Appartamento 24

di Relie Diadamat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La volta in cui cambiò qualcosa ***
Capitolo 2: *** La volta in cui B giurò guerra a Ryuzaki ***
Capitolo 3: *** La volta con l'ospite indesiderato ***



Capitolo 1
*** La volta in cui cambiò qualcosa ***


Appartamento 24 1

IMPORTANTISSIMO.

Questa è una sorta di storia a quattro mani, scritta con Celtica. Non potete gustarvi veramente “Appartamento 24” senza leggere “Appartamento 25”. La storia è la stessa. Per avere un senso, bisogna leggere anche l’altra. Io mi concentro sugli avvenimenti che coinvolgono B e Naomi, mentre Celtica si occupa dei nostri amati L e Light. Inutile dirvi che le vicende si fondono.

Immaginate il tutto come una piccola sit-com. E… godetevi la lettura!

n

 

 

 

So no one told you life was gonna be this way

Your job's a joke, you're broke

Your love life's D.O.A

It's like you're always stuck in second gear

When it hasn't been your day, your week, your month

Or even your year, but

I'll be there for you

('Cause you're there for me too)

  • I’ll be there for you, The Rembrandts

 

 

 

I. LA VOLTA IN CUI CAMBIÒ QUALCOSA

 

 



«Ci sarà un cambiamento».

Continuava a fissare lo schermo del  cellulare, come se ne dipendesse della sua vita. Il naso arrossato, il collo alto del maglione a ripararle la gola e gli occhi che bruciavano, quella era Naomi Misora, metà vestita e metà in pigiama, in attesa della chiamata.

Una tazza fumante si fece spazio sul tavolo, accompagnata dalla mano di Beyond, protetta rigorosamente da uno strofinaccio. Naomi non seppe se ringraziarlo o starnutirgli in faccia. Da quando si era ammalata, non la smetteva con quella storia dei germi.

L’odore di caffeina sembrò darle la forza per ignorare l’ennesima smorfia del coinquilino alla vista di un fazzoletto appallottolato, vicino al barattolo di marmellata. Afferrò il manico della tazza e si trattenne dal tossire. «Un cambiamento?»

«Esattamente, Misora.» Le labbra del ragazzo si allargarono in modo spaventoso. «Un cambiamento».

Naomi sollevò la testa per guardare fuori dalla finestra, oltre le spalle di Beyond. «Di certo, nevicherà».

B stropicciò quella bocca sottile e insolente, e Naomi dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non sorridere. Dopo mesi di strana convivenza, iniziava a leggere i suoi pensieri, a comprendere alcune espressioni, anche se Beyond Birthday continuava a rimanere un mistero. Un mistero sinistro, inquietante. Aveva l’aria di chi è pronto a tagliarti la gola nel mezzo della notte, un coltello affilato ben stretto nella mano.

Con la sua mania del pulito e del controllo, non avrebbe lasciato tracce. Ma quell’increspatura di labbra era dovuta alla neve, alle scale che si sarebbero bagnate e che non sarebbero state più perfette come prima.

Il suo coinquilino le metteva i brividi, ma riusciva a strapparle anche dei sorrisi sinceri e inaspettati.

Fu proprio la sua voce a riscuoterla dai quei pensieri. «No, Misora. Cambierà qualcosa, ti dico. E so già che non ci piacerà».

Lo vide ripulire il tavolo già immacolato, spruzzandole di proposito un po’ di detergente addosso – tanto per rimarcare l’ostilità nei confronti dei suoi germi.  Prese il cesto dal divano, pieno dei panni sporchi più ordinati che Naomi avesse mai visto in vita sua.

Sparì, diretto in lavanderia, e Naomi restò sola. Sola, con una tazza di caffè e un cellulare che non avrebbe mai squillato.

Bevve un sorso, e per poco non sputò il liquido sul tavolo.

Certe cose, pensò mentre allontanava disgustata la tazza per il troppo zucchero, non sarebbero mai cambiate.

 
n

Braccia conserte, una decina di fazzoletti appallottolati e la schiena indolenzita. Naomi era rimasta tutto il tempo ad osservare il cellulare sul tavolino, seduta sul divano, nella speranza che squillasse. Che uno dei tanti colloqui fosse andato bene.

Era stanca di servire hamburger e patatine. Stanca di essere licenziata. Stanca di non poter guadagnarsi da vivere grazie a un lavoro che le piacesse.

Un cambiamento…

Naomi arricciò le labbra e si voltò verso la porta. Forse avrebbero riparato l’ascensore... o Ryuzaki si sarebbe trasferito altrove, non riuscendo a trovare un coinquilino.

