.- butto fuori tutto d'un fiato, salvandomi in extremis- Anzi sarà meglio che vada a cercarla e avvertirla. Arrivederci nobile Mu!”
Con una velocità che di solito non mi è propria me la svigno, inciampando immancabilmente sui miei piedi per la foga con cui sto correndo, solo dopo pochi passi.
Tutto a posto!” dico alzandomi, prima di ricominciare la mia fuga.
Direi che ho esaurito le figuracce con Shaka...almeno per i prossimi cent'anni!
Rallento il passo solo quando sono sufficientemente lontana da potermi dire al sicuro.
Certo che...” parlo fra me e me, passandomi una mano sotto il mento.
E se invece di cercare Shaina facessi qualcosa di più utile?
Qualcosa che mi faccia venire a capo di questa situazione con Takis, ad esempio?
Invece di dirigermi verso l'altare di Atena dove dovrebbe esserci la mia aguzzina preferita cambio nettamente direzione e svolto verso il sentiero che porta fuori dal Santuario.
E per una volta, che quella fastidiosa coscienza che mi ritrovo se ne stia buona buona, imbavagliata in un angolo!


Ok.
La mia idea di uscire di soppiatto dal Santuario per andare a cercare fisicamente Takis Antaz è assurda.
Per prima cosa, non saprei proprio da che parte cominciare.
E in secondo luogo, se l'intercessione di Zeus me lo facesse trovare davanti, riuscirei a chiedergli tutto quello che devo chiedergli?
Probabilmente mi ritroverei a balbettare come una stupida...
...di nuovo.
Per non parlare del fatto che se fosse un nemico non saprei assolutamente cosa fare. Insomma, non è detto che mi abbia necessariamente detto la verità, no?
E poi...
Non so come né perchè in pochi secondi mi ritrovo letteralmente a gambe all'aria.
No, non sono caduta, anche se so che tutti si aspetterebbero questo da me.
A gambe all'aria letteralmente: nel senso che sto volando.
Intorno a me ci sono solo nuvole e il solo rumore che sento oltre al soffiare del vento è un fruscio d'ali.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo, più o meno della mia età, che mi sorride divertito.
“Chi sei?” domando gridando.
“Mi chiamo Jack, Takis mi ha mandato a prenderti” spiega tranquillo con un forte accento americano.
“Stiamo volando?”
Lui ride “Tu che dici?” ribatte indicando con un cenno del capo alle sue ali d'argento puro.
“Che soffro di vertigini!!” replico, ormai terrorizzata.
Jack mi strizza l'occhio “Allora non guardare giù” dice semplicemente.
Ma...insomma credo di non essere l'unica che quando gli si dice di non fare qualcosa fa l'esatto contrario, no?
Guardo giù.
Atene sembra una miniatura vista da quassù.
Bello, dite?
Non credo proprio!
Soprattutto perchè l'unico mio pensiero è: se mi fa cadere non riusciranno a raccogliermi nemmeno con un cucchiaino!
AAAAAAAAAAAAAAH!” mi ritrovo ad urlare, decisamente contro la mia volontà, mentre agito con foga gambe e braccia.
Forse quindi è a causa mia se iniziamo ad andare su e giù peggio delle montagne russe.
Stop it!- mi intima nella sua lingua madre- Se continui così cadrai.”
Come può anche solo pensare che io riesca a capire quello che mi dice?
Sono in un momento di totale panico, non riuscirei nemmeno a fare lo spelling del mio nome adesso.
Anche perchè, al momento, sto sentendo la sua presa sotto le mie ascelle che si fa sempre meno ferma.
Le sue grandi mani stanno scivolando lungo le mie braccia e in pochi secondi mi ritrovo a precipitare.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” grido con tutto il fiato che ho in gola.
Ti prego Zeus, non farmi morire così, penso, stringendo gli occhi più che posso.
Tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego...
Presa!-ride divertito Jack, quando gli cado letteralmente in braccio- Ti avevo detto di startene buona.”
Ok, non mi muovo più.” sussurro, stringendomi disperatamente a lui e incassando la faccia nell'incavo del suo collo.
Sento il suo petto sobbalzare al ritmo della sua risata, ma non me ne curo.
Creo una sorta di isolamento forzato in cui non vedo, non sento e non parlo.
Perlomeno, finchè non sarò sulla terraferma!
Dopo quelle che a me sembrano ore, sento l'impatto con il suolo, perfettamente ammortizzato dalle gambe di Jack.
Arrivati.” mi comunica con tono entusiasta.
Io mi decido ad allentare la presa e a guardarmi intorno.
Siamo su una spiaggia che non riconosco.
Con estrema lentezza (che dipende dal fatto che sono sotto-shock) mi stacco da lui e muovo qualche passo traballante.
Cosa a cui rinuncio immediatamente, fra l'altro, dato che sono stabile come un bambino che muove i primi passi.
Mi lascio cadere letteralmente per terra e seduta a gambe larghe cerco di ridare un ritmo al mio respiro.
C'è un pacco per lei, capo!” annuncia divertito Jack, guardando dietro di me.
Finalmente.- ribatte Takis, con lo stesso tono- Lo aspettavo con ansia.”
Io intanto ne approfitto per analizzare il volto dell'uomo volante. Deve avere circa vent'anni, anche se devo ammettere che non sono mai stata un drago nel dare l'età alla gente, ricci biondi, occhi azzurri e un naso importante. Non è brutto, direi che si potrebbe dire che è carino, ma forse quei tratti troppo grossolani e il ricordo che ho del bel volto di Takis gli fa perdere questo confronto.
Come richiamato dai miei pensieri, il misterioso multimilionario mi compare davanti, invitando l'altro ad andarsene.
E' stato un vero peccato che te ne sia andata così presto, ieri sera- dice avvicinandosi a me Takis, stranamente raffinato anche con dei jeans invecchiati e una semplice camicia nera- il signor Ferguson ha perso la dentiera nel tentativo di mangiare la torta e a Saori Kido per poco veniva un embolo!”
Io lo guardo confusa, più che altro perchè mi gira ancora la testa per il volo fuori programma che ho fatto.
Tutto bene?” mi domanda, avvicinandosi e accucciandosi di fianco a me.
A parte lo stomaco sottosopra, la nausea e la testa che mi scoppia?Sicuro!Solo ti dispiacerebbe smetterla di girare?” mormoro cercando di focalizzare bene la sua faccia.
Lui ride divertito “Sei proprio uno spasso!”
Sì, certo.
Ah, ah, ah.
Quand'è che la gente si renderà conto che io non mi comporto così per essere uno spasso, ma solamente perchè sono una frana senza speranza?
Chi era Manoli?-gli domando a bruciapelo, interrompendo la sua risata-Lui e suo padre e il padre di suo padre sono la stessa persona, come è possibile?”
Takis sospira “Credo di doverti delle spiegazioni.”
Oh, sì!”ribatto convinta.
Lui mi aiuta ad alzarmi e camminiamo sulla riva del mare, che oggi è piatto come l'olio.
Ti dispiacerebbe toglierti quella maschera mentre parliamo?” mi chiede prima di rispondere alle mie domande.
No. Se lo facessi ti dovrei uccidere.” spiego cercando di ignorare quei suoi dannatissimi occhi che riescono a farmi avvampare solo con la loro esistenza.
E ne saresti capace?” sghignazza divertito.
Io scuoto la testa, rassegnata e lui ride ancora di più.
Sei sempre così sincera?” mi domanda di nuovo.
E tu cerchi sempre di evitare un discorso inondando il tuo interlocutore di domande?” ribatto con lo stesso tono.
Takis alza le mani in segno di resa “Touchè!”
Rallentiamo la nostra camminata e dopo un po' mi invita a sedermi insieme a lui su uno scoglio.
Diciamo che la storia di Vassilios, o Manoli se preferisci, inizia molti anni fa ed è...complicata.”
Annuisco “Credo di poterla capire.”
Si lascia scappare un sospiro e si volta a guardare il mare e io non posso che fare a meno di stupirmi di due cose: del suo cambio di espressione, innanzitutto, dato che in questo momento il suo volto ha perso tutta la sua spensieratezza, e poi di come l'azzurro dei suoi occhi rifletta perfettamente il colore dell'acqua.
Un attimo!Michelle, che cosa diavolo stai pensando?, domando a me stessa scuotendo la testa con energia.
Concentrati!
Vassilios era una persona normale, un ragazzo normale. Poi è stato scelto.” inizia, con lo sguardo rivolto lontano.
Scelto?Da chi?” chiedo curiosa.
Dall'armatura, ma non una di quelle che conosci tu. Un'armatura maledetta dagli dei che lo ha tenuto legato a sé per tutto il tempo che desiderava.”
La sua voce è così triste che sembra quasi stia parlando di sé stesso.
Cosa vuoi dire?”
E' l'armatura che lo ha fatto vivere fino a più di duecento anni. L'armatura ti sceglie e tu non puoi fare altro che obbedire al suo volere. È questa la maledizione che gli dei hanno inflitto a quelli come me.”
Il suo sguardo si fa duro, mentre continua a fissare il mare.
E Aspasia?Era sua moglie, no?Anche lei è...” non riesco a non fare a meno di chiederlo.
Il ritratto dei due sembrava il ritratto dell'amore, non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo innamorato di Vassalios mentre stringeva la sua amata.
Takis scuote la testa, guardandomi di nuovo dopo tanto tempo “Te l'ho detto. È una maledizione: non puoi avere amici, amori, affetti: se l'armatura ti sceglie e ti vuole portare con sé devi essere legato solo a lei per non soffrire.”
Abbasso lo sguardo, mentre sento delle lacrime scorrermi sulle guance.
Com'è triste questa storia. Soprattutto se penso che è vera.
E tu...” non ho nemmeno il coraggio di chiederlo.
Vassalios mi ha adottato e addestrato. L'aveva già fatto con altri prima di me ma io ero quello giusto.” spiega con tono rassegnato.
E quindi tu ora...” incalzo, sperando che non sia davvero così.
Takis annuisce “Sono il nuovo cavaliere di Prometheo, ho ereditato la sua armatura.”
Il lungo e fitto silenzio che si crea fra noi viene interrotto da un tonfo sordo.
Scusate il disturbo ma la situazione al Santuario sta precipitando- ci comunica Jack, parlando velocemente- C'è quella pazza che ti allena che sta per avere una crisi isterica, e se non ti ritrova subito non so cosa potrebbe succedere!”
Cosa?- protesto interdetta- Non posso andarmene ora!Non ho ancora capito niente!”
Jack ignora il fatto che io abbia parlato e mi prende in braccio, pronto a riportarmi a casa.
Aspetta!- protesto guardando Takis e allungando la mia mano verso di lui- Che cosa c'entra tutto questo con me?”
Stiamo già volando quando mi risponde “Cerca altre informazioni sulle maledizioni inflitte dagli dei!- grida per farsi sentire- Tu sai già la risposta alla domanda devi solo cercarla!”
Cosa?!Non capisco!” urlo a mia volta.
Sarà l'altezza, le vertigini o non so cos'altro, ma io non ho capito quello che mi ha detto, e credo fosse una cosa importante.
Ora sta buona, Michelle- mi intima Jack, mentre ci allontaniamo sempre più- Stavolta non posso offrirti la velocità da crociera!”
O miei dei!
Meglio se chiudo gli occhi e cado in stato comatoso, possibilmente.
Dopo circa due secondi, mi sento buttare letteralmente a terra.
Sono ancora intontita quando un lontano “Bye bye” mi giunge alle orecchie, e poi nemmeno faccio caso ai passi pesanti che mi raggiungono da dietro.
Che ci fai qui?Ti ho cercato dappertutto!” ringhia Shaina prendendomi per un braccio e trascinandomi dentro i confini del Santuario.
Io la guardo confusa. Il volo non mi ha fatto molto bene...
Ti è esploso un petardo in testa?” chiede, con tono perplesso.
Eh?” mormoro in risposta.
Ho voltato.
Per Atena!
E ben due volte!
Figuriamoci se ho fatto caso a come sono conciati i miei capelli!


Apro la porta della grande sala della biblioteca.
Uno scricchiolio fortissimo si diffonde in tutta la stanza, e tutti (ma proprio tutti!) si girano verso di me.
Non posso fare altro che arrossire come un peperone maturo.
“S-scusate!” balbetto imbarazzata mentre richiudo la porta, che concede il bis della sua strabiliante esibizione di prima.
E decide di non chiudersi più.
Alla fine mi azzardo a sbatterla con forza.
“Sssssh!” è il coro che si alza.
“Scusate.” ripeto in un sussurro.
Ho sempre odiato la biblioteca del Santuario.
È un posto troppo grande, troppo silenzioso, troppo scuro e con troppa polvere.
Inoltre, non è affatto adatto a un'imbranata come me, che non riesce a fare un passo senza sembrare rumorosa come un elefante in un negozio di cristalli.
Quando ho detto a Kim che avrei saltato la cena per venire qui non credeva alle sue orecchie.
Quando studiavamo e lei mi chiedeva di accompagnarla a studiare rifiutavo sempre.
Per prima cosa non riuscivo a reggere il confronto con lei. Certo, Kim è la mia migliora amica e le voglio un mondo di bene, ma, lo ammetto, è sempre stata un passo avanti rispetto a me con lo studio ed è sempre stato snervante da reggere come confronto.
Lei sempre perfetta e io l'impiastro di turno.
E poi, perchè la biblioteca del Santuario e tremendamente sfornita. Cioè, è piena di volumi antichi e preziosi, di quelli che si rompono anche solo a guardarli, mentre un sacco di libri più moderni (moderni...Shakespeare!!) non ci sono. Diciamo che trovarmi a dover leggere Omero anziché Jane Austen mi ha sempre pesato molto.
Cercando di far meno rumore possibile mi dirigo in fondo ad una delle sale laterali che, grazie al cielo!, è completamente vuota.
Perfetto: significa che non dovrò a nessuno delle spiegazioni sul perchè della mia ricerca.
Scosto la sedia con entrambe le mani, giusto per evitare di far troppo rumore, e lascio sul posto un block-notes e una penna che mi sono portata da casa, giusto per delimitare il mio spazio.
Poi, finalmente, mi dirigo verso lo scaffale con le enciclopedie. Adoro le enciclopedie: tutto il sapere concentrato in pochissimo spazio!
Afferro quella riguardante la mitologia antica e torno al mio posto.
“Uhm...Da dove cominciare?”mi domando, cercando di tenere la voce bassa.
Mi vengono in mente le parole di un vecchio insegnate.
Hybris. Ecco quello che devo cercare.
Faccio scorrere veloci le dita fra le pagine ingiallite e finalmente trovo quello che sto cercando.
“Hybris- ripeto ad alta voce, iniziando a leggere- Orgoglio, superbia, eccesso, tracotanza. Una colpa dovuta ad un'azione che va contro le leggi degli dei e che si percuote su chi l'ha commessa per l'eternità. È anche associato al termine nemesis, la vendetta degli dei...”
“Mitologia antica?” mi chiede una voce conosciuta.
Quando alzo lo sguardo Kim e Victoria sono davanti a me, sedute al mio stesso tavolo.
Sono state così silenziose da non farsi sentire, o ero così concentrata da non rendermi conto di quello che succedeva intorno a me?
“La situazione è più seria di quanto pensassi.” continua Vic, cercando di tirare verso di sé il libro.
In un moto di stizza, lo chiudo di scatto. Meglio che non vedano che cosa stavo leggendo.
“Di che cosa stai parlando?” sbuffo contrariata.
“Di te, ovvio. Parli poco, ti presenti in anticipo da Shaina, inizi a frequentare la biblioteca di tua volontà e leggi libri sulla mitologia antica...” elenca Kim aiutandosi con le dita affusolate.
Io scuoto la testa rassegnata.
Che spiegazione potrei inventarmi?
“Che poi, tu l'hai sempre odiata quella materia.” conferma Victoria guardandomi di sottecchi.
Incrocio le braccia al petto, cercando di mentire spudoratamente “Questo non è vero!” sbotto.
“Non riuscivi a prendere la sufficienza nemmeno copiando.” mi prende in giro di nuovo lei.
Io sbuffo di nuovo “Intanto avevo sette meno, in pagella.” la informo.
In fondo, non è così male.
Continuando così potrebbero dimenticarsi dei miei strani comportamenti.
“Ok, abbiamo capito!Comunque sei strana.” ci interrompe Kim, accompagnando le sue parole con un ampio gesto della mano.
Cosa dicevo prima?Ah, sì!Le ultime parole famose.
Sospiro rassegnata. Forse l'unico modo per farle stare buone per un po' è quello di dire una mezza verità. Qualcosa che si abbastanza soddisfacente per la loro curiosità da convincerle che sono in pieno possesso di ogni mia facoltà...
“E' un ragazzo.” sentenzia Vic, con tono estremamente serio.
Io e Kim alziamo la testa di scatto all'unisono “Cosa?”
“C'entra sicuramente un ragazzo- ripete convita- ci sono tutti i sintomi: aria distratta, comportamenti anomali e antisociali...”
“Un ragazzo?- chiede perplessa Kim, guardandomi stranita- E Manuel?”
Manuel?
Con tutto quello che mi è capitato in questi giorni, non ci ho pensato molto...
Improvvisamente la cosa mi fa sentire piuttosto in colpa.
“Visto?Esita!Deve esserci un altro ragazzo!” esclama Vic, non abbandonando la propria teoria.
“Non essere sciocca, Victoria- sbotta Kim, prendendo le mie difese- La tua teoria è completamente campata in aria!”
Vic incrocia le braccia al petto, indispettita “E come la mettiamo col multimilionario, allora?”
Io scatto in piedi, sull'attenti, non appena sento queste parole.
“Chi ti ha detto di Takis?” domando, già in ansia.
La mia amica bionda ride soddisfatta di sé “Visto?” sghignazza, rivolta a Kim che scuote i suoi lunghi ricci castani esasperata.
“Chi ti ha detto di Takis?” ripeto nel più completo panico.
Allora qualcuno ha notato che parlavamo.
Per Zeus!
E se avessero capito tutto?
E se pensassero che sono una traditrice?
E se mi volessero cacciare dal Santuario perchè mi immaginano invischiata in chissà quale complotto?
“Aioria di Leo ha visto che ti faceva gli occhi dolci e che parlavate fitto fitto.- mi spiega Kim, che pare avere più calma dell'altra pazza scatenata che si sta facendo chissà quali castelli in aria- Lo ha detto a Marin e Marin lo ha detto a me, che ho avuto la malaugurata idea di informare quest'oca!”
Quando ricomincio a respirare, mi rendo conto che per tutto quel tempo avevo trattenuto il respiro.
Ah, è solo del semplice gossip.
Eccellente.
“Allora, ci provava con te?- domanda Vic, che non sta più nella pelle- Non tenerci sulle spine!”
Al solo pensiero che Takis possa nutrire quel tipo di interesse verso di me, mi sento avvampare.
“M-ma cosa vai a pensare...” borbotto sempre più imbarazzata.
“Oh, smettila di fare così: devi raccontarci tutto!” mi ordina prendendomi per le spalle e conducendomi fuori dalla biblioteca.
Credo che questo interrogatorio sia il modo perfetto per sviare l'attenzione dal vero problema.
La domanda è: sopravviverò a tutto ciò?

Ecco il nuovo capitolo con le avventure della nostra Michelle. Che dite, vado bene con i tempi di aggiornamento? Troppo presto? Troppo lenta? Qualcuno ha pensato di venire a costringermi a pubblicarlo puntandomi una pistola alla tempia?
In ogni caso: eccolo qui! Che ne pensate?
Spero di non aver svelato troppo su Takis e Jack, il nuovo personaggio...La storia di Miki è in continua evoltuzione e gliene capiteranno ancora di cose prima che anche lei si renda veramente conto della situazione.
Detto questo....Trick or sweet?Passate un ottimo Halloween, possibilmente travestendovi con costumi imbarazzanti...
Bacio JoJo

Snow Fox : Io?Perfida??Suvvia, è stato solo un caso che Disney mi abbia preso come modello per la strega cattiva di Biancaneve!Ah!Ah!Ah...Il fatto di non rivelare niente di Takis da subito lo fatto...uhm...ok, perchè sono perfida!(credo che Michelle ne sappia qualcosa...) Sono contenta che le due scenette ti siano piaciute e spero di aver calmato un pò la tua curiosità...certo non troppo!

bellatrix18 : Ehi, ehi, ehi...che curiosa che sei!!Non crederai davvero che io ti riveli tutto e subito, no? Devo mantenere una certa suspance e soprattutto sappi che il motto della mia storia, coniato per l'occasione e per depistare chiunque legga, è: niente è come sembra!! In ogni caso, sono lieta che il capitolo ti sia piaciuto!

anzy : Addirittura strabiliante!Wow!Grazie mille! Allora, soddisfatta di avere scoperto qualcosa in più su Takis?E se è troppo poco...forse (e dico forse) nel prossimo capitolo si scoprirà qualcosa di più. Al solito, sono felice di aver scatenato la tua ilarità (Michelle un pò meno, dato che è coinvolta di prima persona!)

Gufo_Tave : Oddio, dopo aver letto il tuo commento stavo seriamente pensando di stravolgere la trama da qui in poi per inserire la frase "Michelle, sono tuo padre." Ah, ah, ah. Mi ha fatto morire! Alla prossima!

picciottina75 : ma sì, solo un pochetto melodrammatica. Spero di averti tolto qualche dubbio oppure puoi sempre a chiedere a Michelle qualcuno dei suoi sonniferi.

Megarah_witch : Vero, eh? Il mitico chihuahua! Credo di averlo creato perchè, più penso alla Kido, più me la immagino come una Paris Hilton sfigata...Come puoi vedere, al momento, quella domanda se la sta facendo Michelle stessa...povera cara!

whitesary : Dunque...ovviamente la risposta al perchè Shaka si trovi sempre in mezzo quando Michelle combina qualcosa di imbarazzante è che lui ha davvero uno sfigometro incorporato. Eh, sì!

Engel : Allora, capito chi è Takis?O, perlomeno, scartato qualcuna delle tue numerose ipotesi? (fantastiche, oltretutto!) Visto che in questo capitolo Miki è riuscita a scappare da Shaka?Credo che la sua tecnica ormai sia quella della fuga!!

LeFleurDuMal : Wow, grazie mille! Spero proprio di andare avanti così e non deludere le tue aspettative, allora!

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Capitolo 9
*** What a mess, Michelle! ***


What a mess Michelle!


Il rumore delle stoviglie mi infastidisce. Per prima cosa perché le dovrò lavare io, ma questa me la sono cercata. Victoria è ben contenta di essere esonerata dalle faccende domestiche dato che il suo ultimo hobby è la manicure, ma Kim ha provato davvero a convincermi a farmi aiutare da lei.
Il punto è che io sono una perfezionista e se vedo che qualcuno non fa le pulizie con la stessa minuzia che uso io, impazzisco.
Letteralmente.
Una volta ho tentato di bruciare una maglietta dato che aveva l'alone di una macchia.
Ma il vero motivo per cui ho i nervi a fior di pelle è Shaina.
Ho passato una settimana infernale e sinceramente ammetto che qualche miglioramento nel mio pessimo metodo di combattimento c'è stato.
Ormai non sento nemmeno più il dolore fisico...quasi.
Il punto è però che sono agli arresti domiciliari.
Mi alzo, vado ad allenarmi, pranzo al sacco, continuo ad allenarmi, piccola pausa, di nuovo allenamento.
Cioè, quella pazza è anche riuscita a togliermi tutti i miei incarichi pur di allenarmi decentemente!
Dice che lo fa perchè mi vuole bene, lei!
Io so solo che se fosse davvero così non mi avrebbe obbligata a mettermi in ridicolo davanti a tutto il Santuario.
Magari fosse solo questo il motivo del mio umore nero, però.
Shaina mi ha proibito di vedere Manuel finchè non otterrò quella dannata armatura.
Cioè non potrò vederlo mai più!
Ed io ho assoluto bisogno di vederlo: primo, perchè è il mio ragazzo e secondo (e decisamente più importante) sono confusa. Tremendamente confusa...
Non ho idea di cosa mi stia succedendo, ma quando la mia mente è completamente vuota il mio pensiero vola da solo verso una persona a cui non dovrei assolutamente pensare.
Takis Antaz.
Avevo giurato a me stessa di ignorare completamente tutta la faccenda dell'armatura di Prometheo, del suo genitore adottivo pluricentenario e via dicendo.
Però....
Però, anche se ogni tanto riesco a non pensare a tutto questo e a come io potrei esserne coinvolta, nella mia mente compare la sua faccia.
Alla fine mi risulta sempre più difficile non pensare a lui e ai suoi meravigliosi occhi azzurri.
Ecco!
Lo sto facendo di nuovo!
Certo gli avvenimenti di qualche giorno fa sono stati un po'...diciamo bizzarri: non può essere questo il motivo per cui la mia attenzione è calamitata immancabilmente e sempre da lui!
E poi ci sono le assurde figuracce che ho fatto.
Sono ancora così imbarazzata che solo a pensare a Shaka di Virgo, che ha avuto l'occasione di vedere il peggio di me, mi sento diventare paonazza.
Per sicurezza ogni volta che sento vociferare della presenza nei paraggi di un gold saint opto per la fuga, quindi.
Una volta Aldebaran mi ha trovato nascosta dietro a un cespuglio mentre cercavo di sfuggirgli pensando che lui fosse Lui!E' stato un momento decisamente imbarazzante!
Sono sicura che non vedendo ne Shaka ne Takis per un po' la mia mente tornerà lucida e tutto tornerà come prima.
“Io amo Manuel!” ribadisco ad alta voce, per mettere subito in chiaro questo a tutte le mie personalità che si stanno ribellando all'interno della mia testa.
Victoria sbuffa sonoramente “Lo sappiamo benissimo, questo. Non c'è bisogno che ogni volta ribadisci l'idillio che vi unisce.”
Kim le poggia una mano sulla spalla “Vic non aggredirla. È stata una settimana dura per lei.”
“E' stata una settimana dura per lei- la imita facendo dondolare la testa da destra a sinistra- E della mia settimana ne vogliamo parlare?”
“Cos'è successo?Ti sei rotta un'unghia?” la stuzzico. Lei è l'unica capace a tirare fuori il peggio di me: eccomi signore e signori!L'acidità di un pessimo sabato mattina!
“Smettetela, ragazze- intima Kim, frapponendosi a noi- E poi Miki, non dovresti essere di ottimo umore oggi? E' l'anniversario tuo e di Manuel!”
Io, nell'ordine: spalanco la bocca, mi porto le mani alla bocca cosicché le mie due amiche possano non godere dello spettacolo ivi contenuto, mi lascio cadere seduta sulla sedia, cado dalla sedia dato che quell'idiota di Vic me l'ha tolta da sotto il deterano per farmi uno scherzo stupido, impreco rivolta alla suddetta idiota e poi rivolta a Shaina.
“Che c'entra Shaina, adesso?” domanda perplessa Kim inarcando un sopracciglio.
“C'entra perchè è il mio anniversario e lei non mi lascia mettere piede fuori dal Santuario!- sbotto irritata, mentre mi alzo massaggiandomi il fondo schiena- Ho dovuto raccontare a Manuel che lo zio mi voleva portare con sé in Egitto per partecipare ad un altro scavo!”
Victoria sghignazza divertita “Davvero, non posso crederci che lui pensa davvero che tu abiti insieme al tuo vecchio zio all'interno di un campo archeologico top secret!”
Mi fermo a pensarci un po' su anche io. In effetti come alibi per tutte le restrizioni a cui sono sottoposta al Santuario non è che sia geniale...Ma, in fondo, se ha funzionato fino adesso un motivo ci sarà.
Sono riuscita ad evitare che lui mi chiedesse di fargli vedere casa mia solo grazie alla scusa dello zio che mi ha adottato, che io gli ho descritto come un vecchio bacchettone che è convinto che il mio primo ragazzo sarà anche quello che mi sposerà.
Mica male, vero? Basta parlare ad un ragazzo di vent'anni di matrimonio e si tiene lontano dalla tua famiglia come se fossero tutti appestati!
“Non è questo il punto!- dico, riprendendo le redini del mio pensiero e concentrandolo sul discorso attuale- Il fatto è che io devo trovare una scusa per non presentarmi all'allenamento di stasera!”
Mi avvicino al lavello e inforco i miei guanti di gomma arancione.
“Che stai facendo?-domanda Kim perplessa- Non stavamo iniziando a pensare come fare ad aiutarti?”
Io annuisco sorridendo smagliante e prendendo il detersivo per piatti “Lo sai che mi concentro meglio quando faccio pulizie.”
Victoria si lascia sedere su una sedia con aria rassegnata: credo che abbia rinunciato a capirmi.
“Oh, sentite questa: e se simulassi un attacco di appendicite?” propongo dopo qualche secondo di silenzio.
Kim scuote la testa “Non funzionerebbe. Tu non sai assolutamente mentire!”
“Certo che so mentire.” sbotto punta sul vivo.
Ma per chi mi hanno presa?Per la dolce e tenera Michelle di un tempo?Quella l'ha uccisa Shaina al primo allenamento insieme, quando mi ha tirato un calcio rotante dritto sullo sterno!
“Andiamo, Miki: non ti ricordi dell'ultima volta con Marin?”
Urgh!Ricordo perfettamente di cosa sta parlando Victoria.
Una volta io e lei abbiamo visto il silver di Eagle con i capelli spruzzati di pittura bianca. Probabilmente stava ritinteggiando casa sua, o qualcosa del genere, e nell'uscire non si è accorta in quale stato fossero, fatto sta che Vic è notoriamente un'idiota e che si è messa a ridere a crepapelle.
Ovviamente non ho saputo resistere e ho iniziato a ridere anche io, così Marin si è accorta di noi.
Victoria si sposta alla velocità del suono e io no. Quando la rossa mi ha chiesto che cosa ci fosse di così divertente, non sono riuscita a inventarmi nessuna scusa plausibile e le ho spiattellato che stavo ridendo di lei...
Risultato: ho dovuto pulire il pavimento di tutti i templi dei gold dipartiti!
“Forse hai ragione. Qualche altra idea?”
Kim si massaggia continuamente le tempie, come se questo potesse far accelerare il suo pensiero.
“Amnesia” esordisce la bionda ad un certo punto.
Insomma, non hanno appena detto che non so recitare?
“Ho letto su una rivista medica che se ti colpisco in testa con la giusta intensità, nel punto giusto, perderai la memoria. - spiega con tono professionale- Così non dovrai mentire!”
“E' l'idea più stupida che abbia mai sentito!E poi, da quando leggi riviste che non parlano di gossip o moda?” affermo senza nemmeno pensare alla possibilità di attuarla.
“Ok, forse non era una rivista medica, ma un documentario...O forse Grey's Anatomy?Comunque l'idea non è male!” starnazza Vic, evidentemente offesa.
“Un'amnesia le farebbe dimenticare troppe cose, Vic.” tenta pazientemente di spiegarle Kim.
Dopo altri interminabili minuti di riflessione la bruna batte un pugno sul palmo aperto della mano.
“Ci sono!” esclama trionfante.
“Davvero?” chiedo speranzosa.
Kim annuisce “Chiama Shaina. Ho trovato il piano perfetto!”


Il così detto piano perfetto di Kim mi porta in men che non si dica in quella stessa cucina dove è stato ideato, a sorseggiare tè con tre dei silver più potenti in circolazione.
Senza la maschera Shaina sembra quasi umana: ha dei grandi occhi verdi molto dolci e il viso minuto.
Chi potrebbe sospettare, vedendola così, con quella tazza di finta porcellana in mano, che in realtà è lei lo spietato boia grazie a cui sono settimane che il solo pensare di alzarmi dal letto mi provoca un senso di nausea e dolori sparsi in tutto il corpo?
Non è che c'è un vaccino anche contro di lei?Dopotutto, sembrano tipici sintomi influenzali anche questi!
“Sei stata così carina ad accettare il nostro invito, Shaina- cinguetta Victoria per spianare il terreno all'attuazione del Grande Piano Top Secret di Kim- Con i nostri vari impegni non ci vediamo quasi più, ormai. È un vero peccato!”
Io sospiro.
Sono tremendamente tesa e non ho bisogno del settimo senso per capire che qualcosa andrà storto!
“Infatti.- ribatte Shaina posando con un gesto aggraziato, che mai ti aspetteresti da lei, la piccola tazza- Fra l'altro devo allenare la vostra amica, quindi non posso trattenermi molto.”
Kim inghiottisce alla velocità della luce l'ultimo dei deliziosi biscotti preparati da lei stessa per l'occasione e si prepara a dare il via al Grande Piano Top Secret.
“A questo proposito Shaina, dovremmo parlarti.” butta lì, dopo aver bevuto tutto d'un fiato l'ultima goccia di tè nero che aveva nella tazza.
“Dovremmo?” ripete il cavaliere dell'Ofiuco alzando un sopracciglio sottile.
La bruna annuisce “Sì, io e Michelle.”
Io spalanco occhi e bocca, andando pericolosamente vicino ad una slogatura della mascella.
Perchè diavolo non mi ha detto che anche io avevo una parte nel GPTS (Grande Piano Top Secret...che razza di nome che ha voluto dargli!)
Lo sguardo smeraldino di Shaina si punta su di me “Che cosa volevi dirmi, Miki?”
“E-ehm...ecco i-io...”
Niente da fare: quando mi rivolge la parola non riesco a fare a meno di balbettare. Dev'essere un riflesso incondizionato del mio corpo che la riconosce come la causa di tutte le mie disgrazie.
“Voleva chiederti se potevi rimandare gli allenamenti di stasera.” dice Kim al posto mio.
Oh dei dell'Olimpo!
Il silver più vendicativo del mondo contrae la mascella, rimanendo tuttavia in silenzio.
“Kim!” sibilo interdetta.
Era questo il suo magnifico piano?Spiattellargli la verità in faccia?
“Michelle...” ribatte lei con una nota di compassione nella voce.
“Michelle!” ringhia Shaina.
“Shaina...” piagnucolo io.
“E io sono Victoria- sbotta il saint di Lucertola con voce spensierata- Ora che abbiamo fatto l'appello, che ne dite di continuare il discorso?”
Shaina stringe con rabbia il tovagliolo di carta. Non so se il povero oggetto tornerà mai come prima.
“Non puoi saltare l'allenamento. Il torneo è imminente e tu hai bisogno ASSOLUTO di esercizio!”
Abbasso lo sguardo sospirando.
Almeno, ci abbiamo provato.
“Ma è davvero importante che Miki vada ad Atene, oggi.” spiega Kim accavallando le gambe.
Ha uno sguardo determinato che le ho visto poche volte.
L'ultima è quando mi ha mandato al tappeto nel torneo per l'armatura della Freccia.
“E che cosa avrebbe di così importante da fare in città?” domanda il silver dell'Ofiuco riducendo le pupille a una fessura.
“Deve vedere il suo ragazzo: è il loro anniversario.” risponde Kim, per niente intimorita.
Che donna, la mia amica!Tenere testa a Shaina!Wow!
“Non hai tempo per queste cose!Come ti ho già detto...”
“Shaina: Miki ti ha dato motivi di lamentarti per il tempo in cui l'hai allenata?” chiede a bruciapelo il saint della Freccia, sorridendo amabile.
La ragazza scuote la testa in segno di diniego.
“E al torneo mancano ancora parecchi giorni, no?- continua imperterrita Kim- Ha tutto il tempo per concludere l'addestramento. E poi, sai anche tu come l'amore sia importante, anche per un saint...”
Ovviamente la mia amica si riferisce alla discussa (e alquanto improbabile) love story della mia attuale maestra d'armi con tale Seiya, altrettanto discusso eroe del Santuario.
Shaina stringe ancora gli occhi.
Scuote la testa.
Sospira.
“Va bene. Ma da domani si triplica la dose di allenamento!”
Ecco, lo sapevo, tentativo inutile!
Come le è venuto in mente a Kim che potesse funzionare questo stupido piano...
Aspettate: ha detto che va bene?
Mi alzo in piedi e mi metto a saltellare per la stanza.
“Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie!” urlo uscendo di casa di corsa.
Devo assolutamente prepararmi a dovere.
E poi, scherziamo?, un giorno di vacanza totale!!!


Non ricordo di aver mai passato una giornata del genere...
Ho pensato solo a me stessa, senza dover fare altro.
Niente allenamento, niente lavoretti o consegne da fare.
Ho perfino approfittato per la prima volta in vita mia delle comodità delle terme del Santuario.
Pierre mi guardava in cagnesco mentre bighellonavo in giro, e di solito è sempre stato il contrario!
Sospiro soddisfatta, mentre cammino per le vie di Atene con lo sguardo basso.
Mi sento un po' imbarazzata, al momento, per via di come mi ha conciato Victoria per l'occasione.
I pantaloni bianchi che mi ha prestato mi sembrano troppo stretti e le scarpe scomodissime.
Il top nero, poi, è attillato e appariscente: mi pare che ogni persona che mi passa accanto si giri a guardarmi!!
L'unica nota positiva è che sono riuscita a impedirle di truccarmi e di cercare di domare la massa informe dei miei capelli...
Anche se è un anniversario, meglio non esagerare.
Mi lascio scappare un sospiro e mi fermo sul posto, prima di imboccare la via che mi porterà all'entrata del pub che Manuel frequenta ogni sabato sera, quando non stiamo insieme.
Ci siamo.
Un altro bel respiro e posso andare.
In fondo, non è cambiato niente.
I miei piedi si muovono lenti sull'asfalto, mentre fisso con determinazione l'insegna luminosa della mia meta.
Non è cambiato niente, mi ripeto mentalmente.
Tutto quello che è successo in questi giorni non ha niente a che vedere con l'amore che provo per Manuel...
Non è cambiato niente.
Questo pensiero si ferma nella mia mente.
Sembra rieccheggiare nella mia testa, beffardo.
Sì, beffardo, perchè non ha niente a che vedere con la realtà che mi trovo davanti.
“Non è possibile.”
Credo di aver pronunciato ad alta voce queste parole, ma la mia voce deve essere talmente strozzata che forse le ho solamente pensate.
Sono ferma sulla soglia del pub e gli insulti per il fatto che sto bloccando l'entrata mi arrivano ovattati alle orecchie.
C'è Manuel.
Non è solo.
Sta tenendo la mano ad una rossa mozzafiato e la sta baciando.
Baciando!
Non un casto bacio fraterno sulla fronte, non un bacio di saluto fra amici.
Un bacio vero.
Passionale.
Dolce.
Da innamorati.
E la cosa che mi fa arrabbiare di più è che lo sapevo che sarebbe finita così: che prima o poi si sarebbe accorto di poter meritare di più di una stupida ragazza assente come me.
Sono una bella coppia, mi ritrovo a pensare mentre cammino all'indietro, per scappare come la codarda quale sono.
Andiamo, non saprei assolutamente come affrontare ne l'uno ne l'altra. E non sono affatto il tipo capace di sfruttare la propria supremazia fisica...
“Miki?” la voce profonda di Manuel mi raggiunge così come il suo sguardo sorpreso.
Mormora qualche scusa alla ragazza che sta con lui, che mi incenerisce immediatamente con lo sguardo, e poi si alza per venire nella mia direzione.
Scappare.
È l'unica cosa che mi viene in mente.
Esco in strada e cerco di seminarlo entrando in qualche vicolo a caso.
“Michelle!” mi urla da non molto lontano lui, inseguendomi.
Io svolto a destra e mi trovo nella mia più tipica situazione.
La storia della mia vita: braccata all'interno di un vicolo cieco.
“Michelle...” esordisce lui con un po' di fiatone.
Io sfoggio un sorriso tirato. Il peggiore che mi sia mai uscito.
“Manuel. Volevo farti una sorpresa, non sapevo fossi impegnato.” biascico imbarazzata.
Lui abbassa i suoi occhi verdi e col piede gioca con qualche ciottolo che c'è a terra “Lo so...Quella è Heleni.”
“Sorpresa.” ripeto, incrociando le braccia e abbassando lo sguardo a mia volta. Da quando fa così freddo qui?
“Miki, mi dispiace davvero che tu sia venuta a scoprirlo così. Ma lo sai...”
Annuisco piano, senza distogliere la mia attenzione da un'interessantissima macchia scura vicino ai miei piedi “Lo so. Volevi qualcosa di più.”
Manuel scuote i suoi riccioli biondi, mi si avvicina e mi prende la mano.
Una stretta totalmente diversa da quella riservata a Heleni.
“Di più?Forse tu meriti qualcosa di più!” mormora guardando le mie dita fredde, ghiacciate.
Alzo lo sguardo, per cercare una spiegazione a quelle parole.
“Michelle tu sei fantastica solo che...- sembra incerto, quasi imbarazzato- sembri ad un altro livello rispetto a me. Come se vivessimo in due mondi totalmente diversi e non davvero nella stessa città.”
“C-che cosa vuoi dire?” balbetto con voce rotta.
Non so per quanto riuscirò a trattenere le lacrime.
Lui mi lascia la mano, stringendo i pungi lungo i fianchi “Siamo insieme da sei anni e tu sei sempre così...distaccata. Parliamo, ridiamo e quando siamo insieme tutto sembra perfetto ma appena resto solo, appena tu te ne vai verso mete ignote, mi ritrovo a pensare.”
“A cosa?” domando triste.
“Al fatto che mi sembra di non conoscerti davvero. Non so dove abiti, qual è il tuo vero lavoro, che faccia ha tuo zio, i tuoi amici, i tuoi parenti. - continua con fervore- Non ho idea di come hai passato la tua infanzia o cosa sogni di diventare. Se hai avuto il morbillo o sei stata operata alle tonsille. Sembri un'apparizione: vieni, mi rendi la vita meravigliosa e poi sparisci in una nuvola di fumo lasciandomi solo e confuso.”
“Posso cambiare- tento afferrandogli una mano- posso essere migliore!”
Ma la sua mano resta rigida nella mia stretta. “Non è questo. Tu mi sfuggirai sempre, non ti avrò mai davvero.- scuote la testa rassegnato- Heleni è una mia compagna di corso all'università. Viene ai miei concerti, conosco i suoi genitori, so dove abita e che vuole diventare una giornalista. Che cosa so davvero di te?”
Mi guarda speranzoso.
Forse spera che io gli riveli i miei reconditi segreti.
Che gli spiattelli che in realtà vivo al Santuario e che la dea Atena esiste e l'ho vista giusto una settimana fa.
Che lavoro per dei guerrieri che potrebbero ucciderlo solo guardandolo e che devo indossare una maschera tutto il giorno.
Forse, glielo dovrei dire.
“Quindi finisce così?” domando dopo una lunga pausa.
Lui annuisce.
Annuisco anche io.
Poi guardo la sua schiena allontanarsi, i suoi capelli leggermente ondulati muoversi al ritmo dei suoi passi.
Lascio che le lacrime scendano copiose e torno di corsa al Santuario.

Mi sono persa!
Sarà perchè ho gli occhi appannati dalle lacrime, sarà perchè ogni volta che incappo in un essere umano cambio strada senza pensarci due volte, sarà perchè non sto guardando davvero dove sto andando, sarà perchè mi muovo solo in vicoli sconosciuti e sinistri...
Fatto sta, che mi sono persa!
Se solo riuscissi a concentrarmi per qualche secondo riuscirei a ritrovare la strada e tornare finalmente a casa...Magari sottopormi ad uno degli allenamenti spaccaossa di Shaina potrebbe aiutarmi a dimenticare questa pessima serata...
Chissà se Vic saprebbe davvero causarmi un'amnesia colpendomi in testa...
Mi lascio sfuggire un altro singhiozzo, neanche troppo soffocato, e poi scuoto la testa, rassegnata.
“Michelle...”
Una voce che mi è diventata particolarmente famigliare in questi giorni, mi costringe ad alzare la testa.
Offuscata dai miei occhi umidi, vedo l'immagine di un uomo, con le braccia piantate nelle tasche dei jeans, che viene proprio nella mia direzione.
“Oh, sì. Perfetto!- sbotto guardando Takis che si avvicina a me- Mancavi giusto tu ad aggiungere a questa giornata un bel tocco di caos!”
“Momento sbagliato?” domanda, guardandomi preoccupato.
Non posso fare a meno di ringhiarla, la risposta “Decisamente.”
Poi sospiro, appoggio la schiena al sudicio muro di quel vicolo appartato e mi asciugo le lacrime con il palmo della mano.
“Il mio ragazzo mi ha lasciato.- spiego in un sussurro- Ha preferito una ragazza normale, una che non abbia a che fare con divinità anacronistiche, combattimenti e via dicendo. Non riesco nemmeno a dargli torto.”
“Stupido.” sibila Takis, così a bassa voce che credo che non volesse che lo sentissi.
Il suo bel volto cambia espressione e si finge terrorizzato.
Non deve avere mai questa faccia, mi ritrovo a pensare, sembra una persona che non si spaventa di fronte a niente.
“Che c'è?” domando intimorita.
“Ti ho visto senza maschera!- risponde pronto lui, non riuscendo più a nascondere il suo sorriso sghembo altamente divertito- Adesso dovrai ammazzarmi. Dei,  così ingiusto!Sono così giovane!”
Il suo tentativo di rallegrarmi riesce nel suo intento.
Rido della sua reazione.
“Credevo fossi immortale.” lo punzecchio, sorridendo ancora.
“Credevo fossi triste perchè un ragazzo che non ti merita ti ha lasciato.” ribatte lui, sorridendo a sua volta.
Sembra davvero soddisfatto di avermi rasserenata un po'.
Che tipo strano che è questo Takis.
“E così...mi stavi cercando?” chiedo dopo un po', iniziando a incamminarmi verso casa.
Takis scuote la testa “Sapevo già dov'eri. Ti stavo solo aspettando.”
Io abbasso la testa imbarazzata. Ha una voce così melodiosa che mi fa venire i brividi.
“Come fai a sapere sempre dove sono?” il pensiero non ci ha messo neanche un secondo a trasformarsi in parole.
Lui alza le spalle, come se gli stessi chiedendo l'ovvio “Non sei così difficile da individuare.”
Non credo sia un complimento.
Anzi, credo che sia un modo contorto per dire che lascio dietro di me una scia di imbranataggine facile da seguire.
Cerco di svoltare a destra ma la mano di Takis si poggia sulla mia schiena, obbligandomi a continuare dritta.
“Devo tornare al Santuario.” gli spiego, paziente.
Lui annuisce, facendo cadere ancora di più davanti agli occhi i suoi lisci capelli castani “Lo so. Ti do un passaggio, ok?”
Non posso fare a meno di annuire.
“Non mi hai ancora detto perchè mi aspettavi.” lo informo, guardandolo di sottecchi.
“Niente che possa essere più importante di un cuore a pezzi.- dice sorridendo dolcemente- Rimandiamo il tutto al prossimo incontro.”
“Ci sarà un prossimo incontro?” chiedo perplessa.
Questa cosa mi sta decisamente sfuggendo di mano. Non so quanto ancora riuscirò a nasconderlo a Kim, Victoria o Shaina...
“Spero di sì- afferma contento, per poi abbassare notevolmente il tono. Di nuovo, ho la sensazione che non voglia farsi sentire da me- Prima dell'irreparabile, perlomeno...”
Sto per chiedergli che cosa intende quando l'attenzione mi si sposta su una macchia rossa davanti a noi.
“Non ci credo!” grido portandomi le mani alla bocca e avvicinandomi di corsa.
È una Ferrari, per gli dei dell'Olimpo!
È...
E'...
Non ho parole. È semplicemente la macchina più bella che abbia mai visto dal vivo.
Takis sembra accorgersene e sghignazza soddisfatto “Ti piace?”
“Altroché!” riesco solo a dire, mentre giro intorno all'auto come un avvoltoio intorno alla preda.
Una Ferrari!Credo sia una F430...
“Vuoi guidarla?” chiede, con tono innocente.
Io scuoto subito la testa in segno di diniego.
Non credo che poi sarei in grado di riparare i danni.
“Problemi con il cambio manuale?” azzarda, attivando la chiusura centralizzata e aprendomi la portiera del passeggero.
Scuoto la testa di nuovo “Problemi con la guida in generale...-sospiro rassegnata- Ho rifatto l'esame della patente dell'auto cinque volte.”
Takis si lascia sfuggire una risata “Davvero?”
Annuisco mesta “L'ultima volta l'istruttore è finito all'ospedale per un brutto colpo di frusta” spiego.
La sua risata diventa, se possibile, ancora più sguaiata.
“Sei fenomenale!”
Che c'è di fenomenale in tutto ciò?
“Non c'è niente da ridere!” sbotto, incrociando le braccia al petto.
Il rombo del motore copre la sua risposta, ma forse era soltanto un'altra risata.
“Allora...-inizio incuriosita- Com'è?”
“Com'è, cosa?” ribatte Takis, senza staccare gli occhi dalla strada.
“Sì, insomma, vivere per tutto quel tempo.- immancabilmente le parole mi escono tentennanti- Hai visto alla televisione il primo uomo che atterrava sulla luna, sei stato a un concerto di Elvis o hai partecipato ad altri eventi altrettanto memorabili?”
Il suo bel volto si gira lentamente verso di me.
Le sue sopracciglia sono aggrottate e i suoi occhi indagatori.
“Quanti anni credi che abbia?” mi domanda, guardandomi perplesso.
“Un centinaio?” azzardo.
Di nuovo riesco a scatenare la sua ilarità.
“Ne ho venticinque, sciocca.- risponde, cercando di smettere di ridere- L'armatura mi ha scelto quando avevo vent'anni!”
“Beh, sembri più vecchio.” cerco di giustificarmi guardando fuori dal finestrino.
Lui toglie lo sguardo dalla strada e mi fissa scioccato “Cosa?!”
“Ok, forse non così vecchio...ma intanto guidi come un vecchietto.”
Takis scuote la testa, ormai divertito dalla piega che sta prendendo la conversazione “Non tollero commenti sulla mia guida.”
“Ti giuro che non ne farò se inizi a pestare un po' su quell'acceleratore!” ribatto scocciata.
Odio andare piano!
“Siamo in città- spiega paziente- c'è un limite da rispettare.”
Non posso fare a meno di sbuffare contrariata. “Hai una Ferrari, per la miseria!”
Takis però non molla. Forse mi farà vedere le capacità di quest'auto quando saremo in periferia...
“Ora capisco perchè non hai mai passato l'esame della patente.”
Sbuffo contrariata: non è giusto che me lo rinfacci così.
“E poi- continua sogghignando- credevo fossi una fan delle regole.”
Io mi giro verso di lui e spalanco la bocca scioccata “E questo come lo sai?” chiedo, altamente stupita.
Takis fa spallucce senza staccare gli occhi dalla strada “Ti ho tenuto d'occhio, di recente.”
“Mi hai tenuto d'occhio?!” ripeto allibita.
Come è possibile?
Non ho più messo piede fuori dal Santuario dopo il nostro ultimo incontro, sempre a causa degli allenamenti serrati a cui mi ha sottoposto Shaina.
“E' divertente il Santuario.- spiega sogghignando- Certo, pieno di fanatici, ma interessante.”
La mia bocca deve essere rimasta aperta per qualche minuto per lo stupore.
“C-come fai a saperlo?”
Quando Takis mi risponde, capisco che non ho formulato quella domanda solo nella mia mente “Te l'ho detto. Ti ho tenuto d'occhio. Sinceramente, credevo che fosse un posto più protetto, ma meglio così, no?”
Sbatto gli occhi, senza riuscirmi a riprendere dallo shock.
Takis è entrato al Santuario.
Più volte.
Senza che nessuno se ne sia accorto.
Come diavolo è possibile questo?
Takis deve aver intuito qualcosa a proposito di quello a cui sto pensando, perciò alza gli occhi al cielo sbuffando.
“Andiamo Michelle, non c'è niente di così sconvolgente!Gli dei hanno maledetto quelli come me, perciò non riescono più a riconoscere il nostro spirito...o cosmo, come lo chiamate voi al Santuario.”
“Nessuno può riconoscere il vostro cosmo?” ripeto interdetta.
Non credevo fosse possibile una cosa del genere.
Lui scuote la testa “Solo fra di noi riusciamo a sentirlo. È uno dei vantaggi dell'essere dannati, suppongo...”
Il suo tono incerto la dice lunga su come la pensa realmente.
Può esserci davvero qualcosa di positivo nell'essere dannati per l'eternità?
Nell'essere al servizio di un'armatura maledetta fino a quando quella non si stanca di te?
Lascio scorrere il mio sguardo sulla strada per qualche minuto, poi sbircio il volto di Takis con la coda dell'occhio.
Improvvisamente, come le tessere di un puzzle riassemblate per formare una figura, l'intera situazione mi pare chiara.
Takis, le sue parole, le armature maledette.
Improvvisamente tutto ha un senso.
Anche se la conclusione a cui arrivo, non mi piace per niente.
“Ferma la macchina.” gli intimo, cercando di mantenere il mio tono più calmo possibile.
Lui si gira verso di me, guardandomi preoccupato, ma fa quello che dico.
“Che c'è?Hai cambiato idea?Vuoi provare a guidare?” chiede, spegnendo il motore e puntandomi addosso i suoi splendidi occhi azzurri, che brillano allegri.
Deve intuire che la sua allegria non è per niente adatta a questo momento dato che cambia espressione.
Evidentemente la mia faccia corrucciata gli ha suggerito che il mio umore non è per niente alle stelle.
“Toglitelo dalla testa!” ringhio, digrignando anche i denti, prima di uscire dall'abitacolo e sbattere con rabbia la portiera.
Takis sospira ed esce dalla macchina a sua volta “Che ti prende, adesso?”
“Io non diventerò mai come te e Jack, chiaro?- urlo, gesticolando a più non posso- Nessuna armatura mi ha scelto, quindi togliti dalla testa la tua stupida idea di invischiarmi in questa storia!”
Mi accorgo che sto tremando, e non riesco a capire se è per rabbia, frustrazione o cos'altro...
“Michelle...”
La voce di Takis è bassa, quasi spettrale.
“No.” sussurro, con gli occhi sbarrati.
“Michelle...” ripete lui, cercando di sfiorarmi la spalla con la mano.
Con un movimento agile e veloce, totalmente inaspettato per una come me, mi sposto allontanandomi da lui di qualche metro.
“No!- ribadisco, cercando di tirare fuori un po' di voce dalla mia gola secca- Non voglio sapere altro, non voglio che tu mi dica altro. Voglio che tutto torni come prima e che tu sparisca dalla mia vita!”
I miei urli isterici si perdono nella campagna, creando quasi una sorta di eco.
Takis mi lancia uno sguardo rassegnato ma io giro subito la testa dall'altra parte.
“No, non io.” mormoro a me stessa.
Poi mi giro e inizio a correre più veloce che posso, in direzione del Santuario.
Stranamente, so che il cavaliere di Prometheo non farà nulla per ostacolarmi.
Perfetto Michelle!, penso, cercando di recuperare la calma, In poche ore sei riuscita a sconvolgerti la vita irrimediabilmente, tagliando fuori due persone in un colpo solo!
Sbuffo sconsolata, mentre sento le lacrime inondarmi le guance.


Non ci è voluto molto perchè la tristezza si trasformasse in rabbia.
Sicuro come l'oro, se ci fosse un avversario adesso, di fronte a me, lo manderei al tappeto senza problemi.
Beh...credo, almeno.
L'ira funesta che sto manifestando ora è stata scatenata dai propositi di Takis di farmi diventare parte della sua cricca, ma non posso fare a meno di indirizzare le mie manie distruttive verso il primo che, questa sera, ha rovinato il mio umore.
Prima di incontrare te non sapevo cosa fosse l'amore” leggo con voce tremante, prima di strappare la lettera scritta su carta azzurra spiegazzata e buttarla, come molte altre prima di lei, nel piccolo falò che ho creato.
Bruttissimo idiota!- ringhio rivolta alla foto di Manuel che mi capita tra le mani- Scommetto che lo dici anche a lei, eh?”
La guardo per qualche secondo e poi la strappo con rabbia, digrignando i denti e cercando di fare quanti più pezzi possibili.
Accidenti. Ce la devi proprio avere a morte con lui.”
Questa voce argentina mi arriva alle orecchie all'improvviso, togliendomi dal mio mondo di ridicola vendetta e mi fa letteralmente sobbalzare.
Mi ritrovo in pochi decimi di secondo in piedi, con le mani strette convulsamente intorno ad un'altra lettera e davanti a me c'è lui.
L'uomo perfetto.
Perlomeno a detta di Victoria, che lo ha messo in cima alla sua assurda lista di pretendenti.
Milo di Scorpio mi guarda con un sopracciglio alzato, probabilmente sorpreso per la mia reazione o probabilmente per il fatto che me ne sto qui, nel cuore della notte, a bruciare i ricordi di una storia d'amore finita male.
Scusa, ti ho spaventata?” mi domanda dopo qualche secondo di silenzio e poi mi sorride, facendomi seriamente domandare a me stessa se è umanamente possibile che dei denti possano brillare così tanto. E' pur sempre notte, e che diavolo!
Io scuoto la testa come una bambina ma non spiaccico ancora parola.
Uhm...Stavi facendo un falò?Ho sentito l'odore di bruciato e sono venuto a vedere. Credevo ci fosse un incendio o cose del genere.” mi spiega.
Scusami tanto. Se ti disturba andrò da qualche altra parte a finire...ehm..di...”
Le mie stupide giustificazioni se ne vanno all'aria quando lui ride “Di bruciare le foto di un bruttissimo idiota?” chiede divertito.
Ma da quanto è qui? E soprattutto, come diavolo ho fatto a non accorgermene?
Già, esatto.” dico, mentre raccolgo a caso le cartacce che ho lasciato per terra e le butto con poca grazia nel falò.
Storia finita male, eh?” mi chiede sorridendo comprensivo.
A quanto ne so dalle voci che girano al Santuario, anche lui deve aver lasciato dietro di sé parecchi cuori infranti.
Scrollo le spalle, cercando di fare la dura “Che vuoi che sia, in fondo me la sono cercata- borbotto- Credo di aver visto troppi film della Disney da piccola. Tutti quei per sempre felici e contenti mi hanno fatto credere che fosse davvero possibile.”
Ridacchio con nervosismo “Che stupida, vero?”
Lui si limita a sorridere “Non preoccuparti, lo troverai il tuo principe azzurro.” dice, facendomi un occhiolino.
A questo punto qualsiasi ragazza sarebbe svenuta. Io vado in iperventilazione solo per pochi secondi.
Mi dispiace, ma io ho chiuso.” affermo decisa incrociando le braccia. Il cavaliere alza un sopracciglio con fare interrogativo.
Niente più uomini- spiego- Mai più: voglio diventare una di quelle zitelle acide, con decine di gatti e che fanno paura ai bambini.”
Milo ride, non credo voglia prendermi sul serio.
“Davvero. Niente storie d'amore- continuo convinta- Niente più stress per il look che magari lui potrebbe non gradire, niente più abbuffate di cioccolata dopo una litigata, niente più ansia da appuntamento. Sai che pacchia?Totale libertà d'azione!”
Lui annuisce, anche se ha ancora quello strano sorrisetto in faccia “D'accordo, ti credo. Ma sei davvero sicura che è questo quello che vuoi?”
Se c'è una cosa che non sopporto è che la gente non mi prenda sul serio. Stringo gli occhi e gonfio il petto, cercando di trattenermi dato che, tecnicamente, è un mio superiore.
“Ok: so che può sembrare un comportamento infantile, ma questo è quanto- sbotto incrociando le braccia- Hai idea di cosa ho provato quando ho visto il ragazzo che amo senza riserve da sei, e dico SEI, anni sussurrare parole dolci e baciare un'altra?”
Milo si stringe nelle spalle “Veramente io...”
Non gli lascio il tempo di continuare “Se non posso fidarmi della persona che dice di amarmi, di chi devo fidarmi, eh?Rispondimi perchè io...io non lo so più.”
Perfetto.
Mi mancava lo sclero davanti a un gold: per smorzare questa vergogna dovrei scavare un buco fino in Cina oppure lanciarmi in mare?
Lui mi guarda imbarazzato: scommetto che non ha la minima idea di cosa fare.
Che io abbia trovato il punto debole dei gold? Metteteli di fronte a una bella crisi di pianto e il settimo senso avrà l'utilità di un soprammobile.
Senza spiccicare parola, ed evitando di guardarmi in faccia (o in maschera, che dir si voglia) estrae dalla tasca dei pantaloni una specie di lenzuolone blu che mi porge imbarazzato.
Probabilmente è un fazzoletto, penso, accettandolo di buon grado.
Io mi volto e sposto la maschera per poter utilizzare il suddetto.
“Senti, so che questo non ti consola affatto, ma almeno hai scoperto quell'idiota e non vivi più una menzogna, voglio dire...”
Milo è davvero gentile a tentare di consolarmi, ma io lo interrompo soffiando il naso.
In realtà la cosa sembra più uno strombazzamento in pompa magna, molto stile Paperino raffreddato.
Quando mi rigiro, mentre mi infilo in tasca il suo fazzoletto, lui ha un'espressione lievemente scioccata.
Respiro forte cercando di ignorare le lacrime che mi pungono ai lati degli occhi. Non voglio piangere ancora, direi che in una sola giornata ho già perso abbastanza dignità!
E poi, se continuo così, rischio di finire disidratata e a corto di sali minerali!
“Scusami. - dico, decisamente ricomposta- Di solito non sono così psicolabile, è solo che oggi è una giornata no. Allenamento e tradimento in una volta sola non riesco a sopportarli.”
“Allenamento?Sei una dei candidati alle armature d'argento?” domanda incuriosito.
Promemoria: mai, ripeto MAI, parlare ad un saint di allenamenti.
“Più o meno.” borbotto per nulla entusiasta della cosa.
Milo alza un sopracciglio incuriosito dalla mia risposta e allora mi sento in dovere di dare ulteriori spiegazioni.
“Shaina mi ha inscritto contro la mia volontà. A dirla tutta mi sta allenando contro la mia volontà, dato che so perfettamente che l'unica cosa che otterrò da questo torneo sarà un soggiorno gratuito in infermeria per almeno un mese!”
Lui si passa una mano sotto il mento e sfoggia un sorriso sghembo.
Immagino che abbia il porto d'armi per una cosa del genere, perchè non credo proprio che sia legale!
“Shaina, hai detto?- ride divertito- Ora capisco perchè sei così stressata.”
Io scuoto la testa ridendo nervosa a mia volta “Non credo: io non sono stressata a colpa di Shaina, per quanto possa essere ossessiva e severa e dittatoriale.- spiego pazientemente- Io sono stressata perchè tra meno di sette giorni mi ritroverò ad essere carne da macello e se sopravviverò fisicamente, non so quanto riuscirò a sopportare l'ennesima umiliazione pubblica per un altro fallimento!”
Milo sospira, riuscendo a scostare con lo spostamento d'aria il ciuffo ribelle che gli cade sugli occhi “Tsk, è la tipica preoccupazione pre-torneo- spiega saccente Niente che chiunque altro non abbia già superato.”
Cioè, lui sta davvero pensando che questa sia una crisi di umiltà e che io mi senta inferiore agli altri anche se in realtà ho le capacità per fare questa cosa?
Ma è matto?
Fatico a fare delle cose elementari come camminare e respirare nello stesso momento, figuriamoci se sarei capace di affrontare un avversario che di sicuro ne sa più di me in combattimento.
“Non sono esattamente come qualsiasi altra persona qui.- cerco di fargli capire le mie ragioni- Io non so combattere, per quale altro motivo, se no, alla mia età non avrei ancora un'armatura?”
Lui fa un gesto vago con la mano “Questa è semplice sfiducia in te stessa, niente a che vedere con le tue capacità!”
Pronto?!
Ma mi sente quando parlo o cosa?
“Immagino tu abbia visto le mie capacità all'opera- cerco di ricordargli- e non credo che l'abilità nel mandare in crisi isterica Tatsumi mi sia utile sul campo. Davvero, perchè tutti voi non aspirate ad altro che nel vedermi ridotta in poltiglia?”
Milo alza gli occhi al cielo.
Probabilmente sta pensando a me che tento di stare in equilibrio (tentativo fallito, per altro) mentre scendo di corsa le scalinate dei dodici tempi, oppure a come sono stata in grado di distruggere lo studio di villa Kido...
“Ok, capisco perfettamente i tuoi dubbi- ammette alla fine agitando le mani- Ma la realtà è che io e te siamo più simili di quanto tu pensi.”
Io alzo un sopracciglio perplessa “Davvero?Anche tu collezioni tessere telefoniche usate?”
Milo mi omaggia di uno dei suoi sorrisi da ginocchia tremolanti “No, sciocca. Siamo persone, semplici esseri umani nonostante tutto: due occhi, due mani, due gambe...Cosa ti fa credere di non poter essere in grado di combattere come me?”
“Le caratteristiche che hai elencato le aveva anche Gandhi, padre della non violenza.” specifico, incrociando le braccia.
Vediamo cosa mi dici adesso, megafusto!
“Ecco un'altra persona che, nonostante fosse fisicamente debole, ha lottato per ciò in cui credeva.”
Il saint ride compiaciuto per la propria trovata.
Dannatissimo.
E ora che gli rispondo?
“Ok, mettiamo che hai ragione tu- inizio, cercando di ignorare il sorriso da vincente che gli è comparso sulle labbra- Sai cos'è una cosa a cui credo veramente e per cui lotterei con tutte le mie forze?”
Lui scuote la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli ribelli.
“La mia carriera di respiratrice su questa terra!- affermo convinta- Sono più di vent'anni che la pratico ed ho sempre evitato con cura qualsiasi cosa che potesse farmela terminare prima del tempo.”
Milo sospira rassegnato.
Getta la spugna, amico: hai davanti a te la campionessa mondiale in cavilli e sgusciamenti dell'ultimo minuto!
“Facciamo così. Per stasera vinci tu, ma ricorda che hai vinto solo una battaglia!”
Il cavaliere d'oro ammicca nella mia direzione in segno di saluto per poi girare i tacchi e andarsene.
Rimango per qualche secondo perplessa: che diavolo voleva dire?
Devo iniziare a cercare un nascondiglio molto segreto, vero?

Questo capitolo è...uhm...decisamente strano! 
Diciamo che la parte centrale è totalmente diversa rispetto al ritmo gioviale a cui vi avevo abituato...
E finalmente gli scopi di Takis sono venuti fuori, anche se Michelle non pare abbia gradito molto...
Povera MiKi! L'ho trattata peggio del solito!!
Grazie mille per le letture, i commenti e per aver messo la storia fra i preferiti!!
Al prossimo capitolo, allora, con le nuove mirabolanti avventure di Michelle...e finalmente con il tanto atteso torneo!!

SnowFox: Sia mai che la mia storia porti via la sanità mentale a qualucno!eh eh eh...con questo capitolo come va?Meglio?Direi che un pò di cosette sono trapelate, però non so se sono abbastanza per la tua curiosità!Al prossimo capitolo!

Gufo_Tave: ebbene sì, finalmente sta uscendo qualcosa della trama, anche se nel futuro di Miki ce ne sono ancora di sorprese...Fra l'altro, è felice di non essere l'unica a parlare da sola davanti al PC!

bellatrix18: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!Sulle armature maledette se ne scoprira di più col tempo direi, e anche di Takis!Di certo non si farà scoraggiare dalla minaccia di Michelle, non credo sia intenzionato a sparire dalla circolazione per molto tempo! Bye, alla prossima!

Megarah_witch: Grazie mille per l'apprezzamento!Al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** And the winner is... ***


And the winner is...

Brutta giornata, oggi, per voi: meglio se ve ne rimanete a letto.
Faticherete a mantenere le amicizie e i rapporti sociali, avrete difficoltà a trovare e a mantenere i vostri spazi, tanto che vi sentirete assediati da tutti.
Occhio alla salute, che oggi subirà un particolare tracollo.
Evitate di causare ulteriori danni sul lavoro e in famiglia.
Attenzione alle nuove conoscenze, porteranno nella vostra vita già troppo complicata ulteriori nuvoloni temporaleschi.

Scuoto la testa rassegnata, ripensando all'oroscopo di stamattina.
Ovviamente non è un oroscopo ufficiale (dato che non ho idea del giorno e del mese in cui sono nata) ma è un pittoresco mix di tutti gli aspetti negativi di ciascun segno zodiacale.
Considerando la mia sfortuna nera, poi, non riesco a non pensare che questi collage, creativamente inventati da me stessa, di eventi predetti da sadici astrologi si realizzino.
Mi lascio scappare un sospiro rassegnato, mentre nella stanza si diffonde il ruggito prepotente dell'aspirapolvere.
Stanotte non ho dormito nemmeno un secondo, ed ora mi sento totalmente atrofizzata.
Neanche i mestieri casalinghi riescono a distrarmi, soprattutto se penso al fatto che stamattina Victoria (particolarmente ispirata da un articolo trovato in unarivista di bassa lega) mi ha letto i tarocchi e per cinque volte di seguito è uscita la morte.
La morte!
E chissenefrega se ha tentato di tranquillizzarmi dicendomi che “tanto questa carta vuol dire che c'è un grande cambiamento!Magari vinci l'armatura!”
Non posso crederci che oltre a tutte le mie sfighe reali ci si aggiungano anche quelle virtuali e mistiche!
Soprattutto se penso che magari un grande cambiamento potrebbe essere portato da un eventuale attuazione dei piani di Takis.
Qualsiasi essi siano.
Una risata argentina interrompe bruscamente le mie riflessioni.
Mi giro con lentezza.
Potrei giurare di riuscire a sentire le mie ossa che scricchiolano nel tentativo di farlo senza abbandonare la posizione.
Milo di Scorpio è appoggiato allo stipite della porta di casa e sghignazza come se stesse assistendo al numero di un clown.
Mi ci vogliono parecchi secondi (o forse minuti?) per riprendermi dallo shock!
Con una velocità che di solito non mi è propria, abbasso l'aspirapolvere che tenevo sollevato sopra la testa.
“C-che c'è?- balbetto- Cosa sei venuto a fare?”
Lui glissa abilmente la domanda “Stavi passando l'aspirapolvere sul soffitto?” domanda, senza smettere di ridere.
Io incrocio le braccia imbarazzata “La polvere è ovunque...” tento di giustificarmi.
Milo mi lancia uno sguardo estremamente divertito “C'è qualcosa di malefico in te, lo sai?”
Io sbuffo sonoramente scostandomi una ciocca castana da davanti agli occhi “C'è un motivo per cui sei qui, a parte prendermi in giro?”
Il gold mi prende per un braccio e mi trascina (Ok, forse non è vero che sto opponendo resistenza...) fuori casa.
“Abbiamo una guerra da combattere, io e te, ricordi?” sorride divertito.
Io mi lascio sfuggire un sospiro “Ah, sei un idealista, vero?La tua idea di poter cambiare il mondo partendo da me è da accantonare, te lo dico!”
“Non contarci troppo.” ribatte, sfoderando uno di quei sorrisi da ginocchia di gelatina a cui io, ho appena scoperto, sono immune.
Con un movimento degno di un anguilla riesco a liberarmi dalla debole stretta intorno al mio braccio “Sto aspettando Shaina.” gli comunico tronfia.
Ho un oroscopo negativo da rispettare, io!
Mica posso permettergli di convincermi che A) il genere maschile non è così pessimo, e B) io non sono così pessima.
Ho dei programmi e intendo rispettarli, ecco.
“Shaina non verrà.” mi spiega, fermandosi davanti a me e mettendosi le mani sui fianchi.
“Shaina non verrà?” ripeto interdetta.
Forse finalmente ha capito che sono una frana su tutti i fronti e che quindi farebbe una pessima figura a presentarmi al torneo.
Forse ha deciso che non devo nemmeno andarci al torneo.
Forse ha iniziato anche lei ad interessarsi alla mia incolumità fisica!
Forse...
Milo mi sorride di nuovo “Oggi ti alleno io!”
Questa frase mi manda nello sconforto più totale.
“Cosa?” domando con voce debole, mentre sento le ginocchia cedermi e scivolo pian piano per terra.
La cosa non lo scalfisce più di tanto “Ho intenzione di riportare a dei livelli standard la fiducia in te stessa!” spiega felice.
“Ma m-m-a ma...”
Non so nemmeno che cosa controbattere.
“Niente ma!Ho deciso che ti aiuterò e ti aiuterò!”
Questo programma sembra elettrizzarlo parecchio, tanto che nel suo sguardo c'è una luce sinistra...
Mi sto seriamente preoccupando di quello che potrebbe capitarmi.
“Non voglio essere quella che deve essere presa sotto l'ala protettiva di un gold!” piagnucolo, nascondendo la testa fra le ginocchia.
Non oso immaginare l'imbarazzo quando non riuscirò a ottenere l'armatura nonostante gli sforzi di un gold.
Sarebbe terribile.
Imbarazzante.
Dovrei scappare dal Santuario e nascondermi per sempre!
Morirò di vergogna!!
“Michelle!Ma mi stai ascoltando?” sbotta dopo un po' Milo.
Ah, allora quel ronzio non era un avvertimento del mio corpo per dirmi che stavo per svenire, ma lui che parlava!
“No- rispondo sinceramente- Sto pensando se un semplice congedo per malattia possa andare bene per scampare da questa tortura...”
Gli occhi blu del ragazzo mi fissano intensamente prima che lui scoppi a ridere in modo sguaiato.
“Al aveva proprio ragione: sei uno spasso!” riesce a dire fra una risata e l'altra.
Oh, perfetto.
Sono una specie di giullare di corte adesso. In pratica ho sostituito Pierino e il signor Rossi e sono diventata la principale protagonista delle barzellette che girano qua al Santuario.
Certo, con la sola eccezione che le barzellette che mi riguardano sono vere per il novanta per cento.
Mi lascio scappare un singhiozzo mentre le mie spalle si piegano inesorabilmente all'ingiù, seguendo la linea del mio umore.
Milo sospira, credo che ormai sia spazientito dal mio comportamento. Magari se vado avanti così per un altro po', mi lascerà finalmente in pace!
“Se non ti alzi immediatamente e non ti decidi a comportarti come una persona matura sarò costretto a convincerti con la forza!” sbotta dopo qualche altro secondo di silenzio, mentre incrocia le braccia muscolose al petto e sfoggia una specie di broncio infantile.
Ancora pochi giorni così, mi dico mentalmente, e poi tutto tornerà come prima.
Porta pazienza!
“D'accordo!Allora sarà il caso di andarcene da qui.” capitolo alla fine,alzandomi e guardandomi intorno con sguardo furtivo.
Milo ammicca divertito, cambiando improvvisamente umore.
Ma non era Saga quello schizofrenico?!
“Hai paura che le mie innumerevoli fans ti perseguitino se ti scoprono con me in atteggiamenti compromettenti?”
Al diavolo gli uomini e il loro ego gigantesco.
“Fa piacere sapere che nonostante tu sia un gold sei rimasto umile!- commento sarcastica- Comunque l'unico che dovrebbe preoccuparsi sei tu.”
“Sono un gold, niente mi spaventa!” ride incrociando le braccia e mettendosi in una ridicola posizione plastica.
“Non conosci la mia coinquilina.” dico piatta, pensando a una possibile reazione di Victoria alla vista del numero uno della sua lista.


“Andiamo Michelle, non fare quella faccia, mica è morto nessuno!”
“Per adesso.” borbotto contrariata, cercando di smorzare l'entusiasmo fuori luogo del cavaliere.
Credo di avere qualcosa che non va.
Insomma: qua al Santuario tutti sembrano avere una smania di combattere che io non condivido per niente.
Probabilmente c'è qualcosa nel mio DNA che non va, che so, ho il gene della combattività atrofizzato...
Gonfio le guance in una smorfia indispettita, nonostante so benissimo che Milo non potrà vedere la mia espressione.
“Suvvia, lo sai che lo faccio per il tuo bene.” ride, dandomi una pacca sulla spalla.
Io faccio tre passi in avanti per la spinta che mi ha dato.
“Certo certo. Perchè questa frase non mi è nuova?” sibilo di nuovo, incrociando le braccia e girandomi per guardandolo di sottecchi.
Cioè...
Vorrei guardarlo di sottecchi, ma lui è sparito.
Giro la testa a destra e sinistra ma il risultato non cambia.
Milo non c'è, si è volatilizzato.
Un sibilo acuto e spaventoso mi fa alzare la testa e senza neanche pensarci mi sposto con un balzo, cadendo rovinosamente a terra qualche metro più in là.
Nel punto esatto dove stavo io, ora c'è Milo, che ride deliziato dall'interno di un cratere polveroso.
“Sei più veloce di quanto mi aspettassi, Miki.”
Non riesco a rispondere.
Mi limito ad aprire e chiudere la bocca come un pesce particolarmente stupido.
Cioè: lui sospettava che io fossi più lenta, perciò mi si è lanciato addosso a quella velocità?!?!
Ma che diavolo di ragionamento è?
Perchè i gold sono tutti matti come cavalli?
Rivoglio Shaina!!!
“T-tu s-sei pazzo...” riesco a balbettare dopo un po' puntandogli un dito contro.
Milo sgrana i suoi occhi blu, perplesso “Perchè?”
Perchè!E me lo domanda pure!
“E' un miracolo che tu non mi debba raccogliere con un cucchiaino!!Ma che diavolo ti è saltato in mente?”
Il cavaliere agita una mano con noncuranza “Andiamo, non è successo niente.- tenta di tranquillizzarmi, credo che abbia notato il tremore nervoso che mi scuote-Almeno adesso so quello di cui sei capace.”
Io aggrotto la fronte. Sento che sta per accadere qualcosa di spiacevole.
“Cosa vuoi dire con questo?”
Con un'altra risatina delle sue, Milo scompare di nuovo, probabilmente muovendosi alla velocità della luce.
“Oh, cazzo.” mi lascio sfuggire, guardandomi intorno di nuovo.
Come prima, un sibilo mi avverte della sua presenza e senza nemmeno pensarci mi muovo di conseguenza, schivandolo.
Sibilo a destra, io salto a sinistra.
Sibilo di fronte a me, faccio una capriola all'indietro.
Non è poi così male, constato dopo un po'.
Insomma, non me la sto cavando affatto male, no?
Lo sto schivando, e questo mi fa ben sperare per il torneo: magari riuscirò ad evitare i colpi del mio avversario!
Sorrido soddisfatta di me, quando uno strano cosmo mi distrae.
Non è un cosmo, in verità. A quelli sono abituata.
È come se uno dei cosmi più potenti fosse avvolto in qualche strato di carta per imballaggi.
Attutito.
Inconsciamente, volto la testa alla ricerca della fonte da cui scaturisce.
“Michelle!”
La voce di Milo mi fa riconcentrare di nuovo su di lui, che mi sta letteralmente per ruzzolare addosso.
Mi lascio scappare un gridolino, mentre lo vedo fermarsi all'improvviso poco prima dell'impatto.
Peccato che io non riesco a fare altrettanto e cado all'indietro.
Sbadam!
É più o meno questo il rumore che faccio quando mi schianto contro una delle colonne.
Milo batte il piede per terra, come un bambino indispettito dal fatto che il suo giocattolino si è rotto.
“Oh, andiamo!Stavi andando così bene” si lamenta.
“Non è colpa mia se io non riesco a muovermi alla velocità della luce...e poi la forza di gravità mi è nemica!” ringhio in risposta.
Forse dovrei lamentarmi di più, dato che la testa pulsa come se dentro al mio cranio ci fosse un martello pneumatico.
“Oh, accidenti.” sospira Milo avvicinandosi a me, mentre io cerco di alzarmi.
Stranamente mi sento incredibilmente debole, come se non mangiassi da una settimana.
Sarà per questo che ho questo ronzio nelle orecchie.
All'improvviso le mani forti del cavaliere mi inchiodano di nuovo al suolo.
“Che diavolo stai facendo?” sbotto contrariata.
Mi stavo alzando, e che diamine!
“Non muoverti, stai perdendo un sacco di sangue.” mormora preoccupato.
Io aggrotto le sopracciglia confusa: ma è impazzito?
Non sento alcuna ferita come faccio a perdere sangue?Al massimo ho perso un sacco di energie, quello sì! Dei, credo che al momento mi mangerei qualsiasi cosa, purchè ipercalorica e sostanziosa!
Il saint mi solleva da terra con delicatezza e inizia a camminare senza cambiare quell'espressione seria che gli rabbuia il bel viso.
Per Atena, ma è sangue quello sulle sue mani?
“Sei ferito?” gli domando in un sussurro, per quanto la cosa mi sembri altamente improbabile e oltremodo assurda.
Lui fa roteare gli occhi, esasperato, prima di guardarmi come se fossi pazza “Tu sei ferita, Michelle.”
Stavolta tocca a me a guardarlo come se fosse pazzo “Ok, scherzo riuscito Milo. Ora se cortesemente puoi mettermi giù e continuare l'allenamento...”
“Perfetto. Ora vaneggia anche...” borbotta, più rivolto verso a se stesso che a me.
Ok.
E' ufficiale: non ci sto capendo un accidenti!
Perchè i saint di Atena devono essere così strani?Perchè non si comportano come delle persone normali?
Sospiro rassegnata e in men che non si dica mi ritrovo nella stanza dell'infermeria che mi è così familiare.
Ricordo ancora quando mi allenavo davvero, da ragazzina, insieme agli altri: venivo qua un giorno sì e l'altro pure...ero una totale frana!E su questo non sono cambiata per niente.
“Ciao Soter.” saluto con un largo sorriso il dottore, che posso decisamente chiamare un amico dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme.
Lui mi sorrise di rimando “Michelle. Era un po' che mancavi.”
Io ridacchio divertita ma Milo interrompe questo momento spensierato tossicchiando nervoso.
“Dottore?- chiama infastidito- Potrebbe controllarle la testa?”
Io alzo gli occhi al cielo, mentre Soter inizia a tastarmi il cranio che finalmente ha smesso di pulsare.
Faccio dondolare con noncuranza le gambe sul lettino, mentre il saint osserva il medico cercando di carpirne qualche informazione semplicemente guardandolo.
Come se potesse riuscirci!
Conosco Sator da quando sono arrivata qui e, nonostante sembri più un orso brontolone piuttosto che un ridente medico di provincia, è la persona più sfaccettata che abbia mai conosciuto.
Sfaccettata e imprevedibile.
“Interessante...” mormora a fine indagine e sedendosi su una sedia poco distante da me.
“Beh?Cos'ha?E' grave?” domanda a mitraglia Milo.
O miei dei!E' peggio di una madre apprensiva!E' questo il vero carattere del latin lover del Santuario?
“Affatto. Sana come un pesce.- a queste parole non posso fare a meno di sorridere soddisfatta- Mi domando da dove venga tutto quel sangue, considerando che sulla sua testa non c'è niente.”
Il saint spalanca la bocca incredulo.
Poi la richiude.
E poi la riapre, cercando di cavarsi fuori qualche parola.
“Questo è...è impossibile!- articola non senza qualche sforzo- Io l'ho visto!Perdeva sangue a fiotti!Era feri...”
“Milo di Scorpio come hai osato fare questo alla mia allieva!” il ringhio quasi gutturale invade la stanza ancora prima che Shaina faccia il suo ingresso.
Nel vederla non posso fare a meno di sobbalzare spaventata.
È infuriata come mai l'avevo vista (forse come quando Seiya aveva soffiato l'armatura al suo ex-allievo!).
I capelli in aria volano impazziti, probabilmente a causa dell'elettricità che scaturisce dal suo corpo, e il suo cosmo vibra in modo sinistro.
“Ciao Shaina!” la saluto fingendo un tono spensierato.
Lei neanche si degna di rispondermi e si rivolge al gold “Ti avevo dato il permesso di allenarla non di attentare alla sua vita.”
Io scuoto la testa: ma non è quello che fa lei ogni giorno?
“Non mi sono fatta niente- cerco di rassicurarla- Sono solo caduta e...”
“Zitta!” mi urla contro quella furia.
“Ed è proprio quello che stavo facendo, la stavo allenando: incidenti del genere capitano.” cerca di rabbonirla Milo, ma il tono della sua voce è incerto.
Io annuisco convinta “Sono perfettamente sana e...”
“Zitta.” ribadisce il saint mentre tenta di tenere a bada Shaina che pare quasi voglia attaccarlo.
Odio queste situazioni...soprattutto se mi ci trovo in mezzo.
“Voglio un'ordinanza restrittiva- continua la ragazza con voce stridula- Non devi avvicinarti a lei fino al giorno del torneo!”
Milo fa roteare gli occhi esasperato “Andiamo, Shaina, non puoi dire sul serio...”
Il silenzio che ottiene in risposta è meglio di qualsiasi conferma.
“Meno male che sei passata.- mi mormora all'orecchio Soter- Di solito qua c'è un mortorio!”
Io mi volto a guardarlo scioccata. E poi: da dove diavolo l'ha tirato fuori quel pacchetto di patatine?
Guarda la scena davanti a sé ruminando, come uno spettatore al cinema.
“Intendo continuare ad allenarla- sta dicendo Milo, quando sposto di nuovo l'attenzione sui due saint- Shaina, davvero: quella ragazza è estremamente agile!”
Non so se mi colpiscono di più le sue parole o il tono stupito con cui le pronuncia.
Io?Agile?!
“Te l'ho già detto, cavaliere: alla larga dalla mia allieva.” sibila la sacerdotessa stringendo i pugni.
“Ehm...se posso dire la mia opinione...”tento di nuovo, per cercare di mettere fine a questa stupida discussione.
“Zitta!” sbottano entrambi voltandosi verso di me.
Ora capisco il significato dell'espressione: sguardo che uccide.
Mi faccio piccola piccola, sul lettino dell'infermeria, e abbasso lo sguardo verso i piedi come una bambina in castigo.
“Zitti voi, invece!” la voce di Sator fa sobbalzare i due contendenti, che probabilmente si erano dimenticati della sua presenza.
Il dottore mi addita con gesto noncurante “Lasciate che sia la diretta interessata a decidere.”
Io lo guardo allibita “Eh?!”
I suoi occhi scuri sorridono in mia direzione “Avanti Michelle: chi vuoi che ti alleni per il torneo?”
Tre paia d'occhi mi guardano impazienti.
Prendere una decisione.
La fa facile, lui!
Mica ha davanti la donna più vendicativa del Santuario e un gold!
Già mi immagino la faccia di Milo se non lo scelgo...Non credo di poter sopportare la delusione nei suoi occhi blu.
Senza contare che se le sue ammiratrici scopriranno che sono io la causa di ciò, non indugerebbero un solo istante per farmi la pelle.
Brrr...rabbrividisco al solo pensiero.
E Shaina. Siamo amiche fin da piccole e so perfettamente quanto ci tenga.
“Allora?” incalza Soter.
Mi lascio scappare un sospiro “Suppongo che possiate allenarmi entrambi, dividendovi fra mattina e pomeriggio.” rispondo alla fine.
Allora te le cerchi!, mi informa la mia coscienza.
Io scuoto la testa, cercando di ignorare il fatto che ha perfettamente ragione.
“Perfetto. Io mi prendo la mattina.” ringhia Shaina.
“Bene.” sbotta Milo fra i denti prima di andarsene con passo pesante.
“Bene.” ribatte la ragazza prima di seguire il gold, probabilmente per continuare questa discussione in altra sede.
Mi alzo in piedi, sospirando di nuovo “Bene” ripeto rassegnata.
Sator mi sorride incoraggiante “Tranquilla Michelle, scommetto che questa è la volta buona!Verrò a vedere come ti sta l'armatura del Centauro.”
Annuisco poco convinta, facendo un cenno della mano per salutarlo.
Traballo sulle mie gambe mentre esco dall'infermeria ma riesco tuttavia a cavarmela.
Stare in piedi non è così difficile come mi sembrava.
Anche con questo mal di testa pazzesco e lo stomaco leggero come un palloncino.
Credo che dovrei farcela ad arrivare a casa senza causare incidenti indesiderati.
Ci mancava poi solo la litigata fra quei due pazzi: davvero, non riesco a capire che cosa possa esserci di così esaltante nell'allenare una come me!
Ok, Milo ha detto che sono eccezionalmente veloce, ma cosa cambia?
Sono sempre io, Michelle, la signorina nessuno!
Entro in casa con un grugnito e mi lascio cadere a pancia in giù sul divano.
La mia faccia sprofonda in pochi secondi nel soffice cuscino di Winnie the Pooh.
“Miki sei tornat...Tutto bene?” il tono della voce di Kim è un po' preoccupato.
Posso immaginare la sua espressione perplessa mentre mi guarda con le braccia incrociate.
“No.- rispondo senza alzare la testa- Voglio morire.”
Il divano si inclina verso destra e sento che la mia amica si è seduta al mio fianco.
“Che cos'è successo?” mi domanda in un sussurro, accarezzandomi piano i capelli.
Io sbuffo, picchiando per due volte la testa contro il cuscino “Urgh...Milo...allenamento...trauma cranico...Shaina...” farfuglio, senza nemmeno tentare di spiegare quello che è successo davvero questa mattina.
“Trauma cranico?- ripete preoccupata-Sei andata in infermeria a farti visitare?”
“Sto bene!Il dottore ha detto che non ha mai visto niente del genere...” mormoro, cercando di non pensarci troppo.
La mano di Kim si ferma sulla mia testa “E Milo e Shaina che c'entrano?”
Sbuffo di nuovo, con più sentimento stavolta “Tutti e due vogliono essere quelli che faranno di me un saint. Si dividono gli allenamenti fino al giorno del torneo.”
“Perchè nessuno ti lascia in pace?” sibila infastidita.
Io faccio spallucce.
“Benvenuta nel mio mondo!” borbotto sospirando.


