Riportami all'inizio

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ammaliante come un serpente, non devi toccarmi ***
Capitolo 2: *** L'incantesimo di Lily Luna ***
Capitolo 3: *** Fine dell'illusione ***
Capitolo 4: *** Lo smistamento di Albus e James ***
Capitolo 5: *** I primi giorni e la rissa ***
Capitolo 6: *** Abbracci rubati e abbracci voluti ***
Capitolo 7: *** Sono dunque farfalle nello stomaco, questa sensazione che ho dentro? ***
Capitolo 8: *** Le farfalle mi baciano e tu no - Albus - James - Damian ***
Capitolo 9: *** La rissa tra James e Damian ***
Capitolo 10: *** Non siamo rotti, ma piegati e possiamo amare di nuovo ***
Capitolo 11: *** Perchè hai la mia maglia indosso? ***
Capitolo 12: *** James colpito da un bolide ***
Capitolo 13: *** Preparativi del ballo del ceppo ***
Capitolo 14: *** Hai mai desiderato rivivere un giorno dall'inizio alla fine? ***
Capitolo 15: *** Un bacio proprio da patronus! ***
Capitolo 16: *** Un bacio sotto il mantello ***
Capitolo 17: *** Nella stanza delle necessità ***
Capitolo 18: *** Passione in bagno ***
Capitolo 19: *** Lily scopre i suoi fratelli nell'infermeria ***
Capitolo 20: *** La nostra prima volta - sempre!!! ***
Capitolo 21: *** Gli incubi di James ***
Capitolo 22: *** James dorme dal professore in attesa dell'incantesimo ***
Capitolo 23: *** Creare un film per Al ***
Capitolo 24: *** Chi sono veramente Al e James? ***
Capitolo 25: *** Ti amo in un modo così forte che mi terrorizza ***
Capitolo 26: *** Al ha paura del lato oscuro di Silente ***
Capitolo 27: *** Io non voglio essere Piton ***
Capitolo 28: *** Il litigio Harry/James ***
Capitolo 29: *** Il primo bacio tra Harry e Ron ***
Capitolo 30: *** L'inizio della storia d'amore tra Harry e Ron ***
Capitolo 31: *** Il monte Talyner ***
Capitolo 32: *** Harry scopre i suoi figli che si baciano e scappa da Ron! ***
Capitolo 33: *** Albus e James faranno sedute di ipnosi ***
Capitolo 34: *** Tornando a Hogwarts ***
Capitolo 35: *** Silente e Grindelwald ***
Capitolo 36: *** Silente e Piton a scuola quando lui era uno studente ***
Capitolo 37: *** Albus e James ricordano ***
Capitolo 38: *** Albus e la Mc Granitt ***
Capitolo 39: *** Lily pensa ai suoi fratelli e a Hugo ***
Capitolo 40: *** Al e James abbracciano Harry ***
Capitolo 41: *** Harry e i suoi figli in montagna a cuore aperto ***
Capitolo 42: *** Ricordi prima di Capodanno ***
Capitolo 43: *** Ricordi di capodanno - seconda parte ***
Capitolo 44: *** Il patronus del professor Philip ***
Capitolo 45: *** Harry e Ron si confrontano con le mogli ***
Capitolo 46: *** Riportami all'inizio, perchè ad ogni nuova fine, corrisponde un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Ammaliante come un serpente, non devi toccarmi ***


Le mani affusolate di James percorrono il mio torace su e giù in una lunga languida, estenuante carezza.
Sono ammalianti le sue mani, sono sfacciate, non sono timide, ma non per questo meno eleganti.
Sono consapevoli di quello che fanno alla mia pelle, alla mia anima.
Ma a lui non importa. È stato sempre così mio fratello.

Non gli importa di quello che scatena, dello stravolgimento che incute negli animi degli altri, non gli importa della mia timidezza, prosegue ad accarezzarmi, abbbeverandosi di ogni mia vergogna, provandone piacere, provando estasi a ogni mio gemito, ma silenziosamente, elegante come un corvo nero, sinuoso.
E ogni sua carezza mi manda in estasi, ogni suo bacio dato sulla mia spalla, mi fa contorcere e mi inebria, quasi mi avvelena. Non oso guardare i suoi occhi perché potrei avere un orgasmo a guardare quei pozzi neri e liquidi che mi fissano.
E io mi contorco sotto di lui, come..
Una puttana?
Sono la puttana di mio fratello? penso mentre gemo sotto di lui, ma neanche questo riesco a fare con dignità, lui si ruba ogni mio gemito, quando non lo soffoco per via delle sue labbra sul mio corpo, lui lo intrappola nelle mie labbra.
Passo una mano tra i suoi capelli corvini, lucenti come quelli di un corvo, quasi per trattenerlo nella mia bocca ancora un po', per non farlo staccare subito.
Lo sento sorridere sulle mie labbra. Il come faccia è praticamente incredibile visto che non lo sto guardando, ma lui ha un modo di sorridere che è tutto suo.
Illumina le foreste, illumina anche quella proibita con il suo sorriso.
Mio padre, NOSTRO padre, dice sempre che il sorriso di James, è simile a quello di Sirius.
Un sorriso amaro viene a me stavolta, mi domando se James, il suo migliore amico, trovava anche lui il sorriso del suo Sirius, così irresistibile e glorioso, come se potesse illuminare tutto quanto intorno a lui.
Mi basterebbe solo vederlo sorridere.

James non la pianta di accarezzarmi e scende più in basso, sfiorandomi gli spazi tra le gambe, con le dita.
Come ci riesce? Come riesce a farmi impazzire solo sfiorandomi?
Sorrise più malizioso, consapevole di avermi in pugno, gli ho detto tante volte che non deve toccarmi..e ora che glielo permetto, non può fare a meno di vedere la mia espressione, mentre lo fa.
Dannato arrogante…
 
 
 
“NON TOCCARMI!” strilla Albus, istericamente, mentre James si divertiva a punzecchiargli i fianchi con le dita, facendolo scattare in avanti e facendogli cadere tutti i libri.
La sua combriccola ride della scena e Albus si sentì umiliato.

“Scusa, ti aiuto.” Disse James con un tono divertito che tutto suggeriva tranne delle scuse reali, quell’idiota RIDEVA, incurante e inconsapevole del brivido alla sua spina dorsale quando l’idiota lo aveva toccato.
James posò una mano sul braccio di Albus e quello sussultò.“STAMMI  LONTANO!” sussultò Albus, mentre
James lo guardò con un’aria mista a stupore, delusione ma anche una nota di scherno.
“Stai calmo, sembri una checca isterica, volevo solo..”

“Cosa?? Umiliarmi, prenderti gioco di me? Ma lo fai continuamente!” indietreggiò Albus, lontano da lui.
“Beh, è divertente.” Disse James, accarezzandogli i capelli. Albus si scostò malamente, cadendo all’indietro, urtando un portaombrelli, facendo ridere James e alcuni compagni poco distanti.
SCIACK. Il rumore della mano schiaffeggiata di James contro quella di Albus, che si era sporta per aiutarlo ad alzarsi.
“Non ho bisogno di nessun aiuto! Voglio solo essere lasciato in pace!”
L’espressione di James sembrò vacillare, per poi tornare più arrogante di prima, mentre Albus scappava via.
Che peccato! Volevo proporti un sistema per non perdere anche stavolta contro noi Grifondoro, l’ultima volta vi abbiamo stracciato così clamorosamente che mi avete fatto tenerezza!”
 
 
 
“Ahhhhh…”
I suoi ricordi vennero interrotti dalle gambe nude di James che si avvinghiavano a quelle di Albus, come se le sue gambe fossero state dei sinuosi rampicanti che prendevano vita in un terreno floreggiante dove la fauna e la flora si mischiano dando vita a meravigliosi germogli.
Oh, le gambe di James, ammalianti serpenti incantatori che si avvinghiano alla loro preda spruzzando su di essa un veleno dolce e inebriante da assomigliare di più a un profumo letale che germoglia e semina radici.
“Voglio essere dentro di te e non doverne più uscire, Albus..”

Albus era già vergognosamente duro, ma quando gli disse così, si sentì già sull’orlo dell’orgasmo. Non riusciva neanche a parlare.






















Note dell'autrice: ragazzi, sono proprio ossessionata da questo paring e da tanto, tanto tempo xd
purtroppo non ho trovato una ff che sia una, su questo sito xd LOL
si qualcosina di appena accennato si, ma non una storia vera e propria e ci sono rimatsa male! Alla fine esasperata ne ho fatta una io xd
ma credetemi non è niente di banale, ho in mente grandi cose!
E lo so che sembra un suicidio dopo le tantissime storie che ho in corso ma appunto se mi sento ispirata è meglio sbrigarsi prima che vada via l'ispirazione, ecco xd
Io James lo vedo come un misto tra James Potter e Sirus Black, insomma, nel mio immaginario è irresistibile xd questa volta ho voluto fare una cosa un po' diversa cominciando già subito con una scena erotica LOL

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Capitolo 2
*** L'incantesimo di Lily Luna ***


Avviso: ho deciso di riunire tutti i capitoli che parlavano di questa minitrama (l'incantesimo di lily) perchè era l'unica maniera che ho trovato per rendere la storia ordinata, dopo varie opzioni scelte, una peggio dell'altra, questa era la meno peggio, quindi mi dispiace per il capitolo lunghissimo ma credetemi, le altre opzioni (dalla storia mini long a parte, ai capitoli singoli in questa stessa storia) si sono rivelate delle scelte sbagliatissime. Non si capiva più qual era il passato, quale il presente, si perdeva di vista la cronologia degli avvenimenti e quindi ho deciso così :)







“Quando è stata la prima volta che ti sei innamorato di nostro fratello?” diceva la voce femminile di Lily Luna.

Gli teneva la testa tra le mani e Albus gliene era grato. In quel momento si sentiva come un fragilissimo vaso di cristallo tenuto insieme con lo scotch, un vaso patetico che sarebbe potuto andare in mille pezzi, se solo lei avesse abbandonato la sua presa sulle sue guance.
Non riusciva a sfuggire alla costrizione magica di Lily e del suo incantesimo. Anzi no, era peggio.

NON VOLEVA fuggire, sì perché dopotutto tutto quello, quell’incantesimo particolare, lo aveva chiesto LUI a lei, dopo che lei li aveva sorpresi in quel modo così patetico in infermeria dopo il suo incidente.
Lui e James si stavano baciando e loro sorella aveva assistito.
Ma il destino non si era accontentato di tale umiliazione, no, ora Lily gli chiedeva perfino di strapparsi il cuore, sì, perché altro non avrebbe saputo come definire quella sua richiesta. Aveva solo una folle , vaga idea di cosa gli stava chiedendo? Ok, lo faceva per l’incantesimo ma probabilmente lei neanche capiva quanto gli costava non solo rispondere a una domanda del genere, ma quanto era indice di sofferenza anche solo PENSARCI. Così tante volte nel corso degli anni, si era imposto di dimenticare, di pregare che almeno non lo amasse…
Che almeno non sia amore…se è solo desiderio posso sopportarlo..se è solo sesso..ma se è amore..posso anche morire…
E ora addirittura Lily gli CHIEDEVA di pensare alla prima volta che lui si era scoperto innamorato di lui. E chi cazzo se lo ricorda? Chi cazzo avrebbe voluto RICORDARLO?

“Al..ascoltami bene, so che per te è una cosa davvero difficile, ma per me lo è ancora di più, forse..sono tua sorella, sono sorella anche di quel deficiente e quello che mi hai chiesto, non ci sono parole…vuoi che ti faccio dimenticare di AMARLO..e oltre a scadere quasi nella magia nera, non sono sicura che è quello che vorrebbe LUI..sto facendo una cosa così grave senza neanche consultarlo, sto SCEGLIENDO TE, razza di cretino, lo capisci? Capisci cosa sto facendo?”
“Sì…” disse Al tra i singhiozzi.

“Bene, ti rendi conto della gravità della cosa…è già qualcosa..non vanificare tutti i miei sforzi, aiutami anche te…”
“Ti ho già detto quando secondo me mi sono reso conto di amarlo..”
Lily però scosse la testa.

“La candela trema, non divampa, questo vuol dire che non è quella la prima volta, e d’altronde confesso che se la candela avesse detto il contrario, non le avrei mai creduto e l’avrei gettata via, perché è chiaro che se soffri così tanto, è un sentimento da ricercare da più indietro..”
“Cazzo, Lily..”

“Prova a pensarci, ti supplico..io ti aiuterò con la mia magia, ma anche tu devi aiutarmi. Concentrati, pensa alla prima volta che tu hai pensato che fossi innamorato di lui..magari dopo un gesto che ha fatto..un sorriso gentile..o una risposta che non ti saresti mai aspettato..”
Lily lascia perdere la candela rossa e soffia sull'altra, una candela rosa e che sa di lavanda e Al viene inghiottito dall’oscurità, e non può fare a meno di pensare che la crudeltà ha il colore dell’amore romantico, ROSA. La crudeltà ha il profumo della lavanda.

Mentre un altro ricordo riaffiora prepotentemente nelle sue fauci.
 
 
 
 
*

 

Lo smistamento


Era il primo giorno in cui Al era arrivato a scuola ed era stato smistato a SERPEVERDE.
Aveva cercato di cullarsi nelle rassicurazioni che suo padre gli aveva fatto, quando gli aveva detto che non c’era niente di male, perché due dei presidi della sua scuola più importanti e buoni del mondo, portavano il suo nome e uno di essi era stato a Serpeverde.

Sì, peccato fosse anche stato un mangiamorte, voleva farsi la nonna ed è stato la causa principale per cui mio padre è stato orfano.
Ma Al si sforzava di non pensarci, aveva cercato di fidarsi delle parole di suo padre, VOLEVA FARLO.
E poi desiderava COSÌ TANTO discostarsi dall’immagine di copia sputata di suo padre.

Non gli piaceva assomigliargli così tanto, malgrado fosse biondo e con gli occhi azzurri, da essere comunemente accomunato a lui, per tutto, nonostante fosse James quello ad avere i capelli corvini come i suoi.

Ma lui, lui aveva gli occhi di Lily, come si ostinava a ripetergli sempre.
Al non avrebbe mai creduto possibile che suo padre un giorno avrebbe potuto fare al suo stesso figlio quello che lui aveva subito per anni, per colpa dei suoi maledettissimi OCCHI.

Ma forse è proprio vero che quando cresci, dimentichi cosa vuol dire essere bambino, e ripeti gli stessi errori su qualcun altro.
Semplicemente dimentichi, o forse è il karma, chi lo sa.

Fatto sta che anche lui ora pagava pegno, solo per degli stupidi OCCHI.
In realtà non potrebbe essere più diverso da Harry Potter, non è stato neanche in grado di andare a Grifondoro.
Ma forse l’ha fatto di proposito per discostarsi in realtà da un’aspettativa che sapeva già che non avrebbe potuto mai soddisfare?
Insomma, non era come Harry.

Lui si è affacciato al mondo della magia, senza sapere NULLA e aveva il terrore della magia oscura, di diventare un mago oscuro, aveva quindi PREGATO di non andare li ed era stato accontentato.
Ma Al, come James e come Lily, erano cresciuti nel mondo della magia, erano stati cresciuti sentendosi dire che anche chi va in Serpeverde può essere buono. Come Draco Mallfoy che si era ravveduto, come lo stesso Piton.

Insomma, il tempo di queste sorta di razzismo tra case se non era già finito, stava per tramontare.
Non era più come una volta.
E lo stesso Al, non voleva essere una copia sputata di suo padre voleva essere speciale, originale, DIVERSO.

Voleva essere a Serpeverde per scoprire sempre di più la conoscenza, spingersi al limite di essa, certo senza diventare un mago oscuro ma nemmeno un mollaccione.
 
Eppure, provò una sorta di brivido di senso di colpa, quando incrociò lo sguardo glaciale di suo fratello, quando si sedette alla tavolata.

Perdonami… pensava pieno di sensi di colpa.
 
 
Dopo la cena, si sentì afferrare da un braccio e quasi gridò.
“Te ne vai senza neanche un saluto della buonanotte?”
“James??? Che stai facendo? Lasciami!! Sei impazzito!”

“Io?? Direi che TU sei impazzito!! Scegliere quella casa! Puah!”
“Ma che stai dicendo, sai benissimo che è il cappello a..”
“Non mi prendere per il culo, Al. Sai che non mi piace essere scurrile ma tu sembri far di tutto per tirare fuori questo di me, ho solo una domanda da farti, sei contento ora, che non saremo nella stessa casa? Che non ci sveglieremo mai insieme e..”

“Oh, fammi il favore!! Sembri un ragazzino piagnucoloso!” disse Al, sforzandosi di non piangere. “Insieme? Ma se a malapena mi guardi quando sei a casa.”
“Questo non è vero..” digrignò James a denti stretti.
“Si può sapere cosa vuoi da me? è stato il cappello a scegliere, fine della storia! Saremo comunque sotto lo stesso tetto e sempre che non mi consideri ormai un cane rognoso, puoi sempre venirmi a trovare!!”
James si paralizza a quella risposta.
“Oh, sempre se il grande James Sirius Potter non è così superiore da non volersi mischiare a un branco di schifosi Serpeverde, è questo che pensi vero? Ti fanno schifo e ora ti faccio schifo anche io, beh, non mi stai mostrando nulla di nuovo, come se ti fossi mai realmente piaciuto, poi..”
“Non dire amenità!!”

“Non le sto dicendo! Tu non fai altro che prendermi in giro, anche prima di essere smistato, sapevo già che non avrei dato lustro al buon nome dei Potter, non è così? Oh, proprio tu che ci tieni così tanto alle tradizioni, lo sai, vero, te lo RICORDI che porti il NOME di uno cui tutta la tua famiglia è stata a Serpeverde? “
“Ma lui è stato a Grifondoro, ma non nominarmi Sirius, adesso, che c’entra, non è questo il discorso..”

“Insomma, che cazzo vuoi da me, James, si può sapere!! Non resterò un secondo di più a farmi insultare da te, non ho bisogno di sapere che ti ho deluso, come probabilmente ho deluso papà e tutta la nostra famiglia perché non sono stato smistato a Grifondoro! Chi cazzo se ne frega!!”
James fece una faccia mortuaria.

“Io avrei voluto fare questo percorso insieme a mio fratello..ma vedo che hai preferito un’altra scelta..beh, fa niente. Cullati pure in questa casa, che ti fa sentire LIBERO..vedremo come sarà, ma non venire poi a lamentarti da me, se ci allontaneremo, è quello che hai voluto tu.”
Ma ti senti quello che dici?? Solo perché sarò in un’altra casa?? È ancora James che sta parlando o forse è Sirius?”
James impallidì a quel nome.

“Ti sei almeno reso conto che gli somigli sempre di più? Anche lui ha cominciato a odiare suo fratello perché era a Serpeverde! L’ha odiato fin quando lui..è morto. E anche DOPO.”
“Io..Albus, dove vai, Non ho ancora finito!”
Albus però era già corso via.
 
 
Nei giorni seguenti, James continuava a stuzzicare Albus, quando era con i suoi amici, magari lo salutava con “Hello, piccola serpe.” O gli lanciava pezzetti di carta, quando erano in classe insieme o gli faceva trovare serpenti di gomma quand’erano in sala grande e Albus con la magia glieli rispediva indietro, scatenando le risatine generali tra le case, una volta decise di incantare il piatto di James, in modo che quando si sarebbe preparato a mangiare, un grosso ruggito di leone, lo avrebbe assordato.

James si spaventò così tanto che cadde all’indietro dalla sedia, poi si voltò verso Al, che lo guardava con un sorrisino, colpevole, un po' preoccupato, non si aspettava che cadesse e sperava non si fosse fatto male, ma il senso di colpa, durò poco, visto che lui con la sua bacchetta magica lo aveva di riflesso fatto cadere di conseguenza.
Albus cadde con un capitombolo e ormai tutti gli studenti stavano guardando loro, ridendo e confabulando, e applaudendo, richiedendo altri round.
Ma la Mc Granitt si seccò.

“ADESSO BASTA! SMETTETELA DI FARE TUTTO QUESTO CASINO. NON SIAMO IN UN ASILO BABBANO.”
Poi la Mc Granitt aveva visto i due Potter a terra e aveva sospirato.
“Due Potter. Avrei dovuto aspettarmelo. Le vostre generazioni mi perseguiteranno in eterno e benché siete una ottima distrazione nei momenti di noia, dovreste davvero darvi una calmata e smetterla di comportarvi come due cuccioli di gazzelle non addomesticati.”

James e Albus arrossirono al richiamo, anche perché tutti stavano ridendo, ma Al cercò lo sguardo di James come per ringraziarlo.
Sapeva , aveva capito che quegli scherzi, erano un modo per dirgli che non lo odiava per il fatto che era a Serpeverde. Era fatto così suo fratello, James, era incapace di eccessivi sentimentalismi, ma ti faceva capire che ti voleva bene e ti considerava a modo suo.

E in quel momento una scintilla profonda di amore, divampò in lui.
 
 
Fu quando si allontanò nei corridoi, che arrivò il dramma.
Albus percepì distintamente due di Serpeverde e un altro di Tassorosso che parlavano di lui.

Non riusciva ad afferrare le sue parole correttamente, ma stavano parlando dello spettacolo che aveva dato in classe.
Dicevano che lui era davvero un mollaccione perché si faceva fare tutto da suo fratello, ogni scherzo, senza reagire mai.
E allora ecco che erano subentrate battutine stupide.
“In fin dei conti si chiama Severus, sarà il suo karma che anela nel prenderle.”
Al cominciò a tremare di rabbia. Una volta di più odiò il suo nome.

Poi loro proseguirono, dicevano che Al era un mollaccione, che James era uno tosto, che tutti ammiravano, ma Al era troppo molle, non stava bene neanche a Serpeverde, non faceva che fare figuracce, non dava prestigio alla sua casa e aveva fatto sfigurare tutti nella sua famiglia, i Potter, andando a Serpeverde.
Ridevano.
E Al sentì gli occhi gonfiarsi di lacrime.

Un conto era se JAMES lo prendeva in giro, ma loro..
Un rumore e dei tonfi sul pavimento, lo obbligarono a girarsi.
JAMES.
 
Li aveva stesi a terra con un pugno, mentre li guardava con un’espressione glaciale che gli fece accapponare la pelle.
“JAMES. MA CHE FAI.”
James sembrò non averlo sentito.

“A parte il fatto che L’UNICO che si può permettere di prendere per il culo mio fratello perché sta in quella casa di sfigati, SONO IO, ma tu devi essere un Serpeverde, non è vero? Vergognati! Parlare alle spalle, neanche in quella casa fetida sarebbero contenti di avere uno sfigato cagasotto e coniglio come te. Fossi in te, io chiederei asilo in casa di quest’altro stronzo. Tasso, non è vero? I tassi sono animali UTILI, scavano le buche, si nascondono, ma non sono così biechi da parlare male di un Serpeverde con un altro Serpeverde. Non so chi dei due mi fa più vergogna, non siete degni di appartenere alle vostre case, io istituirei un’altra casa, la chiamerei la casa della vergogna e metterei voi due come primi abitanti.”
Era incredibile che gli avessero lasciato finire tutto il discorso, ma era così suo fratello, ipnotizzante, ma ben presto si svegliarono da quel torpore e lo attaccarono. Al scattò subito i avanti.

“No, no, lasciatelo stare! Siete in due contro uno! James, smettila!” disse tirandolo indietro ma James senza guardarlo, lo spinse via.
“No..” Al riprovò ad alzarsi mentre qualcuno guardava e chiamava i professori, altri si godevano lo spettacolo.
Al si beccò un pugno da parte del Serpeverde che voleva colpire invece James.

Quest’ultimo  a quella scena, digrignò ancora di più i denti e gliene restituì tre, prima di acchiappare suo fratello e trascinarlo lontano, per la felpa.
Al avvampò, mentre lui gli si faceva vicinissimo con il viso.

“Pessima mossa, scricciolo, ora invece di farmi una settimana di punizione, me ne farò due. Sappi che questo è perché non ti sei fatto gli affari tuoi. Dovevi restarne fuori. Ehi, conigli, dove scappate?”
Per fortuna, i professori arrivarono in tempo per scongiurare altre botte.
James stava per dirigersi nel suo dormitorio ma Al lo bloccò e gli mise una mano sul viso.

“Lasciami stare, vattene!” disse James allontanandosi da lui.
Al lo guardò scioccato.
“Volevo solo vedere come…”
COME STO? Vuoi vedere l’operato del tuo lavoro? Beh, è grazie a te che sto così, questi pugni li ho presi per colpa tua! Dovrei solo restituirteli con gli interessi!”

“Io..io non ho fatto niente..” disse Al con le lacrime agli occhi.
“Come no! Credi che io sia scemo! Pensi che non sappia che li hai sentiti benissimo? Ma hai tirato dritto, e hai quindi costretto me a difendere il tuo..l’onore della nostra famiglia! Quei bastardi non hanno insultato solo te, lo sai? Ma hanno deriso anche papà, mamma, anche me! Sì, perché sono comunque tuo fratello, razza di cretino!”
“Ma che pensavi che dovessi fare!! Io..”

“Magari rispondergli! Non farti calpestare come un sacco di boxe? Non hai idea della rabbia che mi fai, rispondi solo a me e poi ti fai prendere per il culo da due sacchi di merda così..questa rissa l’hai voluta tu!”
“Sei ingiusto. Non ti ho chiesto di difendermi..”
James lo guarda, strabuzza gli occhi e poi lo spinge per terra.

“Non so perché spreco il mio tempo a difendere uno come te. Non sei neanche capace di reagire, sei solo un..”
SCIAFF.
James si toccò la guancia con una mano e un sorriso un po' triste e un po' sarcastico affiorò alle sue labbra.

“Beh, niente male, fratellino. Una reazione! Un gesto! Di irriconoscenza, certo. Ma almeno è qualcosa. Sono contento, perché hai finalmente dimostrato che hai una qualità che hanno tutti i Serpeverde, e non è neanche l’irriconoscenza, Oh, adesso ho la tua attenzione? Ma dovrai crogiolarti nel cercarla, e forse solo allora, CRESCERAI, Albus. Anche se gli avvenimenti di questa giornata mi danno dei dubbi sul fatto che questo si realizzerà mai.”

Fece per alzarsi, Albus cercò di posargli una mano sulla guancia, ma James si scostò con la testa.
“Adesso che fai? Non essere ridicolo.”
“James, ti preg..AHHHH.”
Erano ancora tutti e due  a terra e James si stava per alzare da terra, quando Al cercò di mettergli di nuovo la mano sulla guancia, ma James gli spostò la mano tenendogli il polso stretto nella sua mano.
“James!!! Mi fai male!!”

“Non provare più a toccarmi con le tue manacce o sarà peggio per te, hai visto cosa ho fatto.”

“Perché mi tratti così? Cosa ti ho fatto? Hai picchiato quei ragazzi per difendermi, non puoi negarlo e ora..”
“Certo, l’ho fatto. E ancora una volta ho pagato il prezzo di essere tuo fratello. Se solo non fossi così vigliacco, Albus..non mi metteresti in queste condizioni, non mi faresti fare queste figure..io che sono sempre ammirato da tutti, l’esempio della mia casa, devo ridurmi a un pestaggio becero che non fa altro che…”

“È solo questo che ti importa! Essere ammirato e amato dalla tua casa? Sei solo un presuntuoso, James! Non te ne frega niente di me! Volevi solo fare bella figura con i tuoi compagni e io che ho pensato che ti importasse di me! Beh puoi smetterla con la recita! Non hai bisogno del fratellino da difendere e proteggere , sappiamo tutti e due che non te ne frega nulla. Per te io sono morto quando mi hanno smistato a Grifondoro, tutti gli scherzi che mi hai fatto, erano solo per fare spettacolo, per farti bello agli occhi degli altri..a spese mie!!!”

Per qualche secondo gli occhi di James si sgranarono, sembrò colpito da quello che Al aveva detto, poi gli lasciò lentamente il polso e si alzò, squadrandolo.
“Quegli scherzi crudeli come li definisci tu, Albus, ti hanno reso più interessante, dovresti ringraziarmi.”
“Vai..all’inferno..”
James ridacchiò.

“Sai, Albus..è buffo che porti il nome di un uomo che considerava il fatto di esternare sentimenti e portare il proprio cuore sul bavero con orgoglio, come fonte di vergogna.“
Al fece per alzarsi, ma James lo trattenne con un braccio.
“BASTA. COSA VUOI ANCORA??? LASCIAMI, NON TI BASTA QUELLO CHE..”
“Non-piangere.”

Al si sbarrò come succedeva sempre quando James dava degli ordini. Non poteva fare a meno di obbedirgli.
“Non permettere mai a NESSUNO di ferirti, anche se quel qualcuno è qualcuno che tu chiami FAMIGLIA, anche se quel qualcuno sono io.”

“James..” disse Al strabiliato, pieni di stupore.
“Le parole sono solo parole, muoiono e si riformano, si trasformano e nascondono molto altro di quello che sembra in apparenza, una mente che si lascia distrarre o ferire da cose così effimere, è una mente DEBOLE, e una mente debole..è una mente che può diventare crudele..come l’uomo di cui porti il nome..”
Gli fece una gelida carezza che gli fece tremare il cuore.

“Se non impari a costruirti una corazza in modo che nessuno abbia il potere di ferirti, prima o poi permetterai all’odio di dominarti..”
Fece per alzarsi, Al cercò di aggrapparsi alla sua mano.
“James, perdonami.”
Ma James lo spiazzò.
“NO.”

“Mi chiedi di perdonare la tua debolezza, ma la debolezza di un uomo che un giorno si vantava di essere amico di mio nonno, gli è stata fatale. Quell’uomo si chiamava Peter. Per questa debolezza, mio nonno è morto. Non chiedermi di perdonare le debolezze.”
“Jamie..sono tuo fratello..” disse Al supplicante.
James sorrise teneramente.
“Quando ti fa comodo.”

“Non essere ingiusto! Io ti voglio bene! Lo sai..!”
“Se è vero quello che dici, rispondi a una domanda, se mi vuoi bene come credi, dimmi adesso cosa mi ha spinto a farti tutti questi scherzi, a prenderti in giro fino adesso.”
Al guardò in basso.
“Tu volevi che io diventassi più forte..l’hai fatto affinchè io sapessi difendermi..me l’hai detto ma io non l’ho capito..”

James lo fissò duramente.
“Non hai capito la domanda.”
“Allora rifammela! Non ho capito!”
“Avevi solo una possibilità!”

“PIANTALA, SONO STUFO DEI TUOI SCHERZI, E DEI TUOI INDOVINELLI! DIMMELO TU SE CI TIENI TANTO!”
James lo fissò con un lampo d’ira.
“Volevi dare una lezione a tutti..a me! Volevi che mi ribellassi! Che fossi degno della mia casa.” riprovò Al.

“Quando arriverai a questa soluzione, un giorno, forse capirai anche in cosa hai peccato oggi. Una cosa imperdonabile e che porta quasi sempre alla morte. E non è la debolezza.”
James fece per andarsene ma Al gli gridò contro.
 
CREDI DI ESSERE TANTO FURBO, E INTELLIGENTE, UN UOMO TUTTO D’UN PEZZO E INVECE SEI SOLO UN GRAN SBRUFFONE. MI HAI DIFESO SOLO PER UMILIARMI. IO TI ODIO, JAMES, HAI CAPITO, TI ODIO! VAI ALL’INFERNO!”
 
 
 
Lily aveva gli occhi pieni di lacrime mentre ascoltava il ricordo dettato da uno sfiancato Albus.
“E questo per te sarebbe un..ricordo FELICE?” chiese Lily con una vocetta piccola piccola.

“Sì…” disse Albus, pieno di vergogna. “Questo ricordo mi ha perseguitato per un sacco di tempo, Lily, quando io finalmente HO CAPITO..quello che James voleva dirmi, ma io ero troppo stupido e orgoglioso per capirlo..”
Lily aspettò che lui continuasse.

“Sì, ero troppo CIECO per capire, che la risposta alla sua domanda era che mi voleva BENE! Ecco perché mi faceva tutti quegli scherzi. James soffriva come e più di me per la nostra separazione, ha sofferto dal primo giorno perché ha visto che ho preferito la diversità, una strada diversa, che non coincideva con lui, E lui era così tanto terrorizzato da PERDERMI, ha cercato di farmi sentire la sua vicinanza nonostante questo, nonostante io l’avessi TRADITO, i suoi scherzi erano un suo modo di dirmi che mi amava. Era come dirmi ci sono qua , sono sempre con te, Al, non è cambiato nulla. E quando mi ha detto che mi ha reso più INTERESSANTE..era vero sai? Io l’ho presa come un insulto, ma lui con quei siparietti mi ha reso più divertente agli occhi degli altri ed ecco che anche chi si era fatto l’idea che io fossi un tipo insignificante, ora si adoperava per volermi conoscere, per scoprire il VERO Albus..e lui quindi ha pensato che tutto questo era almeno servito a non farmi terra bruciata intorno, ma poi quello che è successo durante la lotta..ha visto la mia debolezza..ancora una volta lui ha dovuto fare qualcosa per me che io non ero in grado di fare da solo, e nonostante questo..mi ha comunque dato una possibilità di riscattarmi, dovevo solo rispondere a una domanda, dovevo rispondere che lui ha fatto tutto questo..perché mi VUOLE BENE..e invece..ho dato la risposta SBAGLIATA..” si coprì il volto con le mani. "L'IGNORANZA, Lily. è questa l'altra cosa che dovevo sapere, la qualità che avevo imparato in Serpeverde, la cosa che voleva che io capissi..io quel giorno, fui IGNORANTE..soprattutto quando ho continuato a gridargli contro fino a quando non se n'è andato."

Lily lo prese tra le braccia e lo consolò mentre singhiozzava.
“Capisci, Lily? Ho dato la risposta sbagliata! Dopo tutto il discorso che mi ha fatto, dopo che mi ha parlato con il cuore, io l’ho deluso un’altra volta, ho calpestato i suoi sentimenti. Come ho potuto.”

“Oh, adesso basta con il dramma, Al.” Disse Lily accarezzandogli una ciocca di capelli. “Sai, io penso che dopotutto tu abbia un po' idealizzato nostro fratello. Ok, magari hai ragione su alcuni punti, ma non su tutto..in fin dei conti, lui anche se è vero quello che dici, non si è fatto scrupoli a ferirti per farti capire delle cose e tu lo giustifichi..sai in fin dei conti, non è il santo perfetto che credi..nonostante sia anche MIO fratello e gli voglio bene..ma capisco che tu provi qualcosa di diverso da quello che provo io e questo ti impedisce di vedere la cosa in maniera obiettiva eh?” gli asciugò una piccola lacrima.

“Beh, comunque questo è il momento in cui ho compreso quanto io lo ami!! Certo in ritardo, ma poi ogni volta che ci ripensai, credo fosse stato il primo momento che ho compreso davvero quanto è capace di stravolgermi.”
Lily scosse la testa.
“Non è neanche questo.”
“CHE COSA???”

“Al…questo è un ricordo INFELICE, che tu poi hai ridimensionato e hai trasformato in un ricordo felice, ma più avanti. Noi stiamo cercando la prima volta che tu ti sei sentito di amarlo, ma stiamo cercando un sentimento potente di assoluta gioia, che ti faccia battere il cuore e ti faccia sentire…innamorato. Non stravolto. Dubito che ci si possa innamorare per via di un ricordo, se fosse stato così, avresti dovuto innamorarti quel giorno stesso…piuttosto ora che sai perché James ha agito così, senti di amarlo ancora di più, ma non è stato quello a farti innamorare di lui, altrimenti..sarebbe successo quel giorno stesso.”

Albus si tenne la testa tra le mani, confuso.
“Quello che dici sembra avere senso, in un certo senso..ma mi sembra anche una cosa estremamente contorta.”
Lily sorrise.
“Facciamo una prova.”
Accese di nuovo la candela, e quella tremolò.

“Era come pensavi. “ disse Al rammaricandosi.
“Riproviamo. “ disse decisa Lily.



 

Litigare per i nomi



Ma Al non poteva fare a meno di ripensare ancora a quell’episodio e forse fu per questo che alle soglie del terzo anno, successe una sfuriata, per via di una lezione su Storia della Magia in cui si era parlato dell’importanza di avere dei nomi uguali a quelli di maghi che hanno fatto la Storia del Mondo.
Ricordò tutto Al, come James si era pavoneggiato dicendo di avere due grandi nomi importanti, maghi che avevano sfidato VOLDEMORT, che avevano partecipato alla grande guerra, allora poi si era arrivati a ridacchiare sul fatto che sia Lily sia James portavano entrambi i nomi dei genitori di Harry.

“Siete così tanto fieri di portare i nomi di una coppia che stava insieme? Non è che magari ora vi mettete anche a pastrugnarvi in pubblico per dare spettacolo?? Dovesse succedere, avvisate, almeno scappo prima che mi venga da vomitare!”
Avevano tutti guardato Al che aveva fatto un sorrisino diabolico e poi aveva ricambiato il gestaccio che gli aveva fatto James, andandosene via dall'aula.
Ma James ancora una volta gli venne dietro.
Al era andato in bagno, James cercò di seguirlo e Al cercò di chiudergli la porta in faccia, cercando il possibile di sbatterlo fuori.

“VATTENE. DEVI SEMPRE INSEGUIRMI, COSA HO FATTO DI MALE PER AVERE UNA PIAGA COME TE!”
“Me lo chiedo sempre anche io di te. Ora mi dirai cosa abbiamo detto di male per meritarci un simile veleno. Almeno se non vuoi chiedere scusa a me, fallo a Lily. Lei ci è rimasta male del tuo atteggiamento.”
Al si mise a ridere.
“Sei venuto qua per lei? Ma certo, dovevo immaginarlo. Sempre tutto per Lily, non è vero?”

James lo fissò basito.
“Ma qual è il tuo problema?”
“Io? Io non ho nessun problema!! Siete voi che vi montate la testa, quanto vi esaltate perché avete i nomi della COPPIA PERFETTA per antonomasia! La vostra presunzione mi da il voltastomaco!”
Per un attimo James sembrò li li per decidere di dargli un pugno o andarsene, ma poi un sorriso da schiaffi aleggiò sul suo volto.

“Oh cavolo..Al potevi dirmelo subito..”
“C-che cosa?”
“Tu sei..sei..GELOSO!!”
“CHE COSA?? SEI..SEI UN IDIOTA!”

“Dai ti capisco, ti sei sentito escluso, ma non devi! Anche se i nostri nomi sono un’alchimia magica per eccellenza, non potrei mai scordare mio fratello..volevi sentirti anche tu al centro della scena, non è vero? Ma noi ti consideriamo già.hai il nome di due dei presidi più….”
“IDIOTA, NON CAPISCI NIENTE!!!”

La rabbia e l’umiliazione diedero ad Albus una forza sorprendente ed ecco che riuscì praticamente a colpire James con la porta e guadagnar tempo in modo da riuscire a correre per il bagno e chiudersi in una delle toilette.
“M-maledetto pazzo..” disse James tenendosi la guancia ed entrando.
“AL. TORNA SUBITO QUI E CHIEDIMI SCUSA. SE MI COSTRINGI A VENIRE A PRENDERTI,SARà PEGGIO PER TE!” ma poi si bloccò.
 
“Al?? Che diavolo fai? Stai..piangendo?? Al! Apri questa porta!! Al. TI PREGO.” sussurrò poi.
 
 
 
Mi sento morire.

Voglio scomparire. Diventare una macchia di vuoto nell’Universo, nel cosmo.
James ha scoperto proprio quello che temevo avrebbe scoperto! Sì, sono geloso.
Lo vorrei gridare all’infinito, oltre l’universo.

Sono geloso, perché James era il ragazzo che era pazzo di Lily Evans a scuola e il fatto che Jamie porta uno dei due nomi di uno che era pazzo d’amore per una ragazza che aveva lo stesso nome di mia sorella mi fa infiammare, mi fa bruciare dalla gelosia! Loro hanno un’alchimia che io non potrò mai SOGNARE di avere con lui..Jamie stravede per lei..che illuso che sono..Jamie non mi ricambierà mai e poi se anche decidesse di andare oltre l’incesto, perché dovrebbe desiderare una nullità come me, un MASCHIO? Gli farei più schifo dello schifo ma va tutto bene, almeno che non devo sorbirmi questa umiliazione a scuola, no, questo è insopportabile, loro che si vantano davanti a tutta la classe della loro unione..e poi quando mi ha detto che sono GELOSO..mi sono sentito la faccia infiammare..voglio morire..lui ora sa..SA.
 
 
“Al, avanti, apri questa porta..giuro che non ti faccio niente..potrei anche, oh, cazzo, Al, se mi apri, ti permetto anche di abbracciarmi! E di chiedermi scusa, va bene così??”

Al riconosceva in quella richiesta assurda, una richiesta di perdono, conosceva ormai troppo bene suo fratello, ma non era abbastanza e allora cominciò a singhiozzare.

Non capisci niente..non capisci perché papà vi ha dato i nomi di due persone che lui amava più di ogni altro..non capisci che può farmi soffrire a me, il fatto che lui abbia dato invece A ME, il nome di una persona che lui ha odiato a morte quando ha compreso che lo ha solo usato per sei anni? E che porto il nome dell’uomo che se fosse riuscito a conquistare sua madre, lui non sarebbe neanche nato? “
“AlBUS!!”
È scosso, lo so, ma me ne strafrego e vado avanti.

“Porto il nome di un uomo che lui ha odiato per sette anni!! è facile per voi..siete fieri dei vostri nomi..papà ha dato a voi dei nomi di persone che amava, a me invece quella di un uomo che odiava, forse due! E infatti proprio per questo non faccio che essere una delusione per lui. Non sono io a chiamarmi James, in fondo, il nome del padre che tanto amava.” mettere in mezzo due morti pur di non far capire a mio fratello che sono geloso di lui, mi fa ribrezzo. Non è tutto falso quello che dico ma mi faccio schifo comunque. Con quale coraggio potrò ancora guardarmi allo specchio? Non c'è dunque limite a quanto in basso si può scendere per conservare un minimo di dignità? Non c'è limite all'inferno sulla terra?

“Al..apri la porta..non mi piace parlare a una porta chiusa.” Disse dolcemente e qualcosa nel tono di James lo convinse ad aprire.
 
“Jamie..”
“Sei uno stupido, lo sai?”
Abbasso lo sguardo, mi vergogno un po'.

“Sei uno stupido perché papà non amava da impazzire James, anzi, l’ha odiato quando ha saputo quello che ha fatto a Piton. Ne è rimasto deluso, ma poi lui..l’ha perdonato, perché ha capito che le persone cambiano e a volte in meglio. Ha odiato anche Sirius perché credeva avesse ammazzato James, ma poi l’ha amato..ha odiato Piton perché lui l’ha odiato a sua volta e gli è costato tanto, tanto tanto, cambiare idea su di lui, ammettere di essersi sbagliato alla fine, papà che si è sempre vantato di non sbagliarsi mai.”

Non riesco  resistere, mi getto tra le sue braccia.
“Ha odiato Silente, perché credeva che non gli volesse bene, che non gliene ha mai voluto..ma si sbagliava.”
Lascio che mi accarezzi i capelli. Sembro un bambino piccolo, ma non importa, avrò tempo di vergognarmi dopo.

“Così come ti sbagli su di me…è vero, forse a volte ti odio..non lo negherò..ma ti voglio anche tanto bene.” mi asciuga una lacrima.
“N-non dovresti odiarmi..sono tuo fratello..”
“Forse è proprio questo.”
“Cosa??”

“Forse a volte odio che tu lo sia. Il fatto che tu sia mio fratello..crea in me un’aspettativa..che tu sappia riconoscere sempre e comunque quello che ho nel cuore..come se fosse una cosa dovuta, ma io a volte ci ho sperato..altre volte invece ne sono stato terrorizzato dall’idea che tu potessi riuscirci..nessuno dovrebbe avere questo potere,..sapere cosa si agita nel cuore di un uomo.”
Mi da un bacio sulla fronte e io vorrei davvero morire.

Perché gli ho mentito, insomma, è stata una bugia  a metà, non è stato per quello che io me la sono presa tanto.
“Jamie..questa scenata che ho fatto..io..”
“Non dirlo. Non voglio saperlo.”
Lo guardo terrorizzato. Che abbia capito?

“Non voglio sapere se quello che mi hai detto è la verità, se è tutto qui o è solo il preludio ad altre tempeste che ti porti dentro. Credo che preferirei..non sapere. Per adesso.”
“Ma..ma..perché?”
Jamie sorride ed è un sorriso dolcissimo.

“Forse perché anche se faccio tanto il gradasso, a volte sono terrorizzato anch’io..quello che abbiamo condiviso è stato di un livello di intimità tale che non avevamo mai toccato prima per due fratelli come noi, sempre distanti, abbiamo solo tu tredici e io quattordici anni, non chiediamo troppo al destino, per ora.”
“Va bene..Jamie..d’accordo..” lo stringo a me,teneramente come se qualcuno potesse portarmelo via.

Ringrazio che non c’è nessuno a vederci in questo momento. Neanche Lily.
“Come sei sdolcinato, fratellino. Quasi non ti riconosco. In momenti come questo penso che hai sbagliato smistamento.”
“Cretino!” gli dico dandogli un pugno sul braccio.
“Ahio.” Grida ma ride. “Adesso si che ti riconosco.”
 
 
 
“Credo sia questo.” disse Al convinto.

Lily fece una smorfia scettica ma non disse niente, pensierosa.
“OIh, insomma, non credi mai a niente!” disse Al.
“No no…proviamo..”
La candela stavolta si spense proprio.

“Ok, ammetto che stavolta ero dubbiosa..ma niente da fare. Sono emozioni intensissime, le riconosco, ma ancora non ci siamo, sulla strada buona, però..lo conferma la candela.”
“Ma si è spenta!” protestò Al.
“Appunto, mio sagace fratello, significa che siamo vicini alla verità!”

 
  Scorpius

Ho 15 anni e finalmente la mia prima esperienza con l’amore.
Scelsi un ragazzo. Si chiamava Damian ed era bello, con quei capelli neri e lisci, mi ricordava tanto mio fratello, anche se aveva gli occhi verdi. Mi girava intorno da un po', un Corvonero.
Era gentile, sfacciato, ma non strafottente come James, quindi mi metteva meno in soggezione di lui.
 Sapevo di piacergli. Continuava a chiedermi di studiare insieme in biblioteca. Mi diceva che ero il più bravo del mio corso in incantesimi, che mi stimava, che avrebbe voluto che lo andassi a trovare.
Scoprii una certa tensione in me, avevo solo 15 anni, non sapevo ancora cosa fosse il sesso e cosa significasse, ma..dentro di me mi ritrovai a scoprire il desiderio.
Forse davvero in fin dei conti l’attrazione che sentivo di avere per mio fratello, era una specie di capriccio se bastava così poco per annullarla.
Poi lo vidi passare con due ragazze al fianco aggrappate a lui che ridevano a qualcosa di divertente detto da lui.
Sentii lo stomaco in fiamme come in seguito a una brutta infiammazione.
L’amore fa soffrire, pensai, è una lunga e triste agonia.
Svanite le farfalle, che cosa rimane?
 
 
Baciarlo è quasi troppo semplice. Rimaniamo da soli in biblioteca, solo io e lui e io lo trattengo per un braccio.
“Che c’è? Devi dirmi qualcosa?”
Un sorriso timido.
“Sì. Questo.”
Lo bacio. Un bacio lieve, accennato. Lui mi guarda, imbarazzato.
“Oh cavolo..” dice lui e io mi sento quasi morire.
Vorrei chiedergli scusa, vorrei dirgli di dimenticare tutto, ma..
Lui mi prende e mi bacia.
Stavolta il bacio è più marcato, ma meno intenso comunque di quello che mi ero immaginato.
Apro la bocca, cerco di forzare un minimo di attrazione, di sentimento, alla fine qualcosa sento, funziona.
“Sai, pensavo che non l’avresti più fatto..ero convinto di non piacerti.”
Usciamo dalla biblioteca, anche se trasalisco, sentendo il rumore di qualcosa che cade, qualche libro, mi guardo intorno, non c’è nessuno. Gli studenti che studiano fanno sempre un mucchio di rumore.
Torniamo ai nostri dormitori in silenzio, non ci teniamo neanche per mano.
 
 
È solo quando le nostre strade si dividono, che realizzo che una lacrima mi sta scendendo da un occhio.
Cazzo.
Era questa dunque la sensazione che ho sentito, durante il mio PRIMO BACIO? L’urgenza di piangere?
Mi sento sprofondare ma continuo a camminare, incurante, lessi da qualche parte, che bisogna procedere comunque, nonostante come ci si sente, come da copione. (L'acchiappasogni - Stephen King )
Fino a quando qualcuno non mi afferra per un braccio.
 
“SCORPIUS?”
“Pensavi fossi qualcun altro? O forse lo speravi?”
Sbatto gli occhi e mi scosto da lui. Ci mancava solo lui e la sua capacità di leggermi dentro.
“Tieni questo! Asciugati.”
“Cosa?? NO.” respingo il fazzoletto che mi offre. “Usalo te. Io non ne ho bisogno. “
“Sei in lacrime.”
“Cosa? Non essere ridicolo.” Mi sento sull’orlo di una crisi di nervi, in quanti altri si sono accorti che sono così? Se ne sarà accorto anche Damian? Oddio, no.
Scorpius mi guarda con un’occhiata penetrante.
“Vieni con me.”
 
Mi spinge in un’aula vuota e mi scruta.
“Tu non stai bene, Al.”
“Cosa?? Ma che stai dicendo?? Guarda che..che ti sbagli, io sto benissimo!! Questo..non è niente. Una allergia che io..”
“Basta con le balle!! Ascolta, io non ne so molto di questione di baci, ma sono abbastanza certo che non si piange dopo che baci qualcuno per la prima volta! A meno che…non era quello che volevi, o a meno che il bacio non faccia così tanto schifo!”
Avvampo, sento tutta la mia faccia scaldarsi e cerco di fuggire via.
“Alohomora!” disse lui.
“Oh, seriamente? Come se non potessi scardinarla, se volessi!”
“Certo che puoi, ma non lo farai. Parla con me, Al!”
“Non c’è niente di cui parlare. Ascolta, Scorpius, io non so cosa tu abbia visto, ma..” mi spettino i capelli.
“Ti ho visto baciarti con Damian Scorne. In biblioteca.”
Mi accascio alla sedia.
“Maledizione, ero convinto non ci fosse nessuno, li.”
Pausa.
Scorpius sembra prendere una decisione.
“Non sono l’unico ad averti visto li, Al.”
Non ho il coraggio di guardarlo, quindi guardo un punto dell’angolo della stanza, lontano.
“Jamie.” Risponde lui per me,
Chiudo gli occhi e poi me li copro con le mani.
 
“Era lui allora che ha fatto quel rumore.”
“Già. Ha fatto cadere tutti i libri che aveva in braccio. Beh, se volevi scioccarlo ci sei riuscito.”
“La mia vita sentimentale non è affar suo.”
“Al, che cosa succede davvero tra voi due? È da parecchio che sembra che il vostro rapporto..sia peggiorato..non siete mai andati poi molto d’accordo ma ultimamente..sembrate più lontani che mai..”
“Beh, niente di particolare..ognuno si fa la sua vita..lui ha tante ragazze che..gli fanno la corte..è sempre circondato da qualche oca che gli si sta aggrappato..”
Sorride.
“Sì, è stato sempre un po' farfallone. A te disturba? È per questo che hai baciato quello? Per fargli vedere che anche tu..”
“HO BACIATO DAMIAN PERCHÈ MI ANDAVA DI FARLO! SONO STUFO CHE OGNI COSA CHE FACCIO DEBBA ESSERE COLPA DI JAMIE! HO ANCHE IO UNA VITA, UNA PERSONALITÀ ! CAPITO!”
Silenzio.
HO DIRITTO ANCHE IO DI FARMI QUALCUNO O LUI È L’UNICO PER CASO??”
“Sai, Al, è strano che tu dica che non tutto gira attorno a tuo fratello, perché a me..sembra vero il contrario..o osi perfino negare che ultimamente per te non esisto neanche più io?”
Impallidisco. Quello che dice mi fa più male di quello che pensavo.
“Ma cosa stai dicendo..certo che esisti..sei il mio migliore amico!!”
“Ma non sembra, sai!!” sbotta lui. “Te lo dico chiaramente, Al! Ultimamente la tua vita sembra un grande gigantesco teen drama e io, scusami se te lo dico, non ho nessuna parte in questo teen, se questo fosse un teen drama, io non esisterei.”
“Questo non è assolutamente…”
“Ma dai! Perché non mi ricordi allora l’ultima volta che siamo andati in un’aula insieme? O l’ultima volta che mi hai confidato la cosa che ti ha fatto soffrire? O che ti sei lamentato con me per l’ultima verifica che ci ha dato il prof?”
Rimango zitto, sento ancora qualcosa dentro di me. Il peso della vergogna.
“Cazzo, non sapevo neanche che uscivi con Damian! Mi avevi solo accennato che ti piacevano i ragazzi ma non che volessi uscire con uno di loro. Ti ho semplicemente VISTO..e ora sono qui a farti una sceneggiata come se fossi una comparsa qualunque in questo psicodramma, non il tuo migliore amico, a cui un tempo dicevi tutto!”
“Io…”
“Non parli più con me! Ti ho detto in faccia che hai pianto durante un bacio ma tu, tu non hai negato, non ti giustifichi, non hai fiducia in me.”
“Perdonami.” Sbotto alla fine. “Hai ragione, hai ragione su tutto, ma sono stato così male in questi tempi..non era mia intenzione allontanarti, è solo che io..hai ragione, ho pianto. Io..non lo controllo..”
“Va  bene, va bene, adesso vieni qui.”
Allarga le braccia e io rimango così sconvolto dal suo perdono così veloce che mi sbrigo ad accogliere il suo invito prima che ci ripensi.


“Perdonami..sei il mio migliore amico e io non avevo intenzione di..trattarti male o di allontanarti!
“Lo so, Al, lo so, ma mi hai spaventato a morte in questi mesi..”
“Addirittura? Non pensavo di fare così paura..”
“No? Sei sempre con lo sguardo perso nel vuoto, apatico, e ora ti becco a baciare un ragazzo e a piangere subito dopo. Che succede, Al? Quel ragazzo ti da problemi? È un tipo già impegnato? Parla con me. Lo sai che per me non fa alcuna differenza che a te piacciano i ragazzi.”
Tiro un sospiro.
“Ho pianto perché...stavo pensando ad un'altra persona...”
Scorpius sospira ma non sembra sorpreso.
“L’avevi capito?”
“Non posso dire di non averlo sospettato ma volevo sentirlo da te. Chi è?”
Rifuggo il suo sguardo.
Cerco il modo di parlare ma non ci riesco.
“Cazzo, l’unico in grado di farti stare così a pezzi è tuo fratello, ma non può essere per forza di cose lui, quindi chi cazzo può essere?”
Lo guardo sbarrando gli occhi, lui se ne accorge.
“Cazzo, è davvero lui? Che ti ha detto per farti stare così? Non vuole che tu frequenti i ragazzi? Ha qualcosa in contrario con lui? Al, aspetta!”
Sciolgo subito l’incantesimo, ma lui fa per bloccarmi.
“Al, non costringermi ad andare da lui a schiantarlo.”
“Non oseresti…”
“Allora parla chiaro. Lui cosa ti ha detto?”
“Niente! Non lo sa nemmeno, almeno fino ad adesso. Cazzo, ha visto il bacio..io..”
“Al, stop! Smettila di essere così spaventato, è tuo fratello ma non ha diritto sulla tua vita, se a lui non garberà che baci un ragazzo, chissenefrega, se ne farà una ragione.”
Sospiro.
“Sì, forse hai ragione..Scorpius, perdonami se ti ho fatto preoccupare..e ti giuro che non ti allontanerò più, mai più.”
Lo abbraccio.
“Sarà meglio per te, testa di legna.” Mi dice.
 
 
 
 
*
Prosegue così, anche se nascosta, la mia relazione con Damian, ci baciamo quando sappiamo che non siamo visti, un po' dappertutto all’interno del castello. Vedo le occhiate di mio fratello. disgustate, nei corridoi quando siamo vicini, ma le ignoro.
Lui quando mi passa vicino, mi spintona.
“Ops! Scusa, ti ho fatto cadere,. Ho interrotto la passeggiata romantica dei piccioncini.”
“Via dalla mia strada, colombelle.”
“Sai, mi chiedo chi dei due faccia la parte della femmina, tra voi due, io parteggio per Al.”
 
Un giorno, lo affronto, tirandolo fuori da un’aula e spingendolo in bagno.
“Che irruenza, Al. È la stessa irruenza che usi in camera da letto?”
“Adesso ascoltami bene, sono stanco delle tue prese in giro. Non mi importa se ce l’hai con me perché hai scoperto che mi piacciono i ragazzi, ma non..”
“Non dire un’altra parola! Se hai intenzione di parlare con me di questa..porcheria..fai bene a risparmiare il fiato!”
Tiro su con il naso.
“E quindi..oltre che spaccone, arrogante e bullo, sei pure omofobo!”
Un pugno si schianta sul muro facendomi arretrare.
“Non ti azzardare..ho sempre rispettato tutti, ma c’è una cosa che non rispetterò mai. E sono i codardi. Sono dovuto venire a scoprire per caso che a mio fratello piace il cazzo. Ma non ti vergogni della tua vigliaccheria?”
Ridacchio e rischio seriamente di prendermi una sberla da lui.
“Ho fatto bene a non dirtelo, se queste sono le reazioni. E poi a te che te ne frega eh? Io non vengo a farti la morale per quante sciacquette ti scopi.”
James ridacchia.
“Credi di essere migliore di me? Almeno io sono questo, alla luce del sole...non mi nascondo come fai tu, tu invece…il santo, l’angioletto..quanti altri scheletri hai nell'armadio, Al? Questo è solo il primo, ce ne sono altri?”
“A te non ne deve fregare niente. VIA DALLA MIA STRADA.” dico spintonandolo e fuggendolo via, sentendo la sua risata.
 
 
 

La rissa di James e Damian

 Qualche sera dopo, Damian aveva insistito per vederci in biblioteca, mi stava parlando a bassa voce, mentre ero appoggiato a un muro.
Io lo stavo supplicando di andare via.
“Damian..per favore..c’è mio fratello..ti sta guardando..”
“Lascia che guardi..non preoccuparti..”
“Non ce la faccio.”
“Perché non andate a farle in bagno le vostre porcherie? Qui c’è gente che vuole studiare e non assistere a un porno amatoriale.” La voce di mio fratello mi stordisce e tutti ci guardano.
Che vergogna!
Ma io l’avevo detto a Damian che era una pessima idea venire qui.
Esplodo e gli vado sotto, faccia faccia.
 
“Hai finito di fare il cretino e infastidire tutti con le tue battute del cazzo? Non fanno neanche ridere.”
“Ma davvero? A me risulta invece che sono MOLTO divertente, certo magari meglio io che faccio ridere, che tu che fai piangere con i tuoi patetici approcci da quinta elementare?”
Avvampo. La vergogna mi sale fino alle guance.
“Stavamo solo PARLANDO. Non sono tutti depravati come te, lo sai?”
“Lo so, qui superare la mia bravura è difficile.” Si volta verso il mio amico a distanza. “Riesce almeno a farti eccitare, quando ti bacia? O non è capace di fare neanche quello, quella mezza sega?”
Lo guardo stupefatto. Chi si guarda intorno, chi ride.
“Sei un idiota, ora mi hai stanc..-“ ma mio fratello guarda un punto davanti di me, e si illumina.
 
“Oh, mezza sega ha deciso di farsi vedere, finalmente. Come va?"
“Prima che arrivassi tu a rompere, molto meglio. Hai finito di infastidire Al?”
James fa un gesto teatrale con le mani.
“Ma io sono qui. Mi risulta che questo è un luogo pubblico e con tutto lo spazio che c’è, a quanto pare mio fratello non riesce proprio a trovarne uno più appartato, magari non ci tiene poi così tanto a restare in intimità con te, può essere che non lo ecciti ABBASTANZA “ disse con un ghigno crudele.
Sprofondo sempre di più, guardo Damian con un’occhiata di scuse.
“Non ascoltarlo, Damian. Tu smettila e pensa alle tue troie invece di guardare cosa faccio io.”
James sembra illuminarsi a quella mia sparata.
“Ohhh ti piacerebbe vero, essere eccitante come me, Al? Puoi solo sognarlo.”
Ora mi sento davvero come se fossi nelle sabbie mobili.
Damian gli va di nuovo davanti.
“Si può sapere quale è il tuo problema? Sei un omofobo per caso?”
“Omofobo? Ma non farmi ridere. Solo perché non mi piace vedere mio fratello che si pastrugna una mezza sega come te, e finge pure che riesci ad eccitarlo?”
“ADESSO BASTA.” Grido io. “Damian, aspettarmi fuori, nella sala comune di Serpeverde.“
“Non ti lascio solo con questo.”
James scoppia a ridere.
“Questo è mio fratello.” gli ricordo io. “E so come gestirlo, va, per favore. Non diamo spettacolo.”
Damian mi accontenta a malincuore, glielo vedo nello sguardo, poi quando se ne va guardo James esasperato.
 
“Senti, non voglio litigare con te, voglio solo essere lasciato in pace..è chiedere troppo? Dici che non sei omofobo ma..”
“Non riesco a credere che ti piaccia uno così.”
Lo guardo allibito.
“Come fai a sapere i tipi che piacciono a me?”
“Non lo so, ma sono di certo sicuro che uno così..non può eccitare nessuno.”
“Questa che hai detto è una gran fesseria..Damian è bello, bellissimo..oh, ma perché diavolo sto facendo questo discorso con te. È folle.”
James ridacchia e fa per venirmi più vicino.
Arretro, deglutendo. Cosa vuole fare?


“Non – ti – eccita.”
“Non mi fai il lavaggio del cervello, Jamie. Lo so che prendermi in giro ti diverte un mucchio ma stavolta stai proprio toppando.”
“Ascoltami, ora sto parlando seriamente..questo tuo tentativo..puerile..di scoprire la sessualità..lo capisco sai..ma lui non è il tipo giusto..non ti piace nemmeno..”
Rido.
“È folle! Come fai a dirlo?”

“Ti ho GUARDATO, AL.” E un brivido mi viene fuori a quella cosa. Quando mi ha guardato?
“Perché io ti osservo, anche se tu pensi di no. So come sei fatto..e..so che..i tipi come lui non possono piacerti. Sai da un lato mi delude che la tua prima esperienza gay, deve essere con un tipo così scialbo, uno così non è capace di eccitare nessuno..te l’ha mai fatto avere almeno un vero orgasmo?”

“J-Jamie..ma che stai dicendo..non ti rispondo..sei impazzito..”
Il muro cozza contro di me, mi sento in trappola.
Lui si avvicina sempre di più.
“Siccome mi sento BUONO, mi va di darti qualche CONSIGLIO, che puoi girare a lui, quando ti sentirai morire dalla noia, con lui,.”

Mi è quasi appiccicato, non riesco nemmeno a mandarlo via. La mia salivazione è a zero. Dio ti prego fa che non si accorga che mi è venuto duro solo a vederlo così vicino a me.
Si avvicina al mio orecchio.

“Puoi dirgli di sussurrarti sconcezze all’orecchio, con fare sensuale, e poi di leccartelo.”
James lo fa, mi da un assaggio della sua lingua nell’orecchio e gemo in un modo che spero scambi per sorpresa.

“FAI SCHIFO.” Dico, spingendolo via, sperando di togliermelo di torno, lui sorride ma non si scompone. Ma come fa? Mi ha solo sfiorato e mi tremano le gambe.

“Poi regola numero due. Non è necessario spogliarsi, basta creare il giusto attrito e la giusta anticipazione! Non è necessario fare sesso per godere, Perché è l’attesa di quel che sarà..essa stessa il SESSO. ” Fa infatti per posare le mani sui miei fianchi e io perdo il respiro.
HA RAGIONE!

"Ma non mi illudo che uno come lui sappia cosa sia la PASSIONE."Si mette più vicino a me, i suoi jeans appiccicati ai miei, appena un movimento, mi sfiora a malapena, ma non so se è la soggezione o no, ma io brucio come se stesse facendo l’amore con me. poi appiccica il suo petto contro il mio, le sue gambe mi sfiorano appena, ma le nostre virilità neanche si toccano, e quanto vorrei che invece succedesse.
“Allontanati da lui, sporco pervertito.”
 
La voce di Damian! Non se n’era andato come speravo, e in questo momento vorrei proprio ucciderlo.
James alza gli occhi al cielo e lo fronteggia.
“Ecco perché mi hai mandato via allora. Per potergli mettere le mani addosso? Ma che razza di porco pervertito sei? Al, vieni qui.”
Non mi muovo. Se non lo uccide James, giuro che lo faccio io.
“Sì, Al! Vai dal tuo padroncino, bau bau! Senti, idiota, sono tante cose,ma dell’incestuoso non me l‘ha mai dato nessuno e non me lo faccio dare da un idiota come te. Stavo solo dando dei consigli al mio innocuo fratellino su come deve consigliarti per farlo eccitare! Perché perdonami ma se continui su questa strada, si stancherà presto di te, se non si è già stancato.”
“Certo! E ho bisogno di te, non è vero? Beh di certo per esperienza ne hai alle spalle, anche con i maschi! Ti soprannominano o no la puttana della scuola?”
James una furia rovente, mi guarda terrorizzato, mentre le parole "puttana della scuola" mi rimbombano nel cervello. Dunque James è bisessuale come me? Non so se voglio uccidere lui o Damian perchè ha pensato non dovessi saperlo.
“Jamie..” dico io, stupito.
“Non te l’ha detto eh? Si fa chiamare il DIO del sesso quest’arrogante, e poi pretende di fare la morale agli altri.”
“Ti piacerebbe essere come sono me, vero? Chissà quanto sei invidioso, e quanto ti gasi di esserti preso mio fratello, non ti montare la testa, lui sta solo facendo della beneficienza a venire a letto con te, certo sempre se sei riuscito a portartelo a letto. Ne dubito fortemente. Ci sei andato , Al?”
Dovrei dire di no, con tutte le mie forze, essere sincero, ma il mostro dentro di me non mi ascolta.
Il mostro continua a ripetermi alle orecchie con quanto schifo avesse detto la parola incestuoso, come un insulto. Il pensiero che attraversa ogni mia notte, come un sogno, impossibile ma bellissimo, che non mi fa dormire la notte e lui invece prova SCHIFO.
“Sì.” Dico con furia soddisfazione. “E sapessi quanto ho goduto. Magari Damian a parole non ci sa fare molto bene, ma in quanto a usare la LINGUA..oh quanto è bravo..”
SCIAFF.

Lo schiaffo è così forte che mi fa crollare a terra contro la libreria assieme ai libri che c'erano sopra.
Ancora prima di girarmi, sento un rumore di colluttazione.
Damian gli è saltato addosso e ora i due si stanno prendendo a pugni.
 
Quando arrivano a dividerli, l’odio di mio fratello è glaciale e mi prende per le spalle.
Fai schifo, Al. Fai schifo. Questa è l’ultima volta che faccio a botte per una schifezza come te, hai capito? Fatti sbattere pure da mezzi uomini così, perché è quello che sei tu. Un mezzo uomo.”
Gli do una spinta e riesco a uscire a perdifiato per il corridoio ma sento comunque l’ultima cosa che mi urla dietro.
“QUESTA è L’ULTIMA CHE MI FAI, HAI CAPITO AL? PER ME SEI MOORTO. MORTO!”
 
 
 
Mi chiudo in bagno disperato, il casino che è successo in libreria mi soffoca a tal punto che rimango senza fiato.
Cosa era quello che era appena successo?
James era forse geloso?
No, non può essere, lui mi odia e quando Damian lo ha accusato di volerci provare con me…lui..ha fatto una faccia disgustata.
Oh, quanto vorrei che Damian non lo avesse fermato, che non ci avesse spiati.
Quella di James era chiaramente una provocazione ma..cosa sarebbe successo se non fossimo stati interrotti?
Provo  a immaginarmi la scena.

James si mette di più addosso a me, aderisce con il suo corpo contro il mio, mandandomi scariche elettrostatiche direttamente al cervello e in un altro posto che non oso dire.
Con il suo bacino, si muove sensualmente contro di me e mi dice:
“Ti piace, Al? Sei eccitato? Oddio, Al, sei così duro! Scommetto che quella mezza sega non te lo fa venire così duro in pochi secondi..”
“NO.” ansimo io, reclinando la testa all’indietro.
“Dio..come sei bello..voglio toccarti.”
Mi guarda come a chiedermi il permesso, io gli poso le mani sul mio membro e lui sorrise,.
“Guarda il verginello, mmm..sei così insoddisfatto..il tuo ragazzo non ci sa proprio fare ma adesso ci penso io..”
Mi mette una mano in mezzo alle mutande e mi accarezza sensuale.
“Così duro per me, Al..ci voleva tanto per ammetterlo? Lasciati andare, io sono qui..lasciati andare pensando che sono qui io a farti questo, a farti godere..”
“Jam..”
“Quanto lo volevi, Al? Mh? Quanto MI volevi?”
Mi lecca di nuovo l’orecchio e io mi aggrappo alla sua schiena.
“JAMES!”
 
“Ahhhh….ahhhh…” sono vicino, così vicino.
Scoppio in un orgasmo silenzioso nella cabina del bagno, per non farmi sentire.
Eppure nella mia immaginazione non lascio andare l’allucinazione. Non voglio.
Mi accascio al pavimento.
Sto immaginando di dirgli:
Voglio farlo con te. Adesso.
“Cazzo, fratellino..non ti facevo così insaziabile..e sia, io non mi tiro certo indietro.”
Si slaccia i pantaloni ma mi dice:
“Aspetta..non è che l’hai fatto anche con lui, vero?”
Scuoto la testa con un sorriso e lo bacio.
Lui geme nel mio bacio e mi accarezza i capelli.
Mi dice che mi ama.
Con il cuore che scoppia di felicità, mi abbasso sul suo membro, glielo prendo in bocca e gioco stuzzicandolo con la lingua, uscendo e tornando dentro a ripetizione.
“Oddio, basta..mi..fai morire…”
Esplode in un orgasmo violento, un po' del suo liquido mi va in bocca, altro addosso sul collo.
Lui mi ripulisce con la sua maglia, gli dico di no, che è rischioso ma lui mi bacia.
“Per il mio fratellino farei di tutto, soprattutto dopo quello che hai fatto.”
Non mi sono mai sentito tanto felice in vita mia.
 
 
Ma è tutta una fantasia e io piangente e disperato, esco dal bagno.
 


È la mia maglia quella che indossi?

 

Io e Damian ci siamo lasciati, l’incidente con la rissa con James ha lasciato dei solchi su di noi. Lui mi ha accusato di essere la puttana di mio fratello, intendeva che mi faccio sottomettere da lui, io mi sono morso la lingua per non dire che avrei tanto desiderato che le sue parole fossero vere e che avrei voluto mi sottomettesse di più di come fa attualmente ma in un altro senso. Ma anche se non sembra, ho una dignità, e quindi abbiamo litigato , a dire la verità quello che mi ha fatto scattare definitivamente è che non sopportavo le cattiverie che dicesse di lui. Era sempre mio fratello in fondo anche se stronzo e non doveva permettersi.
Io e James abbiamo smesso di parlarci, ma non mi ricordavo più quasi che la squadra Grifondoro contro Serpeverde era vicina, così una settimana dopo, mentre mi dirigevo alla mia sala comune, sento James sghignazzare con gli altri suoi amichetti.
“Corri e vai a dormire presto, ora che non c’è più il tuo moro dagli occhi blu a farti perdere il sonno, puoi farti il riposino così ti straccerò meglio, domani. “
Ridono, ma io non ho la forza di arrabbiarmi, stavolta.
“Beh, non dici niente?” mi sfida lui.
“Non ne ho voglia. “ dico sorpassandolo.
Lui neanche a dirlo, mi attacca al muro.
“Lasciami andare, James, non ho voglia oggi.” E arrossisco rendendomi conto subito del doppiosenso.
“Non intendevo..” tossisco, James sembra imbarazzato come me, ma si riprende subito.
“Certo, un lussurioso come te…ti hanno scaricato le batterie, eh?”
Sbuffo.
“James, sei noioso, te ne rendi conto vero?”
“Comunque dov’è la mezza sega con cui stai? Viaggia con la scorta eh? Troppo terrorizzato dal nostro ultimo incontro? Ha paura di prenderle ancora eh?”
Continua a ridere, poi si blocca.
“Beh, che c’è?”
“Io e Damian ci siamo lasciati!”
Riesco a stordirlo per un po', prima che dica:
“Beh, era ora! Se vuoi il mio parere secondo me è durata anche troppo! Ci avevo capito bene che era un coniglio.  Ma che fai..piangi per QUELLO Li?”
James sembra di nuovo furibondo.
Gli grido addosso.
“Non è per lui che piango, sciocco cretino! E adesso vattene!”
Lui sembra come se lo avesse colpito un fulmine, forse si sente un po' in colpa o forse no, ma si riprende subito.
“Mi sembrava di averti già detto che nessun uomo vale le tue lacrime.”
“Ma a te che te ne frega..tanto hai detto che sono morto per te, no? Quindi Addio!”
James mi ferma per un braccio e lo sento sfiorare il mio collo con un dito, facendomi rabbrividire.
Mi strattona, quasi subito, facendomi urlare.
“JAMES, CHE VUOI, VAT…”
È la mia maglia quella che indossi?”

Sprofondo mille leghe sotto i mari.
Mi ha scoperto. Mi ha scoperto e io sono fottuto. Ma non posso dirgli che dopo la fantasia in bagno sono corso il giorno dopo a rubargliela, rischiando anche di farmi scoprire dai suoi compagni.
“N-non è più tua..da un pezzo..tu..l’avevi data a me, non ricordi? Poi te la sei ripresa, ma era comunque mia!”

"Temo di non ricordare nulla del genere!" Mio fratello ovviamente non si lascia incantare. “Te l’ho data o te la sei presa?”
Impallidisco. Non rispondo.

“Quello che vuoi te, sei capace di prenderlo senza chiederlo, eh?”
“Ma..che vuoi dire con questo..se proprio ci tieni.”
“No, lascia stare.” Mi blocca il polso per impedirmi di toglierla. “Solo che stavo pensando…è davvero buffo che dici di odiarmi,ma corri a rubarmi vestiti che hanno ancora il mio profumo addosso.”
Mi lascia il polso lentamente, poi se ne va via.
Non l’ho mai odiato così tanto.
Né l’ho mai amato così tanto disperatamente.
 
