Ordinary Life di JoJo (/viewuser.php?uid=4512)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa è la mia vita ***
Capitolo 2: *** Che la festa abbia inizio! ***
Capitolo 3: *** La tempesta dopo...la tempesta! ***
Capitolo 4: *** Non c'è due senza tre?Speriamo di no! ***
Capitolo 5: *** Tanto peggio di così...può andare! ***
Capitolo 6: *** Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi!) ***
Capitolo 7: *** Let's the pary started!(or not?) ***
Capitolo 8: *** Detective Michelle: ricerche, scoperte e interrogatori ***
Capitolo 9: *** What a mess, Michelle! ***
Capitolo 10: *** And the winner is... ***
Capitolo 11: *** Changing (+gift) ***
Capitolo 12: *** Mission Impossible ***
Capitolo 13: *** Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più? ***
Capitolo 14: *** Parliamone... ***
Capitolo 15: *** Fuoco dentro ***
Capitolo 16: *** Help! ***
Capitolo 17: *** Ripartire da via! ***
Capitolo 18: *** Doppio gioco ***
Capitolo 19: *** Maledetta... ***
Capitolo 20: *** Tana libera tutti! ***
Capitolo 1 *** Questa è la mia vita ***
“Pare
che quest'anno sia di moda
mettere al collo una grossa sciarpa.”
“Una sciarpa?D'estate?- sbotta la
voce di Kim in risposta- Non ha assolutamente senso.”
“E' la moda, non deve avere un
senso.- replica piccata Victoria- E poi è l'ultimo trend fra
le star di Hollywood, guarda.”
Quando metto piede nel piccolo salotto,
vedo la bionda sporgersi dal divano, su cui è seduta in una
posa che appare quasi studiata, per far vedere a Kim le pagine della
rivista che sta sfogliando.
Io faccio roteare gli occhi,
esasperata. Dopo un pomeriggio passato sotto il sole cocente di
Atene, a sfacchinare facendo avanti e indietro per svolgere tutte le
commissioni che mi hanno affibbiato, anche delle chiacchiere frivole
come quelle che si stanno svolgendo nella nostra casetta mi fanno
venire il mal di testa.
“Se mi dicessero che per essere alla
moda dovrei indossare una sciarpa anche con questa afa, credo proprio
che commetterei un omicidio a sangue freddo.” borbotto mentre
mi
siedo con poca grazia sulla poltrona malconcia.
Victoria punta su di me i suoi occhioni
smeraldini “E' per questo che non sarai mai chic.”
“E' per questo che non sarai mai
chic.” ripeto con voce stridula, cercando di mimare con
sentimento
la sua espressione di superiorità e, contemporaneamente,
facendo dondolare la testa a destra e sinistra come per ribadire la
presa in giro.
“Ragazze, vi prego, non litigate: è
quasi ora di cena.”
Quando ci sgrida la voce di Kim sembra
sempre quella di una mamma che deve tenere a bada due bambini troppo
vivaci. E a caricare ancora di più il carico di questa scena
c'è la sua posa: mani puntate sui fianchi, piede che batte
per
terra con regolarità e sguardo accigliato.
“Va bene, mammina!” rispondiamo in
coro io e Vic, ormai dimentiche della nostra scaramuccia, prima di
sghignazzare divertite.
Le nostre giornate si concludono
pressapoco sempre così. Victoria e Kim finiscono di allenare
i
loro allievi nel tardo pomeriggio, quindi riescono a tornare a casa,
lavarsi, vestirsi decentemente, liberarsi della maschera e godersi
qualche ora nel più totale cazzeggio, comportamento che si
adatta molto a delle ragazze della nostra età.
Io? Per me è tutta un'altra
musica.
Mi alzo all'alba e, tempo di farmi una
doccia, devo andare a svegliare quegli indemoniati di allievi. E
già
a questo punto della giornata non faccio altro che pregare che arrivi
la sera. Voglio dire, avete mai provato a gestire un centinaio di
ragazzini che si preparano a diventare saint?
Scommetto di no, fortunatamente per
voi.
Quando riesco finalmente a convincerli
che è giorno e che se vogliono diventare dei cavalieri degni
di questo nome devono andare ad allenarsi, iniziamo una specie di
pre-allenamento gestito da me.
E se sono ancora viva dopo un paio
d'ore del genere, riesco a lasciarli alle
“amorevoli” cure dei
silver saint, i loro veri maestri.
A questo punto di solito, essendo
sudata come un facchino nel deserto, mi concedo un'altra doccia
veloce, prima di dare avvio a quella che è veramente la mia
giornata.
Torno a casa, rassetto quello che c'è
da rassettare, faccio il giro degli altri appartamentini della zona
femminile del Santuario per vedere se mi hanno lasciato qualche
commissione da fare in città, e dopo di che parto per Atene
a
bordo della mia malconcia motoretta (che fa più rumore di un
trattore con crisi asmatiche).
Se tutto va bene torno al Santuario nel
pomeriggio, distribuisco in giro pacchi e pacchettini e
poi...Ahimè
è già ora di tornarsene a casa.
Ecco la vita di una ragazza senza
armatura al santuario, gente! Niente combattimenti, allenamenti da
fanatici o epiche battaglie. Praticamente la cosa più
emozionante che potrebbe capitarmi è quella che mi finisca
la
benzina prima della salita che porta all'entrata della zona sacra ( e
se capita, lo giuro, è la peggior sciagura che possa
accadere:
voglio dire, di sicuro non potrei chiedere aiuto a nessun passante,
dato che non ce ne sono!).
“Hai sentito o no quello che ti ho
detto?” sbotta la voce, resa leggermente stridula
dall'irritazione,
di Kim.
Io annuisco con foga, anche se
ovviamente non ho alcuna idea di cosa mi abbia detto.
“E...” incalza Victoria, facendo
ruotare con noncuranza la mano come per incitarmi a dare una
risposta, o che so io.
“Uhm...Credo che le crocchette siano
giuste di sale.” butto lì, prima di riempirmi la
bocca con
una forchettata piuttosto corposa, togliendomi da sola la
possibilità
di giustificare la frase senza senso che ho appena pronunciato.
Kim e Vic si guardano rassegnate per
qualche secondo, riponendo sul piatto le posate e appoggiando le
braccia incrociate sul tavolo della cucina.
E sì che dovrebbero essere
abituate alla mia testa fra le nuvole, no?
La mia amica bruna si passa stancamente
una mano sulla fronte “Parlavamo delle news che arrivano dai
piani
alti.”
“Quali news?” cerco di domandare,
sputacchiando non proprio carinamente, il cibo che ho in bocca.
Victoria storta il suo delicato nasino
alla francese, prima di mettermi sotto gli occhi una delle sue
dannatissime riviste di gossip.
Seriamente: come è possibile che
il silver saint della Lucertola, uno dei più forti della sua
categoria, passi il suo tempo a leggere simili sciocchezze?
Salto a piè pari la notizia che
mette in primo piano i metodi educativi di Angelina Jolie e Brad Pitt
e sposto lo sguardo sull'altra pagina dove svetta una foto rubata a
Saori Kido durante uno dei suoi pomeriggi di shopping.
Leggo velocemente le poche righe che
fanno da didascalia Saori Kido, multimilionaria giapponese
ben
nota per le sue iniziative benefiche, si sta preparando alle meritate
vacanze. Dove se ne andrà stavolta la giovane nipponica?
Non faccio in tempo
a realizzare il significato intrinseco della notizia che mi accascio
senza ritegno sul tavolo, schivando di poco il piatto mezzo pieno.
“Ditemi
che non sta per succedere quello che penso stia per
succedere.”
Kim si prende fra
le mani una ciocca riccia, giocherellando “Atena ritorna
all'ovile.” mi annuncia con calma.
Boink. Questo è
più o meno il rumore della mia testa sul piano di legno: per
inciso, il tentativo di autoprocurarmi un trauma cranico è
fallito miseramente.
“Credevo
ti piacesse la dea.- indaga Victoria, scrutandomi incuriosita- Sei
una delle poche qua al santuario a cui piace sinceramente anche come
persona, oltre che come divinità.”
“Lo
so.- biascico rimettendomi composta- Ma hai idea di cosa significhi
per me il suo arrivo?”
“Significa
che domani devi organizzare l'arena per l'udienza pubblica che Atena
intende offrirci sabato sera, Michelle.”
La voce di Marin mi
raggiunge da dietro: quella strega sa sempre dove e come trovarmi
quando le servo. Ma come fa? Ha un radar? Ho un microchip impiantato
sottopelle? COME!?
Mi alzo di scatto,
mettendomi sull'attenti (e facendo cadere rumorosamente cadere la
sedia su cui sono seduta. La solita imbranata!), come è uso
comune con saint di rango superiore e parlo solo quando lei mi fa
segno di stare comoda.
“S-sabato?-
balbetto incredula- Ma questo vuol dire...”
“Dopodomani:
è un problema per te?” mi domanda, alzando un
sopracciglio.
Io scuoto la testa
con decisione.
Come dire di no ad
una donna che volendo può mandarti all'altro mondo con uno
schiocco di dita?
Ho finalmente deciso di
pubblicare questa fanfiction a cui sto lavorando da un
pò...Fatemi sapere che cosa ne pensate!Bye JoJo
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Capitolo 2 *** Che la festa abbia inizio! ***
“No,
non ti disturbare- dico con tono sarcastico- Stai pure lì a
limarti le unghie, Vic. In fondo, mancano solo due ore all'udienza e
qui tutto è ancora sottosopra. Non c'è affatto
bisogno
del tuo aiuto.”
La bionda volge il
volto nella mia direzione. Anche se non lo vedo, SO che sotto quella
maschera sta sghignazzando come un'ossessa.
“Grazie
Michelle, sei un vero tesoro!” ride. Ride, lei!
Inconsciamente
muovo pochi passi nella sua direzione, le braccia tese per una sana
strozzata, di quelle che Homer Simpson da a Bart, ma come sempre il
destino è dalla sua parte.
Le mani affusolate
di Kim, cavaliere d'argento della Freccia, si posano sulle mie spalle,
fermandomi a metà strada e
mandando in fumo l'impresa.
“Stai
calma, Miki. Non siamo affatto in alto mare: l'arena è
pronta
per accogliere Atena, bisogna solo accendere le fiaccole e poi
sarà
tutto perfetto.” Mi rassicura con voce dolce.
Che carina che è.
Tanto sono io la responsabile se qualcosa non è di
gradimento
alla dea.
“Sicura
sicura?” domando cercando la sua approvazione. Insomma come
fa a
dire che è tutto perfetto? Ovunque vado vedo qualcosa che
devo
sistemare, i soldati semplici che Marin mi ha gentilmente offerto
come collaboratori e che devono far sedere le persone che verranno
secondo il loro ruolo non sono affatto preparati e poi...
“Miki!Smettila
di fare liste su cosa non va!Rilassati.” mi sgrida
interrompendo i
miei pensieri. Come fa a conoscermi così bene?
“Ma
io sono rilassata-cerco di sorridere, ma tutto quello che mi esce
è
un ghigno sghembo- Più che rilassata: sono decisamente
zen.”
Oh Dei, vi prego
fate che tutto vada bene.
Lo so. Sono
paranoica. Non ci posso fare niente, ma io DEVO sapere che tutto
è
a posto.
Se tutto non è
perfetto, ordinato, pulito e, possibilmente, con un buon odore di
sapone, io non mi sento a mio agio. Sono una perfezionista fatta e
finta, una di quelle persone che usano i sottobicchieri e le pattine,
che si passano il filo interdentale mattina e sera. Una di quelle
pazze che se vede un quadro storto deve assolutamente raddrizzarlo,
che se vede una macchia sta male finchè non l'ha pulita.
Dico io, è
saggio fare organizzare qualcosa a una persona del genere?Insomma,
uno dovrebbe anche tenere conto delle ripercussioni psicologiche!
Kim non ha ancora
mollato la presa dalle mie spalle e mi guida con tenerezza verso una
delle sedie facendomi sedere.
“Ora
stai qui e ti dai una calmata.” mi intima piano, sedendosi a
sua
volta di fronte a me.
Victoria ci si
avvicina, pronta a godersi un po' di sane chiacchiere fra donne.
“Ragazze
che ne dite di quello?” ci domanda indicando con il dito un
soldato
non troppo distante da noi.
Occhi blu, riccioli
dorati, fisico scolpito. Una specie di Adone, insomma.
Io scuoto la testa
sconsolata e Kim parla per tutte e due “Quando la finirai con
questa storia, Vic?” domanda con rassegnazione.
La bionda scuote la
testa “Quando troverò il ragazzo dei miei
sogni.” risponde
con voce sognante.
Victoria ha
l'ossessione di rimanere sola e per questo è da sempre alla
ricerca di un fidanzato. Una volta mi ha perfino fatto vedere una
lista (scritta su carta rosa profumata al mughetto) degli uomini che
secondo lei, qui al santuario, rispecchiano la sua idea di uomo
perfetto. È una pazza senza speranza, ecco quello che penso
io, ma Kim mi ha convinto a lasciarla fare.
Tuttavia non riesco
a non farmi sfuggire un sospiro rassegnato.
“Oh,
scusami tanto
Miss-fai-quello-che-vuoi-tanto-io-il-mio-principe-azzurro-l'ho-già-trovato!”
sbotta. Quando vuole ha un udito infallibile la ragazza!
Io faccio roteare
gli occhi esasperata, ben conscia che tanto non può vederlo
dato che indosso la maschera.
“Scommetto
che Manuel stasera si dispererà dato che non può
vederti.” continua imperterrita, mentre Kim le fa segno di
abbassare la voce.
E grazie al cielo
che le è venuto in mente di dirmelo.
“Oh
dei!” impreco alzandomi di scatto.
“Che
c'è, Michelle?” mi chiede leggermente preoccupata
la mia
amica mora, mentre Vic continua a borbottare qualcosa riguardo al
fatto di come sia possibile che io abbia un ragazzo e lei no.
Mi porto le mani
alla bocca “Mi sono dimenticata dell'appuntamento di
stasera!”
Visto?Lo sapevo che
c'era qualcosa che non andava. Lo sapevo!
“E
quando sarebbe?” mi domanda l'altra con poco interesse.
Io guardo
l'orologio che porto al polso e faccio un altro balzo sul posto.
“Tra
mezz'ora!” urlo schizzando via come una furia, domandandomi
come
cavolo riuscirò a vestirmi decentemente, truccarmi e
arrivare
in tempo alla spiaggia dove Manuel ha detto che avrebbe organizzato
un pic-nic romantico per me.
Sono in
ritardo.
Tremendamente in
riardo.
Il fatto che
nessuno stia più andando all'arena vuol dire solo una cosa:
sono tutti là.
Il Santuario è
stranamente silenzioso e vederlo così vuoto mi mette un po'
in
soggezione.
Affretto il passo
ancora di più, cercando di pettinarmi i miei stupidi capelli
con le mani. L'incontro con Manuel è durato più
del
previsto e lui ha saputo...diciamo...salutarmi a dovere.
Mentre entro
nell'arena da una dei portoni laterali più piccoli, sto
ancora
pensando a lui. Il mio ragazzo (alla faccia di Vic!) non fa parte di
questo mondo. L'ho conosciuto per caso ad Atene, quando ero
più
piccola e, a poco a poco, abbiamo cominciato ad uscire insieme.
È
stata una cosa decisamente inaspettata, per me. Insomma, chiunque al
Santuario cerca di metterti in guardia sui terribili poteri di
distrazione che ha l'amore, quindi io non avrei mai pensato di poter
innamorarmi davvero di qualcuno.
Manuel è un
artista, dipinge e suona il pianoforte e io mi sono innamorata di lui
quasi subito.
Come lui abbia
fatto ad innamorarsi di me invece, è ancora un mistero.
Spesso
mi domando ancora cosa abbiamo a che fare uno con l'altra. Io sono
una specie di folletto (Vic continua a pendermi in giro per la mia
statura: un metro e uno spunto...) con una faccia anonima e dei
capelli con crisi d'identità, mentre lui sembra un angelo da
quanto è bello!
Ricordo
ancora i miei piani macchiavellici per sgattaiolare fuori di sera e
rientrare in tempo alla mattina.
Quando entro fra la
folla che gremisce l'arena (e che ha già semidistrutto i
vasi
di fiori che ho fatto portare questa mattina. Maledetti!) noto con
sollievo che le più alte cariche del Santuario non sono
ancora
arrivate. I silver e i bronze saints occupano già le prime
file davanti ma, sul trono vicino alla dea, che ovviamente
entrerà
per ultima in una magnifica pioggia di petali di rosa, i posti dei
gold saints sono ancora vuoti. Il che vuol dire che non mi sono persa
niente.
A parte un posto
decente, si intende.
Il fatto che ho
organizzato io questo evento mi aveva assicurato un bel posto nelle
prime file, subito dopo quelle dei soldati, invece ora grazie al mio
minimo (?) ritardo sono costretta a sgomitare fra dei bisonti umani
per riuscire a vedere qualcosa.
Devo dire che i
miei tentativi sono piuttosto patetici, mi sono anche messa a gattoni
per cercare di sgusciare fra le gambe di questi giganti e riuscire a
passare almeno qualche fila più avanti.
Un vero peccato che
uno di loro mi abbia notato e rispedito al mittente spingendomi
indietro con la gamba.
“Bruttissimo...”
sto per sparare un insulto degno di questo nome a quel tizio che ha
mandato a monte il mio piano, quando mi sento afferrare la vita da
delle mani enormi e, poco dopo, mi ritrovo seduta su una delle
finestrelle di pietra dell'arena. Da quassù in pratica sono
tre spanne più in alto di tutte le persone che prima mi
occultavano la vista.
“Sei
piccolina per startene lì dietro!” mi dice la voce
possente
del benefattore che mi ha trovato questo posto.
Io abbasso lo
sguardo, di poco a dire il vero, e vedo la faccia da pugile di
Aldebaran del Toro che mi sorride.
“Nobile
Aldebaran, grazie mille.” sussurro. Mi fa sempre un certo
effetto
vedere i “pezzi grossi”. Nelle zone che frequento
io, il massimo
a cui puoi aspirare sono i silver.
Lui mi fa un cenno
con la mano, come per dire che è stata una sciocchezza e io
gli sorrido di cuore, dimenticandomi che lui non può vederlo
a
causa della maschera.
“Sono
per Atena, quelli?” mi domanda.
Io abbasso lo
sguardo e vedo che sto ancora stringendo fra le mani il mazzo di rose
rosse che mi ha regalato Manuel.
Mi domando come
abbiano fatto a sopravvivere a tutti i maltrattamenti a cui le ho
sottoposte nella ultima mezzora!
Io annuisco
meccanicamente, dato che ovviamente non posso dirgli che me li ha
regalati il mio fidanzato e, neanche sforzandomici, non riuscirei a
trovare una scusa decente per giustificare la loro presenza fra le
mie mani.
Lui me li prende di
mano con una delicatezza che non ti aspetteresti da un colosso come
lui e mi strizza l'occhio.
“Gieli
faccio avere io.” mi rassicura allontanandosi per andarsi a
sedere
al suo posto.
Io guardo con
malinconia i miei bellissimi fiori andarsene sempre più
lontano da me.
Non è
giusto, ecco!
In ogni caso devo
dire che Aldebaran del Toro è uno dei miei gold preferiti.
Innanzitutto è proprio simpatico, per niente superbo e senza
neanche un po' di quell'aria di superiorità che dovrebbe
dargli il suo ruolo. E poi dovreste vederlo quando incontra un
bambino, è dolcissimo!
Un altro gold che
ammiro molto è Mu dell'Ariete, anche se in realtà
non
so molto di lui, è molto riservato. In ogni caso ha sempre
un
sorriso dolce sulle labbra e un aspetto calmo che mi fa sempre una
bella impressione.
Aioria di Leo è
un po' un mistero per me. Più che altro è troppo
rigido
nel suo dovere, cosa che ammiro molto in realtà, solo che lo
fa sembrare un po'...bacchettone, forse. In ogni caso non è
che mi dispiaccia dato che, insieme a Milo di Scorpio, e grazie alla
sua love story non poi così segreta con Marin è
uno
degli argomenti di gossip locale più gettonati.
Milo di Scorpio.
Credo che nessuna
ragazza del Santuario abbia bisogno di presentazioni per capire chi
è.
Poi ovviamente c'è
Doko della Bilancia, che però non viene più qui
da
anni. Secoli anzi, dato che è un vecchietto pluricentenario.
Shaka di Virgo è
l'uomo più vicino alla dea ed anche il più
ascetico e
altezzoso dei cavalieri. Ecco, se c'è un gold che non
sopporto
è lui!Più che altro mi spaventa un po', diciamo.
È
troppo distaccato, troppo poco umano, se capite cosa intendo.
E infine c'è
la discussa new entry, per cui Kim stravede (ok:è
palesemente
cotta di lui!): Kanon di Gemini. Costui è l'uomo che ha dato
il via alle sciagure che hanno colpito il Santuario ( e l'intero
pianeta) negli ultimi anni. E anche se ha un caratteraccio ed ha
questo passato tormentato, Atena lo ha perdonato e lui è
così
sinceramente pentito che ormai fa parte della squadra a tutti gli
effetti. Più o meno.
Il volume della
musica dei tamburi che sale di intensità mi fa ritornare di
botto sul pianeta terra.
La dea è
qui.
Ed ecco (in tempo record) il
secondo capitolo. Sono contenta che abbiate apprezzato Miki e il suo
background e spero che continuerete a seguire questa storia! Grazie
mille per tutti i commenti e per i complimenti! Bacio JoJo
xxxArtemidexxx
Sono felice che la mia storia ti abbia incuriosito! Ebbene
sì: Victoria è proprio il cavaliere d'argento
della Lucertola, in questa storia ho deciso di inserire nuove leve fra
i silver...Ah, la tua minaccia ha spaventato un poco la mia povera
Michelle che ti assicura che si terrà a debita distanza da
Hyoga. Dillo a Airish, eh?
EriS_SaN
Eh eh eh...l'incontro con Shaina è già
organizzato e sarà altrettanto...traumatico per Miki!Sono
contenta che le "scenette" che ho creato ti piacciano!Grazie mille per
i complimenti!
bellatrix18
Grazie mille!Spero continuerai a seguire la mia storia!^___^
Blackvirgo
Sono contenta che ti piaccia!Spero di riuscire a continuare
su questa linea!
Gufo_Tave
Accidenti, hai proprio azzeccato la citazione che calza a
pennello alla povera Miki!
Snow Fox
Dunque...Capisco benissimo la tua necessità di
avere una specie di presentazione del peronaggio (anche io faccio come
te quando leggo!). In questo capitolo c'è qualcosina, ma mi
risulta molto difficile al momento dato che la storia è in
prima persona. Comunque nei prossimi capitoli ci sarà
qualcosa di più specifico. Se ti può interessare,
ho fatto un piccolo schizzo su come dovrebbe essere Michelle. Lo trovi
alla mia pagina di DA (l'indirizzo lo trovi alla mia pagina autore)
Rue Meridian
Grazie per la fiducia!Spero che anche il seguito ti piaccia!
whitesary
Thanks!Spero proprio che le buone premesse siano mantenute!
Megarah_witch
Ehm...hai perfettamente ragione! Solo che non volevo che la
povera (?) Saori sia odiata da tutti (almeno per il momento!).
|
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Capitolo 3 *** La tempesta dopo...la tempesta! ***
La
questione
maschera è sempre stata un problema qui al Santuario. Sono
molte quelle che si lamentano della regola che proibisce alle donne
di mostrare il proprio volto (Vic in primis) ma io l'ho sempre
trovata indifferente. Per prima cosa, non mi interessa molto che gli
altri vedano la mia faccia o meno e, in secondo luogo, può
essere uno strumento estremamente utile. Nasconde brufoli
indesiderati, puoi fare boccacce senza essere vista e altre cosette
del genere, ma soprattutto, dopo una serata come quella di ieri sera,
la maschera ti impedisce di andartene in giro con la faccia di uno
zombie dopo una notte brava, e il che non è da sottovalutare!
Stamattina dunque
posso comodamente rimettere a posto lo sfacelo lasciato dalla folla
di ieri senza preoccuparmi delle due Louis Vuitton che porto sotto
gli occhi e sbadigliando senza essere vista.
“Michelle!Che
cosa stai facendo?” questa voce di donna mi raggiunge come un
sibilo da dietro le spalle, gelandomi letteralmente sul posto.
“S-shaina.”
balbetto,mentre mi metto sull'attenti e lei si piazza davanti a me,
con le braccia incrociate e una specie di aura minacciosa intorno a
sé.
“Non
balbettare- mi ammonisce, prima di riprendere il proprio discorso- Ti
ho chiesto che cosa ci fai qui!Non hai sentito che cosa ha detto
Atena ieri sera?”
Io poso a terra il
vaso che ho in mano “Uhm...che è felice di essere
di nuovo a
casa?” azzardo, sapendo -ahimè- molto bene a che
cosa si
stia riferendo in realtà il cavaliere dell'Ofiuco.
“Michelle!-
sbotta con voce stridula- Ha detto che questa settimana riprenderanno
i tornei per l'assegnazione delle ultime armature d'argento ancora
rimaste senza custode. Perchè non sei ad
allenarti?”
Mi lascio sfuggire
un sospiro di rassegnazione ben conscia che da quella semplice
domanda sta per nascere una discussione piuttosto accesa, conoscendo
il carattere della mia interlocutrice.
“Non
credo che parteciperò a questi tornei.” le
comunico
facendomi piccola piccola.
Shaina rimane
esterrefatta per qualche secondo, immobile come una statua di sale,
ma all'improvviso si riprende e si avvicina a me, iniziando a
scuotermi per le spalle.
“Miki,
in nome di Zeus, che cosa stai dicendo?” sbraita,
strattonandomi
con poca grazia.
Sigh, ho le sue
unghie conficcate nella carne e giuro che non è una bella
esperienza!
“Che
non ho intenzione di dimostrare per l'ennesima volta la mia
incapacità.” borbotto spostando lo sguardo altrove.
La ragazza deve
avere capito il mio tono amaro e allenta la presa, senza
però
lasciarmi andare.
“Non
puoi arrenderti così: non è degno di un
saint.” mi
sgrida lei.
Io faccio
spallucce, ben decisa a farla arrabbiare “Tanto meglio allora
che
io non lo sia, giusto?”
Shaina lascia
ricadere le braccia lungo i fianchi, stringendo i pugni con forza
tanto da far diventare bianche le nocche.
“Credevo
di conoscerti bene- mormora con tono cupo- Quando ci allenavamo
insieme sei sempre stata un'avversaria degna. Perchè adesso
non vuoi combattere per ottenere l'armatura che meriti?”
Faccio dondolare la
testa, esasperata e allo stesso tempo stupita della testardaggine di
questa ragazza che conosco fin dall'infanzia. Come può
credere
così ciecamente in me se neanche io lo faccio?
E poi ricordo
perfettamente di quando mi riteneva un'avversaria degna: avevo cinque
anni!
“Shaina,
allo scorso torneo sono uscita dall'arena in barella e sono rimasta
in coma per due settimane.- spiego pazientemente- A quello prima sono
sopravvissuta solo perchè Kim non ha voluto infierire su di
me, e a quelli precedenti probabilmente grazie ad un' intercessione
divina. Io ho accettato la mia condizione, quella di non essere altro
che un'aiutante all'interno del Santuario, perchè non lo fai
anche tu?”
Il cavaliere di
fronte a me si zittisce nuovamente. Mentre la guardo penso che stia
soppesando bene le parole che ho detto e che stia realizzando che,
effettivamente, è meglio che delle persone più
capaci
di me si mettano alla difesa di Atena.
Che piccola ingenua
che sono!
Dopo quegli
interminabili secondi di mutismo Shaina riprende a parlare, e lo fa
come se io non avessi detto niente di rilevante fino ad ora
“Tu da
stasera inizi ad allenarti con me!- mi dice, puntandomi minacciosa un
dito addosso- E questa volta otterrai un'armatura: è la mia
parola!”
Io apro la bocca in
perfetto stile pesce lesso mentre la vedo allontanarsi stizzita.
Ecco, credo proprio
che i miei guai siano appena iniziati.
Giusto
per non
pensare alla morte lenta e dolorosa che mi aspetterà fra
poche
ore, ho ripreso la mia attività di smantellamento delle
macerie rimaste dopo il caos che ha provocato l'udienza pubblica di
ieri sera.
In mezzo all'arena,
a dimostrazione della mia totale stupidità, traballo sotto
il
peso di un' urna mastodontica. Come mi è venuto in mente di
riuscire a trasportare una cosa del genere? Ora non riesco neanche a
metterla a terra e, fra l'altro, non vedo un accidenti!
Faccio qualche
passo storto, andando a destra e sinistra a casaccio dato che non
riesco a mantenere una traiettoria precisa. Fortunatamente vedo, da
sotto l'enormità che sto trattenendo a fatica fra le
braccia,
delle gambe di uomo. Probabilmente uno dei miei così detti
aiutanti si è accorto che sono un po' in
difficoltà.
“Era
ora che qualcuno si decidesse ad aiutarmi. Volevate vedermi morire
sotto il peso di quest'arnese?” sbotto mettendomi le mani sui
fianchi, dopo avrgli cacciato in mano, con poca grazia, la gigantesca
urna.
“Scusa.
- borbotta da dietro il recipiente- Sono arrivato solo
adesso.”
Io sbuffo
contrariata. Perfetto. Un ritardatario. “Ok, faccio finta di
non
aver sentito. Basta che togli quella cosa dalla mia vista e la porti
al magazzino. E dopo torni a recuperare il tempo perduto,
chiaro?”
Lo vedo dondolare
da un piede all'altro. Non sembra fare molto fatica, ma non ci faccio
molto caso. La maggior parte della gente qui sono dei giganti tutto
muscoli e niente cervello, costretti a fare i soldati semplici dato
che non sono stati in grado di guadagnarsi l'armatura.
“Uhm...E
dove sarebbe questo magazzino?” mi domanda con tono innocente.
Visto: che dicevo
sul livello intellettuale della gente con cui mi tocca lavorare?
“Ma
ti sei completamente rimbecillito?Come diavolo fai a non sapere
dov'è? Ci stiamo facendo avanti e indietro da due
giorni!”
Con lentezza
misurata, posa l'urna a terra, vicino ai suoi piedi. Adesso le sue
gambe sono totalmente coperte da quell'obrobrio e io posso far
scorrere lo sguardo verso il suo viso, così magari dalla
faccia posso individuare il suo superiore e intimargli di dargli una
raddrizzata.
Indossa una tunica
bianca, piuttosto leggera, che fa comunque intravedere il petto
muscoloso.
Niente di che, in
pratica è lo standard di questo posto.
Sulle spalle
ricadono alcuni dei lunghi fili dorati che sono i suoi capelli. Adoro
quei capelli. Uhm...Potrei farlo punire anche per il fatto che ha dei
capelli splendidi che invidio con tutto il cuore?
E poi lo vedo.
Il
suo viso.
O. Miei. Dei.
Punto scarlatto in
mezzo alla fronte.
Occhi chiusi.
Sopracciglia
aggrottare in segno di disapprovazione.
Dei, vi prego,
ditemi che non ho appena sbraitato contro Shaka della Vergine.
Ditemelo!!
Sento un caldo
terribile salirmi al volto e un freddo glaciale colpirmi le
estremità. Gambe e braccia sono completamente paralizzate.
“Nobile
Shaka, scusatemi io...N-non avevo idea...Io...” balbetto le
mie
scuse alla velocità più alta con cui riesco a
pronunciare parole di senso compiuto, ma lui continua a stare
lì
immobile a fissarmi.
Insomma, credo che
mi stia fissando, anche se ha gli occhi chiusi.
Sento che alle mie
spalle tutti si sono fermati. I più audaci sghignazzano
divertiti della mia idiozia.
Zeus, se vuoi
fulminarmi, questo è il momento adatto.
E poi perchè
non parla?
“I-io...E'
meglio che la vada a portare via io, questa.” dico dopo degli
interminabili minuti in cui il cavaliere d'oro se ne sta davanti a me
con aria accigliata.
Mancava solo il
rotolone di polvere spinto dal vento e il nostro confronto poteva
benissimo essere scambiato per una scena da mezzogiorno di fuoco.
Sollevo l'urna e me
la svigno più veloce che posso. Adesso, non mi sembra
affatto
così pesante.
“Sono
lo zimbello del Santuario!” frigno mentre me ne sto chiusa a
chiave
in bagno. Sono sigillata qua dentro da ore e nemmeno gli urli
isterici di Victoria sono riusciti a convincermi ad abbandonare
questo mio rifugio.
Kim sta
ri-iniziando a bussare con insistenza “Andiamo Miki, non puoi
rimanere chiusa lì dentro per sempre”
“Sì
che posso- ribatto io sinceramente convinta di ciò che dico-
Morirò qua dentro e dovrete mettere una targa sulla porta
con
su scritto: qui giace Michelle, la più stupida donna che
abbia
mai messo piede nel Santuario di Atena”
“Non
essere sciocca!Non è mica una tragedia.” mi sgrida
di nuovo
ma, nonostante Vic voglia fare un commento a bassa voce, la sento
nitidamente dire “Certo che è una tragedia. Tutti
non fanno
altro che parlare di lei!”
“Visto!?”
esclamo rassegnata mentre penso seriamente a come riuscire a scappare
in Alaska senza dare nell'occhio.
“E'
la cosa più imbarazzate che poteva capitarmi!- continuo
piagnucolando- Perchè non mi ha ammazzato lì,
seduta
stante, invece di lasciarmi con questo marchio di disonore per tutta
la vita?”
Ormai, è
chiaro, sto vaneggiando.
Non è colpa
mia, davvero!
È che quando
vado nel panico più totale io assumo una spiccata vena
tragicomica che mi spinge a parlare come un'idiota!
“Smettila
di fare la bambina, Miki!Il nobile Shaka non è stupido. Con
le
dovute spiegazioni e delle ulteriori scuse capirà di certo
il
motivo del tuo comportamento.”
Io alzo tutte e due
le sopracciglia interdetta da questo consiglio di Kim.
Cielo, non resisto:
devo vederla in faccia per vedere se è davvero convinta di
quello che dice.
“Mi
stai dicendo che delle semplici scuse secondo te basteranno per
giustificarmi dell'affronto che ho fatto all'uomo più vicino
alla dea?” riepilogo affacciandomi dalla porta che ho aperto
a
tempo di record.
Il silver della Freccia annuisce
candida e guardando i suoi occhioni azzurri illuminarsi mi rendo
conto che crede effettivamente a quanto ha appena detto.
Mi volto verso Vic, cercando il lei un
supporto morale. Per tutta risposta lei fa spallucce e ritorna a fare
zapping.
“In fondo- tento con voce incerta- se
hanno perdonato a Kanon quello che ha fatto...”
“Questo è lo spirito giusto!”
esclama Victoria alzando un pugno in aria, ma continuando a guardare
una telenovela brasiliana.
Il fatto, però, è che io
ho pronunciato l'unica parola che riesce a mandare Kim fuori di
testa!
“Kanon- sussurra estasiata- Lo
meritava proprio di essere perdonato, piccolo caro!”
Io e Vic ci lanciamo uno sguardo
disgustato mentre lei inizia a elencare le qualità del nuovo
gold.
Mi sorprende che una ragazza assennata
come lei abbia una cotta così adolescenziale.
“Ok- comunico alzandomi- Vado a
chiedere scusa!”
Il silver di Lucertola mi ignora e Kim
annuisce con convinzione, anche se penso che non abbia sentito
ciò
che ho detto.
Mi accompagna alla porta trotterellando
come la vispa Teresa.
“Vai e vinci, amica mia!- trilla
felice, e so che il suo pensiero è ancora rivolto al bel
tenebroso della Terza- E quando tornerai troverai una cena da
re!”
Io sospiro guardando la porta sbattere:
la nota positiva è che quando è di
così ottimo
umore cucina dei piatti eccezionali!
Capitolo 3 a rapporto!
Sono così contenta che questa storia vi piaccia e che la
leggete e commentate numerosi! Grazie grazie grazie grazie!
Baci JoJo
Megarah_witch Uhm
Saori che fa una figura barbina?Magari in mondovisione?Mumble...non
sarebbe male!Hai fatto accendere una lampadina alla mia parte malefica!
ArabianPhoenix
Grazie!Sono contenta che la mia storia ti piaccia!Continua a
seguirla!
bellatrix18
Eccolo il nuovo capitolo!I gold...per ora ci sono questi, poi
chissà!Ci sono un sacco di porte aperte (soprattutto per dei
bei figlioli come loro!)
picciottina75
Grazie mille, sono davvero contenta che ti piaccia! ^____^
EriS_SaN Sono
contenta che tu abbia gradito la scena. L'incontro con
Shaina...eccolo!Povera Miki, non sa che l'aspetta!
renge_no_hana
Thanks!I gold arrivano alla spicciolata, come vedi! Sono
contenta che i personaggi di questa storia ti piacciano.
anzy Grazie mille
per i complimenti...continua a seguire, ne capiteranno delle belle!!
xxxArtemidexxx Qui
c'è stato un malinteso!Forse ho formulato male la frase ma
quello che intendevo dire è che Marin sta con Aioria, Milo
sta con...ehm...un sacco di ragazze, e insieme i due gold sono al
centro dei pettegolezzi. Non separerei mai Aioria da Marin, li trovo
molto carini (e non c'entra il fatto che il silver si sta scrocchiando
minacciosamente le dita mentre mi guarda). Uhm Airish non si fida, eh?
Guarda che ho dato a Miki uno spray al peperoncino, per qualsiasi
evenienza!
whitesary
Concordo: povere roselline, finite fra le grinfie della
divina (?) Saori...Sono contenta che Miki ti piaccia!Ehm...come vedi
è stata coinvolta in un incontro con un gold...non credo
l'abbia presa bene...
Snow Fox Ciao! Proprio
vero, Al è davvero un grande...in tutti i sensi!
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Capitolo 4 *** Non c'è due senza tre?Speriamo di no! ***
Chi ha detto che la Fortuna
è
cieca ma che la Sfiga ci vede benissimo sa il fatto suo!Sissignore!
Mi sono fatta tutta la scalinata,
quella seria che affrontano i nemici!, per rendere il mio atto di
pentimento pubblico.
Ho ammesso con Mu, Aldebaran, Kanon e
Aioria le mie colpe annunciando a ognuno di loro il motivo della mia
visita alla Sesta.
E poi...quando finalmente arrivo
davanti al tempio di Virgo, quando ho trovato le parole giuste e
deciso che inginocchiarmi non è poi un gesto tanto
patetico...ecco, dopo tutto questo mi sento dire che:
“Il nobile Shaka è uscito per
una passeggiata!” borbotto scimmiottando egregiamente la voce
della
spocchiosissima ragazza che si occupa della manutenzione del tempio.
Ma che ho fatto di male nella mia vita
precedente da meritarmi questa dose sfortuna nera?
Sono così frustrata che lancio
un calcio ad un piccolo sasso che sporge da uno scalino che porta
alla Quarta.
Forse questa irritazione mi sarà
utile per l'allenamento con Shaina.
Alzo la gamba e sferro un bel calcione,
giusto per farlo precipitare almeno fino alla Terza.
“Ahio!” mi lamento non appena il
mio alluce tocca il sasso. Non è un sasso! È uno
stupido masso perfettamente incastonato nel gradino!
Inizio a saltellare su un piede,
tenendomi stretto l'altro e imprecando come uno scaricatore di porto
in una giornata particolarmente brutta.
L'avessi mai fatto.
Immancabilmente sento che la forza di
gravità (dannata!) reclama fortemente la sua supremazia non
appena il mio piede pende nel vuoto per il settanta per cento.
Il mondo comincia a rotolare
vorticosamente e delle tremende botte nell'urto contro i gradini mi
costringe a smettere di respirare fino a quando la mia rovinosa
caduta si ferma.
“Ahio” ribadisco mentre guardo il
cielo tinto di rosso sopra di me.
E poi noto un'altra cosa.
Due in realtà.
Piedi.
Candidi.
Avvolti in sandali di cuoio scuro.
Non vorrei sbilanciarmi ma direi che
come misura sono di un quarantatré e mezzo.
In mezzo ai suddetti piedi noto
rotolare velocemente su se stessa una macchia bianca.
Sembra leggermente ovale, con dei
disegni a forma di viso di donna.
Non può essere la mia maschera
però, vero?
Alzo la mano verso il mio viso e noto
che non tocco per niente la fredda ceramica ma solo la mia pelle
leggermente calda.
Oh, merda. Penso mentre decido di
verificare a chi appartengono quei piedi.
Il volto di Shaka di Virgo è
esattamente uguale a quello che ho visto questa mattina: perplesso,
con il sopracciglio alzato. Solo che questa volta ha due turchesi
stupendi in mezzo al viso e non posso davvero credere che quelle due
pietre preziose siano in realtà i suoi occhi.
“Oh, merda!” mi lascio scappare a
fior di labbra.
Non è possibile!
Non è assolutamente possibile
che io mi metta in ridicolo con un gold saint per due volte di fila,
e che sia lo stesso gold per giunta!
Non è vero, vi prego, ditemi che
non è vero.
Non posso essere davvero io quella a
gambe all'aria ai piedi dell'uomo più vicino alla dea!
Mi rigiro di scatto e afferro con mani
tremanti la maschera.
“Non è possibile. Non è
possibile.” mi ripeto come un mantra.
Le ginocchia mi tremano pericolosamente
ma nonostante ciò riesco a mettermi in piedi e indossare
quello stupido pezzo di ceramica che non riesce a stare al suo posto
quando dovrebbe!
“Forse dovresti cercare di calmarti.”
Il sussurro di Shaka arriva alle mie
orecchie più prepotente di un tuono: mi ero quasi
dimenticata
della sua presenza.
Probabilmente si è accorto del
mio precario stato attuale e con fermezza mi afferra un braccio per
aiutarmi a sedermi.
Non posso fare a meno di guardarlo
stralunata: ho sempre pensato che avesse le mani gelide, invece sono
perfettamente calde.
“I-io ero andata alla Sesta per
chiederti scusa del mio stupidissimo comportamento di stamattina e
invece adesso...”
La voce rotta mi impedisce di
continuare a parlare. So benissimo com'è la regola che vige
qui al Santuario: una guerriera non può mostrare il proprio
viso. L'unica scelta da prendere nel caso un uomo lo vedesse
è
tra ucciderlo e amarlo.
E visto che io amo Manuel e che lui è
un gold...
“Sono morta.” concludo ad alta voce
rendendomi improvvisamente conto della gravità della
situazione in cui mi sono cacciata.
“E' solo una piccola commozione
cerebrale.” mi tranquillizza con la sua voce bassa.
Io mi alzo di scatto, decisamente in
preda di una delle mie crisi isteriche.
“Non sto parlando di questo- sibilo
con voce stridula- Tu mi hai visto in faccia. E tentare solo di
combattere con te sarebbe un suicidio annunciato ergo io sono una
morta che cammina!”
Il cavaliere di Virgo si alza
lentamente. Figuriamoci, nemmeno mi ero accorta che si era seduto!
“Di cosa stai parlando, ragazza?-
chiede con tono calmo- Io passavo di qui e ti ho trovata semi-svenuta
a terra. Sei caduta dalle scale.”
Io spalanco la bocca perplessa. Eppure
il suo tono è così serio, che senso avrebbe per
lui
raccontarmi una bugia?
“I-io so..sono s-svenuta?” balbetto
incredula.
Shaka annuisce piano “La tua maschera
non si è mai mossa dalla tua faccia.” spiega calmo.
Con calcolata lentezza si gira e
riprende la sua scalata verso il sesto tempio lasciandomi come un
baccalà a guardare i suoi perfetti capelli ondeggiare sopra
la
sua perfetta schiena.
Senza nemmeno degnarsi di girarsi per
guardarmi in faccia aggiunge, quando è abbastanza lontano
che
la sua voce mi arriva attutita alle orecchie, “Le tue scuse
sono
accettate, comunque.”
Ovviamente il mio cervello non formula
nessun ringraziamento o qualsiasi altra cosa sensata da dire al
momento perciò mi limito a stare zitta come una deficiente e
lo guardo salire quelle stupide scale finchè sparisce dalla
mia vista.
Forse è proprio lui che causa un
cortocircuito ai miei neuroni perchè non appena resto
veramente sola mi ricordo di un impegno incombente.
“Accidenti!Shaina mi ucciderà!”
Se mi avesse ucciso,
sarebbe stato
dieci volte meglio.
Sarà più di un'ora che
sto correndo come se avessi il diavolo alle calcagna!
E pensare che le ho anche chiesto scusa
per il ritardo, poteva anche risparmiarmi questa punizione.
“Miki!Così va bene, hai finito
il riscaldamento.” mi urla dalla roccia su cui è
comodamente
seduta.
“R-riscaldamento?” balbetto
avvicinandomi a Shaina.
Questa donna è pazza!Sul serio.
Come fa a non accorgersi che sono in
evidente debito di ossigeno?
“Certo. Questa era solo la
preparazione di base, adesso passiamo al combattimento.”
spiega
mettendosi le mani sui fianchi.
“Shaina a questo proposito c'è
una cosa che dovrei dirti...” inizio titubante.
Lei si ferma e rimane in silenzio.
Presumo che posso prenderlo come un
invito ad andare avanti, no?
“Ecco...io...-prendo il coraggio a
due mani e glielo dico- sono obiettore di coscienza!”
Il silenzio che cala quaggiù è
imbarazzante.
Il vento soffia e ci scompiglia i
capelli, facendoli svolazzare in direzione Nord, Nord-Ovest.
Le mani di Shaina, strette a pugno
lungo i fianchi, tremano.
“Tu...cosa?” ringhia irritata.
Io sospiro “Sono obiettore di
coscienza, fervente sostenitrice della non-violenza e tendenzialmente
pacifista.”
L'aria è così densa che
si potrebbe tagliare con un coltello.
“C-c'è altro?” sibila, senza
muovere un muscolo.
Annuisco “Sono vegetariana”
aggiungo, anche se in realtà non credo che la cosa sia
rilevante.
Shaina butta fuori uno sbuffo d'aria e
mi trascina letteralmente di peso, arpionandomi un braccio, fino ad
una delle arene minori, dove si svolgono i tornei.
Mi molla solo quando siamo al centro
esatto (ma che, oltre all'orologio biologico, lei ha anche il
righello?) di quel perimetro di sabbia e polvere su cui molti
cavalieri hanno ottenuto la propria armatura fra sangue e sudore.
Non mi ci vuole molto per capire che
nel mio caso sarà soprattutto sangue.
Senza la sicurezza di ottenere
l'armatura, oltretutto.
“Li vedi quegli spalti?” mi domanda
in un ringhio.
Io annuisco timorosa.
“Saranno pieni di gente quando, fra
due settimane, ci sarà il torneo per l'assegnazione del
cloth
del Centauro, capisci?”
Annuisco di nuovo.
Non voglio farla innervosire.
Più di quello che è già,
intendo.
Mi mette le mani sulle spalle e mi
conficca (di nuovo) le unghie nella carne “Io ti ho
presentato come
mia allieva per questo torneo, ho faticato per farti accettare dato i
tuoi precedenti e quindi tu rappresenti me. Non ti azzardare a farmi
fare una brutta figura!”
Il fatto che abbia sillabato l'ultima
frase mi da da pensare riguardo a quanto la cosa sia importante per
lei.
“Farò del mio meglio Shaina-
garantisco- ma ricordati che non hai puntato su un cavallo
vincente.”
Dalla sua bocca esce una risata
maligna.
Mi spinge via e si mette in posizione
d'attacco.
Oh, santi numi!
“Presto!Mi
servono una scatola di
cerotti, mezzo chilometro di bende e, possibilmente, una dose di
morfina!” comunico prima di lasciarmi cadere a peso morto sul
letto. Mossa decisamente stupida dato che, non appena la mia faccia
sprofonda nei morbidi cuscini lilla, sento aumentare in maniera
esponenziale i dolori che già avevo in tutto il corpo.
Commozione cerebrale, diceva Shaka?
Niente in confronto alla carne da macello a cui mi ha ridotto quella
psicotica di Shaina.
Voglio dire: quando diceva che intende
mettermi in condizione di ottenere un'armatura, non diceva sul serio,
vero? Vero?
Un rumore di tacchi in avvicinamento mi
informa che qualcuno ha sentito le mie urla strazianti.
“Oh, sei già a casa?- chiede
Vic mentre si infila all'orecchio un orecchino che è
decisamente più grande del lampadario che c'è in
cucina- Shaina è stata troppo buona oggi.”
“Victoria, hai bisogno degli
occhiali?Sono da buttar via, praticamente!” sbotto indicando
alcune
delle ferite visibili a occhio nudo. E per stavolta sorvoliamo su
emorragie interne e fratture.
Per tutta risposta lei scrolla le
spalle e continua ad agghindarsi ignorando completamente la mia
necessità di cure mediche.
“Esci?” domando, prima di lasciare
che la mia testa cada comodamente fra i cuscini del divano.
Pessima mossa, fare una domanda del
genere a Vic.
“Sìììì!-
trilla entusiasta, sedendosi di fianco a me e iniziando a
spiattellare cose di cui avrei potuto benissimo ignorare l'esistenza-
Dopo la tua pantomima con Shaka di Virgo, quell'Adone con gli occhi
turchesi di cui parlavamo ieri, mi è venuto a chiedere cosa
fosse successo.”
Perfetto, penso sbuffando sonoramente,
se non riesco come saint (cosa decisamente probabile) posso aprire
un' agenzia di incontri per single. La chiamerò
“La freccia
di cupido”
“...e così mi ha offerto un
caffè, da cosa nasce cosa, e stasera finalmente
usciamo!”
conclude elettrizzata.
Sono un'amica tanto pessima se non
condivido per niente il suo entusiasmo?
“Lascia stare la povera Michelle- mi
difende Kim entrando con un piatto fumante e dall'odore delizioso-
Sformato di verdura per la mia piccola guerriera!”
Mi lascio sfuggire una specie di
grugnito, contrariata “Primo: non sono piccola e secondo, e
decisamente più importante, non sono e non sarò
MAI una
guerriera. Punto. Non dopo quello che Quella mi ha fatto
oggi.”
Kim si lascia sedere sul tavolino di
fronte al divano, mentre Victoria esce di casa in una nuvola di
Poison di Dior gridando di non aspettarla alzate.
“E' stata così dura?” mi
chiede la mia amica bruna, sorridendo dolcemente.
Che carina. Avere una brutta giornata e
un'amica consolatrice ad aspettarti rende il tutto quasi
sopportabile.
“Di più- brontolo incrociando
le braccia al petto- Io non sono fatta per fare il saint, lo sai bene
anche tu.”
E per stavolta decido di risparmi il
resoconto dell'ennesima figura meschina con un superiore.
Kim mi passa una borsa del ghiaccio.
Sono indecisa su dove metterla ma dato che non voglio ritrovarmi con
un bernoccolo in stile Paperino, opto per la testa.
Anche se sinceramente tutta la scena
della maschera che cade mi è sembrata troppo vivida per
essere
un'allucinazione. Altro che commozione cerebrale...E poi quegli occhi
stupendi...come ho fatto ad immaginare qualcosa di così
bello?
“...non preoccuparti!Troverai la tua
strada.” conclude Kim, mettendomi una mano sul braccio.
Proprio sopra un ematoma fresco fresco,
tuttavia stringo i denti stoicamente e annuisco.
Non è carino farle capire che
non ho afferrato una sola parola di ciò che mi ha detto,
giusto?
“Bene- continua sfregandosi le mani
felice- Credo che possiamo dedicarci a una perfetta serata fra donne
per tirarti su il morale!”
Non fanno in tempo a partire le prime
scene di Il diavolo veste Prada alla tv, che io mando questo progetto
di divertimento in malora, addormentandomi sopraffatta dalla
stanchezza di queste giornate assurde.
Ed ecco qui il quarto
capitolo. Pare proprio che Michelle non abbia vita facile! Incappata
due volte di fila nell'altero Shaka...Che dire poi della sua maestra
d'armi?Riuscirà davvero ad ottenere l'armatura, o perlomeno
sopravvivere agli allenamenti? Ai prossimi capitoli l'ardua sentenza!
Grazie mille per i commenti e anche solo per aver letto!
Baci JoJo!
anzy Se
quello ti sembrava un pasticcio, che ne dici di questo? Shaka per ora
sembra abbastanza comprensivo, ma l'apparenza spesso inganna,
giusto?Gli allenamenti con Shaina li metterò dai prossimi
capitoli. L'ho troppo umiliata per ora, non posso farle anche
questo!Bye!
Snow Fox
Sono contenta che la scena ti abbia fatto ridere!Di sicuro in
futuro la nostra Miki ne combinerà altre delle sue...per ora
ha solo importunato di nuovo il povero Shaka...Alla prossima!
daniciao
Ciao!Grazie per i complimenti, sono contenta che Michelle ti
piaccia!Al prossimo capitolo, bye!
withesary
Eh già...Michelle e la fortuna non vanno molto
d'accordo. Ti ringrazie per il tuo appoggio morale...ne ha
assolutamente bisogno. Perdonare è divino, dici?Non so
quanto si sentirà "divino" Shaka nei prossimi capitoli!
Megarah_witch
Visto?Miki è sopravvissuta egregiamente (quasi)
anche a questo capitolo! Ti ringrazio di nuovo per l'idea
malefica, ora che l'ho finalmente scritta, non riesco più a
fermarmi. Sta nascendo in me un sinistro piacere nel torturare alcuni
personaggi...hihihihihihihihi!
renge_no_hana
Grazie!Michelle è decisamente sfortunata, ha la
tipica nuvoletta di Fantozzi sopra di sè...ne
combinerà altre del genere nei prossimi capitoli!(oddio,
anche in questo si è data da fare, comunque!)Bye!
bellatrix18
Sono contenta!Anche io mi sono divertita un mondo a
immaginare questa scena!Decisamente, Shaka era quello che si prestava
di più a una cosa del genere...Alla prossima!
EriS_SaN
Hai proprio ragione: i guai sono solamente agli inizi per la
povera Miki!Come dicevo prima, PER ORA, il saint di Virgo sembra essere
paziente e ragionevole...per ora!Ahahah!
xxxAtremidexxx
Povera Miki, almeno la gitarella nell'Ade gliela
risparmio...anche perchè riesco a torturarla egregiamente
sulla terra!Ciao, alla prossima!
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Capitolo 5 *** Tanto peggio di così...può andare! ***
Tanto peggio di così...può andare!
“La mia vita fa
schifo!” annuncio
rompendo il silenzio che regna nel nostro salotto.
Io, Kim e Victoria siamo letteralmente
spaparanzate sul divano, con i piedi comodamente appoggiati al
tavolino di legno davanti a noi.
I piedi di Vic svettano, sia per la
lunghezza, che per il vistoso smalto rosso fuoco che ne decora le
unghie. Quelli di Kim sono comodamente avvolti in un paio di calzini
celesti, mentre i miei sono ancora tristemente costretti nelle scarpe
da ginnastica di tela.
Non ho la forza per slacciare quei
lacci!
Gli sguardi insistenti delle mie due
amiche mi costringono ad andare avanti a parlare.
“Voglio dire: sono praticamente
condannata a morte per ottenere un'armatura di cui nemmeno mi
importa, Shaina è un'aguzzina e probabilmente nella sua vita
precedente è stata un boia o una torturatrice, ho fatto una
figura pessima di fronte a uno degli uomini più influenti ed
importanti del Santuario ed ho un ragazzo meraviglioso ma non posso
vederlo a causa dei ritmi serrati dei miei nuovi allenamenti. Per non
parlare del fatto che fra un po' il mio corpo mi si
ammutinerà
contro per quanto si sente trattato male!” butto fuori tutto
d'un
fiato.
“Almeno tu hai un ragazzo- esordisce
Vic- Io invece dopo una giornata passata a sbraitare contro dei
ragazzini che odio dal profondo del cuore non ho neanche il pensiero
che almeno ho qualcuno che mi ama a consolarmi. E non ho nemmeno un
gatto che mi faccia le fusa!”
Ah, sarebbe una gara di sfiga, allora?
Mi dispiace ma questa storia
strappalacrime non vale neanche la metà della mia.
Io e la bionda ci giriamo verso Kim.
Adesso deve per forza dire qualcosa anche lei.
“Ok. Non è che la mia vita sia
tanto meglio, sapete?Non è affatto l'idillio che sembra
essere
innamorate di un ragazzo che non ti noterà mai, neanche per
sbaglio, e che per di più è un tuo superiore.
Quando ci
incontriamo per caso vorrei sotterrarmi per quanto il suo sguardo mi
fa sentire fuori posto. Per quale motivo credete che mi cimento ogni
sera nella preparazione di quei piatti elaborati?Almeno non ci
penso!”
Sospiriamo all'unisono, facendo
rilassare le spalle.
“Ed è solo mezzogiorno!”
commentiamo.
“Lo sapete che le vostre storie non
valgono niente in confronto alla mia?- domando, cercando di
trattenere le risate- Rassegnatevi, carine, la più sfigata
sotto questo tetto sono e sarò sempre io!”
Scoppiamo a ridere tutte insieme e
all'improvviso la nostra vita non ci sembra così male.
Come si dice, ridere per non piangere,
giusto?
Il trillo insistente del nostro
campanello è l'unico motivo per cui ci fermiamo.
E il fatto che Kim e Vic fingano di
dormire mi dice che sono l'unica che possa andare ad aprire.
Quanto le odio!!
“Pierre
è molto arrabbiato con
te!- borbotta con il suo delizioso accento francese il ragazzo fuori
dalla mia porta- Pierre si annoia a fare commissioni da solo e a
girare come un facchino per tutto il Santuario!”
Pierre, il ragazzo che ha interrotto i
pettegolezzi della pausa pranzo, è un adorabile tuttofare,
proprio come me, con la deliziosa abitudine di parlare di sé
in terza persona.
Almeno l'allenamento con Shaina ha
qualcosa di buono: per bel po' di tempo (se considero anche l'ovvia
degenza in ospedale) non dovrò avere a che fare con lui.
Davvero, non vorrei essere cattiva,
perchè è davvero un bravo ragazzo ma...
Parla di sé in terza persona!
Chi riuscirebbe a resistere?
“Pierre, che sorpresa!Che ci fai
qui?- ovviamente cerco una scusa che mi faccia liberare di lui al
più
presto- Sai, è un momento sbagliato, stavo andando da Shaina
per allenarmi.”
“Fa niente, Pierre ti accompagna.”
trilla felice, saltellando al mio fianco.
Uffa!Come è possibile che questo
francese non abbia soggezione di lei??Tutti ce l'hanno al Santuario,
perchè lui no?
“Pierre era venuto a chiedere se era
vero quello che raccontano in giro- chiacchiera spensierato, mentre
io trascino i piedi affranta- Dicono che tu abbia fatto arrabbiare il
nobile Shaka e che lui voglia mandarti all'altro mondo.”
Io mi fermo, spalancando gli occhi “Non
è affatto così.” sbotto contrariata.
Pierre sbatte i suoi giganteschi
occhioni (e sono davvero enormi: sembra una sorta di Titti in
versione umana...credo sia questo l'unico motivo per cui nessuno
l'abbia ancora preso a pugni per i suoi modi soffocanti)“Buon
per
te. Pierre sarebbe stato davvero triste se fosse stato così,
e
poi sapeva che tu non ti saresti permessa di fare qualcosa di
oltraggioso.”
Io alzo la mano e la muovo come per
scacciare un insetto fastidioso “In realtà ho
fatto qualcosa
di poco carino, diciamo, ma il nobile Shaka è stato
abbastanza nobile da perdonarmi”
Lui fa un salto sul posto e si porta le
mani alla bocca “Allora è vero che gli hai
rovesciato un
vaso di terra in testa!” urla con voce stridula.
Non ci credo.
Non possono essere queste le voci che
circolano su di me!
“Non è andata esattamente
così, Pier!” sbotto risentita.
Come è possibile che dei
guerrieri di potenza ineguagliabile abbiano questa stupidissima
tendenza nel trasmettere pettegolezzi?
Dovrebbero vietarlo, ecco!
Cosa non si può fare al
santuario? Risse, mostrare il viso a un uomo se sei una ragazza,
parlare male di un superiore e fare pettegolezzi!
Arriviamo all'arena dei miei
allenamenti e l'unica creatura che ci attende è un gatto
decisamente obeso.
“Meeeeeeow!” commenta, molto
intelligentemente.
Pierre gli si avvicina (io no perchè
voglio evitare qualsiasi possibile contatto con le sue pulci!E da
quanto si gratta sono sicura che le ha.) e raccoglie qualcosa per terra.
“Che cosa c'è?” urlo da
lontano.
Lui sventola un foglietto piuttosto
malconcio “E' un messaggio di Shaina!”
“E che dice?” chiedo, decisamente
pronta al peggio.
Del tipo: dopo averti vista combattere
ieri ho deciso di fare harakiri, o giù di lì.
In effetti, non è che sarebbe
tanto male, ma anche una cosa meno drastica come: rinunciamo, sei
senza speranza, può andare bene!
“Vieni qui e leggitelo da sola, no?”
ride l'infido Pierre ben sapendo che cosa mi disturba.
“No- rispondo indispettita- Almeno
finchè c'è lì quella specie di
tigre”
Per pietà nei miei confronti, o
in quelli del gatto che sembra sia scocciato dalla nostra presenza,
decide di venire lui da me “Sai, vista la tua repulsione
verso i
gatti mi viene da concludere che nella tua vita precedente eri un
topo!” commenta divertito.
“Intendi quegli esseri che si
trastullano nelle fogne e che mangiano spazzatura?No. Non io”
rabbrividisco al solo pensiero.
Pierre incrocia le braccia e mi squadra
“Considerando che sei vegetariana, uno dovrebbe pensare che
ami gli
animali...” mormora perplesso.
Io sbatto un piede per terra, ansiosa
di scoprire cosa ha scritto su quel foglietto la mia aguzzina
“Io
amo gli animali!E' con quel gatto enorme che ho deiproblemi.-
sbotto- Ed ora mi dici che c'è scritto?”
Con aria annoiata mi passa il biglietto
stropicciato.
Sono in riunione da Atena. Vedi di
farti trovare qui alle 4. Puntuale!!
Semplice.
Conciso.
Tipico di Shaina,
solo che mi sarei aspettata almeno una minaccia di morte.
“Non
è fantastico?Puoi aiutarmi nelle consegne come ai vecchi
tempi?” squittisce contento come un bambino che ha appena
trovato
un pacchetto di caramelle incustodito.
“Fantastico...”
ripeto a denti stretti.
“Alle
dodici case?!” ripeto scioccata.
Non può
essere.
Ho del tempo libero
prima della mia esecuzione quotidiana, mi tocca passarlo con Pierre a
sfacchinare in giro e, dulcis in fundo, devo anche andare dai gold?
Ma stiamo
scherzando?
“Tranquilla,
Miki!- cerca di calmarmi Pierre, mettendomi una mano sulla spalla-
Pierre farà le consegne: tu aspetterai fuori,
così non
avrai l'occasione di rovinare ulteriormente la tua
reputazione!”
Io muovo un passo
all'indietro. “Non credo sia il caso: di recente riesco a
fare
casini anche solamente respirando...Forse è meglio che
aspetti
Shaina all'arena.”
Pierre scuote la
testa facendo ondeggiare i suoi capelli biondi “No no no,
signorina!- ride divertito puntando le sue mani in mezzo alla mia
schiena- Tu vieni!”
Inizia a spingermi
lungo la stradina secondaria che porta ai templi, e anche se punto i
piedi come un mulo capriccioso riesce a trascinarmi fino alla prima
destinazione.
“Aspetta
qui” mi ordina mentre afferra uno dei pacchi che si sta
trascinando
dietro da quando mi ha incontrato e si dirige verso l'entrata
secondaria della Prima Casa.
“Certo
che aspetto qui.- mi ritrovo a parlare da sola mentre mi siedo su un
gradino- Mica mi voglio ritrovare ad essere compatita anche dal
grande Mu perchè gli ho rovinato il parquet o roba del
genere...”
Ad interrompere il
mio eccellente monologo ci pensa un soffio d'aria fredda e una
stretta allo stomaco decisamente forte.
Abbasso lo sguardo
e mi ritrovo sul petto la testolina rossa di Kiki.
“Michelleeee!”
grida felice.
Io boccheggio.
Seriamente, questo bambino è troppo forte.
“K-kiki...non...respiro...”
butto fuori con il fiato che mi è rimasto.
Lui si stacca
immediatamente, leggermente imbarazzato “Scusami- dice
sorridendo e
sgranando i suoi brillanti occhi castani- E' che è
così
tanto che non ti vedo!”
Io rido divertita.
Nonostante sia dieci volte più forte di me, alla fine la sua
età si rivela sempre.
“Non
è certo colpa mia!- borbotto, fingendomi offesa- Sei tu che
diserti i miei allenamenti collettivi della mattina.”
“Lo
so, ma Mu mi ha raddoppiato le lezioni per gestire la
telecinesi...che palle!”
“Kiki,
vacci piano.” intimo cercando di non ridere e perdere
così
la mia immagine di adulta responsabile che gli impedisce anche solo
di pensare male del suo maestro.
Il bambino sbuffa
sonoramente incrociando le braccia, ma tempo neanche dieci secondi il
suo sguardo si illumina di nuovo.
“Vuoi
vedere che cosa ho imparato?” chiede speranzoso.
Faccio roteare gli
occhi “Non so se è il caso Ki...”
La frase mi muore
in gola.
Credo che dipenda
dal fatto che intorno a me non vedo più nessuno a cui
rivolgerla.
“Kiki?”
chiamo, già impaurita.
Intorno a me c'è
solo il cielo azzurro, le fronde degli alberi e il tetto del tempio.
Non credo di voler
saperne di più...
Abbasso lo sguardo
e infatti vedo il piccolo demonietto diversi metri più
giù.
Ride.
E ci credo, è
sulla terra ferma lui, mica a fluttuare nell'aere!
“Kiki!!!”
urlo al limite della sopportazione.
La risata
dell'infame si fa più sguaiata.
“Kiki,
mettimi subito giù!- sibilo iniziando ad agitare le braccia-
Soffro tremendamente di vertigini!”
Non faccio in tempo
a finire la frase che esce dal tempio Pierre che spalanca la bocca
stupito.
“Mon
Dieu, Miki!Che ci fai lassù?”
Kiki si gira verso
di lui, dimentico di me e ha decisamente perso la concentrazione.
“AAAAAAAAAAAAH!!”
urlo mentre precipito inesorabilmente verso il suolo agitando gambe e
braccia, come se la cosa potesse rallentare la mia caduta.
Ammettilo Miki, non
ti saresti mai aspettata di morire così.
Precipitare da
venti metri non rientrava affatto nella mia lista di
possibilità.
C'era il
soffocamento per mezzo di un pezzo di cibo, una malattia incurabile e
terribile, il ritrovarmi coinvolta in una rissa e ultimamente avevo
anche aggiunto un nuovo incontro con Shaka.
Di sicuro non
così...
Precipitando
veloce.
Veloce...non è
che sia poi così veloce. Mi sembra quasi di essere ferma.
Che sia già
morta e non me ne sono accorta?
Apro piano piano
gli occhi e mi ritrovo davanti il suolo ciottoloso.
Il mio respiro
smuove leggermente la polvere e dopo nemmeno un secondo mi rendo
conto che il mio corpo è totalmente a terra.
Terra, terra,
terra!!
Non posso fare a
meno di darle un grosso bacio, chissenefrega dei germi dopo mi
laverò
la bocca col sapone.
Sono a terra e sono
viva!C'è qualcosa di più bello?
“Kiki!Che
cosa ti è saltato in mente?” domanda una voce
profonda e
dura.
Alzo lo sguardo e
vedo Mu dell'Ariete agitare il dito contro il ragazzino.
Mi metto in
ginocchio e cerco di salvare la situazione. In fondo Kiki è
un
mio amico.
“Uhm,
scusalo, è stata colpa mia. Gli ho chiesto di farmi vedere
cosa sapeva fare.” farfuglio mettendomi una ciocca di capelli
dietro l'orecchio.
Il gold gira la
testa verso di me e mi sorride dolcemente “Glielo hai chiesto
prima
o dopo aver detto che soffri di vertigini?- chiede con una nota di
dolcezza nella voce- Apprezzo il tuo tentativo di difenderlo ma Kiki
deve imparare a contenere il proprio entusiasmo ed evitare questi
giochetti se non sono presente.”
Poi mi porge la sua
mano candida e mi aiuta ad alzarmi “Spero sia tutto a posto,
signorina...”
“Michelle-
rispondo imbarazzata- Solo Michelle.”
Accidenti gli occhi
verdi di Mu hanno un effetto decisamente calmante su di me.
Mi sembra di essere
totalmente in pace con il mondo, nonostante il volo fuori programma
di poco fa.
Lui ride divertito
“E così sei tu la ragazza che ha attentato alla
vita di
Shaka lanciandogli un vaso in testa?”
Non è
possibile, lo sa anche lui.
Vorrei sotterrarmi!
Pierre mi avvolge
le spalle con il suo braccio e sorride sornione “La nostra
Michelle
non ha fatto nulla del genere. Sono le malelingue che girano al
Santuario a gonfiare la storia!”
Io sorrido
imbarazzata e mi limito a stare in silenzio, come Kiki che se ne sta
in disparte ancora imbronciato per la strigliata appena presa.
La risata di Mu si
spegne poco a poco, lasciandogli sul viso il suo bel sorriso dolce
“Ne sono felice per te. Shaka non è proprio il
tipo a cui
tirare un tiro del genere- spiega con calma- Ora scusatemi, ho degli
affari da sbrigare. È stato un piacere conoscervi.”
Com'è
gentile.
Chiede Kiki di
seguirlo e entra nel suo tempio.
“Allora-
esordisce Pierre quando restiamo soli- Pronta per la prossima
casa?”
Io scuoto la testa
con forza “Nossignore!Credo sia il caso che io me ne torni ad
aspettare Shaina all'arena. Possibilmente stando immobile e in apnea.
Anzi, credi che esista davvero la formula per
l'invisibilità?”
Pier ride
divertito, pensando che io stia scherzando, ma io faccio marcia
indietro davvero!
Molto
meglio...soprattutto per la mia salute.
Ricapitoliamo: da
quand'è che la
sfortuna mi ha nominata sua diletta?
Perchè, diciamocelo, solo questa
spiegazione può giustificare ciò che mi sta
accadendo
in questi ultimi giorni.
Lo ammetto, non sono mai stata una di
quelle ragazze a cui la vita scorre perfetta, se chiedete a chiunque
un aggettivo per descrivermi quelli vi diranno goffa o imbranata,
però la cosa non mi ha mai causato tanti problemi.
Finora.
Voglio dire, o la posizione della Luna,
Marte, Mercurio e gli altri pianeti è sfavorevole al mio
segno
(che non so, dato che mi hanno portata qui direttamente
dall'orfanotrofio all'età di quattro anni e nemmeno
là
sapevano in che giorno fossi nata) oppure qualcuno mi ha fatto il
malocchio.
“Ma certo!” commento ad alta voce,
battendo il pugno sul palmo della mano aperta.
Non ci sono altre spiegazioni!Non è
lassù che qualcuno mi odia, ma quaggiù!
Devo solo scoprire chi, e come disfare
la fattura che mi hanno fatto.
Potrei andare a chiedere delucidazioni
alla vecchia pazza che abita nella zona più esterna del
Santuario!
Sono qui che mi trastullo in questo
pensiero che una botta sulla schiena, all'altezza dei reni, mi
scaraventa dalla parte opposta dell'arena.
Fortunatamente ho la presenza di
spirito di farmi scudo con le mani, altrimenti a quest'ora potrei
dire addio ai miei incisivi.
Mi alzo traballante e mi giro “Ciao
Shaina, andata bene la riunione?” domando abbozzando un
sorriso,
mentre Quella mi sta guardando storto da sotto la maschera.
“Mai abbassare la guardia!” mi
intima.
E chi mai l'ha alzata?, vorrei
rispondergli, ma vista la mia già precaria situazione opto
per
limitarmi a mettermi in posizione di difesa.
“Non devi difenderti!Devi
attaccarmi!” sbraita dopo qualche secondo che ci giriamo
attorno
studiandoci.
Attaccarla?Io dovrei attaccare Shaina?
Non credo che l'assicurazione sulla
vita mi ripagherà dopo un'azione autolesionista del genere!
“Come vuoi!Allora ci penso io...”
Con un balzo felino riesce ad
atterrarmi sulla schiena e immobilizzarmi.
Io cerco di assestarle qualche gomitata
nello stomaco, o anche da qualsiasi altra parte, purchè si
levi di dosso.
Lo giuro, Shaina non è il
fringuello che sembra. È una falsa magra, ecco!
Mi passa un braccio intorno al collo e
stringe.
“Urgh...M-mi stai strozzando...Non ti
servo viva per quell'armatura?”
“E tu credi che questo possa
convincere un avversario a lasciarti andare?” chiede, per
niente
intenzionata a mollarmi.
Io cerco di staccarmela di dosso, ma
l'impresa è più dura di quanto pensassi...
“Michelle, ho bisogno di parlarti.”
Alzo lo sguardo e vedo che nell'arena è
entrata Marin e ci osserva da qualche passo di distanza.
“Non possiamo fare in un altro
momento?” domando, con il poco fiato che mi resta.
“No, la cosa è piuttosto
urgente.” continua imperterrita.
Shaina intanto, giusto per ricordarmi
che siamo in pieno combattimento, molla la presa dal mio collo
(grazie al cielo) e mi scaraventa qualche metro più in
là,
tanto che Marin fa un passo di lato per evitare che gli finisca
addosso.
“Di che si tratta?” mormoro
alzandomi.
Il silver dell'Ofiuco intanto mi si
scaraventa addosso con un urlo di battaglia agghiacciante.
“Ho incontrato Atena stamattina e ha
un incarico da affidarti.” continua Marin, ma il suo tono si
fa via
via più perplesso man mano che mi vede prendere batoste
dalla
sua collega.
“Shaina!Vuoi smetterla almeno finchè
le sto parlando?” sbotta risentita dopo un pò,
puntandosi le
mani sui fianchi.
La mia aguzzina di fiducia sbuffa
sonoramente ma molla la presa.
Adoro Marin!!
Mi lascio cadere supina sul terriccio,
nella gloriosa posizione del crocefisso e porgo la mia giusta domanda
“Sei sicura che la dea voglia proprio me?Non è un
caso di
omonimia o qualcosa del genere?”
Insomma. Non credevo nemmeno che
sapesse della mia esistenza su questo pianeta, figuriamoci del nome!
“Nessun errore: ha voluto sapere lei
stessa chi avesse organizzato la serata dell'altra sera, e dato che
ha gradito molto, intende ingaggiarti anche per una cena importante
che vedrà come protagonista Saori Kido.”
Organizzare...Ingaggiarti...Saori
Kido...
Queste parole si susseguono nella mia
testa e mentre cerco di dargli un significato tento anche di
ristabilire le pulsazioni ad un ritmo accettabile.
All'improvviso riesco a capire la
richiesta della dea: devo di nuovo ripetere l'incubo di due giorni
fa?
In meno di un secondo mi ritrovo seduta
e reattiva.
Odio Marin!
“Ricapitoliamo: Atena vuole che io
organizzi uno di quei ricevimenti per ricconi?” domando
decisamente
sorpresa.
Marin annuisce con calma “Esatto.”
“M-ma, ma io non so neanche da dove
cominciare!- balbetto interdetta- E poi non ha quel maggiordomo
tuttofare, sì quello pelato, per tutto questo?”
“Infatti Atena si aspetta che tu ti
incontri stasera con Tatsumi per aiutarlo e dare quel tocco di
femminilità alla serata!” spiega.
“NO!!” urla indispettita Shaina
prendendomi con forza il braccio destro.
“Michelle è una mia allieva e
si sta preparando per un torneo molto importante!- spiega con ardore-
Non ha affatto tempo per organizzare questa stupida cosa!”
Io mi giro verso Marin e annuisco con
forza.
Quando ha ragione ha ragione, pure se è
Shaina.
Marin mi prende per l'altro braccio “E
invece lo farà, perchè è stata Saori
stessa a
richiederlo!”
A questo punto mi giro verso Shaina per
vedere come reagirà...
Non bene, a giudicare dall'aura maligna
che la circonda.
“Non lo farà!” sbotta
strattonandomi il braccio.
Marin la imita “E invece sì!”
sibila in risposta.
“No”
E vengo tirata verso destra.
“Sì”
E vengo strattonata a sinistra.
“No”
“Sì”
“No”
“Sì”
Sto già immaginando ad una mia
possibile morte per smembramento quando sento un cosmo potentissimo
che fa via via scemare quello delle due silver isteriche.
“Adesso basta.” è la voce
perentoria che le mette a tacere.
Alzo lo sguardo e rimango per qualche
secondo sconvolta dalla tenebrosa bellezza del mio salvatore.
Kanon di Gemini è in piedi
davanti a noi.
Non vedo l'ora di dirlo a Kim!Impazzirà
di invidia!!
“Che cosa stavate facendo?” chiede
perplesso, alzando un sopracciglio.
“La Kido ha richiesto i servigi di
questa ragazza e Shaina si rifiuta di accontentarla.” spiega
con
voce piatta la rossa.
Ovviamente Shaina ribatte
immediatamente “Solo perchè è una mia
allieva ed è
troppo impegnata con gli allenamenti per poterlo fare!”
Kanon mi osserva con sguardo
imperturbabile.
Probabilmente sta pensado.
O è caduto in coma, considerando
il tempo che ci mette...
“E perchè non può fare
entrambe le cose?” chiede dopo qualche secondo di
raccoglimento.
Io spalanco la bocca: ma stiamo
scherzando?
Preferisco lo smembramento.
Marin e Shaina si guardano per un po'.
“Si potrebbe fare.” dicono
all'unisono i due silver.
“C-come?!- domando stranita- M-ma
m-ma io...i-io...”
“Niente ma- sentenzia il gold- Direi
che è la soluzione ottimale. Vincono tutti. Yuppi-do,
yupppi-du.”
Dovrei ridere del suo sarcasmo?
Mi lancia un'altra occhiata e ruota i
tacchi, avviandosi verso i dodici tempi con le mani ben piantate
nelle tasche dei jeans sdruciti.
E questo sarebbe quello che si è
ravveduto e che ora tiene al bene dell'umanita?
Stronzo!!
E cinque!!Gioia e Tripudio
signore e signori all'ascolto!
Come molti di voi hanno notato, ho una particolare vena sadica che mi
spinge a cacciare la povera Michelle (che è seriamente
intenzionata ad agire per via legale contro di me!) in situazioni
imbarazzanti e pericolose!
Sono veramente felice che apprezziate i miei personaggi, e in
particolare Miki: ne ha davvero bisogno!
Detto questo, mi duole informarvi che ho ricominciato i corsi
all'università e pertanto fra giornate sfiancanti, studio
matto e disperatissimo, e ovviamente l'ora d'aria, non so se
riuscirò ad essere sempre puntuale!Ma non disperate, non
abbandonerò assolutamente la storia per lunghi periodi di
tempo...Ho già pronti diversi capitoli (con degli enormi
buchi neri qua e là, ma sono pronti!) quindi
tranquilli!!
Grazie mille a chiunque abbia letto e commentato!E a chi ha messo la
mia storia fra i preferiti!Grazie grazie grazie grazie!
Baci JoJo
Megarah_witch Visto?Ancora
viva!La sua vita è perfettamente in salvo...è
sulla sua salute fisica e mentale che puoi nutrire dubbi!Bye
anzy Grazie
mille! Cosa mi ha fatto di male Miki?E' semplicemente stata partorita
dalla mia mente malata!La situazione "incerta" con Shaka si
rivelerà tra...uhm, diciamo...i prossimi cento, duecento
capitoli!A presto!
picciottina75 Ovvio
che non rivelo tutto adesso!Mi gioco capitoli e capitoli di scenette
imbarazzanti che vedono Miki protagonista indiscussa altrimenti!hihihihi
whitesary A
confronto di Michelle il ragioner Fantozzi può considerarsi
Gastone, il cugino fortunato di Paperino!Sissignore!
Engel Grazie
dei complimenti!Sono contenta che Miki ti piaccia e spero davvero di
riuscire a continuare su questa linea. E in quanto alla sua ormai
proverbiale sfortuna...credi davvero che basti solo un'ampolla con
acqua di Lourdes?Visti i recenti sviluppi ho qualche dubbio!Alla
prossima!
Snow Fox Grazie
mille!Sono contenta che il capitolo abbia scatenato la tua
ilarità (ammetto che immaginando la scena mentre scrivevo
ridacchiavo anche io, mia madre pensava seriamente di chiamare la
neuro!). Shaka e Miki insieme dici?Uhm...non so...c'è da
dire però che il destino della povera Michelle è
ancora pieno di possibilità, quindi...Per ora l'allenamento
di Miki per diventare una silver non va proprio benissimo, ma ha tutta
l'intenzione di conquistare quell'armatura!(anche perchè se
non lo fa dovrà vedersela con Shaina...sul serio,
però!)
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Capitolo 6 *** Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi!) ***
Stress e preparativi (e maggiordomi fastidiosi)
La testa di Tatsumi è
sapientemente illuminata dalla luce artificiale.
Scommetto che se la lucida mattina e
sera, il pelatone.
“Vorrei ricordarti quanto questo sia
un lavoro delicato per cui non credo tu abbia esperienza né
talento, per tanto ti sarei grato se ti presentassi almeno puntuale
ai nostri appuntamenti.”
Buonasera anche a te, Tastumi!, mi
ritrovo a pensare, è un piacere incasinare ancora di
più
la mia vita ed avere questo trattamento.
Davvero, mi si stringe il cuore: troppo
buono, troppo buono!
Tuttavia mi limito a chiedere
delucidazioni sull'incarico di cui mi aveva parlato Marin “Mi
è
stato detto che Miss Kido ha chiesto espressamente la mia
collaborazione. Potrei sapere per cosa?”
Le pupille dei piccoli occhietti
perforanti del pelatone si allargano al solo sentire il nome della
sua padroncina.
“Infatti. Come se in tutta la mia
lunga carriera non avessi mai organizzato ricevimenti come questi!-
si lascia sfuggire in un impeto di frustrazione- Non l'ho forse
servita al meglio in tutti questi anni?Che cosa ho fatto di
sbagliato?”
Le sue spalle si piegano all'ingiù
e il viso stanco assume una vena di tristezza.
Mi fa quasi pena.
“Non credo che Miss Kido non sia
soddisfatt...” cerco di consolarlo, muovendo un passo verso
di lui
per dargli una pacca sulla spalla in segno di solidarietà.
“Ti ho forse dato il permesso di
parlare?” ringhia, cambiando totalmente espressione.
Ok. Sottolineamo bene quel QUASI!
Ammutolisco immediatamente e mi metto
sull'attenti.
Dei, quest'uomo è pazzo!
“Mi aspetto per il tuo bene che tu
faccia un buon lavoro!- mi intima agitando un dito in mia direzione-
Io non sono così indulgente come Miss Kido.”
Annuisco immediatamente, giusto per
fargli capire che ho afferrato il concetto e che sono viva e
reattiva.
Con passo pesante si avvia verso il
tavolo al centro della sala (una delle salettine minori della
Tredicesima. Per inciso, questa salettina è grande come
tutta
la casa che ci dividiamo io, Vic e Kim!) e afferra una borsa piena di
non so quali diavolerie.
“Qua c'è tutto quello che devi
sapere. Invitati, richieste particolari di Miss Saori, luogo in cui
intende dare la festa: tutto.” dice togliendo dalla borsa un
enorme
raccoglitore, personalizzato dalla sigla S.K. sull'angolo in basso a
destra.
Poi mi lancia quella che di primo
acchito mi sembra una macchia nera.
Ovviamente io non riesco ad afferrarla
al primo colpo e la faccio saltellare da una mano all'altra per
qualche secondo prima di riuscire a tenerla in mano come le persone
comuni.
Un telefonino.
Wow!
E di quelli che navigano in internet,
hanno GPS integrato...
... e probabilmente questo fa anche il
caffè!
“Ficoooo!” mi lascio scappare,
mentre pigio dei tasti a caso, con l'unico risultato di far fare
all'aggeggio qualche BIP di troppo.
Alzo lo sguardo e vedo il Pelato
guardarmi con un sopracciglio alzato.
Probabilmente si starà chiedendo
come un'imbranata come me possa organizzare una cosa del genere.
Bella domanda, me la sto facendo anche
io da qualche ora.
“Ti chiamerò io se mi viene in
mente qualcosa da farti fare. Ci vediamo qui, domani a quest'ora.
Puntuale e con il più del lavoro fatto!” conclude
con tono
monocorde.
“M-ma...” tento di chiedere
qualcosa perchè, manco a dirlo, non è che abbia
capito
molto del prestigioso incarico che mi hanno affidato.
Il pelato mi fulmina con lo sguardo “Mi
sembra di essere stato abbastanza chiaro!”
Al vedere la sua faccia paonazza mi
azzitto di nuovo lasciandogli il tempo di allontanarsi.
Oh, perfetto.
Perchè come collaboratore devo
avere il Grinch rasato?
Allargo le gambe e piego le ginocchia,
in una goffa imitazione della camminata rozza di Tatsumi.
“Niente domande ragazzina- lo imito
con voce arrochita mentre esco dalla stanza- O fai bene quello che ti
dico o finirai in punizione!”
Stranamente, questa stupida rivincita
personale mi fa sentire bene.
Massì, qua è peggio del
deserto dei Tartari, figurati se mi vede qualcuno mentre faccio
l'idiota!
“E se la festa di Miss Kido non
dovesse essere di suo gradimento, ti spedirò in Groenlandia
e
per bagaglio avrai solo un bikini e un pareo...”continuo,
nella mia
perfetta imitazione.
Un'ombra gigantesca mi fa ammutolire.
Chiunque sia non può avermi
sentito, giusto?
Per prevenzione (conoscendo la mia
sfortuna nera) mi nascondo dietro una colonna, almeno verifico se
posso uscire senza rischiare di fare danni.
L'ombra diminuisce poco a poco.
Diventa piccola, e piccola e piccola
e....
“Kiki?”
“Michelle!-trilla contento il
ragazzino, avvicinandosi- Che ci fai nascosta lì
dietro?”
Io tossicchio imbarazzata
“Uhm...niente, niente!Tu piuttosto che ci fai qui?”
“Cercavo Tatstumi. Mu mi ha dato un
messaggio da riferire alla dea e devo per forza dirlo a quella
vecchia mummia prima. Ma non era qui?Lo sentivo parlare di bikini e
parei...”
Kiki si mette la mano sotto il mento e pensieroso
rievoca ciò che ha sentito della mia imitazione.
Oddio.
Se il piccoletto mi ha scambiata
davvero per lui devo preoccuparmi!
“Che cosa ci va a
fare Anastasios
Sakis Rouvas ad una festa di Saori Kido?” chiedo ad alta
voce,
mentre brandisco l'elenco degli invitati come un'arma impropria.
“Uhm non so. Forse è stato
ingaggiato per allietare gli altri ospiti con alcune delle sue
canzoni.” butta lì una voce maschile.
Alt!
Una voce maschile in casa nostra?
“Che ci fai tu qui?” chiedo non
appena vedo Pierre tranquillamente seduto sulla MIA poltrona.
Dato che non ottengo risposta negli
immediati due secondi successivi mi volto verso Kim e Victoria e
ripongo la domanda “Che ci fa lui qui?”
Kim scrolla le spalle e alla fine si
decide a rispondermi “Dobbiamo ospitarlo: i suoi compagni di
stanza
hanno di nuovo cambiato la serratura.”
Io scuoto la testa rassegnata,
lasciandomi scivolare seduta sul tappeto.
Circa ogni mese, i ragazzi con cui
Pierre divide l'appartamento trovano un modo per sbatterlo fuori di
casa per qualche giorno.
“Non capisco proprio perchè
Pierre viene trattato così da quei trogloditi!”
piagnucola
il biondino, facendo la faccia imbronciata.
Io avrei qualche idea sul perchè...ma
non è il caso che lui lo sappia!
“Allora, che cosa voleva Tatsumi da
te?” domandano in coro Kim e Vic.
Mi domando come abbiano fatto a
trattenersi fino ad adesso.
“E voi che ne sapete che sono dovuta
andare dal Pelato?” chiedo a mia volta, giusto per farle
aspettare
un po' prima di sapere.
“Io ho incontrato Marin.” si
giustifica Victoria.
“Io ho incontrato Shaina- le fa eco
Kim- Era davvero arrabbiata.”
O miei dei...Non oso pensare a quale
diabolico allenamento mi sottoporrà domani!
“Devo organizzare un ricevimento che
si terrà a casa Kido fra tre giorni.” spiego con
voce
monocorde.
La bionda si alza, battendo le mani
eccitata “Oh, davvero?Dammi qua quella lista- dice
strappandomi
dalle mani il foglio con l'elenco degli invitati- Guarda,
c'è
anche Ivanka Trump!Ma come fai ad avere tutte le fortune tu?”
Scuoto la testa interdetta: riferimenti
a me e alla parola fortuna nella stessa frase stridono parecchio!
“Vuoi passare a me i tuoi marmocchi e
dedicarti a questo evento con l'aiuto di Tatsumi?” le chiedo,
mentre cerco di farle capire che la sto fulminando con lo sguardo.
Ecco uno degli svantaggi dell'ospitare
Pierre: le poche ore d'aria delle nostre facce si riducano solo a
quelle di sonno!
“Wow!I piani alti ti hanno anche
fornito un sofisticatissimo Balckbarry!” esclama giulivo
Pierre
strappandomi l'aggeggio di mano.
Ma dico, perchè non condividono
la mia frustrazione?
Perchè sono così felici?
“Ho un'idea fantastica di come lo
puoi inaugurare!- propone Kim, con una strana luce negli occhi-
Chiama Manuel, è da un po' che non lo vedi, con questa
storia
degli allenamenti, no?”
La guardo stupita: è vietato
chiamare all'esterno.
“Non credo sia il caso...” mormoro,
mentre la mia coscienza si dice pienamente d'accordo con me.
Vic scuote una mano con noncuranza,
mentre si appropria a sua volta del cellulare “Andiamo,
Michelle!”
“Non posso!”ribadisco alzandomi.
“E perchè no?- ribatte Vic
alzando un sopracciglio- Almeno, dopo tutto quello che fai tu, riesci
ad avere un piccolo tornaconto.”
Scuoto la testa con forza mentre
riprendo il telefonino “No no e no!”
“Perchè?” chiedono
esasperati Kim e Pierre all'unisono.
Io incrocio le braccia e sbuffo “Perchè
è contro le regole!E sapete una cosa: a me le regole
piacciono
molto. Fanno sì che tutto sia ordinato e resti come deve
essere. Io amo le regole, ecco.”
Vic mi strappa dalle mani il
sofisticatissimo Blackberry “Se non vuoi farlo tu, allora lo
faccio
io!Chiessenefrega se a chi vive al Santuario è vietato
chiamare l'esterno senza avere un permesso speciale.- sbotta
infastidita dal mio atteggiamento- Come fai a essere così
noiosa, Miki?”
Noiosa?
Io?
La donna che combina più guai di
un elefante in un negozio di cristalli?
“Non sono noiosa!Ascolto solamente
quella vocina dentro di me che mi dice ciò che è
giusto
e ciò che non lo è!”
“E da quand'è che senti queste
voci?” domanda Kim, guardandomi come se fossi un
extraterrestre.
Atena, che ho fatto di male per dover
interagire con certa gente?
Pierre si alza in piedi preoccupato “O
Mon Dieu!E se fosse posseduta come Saga?”
Io alzo un sopracciglio mentre tutti e
tre gli idioti si mettono a ridere, dicendo cose come
“Speriamo di
no, visto il potere di distruzione che ha dimostrato in questi ultimi
giorni, potrebbe radere al suolo il Santuario in men che non si
dica!” e altre cosette del genere.
Credo che dovrei rivedere la
definizione esatta della parola amici...
“Perchè siete così
stupidi?!Stavo parlando della coscienza, presente?”
Victoria si passa una mano sulla nuca
“Ah, già!Quell'essere crudele che governa la
psiche,no? Me
ne sono sbarazzata diversi anni fa.”
Comincia a pigiare qualche tasto del
telefonino quando questo inizia a trillare.
Trillare.
Diciamo che sembra più che altro
riprodurre una marcia di guerra messa a tutto volume da degli
amplificatori da concerto heavy metal!
“E' Tatsumi!- grida, spaventata come
il pelato fosse qua con noi- Rispondi!”
Mi lancia il cellulare e io stranamente
lo afferro al volo.
“Ahem...” mormoro, guardando quel
concentrato di tecnologia che tengo fra le mani.
Vi ho mai detto che ci ho messo due
mesi a capire come funziona il telecomando?
Figuriamoci se riesco a far funzionare
questo aggeggio infernale!
Me lo rigiro fra le mani per un po',
schiacciando tasti a caso, giusto per vedere cosa succede.
“Che aspetti a rispondere?” sbotta
Kim, evidentemente infastidita dall'inquinamento acustico creato da
questo apparecchietto.
Esasperata, inizio a sbattere l'odioso
apparecchio contro il cuscino.
“Perchè non funzioni
stupidissimo coso!” sillabo ad ogni colpo.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeee!”
Perfetto: non so come, ma sono riuscita
ad attivare il vivavoce...o è lui che urla come un
forsennato?
“Sì?” rispondo con la voce
più zuccherosa che posso.
“Miss Saori ha deciso di fare il
ricevimento in giardino. Regolati di conseguenza!” starnazza
prima
di chiudere la comunicazione con un grugnito.
“Certo, Tastumi. È sempre un
piacere parlare con te.” continuo io, ben sapendo che non mi
sentirà.
Pierre, Victoria e Kim mi guardano con
la bocca spalancata.
Credo che ora capiscano perchè
facevo tante storie!
“Beh, che ne dite di darmi una mano?”
Mai frase causò una sparizione
di persone tanto veloce.
Al suono di “domani mi devo alzare
presto, notte.” rimango sola in salotto.
Se non che, dopo qualche secondo,
Pierre riappare nella stanza.
“Uhm...E io che faccio?” chiede,
sbattendo le lunghe ciglia arcuate.
Perchè lui che è un uomo
deve avere ciglia del genere mentre io no?
Dov'è la giustizia in tutto ciò,
mia Atena?
“Tranquillo, tanto ho un sacco di
lavoro da fare, puoi dormire nel mio letto!” sbuffo
rassegnata al
mio triste destino.
“Michelle!Ma non sei fidanzata?Non
dovresti fare queste proposte esplicite a Pierre!” sghignazza
il
francese.
Mi prende anche in giro!!
Che rabbia!
Prendo un cuscino e glielo tiro in
faccia.
“Che un dio pietoso mi incenerisca!”
supplico, alzando lo sguardo al cielo, non appena se ne è
andato a godersi le comodità della mia camera da letto.
“Collaboratori, a
rapporto!”
chiamo, brandendo una penna e il voluminoso raccoglitore che mi ha
affidato Tatsumi.
“Pierre ha chiesto ai gold di
presenziare al party della Kido.” spiega il francese,
mettendosi
sull'attenti davanti a me, come se fosse un militare.
Annuisco piano “Risposte?” chiedo,
pronta ad appuntare tutto sulla giusta sezione.
“Mu dice che accetterà qualora
non vi sia nessun altro, Aldebaran idem come sopra- elenca con tono
professionale- Kanon sostiene che preferirebbe diventare un monaco di
clausura, per Shaka c'è un assolutamente no, mentre Aioria
accetta e Milo pure.”
“Perfetto, le guardie del corpo
dorate ci sono. Altro?”
Spunto un po' il lungo elenco e poi
guardo Kiki, che si è messo sull'attenti imitando Pierre.
Che carino!Ha voluto dare una mano a
tutti i costi (anche se penso che lo abbia fatto per bigiare gli
allenamenti intensivi con Mu!)
“Il cuoco ha mandato un assaggio
delle cibarie alla Tredicesima, il fiorista ha mandato campioni dei
fiori, mentre tutto il resto è stato portato a Villa Kido,
come hai detto tu!”
“Perfetto.- sospiro sollevata- Grazie
dell'aiuto, vi farò sapere come è
andata.”
“In bocca al lupo per l'incontro con
Tatsumi!” trillano loro, mentre mi allontano verso l'ultimo
tempio.
Dire che ho i nervi a fior di pelle è
dire poco.
Pensavo che Shaina fosse
un'aguzzina?Evidente che non conoscevo il Pelato.
In questi giorni mi ha chiamato ad ogni
ora del giorno e della notte (che ho dovuto passare sveglia a
lavorare!), sempre urlando come un dannato, per sbraitare ordini o
revocare quelli dati in precedenza.
Devo ammettere però che lo devo
ringraziare.
Grazie a lui ho migliorato decisamente
la mia tecnica di combattimento: pensando che fosse lui a ricevere i
miei colpi, diverse volte sono riuscita a mandare al tappeto Shaina.
Cioè io,
MissSemolinoAlPostodeiMuscoli, ho mandato al tappeto una dei silver
più tosti!
Certo, non era un combattimento “reale”
però...
Son soddisfazioni.
Non faccio in tempo a mettere piede
nell'atrio della Tredicesima che il protagonista dei miei incubi
ritorna a rompermi.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”
l'urlo di Tatsumi è straziante e acutissimo.
Involontariamente poggio le mani sopra
le orecchie prima di azzardare a chiedere cosa vuole.
“Sì?” chiedo incerta.
“La festa è stasera!”
sillaba lui.
Sento che ho fatto qualcosa di
sbagliato.
Ma cosa?
Ripasso mentalmente la lista di cose da
fare.
Ritirare dalla lavanderia il vestito di
Saori per la festa: fatto.
Trovare guardie del corpo dorate:
fatto.
Organizzare buffet: fatto.
Organizzare disposizione dei tavoli e
degli ospiti: fatto.
Fare ripulire il giardino: fatto.
Fare ripulire la casa: fatto.
Creare un ambientazione etico-chic in
giardino:fatto.
Cambiare l'acqua ai pesci: fatto.
Che vuole da me quest'uomo?
“C'è qualcosa che non va?”
azzardo, temendo già la risposta.
“Certo che c'è qualcosa che
non va!- sbraita, facendomi vedere una delle lanterne decorative che
illumineranno la scena stasera- Come diavolo funzionano questi cosi?A
Villa Kido si stanno scervellando per capirlo!”
Cioè: davvero c'è
qualcuno che non capisce come “funzionano” delle
lanterne?
Come può essere possibile una
cosa del genere?
È geneticamente possibile che
questi tizi vivano con i soli neuroni adibiti alle funzioni vitali e
senza alcuno atto al ragionamento?
“Non è così difficile-
spiego paziente, con stampata in faccia la paresi facciale che mi ha
accompagnato in questi giorni (che poi, ho la maschera, mica
può
vedermi!)- Basta fare così e...”
Va bene.
Al primo colpo la stupidissima lanterna
non si è accesa, ma può capitare no?
Quanto può resistere al calore
del fuoco?
Gliela strappo dalle mani, mentre il
Pelato mi guarda con una faccia compiaciuta, e ritento.
E ritento.
E ritento.
E ritento.
E...ce l'ho fatta!
“Visto?” chiedo, gesticolando, con
ancora in mano la lanterna accesa.
Immancabilmente, al contrario dello
stoppino, la perfettamente linda giacca del tuttofare prende fuoco
non appena la sfioro leggermente.
“Accidenti...” mormoro, portandomi
una mano alla bocca.
Ok.
Niente panico.
Tatsumi ha preso fuoco e ad appiccare
l'incendio sono stata io.
Posso rimediare.
Nella confusione più totale
(ovvero mentre Tatsumi urla “Al fuoco!Al fuoco!”
correndo a
destra e sinistra!) riesco a individuare su un tavolo lì
vicino un vaso di fiori.
Butto via le rose rosse che contiene e
me ne impossesso.
“Non preoccuparti!Ti aiuto io!”
Proprio quando sono a due passi da lui
inciampo e tutta l'acqua gli finisce dritta in faccia.
Fortunatamente però spegne anche
le fiamme sulla sua giacca.
Uno Tatsumi gocciolante mi guarda con
rabbia.
OmmiodioOmmiodioOmmiodio.
Ditemi che non l'ho fatto davvero!
La faccia di Tatsumi si contrae e
diventa ancora più paonazza mentre mi corre incontro
brandendo
una specie di spada da kendo.
“Io ti ammazzo!!!” urla incavolato
come mai.
Potrei batterlo, se mi ci metto di
impegno.
Insomma: è più vecchio di
me, meno atletico, e perciò il fatto che io faccia parte del
così detto “sesso debole” passa in
secondo piano.
Ma mi attengo ai miei principi e seguo
il piano A.
La fuga.
“E' inutile che scappi, prima o poi
ti prendo e quando lo farò, signorinella, ti
ammazzerò
con le mie stesse mani!” mi urla dietro il pelato seguendomi,
più
veloce di quanto credessi.
“Oh miei dei!” invoco mentre corro
più veloce che posso verso l'uscita della Tredicesima.
Almeno sugli scalini acquisterò
un po' di vantaggio, no?
Sono ripidi, tanti...per una persona
allenata come me sono una bazzecola, ma per lui?
Mi giro con il ghigno prestampato in
faccia, ma mi tocca cambiare espressione immediatamente.
Quello è più agile di me!
Ma dove la prende tutta questa energia?
Dicono che la rabbia faccia molto a
riguardo, ma così si esagera.
Torno a guardare avanti e sbatto
violentemente contro un muro o giù di lì.
Anzi, non credo sia proprio un muro,
dato che inizia a ruzzolare giù per le scale insieme a me.
Quando sento finalmente di essere
arrivata su del terreno piano mi alzo lentamente.
“Ohi Ohi Ohi!” sento dire da sotto
di me.
Abbasso lo sguardo e vengo
letteralmente abbagliata dai riflessi dorati di un'armatura.
“NO!Ancora no!” urlo decisamente
disperata, alzandomi di scatto e allontanandomi il più
possibile.
“Nobile Aldebaran, grazie al cielo
siete riuscito a fermarla.” trilla tronfio Tatsumi.
Almeno ha il fiatone, il pelato!
“Fermata?- chiede il gold alzandosi e
togliendosi un po' di polvere di dosso- Mi ha letteralmente
travolto!”
“Al, come hai fatto a farti atterrare
da lei?” chiede ridendo Aioria.
Nascondo il viso tra le mani
sopraffatta dalla vergogna.
In effetti la figura di merda davanti a
tutti i gold, con Tatsumi che mi insegue brandendo armi improprie mi
mancava.
Kanon mi passa accanto e mi lancia
un'occhiata sprezzante “Andiamo, Atena ci sta
aspettando” ricorda
agli altri, con il tono di uno che preferirebbe fare qualsiasi altra
cosa in un qualsiasi altro luogo.
Al contrario il suo collega Mu mi posa
una mano sulla spalla “Tutto bene?” chiede con tono
premuroso.
Annuisco piano, ma non mi tolgo le mani
da davanti agli occhi.
Almeno così non riescono a
vedere il bordeaux che mi colora le guance.
Anche se in realtà non lo
vedranno comunque, perchè ho la maschera...ma non si sa mai!
“Andiamo, scricciolo!- ride Aldebaran
spaccandomi una spalla con una pacca amichevole- Non è
successo niente di grave!”
Per la spinta faccio cinque passi in
avanti.
Certo, non sembra niente di grave a
loro.
Non stanno per ricevere un guinness per
la goffaggine, loro!
“Niente di grave?Niente di grave?!”
ripete Tatsumi con voce isterica.
Mu e Aldebaran si voltano verso di lui
e lo guardano straniti.
“Che ti prende Tatsumi?” domanda il
cavaliere del Toro guardandolo perplesso.
“Questa ragazza mi ha dato fuoco!!”
strilla indignato.
Io incasso la testa nelle spalle e mi
nascondo dietro Mu.
Non si sa mai...
“In effetti sei un po' affumicato.”
sghignazza Milo lanciandogli un'occhiata.
“Mi ha dato fuoco!”sillaba di nuovo
il maggiordomo guardandomi con odio.
Forse avrei dovuto nascondermi dietro
Aldebaran.
“Ma non l'ho fatto di proposito.”
cerco di giustificarmi.
Il cavaliere del Toro mi guarda e poi
scoppia in una sonora risata “Ah. Ah. Ah!Sei uno spasso
scricciolo!Dopo il tuo tentativo di infilare Shaka in un vaso non
pensavo potessi fare qualcosa di più divertente!”
Oh, perfetto!
Ricordarmelo è stata proprio una
bella mossa: vorrei sotterrarmi!
Il cavaliere della Vergine mi passa
accanto senza nemmeno guardarmi e segue a ruota Kanon che sta
già
salendo in direzione della Tredicesima, e lo stesso fanno Milo e
Aioria.
Io intanto ho deciso che nemmeno una
fiamma ossidrica riuscirà a staccarmi da Mu che ho eletto
prontamente mio scudo privato!
“Mica mi lascerete da sola con questo
psicopatico, vero?- gli sussurro all'orecchio con voce isterica-
Avrete la mia vita sulla coscienza per sempre!”
Mu mi sorride, cercando di
rassicurarmi.
Ma dico: non li vede lui gli occhi di
Tatsumi iniettati di sangue?
Come faccio a mettermi il cuore in pace
se so che in giro per il Sanutario c'è lui che vuol farmi la
pelle.
“Andiamo, amico. Gli altri saranno
già da Atena a quest'ora.” dice l'altro gold con
la sua voce
profonda.
Mu si gira di nuovo verso di me “Forse
è il caso che mi lasci andare, Michelle.” sospira
guardando
le mie mani perfettamente ancorate al suo braccio sinistro.
“Beh, che succede scricciolo?Non
avrai mica preso una cotta per il mio amico che non lo lasci
più
andare!” ride Aldebaran divertito.
A queste parole mi stacco
immediatamente, decisamente imbarazzata (e non lo sono solo io dato
che anche Mu ha assunto tonalità che gli invidierebbe un
pomodoro!).
“Il fatto è che mi sento
minacciata da Tatsumi.” borbotto.
I due gold seguono il mio sguardo in
direzione del pelato, che sta ritmicamente battendo sul palmo aperto
la sua spada da kendo.
Aldebaran appoggia la sua manona sulla
mia testa. “Non ti farà niente, promesso- mi
rassicura-
Anche perchè se ti facesse qualcosa dovrebbe risponderne a
me.
Va meglio, ora?”
Io annuisco “Dici davvero?”
“Davvero davvero!” esclama
strizzandomi l'occhio.
Mi salutano entrambi, così come
a Tatsumi, e poi si avviano finalmente anche loro verso la
Tredicesima.
Che sollievo!Con Aldebaran dalla mia
direi che sono coperta!
“Sai che non appena se ne saranno
andati te la farò pagare, vero?” ringhia Tatsumi
in mia
direzione.
Io sorrido tronfia “Aldebaran?”
chiamo.
Il gold si gira a guardarmi
incuriosito, aspettando che io parli “Che
c'è?”
Guardo il pelato con aria di sfida
“Niente, volevo solo ringraziarti.” trillo, mentre
il maggiordomo
della Kido si limita a ribollire di rabbia.
Aldebaran mi rivolge un ampio sorriso
prima di continuare a salire sulle scale.
Tiè, beccati questa, Tatsumi!
In ritardissimo rispetto
alla tabella di marcia che mi ero prefissata di seguire, ecco qui il
nuovo capitolo!
Michelle non se la sta
cavando poi così male coi suoi mille impegni (per ora
hihihihi!) e finalmente pare abbia trovato degli alleati (troppo buoni
Mu e Al!Che carini!)...Comunque volevo spezzare una lancia a favore
della sottoscritta: è vero, costringo la povera Miki in
situazioni assurde e perlopiù pericolose per la sua salute
fisica e mentale, ma credo che il mio accanirmi su di lei dipenda dalla
sfiga che mi sta colpendo di recente! (e vi giuro che anche a me
capitano episodi grotteschi come a Michelle!).
Detto questo...spero di
riuscire a pubblicare con più velocità il
prossimo capitolo che parlerà di un nuovo tete-a-tete fra
Miki e il Pelatone e del party dell'anno tenutosi in casa Kido!
(vicende che ho tolto da questo capitolo dato che stava diventando
davvero chilometrico!)
Ah: un ringraziamento
speciale a Wikipedia che mi ha permesso di scoprire Anastasios
Sakis Rouvas (cantante e attore greco, ha fatto Quasimodo nel
riadattamento di Notre Dame de Paris nel '97)e a un sito di gossip che
mi ha dato l'occasione di conoscere l'ereditiera Ivanka Trump. Devono
solo alla follia di internet se si sono ritrovati fra gli invitati
della Kido!
Alla prossima,
allora!Baci JoJo
Snow Fox: Uhm...il
tuo incidente mi fa pensare che dovrei mettere delle avvertenze per la
letteratura di questa fanfiction, che so, qualcosa del tipo: da
assumere lontano dai pasti, o cose del genere! Sono felice che la
storia ti faccia tanto ridere!Non hai idea di quanto mi diverta anche
io a creare certe situazioni...certo, Miki è un
pò meno contenta di trovarcisi dentro, però! Alla
prossima!
whitesary: povera
Miki, la morte per strattonamento non se la merita proprio!Meno male
che c'è stato il provvidenziale (?) intervento di
Kanon!
bellatrix18: No,
povero Pierre!Per quanto strano non ha ancora episodi di sdoppiamento
di personalità ed è del capricorno, quindi non
preoccuparti! La storia di Miki inatanto sta subendo ulteriori
deformazioni e ritocchi, sempre ad opera delle solite malelingue che si
divertono con questa sorta di sadico telefono senza fili...Michelle ti
ringrazia infinitamente per il tuo appoggio morale!Ne ha decisamente
bisogno!( e anche lei avrebbe preferito che Kanon se ne fosse rimasto
buono e tranquillo alla sua casetta!) Visto?Alla fine Kiki e anche
Pierre le hanno dato una mano...anche se alla festa se la
dovrà cavare tutta da sola!Bye!!
Megarah_witch:
Concordo pienamente con i tuoi pareri sui due gold...Per la prematura
dipartita della divina snob....direi che c'è tempo, ma per
il furuto...chissà!^_____^
Engel: Ebbene
sì: la sfiga di Miki, non solo ha la S maiuscola ma anche
tutte le altre lettere! Per ora se la sta cavando bene con entrambi gli
impegni (è addirittura miglirorata negli allenamenti) ma
suppongo che il peggio debba ancora venire...
picciottina75: E
crepi il povero lupo...L'aggiornamento è arrivato alla fine,
un pò in ritardo ma eccolo qua!Spero sia degno dei
precedenti!Bye!
renge_no_hana:
Grazie mille per i complimenti!Sono contenta che le assurde situazioni
in cui si è trovata Michelle ti siano piaciute! (anche se
lei non ha apprezzato come te il Kanon aguzzino!) Alla prossima!
anzy: Permesso
accordato per il regolamento dei conti con Kanon!^___^ E poi...non
è che io odio Miki...e che...sì, insomma...ok,
forse un pò la odio!Grazie per i complimenti!Al prossimo
capitolo!
Gufo_Tave: concordo
in pieno con l'uguaglianza che hai fornito!
|
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Capitolo 7 *** Let's the pary started!(or not?) ***
Let's the party started!
Il fatto che Aldebaran ha
deciso che
devo vivere perchè mi trova divertente mi ha salvato dalle
ire
funeste di Tatsumi.
Il Pelato, ovviamente, adesso mi tratta
ancora peggio di prima, ma almeno sono sana e salva!
Ed, ovviamente, mi ha assegnato
un'altra infinità di cose da fare!
Entro in una delle stanze private di
Atena alla tredicesima e tiro un lungo sospiro.
Ok.
Ce la posso fare.
In fondo è solo un chihuahua e
devo solo costringerlo ad entrare in un imbarazzante e fastidioso
vestitino di pizzo rosa e merletti.