Ryuzaki. Il vicino di casa più strambo del mondo. Era stato il primo a parlarle di quel palazzo, dell’appartamento 24. Ryuzaki, il Beyond della porta accanto. Quei due erano talmente simili…

Sobbalzò, sopraffatta dalla suoneria del suo cellulare. Quasi tremante, lo afferrò con le mani sudate, e dopo aver tossicchiato diverse volte, rinnovata da un ottimismo che non le apparteneva, rispose. «Pronto?»

«Naomi Misora?»

«Sì, sono io».

Il cambiamento. Il cambiamento.

«Sono Tim, della tavola calda…»

Non le servì ascoltare altro per capire di essere stata licenziata. Di nuovo.

 
n

 

Si era lasciata ricadere senza energie sul divano.

Scoccò uno sguardo verso la finestra. Nevicava, i fiocchi bianchi cadevano pigri sulla città. Si chiese cosa stesse facendo Raye, in quel momento. Come stesse andando la sua giornata…

Si alzò controvoglia, avviandosi verso la cucina per osservare la neve. La frangia le solleticava la fronte, ma non perse tempo a scostare le ciocche ribelli dagli occhi. Guardò verso il basso, tra gli ombrelli e il traffico, e tra tutte quelle teste riconobbe quella di Ryuk. Abitava al sesto piano, proprio sopra le loro teste, e Naomi non riusciva a provare simpatia per lui.

Quel tipo aveva una risata talmente forte e brutta che, di notte, riusciva a sentirla. Cosa avrà mai da ridere nel bel mezzo della notte, poi?

Come richiamato dai suoi pensieri, Ryuk si voltò verso di lei e per poco non le venne un infarto. Naomi indietreggiò d’istinto, urtando il tavolo in legno. Un rumore sordo, di vetro in frantumi, le fermò il cuore.

Abbassò lo sguardo, terrorizzata, verso il barattolo di marmellata ai suoi piedi. No, no, no.

Beyond l’avrebbe uccisa. Con le sue stesse mani. E poi l’avrebbe uccisa di nuovo.

Si chinò, nel panico, non sapendo cosa fare. Non osava toccare “il cadavere”, abbandonato in quella macchia scura che puzzava di fragole. Avrebbe potuto ripulire con calma, avrebbe potuto nascondere le prove…

Si paralizzò, i polpastrelli a pochissimi centimetri dal barattolo, e quando pensò che nulla sarebbe potuto andare peggio… Starnutì. 

Merda. 

Si piegò d'istinto in avanti, sporcando la stoffa della maglia di marmellata. E proprio mentre era sul punto di portarsi con afflizione le mani tra i capelli, sentì bussare. 

Afferrò disperata un fazzoletto dalla scatola sul tavolo, lottando contro il naso gocciolante e le cianfrusaglie che aveva lasciato sul pavimento, coprendosi con un plaid. Ingoiò la saliva, ripensando al barattolo che non aveva nascosto. Un bel respiro e abbassò la maniglia, facendo cigolare la porta.

Il volto di Beyond apparve come per magia… e Naomi starnutì per l’ennesima volta. Aveva già capito tutto? Avrebbe pulito il suo sangue dai vestiti in lavanderia, ripiegandoli con cura?

«B…» Non lo chiamava mai così, le sembrava troppo intimo… troppo personale.

Un sorrisetto troppo pronunciato, e Naomi ebbe il terrore che l’avesse spiata per tutto il tempo. «Sono qui, Misora».

Avrebbe tremato se qualcosa, o meglio qualcuno, non avesse attratto la sua attenzione. C’era un ragazzo accanto alla porta di Ryuzaki. Teneva un cappello bagnato in mano e sul cappotto si poteva notare ancora qualche fiocco di neve.

Ryuzaki comparve nella scena, con le sue occhiaie scure. «Tu devi essere Light».

«Molto piacere».

«Prego, entra pure. Ti mostro l’appartamento».

Naomi si strinse nel suo plaid, quasi dimenticando l’orribile segreto che celava sotto di esso, e d’un tratto le parole di Beyond di quel mattino tornarono a pizzicarle le orecchie. Ebbe una strana sensazione. «Questo durerà fino a Natale?»

«Non credo proprio».

La porta dell’appartamento 25 si era ormai chiusa, ma Naomi rimase impalata a fissarla, finché non sentì qualcosa afferrarle il polso. Quando si voltò, il naso di Beyond era vicinissimo. Il suo coinquilino la studiò, uno strano ghigno ad allargargli la bocca. «Odori di fragole, Misora».

«È il mio profumo», mentì, come una stupida.