 
 
 
 
*
Il giorno dopo, il giorno della partita, non riesco a levargli lo sguardo di dosso.
Devo cercare il boccino ,ma è più forte di me, ho gli occhi incollati ai suoi.
Lui mi guarda, sembra dirmi qualcosa con lo sguardo.
Che cosa vuoi dirmi, Jamie? Parlami.
Ma che sto facendo. Devo giocare- La partita. Il boccino.
Quando realizzo che un bolide mi sta venendo addosso, è già troppo tardi.
E James si è lanciato davanti a me, per impedirgli di colpirmi.
Si schianta al suolo, davanti ai miei occhi che rimango agghiacciato con un grido muto a fare da cornice.
Jamie. Oddio. Che cosa hai fatto.
 

James nell'infermeria

Al non si è mai sentito tanto imbarazzato in vita sua. Dover ripercorrere quei ricordi, nascondendo alla sua stessa sorella i dettagli più scabrosi, quando si masturbava in bagno pensando a loro fratello e cosa desiderava che lui facesse, cosa ci ha fatto davvero con quella maglia , era..non ci sono parole, ma era necessario.
Nel frattempo ripercorreva cosa era successo quando James si era fatto colpire da un bolide, pur di proteggere Al.
 
Mi sento morire…è questo dunque che ha provato mio padre quando è successo a lui? E i suoi amici si sono sentiti morire dentro in questo modo vedendolo crollare dalla scopa? Hanno sentito scoppiare il cuore, gli è sembrato che gli venisse strappato via dal petto? Hanno smesso momentaneamente di respirare?
Dimentico il boccino ancora in aria, mi dimentico di TUTTO.
Corro da mio fratello, mi rannicchio vicino a lui. Sento le grida attorno a me, me ne frego, ma mi dispiace per il mio povero fratello. Tutto questo casino non gli fa bene, state zitti, non vedete che sta male?
“Al..”
“Schhh..va tutto bene. Starai bene. Ignorali, non ascoltarli. Sei stato..bravissimo..”
“Certo…un bravissimo coglione.” Ride e tossisce sangue e io mi sento morire.
“Ma l’ho fatto per te..tu..stai bene?”
Non riesco a rispondere perché me lo portano via. Me lo strappano di dosso. Io urlo come un animale ferito, braccato, mi sento braccato VERAMENTE, nel momento in cui sento delle braccia avvolgermi.
Quando mi accorgo che è ROSE e che a poca distanza da lei c’è Hugo, mi stringo tra le sue braccia., singhiozzando.
“Al..Jamie starà bene, tranquillo..lo stanno portando in infermeria..non è il primo giocatore che cade dalla scopa colpito da uno di quelli.”
“Ma lui si è gettato in mezzo per DIFENDERE ME!” grido, attirando ancora di più l’attenzione.
Percepisco Rose a disagio, poi delle braccia mi strappano da lei.
Braccia forti, da maschio.
SCORPIUS.
Il mio migliore amico mi abbraccia così stretto come se volesse inglobarsi a me e io provo l’ebbrezza di stringermi a qualcuno senza malizia, solo per consolare e essere consolato.
“Scorpius…devi sostituirmi come Cercatore..”
Lo vedo impallidire.
“Hai battuto la testa anche tu? Io non ho mai giocato..Al..devi riprendere il  tuo posto.”
Mi dibatto come un isterico.
“IL mio posto è con mio fratello. Voglio andare da lui.”
“Al..non me lo permetteranno mai.”
“E quando mai hai avuto bisogno di permesso per fare qualcosa?” mi sfilo la mia divisa. “Vai. Ti prego.”
Sento Rose dirgli di non permettersi e poi lui gridare alla platea.
Prendo il posto di Al Severus Potter e ora saranno cavoli amari PER VOI.”
Un frastuono di proteste arrivano da entrambe le squadre, ma io continuo a correre.
Magari mi odieranno tutti dopo questa sparata ma non mi importa.

Ovviamente non me lo fanno vedere subito, ma non mi importa.
Dopo 40 minuti restati a tormentarmi fuori dalla infermeria, Madama Chips mi fa entrare ma facendomi promettere di non disturbarlo, visto che sta dormendo.
“Glielo prometto, Madama.”

Lei continua a borbottare sull’inutilità di restare accanto a un paziente che dorme, in fondo ha ragione ma sento che non riuscirei comunque a stare da nessun’altra parte. Giocare nientedimeno, dormire non se ne parla.
Resto li per un tempo interminabile, poi mi assopisco, non mi accorgo che passano ben 5 ore.
Mi sveglio per via di un fruscio.
“E io che pensavo..saresti stato sul mio capezzale a vegliarmi per tutto il tempo..”

Sprofondo un’altra volta. Mi sono addormentato su uno dei letti dell’infermeria. Che vergogna.
“Scusami..” dico subito. “Ma la poltrona era scomoda..e non volevo disturbarti, sdraiandomi nel tuo letto.” la sola idea di sfiorarlo mentre dormiva, mi sembrava così sbagliata.
James sorride. Ha un sorriso così luminoso, nonostante ha una benda che gli circonda il cranio e un braccio fasciato.

Delle ciocche gli incorniciano la fronte come una frangia, è così bello nonostante sta a pezzi e sento l’impulso di scostargliele, anche solo per accarezzarlo, ma mi trattengo.
I suoi occhi non hanno mai brillato così tanto.
“Hai..un aspetto orribile, Al..sembra quasi che tu abbia fatto a pugni con un bolide.”

Scoppio subito in singhiozzi a quelle parole. Il sorriso di mio fratello si spegne, e io sento l’impulso di chiedergli scusa, per questo, per tutto.
“Andiamo, adesso piantala di scusarti..e poi scusarti perché? Perché per una volta mi comporto come un vero fratello?” dice lui accarezzandomi la testa che ho messo sulle sue gambe. Percepisco dell'amarezza da lui ma cerco di sviarla, non voglio pensare che ora senta anche dei sensi di colpa nei miei riguardi dopo tutto quello che gli combino sempre.

"Non avresti dovuto metterti tra me e il bolide..è colpa mia."
“Non me l’hai mica detto tu di fare da bersaglio a un bolide spericolato.”

“Ma se IO non fossi rimasto incantato a guardare da tutt’altra parte come uno scemo, invece di stare attento a cosa succedeva intorno a me…tu non saresti finito nella sua traiettoria..” alzo lo sguardo su di lui. “L’hai fatto apposta, non è vero? Per non far colpire me.”
James deglutisce, una cosa che gli ho visto fare poche volte.
“Tu stai bene? Ti ha anche solo graffiato?”
“Cosa? NO.”

“E allora almeno la mia mossa è servita a qualcosa.” sorride.
Lo guardo sbalordito.
“Non avresti dovuto farlo. Guarda come ti sei ridotto..” gli prendo la mano, me la porto alle labbra. Senza malizia, per una buona volta. È MIO FRATELLO quello che ha rischiato di morire, per colpa mia. Non riesco a fare a meno di pensarci. Quand’è stata l’ultima volta che ho provato un sentimento d’amore fraterno smaliziato in questo modo?

Lui sgrana gli occhi ma non molla la mano e mi sorprendo a pensare che è il momento più intimo che abbiamo mai avuto.
“Non potevo rischiare che avessimo un altro Potter che chiamassero lo sfregiato.” Sorride malizioso.
“Ora forse chiameranno te così. Almeno non hai una cicatrice in fronte.” Gli sfioro la fronte con le dita.
James sorride di nuovo, poi mi toglie il dito dalla fronte per stringermi la mano nella sua.

Rimango abbagliato per qualche secondo dall’intensità del suo sguardo.
“Ti sei buttato tra un bolide e me..nonostante tutte le brutte parole che ti ho detto..” sono ancora lacrimante e brucio dai sensi di colpi.
James mi sorride di nuovo.

“Possiamo litigare, odiarci, ma morirei per proteggerti. Tu sei il mio fratellino, anche se a volte..lo dimentico. Dimentico che il mio primo istinto primario sarebbe quello di preservarti, per fortuna questo istinto torna fuori quando è necessario che lo faccia.”
Rimango in silenzio.
“Jamie..”
“Al..non pensare mai, nonostante i nostri litigi, e le nostre incomprensioni, che ti abbandonerò o che non ci sarò quando ti troverai in pericolo, ci sarò SEMPRE quando avrai bisogno di me..perché tu sei mio fratello…non scordare mai queste parole.
 “Jamie..”
“PROMETTIMELO, AL.”
Annuisco. Gli prometterei tutto in questo momento. Scoppio di nuovo a piangere e lo abbraccio, ficcando la testa sul suo petto.

Lui mi accarezza i capelli, con una dolcezza che non avrei mai immaginato che possedesse.
C’era così TANTO AMORE in quei tocchi, ho lasciato che questa dolcezza mi cullasse come quella di un bambino.
Quello che ha fatto James, mi è piombato all’improvviso addosso, come un fulmine e un tuono.

Abbiamo discusso fino alla sera prima, mi ha preso in giro, umiliato, eppure non ha mai smesso di volermi bene, solo qualche ora dopo è stato pronto a gettarsi addosso un bolide, per me!
Che pessimo fratello sono! James mi ama di un amore disinteressato, generoso nella maniera più pura e io quante volte l’ho rinnegato solo perché non ha ceduto ai miei desideri oscuri. Non merito di essere chiamato FRATELLO da lui, non merito di avere questo onore, ma mai come oggi, ne sono così grato.

Ha ragione lui, ha sempre avuto ragione. Ho lasciato che i pregiudizi e la superficialità mi contaminassero il cuore come un veleno, ho dato peso alle sue parole ma… avrei dovuto guardare ALTRO.
“Stai tremando, scricciolo.” Dice lui, abbracciandomi e accarezzandomi le spalle.
Oh, sapesse che in realtà non tremo per il freddo!
“Non è vero..”

“Sì, invece, cosa ti è saltato in mente di venire qui in maglietta?”
“Io..non ho avuto il tempo di cambiarmi.” Confesso.
Lui mi guarda con un sorriso di rimprovero che mi fa rabbrividire.
 
“Oh, il nostro paziente si è svegliato. Bene, Al adesso devi andare, sei stato abbastanza non credi? Adesso devo visitare tuo fratello e credo non voglia nessun visitatore ad assisterlo. Deve farsi anche un bagno rigenerante e gli ho preparato la vasca.”
Faccio di tutto per non pensare a James nudo nella vasca, lui ridacchia.
“Ancora due minuti e poi Al se ne va, ce li concedi, Madama?”

Io tento di fare un verso permaloso e allo stesso tempo di non concentrarmi sul fatto che a James, probabilmente, nessuno gli negherebbe niente.
Lei infatti con una faccia leziosa, acconsente, dicendo solo: non più di CINQUE.
 
“Se vuoi che me ne vada, posso andare anche adesso..non hai bisogno di 5 minuti.” Dico con il tono da bambino piccolo.
“Volevo chiederti una cosa..non mi hai detto chi ha vinto..”
Io sprofondo. A dire la verità ho sentito che abbiamo vinto noi, Scorpius ha preso il boccino, l’ho sentito perché lo gridavano dal giardino.
“Serpeverde.”

Appare stupito, ma contento.
“Quindi hai preso il boccino?”
“SCORPIUS.”
Sgrana la bocca stupito.

“Ma lui..non è un giocatore..e sei tu il cercatore”
“Gli ho chiesto di sostituirmi come favore personale.”
Tento di districarmi da lui, con orrore mi sono accorto che mi tiene ancora stretto, ma lui rinsalda la presa.
“Al!! Sei rimasto qui tutto il tempo?”

“Perdonami..io..quando ho visto che sei caduto..io non ho capito più niente..James, non prendertela con me, per favore!!”
Lui sospira.
“Sono troppo stanco per arrabbiarmi.” Mi abbraccia di nuovo. “E chi ha sostituito me?”
“Non lo so. Io sono rimasto qui.”
James sospira di nuovo.

“I minuti stanno scadendo e tu continui a tremare.”
Mi accorgo con orrore che mi teneva stretto a lui per scaldarmi.
“Adesso vado su così mi metto qualcosa di più..”
Ma James si sta già levando il suo maglione nero, sgrano la bocca allibito.
“Jamie, cosa stai..”

“Sapevi già che dormire con i maglioni indosso, specie se pesanti, è scomodissimo?”
“Jam! Non pensarci nemmeno. Serve a te e..”
“In realtà non mi serve qui dentro, ho il sangue bollente, a differenza tua che sei un ghiacciolo, come adesso, non voglio averti sulla mia coscienza se ti becchi un raffreddore..”

“Jamie, ho detto di n…”
“Schhh non fare i capricci.”
Ma non mi infila il maglione, me lo passa sulle spalle e me lo annoda davanti con un nodo come un fiocco, come fosse una sciarpa.
“Se non vuoi indossarlo, almeno lascia che ti copra il collo e le spalle. E poi sei carino così.”

Arrossisco, non posso farne a meno. Mi immagino il suo maglione nero, dalla stoffa così morbido, avvolto al mio collo, come un fiocco regalo.

Faccio fatica a ragionare, perché vengo avvolto subito dal suo profumo così buono, speziato, sa di cose buone, cucinate, sa di spezzatino, di brodo, di legno buono, con un retrogusto di muschio bianco di bosco.Mi inebria i sensi, vengo invaso da una scarica d’amore così intensa che mi fa tremare le gambe. E dopo averlo così tanto desiderato nel contatto fisico, nel PECCATO, vengo sovrastato dall’amore di James, in quel singolo odore e mi rendo conto di quanto mi ami! Di quanto IO lo ami.

Poi mio fratello mi dice una cosa che mi strazia il cuore.
“Perlomeno questo incidente ha portato una cosa buona.. adesso posso..ho potuto averti un po' con me senza che fuggi via come una saponetta appena mi avvicino.."
Mi sovviene in mente una frase che lessi nel libro del piccolo principe. Lo guardo sconvolto, mentre mi sovviene quella frase.

Lo guardo sconvolto e tutto a un tratto una realizzazione così accecante da offuscarmi la vista.

Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare.

“Adesso vai.” Dice, è autoritario, ma dolce, mentre la citazione commovente del piccolo principe mi stordisce ancora la testa. Sembra non rendersi conto di quanto mi ha stravolto. Andare? Ma se mi tremano le gambe.
“Ma..è il tuo maglione.” Provo ancora a protestare.
“Lo so. Ma perlomeno questo è un MIO regalo. Vai, scricciolo.”  Mi fa una fuggevole carezza
“O.ok..”
Sto per andare via, ma mi sporgo per dargli uno scioccante bacio sulla guancia, a occhi chiusi, per salutarlo.
Lui non dice una parola, sembra momentaneamente senza parole, così ne approfitto per fuggire via.
 
 
*
Corro quasi per il corridoio in preda a una specie di febbre, brucio, brucio, brucio, ricordando a scatti, cosa era successo davvero, con L’ALTRA MAGLIA di James.
 
 
 
*

Ero entrato nel dormitorio di James, approfittando di dover chiedere una cosa a Rose.
Guardo nel suo baule. All’inizio non trovo quello che cerco e subito mi agito. Che non sia qui? Ma poi mi ricordo di avergliela visto indosso in quei giorni, tanto che ho fatto quel sogno che lui ce l'aveva indosso..ma..oddio, e se l’avesse messa a lavare e ora era stesa? Nonostante siamo dei maghi, lasciamo che i nostri indumenti si asciughino come i babbani, per sfruttare l'energia e la pulizia dell'acqua.
Ma poi la trovo! Per fortuna non la stava indossando! La sua stupenda felpa azzurra. Nella mia fantasia., lui mi aveva PULITO con quella..e so che sembro un depravato..ma..non posso farci niente..averla con me..è come se rendesse quel sogno più reale..
La annuso disperatamente, immergo la mia faccia sulla sua felpa.
Perdonami, James..perdonatemi tutti se potete..ma mi restano solo le fantasie..
 
 
Quella notte stessa, vado di soppiatto nella sala comune, mentre tutti dormono, e comincio a darmi piacere, accarezzandomi, sospirando, pensando che era James a toccarmi.
Poi stendo la sua maglia sul divano, comincio a baciarla, ad accarezzarla, immaginando che è lui , gli do teneri baci, mi soffermo sulla stoffa, vezzeggiandola. Sento il suo odore addosso.
Oddio.
È così bello. Mi struscio sul divano, ma non mi basta.
Ho bisogno di più.
Creo dal nulla un manichino, lascio che la maglia aderisca perfettamente al manichino ma non lo rendo vivo.
Mi sento già abbastanza in colpa.
Allora comincio a baciare quell'illusione di un corpo, ma non tolgo mai via la maglia, è l’unica illusione che mi rimane di lui.
Mi spoglio, resto in mutande e comincio a strusciarmi sul manichino. Sulla maglia. Poi la lascio e mi concentro sul manichino.
La tentazione di avere un orgasmo sulla SUA MAGLIA è così forte..ma non posso..
Già mi sento in colpa così..mi sembrerebbe di violentare mio fratello
E non posso fargli questo.
Ed ecco così che vengo sul divano con un sospiro strozzato.
 
 
 
 
Mentre penso a tutte queste cose, penso che NULLA, nulla è paragonabile a quello che mi è successo oggi. Un suo regalo dato spontaneamente non vale tutte le fantasie di questo mondo.
Non vale neanche aver scoperto finalmente dopo tanto tempo
CHE IO LO AMO.
Ne avevo il sospetto ma oggi, OGGI è stato il giorno che mi sono sentito di amarlo profondamente.
Questa maglia è come una reliquia per me, è il simbolo dell’amore di mio fratello, non voglio sporcarlo, voglio tenerlo con me, respirare il suo odore, il suo AMORE.
 
 
Mando una lettera ai miei genitori, racconto loro che MIO FRATELLO si è messo in mezzo per proteggermi e che mi ha donato la sua maglia perché sentivo freddo. Mia madre è commossa da quel gesto gentile e ciò mi riscalda il cuore, anche se lo liquida con una frase di circostanza "che cosa tenera!!" mentre io vorrei parlarne per ore, ma fa niente, so che è normale, non possono capire lo stravolgimento che mi ha dato un gesto apparentemente normale, ma è giusto così, è comunque così bello far vedere a tutti che abbiamo anche noi un legame di amore fraterno normale. è bello. più bello di quello che mi sarei mai aspettato, per una volta sento che tutto questo potrebbe bastarmi.  
 
 
 
*Presente*  
 
Lily era commossa. Un sorriso dolce le era affiorato alle labbra.
La fiamma della candela divampò.
“L’abbiamo trovato, Al. È questo.” disse guardando la fiamma divampare.
“Questo è stato il momento in cui io mi sono innamorato?” disse lui timidamente.
“Non so..” riflettè Lily. “ L'innamoramento è fatto di tanti piccoli pezzi graduali, tanti step che uniti insieme formano L'AMORE." con la sua bacchetta traccia un cuore di nuvola e rimango incantato a guardarlo. " Forse è stato un percorso graduale, un cammino a piccoli passi e solo in quel momento hai accumulato l'ultimo step, l'ultimo step che da infatuazione è divampato in un sentimento più intenso, anche se a mio avviso ti stavi cuocendo a fuoco lento già da un bel pezzo.” Ridacchiò, ma smise subito all’espressione dell'altro.
“Al?”
“Lily..io..perdonami..che razza di fratello che hai..come fai a non vergognarti di me?”
“Oh, Al..smettila di dire castronerie. Io non mi vergogno di te.” Lo abbracciò. “Piuttosto sei proprio sicuro di voler..andare avanti?”
Esito. Non ne sono più così sicuro.
“Sai, c’è un altro ricordo che mi tormenta..prima di prendere una decisione, io vorrei..condividerlo con te.”
“Beh, abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno. Qual è, Al?”
IL ballo del ceppo.”





Il ballo del ceppo

Avevo sempre 15 anni, questa cosa è successa l’anno scorso, pochi mesi dopo l'incidente a Quidditch. L’anno scorso che c’è stato il Ballo del Ceppo.
Io ballai con mia cugina Rose, in amicizia, James invece ballava con una ragazza che non conoscevo, non sapevo neanche di quale casa fosse.
La ragazza aveva capelli ricci e neri ondulati fin sulle spalle, fisico armonico, la tipica ragazza che sembrava perfetta per James.
Odiavo queste festività, o meglio, io mi illudevo di poterle amare, quando stavano per arrivare mi sentivo quasi come un ragazzo, un adolescente normale, ma poi quando era il giorno, mi riscoprivo annoiato, tenendo in mano un bicchiere di aranciata, mentre anelavo solo la compagnia di mio fratello James.
Per fortuna c’era Lily a tenermi compagnia in momenti come questi, ma quel giorno era sparita e quindi mi rimaneva solo la mia adorabile cuginetta, Rose.
Almeno lei non mi lasciava solo.
Per ringraziarla, la invitai a ballare e la feci ridere, facendole fare delle piroette niente male.
Era stupenda Rose, con quell’abito arancione, sembrava una dama d’altri tempi, avrebbe potuto piacermi..se non avessi preferito i maschi..e mio fratello.
E poi lei aveva il cuore impegnato, avevo sospettato già da tempo che aveva un debole per il mio migliore amico, ma avevo tenuto la bocca chiusa, e quanto male mi faceva.
Ma se Scorpius mi avesse detto che non provava sentimenti per mia cugina, la nostra amicizia sarebbe sopravvissuta? Non volevo saperlo e Rose mi aveva chiesto di mantenere il segreto.
Era stupita che la comprendessi tanto, oh mia ingenua cugina, se sapessi come faccio a capirti, probabilmente mi odieresti.
È meglio che tu non sappia.
Mi scopro a cercare lo sguardo di mio fratello nel ballo, ma lui non guarda me.
Mi scopro a desiderare che lui distolga lo sguardo da LEI e mi conceda un’occhiata, solamente una.
Me ne basterebbe solo una, per essere felice, per considerare che dopotutto un mio sguardo possa infiammargli qualcosa.
Non pretendo mi ricambi, ma se anche solo cercasse i miei occhi io sarei felice.
Quanto si può essere bambini a volte! Quanto intensamente si può desiderare uno sguardo, proprio come dei fanciulli. (NDR: i dolori del giovane Werther )
Ma James non mi guarda mai.
E poi scompare.
Lasciandomi un’altra volta solo.
Solo e disperato.
Ma cosa mi aspettavo? Che cosa volevo?
Oh dio, perché fa così male?
Uccidetemi..
Lo so, sono patetico, sono disperato e sono stupido.
Però uccidetemi, qualcuno mi ammazzi.
Non voglio sentire più nulla.
Voglio mio fratello.
Non mi importa che mi baci, o che mi scopi.
Voglio solo che mi tenga stretto.
Lo voglio disperatamente.
Forse potrei abbracciarlo, a tradimento, così, non me lo negherebbe un abbraccio.
Ma che figura gli farei fare, davanti a tutti?
 
 
 
 
*
Quando oramai ero così disperato da non pensare più a dove era andato James, lo trovai mentre ero uscito a prendere una boccata d’aria nel fresco della notte, nel parco del castello.
Era seduto su un muretto, con una sigaretta tra le mani, tenendola tra le dita come un poeta maledetto.
Un poeta maledetto, un musicista disperato.
Tutta la mia ragione mi diceva di scappare da quella ennesima visione di felicità delirante, ma il mio cuore mi spingeva con tutte le mie forze invece da quella parte.
“Al, vieni.” Perentorio. Un ordine.
La canaglia che si era impossessata del mio cuore da anni, mi stava ordinando di andare da lei.
E io non sono mai stato bravo a sottrarmi al mio carnefice.
Mi avvicino ed è..

È ancora peggio, guardandolo da vicino.
James è stupendo, i capelli neri lucidi come quelli di un corvo, più neri che mai, e più lunghi che ma, nonostante non superino la lunghezza delle spalle!
Gli ricadono elegantemente sulle spalle in morbide onde voluttuose e capricciose, ma setose, tutto di lui è armonico, perfino i suoi occhi di nero liquido. E pensare che una volta credevo che gli occhi azzurri fossero il meglio a cui si poteva anelare.
Il suo viso ricalca i dipinti degli angeli, è così bello mio fratello che meriterebbe di essere dipinto, altro che il ritratto di Dorian Grey. La natura è stata generosa con lui, con me invece ha fatto schifo dandomi la sfiga di avere un simile capolavoro per fratello.
James mi guarda con un’occhiata di rimprovero. “Vieni.” Ripete e so che è già impaziente. Non è abituato a ripetere per la seconda volta un ordine.
 
Ubbidisco come uno stoccafisso, qualcosa mi urla che c’è qualcosa che non va. James non ha l’aria scanzonata che ha sempre. È successo qualcosa, me lo sento.
“Dov’è andata a finire la tua bella?” chiedo.
Dentro di me spero che mi dica “a fanculo.”
Ma James è James. Non risponderebbe mai così.
“Via.”
“Uhh il grande James che non conclude in una serata romantica come questa? Mi deludi.”
“Anch’io mi deludo da solo.” Sospira gettando un’altra boccata di fumo.
“Jamie..che succede? Hai una faccia..” evito di terminare dicendo “che vorrei rovinare a suon di morsi e baci.”
“Devo prenderti con le tenaglie per farti avvicinare?” quasi ringhia.
Mi sento scuotere da un brivido. Vorrei quasi sfidarlo a provarci, giusto per sapere come si sente a essere sbattuti dal grande James, mica per altro. Per conoscere la sensazione, ecco.
Ma non ho voglia di provocarlo di più.
 
Mi siedo sul muretto, davanti di lui.
Qualcosa mi ha urlato di fare così e di non sederglisi al fianco.
Studio la sua espressione ma lui non protesta, evidentemente ho fatto la scelta giusta.
“Allora, James..che ci fai qui?”
Mi sta spaventando, devo ammetterlo.

Lui fa un sospiro che potrebbe dissimulare una risatina e si avvicina a me.
TROPPO velocemente.
Mi fa prendere quasi un infarto.
Ma lui non voleva baciarmi, ma solo avvicinare la sua fronte alla mia.

“Mi godo la frescura della nottata, fratellino.”
“Jamie..” dico, anche se vorrei strapparmi la lingua per non parlare in un momento come quello.
Ho paura che se parlerò, rovinerò la magia e Jamie interromperà il contatto.
Ma è pur sempre mio fratello e io non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.
“Mi preoccupi..cos’è successo? Sei..ubriaco..” gli prendo il viso tra le mani, per una volta la mia preoccupazione vince il mio imbarazzo, ma lui si divincola quasi altrettanto velocemente.

Non è abituato a contatti così spudorati.
“Ubriaco? No, vorrei esserlo. Anche se non ho bisogno di esserlo, per rovinare tutto ciò che tocco.”
“Jamie, ma che cazzo..”

“Sono un disastro, Al…so che tu mi ammiri, e che pensi probabilmente che io sia perfetto in tutto ma non è così…cazzo, non ti accorgi neanche di quanto cazzo io sia imperfetto..”
“Forse me ne accorgerei se tu me ne parlassi, Jamie! Ma tu..non parli con me. Tu..ti nascondi dietro il sesso..occasionale..e non..non parli.”
Abbasso lo sguardo. Ma cosa faccio? Lo rimprovero? Quanto faccio schifo?

Jamie sorride, si lecca il labbro e io abbasso lo sguardo.

“Il sesso è quello che riesco a fare meglio..non sono bravo a parlare..sono bravo a fare i fatti..ma non sempre posso..quindi..”
Il cuore mi si ferma. Di quali fatti sta parlando?

“Oh, andiamo, piantala. Tu sei James Sirius Potter. Non c’è niente che non puoi fare, mi hai capito? Qual è il problema, Jamie? Qualcuna ti ha dato buca? Qualcuno?” rincaro la dose sapendo che l’avrebbe fatto ridere e infatti così fu.
“Il fatto è che questa serata è un tale disastro..è anche noiosa.”
“Credevo ti piacesse in realtà.”

“Forse perché volevo che sembrasse che mi piacesse. Oh, Al..sono un tale disastro.” Disse poggiando la sua fronte ancora sulla mia.
Sento il cuore accelerarmi i battiti e al contempo stringermisi al petto, una scarica d’amore così forte da incendiarmi il petto, era così bello perfino mentre soffriva e forse ancora di più, oh lo amavo così tanto, desideravo così tanto abbracciarlo, far andare via quella patina di dolore dal suo cuore, James era come un animale ferito, io desideravo solo cancellare tutto quel dolore.

“Sono qui per questo, no? Oh, Jamie..confidati con me. Per favore.”
“Non posso.”
“Sì, che puoi, per favore.” Gli prendo il viso tra le mani ma lui si discosta lontano da me.
“Dovresti sapere che io non sono un tipo di parole, Al. Non posso esprimere quello che ho dentro, anche se vorrei condividerlo. Vorrei davvero che tu potessi condividerlo con me.”
“La canna aiuta a esprimerlo?”
James mi guardò stranito e un po' turbato.
“A volte.” Espirò il fumo nella notte.
“Allora..lascia che provi anche io.”
“Cosa?”

“Se è l’unico modo per condividere le tue emozioni..voglio farlo. Chissà magari riuscirà ad arrivarmi un po' della tua disperazione e riuscirò a capirti.” Faccio un sorriso timido cercando di non soccombere al suo sguardo.
“Non sai quello che dici..fumare una canna non è condividere..”
“Ma io voglio fumare LA TUA, chissà magari in qualche modo condivideremmo qualcosa, se non vuoi parlare..è il minimo che ..JAMIE.” James mi aveva bloccato il polso.
Mi stava guardando con uno sguardo penetrante.
“E va bene, Al, ma si fa a modo mio. “
Mi tremano le gambe, cosa vuole dire?
“Apri – la bocca.”
Ora le mie gambe sono come gelatina, ma non riesco a disubbidirgli, non ci sono mai riuscito.
“Tienila aperta.” Dice e poi aspira dalla sigaretta.
Si avvicina a me con uno scatto felino. Non spiega, non ne ha bisogno, è così mio fratello.
Ma non è impetuoso, ora che è vicino a me si muove lentamente, quasi come se avesse timore di spaventarmi.
Mi appoggia una mano sulla nuca, e si china sulla mia bocca ma senza sfiorarla, solo due centimetri separano le nostre labbra, mi respira addosso , gettandomi il fumo all'interno della mia bocca.
Non mi bacia neanche ma la sensazione è talmente intossicante, il suo respiro, lo sento anche attraverso il fumo e non mi sento più le gambe.
È così sexy e sensuale mentre mi respira nella bocca.
Quasi non sento il fumo.
Non sono sicuro che è esso che mi arriva nei polmoni.
Secondo me è il fiato di James.
 
Mi accorgo a malapena di aver tossito, quando si stacca infine da me. Lo guardo e sembra turbato.
“Stai bene?”
Quand’è stato che è venuto così vicino?
“Sì. Voglio..rifarlo..”
Mi aggrappo a lui. Lo sento quasi tremare.
È soggezione?
“No..no..una volta è abbastanza.”
“Andiamo, non sono stato bravo? Ti ho deluso forse?”
“No, ma..non mi va. Non voglio che stai male. Ehi! Al, molla quella sigaretta, ti ho detto.”
Riconosco l’espressione di mio fratello. è terrorizzato.
Aspiro la sigaretta, lui mi guarda a occhi sgranati.
Non capisco perché. Non sto facendo niente che lui non abbia già fatto.
Lo attiro a me prendendolo per la felpa, mi sono dimenticato di dirgli di aprire la bocca e per un attimo temo che lui non lo farà, che mi farà ingoiare come uno stoccafisso, ma lui apre di riflsso la bocca e faccio a quel punto con lui come lui aveva già fatto con me.
 
La sensazione è meravigliosa, ma del tutto diversa da prima. Prima era un subire, passivamente, adesso mentre gli respiro nella bocca, sento la sensazione intossicante di avere il potere. Il potere di sconvolgerlo, il potere di averlo nelle sue mani, di intimidirlo, quello di impormi, è un’accettazione da parte sua.
Lui ha la testa all’indietro e ansima in una maniera che è quasi erotica.
Mi gira la testa, forse sarà la canna, o forse sarà che è stato quasi come baciarlo sul serio.
 
Quasi barcolla lui, questa volta è preda di uno sconvolgimento tale che quasi temo mi metterà le mani addosso.
Però almeno l’ho strappato dalla sua depressione.
Faccio per scappare ma lui mi agguanta mantenendomi al mio posto.
“Senti, io..mi disp..”
Ma lui appoggia la sua fronte alla mia, di nuovo, senza però più traccia della depressione amareggiata di prima.
È disperato si, ma è quasi una disperazione che lo fa sentire VIVO.
“Grazie.” Mi dice e a me sembra il più bel suono che ho mai sentito.   Una volta finito il racconto, Al si voltò verso Lily, ma lei si era rabbuiata.
“Beh, che cosa ne pensi?”
“Che dovrei pensare?”
Al si mostrò stranito davanti a quella strana reazione.
“Beh, non ti è sembrato come un…quasi bacio?” disse Al timidamente.
“Ah sì? Bo, forse. Comunque qui abbiamo finito, possiamo andare.”
Al rimase tanto sconvolto che non la seguì.
“Al?? Che fai ancora li? Vuoi dormire qui?” disse Lily prendendo le sue candele.
“Non posso crederci..hai fatto tutte queste storie per sapere e ora…mi liquidi così? Non ci posso credere.”
“Al?”
“Non dovevo fidarmi! Hai detto che mi capivi e invece la tua è tutta falsità! Non vedi l’ora di allontanarti da me e dalle mie depravazioni, non è vero?”
“Adesso basta, sono stufa! Sei così preso da te e dai tuoi tormenti da non esserti chiesto nemmeno dov’ero io quel giorno, vero?”
Al la guardò con stupore.
“Come dov’eri? Eri alla festa, come tutti gli altri.”
“Ah sì, eh? Beh, magari non eri il solo a soffrire quella sera. “
Al la guardò stupefatto.
“Non ti sei chiesto come mai ero sparita eh?”
Un flashback potente sommerse Al.
 
 
“OPs! Scusami tanto. Lily??” disse Al appena si rese conto chi aveva urtato.
“Ciao Al. Una bella festa, vero?”
Lily, splendida nel suo abito blu notte e il fiocco sulla testa, a malapena lo guardava.
“Sì-sì. Credo. Che fai qui?”
“Io..sono andata a prendere da bere. Ma credo..credo che andrò a letto.”
“Di già? Ma sono appena le dieci!”
“Non mi sento bene. Buonanotte Al.”
 
“Mah..che stranezza..” pensò Al, tornando in sala grande, non guardava dove stava andando e si scontrò direttamente con Hugo Weasley.
“Ehi!!”
“Guarda dove cammini, Al!”
“Scusa, non l’ho fatto apposta.”
“Questa è già una serata del cazzo. Mancavi solo tu.” Disse sgarbato, guardandosi il vestito bagnato di aranciata. “Ha visto Lily?”
“Andava a dormire. Ha detto di non sentirsi bene.”
Lui annuì cupo.
“Credo seguirò il suo esempio.”
 
 
 
Al rimise insieme tutti i pezzi poco alla volta.
“Oh, cazzo…tu e Hugo…avete litigato quella sera, vero?”
“Pero!! Sei un genio!! Ci hai messo un bel po.”
“Sei ingiusta, io..”
“Tu,..avevi altro a cui pensare. Lo so, lo capisco..non è mica la prima volta..che tutti sono così impegnati da non accorgersi della tempesta che mi agita dentro.”
“Lily…mi stai spaventando. Cosa ti ha fatto Hugo?”
“NIENTE!” strillò lei, sull’orlo delle lacrime. “Ed è proprio questo il bello. Niente!! Prima eravamo inseparabili..e ora? Non mi guarda nemmeno, non mi parla. Non mi parla più come una volta. Non è più il mio migliore amico..e io sciocca che mi ero pure..” si mise le mani sul viso.
Al gliele tolse delicatamente.
La guardò in viso e un lampo di comprensione si agitò in lui.
“Io lo ammazzo.”
“NO.” disse lei bloccandogli il braccio. “Si può sapere che diavolo pensi di fare? Pensa ai tuoi di problemi e poi non hai idea di cosa..”
“Riconosco quello sguardo, Lily. Voglio solo una conferma: tu..lo ami? Sei innamorata di nostro cugino, vero?”
Lily gli lasciò il braccio.
“Io non sono come te e James.”
“Io..non volevo offenderti..”
“No. Non capisci. Volevo dire che…James ti ricambia, forse ti ha sempre RICAMBIATO..ma Hugo..sono sempre stata solo un’amica per lui, poteva invitarmi al ballo, sai? Come hai fatto tu con Rose, ma lui..non voleva. Non ci ha minimamente pensato. Io..sono così stupida. “
“Lily…magari è timido..o magari..è un idiota. Beh, magari il fatto di essere tuo cugino, lo frena..lo so che io sono l’ultimo che può giudicare..”
Lily gli si gettò tra le braccia singhiozzando.
“Lily.”
“Non pensare a me. Non dovevo neanche dirtelo. Hai già abbastanza problemi con nostro fratello. Io dovevo stare zitta. Non avrei mai dovuto innamorarmi di lui e dare ancora più problemi alla nostra famiglia.”
“Schhhh zitta, non è colpa tua, ma solo sua.” Al stentava a credere ai suoi occhi, Hugo sembrava impazzire per Lily, fin da quando erano bambini, poi ci fu un momento in cui i Weasley si trasferirono lontani e quindi per 5/6 anni , non si erano più frequentati con loro, per poi conoscersi meglio a Hogwarts, Hugo era schivo, e Lily lo ha aiutato a ambientarsi, avevano riscoperto la loro amicizia in chiave mano a mano più profonda ed erano diventati inseparabili, aveva notato un suo allontanamento poi durante il terzo anno, ma non credeva fosse grave, ne che Lily stesse così male, che razza di fratello era? Tutto preso dal suo tormento non aveva guardato quello di Lily.
“Lily..tesoro..ecco perché riuscivi a capire quello che stavo passando.." gli mise le mani sul viso.
“Sì..perchè anche a me è capitato di innamorarmi di un membro della nostra famiglia. Oh, Al, perché a noi? Perché abbiamo dovuto avere questa maledizione?”
“Oh, Lily..tesoro, una relazione tra cugini è accettata..ma diversamente, una tra fratelli getterebbe il disonore sulla nostra famiglia..noi non abbiamo futuro, ma forse tu e lui..”
Lily scuoteva energicamente la testa.
“Non credo che Hugo mi voglia, è diverso, James invece ti vuole. E io sono così felice di aver assistito a un vostro bacio.” Disse facendogli una carezza. “Al, sei così sicuro di volerlo fare? Dimenticare di tutto proprio adesso che..lui finalmente ti ricambia, come sognavi da sempre? Hugo non mi bacerà mai..ma dovesse farlo, io non mi sognerei mai di scordarlo.”

"Lily..ormai abbiamo cominciato.."

"Prenditi del tempo, pensaci bene, l'incantesimo non è ancora finito, se ci ripenserai, si può ancora annullare, prenditi dei giorni per pensarci bene e poi fammi sapere. Io non vado da nessuna parte."
Al chiuse gli occhi e annuì. Era così indeciso.

 





















nel pezzo dedicato alla gelosia di James, Al racconta sempre tutto a Lily ma evita di raccontargli le sue fantasie sessuali, sarebbe troppo imbarazzante xd  

Il pezzo sul ballo del ceppo non vuole assolutamente incoraggiare l'uso di droga o similia

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Capitolo 3
*** Fine dell'illusione ***


Avviso: potreste non capire molto bene questo capitolo, ma se lo trovate strano, tranquilli, è tutto normale, nelle note spiegherò bene, ma non andate subito alle note, per favore xd
 






Tutto merito di un lupacchiotto bianco e di un unicorno


Erano in classe, c’erano varie scolaresche e stavano per fare una gara di patronus, si poteva scegliere anche di non dire di chi fosse il patronus, ma James, che si era allenato tanto per l’occasione, non voleva non dirlo.
Ma ci ripensò subito, quando il suo lupo bianco argentato, trottò a cavallo sparendo alla vista.
Quello che vide lo lasciò senza fiato, il SUO LUPO, il suo meraviglioso lupetto, era davanti un bellissimo unicorno che lo guardò e poi lo leccò sul naso, il lupo a quel gesto gli leccò la bocca con la lingua, mentre l'unicorno lo guardava con grandi occhi languidi socchiusi.

Era la cosa più bella e dolce che avesse mai visto, eppure la più scioccante.
Chi era il proprietario dell’unicorno??
Cercò di concentrarsi per capirlo, ma l’aula era così piena di studenti.
Notò che tutti lo stavano guardando e si sentì svenire.
 
Quando rinvenne, tutti si congratularono con lui, chiedendo a vivavoce quale fosse il proprietario dell’unicorno, ma nessuno sembrava saperlo. Quell’incantesimo era fatto apposta per consentire privacy a chi non volesse svelarlo.
“Il mio patronus è coinvolto sentimentalmente. Desidero sapere con chi!” decise James con aria strafottente, cercando di alzarsi dal tavolo su cui era disteso.
“E io desidero che lei, signor Potter, vada in infermeria.” Disse il professore. “Signor Potter, accompagni suo fratello.”

Al aveva tutta l’aria di chi avrebbe preferito fare qualcos’altro, magari sprofondare nella melma, piuttosto che fare una cosa del genere, ma annuì.
 
 
Mentre camminavano, però, James non mollava la presa.
“Devo assolutamente scoprire a chi apparteneva quell’unicorno.”
“James, basta, sta diventando un’ossessione.” Lo pregò Al.
“Ossessione?? Ossessione?? Certo, non sei mica tu il proprietario di un patronus che si è appena baciato appassionatamente con un altro. Non hai idea di come mi guardavano tutti, chi rideva, chi faceva battute…”
“Secondo me era una scena carina.” Si lasciò scappare Al.
“A proposito, il tuo che patronus era?”
Al si ghiacciò sul posto.
“Io..non me lo ricordo.”
“Come non te lo ricordi? Impossibile.”
“Io..non ho capito bene che forma era.”
“Al, non prendermi per il culo.”

“Adesso basta, stai esagerando, e vuoi camminare?”
“NO.”
“D’accordo, allora rimani pure li. Ciao.”
James lo bloccò al muro in men che non si dica.
“SEI IMPAZZITO???” gridò lui.
“Dimmi che patronus hai evocato o fammelo vedere.”
“Che cosa, un bel pugno sull’occhio? Perché è quello che avrai, se non mi lasci subito.”
“Perché non vuoi farmi vedere il tuo patronus?”

“PERCHÈ DOVREI?? L’esercitazione consente di avere la privacy e la riserva di segretezza. Non sono tenuto a dirtelo.”
“Allora in questo momento sei appena diventato un sospettato.”
Al gli mollò un calcio in mezzo alle gambe.
“Ouch. Sei impazzito???”
“IO?? Tu no?? Come osi costringermi a dire una cosa che non voglio dire??? E va bene! Vuoi proprio saperlo?? OK Sì SONO IO. SONO IO L’UNICORNO. SEI CONTENTO ADESSO?”
 
James lo guardò in un modo che fece desiderare Al di ritrattare quello che ha detto.
“Sei serio?”
“Andiamo, non è come se non lo sospettassi già, vero? Altrimenti a che scopo questa scenata?”
“Io..io..”

“Che c’è, Jamie? Il gatto ti ha morso la lingua? Sono solo dei patronus. Non è come se io o te volessimo..metterci la lingua in bocca o qualcosa del genere.“
James diventò bordeaux e Al se ne accorse.
“Io..non mi spiego solamente perché..è accaduto solo a noi due.”

“Io non mi spiego invece come mai hai subito pensato che l’unicorno fosse il mio patronus, tra tanti, cosa ti ha reso così sicuro, JAMIE???”
L’ira di Al lo colse impreparato.
“Io..non lo so..”
“È una coincidenza, è una maledetta coincidenza, poteva essere chiunque, anche..anche Rose! O Lily! Non so come funziona, ok? Non..non è colpa mia.”
“Non ho detto questo.”

“Ma l’hai pensato!! Insomma, io non capisco qual è il problema! Magari loro, il MIO patronus, ha intuito il nostro legame fraterno, e quindi che c’è di male se si sono dimostrati affetto a modo loro?”
James lo guardava con sguardo terrorizzato, Al sapeva che non l’aveva bevuta.
“Sai che c’è? Mi hai stufato. Vattene da solo in infermeria e poi vattene all'inferno!” fece per andarsene ma la voce di James lo bloccò.

“I patronus vengono mossi dai sentimenti dei loro padroni..”
Al si sentì congelare, si girò molto lentamente verso di lui.
“Che cosa vorresti dire..”
“Magari sei tu che vorresti baciarmi..”
SCIAFF.
Non vide neanche arrivare lo schiaffo.

James subì inerme, poi prese il polso di Al tenendolo fermo.
“Lasciami.”
James lo spinse in un’aula vuota., mentre Al gridava.
“Che stai facendo??? Mollami! Mollami immediat..”
James lo sbattè contro il muro, mettendo le mani davanti.

La sua espressione era durissima, ma anche tremendamente affascinante.
 
Non sei stanco di guardare, Al???”
Al boccheggiava.
Ti ho visto.”
“C-che cosa..”

“Una settimana fa!! Ti ho visto che mi guardavi mentre mi masturbavo in camera. E poi hai fatto cadere il portaombrelli! Sarebbe dovuto bastare quello a farmelo ammosciare, e invece..dopo che te ne sei andato, ero più eccitato che mai.”
Si avvicinò al suo viso, poi sorrise sentendo l’eccitazione del membro di Al.
“J-Jamie, per favore, allontanati..” gli disse terrorizzato.

“Hai guardato allora, come sei rimasto a guardare, prima, durante l'incantesimo. Non fai altro, Al, che guardare. Io sono un tipo di..fatti. E per causa tua, anche io mi riduco a…guardare. Come ho guardato oggi. Te lo ripeto ancora, non sei stanco di stare a guardare? Perché non ti prendi quello che vuoi, o pensi che lo avrai, restando fermo a guardare in eterno?”
“Non sai quello che dici..non ti rendi conto..”

“E va bene, Al, credevo che avessi molto più coraggio..” disse James strafottente, fece per voltarsi e lasciarlo, ma Al, boccheggiante, gli prese il viso tra le mani a coppa e lo baciò.
 
James chiaramente non se lo aspettava, visto che si irrigidì, ma comunque restò fermo, mentre Al continuava a muovere le labbra sulle sue, tremante, ma lo shock durò poco, James come risvegliato da uno stato di trance, lo spinse contro il muro e tenendogli una mano sulla nuca, lo forzò ad aprire la bocca.

Al gemette mentre faceva come ordinato implicitamente, godendosi la lingua di James che lo esplorava.
Quel bacio lo fece diventare se possibile ancora più eccitato. La lingua di James si muoveva così fluida, capace, preparata, bagnata, contro la sua, come fossero fatte per stare insieme, non separate. James era una trottola, usciva e rientrava dalla sua bocca, gli leccava le labbra sensuale, gli mordeva il labbro inferiore facendolo gemere e poi gli leccò tutti i denti con l’ennesimo bacio passionale.

Il bacio si fece sempre più audace e passionale, vorticoso, sembrava che la bocca di Al spariva, inghiottita dalla sua, Al era sempre più appiccicato al muro, mentre James continuava a baciarlo.
Erano tutti e due eccitati, James gli sfiorò la pelle nuda sui fianchi, facendolo quasi svenire, Al lo attirò di più a sé, gemendo a sentire le loro erezioni una contro l'altra, realizzando quanto anche James fosse eccitato esattamente come lui.

James gli morse una spalla, cercando sollievo a quella costrizione, ma questo fece eccitare ancora di più entrambi, Al si strofinò contro il suo inguine cercando sollievo, James si scostò come scottato.
“F-fermo. Fermo. Io..dobbiamo calmarci.”

Al respirava con affanno, calmarsi? Ma se stava BRUCIANDO.
“S-strano che sia tu a dirlo, visto che mi sei saltato addosso.”
Va via, Al.”
“Come????” Non poteva chiedergli una cosa del genere. Non adesso.
“Ascolta..” disse James, passandosi una mano sul viso. “Lo vedi quel tavolo laggiù? Ora tutto quello che mi dice il mio istinto primordiale è quello di sbatterti su quel tavolo e farti..cose..che non posso dire..”
Al boccheggiò.
“E se io volessi?”
James gemette guardandolo.

“Ti prego. Tu non sai cosa mi fai. Io ti voglio. Troppo. Ma ho ancora dei principi morali e sei pur sempre mio fratello. Non posso trattarti così.”
Al respirò con affanno, temeva che quando avesse oltrepassato quella soglia, James avrebbe fatto finta che tutto quello non fosse mai accaduto.

“Ehi..” disse James come se gli avesse letto nei pensieri.
Gli prese la mano e gliela baciò, poi gli diede un morso sensuale.
“Ne riparleremo. Dammi solo..una pausa ok?”

Più tranquillo, Al se ne andò, ma non prima di stampargli un bacio veloce sulle labbra.


 


Un bacio sotto il mantello


  POV ALBUS

Ancora non riesco a crederci che James mi ha baciato.
Tutti i miei sogni, tutti i miei desideri riposti nel mio cuore…
E ora finalmente è MIO?
No, ma che dico? James non potrà MAI essere mio. Mai e poi mai.
Magari mi desidera, è un capriccio il suo.
Ma i capricci hanno sempre vita breve.
E io abbandonandomi a lui, ho permesso che accadesse questo.
Ho permesso la distruzione della nostra famiglia.
Cosa capiterà quando ci allontaneremo, quando James non mi vorrà più?
Sapremo essere ancora fratelli?
Non so se posso vivere senza di lui.
È più grande anche del desiderio, della passione.
Io DESIDERO lui, ma non solo per il sesso.
Vorrei toccarlo, accarezzarlo, sfiorare il suo cuore.
Non so perché provo tutte queste cose per mio fratello, considerato che abbiamo sempre avuto un rapporto litigioso.
È irreale.
Peggio, è trascendentale.
Oddio, ti prego, Dio, fammi dormire.
 
 
 
 
*

POV JAMES

Che cosa ho fatto? Diamine, che cosa ho fatto?
Mi faccio schifo, ho approfittato di mio fratello in quel modo.
L’ho...molestato?
Ma no, sono certo che lo voleva anche lui, eppure..questo è se possibile ancora più sbagliato.
Ancora più difficile.
Quanto l’ho voluto, quanto ho desiderato stringerlo a me in quel modo.
Quella volta, quando l’ho afferrato sulla scopa, è stato così…LIBERATORIO.
Sembrava di essere su un drago volante, solo io e lui, in cima alle nuvole.
Non so perché mi è sembrato così giusto, come se io e lui potessimo sorvolare i confini del mondo.
Quando si è messo con quel ragazzetto, mi sono sentito divorare dal dolore.
Come poteva conoscere Al la passione con un ragazzetto insipido come quello?
La passione non è così, e andiamo, io sapevo che ero IL SOLO a dargli quello che poteva desiderare.
Conosco mio fratello.
L’idea di essere il solo a potergli dare piacere, mi ha infiammato il corpo e sono certo, oh Morgana, sono certo che lui me lo avrebbe lasciato fare.
Ma ancora non ero sicuro.
Quando mi ha detto che era stato con lui, io non ci ho visto più dalla rabbia, oh Merlino, l’ho colpito.
Ho colpito MIO FRATELLO.
Quanto faccio schifo?
E poi il ballo.
Ho fatto di tutto per non mostrargli quanto soffrissi, dentro di me, cerco di non essere un sentimentale, ma sotto sotto sono un romantico.
E quel giorno avrei voluto ballare con Al.
Se solo avessi avuto un poco di coraggio in più…
Come quando abbiamo respirato entrambi nella bocca dell’altro.
Più sensuale di un bacio.
Più caldo del sesso.
Ma non era tutto lì.
Mio fratello l’ha fatto PER ME.
Ha capito il mio tormento, ha capito che era quello di cui avevo bisogno.
Una comunione con qualcuno, ma non qualcuno solamente.
Con LUI.
E oh dio perdonatemi tutti, per esser stato così debole.
Quel giorno lui l’ha capito.
Sono certo che ha capito quanto avessi bisogno di mio fratello.
Avrei potuto lasciare tutto così.
Saremmo potuti rimanere solo fratelli.
Ed era quello che volevo fare.
Per proteggerlo.
Amarlo. Amarlo da lontano.
Ma poi ci sono stati i patronus.
Perfino degli animali ci deridono.
Degli animali che sono il riflesso di noi.
Quando un animale che è il riflesso di te, ti MOSTRA quello che tu non hai il coraggio di fare
L’unica cosa che ti rimane da fare è arrenderti.
Cosa potresti fare di più?
Non vedo l’ora che passi questa notte.
Non vedo l’ora perché voglio baciarlo, toccarlo, guardarlo negli occhi e chiedergli perché.
Perché? Perché a noi?
 
 
 
 
*
POV ALBUS

Mi sveglio con un gran mal di testa,ho pensato a James tutta la notte.
Quanto vorrei abbracciarlo, stringerlo, non lasciarlo più andare.
Che il cielo mi aiuti.
Fa sì che non mi guardi schifato, che non sia pentito.
Non potrei sopportare questo. Ne MORIREI.
Scendo le scale e lo trovo nella Sala Grande.
Mi sento quasi svenire a vedere che NON mi sta guardando.
La colazione mi sembra di piombo.
Faccio per allontanarmi alla fine della colazione, con un groppo in gola, quando lui mi afferra il braccio.
“James!”
“Vieni un attimo.”
Mi trascina in mezzo al corridoio, io cerco di divincolarmi.
“Lasciami! Che vuoi fare? James!!”
Mi abbraccia. Così spiazzato che mi mozza il respiro.
“James.” Gli accarezzo la schiena.
Una tenerezza dolente mi copre lo stomaco come una coperta.
“Non ho fatto altro che pensare a …ieri.”
“Anch’io..ma..James..siamo in corridoio..” dico io.
Si guarda in giro e una volta visto che non c’è nessuno, ci copre con il mantello entrambi, gettando anche un incantesimo insonorizzante.
Diventiamo invisibili e il buio cala attorno a me, a noi, ci baciamo subito, nessuna parola, mentre io cerco la sua bocca e mi lascio cullare dalla dolcezza delle sue labbra, non posso fare a meno di dirmi:
Il nero è il colore dell’amore.
 
 
POV JAMES

Sono un esibizionista, forse un reincarnazione dei malandrini, del VERO James.
Solo James infatti potrebbe baciare la persona che ama, sotto il mantello, perché non trova le parole.
Solo uno spirito malandrino farebbe così per impressionare la sua metà.
“Jamie..non finisci mai di sorprendermi.” Disse Al tra un bacio e l’altro.
“Lo faccio perché..” mi zittisco. No, ti amo non è la parola giusta da dire se non voglio che scappi via urlando. “Perché sei MIO.” dico.
 

Quanto ti desidero

POV JAMES
Al frequenta ancora il quinto anno e sono passati solo pochi giorni da quando è esplosa la passione tra lui e suo fratello e nascondere tutto è sempre molto difficile, soprattutto perché appartengono a due case diverse.
 
COLAZIONE.
Pov James.
Eccolo, è arrivato. Gli faccio un cenno, gli chiedo di venire a mangiare tra noi Grifondoro, mi guarda con una faccia terrorizzata, ma obbedisce e si siede al mio fianco, mi guarda con un sorrisino, sento che vorrebbe fare qualcosa ma è bloccato.
“La colazione.” Gli piazzo davanti una scodella di caffelatte e comincio a imburrargli le fette di pane con la marmellata, con una mano, l’altra si appoggia sul suo ginocchio.
Si irrigidisce ma non si sposta. Gli arruffo i capelli e lui si attira di più vicino a me.
Mi scosto.
“Non qui. Ci vedono.” Sussurro.
Mi guarda con un broncio adorabile.
 
“Scusa. Dopo, ok?” per il resto della colazione non lo guardo più.
 


Dopo pranzo.

“Ehi, stronzetto.” Lo trovo sotto un albero all’ombra che guarda il lago. Lui non mi degna di uno sguardo, non mi lascio scoraggiare e lo raggiungo. Cavolo, quanto mi è mancato.
Mi siedo dietro di lui e lo attirò a me in mezzo alle mie gambe.
Lui fa per spostarsi.
“Non fare lo stronzo.”
 
“Ah io??? “ dice lui un po' isterico. “Chi è che si sta già allontanando?”
Mi scappa una risatina. “Ti sembra un allontanamento?”
“Ma..tu..stamattina..”
“Al..” sbuffo io. “Non puoi starmi troppo vicino quando siamo in pubblico..potrei non controllare certe..reazioni..”
“Quali reazioni?”
 
Guardo in basso e distolgo lo sguardo. Lui sussulta.
“Porca puttana, Jam!”
“Dai, non fare il puritano adesso, hai quasi sedici anni, non dieci!”
“Forse non sono perennemente arrapato come te? Comunque non penso sempre a quello. A quanto pare te, sì.” Aggiunge.
“Io non penso sempre a quello. Cioè talvolta.” Fischietto.
 
Lui mi guarda con un sorrisino mellifluo.
“Quiindi..se ti sto troppo vicino ti eccito?”
“Adesso non montarti troppo la testa. Sono sempre un maschio. Ho sedici anni e gli ormoni a mille, basta un tocco, lo sai.”
“Che genere di tocco?”
“Al..” lo avverto. Sto avvampando.
“Questo?” si spalma quasi del tutto su di me con la testa all’indietro.
 
Non dico niente, è piacevole la sua testa sul mio stomaco.
“O così?” allunga le mani per accarezzarmi il collo.
“Al..” Le sue dita delicate sul mio collo mi fanno avvertire qualche brivido.
“O così..” mi accarezza le gambe languidamente mentre ha ancora la testa all’indietro.
Gli prendo le mani e le tengo ferme, alzandole.
“Sei impazzito?” mi guardo subito attorno, per fortuna abbiamo scelto un posto appartato.
 
“Rilassati, sono tocchi innocenti.” ride. Che cazzo ride?
“Questo lo dici tu.”
Al mi guarda per un attimo, poi si sporge un po' verso di me.
“Come ti ecciti di solito?”
 
“Al!! Che razza di domande sono?”
“Come fai per..eccitarti? A cosa pensi? Come fai a darti piacere?”
“Non avrò questa conversazione con te. È imbarazzante.”
“Dovremmo pur averla, se..” non finisce la parola.
“Se..?” lo sfido.
 
“Insomma..prima o poi..o…o no?” mi guarda e ora sembra allarmato.
“Al, non sei obbligato a..insomma, il fatto che ci baciamo non significa..”
“C-CHE COSA?”mi guarda come se avessi appena bestemmiato.
“Cosa?”
“Non..ti stai tirando indietro?”
“Cosa?? No! Non ho detto questo.”
“Ma non vuoi entrare in intimità con me.”
“Al!! Sei mio fratello! Per gli dei! E poi hai quindici anni.”
“Quasi sedici. Hai ammesso che sei attratto di me, che ti eccito, quindi..”
Deglutisco, guardo da un’altra parte. Sono terrorizzato. Lui mi prende il viso.
“È sempre per il fatto che abbiamo lo stesso sangue,, vero?”
 
“Al..tu non ti rendi conto di quanto siamo..di quanto ti metto in pericolo e non voglio..io ti voglio troppo bene..”
“Allora non fare soffrire me e te inutilmente. Perché negarti qualcosa che desideri e che desidero anche io? Pensi sia meno sbagliato se non mi permetti di toccarti?”
 
Respiro rumorosamente.
“Mi sembra che ci STIAMO toccando.”
“Sai cosa voglio dire".
“Al..” mi metto una mano sulla faccia.
“So che lo vuoi, e scusami se ho paura che prima o poi..se continui a trattenerti, cercherai qualcun altro per sfogare i tuoi istinti.”
 
“Non sono un animale..e comunque prima o poi questa cosa finirà..lo sai che non..è impossibile..”
“Perché farla finire prima del tempo?”
Non ho altre parole a questo.
“Altrimenti dovrò pensare che non mi vuoi.”
“Solo perché non ti salto addosso come un animale?”
“Anche.”
 
“Ah mi fa piacere che la pensi così! Dovrei fare come ha fatto Damian?”
Al rimane allibito.
“Ancora non posso credere che gli hai permesso di TOCCARTI.”
“Calmati, sei furioso.”
“LO SONO. Cosa avete fatto esattamente? Preliminari? Petting o avete proprio..” mi guarda e capisco di suonare davvero patetico, e disperato.
 
“Jamie..non ci ho mai fatto nulla..quella volta, io volevo solo farti arrabbiare.”
“Diosanto.”
“È la verità.”
“Mi hai fatto..soffrire perché volevi vendicarti di me?”
POV AL.

Quando Jamie mi dice quella frase, mi sembra davvero ferito e il mio cuore si spezza un po' all'idea di averlo fatto star male.  
 
POV JAMES

“Andiamo, soffrire, addirittura..”
 
“Credi sia impossibile? Solo perché ho quest’aria scanzonata..per non farti capire…credi che non ti volevo neanche allora, che non fossi geloso già di te? Ma a dirti la verità, mi sentivo…mi facevo schifo anche solo a fare dei pensieri su di te.”
“Ti rendi conto che è accaduto tutto nello stesso anno? Il fatto di Damian, il ballo del ceppo e il nostro primo bacio.” Mi sussurra. “Il mio quinto anno FOLLE.”
 
“E ci credo, hai avuto ben due ragazzi e uno di questi è tuo fratello, razza di depravato.” Gli accarezzo i capelli anzi se un po' la mia mano trema.
Al mi bacia le dita della mano e se le stringe a sé.
“Sta tranquillo…nessuno ci scoprirà..questi sono solo gesti affettuosi innocenti fraterni.”
Faccio uno sbuffo incredulo.
 
“Innocenti non penso proprio..però hai ragione, peste.”
“Jamie..ma tu..cosa provi per me?”
Sbuffo. Il pensiero mi fa venire mal di stomaco.
 
“Cosa vuoi che ti dica, pulce? Ti voglio bene, ti voglio bene più di chiunque altro al mondo, ho scoperto di volerti non come un fratello, a quindici anni, da allora mi sono sempre sentito uno schifo, mi odiavo, ho passato gli anni a odiare me stesso e me la prendevo con te. Non so perché sento questi impulsi sbagliati con te, a volte..a volte vorrei che mi picchiassi a sangue così forte pur di guarirmi..”
Al mi bacia ancora la mano.
 
“Io non voglio che tu guarisci da questo, anche se fosse una malattia, se a te passasse, io soffrirei..”
“Ma almeno non saresti più in pericolo..solo all’idea che qualcuno sappia di noi..io non voglio che tu soffra..non voglio farti sprofondare nella vergogna con me..”
 
“Basta..basta questi discorsi..piuttosto dimmi, tu DESIDERI toccarmi? Toccarmi veramente dico.”
“Intendi..” oddio devo essere arrossito, Al di rimando.
“Anche sotto i vestiti, finora ci siamo limitati a baciarci.”
“Al..ti prego non chiedermelo.”
Mi chiude gli occhi con la mano.

“Smettila di pensare se è giusto o sbagliato, dimmi solo quello che vuoi.”
“Sì.” Esalo. “A volte credo di volerlo così tanto da non riuscire a respirare.”
Al mi scopre gli occhi.
“Cos’altro mi faresti? Sincero.”
“Non pretenderai che risponda.”
 
“E dai! Non può essere chissà quanto scabroso. Vorresti..fare l’amore con me?”
Gli copro la bocca e lui ride contro di me.
“Idiota. Non mi spingerei tanto in là. No, diciamo che vorrei..per adesso..solo..toccarti..”
“Sotto i vestiti?”
 
“Sì..esplorarti..per capire sai..se questi impulsi che sento..continuano..o si fermano li.”
Al mi fissa intensamente.
“Allora fallo no?”
Lo guardo, deve essere impazzito.
“Non posso.”
 
“E dai! Ci baciamo già! Che differenza fa, Jamie? E poi è un ottimo modo per capire se questa attrazione che abbiamo continua o no! Magari scopri che non ti attrae il mio corpo come pensavi!”
Mi mordo il labbro.
“D’accordo..ma se non ti piace, mi fermi subito ok?”
“Ci sto. Quando?”
 
“T-ti andrebbe stasera? Nella stanza delle necessità?”
“Ci sto!!”
“Non gridare. Al, se dovessi cambiare idea..”
“No! Fai bene tu a non cambiarla, se mi dai buca ti inseguo fino alla sala di Grifondoro.”
Rido.
“Non oserai, pulce.”
 
“Non ti conviene sottovalutarmi. Ti mando il mio patronus e poi gli dico di pomiciare con il tuo!”
Rido.
“Idiota.”
“Scemo.”
 
 
 
 
Quando quella sera vado nella stanza delle necessità e trovo James, tutto vestito, con maglia e jeans aderenti, rimango senza fiato.
“Ti sei messo in vestaglia, eh?”
“Ah ah molto divertente.”
“Non c'è il letto?”

“NO.” grida lui. “Non ce n’è bisogno, mettiamoci..li sul divano.”
Mi indica un comodissimo divano rosso, mi siedo, lui sembra nervoso.
“Ecco..ehm..dunque puoi cominciare te.”
“Cosa ehm vuoi che faccia?”
 
“Toccami. Non era quello che volevi? Fai quello che vuoi.”
Accidenti. Non mi immaginavo che fosse così diretto. Già mi viene duro solo a immaginare di farlo, spero di durare almeno un po'.
Gli passo subito le mani sulla maglietta nera con riverenza, è attillata, sento i suoi muscoli sotto, continuo ad accarezzarlo fino alle gambe, lui si lascia fare, cerca di restare immobile.
 
Gli passo le mani sotto la maglietta e lo sento fremere.
“Posso salirti sopra?”
Lui cerca di rifiutare ma poi mi agguanta e mi fa salire su di lui a cavalcioni e a me sembra già di svenire.
“Vorrei..voglio toccarti..” mi chiede Jamie.
 
“Fallo allora..” finalmente lo bacio, gli do tanti baci sul viso, lo assalto di baci, poi sul collo, mentre lui mi accarezza la schiena sulla pelle nuda, facendomi fremere.
“Porco cazzo, Al.” Quante parolacce! Forse le sta dicendo perché ho cominciato a ciondolare su di lui a cavalcioni.
Non mi sono accorto di farlo.
 
"Vuoi che smetta?"

“No..se vuoi..continua pure..” mi dice.
“Va bene..” continuo a strusciarmi su di lui.
Mi sembra che è già eccitato la sotto..possibile?
James sta perdendo il controllo, mi accorgo che è così, quando vedo che comincia ad accarezzarmi con carezze febbrili, continue e veloci.
Ora non distinguiamo più le nostre mani. Io ho le mani sotto i suoi vestiti, lui sotto i miei, anche se abbiamo ancora i nostri vestiti indosso. Mi appoggia le mani sul sedere e mi spinge contro di lui, io gemo e mi struscio ancora di più e lo prego di andare avanti, mi slaccia i jeans e mi accarezza in mezzo alle gambe, annebbiandomi i sensi, facendomi gemere, getto la testa all'indietro, riprendo a toccarlo, ma non mi permette di toccarglielo per aiutarlo a venire.
Alla fine veniamo tutti e due, con una semplice strusciatina.
“Porco cavolo, Al..”
Ha la bocca aperta e sembra sconvolto.

Gli do un leggero bacio e mi rivesto, cercando di darmi un contegno.
“Alla prossima, Jamie.” Gli dico, facendogli occhiolino.
 
 
 
 
POv al.
 
Il giorno dopo, James getta un incantesimo di disillusione su entrambi e mi spinge contro il muro in mezzo al corridoio, baciandomi come un affamato.
Ci accarezziamo, ci baciamo e ci strusciamo l’uno sull’altro.
Siamo in preda all’estasi, baciarci e accarezzarci sembra la cosa più bella del mondo.
 
 
 
*  
 
La nostra materia, Babbanologia comprende insegnarci anche degli sport babbani, tipo la pallacanestro.
 
Ora tanti componenti della squadra sono presi, compresi James e me.
Siamo in palestra e sto tirando il pallone dentro il canestro, James mi fa una magia e mi fa fare un salto che non riuscirei mai a fare se lui non mi avesse dato una spinta.
Mi prende al volo dopo che faccio canestro, finisco appiccicato a lui, non so come fa ad avere la forza di tenermi sollevato, io urlo di lasciarmi stare, anche perché lo strusciamento inevitabile rischia di farmi avere certe reazioni indesiderate, cerco di divincolarmi ma lui butta lui e me sul materasso.
 
Un’altra volta invece ci arrampichiamo sulla pertica, lui mi stuzzica con le braccia deconcentrandomi, poi si butta su di me, io grido e finiamo tutti e due sul materasso, gli salgo sopra fingendo di picchiarlo e si scatena una piccola lotta scherzosa tra di noi.
Tutti gli altri ci imitano e ci raggiungono, io soffoco quasi, per colpa degli altri mi ritrovo ancora di più schiacciato contro Jamie.
“Mi ricordo che non devo stargli troppo appiccicato altrimenti James Junior si risveglia.
 
E poi finisce il quinto anno. È stato un anno strano per me e Jamie, la scoperta di un rapporto diverso, spingerci sul limite ma senza mai oltrepassarlo.
Ci siamo accarezzati intimamente, ma più in là di quello non siamo mai andati. Non siamo mai neanche stati completamente nudi l’uno al fianco dell'altro.
“Siamo pur sempre fratelli, c’è un limite da non oltrepassare.” Mi diceva.
 
Ma sapevo che era solo un modo per fingere a sé stesso.
E ora arrivano le vacanze, dobbiamo tornare a casa.
Ho paura di cosa succederà.
Quale sarà il nostro rapporto quando torneremo a casa?
 
 
 
 
*
 
Ho preso un’allergia al polline di una strana creatura magica, colpa di Hagrid.
Due giorni dopo che siamo tornati  a casa, sono bloccato al letto con la febbre.
È la punizione per quello che faccio con Jamie, lo so.
Papà e mamma mi guardano preoccupati, mi hanno fatto il brodino.
Voglio sprofondare sotto terra, anzi, metterci Jamie.
Lo odio. Non ho mai odiato nessuno come odio lui.
 
Ma si può mai pensare di accarezzarmi  in quel modo sotto le coperte con nonchalance mentre ci sono mamma e papà nella stanza.
Lo uccido, è la volta buona che lo uccido.
“Mi sembra ancora più pallido, Harry.,” dice Ginny.
Pallido? Mi sembra di andare a fuoco. James..oddio se non lo uccido io, lo faranno loro, se ne sta li seduto sul letto, con le mani sotto le coperte al mio fianco, come fanno a non accorgersi di quella mano che si muove sotto le coperte?
Oddio si..lì..lì..non ti fermare..

Mi accarezza in mezzo alle gambe e oddio..no, sono eccitato..mandateli via. Mandateli via.
“Dai, ci penso io a lui, lo costringo io a mangiare questo brodo, voi andate pure a guardare un po' di tivù.” Dice James.
Siano lodati tutti i santi.
“Niente scherzi a tuo fratello in queste condizioni.” Dice Harry.
“Prometto.”
Gemo fingendo dispiacere.
 
Se sapessero..ci ucciderebbero tutti e due.
Chiudono la porta e finalmente lo agguanto per il bavero.
“Idiota!! Dovrei ucciderti.”
“E dai che ti piaceva cosa stavo facendo.”
Dio quanto ha ragione..lo odio..lo odio e lo amo..
“Se provi a imboccarmi, ti strozzo.”
“Va bene, allora vorrà dire che dovrò trovare un altro modo per tenerti la mente occupata.”
Mi assale le labbra con un bacio, lo spingo via.
 
“Ma sei impazzito. Vuoi morire?” guardo la porta con orrore.
“Ho messo un incantesimo di blocco, se provassero ad aprirla, resterebbero bloccati.”
“Hai pensato a tutto..” dico , non posso fare a meno di non far sentire la mia tristezza.
“Ehi che ti prende adesso?”
 
“Niente..è che..sei sempre così accorto..se scollegassi davvero la testa come dici, non penseresti sempre a queste cose quando sei con me..”
“Non dire fesserie! E meno male che non scollego del tutto, almeno non rischiamo di farci scoprire. E se pensi che non sono irrazionale, vuol dire che non hai capito proprio un bel niente. Se fossi razionale con te, non farei niente di quello che faccio sempre.”
“Scusa..” abbasso lo sguardo.
 
“Al..baciarti è la cosa migliore che faccia, tra tutte quelle che facciamo.”
“Ma dici sul serio?” questa non me l’aspettavo.

“Tu non capisci..non è neanche per il sesso..io sento..sai, a volte, sento di amarti..” mi sussurra all’orecchio e io tremo dalla sensazione e non per l’eccitazione. “È irrazionale, questo è irrazionale. Mi sembra di conoscerti e di stare con te da sempre, non solo da 16 anni, mi sembra di amarti da più vite e non come un fratello, l’istinto di protezione che sento per te, non riesce neanche a superare l’amore che io sento di provare per te..è come se sentissi di doverti TUTTO.”
“Adesso stai dicendo una minchiata. Tu non mi devi nulla. E cosa poi?”
 
“Non lo so. Tutto? Non lo so, so che è irrazionale..ma sento che io se sono così, è perché..tu me l’hai permesso.”
Intreccia la mano alla mia.
“Cosa ti ho permesso, Jamie?”
“Di scoprire il mio vero IO.”
“Io non ho fatto proprio nulla.”
 
“Ti sbagli..solo tu..solo tu hai visto il mio vero io. Solo tu hai saputo vedere aldilà delle apparenze, è quello che sento. Quando mi guardi, quando mi tocchi..tu mi fai sentire AMATO.”
“Quindi..è solo per come io ti faccio sentire?”
“Grazie a te io sono..diverso. Mi SENTO diverso. Prima ero in un modo.”
“Prima quando?”
“Prima..non lo so..oh basta, sta zitto.”
Mi bacia, mi bacia dolcemente e poi si spalma su di me.
 
È la maniera per zittirmi, ma sento che è la maniera più bella che io conosca.
È la maniera PERFETTA,
Ci baciamo e intrecciamo le nostre labbra e l nostre mani.
Ha ragione. Quanto ha ragione.
Io sento di amarlo da più di una vita!
Lo amavo anche quando era..cattivo.
Aspetta, cosa???
Perché quel pensiero?
 
Il mio Jamie cattivo? No! è la persona più buona che io conosca!!
Perché l’ho pensato?
Oh, non importa, continua a baciarmi, Jamie.