“Perchè?- frigno afferrando il polso di Victoria per catturare la sua attenzione- Perchè mi fai questo?”
La bionda alza gli occhi al cielo e sbuffa, prima di liberarsi della mia stretta con uno strattone.
“Stammi lontana, Michelle!Non vedi che mi sto preparando?Cosa, fra l'altro, che dovresti fare anche tu!”
Al solo sentire queste parole faccio un verso strozzato, quasi un guaito sofferente.
Mi porto le mani alla testa e continuo con la mia scena madre “Dovreste essere mie amiche!”
“Kiiiiiiiiiiiiiiiiim!Perchè?!?!” piagnucolo di nuovo, stavolta rivolgendomi alla ragazza bruna che mi guarda scuotendo la testa.
Kim alza un sopracciglio “Perchè non ne possiamo più di vederti così depressa, perchè hai bisogno di una serata di svago prima di domani, perchè uscire con un ragazzo non ti farà di certo male e, soprattutto, perchè lo dico io!”
Mi lascio cadere a peso morto sul bordo del mio letto.
Non posso credere che mi abbiano fatto questo.
Sono le mie migliori amiche, dopotutto!
Solo perchè è una settimana che mi comporto come uno zombie (scorpacciate di cervelli a parte) mica vuol dire che sono depressa!
Ormai non penso neppure più al fatto che la mia vita fa così schifo!
Comunque come punizione per il mio recente comportamento un appuntamento doppio e al buio mi pare eccessivo!
“Perchè non posso crogiolarmi nel mio pessimismo fino a domani?- frigno sbattendo le ciglia per intenerire le due arpie- Tanto domani a quest'ora sarò in infermeria imbottita di morfina!Domani a quest'ora mi vedrete felice e sorridente!”
“Michelle...” sospirano all'unisono le due infami.
Io faccio un gesto secco con la mano “Non ci posso fare niente: se voi foste al mio posto sareste del mio stesso umore nero!” sbotto.
“Sai cosa mi piace pensare quando sono giù?” mi domanda a bruciapelo Victoria, mentre tenta di farmi vedere come si può camminare su dei tacchi 12 senza fratturarsi le caviglie.
“Non ne sono sicura.” mormoro contrariata mentre cerco di far scendere lungo i miei fianchi questa trappola infernale in cui Kim mi ha costretta ad entrare.
Io la gonna non la metto!
No no no no no no no no no no e NO!
La sto provando solo perchè altrimenti mi fa diventare la testa quadrata!
“Invece sì!- sbotta irritata, prima di tornare ad una voce dolce- Quello a cui mi piace pensare, e che mi mette di buonumore sempre, è di essere in una specie di favola.”
Fa una piroetta su se stessa e sbatte le lunghe sopracciglia piegate all'insù.
“In una favola?” ripeto, con forti dubbi sulla sua sanità mentale.
Victoria annuisce “Pensaci bene: io sono una specie di principessa alla ricerca del suo vero amore...”
Io la guardo interdetta mentre Kim mi sussurra all'orecchio “Una principessa che può mandare all'altro mondo qualcuno usando solo un dito del piede!”
“...Kim è una specie di fata madrina, sempre dolce e pronta a consolare...-continua convinta- e questa stupida maschera che impedisce al mio Vero Amore di guardare il mio splendido viso è la strega cattiva.”
Nella mia stanza cala un silenzio di tomba. Di certo non ero pronta a sentire un vaneggiamento del genere.
“Scusa, e io chi sarei?” domando dopo un po', notando che non mi ha menzionata.
Vic agita la manina affusolata con fare noncurante “Tutte le eroine hanno un animaletto petulante e pasticcione.”
Un altro silenzio cade nella sala, interrotto solamente dalle risate di Kim che, a mio avviso, sono decisamente fuori luogo.
“M-mi stai paragonando ai ratti di Cenerentola o ai piccioni di Biancaneve?” domando con voce irritata.
La bionda si allontana con passi lenti all'indietro “Anche ai nani di Biancaneve, se ti può far star meglio...”
“Io. Ti. Ammazzo.” sillabo iniziando a rincorrerla per tutta la casa.
Diciamo che a salvarla è solo il suono del campanello, ecco.
Intimandomi di comportarmi da persona sana di mente, Victoria si avvia ad aprire la porta.
Certo, non prima di aver controllato per l'ennesima volta allo specchio il suo aspetto.
Io non ho parole: se io avessi il suo fisico non mi farei problemi. Suppongo che non se ne faccia molti anche lei, dato che ha deciso di indossare un mini-vestito decisamente provocante.
Figuriamoci, io arrossirei anche solo a dover pensare di indossare una cosa del genere.
“Avanti entrate, non siate timidi!” esordisce Vic con voce civettuola.
Dei, se non avessi addosso la maschera, il dolce cavaliere di lucertola saprebbe cosa significa venire fulminati con lo sguardo!
Jabu dell'Unicorno e Ban del Leone Minore entrano rumorosamente (e con le scarpe coperte di polvere!) nel nostro salotto.
Come le è venuto in mente di organizzare un appuntamento con questi due???
Mi volto verso Kim, cercando il permesso di scuoiare seduta stante la nostra bionda coinquilina, ma quella infame si è già ritirata in camera sua.
E ha anche chiuso la porta a doppia mandata!
Vatti a fidare degli amici...
“E così tu saresti la famosa Michelle.”
Accidenti, questo Ban è davvero un maestro nel mettere in evidenza l'ovvio.
“No, sono una controfigura.- sorrido sarcastica- Lei è così famosa che non ha affatto tempo per...”
Una gomitata particolarmente violenta mi obbliga a fermarmi.
“Sì. Sono io.” butto fuori in un soffio.
Quella stupida zucca vuota mi ha quasi spappolato la milza!
Mi siedo tremante sulla poltrona, invitando i due indesiderati ospiti a fare lo stesso.
Jabu mi rivolge un sorriso che, presumo, dovrebbe essere fatale “Ho sentito del tuo siparietto con Shaka di Virgo.” ride divertito.
Io, al solo sentire Quel Nome, mi irrigidisco e inizio a stringere i braccioli con insolita violenza.
Victoria, essendo (grazie al cielo) una primadonna, non sopporta tutta questa attenzione rivolta a me, quindi si alza e, mettendo languidamente la mano sulla spalla del nanetto (ok, è più alto di me di una decina di centimetri, ma quando uno è basso è basso!) e gli chiede se possiamo uscire.
Come al solito io mi limito a fare la bella (?) statuina e mi perdo nei miei pensieri, cercando bene di tenere il cavaliere d'oro fuori dalla mia testa.
Per prima cosa noto che noi quattro insieme siamo un gruppetto decisamente orribile.
Vic e Jabu sono...vorrei che ci fosse un'altra parola ma quella più azzeccata è questa...disgustosi insieme.
Lei è sofisticata, sempre vestita all'ultima moda e incredibilmente bella. E poco importa il fatto che indossi la maschera.
Lui è...insomma: le arriva alla spalla!
Lo so che l'aspetto esteriore non è tutto ma sono decisamente malassortiti.
“Sicura di non volere altro che le patatine?” mi domanda Ban prima di addentare il mio McBurger.
Io scuoto la testa disgustata.
Vorrei (oltre ad essere in qualsiasi altro luogo in questo momento, si intende) proprio capire come questi ragazzi possano pensare che mangiare del cibo preso al fast food e ormai freddo seduti su delle coperte in spiaggia possa essere romantico.
Forse Kim ha ragione, sono troppo esigente.
“E così sei vegetariana?- mi chiede di nuovo Ban, frustrato dal fatto che Vic e Jabu parlottano fitti fitti fra loro- Ami gli animali?”
“No. Odio le piante.”
Sissignore, la mia arma segreta è il sarcasmo!
Evidentemente non lo trova esilarante come me, ma d'altronde, immagino che lui pensava a questa serata come a un' occasione di svago e magari per trovare una ragazza carina.
Mi guardo introno e noto che Victoria e il nanetto se la sono squagliata senza nemmeno dirci niente.
Mi lascio sfuggire un sospiro: credo sia meglio per tutti se me ne torno a casa.
Non credo che il povero Ban voglia ricorrere a degli antidepressivi per sopravvivere ai postumi di altro tempo passato in mia compagnia.
Mi alzo in piedi lentamente “Senti Ban, tu sembri davvero un bravissimo ragazzo- inizio a spiegare con calma- ma credo abbia capito anche tu che io sono stata trascinata in questa cosa contro la mia volontà. Quindi: è stato un piacere conoscerti, grazie per le patatine e buona fortuna per tutto!”
Allungo una mano verso la sua e gliela stringo con forza, notando che lui mi osserva come se fossi una appena uscita da un manicomio.
“Uhm...sì, certo- biascica imbarazzato- Senti posso chiederti una cosa, però?”
Io annuisco: in fondo, gli ho rovinato un venerdì sera, dovrei essere gentile e accondiscendente.
“Me la metti una buona parola con la ricciola che abita con te?”
Non. Ho. Parole.
Uomini!Puah!
Annuisco, anche se ovviamente non dirò mai dell'interesse che questo individuo ha nei suoi confronti. Voglio dire, a lei piace Kanon.
Kanon contro Ban.
Non ci vuole Einstein per capire chi vincerà questa sfida.


L'arena oggi è piena.
Al solo vederla mi tremano le gambe, tanto che Shaina mi ha appoggiato le mani sulle spalle per guidarmi nella giusta direzione.
I gold saint e Atena in persona sono schierati in prima fila.
Mossa che, a parer mio, è abbastanza stupida. Insomma, credo proprio che la dea non gradisca vedersi schizzare in faccia il sangue dei contendenti, no?(contendenti...diciamo il mio sangue! Speriamo che in infermeria abbiano tante sacche di zero negativo...)
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Me lo ripeto come un mantra mentre Shaina sta cercando di spiegarmi come affrontare il mio avversario.
Mi giro proprio nella sua direzione, giusto per vedere di che morte morirò.
La riconosco, il mio boia.
E' un donnone di due metri per due, un vero e proprio armadio a quattro ante! Una donna che la metà basta ed è più che sufficiente!
Credo si chiami Kodi, Kobi, o con un altro nome altrettanto idiota.
Immagino già il mio epitaffio Qui giace Michelle, dignitosamente morta per mano di Kodi, cavaliere del Centauro.
Cerco di deglutire, ma la saliva si blocca a metà strada, riuscendo per poco a strozzarmi.
“Miki, mi hai capito bene?” Shaina, come suo solito, mi strattona per bene per riportarmi nel mondo dei vivi.
“Faccio ancora in tempo a ritirarmi?” balbetto, al diavolo l'onore dei saint!
Per tutta risposta la mia amica mi spinge al centro dell'arena, dove tra pochi secondi inizierà il nostro duello.
L'ho sempre saputo: io le amicizie non le so scegliere, punto.
“Kollie contro Michelle! Che la lotta per l'assegnazione del silver cloth del Centauro abbia inizio!” annuncia, tonante, una voce, dando ufficialmente il via alla battaglia.
Con enormi falcate Kollie (Zeus cos'ho fatto di male per meritare di morire per mano di qualcuno con un nome simile?Cosa!?) si avvicina velocemente a me, brandendo le sue gigantesche braccia come se fossero armi improprie.
Io arretro, non molto dignitosamente, cercando di tenere sotto controllo la situazione, individuare i punti deboli dell'avversario, ideare un colpo che mi permetta di destabilizzarlo e sconfiggerlo. Insomma, cerco DAVVERO di fare tutto quello che mi hanno insegnato.
Lo giuro!
Ma vedere quella bestia venirmi addosso minacciosa, non è che mi aiuti molto.
Il suo pugno fende l'aria a gran velocità (chi è l'idiota che mi aveva detto che quelli grossi sono lenti?) e mi colpisce dritto dritto nello stomaco.
Io mi piego in avanti in preda ad un dolore enorme e, mentre sento il sapore metallico del sangue in bocca, mi dico che probabilmente mi ha rotto la milza o qualcosa del genere e che, se non mi ammazza prima lei, a breve morirò di emorragia interna.
Dannatissimi E.R. e dott.House!
Se non avessi visto questi stupidi telefilm adesso invece di pensare a queste idiozie starei cercando un modo per salvarmi la pellaccia!
Non faccio in tempo a finire questi pensieri che una decina di altri colpi mi tartassano.
Cado a terra, con le braccia aperte come se fossi in croce e cerco di respirare.
Kollie sta già esultando ma il pubblico, invece di acclamarla, pronuncia un “Oh!” prolungato.
Alzo gli occhi per sbirciare ma non riesco a vedere niente di rilevante.
Improvvisamente, però, mi sento come rinata.
Davvero!Ho addirittura la forza per alzarmi in piedi senza traballare e mettermi di fronte a quella montagna umana che mi osserva stupita.
E poi, non so come né perchè, so esattamente dove colpirla, come colpirla!
Mi avvicino a lei fulminea e mi abbasso sulla gamba sinistra, usandola come perno e, roteando su me stessa, la faccio cadere grazie ad uno sgambetto.
Il tonfo che scaturisce dalla caduta fa saltare in aria i sassolini più piccoli sul terreno.
Ma non è finita qui.
Mi avvicino a lei con una lucida consapevolezza che non ho mai avuto in vita mia e le do un grosso calcio nello stomaco, per ricambiarle il favore di prima.
Poi un altro, e un altro, e un altro ancora!
Alla fine, stanca di infierire su quel pachiderma ferito, le punto un piede sulla gola, premendo bene, tanto che la sento tossicchiare per la scarsità d'aria che le arriva ai polmoni.
Volto lo sguardo trionfante verso la dea e i gold ma quello che vedo non corrisponde a quanto mi aspettavo.
Atena ha la bocca spalancata e i cavalieri le sopracciglia aggrottate e borbottano tra loro.
“Lasciala immediatamente!” tuona la voce di Aiolia.
Io sbatto più volte le palpebre cercando di capire, ma solo quando Aldebaran mi trascina via a peso morto, capisco che c'è qualcosa che non va.

Con poca grazia il cavaliere del Toro mi getta a terra, proprio al centro di quello che mi sembra essere il tempio dell'Ariete. Infatti, poco dopo mi arriva addosso il padrone di casa che, con sguardo scuro e gesti calcolati, mi sfila dal corpo un'armatura.
Un'armatura!?
E quando mi è saltata addosso questa...cosa?
Abbasso lo sguardo verso il mio petto, per sbirciare il cloth che ha deciso di salvarmi le penne grazie al suo intervento e vedo otto occhietti rosso fuoco che spuntano da un pettorale nero come la pece, intarsiato da venature vermiglie.
Alzo la testa di scatto, per niente rincuorata di quello che ho appena visto e risposto lo sguardo verso Mu che, togliendomi di dosso il motivo della mia preoccupazione, pare abbia finito il suo compito.
Ora non mi sento più bene come prima. Stramazzo al suolo pochi secondi dopo che il cavaliere ha tolto dal mio corpo l'ultimo pezzo di armatura.
E vai di nuovo con il sapore di sangue in bocca, lo stomaco sottosopra e la spiacevole sensazione di avere in mano un biglietto di sola andata per l'Ade.
“Come è possibile una cosa del genere?” domanda Aldebaran, senza curarsi del fatto che io qua sto morendo di una morte lenta e dolorosa.
Il soffitto non dovrebbe girare ed essere rosso, vero?
Non ho neanche la forza di capire che cosa sta dicendo Mu, dato che parla troppo sottovoce e con termini troppo forbiti perchè io possa afferrarne il significato mentre sono in questo stato.
“Ehylà?Qualcuno??Io quaggiù credo di avere bisogno di assistenza medica: cerotti, punti di sutura, trapianti di organi...” riesco ad articolare richiamando tutte le forze che mi sono rimaste (poche).
Due paia di occhi preoccupati si puntano su di me.
Ecco, probabilmente adesso stanno pensando che sono una piagnucolona che non sopporta un minimo di dolore.
Perfetto.
Fai pure delle pessime figure anche con gli unici due gold che ti davano un minimo di credito, Michelle.
Umiliati ancora un pò!
Ok, adesso sto vaneggiando.
Basta pensare, stop!
Michelle finiscila, ora!
Mu mi si avvicina e si china di fianco a me analizzandomi con occhio critico.
“E' conciata male- sentenzia (cavolo proprio dieci più al ragazzo, eh?)- Atena ha dato istruzione a riguardo?”
“Non credo che vorrebbe la sua morte...” borbotta Aldebaran pensieroso.
“Morte?Ehi, ehi, ehi...andiamoci piano, eh?” balbetto cercando di mettermi seduta.
L'avessi mai fatto.
Una fitta di dolore pari a una scossa elettrica mi attraversa il corpo, facendomi ricadere all'indietro.
Grazie al cielo Mu mi trattiene fra le sue braccia.
“Tranquilla, ci prenderemo cura di te.” mi sussurra.
Almeno, credo stia sussurrando...
La sua voce è così lontana.
Forse, se chiudessi gli occhi per qualche secondo, potrei concentrarmi di più su quel che dice.
Sì, forse....


Prima cosa: scusate, scusate, scusate, scusate! Ci ho messo una vita a pubblicare questo capitolo, ma a mia discolpa posso dire che il PC mi si è rivoltato contro, impedendomi di andare in internet, ma anche semplicemente di accenderlo. Ora va un pò meglio, abbiamo trovato un accordo per cui mi permette di avvicinarsi a lui dato che siamo vicini a Natale...
Detto ciò: che ne pensate dei nuovi risvolti nella storia di Michelle?Ora arriviamo proprio nel vivo!!Non vedo l'ora di pubblicare i prossimi capitoli e sentire cosa ne pensate...(al solito PC permettendo...sigh....) Al solito: mille grazie per i commenti!Mi rendono davvero felice!!:-) ma anche solo per leggerla!!
A proposito, se vi interessa scoprire il volto di Miki, finalmente sono riuscita a farne una specie di disegno ufficiale di come l'ho immaginata. Se volete guardarlo è sulla mia pagina di DA (l'indirizzo lo trovate nella mia pagina autore!)
Baci, alla prossima!!

bellatrix18: Certo che si vince qualcosa!!Puoi scegliere fra un porta fortuna fatto appositamente da Michelle (pare ne abbia uno anche lei!) oppure un oroscopo personalizzato fatto su misura per te!Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, da ora in poi la storia sarà decisamente una dramedy con misto fra commedia e "drammatico".  Eh, Takis...sì, è proprio affascinante! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!Baci alla prossima!

Snow Fox: Accidenti, sei davvero curiosissima!!eh eh eh...Sìsì, Milo è proprio carino!^^ Sono contenta che ti piaccia proprio per la sua umanità, Michelle, era proprio così che l'avevo pensata!Al prossimo capitolo!Baci

Megarah_witch: Sì che sopravvive!!...credo...eh eh eh!Al prossimo capitolo!Baci

whitesary: Vero!Milo ha stupito anche me...Hai ragione, la sfortuna di Miki è proprio nera...Al prossimo capitolo!Baci

anzy: Grazie per i complimenti!!Visto che qualcosa di sta muovendo?Eh, già, Takis è davvero bello!!(e anche Miki l'ha notato!)...che ne dici di questo capitolo?Alla prossima, baci

renge_no_hana: grazie dei complimenti!Sei stata in vacanza?Beata te...*me ti invidia con tutto il cuore*  Un consolatore per Miki dici? Non saprei...vedremo, eh eh eh...Al prossimo capitolo!Baci!!

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Capitolo 11
*** Changing (+gift) ***


Changing (+ gift)

Per Zeus, Hera, Apollo, Ermes e gli altri dei!
Che cosa ho fatto ieri sera per avere un mal di...tutto...del genere?
Il mio primo obiettivo della giornata è quello di aprire gli occhi, ma si sta rivelando più difficile di quello che pensavo.
Alzo, a fatica, un braccio per tastarmi la testa che pulsa in modo sinistro e mi ritrovo a toccare una benda che mi avvolge la fronte.
“Mmm...Ho picchiato la testa?” mugugno, mentre cerco di alzarmi.
Ovviamente ho ancora gli occhi ben sigillati ma, non posso fare a meno di aprirli quando una fitta lancinante mi sconquassa l'addome.
Più che dolore, è la tremenda e spiacevole sensazione di non trovarmi in un luogo conosciuto.
Non sono nella mia stanza.
Sono sdraiata su una branda disgustosa, lurida e igienicamente discutibile la quale si trova in una stanza dalle pareti fatte di muro nudo. Muro nudo, ma ci pensate?
Al solo pensiero dell'umidità, la polvere e le varie schifezze che ci sono qua dentro mi viene da star male...O forse è a causa della fitta? O tutt'e due?
E quelle sono...delle sbarre?!
“Perfetto: sono in una cella.” mormoro mentre mi alzo in piedi a fatica.
Muovo qualche passo incerto e mi aggrappo alle sbarre. Quanto vorrei delle salviettine igienizzate in momenti come questi.
Vedo una guardia seduta ad un tavolo appena fuori dalla mia cella.
“Ehy, tu?Scusami!Credo ci sia stato un enorme malinteso non è che puoi...”
Lui alza lo sguardo verso di me, mi squadra dalla testa ai piedi per poi alzarsi e andarsene di corsa.
“Ma sì!- ecco, ora parlo anche da sola- Vattene via senza spiegarmi niente. In fondo sono solo conciata da buttar via e rinchiusa in gabbia come un animale, ma tranquillo. La cosa non mi sciocca per niente!”
O miei dei!
Sono a piedi nudi.
Cercando di limitare i danni e crearmi una piccola zona incontaminata ( e per incontaminata intendo che abbia una parvenza di pulizia!). Prendo il lenzuolo e lo strappo dal materasso, poi lo piego più volte, lo stendo per terra e finalmente ho un luogo dove sedermi.
Certo, a gambe incrociate e senza poter appoggiare la schiena a quello schifido muro, ma chissene frega!Sono seduta!
A metà di questa delicatissima operazione sento dei passi.
“Oh, già di ritorno?Posso sapere il tuo nome, almeno?- sbotto inacidita- Scommetto che non è Riccardo Cuor di Leone!”
I passi si fermano proprio davanti alla mia cella.
“Che stai facendo?” mi domanda una voce con tono perplesso.
Io mi volto verso l'entrata, ma ad osservarmi stupito non c'è affatto la gracile guardia dalla carnagione grigio topo.
Eh, no.
C'è Kanon di Gemini accompagnato da Aioria di Leo che mi osservano come se, invece di essere rinchiusa qui, dovessi essere internata in un manicomio.
Mi alzo indignata “Io sto cercando di non entrare in contatto con la superficie igienicamente discutibile di questa cella!”
Loro alzano un sopracciglio e io, indovinate un po'?, sto per avere una crisi isterica.
“IO- e stavolta lo sottolineo per bene, sia mai che non abbiano capito chi è la ragazza disperata qua dentro- sto cercando di capire per quale motivo c'è un enorme buco nero della mia memoria e del perchè io possa essere finita in questa cella!”
Mi lascio scivolare seduta sull'isola felice che mi sono creata e scoppio a piangere senza ritegno.
So che sembro senza alcuna dignità, ma io lo stress non lo reggo. Punto.
“Non ho fatto niente di maleeeeeeeeee!Sono una brava ragazzaaaaaaaaaaaaaaaa!- frigo, con un tono di voce acutissimo- Neanche volevo partecipare a quello stupido torneooooooooooo!”
Kanon si tappa le orecchie con le dita “Ti prego, Aioria, falla smettere!” sbraita all'indirizzo dell'altro gold.
Aioria mi guarda preoccupato: si vede che non se ne intende di crisi isteriche.
“Ci sto provando!” sbotta.
Il gold muove verso di me i palmi delle mani, agitandoli in modo sconclusionato “Tranquilla, non è successo niente di grave.- tenta con voce addolcita, come se stesse parlando con un bambino di tre anni-Ora ti spiegheremo tutto e...”
La sua voce è sempre più ovattata mentre io vado in iperventilazione.
Manco a dirlo gli inutili tentativi di Aioria di rasserenarmi non vanno in porto.
Primo, perchè sono dietro le sbarre.
Secondo, perchè non lo ascolto.
Vorrei, davvero, ma non ce la faccio.
Non mi piace essere chiusa in un posto contro la mia volontà. Non lo sopporto.
Le pareti di questa sudicia cella mi sembrano più soffocanti ad ogni minuto che passa.
“Non respiro!” esclamo con voce stridula mettendomi le mani sul collo.
Sento il battito accelerare e il fiato venirmi sempre meno.
Stupidissima claustrofobia!
“Perfetto Mr. Psicologia!- borbotta Kanon guardando il compagno d'armi di sottecchi- Se tira le cuoia mentre tu cerchi di calmarla lo spieghi te alla Kido!”
Aioria fa roteare gli occhi infastidito “Certo, e le riferirò anche dell'immenso aiuto che mi hai offerto!- sbotta in risposta- Visto che sei tanto bravo a parlare perchè non cerchi tu di fare qualcosa?”
Il cavaliere di Gemini incrocia le braccia e gli rivolge un sorrisetto divertito “No, adoro guardare quanto egregiamente te la stai cavando da solo!”
Ci mancavano anche le loro stupide liti!
Credo proprio di essere passata in secondo piano, e pensare che sono qua in piena crisi di nervi, cosa che mi rende particolarmente rumorosa.
Il ronzio fastidioso delle loro voci, sovrapposto alle pareti che si restringono e al mio respiro affannoso mi tolgono il minimo di autocontrollo che mi era rimasto.
“Dateci un taglio, per Atena!” grido con voce incrinata dal nervosismo.
I due si interrompono immediatamente per guardarmi estremamente perplessi.
Mi basta far saltare lo sguardo dai profondi occhi blu di Kanon a quelli grandi e verdi di Aioria per farmi rendere conto di quello che ho appena fatto.
Dei, proprio con due gold dovevo farmi scappare la pazienza?
“Ehm...i-io...no-non mi ero...m-mi dispiace...”
Le mie scuse non sono altro che un balbettio indistinto. In effetti perfino a formularle nella mia testa non hanno molto senso.
Brava Michelle: sei nella situazione giusta per permetterti di insultare due superiori!
Sento le lacrime riaffiorare agli occhi e inondarmi la faccia (e non avete idea di quanto sia fastidioso se si indossa una maschera!).
“Kanon, Aioria: potete andare, ci penso io qua.”
Una nuova voce si aggiunge a quelle dei due gold e interrompe i loro borbottii.
Non posso fare a meno di irrigidirmi, ricordandomi a stento di respirare (e ringraziando gli dei per il fatto che il mio cuore ha ripreso a battere nonostante abbia perso numerosi battiti!), quando mi rendo conto a chi appartiene quella voce.
Alzo lo sguardo e fra le lacrime riesco a vedere l'arrivo di Shaka.
Cammina lentamente verso la mia cella e non indossa l'armatura come Aioria e Kanon. Eppure emana una luce pazzesca, troppo forte per i miei occhi abituati a questa oscurità.
Sembra un angelo.
“Idiota, chiudi quella porta entra troppa luce!” ringhia il guardiano grigio topo ad un suo collega.
Il malcapitato si affretta a chiudere l'uscio, sbattendolo con forza.
Io faccio roteare gli occhi “Addio apparizione mistica.” borbotto risentita, quando la luce sparisce da dietro le spalle del nuovo arrivato.
“Cosa hai detto?” domandano curiosi i due gold, girandosi di scatto verso di me.
Io arrossisco come un pomodoro “Non ho parlato” mento, voltando la faccia dalla parte opposta.
Ci metto poco a rigirarmi verso di loro, esattamente il tempo necessario a Shaka per arrivare davanti alla mia cella, di fianco ai suoi esimi colleghi.
Aioria e Kanon fanno un impercettibile cenno col capo e poi girano sui tacchi e se ne vanno, senza nemmeno salutare.
Maleducati!
Lo strano fatto che il saint ha gli occhi aperti mi pietrifica. Letteralmente.
Accidenti, preferivo la crisi isterica di prima rispetto questa paralisi imbarazzante.
Credo che la mia precarietà fisica e mentale non sia sfuggita nemmeno a lui dato che mi squadra dall'alto in basso (non ho ancora trovato la forza per alzarmi da questo sudicio lenzuolo), corruga la fronte e mi domanda “Stai bene?”
Ok.
Rispondere senza balbettare è facile. Milioni di persone lo fanno senza avere ripercussioni.
Ce la posso fare!
“Uhm...ecco...”
Perfetto: ora sì che sembro un'idiota.
Shaka non fa una piega, come suo solito, di fronte a questo mio atteggiamento probabilmente inspiegabile (almeno spero) ai suoi occhi e apre la porta della cella, inginocchiandosi per raggiungere la mia altezza.
“Probabilmente ieri hai avuto troppi colpi alla testa.”
Quando allunga le mani per togliermi la maschera ritorno finalmente in me, mi scosto di scatto e lo scaccio come se fosse una mosca fastidiosa.
Ma è impazzito?
“Che cosa stai facendo?” strillo allontanandomi da lui con un balzo.
E poi dice che io forse ho preso troppi colpi in testa! Quale sarebbe la sua giustificazione.
Si lascia sfuggire un sospiro, alzandosi a sua volta “Volevo controllare la tua ferita alla testa.”
“E ti pare un buon motivo per togliermi la maschera?- domando ancora agitata- Le conseguenze di tale azio...”
“Ti ho già vista in faccia, Michelle.” taglia corto lui.
Io ammutolisco di nuovo.
Ma di che diavolo sta parlando?
Notando le mie perplessità, o interpretando il mio silenzio come tale, ricomincia a parlare.
“Hai gli occhi marrone scuro, il viso perfettamente ovale, pieno di lentiggini e le labbra con una strana piega all'insù.- elenca con tono saccente- Ti ho già vista in faccia una volta, ricordi?”
In effetti sta descrivendo una persona che potrei essere io. Ma l'unica volta che avrebbe potuto vedermi il viso è stato il giorno del mio storico ruzzolone fino alla Quarta e lui aveva espressamente detto che non era vero.
“M-ma...avevi detto...” balbetto confusa.
Shaka sospira di nuovo, come se si togliesse un peso “Che te lo eri immaginato, sì, ricordo.”
Sbatto le palpebre, ancora più confusa “Mi hai mentito?!”
“Ti sembra una cosa tanto improbabile?” mi domanda di rimando.
Al diavolo la mia stupida ingenuità.
Perchè prendo per vero tutto quello che mi viene detto?
E poi mi lamento se faccio la figura della stupida!Sono stupida!
Con un gesto stizzito tolgo la maschera, facendola scivolare per terra, e poi mi accingo a togliere il bendaggio che mi avvolge la testa.
Cerco di fare la diplomatica, anche se la stupida benda si rifiuta di collaborare, e alla fine me lo strappo di dosso con un gesto secco.
“Le tue ferite...non ci sono più.” commenta dopo avermi analizzato per bene.
Perfetto: ora non ho più nemmeno la scusa del trauma cranico che mi rende stordita.
“Bene: visto che stai bene facciamo una passeggiata.” mi dice dopo un po'.
Io lo guardo confusa, non sembrava affatto una domanda o un invito...

Non fatico a riconoscere la nostra meta.
Anche se ci arriviamo usando una strada secondaria, la Sesta è inconfondibile.
Solo che quando entriamo mi ritrovo davanti una cosa che non mi sarei mai aspettata.
Ad attenderci c'è la cosa più orribile che abbia mai visto.
Un'armatura è disposta a formare la figura nera di un ragno con le zanne affilate pronte ad attaccare. Inconsciamente, sento un brivido scorrermi lungo la schiena non appena riconosco le quattro paia di occhietti rossi...gli stessi che avevo visto ieri.
Mi fermo a debita distanza, mentre Shaka si avvicina fino a che la sua veste sfiora quel metallo nero.
“Che cos'è?” domando storcendo la bocca, e ignorando il fatto che so già la risposta.
“Un'armatura...” ma va?!, penso sospirando.
“...la tua armatura.” conclude immediatamente, facendomi spalancare la bocca per lo stupore.
Ah, certo: è la mia armatura!
Un attimo: CHE?!?!
Mia...armatura?!?!
Siamo sicuri che sia davvero incenso tutto quel fumo che c'è sempre su alla Sesta?
Cioè, mica pretenderà davvero che io creda a una cosa del genere?
Mica la voglio un'armatura, che me ne faccio? Dovrei combatterci?
No.
Assolutamente no!
La mia gola è diventata improvvisamente secca, perciò invece di formulare una frase di senso compiuto (cosa di cui non sarei in grado comunque a causa della presenza del biondo) mi limito a scuotere la testa.
“Michelle...” dice in un sospiro rassegnato.
Scuoto la testa mentre cerco di balbettare delle argomentazioni a mio favore “Non ho bisogno di un'armatura...”
Il che è vero: dato che non so e non voglio combattere e che non credo che sia utile come fermacarte, un'armatura mi sarebbe totalmente inutile.
“Michelle.” ripete Shaka sempre con tono rassegnato ma più fermo di prima.
“E i ragni non li sopporto, soffro di aracnofobia!” continuo imperterrita.
Ok, forse questo non è proprio vero. L'unica cosa che non sopporto dei ragni sono quelle loro stupide ragnatele che riescono a costruire da un giorno all'altro solo per farmi dispetto e dare al mio salotto e alla mia stanza un aspetto trasandato.
“Che poi, non credo nemmeno sia della mia taglia quella cosa...”
“Michelle!- stavolta il gold ha alzato un po' la voce, facendomi sobbalzare e ricordandomi che devo darmi un certo contegno- Smettila di farneticare e renditi conto che ormai quella armatura ti ha scelto e ti appartiene come tu appartieni a lei.”
Urgh. Detta così sembra ancora di più una condanna. Inconsciamente a sua voce nella mia mente si sovrappone a quella di Takis mentre mi spiegava delle armature maledette.
Dev'essere per qualcosa che ho fatto nella mia vita precedente, ne sono sicura. Probabilmente ero una persona malvagia, che so: il cacciatore che ha ucciso Bambi, una delle sorellastre di Cenerentola, uno degli sceneggiatori di Beautiful...
Ci dev'essere un perchè a tutto questo!
Shaka mi fissa con sguardo grave e, nonostante la situazione in cui ci troviamo, io non riesco a far altro che pensare che ha degli occhi meravigliosi.
Smettila, scema e concentrati!, mi dico agitando la testa per ritornare in me.
“L'armatura che ti ha riconosciuta come sua padrona non è un'armatura comune” mi comunica, e io cerco davvero di captare le sue parole, ma credo che se chiudesse gli occhi come fa di solito le mie facoltà cerebrali mi sarebbero decisamente più d'aiuto.
“Sicuramente conosci il mito di Aracne e del destino toccato a questa fanciulla- continua a parlare, mentre io annuisco come uno di quei cagnolini che si mettono sulla macchina- Ed è per questo che quell'armatura è stata maledetta dalla dea.”
A questo punto mi riscuoto e ritorno finalmente in me “Maledetta?” ripeto stupita.
Insomma, quasi stupita. Credo che una parte di me abbia sempre saputo che Takis aveva ragione.
Non sarai mai un cavaliere, non di Atena.
Il cavaliere d'oro annuisce piano “Il cavaliere di Aracne non ha il compito di difendere Atena.”
E Bang.
Michelle colpita e affondata.
“Michelle, il cavaliere di Aracne è da sempre bandito dal Santuario. Tu sei bandita dal Santuario.”
Semplice.
Senza fronzoli.
Lo dice così, come se mi avesse appena detto che oggi ci sono trenta gradi.
“B-bandita?- balbetto stupefatta- Vuol dire che sono esiliata?”
Shaka annuisce di nuovo, senza però proferire alcun verbo.
“Ma io sono fedele ad Atena!” protesto, stringendo i pugni per la rabbia al ricordo di tutti gli anni che ho passato qui ad allenarmi (con scarsi risultati) e a sognare (non troppo) di diventare cavaliere proprio per proteggere la dea della giustizia.
“Questo non conta più ormai.- dice piatto- E' tempo che tu continui per la tua strada che, di certo, non ha più nulla a che fare con questo luogo sacro.”
“Ma io non volevo nemmeno questa armatura!Volevo essere una di quelle persone che quando c'è una battaglia corrono dalla parte opposta!” grido, rasentando l'isteria.
Shaka alza un sopracciglio, guardandomi torvo “Volevi essere una codarda?”
“Sì!Non c'è niente di male ad esserlo!- continuo imperterrita- Un sacco di persone lo sono senza che nessuno dica niente a riguardo!”
Lui mi fulmina con lo sguardo “Se è davvero questo quello che pensi sono contento che questa armatura ti abbia scelto e che tu debba andartene.”
Sentendo il tono velenoso con cui pronuncia queste parole il respiro mi si ferma all'istante e il rumore di sottofondo che sembra tanto simile ad un vaso di cristallo che si infrange sul pavimento deve essere probabilmente il mio cuore che si frantuma.
Ora capisco che cosa intendono quando dicono che le parole feriscono più della spada.
Ho un terribile groppo in gola, le farfalle dello stomaco e la testa leggera. Abbasso lo sguardo verso il ragno nero che mi guarda ghignando con le due zampe davanti alzate.
Sembra che voglia divorarmi, ma so che non lo farà.
Mi domando che cosa si provi ad avere un'armatura...
Non faccio in tempo a pensarlo che quella mi balza addosso, rivestendomi e proteggendomi.
Le otto zampe mi avvolgono le braccia, lasciandomi liberi gli avambracci, mentre a proteggermi il petto c'è un bustino nero con venature rosse e gli otto occhi malefici. Gli stivali infine mi fasciano le gambe solo fino a sopra le ginocchia.
Solo un pezzo non va al suo posto, e io lo afferro fra le mani stringendolo con forza.
“A che pro possiedo quest'armatura allora, se non per difendere la mia dea?” domando a Shaka, rigirandomi fra le dita l'elmo scuro.
“Avrai altre battaglie per cui combattere- mi spiega, e stavolta mi sembra di vederlo leggermente dispiaciuto, ma sono sicura che è solo una mia impressione- ma non qui. Il posto a cui appartieni, Michelle di Aracne, è un altro.”
Stringo forte la mascella, fino a farmi male, non appena sento questo per niente velato invito ad andarmene.
“Ho capito.” mormoro con un filo di voce.
Non capisco cosa mi trattenga dal piangere.
Forse è quel cosmo, quello che ieri avevo sentito ovattato e nascosto, che invece adesso sento caldo e protettivo.
Takis.
Mi sta aspettando ed è euforico e impaziente.
Stranamente, il pensiero che stia aspettando proprio me non mi rincuora pienamente.
“C'era qualcosa, in te, che mi aveva avvertito che non eri esattamente quello che sembravi.” dice Shaka dopo un po', puntando di nuovo quei due pezzi di cielo verso di me.
Io aggrotto le sopracciglia confusa “Che intendi?”
“Tutti gli esseri viventi hanno in sè una qualche energia, non proprio un cosmo ma qualcosa che brilla all'interno del loro corpo.- mi spiega, notando la mia perplessità- In te questa energia non c'è. Mi sono soffermato più volte a cercare ma non ho trovato niente.”
Io sbatto gli occhi più volte “Mi...mi stai dicendo che sono...vuota?”
Non faccio in tempo a finire di formulare la domanda che sento una strana energia avvolgermi. Non ci metto molto a capire cos'è: è talmente limpido ai miei occhi che il suo cosmo sarebbe più utile di una carta d'identità.
“Puoi smetterla di cercare?Mi fai venire la nausea!” mi lamento, cercando di scacciare con le mani le invisibili spire del suo cosmo.
Stavolta tocca a lui a rimanere spiazzato. Aggrotta le sopracciglia e mi osserva perplesso.
Se continua così potrei accoglierlo nel club “Non sto capendo un'acca!” di cui io sono membro onorario.
Finalmente tocca a me spiegare “Ho fatto degli studi, quando ho cominciato a capire che in me c'era qualcosa che non andava.- mento, ben conscia che rivelare i miei incontri con Takis non sarebbe una buona idea- Ho scoperto che nessuno può sentire il mio cosmo. È come...invisibile.”
Shaka annuisce. Probabilmente sta immagazzinando l'informazione.
Il cosmo di Takis scalpita impazientito.
Faccio un bel respiro e muovo qualche passo fuori dal tempio.
“Ok, allora me ne vado...”
Vorrei dire qualcosa d'altro ma la mia voce si incrina pericolosamente. E almeno voglio fare un'uscita di scena seria!
Sono quasi già fuori quando la sua voce mi blocca.
“Michelle?”
Al richiamo del cavaliere non posso fare a meno di girarmi speranzosa.
Forse la situazione non è così grave, forse si può trovare un compromesso, forse...
“Forse è meglio che prendi un percorso alternativo e non la via principale,- spiega, distruggendo le mie speranze come un bulletto da spiaggia distrugge i castelli di sabbia- le guardie potrebbero scambiarti per un nemico.”
Cambio direzione e stringo i pugni, imitando notevolmente bene la camminata di uno gnu imbufalito.
Dopo tutto questo, credo che me lo permettiate vero?
Ma Vaf-fan-cu-lo!


Nuovo capitolo come regalo di Natale! Ebbene sì, credevo di dover rimandare tutto all'anno prossimo ma sono riuscita a pubblicarlo!
Pare proprio che le cose siano cambiate totalmente per Michelle e con il nuovo anno avrà una nuova vita totalmente (?) diversa da quella che aveva al Santuario. Di certo Takis riuscirà a prendersi cura di lei.
Allora, che ve ne pare il capitolo?
Ah, dopo i commenti c'è un regalino di Natale per tutti voi che leggete!Probabilmente non ve lo siete mai chiesti, ma magari può interessarvi vedere come Michelle &co. trascorrono il Natale.
Grazie mille per i commenti e anche solo per leggere la mia storia.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi!
Baci JoJo

Gufo_Tave: Di nulla!Decisamente, non potevo far avvicinare Michelle a una macchina del genere...Non ne sarebbe rimasto niente e sarebbe stato un inutile spreco. Eh, sì. Ormai dall'assurdo totale stiamo passando ad un altalenarsi di drammatico e commedia...Spero propio di fare bene! Buon Natale!Alla prossima!

Megarah_witch : Ma no, visto che Miki sta già meglio...perlomeno fisicamente. Credo che psicologicamente stia per subire un  tracollo! Sono contenta che la vicenda ti intrighi...ne capiteranno alla nostra povera eroina! Il mio pc è contento che tu abbia capito che lui qua è il boss. Ora abbiamo fatto una tregua natalizia ma l'anno prossimo la nostra guerra ricomincerà. Credo che dovrò passare all'artiglieria pesante! Buone Feste! Alla prossima!

whitesary : Miki non è masochista, ma solo troppo buona! Vuole sempre accontentare tutti e perciò finisce sempre nei guai. Poverina! Eh eh eh, l'armatura finalmente è arrivata! Da dove e come lo spiegherò ancora meglio nel prossimo capitolo! (quindi un pò di risposte dovranno aspettare!) Alla prossima, allora e Buon Natale!

Snow Fox : Aggiornamento un pò in ritardo, come vedi. Il pc ce l'ha ancora con me, anche se siamo in tregua, per ora. Sai credo che con questa fissa per lo zodiaco al Santuario sia impossibile tenersi lontano dall'oroscopo: ce l'hanno nel sangue. Già me li vedo Mu e gli altri alla mattina sfogliare il giornale per leggere cosa gli riservano le stelle! eh eh eh. Allora che ne dici del nuovo capitolo?Ancora tutto troppo criptico? Alla prossima e Buon Natale!

Ordinary Xmas!

WARNING!!!---La seguente storiella è stata scritta mentre indossavo un cappellino da Babbo Natale ed ascoltavo canzoni natalizie e zuccherose, il tutto subito dopo aver addobbato casa. Pertanto non mi ritengo pienamente responsabile per tutto ciò che di melenso e troppo natalizio vi è contenuto.
I personaggi utilizzati sono quelli di Ordinary Life anche se la storia è ambientata in un periodo a sé stante. In questa storia le donne non indossano le usuali maschere perchè...uhm...lo consideravo poco natalizio!
Continuate a vostro rischio e pericolo!
Eventuali lamentele o minacce di morte vanno spedite al ridente vecchietto obeso che ogni 24 dicembre passa la sua notte a distribuire regali a destra e a manca!
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi che leggete!!
Baci natalizi JoJo

renge_no_hana : Vero! Già ho attenuato un pò quell'aspetto del carattere del caro vecchio Scorpione...Ma avrà i suoi picchi anche lui, mica posso tenrelo a bada per sempre. Come ti è sembrato questo capitolo? Alla prossima! Buone Feste!!

You better watch out / You better not cry
You better not pout / I'm telling you why
Santa Claus is coming to town!

Santa Claus is coming to town!!!” canto anche io, seguendo la voce di Frank Sinatra.
Quando finisco di appendere il nastro rosso che tengo in mano, non posso fare a meno di sorridere soddisfatta.
Mi scosto un attimo, pur cercando di non cadere dalla cima della scala a pioli su cui sono, per ammirare lo splendore generale della stanza.
La mensa non sembra più lei.
Tutte queste decorazioni la fanno sembrare più che altro la succursale greca del villaggio di Babbo Natale.
Perfetto!” rido deliziata.
Se non lo avete capito io amo il Natale! Anzi, posso dire di essere la persona che ha portato il Natale al Santuario di Atena.
Insomma, niente che uno si aspetterebbe da un'imbranata come me.
Michelle ne ha combinata una giusta, signore e signori.
Adoro il Natale!
Tra tutte le feste che possono esistere su questa terra, il Natale è la mia preferita.
Mi piace l'albero, i regali, le decorazioni, i dolci, per non parlare poi dello spirito natalizio che rende sopportabile perfino la mia sfortuna nera!
Non c'è niente del Natale che mi dispiaccia.
Anzi, una cosa sì: non mi piace chi osa spezzare il mio spirito natalizio. È per questo motivo che nel periodo natalizio ho sempre una tradizione personale tutta mia!
La mia missione del Natale. In pratica, ogni anno faccio entrare nello spirito natalizio qualcuno che si rifiuta totalmente di abbracciare il fantastico clima di questa festa.
Certo, di solito non ne combino una giusta, ma divento completamente un'altra persona quando si tratta di queste cose: pensate che qualche anno fa sono riuscita a convincere Death Mask a mettere delle luci decorative fuori dalla sua casa!!(credo che quell'anno sia stato quello in cui ho rischiato maggiormente la vita!)
He's making a list / Checking it twice
Gonna find out who's naughty or nice / Santa Claus is coming to town

He know if you are sleeping, he know if you're awake- canto dondolando la testa, mentre allungo la mano per sistemare una ghirlanda- He know if you've been bad or good, so be good for goodness sa...”
Un colpo tremendo proprio dietro di me, interrompe la mia performance.
Che diavolo sta succedendo qui?” ringhia una voce alle mie spalle.
...ke.” concludo sorpresa.
Io riesco a voltarmi per pochi secondi, il tempo per riconoscere Kanon di Gemini, e per sbilanciarmi irrimediabilmente.
Aaaaaaaaaaaaah” mi ritrovo ad urlare mentre sento la scala scivolarmi via dai piedi. Per puro istinto mi aggrappo alla ghirlanda che ho appena appeso.
Sospiro sollevata “Meno male...”
Non faccio in tempo a finire queste parole che uno strappo rumoroso fa staccare parte dello striscione a cui è appeso il mio appiglio. Poco dopo mi ritrovo a dondolare lungo la parete, fornendo una ridicola parodia di Tarzan (o di Cita se preferite) sulla liana.
Alzo lo sguardo, terrorizzata e consapevole del fatto che se guardassi giù mi verrebbe un attacco di vertigini, e noto la stoffa sfilacciarsi velocemente.
Oh, no!” mi lamento, prima di precipitare inesorabilmente.
Stranamente atterro su qualcosa di soffice e confortevole. Abbasso lo sguardo e vedo il gigantesco mucchio di cotone che dovevo utilizzare come neve finta. Lo so, piuttosto patetica come cosa, ma ora non c'è più Camus da obbligare a far nevicare sul Santuario e Hyoga è stranamente irreperibile da giorni.
Chissà dove si è cacciato...” mormoro pensierosa, battendo ritmicamente l'indice sulle labbra.
Un tossicchiare fasullo richiama la mia attenzione.
Mi giro e mi ritrovo faccia a faccia con un Kanon tremendamente scocciato. Insomma, più del solito.
Senza volerlo mi ritrovo a fare una smorfia schifata: un'espressione del genere dovrebbe essere bandita nel periodo di Natale.
Il gold inizia ad additare ciò che lo circonda “Che cos'è tutta questa roba?”
Io gli rispondo con un bel sorriso a trentadue denti “Ovvio: decorazioni natalizie!”
Le sue labbra carnose si piegano in una smorfia “Insomma cose inutili!E che cos'è questa musica melensa?- sbotta di nuovo, infastidito- Prima un cane si è messo a latrare a tempo, ed era veramente terrificante!”
Mi ritrovo ad arrossire immediatamente: so di non essere intonata (ok, sono stonata come una campana rotta) ma il paragone con un cane che abbaia mi mancava!
Ma è Natale, nobile Kanon- tento di spiegare, cercando di rabbonirlo con uno sguardo da cucciolo- Atena ha dato il suo consenso e questo rende tutti più felici, soprattutto i bambini!”
Kanon sbuffa sonoramente “E' una festa inutile...ma se la dea approva- borbotta di malumore- Basta che la pianti con queste stupide canzoncine, e togli queste stupide decorazioni:la gente ci viene a mangiare qui, mica vorrai obbligare a guardare questo obrobrio!”
Lancia di nuovo uno sguardo disgustato alla sala e poi se ne va sbattendo la porta.
Il mio viso si riflette sulla superficie lucida davanti a me, e mi rivolge un'espressione furba.
Michelle- mi dico con tono solenne- Hai trovato la tua missione per questo Natale: dare a Kanon di Gemini un assaggio del buon vecchio Spirito Natalizio.”

“Oh, andiamo Michelle!- mi supplica Kim con voce rotta- Non puoi trovare qualcun altro da obbligare a farsi piacere il Natale?”
Io scuoto la testa cocciuta. Ormai ho deciso e solo perchè lui può mandarmi in un altra dimensione mica cambio idea!
La mia amica sospira continuando a mescolare con energia l'impasto per i biscotti di Natale.
“Non è niente di che, Kim: lo sai che parlando delle mie missioni natalizie ottengo sempre quello che voglio!”  
Certo, la cosa mi da da pensare.
Vorrei proprio sapere per quale motivo non capita così anche nella vita di tutti i giorni!
“E che cos'è che vuoi quest'anno, demone del Natale?”
Victoria entra nella stanza, in una nuvola di profumo zuccheroso, tenendo ben stretti fra le braccia numerosi pezzi di stoffa. Da una mano poi pende il kit per il cucito di Hello Kitty.
A quanto pare la mia amica si sta preparando a dare gli ultimi ritocchi ai costumi. A mio parere erano perfetti quelli dell'anno scorso, ma Vic insiste ogni anno per rifarli nuovi per stupide questioni di stile e per il fatto che non si dovrebbe mai indossare lo stesso abito in occasioni importanti.
“Michelle ha deciso che inietterà dello spirito natalizio in Kanon!” spiega pigolando Kim, brandendo il cucchiaio di legno come un'arma impropria.
La bionda fa cadere tutto quello che teneva in mano “Kanon?!-ripete allarmata- Intendi Kanon di Gemini?”
Kim annuisce, facendo sgusciare qualche ciocca riccia e ribelle fuori dalla cuffietta da cuoca, e in men che non si dica le braccia di Vic cominciano a stringermi.
“Nooooooooo!Ti prego Miki, non farlo!- piagnucola Victoria strattonandomi- So che non te lo dimostro spesso ma ti voglio bene!Non voglio che tu muoia per mano di quel bruto!”
Mi lascio scappare un sospiro mentre alzo gli occhi al cielo.
“Non ero preoccupata per questo!- sbotta Kim interrompendo i suoi piagnistei- Io non voglio che Michelle faccia ammattire il povero Kanon!Ha già avuto dei traumi in passato e non credo che...”
Il...povero...Kanon?!
“Basta!- la azzittisco, accompagnando le mie parole con un gesto secco della mano- Ho deciso che da quest'anno inizierà ad amare il Natale e così sarà!”
“Chi inizierà ad amare il Natale?- domanda incuriosito Milo entrando nella stanza, seguito a ruota da Aioria e Aldebaran- Ti prego dimmi che hai deciso di importunare di nuovo Shaka!Sarebbe fantastico assistere alle tue proverbiali figuracce!”
Ah, ah, ah.
Che divertente sa essere Milo.
E gli amichetti sghignazzanti alle sue spalle!
Se non fosse diecimila volte più forte di me lo ammazzerei seduta stante.
Che poi non è affatto colpa mia se Shaka è sempre presente quando faccio qualcosa di imbarazzante!
Già immagino la scena alla festa di domani...scommetto che ne combinerò una delle mie, sicuro come l'oro! Solo che sarà mille volte più ridicolo dato che sarò vestita da elfo di Babbo Natale.
“No, il fortunato che avrà questa piattola alle calcagna sarà Kanon.” spiga Vic, dopo essersi ricomposta incredibilmente velocemente dalla scenata di prima.
Dev'essere uno dei poteri segreti dei gold...
La bionda non fa in tempo a finire la frase che i tre si piegano letteralmente in due dalle risate.
La mia faccia diventa ancora più imbronciata di quanto lo fosse alla prima battuta di Milo.
“O miei dei!- riesce a dire Aioria- E' la cosa più assurda che abbia mai sentito.”
Atena: come hai fatto ad affidare a loro la tua vita?
“Su, ragazzi. Probabilmente Miki stava scherzando!- Esclama Al fra le risate- Vero Miki?”
Io assottiglio lo sguardo, cercando di assumere un'aria minacciosa, e incrocio le braccia sbuffando.
“Cento bigliettoni che si ritroverà in una dimensione oscura prima delle prossime ventiquattro ore!” dice allora Milo sorridendo sornione.
Aioria gli assesta una bella pacca sulla spalla “Sono con te, amico.”
“Siete venuti qua per un motivo particolare o solo per irritarmi a morte?” sibilo, sempre imbronciatissima.
Victoria addita Aldebaran con il pollice “La solita prova costume per Al.- mi spiega- Ho deciso di apportare qualche modifica alla divisa di Babbo Natale.”
Un'idea malsana mi salta in mente quando sento queste sue ultime parole.
“Ho avuto un'idea fantastica.” grido afferrando il sacco che contiene il costume e poi esco in fretta e furia.
“Ma che le è preso?” domanda Milo confuso.
La voce di Kim è già lontana quando sento la sua risposta, ma non posso fare a meno di sorridere per quello che dice la mia amica “Credo che abbia appena trovato un modo per guadagnare cento euro.”

Un brivido mi corre lungo la schiena quando arrivo all'entrata della Terza Casa.
Non ho spiegato a Mu il motivo della mia visita a Kanon, ma dall'espressione che ha fatto quando mi ha visto credo che sospetti che non ne nascerà niente di buono.
Beh, almeno qualcuno arriverà a soccorrermi se le cose si mettono male.
Tranquilla Miki, mica ti ammazzerà per una semplice, banale e innocente richiesta, no?
Che c'entra se è un misantropo, un ex-cospiratore che ha scatenato delle guerre terribili, e stamattina mi ha guardato con gli occhi iniettati di sangue.
Cosa diceva sempre il mio maestro?
Lavati i denti dopo ogni pasto.
E...L'apparenza inganna.
Probabilmente aspetta solo che qualcuno gli dia la possibilità di aprirsi un po'...
Mi schiarisco un po' la voce prima di parlare “Uhm...Permesso?”
Non ottengo risposta, quindi azzardo qualche passo all'interno.
“C'è qualcuno in casa?”
Ancora niente.
Faccio ancora qualche altro passo, ma uno sguardo gelido mi fa letteralmente pietrificare sul posto.
Kanon mi osserva e non sembra per niente felice di vedermi.
Tossicchio un po', imbarazzata prima di dire qualcosa di sensato “A-ehm...Salve.”
Lui grugnisce infastidito.
“Non hai risposto quindi ho pensato di entrare.” continuo titubante. Vero che lui non è come Shaka e che quindi non può togliermi tutti i cinque sensi solamente guardandomi, vero?
Altro suono gutturale che non promette niente di nuovo.
Mi sorge quasi il dubbio che abbia perso la facoltà di parola.
Strano, perchè per sbraitarmi contro stamattina l'aveva!
“S-sono quella di stamattina, sono venuta a invitarti ufficialmente alla festa di domani sera.- butto fuori tutto d'un fiato- Sai, è la vigilia di Natale e...”
“Ah.- dice finalmente- Sei la fanatica del Natale. Difficile dimenticarsi di te.”
Aggrotto le sopracciglia.
Non sembrava affatto un complimento!
“Allora vieni?” chiedo, ignorando quello che ha appena detto.
Lui mi guarda come se fossi pazza.
“No.”
Risposta secca, che accentua incrociando le braccia di scatto.
“Ma è la Vigilia di Natale...” azzardo di nuovo.
Kanon non fa una piega.
“Il Natale è una festa stupida: l'ennesimo risultato del consumismo in cui è caduta la nostra società.” spiega con tono monocorde.
Ti credi un osso duro, eh?
Non sai chi hai di fronte!
“Quindi presumo sia del tutto inutile cercare di convincerti e anche di chiederti se potresti fare da Babbo Natale...” sospiro, fingendomi rassegnata.
“Ovvio!Ed ora smamma, ho avuto fin troppa pazienza!” sbraita voltandosi e muovendo qualche passo in direzione opposta a me.
“Lo immaginavo.” borbotto, costringendomi a non sogghignare.
Lui si volta di nuovo verso di me “Immaginavi cosa?” domanda in un sospiro a metà fra il rassegnato e lo scocciato.
“Che non l'avresti mai fatto.- spiego facendo spallucce- Ma, d'altronde, lo dicevano che sei cooooooosì prevedibile.”
Le cose sono due: o muoio, o cade nella mia trappola.
Atena: tu lo sai, vero, che sono troppo giovane per morire?
Kanon non risponde a parole ma da come serra la mascella credo di aver sfiorato il tasto giusto.
“Aioria aveva proprio ragione, ma d'altronde avrei dovuto immaginarlo.- continuo fingendo di sospirare rassegnata- Ha fatto bene a scommettere contro di te, ora però io devo a Milo cento euro...chissà se li accetta a rate, ho speso un sacco di soldi per i regali di Natale.”
Faccio finta di allontanarmi, continuando a mormorare altre cose riguardo questa scommessa, quando uno strattone potente mi strappa dalle mani il sacco con il costume da Babbo Natale.
“Ehy, che fai?- domando stupita- Quello ora lo dovrà mettere Aldebaran!”
Gli occhi blu di Kanon saettano per la stanza, stando ben attenti a non soffermarsi mai sul mio viso.
“Insomma, non avevi detto che dovevo farlo io?” domanda borbottando, rigirandosi il sacco ruvido fra le dita.
Io cerco di non ghignare soddisfatta “Guarda che non sei obbligato, puoi anche farti da parte se non sei in grado...”
Alle mie ultime parole Kanon scatta di nuovo, dandomi le spalle e iniziando ad andarsene in un'altra stanza.
Dei, come sono malefica!
“Ho detto che lo farò e LO FARò!” ringhia allontanandosi.
Povero Kanon...dev'essere difficile sopravvivere con quell'orgoglio così ingombrante!

“Pierre non crede assolutamente che tu l'abbia convinto a fare una cosa del genere! Stai bluffando!”
esclama il ragazzo che, come me, indossa un costume da elfo.
La calzamaglia a righe e i pantaloncini verdi però, fanno un effetto totalmente diverso su di lui.
Perchè lui è adorabile e io sono ridicola?
“Kanon non farà mai una cosa del genere!” continua Victoria, dandogli man forte.
Nel suo costume da angelo del Natale è assolutamente favolosa.
Io incrocio le braccia e sorrido soddisfatta “Tra qualche minuto sarà qui per i ritocchi al costume- spiego saccente- E così vedrete voi stessi”
So con certezza che verrà. È troppo orgoglioso per fare marcia indietro a poche ore dalla festa.
E poi credo che non sopporterebbe le accuse di codardia da parte di Milo e Aioria.
Uno sbattere violento mi fa girare verso la porta dove vedo l'alta figura di Kanon, che ha l'espressione di uno che preferirebbe un nuovo soggiorno a Capo Sounion piuttosto che dover mettersi un costume da Babbo Natale per far felici dei bambini.
“Kanon!Lo sapevo che saresti arrivato!Avete visto ragazzi che...” Mi volto verso il punto dove c'erano i miei amici ma trovo il nulla più totale.
Sbuffo sonoramente: mica è un mostro, santo cielo!
Torno a rivolgere la mia attenzione a lui e solo ora noto la sua espressione.
Ok, forse se non avessi la mia missione da compiere sarei scappata anche io.
“Uhm...Kanon?” tento con tono incerto.
Lui mi fulmina con lo sguardo “Sappi che sono qui contro la mia volontà e che sono di pessimo umore!”
Io raccolgo tutte le mie energie positive e gli rivolgo un sorriso smagliante “Andiamo!E' la Vigilia di Natale!”
Accidenti...Non credevo che potesse fare uno sguardo più micidiale di quello di prima.
Va bene, Michelle, mi sa che con lui devi andarci per gradi: è pur sempre uno dei gold più potenti in circolazione.
“Ti lascio solo, così ti cambi.- gli spiego avviandomi verso la cucina dove mi aspettano nascosti Vic, Pierre e Kim- E non dimenticarti del cuscino per fare la pancia!”
Quando torno in mensa qualche minuto dopo, noto la sua figura camuffata dal costume rosso voltata di spalle. Ai miei occhi però non sfugge il fatto che sta analizzando minuziosamente l'albero di Natale, toccando le palline con le dita.
“Non toccare le decorazioni!” Lo ammonisco facendolo sobbalzare.
Lui si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo. Cosa che, peraltro, non mi fa più effetto.
“Ci ho messo tutta la giornata a sistemarle in modo simmetrico- dico mentre lo squadro dalla testa ai piedi- Il costume è perfetto: basta solo che ti togli quell'espressione lugubre dalla faccia e sarai un ottimo Babbo Natale!”
Kanon mi rivolge un'occhiata esasperata “In modo simmetrico?Hai decorato in modo simmetrico?”
Io annuisco fiera di me, ma lui scuote la testa preoccupato “Sei psicopatica!”
Mollo per qualche secondo la scatola per fargli un cenno scocciato con la mano: amo l'ordine, mica sono pazza!
“Avanti, aiutami con le ultime decorazioni.” ordino, praticamente, avvicinandomi con la scatola stracolma.
Kanon fa roteare gli occhi “Ancora?”
Io sbuffo, ma ai miei piedi qualcosa mi distrae.
Le punta ricurva delle mie scarpe da elfo rosse si impiglia in un nastro rosso e oro, probabilmente lasciata per terra da Vic o Pierre.
Sbuffo iniziando a saltellare per cercare di toglierlo stando in piedi, l'unica cosa che riesco a ottenere però è un ridicolo balletto in cui io salto da una parte all'altra della sala, cercando di liberarmi.
La scatola che tengo su una mano sola ormai, traballa pericolosamente. Mi distraggo giusto quell'attimo per cercare di rimetterla in equilibrio, che succede il peggio.
Il nastro deve probabilmente avermi riconosciuta come l'essere più goffo esistente su questo pianeta e allora prende vita (perchè non ci sono altre spiegazioni, altrimenti!) e riesce anche ad avvolgersi sulla caviglia libera, facendomi cadere in avanti.
Mi lascio scappare la scatola, lanciandola in alto seguendo uno strano e insensato istinto.
Pochi secondi dopo, intorno a me c'è in buio.
Con una mano tremante sollevo il cartone che mi è caduto sugli occhi, ritrovandomi però ricoperta da brillantini e fili dorati e argentati.
“Fantastico.” mormoro, guardando il totale casino che si è creato.
Devo dedurre quindi che nemmeno quest'anno Santa Claus si porterà via questa mia sfortuna nera, no?
Un suono che pian piano riempie l'imbarazzato silenzio della stanza mi fa sobbalzare.
Mi volto verso il punto da cui sento arrivare questa risata arrochita.
“Kanon!” esclamo stupita mentre guardo il ragazzo ridere divertito.
Certo, forse il fatto che sta ridendo di me e non con me dovrebbe farmi pensare, ma, ehy, sta ridendo!
Non credo che nessuno al Santuario possa dire di averlo ridere prima d'ora, anzi non credo che abbia nemmeno sorriso prima d'ora.
Nonostante il dolore al mio sacro deterano mi ritrovo a sorridere: credo stia molto meglio senza l'aria del disadattato addosso.
Sono qua per terra a ridere, con una scatola in testa, fili decorativi addosso e un costume da elfo quando Shaka entra nella stanza, annunciando che è arrivato in anticipo dato che non vuole assistere alla calca dell'ultimo minuto.
Uff...direi che è una situazione tipica di me.

Tra poco i bambini saranno qui.
Non vedo l'ora: primo per la felicità che si dipingerà sui loro volti.
Ne hanno proprio bisogno, non avete idea di come sia difficile essere bambini al Santuario.
E poi...per togliermi da questo imbarazzante momento.
Shaka è seduto con gli occhi chiusi. Sta meditando, o dormendo, o è caduto in coma...
Non saprei dire con certezza.
Kanon è annoiato e ora che io e Kim abbiamo finito di imbandire la tavolata devo ammettere che sono piuttosto annoiata anche io.
“Allora Kanon...Come mai non sopporti il Natale?” azzardo, per spezzare questo silenzio soporifero.
“Non sono fatti tuoi.” sbotta in riposta.
Ma credete che io mi arrenda così facilmente?
“Ci sarà un motivo per cui ti piace.” continuo per niente scoraggiata.
“Cosa della frase che ti ho appena detto non ti è chiaro?” ribatte inacidito.
Io sbuffo, ma non mollo “E' per un trauma infantile?Un regalo orrendo?Un evento tragico che è accaduto nello stesso periodo?” incalzo, cercando di immaginare perchè qualcuno possa odiare una festa così bella.
Lui fa roteare gli occhi infastidito “Senti: sono vestito da Babbo Natale come volevi, perchè vuoi anche farmi ammattire?”
Kim ridacchia, scuotendo la testa. Anche Shaka sorride.
Lascio passare qualche secondo prima di ripartire alla carica “E' una cosa imbarazzante, forse?Perchè altrimenti non vedo per quale motivo non potresti dirmelo!”
La mia personale tecnica dell'esasperazione funziona, infatti Kanon si gira rassegnato verso Kim alla ricerca di un supporto morale “Tu sai come si fa a far tacere questa pazza vestita da elfo?”
La mia amica riesce a ridere “Quando lo scopri fammelo sapere!”
Ah, e questa sarebbe la risposta di un'amica?
Però, ora che ci faccio caso...come è rossa in faccia!Non riesco a capire se fa troppo caldo, ha la febbre oppure è a causa della presenza del cavaliere di Gemini.
Lancio uno sguardo all'interessato e poi di nuovo a lei.
Kanon, decisamente.
“Non è così male, però:- continua la mia amica, lanciandomi uno sguardo. Si sporge verso il gold di Gemini e inizia a sussurrargli qualcosa all'orecchi. Io faccio finta di non ascoltare, improvvisamente impegnata a raddrizzare le palline sull'albero di Natale- è maldestra e buffa, però credo che chi non esita a mettersi in ridicolo per la felicità degli altri sia più coraggiosa di qualsiasi esercito di cavalieri.”
Mi viene da sorridere e quando giro leggermente la testa per osservarla noto che anche lei sta rivolgendo un sorriso a Kanon.
Il suo bel sorriso dolce e sereno, che sa rassicurarti in qualsiasi situazione.
Il gold volta la testa di scatto...Strano, sembra imbarazzato.
Chissà che gli è preso...
“Non è carino.”
Accidenti!Mi ero totalmente dimenticata della presenza di Shaka! Possibile che ogni volta che mi rivolge la parola o sembro una completa idiota o mi fa venire un infarto?
A malincuore sposto lo sguardo da quei due al biondo cavaliere della Vergine. (Ok, forse non così a malincuore...però volevo vedere come si evolveva la cosa, uffa!)
“Origliare- spiega con aria serafica- Non è carino.”
Io arrossisco fino alla punta dei capelli. “Non stavo origliando. Ho solo accidentalmente ascoltato una conversazione altrui...”
Shaka scuote la testa leggermente divertito.
“Che poi l'ho iniziata io questa conversazione!” protesto mentre mi accorgo che mi sta trascinando letteralmente via da quei due.
“Fai finta di non sapere o non l'hai notato?” mi domanda sorridendo.
Notato?Notare cosa?
“Cosa?” chiedo girando la testa per guardare Kim e Kanon.
Shaka sospira “Candida come un fiocco di neve.”
Che?!E questo che c'entra?
Chi è candida?
Cos'è che non ho notato?
Sono ancora qui che mi guardo intorno confusa cercando di decifrare le frasi criptiche di Shaka, quando Victoria e Pierre fanno letteralmente irruzione nella stanza.
“Tutti ai propri posti!- urla Pierre- Stanno arrivando!”
Con un balzo arrivo alla finestra e noto un fiume di bambini dirigersi proprio qui. Qua e la riesco a notare anche le figure alte e slanciate dei gold, letteralmente trascinate a forza dai piccoli che li attorniano.
Credo di capire perchè Shaka ha deciso di venire prima.
Di nuovo di corsa, mi dirigo verso Kanon , lo prendo per un braccio e lo trascino a sedersi sulla poltrona rossa che abbiamo messo di fronte all'albero di Natale.
“Ok, fra poco i bambini saranno qui: devi solo farli sedere sulle tue ginocchia, consegnargli il regalo e dirgli qualcosa di carino.- spiego, agitata-E ricordati di sorridere!”
“E perchè dovrei sorridere?” domanda alzando un sopracciglio.
Pierre, che si è avvicinato per ricoprire il suo ruolo di aiutante di Babbo Natale mi guarda e scuote la testa.
Mi azzittisco aspettando che arrivi da solo alla conclusione più logica, ma Kanon continua a guardarmi in attesa di risposta.
Sospiro esasperata “Babbo Natale è sempre felice e chi è felice sorride.”
“Io non sono Babbo Natale e non sono felice!” ringhia, incrociando le braccia (o meglio, tentando di incrociarle: non è affatto abituato ad avere una pancia tanto ingombrante!)
“Kanon...”
“Indosso un costume ridicolo, ho un cuscino legato in vita e cinque gold saint pronti a prendermi per i fondelli: che cosa diavolo avrei da sorridere?” ringhia rabbioso.
Ma allora mi vuole davvero fare arrabbiare.
“Devi sorridere perchè se non lo fai questa stanza sarà piena di un centinaio di bambini urlanti e sarai tu l'unico e il solo che dovrà a tenerli a bada mentre piangono perchè il caro e vecchio Babbo Natale è un misantropo!- spiego in un sibilo prima di strappargli la barba finta dalla faccia- Ti è abbastanza chiaro il concetto?”
“Aho!” si lamenta lui, portandosi una mano alla faccia, dove il nastro adesivo strappato con poca delicatezza ha lasciato la pelle arrossata.
O miei Dei!Ho appena minacciato un gold!Non mi sono mai sentita tanto potente in vita mia!
Certo, non è una minaccia di morte o qualcosa di altrettanto spaventoso, ma è una minaccia ed ha addirittura funzionato!
Sìììì!
Gli riappiccico velocemente la barba e gli sorrido amabile “Sorridi.” sibilo fra i denti mentre vedo la porta aprirsi e un branco di bambini correre veloci a mettersi in fila per l'incontro con Santa Claus.
Kim è di turno al buffet, Vic con il suo costume da angelo si aggira ad aiutare i bimbi, io e Pierre siamo a fianco di Kanon per mettergli sulle ginocchia i pargoli. Dagli angoli, i gold, sorridono contenti.
Sorrido anche io: è tutto pefetto.
Mi avvicino alla prima bambina della fila: una bambolina con i boccoli rossi e grandi occhi blu.
Non faccio in tempo a metterla fra le braccia di Kanon che lo abbraccia felice urlando “Ti voglio bene, Babbo Natale!”
Il gold arrossisce vistosamente, borbottando una risposta che non riesco a cogliere.
Mi abbasso all'altezza del suo orecchi e alzo un sopracciglio mentre vedo Kanon imbarazzato per la foga con cui la piccola l'abbraccia.
“Meglio la misantropia, vero?” sussurro sarcastica.
Lui mi lancia un'occhiataccia, ma credo proprio che questa festa stia iniziando a piacergli.

Una festa perfetta!, penso stiracchiandomi.
Tutti stanno mangiando seduti alla grande tavolata, ridendo e scherzando.
Perfino Kanon ormai non finge più di essere estremamente scocciato!
Ogni volta che vedo una scena del genere mi ricordo perchè amo così tanto il Natale!
Nonostante ciò, mi tocca abbandonare questo perfetto scenario natalizio.
Ho un altro importantissimo compito da assolvere!
“Dove vai?” mi domanda Shaka quando mi alzo per andare a prendere l'ultimo regalo che è rimasto sotto l'albero.
Mannaggia a Vic che ci ha messo vicini!
Stavolta però non sono per niente imbarazzata o incapace di parlare, gli strizzo l'occhio e gli rispondo tranquilla “E' la vigilia di Natale e sono un folletto: ho un importante compito da svolgere!”
Lui mi guarda perplesso mentre me ne vado sorridente.
Non appena esco dalla porta sento urlare dai bambini (ma con più enfasi da Victoria) “Kiiiiiiiiiiim sei sotto il vischio con Babbo Nataleeeeeeeeeeeeeeeeee!”
Mi ritrovo a ridere: ecco allora cosa intendeva Shaka prima.
Peccato perdermi questa scena, ma me ne aspetta un'altra altrettanto bella fra pochi metri.
Poco lontano da qui, nascosto fra la sterpaglia per osservarmi e farmi da guardia, c'è il mio inaspettato e meraviglioso angelo custode. Non è giusto che passi il Natale da solo.
Non appena mi avvista Takis si alza in piedi, confuso.
Di certo non si aspettava una cosa del genere.
Io sventolo il regalo “Non credevi davvero che Babbo Natale si fosse dimenticato di te?” dico sorridendo.
Anche lui mi sorride, facendo illuminare in modo incredibile il suo bel viso e quegli occhi color del cielo.
Mi ritrovo ad arrossire mentre lo guardo.
Contemporaneamente ci sediamo sulla stessa grande roccia, uno accanto all'altro.
La luna e le stelle stasera sono uno spettacolo. Sarà il regalo di Natale degli astri.
“Io non ti ho portato nessun regalo...” borbotta Takis, abbassando lo sguardo e arrossendo un poco.
Io sorrido. Un regalo. Come se fosse questo quello di cui mi importa.
“Invece sì, solo che non lo sai..” dico sicura, allungando una mano verso la sua e stringendogliela.
Lo sento irrigidirsi per qualche secondo, prima di rilassarsi e stringermi a sua volta la mano.
I canti di Natale arrivano fin qua, farciti dalle risate dei bambini.
Sono così presa nel cercare di captare le parole di Rocking around the Christmas Tree, che quando un bacio delicato mi sfiora la guancia sobbalzo sul posto.
“Buon Natale.” mi sussurra Takis all'orecchio, prima di rigirarsi e guardare l'orizzonte.


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Capitolo 12
*** Mission Impossible ***


Mission Impossible

“Michelleeeeeeeeeeee!”
Questa voce acuta che mi chiama mi entra fino nel cervello interrompendo malignamente il sogno che stavo facendo.
Un bel sogno, per inciso, in cui io stavo facendo surf fra le nuvole.
“Ancora cinque minuti.” mugugno con la voce impastata dal sonno, infilando la testa sotto al cuscino e accucciandomi ancora di più fra le lenzuola.
Un tonfo sordo sul materasso mi fa capire che Jack non ha alcuna intenzione di lasciarmi poltrire qui.
“Andiamo Miki!E' una splendida giornata, devi alzarti!” trilla felice, iniziando a colpire la coperta in vari punti e, ovviamente, con lei anche me.
“Lo sarà alle dieci.” ribatto, cercando di ignorarlo più che posso.
Solo che avere il suo dolce peso sulla schiena mi rende l'impresa piuttosto difficile.
Jack mi strappa il cuscino da sopra la testa, ridendo divertito.
Come faccia a farlo ridere una scena che si ripete ogni mattina, poi, devo ancora capirlo.
“Devi alzarti Miki, Takis è tornato poco fa.”
Solo a sentire il nome di Takis mi alzo di scatto, dando una testata micidiale al mento dell'americano più assillante che conosca.
“Ahio!- mi lamento, massaggiandomi la parte offesa- Takis hai detto?E' tornato?E' qui?”
Non gli lascio nemmeno il tempo di annuire che mi alzo in piedi e, senza nemmeno rifare il letto (cosa impensabile in altre occasioni) esco dalla mia stanza e scendo verso il salotto, facendo i gradini a quattro a quattro.
Agli ultimi inciampo e cado rovinosamente a terra trovandomi proprio ai piedi di Takis.
“Sei tornato!” grido felice.
Lui annuisce sorridendo “Certo, che credevi, che ti avrei lasciato in pace per altro tempo?”
Il male della caduta se ne è già andato, quindi mi alzo veloce e di slancio gli salto in braccio.
“Sono così contenta che tu sia qui.” gli sussurro ad un orecchio, mentre lui cammina verso la cucina, con tanta naturalezza che sembra quasi che io sia fatta d'aria.
Takis è partito per una missione particolarmente impegnativa circa due settimane fa. È dovuto andare da uno degli oracoli di Zeus più potenti, dato che il Tonant aveva una nuova missione da assegnarci. Gli oracoli sono gli unici mezzi per cui noi siamo in contatto con le divinità dato che siamo una schiera di guerrieri maledetti: una sorta di gazzetta ufficiale su cosa accade nel mondo soprannaturale, insomma.
Eh, già. Perchè ormai non sono più una ragazza normale.
Sono una guerriera, maledetta per giunta. Ah, ed esiliata.
Se penso a tutto quello che è successo in questi mesi, mi sembra quasi di essere una persona diversa da quella che è partita dal Santuario quasi un anno fa.
No, tranquilli, sono sempre io.
La maniaca del pulito, la precisina, la combinaguai e inguaribilmente maldestra Michelle.
Ho iniziato ad essere me stessa in una nuova casa, fra dei nuovi amici.
Ma cominciamo da dove avevamo interrotto.
Come potrete capire, una volta cacciata dal Sanutario ero distrutta. Non tanto fisicamente (le ferite sono guarite a tempo di record) ma nello spirito.
Mi sentivo persa dopo essere stata privata della mia vita così come la conoscevo.
Fortuna che a me ha pensato Takis.
Mi ha costretto a mangiare contro la mia volontà, a parlare, ad allenarmi...insomma a continuare la mia vita. A ricominciare un'altra vita!
Anche se lo credevo impossibile il tempo andava avanti ed io con lui, spinta da Takis, da Jack e dagli altri.
“Buongiorno!” come richiamati dai miei pensieri Mintha e Miguel fanno il loro ingresso nella cucina (grande quanto il bar di un aeroporto!Davvero, non credo mi abituerò mai alla sfacciata ricchezza di Takis!).
Ovviamente ci deliziano come sempre con la tremenda aura di amore puro e profondo che li circonda. Mintha e Miguel sono sposati, da quando lei aveva sedici anni e lui diciotto (perlomeno, biologicamente parlando: quando si parla di guerrieri maledetti l'età è davvero un mistero. Mi viene il mal di testa ogni volta che ci penso!), ovvero dalla settimana successiva al loro primo incontro.
Colpo di fulmine?
Affatto.
Il loro amore è stato come una bomba ad orologeria. È stata innescata quando i loro sguardi si sono incontrati per la prima volta e poi è scoppiata quando il timer è scattato sullo zero.
Una cosa incredibile.
Ed ora sono già sposati da cinque anni. Abbiamo festeggiato il loro anniversario il mese scorso.
“Sì, sì. Buongiorno di qua, bentornato di là!- borbotta Jack raggiungendoci- Vi ricordo che è ora di colazione!”
L'americano si siede e afferra una briochès, sbranandola in due morsi.
Io alzo gli occhi al cielo, Miguel lo guarda disgustato e Mintha fa finta di niente, mentre Takis sghignazza.
Scena tipica di ogni mattina, praticamente.
Solo che di solito io non sto così avvinghiata a Takis.
Improvvisamente imbarazzata da questo mio gesto, mi muovo sopra le sue ginocchia, riuscendo soltanto a perdere l'equilibrio. Al cavaliere di Prometheo, però, non sfugge questo movimento e stringe un po' di più la stretta sui miei fianchi.
Nello stesso istante in cui io arrossisco come un semaforo, Embronce entra in cucina.
“Signore, credo davvero che dobbiate pagare un istruttore privato per la signorina.- Esordisce con voce pacata il maggiordomo- Mentre eravate via è riuscita a distruggere tutte le aiuole di rose che costeggiavano il viale.”
Takis scoppia in una fragorosa risata, così come tutti gli altri.
Io incasso la testa nell'incavo del suo collo, troppo imbarazzata per far vedere anche la mia espressione colpevole.
“Quello stupido aggeggio ce l'ha con me!Non imparerò mai a guidare, le macchine mi odiano.”
Embronce sospira di nuovo, rassegnato.
Le aiuole sono le ultime cose che ho distrutto con i miei tentativi. Il box auto lo hanno appena finito di ricostruire.
Per il resto, comunque, il maggiordomo di Takis mi adora letteralmente. Abbiamo la stessa passione per l'ordine e la pulizia quindi sono stata da lui eletta come principessina della casa.
“E' una vera fortuna che tu sia tornato in anticipo, allora. Se fossi tornato nella data stabilita probabilmente non avresti trovato più la casa.” azzardo, stando al gioco.
Lui aggrotta le sopracciglia, ma a rispondere è Mintha con la sua voce cristallina “Ma lui è tornato nel giorno stabilito.”
Mi alzo di scatto “Cosa?”
“E' lunedì.” spiega Jack, prima di tracannare una tazza di latte al cioccolato.
“Cosa?!?!- strillo, completamente nel panico- E perchè nessuno mi ha avvertita?”
Correndo più velocemente possibile risalgo le scale, e non appena metto piede in camera mia mi strappo letteralmente di dosso la maglietta over-size che uso come pigiama.
Sono in ritardo. Tremendamente in ritardo!
Senza curarmi molto di forma e colore, mi infilo un paio di pantaloni, i primi in cui mi imbatto, e poi litigo con un cassetto per convincerlo a lasciarmi prendere una canottiera. Delle scarpe non mi curo più di tanto: andrò in ciabatte.
Per l'ennesima volta scendo le scale di corsa brandendo le chiavi della mia moto “Vado al lavoro!- grido rivolta alla porta della cucina- Ci vediamo stasera!”
Ebbene sì. Nella mia nuova vita c'è anche un lavoro.
Niente di elettrizzante: sono commessa in una pasticceria, ma almeno mi fa stare in pace con la coscienza.
La filosofia di Takis è completamente diversa da quella di Saori Kido.
Per lui: tutto ciò che è tuo, è tuo; tutto ciò che è mio è nostro.
Fosse per lui non dovrei fare niente, ma starmene in panciolle a godermi i suoi soldi.
Scuoto la testa al pensiero. Non che una vita da vip mi dispiaccia, ma credo che anche il mio orgoglio atrofizzato non gradisca una cosa simile.
In fondo, è da quando sono piccola che ho imparato a guadagnarmi quel poco di cui ho bisogno.
Per il resto Takis mi ha letteralmente costretta a vivere nella sua immensa villa (“Tanto ci sono anche gli altri” si era giustificato), ad accettare i vestiti che ogni quindici giorni una personal shopper da lui assunta mi scaraventa in camera (“Perchè tu hai lasciato tutte le tue cose al Santuario.” diceva la prima volta che quell fashion victim si è presentata davanti a me): credo che abbia capito che non riesco a negargli niente se mi guarda troppo intensamente...colpa dei suoi occhi ipnotici.
In poche parole, questo lavoro è l'unica cosa che lui mi consente di fare.
Jack è un neurochirurgo piuttosto capace, Miguel un violinista di fama mondiale e Mintha un'artista dal talento inaspettato.
Sbuffo, imbronciata. “Non è giusto che solo io abbia un lavoretto da liceale!”
Una strana adrenalina mi scorre nelle vene: è sempre così quando sono in ritardo.
E quando guido questa fantastica Honda, questa moto è l'unico mezzo con cui sono autorizzata ad uscire in strada.
Per la sicurezza altrui, più che altro. Ormai della mia non devo più curarmi.
Il suono acuto di un clacson mi fa inchiodare di colpo, proprio in mezzo all'incrocio. Riesco a vedere il cofano di un'auto rossa avvicinarsi a gran velocità. A differenza di quanto mi dice l'istinto, allontano la moto cercando di non fare molti danni, e mi lancio di lato sulla macchina.
“Oddio, signorina!- urla un uomo anziano abbandonando il marciapiede e avvicinandosi a me, nel tentativo di soccorrermi- Qualcuno chiami un'ambulanza.”
Il dolore acuto che sento alla testa, al fianco e alle gambe sparisce in pochi secondi.
Decisamente: l'autoriparazione dei tessuti è una grande figata, altro che maledizione!
Mi rimetto in piedi sotto gli occhi strabuzzati del vecchio “Tranquillo. L'auto non mi ha nemmeno toccato.” mento, sorridendo rassicurante.
Il vecchio non reagisce, continuando ad additarmi a bocca spalancata. Mi volto per guardare la donna alla guida dell'altro mezzo: l'idiota ha ancora il cellulare attaccato all'orecchio ma non presta più attenzione allo sbraitare di chiunque sia all'altro capo del filo.
Sembrano entrambi in stato di shock.
Quando accorrono i soccorsi riesco ad accampare una scusa qualsiasi e a svignarmela a bordo della mia moto che sembra non essersi fatta nemmeno un graffio.
“Accidenti!Sono sempre più in ritardo!” ringhio mentre come un fulmine a ciel sereno, i ricordi di una delle prime volte in cui le mie ferite sono guarite da sole mi ritorna in mente.

È passato più di un anno dall'enunciazione del mio esilio, eppure l'orribile esperienza che ho avuto quel giorno ritorna spesso a tormentarmi.
Il giorno in cui la mia vita è cambiata totalmente non era un giorno particolare. Niente mi aveva annunciato l'imminente sconvolgimento che avrebbe subito la mia vita: nessuna inaspettata eclissi di sole, nessun meteorite ha tentato di colpirmi in testa, nemmeno una nevicata in piena estate mi ha avvertito che quella non era una giornata come le altre.
Il sole splendeva come al solito sopra ad Atene e al Santuario la vita scorreva frenetica come sempre.
Tutto era normale.
Guardare quel paesaggio così familiare nascosta dietro un enorme masso, mi sembrava strano quasi quanto sapere che non ne avrei mai più fatto parte.
Quando sentii le voci di Victoria e Kim avvicinarsi, mi nascosi ancora di più.
Avevo paura di incontrarle: non ho mai detto addio a nessuno e sapevo per certo che con loro sarebbe stata dura.
“Non può essere sparita nel nulla!” ringhiava Kim avanzando con passo pesante. Da dov'ero non riuscivo a vederla, ma potevo immaginare l'espressione che doveva avere sotto la maschera: infuriata.
Con una camminata più raffinata, ma altrettanto veloce, Vic la seguiva, agitando le braccia “Hai sentito Mu e Aldebaran: dicono che non sono riusciti a portarla via. Si è liberata di loro ed è scappata.” riepilogò la bionda, gesticolando agitata.
“Fuori dal Santuario” aggiunse dopo che l'altra le si era fermata davanti.
Dal mio nascondiglio trattenni il respiro. Allora la versione ufficiale era quella...
Scappata.
Tipico di me, pensai amareggiata. Di certo nessuno si sarebbe stupito.
Kim tremava visibilmente “Michelle non sarebbe mai scappata!Mai!” ruggì con la sua voce musicale incrinata dalla rabbia, o dalla tristezza...Non riuscivo a capire bene.
Vidi Victoria annuire “E non si sarebbe mai sognata di muovere un solo dito per liberarsi dei gold: non è un comportamento da Miki quello...”
Kim annuì a sua volta “Qualcuno ci deve una spiegazione, dovessi andare a strapparla con la forza a quella spocchiosa ragazzina che custodisce lo spirito della nostra dea!”
Le vidi allontanarsi determinate e non riuscii a trattenere oltre le lacrime: le ultime immagini che avrei avuto delle mie due migliori amiche sarebbero state quelle delle loro schiene.
Sbattei le palpebre più volte e saltai veloce dietro una colonna.
Almeno quest'armatura mi ha reso più veloce, pensai senza entusiasmo.
Non ci misi molto ad uscire dal Santuario. Lanciando una pietra dalla parte opposta a quella dov'ero io ero riuscita a distrarre le ultime guardie e in meno di un secondo ero fuori. Per sempre.
Takis mi aspettava accanto alla sua auto lussuosa.
Aveva la faccia contrita, ma il cosmo vibrava esaltato: non voleva darmi a vedere di essere così contento per il fatto che sarei diventata parte della sua cricca.
“Michelle...Mi dispiace.” disse semplicemente, guidandomi verso il sedile del passeggero.
Ricordo che lanciai un ultimo sguardo alla mia vecchia casa e mormorai “Non ce la farò.”
Prima di accendere il motore lui mi aveva guardato intensamente, con quei due pezzi di cielo, e aveva detto con estrema convinzione “Certo che ce la farai. Ti aiuterò io.”
Il viaggio verso casa sua non lo ricordo per niente.
Fu solo un susseguirsi di alberi, campi, case. Forse avevo a malapena riconosciuto il cartello che annunciava l'arrivo a Salonicco, ma non era nemmeno lì la nostra meta.
Arrivammo diverso tempo dopo ad una villa enorme, sontuosa e con un rigoglioso parco che si affacciava sul mare. Quella volta lessi attentamente le parole sul cancello: Villa Antaz.
“Finalmente!Credevo che ci avresti messo meno tempo!La sua armatura era sparita già ieri sera!” brontolò Jack, l'unico che riconoscevo in quell'esiguo gruppetto che era lì ad attenderci.
Una ragazza sicuramente più giovane di me e con i tipici tratti sudamericani mi squadrava attentamente, analizzandomi con i suoi occhi color smeraldo acceso. Anche il ragazzo che le teneva la mano faceva lo stesso, con più discrezione però. Dovetti distogliere lo sguardo perchè la sua estrema e impossibile bellezza mi metteva decisamente in soggezione. Mi ritrovai così ad osservare un uomo non più giovane, come tradivano le numerose rughe sul viso e i capelli già bianchi totalmente in contrasto con la postura fiera e le spalle larghe.
“Ragazzi, Embronce- annunciò Takis richiamando l'attenzione di tutti- questa è Michelle di Aracne.”

