Take your time - STILES POV

di EdSheeran
(/viewuser.php?uid=569861)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Take your time - STILES POV ***
Capitolo 2: *** Unforgettable night- Stiles POV ***
Capitolo 3: *** The moment I've been waiting for- POV STILES ***



Capitolo 1
*** Take your time - STILES POV ***


Note autrice: Avevo già detto ad alcuni di voi che forse avrei scritto delle scene di TYT dal punto di vista di Stiles, beh...questa è la prima. Non so se rimarrà l'unica scena dal POV di Stiles o se in futuro ne scriverò altre, per questo imposterò la fic come "completa" per il momento.
Metterò lo stesso titolo del capitolo di TYT da cui ho preso la scena, così sarà più facile per voi trovarlo nel caso decidiate di leggere prima il capitolo originale (quello dal POV di Derek).
 
Ringrazio Alessandra per avermi rassicurata per questa OS, dopo aver scritto 36 capitoli dal punto di vista di Derek è stato strano scrivere dovendo immedesimarmi in Stiles, specialmente in quello quattordicenne. Spero di esserci riuscita e che nessuno di voi ne rimanga deluso!
 
 
P.S. Ovviamente non aspettatevi che Stiles faccia pensieri romantici su Derek in questo capitolo. In fondo in TYT ha messo ben in chiaro che il primo pensiero che fece su Derek fu abbastanza malizioso.
 
 
 






 

UNEXPECTED
 

 





 
Stiles prese un altro lungo tiro dalla sua sigaretta mentre teneva gli occhi fissi sull'edificio situato dall'altra parte della strada. Era già da un'ora che stava aspettando il momento adatto per entrare in quel liceo di ricconi, eppure alcuni alunni stavano uscendo proprio in quel momento, e Stiles si domandò cosa diavolo avessero da fare quei figli di papà in quella scuola per uscirvi alle cinque del pomeriggio.
 
Si poggiò meglio con la spalla al palo della luce ed espirò il fumo con fare pensoso, osservando le tre ragazze e i due ragazzi che avevano varcato il cancello del liceo e che ora stavano camminando verso di lui. Cazzo, quanto potevano essere ridicoli vestiti in quel modo? Sembravano dei manichini con quelle uniformi tutte uguali su cui spiccava il logo della scuola, sia mai la gente pensasse che fossero dei semplici alunni di una scuola qualunque piuttosto che della scuola più prestigiosa della città!
 
 
Le tre ragazze incrociarono il suo sguardo e– sarà perché se ne stava lì poggiato contro un palo e con il cappuccio della felpa nera tirato sulla testa, sarà perché era evidente che non fosse uno di loro–aumentarono il passo con fare nervoso, mentre i due ragazzi smisero di parlottare tra loro e lo fissarono in un modo che esternamente poteva sembrare intimidatorio, ma Stiles era troppo esperto nel campo per non notare come i loro occhi indulgiarono a lungo sulla sua figura.
 
 
Si leccò lentamente le labbra sostenendo il loro sguardo e poi infilò la sigaretta nella bocca semiaperta in un modo volutamente allusivo, ridacchiando quando uno dei due ragazzi si impressionò per così poco e distolse lo sguardo, mentre l'altro ragazzo rallentò il passo e gli sorrise ammiccante.
 
 
 
Che coglione.
 
 
 
Stiles espirò lentamente il fumo dalla bocca, tenendola aperta in modo invitante e sollevando leggermente la testa per mostrare la gola, dopodiché tirò l'altra mano fuori dalla tasca e flesse le dita in un muto invito. Il ragazzo deglutì intimorito ma si avvicinò comunque, prendendo di sorpresa i suoi amici che si bloccarono in mezzo alla strada e lo fissarono scioccati.
 
 
 
 
Mio Dio, ma questi qui non si approcciavano in modo seducente ogni tanto? Perché sembravano sempre così sorpresi per ogni azione minimamente maliziosa?
 
 
 
 
Povere anime, non dovevano nemmeno sapere cosa fosse il sesso.
 
 
 
 
 
Il ragazzo gli si fermò a pochi centimetri di distanza, continuando a sorridergli in quel modo ammiccante, e Stiles gli regalò una lunga occhiata dal basso verso l'alto mal trattenendo una risata intorno alla sua sigaretta, quel cretino era davvero convinto che lui lo avesse avvicinato perché lo trovasse attraente?
 
 
 
Quanta stupidità e ingenuità tipica dei figli di papà.
 
 
 
 
 
Come se uno come lui potesse davvero provare interesse per un ragazzo ricco, vanitoso, altezzoso, con la puzza sotto al naso e l'atteggiamento di chi sa che può ottenere tutto ciò che vuole con i soldi del papi. Gli era capitato di scopare qualcuno di loro, ma non li aveva mai trovati realmente interessanti e sinceramente non li riteneva nemmeno dei bravi amanti.
 
 
I ragazzi ricchi erano strani, si preoccupavano di non sgualcirsi o macchiarsi i vestiti costosi durante i preliminari, e Stiles non aveva davvero la pazienza per stare attento a quei particolari durante certi momenti, e poi erano così stronzi...gli impartivano comandi come se lui fosse una prostituta a loro disposizione, dicendogli come e cosa dovesse fargli, e Stiles puntualmente non li ascoltava e faceva a modo suo, scopandoli per bene e dandogli una lezione su come funzionassero le cose dalle sue parti.
 
 
 
Non era mai stato razzista, aveva tanti amici di colore, gay, trans, bisessuali, etero, ma avvertiva questo senso di rivalità ed odio nei confronti delle persone ricche praticamente da sempre. Forse perché erano persone troppo diverse da lui, che gli rivoltavano lo stomaco quando spendevano soldi per gioielli, scarpe e vestiti che avrebbero trovato a prezzi meno cari in altri negozi poco conosciuti, mentre lui e suo padre erano costretti a spezzarsi la schiena per offrire un pó di sollievo a sua madre.
 
 
Strinse la presa sulla bretella del suo zainetto al solo pensiero della sofferenza di sua madre, e il suo schifo verso la "razza" delle persone ricche aumentò a dismisura.
 
 
 
 
-Allora?-gli domandò il ragazzo davanti a lui, sollevando un sopracciglio.
 
 
 
 
 
 
Stiles tornò a prestargli attenzione e ghignò divertito mentre gli osservava quella faccia di cazzo che si ritrovava.-Avvicinati ancora un po', devo dirti un segreto.-sussurrò con voce suadente.
 
 
 
 
 
Il ragazzo gli si avvicinò di un passo e Stiles lo afferrò per il colletto e se lo tirò contro con un solo gesto, strappandogli un sibilo sorpreso. I suoi amici sembrarono ancora più intimoriti di lui dopo quel gesto, e Stiles alzò gli occhi al cielo ed avvicinò le labbra all'orecchio del ragazzo, avvertendo il suo respiro appesantirsi per l'eccitazione.
 
 
 
 
 
-Non ti scoperei nemmeno se fossi l'unico ragazzo rimasto sulla terra.-sussurrò ghignando divertito e mollando la presa quando il ragazzo si dimenò arrabbiato e si spinse lontano da lui.
 
 
 
 
 
-Vaffanculo pezzente!-gli ringhiò contro, il ragazzo, tornando dai suoi amici.
 
 
 
 
 
 
 
Stiles scoppiò a ridere e scosse la testa. Ecco, quella era un'altra cosa che i ricchi facevano spesso: Stavano al suo gioco e alle sue provocazioni, e non appena lui li offendeva ecco che lo definivano come un pezzente.
 
 
 
 
 
 
-Cosa ti ha detto?-gli domandò il sui amico, incuriosito.
 
 
 
 
 
 
-Niente. Andiamo via.-sbuffò l'altro, superando il gruppo di amici.
 
 
 
 
 
 
-Dai, non te la prendere!-esclamò Stiles spalancando le braccia.-Anche i cessi come te hanno una possibilità di trovare qualcuno disposto a farseli!-
 
 
 
 
 
 
Emise un finto "Uhhh" dolorante quando il ragazzo gli alzò il dito medio, e poi spostò lo sguardo sulle due ragazze e l'altro ragazzo rimasti immobili a fissarlo interdetti.
 
 
 
 
 
 
-Buh!-esclamò fingendo di fare uno scatto verso di loro, e ridacchiando quando questi fuggirono spaventati.
 
 
 
 
 
 
 
Erano così stupidi. Com'è che si diceva? "Portafoglio pieno, cervello vuoto."
 
 
 
 
 
 
 
Quando si ritrovò di nuovo da solo osò mandare un altro sguardo alla scuola e sbuffò quando intravide da una finestra una luce accesa. In quel liceo dovevano tenere delle sette sataniche o magari gli alunni venivano pagati a ore dai professori per intrattenerli aldilà delle lezioni scolastiche, altrimenti non si spiegava come fosse possibile che ci fosse ancora qualcuno a quell'ora.
 
 
 
 
 
Guardò l'orologio e imprecò quando vide che fossero le sei e mezza. Al diavolo, sarebbe entrato lo stesso, aveva bisogno di trasgredire e di sentirsi almeno per un po' libero dai suoi pensieri asfissianti e dalla sua vita piena degli occhi sofferenti di sua madre.
 
 
 
Si guardò intorno, e una volta che ebbe appurato che non ci fosse nessuno, si tirò la bandana legata al collo fin sopra al naso, lasciando scoperti solo gli occhi, e poi so avviò verso l'edificio. Entrare fu abbastanza facile perché una finestra del piano terra era stata lasciata aperta, e lui riuscì a scavalcarla senza difficoltà.
Fischiò quando si ritrovò in una classe illuminata solo dalla luce dei lampioni al di fuori della scuola, e guardò come i banchi sembrassero appena stati comprati e come le sedie fossero perfette ed intere, altro che quelle della sua scuola completamente rotte. C'erano tanti cartelloni attaccati alle pareti dipinte, e Stiles li guardò tenendo un sopracciglio inarcato per gli strani progetti che assegnavano in quella scuola, c'era persino una foto di classe che lo fece ridere e gli fece avvertire la tentazione di rovinarla con le bombolette ma alla fine cambiò idea, tanto quella foto era già ridicola così.
 
 
 
Si affacciò oltre la porta della classe e deglutì quando vide il custode della scuola fissare in modo accigliato la macchinetta del caffè. Attese che l'uomo fosse distratto a selezionare la miscela per sgattaiolare fuori dalla classe e correre verso le scale, si fermò sui primi gradini per ascoltare il suono di eventuali passi alle sue spalle e si rilassò quando sentì il custode canticchiare e allontanarsi dal punto in cui si trovava lui.
Sospirò e salì al piano superiore alla ricerca di una parete liscia da poter imbrattare, possibilmente che fosse abbastanza in bella vista per non passare inosservata.
Alla fine scelse proprio una parete del lungo corridoio del secondo piano, prese le bombolette, si schioccó il collo ed iniziò la sua opera d'arte. Non seppe perché decise di disegnare un lupo, semplicemente lasciò fare alle proprie mani e si rilassò nel torpore che avvertiva ogni volta che faceva qualche bravata e si sentiva un ragazzo normale, un ragazzo con come unico problema i ragazzi e la scuola, e non una malattia incurabile.
 
 
 
 
Doveva essere passata un'ora o forse anche di più quando finalmente finì il murales e si firmò con "8" ma non riuscì nemmeno a dare un'ultima occhiata al suo lavoro perché venne accecato da una luce improvvisa.
 
