La tua vera casa

di hermy09
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


(NICO)

Nico aveva trovato la capanna di Ade esattamente come l'aveva lasciata l'ultima volta, non che ci fosse mai stata traccia della permanenza di qualcuno. Cominciava a pensare che avrebbe dovuto  lasciare qualcosa in giro per segnalare la sua presenza, magari lo avrebbe aiutato ad abituarsi al' idea di rimanere lì per tutta l'estate  -Se non tutto l'anno-  pensò, ma cercò di accontentare quel' idea. Era stato suo padre a convincerlo ad andare l'ultima volta che era stato negli inferi. –Ma perché devo tornarci?-  aveva chiesto più volte, conosceva abbastanza bene il dio dei morti per sospettare che ci fosse sotto qualcosa.  –Devi ricevere un addestramento completo e dopo che quel' ingrato di Percy Jackson  ha rifiutato l'immortalità per costringere tutti gli dei a riconoscere, ed accogliere al campo, ogni loro figlio. Tutti sono andati ed è tuo dovere passare lì almeno tutta l'estate, a meno che tu non voglia passare lì tutto l'anno. Dopo questa risposta Nico ebbe la certezza che Ade stesse mentendo. Era sempre stato il primo a dire che non era necessario che il figlio si addestrasse al campo, e poi di solito non teneva conto di  ciò che facevano gli altri  dei. Alla fine evitò di ribattere, il tono del dio non ammetteva obiezioni e non poteva rischiare di dilungare il suo obbligo o non sarebbe potuto tornare al Campo Giove. Giusto c'era anche quel  problema. Aveva spiegato ad Hazel che non sarebbe potuto tornare a trovarla per un bel po'. Gli dispiaceva molto dover lasciare la sorella, soprattutto sapendo quanto fosse delicata la sua situazione... ma alla prima occasione sarebbe passato a trovarla, ora c'erano altre questioni da sbrigare. Era il suo terzo primo giorno.

Ciao a tutti, sto ripubblicando questa storia perchè ho trovato l'ispirazione e il tempo per riscriverla. L'unica cosa che non ho cambiato è questo piccolo prologo/capitolo, di cui sinceramente non sono molto convinta, ma era stato apprezzato e ci avevo messo molto impegno, quindi gli sono in un certo senzo legata. Non lo considero una parte essenziale della storia, è come una 'prima occhiata'. Ho già pronto il primo capitolo quindi, ci vediamo presto (spero) <3 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


(NICO)
Nico infilò la maglietta arancione del campo (una delle solite magliette nere era troppo rovinata). Non l'aveva portata nemmeno quando era rimasto un paio di giorni al campo, 'finchè non hanno ripreso ad evitarti'  pensò, ma scacciò via quel pensiero, il rancore non lo avrebbe aiutato. Non che si aspettasse di fare amicizia, i pochi ragazzi che aveva conosciuto probabilmente si erano già scordati di lui , forse avrebbe potuto contare sulla simpatia di Percy, ma probabilmente aveva altri pensieri, come riposarsi con Annabeth e gli altri compagni più grandi. Di andare a fare colazione, sedendosi da solo al tavolo di Ade, cn gli occhi di tutti puntati addosso, non se ne parlava, ma decise che non era il caso di evitare la doccia... 
Era un po' in ritardo rispetto all'orario in cui iniziava la giornata al campo. Era arrivato in tempo per spiegare a Chirone la situazione grazie al viaggio d'ombra, con la conseguenza che si sentiva sfinito e dovette riposare. Il lato positivo era che, dato l'orario, forse avrebbe incontrato meno semidei in giro per andare alle docce, si sbagliava. Invece di andare nei soliti bagni scelse quelli aggiunti da poco. Due edifici di marmo, uno per i ragazzi e uno per le ragazze, quest'ultimo con una fila molto più lunga. Invece prendere posto nella cosa si mise un po' in disparte. Se avevano dovuto costruire altri bagni dovevano essere arrivati molti nuovi ragazzi, riconosceva solo qualche ragazza della casa di Demetra, per il resto solo volti nuovi. A quanto pare c'erano molti semidei non riconosciuti fuori dal campo
-Spostatevi!- Un trio di ragazze arrivò scavalcando tutte le altre semidee in fila. La più alta con i capelli rossi urlava -Fate passare, un po' di acqua e sapone non migliorerà la vostra faccetta da figli di Efesto- Subito dopo che furono entrate vennero spinte fuori altre tre ragazze, a cui erano stati infilati dei vestiti troppo larghi. La più minuta, con ancora dello shampoo tra i riccioli biondi e con indosso un felpone troppo grande, si riaffacciò dentro il bagno urlando -Potrei riavere i miei pantaloni?- In tutta risposta ricevette dei jeans in faccia e se ne andò seguita dalle altre due. Non le aveva mai incontrate ma aveva la sensazione di aver già visto la bionda. Nel frattempo tre ragazzi erano usciti dal bagno e gli ultimi due della fila entrarono ed andò anche lui


(EVANNA)
-Controlla se arriva qualcuno- Evanna non aveva voglia di farsi vedere mentre si lavava a testa in giù lo shampoo dai capelli.
-Tranquilla, lo hanno già usato stamattina, però cerca di sbrigarti- Essere buttate fuori dalla doccia con la figlia di Demetra, che si occupava del giardino, aveva i suoi vantaggi.
-Non sai che darei per vederla scivolare nella doccia-
-Non credo tu ci tenga molto a provocarla Kenzie- Cara lo sapeva per esperienza, dai fastidio a Christi, ma a tuo rischio e pericolo.
-Deve solo sperare di non incontrare me o  le mie sorelle nella prossima caccia alla bandiera- Evanna pregò che l'attività nella foresta quel giorno non comprendesse le armi, Meckenzie attaccava briga facilmente quanto era difficile fermarla, e la figlia di Nemesi non si sarebbe fatta troppi scrupoli a ''farle accidentalmente male''. Il trattamento speciale da parte di Christi  (riservato soprattutto a loro) si ripeteva quasi tutti i giorni. Da quando le cabine erano più di dodici, il numero di semidei era raddoppiato, e Christi e le sue amiche amavano fare le prepotenti e mettere zizzania. Però non badavano più di tanto ad Evanna, la sua personale attaccabrighe era Drew. La figlia di Afrodite aveva come punto fisso tra la lista delle cose da fare darle dei frequenti promemoria: "neanche oggi si mangia scheletro?", come se fosse una battuta divertente, lei mangiava normalmente, solo non si abbuffava ed era magra per costituzione, forse molto, ma non doveva rendere conto di questo a lei. "Hai un faccino mediocre e così pallido che sembri un fantasma" aveva la palle molto chiara (considerando la facilita con cui si ammalava  sopratutto d'inverno aveva spesso un aspetto malaticcio). " Se chiamassimo Nico di Angelo potremmo trovarti un posto sottoterra, saresti più utile".
Sempre quel nome, Nico di Angelo. Lo aveva sentito nominare spesso, era stato d'aiuto durante la guerra che il campo aveva affrontato, ma Drew non ne tesseva le lodi, sempre che Drew avesse mai tessuto le lodi di qualcuno che non fosse se ssa. Qtesuando incontrò Christi sembrava si fossero trovate, due stronze per la pelle, ma nella figlia di Nemesi c'era qualcosa di diverso. Christi aveva capito che avrebbe cominciato anche lei ad imporsi, se non voleva essere trattata come gli altri figli degli dei minori ultimi arrivati. Drew li trattava come scarafaggi. Evanna era sicura che non fosse questa l'intenzione di Percy Jackson quando chiese di far riconoscere al campo i semidei come lei. "Dovreste ringraziarlo, è merito suo se non siete nella cabina di Ermes e avete la vostra famiglia", tanto per lei non cambiava niente, era comunque sola.
-Che fate dopo? Oggi è mercoledì, non siamo tutte insieme?- chiese Mackenzie. Eva chiuse il rubinetto -Abbiamo addestramento nella foresta, con le solite case suppongo-
Non c'era bisogno di controllare, sarebbero state come al solito tutte le nuove cabine più la cabina di Afrodite o Demetra. Drew così poteva operare indisturbata dai capigruppo più grandi e attenti. Evanna era quasi certa che Drew mettesse mano nella divisione delle attività per i suoi comodi. Si strizzò i capelli -Chloe è rimasta nel bagno, dovremmo andare a cercarla- Melanie le passò l'asciugamano -Ormai è troppo tardi per la colazione, la troveremo sicuramente vicino alla foresta- 
Dopo che la figlia di Demetra le aveva ricordato che per l'imprevisto del bagno avevano saltato la colazione senti lo stomaco brontolare, ma non fu un problema. -Ehi ragazze!- Mentre raggiungevano la foresta Connor Stoll le veniva incontro con un sacchetto di carta in mano.
-Ciao Connor- Notò nell'amica una punta di fastidio in quel saluto. Melanie aveva sempre dormito nella cabina di Ermes, fino a quando non fu riconosciuta da Demetra. I suo ex compagni di cabina sentivano la sua mancanza ma forse Connor più degli altri... capitava spesso che 'casualmente', Connor fosse nei paraggi quando lei aveva bisogno di qualcosa, che anche lui dovesse svolgere qualche lavoro insieme a Melanie anche se non era il suo turno o che insistesse per avere i figli di Demetra nella sua squadra di caccia alla bandiera.  Evanna la trovava una cosa carina, ma Melanie preferiva quando la faceva impazzire con i suoi scherzi e le faceva le boccacce, invece di lanciarle occhiate sperando di non essere visto. -A colazione ho preso delle ciambelle avanzate- disse mostrando il sacchetto pieno di paste zuccherate -Oggi non eravate a mangiare con gli altri, ne volete una?- Melanie sorrise e allungò una mano verso la busta, a quanto pare non lo trovava sempre così irritante. Evanna e Cara si sevirono -Andate verso la foresta?- chiese Connor -Già- rispose Mackenzie dopo aver preso una ciambella glassata. -Vieni anche tu?- gli chiese Cara guadagnandosi un occhiataccia da parte di Melanie. -Vorrei ma prima devo andare da una persona, ci vediamo più tardi- e prosegui lanciando un ultimo sguardo a Melanie, che guardò subito da un altra parte quando i loro occhi si incontrarono.