“Era ora Michelle!Stavamo pensando al peggio, di solito non sei mai in ritardo.” trilla la signora Clio, proprietaria della pasticceria-gelateria in cui lavoro. Con un largo sorriso sulle labbra dipinte di rosso acceso mi si avvicina e le sue mani paffute si muovono abili su di me per sistemarmi per bene la divisa.
Quando secondo lei l'abito corto con le maniche a sbuffo, e il grembiule fru fru bordato di rosso, sono a posto, mi infila il cappello in tinta, rosso e con visiera.
“Perfetta, cara.- cinguetta allegra, giungendo le mani e lasciandosi sfuggire un sospiro- Come mai questo ritardo, allora?”
“Takis è tornato stamattina.” spiego con un sorriso. Per quanto bizzarra ed estremamente zuccherosa, ho sempre nutrito una grande simpatia per la mia strana datrice di lavoro e non ci ho messo molto a diventarne amica. Certo, non che lei mi abbia mai dato alternative!
“Ma è fantastico!- strilla felice, saltellando e battendo le mani- Tuo fratello sarà davvero contento, quando i migliori amici ritornano è sempre una festa.”
Annuisco piano, assecondandola ed evitando di pensare all'enorme messinscena in cui sono capitata.
Takis è un multimilionario e la sua vita è da sempre sotto gli occhi di tutti. Era ovvio che avesse già pensato ad una copertura per me, così come aveva fatto per gli altri, ma non riuscirò mai ad abituarmici.
In questa assurda recita io dovrei essere la sorellina di Jack, il cavaliere di Hycarus nonché migliore amico di Takis e che è andato a vivere con lui in seguito al suo trasferimento in Grecia per lavorare ad una clinica privata a Salonicco.
Un gran casino!Credo sia questo il motivo per cui ho sempre detestato le bugie.
Il fatto che lui è americano e io greca (ok, tecnicamente sono canadese, ma vivo qui da quando avevo quattro anni, per Zeus!) è stato spiegato con un assurdo e improbabile accordo di separazione fra i nostri presunti genitori.
Mi lascio scappare un sospiro: già, assurdo, ma sembra che questa sia la parola d'ordine della mia nuova vita, o perlomeno dei miei alibi.
Agito la mano per salutare Clio e attraverso la leggera tendina che separa la cucina dal negozio.
Un forte odore di dolce mi arriva alle narici e insieme a lui i balbettii sconclusionati di Petros, il figlio di Clio.
“P-posso chiederle per chi è?” domanda mentre cerca di impacchettare una torta gelato. Il cartone sembra avere la meglio su di lui.
La ragazza gli sorride “Un anniversario.” cinguetta.
Petros non alza nemmeno la testa, troppo impegnato a litigare con l'involucro che non ne vuole sapere di fare il proprio mestiere.
Io mi lascio scappare una risatina. Credevo che non ci fosse nessuno più imbranato di me ma mi sono dovuta ricredere.
“Ah, davvero?” domanda fingendosi interessato.
La cliente annuisce “Già, cinquant'anni di matrimonio!”
Petros molla tutto, lasciando che un'ala di cartone gli entri nell'occhio. “Ahi- si lamenta, coprendoselo con la mano- C-c-cinquanta?Ma t-t-tu ne avrai sì e no trenta!”
Alzo lo sguardo al soffitto, sconsolata e gli prendo la torta dalle mani “E' per i tuoi genitori?” domando, facendo il pacchetto in pochi secondi.
La ragazza annuisce di nuovo e io non posso fare a meno di sorridere quando sento il sospiro di Petros. Come al solito ha frainteso tutto.
“La metta in frigo non appena arriva a casa- le spiego, prima di salutarla cordialmente- Buona giornata e torni a trovarci!”
Il sorriso smagliante mi sparisce solo quando la porta di vetro le si chiude alle spalle e, nello stesso istante, Petros sospira rumorosamente.
“Che pessima figura, Michelle!-sbotta alzando le braccia- Perchè sono così imbranato?”
Gli sorrido solidale “Non credo di essere la persona giusta a cui chiederlo.”
Per qualche strana ragione, agli occhi del ragazzo dinoccolato che ho davanti, io sono una specie di mito: praticamente perfetta.
È ovvio che non mi conosce affatto.
“Ho sentito che il signor Antaz è tornato- continua cambiando argomento- Immagino che sarai al settimo cielo!”
Mi ritrovo ad arrossire mentre mi arrampico su uno degli alti sgabelli “P-perchè dici così?” balbetto.
Lui scrolla le spalle larghe ma ossute “Secondo me voi due insieme sareste perfetti!”
Una goccia di saliva mi va di traverso e inizio a tossire rumorosamente, mentre divento viola.
Cielo, a momenti muoio soffocata.
“Che diavolo stai dicendo?” domando scioccata.
Ok, ho sempre saputo che è una persona stramba, ma da qui ad avere certe idee ce ne vuole!
“Quello che penso: secondo me quello ha una cotta per te. Non hai idea con che occhi ti guarda quando passa per venirti a prendere.” spiega agitando una mano con noncuranza.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata. Questa si che è una sciocchezza.
“Oh, sì. Direi che è follemente innamorato di me.” azzardo con tono sarcastico, mentre gli mostro la copertina del primo giornale di gossip che mi capita a tiro.
In un angolo c'è uno scatto rubato di Takis con una modella...uhm...credo che questa sia quella italiana, ma non ci metterei la mano sul fuoco. È difficile stargli dietro.
Messo di fronte al fatto compiuto, non può fare a meno di sbuffare contrariato.
“Come volevasi dimostrare!” continuo tronfia, lanciando la rivista al suo posto.
Petros incrocia le braccia e mi rivolge un'espressione imbronciata “Quando inizierai a capire quello che ti capita intorno sarà troppo tardi!”
Scrollo le spalle e sospiro rassegnata: non credo che cambierà mai idea, ma d'altronde, quando si tratta di me, nessuno lo fa.
“Adorabile.”
Aveva sentenziato Jack quando mi ha nominata ufficialmente sua compagna di marachelle. Non so come ma ha capito immediatamente che sono una di quelle persone che non riescono a dire di no.
E meno male che Embronce ritiene che io sia grande a sufficienza da non ricevere castighi (e soprattutto sa per certo che a deviarmi è il cavaliere di Hycarus), altrimenti sarei in punizione a vita...
“Troppo remissiva.”
Aveva sibilato Mintha, la fredda sedicenne che possiede l'armatura di Mintha, quando aveva intuito i tratti essenziali del mio carattere. Non gli andavo affatto a genio all'inizio. Sarà stato forse perchè sembravo più un'ameba che una persona: ho passato diverse settimane a crogiolarmi nel dolore di essere stata cacciata da Santuario. E poi, quando avevo iniziato a riprendermi: il colpo di grazia. La guerra con Hades si era conclusa con la morte di tutti i gold. Tutti.
Agli occhi della sudamericana io ero una debole, una di quelle donzelle sfigate (su questo non posso darle torto) e svenevoli che devono essere salvate, piuttosto che ad un cavaliere senza macchia e senza paura. Lei, invece, che ha ricevuto l'armatura prima di tutti noi e che per questo ha sofferto molto (la tribù indios in cui viveva l'ha scacciata non appena hanno capito che non invecchiava: credevano fosse uno spirito maligno, o un demone, o altro che avesse a che fare con queste tremende superstizioni), è tosta.
Mintha è tutto quello che vorrei essere: aggraziata, combattiva, determinata. Ha la capacità di tacere al momento giusto (cosa che io non so fare), e parlare con frasi ad effetto quando è opportuno (cosa che io non riuscirò mai a fare).
Nonostante non abbia ancora cambiato l'iniziale opinione che ha avuto di me, ora che ha imparato a conoscermi mi rispetta e potrei anche giurare che per lei, che non ha mai avuto amiche donne intime, la nostra sia un'amicizia piuttosto forte.
“Grazie al cielo non vi siete portato in casa un nuovo mostriciattolo amante del disordine!”
Affermò Embronce non appena Takis aveva fatto un'approssimativa descrizione della mia personalità e manie. Ricordo che mi ero messa ad origliare per carpire la sua opinione, ma la risata incontrollata che mi era sfuggita non appena il maggiordomo aveva lanciato quella frecciata a Jack mi aveva tradito.
“Maravillioso! Sei proprio uno spasso.”
Aveva riso (di una risata capace di incantare, peraltro) Miguel quando ho dato mostra per la prima volta della mia goffaggine. Niente di speciale, ero solo riuscita a scivolare nel risvolto di un tappeto, trascinando con me la tovaglia del tavolo della sala da pranzo che avevo afferrato come appiglio.
So di riuscire a fare di meglio. O di peggio. Dipende dai punti di vista.
Miguel, l'affascinante andaluso cavaliere di Narcisus, è sicuramente e indiscutibilmente l'uomo più bello che io abbia mai visto. Shaka, Takis, Milo, perfino Aphrodite non riuscirebbero ad eguagliare la straordinaria bellezza che emana quel giovane dagli occhi scuri e grigi e dai capelli corvini.
Un dio in spoglie mortali, sul serio.
“Andrai alla grande.”
Questo fu invece l'unico commento che ebbe Takis a riguardo del mio inserimento nel gruppo che lui stesso aveva creato. I senza dio.
Buffo, non mi sarei mai aspettata di fare la mascotte!

“Andrai alla grande.” mi rincuora la voce di Takis, accompagnata dal suo sorriso da ginocchia tremolanti, quando mi lascio scivolare scioccata sulla poltrona di vimini della veranda.
Non so bene se lo shock è dovuto alla stranissima sensazione di déjà-vu che mi hanno causato le sue parole, o per la notizia che mi ha appena dato.
Michelle, vai in missione.
Come fa a darmi una notizia del genere e aspettarsi che io la prenda bene?
Sono negata nelle missioni. Se non avessi avuto Mintha come babysitter in Australia, gli sciamani del Serpente Arcobaleno mi avrebbero offerto come sacrificio umano!
“C-cosa?!- riesco a balbettare, dopo interminabili minuti di silenzio- Tu vuoi mandare me in missione?Sei impazzito?”
Takis mi scompiglia i capelli come incoraggiamento “E' l'oracolo che vuole che vada tu. È meglio per tutti, e lui lo sa per certo.- mi spiega con voce suadente- Sai che io non ti farei mai fare qualcosa che ho il sospetto possa nuocerti.”
Io annuisco mesta. Mi sta parlando come se fossi la sua sorellina capricciosa di sei anni.
“Beh, cosa devo fare?- capitolo infine- Gli indios hanno di nuovo problemi con gli spiriti maligni? Devo fare da ambasciatrice per qualche divinità nordica? Gli de Maya si sono di nuovo alzati col piede sinistro?”
Cerco di richiamare alla mente tutte le missioni di cui ho sentito parlare per il tempo che sono stata qui, ma ad ogni tentativo Takis scuote la testa divertito per la mia inventiva.
Come se fosse così divertente.
La realtà è che in quanto Senza Dio svincolati da qualsiasi compito, siamo decisamente impegnati. Non appena ha ricevuto la propria armatura il bellissimo e intraprendente miliardario che mi ha reclutata, ha deciso di radunare tutti i suoi “simili” disposti ad usare le proprie abilità per qualcosa di buono.
Certo, ho visto fin dall'infanzia i saint di Atena combattere in guerre epiche, ma la verità è che nel mondo non c'è solo l'adorata figlioletta di Zeus.
Il mondo sovrannaturale è pieno di casini e noi ci siamo impegnati a risolverli.
Così alla cricca di Takis, appoggiato dal lungimirante Embry, si sono uniti Jack, Miguel, Mintha e infine io.
Papparapà: i super-eroi al servizio delle nobili cause. Professionisti capaci, non è necessaria una retribuzione, chiamare ad ore pasto. Per ulteriori informazioni digitare il numero verde in sovrimpressione.
“C'è una guerra imminente, niente che ci riguardi in realtà- spiega veloce Takis, assumendo il tono serio e carismatico del leader- ma sarà necessario l'intervento di Atena. E tu sai che dopo la guerra con Hades il suo spirito si è sopito, lasciando spazio a quella frivola ragazzina.”
Non posso che sussultare quando sento il nome della divinità. Sbarro gli occhi e improvvisamente l'aria mi sembra priva di ossigeno: strano, dato che siamo all'apero.
Il mio smarrimento non sfugge agli occhi di Takis “Michelle?” mi chiama preoccupato, sfiorandomi una spalla con la sua mano tiepida.
“Non posso farlo.” butto fuori in un sussurro.
È vero. C'è un motivo per cui qualsiasi argomento che abbia a che fare con il Santuario è diventato un tabù per me: non l'ho mai superato.
Certo, sono tornata quella di prima, ma solo perchè ho sempre tenuto il ricordo del mio esilio in un cantuccio impolverato della mia mente.
“Manda Mintha, o Miguel. O tutti e due.” propongo ansiosa.
Non posso andare io!
Takis sospira stanco, mentre si passa una mano sul volto “So che ti sto chiedendo molto. Non hai idea di quanto faccia male anche a me vederti soffrire per quelle...persone.”
L'ultima parola la sputa come se fosse veleno. Già, in fondo è stato lui a raccogliermi con un cucchiaino.
“Ma la realtà è che sei l'unica che può farlo: conosci il posto alla perfezione e sai il valore dei combattenti che ti ritroverai di fronte.” continua guardandomi intensamente.
Deglutisco a fatica e riprovo a fargli cambiare idea “Anche tu conosci queste cose, e Jack...Ti prego...Non posso.”
La mia voce implorante lo fa fremere leggermente, e i suoi occhi si tingono di un velo di compassione “Odio doverlo fare, Miki, ma è l'unica soluzione. Non hai idea di cosa succederebbe se...”
“Cosa?- domando senza vera curiosità- Cosa succederebbe se andasse qualcun altro al mio posto?”
“Atena si risveglierebbe, ma quando i suoi saint verrebbero a cercare il cavaliere che l'ha reso possibile, chiunque si trovi al tuo posto reagirebbe male alle provocazioni. Sai che noi non possiamo morire, la perdita sarebbe nelle loro file.”
“No!” lo interrompo, portandomi una mano tremante alla bocca.
Mentre parlava il quadro si faceva nitido nella mia testa. Vedevo Mintha o Jack combattere contro Victoria o Kim e avere la meglio...Non riuscirei a vivere con un simile peso sulla coscienza.
Takis mi prende entrambe le mani fra una delle sue, mentre con l'altra mi asciuga le lacrime dovute all'orribile immagine che mi ero creata nella testa.
“Michelle, so che tu ti credi troppo debole, o remissiva, o troppo pacifica per essere un cavaliere- mi dice con la voce intrisa di dolcezza- ma, ti giuro, che quella che tu credi una debolezza non lo è affatto. È una forza enorme, un dono.”
Annuisco poco convinta e gli getto le braccia al collo.
Certo. Grande dono quello di ritrovarmi sempre con i lucciconi agli occhi!
Altro che Aracne, sarei dovuta diventare il saint della Fontana!

Storco il naso non appena metto piede nella stanza di Saori Kido.
L'odore è insopportabile, mi sembra di essere caduta per sbaglio in una macchina per lo zucchero filato...Anche tutto questo rosa mi dà quest'impressione!
Tappandomi il naso con la mano mi aggiro curiosa nella stanza. (che è grande tre volte la mia, e pensare che ho sempre considerato eccessiva la sistemazione che mi ha dato Takis).
Non c'è nessuno all'orizzonte, la divina si è concessa una serata mondana di totale divertimento.
Mi ritrovo a sbuffare.
Sono già le due di notte passate e sinceramente l'idea di aspettare oltre non mi rende particolarmente felice. Oltretutto, già il fatto di trovarmi a Tokyo nell'immensa villa Kido mi provoca un certo senso di nausea. O forse sarà per via dell'odore zuccheroso e tutto questo rosa?
Oh, dei, mi pare di essere finita in una casa delle bambole.
“Certo che è egocentrica, la ragazza!” osservo, mentre passo in rassegna tutte le foto dell'enorme stanza.
Il soggetto è sempre lo stesso: Saori Kido.
Indugio per qualche secondo di fronte ad un grande specchio dalla forma ovale. Ha una bella cornice, con delle rifiniture raffinate, ma non è questo ad attirare la mia attenzione.
A farlo è l'immagine che quella superficie liscia riflette.
L'armatura nera ne avvolge il corpo esile, ma non eccessivamente atletico. Il corpetto nero con sfumature vermiglie non sembra molto particolare, a differenza degli otto occhi iniettati di sangue che lo decorano. Sul viso, le labbra sottili sono rilassate, ma la loro forma strana fa si che gli angoli si sollevino un po' all'insù. Lo spaventoso elmo nero che indossa, grazie alla linea obliqua che copre le sopracciglia, fa apparire i grandi occhi marroni tutt'altro che bonari.
“Se non le viene un infarto a vedermi è già un miracolo.- borbotto indispettita- Con questa armatura macabra sembro uno spectre!”
Takis mi ha sempre rassicurata a riguardo, sostenendo che uno spectre vero riderebbe vedendomi, ma la fa facile lui. Mica è costretto ad andare in giro con quest'armatura terrificante, lui!
L'armatura di Prometheo è di un rosso rubino magnifico, caldo e avvolgente come il sole.
Quella di Mintha è verde scuro, che ricorda molto le fronde degli alberi nel punto più fitto della foresta.
L'armatura di Narcisus comprende delle sfumature che vanno dal blu scuro dell'oceano, all'azzurro calmo di una sorgente di montagna; mentre quella di Hycarus sembra abbia rubato agli angeli il loro bianco abbagliante.
“Non è giusto!” ringhio, mentre decido che stropicciare il letto della miliardaria può essere un dispetto sufficiente per il disturbo che mi sta arrecando.
Non riesco a trattenere un urletto spaventato quando mi siedo.
Deve essere un letto magico, o maledetto, questo è certo. In meno di un secondo mi ritrovo sprofondata letteralmente in un mare rosa. Agito le gambe e le braccia per liberarmi, ma la cosa non sembra funzionare più tanto.
“E tu chi saresti?” sibila una voce acuta, che mi fa irrigidire sul posto.
“Addio all'entrata minacciosa” dico in un sospiro, mentre mi metto in piedi con un colpo di reni.
Saori indossa un orrendo abito di paiettes (manco a dirlo, rosa) e dei tacchi vertiginosi.
Mi osserva per qualche secondo e di punto in bianco si mette a strillare.
E non un urlo qualunque, nossignore.
Un urlo che mi costringe a tapparmi le orecchie con le mani, dato che ai miei timpani ci tengo!
“Accidenti a te- sbraito, tentando di calmarla- Non c'è bisogno di urlare così!”
Ma secondo voi mi ascolta?
No, ovvio che no.
Non lo fa mai nessuno, figurati quest'aquila con spoglie umane.
Dei, ma che voce ha? Scommetto che è da considerare inquinamento acustico, questo!
Alzo le mani, per farle vedere che sono disarmata.
“Tranquilla- cerco di rassicurarla- Non ti farò niente di male!”
“C-chi sei?” sussurra guardando con orrore le decorazioni della mia armatura.
Ignoro la domanda e, fulminea, le inietto una dose di sonnifero che potrebbe stendere un elefante.
Come ha detto Jack, il viaggio dal Giappone alla Grecia è lungo!
Nel momento esatto in cui butto la siringa nel cestino, Tatsumi entra nella stanza brandendo la sua spada da kendo e non appena vede il corpo esanime della sua padroncina riverso per terra, mi punta urlando minacce decisamente irripetibili.
“Oh, chi ha detto che la vendetta è un piatto da gustare freddo, sapeva quel che diceva.” mormoro esaltata, prima di rivolgere i palmi verso di lui.
“Aracne's net!” riesco a dire, cercando di trattenere le risate.
Neanche un secondo dopo, Tatsumi si ritrova impigliato in una ragnatela enorme, rimanendo sempre più invischiato ad ogni movimento.
“Sayonara!” cantileno facendo un cenno di saluto, dopo aver preso in spalla la Kido (che pesa un quintale, per la miseria! Dove sono finite le giapponesi esili e magre?) e lanciandomi agilmente giù dalla finestra.
Un'uscita di scena spettacolare, poco ma sicuro!
Se pensavo che la mia missione filasse tutta liscia così, mi sbagliavo proprio.
Non faccio in tempo a mettere piede in giardino che due figure mi accerchiano, obbligandomi a posare il mio prezioso (?) carico per affrontarli.
Sbuffo contrariata. Vai in Giappone, rapisci la multimilionaria, portala ad Atene, entra al Santuario e portala al cospetto della statua di Atena Nike per farla risvegliare.
Perchè il piano di Takis non può avere una realizzazione altrettanto semplice?
Credevo che, tornando alla sua esistenza normale, le uniche guardie che avesse la Kido fossero dei semplici gorilla, ma no!
Caso (o sfiga?) vuole che Seiya e Shun, due cavalieri di bronzo fra i più forti, siano rimasti in buoni rapporti con la fanciulla.
“Lascia andare immediatamente Saori!” mi intima il cavaliere di Pegasus, aggrottando quegli spazzolini che si ritrova al posto delle sopracciglia.
“Ma che maleducato: non lo sai che si dice per favore?” scherzo io.
Lui non sembra gradire questa mia leggerezza d'animo, infatti mi lancia subito addosso il suo colpo segreto. (Segreto...lo sa mezzo mondo, ormai).
Con rapidità creo una barriera che gli impedisce di raggiungermi.
Io alzo la mano verso di lui, muovendo l'indice da destra a sinistra come farebbe una maestra con un bambino birichino.
“Chi sei, tu?” mi domanda Shun. E la sua voce è così flebile che si sposa davvero con quel suo aspetto efebico.
“Che sbadata, non mi sono neanche presentata: sono Michelle, cavaliere errante di Aracne!”
I due si lanciano uno sguardo interrogativo e io ne approfitto per lanciare una delle mie ragnatele addosso a Seiya quello che, dai racconti che ho sentito, mi potrebbe portare più problemi.
Il bozzolo lo avvolge completamente in pochi secondi, imprigionandolo e immobilizzandolo. Il cavaliere di Andromeda cerca di attaccarmi e difendere il suo amico, ma lo scudo protettivo che avevo creato prima è ancora lì a deviare ogni suo colpo.
Mi giro verso di lui e gli riservo lo stesso trattamento toccato al ronzino.
Mentre riprendo fra le mie braccia la causa di tutta quella confusione, vedo che Shun cerca con tutta la sua forza di liberarsi dalla stretta del bozzolo che ho creato.
Poveretto, dovrei spiegarglielo che più si ribella più la mia tela lo imprigiona?
Naaaah!
Però vedere quei suoi occhioni da cerbiatto disperati mi fa rabbonire.
“Tranquillo. Saori Kido è in buone mani. La porto al Santuario, per far risvegliare Atena!”
Lo sguardo che mi lancia mi sembra tutt'altro che rassicurato. Meno male che le ragnatele glielo avvolgono così posso terminare la mia missione con il cuore in pace!

“Siamo arrivati?” chiedo nuovamente entrando nella cabina di guida del jet che mi sta portando ad Atene.
“Siamo arrivati quando siamo arrivati, signorina!” sbraita Embronce per l'ennesima volta.
Il suo sopracciglio vibra pericolosamente per il nervoso e la sua faccia non è per niente pacifica come al solito.
Forse è meglio che tengo la mia boccaccia chiusa fino all'atterraggio.
Torno a far compagnia alla multimilionaria addormentata.
Roteo gli occhi lentamente mentre mi lascio scivolare esausta sulla poltroncina ricoperta di velluto blu.
Certo, è una fortuna che Embry sappia tutto dei piani di Takis: quanti altri maggiordomi avrebbero acconsentito ad accompagnare una ragazzina in Giappone con il preciso scopo di rapire una persona?
“Già, una fortuna sfacciata, vero Saori?” domando, poco convinta.
L'interpellata, ancora nel mondo dei sogni, russa in risposta, strappandomi una smorfia schifata.
Batto il piede impaziente, come ho fatto per tutto il viaggio. Sono stanca e annoiata e non vedo l'ora che tutta questa storia sia finita.
Oltretutto non so cosa mi aspetta quando arriverò al Santuario. Certo, i gold sono periti nella battaglia contro Hades ma tutti gli altri? I silver ci saranno sicuramente e fra loro di sicuro Shaina, Victoria, Kim e Marin sapranno riconoscermi.
Preoccupata, lancio uno sguardo al finestrino, nel tentativo di scovare sulla sua superficie il mio riflesso. L'elmo mi rende abbastanza irriconoscibile, ma per sicurezza mi sono messa anche una maschera nera che mi copre gli occhi e il naso, troppo particolare con tutte quelle lentiggini.
Accavallo le gambe e un tintinnio richiama la mia attenzione.
Abbasso lo sguardo, ma non vedo altro che le protezione scure che mi avvolgono le gambe dal ginocchio in giù.
Tranquilla, il nostro piano filerà liscio come l'olio. Mi aveva assicurato Takis circa un'eternità fa.
Io non gli ho creduto per niente,
Dimentichi la mia sfortuna nera. Gli avevo detto.
Ma lui, come al solito, non si è fatto turbare da così poco.
Tieni, - cercava di trattenere le risate, mentre si era chinato sulla mia gamba ad allacciare qualcosa alla caviglia- così almeno sarò sicuro che l'aereo non precipiterà con te sopra.
Deve essere stato il ciondolo a forma di quadrifoglio appeso alla cavigliera che mi ha regalato Takis a tintinnare a contatto con l'oro nero della mia armatura.
Davvero divertente, come se un quadrifoglio basti a scacciare la Sfiga con la S maiuscola che mi segue dalla nascita!
“Siamo arrivati, signorina.”
La voce pacata di Embronce mi fa alzare di scatto. Il maggiordomo sospira rassegnato, mentre mi guarda con un sopracciglio alzato.
“Quindi atterriamo?” chiedo, anche se è alquanto ovvio.
“No, signorina. Dovrete lanciarvi col paracadute. Così siamo più vicini al Santuario.” spiega conciliante Embry, estraendo da un pannello che non avevo notato una strano zaino.
“Cosa?!- mi ritrovo a strillare. La Kido non fa una piega e il che mi fa venire qualche dubbio sul fatto che forse è finita in coma- No, no, no, no, no!Non posso farlo. Ho paura, soffro di vertigini, morirò d'infarto!”
Embronce non ha pietà nemmeno della mia disperazione. Con gesti fermi riesce a mettermi tutta l'imbragatura necessaria e fare altrettanto con la Kido, assicurandola a me.
“Non morirete, signorina Michelle, dato che non potete farlo.- mi rassicura con tono grave- In più permettetemi di dirvi di nuovo che certe vostre paure sono diventate totalmente irrazionali da un anno a questa parte!”
“Io non sono razionale. Sono molto, molto molto irrazionale!” mi lamento gridando, per sovrastare il frastuono dell'aria dovuto allo sportello aperto.
Embry mi ignora di nuovo “Contate fino a trenta e poi tirate il gancio rosso!” mi suggerisce prima di spingermi giù.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
Uno Mississipi Due Mississipi Tre Mississipi Quattro Mississipi Cinque Mississipi Sei Mississipi Sette Mississipi Otto Mississipi Nove Mississipi Dieci Mississipi
Ma davvero c'è gente che fa certe cose di proposito?O ti prego, ti prego, ti prego, TI PREGO, voglio tornare sulla terra!
Undici Mississipi Dodici Mississipi Tredici Mississipi Quattordici Mississipi Quindici Mississipi Sedici Mississipi Diciassette Mississipi Diciotto Mississipi Diciannove Mississipi Venti Mississipi
Questa Takis me la paga, poco ma sicuro.
Ventuno Mississipi Ventidue Mississipi Ventitré Mississipi Ventiquattro Mississipi Venticinque Mississipi Ventisei Mississipi Ventisette Mississipi Ventotto Mississipi Ventinove Mississipi Trenta
“MISSISSIPI” urlo, conscia di sembrare una completa imbecille, mentre con uno strattone deciso tiro il gancio rosso, come mi era stato detto.
Un colpo deciso in alto e la nostra caduta rallenta.
Saori ronfa pacifica, senza rendersi conto di quanto le sta accadendo intorno, e io guardo in alto, verso il paracadute rosso fuoco aperto, sperando che questa tortura finisca prima possibile.
Atterriamo con un tonfo sordo poco lontano dalle guardie del Santuario che ci guardano con le bocche spalancate prima di dare l'allarme.
A fatica, riesco a liberarmi del paracadute e di Saori, che era ancorata a me, sempre dormente.
Mi giro e vedo una delle due guardie guardarmi ostile, mentre l'altra corre a dare l'allarme.
“Salve! Bella giornata, vero?” domando, prima di caricarmi in spalla la Kido, mentre la guardia tenta di attaccarmi.
“Non è che possiamo risolverla in modo pacifico?- domando mentre mi muovo rapida per evitare i suoi colpi potenti ma troppo grossolani- In fondo non ho intenzioni belligeranti.”
Ansimante, la guardai si ferma, lanciandomi un'occhiataccia degna di questo nome.
“Non ti farò entrare!Dovrai passare sul mio cadavere!” sbraita infuriato.
Io faccio roteare gli occhi, esasperata.
Davvero, questa smania di combattere a tutti i costi non la capisco e non la capirò mai!
Che poi, mica sono qui come nemica. Sto per far risvegliare la loro dea, per la miseria!
“Ok. Allora a te penserà il mio amico.” capitolo infine, facendo un cenno del capo verso qualcosa dietro di lui.
Qualcosa che, ovviamente, non c'è, ma lui questo non lo sa.
Infatti si gira, convinto di trovarsi faccia a faccia con qualche spaventoso nemico, e nel frattempo io faccio in tempo a svignarmela velocemente, verso un'altra entrata.
Dopotutto, con l'allarme in atto e via dicendo, tutti si saranno recati sul posto della mia invasione. E ovviamente non possono sapere che io conosco delle vie alternative per entrare al Santuario.
Almeno spero.
Corro più veloce che posso, o meglio alla velocità maggiore che il “dolce” perso della Kido sulle spalle mi permette di andare.
Il Santuario sembra un formicaio in piena attività, tutti corrono a destra e sinistra, preoccupati per l'allarme della mia intrusione.
Altro che diversivo, qua con tutta questa gente mi è impossibile muovermi senza essere vista.
Mi fermo un attimo, dietro al muro di una casa, e cerco di pensare più in fretta possibile.
Lancio un'occhiata al Tredicesimo Tempio.
Accidenti!Ci sono sempre stati tutti quegli scalini?
Mi sa che devo saltare le formalità delle scale e prendere la scorciatoia se voglio svignarmela da qui alla svelta.
“Eccola là, l'intrusa!” sento gridare in mia direzione.
Alzo la testa e vedo poco distante Shaina in tutta la sua terrificante bellezza.
“Maledizione!” urlo, mentre ricomincio a scappare.
Non voglio voltarmi, ma da quello che sento alle mie spalle, mi sembra di essere inseguita da tutto il Santuario.
“Questa Takis me la paga!” sibilo fra i denti prima di schivare un attacco.
“Aracne's shield!”
In meno di una frazione di secondo, uno scudo a forma di palla gigante formato da una fitta rete di ragnatele mi avvolge proteggendomi.
Beh, sembrerò anche uno di quei criceti nella ruota, ma almeno non devo più pensare a loro.
“Fermati immediatamente!Libera Saori!” urlano in coro Marin e Shaina.
“Fossi matta!” ansimo mentre inizio a intravedere la Tredicesima.
Per fortuna, oserei dire, dato che credo che la Kido si stia svegliando dato che ha iniziato a scalciare.
Ecco, lo sapevo, avrei dovuto legarla!
Entro nel portone e, più veloce che posso, mi richiudo la porta alle spalle, sbarrandola con numerose ragnatele.
“Tu razza di incivile!Non hai idea in che guaio ti sei cacciata!Sai chi sono io?Finirai in galera a vita!” sbraita la nobildonna.
Io faccio roteare gli occhi: è più fastidiosa di una zanzara in una notte d'estate!
“Siediti lì.” dico, ignorando ogni accusa ed indicando l'enorme statua di Atena.
La Kido pesta i piedi rivolgendomi epiteti più adatti ad una riunione di scaricatori di porto piuttosto che ad una del suo rango.
Prendo un bel respiro e tento di convincerla con le buone “Hai un detonatore legato alla schiena, non ti conviene contraddirmi. Quindi se per cortesia potessi fare quello che ti ho chiesto sarebbe davvero super!”
Ecco a cosa serviva il corso di bluff che mi ha fatto Jack, allora! Anche se ho qualche dubbio che possa anche giustificare tutti i film di spionaggio che mi ha obbligata a guardare insieme a lui!
Saori impallidisce e mi guarda con occhi spiritati, cercando di indagare la mia espressione “Stai mentendo!” mi accusa.
Io cerco di fare la faccia più minacciosa che posso “Ho l'aria di una che scherza?”
Lei impallidisce ancora di più e, con movimenti lenti e misurati e il broncio in faccia, si siede proprio sul gradino sotto la statua.
Perfetto.
Ora devo solo aspettare che il cosmo di Atena ritorni nel corpo di quell'ochetta con la puzza sotto il naso.
Quanto tempo dovrebbe passare?
Perchè, oltre al fatto che non vedo l'ora di andarmene da qui, credo che fra poco gli psicopatici là fuori riusciranno a buttare giù il portone.
“Uff...Perchè per certe cose non c'è un pulsante, una leva, un bottone, delle istruzioni per l'uso...”mi lamento.
All'improvviso un rombo pazzesco fa tremare il pavimento e sento nettamente il cosmo della dea della saggezza, della guerra strategica e bla bla bla, ritornare nel corpo della Kido.
“Pf...Divinità, sempre teatrali!”
Ha fatto talmente tanto casino che perfino il chiasso fuori da questa stanza si è interrotto.
“Perchè mi hai stappato dal mio sonno divino?” domanda imperiosa Atena alzandosi e avanzando in modo fluido verso di me.
“Io...Uh, sì, ecco- tentenno mentre cerco dappertutto il biglietto che mi ha dato Takis, su cui c'è il messaggio per la dea rediviva- Ho un messaggio per te, da parte del tuo caro paparino.”
Mi lascio scappare un'esclamazione di trionfo quando trovo il pezzetto di carta stropicciata. Strizzo un po' gli occhi nel tentativo di decifrare l'orribile scrittura del saint di Prometheo.
“Breaking news, Atena: il tuo carissimo papà Zeus ha deciso di risvegliarti per partecipare all'ultimo evento mondano per voi divinità!” leggo sorridendo e cercando di ignorare le urla che hanno ripreso dietro il grande portone della tredicesima.
Shaina sta guidando una squadra per buttarlo giù, entrare e farmi la pelle!
Brrr. Non riesco a evitare un fremito quando sento un brivido scorrermi giù per la schiena.
Saori, o Atena, mi guarda con degli occhi da pesce lesso che comunicano perfettamente il suo pensiero “Eh?”
Io mi avvicino a lei, traducendo il criptico e idiota messaggio di Takis in parole elementari “Riporta in vita i gold, ti serviranno per la guerra imminente.”
Atena ha ancora lo sguardo perso di una persona che è stata appena riempita di sonniferi, oppure, a farle questo effetto, sono le ultime novità che gli ho comunicato.
“Guerra imminente?-ripete scioccata- Ma chi...?...Cosa?”
Vorrei riuscire a consolarla, cercare di spiegarle qualcos'altro, ma un suono sordo mi avverte che il portone ha ceduto.
“Scusami tanto, devo scappare!” annuncio mentre inizio a correre più velocemente possibile verso l'uscita secondaria.
Speriamo che almeno lo shock per il risveglio della loro dea mi lasci qualche vantaggio!

Nuovo Capitolo e nuova vita anche per Michelle! Ho fatto un mega salto cronologico ma, dopotutto, nel frattempo al Santuario c'è stata la guerra contro Hades! Quindi dal porssimo capitolo ci saranno tutti i gold e di sicuro troverò qualche modo per far sì che Miki ne combini una delle sue...eh eh eh...Al solito grazie mille per i commenti e per leggere la mia storia!
Baci JoJo

anzy: Grazie mille! Hai visto che, gira che ti rigira, Michelle alla fine è tornata al Santuario?Certo, non è che la cosa l'abbia elettrizzata molto, dato che oltretutto doveva anche badare a quella piaga di Saori. Un bacio, alla prossima!

NinfaDellaTerra: Grazie mille per i complimenti!Eh, sì, anche Miki c'è rimasta piuttosto male per essere stata cacciata e dato che è una persona che "se le lega al dito" non voleva proprio tornare. Ma per gli amici questo ed altro e quindi eccola di nuovo lì...Già Kanon versione Santa ha riscosso un discreto successo...sperando che lui non se la sia presa troppo: non ho in programma nessun viaggio in altre dimensioni...Ciao!Al prossimo capitolo!

MeMs: Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuta!Bye!

Gufo_Tave: Grazie Mille!^^ (accidenti come sono monotona oggi con i commenti...)

renge_no_hana: Hai visto che ho seguito il tuo consiglio e le ho fatto dare da Takis un bel portafortuna? Grazie per i complimenti, sono contenta che Santa Kanon ti sia piaciuto!Baci, alla prossima!

Megarah_witch: Kanon ringrazia (e minaccia anche di uccidermi per quello che gli ho fatto fare) ed io pure! Eh, già, Miki ormai è destinata ad avere una salute di ferro per un pò...almeno quella fisica, su quella psicologia ho qualche dubbio. Un bacio, al prossimo capitolo!

Snow Fox: Visto?Michelle è momentaneamente tornata al Santuario e per di più compariranno di nuovo tutti i gold al completo!Grazie mille per i complimenti, mi fanno sempre molto piacere, che sweet che sei! Bacio al prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più? ***


Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più?

Che noia, gente!
Che. Noia.
Ma quanto tempo ci vuole per riportare in vita dodici persone?!
Certo, Atena non mi è sembrata in ottima forma, ma a quest'ora dovrebbe essersi ripresa.
Dopotutto, sono passate due settimane.
Due settimane, per la miseria!
Due settimane che io ho dovuto passare da sola nella casa al mare di Takis (“Perchè non puoi tornare a casa finchè non risolvi la situazione con quelli!” mi ha detto al telefono quando l'ho chiamato per dirgli che avevo portato a termine la missione.), ad aspettare invano che qualcuno venga a trovarmi, come ha detto l'oracolo.
Che poi, dopo tutto questo tempo direi che il suo responso può essere passato in prescrizione, no?
Sono stufa di restare qui, sto iniziando a soffrire di solitudine!
Non poteva essere più preciso, del tipo: i gold verranno a cercarti il 10 giugno. Punto.
Semplice.
Mi sarei organizzata, avrei fatto una capatina a casa e sarei tornata giusto in tempo per l'appuntamento.
Invece no!
Doveva essere tutto mistico e sibillino, lui!
Sono passate due settimane da quando sono scappata su quest'isola con Shaina alle calcagna. Quando ho sentito che si allontanava pensavo fosse andata a chiamare i rinforzi, e che sarebbero arrivati subito, almeno!Macché!
Mi agito la mano davanti alla faccia, nel tentativo di farmi un po' d'aria.
Come se non bastasse fa un caldo allucinante, ed io, che pensavo di poter approfittare di questa vacanza fuori programma per prendere un po' di sole, mi sono letteralmente ustionata, quindi ora sono costretta a indossare un ridicolo cappello di paglia dal diametro di circa due chilometri, ad ungermi continuamente con una crema all'aloe vera.
Anche il sole ce l'ha con me, ma si può essere più sfortunati?
Sto appunto valutando se fare o no un bel bagno per rinfrescarmi quando inizio a percepire dei cosmi che si avvicinano velocemente, e che vengono proprio dal mare aperto.
Non faccio in tempo a sbattere le palpebre tre volte, che dall'acqua cristallina emergono quelli che sembrano tre adoni di epoca moderna.
“Uhm...Salve.” li accolgo agitando una mano a mò di saluto.
Spero proprio che le complicazioni che si sarebbero verificate con Mintha o gli altri non si verifichino anche con me...Insomma, non mi ci vedo molto a combattere contro loro tre.
Mu, Aldebaran e Milo mi guardano sorpresi, spalancando gli occhi.
Questo mi fa dedurre che nemmeno Shaina si era accorta che ero io la misteriosa donna in armatura nera!
Prendere nota: se come saint dovessi andare male, posso sempre darmi con successo allo spionaggio.
“Tu?!” esclamano stupiti in coro.
“Avevate altri sospetti?” domando a mia volta. Secondo me, l'armatura da spectre li ha deviati parecchio. Già immagino il panico per un'ipotetica nuova guerra contro di loro!
Mu è il primo a riprendersi dalla sorpresa “A dire il vero, sì.” ammette con un sorriso.
Non fa in tempo a continuare la sua spiegazione che Milo mi si avvicina pericolosamente.
“Bel costume- commenta guardando il mio bikini- Mi piace perchè ti lascia parecchia pelle scoperta!”
Come se non fossi già in ebollizione a causa della scottatura! Abbasso lo sguardo imbarazzata e mi allontano, raccattando da dove l'avevo lasciato il prendisole che uso come copricostume.
“Potevate prendere una barca...” dico, cercando disperatamente di cambiare argomento.
Aldebaran annuisce ma è Mu a rispondere “Già, ma nessuno aveva intenzione di affittarcela: pare che quest'isoletta sia privata.”
Altra dimostrazione della sfacciata ricchezza di Takis...C'è chi ha la casa al mare, mentre lui ha un'isola privata.
“Già- confermo additando una villetta poco lontana, giusto alla fine della spiaggia- Al momento sono l'unica abitante, se non tenete in considerazione la fauna del posto.”
Il cavaliere del Toro si passa la sua ruvida mano sul mento “Come hai fatto a diventare così ricca?E' passato un anno da quando...sì, insomma...”
Non lo lascio concludere “In realtà me l'ha prestata un amico.”
Milo assottiglia lo sguardo, gli occhi blu come il mare alle sue spalle ridotti a due fessure “Il tuo amico dev'essere ricco.” constata con tono leggermente accusatorio.
Scrollo le spalle “Così dicono.”
In realtà di solito usano le seguenti parole: Santo Cielo!E' schifosamente ricco, come si fa a vivere con tutti quei soldi, io non saprei neanche cosa farmene!
“E magari è anche una divinità?” indaga di nuovo.
Come se solo le divinità avessero la possibilità di essere così ricche: qualcuno dovrebbe informarli che sono Julian Solo e Saori Kido le eccezioni alla regola e non viceversa.
“Se questo è un interrogatorio, non dovresti puntarmi una lampada in faccia?” domando incrociando le braccia.
“Perchè, c'è un motivo per cui dovrei farti un interrogatorio?” ribatte ammiccando.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata da questo atteggiamento “Non saprei...C'è?”
Aldebaran si frappone fra noi. Credo che abbiano capito che non intendo scoprire le mie carte finchè anche loro non faranno altrettanto.
“Ok. Fine primo round. Michelle che ne dici di salutarci come si deve?”
Non finisce neanche di parlare che mi avvolge con le sue enormi braccia e mi solleva, iniziando a stritolarmi con quello che dovrebbe essere un abbraccio affettuoso.
“Si sentiva che mancavi al Santuario, scricciolo. Shaka ha ritrovato il nirvana!”
Il solo sentire quel nome mi causa un aggrovigliamento allo stomaco. Eh sì che credevo di averlo superato!
In fondo non mi è andata poi così male, ho trovato dei nuovi amici, praticamente una famiglia!
Ho quasi smesso di pensare al Santuario come a casa mia...sì...
La mano fresca di Mu sulla mia pelle bollente mi fa quasi sobbalzare “Sono felice di rivederti.” dice con un sorriso.
“Grazie Mu.” rispondo in un sospiro.
Più che altro il mio grazie è per avermi strappato dai miei pensieri.
Milo fa per aprire bocca per dire anche lui qualcosa ma Aldebaran gliela tappa senza troppa fatica.
“Tu hai già parlato abbastanza!” gli intima, scoccandogli un'occhiata divertita.
Mi lascio scappare una risatina “Venite, vi offro qualcosa da bere.” dico, iniziando ad allontanarmi dalla spiaggia, in direzione della casa.
Credo di iniziare a capire cosa intendeva Takis: ho qualche dubbio che ci sarebbe stata lo stesso questa modalità diplomatica se al mio posto ci fosse stata Mintha, o Jack, o lui stesso.
Il fatto di avere trovato me e non un estraneo deve aver cambiato il loro atteggiamento.
“Immagino che Saori non sia contenta delle foto della sera in cui l'ho rapita.” commento girandomi verso di loro.
Aldebaran incrocia le imponenti braccia “Potevi dare altre spiegazioni a quel paparazzo!”
Come dice sempre Vic: il gossip non dorme mai! Infatti, mentre a Tokyo cercavo di caricare in macchina la Kido addormentata mi si è avvicinato un fotografo chiedendomi cosa fosse successo.
Io sospiro “Saori Kido era svenuta nel suo giardino: quale scusa migliore di una bella sbronza con i controfiocchi?”
In fondo, pensando che è farina del mio sacco, non è affatto male come scusa.
Di sicuro meglio di: puoi scusarmi?Sto rapendo la dea Atena!
Rievoco con la mente la mia reazione quando Takis mi ha raccontato dell'articolo dedicato a quella vicenda.
Ho sputato rumorosamente il caffè che stavo bevendo. Tuttavia ne ricordo ogni parola.
L'irreprensibile Saori Kido trascinata in casa da una povera domestica. La milionaria pare abbia esagerato con la vodka ad un party organizzato da un giovane membro dell'aristocrazia locale. Che la giovane nipponica abbia preso esempio da un'altra ereditiera, l'esuberante Paris Hilton?Cosa ci riserverà in futuro?Di certo speriamo in un cambio di look.
Inoltre mi ha assicurato che la foto che accompagnava l'articolo era decisamente ridicola: l'orrido vestitino di paiettes della dea faceva ridere solo la metà della sua espressione vuota con tanto di bavetta alla bocca.
Ragazzi, quella foto era davvero ridicola!” sghignazza divertito Milo.
Milo, ti prego...” mormora Mu, richiamando all'ordine il compagno.
Entriamo in casa e gli faccio cenno di accomodarsi sui divanetti del salotto. Un brivido mi scorre lungo la schiena al primo contatto della mia pelle con l'aria glaciale creata dal condizionatore...ma dopotutto, non ho mai capito come funziona quindi tutto è rimasto come l'ha lasciato Miguel, che ama particolarmente l'aria fresca. Cerco di non dare troppo a vedere che sono piuttosto inquieta, quando torno da loro con dei bicchieri colmi di limonata ghiacciata.
Allora: posso sapere il motivo della vostra visita?”
Così poi ve ne andate, ed io posso iniziare la psicoterapia?, aggiungo mentalmente.
Prima iniziamo, prima finiamo: come il mio maestro diceva sempre prima di iniziare un allenamento con me.
L'espressione gioviale scompare dal volto di tutti, improvvisamente si accende la modalità missione.
Perchè hai risvegliato Atena?” domanda Mu, dopo una breve pausa.
L'ho già detto alla tua dea- cavolo, non avrei mai pensato che sarebbe stato così strano parlare di loro come una cosa totalmente distinta da me- Una nuova guerra sta per cominciare, e il Santuario ha bisogno delle migliori difese.”
E tu come fai a saperlo?” indaga Aldebaran, alzando il sopracciglio in un'espressione dubbiosa.
Un oracolo l'ha detto a...me l'ha detto.” mi correggo in fretta, sperando che non diano troppo peso all'errore.
Un oracolo?” ripete Milo.
Sì, sai, quelle persone in contatto con le divinità e che...”
So, cos'è un oracolo!- sbotta infastidito, mentre Al non riesce a trattenere una risatina- Più che altro mi interessava sapere chi ti ha mandato da un oracolo.”
Mi stringo nelle spalle.
Ed ora cosa dovrei fare? Spiegargli tutta la faccenda dell'armatura maledetta e via dicendo?
Magari parlando anche di Takis e degli altri?
No, di sicuro non sarebbe un'ottima idea.
Non sono sicura di potervelo dire.” mormoro abbassando lo sguardo e iniziando a torturarmi le mani.
Michelle, devi darci qualsiasi informazione possibile per difendere il Santuario- spiega Mu, con tono accondiscendente- Era anche la tua casa una volta, ricordi?”
Stringo la mascella, cercando di assumere l'aria più ostile possibile. Mi alzo e volto loro le spalle, avvicinandomi alla finestra.
Non è certo stata una mia idea, quella di andarmene!”sbotto.
Voce, ti pare il momento di metterti a tremare?
Non devo dare l'impressione di essere la stessa ragazza sensibile e fragile, ma una una Michelle determinata e particolarmente avvelenata.
Aldebaran sospira, e Milo risponde alla mia provocazione “E' stato necessario.”
Necessario.” ripeto scandalizzata.
Michelle...”
Mu cerca di dire qualcosa, e so per certo che sarà gentile e zuccheroso come al solito, ma sono troppo scioccata per farlo parlare. Alzo una mano e si azzittisce all'istante.
L'oracolo mi ha avvertito di una guerra imminente, non mi ha detto né chi la provocherà, né quando con precisione.- spiego, cercando di mantenere il tono più neutro possibile- Immagino che sia una cosa grande però, visto che Zeus riteneva necessario il risveglio di Atena e la vostra rinascita.”
Non è molto più di quello che sapevamo anche noi.” borbotta Aldebaran scrollando le larghe spalle.
Ve l'avevo detto- ribatto piccata, dandogli le spalle- Ed ora, se cortesemente potreste lasciarmi al mio esilio...”
Allungo il braccio ad indicare la porta e aspetto.
Certo, la vocina flebile flebile e tremolante non mi aiuta nel ruolo di arrabbiata cronica, però credo di essere stata tosta.
Più o meno.
Forse Mintha sarebbe un pochino fiera di me, almeno per l'impegno...
Sento i gold alzarsi, ma invece di prendere l'uscio si avvicinano a me.
Mi dispiace Michelle.” sussurra Mu, mettendomi le mani sulle spalle.
Io alzo gli occhi, stupita per il suo tono colpevole.
Non vorrà mica...?!

Voi!Traditori!E vi dite fedeli servitori della dea della Giustizia?” sbraito decisamente infuriata.
Ho anche un notevole senso di nausea perchè io e il teletrasporto siamo decisamente incompatibili, però questo non mi fa perdere quella grinta che il gesto dei gold mi ha provocato.
Abbiamo pensato che non saresti venuta ad Atene di tua volontà!” mi spiega Milo, ghignando.
Farabutti!
Approfittarsi così della mia buonafede!!
Ma io non so niente di più di quello che vi ho detto!” protesto, pestando un piede con forza.
Una volta che l'avrai detto ad Atena sarai libera di andartene, giusto?” propone Aldebaran, salvo poi cercare conferma sul volto dei compagni.
Alzo gli occhi al cielo: non c'è traccia di Atena al Santuario, in questo momento.
Da quando ho imparato a controllare le mie capacità percepisco nettamente, e di sicuro molto meglio di qualsiasi altro cavaliere “normale”, i cosmi di chiunque: divinità, saint, oracoli, spectre...riesco a sentire nitidamente tutto.
E di sicuro in questo momento nel corpo di Saori Kido non c'è nient'altro che lei stessa.
Sapete come si chiama questo?Ra-pi-men-to!- sillabo imbronciata- Ed è un reato!”
Insomma!Meriterebbero che mi mettessi a combattere contro di loro.
Certo, gli farei diventare il culetto rosso a suon di botte.
Sono addestrata, adesso.
Sono praticamente immortale: che vuoi che mi facciano tre gold saint?
E poi sono una donna, quindi gli farebbe tenere la guardia abbassata (perchè al Santuario sono da sempre dei gran maschilisti!) e quindi sarei un po' avvantaggiata...
...giusto?
Da quando sei diventata così irascibile?- mi domanda Aldebaran, guardandomi con la testa leggermente inclinata, come per analizzarmi meglio- Ricordo che eri uno spasso!”
Ancora con questa storia?
Che cosa c'è di così spassoso in me?Che causo un terremoto ogniqualvolta mi sposto?
Forse oggi sono un tantino nervosa...” ammetto, fra i denti.
E perchè sei così nervosa?Mica siamo nemici, giusto?”
La logica del cavaliere del Toro è schiacciante, ma non credo che abbia ben chiaro il mio punto di vista e il fatto che sono emotivamente a pezzi!
Sospiro e mi porto le mani davanti agli occhi “Cosa del concetto di rapimento non vi è chiaro?” domando con lo stesso tono che userei se mi rivolgessi a un bambino di cinque anni.
Anche tu hai rapito Saori Kido.” ribatte candidamente Mu.
Ehm.
Non posso dargli torto.
E' diverso.” balbetto dopo una pausa imbarazzata.
Sì, certo, come no.-il tono di Milo è vagamente sarcastico- Senti non possiamo continuare questa conversazione dentro?”
Guardo il Santuario e automaticamente mi si crea un gigantesco groppo in gola.
No” riesco a sussurrare, dopo aver deglutito a fatica.
Michelle...” mi richiama con tono dolce Mu. Mi ricorda un po' quello che usa con Kiki quando non vuole fare qualcosa.
Scuoto la testa, testarda “Ho detto di no.”
Tu vieni, punto.- sbotta di nuovo il cavaliere dello Scorpione, decisamente spazientito- E poi che puoi fare, metterti a combattere contro di noi?”
Certo” confermo scrollando le spalle.
Milo e Aldebarn si lanciano un'occhiata piena di significato. Dopo un interminabile istante di silenzio scoppiano a ridere, con una risata sguaiata.
Posso farlo, vi dico.” sibilo punta sul vivo.
Certo, ammetto che a quanto possono ricordare io dovrei essere una schiappa, ma il fatto che abbia un'armatura e che sia riuscita ad entrare nel Santuario beffando tutto il corpo di guardia, compresi dei silver di ottimo livello, avrebbe dovuto riabilitarmi un po', no?
Ti prego, basta!Mi fai morire dal ridere” protesta Aldebaran, letteralmente piegato in due dalle risate. 
Mu mi guarda imbarazzato, con negli occhi una scusa silenziosa per il comportamento dei suoi compagni.
Sospiro. Di certo lui non ne ha colpa. E loro due hanno solo quella di avere una sensibilità perfino inferiore a quella delle mie pantofole invernali.
Di certo non li attaccherò per questo: non sono Mintha...
Bene!Allora dovrete portarmi dentro con la forza perchè io non ho intenzione di seguirvi!” ringhio, sbuffando come un toro imbestialito.
Mi lascio cadere a gambe incrociate, e con un moto di stizza incrocio pure le braccia, girando la testa di scatto dalla parte opposta a quella dove di trovano i saint.
Tuttavia, non riesco a fare a meno di sbirciare con la coda dell'occhio la loro reazione.
Mu sospira rassegnato, mentre Milo lancia un'occhiata ad Aldebaran, che scrolla le spalle.
Che cosa è quel ghigno?
In meno di un secondo vengo sollevata senza fatica da Milo, che mi mette in spalla come se fossi un sacco di patate.
Che cosa diavolo credi di fare?” grido, mentre inizio a scalciare e a tempestare la sua perfetta schiena di pugni.
Si incammina verso l'entrata del Santuario e dietro di noi gli altri due gold iniziano a seguirci sorridendo divertiti.
Ma da quand'è che tutti mi si sono messi contro?
Ah, già: da quando sono nata!
Hai detto che avremmo dovuto usare la forza per farti entrare- spiega con tono divertito Milo. Grrr, riesco immaginare il sorrisetto che deve avere stampato in faccia quest'infame!- Ti ho presa in parola!”
Era in senso figurato!- sbotto irritata- E poi, dove sono finiti i miei diritti?Il libero arbitrio?”
Vuoi che ti dica che hai il diritto di restare in silenzio?” ride Aldebaran.
Gonfio le guance, sempre più arrabbiata “Mu, almeno tu...”
Mi interrompo, ancora prima di iniziare a supplicare il saint della Prima Casa di aiutarmi, perchè inizio a sentire dei cosmi familiari.
Alzo lo sguardo verso dove sento quello più vicino “Jack...” sussurro, mentre riesco a malapena a percepire la sua figura alata avvicinarsi alla velocità della luce, pronto a strapparmi con poca grazia dalle mani del gold di Scorpio.
Inizio a sollevarmi in aria, a tempo con lo sbattere delle ali di Jack.
Ma perchè mi ha preso per la caviglia?
Sai che non mi piace volare, Jack!Tanto meno a testa in giù” mi lamento, mentre vedo i volti (sottosopra) dei gold assumere un'espressione ostile.
Ne deduco che devono essere arrivati anche gli altri.
“Lasciami andare!- grido esasperata, agitando le braccia- Odio stare a testa in giù a due metri da terra!”
“Come vuoi.” concorda Jack.
Alzo lo sguardo verso di lui, preoccupata, e faccio in tempo a vederlo scrollare le spalle e mollare la presa dalla mia caviglia.
Non faccio in tempo a trovare un modo per attutire la caduta, e dato che non sono un gatto non cado in piedi.
“Ough.” commento, quando la mia schiena si schianta al suolo con un tonfo sordo.
Perchè oggi tutti mi prendono alla lettera?
Con un movimento aggraziato il cavaliere di Hycarus atterra in punta di piedi.
Non posso fare a meno di fulminarlo con lo sguardo.
“Sei impazzito? Non potevi mettermi giù in modo normale?” sibilo, mentre mi rialzo massaggiandomi la schiena. Ormai il male è già passato, però...è una questione di principio.
Jack mi guarda perplesso “Ma tu hai detto...”
“So, quello che ho detto!E poi perchè mi hai preso per la caviglia?Non sono un sacco di patate!”
Il biondo muove un pollice ad indicare Milo dietro di sé “Anche lui ti teneva in spalla...”
“E non hai pensato che forse era quello il motivo per cui gli sbraitavo contro?” domando, incrociando le braccia.
Lui ci pensa su per qualche secondo, con quell'aria furba che lo caratterizza, e alla fine strizza gli occhi ridendo “Forse un po' l'avevo notato, ma almeno ti ho salvata.”
“Non avevo bisogno di essere salvata, io...”
In un attimo vengo sbalzata via.
Eh si che credo che qualche differenza fra me e una palla da tennis ci sia!!
Perchè tutti continuano a strattonarmi a destra e a manca?
Sento i cosmi dei gold incupirsi, mentre si mettono in posizione d'attacco e io, che sono stata sbalzata indietro con fare protettivo da Mu, non posso fare a meno di sospirare.
So cosa vedono.
Mintha, Prometheo, Hycarus e Narcisus: dei cavalieri sconosciuti, di cui non riescono a sentire il cosmo e di cui non capiscono le intenzioni. O forse, dopo le ultime rivelazioni che gli ho dato, pensano che siano loro i guerrieri che causeranno l'ennesima guerra.
Provo a guardare tentando di captare il punto di vista dei cavalieri d'oro, ma proprio non ci riesco.
Per me sono solo Mintha, Takis, Jack e Miguel, gli amici con cui ho vissuto negli ultimi mesi.
“Fermi.” intimo, a entrambe le fazioni, mentre con passi lenti mi avvicino ai miei compagni.
I maledetti, proprio come me.
Con la coda degli occhi sbircio le espressioni di Mu, Milo e Aldebaran.
Pericolo!Sembrano lampeggiare i loro occhi, quasi come fossero delle insegne al neon.
Non mi sento neanche di dargli torto: in effetti siamo pericolosi.
Guerrieri che non muoiono, che non hanno giurato fedeltà a nessuno. Una cosa impensabile per chi ha vissuto al Santuario.
Nessuna fede, nessun legame, nessuna regola, né allenaze o amore o amicizia.
Questo è il poco che sanno dei guerrieri maledetti dagli dei.
Ma io so che non è la verità.
C'è molto di più...se qualcuno avesse la pazienza di ascoltare.
Takis mi si avvicina con due ampie falcate e mi mette un braccio attorno alle spalle.
“Tutto bene?” domanda in un sussurro.
Annuisco anche perchè se parlassi non credo che riuscirei a contenere la crisi isterica!
“Chi siete?” domanda Mu, in posizione di difesa.
Gli occhi dei tre gold saltano da un volto all'altro, scrutando i nuovi arrivati, e alla fine si fermano un po' scioccati su di me e sul braccio di Takis che è ancora sulle mie spalle, protettivo.
“Curioso che siate così diplomatici quando avete appena rapito una nostra compagna d'armi.” lo accusa invece Prometheo, ignorando la domanda.
Il suo tono è duro e severo: non l'avevo mai sentito parlare in questo modo, ma d'altronde non siamo mai andati in missione insieme.
Direi che è perfetto nel ruolo di leader.
“Si da il caso che non ci abbia avvertito di essere parte di un piccolo esercito!” sbotta Milo, senza abbassare la guardia.
Non avrei mai pensato che vederli così contrapposti mi avrebbe confuso così.
Miguel scuote la testa, facendo dondolare i suoi capelli scuri “Non era tenuta a dirvelo...”
“Dato che la cosa non vi riguarda.” sibila Mintha, squadrando i tre gold con sguardo gelido.
“Quindi sareste voi a minacciare la Terra?” domanda Aldebaran con la sua voce potente.
Jack si lascia scappare una risata divertita mentre Mintha risponde con tono sarcastico “Sì, certo. Abbiamo deciso di risvegliare Atena e farvi tornare dal mondo dei morti perchè altrimenti sarebbe stato troppo facile realizzare i nostri piani malvagi!”
Takis alza una mano, per tranquillizzarla: di certo ha capito che sta iniziando a detestare i cavalieri di Atena.
“Quello che Mintha intendeva dirvi è che siamo totalmente estranei all'imminente guerra, nonostante abbiamo ricevuto il compito di risvegliare la vostra dea, non sappiamo altro a riguardo.- spiega con calma- Se volete, posso parlare con lei, se la cosa può tranquillizzarvi.”
Il clima è teso: sento che potrei tagliare questa tensione con un coltello, per quanto è fitta!
Nonostante ciò, dopo una serie di sguardi preoccupati, i saint annuiscono.
Milo ci precede, entrando prima di noi al Santuario.
Probabilmente deve mettere in guardia gli altri gold...
“Come mai siete venuti?” chiedo, alzando lo sguardo per incrociare gli occhi di Takis.
Lui continua a guardare avanti, l'espressione concentrata “Abbiamo sentito il tuo cosmo sparire dall'isola e arrivare qui. Non volevo lasciarti da sola fra le persone che ti hanno fatto stare male.”
Sospiro.
Mi sembra sempre più di essere la sorellina piccola che tutti coccolano e vogliono proteggere.
Non che sia male, certo, ma è alquanto snervante.
Procediamo lentamente, scortati da Mu e Aldebaran.
Mintha scocca occhiatacce a tutti quei curiosi che osano guardarla per qualche secondo di troppo, e Miguel, paziente, le stringe la mano con dolcezza cercando di calmarla.
Non mi hanno mai voluto rivelare perchè la sudamericana prova così tanto odio per i cavalieri di Atena, di certo per provocare tanto risentimento in lei che di solito è così glaciale deve essere un motivo piuttosto grave.
Davanti a me e a Takis, trotterella Jack, con un aria tanto scanzonata che sembra stia partecipando a una gita fuori porta.
“Bel posto davvero.- trilla, come un turista in visita culturale- Un po' troppo vecchio, però. Santo Cielo, sembra di essere tornati indietro nel tempo!”
I gold lo fulminano con lo sguardo, ma io mi faccio scappare una risata.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”
E' una vocetta acuta ad interrompermi, che mi annuncia ancora prima della sua comparsa, l'arrivo di una vecchia conoscenza.
“Sei qui!Sei qui!” canticchia felice Kiki saltellandomi intorno, facendo allontanare Takis suo malgrado.
Io non posso fare a meno di farmi sfuggire una risata divertita “Sì, Quo e Qua sono rimasti con zio Paperino.” scherzo quando lui si ferma per ridacchiare e abbracciarmi. Gli scompiglio un po' i capelli rossicci e sorrido: certe cose non cambieranno mai.
Sono così presa dall'abbraccio che non mi accorgo di una terza persona che si avvicina e mi strappa letteralmente dalle braccia Kiki.
“Vattene marmocchio, la migliore amica ha la precedenza.”
Spalanco la bocca stupita, mentre vengo letteralmente travolta da una figura aggraziata.
I capelli biondi mi solleticano un po' la faccia, ma sono troppo felice per farci caso.
“Victoria!” urlo felice, ricambiando la stretta con foga.
Vic si scosta un po' per guardarmi in volto, senza però mollare la presa dalle mie spalle.
“Non farmelo mai più, di sparire in questo modo senza dire niente!” sbotta, ma la sua voce è leggermente incrinata.
Sta piangendo?
Vorrei toglierle quella stupida maschera che mi impedisce di vedere la sua espressione. Sono nel mondo civile da troppo tempo...
“Kim?” domando dopo un altro abbraccio soffocante.
Mi guardo introno, ma della mia amica non c'è traccia.
Eppure se Vic ha saputo che ero qui anche lei...
“Non verrà.- mormora dispiaciuta la bionda- E' troppo arrabbiata per la tua partenza.”
Kim?
Arrabbiata?
Con me?
Tanto da non presentarsi nemmeno quando ha saputo del mio ritorno?
“Le passerà...” mi rassicura Victoria, probabilmente notando la mia faccia confusa.
La voce di Mu mi strappa da questo incontro, e dal mio smarrimento “Dobbiamo andare, Atena attende.” dice con voce dolce, ma scoccando un'occhiata aKiki, che si passa una mano dietro la nuca, con la faccia colpevole di chi ha fatto una marachella.
Continuiamo la nostra scalata alla Tredicesima, mentre io cerco di decidere se sono felice di aver rivisto due vecchi amici oppure triste per l'assenza di Kim.
“Che cosa?!Tutte quelle scale?-urla scioccato Jack, alla vista di tutti i templi nella loro magnificenza- Voi siete matti!!”


“Voi non potete entrare!” dice Miguel, scimmiottando la voce di Tatsumi.
L'antipatia che provo per il petulante maggiordomo della Kido ha contagiato anche l'andaluso, nonostante il suo ottimo carattere, nello stesso momento in cui ha annunciato con aria di sufficienza che la dea Atena avrebbe conferito soltanto con il capo della nostra cricca.
Appoggiato compostamente allo stipite della porta il cavaliere di Gemini aspetta, senza dimostrare alcuna impazienza, che Takis sia pronto per essere scortato dalla dea.
Al momento, in realtà, ha ben altro da fare.
Come ad esempio evitare che Mintha vada in escandescenza.
O che Jack causi uno spiacevole incidente diplomatico con la sua boccaccia.
“Mi dispiace lasciarvi da soli- commenta Prometheo con voce grave- Non mi fido di questa gente.”
Sospiro rassegnata “Takis, ti prego...”
Non posso crederci che ce l'abbia con loro solo perchè mi hanno esiliato.
“Non mi piacciono.” ribadisce con un sibilo, lanciando un'occhiata al gold che attende fuori dalla porta.
Certo è, che nemmeno loro hanno piena fiducia in noi: quando siamo arrivati alla Tredicesima ci hanno portati in una delle sale riunioni laterali e nella scalata alla nostra esigua scorta si sono aggiunti man mano tutti i gold.
Perlomeno, quelli che non erano già da Atena, per proteggerla da ogni eventuale minaccia.
Devo ammettere che ho tirato un sospiro di sollievo quando abbiamo attraversato la Sesta Casa, vuota.
“Mettiti l'armatura.”
Le parole di Takis mi risuonano nell'orecchio troppo simili ad un ordine per non lasciarmi a bocca aperta.
“Cosa?” ribatto scioccata.
Lui strizza leggermente i suoi occhi azzurri, riuscendo come sempre a farmi perdere un battito, e sorride, perdendo l'aria seria che aveva mantenuto fino adesso.
“Mi sentirei più tranquillo se ti sapessi più protetta possibile mentre sono via.” spiega con tono conciliante, mentre appoggia una mano sulla mia testa.
Non occorre che mi concentri molto perchè l'armatura arrivi a me e mi ricopra con il suo oro nero.
“Fatto.- sbotto incrociando le braccia- Ora puoi pure seguire Kanon e andartene da Atena.”
L'espressione del gold, che si era avvicinato probabilmente preoccupato dal fatto che ho richiamato il mio cloth, si fa contrita.
“Sono Saga.” dice semplicemente, scoccandomi un'occhiataccia, prima di fare cenno a Takis di seguirlo.
Avvampo talmente che non posso fare a meno di abbassare lo sguardo per lanciami un'occhiata sommaria.
No, non sono in fiamme.
“Che seccatura!Ci mancavano anche i cani da guardia!”
La voce di Mintha mi riporta alla realtà, tanto da riuscire a notare che sono rimasta impalata come un baccalà per la bruttissima figuraccia che ho appena fatto.
Mi volto verso i miei compagni e vedo Jack gironzolare per la stanza con aria pensierosa.
Brutto segno.
Decisamente pessimo!
Mintha è seduta scompostamente sul tavolo di legno pregiato, mentre Miguel ha optato per una comune sedia intarsiata.
“Cani da guardia?” ripeto interdetta.
L'andaluso annuisce “Pare che i gold che non sono da Atena sono tutti fuori da questa stanza per tenerci d'occhio.”
Aggrotto le sopracciglia mentre mi concentro un po': in effetti percepisco qualche cosmo.
Faccio ancora uno sforzo e cerco di identificarli.
Milo, di certo. E poi Aldebaran e Aioria.
Uhm...Death Mask? Non riesco a non rabbrividire al pensiero.
Anche Camus e Aphrodite sono presenti.
“Come se sei damerini in armatura potessero davvero fare qualcosa!” sibila Mintha, incrociando le braccia, imbronciata.
Miguel si lascia scappare una risatina e le dà un buffetto sul braccio “Potresti farli neri anche da sola, tigre!”
Io faccio roteare gli occhi. Il cavaliere di Narcisus ha da sempre avuto l'insopportabile (perlomeno per chi vive al di fuori della loro isola felice) tendenza a dare alla sua amata tutto ciò che vuole, compreso l'appoggio in atteggiamenti non proprio consoni.
“Ho trovato!” esclama Jack all'improvviso, battendo un pugno sul palmo della mano aperta.
Noi tre ci giriamo verso di lui, ma credo di essere la sola a spaventarmi per il suo sguardo furbo.
“Ci vuole un diversivo.” spiega con tono saccente.
“Un diversivo?” ripetiamo in coro.
Il biondo strizza l'occhio prima di iniziare a far sbattere le ali della sua armatura.
“Hycarus Hurricane!” urla.
Il suo colpo causa un uragano nella stanza. Mintha e Miguel si appiattiscono lungo la parete e io sto per fare lo stesso, ma la mano forte dell'americano mi afferra il polso, trascinandomi con sé.
Quella in cui mi sta trascinando Jack è una corsa forsennata, in cui io cerco di stare al passo delle sue lunghe gambe facendo balzi lunghi e goffi.
“Jack, che diavolo stai...” cerco di domandare ma la sua voce mi interrompe immediatamente.
“Zitta o ci scopriranno!”
Il vortice che ha creato è decisamente inferiore ai suoi standard, e probabilmente l'ha evocato solo per creare un po' di scompiglio.
E ha fatto centro, ammetto fra me e me, mentre sento dietro di noi lo schiamazzare confuso dei gold.
“Tu...sei...pazzo...” ansimo non appena ci fermiamo, nascosti dietro a colonne ornamentali, finalmente fuori dal tempio.
Jack sghignazza divertito, ma riesce nel frattempo a guardarsi intorno con fare cospiratore.
“Ora dobbiamo solo trovare le finestre della stanza dei ricevimenti.- spiega tranquillo- Tu sai dove sono?”
“Mi hai trascinato fin qui causando questo putiferio solo per origliare?” sbraito indispettita.
Lui scrolla le spalle “In realtà anche per far venire una crisi di nervi a quei damerini dorati!”
Il suo sorriso è così buffo che non posso fare a meno di sorridere anche io contagiata.
Muovo qualche passo in direzione delle finestre, facendogli segno con la mano di seguirmi.
Perchè, per quanto non lo ammetterò mai ad alta voce, una certa voglia di sapere quello che si dicono quei due ce l'ho pure io!


“Mi vuoi spiegare perchè invece di farmi stare qui in equilibrio precario, non sei svolazzato tu stesso fin quassù?” domando indignata, aggrappandomi alla bell'e meglio al davanzale della finestra della stanza dove si sta svolgendo la segretissima riunione fra Atena e Takis.
Sotto di me Jack scrolla le spalle, facendomi traballare ancora di più “Perchè se lo avessi fatto Takis avrebbe avvertito il mio cosmo...e poi quanto la fai lunga, ti tengo io, che problema c'è?”
“A parte il fatto che soffro di vertigini anche quando scendo le scale e che questo è decisamente peggio?” rispondo, evitando di accennare che la fiducia che nutro nella sua capacità di concentrazione è veramente minima...
“Allora, che dicono?” chiede impaziente.
“Saori dice che le fa male un dente, oppure che vuole sapere qualcosa di più sulla guerra imminente...” butto lì cercando di captare il più possibile.
Jack sbuffa “Vuoi stare più attenta? Se avessi saputo che sei una pessima spia lo avrei chiesto a Mintha!”
“Che non ti avrebbe aiutato.” ribatto io sorridendo.
Se l'ha chiesto a me è soprattutto perchè io non so mai dire di no a nessuno.
“A Miguel, allora.” ritenta scuotendo la testa.
“Che non ti avrebbe aiutato.” ripeto petulante.
Jack sbuffa di nuovo, dato che sa che ho perfettamente ragione. Non posso fare a meno di sghignazzare, in fondo è per questo che mi ha eletta immediatamente come sua compagna di avventure.
Ritorno a guardare le due figure nella stanza, cercando tuttavia di restare nascosta il più possibile.
Atena mi da le spalle, perciò al momento il mio vero problema è Takis.
Mi è sembrato che i suoi occhi siano guizzati in mia direzione un paio di volte...
Stringo gli occhi, come se questo possa aiutarmi a sentire meglio quello che si dicono.
“Allora?” mi domanda Jack scrollandomi.
Io stringo le dita ancora di più intorno al davanzale “Atena dice che vuole approfittare dei nostri servigi, o che i suoi capelli iniziano a diventare grigi...”
Un altro strattone mi fa dondolare più del previsto, facendomi staccare le mani dal mio appiglio e facendomi perdere l'equilibrio e cadere all'indietro.
“Tieniti!- grida allarmato- Così cadrai!”
Cerca di trattenermi con le mani, ma per quanto la sua presa sia forte l'oro dei miei stivali non aiuta.
Sento le sue mani scivolare e io mi sbilancio ulteriormente.
Mentre cado all'indietro apro le braccia e le faccio girare, nel tentativo di riportare in avanti il baricentro.
Cosa del tutto inutile.
Cado.
Ma ormai, ci sono abituata.
Aspetto la botta, ma non arriva.
Due braccia mi afferrano in tempo, e sono incredibilmente stupita quando alzo lo sguardo.
Non vedo, come mi aspettavo, il bel volto di Takis che mi sorride divertito dalla mia imbranataggine.
Vedo Shaka.
Per qualche minuto mi dimentico di respirare.
Ha gli occhi chiusi, e questo mi aiuta relativamente poco a riprendere possesso delle mie facoltà cerebrali.
Shaka.
L'uomo che mi ha cacciata.
L'uomo che ha visto il peggio di me.
L'uomo con cui fino a pochi secondi fa ce l'avevo a morte.
“Ehy, ottima presa amico!” si complimenta Jack.
Probabilmente avrà il pollice alzato e un bel sorriso su quella faccia da schiaffi.
Grrr!Se solo avessi il coraggio di alzare lo sguardo gli scoccherei un'occhiataccia delle mie!
Invece resto ipnotizzata dal volto di Shaka, che tiene gli occhi socchiusi ma so che mi sta guardando.
Improvvisamente mi sembra di nuovo di andare a fuoco.
“Cavaliere!Ti dispiacerebbe lasciare la mia compagna?” domanda Takis con tono duro.
Sobbalzo, fra le braccia del gold di Virgo: non mi ero nemmeno accorta del suo arrivo.
Deve essere arrabbiato per la mia intrusione alla riunione, anche se non sono sicura che possa definirsi tale dato che, tecnicamente, non ho messo piede nella stanza in cui si svolgeva.
“Come vuoi. Non era certo mia intenzione arrecarle danno o offesa, tant'è che è lei stessa che mi è piovuta fra le braccia.” ribatte Shaka con la sua voce calma, mentre mi posa a terra con delicatezza ed estrema lentezza.
È da sempre stato così difficile mantenere una posizione eretta? Voglio dire, non credo sia proprio normale che le mie ginocchia tremino così tanto...
“Allora grazie per aver arrestato la sua caduta.” sibila con un ghigno.
Lo guardo scioccata: non sembrava affatto un ringraziamento. Per niente.
Shaka fa un cenno con il capo “Dovresti stare più attento ai tuoi compagni, perlomeno se intendi tenere fede alla tua parola. L'alleanza fra noi è già abbastanza fragile perchè possa resistere ad ulteriori incidenti come quelli di poco fa.”
Alleanza?
Incidenti?
Io e Jack dobbiamo aver perso una bella parte di conversazione, questo è certo.
Guardo Prometheo sbattendo gli occhi confusa.
“Di che cosa sta parlando amico?” domanda Jack, come leggendomi nel pensiero, posando una mano sulla spalla di Takis.
Lui sospira “Ho deciso che rimarremo al Santuario ad attendere il primo attacco.- spiega, agitando una mano- Se i cavalieri saranno in grado di affrontare da soli il nemico ce ne potremo andare in tranquillità, altrimenti resteremo e li aiuteremo.”
Per qualche secondo mi manca il respiro.
Staremo...qui?
Boccheggio un po' e Takis si avvicina a me posandomi una mano sulla schiena.
“Tutto bene?”
Annuisco senza proferire parola.
“Oh, suppongo che dovremo fare i bravi per un po', Miki.” borbotta Jack, strizzandomi l'occhio e incrociando le braccia dietro la testa.
“Per quanto il vostro comportamento sia stato sconveniente- riprende a parlare Shaka, facendoci cenno di seguirlo- non era a voi che mi riferivo quando parlavo di incidenti.”
Scuoto la testa per scacciare ogni pensiero fuorviante e inizio a concentrarmi per vedere se riesco a notare qualche anomalia nei cosmi.
Quello di Mintha e di Doko della Bilancia sono decisamente a un passo dalla collisione.
Che diavolo sta succedendo?

Et voilà! Ecco il nuovo capitolo. Di certo d'ora in poi se ne vedranno delle belle considerando la convivenza forzata fra i nuovi amici di Michelle e i gold! 
Aspettate, è solo il capitolo 13?!?Incredibile!! In realtà, devo ammettere che non vedo l'ora di finire questa storia perchè, lo ammetto, sto già appuntandomi qualche ideuzza per un eventuale continuo...
Allora, che ne pensate di questo capitolo?
Grazie di avere letto e commentato, e di aver messo la storia fra i preferiti!
Baci Baci, JoJo

Snow Fox : Subito accontentata!I gold sono rientrati immediatamente nella storia, non poteva essere altrimenti dopotutto dato che li adoro!...e che contribuiscono al 90% alla realizzazione delle figuracce di Miki! Grazie dei complimenti!Al prossimo capitolo!

Megarah_witch : Ebbene sì, è un periodo abbastanza prolifico!Deve esserci qualche Musa che veglia su di me di recente!eh eh eh (seee come no!). Beh, ora che i gold sono di nuovo in vita direi che sono ancora in pericolo per quanto riguarda Kanon. Credo che mi farò prestare da Miki il suo spray al peperoncino giusto per stare un pò tranquilla, anche se dubito che me lo darà, visto che le serve per difendersi da Saga...Alla prossima!

Gufo_Tave : Già, Michelle è particolarmente fiera della propria performance!(ed io pure dato che detesto Seiya!)...Saori è una manna dal cielo per la mia vena comica...spero di riuscirla a sfruttare di nuovo!Al prossimo capitolo!

NinfaDellaTerra : Sono contenta che l'evoluzione della storia ti piaccia!^^ Eh sì, a casa Takis c'è proprio un bel clima e questo influenza positivamente Miki!! Grazie dei complimenti e alla prossima!

whitesary : Già direi che la vita di Miki ha subito un cambiamento significativo, anche se ora si sente un pò a metà fra due mondi!...e Saori...eh, bisogna portare pazienza e tenercela così com'è...sob...Al prossimo capitolo!Bye!

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Capitolo 14
*** Parliamone... ***


Parliamone...

“Ti prego, amor mio, calmati!”
Quando arriviamo nello spiazzo davanti alla Tredicesima la voce preoccupata di Miguel è la prima cosa che percepisco.
Solo dopo noto il capannello dei gold, che sono disposti a cerchio tutti in un posto preciso.
Non riesco a vedere altro che le loro schiene muscolose, e perciò non riesco nemmeno a capire dalle loro espressioni che cosa stia succedendo.
Con spintoni poco gentili e senza tante cerimonie Takis e Jack si fanno spazio fra i cavalieri, portandosi al centro del conflitto.
“Scusate” mormoro infilandomi dietro di loro, lanciato occhiate di scusa per l'atteggiamento rude dei miei amici.
Aphrodite mi fa cenno di passare, con un gesto galante, mentre Camus si limita a spostarsi il necessario per farmi intravedere Miguel tenere la sua dolce metà per le spalle.
Anche se non userei proprio la parola dolce, al momento, per descrivere Mintha.
Dei, credo che un' Arpia abbia lo stesso aspetto pericoloso della ragazza.
E davvero non posso credere che a causare tutto questo sia stato Doko.
Sì, Doko, che la fronteggia con espressione sfrontata e occhi colmi di disprezzo.
“Mu?Crystal Wall?” lo supplico mentre vedo la mia compagna sfuggire dalla presa di suo marito.
Il saint dell'Ariete fortunatamente non si lascia sfuggire il mio consiglio e l'attacco velenoso di Mintha si infrange su una parete invisibile.
“Mintha, adesso basta.”
La voce di Takis è perentoria.
Nonostante la sudamericana continui a lanciare fiamme dagli occhi verso il gold della Bilancia, si ferma immediatamente, pietrificandosi sul posto.
“Non puoi fermarla- dice questo con voce dura- E' la sua natura ad essere infida.”
Stavolta è Narcisus a scattare “Come osi?” ringhia.
Un brivido mi scorre lungo la schiena. Il viso stupendo di Miguel, contratto in quell'espressione astiosa, pur non perdendo nulla della sua bellezza fa paura.
Una bellezza letale.
Deglutendo a fatica mi avvicino a Mintha, e le metto un braccio intorno alle spalle esili.
Sotto la mia debole stretta è rigida, ma nonostante ciò non mi respinge.
Vuole essere fermata, senza causare troppi danni.
Imitandomi Jack posa una mano sul braccio di Miguel, mormorando un “Tranquillo, amico.”
Takis che si trova proprio in mezzo ai contendenti, rivolge il suo sguardo gelido a Doko.
“Gradirei che certe provocazioni non si ripetano in futuro.- commenta con voce ferma- Dopotutto è stata la vostra dea a richiedere questa alleanza, e facendola sciogliere non fare dispetto ad altri che a lei.”
Guardo Prometheo con tanto d'occhi: è stato Doko a provocare?
Doko?!?!
Lo stesso Doko che ha alle spalle duecento e passa anni di saggezza e buon senso?
Quel Doko?
Mi guardo attorno confusa, riuscendo solo a incrociare lo sguardo inquietante di Death Mask, che a differenza degli altri gold sembra particolarmente divertito dalla situazione tesa.
Girando la testa di scatto torno a guardare di fronte a me.
“Certo.” annuisce Mu, rispondendo al posto dell'interpellato che, a quanto sembra, non pare in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.
“Che palle!E io che credevo che ci sarebbe stato un po' di movimento!” sbotta il cavaliere della Quarta Casa con la sua voce roca, mettendosi le mani dietro la nuca e andandosene stizzito.
Di certo si aspettava un bel combattimento.
Mu pensa bene di trascinare via il cavaliere di Libra e con lui, credo più per precauzione che altro, se ne vanno anche Camus, Milo e Aldebaran.
Non faccio troppa attenzione a cosa fanno gli altri perchè mi accorgo che anche i miei amici si stanno muovendo e io sono rimasta qua impalata come una stupida.
Con una piccola corsa li raggiungo.
L'unico ad avere la propria aria gioviale di sempre è Jack, che sembra non essere particolarmente turbato da quello che è appena accaduto.
“Un accampamento?!Ci mettono in un accampamento?!- sbotta infastidito Hycarus, particolarmente preso da un altro argomento, gesticolando in modo sconclusionato- Se mi divertisse il campeggio e dormire per terra avrei fatto lo scout!”
“Cosa è successo?” domando correndo di fianco a Takis, che ci guida con passo sicuro verso una meta a me ignota.
Faccio fatica a seguirlo, sembro tanto una bambina che cerca di stare al passo di suo padre.
“Ci hanno sistemato in una specie di campo profughi!- mi risponde al suo posto il biondo americano- Fra il Sesto e il Settimo Tempio giusto per tenerci d'occhio meglio!Ma ti pare?Dove è finito il riguardo per gli ospiti?”
Gonfio le guance indispettita “Non intendevo questo!Cos'è successo adesso, alla Tredicesima?”
Mintha stringe la mascella e Miguel, notando quel gesto, le accarezza dolcemente un braccio.
“Ok. Ti devo qualche spiegazione.” sospira Takis, guardandomi intensamente.
“Riguardo cosa?”
Lui non risponde, in compenso però, Jack mi fa ciao con la mano “Vi lasciamo soli.”
Con un gesto che gli fa cadere i capelli castani sugli occhi, mi fa segno di sedermi su un muretto poco distante.
Mi ci arrampico sopra, lasciando dondolare le gambe.
“Credevo non mi avessi tenuto nascosto niente...” mormoro, mordendomi il labbro inferiore.
In un certo senso ci speravo.
Voglio dire, non dovrebbero esserci segreti fra amici, no? Perlomeno, lui di me sa tutto quello che c'è da sapere.
Takis sospira di nuovo, poi si passa una mano fra i capelli.
“Non è stata una mia idea, Miki.”
Lo guardo perplessa “In che senso?”
“E' una scelta di Mintha. È del suo passato che stiamo parlando.” spiega, parandosi di fronte a me.
Il passato di Mintha?
In effetti, a parte il fatto che una volta che è stata scelta dall'armatura è stata cacciata dal suo villaggio, e che ha un nome talmente impronunciabile che tutti hanno iniziato a chiamarla con il nome del suo cloth, non so molto.
“Il passato di Mintha?E Doko cosa c'entra?”
Prima ancora di finire la domanda mi appare tutto più chiaro.
Doko è un gold da quasi due secoli, seppure il suo aspetto attuale è quello di un diciottenne, e Mintha è quella che fra di noi ha l'armatura da più tempo. Possibile che?
“La guerra santa contro Hades.- mi rivela Takis con tono grave- La prima, intendo. Si sono fronteggiati lì, uno contro l'altra.”
Scuoto la testa con convinzione “E' impossibile. Se così fosse Mintha avrebbe dovuto combattere dalla parte di Hades. Dalla parte sbagliata!”
Lui mi appoggia le mani sulle spalle “Non sempre è così chiara la differenza fra giusto e sbagliato, Michelle!- i suoi occhi brillano, ardenti- Pensa a Mintha: lasciata da sola, al suo destino. Cacciata dalla gente che amava. Le si presenta davanti Hades, il dio che l'ha maledetta pronto a rivendicare i servizi della sua armatura, gli da una chance quando nessun altro lo avrebbe fatto.”
Inconsciamente trattengo il fiato, troppo presa dalle sue parole.
“Non dico che quello che ha fatto sia giusto, ma se prendi in considerazione il quadro in cui si è svolta la vicenda, non puoi non capirla.”
I suoi occhi azzurri si puntano nei miei, e sembrano quasi che mi scavino nell'animo.
Non reggo molto questo confronto silenzioso e ben presto devo abbassare lo sguardo.
“Hai ragione, la capisco.- mormoro infine dopo averci pensato su un po'. Poi alzo di nuovo la testa, piena di un nuovo entusiasmo- Facciamoglielo capire allora?”
“Cosa?!” chiede perplesso, allontanandosi un poco.
“La vera storia!- continuo esaltata- Non devono trattarla come se fosse un mostro solo perchè una volta ha fatto una scelta sbagliata.”
“Michelle...”
“Gli parlerò io!Glielo farò capire. Dopotutto se hanno perdonato gente come Saga, Death Mask e Kanon...”
Takis incrocia le braccia, scuotendo il capo “Non capiranno. Loro non sono come te, non sanno ascoltare come fai tu.”
“Ma Takis...” mi lamento, mettendo una specie di broncio.
“Niente ma, Miki. Non voglio altre incomprensioni con quei...tizi...mentre siamo qui.”
Con un gesto della mano mette fine al discorso, ma io mica mi faccio scoraggiare da così poco.
“Quindi non dovremmo fare niente, ma starcene qui a farci guardare in cagnesco da tutti?” chiedo, inarcando un sopracciglio.
“Non è te che guarderanno in cagnesco.” risponde con una scrollata di spalle.
Io sbuffo “Non è giusto.”
Sul suo bel viso si allarga un sorriso sghembo “E' che tu non fai paura a nessuno. Dopo la figura che hai fatto lasciandoti rapire in quel modo...”
“Takis!” sbotto, fingendomi arrabbiata.
Lui ride, mi strizza l'occhio si gira e inizia a correre, salvo poi fermarsi per farmi una linguaccia.
“Te la faccio vedere io!” rido, inseguendolo.