Non è che sia questa grande
impresa...
Poteva andarmi decisamente peggio.
L'infido pelato avrebbe potuto
chiedermi di rendere la sua faccia presentabile, cosa decisamente
impossibile in assenza di una laurea in medicina con specializzazione
in chirurgia plastica!
Che poi, da quand'è che Atena ha
un cane?
Guardo la piccola palla di pelo e fingo
un sorriso a trentasei denti “Ma che bel cagnolino, che
c'è
qui!”
Il cagnolino mi scodinzola un po'.
Perfetto, gli sono simpatica!Le cose
vanno sempre meglio.
“Se vieni qui adesso ti metto questo
bel vestitino!- dico con voce acuta e zuccherosa, facendogli vedere
l'obrobrio rosa shocking- Vieni qui cagnolino cagnolino!Vieni
qui!”
L'animale si alza dalla sua cuccetta e
zampettando mi viene incontro.
Io mi chino per accoglierlo a braccia
aperte.
Pensavo peggio, in fondo non sono così
male questi animaletti.
Quando mi arriva ai piedi, punta
nettamente la mia mano.
“Oh, vuoi una carezzina, piccoletto?”
domando con voce estasiata.
Credo che mi farò piacere anche
questi piccoli cani dalle sembianze di topi!
In fondo sono simpatici e questo può
ben ovviare il fatto che fra quel folto e lungo pelo chiaro si
possono nascondere parassiti di ogni tipo ed è un portatore
sano di microbi.
(Non fraintendetemi: io amo gli
animali!Ma sono un'igienista e maniaca della pulizia quindi la mia
politica base è quella di tenermi più alla larga
possibile!)
Non faccio in tempo ad avvicinare una
mano alla sua minuscola testa che il chihuahua me la agguanta con
quei denti piccoli e aguzzi.
“AAAAAAAAAAAAAH” mi ritrovo ad
urlare, cercando di staccarmelo di dosso.
Sventolo la mano in aria ma la belva
non molla la presa, e rimane attaccato a mò di bandiera
sventolante.
“Mollami. Mollami. Mollami. Mollami!”
urlo in preda ad un dolore incredibile.
Cerco di staccarmelo di dosso correndo
di qua e di là per la stanza, ma il piccoletto è
tenace
e i suoi denti sono bene incastonati nella mia carne.
Un colpetto di tosse mi costringe a
fermarmi.
Con calcolata lentezza mi giro verso la
porta per vedere chi ha assistito al mio ridicolo balletto.
Provate a dire un nome a caso, dai!
Esatto: Shaka della Vergine, signore e
signori.
Ora, le cose qua sono due: o lassù
le Moire si divertono un mondo a giocare con il filo del mio destino
e lo ingarbugliano apposta per farmi avere di questi incidenti,
oppure lui ha un radar interno, che so, uno sfigometro, che lo fa
comparire proprio nei momenti per me più imbarazzanti.
“Si può sapere che stai
facendo? Di là c'è una riunione, non potresti
essere
più silenziosa?” mi domanda.
Potrei dirgli che questa bestia mi ha
attaccato senza motivo, sfregiandomi irrimediabilmente la mano, ma mi
rendo conto anche io che la situazione ha del ridicolo solo a
pensarla.
“Uhm...ecco...il cane...e
poi...io....” farfuglio, ma la sua presenza mi mette troppo
in
agitazione per creare delle frasi di senso compiuto.
Shaka alza un sopracciglio, perplesso.
Come richiamato dalla situazione
imbarazzante, nella stanza entra anche Tatsumi che guarda ridendo
prima la mia mano sanguinante e poi il cane, che si è
ritirato
soddisfatto nella sua cuccia.
“Ah, Michelle: non ti avevo detto che
Mr.Fluffy non ama gli estranei?” chiede con tono innocente.
Ma allora lui lo sapeva!
Ha fatto apposta!
“No- ringhio tra i denti- Te lo devi
essere dimenticato.”
Shaka mi lancia un ultima occhiata
fugace, intimandomi di fare meno chiasso, e poi se ne va, lasciandomi
da sola con l'infido pelato.
È la guerra che vuoi?, penso
guardandolo di sottecchi, e guerra avrai!
Signore e signori, ho deciso!
È vero, non sono un'abile
stratega, sono irrimediabilmente goffa e le situazioni in cui mi
caccio hanno sempre del grottesco ma io, Michelle, oggi ho deciso di
dichiarare guerra aperta a Tatsumi che d'ora in avanti verrà
detto Il Nemico!
Pacifismo, avevo detto a Shaina? Non mi
ero mai trovata faccia faccia con lui e i suoi infami trucchetti per
mettermi in ridicolo (come se non ci riuscissi abbastanza da sola,
poi!).
Il piano ufficiale è quindi
quello di rendere pan per focaccia.
“Piccola Ariete, qua è
Fanciulla Maldestra che parla: siete in posizione?” chiedo
fingendo
un tono militaresco, parlando all'interno di uno dei walkie-talkie
che ho fregato a due ragazzini poco fa.
Mi sporgo leggermente da dietro lo
stipite della porta e dall'altro lato del corridoio vedo Kiki che
traffica con la radiolina e Pierre che gliela strappa di mano.
“Sappi bene, Michelle, che Pierre non
è affatto contento di partecipare a questa pantomima!-
è
molto irritato e questo gli rende la voce stridula- Pierre non vuole
ritrovarsi nei guai con Tatsumi per colpa tua e se partecipa a questo
giochetto è solo perchè lo hai ricattato
ignobilmente!”
Uffa...In fondo gli ho solo detto che
se non mi aiutava lo cacciavo via da casa nostra lasciandolo a
dormire sullo zerbino del pianerottolo, mica l'ho minacciato di
morte!
Uomini, sempre pronti a fare le
vittime!
Kiki riesce a strappargli il
walkie-talkie di mano e finalmente mi risponde “Sì
Fanciulla
Maldestra. Tutto è pronto per l'attuazione del piano:
aspettiamo solo l'arrivo del Nemico.”
Faccio il segno di OK con le dita poi
lo vedo correre dal lato opposto del corridoio rispetto a Pierre, la
corda in mano pronta ad essere tesa nel momento giusto, e le gambe
ben reattive per poter sgusciare via velocemente senza essere
scoperti.
Un rumore di passi (ovvero l'odioso
scricchiolio prodotto dalle scarpe di cuoio di Tatsumi sul pavimento
di marmo) ci fa mettere tutti sull'attenti.
È il momento.
“Insomma Michelle, possibile che tu
non sappia capire se l'assaggio della torta può andare bene
o
no?Non ci vuole la laurea per svolgere un compito tanto
elementare!”
sbotta non appena mi vede.
Sotto la maschera non posso fare a meno
di sghignazzare come una pazza.
Muovo qualche passo pigro nella sua
direzione tenendo l'orribile torta farcita al rabarbaro e vedo Kiki
ridere silenziosamente e Pierre guardarsi intorno preoccupato.
Tatsumi è sempre più
scocciato e viene verso di me con ampie falcate, percorrendo alla
svelta il corridoio.
Tre.
Due.
Uno.
“Ora!” sussurra Kiki a Pierre, ed
insieme tendono la corda al momento giusto, facendo inciampare il
piede del Pelato.
Io mi avvicino alla svelta e gli
spiaccico la torta in faccia.
O miei dei!
L'ho fatto davvero!
Sto giocando con l'ira funesta...e mi
sto divertendo un mondo!!!
I miei due complici se la sono già
battuta da un pezzo, quindi sono solo io a rimirarmi lo spettacolo di
Tatsumi sdraiato a terra con la faccia piena di crema rossa.
“Per gli dei dell'Olimpo, Tatsumi! Ti
sei fatto male?” chiedo con voce innocente, aiutandolo ad
alzarsi.
Lui mi fulmina letteralmente con lo
sguardo.
“Devi stare più attento a dove
metti i piedi, non è così difficile
inciampare.”
continuo con tono angelico.
“Sei stata tu!” sibila, senza
neanche tentare di pulirsi la faccia.
Da dietro la maschera sbatto fintamente
stupita gli occhi “E come, ero dall'altra parte della
stanza!”
“Io ti ammazz...” inizia, tendendo
le mani in mia direzione.
Neanche mi sposto io, mi limito ad
alzare la mano “Buona giornata nobile Aldebaran!”
saluto,
sventolando il braccio a destra e sinistra, guardando dietro di lui,
dove i gold stanno uscendo in massa dalla stanza dove si è
tenuta la riunione con la dea.
Aldebaran risponde al mio saluto con un
largo sorriso, che mi rivolge anche Mu dell'Ariete.
Poi rivolgo di nuovo l'attenzione al
maggiordomo “A proposito Tatsumi, visto che ti sei
letteralmente
fiondato sulla torta, presumo che sia buona e che quindi posso dire
al cuoco di procedere, no?”
Senza aspettare la risposta saltello
verso l'uscita con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
E non posso nemmeno fare a meno di
notare gli sguardi stupiti dei gold che mi guardano allontanarmi!
Tatsumi 1- Michelle 1
Palla al centro.
Come ho potuto anche solo pensare che
la mia sfortuna nera mi avesse abbandonato?
La riuscita dello scherzo di Tatsumi
deve essere stato uno scherzo del destino, per farmi abbassare la
guardia.
Ero nel giardino di Villa Kido, alla
periferia di Atene, quando sono stata barbaramente rapita.
Voglio dire: un momento prima ero lì,
tranquilla, a rimirare il mio perfetto lavoro, e l'attimo dopo era
tutto sparito.
Il praticello all'inglese ricoperto qua
e là da suggestivi petali di rosa bianca, sparito.
Le stupende lanterne accese per dare
atmosfera, sparite.
Il tavolo del buffet, sparito.
I bellissimi mobili etno-chic, spariti.
D'improvviso mi sono ritrovata davanti
ad uno specchio, circondata da boccette e boccettine di tutti i
generi e con dei fari puntati negli occhi in stile interrogatorio.
Hairstaylist.
Truccatrici.
Uno stilista di dubbia sessualità.
Perchè non mi ha rapito una
divinità malvagia o un alieno o qualcosa del genere?
Perchè questo è dovuto
accadere a me?
Giuro, non ho mai immaginato l'inferno
ma se ci penso ora credo sia proprio così!
Non sono mai stata una ragazza con
delle certezze indissolubili, ma da questo pomeriggio di tre cose
sono del tutto certa:
1 Il diavolo esiste
2 E' veramente sadico quanto dicono
3 Ha la faccia di Tatsumi e il suo pessimo senso dell'umorismo!
Ancora non posso credere che mi abbia
fatto davvero questo!
Cioè...si è vendicato!!
Insomma, mi ha costretto contro la mia
volontà a questo drastico cambio di look in vista del party!
Ok, posso capire che presentarmi in
tuta non sarebbe carino, ma ora dovrò essere là,
attorniata da un centinaio di riccastri provenienti da tutto il
mondo, e dovrò indossare questo stupidissimo cappello con
veletta per non far vedere ai gold accorsi all'evento la mia faccia!
Come diavolo fa la regina Elisabetta a
mettersi delle cose del genere in testa di PROPOSITO?!
E poi vogliamo commentare il tubino in
cui sono stata costretta ad entrare?E' già un miracolo che
riesco a respirare!
E il trucco!!
Ne ho in faccia così tanto che
non mi si vedono più le lentiggini, e non riesco nemmeno a
muovere un muscolo facciale.
“Senti Fortuna, cara- dico,
lasciandomi scivolare su una poltroncina e alzando lo sguardo verso
il soffitto- Lo vogliamo fare questo intervento agli occhi?Che so, il
laser, un trapianto di cornea, qualsiasi cosa!Basta che inizi ad
accorgerti anche di me!!”
“Posso entrare o devo ripassare più
tardi?” mi interrompe una voce frizzante.
Mi volto verso la porta e vedo un
ragazzo che mi guarda divertito.
“Stavo solo...” balbetto
imbarazzata.
Perchè faccio figure idiote in
particolar modo davanti a dei bei ragazzi?
Certo, peccato per quella cicatrice che
ha in faccia però...
“Lo so- continua sfoderando un
sorriso smagliante- parlando con il tuo amico immaginario!”
Io lo fulmino con lo sguardo.
Stupido idiota!
Perchè i camerieri non li
prendono più ben educati e soprattutto che si presentino in
orario al lavoro?
Mi alzo ( a fatica per via del vestito)
e inizio a squadrarlo dalla testa ai piedi.
Cielo!Come fa ad essere così in
disordine?
“I tuoi colleghi sono già di
là a lavorare. -spiego- Ti conviene raggiungerli o
dovrò
fare rapporto al tuo superiore. Certo devi darti una sistemata prima:
questo è un evento importante!”
Il ragazzo mi sorride di nuovo, e
sembrerebbe anche particolarmente divertito “Credo di essere
impeccabile così come sono.” ribatte.
Mi avvicino a lui, che ghigna
divertito, e gli sistemo prima la giacca e poi il papillon cercando
di impormi di non guardargli la faccia.
La sua cicatrice è più
brutta di quanto mi sembrasse di primo acchito.
Gli attraversa la guancia destra, senza
però intaccare né l'espressione degli occhi
né
la forma delle labbra.
Eppure, non è quella cicatrice a
crearmi problemi al momento.
Sono gli occhi.
Ricordo di averne visti di così
belli solo una volta, e Shaka mi ha fatto capire che li avevo
sognati.
E invece eccoli qui.
Pezzi di cielo incastonati fra ciglia
scure.
“Non hai ancora finito?” mi
domanda, con un filo di arroganza nella voce.
Questo maledetto deve avere intuito
come mi sento.
Ma perchè sono un libro aperto
per tutti?
Mi stacco da lui di scatto, e mi
allontano di qualche passo per sicurezza.
Tossicchio leggermente e riprendo (a
fatica) il mio tono di comando “La festa come sai
è in
giardino. Le cucine sono da quella parte e, per evitare di
intralciare, ti consiglio di passare dal salotto secondario e non dal
corridoio principale. Ci sono domande?”
Il ragazzo si mette a ridere, una di
quelle belle risate tenebrose, per poi alzare lo sguardo su di me e
inchiodarmi letteralmente sul posto.
“Davvero non sai chi sono?” mi
domanda divertito.
“Un cameriere che ha sbagliato
orario?” chiedo in risposta.
“Lo sapevo che la giacca bianca la
dovevo evitare.- sospira, ancora tremendamente divertito, prima di
afferrarmi la mano- In ogni caso sono Takis Antzas,
enchanté!”
Ok, forse il fatto che mi ha fatto il
baciamano dovrebbe farmi sentire come una principessa, o cose del
genere...
Invece continuo a pensare a quel nome:
Takis Antzas.
Takis Antaz.
Dove posso averlo già sentito?
Faccio ripassare velocemente tutti i
ricordi recenti e alla fine mi soffermo su uno solo.
Io che tengo in mano una lista.
Ma di sicuro non può essere la
lista degli invitati, no?
NO?!?!
E poi, eccolo, il colpo di grazia che
mi conferma le mie più recondite paure.
La voce di Victoria che, nella mia
mente, ripete le stesse parole che ha detto questa mattina: oh,
dei!Alla festa ci sarà anche Takis Antzas!Ma lo sai che
questo
ragazzo è addirittura più ricco della Kido?Ho
letto da
qualche parte che si è appena mollato con la sua fidanzata,
una modella russa credo...Che dici, riesci a farmi imbucare?Magari
posso fare un tentativo...
“Oh, cazzo...” sbotto, passandomi
una mano sulla faccia (anzi, sulla veletta di questo cappello da
deficiente quale sono!)
“Di solito faccio un altro effetto
alle ragazze!” commenta ridendo.
“Ommiodio. Sono desolata, sono
veramente dispiaciuta!- cerco di giustificarmi e di scusarmi,
completamente nel panico- Vorrei sotterrarmi in questo momento,
ecco!Solo che l'ho scambiata per qualcun altro e...”
Takis mi mette una mano sulla bocca,
facendomi azzittire all'istante “Tranquilla. Non è
successo
niente di grave. Piuttosto che ne dici di tornare a parlare come una
persona civile, come facevamo pochi istanti fa?”
Io annuisco, ma lui aspetta ancora un
po' a togliere la mano dalle mie labbra “E dammi del tu, ti
prego.”
Ok.
Le nuove regole che mi autoimpongo
sono:
A) parlare solo se interpellata
B) pensare alla risposta da dare per
almeno dieci secondi prima di dar fiato alla bocca.
C) nel caso fosse possibile, rispondere
solo con cenni del capo
“Sono in anticipo, perchè devo
parlare con miss Kido di affari, sai dove posso trovarla?”
Io annuisco.
Takis alza un sopracciglio e mi guarda
come se fossi una psicopatica “Puoi accompagnarmi?”
Annuisco di nuovo e cammino come uno
zombie fino alla biblioteca dove, molto gentilmente, chiamo
dall'interfono il pelatone per avvertirlo della presenza dell'ospite.
“Hai cambiato atteggiamento con me, è
perchè hai scoperto che sono un miliardario?”
chiede,
spulciando uno dei preziosissimi libri.
Io scuoto la testa.
Accidenti, il metodo del “fingo di
essere muta” funziona alla grande.
E se facessi voto di silenzio?
Per ora non ho fatto nessun danno, né
detto niente di imbarazzante.
Eccellente!
“Hai intenzione di non parlare più
per evitare di fare figuracce?” domanda di nuovo,
sorridendomi.
Annuisco e Takis si alza e viene verso
di me.
“Bene perchè avrei io qualcosa
da dirti, qualcosa di importante...”
Lo sguardo che mi lancia non mi piace
per niente.
Troppo serio, troppo indecifrabile,
troppo enigmatico, troppo...bello.
Oh, perfetto!Adesso mi lascio
confondere da un paio di occhietti azzurri!
Inconsciamente inizio ad arretrare,
mentre lui continua ad avanzare verso di me.
Io arretro e lui avanza.
Arretro. Avanza.
Arretro. Avanza.
Arretro e... sbatto violentemente
contro qualcosa.
Forse ci ho messo troppa enfasi in
questa fuga.
Mi giro e vedo uno scaffale enorme
dondolare sinistramente e poi cadere rovinosamente poco più
in
là, proprio sopra quello che sembrava essere un mappamondo
secolare.
O miei dei!
Che casino.
Libri sparsi a terra, scaffali rotti,
mappamondo che rotola in giro, fogli che volano...e indovinate un po'
chi ha causato tutto ciò?
La sottoscritta, mi pare ovvio.
Takis mi afferra le spalle e mi tira
via da tutta questa confusione “Stai bene?” mi
domanda
preoccupato.
Bene?
Per ripagare ai danni che ho causato
dovrò lavorare in miniera per il resto dei miei giorni!!
“Michelleeeeeeeeeeee!Che cosa diavolo
è successo qua dentro?” urla con voce isterica il
pelatone,
entrando nella stanza.
Saori Kido dietro di lui guarda con i
suoi occhioni da cerbiatta spalancati l'enorme casino che ho creato.
Sto per aprire bocca per cercare di
giustificarmi quando Takis fa un passo avanti “Sono veramente
desolato- dice, togliendosi dalla giacca un libretto degli assegni e
staccandone uno in bianco- La vostra assistente ha cercato di
fermarmi ma sono un imbranato dalla nascita. Ripagherò tutti
i
danni!”
Ma che gli prende?
Sono stata io a fare tutto!
Lo guardo stupita e lui mi strizza
l'occhio, facendomi letteralmente avvampare.
Ovviamente a rovinare questo idilliaco
momento ci si mette Tatsumi che mi afferra per la spalla e mi
trascina fuori dalla porta sbattendosela alle spalle.
“Ed ora, Miss Combina-Guai,- ghigna,
sfregandosi le mani- ho un compito che Miss Saori mi ha pregato di
assegnarti!”
Perchè il suo sguardo non mi
tranquillizza affatto?
E' uno scherzo, vero?
Io guardo prima il signor Ferguson e
poi Tatsumi.
Tatsumi e Ferguson.
Ferguson e Tatsumi.
Tatsumi e Ferguson.
“Che c'è cara ti è
venuto il torcicollo?” mi domanda l'americano, guardandomi
preoccupato.
Io gli rivolgo un sorriso tirato.
Ok.
Anche io so riconoscere una sconfitta!
Tatsumi con questo mi ha dato il colpo
di grazia e si è decisamente assicurato la vincita morale
della nostra piccola guerra.
Il signor Ferguson, a cui dovrò
offrire la mia compagnia per tutta la serata, altri non è
che
un ridente pluricentenario.
Ok, forse non proprio pluricentenario,
ma il suo aspetto sembra quello di una persona che ha passato da poco
i trecento.
Ha l'apparecchio acustico, la dentiera,
la cataratta e probabilmente anche una gamba di legno.
“Vi lascio soli, signori- ride
l'infido Pelato, nonché mio arcinemico ufficiale,
allontanandosi- Scommetto che vi troverete benissimo insieme.”
Io faccio un sorriso tirato, mentre il
signor Ferguson ne fa uno che momenti gli fa saltare via la dentiera.
Sarà una luuuuuuuuuuuuuuuuuuunga
serata!
“Allora signor Ferguson- dico
accompagnandolo al nostro tavolo (per inciso, l'unico per sole due
persone...L'ho già detto che odio Tatsumi?)- Cosa fa nella
vita?”
“Non chiamarmi signor Ferguson,
carina!Per te sono Eddie e non sono così vecchio come
sembro,
ho solo centootto anni, dolcezza!” afferma con convinzione,
sorridendo smagliante.
Io roteo gli occhi e li alzo al cielo
“Davvero?- mi fingo stupita, prima di sussurrare
più piano
che posso- Gliene avrei dati trecentootto!”
“Come hai detto cara?”
Maledetti apparecchi acustici.
“Che non li dimostra affatto!”
mento, sorridendogli imbarazzata.
“Vero? Nessuno direbbe che ho
partecipato a entrambe le guerre!”ribatte orgoglioso.
Io appoggio la schiena alla poltroncina
di vimini “Già...Brutta storia le guerre
puniche.”
sussurro di nuovo, più piano stavolta.
Il signor Ferguson (anzi Eddie!)
strizza gli occhi dietro i due fondi di bottiglia che ha calcati sul
naso “Allora Michelle, spero proprio che io non ti piaccia
solo per
i miei soldi!”
Io sbatto gli occhi confusa.
Eh?!
“Tatsumi mi ha detto che hai chiesto
espressamente di passare la serata con me.”
“Tatsumi ha detto che?!” mi lascio
scappare queste grida scioccate, alzandomi di scatto, ma mi risiedo
immediatamente diventando fosforescente dalla vergogna.
Quell'infido bifolco mi ha incastrata!
Oltre il danno la beffa!!
Ma che gli ho fatto di male, per
meritare un trattamento simile?
Non faccio nemmeno in tempo a
riprendermi da questo choc che Eddie mi guarda con sguardo perso.
Sento puzza di complicazioni...
“Michelle cara!Da quando ti ho vista
il mio cuore batte all'impazzata!” dichiara, prendendomi una
mano.
Io spalanco la bocca preoccupata “Per
tutti gli dei!Sarà il bypass!- esclamo terrorizzata, ci
manca
solo il vecchietto che mi schiatta fra le braccia!- Vado subito a
chiamare un medico, un' ambulanza, la guardia medica...”
Il signor Ferguson ridacchia deliziato
“Ma no, sciocchina!Quello che voglio dire è che mi
sono
innamorato di te!Sposiamoci!”
Ok.
Decisamente meglio l'attacco di cuore
rispetto a questo!
La prima proposta di matrimonio della
mia vita fatta da uno che ha praticamente due piedi nella fossa.
“Eddie non credo proprio che...”
balbetto imbarazzatissima. E se lo choc del mio rifiuto gli da il
colpo di grazia e me lo stende qui, seduta stante?
Lui mi da un colpetto sulla mano
“Tranquilla, Gertrude sarebbe d'accordo!” mi
rassicura.
“Gertrude?” ripeto più
confusa che mai.
“Mia moglie!” risponde sorridendo,
tirando fuori da non so dove un'urna e me la passa.
O miei dei...Vi prego ditemi che non...
“Povera cara, è morta due anni
fa.” spiega.
Le mie mani iniziano a tremare e la
presa sull'oggetto si fa sempre più debole, tanto che mi
sfugge di mano.
“Preso!” esclama una voce
conosciuta.
La mano leggermente abbronzata che
ripone l'urna sul tavolo vicino al signor Ferguson appartiene a Takis
Antzas.
Non so perchè ma arrossisco
immediatamente.
Invece sul suo volto non sparisce il
sorriso smagliante “Posso unirmi a voi, signori?Il mio tavolo
è
una tale noia...”
Seguo con lo sguardo la direzione
indicata dal suo pollice: il suo tavolo è pieno di quelle
che
sembrano essere delle top model.
Lo guardo dubbiosa. Perchè uno
come lui dovrebbe cambiare posto per sedersi vicino a una badante
improvvisata e una mummia appassita?
“Certo, figliolo!- trilla estasiato
Eddie- Più siamo meglio...zzz”
“Si è...addormentato?!”
Non è possibile.
“Già- ride Takis, ed ha
davvero una risata cristallina- Meglio no?Così posso
finalmente parlarti di quello che volevo dirti prima.”
Inconsciamente mi irrigidisco.
Anche il suo sguardo ha cambiato
espressione. Sembra scrutarmi a fondo, quasi scavarmi nell'anima.
Mi ritrovo ad abbassare lo sguardo.
“Non credi di essere leggermente
sottovalutata dalla divina Atena?” mi domanda, appoggiando il
mento
sulle mani incrociate.
Spalanco gli occhi incredula.
Ha detto...Atena?
“Non ho idea di cosa tu stia
parlando.” rispondo, cercando di essere più
convincente che
mai.
Takis scuote la testa, facendo
ondeggiare i suoi lisci capelli castani che gli cadono un po' sugli
occhi “Michelle, non fare così...”
“Non ho idea di cosa tu stia
parlando.” ripeto, e febbrilmente inizio a cercare con lo
sguardo
Milo e Aioria.
Il gold del Leone è vicino alla
dea mentre quello di Scorpio non lo vedo proprio.
“Ok, allora ascolta e basta: sbaglio
o l'hai capito anche tu di essere un pesce fuor d'acqua al
Santuario?- continua imperterrito, avvicinando il viso al mio
orecchio- Hai mai sentito nettamente di essere destinata ad altro e
non alla vita del tuttofare lì dentro?Hai mai pensato che
forse lì dentro non saresti nemmeno dovuta
esserci?”
A queste parole mi alzo di scatto.
Ok.
Non sono la guerriera perfetta e, lo
ammetto, nemmeno la tuttofare perfetta, ma il Santuario è la
mia casa da quasi sedici anni!
Stavolta il rumore della mia sedia che
cade non fa voltare nessuno.
Tipico!
“Non so chi tu sia, né di che
cosa tu stia parlando, ma ti consiglio di starmi alla larga.”
gli
intimo, dandomi un certo tono.
Sì, stammi alla larga
altrimenti...
...ti tiro un vaso in testa?
Takis ride, e non sembra per niente
intimidito dalla situazione, sembra che mi conosca meglio di quanto
lo faccia io e, devo ammetterlo questo mi spaventa.
“Perchè, hai fatto un corso di
autodifesa di recente?” domanda, strizzando i suoi magnifici
occhi.
Io mi volto e me ne vado via di corsa.
Non rispondo nemmeno a Tatsumi che mi
sbraita di tornarmene al mio posto.
Ma siamo matti? Non ci penso nemmeno!
Non con quel tizio che potrebbe essere
chissà chi...che sa di Atena...che sa che sono una schiappa!
Va bene...ora sto anche facendo la
figura della vigliacca, ma non possiamo mica essere tutti eroi a
questo mondo, no?
Quando esco finalmente in strada lui è
già lì che mi aspetta, appoggiato al mio motorino.
“Ma come diavolo...” balbetto
intimidita.
Lui mi si avvicina e mi afferra per le
spalle “Sentimi, forse ho sbagliato a piombare qui e dirti
tutte
quelle cose, ma qualcuno doveva aprirti gli occhi, Michelle. Tu non
sei come loro, va bene? Tu non devi servire Atena e non portai mai
diventare un cavaliere, non di Atena, chiaro?”
A queste parole inizio a singhiozzare
come una bambina “Guarda che questo lo so!” frigno,
mentre sento
il trucco iniziare a colare.
Come se fossi diventata incandescente
lui stacca le mani da me.
In faccia ha il tipico sguardo
dell'uomo che non sopporta vedere una donna piangere.
“Oh, no...- mormora cercando di
consolarmi- Senti, scusami, non volevo essere brutale. Scusami,
scusami!”
Io tiro su col naso e mi asciugo un po'
di lacrime con i palmi delle mani “Cioè, prima mi
smonti
pezzo per pezzo e poi chiedi scusa?- chiedo fra i singhiozzi- Ma che
hai in testa?”
“E tu invece?Potrei essere un nemico
e stai qui a versare lacrime su lacrime senza nemmeno chiamare
aiuto?” ribatte Takis, passandosi una mano sulla nuca.
“Sei un nemico?” domando allora,
scrutandolo con attenzione.
“No.”
Risposta secca.
“Che cosa vuoi da me?”
Lui mi asciuga le ultime lacrime con le
mani. Accidenti, da vicino i suoi occhi sono ancora più
spettacolari.
Apre la bocca, come per dire qualcosa
di estremamente importante, ma poi la richiude e mi sorride.
“Che guidi con prudenza tornando a
casa.- si limita a rispondere- Ora devo rientrare, la mia assenza
potrebbe mandare nel panico il tuo amico pelato.”
“M-ma...” non riesco nemmeno a
balbettare qualcosa di sensato per fermarlo che lui, strizzandomi
prima l'occhio, se ne torna dentro ad una velocità
impressionante.
Scavalcando con un balzo il muro di
cinta.
Credo che la mia vita si stia
incasinando sempre più...
Ed il bello è che non so nemmeno
il perchè!
E finalmente ecco il
tanto atteso (spero) aggiornamento!
Michelle sembra proprio non avere un attimo di tranquillità,
vero?Soprattutto da quanto ha Tatsumi alle calcagna!
Meno male che almeno una piccola rivincita se l'è
presa!Anche se la sfortuna non l'abbandonerà mai...
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, come vedete ho aggiunto un
elemento in più alle solite vicessitudini quitidiane della
nostra eroina!
Come sempre, spero di aggiornare più velocemente possibile.
Grazie mille per le recensioni, non avete idea che piacere che ho nel
leggerle!E grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia fra i
preferiti!
E anche a chi legge e si diverte e si appassione a sbirciare nella vita
di Michelle!
Bacio, alla prossima! JoJo
anzy
Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo!Non so se
si nota, ma anche io detesto Tatsumi, anche se devo ammettere che
è uno dei personaggi più divertenti alla fine...
Megara_witch
Ebbene sì!Invece il signor Ferguson e Takis sono
frutto della mia fantasia (e meno male...perlomeno per il signor
Ferguson!!)
Snow Fox
Grazie mille!Sono davvero contenta che la mia storia ti
faccia ridere così tanto!Aggiornamento arrivato...anche se
un pò in ritardo!
Engel
Ed ecco qua il tanto atteso party!Spero ti sia piaciuto!Ormai
Miki è diventata oggetto di discussione dei terribili
gossippari del Santuario, la vera arma segreta al servizio di Atena e
decisamente più potenti anche dei
gold!sìsì!
Gufo_Tave
Uhm...potrei riutilizzare le tue idee
omicide!hihihihihihihihi!
whitesary
Credo che una versione ufficiale uscirà il trenta
febbraio dell'anno del mai!Dopo tutto quello che le ho combinato, mi
è sembrato il minimo offrire alla povera Michelle una
guardia del corpo come Al!
bellatrix18
Ebbene sì, sono una di quelle autrici malate che
pensano ai propri personaggi a partire dal carattere, fino alle
allergie, ai nei ed anche il segno zodiacale!!Ah Ah Ah!Miki
è troppo buona, non farebbe mai una cosa del genere, ma come
hai visto in questo capitolo ha tirato un pò fuori le
unghie...
renge_no_hana
Non c'è nulla da dire...Io adoro Al!!è
veramente uno dei miei preferiti ed è logico che l'abbia
mandato in soccorso di Miki!Tatsumi si è dimostrato il
solito bifolco anche in questo capitolo...non cambierà
mai!Alla prossima!
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Capitolo 8 *** Detective Michelle: ricerche, scoperte e interrogatori ***
Detective Michelle: ricerche e interrogatori
Il divano-letto
è scomodo.
Punto.
Quando sono tornata erano già
tutti collassati a letto, e ovviamente Pierre ha pensato bene di
usufruire nuovamente della mia stanza, dopo il lavoretto che ha
dovuto fare per me stamattina.
Anzi, ieri mattina, ormai.
Ed io non riesco a dormire.
E continuo a ripetermi che è
colpa del divano-letto.
Sei un nemico?
No.
E allora chi sei?, mi chiedo ora, a
mente lucida.
In effetti, mi domando anche perchè
le cose intelligenti da dire non mi vengano mai al momento opportuno.
Mi alzo di scatto e scosto con un solo
gesto secco la coperta.
So che non dovrei farlo, ma la
situazione non mi lascia altra scelta.
Ho deciso di scoprire chi diavolo è
questo Takis Antaz e per farlo userò l'arma più
potente
che ho a disposizione.
Rullo di tamburi...
Google!
Il fatto che nonostante io sappia
reconditi segreti su divinità che la maggior parte degli
esseri umani ignora addirittura possano esistere, e che invece sia
qua a fare ricerche su internet come una qualsiasi persona di questo
mondo mi da da pensare.
Ma intanto resta davvero l'unico mezzo
per scoprire qualcosa di più su questo bel tenebroso.
Vi ho mai detto che non sono un'amante
della tecnologia?
Beh, vi stupirete allora nello scoprire
che io so usare il computer.
Cioè: so accenderlo, giocare a
solitario, andare in internet e alla fine di questo processo,
spegnere il tutto.
Bill Gates mi vorrebbe nel suo team,
sicuro come l'oro!
Il fatto è che informatica e
matematica sono materie obbligatorie qua al Santuario, anche se di
fianco ad astronomia comparata, mitologia antica e storia delle
guerre sacre fanno alquanto ridere.
Finalmente il computer (omaggio in ogni
casa della divina Atena...peccato che questo aggeggio abbia la stessa
età del signor Ferguson, o giù di lì!)
è
acceso e funzionante e posso iniziare la mia ricerca.
Ok.
Takis Antaz.
In meno di dieci secondi ottengo ben un
milione e trecentosettanta riferimenti.
“Accidenti!- esclamo stupita- Com'è
che io ero l'unica al mondo a non sapere chi fosse questo
tizio?”
C'è il sito di una sua società.
Lo salto a piè pari.
Il sito del suo fan club???
Come diavolo è possibile? Vuol
dire che anche Saori Kido ha un fan club?
Il mondo virtuale rimarrà sempre
un mistero per me!
Forum con discussioni su di lui.
Altro Forum.
Giornaletto scandalistico.
Ancora.
Idem come sopra.
La famiglia Antaz, l'ultimo baluardo
dell'aristocrazia greca.
“Bingo!” trillo felice, cliccando
sul link che mi riporta ad un'altra pagina.
“Dunque. È una delle più
antiche e ricche famiglie della nobiltà greca- leggo,
spulciando l'articolo- Possiedono una notevole quantità di
pozzi di petrolio...bla bla bla...poca partecipazione alla vita
sociale...bla bla bla...Ecco: a eccezion fatta dell'ultimo superstite
della stirpe. Takis fu adottato da Manoli Antaz venticinque anni fa
quando era ancora in fasce. Dall'età di diciotto anni
è
diventato uno dei più ricchi e appetibili scapoli sulla
piazza.”
Niente a cui non potessi arrivare anche
da sola!
Stupita tecnologia!
Schiaccio sul nome del predecessore e
mi esce la foto di un uomo distino.
Uomo.
Fatico a credere che abbia più
di trent'anni!
Obiettivamente devo dire che è
molto bello (pare essere una caratteristica di famiglia!): naso
dritto, tratti decisi, profondi occhi neri e una cascata di capelli
ricci e scuri.
Incuriosita, schiaccio sul nome del suo
predecessore, tale Loukas.
“Ma che diavolo....?!”
Schiaccio ancora, stavolta su Sokratis
e poi su Stelios.
“Non è possibile!” esclamo
confusa mentre guardo l'unica foto di famiglia presente: Vassilios
Antaz stringe con affetto sua moglie Aspasia.
Direi che la famiglia di Takis non era
affatto normale.
Suo padre adottivo, e suo padre prima
di lui, e via dicendo fino al suo tris-tris-trisavoro erano
completamente identici!
E non quella semplice somiglianza che
caratterizza gli appartenenti ad una stessa famiglia.
Nossignore!
U-g-u-a-l-i!
Insomma, non sarò stata solo io
ad aver notato il neo che hanno sotto il mento, no?
Però da Vassilios Antaz in poi
la situazione sembra ritornare nella norma. Lui è l'ultimo,
anzi, il primo ad avere lo stesso aspetto di Manoli.
Con un colpo ben assestato spengo il
computer, nella maniera che Vic chiama brutale.
Al diavolo l'arresta sistema!
Credo che dovrò trovare un modo
per scoprire chi diavolo è in realtà questo Takis
Antaz.
Ed anche iniziare ad assumere
sonniferi, presumo, dato che dopo quest'ultima scoperta non credo
riuscirò più a dormire!
Ammetto
di non essere mai stata una
persona sicura di sé.
Non mentirò a me stessa: io,
così, non lo sono mai stata.
Ho parecchie fobie, per non parlare
delle manie, e il fatto che organizzo sempre tutto nei minimi
dettagli dipende proprio dall'insicurezza cronica di cui sono
portatrice sana.
Quindi, avete idea di cosa possa aver
scatenato in me la serata di ieri?
Ricapitoliamo.
Me ne stavo lì tranquilla a
vivere la mia, sì, certo, un po' incasinata, ma normalissima
vita, quando ad un certo punto, come un fulmine a ciel sereno, arriva
questo tizio venuto fuori da chissà dove a sganciarmi questa
specie di bomba e andarsene.
“Una bomba inesplosa.” borbotto fra
me e me.
Che cosa voleva dire esattamente con Tu
non devi servire Atena e non portai mai diventare un cavaliere, non
di Atena ?
“Perchè
la gente non è mai chiara quando dice qualcosa?”
domando
frustrata, spettinandomi i capelli con le mani per il nervoso.
“Forse
perchè non trova le parole adatte.”
A queste parole mi
alzo di scatto “Nobile Mu.”
Lui mi fa un gesto
con la mano, come per dirmi di darci un taglio con le
formalità
“Parli spesso da sola?” mi domanda, con un sorriso
dolce stampato
sulle labbra.
“Uhm,
beh, ecco...i-io- balbetto un po' all'inizio ma alla fine la risposta
la riesco a tirare fuori- Solo da quando ho iniziato a
parlare.”
Mu ride divertito a
queste mie parole: dev'essere una di quelle persone che preferiscono
una risata genuina a mille parole.
“Avevi
bisogno di me?” chiedo, cercando di sistemarmi i capelli
imbarazzata.
“Tatsumi
ti ha convocato per discutere di ieri sera...” inizia
inclinando
leggermente la testa di lato.
Io sbuffo
contrariata “Oh, perfetto. Allora passo da Kim prima a dirle
che
sul loculo non dovrà mai mettere dei fiori finti.”
“...ma
ho pensato di dirgli che eri troppo impegnata con gli allenamenti con
Shaina.” continua, ignorando il mio inframezzo.
Io sbatto gli occhi
stupita “D-davvero?Grazie mille, direi che ora ti devo la
vita,
allora.” lo ringrazio, ancora più imbarazzata.
Lui aggrotta le
sopracciglia “Anche se, devo dire, non mi piace mentire.
Dov'è
Shaina?”
Mi guardo intorno.
In effetti è
un po' che Shaina mi ha lasciato qua da sola.
“E'
andata ad accendere un cero all'altare di Atena- spiego, incrociando
le braccia e con tono altamente seccato- Credo che trovi simpatica
questa sua reazione al fatto che stamattina mi ha trovato qua ad
allenarmi, mentre di solito deve costringermi con la forza.”
Mu ridacchia
divertito prima di chiedermi l'ovvio “E come mai questo
cambiamento?”
“Non
riuscivo a dormire.” butto lì.
“Posso
sapere perchè?” domanda con gentilezza.
Ma da quando tutti
al Santuario hanno sviluppato questa tendenza da inviati della posta
del cuore?
“Niente
di importante.” sussurro, giocherellando con il piede con un
sasso.
Credo che il vero
motivo dello strano comportamento che sto assumendo debba rimanere
altamente top secret.
Oltretutto, dato
che è già abbastanza top secret anche per me, non
vedo
perchè gli altri ne debbano sapere quanto ne so io.
Anche se devo
assolutamente trovare una risposta alternativa a queste domande:
è
da quando sono tornata a casa ieri sera che Kim, Vic e Pierre mi
domandano cosa mi è successo e io rispondo sempre con un
laconico “niente”.
Mu si lascia
scappare un sospiro “Dovresti smetterla di pensare solo agli
altri
e iniziare a pensare un po' di più a te.” spiega
con calma.
Io scuoto la testa.
“Ma io penso a me, davvero!”
Certo che penso a
me! Se non pensassi di essere presa per una pazza o per una
disertrice a causa del mio colloquio con Takis mi sarei anche
confidata con Kim.
È per la mia
sicurezza personale che non parlo!
“Posso
chiederti una cosa?” domanda ancora dopo qualche secondo di
silenzio.
Io non riesco a
trattenermi oltre e alzo lo sguardo al cielo, decisamente esasperata.
“Sto bene, non ho alcun disturbo fisico, ieri sera non
è
successo niente di particolare e nessuno ha ferito i miei
sentimenti!- sbotto, elencando tutte le risposte alle possibili
domande che potrebbe farmi- Se non parlo è semplicemente
perchè non ho niente da dire, non sono metereopatica, non
è
una giornata no, voglio semplicemente essere lasciata in
pace!”
Alla fine di questo
monologo ho un po' di fiatone.
Mu mi guarda
perplesso, sbattendo i suoi espressivi occhi verdi “Veramente
volevo solo chiederti se io e Shaka potevamo usare questa arena e tu
e Shaina non potevate spostarvi in una di quelle più
piccole.”
Per prima cosa
arrossisco come se fossi stata un giorno sotto al sole senza
protezione solare, e mi porto una mano alla bocca imbarazzata.
Poi, finalmente,
realizzo quello che ha appena detto.
Shaka...qui?
“T-tu
e...” balbetto, pensando a un modo per fuggire.
“Shaka.-
continua lui imperterrito, sul volto un'espressione leggermente
preoccupata per il mio comportamento- Sarà qui a momenti
dato
che abbiamo programmato di allenarci un po' insieme, oggi.”
“No!”
mi lascio sfuggire, già in panico.
“No?”
ripete Mu confuso.
Io faccio un bel
respiro e cerco di tornare in possesso delle mie facoltà
mentali. Se solo il cuore la smettesse di battere così forte!
“Intendevo
che no, non è un problema per me e Shaina spostarci da
qualche
altra parte.- butto fuori tutto d'un fiato, salvandomi in extremis-
Anzi sarà meglio che vada a cercarla e avvertirla.
Arrivederci
nobile Mu!”
Con una velocità
che di solito non mi è propria me la svigno, inciampando
immancabilmente sui miei piedi per la foga con cui sto correndo, solo
dopo pochi passi.
“Tutto
a posto!” dico alzandomi, prima di ricominciare la mia fuga.
Direi che ho
esaurito le figuracce con Shaka...almeno per i prossimi cent'anni!
Rallento il passo
solo quando sono sufficientemente lontana da potermi dire al sicuro.
“Certo
che...” parlo fra me e me, passandomi una mano sotto il mento.
E se invece di
cercare Shaina facessi qualcosa di più utile?
Qualcosa che mi
faccia venire a capo di questa situazione con Takis, ad esempio?
Invece di dirigermi
verso l'altare di Atena dove dovrebbe esserci la mia aguzzina
preferita cambio nettamente direzione e svolto verso il sentiero che
porta fuori dal Santuario.
E per una volta,
che quella fastidiosa coscienza che mi ritrovo se ne stia buona
buona, imbavagliata in un angolo!
Ok.
La mia idea di uscire di soppiatto dal
Santuario per andare a cercare fisicamente Takis Antaz è
assurda.
Per prima cosa, non saprei proprio da
che parte cominciare.
E in secondo luogo, se l'intercessione
di Zeus me lo facesse trovare davanti, riuscirei a chiedergli tutto
quello che devo chiedergli?
Probabilmente mi ritroverei a
balbettare come una stupida...
...di nuovo.
Per non parlare del fatto che se fosse
un nemico non saprei assolutamente cosa fare. Insomma, non è
detto che mi abbia necessariamente detto la verità, no?
E poi...
Non so come né perchè in
pochi secondi mi ritrovo letteralmente a gambe all'aria.
No, non sono caduta, anche se so che
tutti si aspetterebbero questo da me.
A gambe all'aria letteralmente: nel
senso che sto volando.
Intorno a me ci sono solo nuvole e il
solo rumore che sento oltre al soffiare del vento è un
fruscio
d'ali.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo, più
o meno della mia età, che mi sorride divertito.
“Chi sei?” domando gridando.
“Mi chiamo Jack, Takis mi ha mandato
a prenderti” spiega tranquillo con un forte accento americano.
“Stiamo volando?”
Lui ride “Tu che dici?” ribatte
indicando con un cenno del capo alle sue ali d'argento puro.
“Che soffro di vertigini!!”
replico, ormai terrorizzata.
Jack mi strizza l'occhio “Allora non
guardare giù” dice semplicemente.
Ma...insomma credo
di non essere l'unica che quando gli si dice di non fare qualcosa fa
l'esatto contrario, no?
Guardo giù.
Atene sembra una
miniatura vista da quassù.
Bello, dite?
Non credo proprio!
Soprattutto perchè
l'unico mio pensiero è: se mi fa cadere non riusciranno a
raccogliermi nemmeno con un cucchiaino!
“AAAAAAAAAAAAAAH!”
mi ritrovo ad urlare, decisamente contro la mia volontà,
mentre agito con foga gambe e braccia.
Forse quindi è
a causa mia se iniziamo ad andare su e giù peggio delle
montagne russe.
“Stop
it!- mi intima nella sua lingua madre- Se continui così
cadrai.”
Come può
anche solo pensare che io riesca a capire quello che mi dice?
Sono in un momento
di totale panico, non riuscirei nemmeno a fare lo spelling del mio
nome adesso.
Anche perchè,
al momento, sto sentendo la sua presa sotto le mie ascelle che si fa
sempre meno ferma.
Le sue grandi mani
stanno scivolando lungo le mie braccia e in pochi secondi mi ritrovo
a precipitare.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
grido con tutto il fiato che ho in gola.
Ti prego Zeus, non
farmi morire così, penso, stringendo gli occhi
più che
posso.
Tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego...
“Presa!-ride
divertito Jack, quando gli cado letteralmente in braccio- Ti avevo
detto di startene buona.”
“Ok,
non mi muovo più.” sussurro, stringendomi
disperatamente a
lui e incassando la faccia nell'incavo del suo collo.
Sento il suo petto
sobbalzare al ritmo della sua risata, ma non me ne curo.
Creo una sorta di
isolamento forzato in cui non vedo, non sento e non parlo.
Perlomeno, finchè
non sarò sulla terraferma!
Dopo quelle che a
me sembrano ore, sento l'impatto con il suolo, perfettamente
ammortizzato dalle gambe di Jack.
“Arrivati.”
mi comunica con tono entusiasta.
Io mi decido ad
allentare la presa e a guardarmi intorno.
Siamo su una
spiaggia che non riconosco.
Con estrema
lentezza (che dipende dal fatto che sono sotto-shock) mi stacco da
lui e muovo qualche passo traballante.
Cosa a cui rinuncio
immediatamente, fra l'altro, dato che sono stabile come un bambino
che muove i primi passi.
Mi lascio cadere
letteralmente per terra e seduta a gambe larghe cerco di ridare un
ritmo al mio respiro.
“C'è
un pacco per lei, capo!” annuncia divertito Jack, guardando
dietro
di me.
“Finalmente.-
ribatte Takis, con lo stesso tono- Lo aspettavo con ansia.”
Io intanto ne
approfitto per analizzare il volto dell'uomo volante. Deve avere
circa vent'anni, anche se devo ammettere che non sono mai stata un
drago nel dare l'età alla gente, ricci biondi, occhi azzurri
e
un naso importante. Non è brutto, direi che si potrebbe dire
che è carino, ma forse quei tratti troppo grossolani e il
ricordo che ho del bel volto di Takis gli fa perdere questo
confronto.
Come richiamato dai
miei pensieri, il misterioso multimilionario mi compare davanti,
invitando l'altro ad andarsene.
“E'
stato un vero peccato che te ne sia andata così presto, ieri
sera- dice avvicinandosi a me Takis, stranamente raffinato anche con
dei jeans invecchiati e una semplice camicia nera- il signor Ferguson
ha perso la dentiera nel tentativo di mangiare la torta e a Saori
Kido per poco veniva un embolo!”
Io lo guardo
confusa, più che altro perchè mi gira ancora la
testa
per il volo fuori programma che ho fatto.
“Tutto
bene?” mi domanda, avvicinandosi e accucciandosi di fianco a
me.
“A
parte lo stomaco sottosopra, la nausea e la testa che mi
scoppia?Sicuro!Solo ti dispiacerebbe smetterla di girare?”
mormoro
cercando di focalizzare bene la sua faccia.
Lui ride divertito
“Sei proprio uno spasso!”
Sì, certo.
Ah, ah, ah.
Quand'è che
la gente si renderà conto che io non mi comporto
così
per essere uno spasso, ma solamente perchè sono una frana
senza speranza?
“Chi
era Manoli?-gli domando a bruciapelo, interrompendo la sua risata-Lui
e suo padre e il padre di suo padre sono la stessa persona, come
è
possibile?”
Takis sospira
“Credo di doverti delle spiegazioni.”
“Oh,
sì!”ribatto convinta.
Lui mi aiuta ad
alzarmi e camminiamo sulla riva del mare, che oggi è piatto
come l'olio.
“Ti
dispiacerebbe toglierti quella maschera mentre parliamo?” mi
chiede
prima di rispondere alle mie domande.
“No.
Se lo facessi ti dovrei uccidere.” spiego cercando di
ignorare quei
suoi dannatissimi occhi che riescono a farmi avvampare solo con la
loro esistenza.
“E
ne saresti capace?” sghignazza divertito.
Io scuoto la testa,
rassegnata e lui ride ancora di più.
“Sei
sempre così sincera?” mi domanda di nuovo.
“E
tu cerchi sempre di evitare un discorso inondando il tuo
interlocutore di domande?” ribatto con lo stesso tono.
Takis alza le mani
in segno di resa “Touchè!”
Rallentiamo la
nostra camminata e dopo un po' mi invita a sedermi insieme a lui su
uno scoglio.
“Diciamo
che la storia di Vassilios, o Manoli se preferisci, inizia molti anni
fa ed è...complicata.”
Annuisco “Credo
di poterla capire.”
Si lascia scappare
un sospiro e si volta a guardare il mare e io non posso che fare a
meno di stupirmi di due cose: del suo cambio di espressione,
innanzitutto, dato che in questo momento il suo volto ha perso tutta
la sua spensieratezza, e poi di come l'azzurro dei suoi occhi
rifletta perfettamente il colore dell'acqua.
Un attimo!Michelle,
che cosa diavolo stai pensando?, domando a me stessa scuotendo la
testa con energia.
Concentrati!
“Vassilios
era una persona normale, un ragazzo normale. Poi è stato
scelto.” inizia, con lo sguardo rivolto lontano.
“Scelto?Da
chi?” chiedo curiosa.
“Dall'armatura,
ma non una di quelle che conosci tu. Un'armatura maledetta dagli dei
che lo ha tenuto legato a sé per tutto il tempo che
desiderava.”
La sua voce è
così triste che sembra quasi stia parlando di sé
stesso.
“Cosa
vuoi dire?”
“E'
l'armatura che lo ha fatto vivere fino a più di duecento
anni.
L'armatura ti sceglie e tu non puoi fare altro che obbedire al suo
volere. È questa la maledizione che gli dei hanno inflitto a
quelli come me.”
Il suo sguardo si
fa duro, mentre continua a fissare il mare.
“E
Aspasia?Era sua moglie, no?Anche lei è...” non
riesco a non
fare a meno di chiederlo.
Il ritratto dei due
sembrava il ritratto dell'amore, non riesco a togliermi dalla testa
lo sguardo innamorato di Vassalios mentre stringeva la sua amata.
Takis scuote la
testa, guardandomi di nuovo dopo tanto tempo “Te l'ho detto.
È
una maledizione: non puoi avere amici, amori, affetti: se l'armatura
ti sceglie e ti vuole portare con sé devi essere legato solo
a
lei per non soffrire.”
Abbasso lo sguardo,
mentre sento delle lacrime scorrermi sulle guance.
Com'è triste
questa storia. Soprattutto se penso che è vera.
“E
tu...” non ho nemmeno il coraggio di chiederlo.
“Vassalios
mi ha adottato e addestrato. L'aveva già fatto con altri
prima
di me ma io ero quello giusto.” spiega con tono rassegnato.
“E
quindi tu ora...” incalzo, sperando che non sia davvero
così.
Takis annuisce
“Sono il nuovo cavaliere di Prometheo, ho ereditato la sua
armatura.”
Il lungo e fitto
silenzio che si crea fra noi viene interrotto da un tonfo sordo.
“Scusate
il disturbo ma la situazione al Santuario sta precipitando- ci
comunica Jack, parlando velocemente- C'è quella pazza che ti
allena che sta per avere una crisi isterica, e se non ti ritrova
subito non so cosa potrebbe succedere!”
“Cosa?-
protesto interdetta- Non posso andarmene ora!Non ho ancora capito
niente!”
Jack ignora il
fatto che io abbia parlato e mi prende in braccio, pronto a
riportarmi a casa.
“Aspetta!-
protesto guardando Takis e allungando la mia mano verso di lui- Che
cosa c'entra tutto questo con me?”
Stiamo già
volando quando mi risponde “Cerca altre informazioni sulle
maledizioni inflitte dagli dei!- grida per farsi sentire- Tu sai
già
la risposta alla domanda devi solo cercarla!”
“Cosa?!Non
capisco!” urlo a mia volta.
Sarà
l'altezza, le vertigini o non so cos'altro, ma io non ho capito
quello che mi ha detto, e credo fosse una cosa importante.
“Ora
sta buona, Michelle- mi intima Jack, mentre ci allontaniamo sempre
più- Stavolta non posso offrirti la velocità da
crociera!”
O miei dei!
Meglio se chiudo
gli occhi e cado in stato comatoso, possibilmente.
Dopo circa due
secondi, mi sento buttare letteralmente a terra.
Sono ancora
intontita quando un lontano “Bye bye” mi giunge
alle orecchie, e
poi nemmeno faccio caso ai passi pesanti che mi raggiungono da
dietro.
“Che
ci fai qui?Ti ho cercato dappertutto!” ringhia Shaina
prendendomi
per un braccio e trascinandomi dentro i confini del Santuario.
Io la guardo
confusa. Il volo non mi ha fatto molto bene...
“Ti
è esploso un petardo in testa?” chiede, con tono
perplesso.
“Eh?”
mormoro in risposta.
Ho voltato.
Per Atena!
E ben due volte!
Figuriamoci se ho
fatto caso a come sono conciati i miei capelli!
Apro la porta della grande
sala della
biblioteca.
Uno scricchiolio fortissimo si diffonde
in tutta la stanza, e tutti (ma proprio tutti!) si girano verso di
me.
Non posso fare altro che arrossire come
un peperone maturo.
“S-scusate!” balbetto imbarazzata
mentre richiudo la porta, che concede il bis della sua strabiliante
esibizione di prima.
E decide di non chiudersi più.
Alla fine mi azzardo a sbatterla con
forza.
“Sssssh!” è il coro che si
alza.
“Scusate.” ripeto in un sussurro.
Ho sempre odiato la biblioteca del
Santuario.
È un posto troppo grande, troppo
silenzioso, troppo scuro e con troppa polvere.
Inoltre, non è affatto adatto a
un'imbranata come me, che non riesce a fare un passo senza sembrare
rumorosa come un elefante in un negozio di cristalli.
Quando ho detto a Kim che avrei saltato
la cena per venire qui non credeva alle sue orecchie.
Quando studiavamo e lei mi chiedeva di
accompagnarla a studiare rifiutavo sempre.
Per prima cosa non riuscivo a reggere
il confronto con lei. Certo, Kim è la mia migliora amica e
le
voglio un mondo di bene, ma, lo ammetto, è sempre stata un
passo avanti rispetto a me con lo studio ed è sempre stato
snervante da reggere come confronto.
Lei sempre perfetta e io l'impiastro di
turno.
E poi, perchè la biblioteca del
Santuario e tremendamente sfornita. Cioè, è piena
di
volumi antichi e preziosi, di quelli che si rompono anche solo a
guardarli, mentre un sacco di libri più moderni
(moderni...Shakespeare!!) non ci sono. Diciamo che trovarmi a dover
leggere Omero anziché Jane Austen mi ha sempre pesato molto.
Cercando di far meno rumore possibile
mi dirigo in fondo ad una delle sale laterali che, grazie al cielo!,
è completamente vuota.
Perfetto: significa che non dovrò
a nessuno delle spiegazioni sul perchè della mia ricerca.
Scosto la sedia con entrambe le mani,
giusto per evitare di far troppo rumore, e lascio sul posto un
block-notes e una penna che mi sono portata da casa, giusto per
delimitare il mio spazio.
Poi, finalmente, mi dirigo verso lo
scaffale con le enciclopedie. Adoro le enciclopedie: tutto il sapere
concentrato in pochissimo spazio!
Afferro quella riguardante la mitologia
antica e torno al mio posto.
“Uhm...Da dove cominciare?”mi
domando, cercando di tenere la voce bassa.
Mi vengono in mente le parole di un
vecchio insegnate.
Hybris. Ecco quello che devo cercare.
Faccio scorrere veloci le dita fra le
pagine ingiallite e finalmente trovo quello che sto cercando.
“Hybris- ripeto ad alta voce,
iniziando a leggere- Orgoglio, superbia, eccesso, tracotanza. Una
colpa dovuta ad un'azione che va contro le leggi degli dei e che si
percuote su chi l'ha commessa per l'eternità. È
anche
associato al termine nemesis, la vendetta degli dei...”
“Mitologia antica?” mi chiede una
voce conosciuta.
Quando alzo lo sguardo Kim e Victoria
sono davanti a me, sedute al mio stesso tavolo.
Sono state così silenziose da
non farsi sentire, o ero così concentrata da non rendermi
conto di quello che succedeva intorno a me?
“La situazione è più
seria di quanto pensassi.” continua Vic, cercando di tirare
verso
di sé il libro.
In un moto di stizza, lo chiudo di
scatto. Meglio che non vedano che cosa stavo leggendo.
“Di che cosa stai parlando?” sbuffo
contrariata.
“Di te, ovvio. Parli poco, ti
presenti in anticipo da Shaina, inizi a frequentare la biblioteca di
tua volontà e leggi libri sulla mitologia
antica...” elenca
Kim aiutandosi con le dita affusolate.
Io scuoto la testa rassegnata.
Che spiegazione potrei inventarmi?
“Che poi, tu l'hai sempre odiata
quella materia.” conferma Victoria guardandomi di sottecchi.
Incrocio le braccia al petto, cercando
di mentire spudoratamente “Questo non è
vero!” sbotto.
“Non riuscivi a prendere la
sufficienza nemmeno copiando.” mi prende in giro di nuovo lei.
Io sbuffo di nuovo “Intanto avevo
sette meno, in pagella.” la informo.
In fondo, non è così
male.
Continuando così potrebbero
dimenticarsi dei miei strani comportamenti.
“Ok, abbiamo capito!Comunque sei
strana.” ci interrompe Kim, accompagnando le sue parole con
un
ampio gesto della mano.
Cosa dicevo prima?Ah, sì!Le
ultime parole famose.
Sospiro rassegnata. Forse l'unico modo
per farle stare buone per un po' è quello di dire una mezza
verità. Qualcosa che si abbastanza soddisfacente per la loro
curiosità da convincerle che sono in pieno possesso di ogni
mia facoltà...
“E' un ragazzo.” sentenzia Vic, con
tono estremamente serio.
Io e Kim alziamo la testa di scatto
all'unisono “Cosa?”
“C'entra sicuramente un ragazzo-
ripete convita- ci sono tutti i sintomi: aria distratta,
comportamenti anomali e antisociali...”
“Un ragazzo?- chiede perplessa Kim,
guardandomi stranita- E Manuel?”
Manuel?
Con tutto quello che mi è
capitato in questi giorni, non ci ho pensato molto...
Improvvisamente la cosa mi fa sentire
piuttosto in colpa.
“Visto?Esita!Deve esserci un altro
ragazzo!” esclama Vic, non abbandonando la propria teoria.
“Non essere sciocca, Victoria- sbotta
Kim, prendendo le mie difese- La tua teoria è completamente
campata in aria!”
Vic incrocia le braccia al petto,
indispettita “E come la mettiamo col multimilionario,
allora?”
Io scatto in piedi, sull'attenti, non
appena sento queste parole.
“Chi ti ha detto di Takis?”
domando, già in ansia.
La mia amica bionda ride soddisfatta di
sé “Visto?” sghignazza, rivolta a Kim
che scuote i suoi
lunghi ricci castani esasperata.
“Chi ti ha detto di Takis?” ripeto
nel più completo panico.
Allora qualcuno ha notato che
parlavamo.
Per Zeus!
E se avessero capito tutto?
E se pensassero che sono una
traditrice?
E se mi volessero cacciare dal
Santuario perchè mi immaginano invischiata in
chissà
quale complotto?
“Aioria di Leo ha visto che ti faceva
gli occhi dolci e che parlavate fitto fitto.- mi spiega Kim, che pare
avere più calma dell'altra pazza scatenata che si sta
facendo
chissà quali castelli in aria- Lo ha detto a Marin e Marin
lo
ha detto a me, che ho avuto la malaugurata idea di informare
quest'oca!”
Quando ricomincio a respirare, mi rendo
conto che per tutto quel tempo avevo trattenuto il respiro.
Ah, è solo del semplice gossip.
Eccellente.
“Allora, ci provava con te?- domanda
Vic, che non sta più nella pelle- Non tenerci sulle
spine!”
Al solo pensiero che Takis possa
nutrire quel tipo di interesse verso di me, mi sento avvampare.
“M-ma cosa vai a pensare...”
borbotto sempre più imbarazzata.
“Oh, smettila di fare così:
devi raccontarci tutto!” mi ordina prendendomi per le spalle
e
conducendomi fuori dalla biblioteca.
Credo che questo interrogatorio sia il
modo perfetto per sviare l'attenzione dal vero problema.
La domanda è: sopravviverò
a tutto ciò?
Ecco il nuovo capitolo con le
avventure della nostra Michelle. Che dite, vado bene con i tempi di
aggiornamento? Troppo presto? Troppo lenta? Qualcuno ha pensato di
venire a costringermi a pubblicarlo puntandomi una pistola alla tempia?
In ogni caso: eccolo qui! Che ne pensate?
Spero di non aver svelato troppo su Takis e Jack, il nuovo
personaggio...La storia di Miki è in continua evoltuzione e
gliene capiteranno ancora di cose prima che anche lei si renda
veramente conto della situazione.
Detto questo....Trick or sweet?Passate un ottimo Halloween,
possibilmente travestendovi con costumi imbarazzanti...
Bacio JoJo
Snow Fox
: Io?Perfida??Suvvia,
è stato solo un caso che Disney mi abbia preso come modello
per la strega cattiva di Biancaneve!Ah!Ah!Ah...Il fatto di non rivelare
niente di Takis da subito lo fatto...uhm...ok, perchè sono
perfida!(credo che Michelle ne sappia qualcosa...) Sono contenta che le
due scenette ti siano piaciute e spero di aver calmato un pò
la tua curiosità...certo non troppo!
bellatrix18
: Ehi, ehi, ehi...che curiosa che sei!!Non crederai davvero che io ti
riveli tutto e subito, no? Devo mantenere una certa suspance e
soprattutto sappi che il motto della mia storia, coniato per
l'occasione e per depistare chiunque legga, è: niente
è come sembra!! In ogni caso, sono lieta che il capitolo ti
sia piaciuto!
anzy :
Addirittura strabiliante!Wow!Grazie mille! Allora, soddisfatta di avere
scoperto qualcosa in più su Takis?E se è troppo
poco...forse (e dico forse) nel prossimo capitolo si
scoprirà qualcosa di più. Al solito, sono felice
di aver scatenato la tua ilarità (Michelle un pò
meno, dato che è coinvolta di prima persona!)
Gufo_Tave
: Oddio, dopo aver letto il tuo commento stavo seriamente pensando di
stravolgere la trama da qui in poi per inserire la frase "Michelle,
sono tuo padre." Ah, ah, ah. Mi ha fatto morire! Alla prossima!
picciottina75
: ma sì, solo un pochetto melodrammatica. Spero di averti
tolto qualche dubbio oppure puoi sempre a chiedere a Michelle qualcuno
dei suoi sonniferi.
Megarah_witch
: Vero, eh? Il mitico chihuahua! Credo di averlo creato
perchè, più penso alla Kido, più me la
immagino come una Paris Hilton sfigata...Come puoi vedere, al momento,
quella domanda se la sta facendo Michelle stessa...povera cara!
whitesary
: Dunque...ovviamente la risposta al perchè Shaka si trovi
sempre in mezzo quando Michelle combina qualcosa di imbarazzante
è che lui ha davvero uno sfigometro incorporato. Eh,
sì!
Engel
: Allora, capito chi è Takis?O, perlomeno, scartato qualcuna
delle tue numerose ipotesi? (fantastiche, oltretutto!) Visto che in
questo capitolo Miki è riuscita a scappare da Shaka?Credo
che la sua tecnica ormai sia quella della fuga!!
LeFleurDuMal
: Wow, grazie mille! Spero proprio di andare avanti così e
non deludere le tue aspettative, allora!
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Capitolo 9 *** What a mess, Michelle! ***
What a mess Michelle!
Il rumore delle stoviglie mi
infastidisce. Per prima cosa perché le dovrò
lavare io,
ma questa me la sono cercata. Victoria è ben contenta di
essere esonerata dalle faccende domestiche dato che il suo ultimo
hobby è la manicure, ma Kim ha provato davvero a convincermi
a
farmi aiutare da lei.
Il punto è che io sono una
perfezionista e se vedo che qualcuno non fa le pulizie con la stessa
minuzia che uso io, impazzisco.
Letteralmente.
Una volta ho tentato di bruciare una
maglietta dato che aveva l'alone di una macchia.
Ma il vero motivo per cui ho i nervi a
fior di pelle è Shaina.
Ho passato una settimana infernale e
sinceramente ammetto che qualche miglioramento nel mio pessimo metodo
di combattimento c'è stato.
Ormai non sento nemmeno più il
dolore fisico...quasi.
Il punto è però che sono
agli arresti domiciliari.
Mi alzo, vado ad allenarmi, pranzo al
sacco, continuo ad allenarmi, piccola pausa, di nuovo allenamento.
Cioè, quella pazza è
anche riuscita a togliermi tutti i miei incarichi pur di allenarmi
decentemente!
Dice che lo fa perchè mi vuole
bene, lei!
Io so solo che se fosse davvero così
non mi avrebbe obbligata a mettermi in ridicolo davanti a tutto il
Santuario.
Magari fosse solo questo il motivo del
mio umore nero, però.
Shaina mi ha proibito di vedere Manuel
finchè non otterrò quella dannata armatura.
Cioè non potrò vederlo
mai più!
Ed io ho assoluto bisogno di vederlo:
primo, perchè è il mio ragazzo e secondo (e
decisamente
più importante) sono confusa. Tremendamente confusa...
Non ho idea di cosa mi stia succedendo,
ma quando la mia mente è completamente vuota il mio pensiero
vola da solo verso una persona a cui non dovrei assolutamente
pensare.
Takis Antaz.
Avevo giurato a me stessa di ignorare
completamente tutta la faccenda dell'armatura di Prometheo, del suo
genitore adottivo pluricentenario e via dicendo.
Però....
Però, anche se ogni tanto riesco
a non pensare a tutto questo e a come io potrei esserne coinvolta,
nella mia mente compare la sua faccia.
Alla fine mi risulta sempre più
difficile non pensare a lui e ai suoi meravigliosi occhi azzurri.
Ecco!
Lo sto facendo di nuovo!
Certo gli avvenimenti di qualche giorno
fa sono stati un po'...diciamo bizzarri: non può essere
questo
il motivo per cui la mia attenzione è calamitata
immancabilmente e sempre da lui!
E poi ci sono le assurde figuracce che
ho fatto.
Sono ancora così imbarazzata che
solo a pensare a Shaka di Virgo, che ha avuto l'occasione di vedere
il peggio di me, mi sento diventare paonazza.
Per sicurezza ogni volta che sento
vociferare della presenza nei paraggi di un gold saint opto per la
fuga, quindi.
Una volta Aldebaran mi ha trovato
nascosta dietro a un cespuglio mentre cercavo di sfuggirgli pensando
che lui fosse Lui!E' stato un momento decisamente imbarazzante!
Sono sicura che non vedendo ne Shaka ne
Takis per un po' la mia mente tornerà lucida e tutto
tornerà
come prima.
“Io amo Manuel!” ribadisco ad alta
voce, per mettere subito in chiaro questo a tutte le mie
personalità
che si stanno ribellando all'interno della mia testa.
Victoria sbuffa sonoramente “Lo
sappiamo benissimo, questo. Non c'è bisogno che ogni volta
ribadisci l'idillio che vi unisce.”
Kim le poggia una mano sulla spalla
“Vic non aggredirla. È stata una settimana dura
per lei.”
“E' stata una settimana dura per lei-
la imita facendo dondolare la testa da destra a sinistra- E della mia
settimana ne vogliamo parlare?”
“Cos'è successo?Ti sei rotta
un'unghia?” la stuzzico. Lei è l'unica capace a
tirare fuori
il peggio di me: eccomi signore e signori!L'acidità di un
pessimo sabato mattina!
“Smettetela, ragazze- intima Kim,
frapponendosi a noi- E poi Miki, non dovresti essere di ottimo umore
oggi? E' l'anniversario tuo e di Manuel!”
Io, nell'ordine: spalanco la bocca, mi
porto le mani alla bocca cosicché le mie due amiche possano
non godere dello spettacolo ivi contenuto, mi lascio cadere seduta
sulla sedia, cado dalla sedia dato che quell'idiota di Vic me l'ha
tolta da sotto il deterano per farmi uno scherzo stupido, impreco
rivolta alla suddetta idiota e poi rivolta a Shaina.
“Che c'entra Shaina, adesso?”
domanda perplessa Kim inarcando un sopracciglio.
“C'entra perchè è il
mio anniversario e lei non mi lascia mettere piede fuori dal
Santuario!- sbotto irritata, mentre mi alzo massaggiandomi il fondo
schiena- Ho dovuto raccontare a Manuel che lo zio mi voleva portare
con sé in Egitto per partecipare ad un altro
scavo!”
Victoria sghignazza divertita “Davvero,
non posso crederci che lui pensa davvero che tu abiti insieme al tuo
vecchio zio all'interno di un campo archeologico top secret!”
Mi fermo a pensarci un po' su anche io.
In effetti come alibi per tutte le restrizioni a cui sono sottoposta
al Santuario non è che sia geniale...Ma, in fondo, se ha
funzionato fino adesso un motivo ci sarà.
Sono riuscita ad evitare che lui mi
chiedesse di fargli vedere casa mia solo grazie alla scusa dello zio
che mi ha adottato, che io gli ho descritto come un vecchio
bacchettone che è convinto che il mio primo ragazzo
sarà
anche quello che mi sposerà.
Mica male, vero? Basta parlare ad un
ragazzo di vent'anni di matrimonio e si tiene lontano dalla tua
famiglia come se fossero tutti appestati!
“Non è questo il punto!- dico,
riprendendo le redini del mio pensiero e concentrandolo sul discorso
attuale- Il fatto è che io devo trovare una scusa per non
presentarmi all'allenamento di stasera!”
Mi avvicino al lavello e inforco i miei
guanti di gomma arancione.
“Che stai facendo?-domanda Kim
perplessa- Non stavamo iniziando a pensare come fare ad
aiutarti?”
Io annuisco sorridendo smagliante e
prendendo il detersivo per piatti “Lo sai che mi concentro
meglio
quando faccio pulizie.”
Victoria si lascia sedere su una sedia
con aria rassegnata: credo che abbia rinunciato a capirmi.
“Oh, sentite questa: e se simulassi
un attacco di appendicite?” propongo dopo qualche secondo di
silenzio.
Kim scuote la testa “Non
funzionerebbe. Tu non sai assolutamente mentire!”
“Certo che so mentire.” sbotto
punta sul vivo.
Ma per chi mi hanno presa?Per la dolce
e tenera Michelle di un tempo?Quella l'ha uccisa Shaina al primo
allenamento insieme, quando mi ha tirato un calcio rotante dritto
sullo sterno!
“Andiamo, Miki: non ti ricordi
dell'ultima volta con Marin?”
Urgh!Ricordo perfettamente di cosa sta
parlando Victoria.
Una volta io e lei abbiamo visto il
silver di Eagle con i capelli spruzzati di pittura bianca.
Probabilmente stava ritinteggiando casa sua, o qualcosa del genere, e
nell'uscire non si è accorta in quale stato fossero, fatto
sta
che Vic è notoriamente un'idiota e che si è messa
a
ridere a crepapelle.
Ovviamente non ho saputo resistere e ho
iniziato a ridere anche io, così Marin si è
accorta di
noi.
Victoria si sposta alla velocità
del suono e io no. Quando la rossa mi ha chiesto che cosa ci fosse di
così divertente, non sono riuscita a inventarmi nessuna
scusa
plausibile e le ho spiattellato che stavo ridendo di lei...
Risultato: ho dovuto pulire il
pavimento di tutti i templi dei gold dipartiti!
“Forse hai ragione. Qualche altra
idea?”
Kim si massaggia continuamente le
tempie, come se questo potesse far accelerare il suo pensiero.
“Amnesia” esordisce la bionda ad un
certo punto.
Insomma, non hanno appena detto che non
so recitare?
“Ho letto su una rivista medica che
se ti colpisco in testa con la giusta intensità, nel punto
giusto, perderai la memoria. - spiega con tono professionale-
Così
non dovrai mentire!”
“E' l'idea più stupida che
abbia mai sentito!E poi, da quando leggi riviste che non parlano di
gossip o moda?” affermo senza nemmeno pensare alla
possibilità
di attuarla.
“Ok, forse non era una rivista
medica, ma un documentario...O forse Grey's Anatomy?Comunque l'idea
non è male!” starnazza Vic, evidentemente offesa.
“Un'amnesia le farebbe dimenticare
troppe cose, Vic.” tenta pazientemente di spiegarle Kim.
Dopo altri interminabili minuti di
riflessione la bruna batte un pugno sul palmo aperto della mano.
“Ci sono!” esclama trionfante.
“Davvero?” chiedo speranzosa.
Kim annuisce “Chiama Shaina. Ho
trovato il piano perfetto!”
Il così detto
piano perfetto di
Kim mi porta in men che non si dica in quella stessa cucina dove
è
stato ideato, a sorseggiare tè con tre dei silver
più
potenti in circolazione.
Senza la maschera Shaina sembra quasi
umana: ha dei grandi occhi verdi molto dolci e il viso minuto.
Chi potrebbe sospettare, vedendola
così, con quella tazza di finta porcellana in mano, che in
realtà è lei lo spietato boia grazie a cui sono
settimane che il solo pensare di alzarmi dal letto mi provoca un
senso di nausea e dolori sparsi in tutto il corpo?
Non è che c'è un vaccino
anche contro di lei?Dopotutto, sembrano tipici sintomi influenzali
anche questi!
“Sei stata così carina ad
accettare il nostro invito, Shaina- cinguetta Victoria per spianare
il terreno all'attuazione del Grande Piano Top Secret di Kim- Con i
nostri vari impegni non ci vediamo quasi più, ormai.
È
un vero peccato!”
Io sospiro.
Sono tremendamente tesa e non ho
bisogno del settimo senso per capire che qualcosa andrà
storto!
“Infatti.- ribatte Shaina posando con
un gesto aggraziato, che mai ti aspetteresti da lei, la piccola
tazza- Fra l'altro devo allenare la vostra amica, quindi non posso
trattenermi molto.”
Kim inghiottisce alla velocità
della luce l'ultimo dei deliziosi biscotti preparati da lei stessa
per l'occasione e si prepara a dare il via al Grande Piano Top
Secret.
“A questo proposito Shaina, dovremmo
parlarti.” butta lì, dopo aver bevuto tutto d'un
fiato
l'ultima goccia di tè nero che aveva nella tazza.
“Dovremmo?” ripete il cavaliere
dell'Ofiuco alzando un sopracciglio sottile.
La bruna annuisce “Sì, io e
Michelle.”
Io spalanco occhi e bocca, andando
pericolosamente vicino ad una slogatura della mascella.
Perchè diavolo non mi ha detto
che anche io avevo una parte nel GPTS (Grande Piano Top Secret...che
razza di nome che ha voluto dargli!)
Lo sguardo smeraldino di Shaina si
punta su di me “Che cosa volevi dirmi, Miki?”
“E-ehm...ecco i-io...”
Niente da fare: quando mi rivolge la
parola non riesco a fare a meno di balbettare. Dev'essere un riflesso
incondizionato del mio corpo che la riconosce come la causa di tutte
le mie disgrazie.
“Voleva chiederti se potevi rimandare
gli allenamenti di stasera.” dice Kim al posto mio.
Oh dei dell'Olimpo!
Il silver più vendicativo del
mondo contrae la mascella, rimanendo tuttavia in silenzio.
“Kim!” sibilo interdetta.
Era questo il suo magnifico
piano?Spiattellargli la verità in faccia?
“Michelle...” ribatte lei con una
nota di compassione nella voce.
“Michelle!” ringhia Shaina.
“Shaina...” piagnucolo io.
“E io sono Victoria- sbotta il saint
di Lucertola con voce spensierata- Ora che abbiamo fatto l'appello,
che ne dite di continuare il discorso?”
Shaina stringe con rabbia il tovagliolo
di carta. Non so se il povero oggetto tornerà mai come prima.
“Non puoi saltare l'allenamento. Il
torneo è imminente e tu hai bisogno ASSOLUTO di
esercizio!”
Abbasso lo sguardo sospirando.
Almeno, ci abbiamo provato.
“Ma è davvero importante che
Miki vada ad Atene, oggi.” spiega Kim accavallando le gambe.
Ha uno sguardo determinato che le ho
visto poche volte.
L'ultima è quando mi ha mandato
al tappeto nel torneo per l'armatura della Freccia.
“E che cosa avrebbe di così
importante da fare in città?” domanda il silver
dell'Ofiuco
riducendo le pupille a una fessura.
“Deve vedere il suo ragazzo: è
il loro anniversario.” risponde Kim, per niente intimorita.
Che donna, la mia amica!Tenere testa a
Shaina!Wow!
“Non hai tempo per queste cose!Come
ti ho già detto...”
“Shaina: Miki ti ha dato motivi di
lamentarti per il tempo in cui l'hai allenata?” chiede a
bruciapelo
il saint della Freccia, sorridendo amabile.
La ragazza scuote la testa in segno di
diniego.
“E al torneo mancano ancora parecchi
giorni, no?- continua imperterrita Kim- Ha tutto il tempo per
concludere l'addestramento. E poi, sai anche tu come l'amore sia
importante, anche per un saint...”
Ovviamente la mia amica si riferisce
alla discussa (e alquanto improbabile) love story della mia attuale
maestra d'armi con tale Seiya, altrettanto discusso eroe del Santuario.
Shaina stringe ancora gli occhi.
Scuote la testa.
Sospira.
“Va bene. Ma da domani si triplica la
dose di allenamento!”
Ecco, lo sapevo, tentativo inutile!
Come le è venuto in mente a Kim
che potesse funzionare questo stupido piano...
Aspettate: ha detto che va bene?
Mi alzo in piedi e mi metto a
saltellare per la stanza.
“Grazie Grazie Grazie Grazie Grazie!”
urlo uscendo di casa di corsa.
Devo assolutamente prepararmi a dovere.
E poi, scherziamo?, un giorno di
vacanza totale!!!
Non ricordo di aver mai
passato una
giornata del genere...
Ho pensato solo a me stessa, senza
dover fare altro.
Niente allenamento, niente lavoretti o
consegne da fare.
Ho perfino approfittato per la prima
volta in vita mia delle comodità delle terme del Santuario.
Pierre mi guardava in cagnesco mentre
bighellonavo in giro, e di solito è sempre stato il
contrario!
Sospiro soddisfatta, mentre cammino per
le vie di Atene con lo sguardo basso.
Mi sento un po' imbarazzata, al
momento, per via di come mi ha conciato Victoria per l'occasione.
I pantaloni bianchi che mi ha prestato
mi sembrano troppo stretti e le scarpe scomodissime.
Il top nero, poi, è attillato e
appariscente: mi pare che ogni persona che mi passa accanto si giri a
guardarmi!!
L'unica nota positiva è che sono
riuscita a impedirle di truccarmi e di cercare di domare la massa
informe dei miei capelli...
Anche se è un anniversario,
meglio non esagerare.
Mi lascio scappare un sospiro e mi
fermo sul posto, prima di imboccare la via che mi porterà
all'entrata del pub che Manuel frequenta ogni sabato sera, quando non
stiamo insieme.
Ci siamo.
Un altro bel respiro e posso andare.
In fondo, non è cambiato niente.
I miei piedi si muovono lenti
sull'asfalto, mentre fisso con determinazione l'insegna luminosa
della mia meta.
Non è cambiato niente, mi ripeto
mentalmente.
Tutto quello che è successo in
questi giorni non ha niente a che vedere con l'amore che provo per
Manuel...
Non è cambiato niente.
Questo pensiero si ferma nella mia
mente.
Sembra rieccheggiare nella mia testa,
beffardo.
Sì, beffardo, perchè non
ha niente a che vedere con la realtà che mi trovo davanti.
“Non è possibile.”
Credo di aver pronunciato ad alta voce
queste parole, ma la mia voce deve essere talmente strozzata che
forse le ho solamente pensate.
Sono ferma sulla soglia del pub e gli
insulti per il fatto che sto bloccando l'entrata mi arrivano ovattati
alle orecchie.
C'è Manuel.
Non è solo.
Sta tenendo la mano ad una rossa
mozzafiato e la sta baciando.
Baciando!
Non un casto bacio fraterno sulla
fronte, non un bacio di saluto fra amici.
Un bacio vero.
Passionale.
Dolce.
Da innamorati.
E la cosa che mi fa arrabbiare di più
è che lo sapevo che sarebbe finita così: che
prima o
poi si sarebbe accorto di poter meritare di più di una
stupida
ragazza assente come me.
Sono una bella coppia, mi ritrovo a
pensare mentre cammino all'indietro, per scappare come la codarda
quale sono.
Andiamo, non saprei assolutamente come
affrontare ne l'uno ne l'altra. E non sono affatto il tipo capace di
sfruttare la propria supremazia fisica...
“Miki?” la voce profonda di Manuel
mi raggiunge così come il suo sguardo sorpreso.
Mormora qualche scusa alla ragazza che
sta con lui, che mi incenerisce immediatamente con lo sguardo, e poi
si alza per venire nella mia direzione.
Scappare.
È l'unica cosa che mi viene in
mente.
Esco in strada e cerco di seminarlo
entrando in qualche vicolo a caso.
“Michelle!” mi urla da non molto
lontano lui, inseguendomi.
Io svolto a destra e mi trovo nella mia
più tipica situazione.
La storia della mia vita: braccata
all'interno di un vicolo cieco.
“Michelle...” esordisce lui con un
po' di fiatone.
Io sfoggio un sorriso tirato. Il
peggiore che mi sia mai uscito.
“Manuel. Volevo farti una sorpresa,
non sapevo fossi impegnato.” biascico imbarazzata.
Lui abbassa i suoi occhi verdi e col
piede gioca con qualche ciottolo che c'è a terra
“Lo
so...Quella è Heleni.”
“Sorpresa.” ripeto, incrociando le
braccia e abbassando lo sguardo a mia volta. Da quando fa
così
freddo qui?
“Miki, mi dispiace davvero che tu sia
venuta a scoprirlo così. Ma lo sai...”
Annuisco piano, senza distogliere la
mia attenzione da un'interessantissima macchia scura vicino ai miei
piedi “Lo so. Volevi qualcosa di più.”
Manuel scuote i suoi riccioli biondi,
mi si avvicina e mi prende la mano.
Una stretta totalmente diversa da
quella riservata a Heleni.
“Di più?Forse tu meriti
qualcosa di più!” mormora guardando le mie dita
fredde,
ghiacciate.
Alzo lo sguardo, per cercare una
spiegazione a quelle parole.
“Michelle tu sei fantastica solo
che...- sembra incerto, quasi imbarazzato- sembri ad un altro livello
rispetto a me. Come se vivessimo in due mondi totalmente diversi e
non davvero nella stessa città.”
“C-che cosa vuoi dire?” balbetto
con voce rotta.
Non so per quanto riuscirò a
trattenere le lacrime.
Lui mi lascia la mano, stringendo i
pungi lungo i fianchi “Siamo insieme da sei anni e tu sei
sempre
così...distaccata. Parliamo, ridiamo e quando siamo insieme
tutto sembra perfetto ma appena resto solo, appena tu te ne vai verso
mete ignote, mi ritrovo a pensare.”
“A cosa?” domando triste.
“Al fatto che mi sembra di non
conoscerti davvero. Non so dove abiti, qual è il tuo vero
lavoro, che faccia ha tuo zio, i tuoi amici, i tuoi parenti. -
continua con fervore- Non ho idea di come hai passato la tua infanzia
o cosa sogni di diventare. Se hai avuto il morbillo o sei stata
operata alle tonsille. Sembri un'apparizione: vieni, mi rendi la vita
meravigliosa e poi sparisci in una nuvola di fumo lasciandomi solo e
confuso.”
“Posso cambiare- tento afferrandogli
una mano- posso essere migliore!”
Ma la sua mano resta rigida nella mia
stretta. “Non è questo. Tu mi sfuggirai sempre,
non ti avrò
mai davvero.- scuote la testa rassegnato- Heleni è una mia
compagna di corso all'università. Viene ai miei concerti,
conosco i suoi genitori, so dove abita e che vuole diventare una
giornalista. Che cosa so davvero di te?”
Mi guarda speranzoso.
Forse spera che io gli riveli i miei
reconditi segreti.
Che gli spiattelli che in realtà
vivo al Santuario e che la dea Atena esiste e l'ho vista giusto una
settimana fa.
Che lavoro per dei guerrieri che
potrebbero ucciderlo solo guardandolo e che devo indossare una
maschera tutto il giorno.
Forse, glielo dovrei dire.
“Quindi finisce così?”
domando dopo una lunga pausa.
Lui annuisce.
Annuisco anche io.
Poi guardo la sua schiena allontanarsi,
i suoi capelli leggermente ondulati muoversi al ritmo dei suoi passi.
Lascio che le lacrime scendano copiose
e torno di corsa al Santuario.
Mi sono persa!
Sarà perchè ho gli occhi
appannati dalle lacrime, sarà perchè ogni volta
che
incappo in un essere umano cambio strada senza pensarci due volte,
sarà perchè non sto guardando davvero dove sto
andando,
sarà perchè mi muovo solo in vicoli sconosciuti e
sinistri...
Fatto sta, che mi sono persa!
Se solo riuscissi a concentrarmi per
qualche secondo riuscirei a ritrovare la strada e tornare finalmente
a casa...Magari sottopormi ad uno degli allenamenti spaccaossa di
Shaina potrebbe aiutarmi a dimenticare questa pessima serata...
Chissà se Vic saprebbe davvero
causarmi un'amnesia colpendomi in testa...
Mi lascio sfuggire un altro singhiozzo,
neanche troppo soffocato, e poi scuoto la testa, rassegnata.
“Michelle...”
Una voce che mi è diventata
particolarmente famigliare in questi giorni, mi costringe ad alzare
la testa.
Offuscata dai miei occhi umidi, vedo
l'immagine di un uomo, con le braccia piantate nelle tasche dei
jeans, che viene proprio nella mia direzione.
“Oh, sì. Perfetto!- sbotto
guardando Takis che si avvicina a me- Mancavi giusto tu ad aggiungere
a questa giornata un bel tocco di caos!”
“Momento sbagliato?” domanda,
guardandomi preoccupato.
Non posso fare a meno di ringhiarla, la
risposta “Decisamente.”
Poi sospiro, appoggio la schiena al
sudicio muro di quel vicolo appartato e mi asciugo le lacrime con il
palmo della mano.
“Il mio ragazzo mi ha lasciato.-
spiego in un sussurro- Ha preferito una ragazza normale, una che non
abbia a che fare con divinità anacronistiche, combattimenti
e
via dicendo. Non riesco nemmeno a dargli torto.”
“Stupido.” sibila Takis, così
a bassa voce che credo che non volesse che lo sentissi.
Il suo bel volto cambia espressione e
si finge terrorizzato.
Non deve avere mai questa faccia, mi
ritrovo a pensare, sembra una persona che non si spaventa di fronte a
niente.
“Che c'è?” domando
intimorita.
“Ti ho visto senza maschera!-
risponde pronto lui, non riuscendo più a nascondere il suo
sorriso sghembo altamente divertito- Adesso dovrai ammazzarmi.
Dei,
così ingiusto!Sono così giovane!”
Il suo tentativo di rallegrarmi riesce
nel suo intento.
Rido della sua reazione.
“Credevo fossi immortale.” lo
punzecchio, sorridendo ancora.
“Credevo fossi triste perchè
un ragazzo che non ti merita ti ha lasciato.” ribatte lui,
sorridendo a sua volta.
Sembra davvero soddisfatto di avermi
rasserenata un po'.
Che tipo strano che è questo
Takis.
“E così...mi stavi cercando?”
chiedo dopo un po', iniziando a incamminarmi verso casa.
Takis scuote la testa “Sapevo già
dov'eri. Ti stavo solo aspettando.”
Io abbasso la testa imbarazzata. Ha una
voce così melodiosa che mi fa venire i brividi.
“Come fai a sapere sempre dove sono?”
il pensiero non ci ha messo neanche un secondo a trasformarsi in
parole.
Lui alza le spalle, come se gli stessi
chiedendo l'ovvio “Non sei così difficile da
individuare.”
Non credo sia un complimento.
Anzi, credo che sia un modo contorto
per dire che lascio dietro di me una scia di imbranataggine facile da
seguire.
Cerco di svoltare a destra ma la mano
di Takis si poggia sulla mia schiena, obbligandomi a continuare
dritta.
“Devo tornare al Santuario.” gli
spiego, paziente.
Lui annuisce, facendo cadere ancora di
più davanti agli occhi i suoi lisci capelli castani
“Lo so.
Ti do un passaggio, ok?”
Non posso fare a meno di annuire.
“Non mi hai ancora detto perchè
mi aspettavi.” lo informo, guardandolo di sottecchi.
“Niente che possa essere più
importante di un cuore a pezzi.- dice sorridendo dolcemente-
Rimandiamo il tutto al prossimo incontro.”
“Ci sarà un prossimo
incontro?” chiedo perplessa.
Questa cosa mi sta decisamente
sfuggendo di mano. Non so quanto ancora riuscirò a
nasconderlo
a Kim, Victoria o Shaina...
“Spero di sì- afferma
contento, per poi abbassare notevolmente il tono. Di nuovo, ho la
sensazione che non voglia farsi sentire da me- Prima
dell'irreparabile, perlomeno...”
Sto per chiedergli che cosa intende
quando l'attenzione mi si sposta su una macchia rossa davanti a noi.
“Non ci credo!” grido portandomi le
mani alla bocca e avvicinandomi di corsa.
È una Ferrari, per gli dei
dell'Olimpo!
È...
E'...
Non ho parole. È semplicemente
la macchina più bella che abbia mai visto dal vivo.
Takis sembra accorgersene e sghignazza
soddisfatto “Ti piace?”
“Altroché!” riesco solo a
dire, mentre giro intorno all'auto come un avvoltoio intorno alla
preda.
Una Ferrari!Credo sia una F430...
“Vuoi guidarla?” chiede, con tono
innocente.
Io scuoto subito la testa in segno di
diniego.
Non credo che poi sarei in grado di
riparare i danni.
“Problemi con il cambio manuale?”
azzarda, attivando la chiusura centralizzata e aprendomi la portiera
del passeggero.
Scuoto la testa di nuovo “Problemi
con la guida in generale...-sospiro rassegnata- Ho rifatto l'esame
della patente dell'auto cinque volte.”
Takis si lascia sfuggire una risata
“Davvero?”
Annuisco mesta “L'ultima volta
l'istruttore è finito all'ospedale per un brutto colpo di
frusta” spiego.
La sua risata diventa, se possibile,
ancora più sguaiata.
“Sei fenomenale!”
Che c'è di fenomenale in tutto
ciò?
“Non c'è niente da ridere!”
sbotto, incrociando le braccia al petto.
Il rombo del motore copre la sua
risposta, ma forse era soltanto un'altra risata.
“Allora...-inizio incuriosita-
Com'è?”
“Com'è, cosa?” ribatte
Takis, senza staccare gli occhi dalla strada.
“Sì, insomma, vivere per tutto
quel tempo.- immancabilmente le parole mi escono tentennanti- Hai
visto alla televisione il primo uomo che atterrava sulla luna, sei
stato a un concerto di Elvis o hai partecipato ad altri eventi
altrettanto memorabili?”
Il suo bel volto si gira lentamente
verso di me.
Le sue sopracciglia sono aggrottate e i
suoi occhi indagatori.
“Quanti anni credi che abbia?” mi
domanda, guardandomi perplesso.
“Un centinaio?” azzardo.
Di nuovo riesco a scatenare la sua
ilarità.
“Ne ho venticinque, sciocca.-
risponde, cercando di smettere di ridere- L'armatura mi ha scelto
quando avevo vent'anni!”
“Beh, sembri più vecchio.”
cerco di giustificarmi guardando fuori dal finestrino.
Lui toglie lo sguardo dalla strada e mi
fissa scioccato “Cosa?!”
“Ok, forse non così
vecchio...ma intanto guidi come un vecchietto.”
Takis scuote la testa, ormai divertito
dalla piega che sta prendendo la conversazione “Non tollero
commenti sulla mia guida.”
“Ti giuro che non ne farò se
inizi a pestare un po' su quell'acceleratore!” ribatto
scocciata.
Odio andare piano!
“Siamo in città- spiega
paziente- c'è un limite da rispettare.”
Non posso fare a meno di sbuffare
contrariata. “Hai una Ferrari, per la miseria!”
Takis però non molla. Forse mi
farà vedere le capacità di quest'auto quando
saremo in
periferia...
“Ora capisco perchè non hai
mai passato l'esame della patente.”
Sbuffo contrariata: non è giusto
che me lo rinfacci così.
“E poi- continua sogghignando-
credevo fossi una fan delle regole.”
Io mi giro verso di lui e spalanco la
bocca scioccata “E questo come lo sai?” chiedo,
altamente
stupita.
Takis fa spallucce senza staccare gli
occhi dalla strada “Ti ho tenuto d'occhio, di
recente.”
“Mi hai tenuto d'occhio?!” ripeto
allibita.
Come è possibile?
Non ho più messo piede fuori dal
Santuario dopo il nostro ultimo incontro, sempre a causa degli
allenamenti serrati a cui mi ha sottoposto Shaina.
“E' divertente il Santuario.- spiega
sogghignando- Certo, pieno di fanatici, ma interessante.”
La mia bocca deve essere rimasta aperta
per qualche minuto per lo stupore.
“C-come fai a saperlo?”
Quando Takis mi risponde, capisco che
non ho formulato quella domanda solo nella mia mente “Te l'ho
detto. Ti ho tenuto d'occhio. Sinceramente, credevo che fosse un
posto più protetto, ma meglio così, no?”
Sbatto gli occhi, senza riuscirmi a
riprendere dallo shock.
Takis è entrato al Santuario.
Più volte.
Senza che nessuno se ne sia accorto.
Come diavolo è possibile questo?
Takis deve aver intuito qualcosa a
proposito di quello a cui sto pensando, perciò alza gli
occhi
al cielo sbuffando.
“Andiamo Michelle, non c'è
niente di così sconvolgente!Gli dei hanno maledetto quelli
come me, perciò non riescono più a riconoscere il
nostro spirito...o cosmo, come lo chiamate voi al Santuario.”
“Nessuno può riconoscere il
vostro cosmo?” ripeto interdetta.
Non credevo fosse possibile una cosa
del genere.
Lui scuote la testa “Solo fra di noi
riusciamo a sentirlo. È uno dei vantaggi dell'essere
dannati,
suppongo...”
Il suo tono incerto la dice lunga su
come la pensa realmente.
Può esserci davvero qualcosa di
positivo nell'essere dannati per l'eternità?
Nell'essere al servizio di un'armatura
maledetta fino a quando quella non si stanca di te?
Lascio scorrere il mio sguardo sulla
strada per qualche minuto, poi sbircio il volto di Takis con la coda
dell'occhio.
Improvvisamente, come le tessere di un
puzzle riassemblate per formare una figura, l'intera situazione mi
pare chiara.
Takis, le sue parole, le armature
maledette.
Improvvisamente tutto ha un senso.
Anche se la conclusione a cui arrivo,
non mi piace per niente.
“Ferma la macchina.” gli intimo,
cercando di mantenere il mio tono più calmo possibile.
Lui si gira verso di me, guardandomi
preoccupato, ma fa quello che dico.
“Che c'è?Hai cambiato
idea?Vuoi provare a guidare?” chiede, spegnendo il motore e
puntandomi addosso i suoi splendidi occhi azzurri, che brillano
allegri.
Deve intuire che la sua allegria non è
per niente adatta a questo momento dato che cambia espressione.
Evidentemente la mia faccia corrucciata
gli ha suggerito che il mio umore non è per niente alle
stelle.
“Toglitelo dalla testa!” ringhio,
digrignando anche i denti, prima di uscire dall'abitacolo e sbattere
con rabbia la portiera.
Takis sospira ed esce dalla macchina a
sua volta “Che ti prende, adesso?”
“Io non diventerò mai come te
e Jack, chiaro?- urlo, gesticolando a più non posso- Nessuna
armatura mi ha scelto, quindi togliti dalla testa la tua stupida idea
di invischiarmi in questa storia!”
Mi accorgo che sto tremando, e non
riesco a capire se è per rabbia, frustrazione o cos'altro...
“Michelle...”
La voce di Takis è bassa, quasi
spettrale.
“No.” sussurro, con gli occhi
sbarrati.
“Michelle...” ripete lui, cercando
di sfiorarmi la spalla con la mano.
Con un movimento agile e veloce,
totalmente inaspettato per una come me, mi sposto allontanandomi da
lui di qualche metro.
“No!- ribadisco, cercando di tirare
fuori un po' di voce dalla mia gola secca- Non voglio sapere altro,
non voglio che tu mi dica altro. Voglio che tutto torni come prima e
che tu sparisca dalla mia vita!”
I miei urli isterici si perdono nella
campagna, creando quasi una sorta di eco.
Takis mi lancia uno sguardo rassegnato
ma io giro subito la testa dall'altra parte.
“No, non io.” mormoro a me stessa.
Poi mi giro e inizio a correre più
veloce che posso, in direzione del Santuario.
Stranamente, so che il cavaliere di
Prometheo non farà nulla per ostacolarmi.
Perfetto Michelle!, penso, cercando di
recuperare la calma, In poche ore sei riuscita a sconvolgerti la vita
irrimediabilmente, tagliando fuori due persone in un colpo solo!
Sbuffo sconsolata, mentre sento le
lacrime inondarmi le guance.
Non ci è
voluto molto perchè la tristezza si trasformasse in rabbia.
Sicuro come l'oro,
se ci fosse un avversario adesso, di fronte a me, lo manderei al
tappeto senza problemi.
Beh...credo,
almeno.
L'ira funesta che
sto manifestando ora è stata scatenata dai propositi di
Takis
di farmi diventare parte della sua cricca, ma non posso fare a meno
di indirizzare le mie manie distruttive verso il primo che, questa
sera, ha rovinato il mio umore.
“Prima
di incontrare te non sapevo cosa fosse l'amore” leggo con
voce
tremante, prima di strappare la lettera scritta su carta azzurra
spiegazzata e buttarla, come molte altre prima di lei, nel piccolo
falò che ho creato.
“Bruttissimo
idiota!- ringhio rivolta alla foto di Manuel che mi capita tra le
mani- Scommetto che lo dici anche a lei, eh?”
La guardo per
qualche secondo e poi la strappo con rabbia, digrignando i denti e
cercando di fare quanti più pezzi possibili.
“Accidenti.
Ce la devi proprio avere a morte con lui.”
Questa voce
argentina mi arriva alle orecchie all'improvviso, togliendomi dal mio
mondo di ridicola vendetta e mi fa letteralmente sobbalzare.
Mi ritrovo in pochi
decimi di secondo in piedi, con le mani strette convulsamente intorno
ad un'altra lettera e davanti a me c'è lui.
L'uomo perfetto.
Perlomeno a detta
di Victoria, che lo ha messo in cima alla sua assurda lista di
pretendenti.
Milo di Scorpio mi
guarda con un sopracciglio alzato, probabilmente sorpreso per la mia
reazione o probabilmente per il fatto che me ne sto qui, nel cuore
della notte, a bruciare i ricordi di una storia d'amore finita male.
“Scusa,
ti ho spaventata?” mi domanda dopo qualche secondo di
silenzio e
poi mi sorride, facendomi seriamente domandare a me stessa se
è
umanamente possibile che dei denti possano brillare così
tanto. E' pur sempre notte, e che diavolo!
Io scuoto la testa
come una bambina ma non spiaccico ancora parola.
“Uhm...Stavi
facendo un falò?Ho sentito l'odore di bruciato e sono venuto
a
vedere. Credevo ci fosse un incendio o cose del genere.” mi
spiega.
“Scusami
tanto. Se ti disturba andrò da qualche altra parte a
finire...ehm..di...”
Le mie stupide
giustificazioni se ne vanno all'aria quando lui ride “Di
bruciare
le foto di un bruttissimo idiota?” chiede divertito.
Ma da quanto è
qui? E soprattutto, come diavolo ho fatto a non accorgermene?
“Già,
esatto.” dico, mentre raccolgo a caso le cartacce che ho
lasciato
per terra e le butto con poca grazia nel falò.
“Storia
finita male, eh?” mi chiede sorridendo comprensivo.
A quanto ne so
dalle voci che girano al Santuario, anche lui deve aver lasciato
dietro di sé parecchi cuori infranti.
Scrollo le spalle,
cercando di fare la dura “Che vuoi che sia, in fondo me la
sono
cercata- borbotto- Credo di aver visto troppi film della Disney da
piccola. Tutti quei per sempre felici e contenti mi hanno fatto
credere che fosse davvero possibile.”
Ridacchio con
nervosismo “Che stupida, vero?”
Lui si limita a
sorridere “Non preoccuparti, lo troverai il tuo principe
azzurro.”
dice, facendomi un occhiolino.
A questo punto
qualsiasi ragazza sarebbe svenuta. Io vado in iperventilazione solo
per pochi secondi.
“Mi
dispiace, ma io ho chiuso.” affermo decisa incrociando le
braccia.
Il cavaliere alza un sopracciglio con fare interrogativo.
“Niente
più uomini- spiego- Mai più: voglio diventare una
di
quelle zitelle acide, con decine di gatti e che fanno paura ai
bambini.”
Milo ride, non credo voglia prendermi
sul serio.
“Davvero. Niente storie d'amore-
continuo convinta- Niente più stress per il look che magari
lui potrebbe non gradire, niente più abbuffate di cioccolata
dopo una litigata, niente più ansia da appuntamento. Sai che
pacchia?Totale libertà d'azione!”
Lui annuisce, anche se ha ancora quello
strano sorrisetto in faccia “D'accordo, ti credo. Ma sei
davvero
sicura che è questo quello che vuoi?”
Se c'è una cosa che non sopporto
è che la gente non mi prenda sul serio. Stringo gli occhi e
gonfio il petto, cercando di trattenermi dato che, tecnicamente,
è
un mio superiore.
“Ok: so che può sembrare un
comportamento infantile, ma questo è quanto- sbotto
incrociando le braccia- Hai idea di cosa ho provato quando ho visto
il ragazzo che amo senza riserve da sei, e dico SEI, anni sussurrare
parole dolci e baciare un'altra?”
Milo si stringe nelle spalle “Veramente
io...”
Non gli lascio il tempo di continuare
“Se non posso fidarmi della persona che dice di amarmi, di
chi devo
fidarmi, eh?Rispondimi perchè io...io non lo so
più.”
Perfetto.
Mi mancava lo sclero davanti a un gold:
per smorzare questa vergogna dovrei scavare un buco fino in Cina
oppure lanciarmi in mare?
Lui mi guarda imbarazzato: scommetto
che non ha la minima idea di cosa fare.
Che io abbia trovato il punto debole
dei gold? Metteteli di fronte a una bella crisi di pianto e il
settimo senso avrà l'utilità di un soprammobile.
Senza spiccicare parola, ed evitando di
guardarmi in faccia (o in maschera, che dir si voglia) estrae dalla
tasca dei pantaloni una specie di lenzuolone blu che mi porge
imbarazzato.
Probabilmente è un fazzoletto,
penso, accettandolo di buon grado.
Io mi volto e sposto la maschera per
poter utilizzare il suddetto.
“Senti, so che questo non ti consola
affatto, ma almeno hai scoperto quell'idiota e non vivi più
una menzogna, voglio dire...”
Milo è davvero gentile a tentare
di consolarmi, ma io lo interrompo soffiando il naso.
In realtà la cosa sembra più
uno strombazzamento in pompa magna, molto stile Paperino raffreddato.
Quando mi rigiro, mentre mi infilo in
tasca il suo fazzoletto, lui ha un'espressione lievemente scioccata.
Respiro forte cercando di ignorare le
lacrime che mi pungono ai lati degli occhi. Non voglio piangere
ancora, direi che in una sola giornata ho già perso
abbastanza
dignità!
E poi, se continuo così, rischio
di finire disidratata e a corto di sali minerali!
“Scusami. - dico, decisamente
ricomposta- Di solito non sono così psicolabile,
è solo
che oggi è una giornata no. Allenamento e tradimento in una
volta sola non riesco a sopportarli.”
“Allenamento?Sei una dei candidati
alle armature d'argento?” domanda incuriosito.
Promemoria: mai, ripeto MAI, parlare ad
un saint di allenamenti.
“Più o meno.” borbotto per
nulla entusiasta della cosa.
Milo alza un sopracciglio incuriosito
dalla mia risposta e allora mi sento in dovere di dare ulteriori
spiegazioni.
“Shaina mi ha inscritto contro la mia
volontà. A dirla tutta mi sta allenando contro la mia
volontà,
dato che so perfettamente che l'unica cosa che otterrò da
questo torneo sarà un soggiorno gratuito in infermeria per
almeno un mese!”
Lui si passa una mano sotto il mento e
sfoggia un sorriso sghembo.
Immagino che abbia il porto d'armi per
una cosa del genere, perchè non credo proprio che sia legale!
“Shaina, hai detto?- ride divertito-
Ora capisco perchè sei così stressata.”
Io scuoto la testa ridendo nervosa a
mia volta “Non credo: io non sono stressata a colpa di
Shaina, per
quanto possa essere ossessiva e severa e dittatoriale.- spiego
pazientemente- Io sono stressata perchè tra meno di sette
giorni mi ritroverò ad essere carne da macello e se
sopravviverò fisicamente, non so quanto riuscirò
a
sopportare l'ennesima umiliazione pubblica per un altro
fallimento!”
Milo sospira, riuscendo a scostare con
lo spostamento d'aria il ciuffo ribelle che gli cade sugli occhi
“Tsk, è la tipica preoccupazione pre-torneo-
spiega
saccente Niente che chiunque altro non abbia già
superato.”
Cioè, lui sta davvero pensando
che questa sia una crisi di umiltà e che io mi senta
inferiore
agli altri anche se in realtà ho le capacità per
fare
questa cosa?
Ma è matto?
Fatico a fare delle cose elementari
come camminare e respirare nello stesso momento, figuriamoci se sarei
capace di affrontare un avversario che di sicuro ne sa più
di
me in combattimento.
“Non sono esattamente come qualsiasi
altra persona qui.- cerco di fargli capire le mie ragioni- Io non so
combattere, per quale altro motivo, se no, alla mia età non
avrei ancora un'armatura?”
Lui fa un gesto vago con la mano
“Questa è semplice sfiducia in te stessa, niente a
che
vedere con le tue capacità!”
Pronto?!
Ma mi sente quando parlo o cosa?
“Immagino tu abbia visto le mie
capacità all'opera- cerco di ricordargli- e non credo che
l'abilità nel mandare in crisi isterica Tatsumi mi sia utile
sul campo. Davvero, perchè tutti voi non aspirate ad altro
che
nel vedermi ridotta in poltiglia?”
Milo alza gli occhi al cielo.
Probabilmente sta pensando a me che
tento di stare in equilibrio (tentativo fallito, per altro) mentre
scendo di corsa le scalinate dei dodici tempi, oppure a come sono
stata in grado di distruggere lo studio di villa Kido...
“Ok, capisco perfettamente i tuoi
dubbi- ammette alla fine agitando le mani- Ma la realtà
è
che io e te siamo più simili di quanto tu pensi.”
Io alzo un sopracciglio perplessa
“Davvero?Anche tu collezioni tessere telefoniche
usate?”
Milo mi omaggia di uno dei suoi sorrisi
da ginocchia tremolanti “No, sciocca. Siamo persone, semplici
esseri umani nonostante tutto: due occhi, due mani, due gambe...Cosa
ti fa credere di non poter essere in grado di combattere come
me?”
“Le caratteristiche che hai elencato
le aveva anche Gandhi, padre della non violenza.” specifico,
incrociando le braccia.
Vediamo cosa mi dici adesso, megafusto!
“Ecco un'altra persona che,
nonostante fosse fisicamente debole, ha lottato per ciò in
cui
credeva.”
Il saint ride compiaciuto per la
propria trovata.
Dannatissimo.
E ora che gli rispondo?
“Ok, mettiamo che hai ragione tu-
inizio, cercando di ignorare il sorriso da vincente che gli
è
comparso sulle labbra- Sai cos'è una cosa a cui credo
veramente e per cui lotterei con tutte le mie forze?”
Lui scuote la testa, facendo ondeggiare
i suoi capelli ribelli.
“La mia carriera di respiratrice su
questa terra!- affermo convinta- Sono più di vent'anni che
la
pratico ed ho sempre evitato con cura qualsiasi cosa che potesse
farmela terminare prima del tempo.”
Milo sospira rassegnato.
Getta la spugna, amico: hai davanti a
te la campionessa mondiale in cavilli e sgusciamenti dell'ultimo
minuto!
“Facciamo così. Per stasera
vinci tu, ma ricorda che hai vinto solo una battaglia!”
Il cavaliere d'oro ammicca nella mia
direzione in segno di saluto per poi girare i tacchi e andarsene.
Rimango per qualche secondo perplessa:
che diavolo voleva dire?
Devo iniziare a cercare un nascondiglio
molto segreto, vero?
Questo capitolo
è...uhm...decisamente strano!
Diciamo che la parte centrale è totalmente diversa rispetto
al ritmo gioviale a cui vi avevo abituato...