 
 
 
 
 
-Hey tu!-ringhiò il custode, puntandogli la torcia contro.-Cosa stai facendo, delinquente!?-
 
 
 
 
 
 
Stiles lasciò cadere le bombolette e slittò di lato non appena l'uomo gli si lanciò contro per acciuffarlo, la mano del custode sfiorò la sua spalla e Stiles per poco non perse l'equilibrio. Riuscì a non cadere per terra e provò a sorpassare l'uomo per fuggire via ma il custode gli si piazzò davanti ogni volta che Stiles provava a spostarsi a destra o a sinistra, ostacolandogli la strada con uno sguardo feroce negli occhi.
 
 
 
 
 
-Questa volta non mi sfuggirai, delinquente.-gli disse allargando le braccia per parargli la strada.
 
 
 
 
Stiles deglutì dietro alla bandana e pensò per un secondo all'espressione delusa di suo padre quando avrebbe scoperto cos avesse fatto, il custode approfittò del suo attimo di distrazione per provare ad acciuffarlo, e Stiles balzò all'indietro per impedire alle sue mani di afferrargli la felpa e scattò verso destra, riuscendo ad infilarsi nel piccolo spazio tra il corpo del custode e la parete.
 
 
 
 
 
 
-Vieni qui, piccolo pezzente!-urlò l'uomo, inseguendolo per le scale.
 
 
 
 
 
 
Stiles saltò degli scalini, rischiando di sfracellarsi al suolo, e si aggrappò al corrimano per scivolare meglio e mettere più distanza tra lui e l'uomo che, fortunatamente, essendo abbastanza grasso e più anziano di lui, faticò ad inseguirlo.
Quando si ritrovò al primo piano Stiles decise di nascondersi in una delle classi e di vedere se potesse uscire dalla finestra, perché se avesse provato a raggiungere il piano terra avrebbe rischiato di essere acciuffato da un secondo custode (anche se era quasi sicuro che ci fosse un solo custode), ed entrò in una classe a caso.
 
 
 
 
Imprecò quando si ritrovò all'interno di una biblioteca e non di una semplice classe, e sobbalzò quando sentì le urla del custode che evidentemente lo stava cercando nelle altre classi. Corse tra gli scaffali alla ricerca di finestre o almeno di un posto in cui nascondersi, e fu proprio quando svoltò in uno degli scaffali in fondo alla stanza che andò a sbattere contro qualcosa.
 
 
 
O meglio, contro qualcuno.
 
 
 
 
 
 
Stiles imprecò mentalmente quando posò gli occhi su un'altra divisa. Ma quanti diavolo di alunni c'erano in quella scuola!?
 
 
 
 
 
-Merda, scusami!-esclamò porgendogli la mano.
 
 
 
 
 
Sapeva che avrebbe dovuto lasciarlo lì e pensare a salvarsi la pelle, ma gli era dispiaciuto farlo cadere in quel modo insieme ai suoi libri, forse si era fatto persino male.
Sollevò un sopracciglio quando il ragazzino lo fissò attraverso la montatura degli occhiali storta che gli copriva metà viso, ed attese altri cinque secondi perché forse l'impatto lo aveva stordito, ma poi sbuffò e lo tirò su afferrandolo per un lembo di quell'odiosa divisa. Si premurò persino di raccogliergli i libri che gli erano caduti, visto che il ragazzino sembrava ancora frastornato per poter fare qualcosa, lesse distrattamente i titoli e sollevò un sopracciglio quando si rese conto che fossero tutti libri su leggende e storie di Beacon Hills. Sul serio!?
 
 
 
 
-Grazie.-mormorò l'altro, timidamente, accettando i libri che gli aveva dato.
 
 
 
 
 
 
'Grazie'? Lo aveva davvero ringraziato per avergli raccolto i libri che lui stesso gli aveva fatto cadere andandogli addosso? Wow, a quanto pareva anche i ragazzi ricchi sapevano essere educati quando volevano.
 
 
 
 
Annuì in risposta e prima che potesse trattenersi, allungò una mano verso il viso del ragazzino, fermandola a mezz'aria quando lo vide stringere gli occhi impaurito ed aumentare la presa sui libri. Gli sistemò gli occhiali sul viso, scoprendoglielo e sollevandogli la montatura sul naso, e il ragazzino aprì lentamente gli occhi e li sbatté da dietro alle lenti trasparenti.
 
 
 
 
 
E che occhi...porca puttana. Aveva chiesto a tanti ragazzi di fargli da modelli per i ritratti a causa dei loro begli occhi azzurri, blu, verdi o grigi, ma mai aveva visto degli occhi come quelli dell'alunno in piedi davanti a lui. Sembravano finti tanto che erano particolari, e Stiles si domandò se non indossasse delle lentine colorate, se quella non fosse una moda assurda dei ricchi.
Ma non erano solo gli occhi ad aver attirato il suo interesse, ora che poteva ammirare il viso del ragazzino poteva affermare di aver appena incontrato il ragazzo più bello di Beacon Hills. Aveva i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte ed erano leggermente scompigliati,  gli zigomi alti e pronunciati, un naso proporzionato ed affilato, labbra abbastanza carnose e lucide, ed il mento leggermente arricciato. Non aveva nemmeno un brutto fisico a giudicare da come l'uniforme gli andasse attillata.
 
 
 
Era adorabile. E bellissimo. E figo.
 
 
 
 
 
 
E dio, sarebbe sicuramente stato la più bella scopata che Stiles avesse mai fatto in vita sua. Non gli importava che probabilmente il ragazzino fosse anche un figlio di papà pieno di sé, lui lo voleva, nudo, sul suo letto o in ogni altra parte, a gemere per lui.
 
 
Sapeva che lo stava fissando con un ghigno malizioso, ma tanto dubitava che l'altro potesse vederlo visto che indossava la bandana.
 
 
Il ragazzino arrossì (e Stiles credeva che non esistessero più ragazzi che arrossissero!) ed abbassò lo sguardo schiarendosi la gola palesemente a disagio, Stiles stava giusto per presentarsi e flirtare con lui per sondare il terreno quando però il custode fece irruzione nella biblioteca.
 
 
 
 
 
-DOVE SEI BRUTTO DELINQUENTE?-
 
 
 
 
 
 
 
Stiles spalancò gli occhi e si diede dell'idiota quando si rese conto di essersi messo a perdere tempo con quel ragazzino invece di fuggire via, e ora era in trappola in quella biblioteca, in compagnia di quell'alunno che sicuramente lo avrebbe smascherato.
 
 
 
 
 
-Lo so che sei qui. Esci fuori!-ringhiò il custode, avvicinandosi pericolosamente allo scaffale dietro cui erano nascosti.
 
 
 
 
 
Il ragazzino sollevò nuovamente lo sguardo su di lui e studiò la sua espressione terrorizzata, e Stiles pensò che anche se lo avesse consegnato al custode lui gli avrebbe perdonato tutto solo perché aveva due occhioni meravigliosi.
Il ragazzino si mosse all'improvviso, uscendo allo scoperto dagli scaffali e socchiudendo gli occhi quando il custode gli puntò la torcia contro il viso.
 
 
 
 
-BECCATO!-esclamò l'uomo, afflosciando le spalle quando riconobbe l'altro.-Oh, Hale, sei solo tu.-
 
 
 
 
 
 
"Hale". Stiles registrò quel cognome nella sua mente e si appiattì maggiormente allo scaffale.
 
 
 
 
 
 
-Salve signor Trainor.- sorrise nervosamente il ragazzino.-Successo qualcosa?-
 
 
 
 
-Un teppista è entrato nella scuola.- borbottò l'uomo spegnendo la torcia.-Ho provato ad acciuffarlo ma quel dannato ragazzino corre davvero veloce!-
 
 
 
 
 
-Un teppista? Davvero??- domandò l'altro, sorpreso.
 
 
 
 
 
 
Stiles si corrucciò a quello scambio di battute. Possibile che il ragazzino lo stesse coprendo?
 
 
 
 
-Già. E a giudicare dalla tua reazione, direi che non si è nascosto qui dentro.- sbuffò il " signor Trainor".
 
 
 
 
 
Stiles deglutì aspettando la risposta dell'altro.
 
 
 
 
 
-Uh, no. Ci sono solo io.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Incredibile. Aveva mentito per proteggerlo. Certo, aveva mentito davvero male, ma Stiles rimase sorpreso per quel gesto e guardò più attentamente il profilo del ragazzino.
 
 
 
"Che cosa sei..."
 
 
 
 
 
 
-Mi è sfuggito anche questa volta!- imprecò il custode.-Ma la prossima volta? Ohhh, la prossima volta sarà mio!-
 
 
 
 
 
Stiles alzò gli occhi al cielo per la drammaticità del custode e decise di approfittare del momento per andare a controllare una delle finestre della stanza.
 
 
 
 
 
-Sicuramente.-rispose il ragazzino, e Stiles sghignazzò.
 
 
 
 
 
-Ma tu cosa ci fai ancora qui?- domandò il custode proprio mentre Stiles apriva lentamente la finestra sotto la quale c'era un camioncino, forse quello della mensa.
 
 
 
 
-Oh, io…-
 
 
 
 
 
-Stavi approfondendo lo studio, non è vero?- ridacchiò il custode.
 
 
 
 
-Beh, sì.- ammise il ragazzino sottovoce.
 
 
 
 
 
 
Stiles lo sentì lo stesso e, suo malgrado, distese le labbra in un sorrisetto intenerito.
 
 
 
 
 
-Ahhh, Hale, Hale. Studi davvero troppo. Dovresti uscire e divertirti con i tuoi amici invece di passare intere giornate chinato sui libri.-
 
 
 
 
 
 
"Io gli farei volentieri passare giornate intere chinato per altri motivi..." pensò Stiles leccandosi le labbra.
 
 
 
 
 
 
-Ma io esco e mi diverto con loro.- provò ad obbiettare il ragazzino, e il custode scoppiò a ridergli in faccia.
 
 
 
 
 
 
-Certo, come no. Ti aspetto fuori al cancello principale, esci tra cinque minuti o giuro che ti chiudo dentro la scuola.- lo avvisò prima di uscire dalla biblioteca.
 
 
 
 
 
-D’accordo, poso i miei libri ed esco.- rispose il ragazzino per poi tornare dietro agli scaffali.
 
 
 
 
 
 
 
 
Stiles avrebbe già potuto saltare giù e sparire, invece aspettò accovacciato sul davanzale ed osservò il ragazzino posare i libri con espressione imbronciata. Era così bello e lo aveva protetto senza nemmeno conoscerlo, dimostrando di essere diverso dagli altri ragazzi ricchi.
 
 
 
 
 
"Dai meraviglia, voltati, guardami. Fammi vedere i tuoi occhioni un'ultima volta."
 
 
 
 
 
Quasi come se lo avesse sentito, il ragazzino si voltò nella sua direzione e cercò persino di trattenere un sorriso.
 
 
 
 
 
 
-Grazie mille, splendore.- gli sussurrò con voce calda, perché era questo che l'altro era, uno splendore.
 
 
 
 
 
 Dopodiché si lanciò di sotto, atterrando agilmente sul tettuccio del camion per poi scendere a terra. Sollevò lo sguardo sulla finestra e sorrise quando vide il ragazzino guardarlo e sospirare sollevato, gli fece un teatrale inchino per dimostrargli che stesse bene e poi fuggì via, scavalcando il cancello secondario della scuola.
 