(NICO)
-Aaaaaaaaah-
Nico sentì l'urlo di una ragazza mentre usciva dalla doccia. Si rivestì e mentra andava verso la casa grande sentì chiamare. -Ehi Nico- era Connor Stoll, un ragazzo della casa di Ermes che aveva conosciuto le altre volte che era andato al campo. -Ciao Connor- sperò che il tono non sembrasse troppo freddo -Mi manda Chirone, devo dirti il programma di oggi e già che ci sono la colazione, tieni questa-  gli porse una ciambella. Nico accettò un po' di malavoglia, Connor prese un foglio. -Chirone ti ha già fatto inserire in un programma di addestramento, per prima cosa oggi andrai nella foresta con noi-. -Caccia alla bandiera di giorno?- chiese perplesso.
 -Non esattamente- gli rispose il iglio di Ermes. -Di solito siamo divisi in due squadre ma l'attività cambia ogni volta, la volta scorsa era una specie di caccia al tesoro, con trappole gentilmente offerte dalla casa 11-  sorrise orgoglioso -questa volta però non so cosa posso essere. Comunque oggi vado anche io, vieni con me?-.
Quel ragazzo era una vera macchinetta, mentre camminavano sorrideva a tutti quelli che gli capitavano davanti. Di quelli che Nico riconobbe pochi lo salutarono, ma  decise di non dare troppo peso alla cosa.
-Quali altri cabine saranno insieme a noi?- chiese.
Connor riprese il foglio e cominciò a leggere -Demetra, Nike, Nemesi, Ipno, Apollo, Persefone, Morfeo...- Nico smise di camminare.
-Persefone?- Connor si passò una mano sul braccio. -Beh, forse dovrei parlartene...'


(JACK)
-Sicuramente qualcuno mi avrà visto-.
-Cerca di calmarti, da quello che mi hai raccontato mi sembra improbabile -. La figlia di Ecate si rigirava tra le dita il ciondolo della collana-. 
-Sai che non avrei douto rischiare, si tratta di tua sorella- per quanto fosse amica di Jack non si fidava troppo dei figli di Nemesi.
-E dove sta il problema?-  fece un sorriso ironico -anche Mackenzie è mia sorella -anche Meckenzie è mia sorella-.
-Sai che è diverso-. la ragazza sorrie ripensando alla question della sorelina dell'amico.
-Comunque devo farti i complimenti- le disse -non avevi fatto una cosa del così prima-.
-Non è stato molto difficile- rispose lei -ho usato la telecinesi sui rubinetti-.
-E l'acqua è diventata bollente appena sei andata via, per nulla sospetto-. Jack cercava di tirarle su il morale, ma l'amica lo fulminò con gli occhi dalla sfumatura viola. -Non sei d'aiuto- disse fredda. Poi per un secondo ritornò preoccupata, fece un lungo sospiro, mentre chiudeva gli occhi strizzandoli, come per concentrarsi.
-Comunque non è solo questo- disse riguardandolo con i soliti occhi. Sembrava indecisa se parlargliene o meno, dopo tutto quel tempo non riusciva a confidarsi con lui?. Ma subito riaprì il discorso. -Ieri mi sono svegliata durante la notte e non mi sono più riaddomentata, brutti presentimenti-.
-Però si tratta sicuramente solo di sensazioni vero?- chiese speranzoso. La ragazza sospirò -sinceramente non lo so, ieri notte è arrivato qualcuno-
-Magari non è un brutto segno. Comunque guarda il lato positivo stai sviluppando la chiaroveggenza-.
-Già- rispose malinconica. La conosceva abbastanza bene per capire che qualcos altro non andava, nonostante tutto quello che avevano passato, Jack aveva sempre la sensazione che Chloe gli nascondesse sempre una parte di quello che pensava.
-Si è fatto tardi, dovremmo andare, ci penseri dopo-
-Ecco, Cara e le altre ci staranno aspettando-


Finalmente ho finito di trascrivere il primo capitolo. Ci ho messo tantissimo impegno e cura (ho riscritto molte parti due volte) ma se notate qualche errore non esitate ad avvertirmi. Ho cambiato il titolo della storia perchè ho notato che Nico non avrebbe potuto passere un intera estate al campo dato che la guerra è finita in agosto.Anche se non sono del tutto sicura, perchè se non sbaglio nell'Eroe Perduto viene detto che Annabeth e Percy passano insieme due mesi e non viene detto che mese è quando Jason si sveglia, quindi non so. Come avete notato ho inserito molti nuovi personaggi, dei quali presto racconterò di più. La storia proseguirà con diversi punti di vista, quasi tutti ne avranno uno. Non vedrete i personaggi prinipali come ad esempio Percy, ma ci sarà spazio per quelli secondari, come ad esempio Connor, e vedremo anche qualcuno dal passato. Non vi svelo altro spero che abbiate apprezzato questo capitolo e ci vediamo al prossimo <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


NICO

Nico e Connor arrivarono appena in tempo all'entrata della foresta. C'erano una ventina di semidei, tutti presi dalle loro chiacchiere, finchè la voce di un ragazzo più grande sovrastò le altre -semidei, un po' di attenzione per favore-. Era Travis Stoll, il fratello maggiore di Connor e, ora che Luke Castellan non c'era più, il maggiore dei figli di Ermes. Per quanta poca credibilità potesse avere il ragazzo che aveva scambiato i barattoli dello zucchero e del sale a colazione, dando a tutti la possibilità di assaggiare il peggior caffè e latte caldo al mondo, i ragazzi e le ragazze si calmarono. Travis si spostò in modo da poter essere visto da tutti iniziò il suo discorso. - Le regole sono semplici, due squadre. I componenti della prima si dovranno nascondere, quelli della seconda si divideranno in coppie o gruppetti per cercarli-. -Quindi in poche parole nascondino?- disse una ragazza dai lunghi capelli corvini. Travis le rispose un po' offeso -Veramente lo abbiamo chiamato 'cacciatori e prede', ma se vuoi rovinare le brillanti idee della mia casa, si è nascondino-. Una ragazza dai tratti orientali fece un passo in avanti e disse -suppongo che le squadre potranno essere divise da noi vero?-. C'era qualcosa di ipnotico nella sua voce, lo stesso Travis con lo sguardo imbambolato stava per rispondere, ma venne preceduto da Katie Gardner, una figlia di Demetra. -In realtà avevamo già pensato ad un sistema per creare le squadre Drew, Travis stava giusto per spiegarlo-. Il figlio di Ermes tornò in se -certo- proseguì con un po' di imbarazzo - dividetevi in due parti-. I semidei alla destra di Travis si distanziarono di qualche passo dagli altri. -Adesso raggiungete i fratelli da cui siete divisi, nel lato in cui sono di più-. Nico rimase fermo nel gruppo a destra, due fratelli di Connor lo raggiunsero, facendo gruppo con lui e le sue sorelle. Katie e altre due ragazze presero posto a sinistra, accanto a dei ragazzi che dovevano essere figli di Demetra. Infine una ragazza bionda sui sedici anni andò a destra e si fermò accanto ad un ragazzo molto alto, e una ragazzina castana... Nico non poteva crederci. Come poteva essere lì lei?. Gli sembrò così irreale che non riusciva a smettere di guardarla, si costrinse a distogliere lo sguardo per non far credere che la fissasse, ma anche lei si era voltata e incrociò il suo sguardo, che aveva indugiato un secondo di troppo. Era passata qualche settimana, ma per quanto fosse improbabile, era sicurissimo fosse lei. I capelli castani con quei riflessi, gli occhi azzurri e la pelle chiara. Quel viso gli era rimasto impresso in mente anche se l'aveva visto per pochi secondi, il giorno della battaglia a Manhattan. Lo riconobbe anche lei, il suo viso prese un espressione allarmata che subito coprì cercando di mostrare indifferenza, girandosi da tutt'altra parte.

Travis smise di contare le squadre -La squadra alla mia destra cercherà, ma siete troppi, mi servono tre che si nascondano-. -Ci siamo noi!- disse la bionda che doveva essere la sorella della ragazza alla battaglia, che piantò subito i piedi a terra con un espressione allarmata. La sorella però non recepì il messaggio, o semplicemente la ignorò, trascinandola insieme al fratello nell'altra squadra. Probabilmente aveva voglia di cercare gli altri in mezzo alla foresta, quanto sua sorella minore di essere una preda da trovare. -Quando verranno trovate, le prede avranno la possibilità di scappare. Se prese dovranno essere riaccompagnate qui da un cacciatore- fece una breve pausa -Detto ciò potete andare a nascondervi, vi consiglio non troppo lontano, mentre cominciamo a formare le coppie.

Nico cominciò a guardarsi attorno, l'unico che conosceva era Connor e qualche altro figlio di Ermes di vista. Travis fece le coppie in maniera casuale, la ragazza che aveva messo in discussione il nome inventato da Travis finì con la rossa che quella mattina aveva fatto l'entrata teatrale in bagno. Entrambe sembrarono molto seccate e quella dai capelli neri, che gli spiegò Connor, si chiamava Eve, non perse l'occasione di lamentarsi.

-Posso fare molto meglio da sola, piuttosto che trascinarmi dietro una giraffa che strilla.

La giraffa in questione passò dal broncio ad un espressione indignata -credi che mi faccia piacere andare in giro per la foresta con Miss male?