E finalmente gli scopi di Takis sono venuti fuori, anche se Michelle
non pare abbia gradito molto...
Povera MiKi! L'ho trattata peggio del solito!!
Grazie mille per le letture, i commenti e per aver messo la storia fra
i preferiti!!
Al prossimo capitolo, allora, con le nuove mirabolanti avventure di
Michelle...e finalmente con il tanto atteso torneo!!
SnowFox:
Sia mai che la mia storia porti via la sanità mentale a
qualucno!eh eh eh...con questo capitolo come va?Meglio?Direi che un
pò di cosette sono trapelate, però non so se sono
abbastanza per la tua curiosità!Al prossimo capitolo!
Gufo_Tave:
ebbene sì, finalmente sta uscendo qualcosa della trama,
anche se nel futuro di Miki ce ne sono ancora di sorprese...Fra
l'altro, è felice di non essere l'unica a parlare da sola
davanti al PC!
bellatrix18:
Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!Sulle armature maledette se
ne scoprira di più col tempo direi, e anche di Takis!Di
certo non si farà scoraggiare dalla minaccia di Michelle,
non credo sia intenzionato a sparire dalla circolazione per molto
tempo! Bye, alla prossima!
Megarah_witch:
Grazie mille per l'apprezzamento!Al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 10 *** And the winner is... ***
And the winner is...
Brutta giornata,
oggi, per voi:
meglio se ve ne rimanete a letto.
Faticherete a mantenere le amicizie
e i rapporti sociali, avrete difficoltà a trovare e a
mantenere i vostri spazi, tanto che vi sentirete assediati da tutti.
Occhio alla salute, che oggi subirà
un particolare tracollo.
Evitate di causare ulteriori danni
sul lavoro e in famiglia.
Attenzione alle nuove conoscenze,
porteranno nella vostra vita già troppo complicata ulteriori
nuvoloni temporaleschi.
Scuoto la testa
rassegnata, ripensando all'oroscopo di stamattina.
Ovviamente non è
un oroscopo ufficiale (dato che non ho idea del giorno e del mese in
cui sono nata) ma è un pittoresco mix di tutti gli aspetti
negativi di ciascun segno zodiacale.
Considerando la mia
sfortuna nera, poi, non riesco a non pensare che questi collage,
creativamente inventati da me stessa, di eventi predetti da sadici
astrologi si realizzino.
Mi lascio scappare
un sospiro rassegnato, mentre nella stanza si diffonde il ruggito
prepotente dell'aspirapolvere.
Stanotte non ho
dormito nemmeno un secondo, ed ora mi sento totalmente atrofizzata.
Neanche i mestieri
casalinghi riescono a distrarmi, soprattutto se penso al fatto che
stamattina Victoria (particolarmente ispirata da un articolo trovato
in unarivista di bassa lega) mi ha letto i tarocchi e per cinque
volte di seguito è uscita la morte.
La morte!
E chissenefrega se
ha tentato di tranquillizzarmi dicendomi che “tanto questa
carta
vuol dire che c'è un grande cambiamento!Magari vinci
l'armatura!”
Non posso crederci
che oltre a tutte le mie sfighe reali ci si aggiungano anche quelle
virtuali e mistiche!
Soprattutto se
penso che magari un grande cambiamento potrebbe essere portato da un
eventuale attuazione dei piani di Takis.
Qualsiasi essi
siano.
Una risata
argentina interrompe bruscamente le mie riflessioni.
Mi giro con lentezza.
Potrei giurare di riuscire a sentire le
mie ossa che scricchiolano nel tentativo di farlo senza abbandonare
la posizione.
Milo di Scorpio è appoggiato
allo stipite della porta di casa e sghignazza come se stesse
assistendo al numero di un clown.
Mi ci vogliono parecchi secondi (o
forse minuti?) per riprendermi dallo shock!
Con una velocità che di solito
non mi è propria, abbasso l'aspirapolvere che tenevo
sollevato
sopra la testa.
“C-che c'è?- balbetto- Cosa
sei venuto a fare?”
Lui glissa abilmente la domanda “Stavi
passando l'aspirapolvere sul soffitto?” domanda, senza
smettere di
ridere.
Io incrocio le braccia imbarazzata “La
polvere è ovunque...” tento di giustificarmi.
Milo mi lancia uno sguardo estremamente
divertito “C'è qualcosa di malefico in te, lo
sai?”
Io sbuffo sonoramente scostandomi una
ciocca castana da davanti agli occhi “C'è un
motivo per cui
sei qui, a parte prendermi in giro?”
Il gold mi prende per un braccio e mi
trascina (Ok, forse non è vero che sto opponendo
resistenza...) fuori casa.
“Abbiamo una guerra da combattere, io
e te, ricordi?” sorride divertito.
Io mi lascio sfuggire un sospiro “Ah,
sei un idealista, vero?La tua idea di poter cambiare il mondo
partendo da me è da accantonare, te lo dico!”
“Non contarci troppo.” ribatte,
sfoderando uno di quei sorrisi da ginocchia di gelatina a cui io, ho
appena scoperto, sono immune.
Con un movimento degno di un anguilla
riesco a liberarmi dalla debole stretta intorno al mio braccio
“Sto
aspettando Shaina.” gli comunico tronfia.
Ho un oroscopo negativo da rispettare,
io!
Mica posso permettergli di convincermi
che A) il genere maschile non è così pessimo, e
B) io
non sono così pessima.
Ho dei programmi e intendo rispettarli,
ecco.
“Shaina non verrà.” mi
spiega, fermandosi davanti a me e mettendosi le mani sui fianchi.
“Shaina non verrà?” ripeto
interdetta.
Forse finalmente ha capito che sono una
frana su tutti i fronti e che quindi farebbe una pessima figura a
presentarmi al torneo.
Forse ha deciso che non devo nemmeno
andarci al torneo.
Forse ha iniziato anche lei ad
interessarsi alla mia incolumità fisica!
Forse...
Milo mi sorride di nuovo “Oggi ti
alleno io!”
Questa frase mi manda nello sconforto
più totale.
“Cosa?” domando con voce debole,
mentre sento le ginocchia cedermi e scivolo pian piano per terra.
La cosa non lo scalfisce più di
tanto “Ho intenzione di riportare a dei livelli standard la
fiducia
in te stessa!” spiega felice.
“Ma m-m-a ma...”
Non so nemmeno che cosa controbattere.
“Niente ma!Ho deciso che ti aiuterò
e ti aiuterò!”
Questo programma sembra elettrizzarlo
parecchio, tanto che nel suo sguardo c'è una luce sinistra...
Mi sto seriamente preoccupando di
quello che potrebbe capitarmi.
“Non voglio essere quella che deve
essere presa sotto l'ala protettiva di un gold!” piagnucolo,
nascondendo la testa fra le ginocchia.
Non oso immaginare l'imbarazzo quando
non riuscirò a ottenere l'armatura nonostante gli sforzi di
un
gold.
Sarebbe terribile.
Imbarazzante.
Dovrei scappare dal Santuario e
nascondermi per sempre!
Morirò di vergogna!!
“Michelle!Ma mi stai ascoltando?”
sbotta dopo un po' Milo.
Ah, allora quel ronzio non era un
avvertimento del mio corpo per dirmi che stavo per svenire, ma lui
che parlava!
“No- rispondo sinceramente- Sto
pensando se un semplice congedo per malattia possa andare bene per
scampare da questa tortura...”
Gli occhi blu del ragazzo mi fissano
intensamente prima che lui scoppi a ridere in modo sguaiato.
“Al aveva proprio ragione: sei uno
spasso!” riesce a dire fra una risata e l'altra.
Oh, perfetto.
Sono una specie di giullare di corte
adesso. In pratica ho sostituito Pierino e il signor Rossi e sono
diventata la principale protagonista delle barzellette che girano qua
al Santuario.
Certo, con la sola eccezione che le
barzellette che mi riguardano sono vere per il novanta per cento.
Mi lascio scappare un singhiozzo mentre
le mie spalle si piegano inesorabilmente all'ingiù, seguendo
la linea del mio umore.
Milo sospira, credo che ormai sia
spazientito dal mio comportamento. Magari se vado avanti
così
per un altro po', mi lascerà finalmente in pace!
“Se non ti alzi immediatamente e non
ti decidi a comportarti come una persona matura sarò
costretto
a convincerti con la forza!” sbotta dopo qualche altro
secondo di
silenzio, mentre incrocia le braccia muscolose al petto e sfoggia una
specie di broncio infantile.
Ancora pochi giorni così, mi
dico mentalmente, e poi tutto tornerà come prima.
Porta pazienza!
“D'accordo!Allora sarà il caso
di andarcene da qui.” capitolo alla fine,alzandomi e
guardandomi
intorno con sguardo furtivo.
Milo ammicca divertito, cambiando
improvvisamente umore.
Ma non era Saga quello schizofrenico?!
“Hai paura che le mie innumerevoli
fans ti perseguitino se ti scoprono con me in atteggiamenti
compromettenti?”
Al diavolo gli uomini e il loro ego
gigantesco.
“Fa piacere sapere che nonostante tu
sia un gold sei rimasto umile!- commento sarcastica- Comunque l'unico
che dovrebbe preoccuparsi sei tu.”
“Sono un gold, niente mi spaventa!”
ride incrociando le braccia e mettendosi in una ridicola posizione
plastica.
“Non conosci la mia coinquilina.”
dico piatta, pensando a una possibile reazione di Victoria alla vista
del numero uno della sua lista.
“Andiamo Michelle, non fare quella
faccia, mica è morto nessuno!”
“Per adesso.” borbotto contrariata,
cercando di smorzare l'entusiasmo fuori luogo del cavaliere.
Credo di avere qualcosa che non va.
Insomma: qua al Santuario tutti
sembrano avere una smania di combattere che io non condivido per
niente.
Probabilmente c'è qualcosa nel
mio DNA che non va, che so, ho il gene della combattività
atrofizzato...
Gonfio le guance in una smorfia
indispettita, nonostante so benissimo che Milo non potrà
vedere la mia espressione.
“Suvvia, lo sai che lo faccio per il
tuo bene.” ride, dandomi una pacca sulla spalla.
Io faccio tre passi in avanti per la
spinta che mi ha dato.
“Certo certo. Perchè questa
frase non mi è nuova?” sibilo di nuovo,
incrociando le
braccia e girandomi per guardandolo di sottecchi.
Cioè...
Vorrei guardarlo di sottecchi, ma lui è
sparito.
Giro la testa a destra e sinistra ma il
risultato non cambia.
Milo non c'è, si è
volatilizzato.
Un sibilo acuto e spaventoso mi fa
alzare la testa e senza neanche pensarci mi sposto con un balzo,
cadendo rovinosamente a terra qualche metro più in
là.
Nel punto esatto dove stavo io, ora c'è
Milo, che ride deliziato dall'interno di un cratere polveroso.
“Sei più veloce di quanto mi
aspettassi, Miki.”
Non riesco a rispondere.
Mi limito ad aprire e chiudere la bocca
come un pesce particolarmente stupido.
Cioè: lui sospettava che io
fossi più lenta, perciò mi si è
lanciato addosso
a quella velocità?!?!
Ma che diavolo di ragionamento è?
Perchè i gold sono tutti matti
come cavalli?
Rivoglio Shaina!!!
“T-tu s-sei pazzo...” riesco a
balbettare dopo un po' puntandogli un dito contro.
Milo sgrana i suoi occhi blu, perplesso
“Perchè?”
Perchè!E me lo domanda pure!
“E' un miracolo che tu non mi debba
raccogliere con un cucchiaino!!Ma che diavolo ti è saltato
in
mente?”
Il cavaliere agita una mano con
noncuranza “Andiamo, non è successo niente.- tenta
di
tranquillizzarmi, credo che abbia notato il tremore nervoso che mi
scuote-Almeno adesso so quello di cui sei capace.”
Io aggrotto la fronte. Sento che sta
per accadere qualcosa di spiacevole.
“Cosa vuoi dire con questo?”
Con un'altra risatina delle sue, Milo
scompare di nuovo, probabilmente muovendosi alla velocità
della luce.
“Oh, cazzo.” mi lascio sfuggire,
guardandomi intorno di nuovo.
Come prima, un sibilo mi avverte della
sua presenza e senza nemmeno pensarci mi muovo di conseguenza,
schivandolo.
Sibilo a destra, io salto a sinistra.
Sibilo di fronte a me, faccio una
capriola all'indietro.
Non è poi così male,
constato dopo un po'.
Insomma, non me la sto cavando affatto
male, no?
Lo sto schivando, e questo mi fa ben
sperare per il torneo: magari riuscirò ad evitare i colpi
del
mio avversario!
Sorrido soddisfatta di me, quando uno
strano cosmo mi distrae.
Non è un cosmo, in verità.
A quelli sono abituata.
È come se uno dei cosmi più
potenti fosse avvolto in qualche strato di carta per imballaggi.
Attutito.
Inconsciamente, volto la testa alla
ricerca della fonte da cui scaturisce.
“Michelle!”
La voce di Milo mi fa riconcentrare di
nuovo su di lui, che mi sta letteralmente per ruzzolare addosso.
Mi lascio scappare un gridolino, mentre
lo vedo fermarsi all'improvviso poco prima dell'impatto.
Peccato che io non riesco a fare
altrettanto e cado all'indietro.
Sbadam!
É più o meno questo il
rumore che faccio quando mi schianto contro una delle colonne.
Milo batte il piede per terra, come un
bambino indispettito dal fatto che il suo giocattolino si è
rotto.
“Oh, andiamo!Stavi andando così
bene” si lamenta.
“Non è colpa mia se io non
riesco a muovermi alla velocità della luce...e poi la forza
di
gravità mi è nemica!” ringhio in
risposta.
Forse dovrei lamentarmi di più,
dato che la testa pulsa come se dentro al mio cranio ci fosse un
martello pneumatico.
“Oh, accidenti.” sospira Milo
avvicinandosi a me, mentre io cerco di alzarmi.
Stranamente mi sento incredibilmente
debole, come se non mangiassi da una settimana.
Sarà per questo che ho questo
ronzio nelle orecchie.
All'improvviso le mani forti del
cavaliere mi inchiodano di nuovo al suolo.
“Che diavolo stai facendo?” sbotto
contrariata.
Mi stavo alzando, e che diamine!
“Non muoverti, stai perdendo un sacco
di sangue.” mormora preoccupato.
Io aggrotto le sopracciglia confusa: ma
è impazzito?
Non sento alcuna ferita come faccio a
perdere sangue?Al massimo ho perso un sacco di energie, quello
sì!
Dei, credo che al momento mi mangerei qualsiasi cosa, purchè
ipercalorica e sostanziosa!
Il saint mi solleva da terra con
delicatezza e inizia a camminare senza cambiare quell'espressione
seria che gli rabbuia il bel viso.
Per Atena, ma è sangue quello
sulle sue mani?
“Sei ferito?” gli domando in un
sussurro, per quanto la cosa mi sembri altamente improbabile e
oltremodo assurda.
Lui fa roteare gli occhi, esasperato,
prima di guardarmi come se fossi pazza “Tu sei ferita,
Michelle.”
Stavolta tocca a me a guardarlo come se
fosse pazzo “Ok, scherzo riuscito Milo. Ora se cortesemente
puoi
mettermi giù e continuare l'allenamento...”
“Perfetto. Ora vaneggia anche...”
borbotta, più rivolto verso a se stesso che a me.
Ok.
E' ufficiale: non ci sto capendo un
accidenti!
Perchè i saint di Atena devono
essere così strani?Perchè non si comportano come
delle
persone normali?
Sospiro rassegnata e in men che non si
dica mi ritrovo nella stanza dell'infermeria che mi è
così
familiare.
Ricordo ancora quando mi allenavo
davvero, da ragazzina, insieme agli altri: venivo qua un giorno
sì
e l'altro pure...ero una totale frana!E su questo non sono cambiata
per niente.
“Ciao Soter.” saluto con un largo
sorriso il dottore, che posso decisamente chiamare un amico dopo
tutto il tempo che abbiamo passato insieme.
Lui mi sorrise di rimando “Michelle.
Era un po' che mancavi.”
Io ridacchio divertita ma Milo
interrompe questo momento spensierato tossicchiando nervoso.
“Dottore?- chiama infastidito-
Potrebbe controllarle la testa?”
Io alzo gli occhi al cielo, mentre
Soter inizia a tastarmi il cranio che finalmente ha smesso di
pulsare.
Faccio dondolare con noncuranza le
gambe sul lettino, mentre il saint osserva il medico cercando di
carpirne qualche informazione semplicemente guardandolo.
Come se potesse riuscirci!
Conosco Sator da quando sono arrivata
qui e, nonostante sembri più un orso brontolone piuttosto
che
un ridente medico di provincia, è la persona più
sfaccettata che abbia mai conosciuto.
Sfaccettata e imprevedibile.
“Interessante...” mormora a fine
indagine e sedendosi su una sedia poco distante da me.
“Beh?Cos'ha?E' grave?” domanda a
mitraglia Milo.
O miei dei!E' peggio di una madre
apprensiva!E' questo il vero carattere del latin lover del Santuario?
“Affatto. Sana come un pesce.- a
queste parole non posso fare a meno di sorridere soddisfatta- Mi
domando da dove venga tutto quel sangue, considerando che sulla sua
testa non c'è niente.”
Il saint spalanca la bocca incredulo.
Poi la richiude.
E poi la riapre, cercando di cavarsi
fuori qualche parola.
“Questo è...è
impossibile!- articola non senza qualche sforzo- Io l'ho
visto!Perdeva sangue a fiotti!Era feri...”
“Milo di Scorpio come hai osato fare
questo alla mia allieva!” il ringhio quasi gutturale invade
la
stanza ancora prima che Shaina faccia il suo ingresso.
Nel vederla non posso fare a meno di
sobbalzare spaventata.
È infuriata come mai l'avevo
vista (forse come quando Seiya aveva soffiato l'armatura al suo
ex-allievo!).
I capelli in aria volano impazziti,
probabilmente a causa dell'elettricità che scaturisce dal
suo
corpo, e il suo cosmo vibra in modo sinistro.
“Ciao Shaina!” la saluto fingendo
un tono spensierato.
Lei neanche si degna di rispondermi e
si rivolge al gold “Ti avevo dato il permesso di allenarla
non di
attentare alla sua vita.”
Io scuoto la testa: ma non è
quello che fa lei ogni giorno?
“Non mi sono fatta niente- cerco di
rassicurarla- Sono solo caduta e...”
“Zitta!” mi urla contro quella
furia.
“Ed è proprio quello che stavo
facendo, la stavo allenando: incidenti del genere capitano.”
cerca
di rabbonirla Milo, ma il tono della sua voce è incerto.
Io annuisco convinta “Sono
perfettamente sana e...”
“Zitta.” ribadisce il saint mentre
tenta di tenere a bada Shaina che pare quasi voglia attaccarlo.
Odio queste situazioni...soprattutto se
mi ci trovo in mezzo.
“Voglio un'ordinanza restrittiva-
continua la ragazza con voce stridula- Non devi avvicinarti a lei
fino al giorno del torneo!”
Milo fa roteare gli occhi esasperato
“Andiamo, Shaina, non puoi dire sul serio...”
Il silenzio che ottiene in risposta è
meglio di qualsiasi conferma.
“Meno male che sei passata.- mi
mormora all'orecchio Soter- Di solito qua c'è un
mortorio!”
Io mi volto a guardarlo scioccata. E
poi: da dove diavolo l'ha tirato fuori quel pacchetto di patatine?
Guarda la scena davanti a sé
ruminando, come uno spettatore al cinema.
“Intendo continuare ad allenarla- sta
dicendo Milo, quando sposto di nuovo l'attenzione sui due saint-
Shaina, davvero: quella ragazza è estremamente
agile!”
Non so se mi colpiscono di più
le sue parole o il tono stupito con cui le pronuncia.
Io?Agile?!
“Te l'ho già detto, cavaliere:
alla larga dalla mia allieva.” sibila la sacerdotessa
stringendo i
pugni.
“Ehm...se posso dire la mia
opinione...”tento di nuovo, per cercare di mettere fine a
questa
stupida discussione.
“Zitta!” sbottano entrambi
voltandosi verso di me.
Ora capisco il significato
dell'espressione: sguardo che uccide.
Mi faccio piccola piccola, sul lettino
dell'infermeria, e abbasso lo sguardo verso i piedi come una bambina
in castigo.
“Zitti voi, invece!” la voce di
Sator fa sobbalzare i due contendenti, che probabilmente si erano
dimenticati della sua presenza.
Il dottore mi addita con gesto
noncurante “Lasciate che sia la diretta interessata a
decidere.”
Io lo guardo allibita “Eh?!”
I suoi occhi scuri sorridono in mia
direzione “Avanti Michelle: chi vuoi che ti alleni per il
torneo?”
Tre paia d'occhi mi guardano
impazienti.
Prendere una decisione.
La fa facile, lui!
Mica ha davanti la donna più
vendicativa del Santuario e un gold!
Già mi immagino la faccia di
Milo se non lo scelgo...Non credo di poter sopportare la delusione
nei suoi occhi blu.
Senza contare che se le sue ammiratrici
scopriranno che sono io la causa di ciò, non indugerebbero
un
solo istante per farmi la pelle.
Brrr...rabbrividisco al solo pensiero.
E Shaina. Siamo amiche fin da piccole e
so perfettamente quanto ci tenga.
“Allora?” incalza Soter.
Mi lascio scappare un sospiro “Suppongo
che possiate allenarmi entrambi, dividendovi fra mattina e
pomeriggio.” rispondo alla fine.
Allora te le cerchi!, mi informa la mia
coscienza.
Io scuoto la testa, cercando di
ignorare il fatto che ha perfettamente ragione.
“Perfetto. Io mi prendo la mattina.”
ringhia Shaina.
“Bene.” sbotta Milo fra i denti
prima di andarsene con passo pesante.
“Bene.” ribatte la ragazza prima di
seguire il gold, probabilmente per continuare questa discussione in
altra sede.
Mi alzo in piedi, sospirando di nuovo
“Bene” ripeto rassegnata.
Sator mi sorride incoraggiante
“Tranquilla Michelle, scommetto che questa è la
volta
buona!Verrò a vedere come ti sta l'armatura del
Centauro.”
Annuisco poco convinta, facendo un
cenno della mano per salutarlo.
Traballo sulle mie gambe mentre esco
dall'infermeria ma riesco tuttavia a cavarmela.
Stare in piedi non è così
difficile come mi sembrava.
Anche con questo mal di testa pazzesco
e lo stomaco leggero come un palloncino.
Credo che dovrei farcela ad arrivare a
casa senza causare incidenti indesiderati.
Ci mancava poi solo la litigata fra
quei due pazzi: davvero, non riesco a capire che cosa possa esserci
di così esaltante nell'allenare una come me!
Ok, Milo ha detto che sono
eccezionalmente veloce, ma cosa cambia?
Sono sempre io, Michelle, la signorina
nessuno!
Entro in casa con un grugnito e mi
lascio cadere a pancia in giù sul divano.
La mia faccia sprofonda in pochi
secondi nel soffice cuscino di Winnie the Pooh.
“Miki sei tornat...Tutto bene?” il
tono della voce di Kim è un po' preoccupato.
Posso immaginare la sua espressione
perplessa mentre mi guarda con le braccia incrociate.
“No.- rispondo senza alzare la testa-
Voglio morire.”
Il divano si inclina verso destra e
sento che la mia amica si è seduta al mio fianco.
“Che cos'è successo?” mi
domanda in un sussurro, accarezzandomi piano i capelli.
Io sbuffo, picchiando per due volte la
testa contro il cuscino “Urgh...Milo...allenamento...trauma
cranico...Shaina...” farfuglio, senza nemmeno tentare di
spiegare
quello che è successo davvero questa mattina.
“Trauma cranico?- ripete
preoccupata-Sei andata in infermeria a farti visitare?”
“Sto bene!Il dottore ha detto che non
ha mai visto niente del genere...” mormoro, cercando di non
pensarci troppo.
La mano di Kim si ferma sulla mia testa
“E Milo e Shaina che c'entrano?”
Sbuffo di nuovo, con più
sentimento stavolta “Tutti e due vogliono essere quelli che
faranno
di me un saint. Si dividono gli allenamenti fino al giorno del
torneo.”
“Perchè nessuno ti lascia in
pace?” sibila infastidita.
Io faccio spallucce.
“Benvenuta nel mio mondo!” borbotto
sospirando.
“Perchè?- frigno afferrando il
polso di Victoria per catturare la sua attenzione- Perchè mi
fai questo?”
La bionda alza gli occhi al cielo e
sbuffa, prima di liberarsi della mia stretta con uno strattone.
“Stammi lontana, Michelle!Non vedi
che mi sto preparando?Cosa, fra l'altro, che dovresti fare anche
tu!”
Al solo sentire queste parole faccio un
verso strozzato, quasi un guaito sofferente.
Mi porto le mani alla testa e continuo
con la mia scena madre “Dovreste essere mie amiche!”
“Kiiiiiiiiiiiiiiiiim!Perchè?!?!”
piagnucolo di nuovo, stavolta rivolgendomi alla ragazza bruna che mi
guarda scuotendo la testa.
Kim alza un sopracciglio “Perchè
non ne possiamo più di vederti così depressa,
perchè
hai bisogno di una serata di svago prima di domani, perchè
uscire con un ragazzo non ti farà di certo male e,
soprattutto, perchè lo dico io!”
Mi lascio cadere a peso morto sul bordo
del mio letto.
Non posso credere che mi abbiano fatto
questo.
Sono le mie migliori amiche, dopotutto!
Solo perchè è una
settimana che mi comporto come uno zombie (scorpacciate di cervelli a
parte) mica vuol dire che sono depressa!
Ormai non penso neppure più al
fatto che la mia vita fa così schifo!
Comunque come punizione per il mio
recente comportamento un appuntamento doppio e al buio mi pare
eccessivo!
“Perchè non posso crogiolarmi
nel mio pessimismo fino a domani?- frigno sbattendo le ciglia per
intenerire le due arpie- Tanto domani a quest'ora sarò in
infermeria imbottita di morfina!Domani a quest'ora mi vedrete felice
e sorridente!”
“Michelle...” sospirano all'unisono
le due infami.
Io faccio un gesto secco con la mano
“Non ci posso fare niente: se voi foste al mio posto sareste
del
mio stesso umore nero!” sbotto.
“Sai cosa mi piace pensare quando
sono giù?” mi domanda a bruciapelo Victoria,
mentre tenta di
farmi vedere come si può camminare su dei tacchi 12 senza
fratturarsi le caviglie.
“Non ne sono sicura.” mormoro
contrariata mentre cerco di far scendere lungo i miei fianchi questa
trappola infernale in cui Kim mi ha costretta ad entrare.
Io la gonna non la metto!
No no no no no no no no no no e NO!
La sto provando solo perchè
altrimenti mi fa diventare la testa quadrata!
“Invece sì!- sbotta irritata,
prima di tornare ad una voce dolce- Quello a cui mi piace pensare, e
che mi mette di buonumore sempre, è di essere in una specie
di
favola.”
Fa una piroetta su se stessa e sbatte
le lunghe sopracciglia piegate all'insù.
“In una favola?” ripeto, con forti
dubbi sulla sua sanità mentale.
Victoria annuisce “Pensaci bene: io
sono una specie di principessa alla ricerca del suo vero
amore...”
Io la guardo interdetta mentre Kim mi
sussurra all'orecchio “Una principessa che può
mandare
all'altro mondo qualcuno usando solo un dito del piede!”
“...Kim è una specie di fata
madrina, sempre dolce e pronta a consolare...-continua convinta- e
questa stupida maschera che impedisce al mio Vero Amore di guardare
il mio splendido viso è la strega cattiva.”
Nella mia stanza cala un silenzio di
tomba. Di certo non ero pronta a sentire un vaneggiamento del genere.
“Scusa, e io chi sarei?” domando
dopo un po', notando che non mi ha menzionata.
Vic agita la manina affusolata con fare
noncurante “Tutte le eroine hanno un animaletto petulante e
pasticcione.”
Un altro silenzio cade nella sala,
interrotto solamente dalle risate di Kim che, a mio avviso, sono
decisamente fuori luogo.
“M-mi stai paragonando ai ratti di
Cenerentola o ai piccioni di Biancaneve?” domando con voce
irritata.
La bionda si allontana con passi lenti
all'indietro “Anche ai nani di Biancaneve, se ti
può far
star meglio...”
“Io. Ti. Ammazzo.” sillabo
iniziando a rincorrerla per tutta la casa.
Diciamo che a salvarla è solo il
suono del campanello, ecco.
Intimandomi di comportarmi da persona
sana di mente, Victoria si avvia ad aprire la porta.
Certo, non prima di aver controllato
per l'ennesima volta allo specchio il suo aspetto.
Io non ho parole: se io avessi il suo
fisico non mi farei problemi. Suppongo che non se ne faccia molti
anche lei, dato che ha deciso di indossare un mini-vestito
decisamente provocante.
Figuriamoci, io arrossirei anche solo a
dover pensare di indossare una cosa del genere.
“Avanti entrate, non siate timidi!”
esordisce Vic con voce civettuola.
Dei, se non avessi addosso la maschera,
il dolce cavaliere di lucertola saprebbe cosa significa venire
fulminati con lo sguardo!
Jabu dell'Unicorno e Ban del Leone
Minore entrano rumorosamente (e con le scarpe coperte di polvere!)
nel nostro salotto.
Come le è venuto in mente di
organizzare un appuntamento con questi due???
Mi volto verso Kim, cercando il
permesso di scuoiare seduta stante la nostra bionda coinquilina, ma
quella infame si è già ritirata in camera sua.
E ha anche chiuso la porta a doppia
mandata!
Vatti a fidare degli amici...
“E così tu saresti la famosa
Michelle.”
Accidenti, questo Ban è davvero
un maestro nel mettere in evidenza l'ovvio.
“No, sono una controfigura.- sorrido
sarcastica- Lei è così famosa che non ha affatto
tempo
per...”
Una gomitata particolarmente violenta
mi obbliga a fermarmi.
“Sì. Sono io.” butto fuori
in un soffio.
Quella stupida zucca vuota mi ha quasi
spappolato la milza!
Mi siedo tremante sulla poltrona,
invitando i due indesiderati ospiti a fare lo stesso.
Jabu mi rivolge un sorriso che,
presumo, dovrebbe essere fatale “Ho sentito del tuo
siparietto con
Shaka di Virgo.” ride divertito.
Io, al solo sentire Quel Nome, mi
irrigidisco e inizio a stringere i braccioli con insolita violenza.
Victoria, essendo (grazie al cielo) una
primadonna, non sopporta tutta questa attenzione rivolta a me, quindi
si alza e, mettendo languidamente la mano sulla spalla del nanetto
(ok, è più alto di me di una decina di
centimetri, ma
quando uno è basso è basso!) e gli chiede se
possiamo
uscire.
Come al solito io mi limito a fare la
bella (?) statuina e mi perdo nei miei pensieri, cercando bene di
tenere il cavaliere d'oro fuori dalla mia testa.
Per prima cosa noto che noi quattro
insieme siamo un gruppetto decisamente orribile.
Vic e Jabu sono...vorrei che ci fosse
un'altra parola ma quella più azzeccata è
questa...disgustosi insieme.
Lei è sofisticata, sempre
vestita all'ultima moda e incredibilmente bella. E poco importa il
fatto che indossi la maschera.
Lui è...insomma: le arriva alla
spalla!
Lo so che l'aspetto esteriore non è
tutto ma sono decisamente malassortiti.
“Sicura di non volere altro che le
patatine?” mi domanda Ban prima di addentare il mio McBurger.
Io scuoto la testa disgustata.
Vorrei (oltre ad essere in qualsiasi
altro luogo in questo momento, si intende) proprio capire come questi
ragazzi possano pensare che mangiare del cibo preso al fast food e
ormai freddo seduti su delle coperte in spiaggia possa essere
romantico.
Forse Kim ha ragione, sono troppo
esigente.
“E così sei vegetariana?- mi
chiede di nuovo Ban, frustrato dal fatto che Vic e Jabu parlottano
fitti fitti fra loro- Ami gli animali?”
“No. Odio le piante.”
Sissignore, la mia arma segreta è
il sarcasmo!
Evidentemente non lo trova esilarante
come me, ma d'altronde, immagino che lui pensava a questa serata come
a un' occasione di svago e magari per trovare una ragazza carina.
Mi guardo introno e noto che Victoria e
il nanetto se la sono squagliata senza nemmeno dirci niente.
Mi lascio sfuggire un sospiro: credo
sia meglio per tutti se me ne torno a casa.
Non credo che il povero Ban voglia
ricorrere a degli antidepressivi per sopravvivere ai postumi di altro
tempo passato in mia compagnia.
Mi alzo in piedi lentamente “Senti
Ban, tu sembri davvero un bravissimo ragazzo- inizio a spiegare con
calma- ma credo abbia capito anche tu che io sono stata trascinata in
questa cosa contro la mia volontà. Quindi: è
stato un
piacere conoscerti, grazie per le patatine e buona fortuna per
tutto!”
Allungo una mano verso la sua e gliela
stringo con forza, notando che lui mi osserva come se fossi una
appena uscita da un manicomio.
“Uhm...sì, certo- biascica
imbarazzato- Senti posso chiederti una cosa, però?”
Io annuisco: in fondo, gli ho rovinato
un venerdì sera, dovrei essere gentile e accondiscendente.
“Me la metti una buona parola con la
ricciola che abita con te?”
Non. Ho. Parole.
Uomini!Puah!
Annuisco, anche se ovviamente non dirò
mai dell'interesse che questo individuo ha nei suoi confronti. Voglio
dire, a lei piace Kanon.
Kanon contro Ban.
Non ci vuole Einstein per capire chi
vincerà questa sfida.
L'arena oggi è piena.
Al solo vederla mi tremano le gambe,
tanto che Shaina mi ha appoggiato le mani sulle spalle per guidarmi
nella giusta direzione.
I gold saint e Atena in persona sono
schierati in prima fila.
Mossa che, a parer mio, è
abbastanza stupida. Insomma, credo proprio che la dea non gradisca
vedersi schizzare in faccia il sangue dei contendenti,
no?(contendenti...diciamo il mio sangue! Speriamo che in infermeria
abbiano tante sacche di zero negativo...)
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Me lo ripeto come un mantra mentre
Shaina sta cercando di spiegarmi come affrontare il mio avversario.
Mi giro proprio nella sua direzione,
giusto per vedere di che morte morirò.
La riconosco, il mio boia.
E' un donnone di due metri per due, un
vero e proprio armadio a quattro ante! Una donna che la metà
basta ed è più che sufficiente!
Credo si chiami Kodi, Kobi, o con un
altro nome altrettanto idiota.
Immagino già il mio epitaffio
Qui giace Michelle, dignitosamente morta per mano di Kodi,
cavaliere del Centauro.
Cerco di deglutire, ma la saliva si
blocca a metà strada, riuscendo per poco a strozzarmi.
“Miki, mi hai capito bene?” Shaina,
come suo solito, mi strattona per bene per riportarmi nel mondo dei
vivi.
“Faccio ancora in tempo a ritirarmi?”
balbetto, al diavolo l'onore dei saint!
Per tutta risposta la mia amica mi
spinge al centro dell'arena, dove tra pochi secondi inizierà
il nostro duello.
L'ho sempre saputo: io le amicizie non
le so scegliere, punto.
“Kollie contro Michelle! Che la lotta
per l'assegnazione del silver cloth del Centauro abbia
inizio!”
annuncia, tonante, una voce, dando ufficialmente il via alla
battaglia.
Con enormi falcate Kollie (Zeus cos'ho
fatto di male per meritare di morire per mano di qualcuno con un nome
simile?Cosa!?) si avvicina velocemente a me, brandendo le sue
gigantesche braccia come se fossero armi improprie.
Io arretro, non molto dignitosamente,
cercando di tenere sotto controllo la situazione, individuare i punti
deboli dell'avversario, ideare un colpo che mi permetta di
destabilizzarlo e sconfiggerlo. Insomma, cerco DAVVERO di fare tutto
quello che mi hanno insegnato.
Lo giuro!
Ma vedere quella bestia venirmi addosso
minacciosa, non è che mi aiuti molto.
Il suo pugno fende l'aria a gran
velocità (chi è l'idiota che mi aveva detto che
quelli
grossi sono lenti?) e mi colpisce dritto dritto nello stomaco.
Io mi piego in avanti in preda ad un
dolore enorme e, mentre sento il sapore metallico del sangue in
bocca, mi dico che probabilmente mi ha rotto la milza o qualcosa del
genere e che, se non mi ammazza prima lei, a breve morirò di
emorragia interna.
Dannatissimi E.R. e dott.House!
Se non avessi visto questi stupidi
telefilm adesso invece di pensare a queste idiozie starei cercando un
modo per salvarmi la pellaccia!
Non faccio in tempo a finire questi
pensieri che una decina di altri colpi mi tartassano.
Cado a terra, con le braccia aperte
come se fossi in croce e cerco di respirare.
Kollie sta già esultando ma il
pubblico, invece di acclamarla, pronuncia un “Oh!”
prolungato.
Alzo gli occhi per sbirciare ma non
riesco a vedere niente di rilevante.
Improvvisamente, però, mi sento
come rinata.
Davvero!Ho addirittura la forza per
alzarmi in piedi senza traballare e mettermi di fronte a quella
montagna umana che mi osserva stupita.
E poi, non so come né perchè,
so esattamente dove colpirla, come colpirla!
Mi avvicino a lei fulminea e mi abbasso
sulla gamba sinistra, usandola come perno e, roteando su me stessa,
la faccio cadere grazie ad uno sgambetto.
Il tonfo che scaturisce dalla caduta fa
saltare in aria i sassolini più piccoli sul terreno.
Ma non è finita qui.
Mi avvicino a lei con una lucida
consapevolezza che non ho mai avuto in vita mia e le do un grosso
calcio nello stomaco, per ricambiarle il favore di prima.
Poi un altro, e un altro, e un altro
ancora!
Alla fine, stanca di infierire su quel
pachiderma ferito, le punto un piede sulla gola, premendo bene, tanto
che la sento tossicchiare per la scarsità d'aria che le
arriva
ai polmoni.
Volto lo sguardo trionfante verso la
dea e i gold ma quello che vedo non corrisponde a quanto mi
aspettavo.
Atena ha la bocca spalancata e i
cavalieri le sopracciglia aggrottate e borbottano tra loro.
“Lasciala immediatamente!” tuona la
voce di Aiolia.
Io sbatto più volte le palpebre
cercando di capire, ma solo quando Aldebaran mi trascina via a peso
morto, capisco che c'è qualcosa che non va.
Con poca grazia il
cavaliere del Toro
mi getta a terra, proprio al centro di quello che mi sembra essere il
tempio dell'Ariete. Infatti, poco dopo mi arriva addosso il padrone
di casa che, con sguardo scuro e gesti calcolati, mi sfila dal corpo
un'armatura.
Un'armatura!?
E quando mi è saltata addosso
questa...cosa?
Abbasso lo sguardo verso il mio petto,
per sbirciare il cloth che ha deciso di salvarmi le penne grazie al
suo intervento e vedo otto occhietti rosso fuoco che spuntano da un
pettorale nero come la pece, intarsiato da venature vermiglie.
Alzo la testa di scatto, per niente
rincuorata di quello che ho appena visto e risposto lo sguardo verso
Mu che, togliendomi di dosso il motivo della mia preoccupazione, pare
abbia finito il suo compito.
Ora non mi sento più bene come
prima. Stramazzo al suolo pochi secondi dopo che il cavaliere ha
tolto dal mio corpo l'ultimo pezzo di armatura.
E vai di nuovo con il sapore di sangue
in bocca, lo stomaco sottosopra e la spiacevole sensazione di avere
in mano un biglietto di sola andata per l'Ade.
“Come è possibile una cosa del
genere?” domanda Aldebaran, senza curarsi del fatto che io
qua sto
morendo di una morte lenta e dolorosa.
Il soffitto non dovrebbe girare ed
essere rosso, vero?
Non ho neanche la forza di capire che
cosa sta dicendo Mu, dato che parla troppo sottovoce e con termini
troppo forbiti perchè io possa afferrarne il significato
mentre sono in questo stato.
“Ehylà?Qualcuno??Io quaggiù
credo di avere bisogno di assistenza medica: cerotti, punti di
sutura, trapianti di organi...” riesco ad articolare
richiamando
tutte le forze che mi sono rimaste (poche).
Due paia di occhi preoccupati si
puntano su di me.
Ecco, probabilmente adesso stanno
pensando che sono una piagnucolona che non sopporta un minimo di
dolore.
Perfetto.
Fai pure delle pessime figure anche con
gli unici due gold che ti davano un minimo di credito, Michelle.
Umiliati ancora un pò!
Ok, adesso sto vaneggiando.
Basta pensare, stop!
Michelle finiscila, ora!
Mu mi si avvicina e si china di fianco
a me analizzandomi con occhio critico.
“E' conciata male- sentenzia (cavolo
proprio dieci più al ragazzo, eh?)- Atena ha dato istruzione
a
riguardo?”
“Non credo che vorrebbe la sua
morte...” borbotta Aldebaran pensieroso.
“Morte?Ehi, ehi, ehi...andiamoci
piano, eh?” balbetto cercando di mettermi seduta.
L'avessi mai fatto.
Una fitta di dolore pari a una scossa
elettrica mi attraversa il corpo, facendomi ricadere all'indietro.
Grazie al cielo Mu mi trattiene fra le
sue braccia.
“Tranquilla, ci prenderemo cura di
te.” mi sussurra.
Almeno, credo stia sussurrando...
La sua voce è così
lontana.
Forse, se chiudessi gli occhi per
qualche secondo, potrei concentrarmi di più su quel che dice.
Sì, forse....
Prima cosa: scusate, scusate,
scusate, scusate! Ci ho messo una vita a pubblicare questo capitolo, ma
a mia discolpa posso dire che il PC mi si è rivoltato
contro, impedendomi di andare in internet, ma anche semplicemente di
accenderlo. Ora va un pò meglio, abbiamo trovato un accordo
per cui mi permette di avvicinarsi a lui dato che siamo vicini a
Natale...
Detto ciò: che ne pensate dei nuovi risvolti nella storia di
Michelle?Ora arriviamo proprio nel vivo!!Non vedo l'ora di pubblicare i
prossimi capitoli e sentire cosa ne pensate...(al solito PC
permettendo...sigh....) Al solito: mille grazie per i commenti!Mi
rendono davvero felice!!:-) ma anche solo per leggerla!!
A proposito, se vi interessa scoprire il volto di Miki, finalmente sono
riuscita a farne una specie di disegno ufficiale di come l'ho
immaginata. Se volete guardarlo è sulla mia pagina di DA
(l'indirizzo lo trovate nella mia pagina autore!)
Baci, alla prossima!!
bellatrix18:
Certo che si vince
qualcosa!!Puoi scegliere fra un porta fortuna fatto appositamente da
Michelle (pare ne abbia uno anche lei!) oppure un oroscopo
personalizzato fatto su misura per te!Sono contenta che il capitolo ti
sia piaciuto, da ora in poi la storia sarà decisamente una
dramedy con misto fra commedia e "drammatico". Eh,
Takis...sì, è proprio affascinante! Spero che
anche questo capitolo ti piaccia!Baci alla prossima!
Snow Fox:
Accidenti, sei davvero
curiosissima!!eh eh eh...Sìsì, Milo è
proprio carino!^^ Sono contenta che ti piaccia proprio per la sua
umanità, Michelle, era proprio così che l'avevo
pensata!Al prossimo capitolo!Baci
Megarah_witch:
Sì che
sopravvive!!...credo...eh eh eh!Al prossimo capitolo!Baci
whitesary:
Vero!Milo ha stupito
anche me...Hai ragione, la sfortuna di Miki è proprio
nera...Al prossimo capitolo!Baci
anzy:
Grazie per i
complimenti!!Visto che qualcosa di sta muovendo?Eh, già,
Takis è davvero bello!!(e anche Miki l'ha notato!)...che ne
dici di questo capitolo?Alla prossima, baci
renge_no_hana:
grazie dei
complimenti!Sei stata in vacanza?Beata te...*me ti invidia con tutto il
cuore* Un consolatore per Miki dici? Non saprei...vedremo, eh
eh eh...Al prossimo capitolo!Baci!!
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Capitolo 11 *** Changing (+gift) ***
Changing (+ gift)
Per Zeus, Hera, Apollo,
Ermes e gli
altri dei!
Che cosa ho fatto ieri sera per avere
un mal di...tutto...del genere?
Il mio primo obiettivo della giornata è
quello di aprire gli occhi, ma si sta rivelando più
difficile
di quello che pensavo.
Alzo, a fatica, un braccio per tastarmi
la testa che pulsa in modo sinistro e mi ritrovo a toccare una benda
che mi avvolge la fronte.
“Mmm...Ho picchiato la testa?”
mugugno, mentre cerco di alzarmi.
Ovviamente ho ancora gli occhi ben
sigillati ma, non posso fare a meno di aprirli quando una fitta
lancinante mi sconquassa l'addome.
Più che dolore, è la
tremenda e spiacevole sensazione di non trovarmi in un luogo
conosciuto.
Non sono nella mia stanza.
Sono sdraiata su una branda disgustosa,
lurida e igienicamente discutibile la quale si trova in una stanza
dalle pareti fatte di muro nudo. Muro nudo, ma ci pensate?
Al solo pensiero dell'umidità,
la polvere e le varie schifezze che ci sono qua dentro mi viene da
star male...O forse è a causa della fitta? O tutt'e due?
E quelle sono...delle sbarre?!
“Perfetto: sono in una cella.”
mormoro mentre mi alzo in piedi a fatica.
Muovo qualche passo incerto e mi
aggrappo alle sbarre. Quanto vorrei delle salviettine igienizzate in
momenti come questi.
Vedo una guardia seduta ad un tavolo
appena fuori dalla mia cella.
“Ehy, tu?Scusami!Credo ci sia stato
un enorme malinteso non è che puoi...”
Lui alza lo sguardo verso di me, mi
squadra dalla testa ai piedi per poi alzarsi e andarsene di corsa.
“Ma sì!- ecco, ora parlo anche
da sola- Vattene via senza spiegarmi niente. In fondo sono solo
conciata da buttar via e rinchiusa in gabbia come un animale, ma
tranquillo. La cosa non mi sciocca per niente!”
O miei dei!
Sono a piedi nudi.
Cercando di limitare i danni e crearmi
una piccola zona incontaminata ( e per incontaminata intendo che
abbia una parvenza di pulizia!). Prendo il lenzuolo e lo strappo dal
materasso, poi lo piego più volte, lo stendo per terra e
finalmente ho un luogo dove sedermi.
Certo, a gambe incrociate e senza poter
appoggiare la schiena a quello schifido muro, ma chissene frega!Sono
seduta!
A metà di questa delicatissima
operazione sento dei passi.
“Oh, già di ritorno?Posso
sapere il tuo nome, almeno?- sbotto inacidita- Scommetto che non
è
Riccardo Cuor di Leone!”
I passi si fermano proprio davanti alla
mia cella.
“Che stai facendo?” mi domanda una
voce con tono perplesso.
Io mi volto verso l'entrata, ma ad
osservarmi stupito non c'è affatto la gracile guardia dalla
carnagione grigio topo.
Eh, no.
C'è Kanon di Gemini accompagnato
da Aioria di Leo che mi osservano come se, invece di essere rinchiusa
qui, dovessi essere internata in un manicomio.
Mi alzo indignata “Io sto cercando di
non entrare in contatto con la superficie igienicamente discutibile
di questa cella!”
Loro alzano un sopracciglio e io,
indovinate un po'?, sto per avere una crisi isterica.
“IO- e stavolta lo sottolineo per
bene, sia mai che non abbiano capito chi è la ragazza
disperata qua dentro- sto cercando di capire per quale motivo
c'è
un enorme buco nero della mia memoria e del perchè io possa
essere finita in questa cella!”
Mi lascio scivolare seduta sull'isola
felice che mi sono creata e scoppio a piangere senza ritegno.
So che sembro senza alcuna dignità,
ma io lo stress non lo reggo. Punto.
“Non ho fatto niente di
maleeeeeeeeee!Sono una brava ragazzaaaaaaaaaaaaaaaa!- frigo, con un
tono di voce acutissimo- Neanche volevo partecipare a quello stupido
torneooooooooooo!”
Kanon si tappa le orecchie con le dita
“Ti prego, Aioria, falla smettere!” sbraita
all'indirizzo
dell'altro gold.
Aioria mi guarda preoccupato: si vede
che non se ne intende di crisi isteriche.
“Ci sto provando!” sbotta.
Il gold muove verso di me i palmi delle
mani, agitandoli in modo sconclusionato “Tranquilla, non
è
successo niente di grave.- tenta con voce addolcita, come se stesse
parlando con un bambino di tre anni-Ora ti spiegheremo tutto
e...”
La sua voce è sempre più
ovattata mentre io vado in iperventilazione.
Manco a dirlo gli inutili tentativi di
Aioria di rasserenarmi non vanno in porto.
Primo, perchè sono dietro le
sbarre.
Secondo, perchè non lo ascolto.
Vorrei, davvero, ma non ce la faccio.
Non mi piace essere chiusa in un posto
contro la mia volontà. Non lo sopporto.
Le pareti di questa sudicia cella mi
sembrano più soffocanti ad ogni minuto che passa.
“Non respiro!” esclamo con voce
stridula mettendomi le mani sul collo.
Sento il battito accelerare e il fiato
venirmi sempre meno.
Stupidissima claustrofobia!
“Perfetto Mr. Psicologia!- borbotta
Kanon guardando il compagno d'armi di sottecchi- Se tira le cuoia
mentre tu cerchi di calmarla lo spieghi te alla Kido!”
Aioria fa roteare gli occhi infastidito
“Certo, e le riferirò anche dell'immenso aiuto che
mi hai
offerto!- sbotta in risposta- Visto che sei tanto bravo a parlare
perchè non cerchi tu di fare qualcosa?”
Il cavaliere di Gemini incrocia le
braccia e gli rivolge un sorrisetto divertito “No, adoro
guardare
quanto egregiamente te la stai cavando da solo!”
Ci mancavano anche le loro stupide
liti!
Credo proprio di essere passata in
secondo piano, e pensare che sono qua in piena crisi di nervi, cosa
che mi rende particolarmente rumorosa.
Il ronzio fastidioso delle loro voci,
sovrapposto alle pareti che si restringono e al mio respiro affannoso
mi tolgono il minimo di autocontrollo che mi era rimasto.
“Dateci un taglio, per Atena!”
grido con voce incrinata dal nervosismo.
I due si interrompono immediatamente
per guardarmi estremamente perplessi.
Mi basta far saltare lo sguardo dai
profondi occhi blu di Kanon a quelli grandi e verdi di Aioria per
farmi rendere conto di quello che ho appena fatto.
Dei, proprio con due gold dovevo farmi
scappare la pazienza?
“Ehm...i-io...no-non mi ero...m-mi
dispiace...”
Le mie scuse non sono altro che un
balbettio indistinto. In effetti perfino a formularle nella mia testa
non hanno molto senso.
Brava Michelle: sei nella situazione
giusta per permetterti di insultare due superiori!
Sento le lacrime riaffiorare agli occhi
e inondarmi la faccia (e non avete idea di quanto sia fastidioso se
si indossa una maschera!).
“Kanon, Aioria: potete andare, ci
penso io qua.”
Una nuova voce si aggiunge a quelle dei
due gold e interrompe i loro borbottii.
Non posso fare a meno di irrigidirmi,
ricordandomi a stento di respirare (e ringraziando gli dei per il
fatto che il mio cuore ha ripreso a battere nonostante abbia perso
numerosi battiti!), quando mi rendo conto a chi appartiene quella
voce.
Alzo lo sguardo e fra le lacrime riesco
a vedere l'arrivo di Shaka.
Cammina lentamente verso la mia cella e
non indossa l'armatura come Aioria e Kanon. Eppure emana una luce
pazzesca, troppo forte per i miei occhi abituati a questa
oscurità.
Sembra un angelo.
“Idiota, chiudi quella porta entra
troppa luce!” ringhia il guardiano grigio topo ad un suo
collega.
Il malcapitato si affretta a chiudere
l'uscio, sbattendolo con forza.
Io faccio roteare gli occhi “Addio
apparizione mistica.” borbotto risentita, quando la luce
sparisce
da dietro le spalle del nuovo arrivato.
“Cosa hai detto?” domandano curiosi
i due gold, girandosi di scatto verso di me.
Io arrossisco come un pomodoro “Non
ho parlato” mento, voltando la faccia dalla parte opposta.
Ci metto poco a rigirarmi verso di
loro, esattamente il tempo necessario a Shaka per arrivare davanti
alla mia cella, di fianco ai suoi esimi colleghi.
Aioria e Kanon fanno un impercettibile
cenno col capo e poi girano sui tacchi e se ne vanno, senza nemmeno
salutare.
Maleducati!
Lo strano fatto che il saint ha gli
occhi aperti mi pietrifica. Letteralmente.
Accidenti, preferivo la crisi isterica
di prima rispetto questa paralisi imbarazzante.
Credo che la mia precarietà
fisica e mentale non sia sfuggita nemmeno a lui dato che mi squadra
dall'alto in basso (non ho ancora trovato la forza per alzarmi da
questo sudicio lenzuolo), corruga la fronte e mi domanda
“Stai
bene?”
Ok.
Rispondere senza balbettare è
facile. Milioni di persone lo fanno senza avere ripercussioni.
Ce la posso fare!
“Uhm...ecco...”
Perfetto: ora sì che sembro
un'idiota.
Shaka non fa una piega, come suo
solito, di fronte a questo mio atteggiamento probabilmente
inspiegabile (almeno spero) ai suoi occhi e apre la porta della
cella, inginocchiandosi per raggiungere la mia altezza.
“Probabilmente ieri hai avuto troppi
colpi alla testa.”
Quando allunga le mani per togliermi la
maschera ritorno finalmente in me, mi scosto di scatto e lo scaccio
come se fosse una mosca fastidiosa.
Ma è impazzito?
“Che cosa stai facendo?” strillo
allontanandomi da lui con un balzo.
E poi dice che io forse ho preso troppi
colpi in testa! Quale sarebbe la sua giustificazione.
Si lascia sfuggire un sospiro,
alzandosi a sua volta “Volevo controllare la tua ferita alla
testa.”
“E ti pare un buon motivo per
togliermi la maschera?- domando ancora agitata- Le conseguenze di
tale azio...”
“Ti ho già vista in faccia,
Michelle.” taglia corto lui.
Io ammutolisco di nuovo.
Ma di che diavolo sta parlando?
Notando le mie perplessità, o
interpretando il mio silenzio come tale, ricomincia a parlare.
“Hai gli occhi marrone scuro, il viso
perfettamente ovale, pieno di lentiggini e le labbra con una strana
piega all'insù.- elenca con tono saccente- Ti ho
già
vista in faccia una volta, ricordi?”
In effetti sta descrivendo una persona
che potrei essere io. Ma l'unica volta che avrebbe potuto vedermi il
viso è stato il giorno del mio storico ruzzolone fino alla
Quarta e lui aveva espressamente detto che non era vero.
“M-ma...avevi detto...” balbetto
confusa.
Shaka sospira di nuovo, come se si
togliesse un peso “Che te lo eri immaginato, sì,
ricordo.”
Sbatto le palpebre, ancora più
confusa “Mi hai mentito?!”
“Ti sembra una cosa tanto
improbabile?” mi domanda di rimando.
Al diavolo la mia stupida ingenuità.
Perchè prendo per vero tutto
quello che mi viene detto?
E poi mi lamento se faccio la figura
della stupida!Sono stupida!
Con un gesto stizzito tolgo la
maschera, facendola scivolare per terra, e poi mi accingo a togliere
il bendaggio che mi avvolge la testa.
Cerco di fare la diplomatica, anche se
la stupida benda si rifiuta di collaborare, e alla fine me lo strappo
di dosso con un gesto secco.
“Le tue ferite...non ci sono più.”
commenta dopo avermi analizzato per bene.
Perfetto: ora non ho più nemmeno
la scusa del trauma cranico che mi rende stordita.
“Bene: visto che stai bene facciamo
una passeggiata.” mi dice dopo un po'.
Io lo guardo confusa, non sembrava
affatto una domanda o un invito...
Non fatico a riconoscere la nostra
meta.
Anche se ci arriviamo usando una strada
secondaria, la Sesta è inconfondibile.
Solo che quando entriamo mi ritrovo
davanti una cosa che non mi sarei mai aspettata.
Ad attenderci c'è la cosa più
orribile che abbia mai visto.
Un'armatura è disposta a formare
la figura nera di un ragno con le zanne affilate pronte ad attaccare.
Inconsciamente, sento un brivido scorrermi lungo la schiena non
appena riconosco le quattro paia di occhietti rossi...gli stessi che
avevo visto ieri.
Mi fermo a debita distanza, mentre
Shaka si avvicina fino a che la sua veste sfiora quel metallo nero.
“Che cos'è?” domando
storcendo la bocca, e ignorando il fatto che so già la
risposta.
“Un'armatura...” ma va?!, penso
sospirando.
“...la tua armatura.” conclude
immediatamente, facendomi spalancare la bocca per lo stupore.
Ah, certo: è la mia armatura!
Un attimo: CHE?!?!
Mia...armatura?!?!
Siamo sicuri che sia davvero incenso
tutto quel fumo che c'è sempre su alla Sesta?
Cioè, mica pretenderà
davvero che io creda a una cosa del genere?
Mica la voglio un'armatura, che me ne
faccio? Dovrei combatterci?
No.
Assolutamente no!
La mia gola è diventata
improvvisamente secca, perciò invece di formulare una frase
di
senso compiuto (cosa di cui non sarei in grado comunque a causa della
presenza del biondo) mi limito a scuotere la testa.
“Michelle...” dice in un sospiro
rassegnato.
Scuoto la testa mentre cerco di
balbettare delle argomentazioni a mio favore “Non ho bisogno
di
un'armatura...”
Il che è vero: dato che non so e
non voglio combattere e che non credo che sia utile come fermacarte,
un'armatura mi sarebbe totalmente inutile.
“Michelle.” ripete Shaka sempre con
tono rassegnato ma più fermo di prima.
“E i ragni non li sopporto, soffro di
aracnofobia!” continuo imperterrita.
Ok, forse questo non è proprio
vero. L'unica cosa che non sopporto dei ragni sono quelle loro
stupide ragnatele che riescono a costruire da un giorno all'altro
solo per farmi dispetto e dare al mio salotto e alla mia stanza un
aspetto trasandato.
“Che poi, non credo nemmeno sia della
mia taglia quella cosa...”
“Michelle!- stavolta il gold ha
alzato un po' la voce, facendomi sobbalzare e ricordandomi che devo
darmi un certo contegno- Smettila di farneticare e renditi conto che
ormai quella armatura ti ha scelto e ti appartiene come tu appartieni
a lei.”
Urgh. Detta così sembra ancora
di più una condanna. Inconsciamente a sua voce nella mia
mente
si sovrappone a quella di Takis mentre mi spiegava delle armature
maledette.
Dev'essere per qualcosa che ho fatto
nella mia vita precedente, ne sono sicura. Probabilmente ero una
persona malvagia, che so: il cacciatore che ha ucciso Bambi, una
delle sorellastre di Cenerentola, uno degli sceneggiatori di
Beautiful...
Ci dev'essere un perchè a tutto
questo!
Shaka mi fissa con sguardo grave e,
nonostante la situazione in cui ci troviamo, io non riesco a far
altro che pensare che ha degli occhi meravigliosi.
Smettila, scema e concentrati!, mi dico
agitando la testa per ritornare in me.
“L'armatura che ti ha riconosciuta
come sua padrona non è un'armatura comune” mi
comunica, e io
cerco davvero di captare le sue parole, ma credo che se chiudesse gli
occhi come fa di solito le mie facoltà cerebrali mi
sarebbero
decisamente più d'aiuto.
“Sicuramente conosci il mito di
Aracne e del destino toccato a questa fanciulla- continua a parlare,
mentre io annuisco come uno di quei cagnolini che si mettono sulla
macchina- Ed è per questo che quell'armatura è
stata
maledetta dalla dea.”
A questo punto mi riscuoto e ritorno
finalmente in me “Maledetta?” ripeto stupita.
Insomma, quasi stupita. Credo che una
parte di me abbia sempre saputo che Takis aveva ragione.
Non sarai mai un cavaliere, non di
Atena.
Il cavaliere d'oro annuisce piano “Il
cavaliere di Aracne non ha il compito di difendere Atena.”
E Bang.
Michelle colpita e affondata.
“Michelle, il cavaliere di Aracne è
da sempre bandito dal Santuario. Tu sei bandita dal
Santuario.”
Semplice.
Senza fronzoli.
Lo dice così, come se mi avesse
appena detto che oggi ci sono trenta gradi.
“B-bandita?- balbetto stupefatta-
Vuol dire che sono esiliata?”
Shaka annuisce di nuovo, senza però
proferire alcun verbo.
“Ma io sono fedele ad Atena!”
protesto, stringendo i pugni per la rabbia al ricordo di tutti gli
anni che ho passato qui ad allenarmi (con scarsi risultati) e a
sognare (non troppo) di diventare cavaliere proprio per proteggere la
dea della giustizia.
“Questo non conta più ormai.-
dice piatto- E' tempo che tu continui per la tua strada che, di
certo, non ha più nulla a che fare con questo luogo
sacro.”
“Ma io non volevo nemmeno questa
armatura!Volevo essere una di quelle persone che quando c'è
una battaglia corrono dalla parte opposta!” grido, rasentando
l'isteria.
Shaka alza un sopracciglio, guardandomi
torvo “Volevi essere una codarda?”
“Sì!Non c'è niente di
male ad esserlo!- continuo imperterrita- Un sacco di persone lo sono
senza che nessuno dica niente a riguardo!”
Lui mi fulmina con lo sguardo “Se è
davvero questo quello che pensi sono contento che questa armatura ti
abbia scelto e che tu debba andartene.”
Sentendo il tono velenoso con cui
pronuncia queste parole il respiro mi si ferma all'istante e il
rumore di sottofondo che sembra tanto simile ad un vaso di cristallo
che si infrange sul pavimento deve essere probabilmente il mio cuore
che si frantuma.
Ora capisco che cosa intendono quando
dicono che le parole feriscono più della spada.
Ho un terribile groppo in gola, le
farfalle dello stomaco e la testa leggera. Abbasso lo sguardo verso
il ragno nero che mi guarda ghignando con le due zampe davanti
alzate.
Sembra che voglia divorarmi, ma so che
non lo farà.
Mi domando che cosa si provi ad avere
un'armatura...
Non faccio in tempo a pensarlo che
quella mi balza addosso, rivestendomi e proteggendomi.
Le otto zampe mi avvolgono le braccia,
lasciandomi liberi gli avambracci, mentre a proteggermi il petto
c'è
un bustino nero con venature rosse e gli otto occhi malefici. Gli
stivali infine mi fasciano le gambe solo fino a sopra le ginocchia.
Solo un pezzo non va al suo posto, e io
lo afferro fra le mani stringendolo con forza.
“A che pro possiedo quest'armatura
allora, se non per difendere la mia dea?” domando a Shaka,
rigirandomi fra le dita l'elmo scuro.
“Avrai altre battaglie per cui
combattere- mi spiega, e stavolta mi sembra di vederlo leggermente
dispiaciuto, ma sono sicura che è solo una mia impressione-
ma
non qui. Il posto a cui appartieni, Michelle di Aracne, è un
altro.”
Stringo forte la mascella, fino a farmi
male, non appena sento questo per niente velato invito ad andarmene.
“Ho capito.” mormoro con un filo di
voce.
Non capisco cosa mi trattenga dal
piangere.
Forse è quel cosmo, quello che
ieri avevo sentito ovattato e nascosto, che invece adesso sento caldo
e protettivo.
Takis.
Mi sta aspettando ed è euforico
e impaziente.
Stranamente, il pensiero che stia
aspettando proprio me non mi rincuora pienamente.
“C'era qualcosa, in te, che mi aveva
avvertito che non eri esattamente quello che sembravi.” dice
Shaka
dopo un po', puntando di nuovo quei due pezzi di cielo verso di me.
Io aggrotto le sopracciglia confusa
“Che intendi?”
“Tutti gli esseri viventi hanno in sè
una qualche energia, non proprio un cosmo ma qualcosa che brilla
all'interno del loro corpo.- mi spiega, notando la mia
perplessità-
In te questa energia non c'è. Mi sono soffermato
più
volte a cercare ma non ho trovato niente.”
Io sbatto gli occhi più volte
“Mi...mi stai dicendo che sono...vuota?”
Non faccio in tempo a finire di
formulare la domanda che sento una strana energia avvolgermi. Non ci
metto molto a capire cos'è: è talmente limpido ai
miei
occhi che il suo cosmo sarebbe più utile di una carta
d'identità.
“Puoi smetterla di cercare?Mi fai
venire la nausea!” mi lamento, cercando di scacciare con le
mani le
invisibili spire del suo cosmo.
Stavolta tocca a lui a rimanere
spiazzato. Aggrotta le sopracciglia e mi osserva perplesso.
Se continua così potrei
accoglierlo nel club “Non sto capendo un'acca!” di
cui io sono
membro onorario.
Finalmente tocca a me spiegare “Ho
fatto degli studi, quando ho cominciato a capire che in me c'era
qualcosa che non andava.- mento, ben conscia che rivelare i miei
incontri con Takis non sarebbe una buona idea- Ho scoperto che
nessuno può sentire il mio cosmo. È
come...invisibile.”
Shaka annuisce. Probabilmente sta
immagazzinando l'informazione.
Il cosmo di Takis scalpita
impazientito.
Faccio un bel respiro e muovo qualche
passo fuori dal tempio.
“Ok, allora me ne vado...”
Vorrei dire qualcosa d'altro ma la mia
voce si incrina pericolosamente. E almeno voglio fare un'uscita di
scena seria!
Sono quasi già fuori quando la
sua voce mi blocca.
“Michelle?”
Al richiamo del cavaliere non posso
fare a meno di girarmi speranzosa.
Forse la situazione non è così
grave, forse si può trovare un compromesso, forse...
“Forse è meglio che prendi un
percorso alternativo e non la via principale,- spiega, distruggendo
le mie speranze come un bulletto da spiaggia distrugge i castelli di
sabbia- le guardie potrebbero scambiarti per un nemico.”
Cambio direzione e stringo i pugni,
imitando notevolmente bene la camminata di uno gnu imbufalito.
Dopo tutto questo, credo che me lo
permettiate vero?
Ma Vaf-fan-cu-lo!
Nuovo capitolo come
regalo di Natale! Ebbene sì, credevo di dover rimandare
tutto all'anno prossimo ma sono riuscita a pubblicarlo!
Pare proprio che le cose siano cambiate totalmente per Michelle e con
il nuovo anno avrà una nuova vita totalmente (?) diversa da
quella che aveva al Santuario. Di certo Takis riuscirà a
prendersi cura di lei.
Allora, che ve ne pare il capitolo?
Ah, dopo i commenti c'è un regalino di Natale per tutti voi
che leggete!Probabilmente non ve lo siete mai chiesti, ma magari
può interessarvi vedere come Michelle &co.
trascorrono il Natale.
Grazie mille per i commenti e anche solo per leggere la mia storia.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi!
Baci JoJo
Gufo_Tave: Di nulla!Decisamente, non potevo
far avvicinare Michelle a una macchina del genere...Non ne sarebbe
rimasto niente e sarebbe stato un inutile spreco. Eh, sì.
Ormai dall'assurdo totale stiamo passando ad un altalenarsi di
drammatico e commedia...Spero propio di fare bene! Buon Natale!Alla
prossima!
Megarah_witch
: Ma no, visto che Miki sta già
meglio...perlomeno fisicamente. Credo che psicologicamente stia per
subire un tracollo! Sono contenta che la vicenda ti
intrighi...ne capiteranno alla nostra povera eroina! Il mio pc
è contento che tu abbia capito che lui qua è il
boss. Ora abbiamo fatto una tregua natalizia ma l'anno prossimo la
nostra guerra ricomincerà. Credo che dovrò
passare all'artiglieria pesante! Buone Feste! Alla prossima!
whitesary : Miki non
è masochista, ma solo troppo buona! Vuole sempre
accontentare tutti e perciò finisce sempre nei guai.
Poverina! Eh eh eh, l'armatura finalmente è arrivata! Da
dove e come lo spiegherò ancora meglio nel prossimo
capitolo! (quindi un pò di risposte dovranno aspettare!)
Alla prossima, allora e Buon Natale!
Snow Fox : Aggiornamento un
pò in ritardo, come vedi. Il pc ce l'ha ancora con me, anche
se siamo in tregua, per ora. Sai credo che con questa fissa per lo
zodiaco al Santuario sia impossibile tenersi lontano dall'oroscopo: ce
l'hanno nel sangue. Già me li vedo Mu e gli altri alla
mattina sfogliare il giornale per leggere cosa gli riservano le stelle!
eh eh eh. Allora che ne dici del nuovo capitolo?Ancora tutto troppo
criptico? Alla prossima e Buon Natale!
Ordinary Xmas!
WARNING!!!---La
seguente storiella è
stata scritta mentre indossavo un cappellino da Babbo Natale ed
ascoltavo canzoni natalizie e zuccherose, il tutto subito dopo aver
addobbato casa. Pertanto non mi ritengo pienamente responsabile per
tutto ciò che di melenso e troppo natalizio vi è
contenuto.
I personaggi utilizzati sono quelli
di Ordinary Life anche se la storia è ambientata in un
periodo
a sé stante. In questa storia le donne non indossano le
usuali
maschere perchè...uhm...lo consideravo poco natalizio!
Continuate a vostro rischio e
pericolo!
Eventuali lamentele o minacce di
morte vanno spedite al ridente vecchietto obeso che ogni 24 dicembre
passa la sua notte a distribuire regali a destra e a manca!
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a
tutti voi che leggete!!
Baci natalizi JoJo
renge_no_hana : Vero!
Già ho attenuato un pò quell'aspetto del
carattere del caro vecchio Scorpione...Ma avrà i suoi picchi
anche lui, mica posso tenrelo a bada per sempre. Come ti è
sembrato questo capitolo? Alla prossima! Buone Feste!!
You better watch
out / You better
not cry
You better not pout / I'm telling
you why
Santa Claus is coming to town!
“Santa
Claus is coming to town!!!” canto anche io, seguendo la voce
di
Frank Sinatra.
Quando finisco di
appendere il nastro rosso che tengo in mano, non posso fare a meno di
sorridere soddisfatta.
Mi scosto un attimo, pur cercando di
non cadere dalla cima della scala a pioli su cui sono, per ammirare
lo splendore generale della stanza.
La mensa non sembra più lei.
Tutte queste decorazioni la fanno
sembrare più che altro la succursale greca del villaggio di
Babbo Natale.
“Perfetto!”
rido deliziata.
Se non lo avete capito io amo il
Natale! Anzi, posso dire di essere la persona che ha portato il
Natale al Santuario di Atena.
Insomma, niente che uno si aspetterebbe
da un'imbranata come me.
Michelle ne ha combinata una giusta,
signore e signori.
Adoro il Natale!
Tra tutte le feste che possono esistere
su questa terra, il Natale è la mia preferita.
Mi piace l'albero, i regali, le
decorazioni, i dolci, per non parlare poi dello spirito natalizio che
rende sopportabile perfino la mia sfortuna nera!
Non c'è niente del Natale che
mi dispiaccia.
Anzi, una cosa sì: non mi piace
chi osa spezzare il mio spirito natalizio. È per questo
motivo
che nel periodo natalizio ho sempre una tradizione personale tutta
mia!
La mia missione del Natale. In pratica,
ogni anno faccio entrare nello spirito natalizio qualcuno che si
rifiuta totalmente di abbracciare il fantastico clima di questa
festa.
Certo, di solito non ne combino una
giusta, ma divento completamente un'altra persona quando si tratta di
queste cose: pensate che qualche anno fa sono riuscita a convincere
Death Mask a mettere delle luci decorative fuori dalla sua
casa!!(credo che quell'anno sia stato quello in cui ho rischiato
maggiormente la vita!)
He's making a list / Checking it
twice
Gonna find out who's naughty or nice
/ Santa Claus is coming to town
“He
know if you are sleeping, he know if you're awake- canto dondolando
la testa, mentre allungo la mano per sistemare una ghirlanda- He know
if you've been bad or good, so be good for goodness sa...”
Un colpo tremendo
proprio dietro di me, interrompe la mia performance.
“Che
diavolo sta succedendo qui?” ringhia una voce alle mie spalle.
“...ke.”
concludo sorpresa.
Io riesco a
voltarmi per pochi secondi, il tempo per riconoscere Kanon di Gemini,
e per sbilanciarmi irrimediabilmente.
“Aaaaaaaaaaaaah”
mi ritrovo ad urlare mentre sento la scala scivolarmi via dai piedi.
Per puro istinto mi aggrappo alla ghirlanda che ho appena appeso.
Sospiro sollevata
“Meno male...”
Non faccio in tempo
a finire queste parole che uno strappo rumoroso fa staccare parte
dello striscione a cui è appeso il mio appiglio. Poco dopo
mi
ritrovo a dondolare lungo la parete, fornendo una ridicola parodia di
Tarzan (o di Cita se preferite) sulla liana.
Alzo lo sguardo,
terrorizzata e consapevole del fatto che se guardassi giù mi
verrebbe un attacco di vertigini, e noto la stoffa sfilacciarsi
velocemente.
“Oh,
no!” mi lamento, prima di precipitare inesorabilmente.
Stranamente atterro
su qualcosa di soffice e confortevole. Abbasso lo sguardo e vedo il
gigantesco mucchio di cotone che dovevo utilizzare come neve finta.
Lo so, piuttosto patetica come cosa, ma ora non c'è
più
Camus da obbligare a far nevicare sul Santuario e Hyoga è
stranamente irreperibile da giorni.
“Chissà
dove si è cacciato...” mormoro pensierosa,
battendo
ritmicamente l'indice sulle labbra.
Un tossicchiare
fasullo richiama la mia attenzione.
Mi giro e mi
ritrovo faccia a faccia con un Kanon tremendamente scocciato.
Insomma, più del solito.
Senza volerlo mi
ritrovo a fare una smorfia schifata: un'espressione del genere
dovrebbe essere bandita nel periodo di Natale.
Il gold inizia ad
additare ciò che lo circonda “Che cos'è
tutta questa
roba?”
Io gli rispondo con
un bel sorriso a trentadue denti “Ovvio: decorazioni
natalizie!”
Le sue labbra
carnose si piegano in una smorfia “Insomma cose inutili!E che
cos'è
questa musica melensa?- sbotta di nuovo, infastidito- Prima un cane
si è messo a latrare a tempo, ed era veramente
terrificante!”
Mi ritrovo ad
arrossire immediatamente: so di non essere intonata (ok, sono stonata
come una campana rotta) ma il paragone con un cane che abbaia mi
mancava!
“Ma
è Natale, nobile Kanon- tento di spiegare, cercando di
rabbonirlo con uno sguardo da cucciolo- Atena ha dato il suo consenso
e questo rende tutti più felici, soprattutto i
bambini!”
Kanon sbuffa
sonoramente “E' una festa inutile...ma se la dea approva-
borbotta
di malumore- Basta che la pianti con queste stupide canzoncine, e
togli queste stupide decorazioni:la gente ci viene a mangiare qui,
mica vorrai obbligare a guardare questo obrobrio!”
Lancia di nuovo uno
sguardo disgustato alla sala e poi se ne va sbattendo la porta.
Il mio viso si riflette sulla
superficie lucida davanti a me, e mi rivolge un'espressione furba.
“Michelle-
mi dico con tono solenne- Hai trovato la tua missione per questo
Natale: dare a Kanon di Gemini un assaggio del buon vecchio Spirito
Natalizio.”
“Oh, andiamo
Michelle!- mi supplica
Kim con voce rotta- Non puoi trovare qualcun altro da obbligare a
farsi piacere il Natale?”
Io scuoto la testa cocciuta. Ormai ho
deciso e solo perchè lui può mandarmi in un altra
dimensione mica cambio idea!
La mia amica sospira continuando a
mescolare con energia l'impasto per i biscotti di Natale.
“Non è niente di che, Kim: lo
sai che parlando delle mie missioni natalizie ottengo sempre quello
che voglio!”
Certo, la cosa mi da da pensare.
Vorrei proprio sapere per quale motivo
non capita così anche nella vita di tutti i giorni!
“E che cos'è che vuoi
quest'anno, demone del Natale?”
Victoria entra nella stanza, in una
nuvola di profumo zuccheroso, tenendo ben stretti fra le braccia
numerosi pezzi di stoffa. Da una mano poi pende il kit per il cucito
di Hello Kitty.
A quanto pare la mia amica si sta
preparando a dare gli ultimi ritocchi ai costumi. A mio parere erano
perfetti quelli dell'anno scorso, ma Vic insiste ogni anno per
rifarli nuovi per stupide questioni di stile e per il fatto che non
si dovrebbe mai indossare lo stesso abito in occasioni importanti.
“Michelle ha deciso che inietterà
dello spirito natalizio in Kanon!” spiega pigolando Kim,
brandendo
il cucchiaio di legno come un'arma impropria.
La bionda fa cadere tutto quello che
teneva in mano “Kanon?!-ripete allarmata- Intendi Kanon di
Gemini?”
Kim annuisce, facendo sgusciare qualche
ciocca riccia e ribelle fuori dalla cuffietta da cuoca, e in men che
non si dica le braccia di Vic cominciano a stringermi.
“Nooooooooo!Ti prego Miki, non
farlo!- piagnucola Victoria strattonandomi- So che non te lo dimostro
spesso ma ti voglio bene!Non voglio che tu muoia per mano di quel
bruto!”
Mi lascio scappare un sospiro mentre
alzo gli occhi al cielo.
“Non ero preoccupata per questo!-
sbotta Kim interrompendo i suoi piagnistei- Io non voglio che
Michelle faccia ammattire il povero Kanon!Ha già avuto dei
traumi in passato e non credo che...”
Il...povero...Kanon?!
“Basta!- la azzittisco, accompagnando
le mie parole con un gesto secco della mano- Ho deciso che da
quest'anno inizierà ad amare il Natale e così
sarà!”
“Chi inizierà ad amare il
Natale?- domanda incuriosito Milo entrando nella stanza, seguito a
ruota da Aioria e Aldebaran- Ti prego dimmi che hai deciso di
importunare di nuovo Shaka!Sarebbe fantastico assistere alle tue
proverbiali figuracce!”
Ah, ah, ah.
Che divertente sa essere Milo.
E gli amichetti sghignazzanti alle sue
spalle!
Se non fosse diecimila volte più
forte di me lo ammazzerei seduta stante.
Che poi non è affatto colpa mia
se Shaka è sempre presente quando faccio qualcosa di
imbarazzante!
Già immagino la scena alla festa
di domani...scommetto che ne combinerò una delle mie, sicuro
come l'oro! Solo che sarà mille volte più
ridicolo dato
che sarò vestita da elfo di Babbo Natale.
“No, il fortunato che avrà
questa piattola alle calcagna sarà Kanon.” spiga
Vic, dopo
essersi ricomposta incredibilmente velocemente dalla scenata di
prima.
Dev'essere uno dei poteri segreti dei
gold...
La bionda non fa in tempo a finire la
frase che i tre si piegano letteralmente in due dalle risate.
La mia faccia diventa ancora più
imbronciata di quanto lo fosse alla prima battuta di Milo.
“O miei dei!- riesce a dire Aioria-
E' la cosa più assurda che abbia mai sentito.”
Atena: come hai fatto ad affidare a
loro la tua vita?
“Su, ragazzi. Probabilmente Miki
stava scherzando!- Esclama Al fra le risate- Vero Miki?”
Io assottiglio lo sguardo, cercando di
assumere un'aria minacciosa, e incrocio le braccia sbuffando.
“Cento bigliettoni che si ritroverà
in una dimensione oscura prima delle prossime ventiquattro
ore!”
dice allora Milo sorridendo sornione.
Aioria gli assesta una bella pacca
sulla spalla “Sono con te, amico.”
“Siete venuti qua per un motivo
particolare o solo per irritarmi a morte?” sibilo, sempre
imbronciatissima.
Victoria addita Aldebaran con il
pollice “La solita prova costume per Al.- mi spiega- Ho
deciso di
apportare qualche modifica alla divisa di Babbo Natale.”
Un'idea malsana mi salta in mente
quando sento queste sue ultime parole.
“Ho avuto un'idea fantastica.”
grido afferrando il sacco che contiene il costume e poi esco in
fretta e furia.
“Ma che le è preso?” domanda
Milo confuso.
La voce di Kim è già
lontana quando sento la sua risposta, ma non posso fare a meno di
sorridere per quello che dice la mia amica “Credo che abbia
appena
trovato un modo per guadagnare cento euro.”
Un brivido mi corre lungo la schiena
quando arrivo all'entrata della Terza Casa.
Non ho spiegato a Mu il motivo della
mia visita a Kanon, ma dall'espressione che ha fatto quando mi ha
visto credo che sospetti che non ne nascerà niente di buono.
Beh, almeno qualcuno arriverà a
soccorrermi se le cose si mettono male.
Tranquilla Miki, mica ti ammazzerà
per una semplice, banale e innocente richiesta, no?
Che c'entra se è un misantropo,
un ex-cospiratore che ha scatenato delle guerre terribili, e
stamattina mi ha guardato con gli occhi iniettati di sangue.
Cosa diceva sempre il mio maestro?
Lavati i denti dopo ogni pasto.
E...L'apparenza inganna.
Probabilmente aspetta solo che qualcuno
gli dia la possibilità di aprirsi un po'...
Mi schiarisco un po' la voce prima di
parlare “Uhm...Permesso?”
Non ottengo risposta, quindi azzardo
qualche passo all'interno.
“C'è qualcuno in casa?”
Ancora niente.
Faccio ancora qualche altro passo, ma
uno sguardo gelido mi fa letteralmente pietrificare sul posto.
Kanon mi osserva e non sembra per
niente felice di vedermi.
Tossicchio un po', imbarazzata prima di
dire qualcosa di sensato “A-ehm...Salve.”
Lui grugnisce infastidito.
“Non hai risposto quindi ho pensato
di entrare.” continuo titubante. Vero che lui non
è come
Shaka e che quindi non può togliermi tutti i cinque sensi
solamente guardandomi, vero?
Altro suono gutturale che non promette
niente di nuovo.
Mi sorge quasi il dubbio che abbia
perso la facoltà di parola.
Strano, perchè per sbraitarmi
contro stamattina l'aveva!
“S-sono quella di stamattina, sono
venuta a invitarti ufficialmente alla festa di domani sera.- butto
fuori tutto d'un fiato- Sai, è la vigilia di Natale
e...”
“Ah.- dice finalmente- Sei la
fanatica del Natale. Difficile dimenticarsi di te.”
Aggrotto le sopracciglia.
Non sembrava affatto un complimento!
“Allora vieni?” chiedo, ignorando
quello che ha appena detto.
Lui mi guarda come se fossi pazza.
“No.”
Risposta secca, che accentua
incrociando le braccia di scatto.
“Ma è la Vigilia di Natale...”
azzardo di nuovo.
Kanon non fa una piega.
“Il Natale è una festa
stupida: l'ennesimo risultato del consumismo in cui è caduta
la nostra società.” spiega con tono monocorde.
Ti credi un osso duro, eh?
Non sai chi hai di fronte!
“Quindi presumo sia del tutto inutile
cercare di convincerti e anche di chiederti se potresti fare da Babbo
Natale...” sospiro, fingendomi rassegnata.
“Ovvio!Ed ora smamma, ho avuto fin
troppa pazienza!” sbraita voltandosi e muovendo qualche passo
in
direzione opposta a me.
“Lo immaginavo.” borbotto,
costringendomi a non sogghignare.
Lui si volta di nuovo verso di me
“Immaginavi cosa?” domanda in un sospiro a
metà fra il
rassegnato e lo scocciato.
“Che non l'avresti mai fatto.- spiego
facendo spallucce- Ma, d'altronde, lo dicevano che sei
cooooooosì
prevedibile.”
Le cose sono due: o muoio, o cade nella
mia trappola.
Atena: tu lo sai, vero, che sono troppo
giovane per morire?
Kanon non risponde a parole ma da come
serra la mascella credo di aver sfiorato il tasto giusto.
“Aioria aveva proprio ragione, ma
d'altronde avrei dovuto immaginarlo.- continuo fingendo di sospirare
rassegnata- Ha fatto bene a scommettere contro di te, ora
però
io devo a Milo cento euro...chissà se li accetta a rate, ho
speso un sacco di soldi per i regali di Natale.”
Faccio finta di allontanarmi,
continuando a mormorare altre cose riguardo questa scommessa, quando
uno strattone potente mi strappa dalle mani il sacco con il costume
da Babbo Natale.
“Ehy, che fai?- domando stupita-
Quello ora lo dovrà mettere Aldebaran!”
Gli occhi blu di Kanon saettano per la
stanza, stando ben attenti a non soffermarsi mai sul mio viso.
“Insomma, non avevi detto che dovevo
farlo io?” domanda borbottando, rigirandosi il sacco ruvido
fra le
dita.
Io cerco di non ghignare soddisfatta
“Guarda che non sei obbligato, puoi anche farti da parte se
non sei
in grado...”
Alle mie ultime parole Kanon scatta di
nuovo, dandomi le spalle e iniziando ad andarsene in un'altra stanza.
Dei, come sono malefica!
“Ho detto che lo farò e LO
FARò!” ringhia allontanandosi.
Povero Kanon...dev'essere difficile
sopravvivere con quell'orgoglio così ingombrante!
“Pierre non crede assolutamente che
tu l'abbia convinto a fare una cosa del genere! Stai
bluffando!”
esclama il ragazzo che, come me,
indossa un costume da elfo.
La calzamaglia a righe e i pantaloncini
verdi però, fanno un effetto totalmente diverso su di lui.
Perchè lui è adorabile e
io sono ridicola?
“Kanon non farà mai una cosa
del genere!” continua Victoria, dandogli man forte.
Nel suo costume da angelo del Natale è
assolutamente favolosa.
Io incrocio le braccia e sorrido
soddisfatta “Tra qualche minuto sarà qui per i
ritocchi al
costume- spiego saccente- E così vedrete voi
stessi”
So con certezza che verrà. È
troppo orgoglioso per fare marcia indietro a poche ore dalla festa.
E poi credo che non sopporterebbe le
accuse di codardia da parte di Milo e Aioria.
Uno sbattere violento mi fa girare
verso la porta dove vedo l'alta figura di Kanon, che ha l'espressione
di uno che preferirebbe un nuovo soggiorno a Capo Sounion piuttosto
che dover mettersi un costume da Babbo Natale per far felici dei
bambini.
“Kanon!Lo sapevo che saresti
arrivato!Avete visto ragazzi che...” Mi volto verso il punto
dove
c'erano i miei amici ma trovo il nulla più totale.
Sbuffo sonoramente: mica è un
mostro, santo cielo!
Torno a rivolgere la mia attenzione a
lui e solo ora noto la sua espressione.
Ok, forse se non avessi la mia missione
da compiere sarei scappata anche io.
“Uhm...Kanon?” tento con tono
incerto.
Lui mi fulmina con lo sguardo “Sappi
che sono qui contro la mia volontà e che sono di pessimo
umore!”
Io raccolgo tutte le mie energie
positive e gli rivolgo un sorriso smagliante “Andiamo!E' la
Vigilia
di Natale!”
Accidenti...Non credevo che potesse
fare uno sguardo più micidiale di quello di prima.
Va bene, Michelle, mi sa che con lui
devi andarci per gradi: è pur sempre uno dei gold
più
potenti in circolazione.
“Ti lascio solo, così ti
cambi.- gli spiego avviandomi verso la cucina dove mi aspettano
nascosti Vic, Pierre e Kim- E non dimenticarti del cuscino per fare
la pancia!”
Quando torno in mensa qualche minuto
dopo, noto la sua figura camuffata dal costume rosso voltata di
spalle. Ai miei occhi però non sfugge il fatto che sta
analizzando minuziosamente l'albero di Natale, toccando le palline
con le dita.
“Non toccare le decorazioni!” Lo
ammonisco facendolo sobbalzare.
Lui si volta verso di me e mi fulmina
con lo sguardo. Cosa che, peraltro, non mi fa più effetto.
“Ci ho messo tutta la giornata a
sistemarle in modo simmetrico- dico mentre lo squadro dalla testa ai
piedi- Il costume è perfetto: basta solo che ti togli
quell'espressione lugubre dalla faccia e sarai un ottimo Babbo
Natale!”
Kanon mi rivolge un'occhiata esasperata
“In modo simmetrico?Hai decorato in modo
simmetrico?”
Io annuisco fiera di me, ma lui scuote
la testa preoccupato “Sei psicopatica!”
Mollo per qualche secondo la scatola
per fargli un cenno scocciato con la mano: amo l'ordine, mica sono
pazza!
“Avanti, aiutami con le ultime
decorazioni.” ordino, praticamente, avvicinandomi con la
scatola
stracolma.
Kanon fa roteare gli occhi “Ancora?”
Io sbuffo, ma ai miei piedi qualcosa mi
distrae.
Le punta ricurva delle mie scarpe da
elfo rosse si impiglia in un nastro rosso e oro, probabilmente
lasciata per terra da Vic o Pierre.
Sbuffo iniziando a saltellare per
cercare di toglierlo stando in piedi, l'unica cosa che riesco a
ottenere però è un ridicolo balletto in cui io
salto da
una parte all'altra della sala, cercando di liberarmi.
La scatola che tengo su una mano sola
ormai, traballa pericolosamente. Mi distraggo giusto quell'attimo per
cercare di rimetterla in equilibrio, che succede il peggio.
Il nastro deve probabilmente avermi
riconosciuta come l'essere più goffo esistente su questo
pianeta e allora prende vita (perchè non ci sono altre
spiegazioni, altrimenti!) e riesce anche ad avvolgersi sulla caviglia
libera, facendomi cadere in avanti.
Mi lascio scappare la scatola,
lanciandola in alto seguendo uno strano e insensato istinto.
Pochi secondi dopo, intorno a me c'è
in buio.
Con una mano tremante sollevo il
cartone che mi è caduto sugli occhi, ritrovandomi
però
ricoperta da brillantini e fili dorati e argentati.
“Fantastico.” mormoro, guardando il
totale casino che si è creato.
Devo dedurre quindi che nemmeno
quest'anno Santa Claus si porterà via questa mia sfortuna
nera, no?
Un suono che pian piano riempie
l'imbarazzato silenzio della stanza mi fa sobbalzare.
Mi volto verso il punto da cui sento
arrivare questa risata arrochita.
“Kanon!” esclamo stupita mentre
guardo il ragazzo ridere divertito.
Certo, forse il fatto che sta ridendo
di me e non con me dovrebbe farmi pensare, ma, ehy, sta ridendo!
Non credo che nessuno al Santuario
possa dire di averlo ridere prima d'ora, anzi non credo che abbia
nemmeno sorriso prima d'ora.
Nonostante il dolore al mio sacro
deterano mi ritrovo a sorridere: credo stia molto meglio senza l'aria
del disadattato addosso.
Sono qua per terra a ridere, con una
scatola in testa, fili decorativi addosso e un costume da elfo quando
Shaka entra nella stanza, annunciando che è arrivato in
anticipo dato che non vuole assistere alla calca dell'ultimo minuto.
Uff...direi che è una situazione
tipica di me.
Tra poco i bambini saranno qui.
Non vedo l'ora: primo per la felicità
che si dipingerà sui loro volti.
Ne hanno proprio bisogno, non avete
idea di come sia difficile essere bambini al Santuario.
E poi...per togliermi da questo
imbarazzante momento.
Shaka è seduto con gli occhi
chiusi. Sta meditando, o dormendo, o è caduto in coma...
Non saprei dire con certezza.
Kanon è annoiato e ora che io e
Kim abbiamo finito di imbandire la tavolata devo ammettere che sono
piuttosto annoiata anche io.
“Allora Kanon...Come mai non sopporti
il Natale?” azzardo, per spezzare questo silenzio soporifero.
“Non sono fatti tuoi.” sbotta in
riposta.
Ma credete che io mi arrenda così
facilmente?
“Ci sarà un motivo per cui ti
piace.” continuo per niente scoraggiata.
“Cosa della frase che ti ho appena
detto non ti è chiaro?” ribatte inacidito.
Io sbuffo, ma non mollo “E' per un
trauma infantile?Un regalo orrendo?Un evento tragico che è
accaduto nello stesso periodo?” incalzo, cercando di
immaginare
perchè qualcuno possa odiare una festa così bella.
Lui fa roteare gli occhi infastidito
“Senti: sono vestito da Babbo Natale come volevi,
perchè
vuoi anche farmi ammattire?”
Kim ridacchia, scuotendo la testa.
Anche Shaka sorride.
Lascio passare qualche secondo prima di
ripartire alla carica “E' una cosa imbarazzante,
forse?Perchè
altrimenti non vedo per quale motivo non potresti dirmelo!”
La mia personale tecnica
dell'esasperazione funziona, infatti Kanon si gira rassegnato verso
Kim alla ricerca di un supporto morale “Tu sai come si fa a
far
tacere questa pazza vestita da elfo?”
La mia amica riesce a ridere “Quando
lo scopri fammelo sapere!”
Ah, e questa sarebbe la risposta di
un'amica?
Però, ora che ci faccio
caso...come è rossa in faccia!Non riesco a capire se fa
troppo
caldo, ha la febbre oppure è a causa della presenza del
cavaliere di Gemini.
Lancio uno sguardo all'interessato e
poi di nuovo a lei.
Kanon, decisamente.
“Non è così male,
però:- continua la mia amica, lanciandomi uno sguardo. Si
sporge verso il gold di Gemini e inizia a sussurrargli qualcosa
all'orecchi. Io faccio finta di non ascoltare, improvvisamente
impegnata a raddrizzare le palline sull'albero di Natale- è
maldestra e buffa, però credo che chi non esita a mettersi
in
ridicolo per la felicità degli altri sia più
coraggiosa
di qualsiasi esercito di cavalieri.”
Mi viene da sorridere e quando giro
leggermente la testa per osservarla noto che anche lei sta rivolgendo
un sorriso a Kanon.
Il suo bel sorriso dolce e sereno, che
sa rassicurarti in qualsiasi situazione.
Il gold volta la testa di
scatto...Strano, sembra imbarazzato.
Chissà che gli è preso...
“Non è carino.”
Accidenti!Mi ero totalmente dimenticata
della presenza di Shaka! Possibile che ogni volta che mi rivolge la
parola o sembro una completa idiota o mi fa venire un infarto?
A malincuore sposto lo sguardo da quei
due al biondo cavaliere della Vergine. (Ok, forse non così a
malincuore...però volevo vedere come si evolveva la cosa,
uffa!)
“Origliare- spiega con aria serafica-
Non è carino.”
Io arrossisco fino alla punta dei
capelli. “Non stavo origliando. Ho solo accidentalmente
ascoltato
una conversazione altrui...”
Shaka scuote la testa leggermente
divertito.
“Che poi l'ho iniziata io questa
conversazione!” protesto mentre mi accorgo che mi sta
trascinando
letteralmente via da quei due.
“Fai finta di non sapere o non l'hai
notato?” mi domanda sorridendo.
Notato?Notare cosa?
“Cosa?” chiedo girando la testa per
guardare Kim e Kanon.
Shaka sospira “Candida come un fiocco
di neve.”
Che?!E questo che c'entra?
Chi è candida?
Cos'è che non ho notato?
Sono ancora qui che mi guardo intorno
confusa cercando di decifrare le frasi criptiche di Shaka, quando
Victoria e Pierre fanno letteralmente irruzione nella stanza.
“Tutti ai propri posti!- urla Pierre-
Stanno arrivando!”
Con un balzo arrivo alla finestra e
noto un fiume di bambini dirigersi proprio qui. Qua e la riesco a
notare anche le figure alte e slanciate dei gold, letteralmente
trascinate a forza dai piccoli che li attorniano.
Credo di capire perchè Shaka ha
deciso di venire prima.
Di nuovo di corsa, mi dirigo verso
Kanon , lo prendo per un braccio e lo trascino a sedersi sulla
poltrona rossa che abbiamo messo di fronte all'albero di Natale.
“Ok, fra poco i bambini saranno qui:
devi solo farli sedere sulle tue ginocchia, consegnargli il regalo e
dirgli qualcosa di carino.- spiego, agitata-E ricordati di
sorridere!”
“E perchè dovrei sorridere?”
domanda alzando un sopracciglio.
Pierre, che si è avvicinato per
ricoprire il suo ruolo di aiutante di Babbo Natale mi guarda e scuote
la testa.
Mi azzittisco aspettando che arrivi da
solo alla conclusione più logica, ma Kanon continua a
guardarmi in attesa di risposta.
Sospiro esasperata “Babbo Natale è
sempre felice e chi è felice sorride.”
“Io non sono Babbo Natale e non sono
felice!” ringhia, incrociando le braccia (o meglio, tentando
di
incrociarle: non è affatto abituato ad avere una pancia
tanto
ingombrante!)
“Kanon...”
“Indosso un costume ridicolo, ho un
cuscino legato in vita e cinque gold saint pronti a prendermi per i
fondelli: che cosa diavolo avrei da sorridere?” ringhia
rabbioso.
Ma allora mi vuole davvero fare
arrabbiare.
“Devi sorridere perchè se non
lo fai questa stanza sarà piena di un centinaio di bambini
urlanti e sarai tu l'unico e il solo che dovrà a tenerli a
bada mentre piangono perchè il caro e vecchio Babbo Natale
è
un misantropo!- spiego in un sibilo prima di strappargli la barba
finta dalla faccia- Ti è abbastanza chiaro il
concetto?”
“Aho!” si lamenta lui, portandosi
una mano alla faccia, dove il nastro adesivo strappato con poca
delicatezza ha lasciato la pelle arrossata.
O miei Dei!Ho appena minacciato un
gold!Non mi sono mai sentita tanto potente in vita mia!
Certo, non è una minaccia di
morte o qualcosa di altrettanto spaventoso, ma è una
minaccia
ed ha addirittura funzionato!
Sìììì!
Gli riappiccico velocemente la barba e
gli sorrido amabile “Sorridi.” sibilo fra i denti
mentre vedo la
porta aprirsi e un branco di bambini correre veloci a mettersi in
fila per l'incontro con Santa Claus.
Kim è di turno al buffet, Vic
con il suo costume da angelo si aggira ad aiutare i bimbi, io e
Pierre siamo a fianco di Kanon per mettergli sulle ginocchia i
pargoli. Dagli angoli, i gold, sorridono contenti.
Sorrido anche io: è tutto
pefetto.
Mi avvicino alla prima bambina della
fila: una bambolina con i boccoli rossi e grandi occhi blu.
Non faccio in tempo a metterla fra le
braccia di Kanon che lo abbraccia felice urlando “Ti voglio
bene,
Babbo Natale!”
Il gold arrossisce vistosamente,
borbottando una risposta che non riesco a cogliere.
Mi abbasso all'altezza del suo orecchi
e alzo un sopracciglio mentre vedo Kanon imbarazzato per la foga con
cui la piccola l'abbraccia.
“Meglio la misantropia, vero?”
sussurro sarcastica.
Lui mi lancia un'occhiataccia, ma credo
proprio che questa festa stia iniziando a piacergli.
Una festa perfetta!, penso
stiracchiandomi.
Tutti stanno mangiando seduti alla
grande tavolata, ridendo e scherzando.
Perfino Kanon ormai non finge più
di essere estremamente scocciato!
Ogni volta che vedo una scena del
genere mi ricordo perchè amo così tanto il Natale!
Nonostante ciò, mi tocca
abbandonare questo perfetto scenario natalizio.
Ho un altro importantissimo compito da
assolvere!
“Dove vai?” mi domanda Shaka quando
mi alzo per andare a prendere l'ultimo regalo che è rimasto
sotto l'albero.
Mannaggia a Vic che ci ha messo vicini!
Stavolta però non sono per
niente imbarazzata o incapace di parlare, gli strizzo l'occhio e gli
rispondo tranquilla “E' la vigilia di Natale e sono un
folletto: ho
un importante compito da svolgere!”
Lui mi guarda perplesso mentre me ne
vado sorridente.
Non appena esco dalla porta sento
urlare dai bambini (ma con più enfasi da Victoria)
“Kiiiiiiiiiiim sei sotto il vischio con Babbo
Nataleeeeeeeeeeeeeeeeee!”
Mi ritrovo a ridere: ecco allora cosa
intendeva Shaka prima.
Peccato perdermi questa scena, ma me ne
aspetta un'altra altrettanto bella fra pochi metri.
Poco lontano da qui, nascosto fra la
sterpaglia per osservarmi e farmi da guardia, c'è il mio
inaspettato e meraviglioso angelo custode. Non è giusto che
passi il Natale da solo.
Non appena mi avvista Takis si alza in
piedi, confuso.
Di certo non si aspettava una cosa del
genere.
Io sventolo il regalo “Non credevi
davvero che Babbo Natale si fosse dimenticato di te?” dico
sorridendo.
Anche lui mi sorride, facendo
illuminare in modo incredibile il suo bel viso e quegli occhi color
del cielo.
Mi ritrovo ad arrossire mentre lo
guardo.
Contemporaneamente ci sediamo sulla
stessa grande roccia, uno accanto all'altro.
La luna e le stelle stasera sono uno
spettacolo. Sarà il regalo di Natale degli astri.
“Io non ti ho portato nessun
regalo...” borbotta Takis, abbassando lo sguardo e arrossendo
un
poco.
Io sorrido. Un regalo. Come se fosse
questo quello di cui mi importa.
“Invece sì, solo che non lo
sai..” dico sicura, allungando una mano verso la sua e
stringendogliela.
Lo sento irrigidirsi per qualche
secondo, prima di rilassarsi e stringermi a sua volta la mano.
I canti di Natale arrivano fin qua,
farciti dalle risate dei bambini.
Sono così presa nel cercare di
captare le parole di Rocking around the Christmas Tree, che quando un
bacio delicato mi sfiora la guancia sobbalzo sul posto.
“Buon Natale.” mi sussurra Takis
all'orecchio, prima di rigirarsi e guardare l'orizzonte.
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Capitolo 12 *** Mission Impossible ***
Mission Impossible
“Michelleeeeeeeeeeee!”
Questa voce acuta che mi chiama mi
entra fino nel cervello interrompendo malignamente il sogno che stavo
facendo.
Un bel sogno, per inciso, in cui io
stavo facendo surf fra le nuvole.
“Ancora cinque minuti.” mugugno con
la voce impastata dal sonno, infilando la testa sotto al cuscino e
accucciandomi ancora di più fra le lenzuola.
Un tonfo sordo sul materasso mi fa
capire che Jack non ha alcuna intenzione di lasciarmi poltrire qui.
“Andiamo Miki!E' una splendida
giornata, devi alzarti!” trilla felice, iniziando a colpire
la
coperta in vari punti e, ovviamente, con lei anche me.
“Lo sarà alle dieci.”
ribatto, cercando di ignorarlo più che posso.
Solo che avere il suo dolce peso sulla
schiena mi rende l'impresa piuttosto difficile.
Jack mi strappa il cuscino da sopra la
testa, ridendo divertito.
Come faccia a farlo ridere una scena
che si ripete ogni mattina, poi, devo ancora capirlo.
“Devi alzarti Miki, Takis è
tornato poco fa.”
Solo a sentire il nome di Takis mi alzo
di scatto, dando una testata micidiale al mento dell'americano
più
assillante che conosca.
“Ahio!- mi lamento, massaggiandomi la
parte offesa- Takis hai detto?E' tornato?E' qui?”
Non gli lascio nemmeno il tempo di
annuire che mi alzo in piedi e, senza nemmeno rifare il letto (cosa
impensabile in altre occasioni) esco dalla mia stanza e scendo verso
il salotto, facendo i gradini a quattro a quattro.
Agli ultimi inciampo e cado
rovinosamente a terra trovandomi proprio ai piedi di Takis.
“Sei tornato!” grido felice.
Lui annuisce sorridendo “Certo, che
credevi, che ti avrei lasciato in pace per altro tempo?”
Il male della caduta se ne è già
andato, quindi mi alzo veloce e di slancio gli salto in braccio.
“Sono così contenta che tu sia
qui.” gli sussurro ad un orecchio, mentre lui cammina verso
la
cucina, con tanta naturalezza che sembra quasi che io sia fatta
d'aria.
Takis è partito per una missione
particolarmente impegnativa circa due settimane fa. È dovuto
andare da uno degli oracoli di Zeus più potenti, dato che il
Tonant aveva una nuova missione da assegnarci. Gli oracoli sono gli
unici mezzi per cui noi siamo in contatto con le divinità
dato
che siamo una schiera di guerrieri maledetti: una sorta di gazzetta
ufficiale su cosa accade nel mondo soprannaturale, insomma.
Eh, già. Perchè ormai non
sono più una ragazza normale.
Sono una guerriera, maledetta per
giunta. Ah, ed esiliata.
Se penso a tutto quello che è
successo in questi mesi, mi sembra quasi di essere una persona
diversa da quella che è partita dal Santuario quasi un anno
fa.
No, tranquilli, sono sempre io.
La maniaca del pulito, la precisina, la
combinaguai e inguaribilmente maldestra Michelle.
Ho iniziato ad essere me stessa in una
nuova casa, fra dei nuovi amici.
Ma cominciamo da dove avevamo
interrotto.
Come potrete capire, una volta cacciata
dal Sanutario ero distrutta. Non tanto fisicamente (le ferite sono
guarite a tempo di record) ma nello spirito.
Mi sentivo persa dopo essere stata
privata della mia vita così come la conoscevo.
Fortuna che a me ha pensato Takis.
Mi ha costretto a mangiare contro la
mia volontà, a parlare, ad allenarmi...insomma a continuare
la
mia vita. A ricominciare un'altra vita!
Anche se lo credevo impossibile il
tempo andava avanti ed io con lui, spinta da Takis, da Jack e dagli
altri.
“Buongiorno!” come richiamati dai
miei pensieri Mintha e Miguel fanno il loro ingresso nella cucina
(grande quanto il bar di un aeroporto!Davvero, non credo mi
abituerò
mai alla sfacciata ricchezza di Takis!).
Ovviamente ci deliziano come sempre con
la tremenda aura di amore puro e profondo che li circonda. Mintha e
Miguel sono sposati, da quando lei aveva sedici anni e lui diciotto
(perlomeno, biologicamente parlando: quando si parla di guerrieri
maledetti l'età è davvero un mistero. Mi viene il
mal
di testa ogni volta che ci penso!), ovvero dalla settimana successiva
al loro primo incontro.
Colpo di fulmine?
Affatto.
Il loro amore è stato come una
bomba ad orologeria. È stata innescata quando i loro sguardi
si sono incontrati per la prima volta e poi è scoppiata
quando
il timer è scattato sullo zero.
Una cosa incredibile.
Ed ora sono già sposati da
cinque anni. Abbiamo festeggiato il loro anniversario il mese scorso.
“Sì, sì. Buongiorno di
qua, bentornato di là!- borbotta Jack raggiungendoci- Vi
ricordo che è ora di colazione!”
L'americano si siede e afferra una
briochès, sbranandola in due morsi.
Io alzo gli occhi al cielo, Miguel lo
guarda disgustato e Mintha fa finta di niente, mentre Takis
sghignazza.
Scena tipica di ogni mattina,
praticamente.
Solo che di solito io non sto così
avvinghiata a Takis.
Improvvisamente imbarazzata da questo
mio gesto, mi muovo sopra le sue ginocchia, riuscendo soltanto a
perdere l'equilibrio. Al cavaliere di Prometheo, però, non
sfugge questo movimento e stringe un po' di più la stretta
sui
miei fianchi.
Nello stesso istante in cui io
arrossisco come un semaforo, Embronce entra in cucina.
“Signore, credo davvero che dobbiate
pagare un istruttore privato per la signorina.- Esordisce con voce
pacata il maggiordomo- Mentre eravate via è riuscita a
distruggere tutte le aiuole di rose che costeggiavano il
viale.”
Takis scoppia in una fragorosa risata,
così come tutti gli altri.
Io incasso la testa nell'incavo del suo
collo, troppo imbarazzata per far vedere anche la mia espressione
colpevole.
“Quello stupido aggeggio ce l'ha con
me!Non imparerò mai a guidare, le macchine mi
odiano.”
Embronce sospira di nuovo, rassegnato.
Le aiuole sono le ultime cose che ho
distrutto con i miei tentativi. Il box auto lo hanno appena finito di
ricostruire.
Per il resto, comunque, il maggiordomo
di Takis mi adora letteralmente. Abbiamo la stessa passione per
l'ordine e la pulizia quindi sono stata da lui eletta come
principessina della casa.
“E' una vera fortuna che tu sia
tornato in anticipo, allora. Se fossi tornato nella data stabilita
probabilmente non avresti trovato più la casa.”
azzardo,
stando al gioco.
Lui aggrotta le sopracciglia, ma a
rispondere è Mintha con la sua voce cristallina
“Ma lui è
tornato nel giorno stabilito.”
Mi alzo di scatto “Cosa?”
“E' lunedì.” spiega Jack,
prima di tracannare una tazza di latte al cioccolato.
“Cosa?!?!- strillo, completamente nel
panico- E perchè nessuno mi ha avvertita?”
Correndo più velocemente
possibile risalgo le scale, e non appena metto piede in camera mia mi
strappo letteralmente di dosso la maglietta over-size che uso come
pigiama.
Sono in ritardo. Tremendamente in
ritardo!
Senza curarmi molto di forma e colore,
mi infilo un paio di pantaloni, i primi in cui mi imbatto, e poi
litigo con un cassetto per convincerlo a lasciarmi prendere una
canottiera. Delle scarpe non mi curo più di tanto:
andrò
in ciabatte.
Per l'ennesima volta scendo le scale di
corsa brandendo le chiavi della mia moto “Vado al lavoro!-
grido
rivolta alla porta della cucina- Ci vediamo stasera!”
Ebbene sì. Nella mia nuova vita
c'è anche un lavoro.
Niente di elettrizzante: sono commessa
in una pasticceria, ma almeno mi fa stare in pace con la coscienza.
La filosofia di Takis è
completamente diversa da quella di Saori Kido.
Per lui: tutto ciò che è
tuo, è tuo; tutto ciò che è mio
è nostro.
Fosse per lui non dovrei fare niente,
ma starmene in panciolle a godermi i suoi soldi.
Scuoto la testa al pensiero. Non che
una vita da vip mi dispiaccia, ma credo che anche il mio orgoglio
atrofizzato non gradisca una cosa simile.
In fondo, è da quando sono
piccola che ho imparato a guadagnarmi quel poco di cui ho bisogno.
Per il resto Takis mi ha letteralmente
costretta a vivere nella sua immensa villa (“Tanto ci sono
anche
gli altri” si era giustificato), ad accettare i vestiti che
ogni
quindici giorni una personal shopper da lui assunta mi scaraventa in
camera (“Perchè tu hai lasciato tutte le tue cose
al
Santuario.” diceva la prima volta che quell fashion victim si
è
presentata davanti a me): credo che abbia capito che non riesco a
negargli niente se mi guarda troppo intensamente...colpa dei suoi
occhi ipnotici.
In poche parole, questo lavoro è
l'unica cosa che lui mi consente di fare.
Jack è un neurochirurgo
piuttosto capace, Miguel un violinista di fama mondiale e Mintha
un'artista dal talento inaspettato.
Sbuffo, imbronciata. “Non è
giusto che solo io abbia un lavoretto da liceale!”
Una strana adrenalina mi scorre nelle
vene: è sempre così quando sono in ritardo.
E quando guido questa fantastica Honda,
questa moto è l'unico mezzo con cui sono autorizzata ad
uscire
in strada.