 
 
Si allontanò appena dall'edificio, nascondendosi dietro ad un muretto e permettendosi di tirare in sospiro di sollievo. L'aveva scampata per un pelo, se non avesse incontrato quel piccolo angelo in quel momento suo padre starebbe aggiungendo l'ennesima delusione da parte sua nella sua già lunga lista.
 
 
Si accese una sigaretta per rilasciare la tensione accumulata per la fuga e si rilassò contro il muretto. Espirò lentamente il fumo, reclinando la testa verso l'alto e chiudendo gli occhi mentre si permetteva di immaginarsi il viso del ragazzino...
 
 
 
 
 
-Hale.-sussurrò assaporando quel cognome sulle labbra e facendo quasi le fusa per quanto gli piacesse pronunciarlo.
 
 
 
 
 
Se avesse avuto più tempo si sarebbe presentato ed avrebbe flirtato con lui fin quando non lo avesse visto arrossire fino alla punta delle orecchie, e magari lo avrebbe anche spinto delicatamente verso lo scaffale e lo avrebbe baciato lì, inghiottendo i suoni che avrebbe emesso e infilandogli le mani al di sotto della divisa e...
 
 
 
Stiles emise un sospiro flebile con le labbra arricciate intorno alla sigaretta e poi ridacchiò di se stesso. Non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a fare certi pensieri proprio per un ragazzino ricco, eppure quei pochi istanti passati con quello splendore gli avevano innescato una curiosità quasi morbosa di conoscerlo meglio e di sapere di più sul suo conto.
Si drizzò quando sentì delle voci in lontananza e scorse proprio la figura del ragazzino camminare per strada in mezzo ad una ragazza dai capelli rossi e un ragazzino dai capelli ricci biondi, e sorrise soltanto nel vedere l'altro in lontananza.
 
 
 
"Ci rivedremo ancora, splendore." pensò tirandosi su il cappuccio della felpa che gli era scivolato oltre la testa e voltandosi per tornare a casa.
 
 
 
 "Ci ricedremo molto presto."
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Unforgettable night- Stiles POV ***


Note autrice: Ecco un altro capitolo di TYT dal punto di vista di Stiles! Vi ringrazio per le tante richieste che mi avete fatto e prometto che cercherò di sviluppare le parti che più vi piacciono dal POV di Stiles, ovviamente con i giusti tempi! <3
P.S. In questo capitolo viene usata l'espressione "bussola interiore", sappiate che è una cosa che ho preso da Fefi e che non ho inventato io.

P.P.S. Anche questo è dedicato alle mie cicce (a Fefi in special modo perchè questa è la sua scena preferita). Vi amo! <3






UNFORGETTABLE NIGHT- STILES POV


"Nice to meet you, where you been? 
I could show you incredible things.
Magic, madness, heaven, sin.
Saw you there and I thought
'Oh my God, look at that face
You look like my next mistake
Love’s a game, want to play?' "






Il suo passo era leggero contro l'asfalto rovinato del vicolo stretto e buio che conduceva al locale di Denny, eppure Stiles riusciva a sentire comunque il rumore che producevano le sue vecchie converse sulla strada e pensò che quando si avesse la mente vuota tutto sembrava fare più rumore all'esterno.
 
 
Era da giorni che viveva senza davvero far caso a cosa stesse dicendo o facendo, a volte si ritrovava sdraiato sul suo letto a notte fonda a domandarsi come ci fosse arrivato lì e cosa avesse fatto durante quella giornata, ne aveva parlato solo con suo padre, più che altro era stato quest'ultimo ad obbligarlo a dirgli cosa diavolo gli stesse succedendo, e ovviamente poi non aveva saputo dirgli niente su come aiutarlo, dopotutto suo padre era lo sceriffo non uno psicologo, però gli aveva detto che spesso succedesse anche a lui e allora avevano capito. Non che ci volesse molto per capire che ogni suo comportamento strano fosse dovuto alle condizioni di salute di sua madre, dopotutto era il mimino che potesse succedere a chi viveva in simbiosi con la propria madre e poi scopriva che fosse solo questione di tempo prima che questa lo lasciasse per sempre.
 
 
A volte arrivava a desiderare che sua madre non fosse sempre stata così buona con lui, sempre così presente e pronta ad abbracciarlo sin da quando era solo un bambino iperattivo che non riusciva a controllarsi. Se fosse stata una madre più assente e stronza, magari in quel momento lui non si starebbe sentendo come se avesse perso la sua bussola interiore* e non sapesse più dove andare, cosa fare, cosa essere, cosa pensare.
 
 
 
 
Sua madre si era ammalata e lui aveva smesso di essere una persona.
 
 
 
E quindi ora era lì, a percorrere la solita stradina che tanto odiava ma che era costretto a vedere ogni giorno perché aveva dannatamente bisogno di soldi.
Alcuni ragazzi si erano appostati davanti all'entrata del locale per fumare, e smisero di parlare tra loro non appena lui salì i gradini e gli si avvicinò. Si fermò per ricambiare i loro sguardi e non batté ciglio quando notò come ognuno di loro si affrettò a mettersi in pose più seducenti, era palese che volessero che se li portasse a letto, e per un secondo pensò che forse una bella scopata gli avrebbe fatto bene, magari in quel modo avrebbe smesso di pensare che il giorno dopo avrebbe potuto trovare sua madre senza vita, tuttavia la voglia gli passò non appena studiò i visi di quei tizi.
 
 
 
 
Non gli piacevano nemmeno un po' ed era ridicolo che gli stessero facendo perdere tempo anche soltanto facendosi guardare. Non aveva gusti specifici in fatto di ragazzi e spesso aveva accettato di scopare anche quelli che non avrebbe definito attraenti, però era da un po' che non riusciva ad eccitarsi così facilmente, l'ultima volta che si era ritrovato a fare pensieri sconci era stata qualche giorno fa, con quel bel ragazzo che lo aveva aiutato ad evadere dal liceo dei ricconi.
 
 
 
Cazzo, quello si che riusciva ad eccitarlo soltanto con il pensiero. Aveva pensato e ripensato a quel viso fino a consumarsi, lo aveva anche disegnato, però non era riuscito a trovare i giusti colori per gli occhi. Mio Dio, quegli occhi erano così strani e così trasparenti, Stiles li aveva trovati talmente pieni di purezza ed innocenza che quasi si era sentito un bastardo a guardarglieli e a rovinarli con i propri che di puro ed innocente non avevano più niente.
Si era domandato tante volte che tipo dovesse essere quell' Hale, magari non era così buono come gli era apparso a primo impatto, magari era un bulletto, uno di quelli che prende in giro i ragazzi meno ricchi e si vanta delle mille proprietà della propria famiglia.
 
 
 
Il ragionamento non faceva una piega. Stiles era praticamente certo che se lo sarebbe scopato anche se avesse avuto un caratteraccio.
 
 
 
 
 
-Come siete provocanti questa sera, mamma mia.-ironizzò in direzione dei ragazzi, sorridendo divertito.-Nooo, anche le bandane?-domandò indicando le teste fasciate di due ragazzi.-Troppa sensualità in una sola serata, mi stanno bruciando gli occhi. Sarà meglio che entri!-esclamò aprendo la porta ed entrando nel locale sempre super affollato.
 
 
 
Ridacchiò quando sentì i ragazzi all'esterno urlargli un offeso e risentito "Fanculo, Stilinski!" prima che la porta si richiudesse alle proprie spalle. Sospirò quando notò come in quel posto ci fossero sempre le stesse persone e si fece largo tra la folla per raggiungere il bancone –o meglio, gli altri si fecero largo per farlo passare, perché lui era il leader e quindi quando doveva passare era compito loro togliersi dalle palle, e grazie tante.
 
 
 
 
 
-Salve genteee!!!-urlò per attirare l'attenzione e sorridendo quando tutti gli risposero con grida di acclamazione. Avanzò ulteriormente verso il bancone e si fermò giusto dietro ad un ragazzino più basso di lui e che doveva essersi direttamente fatto una doccia con la boccetta del profumo perché, wow, non aveva mai sentito qualcuno profumare così tanto da stordirti. Di solito l'unico profumo dei ragazzi di strada era il deodorante, non avevano soldi da spendere per cosmetici e altre cose del genere.-Hey, Denny-bello! Hai bisogno di una mano?- domandò ghignando risaputo verso l'amico che sembrava stesse avendo un brutto momento dietro al bancone.
 
 
 
 
 
-Sempre pronto a fregarti le mance, eh?- ridacchiò l'altro, aprendo lo sportello che conduceva dietro al bancone.
 
 
 
 
 
 
 
Stiles si morse la lingua per non ribattere acidamente che lui non rubasse proprio niente(non più, almeno), e che quelle mance se le guadagnasse con tanta fatica.-Beh, si, mi servono altre bombolette.- ridacchiò evitando di dire che in realtà gli servissero più medicine per i dolori di sua madre, dopodiché sorpassò il ragazzino che gli era davanti e si posizionò dietro al bancone.-Ok, chi è il prossimo??- urlò dopo essersi allacciato il grembiule nero che gli aveva passato Denny.
 
 
 
 
Tutti iniziarono ad urlare le proprie ordinazioni e a spintonarsi come sempre, ma Stiles era troppo sotto shock per ascoltarli perché lui era lì.
 
Occhioni belli (e dallo strano colore) era lì in piedi davanti a lui e sembrava sul punto di mandare tutti al diavolo. Stiles si sporse involontariamente oltre al bancone quando lo vide girargli le spalle ed allontanarsi di qualche passo, cazzo se solo avesse potuto lo avrebbe afferrato per la maglietta e lo avrebbe riportato giusto dov'era...e dove avrebbe sempre dovuto stare: In piedi davanti a lui per farsi ammirare.
Ma visto che Stiles aveva ancora una dignità (e anche perché Denny gli stava mandando occhiate stranite), decise di appoggiarsi sul bancone con gli avambracci e di assumere una posa disinvolta.
 
 
 
 
-Hey, bellezza, non ordini?-gli domandò non potendo evitare di abbassare per qualche secondo lo sguardo sul suo didietro. Ora, quello si che era un culo ben fatto!
 
 
 
 
 
Il ragazzino bloccò la propria ritirata e si voltò lentamente verso di lui, Stiles sorrise quando notò il suo sguardo interdetto e quasi impaurito.
 
 
 
 
 
 
-Io..uhm..sì.- balbettò tornando sui suoi passi e ponendosi giusto davanti al bancone.-Tre coche, per favore.- mormorò con gli occhi che saettavano velocemente dal bancone al suo viso.
 
 
 
 


 
Era così tenero mentre arrossiva e non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, Stiles era talmente abituato ad essere adocchiato in tutti i modi che non sapeva come comportarsi in quel momento. Non voleva che l'altro si sentisse a disagio e gli nascondesse quegli occhi incredibili.
 
 
 
Si, forse stava sviluppando una vera e propria ossessione, ma lui era così: O ignorava o si ossessionava completamente.
 
 
 


 
 
-Arrivano subito!- gli ammiccò per metterlo più a suo agio.
 