-Lamentarvi è inutile- le zittì Travis -vi abbiamo assegnato dei compagni proprio per non lasciarvi soli, ora levatevi di torno, devo finire di dividervi. Eve si girò seccata verso la sua compagna -non ti lamentare quando, sentendo i tuo passi da gigante, tutti andranno a nascondersi da un altra parte- e si allontanarono. Travis guardò il fratello e Nico -Beh, visto che siete rimasti in tre, formerete un gruppo- Nico notò un altro ragazzo dall'aria assonata accanto a Connor, che si presentò poi come Clovis.

Mentre camminavano tra glia alberi Nico pensò a quanto coraggio avessero potuto avere gli altri, per nascondersi in fondo alla foresta. Nascondendosi dove stavano passando loro, sarebbero subito stati trovati, ma se tutti dovevano camminare in coppia e facevano quel gioco di giorno non era una caso. La foresta era piena di mostri, ma molto di più durante la notte. Era anche molto grande, non sarebbe stato difficile perdersi, si chiese se non stessero effettivamente girando in tondo.

-Posso farti una domanda?- chiese Clovis -non ti ho mai visto al campo, ma Travis sembrava conoscerti, eri tra gli indeterminati?

A Nico non andava di parlare ma tanto prima o poi lo avrebbe saputo. -Sono stato qua per un po' da bambino, anche dopo essermene andato, ho aiutato il campo durante la guerra. Sapevo chi era mio padre ma la casa tredici non c'era ancora, e non mi andava di restare.

Non lo disse apertamente, ma tutti sapevano che la capanna numero tredici era quella di Ade. Clovis semplicemente lo guardò inespressivo con quell'aria assonnata. -Capisco- rispose.

Caminarono ancora per un po' finchè non videro, accovacciata dietro un albero, una ragazza dai capelli neri che le arrivavano sulle spalle. Connor fece cenno di fare silenzio, ma mentre si avvicinava per prenderla di soppiatto fece rumore pestando un bastoncino. La ragazza si volto e partì di scatto prima di poter essere presa. Connor provò comunque ad inseguirla e nel frattempo gridò -voi andate avanti, ci penso io- e si allontanò.

-Ne avrà per un po', Melanie è molto veloce, soprattutto ora che dovrà scappare da lui- Da come ridacchiava, Clovis doveva trovarlo molto divertente.

Continuarono a camminare, tra uno sbadiglio e l'altro di Clovis. Dopo l'ennesima volta in cui aprì la bocca, cominciava anche lui a sentirsi stanco. -Se avevi molto sonno perchè non hai chiesto di poter assentarti?- suonò più scontroso di quanto avesse voluto. Clovis sembrò riscuotersi -Non cambierebbe nulla, sono figlio Ipno, anche dormendo tutto il giorno continuerei ad essere stanco. Oggi è comunque uno di quei pochi giorni in cui non sono a poltrire. Adesso sono più o meno riposato.

Ipno era il dio del sonno, da quel che ricordava Nico. -E come fai se vieni attaccato da qualche mostro?.

-Oh per quello non c'è problema, se mi trovo in pericolo divento perfettamente lucido. Credo che l'istinto di sopravvivenza abbia semplicemente la meglio. Nico in un certo senso poteva capire. Anche da esausto, se era in pericolo, all'improvviso una scarica di adrenalina dandogli un energia che non sapeva nemmeno di avere. Clovis sorrise -Comunque il caffè super forte aiuta molto.

Qualcosa catturò la sua attenzione. -Mi sa che abbiamo trovato qualcosa di molto interessante- guardava oltre le spalle di Nico. Mentre Clovis si spostava si girò, e lo vide. Un punto pieno di foglie e fiori ma non era normale. Di fiori in giro non ce n'erano, e questi non spuntavano dal terreno. Partivano dal tronco di un albero, sembrava edera da cui spuntavano bocioli, che andavano ad infittirsi in quel punto della terra, come a volerlo coprire. Clovis cominciò a postare varie foglie, fiori e rami. - Devo continuare o pensi di uscire da sola Eva?.

La coperta i fiori e foglie si ritirò rivelando un buco, da cui prima spuntarono un paio di mani e poi una testa biondo cenere.

-Tra tutti quelli che potevano trovarmi ovviamente sei tu- la ragazza fulminava Clovis con gli occhi chiari -mi hai fatto cadere in testa tutte le foglie, sai quanto ci ho messo a fare qualcosa, per evitare di farmeli cadere addosso?

-Beh visto con chi sono, mi pare inevitabile che ti trovassi- lei presa com'era da risistemarsi i capelli, notò Nico solo in quel momento, ma sembrò non capire.

Clovis si rivolse verso di lui -Nico, ti presento la tua sorellastra!

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

(NICO)

Per una volta, quando  gli aveva raccontato di lei, Nico aveva sperato che Connor scherzasse. Nonostante l'insolita faccia seria dell'amico, stentava a crederci. Voleva davvero credere che scherzasse, ma ora che se la trovava davanti, non aveva dubbi. Non sapeva come fosse possibile, ma esisteva una figlia di Persefone, e per ironia, l'aveva appena trovata con i capelli ricoperti di fiori e foglie.

-Quindi tu saresti la figlia di...
-Si, Persefone. Vedo che già ti hanno dato la notizia, se sei chi credo tu sia.
-Mi chiamo Nico di...- venne interrotto di nuovo -Il famoso di Angelo, finalmente!

Nico non sapeva che pensare, al campo era più o meno conosciuto, ma dipendeva. Famoso per aver salvato il di dietro a tutti durante la battaglia contro Crono? O famoso come "l'inquietante figlio di Ade"?

-É da quando sono stata riconosciuta che spunta fuori il tuo nome. "Figlia di Persefone? Dobbiamo chiederlo a Nico, sicuramente saprà qualcosa" oppure "Devi conoscere Nico, ci serviva una coppia così".

Se partivano così dubitava che avrebbe voluto far coppia con lei. Continuò con quel suo monologo, e per fortuna abbandonò le imitazioni.

-Ho sentito varie versioni su di te, posso sentire quella ufficiale?

Nico era abbastanza innervosito 
- Mi chiamo Nico di Angelo, sono figlio di Ade. Non ho alcuna idea di come sia possibile che tu esista, e non ho intenzione di fare coppia con nessuno, soprattutto se si presenta così.

Sembrò soddisfatta. -Io mi chiamo Evanna, piacere. Lo stesso vale per me- si girò verso Clovis -Visto che mi hai trovato, così da poter subito tornare a poltrire, possiamo uscire dalla foresta?

Clovis annui e prima che potesse parlare, Evanna continuò.
-Il figlio di Ade no- disse indicando il sotto scritto -Non voglio dare soddisfazione a Drew, o raccontare per l'ennesima volta la storia della mia vita, per provare a dargli un senso.

Clovis si rivolse a Nico -ti dispiace se provi a cercare gli altri da solo?

-No, fa pure.
-Bene, allora a stasera- e si allontanarono.

Connor gli aveva detto che Evanna era arrivata al campo poco dopo la battaglia. "È stata la semidea riconosciuta più tardi di tutti. 
Dopo due giorni nella cabina 11 non sapevamo che pensare, ma non fu troppo diverso dopo che fu riconosciuta. È stato uno dei pochi momenti, in cui ho visto Chirone davvero sconcertato, troppe cose che non quadravano". La sua storia sembrava appunto abbastanza contorta, era stata trovata in un collegio, ma della sua vita prima di entrarvi non si capiva molto. Lei stessa non ricordava molto bene, e quando provava a parlarne, si ritrovava davanti a dei punti vuoti nei ricordi, come se quella parte della sua vita non fosse mai esistita. Poi c'era il problema più ovvio "Chirone non sapeva sopratutto, come spiegare il suo essere figlia di Persefone. In teoria la dea poteva avere figli, ma in pratica non li aveva mai avuti".
Nico si era fatto la stessa domanda, se la sua matrigna avesse avuto dei figli, era brutto da dire ma, dubitava che Ade gli avrebbe lasciati vivere.

Ora che l'aveva vista meglio ebbe di nuovo quella sensazione di averla già incontrata, ma la somiglianza della ragazza con la madre, finiva con la pelle bianca. I capelli biondi e ricci, gli occhi azzurri, erano l'esatto opposto di come appariva la matrigna solitamente. Non amava impicciarsi degli affari degli altri, figuriamoci chiedere direttamente, ma lui stesso si poneva delle domande, e avrebbe voluto delle risposte da lei. 
Continuò a camminare per la foresta, accompagnato dai suoi pensieri, finchè non si accorse di quanto in fondo fosse arrivato. Gli alberi erano ancora più alti, e dai rami più fitti, come a voler intrappolare chi stava dentro alla foresta. Stava per tornare indietro, quando si ricordò dove andava per non farsi prendere facilmente dai mostri, posti molto affollati. Tanti alberi significavano molte possibilità di perdersi, ma anche molti posti per nascondersi. Qualcuno di molto furbo, e abbastanza coraggioso poteva essere lì, bastava cercare bene. Finché non fossero stati trovati tutti non poteva uscire dalla foresta, tanto valeva trovarsi qualcosa da fare.
Cercò di essere più silenzioso possibile, anche se non fu facile, con tutti quei rami e quelle foglie a terra. Sul resto del campo splendeva solitamente il sole, ma forse la foresta aveva un po' delle regole sue, l'autunno là poteva arrivare. Sentì il rumore di acqua che scorreva, aveva abbastanza sete e decise di seguirlo. Nel frattempo aveva cercato di imparare il percorso da fare per tornare indietro, più ci si addentrava, più gli alberi assomigliavano ad un labirinto. Prima l'opera di Dedalo portava proprio nella foresta, sicuramente non era un caso. Il rumore dell'acqua si fece sempre più forte, finchè non la vide accovacciata alla riva. Delle spalle ricoperte da onde scurissime alla radice, che schiarivano sempre di piú fino alle punte. Sembrava tranquillissima mentre si asciugava dalle goccioline la bocca, e non poteva non averlo sentito. Infatti girò il viso appena, finchè anche lei non riconobbe gli occhi scuri incorniciati da quei capelli corvini. In quei pochi secondi che rimasero a guardarsi Nico ebbe come un desjavu (anzi, più una scena che si  ripeteva davvero), con una sola differenza. Questa volta fu lei, prima che uno dei due potesse fare un passo, a svanire.