Per la sicurezza altrui, più che
altro. Ormai della mia non devo più curarmi.
Il suono acuto di un clacson mi fa
inchiodare di colpo, proprio in mezzo all'incrocio. Riesco a vedere
il cofano di un'auto rossa avvicinarsi a gran velocità. A
differenza di quanto mi dice l'istinto, allontano la moto cercando di
non fare molti danni, e mi lancio di lato sulla macchina.
“Oddio, signorina!- urla un uomo
anziano abbandonando il marciapiede e avvicinandosi a me, nel
tentativo di soccorrermi- Qualcuno chiami un'ambulanza.”
Il dolore acuto che sento alla testa,
al fianco e alle gambe sparisce in pochi secondi.
Decisamente: l'autoriparazione dei
tessuti è una grande figata, altro che maledizione!
Mi rimetto in piedi sotto gli occhi
strabuzzati del vecchio “Tranquillo. L'auto non mi ha nemmeno
toccato.” mento, sorridendo rassicurante.
Il vecchio non reagisce, continuando ad
additarmi a bocca spalancata. Mi volto per guardare la donna alla
guida dell'altro mezzo: l'idiota ha ancora il cellulare attaccato
all'orecchio ma non presta più attenzione allo sbraitare di
chiunque sia all'altro capo del filo.
Sembrano entrambi in stato di shock.
Quando accorrono i soccorsi riesco ad
accampare una scusa qualsiasi e a svignarmela a bordo della mia moto
che sembra non essersi fatta nemmeno un graffio.
“Accidenti!Sono sempre più in
ritardo!” ringhio mentre come un fulmine a ciel sereno, i
ricordi
di una delle prime volte in cui le mie ferite sono guarite da sole mi
ritorna in mente.
È passato più di un anno
dall'enunciazione del mio esilio, eppure l'orribile esperienza che ho
avuto quel giorno ritorna spesso a tormentarmi.
Il giorno in cui la mia vita è
cambiata totalmente non era un giorno particolare. Niente mi aveva
annunciato l'imminente sconvolgimento che avrebbe subito la mia vita:
nessuna inaspettata eclissi di sole, nessun meteorite ha tentato di
colpirmi in testa, nemmeno una nevicata in piena estate mi ha
avvertito che quella non era una giornata come le altre.
Il sole splendeva come al solito sopra
ad Atene e al Santuario la vita scorreva frenetica come sempre.
Tutto era normale.
Guardare quel paesaggio così
familiare nascosta dietro un enorme masso, mi sembrava strano quasi
quanto sapere che non ne avrei mai più fatto parte.
Quando sentii le voci di Victoria e Kim
avvicinarsi, mi nascosi ancora di più.
Avevo paura di incontrarle: non ho mai
detto addio a nessuno e sapevo per certo che con loro sarebbe stata
dura.
“Non può essere sparita nel
nulla!” ringhiava Kim avanzando con passo pesante. Da dov'ero
non
riuscivo a vederla, ma potevo immaginare l'espressione che doveva
avere sotto la maschera: infuriata.
Con una camminata più raffinata,
ma altrettanto veloce, Vic la seguiva, agitando le braccia
“Hai
sentito Mu e Aldebaran: dicono che non sono riusciti a portarla via.
Si è liberata di loro ed è scappata.”
riepilogò
la bionda, gesticolando agitata.
“Fuori dal Santuario” aggiunse dopo
che l'altra le si era fermata davanti.
Dal mio nascondiglio trattenni il
respiro. Allora la versione ufficiale era quella...
Scappata.
Tipico di me, pensai amareggiata. Di
certo nessuno si sarebbe stupito.
Kim tremava visibilmente “Michelle
non sarebbe mai scappata!Mai!” ruggì con la sua
voce
musicale incrinata dalla rabbia, o dalla tristezza...Non riuscivo a
capire bene.
Vidi Victoria annuire “E non si
sarebbe mai sognata di muovere un solo dito per liberarsi dei gold:
non è un comportamento da Miki quello...”
Kim annuì a sua volta “Qualcuno
ci deve una spiegazione, dovessi andare a strapparla con la forza a
quella spocchiosa ragazzina che custodisce lo spirito della nostra
dea!”
Le vidi allontanarsi determinate e non
riuscii a trattenere oltre le lacrime: le ultime immagini che avrei
avuto delle mie due migliori amiche sarebbero state quelle delle loro
schiene.
Sbattei le palpebre più volte e
saltai veloce dietro una colonna.
Almeno quest'armatura mi ha reso più
veloce, pensai senza entusiasmo.
Non ci misi molto ad uscire dal
Santuario. Lanciando una pietra dalla parte opposta a quella dov'ero
io ero riuscita a distrarre le ultime guardie e in meno di un secondo
ero fuori. Per sempre.
Takis mi aspettava accanto alla sua
auto lussuosa.
Aveva la faccia contrita, ma il cosmo
vibrava esaltato: non voleva darmi a vedere di essere così
contento per il fatto che sarei diventata parte della sua cricca.
“Michelle...Mi dispiace.” disse
semplicemente, guidandomi verso il sedile del passeggero.
Ricordo che lanciai un ultimo sguardo
alla mia vecchia casa e mormorai “Non ce la
farò.”
Prima di accendere il motore lui mi
aveva guardato intensamente, con quei due pezzi di cielo, e aveva
detto con estrema convinzione “Certo che ce la farai. Ti
aiuterò
io.”
Il viaggio verso casa sua non lo
ricordo per niente.
Fu solo un susseguirsi di alberi,
campi, case. Forse avevo a malapena riconosciuto il cartello che
annunciava l'arrivo a Salonicco, ma non era nemmeno lì la
nostra meta.
Arrivammo diverso tempo dopo ad una
villa enorme, sontuosa e con un rigoglioso parco che si affacciava
sul mare. Quella volta lessi attentamente le parole sul cancello:
Villa Antaz.
“Finalmente!Credevo che ci avresti
messo meno tempo!La sua armatura era sparita già ieri
sera!”
brontolò Jack, l'unico che riconoscevo in quell'esiguo
gruppetto che era lì ad attenderci.
Una ragazza sicuramente più
giovane di me e con i tipici tratti sudamericani mi squadrava
attentamente, analizzandomi con i suoi occhi color smeraldo acceso.
Anche il ragazzo che le teneva la mano faceva lo stesso, con
più
discrezione però. Dovetti distogliere lo sguardo
perchè
la sua estrema e impossibile bellezza mi metteva decisamente in
soggezione. Mi ritrovai così ad osservare un uomo non
più
giovane, come tradivano le numerose rughe sul viso e i capelli
già
bianchi totalmente in contrasto con la postura fiera e le spalle
larghe.
“Ragazzi, Embronce- annunciò
Takis richiamando l'attenzione di tutti- questa è Michelle
di
Aracne.”
“Era ora Michelle!Stavamo pensando al
peggio, di solito non sei mai in ritardo.” trilla la signora
Clio,
proprietaria della pasticceria-gelateria in cui lavoro. Con un largo
sorriso sulle labbra dipinte di rosso acceso mi si avvicina e le sue
mani paffute si muovono abili su di me per sistemarmi per bene la
divisa.
Quando secondo lei l'abito corto con le
maniche a sbuffo, e il grembiule fru fru bordato di rosso, sono a
posto, mi infila il cappello in tinta, rosso e con visiera.
“Perfetta, cara.- cinguetta allegra,
giungendo le mani e lasciandosi sfuggire un sospiro- Come mai questo
ritardo, allora?”
“Takis è tornato stamattina.”
spiego con un sorriso. Per quanto bizzarra ed estremamente
zuccherosa, ho sempre nutrito una grande simpatia per la mia strana
datrice di lavoro e non ci ho messo molto a diventarne amica. Certo,
non che lei mi abbia mai dato alternative!
“Ma è fantastico!- strilla
felice, saltellando e battendo le mani- Tuo fratello sarà
davvero contento, quando i migliori amici ritornano è sempre
una festa.”
Annuisco piano, assecondandola ed
evitando di pensare all'enorme messinscena in cui sono capitata.
Takis è un multimilionario e la
sua vita è da sempre sotto gli occhi di tutti. Era ovvio che
avesse già pensato ad una copertura per me, così
come
aveva fatto per gli altri, ma non riuscirò mai ad
abituarmici.
In questa assurda recita io dovrei
essere la sorellina di Jack, il cavaliere di Hycarus nonché
migliore amico di Takis e che è andato a vivere con lui in
seguito al suo trasferimento in Grecia per lavorare ad una clinica
privata a Salonicco.
Un gran casino!Credo sia questo il
motivo per cui ho sempre detestato le bugie.
Il fatto che lui è americano e
io greca (ok, tecnicamente sono canadese, ma vivo qui da quando avevo
quattro anni, per Zeus!) è stato spiegato con un assurdo e
improbabile accordo di separazione fra i nostri presunti genitori.
Mi lascio scappare un sospiro: già,
assurdo, ma sembra che questa sia la parola d'ordine della mia nuova
vita, o perlomeno dei miei alibi.
Agito la mano per salutare Clio e
attraverso la leggera tendina che separa la cucina dal negozio.
Un forte odore di dolce mi arriva alle
narici e insieme a lui i balbettii sconclusionati di Petros, il
figlio di Clio.
“P-posso chiederle per chi è?”
domanda mentre cerca di impacchettare una torta gelato. Il cartone
sembra avere la meglio su di lui.
La ragazza gli sorride “Un
anniversario.” cinguetta.
Petros non alza nemmeno la testa,
troppo impegnato a litigare con l'involucro che non ne vuole sapere
di fare il proprio mestiere.
Io mi lascio scappare una risatina.
Credevo che non ci fosse nessuno più imbranato di me ma mi
sono dovuta ricredere.
“Ah, davvero?” domanda fingendosi
interessato.
La cliente annuisce “Già,
cinquant'anni di matrimonio!”
Petros molla tutto, lasciando che
un'ala di cartone gli entri nell'occhio. “Ahi- si lamenta,
coprendoselo con la mano- C-c-cinquanta?Ma t-t-tu ne avrai
sì
e no trenta!”
Alzo lo sguardo al soffitto, sconsolata
e gli prendo la torta dalle mani “E' per i tuoi
genitori?”
domando, facendo il pacchetto in pochi secondi.
La ragazza annuisce di nuovo e io non
posso fare a meno di sorridere quando sento il sospiro di Petros.
Come al solito ha frainteso tutto.
“La metta in frigo non appena arriva
a casa- le spiego, prima di salutarla cordialmente- Buona giornata e
torni a trovarci!”
Il sorriso smagliante mi sparisce solo
quando la porta di vetro le si chiude alle spalle e, nello stesso
istante, Petros sospira rumorosamente.
“Che pessima figura, Michelle!-sbotta
alzando le braccia- Perchè sono così
imbranato?”
Gli sorrido solidale “Non credo di
essere la persona giusta a cui chiederlo.”
Per qualche strana ragione, agli occhi
del ragazzo dinoccolato che ho davanti, io sono una specie di mito:
praticamente perfetta.
È ovvio che non mi conosce
affatto.
“Ho sentito che il signor Antaz è
tornato- continua cambiando argomento- Immagino che sarai al settimo
cielo!”
Mi ritrovo ad arrossire mentre mi
arrampico su uno degli alti sgabelli “P-perchè
dici così?”
balbetto.
Lui scrolla le spalle larghe ma ossute
“Secondo me voi due insieme sareste perfetti!”
Una goccia di saliva mi va di traverso
e inizio a tossire rumorosamente, mentre divento viola.
Cielo, a momenti muoio soffocata.
“Che diavolo stai dicendo?” domando
scioccata.
Ok, ho sempre saputo che è una
persona stramba, ma da qui ad avere certe idee ce ne vuole!
“Quello che penso: secondo me quello
ha una cotta per te. Non hai idea con che occhi ti guarda quando
passa per venirti a prendere.” spiega agitando una mano con
noncuranza.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata.
Questa si che è una sciocchezza.
“Oh, sì. Direi che è
follemente innamorato di me.” azzardo con tono sarcastico,
mentre
gli mostro la copertina del primo giornale di gossip che mi capita a
tiro.
In un angolo c'è uno scatto
rubato di Takis con una modella...uhm...credo che questa sia quella
italiana, ma non ci metterei la mano sul fuoco. È difficile
stargli dietro.
Messo di fronte al fatto compiuto, non
può fare a meno di sbuffare contrariato.
“Come volevasi dimostrare!”
continuo tronfia, lanciando la rivista al suo posto.
Petros incrocia le braccia e mi rivolge
un'espressione imbronciata “Quando inizierai a capire quello
che ti
capita intorno sarà troppo tardi!”
Scrollo le spalle e sospiro rassegnata:
non credo che cambierà mai idea, ma d'altronde, quando si
tratta di me, nessuno lo fa.
“Adorabile.”
Aveva sentenziato Jack quando mi ha
nominata ufficialmente sua compagna di marachelle. Non so come ma ha
capito immediatamente che sono una di quelle persone che non riescono
a dire di no.
E meno male che Embronce ritiene che io
sia grande a sufficienza da non ricevere castighi (e soprattutto sa
per certo che a deviarmi è il cavaliere di Hycarus),
altrimenti sarei in punizione a vita...
“Troppo remissiva.”
Aveva sibilato Mintha, la fredda
sedicenne che possiede l'armatura di Mintha, quando aveva intuito i
tratti essenziali del mio carattere. Non gli andavo affatto a genio
all'inizio. Sarà stato forse perchè sembravo
più
un'ameba che una persona: ho passato diverse settimane a crogiolarmi
nel dolore di essere stata cacciata da Santuario. E poi, quando
avevo iniziato a riprendermi: il colpo di grazia. La guerra con Hades
si era conclusa con la morte di tutti i gold. Tutti.
Agli occhi della sudamericana io ero
una debole, una di quelle donzelle sfigate (su questo non posso darle
torto) e svenevoli che devono essere salvate, piuttosto che ad un
cavaliere senza macchia e senza paura. Lei, invece, che ha ricevuto
l'armatura prima di tutti noi e che per questo ha sofferto molto (la
tribù indios in cui viveva l'ha scacciata non appena hanno
capito che non invecchiava: credevano fosse uno spirito maligno, o un
demone, o altro che avesse a che fare con queste tremende
superstizioni), è tosta.
Mintha è tutto quello che vorrei
essere: aggraziata, combattiva, determinata. Ha la capacità
di
tacere al momento giusto (cosa che io non so fare), e parlare con
frasi ad effetto quando è opportuno (cosa che io non
riuscirò
mai a fare).
Nonostante non abbia ancora cambiato
l'iniziale opinione che ha avuto di me, ora che ha imparato a
conoscermi mi rispetta e potrei anche giurare che per lei, che non ha
mai avuto amiche donne intime, la nostra sia un'amicizia piuttosto
forte.
“Grazie al cielo non vi siete portato
in casa un nuovo mostriciattolo amante del disordine!”
Affermò Embronce non appena
Takis aveva fatto un'approssimativa descrizione della mia
personalità
e manie. Ricordo che mi ero messa ad origliare per carpire la sua
opinione, ma la risata incontrollata che mi era sfuggita non appena
il maggiordomo aveva lanciato quella frecciata a Jack mi aveva
tradito.
“Maravillioso! Sei proprio uno
spasso.”
Aveva riso (di una risata capace di
incantare, peraltro) Miguel quando ho dato mostra per la prima volta
della mia goffaggine. Niente di speciale, ero solo riuscita a
scivolare nel risvolto di un tappeto, trascinando con me la tovaglia
del tavolo della sala da pranzo che avevo afferrato come appiglio.
So di riuscire a fare di meglio. O di
peggio. Dipende dai punti di vista.
Miguel, l'affascinante andaluso
cavaliere di Narcisus, è sicuramente e indiscutibilmente
l'uomo più bello che io abbia mai visto. Shaka, Takis, Milo,
perfino Aphrodite non riuscirebbero ad eguagliare la straordinaria
bellezza che emana quel giovane dagli occhi scuri e grigi e dai
capelli corvini.
Un dio in spoglie mortali, sul serio.
“Andrai alla grande.”
Questo fu invece l'unico commento che
ebbe Takis a riguardo del mio inserimento nel gruppo che lui stesso
aveva creato. I senza dio.
Buffo, non mi sarei mai aspettata di
fare la mascotte!
“Andrai alla grande.” mi rincuora
la voce di Takis, accompagnata dal suo sorriso da ginocchia
tremolanti, quando mi lascio scivolare scioccata sulla poltrona di
vimini della veranda.
Non so bene se lo shock è dovuto
alla stranissima sensazione di déjà-vu che mi
hanno
causato le sue parole, o per la notizia che mi ha appena dato.
Michelle, vai in missione.
Come fa a darmi una notizia del genere
e aspettarsi che io la prenda bene?
Sono negata nelle missioni. Se non
avessi avuto Mintha come babysitter in Australia, gli sciamani del
Serpente Arcobaleno mi avrebbero offerto come sacrificio umano!
“C-cosa?!- riesco a balbettare, dopo
interminabili minuti di silenzio- Tu vuoi mandare me in missione?Sei
impazzito?”
Takis mi scompiglia i capelli come
incoraggiamento “E' l'oracolo che vuole che vada tu.
È
meglio per tutti, e lui lo sa per certo.- mi spiega con voce
suadente- Sai che io non ti farei mai fare qualcosa che ho il
sospetto possa nuocerti.”
Io annuisco mesta. Mi sta parlando come
se fossi la sua sorellina capricciosa di sei anni.
“Beh, cosa devo fare?- capitolo
infine- Gli indios hanno di nuovo problemi con gli spiriti maligni?
Devo fare da ambasciatrice per qualche divinità nordica? Gli
de Maya si sono di nuovo alzati col piede sinistro?”
Cerco di richiamare alla mente tutte le
missioni di cui ho sentito parlare per il tempo che sono stata qui,
ma ad ogni tentativo Takis scuote la testa divertito per la mia
inventiva.
Come se fosse così divertente.
La realtà è che in quanto
Senza Dio svincolati da qualsiasi compito, siamo decisamente
impegnati. Non appena ha ricevuto la propria armatura il bellissimo e
intraprendente miliardario che mi ha reclutata, ha deciso di radunare
tutti i suoi “simili” disposti ad usare le proprie
abilità
per qualcosa di buono.
Certo, ho visto fin dall'infanzia i
saint di Atena combattere in guerre epiche, ma la verità
è
che nel mondo non c'è solo l'adorata figlioletta di Zeus.
Il mondo sovrannaturale è pieno
di casini e noi ci siamo impegnati a risolverli.
Così alla cricca di Takis,
appoggiato dal lungimirante Embry, si sono uniti Jack, Miguel, Mintha
e infine io.
Papparapà: i super-eroi al
servizio delle nobili cause. Professionisti capaci, non è
necessaria una retribuzione, chiamare ad ore pasto. Per ulteriori
informazioni digitare il numero verde in sovrimpressione.
“C'è una guerra imminente,
niente che ci riguardi in realtà- spiega veloce Takis,
assumendo il tono serio e carismatico del leader- ma sarà
necessario l'intervento di Atena. E tu sai che dopo la guerra con
Hades il suo spirito si è sopito, lasciando spazio a quella
frivola ragazzina.”
Non posso che sussultare quando sento
il nome della divinità. Sbarro gli occhi e improvvisamente
l'aria mi sembra priva di ossigeno: strano, dato che siamo all'apero.
Il mio smarrimento non sfugge agli
occhi di Takis “Michelle?” mi chiama preoccupato,
sfiorandomi una
spalla con la sua mano tiepida.
“Non posso farlo.” butto fuori in
un sussurro.
È vero. C'è un motivo per
cui qualsiasi argomento che abbia a che fare con il Santuario
è
diventato un tabù per me: non l'ho mai superato.
Certo, sono tornata quella di prima, ma
solo perchè ho sempre tenuto il ricordo del mio esilio in un
cantuccio impolverato della mia mente.
“Manda Mintha, o Miguel. O tutti e
due.” propongo ansiosa.
Non posso andare io!
Takis sospira stanco, mentre si passa
una mano sul volto “So che ti sto chiedendo molto. Non hai
idea di
quanto faccia male anche a me vederti soffrire per
quelle...persone.”
L'ultima parola la sputa come se fosse
veleno. Già, in fondo è stato lui a raccogliermi
con un
cucchiaino.
“Ma la realtà è che sei
l'unica che può farlo: conosci il posto alla perfezione e
sai
il valore dei combattenti che ti ritroverai di fronte.”
continua
guardandomi intensamente.
Deglutisco a fatica e riprovo a fargli
cambiare idea “Anche tu conosci queste cose, e Jack...Ti
prego...Non posso.”
La mia voce implorante lo fa fremere
leggermente, e i suoi occhi si tingono di un velo di compassione
“Odio doverlo fare, Miki, ma è l'unica soluzione.
Non hai
idea di cosa succederebbe se...”
“Cosa?- domando senza vera curiosità-
Cosa succederebbe se andasse qualcun altro al mio posto?”
“Atena si risveglierebbe, ma quando i
suoi saint verrebbero a cercare il cavaliere che l'ha reso possibile,
chiunque si trovi al tuo posto reagirebbe male alle provocazioni. Sai
che noi non possiamo morire, la perdita sarebbe nelle loro
file.”
“No!” lo interrompo, portandomi una
mano tremante alla bocca.
Mentre parlava il quadro si faceva
nitido nella mia testa. Vedevo Mintha o Jack combattere contro
Victoria o Kim e avere la meglio...Non riuscirei a vivere con un
simile peso sulla coscienza.
Takis mi prende entrambe le mani fra
una delle sue, mentre con l'altra mi asciuga le lacrime dovute
all'orribile immagine che mi ero creata nella testa.
“Michelle, so che tu ti credi troppo
debole, o remissiva, o troppo pacifica per essere un cavaliere- mi
dice con la voce intrisa di dolcezza- ma, ti giuro, che quella che tu
credi una debolezza non lo è affatto. È una forza
enorme, un dono.”
Annuisco poco convinta e gli getto le
braccia al collo.
Certo. Grande dono quello di ritrovarmi
sempre con i lucciconi agli occhi!
Altro che Aracne, sarei dovuta
diventare il saint della Fontana!
Storco il naso non appena metto piede
nella stanza di Saori Kido.
L'odore è insopportabile, mi
sembra di essere caduta per sbaglio in una macchina per lo zucchero
filato...Anche tutto questo rosa mi dà quest'impressione!
Tappandomi il naso con la mano mi
aggiro curiosa nella stanza. (che è grande tre volte la mia,
e
pensare che ho sempre considerato eccessiva la sistemazione che mi ha
dato Takis).
Non c'è nessuno all'orizzonte,
la divina si è concessa una serata mondana di totale
divertimento.
Mi ritrovo a sbuffare.
Sono già le due di notte passate
e sinceramente l'idea di aspettare oltre non mi rende particolarmente
felice. Oltretutto, già il fatto di trovarmi a Tokyo
nell'immensa villa Kido mi provoca un certo senso di nausea. O forse
sarà per via dell'odore zuccheroso e tutto questo rosa?
Oh, dei, mi pare di essere finita in
una casa delle bambole.
“Certo che è egocentrica, la
ragazza!” osservo, mentre passo in rassegna tutte le foto
dell'enorme stanza.
Il soggetto è sempre lo stesso:
Saori Kido.
Indugio per qualche secondo di fronte
ad un grande specchio dalla forma ovale. Ha una bella cornice, con
delle rifiniture raffinate, ma non è questo ad attirare la
mia
attenzione.
A farlo è l'immagine che quella
superficie liscia riflette.
L'armatura nera ne avvolge il corpo
esile, ma non eccessivamente atletico. Il corpetto nero con sfumature
vermiglie non sembra molto particolare, a differenza degli otto occhi
iniettati di sangue che lo decorano. Sul viso, le labbra sottili sono
rilassate, ma la loro forma strana fa si che gli angoli si sollevino
un po' all'insù. Lo spaventoso elmo nero che indossa, grazie
alla linea obliqua che copre le sopracciglia, fa apparire i grandi
occhi marroni tutt'altro che bonari.
“Se non le viene un infarto a vedermi
è già un miracolo.- borbotto indispettita- Con
questa
armatura macabra sembro uno spectre!”
Takis mi ha sempre rassicurata a
riguardo, sostenendo che uno spectre vero riderebbe vedendomi, ma la
fa facile lui. Mica è costretto ad andare in giro con
quest'armatura terrificante, lui!
L'armatura di Prometheo è di un
rosso rubino magnifico, caldo e avvolgente come il sole.
Quella di Mintha è verde scuro,
che ricorda molto le fronde degli alberi nel punto più fitto
della foresta.
L'armatura di Narcisus comprende delle
sfumature che vanno dal blu scuro dell'oceano, all'azzurro calmo di
una sorgente di montagna; mentre quella di Hycarus sembra abbia
rubato agli angeli il loro bianco abbagliante.
“Non è giusto!” ringhio,
mentre decido che stropicciare il letto della miliardaria
può
essere un dispetto sufficiente per il disturbo che mi sta arrecando.
Non riesco a trattenere un urletto
spaventato quando mi siedo.
Deve essere un letto magico, o
maledetto, questo è certo. In meno di un secondo mi ritrovo
sprofondata letteralmente in un mare rosa. Agito le gambe e le braccia
per liberarmi, ma la cosa non sembra funzionare più
tanto.
“E tu chi saresti?” sibila una voce
acuta, che mi fa irrigidire sul posto.
“Addio all'entrata minacciosa” dico
in un sospiro, mentre mi metto in piedi con un colpo di reni.
Saori indossa un orrendo abito di
paiettes (manco a dirlo, rosa) e dei tacchi vertiginosi.
Mi osserva per qualche secondo e di
punto in bianco si mette a strillare.
E non un urlo qualunque, nossignore.
Un urlo che mi costringe a tapparmi le
orecchie con le mani, dato che ai miei timpani ci tengo!
“Accidenti a te- sbraito, tentando di
calmarla- Non c'è bisogno di urlare
così!”
Ma secondo voi mi ascolta?
No, ovvio che no.
Non lo fa mai nessuno, figurati
quest'aquila con spoglie umane.
Dei, ma che voce ha? Scommetto che è
da considerare inquinamento acustico, questo!
Alzo le mani, per farle vedere che sono
disarmata.
“Tranquilla- cerco di rassicurarla-
Non ti farò niente di male!”
“C-chi sei?” sussurra guardando con
orrore le decorazioni della mia armatura.
Ignoro la domanda e, fulminea, le
inietto una dose di sonnifero che potrebbe stendere un elefante.
Come ha detto Jack, il viaggio dal
Giappone alla Grecia è lungo!
Nel momento esatto in cui butto la
siringa nel cestino, Tatsumi entra nella stanza brandendo la sua
spada da kendo e non appena vede il corpo esanime della sua
padroncina riverso per terra, mi punta urlando minacce decisamente
irripetibili.
“Oh, chi ha detto che la vendetta è
un piatto da gustare freddo, sapeva quel che diceva.” mormoro
esaltata, prima di rivolgere i palmi verso di lui.
“Aracne's net!” riesco a dire,
cercando di trattenere le risate.
Neanche un secondo dopo, Tatsumi si
ritrova impigliato in una ragnatela enorme, rimanendo sempre
più
invischiato ad ogni movimento.
“Sayonara!” cantileno facendo un
cenno di saluto, dopo aver preso in spalla la Kido (che pesa un
quintale, per la miseria! Dove sono finite le giapponesi esili e
magre?) e lanciandomi agilmente giù dalla finestra.
Un'uscita di scena spettacolare, poco
ma sicuro!
Se pensavo che la mia missione filasse
tutta liscia così, mi sbagliavo proprio.
Non faccio in tempo a mettere piede in
giardino che due figure mi accerchiano, obbligandomi a posare il mio
prezioso (?) carico per affrontarli.
Sbuffo contrariata. Vai in Giappone,
rapisci la multimilionaria, portala ad Atene, entra al Santuario e
portala al cospetto della statua di Atena Nike per farla risvegliare.
Perchè il piano di Takis non può
avere una realizzazione altrettanto semplice?
Credevo che, tornando alla sua
esistenza normale, le uniche guardie che avesse la Kido fossero dei
semplici gorilla, ma no!
Caso (o sfiga?) vuole che Seiya e Shun,
due cavalieri di bronzo fra i più forti, siano rimasti in
buoni rapporti con la fanciulla.
“Lascia andare immediatamente Saori!”
mi intima il cavaliere di Pegasus, aggrottando quegli spazzolini che
si ritrova al posto delle sopracciglia.
“Ma che maleducato: non lo sai che si
dice per favore?” scherzo io.
Lui non sembra gradire questa mia
leggerezza d'animo, infatti mi lancia subito addosso il suo colpo
segreto. (Segreto...lo sa mezzo mondo, ormai).
Con rapidità creo una barriera
che gli impedisce di raggiungermi.
Io alzo la mano verso di lui, muovendo
l'indice da destra a sinistra come farebbe una maestra con un bambino
birichino.
“Chi sei, tu?” mi domanda Shun. E
la sua voce è così flebile che si sposa davvero
con
quel suo aspetto efebico.
“Che sbadata, non mi sono neanche
presentata: sono Michelle, cavaliere errante di Aracne!”
I due si lanciano uno sguardo
interrogativo e io ne approfitto per lanciare una delle mie ragnatele
addosso a Seiya quello che, dai racconti che ho sentito, mi potrebbe
portare più problemi.
Il bozzolo lo avvolge completamente in
pochi secondi, imprigionandolo e immobilizzandolo. Il cavaliere di
Andromeda cerca di attaccarmi e difendere il suo amico, ma lo scudo
protettivo che avevo creato prima è ancora lì a
deviare
ogni suo colpo.
Mi giro verso di lui e gli riservo lo
stesso trattamento toccato al ronzino.
Mentre riprendo fra le mie braccia la
causa di tutta quella confusione, vedo che Shun cerca con tutta la
sua forza di liberarsi dalla stretta del bozzolo che ho creato.
Poveretto, dovrei spiegarglielo che più
si ribella più la mia tela lo imprigiona?
Naaaah!
Però vedere quei suoi occhioni
da cerbiatto disperati mi fa rabbonire.
“Tranquillo. Saori Kido è in
buone mani. La porto al Santuario, per far risvegliare Atena!”
Lo sguardo che mi lancia mi sembra
tutt'altro che rassicurato. Meno male che le ragnatele glielo
avvolgono così posso terminare la mia missione con il cuore
in pace!
“Siamo arrivati?” chiedo nuovamente
entrando nella cabina di guida del jet che mi sta portando ad Atene.
“Siamo arrivati quando siamo
arrivati, signorina!” sbraita Embronce per l'ennesima volta.
Il suo sopracciglio vibra
pericolosamente per il nervoso e la sua faccia non è per
niente pacifica come al solito.
Forse è meglio che tengo la mia
boccaccia chiusa fino all'atterraggio.
Torno a far compagnia alla
multimilionaria addormentata.
Roteo gli occhi lentamente mentre mi
lascio scivolare esausta sulla poltroncina ricoperta di velluto blu.
Certo, è una fortuna che Embry
sappia tutto dei piani di Takis: quanti altri maggiordomi avrebbero
acconsentito ad accompagnare una ragazzina in Giappone con il preciso
scopo di rapire una persona?
“Già, una fortuna sfacciata,
vero Saori?” domando, poco convinta.
L'interpellata, ancora nel mondo dei
sogni, russa in risposta, strappandomi una smorfia schifata.
Batto il piede impaziente, come ho
fatto per tutto il viaggio. Sono stanca e annoiata e non vedo l'ora
che tutta questa storia sia finita.
Oltretutto non so cosa mi aspetta
quando arriverò al Santuario. Certo, i gold sono periti
nella
battaglia contro Hades ma tutti gli altri? I silver ci saranno
sicuramente e fra loro di sicuro Shaina, Victoria, Kim e Marin
sapranno riconoscermi.
Preoccupata, lancio uno sguardo al
finestrino, nel tentativo di scovare sulla sua superficie il mio
riflesso. L'elmo mi rende abbastanza irriconoscibile, ma per
sicurezza mi sono messa anche una maschera nera che mi copre gli
occhi e il naso, troppo particolare con tutte quelle lentiggini.
Accavallo le gambe e un tintinnio
richiama la mia attenzione.
Abbasso lo sguardo, ma non vedo altro
che le protezione scure che mi avvolgono le gambe dal ginocchio in
giù.
Tranquilla, il nostro piano filerà
liscio come l'olio. Mi
aveva
assicurato Takis circa un'eternità fa.
Io non
gli ho creduto per niente, Dimentichi la mia
sfortuna nera.
Gli avevo detto.
Ma
lui, come al solito, non si è fatto turbare da
così
poco. Tieni, - cercava
di trattenere le risate, mentre si era chinato sulla mia gamba ad
allacciare qualcosa alla caviglia-
così almeno sarò
sicuro che l'aereo non precipiterà con te sopra.
Deve essere stato il ciondolo a forma
di quadrifoglio appeso alla cavigliera che mi ha regalato Takis a
tintinnare a contatto con l'oro nero della mia armatura.
Davvero divertente, come se un
quadrifoglio basti a scacciare la Sfiga con la S maiuscola che mi
segue dalla nascita!
“Siamo arrivati, signorina.”
La voce pacata di Embronce mi fa alzare
di scatto. Il maggiordomo sospira rassegnato, mentre mi guarda con un
sopracciglio alzato.
“Quindi atterriamo?” chiedo, anche
se è alquanto ovvio.
“No, signorina. Dovrete lanciarvi col
paracadute. Così siamo più vicini al
Santuario.”
spiega conciliante Embry, estraendo da un pannello che non avevo
notato una strano zaino.
“Cosa?!- mi ritrovo a strillare. La
Kido non fa una piega e il che mi fa venire qualche dubbio sul fatto
che forse è finita in coma- No, no, no, no, no!Non posso
farlo. Ho paura, soffro di vertigini, morirò
d'infarto!”
Embronce non ha pietà nemmeno
della mia disperazione. Con gesti fermi riesce a mettermi tutta
l'imbragatura necessaria e fare altrettanto con la Kido,
assicurandola a me.
“Non morirete, signorina Michelle,
dato che non potete farlo.- mi rassicura con tono grave- In
più
permettetemi di dirvi di nuovo che certe vostre paure sono diventate
totalmente irrazionali da un anno a questa parte!”
“Io non sono razionale. Sono molto,
molto molto irrazionale!” mi lamento gridando, per sovrastare
il
frastuono dell'aria dovuto allo sportello aperto.
Embry mi ignora di nuovo “Contate
fino a trenta e poi tirate il gancio rosso!” mi suggerisce
prima di
spingermi giù.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
Uno Mississipi Due Mississipi Tre
Mississipi Quattro Mississipi Cinque Mississipi Sei Mississipi Sette
Mississipi Otto Mississipi Nove Mississipi Dieci Mississipi
Ma davvero c'è gente che fa
certe cose di proposito?O ti prego, ti prego, ti prego, TI PREGO,
voglio tornare sulla terra!
Undici Mississipi Dodici Mississipi
Tredici Mississipi Quattordici Mississipi Quindici Mississipi Sedici
Mississipi Diciassette Mississipi Diciotto Mississipi Diciannove
Mississipi Venti Mississipi
Questa Takis me la paga, poco ma
sicuro.
Ventuno Mississipi Ventidue Mississipi
Ventitré Mississipi Ventiquattro Mississipi Venticinque
Mississipi Ventisei Mississipi Ventisette Mississipi Ventotto
Mississipi Ventinove Mississipi Trenta
“MISSISSIPI” urlo, conscia di
sembrare una completa imbecille, mentre con uno strattone deciso tiro
il gancio rosso, come mi era stato detto.
Un colpo deciso in alto e la nostra
caduta rallenta.
Saori ronfa pacifica, senza rendersi
conto di quanto le sta accadendo intorno, e io guardo in alto, verso
il paracadute rosso fuoco aperto, sperando che questa tortura finisca
prima possibile.
Atterriamo con un tonfo sordo poco
lontano dalle guardie del Santuario che ci guardano con le bocche
spalancate prima di dare l'allarme.
A fatica, riesco a liberarmi del
paracadute e di Saori, che era ancorata a me, sempre dormente.
Mi giro e vedo una delle due guardie
guardarmi ostile, mentre l'altra corre a dare l'allarme.
“Salve! Bella giornata, vero?”
domando, prima di caricarmi in spalla la Kido, mentre la guardia
tenta di attaccarmi.
“Non è che possiamo risolverla
in modo pacifico?- domando mentre mi muovo rapida per evitare i suoi
colpi potenti ma troppo grossolani- In fondo non ho intenzioni
belligeranti.”
Ansimante, la guardai si ferma,
lanciandomi un'occhiataccia degna di questo nome.
“Non ti farò entrare!Dovrai
passare sul mio cadavere!” sbraita infuriato.
Io faccio roteare gli occhi,
esasperata.
Davvero, questa smania di combattere a
tutti i costi non la capisco e non la capirò mai!
Che poi, mica sono qui come nemica. Sto
per far risvegliare la loro dea, per la miseria!
“Ok. Allora a te penserà il
mio amico.” capitolo infine, facendo un cenno del capo verso
qualcosa dietro di lui.
Qualcosa che, ovviamente, non c'è,
ma lui questo non lo sa.
Infatti si gira, convinto di trovarsi
faccia a faccia con qualche spaventoso nemico, e nel frattempo io
faccio in tempo a svignarmela velocemente, verso un'altra entrata.
Dopotutto, con l'allarme in atto e via
dicendo, tutti si saranno recati sul posto della mia invasione. E
ovviamente non possono sapere che io conosco delle vie alternative
per entrare al Santuario.
Almeno spero.
Corro più veloce che posso, o
meglio alla velocità maggiore che il
“dolce” perso della
Kido sulle spalle mi permette di andare.
Il Santuario sembra un formicaio in
piena attività, tutti corrono a destra e sinistra,
preoccupati
per l'allarme della mia intrusione.
Altro che diversivo, qua con tutta
questa gente mi è impossibile muovermi senza essere vista.
Mi fermo un attimo, dietro al muro di
una casa, e cerco di pensare più in fretta possibile.
Lancio un'occhiata al Tredicesimo
Tempio.
Accidenti!Ci sono sempre stati tutti
quegli scalini?
Mi sa che devo saltare le formalità
delle scale e prendere la scorciatoia se voglio svignarmela da qui
alla svelta.
“Eccola là, l'intrusa!”
sento gridare in mia direzione.
Alzo la testa e vedo poco distante
Shaina in tutta la sua terrificante bellezza.
“Maledizione!” urlo, mentre
ricomincio a scappare.
Non voglio voltarmi, ma da quello che
sento alle mie spalle, mi sembra di essere inseguita da tutto il
Santuario.
“Questa Takis me la paga!” sibilo
fra i denti prima di schivare un attacco.
“Aracne's shield!”
In meno di una frazione di secondo, uno
scudo a forma di palla gigante formato da una fitta rete di ragnatele
mi avvolge proteggendomi.
Beh, sembrerò anche uno di quei
criceti nella ruota, ma almeno non devo più pensare a loro.
“Fermati immediatamente!Libera
Saori!” urlano in coro Marin e Shaina.
“Fossi matta!” ansimo mentre inizio
a intravedere la Tredicesima.
Per fortuna, oserei dire, dato che
credo che la Kido si stia svegliando dato che ha iniziato a
scalciare.
Ecco, lo sapevo, avrei dovuto legarla!
Entro nel portone e, più veloce
che posso, mi richiudo la porta alle spalle, sbarrandola con numerose
ragnatele.
“Tu razza di incivile!Non hai idea in
che guaio ti sei cacciata!Sai chi sono io?Finirai in galera a
vita!”
sbraita la nobildonna.
Io faccio roteare gli occhi: è
più fastidiosa di una zanzara in una notte d'estate!
“Siediti lì.” dico,
ignorando ogni accusa ed indicando l'enorme statua di Atena.
La Kido pesta i piedi rivolgendomi
epiteti più adatti ad una riunione di scaricatori di porto
piuttosto che ad una del suo rango.
Prendo un bel respiro e tento di
convincerla con le buone “Hai un detonatore legato alla
schiena,
non ti conviene contraddirmi. Quindi se per cortesia potessi fare
quello che ti ho chiesto sarebbe davvero super!”
Ecco a cosa serviva il corso di bluff
che mi ha fatto Jack, allora! Anche se ho qualche dubbio che possa
anche giustificare tutti i film di spionaggio che mi ha obbligata a
guardare insieme a lui!
Saori impallidisce e mi guarda con
occhi spiritati, cercando di indagare la mia espressione
“Stai
mentendo!” mi accusa.
Io cerco di fare la faccia più
minacciosa che posso “Ho l'aria di una che scherza?”
Lei impallidisce ancora di più
e, con movimenti lenti e misurati e il broncio in faccia, si siede
proprio sul gradino sotto la statua.
Perfetto.
Ora devo solo aspettare che il cosmo di
Atena ritorni nel corpo di quell'ochetta con la puzza sotto il naso.
Quanto tempo dovrebbe passare?
Perchè, oltre al fatto che non
vedo l'ora di andarmene da qui, credo che fra poco gli psicopatici
là
fuori riusciranno a buttare giù il portone.
“Uff...Perchè per certe cose
non c'è un pulsante, una leva, un bottone, delle istruzioni
per l'uso...”mi lamento.
All'improvviso un rombo pazzesco fa
tremare il pavimento e sento nettamente il cosmo della dea della
saggezza, della guerra strategica e bla bla bla, ritornare nel corpo
della Kido.
“Pf...Divinità, sempre
teatrali!”
Ha fatto talmente tanto casino che
perfino il chiasso fuori da questa stanza si è interrotto.
“Perchè mi hai stappato dal
mio sonno divino?” domanda imperiosa Atena alzandosi e
avanzando in
modo fluido verso di me.
“Io...Uh, sì, ecco- tentenno
mentre cerco dappertutto il biglietto che mi ha dato Takis, su cui
c'è il messaggio per la dea rediviva- Ho un messaggio per
te,
da parte del tuo caro paparino.”
Mi lascio scappare un'esclamazione di
trionfo quando trovo il pezzetto di carta stropicciata. Strizzo un
po' gli occhi nel tentativo di decifrare l'orribile scrittura del
saint di Prometheo.
“Breaking news, Atena: il tuo
carissimo papà Zeus ha deciso di risvegliarti per
partecipare
all'ultimo evento mondano per voi divinità!” leggo
sorridendo e cercando di ignorare le urla che hanno ripreso dietro il
grande portone della tredicesima.
Shaina sta guidando una squadra per
buttarlo giù, entrare e farmi la pelle!
Brrr. Non riesco a evitare un fremito
quando sento un brivido scorrermi giù per la schiena.
Saori, o Atena, mi guarda con degli
occhi da pesce lesso che comunicano perfettamente il suo pensiero
“Eh?”
Io mi avvicino a lei, traducendo il
criptico e idiota messaggio di Takis in parole elementari
“Riporta
in vita i gold, ti serviranno per la guerra imminente.”
Atena ha ancora lo sguardo perso di una
persona che è stata appena riempita di sonniferi, oppure, a
farle questo effetto, sono le ultime novità che gli ho
comunicato.
“Guerra imminente?-ripete scioccata-
Ma chi...?...Cosa?”
Vorrei riuscire a consolarla, cercare
di spiegarle qualcos'altro, ma un suono sordo mi avverte che il
portone ha ceduto.
“Scusami tanto, devo scappare!”
annuncio mentre inizio a correre più velocemente possibile
verso l'uscita secondaria.
Speriamo che almeno lo shock per il
risveglio della loro dea mi lasci qualche vantaggio!
Nuovo Capitolo e nuova vita
anche per Michelle! Ho fatto un mega salto cronologico ma, dopotutto,
nel frattempo al Santuario c'è stata la guerra contro Hades!
Quindi dal porssimo capitolo ci saranno tutti i gold e di sicuro
troverò qualche modo per far sì che Miki ne
combini una delle sue...eh eh eh...Al solito grazie mille per i
commenti e per leggere la mia storia!
Baci JoJo
anzy: Grazie mille! Hai
visto che, gira che ti rigira, Michelle alla fine è tornata
al Santuario?Certo, non è che la cosa l'abbia elettrizzata
molto, dato che oltretutto doveva anche badare a quella piaga di Saori.
Un bacio, alla prossima!
NinfaDellaTerra:
Grazie
mille per i complimenti!Eh, sì, anche Miki c'è
rimasta piuttosto male per essere stata cacciata e dato che
è una persona che "se le lega al dito" non voleva proprio
tornare. Ma per gli amici questo ed altro e quindi eccola di nuovo
lì...Già Kanon versione Santa ha riscosso un
discreto successo...sperando che lui non se la sia presa troppo: non ho
in programma nessun viaggio in altre dimensioni...Ciao!Al prossimo
capitolo!
MeMs: Grazie mille, sono contenta che
ti sia piaciuta!Bye!
Gufo_Tave: Grazie Mille!^^ (accidenti come
sono monotona oggi con i commenti...)
renge_no_hana:
Hai
visto che ho seguito il tuo consiglio e le ho fatto dare da Takis un
bel portafortuna? Grazie per i complimenti, sono contenta che Santa
Kanon ti sia piaciuto!Baci, alla prossima!
Megarah_witch:
Kanon
ringrazia (e minaccia anche di uccidermi per quello che gli ho fatto
fare) ed io pure! Eh, già, Miki ormai è destinata
ad avere una salute di ferro per un pò...almeno quella
fisica, su quella psicologia ho qualche dubbio. Un bacio, al prossimo
capitolo!
Snow Fox: Visto?Michelle è
momentaneamente tornata al Santuario e per di più
compariranno di nuovo tutti i gold al completo!Grazie mille per i
complimenti, mi fanno sempre molto piacere, che sweet che sei! Bacio al
prossimo capitolo!
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Capitolo 13 *** Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più? ***
Ancora tu?Ma non dovevamo vederci più?
Che
noia, gente!
Che. Noia.
Ma quanto tempo ci vuole per riportare
in vita dodici persone?!
Certo, Atena non mi è sembrata
in ottima forma, ma a quest'ora dovrebbe essersi ripresa.
Dopotutto, sono passate due settimane.
Due settimane, per la miseria!
Due settimane che io ho dovuto passare
da sola nella casa al mare di Takis (“Perchè non
puoi
tornare a casa finchè non risolvi la situazione con
quelli!”
mi ha detto al telefono quando l'ho chiamato per dirgli che avevo
portato a termine la missione.), ad aspettare invano che qualcuno
venga a trovarmi, come ha detto l'oracolo.
Che poi, dopo tutto questo tempo direi
che il suo responso può essere passato in prescrizione, no?
Sono stufa di restare qui, sto
iniziando a soffrire di solitudine!
Non poteva essere più preciso,
del tipo: i gold verranno a cercarti il 10 giugno. Punto.
Semplice.
Mi sarei organizzata, avrei fatto una
capatina a casa e sarei tornata giusto in tempo per l'appuntamento.
Invece no!
Doveva essere tutto mistico e
sibillino, lui!
Sono passate due settimane da quando
sono scappata su quest'isola con Shaina alle calcagna. Quando ho
sentito che si allontanava pensavo fosse andata a chiamare i
rinforzi, e che sarebbero arrivati subito, almeno!Macché!
Mi agito la mano davanti alla faccia,
nel tentativo di farmi un po' d'aria.
Come se non bastasse fa un caldo
allucinante, ed io, che pensavo di poter approfittare di questa
vacanza fuori programma per prendere un po' di sole, mi sono
letteralmente ustionata, quindi ora sono costretta a indossare un
ridicolo cappello di paglia dal diametro di circa due chilometri, ad
ungermi continuamente con una crema all'aloe vera.
Anche il sole ce l'ha con me, ma si può
essere più sfortunati?
Sto appunto valutando se fare o no un
bel bagno per rinfrescarmi quando inizio a percepire dei cosmi che si
avvicinano velocemente, e che vengono proprio dal mare aperto.
Non faccio in tempo a sbattere le
palpebre tre volte, che dall'acqua cristallina emergono quelli che
sembrano tre adoni di epoca moderna.
“Uhm...Salve.” li accolgo agitando
una mano a mò di saluto.
Spero proprio che le complicazioni che
si sarebbero verificate con Mintha o gli altri non si verifichino
anche con me...Insomma, non mi ci vedo molto a combattere contro loro
tre.
Mu, Aldebaran e Milo mi guardano
sorpresi, spalancando gli occhi.
Questo mi fa dedurre che nemmeno Shaina
si era accorta che ero io la misteriosa donna in armatura nera!
Prendere nota: se come saint dovessi
andare male, posso sempre darmi con successo allo spionaggio.
“Tu?!” esclamano stupiti in coro.
“Avevate altri sospetti?” domando a
mia volta. Secondo me, l'armatura da spectre li ha deviati parecchio.
Già immagino il panico per un'ipotetica nuova guerra contro
di
loro!
Mu è il primo a riprendersi
dalla sorpresa “A dire il vero, sì.”
ammette con un
sorriso.
Non fa in tempo a continuare la sua
spiegazione che Milo mi si avvicina pericolosamente.
“Bel costume- commenta guardando il
mio bikini- Mi piace perchè ti lascia parecchia pelle
scoperta!”
Come se non fossi già in
ebollizione a causa della scottatura! Abbasso lo sguardo imbarazzata
e mi allontano, raccattando da dove l'avevo lasciato il prendisole
che uso come copricostume.
“Potevate prendere una barca...”
dico, cercando disperatamente di cambiare argomento.
Aldebaran annuisce ma è Mu a
rispondere “Già, ma nessuno aveva intenzione di
affittarcela: pare che quest'isoletta sia privata.”
Altra dimostrazione della sfacciata
ricchezza di Takis...C'è chi ha la casa al mare, mentre lui
ha
un'isola privata.
“Già- confermo additando una
villetta poco lontana, giusto alla fine della spiaggia- Al momento
sono l'unica abitante, se non tenete in considerazione la fauna del
posto.”
Il cavaliere del Toro si passa la sua
ruvida mano sul mento “Come hai fatto a diventare
così
ricca?E' passato un anno da quando...sì,
insomma...”
Non lo lascio concludere “In realtà
me l'ha prestata un amico.”
Milo assottiglia lo sguardo, gli occhi
blu come il mare alle sue spalle ridotti a due fessure “Il
tuo
amico dev'essere ricco.” constata con tono leggermente
accusatorio.
Scrollo le spalle “Così
dicono.”
In realtà di solito usano le
seguenti parole: Santo Cielo!E' schifosamente ricco, come si fa a
vivere con tutti quei soldi, io non saprei neanche cosa farmene!
“E magari è anche una
divinità?” indaga di nuovo.
Come se solo le divinità
avessero la possibilità di essere così ricche:
qualcuno
dovrebbe informarli che sono Julian Solo e Saori Kido le eccezioni
alla regola e non viceversa.
“Se questo è un
interrogatorio, non dovresti puntarmi una lampada in faccia?”
domando incrociando le braccia.
“Perchè, c'è un motivo
per cui dovrei farti un interrogatorio?” ribatte ammiccando.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata da
questo atteggiamento “Non saprei...C'è?”
Aldebaran si frappone fra noi. Credo
che abbiano capito che non intendo scoprire le mie carte
finchè
anche loro non faranno altrettanto.
“Ok. Fine primo round. Michelle che
ne dici di salutarci come si deve?”
Non finisce neanche di parlare che mi
avvolge con le sue enormi braccia e mi solleva, iniziando a
stritolarmi con quello che dovrebbe essere un abbraccio affettuoso.
“Si sentiva che mancavi al Santuario,
scricciolo. Shaka ha ritrovato il nirvana!”
Il solo sentire quel nome mi causa un
aggrovigliamento allo stomaco. Eh sì che credevo di averlo
superato!
In fondo non mi è andata poi
così male, ho trovato dei nuovi amici, praticamente una
famiglia!
Ho quasi smesso di pensare al Santuario
come a casa mia...sì...
La mano fresca di Mu sulla mia pelle
bollente mi fa quasi sobbalzare “Sono felice di
rivederti.” dice
con un sorriso.
“Grazie Mu.” rispondo in un
sospiro.
Più che altro il mio grazie è
per avermi strappato dai miei pensieri.
Milo fa per aprire bocca per dire anche
lui qualcosa ma Aldebaran gliela tappa senza troppa fatica.
“Tu hai già parlato
abbastanza!” gli intima, scoccandogli un'occhiata divertita.
Mi lascio scappare una risatina
“Venite, vi offro qualcosa da bere.” dico,
iniziando ad
allontanarmi dalla spiaggia, in direzione della casa.
Credo di iniziare a capire cosa
intendeva Takis: ho qualche dubbio che ci sarebbe stata lo stesso
questa modalità diplomatica se al mio posto ci fosse stata
Mintha, o Jack, o lui stesso.
Il fatto di avere trovato me e non un
estraneo deve aver cambiato il loro atteggiamento.
“Immagino che Saori non sia contenta
delle foto della sera in cui l'ho rapita.” commento girandomi
verso
di loro.
Aldebaran incrocia le imponenti braccia
“Potevi dare altre spiegazioni a quel paparazzo!”
Come dice sempre Vic: il gossip non
dorme mai! Infatti, mentre a Tokyo cercavo di caricare in macchina la
Kido addormentata mi si è avvicinato un fotografo
chiedendomi
cosa fosse successo.
Io sospiro “Saori Kido era svenuta
nel suo giardino: quale scusa migliore di una bella sbronza con i
controfiocchi?”
In fondo, pensando che è farina
del mio sacco, non è affatto male come scusa.
Di sicuro meglio di: puoi scusarmi?Sto
rapendo la dea Atena!
Rievoco con la mente la mia reazione
quando Takis mi ha raccontato dell'articolo dedicato a quella
vicenda.
Ho sputato rumorosamente il caffè
che stavo bevendo. Tuttavia ne ricordo ogni parola.
L'irreprensibile Saori Kido
trascinata in casa da una povera domestica. La milionaria pare abbia
esagerato con la vodka ad un party organizzato da un giovane membro
dell'aristocrazia locale. Che la giovane nipponica abbia preso
esempio da un'altra ereditiera, l'esuberante Paris Hilton?Cosa ci
riserverà in futuro?Di certo speriamo in un cambio di look.
Inoltre mi ha
assicurato che la foto che accompagnava l'articolo era decisamente
ridicola: l'orrido vestitino di paiettes della dea faceva ridere solo
la metà della sua espressione vuota con tanto di bavetta
alla
bocca.
“Ragazzi,
quella foto era davvero ridicola!” sghignazza divertito Milo.
“Milo,
ti prego...” mormora Mu, richiamando all'ordine il compagno.
Entriamo in casa e
gli faccio cenno di accomodarsi sui divanetti del salotto. Un brivido
mi scorre lungo la schiena al primo contatto della mia pelle con
l'aria glaciale creata dal condizionatore...ma dopotutto, non ho mai
capito come funziona quindi tutto è rimasto come l'ha
lasciato
Miguel, che ama particolarmente l'aria fresca. Cerco di non dare
troppo a vedere che sono piuttosto inquieta, quando torno da loro con
dei bicchieri colmi di limonata ghiacciata.
“Allora:
posso sapere il motivo della vostra visita?”
Così poi ve
ne andate, ed io posso iniziare la psicoterapia?, aggiungo
mentalmente.
Prima iniziamo,
prima finiamo: come il mio maestro diceva sempre prima di iniziare un
allenamento con me.
L'espressione
gioviale scompare dal volto di tutti, improvvisamente si accende la
modalità missione.
“Perchè
hai risvegliato Atena?” domanda Mu, dopo una breve pausa.
“L'ho
già detto alla tua dea- cavolo, non avrei mai pensato che
sarebbe stato così strano parlare di loro come una cosa
totalmente distinta da me- Una nuova guerra sta per cominciare, e il
Santuario ha bisogno delle migliori difese.”
“E
tu come fai a saperlo?” indaga Aldebaran, alzando il
sopracciglio
in un'espressione dubbiosa.
“Un
oracolo l'ha detto a...me l'ha detto.” mi correggo in fretta,
sperando che non diano troppo peso all'errore.
“Un
oracolo?” ripete Milo.
“Sì,
sai, quelle persone in contatto con le divinità e
che...”
“So,
cos'è un oracolo!- sbotta infastidito, mentre Al non riesce
a
trattenere una risatina- Più che altro mi interessava sapere
chi ti ha mandato da un oracolo.”
Mi stringo nelle
spalle.
Ed ora cosa dovrei
fare? Spiegargli tutta la faccenda dell'armatura maledetta e via
dicendo?
Magari parlando
anche di Takis e degli altri?
No, di sicuro non
sarebbe un'ottima idea.
“Non
sono sicura di potervelo dire.” mormoro abbassando lo sguardo
e
iniziando a torturarmi le mani.
“Michelle,
devi darci qualsiasi informazione possibile per difendere il
Santuario- spiega Mu, con tono accondiscendente- Era anche la tua
casa una volta, ricordi?”
Stringo la
mascella, cercando di assumere l'aria più ostile possibile.
Mi
alzo e volto loro le spalle, avvicinandomi alla finestra.
“Non
è certo stata una mia idea, quella di
andarmene!”sbotto.
Voce, ti pare il
momento di metterti a tremare?
Non devo dare
l'impressione di essere la stessa ragazza sensibile e fragile, ma una
una Michelle determinata e particolarmente avvelenata.
Aldebaran sospira,
e Milo risponde alla mia provocazione “E' stato
necessario.”
“Necessario.”
ripeto scandalizzata.
“Michelle...”
Mu cerca di dire
qualcosa, e so per certo che sarà gentile e zuccheroso come
al
solito, ma sono troppo scioccata per farlo parlare. Alzo una mano e
si azzittisce all'istante.
“L'oracolo
mi ha avvertito di una guerra imminente, non mi ha detto né
chi la provocherà, né quando con precisione.-
spiego,
cercando di mantenere il tono più neutro possibile- Immagino
che sia una cosa grande però, visto che Zeus riteneva
necessario il risveglio di Atena e la vostra rinascita.”
“Non
è molto più di quello che sapevamo anche
noi.”
borbotta Aldebaran scrollando le larghe spalle.
“Ve
l'avevo detto- ribatto piccata, dandogli le spalle- Ed ora, se
cortesemente potreste lasciarmi al mio esilio...”
Allungo il braccio
ad indicare la porta e aspetto.
Certo, la vocina
flebile flebile e tremolante non mi aiuta nel ruolo di arrabbiata
cronica, però credo di essere stata tosta.
Più o meno.
Forse Mintha
sarebbe un pochino fiera di me, almeno per l'impegno...
Sento i gold
alzarsi, ma invece di prendere l'uscio si avvicinano a me.
“Mi
dispiace Michelle.” sussurra Mu, mettendomi le mani sulle
spalle.
Io alzo gli occhi,
stupita per il suo tono colpevole.
Non vorrà
mica...?!
“Voi!Traditori!E
vi dite fedeli servitori della dea della Giustizia?” sbraito
decisamente infuriata.
Ho anche un
notevole senso di nausea perchè io e il teletrasporto siamo
decisamente incompatibili, però questo non mi fa perdere
quella grinta che il gesto dei gold mi ha provocato.
“Abbiamo
pensato che non saresti venuta ad Atene di tua
volontà!” mi
spiega Milo, ghignando.
Farabutti!
Approfittarsi così
della mia buonafede!!
“Ma
io non so niente di più di quello che vi ho
detto!”
protesto, pestando un piede con forza.
“Una
volta che l'avrai detto ad Atena sarai libera di andartene,
giusto?”
propone Aldebaran, salvo poi cercare conferma sul volto dei compagni.
Alzo gli occhi al
cielo: non c'è traccia di Atena al Santuario, in questo
momento.
Da quando ho
imparato a controllare le mie capacità percepisco
nettamente,
e di sicuro molto meglio di qualsiasi altro cavaliere
“normale”,
i cosmi di chiunque: divinità, saint, oracoli,
spectre...riesco a sentire nitidamente tutto.
E di sicuro in
questo momento nel corpo di Saori Kido non c'è nient'altro
che
lei stessa.
“Sapete
come si chiama questo?Ra-pi-men-to!- sillabo imbronciata- Ed
è
un reato!”
Insomma!Meriterebbero
che mi mettessi a combattere contro di loro.
Certo, gli farei
diventare il culetto rosso a suon di botte.
Sono addestrata,
adesso.
Sono praticamente
immortale: che vuoi che mi facciano tre gold saint?
E poi sono una
donna, quindi gli farebbe tenere la guardia abbassata
(perchè
al Santuario sono da sempre dei gran maschilisti!) e quindi sarei un
po' avvantaggiata...
...giusto?
“Da
quando sei diventata così irascibile?- mi domanda Aldebaran,
guardandomi con la testa leggermente inclinata, come per analizzarmi
meglio- Ricordo che eri uno spasso!”
Ancora con questa
storia?
Che cosa c'è
di così spassoso in me?Che causo un terremoto ogniqualvolta
mi
sposto?
“Forse
oggi sono un tantino nervosa...” ammetto, fra i denti.
“E
perchè sei così nervosa?Mica siamo nemici,
giusto?”
La logica del
cavaliere del Toro è schiacciante, ma non credo che abbia
ben
chiaro il mio punto di vista e il fatto che sono emotivamente a
pezzi!
Sospiro e mi porto
le mani davanti agli occhi “Cosa del concetto di rapimento
non vi è
chiaro?” domando con lo stesso tono che userei se mi
rivolgessi a
un bambino di cinque anni.
“Anche
tu hai rapito Saori Kido.” ribatte candidamente Mu.
Ehm.
Non posso dargli
torto.
“E'
diverso.” balbetto dopo una pausa imbarazzata.
“Sì,
certo, come no.-il tono di Milo è vagamente sarcastico-
Senti
non possiamo continuare questa conversazione dentro?”
Guardo il Santuario
e automaticamente mi si crea un gigantesco groppo in gola.
“No”
riesco a sussurrare, dopo aver deglutito a fatica.
“Michelle...”
mi richiama con tono dolce Mu. Mi ricorda un po' quello che usa con
Kiki quando non vuole fare qualcosa.
Scuoto la testa,
testarda “Ho detto di no.”
“Tu
vieni, punto.- sbotta di nuovo il cavaliere dello Scorpione,
decisamente spazientito- E poi che puoi fare, metterti a combattere
contro di noi?”
“Certo”
confermo scrollando le spalle.
Milo e Aldebarn si
lanciano un'occhiata piena di significato. Dopo un interminabile
istante di silenzio scoppiano a ridere, con una risata sguaiata.
“Posso
farlo, vi dico.” sibilo punta sul vivo.
Certo, ammetto che
a quanto possono ricordare io dovrei essere una schiappa, ma il fatto
che abbia un'armatura e che sia riuscita ad entrare nel Santuario
beffando tutto il corpo di guardia, compresi dei silver di ottimo
livello, avrebbe dovuto riabilitarmi un po', no?
“Ti
prego, basta!Mi fai morire dal ridere” protesta Aldebaran,
letteralmente piegato in due dalle risate.
Mu mi guarda
imbarazzato, con negli occhi una scusa silenziosa per il
comportamento dei suoi compagni.
Sospiro. Di certo
lui non ne ha colpa. E loro due hanno solo quella di avere una
sensibilità perfino inferiore a quella delle mie pantofole
invernali.
Di certo non li
attaccherò per questo: non sono Mintha...
“Bene!Allora
dovrete portarmi dentro con la forza perchè io non ho
intenzione di seguirvi!” ringhio, sbuffando come un toro
imbestialito.
Mi lascio cadere a
gambe incrociate, e con un moto di stizza incrocio pure le braccia,
girando la testa di scatto dalla parte opposta a quella dove di
trovano i saint.
Tuttavia, non
riesco a fare a meno di sbirciare con la coda dell'occhio la loro
reazione.
Mu sospira
rassegnato, mentre Milo lancia un'occhiata ad Aldebaran, che scrolla
le spalle.
Che cosa è
quel ghigno?
In meno di un
secondo vengo sollevata senza fatica da Milo, che mi mette in spalla
come se fossi un sacco di patate.
“Che
cosa diavolo credi di fare?” grido, mentre inizio a scalciare
e a
tempestare la sua perfetta schiena di pugni.
Si incammina verso
l'entrata del Santuario e dietro di noi gli altri due gold iniziano a
seguirci sorridendo divertiti.
Ma da quand'è
che tutti mi si sono messi contro?
Ah, già: da
quando sono nata!
“Hai
detto che avremmo dovuto usare la forza per farti entrare- spiega con
tono divertito Milo. Grrr, riesco immaginare il sorrisetto che deve
avere stampato in faccia quest'infame!- Ti ho presa in
parola!”
“Era
in senso figurato!- sbotto irritata- E poi, dove sono finiti i miei
diritti?Il libero arbitrio?”
“Vuoi
che ti dica che hai il diritto di restare in silenzio?” ride
Aldebaran.
Gonfio le guance,
sempre più arrabbiata “Mu, almeno tu...”
Mi interrompo,
ancora prima di iniziare a supplicare il saint della Prima Casa di
aiutarmi, perchè inizio a sentire dei cosmi familiari.
Alzo lo sguardo
verso dove sento quello più vicino
“Jack...” sussurro,
mentre riesco a malapena a percepire la sua figura alata avvicinarsi
alla velocità della luce, pronto a strapparmi con poca
grazia
dalle mani del gold di Scorpio.
Inizio a sollevarmi
in aria, a tempo con lo sbattere delle ali di Jack.
Ma perchè mi
ha preso per la caviglia?
“Sai
che non mi piace volare, Jack!Tanto meno a testa in
giù” mi
lamento, mentre vedo i volti (sottosopra) dei gold assumere
un'espressione ostile.
Ne deduco che devono essere arrivati
anche gli altri.
“Lasciami andare!- grido esasperata,
agitando le braccia- Odio stare a testa in giù a due metri
da
terra!”
“Come vuoi.” concorda Jack.
Alzo lo sguardo verso di lui,
preoccupata, e faccio in tempo a vederlo scrollare le spalle e
mollare la presa dalla mia caviglia.
Non faccio in tempo a trovare un modo
per attutire la caduta, e dato che non sono un gatto non cado in
piedi.
“Ough.” commento, quando la mia
schiena si schianta al suolo con un tonfo sordo.
Perchè oggi tutti mi prendono
alla lettera?
Con un movimento aggraziato il
cavaliere di Hycarus atterra in punta di piedi.
Non posso fare a meno di fulminarlo con
lo sguardo.
“Sei impazzito? Non potevi mettermi
giù in modo normale?” sibilo, mentre mi rialzo
massaggiandomi la schiena. Ormai il male è già
passato,
però...è una questione di principio.
Jack mi guarda perplesso “Ma tu hai
detto...”
“So, quello che ho detto!E poi perchè
mi hai preso per la caviglia?Non sono un sacco di patate!”
Il biondo muove un pollice ad indicare
Milo dietro di sé “Anche lui ti teneva in
spalla...”
“E non hai pensato che forse era
quello il motivo per cui gli sbraitavo contro?” domando,
incrociando le braccia.
Lui ci pensa su per qualche secondo,
con quell'aria furba che lo caratterizza, e alla fine strizza gli
occhi ridendo “Forse un po' l'avevo notato, ma almeno ti ho
salvata.”
“Non avevo bisogno di essere salvata,
io...”
In un attimo vengo sbalzata via.
Eh si che credo che qualche differenza
fra me e una palla da tennis ci sia!!
Perchè tutti continuano a
strattonarmi a destra e a manca?
Sento i cosmi dei gold incupirsi,
mentre si mettono in posizione d'attacco e io, che sono stata
sbalzata indietro con fare protettivo da Mu, non posso fare a meno di
sospirare.
So cosa vedono.
Mintha, Prometheo, Hycarus e Narcisus:
dei cavalieri sconosciuti, di cui non riescono a sentire il cosmo e
di cui non capiscono le intenzioni. O forse, dopo le ultime
rivelazioni che gli ho dato, pensano che siano loro i guerrieri che
causeranno l'ennesima guerra.
Provo a guardare tentando di captare il
punto di vista dei cavalieri d'oro, ma proprio non ci riesco.
Per me sono solo Mintha, Takis, Jack e
Miguel, gli amici con cui ho vissuto negli ultimi mesi.
“Fermi.” intimo, a entrambe le
fazioni, mentre con passi lenti mi avvicino ai miei compagni.
I maledetti, proprio come me.
Con la coda degli occhi sbircio le
espressioni di Mu, Milo e Aldebaran.
Pericolo!Sembrano lampeggiare i loro
occhi, quasi come fossero delle insegne al neon.
Non mi sento neanche di dargli torto:
in effetti siamo pericolosi.
Guerrieri che non muoiono, che non
hanno giurato fedeltà a nessuno. Una cosa impensabile per
chi
ha vissuto al Santuario.
Nessuna fede, nessun legame, nessuna
regola, né allenaze o amore o amicizia.
Questo è il poco che sanno dei
guerrieri maledetti dagli dei.
Ma io so che non è la verità.
C'è molto di più...se
qualcuno avesse la pazienza di ascoltare.
Takis mi si avvicina con due ampie
falcate e mi mette un braccio attorno alle spalle.
“Tutto bene?” domanda in un
sussurro.
Annuisco anche perchè se
parlassi non credo che riuscirei a contenere la crisi isterica!
“Chi siete?” domanda Mu, in
posizione di difesa.
Gli occhi dei tre gold saltano da un
volto all'altro, scrutando i nuovi arrivati, e alla fine si fermano
un po' scioccati su di me e sul braccio di Takis che è
ancora
sulle mie spalle, protettivo.
“Curioso che siate così
diplomatici quando avete appena rapito una nostra compagna
d'armi.”
lo accusa invece Prometheo, ignorando la domanda.
Il suo tono è duro e severo: non
l'avevo mai sentito parlare in questo modo, ma d'altronde non siamo
mai andati in missione insieme.
Direi che è perfetto nel ruolo
di leader.
“Si da il caso che non ci abbia
avvertito di essere parte di un piccolo esercito!” sbotta
Milo,
senza abbassare la guardia.
Non avrei mai pensato che vederli così
contrapposti mi avrebbe confuso così.
Miguel scuote la testa, facendo
dondolare i suoi capelli scuri “Non era tenuta a
dirvelo...”
“Dato che la cosa non vi riguarda.”
sibila Mintha, squadrando i tre gold con sguardo gelido.
“Quindi sareste voi a minacciare la
Terra?” domanda Aldebaran con la sua voce potente.
Jack si lascia scappare una risata
divertita mentre Mintha risponde con tono sarcastico
“Sì,
certo. Abbiamo deciso di risvegliare Atena e farvi tornare dal mondo
dei morti perchè altrimenti sarebbe stato troppo facile
realizzare i nostri piani malvagi!”
Takis alza una mano, per
tranquillizzarla: di certo ha capito che sta iniziando a detestare i
cavalieri di Atena.
“Quello che Mintha intendeva dirvi è
che siamo totalmente estranei all'imminente guerra, nonostante
abbiamo ricevuto il compito di risvegliare la vostra dea, non
sappiamo altro a riguardo.- spiega con calma- Se volete, posso
parlare con lei, se la cosa può tranquillizzarvi.”
Il clima è teso: sento che
potrei tagliare questa tensione con un coltello, per quanto
è
fitta!
Nonostante ciò, dopo una serie
di sguardi preoccupati, i saint annuiscono.
Milo ci precede, entrando prima di noi
al Santuario.
Probabilmente deve mettere in guardia
gli altri gold...
“Come mai siete venuti?” chiedo,
alzando lo sguardo per incrociare gli occhi di Takis.
Lui continua a guardare avanti,
l'espressione concentrata “Abbiamo sentito il tuo cosmo
sparire
dall'isola e arrivare qui. Non volevo lasciarti da sola fra le
persone che ti hanno fatto stare male.”
Sospiro.
Mi sembra sempre più di essere
la sorellina piccola che tutti coccolano e vogliono proteggere.
Non che sia male, certo, ma è
alquanto snervante.
Procediamo lentamente, scortati da Mu e
Aldebaran.
Mintha scocca occhiatacce a tutti quei
curiosi che osano guardarla per qualche secondo di troppo, e Miguel,
paziente, le stringe la mano con dolcezza cercando di calmarla.
Non mi hanno mai voluto rivelare perchè
la sudamericana prova così tanto odio per i cavalieri di
Atena, di certo per provocare tanto risentimento in lei che di solito
è così glaciale deve essere un motivo piuttosto
grave.
Davanti a me e a Takis, trotterella
Jack, con un aria tanto scanzonata che sembra stia partecipando a una
gita fuori porta.
“Bel posto davvero.- trilla, come un
turista in visita culturale- Un po' troppo vecchio, però.
Santo Cielo, sembra di essere tornati indietro nel tempo!”
I gold lo fulminano con lo sguardo, ma
io mi faccio scappare una risata.
“Michelleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”
E' una vocetta acuta ad interrompermi,
che mi annuncia ancora prima della sua comparsa, l'arrivo di una
vecchia conoscenza.
“Sei qui!Sei qui!” canticchia
felice Kiki saltellandomi intorno, facendo allontanare Takis suo
malgrado.
Io non posso fare a meno di farmi
sfuggire una risata divertita “Sì, Quo e Qua sono
rimasti
con zio Paperino.” scherzo quando lui si ferma per
ridacchiare e
abbracciarmi. Gli scompiglio un po' i capelli rossicci e sorrido:
certe cose non cambieranno mai.
Sono così presa dall'abbraccio
che non mi accorgo di una terza persona che si avvicina e mi strappa
letteralmente dalle braccia Kiki.
“Vattene marmocchio, la migliore
amica ha la precedenza.”
Spalanco la bocca stupita, mentre vengo
letteralmente travolta da una figura aggraziata.
I capelli biondi mi solleticano un po'
la faccia, ma sono troppo felice per farci caso.
“Victoria!” urlo felice,
ricambiando la stretta con foga.
Vic si scosta un po' per guardarmi in
volto, senza però mollare la presa dalle mie spalle.
“Non farmelo mai più, di
sparire in questo modo senza dire niente!” sbotta, ma la sua
voce è
leggermente incrinata.
Sta piangendo?
Vorrei toglierle quella stupida
maschera che mi impedisce di vedere la sua espressione. Sono nel
mondo civile da troppo tempo...
“Kim?” domando dopo un altro
abbraccio soffocante.
Mi guardo introno, ma della mia amica
non c'è traccia.
Eppure se Vic ha saputo che ero qui
anche lei...
“Non verrà.- mormora
dispiaciuta la bionda- E' troppo arrabbiata per la tua
partenza.”
Kim?
Arrabbiata?
Con me?
Tanto da non presentarsi nemmeno quando
ha saputo del mio ritorno?
“Le passerà...” mi rassicura
Victoria, probabilmente notando la mia faccia confusa.
La voce di Mu mi strappa da questo
incontro, e dal mio smarrimento “Dobbiamo andare, Atena
attende.”
dice con voce dolce, ma scoccando un'occhiata aKiki, che si passa
una mano dietro la nuca, con la faccia colpevole di chi ha fatto una
marachella.
Continuiamo la nostra scalata alla
Tredicesima, mentre io cerco di decidere se sono felice di aver
rivisto due vecchi amici oppure triste per l'assenza di Kim.
“Che cosa?!Tutte quelle scale?-urla
scioccato Jack, alla vista di tutti i templi nella loro magnificenza-
Voi siete matti!!”
“Voi non potete entrare!” dice
Miguel, scimmiottando la voce di Tatsumi.
L'antipatia che provo per il petulante
maggiordomo della Kido ha contagiato anche l'andaluso, nonostante il
suo ottimo carattere, nello stesso momento in cui ha annunciato con
aria di sufficienza che la dea Atena avrebbe conferito soltanto con
il capo della nostra cricca.
Appoggiato compostamente allo stipite
della porta il cavaliere di Gemini aspetta, senza dimostrare alcuna
impazienza, che Takis sia pronto per essere scortato dalla dea.
Al momento, in realtà, ha ben
altro da fare.
Come ad esempio evitare che Mintha vada
in escandescenza.
O che Jack causi uno spiacevole
incidente diplomatico con la sua boccaccia.
“Mi dispiace lasciarvi da soli-
commenta Prometheo con voce grave- Non mi fido di questa
gente.”
Sospiro rassegnata “Takis, ti
prego...”
Non posso crederci che ce l'abbia con
loro solo perchè mi hanno esiliato.
“Non mi piacciono.” ribadisce con
un sibilo, lanciando un'occhiata al gold che attende fuori dalla
porta.
Certo è, che nemmeno loro hanno
piena fiducia in noi: quando siamo arrivati alla Tredicesima ci hanno
portati in una delle sale riunioni laterali e nella scalata alla
nostra esigua scorta si sono aggiunti man mano tutti i gold.
Perlomeno, quelli che non erano già
da Atena, per proteggerla da ogni eventuale minaccia.
Devo ammettere che ho tirato un sospiro
di sollievo quando abbiamo attraversato la Sesta Casa, vuota.
“Mettiti l'armatura.”
Le parole di Takis mi risuonano
nell'orecchio troppo simili ad un ordine per non lasciarmi a bocca
aperta.
“Cosa?” ribatto scioccata.
Lui strizza leggermente i suoi occhi
azzurri, riuscendo come sempre a farmi perdere un battito, e sorride,
perdendo l'aria seria che aveva mantenuto fino adesso.
“Mi sentirei più tranquillo se
ti sapessi più protetta possibile mentre sono
via.” spiega
con tono conciliante, mentre appoggia una mano sulla mia testa.
Non occorre che mi concentri molto
perchè l'armatura arrivi a me e mi ricopra con il suo oro
nero.
“Fatto.- sbotto incrociando le
braccia- Ora puoi pure seguire Kanon e andartene da Atena.”
L'espressione del gold, che si era
avvicinato probabilmente preoccupato dal fatto che ho richiamato il
mio cloth, si fa contrita.
“Sono Saga.” dice semplicemente,
scoccandomi un'occhiataccia, prima di fare cenno a Takis di seguirlo.
Avvampo talmente che non posso fare a
meno di abbassare lo sguardo per lanciami un'occhiata sommaria.
No, non sono in fiamme.
“Che seccatura!Ci mancavano anche i
cani da guardia!”
La voce di Mintha mi riporta alla
realtà, tanto da riuscire a notare che sono rimasta impalata
come un baccalà per la bruttissima figuraccia che ho appena
fatto.
Mi volto verso i miei compagni e vedo
Jack gironzolare per la stanza con aria pensierosa.
Brutto segno.
Decisamente pessimo!
Mintha è seduta scompostamente
sul tavolo di legno pregiato, mentre Miguel ha optato per una comune
sedia intarsiata.
“Cani da guardia?” ripeto
interdetta.
L'andaluso annuisce “Pare che i gold
che non sono da Atena sono tutti fuori da questa stanza per tenerci
d'occhio.”
Aggrotto le sopracciglia mentre mi
concentro un po': in effetti percepisco qualche cosmo.
Faccio ancora uno sforzo e cerco di
identificarli.
Milo, di certo. E poi Aldebaran e
Aioria.
Uhm...Death Mask? Non riesco a non
rabbrividire al pensiero.
Anche Camus e Aphrodite sono presenti.
“Come se sei damerini in armatura
potessero davvero fare qualcosa!” sibila Mintha, incrociando
le
braccia, imbronciata.
Miguel si lascia scappare una risatina
e le dà un buffetto sul braccio “Potresti farli
neri anche
da sola, tigre!”
Io faccio roteare gli occhi. Il
cavaliere di Narcisus ha da sempre avuto l'insopportabile (perlomeno
per chi vive al di fuori della loro isola felice) tendenza a dare
alla sua amata tutto ciò che vuole, compreso l'appoggio in
atteggiamenti non proprio consoni.
“Ho trovato!” esclama Jack
all'improvviso, battendo un pugno sul palmo della mano aperta.
Noi tre ci giriamo verso di lui, ma
credo di essere la sola a spaventarmi per il suo sguardo furbo.
“Ci vuole un diversivo.” spiega con
tono saccente.
“Un diversivo?” ripetiamo in coro.
Il biondo strizza l'occhio prima di
iniziare a far sbattere le ali della sua armatura.
“Hycarus Hurricane!” urla.
Il suo colpo causa un uragano nella
stanza. Mintha e Miguel si appiattiscono lungo la parete e io sto per
fare lo stesso, ma la mano forte dell'americano mi afferra il polso,
trascinandomi con sé.
Quella in cui mi sta trascinando Jack è una corsa
forsennata, in cui io cerco di stare al passo delle
sue lunghe gambe facendo balzi lunghi e goffi.
“Jack, che diavolo stai...” cerco
di domandare ma la sua voce mi interrompe immediatamente.
“Zitta o ci scopriranno!”
Il vortice che ha creato è
decisamente inferiore ai suoi standard, e probabilmente l'ha evocato
solo per creare un po' di scompiglio.
E ha fatto centro, ammetto fra me e me,
mentre sento dietro di noi lo schiamazzare confuso dei gold.
“Tu...sei...pazzo...” ansimo non
appena ci fermiamo, nascosti dietro a colonne ornamentali, finalmente
fuori dal tempio.
Jack sghignazza divertito, ma riesce
nel frattempo a guardarsi intorno con fare cospiratore.
“Ora dobbiamo solo trovare le
finestre della stanza dei ricevimenti.- spiega tranquillo- Tu sai
dove sono?”
“Mi hai trascinato fin qui causando
questo putiferio solo per origliare?” sbraito indispettita.
Lui scrolla le spalle “In realtà
anche per far venire una crisi di nervi a quei damerini
dorati!”
Il suo sorriso è così
buffo che non posso fare a meno di sorridere anche io contagiata.
Muovo qualche passo in direzione delle
finestre, facendogli segno con la mano di seguirmi.
Perchè, per quanto non lo
ammetterò mai ad alta voce, una certa voglia di sapere
quello
che si dicono quei due ce l'ho pure io!
“Mi vuoi spiegare perchè
invece di farmi stare qui in equilibrio precario, non sei svolazzato
tu stesso fin quassù?” domando indignata,
aggrappandomi alla
bell'e meglio al davanzale della finestra della stanza dove si sta
svolgendo la segretissima riunione fra Atena e Takis.
Sotto di me Jack scrolla le spalle,
facendomi traballare ancora di più
“Perchè se lo
avessi fatto Takis avrebbe avvertito il mio cosmo...e poi quanto la
fai lunga, ti tengo io, che problema c'è?”
“A parte il fatto che soffro di
vertigini anche quando scendo le scale e che questo è
decisamente peggio?” rispondo, evitando di accennare che la
fiducia
che nutro nella sua capacità di concentrazione è
veramente minima...
“Allora, che dicono?” chiede
impaziente.
“Saori dice che le fa male un dente,
oppure che vuole sapere qualcosa di più sulla guerra
imminente...” butto lì cercando di captare il
più
possibile.
Jack sbuffa “Vuoi stare più
attenta? Se avessi saputo che sei una pessima spia lo avrei chiesto a
Mintha!”
“Che non ti avrebbe aiutato.”
ribatto io sorridendo.
Se l'ha chiesto a me è
soprattutto perchè io non so mai dire di no a nessuno.
“A Miguel, allora.” ritenta
scuotendo la testa.
“Che non ti avrebbe aiutato.”
ripeto petulante.
Jack sbuffa di nuovo, dato che sa che
ho perfettamente ragione. Non posso fare a meno di sghignazzare, in
fondo è per questo che mi ha eletta immediatamente come sua
compagna di avventure.
Ritorno a guardare le due figure nella
stanza, cercando tuttavia di restare nascosta il più
possibile.
Atena mi da le spalle, perciò al
momento il mio vero problema è Takis.
Mi è sembrato che i suoi occhi
siano guizzati in mia direzione un paio di volte...
Stringo gli occhi, come se questo possa
aiutarmi a sentire meglio quello che si dicono.
“Allora?” mi domanda Jack
scrollandomi.
Io stringo le dita ancora di più
intorno al davanzale “Atena dice che vuole approfittare dei
nostri
servigi, o che i suoi capelli iniziano a diventare grigi...”
Un altro strattone mi fa dondolare più
del previsto, facendomi staccare le mani dal mio appiglio e facendomi
perdere l'equilibrio e cadere all'indietro.
“Tieniti!- grida allarmato- Così
cadrai!”
Cerca di trattenermi con le mani, ma
per quanto la sua presa sia forte l'oro dei miei stivali non aiuta.
Sento le sue mani scivolare e io mi
sbilancio ulteriormente.
Mentre cado all'indietro apro le
braccia e le faccio girare, nel tentativo di riportare in avanti il
baricentro.
Cosa del tutto inutile.
Cado.
Ma ormai, ci sono abituata.
Aspetto la botta, ma non arriva.
Due braccia mi afferrano in tempo, e
sono incredibilmente stupita quando alzo lo sguardo.
Non vedo, come mi aspettavo, il bel
volto di Takis che mi sorride divertito dalla mia imbranataggine.
Vedo Shaka.
Per qualche minuto mi dimentico di
respirare.
Ha gli occhi chiusi, e questo mi aiuta
relativamente poco a riprendere possesso delle mie facoltà
cerebrali.
Shaka.
L'uomo che mi ha cacciata.
L'uomo che ha visto il peggio di me.
L'uomo con cui fino a pochi secondi fa
ce l'avevo a morte.
“Ehy, ottima presa amico!” si
complimenta Jack.
Probabilmente avrà il pollice
alzato e un bel sorriso su quella faccia da schiaffi.
Grrr!Se solo avessi il coraggio di
alzare lo sguardo gli scoccherei un'occhiataccia delle mie!
Invece resto ipnotizzata dal volto di
Shaka, che tiene gli occhi socchiusi ma so che mi sta guardando.
Improvvisamente mi sembra di nuovo di
andare a fuoco.
“Cavaliere!Ti dispiacerebbe lasciare
la mia compagna?” domanda Takis con tono duro.
Sobbalzo, fra le braccia del gold di
Virgo: non mi ero nemmeno accorta del suo arrivo.
Deve essere arrabbiato per la mia
intrusione alla riunione, anche se non sono sicura che possa
definirsi tale dato che, tecnicamente, non ho messo piede nella
stanza in cui si svolgeva.
“Come vuoi. Non era certo mia
intenzione arrecarle danno o offesa, tant'è che è
lei
stessa che mi è piovuta fra le braccia.” ribatte
Shaka con
la sua voce calma, mentre mi posa a terra con delicatezza ed estrema
lentezza.
È da sempre stato così
difficile mantenere una posizione eretta? Voglio dire, non credo sia
proprio normale che le mie ginocchia tremino così tanto...
“Allora grazie per aver arrestato la
sua caduta.” sibila con un ghigno.
Lo guardo scioccata: non sembrava
affatto un ringraziamento. Per niente.
Shaka fa un cenno con il capo “Dovresti
stare più attento ai tuoi compagni, perlomeno se intendi
tenere fede alla tua parola. L'alleanza fra noi è
già
abbastanza fragile perchè possa resistere ad ulteriori
incidenti come quelli di poco fa.”
Alleanza?
Incidenti?
Io e Jack dobbiamo aver perso una bella
parte di conversazione, questo è certo.
Guardo Prometheo sbattendo gli occhi
confusa.
“Di che cosa sta parlando amico?”
domanda Jack, come leggendomi nel pensiero, posando una mano sulla
spalla di Takis.
Lui sospira “Ho deciso che rimarremo
al Santuario ad attendere il primo attacco.- spiega, agitando una
mano- Se i cavalieri saranno in grado di affrontare da soli il nemico
ce ne potremo andare in tranquillità, altrimenti resteremo e
li aiuteremo.”
Per qualche secondo mi manca il
respiro.
Staremo...qui?
Boccheggio un po' e Takis si avvicina a
me posandomi una mano sulla schiena.
“Tutto bene?”
Annuisco senza proferire parola.
“Oh, suppongo che dovremo fare i
bravi per un po', Miki.” borbotta Jack, strizzandomi l'occhio
e
incrociando le braccia dietro la testa.
“Per quanto il vostro comportamento
sia stato sconveniente- riprende a parlare Shaka, facendoci cenno di
seguirlo- non era a voi che mi riferivo quando parlavo di
incidenti.”
Scuoto la testa per scacciare ogni
pensiero fuorviante e inizio a concentrarmi per vedere se riesco a
notare qualche anomalia nei cosmi.
Quello di Mintha e di Doko della
Bilancia sono decisamente a un passo dalla collisione.
Che diavolo sta succedendo?
Et voilà! Ecco il
nuovo capitolo. Di certo d'ora in poi se ne vedranno delle belle
considerando la convivenza forzata fra i nuovi amici di Michelle e i
gold!
Aspettate, è solo il capitolo 13?!?Incredibile!! In
realtà, devo ammettere che non vedo l'ora di finire questa
storia perchè, lo ammetto, sto già appuntandomi
qualche ideuzza per un eventuale continuo...
Allora, che ne pensate di questo capitolo?
Grazie di avere letto e commentato, e di aver messo la storia fra i
preferiti!
Baci Baci, JoJo
Snow Fox : Subito accontentata!I gold sono
rientrati immediatamente nella storia, non poteva essere altrimenti
dopotutto dato che li adoro!...e che contribuiscono al 90% alla
realizzazione delle figuracce di Miki! Grazie dei complimenti!Al
prossimo capitolo!
Megarah_witch
: Ebbene
sì, è un periodo abbastanza prolifico!Deve
esserci qualche Musa che veglia su di me di recente!eh eh eh (seee come
no!). Beh, ora che i gold sono di nuovo in vita direi che sono ancora
in pericolo per quanto riguarda Kanon. Credo che mi farò
prestare da Miki il suo spray al peperoncino giusto per stare un
pò tranquilla, anche se dubito che me lo darà,
visto che le serve per difendersi da Saga...Alla prossima!
Gufo_Tave :
Già,
Michelle è particolarmente fiera della propria
performance!(ed io pure dato che detesto Seiya!)...Saori è
una manna dal cielo per la mia vena comica...spero di riuscirla a
sfruttare di nuovo!Al prossimo capitolo!
NinfaDellaTerra
:
Sono contenta che l'evoluzione della storia ti piaccia!^^ Eh
sì, a casa Takis c'è proprio un bel clima e
questo influenza positivamente Miki!! Grazie dei complimenti e alla
prossima!
whitesary : Già direi che la
vita di Miki ha subito un cambiamento significativo, anche se ora si
sente un pò a metà fra due mondi!...e Saori...eh,
bisogna portare pazienza e tenercela così
com'è...sob...Al prossimo capitolo!Bye!
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Capitolo 14 *** Parliamone... ***
Parliamone...
“Ti prego, amor
mio, calmati!”
Quando arriviamo nello spiazzo davanti
alla Tredicesima la voce preoccupata di Miguel è la prima
cosa
che percepisco.
Solo dopo noto il capannello dei gold,
che sono disposti a cerchio tutti in un posto preciso.
Non riesco a vedere altro che le loro
schiene muscolose, e perciò non riesco nemmeno a capire
dalle
loro espressioni che cosa stia succedendo.
Con spintoni poco gentili e senza tante
cerimonie Takis e Jack si fanno spazio fra i cavalieri, portandosi al
centro del conflitto.
“Scusate” mormoro infilandomi
dietro di loro, lanciato occhiate di scusa per l'atteggiamento rude
dei miei amici.
Aphrodite mi fa cenno di passare, con
un gesto galante, mentre Camus si limita a spostarsi il necessario
per farmi intravedere Miguel tenere la sua dolce metà per le
spalle.
Anche se non userei proprio la parola
dolce, al momento, per descrivere Mintha.
Dei, credo che un' Arpia abbia lo
stesso aspetto pericoloso della ragazza.
E davvero non posso credere che a
causare tutto questo sia stato Doko.
Sì, Doko, che la fronteggia con
espressione sfrontata e occhi colmi di disprezzo.
“Mu?Crystal Wall?” lo supplico
mentre vedo la mia compagna sfuggire dalla presa di suo marito.
Il saint dell'Ariete fortunatamente non
si lascia sfuggire il mio consiglio e l'attacco velenoso di Mintha si
infrange su una parete invisibile.
“Mintha, adesso basta.”
La voce di Takis è perentoria.
Nonostante la sudamericana continui a
lanciare fiamme dagli occhi verso il gold della Bilancia, si ferma
immediatamente, pietrificandosi sul posto.
“Non puoi fermarla- dice questo con
voce dura- E' la sua natura ad essere infida.”
Stavolta è Narcisus a scattare
“Come osi?” ringhia.
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
Il viso stupendo di Miguel, contratto in quell'espressione astiosa,
pur non perdendo nulla della sua bellezza fa paura.
Una bellezza letale.
Deglutendo a fatica mi avvicino a
Mintha, e le metto un braccio intorno alle spalle esili.
Sotto la mia debole stretta è
rigida, ma nonostante ciò non mi respinge.
Vuole essere fermata, senza causare
troppi danni.
Imitandomi Jack posa una mano sul
braccio di Miguel, mormorando un “Tranquillo,
amico.”
Takis che si trova proprio in mezzo ai
contendenti, rivolge il suo sguardo gelido a Doko.
“Gradirei che certe provocazioni non
si ripetano in futuro.- commenta con voce ferma- Dopotutto è
stata la vostra dea a richiedere questa alleanza, e facendola
sciogliere non fare dispetto ad altri che a lei.”
Guardo Prometheo con tanto d'occhi: è
stato Doko a provocare?
Doko?!?!
Lo stesso Doko che ha alle spalle
duecento e passa anni di saggezza e buon senso?
Quel Doko?
Mi guardo attorno confusa, riuscendo
solo a incrociare lo sguardo inquietante di Death Mask, che a
differenza degli altri gold sembra particolarmente divertito dalla
situazione tesa.
Girando la testa di scatto torno a
guardare di fronte a me.
“Certo.” annuisce Mu, rispondendo
al posto dell'interpellato che, a quanto sembra, non pare in pieno
possesso delle proprie facoltà mentali.
“Che palle!E io che credevo che ci
sarebbe stato un po' di movimento!” sbotta il cavaliere della
Quarta Casa con la sua voce roca, mettendosi le mani dietro la nuca e
andandosene stizzito.
Di certo si aspettava un bel
combattimento.
Mu pensa bene di trascinare via il
cavaliere di Libra e con lui, credo più per precauzione che
altro, se ne vanno anche Camus, Milo e Aldebaran.
Non faccio troppa attenzione a cosa
fanno gli altri perchè mi accorgo che anche i miei amici si
stanno muovendo e io sono rimasta qua impalata come una stupida.
Con una piccola corsa li raggiungo.
L'unico ad avere la propria aria
gioviale di sempre è Jack, che sembra non essere
particolarmente turbato da quello che è appena accaduto.
“Un accampamento?!Ci mettono in un
accampamento?!- sbotta infastidito Hycarus, particolarmente preso da
un altro argomento, gesticolando in modo sconclusionato- Se mi
divertisse il campeggio e dormire per terra avrei fatto lo
scout!”
“Cosa è successo?” domando
correndo di fianco a Takis, che ci guida con passo sicuro verso una
meta a me ignota.
Faccio fatica a seguirlo, sembro tanto
una bambina che cerca di stare al passo di suo padre.
“Ci hanno sistemato in una specie di
campo profughi!- mi risponde al suo posto il biondo americano- Fra il
Sesto e il Settimo Tempio giusto per tenerci d'occhio meglio!Ma ti
pare?Dove è finito il riguardo per gli ospiti?”
Gonfio le guance indispettita “Non
intendevo questo!Cos'è successo adesso, alla
Tredicesima?”
Mintha stringe la mascella e Miguel,
notando quel gesto, le accarezza dolcemente un braccio.
“Ok. Ti devo qualche spiegazione.”
sospira Takis, guardandomi intensamente.
“Riguardo cosa?”
Lui non risponde, in compenso però,
Jack mi fa ciao con la mano “Vi lasciamo soli.”
Con un gesto che gli fa cadere i
capelli castani sugli occhi, mi fa segno di sedermi su un muretto
poco distante.
Mi ci arrampico sopra, lasciando
dondolare le gambe.
“Credevo non mi avessi tenuto
nascosto niente...” mormoro, mordendomi il labbro inferiore.
In un certo senso ci speravo.
Voglio dire, non dovrebbero esserci
segreti fra amici, no? Perlomeno, lui di me sa tutto quello che
c'è
da sapere.
Takis sospira di nuovo, poi si passa
una mano fra i capelli.
“Non è stata una mia idea,
Miki.”
Lo guardo perplessa “In che senso?”
“E' una scelta di Mintha. È
del suo passato che stiamo parlando.” spiega, parandosi di
fronte a
me.
Il passato di Mintha?
In effetti, a parte il fatto che una
volta che è stata scelta dall'armatura è stata
cacciata
dal suo villaggio, e che ha un nome talmente impronunciabile che
tutti hanno iniziato a chiamarla con il nome del suo cloth, non so
molto.
“Il passato di Mintha?E Doko cosa
c'entra?”
Prima ancora di finire la domanda mi
appare tutto più chiaro.
Doko è un gold da quasi due
secoli, seppure il suo aspetto attuale è quello di un
diciottenne, e Mintha è quella che fra di noi ha l'armatura
da
più tempo. Possibile che?
“La guerra santa contro Hades.- mi
rivela Takis con tono grave- La prima, intendo. Si sono fronteggiati
lì, uno contro l'altra.”
Scuoto la testa con convinzione “E'
impossibile. Se così fosse Mintha avrebbe dovuto combattere
dalla parte di Hades. Dalla parte sbagliata!”
Lui mi appoggia le mani sulle spalle
“Non sempre è così chiara la differenza
fra giusto e
sbagliato, Michelle!- i suoi occhi brillano, ardenti- Pensa a Mintha:
lasciata da sola, al suo destino. Cacciata dalla gente che amava. Le
si presenta davanti Hades, il dio che l'ha maledetta pronto a
rivendicare i servizi della sua armatura, gli da una chance quando
nessun altro lo avrebbe fatto.”
Inconsciamente trattengo il fiato,
troppo presa dalle sue parole.
“Non dico che quello che ha fatto sia
giusto, ma se prendi in considerazione il quadro in cui si è
svolta la vicenda, non puoi non capirla.”
I suoi occhi azzurri si puntano nei
miei, e sembrano quasi che mi scavino nell'animo.
Non reggo molto questo confronto
silenzioso e ben presto devo abbassare lo sguardo.
“Hai ragione, la capisco.- mormoro
infine dopo averci pensato su un po'. Poi alzo di nuovo la testa,
piena di un nuovo entusiasmo- Facciamoglielo capire allora?”
“Cosa?!” chiede perplesso,
allontanandosi un poco.
“La vera storia!- continuo esaltata-
Non devono trattarla come se fosse un mostro solo perchè una
volta ha fatto una scelta sbagliata.”
“Michelle...”
“Gli parlerò io!Glielo farò
capire. Dopotutto se hanno perdonato gente come Saga, Death Mask e
Kanon...”
Takis incrocia le braccia, scuotendo il
capo “Non capiranno. Loro non sono come te, non sanno
ascoltare
come fai tu.”
“Ma Takis...” mi lamento, mettendo
una specie di broncio.
“Niente ma, Miki. Non voglio altre
incomprensioni con quei...tizi...mentre siamo qui.”
Con un gesto della mano mette fine al
discorso, ma io mica mi faccio scoraggiare da così poco.
“Quindi non dovremmo fare niente, ma
starcene qui a farci guardare in cagnesco da tutti?” chiedo,
inarcando un sopracciglio.
“Non è te che guarderanno in
cagnesco.” risponde con una scrollata di spalle.
Io sbuffo “Non è giusto.”
Sul suo bel viso si allarga un sorriso
sghembo “E' che tu non fai paura a nessuno. Dopo la figura
che hai
fatto lasciandoti rapire in quel modo...”
“Takis!” sbotto, fingendomi
arrabbiata.
Lui ride, mi strizza l'occhio si gira e
inizia a correre, salvo poi fermarsi per farmi una linguaccia.
“Te la faccio vedere io!” rido,
inseguendolo.
So che ho detto di non sapere di che
segno zodiacale sono, ma oggi credo di essere Ariete.
Lo dico perchè stamattina,
parlando con Takis, avevo detto che avrei parlato io coi gold per
fargli capire meglio la situazione, e nonostante lui mi abbia
sconsigliato di farlo e io stessa abbia fatto finta di dargli retta,
non sono intenzionata a gettare la spugna.
E gli arieti sono testardi, no?
Perlomeno, Mu mi da questa idea, dietro
a quella facciata super-zen.
Quando, rincorrendoci come ragazzini,
io e Prometheo siamo arrivati nello spiazzo che Sua
Magnanimità
Miss Kido ci ha concesso mi è parso di sentire nettamente
una
certa ostilità nell'aria.
Jack ci ha informato che se intendevano
davvero affibbiargli un cane da guardia per tutto il periodo in cui
saremmo rimasti, avrebbe usato le sue ali piuttosto che i piedi per
spostarsi. (Cosa che, presumo, farà ugualmente per darsi
delle
arie: è deliziato dal fatto di essere l'unico cavaliere in
grado di farlo!).
Miguel aveva appena finito di cantare
con la sua voce melodiosa una ninna nanna spagnola a Mintha, nel vano
tentativo di farla calmare, e i suoi grandi occhi grigi erano stretti
in un'espressione alquanto pensierosa.
Vedere quello scenario mi ha convinta
ancor di più a cercare di trovare un punto d'incontro con i
gold.
Dopotutto, dovrei essere io quella
depressa e malinconica, no?
Non ne ho tutti i sacrosanti diritti?
Quindi eccomi qui, davanti al tempio
della Bilancia, pronta a entrare e a farmi valere.
Fra l'altro, rinunciando alla mia pausa
pranzo, dato che ho approfittato della visita degli altri alla mensa.
Varrà pur qualcosa!Un ottimo
inizio!
Inspiro e espiro.
Non ho assolutamente idea di cosa
potrei dire.
Iniziare con un semplice Doko dovrei
parlarti, o con un più grintoso Apri bene quelle orecchie?
L'atteggiamento è tutto,
convengo fra me e me mentre entro nell'enorme tempio.
Cammino così sicura, perchè
so che non troverò nessuno, a meno che mi intrufoli nella
zona
privata.
Ma per questo c'è tempo...
Devo ancora decidere come fare a
parlare al gold.
Testa alta, pancia in dentro e petto in
fuori, con un'aria un po' spavalda di chi sa il fatto suo!
Un attimo. E se così pensasse
che sono un'arrogante e decidesse a priori di non darmi ascolto?
Meglio partire con qualcosa di più
soft.
Occhioni da Bambi dopo l'assassinio
della madre, magari aggiungendoci anche un labbro tremolante che fa
molto Dumbo il giorno del suo primo numero al circo.
Sì, così dovrebbe andare.
Forse.
Scivolo piano e silenziosa sul marmo,
in direzione di quella spartana porta di legno laterale, che mi
porterà alla mercé del gold.
Senza rendermi neanche conto, rallento
sempre di più, e ci metto quasi un secolo a raggiungerla.
È socchiusa, e da dentro
arrivano delle voci.
Trattengo il fiato e sbircio un po'.
“Non posso credere che dobbiamo
allearci con quella!” borbotta Doko, che però non
riesco a
vedere.
“Così ha deciso Atena.”
replica Shaka, di cui intravedo le gambe accavallate.
“Giusto!- concorda con entusiasmo
Aldebaran- Se ha deciso così vuol dire che possiamo
fidarci!”
“Con tutto il rispetto per la divina
Atena, io ho visto quella furia combattere- insiste il padrone di
casa in un sibilo- E' spietata, feroce e pericolosa. Gli altri
potrebbero essere come lei!Peggio di lei!”
No.
Non posso affrontarlo.
Non oggi.
Non senza essermi riletta tutti i libri
di psicologia del pianeta così da trovare il modo
più
indolore e efficace di esporre le mie idee.
“Michelle si è unita a loro
dopo aver passato tutta la vita al Santuario.- commenta Mu- Non
può
aver cambiato ideologia, carattere e moralità in
così
poco tempo. Dev'esserci qualcosa di buono in loro.”
Sorrido nel sentire le parole di Mu.
Adoro quell'uomo!
“Cerchi qualcosa?” mi chiede una
voce, mentre una mano si posa con violenza sulla mia spalla.
Io caccio un urlo, girandomi di scatto.
“Milo!” ringhio, mettendomi una
mano sul petto, nel vano tentativo di calmare il cuore che batte
all'impazzata.
Lui mi offre la sua risata argentina,
provocata dalla mia reazione, ma invece di unirmi a lui lo guardo
imbronciata.
“Che ci fai qui?” sibilo, frustrata
dal fatto che ora non solo dovrò entrare là
dentro, ma
dovrò anche giustificare il fatto che stavo spiando.
“Che ci fai tu qui!- replica lui con
un ghigno in faccia- Sbaglio o stavi origliando?”
“Non origliavo!- ribatto piccata- Per
puro e fortuito caso mi sono trovata ad ascoltare un discorso altrui
e ribadisco che è stato in via del tutto
incidentale!”
Milo ride di nuovo e mi trascina per un
braccio dentro, prendendosi decisamente troppa confidenza per i miei
gusti.
Gli sguardi dei cavalieri si puntano su
di me.
“Guardate chi ho trovato qua fuori?”
trilla felice il saint di Scorpio.
Perfetto.
Ora ho la stessa tonalità rosso
fuoco del divano di Doko (che, fra parentesi, fa abbastanza pena come
arredatore!).
Borbotto un generale “Salve” per
salutare Mu, Aldebaran, Aphrodite, Shaka e ovviamente Doko.
“Non ti abbiamo sentita. Come hai
fatto?” domanda Aldebaran grattandosi la testa.
“Riesco anche a muovermi in silenzio,
se capita.”
“Il tuo cosmo non si sente, come
quello dei tuoi amici. Perchè?” domanda Doko.
Apro la bocca per rispondere ma Shaka è
più veloce di me “E' schermato. Nessun cavaliere
normale può
sentirlo.”
Annuisco piano “In realtà
neanche nessuna divinità. Solo i cavalieri maledetti possono
farlo.”
Il cavaliere dello Scorpione mi fa
cenno di sedermi sul divano, proprio di fianco a Aphrodite.
In effetti, mi sento un po' in
soggezione nelle sue vicinanze.
La sua bellezza non ha niente a che
vedere con quella di Miguel, così perfetta eppure
così
umana...Lui mi sembra più...su un piedistallo.
Infatti si gira per mezzo secondo verso
di me, giusto il tempo di farmi un'accurata radiografia, e poi
ritorna a sorseggiare il suo tè, portandoselo alla bocca con
gesti raffinati.
“Come mai sei venuta qui?” mi
domanda Mu, con tono rassicurante.
Io deglutisco a fatica prima di
rispondere “Sono qua in qualità di
ambasciatrice.”
Raddrizzo la schiena e allungo il
collo, nella pallida imitazione dell'atteggiamento di una persona
sicura di sé.
Milo inarca un sopracciglio perplesso,
Aldebaran arriccia le labbra confuso.
“E perchè mai?” chiede Doko,
con un tono un po' distaccato.
“Le cose sono iniziate con il piede
sbagliato- ammetto- quindi ho pensato di rivelarvi tutto quello che
c'è da sapere su di noi. Dopotutto, siamo alleati,
no?”
Milo si passa una mano sotto il mento
“Intendi dire che risponderai a qualsiasi nostra
domanda?”
Annuisco.
“Di qualunque tipo?” continua
interessato.
“Solo se hanno una qualche utilità.”
specifico, guardando il sorrisetto smaliziato di Milo.
“Come è possibile che sia
ancora viva?Sono passati duecentoquarantatré
anni!” ringhia
Doko, stringendo un pugno.
“E' per via delle armature.- spiego,
abbassando lo sguardo- Sono maledette.”
“Questo lo sapevamo già-
puntualizza Aphrodite- Non puoi essere più
precisa?”
Mi torturo le mani mentre rispondo
“Quando un'armatura ti sceglie tutta la tua vita è
per lei:
finchè sei degno di portarla non puoi morire, o rimanere
ferito. Sei praticamente immortale.”
I gold spalancano la bocca stupiti.
Ovviamente Shaka non li imita, limitandosi ad accavallare le gambe.
“Non sembra molto una maledizione.”
borbotta Aldebaran dopo un po', grattandosi la testa.
“E' un grosso limite alle facoltà
di libero arbitrio di una persona.- commenta Mu- Impedisce di avere
legami di qualsiasi tipo.”
Poi mi lancia un sorriso dolce, che mi
fa capire che lui è dalla mia parte.
Già a saperlo, il mio cuore è
un po' più leggero.
“Tracotanza.”
Tanto lapidaria quanto inaspettata, la
voce di Shaka mi arriva all'orecchio, con il risultato di farmi
sobbalzare.
“Tracotanza?” ripete Aprhodite,
inarcando un sopracciglio perfetto.
“E' il nome del peccato legato a
quelle armature- spiega con tono placido- Aracne, Prometeo, Icaro,
Narciso e Mintha: tutti loro hanno anteposto il proprio orgoglio alla
volontà divina. Per questo gli dei li odiano e li hanno
maledetti, perchè hanno tolto loro la propria
superiorità.”
Osservo il viso di Shaka un po' più
a lungo del dovuto, quando le sue parole sono già terminate
da
un pezzo.
Rendendomi conto del mio comportamento,
giro la testa di scatto, tuffandomi nello sguardo color
caffè
di Aldebaran.
“Mi dispiace.” biascico, in
risposta al cavaliere della Vergine.
“Suvvia, mica è colpa tua!”
mi rassicura Milo, posandomi una mano sulla spalla.
“Se le divinità vi sono tanto
avverse mi domando a che pro abbiate le vostre armature.”
Il tono di Doko è ancora molto
distaccato. Non mi fido, sembra urlare.
La sua espressione è accigliata
e il suo sguardo indagatore.
“Per quanto dannati e rinnegati da
tutti, sono tante le divinità che desidererebbero averci per
sé.- spiego, riportando pari pari le parole di spiegazione
che
mi ha dato Takis diversi mesi fa- Io sono inesperta, ma so per certo
che i miei compagni sono tanti valorosi da potersi definire vostri
pari.”
Pari ai cavalieri d'oro.
Ma proprio davanti a loro dovevo dire
una simile eresia?
Ora sì che mi osservano tutti
come se fossi una pazza!
Va bè, non tutti perchè
Mu è troppo gentile per farlo.
“Se il vostro valore è tale-
comincia Milo con tono sprezzante, probabilmente per via del suo
orgoglio dorato- mi chiedo come mai nessun dio vi abbia reclamato per
sé.”
“L'hanno fatto, in realtà. E
noi abbiamo risposto alla chiamata, ma la fedeltà
incondizionata e totale verso un singolo ci è
preclusa.”
Doko si alza di scatto, in un moto
d'ira. “Mercenari!- sputa come se avesse in bocca del veleno-
Ci
dici questo e ti aspetti che ti accordi la mia fiducia?”
Inconsciamente mi ritraggo,
rifugiandomi ancora di più fra i cuscini del divano su cui
sono seduta.
Aldebaran poggia una mano sulla spalla
del compagno d'armi, invitandolo a risedersi e a ritrovare la calma.
“O ascoltate o giudicate.” sbotto,
irritata, recuperando un poco di sicurezza.
Non posso credere che Takis avesse
ragione.
Incrocio gli occhi dei presenti e
sospiro. Il pregiudizio non può accecarli a tal punto. Non
loro.
Mi appoggio rumorosamente allo
schienale imbottito, incrociando le braccia e facendo ben attenzione
a mantenere un'espressione imbronciata.
Gli occhi turchesi di Aphrodite
saettano nella mia direzione e le sue labbra si piegano leggermente
all'insù.
“Ti prego, Michelle, continua pure.
Non ti interromperemo più, a meno che non sia strettamente
necessario.”
Inspiro profondamente e decido di
ascoltare le parole di Mu.
“Doko non ha tutti i torti. Tanti
cavalieri maledetti hanno deciso di seguire quella strada, per puri
fini egoistici.”
“Lo ammetti, dunque.” ringhia di
nuovo il cavaliere della Bilancia.