 
 
 
Beh, a giudicare da come il ragazzino prese a tamburellare nervosamente con le dita sul bancone non doveva esserci riuscito. Stiles si domandò cosa pensasse l'altro di lui ogni volta che i loro occhi si incrociavano prima che questi li puntasse nuovamente sul bancone.
 Ad un certo punto il ragazzino si incantò a fissargli le mani, e Stiles sperò che non si stesse facendo impressionare dai tatuaggi.
 
 
 
 
-E’ bello rivederti, comunque.- decise di dire qualcosa, sporgendosi leggermente in avanti per farsi sentire meglio. Sapeva che avrebbe potuto dire qualcosa di più appropriato ma era stata la prima cosa che gli era venuta in mente.
 
 
 
 
 
-Come, scusa??- si corrucciò l'altro.
 
 
 
 
 
Ah, avrebbe dovuto aspettarselo. Non si ricordava di lui...e lui che sperava di aver fatto colpo. Oppure...non lo aveva riconosciuto senza la sua bandana a coprirgli il volto! Ma certo!
 
 
Stiles si stuzzicò nervosamente il piercing al labbro.-Non mi riconosci, vero?- domandò suonando fin troppo deluso.
 
 
 
 
 
 
-Uh, no.- scosse la testa, l'altro.-Temo che tu mi stia scambiando per qualcun altro.-
 
 
 
 
 
 
"Certo, perché il mondo è pieno di ragazzi dagli occhi multicolore, i capelli che hanno l'aspetto di essere morbidissimi ed il mento arricciato" fu quello che avrebbe voluto rispondergli Stiles.
 
 
 
Ma non lo disse perché –ancora–aveva una dignità. Quindi rise e si mordicchiò il labbro inferiore.-No, non credo. Non potrei mai scambiarti per qualcun altro.-ammise.
 
 
 
 
Il suo sogno erotico in carne ed ossa si corrucciò nuovamente e lo studiò con lo sguardo.
 
 
 
 
 
 
-Vediamo se così ti viene in mente qualcosa.- ridacchiò Stiles quando capì che l'altro avesse bisogno di un aiuto, quindi si afferrò il colletto della maglietta nera per poi tirarselo fin sopra al naso.
 
 
 
 
 
Il viso dell'altro era talmente espressivo che Stiles riuscì a cogliere l'esatto momento in cui lo riconobbe.-Sei l’artista che è entrato di soppiatto nella mia scuola!- esclamò allargando gli occhi per lo stupore.
 
 
 
 
"Artista".
 
 
Lo aveva definito un artista, Stiles era sicuro di aver sentito bene. Quasi nessuno lo definiva in quel modo, e Stiles provò l'impellente voglia di afferrare l'altro per il colletto di quella ridicola camicia e baciarlo su quel bancone.
 
 
 
 
 
-Sei la prima persona che mi dà dell’artista e non del teppista.-gli sorrise raggiante.-Comunque si, sono proprio io. E tu sei il bel ragazzo che mi ha aiutato ad evadere!-
 
 
 
 
Occhioni belli arrossì visibilmente quando disse “bel ragazzo” e si sistemò meglio gli occhiali sul naso per nascondere il proprio rossore. Stiles non era mai stato un grande fan degli occhiali da vista, eppure si ritrovò a pensare che fosse adorabile che l’altro li indossasse. Ed era anche sexy quando se li aggiustava con fare impacciato.-Il disegno del lupo è spettacolare. Non ho idea di come tu abbia fatto a creare un capolavoro simile.-
 
 
 
 
 
"Anch'io non ho idea di come i tuoi genitori siano riusciti a concepire un tale capolavoro" fu il primo pensiero che colpì Stiles e che questi provò subito a cacciare via perché, duh, i ragazzacci non facevano commenti così sdolcinati.
 
 
 
 
 
-Non era poi così bello.- storse la bocca.-I disegni non mi escono mai bene come vorrei.-ammise pensando anche al ritratto che aveva provato a fare dell’altro. Ora che lo aveva davanti poteva assicurare di non essere affatto riuscito a dargli giustizia.
 
 
 
 
 
 
-Non sono d’accordo.- controbatté l'altro per poi sobbalzare e schiarirsi la voce al sorriso genuino che gli regalò lui.-E’ un peccato che il custode della mia scuola abbia già chiamato degli imbianchini affinché lo eliminassero. È bello vedere un po’ di colore al posto dei soliti muri spogli.-
 
 
 
 
 
 
-E che muri!- fischiò lui.-Sono così lisci da essere perfetti per essere imbrattati. Dico sul serio!- esclamò quando l'altro lo giudicò sollevando un sopracciglio.-Hai mai provato a disegnare sul vagone di un treno? Fidati, non è facile.-
 
 
 
 
 
-E nemmeno legale.- ribatté il ragazzino.
 
 
 
 
 
 
Stiles fece spallucce perché tanto la legalità non era mai stata un suo problema. Dopodiché si ricordò che non si fossero ancora presentati e si affrettò a porgergli la mano.-Sono Stiles, comunque.-
 
 
 
 
 
L'altro allungò la mano verso la sua.-Oh, io sono-
 
 
 
 
 
-Stiles! Ma che stai facendo?? Non vedi che ci sono altre cento persone che devono ancora ordinare!?-nemmeno a farlo di proposito Denny si intromise proprio in quel momento e lo spinse via.
 
 
 
 
 
Stiles guardò impotente l'altro posare i soldi sul bancone, afferrare i bicchieri di coca ed allontanarsi. Non aveva nemmeno potuto sapere come si chiamasse.
 
 
 
 
 
-Stiles, ti svegli??-Denny schioccò le dita davanti al suo viso, facendogli distogliere lo sguardo dall'altro.-Ma cos'hai oggi? Non mi stai aiutando affatto a gestire le ordinazioni!-
 
 
 
 
 
-Ma se stavo servendo un cliente!-ribatté Stiles, affrettandosi a servire gli altri clienti.
 
 
 
 
 
 
-No, stavi flirtando con lui. È diverso.-
 
 
 
 
 
 
Stiles alzò gli occhi al cielo e poi li puntò sulla schiena del ragazzino che stava parlando con una tizia dai capelli rossi e un ragazzo con una chioma riccia.-Ma tu lo conosci?-
 
 
 
 
 
 
Denny rise di gusto mentre cliccava sulla cassa.-Ti sembro il tipo che conosce tizi del genere? Mi stupisce che ti piaccia uno così.-
 
 
 

 
 
 
Stiles si corrucciò mentre preparava una birra.-Cosa intendi?-
 

 
 
 
 
-Beh dai, guardarlo.-disse Denny, e Stiles lo guardò davvero anche se l'altro fosse di spalle.-A giudicare da com'è vestito dev'essere un ragazzo ricco, e tu odi i ragazzi ricchi. Poi sembra spaventato da tutto ed ha questi orribili occhiali che non lasciano dubbi sul fatto che sia un nerd.-
 
 
 
 

 
 
-Non mi è sembrato come quegli snob con la puzza sotto il naso, i vestiti gli stanno bene e quegli occhiali mettono in risalto i suoi occhi. Hai visto che occhi che ha? Non sono normali.-disse velocemente.
 
 
 
 



 
Denny fermò i suoi movimenti per guardarlo interdetto.-Ti stai prendendo una cottarella, Stiles?-ghignò malefico.
 
 
 


 
 
Stiles boccheggiò inorridito.-No! Ma cosa dici!? Vorrei solo portarmelo a letto. Tutto qui.-
 
 
 
 
 

 
-Stiles, sono un ragazzo gay anch'io, e quando voglio portarmi a letto qualcuno gli guardo il culo, le gambe, le mani...ma gli occhi?-domandò guardandolo quasi teneramente.-Gli occhi si guardano in altre circostanze. Con gli occhi non raggiungi l'orgasmo.-
 
 

 
 
 
 
Stiles emise un verso simile ad una pernacchia.-Beh, è evidente che non hai mai scopato con dei ragazzi con delle facce orribili. Invece quello lì ha la più bella faccia di sempre e amerei specchiarmi in quegli occhi mentre lo sto scopando.-
 


 
 
 
 
Denny ridacchiò scuotendo la testa.-Ameresti specchiarti in quegli occhi? Quanto sei tenero!-lo prese in giro.
 
 
 
 
 


-Fottiti.-rispose Stiles afferrando lo strofinaccio agganciato nella parte bassa del bancone e prendendo a pulirne la superficie. Ovviamente approfittò per mandare un’altra occhiata all’altro e vide che i suoi due amici lo stavano guardando con sorrisi divertiti, Hale finse palesemente di bere dalla sua coca-cola per poterlo guardare a propria volta ma non appena i loro occhi si incontrarono si voltò di colpo in avanti.


 
 
 
 
Faceva anche il prezioso…
 
Stiles lo odiava.
 
E si, per odiare intendeva che volesse baciarlo fino a non sentirsi più le labbra.
 
 
 
 
 


Non seppe di preciso quanto tempo fosse passato quando servì anche l’ultimo cliente e poté sedersi sul bancone e rilassarsi (mentre continuava a spiare le spalle dell’altro), e si sentì un pochino meglio quando i suoi due migliori amici entrarono nel locale e lo raggiunsero al bancone.
 
 
 


 
-Sapevamo che ti avremmo trovato qui.-disse Scott.-Turno impegnativo?-gli domandò quando notò la sua espressione stanca.
 
 
 


-Non mi ci far pensare.-lo supplicò Stiles roteando le spalle e facendole schioccare.-Fortunatamente ho avuto una bella distrazione o mi avreste trovato morto sul bancone.-
 
 
 


 
Jackson alzò gli occhi al cielo.-Sentiamo, chi ti porterai a letto questa volta?-
 
 
 


 
Stiles si leccò lentamente le labbra e guardò alla propria sinistra, proprio lì dove erano seduti Hale e i suoi due amichetti.-Il ragazzo seduto di spalle lì in fondo. E’ lo stesso di cui vi ho parlato l’altra volta, quello che mi ha aiutato ad evadere dal liceo.-
 
 
 


 
-Hale??-domandò Jackson assumendo un’espressione schifata e scioccata.
 
 
 


 
Stiles annuì.-Non mi hai ancora detto come si chiama, Jacky.-gli ricordò spazientito.
 
 


 
 
-Te l’ho detto invece. Si chiama Sigfrido.-rispose annoiato, facendo ridere Scott.
 
 
 


 
Stiles però era troppo curioso di conoscere il nome di quello splendore per poter ridere  a propria volta.-Ti va una birra? Offre la casa.-
 


 
 
 
-Come se non sapessi che vuoi farmi ubriacare per farmi dire come si chiama la tua nuova fissazione.-borbottò Jackson.
 
 
 
 


Stiles si passò le mani sul viso emettendo un grugnito stanco.-Ma è così bello. Come fate a non vederlo?-domandò scioccato.-Cos’è, vi fanno schifo i visi perfetti e gli occhi colorati?-
 
 
 


 
 
Jackson e Scott si scambiarono uno sguardo perplesso a quello.
 
 
 


 
-Io sono etero.-gli ricordò Jackson.-E Hale non mi trasmette assolutamente niente, cosa che non posso dire per la sua amica. Ho provato a parlarle più volte a scuola ma ci sono sempre quei due tra i piedi.-
 
 
 


 
-Si, a proposito…chi è il ricciolino? Non è male.-ghignò Scott adocchiando in quella direzione.
 