Bagno

“Jamie?”
“Numi!! Albus!! Che ci fai qui?”
Albus fece un sorriso malizioso.
“Esci! Esci subito! Mamma e papà potrebbero..”
“Sono fuori. Sono fuori a comprare dei vestitini a Lily. Le è presa una strana voglia irrefrenabile di fare shopping.”

“D-dici sul serio?” chiese James, a mollo nella vasca, piano piano si sciolse, capendo che Al era serio.
“Secondo te scherzerei su queste cose?”
James si rilassò immediatamente e un sorriso nacque sul suo volto.
“È strano..vederti qui.”
“Già..ora hai intenzione di cacciarmi perché un moscerino o una farfalla potrebbe vederci nella stessa stanza o mi lasci entrare?”
“Sei già entrato. Vieni.” Sorrise James.

Albus prese un profondo respiro ed entrò, aveva tra le mani un flacone dalla dubbia provenienza, James era coperto di schiuma, le sue spalle sode..Albus cercò di concentrarsi sul bagno.
Era GIALLO. Era pura luce. Harry e Ginny lo avevano scelto perché sostenevano che era IMPORTANTE fare entrare la luce, nella casa, nel cuore delle persone, la luce era come l’amore, se entrava luce nelle case, allora si poteva sperare che si potesse riscaldare anche l’amore naturale nel cuore degli esseri viventi e non spegnersi mai..
NATURALE…
Anche quello che c’era tra lui e suo fratello era NATURALE? E poi chissà se tutte queste parole sulla luce gliele aveva suggerite Silente. Silente…
Da sempre rimpianto da suo padre, talmente tanto da aver deciso di dargli il suo nome.
Comunque..il bagno e le mura di esso, così come il soffitto, era giallo, per la luce diceva.
Mentre le piastrelle attaccate alla vasca erano AZZURRE.

Perché il blu era il colore dell’acqua e calmava lo spirito, diceva Ginny.
Calmare..
Sembrava così assurdo adesso, mentre guardava il corpo di suo fratello avvolto dalla schiuma.

Al, hai intenzione di restare lì tutto il giorno? Sei venuto qui solo per guardarmi in maniera inquietante o per fare qualcos’altro?” lo provocò James sorridendo.
Maledetto…
“Idiota.” Sussurrò, avvicinandosi.
James sorrise.
“Amo il tuo modo di dirmi che mi ami.”

Albus sussultò. James gliel’aveva detto. Qualche giorno fa. Anche se “detto” non era la parola esatta. Lui gli aveva sussurrato che SENTIVA di amarlo, che non era proprio come un ti amo vero, giusto? Era più come un…sento di volerti un bene immenso, sento di stare per innamorarmi di te, sento che POTREI provare qualcosa.
Si chiese come avrebbe reagito se James gli avesse detto TI AMO.

Gli avrebbe riso in faccia? Lo avrebbe spinto via e sarebbe scappato o sarebbe scoppiato a piangere come una donnina isterica? Beh, a giorni avrebbe compiuto sedici anni! Se anche si sarebbe comportato come un moccioso alla prima cotta, era giustificato no? Il primo ti amo della sua vita.
Eppure sentiva che non era tutto li. Sentirsi dire TI AMO da un fratello, era in un certo qual modo più….IMPORTANTE, sentiva che era così.

Ora, senza vederla in chiave per forza incestuosa, ma solo platonicamente sentimentale, un fratello che ti dice TI AMO, che ti dice che ti ama, è il livello più sublime dell’amore, almeno Al la pensava così, era diverso rispetto che se fosse stato un estraneo a dirtelo. Simboleggiava amore, sentimento, appartenenza e protezione, era come dire : ci sono, sono qui per te, da quando sei nato, ti proteggerò sempre, condividiamo il sangue e siamo una famiglia, non ti abbandonerò mai, perché siamo legati, amo il fatto che sei mio fratello e che sono legato a te, ti amo da quando sei nato, amo il fatto che sei nato!
Prima che Albus riuscì a districarsi da solo da queste note di peccato sentimentalismo, avvertì le mani di James accarezzargli le gambe languidamente, con passione ma senza frenesia, anzi, con una sorta di languida dolcezza.
Albus sussultò. Finora era stato come essere trascinato in un sogno. Non si era reso conto di essersi avvicinato così tanto ed essersi seduto sul bordo della vasca a guardare suo fratello con uno sguardo da ebete.

Che idiota, chissà cosa avrà pensato.
“Smettila.” Gli sussurrò James.
“D-di fare cosa?? “ abbassò lo sguardo e notò con orrore che ora i suoi jeans erano bagnati e coperti di schiuma a causa delle mani bagnate di James, ma stranamente non era arrabbiato con lui, anzi.
“Di perderti in altri pensieri. Me ne sono accorto sai? Sei venuto per me e ora reclamo la tua attenzione. Guarda ME.” disse James languido.
Albus lo guardò, la salivazione azzerata.

Dì qualcosa, non fare sempre la figura del fesso..
“Questi mi sa che sono un impiccio..posso levarteli, sì?”
“L-levarli??” chiese Al, sentendo il panico montare.
James si rizzò a sedere e ora Al poteva guardare il suo torace perfetto, bagnato.
“Hai detto tu che dobbiamo cercare di lasciar andare sciocche pudicizie..no? Con quello che facciamo..non siamo mai stati completamente nudi davanti all’altro..e ora sei qui, tu. Ho forse confuso il motivo per cui sei qui?”

“N-no..io volevo..guardarti..”
“Mmmm..ok, e poi?”
“Lasciare che tu mi guardi..”
Al aveva abbassato lo sguardo, vergognandosi, James, per una volta senza la sua tipica arroganza, gli alzò il mento con fare gentile.
“E io mi sento lusingato..”
Quella frase, sciolse qualcosa nel petto di Al, voleva gettargli le braccia al collo subito, si impose di calmarsi.

“M-mi aiuteresti..a..?” guardò velocemente i jeans.

James annuì, si morse il labbro, come a riprendere un certo contegno, poi piano, afferrò il bottone dei jeans del minore.

Al dovette farsi forza per non cadere dal bordo. Aveva sempre immaginato questa scena, farsi slacciare i bottoni da James..si era sempre immaginato che lo avrebbe fatto impazzire, strappandogli via i pantaloni di dosso, temeva di svenire, ma inaspettatamente la mano di James tremava sui suoi jeans, di emozione e trepidazione ed era INCREDIBILE l’effetto che comunque gli faceva. Non sapeva perché ma sentire James così emozionato , emozionava anche lui.

Il bottone si levò e James fece scendere la cerniera, nell’atto, la sua mano sfiorò la sua virilità e Al represse un moto di piacere, quando gli sfilò i jeans, Al sentì un brivido attraversarlo, si sporse di più aspettando che James gli levasse anche via l’ultimo indumento, ma James sembrava esitare.
Gli sfiorò la gamba nuda, facendolo rabbrividire, poi alzò lo sguardo su di lui in un modo che lo fece bruciare, gli accarezzò la pancia e Al rabbrividì, ma James non aveva intenzione di levargli via la maglietta.

“Vieni.” Sussurrò in un chiaro invito, aprendo le braccia.
Al capì subito che James non aveva intenzione di spogliarlo completamente sulla vasca, voleva metterlo a suo agio, con ancora indosso le mutande e la maglietta, si sporse per incontrare le sue braccia.
Ovviamente andò un sacco di acqua per terra, ma a nessuno dei due sembrò importare, Al finì sdraiato con la testa sul suo petto e respirò l’odore forte da maschio e muschio di James. Gli diede alla testa.

Alzò di poco la testa e gli finì sul petto, si abbracciarono di più, come a fondersi ancora di più l’uno contro l’altro, come fossero un solo individuo, Al quasi pianse alla sensazione, era così bello stare così abbracciati, senza vestiti addosso. Non pensava che stare nudo addosso a suo fratello, fosse così…UNICO e gli facesse girare così la testa.
James sospirò rumorosamente, un altro giramento di testa, le mani del maggiore gli accarezzarono i fianchi.
Un brivido.

Le sue mani scesero nei suoi interno cosce, senza approfondire, Al tremò, James gli baciò il collo e Al tremò più forte.
Al dovette scostarsi per non perdere il controllo e preda di un moto di passione, gli tirò i capelli all'indietro e lo sentì gemere, una scarica dritta all’inguine.
Lo guardò e gli mancò il fiato. James, la testa all’indietro, i capelli coperti di schiuma, era uno spettacolo che gli mozzava il fiato, non resistette più e lo baciò.

Fu un bacio umido, pieno d’acqua ma colmo di passione e dolcezza, lui rispose ma Al sentì come se James facesse anche fatica a respirare, avvertì le mani di James di nuovo sui suoi fianchi ma che gli strinsero stavolta la pelle facendo inarcare Al dall'eccitazione. Anche James era eccitato, Al poteva sentirlo, sentiva l’erezione contro di lui.
“Spogliami.” Sussurrò.

“No..” James emise un rantolo, ma spinse il suo sedere contro di lui, invogliandolo a strusciarsi.
Al gemette,. La frizione era meravigliosa.
Perse la testa e cominciò a baciare il collo del maggiore, quest’ultimo gettò la testa all'indietro, preda dell’estasi.

James perse le inibizioni e gli tolse la maglietta bianca, che era comunque zuppa. Le mutande di Al andarono via da sole, per via degli strusciamenti continui.

“Voglio prendermi cura di te.” Disse Al, il maggiore gorgogliò ma ad Al sembrò ancora più eccitato.
Prese il flacone che aveva portato. Era alla menta e altre foglie fragranti.
Accarezzò e insaponò il petto di Jamie con quella fragranza, lui gorgheggiò contento, poi il minore ruotó le posizioni per finire dietro a Jamie in modo da pensare alle spalle e la schiena.

Poi lo rimise sdraiato sulla schiena e si sdraiò di nuovo su di lui.
Le sue mani cercarono il suo membro e lo trovarono facilmente.
Era grosso, molto grosso.
“Al..” ma non aveva più resistenza, non più ormai.

Accarezzò la sua virilità con il flacone, lo vezzeggiò, massaggiandolo più volte e giocandoci anche con le dita e le unghie in soavi grattini che lo eccitarono ancora di più.
Lo tirò su e si godette il lavoro del suo operato.
“Voglio..assaporarlo.”

James sgranò gli occhi e poi gli chiuse.
“Sei..sicuro?”
“Molto.”
“Non devi far niente che non..”
Ma Al lo spinse di nuovo contro la vasca e James respinse ogni altra protesta.

Al abbassò le labbra sulla sua virilità e le appoggiò contro, lo leccò, facendolo inarcare e dire qualche parolaccia, poi molto, molto lentamente, lo accolse dentro di sé.
Fu come una giostra, su e giù, su e giù, piano e veloce, piano e veloce, in base alle reazioni del maggiore, era così appagante vederlo contorcersi sotto di sé, mentre lo faceva impazzire con la sua lingua e lo accoglieva sempre più profondamente.
“AAAL.”

Prima che potesse venire dentro di lui, Al uscì da lui e si puntò il suo membro contro. James gli venne addosso, sul collo, in un modo disperato , urgente e sexy.
Al si guardò nel riflesso della vasca. Era sporco..umido, ma anche così SEXY! Al sorrise nel vedere James stravolto a bocca aperta.
“Cazzo..cazzo..cazzo..” James forse per non indugiare oltre in quello spettacolo, lo abbracciò di slancio attirandolo a sé, sporcando entrambi.

Restarono così abbracciati nell’acqua per un tempo immemore, Al si lasciò cullare dalla dolcezza dell’acqua e delle braccia di suo fratello.
La sensazione pelle contro pelle tra loro era meravigliosa. Al non riusciva  resistere e richiamava le sue labbra a sé, e James non si tirava mai indietro, mai.
Dopo mezz’ora così, uscirono e Al lasciò che James lo asciugasse dappertutto, finalmente erano nudi uno davanti all’altro.

La stoffa dell’asciugamano che premeva contro la sua pelle, mandò scariche elettriche alla virilità di Al, suo fratello gli passò la stoffa in mezzo alle gambe, stordendogli i sensi, pregandolo di fare di più, ma James lo abbracciò stretto e con un ultimo bacio passionale, disse che era tardi e che dovevano rivestirsi.
Al lo guardò contrariato, ancora James sembrava piuttosto trattenuto nei suoi confronti, ma poco male, sarebbe stato ancora più seducente sedurlo.

Con un sorrisino cominciò a pensare alla sua prossima mossa.
 
 
 
 
*

Qualche giorno dopo, Al stava facendo la doccia, e chiamò James con il cercapersone che si erano regalati a vicenda. Qualche secondo dopo, James entrò in bagno, chiedendogli cosa voleva, ma rimase ammutolito vedendo che era nella doccia.
“Volevo chiederti se ti andava di rilassarti con me.” disse Al allusivo.
“Al…non dovremmo, sai, tutta la famiglia è di sotto.” Si morse il labbro.

“Stanno guardando la tivù e dubito che si scolleranno tanto presto. C’è il loro programma tivù preferito e hanno già un bagno disponibile al piano di sotto.”
“No, assolutamente no, è tropo rischioso.”
“Peccato.” Cinguettò Al. “Volevo chiederti di lavarmi la schiena.”
“L-la schiena?”
“Ma sì, io l’ho fatto con te, dovresti ricambiare il favore, sai.”
“Mpf..cinque minuti!” disse James.

Al sentì i vestiti frusciare alla velocità della luce, James aprì la porta della doccia come se avesse voluto scartavetrarla e entrò.
Al gli dava le spalle, ma l’eccitazione lo colse subito. La consapevolezza che James era dietro di lui, NUDO, gli dava le vertigini.
“I-il sapone è là in fondo.”
“Grazie.”
Per qualche secondo non si sfiorarono nemmeno, poi James gli sfiorò le spalle e Al trattenne il fiato.
“Sei così rigido. Rilassati.”

È una parola, avrebbe voluto dire Al, era pazzesco come quella tensione sessuale non svanisse mai, non importava quanto avessero sfogato i loro istinti.
James cominciò ad accarezzarlo lascivamente per lo stomaco, fino ad aderire schiena contro lo stomaco, gli passò la spugna sul sedere, strofinandolo, si poggiò a lui e Al sentì che era eccitato di nuovo.
“Maledizione..Al..” poi a tradimento gli passò la spugna in mezzo alle gambe, facendogli emettere un grido soffocato.

Sembrava che sentirlo gridare, avesse eccitato ancora di più James che si spalmò contro di lui, abbracciandolo per la vita.
“Lascia che lo faccia  a te.” Spinse Al contro la doccia e glielo prese in bocca, Al chiuse gli occhi, vedeva le stelle.
Venne, nella sua bocca, l’orgasmo lo stordì per diversi secondi, si accasciò sulle mattonelle della doccia.
 
Quando riprese i sensi, capì che era steso sul letto. James lo aveva fatto stendere. Era ancora nudo ma coperto da un asciugamano.
“Jamie..mi hai tirato fuori?”
“Già..”
Si accorse che James era ancora eccitato e ribaltò le posizioni, facendo cadere l'asciugamano.
“Non dovresti fare questi movimenti bruschi, dopo che..,”

“Sta zitto.” Notò che Jamie era ancora nudo e la cosa lo eccitò. Gli salì meglio a cavalcioni e cominciò a massaggiargli il membro fino ad allungarglielo il più possibile, dovette chiudergli la bocca con una mano per impedirgli di farsi sentire.
“Tranquillo..adesso ci sono io..” abbassò di nuovo le labbra sul membro di James e glielo prese in bocca. James sospirò, stringendogli i capelli, questa volta fu ancora più intenso e passionale della prima volta, avevano perso le inibizioni, quella doccia li aveva sciolti ancora di più che la vasca.

“Lo so che sei mio fratello e per questo..sai che spetta a te insegnarmi..”
“Oh, zitto..”
“Voglio imparare BENE..” James gemette e lo tenne ancora più sotto, Al gemette e succhiò ancora più forte , eccitato.
“Cazzo, cazzo, cazzo..Al, perdonami.” Una stretta più forte delle altre e James venne nella sua bocca, ma Al non era scontento, si leccò le labbra. Era quello che voleva.

“Scusami.” Disse lui, sfiorandogli il labbro con un dito.
Al scosse la testa.
“Sai, credo di amarti anche io.”
James lo baciò più profondamente dopo quelle parole. Lo coinvolse in un bacio che durò 15 minuti mentre i loro corpi nudi non si staccavano.
“James! Devi lasciarmi respirare.” Disse Al ridendo, sulle sue labbra.

Aveva il viso stravolto, gli occhi luccicavano, le labbra rosse.
“Voglio vederti quest’espressione sempre così.."
Al rise.
"Come se fossi sempre post orgasmo?"
"No, come se fossi felice..voglio renderti sempre felice.” Disse James accarezzandogli il labbro.
Al non potè fare a meno di innamorarsi un po' di più di suo fratello.  

Lily va da Al



Finora i ricordi erano stati dolci, ma poi James era andato per un po' di tempo a Beauxbatons e quando era tornato....era stato lì che era tutto crollato, Albus aveva sofferto e aveva chiesto a Lily di cancellargli i ricordi, ma non voleva soffermarsi a ripensare a quei giorni. Non poteva. Non era più sicuro di niente e il dolore stava tornando prepotente nel suo petto, ed era per questo che si era rifugiato da Teddy, senza neanche informare Lily.

“Al. Al, FAMMI ENTRARE!” urlò la vocetta stridula di Lily.

Ma lei era testarda. Sapeva essere così testarda e fastidiosa a volte quando voleva esserlo. Al si trascinò fino alla porta per aprirle.
“Lil..” fece per abbracciarla, ma la rossa si staccò da lui.
“NO. Niente coccole! TU – DEVI SPIEGARMI – AL.”
“Lils…”
“NIENTE LILS!  Hai perso il diritto di chiamarmi così, quando hai deciso di ritirarti dalla scuola per venirtene qui in villeggiatura a casa di Ted!”

“È Teddy. E poi perché Jamie può prendersi delle dannate ferie e io no? è forse più speciale degli altri? DI ME?”
Lily sospirò, sedendosi sulla sedia della cucina e togliendosi il suo elegante cappotto bianco.
“Al, ti ho visto soffrire questo mese che James è stato via, anche se ti ho ripetuto più volte che sono stati i professori a decidere questo scambio tra alunni di altre scuole per un mese, è un progetto, una cosa carina, MA TU l’hai presa male, ho cercato di capirti, ma quando poi James è tornato, io pensavo che tu..”

“Hai pensato che dovevi farti i fatti miei, ehh??” chiese Al iracondo.
“Senti, voglio solo capire cosa c’è che  non va. Aiutami a capire. Vi SORPRENDO nell’infermeria, che vi BACIATE, già quello è uno shock enorme, ma l’avevo accettato, ok? Non è come se non lo sospettassi già da un po'..”
“Lily..”

“MA TU POI mi fai quell’assurda richiesta di cancellarti dalla memoria il sentimento che provi per Jamie! NOSTRO FRATELLO.  Insomma, è JAMIE, indipendentemente che sia nostro fratello, chiunque farebbe carte false per farsi amare da lui, e qualsiasi sentimento provi per lui, il fatto che tu voglia dimenticarlo, è per me come una bestemmia, ma ti accontento, perché ti vedo disperato, avrai tempo per cambiare idea, mi dico..finiamo l’incantesimo, mi serviva solo il FINALE, la pozione FINALE, ma tu..tu SCAPPI, così, senza dire niente neanche a me e dopo pochi giorni, ti rifugi qui da Teddy. Cos’è che hai in testa eh? Ti rendi conti come mi sono sentita io, a non poter dire niente a chiunque mi chiedesse cosa ti fosse successo?”
“Lily..”
“Te lo dico io. Come una criminale. Ed è così sbagliato..oh, a quindici anni, non dovrei sentirmi così E non parliamo di come mi sono sentita quando Jamie mi ha chiesto..”
“Non gli avrai mica detto..”

“NO. Non l’ho fatto, ma lo farò, se non mi dici che diavolo ti è preso! Lui ti ha fatto qualcosa? Puoi dirmelo, Al. “
Al scoppiò a piangere.
“Io penso che lui mi abbia tradito, Llls.”
Lily lo guardò basita.
“T-tradito? Ma-m – ma come..Jamie? Ma quando? È tornato qui da pochi giorni e non l’ho visto con nessuna.”
“Quando è andato a Beauxbatons, scema!”

“Ehi, piano con gli insulti, sto cercando di aiutarti, cretino!” poi si addolcì. Si chinò davanti a lui che era seduto su una sedia. “Come sarebbe che pensi ti abbia tradito? Te l’ha detto lui?” gli poggiò una mano sulla gamba.
“N-no..”
“Allora l’hai scoperto?”
“No! No!”
“Al, non capisco..”

“Lui si comporta in modo strano, mi evita, è successo qualcosa che non mi vuole dire, in questo mese. Lo conosco..lui non riesce a togliermi le mani di dosso quando stiamo insieme e..”
“Wow Al..niente dettagli.”
“Scusa.”
“Non ti preoccupare..errrr..magari non gli è successo quello che pensi tu..magari è qualcos’altro..”
“Ne abbiamo parlato e lui ha gridato.”
“Che?”

“Mi ha detto che non ho nessun diritto di fare il geloso, che non sono il suo fidanzato, gli ho detto che lui aveva promesso, mi ha riso in faccia..”
“Non ci credo. Jamie non farebbe mai una cosa del genere.”
“OSI DARMI DEL BUGIARDO?”
“Al, calmati.”
“Vattene!”
“No.”

“VA VIAAA. Torna da lui. Va via. Andatevene tutti all’inferno.”
“Stai perdendo la testa, io capisco che tu sia sconvolto ma..”
“Avrei..avrei dovuto accettare di finire l’incantesimo quando ero ancora in tempo..ma magari SIAMO ancora in tempo..hai..hai portato con te la pozione?”
Lily deglutì.
“LILY!!”

“NO. Credi che stessi pensando a questo, in questo momento? Credevo ti fosse successo qualcosa di grave! Al, calmati, ti prego.”
“Lils, se mi vuoi bene, dammi quella pozione, torna ad Hogwarts e prendila, poi dammela, io smetterò di soffrire e si appianerà tutto.”
“Al, è una via senza ritorno, ora sei arrabbiato, ma potete fare pace, chiarirvi e allora..”
Al dette un pugno al muro.

“È già una via senza uscita. Non lo capisci? Se anche facessimo pace, si ripeterà. Jamie non rinuncerà mai a una vita tranquilla per me, l’ha dimostrato, appena ne ha avuto l’occasione, mi ha tradito e sarà sempre così.. Io non lo voglio rifare un’altra volta quel cazzo di rituale, voglio…voglio compierlo adesso, prima che scada il tempo. Per favore, Lils.”
Lei lo guardò attentamente poi con freddezza disse: “No.”
Al la guardò sconvolto.
“Che significa NO?”

“Significa che ho smesso fi assecondarti, Al, non sono la tua marionetta, io non voglio fare tutto questo alle spalle di James e non lo farò. Se sei così tanto determinato ad andare fino in fondo, perché non vai a dirglielo? Poi accetterò di finire il rituale.” Disse lei bevendo un sorso di vino.
Al la guardò duramente.
“Non credevo fossi così meschina, Lily.”
Lily andò via senza dire più nulla.

Al cominciò a singhiozzare senza sosta.
 
 
 
*

Jamie va da Al

Teddy non era ancora tornato, quando all’improvviso, verso l’una di notte, si sentì una porta sbattere.
Capì che era James, dal suo profumo, quando oltrepassò la soglia della stanza.
“Jamie?? Che..che diavolo ci fai qui?”
“L’uccellino canterino ha cantato, Al.”
“VATTENE VIA SUBITO. TEDDY. TEDDY.”

“Teddy non arriverà, Al, è d’accordo con il fatto che chiariamo tra di noi.”
“NON VOGLIO. VATTENE. TU MI HAI TRADITO.”
James gattonò fino al letto, e gli tenne stretti i polsi, fino a salire sopra di lui.
“E così mi ami così tanto da volere addirittura costringere Lily a fare un incantesimo sulla tua testa per dimenticarmi, Al?”
“Va via. Lasciami.”

“Mi sento lusingato, ma vedi, c’è una cosa che Lils non ti ha detto, può fare una cosa alla tua testa, ma non potrà mai farla al tuo cuore. Per quanto tu possa dimenticare cosa ti ha spinto ad amarmi, non Può FARTI SMETTERE DI AMARMI. Dimenticherai perché, ma continuerai a farlo, soffrendo il doppio, è questo che vuoi? Sei masochista, al?”
Al sgranò gli occhi.
“N-no, lei non può avermi ingannato.”

“Oh, che tenero pulcino, fai tenerezza. Lei ti ha visto così disperato che ha voluto assecondarti, adesso però il gioco si è spinto fin troppo oltre e mi ha detto tutto. Credevi di poterlo fare davvero? Che io non l’avrei mai saputo?”
“Tu sei  andato a Beauxbatons..”

“Certo. E mi sono anche divertito tanto senza di te. Ma è stato anche l’inferno lo sai? O forse credi di essere stato tu l’unico a soffrire? Tutti quei corpi caldi e freddi, ma senza alcuna importanza, significato, uno stuolo di nomi che avevo già dimenticato dopo averli toccati, pur di non pensare a te.” Disse al suo orecchio.
“No..no..”
James gli asciugò una lacrima.

“Chiunque gestisce il suo dolore a modo suo..era te che volevo..”
“Bugiardo..”
“Facciamo l’amore, lascia che ti faccia mio una volta per tutte, poi giuro che non andrò mai più a letto con nessuno.”
“Tu avevi già giurato e non..Ahhh..” gemette Al appena James gli accarezzò il petto.

“Sì..lo sapevo..lo sapevo che non sai resistermi..basta che ti sfioro e ti accendi, non è vero?” gli sollevò la maglia e gli sfiorò il torace nudo, lasciandogli una scia di baci sul suo torace.
“Jamie..non..farlo..”
“Oh, smettila di fingere che non vuoi..”

Al gli strinse forte la testa mentre Jamie affondava con la testa sul suo petto. James respirava il suo odore, mentre si mischiava al profumo tipico di James, quel profumo speziato così particolare dei suoi capelli che arrivò subito alle narici di Al.
“Oddio..Jam..Jamie..”
“Sai..quando ho detto a mamma e papà che ti sarei venuto a prendere, ho omesso con quale maniera ti avrei convinto..”
“Non metterli in mezzo adesso..”
James rise.

“Non ti eccita? Pensare a loro che non sanno cosa fanno davvero i loro figli?”
Al guardò lo specchio dell’armadio che li ritraeva, per un folle secondo gli sembrò di vedere due persone diverse.
“No! Sei solo un perv..”
“Mmm ma guarda, qui qualcuno in basso sembra pensarla diversamente.” Infilò una gamba tra le sue gambe e Al si strusciò contro di lui.

“Mi credi davvero capace di tradirti, Al?” gli disse strusciandosi contro di lui.
“Sì..” gemette.
“Mi credi capace di amarti?”
“N-sssi.”
Lo guardò dubbioso.
“Credi che potrei esserti fedele sempre?” strusciò il viso contro il suo collo.

Al lo guardò. Era indeciso. Tutto  a un tratto Jamie sembrava diverso.
“Jamie..cosa..”
“Rispondi ALLA DOMANDA.” Gli inserì due dita nella sua apertura.
“AHHH..NO..no..aspetta..sss..forse?”
Jamie lo baciò.

“Dove sono stato, Al? Dove?”
“A Beauxbatons.”
“No. Ancora.”
“A..ahhh Beauxbatons.”
James si spinse dentro di lui, facendolo gridare.
“Ancora, Al, ripetilo.
“A Beauxbatons. A Beauxbatons. A Beauxbatons!”

James si era mosso sempre più velocemente, una spinta più forte dell’altra, sconvolgendo Al di piacere, dolore ed estasi, anche James sembrava l’immagine stessa dell’estasi.
Ma poi James si fermò e lo guardò freddamente.
“Addio, Al.” Disse uscendo da lui.
“NO. perché, James, cos’ho detto? Cosa..” lo girò, ma James aveva una maschera di rabbia.
“Dove vai?”

“Me ne vado a Beauxbatons a scoparmi tutta la scolaresca, non mi rivedrai mai più.”
“NO. NON FARLO. TI PREGO.”
Inciampò e finì contro lo specchio, per terra, qualcosa rimbombò contro di lui.  Desiderò strappare il suo riflesso e quell’immagine sfocata e supplicante.
James lo alzò rudemente e si aggrappò alla sua manica.

“Mi troverò una scolaretta, una liceale, faremo tanto sesso e mi sposerò giovane come mamma e papà.“
“NO.”
“Non mi RIVEDRAI MAI PIÙ.”
“NOOOO. Perché FAI COSÌ? Ti prego non andartene, farò qualunque cosa..,qualunque..”
“Farò quello che non ho ancora fatto.”

“Aspetta..cosa?”
“Addio, Al..me ne torno a Beauxbatons.”
“No. Tu non andrai mai li.”
James lo guardò con un sorriso di sfida.
“L’ho già fatto.”
“Non è vero.”
James rise.

“L’ho fatto, sono stato via un mese e non ti ho pensato mai.”
“Non è vero.” Lo afferrò. “Tu non sei stato li.”
“E dove sono stato? Dimmelo Al.”gli alitò in faccia.
“SEI STATO QUI. QUL. QUI. QUI.” ripetè, aumentando di maggiore tonalità ogni parola, poi l'eco della sua stessa voce minacciò di sopraffarlo. La sua testa si stava spaccando in due, non capiva più niente, crollò a terra.
QUI QUI QUI QUI QUI.
No.. vedeva doppio. Che cosa gli stava succedendo?

Si sentì svenire, la vista si sdoppiava e d’un tratto.. James si avvicinò a lui, ma sembrava diverso. Il suo volto era sovrapposto.
Poi tornò sé stesso. Il James gentile che conosceva.
Non c’era più traccia di cattiveria, i suoi occhi erano tornati gentili.
“Sono qui, Al. Sono qui.”
“Lo so..lo so..lo so..”
“Ti amo, Al..”

“An…anch’io..” lo baciò.
Irrazionalmente.
Puramente, deliberatamente.
Gli sembrò di tornare a respirare.
Si baciarono inginocchiati, l'uno davanti all'altro. Tutta l’agonia, la tensione, l’aria che gli mancava, perfino i postumi dell’orgasmo..non erano più li con lui.. come se..
 
 
“James…”

“Come sta?” un’altra voce. Possibile che fosse?
“Al..” una carezza sul viso. Al gli prese quella mano.
“James..”
“Ce l’hai fatta, Al..ce l’hai fatta..”
Qualcosa sembrò rischiararsi nella sua testa.
L’incantesimo.
“Mi fa male la testa.”
“Mi dispiace così tanto..”
“Jamie..tu..non mi hai mai tradito..”

“Né potrei mai farlo..Al..tesoro..” James sembrava stupito e Al capì.
Lui non poteva sapere cosa Al aveva visto, ne era rimasto stupito come e più di lui.
“Mi dispiace così tanto..non avrei dovuto accettare..”
Ad Al tornarono flash di memoria lenti eppure veloci..
 
 

Al ferito dall'ippogrifo

 
 
Era l’inizio del sesto anno di scuola di Al, ma James era leggermente più distante, Lily sembrava sospettare qualcosa e entrava nella stanza quando Al e Jamie erano sempre appiccicati o chiusi in bagno, ciò aveva portato James a essere più nervoso del consueto e a tenere le distanze, ciò aveva portato i due piccioncini a discutere spesso e volentieri, per qualche settimana c’era stata un po' di tensione, anche perché Al desiderava fare l’amore con James che gli diceva che non era il momento.

Fino a quando James non venne aggredito da un ippogrifo. O meglio, stava per essere aggrediti da un ippogrifo, quando Al lo spinse via e venne graffiato al posto suo, su un braccio e sulla faccia.
Gemette, non voleva gridare e cadde sull’erba, James si precipitò da lui, tenendolo fra le braccia e gridando il suo nome.

Al avrebbe voluto che James smettesse di gridare, gli girava tutto. Aveva sperato di vederlo gridare il suo nome, così tante volte, ma sperava che a letto, fosse un suono più celestiale.
Sentì distintamente che acquistava il volume della ragione e che lo prendeva in braccio per correre all'infermeria.
Sembrava un fulmine.
Era uno stallone il suo Jamie.

Chissà se era più veloce di quando volava sulla scopa.
 
 
Poi non ricordò più niente.
Fino a quando non si risvegliò e vide che il dolore era leggermente diminuito.
Jamie gli stringeva la mano e aveva gli occhi pieni di lacrime.

Quei suoi meravigliosi occhi neri,ora sembravano color cioccolato. Ad AL si riempì il cuore di tristezza, al vederli così tristi. I suoi occhi non dovrebbero mai essere tristi. Quando gli occhi di James erano tristi, era come vedere il SOLE spegnersi.
“Non..piangere..ti si rovinano quei begli occhi che hai..”
James si aggrappò alla sua mano come se fosse un naufrago.
“Guarda che lo dico per me, non per te, non mi è mai piaciuto vedere degli occhi tristi..”

James non gli diede il tempo di dire altro, che lo strinse a se e fu come se gli avesse risistemato le ossa e la circolazione meglio di un ossofast.
“Jam..non fare così , non sto mica morendo…oppure si?”
“Sono un idiota, uno scemo, un babbeo, uno stronzo..”
“Concordo..”

“Eppure ti non smetti di preoccuparti per me..ti sei messo anche davanti a quella belva feroce pur di proteggermi..”
“Perché la fai sembrare una cosa tanto brutta?” Al credeva che James stesse davvero esagerando, in fin dei conti l'aveva toccato solo di striscio e da quanto gli sembrava di intuire, la ferita era già quasi rimarginata del tutto, aveva appena un graffietto.
“Al, sono IO il maggiore..dovrei essere IO a proteggere te.”
Al rise.
“Ah ecco sapevo che c’era il trucco..sei solo offeso perché ti ho privato per una volta del ruolo di fratello maggiore protettivo..”

James gli prese il viso tra le mani.
“Ti amo.”
“Ti amo anche io. Anche se sei uno scemo.” Aggiunse.
“Senti ancora male? Da qualche parte.”
“Perché? Vuoi fare qualcosa?”
James lo guardò.
“Ma non pensi ad altro?”

“Tu sei la mente, io il braccio o la bocca.. a seconda dei casi..dico quello che non hai il coraggio di dire te.” Lo provocò e James si leccò le labbra.
“Ancora non riesco  a crederci.”
“A cosa?”
“Anche così..sei così bello..” lo accarezzò sul torace facendolo inarcare. “Potresti avere chiunque ma scegli di darti a me..potresti fare l’amore con chiunque ma vuoi che sia io..”
“Non credevi che lo volessi davvero?”

James si morse le labbra, poi gli sollevò la maglia e morse i suoi capezzoli sensualmente.
Al gemette felice.
“Siamo..in un’infermeria.”
James si sdraiò su di lui.
“Ed è molto eccitante il modo che posso usare per farti passare il dolore..”

“Quale dolore? Io non sento più nnnn..” Ed era un miscuglio di piacere, estasi, baci e tocchi.
 
Fino a quando Lily non arrivò, aprì la porta dell’infermeria e li trovò con le labbra incollate e James su di lui, che si strusciava in modo inequivocabile.
Loro scattarono all’indietro, James cadde anche sul pavimento, Al si coprì gli occhi con le mani.
 
Da quel momento fu tutto molto confuso. Sembrava quasi di vivere in una dimensione parallela.
Lily aveva visto chiaramente loro due baciarsi e aveva anche visto che James era caduto e si era accorto della sua comparsata, ma Al sosteneva di no.
Al avrebbe giurato di aver notato Lily correre via come se avesse visto un fantasma.

Su ciò di cui James si era o non si era accorto, era avvolto nel buio.
Era caduto sul pavimento oppure lo stava ancora baciando?

Si sommano queste due cose insieme, confondendolo e facendolo vivere come in due mondi diversi.
 
 

*

“È normale che tu sia confuso, è l’effetto dell’incantesimo, ma tra poco passerà.” Lo rassicurò James.
Al si strinse a lui, era ancora tra le sue braccia, erano comode le sue braccia e la sua felpa larga bianca, così calda, ma forse era lui ad essere così caldo e morbido.

“Non ho mai chiesto a Lily di farmi un incantesimo della memoria, vero?” domandò Al, guardando James.
Lui si illuminò e Lily di riflesso.
“Esatto.” Gli accarezzò i capelli.
Al sospirò contento.
“L’illusione..abbiamo creato un’illusione..”

“Siamo stati sciocchi..non avremmo dovuto..questa cosa ti ha fatto del male..” disse James affranto.
“No. Non siamo stati sciocchi. Al, cosa hai visto mentre eri preda dell’allucinazione? Hai visto dei volti sovrapposti?” gli chiese Lily.
Al la guardò per secondi interminabili, poi rispose tremando: Sì.”
“E tu?? Tu eri diverso?” gli chiese ancora.

Al si guardò nello specchio e disse ancora tremando “Sì.”
Lily e James si guardarono consapevoli.
“Riposa, poi ne parleremo meglio.” Disse Lily.






















Note dell'autrice: eccomi ragazzi!! Alloraaaaaaaaaaaa ci avevate creduto???? AHAHHAAH MA NOOOOOO XD 
non AVREI MAI POTUTO scrivere una cosa così scontata come James che tradisce AL LOL xd
oltre che non mi piace scrivere di tradimenti, sarebbe stata una cosa davvero banale, non credete??
Ora lo so, LO SO che al momento siete confusi, ma fidatevi!.
Pensavate davvero che avrei messo una così grossa, come Al che vuole scordarsi dell'amore per James e poi..ne me fossi dimenticata?
ahhahha xd l'incantesimo non è così potente da farlo scordare anche a me ahha xd
no, c'è una ragione per tutto, anche con le contraddizioni che avete letto qui, da qui si capisce che forse forse James non è mai stato a Beauxbatons, ma cos'è successo davvero ? Davvero Al si è messo d'accordo con i due per autoinfliggersi quest'allucinazione? Ma perchè? Sarà spiegato tutto, ve lo promett,

ora però una cosa IMPORTANTE: a partire dal prossimo capitolo, la storia RICOMINCERÀ DA CAPO ma non più dal punto di vista di Albus che racconta, ma dal punto di vista dell'autore! questa scelta è stata fatta per un motivo, è l'unica maniera per ripristinare la timeline originale, senza ricordi falsi o avvenimenti che non sono mai successi, di mezzo...è chiaro infatti oramai che alcune cose sono successe davvero altre no, il racconto di Al è confuso, quindi per avere una timeline corretta, ritorniamo dall'inizio, come dice il titolo della stori, ma non sarà un copia e incolla! In parte sì, ma per la maggior parte ci sarà anche una revisione importante dove vado a colmare molti buchi di trama. Spero vi piacerà!

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Capitolo 4
*** Lo smistamento di Albus e James ***


Avviso: ho fatto un polpettone di spiegazioni, rendendo il tutto solamente, l'ho capito solo ora, ancora più confuso, bene, dopo aver tanto riflettuto, stavolta ho cancellato sto polpettone e mi limito a dire che per capire come mai la storia da questo punto sta ricominciando da capo, andate a leggervi le note finali del capitolo 3 xd lì la cosa è spigata molto bene e soprattutto in maniera concisa xd non ci saranno ulteriori avvisi e rimarcare questa cosa, per non annoiare i lettori con stupidi e ripetuti avvisi dove ripeterei sempre la stessa cosa. Buona lettura *_* <333






“Mi scriverete, vero?” chiese Albus. L’idea di separarsi dai genitori lo faceva stare male.
“Tutti i giorni, se vuoi.” Disse Ginny.
“Non proprio tutti. James dice che gli altri ricevono lettere da casa una volta al mese.”
“L’anno scorso gli scrivevamo tre volte a settimana.” Precisò Ginny.
“E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts. A tuo fratello piace scherzare.” Disse Harry.
 
La discussione si spostò su Ron che aveva a quanto pare confuso l’esaminatore, Ron che diceva a Rose di rendere la vita impossibile a un ragazzo di nome Scorpius.
Albus lo guardò incuriosito, cercando di capire a come avrebbe potuto reagire alle provocazioni della cugina.
“Sì, a me non importa di dormire con Al..Teddy può prendere la mia stanza!”
Al si riscosse precipitosamente Di Cosa stavano parlando? Dormire con lui?
Ma James intendeva nel suo letto? Quindi avrebbero dovuto stare appiccicati?
“No! Tu e Al starete in stanza assieme quando vorrò far demolire la casa.” Disse Harry.
Al sentì suo malgrado una nota di delusione che non volle approfondire.
 
 
Dopo i saluti con i genitori, vide che James era già sparito alla visuale. Sospirò. Sperava almeno che avrebbe trovato degli amici, era contento che avrebbe avuto i suoi cugini li, ma sperava di incontrare qualcuno di nuovo estraneo alla famiglia.
Scelse uno scompartimento vuoto, e stranamente dopo si affacciò un biondino.
“Posso?” chiese timidamente.
Al lo guardò con tanto d’occhi. Era proprio il bambino di cui zio Ron stava parlando.
“Oh, scusa. Non volevo disturbare. Me ne vado subito.”
“No, no, che fai? Vieni qui, dai, almeno mi fai compagnia.”
“Oh, allora grazie.”
Si sedette e Al trovò che era davvero tenero con quella frangetta bionda spiaccicata sulla fronte.
“Io son Al, Al Potter.”
“Io Scorpius Malfoy.”
Era davvero carino. Al sperava che Rose non lo avrebbe preso in giro, non riusciva ad immaginare che potesse rispondere male a chicchessia.
 
Dopo un po', i due ragazzi riuscirono a sciogliersi.
“Non so che cosa sono questi videogames. Sono divertenti?”
“O, puoi scommetterci! Mio padre è cresciuto con i babbani e ha sempre voluto che mi divertissi con tutte le cose che lui da bambino non ha potuto comprare. “
Si pentì subito di averlo detto. Magari lui odiava i babbani come suo padre.
“Mi piacerebbe davvero tanto vederli.”
“Qui non posso portarli, troppa magia non li farebbe funzionare..o almeno così dice mio papà..non ha detto proprio questo, ma insomma..”
“Sì, ho capito. C’è troppa magia a Hogwarts. Infatti non lasciano usare neanche i cellulari e i computer.”
Albus lo guardò con tanto d’occhi.
“Li conosci?”
“Sì, mio padre me ne ha parlato, anche se aveva una faccia un po' strana..mi ha detto che se voglio imparare a usarli, posso farlo, solo..non a casa. Ha detto che non vuole essere come il nonno..lui..è in prigione perché odiava i babbani, e..”
Ad un certo punto guardò Al con tanto d’occhi e sembrò impallidire.
“Che c’è? Ti senti bene?”
“Tu.tu..hai detto che di cognome ti chiami “Potter.”
“Sì.”
“Tuo padre..è Harry Potter??”
“Ehm..sì?”
Scorpius si alzò subito da li come scottato.
“Cosa fai?”
“Scusami, scusami se ti ho disturbato. Me ne vado subito.”
“No! Perché? Rimani! Non mi dai fastidio!”
“Non hai capito chi sono io? Sono il figlio di Draco Malfoy! Tuo padre e il mio erano NEMICI  a scuola. Mio nonno lavorava per il mago che ha reso la vita impossibile a tuo padre. Fidati, non molti mi vogliono vicino e di sicuro non tu.”
L’espressione di Al si fece triste.
“Guarda che lo so chi sei. Lo so da quando ti ho visto. Mio zio Ron ti ha visto alla stazione.”
Scorpius si irrigidì.
“Lo sapevi?”
“Sì. E non mi importa. Non penso sia mio nemico, non penso neanche che mio padre e il tuo fossero nemici! Per me nessuno dei bambini che vedremo a scuola è un nemico!!”
Scorpius lo guardò con tanto d’occhi.
“Questo mi rende ridicolo?”
“No, solo..SPECIALE.” disse Scorpius sorridendo.
“Rimani. Per favore.”
“Solo se continui a parlare..mi piace ascoltarti.”
 
 
Parlarono e parlarono e si sciolsero molto, scoprirono di avere molte cose in comune e che entrambi non vedevano l’ora di conoscere Hogwarts, nonostante fossero entrambi facenti parte di due famiglie di maghi, era come se avrebbero conosciuto la magia per la prima volta.
Mentre mangiavano dolci e panini, Albus pensò con dolcezza che era proprio così che si erano conosciuti suo papà e il suo migliore amico, Ron.
Sperò che non arrivasse nessuno a guastare loro la festa.
Ad un certo punto sentì il desiderio di prendere qualche bevanda e aprì lo scompartimento per andare in corridoio.
Lì, urtò contro il braccio del fratello.
“Ehi, Al! Ecco dov’eri finito. Ragazzi, questo è il mio fratellino.”
Gli mise un braccio intorno al collo e Al arrossì sotto lo sguardo di tutti.
“Sei pronto a essere smistato in Grifondoro?”
Al si divincolò.
“Con te? Giammai?”
Risero tutti.
“Tu a Grifondoro! Finirai di sicuro con i Tassi! Ti stavo solo prendendo in giro.”
“Non è una novità.”
“Andiamo.” Disse agli altri del suo gruppo.
Al sentì il cuore battere forte. Perché suo fratello faceva così? Perché lo derideva con i suoi amichetti illudendolo che lo voleva nella stessa casa, quando non faceva altro che deriderlo? Quando era palese che non lo volesse attorno tranne che per prenderlo in giro.
Per un attimo si era illuso davvero che lo volesse nella stessa casa.
“Chi era quello?” chiese il suo nuovo amico.
“M-mio..fratello.” disse Al.
Non aveva fatto fatica a farsi subito dei nuovi amici. James era così. Una falena.
Illuminava chi voleva, bruciava chi voleva.
Per quanto riguarda lui..aveva perso il conto delle volte che si era sentito riscaldato dal suo calore, per poi accorgersi troppo tardi che stava bruciando.
Adesso, aveva timore di farsi toccare da lui.
 
 
 
 
*
“Wowww. Al, il soffitto è meraviglioso. È come la notte.”
“Già..e pieno di stelle..” disse il ragazzino.
“Speriamo di finire in casa insieme eh?”
“Sì, lo spero tanto.” Ed era sincero.
“Tu speri di finire in casa con tuo fratello?”
Al si voltò verso James.
“Non lo so. Se dobbiamo litigare sempre come a casa, preferisco di no.”
Ma dentro di lui, sperava di sì, invece.
 
E invece era stato smistato in Serpeverde. Lo aveva sperato e dentro di sé , si odiava perché forse il cappello parlante lo aveva accontentato. Lui voleva finire nella stessa casa di James e ora lui lo odierà.

Cercava di cullarsi nelle rassicurazioni che suo padre gli aveva fatto, quando gli aveva detto che non c’era niente di male, perché due dei presidi della sua scuola più importanti e buoni del mondo, portavano il suo nome e uno di essi era stato a Serpeverde.

Sì, peccato fosse anche stato un mangiamorte, era innamorato della nonna ed è stato la causa principale per cui loro padre era orfano.
Ma Al si sforzava di non pensarci, voleva fidarsi delle parole di suo padre, VOLEVA FARLO.
E poi desiderava COSÍ TANTO discostarsi dall’immagine di copia sputata di suo padre.

Non gli piaceva assomigliargli così tanto, malgrado fosse biondo e con gli occhi azzurri, da essere comunemente accomunato a lui, per tutto, nonostante fosse James quello ad avere i capelli corvini come i suoi.

Ma lui, lui aveva gli occhi di Lily, come si ostinava a ripetergli sempre.
Al non avrebbe mai creduto possibile che suo padre un giorno avrebbe potuto fare al suo stesso figlio quello che lui aveva subito per anni, per colpa dei suoi maledettissimi OCCHI.

Ma forse è proprio vero che quando cresci, dimentichi cosa vuol dire essere bambino, e ripeti gli stessi errori su qualcun altro.
Semplicemente dimentichi, o forse è il karma, chi lo sa.

Fatto sta che anche lui ora pagava pegno, solo per degli stupidi OCCHI.
In realtà non potrebbe essere più diverso da Harry Potter, non è stato neanche in grado di andare a Grifondoro.
Ma forse l’ha fatto di proposito per discostarsi in realtà da un’aspettativa che sapeva già che non avrebbe potuto mai soddisfare?
Insomma, non era come Harry.

Lui si è affacciato al mondo della magia, senza sapere NULLA e aveva il terrore della magia oscura, di diventare un mago oscuro, aveva quindi PREGATO di non andare li ed era stato accontentato.
Ma Al, come James e come Lily, erano cresciuti nel mondo della magia, erano stati cresciuti sentendosi dire che anche chi va in Serpeverde può essere buono. Come Draco Mallfoy che si era ravveduto, come lo stesso Piton.

Insomma, il tempo di queste sorta di razzismo tra case se non era già finito, stava per tramontare.
Non era più come una volta.
E lo stesso Al, non voleva essere una copia sputata di suo padre voleva essere speciale, originale, DIVERSO.

Voleva essere a Serpeverde per scoprire sempre di più la conoscenza, spingersi al limite di essa, certo senza diventare un mago oscuro ma nemmeno un mollaccione.
 
Eppure, provò una sorta di brivido di senso di colpa, quando incrociò lo sguardo glaciale di suo fratello, quando si sedette alla tavolata.

Perdonami… pensava pieno di sensi di colpa.
 
 
*
James non osava crederci. Il suo fratellino a Serpeverde? No, non era possibile. Come era potuto succedere? Il racconto sui fratelli Black gli risuonava nella mente, talmente ostile da fargli male alle orecchie. Era una storia che loro padre gli aveva raccontato, di come alla fine Regulus si ravvedette, nascondendo il medaglione che era un horcrux. Ma la cosa che aveva più colpito James, era il fatto stesso della storia dei fratelli. L’aveva colpito così tanto perché anche lui aveva un fratello piccolo! Temeva che potesse fare la stessa fine di quel ragazzo se non lo avesse tenuto sempre sotto occhio, forse poteva sembrare paranoico, ma Sirius non aveva pensato questo, quando aveva deciso di fregarsene del fatto che Regulus era finito a Grifondoro, lo aveva mandato via, e poi era successo quello che era successo.
 
 
Dopo la cena, Al si sentì afferrare da un braccio e quasi gridò.
“Te ne vai senza neanche un saluto della buonanotte?”
“James??? Che stai facendo? Lasciami!! Sei impazzito!”

“Io?? Direi che TU sei impazzito!! Scegliere quella casa! Puah!”
“Ma che stai dicendo, sai benissimo che è il cappello a..”
“Non mi prendere per il culo, Al. Sai che non mi piace essere scurrile ma tu sembri far di tutto per tirare fuori questo di me, ho solo una domanda da farti, sei contento ora, che non saremo nella stessa casa? Che non ci sveglieremo mai insieme e..”

“Oh, fammi il favore!! Sembri un ragazzino piagnucoloso!” disse Al, sforzandosi di non piangere.“Insieme? Ma se a malapena mi guardi quando sei a casa.”
“Questo non è vero..” digrignò James a denti stretti.
“Si può sapere cosa vuoi da me? è stato il cappello a scegliere, fine della storia! Saremo comunque sotto lo stesso tetto e sempre che non mi consideri ormai un cane rognoso, puoi sempre venirmi a trovare!!”
James si paralizzò a quella risposta.
“Oh, sempre se il grande James Sirius Potter non è così superiore da non volersi mischiare a un branco di schifosi Serpeverde, è questo che pensi vero? Ti fanno schifo e ora ti faccio schifo anche io, beh, non mi stai mostrando nulla di nuovo, come se ti fossi mai realmente piaciuto, poi..”
“Non dire amenità!!”

“Non le sto dicendo! Tu non fai altro che prendermi in giro, anche prima di essere smistato, sapevo già che non avrei dato lustro al buon nome dei Potter, non è così? Oh, proprio tu che ci tieni così tanto alle tradizioni, lo sai, vero, te lo RICORDI che porti il NOME di uno cui tutta la tua famiglia è stata a Serpeverde? “
“Ma lui è stato a Grifondoro, ma non nominarmi Sirius, adesso, che c’entra, non è questo il discorso..”

“Insomma, che cosa vuoi da me, James, si può sapere!! Non resterò un secondo di più a farmi insultare da te, non ho bisogno di sapere che ti ho deluso, come probabilmente ho deluso papà e tutta la nostra famiglia perché non sono stato smistato a Grifondoro! Chi diavolo se ne frega!!”
James fece una faccia mortuaria.

“Io avrei voluto fare questo percorso insieme a mio fratello..ma vedo che hai preferito un’altra scelta..beh, fa niente. Cullati pure in questa casa, che ti fa sentire LIBERO..vedremo come sarà, ma non venire poi a lamentarti da me, se ci allontaneremo, è quello che hai voluto tu.”
Ma ti senti quello che dici?? Solo perché sarò in un’altra casa?? È ancora James che sta parlando o forse è Sirius?”
James impallidì a quel nome.
Non avrebbe dovuto dirlo. Perché l’aveva fatto? Era irrispettoso…era..sì, James pensava dentro di sé che forse avere il suo stesso nome, lo rendeva forse un po' troppo sensibile alla storia sui fratelli Black, era per questo che ne era così ossessionato? Ma lui non era come Sirius, no.

“Ti sei almeno reso conto che gli somigli sempre di più? Anche lui ha cominciato a odiare suo fratello perché era a Serpeverde! L’ha odiato fin quando lui..è morto. E anche DOPO.”
“Io..Albus, dove vai, Non ho ancora finito!”
Albus però era già corso via.
 




Rose era molto contenta di essere arrivata a Hogwarts, ma odiava il fatto che James fosse triste per il fatto che Albus fosse stato smistato in una casa diversa. Lei sapeva bene che i fratelli anche se litigavano sempre, erano comunque molto uniti.

Chissà come avrebbero potuto fare faville se Al fosse stato smistato a Grifondoro.. pensò lei sospirando, dirigendosi verso il divanetto in cui il suo affascinante cugino fingeva di leggere un libro nella sala di Grifondoro.
“Ehi, tira giù i piedi dal divano.” Lo rimbrottò con un sorriso la cugina.

“Faccio quello che voglio.” Disse lui.
“Gne, gne, gne.”
James la guardò stranito, poi arrossì imbarazzato.
“È solo che..sto più comodo.”

“Lo immagino, ti permettono di vestirti con quei jeans?” gli chiese lei, guardando i jeans neri laccati con una stoffa morbida che lo rendevano fascinoso anche solo a 12 anni.
“Ormai mi conoscono.” Disse lui scrollando le spalle. “Volevi parlare di qualcosa?”

“Sì, vorrei parlare di Al.”
James fece una smorfia.
“Non ho voglia di parlare di quel traditore.

“Ma ti senti?? È tuo FRATELLO!”

“Sa benissimo quanto il suo arrivo sia guardato da tutti, sa benissimo che tutti sanno di chi è FIGLIO e che è mio fratello! E cosa fa?? Si fa smistare a Serpeverde!! Che gran bella trovata! Adesso ho pure io tutti gli occhi puntati addosso!! Grande!!”
Rose sorrise.
“Grande davvero. Non dirmi che il fascinoso James non si sente lusingato.”
James sorrise, ma poi si ricompose.

“Esatto. Per niente! Un conto è se sono al centro dell’attenzione per merito mio, un conto è esserlo perché tutti parlano di mio fratello!!”
“Jamie, parlano di Al perché è figlio di vostro padre, lo sai.”
“Questo PRIMA che parlassero di lui perché il FIGLIO del salvatore del mondo magico, ha avuto la brillante idea di farsi smistare a Grifondoro!!”
“Non l’ha scelto lui, il cappello ha scelto per lui!”

“Col cavolo!! Ce l’ha detto papà ancora prima di arrivare sul treno, ok? Se Al non voleva Serpeverde, poteva dirgli di no, come papà gli ha chiesto infatti anni fa allo stesso cappello!! “
“Credi che Al non volesse stare a Grifondoro?”
James si strinse nelle spalle.
“Non lo so. Ma spero abbia detto quello piuttosto che chiedere di andare a Serpeverde.”
Rose lo guardò stranita.
“Perché Al avrebbe dovuto chiedere di andare li?”

“Perché? Magari per sfidarmi. Per sfidare la famiglia, Al è fatto così. Vuole sempre fare il contrario di tutti. Lo fa sentire SPECIALE.”

“Pensi che la sua voglia di sentirsi speciale, sia più forte anche del desiderio di stare con te?”
“Di sicuro! L’ha fatto proprio apposta.”

“Jamie, se questo ti fa star male, devi andare a parlargli..” cercò di prendergli la mano, ma James la mancò.
“Col cavolo!! E poi noi non siamo quel genere di fratelli. Sai cosa mi ha detto? Eh? Mi ha accusato di essere ossessionato da Sirius, il padrino di Harry! Di stare diventando come lui. Di odiare lui, come Sirius odiava Regulus.”
“Oh, Jamie..mi dispiace tanto.”

“Non te lo dico perché voglio essere consolato, solo per raccontartelo. Non merita che io vado li a parlargli, anzi sai che ti dico? È molto meglio così. Non lo voglio tra i piedi. E ora me ne vado a letto. Se qualcuno vuole sapere perché mio fratello è finito a Serpeverde, digli la stessa cosa che ho detto io, perché è uno stronzo!” e dicendo così andò nei dormitori senza voltarsi indietro.
 
 
 
 
*
Al si sentiva in colpa nei confronti del fratello e dei genitori, come avrebbe fatto a spiegare loro in che casa era finito? Come l’avrebbero presa? Non aveva davvero chiesto di andare né a Grifondoro, né a Serpeverde, aveva solo pregato di stare insieme sia a Scorpius sia a James.
Voglio stare insieme a Jamie..ma anche insieme a Scorpius..per favore..per favore..

Il cappello ci aveva pensato su per due esatti minuti, poi aveva gridato Serpeverde.
Si era ritrovato molte volte a provar una certa curiosità per la casa Serpeverde, è vero, ma quando si trovò sotto il cappello, non aveva pensato niente di queste cose, perché voleva stare insieme a suo fratello e al suo nuovo amico.

Ma lui venne smistato a Serpeverde e corse al tavolo senza farsi vedere piangere, con il cuore diviso a metà, senza osare incrociare lo sguardo deluso del fratello.
 

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Capitolo 5
*** I primi giorni e la rissa ***


Il giorno dopo, Albus si sentì urtare la spalla da qualcuno, mentre si dirigeva verso la Sala Grande.
Si girò, pronto a chiedere scusa, ma si accorse che era suo fratello che lo guardava sorridendo.

“Com’è andata la notte con le bisce?”
“Molto più tranquilla di te con i leoni, suppongo, hanno ruggito tutto il tempo, scommetto.”
“No, invece. Non l’hanno fatto.”

“Davvero? Strano, un comportamento inusuale per loro. Non è quello che fanno sempre?”
“Meglio ruggire che strisciare, non credi?”

Al si sentì indispettito di non riuscire in quel momento a trovare una risposta pronta, James lo guardò soddisfatto e si avviò da solo.

Lo guardò per tutto il tempo della colazione con suo grande disappunto, anche perché i Serpeverde continuavano a chiedergli cosa avesse quel ragazzo da fissarlo in quel modo, Al dovette rispondere che era suo fratello e lo guardarono un po' con un misto di comprensione e pena. Al immaginò che alcuni di loro fossero abituati alle faide tra fratelli che venivano assegnati a case diverse.
I giorni passarono e James continuava a stuzzicare Albus, quando era con i suoi amici, magari lo salutava con “Hello, piccola serpe.”
Una volta gli arrivò una lettera in camera.

“Hai già detto a mamma e papà che sei amico di Mlafoy? Fai una cosa giusta e dillo a Ron, voglio sentire com’è fatta una strillettera a colazione.”
“Al, cosa stai leggendo?”
Al aveva fatto a pezzi il foglio.
“Erano solo degli appunti per trasfigurazione, che avevo fatto, ma fanno schifo. Devo rifarli.”

Scorpius lo aveva guardato con sospetto.
“Mi stai dicendo la verità?”
“Certo!”
“Allora il rumore che ho sentito dal bagno, non era quello del gufo che è venuto a portarti una lettera vero?”
“Certo che no! Ti sbagli!”
“Eppure mi sembrava proprio di aver visto un gufo andare via dalla finestra della nostra camera.”

“Ecchecavolo, Scorpius! Sei più pesante di James! Alleatevi, fareste una bella coppia!!” sbottò Albus sul letto.
Scorpius sorrise.
“Non credo, sai, di certo è un bel ragazzo, ma credo di essere etero e meno male, prendersi una cotta assurda per un altro etero , per di più così con un brutto carattere e che ha la fama di sciupa femmine a solo dodici anni..è una gran bella grana.”

“Scusami. Non dovevo gridare..”
“Quindi è per colpa sua, che stai così?
“Vuole che faccia sapere ai miei genitori, che sei mio amico, in modo da sentirmi arrivare una strillettera a colazione. Non è perché ti odia, ma perchè si diverte a veder sclerare mio zio.”
Scorpius si mise a ridere.
“Ma cosa ridi?? Ti sembrano cose da ridere??”
“Sarebbe uno spettacolo divertente.”
“Non ti dispiace che dicano così? Non sei arrabbiato?”

“Mio padre è Draco Malfoy, sono abituato ai pregiudizi e no, sinceramente lo trovo divertente, non devi arrabbiarti, io non sono arrabbiato.”
Lo abbracciò e Albus si strinse a lui.
“Io non voglio che litighi con i tuoi genitori, se la strillettera ti ferisce, possiamo fare così. Non siamo più amici, basta che non stai male.”
“Cosa? Ma cosa stai dicendo? Allora non sei davvero mio amico!”
“Ma…no..io volevo solo..farlo per te.”

“Io non voglio che smettiamo di essere amici!!”
Scorpius lo guardò sorridendo.
“Bene. Wow. Sono contento. Cercavo di fare il gradasso ma dentro..speravo lo dicessi.”
“Perché sei stupido.”
“Lo so. Me lo dicono in tanti.”
E si sorrisero.
“Ehi, Al, se vuoi, possiamo scrivere la lettera insieme, eh? Ti aiuto io.”

“Davvero? Grazie, non sai come mi sollevi!”
“Avanti, iniziamo.”
“Cosa? Adesso?”
“Chi ben comincia è a metà dell’opera, avanti! Comincia tu”
 
Cari mamma e papà, come ben sapete, sono capitato a Serpeverde, James mi ha già preso in giro abbastanza per questo, so che mi avete detto che non importa e vi ringrazio. Volevo anche dirvi che ho fatto amicizia con un ragazzo. Si chiama Scorpius Malfoy.

Si dice proprio Scorpius, non sono uno scorpione, lo giuro. Con tutta questa faccenda delle serpi, si potrebbe fare un po' di confusione. Ogni volta è una tragedia! Mi chiedono tutti: come hai detto che ti chiami? Scorpione? Ma amo il mio nome, non lo cambierei mai!”
Vedete perché mi piace? Ha sempre una parola che mi fa ridere. Imparo tanto da lui e anche dai Serpverde, non sono male, ero terrorizzato di finire qui, ma adesso sono contento, anche se James fa di tutto per prendermi in giro e fare occhiatacce a Scorpius.

Ed è un gran peccato, perché a me sta simpaticissimo! È così divertente quando ci squadra con gli occhi, gli ho anche proposto di farci dei ritratti così può continuare a guardarci quando vuole, anche quando non ci siamo, ma mi ha risposto in maniera così colorita che credevo il ritratto fosse stato già fatto, e a colori! Davvero, mi sta simpaticissimo, dico sempre a Albus di non prendersela, un po' di sana gelosia fraterna è meravigliosa da vedere.

Sappiate che ho minacciato Scorpus di cancellare queste ultime frasi, ma ha buttato le penne giù dalla finestra. Abbiamo lottato per prenderle in giardino. Si è appena guadagnato una serie di scherzi da qui a un mese.
No, non abbiamo tempo. Dobbiamo allearci per gli scherzi a James!
Ho trovato qualcuno che mi aiuta a farlo imbestialire. È così divertente!
 
Al e Scorpius furono molto soddisfatti della lettera, soprattutto quando gli arrivò la risposta in cui Harry disse che lui e Ginny avevano riso per tutto il tempo e che era divertente anche se inaspettato questo sodalizio e che Ron l’aveva presa meglio di quanto sperassero.
James prese male la cosa e per vendetta cominciò a fargli tutta una serie di scherzi.

A lezione di pozioni, gli arrivò una pallina di carta sopra la spalla.
“Ma cos’hai, cinque anni?” gli mimò con le labbra.
Uscendo dalla classe si trovò un serpente di gomma in corridoio, vide James che sghignazzava da un angolo e Albus con la magia glielo rispediva indietro, scatenando le risatine generali tra le case.
 
Aspettò l’indomani, sapendo tramite gli elfi che James sgattaiolava sempre nelle cucine, per mangiare prelibatezze e dolci, fece mettere quindi un drago giocattolo di gomma, che ruggì una volta aperto il frigo.

“AL! QUESTA ME LA PAGHI!” gridò, mentre Al fuggiva dalle cucine per non farsi scoprire.
La stessa sera, decise di incantare il piatto di James, in modo che quando si sarebbe preparato a mangiare, un grosso ruggito di leone, lo avrebbe assordato.

James si spaventò così tanto che cadde all’indietro dalla sedia, poi si voltò verso Al, che lo guardava con un sorrisino, colpevole, ma un po' preoccupato, non si aspettava che cadesse e sperava non si fosse fatto male, gli disse solo "Volevi sentire come fa una strillettera. L'ho fatto per te." ma il senso di colpa, durò poco, visto che lui con la sua bacchetta magica lo aveva di riflesso fatto cadere di conseguenza.

Albus cadde con un capitombolo e ormai tutti gli studenti stavano guardando loro, ridendo e confabulando, e applaudendo, richiedendo altri round.
Ma la Mc Granitt si seccò.

“ADESSO BASTA! SMETTETELA DI FARE TUTTO QUESTO CASINO. NON SIAMO IN UN ASILO BABBANO.”

Poi la Mc Granitt aveva visto i due Potter a terra e aveva sospirato.

“Due Potter. Avrei dovuto aspettarmelo. Le vostre generazioni mi perseguiteranno in eterno e benché siete una ottima distrazione nei momenti di noia, dovreste davvero darvi una calmata e smetterla di comportarvi come due cuccioli di gazzelle non addomesticati.”

James e Albus arrossirono al richiamo, anche perché tutti stavano ridendo, ma Al cercò lo sguardo di James come per ringraziarlo.

Sapeva , aveva capito che quegli scherzi, erano un modo per dirgli che non lo odiava per il fatto che era a Serpeverde. Era fatto così suo fratello, James, era incapace di eccessivi sentimentalismi, ma ti faceva capire che ti voleva bene e ti considerava a modo suo.

E in quel momento una scintilla profonda di amore, divampò in lui.
 
 
Fu quando si allontanò nei corridoi, che arrivò il dramma.

Albus percepì distintamente due di Serpeverde e un altro di Tassorosso che parlavano di lui.

Non riusciva ad afferrare le sue parole correttamente, ma stavano parlando dello spettacolo che aveva dato in classe.
Dicevano che lui era davvero un mollaccione perché si faceva fare tutto da suo fratello, ogni scherzo, senza reagire mai.

E allora ecco che erano subentrate battutine stupide.
“In fin dei conti si chiama Severus, sarà il suo karma che anela nel prenderle.”
Al cominciò a tremare di rabbia. Una volta di più odiò il suo nome.

Poi loro proseguirono, dicevano che Al era un mollaccione, che James era uno tosto, che tutti ammiravano, ma Al era troppo molle, non stava bene neanche a Serpeverde, non faceva che fare figuracce, non dava prestigio alla sua casa e aveva fatto sfigurare tutti nella sua famiglia, i Potter, andando a Serpeverde.

Ridevano.
James era sconvolto. Come osavano parlare in quel modo di suo fratello? Lui era l’UNICO, l’UNICO che poteva insultarlo, non dovevano permettersi di farlo gli altri. Non dovevano permettersi di deriderlo o ferirlo.
E Al sentì gli occhi gonfiarsi di lacrime.

Un conto era se JAMES lo prendeva in giro, ma loro..

Un rumore e dei tonfi sul pavimento, lo obbligarono a girarsi.
JAMES.
 
Li aveva stesi a terra con un pugno, mentre li guardava con un’espressione glaciale che gli fece accapponare la pelle.
“JAMES. MA CHE FAI.”
James sembrò non averlo sentito.

“A parte il fatto che L’UNICO che si può permettere di prendere per il culo mio fratello perché sta in quella casa di sfigati, SONO IO, ma tu devi essere un Serpeverde, non è vero? Vergognati! Parlare alle spalle, neanche in quella casa fetida sarebbero contenti di avere uno sfigato cagasotto e coniglio come te. Fossi in te, io chiederei asilo in casa di quest’altro stronzo. Tasso, non è vero? I tassi sono animali UTILI, scavano le buche, si nascondono, ma non sono così biechi da parlare male di un Serpeverde con un altro Serpeverde. Non so chi dei due mi fa più vergogna, non siete degni di appartenere alle vostre case, io istituirei un’altra casa, la chiamerei la casa della vergogna e metterei voi due come primi abitanti.”

Era incredibile che gli avessero lasciato finire tutto il discorso, ma era così suo fratello, ipnotizzante, ma ben presto si svegliarono da quel torpore e lo attaccarono. Al scattò subito i avanti.

“No, no, lasciatelo stare! Siete in due contro uno! James, smettila!” disse tirandolo indietro ma James senza guardarlo, lo spinse via.
“No..” Al riprovò ad alzarsi mentre qualcuno guardava e chiamava i professori, altri si godevano lo spettacolo.

Al si beccò un pugno da parte del Serpeverde che voleva colpire invece James.

Quest’ultimo  a quella scena, digrignò ancora di più i denti e gliene restituì tre, prima di acchiappare suo fratello e trascinarlo lontano, per la felpa.
Al avvampò, mentre lui gli si faceva vicinissimo con il viso.

“Pessima mossa, scricciolo, ora invece di farmi una settimana di punizione, me ne farò due. Sappi che questo è perché non ti sei fatto gli affari tuoi. Dovevi restarne fuori. Ehi, conigli, dove scappate?”
Per fortuna, i professori arrivarono in tempo per scongiurare altre botte.
James stava per dirigersi nel suo dormitorio ma Al lo bloccò e gli mise una mano sul viso.

“Lasciami stare, vattene!” disse James allontanandosi da lui.
Al lo guardò scioccato.
“Volevo solo vedere come…”
COME STO? Vuoi vedere l’operato del tuo lavoro? Beh, è grazie a te che sto così, questi pugni li ho presi per colpa tua! Dovrei solo restituirteli con gli interessi!”

“Io..io non ho fatto niente..” disse Al con le lacrime agli occhi.
“Come no! Credi che io sia scemo! Pensi che non sappia che li hai sentiti benissimo? Ma hai tirato dritto, e hai quindi costretto me a difendere il tuo..l’onore della nostra famiglia! Quei bastardi non hanno insultato solo te, lo sai? Ma hanno deriso anche papà, mamma, anche me! Sì, perché sono comunque tuo fratello, razza di cretino!”
“Ma che pensavi che dovessi fare!! Io..”

“Magari rispondergli? Non farti calpestare come un sacco di boxe? Non hai idea della rabbia che mi fai, rispondi solo a me e poi ti fai prendere per il culo da due sacchi di merda così..questa rissa l’hai voluta tu!”
“Sei ingiusto. Non ti ho chiesto di difendermi..”
James lo guarda, strabuzza gli occhi e poi lo spinge per terra.

“Non so perché spreco il mio tempo a difendere uno come te. Non sei neanche capace di reagire, sei solo un..”
SCIAFF.
James si toccò la guancia con una mano e un sorriso un po' triste e un po' sarcastico affiorò alle sue labbra.

“Beh, niente male, fratellino. Una reazione! Un gesto! Di irriconoscenza, certo. Ma almeno è qualcosa. Sono contento, perché hai finalmente dimostrato che hai una qualità che hanno tutti i Serpeverde, e non è neanche l’irriconoscenza, Oh, adesso ho la tua attenzione? Ma dovrai crogiolarti nel cercarla, e forse solo allora, CRESCERAI, Albus. Anche se gli avvenimenti di questa giornata mi danno dei dubbi sul fatto che questo si realizzerà mai.”

Fece per alzarsi, Albus cercò di posargli una mano sulla guancia, ma James si scostò con la testa.
“Adesso che fai? Non essere ridicolo.”
“James, ti preg..AHHHH.”
Erano ancora tutti e due  a terra e James si stava per alzare da terra, quando Al cercò di mettergli di nuovo la mano sulla guancia, ma James gli spostò la mano tenendogli il polso stretto nella sua mano.
“James!!! Mi fai male!!”

“Non provare più a toccarmi con le tue manacce o sarà peggio per te, hai visto cosa ho fatto.”

“Perché mi tratti così? Cosa ti ho fatto? Hai picchiato quei ragazzi per difendermi, non puoi negarlo e ora..”
“Certo, l’ho fatto. E ancora una volta ho pagato il prezzo di essere tuo fratello. Se solo non fossi così vigliacco, Albus..non mi metteresti in queste condizioni, non mi faresti fare queste figure..io che sono sempre ammirato da tutti, l’esempio della mia casa, devo ridurmi a un pestaggio becero che non fa altro che…”

“È solo questo che ti importa! Essere ammirato e amato dalla tua casa? Sei solo un presuntuoso, James! Non te ne frega niente di me! Volevi solo fare bella figura con i tuoi compagni e io che ho pensato che ti importasse di me! Beh puoi smetterla con la recita! Non hai bisogno del fratellino da difendere e proteggere , sappiamo tutti e due che non te ne frega nulla. Per te io sono morto quando mi hanno smistato a Grifondoro, tutti gli scherzi che mi hai fatto, erano solo per fare spettacolo, per farti bello agli occhi degli altri..a spese mie!!!”

Per qualche secondo gli occhi di James si sgranarono, sembrò colpito da quello che Al aveva detto, poi gli lasciò lentamente il polso e si alzò, squadrandolo.
“Quegli scherzi crudeli come li definisci tu, Albus, ti hanno reso più interessante, dovresti ringraziarmi.”
“Vai..all’inferno..”
James ridacchiò.