Beyond ridacchiò, spostando il plaid con un dito. «Conosco fin troppo bene il tuo profumo».

Fu solo quando Beyond si dileguò nella sua stanza con il cesto di panni puliti che Naomi tornò a respirare. Corse verso il barattolo rotto, finendo col piede su una scheggia di vetro. Nulla poté impedirle di singhiozzare, neanche quelle quattro mura non troppo sottili.

E fu sicurissima di essere stata udita. Da Beyond, da Ryuzaki… e da quel ragazzo. Il loro cambiamento.

n

Come prima, vi ricordo di leggere anche la storia di Celtica “Appartamento 25”, per trovare un senso in ciò che avete appena letto.

 

Appartamento 25: 

“Light Yagami si fermò a contemplare il cartello che diceva “ascensore rotto”. Aveva le spalle ricoperte di neve, come il cappello che stringeva in mano.
«L’ascensore è rotto» disse qualcuno alle sue spalle.

«Non l’avevo notato.»

«E allora perché stai lì immobile a fissarlo?»

Light si voltò. C’era uno strano ragazzo dietro di lui, con un cesto pieno di panni piegati tra le braccia. Più che strano, Light l’avrebbe definito inquietante. Soprattutto per gli occhi rossi e la postura ricurva.

«Aspetti che qualcuno venga ad aggiustarlo?»

«Certamente. Sto proprio aspettando che arrivi qualcuno a ripararlo.»
Poi sollevò gli occhi al cielo e prese a salire le scale. Sentì la presenza dell’altro dietro di sé, così salì più veloce.

«Stai andando a trovare qualcuno?»”  CONTINUA A LEGGERE.

n

Se vi state chiedendo da dove sia saltata fuori questa bellissima idea, ve lo dico subito: Celtica. 
Volevamo scrivere qualcosa insieme da secoli, ma nessun fandom ci ha mai unite così tanto come Death Note. E lei ha avuto questa brillante idea di scrivere storie collegate, gemelle. 
Come già detto, io mi occuperò dei punti di vista e delle vicende di Beyond e Naomi, lei di L e Light. Le avventure e le disavventure, ovviamente, collidono. Per questo è davvero fondamentale leggere entrambe le storie. Mi raccomando.
E… troverete spesso dei piccoli richiami ad altre sitcom. Insomma, chiunque coglierà il nesso dell’ascensore rotto vincerà un premio! 
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento, che a differenza di me e Naomi non siate influenzati e che le persone con cui vivete siano meno strambe di… queste. 
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui. Grazie a chi deciderà di dare una chance a questa storia e grazie a chi deciderà di lasciare il proprio parere.
See ya!

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Capitolo 2
*** La volta in cui B giurò guerra a Ryuzaki ***


Appartamento 24 2

Questa è una sorta di storia a quattro mani, scritta con Celtica. Non potete gustarvi veramente “Appartamento 24” senza leggere “Appartamento 25”. La storia è la stessa. Per avere un senso, bisogna leggere anche l’altra. Io mi concentro sugli avvenimenti che coinvolgono B e Naomi, mentre Celtica si occupa dei nostri amati L e Light. Inutile dirvi che le vicende si fondono.
Immaginate il tutto come una piccola sit-com. E… godetevi la lettura!

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Se un corpo A esercita una forza su un corpo B,
allora il corpo B esercita sul corpo A una forza uguale e contraria.

  • Terza legge di Newton

 

 

II. LA VOLTA IN CUI B GIURÒ GUERRA A RYUZAKI

 

 

«Dov’è il caffè?».

Spostò lo sguardo alla sua destra, restando accovacciato sulla sedia a mangiucchiare cucchiaiate di marmellata. Naomi guardava confusa la dispensa e Beyond non si premurò di trattenere un sorrisetto. Si leccò le labbra, mettendola al corrente: «Temo sia caduto questa mattina… Una scena orribile, sono lieto che tu non abbia dovuto assistere».

Naomi si portò le mani sui fianchi. Era spettinata, la faccia ancora provata dall’influenza. «Vuoi dire che l’hai fatto cadere».

«Oh, no, Misora. Te lo assicuro.» Intinse un dito nel barattolo, girandolo come un mestolo in una zuppa di fagioli. «Io ho solo spinto il bicchiere che stava accanto al barattolo del caffè. Dunque non è colpa mia, ma della Dinamica».

Naomi lo guardò malissimo. Quel volto serio lo rimbeccava in silenzio, consapevole di scontare ancora la sua punizione per quel barattolo di marmellata caduto invano, e non ne poteva più. Se possibile, Beyond si gustò quell’espressione contrariata con più piacere.

