Nel
buio della sua mente, Anakin riuscì a sentire la cosa che
aveva odiato di più negli ultimi 19 anni, il suo respiro
meccanico.
La
paura che fosse stato tutto un sogno iniziò a farsi strada
nel suo cuore, ma nel buio avvertì anche una fievole voce
che lo guidava.
"Anakin..."
Ogni
passo che faceva lo portava sempre più vicino.
"Anakin..."
Sempre
di più.
"Anakin,
Anakin..."
Sempre
di più.
"Anakin!"
Il
Jedi spalancò gli occhi e sobbalzo dal letto medico dove si
trovava, sulla bocca aveva una maschera ad ossigeno e togliendosela,
tornò a respirare normalmente.
Dopo
aver tirato un sospiro di sollievo, il ragazzo si guardò
intorno e la vide.
"Any."
Era
Padmé.
"Sei...sei
viva." disse Anakin sull'orlo di una crisi di pianto.
"Any,
sei stato ferito gravemente, avrai avuto gli incubi per il dolore."
Il
Jedi non le rispose, tutto ciò che gli importava era averla
lì con se e dopo averle dato il più lungo e
caloroso bacio della sua vita, la tenne stretta tra le sue braccia.
Nella
stanza medica entrò Obi Wan, di ritorno dal suo scontro
contro il generale Greivous.
"Maestro."
"Anakin,
il consiglio mi aveva detto che ti trovavi qui, ma non volevo
crederci." disse Kenobi.
"Hai
scovato e sconfitto il signore oscuro dei Sith, come hai fatto a
capirlo e...perché sei...così vicino alla
senatrice?"
Anakin
lasciò andare malvolentieri l'amata e guardando il maestro
negli occhi disse:
"Maestro,
ho...bisogno della sua presenza al consiglio dei Jedi."
I
due arrivarono alla sala del consiglio e dopo tutti i saluti e i
ringraziamenti per aver scovato e affrontato Sidious, Anakin si
inginocchio e mise a terra la sua spada laser.
"Maestri,
sono qua oggi per annunciarvi che intendo prendere voto
Barash."
Al
suono di quelle la stanza divenne più silenziosa di un
cimitero, addirittura il cuore di Kenobi per un attimo smise di battere.
Il
voto Barash, il rituale con il quale i Jedi lasciavano le loro
attività come maestri o cavalieri.
"Giovane
Skywalker, perché Barash voto tu vuoi fare?" chiese il
maestro Yoda rompendo il silenzio.
"Perché...ho
fatto tante, troppe cose sbagliate, non merito di essere un cavaliere,
tanto meno un Jedi, non dopo tutto quello che ho fatto, non dopo tutto
quello che ho visto."
"Ma
hai rimediato a quegli errori, dico bene?" chiese il maestro Mace Windu.
"No,
sono errori dal quale non è possibile tornare indietro,
peccati che vanno contro lo stesso codice Jedi."
"Non
possono essere queste gravi violazioni." disse Obi Wan per cercare di
smorzare l'atmosfera.
"A
19 anni ho sterminato un intera tribù di Tusken quando ho
scoperto che erano responsabili della morte di mia made, li ho
eliminati tutti, Uomini, donne, vecchi e bambini."
"Sono
sposato da più di tre anni con la senatrice Padmé
Amidala ed è incinta dei miei figli."
"Ho
tagliato la testa al conte Dooku quando avrei dovuto catturarlo e se
non fossi rinsavito sarei stato a un passo da tradire l'ordine e
sterminarvi tutti."
"Vi
sembrano abbastanza gravi come violazioni?" chiese Anakin.
Il
silenzio tornò a regnare e venne spezzato di nuovo dalla
caduta a terra di Yoda, che si stringeva il petto dalla parte del cuore.
Gli
altri maestri lo aiutarono ad alzarsi e guardando Anakin con gli occhi
sgranati disse:
"Tutto,
tu, tutto da non fare...lo hai fatto, ogni. Singola.Cosa. Tu. Avere
fatto."
Anakin
lasciò la sua spada a terra e si incamminò verso
l'uscita sotto lo sguardo dei maestri, venendo fermato solo dalle
ultime parole di Yoda.
"Giovane
Skywalker, come hai fatto? Come hai fatto a resistere?"
"Saresti
già dovuto essere sommerso dall'oscurità, come
mai ceduto non hai, dopo tutti i peccati che hai commesso?"
"Perché?"
rispose Anakin
"Perché
a differenza vostra ho capito che i Jedi non sono perfetti, non
è possibile difendere il bene se si rigetta tutto
ciò che il bene porta e per quanto saggi, abili e potenti
possiate essere, non siete nulla in confronto a Qui Gon Jinn."
Obi
Wan a quelle parole spalancò gli occhi.
"Rifiutate
i legami, ma voi stessi avete costruito dei legami d'amicizia tanto
forti da provocarvi dolore e rabbia quando questi sono stati spezzati ,
avete avuto degli amori, storie di cui non parlate, vi siete rinchiusi
in una bolla che vi ha quasi portato sull'orlo dell'estinzione."