So che ho detto di non sapere di che segno zodiacale sono, ma oggi credo di essere Ariete.
Lo dico perchè stamattina, parlando con Takis, avevo detto che avrei parlato io coi gold per fargli capire meglio la situazione, e nonostante lui mi abbia sconsigliato di farlo e io stessa abbia fatto finta di dargli retta, non sono intenzionata a gettare la spugna.
E gli arieti sono testardi, no?
Perlomeno, Mu mi da questa idea, dietro a quella facciata super-zen.
Quando, rincorrendoci come ragazzini, io e Prometheo siamo arrivati nello spiazzo che Sua Magnanimità Miss Kido ci ha concesso mi è parso di sentire nettamente una certa ostilità nell'aria.
Jack ci ha informato che se intendevano davvero affibbiargli un cane da guardia per tutto il periodo in cui saremmo rimasti, avrebbe usato le sue ali piuttosto che i piedi per spostarsi. (Cosa che, presumo, farà ugualmente per darsi delle arie: è deliziato dal fatto di essere l'unico cavaliere in grado di farlo!).
Miguel aveva appena finito di cantare con la sua voce melodiosa una ninna nanna spagnola a Mintha, nel vano tentativo di farla calmare, e i suoi grandi occhi grigi erano stretti in un'espressione alquanto pensierosa.
Vedere quello scenario mi ha convinta ancor di più a cercare di trovare un punto d'incontro con i gold.
Dopotutto, dovrei essere io quella depressa e malinconica, no?
Non ne ho tutti i sacrosanti diritti?
Quindi eccomi qui, davanti al tempio della Bilancia, pronta a entrare e a farmi valere.
Fra l'altro, rinunciando alla mia pausa pranzo, dato che ho approfittato della visita degli altri alla mensa.
Varrà pur qualcosa!Un ottimo inizio!
Inspiro e espiro.
Non ho assolutamente idea di cosa potrei dire.
Iniziare con un semplice Doko dovrei parlarti, o con un più grintoso Apri bene quelle orecchie?
L'atteggiamento è tutto, convengo fra me e me mentre entro nell'enorme tempio.
Cammino così sicura, perchè so che non troverò nessuno, a meno che mi intrufoli nella zona privata.
Ma per questo c'è tempo...
Devo ancora decidere come fare a parlare al gold.
Testa alta, pancia in dentro e petto in fuori, con un'aria un po' spavalda di chi sa il fatto suo!
Un attimo. E se così pensasse che sono un'arrogante e decidesse a priori di non darmi ascolto?
Meglio partire con qualcosa di più soft.
Occhioni da Bambi dopo l'assassinio della madre, magari aggiungendoci anche un labbro tremolante che fa molto Dumbo il giorno del suo primo numero al circo.
Sì, così dovrebbe andare.
Forse.
Scivolo piano e silenziosa sul marmo, in direzione di quella spartana porta di legno laterale, che mi porterà alla mercé del gold.
Senza rendermi neanche conto, rallento sempre di più, e ci metto quasi un secolo a raggiungerla.
È socchiusa, e da dentro arrivano delle voci.
Trattengo il fiato e sbircio un po'.
“Non posso credere che dobbiamo allearci con quella!” borbotta Doko, che però non riesco a vedere.
“Così ha deciso Atena.” replica Shaka, di cui intravedo le gambe accavallate.
“Giusto!- concorda con entusiasmo Aldebaran- Se ha deciso così vuol dire che possiamo fidarci!”
“Con tutto il rispetto per la divina Atena, io ho visto quella furia combattere- insiste il padrone di casa in un sibilo- E' spietata, feroce e pericolosa. Gli altri potrebbero essere come lei!Peggio di lei!”
No.
Non posso affrontarlo.
Non oggi.
Non senza essermi riletta tutti i libri di psicologia del pianeta così da trovare il modo più indolore e efficace di esporre le mie idee.
“Michelle si è unita a loro dopo aver passato tutta la vita al Santuario.- commenta Mu- Non può aver cambiato ideologia, carattere e moralità in così poco tempo. Dev'esserci qualcosa di buono in loro.”
Sorrido nel sentire le parole di Mu. Adoro quell'uomo!
“Cerchi qualcosa?” mi chiede una voce, mentre una mano si posa con violenza sulla mia spalla.
Io caccio un urlo, girandomi di scatto.
“Milo!” ringhio, mettendomi una mano sul petto, nel vano tentativo di calmare il cuore che batte all'impazzata.
Lui mi offre la sua risata argentina, provocata dalla mia reazione, ma invece di unirmi a lui lo guardo imbronciata.
“Che ci fai qui?” sibilo, frustrata dal fatto che ora non solo dovrò entrare là dentro, ma dovrò anche giustificare il fatto che stavo spiando.
“Che ci fai tu qui!- replica lui con un ghigno in faccia- Sbaglio o stavi origliando?”
“Non origliavo!- ribatto piccata- Per puro e fortuito caso mi sono trovata ad ascoltare un discorso altrui e ribadisco che è stato in via del tutto incidentale!”
Milo ride di nuovo e mi trascina per un braccio dentro, prendendosi decisamente troppa confidenza per i miei gusti.
Gli sguardi dei cavalieri si puntano su di me.
“Guardate chi ho trovato qua fuori?” trilla felice il saint di Scorpio.
Perfetto.
Ora ho la stessa tonalità rosso fuoco del divano di Doko (che, fra parentesi, fa abbastanza pena come arredatore!).
Borbotto un generale “Salve” per salutare Mu, Aldebaran, Aphrodite, Shaka e ovviamente Doko.
“Non ti abbiamo sentita. Come hai fatto?” domanda Aldebaran grattandosi la testa.
“Riesco anche a muovermi in silenzio, se capita.”
“Il tuo cosmo non si sente, come quello dei tuoi amici. Perchè?” domanda Doko.
Apro la bocca per rispondere ma Shaka è più veloce di me “E' schermato. Nessun cavaliere normale può sentirlo.”
Annuisco piano “In realtà neanche nessuna divinità. Solo i cavalieri maledetti possono farlo.”
Il cavaliere dello Scorpione mi fa cenno di sedermi sul divano, proprio di fianco a Aphrodite.
In effetti, mi sento un po' in soggezione nelle sue vicinanze.
La sua bellezza non ha niente a che vedere con quella di Miguel, così perfetta eppure così umana...Lui mi sembra più...su un piedistallo.
Infatti si gira per mezzo secondo verso di me, giusto il tempo di farmi un'accurata radiografia, e poi ritorna a sorseggiare il suo tè, portandoselo alla bocca con gesti raffinati.
“Come mai sei venuta qui?” mi domanda Mu, con tono rassicurante.
Io deglutisco a fatica prima di rispondere “Sono qua in qualità di ambasciatrice.”
Raddrizzo la schiena e allungo il collo, nella pallida imitazione dell'atteggiamento di una persona sicura di sé.
Milo inarca un sopracciglio perplesso, Aldebaran arriccia le labbra confuso.
“E perchè mai?” chiede Doko, con un tono un po' distaccato.
“Le cose sono iniziate con il piede sbagliato- ammetto- quindi ho pensato di rivelarvi tutto quello che c'è da sapere su di noi. Dopotutto, siamo alleati, no?”
Milo si passa una mano sotto il mento “Intendi dire che risponderai a qualsiasi nostra domanda?”
Annuisco.
“Di qualunque tipo?” continua interessato.
“Solo se hanno una qualche utilità.” specifico, guardando il sorrisetto smaliziato di Milo.
“Come è possibile che sia ancora viva?Sono passati duecentoquarantatré anni!” ringhia Doko, stringendo un pugno.
“E' per via delle armature.- spiego, abbassando lo sguardo- Sono maledette.”
“Questo lo sapevamo già- puntualizza Aphrodite- Non puoi essere più precisa?”
Mi torturo le mani mentre rispondo “Quando un'armatura ti sceglie tutta la tua vita è per lei: finchè sei degno di portarla non puoi morire, o rimanere ferito. Sei praticamente immortale.”
I gold spalancano la bocca stupiti. Ovviamente Shaka non li imita, limitandosi ad accavallare le gambe.
“Non sembra molto una maledizione.” borbotta Aldebaran dopo un po', grattandosi la testa.
“E' un grosso limite alle facoltà di libero arbitrio di una persona.- commenta Mu- Impedisce di avere legami di qualsiasi tipo.”
Poi mi lancia un sorriso dolce, che mi fa capire che lui è dalla mia parte.
Già a saperlo, il mio cuore è un po' più leggero.
“Tracotanza.”
Tanto lapidaria quanto inaspettata, la voce di Shaka mi arriva all'orecchio, con il risultato di farmi sobbalzare.
“Tracotanza?” ripete Aprhodite, inarcando un sopracciglio perfetto.
“E' il nome del peccato legato a quelle armature- spiega con tono placido- Aracne, Prometeo, Icaro, Narciso e Mintha: tutti loro hanno anteposto il proprio orgoglio alla volontà divina. Per questo gli dei li odiano e li hanno maledetti, perchè hanno tolto loro la propria superiorità.”
Osservo il viso di Shaka un po' più a lungo del dovuto, quando le sue parole sono già terminate da un pezzo.
Rendendomi conto del mio comportamento, giro la testa di scatto, tuffandomi nello sguardo color caffè di Aldebaran.
“Mi dispiace.” biascico, in risposta al cavaliere della Vergine.
“Suvvia, mica è colpa tua!” mi rassicura Milo, posandomi una mano sulla spalla.
“Se le divinità vi sono tanto avverse mi domando a che pro abbiate le vostre armature.”
Il tono di Doko è ancora molto distaccato. Non mi fido, sembra urlare.
La sua espressione è accigliata e il suo sguardo indagatore.
“Per quanto dannati e rinnegati da tutti, sono tante le divinità che desidererebbero averci per sé.- spiego, riportando pari pari le parole di spiegazione che mi ha dato Takis diversi mesi fa- Io sono inesperta, ma so per certo che i miei compagni sono tanti valorosi da potersi definire vostri pari.”
Pari ai cavalieri d'oro.
Ma proprio davanti a loro dovevo dire una simile eresia?
Ora sì che mi osservano tutti come se fossi una pazza!
Va bè, non tutti perchè Mu è troppo gentile per farlo.
“Se il vostro valore è tale- comincia Milo con tono sprezzante, probabilmente per via del suo orgoglio dorato- mi chiedo come mai nessun dio vi abbia reclamato per sé.”
“L'hanno fatto, in realtà. E noi abbiamo risposto alla chiamata, ma la fedeltà incondizionata e totale verso un singolo ci è preclusa.”
Doko si alza di scatto, in un moto d'ira. “Mercenari!- sputa come se avesse in bocca del veleno- Ci dici questo e ti aspetti che ti accordi la mia fiducia?”
Inconsciamente mi ritraggo, rifugiandomi ancora di più fra i cuscini del divano su cui sono seduta.
Aldebaran poggia una mano sulla spalla del compagno d'armi, invitandolo a risedersi e a ritrovare la calma.
“O ascoltate o giudicate.” sbotto, irritata, recuperando un poco di sicurezza.
Non posso credere che Takis avesse ragione.
Incrocio gli occhi dei presenti e sospiro. Il pregiudizio non può accecarli a tal punto. Non loro.
Mi appoggio rumorosamente allo schienale imbottito, incrociando le braccia e facendo ben attenzione a mantenere un'espressione imbronciata.
Gli occhi turchesi di Aphrodite saettano nella mia direzione e le sue labbra si piegano leggermente all'insù.
“Ti prego, Michelle, continua pure. Non ti interromperemo più, a meno che non sia strettamente necessario.”
Inspiro profondamente e decido di ascoltare le parole di Mu.
“Doko non ha tutti i torti. Tanti cavalieri maledetti hanno deciso di seguire quella strada, per puri fini egoistici.”
“Lo ammetti, dunque.” ringhia di nuovo il cavaliere della Bilancia.
Non mi stupisco che l'equilibrato e diplomatico Doko reagisca così: dopotutto ritrovarsi di fronte un antico avversario e dover far fronte con una ferita non del tutto rimarginata non deve essere facile.
“Noi non siamo come loro. Abbiamo degli ideali, non modifichiamo il confine fra giusto e sbagliato a nostro piacimento.” spiego.
“E quali sarebbero questi ideali?” domanda Milo, sinceramente incuriosito.
“Non sono tanto diversi da quelli che mi sono stati insegnati qui- ammetto con un sorriso- L'unica vera differenza è che non c'è alcuna dea Atena di cui dobbiamo obbligatoriamente seguire il volere.”
Aldebaran corruga un po' la sua ampia fronte “Sarebbe a dire?”
“Combattiamo solo per ciò in cui crediamo.”
Doko storce la bocca. Sospiro ancora prima che possa dire qualcosa.
Accidenti, ma non era Mu quello testardo?
Takis dovrà pagarmi delle sedute con uno psicologo se andiamo avanti così.
“La tua compagna, Mintha, combatteva per Ade. Come lo giustifichi?”
“Aveva appena ricevuto la sua armatura. Era sola, spaventata, rifiutata da tutti: credeva che fosse l'unica soluzione affidare la sua vita al signore degli Inferi. Ma l'incontro con i cavalieri di Atena le ha aperto gli occhi. In un certo senso, è grazie a voi se ha capito il vero significato di giustizia.”
Doko spalanca gli occhi, credo stia soppesando le mie parole, ma non è molto convinto.
Stupidissimo orgoglio dei gold: perchè non fanno semplicemente come i comuni mortali ammettendo di avere sbagliato?
Ma no!
Loro devono essere più testardi di un branco di muli!
“Ma Doko, non eravate tu e Shion gli unici sopravvissuti alla prima Guerra Sacra?” domanda Mu, inclinando elegantemente il capo.
Il gold si limita a fare un breve cenno affermativo.
“C'entra quella storia dell'immortalità provvisoria, vero?Se la tua amica è sopravvissuta, intendo.”
Annuisco in risposta alle parole di Aldebaran.
Milo si passa una mano fra i capelli “Fammi capire, nessuno può scalfirti?”
Scuoto la testa “No, le ferite fisiche ci sono, solo che guariscono nel giro di pochi secondi.”
“Incredibile.” commenta Mu, togliendosi un ciuffo di capelli da davanti agli occhi.
“Perchè non ci dai una dimostrazione?” chiede Aphrodite increspando le labbra e porgendomi una rosa rossa.
Un brivido mi scorre lungo la schiena. Non solo perchè è la prima volta che il cavaliere seduto di fianco a me mi rivolge la parola, ma anche perchè so il terribile potere di quella rosa, e non intendo provarlo su di me. Guarirò anche in fretta ma il dolore lo sento, e che cavolo!
Sto per rifiutare ma mi ritornano in mente le facce dei miei compagni. Quella di Mintha, soprattutto.
Lei per me lo farebbe.
Anzi.
“Perchè non quella nera?” riesco a ribattere, nonostante la gola improvvisamente arida.
Sì, lei avrebbe detto così.
Certo, magari non con la voce tremante.
Il bel cavaliere ride deliziato mentre fra le sue mani compare la rosa da me richiesta.
Nella stanza è calato un silenzio preoccupato.
“Non scherzare Michelle, non ci devi dimostrare niente.” mi dice Aldebaran, poggiandomi una grande mano sulla spalla.
Mu si affretta a dargli man forte “Infatti. Crediamo alle tue parole, questo basta.”
Lancio un'occhiata ai presenti: Milo pare essere della stessa idea dei compagni, Shaka è imperturbabile come al solito, e credo che non cambierebbe espressione nemmeno se mi gettassi volontariamente in un rogo.
È Doko che cattura la mia attenzione, invece. Le sopracciglia corrugate e l'espressione decisamente seria dei suoi occhi verdi mi fa capire che forse una dimostrazione non sarebbe poi così male.
“Non c'è problema- replico, cercando di dare alla mia voce il tono più giovale possibile- Che vuoi che sia?”
Da come parlo sembra che sia una cosa che faccio tutti i giorni.
In realtà l'ultima volta che sono guarita da ferite “serie” e frutto di combattimento è stato proprio al torneo per l'armatura del centauro, e ricordo che non è stato l'idillio che pensavo.
Certo, ora che l'influsso dell'armatura su di me è totale e io ho imparato a controllarlo, le ferite fisiche guariscono in pochi secondi, ma c'è anche un grande dispendio di energia.
Per non parlare poi del fatto che io mica usufruisco del potere delle stelle: le mie forze dipendono da una dieta ricca di carboidrati e lipidi che manderebbero in coma diabetico chiunque altro essere vivente!
“Allora?” incalza Aphrodite, con voce suadente.
Non può essere così male, no?
E poi, quella rosa è così bella!
Allungo una mano tremante verso il fiore. Mi sembra di muovermi al rallentatore, per la miseria!
Sono vicinissima, manca solo qualche millimetro e poi...
“Basta così.”
La mano fresca di Shaka mi trattiene per il polso e la rosa fra le dita del cavaliere davanti a me è sparita in un nano secondo.
“Cosa...” cerco di protestare.
In realtà vorrei gettargli le braccia al collo e ringraziarlo in tutte le lingue del mondo di avermi fermato.
Riesco comunque a mantenere un po' di contegno.
“Hai distrutto la mia rosa.” si lamenta Aphrodite storcendo il naso alla francese.
“Non era necessaria alcuna dimostrazione di questo genere. Atena ha accordato loro la sua fiducia e noi, come conviene, ci rimetteremo alle decisioni della dea.” spiega Shaka.
Il mio sguardo saetta dalla sua faccia apatica verso la sua mano, che è ancora lì sul mio polso.
Doko si passa una mano fra i capelli, e sospira “E sia- dice dopo una lunga pausa- Darò alla tua compagna il beneficio del dubbio, finchè non dimostrerà che è davvero cambiata.”
Sbatto le palpebre “Davvero?”
Lui fa un gesto con la mano come se dovesse scacciare una mosca fastidiosa, ma annuisce.
Non posso fermare il sorriso che mi sta allargando in faccia.
“Ma questo è davvero...un DISASTRO!” concludo, cambiando espressione e andando in panico.
“Cosa?!”esclamano in coro Milo e Aldebaran.
Io intanto sento i cosmi dei miei amici avvicinarsi lentamente al nostro accampamento.
Dove dovrei essere anche io.
“Ricordate quando ho detto che sono qui in qualità di ambasciatrice?In realtà è un ruolo per cui mi sono autoeletta, contro la volontà di tutti gli altri...”
Lancio un'occhiata alla porta e sento la mano di Shaka scivolare via.
Ma mi ha trattenuto per tutto questo tempo?
Non ho tempo per pensarci ora: i cosmi si avvicinano!
“Scusatemi, devo scappare!”
Corro via, con la testa girata verso i gold e salutandoli con la mano.
Mi giro di scatto, e vado a sbattere contro una colonna che, ne sono certa, prima non c'era.
“Ough!” borbotto, mentre mi massaggio il naso, che ha avuto la peggio nello scontro.
“Sono desolato, ti sei fatta male?” mi domanda una voce.
Solo ora mi rendo conto che non ho sbattuto contro un semplice oggetto inanimato.
Alzo gli occhi lentamente e in men che non si dica incrocio quelli azzurri, certo belli, ma che non hanno niente a che vedere con quelli di Shaka o Takis, di Aioros.
“Babba Bia!” esclamo, con ancora una mano sul naso.
Lui mi sorride, facendo comparire sul suo viso un paio di graziose fossette.
Credo sia dovuto proprio a quelle se, nonostante lui sia il fratello maggiore, la sua aria è sempre stata più sbarazzina di quella di Aioria.
E credo che sia dovuto sempre a quelle se, quando avrò avuto sì e no nove anni, mi sono presa per lui la mia prima cotta.
“Nobile Aioros!”
Lui mi sorride di nuovo, amichevole “Allora ti ricordi di me, Michelle!”
“C-come sai il mio nome?” balbetto, senza riuscire a nascondere lo stupore.
Il cavaliere del Sagittario ride mentre, poggiandomi una mano sulla spalla, mi scorta fuori dal tempio.
“Direi che oggi il tuo nome si è sentito parecchio qui al Santuario.”
Oh, no!
Di nuovo protagonista dei gossip locali no!
“Tuttavia io ti conosco da più tempo.- continua sempre con un sorriso a fior di labbra- La prima volta che ti ho vista eri una cosina alta così!”
Muove la mano a circa un metro di altezza dal terreno.
Io corrugo la fronte: non che ricordi perfettamente tutti gli episodi della mia prima infanzia, ma non ricordo davvero di aver conosciuto il gold.
“Ovvio che non ti ricordi- mi tranquillizza, notando la mia espressione confusa- Avevi sì e no tre anni quando sei arrivata al Santuario.”
“Quattro” lo correggo.
Ricordo che solo io e un'altra ragazzina, di qualche anno più grande di me, siamo state prese dal nostro orfanotrofio in Canada.
Lei era stata mandata subito via in qualche angolo sperduto del pianeta per iniziare l'addestramento. Era particolarmente brava, anche se la cosa non l'ha aiutata a tornare.
Io ero stata immediatamente retrocessa nella categoria delle schiappe.
“E' un problema se ti seguo al tuo accampamento?Dovrei parlare con te e i tuoi compagni.”
Scuoto la testa.
Che poi, praticamente siamo già arrivati, tanto valeva non chiedere niente!
La prima cosa che si nota, arrivando nell'enorme spiazzo alla metà esatta delle scalinate che portano alla Settima Casa, sono le spaziose tende alla turca, una per ciascuno di noi.
Certo, il campeggio non è il massimo, ma almeno la Kido ha avuto la decenza di farlo sembrare un campeggio extra-lusso.
Credo che questo trattamento speciale sia particolarmente indirizzato a Takis...
Gli schiamazzi sempre più nitidi mi fanno capire che i miei amici stanno arrivando.
“Ave Caesar, morituri te salutant!” starnazza Jack alzando un braccio nel tipico saluto degli antichi romani, prima di volteggiare per farmi vedere il chitone che ha rubato chissà dove.
Divento rossa dalla vergogna, mentre lancio un'occhiata a Aioros.
Il gold però, non sembra affatto turbato e sulle sue labbra compare un sorriso divertito.
“Ti prego, Michelle, diglielo anche tu che è un insulto vivente alla lingua latina...” inizia Mintha, fintamente scocciata.
“E che soprattutto non è vestito da antico romano!” conclude per lei Miguel.
Takis li segue ridacchiando e non cambia la propria postura nemmeno quando riesce a scorgere il cavaliere che mi accompagna.
“Lieto che la vostra permanenza al Santuario vi dia spunti per divertirvi- li saluta Aioros, senza alcun cenno di sarcasmo nella voce- Speravo proprio che gli attriti di stamani si fossero già dissolti.”
Poi si sporge verso Prometheo, tendendogli una mano con un sorriso sulle labbra “Sono Aioros, cavaliere d'oro del Sagittario.”
Lo sguardo di Takis saetta dalla mano del ragazzo che ha dinnanzi, al suo sguardo limpido.
Alla fine sorride a sua volta, e stringe con forza la mano “Lieto di sapere che ci sono anche persone civili fra le schiere di Atena.- commenta- Sono Takis di Prometheo, e questi sono Mintha di Mintha, Miguel di Narcisus e Jack di Hycarus.”
Quest'ultimo sbuffa per essere stato nominato dopo tutti gli altri.
“A cosa dobbiamo la tua presenza qui?” domanda Mintha con tono acido, alzando il mento come se questo potesse compensare la differenza di altezza con il gold.
Certo che se fa così a che pro io ho perorato la sua causa?
“Per Michelle, in realtà.- risponde, per niente turbato dall'ostilità della ragazza- Atena ha espresso il desiderio di conoscerla.”
Contraggo la mascella: lo stomaco mi si è chiuso immediatamente.
Io spalanco gli occhi e la bocca prima di trovare il coraggio e lo spirito per balbettare una risposta.
“Non credo sia il caso. I-io...” balbetto nel panico più totale.
Mica la voglio vedere, quella.
E se si fosse legata al dito il fatto che l'ho rapita?
Non credo di poter sopravvivere a dell'ostilità divina, non con la sfortuna che mi ritrovo di mio.
“I-io non posso, ho una grave malattia...” spiego convinta.
Aioros alza un sopracciglio mentre continua a guardarmi a metà fra il perplesso e l'incuriosito.
Se Miguel e Jack la smettessero di ridere troverei una scusa degna di questo nome!
“...Snobbite. Io soffro di snobbite ed è veramente ad uno stato acuto- continuo cercando di essere il più possibile convincente- mi fa venire terribili sfoghi cutanei orribili a vedersi e...e....”
“Michelle, mica ti mangia.” sghignazza Takis scompigliandomi i capelli.
“E' una cosa molto informale. Solo una chiacchierata.” mi rassicura il gold, con un sorriso conciliante.
La cosa mi puzza.
“Beh, suppongo che allora...” capitolo infine, anche se dalla mia faccia si può ben capire l'entusiasmo con cui affronto la cosa.
“Perfetto. Sarà stasera allora, poco dopo il tramonto!”
Appena termina di parlare scappa letteralmente via, senza darmi l'occasione di ribattere.
Davvero: i cavalieri della dea della giustizia non dovrebbero essere onesti?!


Per la seconda volta oggi cerco di raccogliere il coraggio necessario, stavolta per affrontare Kim.
Strano come questa porta di legno azzurra, prima così familiare, mi sia quasi estranea.
Accosto l'orecchio cercando di capire cosa succede all'interno.
“Andiamo: Cenerentola è la prova vivente che un paio di scarpe possono cambiarti la vita!”
Questa è Victoria...di certo avrà trovato un nuovo oggetto del desiderio dal prezzo improponibile.
“Pierre può ricordarti che A) è una favola e B) non te le puoi permettere!”
Accidenti.
Come mi era mancato il suo parlare in terza persona di se stesso e la sua adorabile erre moscia!
“Smettetela di battibeccare: ho già fatto partire il film.”
Ah, è vero. Il lunedì è la sacra giornata dedicata al cinema, istituita da Kim in persona.
Faccio un bel respiro e busso sicura.
Toc. Toc.
Sento dei passi al di là dall'uscio e poi finalmente la porta si apre.
Kim è davanti a me e non riesco a indagare la sua espressione dato che indossa la maschera.
Non faccio in tempo a dire ciao che mi sbatte la porta in faccia.
“Perfetto.” borbotto.
Ok, Vic aveva ragione: ce l'ha con me.
Non passa un minuto che la porta si riapre e Pierre mi salta letteralmente addosso, facendomi cadere a terra.
“Pierre!” mi lamento, ma non troppo, perchè sono davvero felice di vederlo.
“Michelle!Non puoi immaginare quanto Pierre è felice di rivederti!Pensava non sarebbe mai successo!”
“Oh, andiamo!- sbotta Victoria, scrollandomelo di dosso- Smettila di fare l'appiccicoso e lascia che Miki risolva questa storia. Mi sta facendo diventare idrofoba con il suo comportamento!”
Annuisco e mi rialzo.
Certo, cammino verso la stanza di Kim con la stessa energia con cui mi dirigerei verso il patibolo...
E' che vederla così glaciale mi ha stupito, e non poco.
Lei è la mia migliore amica, non può aver iniziato ad odiarmi così tanto.
Busso di nuovo, piano e non senza un po' di timore.
“Va al diavolo!” mi risponde la voce all'interno, senza nemmeno una traccia della sua solita dolcezza.
“Ti prego Kim,- la supplico- voglio solo parlarti...spiegare...”
Sento dei rumori all'interno e poi la porta si spalanca, rivelandomi la mia amica, totalmente sconvolta.
I suoi grandi occhi chiari sono arrossati, pieni di lacrime.
“Spiegarmi...-ripete in un sussurro, ma con voce astiosa- Mi spiegherai perchè te ne sei andata senza dire niente, senza salutare, lasciandomi qua a disperare per la tua sorte, quando in realtà eri in perfetta salute e non poi così lontano da Atene?”
Con un gesto fulmineo mi trascina dentro la stanza, facendomi male a un braccio perfino.
“Aho” mi lamento, massaggiandomelo.
“Spiega. Veloce.” borbotta lei, sedendosi sul letto.
Io scosto la sedia dalla sua scrivania e mi ci siedo a mia volta.
“Sono stata esiliata, Kim. Non potevo tornare.” spiego.
Lei stringe i pugni “Hai un'armatura potente, Michelle. Certo che potevi!Tu potevi ma non hai voluto!”
Spalanco gli occhi, scioccata “Tu come lo sai?”
“Perchè io mi sono battuta per scoprire quello che ti è successo!- ribatte piccata- Ho chiesto ai gold, e li ho assillati finchè non ho avuto una risposta!”
Trattengo il fiato e abbasso lo sguardo.
“Quindi non mi perdonerai mai?”
Kim fa roteare gli occhi “Certo che ti perdono, ma sono così...così...”
Fa una pausa, ma non sembra trovare una parola adatta.
“Mi dispiace.” borbotto.
Ce ne stiamo così per un po', in silenzio con gli occhi puntati ovunque tranne che sulla faccia dell'altra.
“E così...hai un'armatura anche tu adesso...”
Le parole escono impacciate dalle labbra di Kim, ma nonostante ciò capisco che è già disposta a sorvolare sull'anno di assenza da parte mia.
“Già...L'armatura di Aracne- spiego reprimendo a stento una smorfia- Incredibile, vero?”
Senza dargli l'occasione di cambiare di nuovo umore, inizio a raccontarle tutto.
Dei primi incontri con Takis, di Shaka che mi ha cacciato, della vita fuori dal Santuario e anche della guerra imminente.
È bello parlare di nuovo con lei.
“In pratica sei una specie di incrocio fra Spiderman e Superman, senza l'allergia alla criptonite, però!” commenta divertita.
Non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista. “Più o meno.” riesco a dire fra le risate.
“E che cosa puoi fare?” chiede curiosa.
Agito un po' la mano “Beh creo ragnatele e scudi col cosmo...Cose così”
Accidenti, mi sembra strano di parlare delle mie capacità...di solito io ero quella che si complimentava per quelle degli altri!
“Proprio come Spiderman!” afferma tronfia.
“Ah ah ah- borbotto fingendo una risata- Davvero divertente, Kim!”
Kim si sforza di non ridere e fa una lunga pausa.
“Posso chiamarti Spidey o Spidergirl?” domanda divertita.
“No!” ringhio in risposta, voltandomi di scatto dall'altra parte.
“Ti preeeeeeeeeeeeeeeeeeego!” mi implora con vocetta stridula.
Io sbuffo sonoramente “Assolutamente no!”
Per niente scoraggiata mi da un buffetto sul braccio “Se mi lasci fare ti prometto che dimentico il fatto che te ne sei andata da qui senza nemmeno salutarmi e senza farti sentire per più di un anno.”
Mi volto leggermente verso di lei, guardandola di sottecchi.
“E' imbarazzante, Kim. Non posso credere che tu ti possa considerare la mia migliore amica se mi obblighi a mettermi in ridicolo con certi soprannomi!”
L'avessi mai detto.
I grandi occhioni di Kim si riempiono di due enormi lucciconi “Un'amica non se ne andrebbe come hai fatto tu...” frigna con aria depressa.
Io alzo gli occhi al cielo.
Mi sono fregata con le mie stesse mani.
“Ok.- sospiro seccata- Chiamami come vuoi basta che la smetti di fare la vittima.”
Improvvisamente l'espressione sul suo volto cambia completamente, accendendosi in un enorme sorriso.
In quel momento entra nella stanza Victoria “Mi dispiace interrompervi ma Saga è qua fuori e chiede di te Miki.”
Mi alzo di scatto, battendomi il palmo aperto sulla fronte “L'incontro con Atena!”
“Saga?” domanda invece Kim, con gli occhi sgranati.
Io la osservo stupita: e adesso che le prende?
Lei si infila la maschera, mentre io in fretta e furia mi cambio: non posso presentarmi davanti ad Atena vestita da spiaggia!
Ci avviamo verso il salotto, dove il gold aspetta pazientemente seduto sul divano, osservato di sottecchi da Pierre.
Con la coda dell'occhio vedo Kim irrigidirsi quando il cavaliere dei Gemelli si alza, mostrandosi in tutto il suo tenebroso splendore.
Sembra proprio che lo strano comportamento della mia amica sia strettamente collegato con il nuovo arrivato, tanto che quando incrocia i suoi occhi blu
oltremare, abbassa abbassa la testa, improvvisamente interessata alla punta delle sue scarpe.
Credo di essermi persa diversi passaggi: mica le piaceva Kanon?
“L'incontro con Atena era per dopo il tramonto.” mi informa.
Io faccio un sorriso imbarazzato “Beh, è dopo il tramonto.” azzardo.
In fondo è colpa di Aioros che non mi ha dato un orario preciso.
Con un gesto del capo, che fa ondeggiare i suoi lunghi capelli scuri, mi fa cenno di seguirlo.
Lontano dal suo sguardo, Kim sembra tornare in sé.
“Ricordati:da un grande potere derivano grandi responsabilità.” mi sussurra, mettendomi una mano sulla spalla e annuendo solenne.
“KIM!!” sbotto irritata.
Lei ridacchia divertita mentre Saga si gira di nuovo e aggrotta le sopracciglia perplesso.
Sarà una luuuuuuuuuuuuuuuuuunga serata!


Dire che divento una statua quando metto piede nell'ampia sala in cui Atena ha deciso di ricevermi è dir poco.
La dea è seduta sul suo trono, avvolta in un impeccabile e immacolato vestito bianco, e schierati al suo cospetto ci sono tutti, e dico TUTTI i gold.
“Non doveva essere un incontro informale?” sibilo a voce bassissima, per non farmi sentire da Saga che cammina al mio fianco.
Stupido Aioros!
“Che cosa hai detto?” mi domanda. Evidentemente ha il superudito.
“Niente. Mi domandavo se siete davvero così affezionati ad Aioros...” borbotto risentita.
Magari se lo uccido e occulto ben bene il cadavere, nessuno ci fa poi tanto caso alla sua assenza!
Saga mi osserva stranito “Suppongo di sì.”
Va bene, diventerò serial-killer un'altra volta.
C'è sempre tempo per iniziare questo tipo di carriera. Uhm...potrei chiedere consigli a Death Mask.
“Benarrivata Michelle di Aracne- inizia Atena con tono pomposo, lanciando un'occhiata leggermente denigratoria alla mia maglietta delle SuperChicche- credevo ti fossi dimenticata del nostro incontro.”
Scuoto la testa, imbarazzata, mentre guardo il cavaliere inginocchiarsi davanti alla dea e prendere il suo posto fra i compagni.
Mi volto, decisa a lanciare un'occhiata omicida ad Aioros, ma incontrare il volto di Shaka mi fa desistere dal mio intento.
Mi giro di scatto, interessandomi di nuovo alle parole della Kido.
“Sono felice di poterti finalmente conoscere, ho sentito dire molte cose su di te.” continua socchiudendo i suoi occhi neri.
Io inarco le sopracciglia: intende prima o dopo aver decretato il mio esilio?
La ragazza mi sorride conciliante, probabilmente considerando la mia incapacità di spiccicare parola come un disturbo psichico.
In realtà sto solo evitandomi delle inutili gaffes.
“Sono felice che tu abbia trovato un gruppo a cui unirti, fuori di qui.” continua con la sua vocetta un po' acuta.
Annuisco, sempre più confusa: sta parlando come se avessi deciso io di andarmene e non come se mi avessero cacciato a calci nel deretano!
“Quindi che cosa ci fai qui?” mi domanda, appoggiando una mano sotto il mento.
Eh?
Mi sono persa qualche passaggio?Delle frasi intermedie che avrebbero dato un senso a questa domanda di cui non capisco né l'utilità né il significato recondito?
Mi sento esattamente come quando all'interrogazione il professore mi chiedeva l'unica cosa che non avevo ripassato.
Ma cosa vuole da me, questa?
“Uhm...Intende cosa faccio qui in questo momento o per quale motivo mi trovo su questa terra oppure...”
Dietro di me alcuni gold hanno l'ardire di sghignazzare.
La Kido mi rivolge un sorriso tirato, che dovrebbe apparire dolce e accondiscendente.
“No, Michelle: mi chiedevo se tu sai perchè combattere.”
“Non è che mi esalti molto combattere, in verità.- ammetto, girandomi una ciocca ti capelli intorno al dito indice- Sono più per un confronto amichevole, magari un sano battibecco ma...”
La mano affusolata della Kido mi impone di fermarmi.
Meglio.
Stavo iniziando un nuovo vaneggiamento.
“Credevo che per la giustizia, fosse la risposta più breve.”
“Suppongo di sì...” balbetto stranita.
Lei mi sorride soddisfatta “Ne sono felice: come saprai i proprietari delle armature maledette sono svincolati da qualsiasi legame di fedeltà, a meno che non sia la stessa divinità che li ha maledetti a reclamarli per sé...”
“Eh?” domando perplessa, notando che il mio vocabolario si sta sempre più avvicinando a quello di un cavernicolo piuttosto che a quello di una persona civile.
“Ti do l'opportunità di tornare al Santuario, di tornare a difendere quello per cui hai sempre vissuto e ciò in cui hai sempre creduto.”
Silenzio.
Immagino che ora dovrei dire qualcosa, certo, magari non commenti riferiti alla splendida giornata di sole di oggi o alla sfacciata fortuna del vincitore della lotteria che è diventato milionario solo grattando via una strisciolina d'argento con una monetina.
Certo, ottimi argomenti da conversazione ma decisamente stupidi in questa situazione.
Tornare al Santuario?
Per sempre?Al suo servizio?
Ora che per sempre ha davvero un'accezione temporale, considerando il fatto che potrei vivere più di duecento anni, l'idea mi fa letteralmente tremare le ginocchia.
E Takis, Jack, Miguel e Mintha?
Deglutisco a fatica prima di rispondere “No, grazie.”
Alle mie spalle si sono alzati dei borbottii e la faccia di Saori Kido si è contratta in una strana espressione.
Di certo non è abituata a sentirsi rifiutare qualcosa.
“Come?” mi domanda, la voce notevolmente scocciata.
“No...grazie.” ripeto titubante, cercando di sembrare tuttavia molto educata e diplomatica.
Mai fare arrabbiare la dea Atena quando tutti i suoi gold sono riuniti nella stessa stanza, dice il saggio.
“Andiamo: so esattamente che è quello che vuoi.” continua stizzita.
Lei...stizzita?
E io cosa dovrei dire?!
“Vorrei ricordarle che un anno fa sono stata cacciata in malo modo per la mia armatura.- spiego paziente, mentre una grande rabbia mi fa ribollire il sangue nelle vene- Rivolermi qua per lo stesso motivo sarebbe decisamente contraddittorio. E stupido. Inoltre la mia nuova vita mi piace, nonostante tutto.”
E ho una dignità anch'io, vorrei aggiungere.
Ma sono decisamente troppo agitata per riuscire ad articolare altro.
Atena diventa livida in volto e io capisco che è il momento giusto per battere in ritirata.
Grande, Michelle!, mi congratulo mentalmente con me stessa per il mio discorso.
Accidenti, e chi lo sapeva di avere delle arti oratorie così sviluppate?
Alzo il mento, in una pallida imitazione dell'aria fiera di Mintha, e mi giro lentamente.
Misuro i passi con cura, cercando di dare alla mia andatura goffa un che di dignitoso, cercando allo stesso tempo di non rovinare l'intera scena con uno strafalcione dei miei, del tipo inciampare in sassi invisibili o via discorrendo.
Non posso fare a meno di sorridere trionfante quando raggiungo la porta.
Ce l'ho fatta!
Incredibile!
Mi aggrappo alla maniglia dorata del portone e spingo.
Urgh, certo che è pesante forte!
Mi lascio scappare un verso mentre metto tutta la mia forza nel tentativo di aprire questa stramaledetta porta.
“Andiamo, stupidissima, mi stai rovinando l'uscita ad effetto.” sibilo a bassissima voce, rivolta all'oggetto inanimato.
Una risatina sorge da dietro le mie spalle. Riesco a riconoscere lo sghignazzare terrificante di Death Mask e quello cristallino di Milo.
“Devi tirare.” suggerisce, con un certo imbarazzo, Mu.
Il calore che sento salire alla mia faccia non deve essere inferiore a quello delle fiamme dell'inferno.
Velocemente faccio come mi è stato detto, e me la svigno più in fretta che posso.
Merda!


Ed ecco il nuovo capitolo. Sinceramente è venuto fuori per caso, io volevo scrivere qualcosa sulla convivenza dei nostri eroi con i gold, ma il risultato è stato questo...Che ne pensate? (scusate per il commentuccio breve breve ma domani ho un esame e quindi...)
Grazie per i commenti e per aver letto!
Baci JoJo

Megarah_witch: forse non hai tutti i torti, considerando che ora la Kido non sembra particolarmente contenta di lei...Alla prossima!

Snow Fox: Wow!Sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto così tanto!^^ Diciamoci la verità: il vero potere di Michelle è quello di creare una catastrofe ovunque si trovi!Bye al prossimo capitolo!

anzy: sì, credo che tu abbia ragione...inoltre ho sentito che Miki vuole spedirmi la parcella del suo analista!Per scoprire chi è il misterioso nemico mi sa che dovrai aspettare ancora un paio di capitoli...Alla prossima!

NinfaDellaTerra : Grazie...è sì, diciamo che il soggiorno al Santuario sarà un vero problema. Fra figuracce e caratteri incompatibili se ne vedranno delle belle...e Michelle ovviamente dovrà cercare di fare da collante...Al prossimo capitolo!Bye!

whitesary : Come hai ragione! Di certo la sfiga prova un affetto particolare per la nostra Michelle!E la convivenza...sì, sarà un disastro!Bye!


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Capitolo 15
*** Fuoco dentro ***


Fuoco dentro

“Stupido Apollo!Non potevi startene a letto stamattina?” ringhio, non appena un raggio di sole mi arriva dritto in faccia, sugli occhi precisamente, strappandomi con poca grazia dalle braccia di Morfeo.
Ieri sera, dopo la mia memorabile uscita di scena, sono tornata all'accampamento e mi sono infilata immediatamente a letto (ovvero nel sacco a pelo) giusto per risparmiarmi altri episodi sui generis.
Fortunatamente, quella specie di adrenalina post-figuraccia è svanita in fretta, lasciandomi dormire e sognare un mondo fantastico dove io non sono affatto sfigata, Atena e gli altri dei non esistono e Shaka non crede che io sia una pazza scatenata.
Come al solito, questo idillio è finito troppo presto.
Mormoro di nuovo delle lamentele, mentre cerco di alzarmi senza distruggere l'intera tenda, impresa che, incredibile a dirsi, mi riesce senza causare troppi danni.
Strizzo gli occhi infastidita da un sole ancora più accecante del solito quando esco all'aperto.
Gli uccellini cinguettano, il vento soffia piano portando una leggera brezza e Takis e Miguel se le danno di santa ragione in una specie di allenamento mattutino.
Mi avvicino a loro con passo incerto, mentre cerco di sistemarmi meglio la maglietta che Takis mi ha cavallerescamente offerto come pigiama per la notte dato che mi si è girata addosso, di circa centottanta gradi, cosa che mi da più l'aspetto di un involtino primavera che di un essere umano.
“Buon giorno, raggio di sole.” mi saluta Miguel mentre mi allontano dalla mia tenda privata.
Mugugno una risposta mentre non posso fare a meno di notare quanto lui sia già bello e attivo.
Più bello che attivo, in realtà.
Credo che sia appunto per questo motivo che c'è un gran via vai di sacerdotesse e assistenti, stamattina. Strano che Mintha non sia qui a cercare di cavare gli occhi a tutte.
“Odio i raggi di sole,- inizio riottosa- odio avere il gene della sfiga dominante e soprattutto odio le porte su cui non c'è scritto spingere o tirare!”
Miguel e Takis scoppiano in una risata divertita.
“Posso sapere come mai stamattina sembri essere la versione femminile del puffo brontolone?” mi domanda Prometheo avvicinandosi a me, mentre con un asciugamano attorno al collo si asciuga alcune gocce di sudore che gli bagnano il viso.
“Perchè diavolo sei a torso nudo?” ribatto indispettita, certo non dal fatto che mi ha paragonato a un omino blu alto due mele o poco più, ma perchè sembra un dio greco, ma più bello.
“Tu indossi la mia maglietta.- risponde serafico, facendomi arrossire- Allora, che è successo di così catastrofico ieri sera?”
“A parte il fatto che mi sono messa in ridicolo davanti alla più alta schiera di guerrieri che ha a disposizione Atena?” chiedo, ben sapendo che questo è stato il momento clou della serata.
“Normale amministrazione, per te.” commenta Miguel, mostrando una fila di denti da pubblicità del dentifricio.
Come dargli torto?
“E' successo altro?” riprende a parlare Takis, mentre io prendo seriamente in considerazione l'idea di denudarmi della maglietta qui, seduta stante, giusto per evitare che un'embolia di gruppo colpisca quelle povere ancelle.
“La Kido mi ha chiesto di tornare qui, come se niente fosse!- spiego, facendo un gesto noncurante con la mano. Sono certa al cento per cento che non è stato questa la cosa più rilevante che mi è capitata ieri- E pensa che non c'era nemmeno traccia del cosmo di Atena in quella stanza e...”
“E tu che le hai detto?” chiede spalancando i suoi magnifici occhi azzurri.
Io lo guardo un po' stupita “No, grazie.” rispondo, riproponendo per filo e per segno la mia risposta.
Narcisus si lascia sfuggire una risatina deliziata “No, dai, sul serio: che le hai detto?”
“No, grazie.” ripeto convinta.
A questo punto li ho persi completamente, dato che iniziano a ridere sguaiatamente mentre cercano di immaginare la faccia della Kido di fronte a un rifiuto tanto garbato.
Sbuffo come una locomotiva rotta mentre ritorno alla mia tenda, pronta a togliermi il mio pigiama improvvisato.
Cose da fare oggi:
A)Trovare degli abiti ai ragazzi, che mica possono starsene vestiti così per tutto il tempo che stiamo qui. È anti-igenico!
B)Andare a fare un' abbondante colazione a casa di Kim e Victoria, che sto morendo di fame e il cibo della mensa mi blocca la digestione
C)Evitare, possibilmente, di mettere in ridicolo la mia persona...di nuovo. 
Torno di nuovo da Miguel e Takis che sembrano essersi ripresi dalle risate di poco fa, e lancio a Prometheo la sua maglietta.
“Che cosa dovrei farci?” mi domanda, con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Io alzo gli occhi al cielo “Ovviamente avvolgertela in testa come se fosse un turbante...-ironizzo prima di rispondergli seriamente- Indossala, no?”
Lo sguardo di Takis si fa più smaliziato, mentre mi si avvicina “Perchè, sei gelosa?” mormora, accennando al pubblico femminile che sembra pronto a distribuire delle magliette a tema con i nomi dei loro nuovi beniamini per tutte le loro nuove fan.
Vorrei davvero rispondergli a tono, magari alludendo al suo ego che diventa giorno per giorno sempre più ingombrante, ma i suoi occhi mi tolgono per qualche secondo la facoltà di parola.
“I-io...” inizio a balbettare, ma le sinapsi non ne vogliono proprio sapere di collaborare.
“Io diventerò ricco a breve, ragazzi!” esclama Jack, irrompendo sulla scena (lo ammetto, con mio sommo sollievo.)
L'americano ha in mano una notevole quantità di banconote che partono da cinquanta euro fino ad arrivare a tagli di cui ignoravo addirittura l'esistenza. Credo che dipenda dal fatto che lavoro in una pasticceria e che tutto quello di cui ho bisogno me lo fornisce Takis con una raffinata strisciata di una delle sue carte dorate...
“Poveri soldatini della Kido: bastano poche paroline sull'onore e il loro neurone va in tilt.” continua giovale.
Takis e Miguel sghignazzano, mentre la mia espressione si fa preoccupata “Ti prego, dimmi che non hai organizzato un giro di combattimenti clandestini!” lo supplico, portandomi le mani sulle tempie.
Lui sorride serafico “Ok, non te lo dico.”
Io faccio tutta la diplomatica, mettendomi in ridicolo per difendere la loro buonafede e lui che fa?
L'allibratore ai combattimenti clandestini!!
Perfetto!
“Ok, faccio finta di non aver sentito!” ringhio, mentre mi allontano con la grazia di uno gnu, in direzione della casa delle silver.


“Oh, mia dea!” sussurra Victoria quando apre la porta.
“Non esagerare. Puoi chiamarmi Michelle.”scherzo, accennando una risatina.
Lei, però, non sembra cogliere.
Gira la testa a destra e sinistra, allarmata “Sei sola?” domanda con tono ansioso.
Io annuisco intimorita da questo atteggiamento e la bionda mi trascina in casa con un gesto fulmineo, afferrandomi un braccio con forza.
Faccio due lunghi passi all'interno, evitando di sfracellarmi sul mobilio e mi lamento per il suo comportamento.
“Ti hanno seguito?” mi chiede di nuovo, con un tono che ho sentito solo nei film di James Bond.
“Di che diavolo stai parlando?” sbotto. Ho esaurito le scorte di pazienza, per oggi.
La bionda si passa una mano fra i capelli perfettamente lisci e si toglie la maschera, lanciandola senza troppi complimenti sul divano.
“Milo di Scorpio.” dice lapidaria, mentre si avvia in cucina.
La seguo di corsa “Milo di Scorpio?” ripeto, capendoci sempre meno.
“Milo di Scorpio considera Victoria la sua prossima preda” mi spiega Kim prima di infilarsi in bocca un cucchiaio pieno di cereali gocciolanti di latte al cioccolato.
“Buono, no?- commento sedendomi e iniziando a impossessarmi di tutti i biscotti al cacao presenti sul tavolo- Il numero uno della tua famosa lista.”
Victoria fa roteare i suoi enormi occhioni azzurri “Il numero uno della lista è fatto per starsene lì, di fianco al numero uno, appunto. Esiste solo per essere ammirato, sognato e desiderato. Punto.”
La guardo con tanto d'occhi, mentre rumino rumorosamente i miei biscotti.
Dei, mi sembra di non mangiare da secoli...Stupida maledizione del cavolo! Non potrei essere anche io una di quelle guerriere algide che assorbono energia dagli astri?Figuriamoci!
“Alimentare l'orgoglio maschile di Milo non è fra i miei piani- continua convinta Vic- Cerco il principe azzurro, io, mica un latin lover qualunque!”
“Forse dovresti smetterla: guarda Michelle che non cercava niente e si è ritrovata quel gran pezzo di multimilionario di Antaz!” trilla con voce allegra Kim.
Io alzo la testa a malincuore dalla confezione di Oreo.
“Eh?” domando, dando nuovamente prova dell'ampiezza smisurata del mio vocabolario.
“Oh, andiamo!- continua imperterrita la riccia, guardandomi con sguardo malizioso- Non dirmi che non hai mai fatto un pensierino a...”
“No!” mi lascio sfuggire. Troppo urlato, in effetti, e troppo in fretta.
Immediatamente arrossisco.
“Che carina!- commenta Victoria passandosi una mano sotto il mento- Sei arrossita.”
“Io arrossisco anche guardando un'insalata scondita.- protesto, per poi cercare di cambiare argomento- Mica come Kim che cade in stato comatoso solo davanti a Saga!”
Evviva la sacra arte dello svicolamento anguillesco!
Il color melanzana della mia amica mi avvisa che ho fatto centro.
“Insomma: capisco che potrebbero benissimo essere le due immagini del gioco Trova Le Differenze,- vado avanti con tono gioviale- ma credevo che fosse Kanon quello che ti porta alla tachicardia.”
Kim, se possibile, diventa ancora più viola, mentre Victoria fa un cenno con la mano “Quando Kanon è passato a miglior vita ed è poi stato riportato in vita da Atena...”
“Che Zeus l'abbia in gloria.” borbotto, pensando che in fondo è merito mio se i gold hanno ripreso la loro carriera da respiratori su questa terra e se possono considerare i fatti del dopo-Hades come una semplice gara di apnea senza vincitori.
“...Atena, dicevo- va avanti la bionda, indispettita- Dopo quello, insomma, il nostro caro sono-bello-tenebroso-e-stronzo ha ben deciso di fare i bagagli e tornare negli abissi a cercare di trovare Nemo!”
Kim sospira rassegnata e io le poso una mano sulla spalla.
“Credevo di piacergli- mormora intristita- Dopo che sei stata esiliata avevamo iniziato a conoscerci e...”
Le parole le muoiono in gola.
“In ogni caso- continua Victoria con tono professionale- un giorno Kim ha incrociato gli occhioni blu oltremare di Saga, che avrà pure quella faccia da sono-schizofrenico-e-pentito-del-mio-passato-malvagio, ma fa decisamente la sua porca figura.”
Oddio. Questo triangolo plurigemellare mi sta facendo venire il mal di testa.
“In effetti mi sta vagamente più simpatico di Kanon.” ammetto.
Ovvio, Kanon era sadico: mi ricorderò per sempre come ha evitato di farmi tagliare in due da Marin e Shaina, portandomi però ad un esaurimento nervoso.
E Saga, poi, si è dimostrato particolarmente comprensivo quando ho fatto la mia solita gaffe. Nemmeno mi ha offerto una gita in un'altra dimensione!
“Potresti parlargli...” butto lì.
“Preferirei buttarmi in un mare di lava, piuttosto.” mi ringhia in risposta Kim, perdendo la sua proverbiale dolcezza.
“E' quello che le ho detto anche io.- mi da man forte Vic- Se solo non cadesse in coma ogni volta che respirano la stessa aria!”
“Preferirei staccarmi un braccio e fare harakiri con quello!” ribadisce Kim, imbronciata.
Io e Victoria continuiamo a ignorarla.
“Perchè non ti usiamo come capro espiatorio, o come esca, o come argomento di discussione?” propone la bionda, additandomi.
Non credo di voler sentire uno dei suoi piani assurdi, soprattutto se io devo essere coinvolta.
“Preferirei rasarmi i capelli a zero e arruolarmi nella legione straniera.” sibila di nuovo la riccia, guardandoci di sottecchi.
“Non mi sembra una buona idea.- rispondo io, a Victoria- Io riesco a combinare guai solo esistendo.”
“Preferire...”
“Ok: il concetto è passato, Kim!” sbottiamo all'unisono, fulminandola con lo sguardo.
“Hai ragione: deve essere il fattore Shaka.” aggiunge Victoria con aria saputa.
L'allarme anti-incendio che è in me inizia a suonare non appena sento quel nome.
“Fattore Shaka?” ripeto interdetta.
“Già: prima le tue imbarazzanti esperienze di giardinaggio in cui l'hai confuso con un seme...” spiega Kim arrotolandosi un riccio perfetto intorno al dito indice.
“Poi lui che perde la sua mistica pazienza e ti uccide con uno sfarfallio di ciglia...” continua Victoria “oppure mandandoti in viaggio turistico organizzato e comprendente di buono pasto negli Inferi. Su questa storia ci sono versioni discordanti!”
“Uccide?” riesco a dire, scioccata dall'assurdità che assume la mia vita agli occhi altrui.
Kim annuisce “Tutti credevano che fossi morta, mica esiliata. E infine c'è appunto la tua resurrezione, con te che cadi dal cielo proprio fra le braccia dell'uomo più biondo del Santuario!”
Sbatto le palpebre.
Dopo queste notizie, è l'unica cosa che le mie facoltà mentali compromesse mi permettono di fare.
Dove è finito il buon vecchio: ognuno si faccia i fatti propri?
E soprattutto perchè tutti si fanno i fatti miei ridicolizzando episodi già ridicoli per conto proprio, diffondendoli manco fosse verbo divino?
“Io...io...” boccheggio, senza sapere cosa dire.
“Vuoi emigrare in Argentina?” propone Vic, volenterosa.
“Vuoi trovare una grotta oscura e nasconderti lì dentro finchè tutti non dimenticheranno il fatto?”
tenta invece Kim.
Scuoto la testa, tornando in me “Ho fame.” ringhio, dirigendomi verso la dispensa.
Ci mancava anche la fame nervosa!
Afferro con rabbia un panino alle olive e inizio a ruminarlo con sentimento.
“Cooooooosì- inizia Kim, guardandomi perplessa- Cosa conti di fare a riguardo?”
Ingoio il boccone e scrollo le spalle “Non so. Per adesso vado in camera mia e mi metto una maglietta socialmente meno imbarazzante.”
Le mie due amiche si lanciano un'occhiata disperata e mi sbarrano la strada urlando “No!”
“No?” ripeto interdetta.
“Quella è...la camera di Michelle.” spiega con titubanza Victoria.
Io le guardo come se gli fosse spuntato in fronte il terzo occhio.
“Lo so. Ed io sono Michelle, non c'è bisogno che parliate di me in terza persona dato che sono qui.”
Muovo qualche altro passo ma loro, con falcate più ampie e agili delle mie, sono davanti alla porta della mia stanza, piazzandoglisi davanti in pieno stile muro di Berlino.
“Michelle dobbiamo dirti una cosa.”
Il tono lugubre con cui la riccia pronuncia questa frase mi fa pensare che non sarà per niente una bella notizia.
“No!Avete buttato via tutte le mie cose?” strillo disperata.
Io amo le mie cose, sono altamente possessiva e non sopravviverei nemmeno alla separazione da una matita spuntata che non uso da anni.
“No- mi rassicura Victoria, agitando le mani- solo che al momento vengono usate da qualcun altro.”
“Avete subaffittato la mia stanza?” riprovo, con voce piagnucolante.
Kim mi prende a braccetto e mi accompagna davanti alla porta della mia stanza.
“Non esattamente.” borbotta, mentre Vic apre la porta al rallentatore.
Improvvisamente un brivido freddo mi scorre lungo la schiena al pensiero di quello che potrei trovare lì dentro.
E poi lo vedo.
Lì, sul mio letto. Con quell'aria da padrone del mondo e lo sguardo altezzoso.
Punta i suoi occhietti gialli su di me e sembra quasi ghignare dalla soddisfazione per la reazione che ha provocato.
“C-che c-cos...” balbetto, ma non mi esce niente di senso compiuto.
“Una gatta. Si chiama Michelle!” trillano esaltate le sue infami.
“Quello...è...un...gatto?” butto fuori a fatica, osservando la creatura che si trastulla amabilmente sul MIO letto.
Kim e Victoria annuiscono speranzose.
“Quello non è un gatto!- replico con una nota isterica nella voce-E' un incrocio malriuscito fra una tigre e un ippopotamo!E ha sparso peli e sporcizia nella mia stanza immacolata!”
Non fraintendetemi: io amo gli animali. Sono vegetariana apposta. Solo che li amo molto di più se non siamo costretti a dividere gli stessi spazi vitali!
La bionda si avvicina alla Bestia e inizia a grattargli la testa. La Cosa sembra apprezzare visto che inizia a fare fusa come una mototrebbia impazzita.
“Andiamo, Miki. Ci ha fatto una tale tenerezza quando l'abbiamo trovata, sola e abbandonata fuori dalla porta, con quegli occhioni dolci e l'aria innocente. Ti somiglia molto, in effetti.- spiega con un sorriso sulle labbra- E poi tu ci mancavi così tanto che le abbiamo dato il tuo nome.”
“Quel coso non fa tenerezza!E' un ammasso di lardo e pelliccia: probabilmente dando quello che mangia lui in un mese ai paesi del Terzo Mondo risolveremmo il problema della fame nel mondo!” sbraito di nuovo e sto per aggiungere qualcosa di decisamente poco carino sul fatto che l'hanno battezzato con il mio stesso nome quando un colpo secco ci fa girare verso l'ingresso.
“Michelle devi aiutarmi!” annuncia Jack, spalancando con poca grazia la porta.
Ahia, quando dice così c'è sempre un mare di guai in vista.
Per me.
Con un urletto isterico, Vic e Kim spariscono nella mia stanza, togliendomi dalla vista quell'assurda palla di pelo, grasso e ossa che ha il privilegio di portare il mio nome.
“Jack- lo rimprovero senza vero impegno- Le mie amiche erano senza maschera. Non potresti essere meno cavernicolo?”
Un ghigno divertito gli si dipinge sulla sua simpatica faccia squadrata.
“E' vero: siamo al Santuario di Atena.- ricorda, battendosi un pugnetto sulla testa- Non si può aprire una porta senza prima bussare e genuflettersi verso est invocando il nome di tutto il suo parentado divino!”
Fortunatamente, le due silver non sentono questo commento quando escono dalla stanza, finalmente con le loro maschere in faccia.
“In effetti, ora non riuscirei a distinguervi dal cavaliere del Toro.” scherza il biondo, osservandole inclinando la testa di lato.
“Loro sono Victoria della Lucertola e Kim della Freccia” presento le mie amiche, indicandole con un cenno della mano e ignorando la sua battuta.
“E sono vendicative.” aggiungo, prima che lui apra di nuovo bocca.
Le due gli fanno un cenno del capo che lui ricambia con un sorriso radioso.
“Miki ho un problema.” afferma convinto, mettendomi le mani sulle spalle con gesto teatrale.
Di solito quando fa così a casa, è perchè è finito il burro d'arachidi.
“Niente faide intestine, spero...” ripensando alla truffa che ha messo in piedi ai danni dei poveri soldati semplici che bazzicano qui al santuario.
“No. Se non consideri tale la sorella minore del Padrino che mi si mette a sbraitare contro epiteti incomprensibili e irripetibili in una strana lingua che somiglia solo vagamente all'italiano.”
“La sorella minore del Padrino?” ripete divertita Victoria.
“Già- continua Jack meditabondo- una furia isterica con un nome assurdo: Shayla, Shanti, Shalom o qualcosa del genere.”
“Shaina!” butto fuori piagnucolando.
“Esatto.- conferma esaltato- Non è che avete qualcosa da mangiare qua dentro?Sto morendo di fame!”
Gli faccio segno di seguirmi in cucina e una volta arrivata là, mi riapproprio del mio panino lasciato a metà.
“Per curiosità: voi due avete adottato un verme solitario in comune?” chiede incuriosita Kim, seguendoci a ruota.
“Maledizione.” rispondiamo lapidari, io finendo l'ultimo boccone del pane alle olive, Jack accontentandosi degli avanzi di ieri sera raccattati dal frigo senza troppi complimenti.
“Cos'è, un'imprecazione fuori luogo?” scherza Victoria accennando una risata, ma Kim la mette a tacere con una di quelle occhiatacce che passano attraverso la maschera.
“Shaina!” urlo invece io avvertendo il suo cosmo, per niente pacifico, in avvicinamento.
Di nuovo: secondo me quella donna ha un radar per rintracciare sempre e comunque chi sta cercando...Glielo deve avere prestato Marin.
“Shaina!” urlano le due di rimando con una nota di terrore nella voce.
Jack continua a ruminare come se niente fosse.
Mentre Kim e Victoria si affrettano a correre all'entrata per fermare quella furia scatenata che ha come obiettivo del giorno quello di annientare il mio amico, io lo scaravento letteralmente sotto il tavolo della cucina, nascondendolo come meglio posso.
“Ma cos..” tenta di protestare l'americano ma io lo azzittisco immediatamente.
“Zitto!Ora stai lì buono e appena ti faccio segno te la svigni.”
“Michelle!”
La voce di Shaina lascia trapelare un minimo di entusiasmo nel dire il mio nome. Che gli sia mancato il mio massacro quotidiano?
“Shaina...ciao.” la saluto io, cercando di essere il meno sospetta possibile e per questo motivo insospettendola.
La nuova arrivata si guarda intorno circospetta.
“Perchè indossate le maschere se siete solo voi tre?” chiede, rivolgendosi a Kim e Vic.
“Beh...ecco noi...” balbetta, imbarazzatissima la bionda.
Se andiamo avanti così ci scoprirà in pochi secondi.
Senza pensarci troppo mi avvicino di slancio e abbraccio Shaina.
Sotto la mia stretta, lei rimane rigida e impacciata.
“Oh, Shaina- inizio, con una vocetta tremolante- Mi sei mancata così tanto!”
Il che è vero, solo che normalmente non avrei mai fatto una cosa così...Non con Shaina, per lo meno.
Le altre due silver mi guardano come se fossi impazzita.
“Oh...beh...ecco, io...” borbotta Shaina, senza sapere cosa dire.
“Mi sei mancata davvero davvero tanto” ripeto, non sapendo che altro dire, e intanto mi dondolo con forza, obbligandola a girarsi e dare le spalle alla cucina.
Vat-te-ne. Sillabo a Jack, mentre do poderose pacche sulla schiena alla mia amica.
Lui sghignazza, ma un pronto colpo di tosse da parte di Kim non fa molto notare la cosa.
Appena capisco che Jack ha seguito il mio consiglio e se ne è andato, sciolgo l'abbraccio che mi lega a Shaina e le mostro un sorriso a trentadue denti.
“Voi mi state nascondendo qualcosa...” borbotta, con tono sospettoso.
“Figurati- ribattiamo in coro noi tre- Cosa te lo fa pensar...”
“Aiuto!!!C'è un gatto irascibile, qui!”
Come sincronizzate, io Kim e Victoria ci giriamo verso la mia stanza, da dove è arrivata la voce urlante di Jack.
Ma forse non avremmo dovuto distrarci così.
Con passi rapidi Shaina raggiunge la porta e la spalanca con impeto.
Mi lascio scappare un gridolino mentre la vedo lanciarsi addosso a Jack come un giocatore di rugby di pessimo umore pronto a placcare un avversario che gli sta particolarmente antipatico.


Respiro a pieni polmoni l'aria fresca di questo pomeriggio di sole.
Questa passeggiata tranquilla, dopo aver salvato Jack dalla furia di Shaina e aver convinto la silver che il mio amico non intendeva fare nulla di male quando ha truffato tutte quelle persone, è decisamente rilassante.
Lo ammetto, la scusa di andare a recuperare la sudamericana è stata una manna dal cielo.
“Mintha- esordisco quando intravedo la sua figura aggraziata, seduta a gambe incrociate nel giardino dietro alla Tredicesima Casa- Ti stavo cercando. Dove ti er cacciata?”
Quando mi avvicino, noto che tiene in mano un blocco da disegno e sta rifinendo con tratti veloci e precisi la perfetta riproduzione del Tempio.
“Ho passato la mattinata a convincere quel...- fa una breve pausa in cui credo si censuri da sola- Doko, insomma, che è arrivato il momento di ritirarsi in ospizio e tirare allegramente le cuoia.”
Scuoto la testa rassegnata: non cambierà mai.
“Ho sentito che Jack ha avuto qualche problema.” continua, puntandomi addosso i suoi brillanti occhi verdi.
Scrollo le spalle “E' Jack.” dico, a mo' di spiegazione.
Lei annuisce e finisce il suo disegno “Anche a te non piace, vero?”
“Cosa?” domando confusa.
“Essere costretta a rimanere qui.” spiega, tirando fuori un nuovo foglio e guardandosi in giro alla ricerca di un nuovo soggetto.
Scrollo le spalle, senza sapere bene cosa dire “E'...diverso.”
E' strano parlare con Mintha. Non è come Jack che tenta di strapparti a forza quello che ti turba o Takis che riesce sempre e comunque a farti dire quello che vuole sapere, oppure Miguel che è così gentile e sensibile che ti sembra naturale parlarci.
Mintha riesce a capire perfettamente dov'è il problema, ma nonostante ciò non ti dirà mai niente se non sarai tu a fare il primo passo. È riservata, ma attenta e capace di cogliere qualsiasi sfumatura di comportamento.
“Tieni.” mi ordina dopo un po', piantandomi in mano un pesante vaso pieno di fiori rosa acceso.
La guardo stranita.
“Li devi tenere sollevati, lì c'è una luce perfetta.”spiega, tornando a brandire il suo blocco da disegno come se fosse un'arma impropria.
“M-ma...” cerco di protestare, sapendo bene chi delle due la spunterà.
Lei.
“Stai semplicemente lì ferma finchè non te lo dico io.” mi ordina di nuovo mentre inizia a far scivolare il carboncino sulla carta immacolata.
Sbuffo sonoramente, così che capisca che la cosa non mi va affatto a genio.
Con questo coso in mano alzato perchè sia nel punto esatto dove la luce arriva di scorcio ad accarezzare i petali mi sento una deficiente fatta e finita.
“Mintha, davvero, non puoi evitarmi questo supplizio?” la imploro.
Primo, perchè questo vaso pesa davvero, e in secondo luogo, perchè i suoi attacchi di ispirazione durano parecchio e io non sono propriamente brava a fare la statua.
“Che state facendo?” domanda una voce alle mie spalle.
Mintha, come suo solito, non fa una piega, ma io mi esibisco in un salto con notevole elevazione e mi lascio scappare di mano le begonie, o rose, o qualsiasi fiore siano.
Fortunatamente, qualcuno le afferra in tempo, prima che si schiantino al suolo.
E, siccome sarò sì sfigata, ma non sono stupida, mi faccio scappare un singhiozzo avvilito quando noto le mani affusolate e diafane che hanno afferrato il vaso.
Il vaso?!
Con uno scatto felino improbabile per una come me, mi avvento sull'oggetto e glielo strappo di mano senza un minimo di grazia.
Shaka aggrotta le sopracciglia, probabilmente chiedendosi (come spesso capita) se sono sana di mente.
“E' meglio che lo prendo io- gli assicuro ripensando alle imbarazzanti voci che mi hanno riferito Kim e Victoria- Fidati.”
“Quei fiori sono di Atena.” puntualizza lui con un cenno del capo.
A sentire queste parole la sudamericana sbuffa “Già. E scommetto che anche la stramaledettissima aria che sto respirando è di Miss PrincipessaSulPisello.” ringhia in risposta, alzando un po' il mento per compensare il netto divario fisico che li separa.
Shaka non fa una piega “Ti pregherei di non usare quel tono e di rivolgerti alla divina Atena con più rispetto.”
Gli occhi di Mintha si assottigliano, diventando più affilati di lame d'acciaio.
“Ha ragione, Mintha, siamo ospiti qui.- intervengo io per calmare gli animi, poi mi rivolgo a Shaka- Tuttavia non stava facendo niente di male a quei fiori. È un'artista e voleva semplicemente fare uno schizzo e...”
Le parole mi muoiono in gola, mentre la mia amica se ne va pestando i piedi e sbraitando non so cosa nella sua lingua madre.
Non credo che siano cose piacevoli, però.
E spero proprio che il gold non conosca quella lingua.
“Mi dispiace.” sospiro rassegnata.
Lui alza un sopracciglio, nella sua tipica espressione indecifrabile.
È scocciato?
Allibito?
Si è addormentato?(ok, questo è improbabile.)
“Il fatto è che per Mintha è molto dura starsene qui. I sensi di colpa e il confronto con voi gold...” spiego.
Oddio! Credo di aver perso il controllo delle mie gambe!
Perchè diavolo mi sono messa a inseguirlo adesso?
“Mi dispiace.” ritento, mentre cerco di adeguare il mio passo al suo. Non c'è niente da fare: resto sempre un po' indietro.
Lui non si fa sfuggire nessuna espressione particolare “Sì, l'hai già detto.” mi fa notare.
“Lo so- ammetto rincuorata dal fatto che non devo chiamare la guardia medica per annunciare il suo stato di coma semi cosciente- E' che mi dispiace davvero. Sai, per tutte quelle voci che girano per colpa mia...”
“Io non ho sentito niente.” dice, con quell'aria serafica.
Ovvio.
Come poteva, immerso nella sua aurea mistica e immacolata? Di certo i gossip che riguardano noi comuni mortali gli interessano come contare gli abitanti di un formicaio.
“Oh.” commento, mentre continuo a seguirlo lungo le scalinate secondarie.
Mi perdo ad osservare l'andamento dell'ondeggiare dei suoi capelli, così ritmico e perfetto.
“Mi domandavo- inizia con la sua voce vellutata, facendomi sobbalzare come suo solito- per quale motivo tu non voglia rimanere qua al Santuario. Un anno fa non desideravi altro, mentre ora sembra quasi che tu non veda l'ora di andartene.”
“Beh, ecco...è complicato.” balbetto, iniziando a torturarmi le mani.
Mi aspetto che mi chieda qualcos'altro ma lui si limita ad annuire.
Ma non ce l'ha un pizzico di curiosità?Insomma, che senso ha fare una domanda se poi non ti interessa nemmeno la risposta.
“Ho paura di perdere le persone che amo.- spiego alla fine- Forse vivrò per altri cento o duecento anni e non voglio vedere morire i miei amici o dir loro addio.”
Shaka annuisce lentamente.
“So che posso sembrare una debole che ha paura di soffrire ma...”
“Non può essere solo questo.” mi interrompe.
Io sbatto le palpebre confusa “Come?”
“Non sembri molo a tuo agio, qui.” specifica.
“Certo che lo sono.”
Come un pezzo di carne in mezzo a un branco di piranha affamati, aggiungo mentalmente.
Poi lui gira il volto verso di me e io non posso fare a meno di dirgli la verità.
Stupida volontà di gelatina!
“Per alcune persone può essere difficile trovarsi fra gente così sicura di sé e senza dubbi esistenziali...e con alcune persone intendo me. È come essere il brutto anatroccolo sapendo però che non ti trasformerai mai in un cigno!”
Shaka si ferma e io faccio lo stesso.
Che scema, e se si fosse fermato perchè è stufo che io gli stia alle calcagna?
Faccio qualche passo avanti e anche lui riprende a camminare. Ora siamo fianco a fianco.
“Credevo che ti fossi trasformata in cigno un anno fa.” commenta, senza battere ciglio.
Storco la bocca in una smorfia un po' buffa “Mi hanno solo dato un costume da cigno. Il brutto anatroccolo rimane sempre, anche se è nascosto.”
Sbuffo e lui non dice niente.
Ormai siamo arrivati.
Io, perlomeno.
Non appena ci vede arrivare, la faccia di Takis si contrae in un'espressione strana, ma tutto dura pochi secondi.
“Michelle- mi chiama sorridendo- Sei sparita per tutto il giorno.”
Improvvisamente mi sento un filino colpevole. Dopotutto è con loro che dovrei stare.
Apro bocca per dire qualcosa ma lui mi si avvicina, colmando la distanza che ci separa, e mi mette un braccio attorno alle spalle.
“Ho una sorpresa per te” mi annuncia giovale, vicino all'orecchio come se mi stesse confidando un segreto.
“Una sorpresa?” ripeto confusa, sgranando gli occhi.
Takis annuisce, strizzando un poco i suoi begli occhi azzurri “Un rito di passaggio, per legarti ancora di più a noi.” spiega sibillino.
Ci sto capendo sempre meno, ad essere sincera.
Lui mi stringe ancora di più a sé, sorridendo amabile, anche se non sta affatto guardando me.
Sto diventando paranoica: sembra proprio che sguardo fulminante sia rivolto al cavaliere di Virgo, ma deve essere assolutamente una mia impressione, giusto?
Lui ovviamente neanche cambia espressione, imperturbabile com'è.
Eppure percepisco una certa ostilità fra i due...che strano!
Probabilmente sono solo io che mi faccio troppi film.
“In che cosa consiste?” domanda candidamente Shaka, non accennando ad andarsene.
“E' una cerimonia privata, biondino- sbotta Takis, trascinandomi via da lui- Quindi sarebbe proprio il caso che tornassi a casa tua, o al tuo tempio, o dovediavolo vuoi purchè non sia qui!”
Non riesco a credere che Prometheo abbia parlato così a un gold saint!
“Takis!- mi lascio sfuggire indignata, prima di voltarmi verso Shaka- Scusalo tanto, è rozzo, non è colpa sua. Stiamo provando a curarlo.”
Il mio tentativo di smorzare la tensione se ne va in malora...dopotutto che mi aspettavo?E' Shaka!
In ogni caso il peggio sembra passato. Il biondo gira semplicemente i tacchi e torna alla Sesta.
“Che cavernicolo che sei!” sbotto, mettendomi le mani sui fianchi.
Lui si lascia sfuggire una risatina “Andiamo, Miki, lo sai che adoro stuzzicare questi boriosi...”
Faccio roteare gli occhi, esasperata “Allora, questa sorpresa?”
“Un tatuaggio.” afferma trionfante.
“Un tatuaggio?” ripeto aggrottando la fronte.
Takis annuisce, scostando l'orlo dei jeans consumati ad arte per mostrarmi il cerchio di fiamme che gli circonda la caviglia “Questo me lo ha fatto Vassalios. È il segno di appartenenza al nostro gruppo speciale.”
E' vero. Anche Jack ha qualcosa di simile, un paio d'ali tatuate sulla schiena, mentre Miguel un narciso nell'interno del polso e Mintha una elaborata ramificazione di arbusti sulla gamba destra.
Non vorrà mica...?
Inconsciamente faccio qualche passo all'indietro, agitando i palmi verso Takis “Non credo sia il caso.”
Lui mi guarda aggrottando la fronte “Che stai dicendo, Miki?Devi farlo, lo sai.”
Io scuoto la testa stringendo gli occhi “No, no, no, no, no!Io ho paura degli aghi!”
Takis sgrana gli occhi e poi si lascia sfuggire una risata divertita.
“Che c'è?” sbotto, infastidita dal suo atteggiamento.
Mi si avvicina e mi dà un buffetto sulla guancia “Questo non è un tatuaggio normale, Miki. Non userò nessun ago.”
Inarco un sopracciglio, perplessa “Davvero?”
Lui annuisce, facendo ondeggiare i capelli “Userò il cosmo.”
Con il cosmo?
Cioè, lui mi vuole marchiare con il suo cosmo? Come se fossi una specie di mucca da esposizione?
“Stai scherzando.” affermo convinta.
Ma Takis mi fa segno di seguirlo all'interno della sua tenda e mi ritrovo a deglutire a fatica.
Non è che sono proprio una fifona cronica (ok, forse un po' lo sono), è che ho un forte istinto di auto-conservazione...Ci tengo molto ad ogni singola cellula del mio corpo, che male c'è in questo?
“Dove lo vuoi fare?” mi domanda cordiale, ma io lo vedo solo come un boia spietato.
“Sarà un ragno, vero?” chiedo debolmente, pensando che quelli degli altri hanno una forte connessione con la loro armatura.
Takis in risposta annuisce semplicemente.
“Spalla.” ordino asciutta, mentre la gola mi diventa improvvisamente arida.
Forse posso ancora scappare.
Corro abbastanza veloce, sono sicura che potrei seminarlo.
E poi magari mi nasconderò da qualche parte, continuo a fantasticare, mentre mi sfilo la maglietta.
In Alaska, magari.
“E' un processo molto complicato- spiega con tono quasi professionale- I nostri cosmi si fonderanno e sarà un legame indissolubile.”
Annuisco piano.
“Bene. Comincio.- fa una breve pausa e poi aggiunge sottovoce- Mi dispiace.”
Spalanco gli occhi appena lo sento, perchè capisco che sarà un processo sì complicato che creerà un legame indissolubile, ma di sicuro la cosa fondamentale che si è accidentalmente scordato di dirmi è che sarà estremamente doloroso.
Quando la sua mano mi afferra la spalla non posso fare a meno di urlare.
Brucia.
Non è come fuoco. È...tipo un acido che mi corrode la pelle.
Lo sento entrare nella carne, mi sembra quasi che inizi a scorrere nelle mie vene: sento perfettamente la differenza fra lui e il mio sangue.
“Maledizione...” impreco, prima di mordermi le labbra per evitare di gridare di nuovo.
Non riesco nemmeno a trattenere le lacrime che scendono copiose come non mai.
Mi volto a cercare con lo sguardo Takis e il suo volto, illuminato dall'aura rosso fuoco del suo cosmo, è bellissimo.
Bellissimo e terribile, perfino deformato dalle lacrime che mi riempiono gli occhi.
Cerco di rimanere concentrata su quello, l'azzurro incredibile dei suoi occhi, ma non funziona.
Fa male.
Cazzo, cazzo, cazzo che male!
I singhiozzi mi fanno sobbalzare il petto ad un ritmo sempre più frenetico e all'improvviso, come era iniziato, tutto finisce.
Le lacrime continuano a scendere ancora per qualche minuto, però.
“Tutto ok?” mi domanda premuroso Takis, guardandomi preoccupato.
Annuisco, mentre cerco di calmarmi prendendo ampie boccate d'aria.
Sfinita, mi lascio cadere sdraiata all'indietro, e dopo qualche secondo lui mi imita, mettendosi al mio fianco.
“A che cosa stai pensando?” mi chiede Takis, dopo interminabili minuti di silenzio.
Io gli rivolgo un sorriso sbilenco “Alla fisica quantistica.”
Lui fa una smorfia, che gli fa arricciare leggermente il naso dritto e perfetto.
“Mi domando perchè perdo ancora tempo con te.” borbotta risentito, ma ha un tono strano, non riesco bene a coglierne il significato.
“Non fare tanto l'arrabbiato con me- replico sorridendo- sono io che ho un ragno schifoso tatuato sulla spalla.”
Anche a Takis scappa un sorriso. Si alza, puntellandosi al terreno con un gomito, e mi passa una mano calda sulla pelle, proprio sul tatuaggio, facendomi letteralmente venire i brividi.
“E' bello.” sussurra con voce vellutata.
E poi le sue labbra morbide si appoggiano sulla mia pelle.
“T-takis?” balbetto confusa.
Allora lui solleva il volto dalla mia spalla e mi guarda intensamente negli occhi.
(Ringrazio al cielo che sono sdraiata altrimenti le ginocchia tremolanti mi avrebbero fatto cadere)
E mi bacia.
Una mano sotto il mento, a tenermelo leggermente sollevato verso di lui, l'altra che si fa spazio fra i miei capelli.
Ok, lo ammetto. Non sto facendo affatto resistenza.
Credo sia colpa del mio corpo: devo essere posseduta da una specie di creatura aliena che annienta la mia volontà.
Oppure dipende dal fatto che Takis bacia da dio.
Basta Michelle, ritorna in te!
Niente da fare, le mie labbra sono entrate in una specie di crisi mistica e assecondano le sue senza dare minimamente retta a me, che dovrei essere il capo qui!
“N-no...” riesco a sussurrare, ancora stordita, quando Takis si stacca per riprendere fiato.
Non sembra intenzionato a darmi retta, però, quindi devo posargli una mano sulle labbra per allontanarlo. I suoi occhi meravigliosi si puntano nei miei, confusi.
“T-takis...Io non posso...Io non...”
Ok. L'annebbiamento è più forte del previsto.
Lui sospira, mettendosi seduto e passandosi stancamente una mano sugli occhi.
“Ho capito, Miki. Ho capito.”
O miei dei, mi sento una tale arpia. L'ho deluso. L'ho ferito!
Che stupida che sono, ma che ho nella testa?Ho ferito Takis, il mio Takis!
“Senti...- cerco di spiegare- Il fatto è che io sono una di quelle persone che quando si scottano pur di starsene lontane dal fuoco muoiono di freddo...”
Mi guarda perplesso.
Lo so, ho fatto un pessimo esempio. Primo, perchè suppongo che non ha affatto senso, ma quello dipende dal fatto che i miei neuroni sono rimasti totalmente sconvolti dal bacio...
E poi perchè non sembra affatto la metafora del fatto che il mio ex mi ha tradito, spezzato il cuore e messo nella condizione di guardare in cagnesco qualsiasi essere di sesso maschile.
“Ti avevo detto che non volevo avere storie con nessuno...In generale!” tento di nuovo.
Lui mi fulmina con lo sguardo “Adesso non tirare fuori la scusa di Manuel e di quanto ti ha deluso!Lo so benissimo il vero motivo per cui non mi vuoi.”
Ora sono io quella confusa “Di che cosa stai parlando?”
“Per Zeus, Michelle!Del bamboccio biondo con le extension!” sbotta irritato.
“Tu vaneggi.” sibilo.
“Andiamo, non sono solo io che ho notato come vai in tilt quando lui è nei paraggi.”
“Sai una cosa?Non ho più intenzione di starti ad ascoltare!”
Lo lascio così, da solo.
Me ne vado infuriata. 
Accidenti, come vorrei avere imparato a sbriciolare una montagna con un pugno!

Capitolo un pò più corto del solito e decisamente in ritardo...Vorrei dire qualcosa di figo del tipo che ho avuto il blocco dello scrittore, ma in verità ho solo avuto una montagna di roba da fare e quando mi mettevo a scrivere ho lavorato soprattutto sul prossimo capitolo dove, finalmente, inizierà un pò d'azione e si scorpirà il misterioso nemico. Che ne pensate di questo capitolo?Sinceramente non ne sono particolarmente contenta, ma in questo momento tendo a comportarmi come la sorella pessimista di Brontolo.
Baci, JoJo

Snow Fox : Sono contenta che tu ti diverta così tanto a leggere la mia storia! : ) Purtroppo per Miki, la sua sfiga non dipende da nessun intercessione divina, ma per una sua incredibile propensione a fare la cosa sbagliata al momento giusto! Come al solito grazie mille per i complimenti, baci, alla prossima!

Megarah_witch : Grazie per gli auguri per l'esame, è andato bene grazie al cielo. Era ovvio che l'uscita sarebbe stata un disastro, sono troppo malvagia per lasciare a Miki troppa dignità!eh eh eh...al prossimo capitolo, ciao!

yui00: Grazie mille, sono contenta che la storia e i personaggi ti piacciano! I rapporti con Shaka e Takis sono un pò complicati, ma come hai visto da questo capitolo qualcosa si è già smosso... ; ) Alla prossima, baci!

NinfaDellaTerra : eheheh sono contenta che quelle scene ti siano piaciute, sinceramente le adoro anche io! La caratterizzazione di Aioros mi preoccupava un pò in effetti, non sapevo bene come prenderlo, quindi mi fanno molto piacere le tue parole! Grazie mille! Alla prossima, baci!

whitesary : grazie al cielo io e Miki non siamo le sole a sbagliare sempre e comunque ad aprire le porte!E' decisamente confortante! L'idea dell'accampamento in effetti è piuttosto idiota, ma dipende proprio dal fatto che io odio Saori: i personaggi che non mi piacciono tendono ad essere particolarmente stupidi, su quelli che adoro invece incombono sfiga e figuracce (vedi la povera Miki). E' sì, Aioros è proprio il primo amore di Michelle: ce le vedo troppo le ragazzine che si allenano lì dentro a perdere la testa per i gold...tenere!Baci, al prossimo capitolo!

renge_no_hana : Dall'alto dei poteri conferitemi da me stessa in quanto autrice, ti accordo il mio perdono! eh eh eh, a parte gli scherzi sono contenta che sei tornata a recensire, ma soprattutto che i nuovi capitoli ti abbiano divertito, ma ancora di più che i nuovi personaggi ti piacciano!Baci, alla prossima!

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Capitolo 16
*** Help! ***


Help!