 
 
 


 
Stiles li guardò incazzato e batté le mani davanti ai loro visi per disincantarli.-Stavamo parlando del mio schianto, non dei vostri. Ora, parlate.-
 
 


 
 
-Io non lo conosco, brò!-esclamò Scott.-E’ Jackson che fa il bastardo e non vuole dirti niente.-
 


 
 
 
-Non è il tuo tipo.-sbuffò Jackson quando Stiles lo guardò in attesa.-E’ un vero e proprio secchione, sta sempre a studiare ed è il preferito di tutti i professori. Non ha molti amici, a parte quei due, gioca a Lacrosse ma io sono decisamente più bravo, e i suoi genitori sono due avvocati importanti.-
 
 
 
 


Stiles si grattò nervosamente una guancia.-Non pensavo fosse così ricco.-ammise afflitto, era sempre un problema quando c’era molta differenza economica.-Per il resto penso che potrebbe perfettamente essere il mio tipo.-
 
 
 


 
-E’ un secchione!-ripeté Jackson.
 
 


 
 
-E allora? E’ intelligente. L’intelligenza è sexy.-ghignò Stiles.
 
 
 
 


-E’ troppo timido e insicuro, non te lo darà nemmeno se lo supplichi.-ribatté Jackson.
 


 
 
 
“Non m’importa.” pensò Stiles.
 
 
 
 


-Vedremo.-disse invece voltandosi verso il soggetto della conversazione e beccandolo mentre lo guardava.-Ci sta guardando, cazzo.-bisbigliò agli amici.-Non voltatevi.-gli ordinò e loro ovviamente si voltarono a guardarlo.-Ma siete coglioni!?-grugnì incazzato.-Ecco, lo avete spaventato. Perfetto.-borbottò quando vide come l’altro si fosse voltato di scatto verso gli amici.-Ma cosa fa?-domandò osservando ogni suo movimento.
 
 
 
 
 



-Uhm, credo stia scappando.-mormorò Scott.-Forse dovresti lasciarlo andare  e non fare niente di avventato.-provò a consigliargli proprio nell’esatto momento in cui Stiles imprecò in polacco e scese con un balzo dal bancone per rincorrerlo.-Oppure no…-
 
 
 
 


-Odio quando fa il maniaco.-borbottò Jackson, seguendolo.
 
 
 
 
 



 
Stiles non era un maniaco. A dir la verità non aveva mai inseguito un ragazzo in vita sua, erano più gli altri ad inseguire lui a dire il vero e…al diavolo! Non avrebbe permesso a quella meraviglia di andarsene senza avergli prima chiesto di rivedersi.
 
 



Stiles agì in fretta e senza pensare, gettandosi praticamente davanti alla porta che l’altro aveva appena raggiunto. Oh cazzo, e ora?
 
 




-Hey!!- lo salutò provando a fargli credere che si fosse trovato lì per caso e che non stesse affatto cercando di bloccargli l’uscita.-Già te ne vai?-gli domandò poggiandosi con non chalance alla porta per tenerla chiusa.
 
 


 
Altri ragazzi si avvicinarono a loro quasi accerchiandoli per poter assistere alla scena, e Stiles in quel momento odiò più che mai essere il leader della strada.
 
 



 
-Si, è tardi.- rispose l’altro con la voce che gli tremò leggermente.
 
 
 



 
“Andiamo, non aver paura. Non vedi che sono solo un povero scemo disperato?” piagnucolò Stiles nella propria mente.
 
 
 



 
 
-Tardi? È appena mezzanotte.- si corrucciò.
 
 




 
Cazzo la sua giornata era praticamente già iniziata e l’altro se ne usciva con “è tardi”!
 
 
 



 
-Per noi è tardi.-ripeté l’altro.
 
 
 



 
-Oh, avete il coprifuoco?-domandò ostinandosi a non trovarla una cosa ridicola.
 
 
 
 
E tenera.
 



 
 
 
-Sì. Anzi lo abbiamo anche superato, quindi se ci facessi il grande favore di spostarti, te ne saremmo grati.- sorrise cordialmente l’altro.
 
 





Dio quanto era bello. Ma si rendeva conto di essere un sogno? I suoi amici sapevano che avessero sbagliato di grosso a portarlo in un posto così pieno di pervertiti? Stiles avrebbe dovuto tenerli d’occhio se avessero preso ad uscire da quelle parti.
 
 
 



 
-Uh, sì, scusa.-disse scuotendo la testa per disincantarsi e facendosi da parte.
 
 




L’altro annuì per ringraziarlo ed afferrò il pomello della porta, Stiles resistette per poco tempo prima di chiudere nuovamente la porta spingendola con una mano.
 
 
 


 
-Solo..puoi almeno dirmi quando potrò rivederti??- gli domandò speranzoso.
 




 
L’altro spalancò gli occhi davanti a quella richiesta, e Stiles lo guardò speranzoso.
 
 



 
-Oh, ma per favore.- fu la risposta dell’altro che riprovò ad aprire la porta.
 
 
 


 
Stiles la chiuse un’altra volta ignorando il suo grugnito infastidito. Aveva una missione.
 
 
 



 
-Magari domani? Che ne dici?- gli domandò quindi, facendoglisi più vicino.
 




L’altroindietreggiò e finì addosso all’amico riccioluto che gli avvolse un braccio intorno alla vita in un gesto protettivo.  Stiles gli dedicò uno sguardo di fuoco, ritrovandosi molto infastidito per quel tocco che a lui invece non era permesso. Ancora.
 
 


 
 
-Sono impegnato domani.- rispose velocemente, l’altro.
 
 


 
-Dopodomani?- ripropose Stiles.
 
 
 


-Anche.-
 
 



“Merda!”
 
 



 
-Venerdì??-chiese con insistenza.
 


 
 
-Io..non lo so! Ok!?- sbottò l’altro, e oh…questo non se lo aspettava.-E poi perché mai dovrei uscire con te? Nemmeno ti conosco!-
 
 


“Appunto! Conosciamoci. Parliamo. Tocchiamoci. Fammi sentire come ti pia-“
 
 


 
 
-Beh, per questo dovresti accettare di uscire con me.- sorrise Stiles.-Per conoscerci meglio.-
 
 
 


-Non voglio conoscerti.-
 


 
 
“Ouch!”
 
 


 
Stiles non si mostrò intristito o colpito dalle sue parole e lo fissò dritto negli occhi.-Io sì.-
 
 
 


-Rassegnati.-
 
 



“Io? Stiles Stilinski? Rassegnarmi? Ha!”
 
 


 
Stiles ridacchiò divertito alla sua risposta e si poggiò con una spalla contro la porta del bar.-Visto? Se accettassi di conoscermi, sapresti che non sono un tipo che si rassegna facilmente.-
 
 
 


 
-Non mi interessa, solo..lasciami tornare a casa!- sbuffò l’altro cercando inutilmente di aprire la porta.
 



 
Ai suoi tentativi vani di aprire la porta alcuni ragazzi si misero a ridere di lui, facendolo arrossire imbarazzato…e facendo incazzare Stiles come una bestia.
 



-Hey!- sbottò guardandoli truce e zittendoli in un secondo. Nessuno doveva ridere di lui.-Senti, io voglio solo offrirti un caffè.- fece spallucce per fargli capire che le sue intenzioni fossero nobili…per ora.
 
 


L’altro continuò a cercare di spingere la porta verso di sé. Aveva un bel temperamento, questo Stiles glielo concesse.-Conserva i tuoi soldi per le bombolette per imbrattare altri muri.- borbottò.
 
 
 

 
-Guarda che non sono mica un barbone, eh, posso permettermi di offrire un caffè.- ridacchiò Stiles.
 
 
 




-Senti, ma non hai nessun altro da scocciare??- sbuffò l’altro, arrendendosi dall’aprire la porta per affrontarlo.
 
 




“Tanti altri ragazzi che morirebbero per essere al tuo posto. Ma col cazzo che ti lascio scappare da me, splendore.”
 
 
 


-No.- sorrise Stiles.-Ho scelto te.-
 
 


 
-Cosa sono, un Pokemon!?-
 
 
 
 
Stiles lo assecondò ed annuì. Gli piaceva il suo sarcasmo.-Il più carino.-
 
 
 
 
-Possiamo anche stare qui per tutta la notte, se vuoi, ma sappi che la mia risposta rimarrà sempre la stessa.- incrociò le braccia al petto, l’altro, sembrando quasi un bimbo indispettito.
 
 
 
 
Stiles provò a non pensare a loro due che passavano la notte lì a fare del sesso perfetto sul bancone, ma era solo un essere umano che per di più non faceva sesso da un po’, quindi ci pensò comunque.

 
 
 
Sorrise divertito e si stuzzicò con la lingua l’anellino nero sul labbro inferiore.-Sarebbe un sogno passare una notte con te.- ghignò sottovoce, scatenando delle risate generali ad altri ragazzi che si erano uniti ad assistere alla scena.
 
 
 


L’altro lo guardò con astio.-Ti avverto: Se non ci lasci andare immediatamente, dirò al preside della mia scuola che sei stato tu ad imbrattare il muro del corridoio!- lo minacciò, quindi.
 


 



“Aww sta provando a minacciarmi.”
 
 
 


 
Stiles sollevò entrambe le sopracciglia.-E chi ti crederebbe? Non hai comunque prove.- rispose a tono.
 
 
 
 
 


-Dirò che ti ho visto con i miei occhi.- ghignò Derek sollevando il mento con fare stizzito.
 
 


 
“I tuoi bellissimi occhi” lo corresse mentalmente.
 
 
 


Stiles piegò la testa di lato ed annuì in accordo.-Potresti farlo, ma poi dovresti spiegare come mai hai mentito al custode e passeresti per mio complice.-ghignò vittorioso.
 
 
 
 


L’altro boccheggiò senza sapere cosa rispondere, e ciò rese Stiles ancora più fiero della propria risposta, tuttavia il suo sorriso svanì quando lo vide prendere la mano del suo amico riccio e tornare verso i divanetti. Chiunque fosse quel ragazzino riccio doveva sparire, e subito.
 
 
 


 
-Amico.-Scott sembrava sul punto di ridergli in faccia e portarlo in un manicomio nello stesso momento.-E’ stata la scena più esilarante della mia vita.-
 


 
 
 
-E’ così cocciuto, cazzo. Voglio solo uscire con lui e offrirgli un caffè, che male gli farebbe accettare?-domandò scocciato e continuando a fissare l’altro. Quando i loro occhi si incontrarono Stiles si sistemò meglio contro la porta per fargli capire che no, non sarebbe uscito facilmente da lì.
 
 
 


 
-Te l’ho detto che non avrebbe accettato.-disse Jackson.-Fidati di me, lascia perdere e trovati qualcun altro da importunare. Quel ragazzino non fa per te.-
 
 
 


 
-Non capisci, ormai è diventata una questione di principio.-borbottò Stiles incrociando le braccia al petto.-E poi mi ha incuriosito troppo, capisci? Devo almeno conoscerlo per togliermelo dalla testa.-
 
 


 
 
-Stiles, ti prego no.-lo supplicò Scott.-Ho assecondato ed accettato tutte le tue ossessioni, ho persino rischiato di essere arrestato pur di farti imbrattare quei vagoni, ma non posso permetterti di ossessionarti per un ragazzo. E’ stalking e potresti passare guai seri.-
 
 
 


 
-E ricorda che i suoi genitori sono avvocati.-aggiunse Jackson.
 
