La cosa giusta

di Rinalamisteriosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una torcia che fa strada nel buio ***
Capitolo 2: *** Musica classica che fa da sottofondo ***
Capitolo 3: *** Una lampadina che si accende a intermittenza ***
Capitolo 4: *** Cancello del parco ***
Capitolo 5: *** Tendone del circo ***
Capitolo 6: *** È soltanto uno che fa la cosa giusta ***
Capitolo 7: *** Rifilare una scusa ***



Capitolo 1
*** Una torcia che fa strada nel buio ***


Doc

Titolo: La cosa giusta

Fandom: Shadowhunters (libri)

Premessa: Si tratta di una pseudo Police!AU divisa fra drabble e flashfic. Queste originariamente facevano parte della mia raccolta dedicata alla meravigliosa bromance Heronstairs pubblicata sul forum Torre di Carta (e da oggi presente su EFP), finché non ho optato per riunirle in una raccolta a parte =)

Aggiornamento ogni tre giorni finché non finiscono quelle già scritte.

Spero vi piaccia <3 

 

*

 

Prompt: 3. Una torcia che fa strada nel buio

Numero parole: 346

Nota: Prima flash. William-centrica. Breve comparsa di Ella Herondale.

Iniziativa: «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione».

 

 

 

 

 

Si muovevano, sereni e ignari, all’interno del centro commerciale di Cardiff quando successe.

Lui e sua sorella Ella Herondale erano stati presi in ostaggio da un folle armato di pistola che voleva fare una rapina, scegliendo proprio il negozio di giocattoli in cui stavano girando. William, che già a dodici anni comprendeva che quello fosse un crimine, aveva lanciato addosso al ladro la bambola bionda che Ella voleva regalare a Cecily. Il ladro però si era arrabbiato sparando un colpo che aveva ferito gravemente sua sorella, la quale nel frattempo si era tempestivamente spostata per proteggere suo fratello minore. Il dodicenne gridò per lo shock di vedere il sangue macchiare la maglietta della sorella: urlò con quanto fiato aveva in gola, tenendola stretta a sé, mentre un agente della sicurezza, richiamato dalle sue grida, venne dentro a disarmare e ad arrestare quel criminale.

Purtroppo per Ella non ci fu nulla da fare: morì poco dopo, mentre la vita abbandonava i suoi occhi chiari e le guance di Will erano inondate di lacrime. Tutta la famiglia invero soffrì per quella perdita ingiusta, ma lui di più perché pensava fosse tutta colpa sua se Ella non poteva vivere, se la sua risata non avrebbe più contagiato nessuno, se il suo altruismo e la sua generosità sarebbero stati dimenticati, sepolti sotto gli strati foschi del tempo che passava inesorabile.

A distanza di cinque anni dalla sua morte, William prese una decisione importante. Giurò sulla sua lapide che sarebbe diventato un poliziotto, lavoro che lei sognava di svolgere da grande - se fosse diventata adulta. L’avrebbe fatto a modo suo, pensò. Avrebbe catturato tutti i cattivi dopo averli ingannati, con l’intento di coglierli in flagrante spacciandosi per uno di loro, assumendo un’identità diversa, un po’ come gli agenti segreti. Conosceva già la persona giusta che nell’eventualità dell’attuazione avrebbe fatto da tramite tra lui e la polizia, rendendo possibile il suo progetto rischioso.

Sua sorella Ella sarebbe stata una torcia che fa strada nel buio in cui si sarebbe immerso per permettere che il bene, sempre e comunque, trionfasse sul male.

 

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Capitolo 2
*** Musica classica che fa da sottofondo ***


Doc

Prompt: 9. Musica classica che fa da sottofondo

Numero parole: 280

Nota: Seguito della flash precedente. Jem-centrica.

Iniziativa: «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione».

 

 

 

 

 

Le note struggenti e delicate di Chopin riempivano l’ambiente confortevole del suo ufficio, proveniente da un antico giradischi appartenuto forse al nonno paterno.

James Carstairs, detto Jem, era in servizio altrimenti avrebbe volentieri suonato il violino da sé invece di accontentarsi ascoltando un disco contenente musica classica.

Quando ricevette il messaggio che aspettava dal suo amico di sempre, nonché suo partner e collega di lavoro, Jem fermò delicatamente il giradischi, indossò la giacca della divisa perfettamente stirata, calcò il cappello da poliziotto in testa e uscì a passo svelto dal loro ufficio.

Quando William Herondale, qualche anno prima, gli aveva comunicato con profonda serietà, abbandonando per un attimo la sua vena melodrammatica e il suo atteggiamento da burlone, la decisione di mescolarsi ai delinquenti per poterli stanare in azione, James non aveva potuto fare a meno di preoccuparsi. Non era certo una passeggiata e la cosa comportava notevoli rischi per la sua vita: se anche lui fosse mancato, non osava immaginare come l’avrebbero presa i signori Herondale, che già avevano perduto una figlia in età adolescenziale.