Ma l’idillio finì quando sentirono bussare. Beyond storse le labbra, prima ancora che Naomi aprisse la porta rivelando la figura ricurva di Ryuzaki. Il suono delle sue nocche sul legno era inconfondibile.

I capelli in disordine coprivano in parte gli occhi neri, che Beyond conosceva fin troppo bene. Tra le dita snelle, stringeva una tazza fumante.

B si raddrizzò, improvvisamente attento, quando Ryuzaki la porse a Naomi. «Ho pensato che avresti gradito qualcosa di caldo, vista la situazione». Le indicò con un gesto il naso ancora arrossato e Naomi abbassò il capo.

«Grazie, Ryuzaki. Sei molto gentile».

«Gentile?» Beyond s’intromise, restando seduto. «Non sa nemmeno come si prepara, qualcosa di caldo. Molto probabilmente dovresti ringraziare il giapponese col bel sedere».

Ryuzaki non sembrò curarsi della frecciatina. Si portò un dito alle labbra, lo sguardo fisso su un punto morto, riflettendo. «Bel sedere, dici? Non ci ho fatto caso».

Naomi boccheggiò, per nulla contenta di ritrovarsi in quel discorso. Non poteva importarle un fico secco se Light Yagami avesse un bel sedere, e ancora meno che il suo coinquilino e il suo vicino di casa lo avessero notato. Tossicchiò, accettando volentieri l’offerta di Ryuzaki. «Ad ogni modo, apprezzo moltissimo il gesto. È davvero carino da parte tua».

Beyond non ne poteva più. Si alzò di scatto, afferrando la mascherina bianca. La indossò prima di avvicinarsi a Naomi. «Tutto questo è ridicolo. Se volesse davvero fare un gesto carino, ti avrebbe portato del tè».

Ryuzaki non batté ciglio. «A Naomi non piace il tè».

Si mordicchiò la lingua, certo di essere stato preso in fallo. Da Ryuzaki, per giunta. Certo che a Naomi non piaceva il tè, era la prima stranezza che le aveva fatto notare: una giapponese che non beve tè, assurdo!

«La cioccolata va benissimo», rassicurò Naomi, prima di lanciare un’occhiata eloquente al suo coinquilino. B sapeva perfettamente ciò che stava per dire. «Dal momento che il caffè è caduto. Maledetta Dinamica».

Un sorrisetto storto apparve sul viso pallido di Ryuzaki. Era così divertito, così contento che Naomi lo stesse mettendo alle strette…

«Sono sicuro che si tratti di una storia interessante».

«Infantile», lo corresse lei, prima di portarsi la tazza alle labbra. Beyond arricciò la bocca in una smorfia di fastidio, bloccando il polso della ragazza. Gli occhi, rossi, collerici, erano puntati sul vicino di casa.

«A Naomi non piacciono le cose troppo zuccherate».

Era la prima volta che usava il suo nome, ma era una sfida. Una sfida tra lui e Ryuzaki. Misora sembrò capirlo, e decise di non essere una pedina. Si liberò dalla stretta del coinquilino, bevendo un lungo sorso.

B non fu rallegrato dall’espressione di disgusto che Naomi tentò di nascondere, né dal volto quasi rammaricato di Ryuzaki. Si era intromesso, e Naomi gliel’aveva concesso.

«Ti dona».

 Ryuzaki puntò il dito verso la mascherina.

Rassegnati, B. Non hai la minima chance, contro di me, sembrava dirgli in realtà.

«Lo so», rispose, sfiorandosi la faccia col polpastrello. «A differenza tua, a me dona tutto».

Oh, non ne hai la più pallida idea, Ryuzaki, era la traduzione esatta.

«Ne sei tanto sicuro?» Si portò le mani nelle tasche dei jeans, con una lentezza allarmante. «Conosco qualcuno… Sì, direi che devo proprio fare quest’esperimento».

Naomi aveva smesso di capirci qualcosa da diverso tempo. «Che esperimento?»

«Il Natale, mia cara Naomi Misora, è alle porte.» Uno strano luccichio s’impossessò dello sguardo di Ryuzaki. Era stato folgorato da un’idea geniale, questo Naomi l’aveva colto, ma continuava a non capire. «Buon proseguimento di mattinata, ragazzi».

B scuoteva il capo, seccato.

Naomi chiuse la porta, avvicinandosi a lui, ancora spaesata dalle parole del vicino. «Fa uso di droghe, secondo te?»

«Le decorazioni» ringhiò quello in risposta, più a se stesso che a lei. «Quelle maledette decorazioni».

Girò i tacchi, scuro in volto, avviandosi con passo grave nella sua stanza. La sbatté con rabbia, indispettito come un bambino, lasciando da sola Naomi con una tazza di cioccolata calda.