 
 


 
 
Stiles sbuffò e si morse il labbro inferiore.-Non voglio fare lo stalker.-precisò.-Voglio solo…vedere la sua stupida faccia e conoscerlo meglio.-
 
 


 
 
-Sembra tu abbia una cotta.-ammise Scott guardandolo stranito.
 
 
 



Stiles alzò gli occhi al cielo.-Non ho una cotta!-
 
 
 

 
-Hai decisamente una cotta.-ribatté Jackson.
 
 
 
 

 
-Ma cos’avete tutti oggi contro di me!?-domandò Stiles.-Io non ho affatto una cotta per quello!-esclamò indicando il ragazzino sui divanetti.
 
 
 

 
 
Eccetto che questa volta c’erano solo i divanetti, i tre ragazzi erano spariti.
 
 
 
 
 

-Hey, dove sono finiti??-domandò guardandosi nervosamente intorno.
 
 
 
 


E poi, il caos.
 
 


 
 
Stiles si ritrovò stordito dal suono di un allarme e all’improvviso iniziò a piovere acqua dal soffitto. Tutti iniziarono ad urlare e a cercare di uscire da lì, accalcandosi contro l’uscita e schiacciandolo contro la parete, Stiles ci mise un’eternità per riuscire ad uscire a propria volta.
 
 
 
 


-Ma cosa cazzo è successo?-domandò Jackson, pettinandosi ossessivamente i capelli ora del tutto rovinati.
 
 
 


 
-Non lo so, non ci ho capito niente.-ammise Scott guardando tutte le persone che si stavano lamentando dei vestiti bagnati.
 
 
 
 


A Stiles non poteva fregare di meno dei suoi vestiti completamente bagnati, le sue priorità erano altre, e cioè trovare assolutamente quel ragazzino. Era anche un po’ preoccupato che si fosse ferito per via della folla impazzita di poco prima, e sul serio, non sapeva che tipo di incantesimo gli avesse fatto l’altro per essere riuscito a renderlo così imbarazzante ma magari con un’uscita avrebbe trovato le proprie risposte.
 
 


 
 
-Ok, chi è stato lo stronzo che ha azionato l’allarme anti-incendio in bagno!?-sbottò Denny uscendo dal proprio locale oramai allagato.
 
 
 
 
 


Stiles venne colto da un’illuminazione improvvisa. Era stato lui, non poteva essere altrimenti. L’allarme era scattato proprio quando lui e i suoi amichetti erano scomparsi.
A quella realizzazione Stiles prese a cercare l’altro con maggiore enfasi, e proprio quando stava per arrendersi intravide delle sagome in lontananza, verso l’inizio della strada. Stiles rimase incantato a guardare il suo sorriso soddisfatto e il modo in cui i suoi capelli da bagnati sembrassero ancora più neri, e quando gli occhi dell’altro trovarono i suoi sentì qualcosa muoversi nel suo stomaco, una sensazione strana ma piacevole che non aveva mai provato per nessuno. Il sorriso del ragazzino aumentò a dismisura e poi gli fece un inchino fiero, proprio come glielo aveva fatto lui quella volta al loro primo incontro, e Stiles non riuscì a trattenere una piccola risata incredula e lo guardò correre via.
 
 
 
 


-Jackson.-chiamò l’amico che aveva assistito alla scena.-Devi dirmi il suo nome, ora. Ho bisogno di dare un nome a quella meraviglia sfacciata.-
 
 
 



 
Jackson sospirò ma gli posò un braccio sulle spalle.-Derek.-rivelò.-Si chiama Derek Hale, e se te ne sei invaghito è mio dovere informarti che sei in un mare di merda.-
 



 
 
Il sorriso di Stiles divenne più grande e si poggiò meglio contro l’amico.-Derek.-ripeté.-Suona bene. Gli si addice.-
 
 
 


 
-Andrai a trovarlo fuori scuola domani, vero?-domandò Jackson in tono rassegnato.
 
 
 


 
-Puoi scommetterci. Ha catturato tutta la mia attenzione.-disse fissando il punto in cui prima si trovava l’altro.-Ora non ha scampo. Devo averlo.-
 
 
 


 
-Che il cielo ce la mandi buona.-sospirò Scott.
 
 

 
 
E Stiles concordò silenziosamente con lui. Che il cielo gliela mandasse buona…
 



 
E gli permettesse di avere Derek Hale tutto per sé.
 
 
 
 

‘Cause, darling, I’m a nightmare dressed like a daydream" [ "Perchè, tesoro, sono un incubo vestito come un sogno"].

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The moment I've been waiting for- POV STILES ***


Prima rosa di carta e primo bacio raccontati dal punto di vista di Stiles :) 
 


THE MOMENT I’VE BEEN WAITING FOR- POV STILES


-Indossate tutte le protezioni prima di entrare nel campo di paintball, altrimenti sappiate che non ci assumeremo alcuna responsabilità nel caso doveste farvi male. Non mirate al viso o al capo, e vi sconsiglio anche le parti basse. Le palline di vernice potrebbero causare lividi non permanenti sulla pelle. Ogni danno provocato agli oggetti di scena dovrà essere risarcito. Una volta che siete stati colpiti da un vostro compagno non potete più sparare ma dovrete rimanere fermi sul posto finché non sentirete l'allarme che annuncerà la fine della partita. Vincerà l'unica persona che non sarà mai stata colpita. Tutto chiaro?-spiegò l'addetto ai giochi con voce annoiata, non preoccupandosi nemmeno di guardarli mentre gli porgeva le pistole e le protezioni da indossare prima di entrare nell'arena.
 
 
 
Stiles le indossò con gesti veloci. Non era la prima volta che giocava a paintball e a dir la verità lo trovava un gioco abbastanza stupido, ma quella volta era diverso. Quella volta c'era Derek, e il solo vederlo al suo fianco mentre tentava di capire come allacciarsi la cintura delle munizioni attorno alla vita gli trasmetteva un senso di adrenalina incredibile. Ultimamente c'era stata una strana atmosfera tra di loro...non sapeva dire se fosse solo una sua impressione, ma più di una volta quando aveva fatto toccare le proprie labbra con quelle di Derek in un dolce bacio a stampo gli era sembrato che quest'ultimo volesse di più. Ovviamente non aveva mai provato ad approfondire il bacio, sarebbe stato un rischio troppo grande e l'ultima cosa che voleva era spaventare il ragazzo con cui si stava frequentando proprio ora che si stava lasciando andare in sua compagnia. 
 
 

Era consapevole della fragilità della loro relazione. Sapeva che sarebbe bastato anche solo un passo falso per perdere tutta la fiducia che l'altro gli stava concedendo, e sinceramente Stiles aveva sempre avuto troppo poco dalla vita per poter mandare a puttane l'unica cosa bella che gli era capitata solo per potersi togliere lo sfizio di baciare Derek per davvero. Sarebbero arrivati a quel punto, prima o poi, e fino ad allora avrebbe aspettato e rispettato i tempi dell'altro.
 
 
Cavolo, Jackson aveva ragione quando gli diceva che stava diventando il primo romantico. E il suo amico non era nemmeno a conoscenza del fatto che la scorsa notte Stiles aveva dormito con Derek, abbracciato a lui, e che al mattino gli aveva lasciato una rosa di carta sul comodino.
 

Si era sentito strano per tutto il tempo per quel gesto. Non aveva mai dormito con nessuno prima d'ora, nemmeno con i suoi migliori amici. Aveva sempre condiviso un letto solo per scopi molto più fisici di un semplice abbraccio, ma mai si era sentito così bene e completo come quando aveva avuto Derek addormentato tra le sue braccia. Potersi perdere in ogni minimo particolare del viso di Derek senza che questi se ne accorgesse era stato scioccante, davvero, come prendere una scossa elettrica. E nonostante Derek si fosse agitato molto nel sonno ed avesse cambiato continuamente posizione, emettendo ogni tanto versi scontenti forse per il poco spazio, stargli accanto era stato così calmante per Stiles che per una volta non gli era pesato soffrire d'insonnia. Si era sentito tranquillo quando il peso che solitamente avvertiva al petto durante la notte quella volta era stato dovuto al peso confortante della testa di Derek su di sé, e quando Derek gli aveva dato le spalle e lui aveva potuto abbracciarlo da dietro, si era sentito per la prima volta nel posto giusto.

 
Posto che però era stato costretto a lasciare presto, per evitare che al mattino la famiglia di Derek si accorgesse della situazione.
 
 
Inizialmente aveva preso un fazzoletto per scrivergli un messaggio, un "Mi dispiace se sono dovuto andare via, ci vediamo presto" perché l'idea di Derek che si svegliava da solo e si sentiva abbandonato non gli era concepibile, ma aveva cambiato idea quando si era reso conto che in quel modo chiunque avrebbe potuto leggere quel biglietto prima di lui, e quindi avrebbe rischiato di mettere Derek nei guai con i suoi genitori. Aveva così optato per qualcosa che nessuno avrebbe potuto ricondurre a lui, qualcosa che potesse essere collegato soltanto a Derek.
 
Quindi Stiles lo aveva osservato a lungo, perdendosi nel modo in cui Derek si era raggomitolato maggiormente tra le coperte per l'improvvisa mancanza del calore del suo corpo. Talmente rannicchiato su di sé da sembrare il delicato bocciolo di un fiore.
 


E non un fiore qualsiasi. Quello più fragile di tutti: Una rosa.
 
 

Ed era stata proprio quell'immagine a dargli l'idea. Ci aveva messo un po' per prepararla, perché nonostante fosse bravo con gli origami non ne aveva mai composto uno del genere prima d'ora, ed aveva sorriso soddisfatto quando c'era riuscito. Avrebbe voluto lasciargliela sul cuscino, giusto accanto al viso, per assicurarsi che sarebbe stata la prima cosa che avrebbe visto quando si sarebbe svegliato, ma Derek aveva sbuffato ed aveva cambiato nuovamente posizione proprio in quel momento, impadronendosi della gran parte del cuscino, così aveva deciso di posarla sul comodino accanto al letto per evitare che l'altro potesse rovinarla involontariamente. 
Ovviamente si era sentito uno stupido quasi subito ed era stato tentato di prendere quella rosa di carta e di gettarla prima che Derek potesse vederla e pensare quanto fossero stupide le persone povere, con i loro regali strani e ricavati da dei fazzoletti, ma alla fine aveva deciso di lasciarla lì e di fidarsi dell'altro. Magari avrebbe apprezzato. Derek apprezzava sempre tutto nonostante provenisse da una famiglia ricca. 
 
Infine, aveva recuperato silenziosamente le chiavi di casa e il portafoglio e—come se fino a quel momento non si fosse già comportato in modo schifosamente romantico—aveva salutato il ragazzino ancora placidamente addormentato...con un bacio sulla fronte.
 



Già. Era inutile anche solo provare a giustificarsi: Aveva davvero perso la testa. 
 
 
 
 
 


 
 
-Non sarebbe più divertente se formassimo delle squadre?-la voce bassa e timida di Derek lo riportò alla realtà, e quando Stiles guardò verso la sua direzione non si stupì di trovarlo con un'espressione impaurita sul viso, dato come gli era sembrato insicuro su quel gioco sin da subito. 
 