Tuttavia, non era nella sua natura negare qualcosa al migliore amico, perciò accettò di appoggiarlo nonostante in fondo al cuore sentisse la morsa dell’apprensione, accettò di aiutarlo nella realizzazione di un’idea di giustizia avventata e coraggiosa.

Doveva pensare, credere piuttosto che anche quel giorno l’accoppiata Will e Jem avrebbe arrestato un criminale, tenendosi in contatto, cooperando a distanza come solo loro sapevano fare, pregni di fiducia reciproca e inestimabile affetto.

Erano sempre attivi contro il male che avrebbe potuto infliggere alla società odierna sofferenze e danni, attirando dalla sua parte persone ordinarie e suscettibili, manovrabili a causa di delusioni, squilibri mentali e passati difficili.

 

 

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Capitolo 3
*** Una lampadina che si accende a intermittenza ***


Doc

Prompt: 5. Una lampadina che si accende a intermittenza

Numero parole: 120

Iniziativa: «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione».

 

 

 

 

 

Nella stanza che odorava di alcool e di disinfettante, di chiuso e di mele, Jem tirò su col naso mentre fissava la luce di una lampadina che si accendeva a intermittenza.

Aveva gli occhi rossi di pianto, perché aveva temuto davvero per la vita del suo migliore amico e avventato collega di lavoro.

Questa volta aveva paventato veramente di perderlo, proprio lui che affrontava la vita con filosofica serenità, che sapeva sempre controllarsi, che era dotato di pazienza e autocontrollo, eppure questa volta una forte emozione aveva preso il sopravvento sul giovane Carstairs.

«Ehi, James», sussurrò Will, la flebo attaccata al braccio nudo, tendendo una mano verso di lui. «Sono vivo, vedi? Ci vuole ben altro per ammazzare William Herondale».

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Capitolo 4
*** Cancello del parco ***


Doc

Immagine: 94 (Cancello del parco)

Numero parole: 356

Iniziativa: «Halloween Haunted Run».

 

 

 

 

 

Quel parco cittadino era delimitato da una recinzione solida in ferro: l’unico modo per accedervi e per uscirne era costituita da un cancello in stile gotico, molto particolare, attraversato da forme e ghirigori, sormontato da uno stemma probabilmente appartenente a un’antica famiglia nobiliare.

Oltre il cancello, due file parallele di alberi spogli erano posti ai lati della strada avvolta da uno strato di nebbia, per cui era impossibile andare oltre con un semplice sguardo.

Eppure, per quanto solitario e privo di natura viva, poco stimolante e per nulla fascinoso, quello era il luogo che lui e Will avevano stabilito per l’appuntamento. Svolgevano il solito lavoro delicato, per cui dovevano andarci cauti. Protetto dal soprabito, Jem Carstairs sedette sulla panchina attendendo pazientemente.

Il giovane aprì il quotidiano e iniziò a leggere le varie notizie per ammazzare il tempo. Ed ecco che dal cancello giungeva qualcuno vestito da clown, sgargiante e colorato, con tanto di trucco che gli impiastricciava tutto il viso rendendolo irriconoscibile. Sedette al suo fianco e James non fece una piega: sapeva benissimo che si trattava del suo migliore amico, il nuovo ruolo che impersonava non era abbastanza per ingannarlo.

«Succederà allo spettacolo di stasera, ore nove. Hanno intenzione di ipnotizzare gli spettatori per poi derubarli dei loro soldi. Li faranno uscire e allontanare. Loro non ricorderanno nulla di ciò che hanno visto: probabilmente dimenticheranno persino il tendone», l’informò Will a bassa voce mentre gli porgeva un volantino del circo e mimava una plateale riverenza.

«Furto allo spettacolo circense nella serata di Halloween, eh? Conteranno parecchio sulla partecipazione delle coppie di genitori che accompagneranno i loro bambini curiosi», dedusse Jem in un sussurro, scambiando un’occhiata eloquente con il suo partner, che, seppur calato nella parte, annuì.

«Dobbiamo fermarli», mimò con le labbra, per poi scoppiare a ridere, allontanandosi con passi volutamente impacciati e buffi, rallentati dalle scarpe di due misure più grandi rispetto al suo piede.

E Jem sorrise lievemente, guardandosi di nuovo intorno. Era stata una finzione ben riuscita e in fondo piacevole: l’altro aveva portato colore in un ambiente altrimenti sconfortante dal quale, finalmente, lui poteva allontanarsi e predisporre un piano di cattura.