“Sai, Albus..è buffo che porti il nome di un uomo che considerava il fatto di esternare sentimenti e portare il proprio cuore sul bavero con orgoglio, come fonte di vergogna. “
Al fece per alzarsi, ma James lo trattenne con un braccio.
“BASTA. COSA VUOI ANCORA??? LASCIAMI, NON TI BASTA QUELLO CHE..”
“Non-piangere.”

Al si sbarrò come succedeva sempre quando James dava degli ordini. Non poteva fare a meno di obbedirgli.

“Non permettere mai a NESSUNO di ferirti, anche se quel qualcuno è qualcuno che tu chiami FAMIGLIA, anche se quel qualcuno sono io.”

“James..” disse Al strabiliato, pieni di stupore.

“Le parole sono solo parole, muoiono e si riformano, si trasformano e nascondono molto altro di quello che sembra in apparenza, una mente che si lascia distrarre o ferire da cose così effimere, è una mente DEBOLE, e una mente debole..è una mente che può diventare crudele..come l’uomo di cui porti il nome..”
Gli fece una gelida carezza che gli fece tremare il cuore.

“Se non impari a costruirti una corazza in modo che nessuno abbia il potere di ferirti, prima o poi permetterai all’odio di dominarti..”
Fece per alzarsi, Al cercò di aggrapparsi alla sua mano.
“James, perdonami.”
Ma James lo spiazzò.
“NO.”

“Mi chiedi di perdonare la tua debolezza, ma la debolezza di un uomo che un giorno si vantava di essere amico di mio nonno, gli è stata fatale. Quell’uomo si chiamava Peter. Per questa debolezza, mio nonno è morto. Non chiedermi di perdonare le debolezze.”
“Jamie..sono tuo fratello..” disse Al supplicante.
James sorrise teneramente.
“Quando ti fa comodo.”

“Non essere ingiusto! Io ti voglio bene! Lo sai..!”

“Se è vero quello che dici, rispondi a una domanda, se mi vuoi bene come credi, dimmi adesso cosa mi ha spinto a farti tutti questi scherzi, a prenderti in giro fino adesso.”
Al guardò in basso.
“Tu volevi che io diventassi più forte..l’hai fatto affinchè io sapessi difendermi..me l’hai detto ma io non l’ho capito..”

James lo fissò duramente.

“Non hai capito la domanda.”
“Allora rifammela! Non ho capito!”
“Avevi solo una possibilità!”

“PIANTALA, SONO STUFO DEI TUOI SCHERZI, E DEI TUOI INDOVINELLI! DIMMELO TU SE CI TIENI TANTO!”
James lo fissò con un lampo d’ira.

“Volevi dare una lezione a tutti..a me! Volevi che mi ribellassi! Che fossi degno della mia casa.” riprovò Al.

“Quando arriverai a questa soluzione, un giorno, forse capirai anche in cosa hai peccato oggi. Una cosa imperdonabile e che porta quasi sempre alla morte. E non è la debolezza.”
James fece per andarsene ma Al gli gridò contro.
 
CREDI DI ESSERE TANTO FURBO, E INTELLIGENTE, UN UOMO TUTTO D’UN PEZZO E INVECE SEI SOLO UN GRAN SBRUFFONE. MI HAI DIFESO SOLO PER UMILIARMI. IO TI ODIO James, HAI CAPITO, TI ODIO! VAI ALL’INFERNO!”
 
 
Una volta in sala comune, James si era messo le mani sulla faccia, decidendo di non rispondere alle continue domande di Rose che aveva assistito a tutta la scazzottata.

“Perché cavolo non si è fatto gli affari suoi? Perché si è intromesso? Lo sa che io poi perdo la testa. “
“Voleva solo difenderti, Jamie.”
“Sbaglia sempre tutto. Non capisce quello che gli voglio dire. È come..Piton.”
“Non voglio sentire questi discorsi. Come puoi dirlo?”

“PITON era esattamente così! Faceva la vittima e poi..ha sfogato tutto con la crudeltà, vedo Al così simile a lui..sono così cattivo nello sperar che non finisca in una cattiva strada? Oggi l’ho difeso e mi ha detto che sono cattivo e sono egoista.”
“L’hai aggredito!”
“Certo che l’ho fatto! Non doveva mettersi in mezzo. Ora mi beccherò una punizione più lunga. Poteva reagire..poteva non costringermi a farmi avanti.”

“Sei irragionevole. Mi arrendo. Dico solo una cosa, voi due mi volete bene da pazzi! Da pazzi, sì, non guardarmi così, solo non sapete comunicare! Siete diversi, tu sei così gradasso, lui è più insicuro e reagisce male quando tu lo tratti in quel modo..”

“Cavoli suoi!! Nella vita nessuno ti regala niente! Se non riesce a sopportare la pressione di due innocue prese in giro, come farà fuori di qui? Perché a me risponde e davanti a quei pezzi di merda , piange? Io non..non sopporto di vederlo piangere!! Non siamo neanche nella stessa casa, non posso chiedergli scusa quando mi pento di dirgli una cattiveria. Potrei raggiungerlo nell'altra casa, ma ora che faccio il corridoio, ora che raggiungo la casa, mi è passata la voglia.”
“Jamie..”

“Lasciami stare. Voglio stare da solo. Sono un fratello degenere ricordi?”
 
James andò nel suo dormitorio e cominciò a piangere.
Perché Al non riusciva a capire che la risposta a quella domanda era : ti voglio bene?

E perché non poteva essere semplicemente un fratello amorevole, come qualsiasi fratello che vuole bene ad un altro fratello? Perché non poteva semplicemente dirglielo invece di giocare una guerra cui nessun altro riusciva a vincere?
James non se ne faceva una ragione, sapeva di volere bene a suo fratello, come gliene voleva a Lily, ovvio, eppure quando stavano insieme, c’era come un’energia che James non riusciva a capire, che sembrava metterli uno contro l’altro, quello che è amore, si trasforma in sfida, mai in odio però, nonostante glielo facesse credere..quello che sembrava ODIO, era qualcosa di difficile da mettere a fuoco, come se appartenesse a qualcosa di molto lontano a cui non sapeva dargli un nome. Come se James di fatti, ce l’avesse con lui, per qualcosa di cui neanche lui fosse a conoscenza. Era SEMPRE stato così

Ma dirlo sarebbe solo significato a apparire agli occhi di suo fratello come un pazzo. Cosa aveva potuto mai fargli Al, di tanto maligno a 11 anni? Rubargli un peluche? Rompergli una macchinina?
 
 


 
*

“Mi dispiace parecchio di essere arrivato appena in tempo, a fine discussione. Sembrava una cosa interessante, tutti hanno parlato della vostra lite.” Disse Scorpius.
“Sì..interessantissima. Prima James picchia dei ragazzi per me e poi mi insulta.”
“È bello. Significa che ti vuole bene!”
“Mpf..non conosci bene Jamie. Solo lui può insultarmi, è una questione di orgoglio per lui.”
Scorpius rise.

“Siete fantastici comunque. Tutti parlano delle vostre faide e tutta la scuola sta parlando di quello che è successo, pensano che anche se litigate sempre, vi volete un gran bene!”
“Zitto, lascia perdere, per carità, meno male che i professori hanno mandato via gli altri ragazzi..non oso immaginare se avessero sentito tutto quello che Jamie mi ha sparato addosso.”

“Gridavate comunque tanto. Per fortuna io e Rose camminavamo li vicino e siamo riusciti a mandare via i curiosoni!”
“Tu e Rose?
Scorpius si irrigidì.
“Sì…stavamo..chiacchierando.”
“Guarda guarda.”

“Non è niente di che. Le ho detto che era molto carino l’orologio babbano che portava al polso e lei me l’ha fatto vedere da vicino, dice che suo nonno ha una passione per le cose babbane..è una ragazza simpatica.”
“Anche carina.”
“Guarda che io..non me ne sono neanche accorto.” Disse Scorpius.
“Sì, come no.” disse malizioso Al.

“Sono troppo piccolo per pensare alle ragazze! E poi sei mio amico..e lei è tua cugina.”
“Che c’entra? Non è mica TUA cugina.”
Scorpius si imbarazzò.
“E poi io sarei contento, almeno resteremo amici per sempre.” Disse Al facendogli l’occhiolino.
Scorpius sorrise.

“Altrimenti se non ci fidanziamo, mi abbandoni?”
“Che dici? Non potrei mai!”
“Stavo scherzando, Al.”
“Stupido!” disse Al lanciandogli un cuscino in faccia.
Scorpius gliene lanciò un altro di rimando e cominciarono una lotta a suon di cuscinate sul letto di Al.
 





















OVVIAMENTE quando parlo di fidanzamenti, lo immagino come lo immagina un ragazzino..ovviamente avendo 12 anni lo vedono come uana cosa casta e pura, vedasi l'ingenuità di Al che pensa che tutti i rapporti siano destinati a durare per sempre e neanche mette in conta che con Rose non possa funzionare xd mi sono sforzata molto a volte di farli adottare un linguaggio infantile, non so se ci sono riuscita sempre..mi rendo conto che jamie ha detto delle cose molto private in corridoio, però..non posso farci niente..io me la sono immaginata così xd poi comunque sono ragazzini e non credo che colgono riferimenti a chi sia Minus, Regulus e compagnia bella :))  stessa cosa per i pugni, alla fine essendo ragazzini non credo abbiano potuto farsi così tanto male :))

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Capitolo 6
*** Abbracci rubati e abbracci voluti ***


L’indomani fu molto dura per Al, a scuola lo guardavano tutti, riempiendolo di domande ed ebbe anche una sfuriata vicino a una classe, quando esagerarono.
“Va tutto bene?” chiese James, facendo per avvicinarsi.
Al arrossì e non disse niente, superandolo, mentre lui guardava storto gli altri.

“Lasciatelo in pace. O qualcuno è ansioso di replicare la rissa di qualche giorno fa?” chiese con uno dei suoi sorrisi più smaglianti.
Al lo guardò di sfuggita, ma sfuggì subito lo sguardo.
James…era bello come il sole, suo fratello, ancora di più quando si interessava a lui.
Albus non pensava che sarebbe potuto essere geloso della sua BELLEZZA.

Ma no, non era invidia. Non sapeva neanche lui cosa fosse. Era solo che..quando tirava fuori questo suo lato protettivo, lui si sentiva bene..
Aveva quindi così tanta voglia di affetto?
“Albus, ASPETTA. “
Eh??”
“Devo fare una cosa.”

Subito lo abbracciò. Per un momento Albus chiuse gli occhi, poi si riebbe e cercò di allontanarlo.
 “Ma cos..levati! Che fai!”
“Ecco qua, la prova!!” disse mostrando una fotocamera magica piccolissima, grande poco più di una penna, che però sfilò come fosse una bacchetta magica, una foto polaroid.
La foto si muoveva però e ritraeva inizialmente James che si muoveva per abbracciarlo e poi dopo Al che cercava di spingerlo via.
“James, che diavolo fai?”

“è per mamma e papà.. i professori hanno fatto la spia e quindi insistono che dovevo chiederti scusa e far pace con te per ieri. Non avrebbero lasciato ME in pace fino a che non lo avessi fatto.”
“Sei…UN IDIOTA! Non ti permetterò di.” disse Al cercando di riprendersi la foto.
“Scusate, adesso che ho compilato la missione, me la do a gambe.” Disse, scappando via.
 
Albus si mise la faccia tra le mani. La foto si MUOVEVA e forse aveva catturato anche il momento in cui aveva chiuso gli occhi. James lo avrebbe preso in giro a vita. Come aveva fatto ad abbassare la guardia così?  
 
"E voi..CHE COSA AVETE DA GUARDARE?" urlò, arrossendo fino alla radice dei capelli, agli altri compagni fermi nel corridoio a guardarlo.  


Poco più tardi, James, sul divanetto della sala comune di Grifondoro, si rigirava la foto polaroid tra le dita, come se stesse cercando di esaminarla.  
"Cosa tieni in mano?" chiese un suo amico di casa, David.  
"Scusa, ma....NO." disse James nascondendola.  
David lo scrutò.  
"Woaaah, amico, cos'è, un segreto?"  
"Ho fatto una foto, ma non è...venuta bene, ecco. Non mi piace che si dica che sono un cattivo fotografo. Ho fotografato..la foresta. Ho bisogno di esaminarla per capire come fare meglio."  
 
Una volta nel suo dormitorio, la esaminò addirittura usando la luce del sole.
"Perché chiudi gli occhi...Al?"
Si stropicciò i capelli con le mani.
"James, vogliamo fare un allenamento di Quidditch, ci stai?" chiese un suo amico arrivato in quel momento.
"Ci sto!!" disse al suo amico Robert. Voleva un gran bene a Robert, era nella squadra con lui, battitore. Nonostante giocassero in ruoli diversi, era un buon amico e c'era grande chimica, perfino nel campo. Gli fu anche grato di avergli permesso di distrarsi dalla foto. Ci avrebbe pensato dopo e in fondo il Quidditch era sempre stato un buon modo per ricaricarlo e accendergli meglio i neuroni. "Ci lasciano libero il campo?"
"Certo! Sai che non mi permetterei mai di disturbarti per una cosa non sicura."
"Lo so, lo so." ridacchiò James. "Allora, vestiamoci."




Una volta finito l'allenamento, James si sentiva temprato, rilassato e euforico, ma anche rilassato. Aveva ragione! Il Quidditch lo aveva illuminato!! Tornò nella sala comune per mettere in atto il suo piano! "Sono un genio." Pensò esaltato.

L'indomani mattina, Albus arrivò furibondo in sala comune.
"Che cos'è questa storia che mamma mi ha mandato una lettera in cui dice che ti sei rifiutato di mandargli la foto che mi hai strappato IERI? E perché gli hai mandato una FOTO DELLA FOTO?"

Infatti James non volendo mandare la foto, aveva scattato la foto alla fotografia, ma catturando così solo il primo movimento, quello dell'abbraccio, non era riuscito a catturare quando Al chiudeva gli occhi nè quando lo respingeva, proprio perché erano le regole sulla fotografia magica. Se facevi foto, le foto magiche si potevano muovere, ma se facevi una foto alle foto, no! Ovviamente Harry e Ginny non l'avevano presa bene visto che volevano la foto originale che richiamava anche i movimenti.

James si guardò attorno poi continuò a guardarlo in quel modo che gli metteva i brividi, in quel modo in cui l suo sorriso illuminava anche gli occhi anche se intuiva che lo faceva solo per prenderlo in giro.

"Non sei contento? L'ho fatto per te, non mi sembravi contento che volessi SPEDIRLA."

"IDIOTA!! io non volevo mi facessi foto a tradimento, mi sono sentito preso in giro! Tuttavia..perché gli hai mandato una foto della foto e ti tieni quella originale? Perché hai fatto questo se poi la foto te la tieni??"

"Questi..mio caro fratello..non sono affari che ti riguardano!"

"Non avrai mica intenzione di ricattarmi, facendola vedere a tutti??"

James scoppiò a ridere per sfortuna di AL in maniera rumorosa.

"Per adesso voglio tenerla come foto ricordo. Ma mi hai fatto venire una bella idea. Chissà... magari in futuro."
Al lo guardò sospettoso.
"Adesso fila..o faccio una cosa che ti farà molto arrabbiare.."
"Ma dai..ti sfido..cosa?"
James assunse un tono teatrale.
"Ti ABBRACCIO e stavolta durerà di più."

Al lo guardò strabiliato e a bocca aperta, mentre Rose diceva:

"Lascialo in pace. Al, non badare a lui.

Cosa..stava dicendo Rose? Era pazza? Come avrebbe fatto a non badare a quello che aveva appena detto? E poi..che assurdità..abbracciarlo?? Non avrebbe osato vero? Sembrava serissimo.
"Ti tengo d'occhio." disse Al andando via stringendo gli occhi.
La risata di James lo assordò per tutto il percorso fino alla tavola.



quella sera, in sala comune, il cicaleccio dei ragazzi che facevano casino, avendo imbastito una sorta di festicciola all'insaputa degli insegnanti e trafugando cibo dalle dispense, con la complicità degli elfi domestici, non riusciva a coprire il rumore dei suoi pensieri. Al aveva il cuore come un palloncino.
E se Jamie...non avesse voluto dare la foto ai nostri genitori perchè..vuole conservare la foto del nostro abbraccio?
Se anche lui dopotutto..avesse provato tenerezza quel giorno?

Oh che assurdità , pensò, mentre si stringeva le braccia da solo, davanti al fuoco del camino.


L'episodio della litigata precedente, miscelata all'episodio della foto, segnò molto i due fratelli, da quel momento in poi, ebbero entrambi un rapporto che era un mix tra odio e amore, ancora più di prima, Al ci aveva riflettuto e aveva compreso che lo sfogo di James era in parte dettato anche dall’amore e forse l’abbraccio era in parte stato una richiesta di scuse sincera, questo  e forse fu per questo che alle soglie del terzo anno, successe una sfuriata, per via di una lezione su Storia della Magia in cui si era parlato dell’importanza di avere dei nomi uguali a quelli di maghi che hanno fatto la Storia del Mondo.

Ricordò di nuovo tutto Al, come James si era pavoneggiato dicendo di avere due grandi nomi importanti, maghi che avevano sfidato VOLDEMORT, che avevano partecipato alla grande guerra, allora poi si era arrivati a ridacchiare sul fatto che sia Lily sia James portavano entrambi i nomi dei genitori di Harry.

“Siete così tanto fieri di portare i nomi di una coppia che stava insieme? Non è che magari ora vi mettete anche a pastrugnarvi in pubblico per dare spettacolo?? Dovesse succedere, avvisate, almeno scappo prima che mi venga da vomitare!”
Avevano tutti guardato Al che aveva fatto un sorrisino diabolico e poi aveva ricambiato il gestaccio che gli aveva fatto James, andandosene via dall'aula.
Ma James ancora una volta gli venne dietro.

Al era andato in bagno, James cercò di seguirlo e Al cercò di chiudergli la porta in faccia, cercando il possibile di sbatterlo fuori.

“VATTENE. DEVI SEMPRE INSEGUIRMI, COSA HO FATTO DI MALE PER AVERE UNA PIAGA COME TE!”

“Me lo chiedo sempre anche io di te. Ora mi dirai cosa abbiamo detto di male per meritarci un simile veleno. Almeno se non vuoi chiedere scusa a me, fallo a Lily. Lei ci è rimasta male del tuo atteggiamento.”
Al si mise a ridere.
“Sei venuto qua per lei? Ma certo, dovevo immaginarlo. Sempre tutto per Lily, non è vero?”

James lo fissò basito.
“Ma qual è il tuo problema?”

“Io? Io non ho nessun problema!! Siete voi che vi montate la testa, quanto vi esaltate perché avete i nomi della COPPIA PERFETTA per antonomasia! La vostra presunzione mi da il voltastomaco!”
Per un attimo James sembrò li li per decidere di dargli un pugno o andarsene, ma poi un sorriso da schiaffi aleggiò sul suo volto.

“Oh cavolo..Al potevi dirmelo subito..”
“C-che cosa?”
“Tu sei..sei..GELOSO!!”

“CHE COSA?? SEI..SEI UN IDIOTA!”

“Dai ti capisco, ti sei sentito escluso, ma non devi! Anche se i nostri nomi sono un’alchimia magica per eccellenza, non potrei mai scordare mio fratello..volevi sentirti anche tu al centro della scena, non è vero? Ma noi ti consideriamo già, hai il nome di due dei presidi più….”
“IDIOTA, NON CAPISCI NIENTE!!!”

La rabbia e l’umiliazione diedero ad Albus una forza sorprendente ed ecco che riuscì praticamente a colpire James con la porta e guadagnar tempo in modo da riuscire a correre per il bagno e chiudersi in una delle toilette.
“M-maledetto pazzo..” disse James tenendosi la guancia ed entrando.

“AL. TORNA SUBITO QUI E CHIEDIMI SCUSA. SE MI COSTRINGI A VENIRE A PRENDERTI,SARÀ PEGGIO PER TE!” ma poi si bloccò.
 
“Al?? Che diavolo fai? Stai..piangendo?? Al! Apri questa porta!! Al. TI PREGO.” sussurrò poi.
 
Mi sento morire.

Voglio scomparire. Diventare una macchia di vuoto nell’Universo, nel cosmo.
James ha scoperto proprio quello che temevo avrebbe scoperto! Sì, sono geloso.
Lo vorrei gridare all’infinito, oltre l’universo.

Sono geloso, perché James era il ragazzo che era pazzo di Lily Evans a scuola e il fatto che Jamie porta uno dei due nomi di uno che era pazzo d’amore per una ragazza che aveva lo stesso nome di mia sorella mi fa infiammare, mi fa bruciare dalla gelosia! Loro hanno un’alchimia che io non potrò mai SOGNARE di avere con lui..Jamie stravede per lei..che illuso che sono..Jamie non mi ricambierà mai e poi se anche decidesse di andare oltre l’incesto, perché dovrebbe desiderare una nullità come me, un MASCHIO? Gli farei più schifo dello schifo ma va tutto bene, almeno che non devo sorbirmi questa umiliazione a scuola, no, questo è insopportabile, loro che si vantano davanti a tutta la classe della loro unione..e poi quando mi ha detto che sono GELOSO..mi sono sentito la faccia infiammare..voglio morire..lui ora sa..SA.
 
 
“Al, avanti, apri questa porta..giuro che non ti faccio niente..potrei anche, oh, cazzo, Al, se mi apri, ti permetto anche di abbracciarmi! E di chiedermi scusa, va bene così??”

Al riconosceva in quella richiesta assurda, una richiesta di perdono, conosceva ormai troppo bene suo fratello, ma non era abbastanza e allora cominciò a singhiozzare.

“Non capisci niente..non capisci perché papà vi ha dato i nomi di due persone che lui amava più di ogni altro..non capisci che può farmi soffrire a me, il fatto che lui abbia dato invece A ME, il nome di una persona che lui ha odiato a morte quando ha compreso che lo ha solo usato per sei anni? E che porto il nome dell’uomo che se fosse riuscito a conquistare sua madre, lui non sarebbe neanche nato? “
“AlBUS!!”
È scosso, lo so, ma me ne strafrego e vado avanti.

“Porto il nome di un uomo che lui ha odiato per sette anni!! è facile per voi..siete fieri dei vostri nomi..papà ha dato a voi dei nomi di persone che amava, a me invece quella di un uomo che odiava, forse due! E infatti proprio per questo non faccio che essere una delusione per lui. Non sono io a chiamarmi James, in fondo, il nome del padre che tanto amava.” mettere in mezzo due morti pur di non far capire a mio fratello che sono geloso di lui, mi fa ribrezzo. Non è tutto falso quello che dico ma mi faccio schifo comunque. Con quale coraggio potrò ancora guardarmi allo specchio? Non c'è dunque limite a quanto in basso si può scendere per conservare un minimo di dignità? Non c'è limite all'inferno sulla terra?

“Al..apri la porta..non mi piace parlare a una porta chiusa.” Disse dolcemente e qualcosa nel tono di James lo convinse ad aprire.
 
“Jamie..”
“Sei uno stupido, lo sai?”
Abbasso lo sguardo, mi vergogno un po'.

“Sei uno stupido perché papà non amava da impazzire James, anzi, l’ha odiato quando ha saputo quello che ha fatto a Piton. Ne è rimasto deluso, ma poi lui..l’ha perdonato, perché ha capito che le persone cambiano e a volte in meglio. Ha odiato anche Sirius perché credeva avesse ammazzato James, ma poi l’ha amato..ha odiato Piton perché lui l’ha odiato a sua volta e gli è costato tanto, tanto tanto, cambiare idea su di lui, ammettere di essersi sbagliato alla fine, papà che si è sempre vantato di non sbagliarsi mai.”

Non riesco  resistere, mi getto tra le sue braccia.
“Ha odiato Silente, perché credeva che non gli volesse bene, che non gliene ha mai voluto..ma si sbagliava.”
Lascio che mi accarezzi i capelli. Sembro un bambino piccolo, ma non importa, avrò tempo di vergognarmi dopo.

“Così come ti sbagli su di me…è vero, forse a volte ti odio..non lo negherò..ma ti voglio anche tanto bene.” mi asciuga una lacrima.
“N-non dovresti odiarmi..sono tuo fratello..”
“Forse è proprio questo.”
“Cosa??”

“Forse a volte odio che tu lo sia. Il fatto che tu sia mio fratello..crea in me un’aspettativa..che tu sappia riconoscere sempre e comunque quello che ho nel cuore..come se fosse una cosa dovuta, ma io a volte ci ho sperato..altre volte invece ne sono stato terrorizzato dall’idea che tu potessi riuscirci..nessuno dovrebbe avere questo potere,..sapere cosa si agita nel cuore di un uomo.”
Mi da un bacio sulla fronte e io vorrei davvero morire.

Perché gli ho mentito, insomma, è stata una bugia  a metà, non è stato per quello che io me la sono presa tanto.
“Jamie..questa scenata che ho fatto..io..”
“Non dirlo. Non voglio saperlo.”
Lo guardo terrorizzato. Che abbia capito?

“Non voglio sapere se quello che mi hai detto è la verità, se è tutto qui o è solo il preludio ad altre tempeste che ti porti dentro. Credo che preferirei..non sapere. Per adesso.”
“Ma..ma..perchè?”
Jamie sorride ed è un sorriso dolcissimo.

“Forse perché anche se faccio tanto il gradasso, a volte sono terrorizzato anch’io..quello che abbiamo condiviso è stato di un livello di intimità tale che non avevamo mai toccato prima per due fratelli come noi, sempre distanti, abbiamo solo tu tredici e io quattordici anni, non chiediamo troppo al destino, per ora.”
“Va bene..Jamie..d’accordo..” lo stringo a me,teneramente come se qualcuno potesse portarmelo via.

Ringrazio che non c’è nessuno a vederci in questo momento. Neanche Lily.
“Come sei sdolcinato, fratellino. Quasi non ti riconosco. In momenti come questo penso che hai sbagliato smistamento.”
“Cretino!” gli dico dandogli un pugno sul braccio.
“Ahio.” Grida ma ride. “Adesso sì che ti riconosco.”

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Capitolo 7
*** Sono dunque farfalle nello stomaco, questa sensazione che ho dentro? ***


Albus ha 13 anni mentre guarda dalla finestra, Teddy arrivare e scherzare in giardino con James.
Nonostante per giocare a Quidditch ciò necessitava di un buon numero di giocatori, James e Teddy avevano fatto una scommessa, cioè quante volte ognuno sarebbe riuscito a prendere il boccino.
Aveva vinto James già per quattro volte.

Ginny cerca di invogliarlo a partecipare, ma Albus è sempre più scocciato e si sforza di apparire annoiato della cosa.
“Non mi piace vedere la sua faccia tronfia mentre rincorre quello stupido boccino.” Disse a mo' di scusa.
“D’accordo.” Sospirò Ginny. “Però perlomeno porta questi là fuori, i ragazzi vorranno fare uno spuntino, una piccola pausa.”
Al ignorò l’occhiata di biasimo di sua madre e con uno sbuffo sonoro, accettò di buon grado di portare fuori il vassoio.
Non capiva. Come avrebbe potuto?

Il fatto è che ODIAVA quella giornata, il doversi scontrare sempre con quanto fosse glorioso suo fratello.

La sua aria così sicura di sé, il modo sbruffone con cui si tirava indietro i capelli, il sorriso scanzonato, le guance che gli si imporporavano, il modo in cui perfino il vento sembrava accarezzarlo… si era anche illuso per un po' di tempo che fosse una sorta di invidia, che desiderava essere come lui.
Ma era tutta un’altra faccenda, invece.
Era..GELOSO.
Geloso di quella giornata.

Furibondo che suo fratello fosse così intraprendente, così amichevole e suscitasse spontaneamente negli altri ammirazione.
Gli faceva capire quanto era facile per lui rimanere indietro.
Ed era per questo che giocava al ribasso. Fingeva di allontanarsi, facendolo lui per primo, per non mostrare quanto la sua vicinanza a qualsiasi altro lo ferisse.
James era come la falena, prima o poi qualcuno lo avrebbe portato via. Che fosse una squadra di campionato di Quidditch o una ragazza.
Che cosa aveva lui da offrirgli in fin dei conti?

Un pessimo carattere, un viso sempre imbronciato e un pessimo senso dell’umorismo per gli scherzi.
Continuava a dirgli che non doveva toccarlo, ma la verità era che era terrorizzato dal momento in cui lui lo avrebbe accontentato e avesse smesso di sfiorarlo.
Ma era l’unico modo per non farsi scoprire, per non soffrire troppo.
 
“Ridi, ridi, tra poco ti straccio come non avresti mai immaginato, prenderò quel boccino dieci volte di fila.” Disse Teddy ma non era convinto neanche lui di quello che diceva.
James rise e Al si sentì raggelare da quella risata.
“Posso prendere anche Al e fargli fare tutto il giro del campo.”
“Adesso ti credi Superman.”
“Cosa? Non ci credi? Al…” lo avvertì James, chiamandolo.

Al si sentì sprofondare. Cosa aveva intenzione di fare quel deficiente? Cercando di ignorare quella vocetta compiaciuta che gli stava dicendo: Hai visto? Ti ha chiamato. Sei importante per lui. C’è Teddy ma lui pensa sempre a te, fece per rivolgergli uno sguardo terrorizzato e cercò di scappare.
“Ehi., dove vai?” e si gettò all’inseguimento sotto la sua scopa, Al cominciò a correre cercando di raggiungere la casa, ben consapevole che James così lo avrebbe inseguito. Gli piaceva da matti inseguirlo.

Sono il topo e lui il gatto?
“Va via! Non ti azzardare!”
James rise e lo agguantò per la felpa.
Al fece un singulto terrorizzato, mentre lo sollevava.
“Sei pazzo!! Ci farai schiantare!!” stavolta era terrorizzato sul serio.
James lo fece mettere davanti di lui mentre ridacchiava.

“Sta tranquillo, la mia scopa bellissima ha l’incantesimo di trattenimento, un po' come se la scopa avesse delle corde che mi legano alle scarpe. È anche per i passeggeri.”
“Ecco perché è costata così tanto.” Disse Al con affanno, non sapeva se era più la paura o il fatto che James lo stesse trattenendo con una mano facendolo poggiare sul suo petto.
La mano di James bruciava sul suo stomaco.
“Come ti batte il cuore, fratellino. Rilassati. “ disse scanzonato.
 
Come faceva lui a essere così calmo?
Oh certo, lui era il grande, glorioso James Sirius Potter.
Lui non perdeva mai la calma.
“Jamie, ti prego, ci schianteremo.” Disse Albus girandosi per istinto verso di lui.
Non lo fece apposta ma la sua testa affondò contro la sua felpa e quasi svenne, stordito dal suo profumo.

Quanto profumo si era messo addosso? Per qualche secondo se ne sentì sopraffatto.
Jamie sorrise. Poteva sentirlo sorridere anche se aveva gli occhi chiusi, avvertì una sua mano, fargli una carezza tra i capelli e perse una decina di battiti.
Ebbe l’impressione che il suo cuore si fosse liquefatto.
Quella carezza era stata così dolcissima.

Forse alimentata dal vento, ma era così dolce che quasi lo fece svenire.
Perché le sue mani gli facevano quell’effetto?
Dovrebbero essere annoverate tra le cose illegali.
 
James gli fece fare il giro del campo e Al si dimenticò di tutto, registrò a malapena l’eleganza di James nel non perdere mai la presa, la velocità e la perfezione perfetta.

In quel momento era in un altro mondo, avrebbe potuto fargli fare il giro della morte e non si sarebbe lamentato.
Gli permetterei tutto.
Quando James atterrò, se ne accorse non per l’impatto, ma per il fatto che le sue braccia lasciassero la presa sul suo stomaco.
Sentì subito la mancanza di quel contatto. Certo, questo prima di realizzare che gli tremavano le gambe e che quello stronzo gli aveva reso lo stomaco sottosopra.

“Aspetta!” James cercò di riacchiapparlo.
“No! Vai al diavolo!”
“Non ti è piaciuto il giretto?”
“Stronzo!”
 
“James!!! Lascia in pace tuo fratello, Al, va tutto bene?” gli chiese Ginny, sulla soglia del giardino, ma Al scivolò via anche da lei. Anche lei era un’ipocrita. Fingeva preoccupazione ma sorrideva divertita, indifferente al fatto che l’altro suo figlio lo avesse fatto sentire con lo stomaco sottosopra.
 
In cucina, Lily continuava a ridere della scena appena vista, dicendo che era stato fantastico e porgeva al fratello, del succo di frutta alla mela.
“Mi servirebbe qualcosa di più forte.” Brontolò Al, seduto a tavola, Harry lo guardava pensieroso.
“è stato così terribile?” gli chiese.

“No!! Cioè, sì, forse..” disse Al, togliendosi le mani dallo stomaco come se si fosse scottato. Si sentiva ancora lo stomaco sottosopra.
“Eppure giochi a Quidditch, dovresti essere abituato.” Disse Harry, ridendo.
Al non rispose, come era abituato a fare tutte le volte che suo padre non capiva come si sentiva ed erano parecchie.

Dalla finestra vedeva James volare di nuovo e gli sembrava un cigno nero  a cavallo di un drago.
James sorrise nella sua direzione e Al abbassò lo sguardo, sentendosi lo stomaco di nuovo contrarsi e una dolorosa nostalgia di una stretta invisibile farsi strada.
Erano dunque farfalle nello stomaco, quelle che sentiva?

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Capitolo 8
*** Le farfalle mi baciano e tu no - Albus - James - Damian ***


“Cosa ci fai ancora in giro, Lepriwasky, non lo sai che c’è il coprifuoco? Vuoi che si pensi che vai a fare qualche cosa di losco in giro?”
“C-cosa? Ma sono le 17 del pomeriggio..coprifuoco? I-io non ne sapevo nulla..”

Il serpeverde scosse la testa con aria di biasimo.
“Male, Lepriwasky, forse dovrei andare dalla Mc Granitt a informarla che non stai attento durante gli orari di lezione.”
“No, ti prego! Non farlo..i-io non so cosa..”

“Forse dovrei andare anche io dalla Mc Granitt a informarla di come tu ti diverta a prendere in giro i Corvonero su cose inesistenti, informarla del tuo passatempo preferito di bulletto.
La voce di Albus fece sussultare entrambi, per qualche ragione però, alla vista di Albus, Damian sembrò intimorirsi ancora di più. In realtà era arrossito ma Albus pensò di averlo spaventato.
“Non oserai..è anche la tua casa, fenomeno di un Potter.”

Albus si fece più vicino con un sorriso.
“E chi parla dei punti? Forse la Mc Granitt potrebbe solo farti arrivare una strillettera da casa, magari a colazione! Pensa che bello, non ho ancora avuto modo di sentire la voce soave dei tuoi genitori ma si dice in giro che hanno un pessimo carattere.”
Il Serpeverde sorrise anche se pareva turbato.

“A te, che cazzo frega, Potter? Mi stavo solo divertendo con questo sfigato di Lepriwasky!”
“Non sono uno sfigato, Dryu!”
Il Serpeverde ruotò gli occhi.
“Hai creduto alla storia del coprifuoco e ti chiami Lepriwasky!”

Il ragazzo stava per mettersi a balbettare, facendo per innescare una serie di risatine da parte del Serpeverde, quando Albus decise che ne aveva abbastanza.
“Il tuo concetto di divertimento è sparare idiozie su coprifuoco inesistenti, al primo ragazzo che incontri, credo che dovremo rivedere ll concetto di sfigato, sai. È quello che racconta l’idiozia o quello che ci crede? Ora, ne hai abbastanza o dobbiamo andare insieme dalla preside?”

“Io con te non vado da nessuna parte, continua pure a stare dalla parte degli sfigati come questo qui e la gente potrebbe non vedere la differenza, Ci si vede!”
E se ne andò.
“Sfigato!” disse Albus con un tono che il ragazzo giudicò troppo forte.
“Non hai parlato a voce troppo alta? Potrebbe tornare!” disse il ragazzo tremando.
Albus lo guardò storto.

“Sai, ti ho appena difeso e la prima parola che dovresti rivolgermi è un grazie, non un rimprovero.”
“Oddio!! Scusa, mi dispiace tantissimo!!” disse il ragazzo imbarazzato.
Albus sorrise.

“Non era neanche questa la parola giusta. No, scusami tu. Stavo solo scherzando. Credo tu sia troppo buono in generale, sia con lo SFIGATO, sia con me adesso. E non preoccuparti, credo mi abbia sentito benissimo ma ha finto di no, perché ne aveva abbastanza di questa storia. Credimi, ne so qualcosa degli sfigati come lui.”
Il ragazzo era rimasto ipnotizzato dal discorso di Albus.
“Ti ringrazio comunque. Mi hai difeso e non mi conosci nemmeno, perché l’hai fatto?”
Albus lo guardò stranamente.

“Perché, bisogna conoscere qualcuno per prendere le sue difese, quando subiscono delle ingiustizie?”
Il ragazzo cominciò a balbettare ma alla fine disse:
“Sì…o meglio..è così che funziona. Nessuno si espone per degli sconosciuti.”

“Se è così, è interesse. Conosco tantissime persone, troppe, che prendono le difese dei propri amici, anche se sbagliano, o che appoggiano le idee altrui, solo perché sono persone che conoscono, o persone con cui sono fidanzati. Mariti che appoggiano le mogli o mogli che appoggiano le stronzate che dicono i propri mariti. La maggior parte di queste persone non sarebbe mai stata d’accordo con l’opinione di questi, non l’avrebbe mai difesa, se non avesse avuto un legame con essi. Troppo spesso tutti sono condizionati dall’aiutare o meno qualcuno, dal tipo di legame che hanno con loro, invece io ritengo che bisogna essere SEMPRE brave persone, con ognuno, non solo con quelli che ci stanno a cuore. Sarebbe troppo semplice così.”
Il ragazzo rimase un’altra volta impressionato, poi disse:
“Mi chiamo Damian, comunque.”
“Piacere mio, Damian, io sono Albus, Albus Potter.”

“Sì,lo so.” Sorrise lui, di nuovo. “Il tuo cognome è famoso..” Pausa, poi disse ancora: “Non è bello come il mio, forse dovrei cambiarlo. Ha ragione quello a dire che è un cognome..”
“È STUPENDO, mi ricorda i lepri cani.”
“Uhhh?” Il ragazzo era basito.

“Ma sì, un misto tra i lepri cani e i leocorni, mi piace troppo. Non cambiarlo!”
“Mi stai prendendo in giro?”
“A metà, sì.”
Ci fu uno scoppio di risate che alleggerì ancora quella mezza tensione che c’era.
“Sei simpatico.” Disse Damian.

“Anche tu.”
 
 
 
*

Passarono i giorni e Albus notò che incrociava spesso la strada con il Corvonero. Dopo un po' cominciava a chiedersi se lo tampinasse.
“Al, quel ragazzo mi inquieta un po'. Non fa che guardarti. Chi è?” chiese Scorpius un giorno, a tavola.
Albus rise.
“Non preoccuparti, è a posto, l’altro giorno l’ho difeso mentre un Serpeverde lo prendeva in giro, inventando coprifuoco inesistenti, e da quel momento mi ha preso in simpatia e io a lui.”

“Ahhh..certo che li incontri tutti tu.”
“Geloso Scor?” chiese lui sorridendo.
“Da morire!” disse ridendo.-
 
 
*
Un altro giorno Scorpius disse ad Al mentre uscivano dall’aula di pozioni.

“C’è il tuo stalker che ti fissa, sembra stia aspettando te.” Gli fece presente.
“Aspetta qui.” disse andando da lui.
“Ciao Damian!”
“Ciao Al, hai da fare oggi?”
“Continui a chiedermelo.” Disse Al sorridendo e grattandosi la testa.
“Beh, ogni giorno è un giorno diverso. Allora?”
“Se non avessi da fare oggi?”

“Ti chiederei di venire a studiare con me in biblioteca.”
“Ma tu non molli mai eh?”
“Continuerò a tampinarti fino a che non mi dirai di sì.”
“Beh, è no anche questa volta.”
Damian sembrò rimanerci male e Al sferrò il colpo di grazia.
“Perché vorrei studiare in giardino sotto l’ombra di un salice.

Damian rimase a bocca aperta, poi la richiuse sfoderando un sorriso malizioso.
“Che luogo romantico.”
“Sei tu che mi ispiri.”
“Occhio a non adularmi troppo. Sai che mi piace quando mi dici queste cose.”
“No, non lo so, non ti conosco.” Disse Al scrollando le spalle.
Damian sorrise.
“Beh, mi conoscerai.” Disse allusivo.

Albus sentì un po' caldo. Non aveva mai pensato che Damian fosse uno sfigato, troppo buono forse, sì, ma non sfigato, neanche il loro primo incontro, anche se aveva pensato fosse troppo timido, ma a quanto pareva, quando gli piaceva qualcuno, diventava sfacciato e..anche stranamente SEXY. Sì, con quei capelli neri e occhi azzurri, era MOLTO sexy.






POV JAMES

James non ha idea di quando sia iniziata, non ha idea di quando se ne sia accorto, forse dal primissimo istante, abituato com’era a non perdere di vista un solo momento di come si muoveva, delle direzioni che prendeva quando girava per il castello, cavolo sapeva addirittura quale gusto di marmellata mangiasse, a tavoli di distanza, talmente lo conosceva bene!

Era abituato che i suoi sguardi venivano ricambiati da lui e ogni volta che si sentiva un mezzo stalker, bastava la certezza che quando abbassava lo sguardo, LUI lo guardasse, a provocargli un mezzo sorriso.
Era tutto lì, un sentimento platonico indefinibile fatto di sguardi, di carezze non concrete, se James avesse potuto spiegare quel sentimento, lo avrebbe spiegato in quel modo.

Si chiese se tutti i fratelli si sentissero allo stesso modo, gli uni con gli altri, se anche a loro bastava guardarsi per sentirsi… felici.

Ma poi la cosa più preziosa che sentiva di possedere, quegli sguardi, James se li sentì portare via e il suo mondo sembrò andare alla deriva assieme all’alta marea.
Albus non lo guardava più.

All’inizio si autoconvinse che avesse fatto qualche marachella e avesse il terrore che venisse scoperta da lui, pensare che non gli importava più niente di guardarlo, faceva male e anche se non si trattava di una ragazza e sembrava sciocco prendersela perché tuo fratello “non ti guarda” lui si sentiva esattamente così.

Siccome la questione persisteva e – cosa inaccettabile – sembrava andare di pari passo alla comparsa di un ragazzino che non aveva assolutamente idea di chi fosse, che sembrava essere diventato lo stalker di Albus, ci mise niente a fare due più due.
“Credi che quel ragazzino che segue sempre mio fratello, lo minacci in qualche modo?”
“Come??” chiese Rose stupefatta.

“Lepriwasky! Segue sempre Albus, come un maledetto stalker! Se scopro che lo minaccia, io..”
“James, fermati, fermati solo un secondo! Chi ti ha detto che lo sta minacciando?” gli chiese Rose alzando le mani.
“Beh…” disse James, fermandosi nel corridoio della scuola. “Albus tiene quasi sempre gli occhi bassi quando lo vedo, rifugge il mio sguardo!”

Le sopracciglia di Rose si alzarono fino a scomparire.
“Va bene..non capisco, ma va bene, forse avete litigato?”
“NO!! Non abbiamo litigato, o meglio, ci stuzzichiamo sempre, ma non si è mai comportato così con me.” James sembrò valutare un po' la situazione e poi ci ripensò. “Perlomeno non per più di due giorni di fila.”
“Ma questo cosa ha a che fare con Lepriwasky?”

“Sono convinto che lo minacci! Magari ha paura che lo venga a scoprire!”
“Ohhh, James, non credo proprio sia così e poi l’espressione di Albus non mi sembra quella tipica di chi venga minacciato, anzi, sembra trovare simpatico Lepriwasky, forse pensa che sia solo un po' strano, ma simpatico, quella che scambi per intimidazione, io la vedo come timidezza e basta. Ti ricordo che la timidezza ha molte forme.

Questo ghiacciò James, che fissò la cugina come invogliandola a dire di più, ma lei proprio come il cugino, era restia ad andare a volte fino in fondo quando non aveva idea di come l’interlocutore potesse prendere le sue parole.
“Io credo che quel ragazzo stia cercando di conquistarsi la sua amicizia.” Disse Rose e si chiuse in un silenzio definitivo.

James continuò a camminare insieme alla cugina, ma si sentiva in un altro universo. La frase che Rose si era lasciata scappare, prima di fare marcia indietro, lo aveva allarmato. Cosa significava che la timidezza aveva molte forme?

Un presagio che tuttavia non aveva ancora il coraggio di palesarsi e di chiamarlo per NOME, cominciò a farsi strada dentro di lui. Scoprì di avere PAURA, ecco sì, non era come con Scorpius per un qualche motivo infatti non si sentiva infastidito dalla sua amicizia con Albus, anzi sotto certi aspetti un po' la cosa la trovava divertente ed era anche forma di perculo nei confronti dello zio Ron, ma quel Lepriwalsky…

Che cosa voleva da Al? Non era una cosa limpida, trasparente, pulita, lo sentiva fin nelle ossa  e per un qualche motivo gli dava un fastidio bestiale, soprattutto perché da quando si era inserito quel ragazzino che lo seguiva, Al aveva smesso di guardarlo!
Poi un giorno, quasi per sfregio, sentì degli stralci di conversazione:
“Che luogo romantico.”
“Sei tu che mi ispiri.”

“Occhio a non adularmi troppo. Sai che mi piace quando mi dici queste cose.”
“No, non lo so, non ti conosco.” Disse Al scrollando le spalle.
Damian sorrise.
“Beh, mi conoscerai.” Disse allusivo.

James sentì girare la testa. No, non era possibile, doveva aver frainteso per forza quelle frasi.

“James, ti senti bene? Cos’hai?”
“M-mi gira solo un po' la testa.” Rispose a un suo amico di Casa.
 



Da quell’incontro, sembravano essere diventati amici e James si rilassò un po', forse si era sbagliato, si era fatto tutto un film suo.

Ma poi vedeva come Damian lo guardava e fingeva di toccarlo casualmente – come osava quel maniaco toccare MIO FRATELLO? Gliele spezzo quelle mani – come Albus arrossiva – Andiamo Albus, ma non ti vergogni ad arrossire così? Cosa sei, una scolaretta? – a come camminavano vicini quasi in sincrono – ma non si sentono ridicoli ? – A come Albus faticava a reggere il suo sguardo più di qualche secondo – Con me non ha mai abbassato lo sguardo –

E cominciò suo malgrado a fare similitudini, a pensare che al posto SUO, l’avrebbe guardato così tanto da farlo diventare bordeaux e poi lo avrebbe COSTRETTO  a continuare a guardarlo e a non distogliere lo sguardo. Costringerlo? Non aveva bisogno di costringerlo. Al lo guardava sempre..solo..non ultimamente e lui non stava facendo proprio niente al riguardo!
 
Fu anche controvoglia che si sforzò di studiare meglio DAMIAN, imparò il suo nome di battesimo, così come il fatto che fosse incredibilmente somigliante a lui.

Non sapeva perché non aveva notato prima questa cosa, ma ora che l’aveva capito, diventò quasi come un’ossessione. Però i capelli non erano così tanto neri, non come i suoi almeno, anche lui aveva gli occhi azzurri, ma NON come lui, quelli di Damian erano più come il cielo, quelli di James erano come l’oceano perlopiù.

il cielo era vasto, quasi infinito, aveva il sole, le stelle e le nuvole, ma l'oceano era profondo, aveva acqua, vita, SALE. Suo fratello era romantico e solare, forse alla profondità e al sale, alla potenza dell'acqua che ti sovrasta e rigenera, preferiva la luna e le stelle.
Si chiese se Albus preferisse il cielo all’oceano, forse il cielo che tra le alte cose ti fa volare.

Fa volare gli uccelli..forse..e infatti..
Poi si sentì nauseato da una battuta così scadente.

Io sto impazzendo..sto impazzendo..non potevo avere gli occhi di Lily? No, ce li ha già Albus, e forse è per questo che io..MA CERTO! SONO GLI OCCHI, infatti Severus Piton era rimasto incantato da quegli occhi…forse sono stregati e Albus li ha ereditati. Ma aspetta…no..io non sono mica innamorato di mio fratello. Non scherziamo. Va bene tutto ma..questo no. NO!

E comunque poi, magari è stato Lep..DAMIAN a fare un incantesimo a Albus.
Praticare incantesimi dentro la scuola per stregare la gente dovrebbe essere illegale e se lo è, lo denuncio, lo faccio andare ad Azkaban. È un delinquente!
 


POV ALBUS

Albus si scopriva a guardarlo, spesso, anche se quando qualcuno li vedeva insieme e chiamava Damian con il nome di James, perché lo scambiavano per lui, si trovava ad arrossire e non riusciva a guardarlo per diverso tempo più.
Era vero, gli somigliava tantissimo, ma quando qualcun altro lo faceva presente, si sentiva sporco, sbagliato.

Se trovava attraente DAMIAN, era un conto, scoprire che forse era gay un altro, ma avere una cotta per un tizio che somigliava incredibilmente a suo fratello…beh, era tutto un altro paio di maniche. Era…SBAGLIATO..ecco..era MALSANO.
Scoprì una certa tensione dentro di lui, avevo solo 15 anni, non sapeva ancora cosa fosse il sesso e cosa significasse, ma..dentro di lui si ritrovò a scoprire il desiderio.

Forse davvero in fin dei conti l’attrazione che sentiva di avere per suo fratello, era una specie di capriccio se bastava così poco per annullarla.
Poi lo vide passare con due ragazze al fianco aggrappate a lui che ridevano a qualcosa di divertente detto da lui.
Sentì lo stomaco in fiamme come in seguito a una brutta infiammazione.

L’amore fa soffrire, pensò, è una lunga e triste agonia.
Svanite le farfalle, che cosa rimane?
 
“Albus, ti vedo un po' strano, c’è qualche cosa che ti turba? Sei così silenzioso! Voglio dire..è vero che siamo qu per studiare, ma di solito non lo facciamo, anzi, fai lo scemo tutto il giorno, e io di riflesso con te..”

Albus non rispose, poi quando Damian si alzò, forse per buttare qualcosa nel cestino, lentamente, guardando in basso, lo afferrò per un braccio.
“Che c’è? Devi dirmi qualcosa?”
Un sorriso timido.
“Sì. Questo.”
Albus lo baciò. Un bacio lieve, accennato. Damian lo guardò imbarazzato.
“Oh cavolo..” dice lui e Al si sente quasi morire.

POV AL


Vorrei chiedergli scusa, vorrei dirgli di dimenticare tutto, ma..
Lui mi prende e mi bacia.
Stavolta il bacio è più marcato, ma meno intenso comunque di quello che mi ero immaginato.
Apro la bocca, cerco di forzare un minimo di attrazione, di sentimento, alla fine qualcosa sento, funziona.
“Sai, pensavo che non l’avresti più fatto..ero convinto di non piacerti.”

Usciamo dalla biblioteca, anche se trasalisco, sentendo il rumore di qualcosa che cade, qualche libro, mi guardo intorno, non c’è nessuno. Gli studenti che studiano fanno sempre un mucchio di rumore.
Torniamo ai nostri dormitori in silenzio, non ci teniamo neanche per mano.
 




POV JAMES

Scoprì, tramite battutine sentite in giro, che vedevano DAMIAN molto simile a lui, lo scambiavano per lui e questo lo fece incazzare.

Come possono scambiarmi per lui? Albus, perché permetti questo? Lo stai facendo apposta? È uno sgarbo a me? Cos’hai, cinque anni? io e te dobbiamo fare un discorsetto.

Si rese conto però di quanto infantili suonassero alla sua stessa mente tali parole. Cosa avrebbe potuto dirgli? Come osi andare in giro con uno che mi somiglia? Gli avrebbe scoppiato a ridere in faccia e per la prima volta James avrebbe dovuto dirgli che aveva RAGIONE! Gli avrebbe chiesto se era omosessuale?

Dei! Albus, suo fratello aveva solo 15 anni, perfino lui non era così ingiusto e crudele, a 15 anni lui lo ammetterebbe? Cavoli, se fosse gay, a chiunque glielo chiederebbe, non avrebbe il coraggio di dirlo lui per primo!
Sapeva solo che gli dava MOLTO fastidio il fatto che scambiassero quel damerino per lui.

Un giorno, per una strana beffa del destino, si ritrovò nella biblioteca della scuola, mentre c’erano anche loro.
Voleva andarsene, ma voleva anche restare e spiarli, ma qualcosa gli diceva che doveva andarsene, una specie di brutto presentimento che non sapeva come definire.
Contro ogni buon senso, si avvicinò di più, di nascosto, attento a non farsi vedere.

Sperò che nessuno lo scoprisse. Sarebbe stato difficile spiegare cosa stava facendo, non lo sapeva neanche lui.
Cosa stava cercando esattamente?
Poi Albus lo baciò e seppe cosa cercava.
La formula per spezzare un cuore.

Durante Pozioni non insegnavano una pozione simile.
Perché l’hai fatto Albus?
James non poteva sapere che Albus lo aveva visto in corridoio passeggiare a braccetto con due ragazze, colloquiando amabilmente, chiedendo se potevano passare il weekend con lui ed era triste per questo.

Non poteva sapere che l’aveva fatto per questo, altrimenti forse avrebbe dato i numeri già in quel momento.
Si baciano di nuovo, stavolta l’iniziativa la prende l’altro.
"Sai, pensavo che non l’avresti più fatto..ero convinto di non piacerti.”

James si chiese se la tristezza avesse dei rumori, se lo chiese quando il libro gli scappò di mano. No, la tristezza NON FA rumore, purtroppo, pensò James mentre piangeva, senza capire il perché, ma forse è capace di far cadere gli oggetti e quelli fanno rumore.

Albus si era girato più volte prima di andare via..chi cercava, forse me? Forse era la speranza di un ragazzino un po' ridicolo, pensava lui.
Copiose lacrime gli cadevano dal viso mentre era scivolato nei dormitori e si era chinato in ginocchio, nel dormitorio deserto.

“Ma cosa mi prende..sto piangendo..piango per mio fratello..per un bacio..sono proprio..uno sfigato. Sono proprio..INUTILE.” disse James, prendendo un tronchetto appuntito e scheggiando una mattonella del pavimento.

In quel momento con la faccia piena di lacrime, vide uno stuolo di farfalle sul davanzale della finestra. Sembravano guardarlo.
LORO lo guardavano, suo fratello NO. Suo fratello che baciava uno così  a caso, uno che gli somigliava. Ma non era lui. Non sarebbe mai potuto essere lui.

Ma la cosa più brutta non era neanche che quel ragazzo assomigliasse a lui, ma che lui, il grande JAMES SIRIUS POTTER, in quel momento DESIDERAVA essere lui, per avere le sue attenzioni. Non per baciarlo, no, quello no, erano le sue attenzioni quelle che gli mancavano e che VOLEVA.

Le farfalle sembravano calamitate da lui e James Sirius le guardò stranito, per poi stranirsi ancora di più quando farfalle bianche e blu gli andarono incontro sulla faccia.

“Yeeeee. Che diav..” disse scansandosi, poi sorrise amaramente.
“Volevate baciarmi? Beh, grazie, almeno anche io oggi ho un bacio, ho avuto un bacio da delle farfalle! Andatelo a dire a mio fratello!”
Poi il suo viso cambiò espressione, una volta che si rese conto quello che aveva detto, si coprì la bocca con le mani.

“No…no…” disse solo con una litania, mettendosi la testa tra le mani.





POV ALBUS  

È solo quando le nostre strade si dividono, che realizzo che una lacrima mi sta scendendo da un occhio.
Cazzo.

Era questa dunque la sensazione che ho sentito, durante il mio PRIMO BACIO? L’urgenza di piangere?
Mi sento sprofondare ma continuo a camminare, incurante, lessi da qualche parte, che bisogna procedere comunque, nonostante come ci si sente, come da copione. (L'acchiappasogni - Stephen King )
Fino a quando qualcuno non mi afferra per un braccio.
 
“SCORPIUS?”
“Pensavi fossi qualcun altro? O forse lo speravi?”

Sbatto gli occhi e mi scosto da lui. Ci mancava solo lui e la sua capacità di leggermi dentro.
“Tieni questo! Asciugati.”
“Cosa?? NO.” respingo il fazzoletto che mi offre. “Usalo te. Io non ne ho bisogno. “
“Sei in lacrime.”
“Cosa? Non essere ridicolo.” Mi sento sull’orlo di una crisi di nervi, in quanti altri si sono accorti che sono così? Se ne sarà accorto anche Damian? Oddio, no.

Scorpius mi guarda con un’occhiata penetrante.
“Vieni con me.”
 
Mi spinge in un’aula vuota e mi scruta.
“Tu non stai bene, Al.”
“Cosa?? Ma che stai dicendo?? Guarda che..che ti sbagli, io sto benissimo!! Questo..non è niente. Una allergia che io..”

“Basta con le balle!! Ascolta, io non ne so molto di questione di baci, ma sono abbastanza certo che non si piange dopo che baci qualcuno per la prima volta! A meno che…non era quello che volevi, o a meno che il bacio non faccia così tanto schifo!”
Avvampo, sento tutta la mia faccia scaldarsi e cerco di fuggire via.
“Alohomora!” disse lui.
“Oh, seriamente? Come se non potessi scardinarla, se volessi!”
“Certo che puoi, ma non lo farai. Parla con me, Al!”

“Non c’è niente di cui parlare. Ascolta, Scorpius, io non so cosa tu abbia visto, ma..” mi spettino i capelli.
“Ti ho visto baciarti con Damian Scorne. In biblioteca.”
Mi accascio alla sedia.
“Maledizione, ero convinto non ci fosse nessuno, li.”
Pausa.
Scorpius sembra prendere una decisione.
“Non sono l’unico ad averti visto li, Al.”

Non ho il coraggio di guardarlo, quindi guardo un punto dell’angolo della stanza, lontano.
“Jamie.” Risponde lui per me,
Chiudo gli occhi e poi me li copro con le mani.
 
“Era lui allora che ha fatto quel rumore.”
“Già. Ha fatto cadere tutti i libri che aveva in braccio. Beh, se volevi scioccarlo ci sei riuscito.”
“La mia vita sentimentale non è affar suo.”

“Al, che cosa succede davvero tra voi due? È da parecchio che sembra che il vostro rapporto..sia peggiorato..non siete mai andati poi molto d’accordo ma ultimamente..sembrate più lontani che mai..”
“Beh, niente di particolare..ognuno si fa la sua vita..lui ha tante ragazze che..gli fanno la corte..è sempre circondato da qualche oca che gli si sta aggrappato..”
Sorride.
“Sì, è stato sempre un po' farfallone. A te disturba? È per questo che hai baciato quello? Per fargli vedere che anche tu..”

“HO BACIATO DAMIAN PERCHÈ MI ANDAVA DI FARLO! SONO STUFO CHE OGNI COSA CHE FACCIO DEBBA ESSERE COLPA DI JAMIE! HO ANCHE IO UNA VITA, UNA PERSONALITÀ! CAPITO!”
Silenzio.

HO DIRITTO ANCHE IO DI FARMI QUALCUNO O LUI È L’UNICO PER CASO??”

“Sai, Al, è strano che tu dica che non tutto gira attorno a tuo fratello, perché a me..sembra vero il contrario..o osi perfino negare che ultimamente per te non esisto neanche più io?”

Impallidisco. Quello che dice mi fa più male di quello che pensavo.
“Ma cosa stai dicendo..certo che esisti..sei il mio migliore amico!!”
“Ma non sembra, sai!!” sbotta lui. “Te lo dico chiaramente, Al! Ultimamente la tua vita sembra un grande gigantesco teen drama e io, scusami se te lo dico, non ho nessuna parte in questo teen, se questo fosse un teen drama, io non esisterei.”
“Questo non è assolutamente…”

“Ma dai! Perché non mi ricordi allora l’ultima volta che siamo andati in un’aula insieme? O l’ultima volta che mi hai confidato la cosa che ti ha fatto soffrire? O che ti sei lamentato con me per l’ultima verifica che ci ha dato il prof?”
Rimango zitto, sento ancora qualcosa dentro di me. Il peso della vergogna.

“Cazzo, non sapevo neanche che uscivi con Damian! Mi avevi solo accennato che ti piacevano i ragazzi ma non che volessi uscire con uno di loro. Ti ho semplicemente VISTO..e ora sono qui a farti una sceneggiata come se fossi una comparsa qualunque in questo psicodramma, non il tuo migliore amico, a cui un tempo dicevi tutto!”
“Io…”

“Non parli più con me! Ti ho detto in faccia che hai pianto durante un bacio ma tu, tu non hai negato, non ti giustifichi, non hai fiducia in me.”
“Perdonami.” Sbotto alla fine. “Hai ragione, hai ragione su tutto, ma sono stato così male in questi tempi..non era mia intenzione allontanarti, è solo che io..hai ragione, ho pianto. Io..non lo controllo..”
“Va  bene, va bene, adesso vieni qui.”

Allarga le braccia e io rimango così sconvolto dal suo perdono così veloce che mi sbrigo ad accogliere il suo invito prima che ci ripensi.


“Perdonami..sei il mio migliore amico e io non avevo intenzione di..trattarti male o di allontanarti!
“Lo so, Al, lo so, ma mi hai spaventato a morte in questi mesi..”
“Addirittura? Non pensavo di fare così paura..”

“No? Sei sempre con lo sguardo perso nel vuoto, apatico, e ora ti becco a baciare un ragazzo e a piangere subito dopo. Che succede, Al? Quel ragazzo ti da problemi? È un tipo già impegnato? Parla con me. Lo sai che per me non fa alcuna differenza che a te piacciano i ragazzi.”
Tiro un sospiro.
“Ho pianto perché...stavo pensando ad un'altra persona...”
Scorpius sospira ma non sembra sorpreso.
“L’avevi capito?”

“Non posso dire di non averlo sospettato ma volevo sentirlo da te. Chi è?”
Rifuggo il suo sguardo.
Cerco il modo di parlare ma non ci riesco.
“Cazzo, l’unico in grado di farti stare così a pezzi è tuo fratello, ma non può essere per forza di cose lui, quindi chi cazzo può essere?”
Lo guardo sbarrando gli occhi, lui se ne accorge.

“Cazzo, è davvero lui? Che ti ha detto per farti stare così? Non vuole che tu frequenti i ragazzi? Ha qualcosa in contrario con lui? Al, aspetta!”
Sciolgo subito l’incantesimo, ma lui fa per bloccarmi.
“Al, non costringermi ad andare da lui a schiantarlo.”
“Non oseresti…”
“Allora parla chiaro. Lui cosa ti ha detto?”

“Niente! Non lo sa nemmeno, almeno fino ad adesso. Cazzo, ha visto il bacio..io..”
“Al, stop! Smettila di essere così spaventato, è tuo fratello ma non ha diritto sulla tua vita, se a lui non garberà che baci un ragazzo, chissenefrega, se ne farà una ragione.”
Sospiro.
“Sì, forse hai ragione..Scorpius, perdonami se ti ho fatto preoccupare..e ti giuro che non ti allontanerò più, mai più.”
Lo abbraccio.

“Sarà meglio per te, testa di legno.” Mi dice.
 

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Capitolo 9
*** La rissa tra James e Damian ***


La relazione tra Albus e Damian, proseguì timidamente, anche nei giorni seguenti, nonostante James provò a infastidirli in ogni modo, ogni volta che li incrociava anche solo per “sbaglio.”.
“Ops! Scusa, ti ho fatto cadere,. Ho interrotto la passeggiata romantica dei piccioncini.”
“Via dalla mia strada, colombelle.”
“Sai, mi chiedo chi dei due faccia la parte della femmina, tra voi due, io parteggio per Al.”
 
“Io..sento il bisogno di scusarmi, non so proprio chi glielo possa aver detto.” Disse Al.
“Il problema non è che lui lo sappia, ma che senta di avere il diritto di trattarti in questo modo, di me non mi importa, ma tu..sei suo fratello, Al!” gli disse Damian.
“Lo so, è lui che..sembra esserselo dimenticato.” Disse Albus triste, tirando su con il naso. Non voleva cedere alle lacrime, non lo avrebbe fatto.

 
Il destino però, aveva in programma ben altri piani, infatti Albus stanco di quella situazione, lo trascinò fuori dall’aula, portandolo in bagno.
James rimase spiazzato ma questo non gli impedì di scherzare con la sua solita ironia.
 
“Che irruenza, Al. È la stessa irruenza che usi in camera da letto?”
Albus dal canto suo, aveva la faccia livida.
“Adesso ascoltami bene, sono stanco delle tue prese in giro. Non mi importa se ce l’hai con me perché hai scoperto che mi piacciono i ragazzi, ma non..”
“Non dire un’altra parola! Se hai intenzione di parlare con me di questa..porcheria..fai bene a risparmiare il fiato!”
 
Che delusione, e io che speravo volesse darmi una bella notizia, tipo che il damerino sputasentenze l’ha lasciato.
Albus tirò su con il naso.

“E quindi..oltre che spaccone, arrogante e bullo, sei pure omofobo!”
Ma questo era troppo. James lo fissò allibito e diede un pugno alla parete davanti a lui.

“Non ti azzardare..ho sempre rispettato tutti, ma c’è una cosa che non rispetterò mai. E sono i codardi. Sono dovuto venire a scoprire per caso che a mio fratello piace il cazzo. Ma non ti vergogni della tua vigliaccheria?”

Albus si mise a ridere davanti a lui.
“Ho fatto bene a non dirtelo, se queste sono le reazioni. E poi a te che te ne frega eh? Io non vengo a farti la morale per quante sciacquette ti scopi.”

James ridacchiò.

“Credi di essere migliore di me? Almeno io sono questo, alla luce del sole...non mi nascondo come fai tu, tu invece…il santo, l’angioletto..quanti altri scheletri hai nell'armadio, Al? Questo è solo il primo, ce ne sono altri?”

“A te non ne deve fregare niente. VIA DALLA MIA STRADA.” disse spintonando il fratello e fuggendo via, sentendo la sua risata.

Una volta che Albus era scomparso però, la risata di James si spense, lasciando il posto a una profonda tristezza.
 
 
 



*

 Qualche sera dopo, Damian e Albus erano in biblioteca, il biondo era decisamente contrariato, aveva un qualche sospetto che il suo ragazzo lo facesse apposta a cercare di far innervosire suo fratello, per sfidarlo.

Gli parlava a bassa voce, mentre Albus era appoggiato a un muro, nonostante Albus cercava di convincerlo ad andare via, perché James era  a pochi passi.

“Damian..per favore..c’è mio fratello..ti sta guardando..”
“Lascia che guardi..non preoccuparti..”
“Non ce la faccio.”

“Perché non andate a farle in bagno le vostre porcherie? Qui c’è gente che vuole studiare e non assistere a un porno amatoriale.” La voce di James ad un tratto lo stordisce e tutti si girano a fissarli.

Che vergogna!
Voglio morire!

Ma io l’avevo detto a Damian che era una pessima idea venire qui.

A quel punto Albus esplose e si diresse da James. 
“Hai finito di fare il cretino e infastidire tutti con le tue battute del cazzo? Non fanno neanche ridere.”

“Ma davvero? A me risulta invece che sono MOLTO divertente, certo magari meglio io che faccio ridere, che tu che fai piangere con i tuoi patetici approcci da quinta elementare?”
Albus avvampò, la vergogna gli colorò le guance di rosso.
“Stavamo solo PARLANDO. Non sono tutti depravati come te, lo sai?”

“Lo so, qui superare la mia bravura è difficile.” Disse James voltandosi verso Damian. “Riesce almeno a farti eccitare, quando ti bacia? O non è capace di fare neanche quello, quella mezza sega?”

Albus lo guardò stupefatto, qualcuno si mise a ridere.

“Sei un idiota, ora mi hai stanc..-“ ma James si illuminò all’improvviso. 

“Oh, mezza sega ha deciso di farsi vedere, finalmente. Come va?"
“Prima che arrivassi tu a rompere, molto meglio. Hai finito di infastidire Al?”
James fece un gesto teatrale con le mani.

“Ma io sono qui. Mi risulta che questo è un luogo pubblico e con tutto lo spazio che c’è, a quanto pare mio fratello non riesce proprio a trovarne uno più appartato, magari non ci tiene poi così tanto a restare in intimità con te, può essere che non lo ecciti ABBASTANZA.“ disse con un ghigno crudele.

Albis si sentì sprofondare sempre di più, guardò Damian con un’occhiata di scuse.

“Non ascoltarlo, Damian. Tu smettila e pensa alle tue troie invece di guardare cosa faccio io.”
James sembrò illuminarsi a quella frase.

“Ohhh ti piacerebbe vero, essere eccitante come me, Al? Puoi solo sognarlo.”
Albus si sentì come se fosse nelle sabbie mobili.
Damian gli andò di nuovo davanti.

“Si può sapere quale è il tuo problema? Sei un omofobo per caso?”
“Omofobo? Ma non farmi ridere. Solo perché non mi piace vedere mio fratello che si pastrugna una mezza sega come te, e finge pure che riesci ad eccitarlo?”

“ADESSO BASTA.” Gridò Albus. “Damian, aspettarmi fuori, nella sala comune di Serpeverde.“

“Non ti lascio solo con questo.”
James scoppiò a ridere.
“Questo è mio fratello.” gli ricordò Al. “E so come gestirlo, va, per favore. Non diamo spettacolo.”

Damian lo accontentò a malincuore,  poi dopo che se ne fu andato, Albus invitò James a seguirlo in un angolo della biblioteca più appartato per non dare spettacolo e guardò James esasperato.
 
“Senti, non voglio litigare con te, voglio solo essere lasciato in pace..è chiedere troppo? Dici che non sei omofobo ma..”
“Non riesco a credere che ti piaccia uno così.”
Lo guardò allibito.
“Come fai a sapere i tipi che piacciono a me?”

“Non lo so, ma sono di certo sicuro che uno così..non può eccitare nessuno.”
“Questa che hai detto è una gran fesseria..Damian è bello, bellissimo..oh, ma perché diavolo sto facendo questo discorso con te. È folle.”
James ridacchiò e gli andò più vicino.
Albus arretrò, deglutendo.

“Non – ti – eccita.”

“Non mi fai il lavaggio del cervello, Jamie. Lo so che prendermi in giro ti diverte un mucchio ma stavolta stai proprio toppando.”
“Ascoltami, ora sto parlando seriamente..questo tuo tentativo..puerile..di scoprire la sessualità..lo capisco sai..ma lui non è il tipo giusto..non ti piace nemmeno..”
Albus rise.

“È folle! Come fai a dirlo?”

“Ti ho GUARDATO, AL.” Albus sentì un brivido. Quando lo aveva guardato?

“Perché io ti osservo, anche se tu pensi di no. So come sei fatto..e..so che..i tipi come lui non possono piacerti. Sai da un lato mi delude che la tua prima esperienza gay, deve essere con un tipo così scialbo, uno così non è capace di eccitare nessuno..te l’ha mai fatto avere almeno un vero orgasmo?”


“J-Jamie..ma che stai dicendo..non ti rispondo..sei impazzito..”
Il muro cozza contro di me, mi sento in trappola.
Lui si avvicina sempre di più.


“Siccome mi sento BUONO, mi va di darti qualche CONSIGLIO, che puoi girare a lui, quando ti sentirai morire dalla noia, con lui,.”

Mi è quasi appiccicato, non riesco nemmeno a mandarlo via. La mia salivazione è a zero. Dio ti prego fa che non si accorga che mi è venuto duro solo a vederlo così vicino a me.
Si avvicina al mio orecchio.


“Puoi dirgli di sussurrarti sconcezze all’orecchio, con fare sensuale, e poi di leccartelo.”
James lo fa, mi da un assaggio della sua lingua nell’orecchio e gemo in un modo che spero scambi per sorpresa.

“FAI SCHIFO.” Disse Albus, spingendolo via, lui sorride ma non si scompone.
 Ma come fa? Mi ha solo sfiorato e mi tremano le gambe.

“Poi regola numero due. Non è necessario spogliarsi, basta creare il giusto attrito e la giusta anticipazione! Non è necessario fare sesso per godere, Perché è l’attesa di quel che sarà..essa stessa il SESSO. ”
James posa le mani sui miei fianchi e io perdo il respiro.
HA RAGIONE!

"Ma non mi illudo che uno come lui sappia cosa sia la PASSIONE."Si mette più vicino a me, i suoi jeans appiccicati ai miei, appena un movimento, mi sfiora a malapena, ma non so se è la soggezione o no, ma io brucio come se stesse facendo l’amore con me. poi appiccica il suo petto contro il mio, le sue gambe mi sfiorano appena, ma le nostre virilità neanche si toccano, e quanto vorrei che invece succedesse.
“Allontanati da lui, sporco pervertito.”
 
 
 
 
*  
 
POV JAMES.
 
“Non – ti – eccita.”
Aspettavo non so quanto tempo di dirgli questa frase. Mi scoppiava nel cervello. Dei, quanta soddisfazione c’è nell’essere LIBERI di esprimersi! I babbani con la loro filosofia new age hanno sempre avuto ragione.

“Non mi fai il lavaggio del cervello, Jamie. Lo so che prendermi in giro ti diverte un mucchio ma stavolta stai proprio toppando.”
“Ascoltami, ora sto parlando seriamente..questo tuo tentativo..puerile..di scoprire la sessualità..lo capisco sai..ma lui non è il tipo giusto..non ti piace nemmeno..”
Albus rise.
“È folle! Come fai a dirlo?”

“Ti ho GUARDATO, AL.” Albus sentì un brivido. Quando lo aveva guardato?
Sì, perché io ti osservo. Sempre. Non come te che non mi guardi.
Cosa mi nascondi?

“Perché io ti osservo, anche se tu pensi di no. So come sei fatto..e..so che..i tipi come lui non possono piacerti. Sai da un lato mi delude che la tua prima esperienza gay, deve essere con un tipo così scialbo, uno così non è capace di eccitare nessuno..te l’ha mai fatto avere almeno un vero orgasmo?”

“J-Jamie..ma che stai dicendo..non ti rispondo..sei impazzito..”

Impazzito? Probabile! Non so perché all’improvviso mi interessa la vita sessuale del mio fratellino, forse perché ..cazzo, ha solo quindici anni. Non può perdere la verginità con uno così! La sua prima volta deve essere SPECIALE!

Lo metto spalle al muro.

Prova a scappare adesso, ti sfido.

“Siccome mi sento BUONO, mi va di darti qualche CONSIGLIO, che puoi girare a lui, quando ti sentirai morire dalla noia, con lui.”

Mi avvicino sempre di più a lui. C’è una elettricità che non mi aspettavo a stargli così vicino, dopo tanto tempo passato ad evitarci. Mi piace.