Non mi stupisco che l'equilibrato e
diplomatico Doko reagisca così: dopotutto ritrovarsi di
fronte
un antico avversario e dover far fronte con una ferita non del tutto
rimarginata non deve essere facile.
“Noi non siamo come loro. Abbiamo
degli ideali, non modifichiamo il confine fra giusto e sbagliato a
nostro piacimento.” spiego.
“E quali sarebbero questi ideali?”
domanda Milo, sinceramente incuriosito.
“Non sono tanto diversi da quelli che
mi sono stati insegnati qui- ammetto con un sorriso- L'unica vera
differenza è che non c'è alcuna dea Atena di cui
dobbiamo obbligatoriamente seguire il volere.”
Aldebaran corruga un po' la sua ampia
fronte “Sarebbe a dire?”
“Combattiamo solo per ciò in
cui crediamo.”
Doko storce la bocca. Sospiro ancora
prima che possa dire qualcosa.
Accidenti, ma non era Mu quello
testardo?
Takis dovrà pagarmi delle sedute
con uno psicologo se andiamo avanti così.
“La tua compagna, Mintha, combatteva
per Ade. Come lo giustifichi?”
“Aveva appena ricevuto la sua
armatura. Era sola, spaventata, rifiutata da tutti: credeva che fosse
l'unica soluzione affidare la sua vita al signore degli Inferi. Ma
l'incontro con i cavalieri di Atena le ha aperto gli occhi. In un
certo senso, è grazie a voi se ha capito il vero significato
di giustizia.”
Doko spalanca gli occhi, credo stia
soppesando le mie parole, ma non è molto convinto.
Stupidissimo orgoglio dei gold: perchè
non fanno semplicemente come i comuni mortali ammettendo di avere
sbagliato?
Ma no!
Loro devono essere più testardi
di un branco di muli!
“Ma Doko, non eravate tu e Shion gli
unici sopravvissuti alla prima Guerra Sacra?” domanda Mu,
inclinando elegantemente il capo.
Il gold si limita a fare un breve cenno
affermativo.
“C'entra quella storia
dell'immortalità provvisoria, vero?Se la tua amica
è
sopravvissuta, intendo.”
Annuisco in risposta alle parole di
Aldebaran.
Milo si passa una mano fra i capelli
“Fammi capire, nessuno può scalfirti?”
Scuoto la testa “No, le ferite
fisiche ci sono, solo che guariscono nel giro di pochi
secondi.”
“Incredibile.” commenta Mu,
togliendosi un ciuffo di capelli da davanti agli occhi.
“Perchè non ci dai una
dimostrazione?” chiede Aphrodite increspando le labbra e
porgendomi
una rosa rossa.
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
Non solo perchè è la prima volta che il cavaliere
seduto di fianco a me mi rivolge la parola, ma anche perchè
so
il terribile potere di quella rosa, e non intendo provarlo su di me.
Guarirò anche in fretta ma il dolore lo sento, e che cavolo!
Sto per rifiutare ma mi ritornano in
mente le facce dei miei compagni. Quella di Mintha, soprattutto.
Lei per me lo farebbe.
Anzi.
“Perchè non quella nera?”
riesco a ribattere, nonostante la gola improvvisamente arida.
Sì, lei avrebbe detto così.
Certo, magari non con la voce tremante.
Il bel cavaliere ride deliziato mentre
fra le sue mani compare la rosa da me richiesta.
Nella stanza è calato un
silenzio preoccupato.
“Non scherzare Michelle, non ci devi
dimostrare niente.” mi dice Aldebaran, poggiandomi una grande
mano
sulla spalla.
Mu si affretta a dargli man forte
“Infatti. Crediamo alle tue parole, questo basta.”
Lancio un'occhiata ai presenti: Milo
pare essere della stessa idea dei compagni, Shaka è
imperturbabile come al solito, e credo che non cambierebbe
espressione nemmeno se mi gettassi volontariamente in un rogo.
È Doko che cattura la mia
attenzione, invece. Le sopracciglia corrugate e l'espressione
decisamente seria dei suoi occhi verdi mi fa capire che forse una
dimostrazione non sarebbe poi così male.
“Non c'è problema- replico,
cercando di dare alla mia voce il tono più giovale
possibile-
Che vuoi che sia?”
Da come parlo sembra che sia una cosa
che faccio tutti i giorni.
In realtà l'ultima volta che
sono guarita da ferite “serie” e frutto di
combattimento è
stato proprio al torneo per l'armatura del centauro, e ricordo che
non è stato l'idillio che pensavo.
Certo, ora che l'influsso dell'armatura
su di me è totale e io ho imparato a controllarlo, le ferite
fisiche guariscono in pochi secondi, ma c'è anche un grande
dispendio di energia.
Per non parlare poi del fatto che io
mica usufruisco del potere delle stelle: le mie forze dipendono da
una dieta ricca di carboidrati e lipidi che manderebbero in coma
diabetico chiunque altro essere vivente!
“Allora?” incalza Aphrodite, con
voce suadente.
Non può essere così male,
no?
E poi, quella rosa è così
bella!
Allungo una mano tremante verso il
fiore. Mi sembra di muovermi al rallentatore, per la miseria!
Sono vicinissima, manca solo qualche
millimetro e poi...
“Basta così.”
La mano fresca di Shaka mi trattiene
per il polso e la rosa fra le dita del cavaliere davanti a me
è
sparita in un nano secondo.
“Cosa...” cerco di protestare.
In realtà vorrei gettargli le
braccia al collo e ringraziarlo in tutte le lingue del mondo di
avermi fermato.
Riesco comunque a mantenere un po' di
contegno.
“Hai distrutto la mia rosa.” si
lamenta Aphrodite storcendo il naso alla francese.
“Non era necessaria alcuna
dimostrazione di questo genere. Atena ha accordato loro la sua
fiducia e noi, come conviene, ci rimetteremo alle decisioni della
dea.” spiega Shaka.
Il mio sguardo saetta dalla sua faccia
apatica verso la sua mano, che è ancora lì sul
mio
polso.
Doko si passa una mano fra i capelli, e
sospira “E sia- dice dopo una lunga pausa- Darò
alla tua
compagna il beneficio del dubbio, finchè non
dimostrerà
che è davvero cambiata.”
Sbatto le palpebre “Davvero?”
Lui fa un gesto con la mano come se
dovesse scacciare una mosca fastidiosa, ma annuisce.
Non posso fermare il sorriso che mi sta
allargando in faccia.
“Ma questo è davvero...un
DISASTRO!” concludo, cambiando espressione e andando in
panico.
“Cosa?!”esclamano in coro Milo e
Aldebaran.
Io intanto sento i cosmi dei miei amici
avvicinarsi lentamente al nostro accampamento.
Dove dovrei essere anche io.
“Ricordate quando ho detto che sono
qui in qualità di ambasciatrice?In realtà
è un
ruolo per cui mi sono autoeletta, contro la volontà di tutti
gli altri...”
Lancio un'occhiata alla porta e sento
la mano di Shaka scivolare via.
Ma mi ha trattenuto per tutto questo
tempo?
Non ho tempo per pensarci ora: i cosmi
si avvicinano!
“Scusatemi, devo scappare!”
Corro via, con la testa girata verso i
gold e salutandoli con la mano.
Mi giro di scatto, e vado a sbattere
contro una colonna che, ne sono certa, prima non c'era.
“Ough!” borbotto, mentre mi
massaggio il naso, che ha avuto la peggio nello scontro.
“Sono desolato, ti sei fatta male?”
mi domanda una voce.
Solo ora mi rendo conto che non ho
sbattuto contro un semplice oggetto inanimato.
Alzo gli occhi lentamente e in men che
non si dica incrocio quelli azzurri, certo belli, ma che non hanno
niente a che vedere con quelli di Shaka o Takis, di Aioros.
“Babba Bia!” esclamo, con ancora
una mano sul naso.
Lui mi sorride, facendo comparire sul
suo viso un paio di graziose fossette.
Credo sia dovuto proprio a quelle se,
nonostante lui sia il fratello maggiore, la sua aria è
sempre
stata più sbarazzina di quella di Aioria.
E credo che sia dovuto sempre a quelle
se, quando avrò avuto sì e no nove anni, mi sono
presa
per lui la mia prima cotta.
“Nobile Aioros!”
Lui mi sorride di nuovo, amichevole
“Allora ti ricordi di me, Michelle!”
“C-come sai il mio nome?” balbetto,
senza riuscire a nascondere lo stupore.
Il cavaliere del Sagittario ride
mentre, poggiandomi una mano sulla spalla, mi scorta fuori dal
tempio.
“Direi che oggi il tuo nome si è
sentito parecchio qui al Santuario.”
Oh, no!
Di nuovo protagonista dei gossip locali
no!
“Tuttavia io ti conosco da più
tempo.- continua sempre con un sorriso a fior di labbra- La prima
volta che ti ho vista eri una cosina alta così!”
Muove la mano a circa un metro di
altezza dal terreno.
Io corrugo la fronte: non che ricordi
perfettamente tutti gli episodi della mia prima infanzia, ma non
ricordo davvero di aver conosciuto il gold.
“Ovvio che non ti ricordi- mi
tranquillizza, notando la mia espressione confusa- Avevi sì
e
no tre anni quando sei arrivata al Santuario.”
“Quattro” lo correggo.
Ricordo che solo io e un'altra
ragazzina, di qualche anno più grande di me, siamo state
prese
dal nostro orfanotrofio in Canada.
Lei era stata mandata subito via in
qualche angolo sperduto del pianeta per iniziare l'addestramento. Era
particolarmente brava, anche se la cosa non l'ha aiutata a tornare.
Io ero stata immediatamente retrocessa
nella categoria delle schiappe.
“E' un problema se ti seguo al tuo
accampamento?Dovrei parlare con te e i tuoi compagni.”
Scuoto la testa.
Che poi, praticamente siamo già
arrivati, tanto valeva non chiedere niente!
La prima cosa che si nota, arrivando
nell'enorme spiazzo alla metà esatta delle scalinate che
portano alla Settima Casa, sono le spaziose tende alla turca, una per
ciascuno di noi.
Certo, il campeggio non è il
massimo, ma almeno la Kido ha avuto la decenza di farlo sembrare un
campeggio extra-lusso.
Credo che questo trattamento speciale
sia particolarmente indirizzato a Takis...
Gli schiamazzi sempre più nitidi
mi fanno capire che i miei amici stanno arrivando.
“Ave Caesar, morituri te salutant!”
starnazza Jack alzando un braccio nel tipico saluto degli antichi
romani, prima di volteggiare per farmi vedere il chitone che ha
rubato chissà dove.
Divento rossa dalla vergogna, mentre
lancio un'occhiata a Aioros.
Il gold però, non sembra affatto
turbato e sulle sue labbra compare un sorriso divertito.
“Ti prego, Michelle, diglielo anche
tu che è un insulto vivente alla lingua latina...”
inizia
Mintha, fintamente scocciata.
“E che soprattutto non è
vestito da antico romano!” conclude per lei Miguel.
Takis li segue ridacchiando e non
cambia la propria postura nemmeno quando riesce a scorgere il
cavaliere che mi accompagna.
“Lieto che la vostra permanenza al
Santuario vi dia spunti per divertirvi- li saluta Aioros, senza alcun
cenno di sarcasmo nella voce- Speravo proprio che gli attriti di
stamani si fossero già dissolti.”
Poi si sporge verso Prometheo,
tendendogli una mano con un sorriso sulle labbra “Sono
Aioros,
cavaliere d'oro del Sagittario.”
Lo sguardo di Takis saetta dalla mano
del ragazzo che ha dinnanzi, al suo sguardo limpido.
Alla fine sorride a sua volta, e
stringe con forza la mano “Lieto di sapere che ci sono anche
persone civili fra le schiere di Atena.- commenta- Sono Takis di
Prometheo, e questi sono Mintha di Mintha, Miguel di Narcisus e Jack
di Hycarus.”
Quest'ultimo sbuffa per essere stato
nominato dopo tutti gli altri.
“A cosa dobbiamo la tua presenza
qui?” domanda Mintha con tono acido, alzando il mento come se
questo potesse compensare la differenza di altezza con il gold.
Certo che se fa così a che pro
io ho perorato la sua causa?
“Per Michelle, in realtà.-
risponde, per niente turbato dall'ostilità della ragazza-
Atena ha espresso il desiderio di conoscerla.”
Contraggo la mascella: lo stomaco mi si
è chiuso immediatamente.
Io spalanco gli occhi e la bocca prima
di trovare il coraggio e lo spirito per balbettare una risposta.
“Non credo sia il caso. I-io...”
balbetto nel panico più totale.
Mica la voglio vedere, quella.
E se si fosse legata al dito il fatto
che l'ho rapita?
Non credo di poter sopravvivere a
dell'ostilità divina, non con la sfortuna che mi ritrovo di
mio.
“I-io non posso, ho una grave
malattia...” spiego convinta.
Aioros alza un sopracciglio mentre
continua a guardarmi a metà fra il perplesso e l'incuriosito.
Se Miguel e Jack la smettessero di
ridere troverei una scusa degna di questo nome!
“...Snobbite. Io soffro di snobbite
ed è veramente ad uno stato acuto- continuo cercando di
essere
il più possibile convincente- mi fa venire terribili sfoghi
cutanei orribili a vedersi e...e....”
“Michelle, mica ti mangia.”
sghignazza Takis scompigliandomi i capelli.
“E' una cosa molto informale. Solo
una chiacchierata.” mi rassicura il gold, con un sorriso
conciliante.
La cosa mi puzza.
“Beh, suppongo che allora...”
capitolo infine, anche se dalla mia faccia si può ben capire
l'entusiasmo con cui affronto la cosa.
“Perfetto. Sarà stasera
allora, poco dopo il tramonto!”
Appena termina di parlare scappa
letteralmente via, senza darmi l'occasione di ribattere.
Davvero: i cavalieri della dea della
giustizia non dovrebbero essere onesti?!
Per la seconda volta oggi cerco di
raccogliere il coraggio necessario, stavolta per affrontare Kim.
Strano come questa porta di legno
azzurra, prima così familiare, mi sia quasi estranea.
Accosto l'orecchio cercando di capire
cosa succede all'interno.
“Andiamo: Cenerentola è la
prova vivente che un paio di scarpe possono cambiarti la
vita!”
Questa è Victoria...di certo
avrà trovato un nuovo oggetto del desiderio dal prezzo
improponibile.
“Pierre può ricordarti che A)
è una favola e B) non te le puoi permettere!”
Accidenti.
Come mi era mancato il suo parlare in
terza persona di se stesso e la sua adorabile erre moscia!
“Smettetela di battibeccare: ho già
fatto partire il film.”
Ah, è vero. Il lunedì è
la sacra giornata dedicata al cinema, istituita da Kim in persona.
Faccio un bel respiro e busso sicura.
Toc. Toc.
Sento dei passi al di là
dall'uscio e poi finalmente la porta si apre.
Kim è davanti a me e non riesco
a indagare la sua espressione dato che indossa la maschera.
Non faccio in tempo a dire ciao che mi
sbatte la porta in faccia.
“Perfetto.” borbotto.
Ok, Vic aveva ragione: ce l'ha con me.
Non passa un minuto che la porta si
riapre e Pierre mi salta letteralmente addosso, facendomi cadere a
terra.
“Pierre!” mi lamento, ma non
troppo, perchè sono davvero felice di vederlo.
“Michelle!Non puoi immaginare quanto
Pierre è felice di rivederti!Pensava non sarebbe mai
successo!”
“Oh, andiamo!- sbotta Victoria,
scrollandomelo di dosso- Smettila di fare l'appiccicoso e lascia che
Miki risolva questa storia. Mi sta facendo diventare idrofoba con il
suo comportamento!”
Annuisco e mi rialzo.
Certo, cammino verso la stanza di Kim
con la stessa energia con cui mi dirigerei verso il patibolo...
E' che vederla così glaciale mi
ha stupito, e non poco.
Lei è la mia migliore amica, non
può aver iniziato ad odiarmi così tanto.
Busso di nuovo, piano e non senza un
po' di timore.
“Va al diavolo!” mi risponde la
voce all'interno, senza nemmeno una traccia della sua solita
dolcezza.
“Ti prego Kim,- la supplico- voglio
solo parlarti...spiegare...”
Sento dei rumori all'interno e poi la
porta si spalanca, rivelandomi la mia amica, totalmente sconvolta.
I suoi grandi occhi chiari sono
arrossati, pieni di lacrime.
“Spiegarmi...-ripete in un sussurro,
ma con voce astiosa- Mi spiegherai perchè te ne sei andata
senza dire niente, senza salutare, lasciandomi qua a disperare per la
tua sorte, quando in realtà eri in perfetta salute e non poi
così lontano da Atene?”
Con un gesto fulmineo mi trascina
dentro la stanza, facendomi male a un braccio perfino.
“Aho” mi lamento, massaggiandomelo.
“Spiega. Veloce.” borbotta lei,
sedendosi sul letto.
Io scosto la sedia dalla sua scrivania
e mi ci siedo a mia volta.
“Sono stata esiliata, Kim. Non potevo
tornare.” spiego.
Lei stringe i pugni “Hai un'armatura
potente, Michelle. Certo che potevi!Tu potevi ma non hai
voluto!”
Spalanco gli occhi, scioccata “Tu
come lo sai?”
“Perchè io mi sono battuta per
scoprire quello che ti è successo!- ribatte piccata- Ho
chiesto ai gold, e li ho assillati finchè non ho avuto una
risposta!”
Trattengo il fiato e abbasso lo
sguardo.
“Quindi non mi perdonerai mai?”
Kim fa roteare gli occhi “Certo che
ti perdono, ma sono così...così...”
Fa una pausa, ma non sembra trovare una
parola adatta.
“Mi dispiace.” borbotto.
Ce ne stiamo così per un po', in
silenzio con gli occhi puntati ovunque tranne che sulla faccia
dell'altra.
“E così...hai un'armatura
anche tu adesso...”
Le parole escono impacciate dalle
labbra di Kim, ma nonostante ciò capisco che è
già
disposta a sorvolare sull'anno di assenza da parte mia.
“Già...L'armatura di Aracne-
spiego reprimendo a stento una smorfia- Incredibile, vero?”
Senza dargli l'occasione di cambiare di
nuovo umore, inizio a raccontarle tutto.
Dei primi incontri con Takis, di Shaka
che mi ha cacciato, della vita fuori dal Santuario e anche della
guerra imminente.
È bello parlare di nuovo con
lei.
“In pratica sei una specie di
incrocio fra Spiderman e Superman, senza l'allergia alla criptonite,
però!” commenta divertita.
Non l'avevo mai vista sotto questo
punto di vista. “Più o meno.” riesco a
dire fra le risate.
“E che cosa puoi fare?” chiede
curiosa.
Agito un po' la mano “Beh creo
ragnatele e scudi col cosmo...Cose così”
Accidenti, mi sembra strano di parlare
delle mie capacità...di solito io ero quella che si
complimentava per quelle degli altri!
“Proprio come Spiderman!” afferma
tronfia.
“Ah ah ah- borbotto fingendo una
risata- Davvero divertente, Kim!”
Kim si sforza di non ridere e fa una
lunga pausa.
“Posso chiamarti Spidey o
Spidergirl?” domanda divertita.
“No!” ringhio in risposta,
voltandomi di scatto dall'altra parte.
“Ti preeeeeeeeeeeeeeeeeeego!” mi
implora con vocetta stridula.
Io sbuffo sonoramente “Assolutamente
no!”
Per niente scoraggiata mi da un
buffetto sul braccio “Se mi lasci fare ti prometto che
dimentico il
fatto che te ne sei andata da qui senza nemmeno salutarmi e senza
farti sentire per più di un anno.”
Mi volto leggermente verso di lei,
guardandola di sottecchi.
“E' imbarazzante, Kim. Non posso
credere che tu ti possa considerare la mia migliore amica se mi
obblighi a mettermi in ridicolo con certi soprannomi!”
L'avessi mai detto.
I grandi occhioni di Kim si riempiono
di due enormi lucciconi “Un'amica non se ne andrebbe come hai
fatto
tu...” frigna con aria depressa.
Io alzo gli occhi al cielo.
Mi sono fregata con le mie stesse mani.
“Ok.- sospiro seccata- Chiamami come
vuoi basta che la smetti di fare la vittima.”
Improvvisamente l'espressione sul suo
volto cambia completamente, accendendosi in un enorme sorriso.
In quel momento entra nella stanza
Victoria “Mi dispiace interrompervi ma Saga è qua
fuori e
chiede di te Miki.”
Mi alzo di scatto, battendomi il palmo
aperto sulla fronte “L'incontro con Atena!”
“Saga?” domanda invece Kim, con gli
occhi sgranati.
Io la osservo stupita: e adesso che le
prende?
Lei si infila la maschera, mentre io in
fretta e furia mi cambio: non posso presentarmi davanti ad Atena
vestita da spiaggia!
Ci avviamo verso il salotto, dove il
gold aspetta pazientemente seduto sul divano, osservato di sottecchi
da Pierre.
Con la coda dell'occhio vedo Kim
irrigidirsi quando il cavaliere dei Gemelli si alza, mostrandosi in
tutto il suo tenebroso splendore.
Sembra proprio che lo strano
comportamento della mia amica sia strettamente collegato con il nuovo
arrivato, tanto che quando incrocia i suoi occhi blu
oltremare,
abbassa abbassa la testa, improvvisamente interessata alla punta
delle sue scarpe.
Credo di essermi persa diversi
passaggi: mica le piaceva Kanon?
“L'incontro con Atena era per dopo il
tramonto.” mi informa.
Io faccio un sorriso imbarazzato “Beh,
è dopo il tramonto.” azzardo.
In fondo è colpa di Aioros che
non mi ha dato un orario preciso.
Con un gesto del capo, che fa
ondeggiare i suoi lunghi capelli scuri, mi fa cenno di seguirlo.
Lontano dal suo sguardo, Kim sembra
tornare in sé.
“Ricordati:da un grande potere
derivano grandi responsabilità.” mi sussurra,
mettendomi una
mano sulla spalla e annuendo solenne.
“KIM!!” sbotto irritata.
Lei ridacchia divertita mentre Saga si
gira di nuovo e aggrotta le sopracciglia perplesso.
Sarà una luuuuuuuuuuuuuuuuuunga
serata!
Dire che divento una statua quando
metto piede nell'ampia sala in cui Atena ha deciso di ricevermi
è
dir poco.
La dea è seduta sul suo trono,
avvolta in un impeccabile e immacolato vestito bianco, e schierati al
suo cospetto ci sono tutti, e dico TUTTI i gold.
“Non doveva essere un incontro
informale?” sibilo a voce bassissima, per non farmi sentire
da Saga
che cammina al mio fianco.
Stupido Aioros!
“Che cosa hai detto?” mi domanda.
Evidentemente ha il superudito.
“Niente. Mi domandavo se siete
davvero così affezionati ad Aioros...” borbotto
risentita.
Magari se lo uccido e occulto ben bene
il cadavere, nessuno ci fa poi tanto caso alla sua assenza!
Saga mi osserva stranito “Suppongo di
sì.”
Va bene, diventerò serial-killer
un'altra volta.
C'è sempre tempo per iniziare
questo tipo di carriera. Uhm...potrei chiedere consigli a Death Mask.
“Benarrivata Michelle di Aracne-
inizia Atena con tono pomposo, lanciando un'occhiata leggermente
denigratoria alla mia maglietta delle SuperChicche- credevo ti fossi
dimenticata del nostro incontro.”
Scuoto la testa, imbarazzata, mentre
guardo il cavaliere inginocchiarsi davanti alla dea e prendere il suo
posto fra i compagni.
Mi volto, decisa a lanciare un'occhiata
omicida ad Aioros, ma incontrare il volto di Shaka mi fa desistere
dal mio intento.
Mi giro di scatto, interessandomi di
nuovo alle parole della Kido.
“Sono felice di poterti finalmente
conoscere, ho sentito dire molte cose su di te.” continua
socchiudendo i suoi occhi neri.
Io inarco le sopracciglia: intende
prima o dopo aver decretato il mio esilio?
La ragazza mi sorride conciliante,
probabilmente considerando la mia incapacità di spiccicare
parola come un disturbo psichico.
In realtà sto solo evitandomi
delle inutili gaffes.
“Sono felice che tu abbia trovato un
gruppo a cui unirti, fuori di qui.” continua con la sua
vocetta un
po' acuta.
Annuisco, sempre più confusa:
sta parlando come se avessi deciso io di andarmene e non come se mi
avessero cacciato a calci nel deretano!
“Quindi che cosa ci fai qui?” mi
domanda, appoggiando una mano sotto il mento.
Eh?
Mi sono persa qualche passaggio?Delle
frasi intermedie che avrebbero dato un senso a questa domanda di cui
non capisco né l'utilità né il
significato
recondito?
Mi sento esattamente come quando
all'interrogazione il professore mi chiedeva l'unica cosa che non
avevo ripassato.
Ma cosa vuole da me, questa?
“Uhm...Intende cosa faccio qui in
questo momento o per quale motivo mi trovo su questa terra
oppure...”
Dietro di me alcuni gold hanno l'ardire
di sghignazzare.
La Kido mi rivolge un sorriso tirato,
che dovrebbe apparire dolce e accondiscendente.
“No, Michelle: mi chiedevo se tu sai
perchè combattere.”
“Non è che mi esalti molto
combattere, in verità.- ammetto, girandomi una ciocca ti
capelli intorno al dito indice- Sono più per un confronto
amichevole, magari un sano battibecco ma...”
La mano affusolata della Kido mi impone
di fermarmi.
Meglio.
Stavo iniziando un nuovo vaneggiamento.
“Credevo che per la giustizia, fosse
la risposta più breve.”
“Suppongo di sì...” balbetto
stranita.
Lei mi sorride soddisfatta “Ne sono
felice: come saprai i proprietari delle armature maledette sono
svincolati da qualsiasi legame di fedeltà, a meno che non
sia
la stessa divinità che li ha maledetti a reclamarli per
sé...”
“Eh?” domando perplessa, notando
che il mio vocabolario si sta sempre più avvicinando a
quello
di un cavernicolo piuttosto che a quello di una persona civile.
“Ti do l'opportunità di
tornare al Santuario, di tornare a difendere quello per cui hai
sempre vissuto e ciò in cui hai sempre creduto.”
Silenzio.
Immagino che ora dovrei dire qualcosa,
certo, magari non commenti riferiti alla splendida giornata di sole
di oggi o alla sfacciata fortuna del vincitore della lotteria che
è
diventato milionario solo grattando via una strisciolina d'argento
con una monetina.
Certo, ottimi argomenti da
conversazione ma decisamente stupidi in questa situazione.
Tornare al Santuario?
Per sempre?Al suo servizio?
Ora che per sempre ha davvero
un'accezione temporale, considerando il fatto che potrei vivere
più
di duecento anni, l'idea mi fa letteralmente tremare le ginocchia.
E Takis, Jack, Miguel e Mintha?
Deglutisco a fatica prima di rispondere
“No, grazie.”
Alle mie spalle si sono alzati dei
borbottii e la faccia di Saori Kido si è contratta in una
strana espressione.
Di certo non è abituata a
sentirsi rifiutare qualcosa.
“Come?” mi domanda, la voce
notevolmente scocciata.
“No...grazie.” ripeto titubante,
cercando di sembrare tuttavia molto educata e diplomatica.
Mai fare arrabbiare la dea Atena quando
tutti i suoi gold sono riuniti nella stessa stanza, dice il saggio.
“Andiamo: so
esattamente che è quello che vuoi.” continua
stizzita.
Lei...stizzita?
E io cosa dovrei dire?!
“Vorrei ricordarle che un anno fa
sono stata cacciata in malo modo per la mia armatura.- spiego
paziente, mentre una grande rabbia mi fa ribollire il sangue nelle
vene- Rivolermi qua per lo stesso motivo sarebbe decisamente
contraddittorio. E stupido. Inoltre la mia nuova vita mi piace,
nonostante tutto.”
E ho una dignità anch'io, vorrei
aggiungere.
Ma sono decisamente troppo agitata per
riuscire ad articolare altro.
Atena diventa livida in volto e io
capisco che è il momento giusto per battere in ritirata.
Grande, Michelle!, mi congratulo
mentalmente con me stessa per il mio discorso.
Accidenti, e chi lo sapeva di avere
delle arti oratorie così sviluppate?
Alzo il mento, in una pallida
imitazione dell'aria fiera di Mintha, e mi giro lentamente.
Misuro i passi con cura, cercando di
dare alla mia andatura goffa un che di dignitoso, cercando allo
stesso tempo di non rovinare l'intera scena con uno strafalcione dei
miei, del tipo inciampare in sassi invisibili o via discorrendo.
Non posso fare a meno di sorridere
trionfante quando raggiungo la porta.
Ce l'ho fatta!
Incredibile!
Mi aggrappo alla maniglia dorata del
portone e spingo.
Urgh, certo che è pesante forte!
Mi lascio scappare un verso mentre
metto tutta la mia forza nel tentativo di aprire questa stramaledetta
porta.
“Andiamo, stupidissima, mi stai
rovinando l'uscita ad effetto.” sibilo a bassissima voce,
rivolta
all'oggetto inanimato.
Una risatina sorge da dietro le mie
spalle. Riesco a riconoscere lo sghignazzare terrificante di Death
Mask e quello cristallino di Milo.
“Devi tirare.” suggerisce, con un
certo imbarazzo, Mu.
Il calore che sento salire alla mia
faccia non deve essere inferiore a quello delle fiamme dell'inferno.
Velocemente faccio come mi è
stato detto, e me la svigno più in fretta che posso.
Merda!
Ed ecco il nuovo capitolo.
Sinceramente è venuto fuori per caso, io volevo scrivere
qualcosa sulla convivenza dei nostri eroi con i gold, ma il risultato
è stato questo...Che ne pensate? (scusate per il
commentuccio breve breve ma domani ho un esame e quindi...)
Grazie per i commenti e per aver letto!
Baci JoJo
Megarah_witch: forse non hai tutti i torti,
considerando che ora la Kido non sembra particolarmente contenta di
lei...Alla prossima!
Snow Fox: Wow!Sono contenta che questo
capitolo ti sia piaciuto così tanto!^^ Diciamoci la
verità: il vero potere di Michelle è quello di
creare una catastrofe ovunque si trovi!Bye al prossimo capitolo!
anzy: sì, credo che tu
abbia ragione...inoltre ho sentito che Miki vuole spedirmi la parcella
del suo analista!Per scoprire chi è il misterioso nemico mi
sa che dovrai aspettare ancora un paio di capitoli...Alla prossima!
NinfaDellaTerra
: Grazie...è
sì, diciamo che il soggiorno al Santuario sarà un
vero problema. Fra figuracce e caratteri incompatibili se ne vedranno
delle belle...e Michelle ovviamente dovrà cercare di fare da
collante...Al prossimo capitolo!Bye!
whitesary :
Come
hai ragione! Di certo la sfiga prova un affetto particolare per la
nostra Michelle!E la convivenza...sì, sarà un
disastro!Bye!
|
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Capitolo 15 *** Fuoco dentro ***
Fuoco dentro
“Stupido
Apollo!Non potevi startene a
letto stamattina?” ringhio, non appena un raggio di sole mi
arriva
dritto in faccia, sugli occhi precisamente, strappandomi con poca
grazia dalle braccia di Morfeo.
Ieri sera, dopo la mia memorabile
uscita di scena, sono tornata all'accampamento e mi sono infilata
immediatamente a letto (ovvero nel sacco a pelo) giusto per
risparmiarmi altri episodi sui generis.
Fortunatamente, quella specie di
adrenalina post-figuraccia è svanita in fretta, lasciandomi
dormire e sognare un mondo fantastico dove io non sono affatto
sfigata, Atena e gli altri dei non esistono e Shaka non crede che io
sia una pazza scatenata.
Come al solito, questo idillio è
finito troppo presto.
Mormoro di nuovo delle lamentele,
mentre cerco di alzarmi senza distruggere l'intera tenda, impresa
che, incredibile a dirsi, mi riesce senza causare troppi danni.
Strizzo gli occhi infastidita da un
sole ancora più accecante del solito quando esco all'aperto.
Gli uccellini cinguettano, il vento
soffia piano portando una leggera brezza e Takis e Miguel se le danno
di santa ragione in una specie di allenamento mattutino.
Mi avvicino a loro con passo incerto,
mentre cerco di sistemarmi meglio la maglietta che Takis mi ha
cavallerescamente offerto come pigiama per la notte dato che mi si
è
girata addosso, di circa centottanta gradi, cosa che mi da
più
l'aspetto di un involtino primavera che di un essere umano.
“Buon giorno, raggio di sole.” mi
saluta Miguel mentre mi allontano dalla mia tenda privata.
Mugugno una risposta mentre non posso
fare a meno di notare quanto lui sia già bello e attivo.
Più bello che attivo, in realtà.
Credo che sia appunto per questo motivo
che c'è un gran via vai di sacerdotesse e assistenti,
stamattina. Strano che Mintha non sia qui a cercare di cavare gli
occhi a tutte.
“Odio i raggi di sole,- inizio
riottosa- odio avere il gene della sfiga dominante e soprattutto odio
le porte su cui non c'è scritto spingere o tirare!”
Miguel e Takis scoppiano in una risata
divertita.
“Posso sapere come mai stamattina
sembri essere la versione femminile del puffo brontolone?” mi
domanda Prometheo avvicinandosi a me, mentre con un asciugamano
attorno al collo si asciuga alcune gocce di sudore che gli bagnano il
viso.
“Perchè diavolo sei a torso
nudo?” ribatto indispettita, certo non dal fatto che mi ha
paragonato a un omino blu alto due mele o poco più, ma
perchè
sembra un dio greco, ma più bello.
“Tu indossi la mia maglietta.-
risponde serafico, facendomi arrossire- Allora, che è
successo
di così catastrofico ieri sera?”
“A parte il fatto che mi sono messa
in ridicolo davanti alla più alta schiera di guerrieri che
ha
a disposizione Atena?” chiedo, ben sapendo che questo
è
stato il momento clou della serata.
“Normale amministrazione, per te.”
commenta Miguel, mostrando una fila di denti da pubblicità
del
dentifricio.
Come dargli torto?
“E' successo altro?” riprende a
parlare Takis, mentre io prendo seriamente in considerazione l'idea
di denudarmi della maglietta qui, seduta stante, giusto per evitare
che un'embolia di gruppo colpisca quelle povere ancelle.
“La Kido mi ha chiesto di tornare
qui, come se niente fosse!- spiego, facendo un gesto noncurante con
la mano. Sono certa al cento per cento che non è stato
questa
la cosa più rilevante che mi è capitata ieri- E
pensa
che non c'era nemmeno traccia del cosmo di Atena in quella stanza
e...”
“E tu che le hai detto?” chiede
spalancando i suoi magnifici occhi azzurri.
Io lo guardo un po' stupita “No,
grazie.” rispondo, riproponendo per filo e per segno la mia
risposta.
Narcisus si lascia sfuggire una
risatina deliziata “No, dai, sul serio: che le hai
detto?”
“No, grazie.” ripeto convinta.
A questo punto li ho persi
completamente, dato che iniziano a ridere sguaiatamente mentre
cercano di immaginare la faccia della Kido di fronte a un rifiuto
tanto garbato.
Sbuffo come una locomotiva rotta mentre
ritorno alla mia tenda, pronta a togliermi il mio pigiama
improvvisato.
Cose da fare oggi:
A)Trovare degli abiti ai ragazzi, che mica possono starsene vestiti
così per tutto il tempo che stiamo qui. È
anti-igenico!
B)Andare a fare un' abbondante colazione a casa di Kim e Victoria, che
sto morendo di fame e il cibo della mensa mi blocca la digestione
C)Evitare, possibilmente, di mettere in ridicolo la mia persona...di
nuovo.
Torno di nuovo da Miguel e Takis che
sembrano essersi ripresi dalle risate di poco fa, e lancio a
Prometheo la sua maglietta.
“Che cosa dovrei farci?” mi
domanda, con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Io alzo gli occhi al cielo “Ovviamente
avvolgertela in testa come se fosse un turbante...-ironizzo prima di
rispondergli seriamente- Indossala, no?”
Lo sguardo di Takis si fa più
smaliziato, mentre mi si avvicina “Perchè, sei
gelosa?”
mormora, accennando al pubblico femminile che sembra pronto a
distribuire delle magliette a tema con i nomi dei loro nuovi
beniamini per tutte le loro nuove fan.
Vorrei davvero rispondergli a tono,
magari alludendo al suo ego che diventa giorno per giorno sempre
più
ingombrante, ma i suoi occhi mi tolgono per qualche secondo la
facoltà di parola.
“I-io...” inizio a balbettare, ma
le sinapsi non ne vogliono proprio sapere di collaborare.
“Io diventerò ricco a breve,
ragazzi!” esclama Jack, irrompendo sulla scena (lo ammetto,
con mio
sommo sollievo.)
L'americano ha in mano una notevole
quantità di banconote che partono da cinquanta euro fino ad
arrivare a tagli di cui ignoravo addirittura l'esistenza. Credo che
dipenda dal fatto che lavoro in una pasticceria e che tutto quello di
cui ho bisogno me lo fornisce Takis con una raffinata strisciata di
una delle sue carte dorate...
“Poveri soldatini della Kido: bastano
poche paroline sull'onore e il loro neurone va in tilt.”
continua
giovale.
Takis e Miguel sghignazzano, mentre la
mia espressione si fa preoccupata “Ti prego, dimmi che non
hai
organizzato un giro di combattimenti clandestini!” lo
supplico,
portandomi le mani sulle tempie.
Lui sorride serafico “Ok, non te lo
dico.”
Io faccio tutta la diplomatica,
mettendomi in ridicolo per difendere la loro buonafede e lui che fa?
L'allibratore ai combattimenti
clandestini!!
Perfetto!
“Ok, faccio finta di non aver
sentito!” ringhio, mentre mi allontano con la grazia di uno
gnu, in
direzione della casa delle silver.
“Oh, mia dea!” sussurra Victoria
quando apre la porta.
“Non esagerare. Puoi chiamarmi
Michelle.”scherzo, accennando una risatina.
Lei, però, non sembra cogliere.
Gira la testa a destra e sinistra,
allarmata “Sei sola?” domanda con tono ansioso.
Io annuisco intimorita da questo
atteggiamento e la bionda mi trascina in casa con un gesto fulmineo,
afferrandomi un braccio con forza.
Faccio due lunghi passi all'interno,
evitando di sfracellarmi sul mobilio e mi lamento per il suo
comportamento.
“Ti hanno seguito?” mi chiede di
nuovo, con un tono che ho sentito solo nei film di James Bond.
“Di che diavolo stai parlando?”
sbotto. Ho esaurito le scorte di pazienza, per oggi.
La bionda si passa una mano fra i
capelli perfettamente lisci e si toglie la maschera, lanciandola
senza troppi complimenti sul divano.
“Milo di Scorpio.” dice lapidaria,
mentre si avvia in cucina.
La seguo di corsa “Milo di Scorpio?”
ripeto, capendoci sempre meno.
“Milo di Scorpio considera Victoria
la sua prossima preda” mi spiega Kim prima di infilarsi in
bocca un
cucchiaio pieno di cereali gocciolanti di latte al cioccolato.
“Buono, no?- commento sedendomi e
iniziando a impossessarmi di tutti i biscotti al cacao presenti sul
tavolo- Il numero uno della tua famosa lista.”
Victoria fa roteare i suoi enormi
occhioni azzurri “Il numero uno della lista è
fatto per
starsene lì, di fianco al numero uno, appunto. Esiste solo
per
essere ammirato, sognato e desiderato. Punto.”
La guardo con tanto d'occhi, mentre
rumino rumorosamente i miei biscotti.
Dei, mi sembra di non mangiare da
secoli...Stupida maledizione del cavolo! Non potrei essere anche io
una di quelle guerriere algide che assorbono energia dagli
astri?Figuriamoci!
“Alimentare l'orgoglio maschile di
Milo non è fra i miei piani- continua convinta Vic- Cerco il
principe azzurro, io, mica un latin lover qualunque!”
“Forse dovresti smetterla: guarda
Michelle che non cercava niente e si è ritrovata quel gran
pezzo di multimilionario di Antaz!” trilla con voce allegra
Kim.
Io alzo la testa a malincuore dalla
confezione di Oreo.
“Eh?” domando, dando nuovamente
prova dell'ampiezza smisurata del mio vocabolario.
“Oh, andiamo!- continua imperterrita
la riccia, guardandomi con sguardo malizioso- Non dirmi che non hai
mai fatto un pensierino a...”
“No!” mi lascio sfuggire. Troppo
urlato, in effetti, e troppo in fretta.
Immediatamente arrossisco.
“Che carina!- commenta Victoria
passandosi una mano sotto il mento- Sei arrossita.”
“Io arrossisco anche guardando
un'insalata scondita.- protesto, per poi cercare di cambiare
argomento- Mica come Kim che cade in stato comatoso solo davanti a
Saga!”
Evviva la sacra arte dello svicolamento
anguillesco!
Il color melanzana della mia amica mi
avvisa che ho fatto centro.
“Insomma: capisco che potrebbero
benissimo essere le due immagini del gioco Trova Le Differenze,- vado
avanti con tono gioviale- ma credevo che fosse Kanon quello che ti
porta alla tachicardia.”
Kim, se possibile, diventa ancora più
viola, mentre Victoria fa un cenno con la mano “Quando Kanon
è
passato a miglior vita ed è poi stato riportato in vita da
Atena...”
“Che Zeus l'abbia in gloria.”
borbotto, pensando che in fondo è merito mio se i gold hanno
ripreso la loro carriera da respiratori su questa terra e se possono
considerare i fatti del dopo-Hades come una semplice gara di apnea
senza vincitori.
“...Atena, dicevo- va avanti la
bionda, indispettita- Dopo quello, insomma, il nostro caro
sono-bello-tenebroso-e-stronzo ha ben deciso di fare i bagagli e
tornare negli abissi a cercare di trovare Nemo!”
Kim sospira rassegnata e io le poso una
mano sulla spalla.
“Credevo di piacergli- mormora
intristita- Dopo che sei stata esiliata avevamo iniziato a conoscerci
e...”
Le parole le muoiono in gola.
“In ogni caso- continua Victoria con
tono professionale- un giorno Kim ha incrociato gli occhioni blu
oltremare di Saga, che avrà pure quella faccia da
sono-schizofrenico-e-pentito-del-mio-passato-malvagio, ma fa
decisamente la sua porca figura.”
Oddio. Questo triangolo plurigemellare
mi sta facendo venire il mal di testa.
“In effetti mi sta vagamente più
simpatico di Kanon.” ammetto.
Ovvio, Kanon era sadico: mi ricorderò
per sempre come ha evitato di farmi tagliare in due da Marin e
Shaina, portandomi però ad un esaurimento nervoso.
E Saga, poi, si è dimostrato
particolarmente comprensivo quando ho fatto la mia solita gaffe.
Nemmeno mi ha offerto una gita in un'altra dimensione!
“Potresti parlargli...” butto lì.
“Preferirei buttarmi in un mare di
lava, piuttosto.” mi ringhia in risposta Kim, perdendo la sua
proverbiale dolcezza.
“E' quello che le ho detto anche io.-
mi da man forte Vic- Se solo non cadesse in coma ogni volta che
respirano la stessa aria!”
“Preferirei staccarmi un braccio e
fare harakiri con quello!” ribadisce Kim, imbronciata.
Io e Victoria continuiamo a ignorarla.
“Perchè non ti usiamo come
capro espiatorio, o come esca, o come argomento di
discussione?”
propone la bionda, additandomi.
Non credo di voler sentire uno dei suoi
piani assurdi, soprattutto se io devo essere coinvolta.
“Preferirei rasarmi i capelli a zero
e arruolarmi nella legione straniera.” sibila di nuovo la
riccia,
guardandoci di sottecchi.
“Non mi sembra una buona idea.-
rispondo io, a Victoria- Io riesco a combinare guai solo
esistendo.”
“Preferire...”
“Ok: il concetto è passato,
Kim!” sbottiamo all'unisono, fulminandola con lo sguardo.
“Hai ragione: deve essere il fattore
Shaka.” aggiunge Victoria con aria saputa.
L'allarme anti-incendio che è in
me inizia a suonare non appena sento quel nome.
“Fattore Shaka?” ripeto interdetta.
“Già: prima le tue
imbarazzanti esperienze di giardinaggio in cui l'hai confuso con un
seme...” spiega Kim arrotolandosi un riccio perfetto intorno
al
dito indice.
“Poi lui che perde la sua mistica
pazienza e ti uccide con uno sfarfallio di ciglia...”
continua
Victoria “oppure mandandoti in viaggio turistico organizzato
e
comprendente di buono pasto negli Inferi. Su questa storia ci sono
versioni discordanti!”
“Uccide?” riesco a dire, scioccata
dall'assurdità che assume la mia vita agli occhi altrui.
Kim annuisce “Tutti credevano che
fossi morta, mica esiliata. E infine c'è appunto la tua
resurrezione, con te che cadi dal cielo proprio fra le braccia
dell'uomo più biondo del Santuario!”
Sbatto le palpebre.
Dopo queste notizie, è l'unica
cosa che le mie facoltà mentali compromesse mi permettono di
fare.
Dove è finito il buon vecchio:
ognuno si faccia i fatti propri?
E soprattutto perchè tutti si
fanno i fatti miei ridicolizzando episodi già ridicoli per
conto proprio, diffondendoli manco fosse verbo divino?
“Io...io...” boccheggio, senza
sapere cosa dire.
“Vuoi emigrare in Argentina?”
propone Vic, volenterosa.
“Vuoi trovare una grotta oscura e
nasconderti lì dentro finchè tutti non
dimenticheranno
il fatto?”
tenta invece Kim.
Scuoto la testa, tornando in me “Ho
fame.” ringhio, dirigendomi verso la dispensa.
Ci mancava anche la fame nervosa!
Afferro con rabbia un panino alle olive
e inizio a ruminarlo con sentimento.
“Cooooooosì- inizia Kim,
guardandomi perplessa- Cosa conti di fare a riguardo?”
Ingoio il boccone e scrollo le spalle
“Non so. Per adesso vado in camera mia e mi metto una
maglietta
socialmente meno imbarazzante.”
Le mie due amiche si lanciano
un'occhiata disperata e mi sbarrano la strada urlando
“No!”
“No?” ripeto interdetta.
“Quella è...la camera di
Michelle.” spiega con titubanza Victoria.
Io le guardo come se gli fosse spuntato
in fronte il terzo occhio.
“Lo so. Ed io sono Michelle, non c'è
bisogno che parliate di me in terza persona dato che sono
qui.”
Muovo qualche altro passo ma loro, con
falcate più ampie e agili delle mie, sono davanti alla porta
della mia stanza, piazzandoglisi davanti in pieno stile muro di
Berlino.
“Michelle dobbiamo dirti una cosa.”
Il tono lugubre con cui la riccia
pronuncia questa frase mi fa pensare che non sarà per niente
una bella notizia.
“No!Avete buttato via tutte le mie
cose?” strillo disperata.
Io amo le mie cose, sono altamente
possessiva e non sopravviverei nemmeno alla separazione da una matita
spuntata che non uso da anni.
“No- mi rassicura Victoria, agitando
le mani- solo che al momento vengono usate da qualcun altro.”
“Avete subaffittato la mia stanza?”
riprovo, con voce piagnucolante.
Kim mi prende a braccetto e mi
accompagna davanti alla porta della mia stanza.
“Non esattamente.” borbotta, mentre
Vic apre la porta al rallentatore.
Improvvisamente un brivido freddo mi
scorre lungo la schiena al pensiero di quello che potrei trovare
lì
dentro.
E poi lo vedo.
Lì, sul mio letto. Con
quell'aria da padrone del mondo e lo sguardo altezzoso.
Punta i suoi occhietti gialli su di me
e sembra quasi ghignare dalla soddisfazione per la reazione che ha
provocato.
“C-che c-cos...” balbetto, ma non
mi esce niente di senso compiuto.
“Una gatta. Si chiama Michelle!”
trillano esaltate le sue infami.
“Quello...è...un...gatto?”
butto fuori a fatica, osservando la creatura che si trastulla
amabilmente sul MIO letto.
Kim e Victoria annuiscono speranzose.
“Quello non è un gatto!-
replico con una nota isterica nella voce-E' un incrocio malriuscito
fra una tigre e un ippopotamo!E ha sparso peli e sporcizia nella mia
stanza immacolata!”
Non fraintendetemi: io amo gli animali.
Sono vegetariana apposta. Solo che li amo molto di più se
non
siamo costretti a dividere gli stessi spazi vitali!
La bionda si avvicina alla Bestia e
inizia a grattargli la testa. La Cosa sembra apprezzare visto che
inizia a fare fusa come una mototrebbia impazzita.
“Andiamo, Miki. Ci ha fatto una tale
tenerezza quando l'abbiamo trovata, sola e abbandonata fuori dalla
porta, con quegli occhioni dolci e l'aria innocente. Ti somiglia
molto, in effetti.- spiega con un sorriso sulle labbra- E poi tu ci
mancavi così tanto che le abbiamo dato il tuo
nome.”
“Quel coso non fa tenerezza!E' un
ammasso di lardo e pelliccia: probabilmente dando quello che mangia
lui in un mese ai paesi del Terzo Mondo risolveremmo il problema
della fame nel mondo!” sbraito di nuovo e sto per aggiungere
qualcosa di decisamente poco carino sul fatto che l'hanno battezzato
con il mio stesso nome quando un colpo secco ci fa girare verso
l'ingresso.
“Michelle devi aiutarmi!” annuncia
Jack, spalancando con poca grazia la porta.
Ahia, quando dice così c'è
sempre un mare di guai in vista.
Per me.
Con un urletto isterico, Vic e Kim
spariscono nella mia stanza, togliendomi dalla vista quell'assurda
palla di pelo, grasso e ossa che ha il privilegio di portare il mio
nome.
“Jack- lo rimprovero senza vero
impegno- Le mie amiche erano senza maschera. Non potresti essere meno
cavernicolo?”
Un ghigno divertito gli si dipinge
sulla sua simpatica faccia squadrata.
“E' vero: siamo al Santuario di
Atena.- ricorda, battendosi un pugnetto sulla testa- Non si
può
aprire una porta senza prima bussare e genuflettersi verso est
invocando il nome di tutto il suo parentado divino!”
Fortunatamente, le due silver non
sentono questo commento quando escono dalla stanza, finalmente con le
loro maschere in faccia.
“In effetti, ora non riuscirei a
distinguervi dal cavaliere del Toro.” scherza il biondo,
osservandole inclinando la testa di lato.
“Loro sono Victoria della Lucertola e
Kim della Freccia” presento le mie amiche, indicandole con un
cenno
della mano e ignorando la sua battuta.
“E sono vendicative.” aggiungo,
prima che lui apra di nuovo bocca.
Le due gli fanno un cenno del capo che
lui ricambia con un sorriso radioso.
“Miki ho un problema.” afferma
convinto, mettendomi le mani sulle spalle con gesto teatrale.
Di solito quando fa così a casa,
è perchè è finito il burro d'arachidi.
“Niente faide intestine, spero...”
ripensando alla truffa che ha messo in piedi ai danni dei poveri
soldati semplici che bazzicano qui al santuario.
“No. Se non consideri tale la sorella
minore del Padrino che mi si mette a sbraitare contro epiteti
incomprensibili e irripetibili in una strana lingua che somiglia solo
vagamente all'italiano.”
“La sorella minore del Padrino?”
ripete divertita Victoria.
“Già- continua Jack
meditabondo- una furia isterica con un nome assurdo: Shayla, Shanti,
Shalom o qualcosa del genere.”
“Shaina!” butto fuori
piagnucolando.
“Esatto.- conferma esaltato- Non è
che avete qualcosa da mangiare qua dentro?Sto morendo di
fame!”
Gli faccio segno di seguirmi in cucina
e una volta arrivata là, mi riapproprio del mio panino
lasciato a metà.
“Per curiosità: voi due avete
adottato un verme solitario in comune?” chiede incuriosita
Kim,
seguendoci a ruota.
“Maledizione.” rispondiamo
lapidari, io finendo l'ultimo boccone del pane alle olive, Jack
accontentandosi degli avanzi di ieri sera raccattati dal frigo senza
troppi complimenti.
“Cos'è, un'imprecazione fuori
luogo?” scherza Victoria accennando una risata, ma Kim la
mette a
tacere con una di quelle occhiatacce che passano attraverso la
maschera.
“Shaina!” urlo invece io avvertendo
il suo cosmo, per niente pacifico, in avvicinamento.
Di nuovo: secondo me quella donna ha un
radar per rintracciare sempre e comunque chi sta cercando...Glielo
deve avere prestato Marin.
“Shaina!” urlano le due di rimando
con una nota di terrore nella voce.
Jack continua a ruminare come se niente
fosse.
Mentre Kim e Victoria si affrettano a
correre all'entrata per fermare quella furia scatenata che ha come
obiettivo del giorno quello di annientare il mio amico, io lo
scaravento letteralmente sotto il tavolo della cucina, nascondendolo
come meglio posso.
“Ma cos..” tenta di protestare
l'americano ma io lo azzittisco immediatamente.
“Zitto!Ora stai lì buono e
appena ti faccio segno te la svigni.”
“Michelle!”
La voce di Shaina lascia trapelare un
minimo di entusiasmo nel dire il mio nome. Che gli sia mancato il mio
massacro quotidiano?
“Shaina...ciao.” la saluto io,
cercando di essere il meno sospetta possibile e per questo motivo
insospettendola.
La nuova arrivata si guarda intorno
circospetta.
“Perchè indossate le maschere
se siete solo voi tre?” chiede, rivolgendosi a Kim e Vic.
“Beh...ecco noi...” balbetta,
imbarazzatissima la bionda.
Se andiamo avanti così ci
scoprirà in pochi secondi.
Senza pensarci troppo mi avvicino di
slancio e abbraccio Shaina.
Sotto la mia stretta, lei rimane rigida
e impacciata.
“Oh, Shaina- inizio, con una vocetta
tremolante- Mi sei mancata così tanto!”
Il che è vero, solo che
normalmente non avrei mai fatto una cosa così...Non con
Shaina, per lo meno.
Le altre due silver mi guardano come se
fossi impazzita.
“Oh...beh...ecco, io...” borbotta
Shaina, senza sapere cosa dire.
“Mi sei mancata davvero davvero
tanto” ripeto, non sapendo che altro dire, e intanto mi
dondolo con
forza, obbligandola a girarsi e dare le spalle alla cucina.
Vat-te-ne. Sillabo a Jack, mentre do
poderose pacche sulla schiena alla mia amica.
Lui sghignazza, ma un pronto colpo di
tosse da parte di Kim non fa molto notare la cosa.
Appena capisco che Jack ha seguito il
mio consiglio e se ne è andato, sciolgo l'abbraccio che mi
lega a Shaina e le mostro un sorriso a trentadue denti.
“Voi mi state nascondendo
qualcosa...” borbotta, con tono sospettoso.
“Figurati- ribattiamo in coro noi
tre- Cosa te lo fa pensar...”
“Aiuto!!!C'è un gatto
irascibile, qui!”
Come sincronizzate, io Kim e Victoria
ci giriamo verso la mia stanza, da dove è arrivata la voce
urlante di Jack.
Ma forse non avremmo dovuto distrarci
così.
Con passi rapidi Shaina raggiunge la
porta e la spalanca con impeto.
Mi lascio scappare un gridolino mentre
la vedo lanciarsi addosso a Jack come un giocatore di rugby di
pessimo umore pronto a placcare un avversario che gli sta
particolarmente antipatico.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca
di questo pomeriggio di sole.
Questa passeggiata tranquilla, dopo
aver salvato Jack dalla furia di Shaina e aver convinto la silver che
il mio amico non intendeva fare nulla di male quando ha truffato
tutte quelle persone, è decisamente rilassante.
Lo ammetto, la scusa di andare a
recuperare la sudamericana è stata una manna dal cielo.
“Mintha- esordisco quando intravedo
la sua figura aggraziata, seduta a gambe incrociate nel giardino
dietro alla Tredicesima Casa- Ti stavo cercando. Dove ti er
cacciata?”
Quando mi avvicino, noto che tiene in
mano un blocco da disegno e sta rifinendo con tratti veloci e precisi
la perfetta riproduzione del Tempio.
“Ho passato la mattinata a convincere
quel...- fa una breve pausa in cui credo si censuri da sola- Doko,
insomma, che è arrivato il momento di ritirarsi in ospizio e
tirare allegramente le cuoia.”
Scuoto la testa rassegnata: non
cambierà mai.
“Ho sentito che Jack ha avuto qualche
problema.” continua, puntandomi addosso i suoi brillanti
occhi
verdi.
Scrollo le spalle “E' Jack.” dico,
a mo' di spiegazione.
Lei annuisce e finisce il suo disegno
“Anche a te non piace, vero?”
“Cosa?” domando confusa.
“Essere costretta a rimanere qui.”
spiega, tirando fuori un nuovo foglio e guardandosi in giro alla
ricerca di un nuovo soggetto.
Scrollo le spalle, senza sapere bene
cosa dire “E'...diverso.”
E' strano parlare con Mintha. Non è
come Jack che tenta di strapparti a forza quello che ti turba o Takis
che riesce sempre e comunque a farti dire quello che vuole sapere,
oppure Miguel che è così gentile e sensibile che
ti
sembra naturale parlarci.
Mintha riesce a capire perfettamente
dov'è il problema, ma nonostante ciò non ti
dirà
mai niente se non sarai tu a fare il primo passo. È
riservata,
ma attenta e capace di cogliere qualsiasi sfumatura di comportamento.
“Tieni.” mi ordina dopo un po',
piantandomi in mano un pesante vaso pieno di fiori rosa acceso.
La guardo stranita.
“Li devi tenere sollevati, lì
c'è una luce perfetta.”spiega, tornando a brandire
il suo
blocco da disegno come se fosse un'arma impropria.
“M-ma...” cerco di protestare,
sapendo bene chi delle due la spunterà.
Lei.
“Stai semplicemente lì ferma
finchè non te lo dico io.” mi ordina di nuovo
mentre inizia
a far scivolare il carboncino sulla carta immacolata.
Sbuffo sonoramente, così che
capisca che la cosa non mi va affatto a genio.
Con questo coso in mano alzato perchè
sia nel punto esatto dove la luce arriva di scorcio ad accarezzare i
petali mi sento una deficiente fatta e finita.
“Mintha, davvero, non puoi evitarmi
questo supplizio?” la imploro.
Primo, perchè questo vaso pesa
davvero, e in secondo luogo, perchè i suoi attacchi di
ispirazione durano parecchio e io non sono propriamente brava a fare
la statua.
“Che state facendo?” domanda una
voce alle mie spalle.
Mintha, come suo solito, non fa una
piega, ma io mi esibisco in un salto con notevole elevazione e mi
lascio scappare di mano le begonie, o rose, o qualsiasi fiore siano.
Fortunatamente, qualcuno le afferra in
tempo, prima che si schiantino al suolo.
E, siccome sarò sì
sfigata, ma non sono stupida, mi faccio scappare un singhiozzo
avvilito quando noto le mani affusolate e diafane che hanno afferrato
il vaso.
Il vaso?!
Con uno scatto felino improbabile per
una come me, mi avvento sull'oggetto e glielo strappo di mano senza
un minimo di grazia.
Shaka aggrotta le sopracciglia,
probabilmente chiedendosi (come spesso capita) se sono sana di mente.
“E' meglio che lo prendo io- gli
assicuro ripensando alle imbarazzanti voci che mi hanno riferito Kim
e Victoria- Fidati.”
“Quei fiori sono di Atena.”
puntualizza lui con un cenno del capo.
A sentire queste parole la sudamericana
sbuffa “Già. E scommetto che anche la
stramaledettissima
aria che sto respirando è di Miss
PrincipessaSulPisello.”
ringhia in risposta, alzando un po' il mento per compensare il netto
divario fisico che li separa.
Shaka non fa una piega “Ti pregherei
di non usare quel tono e di rivolgerti alla divina Atena con
più
rispetto.”
Gli occhi di Mintha si assottigliano,
diventando più affilati di lame d'acciaio.
“Ha ragione, Mintha, siamo ospiti
qui.- intervengo io per calmare gli animi, poi mi rivolgo a Shaka-
Tuttavia non stava facendo niente di male a quei fiori. È
un'artista e voleva semplicemente fare uno schizzo e...”
Le parole mi muoiono in gola, mentre la
mia amica se ne va pestando i piedi e sbraitando non so cosa nella
sua lingua madre.
Non credo che siano cose piacevoli,
però.
E spero proprio che il gold non conosca
quella lingua.
“Mi dispiace.” sospiro rassegnata.
Lui alza un sopracciglio, nella sua
tipica espressione indecifrabile.
È scocciato?
Allibito?
Si è addormentato?(ok, questo è
improbabile.)
“Il fatto è che per Mintha è
molto dura starsene qui. I sensi di colpa e il confronto con voi
gold...” spiego.
Oddio! Credo di aver perso il controllo
delle mie gambe!
Perchè diavolo mi sono messa a
inseguirlo adesso?
“Mi dispiace.” ritento, mentre
cerco di adeguare il mio passo al suo. Non c'è niente da
fare:
resto sempre un po' indietro.
Lui non si fa sfuggire nessuna
espressione particolare “Sì, l'hai già
detto.” mi
fa notare.
“Lo so- ammetto rincuorata dal fatto
che non devo chiamare la guardia medica per annunciare il suo stato
di coma semi cosciente- E' che mi dispiace davvero. Sai, per tutte
quelle voci che girano per colpa mia...”
“Io non ho sentito niente.” dice,
con quell'aria serafica.
Ovvio.
Come poteva, immerso nella sua aurea
mistica e immacolata? Di certo i gossip che riguardano noi comuni
mortali gli interessano come contare gli abitanti di un formicaio.
“Oh.” commento, mentre continuo a
seguirlo lungo le scalinate secondarie.
Mi perdo ad osservare l'andamento
dell'ondeggiare dei suoi capelli, così ritmico e perfetto.
“Mi domandavo- inizia con la sua voce
vellutata, facendomi sobbalzare come suo solito- per quale motivo tu
non voglia rimanere qua al Santuario. Un anno fa non desideravi
altro, mentre ora sembra quasi che tu non veda l'ora di
andartene.”
“Beh, ecco...è complicato.”
balbetto, iniziando a torturarmi le mani.
Mi aspetto che mi chieda qualcos'altro
ma lui si limita ad annuire.
Ma non ce l'ha un pizzico di
curiosità?Insomma, che senso ha fare una domanda se poi non
ti
interessa nemmeno la risposta.
“Ho paura di perdere le persone che
amo.- spiego alla fine- Forse vivrò per altri cento o
duecento
anni e non voglio vedere morire i miei amici o dir loro
addio.”
Shaka annuisce lentamente.
“So che posso sembrare una debole che
ha paura di soffrire ma...”
“Non può essere solo questo.”
mi interrompe.
Io sbatto le palpebre confusa “Come?”
“Non sembri molo a tuo agio, qui.”
specifica.
“Certo che lo sono.”
Come un pezzo di carne in mezzo a un
branco di piranha affamati, aggiungo mentalmente.
Poi lui gira il volto verso di me e io
non posso fare a meno di dirgli la verità.
Stupida volontà di gelatina!
“Per alcune persone può essere
difficile trovarsi fra gente così sicura di sé e
senza
dubbi esistenziali...e con alcune persone intendo me. È come
essere il brutto anatroccolo sapendo però che non ti
trasformerai mai in un cigno!”
Shaka si ferma e io faccio lo stesso.
Che scema, e se si fosse fermato perchè
è stufo che io gli stia alle calcagna?
Faccio qualche passo avanti e anche lui
riprende a camminare. Ora siamo fianco a fianco.
“Credevo che ti fossi trasformata in
cigno un anno fa.” commenta, senza battere ciglio.
Storco la bocca in una smorfia un po'
buffa “Mi hanno solo dato un costume da cigno. Il brutto
anatroccolo rimane sempre, anche se è nascosto.”
Sbuffo e lui non dice niente.
Ormai siamo arrivati.
Io, perlomeno.
Non appena ci vede arrivare, la faccia
di Takis si contrae in un'espressione strana, ma tutto dura pochi
secondi.
“Michelle- mi chiama sorridendo- Sei
sparita per tutto il giorno.”
Improvvisamente mi sento un filino
colpevole. Dopotutto è con loro che dovrei stare.
Apro bocca per dire qualcosa ma lui mi
si avvicina, colmando la distanza che ci separa, e mi mette un
braccio attorno alle spalle.
“Ho una sorpresa per te” mi
annuncia giovale, vicino all'orecchio come se mi stesse confidando un
segreto.
“Una sorpresa?” ripeto confusa,
sgranando gli occhi.
Takis annuisce, strizzando un poco i
suoi begli occhi azzurri “Un rito di passaggio, per legarti
ancora
di più a noi.” spiega sibillino.
Ci sto capendo sempre meno, ad essere
sincera.
Lui mi stringe ancora di più a
sé, sorridendo amabile, anche se non sta affatto guardando
me.
Sto diventando paranoica: sembra
proprio che sguardo fulminante sia rivolto al cavaliere di Virgo, ma
deve essere assolutamente una mia impressione, giusto?
Lui ovviamente neanche cambia
espressione, imperturbabile com'è.
Eppure percepisco una certa ostilità
fra i due...che strano!
Probabilmente sono solo io che mi
faccio troppi film.
“In che cosa consiste?” domanda
candidamente Shaka, non accennando ad andarsene.
“E' una cerimonia privata, biondino-
sbotta Takis, trascinandomi via da lui- Quindi sarebbe proprio il
caso che tornassi a casa tua, o al tuo tempio, o dovediavolo vuoi
purchè non sia qui!”
Non riesco a credere che Prometheo
abbia parlato così a un gold saint!
“Takis!- mi lascio sfuggire
indignata, prima di voltarmi verso Shaka- Scusalo tanto, è
rozzo, non è colpa sua. Stiamo provando a curarlo.”
Il mio tentativo di smorzare la
tensione se ne va in malora...dopotutto che mi aspettavo?E' Shaka!
In ogni caso il peggio sembra passato.
Il biondo gira semplicemente i tacchi e torna alla Sesta.
“Che cavernicolo che sei!” sbotto,
mettendomi le mani sui fianchi.
Lui si lascia sfuggire una risatina
“Andiamo, Miki, lo sai che adoro stuzzicare questi
boriosi...”
Faccio roteare gli occhi, esasperata
“Allora, questa sorpresa?”
“Un tatuaggio.” afferma trionfante.
“Un tatuaggio?” ripeto aggrottando
la fronte.
Takis annuisce, scostando l'orlo dei
jeans consumati ad arte per mostrarmi il cerchio di fiamme che gli
circonda la caviglia “Questo me lo ha fatto Vassalios.
È il
segno di appartenenza al nostro gruppo speciale.”
E' vero. Anche Jack ha qualcosa di
simile, un paio d'ali tatuate sulla schiena, mentre Miguel un narciso
nell'interno del polso e Mintha una elaborata ramificazione di
arbusti sulla gamba destra.
Non vorrà mica...?
Inconsciamente faccio qualche passo
all'indietro, agitando i palmi verso Takis “Non credo sia il
caso.”
Lui mi guarda aggrottando la fronte
“Che stai dicendo, Miki?Devi farlo, lo sai.”
Io scuoto la testa stringendo gli occhi
“No, no, no, no, no!Io ho paura degli aghi!”
Takis sgrana gli occhi e poi si lascia
sfuggire una risata divertita.
“Che c'è?” sbotto,
infastidita dal suo atteggiamento.
Mi si avvicina e mi dà un
buffetto sulla guancia “Questo non è un tatuaggio
normale,
Miki. Non userò nessun ago.”
Inarco un sopracciglio, perplessa
“Davvero?”
Lui annuisce, facendo ondeggiare i
capelli “Userò il cosmo.”
Con il cosmo?
Cioè, lui mi vuole marchiare con
il suo cosmo? Come se fossi una specie di mucca da esposizione?
“Stai scherzando.” affermo
convinta.
Ma Takis mi fa segno di seguirlo
all'interno della sua tenda e mi ritrovo a deglutire a fatica.
Non è che sono proprio una
fifona cronica (ok, forse un po' lo sono), è che ho un forte
istinto di auto-conservazione...Ci tengo molto ad ogni singola
cellula del mio corpo, che male c'è in questo?
“Dove lo vuoi fare?” mi domanda
cordiale, ma io lo vedo solo come un boia spietato.
“Sarà un ragno, vero?”
chiedo debolmente, pensando che quelli degli altri hanno una forte
connessione con la loro armatura.
Takis in risposta annuisce
semplicemente.
“Spalla.” ordino asciutta, mentre
la gola mi diventa improvvisamente arida.
Forse posso ancora scappare.
Corro abbastanza veloce, sono sicura
che potrei seminarlo.
E poi magari mi nasconderò da
qualche parte, continuo a fantasticare, mentre mi sfilo la maglietta.
In Alaska, magari.
“E' un processo molto complicato-
spiega con tono quasi professionale- I nostri cosmi si fonderanno e
sarà un legame indissolubile.”
Annuisco piano.
“Bene. Comincio.- fa una breve pausa
e poi aggiunge sottovoce- Mi dispiace.”
Spalanco gli occhi appena lo sento,
perchè capisco che sarà un processo sì
complicato che creerà un legame indissolubile, ma di sicuro
la
cosa fondamentale che si è accidentalmente scordato di dirmi
è
che sarà estremamente doloroso.
Quando la sua mano mi afferra la spalla
non posso fare a meno di urlare.
Brucia.
Non è come fuoco. È...tipo
un acido che mi corrode la pelle.
Lo sento entrare nella carne, mi sembra
quasi che inizi a scorrere nelle mie vene: sento perfettamente la
differenza fra lui e il mio sangue.
“Maledizione...” impreco, prima di
mordermi le labbra per evitare di gridare di nuovo.
Non riesco nemmeno a trattenere le
lacrime che scendono copiose come non mai.
Mi volto a cercare con lo sguardo Takis
e il suo volto, illuminato dall'aura rosso fuoco del suo cosmo,
è
bellissimo.
Bellissimo e terribile, perfino
deformato dalle lacrime che mi riempiono gli occhi.
Cerco di rimanere concentrata su
quello, l'azzurro incredibile dei suoi occhi, ma non funziona.
Fa male.
Cazzo, cazzo, cazzo che male!
I singhiozzi mi fanno sobbalzare il
petto ad un ritmo sempre più frenetico e all'improvviso,
come
era iniziato, tutto finisce.
Le lacrime continuano a scendere ancora
per qualche minuto, però.
“Tutto ok?” mi domanda premuroso
Takis, guardandomi preoccupato.
Annuisco, mentre cerco di calmarmi
prendendo ampie boccate d'aria.
Sfinita, mi lascio cadere sdraiata
all'indietro, e dopo qualche secondo lui mi imita, mettendosi al mio
fianco.
“A che cosa stai pensando?” mi
chiede Takis, dopo interminabili minuti di silenzio.
Io gli rivolgo un sorriso sbilenco
“Alla fisica quantistica.”
Lui fa una smorfia, che gli fa
arricciare leggermente il naso dritto e perfetto.
“Mi domando perchè perdo
ancora tempo con te.” borbotta risentito, ma ha un tono
strano, non
riesco bene a coglierne il significato.
“Non fare tanto l'arrabbiato con me-
replico sorridendo- sono io che ho un ragno schifoso tatuato sulla
spalla.”
Anche a Takis scappa un sorriso. Si
alza, puntellandosi al terreno con un gomito, e mi passa una mano
calda sulla pelle, proprio sul tatuaggio, facendomi letteralmente
venire i brividi.
“E' bello.” sussurra con voce
vellutata.
E poi le sue labbra morbide si
appoggiano sulla mia pelle.
“T-takis?” balbetto confusa.
Allora lui solleva il volto dalla mia
spalla e mi guarda intensamente negli occhi.
(Ringrazio al cielo che sono sdraiata
altrimenti le ginocchia tremolanti mi avrebbero fatto cadere)
E mi bacia.
Una mano sotto il mento, a tenermelo
leggermente sollevato verso di lui, l'altra che si fa spazio fra i
miei capelli.
Ok, lo ammetto. Non sto facendo affatto
resistenza.
Credo sia colpa del mio corpo: devo
essere posseduta da una specie di creatura aliena che annienta la mia
volontà.
Oppure dipende dal fatto che Takis
bacia da dio.
Basta Michelle, ritorna in te!
Niente da fare, le mie labbra sono
entrate in una specie di crisi mistica e assecondano le sue senza
dare minimamente retta a me, che dovrei essere il capo qui!
“N-no...” riesco a sussurrare,
ancora stordita, quando Takis si stacca per riprendere fiato.
Non sembra intenzionato a darmi retta,
però, quindi devo posargli una mano sulle labbra per
allontanarlo. I suoi occhi meravigliosi si puntano nei miei, confusi.
“T-takis...Io non posso...Io non...”
Ok. L'annebbiamento è più
forte del previsto.
Lui sospira, mettendosi seduto e
passandosi stancamente una mano sugli occhi.
“Ho capito, Miki. Ho capito.”
O miei dei, mi sento una tale arpia.
L'ho deluso. L'ho ferito!
Che stupida che sono, ma che ho nella
testa?Ho ferito Takis, il mio Takis!
“Senti...- cerco di spiegare- Il
fatto è che io sono una di quelle persone che quando si
scottano pur di starsene lontane dal fuoco muoiono di
freddo...”
Mi guarda perplesso.
Lo so, ho fatto un pessimo esempio.
Primo, perchè suppongo che non ha affatto senso, ma quello
dipende dal fatto che i miei neuroni sono rimasti totalmente
sconvolti dal bacio...
E poi perchè non sembra affatto
la metafora del fatto che il mio ex mi ha tradito, spezzato il cuore
e messo nella condizione di guardare in cagnesco qualsiasi essere di
sesso maschile.
“Ti avevo detto che non volevo avere
storie con nessuno...In generale!” tento di nuovo.
Lui mi fulmina con lo sguardo “Adesso
non tirare fuori la scusa di Manuel e di quanto ti ha deluso!Lo so
benissimo il vero motivo per cui non mi vuoi.”
Ora sono io quella confusa “Di che
cosa stai parlando?”
“Per Zeus, Michelle!Del bamboccio
biondo con le extension!” sbotta irritato.
“Tu vaneggi.” sibilo.
“Andiamo, non sono solo io che ho
notato come vai in tilt quando lui è nei paraggi.”
“Sai una cosa?Non ho più
intenzione di starti ad ascoltare!”
Lo lascio così, da solo.
Me ne vado infuriata.
Accidenti, come
vorrei avere imparato a sbriciolare una montagna con un pugno!
Capitolo un pò
più corto del solito e decisamente in ritardo...Vorrei dire
qualcosa di figo del tipo che ho avuto il blocco dello scrittore, ma in
verità ho solo avuto una montagna di roba da fare e quando
mi mettevo a scrivere ho lavorato soprattutto sul prossimo capitolo
dove, finalmente, inizierà un pò d'azione e si
scorpirà il misterioso nemico. Che ne pensate di questo
capitolo?Sinceramente non ne sono particolarmente contenta, ma in
questo momento tendo a comportarmi come la sorella pessimista di
Brontolo.
Baci, JoJo
Snow Fox : Sono contenta
che tu ti diverta così tanto a leggere la mia storia! : )
Purtroppo per Miki, la sua sfiga non dipende da nessun intercessione
divina, ma per una sua incredibile propensione a fare la cosa sbagliata
al momento giusto! Come al solito grazie mille per i complimenti, baci,
alla prossima!
Megarah_witch
: Grazie
per gli auguri per l'esame, è andato bene grazie al cielo.
Era ovvio che l'uscita sarebbe stata un disastro, sono troppo malvagia
per lasciare a Miki troppa dignità!eh eh eh...al prossimo
capitolo, ciao!
yui00: Grazie mille,
sono contenta che la storia e i personaggi ti piacciano! I rapporti con
Shaka e Takis sono un pò complicati, ma come hai visto da
questo capitolo qualcosa si è già smosso... ; )
Alla prossima, baci!
NinfaDellaTerra
: eheheh
sono contenta che quelle scene ti siano piaciute, sinceramente le adoro
anche io! La caratterizzazione di Aioros mi preoccupava un
pò in effetti, non sapevo bene come prenderlo, quindi mi
fanno molto piacere le tue parole! Grazie mille! Alla prossima, baci!
whitesary :
grazie
al cielo io e Miki non siamo le sole a sbagliare sempre e comunque ad
aprire le porte!E' decisamente confortante! L'idea dell'accampamento in
effetti è piuttosto idiota, ma dipende proprio dal fatto che
io odio Saori: i personaggi che non mi piacciono tendono ad essere
particolarmente stupidi, su quelli che adoro invece incombono sfiga e
figuracce (vedi la povera Miki). E' sì, Aioros è
proprio il primo amore di Michelle: ce le vedo troppo le ragazzine che
si allenano lì dentro a perdere la testa per i
gold...tenere!Baci, al prossimo capitolo!
renge_no_hana : Dall'alto dei
poteri conferitemi da me stessa in quanto autrice, ti accordo il mio
perdono! eh eh eh, a parte gli scherzi sono contenta che sei tornata a
recensire, ma soprattutto che i nuovi capitoli ti abbiano divertito, ma
ancora di più che i nuovi personaggi ti piacciano!Baci, alla
prossima!
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Capitolo 16 *** Help! ***
Help!
Sta tutto nel pensiero
positivo, ecco
il trucco.
Ce la posso fare, in fondo non è
così difficile passare inosservata e riuscire a trovare un
po'
di tempo da passare in solitudine a piangersi addosso. Giusto?
Penso positivo, penso positivo, penso
positivo.
Inconsciamente trattengo il fiato,
mentre mi appiattisco ancora di più contro la parete di
marmo.
Non è stato poi così
difficile attraversare la Settima Casa. Un saluto educato a Doko che,
anche se probabilmente ha notato che il mio umore non era alle
stelle, mi ha lasciato passare senza troppe cerimonie.
Il problema nasce adesso.
Scommetto che sarebbe pura fantascienza
pensare che Milo mi lasci attraversare la sua casa senza tartassarmi
di domande, strappandomi per sfinimento il motivo del mio malumore,
no?
Ecco, appunto.
Qualcuno dovrebbe davvero inventarlo il
mantello dell'invisibilità!
Faccio in tempo a farmelo spedire da
Harry Potter?
Respiro profondamente.
Devo smetterla di essere così
paranoica.
Magari riesco anche ad aggirare la casa
senza che Milo se ne accorga...
“Michelle?” mi sento chiamare e
sobbalzo sul posto.
Scema, scema, scema.
Perchè mi tiro la sfiga
addosso?Non ne ho già abbastanza così au
naturelle?
“Che stai facendo?” mi domanda
Milo, sbattendo gli enormi occhi blu, mentre mi guarda mentre mi
esibisco nella più riuscita imitazione di Spiderman.
“C-controllavo se questo muro è
effettivamente dritto” invento di sana pianta, domandandomi
mentalmente perchè sono così idiota.
Lui aggrotta le sopracciglia “Ah. E
lo è?” chiede perplesso.
“Sì, certo. Un muro perfetto.
Non ne fanno più così.” rispondo,
ridacchiando
imbarazzata, mentre do un colpetto al piano di marmo.
“Perchè non entri?Ti offro
qualcosa da bere.” propone educatamente. (senza smettere di
guardarmi come se fossi suonata come una campana e fuori come un
balcone)
Cerco di arretrare, ma sbatto contro lo
stupido muro di cui tessevo le lodi fino a qualche attimo fa, e
allora agito i palmi in sua direzione.
“In realtà volevo solo passare
e salire...” balbetto sperando che mi lasci andare.
“Oh andiamo. Una bibita fresca non ti
può fare male.”insiste Milo.
E mi prende per una spalla e mi
trascina letteralmente dentro al tempio fino alla zona privata.
Un tempo, per potere di persuasione,
pensavo a qualcosa di altro genere...
“Ti farà bene bere qualcosa-
continua, quasi lanciandomi sul divano di pelle nera- Hai un aspetto
terribile, sembri sconvolta. Magari ti va di dirmi cosa ti
angustia.”
Alzo un sopracciglio. La solita
curiosità degli Scorpioni. Maledetti astrologi!
Inizio a girare la testa a destra e a
sinistra e al gold la cosa non sfugge.
“Che stai facendo?” mi domanda
Milo, mentre io continuo guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa.
“Sto cercando il vocabolario su cui
hai trovato il verbo angustiare.- spiego- Magari riusciamo a trovare
anche il significato di privacy così finalmente capirai il
motivo per cui non smanio dalla voglia di rivelarti i miei
più
reconditi segreti.”
“Ah. Ah. Ah.Divertente.- commenta con
tono piatto- Ti farebbe bene parlare, sai?E poi visto che sei qui
vuol dire che è una cosa che non vuoi dire ai tuoi nuovi
amichetti e non sei nemmeno nell'umore per parlarne con le altre tue
amiche.”
La sua logica è schiacciante.
Lo odio.
“Sarei la persona adatta con cui
confidarti- aggiunge con tono fiero- E poi, sinceramente, chi altri
troveresti meglio di me nelle case qui sopra?”
Mi ammicca raggiante, ma intanto nella
mia mente si susseguono delle immagini inquietanti.
Io che discuto dei miei problemi con
Shura, di fronte a un piatto di paella.
Oppure con Camus, che molto gentilmente
mi offre un ghiacciolo all'anice.
Basta, Michelle!, mi intimo
mentalmente, ti proibisco di immaginarti a spettegolare con
Aphrodite.
“Devo andare da Aioros.” invento,
sperando di cavarmela così.
In effetti è ancora in debito
con me di una pessima figura...
Milo incrocia le braccia e mi osserva
attentamente inclinando la testa.
“Stai mentendo.” sentenzia, serio
serio.
“Cosa?!” esclamo esterrefatta.
Questa l'ho detta bene, ne sono sicura.
“Quando menti arricci il naso, e
adesso l'hai fatto.” spiega con un sorrisetto trionfante.
Per carità, è bello come
il sole, ma quando fa così mi verrebbe voglia di prenderlo a
schiaffi.
“No, non l'ho fatto.” borbotto
risentita. Non è giusto che io venga sempre scoperta!
“Sì che l'hai fatto.”
ribatte con tono petulante.
Ah, la mettiamo così?
“No.” ripeto scimmiottandolo.
Lui alza un sopracciglio e mi guarda
con espressione divertita.
Sospiro, sconfitta. “E va bene-
capitolo di malavoglia- Non devo andare da Aioros, voglio
semplicemente trovarmi un posticino dove starmene da sola a piangermi
addosso e pensare ai fatti miei.”
Con soddisfazione Milo si batte un
pugno sul palmo aperto “Lo sapevo!”
Sì, bravo, penso sarcastica
alzando gli occhi al cielo.
Come se fosse fatta d'aria, sposta la
sua poltrona davanti a me e mi fissa con degli occhioni da cucciolo.
“Mi dici cos'è successo?”
chiede con voce suadente.
Faccio roteare gli occhi “No!”
“Ti prego...” mi supplica di nuovo.
Cerco di resistere ma...un po' ho
voglia di parlare con qualcuno...
Sospiro di nuovo e inizio a parlare.
Ho ceduto.
Accidenti, perchè ho la stessa
volontà di un gelato sciolto dal sole?
No, per la cronaca, non ho accettato di
schierarmi dalla parte di Milo nella sua estenuante lotta per la
conquista di Victoria, anche se ho un vago ricordo di me stessa
mentre abbraccio il gold e gli dico che saremmo quasi cognati visto
che Vic per me è come una sorella...
Ho ceduto nel senso che ho accettato
quel bicchiere di ouzo che mi aveva offerto.
E poi credo che me ne abbia messo un
altro sotto il naso, e mi sembrava scortese rifiutare.
E poi chi non conosce il detto “Non
c'è due senza tre, e il quattro vien da
sé”?
Solo che io sono astemia. Anzi, peggio.
Io se annuso un Mon Cherie divento
inspiegabilmente allegra.
E adesso il Santuario ha iniziato a
girare!
Ma questo non potrà di certo
fermarmi dal mio nuovo obiettivo.
Adesso vado alla Sesta, entro buttando
giù la porta...o facendo qualcos'altro di altrettanto
plateale, e dico a Shaka che è tutta colpa sua.
Sghignazzo sonoramente dopo aver
ripetuto ad alta voce il nome del gold.
E' un nome così assurdo se ci
pensate!
“Uh, sono arrivata!” bisbiglio,
prima di inciampare su un gradino del Tempio della Vergine.
Faccio qualche passo in avanti e mi
ritrovo abbracciata ad una colonna, e mi ritrovo di nuovo a ridere.
Avete mai notato tutte le cose
divertenti che mi succedono?
Il cavaliere, come se non fosse affatto
notte fonda e io non avessi fatto irruzione a casa sua, mi compare
davanti tranquillo e pacifico come al solito.
Io non mi lascio scomporre dal fatto
che è sveglio e attivo, anzi, il fatto che sia
l'incarnazione
della perfezione anche a notte fonda mi fa arrabbiare.
Con dignità, mi stacco dalla
colonna e muovo qualche passo traballante verso di lui.
“E' tutta colpa tua, di tutto! Se non
fosse stato per te e quello stupido vaso la mia vita adesso sarebbe
ancora perfetta, non avrei accumulato la forza necessaria per
richiamare l'armatura, non sarei stata esiliata e non avrei mai
conosciuto gli altri!- biascico irritata mentre inizio ad accusarlo-
Non sarei in questa situazione del cavolo, sarei semplicemente una
semplice ragazza senza problemi e con una vita normale!”
“Michelle?Sei ubriaca?” mi domanda,
alzando un sopracciglio.
Io faccio qualche passo incerto verso
di lui “Non sono ubriaca- sbotto risentita- sono
sbronza!”
E improvvisamente trovo l'intera
situazione decisamente esilarante, e scoppio a ridere.
“Cavaliere, devi fare sistemare il
tuo tempio perchè giiiiiiiiiiiiiira!” rido cadendo
senza
dignità seduta a terra.
Shaka alza un sopracciglio,
avvicinandosi e inginocchiandosi di fianco a me “Mi domando
come tu
sia riuscita ad arrivare fin qui senza ruzzolare giù fino al
primo tempio.”
“Sono perfettamente in grado di stare
in piedi.- gli comunico punta sul vivo- Guarda!”
Tento di alzarmi, ma le ginocchia mi
tremano inesorabilmente annunciandomi un altro impatto col suolo.
Mi lascio andare, ormai perfettamente
abituata a cadere con (poco) stile, ma delle mani calde mi si posano
sui fianchi.
All'improvviso la stanza mi sembra più
calda di quanto era prima.
“Ti accompagno al tuo accampamento.”
dice semplicemente, socchiudendo appena quegli occhi bellissimi.
“No- biascico appoggiando la testa
alla sua spalla- Io laggiù non ci torno.”
E i pochi neuroni rimasti vigili mi
urlano di staccarmi immediatamente da lì, che non
è
carino usare come appoggio il cavaliere più vicino alla dea,
e
che dovrei smetterla di parlare come una bambina capricciosa.
“Hai litigato con i tuoi compagni?”
chiede, e dalla voce mi sembra che stia sorridendo.
Ora che ci penso, non l'ho mai visto
sorridere.
“Takis mi ha baciata- spiego. Datemi
qualche goccia di ouzu e non avrò più peli sulla
lingua, signore e signori!- Ma io...sono confusa...non so se
è
giusto...”
Mi sembra che la stretta di Shaka si
sia fatta più rigida, ma d'altronde, prima sugli scalini mi
sembrava di camminare su un sentiero di uova...
“D'accordo, sarai mia ospite- decide
in pochi secondi, senza chiedere la mia opinione- Ora andiamo nella
camera degli ospiti.”
Sbuffo per il fatto che mi ha parlato
come a un infante e iniziamo a muoverci.
A dirla tutta, è solo lui che si
muove, dato che sento che i miei piedi sfiorano appena il marmo del
pavimento.
Che tocco di classe ragazzi!Il
trascinamento dei piedi mi mancava proprio fra le mie varie
performance.
“Ma io non sono stancaaaaa!” cerco
di protestare alzando lo sguardo verso il suo bellissimo viso.
In men che non si dica mi sento
scaraventata su un materasso soffice.
“Cerca di dormire.” dice
semplicemente, avviandosi verso la porta.
Io mi lascio sfuggire un sospiro mentre
osservo la sua angelica bellezza.
“Non lasciarmi qua da sola...”
frigno, e sono davvero sul punto di mettermi a piangere.
Ok. L'ouzo ha preso controllo di tutte
le mie facoltà.
A questo punto posso dire che il mio
corpo è interamente sotto il suo controllo.
Shaka ricompare alla mia porta e mi
osserva scettico mentre tutta l'allegria che avevo prima ha lasciato
il posto a un piagnucolare convulso.
Senza dire niente si avvicina al mio
capezzale e mi passa con delicatezza una mano sulla fronte.
Dei, è così bello, non è
giusto!!
Avvicina il suo viso al mio ed ora è
così vicino che se sporgessi solo di un centimetro le labbra
sono sicura che potrei baciarlo...
Che mal di testa epocale, gente!
Credo che le mie attività di
oggi saranno stare qui ad aspettare la mia fine.
Non berrò mai più, lo
giuro!
Sospiro, tirandomi le lenzuola fin
sotto il mento e sento uno strano sapore sulle labbra.
Non ricordo di possedere un burrocacao
alla vaniglia.
Oddio, non è che al momento
ricordi molto in generale, a dir la verità...
Mi chiamo Michelle, giusto?
Aspettate: ci sono delle lenzuola? Ma
Atena non ci aveva fatto accampare in stile Giovani Marmotte?
Mi metto seduta di scatto e mi guardo
intorno confusa.
Sono in una stanza dai colori caldi, ma
piuttosto spartana.
Scendo dal letto estremamente confusa e
faccio qualche passo verso la porta, socchiusa.
Vorrei essere silenziosa, ma il
lenzuolo mi è rimasto avvolto intorno alle gambe e mi fa
inciampare, facendomi ruzzolare poi fuori dalla stanza con poca
grazia.
“Maledizione.” borbotto, alzandomi
dalla buffa posizione supina in cui sono atterrata.
Sono in un corridoio luminoso e decido
di percorrerlo con calma, magari facendo bene attenzione a dove metto
i piedi.
Mi aspetto di trovare una sala o
qualcosa del genere e invece arrivo in un giardinetto, talmente
perfetto da sembrare il soggetto di un quadro.
E in mezzo al verde rigoglioso e ai
fiori, perfetto fra tanta perfezione, c'è Shaka della
Vergine
che medita galleggiando tranquillamente nell'aria.
Soffoco un lamento e mi pietrifico sul
posto, completamente affascinata dalla calma che si propaga dal gold.
Emana un tale senso di pace che sento
che la mia sola presenza qui sia di troppo.
Infatti, senza dire niente e iniziando
a camminare sulle punte dei piedi come un personaggio scemo dei
cartoni animati, indietreggio, con il chiaro obiettivo di svignarmela
lasciandogli un biglietto di ringraziamento.
Sono praticamente ritornata nel
corridoio quando la sua voce mi chiama.
“Michelle.”
Impreco silenziosamente e ritorno sui
miei passi “Mi dispiace, non volevo disturbare.”
mormoro, mentre
lui torna al suolo e si alza in piedi con grazia, venendomi incontro.
“Ti senti meglio?” mi domanda.
Io arrossisco al pensiero che lui mi
abbia visto nello stato pietoso in cui ero ieri sera.
“Sì, grazie.- rispondo
abbassando lo sguardo- Mi dispiace per qualsiasi cosa possa aver
detto o fatto. Non ricordo granchè...”
Shaka annuisce e con gli occhi chiusi e
il volto ben rilassato non riesco bene a decifrare la sua
espressione.
“Se vuoi darti una ripulita il bagno
è in fondo al corridoio a destra.” dice, dopo
qualche
secondo di silenzio.
Oddio.
Devo essere un mostro se ha dovuto
dirmi di andarmi a sistemare!
Che vergogna, che vergogna, che
vergogna!!
Perchè non c'è un limite
al peggio?, penso, mentre vado di corsa verso il bagno.
Ok.
Sono nel bagno di Shaka,
l'irreprensibile cavaliere della Vergine.
Cosa potrei fare oltre lavarmi i denti
e darmi una ripulita?
Ovviamente ravanare tra le sue cose
alla ricerca di qualche arcano segreto!
Credo che la compagnia di Jack mi abbia
stranamente cambiata, devo ancora decidere se in meglio o in peggio.
Per ora mi limito a completare la
missione SSS (Svela i Segreti di Shaka)
Per prima cosa guardo la marca del
dentifricio: una cosa stranissima, con il nome impronunciabile. Una
di quelle cose che si comprano appositamente in farmacia per i denti
iper-sensibili.
Ah-ha, allora anche l'ascetico Shaka ha
qualcosa di sensibile!
Collutorio per un fresco alito alla
menta.
(Promemoria: devo usarne un po' anche
io prima di tornare di là!)
Collirio alla camomilla per occhi
stanchi.
Il che mi lascia perplessa. Se li tiene
perennemente chiusi come fanno a stancarsi?
Crema antirughe idratante per il viso.
Uhm.
Non ho molti commenti a riguardo. Mi
piace pensare che gliel'abbia regalata Aphrodite.
Spero.
Prendo in mano una boccetta di essenza
di patchouli e la ripongo immediatamente, con un sospiro.
Mi sa che non troverò nessuno
scheletro nell'armadio, tanto meno quindi in questo armadietto del
bagno!
Scuoto la testa e apro il rubinetto
dell'acqua guardando poi nel piccolo specchio il mio riflesso.
Sono davvero orribile stamattina.
Occhiaie, colorito spento e capelli completamente fuori controllo.
“Perfetto...” borbotto risentita e
proprio nello stesso momento la porta si spalanca e una furia urlante
mi si fionda addosso, infuriata.
“AAAAAAAAAAAAAAAAH” non posso fare
a meno di urlare, presa alla sprovvista, quando cado all'indietro.
“Che cosa ci fai qua dentro?”
sbraita quella che mi sembra una ragazza indiana, tempestandomi di
piccoli pugni che riesco non so come a schivare.
“Io...” cerco di rispondere ma lei
mi interrompe.
“Questo è il bagno del nobile
Shaka, non dovresti essere qui.” continua astiosa.
Sto seriamente pensando di appenderla
al soffitto con una delle mie ragnatele quando nella stanza entra
proprio il biondo cavaliere della Sesta Casa.
“Che cosa sta succedendo qui?”
domanda, come se in realtà fossimo qui a prendere del
tè.
Come se fosse stata punta da uno spillo
invisibile, la pazza isterica si alza di scatto, mettendosi quasi
sull'attenti.
Ne approfitto per alzarmi borbottando.
“Nobile Shaka, questa ragazza è
riuscita a introdursi nel tempio ed è entrata qui
dentro...”
spiega abbassando lo sguardo.
“E' tutto a posto Kendra. Michelle è
stata nostra ospite stanotte.” replica tranquillo.
Ah, quindi la psicopatica deve essere
una delle sue assistenti.
Non credo di starle simpatica.
“Ma stava frugando fra la tua roba.”
continua, scoccandomi un'occhiata al vetriolo.
Ora anche Shaka mi guarda perplesso
“Ah, sì?”
“C-cercavo un sapone neutro...”
invento su due piedi, valutando seriamente l'ipotesi di lanciarmi nel
tubo di scarico del lavandino e liberare questa stanza dalla
deficienza che mi accompagna.
“Come quello che c'è di fianco
al lavabo?” chiede, con la sua voce mistica.
“Uhm... quello ha un ph sei, mentre
la mia pelle non accetta altro che un ph cinque punto cinque!”
Entrambi continuano a guardarmi come se
fossi completamente svalvolata.
“Ho la pelle molto delicata.” mi
giustifico, imbarazzata.
Ok. A questo punto devo avere la stessa
tonalità di pomodoro maturo.
“Ti offro la colazione.” dice
semplicemente Shaka, voltandosi e avviandosi verso la cucina.
Intimorita dall'indiana, mi affretto a
seguirlo, muovendomi in modo insolitamente veloce.
Con un fruscio del suo sari rosso
scarlatto, Kendra mi è di fianco e continua a lanciarmi
occhiatacce tremende.
Faccio finta di non vederla e di non
avere puntati addosso i suoi enormi occhi neri.
Ma come fa ad avere i capelli così
lisci e morbidi e luminosi di mattina presto?
“Per favore,Kendra- la chiama Shaka-
porta anche a Michelle una tazza di tè.”
“Certo, nobile Shaka.” cinguetta,
con un gran sorriso sul viso.
Sorriso che, per inciso, sparisce non
appena mi passa di fianco urtandomi...uhm...accidentalmente...la
spalla.
Guardo Shaka sedersi a capotavola nel
piccolo tavolo di questa cucina che è talmente bianca da far
male agli occhi.
Pane, biscotti, frutta...al solo
vederli il mio stomaco inizia a borbottare impaziente, ma sono troppo
suggestionata dall'indiana psicotica per mettermi comoda al mio
posticino e ingozzarmi come una che non mangia da settimane.
Me ne sto in un angolino, con le
braccia incrociate come una bambina in castigo.
“Posso fare altro?” chiede con voce
melodiosa, dopo aver sbattuto sul tavolo quella che presumo sia la
tazza con il mio tè. Devo controllare che non ci abbia
sputato
dentro.
Shaka scuote la testa, facendo
ondeggiare i suoi capelli dorati “Puoi andare.”
“Spero che ti vada di traverso.”mi
sento borbottare a bassissima voce da Kendra, che se ne va con la
faccia imbronciata.
La guardo scioccata e poi decido di
sedermi.
“Scusami” mormoro mentre lascio
cadere sulla sedia il più lontano possibile da lui.
Ci sarà una volta in cui al
cospetto di Shaka non dovrò scusarmi dei miei comportamenti
assurdi? Almeno una, per favore!
Il gold inarca un sopracciglio e posa
la tazza da cui stava sorseggiando del tè “E
perchè
mai?”
“Innanzitutto perchè ti sono
piombata qui in uno stato pietoso e poi perchè
avrò
sicuramente detto o fatto qualcosa di imbarazzante.” spiego
mesta.
Non voglio nemmeno immaginare cosa
posso aver fatto ieri sera!
Per quanto ne so, potrei perfino
essermi messa a ballare la rumba nuda.
Scrolla leggermente le spalle,
riuscendo a farlo sembrare un gesto raffinato,
“Più che
altro erano cose senza senso. Credo fosse normale date le
condizioni.”
Mi lascio scappare un sospiro, mentre
mi copro la faccia con le mani.
“Non berrò mai più.”
piagnucolo.
“In effetti non è un'abitudine
molto nobile.” replica, porgendomi il cesto del pane.
Afferro una pagnotta e cerco di
riabilitarmi ai suoi occhi “Ma non è una mia
abitudine.
Cioè, certo ieri sera ho bevuto, ma si è trattato
di un
caso sporadico.- spiego imbarazzata- Io sono anche astemia quindi se
non fosse stato per Milo mica avrei pensato da sola di bere
dell'ouzo. E poi non...”
“Non mi devi alcuna spiegazione,
Michelle.” mi interrompe con voce ferma.
“Non volevo che pensassi male di me-
borbotto risentita- Già devo sembrarti una
pazza...”
Shaka alza le sopracciglia “Tu non mi
sembri una pazza.”
“Sì, certo, come no.”
replico scettica.
“Devo ammettere che ti trovo
piuttosto bizzarra, ma nonostante ciò sembri una persona
piuttosto- fa una breve pausa cercando la parola
adatta-...graziosa.”
Aggrotto la fronte.
Graziosa e bizzarra?
“Uhm...grazie.” dico dubbiosa. Che
sia un suo modo contorto di fare complimenti?
Mangiamo in silenzio.
O meglio, io mi strafogo senza pudore,
mentre lui finisce di sorseggiare il suo tè e sgranocchia
qualche biscotto senza troppo impegno.
Secondo voi se butto questo tè
troppo amaro e troppo speziato nel vaso della pianta qua dietro, se
ne accorge?
No, perchè è davvero
disgustoso...Però non vorrei sembrare maleducata a lasciarlo
nella tazza, dopo la pazienza divina che ha dimostrato con me.
Con finta nonchalance inizio a
dondolarmi sulla sedia.
Osservo Shaka di sottecchi, non sembra
interessato.
Eccellente!
Prendo in mano la tazza cercando di non
rovesciarla e mi dondolo di nuovo all'indietro, verso la povera
pianta a cui toccherà sorbirsi i miei avanzi.
Ancora un'occhiatina a Shaka. Ok,
ancora nessun segno di vita.
Con mano tremante (non solo perchè
sono in bilico su solo due gambe della sedia!) allungo la tazza verso
la pianta e la inclino facendone rovesciare il contenuto. E poi la vedo.
Kendra.
Che mi fissa con espressione astiosa e
nello stesso tempo allibita.
Spalanco la bocca, imbarazzatissima per
essere stata colta sul fatto, e il mio equilibrio già
precario
se ne va a farsi benedire e con un tonfo sordo mi ritrovo a gambe
all'aria.
Perfino Shaka apre gli occhi stupito.
Rossa come un peperone e con ancora in
mano la tazza ormai vuota mi alzo di scatto
“Seistatomoltogentilescusamitantoperildisturbooradevoandarecisivedeingirociao!”
butto fuori tutto d'un fiato e senza dare il tempo a nessuno di
replicare me la svigno più veloce che posso.
Il mio cuore batte a mille e sembra
aumentare il ritmo ad ogni passo.
Ci sto mettendo una vita a percorrere
il breve tratto che separa la Sesta dal nostro accampamento, ma non
posso farne a meno.
Esiste un'etichetta che ti dice come
comportarsi con una persona a cui tieni ma che hai rifiutato in malo
modo?
Sospiro rassegnata: probabilmente no.
Trascino i piedi, nel tentativo di
rallentare l'inevitabile.
Magari potrei fare finta di
niente...Certo, come no!
Scuoto la testa con forza, con il solo
risultato di scompigliare ancora di più i miei
già
arruffatissimi capelli.
“Ecco il figliol prodigo.” annuncia
Jack appena mi scorge.
Alzo lo sguardo verso di lui e lo trovo
stranamente attivo.
In effetti, mi sembra di essere
piombata in un formicaio.
Tutti indossano l'armatura e si muovono
svelti senza però fare niente di particolare.
“Dove sei stata?” mi domanda quindi
Miguel, con tono noncurante.
“Da Kim e Victoria.” mento,
cercando deliberatamente di non muovere il naso, come Milo mi ha
fatto notare che faccio quando dico una bugia.
Inconsciamente porto lo sguardo su
Takis, ma quel che vedo non mi rassicura per niente.
Al vedere i suoi occhi ancora duri e
sapendo che è ancora arrabbiato con me il mio mento inizia a
tremare vistosamente.
“M-mi dispiace...” mormoro con voce rotta.
L'espressione sul viso di Takis cambia
repentinamente, ridiventando dolce e anche un po' rammaricata.
Con due ampie falcate mi è di
fianco e mi abbraccia stretto.
“No, scusami tu.- mi consola lui,
passandomi una mano fra i capelli- Sono io che ho sbagliato.”
Mi limito a tirare su col naso come una
bambinetta.
“Allora non ce l'hai con me?”
domando, fra un singhiozzo e l'altro.
“No” mi rassicura Takis con voce
dolce.
“Amici come prima?” chiedo di
nuovo.
“Amici come prima.” conferma con un
sorriso.
“Perfetto, siamo di nuovo una grande
famiglia felice- trilla esaltato Jack, frapponendosi fra di noi e
senza sapere esattamente il perchè del nostro comportamento
Ora possiamo iniziare la nostra missione.”
“Missione?” chiedo interessata
mentre Takis scioglie l'abbraccio.
“Già, andremo in ricognizione
qua intorno e cercheremo di captare qualche cosmo divino!”
spiega
Mintha.
“Almeno non ce ne staremo qui ad
aspettare senza far niente come stanno facendo i damerini
dorati.”
continua Miguel, mettendole un braccio intorno alle spalle.
“La tua prima missione attiva e sul
campo!- trilla Hycarus eccitato- Non sei emozionata?”
Il biondo mi trascina con sé in
testa al nostro piccolo gruppo e io non riesco a rispondere.
Certo, non che lui mi dia
effettivamente la possibilità di farlo...
Con passo sostenuto ci dirigiamo verso
i confini del Santuario. Là fuori, senza l'influsso del
cosmo
di Atena e di tutti quelli dei gold, dei silver e dei bronze,
sarà
più facile percepire altri cosmi divini.
Probabilmente è di questo che
sta ciarlando senza sosta Jack, mentre mi prende a braccetto e
procediamo con andatura dondolante.
In realtà non lo sto ascoltando
per niente.
Penso a Takis, invece, che se ne sta
stranamente zitto e isolato.
Sapere che il motivo di tale
comportamento sono io mi fa venire un groppo in gola.
Non è giusto, penso tristemente.
Con un movimento fluido mi libero della
presa di Jack e mi dirigo verso Promtheo.
Gli devo parlare.
Devo dirglielo che è tutta colpa
mia che sono una stupida e che ho battuto la testa troppe volte e che
non so quello che voglio e che mi piace ma non so come fare e che...
“Michelle?”
I suoi occhi mi inchiodano sul posto,
bloccando ogni mio pensiero.
Apro la bocca un paio di volte ma non
ne esce suono.
“T-ti devo parlare...” riesco a
balbettare infine.
Gli altri stanno continuando a
camminare senza badare per niente a noi.
Il loro chiacchiericcio mi arriva
ovattato alle orecchie così come lo strano senso di
freschezza
e libertà che mi fa sentire l'essere fuori dal Santuario.
“Non c'è bisogno di dire
niente, Miki...” dice, con un sospiro rassegnato, mentre si
passa
una mano fra i capelli.
Improvvisamente mi sembra terribilmente
stanco e mi viene una voglia matta di abbracciarlo.
Sto per prendere lo slancio per farlo
quando un movimento violento del terreno mi fa cadere all'indietro.
“Sono qui.” ringhia Prometheo
aiutandomi ad alzarmi.
Sono?
In effetti non c'è un solo cosmo
divino. Sono otto!
Come mossi da non so quale istinto ci
avviciniamo gli uni agli altri, formando un piccolo fronte compatto
in cui ciascuno è pronto a difendere gli altri in caso di
attacco.
Miguel fa saettare i suoi occhi ad una
velocità impressionante e spesso il suo sguardo si sposta su
Mintha, come per controllarla meglio.
Jack si alza in volo, pronto a dare il
suo contributo dall'alto e Takis si mette davanti a me.
Cerco di mantenere il respiro regolare
mentre sento che il cuore potrebbe balzarmi fuori dal petto da un
momento all'altro.
Nessun rumore.
Anche se non l'ho mai sentito, capisco
che è il silenzio prima della battaglia.
Infatti, dopo quelli che potrebbero
essere secondi, o minuti, o perfino ore, le vedo.
Quattro figure raffinate ed eleganti
nelle loro armature massicce, ma nonostante la femminilità
che
trasudano riesco a percepire qualcosa di selvaggio e terribile
ne
loro occhi, qualcosa che mi ricorda una saggezza antica ma spietata.
“I cavalieri di Atena.- commenta una
di loro, con voce melodiosa- Credevo fossero più
numerosi.”
Non parlava con noi, ma Jack non si
lascia sfuggire l'occasione di rispondere con tono spavaldo
“Non
siamo cavalieri di nessuno.”
Sbatto le palpebre, per quella che mi
sembra la prima volta da quando sono comparse queste guerriere divine
e maestose, e riesco a rivolgere una domanda a Takis.
“Chi sono?” sussurro con tono
tremante.
Credevo di aver parlato a voce
abbastanza bassa, ma probabilmente non è stato
così.
Tre di loro si mettono a ridere,
creando un coro di risate deliziose per quanto differenti l'una
dall'altra, mentre l'altra mi guarda con occhi quasi materni.
“Non conosci le Titanesse?” chiede
con tono conciliante.
Le Titanesse.
Certo che le conosco.
Quando il mio maestro mi aveva spiegato
dell'esistenza dei Titani, della loro guerra contro Zeus e del loro
conseguente imprigionamento nei Tartari, aveva anche accennato
all'esistenza delle Titanesse, loro sorelle e ugualmente forti e
potenti. A quanto pare erano state risparmiate dalla sorte dei loro
fratellini perchè il gran rubacuori divino si era preso una
cotta per una di loro, tale Meti.
Deglutisco a fatica e riconosco
finalmente i cosmi di chi ho davanti.
Febe, la Titanessa dalle arti occulte,
ha occhi spettrali e lunghi capelli corvini che sembrano vivi.
Rea, che ha uno sguardo quasi pacifico,
reso tuttavia insignificante dalla potenza che emana il suo cosmo.
Temi, che invece ha tutta l'aria di
aver già predisposto nella sua mente la nostra fine.
La quarta non la riconosco, ma quella
fa un sorrisetto obliquo e continua a parlare.
“Io, invece, sono Mnemosine, dea
della memoria.- spiega guardandomi come si guarda un essere
insignificante- E ora che abbiamo fatto le dovute presentazioni vi
conviene scostarvi dal nostro cammino. Abbiamo una certa fretta e
sterminare i guerrieri di Atena ci toglierà un po' di
tempo.”
Prometheo si muove con sicurezza,
mettendosi davanti a noi tutti, e ad ogni suo movimento la sua
armatura scarlatta rifulge come fiamma viva.
“Noi siamo alleati di Atena.”
dichiara con tono grave.
Gli occhi sinistri di Febe si
illuminano “Allora diamo l'avvio alle danze.”
Non faccio in tempo a registrare nella
mia testa le sue parole che le tre Titanesse si avventano su di noi.
Mnemosine sparisce semplicemente
sussurrando un “Eliminateli alla svelta. Mi serve un
diversivo con
i gold per poter sitemare a dovere Atena.”
E poi si scatena il caos.
Nonostante il nostro tentativo di
rimanere compatti e di darci man forte a vicenda, le tre
divinità
riescono a farci disperdere.
Miguel e Mintha si ritrovano a
fronteggiare Temi, mentre Rea attacca Jack e subito Takis va a
difendere l'amico messo in difficoltà dall'attacco subdolo
della dea.
Un brivido freddo mi scorre lungo la
schiena, mentre una strana consapevolezza mi assale.
Sono sola.
“Ciao piccolina.” mi saluta con
tono denigratorio Febe, parandomisi davanti all'improvviso e
scaraventandomi lontano con un manrovescio potente.
Mi ritrovo con la faccia nella polvere,
il gusto metallico del mio stesso sangue in bocca e gli occhi pieni
di lacrime di dolore.
Ma mi rialzo.
Non sono più la Michelle di un
tempo. Ora posso combattere, mostrare che valgo qualcosa.
“Aracne's web!” urlo, lanciandole
addosso una ragnatela fatta di cosmo che dovrebbe immobilizzarla.
Febe ride divertita “Che carina.
Allora sai fare qualcosa.”
Poi chiude gli occhi e recita qualcosa
a voce bassa, qualcosa che non riesco a comprendere che però
riesce e spezzare la mia rete come se fosse fatta d'aria.
Con l'orgoglio un po' ferito mi
scaravento addosso a lei, che ride e ride e ride e mi fa montare una
rabbia che non ho mai avuto.
Voglio colpirla ma sembra sempre troppo
veloce. Arrivo sul posto sempre un secondo troppo tardi, giusto in
tempo per sentirla sghignazzare alle mie spalle.
Un nuovo colpo, sui reni, e mi rialzo
con la stessa carica di adrenalina che mi spinge ad attaccare di
nuovo.
Sembra un gatto che si diverte a
giocare col topolino, sfinendolo prima di papparlo senza cerimonie.
Sto per avventarmi di nuovo su di lei
quando lo sguardo di Febe cambia. Diventa inorridito e spaventato.