Sta tutto nel pensiero positivo, ecco il trucco.
Ce la posso fare, in fondo non è così difficile passare inosservata e riuscire a trovare un po' di tempo da passare in solitudine a piangersi addosso. Giusto?
Penso positivo, penso positivo, penso positivo.
Inconsciamente trattengo il fiato, mentre mi appiattisco ancora di più contro la parete di marmo.
Non è stato poi così difficile attraversare la Settima Casa. Un saluto educato a Doko che, anche se probabilmente ha notato che il mio umore non era alle stelle, mi ha lasciato passare senza troppe cerimonie.
Il problema nasce adesso.
Scommetto che sarebbe pura fantascienza pensare che Milo mi lasci attraversare la sua casa senza tartassarmi di domande, strappandomi per sfinimento il motivo del mio malumore, no?
Ecco, appunto.
Qualcuno dovrebbe davvero inventarlo il mantello dell'invisibilità!
Faccio in tempo a farmelo spedire da Harry Potter?
Respiro profondamente.
Devo smetterla di essere così paranoica.
Magari riesco anche ad aggirare la casa senza che Milo se ne accorga...
“Michelle?” mi sento chiamare e sobbalzo sul posto.
Scema, scema, scema.
Perchè mi tiro la sfiga addosso?Non ne ho già abbastanza così au naturelle?
“Che stai facendo?” mi domanda Milo, sbattendo gli enormi occhi blu, mentre mi guarda mentre mi esibisco nella più riuscita imitazione di Spiderman.
“C-controllavo se questo muro è effettivamente dritto” invento di sana pianta, domandandomi mentalmente perchè sono così idiota.
Lui aggrotta le sopracciglia “Ah. E lo è?” chiede perplesso.
“Sì, certo. Un muro perfetto. Non ne fanno più così.” rispondo, ridacchiando imbarazzata, mentre do un colpetto al piano di marmo.
“Perchè non entri?Ti offro qualcosa da bere.” propone educatamente. (senza smettere di guardarmi come se fossi suonata come una campana e fuori come un balcone)
Cerco di arretrare, ma sbatto contro lo stupido muro di cui tessevo le lodi fino a qualche attimo fa, e allora agito i palmi in sua direzione.
“In realtà volevo solo passare e salire...” balbetto sperando che mi lasci andare.
“Oh andiamo. Una bibita fresca non ti può fare male.”insiste Milo.
E mi prende per una spalla e mi trascina letteralmente dentro al tempio fino alla zona privata.
Un tempo, per potere di persuasione, pensavo a qualcosa di altro genere...
“Ti farà bene bere qualcosa- continua, quasi lanciandomi sul divano di pelle nera- Hai un aspetto terribile, sembri sconvolta. Magari ti va di dirmi cosa ti angustia.”
Alzo un sopracciglio. La solita curiosità degli Scorpioni. Maledetti astrologi!
Inizio a girare la testa a destra e a sinistra e al gold la cosa non sfugge.
“Che stai facendo?” mi domanda Milo, mentre io continuo guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa.
“Sto cercando il vocabolario su cui hai trovato il verbo angustiare.- spiego- Magari riusciamo a trovare anche il significato di privacy così finalmente capirai il motivo per cui non smanio dalla voglia di rivelarti i miei più reconditi segreti.”
“Ah. Ah. Ah.Divertente.- commenta con tono piatto- Ti farebbe bene parlare, sai?E poi visto che sei qui vuol dire che è una cosa che non vuoi dire ai tuoi nuovi amichetti e non sei nemmeno nell'umore per parlarne con le altre tue amiche.”
La sua logica è schiacciante.
Lo odio.
“Sarei la persona adatta con cui confidarti- aggiunge con tono fiero- E poi, sinceramente, chi altri troveresti meglio di me nelle case qui sopra?”
Mi ammicca raggiante, ma intanto nella mia mente si susseguono delle immagini inquietanti.
Io che discuto dei miei problemi con Shura, di fronte a un piatto di paella.
Oppure con Camus, che molto gentilmente mi offre un ghiacciolo all'anice.
Basta, Michelle!, mi intimo mentalmente, ti proibisco di immaginarti a spettegolare con Aphrodite.
“Devo andare da Aioros.” invento, sperando di cavarmela così.
In effetti è ancora in debito con me di una pessima figura...
Milo incrocia le braccia e mi osserva attentamente inclinando la testa.
“Stai mentendo.” sentenzia, serio serio.
“Cosa?!” esclamo esterrefatta.
Questa l'ho detta bene, ne sono sicura.
“Quando menti arricci il naso, e adesso l'hai fatto.” spiega con un sorrisetto trionfante.
Per carità, è bello come il sole, ma quando fa così mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi.
“No, non l'ho fatto.” borbotto risentita. Non è giusto che io venga sempre scoperta!
“Sì che l'hai fatto.” ribatte con tono petulante.
Ah, la mettiamo così?
“No.” ripeto scimmiottandolo.
Lui alza un sopracciglio e mi guarda con espressione divertita.
Sospiro, sconfitta. “E va bene- capitolo di malavoglia- Non devo andare da Aioros, voglio semplicemente trovarmi un posticino dove starmene da sola a piangermi addosso e pensare ai fatti miei.”
Con soddisfazione Milo si batte un pugno sul palmo aperto “Lo sapevo!”
Sì, bravo, penso sarcastica alzando gli occhi al cielo.
Come se fosse fatta d'aria, sposta la sua poltrona davanti a me e mi fissa con degli occhioni da cucciolo.
“Mi dici cos'è successo?” chiede con voce suadente.
Faccio roteare gli occhi “No!”
“Ti prego...” mi supplica di nuovo.
Cerco di resistere ma...un po' ho voglia di parlare con qualcuno...
Sospiro di nuovo e inizio a parlare.


Ho ceduto.
Accidenti, perchè ho la stessa volontà di un gelato sciolto dal sole?
No, per la cronaca, non ho accettato di schierarmi dalla parte di Milo nella sua estenuante lotta per la conquista di Victoria, anche se ho un vago ricordo di me stessa mentre abbraccio il gold e gli dico che saremmo quasi cognati visto che Vic per me è come una sorella...
Ho ceduto nel senso che ho accettato quel bicchiere di ouzo che mi aveva offerto.
E poi credo che me ne abbia messo un altro sotto il naso, e mi sembrava scortese rifiutare.
E poi chi non conosce il detto “Non c'è due senza tre, e il quattro vien da sé”?
Solo che io sono astemia. Anzi, peggio.
Io se annuso un Mon Cherie divento inspiegabilmente allegra.
E adesso il Santuario ha iniziato a girare!
Ma questo non potrà di certo fermarmi dal mio nuovo obiettivo.
Adesso vado alla Sesta, entro buttando giù la porta...o facendo qualcos'altro di altrettanto plateale, e dico a Shaka che è tutta colpa sua.
Sghignazzo sonoramente dopo aver ripetuto ad alta voce il nome del gold.
E' un nome così assurdo se ci pensate!
“Uh, sono arrivata!” bisbiglio, prima di inciampare su un gradino del Tempio della Vergine.
Faccio qualche passo in avanti e mi ritrovo abbracciata ad una colonna, e mi ritrovo di nuovo a ridere.
Avete mai notato tutte le cose divertenti che mi succedono?
Il cavaliere, come se non fosse affatto notte fonda e io non avessi fatto irruzione a casa sua, mi compare davanti tranquillo e pacifico come al solito.
Io non mi lascio scomporre dal fatto che è sveglio e attivo, anzi, il fatto che sia l'incarnazione della perfezione anche a notte fonda mi fa arrabbiare.
Con dignità, mi stacco dalla colonna e muovo qualche passo traballante verso di lui.
“E' tutta colpa tua, di tutto! Se non fosse stato per te e quello stupido vaso la mia vita adesso sarebbe ancora perfetta, non avrei accumulato la forza necessaria per richiamare l'armatura, non sarei stata esiliata e non avrei mai conosciuto gli altri!- biascico irritata mentre inizio ad accusarlo- Non sarei in questa situazione del cavolo, sarei semplicemente una semplice ragazza senza problemi e con una vita normale!”
“Michelle?Sei ubriaca?” mi domanda, alzando un sopracciglio.
Io faccio qualche passo incerto verso di lui “Non sono ubriaca- sbotto risentita- sono sbronza!”
E improvvisamente trovo l'intera situazione decisamente esilarante, e scoppio a ridere.
“Cavaliere, devi fare sistemare il tuo tempio perchè giiiiiiiiiiiiiira!” rido cadendo senza dignità seduta a terra.
Shaka alza un sopracciglio, avvicinandosi e inginocchiandosi di fianco a me “Mi domando come tu sia riuscita ad arrivare fin qui senza ruzzolare giù fino al primo tempio.”
“Sono perfettamente in grado di stare in piedi.- gli comunico punta sul vivo- Guarda!”
Tento di alzarmi, ma le ginocchia mi tremano inesorabilmente annunciandomi un altro impatto col suolo.
Mi lascio andare, ormai perfettamente abituata a cadere con (poco) stile, ma delle mani calde mi si posano sui fianchi.
All'improvviso la stanza mi sembra più calda di quanto era prima.
“Ti accompagno al tuo accampamento.” dice semplicemente, socchiudendo appena quegli occhi bellissimi.
“No- biascico appoggiando la testa alla sua spalla- Io laggiù non ci torno.”
E i pochi neuroni rimasti vigili mi urlano di staccarmi immediatamente da lì, che non è carino usare come appoggio il cavaliere più vicino alla dea, e che dovrei smetterla di parlare come una bambina capricciosa.
“Hai litigato con i tuoi compagni?” chiede, e dalla voce mi sembra che stia sorridendo.
Ora che ci penso, non l'ho mai visto sorridere.
“Takis mi ha baciata- spiego. Datemi qualche goccia di ouzu e non avrò più peli sulla lingua, signore e signori!- Ma io...sono confusa...non so se è giusto...”
Mi sembra che la stretta di Shaka si sia fatta più rigida, ma d'altronde, prima sugli scalini mi sembrava di camminare su un sentiero di uova...
“D'accordo, sarai mia ospite- decide in pochi secondi, senza chiedere la mia opinione- Ora andiamo nella camera degli ospiti.”
Sbuffo per il fatto che mi ha parlato come a un infante e iniziamo a muoverci.
A dirla tutta, è solo lui che si muove, dato che sento che i miei piedi sfiorano appena il marmo del pavimento.
Che tocco di classe ragazzi!Il trascinamento dei piedi mi mancava proprio fra le mie varie performance.
“Ma io non sono stancaaaaa!” cerco di protestare alzando lo sguardo verso il suo bellissimo viso.
In men che non si dica mi sento scaraventata su un materasso soffice.
“Cerca di dormire.” dice semplicemente, avviandosi verso la porta.
Io mi lascio sfuggire un sospiro mentre osservo la sua angelica bellezza.
“Non lasciarmi qua da sola...” frigno, e sono davvero sul punto di mettermi a piangere.
Ok. L'ouzo ha preso controllo di tutte le mie facoltà.
A questo punto posso dire che il mio corpo è interamente sotto il suo controllo.
Shaka ricompare alla mia porta e mi osserva scettico mentre tutta l'allegria che avevo prima ha lasciato il posto a un piagnucolare convulso.
Senza dire niente si avvicina al mio capezzale e mi passa con delicatezza una mano sulla fronte.
Dei, è così bello, non è giusto!!
Avvicina il suo viso al mio ed ora è così vicino che se sporgessi solo di un centimetro le labbra sono sicura che potrei baciarlo...



Che mal di testa epocale, gente!
Credo che le mie attività di oggi saranno stare qui ad aspettare la mia fine.
Non berrò mai più, lo giuro!
Sospiro, tirandomi le lenzuola fin sotto il mento e sento uno strano sapore sulle labbra.
Non ricordo di possedere un burrocacao alla vaniglia.
Oddio, non è che al momento ricordi molto in generale, a dir la verità...
Mi chiamo Michelle, giusto?
Aspettate: ci sono delle lenzuola? Ma Atena non ci aveva fatto accampare in stile Giovani Marmotte?
Mi metto seduta di scatto e mi guardo intorno confusa.
Sono in una stanza dai colori caldi, ma piuttosto spartana.
Scendo dal letto estremamente confusa e faccio qualche passo verso la porta, socchiusa.
Vorrei essere silenziosa, ma il lenzuolo mi è rimasto avvolto intorno alle gambe e mi fa inciampare, facendomi ruzzolare poi fuori dalla stanza con poca grazia.
“Maledizione.” borbotto, alzandomi dalla buffa posizione supina in cui sono atterrata.
Sono in un corridoio luminoso e decido di percorrerlo con calma, magari facendo bene attenzione a dove metto i piedi.
Mi aspetto di trovare una sala o qualcosa del genere e invece arrivo in un giardinetto, talmente perfetto da sembrare il soggetto di un quadro.
E in mezzo al verde rigoglioso e ai fiori, perfetto fra tanta perfezione, c'è Shaka della Vergine che medita galleggiando tranquillamente nell'aria.
Soffoco un lamento e mi pietrifico sul posto, completamente affascinata dalla calma che si propaga dal gold.
Emana un tale senso di pace che sento che la mia sola presenza qui sia di troppo.
Infatti, senza dire niente e iniziando a camminare sulle punte dei piedi come un personaggio scemo dei cartoni animati, indietreggio, con il chiaro obiettivo di svignarmela lasciandogli un biglietto di ringraziamento.
Sono praticamente ritornata nel corridoio quando la sua voce mi chiama.
“Michelle.”
Impreco silenziosamente e ritorno sui miei passi “Mi dispiace, non volevo disturbare.” mormoro, mentre lui torna al suolo e si alza in piedi con grazia, venendomi incontro.
“Ti senti meglio?” mi domanda.
Io arrossisco al pensiero che lui mi abbia visto nello stato pietoso in cui ero ieri sera.
“Sì, grazie.- rispondo abbassando lo sguardo- Mi dispiace per qualsiasi cosa possa aver detto o fatto. Non ricordo granchè...”
Shaka annuisce e con gli occhi chiusi e il volto ben rilassato non riesco bene a decifrare la sua espressione.
“Se vuoi darti una ripulita il bagno è in fondo al corridoio a destra.” dice, dopo qualche secondo di silenzio.
Oddio.
Devo essere un mostro se ha dovuto dirmi di andarmi a sistemare!
Che vergogna, che vergogna, che vergogna!!
Perchè non c'è un limite al peggio?, penso, mentre vado di corsa verso il bagno.


Ok.
Sono nel bagno di Shaka, l'irreprensibile cavaliere della Vergine.
Cosa potrei fare oltre lavarmi i denti e darmi una ripulita?
Ovviamente ravanare tra le sue cose alla ricerca di qualche arcano segreto!
Credo che la compagnia di Jack mi abbia stranamente cambiata, devo ancora decidere se in meglio o in peggio.
Per ora mi limito a completare la missione SSS (Svela i Segreti di Shaka)
Per prima cosa guardo la marca del dentifricio: una cosa stranissima, con il nome impronunciabile. Una di quelle cose che si comprano appositamente in farmacia per i denti iper-sensibili.
Ah-ha, allora anche l'ascetico Shaka ha qualcosa di sensibile!
Collutorio per un fresco alito alla menta.
(Promemoria: devo usarne un po' anche io prima di tornare di là!)
Collirio alla camomilla per occhi stanchi.
Il che mi lascia perplessa. Se li tiene perennemente chiusi come fanno a stancarsi?
Crema antirughe idratante per il viso.
Uhm.
Non ho molti commenti a riguardo. Mi piace pensare che gliel'abbia regalata Aphrodite.
Spero.
Prendo in mano una boccetta di essenza di patchouli e la ripongo immediatamente, con un sospiro.
Mi sa che non troverò nessuno scheletro nell'armadio, tanto meno quindi in questo armadietto del bagno!
Scuoto la testa e apro il rubinetto dell'acqua guardando poi nel piccolo specchio il mio riflesso.
Sono davvero orribile stamattina. Occhiaie, colorito spento e capelli completamente fuori controllo.
“Perfetto...” borbotto risentita e proprio nello stesso momento la porta si spalanca e una furia urlante mi si fionda addosso, infuriata.
“AAAAAAAAAAAAAAAAH” non posso fare a meno di urlare, presa alla sprovvista, quando cado all'indietro.
“Che cosa ci fai qua dentro?” sbraita quella che mi sembra una ragazza indiana, tempestandomi di piccoli pugni che riesco non so come a schivare.
“Io...” cerco di rispondere ma lei mi interrompe.
“Questo è il bagno del nobile Shaka, non dovresti essere qui.” continua astiosa.
Sto seriamente pensando di appenderla al soffitto con una delle mie ragnatele quando nella stanza entra proprio il biondo cavaliere della Sesta Casa.
“Che cosa sta succedendo qui?” domanda, come se in realtà fossimo qui a prendere del tè.
Come se fosse stata punta da uno spillo invisibile, la pazza isterica si alza di scatto, mettendosi quasi sull'attenti.
Ne approfitto per alzarmi borbottando.
“Nobile Shaka, questa ragazza è riuscita a introdursi nel tempio ed è entrata qui dentro...” spiega abbassando lo sguardo.
“E' tutto a posto Kendra. Michelle è stata nostra ospite stanotte.” replica tranquillo.
Ah, quindi la psicopatica deve essere una delle sue assistenti.
Non credo di starle simpatica.
“Ma stava frugando fra la tua roba.” continua, scoccandomi un'occhiata al vetriolo.
Ora anche Shaka mi guarda perplesso “Ah, sì?”
“C-cercavo un sapone neutro...” invento su due piedi, valutando seriamente l'ipotesi di lanciarmi nel tubo di scarico del lavandino e liberare questa stanza dalla deficienza che mi accompagna.
“Come quello che c'è di fianco al lavabo?” chiede, con la sua voce mistica.
“Uhm... quello ha un ph sei, mentre la mia pelle non accetta altro che un ph cinque punto cinque!”
Entrambi continuano a guardarmi come se fossi completamente svalvolata.
“Ho la pelle molto delicata.” mi giustifico, imbarazzata.
Ok. A questo punto devo avere la stessa tonalità di pomodoro maturo.
“Ti offro la colazione.” dice semplicemente Shaka, voltandosi e avviandosi verso la cucina.
Intimorita dall'indiana, mi affretto a seguirlo, muovendomi in modo insolitamente veloce.
Con un fruscio del suo sari rosso scarlatto, Kendra mi è di fianco e continua a lanciarmi occhiatacce tremende.
Faccio finta di non vederla e di non avere puntati addosso i suoi enormi occhi neri.
Ma come fa ad avere i capelli così lisci e morbidi e luminosi di mattina presto?
“Per favore,Kendra- la chiama Shaka- porta anche a Michelle una tazza di tè.”
“Certo, nobile Shaka.” cinguetta, con un gran sorriso sul viso.
Sorriso che, per inciso, sparisce non appena mi passa di fianco urtandomi...uhm...accidentalmente...la spalla.
Guardo Shaka sedersi a capotavola nel piccolo tavolo di questa cucina che è talmente bianca da far male agli occhi.
Pane, biscotti, frutta...al solo vederli il mio stomaco inizia a borbottare impaziente, ma sono troppo suggestionata dall'indiana psicotica per mettermi comoda al mio posticino e ingozzarmi come una che non mangia da settimane.
Me ne sto in un angolino, con le braccia incrociate come una bambina in castigo.
“Posso fare altro?” chiede con voce melodiosa, dopo aver sbattuto sul tavolo quella che presumo sia la tazza con il mio tè. Devo controllare che non ci abbia sputato dentro.
Shaka scuote la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli dorati “Puoi andare.”
“Spero che ti vada di traverso.”mi sento borbottare a bassissima voce da Kendra, che se ne va con la faccia imbronciata.
La guardo scioccata e poi decido di sedermi.
“Scusami” mormoro mentre lascio cadere sulla sedia il più lontano possibile da lui.
Ci sarà una volta in cui al cospetto di Shaka non dovrò scusarmi dei miei comportamenti assurdi? Almeno una, per favore!
Il gold inarca un sopracciglio e posa la tazza da cui stava sorseggiando del tè “E perchè mai?”
“Innanzitutto perchè ti sono piombata qui in uno stato pietoso e poi perchè avrò sicuramente detto o fatto qualcosa di imbarazzante.” spiego mesta.
Non voglio nemmeno immaginare cosa posso aver fatto ieri sera!
Per quanto ne so, potrei perfino essermi messa a ballare la rumba nuda.
Scrolla leggermente le spalle, riuscendo a farlo sembrare un gesto raffinato, “Più che altro erano cose senza senso. Credo fosse normale date le condizioni.”
Mi lascio scappare un sospiro, mentre mi copro la faccia con le mani.
“Non berrò mai più.” piagnucolo.
“In effetti non è un'abitudine molto nobile.” replica, porgendomi il cesto del pane.
Afferro una pagnotta e cerco di riabilitarmi ai suoi occhi “Ma non è una mia abitudine. Cioè, certo ieri sera ho bevuto, ma si è trattato di un caso sporadico.- spiego imbarazzata- Io sono anche astemia quindi se non fosse stato per Milo mica avrei pensato da sola di bere dell'ouzo. E poi non...”
“Non mi devi alcuna spiegazione, Michelle.” mi interrompe con voce ferma.
“Non volevo che pensassi male di me- borbotto risentita- Già devo sembrarti una pazza...”
Shaka alza le sopracciglia “Tu non mi sembri una pazza.”
“Sì, certo, come no.” replico scettica.
“Devo ammettere che ti trovo piuttosto bizzarra, ma nonostante ciò sembri una persona piuttosto- fa una breve pausa cercando la parola adatta-...graziosa.”
Aggrotto la fronte.
Graziosa e bizzarra?
“Uhm...grazie.” dico dubbiosa. Che sia un suo modo contorto di fare complimenti?
Mangiamo in silenzio.
O meglio, io mi strafogo senza pudore, mentre lui finisce di sorseggiare il suo tè e sgranocchia qualche biscotto senza troppo impegno.
Secondo voi se butto questo tè troppo amaro e troppo speziato nel vaso della pianta qua dietro, se ne accorge?
No, perchè è davvero disgustoso...Però non vorrei sembrare maleducata a lasciarlo nella tazza, dopo la pazienza divina che ha dimostrato con me.
Con finta nonchalance inizio a dondolarmi sulla sedia.
Osservo Shaka di sottecchi, non sembra interessato.
Eccellente!
Prendo in mano la tazza cercando di non rovesciarla e mi dondolo di nuovo all'indietro, verso la povera pianta a cui toccherà sorbirsi i miei avanzi.
Ancora un'occhiatina a Shaka. Ok, ancora nessun segno di vita.
Con mano tremante (non solo perchè sono in bilico su solo due gambe della sedia!) allungo la tazza verso la pianta e la inclino facendone rovesciare il contenuto. E poi la vedo.
Kendra.
Che mi fissa con espressione astiosa e nello stesso tempo allibita.
Spalanco la bocca, imbarazzatissima per essere stata colta sul fatto, e il mio equilibrio già precario se ne va a farsi benedire e con un tonfo sordo mi ritrovo a gambe all'aria.
Perfino Shaka apre gli occhi stupito.
Rossa come un peperone e con ancora in mano la tazza ormai vuota mi alzo di scatto “Seistatomoltogentilescusamitantoperildisturbooradevoandarecisivedeingirociao!” butto fuori tutto d'un fiato e senza dare il tempo a nessuno di replicare me la svigno più veloce che posso.


Il mio cuore batte a mille e sembra aumentare il ritmo ad ogni passo.
Ci sto mettendo una vita a percorrere il breve tratto che separa la Sesta dal nostro accampamento, ma non posso farne a meno.
Esiste un'etichetta che ti dice come comportarsi con una persona a cui tieni ma che hai rifiutato in malo modo?
Sospiro rassegnata: probabilmente no.
Trascino i piedi, nel tentativo di rallentare l'inevitabile.
Magari potrei fare finta di niente...Certo, come no!
Scuoto la testa con forza, con il solo risultato di scompigliare ancora di più i miei già arruffatissimi capelli.
“Ecco il figliol prodigo.” annuncia Jack appena mi scorge.
Alzo lo sguardo verso di lui e lo trovo stranamente attivo.
In effetti, mi sembra di essere piombata in un formicaio.
Tutti indossano l'armatura e si muovono svelti senza però fare niente di particolare.
“Dove sei stata?” mi domanda quindi Miguel, con tono noncurante.
“Da Kim e Victoria.” mento, cercando deliberatamente di non muovere il naso, come Milo mi ha fatto notare che faccio quando dico una bugia.
Inconsciamente porto lo sguardo su Takis, ma quel che vedo non mi rassicura per niente.
Al vedere i suoi occhi ancora duri e sapendo che è ancora arrabbiato con me il mio mento inizia a tremare vistosamente.
“M-mi dispiace...” mormoro con voce rotta.
L'espressione sul viso di Takis cambia repentinamente, ridiventando dolce e anche un po' rammaricata.
Con due ampie falcate mi è di fianco e mi abbraccia stretto.
“No, scusami tu.- mi consola lui, passandomi una mano fra i capelli- Sono io che ho sbagliato.”
Mi limito a tirare su col naso come una bambinetta.
“Allora non ce l'hai con me?” domando, fra un singhiozzo e l'altro.
“No” mi rassicura Takis con voce dolce.
“Amici come prima?” chiedo di nuovo.
“Amici come prima.” conferma con un sorriso.
“Perfetto, siamo di nuovo una grande famiglia felice- trilla esaltato Jack, frapponendosi fra di noi e senza sapere esattamente il perchè del nostro comportamento Ora possiamo iniziare la nostra missione.”
“Missione?” chiedo interessata mentre Takis scioglie l'abbraccio.
“Già, andremo in ricognizione qua intorno e cercheremo di captare qualche cosmo divino!” spiega Mintha.
“Almeno non ce ne staremo qui ad aspettare senza far niente come stanno facendo i damerini dorati.” continua Miguel, mettendole un braccio intorno alle spalle.
“La tua prima missione attiva e sul campo!- trilla Hycarus eccitato- Non sei emozionata?”
Il biondo mi trascina con sé in testa al nostro piccolo gruppo e io non riesco a rispondere.
Certo, non che lui mi dia effettivamente la possibilità di farlo...
Con passo sostenuto ci dirigiamo verso i confini del Santuario. Là fuori, senza l'influsso del cosmo di Atena e di tutti quelli dei gold, dei silver e dei bronze, sarà più facile percepire altri cosmi divini.
Probabilmente è di questo che sta ciarlando senza sosta Jack, mentre mi prende a braccetto e procediamo con andatura dondolante.
In realtà non lo sto ascoltando per niente.
Penso a Takis, invece, che se ne sta stranamente zitto e isolato.
Sapere che il motivo di tale comportamento sono io mi fa venire un groppo in gola.
Non è giusto, penso tristemente.
Con un movimento fluido mi libero della presa di Jack e mi dirigo verso Promtheo.
Gli devo parlare.
Devo dirglielo che è tutta colpa mia che sono una stupida e che ho battuto la testa troppe volte e che non so quello che voglio e che mi piace ma non so come fare e che...
“Michelle?”
I suoi occhi mi inchiodano sul posto, bloccando ogni mio pensiero.
Apro la bocca un paio di volte ma non ne esce suono.
“T-ti devo parlare...” riesco a balbettare infine.
Gli altri stanno continuando a camminare senza badare per niente a noi.
Il loro chiacchiericcio mi arriva ovattato alle orecchie così come lo strano senso di freschezza e libertà che mi fa sentire l'essere fuori dal Santuario.
“Non c'è bisogno di dire niente, Miki...” dice, con un sospiro rassegnato, mentre si passa una mano fra i capelli.
Improvvisamente mi sembra terribilmente stanco e mi viene una voglia matta di abbracciarlo.
Sto per prendere lo slancio per farlo quando un movimento violento del terreno mi fa cadere all'indietro.
“Sono qui.” ringhia Prometheo aiutandomi ad alzarmi.
Sono?
In effetti non c'è un solo cosmo divino. Sono otto!
Come mossi da non so quale istinto ci avviciniamo gli uni agli altri, formando un piccolo fronte compatto in cui ciascuno è pronto a difendere gli altri in caso di attacco.
Miguel fa saettare i suoi occhi ad una velocità impressionante e spesso il suo sguardo si sposta su Mintha, come per controllarla meglio.
Jack si alza in volo, pronto a dare il suo contributo dall'alto e Takis si mette davanti a me.
Cerco di mantenere il respiro regolare mentre sento che il cuore potrebbe balzarmi fuori dal petto da un momento all'altro.
Nessun rumore.
Anche se non l'ho mai sentito, capisco che è il silenzio prima della battaglia.
Infatti, dopo quelli che potrebbero essere secondi, o minuti, o perfino ore, le vedo.
Quattro figure raffinate ed eleganti nelle loro armature massicce, ma nonostante la femminilità che trasudano riesco a percepire qualcosa di selvaggio e terribile ne  loro occhi, qualcosa che mi ricorda una saggezza antica ma spietata.
“I cavalieri di Atena.- commenta una di loro, con voce melodiosa- Credevo fossero più numerosi.”
Non parlava con noi, ma Jack non si lascia sfuggire l'occasione di rispondere con tono spavaldo “Non siamo cavalieri di nessuno.”
Sbatto le palpebre, per quella che mi sembra la prima volta da quando sono comparse queste guerriere divine e maestose, e riesco a rivolgere una domanda a Takis.
“Chi sono?” sussurro con tono tremante.
Credevo di aver parlato a voce abbastanza bassa, ma probabilmente non è stato così.
Tre di loro si mettono a ridere, creando un coro di risate deliziose per quanto differenti l'una dall'altra, mentre l'altra mi guarda con occhi quasi materni.
“Non conosci le Titanesse?” chiede con tono conciliante.
Le Titanesse.
Certo che le conosco.
Quando il mio maestro mi aveva spiegato dell'esistenza dei Titani, della loro guerra contro Zeus e del loro conseguente imprigionamento nei Tartari, aveva anche accennato all'esistenza delle Titanesse, loro sorelle e ugualmente forti e potenti. A quanto pare erano state risparmiate dalla sorte dei loro fratellini perchè il gran rubacuori divino si era preso una cotta per una di loro, tale Meti.
Deglutisco a fatica e riconosco finalmente i cosmi di chi ho davanti.
Febe, la Titanessa dalle arti occulte, ha occhi spettrali e lunghi capelli corvini che sembrano vivi.
Rea, che ha uno sguardo quasi pacifico, reso tuttavia insignificante dalla potenza che emana il suo cosmo.
Temi, che invece ha tutta l'aria di aver già predisposto nella sua mente la nostra fine.
La quarta non la riconosco, ma quella fa un sorrisetto obliquo e continua a parlare.
“Io, invece, sono Mnemosine, dea della memoria.- spiega guardandomi come si guarda un essere insignificante- E ora che abbiamo fatto le dovute presentazioni vi conviene scostarvi dal nostro cammino. Abbiamo una certa fretta e sterminare i guerrieri di Atena ci toglierà un po' di tempo.”
Prometheo si muove con sicurezza, mettendosi davanti a noi tutti, e ad ogni suo movimento la sua armatura scarlatta rifulge come fiamma viva.
“Noi siamo alleati di Atena.” dichiara con tono grave.
Gli occhi sinistri di Febe si illuminano “Allora diamo l'avvio alle danze.”
Non faccio in tempo a registrare nella mia testa le sue parole che le tre Titanesse si avventano su di noi.
Mnemosine sparisce semplicemente sussurrando un “Eliminateli alla svelta. Mi serve un diversivo con i gold per poter sitemare a dovere Atena.”
E poi si scatena il caos.
Nonostante il nostro tentativo di rimanere compatti e di darci man forte a vicenda, le tre divinità riescono a farci disperdere.
Miguel e Mintha si ritrovano a fronteggiare Temi, mentre Rea attacca Jack e subito Takis va a difendere l'amico messo in difficoltà dall'attacco subdolo della dea.
Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena, mentre una strana consapevolezza mi assale.
Sono sola.
“Ciao piccolina.” mi saluta con tono denigratorio Febe, parandomisi davanti all'improvviso e scaraventandomi lontano con un manrovescio potente.
Mi ritrovo con la faccia nella polvere, il gusto metallico del mio stesso sangue in bocca e gli occhi pieni di lacrime di dolore.
Ma mi rialzo.
Non sono più la Michelle di un tempo. Ora posso combattere, mostrare che valgo qualcosa.
“Aracne's web!” urlo, lanciandole addosso una ragnatela fatta di cosmo che dovrebbe immobilizzarla.
Febe ride divertita “Che carina. Allora sai fare qualcosa.”
Poi chiude gli occhi e recita qualcosa a voce bassa, qualcosa che non riesco a comprendere che però riesce e spezzare la mia rete come se fosse fatta d'aria.
Con l'orgoglio un po' ferito mi scaravento addosso a lei, che ride e ride e ride e mi fa montare una rabbia che non ho mai avuto.
Voglio colpirla ma sembra sempre troppo veloce. Arrivo sul posto sempre un secondo troppo tardi, giusto in tempo per sentirla sghignazzare alle mie spalle.
Un nuovo colpo, sui reni, e mi rialzo con la stessa carica di adrenalina che mi spinge ad attaccare di nuovo.
Sembra un gatto che si diverte a giocare col topolino, sfinendolo prima di papparlo senza cerimonie.
Sto per avventarmi di nuovo su di lei quando lo sguardo di Febe cambia. Diventa inorridito e spaventato.
“Sorella!” urla voltandosi di scatto.
Io mi giro, per seguire il suo sguardo e vedo Rea che prima stava combattendo contro Takis bruciare dimenandosi.
Spalanco gli occhi, completamente paralizzata dal terrore.
Non ho mai visto nessuno morire.
Non ho mai visto nessuno morire soffrendo in questo modo.
“Moon's nightmare” grida di nuovo Febe , ma io sono ancora immobile, scioccata.
“Miki, no!” urla Takis, e prima che io possa solo pensare qualcosa lui è davanti a me.
E il colpo lo prende in pieno.
Lo trapassa e colpisce anche me e nel momento in cui entrambi siamo sbalzati indietro sento che è tutto finito.


Dei, come mi sento debole!
Promemoria: mai più farsi prendere a bastonate da una divinità.
Apro gli occhi lentamente e a fatica e mi ritrovo davanti una parete azzurra.
“Si è svegliata.” sussurra qualcuno di cui non riesco momentaneamente a riconoscere la voce.
Mi giro e mi trovo davanti il faccino preoccupato di Kiki.
“Cosa è successo?” domando, con voce fioca.
Lui abbassa lo sguardo e si tortura le mani “Sei stata colpita da Febe.- spiega titubante- Un colpo molto forte, una specie di incantesimo velenoso, sei svenuta e ti hanno portato qui...”
Non riesce a dirmi altro però, dato che la porta si spalanca e nella stanzetta, che deve essere probabilmente quella del ragazzino, arriva Jack.
“Come sta Takis?” domando preoccupata, guardando l'espressione stranamente seria del ragazzo.
Hycarus fa una smorfia ma non risponde.
“Come sta Takis?” ripeto febbrilmente ma di nuovo non ottengo risposta.
Allora mi alzo e faccio qualche passo traballante nella stanza.
“Non dovresti alzarti.” dice Kiki preoccupato, avvicinandosi a me per aiutarmi.
“Dov'è?” domando io per tutta risposta, e la faccia spiritata di Jack quando mi fa segno di seguirlo mi fa venire i brividi.
Ci muoviamo piano lungo i corridoi della Prima Casa, nonostante io stia facendo del mio meglio per camminare più velocemente possibile.
Stupida, idiotissima maledizione!, impreco mentalmente mentre sento di avere pochissime energie.
Entriamo in una stanza e la prima cosa che noto è che è estremamente affollata.
Mintha, Miguel, Mu, Shaka, Aldebaran e perfino Soter, il medico dell'infermeria, schiacciato in un angolo.
Non posso fare a meno che tutti hanno la stessa espressione: funerea.
“Non dovevate farla venire qui- si lamenta Shaka- E' troppo debole.”
Io ignoro totalmente lui e quello che Kiki balbetta per giustificarsi perchè ora l'ho visto.
Sdraiato sul letto addossato alla parete, la carnagione cadaverica, la fronte imperlata di sudore e il respiro irregolare.
È Takis.
Mi pietrifico sul posto per qualche secondo, affondando le unghie nelle spalle di Kiki che si lamenta debolmente, e poi, improvvisamente e inspiegabilmente, ritorno in possesso delle mie energie.
“Takis.” sussurro, mentre mi avvicino al letto con determinazione e mi siedo al suo capezzale.
Da vicino è anche peggio.
Vederlo così mi fa paura. Lui è sempre stato forte, non l'ho mai visto in uno stato del genere.
Soprappensiero gli passo una mano fra i capelli, togliendogli le ciocche castane dalla fronte imperlata di sudore.
E lui lentamente e a fatica apre gli occhi, puntandomi addosso quei due fari azzurri.
“Ehy” esordisce con un filo di voce.
Si vede che si sta sforzando un mondo a far finta che tutto vada bene e la cosa mi fa venire immediatamente un groppo in gola.
“Ehy” ripeto io, cercando di mantenere un tono normale. Fallisco miseramente, buttando fuori una specie di miagolio afono.
Senza pensarci poso una mano sulla sua, lasciando intrecciare le nostre dita.
“Stai bene?” chiede in un sussurro.
Sbuffo sonoramente e faccio roteare gli occhi “Takis!- lo rimprovero, estremamente infastidita- Sei stato stupido. Perchè diavolo lo hai fatto?Tu...tu...”
Non riesco a finire la frase, la voce mi trema troppo.
“Me ne sto andando...” sospira, socchiudendo gli occhi.
“No!” dico, un po' troppo ad alta voce.
Lui non può morire. Anche se ha del veleno in corpo. Dopotutto l'armatura maledetta a che servirebbe se no?
Gli stringo la mano con forza. Se lo tengo bene, sono convinta che non può andarsene.
“Tu non puoi morire.” lo informo, guardando preoccupata il sudore che gli imperla la fronte.
Lui cerca di sorridere, ma in realtà gli esce solo una smorfia per niente tranquillizzante “Neanch'io lo vorrei, Michelle- sussurra cercando di mantenere la voce ferma- ma è quello che mi sta succedendo.”
Scuoto la testa come una bambina “Non puoi- grido, mentre le lacrime decidono di scendere copiose dai miei occhi- Mi avevi promesso che mi avresti insegnato a guidare...”
“...perchè non puoi usare per sempre il motorino. Ti fa sembrare ancora più ragazzina.” conclude Takis al mio posto ridacchiando.
Mi lascio sfuggire una risata anche io “Già, e poi chi lo sente Embronce se non ti riporto a casa?”
Takis ritorna serio e svincola la sua mano dalla mia. La allunga piano, con stanchezza, verso l'altra e si sfila dall'anulare il grosso anello con lo stemma di famiglia.
Sull'oro è finemente inciso un gagliardetto su cui due serpenti rossi si inseguono all'interno di una fiamma blu.
In realtà, è molto più di uno stupido simbolo nobiliare.
È la chiave che dichiara il suo status di capo del nostro gruppo di guerrieri maledetti e che lo rende l'unica persona con cui può comunicare le sue visioni l'oracolo.
La mette nella mia mano aperta e vi lascia anche la sua mano.
“Che significa?” gli domando perplessa.
Lui sorride di nuovo “E' per te. Voglio che ti prenda cura degli altri.- mi spiega accarezzandomi con le sue dita ruvide- Devi allenare il nuovo cavaliere di Prometheo e prendere il comando. So che puoi farlo.”
“No!-urlo contrariata- Tu ti occuperai di questo!Tu non morirai!”
Takis lascia ricadere la testa sul cuscino e socchiude gli occhi “Sempre la solita testarda.” sussurra
“No!” grido di nuovo, avventandomi su di lui.
Perchè non apre più gli occhi?
Lo prendo per le spalle e lo scuoto con forza.
Perchè non risponde?
Sento delle mani sui fianchi che mi afferrano e mi scostano dal suo capezzale.
Non ho idea di chi sia, ma voglio che mi lasci!
“Lasciami- urlo piangendo- Devo svegliarlo!Devo svegliarlo!”
Agito le gambe con forza ma la situazione non cambia. Mi trattiene, mentre Mu chiude gli occhi a Takis e scuote la testa, girandosi verso di me.
“Takis?- lo chiamo con tutto il fiato che ho in gola- Takis!!”
Le mani che mi stringevano i fianchi fino a un momento fa mi costringono a girarmi.
È Shaka.
“Basta Michelle. È morto, capisci?Morto.”
I suoi occhi azzurri sono così freddi. Non sta mentendo.
Improvvisamente non riesco più a trattenere oltre il fiume di lacrime che spinge agli angoli degli occhi. Senza neanche pensare a quello che faccio lo abbraccio forte, più stretto che posso.

Ehm...Prima di tutto vorrei informarvi che mi trovo al sicuro, in un bunker anti-atomico e ho pagato Mu con caramelline gommose per nascondermi dietro al suo Crystall Wall! 
Detto ciò...finalmente il nuovo capitolo eh?
L'ho fatto un pò lunghino per ripagarvi del tempo di attesa. Purtroppo l'università è ricominciata e io sto fuori casa dalla mattina presto alla sera tardi, e l'unica cosa che sono in grado di fare a quel punto è mangiucchiare qualcosa, lavarmi e trascinarmi a letto. 
Quindi gli unici momenti che ho per rimettere in sesto i capitoli, che sono già fatti e buttati giù a grandi linee o come brain storming, si sono ridotti ulteriormente cosa che fa aumentare in modo inversamente proporzionale il tempo di pubblicazione. Ma ce la metto tutta, lo giuro lo giuro, per fare più in fretta possibile!
Finalmente compaiono i misteriosi "cattivoni" di questa storia. Ai tempi in cui l'avevo ideata ci avevo messo una vita a cercare delle divinità che non fossero già state usate e una sana e valida motivazione per attaccare Atena (oltre a quella che solletica anche me che sarebbe di spaccare la faccia a badilate a quella spocchiosa della Kido!)...queste motivazioni arriveranno nel prossimo capitolo però, mica posso svelarvi tutto così e...
Uhm...Takis...ehm...ecco io...rispondo alle recensioni, va!

Snow Fox : Come vedi non ho aggiornato prestissimo...chiedo venia!Comunque grazie mille per i complimenti...credo che da questo capitolo inizierai a odiarmi quindi dico addio per sempre a queste belle recensioni piene di complimenti...sob, sob...Bacio, alla prossima!

anzy : Ecco un'altra che mi odierà per quello che ho fatto a Takis...Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti e tranquilla per la recensione mancata: la tecnologia che prende il sopravvento sull'uomo è la storia della mia vita. Al prossimo capitolo!Baci

Megarah_witch : Vedo che hai centrato in pieno il problema di Miki!Insomma: una goffa e imbranata e irrimediabilmente sfigata come lei ha passato metà della sua vita a ruzzolare per terra...e dalla mia storia si notano le conseguenze!Bacio, al prossimo capitolo!

whitesary : ti comunico che la tua ramanzina ha fatto sì che Miki se ne stesse rintanata in un angolo a fare cerchiolini per terra per un pò. Ovviamente non posso che concordare con te, ma la psiche di Michelle è un antro oscuro e pieno di insidie che nemmeno Freud vorrebbe visitare!Alla prossima, baci!

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Capitolo 17
*** Ripartire da via! ***


Ripartire dal via!

Goodbye, my almost lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?

Ormai sono qua da giorni. Senza mangiare. Senza dormire.
La musica esce dallo stereo lanciata a palla e io ogni tanto, usando una spazzola a mò di microfono, canto con la mia voce stonata.
In effetti, ogni tanto li sento i cani fuori che abbaiano infastiditi dalle mie (scarse) doti canore.
Ma non me ne importa.
Come di tutto il resto.
I should've known you'd bring me heartache
Almost lover always do

Sono giorni che Kim ha smesso di bussare alla mia porta tentando di farmi ragionare, parlare, di convincermi a mettere qualcosa sotto i denti.
L'unico ospite ammesso nella mia stanza è l'altra Michelle, la gatta, che mi degna appena di qualche occhiata altezzosa prima di adagiarsi senza troppi complimenti sul mio letto.
Una specie di tuono amplificato a mille mi fa sobbalzare.
Sono colpi ben assestati alla porta.
“Michelle apri questa porta!”
E' Jack.
Io non rispondo.
Se ne andrà, come hanno fatto Kim e Vic, penso.
“Miki, ci sono anche io- grida Aldebaran- Non credi di essere chiusa lì dentro da troppo tempo?”
Perfetto! Hanno chiamato l'artiglieria pesante le due traditrici.
“Senti signorinella- continua Jack con voce arrabbiata- Sei sconvolta, e lo sappiamo, ma non puoi continuare così!Esci o butto giù questa stupida porta.”
Per tutta risposta, alzo il volume dello stereo al massimo.
Almeno se mi spacco i timpani non sentirò le loro lamentele.
All'improvviso la porta salta letteralmente via dai cardini, rimbalza sul pavimento per due volte e si infrange inesorabilmente sulla finestra, distruggendola.
Io seguo questa scena con lo sguardo, che poi sposto, sempre stando in religioso silenzio, verso l'uscio.
Jack, Aldebaran, Kim e Victoria mi osservano con attenzione.
“Potevate uccidermi!” sbotto dopo qualche minuto di rigoroso silenzio.
Jack entra scrollando le spalle “Come se fosse così facile farti fuori!”
Sospiro rassegnata e mi vado a sedere sul letto, senza nemmeno curarmi di evitare le enormi schegge di legno che decorano il pavimento.
Credo proprio che la mia carriera di eremita sia già finita.
“Michelle, tesoro, sei uno straccio.” sussurra Victoria sedendosi di fianco a me.
Alzo lo sguardo e vedo il mio riflesso in una scheggia di vetro della finestra.
Ha ragione. Faccio paura.
Nel frattempo, sento le braccia di Kim che mi avvolgono il busto e scorrono su e giù sulla mia schiena.
“Me lo merito. E' colpa mia.”
Se non fossi così irrimediabilmente stupida e impressionabile e idiota a quest'ora Takis sarebbe ancora vivo.
“E' colpa mia.” ripeto con voce afona, mentre questa consapevolezza che mi attanaglia da giorni mi causa un nuovo groppo in gola.
Le lacrime pizzicano ai lati degli occhi, ma non riescono a scendere.
Tuttavia mi annebbiano abbastanza la vista per far finta di essere ancora da sola.
Qualcuno mi si para davanti e mi afferra le spalle con forza.
Per un breve, brevissimo momento, fingo che sia Takis...ma un brivido gelido che mi attraversa la schiena mi fa ricordare gli avvenimenti di quelli che mi sembrano secoli fa.
“Michelle, ascoltami bene- è Jack e mi scuote nel tentativo da togliermi dal mio torpore- Devi reagire, abbiamo bisogno anche di te.”
Non me ne frega niente, vorrei urlargli: Takis è morto che importanza può avere tutto il resto?
Mi prendo la testa fra le mani “Lasciatemi in pace.” piagnucolo con un filo di voce.
“Forse dovremmo darle più tempo.” suggerisce Aldebaran.
Rimango chiusa a riccio mentre la risposta di Hycarus mi arriva ovattata alle orecchie “No. Non c'è più tempo da perdere. La guerra è iniziata e noi abbiamo delle cose da sistemare.”
Poi mi solleva, prendendomi da sotto le ascelle come se fossi una bambina, e mi porta chissà dove.
Non ho la forza di protestare.

Il corridoio è lungo e immacolato.
Non mi sforzo nemmeno di guardarlo dato che lo conosco praticamente a memoria.
A destra e sinistra si susseguono porte che conducono ad altrettante stanze asettiche.
Un odore forte di disinfettante mi solletica le narici, senza darmi davvero fastidio.
Sarà perchè ho passato diverso tempo in infermeria durante il mio disastroso periodo di addestramento...
Con un leggero tocco della mano, Jack mi spinge ad entrare in una delle stanze.
Ci sarei andata anche da sola, dato che sento i cosmi di Mintha e Miguel al suo interno.
Tuttavia non degno i miei compagni nemmeno di uno sguardo.
Sento il cuore perdere un battito quando vedo Takis sdraiato a letto, con espressione serena e un colorito salutare.
Sembra semplicemente che stia dormendo.
“Perchè non gli avete tolto l'armatura?”
E' la mia voce questo suono lugubre che sembra venire direttamente dall'oltretomba?
“Non ci siamo riusciti.” risponde Miguel dopo un po'.
Dalle sue parole non riesco a percepire se è amareggiato o triste o cos'altro.
Semplicemente non gli presto la dovuta attenzione.
I miei occhi, come sempre, sono calamitati da Takis.
Con mano tremante gli sfioro il collo.
No, non c'è battito però...è caldo.
Mi blocco sul posto e non riesco quasi più a respirare per lo shock.
“Che significa?” balbetto completamente confusa.
Jack mi si affianca e mi mette una mano sulla spalla “E' quello di cui ti volevo parlare. Secondo me Takis non è morto.”
Non...è...morto?
“E' solo una teoria, Michelle, - continua con cautela Mintha- ma secondo noi Takis potrebbe semplicemente essere sospeso tra vita e morte. La sua armatura ha bloccato le sue funzioni vitali ma non è riuscita a trattenere l'anima e il cosmo.”
Non capisco.
La testa mi pulsa sempre più forte e le mie orecchie iniziano a fischiare.
“Dobbiamo consultare l'oracolo. Lui può dirci se c'è davvero un modo per salvarlo.”
Salvarlo.
Possiamo salvarlo.
È tutto quello che percepisco delle parole di Miguel.
Se c'è anche un solo modo per salvare Takis, costi quel che costi, io lo troverò.
Sento un incredibile calore crescere dentro di me e sostituire il gelo che sembrava prevalere fino a pochi secondi fa.
“Andiamo dall'oracolo, allora!” propongo con tono impaziente e sento di avere una faccia leggermente allucinata.
Gli altri si scambiano uno sguardo preoccupato.
“Allora?- non riesco a stare ferma, improvvisamente agitata dal pensiero di riavere Takis con noi- Potevate chiamarmi prima. Saremmo partiti subito!Dobbiamo andarci subito, dobbiamo...”
“Non dobbiamo farci troppe illusioni.- taglia corto Mintha con voce dura- E stai ferma, maledizione!”
Mi blocco sul posto, spiazzata dal suo tono. Ma poi guardo il suo volto contratto dal dolore e non posso arrabbiarmi con me.
“Ma noi...”
“Non noi. Tu.” ribatte Miguel, fissando insistentemente qualcosa che porto al collo.
Abbasso lo sguardo e su un nastro di raso nero, esattamente dove l'ho lasciato, pende l'anello che mi ha affidato Prometheo, troppo grande per starmi al dito.
Lui si fidava di me. Addirittura sperava che prendessi in mano la situazione in sua assenza.
Alzo una mano tremante fino a riuscire a stringere questo pendente improvvisato.
Un respiro profondo e poi un altro ancora.
“Partirò oggi stesso per avere una risposta dall'Oracolo.- dico con tono risoluto- Voi tornerete a casa da Embronce ad aspettare il mio ritorno. Non ci metterò molto.”
I miei tre amici spalancano gli occhi stupiti da questa improvvisa sicurezza.
“E la guerra?Le Titanidi?I cavalieri di Atena?” domanda incalzante Jack.
“Che si arrangino.” rispondo con una punta di irritazione nella voce.
Il biondo mi si avvicina e mi posa una mano sulla spalla “Sei sicura?”
Annuisco con vigore, per poi scostarmi da loro facendo qualche passo all'indietro.
“Voi andate avanti...Lascerò un messaggio per spiegare la nostra partenza.” cerco di mantenere un tono fermo ma la mia voce trema irrimediabilmente.
Infilo la porta velocemente e mi sposto nell'ambulatorio di Soter.
Guardo con disgusto il caos che regna sovrano sulla sua scrivania e finalmente trovo una penna e una pila di post-it rosa fosforescente.
Va tutto bene. Mi farò viva.
Ovviamente il messaggio non è né per i gold né per Atena, ma semplicemente per Kim e Victoria.
Sospiro rassegnata e poso il biglietto sul monitor del computer.
Come vorrei credere a quello che ho scritto.” mormoro prima di uscire per raggiungere gli altri.

Esco dal piccolo complesso dove si trova l'infermeria come se uscissi da una specie di coma vigile.
C'è un sole accecante e non riesco nemmeno a capire che ore sono.
Cammino veloce ma i miei piedi incespicano continuamente l'uno con l'altro.
Mi gira quasi la testa per quanti pensieri mi si affollano nella mente.
Forse c'è un modo di salvare Takis.
Deve esserci.
Improvvisamente sento il bisogno impellente di fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Andrò dall'oracolo.
E gli conviene avere una soluzione per il nostro problema.
Affretto il passo, impaziente di raggiungere Mintha e Miguel che mi staranno aspettando fuori dalle mura.
“Michelle.”
Al sentire il mio nome mi volto, ma devo schermarmi gli occhi con la mano per poter riconoscere il mio interlocutore.
I raggi del sole si fondono perfettamente con l'oro dei suoi capelli, facendolo sembrare ancora di più simile ad un angelo.
“Shaka.” pronuncio il suo nome con tono stupito, ma lui lo prende per un saluto e mi fa un lieve cenno col capo.
Con pochi passi eleganti mi si avvicina e finalmente posso guardarlo in faccia.
“Aldebaran mi aveva detto che stavi male.” mi dice con la sua voce vellutata e poi si volta leggermente verso l'infermeria.
“Sto bene.” mento con volontà stoica.
Per adesso ricopro il ruolo di Takis. Non posso essere la solita piagnucolosa Michelle: devo essere come lui.
Shaka inarca leggermente un sopracciglio “Ne sei sicura?”
Il mio cuore perde un battito e quando alzo le mani per sistemarmi delle ciocche ribelli dietro le orecchie, mi accorgo che sto tremando.
Annuisco convinta.
“Ho visto i tuoi compagni andare verso le mura.- accidenti a lui!Ma non gli sfugge niente?- E' successo qualcosa?”
“Forse c'è una possibilità di salvare Prometheo.- spiego, e la voce mi vibra un pò- Dobbiamo recarci dall'oracolo di Zeus al più presto.”
Non so come riesco a notare il cambiamento nel suo volto sempre così uguale a se stesso, ma riesco chiaramente a percepire l'irrigidimento che gli ha preso il volto.
“Ve ne andate?Nel bel mezzo di una guerra?” chiede.
E il tono con cui lo domanda mi fa sentire una punta di vergogna “Beh, il Santuario è comunque protetto...” balbetto, iniziando a fissarmi i piedi.
“Mnemosine è riuscita ad arrivare ad Atena. Se non fosse stato per il tempestivo intervento di Aphrodite a quest'ora probabilmente la nostra dea sarebbe morta.” ribatte con tono duro.
Tutto quello che riesco a pensare è che invece la LORO dea è ancora viva e vegeta e Takis invece è caduto in chissà quale di tipo di coma...
Sto per aprire bocca per dire qualcosa ma il biondo mi precede.
“E' rimasta ferita.” continua, come se dovesse convincermi di qualcosa.
“Mi dispiace, ma io non posso farci niente. La realtà è che al momento l'unica cosa che mi spinge a combattere è la sorte di Takis.”
Le labbra sottili di Shaka si piegano lievemente all'insù, in un piccolo sorrisetto sarcastico “Quindi ora avresti tutta questa smania di combattere?”
Cerco di fulminarlo con lo sguardo, ma fallisco miseramente.
“Io sono più combattiva di quanto voi tutti crediate.” sibilo in risposta, incrociando le braccia.
E forse sono stata un po' troppo brusca perchè per qualche secondo anche Shaka mi sembra sorpreso.
“Certo: io non so spaccare in due una montagna con uno schiocco di dita, oppure togliere cinque sensi alle persone con lo sguardo o muovere gli oggetti col pensiero. Non sono niente di speciale come guerriero, -ammetto, senza vergogna-ma quando credo in qualcosa io ce la metto davvero tutta per... ”
Sospiro rassegnata notando che non ha nemmeno cambiato espressione.
“Senti- mormoro di nuovo, passandomi una mano sugli occhi- Takis ha bisogno di me.”
“Anche Atena ha bisogno di te.”
La sua voce profonda mi spiazza non poco, ma soprattutto fa scattare una rabbia sottile in me.
Atena ha bisogno di me?
Proprio adesso Atena ha bisogno di me?!
“Ricordi cosa mi dicesti prima di cacciarmi dal Santuario?” domando cercando di frenare il nervosismo.
Shaka scuote la testa e fa ondeggiare i fili d'oro che si ritrova al posto dei capelli.
“Michelle non è il momento...” mormora con tono secco.
“Dicesti- continuo imperterrita- che avrei avuto altre battaglie per cui combattere. E credo proprio che questa sia una di quelle. Atena ha i suoi cavalieri che combatteranno per lei.”
“Ma voi vi siete dichiarati nostri alleati.” tenta di nuovo, con più trasporto.
“Alleati!- ripeto, come se stessi sputando una medicina troppo amara per essere mandata giù- Se siamo alleati allora dov'eravate quando siamo stati attaccati fuori dalle mura?”
Shaka non batte ciglio “Mnemosine è riuscita ad arrivare ad Atena. Dovevamo andare da lei e proteggerla.”
Incrocio le braccia stizzita, concedendomi di lanciargli un'occhiata al vetriolo “Oh, certo. Scommetto che nessuno di voi dodici poteva venire ad aiutarci.”
Il biondo sospira, come se avesse a che fare con una bimba capricciosa “Abbiamo delle priorità.”
“Anche noi.” ribatto piccata.
“Quindi...le sorti della terra e dell'umanità non ti interessano.”
Non è una domanda.
Una semplice constatazione fatta con tono sommesso, che tuttavia riesce a bloccarmi sul posto.
Mi volto lentamente e mi ritrovo faccia a faccia con quelle pozze limpide che ha al posto degli occhi.
“Questa guerra non riguarda solo te e i tuoi compagni e il Santuario. Se dovessimo fallire l'umanità scomparirà!”
Le sue ultime parole mi fanno sussultare.
Non tanto per il significato in sé, ma per il tono che ha usato.
Un tono duro, quasi aspro.
Un tono che urla a squarciagola: sei un'egoista.
Sospiro, cercando di raccogliere il massimo autocontrollo possibile “Non ho compiti in questa guerra. Ciò che devo fare ora è salvare Takis, punto.”
Shaka aggrotta la fronte e si volta leggermente verso sinistra, come se non volesse guardarmi negli occhi.
“La vita di un solo uomo vale per te più di tutte le altre messe insieme?”
Sembra un'altra ramanzina.
“Takis non è solo un uomo...”sussurro, abbassando lo sguardo.
Per qualche secondo non parla nessuno dei due.
“Lo ami.” constata alla fine il biondo, sempre senza guardarmi.
Io alzo la testa di scatto, arrossendo vistosamente.
Non avrei mai pensato che qualcuno potesse dire ad alta voce quelli che per gli ultimi giorni sono stati i miei dubbi.
Amo Takis?
Forse...
Io amo Takis?
Non lo so...però...
“Sarei un'egoista se volessi salvare la vita dell'uomo che amo?” gli domando in un sussurro.
Non posso credere di averlo ammesso.
Soprattutto ad alta voce.
Con Shaka.
I suoi occhi celesti diventano di ghiaccio mentre si puntano di nuovo su di me, contratti da una strana rabbia che non riesco a riconoscere e che su di lui fa un effetto spaventoso.
“Sì.”
La sua risposta mi colpisce più forte di qualsiasi colpo mortale.
Inspiro rumorosamente, gonfiando il petto.
“Perfetto:sono un'egoista, sei contento ora che l'ho detto?- sbotto in preda a una strana furia- Sono un'egoista perchè amo e perchè per ciò che amo sono disposta a rischiare il tutto per tutto!Sono un'egoista perchè non ho assolutamente idea di che cosa sia la pace interiore ma so che se non possederla mi rende capace di amare fino a questo punto, ne sono più che felice.”
I miei occhi diventano due fessure mentre cerco di incenerirlo con lo sguardo. Il biondo non sembra fare una piega.
Se ne sta lì impalato, con gli occhi chiusi e l'espressione immutabile.
Sembra una statua e non un essere umano.
Non so perchè, ma la cosa mi fa arrabbiare ancora di più: è così difficile mostrare un minimo di comprensione?
Gettare per qualche attimo la maschera e far vedere che anche lui è in grado di provare emozioni?
“Appena uscirò da questo posto tornerò a casa e cercherò un modo per aiutare Takis e, dovessi impiegarci cent'anni, lo troverò!!” ringhio stringendo i pugni.
Non so se tutta questa rabbia è quella che avevo accumulato da tempo oppure me la sta facendo venire proprio il cavaliere che se ne sta davanti a me impassibile.
Mi lascio sfuggire un grugnito contrariato, prima di girarmi sempre più infuriata e seguire i passi dei miei compagni.
Cammino piano verso l'uscita, scossa da strani tremori.
L'acqua che sento scivolare lungo le mie guance mi informa che sto piangendo.
E per la prima volta in questi giorni non è per tristezza ma semplicemente per nervosismo.
Ammettiamolo: il fatto che le mie emozioni siano legate a doppio filo con le ghiandole lacrimari è una vera scocciatura!
“Non andartene.”
La voce di Shaka è poco più che un sussurro ma rimbomba all'interno della mia testa come se avesse urlato.
Non è una richiesta supplichevole, anzi. Può sembrare una specie di ordine camuffato, ma quella voce bassa nella mia mente gli attribuisce chissà quali significati.
Non andarmene.
Mi viene da sorridere al pensiero.
“Shaka- pronuncio il suo nome senza alcun fremito, per la prima volta probabilmente- ci sono stati giorni in cui a una tua richiesta del genere non avrei saputo rispondere no.”
Mi giro verso di lui, e i suoi occhi celestiali e il suo viso d'angelo non mi fanno alcun effetto “Ma è un po' di tempo che quei giorni sono finiti.”

Ripensare a quelli che ormai sono solo pochi giorni fa mi dovrebbe fare venire da ridere...
...se non mi trovassi in una situazione del genere.
Davvero ero io quella ragazza ridotta in stato praticamente amebico?
Io?!
Ricordo che quando ho varcato l'uscita del Santuario ad attendermi ormai era rimasto solo Miguel.
Mintha e Jack erano già tornati a casa a spiegare la situazione a Embronce e a portare Takis nella sua stanza, ad attendere un qualche miracolo in perfetto stile Biancaneve.
“Tutto bene?” mi aveva domandato l'andaluso, venendomi incontro e analizzandomi attentamente la faccia lugubre (cosa che, per altro, continuava a fare qualsiasi essere umano che mi incrociasse)
Io, pur con tutte le caratteristiche fisiche e mentali per partecipare come comparsa in un film horror di serie B, avevo scrollato le spalle e ho pensato bene di porre la fatidica domanda.
Oh, se me lo ricordo, quel momento.
Dovrei segnarmelo sugli annali del mio sfigometro.
“Dove si trova questo oracolo?” avevo chiesto con tono risoluto.
Lo sguardo colpevole di Narcisus avrebbe dovuto pur dirmi qualcosa, accidenti a me!
“Sul Kanchenjonga!Come si fa a mettere un monastero su una montagna alta 8.856 metri?”
La mia domanda è destinata a rimanere senza risposta dato che sono sola, su una scarpata terrificante, in mezzo ad un vento gelido che riesce a penetrare perfino all'interno della mia tenuta da omino Michelin.
“Muuuuuuuuuu” commenta esaustivamente la gigantesca mucca pelosa (un grosso yak dall'espressione intelligente) che mi hanno affidato per riuscire a raggiungere sana e salva il monastero dell'oracolo.
“Hai ragione- le rispondo, riuscendo a far spaccare ancora di più le mie labbra screpolate- E' proprio uno schifo.”
Ma potevo aspettarmi altro?
Per prima cosa io il freddo non lo sopporto. Davvero. E passare dalla calda estate greca al freddo polare che c'è qui è orribile.
E poi sono in compagnia di un quadrupede puzzolente e dall'igiene discutibile.
Dulcis in fundo, credo di stare per raggiungere l'ibernazione e non posso farci niente dato che uno dei vecchi abitanti dell'ultimo villaggio che ho attraversato mi ha detto che non posso raggiungere da sola l'oracolo ma che se desidera vedermi manderà lui stesso qualcuno a recuperarmi.
E se per allora fossi già un cubetto di ghiaccio?
Già lo immagino là, con il phon in mano, per cercare di scongelarmi.
“Muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu” ripete la bestia, che ho battezzato Puzza.
“Questo l'hai già detto- borbotto, riuscendo a malapena a muovere le labbra screpolate- Non sei un granchè come compagnia.”
Ma quando alzo lo sguardo noto una figura, imbacuccata per bene come me, che si avvicina con passo spedito nonostante il forte vento contrario.
Stringo gli occhi cercando di focalizzare il suo volto fra tutto questo bianco.
È alto e probabilmente robusto. O forse sono solo i vestiti troppo ingombranti.
I suoi capelli sono lunghi e scuri e ondeggiano nel vento riuscendo a schizzare fuori dal cappello.
E quegli occhi...quegli occhi così neri e caldi...sono sicura di averli già visti da qualche parte!
“Vassalios?!” esclamo quando finalmente mi raggiunge e posso vedere il suo volto.
“Muuuuuuuuuuu?” mi fa eco Puzza, guardandosi intorno interrogativa.
“In carne, ossa e ciuffo fluente, cocca!” anche la sua voce è calda e mi causa una morsa nello stomaco, per come mi ricorda quella di Takis.
“E così sei la famosa Michelle di cui Takis parlava tanto.” continua a parlare, con una nota scanzonata nel tono e poi scoppia in una risata cristallina, che gli fa scoprire dei denti bianchi e abbaglianti.
So che questo dovrebbe essere un momento topico e drammatico, con io che incontro il padre adottivo dell'uomo che devo salvare, ma...ormai mi conoscete no?...l'unica cosa sensata che mi viene da dire è “Sto morendo di freddo!”
Come se si rendesse conto solo ora delle condizioni atmosferiche, Vassalios annuisce “Oh, già. Prima il dovere e poi il piacere.- sentenzia con tono serioso- Parleremo più tardi.”
E con un movimento fulmineo tira fuori da una sacca che si portava sulla schiena una spolverata di non so quale sostanza.
“Scusa, dolcezza. È la prassi.”
Io lo guardo stupita mentre mi strizza l'occhio e mi spruzza in faccia una manciata di quella roba.
Come prima reazione starnutisco, dato che il naso inizia a pizzicarmi fastidiosamente.
Vassalios ride di nuovo e mi mette un braccio intorno ai fianchi, sorreggendomi.
“Che roba era?” domando, e la mia voce mi arriva attutita alle orecchie. Anzi, fa anche un po' fatica ad uscire per la verità.
“Top Secret.” sentenzia con un sorriso bonario, mentre mi carica in groppa a Puzza.
Non riesco a trattenere una smorfia schifata.
Ma sono contenta che l'abbia fatto perchè le gambe non collaborano più.
“Dove andiamo?” chiedo con la bocca stranamente impastata.
Vassalios ormai e davanti a me, e trascina Puzza per la corda che fino a qualche minuto fa stringevo fra le mani.
“Top Secret.”
E queste sono le ultime parole che percepisco, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare a questo sonno strano...

Accidenti che dormita!
Certe sostanze dovrebbero essere bandite da questo universo...
Sento la testa pesantissima e le mie palpebre sono incollate le une alle altre, cosa che peraltro mi fa sembrare una specie di talpa e mi impedisce di mettere a fuoco decentemente la stanza in cui mi trovo.
Almeno fa caldo, e la cosa non è da sottovalutare.
“Era ora che ti svegliassi- sbotta una vocetta acuta- Ancora un po' e ti avrei gettato in testa un secchio di acqua gelida!”
Aggrotto la fronte confusa e mi metto a sedere, facendo scivolare leggermente via dalle mie spalle una coperta di lana grezza.
Davanti a me, seduto su una poltroncina accanto al divanetto dove sono semi sdraiata io c'è un bambino dai corti capelli corvini, gli occhi a mandorla e un sorrisetto furbo, che mostra la mancanza dei due incisivi da latte.
All'improvviso mi ricordo del motivo per cui sono qui.
“Devo parlare con l'Oracolo!” esclamo, più rivolta verso a me che a lui.
“Questo lo sapevo già.” sghignazza gongolante il ragazzino.
“Potresti per favore chiamarlo?E' una questione piuttosto urgente.”
Il ragazzino mi da un pugnetto scherzoso in testa “Non c'è bisogno: sono io l'oracolo!” trilla felice.
Sbatto le palpebre incredula “Il potente oracolo di Zeus è un bambino di sei anni?”
“Ne ho otto!” sbotta in risposta.
“Scusa è che io ti immaginavo più...”balbetto imbarazzata.
Il bambino mi lancia un'occhiataccia inadatta alla sua età.
“Sì insomma più...”tento di nuovo cercando di trovare la parola adatta.
Sei in missione diplomatica, mi avverte una vocetta nella mia testa, non ti conviene attirarti addosso l'ira di un Oracolo, anche se in miniatura.
“Diverso.” concludo con un sorrisetto tirato.
Il piccolo Oracolo sembra vagamente soddisfatto della mia risposta e si alza in piedi, ergendosi in tutta la sua (scarsa) altezza.
Mi fa un po' impressione come, con quei paramenti rossi decorati con fili d'oro che noto solo ora, sembri effettivamente molto più grande di quanto sia in realtà.
“Io sono Chen, l'Oracolo di Zeus, e ora Michelle di Aracne ti riferirò cosa il Padre degli Dei risponde alle tue domande.”
Spalanco la bocca stupita “Ma io non ho ancora chiesto niente.” protesto debolmente.
Chen batte spazientito un piedino a terra “Così rovini l'atmosfera!- sbotta infastidito- E poi io sono un Oracolo, sapevo del tuo arrivo ancora prima che decidessi di partire, quindi se per cortesia potessi tacere...”
“Ok. Sarò muta come un pesce.” mi scuso con tono colpevole.
Il ragazzino si schiarisce la voce con un colpetto di tosse “Dicevo: Zeus il Tonante mi ha mandato una risposta per i tuoi quesiti. Il cavaliere senza dio di Prometheo non è morto come credevate ma è caduto in un sonno maledetto. Solo un dio può far sì che i suoi occhi si spalanchino di nuovo su questo mondo...”
“Davvero?” mi lascio scappare mentre per l'emozione salto letteralmente in piedi.
Chen sbuffa risentito “Cosa ti avevo detto?”
“Ops.” esclamo mettendomi una mano sulla bocca.
“Il divino è deciso ad ottemperare la tua richiesta e risvegliare il cavaliere addormentato, solo a condizione che tu ti affianchi alla sua figlia prediletta per aiutarla a vincere la guerra in corso.” continua a parlare con tono solenne il mini oracolo.
Rimango a bocca spalancata.
“Ti è chiaro quello che ti ho detto?” chiede dopo attimi di mio totale mutismo, guardandomi perplesso.
“Io...sì, ma...cioè...voglio dire che...”
Insomma Zeus lassù sul suo bel monte Olimpo deve avere uno megaschermo al plasma che trasmetterà la tragica scena in cui io mi ripresenterò al Santuario con la coda fra le gambe.
Stupidissimo senso dell'umorismo divino!Quand'è che troveranno altre creature da infastidire?
“Cioccolata con panna per tutti!” esclama una voce gioviale che mi fa riscuotere dai miei pensieri autocommiserativi.
Vassalios è entrato con un vassoio che porta tre grandi tazze fumanti che emanano un odorino delizioso.
“Evvai, la cioccolata!” esulta Chen andandogli incontro correndo.
L'entrata in scena del greco mi lascia ancora più spiazzata di quanto non fossi già.
Questo ragazzo dai capelli scuri che gli solleticano le spalle, un sorriso radioso che gli illumina il viso e gli occhi vivaci lo posso benissimo considerare il padre adottivo di Takis.
“Allora, Michelle cara, hai avuto le risposte che speravi?” mi domanda educatamente, con un tono molto affettuoso.
Per tutta risposta annuisco, continuando a fissarlo rapita.
Vassalios lancia un'occhiata incerta a Chen e il bambino, con la bocca sporca di cioccolato inizia a parlare come una piccola mitraglietta “Gli ho detto tutto quello che mi avevo detto Zeus, certo che ci aspettavamo che arrivasse un po' prima, vero?Le mie visioni le ho avute ormai le ho avute più di una settimana fa!Ormai credevo che non sarebbe più venuta e che non mi avrebbe più portato con sé in Grecia...”
“Un momento- lo interrompo- Ti dovrei portare con me in Grecia?!”
Il giovane greco scoppia in una risata argentina “Forse ti sei dimenticato di riferirgli un piccolo particolare, Chen!” esclama, scompigliando i capelli al ragazzino.
“Mi porterai al Santuario!” afferma tronfio, rivolgendomi un sorriso sdentato.
Sbatto gli occhi confusa da questa richiesta “No. Non è proprio il caso.”
“Ma io voglio venire con te!” sbotta Chen, battendo con violenza un piede per terra.
Ci mancavano anche i capricci di un giovane oracolo, ora.
“Mi dispiace, non puoi. Non saresti al sicuro.” taglio corto, cercando di mantenere un tono fermo ma rispettoso.
“Ti preeeeeeeeeeeeeeego!!”continua con vocetta petulante.
“No” ribadisco.
“Dai!!”
“Non se ne parla.”
“Per favore?” tenta di nuovo sgranando gli occhioni neri.
“No!” rispondo con tono esasperato.
“Eddai!”
“Ok.”
La mia risposta spiazza talmente il piccoletto che rimane per qualche secondo con la bocca aperta.
“Davvero?” domanda speranzoso.
“No.” ribadisco, facendo roteare gli occhi.
Scommetto che questo botta e risposta è destinato a durare per secoli. Sicuro come l'oro.
Ma quanto è testardo questo bambino?
Vassalios decide finalmente di mettere becco.
Da quanto mi ha detto Takis è un tipo piuttosto bizzarro, spero che stia almeno dalla mia parte.
Ti prego, ti prego, ti prego!, fa che stia dalla mia parte!!
“Secondo me Chen ha ragione.”
E ti pareva...Capiterà mai che le mie suppliche vengano esaudite?
Il piccolo demonio si mette a saltellare e a gioire in una lingua strana e sconosciuta che alle mie orecchie suona come un mix malriuscito fra il cinese e una gallina che viene strozzata.
“Come hai detto?” domando all'ex-multimilionario greco, lanciandogli occhiate di fuoco.
“Se ha deciso di venire con te, probabilmente l'ha anche visto in una delle sue visioni.- spiega con una scrollata di spalle-Non puoi andare contro il destino.”
Non posso andare contro il destino?
Glielo faccio vedere io, come posso farlo, invece!
Sto per aprire bocca per dirgli che io non voglio portarmi dietro una piattola in miniatura, quando lui mi precede.
“Chen, vai a preparare la tua roba. Il viaggio sarà lungo.”
Il bambino se ne va dalla stanza borbottando e trascinando i piedi.
Mi lascio scappare un sorrisetto divertito: anche io facevo così quando venivo mandata via perchè gli adulti dovevano parlare fra loro.
Torno a guardare Vassalios. È incredibile che questo ragazzo che non dimostra nemmeno dieci anni più di me, potrebbe benissimo essere il bis-nonno di mio nonno!
“E' un po' vivace.” inizia con tono quasi colpevole, sorridendomi apertamente.
Io avrei detto: è la reincarnazione di Lucifero...ma lasciamo perdere.
“Sarà un disastro- lo informo, facendo una smorfia- Non so assolutamente trattare con i bambini.”
Lui annuisce, socchiudendo un poco i suoi profondi occhi scuri.
“Stare qui l'ha fatto maturare prima dei suoi coetanei. Scommetto che te la caverai.”
Sospiro e mi sistemo meglio la coperta sulle spalle, mentre gironzolo per la stanza.
Di certo non deve essere stato facile starsene qui. Certo: è stato servito e riverito dai monaci che lo trattano come se fosse una piccola divinità...ma a quale prezzo?
Anche il Santuario è un posto fuori dal mondo, però almeno riesci a farti degli amici.
Mi stringo nelle spalle “E' così giovane. Non è giusto che se ne stia qui a fare l'oracolo. Dovrebbe andare a scuola, giocare con gli amici...E poi qui fa un freddo tremendo.”
Quando mi giro verso di lui Vassalios mi sta sorridendo, in un modo che non aveva mai fatto nessuno.
È un sorriso dolcissimo, paterno.
“Che c'è?” domando imbarazzata, spostando lo sguardo.
“Takis- risponde in un sospiro- Capisco perchè sei riuscita a farlo innamorare.”
A dispetto del clima polare, sento un caldo incredibile salirmi alle guance.
Giro la testa di scatto e cambio strategicamente argomento “I monaci che dicono della partenza dell'Oracolo?”
Vassalios scrolla le spalle “Nulla. La decisione è più ufficiosa che ufficile.”
“Mi stai dicendo che non sanno niente?”domando preoccupata.
Il mio insuperabile settimo senso mi dice che mi sto per cacciare in un mare di guai...O perlomeno che a breve mi verrà tolto il permesso di rimettere piede in questa nazione.
“Immagino che lo scopriranno domani, quando non lo troveranno nelle sue stanze.” risponde serafico Vassalios, sorseggiando la sua cioccolato.
“Mi stai dicendo che devo rapirlo?”
L'ultima volta che ho rapito qualcuno la cosa si è risolta con un grande casino per me!
“Rapire, che parolone!- sghignazza il greco- Diciamo che è più un'operazione di salvataggio. Sai bene anche tu che Chen starà molto meglio là...”
“Ma...ma...ma...” balbetto, mentre cerco inutilmente di trovare un modo carino per rifiutarmi di fare una cosa del genere.
“Ma poi ti crederanno mio complice, magari!” esclamo trionfante, pensando di aver trovato una scappatoia.
Il giovane fa sventolare una mano con noncuranza “Mi ero già stufato di questo posto. Vi accompagnerò fino a valle e poi credo proprio che partirò per l'Australia: come mi vedi come surfista?”
Come se questo colpo inflittomi così subdolamente non bastasse nella stanza entra il piccolo Oracolo con due voluminose valige che è riuscito a tirarsi dietro chissà come.
“Allora, quando partiamo?”

Quando entriamo nel Santuario sono in debito d'ossigeno.
Butto alla bell'e meglio le valige che ho portato DA SOLA fin qui e mi lascio cadere sdraiata per terra, incurante della polvere che mi imbratta i vestiti.
“Sei stanca?” mi domanda con tono innocente Chen, che al contrario di me non mostra nemmeno una goccia di sudore e se ne sta lì a fissarmi, immacolato e serafico nella sua maglietta dei Simpson.
“Va al diavolo.” è tutto quello che riesco a rispondergli, e la mia voce assomiglia vagamente ad un ringhio.
“Ti ho già detto che non mi stai simpatica?” borbotta Chen incrociando le braccia.
Sospiro e gli rispondo con lo stesso tono“L'hai menzionato un paio di volte.”
La verità è che io non ci so fare con i bambini. Davvero.
E mi pare pure di averlo detto a Vassalios, ma vi pare che qualcuno mi dia ascolto?
Ecco. Tanto lui se ne starà bel bello a pavoneggiarsi del suo fisico statuario fra delle squinzie in bikini dall'altra parte del mondo!Cosa volete che gliene freghi di me e dei problemi con questo mocciosetto?
Il punto è che qualsiasi essere al di sotto dei dieci anni riesce immancabilmente a capire che può chiedermi qualsiasi cosa e io la farò comunque.
Credo che dipenda da come riescono a sembrare creature innocenti e dolci in ogni occasione.
Michelle mi prendi un gelato?Sicuro.
Michelle è vero che per rendermi felice potresti addirittura esaurire il credito sulla Platinum Card che ti ha dato Vassalios?Ovvio.
Miki, io sono un povero piccolo e tenero bambino: portale tu le mie valige da cinquanta chili l'una su fino al Santuario, tanto tu hai solo una sacca ultraleggera!Agli ordini, comandante.
Michelle ti dispiace se rido come un pazzo mentre ruzzoli giù dalla scarpata per arrivare al Sanutario?Figurati!Fai pure.
Cerco di far tornare il respiro regolare ma è un po' difficile con la gola ultrasecca che mi ritrovo.
Inoltre, non credo di avere più le forze per fare un passo di più.
O per rialzarmi.
O per respirare.
“Bè?Vogliamo stare qui ancora molto?- sbotta Chen infastidito- Fa caldo e mi sta venendo sete.”
Non ho la forza per lanciargli uno di quegli sguardi che ho ideato durante il mio viaggio con il piccolo oracolo. Il chiudi-quella-bocca-o-rischi-davvero-grosso glielo comunicherò la prossima volta, quando tutte le cellule del mio corpo non saranno disidratate e avranno fatto la pace con me.
“Espandi il cosmo e qualcuno verrà.” è tutto quello che riesco a dirgli in un sussurro.
Il micro rompiscatole non risponde ma stranamente fa come gli dico.
E non passano nemmeno pochi minuti che percepisco due cosmi conosciuti avvicinarsi.
Che strano...Chissà che ci facevano Aioria e Marin insieme...
“Michelle?!” esclama stupita la rossa.
Io ho giusto la decenza di alzare la testa “Come va?”
“Con quale faccia tosta hai il coraggio di ripresentarti qua dopo averci abbandonato in un momento di tale crisi?” mi rimprovera invece il gold, senza curarsi del fatto che io sono qui per terra e che ogni sua singola parola in questo momento, entra da un orecchio e esce dall'altro.
“Lei rappresenta la mia scorta, anzi la mia schiava, e io sono venuto qui per conferire con la vostra dea e intendo farlo subito.” sbotta Chen, infastidito per essere stato ignorato così a lungo.
Con un colpo di reni mi alzo in piedi e punto il mio indice minaccioso contro il ragazzino “Senti un po', io non sono affatto la tua schiava. Vedi di darti una regolata o vedrò io stessa di somministrati la dose di sculacciate che ti sono mancate fino adesso!”
Marin e Aioria ci osservano stupiti per qualche secondo prima di sbraitare all'unisono “Michelle!Non puoi parlare così all'Oracolo.”
E ti pareva che non prendevano le sue difese!
Il micro demonio mi fa una boccaccia “Gnè gnè gnè gnè!”
Calma e pace interiore...
Calma e pace interiore...
Sospiro rassegnata al fatto che non la raggiungerò mai “Andiamo?” è l'unica cosa che riesco a domandare.
I due saint annuiscono ma Chen ferma il gold con un gesto della mano.
“Ehi, tu.- chiama - Prendi le mie valige.”
Spalanco la bocca estremamente stupita mentre Marin e Aioria cadono in un silenzio scioccato.
“Per Zeus, Chen, mostra un minimo di educazione!” esclamo guardandolo minacciosa.
Per tutta risposta lui scolla le spalle “Gli ho solo dato un ordine. Io sono l'Oracolo di Zeus e lui è solo uno stup-”
Con un movimento fulmineo mi avvento sul ragazzino, riuscendo a tappargli la bocca con una mano.
“Il caldo gli sta dando alla testa. Forse è meglio andare.” dico, scoppiando poi in una risatina imbarazzata.
Senza battere ciglio, ma con negli occhi un'espressione dubbiosa, Aioria afferra senza fatica entrambe le valige.
“Comunicherò ad Atena dell'arrivo dell'Oracolo.- spiega con tono professionale- Marin potresti occuparti di loro in mia assenza?”
La rossa annuisce con convinzione e io mi ritrovo a osservare il gold andarsene con passo affrettato.
“Ahia!”
L'esclamazione mi scappa improvvisa, non appena il moccioso mi morde la mano.
Chen sorride soddisfatto, guardandomi con aria di sfida, e io gli rispondo con un'occhiata al vetriolo.
“Sperò che Atena vi riceva presto.” sospira il silver.
E qualcosa mi dice che quel tono rassegnato era riferito a noi...

“Ti scongiuro Chen- ripeto per l'ennesima volta mentre percorriamo con la sola scorta di Tatsumi, che dopo il nostro unico incontro ha deciso di ignorarmi completamente- non dire niente di irriverente che possa irritare la dea!”
Il bambino sbuffa risentito “Oh, ne avrei di cose da dire, a quella strega!”
“Chen!Ma mi ascolti quando parlo?”
Lui alza le mani in segno di resa “Non dirò niente di cattivo. Anzi, in realtà non posso neanche parlarle.”
Per lo shock smetto di camminare “Cosa vuoi dire?”
Con pochi passi affrettati li raggiungo, dato che non si erano nemmeno dati la briga di aspettarmi.
“Intendo dire che io posso comunicare con altre divinità all'infuori di Zeus- spiega con tono petulante- Parlerai tu al mio posto.”
“Che cosa?!” mi lascio scappare ad alta voce.
Troppo ad alta voce.
Tutti e dodici i cavalieri dorati che ci aspettavano fuori dalla stanza della dea si voltano verso di noi e mi guardano con quello che potrei definire uno sguardo di forte rimproveri.
Mi soffermo per un istante troppo lungo sul volto impassibile di Shaka e appena me ne accorgo trovo particolarmente interessante la punta delle mie scarpe logore.
“Ci mancava la psicopatica-pacifista-abbraccia-alberi.” sbotta Death Mask con la sua voce profonda.
Il ragazzino scoppia a ridere divertito, e io non posso fare a meno di scoccargli un'occhiataccia.
Pacifista abbraccia alberi?!
“Shaka ci ha spiegato che te ne sei andata perchè non intendi combattere e che gli altri ti hanno seguito.” spiega Aioros quando vede la mia espressione perplessa, e nel suo tono sento una punta di rimprovero.
Provo a lanciare uno sguardo interrogativo al biondo cavaliere della Sesta ma quello non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Ma la cosa non mi infastidisce più di tanto visto che riserva lo stesso atteggiamento anche verso gli altri presenti.
“Miss Kido può ricevervi.” annuncia Tatsumi dopo essere entrato a verificare le condizioni della sua padroncina.
Mi faccio scappare una sbuffata e poi mi decido ad entrare, affiancata da Chen, seguendo tutti gli altri gold.
Entrare nella stanza di Atena è paurosamente simile ad entrare in una camera mortuaria.
Non che ci sia mai stata, sia chiaro. Figuriamoci, impressionabile come sono!
Però credo che, a parte pizzi e merletti e il letto a baldacchino, la somiglianza deve essere impressionante.
Appena metto un piede all'interno un profumo di rose, che sono sparse in numerosi vasi nella stanza in modici mazzetti da cinquanta esemplari l'uno, mi colpisce come uno schiaffo.
Chen storce la bocca disgustato, probabilmente da tanto sfarzo in stile barocco, e poi starnutisce.
La stanza è enorme e i gold si dispongono immediatamente (certo non dopo aver fatto un lieve inchino) al cospetto della loro dea, come delle guardie del corpo di altri tempi.
Mi scappa un sorriso divertito quando vedo Aphordite posare uno sguardo sconsolato sui fiori.
Spero proprio che non gli abbiano fatto sradicare il suo bellissimo giardino solo per assecondare le manie di protagonismo della Kido...
“Nobile Oracolo- inizia a parlare Atena, con il suo tono pomposo leggermente smorzato dalla vocina flebile che usa- sono lieta che siate qui in questo momento difficile. Di certo la vostra presenza potrà portarci vantaggi in questa inutile guerra e...”
Accidenti, che strazio!Non avrà davvero intenzione di fare un discorso lunghissimo e senza senso, vero?
Insomma è quasi ora di pranzo!
Presa dalle proprie parole la dea cerca di mettersi leggermente seduta, ma il tentativo deve provocarle una fitta e dalle sue labbra esce un lamento per niente velato.
Poveretta. Quasi quasi mi dispiace di aver pensato male di lei.
Quasi, penso convinta mente vedo Aioria e Saga precipitarsi ad aiutarla, Milo sistemarle i cuscini dietro la schiena e Shura offrirle un bicchiere d'acqua.
Grazie agli dei che almeno Death Mask mantiene la sua faccia scura e scocciata.
Non farti fregare. Ha solo una costola incrinata.
Mi rivela Chen parlando direttamente nella mia testa.
Certo, questa intrusione è parecchio fastidiosa e mi lascia un fischio insopportabile nelle orecchie.
Ma guardali: secondo me adesso i gold si mettono a scodinzolare.
Roteo gli occhi scocciata e gli scocco un'occhiataccia a cui lui risponde con un'alzata di spalle.
“Sono desolata.- pigola Saori cimentandosi in uno sguardo da martire che meriterebbe un Oscar per l'interpretazione- L'attacco di Mnemosine mi ha lasciato alquanto debilitata...”
Bla bla bla. Continua il piccolo Oracolo incrociando le braccia infastidito Che cosa vuoi che me ne freghi del suo stato di salute?Mi sta pure antipatica.
Sospiro debolmente, mordendomi le labbra per impedirmi di rispondergli ad alta voce, cosa che mi farebbe sembrare pazza.
Sentila quanto parla!Sul serio non si potrebbe tagliare questi convenevoli inutili e snervanti?
Per tutta risposta gli poggio una mano sulla spalla.
Mi scappa la pipì. Si lamenta di nuovo con quella sua vocetta petulante.
Cerco di concentrarmi su quello che sta dicendo Atena.
Bla bla bla...” è tutto quello che riesco a percepire.
Bla bla bla... sento di nuovo nella mia testa.
Non colgo una parola di nessuno dei due discorsi.
Mi guardo attorno smarrita ma i gold sembrano perfettamente in grado di capire quello che viene loro detto. Perfino Tastumi annuisce gongolante ad ogni sillaba che esce dalle labbra della sua padroncina.
Perchè solo io percepisco un'accozzaglia di parole senza senso?!
Bla bla bla...
Bla bla bla...”
Bla bla bla...
“Adesso basta!Chiudi quella maledetta ciabatta!-urlo, prendendomi la testa fra le mani- Mi stai facendo scoppiare la testa!”
Il silenzio cade di colpo nella sala.
Anzi, un suono c'è: è la risata argentina di Chen.
Alzo lo sguardo con titubanza e oltre alle facce scioccate e rassegnate di Mu e Aldebaran e a quella divertita di Milo, vedo numerosi occhiatacce.
E dire occhiatacce è un eufemismo.
Atena sembra che da un momento all'altro possa iniziare a lanciare fiamme dalle orecchie e sbuffare fumo dal naso.
“L-l'oracolo parlava nella mia testa” balbetto come scusa, mentre arrossisco fino alla punta dei capelli.
Antipatica!Non si fa la spia!
Mi punzecchia di nuovo Chen.
Ahahahahahah!Guarda la faccia di quella mummia col lifting!Adesso le parte un embolo!!
Mi schiarisco la voce imbarazzata e inizio a parlare “Purtroppo il giovane oracolo non può parlare con Voi, per via delle restrizioni dettate dalla sua posizione- Visto, Miki?Non è così difficile: stai mettendo insieme un discorso coerente, ora per favore smettila di far tremare la voce- Tuttavia ci tiene a farvi sapere che è molto lieto di essere qui.”
NO!Che diavolo dici?Non ti ho mai detto di dire una cosa del genere!! Si lamenta il piccoletto.
Ed ora gliela faccio pagare per tutti i tiri mancini che mi ha tirato in questi giorni.
Inoltre vuole farvi sapere quanto sia contento di conoscervi. Non aspettava altro.” continuo, lanciando un'occhiata divertita a Chen che mi sta fulminando con lo sguardo.
Atena e i gold, invece, sorridono soddisfatti.
Ti odio! Sibila il ragazzino nella mia testa.
Al che il mio sorriso si allarga ancora di più.
“Il Tonante ci ha inviato qui per aiutarvi in questa guerra.” continuo imperterrita.
“Sbaglio o il motivo per cui te ne eri andata era per non partecipare?” interviene Shura, puntandomi addosso i suoi profondi occhi neri.
Di certo è un osso duro, quindi userò la sacra tecnica insegnatami dal mio maestro da utilizzare solo in situazioni spinose di questo genere: lo ignorerò.
“So che il mio comportamento non è stato dei migliori, ma intendo davvero prendere parte a questa guerra e svolgere il mio ruolo di alleata.”
“E i tuoi compagni non si uniranno a te?” chiede diffidente Atena.
Scuoto la testa debolmente.
Ci mancherebbe che io metta in pericolo anche loro dopo quello che è capitato a Takis per colpa mia...
Sulle labbra della Kido si dipinge un sorriso mefistofelico.
“Ti accorderò questo permesso se tu ti comporterai come una qualsiasi altra guerriera del Santuario.- spiega ghignando- Sarai alle mie dirette dipendenze e a quelle dei gold...”
La bocca mi si apre per lo stupore. Dopo aver assaporato la più totale libertà, questo balzo indietro nel passato mi colpisce più forte di uno schiaffo.
Che bruttissima...
Chen!” sibilo per bloccare ogni sua parola.
Poi prendo una bella boccata d'aria e mi focalizzo sul mio obiettivo.
Zeus è stato chiaro. Risveglierà Takis solo se mi comporterò come si deve in questa guerra.
Ok.” mormoro rassegnata.
Ma non è giusto. Piagnucola il piccolo oracolo nella mia testa. Odio gli dei, si credono i padroni del mondo...
Ho detto che va bene.” ribadisco, guardando insistentemente il ragazzino, che sbuffa contrariato.