“Puoi dirgli di sussurrarti sconcezze all’orecchio, con fare sensuale, e poi di leccartelo.”

Non so perché gli lecco l’orecchio. So che è una cosa oscena, da…so cosa sembra, ma non mi importa in quel momento. Voglio sconvolgerlo, voglio scrollarlo, perché è un addormentato e un..uno stronzo! Voglio tramortirlo contro la libreria, forse anche picchiarlo, pur di SVEGLIARLO, perché non capisce niente, mai..e forse così capirebbe che io LO AMO, e che sono l’unico che può farlo, nel modo in cui lo vorrebbe, perché io lo conosco meglio di chiunque altro. Al, guardami, ti amo, GUARDAMI!”

“FAI SCHIFO.”

Ma Albus mi spezza il cuore con una parola. Mi gelo, ma il mio sorriso rimane immobile, il grande Freddy Mercury disse che il sorriso non deve mai svanire, andare avanti a sorridere a qualunque costo. È stato il primo idolo babbano che ho mai avuto, colpa di Rose quando mi disse “Ma dai, devi farti un po' di cultura babbana.”


Albus mi guarda, sembra sconvolto. Gli faccio schifo davvero e io mi sono appena sputtanato davanti a tutti, per..NIENTE. Ma certo per niente, che cazzo stavo pensando? Parlare. Sì, seconda regola non smettere di parlare. Non fare capire all’avversario che sei sconvolto.


“Poi regola numero due. Non è necessario spogliarsi, basta creare il giusto attrito e la giusta anticipazione! Non è necessario fare sesso per godere, Perché è l’attesa di quel che sarà..essa stessa il SESSO. ”
Gli poso le mani sui fianchi e lo sento trattenere il respiro.

Forse sarò pazzo, invasato e delirante, ma..mi è parso che trattenesse il respiro.
Quindi lo eccito più io che lui? Non vuole dire niente, lo so, ma è comunque una vittoria.

"Ma non mi illudo che uno come lui sappia cosa sia la PASSIONE."
Ma perché, io invece lo so? Sono solo un bullo che crede di essere un grande. Non sono migliore del vero James Potter. Ma poi di che passione sto parlando? Gli occhi, sono quei maledetti occhi, lo sapevo. Albus, dimmi qualcosa, aiutami.

Mi metto più vicino a lui, forse sono del tutto impazzito, i suoi jeans appiccicati ai miei, appena un movimento, lo sfioro a malapena, ma mi sento bruciare.
Sono le fiamme dell’inferno.

Che sta succedendo? O peggio, cosa vorrei che succedesse? È mio fratello.
Allontanati James, SUBITO!
“Allontanati da lui, sporco pervertito.”
 


Pov Albus
 
Albus si rese conto che Damian non se n’era andato come aveva sperato che facesse e si accorse che questa cosa lo faceva incazzare, voleva proprio ucciderlo.
James alzò gli occhi al cielo e lo fronteggiò.

“Ecco perché mi hai mandato via allora. Per potergli mettere le mani addosso? Ma che razza di porco pervertito sei? Al, vieni qui.”
Se non lo uccide James, giuro che lo faccio io.

“Sì, Al! Vai dal tuo padroncino, bau bau! Senti, idiota, sono tante cose,ma dell’incestuoso non me l‘ha mai dato nessuno e non me lo faccio dare da un idiota come te. Stavo solo dando dei consigli al mio innocuo fratellino su come deve consigliarti per farlo eccitare! Perché perdonami ma se continui su questa strada, si stancherà presto di te, se non si è già stancato.”
“Certo! E ho bisogno di te, non è vero? Beh di certo per esperienza ne hai alle spalle, anche con i maschi! Ti soprannominano o no la puttana della scuola?”

James una furia rovente, mi guarda terrorizzato, mentre le parole "puttana della scuola" mi rimbombano nel cervello. Dunque James è bisessuale come me? Non so se voglio uccidere lui o Damian perché ha pensato non dovessi saperlo.
“Jamie..” dico io, stupito.
“Non te l’ha detto eh? Si fa chiamare il DIO del sesso quest’arrogante, e poi pretende di fare la morale agli altri.”
 


Pov James

Lo ammetto, quando ha rivelato davanti a tutti che mi piacciono anche i maschi, mi sono sentito smarrito per un secondo, solo un secondo però, poi ho pensato:fanculo, io sono James, Sirius Potter!! Il fottuto James Sirius Potter! I miei compagni non smetteranno di amarmi perché mi piace un attributo maschile, neanche quelli etero! E poi non è come se stessi cercando proprio di nascondermi. Ma sì! Meglio che Al lo sappia! Almeno capisce chi siano i veri maschi! Almeno la prossima volta che va a cercare qualcuno che mi somiglia, se lo cerca che mi somiglia un po' meglio!

“Ti piacerebbe essere come me, vero? Chissà quanto sei invidioso, e quanto ti gasi di esserti preso mio fratello, non ti montare la testa, lui sta solo facendo della beneficienza a venire a letto con te, certo sempre se sei riuscito a portartelo a letto. Ne dubito fortemente. Ci sei andato , Al?”


POV ALBUS

Dovrei dire di no, con tutte le mie forze, essere sincero, ma il mostro dentro di me non mi ascolta.

Il mostro continua a ripetermi alle orecchie con quanto schifo avesse detto la parola incestuoso, come un insulto. Il pensiero che attraversa ogni mia notte, come un sogno, impossibile ma bellissimo, che non mi fa dormire la notte e lui invece prova SCHIFO.


“Sì.” Dico con furiosa soddisfazione. “E sapessi quanto ho goduto. Magari Damian a parole non ci sa fare molto bene, ma in quanto a usare la LINGUA..oh quanto è bravo..”

SCIAFF.


Pov James.
È più forte di me. Lo colpisco, volevo ferirlo quanto lui aveva appena ferito me.

Lo schiaffo è così forte che lo fa crollare a terra contro la libreria assieme ai libri che c'erano sopra.
Nonostante  tutto però non sto meglio, ma se possibile, sto anche peggio, voglio raggiungerlo, aiutarlo, chiedergli SCUSA, ma il bastardo fa per attaccarmi.

È tutta colpa sua.
Lottiamo subito. Se non fosse stato per lui, se non avesse mai messo gli occhi addosso a mio fratello non sarebbe successo niente di tutto questo!
Tuttavia, quando arrivano a dividerci, la furia nei suoi confronti, è tornata, perché non posso fare a meno di pensare a lui e a quel bastardo INSIEME.

Fai schifo, Al. Fai schifo. Questa è l’ultima volta che faccio a botte per una schifezza come te, hai capito? Fatti sbattere pure da mezzi uomini così, perché è quello che sei tu. Un mezzo uomo.”
Mi da una spinta correndo a perdifiato nel corridoio, ma riesco comunque a urlargli un'ultima frase cattiva..
“QUESTA è L’ULTIMA CHE MI FAI, HAI CAPITO AL? PER ME SEI MOORTO. MORTO!”
 
 
 
Pov Albus

Mi chiudo in bagno disperato, il casino che è successo in biblioteca mi soffoca a tal punto che rimango senza fiato.
Cosa era quello che era appena successo?

Prima James mi colpisce, scaraventandomi contro la libreria. E in quell’istante mille emozioni diverse mi hanno colpito. Paura. Una paura folle di lui. Non ho mai messo in dubbio che mio fratello fosse buono, un puro, ma in quell’istante, ho avuto paura che mi avrebbe fatto del male. Ho avuto paura di lui!
Ma poi è tutto svanito, un secondo dopo, realizzando il perché di quella furia, visto che mi si è scaraventato contro appena gli ho mentito su Damian, appena ho inventato quella bugia!

James era forse geloso?
No, non può essere, lui mi odia e quando Damian lo ha accusato di volerci provare con me…lui..ha fatto una faccia disgustata.

James si è comportato come un pazzo, ma è VERO quello che ha detto! Diavolo, io desidero LUI, desidero LUI e non Damian! Quando mi ha messo spalle al muro..io stavo perdendo il controllo! Quando gli ho detto quella cosa su Damian e me..non vera, io VOLEVO farlo arrabbiare!
Perché???

Albus era sempre più sconvolto, si mise in ginocchio sul pavimento. Non riusciva a capire le emozioni che si scombussolavano nel suo petto, o meglio, le capiva ma non voleva accettarle. Per qualche folle istante aveva addirittura pensato che..James lo avrebbe baciato davanti a tutti! Meno male che una volta capito che c’era una rissa in corso, si erano allontanati tutti per chiamare gli insegnanti e non avevano visto ciò che lui e James..

Oh, quanto vorrei che Damian non lo avesse fermato, che non ci avesse spiati.
Quella di James era chiaramente una provocazione ma..cosa sarebbe successo se non fossimo stati interrotti?

Cercò di fermare le immagini che con violenza volevano insinuarsi nella sua testa, ma non ci riuscì.

James si mette addosso a me, aderisce con il suo corpo contro il mio, mandandomi scariche elettrostatiche direttamente al cervello e in un altro posto che non oso dire.

Con il suo bacino, si muove sensualmente contro di me e mi dice:

“Ti piace, Al? Sei eccitato? Oddio, Al, sei così duro! Scommetto che quella mezza sega non te lo fa venire così duro in pochi secondi..”
“NO.” ansimo io, reclinando la testa all’indietro.
“Dio..come sei bello..voglio toccarti.”

Mi guarda come a chiedermi il permesso, io gli poso le mani sul mio membro e lui sorrise,.

“Guarda il verginello, mmm..sei così insoddisfatto..il tuo ragazzo non ci sa proprio fare ma adesso ci penso io..”
Mi mette una mano in mezzo alle mutande e mi accarezza sensuale.

“Così duro per me, Al..ci voleva tanto per ammetterlo? Lasciati andare, io sono qui..lasciati andare pensando che sono qui io a farti questo, a farti godere..”
“Jam..”
“Quanto lo volevi, Al? Mh? Quanto MI volevi?”

Mi lecca di nuovo l’orecchio e io mi aggrappo alla sua schiena.
“JAMES!”
 
“Ahhhh….ahhhh…” sono vicino, così vicino.
Scoppio in un orgasmo silenzioso nella cabina del bagno, per non farmi sentire.
Eppure nella mia immaginazione non lascio andare l’allucinazione. Non voglio.

Mi accascio al pavimento.
Sto immaginando di dirgli:
"Voglio farlo con te. Adesso."

“Cazzo, fratellino..non ti facevo così insaziabile..e sia, io non mi tiro certo indietro.”
Si slaccia i pantaloni ma mi dice:

“Aspetta..non è che l’hai fatto anche con lui, vero?”
Scuoto la testa con un sorriso e lo bacio.
Lui geme nel mio bacio e mi accarezza i capelli.
Mi dice che mi ama.

Con il cuore che scoppia di felicità, mi abbasso sul suo membro, glielo prendo in bocca e gioco stuzzicandolo con la lingua, uscendo e tornando dentro a ripetizione.
“Oddio, basta..mi..fai morire…”

Esplode in un orgasmo violento, un po’ del suo liquido mi va in bocca, altro addosso sul collo.
Lui mi ripulisce con la sua maglia, gli dico di no, che è rischioso ma lui mi bacia.

“Per il mio fratellino farei di tutto, soprattutto dopo quello che hai fatto.”
Non mi sono mai sentito tanto felice in vita mia.
 
 
Ma è tutta una fantasia e io piangente e disperato, esco dal bagno.
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice:  eccomi qui, questo è un altro dei capitoli aggiuntivi che avevo promesso ci sarebbero stati, ci mancava il pov di James, spero di non avervi deluso ^_^

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Capitolo 10
*** Non siamo rotti, ma piegati e possiamo amare di nuovo ***


“Damian!” Albus era andato subito ad abbracciarlo in sala comune e a osservare l’ematoma sul suo viso.
“Devi andare da madama chips!”

“No! Non voglio passare la notte in infermeria, per un pugno, sto bene così, grazie.”
“Lascia, faccio io.” Disse Albus, prendendogli il ghiaccio dalle mani.
Damian sbuffò.

“Che cos’hai, perché non mi guardi? Ohh, che sciocco, è chiaro il perché.” sorrise.
“Molto divertente.”
“Davvero, Damian, non avercela con me, per favore.”
“E perché dovrei avercela con te? Tu sei una vittima, no?” lo squadrò con attenzione.

“SIAMO. James la deve smettere, se dovesse rifarlo, io..io scriverò una lettera ai nostri genitori. Sono davvero, davvero sconvolto per quello che è successo oggi, non avrei mai creduto che James..”
Ci fu silenzio per qualche minuto, dopodiché Damian si rivolse a lui.
“Come si rivolge a te..è terribile. Crede di avere del potere su di te.”

“James è solo..” scosse la testa senza andare avanti.
“Continua, è solo..”
“Lascia perdere.”

“No, Al, non è giusto! Perché devi continuare a giustificarlo dopo quello che ha fatto oggi?? Ci ha attaccati senza alcuna ragione, noi ce ne stavamo per i fatti nostri e lui è arrivato e ha cominciato a fare lo spaccone! Quindi vorrei sapere cosa stavi per dire!”

“Stavo per dire che è il suo modo di attirare l’attenzione. Probabilmente ha fatto così solo perché negli ultimi tempi non lo stavo più calcolando.”
Damian lo fissò sbigottito.
“Questo sarebbe un BEL modo di attirare l’attenzione, la TUA attenzione?”

“Senti, lo so che non sembra, ma lui mi vuole bene e..”
“Non posso crederci!! Quello per te è affetto?? Ma hai visto COSA ha fatto??”
“Damian, non..ti prego..non davanti a tutti.”

Damian lo fissò scocciato, poi decise di andare nel suo dormitorio senza più rivolgergli la parola.
“Damian!! Non è colpa mia!!”
“Non ne sono così sicuro, Al! Buonanotte!!”
 
 


*

Durante i giorni seguenti, sembrava che qualcosa si fosse rotto progressivamente tra Damian e Albus. Il primo per ben tre giorni gli rivolgeva a stento la parola, poi decise si cercare di farsi perdonare  e gli propose una passeggiata vicino al lago, Albus annuì felice, ma poco dopo videro James che si baciava con un ragazzo e Albus gli chiese di tornare indietro.

“Ma che stai dicendo? PER LUI? Andiamo, Albus, almeno adesso che anche lui ha un ragazzo, non ci romperà più le scatole, andiamo..”
“No! Tu..vuoi solo fargli un dispetto! Non ci casco!” poi lo guardò rabbioso. “Non litigherò più con mio fratello a causa tua.”

Damian lo fissò sbalordito, poi il suo sguardo divenne triste.
“Capisco, dunque era per lui che eri triste in questi giorni, e io che mi sono illuso che era per me.”

“Ma che stai dicendo, Damian? Ti rendi conto, ti stai mettendo a paragone con mio fratello, MIO FRATELLO! Non so se sai cosa significa avere dei fratelli, io..”

“Certo che lo so! Ho una SORELLA anche io, ma non la tratto di merda come lui fa con te, non mi intrometto nella sua vita privata e…non la TOCCO come fa lui con te.”
“Come???” chiese Albus attonito.

“Il modo in cui ti tocca, il modo in cui ti parla, come se fossi di SUA proprietà! Quello che è accaduto quel giorno è stato DISGUSTOSO, “Controllati. È sempre mio fratello, ricordatelo, non ti permetto di insultarlo.”

“Andiamo, Al, se non si trattasse di tuo fratello, penserei che..ti voglia solo per lui, che sia innamorato di te!”

“Stai sragionando, ti consiglio di smetterla.” Disse Albus, mentre il suo cuore contrariamente a ogni logica minacciava di scoppiargli dalla felicità.”Forse mi vorrà anche per sé, ma non in quel modo. Lui è molto possessivo e..”

“Non ci credo Lo difendi ancora dopo tutto?? Ho visto come si è avvicinato a te, le porcate che ha detto quando presuntuosamente credeva di poterti insegnare com’è stare con un VERO UOMO..”

“Non ci posso credere!! Si tratta infine solo di questo allora? Ti senti ferito nel tuo orgoglio da macho?? Sai una cosa? Forse infine James aveva ragione! Credevo vi somigliaste ma mi sbagliavo anche in questo! James BRILLA, è un leader NATO, la gente lo segue, va da lui per chiedergli consigli, è vero, si è cucito addosso questa parte da bullo che gli piace troppo, ma è anche una persona buona, però sai una cosa? Non è MAI, MAI stato invidioso di nessuno! Tu invece sei..GELOSO che io possa pensare che lui sia migliore di te?? Tranquillo, l’ho già capito, perché indipendentemente da tutto, chi è invidioso di qualcun altro è SEMPRE perdente!

Per lunghi dolorosi istanti, vigeva il silenzio. Al con le lacrime agli occhi farfugliò.
“Io..io n-non..non volevo..Damian, scus..”

“No, tranquillo, non mi aspettavo certo niente di diverso, ma dimmi una cosa, Albus, sentirlo dalle ragazzette sciocche non è la stessa cosa, offrimi tu un altro parere, cosa si prova a essere la puttana di tuo fratello?

Albus per qualche secondo pensò non fosse vero, non poteva aver davvero detto quello che aveva appena detto, ma lo aveva fatto invece.

Lo schiaffo fu rumoroso, ma era Albus quello che soffriva di più in quel momento.

Dopodichè Albus scappò dentro al castello, senza farsi vedere.
James aveva seguito la scena a distanza, ma non disse niente.
 
 
 
*

James da un lato si stupiva di sé stesso, erano passati i giorni e non aveva fatto proprio NIENTE. Era rimasto fermo, immobile, a lasciare andare le cose come volevano. Non aveva più preso in giro Albus o Damian, non cercava più il suo sguardo. Non aveva fatto niente neanche quando aveva visto Albus schiaffeggiarlo, non era da lui, tanto che un suo amico di Casa gli chiese addirittura “Non vai a picchiarlo?”

“No!” aveva risposto lui fingendo indifferenza. Quella domanda gli fece capire che aveva dato spettacolo quel giorno e ora tutti si aspettavano un James sempre pronto ad alzare le mani, per far capire che doveva essere rispettato.

A dire la verità,  James non aveva neanche ricevuto nessuna ramanzina per lo spettacolino che aveva dato quel giorno, i suoi amici lo giustificavano con frasi del tipo “Albus è suo fratello e quel tipo ha cercato di fargli il lavaggio del cervello! È giusto che James difende suo fratello, ha solo quindici anni!” Oppure “Ha fatto bene, quel Lepriwalsky è davvero un maleducato ed un arrogante, in fin dei conti quello è sempre suo fratello e James è protettivo, anzi Jamie è stato fin troppi paziente con lui. Sempre a provocare ogni volta che vedeva James. È in competizione con lui.” o ancora “Per colpa sua i fratelli Potter non si parlavano più, Lepriwalsky lo costringeva a non parlare più con il fratello.” Molte, come l’ultima chiacchiera, erano chiaramente favole, ma non importava, si sapeva che come capitava spesso, certe cose venivano ingigantite.

James non aveva chiesto di essere difeso o giustificato e si rifiutò fin da subito di commentare quello che era successo in quella biblioteca, ma ciò non impedì comunque a tutti di prendere le sue parti. James non era un ragazzo che cercava consensi o lottava per difendere le sue idee, forse era per questo che era stimato da tutti. Se mettevi in dubbio i suoi valori, lottava per difenderle, ma diversamente non sentiva il bisogno del consenso generale ed era per quello che molti lo consideravano un leader naturale.

Lepriwalsky dal canto suo non aveva fatto parola di quello che era accaduto davvero in biblioteca o di quello che aveva creduto di vedere, un po' perché gliel’aveva chiesto Albus e lui sperava ancora di riconquistarlo come suo ragazzo, dall’altra parte, perché ancora voleva rifiutare quell’idea.
 
Da quando Albus lo aveva schiaffeggiato, si era pentito delle sue parole e gli aveva scritto subito una lettera di scuse.

Albus perdonami, mi sono reso conto che ho sbagliato clamorosamente con te, quelle parole non te le meriti e non le penso davvero, credimi! Credo che tu sia una persona speciale e io sono uno stupido! È stata solo la grande paura che avevo di perderti a farmi agire così, ti prego, perdonami e ricominciamo tutto da capo, io..credo di amarti, sono innamorato di te!
 
Albus non aveva risposto alla lettera e Damian aveva continuato.
 
Non mi credi, Albus? Sono sincero, tutto questo l’ho fatto solo perché ormai credo di essere innamorato di te, ho sbagliato clamorosamente anche con James! Lui è un fratello fantastico, se mi accompagni, io sono disposto anche a chiedergli scusa, perché sono io che ho sbagliato, potevo essere più gentile con lui e invece la mia gelosia mi ha accecato, mi sono comportato come uno stupido, dammi modo di farmi perdonare, Albus.
 
Nessuna risposta, ogni lettera che Albus riceveva, la stracciava dopo averla letta.
 
Albus, insultami, prendimi a male parole, dammi anche un altro schiaffo, se vuoi, ma parlami, dimmi qualsiasi cosa, non sopporto questo silenzio, io ci tengo davvero a te e non so più come fare per chiederti scusa.
 
A quelle parole, Albus gli scrisse solo:

Parliamo nei sotterranei, oggi pomeriggio alle 16:00
 
Albus non aveva nessuna voglia di parlare con Damian, ma credeva di doverglielo. Non si lascia una persona con una lettera, gli doveva almeno questo.

Nonostante ciò, vederlo con le lacrime agli occhi, mentre aveva già capito dal suo sguardo quello che voleva dirgli, fu straziante in un modo che per poco Albus voleva quasi ritornare sui suoi passi.
“Vuoi lasciarmi?”
“Damian..”
“Andiamo da James! Gli chiederò scusa, farò tutto quello che vuoi..”
“No, no..”

“Ti dimostrerò che  è stato solo un caso isolato!” continuava Damian, poi gli prese le mani.
“Non sono sempre così.”
“Lo so.”
“E allora dammi l’occasione di dimostrarlo.”
“Non so se ne ho voglia..”
Gelo.
“C-come?”
“Damian..questa relazione tra noi, me l’ero immaginata come spensierata, leggera..tu mi hai..affascinato per questo, perché non c’erano problemi ad impensierirmi.”
“E non ci saranno! Io sono così, Albus, posso dimostrartelo. Quello che è successo con tuo fratello non ricapiterà più.”
Albus scrollò il capo.

“Forse non ricapiterà più, ma ha lasciato un segno su di me.”
Damian lo fissava attonito.
“È importante per me, mio fratello, non posso sostenere che lui non mi parli…tu dici che non ci saranno più problemi, ma ce n’è uno grosso ora, per me e non riesco a fare finta di niente.”

“A tuo fratello passerà, lo convinceremo, io ti aiuterò.”
Albus scrollava la testa.
“Non ho l’energia..per pensare alla nostra relazione, fare pace con Jamie e studiare anche. Non posso pensare a tutte queste cose insieme.”
“Capisco e quindi scegli di liberartene almeno di una, cioè me.”
“Mi dispiace.” Albus con espressione triste fece per andarsene via, ma Damian lo fermò per un braccio.
“Aspetta, solo altre due domande: tu..non mi ami, vero?”
Silenzio.
“Alla lettera..quando ti ho detto che sono innamorato di te, non hai risposto.”

Albus lo guardò con sguardo smarrito e pieno di sensi di colpa, ma non rispose.
“Okay..un’ultima sola domanda, quando tu hai detto che hai fatto l’amore con me..è stato solo per farlo arrabbiare? O..o l’hai detto anche..per altri motivi?”
Albus lo guardò, uno sguardo fiammeggiante che a Damian ricordava la fenice dei Grifondoro.

“L’ho detto anche perché…per un qualche attimo, avrei voluto fosse stato vero. Per qualche attimo avrei voluto provare..quelle sensazioni.”
Damian annuì.
“Grazie per essere stato sincero.”

Albus andò da lui e lo abbracciò.
“Perdonami.” Disse Albus.

“No, che c’è da perdonare? A volte le persone si incontrano, non sono eterni questi incontri ma rimangono compagni di strada, ti ringrazio per avermi permesso di fare un pezzetto di strada assieme per un po' e perdonami anche tu, se sono stato così..”
“Sei molto altro, lo so, il fatto che assieme non abbiamo funzionato non significa che siamo rotti. Ricordalo, fammi questo piacere.”
“Ci proverò, posso..darti un ultimo bacio?”

Albus sorrise e lasciò che Damian gli diede un bacio sentito, per trenta secondi. Nessuno dei due approfondì il bacio, forse Damian ci sperava un po', ma Albus non se la sentiva. Avrebbe potuto, se avesse voluto..sarebbe stato solo un bacio, ma anche un bacio devi darlo se il tuo cuore non duole e in quel momento il suo cuore soffriva per qualcun altro.
Si staccarono, sorridendo, poi andarono via insieme





















Note dell'autrice: Il titolo di questo capitolo l'ho presa dalla canzone Just give me a reason, ovviamente dandogli un altro significato! Ragazzi! Lasciate che vi dia un retroscena di questo capitolo! All'inizio io volevo intitolarlo qualcosa come "Albus e Damian si lasciano" o qualcosa del genere, pensate che all'inizio volevo mettere il capitolo anche assieme alla scena dopo di Albus e la maglia di James (chi ricorderà il terzo capitolo sa a cosa mi riferisco ) ma poi ho pensato che Damian e Albus meritassero perlomeno di avere un capitolo sulla fine della loro relazione, poveracci ahha xd poveraccio lui soprattutto xd e il finale poetico del capitolo, mi ha ispirato, non mi sentivo romantica da tanto tempo e non sapete quanto mi sento felice! Ho voluto dare valore a Damian, che era arrivato solo per fare da terzo incomodo ma poi mi sono sentita male a sfuttarlo così  volevo dargli una fine un po' dignitosa LOL sapete che per decidere se mettere il capitolo insieme all'altra scena di Albus e la maglia di James o lasciarlo diviso, ho dovuto lanciare la monetina? ahhaha e come oramai faccio sempre per decidere, se il risultato della monetina mi soddisfa, voleva dire che è la scelta corretta invece scelgo l'opposto e la monetina ha scelto tre volte per il capitolo diviso xd io non avevo nulla da dire xd a bene così poi anche per il fatto che il capitolo se no stava diventando troppo lungo!

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Capitolo 11
*** Perchè hai la mia maglia indosso? ***


James non sapeva che si erano lasciati, non li vedeva più insieme, ma non poteva esserne certo. Da un lato si sentiva estraneo rispetto a quello che era successo quel giorno, il fatto che non fosse andato a prendere Damian dopo che Albus gli diede quello schiaffo, gli fece pensare che era maturato e che qualsiasi follia gli fosse presa quel giorno, era finita.

Questo lo fece sentire leggero, per un po'. Non era innamorato né attratto dal fratello e questo lo fece sentire come se un grande incubo lo avesse lasciato andare.

Ma poi più passavano i giorni e più si sentiva come prosciugato, svuotato, triste. Non era più il James allegro e divertente che faceva divertire tutti.  Gli costava ammetterlo ma Albus riusciva ancora a influenzare il suo umore. Il fatto che il fratello continuava a ignorarlo, lo faceva stare male, anche se non voleva ammetterlo.

Capiva di aver sbagliato, indipendentemente da tutto, gli dispiaceva per come aveva reagito, per aver aggredito anche il ragazzo di Albus, per questo un giorno decise di chiedergli scusa, approfittando del fatto che Albus si stava attardando in aula. Purtroppo il tipo faceva resistenza e non riuscì a scappare via, prima che arrivasse Al come una furia nella loro direzione.

“Sei sicuro di non volere questa giacca? Ne ho altre anche più belle.”

“Non ho bisogno di una giacca da te, Potter.” Disse Damian scocciato.

“Che sta succedendo qui? James, come OSI avvicinarti ancora?”
“Calma. Stavo solo chiedendo al tuo ragazzo se volesse consigli sul look..”

“Vattene via. Damian non ha bisogno dei tuoi consigli.”

James parve rimanerci un po' male.
“Molto bene. Godetevi il sole.”disse a quel punto, andando via.
Albus sospirò.

“Ci prova sempre a stuzzicarti. Appena mi allontano un attimo..”
“Stava solo parlando.” Disse Damian scocciato.
Albus lo guardò stranito.
“Ti stava dando fastidio.”

“Voleva regalarmi la sua giacca, era il suo modo di chiedermi SCUSA!”
Albus rimase a bocca aperta.
“Io..non credo..ti stava solo prendendo in giro.”
Damian sbuffò.

“Albus, era il suo MODO per non essere tanto esplicito.”
“Ma si può sapere che ti prende? Prima ti arrabbi perché non ti difendo con lui, ora che lo faccio..”

“Arriva sempre tutto troppo tardi e sbagli i tempi e i modi, Al! Senti, io ti voglio bene, ma non hai capito allora e non capisci neanche adesso. Prima hai litigato con me perché a lui infastidivo io, ora invece che so, che SENTO che vorresti fare pace con tuo fratello, ti sforzi di continuare a litigarci, per far piacere a me.” "Non è ver.."

“Quand’è che comincerai a fare quello che fa piacere A TE?” disse con aria triste .

“Forse ho solo bisogno di stare con persone che non cerchino sempre di manipolarmi.” Disse Albus con sguardo lucido.
 



“Non hai ancora finito di bere. Al?”
“Non ancora, Rosmerta.” Disse Albus.

“Sai, Al..Grindelwald ha raggirato eserciti di persone. Padri di FAMIGLIA, gente potente, che si pensava di animo FORTE. Era un oratore, sapeva parlare, incantare..”

Gli occhi di Albus erano rossi.

“Ha fatto fessi molta gente, Albus. Chiunque subisce almeno una tranvata una volta nella vita, io fossi in te..non ci starei così male.”

“Io non sono..io NON SONO uno qualunque..io sono Albus Silente e non permetterò mai più a nessuno di manipolarmi di NUOVO, mai più.”
 



Albus non ricordava quel frammento della sua vita, altrimenti avrebbe potuto rispondere a Damian, dirgli perché si sentiva in quel modo.

In quel momento si avvicinò Scorpius che gli disse all'orecchio: "Amico, su con il morale, poteva andare anche peggio."

In quel momento si avvicinò Lily, che aveva assistito alla discussione con aria afflitta.

"Oh, oh, mi sa che il peggio è appena arrivato." disse Scorpius a bassa voce.

“Mi dispiace dirtelo, ma ha ragione.”
“Ma guarda! Ci avrei giurato che stavi dalla parte di mio fratello.”

“Io sto dalla VOSTRA PARTE, Siete i miei fratelli. È un mese che siete in lite.”

“E allora? Deve rendersi conto che ha fatto una cazzata. Io penso che tu non abbia capito la questione, Lily! Mi ha scaraventato contro la libreria! Se l’è presa con..con il mio ragazzo! Gli ha messo le mani addosso!”

“Voci mi dicono che lui non sia stato proprio a guardare! Insomma, hanno sbagliato entrambi!”
“Ha cominciato lui! E ha esagerato! Noi e soprattutto LUI non stava facendo niente di male!”

“Lo so, ma adesso lui ci sta male!! Ti prego, Al, fate pace, non posso vedervi così..”
“Lily..” la ragazzina si era aggrappata a lui e Al si stava imbarazzando.

 “Lui sta soffrendo.” Disse Lily.
Albus non voleva ascoltare.
Arrivò rose.
“Al…” sospirò Rose. “So bene che James ha sbagliato e sai che non lo difendo a priori solo perché è mio cugino, il giorno della rissa gli ho fatto un capoccione così, l’ho riempito di insulti.” disse Rose facendo un gesto con le mani.
"Bene." disse Albus a denti stretti.
Rose lo guardò storto, si intromise Scorpius.

"Rose, cara, sai che ho un debole per Jamie, è uno strafigo, ma Al..Al è il mio fratellino, con tutto il rispetto per la stirpe Potter..ma lo adoro e quando devo dire che uno è stato un coglione, anche se è uno strafigo LO DICO." disse Scorpius con aria impettita. Tutti si fermarono a guardarlo.
"Ora divento serio. È una fortuna che non mi trovassi lì in biblioteca, altrimenti Jamie avrebbe avuto due occhi neri e non certo perché me ne frega qualcosa che ha messo le mani addosso al tizio, non è di lui che mi importa, scusami Al."
"Ma figurati." disse Al sorridendo.

" E quindi sti gran cavoli che ora lui sta soffrendo, Rose!" disse Scorpius. "Ecco, ora l'ho detto, ho fatto il mio show e posso andare. Ci vediamo in giardino, Al." disse Scorpius allontanandosi. Era stanco dei soliti discorsi, poi quando si trattava di Al, tendeva a scaldarsi e non voleva rischiare di litigare con la riccia.

"Peccato che è andato via. Mi ha fatto un po' sorridere." disse Albus.

"Beh, almeno possiamo riprendere il discorso!"
"Oh, no, ti prego!"

“James ha sbagliato! Ma vediamo anche come si è pentito, anche se non lo dice, James non è fatto così, non ti dirà quello che vuoi sentirti dire.”
“Perché?”
“Perché? Perché sa che non servirà a niente, perché forse si odia lui più di quanto lo odi te, perché si è vergognato di come ha reagito, perché voleva correre da te a controllare che stessi bene dopo quella spinta, ma non l’ha fatto perché teneva che l’avresti mandato via! Perché vorrebbe punirsi e allo stesso tempo farsi perdonare da te, perché ti prende in giro per avere una scusa per parlarti e tu non lo capisci,  perché continua a guardarti, sperando in un sorriso di riconciliazione, non vedi che cerca sempre il tuo sguardo?”
“Non saprei, Rose, sono stato troppo occupato a evitare di guardarlo.”
Rose arrabbiata lo guardò.

“Forse lo eviti, perché sai che basterebbe uno sguardo per fare pace. È così, é la verità, Jamie è così tanto pieno di amore che basta guardarlo per perdonargli tutto, è per questo che non lo guardi mai, vero? Hai paura che potresti perdonargli una cazzata che ha fatto e tu non vuoi farlo, giusto? Perché? Sarebbe tanto terribile?”
Rose gli aveva bloccato la strada con le braccia, durante quel monologo, visto che lui cercava di andare via per non volerla ascoltare.

“Perdonare tuo FRATELLO?”

"Ehilà! Il giardino di Hogwarts non offre poi chissà che attrattiva, ho pensato di tornare qui!"

Albus avrebbe voluto gridare per la frustrazione, ma si trattenne.

"Perché, Al? Cosa devi fargli PAGARE ancora?"

"Ha rovinato la MIA relazione! mi ha impedito di essere FELICE!”

“Se sei felice con lui perché lo hai lasciato??” gridò Lily.
Albus rimase attonito, non se l' aspettava quella sfuriata.

"Direi di abbassare un po' il volume nella sala cinematografica eh?" chiese Scorpius sorridente.

“Forse James non ha reagito così perché tu stavi insieme a un ragazzo, ma perché non poteva sopportare che nostro FRATELLO, stesse insieme a un ragazzo che NON AMA!!!”

"Perché Lily pensa di sapere sempre tutto qui? Chi è che le fornisce le informazioni secondo te?" chiese Scorpius all'orecchio di Rose.

“Non sta a te o a lui pretendere di sapere se io amo o no QUALCUNO!!!” gridò Al.

Fece una pausa e poi disse più lentamente: “E avrei potuto innamorarmi di lui se James non avesse..se non.”
“E allora perché lo hai lasciato?” disse Lily con gli occhi lucidi di lacrime e senza attendere la risposta, andò via. Albus era troppo sconvolto di scoprire che Lily sapeva già la notizia, per replicare alcunchè.

"Mi dispiace.." disse Albus, guardando il punto dove la sorella era scomparsa.

"Per cosa? Per aver fatto scappare così Lily, o per non averci detto che vi siete lasciati? Tra parentesi, io non sapevo niente, lo scopro solo adesso."

"Perché non sei ME. Io lo sapevo già da prima." disse Scorpius cingendo un braccio attorno al collo di Al. "Se avessi detto ad Al cento volte che suo fratello è un gigantesco furetto nato nei sotterranei del castello, lo avrebbe detto anche a te." disse Scorpius.

"Mi dispiace per Lily." disse Albus sincero.
 “Sai che Lily è emotiva. Le passerà stasera stessa. Al, guarda ME. Dimmi che non è vera questa bomba che mia cugina ha appena lanciato e che tu hai appena confermato. Davvero da un mese non ti parli con mio cugino, per un ragazzo che NON AMI?” chiese allibita.
Albus cercò di parlare ma balbettò.
“Per favore non ti ci mettere pure tu.”

“No, no, non dico niente, è tutto così chiaro..litigate tu e James, mio fratello fa la parte dell’orco cattivo ma poi tu lasci il suddetto ragazzo.Tutto ok giusto? E per ciliegina sulla torta non ti riavvicini a uno né all’altro, ma c’è qualcosa che non mi torna. Non soffri chiaramente per Damian, altrimenti non lo avresti lasciato, però soffri lo stesso, ma se James ha detto che lui è disposto a lasciarvi in pace e te l'ha anche scritto nella lettera..ma tu lo lasci lo stesso e non parli comunque con Jamie...”

Scorpius aveva perso la sua ironia per guardare Al ad occhi sgranati.

“Rose, ti prego, basta..” diceva Al.
“Per quale motivo tu soffri??? “

"Rose..io non credo che.." iniziò Scorpius.

“Che discorsi sono? È sempre mio fratello, è normale che ci stia male a non parlargli!”

“No, no, no, Al, non fare giochi con me! Se davvero soffrissi per questo voleresti a far la pace con lui, ,ma c’è altro vero? Questo vuol dire che tu ce l’hai con Jamie per qualcosa d’altro e vuoi fargliela pagare e non c’entra niente Damian, visto che sei stato tu a lasciarlo!”
Albus si sentì scoperto e spalancò la bocca inorridito.

"Rose, adesso basta, credo tu debba andare adesso." disse Scorpius.

"Mi stai..cacciando? È mio cugino!"

"E lui è il mio migliore amico e tu lo stai turbando."

“Vuoi la verità? Eccola qui la verità, anche se dice che non lo rifarà..non gli credo..e ho preferito..sì, ho preferito preservare Damian, per questo l’ho lasciato.” disse Al.
Rose lo scrutò attentamente.

“Non mi guardi negli occhi come non guardi James, lo fai quando vuoi nascondere qualcosa.”
Albus la guardò stupito.
“Mi hai deluso, Al, mi hai deluso MOLTO. E tu..tu non mi guardare mai più!” disse Rose riferendosi a Scorpius.
“Lo sapevo che alla fine ci vado sempre di mezzo io!” disse Scorpius.
 “Non sottovalutare uno sguardo, Albus! Potresti sentirne la mancanza, un giorno, allora ti pentirai di non averlo ricambiato. Di non aver perdonato!”

“Che cosa vorresti dire Rose? Rose!”


Scorpius guardò Al con sguardo colpevole.

"Scusami, avrei dovuto farmi i fatti miei..ma.."

"No..no..anzi grazie per esserci e non solo oggi. Forse non merito la tua amicizia, ma ne sono molto grato." disse Al.
Scorpius gli sorrise e Al cominciò ad avere gli occhi lucidi.

"Molti di noi non meritano tante cose, io per esempio, di sentire tali stronzate." allora Scorpius lo attirò in un abbraccio avvolgente, stringendolo forte.



*

Albus si odiava.

Sì, forse era cominciata anche un po' per curiosità, ma poi riflettendoci, si rese conto che quasi gli PIACEVA quando James li guardava storto. Sapeva che non era gelosia, non avrebbe mai potuto esserlo, ma anche se fosse stato il mero fantasma di esso, questo lo riscaldava un po'.

Ammetterlo, però, lo faceva sentire miserabile. Non voleva la rissa, non voleva che James litigasse con il suo ragazzo, non sapeva neanche lui cosa aveva dentro il cuore e cosa lo muoveva, non sapeva perché aveva lasciato Damian. O forse aveva paura di saperlo. Ricordava ancora la lettera che James due notti dopo la rissa, lettera che avrebbe l'indomani fatto leggere a Scorpius, ringraziando di averla messa da parte prima di poter avere la possibilità di macchiarla di lacrime.
 



Era notte e la sua civetta bianca bussò alla sua finestra quasi con grazia. Albus l'aveva presa ed era andato alla finestra a leggerla. Seduto sul davanzale, con l'atmosfera della notte stellata, sembrava di leggere una pergamena incantata, ignorando che anni prima il suo stesso padre era nella stessa sua posizione, prese la lettera in mano.
Tremava mentre leggeva le parole di suo fratello.

Al, volevo dirti che sono molto turbato per quello che è successo tra noi e che..non infastidirò più il tuo ragazzo. Non sono omofobo e non ti sto scrivendo solo perchè  nostri genitori ci hanno inviato una strillettera.
ma io non voglio parlare più di Damian, perché quello che è successo non mi fa dormire la notte e non mi riferisco alla rissa con lui.

Volevo solo dirti che mi dispiace di averti spinto e che non ti farò, mai, mai più, una cosa come quella. 

Te lo giuro.



Albus aveva pianto alla fine della lettura, abbracciandosi la lettera al petto. James non gli aveva chiesto direttamente scusa, ma questo era il suo modo per farlo. James non faceva mai le cose scontate, non diceva cose scontate ma aveva i suoi modi per farti capire che era pentito. Lui lo capiva, lo aveva sempre capito e con questa consapevolezza andò a letto.
Ma non l'aveva perdonato.

Perché aveva cercato di dimenticarlo e James con la sua mania di prendersi sempre tutto di lui, anche il suo cuore, gli aveva impedito di disinnamorarsi di lui.
Ti amo ancora più di prima, maledetto..e non dovrei..dopo quello che hai fatto..eppure non..non ci riesco.

Albus aveva paura di ammettere a sè stesso che ora che James aveva detto che li avrebbe lasciati in pace, questo aveva scaturito la perdita del suo interesse per Damian.

Accedere a quei ricordi faceva male. Si era illuso che fosse stato tutto solo un sogno, che con il tempo avrebbe ridimensionato tutto quanto e invece poi arrivavano Lily e Rose con le loro domande, con la loro insistenza che non sarebbe stata tale se avessero saputo davvero cosa turbava il suo animo e tornavano così a porgergli altre domande. Ma e davvero possibile che lui fosse innamorato di Jamie?




*

La discussione con Rose e Lily fortunatamente non aveva lasciato strascichi ed Albus era stato quasi costretto ad andare nella sala comune di Grifondoro per dire a Rose che Scorpius aveva organizzato una sorpresa molto singolare per lei. Gli doveva questo favore, visto che l’aveva un po' escluso ultimamente.

“Un biglietto..da Malfoy? Ma scusa, non poteva consegnarmelo lui?” chiese la riccia, prendendo in mano il biglietto.
“Beh, se forse la smetteresti di evitarlo, solo perché zio Ron non può vedere suo padre, lo farebbe!” disse Albus piccato.
Rose si strinse tra le spalle imbarazzata.
“A volte dimentico che sei suo amico.”

“Il suo migliore amico.” Puntualizzò il cugino, poi le sorrise.

“Ti sta bene questa maglia comunque.” Disse Albus.
La sua cuginetta era fasciata in un morbido maglione largo. Sembrava una nuvola rosa.
Albus credeva che Scorpius l’avrebbe trovata adorabile.

“Dov’è James, comunque?” cercò di chiedere con nonchalance, fallendo miseramente.
 “Credo in cortile, vuoi che vada a chiamarlo?”

“No! Era solo per..non farmi vedere qui. Di sicuro non perderebbe occasione per prendermi in giro e..sfottermi. Io..a dire la verità sono qui anche per un’altra ragione. Mi serve..una cosa.”
Rose lo guardò stranita.
“Ti serve qualcosa?”

“Sì, a dire la verità. Non trovo più una mia maglia, credo l’abbia presa quel farabutto!! ”

"Ok, vieni."


Rose l'aveva accompagnato nei dormitori maschili, oramai non era più come quando Harry frequentava Hogwarts, ora i dormitori maschili e femminili non avevano una barriera che impediva a ragazzi e ragazze di andare nei rispettivi dormitori.

"Non so se te lo ricordi, visto che non vieni qui da un bel po', quindi te lo ricordo. L'armadio di Jamie è questo. Ti aiuto a cercarla." disse Rose.

"No! Non è necessario..tu..vai pure in guferia, a scrivere al mio amico che accetti, so che vuoi farlo, qui potrei metterci diverso tempo, sappiamo tutti quanto mio fratello sia disordinato."

"Al, se Jamie scopre che rovisti tra la sua roba.."
"Peccato che sia anche la MIA roba, da quando ha preso il vizio di rubarmi i vestiti e poi che vuoi che succeda? Almeno ci parleremmo. Non era quello che volevi?" gli fece l'occhiolino.
"Tu vuoi prendermi per fessa, Giochi in casa dei ladri." disse lei guardandolo male.

"Albus aveva capito che Rose andava presa con l'ironia. Guardando il suo amico, lo aveva imparato.

Rose sospirò e lo guardò un po' combattuta.
“Se prometti di non fare nessuno scherzo a quella peste di tuo fratello.”

“Mi conosci troppo bene eh? In effetti avevo intenzione di sporcargli tutto il cuscino di inchiostro. SCHERZO, scherzo!”
“Peccato, altrimenti ti avrei chiesto di contribuire. A dopo, allora! Buona fortuna per la..ehm..maglia.” disse Rose.
 



*

Albus aveva sbuffato quando Rose era andata via. Di sicuro non aveva creduto alla storia della maglia, ma per almeno forse una volta nella vita, Albus non stava raccontando fandonie. Era assolutamente certo che la sua maglietta nera doveva averla Jamie. Diceva sempre che gli piaceva. Voleva vedere se ce l’aveva lui.
O forse dopotutto era solo una scusa per vedere un po' il dormitorio in cui stava suo fratello.

Rose pensava che Al non ricordasse l'armadio di Jamie, ma lui lo ricordava bene, solo non aveva ritenuto obbligatorio fare quella precisazione e farsi prendere in giro ulteriormente dalla cugina.
Il dormitorio era in legno caldo, i letti di una comoda trapunta rosso e panna. Albus ci passò distrattamente le mani.

Chissà se Jamie dorme ancora nello stesso letto.
Individuò il famoso letto e ci vide una J oro sulla tastiera. Jamie era sempre lo stesso. Così esibizionista. Dubitava che avesse lasciato un letto dove ci aveva appuntato una sua effige.

Cercò, cercò e cercò, ad un certo punto credette che sarebbe diventato cieco o avrebbe avuto bisogno degli occhiali, proprio come Harry.
Chissà perché papà non ha mai voluto farsi l’operazione. Con i laser non si è più costretti a portare gli occhiali. Forse non si fida dei babbani..o forse non si ama abbastanza per volere cambiare la sua vita. Forse..

Mentre cerco e non trovo quella maglia, ripenso alla fantasia che mi era presa quel giorno e mi rendo conto di aver desiderio di rivedere la maglia che James indossava nel sogno della mia fantasia. Non la trovo e subito mi agito. Che non sia qui? Ma poi mi ricordo di avergliela visto indosso in quei giorni, tanto che ho fatto quel sogno che lui ce l'aveva indosso..ma..oddio, e se l’avesse messa a lavare e ora era stesa? Nonostante siamo dei maghi, lasciamo che i nostri indumenti si asciughino come i babbani, per sfruttare l'energia e la pulizia dell'acqua. Ma poi la trovo! Per fortuna non la stava indossando! La sua stupenda felpa azzurra. Nella mia fantasia., lui mi aveva PULITO con quella..e so che sembro un depravato..ma..non posso farci niente..averla con me..è come se rendesse quel sogno più reale.. La annuso disperatamente, immergo la mia faccia sulla sua felpa. Perdonami, James..perdonatemi tutti se potete..ma mi restano solo le fantasie..

Era una morbida maglia celeste, di seta. Ad Albus aveva sempre colpito che James avesse una maglia così, perché di solito James prediligeva maglie piene di schizzi, rock, disegni, per fare il cattivo ragazzo, ma poi lo sorprendeva con magliette così, che sembravano tradire un animo azzurro, fresco, quasi fanciullesco, che teneva ben relegato in uno scrigno della sua anima.

Una volta, Albus e James da bambini, guardavano le nuvole, James gli indicava il cielo, lo faceva sempre, Albus non smetteva di chiedersi perché lo facesse così spesso, ma ora lo capiva.

Lo faceva sempre quando Albus faceva i capricci o litigava con i genitori. Spesso era colpa sua, il biondino aveva un attitudine al comando che solo da grande avrebbe capito da quale vita passata si trascinava dietro, a volte era per fargli passare il malumore dopo che litigavano loro due.

Convinceva Albus a sdraiarsi sul prato della loro casetta, e gli indicava il cielo.


“Quando pensi che quello che è successo è disastroso, guarda questo cielo, Albus. Il cielo è immenso, è infinito, pensa a questo cielo, ogni volta che pensi che i tuoi problemi siano toppo grandi, ogni volta che pensi che non riuscirai a superare qualche cosa. Il Cielo, solo esso è troppo grande, solo lui con le sue stelle e le sue nuvole, è infinito, ogni volta che pensi che non passerà mai la tristezza, pensa a questo cielo, che con le sue stelle, torna a essere Azzurro, anche dopo una pioggia che sembra infinita, per tornare a salutare di nuovo il sole e non ha importanza per quanti giorni di fila o settimane, possa vedersi grigio, l’azzurro torna sempre. Sempre. Se lo può fare il cielo, che è infinito, non c’è alcuna ragione per cui non lo può fare l’animo umano, ogni volta che pensi di cedere alla tristezza, ricordati di splendere sempre, SEMPRE, Albus.”
“Perché bisogna splendere?” chiese Albus ingenuamente.

“Per portare la bellezza e la luce attorno a noi, perché non sarebbe un mondo bello senza la luce, però bisogna farlo sempre, anche quando sembra che attorno a noi c’è tutto buio.”
Albus, con la sua saggezza dei suoi sette anni, rispose:
“Per quanto tempo?” chiese Albus.
“Per sempre.”

Albus lo aveva guadato sorpreso.
“Papà dice che per sempre è troppo tempo e niente riesce  a essere per sempre.”

“Papà..non dovrebbe dire certe cose, gli farò una ramanzina.”
“Me l’ha detto solo perché io gli ho chiesto perché non ride più come prima. Dice che con il tempo le cose cambiano.”
James sospirò.

“Albus, se il Cielo ogni giorno si apre illuminando il mondo, contornato dalle stelle, dal sole e dalla luna, da SEMPRE, noi gli dobbiamo almeno la volontà di PROVARE ad essere all’altezza.”

“Tu credi?” gli aveva chiesto Albus.
James annuì.

“Loro lo fanno per noi. La gente dice che non hanno un’anima, ma io non lo credo. Tutto ciò che ci illumina, ha un’anima, il minimo che possiamo fare per ricambiare è cercare di risplendere di riflesso.”

“Jamie..” il piccolo Albus si era accoccolato al suo braccio.

“Come faccio a capire se risplendo? Devo scattare una foto?”

James, ridacchiando, gli aveva risposto:
“Questi occhi..
Albus lo aveva guardato stranito.
“Cosa c’entrano i miei occhi?”

“Hanno una luce dentro, proprio come..”
“È la luce del sole.”

“No..no..non mi riferisco alla luce del sole, se puoi vederli adesso, brillano, ecco guarda.” Disse James portandogli uno specchietto. “Guarda!”
Albus aveva guardato e aveva esclamato: “Woww..credo..credo di vederlo.”

James aveva annuito sorridendo.
“James..perché?”
“Quella LUCE la vedi quando sei felice, quando stai pensando a una cosa o vedi qualcosa che ti rende felice. Devi promettermi, Al, che questa luce qui non se ne andrà mai via dai tuoi occhi, MAI, che vedrò sempre i tuoi occhi brillare e che se mai se ne andasse via, tu lotterai per riconquistarla.”

“Lo farò..se lo farai anche tu.”
“Promesso!”
“Per sempre?”

Sempre è il mio secondo nome.” Disse l’altro.
 
Albus si riscosse da quel sogno a occhi aperti, da quel ricordo dimenticato. Si strinse quella maglia come se fosse un antico tesoro a lungo dimenticato e se la mise addosso.





*

 “Corri e vai a dormire presto, ora che non c’è più il tuo moro dagli occhi blu a farti perdere il sonno, puoi farti il riposino così ti straccerò meglio, domani. “

Ridono, ma io non ho la forza di arrabbiarmi, stavolta.
“Beh, non dici niente?” mi sfida lui.
“Non ne ho voglia. “ dico sorpassandolo.
Lui neanche a dirlo, mi attacca al muro.

“Lasciami andare, James, non ho voglia oggi.” E arrossisco rendendomi conto subito del doppiosenso.
“Non intendevo..” tossisco, James sembra imbarazzato come me, ma si riprende subito.

“Certo, un lussurioso come te…ti hanno scaricato le batterie, eh?”
Sbuffo.
“James, sei noioso, te ne rendi conto vero?”

“Comunque dov’è la mezza sega con cui stai? Viaggia con la scorta eh? Troppo terrorizzato dal nostro ultimo incontro? Ha paura di prenderle ancora eh?”
Continua a ridere, poi si blocca.
“Beh, che c’è?”
“Io e Damian ci siamo lasciati!”
Riesco a stordirlo per un po', prima che dica:

“Beh, era ora! Se vuoi il mio parere secondo me è durata anche troppo! Ci avevo capito bene che era un coniglio.  Ma che fai..piangi per QUELLO Li?”

James sembra di nuovo furibondo.
Gli grido addosso.

“Non è per lui che piango, sciocco cretino! E adesso vattene!”
Lui sembra come se lo avesse colpito un fulmine, forse si sente un po' in colpa o forse no, ma si riprende subito.
“Mi sembrava di averti già detto che nessun uomo vale le tue lacrime.”

“Ma a te che te ne frega..tanto hai detto che sono morto per te, no? Quindi Addio!”
James mi ferma per un braccio e lo sento sfiorare il mio collo con un dito, facendomi rabbrividire.
Mi strattona, quasi subito, facendomi urlare.
“JAMES, CHE VUOI, VAT…”

È la mia maglia quella che indossi?”

Sprofondo mille leghe sotto i mari.

Mi ha scoperto. Mi ha scoperto e io sono fottuto. Ma non posso dirgli che dopo che mi sono ricordato della mia fantasia in bagno quel giorno, ho deciso di rubargliela, rischiando anche di farmi scoprire dai suoi compagni.

“N-non è più tua..da un pezzo..tu..l’avevi data a me, non ricordi? Poi te la sei ripresa, ma era comunque mia!”

"Temo di non ricordare nulla del genere!" Mio fratello ovviamente non si lascia incantare. “Te l’ho data o te la sei presa?”
Impallidisco. Non rispondo.

“Quello che vuoi te, sei capace di prenderlo senza chiederlo, eh?”
“Ma..che vuoi dire con questo..se proprio ci tieni.”

“No, lascia stare.” Mi blocca il polso per impedirmi di toglierla. “Solo che stavo pensando…è davvero buffo che dici di odiarmi,ma corri a rubarmi vestiti che hanno ancora il mio profumo addosso.”

Mi lascia il polso lentamente, poi se ne va via.
Non l’ho mai odiato così tanto.
Né l’ho mai amato così tanto disperatamente.






















Note dell'autrice: ennesimo capitolo della storia di Albus e James xd lo so che sembra che non stiamo andando avanti, ma ve lo assicuro ragazzi, che in realtà stiamo andando avanti ahhaha  qui siamo al fatto della maglia, nel prossimo arriviamo a quando James si fa male con il quidditch xd ecco lì non so se ci saranno molte scene inedite, visto che non necessita di tante cose aggiuntive, magari solo dei flashback su cosa ha passato James e come si è sentito in queste settimane in cui Al non gli ha rivolto la parola..dopodichè non farò più tante scene inedite. Ragazzi, questa storia della revisione mi ha prosciugato xd ad oggi non so ancora se è stata una buona idea o no xd vorrei dire di sì, ma ho la testa annebbiata, voglio solo finisca presto xd nonostante questo, alcune scene, tipo questa di Al, James e le nuvole, mi è piaciuto tanto scriverla  

ps non so se pure nei libri, Harry legge una lettera di notte sul davanzale della finestra, ma nel film c'era questa scena ahhah

ps Non perdere mai quella luce speciale che hai e se dovessi perderla, lotta per riconquistarla. era una frase che lessi tanto tempo fa, scusate ma non so più dove o in che libro, se me lo ricordo, la scrivo!

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Capitolo 12
*** James colpito da un bolide ***


È un mese che i due fratelli Potter non si parlano. Un mese che il loro rapporto è cambiato. Certo, James non ha smesso di stuzzicarlo, con battutine varie, Albus continuava più o meno a rispondere, ma James intuiva che non era la stessa cosa, non era più come prima.  Rose l’aveva rimproverato, insultato,quasi intimato di chiedere scusa ad Albus, ma lui aveva risposto con un laconico:
 
Se ho sbagliato, chiedere scusa non servirà a niente.
 
Il giorno dopo, Rose l’avrebbe detto ad Albus, di quella risposta, e il fratello avrebbe risposto:
è un continuo citare canzoni babbane. C’è almeno qualcosa di spontaneo che gli esce dal cuore?? Di VERO?
 
Rose non avrebbe detto a James di questa risposta, per non indispettirlo ulteriormente. Non sapeva Albus, che James se avrebbe fatto parlare il cuore, gli avrebbe detto che al mondo non sentiva di amare nessun’altra cosa più di lui.
 
Non sapeva da dove veniva questa sensazione, forse da molto lontano, come un rumore nel vento.
Aveva anche provato, i primi giorni a parlare con Albus, senza successo.
 
“Per favore, Al, tu devi ascoltarmi!”
“Io?? Io non devo fare proprio niente e non TI devo niente, a te soprattutto!”
“Se hai letto la mia lettera..”
“L’ho letta, sì! Ho visto anche che mancava una parolina, una parolina che avrebbe fatto la differenza, Jamie!!”
 
Jamie era restato zitto.
“Ma tu..non sei capace di farlo, vero? In tutta la tua vita non te l’ho mai sentita pronunciare!! Perché non sei capace di ammettere UNA VOLTA di aver sbagliato??
 
 
 
 
Inizio passato…
 
Severus pensava che il perdono fosse qualcosa aldilà di una parola. Per questo non aveva mai chiesto scusa, né perdono. Non l’aveva mai fatto con Lily, né quando l’aveva chiamata sanguemarcio, né quando era morta per colpa di un tradimento involontario del suo ex amico.
Quando poi era diventato la spia di Silente, tutto ciò si era rafforzato dentro di sé.
La parola “Scusa” era solo una parola. Non esistono le scuse, esiste solo l’espiazione e quello che tu fai per ottenere il perdono. Perdono che poteva anche durare tutta la vita…
 
Era diventato il suo mantra. Aveva vissuto tutta la vita nell’espiazione, talmente tanto che all’improvviso era diventato una crociata, non più un’espiazione. Si era dimenticato del motivo per il quale era cominciata e senza volerlo..era diventato un uomo del bene. L’uomo di Silente.
 
 
“Forse perché io sono fatto così, forse perché io vivo di sensazioni, di emozioni, e non di aspettative, e ODIO quando qualcuno ha delle aspettative su di me, perché mi toccherà disattenderle sempre! Sei deluso, Al? Beh, chi se ne frega! Io sono così e non ti chiederò scusa per aver disatteso le tue aspettative, perché io non ti ho MAI chiesto di averle! Non ho mai detto di essere perfetto, non ho mai detto di essere un santo e se tu ti sei fatto dei pensieri diversi nella tua testa, allora il problema è tuo, non è mio!!”
 
 
 
 
 
PASSATO
 
I primi due giorni di insegnamento erano stati una vera frana. Severus si sentiva nervosissimo, quasi sull’orlo di un collasso nervoso, aveva fatto la valigia e aveva riempito i suoi vestiti.
In quel momento bussò qualcuno al suo appartamento.
 
“Lei? Cosa..ci fa qui a quest’ora? Signore.” Disse Severus, impallidendo ancora più di quanto lui non fosse.
 
“Buonasera, Severus, come va, anche se forse dovrei dire Buonanotte? Non ti ho visto nella Sala Grande per il pranzo e la cena quest’oggi, mi chiedevo se stessi bene.”
 
“Va tutto benissimo, solo un po' di stanchezza. Mi sono fatto portare qualcosa dagli elfi domestici. Si sieda, le faccio del tè!”
“Davvero? Strano, non mi hanno avvisato del cambio di programma. " Albus si sedette e si mise ad osservare le mani di Severus che reggevano il pentolino.  
"Le tue mani tremano, Severus, non ti senti ancora bene?”

 
Severus poggiò il suo pentolino sul fornello, prendendo un gran respiro.
Con un colpo di bacchetta, Silente riempì il pentolino di acqua bollente.
“Così va meglio. Perché non ti siedi, Severus, così parliamo.”
 
“Con il rispetto dovuto, signore, non capisco di cosa dobbiamo parlare all’una di notte.”
“Per esempio della valigia che ho visto ai piedi del tuo divano, vai da qualche parte?”
 
Severus impallidì.
“Ho intenzione di lasciare l’insegnamento.”
“Dopo soli due giorni? È un record. Pozioni non è di tuo gradimento?”
“Non è questo! Credo non sia il ruolo giusto per me.”
“Eppure sei sempre stato bravissimo in questa materia.”
“Andiamo, Silente, lo sa a cosa mi riferisco.”
“Veramente no, illuminami. Qualcuno ti ha dato fastidio? Ti hanno importunato, insultato?”

Silente sembrava preoccupato, notò Severus con stupore e un pizzico di imbarazzo. Non era abituato a queste accortezze.

“No! No! Sono tutti gentili, fin troppo.”
“Non sei abituato alla gentilezza?”
 
Severus lo fissò, sentendosi scoperto.
“Non c’è niente di male se anche fosse così.”
“I-io non sto cercando compassione, nè gentilezza e non voglio darla!”
“Ci avviciniamo al problema, vai avanti.”
 
“è la sensazione che questo castello mi da! Oserei dire che mi sento peggio di quando sto con..” non finì la frase, colpevole.
“Peggio che stare in compagnia di Voldemort?” sorrise Silente. Se fu offeso dalla cosa, nessuna espressione sul suo viso tradì tali sentimento.
Severus stette zitto. Era imbarazzato, ma non cercò di negare.
“Non ti preoccupare, vai avanti. Non pensavo che questo posto fosse peggio del covo di Voldemort.
Severus si irrigidì.
 
“Non è il posto. È colpa MIA. Non sono all’altezza del ruolo che mi compete. Non sono abbastanza..buono..”
 
Silente alzò le sopracciglia.
“Interessante. Continua, voglio che tu mi dica tutto quello che ti passa per la testa.”
 
“Sono impaziente, nervoso, irascibile, non sono gentile e non sono chiaramente portato ad educare i ragazzi!" disse Severus, che in quei primi due giorni aveva cercato di non essere sgarbato soprattutto con gli studenti, ma era stato uno sforzo superiore alle sue forze, che lo aveva provato molto. "Non posso…essere..non mi sento all’altezza di questo posto in cui tutti sono..buoni. Non mi sento me stesso, perché io non sono così. Ed è per questo che volevo portare le mie dimissioni. Ma comunque continuerò lo stesso a fare la spia per voi, non ho intenzione di rimangiare la mia promessa.” disse solenne.
 
Silente aveva prestato molta attenzione al racconto del professore.

“Non capisco solo una cosa.. la tua principale preoccupazione è quella di essere gentile e paziente con gli studenti e presumo con gli insegnanti, ma chi ti ha chiesto di esserlo?”
 
Severus lo fissò con gli occhi sgranati.
 
“I-io..in realtà..”
 
“Mio caro Severus, sapevo chi eri quando ti ho chiesto di fare la spia per me e quando ti ho dato questo incarico, se avessi voluto un bonaccione tutto miele e vaniglia, avrei scelto un bonaccione tutto miele e vaniglia, non credi?”
 
Severus stette zitto.
 
“Non ho un bel carattere. “
 
“Non mi interessa questo, mi interessa solo che tu faccia bene il tuo lavoro di insegnante e che li educhi all’insegnamento, che ci tenga davvero a questa materia e ad insegnare agli studenti.”
 
“Non mi sento a mio agio quando qualcuno ha delle aspettative su di me. Potrei deluderla..”
 
“Più che delle aspettative, mi fido della tua parola e mi dispiace, mio caro Severus ma su chi decido di dare la mia fiducia, è un mio cruccio e uno soltanto, sul quale ahimè tu non hai al momento, alcun potere.Rispondi solo a una domanda, tu hai intenzione di tradirmi?”
 
“MAI!” disse Severus quasi iracondo, per poi imbarazzarsi.
 
“Molto bene! Questa è l’unica risposta che conta e non ci torneremo mai più!”
“Ma..”
 
“Direi che puoi risistemare questi vestiti nella sua giusta catalogazione! E non ti preoccupare, mio caro, puoi pure essere sgarbato, maleducato, poco paziente e scontroso, ho fiducia in te che non passerai comunque il limite, dico sempre che dobbiamo sfogare la nostra rabbia, per stare bene!! Era dunque questo che ti angustiava? Non riuscire a essere abbastanza gentile?”
 
Severus stette zitto.
“Mio caro! Vorrei avere le tue stesse preoccupazioni! Non essere gentile, tu che riesci a non farlo! Dammi un abbraccio!”
Severus reagì impettito, immobile, senza ricambiare l'abbraccio.
“Vedi? Non è così difficile. Vai così che vai alla grande! A domani, Severus.”
 
Severus continuò a guardarlo, come se avesse appena visto una colomba su un davanzale.
 
 
 
 



POV JAMES
 
È già da un po' che sono tornato a sfottere mio fratello, quasi come prima. è il mio modo per cercare di riportare tutto alla normalità. Sospettavo che si era lasciato con Damian, ma sentirlo dalla sua voce ha tutto un altro effetto.
“Io e Damian ci siamo lasciati!”
“Beh, era ora! Se vuoi il mio parere secondo me è durata anche troppo! Ci avevo capito bene che era un coniglio.  Ma che fai..piangi per QUELLO Li?”
Non dovrebbe darmi così fastidio.
“Non è per lui che piango, sciocco cretino! E adesso vattene!”
 
Quindi Al piange per me? Non posso crederci, non ho capito niente, potevo abbracciarlo in tutto questo tempo che ho passato ad aspettare che mi parlasse e non l’ho fatto! Vorrei farlo anche adesso ma qualcosa mi blocca.

“Mi sembrava di averti già detto che nessun uomo vale le tue lacrime.”
“Ma a te che te ne frega..tanto hai detto che sono morto per te, no? Quindi Addio!”

No, non voglio che se ne vada via ancora!
Qualcosa sbuca dalla tunica, sono abituato a osservare con maniacalità ogni indumento che ho addosso e la riconosco subito, è la mia maglia quella che indossa. Lo strattono per guardarla meglio.
 
“JAMES, CHE VUOI, VAT…”
è la mia maglia quella che indossi?”

“N-non è più tua..da un pezzo..tu..l’avevi data a me, non ricordi? Poi te la sei ripresa, ma era comunque mia!”

"Temo di non ricordare nulla del genere! Te l’ho data o te la sei presa?”
 
Un forte sospetto mi prende. È stato nella mia camera??

Impallidisce. Non risponde. Ma perché fare un gesto del genere?

“Quello che vuoi te, sei capace di prenderlo senza chiederlo, eh?”
 
Non so perché gli dico questa frase. Forse sono impazzito del tutto.

“Ma..che vuoi dire con questo..se proprio ci tieni.”
“No, lascia stare.” Gli blocco il polso per impedirgli di toglierla. Non so perché, ma mi fa piacere. “Solo che stavo pensando…è davvero buffo che dici di odiarmi, ma corri a rubarmi vestiti che hanno ancora il mio profumo addosso.”
 
Se ne va quasi scappando. Volevo abbracciarlo ma davanti a tutti non me la sono sentita.
Per una qualche ragione, quello che è appena successo mi rende felice. Mio fratello ruba i miei vestiti per indossarli. Non mi odia. Non mi odia.
Qualcosa mi dice che domani sarà una giornata fantastica.
 
 
 
 
 
ALBUS POV



Il giorno dopo, il giorno della partita, non riesco a levargli lo sguardo di dosso.
Devo cercare il boccino ,ma è più forte di me, ho gli occhi incollati ai suoi.
Lui mi guarda, sembra dirmi qualcosa con lo sguardo.
Che cosa vuoi dirmi, Jamie? Parlami.
Ma che sto facendo. Devo giocare- La partita. Il boccino.
Quando realizzo che un bolide mi sta venendo addosso, è già troppo tardi.
E James si è lanciato davanti a me, per impedirgli di colpirmi.
Si schianta al suolo, davanti ai miei occhi che rimango agghiacciato con un grido muto a fare da cornice.
Jamie. Oddio. Che cosa hai fatto.
 
 
 
 
 
 
JAMIE POV
 
Ma che diavolo combina, Al, perché non cerca il boccino?
Mi sta guardando, finalmente mi guarda.
Ma non è il momento giusto.
Al, ma che fai, pensa alla partita, alla palla. La fottuta palla.
No, un bolide sta per raggiungerlo.
Al, spostati, spostati.
Maledizione, Al!
 
 
 
 

James nell'infermeria

James si era fatto colpire da un bolide, pur di proteggere Al.
 
Mi sento morire…è questo dunque che ha provato mio padre quando è successo a lui? E i suoi amici si sono sentiti morire dentro in questo modo vedendolo crollare dalla scopa? Hanno sentito scoppiare il cuore, gli è sembrato che gli venisse strappato via dal petto? Hanno smesso momentaneamente di respirare?
Dimentico il boccino ancora in aria, mi dimentico di TUTTO.
Corro da mio fratello, mi rannicchio vicino a lui. Sento le grida attorno a me, me ne frego, ma mi dispiace per il mio povero fratello. Tutto questo casino non gli fa bene, state zitti, non vedete che sta male?
“Al..”
“Schhh..va tutto bene. Starai bene. Ignorali, non ascoltarli. Sei stato..bravissimo..”
“Certo…un bravissimo coglione.” James ride e tossisce sangue e io mi sento morire.
“Ma l’ho fatto per te..tu..stai bene?”
Non riesco a rispondere perché me lo portano via. Me lo strappano di dosso. Io urlo come un animale ferito, braccato, mi sento braccato VERAMENTE, nel momento in cui sento delle braccia avvolgermi.
Quando mi accorgo che è ROSE e che a poca distanza da lei c’è Hugo, mi stringo tra le sue braccia., singhiozzando.
“Al..Jamie starà bene, tranquillo..lo stanno portando in infermeria..non è il primo giocatore che cade dalla scopa colpito da uno di quelli.”
“Ma lui si è gettato in mezzo per DIFENDERE ME!” grido, attirando ancora di più l’attenzione.
Percepisco Rose a disagio, poi delle braccia mi strappano da lei.
Braccia forti, da maschio.
SCORPIUS.
Il mio migliore amico mi abbraccia così stretto come se volesse inglobarsi a me e io provo l’ebbrezza di stringermi a qualcuno senza malizia, solo per consolare e essere consolato.
“Scorpius…devi sostituirmi come Cercatore..”
Lo vedo impallidire.
“Hai battuto la testa anche tu? Io non ho mai giocato..Al..devi riprendere il  tuo posto.”
Mi dibatto come un isterico.
“IL mio posto è con mio fratello. Voglio andare da lui.”
“Al..non me lo permetteranno mai.”
“E quando mai hai avuto bisogno di permesso per fare qualcosa?” mi sfilo la mia divisa. “Vai. Ti prego.”
Sento Rose dirgli di non permettersi e poi lui gridare alla platea.
Prendo il posto di Al Severus Potter e ora saranno cavoli amari PER VOI.”
Un frastuono di proteste arrivano da entrambe le squadre, ma io continuo a correre.
Magari mi odieranno tutti dopo questa sparata ma non mi importa.


 
 
POV JAMES
Il corpo mi fa male come se fossi stato investito da un tir. Mi sembra di essere una sottiletta in questo schifoso momento. Mio fratello è subito al mio capezzale. No, dovrebbe cercare il boccino. Sono riuscito a rovinargli anche questo momento. Ora è preoccupato per me. Non ne faccio una giusta ma per qualche motivo se penso al bolide, sono comunque sollevato. Almeno sono riuscito a fermarlo. Se mio fratello fosse finito all'infemieria perché ha scelto il momento sbagliato per guardarmi..non me lo sarei mai perdonato.
 



POV AL

Ovviamente non me lo fanno vedere subito, ma non mi importa.
Dopo 40 minuti restati a tormentarmi fuori dalla infermeria, Madama Chips mi fa entrare ma facendomi promettere di non disturbarlo, visto che sta dormendo.
“Glielo prometto, Madama.”

Lei continua a borbottare sull’inutilità di restare accanto a un paziente che dorme, in fondo ha ragione ma sento che non riuscirei comunque a stare da nessun’altra parte. Giocare nientedimeno, dormire non se ne parla.
Resto li per un tempo interminabile, poi mi assopisco, non mi accorgo che passano ben 5 ore.
Mi sveglio per via di un fruscio.
 
 
 
 
POV JAMES  
Mi sveglio e trovo un batuffolo che dorme sull’altro letto. Un bel risveglio, quando mi sono svegliato sentivo solo dolore tutto attorno a me.
 
 
 
POV AL

“E io che pensavo..saresti stato sul mio capezzale a vegliarmi per tutto il tempo..”

Sprofondo un’altra volta. Mi sono addormentato su uno dei letti dell’infermeria. Che vergogna.
“Scusami..” dico subito. “Ma la poltrona era scomoda..e non volevo disturbarti, sdraiandomi nel tuo letto.” la sola idea di sfiorarlo mentre dormiva, mi sembrava così sbagliata.
James sorride. Ha un sorriso così luminoso, nonostante ha una benda che gli circonda il cranio e un braccio fasciato.

Delle ciocche gli incorniciano la fronte come una frangia, è così bello nonostante sta a pezzi e sento l’impulso di scostargliele, anche solo per accarezzarlo, ma mi trattengo.
I suoi occhi non hanno mai brillato così tanto.
“Hai..un aspetto orribile, Al..sembra quasi che tu abbia fatto a pugni con un bolide.”

Scoppio subito in singhiozzi a quelle parole. Il sorriso di mio fratello si spegne, e io sento l’impulso di chiedergli scusa, per questo, per tutto.
 
 
POV JAMES.
 