 

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Capitolo 5
*** Tendone del circo ***


Doc

Immagine: 99 (Tendone del circo)

Numero parole: 208

Nota: Seguito della flash precedente.

Iniziativa: «Halloween Haunted Run».

 

 

 

 

 

Sotto un cielo plumbeo, il tendone bianco e rosso del circo sembrava quasi malinconico.

La cattura dei circensi truffaldini era andata a buon fine: la squadra di agenti che Jem aveva radunato era riuscita nell’intento, mentre Will aveva raccolto le prove incriminanti, dal momento che non era la prima volta che quei criminali usavano quell’ambiente allegro e spettacolare per fregare gli ignari spettatori.

Era un vero peccato che il loro pubblico pagante, ingannato, non avesse mai potuto godersi fino in fondo la bellezza di uno spettacolo.

I due agenti sarebbero rimasti sul luogo fino alle nove, per avvisare tutti che non si sarebbe tenuto nessuno spettacolo e per restituire i soldi dei biglietti a chi li avesse prepagati.

«Missione compiuta, James!» esclamò il suo amico, di nuovo in divisa, struccato e con atteggiamento più rilassato, ponendosi al suo fianco. «Questa notte e domani mattina siamo svincolati da qualsiasi incarico. Che ne dici di una bella maratona di film horror nel mio appartamento?» propose.

«Dico che è un’idea interessante, William», rispose al suo suggerimento, mettendo le mani in tasca e soffermandosi sui cerchi gialli dei lampioni e sulle luminarie rosse presenti di fronte al tendone, la cui scritta “CIRCUS” sarebbe rimasta spenta. «Finiamo il nostro lavoro e poi andiamo».

 

 

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Capitolo 6
*** È soltanto uno che fa la cosa giusta ***


Doc

Prompt: 30. “No, non è un angelo. È soltanto uno che fa la cosa giusta.” - Agents of S.H.I.E.L.D.

Numero parole: 120

Nota: Eccoci all’ultima AU che avevo scritto per il forum. Ovviamente qui Will non è un angelo perché ha scelto di mescolarsi fra i criminali per stanarli e Jem lo sa.

Iniziativa: «Corsa delle 24 ore – V Edizione».

 

 

 

 

 

Tutto sommato James aveva fatto bene ad accompagnarlo a quella festa elegante. Si respirava un’atmosfera frizzante e tutti i commensali ridevano, chi sotto i primi fumi dell’alcool, chi catturato nella frenesia di un ballo movimentato, chi chiacchierando con una gradita compagnia.

Nulla lasciava presagire che l’incolumità dell’organizzatore, un ricco imprenditore, era a rischio. Lui si fidava perché Will era sicuro di avere tutto sotto controllo: perché guastare il divertimento generale con qualche paranoia?

Si limitò a tenerlo d’occhio: con il suo fascino e la sua capacità oratoria stava intrattenendo un gruppo di signore ben vestite; una di esse, venendo verso Jem, aveva sospirato: «sembra davvero un angelo!».

“No, non è un angelo. Fa soltanto la cosa giusta”, pensò tra sé.

 

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Capitolo 7
*** Rifilare una scusa ***


Doc

Prompt: Rifilare una scusa

Numero parole: 194

Iniziativa: “Mystery Box Challenge”, sempre su Torre di Carta.

Nota: Ho scritto una nuova flashfic dopo tanto tempo non solo perché Will e Jem mi mancavano,  ma anche per invitarvi a partecipare al mio contest (QUI).

Ovviamente non obbligo nessuno, solo se l’idea vi interessa <3

 

 

 

 

 

Per sentito dire, Jem sapeva che Will aveva sempre una scusa buona da rifilare ogni volta che non gli andasse di fare qualcosa o di incontrare certe persone.

Una volta riferì di essere allergico alla polvere – cosa non vera, poiché di camere tanto polverose ne avevano visitate durante le loro ronde notturne.

Un’altra volta di avere paura dei gatti, ma se fosse stato davvero così, James non l’avrebbe visto brontolare contro Church un giorno sì e l’altro pure, a parte quando lui e il suo gatto si ignoravano.

Disse anche che la sola vista di suo cognato Gabriel gli provocasse l’orticaria, cosa che faceva mettere il broncio alla sorella e sorridere di nascosto a lui stesso.

E queste erano solo le scuse meno fantasiose: sapeva inventarne anche di migliori.

Eppure, quando si trattava del loro lavoro in polizia, William lasciava da parte ogni scusa per comportarsi nel modo più responsabile possibile – pur senza smettere di essere se stesso, ovvio.

E qualora Jem avesse avuto bisogno di aiuto, nessuno avrebbe mai dubitato che Will non avrebbe smosso mari e monti pur di essere con lui, a guardargli le spalle, a uscire insieme da qualunque situazione.

 

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