Lei si guardò intorno, senza capire, e certa di non essere vista da nessuno versò quella melassa marrone nel lavello.

 

Erano in soggiorno.

Beyond raggomitolato sulla poltrona a sfogliare le pagine di un manga, e Naomi accomodata sobriamente sul divano in cerca di articoli interessanti sul web.

Le voci di L e Light arrivavano dal corridoio.

Naomi sollevò lo sguardo, puntandolo sulla porta chiusa. Poteva già immaginarli, quei due, mentre discutevano. «Secondo te, cosa sta succedendo là fuori?»

«Decorazioni natalizie», la risposta di Beyond fu lapidaria. Aveva ancora il dente avvelenato per quella mattina, ed erano ore che non le rivolgeva la parola. Si era rinchiuso nel suo guscio di mutismo, rimuginando sulle parole del suo stupido vicino di casa. Al paragone che aveva osato pensare. 

Se solo Naomi non fosse così educata.

Beyond poteva sentire lo sguardo curioso della coinquilina su di sé, ma lo ignorò. Molto probabilmente si stava chiedendo cosa facesse nella vita, come si guadagnasse da vivere, cosa diavolo ci facesse in quell’appartamento con lui…

Adorava vederla lambiccarsi il cervello in quel modo. Lo divertiva. Le scoccò un’occhiata, abbandonando per un attimo la lettura.  «Davvero non l’hai ancora capito, Misora?»

Si godette ogni minimo cambiamento sul suo volto. Il modo in cui corrugò le sopracciglia, stropicciò le labbra struccate e posò gli occhi oltre la porta. Poi la vide alzarsi e procedere verso il corridoio. «Che succede?», le sentì dire, poi tornò con la testa tra le pagine del suo manga.

Si concentrò sui disegni, sulle didascalie e su ogni parola, finché non sentì quel rumore. Quell’odiosissimo rumore. Il rumore più orribile del mondo.

Era furente. Non poteva crederci. Quasi non travolse Naomi per la fretta con cui avanzò verso Ryuzaki, il dito proteso verso di lui come per maledirlo. «Non vorrai davvero appendere quella roba? Di nuovo

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 Note: 

Come sempre, vi ricordo che “Appartamento 24” è gemella ad “Appartamento 25”. Non potete leggere l’una senza l’altra. 

Appartamento 25:

«Più a destra, Light.»

Light sbuffò sulla scala. Si allungò verso destra, sopra la porta dove il numero 25 era affisso a lettere dorate. Poco sotto c’era una campana natalizia.

«Adesso com’è?»

«Ancora un po’ a destra, Light.» L sorrise, riconoscendo una nota d’impazienza nella voce del suo coinquilino. «Ora è troppo a destra, Light.»

«Potresti smetterla di dire il mio nome, per favore?»

La scala traballò ancora. L puntò i piedi contro l’acciaio per tenerla ben ferma.

«Un po’ più a sinistra.»

«Senti, Ryuzaki, perché non sali tu qui sopra e io ti tengo la scala?»

«Ti prego, Light, non essere sciocco.» L seguì la linea delle gambe di Light, puntando lo sguardo poco più in alto. «Ho una vista migliore da qui. E poi non vorrei mai che mi guardassi il sedere…»

CONTINUA A LEGGERE...



n 

Piccole precisazioni: non ho la più pallida idea se a Naomi piaccia il tè o meno, ma per questioni di trama… :) 
Nel romanzo ha sempre bevuto caffè - soprattutto con B -, quindi nel mio cervello questa povera ragazza è una drogata di caffeina. E va benissimo, perché il caffè è una religione.
Sappiate solo che… IL TERZO CAPITOLO. Il terzo capitolo - Celtica, ti adoro! - vi farà divertire moolto. Ma, soprattutto, ci sarà del fluff. 
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui. Grazie a chi ha recensito gli scorsi capitoli. Grazie a chi sta apprezzando questa storia e grazie a chi deciderà di lasciare il proprio parere.

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Capitolo 3
*** La volta con l'ospite indesiderato ***


Appartamento 24 3

IMPORTANTISSIMO.
Questa è una sorta di storia a quattro mani, scritta con Celtica. Non potete gustarvi veramente “Appartamento 24” senza leggere “Appartamento 25”. La storia è la stessa. Per avere un senso, bisogna leggere anche l’altra. Io mi concentro sugli avvenimenti che coinvolgono B e Naomi, mentre Celtica si occupa dei nostri amati L e Light. Inutile dirvi che le vicende si fondono.
Immaginate il tutto come una piccola sit-com. E… godetevi la lettura!