Non so perché Albus è in infermeria con me, dovrebbe essere a giocare, non posso fare a meno di sorridere come un demente, ma sono contento di averlo visto al mio risveglio e che mi guarda così, è tenero, poi però scoppia in lacrime e qualcosa si rompe dentro di me. Perché piange sempre quando sono davanti a lui? Perché lo faccio sempre solo piangere? Appoggia la testa sulle mie gambe e uno struggimento di tenerezza mi coglie impreparato. Questo è un sentimento nuovo. Non l’ho mai provato, non sono preparato ma temo quasi che potrei diventarne dipendente.

“Andiamo, adesso piantala di scusarti..e poi scusarti perché? Perché per una volta mi comporto come un vero fratello?”
Nel momento in cui lo dico, desidero che fosse vero. Un vero fratello. Non sono abituato  a farlo, ma potrebbe quasi piacermi. Oltre al dolore, l’ho difeso, l’ho protetto. Sento che è il mio compito.
 


POV AL

Lui mi accarezza la testa che ho messo sulle sue gambe. Percepisco dell'amarezza da lui ma cerco di sviarla, non voglio pensare che ora senta anche dei sensi di colpa nei miei riguardi dopo tutto quello che gli combino sempre.

"Non avresti dovuto metterti tra me e il bolide..è colpa mia."
“Non me l’hai mica detto tu di fare da bersaglio a un bolide spericolato.”

“Ma se IO non fossi rimasto incantato a guardare da tutt’altra parte come uno scemo, invece di stare attento a cosa succedeva intorno a me…tu non saresti finito nella sua traiettoria..” alzo lo sguardo su di lui. “L’hai fatto apposta, non è vero? Per non far colpire me.”
James deglutisce, una cosa che gli ho visto fare poche volte.
“Tu stai bene? Ti ha anche solo graffiato?”
“Cosa? NO.”

“E allora almeno la mia mossa è servita a qualcosa.” sorride.
Lo guardo sbalordito.
“Non avresti dovuto farlo. Guarda come ti sei ridotto..” gli prendo la mano, me la porto alle labbra. Senza malizia, per una buona volta. È MIO FRATELLO quello che ha rischiato di morire, per colpa mia. Non riesco a fare a meno di pensarci. Quand’è stata l’ultima volta che ho provato un sentimento d’amore fraterno smaliziato in questo modo?

Lui sgrana gli occhi ma non molla la mano e mi sorprendo a pensare che è il momento più intimo che abbiamo mai avuto.
“Non potevo rischiare che avessimo un altro Potter che chiamassero lo sfregiato.” Sorride malizioso.
“Ora forse chiameranno te così. Almeno non hai una cicatrice in fronte.” Gli sfioro la fronte con le dita.



 
POV JAMES
 
Mi sfiora la fronte ed è come immergersi in un bagno caldo. Non ci sono mai carezze tra di noi, nè tocchi languidi. Qualcosa che sono sempre stato abituato a vedere come una debolezza, una cosa di cui vergognarsi, una debolezza inammissibile che rende ridicoli. Come può sciogliermi?


POV AL



James sorride di nuovo, poi mi toglie il dito dalla fronte per stringermi la mano nella sua.
Rimango abbagliato per qualche secondo dall’intensità del suo sguardo.
“Ti sei buttato tra un bolide e me..nonostante tutte le brutte parole che ti ho detto..” sono ancora lacrimante e brucio dai sensi di colpi.
James mi sorride di nuovo.

“Possiamo litigare, odiarci, ma morirei per proteggerti. Tu sei il mio fratellino, anche se a volte..lo dimentico. Dimentico che il mio primo istinto primario sarebbe quello di preservarti, per fortuna questo istinto torna fuori quando è necessario che lo faccia.”
Rimango in silenzio.
“Jamie..”
“Al..non pensare mai, nonostante i nostri litigi, e le nostre incomprensioni, che ti abbandonerò o che non ci sarò quando ti troverai in pericolo, ci sarò SEMPRE quando avrai bisogno di me..perché tu sei mio fratello…non scordare mai queste parole.
 “Jamie..”
“PROMETTIMELO, AL.”
Annuisco. Gli prometterei tutto in questo momento. Scoppio di nuovo a piangere e lo abbraccio, ficcando la testa sul suo petto.

Lui mi accarezza i capelli, con una dolcezza che non avrei mai immaginato che possedesse.
C’era così TANTO AMORE in quei tocchi, ho lasciato che questa dolcezza mi cullasse come quella di un bambino.
Quello che ha fatto James, mi è piombato all’improvviso addosso, come un fulmine e un tuono.
 
 
 
POV JAMES
 
 
Tanto tempo ad aver desiderato di fare pace con lui e alla fine è successo in un modo che non mi aspettavo. Infliggendomi del dolore da solo. Ma dovevo uscire da me stesso per ottenerlo, smettere di pensare a quello che volevo io, per proteggere una persona a cui davvero voglio bene. Mio fratello. Forse dovevo espiare in questo modo, ma non fa niente, proverei mille volte quel dolore pur di avere questo momento. Adoro accarezzarti. Odio il fatto di essere sempre così tanto aggressivo con te, perché ti ho trattato così male? Perché sono fatto così? Prepotente, sgarbato, maleducato..perché faccio di tutto per respingerti, invece di abbracciarti soltanto? Eppure bastava così poco, tu ora ti stringi a me, come se non ti avessi mai ferito..chi l'avrebbe mai detto..che potevo essere anche io, così delicato. Trema e mi si stringe il cuore. Ha freddo, ma è rimasto comunque qui con me, senza niente di più pesante che una maglietta. Un forte istinto di protezione mi coglie. Lo stringo a me più forte, cerco di scaldarlo. Non voglio che trema. Qualcosa di simile al senso di colpa mi attanaglia. DEVO proteggerlo. è mio fratello. Oggi era in pericolo, ma può ricapitare qualcosa di simile. Non avrei dovuto stargli lontano.
 
 
 
POV AL

Abbiamo discusso fino alla sera prima, mi ha preso in giro, umiliato, eppure non ha mai smesso di volermi bene, solo qualche ora dopo è stato pronto a gettarsi addosso un bolide, per me!
Che pessimo fratello sono! James mi ama di un amore disinteressato, generoso nella maniera più pura e io quante volte l’ho rinnegato solo perché non ha ceduto ai miei desideri oscuri. Non merito di essere chiamato FRATELLO da lui, non merito di avere questo onore, ma mai come oggi, ne sono così grato.

Ha ragione lui, ha sempre avuto ragione. Ho lasciato che i pregiudizi e la superficialità mi contaminassero il cuore come un veleno, ho dato peso alle sue parole ma… avrei dovuto guardare ALTRO.
 
“Stai tremando, scricciolo.” Dice lui, abbracciandomi e accarezzandomi le spalle.
Oh, sapesse che in realtà non tremo per il freddo!
“Non è vero..”

“Sì, invece, cosa ti è saltato in mente di venire qui in maglietta?”
“Io..non ho avuto il tempo di cambiarmi.” Confesso.
Lui mi guarda con un sorriso di rimprovero che mi fa rabbrividire.
 
“Oh, il nostro paziente si è svegliato. Bene, Al adesso devi andare, sei stato abbastanza non credi? Adesso devo visitare tuo fratello e credo non voglia nessun visitatore ad assisterlo. Deve farsi anche un bagno rigenerante e gli ho preparato la vasca.”
Faccio di tutto per non pensare a James nudo nella vasca, lui ridacchia.
“Ancora due minuti e poi Al se ne va, ce li concedi, Madama?”

Io tento di fare un verso permaloso e allo stesso tempo di non concentrarmi sul fatto che a James, probabilmente, nessuno gli negherebbe niente.
Lei infatti con una faccia leziosa, acconsente, dicendo solo: non più di CINQUE.
 
“Se vuoi che me ne vada, posso andare anche adesso..non hai bisogno di 5 minuti.” Dico con il tono da bambino piccolo.
“Volevo chiederti una cosa..non mi hai detto chi ha vinto..”
Io sprofondo. A dire la verità ho sentito che abbiamo vinto noi, Scorpius ha preso il boccino, l’ho sentito perché lo gridavano dal giardino.
“Serpeverde.”

Appare stupito, ma contento.
“Quindi hai preso il boccino?”
“SCORPIUS.”
Sgrana la bocca stupito.

“Ma lui..non è un giocatore..e sei tu il cercatore”
“Gli ho chiesto di sostituirmi come favore personale.”
Tento di districarmi da lui, con orrore mi sono accorto che mi tiene ancora stretto, ma lui rinsalda la presa.
“Al!! Sei rimasto qui tutto il tempo?”

“Perdonami..io..quando ho visto che sei caduto..io non ho capito più niente..James, non prendertela con me, per favore!!”
Lui sospira.
“Sono troppo stanco per arrabbiarmi.” Mi abbraccia di nuovo. “E chi ha sostituito me?”
“Non lo so. Io sono rimasto qui.”
James sospira di nuovo.

“I minuti stanno scadendo e tu continui a tremare.”

Mi accorgo con orrore che mi teneva stretto a lui per scaldarmi.
“Adesso vado su così mi metto qualcosa di più..”
Ma James si sta già levando il suo maglione nero, che ho chiesto di fargli recapitare e che madama Chips gli ha infilato mentre dormiva. Sgrano la bocca allibito.
“Jamie, cosa stai..”

“Sapevi già che dormire con i maglioni indosso, specie se pesanti, è scomodissimo?”
“Jam! Non pensarci nemmeno. Serve a te e..”
“In realtà non mi serve qui dentro, ho il sangue bollente, a differenza tua che sei un ghiacciolo, come adesso, non voglio averti sulla mia coscienza se ti becchi un raffreddore..”

“Jamie, ho detto di n…”
“Schhh non fare i capricci.”
Ma non mi infila il maglione, me lo passa sulle spalle e me lo annoda davanti con un nodo come un fiocco, come fosse una sciarpa.
“Se non vuoi indossarlo, almeno lascia che ti copra il collo e le spalle. E poi sei carino così.”

Arrossisco, non posso farne a meno. Mi immagino il suo maglione nero, dalla stoffa così morbido, avvolto al mio collo, come un fiocco regalo.

Faccio fatica a ragionare, perché vengo avvolto subito dal suo profumo così buono, speziato, sa di cose buone, cucinate, sa di spezzatino, di brodo, di legno buono, con un retrogusto di muschio bianco di bosco.Mi inebria i sensi, vengo invaso da una scarica d’amore così intensa che mi fa tremare le gambe. E dopo averlo così tanto desiderato nel contatto fisico, nel PECCATO, vengo sovrastato dall’amore di James, in quel singolo odore e mi rendo conto di quanto mi ami! Di quanto IO lo ami.

Poi mio fratello mi dice una cosa che mi strazia il cuore.
“Perlomeno questo incidente ha portato una cosa buona.. adesso posso..ho potuto averti un po' con me senza che fuggi via come una saponetta appena mi avvicino.."
Mi sovviene in mente una frase che lessi nel libro del piccolo principe. Lo guardo sconvolto, mentre mi sovviene quella frase.

Lo guardo sconvolto e tutto a un tratto una realizzazione così accecante da offuscarmi la vista.

Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare.

“Adesso vai.” Dice, è autoritario, ma dolce, mentre la citazione commovente del piccolo principe mi stordisce ancora la testa. Sembra non rendersi conto di quanto mi ha stravolto. Andare? Ma se mi tremano le gambe.
“Ma..è il tuo maglione.” Provo ancora a protestare.
“Lo so. Ma perlomeno questo è un MIO regalo. Vai, scricciolo.”  Mi fa una fuggevole carezza
“O.ok..”
Sto per andare via, ma mi sporgo per dargli uno scioccante bacio sulla guancia, a occhi chiusi, per salutarlo.
Lui non dice una parola, sembra momentaneamente senza parole, così ne approfitto per fuggire via.
 
 
 
 
POV JAMES
  Vai, gli ho detto. Stava diventando tutto troppo sdolcinato, melenso e insopportabile, tutto troppo. Albus è così limpido nelle sue emozioni, che a volte la sua emotività mi trapassa.

Non capisco tutto questo, così come il nostro rapporto.

Gli ho detto di andare, prima di stringerlo a me e impedirgli di lasciare questa infermeria, fino a quando mi avrebbero dimesso.

Una cosa buona ha portato tutto questo.
Abbiamo fatto pace.

Ne valeva la pena, qualche costola rotta, per sentire il cuore fare adesso qualche capriola.



*
Corro quasi per il corridoio in preda a una specie di febbre, brucio, brucio, brucio, ricordando a scatti, cosa era successo davvero, con L’ALTRA MAGLIA di James.
 
Sbircio nel suo baule. All’inizio non la trovo e subito mi agito. Che non sia qui? Ma poi mi ricordo di avergliela visto indosso in quei giorni, tanto che ho fatto quel sogno che lui ce l'aveva indosso..ma..oddio, e se l’avesse messa a lavare e ora era stesa? Nonostante siamo dei maghi, lasciamo che i nostri indumenti si asciughino come i babbani, per sfruttare l'energia e la pulizia dell'acqua.
Ma poi la trovo! Per fortuna non la stava indossando! La sua stupenda felpa azzurra. Nella mia fantasia., lui mi aveva PULITO con quella..e so che sembro un depravato..ma..non posso farci niente..averla con me..è come se rendesse quel sogno più reale..
La annuso disperatamente, immergo la mia faccia sulla sua felpa.
Perdonami, James..perdonatemi tutti se potete..ma mi restano solo le fantasie..
 
 
Quella notte stessa, vado di soppiatto nella sala comune, mentre tutti dormono, e comincio a darmi piacere, accarezzandomi, sospirando, pensando che era James a toccarmi.
Poi stendo la sua maglia sul divano, comincio a baciarla, ad accarezzarla, immaginando che è lui , gli do teneri baci, mi soffermo sulla stoffa, vezzeggiandola. Sento il suo odore addosso.
Oddio.
È così bello. Mi struscio sul divano, ma non mi basta.
Ho bisogno di più.
Creo dal nulla un manichino, lascio che la maglia aderisca perfettamente al manichino ma non lo rendo vivo.
Mi sento già abbastanza in colpa.
Allora comincio a baciare quell'illusione di un corpo, ma non tolgo mai via la maglia, è l’unica illusione che mi rimane di lui.
Mi spoglio, resto in mutande e comincio a strusciarmi sul manichino. Sulla maglia. Poi la lascio e mi concentro sul manichino.
La tentazione di avere un orgasmo sulla SUA MAGLIA è così forte..ma non posso..
Già mi sento in colpa così..mi sembrerebbe di violentare mio fratello
E non posso fargli questo.
Ed ecco così che vengo sul divano con un sospiro strozzato.
 
 
Mentre penso a tutte queste cose, penso che NULLA, nulla è paragonabile a quello che mi è successo oggi. Un suo regalo dato spontaneamente non vale tutte le fantasie di questo mondo. Non vale neanche aver scoperto finalmente dopo tanto tempo CHE IO LO AMO. Ne avevo il sospetto ma oggi, OGGI è stato il giorno che mi sono sentito di amarlo profondamente. Questa maglia è come una reliquia per me, è il simbolo dell’amore di mio fratello, non voglio sporcarlo, voglio tenerlo con me, respirare il suo odore, il suo AMORE.  
 
Mando una lettera ai miei genitori, racconto loro che MIO FRATELLO si è messo in mezzo per proteggermi e che mi ha donato la sua maglia perché sentivo freddo. Mia madre è commossa da quel gesto gentile e ciò mi riscalda il cuore, anche se lo liquida con una frase di circostanza "che cosa tenera!!" mentre io vorrei parlarne per ore, ma fa niente, so che è normale, non possono capire lo stravolgimento che mi ha dato un gesto apparentemente normale, ma è giusto così, è comunque così bello far vedere a tutti che abbiamo anche noi un legame di amore fraterno normale. è bello. più bello di quello che mi sarei mai aspettato, per una volta sento che tutto questo potrebbe bastarmi.  
 





















Note dell'autrice: per chi vuole sapere da che canzone è tratta questa frase:  Se ho sbagliato, chiedere scusa non servirà a niente. Al si riferisce alla La fine - di Tiziano Ferro. Mi piace pensare che Jamie si è fatto una cultura di canzoni babbane, che siano italiane o inglesi poco importa xd se noi conosciamo quelle americane non vedo perchè loro non debbano conoscere le nostre xd

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Capitolo 13
*** Preparativi del ballo del ceppo ***


Poco tempo dopo fervevano i preparativi per il Ballo del Ceppo. Da alcuni anni ormai era un evento fisso, anche senza il Torneo Tremaghi, venivano invitate anche le altre scuole ed era un Ballo del Ceppo vero e proprio ma senza torneo. Un evento memorabile ed erano tutti emozionati, tant’è che Hogwarts sembrava impazzita. Dovunque andavi, c’erano ragazzi che sbattevano nei corridoi o ragazzine che urlavano a proposito di stoffe pregiate e vestiti “inarrivabili” , nelle cucine gli elfi erano continuamente assediati dagli studenti che chiedevano in anticipo quali portate speciali avrebbero preparato per i due giorni dell’evento, ma gli elfi avevano ordine di mantenere la bocca cucita e dicevano solo “Tanti, tanti dolci, signorina, di tutti i colori. “
 
Ci sarebbero stati molti giochi, molti sport, babbani e non, per promuovere la propaganda della speranza un giorno lontano, della nascita di un mondo più globalizzato, dove babbani e stregoni sarebbero stati accettati e avrebbero convissuto in serenità e accettazione ma soprattutto amore tra di loro.
Era tutto così coinvolgente che perfino Albus, smise di pensare alla sua cotta impossibile per il fratello,per pensare a quello.
 
Stranamente, dopo l’incidente all’infermeria, James sembrò diventare più gentile e anche più affettuoso nei confronti di Albus.
Spesso lo incontrava nei corridoi e lo prendeva a braccetto, camminando con lui, con grande imbarazzo di Albus, ma non perché era cotto di lui. Era imbarazzato che gli studenti lo vedessero a braccetto con suo FRATELLO, però almeno in questo modo si sentiva anche più simile a ogni ragazzo della sua età che per esempio mal tollerava di essere salutato con un bacio sulla guancia dai genitori, in presenza dei coetanei, inutile dire che James godeva di metterlo in imbarazzo, quindi lo faceva spesso, oppure piombava nella casata dei Serpeverde per pretendere di giocare a scacchi magici o spara schiocco.
 
“Lo sai, Albus, tuo fratello è divertente! Non so che sortilegio gli hai fatto, ma potevi farlo prima.” diceva Scorpius mentre si preparava a un’altra partita con lui a scacchi magici.
 
Albus era molto orgoglioso che erano arrivati a questo punto. Qualcosa gli riscaldava da dentro ogni volta che Jamie gli gravitava intorno. Era più di attrazione, più dell’imbarazzo. Una sorta di completezza e di fiducia..che lo riscaldava come una fiamma di una fenice. Semplicemente, se lui non c’era, si sentiva perso e ora gli sembrava assurdo esser stato per un MESE senza parlargli o guardarlo negli occhi. È stato..come essere un angelo e strapparsi le ali di dosso.
 
Mai più per nessuna ragione al mondo, sarebbero dovuti arrivare di nuovo a uno scenario simile.
 
 
 
 
 
*  
Lily nel frattempo era molto entusiasta per l’arrivo del ballo e si divertiva assieme a Rose, a scegliere insieme gli abiti per quel giorno. Rose si sarebbe vestita di ARANCIONE, anche se era stata fino all’ultimo indecisa su un abito lungo giallo fosforescente, mentre Lily alla fine aveva optato per un abito blu notte, dopo che Rose le aveva fatto notare che mettersi un abito rosa l’avrebbe fatta assomigliare troppo a una barbie per bambine. Rose annuì però al grande fiocco sui capelli, dello stesso colore, che abbinò al vestito.
 
“Non sto dicendo che il rosa non è femminile, ma ti vesti già sempre di rosa, vuoi incantare come una donna oppure no??”
 
Nonostante le parole sembrassero un po' dure, Rose le aveva parlato con dolcezza e Lily alla fine aveva deciso di darle ragione anche perché alla fine si era innamorata di quell’abito e aveva deciso. Era il SUO ABITO.
 
James era sfuggente e dopo aver detto che non voleva consigliare la sua “sorellina su come fare per attirare gli sguardi dei maschi.” Aveva assistito Rose consigliandole l’abito arancione. Rose lo aveva redarguito giocosamente.
 
“Quindi di me non ti preoccupi che attentino alla mia virtù. Ma che bel cugino che ho!” gli aveva detto scherzosamente.
James aveva sorriso e aveva risposto:
 
“Non riesco a preoccuparmi quando il tuo corteggiatore so per certo che è un gentiluomo!”
Rose aveva sgranato gli occhi, imbarazzata.
“Che stai dicendo? Non ho nessun corteggiatore io!”
 
“Lo so, lo so!” era tornato indietro James. “Credo tuttavia di non riuscire ad immaginarmi nessun corteggiatore che non sia come Scorpius e visto che lui è un gentiluomo..”
“Malfoy non mi corteggia!!”
 
Ecco che parte sulla difensiva aveva pensato James.
 
“Ovviamente..cioè, volevo dire, che chiunque avesse l’ardire di volerti corteggiare, sarebbe per forza simile a Scorpius, perché lui è un gentiluomo e non penso tu lasceresti neanche corteggiare qualcuno che non sia un gentiluomo, o forse sbaglio??” la sfidò.
 
Rose continuò a guardarlo con sospetto e James si sentì trafelato da quello sguardo.
 
“Che Scorpius sia un gentiluomo, lo hai stabilito tu e..”
“Credevo si fosse comportato bene durante la caccia la tesoro e..”
 
Ops. Forse non doveva dirlo. Rose sgranò gli occhi.
 
“Come sai della caccia al tesoro? Te l’ha detto lui??”
“Rose, andiamo, sai che siamo amici e..”
 
“Che cosa ti ha detto?? Guarda che non è stato niente di galante! È stato solo..un momento di gioco, aspetta, non ti avrà mica detto che io ci ho provato con lui?”
James la guardò accigliato.
 
“Ha detto solo che avete passato una bella giornata di svago e spensieratezza. Nient’altro. Rose, perché sei così sulla difensiva?”
“Ti ha consigliato lui di dirmi di mettermi questo vestito? Forse per mettermi in ridicolo?”
 
“Senti, adesso basta, sei mia cugina ma quando fai così, sei insopportabile. Mi sembri HERMIONE. “
Rose si era parata davanti a lui.
 
“Scusami, non voglio litigare, è che quello che hai detto..sembravi assolutamente sicuro che io e Scorpius..avessimo..che lui..”
“ti corteggiasse?”
“Ecco, sì.”
“Sarebbe una cosa tanto orribile? È un bel ragazzo, di modi carini e gentile.”
Rose sembrò stupefatta di sentir parlare James di Scorpius, in quel modo, o forse fu il fatto che James di rado si premurava di lodare qualche altro essere di natura maschile. Si morse le labbra.
 
“Ho pensato che lui potesse averti detto che..uhm..io avessi una cotta per lui, magari.”
 
James capì all'istante la paura di Rose. Temeva che Scorpius giocasse con lei per poi sbeffeggiarla alle spalle, gongolando di avere una ragazza che gli andasse dietro. Capì tutto questo, ma, grande mago della psicologia femminile e maschile, capiva anche che in questi casi offrire comprensione, non faceva che spingere la persona a crogiolarsi nel suo caso di autocommiserazione, peggiorando la sua sensazione di sentirsi vittima. Non voleva comunque fare completamente la parte dello scemo. Alla fine decise che optare per una mezza deduzione sarebbe stato meglio.  
 
“Ahh capisco, pensavi ti stesse prendendo in giro dietro le spalle. Però sai, è interessante che non ti chiedi invece se lui possa aver detto, che ne so,il contrario, magari che a lui piaci te?”
Rose sbiancò.
“Te l’ha detto?”
James sorrise sadico.
“Perché non vai a chiederglielo?”
 
“Sei un..sei uno stronzo, JAMIE, non mi parlare mai più, hai capito???” urlò Rose, mentre James se ne andava via, dandogli le spalle, con un sorrisetto sadico sul volto.
In quel momento arrivò Lily, divertita.
 

“Sai, so per certo che quando lo chiami Jamie, sei ancora più spaventosa.” Disse chiaramente sarcastica.
“Uff, sono talmente abituata a chiamarlo così che non mi ricordo di chiamarlo diversamente quando sono furibonda.”
 
“Come mai ti ha fatto arrabbiare così tanto?”
Rose si imbarazzò.
“Io..uhh..storia lunga. James…mi prende in giro su me e Scorpius, fa battutine.”
“Tipo?”
“Io..ehm..per farla breve, sembra pensare che io non potrei accettare corteggiatori che non siano minimo come Scorpius, perché lui è un gentiluomo.”
Lily restò per un attimo ad assorbire l’informazione, poi scoppiò a ridere.
“Non c’è niente da ridere!”
 
“Non è che magari dice così perché Scorpius ha detto gli piaci?”
“Mi sembra talmente assurdo! E comunque quando gliel’ho chiesto ha detto: perché non vai a chiederglielo? “
Lily rise di nuovo.
“Sai che c’è? Non chiedermi più aiuto per i vestiti!”
“No, aspetta, non fare così cuginetta, sai che ho un debole per Jamie.” disse, prendendola sottobraccio.
 
“Beh, allora, vai con lui al ballo. Lascia stare me!” ma non fece nulla per spostare Lily che aveva preso a passeggiare a braccetto con lei.
Lily sorrise amaramente.
“In realtà..spero di andarci con qualcun altro al ballo.”
“Ohh, hai un accompagnatore? Chi è?”
Lily si imbronciò.
“Sono molto offesa dal fatto che tu pensi che nessuno voglia invitarmi.”
 
“Sai, il fatto che ricevi molte proposte non significa che accetterai e non ho mancato di capire che hai cercato piuttosto astutamente, di non rispondere alla mia domanda.”
“Perché non sono affari tuoi!”
 
“Che lingua lunga..assomigli tanto a zia Ginny, lo sai?” la prese in giro Rose.
“Tu invece sei la fotocopia di zia Hermione.”






















Note dell'autrice: ciaooooo ragazzi. Ecco che siamo arrivati al ballo del ceppo xd come passa il tempo eh? xd mi perdonerete ma questo ballo sono costretta  a frammentarlo in più capitoli xd questo perchè non siamo nemmeno arrivati al ballo LOOL se vi ricordate, nel lungo capitolo 2 dove metto tutta la storia, si parla solo di Al e James e si accenna a Lily e Hugo e a Rose e Scorpius. Allora lasciatemi prima di tutto spiegare che Rose si riferisce al bigliettino dove Scorpius la invita a fare un qualche cosa di non precisato, io ho preferito non approfondire perchè sapevo già di cosa si trattava ma non ho voglia per ora di raccontarlo LOOL ma qui spiego di cosa si trattava, forse un giorno lo dirò in un missing moment! Per Hugo e Lily vi ricordate vero, che nel cap 2, Lily parla di come ha litigato con Hugo? Ecco, mi sembrava doveroso visto che sto andando a riempire tutti i buchi di trama, raccontare anche come si arriva a quel litigio e spero di far contenti anche i lettori, perchè non sarebbe giusto parlare solo di Al e Jamie vero? :)) ma tranquilli, arriverà anche il loro turno xd nel ballo sono loro i protagonisti! 
ne approfitto anche per dire a tutti che sto sistemando tutti i capitoli in modo che vadano a finite PRIMA della prima volta di Al e James, visto che questa è tutta la cronologia revisionata della loro storia, quindi se non trovate i capitoli è perchè sono stato spostati!

Seconda cosa molto importante: oggi cercherò di cancellare OGNI AVVERTIMENTO che non è indispensabile, prima del testo, questi andavano bene infatti la prima volta che vedete il capitolo, magari vi spiego che sposterò il capitolo o che è stato spostato, che è una revisione ecc ecc, MA poi dopo, per chi soprattutto viene solo adesso, può solo essere tutto confuso, che uno legga che sposterò il capitolo per esempio al posto dell'8 ed è già nell'8. Ho spiegato in maniera un po' rozza ma spero si sia capito il concetto! Quindi dove non è necessario, tolgo eventuali avvisi, che ormai non servono più

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Capitolo 14
*** Hai mai desiderato rivivere un giorno dall'inizio alla fine? ***


Avviso: sono molto emozionata e orgogliosa di questo capitolo. Vi informo sulla cronologia, il primo pezzo che leggete è la fine, quindi comincio io a raccontare dalla fine e andando avanti si capisce cosa è successo, perchè l'ordine è inverso, ma voi dovete leggerlo proprio così come avete letto tutti i capitoli normali. Buona lettura :) il capitolo continua ad avere errori grammaticali nonostante sono ORE che correggo..domani prometto che cerco di finire, abbiate pazienza, ho una tastiera del cazzo





Sala comune di Serpeverde


“Credo di capire cosa sia successo.” stava dicendo Albus.
“Ah, davvero? Illuminaci, sul come abbiamo fatto a essere così idioti entrambi.” Disse Scorpius.

“Beh.,” disse Albus. “ Per farla breve, entrambi avevate delle aspettative  e per questo la serata è stata un disastro.”
Entrambi cominciarono a protestare e Al li zittì.

“Lasciatemi finire di parlare prima! Tu Scorpius avevi un’aspettativa nei confronti di Rose..”
“Non è vero! Io sono stato tutto romantico, le ho fatto un discorso sulle emozioni e lei se ‘è uscita con quella frase crudele su mio padre e..”

“Ecco, vedi? Vedi? Sta qui l’inghippo. Tu hai fatto un discorso bellissimo, in apparenza, ma non puoi nascondere che tu stesso desideravi colpirla nevvero?”
“Non posso negarlo, no, ma infatti lei era colpita!” tornò a protestare.

“Ecco! L’hai colpita, ed è lì che scatta l’aspettativa. Tu a quel punto ti aspettavi che fosse all’altezza, che fosse all’altezza ancora di più, che fosse  ancora meglio, che fosse gentile.. invece cos’ha fatto? Dillo tu, Scor.”

Scorpius sospirò.
“È stata..la solita Rose.”

“Esatto, esatto! Lei non è stata scorbutica ne maleducata, ma è stata la STESSA Rose di sempre, ha espresso un qualsiasi dubbio che probabilmente aveva da sempre, ma allora se già lo sapevi perché ci sei rimasto così male?”

Scorpius stette zitto.

“Aspettativa. Tu a quel punto dopo il discorso avevi un’aspettativa diversa e qui casca l’asino. Il tuo discorso si morde la coda. Ne sei te  stesso vittima.”
“E per quanto riguarda me? “ chiese Hugo.
Albus ci pensò su un po'.

“Io non mi aspettavo proprio niente da Lily, non volevo che lei facesse QUALCOSA, ANZI secondo me ha fatto anche troppo!”
“Ecco! Infatti la tua aspettativa era inversa!”
“Cioè?”

“Probabilmente tu ti aspettavi che avresti avuto davanti a te la Lily di sempre, quella che non ama le feste, che va a letto presto, che sta sempre con te, che non vuole ballare o flirtare..che non si accompagna mai a un ragazzo, infatti quando lei si allontana e la perdi di vista, tu ti dici stranito dico bene?”
“Beh, sì..”

“Anche tu avevi un' aspettativa! Tu ti aspettavi che Lily fosse la stessa Lily di sempre, invece lei ha anche trovato un accompagnatore per il ballo, guarda un po'.”
Al guardò entrambi e poi sentenziò.

“Chiamatemi pure GIUDICE ma qui arriva il mio giudizio finale: il consiglio che mi sento di dare a tutti e due, è quello più banale del mondo: di essere VOI STESSI. Non c’è cosa più vincente, perché le strategie si rivelano sempre dei fiaschi. Non dovete avere aspettative, perché quando hai un’aspettativa su una persona, le statistiche lo dimostrano: la persona non reagirà mai come ti aspetti e anzi nella maggior parte dei casi se hai un’aspettativa, questa verrà disattesa. Le persone non sono schedine di calcio.”

“Sì,  ma qui ci stiamo dimenticando tutti una cosa. A me Rose non interessa, di Hugo non possiamo parlare di interesse amoroso con Lily. Certo, sempre se non ci sta nascondendo qualcosa.” disse Scorpius.
Albus sgranò gli occhi.
“Hugo..è cos...”

“No!! No! Che state dicendo? Oh, smettetela. Non dovreste neanche pensarle certe cose.”
“Non ci sarebbe niente di male.” disse Scorpius.
Albus lo guardò come a fulminarlo.
“Innanzitutto è mia cugina, te lo ricordo.”

“Te lo ricordo anche io.” disse Al.
“E poi siamo amici da quando siamo piccoli. È come una sorella per me..insomma sarebbe come..”

Al trovava che il discorso stava cominciando a farlo sentire a disagio.
“Io comunque credo di avere mal di testa quindi me ne andrò a letto.”

“Come rose...Al che c’è? Scusa non volevo turbartii, ti assicuro che io non...“
“Non sei tu, Sono io. Oggi ho fumato e..non credo di essere pronto al fumo. Come tu non sei portato all’alcol evidentemente.”

Non sono portato ai mancati baci tra me e Jamie.
 
 
 
 
 
 
*

Sono disperato, oramai mi rassegno a riuscire a capire dove era andato James, lo trovai mentre ero uscito a prendere una boccata d’aria nel fresco della notte, nel parco del castello.

Era seduto su un muretto, con una sigaretta tra le mani, tenendola tra le dita come un poeta maledetto.
Un poeta maledetto, un musicista disperato.

Tutta la mia ragione mi diceva di scappare da quella ennesima visione di felicità delirante, ma il mio cuore mi spingeva con tutte le mie forze invece da quella parte.
“Al, vieni.” Perentorio. Un ordine.

La canaglia che si era impossessata del mio cuore da anni, mi stava ordinando di andare da lei.
E io non sono mai stato bravo a sottrarmi al mio carnefice.
Mi avvicino ed è..

È ancora peggio, guardandolo da vicino.

James è stupendo, i capelli neri lucidi come quelli di un corvo, più neri che mai, e più lunghi che mai, nonostante non superino la lunghezza delle spalle!

Gli ricadono elegantemente sulle spalle in morbide onde voluttuose e capricciose, ma setose, tutto di lui è armonico, perfino i suoi occhi di nero liquido. E pensare che una volta credevo che gli occhi azzurri fossero il meglio a cui si poteva anelare.

Il suo viso ricalca i dipinti degli angeli, è così bello mio fratello che meriterebbe di essere dipinto, altro che il ritratto di Dorian Grey. La natura è stata generosa con lui, con me invece ha fatto schifo dandomi la sfiga di avere un simile capolavoro per fratello.

James mi guarda con un’occhiata di rimprovero. “Vieni.” Ripete e so che è già impaziente. Non è abituato a ripetere per la seconda volta un ordine.
 
Ubbidisco come uno stoccafisso, qualcosa mi urla che c’è qualcosa che non va. James non ha l’aria scanzonata che ha sempre. È successo qualcosa, me lo sento.

“Dov’è andata a finire la tua bella?” chiedo.
Dentro di me spero che mi dica “a fanculo.”
Ma James è James. Non risponderebbe mai così.
“Via.”

“Uhh il grande James che non conclude in una serata romantica come questa? Mi deludi.”
“Anch’io mi deludo da solo.” Sospirò, gettando un’altra boccata di fumo. .

“Jamie..che succede? Hai una faccia..” evito di terminare dicendo “che vorrei rovinare a suon di morsi e baci.”
“Devo prenderti con le tenaglie per farti avvicinare?” quasi ringhia.

Mi sento scuotere da un brivido. Vorrei quasi sfidarlo a provarci, giusto per sapere come si sente a essere sbattuti dal grande James, mica per altro. Per conoscere la sensazione, ecco.
Ma non ho voglia di provocarlo di più.
 
Mi siedo sul muretto, davanti di lui.

Qualcosa mi ha urlato di fare così e di non sederglisi al fianco.
Studio la sua espressione ma lui non protesta, evidentemente ho fatto la scelta giusta.
“Allora, James..che ci fai qui?”
Mi sta spaventando, devo ammetterlo.

Lui fa un sospiro che potrebbe dissimulare una risatina e si avvicina a me.

TROPPO velocemente.
Mi fa prendere quasi un infarto.
Ma lui non voleva baciarmi, ma solo avvicinare la sua fronte alla mia.

“Mi godo la frescura della nottata, fratellino.”

“Jamie..” dico, anche se vorrei strapparmi la lingua per non parlare in un momento come quello.
Ho paura che se parlerò, rovinerò la magia e Jamie interromperà il contatto.
Ma è pur sempre mio fratello e io non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.

“Mi preoccupi..cos’è successo? Sei..ubriaco..” gli prendo il viso tra le mani, per una volta la mia preoccupazione vince il mio imbarazzo, ma lui si divincola quasi altrettanto velocemente.

Non è abituato a contatti così spudorati.

“Ubriaco? No, vorrei esserlo. Anche se non ho bisogno di esserlo, per rovinare tutto ciò che tocco.”
“Jamie, ma che cazzo..”

“Sono un disastro, Al…so che tu mi ammiri, e che pensi probabilmente che io sia perfetto in tutto ma non è così…cazzo, non ti accorgi neanche di quanto cazzo io sia imperfetto..”

“Forse me ne accorgerei se tu me ne parlassi, Jamie! Ma tu..non parli con me. Tu..ti nascondi dietro il sesso..occasionale..e non..non parli.”
Abbasso lo sguardo. Ma cosa faccio? Lo rimprovero? Quanto faccio schifo?

Jamie sorride, si lecca il labbro e io abbasso lo sguardo.

“Il sesso è quello che riesco a fare meglio..non sono bravo a parlare..sono bravo a fare i fatti..ma non sempre posso..quindi..”
Il cuore mi si ferma. Di quali fatti sta parlando?

“Oh, andiamo, piantala. Tu sei James Sirius Potter. Non c’è niente che non puoi fare, mi hai capito? Qual è il problema, Jamie? Qualcuna ti ha dato buca? Qualcuno?” rincaro la dose sapendo che l’avrebbe fatto ridere e infatti così fu.
“Il fatto è che questa serata è un tale disastro..è anche noiosa.”
“Credevo ti piacesse in realtà.”

“Forse perché volevo che sembrasse che mi piacesse. Oh, Al..sono un tale disastro.” Disse poggiando la sua fronte ancora sulla mia.
Sento il cuore accelerarmi i battiti e al contempo stringermisi al petto, una scarica d’amore così forte da incendiarmi il petto, era così bello perfino mentre soffriva e forse ancora di più, oh lo amavo così tanto, desideravo così tanto abbracciarlo, far andare via quella patina di dolore dal suo cuore, James era come un animale ferito, io desideravo solo cancellare tutto quel dolore.

“Sono qui per questo, no? Oh, Jamie..confidati con me. Per favore.”
“Non posso.”
“Sì, che puoi, per favore.” Gli prendo il viso tra le mani ma lui si discosta lontano da me.

“Dovresti sapere che io non sono un tipo di parole, Al. Non posso esprimere quello che ho dentro, anche se vorrei condividerlo. Vorrei davvero che tu potessi condividerlo con me.”
“La canna aiuta a esprimerlo?”
James mi guardò stranito e un po' turbato.

“A volte.” Espirò il fumo nella notte.
“Allora..lascia che provi anche io.”
“Cosa?”

“Se è l’unico modo per condividere le tue emozioni..voglio farlo. Chissà magari riuscirà ad arrivarmi un po' della tua disperazione e riuscirò a capirti.” Faccio un sorriso timido cercando di non soccombere al suo sguardo.

“Non sai quello che dici..fumare una canna non è condividere..”
“Ma io voglio fumare LA TUA, chissà magari in qualche modo condivideremmo qualcosa, se non vuoi parlare..è il minimo che ..JAMIE.” James mi aveva bloccato il polso.
Mi stava guardando con uno sguardo penetrante.

“E va bene, Al, ma si fa a modo mio. “
Mi tremano le gambe, cosa vuole dire?
“Apri – la bocca.”

Ora le mie gambe sono come gelatina, ma non riesco a disubbidirgli, non ci sono mai riuscito.
"Tienila aperta.” Dice e poi aspira dalla sigaretta.
Si avvicina a me con uno scatto felino. Non spiega, non ne ha bisogno, è così mio fratello.
Ma non è impetuoso, ora che è vicino a me si muove lentamente, quasi come se avesse timore di spaventarmi.
Mi appoggia una mano sulla nuca, e si china sulla mia bocca ma senza sfiorarla, solo due centimetri separano le nostre labbra, mi respira addosso , gettandomi il fumo all'interno della mia bocca. Non mi bacia neanche ma la sensazione è talmente intossicante, il suo respiro, lo sento anche attraverso il fumo e non mi sento più le gambe.
È così sexy e sensuale mentre mi respira nella bocca.
Quasi non sento il fumo.
Non sono sicuro che è esso che mi arriva nei polmoni.
Secondo me è il fiato di James. Mi accorgo a malapena di aver tossito, quando si stacca infine da me. Lo guardo e sembra turbato.
“Stai bene?”
Quand’è stato che è venuto così vicino?
“Sì. Voglio..rifarlo..”
Mi aggrappo a lui. Lo sento quasi tremare.
È soggezione?
“No..no..una volta è abbastanza.”
“Andiamo, non sono stato bravo? Ti ho deluso forse?”
“No, ma..non mi va. Non voglio che stai male. Ehi! Al, molla quella sigaretta, ti ho detto.”
Riconosco l’espressione di mio fratello. è terrorizzato.
Aspiro la sigaretta, lui mi guarda a occhi sgranati.
Non capisco perché. Non sto facendo niente che lui non abbia già fatto.
Lo attiro a me prendendolo per la felpa, mi sono dimenticato di dirgli di aprire la bocca e per un attimo temo che lui non lo farà, che mi farà ingoiare come uno stoccafisso, ma lui apre di riflesso la bocca e faccio a quel punto con lui come lui aveva già fatto con me.
 
La sensazione è meravigliosa, ma del tutto diversa da prima. Prima era un subire, passivamente, adesso mentre gli respiro nella bocca, sento la sensazione intossicante di avere il potere. Il potere di sconvolgerlo, il potere di averlo nelle sue mani, di intimidirlo, quello di impormi, è un’accettazione da parte sua.
Lui ha la testa all’indietro e ansima in una maniera che è quasi erotica.
Mi gira la testa, forse sarà la canna, o forse sarà che è stato quasi come baciarlo sul serio.
 
Quasi barcolla lui, questa volta è preda di uno sconvolgimento tale che quasi temo mi metterà le mani addosso.
Però almeno l’ho strappato dalla sua depressione.
Faccio per scappare ma lui mi agguanta mantenendomi al mio posto.
“Senti, io..mi disp..”
Ma lui appoggia la sua fronte alla mia, di nuovo, senza però più traccia della depressione amareggiata di prima.
È disperato si, ma è quasi una disperazione che lo fa sentire VIVO.
“Grazie.” Mi dice e a me sembra il più bel suono che ho mai sentito.  

Albus torna alla festa e una volta lì, si urta addosso con Lily davanti alle scale.
“OPs! Scusami tanto. Lily??” disse Al appena si rese conto chi aveva urtato.
“Ciao Al. Una bella festa, vero?”
Lily, splendida nel suo abito blu notte e il fiocco sulla testa, a malapena lo guardava.
“Sì-sì. Credo. Che fai qui?”

“Io..sono andata a prendere da bere. Ma credo..credo che andrò a letto.”
“Di già? Ma sono appena le dieci!”
“Non mi sento bene. Buonanotte Al.”
 
“Mah..che stranezza..” pensò Al, tornando in sala grande, non guardava dove stava andando e si scontrò direttamente con Hugo Weasley.
“Ehi!!”
“Guarda dove cammini, Al!”

“Scusa, non l’ho fatto apposta.”
“Questa è già una serata del cazzo. Mancavi solo tu.” Disse sgarbato, guardandosi il vestito rovinato da macchie rosse. “Hai visto Lily?”
“Andava a dormire. Ha detto di non sentirsi bene.”
Lui annuì cupo.
“Credo seguirò il suo esempio.”
Ma che cosa diavolo è appena successo?
 
 
 
 


 
*


POV HUGO

"Hai mai pensato di voler rivivere un giorno dall'inizio alla fine?" chiese il figlio di Colin.

"Mpf, ma sei matto? questo scempio? Assolutamente no!"

Sono seduto in disparte a vedere la folla che balla, Trixie da una parte e Lily dall'altra. Che serata del cavolo. Forse dovrei invitarla a ballare.Sì, ma chi?

Questo ballo è davvero stressante, sarebbe stato meglio se non ci avessero chiesto di portare delle accompagnatrici per forza. Non nego di aver pensato di chiedere a Lily di venire con me, ma non volevo che fraintendesse, ora però vedendo Albus e Rose, capisco che forse ho fatto una cazzata.. certo non che Lily avesse minimamente pensato a me come accompagnatore. Non credo gli importi. È un’atmosfera strana, questa. In queste occasioni, uno stralcio del mio futuro mi si affaccia alla mente. Capisco che questi eventi ci dividono, ognuno va da una parte diversa rispetto al camminare nella stessa direzione, è triste capire che basta così poco per perdersi di vista. Una complicità che è solo fittizia, non voglio essere come il personaggio di un suo libro, così facile da perdere di vista, così difficile da leggere.

Vedo Lily arrabbiata, Scorpius è arrabbiato, sono tutti incazzati e io fatico sempre a trattenere la rabbia. Forse dovrei andare a qualche corso per reprimerla. Alla mia età è problematico.

Lily mi guarda con uno sguardo di accusa e mi chiedo che cosa vede. Forse solo un adolescente problematico come tanti, da cui sbarazzarsi alla prima occasione appena il tempo che separa le amicizie d’infanzia, svanirà. Su un articolo ho letto che raramente le amicizie di infanzia persistono, certo magari noi dureremmo, visti di chi siamo figli, ma le fortune di solito saltano una generazione , non danno la grazia e se te la danno è quasi sempre perché si sono sbagliati.

Diamine, cos’è questa sensazione di vuoto che ho dentro? Una sensazione sorda a cui non so dare un nome, come un senso di nostalgia, di qualcosa che ho perso o che sto perdendo, siamo un bel gruppo sì, ma per quanto? Facciamo davvero parte di quel 5 % e quando smetterà di avere importanza?
Di solito non penso a queste cose quando Lily è vicina a me, ma in questo momento ho bevuto tropo vino e lei è troppo lontana.

Lei mi guarda con ostilità e con uno sguardo incredulo che forse avrebbe potuto assomigliare a Lily Evans the originals.
D’un tratto ho voglia di menare le mani.
 



 
*


Scorpius era nero, mentre si avvicinava al tavolino.

"Ciao, sono dei sondaggi. Potresti rispondermi a una domanda? C'è un giorno che vorresti rivivere dall'inizio alla fine?"

"Sì. Oggi. Per cancellare il mio essere un totale idiota!"

Caleb restò un attimo perplesso, poi cominciò a scrivere.

Arrivò Lily come una furia.
“Ma che cosa hai detto a Rose? Era sconvolta, dice che si sente una merda!”
“Non posso essere responsabile di quello che le persone si sentono le persone.” Disse Scorpius.

Lily si girò verso Hugo.
“Lo senti? Non dici niente?”
Hugo cercò di accendersi una sigaretta.
Lily gliela tirò via.
“Ma da quand’è che fumi tu?” chiese.

“Credo che siano questioni che riguardano Rose e Scorpius! Credo che quei due si piacciono..” disse la ragazza che era con Hugo.
“Non li conosci neanche!” disse Lily.
“No, ma forse ne capisco qualche cosa più di te di rapporti.” rispose lei.
“Ma cosa diavolo..”
“Lily, che ne dici se torniamo alla pista da ballo? Qui sono tutti incazzati.”

“È il tuo accompagnatore? Bei capelli.” Disse Hugo, guardando l'arrivo di un ragazzo dagli occhi color cioccolato e una zazzera castana.
“Piacere,io sono..”
“Non pensavo che Lily fosse riuscita a rimediare un corteggiatore alla fine!”
“HUGO! Io in confronto a te non chiedo alle mie amiche di uscire!”
Hugo arrossì.

“Guarda che lei non è una mia amica..ehm, voglio dire, è una ragazza che potrebbe anche piacermi..”
“Guarda che non devi dire questo solo per ingelosire la tua AMICA.” rispose la ragazza.
Lily e la ragazza si guardavano in cagnesco.
“Qual è il tuo problema?” chiese Lily.

“Il mio PROBLEMA è che se vuoi chiedere a Hugo di ballare non hai bisogno di starci tra i piedi tutto il tempo. Lui è troppo educato per dirti che sei un po' appiccicosa, ma..”
È mio cugino, idiota.”

“Hugo. Non me l’avevi detto.” Disse la ragazza imbarazzata e contrariata.
“Sì, beh, scusa, non pensavo fosse importante stabilire il grado di parentela, scusa se non arrivo a pensare che puoi essere gelosa di LILY. È assurdo.”
Lily lo guardava in un modo che lanciava fiamme.

“Non sarei così sicuro di come ragionano le donne. Una volta ti fanno credere una cosa e una volta l’altra.” Disse Scorpius.
“Tobias, andiamocene, mi sono già stancata della compagnia.” Disse Lily.
“Sì, andate, fate presto a ballare che poi Lily vuole andare a letto presto, si stanca subito lei, di certo non fa l’alba a ballare come una pazza.”

“Non credo tu sia cosciente delle abitudini di Lily.” Disse Tobias.
“Ah no? Beh si da il caso che dormivamo insieme quando eravamo piccoli, quindi abbassa le arie.”
Lily arrossì suo malgrado. Ma cosa stava succedendo?
“Hugo, calma.” Disse Scorpius.
“Io sono calmissimo Sono calmo, non è vero, Lily?”

Lily lo guardò e Hugo non gli sembrava in sé. Non era mai così spaccone di solito, soprattutto in pubblico.
“Credo tu sia ubriaco marcio! Puzzi. “
“Non tanto come questa cazzo di serata. “
Lily spalancò la bocca esterrefatta.
“Vieni, Lily, andiamocene, prima che perda la pazienza.” Disse Tobias. Si presero sottobraccio.

Sembrava che se ne stavano andando, ma poi Hugo disse di nuovo:
“Toglimi una curiosità,  come è nato questo invito ? Te l’ha chiesto lei o gliel’hai chiesto tu? Perché sai, con Lily bisogna far le cose per bene, romantiche…come hai fatto ad essere all’altezza?”
Tobias si voltò a fronteggiarlo.
“Gliel’ho semplicemente chiesto! Se vuoi saperlo, Lily mi piace da tanto, la osservo da tanto!Qual è il tuo problema?”

“Lo sai che a lei piacciono i principi azzurri sul cavallo bianco? lo sai che il primo bacio per lei deve essere speciale? Te lo dico perché a meno che non hai intenzione di portarla da Madame Piediburro per una romantica esterna in una saletta da te, con i cuoricini svolazzanti, scordati…”

“Tobias è molto interessante e non ti permetto di disquisire su cosa piace a me, Hugo. Chi ti credi di essere?”
“Bhe, una persona che ti conosce.”
“Ne dubito fermamente che la conosci così come credi.”disse Tobias.
“Tobias, vieni di là?  Scorpius, che c’è, che succede?”

Scorpius sorrise ma non rispose. Tutto preso a gustarsi la scena. Era arrivato anche l’ex fidanzato di Albus, che pareva conoscere lo stesso Tobias. Peccato lui non c’era a godersi lo spettacolo.
“ e ameno che Schwarzenegger non sia appena uscito da un libro dubito fortemente ti possa mai interessare, a lei piacciono solo i personaggi di cartone, non ha TEMPO per le persone reali su questa terra.”
“Hugo, ti avviso..” cominciò lei.

“Legge libri tutto il tempo. Si innamora solo dei personaggi dei libri, quindi mio caro, a meno che non viaggi con pezzi di cartone addosso, non hai la benché minima..”
Lily, che aveva afferrato un calice di vino rosso e lo sorseggiava per calmarsi,  smise di sorseggiarlo per rovesciarglielo addosso, direttamente sulla faccia.
“Vai al diavolo.” Disse Lily scappando via.

In quel momento Hugo vomitò sul pavimento.
“Lil..asp..aspetta, Lily.”
 
Hai mai desiderato rivivere un giorno dall'inizio alla fine?



 
*
 
Tenevo in mano un bicchiere di aranciata, mentre anelavo solo la compagnia di mio fratello James.
Per fortuna c’era Lily a tenermi compagnia in momenti come questi, ma quel giorno era sparita e quindi mi rimaneva solo la mia adorabile cuginetta, Rose.
Almeno lei non mi lasciava solo.

Per ringraziarla, la invitai a ballare e la feci ridere, facendole fare delle piroette niente male.
Era stupenda Rose, con quel’abito arancione, sembrava una dama d’altri tempi, avrebbe potuto piacermi..se non avessi preferito i maschi..e mio fratello.

E poi lei aveva il cuore impegnato, avevo sospettato già da tempo che aveva un debole per il mio migliore amico, ma avevo tenuto la bocca chiusa, e quanto male mi faceva.
Ma se Scorpius mi avesse detto che non provava sentimenti per mia cugina, la nostra amicizia sarebbe sopravvissuta? Non volevo saperlo e Rose mi aveva chiesto di mantenere il segreto.

Era stupita che la comprendessi tanto, oh mia ingenua cugina, se sapessi come faccio a capirti,
probabilmente mi odieresti.
È meglio che tu non sappia.
Mi scopro a cercare lo sguardo di mio fratello nel ballo, ma lui non guarda me.

Mi scopro a desiderare che lui distolga lo sguardo da LEI e mi conceda un’occhiata, solamente una.
Me ne basterebbe solo una, per essere felice, per considerare che dopotutto un mio sguardo possa infiammargli qualcosa.
Non pretendo mi ricambi, ma se anche solo cercasse i miei occhi io sarei felice.

Quanto si può essere bambini a volte! Quanto intensamente si può desiderare uno sguardo, proprio come dei fanciulli. (NDR: i dolori del giovane Werther )
Ma James non mi guarda mai.
E poi scompare.
Lasciandomi un’altra volta solo.

Solo e disperato.
Ma cosa mi aspettavo? Che cosa volevo?
Oh dio, perché fa così male?
Uccidetemi..
Lo so, sono patetico, sono disperato e sono stupido.

Però uccidetemi, qualcuno mi ammazzi.
Non voglio sentire più nulla.
Voglio mio fratello.
Non mi importa che mi baci, o che mi scopi.
Voglio solo che mi tenga stretto.
Lo voglio disperatamente.

Forse potrei abbracciarlo, a tradimento, così, non me lo negherebbe un abbraccio.
Ma che figura gli farei fare, davanti a tutti?
 


*
 
Albus e Rose stavano ballando e monopolizzando la pista, ma questo, loro non lo sapevano. James ballava con una ragazza che Albus non conosceva, non sapeva neanche di quale casa fosse. Ma in fondo perché avrebbe dovuto saperlo? Loro non mettevano becco su quale ragazza frequentavano. Beh tranne James, ma questo era un altro discorso e ampiamente superato.

La ragazza aveva capelli ricci e neri ondulati fin sulle spalle, fisico armonico, la tipica ragazza che sembrava perfetta per James.
Odiava queste festività, o meglio, si illudeva di poterle amare, quando stavano per arrivare si sentiva quasi come un ragazzo, un adolescente normale, ma poi quando era il giorno, si riscopriva annoiato.
Lui a differenza di Lily, lo nascondeva meglio. Avevano caratteri affini loro due, lui aveva preso da Lily, la sua vena malinconica, ma neanche lontanamente così fragile.

A volte Albus  si sentiva in colpa nei confronti di Lily. Sentiva sempre come se potesse fare qualcosa di più, per raggiungere il posto incantato di unicorni in cui lei spesso si rifugiava, sarebbe bastato allungare la mano per arrivare oltre al portale, ma per qualche ragione non lo faceva.

Si sentiva in colpa perché era come se, James fosse il suo salvagente che gli impedisse di annegare nel fondo degli abissi. L’unica ancora che gli impedisse di mostrare troppo al mondo come anche lui fosse fragile e di sicuro anche un impedimento che forse gli impediva di stare vicino alla sorella come desiderava, come fosse avrebbe meritato.
Ma ci sono cose, tragedie che accadono proprio alla persona che meno le merita.
 
Sai una cosa, Severus, è davvero molto egoistico da parte tua, pretendere di accapparrarti tutta la colpa, per non dire arrogante.”
“Scusi?”

Albus si era levato in piedi.

“Credi di essere forse l’unico a provare rimorso? Lily e suo marito, avevano chiesto a me protezione e riparo da Lord Voldemort. A me. Purtroppo hanno riposto la loro fiducia nella persona sbagliata, così come te. Ora, come in tutte le cose, prima o poi bisogna farsi una ragione, indugiare nel senso di colpa è proprio quello che permetterà di fallire di nuovo. Tu non vuoi che altri innocenti vengano uccisi, vero?”
“No..certo che no.”

“Molto bene! E il primo passo per far sì che questo avvenga, è riconoscere che non è tutta tua la colpa. Non ho intenzione di permetterti che tu te la prenda intera, sappilo. Lotterò per questo e sai perché lotterò, Severus?” si avvicinò di più a lui.
“Non per bontà, né per indulgenza di animo, ma perché DEVO, perché da questo, dalla tua forza interiore, dipendono altre vite innocenti. Se tu sei forte, io sono forte, se noi SIAMO forti, possiamo proteggere altri!”

Severus aveva calamitato lo sguardo in quelli di ghiaccio del preside.
“Capisci dunque perché è così importante come ci sentiamo, come TU ti senti?”
“Sì.” Disse Severus.
 
 
*
 
 
Rose non riusciva a smettere di guardare Scorpius.
Era magnifico nel suo abito grigio pieno di brillantini, ma non ballava.
Era il classico bello che non balla.

Però in quel momento, aveva un che di affascinante mentre sorseggiava un drink ghiacciato blu.
Scoprì che la fissava e arrossì.
Che Albus avesse ragione? A Scorpius piaceva?
Era sempre così dolce con lei, chissà se era vero.
E poi quella rosa viola che le aveva lasciato, era brillante. Era finta, ma Rose non se la prese. Detestava che i fiori venissero strappati e condannati a morire in tempo breve. Era stato davvero lui?

Si alzò.
“Sei stato tu?”
“A fare che, principessa?”
Gli mostrò la rosa imbarazzata.

“È davvero una bella rosa.”
“Non girare la domanda.”
“Perché pensi sia stato io?”
“Mi stavi guardando?”
“Non si può più guardare una bella ragazza?”
“Dimmi solo se sei stato tu.”

“Se vorresti che sia stato io..allora posso esserlo.” Disse lui sorridendo.
Rose scosse la testa.
“Perché non balli?”
“Mi piace vedere la gente ballare e pensavo di fare un po’ il principessino stavolta, aspettando che la mia principessa mi inviti a ballare.”
Rose avvampò.
“La vuoi finire?”

“Cosa? Vuoi essere tu la principessa che mi invita?”
“Malfoy..”
“Se vuoi esserlo, puoi esserlo. “ si avvicinò al suo orecchio. “Sai conosco una persona che ha un urgente bisogno di farsi perdonare da un certo ragazzo. Beh, io le direi che se vuole, può farlo con un ballo.”
“Io non devo farmi perdonare di nulla.”

“Sì invece, hai detto che l’idea di avere un corteggiatore come me ti offende!”
Rose lo guardò contrariatissima.
“Non è vero!”
“Mi è stato riferito così!” scosse le spalle.
“Da chi??? Oh, ucciderò James!”
“Vedi che è vero!”

“Non è vero niente, non sono state quelle le mie parole!”
“E allora quali?”
Rose lo guardò corrucciata.
“Non lo ricordo.”
“Che peccato.” Disse.
“Aspetta, dove stai andando?”
“A cercare la mia principessa.”

Rose restò con un'aria triste seduta da sola, sulla sedia occupata prima da Scorpius.
Dopo qualche secondo…
“Ciao, ho fatto un lungo viaggio per trovarti, principessa. Mi concederesti un ballo?”
“Scorpius! Sei appena andato via!”
“Non te l’hanno detto che trenta secondi in un altro universo possono corrispondere a una VITA INTERA?”

Rose sorrise, intenerita.
“Hai detto che stavi cercando la tua principessa.”
“Non lo sapevi che da una prospettiva diversa le stesse cose che guardavi prima assumono sembianze diverse? Non credo di doverti chiedere se conosci il film l’attimo fuggente. Mi sembrerebbe offensivo.”

“Lo conosco.” Sorrise alla citazione. “Non sapevo ti intendessi di cinematografia babbana e non sapevo fossi un filosofo.”
“Sì, beh, nel tempo libero mi piace filosofeggiare.”
“Quando non fai cosa?”
“Quando non adesco giovani fanciulle che aspettano un ballo.”
La tirò su di forza.

“Sei sempre così prepotente?” gli battè dei colpetti giocosi sul petto.
“Solo quando so che alle ragazze piace.”
 
Ballarono e la sinfonia sembrò infinita.
“Beh..non pensavo ballassi così bene. Sono stupita, signor Malfoy, davvero!”

“Sono stupito anche io. Sei riuscita a trasformare una serata noiosa in una serata perfetta. Non potrei desiderare di meglio!”
“Potevi invitarmi..se volevi.”
Una piroetta, lei cascò sul suo petto.
“Non ero sicuro di essere ben accetto.”

“Quante ragazze hai avuto, Scorpius? Sembri così sicuro di te.”
“Quindi è questo che pensi di me? Che sono un tombeur de femme?”
“Dipende, Sì. Quindi?”
“Che ti importa?”
“Sono solo curiosa.”
“Dipende da che significato ha per te un tombeur de femme.”

“Beh, ci sono sempre tante ragazze attorno a te.”
“Sei gelosa?” gli sorrise.
Rose lo guardò male.
“Ok, ok..in realtà non ho baciato mai nessuna. “
“Stai scherzando!”
“La cosa ti da così fastidio?”

“No! cioè..”
“Vorresti che ti baciassi adesso?”
“NO!”
“Bene, perché non lo farei.”
“Avevo ragione, sei uno stupido, grosso pallone gonfiato e..”
Scorpius la tenne stretta a sé.

“Non lo farei, perché questa serata è già perfetta così. Ti è mai capitato di sentire la magia, Ros? Di sentirla davvero? Nel vento, nel canto degli uccelli, in una voce gentile, nell’abbraccio di un amico?”
Rose lo guardò.
“Che cosa centra questo adesso?”
“Ti è già capitato? Rispondi?”
“S-sì. Mi è capitato.”

“E non è forse accaduto che quando l’hai sentita, tutti gli stereotipi che avevi in mente sono andati via? Eri rimasta incantata magari a osservare quello spettacolo, in contemplazione, come sotto la sindrome di stendhal, a osservare. Dentro di te sai che quel sentimento di magia svanirà ma in quel momento non te ne accorgi, sei così rapita che te lo godi, semplicemente. Alle tue emozioni non importa del fatto che tutto è relativo, non pensano che la gioia che provi adesso, presto finirà. Il tuo cuore palpita, i tuoi occhi luccicano e la tua anima pensa che sarà così per sempre. Un attimo che durerebbe in eterno!”

Gli occhi di Rose si riempirono di lacrime.
Scorpius glieli asciugò.
“Perché rovinare tutto con un gesto fatto solo perché uno dei due pensi sia il momento di far subentrare uno stereotipo? È davvero così importante un bacio davanti a un’emozione?”
Rose sbattè le palpebre.

“Sei..sei diverso.
Scorpius la guardò accigliato.
“Sei diverso da tuo padre. Cioè..oddio, io non volevo..”
Lo sguardo di Scorpius si adombrò.
“Ti sbagli, io sono uguale. A lui.”
Rose lo fissò.

“Mio padre, anche lui, pensava che la seduzione era TUTTO, a lui non interessava avere il mondo ai suoi piedi, quando sapeva che sprigionava carisma da tutti i pori. Per lui era più importante sedurre con il suo charme che avere delle storie. Quindi, sì, siamo uguali, io e lui. Non te l’aspettavi? Forse sei delusa.”
“Scorpius, ascolta io..”

Lui le diede un bacio sulla fronte.
“Non roviniamo tutto con parole e giustificazioni.”
Detto questo, se ne andò.

Hai mai desiderato rivivere un giorno dall'inizio alla fine?
 
 



*
 
“Ho paura di non interessargli davvero, che stia solo giocando perché ha capito che mi piace.”

Albus ci era rimasto un po’ male, perchè non tollerava che si parlasse male del suo migliore amico, ma Rose diceva che non poteva fare a meno di sentirsi insicura, lui era così bello, affascinante e sicuro di sé, lei era rompipalle e paranoica.

“A volte lo faccio apposta a trattarlo male. Perché se gli faccio vedere subito i miei difetti, non può dire che non sapeva già da subito che ero così no? Almeno, saprò che non ho fatto niente di male io in seguito per fargli cambiare idea.”

“Rose, ma se continui così a fargli vedere SOLO questa parte, finirà che se anche gli piaci, potresti non piacergli più, proprio perché vede che non c’è altro.”
Rose ne era rimasta attonita.

“Sai, credo che le esperienze dei nostri genitori rispettivi, ti abbiano..come dire, condizionata? Pensi che l’atteggiamento indisponente sia la chiave VINCENTE per farsi amare a colpo sicuro, giusto? Lo pensi perché mia nonna Lily, faceva così con James, mio nonno. Lo pensi perché tua madre litigava continuamente con Ron, ma lo stesso atteggiamento non è vincente con TUTTE le persone, credere questo significa solo andare incontro a una valanga di merda e di delusioni. Tu non sei la Evans, non sei Granger e lui certamente non è né Ron, né James, quindi piantala di fare la maestrina che pensa alle classifiche e alle statistiche!”
Rose si rabbuiò e Al intenerito le prese le mani.

“Io non penso tu sia così..io penso tu sia fantastica ok? Ma basta con le strategie! Dopo un po’ stufano.”
“Allora..cosa supponi di fare?”
“Mi arrendo. Sei irrecuperabile!”
“Ecco lo sapevo, lo dici anche tu!”
Albus sorrise.

“Forse siamo due irrecuperabili.”
“Eh??”
“Non ho trovato nessuna ragazza con cui andare al ballo. Perché non ci andiamo insieme? Tra sfigati potremmo divertirci.”
“Sai chi non sarà certo uno sfigato? Jamie. Lui certamente avrà trovato qualcuno da portare alla festa.”
“Ughh..”

“Lo so, è vergognoso come cade sempre in piedi eh? A dire la verità, sono più preoccupata per Lily.”
“Hugo ha trovato qualcuna..vedrai che anche Lily si divertirà.”
Rose scosse la testa.

“Non mi ha detto niente, l’ho interrogata ma sembrava volere tenere tutto nascosto. Io lo spero che ha trovato un accompagnatore, è una ragazza brava, tanto dolce. Ma troppo chiusa in sé stessa e il fatto che porta lo stesso nome di nostra nonna, la carica di un pressing assurdo. Sente il peso di non essere all’altezza di un nome così importante.”
Questo portò uno strano flashback.
 
Erano al terzo anno e Albus come al solito aveva litigato con James.
per via di una lezione su Storia della Magia in cui si era parlato dell’importanza di avere dei nomi uguali a quelli di maghi che hanno fatto la Storia del Mondo.

Ricordò di nuovo tutto Al, come James si era pavoneggiato dicendo di avere due grandi nomi importanti, maghi che avevano sfidato VOLDEMORT, che avevano partecipato alla grande guerra, allora poi si era arrivati a ridacchiare sul fatto che sia Lily sia James portavano entrambi i nomi dei genitori di Harry.


“Siete così tanto fieri di portare i nomi di una coppia che stava insieme? Non è che magari ora vi mettete anche a pastrugnarvi in pubblico per dare spettacolo?? Dovesse succedere, avvisate, almeno scappo prima che mi venga da vomitare!”
Avevano tutti guardato Al che aveva fatto un sorrisino diabolico e poi aveva ricambiato il gestaccio che gli aveva fatto James, andandosene via dall'aula.

Ma James ancora una volta gli venne dietro.

Al era andato in bagno, James cercò di seguirlo e Al cercò di chiudergli la porta in faccia, cercando il possibile di sbatterlo fuori.

“VATTENE. DEVI SEMPRE INSEGUIRMI, COSA HO FATTO DI MALE PER AVERE UNA PIAGA COME TE!”

“Me lo chiedo sempre anche io di te. Ora mi dirai cosa abbiamo detto di male per meritarci un simile veleno. Almeno se non vuoi chiedere scusa a me, fallo a Lily. Lei ci è rimasta male del tuo atteggiamento.”
Al si mise a ridere.
“Sei venuto qua per lei? Ma certo, dovevo immaginarlo. Sempre tutto per Lily, non è vero?”

James lo fissò basito.
“Ma qual è il tuo problema?”

“Io? Io non ho nessun problema!! Siete voi che vi montate la testa, quanto vi esaltate perché avete i nomi della COPPIA PERFETTA per antonomasia! La vostra presunzione mi da il voltastomaco!”
Per un attimo James sembrò li li per decidere di dargli un pugno o andarsene, ma poi un sorriso da schiaffi aleggiò sul suo volto.

“Oh cavolo..Al potevi dirmelo subito..”
“C-che cosa?”
“Tu sei..sei..GELOSO!!”

“CHE COSA?? SEI..SEI UN IDIOTA!”

“Dai ti capisco, ti sei sentito escluso, ma non devi! Anche se i nostri nomi sono un’alchimia magica per eccellenza, non potrei mai scordare mio fratello..volevi sentirti anche tu al centro della scena, non è vero? Ma noi ti consideriamo già, hai il nome di due dei presidi più….”
“IDIOTA, NON CAPISCI NIENTE!!!”

La rabbia e l’umiliazione diedero ad Albus una forza sorprendente ed ecco che riuscì praticamente a colpire James con la porta e guadagnar tempo in modo da riuscire a correre per il bagno e chiudersi in una delle toilette.
“M-maledetto pazzo..” disse James tenendosi la guancia ed entrando.

“AL. TORNA SUBITO QUI E CHIEDIMI SCUSA. SE MI COSTRINGI A VENIRE A PRENDERTI,SARà PEGGIO PER TE!” ma poi si bloccò.
 
“Al?? Che diavolo fai? Stai..piangendo?? Al! Apri questa porta!! Al. TI PREGO.” sussurrò poi.
 
Mi sento morire.

Voglio scomparire. Diventare una macchia di vuoto nell’Universo, nel cosmo.
James ha scoperto proprio quello che temevo avrebbe scoperto! Sì, sono geloso.
Lo vorrei gridare all’infinito, oltre l’universo.

Sono geloso, perché James era il ragazzo che era pazzo di Lily Evans a scuola e il fatto che Jamie porta uno dei due nomi di uno che era pazzo d’amore per una ragazza che aveva lo stesso nome di mia sorella mi fa infiammare, mi fa bruciare dalla gelosia! Loro hanno un’alchimia che io non potrò mai SOGNARE di avere con lui..Jamie stravede per lei..che illuso che sono..Jamie non mi ricambierà mai e poi se anche decidesse di andare oltre l’incesto, perché dovrebbe desiderare una nullità come me, un MASCHIO? Gli farei più schifo dello schifo ma va tutto bene, almeno che non devo sorbirmi questa umiliazione a scuola, no, questo è insopportabile, loro che si vantano davanti a tutta la classe della loro unione..e poi quando mi ha detto che sono GELOSO..mi sono sentito la faccia infiammare..voglio morire..lui ora sa..SA.
 
 
“Al, avanti, apri questa porta..giuro che non ti faccio niente..potrei anche, oh, cazzo, Al, se mi apri, ti permetto anche di abbracciarmi! E di chiedermi scusa, va bene così??”

Al riconosceva in quella richiesta assurda, una richiesta di perdono, conosceva ormai troppo bene suo fratello, ma non era abbastanza e allora cominciò a singhiozzare.

“Non capisci niente..non capisci perché papà vi ha dato i nomi di due persone che lui amava più di ogni altro..non capisci che può farmi soffrire a me, il fatto che lui abbia dato invece A ME, il nome di una persona che lui ha odiato a morte quando ha compreso che lo ha solo usato per sei anni? E che porto il nome dell’uomo che se fosse riuscito a conquistare sua madre, lui non sarebbe neanche nato? “
“AlBUS!!”
È scosso, lo so, ma me ne strafrego e vado avanti.

“Porto il nome di un uomo che lui ha odiato per sette anni!! È facile per voi..siete fieri dei vostri nomi..papà ha dato a voi dei nomi di persone che amava, a me invece quella di un uomo che odiava, forse due! E infatti proprio per questo non faccio che essere una delusione per lui. Non sono io a chiamarmi James, in fondo, il nome del padre che tanto amava.” mettere in mezzo due morti pur di non far capire a mio fratello che sono geloso di lui, mi fa ribrezzo. Non è tutto falso quello che dico ma mi faccio schifo comunque. Con quale coraggio potrò ancora guardarmi allo specchio? Non c'è dunque limite a quanto in basso si può scendere per conservare un minimo di dignità? Non c'è limite all'inferno sulla terra?

“Al..apri la porta..non mi piace parlare a una porta chiusa.” Disse dolcemente e qualcosa nel tono di James lo convinse ad aprire.
 
“Jamie..”
“Sei uno stupido, lo sai?”
Abbasso lo sguardo, mi vergogno un po'.

“Sei uno stupido perché papà non amava da impazzire James, anzi, l’ha odiato quando ha saputo quello che ha fatto a Piton. Ne è rimasto deluso, ma poi lui..l’ha perdonato, perché ha capito che le persone cambiano e a volte in meglio. Ha odiato anche Sirius perché credeva avesse ammazzato James, ma poi l’ha amato..ha odiato Piton perché lui l’ha odiato a sua volta e gli è costato tanto, tanto tanto, cambiare idea su di lui, ammettere di essersi sbagliato alla fine, papà che si è sempre vantato di non sbagliarsi mai.”

Non riesco a resistere, mi getto tra le sue braccia.
“Ha odiato Silente, perché credeva che non gli volesse bene, che non gliene ha mai voluto..ma si sbagliava.”
Lascio che mi accarezzi i capelli. Sembro un bambino piccolo, ma non importa, avrò tempo di vergognarmi dopo.

“Così come ti sbagli su di me…è vero, forse a volte ti odio..non lo negherò..ma ti voglio anche tanto bene.” mi asciuga una lacrima.
“N-non dovresti odiarmi..sono tuo fratello..”
“Forse è proprio questo.”
“Cosa??”