"Non
siete pezzi di ferro, freddi, fermi e immobili, siete esseri viventi,
come la Forza stessa, perciò fatevi un favore, smettetela di
pensare al passato, al presente e al futuro come un' unica cosa e
concentratevi d'ora in poi sul momento."
"L'oscurità
mi aveva quasi preso, ma è stato l'amore che provo per mia
moglie, i miei figli, il mio maestro e il mio ordine ad aiutarmi,
perché l'amore non è solo un legame, l'amore
può accendere le stelle, ma sono sicuro che ai vostri occhi
ciò che ho detto sembrerà banale e stupido."
"Si."
rispose Mace Windu con disinvoltura, mentre Yoda scosse il capo.
"No
giovane Skywalker, sciocchezze tu non dici."
"Vi
ringrazio per tutto quello che avete fatto per me, ma onestamente,
preferisco essere un guerriero disonorato e felice che un prescelto
triste."
"Devo
andare, mia moglie sta per partorire, che la forza sia con voi."
Anakin
uscì di corsa dal tempio e si avviò in ospedale,
dove con somma gioia vide la nascita dei suoi figli, Luke e Leia, con
Padmé in perfetta salute.
Qualche
ora dopo il parto, fuori dalla stanza di Padmé si
presentò Obi Wan con un regalo.
"Congratulazioni
paparino."
"Maestro?
Cosa ci fa qui?"
"Pensavi
che mi sarei perso un evento del genere?"
I
due cominciarono a passeggiare peri corridoi e a parlare del futuro.
"Ora
cosa farai?"
"Beh
io e Padmé abbiamo comprato una casetta su Naboo, vivremmo
in campagna, lei si assenterà qualche volta per via degli
impegni al senato quindi baderò io ai bambini."
"Capisco,
quindi...non c'è modo di farti tornare indietro, vero?"
"Maestro,
abbiamo vissuto tante avventure insieme, ma non posso più
far parte dei Jedi, non posso e non voglio."
"Non
c'è davvero nulla che potrei fare per convincerti?"
Anakin
si girò verso il maestro e sorridendo gli disse:
"Si,
c'è qualcosa."
"Cambia
l'ordine."
"In
che senso?"
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"Ma
io non so come..."
"Obi
Wan, sei un grande maestro Jedi, forte quanto Mace Windu e e due volte
più saggio di Yoda, promettimi che lo farai, ti prego."
"Io...ci
proverò." rispose Obi Wan con tono dubbioso.
"No."
rispose Anakin.
"Fare
o non fare, non c'è provare."
I
due scoppiarono a ridere per il tono di voce che aveva usato Anakin,
aveva detto quella frase come l'avrebbe detta il maestro Yoda.
"Ora
devo andare, grazie di tutto ciò che hai fatto, fratello."
Obi
Wan gli offrì una stretta di mano, ma Anakin lo
salutò con un abbraccio.
Qualche
giorno dopo, Anakin e Padmé lasciarono Coruscant, pronti a
vivere la loro nuova vita insieme.
Da
quell'evento passarono ben 19 anni e nella sperduta campagna di Naboo,
Anakin Skywalker e Padmé Amidala si godevano un tranquillo
pomeriggio estivo.
Fino
a quando, qualcuno venne a bussare alla loro porta.
"Vado
io." rispose Anakin.
E
quando aprì la porta, trovò davanti un uomo
vecchio ma dallo sguardo arzillo, era Obi Wan Kenobi.
"Obi
Wan!"
"Come
stai Anakin?"
L'anziano
Jedi venne accolto con tutta la gioia possibile dalla coppia e Obi Wan
informò i due di tutte le novità che erano
accadute al tempio.
Yoda
era andato in pensione, lui era diventato uno dei più
rinomati gran maestri Jedi della sua generazione e tanti vecchi dogmi
erano spariti dal codice.
Obi
Wan si guardò in giro, mancava qualcosa o meglio, mancava
qualcuno.
"Ma
dove sono finiti i bambini?"
"I
ragazzi? Sono fuori, stanno completando gli esercizi che gli ho
assegnato."
"Effettivamente
avvertivo altri due portatori della forza nelle vicinanze, ma...una
è ferma, l'altra sta sfrecciando da qualche parte."
"Non
di nuovo." rispose Anakin.
I
due amici uscirono e nel giardino di casa videro Leia, esercitarsi nel
sollevare le rocce.
"Ciao
tesoro." disse Anakin
"Ciao
papà." rispose la ragazza.
"Leia,
vorrei presentati Obi Wan Kenobi, gran maestro dell'ordine Jedi."
"Obi...ah
lo zio Ben!"
"Zio
Ben?" chiese Kenobi.
"Da
bambini non sapevano pronunciare il tuo nome, così mentre
gli raccontavo le nostre avventure ho abbreviato il tuo nome in "Ben" ."
"Pratico
come sempre."
"Che
stai facendo mia cara?"
"Esercizi
di controllo, uso la forza e devo impilare 20 rocce senza farle cadere."