(NICO)

 

Era stato un attimo, era lì ed un secondo dopo non c'era più. Non era sparita nell'ombra come faceva lui. Era come se si fosse mossa, ma lui riusciva solo a vedere lei che lo guarda dalla riva ... troppo immobile. "Foschia", ebbe solo il tempo di pensare prima di vederla ricomparire qualche metro più in là. Non sapeva esattamente come ci riuscisse, ma lei non era l'unica a saper fare questo gioco. Con un passo entrò nell'ombra di un albero, ma lei fu altrettanto veloce, spostandosi prima che lui potesse toccare terra. Sembrava come le immagini dei televisori quando prendevano male, e le immagini sfarfallavano. Era snervante, pensava di averla raggiunta, e poi lei si distorceva. Continuò così, inseguendola finché, capita la direzione verso cui lei tendeva ad andare, la precedette spostandosi prima di lei ed un passo più avanti. Lei per la sorpresa quasi non gli cadde addosso, e prima che potesse scappare, la bloccò dai polsi. Ormai l'aveva toccata e non poteva più provare a fuggire, in teoria.

Si guardarono in faccia, con i polsi di lei incrociati ad "x" tra i loro visi. Purtroppo non si era sbagliato, era lei

 

(CHLOE)
Andava tutto bene. Erano riusciti a mischiarsi con tutti gli altri semidei. Fingere di essere dei poveri ragazzini di strada spaventati, nessuno sospettava da dove venissero realmente. Ed eccolo lì. Le sarebbe piaciuto dire che si era scordata di lui, ma non era la verità. Dalla primissima sera dopo la guerra era stato nei suoi pensieri. Arrivata al campo era divenuto una paura infondata. Tutto ciò che sapeva di lui in fondo, veniva dai suoi pensieri. Perché aveva deciso risparmiarla?
Se l'avesse trovata al campo l'avrebbe subito accusata, facendola cacciare via dal campo (sempre che solo di questo si trattasse la punizione per il "tradimento" )insieme ai ragazzi e alle piccole? Ma per non impazzire si era convinta che magari non sarebbe mai tornato al campo. Invece eccolo la danti a lei, capelli neri, pelle olivastra, e adesso che lo guardava da vicino, gli occhi blu scuro. 
Si liberò dalla presa con uno strattone e lui non tentò di riprenderla.
-Se ti preoccupa, tranquillo hai smesso di inseguirmi- sarebbe stato inutile scappare. 
-Ma come hai fatto a...- prima che potesse finire la domanda lo interruppe -il viaggio nell'ombra è magico. Comunque io uso metodi diversi.
Non gli importava nulla di sembrare maleducata, continuò a dargli le spalle. -Che dici ci muoviamo e finiamo questa idiozia prima che faccia buio?.
Lui non le rispose ma cominciò ad camminare con lei. Dopo un po' si accorsero del problema.
-Aspetta- le disse. -Non la so più-.

-In che senso "non la sai"?
-La strada per tornare indietro, non so nemmeno dove siamo.
Durante quell'inseguimento si erano allontanati molto e adesso si trovavano da tutt'altra parte della foresta. 
-Non c'è problema- gli rispose.
-Ecate, dea degli incroci e della strade, oltre che della magia. 
Era inutile provare a nascondere qualcosa, tutto quello che voleva sapere di lei poteva benissimo scoprirlo da solo, dato che ormai erano entrambi al campo.
-Seguimi, proverò a ritrovare la strada.
-Quindi sei una figlia di Ecate- le disse il ragazzo -ecco perchè di quel... hai detto che non era viaggio nell'ombra, quindi cosa hai usato?
-Tu te ne vai in giro a spiegare come funzionano i tuoi poteri al primo che capita?- rispose Chloe.
-No, ma mi sembra coretto non essere trattato come un idiota dalla persona a cui hai risparmiato la vita.
-Cosa avresti fatto tu?- Chloe gli gridò contro, non riusciva a credere che avesse tirato fuori quel primo incontro.

Lui non si intimorì per nulla, anzi continuò. -È inutile reagire così. Arrabbiati quanto vuoi, ma se ti avesse visto un altro quel giorno...
Ormai Chloe quasi correva da quanto camminava veloce, mentre il ragazzo tentava di starle dietro. Si voltò pronta a rispondergli. 
-Ah vero, dimenticavo che anche tu sai che si prova a non avere più una sorella. Semplicemente io, in più, l'ho VISTA lasciarmi.
Era in colpo troppo basso, non era da lei... Proprio in quel momento abbasso lo sguardo verso il laghetto, le iridi prepotentemente viola. Cercò di calmarsi preparandosi per una scusa, ma chi aveva davanti non era il tipo che reagiva come pensava
-Sei solo un ingrata!- ora era lei che doveva inseguirlo. 
-Aspetta non intendevo questo- fece l'errore di toccargli una spalla, perchè quest ultima si scansò subito.
-Ah e poi mi spieghi questa cosa di saper anche leggere i necrologi della mia famiglia, e non mi venire a dire che centra la magia.
-Mettiti nei miei panni- Chloe non resistette più. -Ora che ci sei tu, che dovrei fare? Come dovrei reagire?
Ricominciò a cercare una via per tornare indietro, con lui al seguito- 
-Ormai che sei qua, credi io non sappia cosa succederà? Racconterai tutto a Chirone, gli dirai da dove vengo realmente, e ci cacceranno. Finiremo in esilio.-

-Finirete? Tu e chi?

Neanche a chiamarlo, vide correre Jack nella loro direzione. Si maledisse da sola. Stava pensando a lui, e senza rendersene conto, invece di ritrovare il percorso, si era messa nelle sue tracce. Stava scappando, infatti subito dietro di lui vide correre Eve, che gli saltò addosso.

-Ormai sei bloccato, è la regola!

Eve era sopra la sua schiena e badava bene che non avesse modo di scappare.

-Chloe, diglielo che ho vinto è non può più costringermi a correre come una matta- aveva il fiatone.

Le voleva far notare che nessuno la costringeva ad inseguire proprio lui, ma non era il momento.

-Si, se lo blocchi così ha definitivamente perso.
Eve liberò dalla presa Jack.
-Ti avevo già preso prima! Ma tu no, non puoi farmi vincere semplicemente prendendoti per un braccio. Devi farmi correre fino allo sfinimento.
Il ragazzo aveva un sorriso compiaciuto.-Te lo scordi comunque che mi faccia vedere con te, torno con Chloe- rispose lui.
Era così ormai, tutto era una competizione tra loro due. Toccava sempre agli altri sopportarli e cercare di non farli ammazzare a vicenda.
-Io non ero tra i cacciatori- precisò Chloe. -Però se Eve è d'accordo, facciamo uno scambio e vai con lui- indicò Nico. Era la giusta occasione per liberarsi di Nico subito.
Non sapeva se Jack avesse capito cosa voleva da lui, ma sembrava soddisfatto.
-Tutto pur di non rischiare di finire di nuovo schiacciato da Evil 
-Non chiamarmi in quel modo!

I ragazzi cominciarono ad andare quando Chloe li fermò

-Aspettate- Chloe abbracciò Jack, abbastanza perplesso, impiegando giusto il tempo per sussurrare "lui sa".

-Ci vediamo più tardi- e andò via con Eve.

(JACK)
Lui sa.
Per la loro situazione, non c'erano molti modi di interpretare quella frase. 
Pur non sapendo quanto cose il ragazzo conoscesse di loro , avrebbe dovuto fare attenzione a ciò che diceva.
-Quindi.Come hai detto di chiamarti?
-Nico. Nico di Angelo- gli rispose
-Io sono Jack- evitò di usare il falso cognome.
Ma in silenzio, sperò comunque che per Nico non fosse familiare il cognome "Nakamura".

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


(NICO)

Nico stava perdendo il conto delle conversazioni che avrebbe voluto evitare quel giorno. L'unico punto positivo era aver scoperto che la ragazza si chiamava Chloe.
Almeno dopo il continuo chiacchierare di Connor, e due semidee irritate, era sollevato che il suo compagno fosse più silenzioso.

Neanche il tempo di averlo pensato che Jack ruppe quella quiete
-Se dovessero chiedertelo sei stato tu a trovarmi, non dire nulla riguardo ad Eve.
-Certo- rispose Nico. -Posso chiederti il perché? Non siete in amicizia?
-Beh, diciamo di si, é complicato essere amici con Eve- rispose Jack.
-Non si comporta "male" con tutti, per quanto mi riguarda cerca di darmi fastidio quando è annoiata, prova a trasformare le cose in una gara in cui battermi e scemenze del genere.
Nico non ne sapeva molto di ragazze, ma se con una scusa qualcuno gli fosse saltato addosso in quel modo, due domande se le sarebbe fatte. 
-Una ragazza prima l'ha chiamata 'Miss Male', centra con ciò di cui parlavi?- gli chiese Nico.
-La ragazza si chiama Christie, ha pensato lei a quel soprannome, per via della somiglianza del suo nome con la parola "Evil" a parte lei quasi nessuno lo usa. Io... non penso che Eve sia cattiva in fondo, spesso potrebbe risparmiarsi alcuni commenti, ma è fatta così. Forse è perchè è figlia di Eris, non lo so. Christie invece è davvero una carogna, e purtroppo è anche mia sorella.
-Da parte di chi?- chiese Nico.
-Nemesi, non sai che divertimento nella mia casa-. 
-Invece tu di chi sei figlio?- chiese Jack
-Ade- rispose Nico. Si aspettava la solita reazione imbarazzata, ma Jack si limitò a dire "allora avrai casa tutta per te". Nico gli disse che era proprio uno dei motivi per cui in passato non era rimasto al campo, ma Jack non doveva essere molto contento di tutti quei nuovi fratelli. 
Non si dissero più nulla finchè non arrivarono dagli altri.