“Le manderò una lettera.” Sbotta Chen, pestando il piccolo pugno sul legno pregiato del salottino in cui ci hanno confinato mentre la dea e i gold discutono privatamente di questioni top secret.
Sospiro stancamente, cercando di ignorare il mio stomaco che brontola.
“Le scriverò che tu sei alle mie dirette dipendenze e che quindi lei non può farti regredire alla condizione di zerbino in cui eri prima.- continua imperterrito l'oracolo, ignorando le mie occhiate- E le scriverò che la odio, che ha un taglio di capelli orribile e che è acida e antipatica!”
Faccio roteare gli occhi e sto per l'appunto cercando di convincerlo a non fare nulla del genere quando la porta si spalanca rumorosamente.
“Ancora qualche secondo là dentro e sarei andato fuori di matto!” sbotta Death Mask sedendosi rumorosamente e in modo scomposto sul divanetto in stile liberty.
Mentre mi raddrizzo, staccando la schiena dalla parete su cui ero appoggiata, riesco a notare Camus sbuffare scocciato e anche il commento a mezza voce del cavaliere dei Pesci.
“Cavernicolo.” sibila con la sua bella voce cristallina.
Con un balzo aggraziato Chen scende dalla sedia e si para davanti ai dodici cavalieri, che fanno un lieve inchino “Era ora che arrivaste!Sono stufo di stare chiuso qua dentro e ho fame!”
Il gold della quarta casa mi lancia un'occhiata “Non dovresti mettergli la museruola?”
“Death!” esclamano in coro gli altri.
Lanciandogli un'ultima occhiata ammonitrice e sinistra (cosa che mi fa dubitare della completa scomparsa di Arles...prendi nota:parlare a Kim dei problemi di personalità del suo trottolino amoroso dududadada...) Saga decide di informarci delle decisioni prese alle nostre spalle.
“Atena ha deciso che l'oracolo avrà una sua stanza qui alla Tredicesima, mentre tu Michelle sarai data in custodia ad uno di noi gold e...”
Senza neanche dargli il tempo di finire di parlare Aldebaran mi si avvicina e mi da un poderosa pacca sulla spalla, cosa che mi fa schizzare i polmoni fuori sede.
“Vedrai che ti troverai benissimo giù alla Seconda!” esclama con la sua voce possente.
“Certo...” confermo con un filo di voce, ancora provata dalla sua dimostrazione d'affetto.
Per quanto io voglia bene ad Aldebaran non mi pare proprio un buon inizio: se andiamo avanti così diventerò un mucchietto di ossa rotte a breve.
“No!- si lamenta invece il piccolo oracolo- Io qua non ci sto!Mica voglio starmene rinchiuso qua dentro. Non voglio, non voglio, non voglio...”
Questi capricci sembrano dover andare avanti per un sacco di tempo.
Milo si è già portato le mani alle orecchie in posizione strategica per salvarsi i timpani.
“Ok, troveremo una soluzione, lasciaci solo...” tenta di calmarlo Aioros agitando le mani.
“...non voglio, non voglio, non voglio...” continua imperterrito Chen con la sua vocetta acuta.
Credo che seguirò l'esempio del cavaliere di Scorpio...
“Troveremo una soluzione che possa accontentarti...” riprova Aioria, fallendo miseramente come il fratello.
“...non voglio, non voglio, non voglio...” cantilena il bambino senza l'ombra di un cedimento.
Devo assolutamente trovare un modo per farlo smettere.
Lo sguardo di Death Mask sta diventando decisamente omicida!
Lancio un'occhiata sommaria ai presenti e quando incrocio gli occhi verdi e preoccupati di Mu nella mia mente balena un'idea geniale.
“Ho un'idea!” esclamo tronfia.
“...non voglio, non voglio, non vog-”
Con un gesto secco poso una mano su quella ciabatta che si ritrova al posto della bocca: accidenti, è la seconda volta che lo faccio oggi. Dovrò lavarmela con la candeggina, poi...
“Chen non vuole essere messo sotto chiave, eppure deve essere comunque tenuto sotto controllo...”
Di fronte alla mia logica schiacciante e ovvia i gold annuiscono svogliatamente.
“...quindi potrebbe semplicemente venire a stare con uno di voi!”
E a questo punto le espressioni schifate sulla faccia dei cavalieri si sprecano.
“Quello in casa mia potrebbe entrarci solo come decorazione per il mio atrio” ringhia Death Mask.
“Piuttosto di badare a un moccioso emigro in Argentina.” convengono in coro Camus, Milo e Shura.
Shaka non parla...ma...insomma ce lo vedete ad avere a che fare con un bambino?
Aphrodite sta per aprire bocca, scandalizzato, quando io faccio un gesto con la mano libera per bloccarlo.
“In realtà avevo pensato a Mu.- spiego, provocando numerosi sospiri di sollievo tranne che per il povero interpellato- Ti occupi già di Kiki, no?Secondo me all'oracolo non farebbe male interagire con dei coetanei. E poi così puoi allenarlo!”
La mia idea mi pare assolutamente geniale.
“Perchè vuoi che io gli faccia da maestro?E' un oracolo.” il tono del cavaliere dell'Ariete è estremamente perplesso, e non posso biasimarlo.
Chen sorride dopo essersi liberato della mia stretta, e sulle guance gli compaiono due graziose fossette “Te lo mostro, se vuoi.”
Sto per dire al ragazzino di non mettere in mostra le sue doti quando mi sento sollevare da terra.
Non solo io, in realtà.
Tutti i gold ancora presenti nella stanza si ritrovano a fluttuare nell'aria, tutti piuttosto stupiti.
Sento le imprecazioni decisamente irripetibili di Death Mask.
“Incredibile.” mormora Mu, schiudendo appena le sue labbra a bocciolo.
Io sospiro, ormai ho gli occhi chiusi, e fingo di trovarmi a terra.
“Non è niente!- sghignazza lui- In realtà so fare molto altro...”
“Non metterti in mostra, Chen.” lo ammonisco, con il tono di una madre acida.
E finalmente torno per terra.
Di sedere.
E i cavalieri che invece sono atterrati perfettamente in piedi mi guardano come se fossi un fenomeno da baraccone.
“Quindi è tutto sistemato?”
Mu e gli altri annuiscono in risposta e io tiro un sospiro di sollievo.
Una guerra in corso, un amico da aiutare, un oracolo capriccioso e la convivenza forzata con i gold.
Certo che la mia vita quando decide di prendere una piega diversa non conosce mezze misure, eh?
Voglio proprio vedere cosa capiterà adesso...


Udite udite, popoli tutti: JoJo ha aggiornato!!
Squillino le trombe, cantino i cori di cherubini, indossino le genti di ogni dove l'abito più bello ed escano a festeggiare!
...
Fi-nal-men-te!Lasciatemelo dire. E pensare che avevo in mente di pubblicare questo capitolo la settimana dopo alla pubblicazione del precedente, guardate un po' quanto tempo è passato, invece!
Invece sono rimasta in altre faccende affaccendata per un bel po' e quindi ho continuato a rimandare. Ed ora eccolo qui il famigerato nuovo capitolo: ovviamente non avevo intenzione fin dall'inizio di eliminare Takis, era solo un mio stupidissimo tentativo di creare pathos e
suspance!
Comunque...per farmi perdonare questo immenso ritardo (sbaglio o è passata almeno un'era geologica?Mica eravamo alla glaciazione?Ora se guardo fuori dalla finestra c'è il sole e un piacevole caldino!) ho fatto un capitolo un po' lunghetto. Spero che sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima (sperando che arrivi presto), baci
JoJo

Gufo_TaveAmmetto di aver volutamente ignorato i fatti dell'Episode G. Avendone letto solo qualcosina qua e la ho preferito evitare di menzionarlo per evitare stravolgimenti o cose simili. Spero di riuscire a cavare qualcosa di buono dalle Titanidi per questa storia...Alla prossima!

Megarah_witch : Eh già, la sfortuna di Michelle non va mai in vacanza, soprattutto se da quelle parti si aggira Shaka. E non so se Mu mangia caramelle gommose, ma con questi tempi di crisi, mica penserai che lo potrei pagare con soldi veri, vero? =) Al prossimo capitolo!

Snow Fox : Visto che Takis sta bene?(più o meno...-_- ) ...e terrò ben in conto le tue minacce la prossima volta che voglio sfogare le mie tensioni da scrittrice ammazzando un personaggio...eh eh eh...Grazie mille per i complimenti!Alla prossima!

whitesary : eh sì una bella sbronzetta gliela dovevo far fare...dopo tutto quello che le ho fatto passare mi mancava solo quello!Poveretta, a volte quasi quasi mi dispiace. Quasi. Molto quasi!eh eh eh. Al prossimo capitolo!

anzy : Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! I capitoli solo tragici non fanno per me quindi sono contetna che lo smorzamento comico della prima parte abbia funzionato! Michelle dovrà resistere ancora un bel pò senza Takis, però grazie a lui sta iniziando un pò a tirare fuori le unghiette!Grazie per i complimenti e alla prossima!

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Capitolo 18
*** Doppio gioco ***


Doppio gioco

Sospiro soddisfatta.
Tutti gli sforzi fatti oggi, i capricci petulanti di Chen, le richieste assurde della Kido, le occhiatacce dei cavalieri...tutto questo porta direttamente a questo unico, semplice, divino momento di appagamento.
Lo so.
Posso sembrare un tantino superficiale: con tutti i casini che succedono là fuori io sto solo a pensare a me, ma non mi importa assolutamente.
Probabilmente i miei occhi devono aver assunto la forma di un cuoricino, come succede sempre nei cartoni animati, mentre rimiro con occhi sognanti la mia opera.
Il sandwich al formaggio più grande e calorico che sia mai stato creato su questa terra è fra le mie mani!
Devo dire che il soggiorno alla Seconda non sarà niente male: dovreste vedere che cucina si ritrova Aldebaran, roba da professionisti! E il frigo e la dispensa sono sempre straripanti, cosa da non sottovalutare.
Sento nettamente il mio colesterolo applaudire soddisfatto e poi fare una bella ola quando, finalmente, avvicino il panino alle labbra e do un bel morso.
“Micheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeelle!!”
Per quanto è improvvisa e indesiderata, l'intrusione di questa voce squillante mi fa andare di traverso il boccone.
Chiudere sempre la porta della cucina a chiave ad ore pasto, annoto mentalmente.
Mi alzo in piedi di scatto, in preda a una vera e propria crisi respiratoria, e tossisco a più non posso per riprendere possesso di tutte le mie facoltà.
Cosa tutt'altro che facile, per giunta.
L'ospite indesiderato batte ripetutamente il piede per terra “Quando hai finito con questa pantomima dovrei parlarti!”
“Stavo soffocando, Victoria!” sbotto risentita, non appena torno in grado di parlare.
La bionda si limita a sbuffare sonoramente e fa cadere l'argomento con un raffinato gesto della mano “Aldebaran è in casa?”
“E' di là che prepara la mia stanza.- borbotto- Credo che la stia ricavando da un ripostiglio per le scope.”
“Non credo ci sia mai stato uno sgabuzzino per le scope, qua dentro...” riflette ad alta voce.
E lei come fa a saperlo?
“...Comunque- continua con tono gioviale- ho una cosa importantissima da dirti.”
Con un movimento veloce si toglie la maschera e la lancia senza attenzione sul tavolo.
“Che cosa stai facendo?!- sbraito allarmata- E se arrivasse qualcuno?E se Al torna di qua e ti vedesse in faccia?E se...”
Vic mi posa le mani sulle spalle “Datti una calmata, Miki. Non arriverà nessuno. E poi non posso dirti una cosa come questa senza che tu possa guardarmi in faccia!”
La calmata non me la riesco a dare per niente, però mi incuriosisce il tono della ragazza.
Cosa potrebbe mai dirmi di così importante?
Analizzo con fare indagatore il bel volto di Victoria.
I suoi occhi azzurri sembrano ancora più belli del solito: allungati e stranamente lucenti.
Devo ammettere che non li avevo mai visti così illuminati e trasognati.
Nemmeno durante uno dei suoi innumerevoli periodi di innamoramento.
Che sia questa la volta buona?
“Ok, sputa il rospo.” le intimo mentre mi siedo di fronte a lei.
Vic sbatte più volte le sue insolitamente lunghe e curve ciglia nere “Sono innamorata.” sussurra.
Io faccio roteare gli occhi: non è la prima volta che sento una cosa del genere.
“E?” faccio roteare la mano per incitarla a parlare.
“E lui mi ricambia. Michelle, questo è quello giusto, ne sono certa.”
Non so cos'è a stupirmi di più, o la notizia in sé o il fatto che mentre lo dice mi costringe ad alzarmi e a saltellare in giro per la stanza.
Mi sento una completa deficiente ma non avete idea di quanto può essere utile.
Scarica i nervi, fa passare di mente il fatto di essere la galoppina della Kido e ti fa sentire spensierata come una bambina di dieci anni.
Dopo cinque minuti buoni di questa danza primordiale mi lascio cadere per terra e lei fa lo stesso.
“Ok, sei felice, ho capito- sospiro cercando di calmare il mio respiro leggermente affannato- E lui chi è?Lo conosco?”
Victoria sorride raggiante e annuisce “E' Aldebaran del Toro” trilla entusiasta.
Io spalanco gli occhi, la bocca, lascio cadere le braccia, sbatto le palpebre, cerco di respirare e formulare una frase, ma dopo una notizia del genere mi risulta pressoché impossibile.
Cioè Victoria di Lucertola, la mia amica, Miss Fashion del Santuario da quando aveva tredici anni, insomma lei!, sta insieme ad Aldebaran del Toro, che nulla togliendo al suo carattere amabile, è uno dei saint più grezzi in circolazione?
C'è una candid camera qui da qualche parte?
Lei deve leggere la mia perplessità dalla mia espressione e allora inizia a spiegare.
“Ci siamo conosciuti quando tu avevi deciso di fare l'eremita, sai subito dopo che Takis è...”
“Vai avanti.” le intimo, cercando di cancellare le sue ultime parole. Non posso rovinarle questo momento con i miei piagnistei.
Vic annuisce “Sai veniva tutti i giorni a casa nostra per chiedere di te, ed era così gentile che mi ha fatto una tenerezza incredibile, così l'ho invitato a restare a pranzo.”
Io spalanco la bocca “Tu l'hai invitato?” chiedo scioccata.
Mai, Vic non aveva MAI fatto una cosa del genere. Una persona civettuola come lei non desidera altro che strappare appuntamenti, non fare il contrario!
Lei mi sorride radiosa “Da non credere vero?E pensa che gli ho preparato una frittata e lui l'ha mangiata tutta anche se era carbonizzata!”
“Tu hai cucinato?” praticamente strillo, ma sono a dir poco confusa.
Sono questi i famigerati poteri dell'amore?
Dei dell'Olimpo, Victoria, Miss Nontiazzardareachiedermidifarequalcosaincasa ha cucinato!
Ok.
Ora ritorno a cercare la Candid.
Deve essere uno scherzo che ha architettato insieme a Pierre per farmi andare completamente fuori di matto.
Mentre sono qua per terra in stato di shock nella stanza entra Al in persona.
Gliel'hai detto?” esordisce con voce gioviale
Victoria non fa una piega anche se è senza maschera, annuisce e si getta fra le sue braccia e si danno un bacio.
E non un bacio qualunque.
Un bacio con la B maiuscola!
D'ora in poi non mi stupirò più di niente.
Ecco!

Restare in imbarazzo con il cavaliere del Toro è impossibile.
Lo ammetto, però, ci ho messo tutto il pomeriggio ad abituarmi all'idea di loro due insieme.
Ma vederli parlare, ridere e scherzare mi ha convinta abbastanza.
“Ecco la tua stanza.” annuncia Aldebaran aprendo con cautela un porta di legno che cigola tremendamente.
Entro prima di lui nella stanza più piccola in cui sia mai stata.
Mi domando come faccia a starci il letto.
“Uhm...sì, ecco, è un po' piccola e spartana ma...” borbotta imbarazzato, mentre si passa una mano dietro la nuca.
“E' perfetta- lo rassicuro- C'è un letto e un comodino: cosa dovrei desiderare di più?”
Il gold sembra leggermente sollevato, anche se probabilmente sa che sto solo cercando di rincuorarlo.
Lancio ancora un'occhiata alla stanza. Il letto altro non è che un materasso buttato su una rete di ferro battuto. Il comodino sembra sia stato riesumato da poco e l'armadio a muro pare proprio uno di quegli antri da cui i bambini temono possa sbucare l'uomo nero.
“C'è una bella vista” aggiungo sorridendo, additando la finestra.
E questo è vero.
“Già. L'unica cosa bella che ti posso offrire- si lamenta- Queste stanze non sono fatte per gli ospiti.”
Scrollo le spalle con noncuranza.
Spero di non dover rimanerci per molto.
Più resto, più Takis rimane sospeso...
“Victoria ti piace davvero?” gli domando di punto in bianco, cambiando drasticamente argomento.
La reazione che provocano queste tre semplici parole mi stupisce.
Al arrossisce, poi impallidisce, infine si irrigidisce e inizia a sudare.
“Sì, b-beh, ecco...io....” i suoi balbettii sono sconnessi e scemano fino a diventare un delicato brusio di sottofondo.
Allargo le gambe in una posa combattiva e gli punto l'indice dritto sull'ampio petto “Sappi, Aldebaran gold saint del Toro- inizio con tono serio e determinato, cercando di non stupirmi troppo che ad ogni colpo del mio dito questo enorme ragazzo fa dei passi intimoriti all'indietro- che Victoria è la mia migliore amica da quando avevamo sette anni. Non l'ho mai vista così innamorata e se solo avrai la malaugurata idea di farla soffrire non ci sarà alcun luogo in cui potrai nasconderti dalla mia furia vendicativa!”
Quando sbatte rumorosamente la schiena contro il muro del corridoio, Aldebaran raddrizza le spalle e la sua espressione si fa determinata.
“Io amo Vicky.- dichiara con tono solenne- E sono sicuro che questa cosa non cambierà mai.”
I suoi occhi color cioccolato sono così seri che faccio fatica a trattenere le risate. Riesco però a camuffarle con un sorriso addolcito.
“Siamo quasi cognati allora.”
E a queste parole è lui che inizia a ridere, facendo rimbombare la sua risata sguaiata per tutte le stanze della Seconda Casa.

Apro gli occhi a fatica e ci metto qualche secondo di troppo per rendermi conto di dove mi trovo.
La spartana stanza in cui mi ha sistemato Aldebaran è illuminata dalla sola luce della luna, che filtra dalle assi sbilenche delle griglie alla finestra.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e poi qualcosa di fianco alla porta dell'armadio attira il mio sguardo.
Ma non è qualcosa.
È qualcuno.
Sgrano gli occhi mentre riconosco quelle iridi cerulee che mi fissano supplicanti.
Le belle labbra sottili di Takis si muovono veloci ma non riesco a cogliere alcun suono.
Vorrei parlare ma anche la mia voce non esce.
E poi mi alzo di scatto e mi ritrovo seduta sul letto.
Il sudore freddo mi impregna il viso, i capelli e il pigiama.
La stanza è uguale a quella che ho visto qualche secondo fa, per tutto, tranne un piccolo e decisivo particolare.
Sono sola.
“Un sogno. Era solo un sogno.” mi sussurro, mentre il battito accelerato mi dà la spiacevole sensazione di avere il cuore in gola.
Un sogno?
Un incubo...
Il mio respiro non riesce assolutamente a ritornare regolare e non appena riprendo un minimo controllo delle mie facoltà fisiche mi alzo e con passo tremante esco dalla stanza.
Cerco di fare il minor rumore possibile mentre passeggio per la Seconda Casa, deserta.
Il russare profondo e ritmato di Al, tuttavia, mi fa capire che di certo non si cura di me, in questo momento.
Il senso d'ansia non mi abbandona, nemmeno quando metto piede all'aperto e la brezza notturna mi solletica il viso, le braccia e le gambe, lasciate scoperte dal pigiama estivo.
Con il passo barcollante di uno zombie mi dirigo verso la Prima Casa e supero pure questa senza troppa fatica.
Pochi minuti dopo sono sola nelle vicinanze delle arene dove si svolgono gli addestramenti minori.
Ma che diavolo ci sono venuta a fare qui?
Questo posto l'ho sempre odiato!
Trascino i piedi fino ad una delle vasche piene d'acqua e lascio scorrere la mano sotto il getto gelido e continuo.
Senza pensarci troppo metto la testa sott'acqua, con l'intento di bagnare solo la faccia ma riuscendo irrimediabilmente a schizzare capelli, braccia, pigiama e quant'altro...
“Michelle?”
Mi volto di scatto al sentire chiamare il mio nome e mi ritrovo davanti un assonnato Mu.
“Mi dispiace. Ti ho svegliato mentre sono passato dalla Prima?Non volevo...”
Il gold fa un gesto con la mano “Come mai sei sveglia?”
“Non riuscivo a dormire...” dico, con una scrollata di spalle.
Lui ricaccia dietro uno sbadiglio e si passa una mano fra i capelli, leggermente arruffati.
Mi viene da sorridere: fa un sacco di tenerezza così.
“C'è qualche problema?” domanda premuroso.
Io mi aggrappo con forza al bordo della vasca.
“Niente, a parte il fatto che Aldebaran russa come un trombone.” scherzo, accennando a una risatina.
Ma Mu è un osservatore troppo attento...anche se ha gli occhi assonnati e sta per crollare addormentato qui per terra.
“Se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene.” si propone volenteroso, mentre si siede su un gradino a qualche passo di distanza.
“Non è niente. È tutta questa situazione così strana...” minimizzo, sedendomi accanto a lui.
“E a te con Chen come va?” chiedo, per pura gentilezza verso il gold.
Sinceramente ne ho fin sopra ai capelli di quel mostriciattolo divinatorio!
Mu si lascia sfuggire uno sbadiglio soffocato “E' molto dotato come telecineta, ma è impertinente, capriccioso, sbruffone e arrogante. E lui e Kiki si odiano.”
Povero Mu.
Mi sento un po' in colpa per averlo trascinato in questa situazione!
“Devi capirlo. Non è abituato alla vita normale. Chen era in una gabbia d'oro, ma pur sempre una gabbia.”
Lui annuisce serio.
“Vuol dire che te lo riprenderesti almeno per un po'?” tenta fiducioso.
“No!” mi lascio scappare immediatamente.
Ok, lo compatisco, è un buon amico e tutto il resto...
...ma il marmocchio ormai se lo deve gestire lui, eh!
E che sono matta a riprendermelo? Ho già i miei problemi per conto mio.

“Ti prego Michelle, apri questa porta!” urla per l'ennesima volta Al, battendo con forza il pungo sul legno.
Io sospiro.
Mi dispiace proprio fargli questo, ma l'amicizia ha le sue priorità.
“Ho quasi finito!” grido in risposta, mentendo spudoratamente.
Sento il cavaliere dall'altra parte dell'uscio sbuffare sonoramente “Questo l'hai detto anche mezz'ora fa!”
Scrollo le spalle, ritornando a ignorarlo come ho fatto fin'ora, e mi rimetto con tranquillità a leggere il giornale.
Per la quarta volta.
Victoria è stata chiara: devo stare almeno un'ora e mezza in bagno per fare capire ad Aldebaran che i suoi tempi di preparazione sono assolutamente normali per qualsiasi ragazza di questo mondo.
Sarà...
Fatto sta che io sono pronta da un sacco di tempo.
Mi sono lavata, vestita, profumata e avrei potuto ripetere questo processo almeno una quindicina di volte!
“Che strazio...” mi lamento affacciandomi alla finestra.
Dopo aver convinto Mu che potevo gestire da sola una notte in bianco (anche perchè credo che lui non sarebbe riuscito a restare sveglio un minuto di più!...fare da maestro a due ragazzini deve essere allucinante!) sono tornata alla Seconda.
Ho fatto zapping per una buona ora alla ricerca di programmi soporiferi che potessero farmi addormentare sul divano, ma l'unico risultato è che ora so i nomi storpiati di una buona parte dei familiari dell'ultimo faraone ritrovato negli scavi in Egitto.
Alla fine ho passato la notte a rivoluzionare la casa di Al: ora c'è un ordine immacolato.
In cucina ho addirittura sistemato le scodelle in ordine di grandezza sugli scaffali!
...poteva almeno dirmi grazie, stamattina, quando ha visto la mia opera, però!
Fuori dalla finestra l'aria è frizzante e gli uccellini cinguettano felici.
Ma chi l'ha detto che devo restare chiusa qui dentro?
Basta che Aldebaran lo creda, poi io posso fare tutto quello che voglio!
Mi affaccio ancora di più, per calcolare l'altezza che devo saltare per evadere: fortunatamente non sarà nemmeno un metro, ma già così a me vengono le vertigini!
Salgo in piedi sul davanzale “Non guardare giù, non guardare giù, non guardare giù.” mi ripeto come un mantra.
Dopo aver raccolto sufficiente coraggio spicco un salto, ma irrimediabilmente atterro di faccia, riuscendo a sporcarmi la maglietta bianca.
“Perfetto!” borbotto mentre mi alzo e cerco di scrollarmi di dosso la polvere.
Un po' mi dispiace per Aldebaran, che è ancora lì a bussare alla porta del bagno senza sapere che io me la sono svignata.
Ma è pur sempre ora di colazione!
Cammino lungo il sentiero secondario che mi porta alle residenze dei silver con un passo degno della vispa Teresa, ma in realtà sono un po' preoccupata.
Insomma: sono diventata (di nuovo!) la galoppina della Kido, Shaka sembra un tantino arrabbiato con me (di nuovo!)e non so assolutamente quali siano i piani dei gold per affrontare le Titanidi.
Più che altro mi domando quale possa essere il mio ruolo nei loro piani...Febe ha distrutto le mie tele in due secondi netti e senza il minimo sforzo...
“Buongiorno Michelle!” trilla una voce alle mie spalle, strappandomi dai miei pensieri.
In meno di un secondo Aioros è al mio fianco e mi rivolge un sorriso solare.
“Aioros.- lo saluto con un cenno del capo- Che ci fai da queste parti?”
Il gold scrolla le spalle “Una passeggiata. Tu non dovresti essere con Aldebaran?”
“E' impegnato, al momento,- mi affretto a dire- per cui vado a visitare Kim e Victoria.”
“Che coincidenza!- trilla mentre gli si allarga un sorriso ancora più radioso sul viso- Devo andare anche io da quella parte!”
Lo guardo sospettosa per qualche secondo ma la sua espressione non tradisce niente, così mi decido a riprendere a camminare.
Aiorios punta il naso in aria e inizia a fischiettare tranquillo.
Tranquillissimo.
Molto tranquillo.
Troppo tranquillo!
“Mi stai seguendo!” esclamo fermandomi di scatto.
Il gold sgrana i suoi grandi occhi espressivi “Sì, te lo già detto- tenta di giustificarsi- Andiamo dalla stessa parte e allora io...”
“No, no, no, no, no.- lo interrompo scuotendo la testa con energia- Tu mi stai pedinando, tallonando, braccando, inseguendo, mi stai alle calcagna...”
Lui si porta alle mani alle orecchie “Ok, ok!Hai passato il concetto e ho capito che hai un dizionario dei sinonimi e contrari!”
Assottiglio lo sguardo e mi metto le mani sui fianchi “L'ultima volta che mi hai fatto una cosa del genere ho fatto una figura orrenda davanti ad Atena e ai gold!” sibilo.
Aiorios sostiene il mio sguardo tranquillamente e, visto che non sembra intenzionato ad ammettere niente, inizio a battere il piede al suolo come per fargli capire che potrei stare qui a vita.
D'altronde, io nemmeno invecchio, quindi tutti gli svantaggi li avrebbe lui.
Quando sospira e le le sue spalle si incurvano, sorrido soddisfatta.
“Diciamo che Atena non è una tua grande fan, e ti avverto che ho usato un eufemismo,- spiega roteando gli occhi- quindi ha deciso che devi essere sempre tenuta sotto controllo dato che non riesce a capire dove ti trovi dato che non percepisce il tuo cosmo.”
“Oh.” è tutto quello che riesco a commentare.
“Già: oh.- sospira rassegnato lui- è piuttosto noioso non trovi?”
“Noioso?” rispondo innervosita, tornando sui miei passi e dirigendomi di nuovo verso la Seconda.
Aioros mi corre dietro “Andiamo, Miki. Non è mica la fine del mondo.”
“Oh, no, certo. Cosa vuoi che sia non avere la libertà di andarsi a prendere un caffè con le amiche senza avere alle costole un cane da guardia?” sbotto in risposta.
“Michelle...” mi chiama di nuovo il cavaliere del Sagittario, ma io sono troppo arrabbiata per ascoltarlo.
Scalare una montagna di ottomila metri?Ok.
Fare da babysitter ad un oracolo petulante?Si può fare.
Tornare al servizio di una dea snob che non sembra avere la minima voglia di aiutarmi?Va bene.
Ma dover chiedere il permesso di respirare a lei non mi pare proprio il caso. Sto cominciando a capire l'avversione di Mintha per questo posto. Qui le cose non le chiedono: le prendono senza chiedere nemmeno per favore, e tanti saluti!
Entro nella Seconda con il passo aggraziato di uno gnu sovrappeso.
“Ma tu non eri in bagno?” domanda Al, raggiungendomi in cucina e guardandomi con sguardo interrogativo.
Io non rispondo, ma trascino rumorosamente una sedia in un angolo e mi ci siedo incrociando le braccia e mostrando il broncio.
Il cavaliere del Toro si volta verso ad Aioros “Ma che le prende?”
“Diciamo che ha scoperto la faccenda delle...uhm...guardie del corpo.” risponde imbarazzato.
Aldebaran sbuffa “Sapevo che si sarebbe arrabbiata.” dice, parlando di me come se non fossi presente.
“Non sono arrabbiata. Continuate pure a fare i tiranni malfidati come se nulla fosse.” sbotto, girando di scatto la faccia verso la parete.
“Andiamo Miki!Non farne un dramma è solo una forma di precauzione in caso se...”
Non lascio nemmeno il tempo ad Al di finire la frase, che mi volto verso di lui lanciandogli un'occhiata perforante.
Aioros agita i palmi verso di me “Ok, ok. Non te la prendere. Chiederò udienza ad Atena e la convincerò a darti più fiducia.”
Lo guardo sospettosa, aggrottando la fronte “Davvero?”
Il gold annuisce, strizzandomi l'occhio “Parola d'onore.”
“Grazie mille, Aioros!” trillo felice, completamente dimentica delle mie preoccupazioni.
Strofino le mani e cambio drasticamente argomento, almeno fin quando Atena non prederà la sua decisione, è inutile preoccuparsi, no?
“Allora: chi vuol fare colazione?”

L'idea di una colazione cucinata da me ha fatto scappare immediatamente sia Aioros che Aldebaran.
E questi sarebbero i cavalieri d'oro, la schiera più forte e coraggiosa in difesa della Terra?
Non me la sono presa, però. In effetti, dopo il mio “piccolo” spuntino di ieri e la cena con Al e Vic, nel frigorifero della Seconda è rimasto ben poco.
Giusto due uova per una frittata!
“Uh, immagino che ora la dovrei girare...” mormoro, mentre osservo la poltiglia giallognola nella padella.
Uhm...direi che non hanno avuto tutti i torti i due gold a svignarsela così!
Penso per qualche secondo come fare a girare la mia frittata sghemba e poi decido di farla saltare.
In fondo, non deve essere poi così difficile: Kim lo faceva sempre.
Impugno il manico della padella con entrambe le mani e mi allontano di qualche passo dai fornelli.
Ok, un bel respiro e ci provo.
“Uno...Due...e Tre!”
Seguo con lo sguardo la frittata che sale velocemente decisamente troppo vicino al soffitto.
Corro impacciata con la pentola in mano, nel vano tentativo di riprenderla al volo, ma quella arresta la sua caduta molto prima di arrivare a me.
“Oh, maledizione!” sibilo, mentre guardo quell'infingarda girare bellamente sopra la mia testa, comodamente appoggiata ad una pala del ventilatore a muro.
Sto muovendo qualche passo verso l'interruttore quando Death Mask fa la sua entrata nella cucina, con la faccia decisamente scocciata.
Perfetto: proprio lui dovevano mandarmi come baby-sitter in attesa della sentenza della dea?
“Senti, mocciosa, io non piaccio a te e tu non piaci a me...” inizia, con quel borbottio baritonale che è la sua parlata.
“Ma tu mi piaci.” ribatto, guardandolo ad occhi sgranati.
Certo, credo che sia uno psicopatico e per anni è stato fra i miei incubi peggiori, per non parlare di quando lo usavo io stessa come spauracchio per i bambini capricciosi, però credo che sia una persona simpatica...preso a piccole dosi e saltuariamente...molto saltuariamente...
Lui, stupito, alza le sue sopracciglia “Oh...Beh, non era questo che volevo dire, quello che stavo dicendo è che oggi sei sotto la mia tutela quindi o mi dici quali sono i tuoi programmi o...”
Splat.
Questo è più o meno il suono della frittata che atterra sulla testa di Death Mask.
O cazzo.
Il gold punta i suoi occhi fiammeggianti su di me.
“Midispiacemidispiacemidispiace...” urlo, agitando le mani impacciata.
Lui non risponde.
Credo che non sia affatto disposto a perdonami.
Anzi, da come vibra in modo violento il suo cosmo, credo che non abbia affatto buone intenzioni.
Prima ancora che lui possa fare qualsiasi cosa io mi giro e inizio a correre.
Se riesco ad arrivare alla Prima abbastanza velocemente, forse Mu riesce a mettermi in salvo dietro al Crystal Wall!
“Non correre!- mi ringhia dietro Death che, accidenti a lui, corre come una lepre- Se ti stanchi non riesco a farti soffrire abbastanza mentre ti ammazzo!”
“O miei dei!” strillo, e quando intravedo un bagliore dorato per le scale che sto scendendo non ci penso due volte e mi getto su quel cavaliere che non riconosco a volo d'angelo.
“Aiutamiaiutamiaiutamiaiutamiaiutami!” lo imploro stringendomi alle sue spalle muscolose.
“Michelle.”
E' più il tono gelido, piuttosto che la voce, a farmi capire che sono in braccio al cavaliere dell'Acquario.
È per questo che sento questo freddo diffuso, allora?
“Camus!- sibila Death Mask- Mettila giù: le stacco la testa e torniamo tutti a casa tranquilli.”
Deglutisco a vuoto e mi aggrappo ancora di più al gold, che è ancora rigido e immobile, come se non mi avesse per niente addosso contro la sua volontà.
“E' frittata quella che hai fra i capelli?” domanda invece il francese con voce inflessibile, senza curarsi del fatto che c'è in gioco la mia vita qui.
Il custode della Quarta Casa emette un suono gutturale che non promette nulla di buono.
Adesso ci ammazza tutti e due, mi ritrovo a pensare.
“Placa la tua ira, Death Mask.- ordina con fermezza una voce calma- E tu, Michelle, scendi da lì.”
“Signorsì.” mi lascio sfuggire mentre abbandono il mio rifugio sicuro, con sommo sollievo di Camus, e mi volto per osservare in faccia Shaka.
“Si può sapere che cos'è successo?” indaga, senza vera curiosità.
Io e Death Mask iniziamo a parlare contemporaneamente.
“Questa cretina senza cervello ha deciso che oggi vuole morire...”
“Non l'ho fatto apposta. È stato un incidente: come potevo prevedere che...”
Il biondo alza una mano affusolata e noi tacciamo immediatamente.
“Siete cavalieri, non bambini delle elementari- ci ammonisce- dobbiamo collaborare e non infastidirci a vicenda.”
Annuisco concorde e faccio una faccia innocente rivolta al mio potenziale assassino, ma lui mi lancia un'occhiata terrificante.
Al che non posso fare altro che sgusciare dietro la schiena di Camus, che alza gli occhi e sospira sconsolato.
“Ok. Facciamo finta che non sia successo niente- esordisce Death con un ghigno- Ti riaccompagno a casa e poi se c'è tempo di porto a vedere da vicino le pareti di casa mia. Molto da vicino.”
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
“No, grazie.” pigolo dal mio nascondiglio.
“Ti dispiacerebbe staccarti dal mio braccio?” domanda con voce monocorde Camus.
Ma io guardo ancora una volta Death e scuoto fortemente la testa. Shaka rimane immobile con il volto contratto in un'espressione stranamente ostile.
“Fammi stare così ancora per quattro, cinque anni...Giusto per essere sicura della mia incolumità.”
Per pura curiosità lancio uno sguardo a Shaka che sembra essere meno zen del solito, con quel sopracciglio alzato e le labbra strette.
“Forse dovresti semplicemente lasciare in pace Camus e tornare alla Seconda.” propone.
Se gli sguardi potessero ammazzare, Death Mask mi avrebbe già sbudellato un centinaio di volte.
Deglutisco a vuoto “Non credo che quello sia più un posto sicuro...”
Credo che ora potrei benissimo girare a mio vantaggio il fatto di dover avere un babysitter!
“E poi- continuo con aria da martire- Atena ha ordinato che ci sia sempre un gold a sorvegliarmi.”
Camus e Shaka si scambiano degli sguardi perplessi mentre sulla faccia di Death Mask si allarga un ghigno.
“Infatti. È il mio compito.”
“Oh, grande Zeus!” mi lascio scappare, rifugiandomi impacciata dietro la schiena del biondo.
“Avrei un'altra idea...” inizia, con tono pensieroso.
“Davvero?” domandiamo speranzosi io e Camus.

Sospiro rumorosamente.
Ok, ora l'ho capito: Shaka non mi odia, mi detesta semplicemente!
Non mi sono mai, MAI, annoiata tanto.
Forse, e dico forse perchè non mi sembra affatto un buon paragone, una noia del genere mi ha colto quando il mio maestro mi ha messa in punizione costringendomi a starmene con un secchio d'acqua in equilibrio sulla testa per un intero pomeriggio dato che mi ero rifiutata di combattere contro Victoria.
Per inciso, il secchio l'ho rovesciato dopo due minuti netti e dato che l'acqua era gelata mi sono presa una tremenda bronchite a starmene lì, immobile e bagnata, per tutto quel tempo.
Alzo lo sguardo e trovo Camus esattamente nella stessa identica posizione in cui l'ho visto qualche minuto fa.
Seduto elegantemente sulla poltrona, le sopracciglia leggermente aggrottate e gli occhi fissi sulle pagine del libro che stringe fra le mani.
Il mercante di Venezia di Shakespeare.
Il tentativo che ho fatto di intavolare una conversazione civile basata su quel tema se ne è andato in malora.
“Ti piacciono le tragedie di Shakespeare?” gli ho chiesto garbata, e lui mi ha risposto “Sì.”
“Personalmente trovo molto interessante il monologo di Shylock al terzo atto. Tu che ne pensi?” ho tentato di nuovo, mantenendo volutamente un tono un po' distaccato come il suo. Al che lui mi ha risposto, dando sfoggio di una spiccata loquacità e notevoli argomentazioni a favore della propria tesi : “Concordo.”
Il fatto che entrambe le volte che gli ho rivolto la parola non abbia nemmeno alzato gli occhi dal libro mi ha fatto capire che forse non era poi così propenso a conversare con me.
“Camus?” tento di nuovo.
Devo assolutamente fare qualcosa altrimenti rischio di crollare addormentata...
Lui sospira scocciato “Che c'è stavolta?”
I suoi occhi, belli ma freddi, si puntano su di me.
“Posso andare in bagno?” domando titubante.
Lui alza gli occhi al soffitto “Non sei una bambina delle elementari, Michelle. Puoi alzarti e fare quello che ti pare. Basta che non te ne vada da questa Casa senza essere scortata da me.”
Sbuffando mi riaffloscio sulla sedia.
Forse dovrei semplicemente starmene qui tranquilla ad aspettare che Aioros ritorni (magari incrociando anche le dita per una risposta positiva della dea!), ma davvero non posso farci niente.
Insomma, non dico che non mi piaccia starmene a trastullarmi sul divano, anzi.
Ma quando mi sento costretta a starmene in un posto senza alcun altra possibilità...beh, inizio a scalpitare!
“Ehi, di casa?C'è nessuno?” la voce di Milo irrompe nella stanza prima ancora che arrivi il gold.
Camus chiude definitivamente il libro con un colpo secco “Pare che oggi ci sia una cospirazione universale ai miei danni.”
Io invece sono scattata in piedi, ben felice di avere la compagnia di un essere vivente socialmente attivo.
“Milo!Che bello vederti!” lo accolgo, con un grande sorriso.
“Hey!Miki è vero che hai rovesciato il contenuto di una padella in testa a Death Mask e che Camus ti ha salvato appena in tempo da un viaggio fuori programma all'Inferno?” domanda con tono gioviale.
Ora io e il cavaliere dell'Acquario abbiamo la stessa identica espressione: labbra serrate, sopracciglio alzato e fronte aggrottata.
“La storia è stata un po' travisata.” commenta Camus.
Io sospiro rassegnata “Benvenuto nel mio mondo!”
Milo scrolla le spalle e si lascia sedere scompostamente sul divano “E allora Shaka ti ha messo in castigo?”
“Non sono in castigo!- borbotto risentita- E poi avere un supervisore dorato al momento è l'unico modo che ho per difendermi dall'ira funesta di Death!”
“Veramente dicevo a Camus.” ribatte il gold di Scorpio con un sorrisetto sulle labbra.E anche sulle labbra del mio irritato ospite si allarga un sorriso. Incredibile!
“In effetti poteva tenersela in custodia lui, se ci tiene tanto alla sua incolumità. Ma conoscendo i precedenti...”
“Una volta per tutte- lo interrompo allargando le braccia- quella del vaso è una leggenda metropolitana!”
Milo fa roteare i suoi occhi blu “Sì, certo, come no.”
“Non siete affatto carini.” sbotto, incrociando le braccia.
Potrebbero almeno fingere di non trovarmi ridicola, no?
Passano un po' di minuti in cui questi due che si dicono cavalieri ma che non conoscono nulla di cavalleria sghignazzano apertamente.
“Sai una cosa, Miki?- domanda di punto in bianco il gold di Scoprio, come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa- Mi devi un allenamento.”
Lo guardo spaesata “Come?”
“L'ultima volta che ci siamo allenati insieme non hai dato sfoggio a tutte le tue qualità: mi devi una dimostrazione pratica, e penso che questo sarebbe un ottimo momento.”
Apro la bocca per ribattere ma Camus è più veloce di me.
“Mi sembra un'ottima idea.- concorda -Portatela via. Subito.”
Che cos'è tutta questa smania di sbattermi fuori da casa sua?
Non è per niente gentile, uffa!
“Ma...” tento di protestare.
Ma il gold mi spinge letteralmente fuori da casa, le mani fredde ben piantate sulla mia schiena , mentre Milo ci segue sghignazzando.
“Sapete dov'è l'uscita” ribadisce, mentre mi sbatte fuori dalle sue stanze private, con un bello spintone sui reni.
E poi sbatte la porta rumorosamente. E potrei giurare di riconoscere il rumore di qualcuno indaffarato a sprangare la porta...
“Stupido mangialumache!” sibilo rivolta all'uscio.
Milo ride del soprannome che ho dato al suo amico e, mettendomi una mano sulla spalla, mi inizia a guidare verso l'uscita e poi giù dalle scale in direzione delle arene.
“Camus non è così male- spiega- è solo che ama la tranquillità.”
Gli rivolgo un sorriso tirato “Anche io, se è per questo, perciò proporrei di tornare indietro e lasciar perdere l'allenamento”
Ma quando tento di svicolare via,la sua stretta sulla mia spalla si fa più forte.
“Miki, Miki...Non avrai paura di combattere con me?” mi stuzzica.
“L'ultima volta che mi sono allenata con te ho rimediato un trauma cranico.” gli faccio notare.
Ma il suo sorriso radioso non si spegne “Che ti è passato in un secondo. E poi ora che sei praticamente indistruttibile non può capitarti niente di male, no?”
Sto per trovare una scusa degna di questo nome per evitare di combattere con lui, quando noto che nell'arena c'è già qualcuno.
Qualcuno di odioso e petulante.
Mi avvicino a Chen pestando i piedi e sbuffando.
“Tu!- sibilo puntando l'indice contro il cinesino- Piccolo primate glabro!Cosa ci fai qui?”
“Michelle, contegno!Stai parlando con un oracolo.” mi rimbecca Milo.
Ma io lo ignoro.
“Ho chiesto a Mu il permesso di venire a vedere il tuo allenamento-spiega con tono innocente- da quello che ho visto sarà un evento spassosissimo!E tu sai quanto adoro vederti mentre ti copri di ridicolo.”
Ok, Michelle. Calma e sangue freddo.
Lui è un marmocchio irritante quanto la sabbia nelle mutande, ma tu sei una persona adulta e posata: puoi tranquillamente affrontare la questione come un qualsiasi essere umano civile e maturo.
“E cosa hai visto di così spassoso?” domando, cercando di tenere l'irritazione sotto controllo.
Tra l'altro, da come sghignazza Milo, credo che abbia preso le parti del moccioso.
“Tu che fai la frana come al solito” risponde, senza battere ciglio.
Io gli lancio un'occhiataccia “Come?”
Chen mi mostra un sorriso a trentadue denti “Sei una frana e lo dimostrerai per l'ennesima volta!”
“Ripetilo se hai il coraggio!” ringhio con voce tenebrosa.
“Frana. Frana. Frana.” ripete, per poi farmi la linguaccia.
Milo mi posa una mano sulla spalla “Miki, è solo un bambino.” mi sussurra all'orecchio.
Stranamente, gli do ascolto.
“Già, hai ragione... - borbotto, giocandomi la carta della persona adulta e razionale- è solo un bambino viziato!”
Chen stringe i suoi occhi neri. Mi sa che ho toccato il tasto giusto.
“E tu una frana di dimensioni epocali!” ribatte con foga.
Scrollo le spalle “Mocciosetto.”
“Imbranata!” sibila, stringendo i pugni e dando avvio a una scaramuccia infantile.
“Rompiscatole!”
“Befana!”
“Sgorbio!”
“Strega!”
“Mostriciattolo!”
Il gold che ha assistito a questo scambio di amorevoli vezzeggiativi fino adesso, facendo saltare continuamente lo sguardo dall'oracolo a me, decide di frapporsi fra noi due.
“Adesso basta!”
“Ha cominciato lui/lei!” sbottiamo all'unisono io e il prototipo in miniatura per l'essere più odioso del mondo.
Milo alza gli occhi al cielo “Atena, ti prego abbi pietà...”
Come richiamato dalle sue preghiere uno sluccichio dorato ci avverte che è in arrivo un altro saint nell'arena, che sta diventando decisamente affollata.
“Oracolo. Milo. Michelle.” saluta Saga accompagnando le sue parole con un gesto del capo.
Ehy, perchè io ultima?
“Atena ha convocato una riunione straordinaria. Vuole discutere con noi di alcune cose di massima importanza.” spiega guardandoci con occhi seri seri.
Milo annuisce “Per quando ci attende?”
“In realtà mancate solo voi.” ribatte il cavaliere di Gemini.
“Allora andiamo!Sono proprio curioso di sapere quali altri inutili giri di parole userà per esprimere un semplice concetto!” sbotta Chen, muovendo qualche passo.
“Tu non puoi venire- dice con tono duro Saga, mentre gli posa una mano sulla spalla per trattenerlo- Atena ha detto che dovranno essere presenti solo i cavalieri d'oro e Michelle.”
L'oracolo mette il broncio e pesta un piede a terra “Ma non è giusto!!”
“Neanche che ci sia gente allergica al cioccolato, ma la vita è ingiusta!” replica Milo con una scrollata di spalle.
“Ah!” esclamo soddisfatta prima di fare una boccaccia al moccioso.
Saga sospira rumorosamente “Michelle, sarà il caso che tu indossi l'armatura. Atena è stufa di vedere le tue bizzarre mise!”
Abbasso lo sguardo per osservare la mia comunissima maglietta bianca e i pantaloncini militari: non mi sembra che ci sia nulla di così male in me...
E poi, ammettiamolo: sentirsi dire che ci si veste in modo bizzarro da una milionaria che veste solo pizzi e merletti è piuttosto snervante!

Avete mai avuto di trovarvi fuori posto?Come un pesce fuor d'acqua?Con l'irrefrenabile desiderio di trovarvi in qualsiasi altro posto nel globo tranne che nel posto in cui effettivamente vi trovate?
Ecco, allora dovreste capire come mi sento in questo momento.
I gold sono praticamente perfetti nelle loro armature dorate e luccicanti, seduti comodamente sulle loro sedie, simmetricamente distribuiti intorno al lungo tavolo antico nella sala in cui la dea, che è seduta a capotavola, ha deciso di tenere questa assemblea di condominio straordinaria.
Io, con i capelli pieni di nodi e l'armatura nera, sono appoggiata contro la parete perchè, e cito testualmente le parole della Kido “Purtroppo in questa sala ci sono solo tredici sedie, non vuoi far ritardare l'inizio della riunione per andare a prenderne una, vero Michelle?”.
Al ha simpaticamente commentato dicendomi che sembro una pecora nera.
Beh, sapete una cosa?
Ho deciso che interverrò a questa stupidissima conferenza della Kido soltanto a grugniti!
“La situazione è grave...”inizia con voce solenne la Kido, che non si dimentica di fare smorfie di dolore per dimostrare quale grande sforzo sia per lei trovarsi qui nonostante la costola incrinata.
Sinceramente la cosa non mi interessa.
Forse Chen non ha tutti i torti a detestarla a pelle...sto perfino rimpiangendo che lui non ci sia...
“Le Titanidi non hanno più provato ad attaccarci.” commenta Aioria, dopo che la dea ha finito di parlare.
Death sbuffa sonoramente “E allora?Dovremmo starcene qui ad aspettare che si ripresentino?Dovremmo agire e coglierle di sorpresa.”
“Non sappiamo nemmeno dove si trovino.” commenta Shura con il suo forte accento spagnolo.
Aphrodite sbatte le lunghe ciglia ricurve “E non c'è nessun modo per noi per scoprirlo?” chiede.
Saori scuote la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Mi lascio scappare un sospiro frustrata.
Certo che ci sarebbe un modo: potrei usare le mie capacità di cavaliere maledetto e scovarle ovunque si trovino.
E ci ho provato, davvero.
Solo che i loro cosmi sono così...fluttuanti...li percepisco per qualche secondo e poi spariscono per ricomparire da un'altra parte.
È davvero frustrante.
E fastidioso.
Per non parlare del mal di testa che mi fa venire.
“Forse dovremmo semplicemente aspettare un nuovo attacco e non rischiare di lasciare sguarnite le difese del Santuario.” è l'opinione di Aldebaran, che conclude con una scrollata di spalle, come se stesse parlando di una partita di calcio e non della probabile distruzione del mondo.
Lascio che un sorriso stiracchiato mi compaia sulle labbra, ma la cosa dura pochi secondi.
Sbarro gli occhi preoccupata per la scossa elettrica che mi attraversa la spina dorsale.
Succede tutto all'improvviso: le parole dei cavalieri e di Atena si sovrappongono, sfumandosi lentamente e diventando solo un leggero ronzio di sottofondo, che mi tappa le orecchie.
E finalmente lo sento: uno di quei cosmi che ho tanto cercato.
Davanti ai miei occhi spalancati non c'è più Atena e nemmeno i suoi dodici gold saint.
Vedo il globo terrestre e un cosmo lucente, luminoso come il sole e altrettanto caldo, tanto da bruciare, mi guida nel punto esatto in cui si trova una delle Titanidi.
Finalmente la sento.
È vicinissima, più di quanto credessi.
Scuoto la testa con forza e la cartina che mi sono immaginata scompare dalla mia testa.
“A Ovest. In Turchia.” bisbiglio senza voce.
Tutti si voltano verso di me, e immancabilmente arrossisco come un peperone.
“Cosa?” mi domanda Saori, alzando un sopracciglio scocciata.
“Teia. Si trova in Turchia.” spiego con titubanza.
Shaka, che se ne era stato in silenzio fino adesso, alza un sopracciglio, perplesso “E tu come fai a saperlo?”
“Beh, perchè lo sento.” borbotto imbarazzatissima per via di tutta l'attenzione che mi prestano.
“Come è possibile?” rincara la dose Doko, fissandomi stupito.
Io scrollo le spalle “E' una capacità dei cavalieri maledetti: in teoria possiamo individuare il cosmo di chiunque sul globo.”
I gold e Saori spalancano gli occhi sorpresi.
“E perchè diavolo non l'hai fatto prima?” sibila il cavaliere della Bilancia.
Io mi appiattisco contro il muro, spaventata da tanta ostilità “La pratica non è così semplice.-spiego- Bisogna mantenere la giusta concentrazione, tenere il controllo delle informazioni nonostante gli sbalzi di potere del cosmo stesso, saper seguire il segnale che viene lanciato e...”
“Perchè non riuscivi a farlo prima?” mi domanda Mu, con più gentilezza.
Mi passo una mano sul braccio e comincio a guardarmi le punte dei piedi “Non è così semplice.-ripeto con un mormorio- Ho ancora molto da imparare...”
“Sei assolutamente certa di quello che hai visto, allora?” mi chiede Atena.
Annuisco con convinzione “Teia è in Turchia: saprei riconoscere il luogo in cui si trova.”
“Ed è sola?” continua la da dea.
Annuisco di nuovo.
Saori aggrotta le sopracciglia fini e tortura un fazzolettino di pizzo con le mani affusolate.
“Michelle, vai a chiamare i bronze, che attendono nell'altra stanza.” mi ordina poco dopo.
La guardo confusa “Non dovremmo decidere qualcosa sul da farsi?”
“Inizia ad andare a chiamare i bronze, Michelle.” mi rimbecca, con tono di comando.
Abbandono la stanza trascinando i piedi infastidita.
Insomma: Teia è lì, no?
Attacchiamola, rapiamola, facciamo qualsiasi cosa!
È davvero necessario aspettare con le mani in mano che siano loro a fare le loro mosse comodamente?
Va bene pensare prima di agire, ma forse riflettere troppo potrebbe andare a nostro sfavore!
Apro la porta piano, ancora scocciata per la mancata presa di posizione della Kido.
“Tu!”
Al sentire questo grido alzo la testa di scatto e vedo il cavaliere di bronzo di Pegasus, lo stesso ragazzino che avevo lasciato a Tokyo legato come un salame, puntarmi addosso un indice tozzo.
“Tu sei il cavaliere che ha rapito Atena!” sbraita di nuovo e parte alla carica, cercando di attaccarmi.
Alzo il braccio verso di lui e subito dopo verso l'alto, e in men che non si dica Seiya si ritrova a testa in giù, tenuto appeso all'alto soffitto solo grazie ad una mia ragnatela che gli lega la caviglia.
“Chi non muore si rivede.” commento, ancora indispettita per l'esito della riunione.
Gli altri tre bronzini mi accerchiano e iniziano ad espandere i cosmi, combattivi.
In men che non si dica dalla stanza dov'erano ad aspettare comodamente arrivano anche i gold.
“Che succede qui?” tuona Aldebaran, guardando i tre con rimprovero.
Death Mask e Milo, invece, notano immediatamente Seiya, appeso come un sacco di patate.
Probabilmente vorrebbe sgridarmi, ma Atena è più veloce.
Al solo sentire la voce del suo protetto si è fiondata fuori dalla stanza e ora mi guarda lanciando fiamme dagli occhi.
È decisamente fuori di sé.
“Michelle!Quali erano i nostri accordi?” sibila, riottosa.
Non mi lascio abbindolare dal suo tono di comando “Che devo sottostare agli ordini dei gold e vostri, o divina, ed essere rispettosa con voi. Lui è un bronze.”
Sorrido fra me e me, soddisfatta della mia risposta.
“Mettilo giù immediatamente!” sibila, gli occhi neri ridotti a due fessure.
Ehi: tutti testimoni che è stata lei a dirmelo, vero?
“Come volete.” mormoro mentre faccio un gesto della mano che fa vaporizzare le mie ragnatele, unico sostegno che tengono il bronzino appeso all'alto soffitto.
“Seiya!” urlano i suoi amici, che corrono di qua e di là nel tentativo di afferrarlo.
Ha la peggio il cinesino, su cui il cavaliere di Pegasus atterra di malagrazia, facendo cadere a terra tutti e due.
L'allievo appiccicoso di Camus, tale Hyoga, mi guarda con odio.
“Ho solo obbedito agli ordini.” Gli faccio notare con una scrollata di spalle.
E poi ho la malaugurata idea di voltarmi vero gli altri gold, trovandomi davanti tutte le loro sfaccettate reazioni.
Aioria, Doko e Camus sembrano statue di sale.
Mu, Aldebaran e Aioros invece probabilmente una cosa del genere se l'aspettavano da una come me.
Milo sghignazza ancora e anche Shura pare stia trattenendo qualche risatina.
Death mi guarda con sguardo indecifrabile. Credo che stia ancora cercando di trovare un modo per farmi fuori senza dare nell'occhio.
Lo sguardo di Saga è severo, mentre quello di Aphrodite non si cura affatto di me, troppo impegnato ad analizzarsi le unghie.
Per ultimo mi volto verso Shaka, ma non ho affatto voglia di vederlo di nuovo in collera con me.
Addito la porta alle mie spalle, indicandola col pollice da sopra la spalla.
“Forse è meglio che io vada- balbetto, arretrando piano- Aldebaran mi farà sapere che cosa avete deciso.”
“Non ne combino una giusta- borbotto rassegnata, appoggiando il mento sulle mani- Che cosa c'è che non va in me?”
La voce di Chen supera a malapena il frastuono del videogame con cui sta giocando, una specie di massacro globale in cui vince chi ammazza più nemici “Hai tempo per una lista?” mi domanda, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Storco la bocca infastidita “Kiki sa che usi le sue cose?”
Il piccolo oracolo fa spallucce “In realtà aveva provato a nasconderle, ma avevo previsto esattamente una sua mossa del genere e non mi ci è voluto molto a scoprire il nascondiglio!”
Questo bambino è un genio del male.
Sono un po' preoccupata che un soggetto come lui abbia il potere della preveggenza.
“Allora, che cosa sei venuta a chiedermi?” continua, mettendo in pausa il gioco e girandosi verso di me.
Sospiro rassegnata “Non lo so nemmeno io. Voglio dire: non ci vogliono i tuoi poteri da oracolo per capire che Atena non ha alcuna intenzione di mandare i suoi guerrieri a cercare Teia, e tantomeno per sapere che i gold di certo non contraddiranno la loro dea!”
Sul visetto tondo del cinesino compare un sorriso obliquo “Ma tu non sei un gold.” mi fa notare.
Io aggrotto le sopracciglia confusa “E con ciò?”
Chen alza gli occhi al cielo, come se avesse a che fare con un essere particolarmente stupido.
“Poniamo il caso che tu abbia un piano: nessuno ti potrebbe impedire di andare a realizzarlo.- spiega- L'importante è che tu segua l'ordine di Zeus, no?E l'ordine è soltanto quello di stare dalla parte di Atena, non di farle da zerbino.”
“Non hai tutti i torti.- lo assecondo passandomi una mano sotto il mento- Ora devo solo farmi venire un'idea geniale e trovare un modo per andarmene in Turchia senza dare nell'occhio.”
“Potremmo saltare tutta questa parte, se tu mi lasciassi rivelare cosa ti ho vista fare nel futuro.”
Spalanco gli occhi sorpresa “Tu l'hai già visto?”
“Oh, sì!” ammette il bambino, mentre un sorriso gli si allarga sulle piccole labbra.

“Io non ci vado in missione con lei!!”
La voce di Seiya è irritante e acuta, cosa che non ti aspetteresti ascoltando tutte le mirabolanti imprese del bronze di Pegasus.
Ma che altro dovevo aspettarmi da un ragazzino poco cresciuto?
“Questa è la volontà di Atena.” spiega con calma Mu, ma quel tizio sembra essere più testardo di un mulo.
“Ma hai presente chi è lei?E' quella che ha rapito Atena!Non possiamo fidarci!” blatera come se la propria opinione fosse l'unica da tenere in considerazione.
Il cavaliere di Aries sospira stancamente “Intendi quella senza la quale Atena ora sarebbe sopita e non potrebbe salvare il mondo?”
Seiya apre bocca per dire qualcosa ma, evidentemente, ha del buon gusto anche lui e decide di tacere. I suoi amici lo guardano di sottecchi.
“Seiya non ha tutti i torti, comunque- esordisce il cinese, tale Shiryu- Non avete detto anche voi che la sua posizione in questa guerra non è chiara?”
Ah,è così? Possibile che non sia ancora riuscita a conquistare la fiducia di tutti i gold?
Con Mu, Aldebaran e Milo...uff, non sono nemmeno alla metà!!
“Giusto!Come possiamo svolgere la nostra missione se dobbiamo tenere conto del suo comportamento?” rincara la dose Seiya, probabilmente stanco di aver taciuto per troppo tempo.
Mu prende fiato per rispondere a tono ma lo interrompo io.
“In effetti, neanche io sapevo che avrei dovuto fare da baby-sitter.” dico, sorridendo candidamente.
Il mio piano è questo: vado in Turchia, mi intrufolo nell'accampamento di Teia, conquisto la sua fiducia e scopro tutti i piani delle Titanidi. Dopo di che avremo un immenso vantaggio, sapremo quando e come attaccheranno e quando giungerà il momento sapremo combatterle e sconfiggerle!
Davvero geniale.
Solo che Chen mi ha assicurato che rivelarlo ai gold o a chiunque altro cambierebbe il corso del futuro, quindi sono andata da Atena a proporle di mandarmi in avanscoperta.
Peccato che abbia deciso di mandare anche i bronze con me...
I quattro ragazzini spalancano la bocca evidentemente offesi dalla mia ultima affermazione, mentre Mu mi guarda esasperato.
“Che c'è?” domando cercando di non dare a vedere il fatto che sto sghignazzando sotto i baffi.
“Michelle, ti prego, non ti ci mettere anche tu!” protesta debolmente, passandosi una mano sulla fronte.
“Noi noi siamo ragazzini!- sbraita gesticolando come un pazzo il bronze di Pegasus- Abbiamo quasi tutti diciassette anni!”
Io rido, girandomi verso di loro e squadrandoli dall'alto e il basso “Ve ne avrei dati al massimo quindici!”
“Non è che anche tu ne dimostri molti di più.” sibila Hyoga, e la sua voce è gelida come il suo sguardo.
Mannaggia a lui!Colta sul vivo!
Mi volto di nuovo verso Mu, ignorando il suo commento “Che ne dici se andassi da sola?” chiedo speranzosa.
Il gold scuote la testa, facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli chiari “Troppo pericoloso. L'hai detto tu stesso che laggiù c'è...”
“Teia” concludo io per lui.
“Non credo tu possa affrontare una Titanide e l'esercito che l'accompagna da sola, Michelle.” ribadisce per l'ennesima volta.
Allargo le braccia “Ma non andrò a combatterla. Cercherò solo di scoprire quali sono i suoi piani e se si sposta verso la Grecia di nuovo.”
“Atena ormai ha deciso.” E con questa frase per il cavaliere dell'Ariete pensa di avere chiuso definitivamente il discorso.
“Ma...” tento di protestare di nuovo.
Shun mi si avvicina piano,e mi posa la sua mano diafana sul braccio “E' meglio anche per te se noi ti seguiamo- tenta si spiegarmi con convinzione- Teia ha un esercito dalla sua e se ti scoprisse potrebbe mettersi male per te sola.”
Gli rivolgo un sorriso conciliante “Le mie ferite si rimarginano in un secondo. Le tue?”
L'entrata rumorosa di Chen nella stanza non gli da la possibilità di rispondere.
“Michelle ti devo parlare!” esclama, afferrandomi un braccio e cercando di trascinarmi verso la porta.
Faccio roteare gli occhi esasperata “Non vedi che sono occupata?”
Il piccolo oracolo mi strattona un po' “E' molto, molto molto, importante!”
Alzo le spalle come segno di scusa, ovviamente rivolgendomi solo a Mu, Shun e Shiryu (con Hyoga sono ancora arrabbiata per quella battuta), e mi allontano seguendolo.
“Si può sapere che cosa c'è ora?” chiedo esasperata, non appena svoltiamo l'angolo.
“Non devi portarli con te.” mi intima, con sguardo serio.
“E' quello che stavo cercando di far capire a Mu!” gli faccio notare.
Chen stringe i suoi grandi occhi neri “Non ci riuscirai. Ma se loro verranno con te all'accampamento di Teia tutto il nostro piano se ne andrà in malora.”
“Che cosa proponi di fare, allora?”
Lui mi porge un sacchetto di plastica che contiene una polvere sottile e mi rivolge un sorriso astuto “Ricordati di mettere i bimbi a nanna prima di andare da Teia.”

In Turchia, nella parte meridionale dello stato, c'è una catena montuosa chiamata Toros Daglari.
Io lo ignoravo completamente, come ignoravo che questa catena montuosa fosse divisa in tre parti: Orientale, Centrale ed Occidentale.
Accompagnata, o meglio scortata, dai quattro bronzini stiamo cercando Teia, che a quanto ho visto nella mia visione si trova nel Tauro Orientale, detta anche Anti-Tauro, un territorio inospitale dal profilo prevalentemente roccioso. E devo dire che ritrovarmi qui a fare campeggio dei ragazzini che mi guardano in cagnesco non è esattamente il massimo.
“Sei sicura che il posto sia questo?” mi domanda Shiryu con espressione corrucciata.
Io allungo la mano e con il dito indice punto a una serie di fili di fumo che si alzano verso il cielo e che provengono tutti dallo stesso punto, a diversi chilometri di distanza da noi.
“Allora che aspettiamo?- prorompe Seiya- Attacchiamoli!”
Scuoto la testa con rassegnazione: tenere a freno questi quattro si sta rivelando un'impresa più difficile del previsto.
“Non possiamo.-spiego, cercando di essere più convincente possibile- Loro saranno almeno cinquanta e i guerrieri di Teia raddoppiano le guardie durante la notte.”
Lo sguardo color ghiaccio di Hyoga si assottiglia “Che cosa intendi?”
“Teia è la titanide del Sole. Durante la notte il suo potere si limita e perciò i suoi guerrieri aumentano le difese.” continuo, cercando di ricordarmi le informazioni che il mio maestro ha cercato di inculcarmi nella testa a forza da quando avevo quattro anni.
“Ma non possiamo aspettare oltre!” scalpita di nuovo il saint di Pegasus, pestando un piede per terra.
“E' meglio non tirare troppo la corda, Seiya- lo calma Shiryu-Aspetteremo fino a domani mattina all'alba.”
Ma il giapponese non molla, e sbuffa sonoramente “E' una totale perdita di tempo!”
“Che cosa dovremmo fare allora, o maestro di strategia?Entrare con fragore dall'entrata principale con le dita incrociate affinché loro siano più deboli di noi e sperando che l'effetto sorpresa ci dia una marcia in più?” sbotto, lasciandomi cadere su un tronco mozzato, proprio vicino al fuoco che Shun ha appena acceso.
“Vedo che un piano ce l'hai, allora!” ghigna il nano petulante.
Calma, Michelle, mi intimo, strappargli i denti uno a uno sarebbe sconveniente, oltre che anti-igienico.
“Sentite: so che non vi fidate di me e forse non ne avete tutti i torti.- borbotto, cercando di giocarmi la carta del momento strappalacrime-Ma questa ostilità non ci aiuterà nella battaglia. Dobbiamo fidarci gli uni degli altri.”
“Non possiamo fidarci di qualcuno che non conosciamo.” sibila il saint del Cigno.
Annuisco piano, mentre mi diletto nella preparazione della sbobba da campeggio.
“Che cosa volete sapere?” domando, mentre punzecchio con un bastone le braci sotto la pentola.
Shun mi si avvicina, sedendosi di fianco a me “Ad esempio il motivo per cui sei tornata al Santuario.”
“Voglio salvare una persona che mi è cara.- taglio corto- Zeus mi ha promesso che lo farà se sto dalla parte di Atena.”
Seiya storce la bocca, infastidito “Non è un buon motivo per combattere.”
“Non importa il motivo per cui fai una cosa- ribatto piccata- Alla fine quello che conta è l'esito delle tue azioni, a prescindere dalle tue motivazioni.”
O miei dei. E da quando sforno queste perle di saggezza?
“Ma...” tenta di domandare di nuovo Shun, ma io lo precedo cambiando drasticamente argomento.
“La sbobba è pronta.” annuncio, prima di servire ai quattro delle porzioni piuttosto abbondanti.
“Tu non mangi?” mi domanda il saint di Andromeda, notando che io non ne ho presa.
Gli rivolgo un sorriso tirato “No, non ho fame.”
Soprattutto non intendo mangiare qualcosa che contiene una dose di sonnifero capace di stendere un rinoceronte!!
“La pivellina sente l'ansia prima della battaglia!” mi schernisce Seiya, senza curarsi del fatto che ha la bocca piena.
Storco il naso disgustata.
“L'altro bronze dov'è?” domando, cercando di ignorare il giapponese.
Shiryu scrolla le spalle e Hyoga tiene lo sguardo fisso sulla sua scodella.
“Ikki arriva solo se c'è bisogno di lui.” mormora con un sospiro.
Di certo la cosa non mi riguarda, però spero davvero che il bronze mancante non arrivi a mandare all'aria il mio piano...
“Credi che quello che stai per fare è saggio?”
“Certo che lo è” ribatto, girandomi verso Shun.
Il ragazzo sbatte i suoi occhioni da cucciolo “Come?”
“Cosa hai detto?” replico, alzando le sopracciglia confusa.
Lui sgrana gli occhioni “Non ho parlato.”
“Ma se mi hai appena...- i suoi occhi smarriti mi convincono da andare oltre- ...niente, come non detto.”
Ci manca solo che inizio a sentire le voci!
Scuoto la testa con forza e punto gli occhi all'orizzonte.
Il cielo è tinto di rosso per via del tramonto, e la notte sta scendendo lentamente.
Non mi resta che aspettare che loro si addormentino e poi darò il via al mio piano

Raggiungere il campo di Teia non è stato facile.
E nemmeno superare le prime guardie.
Il fatto è che ora che tutti gli altri si sono svegliati, per via dell'allarme che una di loro è riuscita a lanciare prima che gli lanciassi una ragnatela a tapparmi la bocca, la situazione non è poi così rosea come avevo previsto.
E di certo non posso star qui tutta la notte dietro al mio scudo ad aspettare che si stanchino di cercare di abbatterlo.
Devo iniziare con la mia recita e lo devo fare immediatamente.
Non ci sono altre possibilità: questa volta devo fare in modo che fili tutto liscio.
Sono la sola che può farlo.
Niente tentennamenti, gaffe irreparabili o comportamenti sconclusionati.
Devo solo smettere di essere me stessa per un po'...quanto può essere difficile?
Deglutisco rumorosamente, ricacciando indietro il panico più totale.
“Ce la posso fare.” mormoro fra me e me.
L'ennesimo guerriero al soldo di Teia si scaglia contro la barriera che mi protegge, riuscendo solo a guadagnarsi una grossa botta in testa.
Devo solo comportarmi come una di quelle cattive di film e soap opere, che ci vorrà mai?, mi ripeto con poca convinzione.
“Mwahahahah- la mia pessima imitazione di una risata malvagia riesce ad ottenere la completa attenzione dei guerrieri che mi stanno intorno- I vostri tentativi di rompere la mia barriera sono adorabili oltre che inutili e sintomo della vostra stupidità.”
I soldati non sembrano gradire il mio commento, e intorno a me si alza un brusio scocciato e le occhiatacce si sprecano.
Accidenti, sono davvero tanti...
“Chi sei?” ringhia un omaccione nerboruto parandomisi davanti, e bloccandomi totalmente la strada insieme ai suoi esimi colleghi.
Devo restare nella parte della cattiva. Dite che il tremore di ginocchia e la vocetta debole erano un segno distintivo di Crudelia DeMon?
“Non sono affari vostri.- rispondo cercando di mantenere la voce dura- Sono qui per trattare con pesci ben più grossi di voi.”
L'omaccione non sembra particolarmente contento di essere stato definito un pesce piccolo.
Lo squadro dalla testa ai piedi, cercando di darmi un'aria di sufficienza, ma in realtà sto pensando che quello un pesce piccolo non lo è affatto. Anzi.
Direi che è più uno squalo...o un'orca assassina.
Ricaccio indietro il groppo che mi si forma in gola e mi decido a continuare a parlare “Sarò magnanima: se vi togliete dai piedi risparmierò le vostre patetiche vite.”
“Forse hai parlato troppo presto!” tuona di nuovo l'omaccione, facendo un cenno agli altri guerrieri e lanciandosi all'attacco assieme a loro.
Mi lascio scappare un sospiro “Non dite che non ve l'avevo detto.”
Alzo le braccia e lancio le mie ragnatele che in pochi attimi li intrappolano tutti a qualche metro da terra, lasciandoli sospesi come panni stesi.
Clap clap clap.
L'applauso mi arriva alle orecchie insieme ad una risatina sommessa e subito dopo Teia fa la sua comparsa.
“Davvero notevole.- mi elogia, con la sua voce senza tempo- Posso avere l'onore di sapere chi sei e a cosa devo l'onore della tua visita?”
L'aspetto della Titanide è magnifico e regale, come quello di qualsiasi essere di natura divina.
Devo ammettere che non mi ci abituerò mai. Certo, di solito davanti a persone dall'assoluta bellezza come Miguel, Takis, Mintha o Shaka mi sento un po' fuori posto, ma questo è decisamente peggio.
Teia è praticamente oro con fattezze umane: che c'entri qualcosa con il fatto che è la Titanide più legata al sole?
I suoi occhi di giada mi scrutano attenti, ma io lascio vagare ancora un po' il mio sguardo sulla sua pelle ambrata, le lunghe onde dorate che si ritrova al posto dei capelli e l'abito giallo che le fascia il corpo scultoreo.
Ci si potrebbe sentire più inadeguati di come mi sento io ora?
Sbatto gli occhi più volte prima di ritornare in me e raccogliere le parole giuste per rispondere con un po' di strafottenza, giusto per mantenere le apparenze.
“Sono Michelle, cavaliere di Aracne. E non vedo l'ora di unirmi a te per distruggere quei moscerini dei cavalieri di Atena!”
Teia mi osserva confusa, passeggiandomi intorno “Ah: sei una di quei cavalieri maledetti che ci hanno sbarrato la strada al nostro primo attacco al Santuario. Sbaglio o eri dalla parte di Atena?”
Il cuore mi inizia a battere all'impazzata.
Non deve scoprirmi.
O Zeus, ti prego, fa che non mi scopra.
Fingo una smorfia disgustata “Diciamo che non è stata esattamente una mia scelta.”
La Titanide inclina la testa di lato, incuriosita “Spiega.”
“Io e i miei compagni avevamo vedute diverse su questa guerra- mi invento di sana pianta, cercando di essere convincente- Ma gli esiti della prima battaglia hanno dimostrato quanto io avessi ragione fin dal principio: loro si sono ritirati, ma perchè non combattere quando si ha l'occasione di scegliere la parte vincente?”
“E tu credi che saremo noi a vincere?” mi domanda deliziata.
Sorrido con convinzione “Certo, ora che mi avete dalla vostra parte!”
Teia si lascia scappare una risatina e mi fa cenno di seguirla verso un'entrata scavata sulla parete rocciosa.
La osservo perplessa. Non è una caverna naturale, piuttosto dalle fattezze sembra proprio che sia stata scavata da poco.
“Sembri molto sicura di te.-commenta sorridendo, e poi aggiunge, probabilmente notando la mia titubanza a entrare- Tranquilla, non crollerà.”
Io?Sicura di me?
Se sono così convincente forse dovrei darmi alla recitazione...
Alzo il mento e la sorpasso, dipingendomi sul volto un'espressione strafottente “Allora, che c'è in palio?” domando, sedendomi su un masso, mentre Teia si siede su una sedia intagliata nella pietra, che fa parte dell'ultra raffinato arredamento di quell'accampamento così rudimentale.
“Il mondo, per cominciare.” sorride la dea, passandosi una mano fra i folti capelli dorati.
Faccio roteare gli occhi “Il solito Risiko divino?”
Lei prorompe in una risata argentina “Non esattamente.-specifica- Dopo aver eliminato tutti gli esseri umani e aver finalmente sconfitto le altre divinità potremo passare alla fase costruttiva.”
La guardo interrogativa.
“Mnemosine, come sai, è la dea della memoria: dopo secoli passati ad osservare gli umani e gli dei combattersi fra di loro e avendo appurato la loro incapacità di apprendere dai propri errori ha convenuto che una creazione ex novo sarebbe l'ideale.- continua pensierosa- Oltretutto, noi e i nostri fratelli Titani abbiamo un conticino in sospeso con chi ci ha imprigionato per così tanto tempo.”
Improvvisamente capisco perchè non riesco a individuare le altre Titanidi e perchè i loro cosmi sono così fluttuanti “State liberando i Titani?”
Teia annuisce solenne “Ogni alleato in più ci darà la possibilità di vincere questa guerra il più presto possibile.”
“Questo è...”
Sleale?
Ignobile?
Un grosso problema?
“...perfetto.” concludo con un sorrisetto, ricalandomi nel mio ruolo.
La dea si passa una mano sotto il mento “Sai, trovo particolarmente strano questo tuo cambio di posizione, soprattutto dopo che mia sorella Febe ha ucciso il tuo amichetto.”
Nel sentire queste parole il battito del mio cuore inizia ad accelerare.
Non devo farmi cogliere dall'emotività.
Non ora! Non posso mandare tutto all'aria!
“Già. Ed è stato quello a farmi cambiare idea.- mormoro con tono cupo- Tenevo molto a Takis e lui aveva accettato l'alleanza con Atena. Ma cosa hanno fatto i nostri così detti alleati?Ci hanno lasciato in vostra balia senza degnarsi di venire ad aiutarci!”
Mentre pronuncio queste parole stringo i pugni con forza, riuscendo a conficcarmi le unghie nei palmi.
Mi fa un po' paura il fatto che penso davvero quello che ho detto...
Teia mi sorride comprensiva “La vendetta.- sussurra. E pronuncia questa parola come se la stesse assaporando- Mi piace: benvenuta in squadra.”
“Benvenuta in squadra?!” ripete strillando il saint di Pegasus, entrando nella grotta di corsa e lievemente ammaccato.
Addio tentativo di risolvere questa situazione usando il cervello invece che i muscoli.
“Non ti avvicinare” gli intimo in un sibilo.
Ma secondo voi mi ascolta?
Ovvio che no.
“Che ci fa qui un saint di Atena?” domanda con voce tenebrosa Teia.
Oh-oh.
Mi volto di nuovo verso di lei “Mi avranno seguita, Teia. Io sono una senza dio, non servo alcuna divinità, non hai nulla da temer...”
Un colpo violento mi fa alzare in volo per atterrare malamente contro la parete della grotta causando una leggera frana.
Ahia!
Abbasso lo sguardo verso lo stomaco: c'è un enorme squarcio da cui il sangue esce a fiotti.
Fa un male assurdo, anche quando i lembi di pelle si riavvicinano da soli e si ricongiungono, come se niente fosse accaduto.
“Cosa diavolo...?” sussurra Teia stupita, guardandomi rialzare.
Non faccio in tempo a dire qualche frase ad effetto, o perlomeno, a cercare di dissuaderla a scatenare la sua ira quando l'Idiota con manie di protagonismo, si lancia con forza verso la titanide.
“Fulmine di Pegasus!” urla, convinto che il suo colpo possa davvero farle qualcosa.
Teia alza una mano per bloccare il suo colpo.
“Sei un personaggio interessante, Aracne.- dice, senza togliere di dosso da Seiya il suo sguardo assassino- Mi piacerebbe parlare di nuovo con te, in altre circostanze. Ora il mio tempo qui si è concluso.”
Che cosa ha intenzione di fare?
“Sun's Explosion!” grida, con un tono di voce che mi fa raggelare il sangue.
Senza nemmeno pensarci mi lancio verso il bronze e gli do un perfetto calcio nelle budella, scaraventandolo fuori dalla caverna, abbastanza lontano dove le sue immense sopracciglia non potranno essere bruciacchiate dal colpo micidiale della titanide.
Ovviamente io lo becco in pieno, proprio sulla schiena.
Vengo scaraventata fuori a mia volta in un vorticare di fiamme.

Ohi, ohi, ohi.
Perchè mi sono messa in testa di salvare quel ronzino?
Non è che la pericolosissima sindrome dell'eroe che gira al Santuario è contagiosa, vero?
Mi tasto un po' il corpo, ma sembra non ci sia alcun danno.
L'armatura di Aracne ha fatto il suo dovere anche questa volta!
Apro gli occhi lentamente, cercando di ignorare l'incredibile senso di spossatezza che mi attanaglia.
Apro gli occhi e vedo...
Niente.
Buio totale.
Non può essere già notte, vero?Perchè sarebbe strano dato che sento sulla pelle il calore dei raggi solari.
Mi alzo in piedi lentamente, con movimenti goffi e maldestri, e cerco di sfregarmi gli occhi con forza.
Niente, tutto resta comunque nero.
Ok.
Niente panico.
Sono solo momentaneamente cieca e circondata da imbecilli.
La situazione non è poi così grave.
Sento una mano sulla spalla.
È grande, abbastanza ruvida e decisamente poco delicata.
Deve essere il famoso Ikki, comparso da chissà dove, constato riconoscendo un cosmo sconosciuto.
“Chi sei?” mi domanda minaccioso.
“Tranquillo-borbotto- Sto dalla vostra parte.”
“Sei il guerriero maledetto?- chiede scandalizzato- Tu?”
Faccio finta di ignorare il suo tono eccessivamente stupito e annuisco.
“Tutto bene?” domanda di nuovo. Certe domande dovrebbero essere vietate in situazioni del genere.
Come può anche solo venirgli in mente che tutto vada bene?!
“Teia è scappata.” adduco come risposta voltandomi verso di lui.
Almeno credo di essermi voltata nella direzione giusta.
“Che stai guardando?” mi domanda perplesso. Accidenti a me e al fatto che non riesco a capire da dove vengono i suoni!
Sento un leggero spostamento d'aria quindi presumo che il cavaliere di Phoenix si sia avvicinato.
“Hai...hai gli occhi opachi!” constata, probabilmente guardandomi in viso.
“Già, e non vedo un accidenti.” sbotto incrociando le braccia.
Sento un rumore secco e poi il suono di milioni di sassolini che franano.
“Perfetto!Ci mancava anche questo.” ringhia irato.
A proposito, che fine hanno fatto gli altri infanti?
“Fa niente, entro domani mattina andrà tutto a posto.- cerco di calmarlo- I tuoi amici?”
C'è una breve pausa.
Odio non sapere che cosa sta facendo.
“Che c'è?” domando, per ricordargli che la sottoscritta non dispone al momento delle facoltà necessarie ad analizzare da sola la situazione.
“L'onda d'urto del colpo di Teia li ha colpiti in pieno. Sono svenuti.” sbuffa e poi sento un tonfo sordo.
Qualcosa mi dice che si è seduto. Che ragazzo fine e delicato che è!
“E adesso?” chiedo, toccando la parete dietro di me per darmi una guida e sedendomi.
“Aspettiamo.- risponde Ikki, con un sospiro- Non possiamo certo lasciarli qui. E se tornassero i guerrieri di Teia?”
Ah, quindi dopo il suo attacco c'è stata pure una fuga in grande stile...
“Potrei restare qui io finchè non si svegliano, e tu tornare al Santuario a comunicare gli esiti della missione.” azzardo dopo qualche attimo di riflessione.
Il bronze si mette a ridere “Oh, certo. E in caso di pericolo chi ti difende?”
“So difendermi benissimo da sola!” sbotto contrariata.
Dannatissimo maschilista.
“Vedo. Sai che stai parlando con un muro al momento, vero?” ride divertito.
Sto per pronunciare un insulto decisamente irripetibile rivolto a quel ragazzino impertinente, quando una voce mi interrompe.
“Michelle!Ikki!”
Riconosco la voce di Mu, e non credo sia solo.
“Che cosa è successo?” chiede infatti Aldebaran subito dopo.
“Abbiamo avuto qualche problema con Teia, Michelle ha salvato per un pelo Seiya dall'essere carbonizzato.” spiega il bronze con voce pressoché monocorde.
Io scrollo le spalle e chiudo gli occhi, dato che non ho affatto voglia che qualcun altro veda le mie iridi opacizzate “L'avevo detto io che non so fare la babysitter- borbotto- Che questa cosa era una cosa da adulti e che...”
“Che cos'hai agli occhi?” domanda a bruciapelo l'altro saint accorso all'evento della settimana.
Perchè Shaka nota tutto anche se ha gli occhi chiusi?
“Niente” rispondo imbarazzata.
“Il colpo di Teia ha colpito lei al posto di Pegasus.- spiega Ikki- L'ha accecata.”
Maledetto!
Perchè non tieni chiusa quella ciabatta una buona volta?Non era lui quello taciturno fra queste cinque piaghe che mi sono capitate?
“Ti ha colpito e ti ha solo accecato?” chiede stupito Mu.
Solo accecato? Ma si sente quando parla?
Come dire: ti ha solo staccato una gamba o cose del genere...
“No. In realtà fino a dieci minuti fa stavo bruciando viva ma ora va meglio, grazie.” sibilo.
C'è una lunga pausa di silenzio. Forse sono stata un po' brusca.
“Sentite- dico, accendendo la modalità diplomatica- che ne dite di continuare la conversazione al Santuario?”
“Vado a recuperare i bronzini.” afferma Al con una nota di serietà nel suo vocione.
“Vengo con te.” si propone Ikki e i due si allontanano verso chissà dove.
Rovescio la testa all'indietro e provo a focalizzare qualcosa.
Inizio già a distinguere luci e ombre, con molta fatica certo, e con un tremendo dispendio di energia che mi fa girare la testa.
Mu mi si avvicina e mi posa le mani sulle spalle.
Per quello che so potrebbe essersi messo a osservarmi o a farmi le boccacce...
“Si può sapere che cosa hai fatto?” mi domanda con tono grave.
Insomma, perchè quando succede qualcosa deve essere per forza colpa mia?
“Avevo tutto sotto controllo.” borbotto in risposta.
“Oh, sì, questo si vede.” commenta Shaka con acidità.
Vorrei rispondergli a modo ma un nuovo giramento di testa non me lo permette.
“Che ti succede?” chiede Mu preoccupato, mentre io mi lascio andare fra le sue braccia.
“Guarire dal colpo di Teia stata dura...-sussurro debolmente-...io non...ho più forze...”
La mano del gold si posa sul mio capo “Tranquilla. Ora ti riportiamo a casa.”
Annuisco piano e già riesco a vedere il verde brillante dei suoi occhi.
La cosa mi rassicura, certo, ma non mi impedisce di cadere in un sonno profondo.