"E
a quante sei arrivata?"
"Ne
ho già messe 18 e..."
Prima
che potesse concludere la frase, 3 sassolini caddero dalla pila.
"15."
Ridendo
sotto i baffi, Anakin e Obi Wan si guardarono intorno.
"E
Luke, dove è finito tuo fratello?"
"Ha
finito i suoi esercizi, doveva rifarlo una seconda volta, si
è annoiato, ha preso uno speeder ed è andato a
farsi un giro."
"Quel
ragazzo fa sempre come gli pare." disse Anakin mettendosi le mani nei
capelli.
Obi
Wan non pote fare a meno di sorridere e tutti e tre insieme andarono
fuori dal giardino.
In
lontananza, videro Luke tornare a casa.
"Leia,
non ci crederai mai, ma ho..." il suo entusiasmo venne bloccato dallo
sguardo di suo padre.
"Giovanotto,
ti avevo detto che dovevi ripetere i tuoi esercizi, Leia lo stava
facendo, perché tu no?"
Il
ragazzo si mise sulla difensiva.
"Lo
so papà, hai ragione, sono andato a divertirmi con i miei
amici...ma dovevi vedermi, ci siamo cacciati in un guai e siamo
scappati a malapena da una folla di animali inferociti grazie alle mie
abilità di guida e..."
"Papà,
glielo dici tu e glielo dico io?" chiese Leia.
"Faccio
io Leia."
"Sei
sconsiderato, immaturo e hai la stessa soglia d'attenzione...che avevo
io quando avevo la tua eta."
"Sai
che faccio fare a te e a tua sorella questi esercizi per insegnarvi a
usare i vostri poteri."
"Lo
so papà."
"A
questo proposito ci sarebbe una cosa che vorrei discutere con te e con
i tuoi figli, che è alla base della mia presenza."
"Ehm
Papà, lui chi è?"
"Luke,
ti presento Obi Wan Kenobi."
"Obi
Wan...Lo zio Ben!"
"In
persona ragazzo."
Tutti
e quattro entrarono in casa e dopo la cena, si misero a sedere in
salotto e iniziarono a parlare davanti a una tazza di tè.
"Bene,
parla pure, cosa si venuto a chiederci Obi Wan?"
"Come
ti ho già detto, l'ordine Jedi è stato
completamente rinnovato e molti dei vecchi membri del consiglio o si
sono ritirati o hanno puntato verso altri orizzonti."
"In
quanto Gran Maestro sto ancora cercando dei nuovi membri del consiglio
e degli studenti che favoriscano il nuovo programma di addestramento
Jedi, qui entri in gioco te e i tuoi figli."
"Nuovo
programma?" chiese Anakin
"Non
addestriamo più solo i giovani, ma chiunque abbia scoperto
il potere della Forza a qualunque età."
"I
tuoi figli hanno entrambi 19 anni e li hai addestrati come era
consuetudine al tempio."
"Quello
che ti sto proponendo Anakin è di tornare al tempio con il
rango e i privilegi da Maestro e offro la possibilità a Luke
e a Leia di diventare cavalieri Jedi."
"Cavallieri?"
disse Leia.
"Jedi?"
disse Luke.
"Maestro?"
aggiunse Anakin.
"Si,
in oltre la Senatrice Amidala potrà riottenere il suo
alloggio e sarà ampliato per far spazio alla famiglia."
"Non
mi dispiacerebbe affatto." disse Padmé
"Cosa
ne dite?"
"Partiamo
subito!" disse Leia.
"Sono
d'accordo." disse Padmé.
Mentre
la madre e la figlia si trovavano d'accordo, i due Skywalker erano
indecisi.
"Qualche
problema Anakin?"
"Ti
ricordo che ho fatto voto, non posso tornare così alla cieca
e fare finta che sia stato assente per 19 anni."
"E
se facessi ancora più errori, se fossi addirittura un Jedi
peggiore della prima volta?"
"No,
posso confermartelo è impossibile."
Anakin
sorrise mentre Obi Wan volse lo sguardo al giovane Luke.
"Mentre
per te ragazzo credo che le parole non basteranno, servono le azioni."
"Seguimi."
I
due uscirono dalla casa e Obi Wan consegnò un oggetto
metallico al ragazzo.
"Che
cosa è?"
"Un
'arma speciale, non rude come un blaster, no è molto
più raffinata, per i tempi in cui abbiamo la fortuna di
vivere."
"Quella
che ti ho consegnato è l'arma di un cavaliere Jedi, la spada
laser di tuo padre."
Luke
l'accese e ammirò un raggio di luce fuori uscire dal
marchingegno, una lama di luce blu piena di energia.
"Ma
è Fantastica!"
I
familiari uscirono e videro Luke atteggiarsi con la spada laser.
Vedendo
quel raggio di luce come la speranza che aveva perso anni fa, Anakin
venne convinto dal suo vecchio maestro, sarebbe tornato al tempio con
il rango di maestro, ma solo a una condizione: Obi Wan avrebbe
addestrato i gemelli.
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