“Sorella!” urla voltandosi di
scatto.
Io mi giro, per seguire il suo sguardo
e vedo Rea che prima stava combattendo contro Takis bruciare
dimenandosi.
Spalanco gli occhi, completamente
paralizzata dal terrore.
Non ho mai visto nessuno morire.
Non ho mai visto nessuno morire
soffrendo in questo modo.
“Moon's nightmare” grida di nuovo
Febe , ma io sono ancora immobile, scioccata.
“Miki, no!” urla Takis, e prima che
io possa solo pensare qualcosa lui è davanti a me.
E il colpo lo prende in pieno.
Lo trapassa e colpisce anche me e nel
momento in cui entrambi siamo sbalzati indietro sento che è
tutto finito.
Dei, come mi sento debole!
Promemoria: mai più farsi
prendere a bastonate da una divinità.
Apro gli occhi lentamente e a fatica e
mi ritrovo davanti una parete azzurra.
“Si è svegliata.” sussurra
qualcuno di cui non riesco momentaneamente a riconoscere la voce.
Mi giro e mi trovo davanti il faccino
preoccupato di Kiki.
“Cosa è successo?” domando,
con voce fioca.
Lui abbassa lo sguardo e si tortura le
mani “Sei stata colpita da Febe.- spiega titubante- Un colpo
molto
forte, una specie di incantesimo velenoso, sei svenuta e ti hanno
portato qui...”
Non riesce a dirmi altro però,
dato che la porta si spalanca e nella stanzetta, che deve essere
probabilmente quella del ragazzino, arriva Jack.
“Come sta Takis?” domando
preoccupata, guardando l'espressione stranamente seria del ragazzo.
Hycarus fa una smorfia ma non risponde.
“Come sta Takis?” ripeto
febbrilmente ma di nuovo non ottengo risposta.
Allora mi alzo e faccio qualche passo
traballante nella stanza.
“Non dovresti alzarti.” dice Kiki
preoccupato, avvicinandosi a me per aiutarmi.
“Dov'è?” domando io per
tutta risposta, e la faccia spiritata di Jack quando mi fa segno di
seguirlo mi fa venire i brividi.
Ci muoviamo piano lungo i corridoi
della Prima Casa, nonostante io stia facendo del mio meglio per
camminare più velocemente possibile.
Stupida, idiotissima maledizione!,
impreco mentalmente mentre sento di avere pochissime energie.
Entriamo in una stanza e la prima cosa
che noto è che è estremamente affollata.
Mintha, Miguel, Mu, Shaka, Aldebaran e
perfino Soter, il medico dell'infermeria, schiacciato in un angolo.
Non posso fare a meno che tutti hanno
la stessa espressione: funerea.
“Non dovevate farla venire qui- si
lamenta Shaka- E' troppo debole.”
Io ignoro totalmente lui e quello che
Kiki balbetta per giustificarsi perchè ora l'ho visto.
Sdraiato sul letto addossato alla
parete, la carnagione cadaverica, la fronte imperlata di sudore e il
respiro irregolare.
È Takis.
Mi pietrifico sul posto per qualche
secondo, affondando le unghie nelle spalle di Kiki che si lamenta
debolmente, e poi, improvvisamente e inspiegabilmente, ritorno in
possesso delle mie energie.
“Takis.” sussurro, mentre mi
avvicino al letto con determinazione e mi siedo al suo capezzale.
Da vicino è anche peggio.
Vederlo così mi fa paura. Lui è
sempre stato forte, non l'ho mai visto in uno stato del genere.
Soprappensiero gli passo una mano fra i
capelli, togliendogli le ciocche castane dalla fronte imperlata di
sudore.
E lui lentamente e a fatica apre gli
occhi, puntandomi addosso quei due fari azzurri.
“Ehy” esordisce con un filo di
voce.
Si vede che si sta sforzando un mondo a
far finta che tutto vada bene e la cosa mi fa venire immediatamente
un groppo in gola.
“Ehy” ripeto io, cercando di
mantenere un tono normale. Fallisco miseramente, buttando fuori una
specie di miagolio afono.
Senza pensarci poso una mano sulla sua,
lasciando intrecciare le nostre dita.
“Stai bene?” chiede in un sussurro.
Sbuffo sonoramente e faccio roteare gli
occhi “Takis!- lo rimprovero, estremamente infastidita- Sei
stato
stupido. Perchè diavolo lo hai fatto?Tu...tu...”
Non riesco a finire la frase, la voce
mi trema troppo.
“Me ne sto andando...” sospira,
socchiudendo gli occhi.
“No!” dico, un po' troppo ad alta
voce.
Lui non può morire. Anche se ha
del veleno in corpo. Dopotutto l'armatura maledetta a che servirebbe
se no?
Gli stringo la mano con forza. Se lo
tengo bene, sono convinta che non può andarsene.
“Tu non puoi morire.” lo informo,
guardando preoccupata il sudore che gli imperla la fronte.
Lui cerca di sorridere, ma in realtà
gli esce solo una smorfia per niente tranquillizzante
“Neanch'io lo
vorrei, Michelle- sussurra cercando di mantenere la voce ferma- ma
è
quello che mi sta succedendo.”
Scuoto la testa come una bambina “Non
puoi- grido, mentre le lacrime decidono di scendere copiose dai miei
occhi- Mi avevi promesso che mi avresti insegnato a
guidare...”
“...perchè non puoi usare per
sempre il motorino. Ti fa sembrare ancora più
ragazzina.”
conclude Takis al mio posto ridacchiando.
Mi lascio sfuggire una risata anche io
“Già, e poi chi lo sente Embronce se non ti
riporto a casa?”
Takis ritorna serio e svincola la sua
mano dalla mia. La allunga piano, con stanchezza, verso l'altra e si
sfila dall'anulare il grosso anello con lo stemma di famiglia.
Sull'oro è finemente inciso un
gagliardetto su cui due serpenti rossi si inseguono all'interno di
una fiamma blu.
In realtà, è molto più
di uno stupido simbolo nobiliare.
È la chiave che dichiara il suo
status di capo del nostro gruppo di guerrieri maledetti e che lo
rende l'unica persona con cui può comunicare le sue visioni
l'oracolo.
La mette nella mia mano aperta e vi
lascia anche la sua mano.
“Che significa?” gli domando
perplessa.
Lui sorride di nuovo “E' per te.
Voglio che ti prenda cura degli altri.- mi spiega accarezzandomi con
le sue dita ruvide- Devi allenare il nuovo cavaliere di Prometheo e
prendere il comando. So che puoi farlo.”
“No!-urlo contrariata- Tu ti
occuperai di questo!Tu non morirai!”
Takis lascia ricadere la testa sul
cuscino e socchiude gli occhi “Sempre la solita
testarda.”
sussurra
“No!” grido di nuovo, avventandomi
su di lui.
Perchè non apre più gli
occhi?
Lo prendo per le spalle e lo scuoto con
forza.
Perchè non risponde?
Sento delle mani sui fianchi che mi
afferrano e mi scostano dal suo capezzale.
Non ho idea di chi sia, ma voglio che
mi lasci!
“Lasciami- urlo piangendo- Devo
svegliarlo!Devo svegliarlo!”
Agito le gambe con forza ma la
situazione non cambia. Mi trattiene, mentre Mu chiude gli occhi a
Takis e scuote la testa, girandosi verso di me.
“Takis?- lo chiamo con tutto il fiato
che ho in gola- Takis!!”
Le mani che mi stringevano i fianchi
fino a un momento fa mi costringono a girarmi.
È Shaka.
“Basta Michelle. È morto,
capisci?Morto.”
I suoi occhi azzurri sono così
freddi. Non sta mentendo.
Improvvisamente non riesco più a
trattenere oltre il fiume di lacrime che spinge agli angoli degli
occhi. Senza neanche pensare a quello che faccio lo abbraccio forte,
più stretto che posso.
Ehm...Prima di tutto vorrei
informarvi che mi trovo al sicuro, in un bunker anti-atomico e ho
pagato Mu con caramelline gommose per nascondermi dietro al suo
Crystall Wall!
Detto ciò...finalmente il nuovo capitolo eh?
L'ho fatto un pò lunghino per ripagarvi del tempo di attesa.
Purtroppo l'università è ricominciata e io sto
fuori casa dalla mattina presto alla sera tardi, e l'unica cosa che
sono in grado di fare a quel punto è mangiucchiare qualcosa,
lavarmi e trascinarmi a letto.
Quindi gli unici momenti che ho per rimettere in sesto i capitoli, che
sono già fatti e buttati giù a grandi linee o
come brain storming, si sono ridotti ulteriormente cosa che fa
aumentare in modo inversamente proporzionale il tempo di pubblicazione.
Ma ce la metto tutta, lo giuro lo giuro, per fare più in
fretta possibile!
Finalmente compaiono i misteriosi "cattivoni" di questa storia. Ai
tempi in cui l'avevo ideata ci avevo messo una vita a cercare delle
divinità che non fossero già state usate e una
sana e valida motivazione per attaccare Atena (oltre a quella che
solletica anche me che sarebbe di spaccare la faccia a badilate a
quella spocchiosa della Kido!)...queste motivazioni arriveranno nel
prossimo capitolo però, mica posso svelarvi tutto
così e...
Uhm...Takis...ehm...ecco io...rispondo alle recensioni, va!
Snow Fox : Come vedi non ho aggiornato
prestissimo...chiedo venia!Comunque grazie mille per i
complimenti...credo che da questo capitolo inizierai a odiarmi quindi
dico addio per sempre a queste belle recensioni piene di
complimenti...sob, sob...Bacio, alla prossima!
anzy : Ecco un'altra che mi
odierà per quello che ho fatto a Takis...Sono contenta che i
capitoli ti siano piaciuti e tranquilla per la recensione mancata: la
tecnologia che prende il sopravvento sull'uomo è la storia
della mia vita. Al prossimo capitolo!Baci
Megarah_witch
: Vedo
che hai centrato in pieno il problema di Miki!Insomma: una goffa e
imbranata e irrimediabilmente sfigata come lei ha passato
metà della sua vita a ruzzolare per terra...e dalla mia
storia si notano le conseguenze!Bacio, al prossimo capitolo!
whitesary :
ti comunico che la tua ramanzina ha fatto sì
che Miki se ne stesse rintanata in un angolo a fare cerchiolini per
terra per un pò. Ovviamente non posso che concordare con te,
ma la psiche di Michelle è un antro oscuro e pieno di
insidie che nemmeno Freud vorrebbe visitare!Alla prossima, baci!
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Capitolo 17 *** Ripartire da via! ***
Ripartire dal via!
Goodbye, my almost
lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?
Ormai sono qua da giorni. Senza
mangiare. Senza dormire.
La musica esce dallo stereo lanciata a
palla e io ogni tanto, usando una spazzola a mò di
microfono,
canto con la mia voce stonata.
In effetti, ogni tanto li sento i cani
fuori che abbaiano infastiditi dalle mie (scarse) doti canore.
Ma non me ne importa.
Come di tutto il resto.
I should've known you'd bring me
heartache
Almost lover always do
Sono giorni che Kim ha smesso di
bussare alla mia porta tentando di farmi ragionare, parlare, di
convincermi a mettere qualcosa sotto i denti.
L'unico ospite ammesso nella mia stanza
è l'altra Michelle, la gatta, che mi degna appena di qualche
occhiata altezzosa prima di adagiarsi senza troppi complimenti sul
mio letto.
Una specie di tuono amplificato a mille
mi fa sobbalzare.
Sono colpi ben assestati alla porta.
“Michelle apri questa porta!”
E' Jack.
Io non rispondo.
Se ne andrà, come hanno fatto
Kim e Vic, penso.
“Miki, ci sono anche io- grida
Aldebaran- Non credi di essere chiusa lì dentro da troppo
tempo?”
Perfetto! Hanno chiamato l'artiglieria
pesante le due traditrici.
“Senti signorinella- continua Jack
con voce arrabbiata- Sei sconvolta, e lo sappiamo, ma non puoi
continuare così!Esci o butto giù questa stupida
porta.”
Per tutta risposta, alzo il volume
dello stereo al massimo.
Almeno se mi spacco i timpani non
sentirò le loro lamentele.
All'improvviso la porta salta
letteralmente via dai cardini, rimbalza sul pavimento per due volte e
si infrange inesorabilmente sulla finestra, distruggendola.
Io seguo questa scena con lo sguardo,
che poi sposto, sempre stando in religioso silenzio, verso l'uscio.
Jack, Aldebaran, Kim e Victoria mi
osservano con attenzione.
“Potevate uccidermi!” sbotto dopo
qualche minuto di rigoroso silenzio.
Jack entra scrollando le spalle “Come
se fosse così facile farti fuori!”
Sospiro rassegnata e mi vado a sedere
sul letto, senza nemmeno curarmi di evitare le enormi schegge di
legno che decorano il pavimento.
Credo proprio che la mia carriera di
eremita sia già finita.
“Michelle, tesoro, sei uno straccio.”
sussurra Victoria sedendosi di fianco a me.
Alzo lo sguardo e vedo il mio riflesso
in una scheggia di vetro della finestra.
Ha ragione. Faccio paura.
Nel frattempo, sento le braccia di Kim
che mi avvolgono il busto e scorrono su e giù sulla mia
schiena.
“Me lo merito. E' colpa mia.”
Se non fossi così
irrimediabilmente stupida e impressionabile e idiota a quest'ora
Takis sarebbe ancora vivo.
“E' colpa mia.” ripeto con voce
afona, mentre questa consapevolezza che mi attanaglia da giorni mi
causa un nuovo groppo in gola.
Le lacrime pizzicano ai lati degli
occhi, ma non riescono a scendere.
Tuttavia mi annebbiano abbastanza la
vista per far finta di essere ancora da sola.
Qualcuno mi si para davanti e mi
afferra le spalle con forza.
Per un breve, brevissimo momento, fingo
che sia Takis...ma un brivido gelido che mi attraversa la schiena mi
fa ricordare gli avvenimenti di quelli che mi sembrano secoli fa.
“Michelle, ascoltami bene- è
Jack e mi scuote nel tentativo da togliermi dal mio torpore- Devi
reagire, abbiamo bisogno anche di te.”
Non me ne frega niente, vorrei
urlargli: Takis è morto che importanza può avere
tutto
il resto?
Mi prendo la testa fra le mani
“Lasciatemi in pace.” piagnucolo con un filo di
voce.
“Forse dovremmo darle più
tempo.” suggerisce Aldebaran.
Rimango chiusa a riccio mentre la
risposta di Hycarus mi arriva ovattata alle orecchie “No. Non
c'è
più tempo da perdere. La guerra è iniziata e noi
abbiamo delle cose da sistemare.”
Poi mi solleva, prendendomi da sotto le
ascelle come se fossi una bambina, e mi porta chissà dove.
Non ho la forza di protestare.
Il corridoio è lungo e
immacolato.
Non mi sforzo nemmeno di guardarlo dato
che lo conosco praticamente a memoria.
A destra e sinistra si susseguono porte
che conducono ad altrettante stanze asettiche.
Un odore forte di disinfettante mi
solletica le narici, senza darmi davvero fastidio.
Sarà perchè ho passato
diverso tempo in infermeria durante il mio disastroso periodo di
addestramento...
Con un leggero tocco della mano, Jack
mi spinge ad entrare in una delle stanze.
Ci sarei andata anche da sola, dato che
sento i cosmi di Mintha e Miguel al suo interno.
Tuttavia non degno i miei compagni
nemmeno di uno sguardo.
Sento il cuore perdere un battito
quando vedo Takis sdraiato a letto, con espressione serena e un
colorito salutare.
Sembra semplicemente che stia dormendo.
“Perchè non gli avete tolto
l'armatura?”
E' la mia voce questo suono lugubre che
sembra venire direttamente dall'oltretomba?
“Non ci siamo riusciti.” risponde
Miguel dopo un po'.
Dalle sue parole non riesco a percepire
se è amareggiato o triste o cos'altro.
Semplicemente non gli presto la dovuta
attenzione.
I miei occhi, come sempre, sono
calamitati da Takis.
Con mano tremante gli sfioro il collo.
No, non c'è battito però...è
caldo.
Mi blocco sul posto e non riesco quasi
più a respirare per lo shock.
“Che significa?” balbetto
completamente confusa.
Jack mi si affianca e mi mette una mano
sulla spalla “E' quello di cui ti volevo parlare. Secondo me
Takis
non è morto.”
Non...è...morto?
“E' solo una teoria, Michelle, -
continua con cautela Mintha- ma secondo noi Takis potrebbe
semplicemente essere sospeso tra vita e morte. La sua armatura ha
bloccato le sue funzioni vitali ma non è riuscita a
trattenere
l'anima e il cosmo.”
Non capisco.
La testa mi pulsa sempre più
forte e le mie orecchie iniziano a fischiare.
“Dobbiamo consultare l'oracolo. Lui
può dirci se c'è davvero un modo per
salvarlo.”
Salvarlo.
Possiamo salvarlo.
È tutto quello che percepisco
delle parole di Miguel.
Se c'è anche un solo modo per
salvare Takis, costi quel che costi, io lo troverò.
Sento un incredibile calore crescere
dentro di me e sostituire il gelo che sembrava prevalere fino a pochi
secondi fa.
“Andiamo dall'oracolo, allora!”
propongo con tono impaziente e sento di avere una faccia leggermente
allucinata.
Gli altri si scambiano uno sguardo
preoccupato.
“Allora?- non riesco a stare ferma,
improvvisamente agitata dal pensiero di riavere Takis con noi-
Potevate chiamarmi prima. Saremmo partiti subito!Dobbiamo andarci
subito, dobbiamo...”
“Non dobbiamo farci troppe
illusioni.- taglia corto Mintha con voce dura- E stai ferma,
maledizione!”
Mi blocco sul posto, spiazzata dal suo
tono. Ma poi guardo il suo volto contratto dal dolore e non posso
arrabbiarmi con me.
“Ma noi...”
“Non noi. Tu.” ribatte Miguel,
fissando insistentemente qualcosa che porto al collo.
Abbasso lo sguardo e su un nastro di
raso nero, esattamente dove l'ho lasciato, pende l'anello che mi ha
affidato Prometheo, troppo grande per starmi al dito.
Lui si fidava di me. Addirittura
sperava che prendessi in mano la situazione in sua assenza.
Alzo una mano tremante fino a riuscire
a stringere questo pendente improvvisato.
Un respiro profondo e poi un altro
ancora.
“Partirò oggi stesso per avere
una risposta dall'Oracolo.- dico con tono risoluto- Voi tornerete a
casa da Embronce ad aspettare il mio ritorno. Non ci metterò
molto.”
I miei tre amici spalancano gli occhi
stupiti da questa improvvisa sicurezza.
“E la guerra?Le Titanidi?I cavalieri
di Atena?” domanda incalzante Jack.
“Che si arrangino.” rispondo con
una punta di irritazione nella voce.
Il biondo mi si avvicina e mi posa una
mano sulla spalla “Sei sicura?”
Annuisco con vigore, per poi scostarmi
da loro facendo qualche passo all'indietro.
“Voi andate avanti...Lascerò
un messaggio per spiegare la nostra partenza.” cerco di
mantenere
un tono fermo ma la mia voce trema irrimediabilmente.
Infilo la porta velocemente e mi sposto
nell'ambulatorio di Soter.
Guardo con disgusto il caos che regna
sovrano sulla sua scrivania e finalmente trovo una penna e una pila
di post-it rosa fosforescente.
Va tutto bene. Mi farò viva.
Ovviamente il
messaggio non è né per i gold né per
Atena, ma
semplicemente per Kim e Victoria.
Sospiro rassegnata
e poso il biglietto sul monitor del computer.
“Come
vorrei credere a quello che ho scritto.” mormoro prima di
uscire
per raggiungere gli altri.
Esco dal piccolo complesso dove si
trova l'infermeria come se uscissi da una specie di coma vigile.
C'è un sole accecante e non
riesco nemmeno a capire che ore sono.
Cammino veloce ma i miei piedi
incespicano continuamente l'uno con l'altro.
Mi gira quasi la testa per quanti
pensieri mi si affollano nella mente.
Forse c'è un modo di salvare
Takis.
Deve esserci.
Improvvisamente sento il bisogno
impellente di fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Andrò dall'oracolo.
E gli conviene avere una soluzione per
il nostro problema.
Affretto il passo, impaziente di
raggiungere Mintha e Miguel che mi staranno aspettando fuori dalle
mura.
“Michelle.”
Al sentire il mio nome mi volto, ma
devo schermarmi gli occhi con la mano per poter riconoscere il mio
interlocutore.
I raggi del sole si fondono
perfettamente con l'oro dei suoi capelli, facendolo sembrare ancora
di più simile ad un angelo.
“Shaka.” pronuncio il suo nome con
tono stupito, ma lui lo prende per un saluto e mi fa un lieve cenno
col capo.
Con pochi passi eleganti mi si avvicina
e finalmente posso guardarlo in faccia.
“Aldebaran mi aveva detto che stavi
male.” mi dice con la sua voce vellutata e poi si volta
leggermente
verso l'infermeria.
“Sto bene.” mento con volontà
stoica.
Per adesso ricopro il ruolo di Takis.
Non posso essere la solita piagnucolosa Michelle: devo essere come
lui.
Shaka inarca leggermente un
sopracciglio “Ne sei sicura?”
Il mio cuore perde un battito e quando
alzo le mani per sistemarmi delle ciocche ribelli dietro le orecchie,
mi accorgo che sto tremando.
Annuisco convinta.
“Ho visto i tuoi compagni andare
verso le mura.- accidenti a lui!Ma non gli sfugge niente?- E'
successo qualcosa?”
“Forse c'è una possibilità
di salvare Prometheo.- spiego, e la voce mi vibra un pò-
Dobbiamo recarci dall'oracolo di Zeus al più
presto.”
Non so come riesco a notare il
cambiamento nel suo volto sempre così uguale a se stesso, ma
riesco chiaramente a percepire l'irrigidimento che gli ha preso il
volto.
“Ve ne andate?Nel bel mezzo di una
guerra?” chiede.
E il tono con cui lo domanda mi fa
sentire una punta di vergogna “Beh, il Santuario è
comunque
protetto...” balbetto, iniziando a fissarmi i piedi.
“Mnemosine è riuscita ad
arrivare ad Atena. Se non fosse stato per il tempestivo intervento di
Aphrodite a quest'ora probabilmente la nostra dea sarebbe
morta.”
ribatte con tono duro.
Tutto quello che riesco a pensare è
che invece la LORO dea è ancora viva e vegeta e Takis invece
è
caduto in chissà quale di tipo di coma...
Sto per aprire bocca per dire qualcosa
ma il biondo mi precede.
“E' rimasta ferita.” continua, come
se dovesse convincermi di qualcosa.
“Mi dispiace, ma io non posso farci
niente. La realtà è che al momento l'unica cosa
che mi
spinge a combattere è la sorte di Takis.”
Le labbra sottili di Shaka si piegano
lievemente all'insù, in un piccolo sorrisetto sarcastico
“Quindi ora avresti tutta questa smania di
combattere?”
Cerco di fulminarlo con lo sguardo, ma
fallisco miseramente.
“Io sono più combattiva di
quanto voi tutti crediate.” sibilo in risposta, incrociando
le
braccia.
E forse sono stata un po' troppo brusca
perchè per qualche secondo anche Shaka mi sembra sorpreso.
“Certo: io non so spaccare in due una
montagna con uno schiocco di dita, oppure togliere cinque sensi alle
persone con lo sguardo o muovere gli oggetti col pensiero. Non sono
niente di speciale come guerriero, -ammetto, senza vergogna-ma quando
credo in qualcosa io ce la metto davvero tutta per... ”
Sospiro rassegnata notando che non ha
nemmeno cambiato espressione.
“Senti- mormoro di nuovo, passandomi
una mano sugli occhi- Takis ha bisogno di me.”
“Anche Atena ha bisogno di te.”
La sua voce profonda mi spiazza non
poco, ma soprattutto fa scattare una rabbia sottile in me.
Atena ha bisogno di me?
Proprio adesso Atena ha bisogno di me?!
“Ricordi cosa mi dicesti prima di
cacciarmi dal Santuario?” domando cercando di frenare il
nervosismo.
Shaka scuote la testa e fa ondeggiare i
fili d'oro che si ritrova al posto dei capelli.
“Michelle non è il momento...”
mormora con tono secco.
“Dicesti- continuo imperterrita- che
avrei avuto altre battaglie per cui combattere. E credo proprio che
questa sia una di quelle. Atena ha i suoi cavalieri che combatteranno
per lei.”
“Ma voi vi siete dichiarati nostri
alleati.” tenta di nuovo, con più trasporto.
“Alleati!- ripeto, come se stessi
sputando una medicina troppo amara per essere mandata giù-
Se
siamo alleati allora dov'eravate quando siamo stati attaccati fuori
dalle mura?”
Shaka non batte ciglio “Mnemosine è
riuscita ad arrivare ad Atena. Dovevamo andare da lei e
proteggerla.”
Incrocio le braccia stizzita,
concedendomi di lanciargli un'occhiata al vetriolo “Oh,
certo.
Scommetto che nessuno di voi dodici poteva venire ad
aiutarci.”
Il biondo sospira, come se avesse a che
fare con una bimba capricciosa “Abbiamo delle
priorità.”
“Anche noi.” ribatto piccata.
“Quindi...le sorti della terra e
dell'umanità non ti interessano.”
Non è una domanda.
Una semplice constatazione fatta con
tono sommesso, che tuttavia riesce a bloccarmi sul posto.
Mi volto lentamente e mi ritrovo faccia
a faccia con quelle pozze limpide che ha al posto degli occhi.
“Questa guerra non riguarda solo te e
i tuoi compagni e il Santuario. Se dovessimo fallire
l'umanità
scomparirà!”
Le sue ultime parole mi fanno
sussultare.
Non tanto per il significato in sé,
ma per il tono che ha usato.
Un tono duro, quasi aspro.
Un tono che urla a squarciagola: sei
un'egoista.
Sospiro, cercando di raccogliere il
massimo autocontrollo possibile “Non ho compiti in questa
guerra.
Ciò che devo fare ora è salvare Takis,
punto.”
Shaka aggrotta la fronte e si volta
leggermente verso sinistra, come se non volesse guardarmi negli
occhi.
“La vita di un solo uomo vale per te
più di tutte le altre messe insieme?”
Sembra un'altra ramanzina.
“Takis non è solo un
uomo...”sussurro, abbassando lo sguardo.
Per qualche secondo non parla nessuno
dei due.
“Lo ami.” constata alla fine il
biondo, sempre senza guardarmi.
Io alzo la testa di scatto, arrossendo
vistosamente.
Non avrei mai pensato che qualcuno
potesse dire ad alta voce quelli che per gli ultimi giorni sono stati
i miei dubbi.
Amo Takis?
Forse...
Io amo Takis?
Non lo so...però...
“Sarei un'egoista se volessi salvare
la vita dell'uomo che amo?” gli domando in un sussurro.
Non posso credere di averlo ammesso.
Soprattutto ad alta voce.
Con Shaka.
I suoi occhi celesti diventano di
ghiaccio mentre si puntano di nuovo su di me, contratti da una strana
rabbia che non riesco a riconoscere e che su di lui fa un effetto
spaventoso.
“Sì.”
La sua risposta mi colpisce più
forte di qualsiasi colpo mortale.
Inspiro rumorosamente, gonfiando il
petto.
“Perfetto:sono un'egoista, sei
contento ora che l'ho detto?- sbotto in preda a una strana furia-
Sono un'egoista perchè amo e perchè per
ciò che
amo sono disposta a rischiare il tutto per tutto!Sono un'egoista
perchè non ho assolutamente idea di che cosa sia la pace
interiore ma so che se non possederla mi rende capace di amare fino a
questo punto, ne sono più che felice.”
I miei occhi diventano due fessure
mentre cerco di incenerirlo con lo sguardo. Il biondo non sembra fare
una piega.
Se ne sta lì impalato, con gli
occhi chiusi e l'espressione immutabile.
Sembra una statua e non un essere
umano.
Non so perchè, ma la cosa mi fa
arrabbiare ancora di più: è così
difficile
mostrare un minimo di comprensione?
Gettare per qualche attimo la maschera
e far vedere che anche lui è in grado di provare emozioni?
“Appena uscirò da questo posto
tornerò a casa e cercherò un modo per aiutare
Takis e,
dovessi impiegarci cent'anni, lo troverò!!”
ringhio
stringendo i pugni.
Non so se tutta questa rabbia è
quella che avevo accumulato da tempo oppure me la sta facendo venire
proprio il cavaliere che se ne sta davanti a me impassibile.
Mi lascio sfuggire un grugnito
contrariato, prima di girarmi sempre più infuriata e seguire
i
passi dei miei compagni.
Cammino piano verso l'uscita, scossa da
strani tremori.
L'acqua che sento scivolare lungo le
mie guance mi informa che sto piangendo.
E per la prima volta in questi giorni
non è per tristezza ma semplicemente per nervosismo.
Ammettiamolo: il fatto che le mie
emozioni siano legate a doppio filo con le ghiandole lacrimari
è
una vera scocciatura!
“Non andartene.”
La voce di Shaka è poco più
che un sussurro ma rimbomba all'interno della mia testa come se
avesse urlato.
Non è una richiesta
supplichevole, anzi. Può sembrare una specie di ordine
camuffato, ma quella voce bassa nella mia mente gli attribuisce
chissà quali significati.
Non andarmene.
Mi viene da sorridere al pensiero.
“Shaka- pronuncio il suo nome senza
alcun fremito, per la prima volta probabilmente- ci sono stati giorni
in cui a una tua richiesta del genere non avrei saputo rispondere
no.”
Mi giro verso di lui, e i suoi occhi
celestiali e il suo viso d'angelo non mi fanno alcun effetto
“Ma è
un po' di tempo che quei giorni sono finiti.”
Ripensare a quelli che ormai sono solo
pochi giorni fa mi dovrebbe fare venire da ridere...
...se non mi trovassi in una situazione
del genere.
Davvero ero io quella ragazza ridotta
in stato praticamente amebico?
Io?!
Ricordo che quando ho varcato l'uscita
del Santuario ad attendermi ormai era rimasto solo Miguel.
Mintha e Jack erano già tornati
a casa a spiegare la situazione a Embronce e a portare Takis nella
sua stanza, ad attendere un qualche miracolo in perfetto stile
Biancaneve.
“Tutto bene?” mi aveva domandato
l'andaluso, venendomi incontro e analizzandomi attentamente la faccia
lugubre (cosa che, per altro, continuava a fare qualsiasi essere
umano che mi incrociasse)
Io, pur con tutte le caratteristiche
fisiche e mentali per partecipare come comparsa in un film horror di
serie B, avevo scrollato le spalle e ho pensato bene di porre la
fatidica domanda.
Oh, se me lo ricordo, quel momento.
Dovrei segnarmelo sugli annali del mio
sfigometro.
“Dove si trova questo oracolo?”
avevo chiesto con tono risoluto.
Lo sguardo colpevole di Narcisus
avrebbe dovuto pur dirmi qualcosa, accidenti a me!
“Sul Kanchenjonga!Come si fa a
mettere un monastero su una montagna alta 8.856 metri?”
La mia domanda è destinata a
rimanere senza risposta dato che sono sola, su una scarpata
terrificante, in mezzo ad un vento gelido che riesce a penetrare
perfino all'interno della mia tenuta da omino Michelin.
“Muuuuuuuuuu” commenta
esaustivamente la gigantesca mucca pelosa (un grosso yak
dall'espressione intelligente) che mi hanno affidato per riuscire a
raggiungere sana e salva il monastero dell'oracolo.
“Hai ragione- le rispondo, riuscendo
a far spaccare ancora di più le mie labbra screpolate- E'
proprio uno schifo.”
Ma potevo aspettarmi altro?
Per prima cosa io il freddo non lo
sopporto. Davvero. E passare dalla calda estate greca al freddo
polare che c'è qui è orribile.
E poi sono in compagnia di un
quadrupede puzzolente e dall'igiene discutibile.
Dulcis in fundo, credo di stare per
raggiungere l'ibernazione e non posso farci niente dato che uno dei
vecchi abitanti dell'ultimo villaggio che ho attraversato mi ha detto
che non posso raggiungere da sola l'oracolo ma che se desidera
vedermi manderà lui stesso qualcuno a recuperarmi.
E se per allora fossi già un
cubetto di ghiaccio?
Già lo immagino là, con
il phon in mano, per cercare di scongelarmi.
“Muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu” ripete la
bestia, che ho battezzato Puzza.
“Questo l'hai già detto-
borbotto, riuscendo a malapena a muovere le labbra screpolate- Non
sei un granchè come compagnia.”
Ma quando alzo lo sguardo noto una
figura, imbacuccata per bene come me, che si avvicina con passo
spedito nonostante il forte vento contrario.
Stringo gli occhi cercando di
focalizzare il suo volto fra tutto questo bianco.
È alto e probabilmente robusto.
O forse sono solo i vestiti troppo ingombranti.
I suoi capelli sono lunghi e scuri e
ondeggiano nel vento riuscendo a schizzare fuori dal cappello.
E quegli occhi...quegli occhi così
neri e caldi...sono sicura di averli già visti da qualche
parte!
“Vassalios?!” esclamo quando
finalmente mi raggiunge e posso vedere il suo volto.
“Muuuuuuuuuuu?” mi fa eco Puzza,
guardandosi intorno interrogativa.
“In carne, ossa e ciuffo fluente,
cocca!” anche la sua voce è calda e mi causa una
morsa nello
stomaco, per come mi ricorda quella di Takis.
“E così sei la famosa Michelle
di cui Takis parlava tanto.” continua a parlare, con una nota
scanzonata nel tono e poi scoppia in una risata cristallina, che gli
fa scoprire dei denti bianchi e abbaglianti.
So che questo dovrebbe essere un
momento topico e drammatico, con io che incontro il padre adottivo
dell'uomo che devo salvare, ma...ormai mi conoscete no?...l'unica
cosa sensata che mi viene da dire è “Sto morendo
di freddo!”
Come se si rendesse conto solo ora
delle condizioni atmosferiche, Vassalios annuisce “Oh,
già.
Prima il dovere e poi il piacere.- sentenzia con tono serioso-
Parleremo più tardi.”
E con un movimento fulmineo tira fuori
da una sacca che si portava sulla schiena una spolverata di non so
quale sostanza.
“Scusa, dolcezza. È la
prassi.”
Io lo guardo stupita mentre mi strizza
l'occhio e mi spruzza in faccia una manciata di quella roba.
Come prima reazione starnutisco, dato
che il naso inizia a pizzicarmi fastidiosamente.
Vassalios ride di nuovo e mi mette un
braccio intorno ai fianchi, sorreggendomi.
“Che roba era?” domando, e la mia
voce mi arriva attutita alle orecchie. Anzi, fa anche un po' fatica
ad uscire per la verità.
“Top Secret.” sentenzia con un
sorriso bonario, mentre mi carica in groppa a Puzza.
Non riesco a trattenere una smorfia
schifata.
Ma sono contenta che l'abbia fatto
perchè le gambe non collaborano più.
“Dove andiamo?” chiedo con la bocca
stranamente impastata.
Vassalios ormai e davanti a me, e
trascina Puzza per la corda che fino a qualche minuto fa stringevo
fra le mani.
“Top Secret.”
E queste sono le ultime parole che
percepisco, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare a questo
sonno strano...
Accidenti che dormita!
Certe sostanze dovrebbero essere
bandite da questo universo...
Sento la testa pesantissima e le mie
palpebre sono incollate le une alle altre, cosa che peraltro mi fa
sembrare una specie di talpa e mi impedisce di mettere a fuoco
decentemente la stanza in cui mi trovo.
Almeno fa caldo, e la cosa non è
da sottovalutare.
“Era ora che ti svegliassi- sbotta
una vocetta acuta- Ancora un po' e ti avrei gettato in testa un
secchio di acqua gelida!”
Aggrotto la fronte confusa e mi metto a
sedere, facendo scivolare leggermente via dalle mie spalle una
coperta di lana grezza.
Davanti a me, seduto su una poltroncina
accanto al divanetto dove sono semi sdraiata io c'è un
bambino
dai corti capelli corvini, gli occhi a mandorla e un sorrisetto
furbo, che mostra la mancanza dei due incisivi da latte.
All'improvviso mi ricordo del motivo
per cui sono qui.
“Devo parlare con l'Oracolo!”
esclamo, più rivolta verso a me che a lui.
“Questo lo sapevo già.”
sghignazza gongolante il ragazzino.
“Potresti per favore chiamarlo?E' una
questione piuttosto urgente.”
Il ragazzino mi da un pugnetto
scherzoso in testa “Non c'è bisogno: sono io
l'oracolo!”
trilla felice.
Sbatto le palpebre incredula “Il
potente oracolo di Zeus è un bambino di sei anni?”
“Ne ho otto!” sbotta in risposta.
“Scusa è che io ti immaginavo
più...”balbetto imbarazzata.
Il bambino mi lancia un'occhiataccia
inadatta alla sua età.
“Sì insomma più...”tento
di nuovo cercando di trovare la parola adatta.
Sei in missione diplomatica, mi avverte
una vocetta nella mia testa, non ti conviene attirarti addosso l'ira
di un Oracolo, anche se in miniatura.
“Diverso.” concludo con un
sorrisetto tirato.
Il piccolo Oracolo sembra vagamente
soddisfatto della mia risposta e si alza in piedi, ergendosi in tutta
la sua (scarsa) altezza.
Mi fa un po' impressione come, con quei
paramenti rossi decorati con fili d'oro che noto solo ora, sembri
effettivamente molto più grande di quanto sia in
realtà.
“Io sono Chen, l'Oracolo di Zeus, e
ora Michelle di Aracne ti riferirò cosa il Padre degli Dei
risponde alle tue domande.”
Spalanco la bocca stupita “Ma io non
ho ancora chiesto niente.” protesto debolmente.
Chen batte spazientito un piedino a
terra “Così rovini l'atmosfera!- sbotta
infastidito- E poi
io sono un Oracolo, sapevo del tuo arrivo ancora prima che decidessi
di partire, quindi se per cortesia potessi tacere...”
“Ok. Sarò muta come un pesce.”
mi scuso con tono colpevole.
Il ragazzino si schiarisce la voce con
un colpetto di tosse “Dicevo: Zeus il Tonante mi ha mandato
una
risposta per i tuoi quesiti. Il cavaliere senza dio di Prometheo non
è morto come credevate ma è caduto in un sonno
maledetto. Solo un dio può far sì che i suoi
occhi si
spalanchino di nuovo su questo mondo...”
“Davvero?” mi lascio scappare
mentre per l'emozione salto letteralmente in piedi.
Chen sbuffa risentito “Cosa ti avevo
detto?”
“Ops.” esclamo mettendomi una mano
sulla bocca.
“Il divino è deciso ad
ottemperare la tua richiesta e risvegliare il cavaliere addormentato,
solo a condizione che tu ti affianchi alla sua figlia prediletta per
aiutarla a vincere la guerra in corso.” continua a parlare
con tono
solenne il mini oracolo.
Rimango a bocca spalancata.
“Ti è chiaro quello che ti ho
detto?” chiede dopo attimi di mio totale mutismo, guardandomi
perplesso.
“Io...sì, ma...cioè...voglio
dire che...”
Insomma Zeus lassù sul suo bel
monte Olimpo deve avere uno megaschermo al plasma che
trasmetterà
la tragica scena in cui io mi ripresenterò al Santuario con
la
coda fra le gambe.
Stupidissimo senso dell'umorismo
divino!Quand'è che troveranno altre creature da infastidire?
“Cioccolata con panna per tutti!”
esclama una voce gioviale che mi fa riscuotere dai miei pensieri
autocommiserativi.
Vassalios è entrato con un
vassoio che porta tre grandi tazze fumanti che emanano un odorino
delizioso.
“Evvai, la cioccolata!” esulta Chen
andandogli incontro correndo.
L'entrata in scena del greco mi lascia
ancora più spiazzata di quanto non fossi già.
Questo ragazzo dai capelli scuri che
gli solleticano le spalle, un sorriso radioso che gli illumina il
viso e gli occhi vivaci lo posso benissimo considerare il padre
adottivo di Takis.
“Allora, Michelle cara, hai avuto le
risposte che speravi?” mi domanda educatamente, con un tono
molto
affettuoso.
Per tutta risposta annuisco,
continuando a fissarlo rapita.
Vassalios lancia un'occhiata incerta a
Chen e il bambino, con la bocca sporca di cioccolato inizia a parlare
come una piccola mitraglietta “Gli ho detto tutto quello che
mi
avevo detto Zeus, certo che ci aspettavamo che arrivasse un po'
prima, vero?Le mie visioni le ho avute ormai le ho avute più
di una settimana fa!Ormai credevo che non sarebbe più venuta
e
che non mi avrebbe più portato con sé in
Grecia...”
“Un momento- lo interrompo- Ti dovrei
portare con me in Grecia?!”
Il giovane greco scoppia in una risata
argentina “Forse ti sei dimenticato di riferirgli un piccolo
particolare, Chen!” esclama, scompigliando i capelli al
ragazzino.
“Mi porterai al Santuario!” afferma
tronfio, rivolgendomi un sorriso sdentato.
Sbatto gli occhi confusa da questa
richiesta “No. Non è proprio il caso.”
“Ma io voglio venire con te!”
sbotta Chen, battendo con violenza un piede per terra.
Ci mancavano anche i capricci di un
giovane oracolo, ora.
“Mi dispiace, non puoi. Non saresti
al sicuro.” taglio corto, cercando di mantenere un tono fermo
ma
rispettoso.
“Ti preeeeeeeeeeeeeeego!!”continua
con vocetta petulante.
“No” ribadisco.
“Dai!!”
“Non se ne parla.”
“Per favore?” tenta di nuovo
sgranando gli occhioni neri.
“No!” rispondo con tono esasperato.
“Eddai!”
“Ok.”
La mia risposta spiazza talmente il
piccoletto che rimane per qualche secondo con la bocca aperta.
“Davvero?” domanda speranzoso.
“No.” ribadisco, facendo roteare
gli occhi.
Scommetto che questo botta e risposta è
destinato a durare per secoli. Sicuro come l'oro.
Ma quanto è testardo questo
bambino?
Vassalios decide finalmente di mettere
becco.
Da quanto mi ha detto Takis è un
tipo piuttosto bizzarro, spero che stia almeno dalla mia parte.
Ti prego, ti prego, ti prego!, fa che
stia dalla mia parte!!
“Secondo me Chen ha ragione.”
E ti pareva...Capiterà mai che
le mie suppliche vengano esaudite?
Il piccolo demonio si mette a
saltellare e a gioire in una lingua strana e sconosciuta che alle mie
orecchie suona come un mix malriuscito fra il cinese e una gallina
che viene strozzata.
“Come hai detto?” domando
all'ex-multimilionario greco, lanciandogli occhiate di fuoco.
“Se ha deciso di venire con te,
probabilmente l'ha anche visto in una delle sue visioni.- spiega con
una scrollata di spalle-Non puoi andare contro il destino.”
Non posso andare contro il destino?
Glielo faccio vedere io, come posso
farlo, invece!
Sto per aprire bocca per dirgli che io
non voglio portarmi dietro una piattola in miniatura, quando lui mi
precede.
“Chen, vai a preparare la tua roba.
Il viaggio sarà lungo.”
Il bambino se ne va dalla stanza
borbottando e trascinando i piedi.
Mi lascio scappare un sorrisetto
divertito: anche io facevo così quando venivo mandata via
perchè gli adulti dovevano parlare fra loro.
Torno a guardare Vassalios. È
incredibile che questo ragazzo che non dimostra nemmeno dieci anni
più di me, potrebbe benissimo essere il bis-nonno di mio
nonno!
“E' un po' vivace.” inizia con tono
quasi colpevole, sorridendomi apertamente.
Io avrei detto: è la
reincarnazione di Lucifero...ma lasciamo perdere.
“Sarà un disastro- lo informo,
facendo una smorfia- Non so assolutamente trattare con i
bambini.”
Lui annuisce, socchiudendo un poco i
suoi profondi occhi scuri.
“Stare qui l'ha fatto maturare prima
dei suoi coetanei. Scommetto che te la caverai.”
Sospiro e mi sistemo meglio la coperta
sulle spalle, mentre gironzolo per la stanza.
Di certo non deve essere stato facile
starsene qui. Certo: è stato servito e riverito dai monaci
che
lo trattano come se fosse una piccola divinità...ma a quale
prezzo?
Anche il Santuario è un posto
fuori dal mondo, però almeno riesci a farti degli amici.
Mi stringo nelle spalle “E' così
giovane. Non è giusto che se ne stia qui a fare l'oracolo.
Dovrebbe andare a scuola, giocare con gli amici...E poi qui fa un
freddo tremendo.”
Quando mi giro verso di lui Vassalios
mi sta sorridendo, in un modo che non aveva mai fatto nessuno.
È un sorriso dolcissimo,
paterno.
“Che c'è?” domando
imbarazzata, spostando lo sguardo.
“Takis- risponde in un sospiro-
Capisco perchè sei riuscita a farlo innamorare.”
A dispetto del clima polare, sento un
caldo incredibile salirmi alle guance.
Giro la testa di scatto e cambio
strategicamente argomento “I monaci che dicono della partenza
dell'Oracolo?”
Vassalios scrolla le spalle “Nulla.
La decisione è più ufficiosa che
ufficile.”
“Mi stai dicendo che non sanno
niente?”domando preoccupata.
Il mio insuperabile settimo senso mi
dice che mi sto per cacciare in un mare di guai...O perlomeno che a
breve mi verrà tolto il permesso di rimettere piede in
questa
nazione.
“Immagino che lo scopriranno domani,
quando non lo troveranno nelle sue stanze.” risponde serafico
Vassalios, sorseggiando la sua cioccolato.
“Mi stai dicendo che devo rapirlo?”
L'ultima volta che ho rapito qualcuno
la cosa si è risolta con un grande casino per me!
“Rapire, che parolone!- sghignazza il
greco- Diciamo che è più un'operazione di
salvataggio.
Sai bene anche tu che Chen starà molto meglio
là...”
“Ma...ma...ma...” balbetto, mentre
cerco inutilmente di trovare un modo carino per rifiutarmi di fare
una cosa del genere.
“Ma poi ti crederanno mio complice,
magari!” esclamo trionfante, pensando di aver trovato una
scappatoia.
Il giovane fa sventolare una mano con
noncuranza “Mi ero già stufato di questo posto. Vi
accompagnerò fino a valle e poi credo proprio che
partirò
per l'Australia: come mi vedi come surfista?”
Come se questo colpo inflittomi così
subdolamente non bastasse nella stanza entra il piccolo Oracolo con
due voluminose valige che è riuscito a tirarsi dietro
chissà
come.
“Allora, quando partiamo?”
Quando entriamo nel Santuario sono in
debito d'ossigeno.
Butto alla bell'e meglio le valige che
ho portato DA SOLA fin qui e mi lascio cadere sdraiata per terra,
incurante della polvere che mi imbratta i vestiti.
“Sei stanca?” mi domanda con tono
innocente Chen, che al contrario di me non mostra nemmeno una goccia
di sudore e se ne sta lì a fissarmi, immacolato e serafico
nella sua maglietta dei Simpson.
“Va al diavolo.” è tutto
quello che riesco a rispondergli, e la mia voce assomiglia vagamente
ad un ringhio.
“Ti ho già detto che non mi
stai simpatica?” borbotta Chen incrociando le braccia.
Sospiro e gli rispondo con lo stesso
tono“L'hai menzionato un paio di volte.”
La verità è che io non ci
so fare con i bambini. Davvero.
E mi pare pure di averlo detto a
Vassalios, ma vi pare che qualcuno mi dia ascolto?
Ecco. Tanto lui se ne starà bel
bello a pavoneggiarsi del suo fisico statuario fra delle squinzie in
bikini dall'altra parte del mondo!Cosa volete che gliene freghi di me
e dei problemi con questo mocciosetto?
Il punto è che qualsiasi essere
al di sotto dei dieci anni riesce immancabilmente a capire che
può
chiedermi qualsiasi cosa e io la farò comunque.
Credo che dipenda da come riescono a
sembrare creature innocenti e dolci in ogni occasione.
Michelle mi prendi un gelato?Sicuro.
Michelle è vero che per rendermi
felice potresti addirittura esaurire il credito sulla Platinum Card
che ti ha dato Vassalios?Ovvio.
Miki, io sono un povero piccolo e
tenero bambino: portale tu le mie valige da cinquanta chili l'una su
fino al Santuario, tanto tu hai solo una sacca ultraleggera!Agli
ordini, comandante.
Michelle ti dispiace se rido come un
pazzo mentre ruzzoli giù dalla scarpata per arrivare al
Sanutario?Figurati!Fai pure.
Cerco di far tornare il respiro
regolare ma è un po' difficile con la gola ultrasecca che mi
ritrovo.
Inoltre, non credo di avere più
le forze per fare un passo di più.
O per rialzarmi.
O per respirare.
“Bè?Vogliamo stare qui ancora
molto?- sbotta Chen infastidito- Fa caldo e mi sta venendo
sete.”
Non ho la forza per lanciargli uno di
quegli sguardi che ho ideato durante il mio viaggio con il piccolo
oracolo. Il chiudi-quella-bocca-o-rischi-davvero-grosso glielo
comunicherò la prossima volta, quando tutte le cellule del
mio
corpo non saranno disidratate e avranno fatto la pace con me.
“Espandi il cosmo e qualcuno verrà.”
è tutto quello che riesco a dirgli in un sussurro.
Il micro rompiscatole non risponde ma
stranamente fa come gli dico.
E non passano nemmeno pochi minuti che
percepisco due cosmi conosciuti avvicinarsi.
Che strano...Chissà che ci
facevano Aioria e Marin insieme...
“Michelle?!” esclama stupita la
rossa.
Io ho giusto la decenza di alzare la
testa “Come va?”
“Con quale faccia tosta hai il
coraggio di ripresentarti qua dopo averci abbandonato in un momento
di tale crisi?” mi rimprovera invece il gold, senza curarsi
del
fatto che io sono qui per terra e che ogni sua singola parola in
questo momento, entra da un orecchio e esce dall'altro.
“Lei rappresenta la mia scorta, anzi
la mia schiava, e io sono venuto qui per conferire con la vostra dea
e intendo farlo subito.” sbotta Chen, infastidito per essere
stato
ignorato così a lungo.
Con un colpo di reni mi alzo in piedi e
punto il mio indice minaccioso contro il ragazzino “Senti un
po',
io non sono affatto la tua schiava. Vedi di darti una regolata o
vedrò io stessa di somministrati la dose di sculacciate che
ti
sono mancate fino adesso!”
Marin e Aioria ci osservano stupiti per
qualche secondo prima di sbraitare all'unisono “Michelle!Non
puoi
parlare così all'Oracolo.”
E ti pareva che non prendevano le sue
difese!
Il micro demonio mi fa una boccaccia
“Gnè gnè gnè
gnè!”
Calma e pace interiore...
Calma e pace interiore...
Sospiro rassegnata al fatto che non la
raggiungerò mai “Andiamo?” è
l'unica cosa che
riesco a domandare.
I due saint annuiscono ma Chen ferma il
gold con un gesto della mano.
“Ehi, tu.- chiama - Prendi le mie
valige.”
Spalanco la bocca estremamente stupita
mentre Marin e Aioria cadono in un silenzio scioccato.
“Per Zeus, Chen, mostra un minimo di
educazione!” esclamo guardandolo minacciosa.
Per tutta risposta lui scolla le spalle
“Gli ho solo dato un ordine. Io sono l'Oracolo di Zeus e lui
è
solo uno stup-”
Con un movimento fulmineo mi avvento
sul ragazzino, riuscendo a tappargli la bocca con una mano.
“Il caldo gli sta dando alla testa.
Forse è meglio andare.” dico, scoppiando poi in
una risatina
imbarazzata.
Senza battere ciglio, ma con negli
occhi un'espressione dubbiosa, Aioria afferra senza fatica entrambe
le valige.
“Comunicherò ad Atena
dell'arrivo dell'Oracolo.- spiega con tono professionale- Marin
potresti occuparti di loro in mia assenza?”
La rossa annuisce con convinzione e io
mi ritrovo a osservare il gold andarsene con passo affrettato.
“Ahia!”
L'esclamazione mi scappa improvvisa,
non appena il moccioso mi morde la mano.
Chen sorride soddisfatto, guardandomi
con aria di sfida, e io gli rispondo con un'occhiata al vetriolo.
“Sperò che Atena vi riceva
presto.” sospira il silver.
E qualcosa mi dice che quel tono
rassegnato era riferito a noi...
“Ti scongiuro Chen- ripeto per
l'ennesima volta mentre percorriamo con la sola scorta di Tatsumi,
che dopo il nostro unico incontro ha deciso di ignorarmi
completamente- non dire niente di irriverente che possa irritare la
dea!”
Il bambino sbuffa risentito “Oh, ne
avrei di cose da dire, a quella strega!”
“Chen!Ma mi ascolti quando parlo?”
Lui alza le mani in segno di resa “Non
dirò niente di cattivo. Anzi, in realtà non posso
neanche parlarle.”
Per lo shock smetto di camminare “Cosa
vuoi dire?”
Con pochi passi affrettati li
raggiungo, dato che non si erano nemmeno dati la briga di aspettarmi.
“Intendo dire che io posso comunicare
con altre divinità all'infuori di Zeus- spiega con tono
petulante- Parlerai tu al mio posto.”
“Che cosa?!” mi lascio scappare ad
alta voce.
Troppo ad alta voce.
Tutti e dodici i cavalieri dorati che
ci aspettavano fuori dalla stanza della dea si voltano verso di noi e
mi guardano con quello che potrei definire uno sguardo di forte
rimproveri.
Mi soffermo per un istante troppo lungo
sul volto impassibile di Shaka e appena me ne accorgo trovo
particolarmente interessante la punta delle mie scarpe logore.
“Ci mancava la
psicopatica-pacifista-abbraccia-alberi.” sbotta Death Mask
con la
sua voce profonda.
Il ragazzino scoppia a ridere
divertito, e io non posso fare a meno di scoccargli un'occhiataccia.
Pacifista abbraccia alberi?!
“Shaka ci ha spiegato che te ne sei
andata perchè non intendi combattere e che gli altri ti
hanno
seguito.” spiega Aioros quando vede la mia espressione
perplessa, e
nel suo tono sento una punta di rimprovero.
Provo a lanciare uno sguardo
interrogativo al biondo cavaliere della Sesta ma quello non mi degna
nemmeno di uno sguardo.
Ma la cosa non mi infastidisce più
di tanto visto che riserva lo stesso atteggiamento anche verso gli
altri presenti.
“Miss Kido può ricevervi.”
annuncia Tatsumi dopo essere entrato a verificare le condizioni della
sua padroncina.
Mi faccio scappare una sbuffata e poi
mi decido ad entrare, affiancata da Chen, seguendo tutti gli altri
gold.
Entrare nella stanza di Atena è
paurosamente simile ad entrare in una camera mortuaria.
Non che ci sia mai stata, sia chiaro.
Figuriamoci, impressionabile come sono!
Però credo che, a parte pizzi e
merletti e il letto a baldacchino, la somiglianza deve essere
impressionante.
Appena metto un piede all'interno un
profumo di rose, che sono sparse in numerosi vasi nella stanza in
modici mazzetti da cinquanta esemplari l'uno, mi colpisce come uno
schiaffo.
Chen storce la bocca disgustato,
probabilmente da tanto sfarzo in stile barocco, e poi starnutisce.
La stanza è enorme e i gold si
dispongono immediatamente (certo non dopo aver fatto un lieve
inchino) al cospetto della loro dea, come delle guardie del corpo di
altri tempi.
Mi scappa un sorriso divertito quando
vedo Aphordite posare uno sguardo sconsolato sui fiori.
Spero proprio che non gli abbiano fatto
sradicare il suo bellissimo giardino solo per assecondare le manie di
protagonismo della Kido...
“Nobile Oracolo- inizia a parlare
Atena, con il suo tono pomposo leggermente smorzato dalla vocina
flebile che usa- sono lieta che siate qui in questo momento
difficile. Di certo la vostra presenza potrà portarci
vantaggi
in questa inutile guerra e...”
Accidenti, che strazio!Non avrà
davvero intenzione di fare un discorso lunghissimo e senza senso,
vero?
Insomma è quasi ora di pranzo!
Presa dalle proprie parole la dea cerca
di mettersi leggermente seduta, ma il tentativo deve provocarle una
fitta e dalle sue labbra esce un lamento per niente velato.
Poveretta. Quasi quasi mi dispiace di
aver pensato male di lei.
Quasi, penso convinta mente vedo Aioria
e Saga precipitarsi ad aiutarla, Milo sistemarle i cuscini dietro la
schiena e Shura offrirle un bicchiere d'acqua.
Grazie agli dei che almeno Death Mask
mantiene la sua faccia scura e scocciata.
Non farti fregare. Ha solo una
costola incrinata.
Mi rivela Chen
parlando direttamente nella mia testa.
Certo, questa
intrusione è parecchio fastidiosa e mi lascia un fischio
insopportabile nelle orecchie.
Ma guardali: secondo me adesso i
gold si mettono a scodinzolare.
Roteo gli occhi
scocciata e gli scocco un'occhiataccia a cui lui risponde con
un'alzata di spalle.
“Sono desolata.- pigola Saori
cimentandosi in uno sguardo da martire che meriterebbe un Oscar per
l'interpretazione- L'attacco di Mnemosine mi ha lasciato alquanto
debilitata...”
Bla bla bla. Continua
il piccolo Oracolo incrociando le braccia infastidito Che
cosa vuoi che me ne freghi del suo stato di salute?Mi sta pure
antipatica.
Sospiro debolmente,
mordendomi le labbra per impedirmi di rispondergli ad alta voce, cosa
che mi farebbe sembrare pazza.
Sentila quanto parla!Sul serio non
si potrebbe tagliare questi convenevoli inutili e snervanti?
Per tutta risposta
gli poggio una mano sulla spalla.
Mi scappa la pipì. Si
lamenta di nuovo con quella sua vocetta petulante.
Cerco di
concentrarmi su quello che sta dicendo Atena.
“Bla
bla bla...” è tutto quello che riesco a percepire.
Bla bla bla...
sento di nuovo nella mia testa.
Non colgo una
parola di nessuno dei due discorsi.
Mi guardo attorno
smarrita ma i gold sembrano perfettamente in grado di capire quello
che viene loro detto. Perfino Tastumi annuisce gongolante ad ogni
sillaba che esce dalle labbra della sua padroncina.
Perchè solo
io percepisco un'accozzaglia di parole senza senso?!
Bla bla bla...
“Bla
bla bla...”
Bla bla bla...
“Adesso basta!Chiudi quella maledetta
ciabatta!-urlo, prendendomi la testa fra le mani- Mi stai facendo
scoppiare la testa!”
Il silenzio cade di colpo nella sala.
Anzi, un suono c'è: è la
risata argentina di Chen.
Alzo lo sguardo con titubanza e oltre
alle facce scioccate e rassegnate di Mu e Aldebaran e a quella
divertita di Milo, vedo numerosi occhiatacce.
E dire occhiatacce è un
eufemismo.
Atena sembra che da un momento
all'altro possa iniziare a lanciare fiamme dalle orecchie e sbuffare
fumo dal naso.
“L-l'oracolo parlava nella mia testa”
balbetto come scusa, mentre arrossisco fino alla punta dei capelli.
Antipatica!Non si fa la spia!
Mi punzecchia di nuovo Chen.
Ahahahahahah!Guarda la faccia di
quella mummia col lifting!Adesso le parte un embolo!!
Mi schiarisco la voce imbarazzata e
inizio a parlare “Purtroppo il giovane oracolo non
può
parlare con Voi, per via delle restrizioni dettate dalla sua
posizione- Visto, Miki?Non è così difficile: stai
mettendo insieme un discorso coerente, ora per favore smettila di far
tremare la voce- Tuttavia ci tiene a farvi sapere che è
molto
lieto di essere qui.”
NO!Che diavolo dici?Non ti ho mai
detto di dire una cosa del genere!!
Si lamenta il piccoletto.
Ed ora gliela
faccio pagare per tutti i tiri mancini che mi ha tirato in questi
giorni.
“Inoltre
vuole farvi sapere quanto sia contento di conoscervi. Non aspettava
altro.” continuo, lanciando un'occhiata divertita a Chen che
mi sta
fulminando con lo sguardo.
Atena e i gold,
invece, sorridono soddisfatti.
Ti odio!
Sibila il ragazzino nella mia testa.
Al che il mio sorriso si allarga ancora
di più.
“Il Tonante ci ha inviato qui per
aiutarvi in questa guerra.” continuo imperterrita.
“Sbaglio o il motivo per cui te ne
eri andata era per non partecipare?” interviene Shura,
puntandomi
addosso i suoi profondi occhi neri.
Di certo è un osso duro, quindi
userò la sacra tecnica insegnatami dal mio maestro da
utilizzare solo in situazioni spinose di questo genere: lo
ignorerò.
“So che il mio comportamento non è
stato dei migliori, ma intendo davvero prendere parte a questa guerra
e svolgere il mio ruolo di alleata.”
“E i tuoi compagni non si uniranno a
te?” chiede diffidente Atena.
Scuoto la testa debolmente.
Ci mancherebbe che io metta in pericolo
anche loro dopo quello che è capitato a Takis per colpa
mia...
Sulle labbra della Kido si dipinge un
sorriso mefistofelico.
“Ti accorderò questo permesso
se tu ti comporterai come una qualsiasi altra guerriera del
Santuario.- spiega ghignando- Sarai alle mie dirette dipendenze e a
quelle dei gold...”
La bocca mi si apre per lo stupore.
Dopo aver assaporato la più totale libertà,
questo
balzo indietro nel passato mi colpisce più forte di uno
schiaffo.
Che bruttissima...
“Chen!”
sibilo per bloccare ogni sua parola.
Poi prendo una
bella boccata d'aria e mi focalizzo sul mio obiettivo.
Zeus è stato
chiaro. Risveglierà Takis solo se mi comporterò
come si
deve in questa guerra.
“Ok.”
mormoro rassegnata.
Ma non è giusto. Piagnucola
il piccolo oracolo nella mia testa. Odio gli
dei, si
credono i padroni del mondo...
“Ho
detto che va bene.” ribadisco, guardando insistentemente il
ragazzino, che sbuffa contrariato.
“Le manderò una lettera.”
Sbotta Chen, pestando il piccolo pugno sul legno pregiato del
salottino in cui ci hanno confinato mentre la dea e i gold discutono
privatamente di questioni top secret.
Sospiro stancamente, cercando di
ignorare il mio stomaco che brontola.
“Le scriverò che tu sei alle
mie dirette dipendenze e che quindi lei non può farti
regredire alla condizione di zerbino in cui eri prima.- continua
imperterrito l'oracolo, ignorando le mie occhiate- E le
scriverò
che la odio, che ha un taglio di capelli orribile e che è
acida e antipatica!”
Faccio roteare gli occhi e sto per
l'appunto cercando di convincerlo a non fare nulla del genere quando
la porta si spalanca rumorosamente.
“Ancora qualche secondo là
dentro e sarei andato fuori di matto!” sbotta Death Mask
sedendosi
rumorosamente e in modo scomposto sul divanetto in stile liberty.
Mentre mi raddrizzo, staccando la
schiena dalla parete su cui ero appoggiata, riesco a notare Camus
sbuffare scocciato e anche il commento a mezza voce del cavaliere dei
Pesci.
“Cavernicolo.” sibila con la sua
bella voce cristallina.
Con un balzo aggraziato Chen scende
dalla sedia e si para davanti ai dodici cavalieri, che fanno un lieve
inchino “Era ora che arrivaste!Sono stufo di stare chiuso qua
dentro e ho fame!”
Il gold della quarta casa mi lancia
un'occhiata “Non dovresti mettergli la museruola?”
“Death!” esclamano in coro gli
altri.
Lanciandogli un'ultima occhiata
ammonitrice e sinistra (cosa che mi fa dubitare della completa
scomparsa di Arles...prendi nota:parlare a Kim dei problemi di
personalità del suo trottolino amoroso dududadada...) Saga
decide di informarci delle decisioni prese alle nostre spalle.
“Atena ha deciso che l'oracolo avrà
una sua stanza qui alla Tredicesima, mentre tu Michelle sarai data in
custodia ad uno di noi gold e...”
Senza neanche dargli il tempo di finire
di parlare Aldebaran mi si avvicina e mi da un poderosa pacca sulla
spalla, cosa che mi fa schizzare i polmoni fuori sede.
“Vedrai che ti troverai benissimo giù
alla Seconda!” esclama con la sua voce possente.
“Certo...” confermo con un filo di
voce, ancora provata dalla sua dimostrazione d'affetto.
Per quanto io voglia bene ad Aldebaran
non mi pare proprio un buon inizio: se andiamo avanti così
diventerò un mucchietto di ossa rotte a breve.
“No!- si lamenta invece il piccolo
oracolo- Io qua non ci sto!Mica voglio starmene rinchiuso qua dentro.
Non voglio, non voglio, non voglio...”
Questi capricci sembrano dover andare
avanti per un sacco di tempo.
Milo si è già portato le
mani alle orecchie in posizione strategica per salvarsi i timpani.
“Ok, troveremo una soluzione,
lasciaci solo...” tenta di calmarlo Aioros agitando le mani.
“...non voglio, non voglio, non
voglio...” continua imperterrito Chen con la sua vocetta
acuta.
Credo che seguirò l'esempio del
cavaliere di Scorpio...
“Troveremo una soluzione che possa
accontentarti...” riprova Aioria, fallendo miseramente come
il
fratello.
“...non voglio, non voglio, non
voglio...” cantilena il bambino senza l'ombra di un cedimento.
Devo assolutamente trovare un modo per
farlo smettere.
Lo sguardo di Death Mask sta diventando
decisamente omicida!
Lancio un'occhiata sommaria ai presenti
e quando incrocio gli occhi verdi e preoccupati di Mu nella mia mente
balena un'idea geniale.
“Ho un'idea!” esclamo tronfia.
“...non voglio, non voglio, non vog-”
Con un gesto secco poso una mano su
quella ciabatta che si ritrova al posto della bocca: accidenti,
è
la seconda volta che lo faccio oggi. Dovrò lavarmela con la
candeggina, poi...
“Chen non vuole essere messo sotto
chiave, eppure deve essere comunque tenuto sotto controllo...”
Di fronte alla mia logica schiacciante
e ovvia i gold annuiscono svogliatamente.
“...quindi potrebbe semplicemente
venire a stare con uno di voi!”
E a questo punto le espressioni
schifate sulla faccia dei cavalieri si sprecano.
“Quello in casa mia potrebbe entrarci
solo come decorazione per il mio atrio” ringhia Death Mask.
“Piuttosto di badare a un moccioso
emigro in Argentina.” convengono in coro Camus, Milo e Shura.
Shaka non parla...ma...insomma ce lo
vedete ad avere a che fare con un bambino?
Aphrodite sta per aprire bocca,
scandalizzato, quando io faccio un gesto con la mano libera per
bloccarlo.
“In realtà avevo pensato a
Mu.- spiego, provocando numerosi sospiri di sollievo tranne che per
il povero interpellato- Ti occupi già di Kiki, no?Secondo me
all'oracolo non farebbe male interagire con dei coetanei. E poi
così
puoi allenarlo!”
La mia idea mi pare assolutamente
geniale.
“Perchè vuoi che io gli faccia
da maestro?E' un oracolo.” il tono del cavaliere dell'Ariete
è
estremamente perplesso, e non posso biasimarlo.
Chen sorride dopo essersi liberato
della mia stretta, e sulle guance gli compaiono due graziose fossette
“Te lo mostro, se vuoi.”
Sto per dire al ragazzino di non
mettere in mostra le sue doti quando mi sento sollevare da terra.
Non solo io, in realtà.
Tutti i gold ancora presenti nella
stanza si ritrovano a fluttuare nell'aria, tutti piuttosto stupiti.
Sento le imprecazioni decisamente
irripetibili di Death Mask.
“Incredibile.” mormora Mu,
schiudendo appena le sue labbra a bocciolo.
Io sospiro, ormai ho gli occhi chiusi,
e fingo di trovarmi a terra.
“Non è niente!- sghignazza
lui- In realtà so fare molto altro...”
“Non metterti in mostra, Chen.” lo
ammonisco, con il tono di una madre acida.
E finalmente torno per terra.
Di sedere.
E i cavalieri che invece sono atterrati
perfettamente in piedi mi guardano come se fossi un fenomeno da
baraccone.
“Quindi è tutto sistemato?”
Mu e gli altri annuiscono in risposta e
io tiro un sospiro di sollievo.
Una guerra in corso, un amico da
aiutare, un oracolo capriccioso e la convivenza forzata con i gold.
Certo che la mia vita quando decide di
prendere una piega diversa non conosce mezze misure, eh?
Voglio proprio vedere cosa capiterà
adesso...
Udite udite,
popoli tutti: JoJo ha
aggiornato!!
Squillino le trombe, cantino i cori
di cherubini, indossino le genti di ogni dove l'abito più
bello ed escano a festeggiare!
...
Fi-nal-men-te!Lasciatemelo dire. E
pensare che avevo in mente di pubblicare questo capitolo la settimana
dopo alla pubblicazione del precedente, guardate un po' quanto tempo
è passato, invece!
Invece sono rimasta in altre
faccende affaccendata per un bel po' e quindi ho continuato a
rimandare. Ed ora eccolo qui il famigerato nuovo capitolo: ovviamente
non avevo intenzione fin dall'inizio di eliminare Takis, era solo un
mio stupidissimo tentativo di creare pathos e suspance!
Comunque...per farmi perdonare
questo immenso ritardo (sbaglio o è passata almeno un'era
geologica?Mica eravamo alla glaciazione?Ora se guardo fuori dalla
finestra c'è il sole e un piacevole caldino!) ho fatto un
capitolo un po' lunghetto. Spero che sia di vostro gradimento, fatemi
sapere cosa ne pensate.
Alla prossima (sperando che arrivi
presto), baci
JoJo
Gufo_Tave : Ammetto di aver volutamente
ignorato i fatti dell'Episode G. Avendone letto solo qualcosina qua e
la ho preferito evitare di menzionarlo per evitare stravolgimenti o
cose simili. Spero di riuscire a cavare qualcosa di buono dalle
Titanidi per questa storia...Alla prossima!
Megarah_witch : Eh
già, la sfortuna di Michelle non va mai in vacanza,
soprattutto se da quelle parti si aggira Shaka. E non so se Mu mangia
caramelle gommose, ma con questi tempi di crisi, mica penserai che lo
potrei pagare con soldi veri, vero? =) Al prossimo capitolo!
Snow Fox : Visto che Takis sta
bene?(più o meno...-_- ) ...e terrò ben in conto
le tue minacce la prossima volta che voglio sfogare le mie tensioni da
scrittrice ammazzando un personaggio...eh eh eh...Grazie mille per i
complimenti!Alla prossima!
whitesary :
eh
sì una bella sbronzetta gliela dovevo far fare...dopo tutto
quello che le ho fatto passare mi mancava solo quello!Poveretta, a
volte quasi quasi mi dispiace. Quasi. Molto quasi!eh eh eh. Al prossimo
capitolo!
anzy : Sono contenta che il capitolo ti
sia piaciuto! I capitoli solo tragici non fanno per me quindi sono
contetna che lo smorzamento comico della prima parte abbia funzionato!
Michelle dovrà resistere ancora un bel pò senza
Takis, però grazie a lui sta iniziando un pò a
tirare fuori le unghiette!Grazie per i complimenti e alla prossima!
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Capitolo 18 *** Doppio gioco ***
Doppio gioco
Sospiro
soddisfatta.
Tutti gli sforzi fatti oggi, i capricci
petulanti di Chen, le richieste assurde della Kido, le occhiatacce
dei cavalieri...tutto questo porta direttamente a questo unico,
semplice, divino momento di appagamento.
Lo so.
Posso sembrare un tantino superficiale:
con tutti i casini che succedono là fuori io sto solo a
pensare a me, ma non mi importa assolutamente.
Probabilmente i miei occhi devono aver
assunto la forma di un cuoricino, come succede sempre nei cartoni
animati, mentre rimiro con occhi sognanti la mia opera.
Il sandwich al formaggio più
grande e calorico che sia mai stato creato su questa terra è
fra le mie mani!
Devo dire che il soggiorno alla Seconda
non sarà niente male: dovreste vedere che cucina si ritrova
Aldebaran, roba da professionisti! E il frigo e la dispensa sono
sempre straripanti, cosa da non sottovalutare.
Sento nettamente il mio colesterolo
applaudire soddisfatto e poi fare una bella ola quando, finalmente,
avvicino il panino alle labbra e do un bel morso.
“Micheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeelle!!”
Per quanto è improvvisa e
indesiderata, l'intrusione di questa voce squillante mi fa andare di
traverso il boccone.
Chiudere sempre la porta della cucina a
chiave ad ore pasto, annoto mentalmente.
Mi alzo in piedi di scatto, in preda a
una vera e propria crisi respiratoria, e tossisco a più non
posso per riprendere possesso di tutte le mie facoltà.
Cosa tutt'altro che facile, per giunta.
L'ospite indesiderato batte
ripetutamente il piede per terra “Quando hai finito con
questa
pantomima dovrei parlarti!”
“Stavo soffocando, Victoria!”
sbotto risentita, non appena torno in grado di parlare.
La bionda si limita a sbuffare
sonoramente e fa cadere l'argomento con un raffinato gesto della mano
“Aldebaran è in casa?”
“E' di là che prepara la mia
stanza.- borbotto- Credo che la stia ricavando da un ripostiglio per
le scope.”
“Non credo ci sia mai stato uno
sgabuzzino per le scope, qua dentro...” riflette ad alta voce.
E lei come fa a saperlo?
“...Comunque- continua con tono
gioviale- ho una cosa importantissima da dirti.”
Con un movimento veloce si toglie la
maschera e la lancia senza attenzione sul tavolo.
“Che cosa stai facendo?!- sbraito
allarmata- E se arrivasse qualcuno?E se Al torna di qua e ti vedesse
in faccia?E se...”
Vic mi posa le mani sulle spalle “Datti
una calmata, Miki. Non arriverà nessuno. E poi non posso
dirti
una cosa come questa senza che tu possa guardarmi in faccia!”
La calmata non me la riesco a dare per
niente, però mi incuriosisce il tono della ragazza.
Cosa potrebbe mai dirmi di così
importante?
Analizzo con fare indagatore il bel
volto di Victoria.
I suoi occhi azzurri sembrano ancora
più belli del solito: allungati e stranamente lucenti.
Devo ammettere che non li avevo mai
visti così illuminati e trasognati.
Nemmeno durante uno dei suoi
innumerevoli periodi di innamoramento.
Che sia questa la volta buona?
“Ok, sputa il rospo.” le intimo
mentre mi siedo di fronte a lei.
Vic sbatte più volte le sue
insolitamente lunghe e curve ciglia nere “Sono
innamorata.”
sussurra.
Io faccio roteare gli occhi: non è
la prima volta che sento una cosa del genere.
“E?” faccio roteare la mano per
incitarla a parlare.
“E lui mi ricambia. Michelle, questo
è quello giusto, ne sono certa.”
Non so cos'è a stupirmi di più,
o la notizia in sé o il fatto che mentre lo dice mi
costringe
ad alzarmi e a saltellare in giro per la stanza.
Mi sento una completa deficiente ma non
avete idea di quanto può essere utile.
Scarica i nervi, fa passare di mente il
fatto di essere la galoppina della Kido e ti fa sentire spensierata
come una bambina di dieci anni.
Dopo cinque minuti buoni di questa
danza primordiale mi lascio cadere per terra e lei fa lo stesso.
“Ok, sei felice, ho capito- sospiro
cercando di calmare il mio respiro leggermente affannato- E lui chi
è?Lo conosco?”
Victoria sorride raggiante e annuisce
“E' Aldebaran del Toro” trilla entusiasta.
Io spalanco gli occhi, la bocca, lascio
cadere le braccia, sbatto le palpebre, cerco di respirare e formulare
una frase, ma dopo una notizia del genere mi risulta
pressoché
impossibile.
Cioè Victoria di Lucertola, la
mia amica, Miss Fashion del Santuario da quando aveva tredici anni,
insomma lei!, sta insieme ad Aldebaran del Toro, che nulla togliendo
al suo carattere amabile, è uno dei saint più
grezzi in
circolazione?
C'è una candid camera qui da
qualche parte?
Lei deve leggere la mia perplessità
dalla mia espressione e allora inizia a spiegare.
“Ci siamo conosciuti quando tu avevi
deciso di fare l'eremita, sai subito dopo che Takis
è...”
“Vai avanti.” le intimo, cercando
di cancellare le sue ultime parole. Non posso rovinarle questo
momento con i miei piagnistei.
Vic annuisce “Sai veniva tutti i
giorni a casa nostra per chiedere di te, ed era così gentile
che mi ha fatto una tenerezza incredibile, così l'ho
invitato
a restare a pranzo.”
Io spalanco la bocca “Tu l'hai
invitato?” chiedo scioccata.
Mai, Vic non aveva MAI fatto una cosa
del genere. Una persona civettuola come lei non desidera altro che
strappare appuntamenti, non fare il contrario!
Lei mi sorride radiosa “Da non
credere vero?E pensa che gli ho preparato una frittata e lui l'ha
mangiata tutta anche se era carbonizzata!”
“Tu hai cucinato?” praticamente
strillo, ma sono a dir poco confusa.
Sono questi i famigerati poteri
dell'amore?
Dei dell'Olimpo, Victoria, Miss
Nontiazzardareachiedermidifarequalcosaincasa ha cucinato!
Ok.
Ora ritorno a
cercare la Candid.
Deve essere uno
scherzo che ha architettato insieme a Pierre per farmi andare
completamente fuori di matto.
Mentre sono qua per
terra in stato di shock nella stanza entra Al in persona.
“Gliel'hai
detto?” esordisce con voce gioviale
Victoria non fa una
piega anche se è senza maschera, annuisce e si getta fra le
sue braccia e si danno un bacio.
E non un bacio
qualunque.
Un bacio con la B
maiuscola!
D'ora in poi non mi
stupirò più di niente.
Ecco!
Restare in imbarazzo con il
cavaliere
del Toro è impossibile.
Lo ammetto, però, ci ho messo
tutto il pomeriggio ad abituarmi all'idea di loro due insieme.
Ma vederli parlare, ridere e scherzare
mi ha convinta abbastanza.
“Ecco la tua stanza.” annuncia
Aldebaran aprendo con cautela un porta di legno che cigola
tremendamente.
Entro prima di lui nella stanza più
piccola in cui sia mai stata.
Mi domando come faccia a starci il
letto.
“Uhm...sì, ecco, è un
po' piccola e spartana ma...” borbotta imbarazzato, mentre si
passa
una mano dietro la nuca.
“E' perfetta- lo rassicuro- C'è
un letto e un comodino: cosa dovrei desiderare di
più?”
Il gold sembra leggermente sollevato,
anche se probabilmente sa che sto solo cercando di rincuorarlo.
Lancio ancora un'occhiata alla stanza.
Il letto altro non è che un materasso buttato su una rete di
ferro battuto. Il comodino sembra sia stato riesumato da poco e
l'armadio a muro pare proprio uno di quegli antri da cui i bambini
temono possa sbucare l'uomo nero.
“C'è una bella vista”
aggiungo sorridendo, additando la finestra.
E questo è vero.
“Già. L'unica cosa bella che
ti posso offrire- si lamenta- Queste stanze non sono fatte per gli
ospiti.”
Scrollo le spalle con noncuranza.
Spero di non dover rimanerci per molto.
Più resto, più Takis
rimane sospeso...
“Victoria ti piace davvero?” gli
domando di punto in bianco, cambiando drasticamente argomento.
La reazione che provocano queste tre
semplici parole mi stupisce.
Al arrossisce, poi impallidisce, infine
si irrigidisce e inizia a sudare.
“Sì, b-beh, ecco...io....” i
suoi balbettii sono sconnessi e scemano fino a diventare un delicato
brusio di sottofondo.
Allargo le gambe in una posa combattiva
e gli punto l'indice dritto sull'ampio petto “Sappi,
Aldebaran gold
saint del Toro- inizio con tono serio e determinato, cercando di non
stupirmi troppo che ad ogni colpo del mio dito questo enorme ragazzo
fa dei passi intimoriti all'indietro- che Victoria è la mia
migliore amica da quando avevamo sette anni. Non l'ho mai vista
così
innamorata e se solo avrai la malaugurata idea di farla soffrire non
ci sarà alcun luogo in cui potrai nasconderti dalla mia
furia
vendicativa!”
Quando sbatte rumorosamente la schiena
contro il muro del corridoio, Aldebaran raddrizza le spalle e la sua
espressione si fa determinata.
“Io amo Vicky.- dichiara con tono
solenne- E sono sicuro che questa cosa non cambierà
mai.”
I suoi occhi color cioccolato sono così
seri che faccio fatica a trattenere le risate. Riesco però a
camuffarle con un sorriso addolcito.
“Siamo quasi cognati allora.”
E a queste parole è lui che
inizia a ridere, facendo rimbombare la sua risata sguaiata per tutte
le stanze della Seconda Casa.
Apro gli occhi a fatica e ci metto
qualche secondo di troppo per rendermi conto di dove mi trovo.
La spartana stanza in cui mi ha
sistemato Aldebaran è illuminata dalla sola luce della luna,
che filtra dalle assi sbilenche delle griglie alla finestra.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e
poi qualcosa di fianco alla porta dell'armadio attira il mio sguardo.
Ma non è qualcosa.
È qualcuno.
Sgrano gli occhi mentre riconosco
quelle iridi cerulee che mi fissano supplicanti.
Le belle labbra sottili di Takis si
muovono veloci ma non riesco a cogliere alcun suono.
Vorrei parlare ma anche la mia voce non
esce.
E poi mi alzo di scatto e mi ritrovo
seduta sul letto.
Il sudore freddo mi impregna il viso, i
capelli e il pigiama.
La stanza è uguale a quella che
ho visto qualche secondo fa, per tutto, tranne un piccolo e decisivo
particolare.
Sono sola.
“Un sogno. Era solo un sogno.” mi
sussurro, mentre il battito accelerato mi dà la spiacevole
sensazione di avere il cuore in gola.
Un sogno?
Un incubo...
Il mio respiro non riesce assolutamente
a ritornare regolare e non appena riprendo un minimo controllo delle
mie facoltà fisiche mi alzo e con passo tremante esco dalla
stanza.
Cerco di fare il minor rumore possibile
mentre passeggio per la Seconda Casa, deserta.
Il russare profondo e ritmato di Al,
tuttavia, mi fa capire che di certo non si cura di me, in questo
momento.
Il senso d'ansia non mi abbandona,
nemmeno quando metto piede all'aperto e la brezza notturna mi
solletica il viso, le braccia e le gambe, lasciate scoperte dal
pigiama estivo.
Con il passo barcollante di uno zombie
mi dirigo verso la Prima Casa e supero pure questa senza troppa
fatica.
Pochi minuti dopo sono sola nelle
vicinanze delle arene dove si svolgono gli addestramenti minori.
Ma che diavolo ci sono venuta a fare
qui?
Questo posto l'ho sempre odiato!
Trascino i piedi fino ad una delle
vasche piene d'acqua e lascio scorrere la mano sotto il getto gelido
e continuo.
Senza pensarci troppo metto la testa
sott'acqua, con l'intento di bagnare solo la faccia ma riuscendo
irrimediabilmente a schizzare capelli, braccia, pigiama e
quant'altro...
“Michelle?”
Mi volto di scatto al sentire chiamare
il mio nome e mi ritrovo davanti un assonnato Mu.
“Mi dispiace. Ti ho svegliato mentre
sono passato dalla Prima?Non volevo...”
Il gold fa un gesto con la mano “Come
mai sei sveglia?”
“Non riuscivo a dormire...” dico,
con una scrollata di spalle.
Lui ricaccia dietro uno sbadiglio e si
passa una mano fra i capelli, leggermente arruffati.
Mi viene da sorridere: fa un sacco di
tenerezza così.
“C'è qualche problema?”
domanda premuroso.
Io mi aggrappo con forza al bordo della
vasca.
“Niente, a parte il fatto che
Aldebaran russa come un trombone.” scherzo, accennando a una
risatina.
Ma Mu è un osservatore troppo
attento...anche se ha gli occhi assonnati e sta per crollare
addormentato qui per terra.
“Se c'è qualcosa che non va
puoi parlarmene.” si propone volenteroso, mentre si siede su
un
gradino a qualche passo di distanza.
“Non è niente. È tutta
questa situazione così strana...” minimizzo,
sedendomi
accanto a lui.
“E a te con Chen come va?” chiedo,
per pura gentilezza verso il gold.
Sinceramente ne ho fin sopra ai capelli
di quel mostriciattolo divinatorio!
Mu si lascia sfuggire uno sbadiglio
soffocato “E' molto dotato come telecineta, ma è
impertinente, capriccioso, sbruffone e arrogante. E lui e Kiki si
odiano.”
Povero Mu.
Mi sento un po' in colpa per averlo
trascinato in questa situazione!
“Devi capirlo. Non è abituato
alla vita normale. Chen era in una gabbia d'oro, ma pur sempre una
gabbia.”
Lui annuisce serio.
“Vuol dire che te lo riprenderesti
almeno per un po'?” tenta fiducioso.
“No!” mi lascio scappare
immediatamente.
Ok, lo compatisco, è un buon
amico e tutto il resto...
...ma il marmocchio ormai se lo deve
gestire lui, eh!
E che sono matta a riprendermelo? Ho
già i miei problemi per conto mio.
“Ti prego Michelle, apri questa
porta!” urla per l'ennesima volta Al, battendo con forza il
pungo
sul legno.
Io sospiro.
Mi dispiace proprio fargli questo, ma
l'amicizia ha le sue priorità.
“Ho quasi finito!” grido in
risposta, mentendo spudoratamente.
Sento il cavaliere dall'altra parte
dell'uscio sbuffare sonoramente “Questo l'hai detto anche
mezz'ora
fa!”
Scrollo le spalle, ritornando a
ignorarlo come ho fatto fin'ora, e mi rimetto con
tranquillità
a leggere il giornale.
Per la quarta volta.
Victoria è stata chiara: devo
stare almeno un'ora e mezza in bagno per fare capire ad Aldebaran che
i suoi tempi di preparazione sono assolutamente normali per qualsiasi
ragazza di questo mondo.
Sarà...
Fatto sta che io sono pronta da un
sacco di tempo.
Mi sono lavata, vestita, profumata e
avrei potuto ripetere questo processo almeno una quindicina di volte!
“Che strazio...” mi lamento
affacciandomi alla finestra.
Dopo aver convinto Mu che potevo
gestire da sola una notte in bianco (anche perchè credo che
lui non sarebbe riuscito a restare sveglio un minuto di
più!...fare
da maestro a due ragazzini deve essere allucinante!) sono tornata
alla Seconda.
Ho fatto zapping per una buona ora alla
ricerca di programmi soporiferi che potessero farmi addormentare sul
divano, ma l'unico risultato è che ora so i nomi storpiati
di
una buona parte dei familiari dell'ultimo faraone ritrovato negli
scavi in Egitto.
Alla fine ho passato la notte a
rivoluzionare la casa di Al: ora c'è un ordine immacolato.
In cucina ho addirittura sistemato le
scodelle in ordine di grandezza sugli scaffali!
...poteva almeno dirmi grazie,
stamattina, quando ha visto la mia opera, però!
Fuori dalla finestra l'aria è
frizzante e gli uccellini cinguettano felici.
Ma chi l'ha detto che devo restare
chiusa qui dentro?
Basta che Aldebaran lo creda, poi io
posso fare tutto quello che voglio!
Mi affaccio ancora di più, per
calcolare l'altezza che devo saltare per evadere: fortunatamente non
sarà nemmeno un metro, ma già così a
me vengono
le vertigini!
Salgo in piedi sul davanzale “Non
guardare giù, non guardare giù, non guardare
giù.”
mi ripeto come un mantra.
Dopo aver raccolto sufficiente coraggio
spicco un salto, ma irrimediabilmente atterro di faccia, riuscendo a
sporcarmi la maglietta bianca.
“Perfetto!” borbotto mentre mi alzo
e cerco di scrollarmi di dosso la polvere.
Un po' mi dispiace per Aldebaran, che è
ancora lì a bussare alla porta del bagno senza sapere che io
me la sono svignata.
Ma è pur sempre ora di
colazione!
Cammino lungo il sentiero secondario
che mi porta alle residenze dei silver con un passo degno della vispa
Teresa, ma in realtà sono un po' preoccupata.
Insomma: sono diventata (di nuovo!) la
galoppina della Kido, Shaka sembra un tantino arrabbiato con me (di
nuovo!)e non so assolutamente quali siano i piani dei gold per
affrontare le Titanidi.
Più che altro mi domando quale
possa essere il mio ruolo nei loro piani...Febe ha distrutto le mie
tele in due secondi netti e senza il minimo sforzo...
“Buongiorno Michelle!” trilla una
voce alle mie spalle, strappandomi dai miei pensieri.
In meno di un secondo Aioros è
al mio fianco e mi rivolge un sorriso solare.
“Aioros.- lo saluto con un cenno del
capo- Che ci fai da queste parti?”
Il gold scrolla le spalle “Una
passeggiata. Tu non dovresti essere con Aldebaran?”
“E' impegnato, al momento,- mi
affretto a dire- per cui vado a visitare Kim e Victoria.”
“Che coincidenza!- trilla mentre gli
si allarga un sorriso ancora più radioso sul viso- Devo
andare
anche io da quella parte!”
Lo guardo sospettosa per qualche
secondo ma la sua espressione non tradisce niente, così mi
decido a riprendere a camminare.
Aiorios punta il naso in aria e inizia
a fischiettare tranquillo.
Tranquillissimo.
Molto tranquillo.
Troppo tranquillo!
“Mi stai seguendo!” esclamo
fermandomi di scatto.
Il gold sgrana i suoi grandi occhi
espressivi “Sì, te lo già detto- tenta
di
giustificarsi- Andiamo dalla stessa parte e allora io...”
“No, no, no, no, no.- lo interrompo
scuotendo la testa con energia- Tu mi stai pedinando, tallonando,
braccando, inseguendo, mi stai alle calcagna...”
Lui si porta alle mani alle orecchie
“Ok, ok!Hai passato il concetto e ho capito che hai un
dizionario
dei sinonimi e contrari!”
Assottiglio lo sguardo e mi metto le
mani sui fianchi “L'ultima volta che mi hai fatto una cosa
del
genere ho fatto una figura orrenda davanti ad Atena e ai
gold!”
sibilo.
Aiorios sostiene il mio sguardo
tranquillamente e, visto che non sembra intenzionato ad ammettere
niente, inizio a battere il piede al suolo come per fargli capire che
potrei stare qui a vita.
D'altronde, io nemmeno invecchio,
quindi tutti gli svantaggi li avrebbe lui.
Quando sospira e le le sue spalle si
incurvano, sorrido soddisfatta.
“Diciamo che Atena non è una
tua grande fan, e ti avverto che ho usato un eufemismo,- spiega
roteando gli occhi- quindi ha deciso che devi essere sempre tenuta
sotto controllo dato che non riesce a capire dove ti trovi dato che
non percepisce il tuo cosmo.”
“Oh.” è tutto quello che
riesco a commentare.
“Già: oh.- sospira rassegnato
lui- è piuttosto noioso non trovi?”
“Noioso?” rispondo innervosita,
tornando sui miei passi e dirigendomi di nuovo verso la Seconda.
Aioros mi corre dietro “Andiamo,
Miki. Non è mica la fine del mondo.”
“Oh, no, certo. Cosa vuoi che sia non
avere la libertà di andarsi a prendere un caffè
con le
amiche senza avere alle costole un cane da guardia?” sbotto
in
risposta.
“Michelle...” mi chiama di nuovo il
cavaliere del Sagittario, ma io sono troppo arrabbiata per
ascoltarlo.
Scalare una montagna di ottomila
metri?Ok.
Fare da babysitter ad un oracolo
petulante?Si può fare.
Tornare al servizio di una dea snob che
non sembra avere la minima voglia di aiutarmi?Va bene.
Ma dover chiedere il permesso di
respirare a lei non mi pare proprio il caso. Sto cominciando a capire
l'avversione di Mintha per questo posto. Qui le cose non le chiedono:
le prendono senza chiedere nemmeno per favore, e tanti saluti!
Entro nella Seconda con il passo
aggraziato di uno gnu sovrappeso.
“Ma tu non eri in bagno?” domanda
Al, raggiungendomi in cucina e guardandomi con sguardo interrogativo.
Io non rispondo, ma trascino
rumorosamente una sedia in un angolo e mi ci siedo incrociando le
braccia e mostrando il broncio.
Il cavaliere del Toro si volta verso ad
Aioros “Ma che le prende?”
“Diciamo che ha scoperto la faccenda
delle...uhm...guardie del corpo.” risponde imbarazzato.
Aldebaran sbuffa “Sapevo che si
sarebbe arrabbiata.” dice, parlando di me come se non fossi
presente.
“Non sono arrabbiata. Continuate pure
a fare i tiranni malfidati come se nulla fosse.” sbotto,
girando di
scatto la faccia verso la parete.
“Andiamo Miki!Non farne un dramma è
solo una forma di precauzione in caso se...”
Non lascio nemmeno il tempo ad Al di
finire la frase, che mi volto verso di lui lanciandogli un'occhiata
perforante.
Aioros agita i palmi verso di me “Ok,
ok. Non te la prendere. Chiederò udienza ad Atena e la
convincerò a darti più fiducia.”
Lo guardo sospettosa, aggrottando la
fronte “Davvero?”
Il gold annuisce, strizzandomi l'occhio
“Parola d'onore.”
“Grazie mille, Aioros!” trillo
felice, completamente dimentica delle mie preoccupazioni.
Strofino le mani e cambio drasticamente
argomento, almeno fin quando Atena non prederà la sua
decisione, è inutile preoccuparsi, no?
“Allora: chi vuol fare colazione?”
L'idea di una colazione cucinata da me
ha fatto scappare immediatamente sia Aioros che Aldebaran.
E questi sarebbero i cavalieri d'oro,
la schiera più forte e coraggiosa in difesa della Terra?
Non me la sono presa, però. In
effetti, dopo il mio “piccolo” spuntino di ieri e
la cena con Al
e Vic, nel frigorifero della Seconda è rimasto ben poco.
Giusto due uova per una frittata!
“Uh, immagino che ora la dovrei
girare...” mormoro, mentre osservo la poltiglia giallognola
nella
padella.
Uhm...direi che non hanno avuto tutti i
torti i due gold a svignarsela così!
Penso per qualche secondo come fare a
girare la mia frittata sghemba e poi decido di farla saltare.
In fondo, non deve essere poi così
difficile: Kim lo faceva sempre.
Impugno il manico della padella con
entrambe le mani e mi allontano di qualche passo dai fornelli.
Ok, un bel respiro e ci provo.
“Uno...Due...e Tre!”
Seguo con lo sguardo la frittata che
sale velocemente decisamente troppo vicino al soffitto.
Corro impacciata con la pentola in
mano, nel vano tentativo di riprenderla al volo, ma quella arresta la
sua caduta molto prima di arrivare a me.
“Oh, maledizione!” sibilo, mentre
guardo quell'infingarda girare bellamente sopra la mia testa,
comodamente appoggiata ad una pala del ventilatore a muro.
Sto muovendo qualche passo verso
l'interruttore quando Death Mask fa la sua entrata nella cucina, con
la faccia decisamente scocciata.
Perfetto: proprio lui dovevano mandarmi
come baby-sitter in attesa della sentenza della dea?
“Senti, mocciosa, io non piaccio a te
e tu non piaci a me...” inizia, con quel borbottio baritonale
che è
la sua parlata.
“Ma tu mi piaci.” ribatto,
guardandolo ad occhi sgranati.
Certo, credo che sia uno psicopatico e
per anni è stato fra i miei incubi peggiori, per non parlare
di quando lo usavo io stessa come spauracchio per i bambini
capricciosi, però credo che sia una persona
simpatica...preso
a piccole dosi e saltuariamente...molto saltuariamente...
Lui, stupito, alza le sue sopracciglia
“Oh...Beh, non era questo che volevo dire, quello che stavo
dicendo
è che oggi sei sotto la mia tutela quindi o mi dici quali
sono
i tuoi programmi o...”
Splat.
Questo è più o meno il
suono della frittata che atterra sulla testa di Death Mask.
O cazzo.
Il gold punta i suoi occhi
fiammeggianti su di me.
“Midispiacemidispiacemidispiace...”
urlo, agitando le mani impacciata.
Lui non risponde.
Credo che non sia affatto disposto a
perdonami.
Anzi, da come vibra in modo violento il
suo cosmo, credo che non abbia affatto buone intenzioni.
Prima ancora che lui possa fare
qualsiasi cosa io mi giro e inizio a correre.
Se riesco ad arrivare alla Prima
abbastanza velocemente, forse Mu riesce a mettermi in salvo dietro al
Crystal Wall!
“Non correre!- mi ringhia dietro
Death che, accidenti a lui, corre come una lepre- Se ti stanchi non
riesco a farti soffrire abbastanza mentre ti ammazzo!”
“O miei dei!” strillo, e quando
intravedo un bagliore dorato per le scale che sto scendendo non ci
penso due volte e mi getto su quel cavaliere che non riconosco a volo
d'angelo.
“Aiutamiaiutamiaiutamiaiutamiaiutami!”
lo imploro stringendomi alle sue spalle muscolose.
“Michelle.”
E' più il tono gelido, piuttosto
che la voce, a farmi capire che sono in braccio al cavaliere
dell'Acquario.
È per questo che sento questo
freddo diffuso, allora?
“Camus!- sibila Death Mask- Mettila
giù: le stacco la testa e torniamo tutti a casa
tranquilli.”
Deglutisco a vuoto e mi aggrappo ancora
di più al gold, che è ancora rigido e immobile,
come se
non mi avesse per niente addosso contro la sua volontà.
“E' frittata quella che hai fra i
capelli?” domanda invece il francese con voce inflessibile,
senza
curarsi del fatto che c'è in gioco la mia vita qui.
Il custode della Quarta Casa emette un
suono gutturale che non promette nulla di buono.
Adesso ci ammazza tutti e due, mi
ritrovo a pensare.
“Placa la tua ira, Death Mask.-
ordina con fermezza una voce calma- E tu, Michelle, scendi da
lì.”
“Signorsì.” mi lascio
sfuggire mentre abbandono il mio rifugio sicuro, con sommo sollievo
di Camus, e mi volto per osservare in faccia Shaka.
“Si può sapere che cos'è
successo?” indaga, senza vera curiosità.
Io e Death Mask iniziamo a parlare
contemporaneamente.
“Questa cretina senza cervello ha
deciso che oggi vuole morire...”
“Non l'ho fatto apposta. È
stato un incidente: come potevo prevedere che...”
Il biondo alza una mano affusolata e
noi tacciamo immediatamente.
“Siete cavalieri, non bambini delle
elementari- ci ammonisce- dobbiamo collaborare e non infastidirci a
vicenda.”
Annuisco concorde e faccio una faccia
innocente rivolta al mio potenziale assassino, ma lui mi lancia
un'occhiata terrificante.
Al che non posso fare altro che
sgusciare dietro la schiena di Camus, che alza gli occhi e sospira
sconsolato.
“Ok. Facciamo finta che non sia
successo niente- esordisce Death con un ghigno- Ti riaccompagno a
casa e poi se c'è tempo di porto a vedere da vicino le
pareti
di casa mia. Molto da vicino.”
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
“No, grazie.” pigolo dal mio
nascondiglio.
“Ti dispiacerebbe staccarti dal mio
braccio?” domanda con voce monocorde Camus.
Ma io guardo ancora una volta Death e
scuoto fortemente la testa. Shaka rimane immobile con il volto
contratto in un'espressione stranamente ostile.
“Fammi stare così ancora per
quattro, cinque anni...Giusto per essere sicura della mia
incolumità.”
Per pura curiosità lancio uno
sguardo a Shaka che sembra essere meno zen del solito, con quel
sopracciglio alzato e le labbra strette.
“Forse dovresti semplicemente
lasciare in pace Camus e tornare alla Seconda.” propone.
Se gli sguardi potessero ammazzare,
Death Mask mi avrebbe già sbudellato un centinaio di volte.
Deglutisco a vuoto “Non credo che
quello sia più un posto sicuro...”
Credo che ora potrei benissimo girare a
mio vantaggio il fatto di dover avere un babysitter!
“E poi- continuo con aria da martire-
Atena ha ordinato che ci sia sempre un gold a sorvegliarmi.”
Camus e Shaka si scambiano degli
sguardi perplessi mentre sulla faccia di Death Mask si allarga un
ghigno.
“Infatti. È il mio compito.”
“Oh, grande Zeus!” mi lascio
scappare, rifugiandomi impacciata dietro la schiena del biondo.
“Avrei un'altra idea...” inizia,
con tono pensieroso.
“Davvero?” domandiamo speranzosi io
e Camus.
Sospiro rumorosamente.
Ok, ora l'ho capito: Shaka non mi odia,
mi detesta semplicemente!
Non mi sono mai, MAI, annoiata tanto.
Forse, e dico forse perchè non
mi sembra affatto un buon paragone, una noia del genere mi ha colto
quando il mio maestro mi ha messa in punizione costringendomi a
starmene con un secchio d'acqua in equilibrio sulla testa per un
intero pomeriggio dato che mi ero rifiutata di combattere contro
Victoria.
Per inciso, il secchio l'ho rovesciato
dopo due minuti netti e dato che l'acqua era gelata mi sono presa una
tremenda bronchite a starmene lì, immobile e bagnata, per
tutto quel tempo.
Alzo lo sguardo e trovo Camus
esattamente nella stessa identica posizione in cui l'ho visto qualche
minuto fa.
Seduto elegantemente sulla poltrona, le
sopracciglia leggermente aggrottate e gli occhi fissi sulle pagine
del libro che stringe fra le mani.
Il mercante di Venezia di Shakespeare.
Il tentativo che ho fatto di intavolare
una conversazione civile basata su quel tema se ne è andato
in
malora.
“Ti piacciono le tragedie di
Shakespeare?” gli ho chiesto garbata, e lui mi ha risposto
“Sì.”
“Personalmente trovo molto
interessante il monologo di Shylock al terzo atto. Tu che ne
pensi?”
ho tentato di nuovo, mantenendo volutamente un tono un po' distaccato
come il suo. Al che lui mi ha risposto, dando sfoggio di una spiccata
loquacità e notevoli argomentazioni a favore della propria
tesi : “Concordo.”
Il fatto che entrambe le volte che gli
ho rivolto la parola non abbia nemmeno alzato gli occhi dal libro mi
ha fatto capire che forse non era poi così propenso a
conversare con me.
“Camus?” tento di nuovo.
Devo assolutamente fare qualcosa
altrimenti rischio di crollare addormentata...
Lui sospira scocciato “Che c'è
stavolta?”
I suoi occhi, belli ma freddi, si
puntano su di me.
“Posso andare in bagno?” domando
titubante.
Lui alza gli occhi al soffitto “Non
sei una bambina delle elementari, Michelle. Puoi alzarti e fare
quello che ti pare. Basta che non te ne vada da questa Casa senza
essere scortata da me.”
Sbuffando mi riaffloscio sulla sedia.
Forse dovrei semplicemente starmene qui
tranquilla ad aspettare che Aioros ritorni (magari incrociando anche
le dita per una risposta positiva della dea!), ma davvero non posso
farci niente.
Insomma, non dico che non mi piaccia
starmene a trastullarmi sul divano, anzi.
Ma quando mi sento costretta a starmene
in un posto senza alcun altra possibilità...beh, inizio a
scalpitare!
“Ehi, di casa?C'è nessuno?”
la voce di Milo irrompe nella stanza prima ancora che arrivi il gold.
Camus chiude definitivamente il libro
con un colpo secco “Pare che oggi ci sia una cospirazione
universale ai miei danni.”
Io invece sono scattata in piedi, ben
felice di avere la compagnia di un essere vivente socialmente attivo.
“Milo!Che bello vederti!” lo
accolgo, con un grande sorriso.
“Hey!Miki è vero che hai
rovesciato il contenuto di una padella in testa a Death Mask e che
Camus ti ha salvato appena in tempo da un viaggio fuori programma
all'Inferno?” domanda con tono gioviale.
Ora io e il cavaliere dell'Acquario
abbiamo la stessa identica espressione: labbra serrate, sopracciglio
alzato e fronte aggrottata.
“La storia è stata un po'
travisata.” commenta Camus.
Io sospiro rassegnata “Benvenuto nel
mio mondo!”
Milo scrolla le spalle e si lascia
sedere scompostamente sul divano “E allora Shaka ti ha messo
in
castigo?”
“Non sono in castigo!- borbotto
risentita- E poi avere un supervisore dorato al momento è
l'unico modo che ho per difendermi dall'ira funesta di Death!”
“Veramente dicevo a Camus.” ribatte
il gold di Scorpio con un sorrisetto sulle labbra.E anche sulle labbra
del mio irritato
ospite si allarga un sorriso. Incredibile!
“In effetti poteva tenersela in
custodia lui, se ci tiene tanto alla sua incolumità. Ma
conoscendo i precedenti...”
“Una volta per tutte- lo interrompo
allargando le braccia- quella del vaso è una leggenda
metropolitana!”
Milo fa roteare i suoi occhi blu “Sì,
certo, come no.”
“Non siete affatto carini.” sbotto,
incrociando le braccia.
Potrebbero almeno fingere di non
trovarmi ridicola, no?
Passano un po' di minuti in cui questi
due che si dicono cavalieri ma che non conoscono nulla di cavalleria
sghignazzano apertamente.
“Sai una cosa, Miki?- domanda di
punto in bianco il gold di Scoprio, come se si fosse ricordato
improvvisamente di qualcosa- Mi devi un allenamento.”
Lo guardo spaesata “Come?”
“L'ultima volta che ci siamo allenati
insieme non hai dato sfoggio a tutte le tue qualità: mi devi
una dimostrazione pratica, e penso che questo sarebbe un ottimo
momento.”
Apro la bocca per ribattere ma Camus è
più veloce di me.
“Mi sembra un'ottima idea.- concorda
-Portatela via. Subito.”
Che cos'è tutta questa smania di
sbattermi fuori da casa sua?
Non è per niente gentile, uffa!
“Ma...” tento di protestare.
Ma il gold mi spinge letteralmente
fuori da casa, le mani fredde ben piantate sulla mia schiena , mentre
Milo ci segue sghignazzando.
“Sapete dov'è l'uscita”
ribadisce, mentre mi sbatte fuori dalle sue stanze private, con un
bello spintone sui reni.
E poi sbatte la porta rumorosamente. E
potrei giurare di riconoscere il rumore di qualcuno indaffarato a
sprangare la porta...
“Stupido mangialumache!” sibilo
rivolta all'uscio.
Milo ride del soprannome che ho dato al
suo amico e, mettendomi una mano sulla spalla, mi inizia a guidare
verso l'uscita e poi giù dalle scale in direzione delle
arene.
“Camus non è così male-
spiega- è solo che ama la tranquillità.”
Gli rivolgo un sorriso tirato “Anche
io, se è per questo, perciò proporrei di tornare
indietro e lasciar perdere l'allenamento”
Ma quando tento di svicolare via,la sua
stretta sulla mia spalla si fa più forte.
“Miki, Miki...Non avrai paura di
combattere con me?” mi stuzzica.
“L'ultima volta che mi sono allenata
con te ho rimediato un trauma cranico.” gli faccio notare.
Ma il suo sorriso radioso non si spegne
“Che ti è passato in un secondo. E poi ora che sei
praticamente indistruttibile non può capitarti niente di
male,
no?”
Sto per trovare una scusa degna di
questo nome per evitare di combattere con lui, quando noto che
nell'arena c'è già qualcuno.
Qualcuno di odioso e petulante.
Mi avvicino a Chen pestando i piedi e
sbuffando.
“Tu!- sibilo puntando l'indice contro
il cinesino- Piccolo primate glabro!Cosa ci fai qui?”
“Michelle, contegno!Stai parlando con
un oracolo.” mi rimbecca Milo.
Ma io lo ignoro.
“Ho chiesto a Mu il permesso di
venire a vedere il tuo allenamento-spiega con tono innocente- da
quello che ho visto sarà un evento spassosissimo!E tu sai
quanto adoro vederti mentre ti copri di ridicolo.”
Ok, Michelle. Calma e sangue freddo.
Lui è un marmocchio irritante
quanto la sabbia nelle mutande, ma tu sei una persona adulta e
posata: puoi tranquillamente affrontare la questione come un
qualsiasi essere umano civile e maturo.
“E cosa hai visto di così
spassoso?” domando, cercando di tenere l'irritazione sotto
controllo.
Tra l'altro, da come sghignazza Milo,
credo che abbia preso le parti del moccioso.
“Tu che fai la frana come al solito”
risponde, senza battere ciglio.
Io gli lancio un'occhiataccia “Come?”
Chen mi mostra un sorriso a trentadue
denti “Sei una frana e lo dimostrerai per l'ennesima
volta!”
“Ripetilo se hai il coraggio!”
ringhio con voce tenebrosa.
“Frana. Frana. Frana.” ripete, per
poi farmi la linguaccia.
Milo mi posa una mano sulla spalla
“Miki, è solo un bambino.” mi sussurra
all'orecchio.
Stranamente, gli do ascolto.
“Già, hai ragione... -
borbotto, giocandomi la carta della persona adulta e razionale-
è
solo un bambino viziato!”
Chen stringe i suoi occhi neri. Mi sa
che ho toccato il tasto giusto.
“E tu una frana di dimensioni
epocali!” ribatte con foga.
Scrollo le spalle “Mocciosetto.”
“Imbranata!” sibila, stringendo i
pugni e dando avvio a una scaramuccia infantile.
“Rompiscatole!”
“Befana!”
“Sgorbio!”
“Strega!”
“Mostriciattolo!”
Il gold che ha assistito a questo
scambio di amorevoli vezzeggiativi fino adesso, facendo saltare
continuamente lo sguardo dall'oracolo a me, decide di frapporsi fra
noi due.
“Adesso basta!”
“Ha cominciato lui/lei!” sbottiamo
all'unisono io e il prototipo in miniatura per l'essere più
odioso del mondo.
Milo alza gli occhi al cielo “Atena,
ti prego abbi pietà...”
Come richiamato dalle sue preghiere uno
sluccichio dorato ci avverte che è in arrivo un altro saint
nell'arena, che sta diventando decisamente affollata.
“Oracolo. Milo. Michelle.” saluta
Saga accompagnando le sue parole con un gesto del capo.
Ehy, perchè io ultima?
“Atena ha convocato una riunione
straordinaria. Vuole discutere con noi di alcune cose di massima
importanza.” spiega guardandoci con occhi seri seri.
Milo annuisce “Per quando ci
attende?”
“In realtà mancate solo voi.”
ribatte il cavaliere di Gemini.
“Allora andiamo!Sono proprio curioso
di sapere quali altri inutili giri di parole userà per
esprimere un semplice concetto!” sbotta Chen, muovendo
qualche
passo.
“Tu non puoi venire- dice con tono
duro Saga, mentre gli posa una mano sulla spalla per trattenerlo-
Atena ha detto che dovranno essere presenti solo i cavalieri d'oro e
Michelle.”
L'oracolo mette il broncio e pesta un
piede a terra “Ma non è giusto!!”
“Neanche che ci sia gente allergica
al cioccolato, ma la vita è ingiusta!” replica
Milo con una
scrollata di spalle.
“Ah!” esclamo soddisfatta prima di
fare una boccaccia al moccioso.
Saga sospira rumorosamente “Michelle,
sarà il caso che tu indossi l'armatura. Atena è
stufa
di vedere le tue bizzarre mise!”