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Rory: Sono venuta qui con Robert.

Logan: Bene, mollalo. Io odio Robert!

Rory: Ma è un tuo amico!

Logan: E allora? Continuo a odiarlo!

Gilmore Girls

 

 

III. LA VOLTA CON L’OSPITE INDESIDERATO

L’appartamento era avvolto da un insolito silenzio, quella mattina. Un silenzio che sembrava preannunciare tempesta.

Restò imbambolata, le ciabatte piantate sul pavimento laminato, e gli occhi puntati sul divano. Lo stesso divano su cui la notte precedente Beyond si era rannicchiato, costringendola a guardare un film. Naomi lo aveva accontentato e, nel vedere i suoi occhi lucidi durante le ultime scene di Io & Marley, non aveva potuto fare altro che nascondere un sorrisetto. 

Beyond aveva tirato su col naso, ricomponendosi nel giro di un secondo. Niente lacrimoni, niente viso arrossato di pianto. Si era voltato a guardarla, dicendole che gli sceneggiatori erano persone peggiori dei criminali.

E adesso, il suo coinquilino era ancora lì, sdraiato e con le palpebre calate. Naomi si chiese se avesse trascorso la nottata sul divano e perché, mentre il volto di Beyond, rilassato, si colorava di blu.

Era un appartamento minimalista, il loro. C'erano pochissimi quadri appesi alle pareti beige, e l'unica pianta che possedevano era uno strano cactus di cui Naomi non avrebbe mai memorizzato il nome. Pianta che, per volere di Beyond, era diventata il loro albero di Natale. 

Era davvero bizzarra. Piccola, con le braccia grasse, verdi e piene di spine, volte verso l'alto. Offriva loro compagnia in quel silenzio surreale, agghindata con una serie di luci multicolore che in quel momento baciavano la figura snella di B e l’intera stanza.

Contro ogni previsione, Naomi aveva apprezzato quella scelta.

Abitava con lui da pochi mesi ma, nonostante alcuni aspetti tipicamente-da-Beyond, quel ragazzo era un'incognita perenne. C’erano oggetti, in quell’appartamento, di cui Naomi ignorava la storia. Oggetti che non le appartenevano, ma con cui doveva convivere, come gli strani addobbi natalizi che il giorno precedente Beyond aveva tirato fuori da uno scatolone.

La stanza si tinse di rosso quando lo sguardo di Naomi cadde sul pupazzetto di omino di marzapane. Gli occhi e il sorriso erano stati cancellati quasi del tutto; più che un peluche di Natale, le ricordava una wara ningyo. 

Stropicciò le labbra. 

Le sembrava quasi assurdo pensare ai giorni prima di Beyond, ai tempi in cui non sapeva chi fosse. 

Lo osservò in quella dolce danza di luci, catalizzando la sua attenzione sugli occhi chiusi. Beyond era così strano… 

Così come il suo rapporto con Ryuzaki.

Ma cosa era successo, davvero, tra loro? 

Gli sfiorò la fronte con le dita, illudendosi di poter toccare i suoi pensieri con le mani, lasciandole scivolare distrattamente tra i capelli neri. Sembrava ipnotizzata, sotto l'effetto di un incantesimo. 

La magia si spezzò alla seconda carezza, quando due pozze rosse la fissarono trionfanti. Beyond era sveglio, sveglio come mai, e le bloccava il polso con la mano. 

Naomi dimenticò come respirare, per un secondo. 

«È davvero inquietante fissare una persona addormentata, Misora». 

Non stavi dormendo. Lo sappiamo entrambi. «Non hai dormito nella tua stanza?»

Beyond si sistemò, mettendosi a sedere. Non aveva un solo capello fuori posto e le occhiaie erano difficili da notare. La  mano, gelida, premeva ancora contro la sua pelle. «Qui c'era tutto quello di cui avevo bisogno». 

«E sarebbe?»

Tutto divenne rosso. Persino il sorriso appena accennato di Beyond. «Buona Vigilia, Misora». 

Sì, quella sarebbe stata la loro prima Vigilia insieme. La prima Vigilia con Beyond. 

La bocca era arida, Naomi non riuscì a trovare nemmeno una parola. Quell'idiota del suo coinquilino pareva controllarle il polso, Dio solo sapeva il perché, tenendo incollati quegli occhi scarlatti nei suoi. 

Sarebbero rimasti legati una alla presa dell'altro, per tutto il giorno, se qualcuno non avesse bussato alla porta. 

Tempismo perfetto. Come nelle serie tv. 

Naomi si ritrasse di scatto e il ghigno evaporò dalla faccia di Beyond. Fu proprio lui ad alzarsi e aprire la porta. 