 
Isaac e Corey annuirono in accordo, e Stiles glielo avrebbe anche concesso se non avesse avuto altri piani per la testa.-No, mi dispiace splendore. Ognuno dovrà vedersela da solo.-rispose quindi, guardandolo dritto negli occhi e ghignando un po' dinnanzi al suo sguardo preoccupato. Oh sì, sarebbe stato divertente. 
 
 
 
Ognuno di loro aveva un'entrata diversa nell'arena, e quindi Stiles si separò da Derek con un veloce bacio a fior di labbra che suonava più come una promessa e si avviò verso la sua postazione. La partita non era ancora iniziata e già avvertiva il cuore battergli velocemente per l'anticipazione, e quando suonò l'allarme e l'arena venne illuminata di rosso Stiles entrò in campo con un unico obiettivo: trovare Derek
 


Cosa che fu più difficile del previsto. Dopo qualche minuto nell'arena aveva incontrato chiunque tranne che Derek, tanto che per un momento temette che l'altro avesse avuto talmente paura da non essere proprio entrato in campo. Aveva fatto fuori Mason e Corey in pochi secondi, e questi avevano subito approfittato della loro costretta immobilità per mettersi a pomiciare, dopodiché aveva visto Jackson ed aveva provato a sparargli a distanza senza successo (sapeva davvero correre veloce quando voleva), qualche istante dopo si era imbattuto in Isaac ed entrambi si erano puntati le pistole contro senza però sparare.
 
 

-Sto cercando Scott.-gli disse Isaac.-Non ci tengo a sparare a nessun altro.-
 


Stiles fece più pressione con l'indice sul grilletto, ma alla fine ci ripensò. In fondo potevano giungere ad un accordo.-Anch'io sto solo cercando Derek.-
 
 
 

Isaac gli lanciò uno sguardo calcolatore ma alla fine decise di credergli, abbassò l'arma e gli permise di passare.-L'ho visto al margine dell'arena. Sembrava parecchio spaesato.-
 
 
 

Stiles ghignò alle sue parole e lo ringraziò con un cenno del capo, dirigendosi immediatamente verso il punto da lui indicato. Ed infatti fu lì che trovò Derek, completamente acquattato contro la parete e con gli occhi spalancati dal terrore che vagavano un po' ovunque.
Stiles sghignazzò tra sé e lo attese alla fine della via, saltando allo scoperto solo all'ultimo momento così da ritrovarsi faccia a faccia con lui e coglierlo di sorpresa.
Fu quasi comico il modo in cui Derek si paralizzò sul posto e lo fissò con i suoi enormi e bellissimi occhi senza nemmeno preoccuparsi di puntargli la pistola contro. Sul serio, Derek teneva la pistola stretta tra le mani ma Stiles era sicuro che non avesse nemmeno pensato di munirla con i proiettili di vernice.
 
 

-Fermo lì, splendore! Ti ho preso!- esclamò soddisfatto, leccandosi distrattamente le labbra e già pregustandosi la lotta che avrebbero fatto. 
 

 
Già vedeva Derek che gli si lanciava addosso per riuscire a disarmarlo, e oh quanto sarebbe stato bello fargli credere di stare avendo la meglio soltanto per poter sentire il suo corpo contro il proprio? E quanto avrebbe amato poi ricambiare l'attacco e farli rotolare entrambi a terra, entrambi sporchi di vernice e di terra, e magari...magari baciarlo? Cazzo, sarebbe stato un sogno. 
 
Ma nonostante Stiles avesse esitato a sparargli così da dargli il giusto tempo per attaccare, Derek non realizzò le sue fantasie e non gli si scagliò contro. Nope, Derek se la diede letteralmente a gambe. 
 
Stiles spalancò la bocca con fare scioccato quando vide l'altro dargli immediatamente le spalle e fuggire via, e sebbene avesse dovuto sentirsi un po' deluso da quella scelta...si sentì solo ancora più innamorato dall'imprevedibilità dell'altro. Quando si trattava di Derek era inutile farsi fantasie, perché l'altro avrebbe fatto sempre l'ultima cosa che ci si sarebbe aspettata, e poteva Stiles non rimanere affascinato da quella sua capacità? 
 
Quindi emise una risata divertita ed iniziò ad inseguirlo, sentendosi ancora più eccitato di prima ed adorando il modo in cui Derek era talmente nel panico da non scegliere nemmeno una strategia per seminario, ma semplicemente continuando a correre a caso per l'arena. 
 
 
 

-Fratello, vendicami!- l'urlo drammatico di Scott riuscì a fargli distogliere l'attenzione dalla sua preda per qualche secondo, e nonostante Stiles temesse di perdere Derek di vista alla minima distrazione si fermò lo stesso per prendere la mira e sparare ad Isaac che lo guardò male per aver rotto il loro patto. 
 
 


Oh beh, Stiles non era mai stato un uomo di parola. Non quando c'era qualche suo amico da difendere. 
 

 
Quando riportò lo sguardo davanti a sé di Derek non c'era traccia, ma riuscì a scorgere un piccolo movimento nei pressi di una casetta fatiscente nelle vicinanze. E diciamoci la verità, solo un ingenuo come il suo splendore poteva cascare in una di quelle trappole. 
 Infatti non appena raggiunse la casetta, vi trovò Derek intento a guardarsi intorno alla ricerca di un'uscita che non c'era. Stiles si appoggiò allo stipite della porta e puntò la pistola verso di lui con un ghignetto compiaciuto, attendendo il momento in cui Derek avrebbe provato ad uscire della casa e si sarebbe scontrato con lui. 
 
Come volevasi dimostrare, non appena Derek capì di essersi messo nei guai da solo provò ad uscire da lì, ritrovandosi faccia a faccia con lui e spalancando nuovamente gli occhi. 
 

 
Diamine, quegli occhi... 
 

 
 
-Il coniglietto è caduto nella trappola, a quanto pare.-disse a voce bassa, entrando a propria volta nella casetta ed adorando il modo in cui Derek prese ad indietreggiare ad ogni suo passo. Cavolo, probabilmente neanche sapeva i pensieri che gli provocava in quel modo e la sua ingenuità  rendeva tutto ancora più bello. Il respiro di Derek si spezzò quando la sua schiena tozzò contro la parete della casetta, e solo in quel momento provò a puntargli la propria pistola contro. Stiles avrebbe potuto fargli notare che non potesse sparargli con una pistola scarica, ma perché metterlo in imbarazzo quando potevano entrambi ottenere ciò che volevano? Quindi usò il beccuccio della propria pistola per colpire con un tocco delicato ma secco i polsi d'altro e fargli così perdere la presa sull'arma che cadde ai loro piedi con un tonfo, e ghignò soddisfatto quando l'altro manifestò la propria resa sollevando entrambe le mani. 
 
 

-Sei mio.-bisbigliò nell'ombra della casa, fissando l'altro negli occhi. E oh, quanta verità c'era in quelle parole. Non avrebbe cambiato l'altro con nessun altro al mondo, nemmeno con il più bravo giocatore di paintball del mondo.-Ultimo desiderio prima di morire?-gli domandò leccandosi le labbra e puntandogli la pistola sul petto. 
 
 

Ovviamente non aveva intenzione di sparargli. Non lo avrebbe mai fatto, nemmeno per gioco. Ma era pronto a giungere ad un accordo. 
Magari avrebbe lasciato che Derek gli sparasse e vincesse il gioco, in cambio di un dolce bacio a stampo. Sì, si vendeva davvero per poco ma com'è che si diceva? Sia in guerra che in amore non esistevano regole. 
 
Il solo pensiero di poter avere la bocca dell'altro premuta contro la propria lo portò a leccarsi inconsapevolmente le labbra, sotto gli occhi attenti e leggermente sfocati dell'altro. Si sarebbe aspettato di tutto: Suppliche, accordi, cavolo addirittura una piccola lotta, ma mai...mai avrebbe immaginato che Derek si sarebbe sporto verso di lui per leccargli timidamente le labbra. 
Avvertire la lingua soffice dell'altro contro la propria bocca riuscì a mandargli il cervello in standby per un momento, ma come quel gesto iniziò così finì. Era durato troppo poco per poter essere certo che fosse successo davvero, ma l'espressione scioccata ed imbarazzata che gli rivolse Derek subito dopo fu una prova sufficiente. 
 


Lo aveva baciato con la lingua. O meglio, aveva provato a baciarlo con la lingua, Stiles non aveva più alcun dubbio perché fino a quel momento lui e Derek si erano scambiati parecchi baci a stampo e in nessuno di questi la lingua dell'altro era mai uscita fuori dalla sua bocca. 
 


Sapeva che doveva darsi una mossa ed avere una reazione che non fosse lo starsene lì immobile e con gli occhi spalancati per lo shock, sapeva che più avesse aspettato e più l'altro si sarebbe fatto prendere dal panico, ma...wow
 
Derek aveva provato a baciarlo. Wow

Derek per qualche motivo a lui ancora inspiegabile lo desiderava tanto quanto lui stesso desiderava l'altro. 

Lo desiderava così tanto da aver provato a mettere da parte la sua insicurezza per baciarlo. 
 




E chi cazzo era Stiles per privarlo di ciò? 
 
 




-Dio, vieni qui.-sussurrò quindi, dimenticandosi per un momento del proprio autocontrollo ed agendo d'istinto. Lasciò cadere la propria pistola per poter afferrare i fianchi dell'altro e tirarselo contro per averlo vicino, per sentirlo completamente contro di sé quando le loro bocche si trovarono di nuovo, ma questa volta non per una semplice leccata. Stiles chiuse gli occhi e succhiò il labbro inferiore dell'altro, voltando il capo prima a destra e poi a sinistra per convincerlo a schiudere le labbra per lui e dargli così la possibilità di dimostrargli come ci si prendesse un bacio, e quando Derek lasciò andare un sospiro tremulo e separò le labbra...fu la fine. 
Stiles aveva baciato tanti ragazzi ma in quel momento non capì più nulla, troppo sconvolto dalla sensazione della lingua di Derek contro la propria e da come avvertiva il suo corpo tremargli tra le braccia. Gli ci volle un po' per riacquistare lucidità e capire che Derek non stava ricambiano il suo bacio non perché non volesse, ma perché era il suo primo bacio e probabilmente non aveva idea di cosa fare. 
 
 
Così provò ad imporsi di rallentare i movimenti e di tenere a bada la propria impazienza, e fece risalire le mani dai suoi fianchi alle sue guance, accarezzandogliele con dolcezza per rassicurarlo ed aiutandolo a reclinare il capo nel verso giusto per approfondire maggiormente il bacio. Il verso che emise Derek non appena le loro lingue si mossero nel modo giusto fu quanto di più appagante possibile, e Stiles si impegnò per strappargli altri suoni del genere inclinando il capo nel verso opposto ed accompagnando quel movimento con labbra e lingua, desiderandone già di più.
Gli ci vollero diversi tentativi per portare Derek a provare a ricambiare il bacio, dapprima timidamente e con piccole prove che abortiva quasi all'istante, forse per timore di fare qualcosa di sbagliato, e poi con sempre maggiore sicurezza. Stiles avvertiva i polmoni bruciargli per il bisogno di riprendere aria ma non cedette, non quando le dita di Derek si erano aggrappate disperatamente sul retro della sua maglietta e la lingua di questi aveva preso ad inseguire la sua con lo stesso entusiasmo. Stiles emise un verso soddisfatto quando Derek fece fare alla sua lingua un movimento preciso, ma interruppe il bacio quando iniziò a sentire la testa formicolargli per la mancanza d'aria. Sarebbe stato stupido da parte sua svenire o sentirsi male proprio ora che avevano fatto quel passo.
Entrambi annasparono in cerca d'aria senza però allontanarsi dall'altro, e Stiles portò immediatamente lo sguardo sulle labbra dell'altro per accertarsi di non essersi immaginato niente. A giudicare da come le labbra di Derek erano rosse, lucide e gonfie doveva essere successo davvero, si erano davvero scambiati un bacio con la lingua.
E cavolo, quanto stava tremando Derek in quel momento. Stiles si sarebbe preoccupato se non lo avesse visto tremare anche per un suo semplice sfioro di dita.
Quando si leccò le labbra gli sembrò quasi di sentire il sapore dell'altro su di sé, e ciò lo portò solo a desiderarne ancora, sempre, e quindi si tuffò su quella bocca peccaminosa ancor prima di aver recuperato del tutto il fiato, sentendosi subito assuefatto dalle mille e nuove sensazioni che solo l'altro riusciva a trasmettergli e stringendoselo maggiormente contro quando avvertì i suoi tremori aumentare, solo per lui.
 