Abbasso lo sguardo per osservare la mia
comunissima maglietta bianca e i pantaloncini militari: non mi sembra
che ci sia nulla di così male in me...
E poi, ammettiamolo: sentirsi dire che
ci si veste in modo bizzarro da una milionaria che veste solo pizzi e
merletti è piuttosto snervante!
Avete mai avuto di trovarvi fuori
posto?Come un pesce fuor d'acqua?Con l'irrefrenabile desiderio di
trovarvi in qualsiasi altro posto nel globo tranne che nel posto in
cui effettivamente vi trovate?
Ecco, allora dovreste capire come mi
sento in questo momento.
I gold sono praticamente perfetti nelle
loro armature dorate e luccicanti, seduti comodamente sulle loro
sedie, simmetricamente distribuiti intorno al lungo tavolo antico
nella sala in cui la dea, che è seduta a capotavola, ha
deciso
di tenere questa assemblea di condominio straordinaria.
Io, con i capelli pieni di nodi e
l'armatura nera, sono appoggiata contro la parete perchè, e
cito testualmente le parole della Kido “Purtroppo in questa
sala ci sono solo tredici sedie, non vuoi far ritardare l'inizio della
riunione per andare a prenderne una, vero Michelle?”.
Al ha simpaticamente commentato
dicendomi che sembro una pecora nera.
Beh, sapete una cosa?
Ho deciso che interverrò a
questa stupidissima conferenza della Kido soltanto a grugniti!
“La situazione è
grave...”inizia con voce solenne la Kido, che non si
dimentica di
fare smorfie di dolore per dimostrare quale grande sforzo sia per lei
trovarsi qui nonostante la costola incrinata.
Sinceramente la cosa non mi interessa.
Forse Chen non ha tutti i torti a
detestarla a pelle...sto perfino rimpiangendo che lui non ci sia...
“Le Titanidi non hanno più
provato ad attaccarci.” commenta Aioria, dopo che la dea ha
finito
di parlare.
Death sbuffa sonoramente “E
allora?Dovremmo starcene qui ad aspettare che si
ripresentino?Dovremmo agire e coglierle di sorpresa.”
“Non sappiamo nemmeno dove si
trovino.” commenta Shura con il suo forte accento spagnolo.
Aphrodite sbatte le lunghe ciglia
ricurve “E non c'è nessun modo per noi per
scoprirlo?”
chiede.
Saori scuote la testa, facendo
ondeggiare i lunghi capelli.
Mi lascio scappare un sospiro
frustrata.
Certo che ci sarebbe un modo: potrei
usare le mie capacità di cavaliere maledetto e scovarle
ovunque si trovino.
E ci ho provato, davvero.
Solo che i loro cosmi sono
così...fluttuanti...li percepisco per qualche secondo e poi
spariscono per ricomparire da un'altra parte.
È davvero frustrante.
E fastidioso.
Per non parlare del mal di testa che mi
fa venire.
“Forse dovremmo semplicemente
aspettare un nuovo attacco e non rischiare di lasciare sguarnite le
difese del Santuario.” è l'opinione di Aldebaran,
che
conclude con una scrollata di spalle, come se stesse parlando di una
partita di calcio e non della probabile distruzione del mondo.
Lascio che un sorriso stiracchiato mi
compaia sulle labbra, ma la cosa dura pochi secondi.
Sbarro gli occhi preoccupata per la
scossa elettrica che mi attraversa la spina dorsale.
Succede tutto all'improvviso: le parole
dei cavalieri e di Atena si sovrappongono, sfumandosi lentamente e
diventando solo un leggero ronzio di sottofondo, che mi tappa le
orecchie.
E finalmente lo sento: uno di quei
cosmi che ho tanto cercato.
Davanti ai miei occhi spalancati non
c'è più Atena e nemmeno i suoi dodici gold saint.
Vedo il globo terrestre e un cosmo
lucente, luminoso come il sole e altrettanto caldo, tanto da
bruciare, mi guida nel punto esatto in cui si trova una delle
Titanidi.
Finalmente la sento.
È vicinissima, più di
quanto credessi.
Scuoto la testa con forza e la cartina
che mi sono immaginata scompare dalla mia testa.
“A Ovest. In Turchia.” bisbiglio
senza voce.
Tutti si voltano verso di me, e
immancabilmente arrossisco come un peperone.
“Cosa?” mi domanda Saori, alzando
un sopracciglio scocciata.
“Teia. Si trova in Turchia.” spiego
con titubanza.
Shaka, che se ne era stato in silenzio
fino adesso, alza un sopracciglio, perplesso “E tu come fai a
saperlo?”
“Beh, perchè lo sento.”
borbotto imbarazzatissima per via di tutta l'attenzione che mi
prestano.
“Come è possibile?” rincara
la dose Doko, fissandomi stupito.
Io scrollo le spalle “E' una capacità
dei cavalieri maledetti: in teoria possiamo individuare il cosmo di
chiunque sul globo.”
I gold e Saori spalancano gli occhi
sorpresi.
“E perchè diavolo non l'hai
fatto prima?” sibila il cavaliere della Bilancia.
Io mi appiattisco contro il muro,
spaventata da tanta ostilità “La pratica non
è così
semplice.-spiego- Bisogna mantenere la giusta concentrazione, tenere
il controllo delle informazioni nonostante gli sbalzi di potere del
cosmo stesso, saper seguire il segnale che viene lanciato
e...”
“Perchè non riuscivi a farlo
prima?” mi domanda Mu, con più gentilezza.
Mi passo una mano sul braccio e
comincio a guardarmi le punte dei piedi “Non è
così
semplice.-ripeto con un mormorio- Ho ancora molto da
imparare...”
“Sei assolutamente certa di quello
che hai visto, allora?” mi chiede Atena.
Annuisco con convinzione “Teia è
in Turchia: saprei riconoscere il luogo in cui si trova.”
“Ed è sola?” continua la da
dea.
Annuisco di nuovo.
Saori aggrotta le sopracciglia fini e
tortura un fazzolettino di pizzo con le mani affusolate.
“Michelle, vai a chiamare i bronze,
che attendono nell'altra stanza.” mi ordina poco dopo.
La guardo confusa “Non dovremmo
decidere qualcosa sul da farsi?”
“Inizia ad andare a chiamare i
bronze, Michelle.” mi rimbecca, con tono di comando.
Abbandono la stanza trascinando i piedi
infastidita.
Insomma: Teia è lì, no?
Attacchiamola, rapiamola, facciamo
qualsiasi cosa!
È davvero necessario aspettare
con le mani in mano che siano loro a fare le loro mosse comodamente?
Va bene pensare prima di agire, ma
forse riflettere troppo potrebbe andare a nostro sfavore!
Apro la porta piano, ancora scocciata
per la mancata presa di posizione della Kido.
“Tu!”
Al sentire questo grido alzo la testa
di scatto e vedo il cavaliere di bronzo di Pegasus, lo stesso
ragazzino che avevo lasciato a Tokyo legato come un salame, puntarmi
addosso un indice tozzo.
“Tu sei il cavaliere che ha rapito
Atena!” sbraita di nuovo e parte alla carica, cercando di
attaccarmi.
Alzo il braccio verso di lui e subito
dopo verso l'alto, e in men che non si dica Seiya si ritrova a testa
in giù, tenuto appeso all'alto soffitto solo grazie ad una
mia
ragnatela che gli lega la caviglia.
“Chi non muore si rivede.”
commento, ancora indispettita per l'esito della riunione.
Gli altri tre bronzini mi accerchiano e
iniziano ad espandere i cosmi, combattivi.
In men che non si dica dalla stanza
dov'erano ad aspettare comodamente arrivano anche i gold.
“Che succede qui?” tuona Aldebaran,
guardando i tre con rimprovero.
Death Mask e Milo, invece, notano
immediatamente Seiya, appeso come un sacco di patate.
Probabilmente vorrebbe sgridarmi, ma
Atena è più veloce.
Al solo sentire la voce del suo
protetto si è fiondata fuori dalla stanza e ora mi guarda
lanciando fiamme dagli occhi.
È decisamente fuori di sé.
“Michelle!Quali erano i nostri
accordi?” sibila, riottosa.
Non mi lascio abbindolare dal suo tono
di comando “Che devo sottostare agli ordini dei gold e
vostri, o
divina, ed essere rispettosa con voi. Lui è un
bronze.”
Sorrido fra me e me, soddisfatta della
mia risposta.
“Mettilo giù immediatamente!”
sibila, gli occhi neri ridotti a due fessure.
Ehi: tutti testimoni che è stata
lei a dirmelo, vero?
“Come volete.” mormoro mentre
faccio un gesto della mano che fa vaporizzare le mie ragnatele, unico
sostegno che tengono il bronzino appeso all'alto soffitto.
“Seiya!” urlano i suoi amici, che
corrono di qua e di là nel tentativo di afferrarlo.
Ha la peggio il cinesino, su cui il
cavaliere di Pegasus atterra di malagrazia, facendo cadere a terra
tutti e due.
L'allievo appiccicoso di Camus, tale
Hyoga, mi guarda con odio.
“Ho solo obbedito agli ordini.” Gli
faccio notare con una scrollata di spalle.
E poi ho la malaugurata idea di
voltarmi vero gli altri gold, trovandomi davanti tutte le loro
sfaccettate reazioni.
Aioria, Doko e Camus sembrano statue di
sale.
Mu, Aldebaran e Aioros invece
probabilmente una cosa del genere se l'aspettavano da una come me.
Milo sghignazza ancora e anche Shura
pare stia trattenendo qualche risatina.
Death mi guarda con sguardo
indecifrabile. Credo che stia ancora cercando di trovare un modo per
farmi fuori senza dare nell'occhio.
Lo sguardo di Saga è severo,
mentre quello di Aphrodite non si cura affatto di me, troppo
impegnato ad analizzarsi le unghie.
Per ultimo mi volto verso Shaka, ma non
ho affatto voglia di vederlo di nuovo in collera con me.
Addito la porta alle mie spalle,
indicandola col pollice da sopra la spalla.
“Forse è meglio che io vada-
balbetto, arretrando piano- Aldebaran mi farà sapere che
cosa
avete deciso.”
“Non ne combino una giusta- borbotto
rassegnata, appoggiando il mento sulle mani- Che cosa c'è
che
non va in me?”
La voce di Chen supera a malapena il
frastuono del videogame con cui sta giocando, una specie di massacro
globale in cui vince chi ammazza più nemici “Hai
tempo per
una lista?” mi domanda, senza staccare gli occhi dallo
schermo.
Storco la bocca infastidita “Kiki sa
che usi le sue cose?”
Il piccolo oracolo fa spallucce “In
realtà aveva provato a nasconderle, ma avevo previsto
esattamente una sua mossa del genere e non mi ci è voluto
molto a scoprire il nascondiglio!”
Questo bambino è un genio del
male.
Sono un po' preoccupata che un soggetto
come lui abbia il potere della preveggenza.
“Allora, che cosa sei venuta a
chiedermi?” continua, mettendo in pausa il gioco e girandosi
verso
di me.
Sospiro rassegnata “Non lo so nemmeno
io. Voglio dire: non ci vogliono i tuoi poteri da oracolo per capire
che Atena non ha alcuna intenzione di mandare i suoi guerrieri a
cercare Teia, e tantomeno per sapere che i gold di certo non
contraddiranno la loro dea!”
Sul visetto tondo del cinesino compare
un sorriso obliquo “Ma tu non sei un gold.” mi fa
notare.
Io aggrotto le sopracciglia confusa “E
con ciò?”
Chen alza gli occhi al cielo, come se
avesse a che fare con un essere particolarmente stupido.
“Poniamo il caso che tu abbia un
piano: nessuno ti potrebbe impedire di andare a realizzarlo.- spiega-
L'importante è che tu segua l'ordine di Zeus, no?E l'ordine
è
soltanto quello di stare dalla parte di Atena, non di farle da
zerbino.”
“Non hai tutti i torti.- lo assecondo
passandomi una mano sotto il mento- Ora devo solo farmi venire
un'idea geniale e trovare un modo per andarmene in Turchia senza dare
nell'occhio.”
“Potremmo saltare tutta questa parte,
se tu mi lasciassi rivelare cosa ti ho vista fare nel futuro.”
Spalanco gli occhi sorpresa “Tu l'hai
già visto?”
“Oh, sì!” ammette il
bambino, mentre un sorriso gli si allarga sulle piccole labbra.
“Io non ci vado in missione con
lei!!”
La voce di Seiya è irritante e
acuta, cosa che non ti aspetteresti ascoltando tutte le mirabolanti
imprese del bronze di Pegasus.
Ma che altro dovevo aspettarmi da un
ragazzino poco cresciuto?
“Questa è la volontà di
Atena.” spiega con calma Mu, ma quel tizio sembra essere
più
testardo di un mulo.
“Ma hai presente chi è lei?E'
quella che ha rapito Atena!Non possiamo fidarci!” blatera
come se
la propria opinione fosse l'unica da tenere in considerazione.
Il cavaliere di Aries sospira
stancamente “Intendi quella senza la quale Atena ora sarebbe
sopita
e non potrebbe salvare il mondo?”
Seiya apre bocca per dire qualcosa ma,
evidentemente, ha del buon gusto anche lui e decide di tacere. I suoi
amici lo guardano di sottecchi.
“Seiya non ha tutti i torti,
comunque- esordisce il cinese, tale Shiryu- Non avete detto anche voi
che la sua posizione in questa guerra non è
chiara?”
Ah,è così? Possibile che
non sia ancora riuscita a conquistare la fiducia di tutti i gold?
Con Mu, Aldebaran e Milo...uff, non
sono nemmeno alla metà!!
“Giusto!Come possiamo svolgere la
nostra missione se dobbiamo tenere conto del suo
comportamento?”
rincara la dose Seiya, probabilmente stanco di aver taciuto per
troppo tempo.
Mu prende fiato per rispondere a tono
ma lo interrompo io.
“In effetti, neanche io sapevo che
avrei dovuto fare da baby-sitter.” dico, sorridendo
candidamente.
Il mio piano è questo: vado in
Turchia, mi intrufolo nell'accampamento di Teia, conquisto la sua
fiducia e scopro tutti i piani delle Titanidi. Dopo di che avremo un
immenso vantaggio, sapremo quando e come attaccheranno e quando
giungerà il momento sapremo combatterle e sconfiggerle!
Davvero geniale.
Solo che Chen mi ha assicurato che
rivelarlo ai gold o a chiunque altro cambierebbe il corso del futuro,
quindi sono andata da Atena a proporle di mandarmi in avanscoperta.
Peccato che abbia deciso di mandare
anche i bronze con me...
I quattro ragazzini spalancano la bocca
evidentemente offesi dalla mia ultima affermazione, mentre Mu mi
guarda esasperato.
“Che c'è?” domando cercando
di non dare a vedere il fatto che sto sghignazzando sotto i baffi.
“Michelle, ti prego, non ti ci
mettere anche tu!” protesta debolmente, passandosi una mano
sulla
fronte.
“Noi noi siamo ragazzini!- sbraita
gesticolando come un pazzo il bronze di Pegasus- Abbiamo quasi tutti
diciassette anni!”
Io rido, girandomi verso di loro e
squadrandoli dall'alto e il basso “Ve ne avrei dati al
massimo
quindici!”
“Non è che anche tu ne
dimostri molti di più.” sibila Hyoga, e la sua
voce è
gelida come il suo sguardo.
Mannaggia a lui!Colta sul vivo!
Mi volto di nuovo verso Mu, ignorando
il suo commento “Che ne dici se andassi da sola?”
chiedo
speranzosa.
Il gold scuote la testa, facendo
ondeggiare i suoi lunghi capelli chiari “Troppo pericoloso.
L'hai
detto tu stesso che laggiù c'è...”
“Teia” concludo io per lui.
“Non credo tu possa affrontare una
Titanide e l'esercito che l'accompagna da sola, Michelle.”
ribadisce per l'ennesima volta.
Allargo le braccia “Ma non andrò
a combatterla. Cercherò solo di scoprire quali sono i suoi
piani e se si sposta verso la Grecia di nuovo.”
“Atena ormai ha deciso.” E con
questa frase per il cavaliere dell'Ariete pensa di avere chiuso
definitivamente il discorso.
“Ma...” tento di protestare di
nuovo.
Shun mi si avvicina piano,e mi posa la
sua mano diafana sul braccio “E' meglio anche per te se noi
ti
seguiamo- tenta si spiegarmi con convinzione- Teia ha un esercito
dalla sua e se ti scoprisse potrebbe mettersi male per te
sola.”
Gli rivolgo un sorriso conciliante “Le
mie ferite si rimarginano in un secondo. Le tue?”
L'entrata rumorosa di Chen nella stanza
non gli da la possibilità di rispondere.
“Michelle ti devo parlare!”
esclama, afferrandomi un braccio e cercando di trascinarmi verso la
porta.
Faccio roteare gli occhi esasperata
“Non vedi che sono occupata?”
Il piccolo oracolo mi strattona un po'
“E' molto, molto molto, importante!”
Alzo le spalle come segno di scusa,
ovviamente rivolgendomi solo a Mu, Shun e Shiryu (con Hyoga sono
ancora arrabbiata per quella battuta), e mi allontano seguendolo.
“Si può sapere che cosa c'è
ora?” chiedo esasperata, non appena svoltiamo l'angolo.
“Non devi portarli con te.” mi
intima, con sguardo serio.
“E' quello che stavo cercando di far
capire a Mu!” gli faccio notare.
Chen stringe i suoi grandi occhi neri
“Non ci riuscirai. Ma se loro verranno con te
all'accampamento di
Teia tutto il nostro piano se ne andrà in malora.”
“Che cosa proponi di fare, allora?”
Lui mi porge un sacchetto di plastica
che contiene una polvere sottile e mi rivolge un sorriso astuto
“Ricordati di mettere i bimbi a nanna prima di andare da
Teia.”
In Turchia, nella parte meridionale
dello stato, c'è una catena montuosa chiamata Toros Daglari.
Io lo ignoravo completamente, come
ignoravo che questa catena montuosa fosse divisa in tre parti:
Orientale, Centrale ed Occidentale.
Accompagnata, o meglio scortata, dai
quattro bronzini stiamo cercando Teia, che a quanto ho visto nella
mia visione si trova nel Tauro Orientale, detta anche Anti-Tauro, un
territorio inospitale dal profilo prevalentemente roccioso. E devo
dire che ritrovarmi qui a fare campeggio dei ragazzini che mi
guardano in cagnesco non è esattamente il massimo.
“Sei sicura che il posto sia questo?”
mi domanda Shiryu con espressione corrucciata.
Io allungo la mano e con il dito indice
punto a una serie di fili di fumo che si alzano verso il cielo e che
provengono tutti dallo stesso punto, a diversi chilometri di distanza
da noi.
“Allora che aspettiamo?- prorompe
Seiya- Attacchiamoli!”
Scuoto la testa con rassegnazione:
tenere a freno questi quattro si sta rivelando un'impresa
più
difficile del previsto.
“Non possiamo.-spiego, cercando di
essere più convincente possibile- Loro saranno almeno
cinquanta e i guerrieri di Teia raddoppiano le guardie durante la
notte.”
Lo sguardo color ghiaccio di Hyoga si
assottiglia “Che cosa intendi?”
“Teia è la titanide del Sole.
Durante la notte il suo potere si limita e perciò i suoi
guerrieri aumentano le difese.” continuo, cercando di
ricordarmi le
informazioni che il mio maestro ha cercato di inculcarmi nella testa
a forza da quando avevo quattro anni.
“Ma non possiamo aspettare oltre!”
scalpita di nuovo il saint di Pegasus, pestando un piede per terra.
“E' meglio non tirare troppo la
corda, Seiya- lo calma Shiryu-Aspetteremo fino a domani mattina
all'alba.”
Ma il giapponese non molla, e sbuffa
sonoramente “E' una totale perdita di tempo!”
“Che cosa dovremmo fare allora, o
maestro di strategia?Entrare con fragore dall'entrata principale con
le dita incrociate affinché loro siano più deboli
di
noi e sperando che l'effetto sorpresa ci dia una marcia in
più?”
sbotto, lasciandomi cadere su un tronco mozzato, proprio vicino al
fuoco che Shun ha appena acceso.
“Vedo che un piano ce l'hai, allora!”
ghigna il nano petulante.
Calma, Michelle, mi intimo, strappargli
i denti uno a uno sarebbe sconveniente, oltre che anti-igienico.
“Sentite: so che non vi fidate di me
e forse non ne avete tutti i torti.- borbotto, cercando di giocarmi
la carta del momento strappalacrime-Ma questa ostilità non
ci
aiuterà nella battaglia. Dobbiamo fidarci gli uni degli
altri.”
“Non possiamo fidarci di qualcuno che
non conosciamo.” sibila il saint del Cigno.
Annuisco piano, mentre mi diletto nella
preparazione della sbobba da campeggio.
“Che cosa volete sapere?” domando,
mentre punzecchio con un bastone le braci sotto la pentola.
Shun mi si avvicina, sedendosi di
fianco a me “Ad esempio il motivo per cui sei tornata al
Santuario.”
“Voglio salvare una persona che mi è
cara.- taglio corto- Zeus mi ha promesso che lo farà se sto
dalla parte di Atena.”
Seiya storce la bocca, infastidito “Non
è un buon motivo per combattere.”
“Non importa il motivo per cui fai
una cosa- ribatto piccata- Alla fine quello che conta è
l'esito delle tue azioni, a prescindere dalle tue
motivazioni.”
O miei dei. E da quando sforno queste
perle di saggezza?
“Ma...” tenta di domandare di nuovo
Shun, ma io lo precedo cambiando drasticamente argomento.
“La sbobba è pronta.”
annuncio, prima di servire ai quattro delle porzioni piuttosto
abbondanti.
“Tu non mangi?” mi domanda il saint
di Andromeda, notando che io non ne ho presa.
Gli rivolgo un sorriso tirato “No,
non ho fame.”
Soprattutto non intendo mangiare
qualcosa che contiene una dose di sonnifero capace di stendere un
rinoceronte!!
“La pivellina sente l'ansia prima
della battaglia!” mi schernisce Seiya, senza curarsi del
fatto che
ha la bocca piena.
Storco il naso disgustata.
“L'altro bronze dov'è?”
domando, cercando di ignorare il giapponese.
Shiryu scrolla le spalle e Hyoga tiene
lo sguardo fisso sulla sua scodella.
“Ikki arriva solo se c'è
bisogno di lui.” mormora con un sospiro.
Di certo la cosa non mi riguarda, però
spero davvero che il bronze mancante non arrivi a mandare all'aria il
mio piano...
“Credi che quello che stai per fare è
saggio?”
“Certo che lo è” ribatto,
girandomi verso Shun.
Il ragazzo sbatte i suoi occhioni da
cucciolo “Come?”
“Cosa hai detto?” replico, alzando
le sopracciglia confusa.
Lui sgrana gli occhioni “Non ho
parlato.”
“Ma se mi hai appena...- i suoi occhi
smarriti mi convincono da andare oltre- ...niente, come non
detto.”
Ci manca solo che inizio a sentire le
voci!
Scuoto la testa con forza e punto gli
occhi all'orizzonte.
Il cielo è tinto di rosso per
via del tramonto, e la notte sta scendendo lentamente.
Non mi resta che aspettare che loro si
addormentino e poi darò il via al mio piano
Raggiungere il campo di
Teia non è
stato facile.
E nemmeno superare le prime guardie.
Il fatto è che ora che tutti gli
altri si sono svegliati, per via dell'allarme che una di loro
è
riuscita a lanciare prima che gli lanciassi una ragnatela a tapparmi
la bocca, la situazione non è poi così rosea come
avevo
previsto.
E di certo non posso star qui tutta la
notte dietro al mio scudo ad aspettare che si stanchino di cercare di
abbatterlo.
Devo iniziare con la mia recita e lo
devo fare immediatamente.
Non ci sono altre possibilità:
questa volta devo fare in modo che fili tutto liscio.
Sono la sola che può farlo.
Niente tentennamenti, gaffe
irreparabili o comportamenti sconclusionati.
Devo solo smettere di essere me stessa
per un po'...quanto può essere difficile?
Deglutisco rumorosamente, ricacciando
indietro il panico più totale.
“Ce la posso fare.” mormoro fra me
e me.
L'ennesimo guerriero al soldo di Teia
si scaglia contro la barriera che mi protegge, riuscendo solo a
guadagnarsi una grossa botta in testa.
Devo solo comportarmi come una di
quelle cattive di film e soap opere, che ci vorrà mai?, mi
ripeto con poca convinzione.
“Mwahahahah- la mia pessima
imitazione di una risata malvagia riesce ad ottenere la completa
attenzione dei guerrieri che mi stanno intorno- I vostri tentativi di
rompere la mia barriera sono adorabili oltre che inutili e sintomo
della vostra stupidità.”
I soldati non sembrano gradire il mio
commento, e intorno a me si alza un brusio scocciato e le occhiatacce
si sprecano.
Accidenti, sono davvero tanti...
“Chi sei?” ringhia un omaccione
nerboruto parandomisi davanti, e bloccandomi totalmente la strada
insieme ai suoi esimi colleghi.
Devo restare nella parte della cattiva.
Dite che il tremore di ginocchia e la vocetta debole erano un segno
distintivo di Crudelia DeMon?
“Non sono affari vostri.- rispondo
cercando di mantenere la voce dura- Sono qui per trattare con pesci
ben più grossi di voi.”
L'omaccione non sembra particolarmente
contento di essere stato definito un pesce piccolo.
Lo squadro dalla testa ai piedi,
cercando di darmi un'aria di sufficienza, ma in realtà sto
pensando che quello un pesce piccolo non lo è affatto. Anzi.
Direi che è più uno
squalo...o un'orca assassina.
Ricaccio indietro il groppo che mi si
forma in gola e mi decido a continuare a parlare
“Sarò
magnanima: se vi togliete dai piedi risparmierò le vostre
patetiche vite.”
“Forse hai parlato troppo presto!”
tuona di nuovo l'omaccione, facendo un cenno agli altri guerrieri e
lanciandosi all'attacco assieme a loro.
Mi lascio scappare un sospiro “Non
dite che non ve l'avevo detto.”
Alzo le braccia e lancio le mie
ragnatele che in pochi attimi li intrappolano tutti a qualche metro
da terra, lasciandoli sospesi come panni stesi.
Clap clap clap.
L'applauso mi arriva alle orecchie
insieme ad una risatina sommessa e subito dopo Teia fa la sua
comparsa.
“Davvero notevole.- mi elogia, con la
sua voce senza tempo- Posso avere l'onore di sapere chi sei e a cosa
devo l'onore della tua visita?”
L'aspetto della Titanide è
magnifico e regale, come quello di qualsiasi essere di natura divina.
Devo ammettere che non mi ci abituerò
mai. Certo, di solito davanti a persone dall'assoluta bellezza come
Miguel, Takis, Mintha o Shaka mi sento un po' fuori posto, ma questo
è decisamente peggio.
Teia è praticamente oro con
fattezze umane: che c'entri qualcosa con il fatto che è la
Titanide più legata al sole?
I suoi occhi di giada mi scrutano
attenti, ma io lascio vagare ancora un po' il mio sguardo sulla sua
pelle ambrata, le lunghe onde dorate che si ritrova al posto dei
capelli e l'abito giallo che le fascia il corpo scultoreo.
Ci si potrebbe sentire più
inadeguati di come mi sento io ora?
Sbatto gli occhi più volte prima
di ritornare in me e raccogliere le parole giuste per rispondere con
un po' di strafottenza, giusto per mantenere le apparenze.
“Sono Michelle, cavaliere di Aracne.
E non vedo l'ora di unirmi a te per distruggere quei moscerini dei
cavalieri di Atena!”
Teia mi osserva confusa, passeggiandomi
intorno “Ah: sei una di quei cavalieri maledetti che ci hanno
sbarrato la strada al nostro primo attacco al Santuario. Sbaglio o
eri dalla parte di Atena?”
Il cuore mi inizia a battere
all'impazzata.
Non deve scoprirmi.
O Zeus, ti prego, fa che non mi scopra.
Fingo una smorfia disgustata “Diciamo
che non è stata esattamente una mia scelta.”
La Titanide inclina la testa di lato,
incuriosita “Spiega.”
“Io e i miei compagni avevamo vedute
diverse su questa guerra- mi invento di sana pianta, cercando di
essere convincente- Ma gli esiti della prima battaglia hanno
dimostrato quanto io avessi ragione fin dal principio: loro si sono
ritirati, ma perchè non combattere quando si ha l'occasione
di
scegliere la parte vincente?”
“E tu credi che saremo noi a
vincere?” mi domanda deliziata.
Sorrido con convinzione “Certo, ora
che mi avete dalla vostra parte!”
Teia si lascia scappare una risatina e
mi fa cenno di seguirla verso un'entrata scavata sulla parete
rocciosa.
La osservo perplessa. Non è una
caverna naturale, piuttosto dalle fattezze sembra proprio che sia
stata scavata da poco.
“Sembri molto sicura di te.-commenta
sorridendo, e poi aggiunge, probabilmente notando la mia titubanza a
entrare- Tranquilla, non crollerà.”
Io?Sicura di me?
Se sono così convincente forse
dovrei darmi alla recitazione...
Alzo il mento e la sorpasso,
dipingendomi sul volto un'espressione strafottente “Allora,
che c'è
in palio?” domando, sedendomi su un masso, mentre Teia si
siede su
una sedia intagliata nella pietra, che fa parte dell'ultra raffinato
arredamento di quell'accampamento così rudimentale.
“Il mondo, per cominciare.” sorride
la dea, passandosi una mano fra i folti capelli dorati.
Faccio roteare gli occhi “Il solito
Risiko divino?”
Lei prorompe in una risata argentina
“Non esattamente.-specifica- Dopo aver eliminato tutti gli
esseri
umani e aver finalmente sconfitto le altre divinità potremo
passare alla fase costruttiva.”
La guardo interrogativa.
“Mnemosine, come sai, è la dea
della memoria: dopo secoli passati ad osservare gli umani e gli dei
combattersi fra di loro e avendo appurato la loro incapacità
di apprendere dai propri errori ha convenuto che una creazione ex
novo sarebbe l'ideale.- continua pensierosa- Oltretutto, noi e i
nostri fratelli Titani abbiamo un conticino in sospeso con chi ci ha
imprigionato per così tanto tempo.”
Improvvisamente capisco perchè
non riesco a individuare le altre Titanidi e perchè i loro
cosmi sono così fluttuanti “State liberando i
Titani?”
Teia annuisce solenne “Ogni alleato
in più ci darà la possibilità di
vincere questa
guerra il più presto possibile.”
“Questo è...”
Sleale?
Ignobile?
Un grosso problema?
“...perfetto.” concludo con un
sorrisetto, ricalandomi nel mio ruolo.
La dea si passa una mano sotto il mento
“Sai, trovo particolarmente strano questo tuo cambio di
posizione,
soprattutto dopo che mia sorella Febe ha ucciso il tuo
amichetto.”
Nel sentire queste parole il battito
del mio cuore inizia ad accelerare.
Non devo farmi cogliere dall'emotività.
Non ora! Non posso mandare tutto
all'aria!
“Già. Ed è stato quello
a farmi cambiare idea.- mormoro con tono cupo- Tenevo molto a Takis e
lui aveva accettato l'alleanza con Atena. Ma cosa hanno fatto i
nostri così detti alleati?Ci hanno lasciato in vostra balia
senza degnarsi di venire ad aiutarci!”
Mentre pronuncio queste parole stringo
i pugni con forza, riuscendo a conficcarmi le unghie nei palmi.
Mi fa un po' paura il fatto che penso
davvero quello che ho detto...
Teia mi sorride comprensiva “La
vendetta.- sussurra. E pronuncia questa parola come se la stesse
assaporando- Mi piace: benvenuta in squadra.”
“Benvenuta in squadra?!” ripete
strillando il saint di Pegasus, entrando nella grotta di corsa e
lievemente ammaccato.
Addio tentativo di risolvere questa
situazione usando il cervello invece che i muscoli.
“Non ti avvicinare” gli intimo in
un sibilo.
Ma secondo voi mi ascolta?
Ovvio che no.
“Che ci fa qui un saint di Atena?”
domanda con voce tenebrosa Teia.
Oh-oh.
Mi volto di nuovo verso di lei “Mi
avranno seguita, Teia. Io sono una senza dio, non servo alcuna
divinità, non hai nulla da temer...”
Un colpo violento mi fa alzare in volo
per atterrare malamente contro la parete della grotta causando una
leggera frana.
Ahia!
Abbasso lo sguardo verso lo stomaco:
c'è un enorme squarcio da cui il sangue esce a fiotti.
Fa un male assurdo, anche quando i
lembi di pelle si riavvicinano da soli e si ricongiungono, come se
niente fosse accaduto.
“Cosa diavolo...?” sussurra Teia
stupita, guardandomi rialzare.
Non faccio in tempo a dire qualche
frase ad effetto, o perlomeno, a cercare di dissuaderla a scatenare
la sua ira quando l'Idiota con manie di protagonismo, si lancia con
forza verso la titanide.
“Fulmine di Pegasus!” urla,
convinto che il suo colpo possa davvero farle qualcosa.
Teia alza una mano per bloccare il suo
colpo.
“Sei un personaggio interessante,
Aracne.- dice, senza togliere di dosso da Seiya il suo sguardo
assassino- Mi piacerebbe parlare di nuovo con te, in altre circostanze.
Ora il mio tempo qui si è concluso.”
Che cosa ha intenzione di fare?
“Sun's Explosion!” grida, con un
tono di voce che mi fa raggelare il sangue.
Senza nemmeno pensarci mi lancio verso
il bronze e gli do un perfetto calcio nelle budella, scaraventandolo
fuori dalla caverna, abbastanza lontano dove le sue immense
sopracciglia non potranno essere bruciacchiate dal colpo micidiale
della titanide.
Ovviamente io lo becco in pieno,
proprio sulla schiena.
Vengo scaraventata fuori a mia volta in
un vorticare di fiamme.
Ohi, ohi, ohi.
Perchè mi sono messa in testa di
salvare quel ronzino?
Non è che la pericolosissima
sindrome dell'eroe che gira al Santuario è contagiosa, vero?
Mi tasto un po' il corpo, ma sembra non
ci sia alcun danno.
L'armatura di Aracne ha fatto il suo
dovere anche questa volta!
Apro gli occhi lentamente, cercando di
ignorare l'incredibile senso di spossatezza che mi attanaglia.
Apro gli occhi e vedo...
Niente.
Buio totale.
Non può essere già notte,
vero?Perchè sarebbe strano dato che sento sulla pelle il
calore dei raggi solari.
Mi alzo in piedi lentamente, con
movimenti goffi e maldestri, e cerco di sfregarmi gli occhi con
forza.
Niente, tutto resta comunque nero.
Ok.
Niente panico.
Sono solo momentaneamente cieca e
circondata da imbecilli.
La situazione non è poi così
grave.
Sento una mano sulla spalla.
È grande, abbastanza ruvida e
decisamente poco delicata.
Deve essere il famoso Ikki, comparso da
chissà dove, constato riconoscendo un cosmo sconosciuto.
“Chi sei?” mi domanda minaccioso.
“Tranquillo-borbotto- Sto dalla
vostra parte.”
“Sei il guerriero maledetto?- chiede
scandalizzato- Tu?”
Faccio finta di ignorare il suo tono
eccessivamente stupito e annuisco.
“Tutto bene?” domanda di nuovo.
Certe domande dovrebbero essere vietate in situazioni del genere.
Come può anche solo venirgli in
mente che tutto vada bene?!
“Teia è scappata.” adduco
come risposta voltandomi verso di lui.
Almeno credo di essermi voltata nella
direzione giusta.
“Che stai guardando?” mi domanda
perplesso. Accidenti a me e al fatto che non riesco a capire da dove
vengono i suoni!
Sento un leggero spostamento d'aria
quindi presumo che il cavaliere di Phoenix si sia avvicinato.
“Hai...hai gli occhi opachi!”
constata, probabilmente guardandomi in viso.
“Già, e non vedo un
accidenti.” sbotto incrociando le braccia.
Sento un rumore secco e poi il suono di
milioni di sassolini che franano.
“Perfetto!Ci mancava anche questo.”
ringhia irato.
A proposito, che fine hanno fatto gli
altri infanti?
“Fa niente, entro domani mattina
andrà tutto a posto.- cerco di calmarlo- I tuoi
amici?”
C'è una breve pausa.
Odio non sapere che cosa sta facendo.
“Che c'è?” domando, per
ricordargli che la sottoscritta non dispone al momento delle
facoltà
necessarie ad analizzare da sola la situazione.
“L'onda d'urto del colpo di Teia li
ha colpiti in pieno. Sono svenuti.” sbuffa e poi sento un
tonfo
sordo.
Qualcosa mi dice che si è
seduto. Che ragazzo fine e delicato che è!
“E adesso?” chiedo, toccando la
parete dietro di me per darmi una guida e sedendomi.
“Aspettiamo.- risponde Ikki, con un
sospiro- Non possiamo certo lasciarli qui. E se tornassero i
guerrieri di Teia?”
Ah, quindi dopo il suo attacco c'è
stata pure una fuga in grande stile...
“Potrei restare qui io finchè
non si svegliano, e tu tornare al Santuario a comunicare gli esiti
della missione.” azzardo dopo qualche attimo di riflessione.
Il bronze si mette a ridere “Oh,
certo. E in caso di pericolo chi ti difende?”
“So difendermi benissimo da sola!”
sbotto contrariata.
Dannatissimo maschilista.
“Vedo. Sai che stai parlando con un
muro al momento, vero?” ride divertito.
Sto per pronunciare un insulto
decisamente irripetibile rivolto a quel ragazzino impertinente,
quando una voce mi interrompe.
“Michelle!Ikki!”
Riconosco la voce di Mu, e non credo
sia solo.
“Che cosa è successo?”
chiede infatti Aldebaran subito dopo.
“Abbiamo avuto qualche problema con
Teia, Michelle ha salvato per un pelo Seiya dall'essere
carbonizzato.” spiega il bronze con voce pressoché
monocorde.
Io scrollo le spalle e chiudo gli
occhi, dato che non ho affatto voglia che qualcun altro veda le mie
iridi opacizzate “L'avevo detto io che non so fare la
babysitter-
borbotto- Che questa cosa era una cosa da adulti e che...”
“Che cos'hai agli occhi?” domanda a
bruciapelo l'altro saint accorso all'evento della settimana.
Perchè Shaka nota tutto anche se
ha gli occhi chiusi?
“Niente” rispondo imbarazzata.
“Il colpo di Teia ha colpito lei al
posto di Pegasus.- spiega Ikki- L'ha accecata.”
Maledetto!
Perchè non tieni chiusa quella
ciabatta una buona volta?Non era lui quello taciturno fra queste
cinque piaghe che mi sono capitate?
“Ti ha colpito e ti ha solo
accecato?” chiede stupito Mu.
Solo accecato? Ma si sente quando
parla?
Come dire: ti ha solo staccato una
gamba o cose del genere...
“No. In realtà fino a dieci
minuti fa stavo bruciando viva ma ora va meglio, grazie.”
sibilo.
C'è una lunga pausa di silenzio.
Forse sono stata un po' brusca.
“Sentite- dico, accendendo la
modalità diplomatica- che ne dite di continuare la
conversazione al Santuario?”
“Vado a recuperare i bronzini.”
afferma Al con una nota di serietà nel suo vocione.
“Vengo con te.” si propone Ikki e i
due si allontanano verso chissà dove.
Rovescio la testa all'indietro e provo
a focalizzare qualcosa.
Inizio già a distinguere luci e
ombre, con molta fatica certo, e con un tremendo dispendio di energia
che mi fa girare la testa.
Mu mi si avvicina e mi posa le mani
sulle spalle.
Per quello che so potrebbe essersi
messo a osservarmi o a farmi le boccacce...
“Si può sapere che cosa hai
fatto?” mi domanda con tono grave.
Insomma, perchè quando succede
qualcosa deve essere per forza colpa mia?
“Avevo tutto sotto controllo.”
borbotto in risposta.
“Oh, sì, questo si vede.”
commenta Shaka con acidità.
Vorrei rispondergli a modo ma un nuovo
giramento di testa non me lo permette.
“Che ti succede?” chiede Mu
preoccupato, mentre io mi lascio andare fra le sue braccia.
“Guarire dal colpo di Teia stata
dura...-sussurro debolmente-...io non...ho più
forze...”
La mano del gold si posa sul mio capo
“Tranquilla. Ora ti riportiamo a casa.”
Annuisco piano e già riesco a
vedere il verde brillante dei suoi occhi.
La cosa mi rassicura, certo, ma non mi
impedisce di cadere in un sonno profondo.
“Ho detto che sto bene!” ripeto per
l'ennesima volta, quando il cavaliere dell'Ariete mi passa davanti
agli occhi l'indice, intimandomi di seguirlo con lo sguardo.
Non vorrei essere troppo brusca con
lui, che è sempre così gentile e paziente anche
se gli
ho sbolognato quella peste di Chen, ma l'idea di portarmi qui non
è
stata geniale.
Sono sdraiata comodamente sul letto
degli ospiti della Sesta Casa, ma nonostante ciò mi sembra
di
essere su uno di quei letti pieni di aghi dei fachiri.
“Posso tornare alla Seconda?”
domando di nuovo, ma Mu scuote la testa.
“Quando ti ho detto che Victoria era
estremamente arrabbiata con Al per il fatto che non si è
preso
cura di te a dovere- spiega leggermente imbarazzato- intendevo dire
che lei sta sfogando la sua furia di silver contro di lui. Non credo
sia saggio andare alla Seconda, per il momento.”
Sospiro rassegnata e mi lascio cadere
sul soffice cuscino.
Ok, sono sopravvissuta ad un attacco
divino, ho perso la vista e l'ho riacquistata nel giro di poche ore e
ora le mie energie sono praticamente sotto zero, ma sono
assolutamente sicura che preferirei trovarmi in qualsiasi altro luogo
tranne che qui.
Insomma, Shaka ha dimostrato già
parecchie volte di non potermi soffrire...
“Va tutto bene?” mi domanda il
gold, inclinando la testa di lato e scrutandomi con attenzione.
“Mu, te l'ho già detto...”
protesto debolmente.
Lui scuote la testa “Non intendevo
fisicamente.”
Sbatto le palpebre confusa “Che cosa
intendi?”
“Non lo so Miki. Mi sembri
strana...triste...”sussurra Mu.
“Una delle persone a cui voglio più
bene è quasi morta per causa mia, ho ingannato le uniche
persone che si fidavano ciecamente di me per proteggerle e ora sono a
chilometri di distanza e nonostante mi impegni e cerchi sempre di
fare la cosa giusta vengo guardata con sospetto, quindi: sì,
sono triste e confusa e stanca.- dico, passandomi debolmente una mano
sugli occhi- Ho solo bisogno che vi rendiate conto di questo, per il
resto me la caverò da sola.”
La mano delicata e fresca di Mu si posa
sulla mia testa, con un gesto talmente dolce che mi dispiace di
avergli spiattellato tutta l'inquietudine che ha accompagnato il mio
nuovo ritorno al Santuario.
“Senti mi dispiace. È stata
una settimana dura...” borbotto con una vocetta debole.
Il saint continua ad accarezzarmi i
capelli dolcemente “Il peso del mondo non deve per forza
stare
tutto sulle tue spalle, Michelle.”
Io lo guardo interrogativa, ma lui mi
strizza soltanto l'occhio e se ne va, giusto in tempo per incrociare
Shaka sulla porta.
Si bisbigliano qualcosa all'orecchio e
poi il cavaliere della prima casa mi fa di nuovo un cenno con la mano
e se ne va.
“Ti ho portato del tè.” dice
Shaka, avvicinandosi al mio letto e posando il vassoio con la tazza
fumante sul comodino.
Trattengo a fatica una smorfia
disgustata, al pensiero dell'amarissimo te che mi aveva propinato
l'ultima volta “Grazie...Lo berrò dopo.”
Sulle sue labbra sottili si dipinge un
sorriso “L'ho notato che non gradisci il mio tè
indiano.
Questo viene da una comunissima bustina preconfezionata e ci ho pure
messo del latte per addolcirlo.”
“Grazie.” ricambio il suo sorriso e
sorseggio la bevanda calda.
Certo, per i miei standard è
ancora piuttosto amaro, ma faccio finta di niente.
Quando mi volto per appoggiare sul
comodino la tazza, noto la faccia scura di Shaka.
“C'è qualcosa che non va?”
gli domando preoccupata.
Lui annuisce “Tu.”
E ora che ho fatto?
Forse non gradisce il fatto che io
usurpi la sua stanza degli ospiti...
“Se vuoi torno a casa di Al...”
propongo, mentre accenno ad alzarmi.
Ma Shaka si lascia scappare un sospiro
“Non sto parlando di questo, Michelle...”
“Di cosa stai parlando allora?”
chiedo, aggrottando le sopracciglia.
“Del fatto che tu abbia pensato di
andartene da sola ad affrontare una divinità!”
ribatte
serio, e io abbasso lo sguardo mortificata.
Faccio roteare gli occhi: questa
conversazione mi dà un forte senso di deja-vu!
“Non è successo niente di
male...”inizio con tono baldanzoso, ma poi faccio il
madornale
errore di guardare in faccia il cavaliere e tutta la mia sicurezza se
ne va.
“...cioè...era tutto sotto
controllo...-tento di giustificarmi- Chen aveva detto che sarebbe
filato tutto liscio e poi...davvero, non c'era nessun pericolo
e...”
“Dovevi lavorare con i bronze, non
creare un piano alternativo raggirandoli!” continua con tono
di
rimprovero.
Io sbuffo sonoramente “Ma il loro era
un piano assurdo!-dico per poi iniziare a imitare la voce di Seiya-
Oh, sì, noi siamo i cavalieri più forti del mondo
e
Atena dalla nostra parte!Andiamo senza indugio
nell'accampamento nemico anche se loro sono in soprannumero e hanno
dalla loro una dea belligerante e letale: sono sicuro che avremo la
meglio!”
E sapete cos'è la cosa
frustrante di tutto ciò?Che sono sicura che Milo o Aldebaran
si sarebbero messi a ridere per la mia imitazione.
Shaka si limita ad alzare un
sopracciglio “Non credo che il loro piano fosse
questo...”
Ma io gli lancio un'occhiata eloquente
“Volevano entrare con fragore, magari mandando prima una
raccomandata, per seguire uno strano codice cavalleresco,
probabilmente il nome in codice con cui loro chiamano il
suicidio!”
Incrocio le braccia e lascio
sprofondare la schiena fra i cuscini “Non mi stupisco che
Ikki non
passi con loro più del tempo necessario...”
“E il tuo piano invece qual era?”
mi domanda qualche secondo dopo.
Io lo guardo perplessa “Come?”
“Dopo aver convinto Teia che eri
intenzionata a combattere contro di noi, cosa contavi di
fare?”
Mentre riformula la domanda, Shaka ha
l'aria soddisfatta di chi sa di avere la vittoria in pugno.
“Uhm...ecco-balbetto un po', nel
tentativo di prendere tempo per trovare una risposta
decente-I-io...avrei trovato qualcosa...Insomma, una volta capito i
loro piani avrei potuto comunicarveli e...”
Il cavaliere della Vergine sospira
rassegnato “Vedi?Non ti sei fermata a pensare alle
conseguenze
delle tue azioni per nemmeno un secondo!”
“Mi dispiace. Non volevo starmene con
le mani in mano, ecco tutto.” borbotto mortificata.
Shaka scuote la testa rassegnato “Non
capisci?Se ti avessero scoperto avrebbero potuto...”
“Cosa?- lo interrompo, con un
sorrisetto senza allegria sulle labbra- Uccidermi?Non credo
proprio.”
“La morte non è la cosa
peggiore che potrebbe capitarti.” continua con tono piatto.
Io sbuffo “Le ferite si rimarginano.”
“Non tutte.-ribatte fissandomi
intensamente da sotto le palpebre- Non è forse una ferita
non
ancora rimarginata che ti fa agire in modo così
irresponsabile?”
Sgrano gli occhi scioccata, cercando di
sostenere il suo sguardo ma desisto dopo pochi secondi.
“Il fatto è che...”lascio
cadere la frase, e mi passo una mano fra i capelli.
Shaka non si scompone nemmeno davanti
alla mia reticenza “Se c'è qualcosa che ti turba,
e ti fa
fare cose tanto stupide da mettere in pericolo noi tutti, forse
dovresti dirmi cos'è.”
“E' Takis.” mormoro, trovando
particolarmente interessante il ricamo sul bordo del lenzuolo.
Il biondo non risponde, ma credo che
voglia che io continui.
“E' che è solo colpa mia se si
trova in quello stato ed ora che so che sono l'unica che può
fare qualcosa, la cosa mi tormenta.- spiego, parlando sempre
più
veloce- E poi mi sembra sempre che lui sia con me, che mi osservi. A
volte sento perfino la sua voce...Ho una tale paura di fallire e
deludere tutti...”
“Michelle, nessuno ti ha mai accusato
di niente. La ruota del Karma gira al di là delle nostre
capacità di comprenderla...”
Abbasso lo sguardo, affranta.
Che cosa ne vuole sapere lui?Lui è
così perfetto, di certo non ha mai sbagliato nemmeno il
candeggio.
“Devi smettere di pensarci.” la sua
voce è ferma e non ammette repliche.
“Non posso farci niente, è più
forte di me.”
Shaka serra le labbra per qualche
secondo.
“Da quand'è che non dormi?”
Il repentino cambio di argomento mi
spiazza un po'.
“Non so....” borbotto guardandolo
stranita.
E poi inaspettatamente, riuscendo a
bloccarmi il cuore per diversi secondi tanto da farmi venire il
dubbio di aver bisogno di un defibrillatore, allunga la mano verso di
me, scostandomi dal viso diversi ciuffi ribelli.
“Hai una pessima cera. Dovresti
riposare.” spiega, ritraendo la mano velocemente.
“Non ho sonno.” mento decisa.
In realtà, da quando ho quegli
incubi ricorrenti, la sola idea di dormire mi crea degli attacchi di
panico.
“Michelle...”mi richiama
leggermente scocciato.
Serro le labbra “Ti ho detto che non
voglio dormire- ripeto, forse troppo brusca- E poi da quando la cosa
ti riguarda?”
Sembra quasi che stia pensando davvero
a una risposta da darmi, come se non lo sapesse con sicurezza.
“Da quando la mancanza di riposo ti
fa comportare in questo modo.- risponde con tono duro- Non è
rispettoso verso i tuoi compagni ed è totalmente irrazionale
Mi domando per quale motivo tu debba agire senza totalmente
preoccuparti delle conseguenze... ”
Mi mordo le labbra, fino a farle
sanguinare “Perchè...perchè fa male!-
sbotto, fra dei
singhiozzi che avevo trattenuto fino ad ora- Perchè se
iniziassi a pensare sono sicura che impazzirei completamente
e...e...”
Mi porto una mano al petto e lascio che
le lacrime scivolino lungo le mie guance.
Shaka non mi guarda in faccia “Tutto
questo per il cavaliere di Prometheo?”
Tiro su col naso, e decido di avvalermi
della facoltà di non rispondere.
E restiamo così in silenzio per
minuti...o forse ore...
“Ti lascio riposare.” si congeda
dopo un po' il biondo, alzandosi in una nuvola del suo profumo
soffice.
Non so per quale motivo ma l'idea che
lui se ne vada mi manda in panico.
“Shaka!” lo chiamo velocemente,
prima che chiuda la porta.
Il gold si ferma e gira il volto in mia
direzione, come per incitarmi a parlare.
E ovviamente io non so cosa dire...
Che stupida che sono, cosa mi è
saltato in mente di fermarlo?
“Sì, Michelle?” mi incalza.
“T-tu...-balbetto dicendo la prima
cosa che mi viene in mente- sei arrabbiato con me?”
Shaka sospira e poi scuote la testa con
rassegnazione.
“Buonanotte Michelle” sussurra
prima di andarsene.
Michelle...
La voce di Takis mi chiama. Mi sembra
anche di vederlo tendermi una mano, ma io non riesco a muovere la
mia. Non riesco ad afferrarlo.
“Michelle...”
“Sono sveglia!” urlo, alzandomi di
scatto, ritrovandomi da sola, seduta e con dei brividi che mi
scorrono lungo la schiena.
Il battito del mio cuore non rallenta
nemmeno quando mi ricordo del perchè mi trovo alla Sesta
invece che alla Seconda Casa.
Faccio qualche respiro profondo e
scosto con un gesto le lenzuola leggere.
Mi muovo velocemente lungo il dedalo di
corridoi guidata da un cosmo sereno e caldo, che mi affretto a
raggiungere.
Shaka è nella posizione del
loto, gli occhi chiusi e l'espressione serafica.
Trasuda pace e tranquillità.
Non ho idea di come sia possibile ma il
solo guardarlo mi fa sentire stranamente calma e rilassata.
Potrei rimanere qui per ore.
“Ti serve qualcosa?”
Stavolta nemmeno la sua voce vellutata
riesce strapparmi da questo stato.
“Uh?” e tutto quello che riesco a
rispondere.
Shaka torna a terra con un movimento
fluido e elegante e con passi misurati mi si avvicina.
“Ti senti bene?” mi domanda, e
mentre lo fa aggrotta leggermente la fronte candida.
“Io...”
Vorrei dirgli qualcosa ma la voce
decide di non collaborare.
Il mio sguardo invece, vaga dalle sue
palpebre chiuse fino alle lunghe ciglia, per poi scivolare lungo
tutto il suo profilo perfetto e...
Scuoto la testa con forza.
Troppo pericoloso, Michelle: non farlo
mai più!
“Devo andare.” butto fuori tutto
d'un fiato e più che correndo, volando, mi lancio fuori
dalla
Sesta e cerco di mettere più distanza possibile fra me e il
biondo.
Hey! Ammettetelo: credevate che
mi fossi dimenticata di voi e di Michelle, giusto?
Ahime non mi ero affatto dimenticata solo che ho avuto davvero una
montagna di cose a cui pensare. Come se lo studio e la vita di tutti i
giorni non bastasse, in più devo anche lavorare ad un
progetto per potere saltare una parte di esame (che sono terribilmente
vicini!) quindi ogni volta che accendevo il pc lasciavo da parte Miki e
i suoi casini per dedicarmi al mio mantra ricorrente
lavoro-lavoro-lavoro-studio-studio-sonno-sonno.
Per farmi perdonare dei miei tremendi ritardi nell'aggiornare ho
pubblicato un capitolo lungo lungo. Che ne pensate?La vita di Michelle
sta diventando sempre più complicata...Meno male che ha
degli amici veri su cui può contare!
Fatemi sapere che cosa ne penate di questo capitolo!
E (incrociamo le dita affinchè io aggiorni alla svelta) alla
prossima!
Baci baci JoJo
Snow Fox: ...le tue minacce mi
spaventano perchè non so come nè
perchè ma si realizzano...quindi a proposito del pacco
speciale per Miki e le visite indesiderate per me, la mia mente malata
ha partorito ciò:
--Santuario di Atena.
Casa del Toro.
Ore 9.30
Michelle entra tutta eccitata in
cucina con in braccio un pacco postale.
“Al, guarda che bello!Snow Fox mi
ha mandato questo pacco. Guarda quante cose interessanti che ci sono
dentro!”
Aldebaran spalanca la bocca
scioccato e gli toglie la scatola dalle mani mettendola nell'anta
più
alta dell'armadio da cucina e chiudendo il tutto con un lucchetto in
titanio.
“Ma...ma...”
“Te li ridarò quando sarai
più grande!”
Stessa ora a diversi chilometri di
distanza.
Jojo si porta le mani al volto, in
una imitazione perfetta dell'urlo di Munch.
“Nooooooooooooooo!”
I muratori, trapanando ignari il muro della stanza dove lei studia (o
cerca di studiare, o finge di cercare di studiare), continuano a
fischiettare serafici!
-- E questo è quanto. Basta maledizoni please XD ! Alla
prossima, baci!
anzy:
Beh un pò di scintille ci sono state, no? Chen è
la mia creatura più cara: credo che sia la personificazione
del mio spirito infantile!Sono davvero contenta che ti piaccia. E per
quanto riguarda Takis...conto di farlo ricomparire il più
presto possibile!Anche se in questo capitolo un piccolo cammeo lo ha
fatto. eh eh! Al prossimo capitolo. Baci
whitesary: Eh già, alla fine
non ce l'ho fatta a Takis...direi che di sfighe Miki ne ha
già abbastanza da sola, senza bisogno che io gli accoppi il
pretendente...In più le ho anche tolto dai piedi il
mocciosetto!Direi che sono stata buona, no?Al prossimo capitolo, baci
Megarah_witch: Come hai potuto vedere da
questo capitolo Shaka il suo fascino non l'ha perso per niente,
anzi...Diciamo che Michelle ne ha di cosette con cui arrovellarsi le
meningi...Alla prossima, baci
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Capitolo 19 *** Maledetta... ***
Maledetta
Niente panico, mi ripeto
mentalmente,
niente panico!
Non è successo niente di così
grave, in fondo.
Voglio dire: sono sempre stata così
agitata in presenza di Shaka...
E' per via della sua aura mistica,
probabilmente.
Oppure del fatto che in sua presenza mi
ritrovo a fare figuracce colossali.
O sarà perchè è
così dannatamente bello da sembrare il fratello bello di
Apollo?
Scuoto la testa con forza, scacciando
l'ultimo pensiero.
Ma che diavolo mi sta succedendo?
Da quando gli ormoni hanno preso il
sopravvento sulla materia grigia?
Affretto il passo verso la casa di Vic
e Kim, sperando che almeno loro possano darmi qualche conforto, o
quantomeno farmi pensare a qualcos'altro.
Qualsiasi cosa.
Anche alla genetica applicata.
Quando arrivo davanti alla porta che mi
è tanto familiare, mi ritrovo leggermente stupita quando la
trovo aperta e sento delle voci provenire dall'interno.
La cosa che mi lascia più
stupita è che una delle due è maschile, e di
certo non
appartiene a Pierre.
Entro con passo affrettato e quando
metto piede nel salotto mi ritrovo davanti Kim e Saga che si
fronteggiano con una strana espressione sul viso.
“Che succede qui?” domando, facendo
saettare il mio sguardo dall'uno all'altra.
Il gold fa roteare gli occhi “Parli
del diavolo...”
Guardo interrogativa la mia amica che
mi rassicura “Non ti preoccupare Miki, lui se ne stava
andando.”
“Non me ne stavo affatto andando.-
ribatte Saga, incrociando le braccia- Intendo parlare con Michelle di
quello che è successo ieri. Atena non ne è per
niente
contenta.”
Sospiro rassegnata.
“Non è successo niente di
male.- mi difende Kim- Miki avrà avuto di certo le sue
motivazioni e di sicuro aveva un piano!”
“Un piano?!” ripete scettico il
gold.
“Sarebbe filato tutto liscio se Seiya
avesse tenuto quella ciabatta chiusa!” mi giustifico, alzando
le
braccia
La mia amica annuisce concorde, ma Saga
la pensa diversamente.
“Essere cavaliere comporta l'avere un
certo rispetto per i propri compagni!” ribadisce.
Io incrocio le braccia “Beh,
tecnicamente non è un mio compagno, e poi nessuno mi ha dato
un libretto di istruzioni.”
“Guarda, cara la mia anima
ribelle,-continua il cavaliere dei Gemelli, insolitamente loquace con
me...che la presenza di Kim gli faccia questo effetto?- che per
essere un cavaliere degno di questo nome bisogna ascoltare la propria
coscienza, avere una tempra d'acciaio, saldi principi e un io
interiore retto.”
“Beh, io sono diventata cavaliere per
caso, - gli faccio notare- la mia coscienza spesso non riesce a
convincere il resto del corpo a fare come dice, la mia tempra
è
fatta di gelatina, i miei saldi principi non sono poi così
saldi e il mio io interiore per essere retto secondo i vostri canoni
avrebbe bisogno di una guida o quantomeno di un navigatore
satellitare.”
E poi, da che pulpito!Sono forse io
quella che aveva una metà malvagia?
“Non siamo dei robot, Saga- mi viene
in soccorso Kim- ognuno affronta il proprio compito in modo
diverso.”
La riccia si scosta dalle spalle delle
folte ciocche di capelli e guarda il gold con aria di sfida.
“Ognuno di noi ha il dovere di agire
secondo la logica, lasciando da parte gli istinti del
momento.” la
rimbecca lui.
“Non era istintivo-borbotto-L'avevo
premeditato...”
Ma il fatto che io abbia parlato non
interessa a nessuno dei due.
“Seguire i propri istinti non è
sempre male...”
Dal modo in cui la silver ha
pronunciato la frase e da come ha incrociato le braccia mi pare una
specie di accusa che ha poco a che fare con me.
“Il raziocinio è la cosa che
ci distingue dalle bestie.” puntualizza Saga.
Cerco di aprire bocca nel tentativo di
mettere fine alla discussione ma Kim non pare intenzionata a mollare.
“Scusami tanto se ho espresso la mia
opinione- ribatte sarcastica- dimenticavo che quando si parla di te
è
solo la tua quella che conta!”
Il cavaliere di Gemini sgrana i suoi
occhioni blu oltremare “Che cosa vorresti dire con
ciò?”
“Che sei pomposo ed arrogante.” non
esita a rispondere la mia amica.
Ma Saga non si lascia scomporre “Visto
che sei così ferrata sui miei difetti perchè non
ti
curi più dei tuoi?”
Kim aggrotta le sopracciglia “I
miei?E che problema avrei, io?” ringhia.
“Ecco qual è il tuo problema:
parli, parli, ma non sai quello che dici!”
Decido di prendere in mano la
situazione, separandoli anche fisicamente.
“Ho un'idea grandiosa!- annuncio,
frapponendomi fra loro due- Perchè non cambiamo
argomento?”
Ma i due mi lanciano un'occhiata al
vetriolo prima di riprendere a battibeccare come niente fosse.
“Ok, fate pure come se non ci
fossi...” borbotto allontanandomi leggermente, le braccia
incrociate e il broncio in faccia.
Non vedo proprio perchè debbano
coinvolgermi nelle loro divergenze private.
Che avranno poi da litigare tanto, dico
io!
A lei piace lui, no?
E a lui lei non sta affatto
indifferente, giusto?
Non vedo perchè debbano
complicarsi la vita così, loro che non hanno problemi
esistenziali come i miei...
Forse dovrei dirglielo, ed
effettivamente sto per farlo, ma qualcosa mi distrae da questi
pensieri...
Più che qualcosa è un
cosmo, che mi calamita letteralmente con una sorta di richiamo
magico.
“Non seguirlo.” mi avverte quella
voce che di solito sento nei miei sogni.
Mi guardo attorno confusa, alla ricerca
della sua fonte, ma non trovo niente.
Oltretutto quel cosmo continua a
chiamarmi così insistentemente...
“Non andare.” mi ripete quella voce
così calda, ma io non l'ascolto più.
Il richiamo è ipnotico.
Muovo qualche passo verso la sua fonte,
che tuttavia è molto lontana.
“Michelle, che ti prende?” mi
domanda preoccupata Kim.
Ma io nemmeno la guardo in faccia “Devo
andare.” mormoro allontanandomi e uscendo di casa.
Dietro di me sento la voce di Saga che
domanda alla mia amica “Ma che le prende?”
Li ignoro e inizio a correre più
velocemente che posso lungo i campi di addestramento, fin fuori dalle
mura...Ancora più in là!
Rallento un po' solo quando lo sento
più vicino.
Il cuore mi batte all'impazzata e il
mio respiro è irregolare mentre vedo cinque sagome
avvicinarsi e mettersi a semicerchio di fronte a me.
“Torna indietro.” mi intima di
nuovo quella voce conosciuta, ma di nuovo la metto a tacere.
Esito troppo prima di chiedergli chi
sono, tanto che una di loro inizia a parlare prima di me.
Il suo viso ancora un po' infantile mi
rivela che probabilmente quando l'armatura l'ha scelta doveva avere
poco più di tredici anni, o giù di lì.
Ha grandi
occhi verdi e i capelli corti raccolti in una stana acconciatura che
le fa schizzare da tutte le parte delle ciocche rosa, verdi e blu.
È
lei la fonte del cosmo ipnotico...era così forte che prima
riusciva a sopraffare anche quello degli altri.
“E' lei Nikon?” domanda con
impazienza, voltandosi verso un uomo alto e muscoloso dalla pelle e i
capelli bianchissimi e gli occhi inverosimilmente rossi.
Nikon si gira verso di me e mi guarda
intensamente “Sì. Ragazzi, lei è
Aracne.”
Sbatto gli occhi, ancora più
confusa.
Che cosa vogliono da me?
“Chi siete?” domando, con voce
tramante.
Lui mi rivolge un sorriso ampio e
obliquo “Siamo cavalieri maledetti, esattamente come te. Era
da
tanto che aspettavamo di incontrarti.”
“Incontrare...me?” chiedo dubbiosa.
La ragazzina inizia a trotterellarmi
incontro “Non vedevo l'ora che tu ti unissi a noi!- trilla
felice-
Io sono Verena, cavaliere della Siringa.”
Aggrotto la fronte confusa “Unirmi a
voi?”
Nikon mi si avvicina e mi prende la
mano “Il precedente cavaliere di Aracne era una nostra
compagna,
poi la sua armatura ci è stata tolta. Ti abbiamo tanto
cercato, ma siamo riusciti a trovarti solo oggi.- mi spiega, con il
suo forte accento slavo- Ma lascia che mi presenti: sono Nikon
cavaliere di Bellerofonte.”
Con l'altra mano addita un ragazzo
orientale dai tratti talmente delicati da sembrare effeminati, ma
dagli occhi cattivi e maligni “Lui è Kunio,
cavaliere di
Siprete.”
Il suo indice poi si sposta verso una
donna di colore, dai capelli acconciati in una moltitudine di
treccine decorate con anelli dorati, e dallo sguardo basso e triste
“Lei è Lamya, cavaliere di Eco.”
Prima ancora che lui possa dire altro
il mio sguardo si sposta verso l'ultimo rimasto, un uomo colossale
quanto Aldebarn, la pelle ambrata e i capelli acconciati alla maniera
dei rasta.
I suoi profondi occhi castani sono già
fissi su di me, e mi scrutano talmente a fondo da costringermi ad
abbassare lo sguardo “Infine il cavaliere di Laomedonte,
Tomàs.”
“Io sono Michelle.” balbetto,
giusto per educazione.
“Felici di averti finalmente con
noi.” mi accoglie di nuovo Nikon, sorridendomi apertamente.
Io sfilo la mia mano dalla sua, che sta
ancora tenendomi stretta, e faccio qualche passo traballante
indietro.
“Non intendo unirmi a voi.- spiego
con convinzione- Ho già un posto dove stare.”
Kuino mi rivolge un sorriso obliquo
“Con i cavalieri di Atena?Tu?Ma fammi il favore.”
La sua voce è secca è
irritante e mi fa comparire sul volto una smorfia infastidita.
“Beh, sto con loro, per adesso.-
ribadisco- E se così non fosse ho altre persone che mi
aspettano.”
E che credono ancora che io mi trovi
sopra un monte alla ricerca di un fantomatico oracolo...
“Ma quello non è il tuo posto.
Tu devi stare con noi, come Rosalie prima di te.”
Guardo l'albino con faccia
interrogativa “Rosalie?”
“Colei che aveva l'armatura di
Aracne.”
“Lei...stava con voi?” domando di
nuovo.
Sapevo che non tutti i cavalieri
maledetti sono come Takis, Jack, Mintha e Miguel.
Anzi.
Mi hanno spiegato perfettamente che il
fatto di avere questa sorta di immunità, un pessimo rapporto
con le divinità e i loro cavalieri, ha reso la casta a cui
appartengo un branco di individualisti e opportunisti.
Tuttavia ho sempre contato di far parte
dei “buoni” e in un certo senso speravo che la mia
armatura fosse
destinata ad agire per il bene...
La ragazzina dai capelli multicolor mi
si avvicina e tenta di appoggiarmi le mani sulle tempie.
Inconsciamente faccio un passo
indietro, intimorita.
“Rilassati- mormora Verena
assottigliando lo sguardo- Ti farò conoscere
Rosalie.”
La curiosità è troppa,
così lascio che le sue piccole dita sfiorino la mia pelle.
E poi tutto quello che ho avuto davanti
fino a questo momento sparisce e mi ritrovo catapultata nel passato,
quando la mia armatura era di qualcun altro.
Il Sole splende alto in cielo. A
giudicare dalla sua posizione dovrebbe essere mezzogiorno.
Mi porto una mano a schermarmi gli
occhi da questa luce accecante e finalmente riesco ad osservare il
paesaggio intorno a me.
Mi trovo in un parco pieno di fiori. Il
verde del prato è totalmente nascosto da boccioli lilla e
bianchi che non riesco a riconoscere. Qua e là fa capolino
qualche cespuglio solitario e altrettanto colorato.
Come spinta da uno strano istinto
inizio a camminare lungo un sentiero di terra battuta che costeggia
il prato fiorito.
Ogni tanto incrocio delle persone ma
non ne riconosco i lineamenti. I loro volti mi paiono solo delle
macchie di colore sfocate.
E poi, davanti a me, seduta su una
panchina, c'è lei.
Non ho alcun dubbio: è Rosalie.
Indossa un cappello di paglia decorato
da un grosso fiocco azzurro che richiama i colori dell'abito dal
taglio semplice. Fra le mani regge un libro dalle pagine ingiallite.
“Avvicinati pure.- mi incita la voce
di Verena- Queste immagini vengono dal passato: nessuno può
vederti.”
Obbedisco immediatamente e vado ad
osservare la ragazza più da vicino.
Il suo volto è magro e con gli
zigomi pronunciati. Ha degli occhi grandi e innocenti, di un azzurro
incredibilmente chiaro, e sulla fronte le cadono delle ciocche corvine,
che sfuggono dall'acconciatura.
Le labbra, rosse e piene, sono piegate
in un sorriso velato.
“Rosalie!”
Quando questa voce maschile la chiama,
entrambe ci giriamo verso l'uomo che si sta avvicinando a lei. La
mora si alza e gli corre incontro spensierata, per poi abbracciarlo
felice.
Non faccio in tempo a cercare di
analizzarne il viso che tutta questa scena scompare, portandomi
immediatamente da un'altra parte.
Rosalie è in piedi davanti a uno
specchio, il volto contratto in un'espressione dura e gli occhi pieni
di lacrime.
“Come ha potuto farmi questo?”
ringhia, con voce bassa e tagliente.
La guardo confusa.
Cosa mi sono persa?Fino a qualche
attimo fa era felice, insieme a quel ragazzo ed ora...
Di nuovo, repentinamente e causandomi
un leggero giramento di testa, lo scenario cambia.
Rosalie è di nuovo nella stessa
stanza, ma è notte.
Davanti a lei c'è l'armatura di
Aracne.
Un battito di ciglia e siamo di nuovo
al parco, deserto, illuminato solo dalla luce della luna.
Rosalie cammina con passo fiero,
indossando la sua armatura.
I suoi occhi di ghiaccio sono duri,
perfino crudeli, mentre si posano su due figure imprigionare da delle
ragnatele.
“Che cosa vuoi da noi?” domanda con
voce spezzata quella che sembra una ragazza.
Per tutta risposta il cavaliere di
Aracne si mette a ridere “Vendetta. Non è saggio
rubare
l'uomo ad un cavaliere maledetto, sciocca ragazzina.”
L'altra figura, che ora riconosco come
l'uomo che ho visto poco fa, si dimena inutilmente. Le ragnatele gli
tappano perfino la bocca, ma i suoi occhi sono sgranati e colmi di
paura.
“Aracne's puppet!” grida Rosalie,
tendendo la mano contro l'altra ragazza.
Cinque fili sottilissimi partono dalle
sue mani e raggiungono l'obiettivo in meno di un secondo.
“Visto che vi siete divertiti così
tanto alle mie spalle- spiega con un sorriso spietato- penso che sia
più che legittimo che io mi diverta un po' con voi, non
trovate?”
Muove le mani con grazia e ad ogni suo
movimento anche la sua preda si muove, come una marionetta.
“Guarda quanto è carina,
Robert- lo stuzzica con cattiveria, con la sua voce di velluto-
Preferisci che la faccia cadere in un lago e le impedisca di nuotare
per salvarsi, o che la obblighi a pugnalarsi da sola?”
Sbarro gli occhi scioccata.
“Non farlo. Ti prego non farlo!” mi
ritrovo a implorarla.
Cerco anche di andare a liberare quella
povera vittima dai fili che la legano, ma appena provo a toccarla la
mia mano la trapassa come se fossi un fantasma.
Rosalie intanto, con espressione
astiosa stringe il pugno, cosa che provoca nella ragazza una forte
contrazione di tutti i muscoli.
Boccheggia per un po', nell'incessante
ricerca di aria, ma dopo pochi secondi la sua testa si reclina sul
petto, senza vita.
“Ed ora passiamo a noi.” sussurra
la mora, lasciando cadere il corpo esanime di quella ragazza dietro
di sé.
“Aracne's venom!” urla, mentre si
avventa contro all'uomo inerme, usando il proprio braccio come se
fosse la zanna velenosa di un ragno.
Nonostante ci sia il sole
sento il
ghiaccio scorrermi nelle vene.
“Come ha potuto farlo?” mormoro,
più rivolta a me che agli altri cinque cavalieri maledetti.
Attraverso le lacrime che mi offuscano
la vista intravedo la piccola saint della Siringa scrollare le
spalle.
“Erano solo comuni esseri umani,
Aracne...” la giustifica.
Sgrano gli occhi scioccata “Non puoi
pensarlo davvero.”
Kunio prorompe in una risata maligna,
mentre Nikon riprende la parola “La vita di un essere umano
non
vale la metà della nostra, cara Michelle.”
Osservo i suoi occhi rossi con rabbia
“Noi siamo esseri umani!”
“Ti sbagli. Noi siamo quasi
semi-dei.- spiega con la convinzione di un pazzo- Forti, potenti,
immortali. Siamo la schiera più forte fra i cavalieri ed il
mondo deve conoscerci e temerci!”
Scuoto la testa allibita “Dovremmo
usare le nostre capacità per essere d'aiuto, non per
distruggere le altre persone.”
Ma al sentire queste mie parole
Bellerofonte si mette a ridere di gusto “Sei così
ingenua.”
Non possono pensarla davvero così.
Faccio vagare lo sguardo sui loro
volti: Tomàs ha lo sguardo perso verso l'orizzonte, come se
non stesse ascoltando affatto i nostri discorsi. Eco invece tiene gli
occhi bassi, le mani giunte dietro la schiena. L'orientale mi guarda
sprezzante.
“Tu sei solo una ragazzina- tento
speranzosa, rivolgendomi a Verena- Non puoi pensarla come
loro!”
Le labbra cadaveriche dell'albino si
piegano su in un sorriso “Verena è l'assassina
più
dotata.”
Al sentire questo inaspettato
“complimento” la piccola sorride soddisfatta.
Prendo qualche bella boccata d'aria,
nel vano tentativo di calmarmi.
“Io non sono come voi.” annuncio,
mettendoci tutta la determinazione che ho.
“Per ora.” sghignazza il
giapponese, squadrandomi.
“No!- ribatto infastidita- Io non
sono e non sarò mai così...”
Nikon inclina leggermente la testa di
lato “Anche Rosalie all'inizio era uno zucchero filato. Poi
l'hai
visto tu stessa com'è diventata. E pensa che quello era un
episodio soft.”
Scuoto la testa “Io sono diversa.”
“Non puoi farci niente, Michelle.- mi
informa Verena, che ora guardo con occhi diversi- Questa è
la
tua natura: l'armatura di Aracne è stata quella
più
temuta proprio perchè i suoi possessori sono da sempre i
più
spietati. Nessuna eccezione.”
Questa notizia mi fa scorrere un
brivido freddo lungo la spina dorsale.
“Non è vero.” ringhio
convinta.
“Certo che sì!-ribatte
Siringa- Pensa che ogni venatura rossa che decora la tua armatura
corrisponde ad una vita spezzata dal suo proprietario!”
Scuoto la testa di nuovo, mentre un
senso di nausea mi sale fino alla gola.
Nikon ride di nuovo “Questa tua
caparbietà sarà un bel vantaggio quando ti unirai
a
noi.”
Alzo lo sguardo e gli rivolgo
un'occhiataccia degna di nota.
“Non succederà mai.” ripeto.
“Non oggi, forse- continua, per
niente scoraggiato- Ma il tuo destino è segnato. Volente o
nolente sarai mia.”
Muovo qualche passo all'indietro,
intimorita dalle sue parole e Verena si muove verso di me, con
l'intento di fermarmi.
“Lasciala andare.” intima Tomàs,
con il suo vocione oscuro.
Bellerofonte si gira spiazzato verso di
lui, ma questo stupore non dura che pochi attimi.
In pochi secondi, i suoi occhi rossi si
puntano di nuovo su di me “Torna pure a casa, Aracne.-
acconsente,
quasi bonario- Ma rifletti su quanto ti è stato detto. Il
tuo
posto è con noi e se non tornerai tu...allora verremo noi a
prenderti!”
Non mi faccio ripetere due volte questo
invito.
Con insolita agilità giro i
tacchi e inizio a correre a predi fiato verso il Santuario.
Guardo l'armatura con astio. È
disposta in modo da sembrare un ragno.
Mi soffermo a osservare il suo
atteggiamento.
Non un ragno che tesse la sua tela.
Un ragno maligno, pronto ad attaccare.
Ed ora che so il significato di quelle
venature vermiglie, il suo aspetto mi fa rabbrividire ancora di
più.
Volto le spalle di scatto, come se
questo potesse davvero togliermela da davanti agli occhi.
Sono io che decido il mio destino,
continuo a ripetermi mentalmente.
Rosalie è impazzita e si è
fatta completamente divorare dal sentimento di vendetta, fino a
diventare una pazza spietata...e allora?
Quante possibilità ci sono che
possa capitare anche a me?
È vero. Ho una certa voglia di
farla pagare a Febe per quello che ha fatto a Takis, e allora?
Direi che è una cosa normale.
Io non diventerò un'assassina
feroce...
“Certo che non lo farai, Michelle.-
sussurra una voce vellutata- Sei la persona più dolce che io
conosca.”
Mi paralizzo sul posto. Stupita.
Stavolta non può essere solo
nella mia testa.
Lentamente, mi volto verso l'armatura e
quello che vedo mi fa sobbalzare.
Takis è davanti a me e mi
sorride incerto.
“T-t-tu...” balbetto ma non riesco
a dire niente di sensato.
“Come faccio ad essere qui?Non lo so
nemmeno io.” mi rivela.
Fisso con insistenza quei magnifici
occhi azzurri che mi sono mancati così tanto, ma non riesco
a
frenare per molto l'istinto di corrergli incontro.
Al che lui si mette a ridere,
allargando leggermente le braccia.
“Michelle, che stai facendo?”
Quando la voce di Shaka mi chiama da
dietro, freno immediatamente la mia piccola corsa e mi volto verso di
lui.
“Io...” tento di spiegare, ma il
grande sorriso che ho sulle labbra sparisce immediatamente quando,
girandomi a guardare il punto esatto dove si trovava Takis non lo
vedo più.
“Io...io...credevo di aver visto
qualcosa...” balbetto, passandomi una mano sugli occhi.
“Qualcosa?” ripete il biondo,
inclinando la testa di lato.
Mi lascio cadere seduta per terra, e
appoggio la testa sulle ginocchia, esausta.
Insomma, che diavolo mi succede?
Sento le voci, parlo con le
allucinazioni...come ho potuto pensare che Prometheo fosse davvero
qui?
“Michelle?” mi chiama di nuovo il
saint.
“Credo di avere un esaurimento
nervoso.” mi giustifico, con voce debole.
Shaka muove qualche passo, fino a
superarmi ed arrivare a sfiorare con le dita la mia armatura, ancora
esposta a qualche metro da me.
“Come mai la tua armatura è
qui?” domanda, senza guardarmi, ma continuando ad analizzare
le mie
vestigia .
“Ho cercato di distruggerla- ringhio-
ma sembra impossibile. Forse dovrei provare con la
kryptonite!”
Con un movimento elegante che gli fa
ondeggiare i fili d'oro puro che si ritrova al posto dei capelli,
Shaka si volta verso di me “Perchè vorresti
distruggere la
tua armatura?” chiede, alzando un sopracciglio.
“E' maledetta.” borbotto, guardando
da un'altra parte.
Ma lui sembra non cogliere “Già.
Ma è più di un anno che lo sai. Non
può essere
questo il problema.”
Mi alzo di scatto, mi avvicino a lui e
stringo i pugni con rabbia.
“Vuoi sapere cosa c'è che non
va?Perfetto!-sbotto- Il problema è che ogni singola
striatura
rossa su quell'armatura corrisponde ad una vita spezzata dalla sua
precedente custode che, per inciso, era una psicopatica assetata di
sangue e fra l'altro pare che quest'ultimo sia un tratto distintivo
di tutti i possessori di questo cloth...”
Shaka prova ad aprire bocca per dire
qualcosa, ma io alzo una mano per fermarlo e continuo a parlare
“Oltretutto i vecchi compagni di Rosalie sono convinti che io
sia
sulla buona strada per diventare come lei. E, sai una cosa?, forse
non avevate tutti i torti a dubitare di me. Per non parlare poi del
fatto di quelle stupide allucinazioni che mi stanno facendo
letteralmente impazzire!”
Incrocio le braccia e inizio a fissare
la punta delle mie scarpe.
Perfetto.
Ci mancava lo sclero con Shaka!
Davvero ottimo!
Magari potrebbe pensarci lui a darmi il
colpo di grazia e liberare definitivamente questo mondo dalla mia
stupidità!
“Dovresti andare a farti visitare da
un medico.” mi consiglia, al di là di ogni mia
immaginazione.
Alzo lo sguardo e lo sguardo
interrogativa “Ti ho appena detto di poter essere una
potenziale
traditrice e tu mi dici che dovrei andare da un medico?”
Shaka sospira “Perchè dovresti
essere una traditrice?”
“Per cominciare, stamattina sono
uscita dal Santuario e ho incontrato altri cinque cavalieri
maledetti...”spiego, mettendo una specie di broncio.
“Che cosa hai fatto?”
Mi stringo nelle spalle e abbasso lo
sguardo, colpevole “Sentivo i loro cosmi che mi chiamavano
fuori
dalle mura, così sono andata a vedere. Loro mi hanno
mostrato
la storia della mia armatura e mi hanno proposto di unirmi a
loro.”
“Ma tu sei rimasta qui.” mi fa
notare Shaka.
“Già...-borbotto- Ma a quanto
pare sono destinata a schierarmi dalla parte sbagliata. Forse non
è
oggi e nemmeno domani, ma prima o poi farò qualcosa di
irrimediabilmente stupido e pericoloso.”
Sulle labbra del gold si distende un
sorriso “Questo è probabile- ammette, spiazzandomi
completamente- Anche se non nel senso che intendi tu. Michelle, tu
non saresti in grado di fare qualcosa di malevolo neanche se ti
sforzassi con tutte le tue forze.”
Spalanco gli occhi, stupita.
In fondo ha ragione, non è
proprio nella mia natura una cosa del genere.
“Tu non capisci. Tutto l'odio e il
sentimento di vendetta che provo verso Febe, allora?- chiedo,
mordicchiandomi l'unghia del pollice, preoccupata- Nemmeno io pensavo
di poter provare cose del genere e invece...Se tutto questo fosse
solo la punta dell'iceberg?”
Shaka scuote la testa, rassegnato dalla
mia cocciutaggine.
“Dovevi vedere Rosalie, quella che
aveva l'armatura prima di me- adduco come spiegazione- Prima era
così
buona, gentile. E poi si è trasformata in un
mostro.”
“Avere il potere di distruggere e la
forza di prevalere su gli altri esseri umani può annebbiare
i
nostri cuori.”
Mentre parla, io mi siedo a gambe
incrociate davanti al gradino dove si è seduto lui, come
un'allieva attenta che ascolta il suo maestro.
“Le tecniche di combattimento, le
battaglie vinte e il numero di nemici sconfitti non sono niente.-
continua con voce vellutata- La capacità di mantenere il
proprio cuore puro nonostante questo, ecco, quella è la vera
forza di un cavaliere. E Michelle, credimi, sono certo che questa
capacità non ti manca.”
La temperatura attorno a me sale
vertiginosamente, e abbasso la testa imbarazzata nel vano tentativo
di nascondere il rossore alle guance.
“E' una sorta di complimento?”
balbetto, fissando dei sassolini.
Non guardo la faccia di Shaka mentre
risponde, ma da come parla mi pare ci sia un sorriso a decorare il
suo bel viso “Sì. Una specie.”
Per Zeus, Hera, Atena ed Apollo!
Ok. Sto per andare in
iper-ventilazione.
Contegno, Michelle, contegno!
“Ti senti bene?” mi domanda, per la
seconda volta oggi.
Al sentire queste parole alzo la testa
di scatto e con balzo sono in piedi “Certo.
Magnificamente.”
butto fuori alla velocità della luce, ancora troppo agitata
per parlare come una persona normale.
“E le allucinazioni di cui parlavi?”
“Oh. Quelle.” borbotto,
afflosciandomi un po'.
Sposto delle ciocche ribelli che mi
finivano sugli occhi e mi decido a rispondere.
“Probabilmente è solo
stanchezza...o sto diventando definitivamente pazza.”
aggiungo a
mezza voce.
Ma Shaka non pare voler mollare “Senti
delle voci?” indaga, aggrottando le sopracciglia.
Annuisco mesta “Sento Takis.-
specifico- E lo vedo anche.”
“Forse non dovresti sottovalutare
questa cosa.”mi consiglia, con voce dolce.
Sospiro stancamente e faccio un gesto
noncurante con la mano “Quando inizierò a vedere
elefanti
rosa mi preoccuperò” gli assicuro. Ma il gold non
coglie il
mio sarcasmo così cambio repentinamente argomento.
“Piuttosto, credo sia il caso che
Atena e gli altri cavalieri sappiano della visita che ho
ricevuto...”
“...ma non vuoi essere tu ad
informarli.-continua lui per me, iniziando ad allontanarsi-
Chiederò
udienza alla dea.”
“Grazie.” lo ringrazio in un
soffio.
Shaka mi fa un cenno col capo in
risposta e poi se ne va con il suo passo fiero.
Incontrare i cinque cavalieri maledetti
oggi mi ha messo un po' sotto pressione, lo ammetto.
Verena, per esempio, sembra essere una
guerriera fatta e finita, ed avrà sì e no tredici
anni!
E io cosa so fare?
Sparare ragnatele a destra e a manca,
ma niente di più.
Sai che grande tecnica di
combattimento...Al massimo potrebbero prendermi nel prossimo film di
Spiederman!
Subito dopo la mia chiacchierata con
Shaka ho riflettuto meglio sull'incontro di oggi con gli altri
cavalieri.
Voglio dire: Rosalie aveva altre due
tecniche, ed anche potentissime!
Se mi impegnassi, sono sicura che
potrei imparare a usarle e farla pagare a Febe una volta per tutte.
“O almeno non essere di peso ai
gold.” mormoro fra me e me...
Alzo lo sguardo e osservo il gold di
Capricorn segare in due con particolare facilità un'altra
colonna di marmo.
Credo che degli archeologi
impazzirebbero a vedere una cosa del genere!
E' da quando Shaka mi ha lasciata da
sola che sto tastando il terreno per chiedere a Shura di allenarmi.
Insomma:lui ha una spada affettatutto
nel braccio, io ho un aculeo velenoso nel braccio...direi che qualche
dritta potrebbe anche darmela, no?
Solo che con lui non ho mai avuto un
grande rapporto...Anzi, credo di non avergli mai nemmeno parlato,
forse. Anche se questa cosa potrebbe ricadere a mio vantaggio.
Stamattina sono trotterellata su fino
alla Decima, ma non sono riuscita ad entrare. E poi, quando lui
è
uscito per andare ad allenarsi, non ho avuto idea migliore che quella
di seguirlo e mettermi buona buona ad osservarlo, in attesa che le
parole giuste per chiedergli di allenarsi arrivino.
“Si può sapere perchè
mi stai ronzando intorno?” sbotta Shura, altamente scocciato,
voltandosi di scatto verso di me, mentre con un asciugamano bianco si
tampona la testa per asciugare delle gocce di sudore.
Io arrossisco e abbasso lo sguardo.
Allora l'ha notato che lo sto pedinando!
“Beh...ecco io...” balbetto,
imbarazzata.
“Allora?” domanda di nuovo
impaziente.
“I-io, volevo chiederti una cosa
ma...non sono sicura...”
Cielo!E sì che non dovrebbe
essere così difficile. È solo una stupida domanda!
Shura inarca un sopracciglio e mi
osserva sospettoso.
“Non...Non ti sarai presa una cotta
per me?” chiede titubante.
“No!” urlo, praticamente,
spalancando gli occhi. Come gli è venuta un'idea del
genere?Stupido ego maschile.
Il gold di Capricorn mi guarda torvo.
Forse ho messo troppo impeto nel rispondere.
“Cioè, non voglio dire che non
ci si possa innamorare di te- balbetto imbarazzata- Di certo sei un
bell'uomo e di sicuro hai un carattere interessante, solo che io
personalmente non mi sento attratta da te...Non che tu non sia
attraente, questo è sicuro, il fatto è
che...”
“Basta così!- mi interrompe,
mettendo fine a questo supplizio generale- Cosa vuoi da me, di
grazia?”
Abbasso la testa e metto le mani giunte
per supplicarlo “Nobile Shura, ti imploro di prendermi come
allieva!”
Lui sbatte le palpebre confuso “Tu
vuoi che io ti alleni?”
Annuisco con convinzione “Sei il solo
che può farlo.”
“Perchè io?” domanda di
nuovo, scettico.
“Perchè io e te abbiamo più
cose in comune di quanto credessi.” spiego, passandomi una
mano sul
braccio.
Shura continua a guardarmi
interrogativo così spiattello anche a lui tutta la storia,
escludendo ovviamente incontri con cavalieri maledetti e usando un
tono civile e non da pazza isterica come ho fatto con Shaka.
Ora che ci penso, la storia non
gliel'ho spiattellata per niente.
Diciamo che gli ho solo detto che ho un
aculeo nel braccio, onde evitare tutte quelle pantomime a cui qui
tutti sono così portati...Anche perchè forse se
conoscesse tutti i particolari non vorrebbe allenarmi.
In fondo non sono nemmeno bugie, ma
delle sane mezze-verità che non fanno male a nessuno.
“Ti aiuterò.- decide infine,
annuendo serio- Sarà interessante: non ho mai conosciuto
nessuno con capacità così simili alle
mie.”
“Grazie!Grazie, grazie, grazie,
grazie!”
“Non ringraziarmi ancora.” mi
interrompe, con uno strano ghigno sulla faccia.
Oh-oh. Avevo dimenticato la terribile
tendenza sadica dei gold qui al Santuario.
Deglutendo rumorosamente, inizio ad
indietreggiare senza dare troppo nell'occhio.
Shura alza la mano e mi fa segno di
avvicinarmi “Avanti, attaccami. Fammi vedere di cosa sei
capace.”
Io non accenno a muovermi.
“Non credo che un corpo a corpo sia
una grande idea...” balbetto, mordicchiandomi il labbro
inferiore.
Lui alza un sopracciglio “Perchè?Hai
paura?E' solo una prova, Michelle, niente di
trascendentale...”
“Dimentichi forse che sono velenosa?-
gli ricordo- Non credo sia il caso correre certi rischi. ”
“Velenosa?” ripete scettico Shura,
inarcando un sopracciglio.
“Tu hai un miracle balde installato
nel braccio e io non posso essere velenosa?”ribatto, con tono
inacidito.
Il gold alza le mani in segno di resa.
“Ok, ok. Niente corpo a corpo. Che ne dici di provare a
infilzare
quello?”
Sposto lo sguardo per seguire il suo
lungo indice che sta indicando un oggetto poco distante.
Si tratta della colonna che ha segato
in due poco fa.
“Quello è marmo.” gli faccio
notare.
Ma lui continua a guardarmi
interrogativo, come se non capisse qual è il problema.
“Mi frantumerò il braccio.”
spiego.
Con un sospiro fa roteare gli occhi,
leggermente infastidito dalla mia mancanza di collaborazione.
“Quello?” ritenta, additando un albero di ulivo che
di certo ha
conosciuto tempi migliori.
“Non so se è proprio il
caso...”
“Michelle: o fai come dico io o ti
fai aiutare da qualcun altro!” sbotta, interrompendomi.
Alzo le mani in segno di resa “Ok,
ok, ci proverò!Poi però mi dovrai aiutare a
togliere
tutte le schegge!”
Il gold si lascia scappare un nuovo
rumoroso ed esasperato sospiro ed io mi appresto ad eseguire il suo
ordine.
In fondo, che cosa vuoi che gliene
importi a Mr.Affettatutto? Lui ha già tagliuzzato talmente
tante cose in vita sua che mi domando perchè non gli abbiano
ancora proposto di fare la pubblicità ad un set di coltelli.
Sono io quella che deve preoccuparsi.
Il mio braccino è fatto di tenera carne e ossa non poi
così
robuste: non si è ancora reso conto di poter fare cose del
genere.
“Sei pronta?” mi domanda
impaziente.
Sto per scuotere la testa in segno di
diniego, ma mi rendo conto che non sarebbe una mossa geniale,
perciò
annuisco con riluttanza, e deglutisco a vuoto un paio di volte.
Senza pensarci, Michelle, mi intimo, è
l'unico modo perchè tu possa farlo!
Chiudo gli occhi e mi scaglio contro
quell'ignaro pezzo di legno, sperando di non farmi troppo male.
L'impatto produce un rumore sordo, ma
il fatto di non provare alcun dolore mi rincuora.
Così, prendo coraggio e decido
di dare un'occhiata.
L'albero è intatto, esattamente
come l'avevo lasciato.
Io, invece, mi trovo qualche metro più
indietro e ho il braccio completamente fissato nel suolo.
La tensione adrenalinica dell'attacco
se ne va in un baleno e io mi affloscio a terra, sul terreno secco e
polveroso.
“Ti avevo detto di colpire l'albero,
Michelle.” mi rimprovera Shura, avvicinandosi con poche,
ampie
falcate.
Sbuffo, riuscendo solo a sollevare un
bel polverone, che mi fa tossire rumorosamente.
“Avanti- continua il gold,
determinato a compiere appieno il proprio ruolo di maestro- Alzati e
riprova.”
Io cerco di tirarmi su, sfilando il mio
braccio sinistro che è ancora conficcato a terra, ma lui non
vuole proprio saperne.
Trattenuta da non so cosa, non posso
fare altro che ricadere sdraiata a pancia in giù.
“Perfetto” borbotto fra me e me.
“Ti vuoi muovere?” mi sollecita
Shura, leggermente spazientito dalla mia lentezza.
“Non posso.” spiego con tono
lugubre.
“Prego?” chiede, non capendo a cosa
mi riferisco.
Oppure lo sa benissimo, ma vuole
semplicemente farmelo dire ad alta voce solo per mettermi in
imbarazzo.
Dev'essere una particolare abilità
dei gold, certo.
Servono Atena con rettitudine, hanno un
surplus di sensi, potrebbero annientare questo pianeta con un battito
di ciglia e in più, come bonus, riescono a farti sentire
stupida e goffa.
Come se già non lo fossi già
per conto mio.
“Allora?” incalza, pestando un
piede a terra.
“Sono incastrata!” sbotto, quasi
urlando, mentre divento rossa come un pomodoro maturo.
Silenzio.
Non un silenzio normale, però.
Quel tipico silenzio che, dopo anni di figuracce e gaffes ho
cominciato a riconoscere, serve per nascondere delle sghignazzate
sommesse.
Picchietto la fronte sul terreno per un
paio di volte, aspettando pazientemente che il gold ritorni in grado
di parlare senza scoppiare a ridere.
Ci mette meno di quanto pensassi. “Ti
aiuto io.” propone, afferrandomi la vita come se fossi un
sacco di
patate.
“Aspetta, aspetta!- cerco di
fermarlo- Non vorrei che mi si staccasse il bracc...”
Non faccio in tempo a finire la frase
che mi ritrovo in piedi, impolverata, ma finalmente libera.
“Grazie.” sussurro, passandomi una
mano su maglietta e pantaloni, nel tentativo di darmi una pulita.
Shura mi fa un ghigno in risposta e poi
il suo sguardo affilato si sposta sul buco che ho lasciato nel
terreno.
Decido di imitarlo e appena mi ritrovo
ad osservare il buco che io stessa ho creato non posso fare a meno di
sussultare.
“Che cos'è?” domando
perplessa, osservando quello strano liquido scuro.
Il cavaliere inclina leggermente la
testa “Credo che sia il tuo veleno...”
Continuo a guardare con occhi sbarrati
e, se possibile, li sgrano ancora di più, quando un
sassolino
che Shura ha lanciato nella chiazza corvina si dissolve, producendo
una specie di gas.
“Corrosivo.” commenta lapidario.
Stringo le labbra, leggermente
schifata. C'è davvero quella...quella cosa nel mio braccio?
Vorrei dire qualcosa a riguardo,
qualsiasi cosa che non mi faccia sembrare impressionata e
imbambolata, ma una stretta attorno alla vita mi toglie qualsiasi
possibilità di proferire parola.
“Miki!Finalmente.- trilla la voce di
Pierre mentre mi abbraccia da dietro- Pierre pensava che non ti
avrebbe mai trovato!”
“Pierre!Mi stai facendo soffocare.”
protesto, cercando di scrollarmelo di dosso.
Lui prorompe in una risatina deliziata,
stringendo un poco i suoi occhioni da cucciolo.
Shura alza un sopracciglio e lo guarda
perplesso.
Pierre mi strattona il braccio
iniziando a trascinarmi chissà dove “Siamo davvero
spiacenti, nobile Shura, ma la presenza di Michelle è
richiesta urgentemente da un'altra parte. Buona giornata.”
Il gold non fa in tempo a ribattere e,
a parte delle proteste soffocate, non riesco a dire niente di sensato
anche io mentre il mio amico mi tira con foga, costringendomi a fare
passi lunghi e veloci per tenergli testa.
Ma che cavolo gli è preso?
“Grazie mille, Pierre.”
Non. Ho. Parole.
E io che pensavo che fosse la Kido
quella che se vuole qualcosa se lo prende senza fare troppo
complimenti!
A quanto pare deve essere una
caratteristica contagiosa visto che anche Chen invece di chiedermi
gentilmente di andare a parlare con lui mi ha fatto praticamente
rapire.
Ma che prende a tutti quanti?Sono
rimasta l'unica con un po' di buone maniere?!
“Chen!” ringhio, rivolta al piccolo
oracolo che mi sta sorridendo amabile.
Per la stizza ignoro perfino Pierre che
se ne va salutandomi spensierato.
“Michelle!Sono contento che tu sia
venuta: ho delle importanti novità di cui voglio renderti
partecipe.” dice serissimo, come se fossi venuta qua di mia
spontanea volontà.
“Piccolo...” mi censuro da sola,
notando la sua faccia leggermente preoccupata.
Mi massaggio le tempie con l'indice e
il medio “Si può sapere che cosa vuoi?”
Non sono affatto entusiasta di essere
stata trascinata qui alla Tredicesima: ci mancherebbe anche, a
coronare questa giornata, che incontrassi Tastumi, oppure Saori o
peggio ancora quel chiuhuahua assatanato. Ho ancora il segno dei suoi
dentiti aguzzi sulla mano!
“Un sacco di cose- risponde Chen,
senza centrare il senso della mia domanda- Che Mu la smetta di farmi
fare esercizi inutili e inizi a insegnarmi cose serie, che a Saori
venga il colpo della strega o magari un'acne coi contro fiocchi e poi
che...”
“Chen...” sibilo, cercando di
riportarlo all'ordine.
Lui mi fa con le dita cenno di
seguirlo, così iniziamo a muoverci all'interno del dedalo di
corridoi di cui è composto il Grande Tempio.
“Le cose stanno così, Miki:
Atena ha deciso di convocare una riunione straordinaria e all'ordine
del giorno ci sei tu.” spiega, con tono talmente serio che mi
fa
dubitare della sua età.
“Scherzi?Vuoi dire che sarò...sarò
messa sotto processo di fronte a tutti?” chiedo allarmata.
Vedo la sua corta chioma corvina
scuotersi in segno di diniego “Non è quello che ho
detto: tu
sei l'argomento da discutere, ma la tua presenza non è
affatto
richiesta.”
Serro la mascella infastidita
“Prenderanno decisioni su di me, senza di me?!”
“E' per questo che sei qui!- trilla
Chen, con un pizzico di eccitazione nella voce- Intendo farti
partecipare clandestinamente alla riunione. Non sopporto i giochi di
potere di quell'oca starnazzante. Non ha la minima idea che fra i due
sono io quello più astuto!”
Mi fermo di colpo, scioccata.
E come intende farmi partecipare a una
cosa del genere senza che nessuno se ne accorga?!
Lui sbuffa spazientito “Avanti, non
c'è tempo da perdere!- mi afferra il polso e cerca di
trascinarmi via con sè- Atena a quest'ora sta mandando degli
emissari per convocare i gold e i bronze sono già con
lei!”
“Stai scherzando, vero Chen?- sbotto,
svincolandomi dalla sua presa da bambino- Avanti: dimmi che stai
scherzando!”
I suoi occhietti neri e vivaci si
strizzano un po' , sembra anche aver capito di cosa sto parlando
“Assolutamente no!” dichiara, trionfante.
“Non posso intrufolarmi là
dentro e sperare di farla franca!Sono in dodici cavalieri d'oro,
cinque di bronzo e una dea, per Zeus!”
“Se hai tanta paura di loro puoi
benissimo non venire.- ribatte, incrociando le braccia dietro la
testa e continuando a precedermi lungo i corridoi della Tredicesima-
Saprò cavarmela benissimo anche senza di te.”
Stringo i pugni e stendo le braccia
lungo i fianchi, allungando il passo per raggiungerlo.
“Cavartela senza di me?Sei stato tu
che mi hai detto che volevi che venissi con te!”
Sul suo volto rotondo si apre un
sorriso a trentadue denti “Lo so, e se l'ho fatto
è perchè
so che è quello che vuoi anche tu!”
“Ti ho mai detto che sei
insopportabile?” borbotto, limitandomi a dargliela vinta.
Con la sua manina mima una bocca che
parla “Parole, parole...tanto alla fine fai sempre quello che
dico
io!”
Mi limito a roteare gli occhi.
Quando tutta questa storia sarà
finita giuro che troverò un modo di insegnare un po' di sana
educazione a questo impertinente.
Uhm...come potrei fare?
Beh, innanzitutto potrei toglierlo
dalla custodia di Mu. Lui è troppo gentile e pacato.
A Chen servirebbe un tutore più
severo.
Death Mask?...Ok, questo è
eccessivo. Non voglio che l'oracolo di Zeus diventi parte
dell'arredamento della Quarta Casa.
Forse Tatsumi...anche se conoscendo la
mente brillante di Chen potrei scommettere che ad avere la meglio fra
i due sarebbe il piccoletto.
Gli servirebbe trovarsi di fronte una
persona tosta, sveglia e spietata, che gli sappia tenere testa.
Il pensiero mi corre immediatamente a
Mintha.
L'immagine del suo volto mi entra
dolorosamente in testa, accompagnata da quelle di Jack, Miguel e
Embronce...
Mi mancano così tanto!
Faccio appena in tempo a scacciare i
miei pensieri e a tornare alla realtà per vedere Chen
inchiodare di fronte ad una delle enormi porte che portano in
chissà
quale stanza della Tredicesima.
“Che c'è?” domando,
fermandomi di fianco a lui.
Il cinesino inclina la testa di lato
per osservare meglio l'uscio di fronte a noi.
“Dovrebbe essere questa.”
Entriamo con circospezione, ma
all'interno della stanza non c'è nessuno.
Strano, questo sembra un comunissimo
salotto. Certo: è più grande dell'intera casa che
condividevamo io, Kim e Victoria, però è pur
sempre un
salotto.Credevo che Atena fosse più solenne nella scelta dei
luoghi in cui condurre riunioni.
“Questa non è un'assemblea
normale.- spiega Chen come rispondendo ai miei interrogativi, mentre
continua a girare da un angolo all'altro della stanza cercando
chissà
cosa- Atena ha scelto questo posto proprio perchè
è
inusuale. Non vuole che io o te possiamo scoprirlo.”
L'oracolo si ferma di fronte ad una
specie di castello di cartone, molto colorato, con sfumature fra il
violetto e il rosa acceso.
Sopra all'entrata, che pare la
miniatura di un ponte levatoio e che è coperta da una
tendina
fucsia, leggo una scritta a caratteri cubitali. Mister Fluffy.
“Come se potesse davvero nascondere
una cosa del genere ad un oracolo. Non devo neanche concentrarmi per
richiamare visioni del genere...Quella spocchiosa è talmente
tonta!”
Preferisco non esprimermi
sull'argomento, e faccio vagare il mio sguardo lungo la stanza.
“Dove posso nascondermi perchè
i cavalieri non mi vedano?” domando, incerta.
Dietro le tende?Fa troppo nascondino.
Dietro il divano?Mi troverebbero in due
secondi netti.
Svuoto la credenza e mi ci infilo?E poi
dove faccio sparire tutto quello che c'è dentro?
“Qua.” decide Chen al posto mio,
indicando il castello di Mister Fluffy.
Sbatto le palpebre confusa.
“Cosa?Vuoi che io mi infili in
questa...questa...cuccia?”
Pronuncio l'ultima parola facendo una
smorfia disgustata.
“Avanti!Stanno arrivando!”
bisbiglia, mentre si siede sul divano e incrocia le gambe all'indiana
senza curarsi di sporcare con le sue scarpe il pregiato tessuto.
Cercando di muovermi con la maggiore
agilità che mi è consentita entro in quel
castello di
cartone rosa.
Il mio cuore inizia a battere molto più
forte quando mi accorgo che nel momento in cui la porta si sta
aprendo il mio piede è ancora mezzo fuori. Lo sposto con un
movimento fulmineo e con altrettanta velocità chiudo la
tendina di seta fucsia.
“Perchè diavolo ci fa riunire
in questo salotto alla presenza di quella bestiaccia?”
ringhia
Death Mask non appena mette, pesantemente, piede nella stanza.
Non riesco a vedere le espressioni
degli altri gold dal mio puzzolente nascondiglio, ma sento nettamente
la risposta di Aphrodite “Lascia in pace Mr.Fluffy,Death. E
poi lo
sai che Atena ci ha voluto ricevere qui perchè
effettivamente
questa sarebbe una riunione segreta.”
“Ti dico solo che se quella pantegana
travestita da cane esce dal suo nascondiglio non rispondo delle mie
azioni...”
Al sentire queste parole del gold della
quarta, deglutisco più volte a vuoto, rannicchiandomi sempre
più nella tana del chihuahua.
“Ma...che ci fa qui l'oracolo?”
domanda Aioros, posso immaginare i suoi occhi limpidi velati da
un'espressione interrogativa.
Contorco dolorosamente il collo per
cercare di vedere Chen.
Il suo sorriso strafottente è
sempre lì.
Mi ritrovo a sospirare silenziosamente:
com'è possibile che un mocciosetto come lui abbia sempre la
situazione sotto controllo mentre io il più delle volte
fatico
a ricordarmi da che parte sono girata?
“Salve cavalieri!- li saluta con
vocetta allegra- Qual buon vento? Sembra quasi che vi apprestiate a
svolgere una riunione top secret alle mie spalle.”
“Nobile oracolo, le chiediamo di
andarvene.” lo prega Doko.
Pf...come se questo potesse davvero
fare qualcosa.
“Non alcuna intenzione di farlo.”
sogghigna Chen, sorridendo amabilmente.
“Chen, ti prego...” lo richiama Mu,
con la voce stanca di uno che ha a che fare con capricci del genere
ogni santo giorno.
“La prima risposta è quella
definitiva, quindi no!” ribatte il piccolo, attirandosi le
ire di
più di un cavaliere.
Sento una specie di suono gutturale,
quasi un ringhio e poi la voce di Death Mask “Vediamo se
riesco a
convincerti con le maniere forti.” sibila, molto
sinistramente.
“Death, contieniti. È pur
sempre un oracolo.” lo ammonisce Saga.
“Perchè non aspettiamo
semplicemente che sia Atena a decidere il da farsi?” propone
Aldebaran.
Tutti gli altri sembrano d'accordo.
Sento rumori svariati. Gente che si siede, sedie che si spostano e
via dicendo e poi scende un silenzio impaziente.
È sempre così?
Oppure tutti tacciono perchè non
vogliono rendere partecipe l'oracolo dei loro pensieri?
Quando Saori Kido entra nella stanza,
pochi minuti più tardi, mi rendo conto che non è
semplicemente una multimilionaria dai gusti bizzarri e con in braccio
un chihuahua astioso.
È la dea Atena, perlomeno in
questo momento.
Il suo cosmo impregna la stanza
raggiungendo ogni angolo.
Senza rendermene conto, agito
leggermente la mano davanti alla faccia per scacciarlo, come si
trattasse di una mosca fastidiosa.
Poi mi ricordo del motivo per cui sto
facendo la contorsionista in una cuccia di cane e mi sforzo di
ascoltare.
Tutti i cavalieri si alzano
immediatamente e si mettono sull'attenti. I bronze, che sono arrivati
con la dea, cercano di ritagliarsi un posticino nella stanza grande
ma decisamente affollata.
“Oracolo...” se Atena è
stupita, non lo da a vedere.
“Divina Atena- Chen non si è
nemmeno alzato- Vogliamo iniziare?”
Un momento!Che diavolo sta succedendo?
Io forse non mi sono ritrovata la sua
vocetta acuta nella testa proprio perchè lui non poteva
parlare con la dea di persona?E adesso invece è qui che
chiacchiera come se niente fosse?
Che diavolo sta succedendo?
Michelle, non penserai davvero che
io provi ad entrare nella mente dei soldatini di Atena, vero?
Come se l'avessi
chiamata coi miei pensieri, la voce di Chen si intrufola nella mia
testa.
I gold traviserebbero le mie parole
fin all'inverosimile pur di compiacere alla loro divinità
snob. Per questa volta mi conviene ignorare le regole.
Aggrotto le
sopracciglia. E a Zeus questo andrebbe bene?
Non so se questo è
un tipo di comunicazione a doppio senso, ma la risposta mi arriva in
testa subito dopo aver formulato la domanda.
Se al divino paparino questo non
stesse bene, sta ben certa che mi avrebbe folgorato già da
un
pezzo!
Tento di scrollare
le spalle, ma da questa posizione scomoda è difficile,
soprattutto se non intendo farmi scoprire: dopotutto sono fatti suoi
e di Zeus.
“Perdonate,
oracolo, ma come mai ora potete parlare con la dea?- domanda Camus,
con voce monocorde- Sbaglio o tale azione vi era proibita da Zeus
stesso?”
Il bambino sventola
la mano con noncuranza “Se proprio al Padre Celeste non sta
bene il
mio comportamento può venire quaggiù a
sculacciarmi di
persona.”
Nella sala si
alzano dei borbottii. Non si sono ancora abituati al comportamento
sopra le righe del piccolo oracolo.
“Ma lui non dovrebbe trovarsi qui!”
protesta Seiya, sibilando la frase all'orecchio della Kido.
Idiota. Spero che Chen lo umilii.
“Questo è vero.-ammette il
ragazzino, che ha sentito tutto- Potreste rimandare la riunione, per
esempio, ma io potrei scovarvi attraverso una visione come ho fatto
per questa. Oppure, potreste trovare un altro luogo a me
inaccessibile, ma se così fosse io potrei evocare una
visione
che mi permetta di vedere comunque tutto quello che voglio.”