Da quel punto, poteva vederne solo le spalle, ma fu necessario per farla rabbrividire. Ogni singolo muscolo di Beyond si era irrigidito. 

«Sono venuto a trovare Naomi».

Scattò verso la porta, genuinamente sorpresa. Raye Penber le sorrideva radioso nel suo completo scuro. «Oh, Raye. Che bella sorpresa!»

Non si aspettava di ritrovarlo lì. Ma forse avrebbe dovuto? 

Di certo, Naomi Misora non si sarebbe mai aspettata che quelle appena pronunciate sarebbero state le ultime parole famose.

Il modo in cui i suoi vicini si gustavano la scena, sulla soglia dell'appartamento 25, avrebbe dovuto metterla in guardia. 

D'altronde, mancavano solo i popcorn. 


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Raye non gli piaceva, Beyond aveva deciso. 

Più lo guardava, e più si domandava cosa Naomi ci vedesse in quel tipo. 

Si muoveva nel loro appartamento come un fotografo su un campo minato. Analizzava ogni angolo emulando indifferenza, tra una risata di circostanza e l'altra, posando le mani sui fianchi di Naomi. 

Beyond gliele avrebbe recise volentieri. In un colpo solo. 

I sorrisi di Naomi erano forzati. Era a disagio, ma Mister Eleganza non lo notava, impettito con la sua bella cravatta rossa annodata perfettamente al collo. 

Se solo avesse potuto avvicinarsi e aggiustargliela… 

«Sempre carino qui». Raye non si impegnava abbastanza nel mentire. Lanciò un'occhiata al cereus, indicandolo con un dito che Beyond gli avrebbe mozzato all'istante. «Avevano terminato gli abeti?»

Naomi distolse lo sguardo. «Beyond ha optato per qualcosa di inconsueto». 

«Abbiamo.» Ci tenne a correggerla. 

Mister Eleganza alternò lo sguardo dall'uno all'altra, evidentemente in cerca di parole gentili, facendosi scappare un sorriso nervoso di troppo. «Davvero originale, anche se un bell'albero non guasterebbe». 

Bell'albero. 

Quell'aggettivo gli ronzò nella testa come un'ape fastidiosa. Davvero Naomi non si accorgeva delle critiche velate di quel tipo? 

Raye sollevò una mano verso la fronte di Naomi, scostando ciocche ribelli dagli occhi. Sembrava passata un'eternità da quando, quel gesto, era stato riservato a lui. Proprio dalla ragazza che Mister Eleganza ammirava con occhi sognanti. 

I movimenti di Naomi erano stati identici. Lenti e attenti. 

«Oh, che sbadato!» B esclamò pigramente, senza alcuna emozione. Un commediante da quattro soldi. «Posso offrirti qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un muffin, l'indicazione per uscire dalle nostre vite?»

Naomi e Raye lo guardarono stralunati, increduli alle loro orecchie. 

«Beyond!»

Minimizzò la cosa con un vago gesto della mano. «Tranquilla, Misora. Prima o poi se ne vanno tutti, ma non lo ammettono mai ad alta voce.» Si portò l'indice alle labbra, carezzandole lievemente. «Probabilmente sceglierà il bicchiere d'acqua». 

Mister Eleganza esibì il sorriso più diplomatico del repertorio. «Sto bene così». 

«Sì, è quello che dicono tutti all'inizio». 

Braccia conserte, sguardo fisso e serio. Naomi era arrabbiata con lui, tremendamente. Assumeva la stessa posa di una docente intransigente, quando succedeva. Non urlava, Naomi, non batteva i piedi per terra. 

Lo fucilava con lo sguardo, mantenendo un tono calmo. «Beyond si scusa». 

«Niente affatto». 

Naomi non lo ascoltò. «Beyond si scusa, ma deve assentarsi». 

Ma cosa credeva di fare? 

Batté le palpebre. «Ho la mattinata libera». 

«Siamo a corto di marmellata». 

«Posso scroccarla dai nostri adorabili vicini». 

Si bloccò nell'istante in cui pronunciò l'ultima sillaba, la voce che si spegneva. Era stato davvero così stupido? 

Gli angoli della bocca di Naomi non si erano mossi di un millimetro, ma Beyond poteva leggere oltre le righe. Aveva imparato a decifrare Naomi Misora come il più semplice degli indovinelli, quindi non gli fu difficile scorgere un sorriso invisibile sul volto struccato.

Lo aveva incastrato. E lui ci era cascato come un allocco. 

«Suppongo che la marmellata di fragole non possa attendere oltre». 