Stiles aprì un occhio giusto un momento prima che qualcuno si piazzasse davanti all'entrata della casetta poco illuminata, oscurandola ancora di più. 
 
 


-Boom! Beccatevi questa!!-la voce di Jackson seguita dal suono meccanico della pistola che genica ricaricata riuscì a farlo reagire d'istinto e a farlo spostare leggermente verso destra per fare da scudo a Derek con il proprio corpo. Strinse i denti quando una sfilza di palline di vernice si schiantarono contro la propria schiena, e non badò allo sguardo preoccupato che gli rivolse Derek perché in quel momento nemmeno il dolore e i lividi che gli sarebbero usciti sulla schiena superavano la voglia che aveva di sparare Jackson dritto nelle palle.
 
 

-Maledizione, Jackson!! Non vedi che siamo impegnati?!-imprecò abbassandosi per recuperare la propria pistola.
 
 

Mesi di prese in giro da parte del suo amico per via dei baci casti che si scambiavano lui e Derek, e ora che finalmente avevano aggiunto la lingua lui cosa faceva? Li interrompeva! 
 

 
-Impegnati? Impegnati a fare cosa?- gli domandò Jackson, guardandolo confusamente e facendo un passo indietro quando lo vide puntargli la propria pistola contro.-Hey! Non puoi spararmi! Sei morto!- esclamò ma Stiles non gliel'avrebbe fatta passare liscia questa volta e ricaricò l'arma. 
 
 

-Avresti dovuto pensarci prima di interromperci, stronzo!- gli disse tra i denti, inseguendolo e sparando a raffica. Purtroppo Jackson riuscì comunque a farla franca, ma questa Stiles se la sarebbe legata al dito. 
 

 
Con un sospiro lasciò ricadere l'arma e tornò all'interno della casetta, dove Derek era ancora immobile contro la parete. Non riuscì a fermare le proprie labbra nel distendersi in un sorriso quando gli fu abbastanza vicino da poter scorgere le sue labbra rosse ed il suo corpo ancora scosso da piccoli tremori.-Stai bene?-gli domandò posandogli le mani sui fianchi e sentendosi già meglio solo per quel piccolo contatto.-Non ho corso troppo, vero? Volevi che ti baciassi in quel modo.- domandò preoccupato. Magari aveva frainteso tutto e Derek aveva ricambiato il bacio soltanto per inerzia. 
 
 

Oh Dio, probabilmente aveva rovinato tutto. 
 

 
-Sto benissimo.- gli rispose però Derek, sorridendogli addirittura e prendendogli il viso tra le mani. Gesto così dolce e delicato che solo uno come lui poteva dedicare ad un ragazzaccio.-E volevo che mi baciassi così, lo volevo da tempo.- 
 
 

-Davvero?- gli domandò sorpreso. Quindi non era stata solo una sua impressione. 
 
 

 
-Mh-mh.- annuì Derek, la voce leggermente roca per il bacio.-Credevo che tu non volessi più baciarmi visto che non andavi mai oltre i baci a stampo.-
 
 


...cosa? 
 
 


Stiles si corrucciò come se Derek gli avesse appena detto la cosa più assurda di sempre, e si sporse per dargli un altro bacio con la lingua, più breve rispetto a quello di prima ma che spiegava perfettamente quanto avesse da sempre avuto voglia di baciarlo in quel modo.-Ti volevo baciare.- ammise quando si separò dalla sua bocca solo per poi dargli un altro piccolo bacio con un accenno di lingua.-Volevo baciarti in questo modo sin dal nostro primo appuntamento, e forse anche prima.- disse prima di leccarsi le labbra ed abbassare la testa con fare colpevole.-Ma temevo di correre troppo, so che i miei tempi non sono come i tuoi e che vuoi andarci piano, e io volevo dimostrarti che sono disposto a darti tutto il tempo che vuoi.-spiegò sinceramente, perché non avrebbe mai iniziato niente con lui se non fosse stato disposto ad aspettare.-Davvero, non m’interessa nient’altro, non ho nemmeno voglia di fare sesso.- aggiunse valorosamente solo per poi mordicchiarsi il labbro inferiore quando l'altro non se la bevve e lo guardò scetticamente.-D’accordo, ho ancora voglia di fare sesso.- sbuffò alzando le mani in aria per poi poggiarle nuovamente sui suoi fianchi. Non era comunque un bisogno che poteva controllare, ma davvero non lo avvertiva più con la stessa intensità di un tempo.-Ma non è un bisogno fondamentale, capisci? Non mi sento morire se devo rimandarlo perché non è l’unica cosa che voglio da te. Io voglio stare con te e guadagnarmi ogni passo avanti che compiremo. Come questi baci.- tentò di spiegarsi a voce bassa prima di baciarlo un’altra volta, perché proprio non riusciva a farne a meno. 
 
 
 
Derek si sollevò nuovamente sulle punte (e quanto era carina questa cosa?) per ricambiare il bacio e gli avvolse le braccia intorno alle spalle per sostenersi meglio-Quindi stavi aspettando che fossi io a baciarti così?- ansimò a corto di fiato contro la sua bocca, facendolo rabbrividire. 
 
 
 

-Sì.Che c’è?- gli domandò quando vide la sua espressione incredula.
 
 
 
-Mi spieghi come avrei fatto a baciarti in questo modo se non avevo la minima idea di come ci si baciasse con la lingua?- Derek si corrucciò in modo adorabile a quella domanda. 
 

 
Stiles boccheggiò alla ricerca di una risposta. Non ci aveva proprio pensato.-Avresti improvvisato? Guarda che tutti all’inizio non sappiamo cosa fare, ma poi si impara.- rispose con tranquillità prima di ghignare e riavvicinarsi a lui.-Anche se devo dire che non te la cavi affatto male, hai un talento naturale con quella lingua.-
 

-Ed ecco che ritorni a fare il maiale.- sbuffò Derek sorridendo divertito contro la sua bocca, e Stiles non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce...ma il motivo principale delle sue battutine spinte era che adorava le reazioni di Derek. Non c'era alcun secondo scopo. 
 


Questa volta fu proprio Derek ad azzerare la distanza tra loro e baciarlo, e Stiles sorrise quando sentì la sua lingua premere delicatamente tra le sue labbra in un muto permesso. 
 Permesso che ovviamente gli concesse, perché non c'era niente che non gli avrebbe concesso, e dovette ammettere che fu bello per una volta permettere a qualcuno di baciarlo. Non aveva mai permesso a nessuno di prendere iniziativa con lui, ma vedere Derek iniziare a capire cosa volesse e soprattutto non avere paura di chiederlo gli faceva sentire non poco orgoglio nei suoi confronti. 
Era evidente che Derek dovesse ancora capire il meccanismo, dato com'erano incerti i suoi movimenti e come ogni tanto si fermava per pensare a cosa fare dopo, ma Stiles si sentiva lo stesso dipendente da quei baci inesperti e non vedeva l'ora di sapere come l'altro lo avrebbe baciato una volta che avrebbe acquistato più sicurezza. 
 
 

Furono le urla di Jackson ad interrompere quel bacio e a convincerli ad uscire da quella casetta, e Stiles non riuscì a non ghignare soddisfatto quando vide che il suo amico era appena stato colpito dalla sua ragazza. A volte il Karma (in questo caso Lydia) aiutava anche i poveri disgraziati come lui. 
 
 
 
-Quella ragazza è pazza, maledizione!- esclamò Jackson, massaggiandosi la chiappa dolorante su cui era evidente una macchia di vernice.-E’ impossibile sfuggirle!-
 
 
 
-Te la sei scelta bene, Jacky.- ridacchiò Stiles, avvolgendo un braccio intorno spalle di Derek perché proprio non poteva non tenerlo vicino a sé, specialmente dopo ciò che avevano fatto.-Quindi chi ha vinto?-
 
 
 
-Io, sono l’unica che non è stata colpita.- ghignò Lydia, facendo uno strano balletto, ignara degli abiti completamente puliti di Derek.
 
 
 
Stiles sghignazzò quando vide il ragazzino studiarsi gli abiti con fare pensieroso, e da bravo fidanzato si abbassò per recuperare la propria pistola e gliela passò silenziosamente, osservandolo mentre prendeva la mira sulla sua amica. Nonostante Derek si fosse colpito con la pistola montatura degli occhiali per sbaglio e la stesse tenendo in modo sbagliato, Stiles lo trovò comunque eccitante da morire mentre socchiudeva gli occhi dietro alle lenti rotonde per mettere meglio a fuoco il suo bersaglio prima di sparare un solo colpo che atterrò sulla spalla di Lydia. 
 
 
L'allarme dell'arena segnalò la fine della partita e Stiles permise agli altri di congratularsi con Derek (Jackson sembrava quasi essergli grato per averlo vendicato) prima di avvicinarselo a  sé tirandolo per i passanti del jeans per potergli dare un altro bacio e fargli i complimenti. 
 
 
 
-Ero sicuro che avresti vinto.-gli disse sulle labbra, non dicendogli che il suo piano iniziale era quello di fare fuori tutti per permettergli comunque di vincere. 
 
 
 
Derek sbuffò sulle sue labbra ma gli sorrise dolcemente.-Solo perché tu hai avuto clemenza e non mi hai sparato.-
 
 
 
Stiles ghignò e gli passò le braccia intorno alla vita.-Non è colpa mia se hai metodi di persuasione irresistibili.-sussurrò adorando il modo in cui le guance dell'altro si arrossarono immediatamente. 
 
 
 
Una volta usciti dall'arena Derek ricevette un orso di peluche gigante come premio della sua vincita,  e Stiles rimase sorpreso quando questi insistette affinché lo prendesse lui. Non riceveva un peluche in regalo da quando era un bambino, e per un momento gli sembrò anche di non meritarsi qualcosa di così tenero e morbido, ma il sorriso che gli dedicò Derek lo convinse ad accettare il suo regalo e...sapete cosa? Si sarebbe anche scattato un milione di selfie con quel peluche, e li avrebbe anche pubblicati perché quello era il primo regalo che Derek gli aveva fatto e ne andava fiero. 
 
 
 
Anche se, ovviamente, nessun regalo avrebbe mai battuto un singolo bacio del suo amore. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, in fondo aveva una reputazione da portare avanti. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3756965