“Forse a volte odio che tu lo sia. Il fatto che tu sia mio fratello..crea in me un’aspettativa..che tu sappia riconoscere sempre e comunque quello che ho nel cuore..come se fosse una cosa dovuta, ma io a volte ci ho sperato..altre volte invece ne sono stato terrorizzato dall’idea che tu potessi riuscirci..nessuno dovrebbe avere questo potere,..sapere cosa si agita nel cuore di un uomo.”
Mi da un bacio sulla fronte e io vorrei davvero morire.

Perché gli ho mentito, insomma, è stata una bugia  a metà, non è stato per quello che io me la sono presa tanto.
“Jamie..questa scenata che ho fatto..io..”
“Non dirlo. Non voglio saperlo.”
Lo guardo terrorizzato. Che abbia capito?

“Non voglio sapere se quello che mi hai detto è la verità, se è tutto qui o è solo il preludio ad altre tempeste che ti porti dentro. Credo che preferirei..non sapere. Per adesso.”
“Ma..ma..perchè?”
Jamie sorride ed è un sorriso dolcissimo.

“Forse perché anche se faccio tanto il gradasso, a volte sono terrorizzato anch’io..quello che abbiamo condiviso è stato di un livello di intimità tale che non avevamo mai toccato prima per due fratelli come noi, sempre distanti, abbiamo solo tu tredici e io quattordici anni, non chiediamo troppo al destino, per ora.”
“Va bene..Jamie..d’accordo..” lo stringo a me,teneramente come se qualcuno potesse portarmelo via.

Ringrazio che non c’è nessuno a vederci in questo momento. Neanche Lily.
“Come sei sdolcinato, fratellino. Quasi non ti riconosco. In momenti come questo penso che hai sbagliato smistamento.”
“Cretino!” gli dico dandogli un pugno sul braccio.
“Ahio.” Grida ma ride. “Adesso sì che ti riconosco.”


Albus aveva sospirato.Si era pentito di aver pensato che solo lui si sentisse male al riguardo. Non pensava che anche Lily potesse avere dei problemi in merito. Era stato stupido e infantile. Solo perché lei non faceva le sceneggiate non significava niente.

“A volte la gente non capisce che non basta avere lo stesso nome di un leader carismatico per avere la stessa personalità.”
Ros lo aveva guardato.
“È così gravoso avere due nomi così importanti?”

“Un po’..non sai mai se..essere considerato troppo buono o troppo cattivo, capisci? È un po' come avere uno sdoppiamento della personalità.”
Rose rise.
“Ma credo che a Jamie sia andata peggio in fondo. Porta due nomi di due persone a cui papà teneva tantissimo, troppo. A volte ci penso e credo che in fin dei conti, la sua rabbia sia giustificata.”
 
 



*
 
POV JAMES

James era seduto su un muretto, con una sigaretta tra le mani, tenendola tra le dita come un poeta maledetto.
Un poeta maledetto, un musicista disperato.

La notte porta i sogni e leva via la poesia..

Ma quello è Al?

“Al, vieni.” Perentorio. Un ordine.

Sento di aver bisogno di mio fratello in questo momento.
Esita e non so perché la cosa mi mette a disagio. Vorrebbe forse andarsene e lasciami qui da solo?
“Vieni.”
 “Dov’è andata a finire la tua bella?”
“Via.”
Sì, via..così come vanno via tutte le storie. Non tutte, alcune resistono. Quali? Ci sono un sacco di storie mai nate, che forse sarebbero anche potute essere belle storie o forse no. Hanno scelto un’altra strada.

“Uhh il grande James che non conclude in una serata romantica come questa? Mi deludi.”
“Anch’io mi deludo da solo.” Sospira gettando un’altra boccata di fumo. Questa serata sembra volermi dire qualcosa.
“Jamie..che succede? Hai una faccia

 “Devo prenderti con le tenaglie per farti avvicinare?” quasi ringhio. Non voglio aggredirlo, ma davvero, se non si avvicina, credo che impazzirò. Dentro di me anelo un abbraccio, forse una risposta a questo senso di solitudine. Gli artisti creano canzoni su questi stati e tutto ciò è raccapricciante. Ma quale poesia non lo è? La poesia è fatta per essere poetica, non felice.

Al si siede di fronte, ma non davanti. Devo avere davvero una faccia da fare schifo.
Forse non è il giorno che ho dato il meglio di me, ma neanche il peggio. Insomma, c’è sempre la rissa con Damian, no?
 “Allora, James..che ci fai qui?”

Dentro di me, vorrei ribattere “Dove hai lasciato Rose?” ma evito. Potrei dire cose strane e non voglio davvero questo. Se l’ha invitata al ballo..significa ancora qualcosa no? In fondo se si innamora di lei..non è davvero illegale..i matrimoni tra cugini sono permessi ed è per giunta approvato dalla LEGGE. La stessa legge che lascia a piedi liberi gli assassini e condanna le coppie tra consanguinei.
Rido forse per evitare di dar voce a questi pensieri.

Al sussulta quando mi avvicino a lui, chissà perché ha tanta paura di me.
Avvicino la fronte alla sua nella ricerca di una connessione che ricordo, da piccoli c’era tra di noi.
La rivoglio.


“Mi godo la frescura della nottata, fratellino.”

E quando pensavo di essere solo nella mia solitudine, sei arrivato tu. A consolarmi, a salvarmi? Come sapevi che ne avevo bisogno?
“Jamie..”
“Mi preoccupi..cos’è successo? Sei..ubriaco..”
Mi prende il viso tra le mani. Mi sposto. TROPPO intimo.

 “Ubriaco? No, vorrei esserlo. Anche se non ho bisogno di esserlo, per rovinare tutto ciò che tocco.”
“Jamie, ma che cazzo..”

“Sono un disastro, Al…so che tu mi ammiri, e che pensi probabilmente che io sia perfetto in tutto ma non è così…cazzo, non ti accorgi neanche di quanto cazzo io sia imperfetto..”

“Forse me ne accorgerei se tu me ne parlassi, Jamie! Ma tu..non parli con me. Tu..ti nascondi dietro il sesso..occasionale..e non..non parli.”
Abbasso lo sguardo. Forse Al si è accorto di quanto la mia anima sia vuota, piena di tutto. Ma vuota.

Jamie sorride, si lecca il labbro e io abbasso lo sguardo.

“Il sesso è quello che riesco a fare meglio..non sono bravo a parlare..sono bravo a fare i fatti..ma non sempre posso..quindi..”

“Oh, andiamo, piantala. Tu sei James Sirius Potter. Non c’è niente che non puoi fare, mi hai capito? Qual è il problema, Jamie? Qualcuna ti ha dato buca? Qualcuno?”
“Il fatto è che questa serata è un tale disastro..è anche noiosa.”
“Credevo ti piacesse in realtà.”

“Forse perché volevo che sembrasse che mi piacesse. Oh, Al..sono un tale disastro.” Dico e appoggio ancora la sua fronte alla sua.

Non riesco a dare un nome alla sensazione che provo,come quella di un’anima dannata che se non viene sorretta non riesce a stare galla, che ha bisogno di qualcuno che si occupi di lui, un bastone forse, che mi spieghi CHI SONO o forse che mi comandi di essere qualcuno.
 

«Allora li nasconda tutti» gracchiò infine. «La metta... li metta al sicuro. La prego».
   «E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?»

   «In... in cambio?» Piton guardò Silente a bocca aperta, come se volesse protestare, ma dopo un lungo istante rispose: «Qualunque cosa».



Immedesimarmi così tanto in un ruolo da arrivare a essere quello che sono, fino a essere da solo l'uomo che viene richiesto..ma non perchè mi viene chiesto, ma perchè è quello che SONO.. cosa c’è di più bello?
 


«Allora?» mormorò Silente.

   «Anche il Marchio di Karkaroff sta diventando scuro. è terrorizzato, teme una vendetta; sai quanto ha collaborato col Ministero dopo la caduta del Signore Oscuro». Piton guardò di sghembo il profilo irregolare di Silente. «Karkaroff vuole fuggire se il Marchio si accende».
   «Davvero?» sussurrò Silente, mentre Fleur Delacour e Roger Davies rientravano dal parco ridacchiando. «E tu sei tentato di fare lo stesso?»
   «No» rispose Piton, gli occhi neri puntati su Fleur e Roger che si allontanavano. «Non sono così vigliacco».
   «No» convenne Silente. «Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto...»
   Si allontanò, lasciando Piton basito...


Sento il cuore nella mia mente più che sentirlo il cuore di Al accelerare i battiti, lo abbraccio, per sentirlo anche fisicamente. Mi abbraccia di rimando come se avesse un animale ferito tra le braccia. La sensazione che mi da Al, è di non disprezzarmi per questo, come se sapesse ESATTAMENTE chi sono e volesse curare le ferite della mia anima. La mia rabbia che non so neanche da dove viene.

“Sono qui per questo, no? Oh, Jamie..confidati con me. Per favore.”
“Non posso.”

Scuoto la testa. Non so dare neanche io un nome a tutto quello che mi affolla la testa, solo concentrandomi trovo confuse spiegazioni. La confusa attrazione che provo per te, quella sensazione struggente che provo sempre quando vedo nostra sorella. Tenerezza…ma anche altro che non so definire, qualcosa che mi rende triste e poi sensi di COLPA. La PRETESA che tu non potessi avere un fidanzato ma non era neanche solo questo, non c’entrava la relazione in sé quanto la rabbia per il fatto che avessi una figura maschile vicina che non fossi io, come se fossi insostituibile, unico, un'arroganza che non ha giustificazione perché tu non hai fatto niente per farmelo credere, non sono piú speciale di altri, eppure l’ho pensato. E poi la paura che prima o poi questa parte oscura che sento che c’è, potrebbe fare DANNI, non so cosa potrei diventare e la cosa mi spaventa.

“Sì, che puoi, per favore.” mi prende il viso tra le mani, ma io mi allontano.
“Dovresti sapere che io non sono un tipo di parole, Al. Non posso esprimere quello che ho dentro, anche se vorrei condividerlo. Vorrei davvero che tu potessi condividerlo con me.”

“La canna aiuta a esprimerlo?”
Lo guardo stranito. Tra le tante cose, non pensavo a quello.
“A volte.” Inutile negare.
“Allora..lascia che provi anche io.”
“Cosa?”

“Se è l’unico modo per condividere le tue emozioni..voglio farlo. Chissà magari riuscirà ad arrivarmi un po' della tua disperazione e riuscirò a capirti.”

“Non sai quello che dici..fumare una canna non è condividere..”
“Ma io voglio fumare LA TUA, chissà magari in qualche modo condivideremmo qualcosa, se non vuoi parlare..è il minimo che ..JAMIE.”
 
Gli afferro il polso. Mi fa paura Al, a volte, mi fa più paura quando se ne esce con queste cose, rispetto a quando mi va contro. Forse non dovrei essere assecondato “E va bene, Al, ma si fa a modo mio. “
Mi fissa.
“Apri – la bocca.”
Al mi obbedisce.
“Tienila aperta.” Dico e poi aspiro dalla sigaretta.

Mi avvicino a lui. Lentamente, per non spaventarlo.
Gli appoggio una mano sulla nuca, non lo bacio, mi chino sulla sua bocca e i nostri respiri si mescolano

Mi sembra di sentirlo tremare contro di me.
Un'atmosfera sensuale e intrigante ci avvolge.
Quasi non sento il fumo.
Non sono sicuro che è esso che mi arriva nei polmoni. .
Sono pieno dell'odore di Al.
 
Tutte quelle stronzate sulla chimica, non possono spiegare questo. Non possono spiegare dei respiri che si mescolano senza combaciare le labbra.
Che cosa sono le labbra in fondo? Non sono niente, solo pezzi di epidermide.. è lo spirito, l’emozione che CONTA. 
Tutto finisce all'improvviso. Ci stacchiamo.
Al tossisce. “Stai bene?”

“Sì. Voglio..rifarlo..”

Albus si aggrappa a me.
Cosa vuole fare?
“No..no..una volta è abbastanza.”

La cosa mi sta sfuggendo di mano.

“Andiamo, non sono stato bravo? Ti ho deluso forse?”
“No, ma..non mi va. Non voglio che stai male. Ehi! Al, molla quella sigaretta, ti ho detto.”

il mio istinto da fratello maggiore sta avendo il sopravvento.
Lo guardo terrorizzato, spero che basti a scoraggiarlo e invece no.
Aspira la sigaretta, senza ascoltarmi, un sorriso quasi di sfida.
Tutte quelle volte che sfidavo le regole gustandomi le facce di chi avevo davanti. Ora capisco cosa provavano.

Maledetto Al, maledetto il fatto che condivide i miei stessi geni e quindi la stessa prerogativa a ignorare gli ordini.
Dopo aver aspirato la sigaretta, mi attira a sé come un koala, afferrandomi per la felpa.

Ma non mi tiro indietro. Non voglio.
 
C'è qualcosa di intossicante ed assieme inebriante, di meraviglioso, nel lasciare il potere a qualcun altro..potere di fare di te ciò che vuole, fosse anche ridurti in gelatina. Mi lascio prendere. Mi lascio avvicinare. Siamo una cosa sola senza toccarci.

Getto la testa all’indietro e ansimo senza poterlo controllare. Mi vergogno da qualche parte nella mia psiche ma questo è meglio del sesso.
Mi gira la testa.
 
Non so perché Al cerca di scappare in quel momento, forse pensa di aver osato troppo. Forse pensa che sono arrabbiato e gli griderò addosso. Non gli permetto di scappare. Non ancora.
“Senti, io..mi disp..”
Ma io appoggio la fronte contro la sua.

L’anima nera è stata rispolverata di bianco ed è bastato condividere il respiro con mio fratello. Lo sapevo che Albus apparteneva alla magia bianca nonostante sia di Serpeverde. Ha verniciato per un attimo la mia anima nera, mi ha fatto godere senza baciarmi.
Non mi sento più disperato. Vibrante, forse.
“Grazie.”
 
 
Dopo che Albus ebbe parlato con Scorpius e Hugo tornò nella sua Casa, si avvicinò a Caleb che, seduto sul divano della loro sala guardava il taccuino dei sondaggi.

"Ehi, Caleb, va tutto bene con il tuo sondaggio? Come procede?"

"Male." disse lui.

"Perchè non la fai a me la tua domanda?Potrei sorprenderti."

"Dunque..ehm, hai mai desiderato rivivere un giorno dal'inizio alla fine?"

"Sì, è questo giorno."
"Che cosa vorresti cancellare?"

"Niente. Assolutamente niente. Solo vorrei riviverlo." e se ne andò via.


"James.." sospirò Albus sul cuscino. "Vorrei tanto non baciarti ANCORA."






















Mamma mia ragazzi sono morta..sappiate che solo che sono quasi 9000 parole xd gran parte di quello che avevo scritto era già scritto ma non diminuisce la stanchezza. Solo alcune precisazioni: mi rendo conto che forse alcuni comportamenti dei ragazzi tipo il comportamento di Hugo e forse di James, sono forse quasi troppo troppo depressi , troppo introspettivi.. Non lo so.. Ho cercato di capire se male si sposava a ragionamenti e comportamenti adolescenziali e non so quanto del mio umore abbia condizionato i personaggi però vi dico solo che ad un certo punto mi sono innamorata proprio di tutte le scene e quindi spero che piacciano anche a voi.. è davvero difficilissimo strutturare la personalità di Hugo, quindi vi prego di avere pietà xd

volevo fare qualcosa che non fosse un Cliché quindi non mi andava di dipingere LiyLuna Come fanno in tanti a function che la rendono quasi un clone di Lily Evans amatissima da tutti e con una vita sessuale piuttosto attiva xd volevo fare qualcosa di diverso tipo metterla come una ragazzina sognante chiusa in se stessa quindi proprio il prototipo diverso della sua omonima e anche Hugo, volevo dipingerlo come il migliore amico ma non volevo che fosse il classico principe azzurro ma un po' quasi una caricatura di Ron, non volevo che idealizzasse troppo Lily o meglio la idealizza ma in un modo un po' contorto, pensa di non essere all'altezza e pensa che Lily sia irraggiungibile , ma un altro senso xd lo so anche voi vorresti prenderlo a schiaffi come vorrei prenderlo a schiaffi io, ma mi devo anche dire che sono stata molto indecisa fino all'ultimo se mettere la classica scenata di gelosia un po' all' Hermione , non volevo fare qualcosa di già visto e rivisto e anche una scenata di gelosia di Huo temevo che sarebbe stata un cliché non volevo mettere che litiga se per forza con l'antagonista come succede in molte storie Anche perché non volevo fare un rebeval di James Sirius e quindi alla fine mi sono inventata questa cosa da Beh dai a mettete che questo non ve l'aspettavate proprio Lily che cacciava fuori gli attributi e si ribellasse un po' a tanta maleducazione xd a cosa del sondaggio mi sembra una cosa carina ma devo dirvi che non è del tutto farinadelmiosacco o meglio il sondaggio Sì ma la frase da cui mi sono ispirata al titolo è merito di Dawson Creek una cosa che trovo veramente geniale la puntata che continua a ripetersi ma attraverso vari prove dei personaggi colmando i buchi di trama è piaciuta così tanto che ho voluto riportarla Anche se devo dire che è difficile riportare una cosa fatta da telefilm su testo Quindi abbiate pietà ho fatto quello che ho potuto xd

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Capitolo 15
*** Un bacio proprio da patronus! ***


Tutto merito di un lupacchiotto bianco e di un unicorno
 



 James era nel suo dormitorio, stava cercando il piacere dentro la sua stanza, da solo. Non sapeva che Albus aveva scelto proprio quel giorno per andarlo a trovare.

Pensando di essere solo, non si preoccupava di gemere a bassa voce e purtroppo Albus si accorse di quello che stava facendo.
Vergognandosi come un ladro, non riusciva a muovere un muscolo e solo quando trovò la forza di scappare, urtò il portaombrelli fuori dalla porta.
“Damn..” disse Albus.
Chi c’è?? Chi diavolo è?” gridò James.

Albus scappò a perdifiato, James rovistò frettolosamente nel baule e prese subito la mappa del malandrino.
“No..” disse, guardando il puntino di Albus correre a perdifiato.
 
 



*

Erano in classe, c’erano varie scolaresche e stavano per fare una gara di patronus, si poteva scegliere anche di non dire di chi fosse il patronus, ma James, che si era allenato tanto per l’occasione, non voleva non dirlo.
Ma ci ripensò subito, quando il suo lupo bianco argentato, trottò a cavallo sparendo alla vista.

Quello che vide lo lasciò senza fiato, il SUO LUPO, il suo meraviglioso lupetto, era davanti un bellissimo unicorno che lo guardò e poi lo leccò sul naso, il lupo a quel gesto gli leccò la bocca con la lingua, mentre l'unicorno lo guardava con grandi occhi languidi socchiusi.
Una vampata di caldo lo attanagliò sul viso. In fondo era lui il lupo.

Era la cosa più bella e dolce che avesse mai visto, eppure la più scioccante.
Chi era il proprietario dell’unicorno??

Chi provava per lui certe sensazioni ed emozioni tanto dolci?
Cercò di concentrarsi per capirlo, ma l’aula era così piena di studenti.
Notò che tutti lo stavano guardando e si sentì svenire.
 
Quando rinvenne, tutti si congratularono con lui, chiedendo a vivavoce quale fosse il proprietario dell’unicorno, ma nessuno sembrava saperlo. Quell’incantesimo era fatto apposta per consentire privacy a chi non volesse svelarlo.

“Il mio patronus è coinvolto sentimentalmente. Desidero sapere con chi!” decise James con aria strafottente, cercando di alzarsi dal tavolo su cui era disteso.
Dentro di lui cercò lo sguardo di suo fratello, in mezzo all’aula. Una speranza? Una certezza?

“E io desidero che lei, signor Potter, vada in infermeria.” Disse il professore. “Signor Potter, accompagni suo fratello.”

Al aveva tutta l’aria di chi avrebbe preferito fare qualcos’altro, magari sprofondare nella melma, piuttosto che fare una cosa del genere, ma annuì.
 

 
Mentre camminavano, però, James non mollava la presa.
“Devo assolutamente scoprire a chi apparteneva quell’unicorno.”

“James, basta, sta diventando un’ossessione.” Lo pregò Al.

“Ossessione?? Ossessione?? Certo, non sei mica tu il proprietario di un patronus che si è appena baciato appassionatamente con un altro. Non hai idea di come mi guardavano tutti, chi rideva, chi faceva battute…”

“Secondo me era una scena carina.” Si lasciò scappare Al.

“A proposito, il tuo che patronus era?”
Al si ghiacciò sul posto.
“Io..non me lo ricordo.”
“Come non te lo ricordi? Impossibile.”
“Io..non ho capito bene che forma era.”

“Al, non prendermi per il culo.”

“Adesso basta, stai esagerando, e vuoi camminare?”
“NO.”
Sono incazzato. Sono FURIBONDO. Non faccio altro che pensare alla dannata giornata del ballo, a me, Albus e a una dannata sigaretta, a come fu tutto così eccitante..poi lui..in camera..e ora..

“D’accordo, allora rimani pure li. Ciao.”

James lo bloccò al muro in men che non si dica.
“SEI IMPAZZITO???” gridò lui.
“Dimmi che patronus hai evocato o fammelo vedere.”
Devo saperlo. Devo esserne sicuro! Perché non vuole dirmi qual è il suo?

“Che cosa, un bel pugno sull’occhio? Perché è quello che avrai, se non mi lasci subito.”
“Perché non vuoi farmi vedere il tuo patronus?”

“PERCHÈ DOVREI?? L’esercitazione consente di avere la privacy e la riserva di segretezza. Non sono tenuto a dirtelo.”

“Allora in questo momento sei appena diventato un sospettato.”
Al gli mollò un calcio in mezzo alle gambe.
“Ouch. Sei impazzito???”

“IO?? Tu no?? Come osi costringermi a dire una cosa che non voglio dire??? E va bene! Vuoi proprio saperlo?? OK Sì SONO IO. SONO IO L’UNICORNO. SEI CONTENTO ADESSO?”
 
James lo guardò in un modo che fece desiderare Al di ritrattare quello che ha detto.
“Sei serio?”
“Andiamo, non è come se non lo sospettassi già, vero? Altrimenti a che scopo questa scenata?”
“Io..io..”

“Che c’è, Jamie? Il gatto ti ha morso la lingua? Sono solo dei patronus. Non è come se io o te volessimo..metterci la lingua in bocca o qualcosa del genere.“
James diventò bordeaux e Al se ne accorse.
“Io..non mi spiego solamente perché..è accaduto solo a noi due.”

“Io non mi spiego invece come mai hai subito pensato che l’unicorno fosse il mio patronus, tra tanti, cosa ti ha reso così sicuro, JAMIE???”

L’ira di Al lo colse impreparato.
“Io..non lo so..”
Mi sto solo..sbagliando?

“È una coincidenza, è una maledetta coincidenza, poteva essere chiunque, anche..anche Rose! O Lily! Non so come funziona, ok? Non..non è colpa mia.”
“Non ho detto questo.”

“Ma l’hai pensato!! Insomma, io non capisco qual è il problema! Magari loro, il MIO patronus, ha intuito il nostro legame fraterno, e quindi che c’è di male se si sono dimostrati affetto a modo loro?”
James lo guardava con sguardo terrorizzato, Al sapeva che non l’aveva bevuta.
“Sai che c’è? Mi hai stufato. Vattene da solo in infermeria e poi vattene all'inferno!” fece per andarsene ma la voce di James lo bloccò.

“I patronus vengono mossi dai sentimenti dei loro padroni..”
Al si sentì congelare, si girò molto lentamente verso di lui.
“Che cosa vorresti dire..”
“Magari sei tu che vorresti baciarmi..”

SCIAFF.
Non vide neanche arrivare lo schiaffo.

James subì inerme, poi prese il polso di Al tenendolo fermo.
“Lasciami.”
James lo spinse in un’aula vuota., mentre Al gridava.


“Che stai facendo??? Mollami! Mollami immediat..”
James lo sbattè contro il muro, mettendo le mani davanti.

La sua espressione era durissima, ma anche affascinante, la sua frangia lunga gli copriva gli occhi e lo rendeva ancora più bello. Albus non voleva guardarlo. Non doveva.
 
Non sei stanco di guardare, Al???”
Al boccheggiava. Che James leggesse il pensiero ora? Aveva imparato la leglimanzia?

Ti ho visto.”
“C-che cosa..”

“Una settimana fa!! Ti ho visto che mi guardavi mentre mi masturbavo in camera. E poi hai fatto cadere il portaombrelli! Sarebbe dovuto bastare quello a farmelo ammosciare, e invece..dopo che te ne sei andato, ero più eccitato che mai.”
Si avvicinò al suo viso, poi sorrise sentendo l’eccitazione del membro di Al.
“J-Jamie, per favore, allontanati..” gli disse terrorizzato.

“Hai guardato allora, come sei rimasto a guardare, prima, durante l'incantesimo. Non fai altro, Al, che guardare. Io sono un tipo di..fatti. E per causa tua, anche io mi riduco a…guardare. Come ho guardato oggi. Te lo ripeto ancora, non sei stanco di stare a guardare? Perché non ti prendi quello che vuoi, o pensi che lo avrai, restando fermo a guardare in eterno?”
“Non sai quello che dici..non ti rendi conto..”

“E va bene, Al, credevo che avessi molto più coraggio..” disse James strafottente, fece per voltarsi e lasciarlo, ma Al, boccheggiante, gli prese il viso tra le mani a coppa e lo baciò.
 
James chiaramente non se lo aspettava, visto che si irrigidì, ma comunque restò fermo, mentre Al continuava a muovere le labbra sulle sue, tremante, ma lo shock durò poco, James come risvegliato da uno stato di trance, lo spinse contro il muro e tenendogli una mano sulla nuca, lo forzò ad aprire la bocca.

Al gemette mentre faceva come ordinato implicitamente, godendosi la lingua di James che lo esplorava.
Quel bacio lo fece diventare se possibile ancora più eccitato. La lingua di James si muoveva così fluida, capace, preparata, bagnata, contro la sua, come fossero fatte per stare insieme, non separate. James era una trottola, usciva e rientrava dalla sua bocca, gli leccava le labbra sensuale, gli mordeva il labbro inferiore facendolo gemere e poi gli leccò tutti i denti con l’ennesimo bacio passionale.

Il bacio si fece sempre più audace e passionale, vorticoso, sembrava che la bocca di Al spariva, inghiottita dalla sua, Al era sempre più appiccicato al muro, mentre James continuava a baciarlo.
Erano tutti e due eccitati, James gli sfiorò la pelle nuda sui fianchi, facendolo quasi svenire, Al lo attirò di più a sé, gemendo a sentire le loro erezioni una contro l'altra, realizzando quanto anche James fosse eccitato esattamente come lui.

James gli morse una spalla, cercando sollievo a quella costrizione, ma questo fece eccitare ancora di più entrambi, Al si strofinò contro il suo inguine cercando sollievo, James si scostò come scottato.
“F-fermo. Fermo. Io..dobbiamo calmarci.”

Al respirava con affanno, calmarsi? Ma se stava BRUCIANDO.
“S-strano che sia tu a dirlo, visto che mi sei saltato addosso.”
Va via, Al.”
“Come????” Non poteva chiedergli una cosa del genere. Non adesso.
“Ascolta..” disse James, passandosi una mano sul viso. “Lo vedi quel tavolo laggiù? Ora tutto quello che mi dice il mio istinto primordiale è quello di sbatterti su quel tavolo e farti..cose..che non posso dire..”
Al boccheggiò.
“E se io volessi?”
James gemette guardandolo.

“Ti prego. Tu non sai cosa mi fai. Io ti voglio. Troppo. Ma ho ancora dei principi morali e sei pur sempre mio fratello. Non posso trattarti così.”
Al respirò con affanno, temeva che quando avesse oltrepassato quella soglia, James avrebbe fatto finta che tutto quello non fosse mai accaduto.

“Ehi..” disse James come se gli avesse letto nei pensieri.
Gli prese la mano e gliela baciò, poi gli diede un morso sensuale.
“Ne riparleremo. Dammi solo..una pausa ok?”

Più tranquillo, Al se ne andò, ma non prima di stampargli un bacio veloce sulle labbra.






















 Note dell'autrice: note fucsiaaaaa come questo capitolo!!  Eh sì non vi lascio il tempo di riprendervi dal super mega extra capitolo precedente che ho scritto sul ballo, che ne sforno subito un altro xd Abbiate pazienza ma finalmente abbiamo superato lo scoglio delle revisioni difficili yeeee d'ora in avanti i pochi capitoli che mancano che riempiono i buchi lasciati saranno più facili da postare perché non devo cambiare quasi nulla e quindi non vedo l'ora di arrivare al punto in cui finalmente ci riallacciamo all'incantesimo per Albus, che, ricordiamoci bene, non è in realtà l'incantesimo di Lily, ma chi segue la storia già da un bel po' già lo sa sicuramente. Ora i prossimi capitoli comprenderanno tutta la storia di James e Albus che ho scritto nel capitolo 3, ma i capitoli li metterò separati individuali perché una cosa che desidero fare da tanto tempo però non ho potuto farlo prima perché era meglio fare un capitolo unico per non creare confusione.

C'è poco del pov di James questa volta perché non volevo che si spezzasse la magia visto che già ho rischiato con i capitoli precedenti qualcosina ho messo ma poi ho preferito non rompere troppo questo momento con due pov alternati forzati! tanto avremo tanto tempo per leggere di cosa pensa James di questo bacio

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Capitolo 16
*** Un bacio sotto il mantello ***


 POV ALBUS

Ancora non riesco a crederci che James mi ha baciato.
Tutti i miei sogni, tutti i miei desideri riposti nel mio cuore…
E ora finalmente è MIO?
No, ma che dico? James non potrà MAI essere mio. Mai e poi mai.
Magari mi desidera, è un capriccio il suo.
Ma i capricci hanno sempre vita breve.
E io abbandonandomi a lui, ho permesso che accadesse questo.
Ho permesso la distruzione della nostra famiglia.
Cosa capiterà quando ci allontaneremo, quando James non mi vorrà più?
Sapremo essere ancora fratelli?
Non so se posso vivere senza di lui.
È più grande anche del desiderio, della passione.
Io DESIDERO lui, ma non solo per il sesso.
Vorrei toccarlo, accarezzarlo, sfiorare il suo cuore.
Non so perché provo tutte queste cose per mio fratello, considerato che abbiamo sempre avuto un rapporto litigioso.
È irreale.
Peggio, è trascendentale.
Oddio, ti prego, Dio, fammi dormire.
 
 
 
 
*

POV JAMES

Non pensavo che un bacio con mio fratello sarebbe stato così sensuale. Diavolo, è stato bellissimo, più caldo dell’inferno. Ad un certo punto l’ho praticamente SFIDATO a baciarmi. Perché non avrei mai fatto niente senza il suo permesso, questo no.
Al mi ha lanciato tanti segnali, che temevo di aver frainteso. Era il momento della verità. Quando infine mi ha baciato ero sorpreso, credevo non lo avrebbe fatto.
Sono sorpreso da constatare con mano la connessione mistica e spirituale, senza contare la chimica, che scorre tra di noi come la stessa magia che ci scorre nelle vene. Una chimica più potente dell’alchimia, come se fossimo fatti per essere amanti.

L’ho praticamente implorato di andarsene perché non volevo perdere il controllo.
Ero talmente FELICE che non ero padrone di me, ma adesso che lui non è più qui con me, sto per farmi prendere dallo sconforto.
Che cosa ho fatto? Diamine, che cosa ho fatto?
Mi faccio schifo, ho approfittato di mio fratello in quel modo.
L’ho...molestato?
Ma no, sono certo che lo voleva anche lui, eppure..questo è se possibile ancora più sbagliato.
Ancora più difficile.
Quanto l’ho voluto, quanto ho desiderato stringerlo a me in quel modo.
Quella volta, quando l’ho afferrato sulla scopa, è stato così…LIBERATORIO.
Sembrava di essere su un drago volante, solo io e lui, in cima alle nuvole.
Non so perché mi è sembrato così giusto, come se io e lui potessimo sorvolare i confini del mondo.
Quando si è messo con quel ragazzetto, mi sono sentito divorare dal dolore.
Come poteva conoscere Al la passione con un ragazzetto insipido come quello?
La passione non è così, e andiamo, io sapevo che ero IL SOLO a dargli quello che poteva desiderare.
Conosco mio fratello.
L’idea di essere il solo a potergli dare piacere, mi ha infiammato il corpo e sono certo, oh Morgana, sono certo che lui me lo avrebbe lasciato fare.
Ma ancora non ero sicuro.
Quando mi ha detto che era stato con lui, io non ci ho visto più dalla rabbia, oh Merlino, l’ho colpito.
Ho colpito MIO FRATELLO.
Quanto faccio schifo?
E poi il ballo.
Ho fatto di tutto per non mostrargli quanto soffrissi, dentro di me, cerco di non essere un sentimentale, ma sotto sotto sono un romantico.
E quel giorno avrei voluto ballare con Al.
Se solo avessi avuto un poco di coraggio in più…
Come quando abbiamo respirato entrambi nella bocca dell’altro.
Più sensuale di un bacio.
Più caldo del sesso.
Ma non era tutto lì.
Mio fratello l’ha fatto PER ME.
Ha capito il mio tormento, ha capito che era quello di cui avevo bisogno.
Una comunione con qualcuno, ma non qualcuno solamente.
Con LUI.
E oh dio perdonatemi tutti, per esser stato così debole.
Quel giorno lui l’ha capito.
Sono certo che ha capito quanto avessi bisogno di mio fratello.
Avrei potuto lasciare tutto così.
Saremmo potuti rimanere solo fratelli.
Ed era quello che volevo fare.
Per proteggerlo.
Amarlo. Amarlo da lontano.
Ma poi ci sono stati i patronus.
Perfino degli animali ci deridono.
Degli animali che sono il riflesso di noi.
Quando un animale che è il riflesso di te, ti MOSTRA quello che tu non hai il coraggio di fare
L’unica cosa che ti rimane da fare è arrenderti.
Cosa potresti fare di più?
Non vedo l’ora che passi questa notte.
Non vedo l’ora perché voglio baciarlo, toccarlo, guardarlo negli occhi e chiedergli perché.
Perché? Perché a noi?
 
 
 
 
*
POV ALBUS

Mi sveglio con un gran mal di testa,ho pensato a James tutta la notte.
Quanto vorrei abbracciarlo, stringerlo, non lasciarlo più andare.
Che il cielo mi aiuti.
Fa sì che non mi guardi schifato, che non sia pentito.
Non potrei sopportare questo. Ne MORIREI.
Scendo le scale e lo trovo nella Sala Grande.
Mi sento quasi svenire a vedere che NON mi sta guardando.
La colazione mi sembra di piombo.
Faccio per allontanarmi alla fine della colazione, con un groppo in gola, quando lui mi afferra il braccio.
“James!”
“Vieni un attimo.”
Mi trascina in mezzo al corridoio, io cerco di divincolarmi.
“Lasciami! Che vuoi fare? James!!”
Mi abbraccia. Così spiazzato che mi mozza il respiro.
“James.” Gli accarezzo la schiena.
Una tenerezza dolente mi copre lo stomaco come una coperta.
“Non ho fatto altro che pensare a …ieri.”
“Anch’io..ma..James..siamo in corridoio..” dico io.
Si guarda in giro e una volta visto che non c’è nessuno, ci copre con il mantello entrambi, gettando anche un incantesimo insonorizzante.
Diventiamo invisibili e il buio cala attorno a me, a noi, ci baciamo subito, nessuna parola, mentre io cerco la sua bocca e mi lascio cullare dalla dolcezza delle sue labbra, non posso fare a meno di dirmi:
 
Il nero è il colore dell’amore.  
 


POV JAMES

Ho passato la notte in bianco, come fanno gli innamorati.
Ma è possibile scoprire di essere innamorati del proprio fratello? Non è un po'..irreale? Sento tutti i sentimenti e tutti i miei organi in subbuglio e faccio l’unica cosa che posso fare.
Sono un esibizionista, forse una reincarnazione dei malandrini, del VERO James.

Solo James senior infatti potrebbe baciare la persona che ama, sotto il mantello, perché non trova le parole.
Solo uno spirito malandrino farebbe così per impressionare la sua metà.
“Jamie..non finisci mai di sorprendermi.” Disse Al tra un bacio e l’altro.
“Lo faccio perché..” mi zittisco. No, ti amo non è la parola giusta da dire se non voglio che scappi via urlando. “Perché sei MIO.” dico.





















Note dell'autrice: il capitolo è quasi uguale all'originale nel capitolo 3, ma non del tutto, ci sono delle frasi in più che ho inserito nei pov di James. Buona lettura!

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Capitolo 17
*** Nella stanza delle necessità ***


Sono passati solo pochi giorni da quando è esplosa la passione tra lui e suo fratello e nascondere tutto è sempre molto difficile, soprattutto perché appartengono a due case diverse.
 
COLAZIONE.
Pov James.
Eccolo, è arrivato. Gli faccio un cenno, gli chiedo di venire a mangiare tra noi Grifondoro, mi guarda con una faccia terrorizzata, ma obbedisce e si siede al mio fianco, mi guarda con un sorrisino, sento che vorrebbe fare qualcosa ma è bloccato.
“La colazione.” Gli piazzo davanti una scodella di caffelatte e comincio a imburrargli le fette di pane con la marmellata, con una mano, l’altra si appoggia sul suo ginocchio.
Si irrigidisce ma non si sposta. Gli arruffo i capelli e lui si attira di più vicino a me.
Mi scosto.
“Non qui. Ci vedono.” Sussurro.
Mi guarda con un broncio adorabile.
 
“Scusa. Dopo, ok?” per il resto della colazione non lo guardo più.
 


Dopo pranzo.

“Ehi, stronzetto.” Lo trovo sotto un albero all’ombra che guarda il lago. Lui non mi degna di uno sguardo, non mi lascio scoraggiare e lo raggiungo. Cavolo, quanto mi è mancato.
Mi siedo dietro di lui e lo attirò a me in mezzo alle mie gambe.
Lui fa per spostarsi.
“Non fare lo stronzo.”
 
“Ah io??? “ dice lui un po' isterico. “Chi è che si sta già allontanando?”
Mi scappa una risatina. “Ti sembra un allontanamento?”
“Ma..tu..stamattina..”
“Al..” sbuffo io. “Non puoi starmi troppo vicino quando siamo in pubblico..potrei non controllare certe..reazioni..”
“Quali reazioni?”
 
Guardo in basso e distolgo lo sguardo. Lui sussulta.
“Porca puttana, Jam!”
“Dai, non fare il puritano adesso, hai quasi sedici anni, non dieci!”
“Forse non sono perennemente arrapato come te? Comunque non penso sempre a quello. A quanto pare te, sì.” Aggiunge.
“Io non penso sempre a quello. Cioè talvolta.” Fischietto.
 
Lui mi guarda con un sorrisino mellifluo.
“Quiindi..se ti sto troppo vicino ti eccito?”
“Adesso non montarti troppo la testa. Sono sempre un maschio. Ho sedici anni e gli ormoni a mille, basta un tocco, lo sai.”
“Che genere di tocco?”
“Al..” lo avverto. Sto avvampando.
“Questo?” si spalma quasi del tutto su di me con la testa all’indietro.
 
Non dico niente, è piacevole la sua testa sul mio stomaco.
“O così?” allunga le mani per accarezzarmi il collo.
“Al..” Le sue dita delicate sul mio collo mi fanno avvertire qualche brivido.
“O così..” mi accarezza le gambe languidamente mentre ha ancora la testa all’indietro.
Gli prendo le mani e le tengo ferme, alzandole.
“Sei impazzito?” mi guardo subito attorno, per fortuna abbiamo scelto un posto appartato.
 
“Rilassati, sono tocchi innocenti.” ride. Che cazzo ride?
“Questo lo dici tu.”
Al mi guarda per un attimo, poi si sporge un po' verso di me.
“Come ti ecciti di solito?”
 
“Al!! Che razza di domande sono?”
“Come fai per..eccitarti? A cosa pensi? Come fai a darti piacere?”
“Non avrò questa conversazione con te. È imbarazzante.”
“Dovremmo pur averla, se..” non finisce la parola.
“Se..?” lo sfido.
 
“Insomma..prima o poi..o…o no?” mi guarda e ora sembra allarmato.
“Al, non sei obbligato a..insomma, il fatto che ci baciamo non significa..”
“C-CHE COSA?”mi guarda come se avessi appena bestemmiato.
“Cosa?”
“Non..ti stai tirando indietro?”
“Cosa?? No! Non ho detto questo.”
“Ma non vuoi entrare in intimità con me.”
“Al!! Sei mio fratello! Per gli dei! E poi hai quindici anni.”
“Quasi sedici. Hai ammesso che sei attratto di me, che ti eccito, quindi..”
Deglutisco, guardo da un’altra parte. Sono terrorizzato. Lui mi prende il viso.
“È sempre per il fatto che abbiamo lo stesso sangue,, vero?”
 
“Al..tu non ti rendi conto di quanto siamo..di quanto ti metto in pericolo e non voglio..io ti voglio troppo bene..”
“Allora non fare soffrire me e te inutilmente. Perché negarti qualcosa che desideri e che desidero anche io? Pensi sia meno sbagliato se non mi permetti di toccarti?”
 
Respiro rumorosamente.
“Mi sembra che ci STIAMO toccando.”
“Sai cosa voglio dire".
“Al..” mi metto una mano sulla faccia.
“So che lo vuoi, e scusami se ho paura che prima o poi..se continui a trattenerti, cercherai qualcun altro per sfogare i tuoi istinti.”
 
“Non sono un animale..e comunque prima o poi questa cosa finirà..lo sai che non..è impossibile..”
“Perché farla finire prima del tempo?”
Non ho altre parole a questo.
“Altrimenti dovrò pensare che non mi vuoi.”
“Solo perché non ti salto addosso come un animale?”
“Anche.”
 
“Ah mi fa piacere che la pensi così! Dovrei fare come ha fatto Damian?”
Al rimane allibito.
“Ancora non posso credere che gli hai permesso di TOCCARTI.”
“Calmati, sei furioso.”
“LO SONO. Cosa avete fatto esattamente? Preliminari? Petting o avete proprio..” mi guarda e capisco di suonare davvero patetico, e disperato.
 
“Jamie..non ci ho mai fatto nulla..quella volta, io volevo solo farti arrabbiare.”
“Diosanto.”
“È la verità.”
“Mi hai fatto..soffrire perché volevi vendicarti di me?”

POV AL.

Quando Jamie mi dice quella frase, mi sembra davvero ferito e il mio cuore si spezza un po' all'idea di averlo fatto star male.  
 
POV JAMES

“Andiamo, soffrire, addirittura..”
 
“Credi sia impossibile? Solo perché ho quest’aria scanzonata..per non farti capire…credi che non ti volevo neanche allora, che non fossi geloso già di te? Ma a dirti la verità, mi sentivo…mi facevo schifo anche solo a fare dei pensieri su di te.”
“Ti rendi conto che è accaduto tutto nello stesso anno? Il fatto di Damian, il ballo del ceppo e il nostro primo bacio.” Mi sussurra. “Il mio quinto anno FOLLE.”
 
“E ci credo, hai avuto ben due ragazzi e uno di questi è tuo fratello, razza di depravato.” Gli accarezzo i capelli anzi se un po' la mia mano trema.
Al mi bacia le dita della mano e se le stringe a sé.
“Sta tranquillo…nessuno ci scoprirà..questi sono solo gesti affettuosi innocenti fraterni.”
Faccio uno sbuffo incredulo.
 
“Innocenti non penso proprio..però hai ragione, peste.”
“Jamie..ma tu..cosa provi per me?”
Sbuffo. Il pensiero mi fa venire mal di stomaco.
 
“Cosa vuoi che ti dica, pulce? Ti voglio bene, ti voglio bene più di chiunque altro al mondo, ho scoperto di volerti non come un fratello, a quindici anni, da allora mi sono sempre sentito uno schifo, mi odiavo, ho passato gli anni a odiare me stesso e me la prendevo con te. Non so perché sento questi impulsi sbagliati con te, a volte..a volte vorrei che mi picchiassi a sangue così forte pur di guarirmi..”
Al mi bacia ancora la mano.
 
“Io non voglio che tu guarisci da questo, anche se fosse una malattia, se a te passasse, io soffrirei..”
“Ma almeno non saresti più in pericolo..solo all’idea che qualcuno sappia di noi..io non voglio che tu soffra..non voglio farti sprofondare nella vergogna con me..”
 
“Basta..basta questi discorsi..piuttosto dimmi, tu DESIDERI toccarmi? Toccarmi veramente dico.”
“Intendi..” oddio devo essere arrossito, Al di rimando.
“Anche sotto i vestiti, finora ci siamo limitati a baciarci.”
“Al..ti prego non chiedermelo.”
Mi chiude gli occhi con la mano.

“Smettila di pensare se è giusto o sbagliato, dimmi solo quello che vuoi.”
“Sì.” Esalo. “A volte credo di volerlo così tanto da non riuscire a respirare.”
Al mi scopre gli occhi.
“Cos’altro mi faresti? Sincero.”
“Non pretenderai che risponda.”
 
“E dai! Non può essere chissà quanto scabroso. Vorresti..fare l’amore con me?”
Gli copro la bocca e lui ride contro di me.
“Idiota. Non mi spingerei tanto in là. No, diciamo che vorrei..per adesso..solo..toccarti..”
“Sotto i vestiti?”
 
“Sì..esplorarti..per capire sai..se questi impulsi che sento..continuano..o si fermano li.”
Al mi fissa intensamente.
“Allora fallo no?”
Lo guardo, deve essere impazzito.
“Non posso.”
 
“E dai! Ci baciamo già! Che differenza fa, Jamie? E poi è un ottimo modo per capire se questa attrazione che abbiamo continua o no! Magari scopri che non ti attrae il mio corpo come pensavi!”
Mi mordo il labbro.
“D’accordo..ma se non ti piace, mi fermi subito ok?”
“Ci sto. Quando?”
 
“T-ti andrebbe stasera? Nella stanza delle necessità?”
“Ci sto!!”
“Non gridare. Al, se dovessi cambiare idea..”
“No! Fai bene tu a non cambiarla, se mi dai buca ti inseguo fino alla sala di Grifondoro.”
Rido.
“Non oserai, pulce.”
 
“Non ti conviene sottovalutarmi. Ti mando il mio patronus e poi gli dico di pomiciare con il tuo!”
Rido.
“Idiota.”
“Scemo.”
 
 
 
 
Quando quella sera vado nella stanza delle necessità e trovo James, tutto vestito, con maglia e jeans aderenti, rimango senza fiato.
“Ti sei messo in vestaglia, eh?”
“Ah ah molto divertente.”
“Non c'è il letto?”

“NO.” grida lui. “Non ce n’è bisogno, mettiamoci..li sul divano.”
Mi indica un comodissimo divano rosso, mi siedo, lui sembra nervoso.
“Ecco..ehm..dunque puoi cominciare te.”
“Cosa ehm vuoi che faccia?”
 
“Toccami. Non era quello che volevi? Fai quello che vuoi.”
Accidenti. Non mi immaginavo che fosse così diretto. Già mi viene duro solo a immaginare di farlo, spero di durare almeno un po'.
Gli passo subito le mani sulla maglietta nera con riverenza, è attillata, sento i suoi muscoli sotto, continuo ad accarezzarlo fino alle gambe, lui si lascia fare, cerca di restare immobile.
 
Gli passo le mani sotto la maglietta e lo sento fremere.
“Posso salirti sopra?”
Lui cerca di rifiutare ma poi mi agguanta e mi fa salire su di lui a cavalcioni e a me sembra già di svenire.
“Vorrei..voglio toccarti..” mi chiede Jamie.
 
“Fallo allora..” finalmente lo bacio, gli do tanti baci sul viso, lo assalto di baci, poi sul collo, mentre lui mi accarezza la schiena sulla pelle nuda, facendomi fremere.
“Porco cazzo, Al.” Quante parolacce! Forse le sta dicendo perché ho cominciato a ciondolare su di lui a cavalcioni.
Non mi sono accorto di farlo.
 
"Vuoi che smetta?"

“No..se vuoi..continua pure..” mi dice.
“Va bene..” continuo a strusciarmi su di lui.
Mi sembra che è già eccitato la sotto..possibile?
James sta perdendo il controllo, mi accorgo che è così, quando vedo che comincia ad accarezzarmi con carezze febbrili, continue e veloci.
Ora non distinguiamo più le nostre mani. Io ho le mani sotto i suoi vestiti, lui sotto i miei, anche se abbiamo ancora i nostri vestiti indosso. Mi appoggia le mani sul sedere e mi spinge contro di lui, io gemo e mi struscio ancora di più e lo prego di andare avanti, mi slaccia i jeans e mi accarezza in mezzo alle gambe, annebbiandomi i sensi, facendomi gemere, getto la testa all'indietro, riprendo a toccarlo, ma non mi permette di toccarglielo per aiutarlo a venire.
Alla fine veniamo tutti e due, con una semplice strusciatina.
“Porco cavolo, Al..”
Ha la bocca aperta e sembra sconvolto.

Gli do un leggero bacio e mi rivesto, cercando di darmi un contegno.
“Alla prossima, Jamie.” Gli dico, facendogli occhiolino.
 
 
 
 
POv al.
 
Il giorno dopo, James getta un incantesimo di disillusione su entrambi e mi spinge contro il muro in mezzo al corridoio, baciandomi come un affamato.
Ci accarezziamo, ci baciamo e ci strusciamo l’uno sull’altro.
Siamo in preda all’estasi, baciarci e accarezzarci sembra la cosa più bella del mondo.
 
 
 
*  
 
La nostra materia, Babbanologia comprende insegnarci anche degli sport babbani, tipo la pallacanestro.
 
Ora tanti componenti della squadra sono presi, compresi James e me.
Siamo in palestra e sto tirando il pallone dentro il canestro, James mi fa una magia e mi fa fare un salto che non riuscirei mai a fare se lui non mi avesse dato una spinta.
Mi prende al volo dopo che faccio canestro, finisco appiccicato a lui, non so come fa ad avere la forza di tenermi sollevato, io urlo di lasciarmi stare, anche perchè lo strusciamento inevitabile rischia di farmi avere certe reazioni indesiderate, cerco di divincolarmi ma lui butta lui e me sul materasso.
 
Un’altra volta invece ci arrampichiamo sulla pertica, lui mi stuzzica con le braccia deconcentrandomi, poi si butta su di me, io grido e finiamo tutti e due sul materasso, gli salgo sopra fingendo di picchiarlo e si scatena una piccola lotta scherzosa tra di noi.
Tutti gli altri ci imitano e ci raggiungono, io soffoco quasi, per colpa degli altri mi ritrovo ancora di più schiacciato contro Jamie.
Mi ricordo che non devo stargli troppo appiccicato altrimenti James Junior si risveglia.
 
E poi finisce il quinto anno. È stato un anno strano per me e Jamie, la scoperta di un rapporto diverso, spingerci sul limite ma senza mai oltrepassarlo.
Ci siamo accarezzati intimamente, ma più in là di quello non siamo mai andati. Non siamo mai neanche stati completamente nudi l’uno al fianco dell'altro.
“Siamo pur sempre fratelli, c’è un limite da non oltrepassare.” Mi diceva.
 
Ma sapevo che era solo un modo per fingere a sé stesso.
E ora arrivano le vacanze, dobbiamo tornare a casa.
Ho paura di cosa succederà.
quale sarà il nostro rapporto quando torneremo a casa?






















alcuni sostengono che la stanza delle necessità è andata distrutta dopo il settimo libro quando ci fu l'incendio, altri no. Io preferisco pensare di no LOL d'altronde mi sembra non ci sia nulla di ufficiale!

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Capitolo 18
*** Passione in bagno ***


Ho preso un’allergia al polline di una strana creatura magica, colpa di Hagrid.
Due giorni dopo che siamo tornati  a casa, sono bloccato al letto con la febbre.
È la punizione per quello che faccio con Jamie, lo so.
Papà e mamma mi guardano preoccupati, mi hanno fatto il brodino.
Voglio sprofondare sotto terra, anzi, metterci Jamie.
Lo odio. Non ho mai odiato nessuno come odio lui.
 
Ma si può mai pensare di accarezzarmi  in quel modo sotto le coperte con nonchalance mentre ci sono mamma e papà nella stanza.
Lo uccido, è la volta buona che lo uccido.
“Mi sembra ancora più pallido, Harry.” dice Ginny.
Pallido? Mi sembra di andare a fuoco. James..oddio se non lo uccido io, lo faranno loro, se ne sta li seduto sul letto, con le mani sotto le coperte al mio fianco, come fanno a non accorgersi di quella mano che si muove sotto le coperte?
Oddio si..li..li..non ti fermare..

Mi accarezza in mezzo alle gambe e oddio..no, sono eccitato..mandateli via. Mandateli via.
“Dai, ci penso io a lui, lo costringo io a mangiare questo brodo, voi andate pure a guardare un po' di tivù.” Dice James.
Siano lodati tutti i santi.
“Niente scherzi a tuo fratello in queste condizioni.” Dice Harry.
“Prometto.”
Gemo fingendo dispiacere.
 
Se sapessero..ci ucciderebbero tutti e due.
Chiudono la porta e finalmente lo agguanto per il bavero.
“Idiota!! Dovrei ucciderti.”
“E dai che ti piaceva cosa stavo facendo.”
Dio quanto ha ragione..lo odio..lo odio e lo amo..
“Se provi a imboccarmi, ti strozzo.”
“Va bene, allora vorrà dire che dovrò trovare un altro modo per tenerti la mente occupata.”
Mi assale le labbra con un bacio, lo spingo via.
 
“Ma sei impazzito. Vuoi morire?” guardo la porta con orrore.
“Ho messo un incantesimo di blocco, se provassero ad aprirla, resterebbero bloccati.”
“Hai pensato a tutto..” dico , non posso fare a meno di non far sentire la mia tristezza.
“Ehi che ti prende adesso?”
 
“Niente..è che..sei sempre così accorto..se scollegassi davvero la testa come dici, non penseresti sempre a queste cose quando sei con me..”
“Non dire fesserie! E meno male che non scollego del tutto, almeno non rischiamo di farci scoprire. E se pensi che non sono irrazionale, vuol dire che non hai capito proprio un bel niente. Se fossi razionale con te, non farei niente di quello che faccio sempre.”
“Scusa..” abbasso lo sguardo.
 
“Al..baciarti è la cosa migliore che faccia, tra tutte quelle che facciamo.”
“Ma dici sul serio?” questa non me l’aspettavo.

“Tu non capisci..non è neanche per il sesso..io sento..sai, a volte, sento di amarti..” mi sussurra all’orecchio e io tremo dalla sensazione e non per l’eccitazione. “È irrazionale, questo è irrazionale. Mi sembra di conoscerti e di stare con te da sempre, non solo da 16 anni, mi sembra di amarti da più vite e non come un fratello, l’istinto di protezione che sento per te, non riesce neanche a superare l’amore che io sento di provare per te..è come se sentissi di doverti TUTTO.”
“Adesso stai dicendo una minchiata. Tu non mi devi nulla. E cosa poi?”
 
“Non lo so. Tutto? Non lo so, so che è irrazionale..ma sento che io se sono così, è perché..tu me l’hai permesso.”
Intreccia la mano alla mia.
“Cosa ti ho permesso, Jamie?”
“Di scoprire il mio vero IO.”
“Io non ho fatto proprio nulla.”
 
“Ti sbagli..solo tu..solo tu hai visto il mio vero io. Solo tu hai saputo vedere aldilà delle apparenze, è quello che sento. Quando mi guardi, quando mi tocchi..tu mi fai sentire AMATO.”
“Quindi..è solo per come io ti faccio sentire?”
“Grazie a te io sono..diverso. Mi SENTO diverso. Prima ero in un modo.”
“Prima quando?”
“Prima..non lo so..oh basta, sta zitto.”
Mi bacia, mi bacia dolcemente e poi si spalma su di me.
 
È la maniera per zittirmi, ma sento che è la maniera più bella che io conosca.
È la maniera PERFETTA,
Ci baciamo e intrecciamo le nostre labbra e l nostre mani.
Ha ragione. Quanto ha ragione.
Io sento di amarlo da più di una vita!
Lo amavo anche quando era..cattivo.
Aspetta, cosa???
Perché quel pensiero?
 
Il mio Jamie cattivo? No! È la persona più buona che io conosca!!
Perché l’ho pensato?
Oh, non importa, continua a baciarmi, Jamie.





Bagno

“Jamie?”
“Numi!! Albus!! Che ci fai qui?”
Albus fece un sorriso malizioso.
“Esci! Esci subito! Mamma e papà potrebbero..”
“Sono fuori. Sono fuori a comprare dei vestitini a Lily. Le è presa una strana voglia irrefrenabile di fare shopping.”

“D-dici sul serio?” chiese James, a mollo nella vasca, piano piano si sciolse, capendo che Al era serio.
“Secondo te scherzerei su queste cose?”
James si rilassò immediatamente e un sorriso nacque sul suo volto.
“È strano..vederti qui.”
“Già..ora hai intenzione di cacciarmi perché un moscerino o una farfalla potrebbe vederci nella stessa stanza o mi lasci entrare?”
“Sei già entrato. Vieni.” Sorrise James.

Albus prese un profondo respiro ed entrò, aveva tra le mani un flacone dalla dubbia provenienza, James era coperto di schiuma, le sue spalle sode..Albus cercò di concentrarsi sul bagno.
Era GIALLO. Era pura luce. Harry e Ginny lo avevano scelto perché sostenevano che era IMPORTANTE fare entrare la luce, nella casa, nel cuore delle persone, la luce era come l’amore, se entrava luce nelle case, allora si poteva sperare che si potesse riscaldare anche l’amore naturale nel cuore degli esseri viventi e non spegnersi mai..
NATURALE…
Anche quello che c’era tra lui e suo fratello era NATURALE? E poi chissà se tutte queste parole sulla luce gliele aveva suggerite Silente. Silente…
Da sempre rimpianto da suo padre, talmente tanto da aver deciso di dargli il suo nome.
Comunque..il bagno e le mura di esso, così come il soffitto, era giallo, per la luce diceva.
Mentre le piastrelle attaccate alla vasca erano AZZURRE.

Perché il blu era il colore dell’acqua e calmava lo spirito, diceva Ginny.
Calmare..
Sembrava così assurdo adesso, mentre guardava il corpo di suo fratello avvolto dalla schiuma.

Al, hai intenzione di restare lì tutto il giorno? Sei venuto qui solo per guardarmi in maniera inquietante o per fare qualcos’altro?” lo provocò James sorridendo.
Maledetto…
“Idiota.” Sussurrò, avvicinandosi.
James sorrise.
“Amo il tuo modo di dirmi che mi ami.”

Albus sussultò. James gliel’aveva detto. Qualche giorno fa. Anche se “detto” non era la parola esatta. Lui gli aveva sussurrato che SENTIVA di amarlo, che non era proprio come un ti amo vero, giusto? Era più come un…sento di volerti un bene immenso, sento di stare per innamorarmi di te, sento che POTREI provare qualcosa.
Si chiese come avrebbe reagito se James gli avesse detto TI AMO.

Gli avrebbe riso in faccia? Lo avrebbe spinto via e sarebbe scappato o sarebbe scoppiato a piangere come una donnina isterica? Beh, a giorni avrebbe compiuto sedici anni! Se anche si sarebbe comportato come un moccioso alla prima cotta, era giustificato no? Il primo ti amo della sua vita.
Eppure sentiva che non era tutto li. Sentirsi dire TI AMO da un fratello, era in un certo qual modo più….IMPORTANTE, sentiva che era così.

Ora, senza vederla in chiave per forza incestuosa, ma solo platonicamente sentimentale, un fratello che ti dice TI AMO, che ti dice che ti ama, è il livello più sublime dell’amore, almeno Al la pensava così, era diverso rispetto che se fosse stato un estraneo a dirtelo. Simboleggiava amore, sentimento, appartenenza e protezione, era come dire : ci sono, sono qui per te, da quando sei nato, ti proteggerò sempre, condividiamo il sangue e siamo una famiglia, non ti abbandonerò mai, perché siamo legati, amo il fatto che sei mio fratello e che sono legato a te, ti amo da quando sei nato, amo il fatto che sei nato!
Prima che Albus riuscì a districarsi da solo da queste note di peccato sentimentalismo, avvertì le mani di James accarezzargli le gambe languidamente, con passione ma senza frenesia, anzi, con una sorta di languida dolcezza.
Albus sussultò. Finora era stato come essere trascinato in un sogno. Non si era reso conto di essersi avvicinato così tanto ed essersi seduto sul bordo della vasca a guardare suo fratello con uno sguardo da ebete.

Che idiota, chissà cosa avrà pensato.
“Smettila.” Gli sussurrò James.
“D-di fare cosa?? “ abbassò lo sguardo e notò con orrore che ora i suoi jeans erano bagnati e coperti di schiuma a causa delle mani bagnate di James, ma stranamente non era arrabbiato con lui, anzi.
“Di perderti in altri pensieri. Me ne sono accorto sai? Sei venuto per me e ora reclamo la tua attenzione. Guarda ME.” disse James languido.
Albus lo guardò, la salivazione azzerata.

Dì qualcosa, non fare sempre la figura del fesso..
“Questi mi sa che sono un impiccio..posso levarteli, sì?”
“L-levarli??” chiese Al, sentendo il panico montare.
James si rizzò a sedere e ora Al poteva guardare il suo torace perfetto, bagnato.
“Hai detto tu che dobbiamo cercare di lasciar andare sciocche pudicizie..no? Con quello che facciamo..non siamo mai stati completamente nudi davanti all’altro..e ora sei qui, tu. Ho forse confuso il motivo per cui sei qui?”

“N-no..io volevo..guardarti..”
“Mmmm..ok, e poi?”
“Lasciare che tu mi guardi..”
Al aveva abbassato lo sguardo, vergognandosi, James, per una volta senza la sua tipica arroganza, gli alzò il mento con fare gentile.
“E io mi sento lusingato..”
Quella frase, sciolse qualcosa nel petto di Al, voleva gettargli le braccia al collo subito, si impose di calmarsi.

“M-mi aiuteresti..a..?” guardò velocemente i jeans.

James annuì, si morse il labbro, come a riprendere un certo contegno, poi piano, afferrò il bottone dei jeans del minore.

Al dovette farsi forza per non cadere dal bordo. Aveva sempre immaginato questa scena, farsi slacciare i bottoni da James..si era sempre immaginato che lo avrebbe fatto impazzire, strappandogli via i pantaloni di dosso, temeva di svenire, ma inaspettatamente la mano di James tremava sui suoi jeans, di emozione e trepidazione ed era INCREDIBILE l’effetto che comunque gli faceva. Non sapeva perché ma sentire James così emozionato , emozionava anche lui.

Il bottone si levò e James fece scendere la cerniera, nell’atto, la sua mano sfiorò la sua virilità e Al represse un moto di piacere, quando gli sfilò i jeans, Al sentì un brivido attraversarlo, si sporse di più aspettando che James gli levasse anche via l’ultimo indumento, ma James sembrava esitare.
Gli sfiorò la gamba nuda, facendolo rabbrividire, poi alzò lo sguardo su di lui in un modo che lo fece bruciare, gli accarezzò la pancia e Al rabbrividì, ma James non aveva intenzione di levargli via la maglietta.

“Vieni.” Sussurrò in un chiaro invito, aprendo le braccia.
Al capì subito che James non aveva intenzione di spogliarlo completamente sulla vasca, voleva metterlo a suo agio, con ancora indosso le mutande e la maglietta, si sporse per incontrare le sue braccia.
Ovviamente andò un sacco di acqua per terra, ma a nessuno dei due sembrò importare, Al finì sdraiato con la testa sul suo petto e respirò l’odore forte da maschio e muschio di James. Gli diede alla testa.

Alzò di poco la testa e gli finì sul petto, si abbracciarono di più, come a fondersi ancora di più l’uno contro l’altro, come fossero un solo individuo, Al quasi pianse alla sensazione, era così bello stare così abbracciati, senza vestiti addosso. Non pensava che stare nudo addosso a suo fratello, fosse così…UNICO e gli facesse girare così la testa.
James sospirò rumorosamente, un altro giramento di testa, le mani del maggiore gli accarezzarono i fianchi.
Un brivido.

Le sue mani scesero nei suoi interno cosce, senza approfondire, Al tremò, James gli baciò il collo e Al tremò più forte.
Al dovette scostarsi per non perdere il controllo e preda di un moto di passione, gli tirò i capelli all'indietro e lo sentì gemere, una scarica dritta all’inguine.
Lo guardò e gli mancò il fiato. James, la testa all’indietro, i capelli coperti di schiuma, era uno spettacolo che gli mozzava il fiato, non resistette più e lo baciò.

Fu un bacio umido, pieno d’acqua ma colmo di passione e dolcezza, lui rispose ma Al sentì come se James facesse anche fatica a respirare, avvertì le mani di James di nuovo sui suoi fianchi ma che gli strinsero stavolta la pelle facendo inarcare Al dall'eccitazione. Anche James era eccitato, Al poteva sentirlo, sentiva l’erezione contro di lui.
“Spogliami.” Sussurrò.

“No..” James emise un rantolo, ma spinse il suo sedere contro di lui, invogliandolo a strusciarsi.
Al gemette. La frizione era meravigliosa.
Perse la testa e cominciò a baciare il collo del maggiore, quest’ultimo gettò la testa all'indietro, preda dell’estasi.

James perse le inibizioni e gli tolse la maglietta bianca, che era comunque zuppa. Le mutande di Al andarono via da sole, per via degli strusciamenti continui.

“Voglio prendermi cura di te.” Disse Al, il maggiore gorgogliò ma ad Al sembrò ancora più eccitato.
Prese il flacone che aveva portato. Era alla menta e altre foglie fragranti.
Accarezzò e insaponò il petto di Jamie con quella fragranza, lui gorgheggiò contento, poi il minore ruotó le posizioni per finire dietro a Jamie in modo da pensare alle spalle e la schiena.

Poi lo rimise sdraiato sulla schiena e si sdraiò di nuovo su di lui.
Le sue mani cercarono il suo membro e lo trovarono facilmente.
Era grosso, molto grosso.
“Al..” ma non aveva più resistenza, non più ormai.

Accarezzò la sua virilità con il flacone, lo vezzeggiò, massaggiandolo più volte e giocandoci anche con le dita e le unghie in soavi grattini che lo eccitarono ancora di più.
Lo tirò su e si godette il lavoro del suo operato.
“Voglio..assaporarlo.”

James sgranò gli occhi e poi li chiuse.
“Sei..sicuro?”
“Molto.”
“Non devi far niente che non..”
Ma Al lo spinse di nuovo contro la vasca e James respinse ogni altra protesta.

Al abbassò le labbra sulla sua virilità e le appoggiò contro, lo leccò, facendolo inarcare e dire qualche parolaccia, poi molto, molto lentamente, lo accolse dentro di sé.
Fu come una giostra, su e giù, su e giù, piano e veloce, piano e veloce, in base alle reazioni del maggiore, era così appagante vederlo contorcersi sotto di sé, mentre lo faceva impazzire con la sua lingua e lo accoglieva sempre più profondamente.
“AAAL.”

Prima che potesse venire dentro di lui, Al uscì da lui e si puntò il suo membro contro. James gli venne addosso, sul collo, in un modo disperato , urgente e sexy.
Al si guardò nel riflesso della vasca. Era sporco..umido, ma anche così SEXY! Al sorrise nel vedere James stravolto a bocca aperta.
“Cazzo..cazzo..cazzo..” James forse per non indugiare oltre in quello spettacolo, lo abbracciò di slancio attirandolo a sé, sporcando entrambi.

Restarono così abbracciati nell’acqua per un tempo immemore, Al si lasciò cullare dalla dolcezza dell’acqua e delle braccia di suo fratello.
La sensazione pelle contro pelle tra loro era meravigliosa. Al non riusciva  resistere e richiamava le sue labbra a sé, e James non si tirava mai indietro, mai.
Dopo mezz’ora così, uscirono e Al lasciò che James lo asciugasse dappertutto, finalmente erano nudi uno davanti all’altro.

La stoffa dell’asciugamano che premeva contro la sua pelle, mandò scariche elettriche alla virilità di Al, suo fratello gli passò la stoffa in mezzo alle gambe, stordendogli i sensi, pregandolo di fare di più, ma James lo abbracciò stretto e con un ultimo bacio passionale, disse che era tardi e che dovevano rivestirsi.
Al lo guardò contrariato, ancora James sembrava piuttosto trattenuto nei suoi confronti, ma poco male, sarebbe stato ancora più seducente sedurlo.

Con un sorrisino cominciò a pensare alla sua prossima mossa.
 
 
 
 
*

Qualche giorno dopo, Al stava facendo la doccia, e chiamò James con il cercapersone che si erano regalati a vicenda. Qualche secondo dopo, James entrò in bagno, chiedendogli cosa voleva, ma rimase ammutolito vedendo che era nella doccia.
“Volevo chiederti se ti andava di rilassarti con me.” disse Al allusivo.
“Al…non dovremmo, sai, tutta la famiglia è di sotto.” Si morse il labbro.

“Stanno guardando la tivù e dubito che si scolleranno tanto presto. C’è il loro programma tivù preferito e hanno già un bagno disponibile al piano di sotto.”
“No, assolutamente no, è troppo rischioso.”
“Peccato.” Cinguettò Al. “Volevo chiederti di lavarmi la schiena.”
“L-la schiena?”
“Ma sì, io l’ho fatto con te, dovresti ricambiare il favore, sai.”
“Mpf..cinque minuti!” disse James.

Al sentì i vestiti frusciare alla velocità della luce, James aprì la porta della doccia come se avesse voluto scartavetrarla e entrò.
Al gli dava le spalle, ma l’eccitazione lo colse subito. La consapevolezza che James era dietro di lui, NUDO, gli dava le vertigini.
“I-il sapone è là in fondo.”
“Grazie.”
Per qualche secondo non si sfiorarono nemmeno, poi James gli sfiorò le spalle e Al trattenne il fiato.
“Sei così rigido. Rilassati.”

È una parola, avrebbe voluto dire Al, era pazzesco come quella tensione sessuale non svanisse mai, non importava quanto avessero sfogato i loro istinti.
James cominciò ad accarezzarlo lascivamente per lo stomaco, fino ad aderire schiena contro lo stomaco, gli passò la spugna sul sedere, strofinandolo, si poggiò a lui e Al sentì che era eccitato di nuovo.
“Maledizione..Al..” poi a tradimento gli passò la spugna in mezzo alle gambe, facendogli emettere un grido soffocato.

Sembrava che sentirlo gridare, avesse eccitato ancora di più James che si spalmò contro di lui, abbracciandolo per la vita.
“Lascia che lo faccia  a te.” Spinse Al contro la doccia e glielo prese in bocca, Al chiuse gli occhi, vedeva le stelle.
Venne, nella sua bocca, l’orgasmo lo stordì per diversi secondi, si accasciò sulle mattonelle della doccia.
 
Quando riprese i sensi, capì che era steso sul letto. James lo aveva fatto stendere. Era ancora nudo ma coperto da un asciugamano.
“Jamie..mi hai tirato fuori?”
“Già..”
Si accorse che James era ancora eccitato e ribaltò le posizioni, facendo cadere l'asciugamano.
“Non dovresti fare questi movimenti bruschi, dopo che..,”

“Sta zitto.” Notò che Jamie era ancora nudo e la cosa lo eccitò. Gli salì meglio a cavalcioni e cominciò a massaggiargli il membro fino ad allungarglielo il più possibile, dovette chiudergli la bocca con una mano per impedirgli di farsi sentire.
“Tranquillo..adesso ci sono io..” abbassò di nuovo le labbra sul membro di James e glielo prese in bocca. James sospirò, stringendogli i capelli, questa volta fu ancora più intenso e passionale della prima volta, avevano perso le inibizioni, quella doccia li aveva sciolti ancora di più che la vasca.

“Lo so che sei mio fratello e per questo..sai che spetta a te insegnarmi..”
“Oh, zitto..”
“Voglio imparare BENE..” James gemette e lo tenne ancora più sotto, Al gemette e succhiò ancora più forte , eccitato.
“Cazzo, cazzo, cazzo..Al, perdonami.” Una stretta più forte delle altre e James venne nella sua bocca, ma Al non era scontento, si leccò le labbra. Era quello che voleva.

“Scusami.” Disse lui, sfiorandogli il labbro con un dito.
Al scosse la testa.
“Sai, credo di amarti anche io.”
James lo baciò più profondamente dopo quelle parole. Lo coinvolse in un bacio che durò 15 minuti mentre i loro corpi nudi non si staccavano.
“James! Devi lasciarmi respirare.” Disse Al ridendo, sulle sue labbra.

Aveva il viso stravolto, gli occhi luccicavano, le labbra rosse.
“Voglio vederti quest’espressione sempre così.."
Al rise.
"Come se fossi sempre post orgasmo?"
"No, come se fossi felice..voglio renderti sempre felice.” Disse James accarezzandogli il labbro.
Al non potè fare a meno di innamorarsi un po' di più di suo fratello.

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Capitolo 19
*** Lily scopre i suoi fratelli nell'infermeria ***


Era l’inizio del sesto anno di scuola di Al, ma James era leggermente più distante, Lily sembrava sospettare qualcosa e entrava nella stanza quando Al e Jamie erano sempre appiccicati o chiusi in bagno, ciò aveva portato James a essere più nervoso del consueto e a tenere le distanze, ciò aveva portato i due piccioncini a discutere spesso e volentieri, per qualche settimana c’era stata un po' di tensione, anche perché Al desiderava fare l’amore con James che gli diceva che non era il momento.

Fino a quando James non venne aggredito da un ippogrifo. O meglio, stava per essere aggredito da un ippogrifo, quando Al lo spinse via e venne graffiato al posto suo, su un braccio e sulla faccia.
Gemette, non voleva gridare e cadde sull’erba, James si precipitò da lui, tenendolo fra le braccia e gridando il suo nome.

Al avrebbe voluto che James smettesse di gridare, gli girava tutto. Aveva sperato di vederlo gridare il suo nome, così tante volte, ma sperava che a letto, fosse un suono più celestiale.
Sentì distintamente che acquistava il volume della ragione e che lo prendeva in braccio per correre all'infermeria.
Sembrava un fulmine.
Era uno stallone il suo Jamie.

Chissà se era più veloce di quando volava sulla scopa.
 
 
Poi non ricordò più niente.
Fino a quando non si risvegliò e vide che il dolore era leggermente diminuito.
Jamie gli stringeva la mano e aveva gli occhi pieni di lacrime.