Era stato Mister Eleganza a intromettersi, e a firmare la sua condanna a morte. Beyond gli avrebbe ringhiato contro. «Non ne hai la più pallida idea». 

Marmellata di fragole, sparsa ovunque sul pavimento. Marmellata di fragole che zampilla dalla camicia meticolosamente stirata di Raye Penber. Oh… No, la marmellata di fragole non poteva attendere oltre. 

  

n

«Sai, se ti truccassi il volto di verde saresti identico al Grinch».

Ryuzaki aveva chinato il capo di lato, uno stupidissimo bastoncino di zucchero tra i denti. Lo esaminava con lo sguardo spento e una nota troppo saccente nella voce. La predica era vicina.

B storse il naso, le gambe contro il petto.

Sembrava che Babbo Natale avesse vomitato decorazioni e biscotti ovunque, in quell’appartamento. Per non parlare dell’albero… Pomposo, pieno di palline che lasciavano brillantini in ogni dove. Un’esagerazione, proprio come Ryuzaki. Una falsa esagerazione.

 «È una fortuna che io sia la tua fotocopia, allora», gli rispose, mal celando il veleno con un sorrisetto sinistro.

 «Non esiste persona al mondo più distante da me, Beyond».

La serietà con cui pronunciò quella frase cozzava terribilmente con le lucine alle sue spalle. Ryuzaki somigliava sempre di più ad una renna stramba con gli occhi da panda. 

Beyond si morse il pollice, bacchettandosi da solo per quei pensieri assurdi. Forse il suo maledetto vicino di casa usava estratto di oppio come deodorante per l'ambiente. O, decise torturandosi l'unghia, era quella puzza di Natale a dargli alla testa. 

«Naomi Misora non è di tua proprietà, Beyond. Non puoi pretendere l’esclusiva».

Oltraggiato, B smise di torturarsi il pollice, bloccandolo a metà strada tra la bocca e il mento. «È la mia coinquilina. E quello è il mio appartamento. Ricordi?» Ho sopportato i suoi germi. I suoi germi.

 «Ahimè, perfettamente. Ogni attimo della mia vita. Ma resta il fatto che sei in torto. Naomi è solo la persona che vive con te, niente di più».

 «Senti, senti» B strinse i denti. «Non accetto la morale da un pervertito come te, Ryuzaki».

 «Il mio intende essere un consiglio».

Beyond balzò in piedi come un felino, avvicinandosi all'altro. Ryuzaki non lo incantava con i suoi modi di fare apatici, con quei discorsi da strizzacervelli da quattro soldi. 

«Vuoi soltanto vincere la scommessa, ammettilo». Gli era ad una spanna dal naso. Poteva osservare ogni minimo difetto della sua pelle. 

Ryuzaki non parve essere intimorito da quella vicinanza. Completamente a suo agio, afferrò il bastoncino di zucchero tra l'indice e il pollice. 

 «Oh, no, Beyond. So già di avere la vittoria in pugno. Vedi, Light e io siamo diversi, da te e Naomi Misora.  In questo momento, l’unica cosa che vorrei… è della cioccolata calda».

n

Come prima, vi ricordo di leggere anche la storia di Celtica “Appartamento 25”, per trovare un senso in ciò che avete appena letto.

«Davvero avete intenzione di tenerlo per tutta la durata delle feste?»

«E magari anche oltre» rispose Ryuzaki. «Trovo che dia un’aria accogliente all’appartamento.»

«Accogliente?» Light girò intorno all’abete. «Hai detto proprio “accogliente”?»

«Proprio così, Light. Immagino già il nostro micio mentre si arrampica tra i rami o colpisce una pallina.»

«Avete un gatto?!» Beyond balzò in piedi, correndo alla porta.

L’indice di Ryuzaki fece segno di no. «Non ancora, B… Non ancora. Pensavo di prenderlo oggi. Sai… come regalo di Natale.»

«Ti fai i regali da solo, adesso?»

«Divertente, Beyond. Davvero divertente. No, volevo fare come gli altri anni: prendere un regalo per te e destinarlo a me.»




n

Anche se la Vigilia e Natale sono ormai passati, per questi quattro tipi strani le feste continuano. E continueranno.
Celtica è stata semplicemente grandiosa - quindi correte a leggere la sua “parte”!
Inoltre, ci tengo a ringraziarla per tutto ciò che fa: non solo deve sopportarmi, ma anche fornirmi tutto il materiale per l’impaginazione. (Giuro che ti regalo una bella torta al cioccolato, NON fatta da me). 
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui. Grazie ai lettori silenziosi, grazie a chi deciderà di lasciare il proprio parere. 
See ya!



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