“Ho detto che sto bene!” ripeto per l'ennesima volta, quando il cavaliere dell'Ariete mi passa davanti agli occhi l'indice, intimandomi di seguirlo con lo sguardo.
Non vorrei essere troppo brusca con lui, che è sempre così gentile e paziente anche se gli ho sbolognato quella peste di Chen, ma l'idea di portarmi qui non è stata geniale.
Sono sdraiata comodamente sul letto degli ospiti della Sesta Casa, ma nonostante ciò mi sembra di essere su uno di quei letti pieni di aghi dei fachiri.
“Posso tornare alla Seconda?” domando di nuovo, ma Mu scuote la testa.
“Quando ti ho detto che Victoria era estremamente arrabbiata con Al per il fatto che non si è preso cura di te a dovere- spiega leggermente imbarazzato- intendevo dire che lei sta sfogando la sua furia di silver contro di lui. Non credo sia saggio andare alla Seconda, per il momento.”
Sospiro rassegnata e mi lascio cadere sul soffice cuscino.
Ok, sono sopravvissuta ad un attacco divino, ho perso la vista e l'ho riacquistata nel giro di poche ore e ora le mie energie sono praticamente sotto zero, ma sono assolutamente sicura che preferirei trovarmi in qualsiasi altro luogo tranne che qui.
Insomma, Shaka ha dimostrato già parecchie volte di non potermi soffrire...
“Va tutto bene?” mi domanda il gold, inclinando la testa di lato e scrutandomi con attenzione.
“Mu, te l'ho già detto...” protesto debolmente.
Lui scuote la testa “Non intendevo fisicamente.”
Sbatto le palpebre confusa “Che cosa intendi?”
“Non lo so Miki. Mi sembri strana...triste...”sussurra Mu.
“Una delle persone a cui voglio più bene è quasi morta per causa mia, ho ingannato le uniche persone che si fidavano ciecamente di me per proteggerle e ora sono a chilometri di distanza e nonostante mi impegni e cerchi sempre di fare la cosa giusta vengo guardata con sospetto, quindi: sì, sono triste e confusa e stanca.- dico, passandomi debolmente una mano sugli occhi- Ho solo bisogno che vi rendiate conto di questo, per il resto me la caverò da sola.”
La mano delicata e fresca di Mu si posa sulla mia testa, con un gesto talmente dolce che mi dispiace di avergli spiattellato tutta l'inquietudine che ha accompagnato il mio nuovo ritorno al Santuario.
“Senti mi dispiace. È stata una settimana dura...” borbotto con una vocetta debole.
Il saint continua ad accarezzarmi i capelli dolcemente “Il peso del mondo non deve per forza stare tutto sulle tue spalle, Michelle.”
Io lo guardo interrogativa, ma lui mi strizza soltanto l'occhio e se ne va, giusto in tempo per incrociare Shaka sulla porta.
Si bisbigliano qualcosa all'orecchio e poi il cavaliere della prima casa mi fa di nuovo un cenno con la mano e se ne va.
“Ti ho portato del tè.” dice Shaka, avvicinandosi al mio letto e posando il vassoio con la tazza fumante sul comodino.
Trattengo a fatica una smorfia disgustata, al pensiero dell'amarissimo te che mi aveva propinato l'ultima volta “Grazie...Lo berrò dopo.”
Sulle sue labbra sottili si dipinge un sorriso “L'ho notato che non gradisci il mio tè indiano. Questo viene da una comunissima bustina preconfezionata e ci ho pure messo del latte per addolcirlo.”
“Grazie.” ricambio il suo sorriso e sorseggio la bevanda calda.
Certo, per i miei standard è ancora piuttosto amaro, ma faccio finta di niente.
Quando mi volto per appoggiare sul comodino la tazza, noto la faccia scura di Shaka.
“C'è qualcosa che non va?” gli domando preoccupata.
Lui annuisce “Tu.”
E ora che ho fatto?
Forse non gradisce il fatto che io usurpi la sua stanza degli ospiti...
“Se vuoi torno a casa di Al...” propongo, mentre accenno ad alzarmi.
Ma Shaka si lascia scappare un sospiro “Non sto parlando di questo, Michelle...”
“Di cosa stai parlando allora?” chiedo, aggrottando le sopracciglia.
“Del fatto che tu abbia pensato di andartene da sola ad affrontare una divinità!” ribatte serio, e io abbasso lo sguardo mortificata.
Faccio roteare gli occhi: questa conversazione mi dà un forte senso di deja-vu!
“Non è successo niente di male...”inizio con tono baldanzoso, ma poi faccio il madornale errore di guardare in faccia il cavaliere e tutta la mia sicurezza se ne va.
“...cioè...era tutto sotto controllo...-tento di giustificarmi- Chen aveva detto che sarebbe filato tutto liscio e poi...davvero, non c'era nessun pericolo e...”
“Dovevi lavorare con i bronze, non creare un piano alternativo raggirandoli!” continua con tono di rimprovero.
Io sbuffo sonoramente “Ma il loro era un piano assurdo!-dico per poi iniziare a imitare la voce di Seiya- Oh, sì, noi siamo i cavalieri più forti del mondo e Atena  dalla nostra parte!Andiamo senza indugio nell'accampamento nemico anche se loro sono in soprannumero e hanno dalla loro una dea belligerante e letale: sono sicuro che avremo la meglio!”
E sapete cos'è la cosa frustrante di tutto ciò?Che sono sicura che Milo o Aldebaran si sarebbero messi a ridere per la mia imitazione.
Shaka si limita ad alzare un sopracciglio “Non credo che il loro piano fosse questo...”
Ma io gli lancio un'occhiata eloquente “Volevano entrare con fragore, magari mandando prima una raccomandata, per seguire uno strano codice cavalleresco, probabilmente il nome in codice con cui loro chiamano il suicidio!”
Incrocio le braccia e lascio sprofondare la schiena fra i cuscini “Non mi stupisco che Ikki non passi con loro più del tempo necessario...”
“E il tuo piano invece qual era?” mi domanda qualche secondo dopo.
Io lo guardo perplessa “Come?”
“Dopo aver convinto Teia che eri intenzionata a combattere contro di noi, cosa contavi di fare?”
Mentre riformula la domanda, Shaka ha l'aria soddisfatta di chi sa di avere la vittoria in pugno.
“Uhm...ecco-balbetto un po', nel tentativo di prendere tempo per trovare una risposta decente-I-io...avrei trovato qualcosa...Insomma, una volta capito i loro piani avrei potuto comunicarveli e...”
Il cavaliere della Vergine sospira rassegnato “Vedi?Non ti sei fermata a pensare alle conseguenze delle tue azioni per nemmeno un secondo!”
“Mi dispiace. Non volevo starmene con le mani in mano, ecco tutto.” borbotto mortificata.
Shaka scuote la testa rassegnato “Non capisci?Se ti avessero scoperto avrebbero potuto...”
“Cosa?- lo interrompo, con un sorrisetto senza allegria sulle labbra- Uccidermi?Non credo proprio.”
“La morte non è la cosa peggiore che potrebbe capitarti.” continua con tono piatto.
Io sbuffo “Le ferite si rimarginano.”
“Non tutte.-ribatte fissandomi intensamente da sotto le palpebre- Non è forse una ferita non ancora rimarginata che ti fa agire in modo così irresponsabile?”
Sgrano gli occhi scioccata, cercando di sostenere il suo sguardo ma desisto dopo pochi secondi.
“Il fatto è che...”lascio cadere la frase, e mi passo una mano fra i capelli.
Shaka non si scompone nemmeno davanti alla mia reticenza “Se c'è qualcosa che ti turba, e ti fa fare cose tanto stupide da mettere in pericolo noi tutti, forse dovresti dirmi cos'è.”
“E' Takis.” mormoro, trovando particolarmente interessante il ricamo sul bordo del lenzuolo.
Il biondo non risponde, ma credo che voglia che io continui.
“E' che è solo colpa mia se si trova in quello stato ed ora che so che sono l'unica che può fare qualcosa, la cosa mi tormenta.- spiego, parlando sempre più veloce- E poi mi sembra sempre che lui sia con me, che mi osservi. A volte sento perfino la sua voce...Ho una tale paura di fallire e deludere tutti...”
“Michelle, nessuno ti ha mai accusato di niente. La ruota del Karma gira al di là delle nostre capacità di comprenderla...”
Abbasso lo sguardo, affranta.
Che cosa ne vuole sapere lui?Lui è così perfetto, di certo non ha mai sbagliato nemmeno il candeggio.
“Devi smettere di pensarci.” la sua voce è ferma e non ammette repliche.
“Non posso farci niente, è più forte di me.”
Shaka serra le labbra per qualche secondo.
“Da quand'è che non dormi?”
Il repentino cambio di argomento mi spiazza un po'.
“Non so....” borbotto guardandolo stranita.
E poi inaspettatamente, riuscendo a bloccarmi il cuore per diversi secondi tanto da farmi venire il dubbio di aver bisogno di un defibrillatore, allunga la mano verso di me, scostandomi dal viso diversi ciuffi ribelli.
“Hai una pessima cera. Dovresti riposare.” spiega, ritraendo la mano velocemente.
“Non ho sonno.” mento decisa.
In realtà, da quando ho quegli incubi ricorrenti, la sola idea di dormire mi crea degli attacchi di panico.
“Michelle...”mi richiama leggermente scocciato.
Serro le labbra “Ti ho detto che non voglio dormire- ripeto, forse troppo brusca- E poi da quando la cosa ti riguarda?”
Sembra quasi che stia pensando davvero a una risposta da darmi, come se non lo sapesse con sicurezza.
“Da quando la mancanza di riposo ti fa comportare in questo modo.- risponde con tono duro- Non è rispettoso verso i tuoi compagni ed è totalmente irrazionale Mi domando per quale motivo tu debba agire senza totalmente preoccuparti delle conseguenze... ”
Mi mordo le labbra, fino a farle sanguinare “Perchè...perchè fa male!- sbotto, fra dei singhiozzi che avevo trattenuto fino ad ora- Perchè se iniziassi a pensare sono sicura che impazzirei completamente e...e...”
Mi porto una mano al petto e lascio che le lacrime scivolino lungo le mie guance.
Shaka non mi guarda in faccia “Tutto questo per il cavaliere di Prometheo?”
Tiro su col naso, e decido di avvalermi della facoltà di non rispondere.
E restiamo così in silenzio per minuti...o forse ore...
“Ti lascio riposare.” si congeda dopo un po' il biondo, alzandosi in una nuvola del suo profumo soffice.
Non so per quale motivo ma l'idea che lui se ne vada mi manda in panico.
“Shaka!” lo chiamo velocemente, prima che chiuda la porta.
Il gold si ferma e gira il volto in mia direzione, come per incitarmi a parlare.
E ovviamente io non so cosa dire...
Che stupida che sono, cosa mi è saltato in mente di fermarlo?
“Sì, Michelle?” mi incalza.
“T-tu...-balbetto dicendo la prima cosa che mi viene in mente- sei arrabbiato con me?”
Shaka sospira e poi scuote la testa con rassegnazione.
“Buonanotte Michelle” sussurra prima di andarsene.

Michelle...
La voce di Takis mi chiama. Mi sembra anche di vederlo tendermi una mano, ma io non riesco a muovere la mia. Non riesco ad afferrarlo.
“Michelle...”
“Sono sveglia!” urlo, alzandomi di scatto, ritrovandomi da sola, seduta e con dei brividi che mi scorrono lungo la schiena.
Il battito del mio cuore non rallenta nemmeno quando mi ricordo del perchè mi trovo alla Sesta invece che alla Seconda Casa.
Faccio qualche respiro profondo e scosto con un gesto le lenzuola leggere.
Mi muovo velocemente lungo il dedalo di corridoi guidata da un cosmo sereno e caldo, che mi affretto a raggiungere.
Shaka è nella posizione del loto, gli occhi chiusi e l'espressione serafica.
Trasuda pace e tranquillità.
Non ho idea di come sia possibile ma il solo guardarlo mi fa sentire stranamente calma e rilassata.
Potrei rimanere qui per ore.
“Ti serve qualcosa?”
Stavolta nemmeno la sua voce vellutata riesce strapparmi da questo stato.
“Uh?” e tutto quello che riesco a rispondere.
Shaka torna a terra con un movimento fluido e elegante e con passi misurati mi si avvicina.
“Ti senti bene?” mi domanda, e mentre lo fa aggrotta leggermente la fronte candida.
“Io...”
Vorrei dirgli qualcosa ma la voce decide di non collaborare.
Il mio sguardo invece, vaga dalle sue palpebre chiuse fino alle lunghe ciglia, per poi scivolare lungo tutto il suo profilo perfetto e...
Scuoto la testa con forza.
Troppo pericoloso, Michelle: non farlo mai più!
“Devo andare.” butto fuori tutto d'un fiato e più che correndo, volando, mi lancio fuori dalla Sesta e cerco di mettere più distanza possibile fra me e il biondo.

Hey! Ammettetelo: credevate che mi fossi dimenticata di voi e di Michelle, giusto?
Ahime non mi ero affatto dimenticata solo che ho avuto davvero una montagna di cose a cui pensare. Come se lo studio e la vita di tutti i giorni non bastasse, in più devo anche lavorare ad un progetto per potere saltare una parte di esame (che sono terribilmente vicini!) quindi ogni volta che accendevo il pc lasciavo da parte Miki e i suoi casini per dedicarmi al mio mantra ricorrente lavoro-lavoro-lavoro-studio-studio-sonno-sonno.
Per farmi perdonare dei miei tremendi ritardi nell'aggiornare ho pubblicato un capitolo lungo lungo. Che ne pensate?La vita di Michelle sta diventando sempre più complicata...Meno male che ha degli amici veri su cui può contare!
Fatemi sapere che cosa ne penate di questo capitolo!
E (incrociamo le dita affinchè io aggiorni alla svelta) alla prossima!
Baci baci JoJo

Snow Fox: ...le tue minacce mi spaventano perchè non so come nè perchè ma si realizzano...quindi a proposito del pacco speciale per Miki e le visite indesiderate per me, la mia mente malata ha partorito ciò:
--Santuario di Atena.
Casa del Toro.
Ore 9.30
Michelle entra tutta eccitata in cucina con in braccio un pacco postale.

Al, guarda che bello!Snow Fox mi ha mandato questo pacco. Guarda quante cose interessanti che ci sono dentro!”
Aldebaran spalanca la bocca scioccato e gli toglie la scatola dalle mani mettendola nell'anta più alta dell'armadio da cucina e chiudendo il tutto con un lucchetto in titanio.

Ma...ma...”
Te li ridarò quando sarai più grande!”
Stessa ora a diversi chilometri di distanza.
Jojo si porta le mani al volto, in una imitazione perfetta dell'urlo di Munch.

Nooooooooooooooo!”
I muratori, trapanando ignari il muro della stanza dove lei studia (o cerca di studiare, o finge di cercare di studiare), continuano a fischiettare serafici!
-- E questo è quanto. Basta maledizoni please XD ! Alla prossima, baci!

anzy: Beh un pò di scintille ci sono state, no? Chen è la mia creatura più cara: credo che sia la personificazione del mio spirito infantile!Sono davvero contenta che ti piaccia. E per quanto riguarda Takis...conto di farlo ricomparire il più presto possibile!Anche se in questo capitolo un piccolo cammeo lo ha fatto. eh eh! Al prossimo capitolo. Baci

whitesary: Eh già, alla fine non ce l'ho fatta a Takis...direi che di sfighe Miki ne ha già abbastanza da sola, senza bisogno che io gli accoppi il pretendente...In più le ho anche tolto dai piedi il mocciosetto!Direi che sono stata buona, no?Al prossimo capitolo, baci

Megarah_witch: Come hai potuto vedere da questo capitolo Shaka il suo fascino non l'ha perso per niente, anzi...Diciamo che Michelle ne ha di cosette con cui arrovellarsi le meningi...Alla prossima, baci

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Capitolo 19
*** Maledetta... ***


Maledetta

Niente panico, mi ripeto mentalmente, niente panico!
Non è successo niente di così grave, in fondo.
Voglio dire: sono sempre stata così agitata in presenza di Shaka...
E' per via della sua aura mistica, probabilmente.
Oppure del fatto che in sua presenza mi ritrovo a fare figuracce colossali.
O sarà perchè è così dannatamente bello da sembrare il fratello bello di Apollo?
Scuoto la testa con forza, scacciando l'ultimo pensiero.
Ma che diavolo mi sta succedendo?
Da quando gli ormoni hanno preso il sopravvento sulla materia grigia?
Affretto il passo verso la casa di Vic e Kim, sperando che almeno loro possano darmi qualche conforto, o quantomeno farmi pensare a qualcos'altro.
Qualsiasi cosa.
Anche alla genetica applicata.
Quando arrivo davanti alla porta che mi è tanto familiare, mi ritrovo leggermente stupita quando la trovo aperta e sento delle voci provenire dall'interno.
La cosa che mi lascia più stupita è che una delle due è maschile, e di certo non appartiene a Pierre.
Entro con passo affrettato e quando metto piede nel salotto mi ritrovo davanti Kim e Saga che si fronteggiano con una strana espressione sul viso.
“Che succede qui?” domando, facendo saettare il mio sguardo dall'uno all'altra.
Il gold fa roteare gli occhi “Parli del diavolo...”
Guardo interrogativa la mia amica che mi rassicura “Non ti preoccupare Miki, lui se ne stava andando.”
“Non me ne stavo affatto andando.- ribatte Saga, incrociando le braccia- Intendo parlare con Michelle di quello che è successo ieri. Atena non ne è per niente contenta.”
Sospiro rassegnata.
“Non è successo niente di male.- mi difende Kim- Miki avrà avuto di certo le sue motivazioni e di sicuro aveva un piano!”
“Un piano?!” ripete scettico il gold.
“Sarebbe filato tutto liscio se Seiya avesse tenuto quella ciabatta chiusa!” mi giustifico, alzando le braccia
La mia amica annuisce concorde, ma Saga la pensa diversamente.
“Essere cavaliere comporta l'avere un certo rispetto per i propri compagni!” ribadisce.
Io incrocio le braccia “Beh, tecnicamente non è un mio compagno, e poi nessuno mi ha dato un libretto di istruzioni.”
“Guarda, cara la mia anima ribelle,-continua il cavaliere dei Gemelli, insolitamente loquace con me...che la presenza di Kim gli faccia questo effetto?- che per essere un cavaliere degno di questo nome bisogna ascoltare la propria coscienza, avere una tempra d'acciaio, saldi principi e un io interiore retto.”
“Beh, io sono diventata cavaliere per caso, - gli faccio notare- la mia coscienza spesso non riesce a convincere il resto del corpo a fare come dice, la mia tempra è fatta di gelatina, i miei saldi principi non sono poi così saldi e il mio io interiore per essere retto secondo i vostri canoni avrebbe bisogno di una guida o quantomeno di un navigatore satellitare.”
E poi, da che pulpito!Sono forse io quella che aveva una metà malvagia?
“Non siamo dei robot, Saga- mi viene in soccorso Kim- ognuno affronta il proprio compito in modo diverso.”
La riccia si scosta dalle spalle delle folte ciocche di capelli e guarda il gold con aria di sfida.
“Ognuno di noi ha il dovere di agire secondo la logica, lasciando da parte gli istinti del momento.” la rimbecca lui.
“Non era istintivo-borbotto-L'avevo premeditato...”
Ma il fatto che io abbia parlato non interessa a nessuno dei due.
“Seguire i propri istinti non è sempre male...”
Dal modo in cui la silver ha pronunciato la frase e da come ha incrociato le braccia mi pare una specie di accusa che ha poco a che fare con me.
“Il raziocinio è la cosa che ci distingue dalle bestie.” puntualizza Saga.
Cerco di aprire bocca nel tentativo di mettere fine alla discussione ma Kim non pare intenzionata a mollare.
“Scusami tanto se ho espresso la mia opinione- ribatte sarcastica- dimenticavo che quando si parla di te è solo la tua quella che conta!”
Il cavaliere di Gemini sgrana i suoi occhioni blu oltremare “Che cosa vorresti dire con ciò?”
“Che sei pomposo ed arrogante.” non esita a rispondere la mia amica.
Ma Saga non si lascia scomporre “Visto che sei così ferrata sui miei difetti perchè non ti curi più dei tuoi?”
Kim aggrotta le sopracciglia “I miei?E che problema avrei, io?” ringhia.
“Ecco qual è il tuo problema: parli, parli, ma non sai quello che dici!”
Decido di prendere in mano la situazione, separandoli anche fisicamente.
“Ho un'idea grandiosa!- annuncio, frapponendomi fra loro due- Perchè non cambiamo argomento?”
Ma i due mi lanciano un'occhiata al vetriolo prima di riprendere a battibeccare come niente fosse.
“Ok, fate pure come se non ci fossi...” borbotto allontanandomi leggermente, le braccia incrociate e il broncio in faccia.
Non vedo proprio perchè debbano coinvolgermi nelle loro divergenze private.
Che avranno poi da litigare tanto, dico io!
A lei piace lui, no?
E a lui lei non sta affatto indifferente, giusto?
Non vedo perchè debbano complicarsi la vita così, loro che non hanno problemi esistenziali come i miei...
Forse dovrei dirglielo, ed effettivamente sto per farlo, ma qualcosa mi distrae da questi pensieri...
Più che qualcosa è un cosmo, che mi calamita letteralmente con una sorta di richiamo magico.
“Non seguirlo.” mi avverte quella voce che di solito sento nei miei sogni.
Mi guardo attorno confusa, alla ricerca della sua fonte, ma non trovo niente.
Oltretutto quel cosmo continua a chiamarmi così insistentemente...
“Non andare.” mi ripete quella voce così calda, ma io non l'ascolto più.
Il richiamo è ipnotico.
Muovo qualche passo verso la sua fonte, che tuttavia è molto lontana.
“Michelle, che ti prende?” mi domanda preoccupata Kim.
Ma io nemmeno la guardo in faccia “Devo andare.” mormoro allontanandomi e uscendo di casa.
Dietro di me sento la voce di Saga che domanda alla mia amica “Ma che le prende?”
Li ignoro e inizio a correre più velocemente che posso lungo i campi di addestramento, fin fuori dalle mura...Ancora più in là!
Rallento un po' solo quando lo sento più vicino.
Il cuore mi batte all'impazzata e il mio respiro è irregolare mentre vedo cinque sagome avvicinarsi e mettersi a semicerchio di fronte a me.
“Torna indietro.” mi intima di nuovo quella voce conosciuta, ma di nuovo la metto a tacere.
Esito troppo prima di chiedergli chi sono, tanto che una di loro inizia a parlare prima di me.
Il suo viso ancora un po' infantile mi rivela che probabilmente quando l'armatura l'ha scelta doveva avere poco più di tredici anni, o giù di lì. Ha grandi occhi verdi e i capelli corti raccolti in una stana acconciatura che le fa schizzare da tutte le parte delle ciocche rosa, verdi e blu. È lei la fonte del cosmo ipnotico...era così forte che prima riusciva a sopraffare anche quello degli altri.
“E' lei Nikon?” domanda con impazienza, voltandosi verso un uomo alto e muscoloso dalla pelle e i capelli bianchissimi e gli occhi inverosimilmente rossi.
Nikon si gira verso di me e mi guarda intensamente “Sì. Ragazzi, lei è Aracne.”
Sbatto gli occhi, ancora più confusa.
Che cosa vogliono da me?
“Chi siete?” domando, con voce tramante.
Lui mi rivolge un sorriso ampio e obliquo “Siamo cavalieri maledetti, esattamente come te. Era da tanto che aspettavamo di incontrarti.”
“Incontrare...me?” chiedo dubbiosa.
La ragazzina inizia a trotterellarmi incontro “Non vedevo l'ora che tu ti unissi a noi!- trilla felice- Io sono Verena, cavaliere della Siringa.”
Aggrotto la fronte confusa “Unirmi a voi?”
Nikon mi si avvicina e mi prende la mano “Il precedente cavaliere di Aracne era una nostra compagna, poi la sua armatura ci è stata tolta. Ti abbiamo tanto cercato, ma siamo riusciti a trovarti solo oggi.- mi spiega, con il suo forte accento slavo- Ma lascia che mi presenti: sono Nikon cavaliere di Bellerofonte.”
Con l'altra mano addita un ragazzo orientale dai tratti talmente delicati da sembrare effeminati, ma dagli occhi cattivi e maligni “Lui è Kunio, cavaliere di Siprete.”
Il suo indice poi si sposta verso una donna di colore, dai capelli acconciati in una moltitudine di treccine decorate con anelli dorati, e dallo sguardo basso e triste “Lei è Lamya, cavaliere di Eco.”
Prima ancora che lui possa dire altro il mio sguardo si sposta verso l'ultimo rimasto, un uomo colossale quanto Aldebarn, la pelle ambrata e i capelli acconciati alla maniera dei rasta.
I suoi profondi occhi castani sono già fissi su di me, e mi scrutano talmente a fondo da costringermi ad abbassare lo sguardo “Infine il cavaliere di Laomedonte, Tomàs.”
“Io sono Michelle.” balbetto, giusto per educazione.
“Felici di averti finalmente con noi.” mi accoglie di nuovo Nikon, sorridendomi apertamente.
Io sfilo la mia mano dalla sua, che sta ancora tenendomi stretta, e faccio qualche passo traballante indietro.
“Non intendo unirmi a voi.- spiego con convinzione- Ho già un posto dove stare.”
Kuino mi rivolge un sorriso obliquo “Con i cavalieri di Atena?Tu?Ma fammi il favore.”
La sua voce è secca è irritante e mi fa comparire sul volto una smorfia infastidita.
“Beh, sto con loro, per adesso.- ribadisco- E se così non fosse ho altre persone che mi aspettano.”
E che credono ancora che io mi trovi sopra un monte alla ricerca di un fantomatico oracolo...
“Ma quello non è il tuo posto. Tu devi stare con noi, come Rosalie prima di te.”
Guardo l'albino con faccia interrogativa “Rosalie?”
“Colei che aveva l'armatura di Aracne.”
“Lei...stava con voi?” domando di nuovo.
Sapevo che non tutti i cavalieri maledetti sono come Takis, Jack, Mintha e Miguel.
Anzi.
Mi hanno spiegato perfettamente che il fatto di avere questa sorta di immunità, un pessimo rapporto con le divinità e i loro cavalieri, ha reso la casta a cui appartengo un branco di individualisti e opportunisti.
Tuttavia ho sempre contato di far parte dei “buoni” e in un certo senso speravo che la mia armatura fosse destinata ad agire per il bene...
La ragazzina dai capelli multicolor mi si avvicina e tenta di appoggiarmi le mani sulle tempie.
Inconsciamente faccio un passo indietro, intimorita.
“Rilassati- mormora Verena assottigliando lo sguardo- Ti farò conoscere Rosalie.”
La curiosità è troppa, così lascio che le sue piccole dita sfiorino la mia pelle.
E poi tutto quello che ho avuto davanti fino a questo momento sparisce e mi ritrovo catapultata nel passato, quando la mia armatura era di qualcun altro.

Il Sole splende alto in cielo. A giudicare dalla sua posizione dovrebbe essere mezzogiorno.
Mi porto una mano a schermarmi gli occhi da questa luce accecante e finalmente riesco ad osservare il paesaggio intorno a me.
Mi trovo in un parco pieno di fiori. Il verde del prato è totalmente nascosto da boccioli lilla e bianchi che non riesco a riconoscere. Qua e là fa capolino qualche cespuglio solitario e altrettanto colorato.
Come spinta da uno strano istinto inizio a camminare lungo un sentiero di terra battuta che costeggia il prato fiorito.
Ogni tanto incrocio delle persone ma non ne riconosco i lineamenti. I loro volti mi paiono solo delle macchie di colore sfocate.
E poi, davanti a me, seduta su una panchina, c'è lei.
Non ho alcun dubbio: è Rosalie.
Indossa un cappello di paglia decorato da un grosso fiocco azzurro che richiama i colori dell'abito dal taglio semplice. Fra le mani regge un libro dalle pagine ingiallite.
“Avvicinati pure.- mi incita la voce di Verena- Queste immagini vengono dal passato: nessuno può vederti.”
Obbedisco immediatamente e vado ad osservare la ragazza più da vicino.
Il suo volto è magro e con gli zigomi pronunciati. Ha degli occhi grandi e innocenti, di un azzurro incredibilmente chiaro, e sulla fronte le cadono delle ciocche corvine, che sfuggono dall'acconciatura.
Le labbra, rosse e piene, sono piegate in un sorriso velato.
“Rosalie!”
Quando questa voce maschile la chiama, entrambe ci giriamo verso l'uomo che si sta avvicinando a lei. La mora si alza e gli corre incontro spensierata, per poi abbracciarlo felice.
Non faccio in tempo a cercare di analizzarne il viso che tutta questa scena scompare, portandomi immediatamente da un'altra parte.
Rosalie è in piedi davanti a uno specchio, il volto contratto in un'espressione dura e gli occhi pieni di lacrime.
“Come ha potuto farmi questo?” ringhia, con voce bassa e tagliente.
La guardo confusa.
Cosa mi sono persa?Fino a qualche attimo fa era felice, insieme a quel ragazzo ed ora...
Di nuovo, repentinamente e causandomi un leggero giramento di testa, lo scenario cambia.
Rosalie è di nuovo nella stessa stanza, ma è notte.
Davanti a lei c'è l'armatura di Aracne.
Un battito di ciglia e siamo di nuovo al parco, deserto, illuminato solo dalla luce della luna.
Rosalie cammina con passo fiero, indossando la sua armatura.
I suoi occhi di ghiaccio sono duri, perfino crudeli, mentre si posano su due figure imprigionare da delle ragnatele.
“Che cosa vuoi da noi?” domanda con voce spezzata quella che sembra una ragazza.
Per tutta risposta il cavaliere di Aracne si mette a ridere “Vendetta. Non è saggio rubare l'uomo ad un cavaliere maledetto, sciocca ragazzina.”
L'altra figura, che ora riconosco come l'uomo che ho visto poco fa, si dimena inutilmente. Le ragnatele gli tappano perfino la bocca, ma i suoi occhi sono sgranati e colmi di paura.
“Aracne's puppet!” grida Rosalie, tendendo la mano contro l'altra ragazza.
Cinque fili sottilissimi partono dalle sue mani e raggiungono l'obiettivo in meno di un secondo.
“Visto che vi siete divertiti così tanto alle mie spalle- spiega con un sorriso spietato- penso che sia più che legittimo che io mi diverta un po' con voi, non trovate?”
Muove le mani con grazia e ad ogni suo movimento anche la sua preda si muove, come una marionetta.
“Guarda quanto è carina, Robert- lo stuzzica con cattiveria, con la sua voce di velluto- Preferisci che la faccia cadere in un lago e le impedisca di nuotare per salvarsi, o che la obblighi a pugnalarsi da sola?”
Sbarro gli occhi scioccata.
“Non farlo. Ti prego non farlo!” mi ritrovo a implorarla.
Cerco anche di andare a liberare quella povera vittima dai fili che la legano, ma appena provo a toccarla la mia mano la trapassa come se fossi un fantasma.
Rosalie intanto, con espressione astiosa stringe il pugno, cosa che provoca nella ragazza una forte contrazione di tutti i muscoli.
Boccheggia per un po', nell'incessante ricerca di aria, ma dopo pochi secondi la sua testa si reclina sul petto, senza vita.
“Ed ora passiamo a noi.” sussurra la mora, lasciando cadere il corpo esanime di quella ragazza dietro di sé.
“Aracne's venom!” urla, mentre si avventa contro all'uomo inerme, usando il proprio braccio come se fosse la zanna velenosa di un ragno.

Nonostante ci sia il sole sento il ghiaccio scorrermi nelle vene.
“Come ha potuto farlo?” mormoro, più rivolta a me che agli altri cinque cavalieri maledetti.
Attraverso le lacrime che mi offuscano la vista intravedo la piccola saint della Siringa scrollare le spalle.
“Erano solo comuni esseri umani, Aracne...” la giustifica.
Sgrano gli occhi scioccata “Non puoi pensarlo davvero.”
Kunio prorompe in una risata maligna, mentre Nikon riprende la parola “La vita di un essere umano non vale la metà della nostra, cara Michelle.”
Osservo i suoi occhi rossi con rabbia “Noi siamo esseri umani!”
“Ti sbagli. Noi siamo quasi semi-dei.- spiega con la convinzione di un pazzo- Forti, potenti, immortali. Siamo la schiera più forte fra i cavalieri ed il mondo deve conoscerci e temerci!”
Scuoto la testa allibita “Dovremmo usare le nostre capacità per essere d'aiuto, non per distruggere le altre persone.”
Ma al sentire queste mie parole Bellerofonte si mette a ridere di gusto “Sei così ingenua.”
Non possono pensarla davvero così.
Faccio vagare lo sguardo sui loro volti: Tomàs ha lo sguardo perso verso l'orizzonte, come se non stesse ascoltando affatto i nostri discorsi. Eco invece tiene gli occhi bassi, le mani giunte dietro la schiena. L'orientale mi guarda sprezzante.
“Tu sei solo una ragazzina- tento speranzosa, rivolgendomi a Verena- Non puoi pensarla come loro!”
Le labbra cadaveriche dell'albino si piegano su in un sorriso “Verena è l'assassina più dotata.”
Al sentire questo inaspettato “complimento” la piccola sorride soddisfatta.
Prendo qualche bella boccata d'aria, nel vano tentativo di calmarmi.
“Io non sono come voi.” annuncio, mettendoci tutta la determinazione che ho.
“Per ora.” sghignazza il giapponese, squadrandomi.
“No!- ribatto infastidita- Io non sono e non sarò mai così...”
Nikon inclina leggermente la testa di lato “Anche Rosalie all'inizio era uno zucchero filato. Poi l'hai visto tu stessa com'è diventata. E pensa che quello era un episodio soft.”
Scuoto la testa “Io sono diversa.”
“Non puoi farci niente, Michelle.- mi informa Verena, che ora guardo con occhi diversi- Questa è la tua natura: l'armatura di Aracne è stata quella più temuta proprio perchè i suoi possessori sono da sempre i più spietati. Nessuna eccezione.”
Questa notizia mi fa scorrere un brivido freddo lungo la spina dorsale.
“Non è vero.” ringhio convinta.
“Certo che sì!-ribatte Siringa- Pensa che ogni venatura rossa che decora la tua armatura corrisponde ad una vita spezzata dal suo proprietario!”
Scuoto la testa di nuovo, mentre un senso di nausea mi sale fino alla gola.
Nikon ride di nuovo “Questa tua caparbietà sarà un bel vantaggio quando ti unirai a noi.”
Alzo lo sguardo e gli rivolgo un'occhiataccia degna di nota.
“Non succederà mai.” ripeto.
“Non oggi, forse- continua, per niente scoraggiato- Ma il tuo destino è segnato. Volente o nolente sarai mia.”
Muovo qualche passo all'indietro, intimorita dalle sue parole e Verena si muove verso di me, con l'intento di fermarmi.
“Lasciala andare.” intima Tomàs, con il suo vocione oscuro.
Bellerofonte si gira spiazzato verso di lui, ma questo stupore non dura che pochi attimi.
In pochi secondi, i suoi occhi rossi si puntano di nuovo su di me “Torna pure a casa, Aracne.- acconsente, quasi bonario- Ma rifletti su quanto ti è stato detto. Il tuo posto è con noi e se non tornerai tu...allora verremo noi a prenderti!”
Non mi faccio ripetere due volte questo invito.
Con insolita agilità giro i tacchi e inizio a correre a predi fiato verso il Santuario.

Guardo l'armatura con astio. È disposta in modo da sembrare un ragno.
Mi soffermo a osservare il suo atteggiamento.
Non un ragno che tesse la sua tela.
Un ragno maligno, pronto ad attaccare.
Ed ora che so il significato di quelle venature vermiglie, il suo aspetto mi fa rabbrividire ancora di più.
Volto le spalle di scatto, come se questo potesse davvero togliermela da davanti agli occhi.
Sono io che decido il mio destino, continuo a ripetermi mentalmente.
Rosalie è impazzita e si è fatta completamente divorare dal sentimento di vendetta, fino a diventare una pazza spietata...e allora?
Quante possibilità ci sono che possa capitare anche a me?
È vero. Ho una certa voglia di farla pagare a Febe per quello che ha fatto a Takis, e allora?
Direi che è una cosa normale.
Io non diventerò un'assassina feroce...
“Certo che non lo farai, Michelle.- sussurra una voce vellutata- Sei la persona più dolce che io conosca.”
Mi paralizzo sul posto. Stupita.
Stavolta non può essere solo nella mia testa.
Lentamente, mi volto verso l'armatura e quello che vedo mi fa sobbalzare.
Takis è davanti a me e mi sorride incerto.
“T-t-tu...” balbetto ma non riesco a dire niente di sensato.
“Come faccio ad essere qui?Non lo so nemmeno io.” mi rivela.
Fisso con insistenza quei magnifici occhi azzurri che mi sono mancati così tanto, ma non riesco a frenare per molto l'istinto di corrergli incontro.
Al che lui si mette a ridere, allargando leggermente le braccia.
“Michelle, che stai facendo?”
Quando la voce di Shaka mi chiama da dietro, freno immediatamente la mia piccola corsa e mi volto verso di lui.
“Io...” tento di spiegare, ma il grande sorriso che ho sulle labbra sparisce immediatamente quando, girandomi a guardare il punto esatto dove si trovava Takis non lo vedo più.
“Io...io...credevo di aver visto qualcosa...” balbetto, passandomi una mano sugli occhi.
“Qualcosa?” ripete il biondo, inclinando la testa di lato.
Mi lascio cadere seduta per terra, e appoggio la testa sulle ginocchia, esausta.
Insomma, che diavolo mi succede?
Sento le voci, parlo con le allucinazioni...come ho potuto pensare che Prometheo fosse davvero qui?
“Michelle?” mi chiama di nuovo il saint.
“Credo di avere un esaurimento nervoso.” mi giustifico, con voce debole.
Shaka muove qualche passo, fino a superarmi ed arrivare a sfiorare con le dita la mia armatura, ancora esposta a qualche metro da me.
“Come mai la tua armatura è qui?” domanda, senza guardarmi, ma continuando ad analizzare le mie vestigia .
“Ho cercato di distruggerla- ringhio- ma sembra impossibile. Forse dovrei provare con la kryptonite!”
Con un movimento elegante che gli fa ondeggiare i fili d'oro puro che si ritrova al posto dei capelli, Shaka si volta verso di me “Perchè vorresti distruggere la tua armatura?” chiede, alzando un sopracciglio.
“E' maledetta.” borbotto, guardando da un'altra parte.
Ma lui sembra non cogliere “Già. Ma è più di un anno che lo sai. Non può essere questo il problema.”
Mi alzo di scatto, mi avvicino a lui e stringo i pugni con rabbia.
“Vuoi sapere cosa c'è che non va?Perfetto!-sbotto- Il problema è che ogni singola striatura rossa su quell'armatura corrisponde ad una vita spezzata dalla sua precedente custode che, per inciso, era una psicopatica assetata di sangue e fra l'altro pare che quest'ultimo sia un tratto distintivo di tutti i possessori di questo cloth...”
Shaka prova ad aprire bocca per dire qualcosa, ma io alzo una mano per fermarlo e continuo a parlare “Oltretutto i vecchi compagni di Rosalie sono convinti che io sia sulla buona strada per diventare come lei. E, sai una cosa?, forse non avevate tutti i torti a dubitare di me. Per non parlare poi del fatto di quelle stupide allucinazioni che mi stanno facendo letteralmente impazzire!”
Incrocio le braccia e inizio a fissare la punta delle mie scarpe.
Perfetto.
Ci mancava lo sclero con Shaka!
Davvero ottimo!
Magari potrebbe pensarci lui a darmi il colpo di grazia e liberare definitivamente questo mondo dalla mia stupidità!
“Dovresti andare a farti visitare da un medico.” mi consiglia, al di là di ogni mia immaginazione.
Alzo lo sguardo e lo sguardo interrogativa “Ti ho appena detto di poter essere una potenziale traditrice e tu mi dici che dovrei andare da un medico?”
Shaka sospira “Perchè dovresti essere una traditrice?”
“Per cominciare, stamattina sono uscita dal Santuario e ho incontrato altri cinque cavalieri maledetti...”spiego, mettendo una specie di broncio.
“Che cosa hai fatto?”
Mi stringo nelle spalle e abbasso lo sguardo, colpevole “Sentivo i loro cosmi che mi chiamavano fuori dalle mura, così sono andata a vedere. Loro mi hanno mostrato la storia della mia armatura e mi hanno proposto di unirmi a loro.”
“Ma tu sei rimasta qui.” mi fa notare Shaka.
“Già...-borbotto- Ma a quanto pare sono destinata a schierarmi dalla parte sbagliata. Forse non è oggi e nemmeno domani, ma prima o poi farò qualcosa di irrimediabilmente stupido e pericoloso.”
Sulle labbra del gold si distende un sorriso “Questo è probabile- ammette, spiazzandomi completamente- Anche se non nel senso che intendi tu. Michelle, tu non saresti in grado di fare qualcosa di malevolo neanche se ti sforzassi con tutte le tue forze.”
Spalanco gli occhi, stupita.
In fondo ha ragione, non è proprio nella mia natura una cosa del genere.
“Tu non capisci. Tutto l'odio e il sentimento di vendetta che provo verso Febe, allora?- chiedo, mordicchiandomi l'unghia del pollice, preoccupata- Nemmeno io pensavo di poter provare cose del genere e invece...Se tutto questo fosse solo la punta dell'iceberg?”
Shaka scuote la testa, rassegnato dalla mia cocciutaggine.
“Dovevi vedere Rosalie, quella che aveva l'armatura prima di me- adduco come spiegazione- Prima era così buona, gentile. E poi si è trasformata in un mostro.”
“Avere il potere di distruggere e la forza di prevalere su gli altri esseri umani può annebbiare i nostri cuori.”
Mentre parla, io mi siedo a gambe incrociate davanti al gradino dove si è seduto lui, come un'allieva attenta che ascolta il suo maestro.
“Le tecniche di combattimento, le battaglie vinte e il numero di nemici sconfitti non sono niente.- continua con voce vellutata- La capacità di mantenere il proprio cuore puro nonostante questo, ecco, quella è la vera forza di un cavaliere. E Michelle, credimi, sono certo che questa capacità non ti manca.”
La temperatura attorno a me sale vertiginosamente, e abbasso la testa imbarazzata nel vano tentativo di nascondere il rossore alle guance.
“E' una sorta di complimento?” balbetto, fissando dei sassolini.
Non guardo la faccia di Shaka mentre risponde, ma da come parla mi pare ci sia un sorriso a decorare il suo bel viso “Sì. Una specie.”
Per Zeus, Hera, Atena ed Apollo!
Ok. Sto per andare in iper-ventilazione.
Contegno, Michelle, contegno!
“Ti senti bene?” mi domanda, per la seconda volta oggi.
Al sentire queste parole alzo la testa di scatto e con balzo sono in piedi “Certo. Magnificamente.” butto fuori alla velocità della luce, ancora troppo agitata per parlare come una persona normale.
“E le allucinazioni di cui parlavi?”
“Oh. Quelle.” borbotto, afflosciandomi un po'.
Sposto delle ciocche ribelli che mi finivano sugli occhi e mi decido a rispondere.
“Probabilmente è solo stanchezza...o sto diventando definitivamente pazza.” aggiungo a mezza voce.
Ma Shaka non pare voler mollare “Senti delle voci?” indaga, aggrottando le sopracciglia.
Annuisco mesta “Sento Takis.- specifico- E lo vedo anche.”
“Forse non dovresti sottovalutare questa cosa.”mi consiglia, con voce dolce.
Sospiro stancamente e faccio un gesto noncurante con la mano “Quando inizierò a vedere elefanti rosa mi preoccuperò” gli assicuro. Ma il gold non coglie il mio sarcasmo così cambio repentinamente argomento.
“Piuttosto, credo sia il caso che Atena e gli altri cavalieri sappiano della visita che ho ricevuto...”
“...ma non vuoi essere tu ad informarli.-continua lui per me, iniziando ad allontanarsi- Chiederò udienza alla dea.”
“Grazie.” lo ringrazio in un soffio.
Shaka mi fa un cenno col capo in risposta e poi se ne va con il suo passo fiero.

Incontrare i cinque cavalieri maledetti oggi mi ha messo un po' sotto pressione, lo ammetto.
Verena, per esempio, sembra essere una guerriera fatta e finita, ed avrà sì e no tredici anni!
E io cosa so fare?
Sparare ragnatele a destra e a manca, ma niente di più.
Sai che grande tecnica di combattimento...Al massimo potrebbero prendermi nel prossimo film di Spiederman!
Subito dopo la mia chiacchierata con Shaka ho riflettuto meglio sull'incontro di oggi con gli altri cavalieri.
Voglio dire: Rosalie aveva altre due tecniche, ed anche potentissime!
Se mi impegnassi, sono sicura che potrei imparare a usarle e farla pagare a Febe una volta per tutte.
“O almeno non essere di peso ai gold.” mormoro fra me e me...
Alzo lo sguardo e osservo il gold di Capricorn segare in due con particolare facilità un'altra colonna di marmo.
Credo che degli archeologi impazzirebbero a vedere una cosa del genere!
E' da quando Shaka mi ha lasciata da sola che sto tastando il terreno per chiedere a Shura di allenarmi.
Insomma:lui ha una spada affettatutto nel braccio, io ho un aculeo velenoso nel braccio...direi che qualche dritta potrebbe anche darmela, no?
Solo che con lui non ho mai avuto un grande rapporto...Anzi, credo di non avergli mai nemmeno parlato, forse. Anche se questa cosa potrebbe ricadere a mio vantaggio.
Stamattina sono trotterellata su fino alla Decima, ma non sono riuscita ad entrare. E poi, quando lui è uscito per andare ad allenarsi, non ho avuto idea migliore che quella di seguirlo e mettermi buona buona ad osservarlo, in attesa che le parole giuste per chiedergli di allenarsi arrivino.
“Si può sapere perchè mi stai ronzando intorno?” sbotta Shura, altamente scocciato, voltandosi di scatto verso di me, mentre con un asciugamano bianco si tampona la testa per asciugare delle gocce di sudore.
Io arrossisco e abbasso lo sguardo. Allora l'ha notato che lo sto pedinando!
“Beh...ecco io...” balbetto, imbarazzata.
“Allora?” domanda di nuovo impaziente.
“I-io, volevo chiederti una cosa ma...non sono sicura...”
Cielo!E sì che non dovrebbe essere così difficile. È solo una stupida domanda!
Shura inarca un sopracciglio e mi osserva sospettoso.
“Non...Non ti sarai presa una cotta per me?” chiede titubante.
“No!” urlo, praticamente, spalancando gli occhi. Come gli è venuta un'idea del genere?Stupido ego maschile.
Il gold di Capricorn mi guarda torvo. Forse ho messo troppo impeto nel rispondere.
“Cioè, non voglio dire che non ci si possa innamorare di te- balbetto imbarazzata- Di certo sei un bell'uomo e di sicuro hai un carattere interessante, solo che io personalmente non mi sento attratta da te...Non che tu non sia attraente, questo è sicuro, il fatto è che...”
“Basta così!- mi interrompe, mettendo fine a questo supplizio generale- Cosa vuoi da me, di grazia?”
Abbasso la testa e metto le mani giunte per supplicarlo “Nobile Shura, ti imploro di prendermi come allieva!”
Lui sbatte le palpebre confuso “Tu vuoi che io ti alleni?”
Annuisco con convinzione “Sei il solo che può farlo.”
“Perchè io?” domanda di nuovo, scettico.
“Perchè io e te abbiamo più cose in comune di quanto credessi.” spiego, passandomi una mano sul braccio.
Shura continua a guardarmi interrogativo così spiattello anche a lui tutta la storia, escludendo ovviamente incontri con cavalieri maledetti e usando un tono civile e non da pazza isterica come ho fatto con Shaka.
Ora che ci penso, la storia non gliel'ho spiattellata per niente.
Diciamo che gli ho solo detto che ho un aculeo nel braccio, onde evitare tutte quelle pantomime a cui qui tutti sono così portati...Anche perchè forse se conoscesse tutti i particolari non vorrebbe allenarmi.
In fondo non sono nemmeno bugie, ma delle sane mezze-verità che non fanno male a nessuno.
“Ti aiuterò.- decide infine, annuendo serio- Sarà interessante: non ho mai conosciuto nessuno con capacità così simili alle mie.”
“Grazie!Grazie, grazie, grazie, grazie!”
“Non ringraziarmi ancora.” mi interrompe, con uno strano ghigno sulla faccia.
Oh-oh. Avevo dimenticato la terribile tendenza sadica dei gold qui al Santuario.
Deglutendo rumorosamente, inizio ad indietreggiare senza dare troppo nell'occhio.
Shura alza la mano e mi fa segno di avvicinarmi “Avanti, attaccami. Fammi vedere di cosa sei capace.”
Io non accenno a muovermi.
“Non credo che un corpo a corpo sia una grande idea...” balbetto, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Lui alza un sopracciglio “Perchè?Hai paura?E' solo una prova, Michelle, niente di trascendentale...”
“Dimentichi forse che sono velenosa?- gli ricordo- Non credo sia il caso correre certi rischi. ”
“Velenosa?” ripete scettico Shura, inarcando un sopracciglio.
“Tu hai un miracle balde installato nel braccio e io non posso essere velenosa?”ribatto, con tono inacidito.
Il gold alza le mani in segno di resa. “Ok, ok. Niente corpo a corpo. Che ne dici di provare a infilzare quello?”
Sposto lo sguardo per seguire il suo lungo indice che sta indicando un oggetto poco distante.
Si tratta della colonna che ha segato in due poco fa.
“Quello è marmo.” gli faccio notare.
Ma lui continua a guardarmi interrogativo, come se non capisse qual è il problema.
“Mi frantumerò il braccio.” spiego.
Con un sospiro fa roteare gli occhi, leggermente infastidito dalla mia mancanza di collaborazione. “Quello?” ritenta, additando un albero di ulivo che di certo ha conosciuto tempi migliori.
“Non so se è proprio il caso...”
“Michelle: o fai come dico io o ti fai aiutare da qualcun altro!” sbotta, interrompendomi.
Alzo le mani in segno di resa “Ok, ok, ci proverò!Poi però mi dovrai aiutare a togliere tutte le schegge!”
Il gold si lascia scappare un nuovo rumoroso ed esasperato sospiro ed io mi appresto ad eseguire il suo ordine.
In fondo, che cosa vuoi che gliene importi a Mr.Affettatutto? Lui ha già tagliuzzato talmente tante cose in vita sua che mi domando perchè non gli abbiano ancora proposto di fare la pubblicità ad un set di coltelli.
Sono io quella che deve preoccuparsi. Il mio braccino è fatto di tenera carne e ossa non poi così robuste: non si è ancora reso conto di poter fare cose del genere.
“Sei pronta?” mi domanda impaziente.
Sto per scuotere la testa in segno di diniego, ma mi rendo conto che non sarebbe una mossa geniale, perciò annuisco con riluttanza, e deglutisco a vuoto un paio di volte.
Senza pensarci, Michelle, mi intimo, è l'unico modo perchè tu possa farlo!
Chiudo gli occhi e mi scaglio contro quell'ignaro pezzo di legno, sperando di non farmi troppo male.
L'impatto produce un rumore sordo, ma il fatto di non provare alcun dolore mi rincuora.
Così, prendo coraggio e decido di dare un'occhiata.
L'albero è intatto, esattamente come l'avevo lasciato.
Io, invece, mi trovo qualche metro più indietro e ho il braccio completamente fissato nel suolo.
La tensione adrenalinica dell'attacco se ne va in un baleno e io mi affloscio a terra, sul terreno secco e polveroso.
“Ti avevo detto di colpire l'albero, Michelle.” mi rimprovera Shura, avvicinandosi con poche, ampie falcate.
Sbuffo, riuscendo solo a sollevare un bel polverone, che mi fa tossire rumorosamente.
“Avanti- continua il gold, determinato a compiere appieno il proprio ruolo di maestro- Alzati e riprova.”
Io cerco di tirarmi su, sfilando il mio braccio sinistro che è ancora conficcato a terra, ma lui non vuole proprio saperne.
Trattenuta da non so cosa, non posso fare altro che ricadere sdraiata a pancia in giù.
“Perfetto” borbotto fra me e me.
“Ti vuoi muovere?” mi sollecita Shura, leggermente spazientito dalla mia lentezza.
“Non posso.” spiego con tono lugubre.
“Prego?” chiede, non capendo a cosa mi riferisco.
Oppure lo sa benissimo, ma vuole semplicemente farmelo dire ad alta voce solo per mettermi in imbarazzo.
Dev'essere una particolare abilità dei gold, certo.
Servono Atena con rettitudine, hanno un surplus di sensi, potrebbero annientare questo pianeta con un battito di ciglia e in più, come bonus, riescono a farti sentire stupida e goffa.
Come se già non lo fossi già per conto mio.
“Allora?” incalza, pestando un piede a terra.
“Sono incastrata!” sbotto, quasi urlando, mentre divento rossa come un pomodoro maturo.
Silenzio.
Non un silenzio normale, però. Quel tipico silenzio che, dopo anni di figuracce e gaffes ho cominciato a riconoscere, serve per nascondere delle sghignazzate sommesse.
Picchietto la fronte sul terreno per un paio di volte, aspettando pazientemente che il gold ritorni in grado di parlare senza scoppiare a ridere.
Ci mette meno di quanto pensassi. “Ti aiuto io.” propone, afferrandomi la vita come se fossi un sacco di patate.
“Aspetta, aspetta!- cerco di fermarlo- Non vorrei che mi si staccasse il bracc...”
Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo in piedi, impolverata, ma finalmente libera.
“Grazie.” sussurro, passandomi una mano su maglietta e pantaloni, nel tentativo di darmi una pulita.
Shura mi fa un ghigno in risposta e poi il suo sguardo affilato si sposta sul buco che ho lasciato nel terreno.
Decido di imitarlo e appena mi ritrovo ad osservare il buco che io stessa ho creato non posso fare a meno di sussultare.
“Che cos'è?” domando perplessa, osservando quello strano liquido scuro.
Il cavaliere inclina leggermente la testa “Credo che sia il tuo veleno...”
Continuo a guardare con occhi sbarrati e, se possibile, li sgrano ancora di più, quando un sassolino che Shura ha lanciato nella chiazza corvina si dissolve, producendo una specie di gas.
“Corrosivo.” commenta lapidario.
Stringo le labbra, leggermente schifata. C'è davvero quella...quella cosa nel mio braccio?
Vorrei dire qualcosa a riguardo, qualsiasi cosa che non mi faccia sembrare impressionata e imbambolata, ma una stretta attorno alla vita mi toglie qualsiasi possibilità di proferire parola.
“Miki!Finalmente.- trilla la voce di Pierre mentre mi abbraccia da dietro- Pierre pensava che non ti avrebbe mai trovato!”
“Pierre!Mi stai facendo soffocare.” protesto, cercando di scrollarmelo di dosso.
Lui prorompe in una risatina deliziata, stringendo un poco i suoi occhioni da cucciolo.
Shura alza un sopracciglio e lo guarda perplesso.
Pierre mi strattona il braccio iniziando a trascinarmi chissà dove “Siamo davvero spiacenti, nobile Shura, ma la presenza di Michelle è richiesta urgentemente da un'altra parte. Buona giornata.”
Il gold non fa in tempo a ribattere e, a parte delle proteste soffocate, non riesco a dire niente di sensato anche io mentre il mio amico mi tira con foga, costringendomi a fare passi lunghi e veloci per tenergli testa.
Ma che cavolo gli è preso?

“Grazie mille, Pierre.”
Non. Ho. Parole.
E io che pensavo che fosse la Kido quella che se vuole qualcosa se lo prende senza fare troppo complimenti!
A quanto pare deve essere una caratteristica contagiosa visto che anche Chen invece di chiedermi gentilmente di andare a parlare con lui mi ha fatto praticamente rapire.
Ma che prende a tutti quanti?Sono rimasta l'unica con un po' di buone maniere?!
“Chen!” ringhio, rivolta al piccolo oracolo che mi sta sorridendo amabile.
Per la stizza ignoro perfino Pierre che se ne va salutandomi spensierato.
“Michelle!Sono contento che tu sia venuta: ho delle importanti novità di cui voglio renderti partecipe.” dice serissimo, come se fossi venuta qua di mia spontanea volontà.
“Piccolo...” mi censuro da sola, notando la sua faccia leggermente preoccupata.
Mi massaggio le tempie con l'indice e il medio “Si può sapere che cosa vuoi?”
Non sono affatto entusiasta di essere stata trascinata qui alla Tredicesima: ci mancherebbe anche, a coronare questa giornata, che incontrassi Tastumi, oppure Saori o peggio ancora quel chiuhuahua assatanato. Ho ancora il segno dei suoi dentiti aguzzi sulla mano!
“Un sacco di cose- risponde Chen, senza centrare il senso della mia domanda- Che Mu la smetta di farmi fare esercizi inutili e inizi a insegnarmi cose serie, che a Saori venga il colpo della strega o magari un'acne coi contro fiocchi e poi che...”
“Chen...” sibilo, cercando di riportarlo all'ordine.
Lui mi fa con le dita cenno di seguirlo, così iniziamo a muoverci all'interno del dedalo di corridoi di cui è composto il Grande Tempio.
“Le cose stanno così, Miki: Atena ha deciso di convocare una riunione straordinaria e all'ordine del giorno ci sei tu.” spiega, con tono talmente serio che mi fa dubitare della sua età.
“Scherzi?Vuoi dire che sarò...sarò messa sotto processo di fronte a tutti?” chiedo allarmata.
Vedo la sua corta chioma corvina scuotersi in segno di diniego “Non è quello che ho detto: tu sei l'argomento da discutere, ma la tua presenza non è affatto richiesta.”
Serro la mascella infastidita “Prenderanno decisioni su di me, senza di me?!”
“E' per questo che sei qui!- trilla Chen, con un pizzico di eccitazione nella voce- Intendo farti partecipare clandestinamente alla riunione. Non sopporto i giochi di potere di quell'oca starnazzante. Non ha la minima idea che fra i due sono io quello più astuto!”
Mi fermo di colpo, scioccata.
E come intende farmi partecipare a una cosa del genere senza che nessuno se ne accorga?!
Lui sbuffa spazientito “Avanti, non c'è tempo da perdere!- mi afferra il polso e cerca di trascinarmi via con sè- Atena a quest'ora sta mandando degli emissari per convocare i gold e i bronze sono già con lei!”
“Stai scherzando, vero Chen?- sbotto, svincolandomi dalla sua presa da bambino- Avanti: dimmi che stai scherzando!”
I suoi occhietti neri e vivaci si strizzano un po' , sembra anche aver capito di cosa sto parlando “Assolutamente no!” dichiara, trionfante.
“Non posso intrufolarmi là dentro e sperare di farla franca!Sono in dodici cavalieri d'oro, cinque di bronzo e una dea, per Zeus!”
“Se hai tanta paura di loro puoi benissimo non venire.- ribatte, incrociando le braccia dietro la testa e continuando a precedermi lungo i corridoi della Tredicesima- Saprò cavarmela benissimo anche senza di te.”
Stringo i pugni e stendo le braccia lungo i fianchi, allungando il passo per raggiungerlo.
“Cavartela senza di me?Sei stato tu che mi hai detto che volevi che venissi con te!”
Sul suo volto rotondo si apre un sorriso a trentadue denti “Lo so, e se l'ho fatto è perchè so che è quello che vuoi anche tu!”
“Ti ho mai detto che sei insopportabile?” borbotto, limitandomi a dargliela vinta.
Con la sua manina mima una bocca che parla “Parole, parole...tanto alla fine fai sempre quello che dico io!”
Mi limito a roteare gli occhi.
Quando tutta questa storia sarà finita giuro che troverò un modo di insegnare un po' di sana educazione a questo impertinente.
Uhm...come potrei fare?
Beh, innanzitutto potrei toglierlo dalla custodia di Mu. Lui è troppo gentile e pacato.
A Chen servirebbe un tutore più severo.
Death Mask?...Ok, questo è eccessivo. Non voglio che l'oracolo di Zeus diventi parte dell'arredamento della Quarta Casa.
Forse Tatsumi...anche se conoscendo la mente brillante di Chen potrei scommettere che ad avere la meglio fra i due sarebbe il piccoletto.
Gli servirebbe trovarsi di fronte una persona tosta, sveglia e spietata, che gli sappia tenere testa.
Il pensiero mi corre immediatamente a Mintha.
L'immagine del suo volto mi entra dolorosamente in testa, accompagnata da quelle di Jack, Miguel e Embronce...
Mi mancano così tanto!
Faccio appena in tempo a scacciare i miei pensieri e a tornare alla realtà per vedere Chen inchiodare di fronte ad una delle enormi porte che portano in chissà quale stanza della Tredicesima.
“Che c'è?” domando, fermandomi di fianco a lui.
Il cinesino inclina la testa di lato per osservare meglio l'uscio di fronte a noi.
“Dovrebbe essere questa.”
Entriamo con circospezione, ma all'interno della stanza non c'è nessuno.
Strano, questo sembra un comunissimo salotto. Certo: è più grande dell'intera casa che condividevamo io, Kim e Victoria, però è pur sempre un salotto.Credevo che Atena fosse più solenne nella scelta dei luoghi in cui condurre riunioni.
“Questa non è un'assemblea normale.- spiega Chen come rispondendo ai miei interrogativi, mentre continua a girare da un angolo all'altro della stanza cercando chissà cosa- Atena ha scelto questo posto proprio perchè è inusuale. Non vuole che io o te possiamo scoprirlo.”
L'oracolo si ferma di fronte ad una specie di castello di cartone, molto colorato, con sfumature fra il violetto e il rosa acceso.
Sopra all'entrata, che pare la miniatura di un ponte levatoio e che è coperta da una tendina fucsia, leggo una scritta a caratteri cubitali. Mister Fluffy.
“Come se potesse davvero nascondere una cosa del genere ad un oracolo. Non devo neanche concentrarmi per richiamare visioni del genere...Quella spocchiosa è talmente tonta!”
Preferisco non esprimermi sull'argomento, e faccio vagare il mio sguardo lungo la stanza.
“Dove posso nascondermi perchè i cavalieri non mi vedano?” domando, incerta.
Dietro le tende?Fa troppo nascondino.
Dietro il divano?Mi troverebbero in due secondi netti.
Svuoto la credenza e mi ci infilo?E poi dove faccio sparire tutto quello che c'è dentro?
“Qua.” decide Chen al posto mio, indicando il castello di Mister Fluffy.
Sbatto le palpebre confusa.
“Cosa?Vuoi che io mi infili in questa...questa...cuccia?”
Pronuncio l'ultima parola facendo una smorfia disgustata.
“Avanti!Stanno arrivando!” bisbiglia, mentre si siede sul divano e incrocia le gambe all'indiana senza curarsi di sporcare con le sue scarpe il pregiato tessuto.
Cercando di muovermi con la maggiore agilità che mi è consentita entro in quel castello di cartone rosa.
Il mio cuore inizia a battere molto più forte quando mi accorgo che nel momento in cui la porta si sta aprendo il mio piede è ancora mezzo fuori. Lo sposto con un movimento fulmineo e con altrettanta velocità chiudo la tendina di seta fucsia.
“Perchè diavolo ci fa riunire in questo salotto alla presenza di quella bestiaccia?” ringhia Death Mask non appena mette, pesantemente, piede nella stanza.
Non riesco a vedere le espressioni degli altri gold dal mio puzzolente nascondiglio, ma sento nettamente la risposta di Aphrodite “Lascia in pace Mr.Fluffy,Death. E poi lo sai che Atena ci ha voluto ricevere qui perchè effettivamente questa sarebbe una riunione segreta.”
“Ti dico solo che se quella pantegana travestita da cane esce dal suo nascondiglio non rispondo delle mie azioni...”
Al sentire queste parole del gold della quarta, deglutisco più volte a vuoto, rannicchiandomi sempre più nella tana del chihuahua.
“Ma...che ci fa qui l'oracolo?” domanda Aioros, posso immaginare i suoi occhi limpidi velati da un'espressione interrogativa.
Contorco dolorosamente il collo per cercare di vedere Chen.
Il suo sorriso strafottente è sempre lì.
Mi ritrovo a sospirare silenziosamente: com'è possibile che un mocciosetto come lui abbia sempre la situazione sotto controllo mentre io il più delle volte fatico a ricordarmi da che parte sono girata?
“Salve cavalieri!- li saluta con vocetta allegra- Qual buon vento? Sembra quasi che vi apprestiate a svolgere una riunione top secret alle mie spalle.”
“Nobile oracolo, le chiediamo di andarvene.” lo prega Doko.
Pf...come se questo potesse davvero fare qualcosa.
“Non alcuna intenzione di farlo.” sogghigna Chen, sorridendo amabilmente.
“Chen, ti prego...” lo richiama Mu, con la voce stanca di uno che ha a che fare con capricci del genere ogni santo giorno.
“La prima risposta è quella definitiva, quindi no!” ribatte il piccolo, attirandosi le ire di più di un cavaliere.
Sento una specie di suono gutturale, quasi un ringhio e poi la voce di Death Mask “Vediamo se riesco a convincerti con le maniere forti.” sibila, molto sinistramente.
“Death, contieniti. È pur sempre un oracolo.” lo ammonisce Saga.
“Perchè non aspettiamo semplicemente che sia Atena a decidere il da farsi?” propone Aldebaran.
Tutti gli altri sembrano d'accordo. Sento rumori svariati. Gente che si siede, sedie che si spostano e via dicendo e poi scende un silenzio impaziente.
È sempre così?
Oppure tutti tacciono perchè non vogliono rendere partecipe l'oracolo dei loro pensieri?
Quando Saori Kido entra nella stanza, pochi minuti più tardi, mi rendo conto che non è semplicemente una multimilionaria dai gusti bizzarri e con in braccio un chihuahua astioso.
È la dea Atena, perlomeno in questo momento.
Il suo cosmo impregna la stanza raggiungendo ogni angolo.
Senza rendermene conto, agito leggermente la mano davanti alla faccia per scacciarlo, come si trattasse di una mosca fastidiosa.
Poi mi ricordo del motivo per cui sto facendo la contorsionista in una cuccia di cane e mi sforzo di ascoltare.
Tutti i cavalieri si alzano immediatamente e si mettono sull'attenti. I bronze, che sono arrivati con la dea, cercano di ritagliarsi un posticino nella stanza grande ma decisamente affollata.
“Oracolo...” se Atena è stupita, non lo da a vedere.
“Divina Atena- Chen non si è nemmeno alzato- Vogliamo iniziare?”
Un momento!Che diavolo sta succedendo?
Io forse non mi sono ritrovata la sua vocetta acuta nella testa proprio perchè lui non poteva parlare con la dea di persona?E adesso invece è qui che chiacchiera come se niente fosse?
Che diavolo sta succedendo?
Michelle, non penserai davvero che io provi ad entrare nella mente dei soldatini di Atena, vero?
Come se l'avessi chiamata coi miei pensieri, la voce di Chen si intrufola nella mia testa.
I gold traviserebbero le mie parole fin all'inverosimile pur di compiacere alla loro divinità snob. Per questa volta mi conviene ignorare le regole.
Aggrotto le sopracciglia. E a Zeus questo andrebbe bene?
Non so se questo è un tipo di comunicazione a doppio senso, ma la risposta mi arriva in testa subito dopo aver formulato la domanda.
Se al divino paparino questo non stesse bene, sta ben certa che mi avrebbe folgorato già da un pezzo!
Tento di scrollare le spalle, ma da questa posizione scomoda è difficile, soprattutto se non intendo farmi scoprire: dopotutto sono fatti suoi e di Zeus.
Perdonate, oracolo, ma come mai ora potete parlare con la dea?- domanda Camus, con voce monocorde- Sbaglio o tale azione vi era proibita da Zeus stesso?”
Il bambino sventola la mano con noncuranza “Se proprio al Padre Celeste non sta bene il mio comportamento può venire quaggiù a sculacciarmi di persona.”
Nella sala si alzano dei borbottii. Non si sono ancora abituati al comportamento sopra le righe del piccolo oracolo.
“Ma lui non dovrebbe trovarsi qui!” protesta Seiya, sibilando la frase all'orecchio della Kido.
Idiota. Spero che Chen lo umilii.
“Questo è vero.-ammette il ragazzino, che ha sentito tutto- Potreste rimandare la riunione, per esempio, ma io potrei scovarvi attraverso una visione come ho fatto per questa. Oppure, potreste trovare un altro luogo a me inaccessibile, ma se così fosse io potrei evocare una visione che mi permetta di vedere comunque tutto quello che voglio.”
“Quindi- continua con aria soddisfatta- non risparmieremmo tempo e fatica se io rimanessi qui?”
E bravo Chen!
“Puoi restare, giovane Oracolo. Purchè tu non riveli niente a Michelle di Aracne. È di lei che dobbiamo discutere.” diciamo che questo permesso di Atena è del tutto inutile.
Il sorriso sulla faccia di Chen si allarga, innocente “Non le dirò assolutamente niente. Giurin giuretto!”
Piccolo ingannatore...comincio ad adorarlo!
“La questione è semplice: ho deciso di non coinvolgere ulteriormente Michelle in questa guerra.”
Le reazioni sono le più disparate.
Ma quella che mi fa letteralmente saltare i nervi e il salto di gioia di Seiya che si alza dalla sedia sollevando un pugno in aria.
“Evvai!” trilla il pirla.
Dei!Se non fossi qui a fare contorsionismo in una bizzarra cuccia per cani, con la cervicale che mi sta uccidendo, salterei là fuori a fargli il culo a capanna!
Cosa diavolo vuol dire che non vuole coinvolgermi in questa guerra?
“Credevo fosse il volere di Zeus averla dalla nostra parte.” commenta Ikki.
Atena non aspetta molto a rispondere “Già, e lei è dalla nostra parte. Che combatta è una decisione mia.”
Una decisione sua?!
Chen si lascia sfuggire una risatina. Credo che abbia intuito i miei sentimenti di ora.
Promemoria: ringraziare il piccoletto, senza però farlo sentire troppo importante.
“Che c'è di così divertente?” chiede Milo, che dal mio campo visivo limitato non riesco a vedere.
L'oracolo scrolla le spalle “Immaginavo solo la sua reazione a sentire la decisione di Atena.”
“Perchè?Sarebbe in grado di ribellarsi?” ribatte Aphrodite con tono sprezzante.
“Vedremo.” si limita sghignazzare il cinesino.
Oh, sì che vedremo!
“Se mi è permesso dire qualcosa, Atena.” dice Shura, guardando la dea con sguardo serio.
Saori si limita a fare un cenno affermativo col capo.
“Credo che le capacità di Michelle potrebbero esserci molto utili nelle battaglia contro i Titani. Dopotutto, è un immortale, e durante l'allenamento di oggi ho potuto vedere un suo colpo davvero micidiale.”spiega il gold di Capricorn, con tono altamente professionale.
“Giusto!- prorompe Aldebaran- Miki è a posto e anche se non ha molta esperienza di guerra ha del potenziale.”
Mi domando se il mio caro coinquilino mi difende perchè mi vuole bene oppure perchè se non lo fa Victoria lo disintegrerebbe...
In ogni caso, secondo voi è possibile vivere senza collo?Davvero, ma come diavolo fanno i contorsionisti?Ho male dappertutto!!
“L'argomento non è in discussione, cavalieri- afferma Atena con convinzione- Ciò che pretendo da voi è che...uhm, diciamo... aiutate Michelle a rispettare il mio volere.”
Seiya fa scricchiolare le dita “Non vedo l'ora.”
Io. Lo. Ammazzo.
Anzi, perchè diavolo non ho lasciato che Teia lo facesse al posto mio?
“Porta rispetto, Seiya- lo rimprovera Mu, con voce ferma- Dovresti ringraziare colei che ti ha salvato la vita.”
Vorrei vedere di più ma non riesco nella costrizione di questa stupida cuccia!
“Per quale motivo questa decisione improvvisa?”domanda Aioros, a cui Aioria da subito man forte.
“C'è forse qualcosa di cui non siamo informati?”
Inaspettatamente non è Atena a rispondere ma Shaka.
“Stamani Michelle ha ricevuto la visita di altri cavalieri senza dio. Cavalieri che hanno scelto la via del male- specifica- e che intendono farla unire al loro gruppo.”
“Ma Michelle non lo farebbe...”tentenna Shun, che nonostante il mio piccolo e innocente trucchetto per mettere lui e i suoi compagni fuori combattimento, non sembra avercela con me.
“La questione non è se lei è malvagia- spiega meglio Atena- ma che lo è la sua armatura.”
A queste parole Mister Fluffy salta via dalle mani della sua padroncina e sento il suo zampettare farsi pericolosamente vicino.
Il cane infila il suo musetto peloso verso di me, superando la tenda colorata, e appena mi vede inizia ad abbaiare con rabbia.
Per tutta risposta, inizio a urlare anche io, non appena lui mi si avventa contro come una furia, cercando di mordermi con forza.
Dimenticandomi di dove sono e soprattutto del perchè sono qui, scalcio riuscendo solo a distruggere il mio nascondiglio.
Stringo gli occhi, sperando di riuscire a scomparire all'istante.
Oh, ti prego, Zeus, fa che io scompaia!
Quando il frastuono del castello che si frantuma lascia il posto ad un silenzio di tomba decido di aprire gli occhi, che ho tenuto fino a questo momento chiusi con forza e determinazione stoica.
Tutti, e dico tutti, tranne Chen che ride come un pazzo, mi fissano.
Shock. Fastidio. Stupore. Rassegnazione. Rabbia. Divertimento.
La tensione si potrebbe tagliare con un coltello.
“Uhm...Salve!” saluto, molto educatamente e con un radioso sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Il fatto che mi ritrovo a testa in giù e a gambe all'aria, semi-sdraiata sui resti di una cuccia per cani rosa fosforescente è solo un piccolo dettaglio.
“Che...cosa...ci...fai...lì?” sibila Saori, scandendo ogni singola parola con estrema lentezza.
E' impressionante osservare il repentino cambiamento dalla multimilionaria snob alla dea della giustizia. Sembra di avere davanti una schizofrenica!
“Michelle...” dice semplicemente, con calma incredibile ma espressione dura. Ora è la dea a parlare.
Il chihuahua sembra capire che sono già nei guai per conto mio, quindi si allontana da me puntando dritto verso il cavaliere della Quarta Casa.
“Alla larga, cagnaccio.” ringhia Death, mostrando anche un po' i denti.
Mister Fluffy capisce al volo l'antifona e se ne corre via guaendo.
Io faccio in tempo ad alzarmi, ma non riesco a dire niente di sensato.
Mi limito a far passare il mio sguardo su tutti presenti.
“Cosa ci fai qui?!Come ti sei permessa di intrufolarti qui?”
Seiya è il primo a riprendersi e mi si scaglia quasi contro, trattenuto a stento da Hyoga.
Shiryu gli posa una mano sulla spalla e gli ripete quello che ha detto prima Mu “Ricordati che è lei che ti ha salvato la vita.”
Io sbatto gli occhi confusa. Dietro di loro, scorgo l'ennesima allucinazione riguardante Takis.
In questo momento sta facendo roteare gli occhi, scocciato da questo atteggiamento.
“Perchè non ci mettete semplicemente una pietra sopra?”propone Shun, sgranando i suoi occhi verdi già enormi
Assottiglio lo sguardo e soprattutto cerco di restare concentrata su questa conversazione.
Nella mia testa, sto ancora pensando a Takis.
“Certo.- sibilo, irritata dalla situazione piuttosto che dal cavaliere di Pegasus. E dalle mie labbra escono le stesse parole che sta ringhiando Prometheo- Magari di marmo. E con il nome del tuo amichetto scritto sopra preceduto dalla scritta RIP.”
Milo si fa sfuggire una risatina e Death mormora qualcosa del tipo “Buona questa!”
“Michelle!- mi richiama Atena, prima di arrivare al dunque- Per quanto mi sorprende che tu sia qui, colgo l'occasione per informarti che non dovrai combattere per il Santuario nella guerra imminente.”
Spalanco gli occhi, scioccata.
Ok, l'ho sentito anche prima ma ora è tutto più concreto.
E in più ho puntati addosso gli occhi acquamarina di Takis. Io devo combattere. Devo farlo per lui!
“No!Come potete pensare che io...No...- l'agitazione mi fa uscire fuori delle parole balbettate che per lo più mi si strozzano in gola- Non posso credere che voi pensiate davvero che io...io...”
Mu rivolge i palmi verso di me “Calma, Michelle. L'idea di Atena è soltanto per proteggerti e per...”
Non lo lascio finire.
“I-io non ho nessunissima intenzione di...di starmene lì a guardare mentre...- mentre parlo, gesticolo confusamente muovendo qualche passo veloce a destra e a sinistra- Questo è...è assurdo!”
“Assurdo sarebbe pensare di far combattere una mocciosetta come te!-sbotta Death Mask- Non ho alcuna intenzione di farti da baby sitter.”
“Quello che Death intendeva dire- interviene Doko, lanciando un'occhiataccia al compagno- è che sarebbe meglio non mettere inutilmente in pericolo la tua vita.”
“In pericolo la mia vita?” ripeto, scioccata.
Primo, perchè effettivamente hanno più possibilità loro di morire nel sonno che io di rimanere ferita in combattimento e secondo, perchè quando effettivamente non ero che una fragile ragazza goffa questo problema non sfiorava proprio la mente di nessuno.
“La verità è che, a quanto mi ha riferito Shaka, la natura della tua armatura è malvagia, Michelle.” specifica Atena.
“Oh.”
Inconsapevolmente lancio un'occhiata in tralice a Shaka. Come ha potuto dirle anche questo?
“E le notizie che ci ha fornito ora Shura non sono delle più rassicuranti.- continua la dea con tono serio- Se davvero dovesse prendere il controllo quell'aspetto nascosto come potremmo fermarti?”
“Io qualche idea ce l'avrei...” borbotta Seiya, sottovoce.
“Non sono certo una macchina da guerra.”faccio notare, ma quando qua dentro parla Atena pare non ci sia diritto di replica.
“E' per questo che non devi combattere contro Febe!” protesta Takis, facendomi sobbalzare.
Strano. Mi sembra che in questo momento Chen stia guardando esattamente il punto in cui nelle mie fantasie si trova il cavaliere di Prometheo.
“Febe è in debito con me. Una rivincita me la deve!” borbotto, rivolta all'allucinazione.
Scorgo Milo e Al voltarsi verso il punto che sto fissando perplessi e con le sopracciglia aggrottate.
“Febe?” ripete scettico Doko.
Scuoto leggermente la testa, cercando di riconcentrarmi sulle persone fisiche e reali.
“Il punto è che io sarei l'unica in grado di affrontare Febe. Come avete potuto notare dall'ultimo attacco i suoi colpi non sono un problema per me.” spiego, sperando che le motivazioni che adduco li possa convincere.
“Per Prometheo lo sono stati, ora che non c'è più lui a farti da scudo come pensi di cavartela?” commenta Camus.
Decisamente, nell'addestramento per diventare cavaliere dovrebbero aggiungere un corso di tatto.
“Quel colpo mi ha colpita, eppure eccomi qua.” ribatto, allargando le braccia come se questo gesto potesse avvalorare la mia tesi.
“Ma per favore!Ti ha presa di striscio.” protesta Death, scrollando le spalle.
“La specialità di Febe è quella di usare degli incantesimi velenosi, e si dia il caso che io sia immune al veleno.” Riuscirò mai a convincerli?
“Immune al veleno?” domanda Atena con tono scettico.
Forse la vede più come una minaccia che come una cosa positiva.
“Sì, e che diamine: siete sordi o semplicemente stupidi?” domanda esasperato Chen, guadagnandosi un numero assurdo di occhiatacce.
“Immune al veleno?-ripete Shaka- Come puoi esserne sicura?”
Prima di scoprire le altre tecniche di combattimento grazie alla visione che mi ha provocato Verena, credevo che fosse semplicemente questo il mio potere. L'immunità.
Il mio cloth, ispirandosi alla figura di Aracne e di conseguenza ai ragni, mi ha dato la capacità di contrastare qualsiasi tipo di veleno. Forse, mi ritrovo a pensare, dipende dal fatto che il mio è il più pericoloso e letale di tutti...Scuoto la testa, lasciando da parte queste elucubrazioni.
Lo so.” taglio corto.
Faccio scorrere il mio sguardo su tutti i presenti. In questo momento mi pare di percepire che l'unico che è completamente dalla mia parte è Chen.
Fisso per qualche secondo l'immagine di Takis che, probabilmente, è solo nella mia testa, ma che mi da più coraggio di quanto non potrei averne da sola. Prima di ricominciare a parlare indugio anche sul volto apparentemente calmo di Shaka.
“Sapete cosa significa perdere un compagno?Un amico?” faccio una pausa prolungata.
Atena abbassa gli occhi, forse pensando ai cavalieri che fino ad oggi hanno sacrificato la vita per lei, e i gold e bronze si lanciano delle occhiate colme di significato.
“Io posso fare qualcosa per riportarlo indietro e state certi che non ci sarà volere, umano o divino, a impedirmi di farlo. Mettetevi il cuore in pace e quando sarà il momento cercate di non intromettervi fra me e il mio obiettivo.”
Non sono mai stata così sicura in vita mia, ma tutto quello che ho detto lo sento talmente tanto che non riesco nemmeno a pentirmi della velata minaccia che ho fatto.
Io contro Febe, non chiedo altro.
I gold poi potranno dilettarsi a salvare il mondo sterminando i suoi fratelli e le sue sorelle, ma la Titanide della Luna è mia!
Non mi permetto di guardare le reazioni che ho scatenato, mi limito a lanciare un'occhiata di sfuggita a Prometheo che scuote la testa rassegnato e, con movimenti lenti e calcolati, mi avvio verso la porta. Stranamente il piccolo oracolo scende dal divano e saltella al mio fianco, seguendomi.
Quando sto già spingendo in giù la maniglia Chen mi strattona lievemente i lembi della maglietta.
“Che c'è?” chiedo esasperata.
È chiedere tanto fare un'uscita degna di questo nome almeno una volta nella vita?
Lui muove il pollice per indicare qualcosa dall'altra parte della stanza, esattamente dietro di noi.
“L'uscita è di là. Quella è la porta finestra che da sul terrazzo.”
“Oh.” commento, mentre un calore superiore a quello di tutti i vulcani del mondo mi sale alle guance.
Faccio una risatina imbarazzata, mentre ritorno sui miei passi e, perfino quando mi apro l'altra porta continuo a fissare insistentemente il pavimento, pregando che si spalanchi sotto i miei piedi risucchiandomi.