(JACK)
Jack aveva conosciuto semidei di tutte le origini, figli di dei che al campo non sentiva mai nominare, ma non figli Ade.
Avrebbe voluto chiedere qualcos'altro al riguardo ma, primo: sarebbe suonato molto come "wow sei figlio di Ade? E parli sempre con i morti? Sono tipo zombie?" (e probabilmente ne aveva abbastanza di domande del genere), secondo: lui avrebbe potuto fare altre domande, per esempio sul suo passato. Quello sarebbe suonato molto come:
"Vengo da un quartiere di merda, abitato da pezzi di merda finchè non mi sono arruolato per aiutare i titani. Probabilmente ho provato a farti del male, è difficile da capire con l'elmo. Ah e mio fratello è morto per salvarvi". Non sarebbe stato molto amichevole come inizio, e finché non ne capivano di più sul figlio di Ade, era meglio continuare con la commedia dei poveri orfanelli spaventati nel vicolo di New York (che omettendo tutta la parte della battaglia forse era anche vero).
Era lì che li avevano trovati, tre giorni dopo la guerra, ed era stato un gigantesco colpo di fortuna.
Prima che Crono fosse sconfitto scapparono insieme: lui, Chloe, Meckenzie, Cara e Clovis... per i fratelli di Chloe e Clovis era troppo tardi, per Ethan probabilmente lo sarebbe stato presto.
Erano passati dall'essere nel mezzo della battaglia ad assistere come spettatori silenziosi. Le luci blu sull'Empire State Building, che per il Campo Mezzosangue era stato il segnale di salvezza, per loro era quello di sconfitta definitiva. Ancora non lo sapeva, ma per lui era anche il segnale che adesso era solo. Non lo disse agli altri, se Chloe avesse saputo che era quella la sensazione che aveva provato, abbandono, l'avrebbe sgridato. Sapeva che poteva considerare lei e gli altri come fratelli e sorelle, ma Ethan era sempre stato il suo punto di riferimento. Arrivato al campo sentì ancora di più quella sensazione di solitudine, "perse" anche una sorella. Contrariamente a come avevano sempre creduto lui e Mackenzie avevano in comune solo il padre, perchè lei era figlia di Nike. La spiegazione che gli diedero fu che magari nemmeno il padre lo sapeva "gli dei sono così, forse Nike dopo una litigata aveva bussato alla porta di casa Nakamura con le sembianze di Nemesi, succede"

Tra tutti quelli che avrebbero potuto trovarli uno era risultato essere un fratello di Chloe. Dylan, super gentile, che non aveva sospettato un secondo di loro, men che meno dopo che Chloe venne riconosciuta. 
Insieme a Dylan, il giorno che li trovarono c'era pure Christie, che al contrario era molto diffidente ma, non avendo prove, si limitò a dimostrare disinteresse verso il nuovo fratello e palese antipatia verso le ragazze.
Era brutto da dire, ma nonostante lì non fossero tutti ribelli, spietati o cattivi, i ragazzi del campo non sarebbero mai stati una famiglia per lui, non era quella la sua casa.
In fondi non lo era nemmeno il quartiere del south side, o l'esercito della nave "Principessa Andromeda".
Dopo la morte del padre, le parsone a cui voleva più bene erano suo fratello Ethan, la sorella Meckenzie, Cara, Clovis e suo fratello Max, e una volta sulla nave aveva incontrato Chloe e sua sorella Cassandra.
Aveva passato la maggior parte della sua vita senza uscire dal proprio quartiere. Poi suo padre era stato ucciso, una pallottola in testa e si era ritrovato orfano insieme alla sorella. Prima che qualche assistente sociale potesse portarli via, Ethan era ritornato. Era mancato per poco ma per lui era stata un' eternità. Raccontò che in realtà una madre loro l'avevano, e che gli aveva sì portato via un occhio, ma per indicargli una via che non sarebbe riuscito a trovare nemmeno avendone tre di occhi.
Forse era stata la troppa felicità nel vederlo al seguito dello shock, ma lo convinse che salire su quella nave fosse la scelta giusta da fare. 
Per quasi tre anni aveva imparato che bisognava diffidare degli dei e stare lontani dal campo mezzosangue. I titani non si erano dimostrati tanto migliori e ora al campo da cui il fratello era scappato e contro cui aveva lottato ci viveva. Su quante altre cose il fato avrebbe provato a farlo ricredere?

I DUE POV SUCCESSIVI SONO DEI FLASHBACK 

(CLOVIS)
Erano quasi le nove quando Clovis si alzò. "Meglio di ieri, o dei giorni prima ancora". Il campo era diventato paradossalmente la sua nuova culla, non rilassante quanto il movimento della nave e il rumore del mare, ma i suoi fratelli erano stati bravi nel costruire la propria casa. Una volta entrato la capanna di Ipno era stata capace di far scivolare via il flusso di preoccupazioni che lo avevano tenuto sveglio per tre notti. Poteva persino risentire i rumori delle notti sulla principessa Andromeda, certo a parte il fiato di Max, o di Jack e Chloe quando restavano nella sua cabina.
E non era nemmeno il sonno nervoso che lo prendeva per alcuni periodi, facendolo stare a letto anche da sveglio, era più dolce, quasi ammaliante. Se per alcuni il fatto di avere un ramo da cui gocciola il Lete nella propria stanza sembrava strano, a lui pareva perfettamente appropriato. Là dentro potevi scordarti se non avevi più un fratello, se eri reduce da una guerra, se dovevi nascondere dei segreti.
Scoprì che là i sogni erano molto più... consistenti, vividi. Era una delle rare volte in cui non stava sognando qualcosa che riguardasse la guerra, camminava nell'oscurità. Gli capitava spesso, era come viaggiare in un autostrada di sogni ed incubi, ma in quel momento nessuno dormiva. Li sembrò di sentire la voce di Cara, spesso la incontrava, anche lei in cammino. Gli dava le spalle, provò a chiamarla ma non rispose, forse la stava solo sognando. 
Clovis... 
Sentiva un fastidio alla guancia.
Clovis...
Della pressione fastidiosa.
CLOVIS!
Vide il viso di Cara, ma non era un sogno. Lo stava punzecchiando con un dito sulla guancia, i capelli di lei che gli penzolavano sul viso dandogli fastidio. Aprì bene gli occhi e le scacciò via la mano.
-Lasciami in pace- e rigirò la faccia verso il cuscino.
Lei prese le coperte ma Clovis le strinse
-Ehi sono nudo- la bloccò.
Lei fece un'espressione poco convinta.
-Sì, come no. Ora ti alzi- e tirò via le coperte. Uno svantaggio della casa di Ipno, il tepore delle coperte va via normalmente.
Non era nudo, era abituato a dormire sempre con i vestiti. Cara lo sapeva, ed in ogni caso non le sarebbe importato del contrario. Dopo molte proteste e lamenti lo convinse ad alzarsi

(CARA) 
Ci era voluto un po' di impegno, ma alla fine Clovis si alzò. Stando in piedi di fronte a lui notò come fosse diventato ancora più alto rispetto a lei. Cominciava a sospettare che crescesse dormendo.
-Comunque da quando è necessario usare questi metodi per svegliarmi?- Clovis si tolse il pigiama per cambiarsi mentre Cara stava girata. 
-Da quando hai il sonno così pesante, perfino i tuoi fratelli sono già fuori! Oggi c'è addestramento nella foresta.

Clovis aprì la porta ed uscirono.
-Come fai a non essere sudato? Dormi da non so quando e con tutte quelle coperte- gli disse Cara.
-Sono lenzuola speciali, gentilmente offerte dalla casa di Ecate, dopo averle usate non serve nemmeno fare la doccia- rispose Clovis.
-Che schifo- Cara enfatizzò la cosa con una smorfia.
-Dammi il tempo di svegliarmi e vado a lavarmi ahahahaha- gli vennero le fossette sulle guancie mentre rideva.
-Comunque dovresti rivalutare i tuoi poteri, mentre mi chiamavi mi sei apparsa nella mente, stavi quasi per farmi iniziare una sogno.
Cara non dava molta importanza ai suoi poteri, oltre alla faccenda dei sogni Morfeo non aveva molte abilità.
-Eri ancora nelle gallerie dei sogni?- gli chiese.
-Si- le rispose. -Ma sono tutti svegli, quindi non era poi così interessante, ma almeno non devo sognare.
La sua espressione si rabbuiò un po'.
-Sai com'è, a volte è meglio guardare nella testa degli altri piuttosto che affrontare la propria.
-Già- rispose Cara. Era quasi un anno e mezzo più grande di lei, ma la differenza di età non era mai stata così evidente. Dopo che Max se ne era andato Clovis però era diventato più maturo. Lei era cambiata pure rispetto a quando erano piccoli , ma qualcosa in lui era diverso. Una corda della sua innocenza si era spezzata. Ultimamente stava attenta che fosse in giro di tanto in tanto, invece di stare sempre al letto. Lo aveva visto fare anche alla madre del ragazzo, sempre ripiegata su se stessa in quel letto, troppo giù per occuparsi dei suoi due figli. Clovis non aveva mai avuto un episodio grave, ma non voleva che avesse una ricaduta. Anche per lei fare bei sogni era diventato difficile, ormai nemmeno ci provava più e passava le notti nelle gallerie dei sogni cercando Clovis. Non le piaceva essere piccola, inesperta con i suoi poteri. Avrebbe voluto saper dargli dei sogni felici, ma la temeva che poi non avrebbe più voluto svegliarsi davvero. A volte la fantasia non regge il confronto con la realtà. Quindi cercava di stargli accanto, rendendo le giornate meglio di una dormita.