“Quindi- continua con aria
soddisfatta- non risparmieremmo tempo e fatica se io rimanessi
qui?”
E bravo Chen!
“Puoi restare, giovane Oracolo.
Purchè tu non riveli niente a Michelle di Aracne.
È di
lei che dobbiamo discutere.” diciamo che questo permesso di
Atena è
del tutto inutile.
Il sorriso sulla faccia di Chen si
allarga, innocente “Non le dirò assolutamente
niente. Giurin
giuretto!”
Piccolo ingannatore...comincio ad
adorarlo!
“La questione è semplice: ho
deciso di non coinvolgere ulteriormente Michelle in questa
guerra.”
Le reazioni sono le più
disparate.
Ma quella che mi fa letteralmente
saltare i nervi e il salto di gioia di Seiya che si alza dalla sedia
sollevando un pugno in aria.
“Evvai!” trilla il pirla.
Dei!Se non fossi qui a fare
contorsionismo in una bizzarra cuccia per cani, con la cervicale che
mi sta uccidendo, salterei là fuori a fargli il culo a
capanna!
Cosa diavolo vuol dire che non vuole
coinvolgermi in questa guerra?
“Credevo fosse il volere di Zeus
averla dalla nostra parte.” commenta Ikki.
Atena non aspetta molto a rispondere
“Già, e lei è dalla nostra parte. Che
combatta è
una decisione mia.”
Una decisione sua?!
Chen si lascia sfuggire una risatina.
Credo che abbia intuito i miei sentimenti di ora.
Promemoria: ringraziare il piccoletto,
senza però farlo sentire troppo importante.
“Che c'è di così
divertente?” chiede Milo, che dal mio campo visivo limitato
non
riesco a vedere.
L'oracolo scrolla le spalle “Immaginavo
solo la sua reazione a sentire la decisione di Atena.”
“Perchè?Sarebbe in grado di
ribellarsi?” ribatte Aphrodite con tono sprezzante.
“Vedremo.” si limita sghignazzare
il cinesino.
Oh, sì che vedremo!
“Se mi è permesso dire
qualcosa, Atena.” dice Shura, guardando la dea con sguardo
serio.
Saori si limita a fare un cenno
affermativo col capo.
“Credo che le capacità di
Michelle potrebbero esserci molto utili nelle battaglia contro i
Titani. Dopotutto, è un immortale, e durante l'allenamento
di
oggi ho potuto vedere un suo colpo davvero micidiale.”spiega
il
gold di Capricorn, con tono altamente professionale.
“Giusto!- prorompe Aldebaran- Miki è
a posto e anche se non ha molta esperienza di guerra ha del
potenziale.”
Mi domando se il mio caro coinquilino
mi difende perchè mi vuole bene oppure perchè se
non lo
fa Victoria lo disintegrerebbe...
In ogni caso, secondo voi è
possibile vivere senza collo?Davvero, ma come diavolo fanno i
contorsionisti?Ho male dappertutto!!
“L'argomento non è in
discussione, cavalieri- afferma Atena con convinzione- Ciò
che
pretendo da voi è che...uhm, diciamo... aiutate Michelle a
rispettare il mio volere.”
Seiya fa scricchiolare le dita “Non
vedo l'ora.”
Io. Lo. Ammazzo.
Anzi, perchè diavolo non ho
lasciato che Teia lo facesse al posto mio?
“Porta rispetto, Seiya- lo rimprovera
Mu, con voce ferma- Dovresti ringraziare colei che ti ha salvato la
vita.”
Vorrei vedere di più ma non
riesco nella costrizione di questa stupida cuccia!
“Per quale motivo questa decisione
improvvisa?”domanda Aioros, a cui Aioria da subito man forte.
“C'è forse qualcosa di cui non
siamo informati?”
Inaspettatamente non è Atena a
rispondere ma Shaka.
“Stamani Michelle ha ricevuto la
visita di altri cavalieri senza dio. Cavalieri che hanno scelto la
via del male- specifica- e che intendono farla unire al loro
gruppo.”
“Ma Michelle non lo
farebbe...”tentenna Shun, che nonostante il mio piccolo e
innocente
trucchetto per mettere lui e i suoi compagni fuori combattimento, non
sembra avercela con me.
“La questione non è se lei è
malvagia- spiega meglio Atena- ma che lo è la sua
armatura.”
A queste parole Mister Fluffy salta via
dalle mani della sua padroncina e sento il suo zampettare farsi
pericolosamente vicino.
Il cane infila il suo musetto peloso
verso di me, superando la tenda colorata, e appena mi vede inizia ad
abbaiare con rabbia.
Per tutta risposta, inizio a urlare
anche io, non appena lui mi si avventa contro come una furia,
cercando di mordermi con forza.
Dimenticandomi di dove sono e
soprattutto del perchè sono qui, scalcio riuscendo solo a
distruggere il mio nascondiglio.
Stringo gli occhi, sperando di riuscire
a scomparire all'istante.
Oh, ti prego, Zeus, fa che io scompaia!
Quando il frastuono del castello che si
frantuma lascia il posto ad un silenzio di tomba decido di aprire gli
occhi, che ho tenuto fino a questo momento chiusi con forza e
determinazione stoica.
Tutti, e dico tutti, tranne Chen che
ride come un pazzo, mi fissano.
Shock. Fastidio. Stupore.
Rassegnazione. Rabbia. Divertimento.
La tensione si potrebbe tagliare con un
coltello.
“Uhm...Salve!” saluto, molto
educatamente e con un radioso sorriso a trentadue denti stampato in
faccia.
Il fatto che mi ritrovo a testa in giù
e a gambe all'aria, semi-sdraiata sui resti di una cuccia per cani
rosa fosforescente è solo un piccolo dettaglio.
“Che...cosa...ci...fai...lì?”
sibila Saori, scandendo ogni singola parola con estrema lentezza.
E' impressionante osservare il
repentino cambiamento dalla multimilionaria snob alla dea della
giustizia. Sembra di avere davanti una schizofrenica!
“Michelle...” dice semplicemente,
con calma incredibile ma espressione dura. Ora è la dea a
parlare.
Il chihuahua sembra capire che sono già
nei guai per conto mio, quindi si allontana da me puntando dritto
verso il cavaliere della Quarta Casa.
“Alla larga, cagnaccio.” ringhia
Death, mostrando anche un po' i denti.
Mister Fluffy capisce al volo
l'antifona e se ne corre via guaendo.
Io faccio in tempo ad alzarmi, ma non
riesco a dire niente di sensato.
Mi limito a far passare il mio sguardo
su tutti presenti.
“Cosa ci fai qui?!Come ti sei
permessa di intrufolarti qui?”
Seiya è il primo a riprendersi e
mi si scaglia quasi contro, trattenuto a stento da Hyoga.
Shiryu gli posa una mano sulla spalla e
gli ripete quello che ha detto prima Mu “Ricordati che
è lei
che ti ha salvato la vita.”
Io sbatto gli occhi confusa. Dietro di
loro, scorgo l'ennesima allucinazione riguardante Takis.
In questo momento sta facendo roteare
gli occhi, scocciato da questo atteggiamento.
“Perchè non ci mettete
semplicemente una pietra sopra?”propone Shun, sgranando i
suoi
occhi verdi già enormi
Assottiglio lo sguardo e soprattutto
cerco di restare concentrata su questa conversazione.
Nella mia testa, sto ancora pensando a
Takis.
“Certo.- sibilo, irritata dalla
situazione piuttosto che dal cavaliere di Pegasus. E dalle mie labbra
escono le stesse parole che sta ringhiando Prometheo- Magari di
marmo. E con il nome del tuo amichetto scritto sopra preceduto dalla
scritta RIP.”
Milo si fa sfuggire una risatina e
Death mormora qualcosa del tipo “Buona questa!”
“Michelle!- mi richiama Atena, prima
di arrivare al dunque- Per quanto mi sorprende che tu sia qui, colgo
l'occasione per informarti che non dovrai combattere per il Santuario
nella guerra imminente.”
Spalanco gli occhi, scioccata.
Ok, l'ho sentito anche prima ma ora è
tutto più concreto.
E in più ho puntati addosso gli
occhi acquamarina di Takis. Io devo combattere. Devo farlo per lui!
“No!Come potete pensare che
io...No...- l'agitazione mi fa uscire fuori delle parole balbettate
che per lo più mi si strozzano in gola- Non posso credere
che
voi pensiate davvero che io...io...”
Mu rivolge i palmi verso di me “Calma,
Michelle. L'idea di Atena è soltanto per proteggerti e
per...”
Non lo lascio finire.
“I-io non ho nessunissima intenzione
di...di starmene lì a guardare mentre...- mentre parlo,
gesticolo confusamente muovendo qualche passo veloce a destra e a
sinistra- Questo è...è assurdo!”
“Assurdo sarebbe pensare di far
combattere una mocciosetta come te!-sbotta Death Mask- Non ho alcuna
intenzione di farti da baby sitter.”
“Quello che Death intendeva dire-
interviene Doko, lanciando un'occhiataccia al compagno- è
che
sarebbe meglio non mettere inutilmente in pericolo la tua
vita.”
“In pericolo la mia vita?” ripeto,
scioccata.
Primo, perchè effettivamente
hanno più possibilità loro di morire nel sonno
che io
di rimanere ferita in combattimento e secondo, perchè quando
effettivamente non ero che una fragile ragazza goffa questo problema
non sfiorava proprio la mente di nessuno.
“La verità è che, a
quanto mi ha riferito Shaka, la natura della tua armatura è
malvagia, Michelle.” specifica Atena.
“Oh.”
Inconsapevolmente lancio un'occhiata in
tralice a Shaka. Come ha potuto dirle anche questo?
“E le notizie che ci ha fornito ora
Shura non sono delle più rassicuranti.- continua la dea con
tono serio- Se davvero dovesse prendere il controllo quell'aspetto
nascosto come potremmo fermarti?”
“Io qualche idea ce l'avrei...”
borbotta Seiya, sottovoce.
“Non sono certo una macchina da
guerra.”faccio notare, ma quando qua dentro parla Atena pare
non ci
sia diritto di replica.
“E' per questo che non devi
combattere contro Febe!” protesta Takis, facendomi sobbalzare.
Strano. Mi sembra che in questo momento
Chen stia guardando esattamente il punto in cui nelle mie fantasie si
trova il cavaliere di Prometheo.
“Febe è in debito con me. Una
rivincita me la deve!” borbotto, rivolta all'allucinazione.
Scorgo Milo e Al voltarsi verso il
punto che sto fissando perplessi e con le sopracciglia aggrottate.
“Febe?” ripete scettico Doko.
Scuoto leggermente la testa, cercando
di riconcentrarmi sulle persone fisiche e reali.
“Il punto è che io sarei
l'unica in grado di affrontare Febe. Come avete potuto notare
dall'ultimo attacco i suoi colpi non sono un problema per
me.”
spiego, sperando che le motivazioni che adduco li possa convincere.
“Per Prometheo lo sono stati, ora che
non c'è più lui a farti da scudo come pensi di
cavartela?” commenta Camus.
Decisamente, nell'addestramento per
diventare cavaliere dovrebbero aggiungere un corso di tatto.
“Quel colpo mi ha colpita, eppure
eccomi qua.” ribatto, allargando le braccia come se questo
gesto
potesse avvalorare la mia tesi.
“Ma per favore!Ti ha presa di
striscio.” protesta Death, scrollando le spalle.
“La specialità di Febe è
quella di usare degli incantesimi velenosi, e si dia il caso che io
sia immune al veleno.” Riuscirò mai a convincerli?
“Immune al veleno?” domanda Atena
con tono scettico.
Forse la vede più come una
minaccia che come una cosa positiva.
“Sì, e che diamine: siete
sordi o semplicemente stupidi?” domanda esasperato Chen,
guadagnandosi un numero assurdo di occhiatacce.
“Immune al veleno?-ripete Shaka- Come
puoi esserne sicura?”
Prima di scoprire le altre tecniche di
combattimento grazie alla visione che mi ha provocato Verena, credevo
che fosse semplicemente questo il mio potere. L'immunità.
Il mio cloth, ispirandosi alla figura
di Aracne e di conseguenza ai ragni, mi ha dato la capacità
di
contrastare qualsiasi tipo di veleno. Forse, mi ritrovo a pensare,
dipende dal fatto che il mio è il più pericoloso
e
letale di tutti...Scuoto la testa, lasciando da parte queste
elucubrazioni.
“Lo
so.” taglio corto.
Faccio scorrere il mio sguardo su tutti
i presenti. In questo momento mi pare di percepire che l'unico che
è
completamente dalla mia parte è Chen.
Fisso per qualche secondo l'immagine di
Takis che, probabilmente, è solo nella mia testa, ma che mi
da
più coraggio di quanto non potrei averne da sola. Prima di
ricominciare a parlare indugio anche sul volto apparentemente calmo
di Shaka.
“Sapete cosa significa perdere un
compagno?Un amico?” faccio una pausa prolungata.
Atena abbassa gli occhi, forse pensando
ai cavalieri che fino ad oggi hanno sacrificato la vita per lei, e i
gold e bronze si lanciano delle occhiate colme di significato.
“Io posso fare qualcosa per
riportarlo indietro e state certi che non ci sarà volere,
umano o divino, a impedirmi di farlo. Mettetevi il cuore in pace e
quando sarà il momento cercate di non intromettervi fra me e
il mio obiettivo.”
Non sono mai stata così sicura
in vita mia, ma tutto quello che ho detto lo sento talmente tanto che
non riesco nemmeno a pentirmi della velata minaccia che ho fatto.
Io contro Febe, non chiedo altro.
I gold poi potranno dilettarsi a
salvare il mondo sterminando i suoi fratelli e le sue sorelle, ma la
Titanide della Luna è mia!
Non mi permetto di guardare le reazioni
che ho scatenato, mi limito a lanciare un'occhiata di sfuggita a
Prometheo che scuote la testa rassegnato e, con movimenti lenti e
calcolati, mi avvio verso la porta. Stranamente il piccolo oracolo
scende dal divano e saltella al mio fianco, seguendomi.
Quando sto già spingendo in giù
la maniglia Chen mi strattona lievemente i lembi della maglietta.
“Che c'è?” chiedo
esasperata.
È chiedere tanto fare un'uscita
degna di questo nome almeno una volta nella vita?
Lui muove il pollice per indicare
qualcosa dall'altra parte della stanza, esattamente dietro di noi.
“L'uscita è di là.
Quella è la porta finestra che da sul terrazzo.”
“Oh.” commento, mentre un calore
superiore a quello di tutti i vulcani del mondo mi sale alle guance.
Faccio una risatina imbarazzata, mentre
ritorno sui miei passi e, perfino quando mi apro l'altra porta
continuo a fissare insistentemente il pavimento, pregando che si
spalanchi sotto i miei piedi risucchiandomi.
Seguo Chen come se fossi uno zombie,
guardando volutamente per terra (e inciampando svariate volte) pur di
non guardare Takis che, a differenza delle altre volte che l'ho
visto, non scompare ma continua a seguirmi lungo tutta la strada che
porta alla Prima Casa.
“Che evento spassoso!” commenta,
lasciandosi cadere di schiena sul letto della sua camera. Io mi siedo
semplicemente sul tappeto di lana grezza, tirandomi le ginocchia al
petto.
“Sì, davvero divertente.-
borbotto- Secondo te mi spediranno a Capo Sounion per la mia scenata
o più semplicemente mi elimineranno fisicamente?”
Il ragazzino fa roteare gli occhi
“Smettila di farti tanti problemi: è la prima
volta che ti
sei comportata come si deve. Che quei damerini imparino a prenderti
sul serio!”
Alzo un sopracciglio, scettica.
Era una dimostrazione di carattere
dettata solamente dall'emozione del momento e soprattutto dal fatto
che avevo Takis che mi fissava come proiezione dei miei sensi di
colpa.
Faccio saettare lo sguardo al mio
fianco: non si è mosso. È ancora a due passi di
distanza da me, le braccia incrociate al petto ed è
assolutamente immobile. Se non fosse per i suoi occhi quasi vibranti
direi che potrebbe sembrare una statua.
Il piccolo oracolo si alza di scatto e
incrocia le gambe sul materasso “Allora: ti va finalmente di
parlarmi del fatto che vedi lo spirito del tuo vecchio compagno
d'armi?”
Sbatto le palpebre più e più
volte esterrefatta.
Chen fissa con decisione il punto
esatto in cui Takis si trova in questo momento.
“Lo vedi...anche...tu?” balbetto
estremamente stupida.
Il cinesino fa roteare gli occhi,
scocciato “Pronto?-mi stuzzica- Sono un oracolo, ricordi?Il
paranormale è il mio campo!”
Scuoto la testa scioccata “Come è
possibile?”
Chen fa un cenno noncurante con la mano
“E' molto più semplice di quanto sembri, Miki.
Sbaglio o
sulla spalla hai il marchio della tua gang di senza dei?”
La scelta del termine con cui ha
definito il mio gruppo non mi piace per niente, ma non glielo faccio
notare, limitandomi ad annuire.
“Chi te l'ha fatto?”
“Takis.” rispondo, continuando a
non capire il nesso.
Notando la mia espressione
interrogativa decide di darmi qualche informazione in più.
“Con quel processo Takis ha lasciato
su di te qualche traccia del suo cosmo- spiega con tono petulante-
così, è rimasto una sorta di legame indelebile
fra voi
due.”
Inclino leggermente la testa,
continuando a non capirci un accidente.
“Ascoltami bene, Michelle.- sbotta il
moccioso, continuando con la spiegazione- Quando Prometheo è
caduto nel sonno maledetto ogni suo contatto con la realtà
dovrebbe essersi azzerato. Il fatto che ti abbia fatto il marchio
recentemente, però, cambia un po' le cose. Due cosmi non
possono coesistere nello stesso spazio, e questo è un dato
di
fatto, però c'è da dire che tu sei una totale
schiappa
nel gestire il tuo.”
Su questa affermazione mi concedo di
lanciargli un'occhiataccia, anche se so benissimo che non ha tutti i
torti.
“Quindi- continua ignorandomi- ogni
volta che tu lasci che il tuo cosmo si disperda permetti a quello che
è rimasto del suo di manifestarsi e quindi riesci a vederlo
e
a volte perfino a comunicarci, chiaro?”
Stringo gli occhi, cercando di
concentrarmi su quanto mi è stato appena detto. Dopo un po'
alzo lo sguardo sul viso di Chen, che sorride soddisfatto.
“Spiegamelo come se avessi dieci
anni.” propongo, facendogli scomparire il sorriso dalle
labbra.
“Ogni volta che sei stanca,
stressata, arrabbiata o più semplicemente fuori controllo,
Takis riesce a manifestarsi.”
Sbatto gli occhi confusa e ripenso a
tutte le volte che mi è apparso Takis.
In effetti non ero in pieno possesso
delle mie facoltà. O subito dopo essermi svegliata, oppure
quando ero demoralizzata o stanca...
Scuoto la testa con forza. Non ha
assolutamente senso!
“Ed ora come se ne avessi cinque.”
borbotto con voce debole.
“Michelle!Non fare la finta tonta:
hai capito benissimo quello che ti ho detto!” si imbroncia il
cinesino, gonfiando le guance.
“Ha ragione, Miki.” la voce
profonda di Takis, mi fa sussultare visibilmente.
“Ti ha parlato?” domanda Chen,
sbattendo gli occhioni. Probabilmente lui riesce a vederlo ma non
sentirlo.
“Credevo fosse solo il mio subconscio
che voleva farmi ammattire.- mormoro, più rivolta a me
stessa-
Un modo per farmi sentire ancora più in colpa...”
Lancio uno sguardo Takis e lo vedo far
roteare gli occhi con esasperazione “Non essere stupida,
Michelle:
è stata una mia scelta e tu lo sai.”
“Ti sei comportato da idiota.”
sibilo.
Chen si aggrappa alle mie ginocchia,
strattonandomi un po' “Di che cosa state parlando?”
chiede
curioso.
“Lo rifarei altre cento volte.”
ghigna in risposta.
Stringo gli occhi infastidita “Stupido.
Non avevo bisogno!”
I suoi occhi limpidi si rabbuiano
leggermente, e un po' mi sento in colpa per averglielo fatto notare.
“Non conoscevo l'entità
dell'attacco di Febe- ammette con riluttanza- Non volevo che ti
facesse del male.”
Scuoto la testa rassegnata “Sei
impossibile.”
Ogni parola mi esce alla velocità
della luce, troppo preoccupata di dire tutto quello che devo per
articolare decentemente ogni sillaba. Al pensiero che lui potrebbe
sparire di nuovo da un momento all'altro mi viene da star male.
“Michelle, mi rendo conto di non aver
agito come avrei dovuto: quella era la tua battaglia quindi avrei
dovuto lasciartela combattere ed avere fiducia nelle tue
capacità-
spiega, guardandomi con intensità- Ma tu non puoi capire lo
strazio che ho provato nel vederti gabbata come un'animale da
quell'arpia. Lo so, non è stata una mossa geniale la mia, ma
sappi che l'unica cosa che rimpiango della mia attuale condizione
è
quella di averti costretta a collaborare con Atena e i suoi guerrieri
contro la tua volontà e soprattutto di poterti vedere solo
quando sei in condizioni così pietose da non poter gestire
il
tuo stesso cosmo.”
Sento le lacrime pizzicare agli angoli
degli occhi. Mi mordo un labbro con forza per cercare di trattenerle.
“Michelleeeeeee, voglio sapere!-
piagnucola Chen- Che cosa vi state dicendo?”
Gli lancio un'occhiata che lo zittisce
per circa dieci secondi, prima che riprenda con i suoi piagnistei.
“Mi dispiace anche che Nikon sia
venuto a cercarti in un momento come questo.” continua Takis,
passandosi con leggero imbarazzo una mano lungo il braccio muscoloso.
Lo guardo stranita.
“Tu conosci Nikon?!” domando.
“Nikon il bestione albino?”
interviene il piccolo oracolo, facendo saettare gli occhi da me a
Prometheo.
Entrambi lo ignoriamo.
Lo sguardo di Takis diventa leggermente
colpevole “Più o meno da quando gli ho sottratto
la tua
armatura.”
La bocca mi si spalanca automaticamente
dallo stupore.
“Tu sapevi tutta la storia del mio
cloth?” domando di nuovo, la mia voce è diventata
stridula
ed è salita di parecchie ottave.
“Cercavo solo di proteggerti,
Miki...” si giustifica.
“E mi hai tenuto nascosto tutto
questo?” sbotto, con nervosismo crescente.
“Volevo solo...” tenta di
giustificarsi, di nuovo.
“Non ne avevi il diritto!” grido,
correndo fuori dalla stanza.
Ma come...come ha osato?
Discorsi sulla fiducia, l'amicizia e
via dicendo e poi l'unica cosa che avrei dovuto sapere me l'ha tenuta
nascosta?
Nell'uscire dalla Prima Casa, sbatto
violentemente contro Mu, che stava entrando e che senza volerlo mi fa
sbalzare qualche metro più indietro.
“Scusami tanto, Michelle, non ti
avevo vista.”
Gli rivolgo un'occhiata spiritata e mi
rialzo, continuando la mia marcia verso casa.
“Michelle!” mi chiamano da dietro
sia Chen che Takis.
Io mi degno di rispondere solo al
piccolo oracolo.
“Non ci provare, Chen. Ho appena
litigato con un ectoplasma e non sono dell'umore adatto per
affrontare la tua curiosità!”
“Michelle!” grida di nuovo
Prometheo.
Gli lancio un'occhiata in tralice,
sotto lo sguardo esterrefatto di Mu, e poi gli sibilo una risposta
“Te l'ho già detto: lasciami in pace, ho bisogno
di
riflettere.”
Mi volto di nuovo e riprendo a correre
sulle scale che portano al Tempio del Toro, cercando di essere
più
veloce possibile.
Credetemi, seminare una specie di
fantasma, un oracolo in miniatura e un gold che cerca di capire cosa
cavolo sta succedendo non è facile.
Non faccio in tempo ad attraversare il
tempio con passi pesanti, che Al mi accoglie preoccupato.
“Miki!Che cosa sta succedendo?-
domanda, indagando la mia espressione- Quando ho visto che non c'eri
ero un po' preoccupato, pensavo potessi fare qualche cosa di stupido
o...”
Notando la mia scarsa attenzione smette
di parlare.
“Ti senti bene?” chiede di nuovo.
Mi limito a scuotere la testa. Non
credo di essere in grado di dire qualcosa di sensato.
Non con Takis che continua a cercare di
farmi ragionare.
“Andiamo, Michelle.- mi supplica,
continuando a seguirmi nei miei spostamenti sconclusionati- Sai anche
tu che ho fatto la cosa più giusta.”
Giro per la Seconda Casa con la stessa
grazia di un branco di gnu in carica e continuo a sbattermi alle
spalle con violenza ogni porta che attraverso.
Ma voi lo sapevate che gli spiriti ci
passano attraverso come se niente fosse?
Voglio dire, anche io lo sapevo, ho
guardato Casper un paio di volte qualche anno fa, ma vederselo fare
dal vivo è una cosa assolutamente irritante.
Con rabbia mi avvicino allo stereo di
Aldebaran e lo accendo, mettendo il volume al massimo.
Il gold del Toro, che ora è
stato raggiunto da Mu e Chen, mi ha seguito fin qui ed ora il mio
piccolo pubblico mi sta guardando con tanto d'occhi.
Vorrei davvero spiegare loro tutto, di
modo che non mi prendano per pazza, ma le parole di Takis mi hanno
colpito di più.
“Sai una cosa?-lo informo, mentre
alzo la musica talmente tanto che pare che tutto vibri- Se ho acceso
lo stereo è perchè sono stufa di
sentirti!!” ringhio
irata.
“Ma non ho parlato!” protesta Al,
scioccata.
“Non te!” ringhio, portandomi le
mani alle orecchie.
“Michelle, ti prego, evita di essere
così infantile.” borbotta Takis, facendo roteare
gli occhi.
“Mi hai stufato ti ho detto!”
Mu sgrana i suoi grandi occhi
limpidi“Ti ho forse fatto qualcosa di male?”
“Non ce l'ho con te!” ripeto.
Aries si gira allora verso Aldebaran
che scuote la testa.
“Io non c'entro niente.” sbotta poi
Chen, sotto gli sguardi insistenti e pieni rimprovero dei due.
“Non ce l'ho con voi!” ribadisco
irata.
“Ma ci siamo solo noi qui...”
ribattono perplessi.
Takis si siede scompostamente sul
tavolo e si mette le mani dietro la testa.
“Ora voglio vedere come glielo
spieghi.”
“Non ti sopporto!” scandisco
lentamente e poi giro i tacchi e me ne vado in camera mia, sperando
di avere un po' di pace almeno lì.
“Ma che le è preso?” sento
Mu domandare preoccupato.
“Sarà la crisi premestuale.”
risponde Chen.
E su questo sbatto la porta con
energia.
Dopo la mia sfuriata di ieri sera
pensavo che Al avesse almeno chiamato la neuro e mi aspettasse al
varco della mia stanza con una camicia di forza.
Invece, a quanto pare, Chen ha deciso
di comportarsi da persona matura (almeno per la sua età) e
ha
raccontato ai due gold del motivo del mio comportamento.
Non credo sia stato un bene: Aldebaran
stamattina alterna comportamenti da crocerossina a tentativi di
ristabilire la situazione normale.
“Michelle!” l'urlo preoccupato di
Victoria, che anche questa mattina non si è dimenticata di
venire a trovare il suo amato, mi giunge alle orecchie prima ancora
che le sue braccia mi si gettino al collo, stritolandomi.
“Vic!Che diavolo ti prende?” mi
lamento, mentre cerco di scrollarmela di dosso.
Mica saranno sorte delle voci riguardo
gli avvenimenti di ieri?...vero?
“Ho saputo di ieri sera.- spiega,
causandomi un brivido freddo lungo la schiena, e poi si volta verso
Al, lanciandogli un'occhiata furiosa- Come avete potuto
defenestrarla?!”
Spalanco gli occhio scioccata, così
come il gold.
“Victoria!”
Lei si stacca da me, rialzandosi con un
movimento fluido ed elegante “Non è quello che
è
successo? Tutto il Santuario ne sta parlando!”
Mi copro la faccia con le mani.
Non ci voglio nemmeno pensare.
“O suvvia, non è niente di
così tremendo!” mi rassicura Al, dandomi una
sonora pacca
sulla schiena.
Vic annuisce con convinzione, per poi
mostrarmi un pacchettino di carta d'argento “Giusto. E poi
guarda
che cosa ti ho portato per tirarti su il morale!”
Non so perchè ma il sorrido
rassicurante di Victoria non mi rassicura per niente.
Deglutisco a vuoto e mi giro verso Al,
che sembra avere la mia stessa espressione preoccupata.
Mentre scarta l'involucro e lo sistema
su un piatto in cucina sono sempre più certa di non voler
assaggiare la “prelibatezza” che mi ha portato per
colazione.
Io e Aldebaran osserviamo perplessi
l'agglomerato giallognolo e anche un po' bruciacchiato che Victoria
mi ha messo davanti.
“E' commestibile?” domando incerta.
Al mi tira un calcio sotto il tavolo e
a momenti spezza in due la mia sedia.
“Vic, tesoro,- inizia il ruffiano-
che cos'è?”
Lei alza il mento orgogliosa “Una
frittata di patate.-afferma tronfia- L'ho preparata con le mie mani e
ce n'è abbastanza perchè possiate mangiarla tutti
e
due!”
Storco la bocca in una smorfia schifata
mentre la bionda ci incita ad assaggiarla.
“Non posso. È contro la mia
religione.” spiego, credendo di cavarmela così.
Aldebaran alza un folto sopracciglio “E
quale sarebbe?” chiede scocciato.
“Quella che impedisce di mangiare
patate e uova contemporaneamente.” dico con convinzione.
“Meglio, ce n'è di più
per te!” trilla felice Victoria.
Lui ricambia con un sorriso tirato.
“Perchè invece non andate a
fare colazione da Kim?-propongo-Oggi dovrebbe essere il giorno dei
pancakes!”
La bionda fa roteare gli occhi “Sai
che non posso mangiarli: ho una linea da mantenere, io!”
A questo punto Aldebaran le circonda le
esili spalle col suo possente braccio “Andiamo, amore. Sono
certo
che te lo puoi permettere.”
Lei ridacchia divertita, poi gli
sussurra qualcosa all'orecchio, facendo ridacchiare anche il gold,
che risponde alla provocazione con un bacio appassionato.
Vorrei sparire.
O vomitare, anche...Non sono affatto in
vena di romanticherie e cose del genere dopo tutto quello che mi
è
successo.
“Pronto?Io sono ancora qui!” li
informo, con una cantilena un po' infantile.
“Ok, ok.- capitola dopo qualche
minuto Al- Andiamo da Kim allora?”
Victoria annuisce, anche se scommetto
che avrebbe accettato qualsiasi sua proposta.
“Andate voi. Vorrei farmi prima una
doccia per darmi una rinfrescata.” mento.
La verità è che ho voglia
di passare un po' di tempo da sola.
“Sicura?- chiede Vic, incerta. Deve
avere mangiato la foglia- Se vuoi ti aspettiamo.”
Faccio un gesto vago con la mano “Non
è necessario. Ci vediamo là, va bene?”
Con un po' di riluttanza i due escono
dalla stanza, lasciandomi sola.
Sospiro sollevata.
È difficile mantenere la
concentrazione con loro due in giro, ed io ho assolutamente bisogno
di tenere il cosmo sotto controllo.
Non voglio rivedere Takis, non sotto
quella forma. Mi farebbe troppo male.
“Shaka!- sento tuonare con la voce di
Al, dall'altra parte del tempio- Che ci fai qui?”
Se il saint ha risposto, non sono
riuscita a sentirlo.
“Capisco. Beh, io sto uscendo, ma lei
la puoi trovare di là.” dice Aldebaran dopo un
po', sempre
con il suo vocione possente.
“Ah, e Shaka?” immagino la faccia
preoccupata del cavaliere del Toro mentre si volta verso il compagno
d'armi e si sporge verso di lui come per fargli una confidenza.
Non sento nessuna risposta da parte del
biondo, forse non ha nemmeno il tempo per formularne una dato che Al
riprende a parlare immediatamente.
“Vedi di non metterla a disagio come
fai di solito.- gli intima- E' stata una settimana complicata per
lei, non strapazzarla.”
Sento allargarmisi un sorriso sulle
labbra. Altro che cognato. Mi sa che mi sono guadagnata un fratellone
iper-protettivo.
Di nuovo, non riesco a percepire alcuna
risposta. Mi limito quindi ad aspettare l'entrata in scena del
biondo, ma ci mette più tempo del previsto.
Forse ha semplicemente cambiato idea ed
è tornato indietro.
Il solo suono che regna nella cucina
della Seconda Casa, al momento, è il tintinnio monotono e
ripetitivo del cucchiaino che faccio girare nella tazza senza
energia.
Man mano che mescolo il bianco del
latte si tinge delle sfumature del cioccolato in polvere, fino a
diventare un liquido marrone scuro. Forse ho esagerato un po' con le
quantità di cacao, ma dopo la nottataccia che ho passato
credo
di essermelo meritato.
“Michelle.” la voce, che mi arriva
da dietro le spalle mi fa sobbalzare, facendomi rovesciare qualche
goccia della mia colazione sul tavolo di legno scuro.
“Non volevo spaventarti.” continua
Shaka, con voce calma
Annuisco e mi giro verso di lui “Ero
soprappensiero.”
“Devo discutere di alcune cose con
Aldebaran, ma l'ho incontrato mentre usciva.- spiega, arrivando
subito al sodo del suo discorso- Mi ha detto di aspettarlo qui, se
per te non è un problema”
“Ma certo, accomodati.” abbozzo un
sorriso timido e gli faccio segno di sedersi.
Che stupida, e io che credevo che
dovesse parlare con me...Sì, certo...e di cosa, poi?
“Ieri mi sei sembrata un po'
irritata, in particolar modo con me- inizia a parlare, con la sua
voce vellutata, mentre si siede di fronte a me, dalla parte opposta
del tavolo- Forse vorresti delle spiegazioni.”
“Non me ne devi: non sono ne
arrabbiata ne delusa, se è questo che credi- lo informo,
stringendo leggermente di più la tazza fra le mie mani-
Avrei
dovuto aspettarmelo: tu sei un cavaliere di Atena ed è solo
a
lei che devi assoluta fedeltà.”
Lui annuisce piano e io mi ritrovo a
fissare il mio latte al cioccolato con estrema intensità.
Il tuo cuore non sta battendo
all'impazzata solo perchè lui è qui, chiaro
Michelle?
“Ieri sera mi sono lasciata
leggermente trasportare.- mi giustifico- Non succederà
più.
Da questo momento in poi sarò perfettamente composta in ogni
mio atteggiamento. Tipo Camus, ecco.”
Shaka mi guarda perplesso. Non credo di
avergliela data a bere.
“Strano: ho sempre pensato che tu
fossi una persona eccessivamente emotiva, come mai ora il
comportamento è così mutato?”
Una persona eccessivamente emotiva?E'
questo che pensa di me.
“Ho qualche problemino con il mio
cosmo.- rispondo, storcendo leggermente le labbra-Devo tenerlo sotto
controllo e meno mi faccio trasportare dalle emozioni meglio
è.”
“Che genere di problema?”
“Le visioni di cui ti parlavo.-
spiego- Non sono affatto allucinazioni. Sono reali, e quello che vedo
è davvero lo spirito di Takis che è intrappolato
come
in un limbo.”
“E ti compare ogni volta che perdi il
controllo.” conclude al posto mio.
Annuisco, leggermente imbarazzata.
Mi sembra quasi di essere sotto
processo. Eccomi qua, Michelle, quella strana e imbranata, che non
riesce nemmeno a gestire il proprio cosmo.
Mi mordo l'interno delle guance e torno
a fissare la mia tazza.
E poi, all'improvviso, eccolo.
Una parvenza di cosmo, giù, al
bosco degli ulivi.
Un cosmo duro come la pietra e freddo
come il marmo.
Un cosmo che conosco e che mi fa paura
riconoscere.
Sento il rumore della tazza che si
infrange sul pavimento di marmo e solo questo mi fa rendere conto di
aver perso per un attimo il controllo delle mie mani.
“E' qui per me.” mormoro con un
filo di voce, alzandomi di scatto.
La cosa fa preoccupare Shaka, che ha
alzato il viso stupito.
“Michelle, cosa c'è?”
Sgrano gli occhi, e lo fisso
terrorizzata “E' venuto a prendermi.”
Il gold sembra non capire e mi si
avvicina, scrutandomi con attenzione “Di chi stai
parlando?”
Non riesco a rispondere alla sua
domanda.
Non può essere.
Non cosi presto.
È stato solo ieri, per Atena!
“Mi porterà via. Diventerò
come loro.” riesco solo a balbettare.
Le sue mani fresche si posano sulle mie
spalle e mi scuotono un po', con fermezza.
“Michelle:chi sta arrivando?”
pronuncia ogni singola parola con estrema lentezza, e il tono con cui
pronuncia la domanda è uno di quelli che pretendono una
risposta.
Mi concentro leggermente sul cosmo
dell'invasore.
È Tomàs, il gigantesco
cavaliere di Laomedonte.
Sollevo gli occhi e fisso il bel volto
di Shaka “Uno di quei cavalieri maledetti. È
ritornato per
me.”
Lui alza le sue sopracciglia sottili,
lasciando che per pochi secondi lo stupore prenda possesso del suo
viso.
Faccio qualche respiro profondo e mi
sciolgo dalla sua presa, facendo qualche passo all'indietro.
“Devo andare.”
“Andare?- ripete lui, con una punta
di stupore- Da lui?”
Distolgo lo sguardo e annuisco piano,
muovendomi per uscire dalla Seconda Casa.
Ma lui mi si para davanti in meno di un
secondo, bloccandomi ogni via d'uscita.
Lo guardo interrogativa, aggrottando la
fronte.
“Non devi andare, Michelle.” rettifica.
Concentrarmi sulle sue parole mi
risulta difficile, soprattutto adesso che il cuore mi batte
all'impazzata e quel cosmo che solo io riesco a sentire continua a
vibrare, minaccioso.
“E' me che vuole. Devo andare.”
riesco a pronunciare queste parole nonostante la gola secca.
Il mio sguardo resta comunque puntato
verso un punto indefinito oltre le spalle di Shaka.
“E una volta da lui che
farai?Combatterai?Non è certo la tua
specialità.” il
suo tono, leggermente sarcastico, mi convince a guardarlo di nuovo in
faccia.
“Inventerò qualcosa.”
sbotto, cercando di aggirarlo.
Lui si lascia sfuggire un sospiro
“Verrò con te.”
Non sembra una proposta o una semplice
ipotesi.
La vedo più come un'imposizione.
“Non ho bisogno di nessun
baby-sitter!So cavarmela benissimo da sola.”
Il gold si limita ad alzare un
sopracciglio, lasciando così trasparire che non è
affatto d'accordo con me.
“Sono l'unica in grado di tenergli
testa- specifico- E' immortale come me e non ho davvero bisogno che
qualcun altro compia gesti eroici per salvarmi quando non ne ho
assolutamente bisogno.”
“Atena non vuole che tu risponda al
loro richiamo.- ribatte lui, per nulla scomposto-E' mio dovere
seguirti.”
Mi ritrovo a sospirare, vinta, per poi
fargli segno di seguirmi.
Camminiamo in silenzio. O almeno così
deve sembrare a Shaka.
Io nelle orecchie ho il martellante
suono del mio stesso cuore che batte velocissimo.
È strano come la strada che mi
porta da Tomàs mi pare infinita e allo stesso tempo
così
breve.
Entrare fra il verde degli ulivi sacri,
per la prima volta nella mia vita, non mi porta alcuna pace.
Lancio un'occhiata ansiosa al gold, ma
lui ha gli occhi chiusi, il viso fisso davanti a sé.
Siamo arrivati.
“Michelle.”
Il saluto del cavaliere di Laomedonte è
asciutto. D'altronde, lui non mi è sembrato un tipo di molte
parole.
E com'è grosso!
“Tomàs.” mi impongo di
rispondere, cercando di controllare il tono di voce.
“Abbiamo delle cose da sistemare, noi
due.- continua poi a parlare, con la sua voce bassa- Ma dobbiamo
farlo da soli.”
Il suo sguardo si fa più cupo
mentre muove un passo verso di me.
Shaka stende il braccio davanti a me
repentinamente, pur senza perdere un minimo della sua calma.
“Lasciala in pace- intima al colosso
umano che abbiamo davanti- Sarò io il tuo
avversario.”
Sul viso del cavaliere maleddetto si
apre lentamente un sorriso sbieco, che mette in mostra una fila di
denti bianchissimi, in netto contrasto con la pelle olivastra.
Rieccomi qui!
La scusa ufficiale per questa prolungata assenza?Solo una: esami,
esami, esami e...vi ho già detto degli esami?
Per farmi perdonare ho fatto un altro capitolo un pò
lunghetto (perdonate se ci sono degli errori, ammetto di non aver
riletto visto che non ne ho il tempo materiale!)...Che ne dite di
ciò che sta accadendo a Michelle?Pare che la poveretta non
abbia un attimo di pace!
E ora risposte flash ai commenti!Come al solito mille grazie!Anche a
tutti quelli che hanno messo la storia fra i prefertiti e i
seguiti...giuro che prima della fine della storia vi rignrazio tutti!
Baci JoJo
Gufo_Tave : Ebbene sì, Chen
è un piccolo genio del male! Se Michelle imparasse da lui,
Seiya non avrebbe vita facile.
whitesary : Sono contenta che Michelle ti
piaccia sempre più: nel corso della storia sta crescendo e
cambiando leggermente, ma in fondo è sempre la solita
combinaguai! Come hai potuto vedere in questo capitolo gli shock per
lei sembrano non finire mai!Altro che Vic e Al (a me personalmente
piacciono un sacco proprio perchè sembrano non c'entrare
niente l'uno con l'altra ^^). E poi c'è Shaka...diciamo che
lui è la causa principale dei suoi sfasi!
Megarah_witch : Sono contenta che quelle
scene ti siano piaciute! (non si può dire lo stesso di Death
e Camus!eheheh) Michelle è ancora viva, ma sempre
più vicina a un crollo nervoso e...Che abbia recuperato la
ragione (per come la vedi tu, eh eh) non è ancora detto!
Visto che utilizzi il mio mantra ti auguro un buono studio/lavoro!
Alla prossima, baci a tutti!
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Capitolo 20 *** Tana libera tutti! ***
Tana libera tutti!
“E' molto nobile
da parte tua di
metterti in difesa di Aracne.- la voce di Tomàs è
bassa
e leggermente roca, sarebbe quasi un piacere stare ad ascoltarlo se
non fossi pietrificata dal terrore- Ma uno scontro con un cavaliere
d'oro non mi interessa al momento.”
Con un movimento impercettibile, Shaka
si posiziona meglio in mia difesa, di fronte a me.
“Non c'è modo perchè tu
possa portarla con te senza prima combattere, cavaliere.” gli
fa
notare il gold, con voce ferma.
I miei occhi saettano dalla sua nuca
bionda al ghigno dipinto sulla faccia di Tomàs.
“Dov'è finita la leggendaria
diplomazia dei sacri guerrieri di Atena?- domanda, facendo allargare
ancora di più il sorriso strafottente- Non mi chiedete
nemmeno
il motivo per cui sono qui?”
Shaka apre bocca per rispondere, ma io
lo precedo.
“Perchè sei qui?” domando,
anche se temo la risposta.
Il biondo gira leggermente il volto
verso di me e, anche se non apre gli occhi, percepisco nettamente
l'occhiata fulminante che mi ha lanciato.
Il grosso rasta annuisce soddisfatto
“Sono qui per te, ovvio.- risponde- Ma non certo per portarti
da
Nikon.”
Aggrotto le sopracciglia, senza capire.
“Dobbiamo parlare.”
“Da soli.” aggiunge, lanciando uno
sguardo pieno di significato a Shaka.
Il biondo scuote leggermente la testa
“Non credo.”
“Va bene.” lo contraddico, neanche
una frazione di secondo dopo.
“Io resto con te.” la voce del gold
è ferma e non ammette repliche.
Non oso pensare alla sua espressione in
questo momento, ma non mi concedo nemmeno un'occhiata per
controllare. Scommetto che se guardassi per qualche secondo di troppo
quel viso perfetto finirei per dargli ragione.
“Non è necessario- gli spiego,
fissando intensamente il cavaliere di fronte a me- Non mi
farà
niente.”
“E gli credi semplicemente perchè
te l'ha detto?- la sua voce è leggermente denigratoria- Tu
sei
troppo ingenua, Michelle!”
“Non le farò niente,
cavaliere.- lo rassicura Tomàs, mentre la sua armatura si
toglie e si dispone ai suoi piedi- Terrai la mia armatura come
garanzia.”
“Shaka, ti prego...”
“Non essere sciocca, Michelle. A
questo punto mi viene da pensare che i guai in cui ti cacci non siano
frutto della sfortuna ma della tua tendenza a buttartici a capofitto
da sola!”
“Ti prego.- lo supplico di nuovo- E'
molto importante per me.”
Forse giocandomi la carta dei
sentimentalismi riuscirò a convincerlo a lasciarmi ad andare
a
rischiare la vita per avere un minimo di chiarimenti...
Deglutisco a vuoto, mentre aspetto la
sua risposta che non tarda ad arrivare.
“Non se ne parla. Fine della
discussione.”
Per cercare di controllare la rabbia mi
mordo l'interno della guancia.
Mi tratta come se fossi una bambina di
cinque anni!Neanche a Chen è riservato un trattamento del
genere!
Cosa diavolo gli costa darmi un minimo
di fiducia e trattarmi come farebbe con un qualsiasi altro suo pari?!
“Nient'affatto: ora io e Laomedonte
chiariremo quello che c'è da chiarire e tu te ne rimarrai
qui,
a costo di doverti incatenare al suolo con le mie ragnatele!”
sbotto.
E poi mi ricordo a chi ho rivolto
queste parole così, ad una velocità che rasenta
quella
della luce e che mi fa comunque scorgere sul bel viso di Shaka
un'espressione dura e risentita, afferro il braccio muscoloso di
Tomàs e me lo trascino dietro, iniziando ad inoltrarmi
ancora
di più nel bosco sacro.
“Non le succederà niente.”
sento la voce del cavaliere maledetto rassicurare il gold.
“Ti conviene mantenere fede alle tue
parole.” è la semplice risposta di Shaka.
Forse in effetti Shaka non aveva tutti
i torti quando diceva che non voleva lasciarci soli.
Tomàs è un colosso.
Osservo le sue spalle larghe, coperte leggermente dai grossi rasta
castani che gli scendono lungo la schiena, i muscoli guizzanti e
l'espressione attenta e mi rendo conto che se volesse potrebbe
battermi senza alcun bisogno dell'armatura.
Tutto ciò non è che mi
faccia sentire tranquillissima, ecco.
“Allora: di che cosa volevi
parlarmi?” domando, fingendo nonchalance, mentre faccio
vagare lo
sguardo sui riflessi del tiepido sole mattutino che filtra dalle
fronde degli alberi.
“Sarò sincero con te. Io non
sono un santo.”
Dopo questa frase, credo che qualsiasi
mio tentativo di deglutire se ne andrà in malora!
“Ma bene...” mormoro, con voce
strozzata.
“Fammi finire.- mi intima, al che non
posso far altro che chiudere quella ciabatta che ho al posto della
bocca e lasciarlo parlare- Non sono certo come la gente che gira qui
al Santuario. Ho fatto cose di cui non vado fiero e non seguo alcun
ideale nobile.”
Questa premessa non mi piace per
niente.
Lancio qualche occhiata qui intorno,
alla ricerca di una via di fuga, mentre lascio che continui il suo
discorso.
“Ma Nikon...Nikon è
decisamente peggio di me. Lui non crede alla maledizione
dell'armatura-spiega, con tono cupo- anzi. Per lui la nostra armatura
è una benedizione, la caratteristica che ci eleva al di
sopra
di tutti gli altri esseri.”
“Sì, avevo capito dal nostro
primo incontro che non è esattamente stabile.”
borbotto,
sperando di non innervosirlo.
Tomàs piega le labbra in un
ghigno divertito “No, non lo è.- conferma- Ed
è per
questo che ha deciso di allearsi con le Titanidi e i loro
fratelli.”
“Che cosa?!” urlo, portandomi le
mani davanti alla bocca.
“Saranno in soprannumero.
Personalmente, credo che il Santuario sia spacciato.”
conclude.
Mi ritrovo a fissarlo di sottecchi “E
tu sei venuto a dirmi questo?A mettermi in guardia per convincermi a
venire dalla vostra parte?”
“Quella è un'ossessione di
Nikon.- spiega, guardandomi dall'alto in basso- Io non credo nemmeno
che tu sia degna di tutta quest'attenzione: sembri sempre troppo
piccola e indifesa.”
“Si può sapere che cosa vuoi
da me, allora?” sbotto infastidita. Il mio nervosismo sta
salendo
alle stelle.
“Voglio unirmi a te.”
Ok. Questa non me l'aspettavo proprio.
“Stai scherzando?” chiedo, con
espressione assolutamente perplessa.
“No.- taglia corto lui- Tu hai
bisogno di aiuto contro di Nikon e il suo gruppo, io devo strappargli
dalle mani una cosa che mi è cara. Uniamo le nostre forze e
raggiungeremo entrambi i nostri obiettivi.”
Ma non era Nikon quello pazzo?
Sbaglio o lui fino a ieri era pronto a
combattere al suo fianco? L'ho visto, accidenti, proprio là
insieme a Verena, Kunio e Lamya. E anche se lui non sembrava
così
sottomesso come gli altri, era pur sempre parte integrante del suo
gruppo!
“Tutto questo non ha senso.-
concludo, ad alta voce- Tu fino a ieri eri dalla sua parte!Che
cambiamento c'è stato in così poco
tempo?”
Tomàs incrocia le possenti e
abbronzate braccia al petto “E' molto semplice, Aracne: ho
incontrato te.”
Aggrotto la fronte, confusa “Continuo
a non capire.”
“C'era solo un motivo per cui seguivo
Nikon ed era perchè credevo non ci fosse altra scelta per
quelli come noi, i maledetti.- spiega, con i suoi occhi scuri velati
da una strana tristezza- Tu hai rotto tutti gli schemi a cui ero
abituato. Se prima la mia unica possibilità sembrava quella
di
schierarmi con Nikon ora so che posso scegliere. E scelgo te: sarai
di sicuro un capo migliore di lui.”
Guardo il gigantesco rasta, vagamente
somigliante a Bob Marley che mi sta di fronte e non posso credere che
stia dicendo sul serio.
“Io non voglio essere il tuo capo!-
sbotto, esterrefatta- Io non sarò mai il capo di nessuno.
Perchè non lasci semplicemente il gruppo di Nikon e non ti
godi la tua libertà?”
Il discorso di Tomàs mi sembra
così assurdo...Come gli è venuto in mente?
“Se avessi potuto andarmene prima,
non credi forse che lo avrei fatto?” ribatte, leggermente
irato.
“C'è un motivo per cui intendo
combattere contro di Nikon- continua, con più calma- lui ha
passato la sua vita a cercare cavalieri maledetti per cercare di
rifornire il suo esercito personale. Io l'ho seguito perchè
non avevo niente di meglio a cui aspirare, Verena e Kunio invece
condividono davvero i suoi ideali da psicopatico.”
“E il cavaliere di Eco?” domando,
ricordandomi della bella ragazza di colore dallo sguardo triste.
“E' proprio questo il punto: lei non
vorrebbe combattere per lui.- spiega, stringendo i pugni con rabbia-
Ma la sua sfortuna è che in questo mondo ha ancora degli
affetti di cui rendere conto, una famiglia che Nikon non esiterebbe a
distruggere se lei non si comportasse come lui vuole.”
Mi porto una mano alle labbra, cercando
di immaginare una situazione simile “Povera
ragazza.”
Tomàs annuisce, concorde. “E'
per lei che faccio questo. Glielo devo.”
Noto un certo trasporto nelle ultime
frasi. Forse il legame che lega questo colosso umano e Lamya
è
più forte di quanto pensassi.
“Tu la ami?” chiedo, timidamente.
Il cavaliere di Laomedonte si volta di
scatto, arrossendo impercettibilmente “Non dire
stupidaggini!E'
semplicemente una questione di principio.”
Alzo un sopracciglio, perplessa
“Sicuro?”
“Senti- sbotta, girandosi di nuovo
verso di me e fissandomi con determinazione- la questione non ti
riguarda. Ora sono sotto il tuo comando e questo è il punto
della questione!”
Allargo le braccia, cercando così
di fermare tutta questa assurda situazione “Aspetta, aspetta,
aspetta!Io non intendo farti da capo.”
Il ghigno ritorna sulla faccia scura
del cavaliere “Non hai diritto di replica.”
“No!- sbotto, indignata- No. No, no,
no, no, no, no, no e ancora no!Ecco la mia replica!”
Incomincio a camminare velocemente
verso il punto del boschetto in cui Shaka mi starà ancora
aspettando.
Tomàs non si degna di
ascoltarmi, ma si limita a seguirmi con la sua camminata rigida.
“Smettila di seguirmi, sai già
cosa ne penso.” gli intimo.
Non appena scorgo la chioma bionda di
Shaka affretto il passo, raggiungendolo di corsa.
“Puoi fare qualcosa per togliermelo
di torno?- lo supplico, giungendo le mani davanti alla faccia-
Stenderlo con un destro?Togliergli i cinque sensi?Fargli fare un
giretto nell'Ade?”
Il biondo aggrotta le sue sopracciglia
ben delineate, confuso “Michelle, di che stai
parlando?”
“Lui è convinto che io sia il
suo nuovo capo!- ringhio in risposta- Io non posso farlo!Non riesco a
gestire nemmeno me stessa!”
Ecco.
O Sacro Olimpo! Sto andando in
iperventilazione.
E adesso come diavolo faccio a
togliermi di torno questo colosso?
E se non ci riuscissi?
E se lui perdesse la calma e decidesse
che sarebbe molto meglio tapparmi per sempre la boccaccia che mi
ritrovo?
Scosto di poco le mani che mi ero messa
sugli occhi per sbirciare la faccia di Shaka “Che cosa avevi
detto
riguardo all'opzione del giretto nell'Ade?”
Il gold sospira seccamente “Spiegami
che cosa sta succedendo.” intima.
E quando qualcuno mi chiede una cosa in
quel modo non posso che rispondere. Soprattutto se quel qualcuno
può
togliermi cinque sensi solo aprendo gli occhi.
“Ok, ti faccio un riassunto: Tomàs,
il qui presente cavaliere di Laomedonte, ha deciso di ribellarsi al
volere di Nikon, lo psicopatico albino che crede che anche io sia una
psicopatica, nel senso cattivo, non nel senso buono come intende la
maggior parte della gente qui al Santuario.” butto fuori alla
velocità della luce.
Ad ogni mia parola, mi sembra di notare
l'espressione di Shaka farsi sempre più perplessa.
“In ogni caso, questa ribellione pare
dettata dalla ridicola convinzione di potersi unire a me, come mio
sottoposto- continuo, senza rallentare il tono-Ma ci pensi?Io che
faccio il capo di una specie di esercito in miniatura?Il punto
però
è che non posso abbandonarlo al suo destino
perchè
altrimenti Nikon, ti avevo parlato di Nikon, vero?Quello sì
che è davvero fuori di testa...Comunque, dicevo: Nikon
altrimenti lo andrà a cercare e tenterà di
distruggergli l'esistenza con ogni mezzo. Certo, lo so, lo so, io
Tomàs non lo conosco neanche ma come posso permettere una
cosa
del genere?Tanto più che lui ha detto che mi
aiuterà
nella battaglia contro i senza dio che si sono schierati dalla parte
delle Titanidi, te l'avevo detto questo, giusto?Oh, accidenti che
idiota, questo l'avrei dovuto dire prima...”
Con un elegante gesto della mano Shaka
mi mette a tacere di colpo, mettendo fine al mio monologo.
Lo fisso con occhi sgranati, ansimando
leggermente per la mancanza di fiato mentre, alle mie spalle, il
cavaliere di Laomedonte non sembra particolarmente interessato al
fatto che noi stiamo parlando di lui e del suo futuro immediato.
D'altronde la sua linea di pensiero è che ogni cavaliere
maledetto è padrone del proprio destino...quella atipica che
chiede permesso di fare qualcosa ai cavalieri di Atena sono io.
“Mi stai dicendo che i cavalieri
maledetti di ieri hanno deciso di unirsi alle Titanidi nella
battaglia contro di noi?- ricapitola velocemente il gold, facendomi
capire che c'era un modo più breve e indolore di
comunicargli
i fatti dell'ultima mezz'ora- E che questo cavaliere ti riconosce
come suo capo e intende seguirti in battaglia?”
Annuisco piano.
Questo sì che vuol dire avere il
senso della sintesi!
“Il fatto che le Titanidi abbiano
trovato degli alleati del genere è abbastanza grave.- medita
lui ad alta voce, per poi passare lo sguardo da me a Tomàs
–
Intendi davvero essere il suo capo?”
A questa domanda non posso rispondere
che con una grassa risata sarcastica
“Ahahahahahahaah...No!”
“In questo caso non può
rimanere con noi.” sentenzia, senza cambiare espressione.
A Laomedonte questo non pare importare
“Non intendo andarmene.”
“E non può farlo- gli do man
forte io- se lo facesse Nikon gliela farebbe pagare per averlo
tradito.”
“Non è un problema di cui
Atena o il Santuario possono caricarsi- continua il suo discorso
Shaka, come se io non avessi aperto bocca- Se resta, lo farà
come prigioniero.”
E quando Shaka dice una cosa, è
detto fatto!
Ora sì che mi sento in colpa.
Tomàs è condannato ad un
soggiorno forzato nelle prigioni del Santuario solo perchè
io
non voglio prendermi la responsabilità di essere il suo capo.
Mi sento un verme...
Ma anche lui, non poteva trovare un
altro modo?
Mica c'era bisogno di arrivare a tanto!
Che poi io mica mi sarei messa a fargli
da badante.
Addirittura Marin si è
congratulata con me per aver favorito il suo arresto dicendomi che
è
contenta che ho finalmente messo la testa a posto!
Mi aggiro per i sentieri che attorniano
la Sesta e la Settima casa, fra le quali sono poste strategicamente
le prigioni del Santuario, con andatura nervosa e passo incerto.
Non so assolutamente cosa fare...ma di
certo mica posso andare semplicemente a trovarlo, no?
Non dopo averlo in un certo senso
cacciato io stessa nella situazione in cui si trova.
Ma, dopotutto, non posso nemmeno
cercare di liberarlo alle spalle di tutti. Come potrei fare?
Irritata mi volto di scatto,
ritrovandomi di nuovo faccia a faccia con lo spirito di Takis, che mi
segue da un bel po'.
Dopo i fatti di questa giornata, i miei
propositi di tenere sotto controllo il mio cosmo se ne sono andati in
malora.
Peccato però che Prometheo non
intenda comunicare con me, ma si limita a seguirmi con lo sguardo
cupo e espressione imbronciata.
“Hai intenzione di seguirmi per molto
senza parlare?” sbotto ad un certo punto, stanca di questo
suo
mutismo.
“Credevo avessi detto che non volevi
più sentirmi ne vedermi...”replica lui,
lanciandomi
un'occhiata risentita.
“Andiamo!- esclamo sconcertata,
facendo roteare gli occhi- Mica dicevo sul serio!”
“Mi hai detto che ti ho deluso, che
non avevi più intenzione di starmi a sentire e che
desideravi
che sparissi.” elenca, alzando le dita, e con espressione
estremamente seria.
Mi metto le mani sui fianchi,
spazientita “Da quand'è che ti leghi le cose al
dito così?”
“Da quando mi tratti come se fossi
una mosca fastidiosa.” ribatte Takis.
“Io non ti tratto così!”
Mica l'ho scacciato con un giornale
arrotolato...
“Hai messo la musica a tutto volume
pur di non sentire la mia voce.” mi fa notare, alzando un
sopracciglio.
“Ero arrabbiata!” mi giustifico.
Sulle labbra carnose di Takis compare
un mezzo sorriso “E lo sei ancora?”
“Un pochino...”ammetto.
Nel sentire queste mie parole Prometheo
fa roteare gli occhi, infastidito.
“Ma poco poco!” aggiungo in fretta.
Vedere i suoi occhi limpidi e color del
cielo sorridere ancora prima che le sue labbra si dischiudono mi fa
venire un colpo al cuore.
Mi manca così tanto...
“Allora, cosa intendi fare?” mi
domanda, lasciando cadere il discorso di prima.
Si avvicina di più a me e nel
farlo mi sfiora la spalla, cosa che mi fa sentire uno strano
formicolio per tutto il braccio.
“Con Tomàs, intendi?Non ne ho
la più pallida idea.”
Il suo sguardo però non è
rivolto a me, ma verso qualcosa alle mie spalle.
Incuriosita mi volto e mi ritrovo
faccia a faccia con un ragazzino, probabilmente sta andando a fare
qualche commissione a giudicare dal pacco che porta sulle spalle.
I suoi grandi occhi neri sono sgranati
e mi osservano come se fossi uno strano fenomeno da baraccone.
“Che c'è?Non hai mai visto
qualcuno parlare con uno spirito?” ringhio, rivolta verso di
lui.
“Solo nei telefilm.” risponde
pronto.
Faccio roteare gli occhi e gli faccio
un segno con la mano “Smamma.”
Lo osservo allontanarsi velocemente,
vagamente intimorito.
Credo che tutto quello che mi sta
accadendo in questo periodo ha contribuito a darmi un'aria da pazza
psicopatica da temere!
Non è una cosa di cui vado
particolarmente fiera, preferirei di gran lunga essere la vecchia e
noiosa Michelle di un tempo...
“Allora, cosa hai intenzione di
fare?”ripete Takis, strappandomi dai miei pensieri.
Scuoto la testa con rassegnazione “Te
l'ho già detto: non so. E poi non credo di poter fare
niente.”
Stavolta è lui a scuotere la
testa “Tu puoi fare qualsiasi cosa tu voglia.”
“Se mi tiri fuori una storia del
tipo: volere è potere, mi metto ad urlare!” lo
avverto,
guardandolo di sottecchi.
Sul suo viso, bello nonostante la
cicatrice sulla guancia, compare un ghigno divertito “Ma
è
proprio questo il punto: non puoi essere certa di fallire se prima
non fai nemmeno un tentativo.”
“E se il tentativo fallisse
miseramente?- ipotizzo- Cosa molto probabile, peraltro.”
“E se invece tutto filasse liscio e
tu riuscissi a liberare Laomedonte?” mi scimmiotta lui.
Aggrotto le sopracciglia “Nessuno qua
a parlato di liberare Tomàs.” gli faccio notare.
La strana luce negli occhi azzurri di
Takis mi dice che ha già un piano pronto a riguardo.
E non so quanto la cosa potrebbe essere
positiva per me.
“Beh, l'ho appena fatto io.-
continua, con una smorfia- Ed è esattamente quello che hai
intenzione di fare, solo che non hai il coraggio di agire!”
Colpita e affondata.
“Dimmi, Miki, che cosa fanno i
ragni?” mi domanda, cambiando radicalmente argomento.
Sbatto le palpebre confusa più
volte prima di rispondere.
“Schifo?” tento, con incertezza.
“Sii seria.” mi rimbecca Takis,
senza però trattenere un sorriso divertito.
“Le ragnatele?” riprovo.
Dove diavolo vuole arrivare?
Lui scuote la sua testa castana
“Acqua.”
“Fanno venire le crisi di nervi alle
casalinghe che se li ritrovano negli angoli delle pareti?”
Prometheo inizia a sorridere
soddisfatto “Fuochino.”
Sospiro esasperata “Non puoi
semplicemente dirmelo tu, senza fare questi giochetti?Se aspetti me
va a finire che facciamo notte!”
La sua risata cristallina mi entra
nelle orecchie stordendomi un po' “E va bene- capitola,
alzando le
braccia in segno di resa- I ragni hanno la capacità di
camminare su superfici verticali e non, sfidando la forza di
gravità.”
Spalanco la bocca, incredibilmente
stupita.
Non può davvero pensare quello
che penso che stia pensando.
Ok, la mia è l'armatura di
Aracne. Effettivamente sparo ragnatele come neanche Spiderman e ho
anche il bonus del veleno in stile tarantola, ma la cosa dovrebbe
finire lì, no?
Non posso anche fare l'allegra
alpinista senza funi di protezione, soffro di vertigini, per Zeus!
“Tu mi stai dicendo che io dovrei
intrufolarmi nelle prigioni, camminando sulle pareti come se fossi un
ragno, per recuperare le chiavi e permettere a Tomàs di
scappare?” ricapitolo, con tono scioccato, ma tenendo la voce
bassa.
Se questo dovesse rivelarsi il mio vero
piano, non devo permettere che nessuno sospetti di me.
“No, tu te lo stai dicendo.”
replica Takis, con un sorriso obliquo.
“E' un piano folle!Non ho mai fatto
una cosa del genere!Non saprei neanche da dove cominciare e poi sai
che io mi muovo peggio di un ippopotamo in un negozio di
cristalli!”
sbotto, gesticolando alla rinfusa.
“Te la caverai. E riuscirai anche a
tenere segreto tutto questo ai damerini dorati.”
Certo. Lui è sempre sicuro di
tutto.
Tanto sarò io a farlo, mica lui!
“Come fai a dirlo?Hai forse acquisito
il dono della preveggenza?” lo sfido, digrignando i denti
irritata.
“No. Semplicemente mi fido di te e
delle tue capacità più di quanto fai tu
stessa.”
I suoi occhi sono così pieni di
fiducia e la sua espressione è così serena che
non
posso che smettere all'istante di essere arrabbiata con lui.
E immediatamente capisco anche che mi
metterò subito in azione per far sì che questa
fiducia
non sia mal riposta.
Faccio un bel respiro e cerco di
trovare un minimo di concentrazione, ma non è facile.
Non ho mai visto nessuno dei vari
Mission Impossible o 007, non sono per niente portata a creare
aggeggi che mi tirino fuori dalle situazioni più disparate
alla McGayver e non so assolutamente come fare a tenere nascosto un
uomo alto due metri a una dozzina di guerrieri dotati di settimo
senso.
In sostanza: non sono affatto la
persona adatta ad organizzare un'evasione.
Ma a Takis, dopotutto, cosa può
importare? Lui è sparito non appena ho ripreso controllo del
mio cosmo!
Ora, nascosta dietro un cespuglio, poco
lontana dall'entrata delle prigioni del Santuario ci sono solo io.
Come ci sarò solo io quando
verrò immancabilmente scoperta con le mani nel sacco.
“Calma e sangue freddo- mi ripeto a
bassa voce e per l'ennesima volta, nel tentativo di rilassarmi un
pò-
Non c'è nessun motivo di perdere la calma.”
Sbatto la testa sulle ginocchia che
stringo al petto, rassegnata: non riesco neanche a mentire a me
stessa!Certo che ce ne sarebbero di motivi per cui perdere la calma,
nel tragitto che mi portava qui e nell'ora successiva di appostamento
ho stilato mentalmente una lista piuttosto lunga sui motivi per cui
dovrei rinunciare.
Peccato però che gli unici due
per cui ho deciso di fare questa pazzia sono così importanti
da surclassare tutti gli altri.
Non voglio deludere Takis.
Non voglio che Tomàs abbia mal
riposto la sua fiducia.
Riempio di nuovo i polmoni fino
all'estremo e butto fuori l'aria tutta d'un botto subito dopo, come
ho visto fare in alcune cassette di Kim sugli esercizi di
respirazione.
Non mi pare che funzionino.
Purtroppo, però, il tempo
stringe, e fra meno di mezz'ora ci sarà il cambio delle
guardie: devo per forza agire ora che dovrebbero essere abbastanza
stanchi.
Mi alzo di scatto, cercando di rendere
i miei movimenti più fluidi e mirati, ed entro velocemente
nella porta che conduce all'entrata delle prigioni.
Trattengo il respiro, non appena
intravedo i gradini che portano ai piani inferiori, sottoterra, dove
si trovano le celle. Forse non sarà arrivare lì
il
problema, ma superare le guardie che custodiscono l'entrata,
già
di per sé protetta da dei portoni blindati.
In fondo, queste prigioni sono
solitamente inutilizzate.
Che io sappia nessun nemico ci è
mai stato rinchiuso.
Qualsiasi cavaliere qualificato, se lo
volesse, potrebbe distruggerle facilmente (forse è questo
quindi il motivo per cui sono state costruite sottoterra: il crollo
danneggerebbe anche il fuggitivo!); ai tempi di Arles ci venivano
rinchiusi i suoi oppositori più deboli, ed ora vengono
utilizzate solo come punizione per quei soldati semplici che perdono
il controllo.
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi
su quello che devo fare.
Spero vivamente che l'intuizione di
Takis sia giusta!
Poso le mani sulle pareti e non mi
sembra di sentire niente di diverso, tuttavia provo lo stesso a
scalarle.
In men che non si dica appoggio alla
superficie di roccia nuda anche i piedi e, incredibilmente, rimango
sospesa. La mia presa, che sembra inesistente, mi tiene saldamente
ancorata alla parete stessa impedendomi di cadere.
Mi viene quasi da ridere per la
facilità con cui lo faccio.
Non mi ci vuole molto a salire fino in
cima, e a ritrovarmi a testa in giù, con la mia coda di
cavallo che penzola leggermente.
Ora non mi resta che iniziare a
muovermi e a scendere al piano inferiore, sperando che il sangue che
mi arriva di troppo alla testa non mi faccia fare qualche strafalcione
dei miei!
Non è difficile.
Non lo sembra per niente.
In fondo, è come gattonare.
Solo che lo sto facendo sul soffitto.
O miei dei!Sto gattonando sul
soffitto!!
Non devo guardare giù. Qualsiasi
cosa accada non devo guardare giù!
Continuo a ripetermelo mentalmente
mentre faccio scivolare mani e piedi fino ad arrivare al piano di
sotto.
Non c'è molta luce, e questo è
un vantaggio per me, ma forse almeno una pila a dinamo mi sarebbe
utile.
Perchè tutta questa oscurità,
dico io?
Continuo ad avanzare incerta, e non mi
sembra neanche di essere su un soffitto e non coi piedi per terra
dato che il buio mi ha fatto un po' perdere l'orientamento.
“Ahia!” mi lascio sfuggire, quando
la mia testa sbatte contro una specie di parete che non avevo notato.
“Che cos'è stato?” sento
dire da delle voci maschili che mi arrivano attutite alle orecchie.
“Va a controllare.” dice qualcun
altro poco dopo.
Mentre sento dei passi avvicinarsi
rapidi mi irrigidisco.
Ecco!Neanche ho iniziato a fare sul
serio e già mi hanno beccato!Ma perchè sono
così
stupida?
Dopo uno scatto metallico una porta
blindata si apre (ecco su cosa avevo sbattuto allora, accidenti a
lei!) e immediatamente si accendono delle luci.
Strizzo gli occhi, leggermente
infastidita da questo cambiamento, e poi mi ritrovo a sospirare di
sollievo quando scopro che la guardia non mi ha scoperto.
Si guarda semplicemente intorno, con
aria concentrata e attenta, ma non accenna a guardare in alto.
Con passo affrettato si muove verso le
scale, per controllare che qualcuno non si nasconda lì, e
nel
frattempo riesco a passare dalla porta che ha lasciato aperta,
cercando di rimanere appiattita al soffitto il più possibile.
Ho appena fatto in tempo ad entrare che
anche la guardia ritorna, chiudendosi la porta alle spalle.
Accidenti!Non avevo mai notato che chi
cammina è più veloce di chi gattona!
Se continuo di questo passo non
arriverò in tempo per attraversare la seconda porta!
Muovendomi più veloce che posso,
riesco a infilarmi per tempo nell'uscio, sempre cercando di non
pensare che sono a testa in giù e che tutta questa
situazione
è assurda.
Però!, penso mentre le due
guardie si interrogano sullo strano rumore che avevano sentito,
credevo che ci avrei messo molto più tempo e invece sono
già
dentro!
Certo, si è trattato di un caso
fortuito e del tutto inaspettato, ma intanto ho raggiunto il mio
obiettivo.
La cosa mi fa quasi diventare
leggermente più ottimista riguardo l'esito di questa
missione.
Continuo a gattonare silenziosamente,
lasciandomi alle spalle le due guardie che rimangono di guardia alla
porta, mentre io procedo lungo la galleria lunga e stretta che porta
alle celle.
Mentre mi muovo non posso fare a meno
di storcere il naso.
Perchè le prigioni devono avere
questo stile medioevale malsano?
Non sarebbe meglio avere dei corridoi
asettici, disinfettati e perfettamente luminosi?
Mi domando come mai la Kido abbia fatto
installare le porte blindate senza apportare nessun altro
cambiamento...
Quando arrivo di fronte alla cella di
Tomàs mi sembra quasi di riconoscerla: assomiglia in modo
impressionante a quella in cui mi sono risvegliata più di un
anno fa, il giorno dopo aver ricevuto l'armatura. Un brivido freddo
mi scorre lungo la schiena al ricordo, ma forse è solo
l'umidità.
Il cavaliere di Laomedonte, che è
sdraiato sulla branda decisamente troppo piccola per lui, mi lancia
un'occhiata fulminea prima di distogliere lo sguardo.
Non vuole far insospettire nessuno,
probabilmente.
Non che ci sia qualcuno da insospettire
però.
Esattamente sotto di me, la guardia che
gli è stata assegnata è intenta a leggere un
quotidiano.
Le chiavi della cella, si trovano poco
più il là, su uno svuota tasche appoggiato a un
tavolo
di legno a cui fortunatamente da le spalle!
Ok.
Ricapitoliamo il piano: mando giù
una ragnatela, prendo le chiavi, le faccio scivolare nella cella di
Tomàs e poi aspetto l'evolversi della situazione.
Non dovrebbe essere troppo complicato.
Credo...
Stacco una mano dalla parete, non senza
cercare inconsciamente di aggrapparmi ancora di più con gli
altri tre arti, e lancio la mia ragnatela, ma un pensiero mi coglie
mentre questa è a mezz'aria.
Come faccio poi a staccare le chiavi
dalla mia ragnatela senza fare troppo casino?
Se facessi dissolvere semplicemente la
tela come faccio sempre le chiavi cadrebbero e mi farebbero scoprire
e io non saprei inventarmi un altro modo per lasciarle andare.
Un lieve luccichio argentato cattura la
mia attenzione.
Una graffetta!
Tenendo sotto controllo la guardia di
tanto in tanto, dirigo la ragnatela verso il piccolo oggetto.
Riesco a sollevarla ed appena è
alla mia altezza la prendo in mano, deformandola abbastanza da creare
un gancio improvvisato.
Ci siamo: ora dovrei riuscire a
prendere le chiavi!
Calo di nuovo la tela e tento di
afferrarle.
Mi sento come quando da ragazzina
cercavo di vincere dei peluche al luna park.
Non ci sono mai riuscita.
Ma stavolta fallire non è nelle
opzioni possibili.
Resto concentrata e, dopo qualche
tentativo, riesco finalmente ad afferrarle.
Sì!Sì, sì, sì,
sì, sì!
Questa esultanza interiore dura per
pochi secondi.
E ora come diavolo faccio a darle a
Tomàs?
Mi guardo intorno furtiva alla ricerca
di una qualsiasi idea che possa aiutarmi, ma la guardia è
proprio voltata verso la cella occupata da Laomedonte.
Accidenti!!
Con un gesto del tutto istintivo lascio
andare anche l'altro braccio, trovandomi in piedi a testa in
giù.
Invece di mettermi a gridare per lo
spavento però, lancio una nuova tela, facendo cadere con uno
strattone lo svuota tasche.
“Ma che diavolo succede?” sbotta la
guardia, alzandosi di scatto leggermente spaventato dal rumore
improvviso.
Il resto accade tutto molto
velocemente.
Mentre l'uomo si allontana imprecando
per raccogliere quanto caduto io corro verso la cella di
Tomàs.
È quando sono lì a un
passo dal traguardo che mi accorgo che le chiavi stanno
inesorabilmente e irrimediabilmente scivolando via dalla mia presa.
Mi blocco all'istante.
Sembra quasi la scena di un film: ogni
minimo movimento è al rallentatore, e il mio cuore che batte
all'impazzata è la perfetta colonna sonora.
“No!” tengo la voce bassa, ma è
come se avessi urlato.
Le chiavi cadono velocemente.
Ecco.
Tutta questa fatica e alla fine rovino
tutto come al solito con la mia goffaggine!Ma si può essere
più stupidi?!
Ora tutto se ne andrà in malora:
Tomàs rimarrà in cella, la guardia si
accorgerà
della mia presenza e, se non è davvero tonto come sembra, mi
riconoscerà e così i gold e Atena si
arrabbieranno con
me...di nuovo!
E se poi volessero rinchiudere anche me
per evitare di farmi combinare altri pasticci?
Oh, no, questo non deve assolutamente
succedere...Io devo vendicare Takis, per la miseria!!
Un colpo di tosse di Tomàs, mi
distrae dalle mie ipotesi apocalittiche.
La sua grande mano è saltata
fuori dalle sbarre, si è chiusa a pugno a pochi centimetri
da
terra afferrando le chiavi, e con un gesto fulmineo le ha nascoste in
tasca.
Inconsapevolmente mi ritrovo a
sospirare di sollievo. Tutta l'operazione non ha impiegato che pochi
secondi.
Quasi non ci credo: ce l'ho fatta!Ho
fatto davvero qualcosa di buono senza fare danni!
C'è solo una cosa che intacca
questo mio momentaneo istante di euforia: adesso come faccio a uscire
di qui?
Uscire da quell'antro oscuro non si è
rivelato difficile quanto mi aspettavo.
Alla fine è bastato che io me ne
stessi buona buona nella famosa posizione di Dracula ad aspettare che
le guardie finissero il loro turno, dopo di che me la sono potuta
squagliare velocemente.
Ma ora che ho fornito a Tomàs
tutti i mezzi per evadere, come farò a nasconderlo?
Prima non ci pensavo neanche, dato che
neanche credevo che potessi riuscirci, ma ora che cosa faccio?
Nasconderlo da me è fuori
discussione: primo non saprei dove metterlo dato che quella stanzetta
è fin troppo stretta anche per una sola persona, e poi
perchè
Al mi scoprirebbe immediatamente.
Credo che dovrò di nuovo cercare
l'aiuto di Chen. Accidenti, quel piccoletto starà iniziando
a
pensare di essere diventato mio complice in ogni cosa. Non che gli
vada male, a quanto ho capito si diverte un mondo a inventare piani
diabolici alle spalle dei gold, peccato che poi le conseguenze le
paghi io soltanto!
“Si può sapere cosa diavolo
stai facendo?”
E' questa voce dura e dal tono
altissimo a strapparmi dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti
Aioria che mi guarda con sguardo severo.
Immediatamente cerco di darmi una
sistemata come se potesse esserci qualcosa nel mio aspetto che faccia
trapelare cosa ho fatto fino a mezz'ora fa.
“Buongiorno anche a te, Aioria.- dico
con sarcasmo, rispondendo a una domanda che nemmeno mi ha fatto-
Sì,
va tutto bene, sei stato carino a chiedermelo. A te come va?”
Fra le mille abilità dei gold
non c'è quella di captare il mio cuore che batte
all'impazzata, vero?
“Hai un ordine restrittivo: non puoi
avvicinarti alle prigioni.” continua, ignorando ogni singola
sillaba che è uscita dalla mia bocca.
Per tutta risposta faccio roteare gli
occhi platealmente“Mai sentito parlare di libertà
personale?E' sulla carta dei diritti umani e...”
Ma lui mi interrompe “Mai sentito
parlare degli ordini di Atena?” domanda, imitando il mio tono.
“Ma...”tento di protestare.
“Spiegami che ci fai qui in un
massimo di cinque parole, Michelle.” mi ordina Aioria, con
sguardo
serio.
Non lo sopporto quando fa così!
“Sto. Facendo. Una. Passeggiata.”
scandisco lentamente, mentre lui ad ogni mia parola alza un dito
della mano per elencarle.
...stronzo. Aggiungerei volentieri,
dato che mi avanza spazio ancora per una parola.
E avrei anche un mezza idea di quale
dito potrei alzare per accompagnarla...
“Falla da un'altra parte.” intima
il gold, con sguardo severo.
Andiamo: non può dire sul serio!
Alzo un sopracciglio e lo guardo
esterrefatta, sperando che mi dica da un momento all'altro che non
diceva sul serio.
“Che stai aspettando?” domanda
infastidito.
“Che tu riprenda possesso delle tue
facoltà.”gli rivelo, esasperata.
Aioria però non pare afferrare
il concetto “Come?” domanda, sinceramente stupito.
“C'è una zona off limits per
me?Del tipo, un cartello con su la mia faccia e la scritta: io qui
non posso entrare?”
“Non male come idea.” ammette con
un sorrisetto divertito.
Sorrisetto che, per inciso, mi viene
voglia di strappargli dalla faccia a suon di pugni...
“Stavo scherzando!” sibilo,
guardandolo di sottecchi.
“Sono gli ordini di Atena, non si
discutono.” ripete per l'ennesima volta.
Ma che crede, che non abbia capito?
Sto ignorando le sue parole
deliberatamente, altro che storie!
Mi passo una mano sulla fronte,
cercando di recuperare la pace interiore che non ho mai avuto per
spiegargli con parole elementari che non trovo affatto giusto questo
trattamento
“Senti:-inizio a parlare con tono
conciliante- ho sempre apprezzato questo tuo senso del dovere, ma non
credi di stare esagerando un po'?”
Aioria inclina leggermente la testa di
lato, come se stesse riflettendo su quanto ho detto.
“Hai ragione!- ammette infine,
strappandomi un sorriso soddisfatto- Ti sto riservando un trattamento
di favore, e se non te ne vuoi andare con le buone dovrò
ricorrere con alle cattive.”
Non fa in tempo a finire di parlare che
mi agguanta una spalla con la sua presa ferrea e inizia a trascinarmi
chissà dove.
“Non è questo che intendevo!”
strillo, indignata.
“Poco male. Trovo che sia una buona
idea.” ribatte, scrollando le spalle.
Non è affatto giusto. È
una questione di principio, accidenti. Non può trattarmi
così!
Punto i piedi a terra e mi irrigidisco
cercando di porre tutta la resistenza possibile.
“Michelle, non fare la bambina- mi
ammonisce immediatamente- Se fai così va a finire che ti si
consumeranno le suole delle scarpe!”
Stringo i denti per lo sforzo di
oppormi al gold, ma credo sia tutta fatica sprecata.
Non intendo mollare comunque.
“Lasciami andare immediatamente!”
gli intimo, digrignando i denti.
“Ti lascerò andare quando ti
avrò rimesso sotto la custodia di Aldebaran del
Toro.” dice
lui, senza il minimo sforzo.
“Lasciami andare- ripeto- o
altrimenti...”
“O altrimenti?” incalza lui,
ridacchiando divertito.
Non credo che quest'uomo mi prenda sul
serio.
“Altrimenti io...- ripeto, poco
convinta, cercando di farmi venire in mente una minaccia abbastanza
terrificante-io...”
Io, cosa?
Rado al suolo il Santuario con uno
starnuto?
Rovino la permanente a Saori?
Userò Tatsumi come palla sa
bowling?
“Tu?”
Ci sono!Che idea geniale!
“Dirò a tutti di te e Marin!”
concludo, con tono di sfida.
Ok, tecnicamente al Santuario non c'è
anima viva che non sappia che fra quei due c'è qualcosa, ma
loro sono davvero convinti che la loro storia sia segreta e
assolutamente privata.
Aioria non risponde, ma credo di aver
fatto centro.
“Mi hai sentito?”
“Sì, ma non capisco
assolutamente di cosa tu stia parlando.” risponde, cercando
di
rimanere impassibile il suo tono.
Se pensa di darmela a bere si sbaglia
di grosso.
“Hai capito benissimo, andiamo!-
continuo, per niente scoraggiata- Adesso mi metterò a urlare
ai quattro venti della vostra storia se non mi lasci
immediatamente.”
Il gold del Leone tentenna un po' prima
di ribattere “La cosa non mi scalfisce minimamente, dato che
sono
tutte pure insinuazioni.”
“Come vuoi. Scommetto che Shaka sarà
ben contento di interrompere la sua meditazione del tramonto per
ascoltare quanto ho da dire- dico, prima di alzare la voce in modo
spropositato e mettermi a urlare come una bambina petulante- Aioria
ama Maaaaaaaaa...”
Non faccio in tempo a finire la frase
che la mano del gold mi tappa con foga la bocca, riuscendo
però
a coprirmi contemporaneamente anche il naso.
Il suo volto è paonazzo “Non
devi neanche provare a mettere in giro una voce simile!”
Non cerco nemmeno di rispondere,
piuttosto provo con foga di liberarmi dalla sua mano che mi sta
comprendo praticamente tutta la faccia. Non riesco a respirare!
“Mi hai capito, Michelle?- continua
con una certa urgenza- Non devi assolutamente parlare con nessuno di
questa cosa, chiaro?”
Per tutta risposta mi aggrappo ancora
di più al suo polso, cercando di levarmelo dalla faccia.
Sto diventando blu e lui pensa solo a
come tenere segreta la sua love story.
“Di qualcosa, per Atena!”
“Mmphppm!” sbotto, infuriata. Suoni
gutturali che corrispondono alla frase: mi stai soffocando, idiota!
Aioria pare accorgersene, forse anche a
causa del mio colorito poco salutare e molla immediatamente la presa.
“Scusa, non mi ero accorto...”
borbotta imbarazzato, mentre io tossisco sonoramente mentre cerco di
riempirmi i polmoni di aria.
“Allora, terrai la bocca chiusa?”
ritenta, qualche secondo dopo.
Sgrano gli occhi, infastidita “Stavi
per ammazzarmi e tutto quello di cui ti importa è che non
riveli il tuo segreto?”
“Beh, io...”
Non gli lascio il tempo di continuare.
Me ne vado via sbuffando come una
locomotiva intasata e pestando i piedi.
“Michelle!- mi saluta Aioros, che
incrocio nella mia discesa vero la Seconda- Hai un colorito poco
salutare:c'è qualcosa che non va?”
“Vallo a chiedere a quell'imbecille
di tuo fratello!” sbotto in risposta, riuscendo spiazzarlo
completamente.
Mentre il cavaliere del Sagittario mi
osserva stranito, continuo a camminare velocemente, sperando come non
mai di raggiungere il più velocemente possibile la mia
angusta
ma solitaria stanzetta.
Ok, lo so, non è stato geniale
fare quella scenata con Aioria. Probabilmente il mio comportamento
verrà considerato sospetto quando scopriranno che Laomedonte
è
evaso, ma al momento ho ben altri problemi.
Per prima cosa, assolutamente farmi
venire in mente un'idea per tenere nascosto Tomàs fino al
giorno della battaglia, quando nessuno potrà più
dire
niente a riguardo.
È una fortuna che nessuno possa
sentire il suo cosmo, ma questo non vuol dire che nessuno lo possa
vedere, però...
Continuo a camminare avanti e indietro
nella stanza, con la speranza di scaricare la tensione e di farmi
venire un'idea qualsiasi. Il risultato però è che
fra
un po' avrò creato un solco nel pavimento.
“Ci sarà in tutto il Santuario
un luogo in cui nessuno oserebbe cercarlo!” sbotto fra me e
me,
lanciando un pugno alla parete per la frustrazione.
Il risultato è che mi faccio
male alla mano. Accidenti!
“Ahiaahiaahiaahia” piagnucolo,
agitando la mano offesa e saltellando da una parte all'altra della
stanza.
Toc. Toc.
Il suono è debole e di certo non
l'avrei sentito se non fosse stato accompagnato da una voce possente
che tuona un “E' permesso?”
Appena mi rendo conto che hanno bussato
alla mia porta mi lancio sul letto ad una velocità
impressionante, cercando di assumere l'aria di una che ha dormito per
diverse ore e scacciando il panico che mi sta assalendo.
“Avanti” mormoro, con una voce
fintamente impastata da un sonno che non ho.
La porta si spalanca e davanti a me si
parano le due massicce figure di Doko e Saga. Dietro di loro
intravedo anche la testa di Aldebaran che mi rivolge un sorriso
imbarazzato e pieno di scuse.
“Sì?” domando, inarcando le
sopracciglia.
“Michelle dobbiamo parlarti.”
inizia a parlare il cavaliere della Bilancia.
Annuisco piano “Ok.”
“Riguarda il cavaliere maledetto
imprigionato.” aggiunge Saga.
Ahi-ai. Il fuggitivo è stato
scoperto.
A tutte le cellule del corpo: niente
panico, loro non sanno che noi c'entriamo qualcosa. Continuare le
proprie attività come se niente fosse senza dare nell'occhio.
“Ok.” incalzo di nuovo con voce
incerta.
“Il cavaliere di Laomedonte è
fuggito.” dice Doko con tono piatto, arrivando al sodo.
Dato che ha saltato a piè pari i
convenevoli devo dedurre che non sia una visita di cortesia come mi
aspettavo.
Quindi devo recitare alla perfezione la
mia parte.
Mi alzo di scatto dal letto, mettendomi
a sedere e spalanco gli occhi fingendomi stupita “Davvero?E
come è
successo?”
“In qualche modo deve essere entrato
in possesso delle chiavi della sua cella.- mi spiega Saga con sguardo
serio- Probabilmente deve avere avuto un complice.”
“Un complice!- ripeto allibita- E'
molto strano. Che qualcuno dei suoi compagni abbia deciso di arrivare
fin qui per liberarlo?”
I due gold mi lanciano un'occhiata
fulminante “Sei in cima alla lista dei sospetti.”
Incredibilmente mi viene da
sghignazzare e cerco di trattenermi a fatica.
Mi sembra di essere in un film
poliziesco da quattro soldi.
“Io?Ma..m-ma non è vero!!- il
tono pieno di panico mi viene splendidamente!-E poi come avrei potuto
farlo?”
“Aioria dice di averti visto nei
pressi delle prigioni poco prima dell'evasione.” mi informa
Doko.
Immaginavo una cosa del genere...
“Ma per favore...” sento borbottare
Aldebaran dietro le loro spalle.
Meno male che qualcuno è dalla
mia parte!
“Pensiamo che tu possa nascondere il
cavaliere di Laomedonte qui dentro.” conclude Saga, lanciando
un'occhiata all'interno della stanza.
“Voi credete veramente che io possa
nascondere Tomàs qui dentro?” domando, aggrottando
le
sopracciglia e soffocando a stento una risatina.
Ammetto di avere una coda di paglia
grossa come una casa, ma nonostante io sappia benissimo che hanno
ragione di dubitare di me, mi domando come gli possa essere venuto in
mente che io possa nascondere qualcuno qui.
“Sì” risponde con tono grave
Saga.
“Qui dentro?” ripeto leggermente
scioccata, ma le loro occhiatacce mi fanno cambiare immediatamente
tono.
“Beh, grazie per la fiducia,
innanzitutto, ma non vi siete fermati a pensare almeno per un attimo
che questa stanza è già abbastanza piccola da
impedirmi
di allargare le braccia?Dove potrei nasconderlo?” gli faccio
notare.
“Nell'armadio.” risponde pronto
Doko.
Scrollo le spalle e mi limito a
indicargli la porta a muro, invitandolo implicitamente ad aprirlo.
Il gold di Libra mi supera con
espressione quasi trionfante. Forse crede davvero che io sappia
bluffare benissimo e Tomàs, con i suoi due metri e dieci di
altezza, si possa davvero trovare lì dentro.
Saga rimane sulla porta osservando
l'intera scena con i suoi penetranti occhi blu.
Un brivido freddo mi scorre lungo la
schiena: Kim può dire quello che vuole e vederlo come un
principe azzurro e tutto il resto (fra l'altro l'armatura
scintillante l'ha già!), ma a me il cavaliere dei Gemelli
inquieta un po'. Non quanto Death Mask, però...
“Sicura di non volere dire niente
prima che io apra questo armadio?” domanda con tono severo
Doko,
guardandomi intensamente con già le mani sulle maniglie.
Probabilmente è un tentativo di
estorcermi una confessione all'ultimo minuto per attenuare la mia
eventuale pena futura.
“Beh, una cosa ci sarebbe...”
ammetto, stringendomi nelle spalle, mentre lui spalanca le ante di
colpo.
“...divido i vestiti per tipo di
tessuto e colore- continuo- quindi se evitassi di mettermi a
soqquadro l'armadio sarebbe davvero super.”
Dietro le spalle di Saga vedo Aldebaran
sospirare di sollievo.
“Ve lo avevo detto che lei non
c'entrava niente con questa storia!”esclama trionfante.
“Incredibile!-commento con sarcasmo-
Non c'è nessun fuggitivo dall'aria torva nel mio armadio, ma
solo dei semplici vestiti. Chi l'avrebbe mai detto?”
Mi alzo di scatto dal letto ed infilo
la porta, affiancandomi ad Aldebaran.
“Ora devo andare, ma se volete potete
continuare a setacciare la mia stanza” li invito con
gentilezza.
Al mi lancia un'occhiata carica di
significato, ma vedere le facce un po' deluse degli altri due mi sta
divertendo troppo.
“Provate a controllare sotto il
letto.” suggerisco con tono innocente, prima di filarmela
velocemente.
Va bene il mio piccolo trionfo, ma non
credo sia il caso di tirare troppo la corda.
Non mi ero mai sentita così da
molto tempo.
Ho addosso la stessa eccitazione di una
bambina che combina una marachella e non viene scoperta.
O meglio, sono convinta che la
sensazione che provo ora sia quella, ma non posso esserne sicura al
cento per cento dato che solitamente quando da piccola combinavo
qualcosa, venivo scoperta nella mezz'ora successiva, sempre che non
mi mettessi io stessa a confessare tutto in lacrime.
Quando entro nel tempio dell'Ariete, ho
ancora un grande sorriso stampato sulle labbra e mi limito a seguire
la scia lasciata dal cosmo del padrone di casa per raggiungerlo.
Appena entro nel suo salotto,
dimenticandomi clamorosamente di bussare, il mio sorriso si allarga
ancora di più.
“Buon giorno Mu!Hai notato che
splendida giornata...”
La voce mi muore in gola, mentre mi
accorgo che il gold dell'Ariete non è solo, ma che con lui
c'è
l'uomo che in assoluto riesce a mettermi più in imbarazzo.
L'aver notato la presenza di Shaka,
inoltre, mi fa vedere anche che le loro espressioni sono tutt'altro
che gioviali come le mie.
“...non è?” concludo con
voce più piatta.
Faccio saettare i miei occhi dai loro
volti e mi affretto ad aggiungere, imbarazzata “Mi sono
dimenticata
di bussare, scusate.”
Mu mi sorride indulgente “Non fa
niente, Michelle. Hai saputo dell'evasione di Laomedonte?”
Annuisco “Sì, Saga e Doko
stanno perquisendo la mia stanza.”
Sulle labbra del gold dell'ariete
compare un sorriso divertito, ma Shaka non pare essere dello stesso
umore.
“E' più che legittimo dubitare
di te, quando hai così insistito affinché non
venisse
rinchiuso.”
Abbasso lo sguardo, dispiaciuta che sia
proprio lui a pensarla così.
“L'importante è che tu sia
innocente.- mi consola Mu- Anche se ciò che ha insospettito
alcuni di noi è stato il tuo strano comportamento con
Aioria.
Eri stranamente scontrosa...”
Beh, scommetto che anche loro sarebbero
scontrosi se venissero banditi da un determinato luogo!
“Ho avuto... dei problemi.” cerco
di giustificarmi, inventandomi una scusa di sana pianta.
“Che genere di problemi?” domanda
Mu interessato.
Non so assolutamente cosa rispondere a
questa domanda, sto per inventarmi un mal di pancia strategico come
facevo quando dovevo essere interrogata ma Shaka inconsapevolmente mi
salva da questo imbarazzo.
“Non riesce a gestire perfettamente
il suo cosmo, e quando accade che perde il controllo vede lo spirito
del cavaliere di Prometheo.”
Che scusa geniale!Perchè non ci
ho pensato da sola?
“Esatto!-confermo entusiasmo. Forse
troppo dato che entrambi mi guardano straniti, quindi cerco di
rendere mesto il mio tono- Cioè...sì,
è proprio
questo il motivo.”
“Tutto ciò è molto
grave, Miki.- commenta il gold di Aries con tono meditabondo- Come
farai quando sarai sottoposta alle pressioni della battaglia?”
“Mi inventerò qualcosa.”
borbotto con una scrollata di spalle.
“Non è una cosa da prendere
alla leggera, Michelle...” mi ammonisce Shaka.
Faccio roteare gli occhi“Lo so, lo
so...sono vostra alleata e il mio aiuto serve al Santuario.”
“Non è solo questo, Miki. -
continua Mu-Nessuno di noi vorrebbe che ti capitasse
qualcosa...Bè,
forse Death ti sta augurando almeno una ferita fastidiosa...”
Le sue parole mi spiazzano un po'.
E non solo perchè mi ricordano
che Death Mask ce l'ha ancora a morte con me per quella sciocca
faccenda della frittata, ma perchè mi hanno fatto venire un
profondo attacco di senso di colpa.
Se Mu continua a essere così
amichevole e gentile va a finire che gli spiattello tutto e rovino il
mio intero piano!
“Credo che sarebbe perfetto.” lo
sento dire, quando ritorno a fare attenzione alle sue parole.
“Come dici?” domando con tono
smarrito.
“Shaka ti insegnerà una
tecnica di meditazione per imparare a mantenere il controllo del tuo
cosmo.” spiega tranquillo.
Se avessi avuto in bocca un goccio
d'acqua l'avrei sputato per lo stupore!
Mi volto verso il cavaliere di Virgo
con sguardo incerto. Lui come al solito è impassibile, ma io
non credo di riuscire a badare al mio cosmo in sua presenza!
“C'è solo una piccola cosa,
però.” dice il biondo.
“Sarebbe?” ribatto titubante.
“Ti concederò il mio aiuto, ma
prima voglio che tu mi chiarisca una cosa.”
Il tono serio usato dal gold mi
insospettisce. Inconsciamente, incrocio le braccia e mi scosto
leggermente.
“Cioè?” incalzo, leggermente
sospettosa.
“Michelle, voglio che tu mi guardi
negli occhi e che mi giuri solennemente che non hai nulla a che fare
con l'evasione del cavaliere maledetto.”
Ahi-ahi.
Io non so mentire nemmeno recitando la
lista della spesa...
Abbasso lo sguardo repentinamente e mi
fisso la punta delle scarpe.
“Beh, ecco, io....” balbetto,
cercando di trovare qualcosa da dire.
“Michelle.” mi richiama Shaka,
costringendomi ad alzare lo sguardo.
Mi pare orribile mentirgli, soprattutto
su una cosa del genere, ma devo farlo. Per Tomàs.
Dopotutto, anche se non lo ammetterò
mai ad alta voce, mi ha scelto come capo e io dovrei dargli qualche
garanzia e comportarmi come tale, no? In fondo lui è
addirittura finito dietro le sbarre senza dire una parola pur di non
contraddirmi...
Deglutisco a vuoto un paio di volte e
rialzo lo sguardo sul volto del gold.
“Io, Michelle di Aracne- inizio con
tono solenne- ti giuro solennemente che non ho niente a che fare con
l'evasione di Tomàs di Laomedonte.”
Shaka alza un sopracciglio, ancora poco
convinto “Sicura?”
Alzo le mani allargando bene le dita
“Assolutamente. Niente dita incrociate.”
Al sentire queste mie parole pare
rilassarsi un po'.
“In questo caso credo di poterti
aiutare ad imparare una tecnica per gestire il tuo cosmo.”
In risposta gli rivolgo un ampio
sorriso, cercando di celare il senso di colpa.
Ma dopotutto, Shaka non potrebbe mai
venire a sapere che ho incrociato le dita dei piedi, giusto?
“C'è un motivo per cui sei
qui, Michelle, oppure stavi solo scappando da Saga e Doko?”
mi
domanda Mu, con un lieve sorriso sulle labbra.
Giusto!Sono qui per un motivo!
“Devo vedere Chen.” spiego.
“L'Oracolo?E perchè mai?”
chiede il saint dell'Ariete aggrottando le sopracciglia chiare e
sottili.
E via con un'altra scusa. Uffa, mi
sento così male a dover mentire...e inoltre con delle bugie
alle spalle ho moltiplicato in maniera esponenziale la mia
possibilità di fare delle gaffes.
Sospiro mestamente “Intendo
chiedergli un consulto. Vorrei che cercasse di vedere se la guerra
imminente colpirà i miei compagni a Salonicco, o se il mio
tentativo di proteggerli andrà in porto.”
Mu mi si avvicina e mi strizza
dolcemente una spalla con la sua mano fresca “Ti mancano
molto,
vero?”
“Troppo.” ammetto senza vergogna.
Lui mi rivolge un altro sorriso dei
suoi e si allontana passandosi una mano sulla fronte “Te lo
vado a
chiamare. Spero solo che lui e Kiki non si stiano di nuovo
azzannando...”
“L'Oracolo è troppo
viziato...” commenta Shaka, mentre Mu si infila in un
corridoio.
“Forse è stato solo per troppo
tempo.” ribatto, prendendo le difese di quel rompiscatole in
miniatura.
“Forse.” acconsente Shaka.
Mentre restiamo soli mi ritrovo a
fissarlo per qualche secondo di troppo, ma fortunatamente me ne
accorgo abbastanza presto. Anche se il fatto che mi volto di scatto
dalla parte opposta a lui, arrossendo come un semaforo, mi fa
sembrare stupida.
Certo, non come starmene lì a
fissarlo con la bava alla bocca.
“Spero per te che tu abbia un buon
motivo per richiedere la mia presenza!-si lamenta Chen, non appena
mette piede nella nostra stessa stanza- Stavo perdendo contro Kiki
alla Play e ora quel montato crederà che me ne sono andato
perchè avevo paura di perdere!”
Alle sue spalle Mu fa roteare gli occhi
esasperato. Poveretto, non deve essere facile dover vivere ed educare
due ragazzini che si odiano!
“Devo parlarti.” affermo,
riconcentrandomi sul cinesino.
Lui sbuffa infastidito “Beh, sono
qui. Spara.”
“In privato.” specifico.
Chen lancia un'occhiata ai due gold
presenti “Sentito?Sciò.”
Non mi curo di guardare la reazione dei
due gold a questo trattamento. Mi limito ad afferrarlo per un braccio
e a trascinarmelo dietro, sotto le sue inviperite proteste.
“Non essere sciocco, stupido
ragazzino impertinente.-sibilo- Noi andiamo a fare una passeggiata e
a parlare. Ci vediamo più tardi.”
Per tutta la strada per raggiungere il
nascondiglio di Tomàs, Chen non ha fatto altro che
lamentarsi
per il trattamento irrispettoso che gli ho riservato. Continuava a
blaterare cose senza senso sul fatto che avrebbe chiesto a Zeus di
fulminarmi se non lo avessi lasciato immediatamente.
Ed ora che si trova davanti la
colossale figura del cavaliere di Laomedonte si è zittito
completamente e non spiccica più parola.
“Allora...-azzardo- che ne pensi?”
Il piccolette sbatte ripetutamente le
palpebre, osserva ancora una volta l'uomo che ha davanti e poi punta
i suoi occhi scuri su di me.
Prende un bel respiro e finalmente
sembra essere pronto ad esprimere la propria sentenza.
“Michelle tu sei completamente
pazza!” grida, con la sua vocetta acuta.
Mi passo una mano sugli occhi: come
potrei contraddirlo?
Io mica volevo trascinarmelo dietro,
Tomàs. In realtà, la maggior parte delle volte
che
combino qualcosa io non ho assolutamente voglia di farla ma,
immancabilmente, va a finire che mi ci ritrovo immischiata, volente o
nolente.
“Che c'è di male?Occhio non
vede, cuore non duole, no?- ribatto, agitando le mani- In fondo devo
solo tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia e poi...”
Chen si mette le mani fra i capelli,
esasperato “Ma ti senti?Tenerlo nascosto fino al giorno della
battaglia!Non è un cucciolo di cane che stai nascondendo a
mamma e papà, Miki!”
Il ragazzino si volta verso il
cavaliere di Laomedonte e gli lancia un'occhiata colma di significato
“Questo è un armadio a quattro ante!Come puoi
pensare che
nessuno noti la sua presenza!-sbotta- E poi perchè non
parla?Perchè non parli?Sei muto?Sordo?Entrambe le
cose?”
Tomàs si limita a storcere le
labbra, piene e ben delineate, in una smorfia infastidita.
Da quanto ho capito di lui, non deve
essere un tipo a cui piace parlare.
Certo che se si togliesse dalla faccia
quell'espressione astiosa sarebbe anche più facile prendere
le
sue parti!
Poso una mano sulla spalla dell'oracolo
“E' un tipo di poche parole. Dovresti prendere esempio da
lui.”
Chen incrocia le braccia infastidito
“Se non sbaglio qui non stavamo parlando di me, ma di quanto
tu sia
stata avventata. Dove hai intenzione di nasconderlo?Stanno
setacciando il Santuario in lungo e il largo e quando arriveranno qui
ci beccheranno tutti e quanti in flagrante.”
Appena fuggito, Tomàs ha pensato
di sfruttare appieno il fatto che il cosmo dei cavalieri maledetti
non viene individuato e sentito da nessuno, ed ha vagato per il
Santuario nascondendosi ai soldati, ma dovrà pur trovare una
sistemazione...Ora ci troviamo di nuovo nel bosco degli ulivi sacri,
posto che è già stato setacciato dai cavalieri,
ma non
possiamo contare sul fatto che le ricerche non li riportino qui.
“Speravo che tu avessi una soluzione
a questo problema...” gli rivelo, stringendomi nelle spalle.
Chen sbuffa per l'ennesima volta, ma
poi inizia a passarsi le dita sulle tempie, assumendo un'espressione
estremamente concentrata.
Dopo vari minuti di attesa però,
il ragazzino non ha ancora trovato una soluzione.
“C'è un posto dove i cavalieri
non hanno controllato.- inizia a parlare Tomàs, facendoci
sobbalzare dalla sorpresa- Una strana collina impregnata di cosmo
divino. Deve essere un luogo sacro a loro precluso.”
“Quello che mi stupisce- ribatte
Chen- non è che tu sappia dell'esistenza dell'Altura delle
Stelle, ma che tu abbia finalmente aperto bocca!”
Il cavaliere di Laomedonte pare
ricadere nel suo mutismo, e incrocia le braccia al petto, tornando a
guardarsi intorno con aria truce.
“Comunque il nostro logorroico amico
ha ragione.-continua il cinesino- Lassù sarebbe
perfetto!”
“Ma è contro le regole del
Santuario!” protesto.
“Michelle, hai già infranto
un'infinità di regole del Santuario, non è
rispettare
questa che farà la differenza!” ribatte l'Oracolo.
Mi mordo il labbro, mentre rifletto su
quanto ha detto.
In fondo, mi ritrovo a pensare, quando
questa stupida guerra sarà finita, che differenza
potrà
fare?
Annuisco piano, acconsentendo
finalmente.
“Allora è deciso,
ragazzi.-concludo-Tutto ciò che dobbiamo fare ora
è
aspettare.”
Tomàs fa un impercettibile cenno
col capo, mentre Chen accenna a una risatina, probabilmente
è
contento di avere un'occasione per farla sotto al naso a tutto il
Santuario.
Mi lascio sfuggire un sospiro: ormai è
fatta.
Che Zeus ci assista!
Cari
lettori e care lettrici,
io, JoJo, in questa sede mi genufletto di fronte a voi e vi imploro di
perdonarmi per il mostruoso ritardo con cui pubblico i capitoli. Lo so,
lo so, sono super-lenta, ma fra esami, professori pazzi, faccende che
avevo rimandato improrogabilmente all'estate, vacanze in Grecia che
vanno in fumo e una vita privata costellata di casini vari, non ho
proprio avuto il tempo di aggiornare. Ma oggi, finalmente, ho concluso
il capitolo!!Olè!!
In realtà è stato a forza di causa maggiore, dato
che domani parto per le vacanze e mi ritirerò in un luogo
dove l'accesso ad internet è una chimera, e non volevo
assolutamente partire lasciandovi a mani vuote. Per cui ecco qua il
nuovo capitolo dove Michelle ne combina qualcuna delle sue, ma prende
sempre più una posizione distinta rispetto al Santuario e ai
gold. Le porterà problemi questa cosa? Assolutamente
sì, considerando la sua natura non proprio fortunata.
In ogni caso, cari lettori (colgo l'occasione per dirvi che vi adoro,
sia chi commenta sia i molti che leggono soltanto), vi auguro delle
splendide vacanze estive. Con Michelle ci si rivede a Settembre,
perchè anche lei ha bisogno di una piccola vacanza. Ci si
rivede presto e allora sarò più rilassata e zen
e, probabilmente, parlerò con un accento mezzo romagnolo!
Buone Vacanze, un bacio
JoJo
Gufo_Tave : ebbene sì, povera
Michelle...tra l'altro Saga è uno dei gold che
più le fa paura (dopo Death Mask ovviamente che l'ha
minacciata apertamente di morte). Per la svegliata della nostra
carissima e sfigatissima protagonista, però, dovrai
aspettare il prossimo capitolo!Alla prossima!
NinfaDellaTerra
: Heilà!Sono
contenta che la storia continui a piacerti nonostante il tempo che
passa inesorabile (anche se, devo dire, siamo quasi alli sgoccioli con
le sfighe della povera Miki). Sono contenta che il risvolto amoroso fra
Vic e Al ti sia piaciuto, personalmente li trovo carinissimi insieme^^.
E il piccolo Chen...diciamo che non invidio affatto Kiki, dato che
l'ispirazione per il malefico ragazzino l'ho presa da una mia
conoscenza...Spero che anche il nuovo capitolo sia di tuo
gradimento!Ciao, al prossimo capitolo!
Megarah_witch : Certo che Shaka ha un
cuore:però lo tiene nascosto ben bene (credo che nel
prossimo capitolo si noterà quanto è in grado di
occultarlo!eheh) Michelle dice che, se prorpio non ti scoccia, qualche
cerino e qualche rosario, con un branco di coccinelle e qualche
cornetto non le farebbero male! Grazie per gli auguri per gli esami,
sono andati bene, aspetto solo che un professore psicopatico pubblichi
l'ultimo voto e poi posso andare in letargo intellettuale fino alla
prossima sessione!eheh Alla prossima!
whitesary :
Hey!In
effetti anche a me è mancato pubblicare, mi ci vorrebbe una
giornata di 48 ore a volte!Di guai per Michelle ne ho in mente ancora
qualcuno, ma ora che sta maturando mi sembra che li prende molto
meglio...circa...più o meno...suppergiù...eheheh.
Eh, sì nello scorso capitolo gliene sono capitate di ogni,
poveretta. Tra l'altro dì alla Sara della tua storia (ebbene
sì, la leggo sempre, anche se non ho mai il tempo di
commentare. Mi piace molto complimenti!) di ridimensionare l'ego del
suo moroso, Miki è rimasta molto imbarazzata da quel
commento!eheheh Detto questo, al prossimo capitolo!!
ftonos : Hey!Sono contenta che tu
abbia scoperto la mia storia, e spoprattutto che ti sia piaciuta!
Leggere la tua recensione mi ha fatto molto piacere!
P.S. Mi scuso qualora doveste
trovare essori di battitura o di grammatica, ammetto di non avere
riletto il capitolo nel suo insieme.
P.P.S. Mi sono accorta che
questo capitolo è più corto di quanto mi
aspettassi. Beh, il fatto è che doveva essere un tutt'uno
con quello successivo ma dato che non volevo lasciarvi a mani vuote
dopo la mia partenza ho pensato di pubblicarne ora solo la prima parte.
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