Seguo Chen come se fossi uno zombie, guardando volutamente per terra (e inciampando svariate volte) pur di non guardare Takis che, a differenza delle altre volte che l'ho visto, non scompare ma continua a seguirmi lungo tutta la strada che porta alla Prima Casa.
“Che evento spassoso!” commenta, lasciandosi cadere di schiena sul letto della sua camera. Io mi siedo semplicemente sul tappeto di lana grezza, tirandomi le ginocchia al petto.
“Sì, davvero divertente.- borbotto- Secondo te mi spediranno a Capo Sounion per la mia scenata o più semplicemente mi elimineranno fisicamente?”
Il ragazzino fa roteare gli occhi “Smettila di farti tanti problemi: è la prima volta che ti sei comportata come si deve. Che quei damerini imparino a prenderti sul serio!”
Alzo un sopracciglio, scettica.
Era una dimostrazione di carattere dettata solamente dall'emozione del momento e soprattutto dal fatto che avevo Takis che mi fissava come proiezione dei miei sensi di colpa.
Faccio saettare lo sguardo al mio fianco: non si è mosso. È ancora a due passi di distanza da me, le braccia incrociate al petto ed è assolutamente immobile. Se non fosse per i suoi occhi quasi vibranti direi che potrebbe sembrare una statua.
Il piccolo oracolo si alza di scatto e incrocia le gambe sul materasso “Allora: ti va finalmente di parlarmi del fatto che vedi lo spirito del tuo vecchio compagno d'armi?”
Sbatto le palpebre più e più volte esterrefatta.
Chen fissa con decisione il punto esatto in cui Takis si trova in questo momento.
“Lo vedi...anche...tu?” balbetto estremamente stupida.
Il cinesino fa roteare gli occhi, scocciato “Pronto?-mi stuzzica- Sono un oracolo, ricordi?Il paranormale è il mio campo!”
Scuoto la testa scioccata “Come è possibile?”
Chen fa un cenno noncurante con la mano “E' molto più semplice di quanto sembri, Miki. Sbaglio o sulla spalla hai il marchio della tua gang di senza dei?”
La scelta del termine con cui ha definito il mio gruppo non mi piace per niente, ma non glielo faccio notare, limitandomi ad annuire.
“Chi te l'ha fatto?”
“Takis.” rispondo, continuando a non capire il nesso.
Notando la mia espressione interrogativa decide di darmi qualche informazione in più.
“Con quel processo Takis ha lasciato su di te qualche traccia del suo cosmo- spiega con tono petulante- così, è rimasto una sorta di legame indelebile fra voi due.”
Inclino leggermente la testa, continuando a non capirci un accidente.
“Ascoltami bene, Michelle.- sbotta il moccioso, continuando con la spiegazione- Quando Prometheo è caduto nel sonno maledetto ogni suo contatto con la realtà dovrebbe essersi azzerato. Il fatto che ti abbia fatto il marchio recentemente, però, cambia un po' le cose. Due cosmi non possono coesistere nello stesso spazio, e questo è un dato di fatto, però c'è da dire che tu sei una totale schiappa nel gestire il tuo.”
Su questa affermazione mi concedo di lanciargli un'occhiataccia, anche se so benissimo che non ha tutti i torti.
“Quindi- continua ignorandomi- ogni volta che tu lasci che il tuo cosmo si disperda permetti a quello che è rimasto del suo di manifestarsi e quindi riesci a vederlo e a volte perfino a comunicarci, chiaro?”
Stringo gli occhi, cercando di concentrarmi su quanto mi è stato appena detto. Dopo un po' alzo lo sguardo sul viso di Chen, che sorride soddisfatto.
“Spiegamelo come se avessi dieci anni.” propongo, facendogli scomparire il sorriso dalle labbra.
“Ogni volta che sei stanca, stressata, arrabbiata o più semplicemente fuori controllo, Takis riesce a manifestarsi.”
Sbatto gli occhi confusa e ripenso a tutte le volte che mi è apparso Takis.
In effetti non ero in pieno possesso delle mie facoltà. O subito dopo essermi svegliata, oppure quando ero demoralizzata o stanca...
Scuoto la testa con forza. Non ha assolutamente senso!
“Ed ora come se ne avessi cinque.” borbotto con voce debole.
“Michelle!Non fare la finta tonta: hai capito benissimo quello che ti ho detto!” si imbroncia il cinesino, gonfiando le guance.
“Ha ragione, Miki.” la voce profonda di Takis, mi fa sussultare visibilmente.
“Ti ha parlato?” domanda Chen, sbattendo gli occhioni. Probabilmente lui riesce a vederlo ma non sentirlo.
“Credevo fosse solo il mio subconscio che voleva farmi ammattire.- mormoro, più rivolta a me stessa- Un modo per farmi sentire ancora più in colpa...”
Lancio uno sguardo Takis e lo vedo far roteare gli occhi con esasperazione “Non essere stupida, Michelle: è stata una mia scelta e tu lo sai.”
“Ti sei comportato da idiota.” sibilo.
Chen si aggrappa alle mie ginocchia, strattonandomi un po' “Di che cosa state parlando?” chiede curioso.
“Lo rifarei altre cento volte.” ghigna in risposta.
Stringo gli occhi infastidita “Stupido. Non avevo bisogno!”
I suoi occhi limpidi si rabbuiano leggermente, e un po' mi sento in colpa per averglielo fatto notare.
“Non conoscevo l'entità dell'attacco di Febe- ammette con riluttanza- Non volevo che ti facesse del male.”
Scuoto la testa rassegnata “Sei impossibile.”
Ogni parola mi esce alla velocità della luce, troppo preoccupata di dire tutto quello che devo per articolare decentemente ogni sillaba. Al pensiero che lui potrebbe sparire di nuovo da un momento all'altro mi viene da star male.
“Michelle, mi rendo conto di non aver agito come avrei dovuto: quella era la tua battaglia quindi avrei dovuto lasciartela combattere ed avere fiducia nelle tue capacità- spiega, guardandomi con intensità- Ma tu non puoi capire lo strazio che ho provato nel vederti gabbata come un'animale da quell'arpia. Lo so, non è stata una mossa geniale la mia, ma sappi che l'unica cosa che rimpiango della mia attuale condizione è quella di averti costretta a collaborare con Atena e i suoi guerrieri contro la tua volontà e soprattutto di poterti vedere solo quando sei in condizioni così pietose da non poter gestire il tuo stesso cosmo.”
Sento le lacrime pizzicare agli angoli degli occhi. Mi mordo un labbro con forza per cercare di trattenerle.
“Michelleeeeeee, voglio sapere!- piagnucola Chen- Che cosa vi state dicendo?”
Gli lancio un'occhiata che lo zittisce per circa dieci secondi, prima che riprenda con i suoi piagnistei.
“Mi dispiace anche che Nikon sia venuto a cercarti in un momento come questo.” continua Takis, passandosi con leggero imbarazzo una mano lungo il braccio muscoloso.
Lo guardo stranita.
“Tu conosci Nikon?!” domando.
“Nikon il bestione albino?” interviene il piccolo oracolo, facendo saettare gli occhi da me a Prometheo.
Entrambi lo ignoriamo.
Lo sguardo di Takis diventa leggermente colpevole “Più o meno da quando gli ho sottratto la tua armatura.”
La bocca mi si spalanca automaticamente dallo stupore.
“Tu sapevi tutta la storia del mio cloth?” domando di nuovo, la mia voce è diventata stridula ed è salita di parecchie ottave.
“Cercavo solo di proteggerti, Miki...” si giustifica.
“E mi hai tenuto nascosto tutto questo?” sbotto, con nervosismo crescente.
“Volevo solo...” tenta di giustificarsi, di nuovo.
“Non ne avevi il diritto!” grido, correndo fuori dalla stanza.
Ma come...come ha osato?
Discorsi sulla fiducia, l'amicizia e via dicendo e poi l'unica cosa che avrei dovuto sapere me l'ha tenuta nascosta?
Nell'uscire dalla Prima Casa, sbatto violentemente contro Mu, che stava entrando e che senza volerlo mi fa sbalzare qualche metro più indietro.
“Scusami tanto, Michelle, non ti avevo vista.”
Gli rivolgo un'occhiata spiritata e mi rialzo, continuando la mia marcia verso casa.
“Michelle!” mi chiamano da dietro sia Chen che Takis.
Io mi degno di rispondere solo al piccolo oracolo.
“Non ci provare, Chen. Ho appena litigato con un ectoplasma e non sono dell'umore adatto per affrontare la tua curiosità!”
“Michelle!” grida di nuovo Prometheo.
Gli lancio un'occhiata in tralice, sotto lo sguardo esterrefatto di Mu, e poi gli sibilo una risposta “Te l'ho già detto: lasciami in pace, ho bisogno di riflettere.”
Mi volto di nuovo e riprendo a correre sulle scale che portano al Tempio del Toro, cercando di essere più veloce possibile.
Credetemi, seminare una specie di fantasma, un oracolo in miniatura e un gold che cerca di capire cosa cavolo sta succedendo non è facile.
Non faccio in tempo ad attraversare il tempio con passi pesanti, che Al mi accoglie preoccupato.
“Miki!Che cosa sta succedendo?- domanda, indagando la mia espressione- Quando ho visto che non c'eri ero un po' preoccupato, pensavo potessi fare qualche cosa di stupido o...”
Notando la mia scarsa attenzione smette di parlare.
“Ti senti bene?” chiede di nuovo.
Mi limito a scuotere la testa. Non credo di essere in grado di dire qualcosa di sensato.
Non con Takis che continua a cercare di farmi ragionare.
“Andiamo, Michelle.- mi supplica, continuando a seguirmi nei miei spostamenti sconclusionati- Sai anche tu che ho fatto la cosa più giusta.”
Giro per la Seconda Casa con la stessa grazia di un branco di gnu in carica e continuo a sbattermi alle spalle con violenza ogni porta che attraverso.
Ma voi lo sapevate che gli spiriti ci passano attraverso come se niente fosse?
Voglio dire, anche io lo sapevo, ho guardato Casper un paio di volte qualche anno fa, ma vederselo fare dal vivo è una cosa assolutamente irritante.
Con rabbia mi avvicino allo stereo di Aldebaran e lo accendo, mettendo il volume al massimo.
Il gold del Toro, che ora è stato raggiunto da Mu e Chen, mi ha seguito fin qui ed ora il mio piccolo pubblico mi sta guardando con tanto d'occhi.
Vorrei davvero spiegare loro tutto, di modo che non mi prendano per pazza, ma le parole di Takis mi hanno colpito di più.
“Sai una cosa?-lo informo, mentre alzo la musica talmente tanto che pare che tutto vibri- Se ho acceso lo stereo è perchè sono stufa di sentirti!!” ringhio irata.
“Ma non ho parlato!” protesta Al, scioccata.
“Non te!” ringhio, portandomi le mani alle orecchie.
“Michelle, ti prego, evita di essere così infantile.” borbotta Takis, facendo roteare gli occhi.
“Mi hai stufato ti ho detto!”
Mu sgrana i suoi grandi occhi limpidi“Ti ho forse fatto qualcosa di male?”
“Non ce l'ho con te!” ripeto.
Aries si gira allora verso Aldebaran che scuote la testa.
“Io non c'entro niente.” sbotta poi Chen, sotto gli sguardi insistenti e pieni rimprovero dei due.
“Non ce l'ho con voi!” ribadisco irata.
“Ma ci siamo solo noi qui...” ribattono perplessi.
Takis si siede scompostamente sul tavolo e si mette le mani dietro la testa.
“Ora voglio vedere come glielo spieghi.”
“Non ti sopporto!” scandisco lentamente e poi giro i tacchi e me ne vado in camera mia, sperando di avere un po' di pace almeno lì.
“Ma che le è preso?” sento Mu domandare preoccupato.
“Sarà la crisi premestuale.” risponde Chen.
E su questo sbatto la porta con energia.

Dopo la mia sfuriata di ieri sera pensavo che Al avesse almeno chiamato la neuro e mi aspettasse al varco della mia stanza con una camicia di forza.
Invece, a quanto pare, Chen ha deciso di comportarsi da persona matura (almeno per la sua età) e ha raccontato ai due gold del motivo del mio comportamento.
Non credo sia stato un bene: Aldebaran stamattina alterna comportamenti da crocerossina a tentativi di ristabilire la situazione normale.
“Michelle!” l'urlo preoccupato di Victoria, che anche questa mattina non si è dimenticata di venire a trovare il suo amato, mi giunge alle orecchie prima ancora che le sue braccia mi si gettino al collo, stritolandomi.
“Vic!Che diavolo ti prende?” mi lamento, mentre cerco di scrollarmela di dosso.
Mica saranno sorte delle voci riguardo gli avvenimenti di ieri?...vero?
“Ho saputo di ieri sera.- spiega, causandomi un brivido freddo lungo la schiena, e poi si volta verso Al, lanciandogli un'occhiata furiosa- Come avete potuto defenestrarla?!”
Spalanco gli occhio scioccata, così come il gold.
“Victoria!”
Lei si stacca da me, rialzandosi con un movimento fluido ed elegante “Non è quello che è successo? Tutto il Santuario ne sta parlando!”
Mi copro la faccia con le mani.
Non ci voglio nemmeno pensare.
“O suvvia, non è niente di così tremendo!” mi rassicura Al, dandomi una sonora pacca sulla schiena.
Vic annuisce con convinzione, per poi mostrarmi un pacchettino di carta d'argento “Giusto. E poi guarda che cosa ti ho portato per tirarti su il morale!”
Non so perchè ma il sorrido rassicurante di Victoria non mi rassicura per niente.
Deglutisco a vuoto e mi giro verso Al, che sembra avere la mia stessa espressione preoccupata.
Mentre scarta l'involucro e lo sistema su un piatto in cucina sono sempre più certa di non voler assaggiare la “prelibatezza” che mi ha portato per colazione.
Io e Aldebaran osserviamo perplessi l'agglomerato giallognolo e anche un po' bruciacchiato che Victoria mi ha messo davanti.
“E' commestibile?” domando incerta.
Al mi tira un calcio sotto il tavolo e a momenti spezza in due la mia sedia.
“Vic, tesoro,- inizia il ruffiano- che cos'è?”
Lei alza il mento orgogliosa “Una frittata di patate.-afferma tronfia- L'ho preparata con le mie mani e ce n'è abbastanza perchè possiate mangiarla tutti e due!”
Storco la bocca in una smorfia schifata mentre la bionda ci incita ad assaggiarla.
“Non posso. È contro la mia religione.” spiego, credendo di cavarmela così.
Aldebaran alza un folto sopracciglio “E quale sarebbe?” chiede scocciato.
“Quella che impedisce di mangiare patate e uova contemporaneamente.” dico con convinzione.
“Meglio, ce n'è di più per te!” trilla felice Victoria.
Lui ricambia con un sorriso tirato.
“Perchè invece non andate a fare colazione da Kim?-propongo-Oggi dovrebbe essere il giorno dei pancakes!”
La bionda fa roteare gli occhi “Sai che non posso mangiarli: ho una linea da mantenere, io!”
A questo punto Aldebaran le circonda le esili spalle col suo possente braccio “Andiamo, amore. Sono certo che te lo puoi permettere.”
Lei ridacchia divertita, poi gli sussurra qualcosa all'orecchio, facendo ridacchiare anche il gold, che risponde alla provocazione con un bacio appassionato.
Vorrei sparire.
O vomitare, anche...Non sono affatto in vena di romanticherie e cose del genere dopo tutto quello che mi è successo.
“Pronto?Io sono ancora qui!” li informo, con una cantilena un po' infantile.
“Ok, ok.- capitola dopo qualche minuto Al- Andiamo da Kim allora?”
Victoria annuisce, anche se scommetto che avrebbe accettato qualsiasi sua proposta.
“Andate voi. Vorrei farmi prima una doccia per darmi una rinfrescata.” mento.
La verità è che ho voglia di passare un po' di tempo da sola.
“Sicura?- chiede Vic, incerta. Deve avere mangiato la foglia- Se vuoi ti aspettiamo.”
Faccio un gesto vago con la mano “Non è necessario. Ci vediamo là, va bene?”
Con un po' di riluttanza i due escono dalla stanza, lasciandomi sola.
Sospiro sollevata.
È difficile mantenere la concentrazione con loro due in giro, ed io ho assolutamente bisogno di tenere il cosmo sotto controllo.
Non voglio rivedere Takis, non sotto quella forma. Mi farebbe troppo male.
“Shaka!- sento tuonare con la voce di Al, dall'altra parte del tempio- Che ci fai qui?”
Se il saint ha risposto, non sono riuscita a sentirlo.
“Capisco. Beh, io sto uscendo, ma lei la puoi trovare di là.” dice Aldebaran dopo un po', sempre con il suo vocione possente.
“Ah, e Shaka?” immagino la faccia preoccupata del cavaliere del Toro mentre si volta verso il compagno d'armi e si sporge verso di lui come per fargli una confidenza.
Non sento nessuna risposta da parte del biondo, forse non ha nemmeno il tempo per formularne una dato che Al riprende a parlare immediatamente.
“Vedi di non metterla a disagio come fai di solito.- gli intima- E' stata una settimana complicata per lei, non strapazzarla.”
Sento allargarmisi un sorriso sulle labbra. Altro che cognato. Mi sa che mi sono guadagnata un fratellone iper-protettivo.
Di nuovo, non riesco a percepire alcuna risposta. Mi limito quindi ad aspettare l'entrata in scena del biondo, ma ci mette più tempo del previsto.
Forse ha semplicemente cambiato idea ed è tornato indietro.
Il solo suono che regna nella cucina della Seconda Casa, al momento, è il tintinnio monotono e ripetitivo del cucchiaino che faccio girare nella tazza senza energia.
Man mano che mescolo il bianco del latte si tinge delle sfumature del cioccolato in polvere, fino a diventare un liquido marrone scuro. Forse ho esagerato un po' con le quantità di cacao, ma dopo la nottataccia che ho passato credo di essermelo meritato.
“Michelle.” la voce, che mi arriva da dietro le spalle mi fa sobbalzare, facendomi rovesciare qualche goccia della mia colazione sul tavolo di legno scuro.
“Non volevo spaventarti.” continua Shaka, con voce calma
Annuisco e mi giro verso di lui “Ero soprappensiero.”
“Devo discutere di alcune cose con Aldebaran, ma l'ho incontrato mentre usciva.- spiega, arrivando subito al sodo del suo discorso- Mi ha detto di aspettarlo qui, se per te non è un problema”
“Ma certo, accomodati.” abbozzo un sorriso timido e gli faccio segno di sedersi.
Che stupida, e io che credevo che dovesse parlare con me...Sì, certo...e di cosa, poi?
“Ieri mi sei sembrata un po' irritata, in particolar modo con me- inizia a parlare, con la sua voce vellutata, mentre si siede di fronte a me, dalla parte opposta del tavolo- Forse vorresti delle spiegazioni.”
“Non me ne devi: non sono ne arrabbiata ne delusa, se è questo che credi- lo informo, stringendo leggermente di più la tazza fra le mie mani- Avrei dovuto aspettarmelo: tu sei un cavaliere di Atena ed è solo a lei che devi assoluta fedeltà.”
Lui annuisce piano e io mi ritrovo a fissare il mio latte al cioccolato con estrema intensità.
Il tuo cuore non sta battendo all'impazzata solo perchè lui è qui, chiaro Michelle?
“Ieri sera mi sono lasciata leggermente trasportare.- mi giustifico- Non succederà più. Da questo momento in poi sarò perfettamente composta in ogni mio atteggiamento. Tipo Camus, ecco.”
Shaka mi guarda perplesso. Non credo di avergliela data a bere.
“Strano: ho sempre pensato che tu fossi una persona eccessivamente emotiva, come mai ora il comportamento è così mutato?”
Una persona eccessivamente emotiva?E' questo che pensa di me.
“Ho qualche problemino con il mio cosmo.- rispondo, storcendo leggermente le labbra-Devo tenerlo sotto controllo e meno mi faccio trasportare dalle emozioni meglio è.”
“Che genere di problema?”
“Le visioni di cui ti parlavo.- spiego- Non sono affatto allucinazioni. Sono reali, e quello che vedo è davvero lo spirito di Takis che è intrappolato come in un limbo.”
“E ti compare ogni volta che perdi il controllo.” conclude al posto mio.
Annuisco, leggermente imbarazzata.
Mi sembra quasi di essere sotto processo. Eccomi qua, Michelle, quella strana e imbranata, che non riesce nemmeno a gestire il proprio cosmo.
Mi mordo l'interno delle guance e torno a fissare la mia tazza.
E poi, all'improvviso, eccolo.
Una parvenza di cosmo, giù, al bosco degli ulivi.
Un cosmo duro come la pietra e freddo come il marmo.
Un cosmo che conosco e che mi fa paura riconoscere.
Sento il rumore della tazza che si infrange sul pavimento di marmo e solo questo mi fa rendere conto di aver perso per un attimo il controllo delle mie mani.
“E' qui per me.” mormoro con un filo di voce, alzandomi di scatto.
La cosa fa preoccupare Shaka, che ha alzato il viso stupito.
“Michelle, cosa c'è?”
Sgrano gli occhi, e lo fisso terrorizzata “E' venuto a prendermi.”
Il gold sembra non capire e mi si avvicina, scrutandomi con attenzione “Di chi stai parlando?”
Non riesco a rispondere alla sua domanda.
Non può essere.
Non cosi presto.
È stato solo ieri, per Atena!
“Mi porterà via. Diventerò come loro.” riesco solo a balbettare.
Le sue mani fresche si posano sulle mie spalle e mi scuotono un po', con fermezza.
“Michelle:chi sta arrivando?” pronuncia ogni singola parola con estrema lentezza, e il tono con cui pronuncia la domanda è uno di quelli che pretendono una risposta.
Mi concentro leggermente sul cosmo dell'invasore.
È Tomàs, il gigantesco cavaliere di Laomedonte.
Sollevo gli occhi e fisso il bel volto di Shaka “Uno di quei cavalieri maledetti. È ritornato per me.”
Lui alza le sue sopracciglia sottili, lasciando che per pochi secondi lo stupore prenda possesso del suo viso.
Faccio qualche respiro profondo e mi sciolgo dalla sua presa, facendo qualche passo all'indietro.
“Devo andare.”
“Andare?- ripete lui, con una punta di stupore- Da lui?”
Distolgo lo sguardo e annuisco piano, muovendomi per uscire dalla Seconda Casa.
Ma lui mi si para davanti in meno di un secondo, bloccandomi ogni via d'uscita.
Lo guardo interrogativa, aggrottando la fronte.
“Non devi andare, Michelle.” rettifica.
Concentrarmi sulle sue parole mi risulta difficile, soprattutto adesso che il cuore mi batte all'impazzata e quel cosmo che solo io riesco a sentire continua a vibrare, minaccioso.
“E' me che vuole. Devo andare.” riesco a pronunciare queste parole nonostante la gola secca.
Il mio sguardo resta comunque puntato verso un punto indefinito oltre le spalle di Shaka.
“E una volta da lui che farai?Combatterai?Non è certo la tua specialità.” il suo tono, leggermente sarcastico, mi convince a guardarlo di nuovo in faccia.
“Inventerò qualcosa.” sbotto, cercando di aggirarlo.
Lui si lascia sfuggire un sospiro “Verrò con te.”
Non sembra una proposta o una semplice ipotesi.
La vedo più come un'imposizione.
“Non ho bisogno di nessun baby-sitter!So cavarmela benissimo da sola.”
Il gold si limita ad alzare un sopracciglio, lasciando così trasparire che non è affatto d'accordo con me.
“Sono l'unica in grado di tenergli testa- specifico- E' immortale come me e non ho davvero bisogno che qualcun altro compia gesti eroici per salvarmi quando non ne ho assolutamente bisogno.”
“Atena non vuole che tu risponda al loro richiamo.- ribatte lui, per nulla scomposto-E' mio dovere seguirti.”
Mi ritrovo a sospirare, vinta, per poi fargli segno di seguirmi.
Camminiamo in silenzio. O almeno così deve sembrare a Shaka.
Io nelle orecchie ho il martellante suono del mio stesso cuore che batte velocissimo.
È strano come la strada che mi porta da Tomàs mi pare infinita e allo stesso tempo così breve.
Entrare fra il verde degli ulivi sacri, per la prima volta nella mia vita, non mi porta alcuna pace.
Lancio un'occhiata ansiosa al gold, ma lui ha gli occhi chiusi, il viso fisso davanti a sé.
Siamo arrivati.
“Michelle.”
Il saluto del cavaliere di Laomedonte è asciutto. D'altronde, lui non mi è sembrato un tipo di molte parole.
E com'è grosso!
“Tomàs.” mi impongo di rispondere, cercando di controllare il tono di voce.
“Abbiamo delle cose da sistemare, noi due.- continua poi a parlare, con la sua voce bassa- Ma dobbiamo farlo da soli.”
Il suo sguardo si fa più cupo mentre muove un passo verso di me.
Shaka stende il braccio davanti a me repentinamente, pur senza perdere un minimo della sua calma.
“Lasciala in pace- intima al colosso umano che abbiamo davanti- Sarò io il tuo avversario.”
Sul viso del cavaliere maleddetto si apre lentamente un sorriso sbieco, che mette in mostra una fila di denti bianchissimi, in netto contrasto con la pelle olivastra.

Rieccomi qui!
La scusa ufficiale per questa prolungata assenza?Solo una: esami, esami, esami e...vi ho già detto degli esami?
Per farmi perdonare ho fatto un altro capitolo un pò lunghetto (perdonate se ci sono degli errori, ammetto di non aver riletto visto che non ne ho il tempo materiale!)...Che ne dite di ciò che sta accadendo a Michelle?Pare che la poveretta non abbia un attimo di pace!
E ora risposte flash ai commenti!Come al solito mille grazie!Anche a tutti quelli che hanno messo la storia fra i prefertiti e i seguiti...giuro che prima della fine della storia vi rignrazio tutti!
Baci JoJo

Gufo_Tave : Ebbene sì, Chen è un piccolo genio del male! Se Michelle imparasse da lui, Seiya non avrebbe vita facile. 

whitesary : Sono contenta che Michelle ti piaccia sempre più: nel corso della storia sta crescendo e cambiando leggermente, ma in fondo è sempre la solita combinaguai! Come hai potuto vedere in questo capitolo gli shock per lei sembrano non finire mai!Altro che Vic e Al (a me personalmente piacciono un sacco proprio perchè sembrano non c'entrare niente l'uno con l'altra ^^). E poi c'è Shaka...diciamo che lui è la causa principale dei suoi sfasi!

Megarah_witch : Sono contenta che quelle scene ti siano piaciute! (non si può dire lo stesso di Death e Camus!eheheh) Michelle è ancora viva, ma sempre più vicina a un crollo nervoso e...Che abbia recuperato la ragione (per come la vedi tu, eh eh) non è ancora detto! Visto che utilizzi il mio mantra ti auguro un buono studio/lavoro!

Alla prossima, baci a tutti!

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Capitolo 20
*** Tana libera tutti! ***


Tana libera tutti!

“E' molto nobile da parte tua di metterti in difesa di Aracne.- la voce di Tomàs è bassa e leggermente roca, sarebbe quasi un piacere stare ad ascoltarlo se non fossi pietrificata dal terrore- Ma uno scontro con un cavaliere d'oro non mi interessa al momento.”
Con un movimento impercettibile, Shaka si posiziona meglio in mia difesa, di fronte a me.
“Non c'è modo perchè tu possa portarla con te senza prima combattere, cavaliere.” gli fa notare il gold, con voce ferma.
I miei occhi saettano dalla sua nuca bionda al ghigno dipinto sulla faccia di Tomàs.
“Dov'è finita la leggendaria diplomazia dei sacri guerrieri di Atena?- domanda, facendo allargare ancora di più il sorriso strafottente- Non mi chiedete nemmeno il motivo per cui sono qui?”
Shaka apre bocca per rispondere, ma io lo precedo.
“Perchè sei qui?” domando, anche se temo la risposta.
Il biondo gira leggermente il volto verso di me e, anche se non apre gli occhi, percepisco nettamente l'occhiata fulminante che mi ha lanciato.
Il grosso rasta annuisce soddisfatto “Sono qui per te, ovvio.- risponde- Ma non certo per portarti da Nikon.”
Aggrotto le sopracciglia, senza capire.
“Dobbiamo parlare.”
“Da soli.” aggiunge, lanciando uno sguardo pieno di significato a Shaka.
Il biondo scuote leggermente la testa “Non credo.”
“Va bene.” lo contraddico, neanche una frazione di secondo dopo.
“Io resto con te.” la voce del gold è ferma e non ammette repliche.
Non oso pensare alla sua espressione in questo momento, ma non mi concedo nemmeno un'occhiata per controllare. Scommetto che se guardassi per qualche secondo di troppo quel viso perfetto finirei per dargli ragione.
“Non è necessario- gli spiego, fissando intensamente il cavaliere di fronte a me- Non mi farà niente.”
“E gli credi semplicemente perchè te l'ha detto?- la sua voce è leggermente denigratoria- Tu sei troppo ingenua, Michelle!”
“Non le farò niente, cavaliere.- lo rassicura Tomàs, mentre la sua armatura si toglie e si dispone ai suoi piedi- Terrai la mia armatura come garanzia.”
“Shaka, ti prego...”
“Non essere sciocca, Michelle. A questo punto mi viene da pensare che i guai in cui ti cacci non siano frutto della sfortuna ma della tua tendenza a buttartici a capofitto da sola!”
“Ti prego.- lo supplico di nuovo- E' molto importante per me.”
Forse giocandomi la carta dei sentimentalismi riuscirò a convincerlo a lasciarmi ad andare a rischiare la vita per avere un minimo di chiarimenti...
Deglutisco a vuoto, mentre aspetto la sua risposta che non tarda ad arrivare.
“Non se ne parla. Fine della discussione.”
Per cercare di controllare la rabbia mi mordo l'interno della guancia.
Mi tratta come se fossi una bambina di cinque anni!Neanche a Chen è riservato un trattamento del genere!
Cosa diavolo gli costa darmi un minimo di fiducia e trattarmi come farebbe con un qualsiasi altro suo pari?!
“Nient'affatto: ora io e Laomedonte chiariremo quello che c'è da chiarire e tu te ne rimarrai qui, a costo di doverti incatenare al suolo con le mie ragnatele!” sbotto.
E poi mi ricordo a chi ho rivolto queste parole così, ad una velocità che rasenta quella della luce e che mi fa comunque scorgere sul bel viso di Shaka un'espressione dura e risentita, afferro il braccio muscoloso di Tomàs e me lo trascino dietro, iniziando ad inoltrarmi ancora di più nel bosco sacro.
“Non le succederà niente.” sento la voce del cavaliere maledetto rassicurare il gold.
“Ti conviene mantenere fede alle tue parole.” è la semplice risposta di Shaka.

Forse in effetti Shaka non aveva tutti i torti quando diceva che non voleva lasciarci soli.
Tomàs è un colosso. Osservo le sue spalle larghe, coperte leggermente dai grossi rasta castani che gli scendono lungo la schiena, i muscoli guizzanti e l'espressione attenta e mi rendo conto che se volesse potrebbe battermi senza alcun bisogno dell'armatura.
Tutto ciò non è che mi faccia sentire tranquillissima, ecco.
“Allora: di che cosa volevi parlarmi?” domando, fingendo nonchalance, mentre faccio vagare lo sguardo sui riflessi del tiepido sole mattutino che filtra dalle fronde degli alberi.
“Sarò sincero con te. Io non sono un santo.”
Dopo questa frase, credo che qualsiasi mio tentativo di deglutire se ne andrà in malora!
“Ma bene...” mormoro, con voce strozzata.
“Fammi finire.- mi intima, al che non posso far altro che chiudere quella ciabatta che ho al posto della bocca e lasciarlo parlare- Non sono certo come la gente che gira qui al Santuario. Ho fatto cose di cui non vado fiero e non seguo alcun ideale nobile.”
Questa premessa non mi piace per niente.
Lancio qualche occhiata qui intorno, alla ricerca di una via di fuga, mentre lascio che continui il suo discorso.
“Ma Nikon...Nikon è decisamente peggio di me. Lui non crede alla maledizione dell'armatura-spiega, con tono cupo- anzi. Per lui la nostra armatura è una benedizione, la caratteristica che ci eleva al di sopra di tutti gli altri esseri.”
“Sì, avevo capito dal nostro primo incontro che non è esattamente stabile.” borbotto, sperando di non innervosirlo.
Tomàs piega le labbra in un ghigno divertito “No, non lo è.- conferma- Ed è per questo che ha deciso di allearsi con le Titanidi e i loro fratelli.”
“Che cosa?!” urlo, portandomi le mani davanti alla bocca.
“Saranno in soprannumero. Personalmente, credo che il Santuario sia spacciato.” conclude.
Mi ritrovo a fissarlo di sottecchi “E tu sei venuto a dirmi questo?A mettermi in guardia per convincermi a venire dalla vostra parte?”
“Quella è un'ossessione di Nikon.- spiega, guardandomi dall'alto in basso- Io non credo nemmeno che tu sia degna di tutta quest'attenzione: sembri sempre troppo piccola e indifesa.”
“Si può sapere che cosa vuoi da me, allora?” sbotto infastidita. Il mio nervosismo sta salendo alle stelle.
“Voglio unirmi a te.”
Ok. Questa non me l'aspettavo proprio.
“Stai scherzando?” chiedo, con espressione assolutamente perplessa.
“No.- taglia corto lui- Tu hai bisogno di aiuto contro di Nikon e il suo gruppo, io devo strappargli dalle mani una cosa che mi è cara. Uniamo le nostre forze e raggiungeremo entrambi i nostri obiettivi.”
Ma non era Nikon quello pazzo?
Sbaglio o lui fino a ieri era pronto a combattere al suo fianco? L'ho visto, accidenti, proprio là insieme a Verena, Kunio e Lamya. E anche se lui non sembrava così sottomesso come gli altri, era pur sempre parte integrante del suo gruppo!
“Tutto questo non ha senso.- concludo, ad alta voce- Tu fino a ieri eri dalla sua parte!Che cambiamento c'è stato in così poco tempo?”
Tomàs incrocia le possenti e abbronzate braccia al petto “E' molto semplice, Aracne: ho incontrato te.”
Aggrotto la fronte, confusa “Continuo a non capire.”
“C'era solo un motivo per cui seguivo Nikon ed era perchè credevo non ci fosse altra scelta per quelli come noi, i maledetti.- spiega, con i suoi occhi scuri velati da una strana tristezza- Tu hai rotto tutti gli schemi a cui ero abituato. Se prima la mia unica possibilità sembrava quella di schierarmi con Nikon ora so che posso scegliere. E scelgo te: sarai di sicuro un capo migliore di lui.”
Guardo il gigantesco rasta, vagamente somigliante a Bob Marley che mi sta di fronte e non posso credere che stia dicendo sul serio.
“Io non voglio essere il tuo capo!- sbotto, esterrefatta- Io non sarò mai il capo di nessuno. Perchè non lasci semplicemente il gruppo di Nikon e non ti godi la tua libertà?”
Il discorso di Tomàs mi sembra così assurdo...Come gli è venuto in mente?
“Se avessi potuto andarmene prima, non credi forse che lo avrei fatto?” ribatte, leggermente irato.
“C'è un motivo per cui intendo combattere contro di Nikon- continua, con più calma- lui ha passato la sua vita a cercare cavalieri maledetti per cercare di rifornire il suo esercito personale. Io l'ho seguito perchè non avevo niente di meglio a cui aspirare, Verena e Kunio invece condividono davvero i suoi ideali da psicopatico.”
“E il cavaliere di Eco?” domando, ricordandomi della bella ragazza di colore dallo sguardo triste.
“E' proprio questo il punto: lei non vorrebbe combattere per lui.- spiega, stringendo i pugni con rabbia- Ma la sua sfortuna è che in questo mondo ha ancora degli affetti di cui rendere conto, una famiglia che Nikon non esiterebbe a distruggere se lei non si comportasse come lui vuole.”
Mi porto una mano alle labbra, cercando di immaginare una situazione simile “Povera ragazza.”
Tomàs annuisce, concorde. “E' per lei che faccio questo. Glielo devo.”
Noto un certo trasporto nelle ultime frasi. Forse il legame che lega questo colosso umano e Lamya è più forte di quanto pensassi.
“Tu la ami?” chiedo, timidamente.
Il cavaliere di Laomedonte si volta di scatto, arrossendo impercettibilmente “Non dire stupidaggini!E' semplicemente una questione di principio.”
Alzo un sopracciglio, perplessa “Sicuro?”
“Senti- sbotta, girandosi di nuovo verso di me e fissandomi con determinazione- la questione non ti riguarda. Ora sono sotto il tuo comando e questo è il punto della questione!”
Allargo le braccia, cercando così di fermare tutta questa assurda situazione “Aspetta, aspetta, aspetta!Io non intendo farti da capo.”
Il ghigno ritorna sulla faccia scura del cavaliere “Non hai diritto di replica.”
“No!- sbotto, indignata- No. No, no, no, no, no, no, no e ancora no!Ecco la mia replica!”
Incomincio a camminare velocemente verso il punto del boschetto in cui Shaka mi starà ancora aspettando.
Tomàs non si degna di ascoltarmi, ma si limita a seguirmi con la sua camminata rigida.
“Smettila di seguirmi, sai già cosa ne penso.” gli intimo.
Non appena scorgo la chioma bionda di Shaka affretto il passo, raggiungendolo di corsa.
“Puoi fare qualcosa per togliermelo di torno?- lo supplico, giungendo le mani davanti alla faccia- Stenderlo con un destro?Togliergli i cinque sensi?Fargli fare un giretto nell'Ade?”
Il biondo aggrotta le sue sopracciglia ben delineate, confuso “Michelle, di che stai parlando?”
“Lui è convinto che io sia il suo nuovo capo!- ringhio in risposta- Io non posso farlo!Non riesco a gestire nemmeno me stessa!”
Ecco.
O Sacro Olimpo! Sto andando in iperventilazione.
E adesso come diavolo faccio a togliermi di torno questo colosso?
E se non ci riuscissi?
E se lui perdesse la calma e decidesse che sarebbe molto meglio tapparmi per sempre la boccaccia che mi ritrovo?
Scosto di poco le mani che mi ero messa sugli occhi per sbirciare la faccia di Shaka “Che cosa avevi detto riguardo all'opzione del giretto nell'Ade?”
Il gold sospira seccamente “Spiegami che cosa sta succedendo.” intima.
E quando qualcuno mi chiede una cosa in quel modo non posso che rispondere. Soprattutto se quel qualcuno può togliermi cinque sensi solo aprendo gli occhi.
“Ok, ti faccio un riassunto: Tomàs, il qui presente cavaliere di Laomedonte, ha deciso di ribellarsi al volere di Nikon, lo psicopatico albino che crede che anche io sia una psicopatica, nel senso cattivo, non nel senso buono come intende la maggior parte della gente qui al Santuario.” butto fuori alla velocità della luce.
Ad ogni mia parola, mi sembra di notare l'espressione di Shaka farsi sempre più perplessa.
“In ogni caso, questa ribellione pare dettata dalla ridicola convinzione di potersi unire a me, come mio sottoposto- continuo, senza rallentare il tono-Ma ci pensi?Io che faccio il capo di una specie di esercito in miniatura?Il punto però è che non posso abbandonarlo al suo destino perchè altrimenti Nikon, ti avevo parlato di Nikon, vero?Quello sì che è davvero fuori di testa...Comunque, dicevo: Nikon altrimenti lo andrà a cercare e tenterà di distruggergli l'esistenza con ogni mezzo. Certo, lo so, lo so, io Tomàs non lo conosco neanche ma come posso permettere una cosa del genere?Tanto più che lui ha detto che mi aiuterà nella battaglia contro i senza dio che si sono schierati dalla parte delle Titanidi, te l'avevo detto questo, giusto?Oh, accidenti che idiota, questo l'avrei dovuto dire prima...”
Con un elegante gesto della mano Shaka mi mette a tacere di colpo, mettendo fine al mio monologo.
Lo fisso con occhi sgranati, ansimando leggermente per la mancanza di fiato mentre, alle mie spalle, il cavaliere di Laomedonte non sembra particolarmente interessato al fatto che noi stiamo parlando di lui e del suo futuro immediato. D'altronde la sua linea di pensiero è che ogni cavaliere maledetto è padrone del proprio destino...quella atipica che chiede permesso di fare qualcosa ai cavalieri di Atena sono io.
“Mi stai dicendo che i cavalieri maledetti di ieri hanno deciso di unirsi alle Titanidi nella battaglia contro di noi?- ricapitola velocemente il gold, facendomi capire che c'era un modo più breve e indolore di comunicargli i fatti dell'ultima mezz'ora- E che questo cavaliere ti riconosce come suo capo e intende seguirti in battaglia?”
Annuisco piano.
Questo sì che vuol dire avere il senso della sintesi!
“Il fatto che le Titanidi abbiano trovato degli alleati del genere è abbastanza grave.- medita lui ad alta voce, per poi passare lo sguardo da me a Tomàs – Intendi davvero essere il suo capo?”
A questa domanda non posso rispondere che con una grassa risata sarcastica “Ahahahahahahaah...No!”
“In questo caso non può rimanere con noi.” sentenzia, senza cambiare espressione.
A Laomedonte questo non pare importare “Non intendo andarmene.”
“E non può farlo- gli do man forte io- se lo facesse Nikon gliela farebbe pagare per averlo tradito.”
“Non è un problema di cui Atena o il Santuario possono caricarsi- continua il suo discorso Shaka, come se io non avessi aperto bocca- Se resta, lo farà come prigioniero.”

E quando Shaka dice una cosa, è detto fatto!
Ora sì che mi sento in colpa.
Tomàs è condannato ad un soggiorno forzato nelle prigioni del Santuario solo perchè io non voglio prendermi la responsabilità di essere il suo capo.
Mi sento un verme...
Ma anche lui, non poteva trovare un altro modo?
Mica c'era bisogno di arrivare a tanto!
Che poi io mica mi sarei messa a fargli da badante.
Addirittura Marin si è congratulata con me per aver favorito il suo arresto dicendomi che è contenta che ho finalmente messo la testa a posto!
Mi aggiro per i sentieri che attorniano la Sesta e la Settima casa, fra le quali sono poste strategicamente le prigioni del Santuario, con andatura nervosa e passo incerto.
Non so assolutamente cosa fare...ma di certo mica posso andare semplicemente a trovarlo, no?
Non dopo averlo in un certo senso cacciato io stessa nella situazione in cui si trova.
Ma, dopotutto, non posso nemmeno cercare di liberarlo alle spalle di tutti. Come potrei fare?
Irritata mi volto di scatto, ritrovandomi di nuovo faccia a faccia con lo spirito di Takis, che mi segue da un bel po'.
Dopo i fatti di questa giornata, i miei propositi di tenere sotto controllo il mio cosmo se ne sono andati in malora.
Peccato però che Prometheo non intenda comunicare con me, ma si limita a seguirmi con lo sguardo cupo e espressione imbronciata.
“Hai intenzione di seguirmi per molto senza parlare?” sbotto ad un certo punto, stanca di questo suo mutismo.
“Credevo avessi detto che non volevi più sentirmi ne vedermi...”replica lui, lanciandomi un'occhiata risentita.
“Andiamo!- esclamo sconcertata, facendo roteare gli occhi- Mica dicevo sul serio!”
“Mi hai detto che ti ho deluso, che non avevi più intenzione di starmi a sentire e che desideravi che sparissi.” elenca, alzando le dita, e con espressione estremamente seria.
Mi metto le mani sui fianchi, spazientita “Da quand'è che ti leghi le cose al dito così?”
“Da quando mi tratti come se fossi una mosca fastidiosa.” ribatte Takis.
“Io non ti tratto così!”
Mica l'ho scacciato con un giornale arrotolato...
“Hai messo la musica a tutto volume pur di non sentire la mia voce.” mi fa notare, alzando un sopracciglio.
“Ero arrabbiata!” mi giustifico.
Sulle labbra carnose di Takis compare un mezzo sorriso “E lo sei ancora?”
“Un pochino...”ammetto.
Nel sentire queste mie parole Prometheo fa roteare gli occhi, infastidito.
“Ma poco poco!” aggiungo in fretta.
Vedere i suoi occhi limpidi e color del cielo sorridere ancora prima che le sue labbra si dischiudono mi fa venire un colpo al cuore.
Mi manca così tanto...
“Allora, cosa intendi fare?” mi domanda, lasciando cadere il discorso di prima.
Si avvicina di più a me e nel farlo mi sfiora la spalla, cosa che mi fa sentire uno strano formicolio per tutto il braccio.
“Con Tomàs, intendi?Non ne ho la più pallida idea.”
Il suo sguardo però non è rivolto a me, ma verso qualcosa alle mie spalle.
Incuriosita mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con un ragazzino, probabilmente sta andando a fare qualche commissione a giudicare dal pacco che porta sulle spalle.
I suoi grandi occhi neri sono sgranati e mi osservano come se fossi uno strano fenomeno da baraccone.
“Che c'è?Non hai mai visto qualcuno parlare con uno spirito?” ringhio, rivolta verso di lui.
“Solo nei telefilm.” risponde pronto.
Faccio roteare gli occhi e gli faccio un segno con la mano “Smamma.”
Lo osservo allontanarsi velocemente, vagamente intimorito.
Credo che tutto quello che mi sta accadendo in questo periodo ha contribuito a darmi un'aria da pazza psicopatica da temere!
Non è una cosa di cui vado particolarmente fiera, preferirei di gran lunga essere la vecchia e noiosa Michelle di un tempo...
“Allora, cosa hai intenzione di fare?”ripete Takis, strappandomi dai miei pensieri.
Scuoto la testa con rassegnazione “Te l'ho già detto: non so. E poi non credo di poter fare niente.”
Stavolta è lui a scuotere la testa “Tu puoi fare qualsiasi cosa tu voglia.”
“Se mi tiri fuori una storia del tipo: volere è potere, mi metto ad urlare!” lo avverto, guardandolo di sottecchi.
Sul suo viso, bello nonostante la cicatrice sulla guancia, compare un ghigno divertito “Ma è proprio questo il punto: non puoi essere certa di fallire se prima non fai nemmeno un tentativo.”
“E se il tentativo fallisse miseramente?- ipotizzo- Cosa molto probabile, peraltro.”
“E se invece tutto filasse liscio e tu riuscissi a liberare Laomedonte?” mi scimmiotta lui.
Aggrotto le sopracciglia “Nessuno qua a parlato di liberare Tomàs.” gli faccio notare.
La strana luce negli occhi azzurri di Takis mi dice che ha già un piano pronto a riguardo.
E non so quanto la cosa potrebbe essere positiva per me.
“Beh, l'ho appena fatto io.- continua, con una smorfia- Ed è esattamente quello che hai intenzione di fare, solo che non hai il coraggio di agire!”
Colpita e affondata.
“Dimmi, Miki, che cosa fanno i ragni?” mi domanda, cambiando radicalmente argomento.
Sbatto le palpebre confusa più volte prima di rispondere.
“Schifo?” tento, con incertezza.
“Sii seria.” mi rimbecca Takis, senza però trattenere un sorriso divertito.
“Le ragnatele?” riprovo.
Dove diavolo vuole arrivare?
Lui scuote la sua testa castana “Acqua.”
“Fanno venire le crisi di nervi alle casalinghe che se li ritrovano negli angoli delle pareti?”
Prometheo inizia a sorridere soddisfatto “Fuochino.”
Sospiro esasperata “Non puoi semplicemente dirmelo tu, senza fare questi giochetti?Se aspetti me va a finire che facciamo notte!”
La sua risata cristallina mi entra nelle orecchie stordendomi un po' “E va bene- capitola, alzando le braccia in segno di resa- I ragni hanno la capacità di camminare su superfici verticali e non, sfidando la forza di gravità.”
Spalanco la bocca, incredibilmente stupita.
Non può davvero pensare quello che penso che stia pensando.
Ok, la mia è l'armatura di Aracne. Effettivamente sparo ragnatele come neanche Spiderman e ho anche il bonus del veleno in stile tarantola, ma la cosa dovrebbe finire lì, no?
Non posso anche fare l'allegra alpinista senza funi di protezione, soffro di vertigini, per Zeus!
“Tu mi stai dicendo che io dovrei intrufolarmi nelle prigioni, camminando sulle pareti come se fossi un ragno, per recuperare le chiavi e permettere a Tomàs di scappare?” ricapitolo, con tono scioccato, ma tenendo la voce bassa.
Se questo dovesse rivelarsi il mio vero piano, non devo permettere che nessuno sospetti di me.
“No, tu te lo stai dicendo.” replica Takis, con un sorriso obliquo.
“E' un piano folle!Non ho mai fatto una cosa del genere!Non saprei neanche da dove cominciare e poi sai che io mi muovo peggio di un ippopotamo in un negozio di cristalli!” sbotto, gesticolando alla rinfusa.
“Te la caverai. E riuscirai anche a tenere segreto tutto questo ai damerini dorati.”
Certo. Lui è sempre sicuro di tutto.
Tanto sarò io a farlo, mica lui!
“Come fai a dirlo?Hai forse acquisito il dono della preveggenza?” lo sfido, digrignando i denti irritata.
“No. Semplicemente mi fido di te e delle tue capacità più di quanto fai tu stessa.”
I suoi occhi sono così pieni di fiducia e la sua espressione è così serena che non posso che smettere all'istante di essere arrabbiata con lui.
E immediatamente capisco anche che mi metterò subito in azione per far sì che questa fiducia non sia mal riposta.

Faccio un bel respiro e cerco di trovare un minimo di concentrazione, ma non è facile.
Non ho mai visto nessuno dei vari Mission Impossible o 007, non sono per niente portata a creare aggeggi che mi tirino fuori dalle situazioni più disparate alla McGayver e non so assolutamente come fare a tenere nascosto un uomo alto due metri a una dozzina di guerrieri dotati di settimo senso.
In sostanza: non sono affatto la persona adatta ad organizzare un'evasione.
Ma a Takis, dopotutto, cosa può importare? Lui è sparito non appena ho ripreso controllo del mio cosmo!
Ora, nascosta dietro un cespuglio, poco lontana dall'entrata delle prigioni del Santuario ci sono solo io.
Come ci sarò solo io quando verrò immancabilmente scoperta con le mani nel sacco.
“Calma e sangue freddo- mi ripeto a bassa voce e per l'ennesima volta, nel tentativo di rilassarmi un pò- Non c'è nessun motivo di perdere la calma.”
Sbatto la testa sulle ginocchia che stringo al petto, rassegnata: non riesco neanche a mentire a me stessa!Certo che ce ne sarebbero di motivi per cui perdere la calma, nel tragitto che mi portava qui e nell'ora successiva di appostamento ho stilato mentalmente una lista piuttosto lunga sui motivi per cui dovrei rinunciare.
Peccato però che gli unici due per cui ho deciso di fare questa pazzia sono così importanti da surclassare tutti gli altri.
Non voglio deludere Takis.
Non voglio che Tomàs abbia mal riposto la sua fiducia.
Riempio di nuovo i polmoni fino all'estremo e butto fuori l'aria tutta d'un botto subito dopo, come ho visto fare in alcune cassette di Kim sugli esercizi di respirazione.
Non mi pare che funzionino.
Purtroppo, però, il tempo stringe, e fra meno di mezz'ora ci sarà il cambio delle guardie: devo per forza agire ora che dovrebbero essere abbastanza stanchi.
Mi alzo di scatto, cercando di rendere i miei movimenti più fluidi e mirati, ed entro velocemente nella porta che conduce all'entrata delle prigioni.
Trattengo il respiro, non appena intravedo i gradini che portano ai piani inferiori, sottoterra, dove si trovano le celle. Forse non sarà arrivare lì il problema, ma superare le guardie che custodiscono l'entrata, già di per sé protetta da dei portoni blindati.
In fondo, queste prigioni sono solitamente inutilizzate.
Che io sappia nessun nemico ci è mai stato rinchiuso.
Qualsiasi cavaliere qualificato, se lo volesse, potrebbe distruggerle facilmente (forse è questo quindi il motivo per cui sono state costruite sottoterra: il crollo danneggerebbe anche il fuggitivo!); ai tempi di Arles ci venivano rinchiusi i suoi oppositori più deboli, ed ora vengono utilizzate solo come punizione per quei soldati semplici che perdono il controllo.
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi su quello che devo fare.
Spero vivamente che l'intuizione di Takis sia giusta!
Poso le mani sulle pareti e non mi sembra di sentire niente di diverso, tuttavia provo lo stesso a scalarle.
In men che non si dica appoggio alla superficie di roccia nuda anche i piedi e, incredibilmente, rimango sospesa. La mia presa, che sembra inesistente, mi tiene saldamente ancorata alla parete stessa impedendomi di cadere.
Mi viene quasi da ridere per la facilità con cui lo faccio.
Non mi ci vuole molto a salire fino in cima, e a ritrovarmi a testa in giù, con la mia coda di cavallo che penzola leggermente.
Ora non mi resta che iniziare a muovermi e a scendere al piano inferiore, sperando che il sangue che mi arriva di troppo alla testa non mi faccia fare qualche strafalcione dei miei!
Non è difficile.
Non lo sembra per niente.
In fondo, è come gattonare.
Solo che lo sto facendo sul soffitto.
O miei dei!Sto gattonando sul soffitto!!
Non devo guardare giù. Qualsiasi cosa accada non devo guardare giù!
Continuo a ripetermelo mentalmente mentre faccio scivolare mani e piedi fino ad arrivare al piano di sotto.
Non c'è molta luce, e questo è un vantaggio per me, ma forse almeno una pila a dinamo mi sarebbe utile.
Perchè tutta questa oscurità, dico io?
Continuo ad avanzare incerta, e non mi sembra neanche di essere su un soffitto e non coi piedi per terra dato che il buio mi ha fatto un po' perdere l'orientamento.
“Ahia!” mi lascio sfuggire, quando la mia testa sbatte contro una specie di parete che non avevo notato.
“Che cos'è stato?” sento dire da delle voci maschili che mi arrivano attutite alle orecchie.
“Va a controllare.” dice qualcun altro poco dopo.
Mentre sento dei passi avvicinarsi rapidi mi irrigidisco.
Ecco!Neanche ho iniziato a fare sul serio e già mi hanno beccato!Ma perchè sono così stupida?
Dopo uno scatto metallico una porta blindata si apre (ecco su cosa avevo sbattuto allora, accidenti a lei!) e immediatamente si accendono delle luci.
Strizzo gli occhi, leggermente infastidita da questo cambiamento, e poi mi ritrovo a sospirare di sollievo quando scopro che la guardia non mi ha scoperto.
Si guarda semplicemente intorno, con aria concentrata e attenta, ma non accenna a guardare in alto.
Con passo affrettato si muove verso le scale, per controllare che qualcuno non si nasconda lì, e nel frattempo riesco a passare dalla porta che ha lasciato aperta, cercando di rimanere appiattita al soffitto il più possibile.
Ho appena fatto in tempo ad entrare che anche la guardia ritorna, chiudendosi la porta alle spalle.
Accidenti!Non avevo mai notato che chi cammina è più veloce di chi gattona!
Se continuo di questo passo non arriverò in tempo per attraversare la seconda porta!
Muovendomi più veloce che posso, riesco a infilarmi per tempo nell'uscio, sempre cercando di non pensare che sono a testa in giù e che tutta questa situazione è assurda.
Però!, penso mentre le due guardie si interrogano sullo strano rumore che avevano sentito, credevo che ci avrei messo molto più tempo e invece sono già dentro!
Certo, si è trattato di un caso fortuito e del tutto inaspettato, ma intanto ho raggiunto il mio obiettivo.
La cosa mi fa quasi diventare leggermente più ottimista riguardo l'esito di questa missione.
Continuo a gattonare silenziosamente, lasciandomi alle spalle le due guardie che rimangono di guardia alla porta, mentre io procedo lungo la galleria lunga e stretta che porta alle celle.
Mentre mi muovo non posso fare a meno di storcere il naso.
Perchè le prigioni devono avere questo stile medioevale malsano?
Non sarebbe meglio avere dei corridoi asettici, disinfettati e perfettamente luminosi?
Mi domando come mai la Kido abbia fatto installare le porte blindate senza apportare nessun altro cambiamento...
Quando arrivo di fronte alla cella di Tomàs mi sembra quasi di riconoscerla: assomiglia in modo impressionante a quella in cui mi sono risvegliata più di un anno fa, il giorno dopo aver ricevuto l'armatura. Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena al ricordo, ma forse è solo l'umidità.
Il cavaliere di Laomedonte, che è sdraiato sulla branda decisamente troppo piccola per lui, mi lancia un'occhiata fulminea prima di distogliere lo sguardo.
Non vuole far insospettire nessuno, probabilmente.
Non che ci sia qualcuno da insospettire però.
Esattamente sotto di me, la guardia che gli è stata assegnata è intenta a leggere un quotidiano.
Le chiavi della cella, si trovano poco più il là, su uno svuota tasche appoggiato a un tavolo di legno a cui fortunatamente da le spalle!
Ok.
Ricapitoliamo il piano: mando giù una ragnatela, prendo le chiavi, le faccio scivolare nella cella di Tomàs e poi aspetto l'evolversi della situazione.
Non dovrebbe essere troppo complicato. Credo...
Stacco una mano dalla parete, non senza cercare inconsciamente di aggrapparmi ancora di più con gli altri tre arti, e lancio la mia ragnatela, ma un pensiero mi coglie mentre questa è a mezz'aria.
Come faccio poi a staccare le chiavi dalla mia ragnatela senza fare troppo casino?
Se facessi dissolvere semplicemente la tela come faccio sempre le chiavi cadrebbero e mi farebbero scoprire e io non saprei inventarmi un altro modo per lasciarle andare.
Un lieve luccichio argentato cattura la mia attenzione.
Una graffetta!
Tenendo sotto controllo la guardia di tanto in tanto, dirigo la ragnatela verso il piccolo oggetto.
Riesco a sollevarla ed appena è alla mia altezza la prendo in mano, deformandola abbastanza da creare un gancio improvvisato.
Ci siamo: ora dovrei riuscire a prendere le chiavi!
Calo di nuovo la tela e tento di afferrarle.
Mi sento come quando da ragazzina cercavo di vincere dei peluche al luna park.
Non ci sono mai riuscita.
Ma stavolta fallire non è nelle opzioni possibili.
Resto concentrata e, dopo qualche tentativo, riesco finalmente ad afferrarle.
Sì!Sì, sì, sì, sì, sì!
Questa esultanza interiore dura per pochi secondi.
E ora come diavolo faccio a darle a Tomàs?
Mi guardo intorno furtiva alla ricerca di una qualsiasi idea che possa aiutarmi, ma la guardia è proprio voltata verso la cella occupata da Laomedonte.
Accidenti!!
Con un gesto del tutto istintivo lascio andare anche l'altro braccio, trovandomi in piedi a testa in giù.
Invece di mettermi a gridare per lo spavento però, lancio una nuova tela, facendo cadere con uno strattone lo svuota tasche.
“Ma che diavolo succede?” sbotta la guardia, alzandosi di scatto leggermente spaventato dal rumore improvviso.
Il resto accade tutto molto velocemente.
Mentre l'uomo si allontana imprecando per raccogliere quanto caduto io corro verso la cella di Tomàs.
È quando sono lì a un passo dal traguardo che mi accorgo che le chiavi stanno inesorabilmente e irrimediabilmente scivolando via dalla mia presa.
Mi blocco all'istante.
Sembra quasi la scena di un film: ogni minimo movimento è al rallentatore, e il mio cuore che batte all'impazzata è la perfetta colonna sonora.
“No!” tengo la voce bassa, ma è come se avessi urlato.
Le chiavi cadono velocemente.
Ecco.
Tutta questa fatica e alla fine rovino tutto come al solito con la mia goffaggine!Ma si può essere più stupidi?!
Ora tutto se ne andrà in malora: Tomàs rimarrà in cella, la guardia si accorgerà della mia presenza e, se non è davvero tonto come sembra, mi riconoscerà e così i gold e Atena si arrabbieranno con me...di nuovo!
E se poi volessero rinchiudere anche me per evitare di farmi combinare altri pasticci?
Oh, no, questo non deve assolutamente succedere...Io devo vendicare Takis, per la miseria!!
Un colpo di tosse di Tomàs, mi distrae dalle mie ipotesi apocalittiche.
La sua grande mano è saltata fuori dalle sbarre, si è chiusa a pugno a pochi centimetri da terra afferrando le chiavi, e con un gesto fulmineo le ha nascoste in tasca.
Inconsapevolmente mi ritrovo a sospirare di sollievo. Tutta l'operazione non ha impiegato che pochi secondi.
Quasi non ci credo: ce l'ho fatta!Ho fatto davvero qualcosa di buono senza fare danni!
C'è solo una cosa che intacca questo mio momentaneo istante di euforia: adesso come faccio a uscire di qui?

Uscire da quell'antro oscuro non si è rivelato difficile quanto mi aspettavo.
Alla fine è bastato che io me ne stessi buona buona nella famosa posizione di Dracula ad aspettare che le guardie finissero il loro turno, dopo di che me la sono potuta squagliare velocemente.
Ma ora che ho fornito a Tomàs tutti i mezzi per evadere, come farò a nasconderlo?
Prima non ci pensavo neanche, dato che neanche credevo che potessi riuscirci, ma ora che cosa faccio?
Nasconderlo da me è fuori discussione: primo non saprei dove metterlo dato che quella stanzetta è fin troppo stretta anche per una sola persona, e poi perchè Al mi scoprirebbe immediatamente.
Credo che dovrò di nuovo cercare l'aiuto di Chen. Accidenti, quel piccoletto starà iniziando a pensare di essere diventato mio complice in ogni cosa. Non che gli vada male, a quanto ho capito si diverte un mondo a inventare piani diabolici alle spalle dei gold, peccato che poi le conseguenze le paghi io soltanto!
“Si può sapere cosa diavolo stai facendo?”
E' questa voce dura e dal tono altissimo a strapparmi dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti Aioria che mi guarda con sguardo severo.
Immediatamente cerco di darmi una sistemata come se potesse esserci qualcosa nel mio aspetto che faccia trapelare cosa ho fatto fino a mezz'ora fa.
“Buongiorno anche a te, Aioria.- dico con sarcasmo, rispondendo a una domanda che nemmeno mi ha fatto- Sì, va tutto bene, sei stato carino a chiedermelo. A te come va?”
Fra le mille abilità dei gold non c'è quella di captare il mio cuore che batte all'impazzata, vero?
“Hai un ordine restrittivo: non puoi avvicinarti alle prigioni.” continua, ignorando ogni singola sillaba che è uscita dalla mia bocca.
Per tutta risposta faccio roteare gli occhi platealmente“Mai sentito parlare di libertà personale?E' sulla carta dei diritti umani e...”
Ma lui mi interrompe “Mai sentito parlare degli ordini di Atena?” domanda, imitando il mio tono.
“Ma...”tento di protestare.
“Spiegami che ci fai qui in un massimo di cinque parole, Michelle.” mi ordina Aioria, con sguardo serio.
Non lo sopporto quando fa così!
“Sto. Facendo. Una. Passeggiata.” scandisco lentamente, mentre lui ad ogni mia parola alza un dito della mano per elencarle.
...stronzo. Aggiungerei volentieri, dato che mi avanza spazio ancora per una parola.
E avrei anche un mezza idea di quale dito potrei alzare per accompagnarla...
“Falla da un'altra parte.” intima il gold, con sguardo severo.
Andiamo: non può dire sul serio!
Alzo un sopracciglio e lo guardo esterrefatta, sperando che mi dica da un momento all'altro che non diceva sul serio.
“Che stai aspettando?” domanda infastidito.
“Che tu riprenda possesso delle tue facoltà.”gli rivelo, esasperata.
Aioria però non pare afferrare il concetto “Come?” domanda, sinceramente stupito.
“C'è una zona off limits per me?Del tipo, un cartello con su la mia faccia e la scritta: io qui non posso entrare?”
“Non male come idea.” ammette con un sorrisetto divertito.
Sorrisetto che, per inciso, mi viene voglia di strappargli dalla faccia a suon di pugni...
“Stavo scherzando!” sibilo, guardandolo di sottecchi.
“Sono gli ordini di Atena, non si discutono.” ripete per l'ennesima volta.
Ma che crede, che non abbia capito?
Sto ignorando le sue parole deliberatamente, altro che storie!
Mi passo una mano sulla fronte, cercando di recuperare la pace interiore che non ho mai avuto per spiegargli con parole elementari che non trovo affatto giusto questo trattamento
“Senti:-inizio a parlare con tono conciliante- ho sempre apprezzato questo tuo senso del dovere, ma non credi di stare esagerando un po'?”
Aioria inclina leggermente la testa di lato, come se stesse riflettendo su quanto ho detto.
“Hai ragione!- ammette infine, strappandomi un sorriso soddisfatto- Ti sto riservando un trattamento di favore, e se non te ne vuoi andare con le buone dovrò ricorrere con alle cattive.”
Non fa in tempo a finire di parlare che mi agguanta una spalla con la sua presa ferrea e inizia a trascinarmi chissà dove.
“Non è questo che intendevo!” strillo, indignata.
“Poco male. Trovo che sia una buona idea.” ribatte, scrollando le spalle.
Non è affatto giusto. È una questione di principio, accidenti. Non può trattarmi così!
Punto i piedi a terra e mi irrigidisco cercando di porre tutta la resistenza possibile.
“Michelle, non fare la bambina- mi ammonisce immediatamente- Se fai così va a finire che ti si consumeranno le suole delle scarpe!”
Stringo i denti per lo sforzo di oppormi al gold, ma credo sia tutta fatica sprecata.
Non intendo mollare comunque.
“Lasciami andare immediatamente!” gli intimo, digrignando i denti.
“Ti lascerò andare quando ti avrò rimesso sotto la custodia di Aldebaran del Toro.” dice lui, senza il minimo sforzo.
“Lasciami andare- ripeto- o altrimenti...”
“O altrimenti?” incalza lui, ridacchiando divertito.
Non credo che quest'uomo mi prenda sul serio.
“Altrimenti io...- ripeto, poco convinta, cercando di farmi venire in mente una minaccia abbastanza terrificante-io...”
Io, cosa?
Rado al suolo il Santuario con uno starnuto?
Rovino la permanente a Saori?
Userò Tatsumi come palla sa bowling?
“Tu?”
Ci sono!Che idea geniale!
“Dirò a tutti di te e Marin!” concludo, con tono di sfida.
Ok, tecnicamente al Santuario non c'è anima viva che non sappia che fra quei due c'è qualcosa, ma loro sono davvero convinti che la loro storia sia segreta e assolutamente privata.
Aioria non risponde, ma credo di aver fatto centro.
“Mi hai sentito?”
“Sì, ma non capisco assolutamente di cosa tu stia parlando.” risponde, cercando di rimanere impassibile il suo tono.
Se pensa di darmela a bere si sbaglia di grosso.
“Hai capito benissimo, andiamo!- continuo, per niente scoraggiata- Adesso mi metterò a urlare ai quattro venti della vostra storia se non mi lasci immediatamente.”
Il gold del Leone tentenna un po' prima di ribattere “La cosa non mi scalfisce minimamente, dato che sono tutte pure insinuazioni.”
“Come vuoi. Scommetto che Shaka sarà ben contento di interrompere la sua meditazione del tramonto per ascoltare quanto ho da dire- dico, prima di alzare la voce in modo spropositato e mettermi a urlare come una bambina petulante- Aioria ama Maaaaaaaaa...”
Non faccio in tempo a finire la frase che la mano del gold mi tappa con foga la bocca, riuscendo però a coprirmi contemporaneamente anche il naso.
Il suo volto è paonazzo “Non devi neanche provare a mettere in giro una voce simile!”
Non cerco nemmeno di rispondere, piuttosto provo con foga di liberarmi dalla sua mano che mi sta comprendo praticamente tutta la faccia. Non riesco a respirare!
“Mi hai capito, Michelle?- continua con una certa urgenza- Non devi assolutamente parlare con nessuno di questa cosa, chiaro?”
Per tutta risposta mi aggrappo ancora di più al suo polso, cercando di levarmelo dalla faccia.
Sto diventando blu e lui pensa solo a come tenere segreta la sua love story.
“Di qualcosa, per Atena!”
“Mmphppm!” sbotto, infuriata. Suoni gutturali che corrispondono alla frase: mi stai soffocando, idiota!
Aioria pare accorgersene, forse anche a causa del mio colorito poco salutare e molla immediatamente la presa.
“Scusa, non mi ero accorto...” borbotta imbarazzato, mentre io tossisco sonoramente mentre cerco di riempirmi i polmoni di aria.
“Allora, terrai la bocca chiusa?” ritenta, qualche secondo dopo.
Sgrano gli occhi, infastidita “Stavi per ammazzarmi e tutto quello di cui ti importa è che non riveli il tuo segreto?”
“Beh, io...”
Non gli lascio il tempo di continuare.
Me ne vado via sbuffando come una locomotiva intasata e pestando i piedi.
“Michelle!- mi saluta Aioros, che incrocio nella mia discesa vero la Seconda- Hai un colorito poco salutare:c'è qualcosa che non va?”
“Vallo a chiedere a quell'imbecille di tuo fratello!” sbotto in risposta, riuscendo spiazzarlo completamente.
Mentre il cavaliere del Sagittario mi osserva stranito, continuo a camminare velocemente, sperando come non mai di raggiungere il più velocemente possibile la mia angusta ma solitaria stanzetta.

Ok, lo so, non è stato geniale fare quella scenata con Aioria. Probabilmente il mio comportamento verrà considerato sospetto quando scopriranno che Laomedonte è evaso, ma al momento ho ben altri problemi.
Per prima cosa, assolutamente farmi venire in mente un'idea per tenere nascosto Tomàs fino al giorno della battaglia, quando nessuno potrà più dire niente a riguardo.
È una fortuna che nessuno possa sentire il suo cosmo, ma questo non vuol dire che nessuno lo possa vedere, però...
Continuo a camminare avanti e indietro nella stanza, con la speranza di scaricare la tensione e di farmi venire un'idea qualsiasi. Il risultato però è che fra un po' avrò creato un solco nel pavimento.
“Ci sarà in tutto il Santuario un luogo in cui nessuno oserebbe cercarlo!” sbotto fra me e me, lanciando un pugno alla parete per la frustrazione.
Il risultato è che mi faccio male alla mano. Accidenti!
“Ahiaahiaahiaahia” piagnucolo, agitando la mano offesa e saltellando da una parte all'altra della stanza.
Toc. Toc.
Il suono è debole e di certo non l'avrei sentito se non fosse stato accompagnato da una voce possente che tuona un “E' permesso?”
Appena mi rendo conto che hanno bussato alla mia porta mi lancio sul letto ad una velocità impressionante, cercando di assumere l'aria di una che ha dormito per diverse ore e scacciando il panico che mi sta assalendo.
“Avanti” mormoro, con una voce fintamente impastata da un sonno che non ho.
La porta si spalanca e davanti a me si parano le due massicce figure di Doko e Saga. Dietro di loro intravedo anche la testa di Aldebaran che mi rivolge un sorriso imbarazzato e pieno di scuse.
“Sì?” domando, inarcando le sopracciglia.
“Michelle dobbiamo parlarti.” inizia a parlare il cavaliere della Bilancia.
Annuisco piano “Ok.”
“Riguarda il cavaliere maledetto imprigionato.” aggiunge Saga.
Ahi-ai. Il fuggitivo è stato scoperto.
A tutte le cellule del corpo: niente panico, loro non sanno che noi c'entriamo qualcosa. Continuare le proprie attività come se niente fosse senza dare nell'occhio.
“Ok.” incalzo di nuovo con voce incerta.
“Il cavaliere di Laomedonte è fuggito.” dice Doko con tono piatto, arrivando al sodo.
Dato che ha saltato a piè pari i convenevoli devo dedurre che non sia una visita di cortesia come mi aspettavo.
Quindi devo recitare alla perfezione la mia parte.
Mi alzo di scatto dal letto, mettendomi a sedere e spalanco gli occhi fingendomi stupita “Davvero?E come è successo?”
“In qualche modo deve essere entrato in possesso delle chiavi della sua cella.- mi spiega Saga con sguardo serio- Probabilmente deve avere avuto un complice.”
“Un complice!- ripeto allibita- E' molto strano. Che qualcuno dei suoi compagni abbia deciso di arrivare fin qui per liberarlo?”
I due gold mi lanciano un'occhiata fulminante “Sei in cima alla lista dei sospetti.”
Incredibilmente mi viene da sghignazzare e cerco di trattenermi a fatica.
Mi sembra di essere in un film poliziesco da quattro soldi.
“Io?Ma..m-ma non è vero!!- il tono pieno di panico mi viene splendidamente!-E poi come avrei potuto farlo?”
“Aioria dice di averti visto nei pressi delle prigioni poco prima dell'evasione.” mi informa Doko.
Immaginavo una cosa del genere...
“Ma per favore...” sento borbottare Aldebaran dietro le loro spalle.
Meno male che qualcuno è dalla mia parte!
“Pensiamo che tu possa nascondere il cavaliere di Laomedonte qui dentro.” conclude Saga, lanciando un'occhiata all'interno della stanza.
“Voi credete veramente che io possa nascondere Tomàs qui dentro?” domando, aggrottando le sopracciglia e soffocando a stento una risatina.
Ammetto di avere una coda di paglia grossa come una casa, ma nonostante io sappia benissimo che hanno ragione di dubitare di me, mi domando come gli possa essere venuto in mente che io possa nascondere qualcuno qui.
“Sì” risponde con tono grave Saga.
“Qui dentro?” ripeto leggermente scioccata, ma le loro occhiatacce mi fanno cambiare immediatamente tono.
“Beh, grazie per la fiducia, innanzitutto, ma non vi siete fermati a pensare almeno per un attimo che questa stanza è già abbastanza piccola da impedirmi di allargare le braccia?Dove potrei nasconderlo?” gli faccio notare.
“Nell'armadio.” risponde pronto Doko.
Scrollo le spalle e mi limito a indicargli la porta a muro, invitandolo implicitamente ad aprirlo.
Il gold di Libra mi supera con espressione quasi trionfante. Forse crede davvero che io sappia bluffare benissimo e Tomàs, con i suoi due metri e dieci di altezza, si possa davvero trovare lì dentro.
Saga rimane sulla porta osservando l'intera scena con i suoi penetranti occhi blu.
Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena: Kim può dire quello che vuole e vederlo come un principe azzurro e tutto il resto (fra l'altro l'armatura scintillante l'ha già!), ma a me il cavaliere dei Gemelli inquieta un po'. Non quanto Death Mask, però...
“Sicura di non volere dire niente prima che io apra questo armadio?” domanda con tono severo Doko, guardandomi intensamente con già le mani sulle maniglie.
Probabilmente è un tentativo di estorcermi una confessione all'ultimo minuto per attenuare la mia eventuale pena futura.
“Beh, una cosa ci sarebbe...” ammetto, stringendomi nelle spalle, mentre lui spalanca le ante di colpo.
“...divido i vestiti per tipo di tessuto e colore- continuo- quindi se evitassi di mettermi a soqquadro l'armadio sarebbe davvero super.”
Dietro le spalle di Saga vedo Aldebaran sospirare di sollievo.
“Ve lo avevo detto che lei non c'entrava niente con questa storia!”esclama trionfante.
“Incredibile!-commento con sarcasmo- Non c'è nessun fuggitivo dall'aria torva nel mio armadio, ma solo dei semplici vestiti. Chi l'avrebbe mai detto?”
Mi alzo di scatto dal letto ed infilo la porta, affiancandomi ad Aldebaran.
“Ora devo andare, ma se volete potete continuare a setacciare la mia stanza” li invito con gentilezza.
Al mi lancia un'occhiata carica di significato, ma vedere le facce un po' deluse degli altri due mi sta divertendo troppo.
“Provate a controllare sotto il letto.” suggerisco con tono innocente, prima di filarmela velocemente.
Va bene il mio piccolo trionfo, ma non credo sia il caso di tirare troppo la corda.

Non mi ero mai sentita così da molto tempo.
Ho addosso la stessa eccitazione di una bambina che combina una marachella e non viene scoperta.
O meglio, sono convinta che la sensazione che provo ora sia quella, ma non posso esserne sicura al cento per cento dato che solitamente quando da piccola combinavo qualcosa, venivo scoperta nella mezz'ora successiva, sempre che non mi mettessi io stessa a confessare tutto in lacrime.
Quando entro nel tempio dell'Ariete, ho ancora un grande sorriso stampato sulle labbra e mi limito a seguire la scia lasciata dal cosmo del padrone di casa per raggiungerlo.
Appena entro nel suo salotto, dimenticandomi clamorosamente di bussare, il mio sorriso si allarga ancora di più.
“Buon giorno Mu!Hai notato che splendida giornata...”
La voce mi muore in gola, mentre mi accorgo che il gold dell'Ariete non è solo, ma che con lui c'è l'uomo che in assoluto riesce a mettermi più in imbarazzo.
L'aver notato la presenza di Shaka, inoltre, mi fa vedere anche che le loro espressioni sono tutt'altro che gioviali come le mie.
“...non è?” concludo con voce più piatta.
Faccio saettare i miei occhi dai loro volti e mi affretto ad aggiungere, imbarazzata “Mi sono dimenticata di bussare, scusate.”
Mu mi sorride indulgente “Non fa niente, Michelle. Hai saputo dell'evasione di Laomedonte?”
Annuisco “Sì, Saga e Doko stanno perquisendo la mia stanza.”
Sulle labbra del gold dell'ariete compare un sorriso divertito, ma Shaka non pare essere dello stesso umore.
“E' più che legittimo dubitare di te, quando hai così insistito affinché non venisse rinchiuso.”
Abbasso lo sguardo, dispiaciuta che sia proprio lui a pensarla così.
“L'importante è che tu sia innocente.- mi consola Mu- Anche se ciò che ha insospettito alcuni di noi è stato il tuo strano comportamento con Aioria. Eri stranamente scontrosa...”
Beh, scommetto che anche loro sarebbero scontrosi se venissero banditi da un determinato luogo!
“Ho avuto... dei problemi.” cerco di giustificarmi, inventandomi una scusa di sana pianta.
“Che genere di problemi?” domanda Mu interessato.
Non so assolutamente cosa rispondere a questa domanda, sto per inventarmi un mal di pancia strategico come facevo quando dovevo essere interrogata ma Shaka inconsapevolmente mi salva da questo imbarazzo.
“Non riesce a gestire perfettamente il suo cosmo, e quando accade che perde il controllo vede lo spirito del cavaliere di Prometheo.”
Che scusa geniale!Perchè non ci ho pensato da sola?
“Esatto!-confermo entusiasmo. Forse troppo dato che entrambi mi guardano straniti, quindi cerco di rendere mesto il mio tono- Cioè...sì, è proprio questo il motivo.”
“Tutto ciò è molto grave, Miki.- commenta il gold di Aries con tono meditabondo- Come farai quando sarai sottoposta alle pressioni della battaglia?”
“Mi inventerò qualcosa.” borbotto con una scrollata di spalle.
“Non è una cosa da prendere alla leggera, Michelle...” mi ammonisce Shaka.
Faccio roteare gli occhi“Lo so, lo so...sono vostra alleata e il mio aiuto serve al Santuario.”
“Non è solo questo, Miki. - continua Mu-Nessuno di noi vorrebbe che ti capitasse qualcosa...Bè, forse Death ti sta augurando almeno una ferita fastidiosa...”
Le sue parole mi spiazzano un po'.
E non solo perchè mi ricordano che Death Mask ce l'ha ancora a morte con me per quella sciocca faccenda della frittata, ma perchè mi hanno fatto venire un profondo attacco di senso di colpa.
Se Mu continua a essere così amichevole e gentile va a finire che gli spiattello tutto e rovino il mio intero piano!
“Credo che sarebbe perfetto.” lo sento dire, quando ritorno a fare attenzione alle sue parole.
“Come dici?” domando con tono smarrito.
“Shaka ti insegnerà una tecnica di meditazione per imparare a mantenere il controllo del tuo cosmo.” spiega tranquillo.
Se avessi avuto in bocca un goccio d'acqua l'avrei sputato per lo stupore!
Mi volto verso il cavaliere di Virgo con sguardo incerto. Lui come al solito è impassibile, ma io non credo di riuscire a badare al mio cosmo in sua presenza!
“C'è solo una piccola cosa, però.” dice il biondo.
“Sarebbe?” ribatto titubante.
“Ti concederò il mio aiuto, ma prima voglio che tu mi chiarisca una cosa.”
Il tono serio usato dal gold mi insospettisce. Inconsciamente, incrocio le braccia e mi scosto leggermente.
“Cioè?” incalzo, leggermente sospettosa.
“Michelle, voglio che tu mi guardi negli occhi e che mi giuri solennemente che non hai nulla a che fare con l'evasione del cavaliere maledetto.”
Ahi-ahi.
Io non so mentire nemmeno recitando la lista della spesa...
Abbasso lo sguardo repentinamente e mi fisso la punta delle scarpe.
“Beh, ecco, io....” balbetto, cercando di trovare qualcosa da dire.
“Michelle.” mi richiama Shaka, costringendomi ad alzare lo sguardo.
Mi pare orribile mentirgli, soprattutto su una cosa del genere, ma devo farlo. Per Tomàs.
Dopotutto, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce, mi ha scelto come capo e io dovrei dargli qualche garanzia e comportarmi come tale, no? In fondo lui è addirittura finito dietro le sbarre senza dire una parola pur di non contraddirmi...
Deglutisco a vuoto un paio di volte e rialzo lo sguardo sul volto del gold.
“Io, Michelle di Aracne- inizio con tono solenne- ti giuro solennemente che non ho niente a che fare con l'evasione di Tomàs di Laomedonte.”
Shaka alza un sopracciglio, ancora poco convinto “Sicura?”
Alzo le mani allargando bene le dita “Assolutamente. Niente dita incrociate.”
Al sentire queste mie parole pare rilassarsi un po'.
“In questo caso credo di poterti aiutare ad imparare una tecnica per gestire il tuo cosmo.”
In risposta gli rivolgo un ampio sorriso, cercando di celare il senso di colpa.
Ma dopotutto, Shaka non potrebbe mai venire a sapere che ho incrociato le dita dei piedi, giusto?
“C'è un motivo per cui sei qui, Michelle, oppure stavi solo scappando da Saga e Doko?” mi domanda Mu, con un lieve sorriso sulle labbra.
Giusto!Sono qui per un motivo!
“Devo vedere Chen.” spiego.
“L'Oracolo?E perchè mai?” chiede il saint dell'Ariete aggrottando le sopracciglia chiare e sottili.
E via con un'altra scusa. Uffa, mi sento così male a dover mentire...e inoltre con delle bugie alle spalle ho moltiplicato in maniera esponenziale la mia possibilità di fare delle gaffes.
Sospiro mestamente “Intendo chiedergli un consulto. Vorrei che cercasse di vedere se la guerra imminente colpirà i miei compagni a Salonicco, o se il mio tentativo di proteggerli andrà in porto.”
Mu mi si avvicina e mi strizza dolcemente una spalla con la sua mano fresca “Ti mancano molto, vero?”
“Troppo.” ammetto senza vergogna.
Lui mi rivolge un altro sorriso dei suoi e si allontana passandosi una mano sulla fronte “Te lo vado a chiamare. Spero solo che lui e Kiki non si stiano di nuovo azzannando...”
“L'Oracolo è troppo viziato...” commenta Shaka, mentre Mu si infila in un corridoio.
“Forse è stato solo per troppo tempo.” ribatto, prendendo le difese di quel rompiscatole in miniatura.
“Forse.” acconsente Shaka.
Mentre restiamo soli mi ritrovo a fissarlo per qualche secondo di troppo, ma fortunatamente me ne accorgo abbastanza presto. Anche se il fatto che mi volto di scatto dalla parte opposta a lui, arrossendo come un semaforo, mi fa sembrare stupida.
Certo, non come starmene lì a fissarlo con la bava alla bocca.
“Spero per te che tu abbia un buon motivo per richiedere la mia presenza!-si lamenta Chen, non appena mette piede nella nostra stessa stanza- Stavo perdendo contro Kiki alla Play e ora quel montato crederà che me ne sono andato perchè avevo paura di perdere!”
Alle sue spalle Mu fa roteare gli occhi esasperato. Poveretto, non deve essere facile dover vivere ed educare due ragazzini che si odiano!
“Devo parlarti.” affermo, riconcentrandomi sul cinesino.
Lui sbuffa infastidito “Beh, sono qui. Spara.”
“In privato.” specifico.
Chen lancia un'occhiata ai due gold presenti “Sentito?Sciò.”
Non mi curo di guardare la reazione dei due gold a questo trattamento. Mi limito ad afferrarlo per un braccio e a trascinarmelo dietro, sotto le sue inviperite proteste.
“Non essere sciocco, stupido ragazzino impertinente.-sibilo- Noi andiamo a fare una passeggiata e a parlare. Ci vediamo più tardi.”

Per tutta la strada per raggiungere il nascondiglio di Tomàs, Chen non ha fatto altro che lamentarsi per il trattamento irrispettoso che gli ho riservato. Continuava a blaterare cose senza senso sul fatto che avrebbe chiesto a Zeus di fulminarmi se non lo avessi lasciato immediatamente.
Ed ora che si trova davanti la colossale figura del cavaliere di Laomedonte si è zittito completamente e non spiccica più parola.
“Allora...-azzardo- che ne pensi?”
Il piccolette sbatte ripetutamente le palpebre, osserva ancora una volta l'uomo che ha davanti e poi punta i suoi occhi scuri su di me.
Prende un bel respiro e finalmente sembra essere pronto ad esprimere la propria sentenza.
“Michelle tu sei completamente pazza!” grida, con la sua vocetta acuta.
Mi passo una mano sugli occhi: come potrei contraddirlo?
Io mica volevo trascinarmelo dietro, Tomàs. In realtà, la maggior parte delle volte che combino qualcosa io non ho assolutamente voglia di farla ma, immancabilmente, va a finire che mi ci ritrovo immischiata, volente o nolente.
“Che c'è di male?Occhio non vede, cuore non duole, no?- ribatto, agitando le mani- In fondo devo solo tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia e poi...”
Chen si mette le mani fra i capelli, esasperato “Ma ti senti?Tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia!Non è un cucciolo di cane che stai nascondendo a mamma e papà, Miki!”
Il ragazzino si volta verso il cavaliere di Laomedonte e gli lancia un'occhiata colma di significato “Questo è un armadio a quattro ante!Come puoi pensare che nessuno noti la sua presenza!-sbotta- E poi perchè non parla?Perchè non parli?Sei muto?Sordo?Entrambe le cose?”
Tomàs si limita a storcere le labbra, piene e ben delineate, in una smorfia infastidita.
Da quanto ho capito di lui, non deve essere un tipo a cui piace parlare.
Certo che se si togliesse dalla faccia quell'espressione astiosa sarebbe anche più facile prendere le sue parti!
Poso una mano sulla spalla dell'oracolo “E' un tipo di poche parole. Dovresti prendere esempio da lui.”
Chen incrocia le braccia infastidito “Se non sbaglio qui non stavamo parlando di me, ma di quanto tu sia stata avventata. Dove hai intenzione di nasconderlo?Stanno setacciando il Santuario in lungo e il largo e quando arriveranno qui ci beccheranno tutti e quanti in flagrante.”
Appena fuggito, Tomàs ha pensato di sfruttare appieno il fatto che il cosmo dei cavalieri maledetti non viene individuato e sentito da nessuno, ed ha vagato per il Santuario nascondendosi ai soldati, ma dovrà pur trovare una sistemazione...Ora ci troviamo di nuovo nel bosco degli ulivi sacri, posto che è già stato setacciato dai cavalieri, ma non possiamo contare sul fatto che le ricerche non li riportino qui.
“Speravo che tu avessi una soluzione a questo problema...” gli rivelo, stringendomi nelle spalle.
Chen sbuffa per l'ennesima volta, ma poi inizia a passarsi le dita sulle tempie, assumendo un'espressione estremamente concentrata.
Dopo vari minuti di attesa però, il ragazzino non ha ancora trovato una soluzione.
“C'è un posto dove i cavalieri non hanno controllato.- inizia a parlare Tomàs, facendoci sobbalzare dalla sorpresa- Una strana collina impregnata di cosmo divino. Deve essere un luogo sacro a loro precluso.”
“Quello che mi stupisce- ribatte Chen- non è che tu sappia dell'esistenza dell'Altura delle Stelle, ma che tu abbia finalmente aperto bocca!”
Il cavaliere di Laomedonte pare ricadere nel suo mutismo, e incrocia le braccia al petto, tornando a guardarsi intorno con aria truce.
“Comunque il nostro logorroico amico ha ragione.-continua il cinesino- Lassù sarebbe perfetto!”
“Ma è contro le regole del Santuario!” protesto.
“Michelle, hai già infranto un'infinità di regole del Santuario, non è rispettare questa che farà la differenza!” ribatte l'Oracolo.
Mi mordo il labbro, mentre rifletto su quanto ha detto.
In fondo, mi ritrovo a pensare, quando questa stupida guerra sarà finita, che differenza potrà fare?
Annuisco piano, acconsentendo finalmente.
“Allora è deciso, ragazzi.-concludo-Tutto ciò che dobbiamo fare ora è aspettare.”
Tomàs fa un impercettibile cenno col capo, mentre Chen accenna a una risatina, probabilmente è contento di avere un'occasione per farla sotto al naso a tutto il Santuario.
Mi lascio sfuggire un sospiro: ormai è fatta.
Che Zeus ci assista!


Cari lettori e care lettrici,
io, JoJo, in questa sede mi genufletto di fronte a voi e vi imploro di perdonarmi per il mostruoso ritardo con cui pubblico i capitoli. Lo so, lo so, sono super-lenta, ma fra esami, professori pazzi, faccende che avevo rimandato improrogabilmente all'estate, vacanze in Grecia che vanno in fumo e una vita privata costellata di casini vari, non ho proprio avuto il tempo di aggiornare. Ma oggi, finalmente, ho concluso il capitolo!!Olè!!
In realtà è stato a forza di causa maggiore, dato che domani parto per le vacanze e mi ritirerò in un luogo dove l'accesso ad internet è una chimera, e non volevo assolutamente partire lasciandovi a mani vuote. Per cui ecco qua il nuovo capitolo dove Michelle ne combina qualcuna delle sue, ma prende sempre più una posizione distinta rispetto al Santuario e ai gold. Le porterà problemi questa cosa? Assolutamente sì, considerando la sua natura non proprio fortunata.
In ogni caso, cari lettori (colgo l'occasione per dirvi che vi adoro, sia chi commenta sia i molti che leggono soltanto), vi auguro delle splendide vacanze estive. Con Michelle ci si rivede a Settembre, perchè anche lei ha bisogno di una piccola vacanza. Ci si rivede presto e allora sarò più rilassata e zen e, probabilmente, parlerò con un accento mezzo romagnolo!
Buone Vacanze, un bacio
JoJo

Gufo_Tave : ebbene sì, povera Michelle...tra l'altro Saga è uno dei gold che più le fa paura (dopo Death Mask ovviamente che l'ha minacciata apertamente di morte). Per la svegliata della nostra carissima e sfigatissima protagonista, però, dovrai aspettare il prossimo capitolo!Alla prossima!

NinfaDellaTerra : Heilà!Sono contenta che la storia continui a piacerti nonostante il tempo che passa inesorabile (anche se, devo dire, siamo quasi alli sgoccioli con le sfighe della povera Miki). Sono contenta che il risvolto amoroso fra Vic e Al ti sia piaciuto, personalmente li trovo carinissimi insieme^^. E il piccolo Chen...diciamo che non invidio affatto Kiki, dato che l'ispirazione per il malefico ragazzino l'ho presa da una mia conoscenza...Spero che anche il nuovo capitolo sia di tuo gradimento!Ciao, al prossimo capitolo!

Megarah_witch : Certo che Shaka ha un cuore:però lo tiene nascosto ben bene (credo che nel prossimo capitolo si noterà quanto è in grado di occultarlo!eheh) Michelle dice che, se prorpio non ti scoccia, qualche cerino e qualche rosario, con un branco di coccinelle e qualche cornetto non le farebbero male! Grazie per gli auguri per gli esami, sono andati bene, aspetto solo che un professore psicopatico pubblichi l'ultimo voto e poi posso andare in letargo intellettuale fino alla prossima sessione!eheh Alla prossima!

whitesary : Hey!In effetti anche a me è mancato pubblicare, mi ci vorrebbe una giornata di 48 ore a volte!Di guai per Michelle ne ho in mente ancora qualcuno, ma ora che sta maturando mi sembra che li prende molto meglio...circa...più o meno...suppergiù...eheheh. Eh, sì nello scorso capitolo gliene sono capitate di ogni, poveretta. Tra l'altro dì alla Sara della tua storia (ebbene sì, la leggo sempre, anche se non ho mai il tempo di commentare. Mi piace molto complimenti!) di ridimensionare l'ego del suo moroso, Miki è rimasta molto imbarazzata da quel commento!eheheh Detto questo, al prossimo capitolo!!

ftonos : Hey!Sono contenta che tu abbia scoperto la mia storia, e spoprattutto che ti sia piaciuta! Leggere la tua recensione mi ha fatto molto piacere!

P.S. Mi scuso qualora doveste trovare essori di battitura o di grammatica, ammetto di non avere riletto il capitolo nel suo insieme. 

P.P.S. Mi sono accorta che questo capitolo è più corto di quanto mi aspettassi. Beh, il fatto è che doveva essere un tutt'uno con quello successivo ma dato che non volevo lasciarvi a mani vuote dopo la mia partenza ho pensato di pubblicarne ora solo la prima parte.

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