-Prima di dover andare nella foresta, forse sei in tempo per la colazione, devi prendere un bicchierone di caffè!-gli disse.
-Nooo... sai che mi fa schifo-.

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(NICO)

Finalmente arrivarono al punto di partenza. 
Travis stava sgridando Eve e Christie per essersi separate.
-Quando vi diamo delle precise istruzioni, c'è sempre un motivo per cui vanno seguite. Non bisognava tornare sa soli.
Eve continuò a protestare contro il figlio di Ermes. Chloe stava un passo indietro a loro e si voltò verso Nico. Si guardarono per qualche secondo ma lei si girò di nuovo.

La cosa che più non sopportava dello stare al campo erano i pasti. Nico doveva sempre sedersi da solo. Mentre mangiava della pasta cominciò a guardarsi attorno. A quanto pare non era l'unico escluso.
Eve se ne stava da sola al tavolo di Eris, così come un'altra ragazza dai capelli rossi che continuava a guardare verso un tavolo dove stavano tre ragazzi dall'aria assonnata. Riconobbe i tavoli di sempre: Ermes, Afrodite, Efesto, Demetra, Ares... molto più affollati di quanto ricordasse.
In quello che doveva essere il tavolo di Ecate c'era Chloe insieme ad un ragazzo dai capelli castani, e due ragazze bionde. Non trattene molto lo sguardo su di lei per timore di essere visto, ma lei non si girò mai, o comunque non lo diede a vedere. Aveva spostato l'attenzione verso il tavolo di Ares, dove Clarisse parlava ad alta voce di un certo scontro avvenuto quella mattina, quando vide Percy dirigersi verso di lui. Il solito sorriso confidenziale, nessuno sguardo compassionevole o intimorito. Percy era una delle poche persone con cui Nico si sentiva a suo agio. 
-Ehi- lo saluto con un cenno.
Nico ricambiò.
-Allora sei tornato, ti fermerai molto?
-In teoria dovrei restare più del solito- sperò non gli chiedesse il motivo, ma era sempre Percy...
-Come mai questo cambiamento?
Sembravi molto deciso quando hai detto di non voler restare.
-Forza maggiore- si limitò a rispondere Nico. Non gli andava di sbandierare quanto fosse sotto gli ordini del padre mentre lui poteva tranquillamente obbligare gli dei a riconoscere i loro figli.
Mentre parlavano notarono che Chirone aveva cominciato ad osservarli. Percy cambiò discorso
-Stavo pensando che dovremmo parlare con Chirone per quanto riguarda i tavoli. Ce ne sono tanti vuoti... potremmo cambiare un po' le regole.
-Potresti provare a parlargliene, ti ascolterebbero.
-Veramente pensavo anche a te, sei bravo in queste cose.
-Io?- gli chiese scettico Nico.
-Beh hai letteralmente fatto salire tuo padre dagli inferi per aiutarci, che sarà mai un tavolo.
Nico sorrise, forse la stima che aveva per Percy era reciproca.
Un satiro suonò la conchiglia 
Chirone aveva qualcosa da dire.
-Occhi a me semidei- battè gli zoccoli per avere ulteriore attenzione da parte di tutti
-La cabina degli oggetti smarriti è stata nuovamente, misteriosamente riempita di vestiti, quindi se qualcuno fosse interessato può cercare qualcosa della sua taglia. Ed a chi non interessano vestiti e cianfrusaglie non reclamate di seconda mano, ci sono delle armi nuove pronte per voi, da usare all'arena di combattimento.
Seguirono urla entusiaste dal tavolo di Ares.
-Cabina di che?- chiese Nico rivolto a Percy.
-Ci finisce qualunque cosa non venga reclamata trovata in giro per il campo, ma tutti sanno che i  figli di Afrodite la usano per disfarsi di ciò che non usano più.- gli rispose Percy.
Nico guardò scettico verso il tavolo di Afrodite. 
-Nonostante non prenderei mai dei jeans stretti da Cameron, la scorsa volta qualche felpa era semi accettabile.- li difese Percy.

(CHLOE)
-Forse vanno bene- disse Eve.
Erano nella cabina degli oggetti smarriti. Eve si stava provando un paio di pantaloni dietro la tenda di un camerino improvvisato. Chloe nel frattempo frugava distrattamente dentro una cesta. 
La tenda si scostò 
-Come li vedete?- chiese Eve
-Un po' lunghi ma potresti fare i risvoltini- le disse Eve mentre riappendeva una felpa ad una gruccia.
-Piuttosto li taglio senza nemmeno ricucire l'orlo- rispose la ragazza richiudendosi dentro.
Chloe guardò in una cesta piena di magliette. Arrivando prima sperava di riuscire a trovare qualcosa prima che rimanesse solo roba così rovinata, che non sarebbe stata mai reclamata da nessuno
-Vorrei anche capire cosa se ne fa qualcuno dei tacchi al campo- disse Eve prendendo un paio di décolleté neri con la punta graffiata.
Chloe guardò su degli scaffali. In un contenitore trovò una collana  di conchiglie scheggiata, uno zaino con una spalla che stava per staccarsi, degli orecchini spaiati. Per lei che aveva più di due buchi ai lobi potevano tornare utili, se li mise in tasca e prese la collana. -Che ne pensi?- disse mostrandola ad Eve. 
La ragazza la prese studiandola. 
-Se riesco a sciogliere il nodo posso riutilizzarla.
Chloe diede un'occhiata ad un appendiabiti di quelli usati nei negozi per esporre i vestiti. Vide un giubbotto di finta pelle nera semplice, forse non era troppo grande. Lo prese da una manica ma sentì tirare l'altro lato della giacca.
-Non mi importa l'ho preso io per prima- e provò a tirarlo verso di se.
-Non vi litigherete mica il giubbotto spero-. Era la voce di Connor.
Una mano sbucò dalle giacche appese scostandole.
-Chi...- stava per chiedere Chloe, ma si interruppe. Appena la notarono, due occhi ricambiarono lo sguardo truce.
Chloe lasciò la manica nera
-Non preoccuparti, è tutto tuo- disse a Nico prima di tornare dalle amiche.

(NICO)

-Ma cosa le è preso?- chiese Connor.
-A saperlo. È da quando si è presentata nella foresta che fa così-  rispose Nico.
Connor mentre guardava una felpa blu. 
-Connor se non ti dispiace io sto andando via, sto poco bene- disse Nico.
Non lasciò al figlio di Ermes il tempo di seguirlo ed uscì.

(CHLOE)

Le dispiaceva fare la maleducata con Connor ma per istinto si allontanò il più in fretta possibile. Stava cercando di sembrare il più arrabbiata possibile con Nico, ma in realtà era spaventata. 
Traditrice.
Quella era la parola che le risuonava in testa da quando era arrivata al campo.
I fratelli delle persone che vedeva ogni giorno erano morti con onore, per difendere la propria famiglia. 
Lei era scappata, e poi si era rifugiata dagli stessi che aveva combattuto. Aveva tradito chi l'aveva protetta, e non era sicura che sarebbe riuscita a proteggere quel poco che era rimasto della sua famiglia, se Nico avesse parlato. 
-Che hai?- Evanna la riportò alla realtà.
-Nulla- rispose Chloe. -Hai trovato qualcosa?

(NICO)

Nico si butò sul suo letto. Aveva mille pensieri in testa, ma ruotavano tutti attorno ad una persona.
Non sapeva cosa pensare di Chloe. In verità non credava che avrebbe  mai dovuto porsi questo problema.
Con tutto ciò che era successo dopo la guerra non ci aveva più pensato, ma ricordava molto bene.
Stava combattendo, in mezzo ai mostri c'era anche un grande gruppo di semidei nemici. Aveva sentito qualcosa di strano... come quando lui stesso usava i viaggi d'ombra, ma diverso. Ad un certo punto vide qualcosa, forse fumo, delle ombre, non riusciva a capire, strisciare velocissime verso una direzione. Cominciò a rincorrerle, continuando ad allontanarsi  anche quando furono sparite. 
Arrivò ad un vicolo e la vide.
Accasciata a terra e... senza vita, c'era una ragazza in armatura. Accanto a lei un'altra ragazza più giovane piangeva scossa da tremiti e singhiozzi.
Si accorse di lui e si volto. Si guardarono per qualche secondo e poi decise di andarsene. Sebbene non la conoscesse e facesse parte dei nemici, si sentì di troppo. La prima cosa che aveva pensato rivedendola al campo era che Il volto di Chloe, rigato dalle lacrime e gli occhi gonfi, sembravano appartenere ad un'altra persona.
Si chiese se non fosse così che lo vedevano Percy, Annabeth e chi lo aveva conosciuto quando c'era Bianca. 
Si passò le mani sul viso e sui capelli. La stanchezza per non aver dormito abbastanza cominciava a farsi sentire, e poco dopo si addormentò.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


(EVE)
Eve tese la corda dell'arco. Cercò di fare come aveva detto Will Solace, focalizzandosi sul bersaglio, ma l'ennesima freccia si conficcò nel bordo bianco. 
Ne afferrò subito un'altra dalla ferretra che aveva appoggiato a terra, ma non appena alzò il gomito per sistemare la freccia venne fermata.
-Lo fai con troppa violenza- Sentendo Sherman Yang arrivare abbassò il braccio.
Eve lo guardò infastidita. 
-Senti da che pulpito- gli rispose.
Eve si rimise in posizione con ancora più foga mandando la freccia da tutt'altra parte quando la fece scoccare.
Mentre la ragazza posava l'arco a terra, una freccia finì poco distante dal centro del bersaglio accanto al suo.
-E proprio per questo che mi alleno spesso qui- riprese il figlio di Ares.
-Bisogna sviluppare la pazienza se si vuole primeggiare.
-Ognuno ha i propri metodi- rispose Eve.
-Tu che ci fai di nuovo qui piuttosto? Anche ieri lanciavi frecce- le chiese lui. L'aveva notata...
-Finora era un posto tranquillo.
Rispose Eve con tono di sufficienza.
-Di solito i ragazzi della tua casa non vengono quì, il fratello di mezzo vuole primeggiare, almeno in questo?-
La competizione non era alta in nessun'altra casa come in quella di Ares. Difficilmente si trovava un posto tra i primi.
-Devo primeggiare, se non voglio essere scavalcato dagli altri, ma non fa bene seguire le loro stesse orme. Un giorno Clarisse dovrà pur essere rimpiazzata da qualcuno, ma non penso lascerà sua lancia al prossimo leader- rispose lui. 
Non aveva un orgoglio debole.
-Bello vedere nella propria famiglia degli avversari- commentò Eve.
-Quella tra fratelli è tra le prime competizioni della vita-. Posò anche lui l'arco. -E poi tu che ne sai della competizione in famiglia.
"Più di quanto tu creda" pensò Eve.
-Non molto in effetti, sono capo cabina a tavolino. Passo le mie giornate nella noia- rispose la ragazza. 
Da quando il padre si era sposato Eve passava le giornate a cercare di farsi notare. Era una continua gara contro "Lizzy biondo platino", così chiamava da piccola la fidanzata del padre. 
Il piccolo segreto condiviso col padre, sul fatto che fosse al campo mentre Lizzy la credeva in collegio, la spingeva a sopportare qualunque cosa non le piacesse.
Il figlio di Ares le diede le spalle, e sistemò arco e feretra al loro posto. Girò la testa leggermente verso le sue spalle. - Fammi sapere se ti servisse compagnia allora- e se ne andò.

(NICO)
Nico stava ancora dormendo quando Connor bussò alla sua porta.
-Nico sei qui dentro?
Malvolentieri Nico aprì la porta al figlio di Ermes
-Eccoti finalmente, cosa hai fatto tutto questo tempo?
-Ero stanco... per quanto ho dormito?- chiese Nico.
-È già ora di andare a cena, dobbiamo sbrigarci.
Nico si chiuse la porta alle spalle e seguì il ragazzo.
-Connor- lo chiamò Nico.
-Conosco il campo, non devi sentirti obbligato a stare con me ovunque tu vada.
Connor lo guardò serio e poi rise 
-Nessuno mi obbliga, siamo amici no?

Nico non trovò una risposta. Sapeva che non aveva senso stupirsi, ma sentire la spontaneità del figlio di Ermes in quella frase lo scosse. Non era come quando Annabeth provava a parlargli, o Percy, o Chirone, come se fosse un ragazzino bisognoso di conforto. Il loro parlargli come se fosse la cosa giusta da fare e non centrava nulla con la genuinità di Connor.

Quella sera mangiarono in fretta, il coprifuoco era rimandato di due ore, e avrebbero avuto più tempo per stare attorno al falò.
Quando Nico sia alzò dal tavolo Connor gli fece cenno di seguirlo.
-Ti presento dei ragazzi, ti va?
Nico fu contento che fosse una proposta e non un modo per dire "provo a farti fare amicizia, solo non ne saresti capace".
Si avvicinarono a tre ragazzi
-Sono tuoi amici?- gli chiese Nico.
-Dipende.
Connor salutò, presentò Nico e viceversa.
-Jack e Clovis li conosci già- i due ragazzi fecero un cenno.
-Io sono Josh Double-. Un ragazzo dai capelli castano chiaro si presentò

-Ehi Joshua! - Si avvicinò a loro un ragazzo con un bicchiere di cola in mano. -Dylan. Ti ho detto mille volte che è solo Josh-. Disse il sotto scritto seccato. 
L'ultimo arrivato lo ignorò e si rivolse a Nico -Sei quello nuvo?-.
-Diciamo- rispose Nico.
Il ragazzo guardò verso il falò. 
Nico fece lo stesso, vicino al fuoco videro una ragazza con i capelli rossi cercare di far scogliere il cioccolato su un biscotto, e accanto a lei Chloe con le mani in tasca. A quanto pare non era l'unico ad averla notata, perchè Dylan subito disse -Oggi chi ha trovato Chloe nel bosco? Avrei voluto prenderla io.

Nico trovò che la fissa per il rapimento non fosse solo una caratteristica delle divinità
-È stato Nico- intervenne Jack 
Nico confermò. -Considerando come ha reagito devi ritenerti fortunato a non averla incrociata.
Jack posò il suo bicchiere. -Non pensare troppo a come si è comportata, oggi era una giornata storta.
Clovis si aggiunse alla discussione. -Con lei è così, a volte devi saperla prendere, prima che lei ti prenda a male.
Dylan riguardò verso il falò.
-Beh, se si tratta di lei, davanti, dietro, di lato, la prendo da tutte le parti che vuole.
Nico ringrazio di non essere l'unico a rispondere con un silenzio imbarazzato.
Clovis gli lanciò una brutta occhiata -Dylan, se non sbaglio Selena ti cercava. 

Dopo aver mandato via Dylan, Connor commentò -Il solito tipo. Squallido quanto le ragazze che abbindola.

-Se ci unissimo agli altri? Rischio di riaddormentarmi stando qui a scaldare la sedia- disse Clovis alzandosi. 

Jack e Connor lo seguirono. Quando anche Nico si alzo si sentì chiamare.
-Nico- Josh era rimasto seduto e lo guardava.

-Cosa è successo in particolare con Chloe oggi?

-Niente da dover essere raccontato- gli rispose schivo Nico.

-Capisco- replico Josh. -Sappi solo che Chloe, può sempre contare sui suoi amici, per chiunque le crei problemi.
-Buon per lei allora- rispose Nico.
Josh si alzò. -Ci vediamo.- Lasciò intendere di non voler essere seguito.
A Nico non potè importare di meno. Di certo non si faceva intimorire dai discorsi velati di Josh. E di certo non gli importava nemmeno di Chloe. Da dove venisse o che avesse fatto non era  affar suo. Anche se non voleva dare soddisfazione a Josh, decise di non raggiungere gli altri. Si sentiva infastidito, non voleva veder nessuno. Stava per tornare nella sua cabina, quando il suo sguardo cadde su una figura poco lontana che andava via. Come la prima volta in cui si era trovato con lei in quella situazione sentì una strana sensazione, ma questa volta era qualcosa di molto peggio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


(NICO)

A Nico faceva ovviamente un po' strano. Seguire Choe, per dirgli cosa poi? Non era meglio farsi i fatti suoi? Se lo diceva sempre eppure... la sitauzione non cambiava.

(CHLOE)

Ci sono momenti in cui il calore di un fuoco e dei tuoi amici non bastano, l'unica cosa che ti serve è stare da sola. Di andare in spiaggia non se ne parlava, il mare era ormai legato a troppi brutti ricordi. Ma i piccoli rumori nel silenzio di un bosco, erano un ineguagliabile rimedio alle preoccupazioni.

Chloe ripensò con più calma agli avvenimenti della giornata.
Nico Di Angelo.
Quante cose dietro quel nome. Sull'Andromeda per un periodo non si parlava d'altro.
-Ci serve alla svelta.
-Non importa se è giovane, proprio per questo è perfetto. 
-Se vogliamo sconfiggere Percy Jackson ci serve un altro come lui.
Luke, (o Crono difficile a dirsi) lo voleva.
Ben presto capì pure perchè.

Quando lo aveva visto a New York il giorno della battaglia si era chiesta che effetto facesse combattere con accanto tuo padre, il dio dei morti. E se capisse che effetto provocasse lui stesso in quella situazione. Poteva avere la sua età eppure sembrava così padrone di se stesso, in controllo dei suoi poteri. Tutte cose che a Chloe mancavano decisamente. Lei non aveva mai conosciuto Ecate, la dea aveva preferito affidarla subito a qualcun altro, Circe. L'isola di Circe, un luogo insidioso, dove la strega formava le ragazze che preferiva, sulle arti magiche. Una trappola così sicura dove crescere e morire. Benché tutto ruotasse attorno alla grande maestra Circe, si venerava principalmente sua madre, Ecate. Chloe aveva fantasticato così tanto su di lei da bambina, tanto quanto velocemente perse la stima per la dea dopo la battaglia. Quando cresci tutto si pone su un piano diverso. Era stata sua madre ad abbandonarla sull'isola che aveva sempre voluto lasciare. Non avrebbe mai dimenticato la sera che riuscì a fuggire insieme a sua sorella Cassandra, sebbene non fossero consanguigne, si era sempre presa cura di lei, salendo sull'Andromeda. Era stato Ethan ad aiutarle, e su di lui Chloe non aveva avuto dubbi fin dal principio. Pensando però a come era andata a finire sentì un groppo alla gola e i sensi di colpa gravargli sulle spalle. Dalla sconfitta di Crono era tutto un "E se.." .

Se avesse fatto più in fretta.

Se avesse saputo controllare meglio i suoi poteri.

Se fosse rimasta sull'isola.

Se non fossero scappati e poi trovato il campo...
Presa dai suoi pensieri si accorse di essersi inoltrata troppo lontano, non era sicuro stare lì da sola. Si sedette però stremata dalla giornata che le aveva procurato un sussulto dopo l'altro finché... un brivido di freddo.
Quelle che a chi non aveva mai visto una fantasma potevano sembrare nubi di fumo, si avvinghiarano alle sue caviglie provocandole un bruciore innaturale. Non di nuovo, non anche al campo, doveva per forza essere colpa del figlio di Ade.
Non doveva essere normale che i fantasmi potessero toccarla, eppure era così dalla prima volta che ricordava di averne incontrato uno.
"Chloee" Li sentiva chiamare, ma era un suono inudibile agli altri, che rimbombava nella sua testa solo per lei. O almeno pensava. Mente cercava di ignorare ciò che le veniva detto una spada nera e lucente fendè l'aria mandando via li spiriti, tra le loro urla disperate e Nico di angelo la fece voltare verso di lui.

-Ma come ti viene in mente di andare fino a qua da sola. L'aveva sorpresa di nuovo di spalle, spaventata... e in lacrime ora che ci faceva caso.

-Lasciami stare- gli disse anche troppo bruscamente. In fondo l'aveva tirata via da una brutta situazione
-Dove vado sono fatti miei, nessuno ti obbliga a segurmi ogni volta.
-Un semplice grazie ti costava proprio vero? Comunque non mi stupisce questo, ma quelli invece... chi erano, perché potevano toccarti?.
Chloe non ne poteva più, a malincuore continuò sgarbatamente.
-Dirtelo non cambierebbe nulla, tu...-
-Eh no, sei tu ad esserti fatta tutta una tua idea, ma io al contrario di te non giudico senza conoscere. E se mi ascoltassi lo capiresti.
Chloe non rispose più. Si era lasciata prendere dalla sua ansia dovuta allo spavento di prima... e molto probabilmente da quella cosa che Clovis gli aveva detto essere "stress post traumatico". 
-Però non credo sia questo il luogo giusto- disse Nico guardando la foresta attorno a loro. 
-Torniamo dagli altri conosco qualcuno che ti rimetterà su.

(CHLOE)
Nico l'aveva portata da Will Solace, un ragazzo della casa di Apollo che per farla sentire meglio gli aveva prescritto... una tazza di cioccolata calda e latte. Will occupandosi dell'infermeria poteva avere degli strappi alla regola sul coprifuoco. Mentre beveva pensava che i due ragazzi messi uno vicino all'altro, con i capelli scuri e la pelle chiara di Nico a contrasto con l'abbronzatura e i riccioli biondi di Will, formassero un duo buffo, così opposti ma per qualche motivo andavano daccordo. Ma in fondo Will era sempre gentile con tutti.
-Come ti senti?-le chiese.
-Molto meglio- rispose asciugandosi la bocca con un tovagliolo. 
-Sarà stato un caso isolato, ma se dovesse ricapitare un altro calo di zuccheri dimmelo, non aspettare che ti trovino accasciata in un angolino- aggiunse sorridendo guardando Nico che nel frattempo dava le spalle leggendo dei poster su un muro.
"Cosa fare in caso di scossa da figli di Zeus"... era possibile una cosa così? Chissà cosa poteva fare Nico, oltre ciò che aveva già visto.
-Beh se non vi dispiace io oggi sarei un po' stanco. Chloe, non occorre che tu dorma qua, ma quando hai finito misurati la temperatura, mi sei sembrata un po' fredda. Resti con lei Nico e chiudi tu?
Nico non si voltò. -Certo tranquillo.
Will appoggiò le chiavi sul letto accanto a Chloe -Allora buonanotte ragazzi- disse Will. Ed uscì lasciandoli soli.
Chole ruppe il silenzio. 
-Se l'è bevuta facilmente.
Nico smise di darle le spalle.
-Una qualità che apprezzo di Will è la sua capicità di capire quando l'aiuto che puoi dare a chi ti sta davanti è rispettarne la privacy. 
-È poco invadente ma non è ingenuo.
Il ragazzo si sedette sul letto di fronte a Chloe. Sembrava determinato ad avere uno scambio più lungo di quelli finora avuti tra loro, al contrario di lei che guardava il pavimento fisso. Decise di precederlo. 
-Posso chiederti perché non hai intenzione di rivelare da dove vengo?Perché se avessi voluto farlo, non sarei qua, lo avresti già fatto.
-Come sospettavo non sei ingenua neanche tu.
Chloe lo guardò accigliata.
-La penso più o meno come te. Se fossi qui per minacciare il campo lo avresti già fatto, se i tuoi scopi fossero loschi avresti già provato a farmi del male, non ti verrebbe troppo difficile. E inoltre non ti importerebbe di essere cacciata via.
Che vedesse l'aura dei semidei come faceva lei? Allora percepiva che i loro poteri erano su un piano molto simile.
-Tuttavia ciò non toglie che la situazione sia strana. E preferisco per sicurezza indagare, ma se devo mettere inutilmente nei guai qualcuno preferisco che sia direttamente tu a parlarmene. Non credo nemmeno che avrò bisogno di giurarti il mio silenzio, se ho ragione ciò che potresti dirmi nuocerebbe solo a te stessa.
La stessa cosa in fondo valeva per lui. Già dalla prima volta che l'aveva vista aveva avuto la possibilità di fare ciò che meglio riteneva, e non le aveva mai torto un capello.
Chloe decise di ripagare un atto di pietà con un atto di fede.
-Da dove vuoi che inizi?

(NICO)

-Quella ragazza con te quando ti ho incontrata chi era?
-Mia sorella, ma solo di madre. L'avevano ferita e l'ho trascinata via d'impulso. Non potei fare nulla però...

Nico non poteva non pensare a Bianca. Si era sempre chiesto se potendo scegliere, avrebbe scelto di essere con lei nel suo momento fatale. Non aveva fratelli o sorelle con cui condivideva solo un genitore come tutti gli altri al campo. Non sapeva se ci fosse differenza nell'affetto.

-Scusa se mi permetto... ma che tipo di relazione avevate?
-Ci accomunava solo nostra madre, ma la conosco da sempre, nonostante il nostro legame sia cresciuto solo dopo molto.
Dopo parlarono di come Chloe insieme agli altri ragazzi avessero finto di essere dei senzatetto e fossero stati portati al campo. Insieme a Chloe c'erano il ragazzo asiatico che aveva conosciuto quella mattina, quel ragazzo della casa di Ipno, Clovis, e due ragazzine più piccole: una figlia di Morfeo e una di Nike.

-Però io so che non siete i soli rimasti dell'esercito dei Titani. Se vi eravate schierati dalla loro parte, perché ti preoccupa essere mandati via da qua, potreste unirvi a loro... non ci sono prove certe ma io credo alla teoria secondo la quale non si siano dispersi, ma siano ancora un gruppo unito- ne avevano più volte parlato con Percy.
A Chloe non dovette piacere il tono astioso del figlio di Ade perché fu subito pronta a rispondergli.
-Noi non abbiamo scelto un bel niente, molti non avevamo altra scelta. Sapevano benissimo che tipi di semidei reclutare, chi liavrebbe sicuramente seguiti. Molti, io per prima si sono sentiti salvati dalle più disparate situazioni. Non mi sorprenderebbe se avessero usato i poteri delle figlie di Afrodite o di Ecate per persuadere i più restii, ma fidati, che le loro promesse non lasciavano indifferenti.
-Io non mi sono lasciato convincere. Rispose pronto Nico.
-Tu conoscevi altre realtà, molto solo la solitudine. Io ho scoperto del campo solo dopo. Col senno di poi comunque mi sono resa conto della trappola in cui stavo, il pericolo non era rappresentato solo dai titani, era tutto il sistema tra noi semidei ad essere corrotto. Dopo quello che ho visto non mi sognerei mai di unirmi a chi credeva fortemente nella causa.
Chloe sembrava fortemente turbata.
-E ad ogni modo se davvero fosse rimasto qualcuno dell'esercito dei titani non accetterebbero mai un nostro ritorno, saprebbero che li abbiamo traditi cercando asilo qui. Spero solo che non ne siano a conoscenza,  tenterebbero di costringerci a diventare spie... e non voglio perdere anche questo posto.

Nico non seppe come controbbattere. Sentiva la tensione nell'aria farsi sempre più fitta e ogni sua domanda più scomoda dell'altra. -Prima parlavi dei poteri delle figlie di Ecate. I tuoi poteri sono... - cercava le parole più adatte -...familiari ma allo stesso tempo nuovi per così dire.
La ragazza fece un sospiro -Nonostante fossi convinta di conoscere bene le arti magiche, almeno tutte quelle che padroneggiavo, è cambiato qualcosa. Adesso sono capace di fare cose "nuove", ma non dipende totalmente dalla mia volontà.
-Certe abilità mi costano molto più sforzo, rispetto a ciò che mi viene naturale come alzare un braccio-. Fece un gesto con la mano e il letto sotto Nico si allontanò facendo sussultare il ragazzo -Ho capito il concetto-.
-Questa faccenda delle novità c'entra con ciò che ho visto oggi nella foresta, e ciò che hai visto tu sull'Andromeda?- Azzardò Nico.
-Ciò che non avresti dovuto vedere, e ciò che non avrei voluto vedere io-.  Rispose Chloe
Troppo personale. Forse aveva già ottenuto più spiegazioni di quelle che sperava di ricevere. Durante la chiacchierata il ticchettio dell'orologio sul muro aveva fatto sa sottofondo, Nico lo guardò.
-Si è fatto tardi comunque, credo che dovresti riposare-.
Chloe scese dal letto -Se ci riuscirò certamente-.
-Che intendi?- Chiese Nico che invece già si immaginava con la testa abbandonarsi al cuscino. 
Chloes si fermo sulla porta -mi viene difficile far vincere il sonno- ed uscìsenza dare la buonanotte.

 

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