Quei suoi meravigliosi occhi neri,ora sembravano color cioccolato. Ad Al si riempì il cuore di tristezza, al vederli così tristi. I suoi occhi non dovrebbero mai essere tristi. Quando gli occhi di James erano tristi, era come vedere il SOLE spegnersi.
“Non..piangere..ti si rovinano quei begli occhi che hai..”
James si aggrappò alla sua mano come se fosse un naufrago.
“Guarda che lo dico per me, non per te, non mi è mai piaciuto vedere degli occhi tristi..”

James non gli diede il tempo di dire altro, che lo strinse a se e fu come se gli avesse risistemato le ossa e la circolazione meglio di un ossofast.
“Jam..non fare così , non sto mica morendo…oppure si?”
“Sono un idiota, uno scemo, un babbeo, uno stronzo..”
“Concordo..”

“Eppure tu non smetti di preoccuparti per me..ti sei messo anche davanti a quella belva feroce pur di proteggermi..”
“Perché la fai sembrare una cosa tanto brutta?” Al credeva che James stesse davvero esagerando, in fin dei conti l'aveva toccato solo di striscio e da quanto gli sembrava di intuire, la ferita era già quasi rimarginata del tutto, aveva appena un graffietto.
“Al, sono IO il maggiore..dovrei essere IO a proteggere te.”
Al rise.
“Ah ecco sapevo che c’era il trucco..sei solo offeso perché ti ho privato per una volta del ruolo di fratello maggiore protettivo..”

James gli prese il viso tra le mani.
“Ti amo.”
“Ti amo anche io. Anche se sei uno scemo.” Aggiunse.
“Senti ancora male? Da qualche parte.”
“Perchè? Vuoi fare qualcosa?”
James lo guardò.
“Ma non pensi ad altro?”

“Tu sei la mente, io il braccio o la bocca.. a seconda dei casi..dico quello che non hai il coraggio di dire te.” Lo provocò e James si leccò le labbra.
“Ancora non riesco  a crederci.”
“A cosa?”
“Anche così..sei così bello..” lo accarezzò sul torace facendolo inarcare. “Potresti avere chiunque ma scegli di darti a me..potresti fare l’amore con chiunque ma vuoi che sia io..”
“Non credevi che lo volessi davvero?”

James si morse le labbra, poi gli sollevò la maglia e morse i suoi capezzoli sensualmente.
Al gemette felice.
“Siamo..in un’infermeria.”
James si sdraiò su di lui.
“Ed è molto eccitante il modo che posso usare per farti passare il dolore..”

“Quale dolore? Io non sento più nnnn..” Ed era un miscuglio di piacere, estasi, baci e tocchi.
 
James si era schiacciato contro il corpo di Al, si era sdraiato proprio addosso a lui e il biondino aveva perso la ragione.
Magari qualcun altro avrebbe trovato scomoda la posizione e fastidioso ed invadente il corpo dell’altro, ma questo non valeva se il corpo apparteneva a James Sirius.

Al non sapeva se questo era solo lui a provarlo, o se il corpo di James dava le stesse sensazioni anche ad altri, quello che sapeva era solo che, quando James lo toccava, lo accarezzava o lo abbracciava, lui andava in estasi.
In quel momento, in cui James era sdraiato su di lui, gli sembrava di essere..in paradiso.

Era quasi blasfemo pensarlo, ma si sentiva al sicuro, protetto, amato, eccitato..aveva tutto quello che gli serviva. Il corpo di James era come una droga, era come se fosse stato creato apposta per incastrarsi nel suo.
Arrossì a quel pensiero
Fino a quando Lily non arrivò, aprì la porta dell’infermeria e li trovò con le labbra incollate e James su di lui, che si strusciava in modo inequivocabile.
Loro scattarono all’indietro, James cadde anche sul pavimento, Al si coprì gli occhi con le mani.

Lily sorprendentemente si dileguò senza una parola.
Poi James si alzò.
"JAMES! TI SEI..fatto male?" gli tastò il viso e il corpo alla ricerca di lividi o ferite, James sbuffò sorridendo, compiaciuto dalle sue premure.
“Vuoi che la rincorra?” gli chiese l’idiota.
Sì, perché solo un idiota avrebbe potuto dire una cosa simile in un frangente simile.

“Hai anche bisogno di chiederlo?? VAI!” gridò Al, ma James si ancorò a lui, per un braccio.
“Non posso lasciarti qui in questo stato.”
“Ma di che diavolo stai parlando? Vai subito a..”
James contro ogni buon senso incollò le labbra alle sue, calmandolo.
Non era un attacco famelico, né prepotente, ma lenitivo, ebbe il potere di calmarlo.

Al ricambiò anche se avrebbe voluto impedirselo.
“J-Jamie..ti prego..”
“Sei turbato..”
“Nostra sorella ci ha visto..devi..”
“Non piangere.” Disse James asciugandogli una lacrima e baciandolo di nuovo con dolcezza.
“Non piangere o non lascio questa stanza.”
Al mugolò sulla sua bocca, poi lo spinse via, anche se controvoglia.

Tutti i suoi muscoli gli facevano male per la costrizione a cui si stava infliggendo pur di respingerlo.
“Sei un idiota. Vai..a fermarla. SUBITO. Che cosa stai facendo ancora qui ? Non..non hai paura?” chiese tremante.
“Ce l’ho, ma la cosa è semplice. Amo più te di lei.”
Al spalancò la bocca turbato, poi scosse la testa, lo acchiappò per la maglia, poi lo coinvolse in un bacio appassionato che li lasciò senza respiro.

“Siamo in un mucchio di guai.” Disse Al quando i due restarono a corto di respiro.
“Lo siamo, sì.” Disse James.
“Ma lei è nostra sorella. Qualcosa dobbiamo pur dirle.”
“Credi lo dirà ai nostri genitori?”
“Oddio, spero di no.” disse James, grattandosi la testa.
“Tu..negheresti, se lo facesse?” chiese Al imbarazzato.
James lo fissò. Il suo sguardo lo infiammò.

“Se mi chiedessi di negarlo, lo farei..altrimenti confermerei, lo sai, ma dobbiamo essere in due.”
Al cominciò a tremare.
“No, sta tranquillo, vedrai che Lily non dirà niente, comunque andrò a parlargli, dopo le lezioni.”
“Cosa le diremo?”

“Tu cosa preferisci che le diciamo?”
Al sospirò.
“La verità.”
“Mmmm..”
“Credi sia una cattiva idea?”

“Lily è abbastanza aperta di mente, ma non sappiamo se fino a questo punto.” Disse James.
 
  

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: questo dovrebbe essere l'ultimo capitolo sistemato. A breve lo metterò nella giusta collocazione e poi forse FINALMENTE almeno la storia di Al e Jamie è a posto con la revisione e la timeline giusta xd forse dovrò aggiungere qualche capitolo in cui spiegherò alcune precisazioni sull'incantesimo fatto, ma vedrò se farlo o meno. Ora finalmente la timeline è stata ripristinata.   

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Capitolo 20
*** La nostra prima volta - sempre!!! ***


James fece recapitare a Lily una lettera:

Ho bisogno di parlarti. Fatti trovare nell’aula di trasfigurazione alle19:00.
Per favore.
James.
 
La risposta di Lily era stata.

Ok, ci sarò.
Lily.
 
 
Alle 19:00 Lily si fece trovare puntuale nell’aula di trasfigurazione, portandosi dietro con nonchalance una bottiglina di latte al cioccolato nesquik. Vide James seduto su un banco, che schiacciava la testa contro una gamba.
Era davvero figo.
“James..” lo chiamò Lily.

Lui sobbalzò al richiamo.
“Lily..”
Lei storse il naso.
“Sai, avrei preferito la nostra sala comune.”
“Anch’io. Ma quei bietoloni dei nostri compagni, non la lasciano, alcuni stanno li anche dopo mezzanotte!” sbuffò e Lily suo malgrado sorrise.

“Puoi avvicinarti?”
Lily si avvicinò subito.
“Dunque, io..sai perché ti ho chiamato, vero? Perchè voglio parlarti.” Temporeggiò.
“Sì, per quello che ho visto nell’infermeria.” Disse Lily.
James tossì.
“Ecco..uhm..COSA hai visto?” indagò James.

Lily lo guardò con una piccola nota accusatrice.
“Mi sono sempre vantata di avere un fratello che non era come gli altri..cioè un ragazzo diverso che non gira intorno alle cose, figo ma non paraculo, come la maggior parte dei maschi, quindi TI PREGO, non diventare così.”
“Prego?” chiese lui sorpreso.

“Non girare intorno alla cosa, per testare la mia reazione, questo è un clichè che solitamente..”
“D’accordo, allora arriverò al punto. Ho baciato nostro fratello.
Lily lo fissò allibita.
Ho baciato nostro fratello e non sono pentito.” Disse lui.
Lily annuì, impressionata.
“Ti prego, dì qualcosa..” scongiurò James.

“Il grande James Sirius che prega qualcuno? Mi deludi, Jamie.” Disse Lily, ma gli scappò un accenno di sorriso.
James la guardò strabuzzando gli occhi.
“Stai sorridendo.”
“Sì, lo faccio.”
“Forse tu non hai..non hai capito bene cosa io ho fatto..ecco..se no..”

“Oh, sei una lagna!!” disse Lily, sbottando. “Una vera lagna, lo sai?? Avevi paura della mia reazione, volevi che comprendessi?? Beh, SONO stata comprensiva, che hai da lagnarti ora??” incrociò le braccia.
James era senza parole.
“Oh, ho lasciato senza parole il grande James Sirius. Al , puoi anche uscire dal mantello, ora.”
James era ancora più esterrefatto, mentre Al usciva dal mantello e tornava visibile.
“Come diavolo hai fatto a saperlo?” chiese Al.

“Oh, non vedo attraverso l‘invisibile, anche se mi piacerebbe!” sbuffò lei, sedendosi sul banco e accavallando le gambe. “Solo, ti conosco bene, e Al non sarebbe mai restato in disparte senza sapere come avrei reagito.” Sorrise maliziosa.
“Ho cercato di tenerlo fuori ma il signorino non si fidava della mia parola. Doveva VEDERE.” Sbuffò James.
“Beh, in fondo non merito solo io di VEDERE cose che dovrebbero stare nascoste?” chiese Lily maliziosa e i due impallidirono.
Il primo a riprendersi fu Al.

“Lily, non so perché fai così, ma questo non è un gioco..quindi non prenderlo come tale.”
Lei sbuffò ancora.
“Preferiresti che vi aggredissi?”
“Forse sì! Sarebbe una cosa normale, cazzo.” Disse Al, quasi strappandosi i capelli. “Cazzo, cazzo, cazzo.” continuò lui scuotendosi la testa.
“Al..” lo richiamò James.
Lily sorrise addolcita.

“Non fate così..siete i miei fratelli e poi..non è come se fosse proprio una sorpresa per me..” disse lei.
“COSA??” chiesero loro in coro.
“Ma sì.” Disse lei voltandosi. “Negli ultimi anni..Al era strano. Troppo. Ti guardava troppo strano. Vi siete sempre sfidati e avete sempre litigato ma negli ultimi tempi sembravate proprio degli scolaretti che litigano per flirtare con la tipa che gli piace..”
I due si imbarazzarono ancora di più.

“Poi la cosa è cambiata dall’oggi al domani..no, tranquilli, non credo che nessun altro l’abbia capito..ma io sono vostra sorella..vi osservo, sapete. Vivo in casa con voi. Vi ho visti più vicini..in maniera strana, anche se non ero sicura che..insomma, potevo sbagliarmi..a dire la verità..un po' mi piaceva vedervi, immaginarvi così..” cominciò a ridacchiare.
“LILY!!” la ripresero loro, rossi come peperoni.
“Che c’è?” chiese lei divertita. “Vi da fastidio che mi piacevate in questa veste?”

“NON DOVREBBE PIACERTI! Siamo i tuoi fratelli, diavolo! Dovrebbe..disgustarti.” disse Al con la testa tra le mani.
“Oh, Al..sei così strano quando ti comporti così..ho sempre pensato tu abbia un kink per il masochismo..altrimenti come poteva piacerti Jamie che ti trattava sempre male?”

“Non dire così..e poi,Al, io sono così figo che potrebbero shipparmi con chiunque. Non disgusterei nessuno. E poi..Lily, io non tratto mai male nessuno. “
“Oh sì che lo facevi, ora invece..sai spero non sia vera la mia teoria,adesso sei troppo sdolcinato, Al potrebbe disinnamorarsi subito, se è vero che è masochista.”
La volete piantare di parlare di me?” scoppiò Al facendo ridere entrambi,

“Oh, Lils, sei fantastica.” Disse James andando ad abbracciarla.
“Lo so. “ si gasò lei. “è..una cosa seria?” chiese dando l’impressione di saperlo già.
I due ragazzi si fissarono.
“Lils..ecco..un’altra domanda?” chiese James.
“Perché? Io voglio saperlo.”
“Non risponderemo alla domanda, Lils, è già abbastanza grave che tu sappia.” Disse Al.

“LO AMO.” Disse James tutto d’un tratto.
A Lily e Al si mozzò il respiro in gola.
“CI amiamo,è inutile che lo nascondiamo ancora. Dopo quello che ha fatto LIls per noi, come ci ha affrontato..insomma, è stato epico. Glielo dobbiamo. Facciamo seriamente, anche se siamo..terrorizzati. Ci dispiace di avertelo tenuto nascosto, ma non volevamo..addossare a te questo peso.”

“Temevate di sentirvi giudicati da me. Mi ritengo offesa.” Disse lei.
“Ci faceva paura l’idea, è vero, ma era anche per proteggerti, Lils. Nessuno può venir a sapere di noi.” disse Al con fatica.
Lily sospirò.
“Ma come farete in futuro?”
“Ne abbiamo parlato tra di noi. L’idea sarebbe quella di trasferirci, dove non ci conosce nessuno, nuovi documenti, nuove identità..” cominciò James.

“Bravi geni. E quando mamma, papà, la nostra famiglia verrà a trovarvi, come nasconderete la cosa delle identità nuove?” chiese Lily.
“Dobbiamo pensarci per forza adesso? Voglio dire, quanto possiamo essere sfigati, per dover mostrare i documenti proprio quando ci sono i nostri famigliari? Comunque ci inventeremmo qualcosa. Ora non è ancora tempo.” Disse Al.
“Certo poi coi sono altre problematiche, anche il fatto che Al ha sempre il terrore che io mi possa stancare di lui e possa tradirlo.” disse James.
Al lo zittì con un’occhiataccia.
“Ah, perché, fate già sesso?”
“Lils!!!” Al stava morendo di imbarazzo.
James si rotolò dalle risate.
“No, perché il SIGNORIINO fa il prezioso.” Disse Al, zittendo così il corvino.

“JAMIE! NON ME L’ASPETTAVO DA TE.” Disse Lily sconcertata.
James quasi si strozzò.
“Stiamo parlando di mio fratello eh.”

“Grazie tanto per aver ricordato che è anche il mio fratello eh! E comunque che fine fa la tua fama di playboy??” chiese Lily.
“Lils!! Stiamo parlando di Al!!” puntualizzò ancora James.
“La sua faccia sta diventando sempre più paonazza, credo si stia sentendo sempre più offeso.” Disse Lily.

“Cos..NO! “ impallidì guardando Al, che era livido. “Al, non è come pensi..è che..oh, accidenti, non sono un pezzo di merda, ok? Un conto sono..quelli che mi faccio così senza impegno..ma Al..a lui ci tengo e non voglio..usarlo. Non me lo perdonerei mai.”
“Mi hai appena dato di uno da una botta e via , stai facendo di peggio.”
“Oh, diavolo, perché non vuoi ascoltarmi!”

“Stai praticamente dicendo che se scopi con me, mi lasci! Come dovrei prenderla?”
“NON dire queste parole davanti a Lily!!”
“Non sono una scolaretta al ballo di fine anno.” Disse Lily.
“Oh, accidenti! Non posso parlare e agire liberamente se c’e LEI davanti.” Disse James strappandosi i capelli.
Lily sorrise sorniona.

“Capisco. Se non ci fossi io qui…ma non strapparti i capelli, Jamie, strappagli i vestiti, se vuoi fare qualcosa di produttivo.”
“LILY.” Al era scioccato oltre l’immaginario.
James cominciò a ridacchiare senza ritegno.
“Tutto questo è senza senso. Stiamo discutendo del nostro rapporto..di SESSO..con davanti nostra sorella minore.”
“Del VOSTRO sesso. Aggiungerei io.” Disse lei bevendo latte al cioccolato.

“Lily, piantala per favore, ci stai mettendo fortemente a disagio.” disse Al.
“Va bene!” disse lei balzando giù.” Questa storia ha smesso di divertirmi. Almeno per stasera.” Fece l’occhiolino. “Ora me ne vado.”
“Oh, no, dobbiamo ancora parlare. Non abbiamo finito.” Disse James.
Lei sbuffò.

“Noi tre sì, per ora. E poi Al è troppo agitato, ti tocca agire per calmarlo subito e visto che fino a che io sono qua, non farete un bel niente, mi conviene andarmene.”
“Lils..”
Lei si voltò e abbracciò James, poi Al.
“Vi voglio bene e fate la pace, mi raccomando.” Disse dando un bacio a ognuno, lasciando la stanza.
 
Appena lei chiuse la porta, Al si lamentò.

“Tutto questo è assurdo, come può pensare che appena chiuda la porta, tu mi si butti addosso, ci ha preso per dei cani in calore..”
James lo fissò con un sorriso malizioso e si gettò addosso a lui.
“Ah. No, Jam..Mmmmm”
James aveva schiacciato Al contro il pavimento, baciandolo languidamente.
“Ti amo, Al..sei il mio tesoro..ti amo..”
“E tu..sei un ruffiano..”
Si baciarono ancora, toccandosi e accarezzandosi, sopra e sotto i vestiti.
“Ti amo..” sospirò Al.
 
 
 
 
 
*

“Magari gli incubi che fa Al su te che lo uccidi, hanno un significato erotico. Magari fa parte del desiderio sessuale che non viene appagato.” Diceva Lily mentre erano seduti sulle sponde del lago di Hogwarts.
“Sono sicuro che non è così. È un’altra cosa.” disse James, per la prima volta senza fare battute sull’argomento.
“Ma quando sono cominciati questi sogni?” disse Lily.
“A casa. Prima che tornassimo qui.” disse Al.
“Quindi poco dopo che avete scoperto di volervi.” Disse Lily.
I due arrossirono un po'.

“Ma se fosse così, perché non sono cominciati SUBITO, a Hogwarts? Noi ci siamo..ecco..messi insieme, qui.” disse James.
“Magari il ritornare a casa ha sconvolto Al e l’ha portato ad avere più paura che foste scoperti, questo ha fatto nascere i sogni.” Disse Lily.
“Ma i sogni continuano anche adesso!” disse James.
“E io SENTO che non è quello che tu dici, non...non può essere quello..insomma, negli incubi io avverto una cosa..come di una minaccia..mi sento in colpa..”

“Pensa come mi senta io al pensiero che lui fa sogni così su di me! Almeno gli dessi piacere, invece no! Lo ammazzo! Che beffa!” disse James.
“Ma TU perché non vuoi fare l’amore con Al, Jamie? E lascia stare il discorso fratello e fratello.” Disse Lily.

“Come..come diavolo posso fare a lasciarlo da parte! Già quello che facciamo è..insomma, non voglio dire sbagliato..ma..immorale..e se poi LUI o IO dovessimo pentirci? Io non voglio perderlo come fratello, lui dice che non si pentirà., ma è anche vero che non è stato  mai a letto con nessuno. “
“Però sei uscito di testa quando pensavi che l’avessi fatto.”

“Non ricordarmi quell’idiota ti prego o torno da lui e gli spacco la faccia.” Disse James.
“Ok, secondo me voi siete due idioti.” Disse Lily.
“Prego?” chiese James.

“Insomma, non puoi pretendere di amare AL e non volerci fare quello...se ti preoccupa che avete lo stesso sangue, dovevi pensarci prima, ora non puoi lasciare questa cosa a metà, rovinerà il vostro rapporto..il sesso..è importante, è l’unione di due corpi..cambia tutto, o ti avvicina o ti allontana..ma amerai sempre a metà se non lo fai, lo capisco perfino io che sono ancora vergine.”
Al e Jamie si sentirono sprofondare.

“Io non ho..detto che non vorrò mai farlo con Al..insomma..che ne sapete voi che io non stia pensando a qualcosa di DAVVERO SPECIALE, per farlo? Insomma, dovete rovinarmi proprio tutto?”
Lily lo guardò sgranando gli occhi.
 Ad Al sembrava che fosse arrivata una botta in testa.
“D-davvero? Sei serio?”
“Me l’avete strappato di bocca, direi di sì.”
Al si girò verso Lily.

“Ancora mi chiedo come fai a sentirci parlare di queste cose senza inorridire. Sei fantastica.” Disse Al.
“Ma è ovvio perchè lo fa! Vuole unirsi al menage, non è vero, sorellina?”
Al lo guardò come un cane rognoso, minacciandolo con lo sguardo.
Lily si imbarazzò un po', ma decise di non lasciarsi intimidire.

“Certo! Ho sempre sognato di essere il terzo incomodo tra due consanguinei che sono ossessionati l’uno con l’altro. La mia fantasia sessuale preferita.” Disse sarcastica.
“Scommettiamo che vorrebbe essere baciata da noi, che dici Al?”
“Dico che se non la smetti subito, ti faccio finire sottoterra.” Disse Al.
“Jamie non credi che stai un po’ esagerando?” chiese Lily guardando Al.
“E perché? Che vuoi che sia un bacio? Lily vieni qui.”
“No.” disse lei ma con un sorriso divertito poco convinto.

“Oh, che palle!! Allora ti prendo io.” Disse James prendendola per le ascelle.
Lily strillò e James gli stampò un bacio sulle labbra appena poco trattenuto per pochi secondi.
Lily diventò di tutti i colori, ad Al si mozzò il respiro.
“Allora, sono un ottimo baciatore?” la provocò lui, ma guardò Al intimorito.
Lei si riprese subito e avendo controllato che nessuno li avesse visti, si lanciò verso Al.

“Vediamo.” Disse lei stampando un bacio in bocca anche al biondino.
Il bacio fu dolce e anche stavolta solo labbra.
“Mmm..non so, per decidere meglio, dovreste aprire la bocca.” Disse lei.
Guardò il volto dei due e scoppiò a ridere.

“Ragazzi, fratellini, sto scherzando. Non voglio mettermi in mezzo a due innamorati, vi voglio bene ma no..non vi vedo in quel modo..questo era solo..un bacio di unione. “ disse lei alzandosi.
Al sorrise capendo cosa voleva dire lei.
“Certo voi dovreste fare un altro tipo di unione.” Disse lei facendo l’occhiolino. “Sbrigatevi ad arrivare a dunque.”
 
 
 
 
 
*

Era ottobre e le classi di Hogwarts avevano deciso di fare questa gita in Irlanda, ora che c’erano gli ultimi caldi prima dell’arrivo del Natale.
Era una bellissima giornata e neanche a farlo apposta, i due fratelli Potter si erano persi.
Erano su una splendida collina e si stavano spintonando.
“Tu e il tuo cazzo di senso dell’orientamento, Jam! Fa schifo.”

“Non è colpa mia, la cartina diceva..” disse James, facendo finta di sfogliare una cartina immaginaria.
“Due occhi così belli sprecati per vedere il mondo.” Disse Al spintonandolo.
“ Me li sono rovinati a forza di guardare te.” Disse lui con fare melodrammatico.
“Paraculo.”
“Guarda Al, sono diventato come Marco Polo.” disse James, mettendosi una mano sulla tempia fingendo di guardare l'orizzonte.

Al lo spintonò e finirono a rotolarsi fino a cadere su uno spiazzo erboso.
“Se i prof si incazzano con noi, te la faccio pagare.” Disse Al.
“Mmmm sembra quasi come una minaccia MOLTO piacevole.”
James si avvicinò al suo viso con una dolcezza assurda, accarezzandogli il mento con due dita e Al si zittì.
Attorno a loro c’era il prato rigoglioso, sentivano il profumo dei fiori che inondò i loro respiri.

L’aria di primavera.
Eppure era quasi natale.
Erano ad ottobre.
Ma Al sentiva l’aria della primavera!
L’aria fresca, il profumo dei fiori e il suo corpo contro il suo.
Ad un certo punto le carezze di James si fecero più audaci, più INTIME, più febbrili. Era eccitato e Al poteva sentirlo sia tramite le sue carezze sia tramite la durezza del suo membro.

Al gli prese una mano che era sul suo fianco e gli baciò le dita.
“So che mi vuoi..lo sento..”
“N-no..no..siamo in gita..”
“Jam..ti SENTO..”
“Cazzo..”
“No, non alzarti. Sta tranquillo..ti voglio anch’io..”

“Non adesso.”
“Sì..adesso..ti prego..non rovinare il momento.” gli baciò il collo.
“Diosanto..Al..io..”
“Ehi..io LO VOGLIO..ti prego..smettila di trattenerti..”
Jamie lo accarezzò sotto la maglietta, le sue carezze erano vogliose e si sentiva che lo voleva.
“Al..io..”
“Sì?”
“Ti desidero..cazzo quanto ti voglio..ti voglio da star male..ma..ma..” strusciò la testa sul suo collo.
“Allora non fermarti..vai avanti..”
James smise di parlare e gemette solo. Al lo strinse ancora di più contro di lui.
“Avremo..bisogno..bisogno di una bacchetta..per materializzare del lubrificante.”
“No. Senza.”

“NO. Non lo farò mai senza preparazione.”
“Usa le dita.”
“Sei pazzo. Ti farà malissimo.” Lo guardò disorientato.
“NON-importa. Voglio sentirti. Voglio sentire TUTTO.”
“Pure il dolore?”
“Soprattutto QUELLO.  Non ti rinnego per un po' di dolore.”
James capì subito quello che l’altro intendeva.
“Questo non ha niente a che fare con quello.”

“Sì, invece. Ha tutto a che fare con quello. Gioia e dolore. Ma io voglio TUTTO. Tutto.”
“Al..io non credo che..”
“Voglio tutto. Jamie. Qualsiasi cosa.”
Lo sguardo di James sembrò cambiare.
“Tu quanto sei disposto a darmi James?”
James si leccò le labbra nervosamente.
“Tutto. Ogni cosa.” disse lui.

Al lo guardò compiaciuto.
“Vai avanti, allora.”
D’improvviso, come colpito da un fulmine, James lo baciò di impeto, sovrastandolo ancora di più sull’erba.
Al ricambiò il bacio stringendolo contro di sé, andando incontro al suo bacio, affamato.
“Fermami se..se ti faccio male..”
“Tu fallo.” Disse lui di rimando.

“Oh, Al..”
Lo spogliò e inserì un dito dentro di lui dopo averlo umidificato con la saliva.
Al trattenne un gemito i denti.
Ma non un suono uscì dalla sua bocca.
Il dito di James si muoveva al suo interno, mentre lui continuava a baciarlo sul collo per tranquillizzarlo.
“Al..”

Le carezze sul suo corpo lo portavano in estasi, come in un altro mondo.
Un altro dito.
Era bravo James. Era bravissimo.
Si contorse sotto di lui.
“A-avanti..”
Un terzo dito e Al gemette.

Sollevò lo sguardo su di lui e vide James con questa espressione folle, quasi trasfigurata.
“Jam..” cercò di accarezzarlo sul volto ma non ci riuscì.
Le sue labbra sul suo collo, sul suo corpo.
“Ti amo..ti voglio..ti amo..”
“Tutto…tutto..tutto..tutto...“
James ripeteva questa parola in trance, Al fece fatica a sentirla.
Poi FINALMENTE entrò dentro di lui.

Al si inarcò, emettendo un grido, basso ma ben udibile.
Sembrava come se James fosse sepolto in lui, incollato.
Pelle contro pelle. Freddo contro ghiaccio. E poi ancora fuoco contro freddo.
Che non era ghiaccio.
Era come se James fosse freddo e Al fosse FUOCO e lo stesse scaldando, lenendo, curando.

E insieme a lui stesse guarendo pure Al.
Ma era così strano.
Pelle contro pelle avvinghiati insieme, il piacere non tardò ad arrivare, il piacere sublime di essere un tutt’uno, più legati di quanto due consanguinei sarebbe lecito che fossero.
Al si sentì così tanto bene.
Non si aspettava fosse così intenso.

Poi il mondo sembrò fermarsi, e fu come se delle nuvole li avessero riempiti, come se un’oscura nebbia li avesse circondati.
Al sentì freddo per un attimo.
Sentì James gemere poi cercare di farsi indietro.
“Nnnn.no. Fermo.”
“Al…non posso..io..c’è qualcosa che non va. Devo..fammi uscire. Non posso..”

Al percepì il suo conflitto. Come quello di un lupo smarrito e ferito.
Sentiva quanto lui VOLEVA RESTARE ma sentiva anche che era spaventato da qualcosa che non capiva.
Qualcosa di trascendente.
“No..” disse Al singhiozzando. “Resta..ti prego..”

Ti prego…
Ti prego..
Ti prego..

Quella parola scoppiò nella mente di Al come un uragano.
James gemette e si chinò sul collo di Al per stringerlo forte.
Una replica gli sovvenne alla mente.
Perdonami..
Non la usò solo perché gli sembrava folle, disumana, impropria. Inadeguata.
“Al..è così..intenso.”
“Rimani. J-James…”

James gli baciò le mani quasi con riverenza.
“Ok..ok..io rimarrò sempre cn te, lo sai, Al?”
Una spinta.
Al sussultò.
“Sempre.”
“Un’altra spinta.
“SEMPRE.”
Al lo guardò. James aveva reclinato la testa all’indietro.
Ancora.
“SEMPRE.”
“Sempre”
“SEMPRE”
“SEMPRE.”
“SEMPRE.”
Il piacere minacciò quasi di farli svenire entrambi. Era come cavalcare su un cavallo selvaggio in un’aria fredda e marina. Selvaggio ed eccitante. Liberatorio. Ossigeno puro.
Fecero l’amore quasi trasportati in un altro mondo come se indossassero il corpo di un altro, poi le spinte divennero più seducenti, meno incontrollabili, meno impaurite, più sensuali, pregne d’amore e l’amore si miscelò con la dolcezza facendo un dolce sormontato di tanti ingredienti meravigliosi.
Ad Al sembrò di fare un sogno.
 
Erano in una cucina. Era una cucina molto grande e Albus stava facendo un dolce, era ai fornelli che miscelava l’impasto fatto di vaniglia. Lui, James, lo abbracciò da dietro, succhiandogli il collo.
Erano..sembravano..
Diversi.
Più grandi, alti.
Al aveva dei riccioli biondi che gli ricadevano fino alle spalle, James era così alto..e i suoi capelli neri gli ricadevano in onde sinuose fino alle spalle.
“Sto facendo un dolce per te. Lo chiamerò AMORE.”
James aveva fatto una smorfia.
“Tu e questa tua assurda idea che l’amore vince sempre su tutto.”
“SEMPRE.” Disse Al sorridendo e rubandogli un bacio con una mano che teneva ancora il cucchiaio.
 
Il sole era più caldo, l’erba più profumata, mentre James si spingeva in lui e lo faceva godere.
E non si fermava.
Sembrava durare in eterno questo amplesso.
“Voglio stare con te. Sempre. Sarò al tuo servizio. SEMPRE. Farai di me, ciò che vorrai. SEMPRE.” Disse James baciandolo.
Non sembrava neanche più lui, sembrava aver liberato una parte della sua anima che non conosceva.
“Oh Jamie..tu sei MIO. Non sarai mai di nessun altro.”






















Note dell'autrice: ciao ragazzi, innanzitutto vi CAPISCO se state facendo confusione, faccio confusione io, figuratevi voi xd ma vi assicuro che farò di tutto per rendere la cosa maggiormente comprensibile! Ho intenzione di riunire alcuni capitoli in modo che si capisca bene quello che avviene dopo l'incantesimo, quello che avviene durante l'incantesimo di Lily o quello che SEMBRA avvenire, il problema sta nel riuscire a capire e disinguere le fasi già dal capitolo, quindi devo studiare bene i titoli da usare e come riunire i capitoli, la cosa è molto impegnativa ma lo farò! Nel frattempo, qui stiamo capendo cosa è successo dal momento in cui Al e James si sono baciati! Quindi questa è LA VERA VERSIONE , andando avanti capiremo quindi il perchè Al si è fatto fare quell'incantesimo in cui pensava che James lo avesse tradito.
Non è facile neanche x me tenere il filo, credetemi xd
nel prossimo capitolo però dovrebbe sbrogliarsi qualcosa perchè sarà un capitolo sugli incubi di James!

Ora parliamo delle cose che sono successe in questo! Ho cercato di metterci un po' di tutto, da quando Lily scopre di loro, a quando perfino loro le danno un bacio in bocca ahha
io ho pensato, realisticamente parlando, che dovevo PER FORZA mettere qualcosa anche di piccolo, con Lily, anche solo per scherzare, perchè è impossibile che non venisse in mente a nessuno di scherzarci su, in fondo sono ragazzi, è normale che il pensiero "ma io cosa c'entro"? di lily viene in mente, la cosa dei baci non è niente di equivoca ma solo un gioco tra di loro, un modo x sentirsi più vicina ai fratelli e sdrammatizzare, ma tranquilli non diventerà un poliamore LOL
non credo di riuscire a gestirli e almeno ancora x ora, le mie otp voglio vederle monogame xd e poi Lily ha già i suoi guai xd

spero la prima volta di Al e James vi sia piaciuta! Ho aspettato tanto perchè volevo fosse davvero perfetta e spero non v abbia delusi!
Se notate delle stranezze, non è un errore, ma è tutto fatto apposta xd deve lasciare stranezze e cose non capite, poi capirete perchè xd

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Capitolo 21
*** Gli incubi di James ***


Avviso: voglio dire una cosa importante sui sogni di Al e James. I sogni che fa James sono gli stessi che faceva PRIMA Al, solo da una diversa prospettiva, in questo capitolo riporto sia quelli di James sia quelli di Al, ma quelli di Al non sono di ora, ma antecedenti, li riporto di seguito solo per fare il confronto, è importante che si capisca la cronologia esatta! :))





“Fallo. TI PREGO. FALLO.”
“NO. NOOOOOOO.”
James aveva appena spinto Albus in un precipizio facendolo cadere.
“James. JAMES!”
“Eh?? C-che cosa c’è?”  chiese James, svegliandosi. Avevano dormito nella stanza delle necessità. Era stata ricostruita dopo la battaglia di Hogwarts.
“Stavi avendo un incubo.”

James si mise una mano a spettinarsi i capelli.
“Maledizione.”
“Che cosa sogni tutte le notti? Sono gli stessi incubi che facevo io?”
“N-no. No.”
“Jamie..”
“Credimi.”
“Vorrei..”
“Credimi, piccolo.” Disse James accarezzandogli i capelli.

Al lo abbracciò dolcemente mettendo la testa sul suo petto.
 
 
 
*

“Al…Al…no, ti prego..tu non devi..non devi..morire..”
“Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”
“Sì, invece! Bevi questa!”
James gli passò un recipiente come una ciotola, Al bevve avidamente, fidandosi.
Poi urlò.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.”

Si tenne fermo il petto, poi stramazzò al suolo.
“No. Non è possibile. NOOOOOOOOOOOOOOO!” gridò James in ginocchio, tenendosi i capelli devastato.
“James, svegliati!!”
“NOOO!”
“James. Ti prego. Sono qui. Sono qui.”
James cominciò a piangere contro di lui.
“Guardami, sono qui.”

“Al..io ti uccido. Ti uccido tutte le volte. Faccio gli stessi sogni tuoi.”
“Come fai a dire che sono gli stessi?”
“Io..come potrebbero essere diversi? Oh dio, Al, come fai a sopportarli?”

“Sono diverse notti che non li faccio più ormai..” Al sgranò gli occhi. “E li stai facendo tu. Oh dio, James, che cosa ci sta succedendo?”
“Non lo so..non lo so..oh, so solo che fa male. Tanto male!”
 
 
 
*

“Così, prima era Al a sognare che tu lo uccidevi e ora sei tu.” Disse Lily.
Erano ancora all’ombra di un albero, Lily aveva un quaderno su cui appuntava quelle cose.
“Non scrivere di noi due su quel quaderno.” Gli disse James guardandola male.

“Credi che sia una scema? Se anche lo facessi, e non ne ho intenzione, farei prima un incanto per nascondere quelle righe.” Disse Lily.
“Va bene, torniamo a noi! Non riesco a credere che Al sopportasse una cosa simile con quella calma, voglio dire, io sono molto più agitato di lui! E pensare che quasi mi faceva ridere la cosa!”
“E questi sogni sono passati a lui, dopo che avete fatto l’amore?”
James e Al le coprirono la bocca e lei ridacchiò.
“Non c’è nessuno qui, stupidi.”
“Non avremmo dovuto dirglielo.” Borbottò Al.

“Ceeerto. Voi sparite per mezza giornata mentre siamo in gita e io non dovrei pensare male, pffff.”
“Quando lo farai anche tu, ti prenderemo in giro come non mai.” Disse James sorridendo.
“Cerchiamo di concentrarci! La risposta è sì, già la notte stessa mi sono passati!” disse Al.
“Sì, ma..sono passati a LUI e son venuti a ME!” disse James indignato.

“Magari allora avevamo ragione che fossero parte di una tensione sessuale!” disse Lily.
“Ma ci sentite? Se fosse così, perché ora li ho io?”
“Lily non è la nostra strizzacervelli, anzi ci sta sopportando già fin troppo! Lei avanza ipotesi ma..non ha la verità in tasca! Magari…” Al esitò. “Sì, magari io ora sono tranquillo ma ora sei tu a stare angosciato, magari ti..senti in colpa? “

“Al, non potrò mai pentirmi di quello.” Disse James. Aveva lo sguardo ardente quando lo disse. Ardente e fiero.
Al lo guardò sbalordito e poi con una gioia palese in faccia che gli trasfigurò il volto di gioia selvaggia.
Lily tossì imbarazzata.

“Okayyyy. Passiamo ad un’altra ipotesi. Magari qualcuno..vi..ha fatto un malocchio? Degli incubi che vengono scacciati con un pensiero molto felice? Insomma, sarebbe come se gli incubi fossero dei dissennatori e il pensiero felice, sarebbe il vostro patronus. Al ha scacciato gli incubi dopo che voi..ecco..poi per qualche ragione, gli incubi sono passati a te, Jamie.”
“Ma perché non si sono eliminati semplicemente?” disse Al.

“Magari NON POSSONO, magari non è una cosa eliminabile, è possibile scacciarla, solo se la passiamo a qualcun altro, magari..magari quando noi abbiamo..fatto l’amore..in qualche modo i tuoi incubi sono passati a me?”
“Quindi adesso dovrei..uh..sentirmi in colpa?” chiese Al.
“Calma! Prima cerchiamo di capire se sono GLI STESSI. Sono quelli che facevi tu, Al?” chiese Lily.
Al ci pensò su.

“A dire la verità, ci ho riflettuto in questi giorni e no.non sono gli stessi..l’ho detto anche a James."
“Bene, siccome io sono una scema e vengo sempre messa al corrente per ultima, ripetilo anche a me.” disse Lily.
E Al ripetè quanto gli aveva detto.
 
 
 
*

SOGNO DI AL: 

“Fallo. TI PREGO. FALLO.”
“NO. NOOOOOOO.”
L’amore della mia vita, di TUTTA la mia vita..mi guarda ed è straziato. Non vorrebbe farlo, ha l’espressione di chi è stato appena condannato a morte. Ma io ho fiducia in lui.

Uccidere spezza l’anima, ma lui non mi sta uccidendo, è la mia richiesta a lui, lui lo fa PER AMORE.
Come ha fatto tutto sempre quello che gli ho chiesto in questi anni.
Tutto PER ME.
Fallo amore, mio, io ti perdono.
Quella notte, erano ancora dai Potter. La prima notte che Al ebbe degli incubi. E James si svegliò subito.

“Hai avuto un incubo, Al.” Lo abbracciò.
Ed Al si cullò nel suo abbraccio, stretto, come un bimbo, non rispose, ma lo baciò piano, e tra un bacio e l’altro, gli raccontò il sogno.
“Al..è orribile..io.”
“Tu non lo faresti mai, sta tranquillo. Io lo so. Ora dormiamo? Voglio dormire abbracciato a te.”
 
“Jamie..mi dispiace dirtelo, ma io..ricordo questa cosa, in maniera diversa da come la vivi tu.” Disse Al dispiaciuto, dopo che James gli ebbe raccontato il sogno.
 
 
*

SOGNO DI AL: 

 “Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
Quanto dolore, quanta sofferenza amore mio, tutto per me, stai soffrendo per me, per una vita che oramai ha fatto il suo corso.
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”

Quanto sappiamo essere crudeli noi con chi amiamo di più! Dire alla persona che amiamo che non può fare NULLA per impedire la nostra morte, questa è vera crudeltà. Altro che mostri. Altro che..Voldemort.
“Sì, invece! Bevi questa!”
James mi passa il recipiente e io bevo.

Non posso fare a meno di fare tutto quello che mi chiede, mi fiderò SEMPRE di lui.
SEMPRE.
È la persona di cui mi fido di più al mondo.
Metterei la mia vita nelle SUE mani.
Grido.
Soffoco.
Non si può impedire il destino.

Addio, amore mio, mi dispiace da morire lasciarti solo.
Qualcuno si prenda cura di te, vi prego.
 
 
 
SOGNO DI JAMES  
 
Lo odio come non ho odiato mai nessuno.

Non si rende conto che ora che mi trovo qui, desidero solamente fare una carneficina.
Uccidere TUTTI quelli che mi trovo qui davanti, qui attorno.
Non so chi mi da la forza di non farlo e di rispettare il suo ultimo desiderio.
Ti odio. Ti odierò per sempre,Albus.
GUARDAMI. Questo odio nella mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai.

Dovrai portartela dietro nella tomba, e nell’aldilà.
“AVADA KEDAVRA!!”
 


SOGNO DI AL

Siamo in una torre.
E pensare che tutti pensano che una torre sia una fortezza inespugnabile, invece non è così.

A lungo mi rimarrà impressa l’immagine di questa torre, lo so.
Non la dimenticherò mai.

È diventata un simbolo di orrore, un simbolo di morte.
Un PASSAGGIO.
James…amore mio.
Fallo.
Lo so, mi odi, vuoi che io ti odi a mia volta.
Forse vuoi punirmi.
Ma io non potrò mai..MAI.odiarti.

So che anche il tuo odio di adesso, è simbolo del tuo dolore.
E io non potrò mai odiare la persona che amo e che sta soffrendo enormemente.
E anche adesso mentre muoio e mi sento così leggero
Non posso fare a meno di pensare, non alla mia stupida vita
Vuota e insulsa.

Ma a te, all’enorme dono che qualcuno ha voluto farmi.
Forse non lo meritavo, o forse sì.
Ma qualcuno per chissà quale motivo, ha pensato che io lo meritassi.
Meritassi TE.
Ed è questo che io ringrazio.
Chiunque egli sia.
 
 
“Nooooooo. Nooooooooooooo. NOOOOOOOO. NOOOOOOOOO. NOOOOOOO.”

James non riusciva a fare a meno di gridare. Gridava nella sala comune, attirando l’attenzione di alcuni. Scappò. Prima in sala comune, poi attraverso i corridoi, usando il mantello, come un sonnambulo.
Arrivò nella sala comune dei Serpeverde e una volta li, perse di nuovo la lucidità, irruppe nei dormitori, Al si svegliò, sonnecchiando e guardandolo stupito.
James???” si alzò in piedi, scattando. “Che c’è?? CHE SUCCEDE?”

Ma non riuscì ad afferrarlo, che James lo spinse, scaraventandolo sul letto e pressandolo li con il suo corpo.
Al all’improvviso ebbe paura. I serpeverde gridarono e Scorpius cominciò a cercare di spintonare via James per liberare l’amico.
Al d’altra parte era terrorizzato dalla paura che James senza lucidità, dovesse decidere di baciarlo davanti a tutti.
“James, lascia Al, lascia tuo fratello, gli fai male.”

“Tu mi hai fatto questoooo. Mi hai COSTRETTO AD UCCIDERTI. SEI UN MOSTRO. UN MOSTRO.” Gridò, calcando su quelle due parole.
“James! Al non è morto. È vivo. È VIVO. Guardalo” Continuava Scorpius, lo afferrò per il braccio, convincendolo a guardarlo. Lo sguardo di James sembrò cambiare. "È vivo e lo stai spaventando." "No..NO!" James era ancora provato, aveva allentato la presa, ma sembrava ancora provato e non in sè. Scorpius provò ancora.

"È vivo! E ti vuole bene! Guardalo!

"NO! LUI È MORTO!!"

“Qualcuno chiami gli insegnanti!” gridò Scorpius agli altri.
“SEI MORTO! DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE. TU SEI MORTO. HO FATTO TUTTO PER TE! TUTTO QUELLO CHE MI HAI CHIESTO!”

“Andate fuori.” Disse Scorpius agli altri.
“Ma..”
“ADESSO!! Gridò il biondo e quando la camera fu libera, Scorpius gridò ad Al.
“Bacialo.”
“Cosa??? Ma ti sembra il momento?”
“Non vedi che non è in sé? Bacialo e magari così si calma, oppure va a finire che ti ammazza sul serio! Non ho il coraggio di schiantarlo in queste condizioni. Sembra simile al sonnambulismo! Potrei mandarlo in coma!”

Al ci pensò su e gli diede un bacio, agitato ma colmo d’amore.
James mugolò come un lupo ferito, ma si ancorò all’altro come a un’ancora di salvataggio.
Dopo circa un minuto, lo lasciò andare, ma si aggrappò ancora più a lui.
 
La porta venne aperta di schianto come se fosse quasi buttata giù.
Philip , il professore di difesa contro le Arti Oscure, irruppe nella stanza.

“Che sta succedendo qui? Ho visto il ragazzo correre nei corridoi in stato confusionale, poi l’ho perso di vista e ho sentito delle grida cercare aiuto.”
“Oh, professore, la prego, aiuti, James, ha attaccato Al, credo sia un attacco di sonnambulismo.”
“Ha detto qualcosa nel sonno?”
“Ha detto..ha detto che Al l’ha costretto ad ucciderlo..”

Philip appariva turbato ma cercò di simulare una freddezza che non provava, prese in braccio subito James.
“Voi venite con me! deve essere portato subito in infermeria. Si è calmato da solo?”
Al e Scorpius si guardarono in modo sospettoso, a disagio.
“Sssi. Al l’ha abbracciato ed è riuscito a calmarlo, infine.” Disse Scorpius.

Philip assottigliò gli occhi come se fosse sospettoso, ma non fece altre domande e continuò a dirigersi in infermeria con loro alle calcagna.
 
 
 
 
*

James aveva ricevuto un sedativo e ora era sdraiato nel lettino, Philip lo studiava attentamente, Al e Scorpius erano li davanti a lui, il biondo era in evidente stato di alterazione e cercava sempre di avvicinarsi al fratello, cosa che non sfuggì all’insegnante.
“Calmati, Potter, o dovrò sedare anche te.”
“Beh, FATELO!Almeno potrò stare qui a controllarlo.” Disse Al senza controllarsi.

“Ne dubito fortemente, visto che dormiresti, ora, Malfoy ti chiedo di accompagnare il tuo amico nella sua sala comune.”
“IO NON MI MUOVO DI QUI. NON LASCIO MIO FRATELLO DA SOLO!”
Tu sei esattamente il motivo per cui tuo fratello si trova li, ora ubbidisci se non vuoi che ci ripenso sulla mia idea di segretezza e non corra subito dagli insegnanti a rivelare come si sono svolti i fatti.”

Al lo guardò boccheggiando e Scorpius gli circondò il collo, guardando il prof con aria minacciosa.
“Il mio amico non ha nessuna colpa in quello che è successo.”

“Beh, questo lo vedremo. Ufficialmente la versione che daremo domattina è quella che Potter ha avuto una crisi fuori dalla sua sala comune ed è stato soccorso dal mio proverbiale intervento che passavo in quel momento, eviteremo di dire che è andato a bighellonare nella stanza comune dei Serpeverde e anche che sembrava avercela particolarmente con suo fratello. Così eviteremo anche spiacevoli indagini e sospetti, ma voglio vederci chiaro in questa storia, ho già informato Madama Chips che qualunque cosa venga fuori dalle analisi, di fare rapporto a me. E sarebbe una cosa BELLISSIMA se decideste di ringraziarmi , informandomi anche delle cose che mi avete palesemente taciuto questa notte.”
Al e Scorpius lo guardarono boccheggianti.
“Ma di questo ne riparleremo domani mattina. Potete andare.”

I due ragazzi seppur riluttanti, lasciarono l’infermeria.
 
“Mi ha dato i brividi, a te non ricorda qualcuno con quell’atteggiamento arrogante e mellifluo?” chiese Scorpius.
“Chi?”
“Ma dai! Piton!!”

“Speravo non facessi quel nome.” Disse Albus.
 
 
 
 
 
*

L’indomani mattina, la notizia del ricovero di James fece il giro della scuola e purtroppo malgrado avessero cercato di tenere la cosa nascosta, la notizia che James si fosse intrufolato nella sala comune dei Serrpeverde, riuscì a circolare. Lily si ancorò al braccio di Al, appena lo vide in Sala Grande, e non lo lasciò più andare.
“Come ho potuto non accorgermi di nulla? Perchè non mi avete svegliato??? Che cosa è successo? Sta bene? Dimmelo!!”
“Non ora, Lily. Non è il momento. Scusami.”
Al adorava davvero sua sorella, ma quel giorno proprio non era in vena.

James aveva avuto un’altra crisi, e per giunta avevano coinvolto un insegnante, non andava bene per niente!
“Ti prego! Dimmi almeno che è capitato.”
“E va bene!!! Jamie ha avuto un’altra sua crisi e stavolta è venuto pure a prendermi in sala comune! Sei soddisfatta?”
Lily aveva gli occhi sgranati dall’orrore.

“Che cosa aspettavate a dirmi questa cosa degli incubi, eh??? IO DOVREI ESSERE IL TUO MIGLIORE AMICO!” si infervorò Hugo, materializzato chissà come, in quel momento.
“Hugo..io non..”
“Vai al diavolo!” disse il ragazzo uscendo di scena.
Lily si coprì il volto tra le mani.
Al lo fissò male.

“Come hai fatto a frequentare un idiota del genere? Oggi durante l’intervallo lo prendo a pugni.”
“No! Hugo non c’entra! E poi Jamie è anche suo cugino.” Disse Lily.
“E che diavolo me ne frega??? Non ha il diritto di fare così! Dopo come ti tratta poi! Ma chi diavolo pensa di essere??”
"Vado a calmarlo. Ma Lily, con te facciamo i conti dopo. Anche con te." disse Rose rivolta a Scorpius, evidentemente era poco dietro di Hugo e ora si era precipitata a seguirlo. Al guardò male anche la cugina. Stava per dire qualcosa ma Scorpius intervenne.

“Al, sta calmo. “ disse Scorpius. “Detto tra noi, anche io me la sarei presa se tu non mi avessi raccontato che prima te, poi James, soffrite di incubi notturni. Non è bello essere tagliati fuori.”

“Questa è una cosa tra me e James, è già abbastanza grave che la sappiate voi.” Disse Al.
“Lo sappiamo, Al, ma Hugo non lo sa, lui è solo preoccupato.” Sospirò Lily.
Al sospirò di rimando.
“Il prof vuole vederci dopo pranzo, ci ha firmato delle giustificazioni per le assenze.”

“COSA? Ma cosa vuole ancora??” chiese Lily.
“Interrogarci, crediamo.” Disse Scorpius.
“Non ne ha il diritto!!!”
“Lils, è un insegnante, e James è uscito come un pazzo dai dormitori per aggredire me, dicendo frasi deliranti, ne ha il diritto eccome, fa solo il suo lavoro.”
Lily cercava di trovare le parole per esprimere la sua indignazione. Non ci riuscì.

“Tranquilla, ci sarò io con lui, starò attento che non si freghi e si lasci sfuggire nulla.”
“Voglio esserci anch’io.”
“Non se ne parla!” disse Al.
“Sono anche sua sorella.”
“STANNE FUORI!”

Al e Lily continuarono a battibeccarsi fino a quando non si alzarono dalla tavolata ognuno con un muso lungo due metri.
 
 
 
 
 
*

Una volta che Scorpius e Al, entrarono nell’ufficio di Philip, lui fu sorpreso di trovarsi di fronte anche la ragazzina dai capelli rossi.
“E poi? Devo aspettarmi anche di trovare i Potter e gli Weasley al completo che arrivano a cavallo di una scopa??” chiese stizzito.
“Non siamo riusciti a impedirle di venire.” Disse Scorpius sconsolato.

“Cioè io ci ho provato, ho provato a prenderla a calci, ma lei di rimando si è difesa bene.“ disse Al guardandola male.
Lei fece un sorriso malizioso.
"Chiedo scusa per lui, quando è lontano dal fratello, diventa un gatto selvatico." disse Scorpius, riferendosi al prof e fissando Al, che non commentò. Indice di quanto stesse male.

“Sono la SORELLA e sono a conoscenza degli incubi di James, quindi posso essere presente.”
“È a conoscenza da tempo di questa situazione e non ha avvertito gli insegnanti?” chiese Philip.

Lily si morse le labbra senza rispondere, Scorpius si mise le mani in faccia, Al la guardò con gli occhi che mandavano fiamme.
“Io..”

“Qui la lista di reati si aggrava ulteriormente, mi meraviglio di lei, signorina Potter, ma anche di voi. Che credevate di fare? Lo sapete che avete rischiato grosso? Con la salute non si scherza, al vostro amco poteva succedere qualcosa di grave, magari un collasso! Che credevate, di essere come i vostri genitori???” li aggredì.

Rimasero in silenzio vergognandosi, il professore d’altrocanto non sembrava essere davvero arrabbiato, più che altro si divertiva ad esercitare un certo potere, ma era anche affascinato da tutto quel mistero.
“Voglio che mi raccontiate tutto, adesso. OGNI COSA.”
I ragazzi sembrarono paralizzati.
Lui sospirò.

“Se non mi dite i dettagli, questa situazione potrebbe aggravarsi, il vostro amico rischia la salute. Ho bisogno di sapere almeno come e quando sono iniziati questi incubi, poi se lo ritenete opportuno, tenetevi pure i vostri sciocchi segreti familiari.”
Ci fu un momento in cui i tre si chiesero se il prof SAPESSE, ma poi decisero di passarci sopra.

Al e Scorpius, anche grazie all’aiuto di Lily, raccontarono degli incubi, omettendo ovviamente tutta la storia della liason tra i due fratelli.
 
Dopo i dettagli sui sogni, il professore sembrò turbato.
“Crede sia stato fatto a loro un malocchio, professore?” chiese Scorpius.

“No, lo escludo. Il malocchio, se fosse anche praticabile con gli incubi, e non lo è, non viene passato in questo modo, non viene proprio passato e a quanto mi avete raccontato, ci sono delle differenze negli incubi sia dell’uno , sia dell’altro, sono gli stessi sogni ma vengono vissuti da entrambi con percezioni DIVERSE. Ciò pone molte domande e questo fa pensare anche a un coinvolgimento nel signor Potter. Non è più solo suo fratello a essere coinvolto, ma è una cosa che coinvolge entrambi. Io fingerò di non sapere quello che mi avete raccontato e vi suggerisco di comportarvi ancora così, se si venisse a sapere, entrambi sarete sotto l’occhio del ciclone e gli insegnanti, nonché il preside, sarebbero costretti a chiamare i vostri genitori.”
I tre ragazzi furono allibiti.
“La situazione è così grave?” chiese Scorpius.

“Sì, lo è.” Disse il professore. “Già non è una cosa normale fare gli stessi sogni, indica sempre una qualche connessione tra due individui, ma voi siete anche fratelli, si può pensare a una cosa molto più profonda e verrebbero coinvolti i genitori per andare a scavare se è una cosa genetica, ereditaria, che viene da loro, il fatto che in questi incubi è presente sempre la morte, aggrava ancora di più la situazione.”

“Ma cosa significa? È una cosa..un sogno premonitore? Io non posso credere che mio fratello voglia uccidermi!” disse Al cominciando a piangere. “No! Non lo crederò mai, neanche se me lo dicesse lui stesso!”
Scorpius e Lily annuirono, stringendosi attorno a lui.
Il professore li guardò colpito da tale devozione e fiducia.

“Fatico a crederlo anche io, è per questo che non dobbiamo escludere niente, forse quello che sto per dirvi vi farà piacere, io ho già visto casi come questo, ho una vaga idea con cosa abbiamo a che fare quindi.”
I ragazzi lo guardarono stupiti.

“Le modalità con cui questi sogni si ripresentano, sono significative, se anche ci fosse stato qualche dubbio, il fatto che si presentano addirittura da svegli ma sotto uno stato che ricorda il sonnambulismo, ne è una chiara dimostrazione. Abbiamo a che fare con due possibilità: o ci troviamo di fronte a una vita passata o un sogno premonitore!”
Rimasero tutti a guardare il professore sconvolti.

“Purtroppo certe dinamiche hanno sintomi uguali, non sono sicuro quale delle due, ma esiste UN MODO per escluderne una, che è un incantesimo che ricorda MOLTO l’ipnosi regressiva babbana.”
“Di che si tratta? Dovremmo farci ipnotizzare?” chiese Al sconvolto.
“Una cosa per volta. Questo incantesimo è molto delicato. È simile all’Incanto Revelio, solo che non agisce sugli oggetti, ma sulle ANIME. Qui qualcuno di voi crede alle vite passate?”

Lily alzò le mani.
“Ciecamente.” Disse lei sorridendo.

“Bene” si rivolse a lei quindi. “Ora ascoltatemi bene, la reincarnazione dopo la morte è una cosa più grande di quella che si possa credere. In pochi ci credono proprio perché è difficilmente dimostrabile se non facendo degli incanti specifici, anche i babbani hanno fatto dei rituali che permette loro di ricordare stralci di vite passate, questo con l’ipnosi, ma perché c’è bisogno dell’ipnosi per ricordare le loro vite passate? Perché la MENTE per proteggersi, dimentica. È un meccanismo difensivo per non impazzire. Ricordare la propria morte è una cosa che potrebbe farti uscire di senno, quindi abbiamo questi blocchi, fin da quando rinasciamo, è anche una cosa che ci permette di rifarci una vita senza condizionamenti, se ricordassimo le nostre vite passate, resteremmo sempre aggrappati ai nostri passati amori, ai nostri passati errori, rabbie, rancori, non potremmo quindi EVOLVERCI, avere un’altra identità e qual è lo scopo invece della rinascita? EVOLUZIONE. Ecco perché entra in campo il blocco. Tuttavia..a volte il blocco fa più male che bene, qualcosa va storto e gli antichi traumi non sono rimossi del tutto dalla nostra mente ma si ripresentano nonostante il blocco. Non sono stati superati, oppure le persone avevano questa cosa in sospeso che non riescono a lasciar andare neanche con l’arrivo della nuova vita. Ci siamo fino a qui?” chiese.
Tutti annuirono.

“È molto difficile che una mente umana o anche magica, riesca a ricordare una vita passata, spontaneamente, ma con un'ipnosi, che va a inficiare sul subconscio, è possibile ricordare qualcosa, ma è una cosa invasiva, si va a invadere la lucidità di una persona, diversamente non è possibile che essa ricordi. La mente farà di tutto per impedirgli di ricordare, SOPRATTUTTO se si tratta di ricordi dolorosi.”
L’uomo fece una pausa , poi riprese:

“Esiste un incantesimo, che provoca un sogno molto VIVIDO alla persona coinvolta, un sogno talmente vivido da sembrare VERO, è un rituale che va a colpire molto la psiche, fortunatamente senza fare danni alla mente, ma sconvolgendola, sconvolgendola così tanto che, se i suoi sogni sono provocati o dipesi da una sua vita passata, essi verranno a galla, mostrando al sognatore e alla persona coinvolta, un volto diverso. Il sognatore si vedrà con un’altra faccia, forse vedrà anche le persone accanto a sé, con un’altra faccia, sempre se sono coinvolte pure loro. Naturalmente questo accade se in un arco di tempo recente, i suoi sogni comprendono delle sue vite passate. Se pure ha vissuto una vita passata ma i suoi sogni non hanno niente a che fare con questo, i volti resteranno come al solito.”
“Se non dovesse succedere nulla, non è comunque la prova che James non ha vissuto una vita passata di recente, ma solo che non ha niente a che fare con i sogni.” Disse Lily.
“Esatto, signorina Potter.”

“Quindi, ricapitolando, se succede qualcosa, i sogni prima miei e di mio fratello, significherebbero che hanno a che fare con una vita passata, se non succede NULLA, rimane..l’ipotesi del sogno premonitore?” rabbrividì.
“Esatto, signor Potter.”
Ci fu silenzio per molti secondi.
“Mi rendo conto che vi fa paura, ma io consiglierei di provarlo, è sicuro, non accadrà niente di male a vostro fratello.”

“Ha detto che..bisogna per forza VIOLARE la sua mente..che è una cosa invasiva..che cosa..che cosa vedrebbe?” chiese Al.
“Signor Potter..io non ne ho idea..bisogna vedere tante cose prima..”
“Che cosa-vedrebbe?”
Lo sguardo solenne di Al lo fece tentennare.

“Cose..intense. Chiaramente per riuscire a indurre uno stato ipnoide attraverso un sogno, bisogna agire MOLTO sulla sua mente, e qualsiasi cosa che bisogna forzare nella mente, non è piacevole, per forza di cose.”
“Vedrebbe cose..che lo sconvolgono.” Disse Al tremando ma restando fermo.

“Sì.” Disse il professore sincero. “Diversamente non sarebbe possibile riuscire ad oltrepassare la barriera del suo inconscio, la paura, lo sconvolgimento attraverso le sue più grandi paure è l’unica cosa che permette a un blocco di abbassarsi. La lucidità tiene alzato un muro, lo sconvolgimento dell’anima, è l’unica cosa che riesce ad abbassare quello che nascondi. Per vedere quello che nasconde, qualsiasi cosa sia, DEVE STARE MALE.”

Un silenzio tombale accompagnò quelle parole.
“Lo farò io.”
“Al..” lo chiamò Scorpius.
“No. Ho detto che lo farò io! Mio fratello è stato già male abbastanza. Farò io l’incantesimo. Qualsiasi cosa sia, posso superarla.”
Il professore non sembrò convinto.

“Avrei preferito farlo su una mente inconsapevole..il fatto che tu lo sappia già, potrebbe mandare a monte tutto.”
“O così o non se ne fa niente!”
“Molto bene.”
 























Note dell'autrice: lo so, che dovrei aggiornare le altre storie ma DAVVERO, io era TANTO TEMPO che non sentivo più una passione così per una coppia e una storia e non posso fare a meno di desiderare proprio di scrivere su di loro! mi devo forzare i giorni che non lo faccio, perchè ovviamente ci sono anche le altre storie e già faccio fatica
e chissà perchè, voi mi ricambiate!! Le visite ai capitoli e le persone che hanno messo la storia nelle categorie (preferite, ricordate, seguite) sono sempre TANTISSIME e non so come fare per ringraziarvi tutti <3333 grazie! mi date tanta soddisfazione!! <333
ora rileggendo cercherò di chiarire alcune cose che potreste non aver capito del capitolo, quindi se non le scrivo ora, le scriverò dopo nelle note, visto che magari non mi vengono in mente ora LOL
e nel fattempo procedo a vedere se ho dimenticato qualche errore!! 
Dai che ci siamo, nel prossimo arriviamo sempre di più alla scoperta del mistero e alla fine dei flashback, forse LOL

volevo anche dirvi che.. forse e dico Forse, nei prossimi giorni potrei cambiare il titolo alla storia, visto che questo non mi ha mai convinto x potrei cambiarlo con"Tutto per te" o qualcosa di simile! Ma devo ancora decidere LOL

SCORPIUS: Scusate se l'avevo fatto scomparire negli altri capitoli, ma davvero non lo faccio apposta ahha è che mi dimentico di lui LOL perchè davvero shippo tantissimo Al con il fratello e tendo ad associare Scorpius ad Al e quindi non shippandoli, mi dimentico della sua esistenza, salvo poi ricordarmi e sentirmi in colpa çç scusatemi tutti xd cmq a scanso di equivoci, SCORPIUS ESISTE LOL e sa tutto, l'avevo anche detto precedentemente, all'inizio volevo fare che non sapesse degli incubi ma essendo il migliore amico, non mi piace dar l'idea che non sapesse NULLA, non lo trovo realistico, un conto è se non sapesse della relazione con il fratello ma una volta che lo sa..non c'è motivo per cui al non debba dirglelo. anche solo per confidarsi.

LE SPIEGAZIONI SUI SOGNI: Spero davvero mi sembrino comprensibili, ho fatto un po' fatica e il linguaggio è un po' acerbo me ne rendo conto, ma è il mio modo di fare e una scelta stilistica, infatti io ODIO quando leggo un linguaggio troppo elaborato da professoroni, io preferisco sempre leggere un modo magari meno da professore di spiegare cose complesse, ma che sia di facile comprensione, in modo che tutti possono capire bene! Spero vi sia piaciuto come il prof abbia spiegato la cosa dei sogni :))

HUGO: stessa cosa per il doscorso di Scorpius, lo vedremo ancora, anche x la situazione con Lily! Vedremo anche Rose, ma non spesso.

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Capitolo 22
*** James dorme dal professore in attesa dell'incantesimo ***


Al  una volta tornato in sala comune, fu assediato dalle domande dei compagni, lui rassicurò tutti che James stava bene e era in infermeria, soffriva solo di incubi notturni, poi si mise a letto, subito raggiunto da Scorpius sul suo letto.

“Stai tranquillo, ok?” sussurrava Scorpius prima di mettere su un incantesimo silenziante.
“Non credevo fosse così grave..mi sento in colpa per aver trascurato la cosa..”

“Non potevi sapere che fosse così grave..ascoltami..in fondo si trattavano solo di incubi..e non è ancora detto che sia qualcosa di grave..”
“Se James l’ha presa così..lo è invece..”
“Ma tu non l’hai presa così male..”

“Sì..perchè avevo chissà come la sensazione che non dovevo temerlo..perchè ero IO a volerlo..”
Scorpius lo guardò stralunato.
“Chissà questo cosa vuol dire..però adesso cerca di dormire.,ehi, ti voglio bene, amico.” Disse abbracciandolo.
 


*
L’indomani mattina, James si svegliò e si trovò in infermeria.
“Ma che diavolo..dove sono?”

Flash di lui che gridava e usciva dalla sala comune, lo tempestarono.
“Madama Chips!”
“Oh, caro ti sei svegliato.”
“Che è successo? Perché mi trovo qui?”
“Devi stare calmo, Potter, hai avuto degli incubi ieri notte e i tuoi amici, tuo fratello e il professor Philip ti hanno portato qui.”

“CHE COOOSA?”
 
 


James non poteva crederci, non ricordava mente, doveva essere uscito di testa quella notte, e chissà Al come stava in pensiero. Gli dispiaceva di disobbedire alla Chips, ma doveva assolutamente andare da lui e rassicurarlo. Non solo rassicurarlo..devo ahhhh vederlo..sono proprio un idiota...un deficiente innamorato..

 Cominciò a cercarlo, poi lo intravide nei corridoi prima della colazione, quindi lo acchiappò e lo spinse contro il muro.
“JAMES? Cosa??? Stai bene?”
“Mi sono risvegliato in infermeria. Che diavolo è successo?”
“Hai avuto una crisi. Ti hanno permesso di lasciar già l’infermeria?”
“No! Hai presente come mi chiamo? Non ho bisogno di permessi!”
“NON AVRESTI DOVUTO!”

“Al, ma che ti prende??? Sto bene! E poi volevo sapere che diavolo è successo! Madama mi ha detto solo che ho avuto degli incubi..ho detto qualcosa che non devo? Gli insegnanti?”
Al sospirò e Scorpius si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla.
“Dobbiamo parlare.” e così gli raccontarono tutto.
 
James ovviamente non la prese bene.

“Farò io l’incantesimo, se proprio devo! Tutto questo è per colpa mia, perchè lui ha sopportato stoicamente la cosa e io sono regredito a bambino di 5 anni.”
“James, adesso piantala o davvero fai capricci! Ho detto che la faccio io, fine della storia!”
James gli mise le mani sulle spalle.
“Promettimi che qualunque cosa vedrai, qualunque cosa ti dirò, non crederai a una parola e ti fiderai di me.”

Al lo guardò intensamente, stava quasi per ribattere, quando Scorpius gli battè una pacca sulla testa.
“Ahio! Ma cos..”
Stupido cetriolo scadente! Al DEVE CREDERCI o non si sconvolgerà e l’incanto non funzionerà!”
“È che ancora non riesco a credere a questa cosa dell’incanto e delle vite passate, voglio dire, uno come me è per forza speciale e unico!”
Lily che aveva ascoltato tutto, scosse la testa.

“Vedo che Jamie fa per forza di testa sua. E che non capisce come funzionano le vite passate. Dovresti leggere qualche libro una volta ogni tanto, Jamie.”
Ma James si voltò verso di lei con una reazione inaspettata.
“Vai a litigare con Hugo e lasciami in pace, LILY.”
Era metà scherzoso e metà serio e tutti lo fissarono. Lily sembrò basita.
“Come hai detto?”

“Ho detto che DEVI LASCIARMI IN PACE!
Gridò quell’ultima frase e Lily lo guardò scioccata.
“Sei arrabbiato con me?” cercò di prenderlo per il polso, ma James si scansò rudemente,
“Jamie ma che ti prende? È LILY. Perché la tratti così?” lo rimproverò Al.
James la guardò male ancora per qualche momento, poi sembrò pentirsi e sgranò gli occhi.

“Lils…m…mi dispiace...io non so perché.” Si passò la mano sulla faccia. “Scusami.” E se ne andò.
“Si può sapere che cos’ha?” chiese Rose avvicinandosi con Hugo.
“È per via ancora di questa cosa che ha degli incubi? “ chiese Hugo.
Li guardarono stupefatti I due fratelli Hugo e Rose erano ancora estranei alla vicenda ma avevano ovviamente saputo come tutti, della crisi di James e sembravano preoccupati.

"Sì" tagliò corto Lily. "Ma non dovete preoccuparvi, Madama Chips se ne sta occupando, crede..uhh sia un caso di sonnambulismo magico." e scappò via prima che potessero fare altre domande.

"Io..uhhh vado a fare colazione! Le sfuriate di James mi mettono appetito." disse incoerentemente Al.

"Che citrullo. Cerca di dare la colpa al fratello, per giustificare il suo appetito vorace. Scusatemi ma corro anch'io prima che si prenda tutti i croissants al cioccolato!" disse Scorpius lasciandoli soli.
 
 

*

Lo stesso giorno però, James ricevette una lettera che richiedeva che dormisse negli appartamenti del professor Philip per evitare che accadesse un’altra cosa simile, lui non la prese bene ma Al riuscì a farlo ragionare.
Durante la notte però Al, non riusciva a dormire e lasciò la sala comune.
Poco prima, Philip che stava dormendo sul divano, venne svegliato dalle grida di James che chiamava Al.

“Maledizione, sta tranquillo, ragazzino. Che devo fare ora? Fargli una tisana o un incantesimo? E dai calmati. Oh, adesso cosa faccio?”
Neanche due minuti dopo, Al fece irruzione.
“Potter, cosa diavolo ci fai qui? Questo non è un bel momento.”
“È mio fratello quello che sta gridando?” chiese e si precipitò correndo senza rispondere.
“Ho capito già che per stanotte non si dorme!” sbuffò lui.
 
Quando arrivò in camera vide Al seduto al centro del letto che cullava suo fratello con la testa premuta sul suo petto.
“Sta tranquillo..sono qui..non ti accadrà niente di male..dormi..adesso..dormi..tranquillo.. " gli diceva dolcemente, accarezzandogli i capelli.
Il professore guardò quell' immagine stupito e si riempì il cuore di letizia.
Non ricordava di aver mai visto un legame fraterno così intenso. Era così bello da vedere!

Da quando conosceva quei due ragazzini, era come se fosse tornato all’adolescenza, quando ancora credeva ai buoni sentimenti, quando ancora pensava, credeva, che esisteva anche la luce, oltre all'oscurità.

Scosse la testa per scacciare quei pensieri, i fratelli si erano addormentati rannicchiati abbracciati insieme. Lui mise una coperta su di loro e cercò di dormire.
 
 
*
 
“Arrivare alla mia età e lasciar dormire uno studente nei miei appartamenti! Cerchiamo di sbrigarci a fare questo incantesimo subito, così finiamo in fretta questa storia, che imbarazzo.” Disse il professor Philip mentre James si lanciava verso Al, abbarbicandosi in lui.
Era la seconda notte di fila che dormiva li da Philip e il povero professore dormiva sul divano. Al quella notte aveva aspettato che tutta la scolaresca dormisse, per sgusciare via dai dormitori, accompagnato dai suoi amici, almeno mezz'ora prima di quando James solitamente ha i suoi attacchi.

James sembrava in stato confusionale, Scorpius lo guardò male.
“Che cosa gli ha dato? Non sembra in sé.”
“Non gli ho dato niente! Il signor Poter è rimasto con lui, cercando di impedire che avesse altri incubi, a quanto pare però non ha bisogno di addormentarsi per SOGNARE, però non sembra sognare gli incubi stavolta." Al cercava di fare tutto il possibile per non arrossire.

"Comunque una pozione calmante forse sarei finito per dargliela ieri notte se non si sarebbe calmato, ma poi è piombato all'improvviso il signor Potter.." disse Philip.
“Temevo avesse un’altra crisi come in effetti è successo! Le ha sempre verso la stessa ora, oramai so sempre quando accade più o meno.”

“Sono rimasto scioccato! DUE STUDENTI NEI MIEI APPARTAMENTI IN PIENA NOTTE. Sapete cosa potrebbe succedere? Già è stata una mossa avventata decidere di far dormire qui James, ma far venire anche suo fratello.. e ora la fila si allunga!” disse Philip, sbirciando Lily e Scorpius e poi notando come James, seduto su una sedia vicino al fratello, si strusciasse sul collo di Al, in maniera sensuale.
Lily e Scorpius lo guardarono terrorizzati.
Al era terrorizzato e cercò di scansarlo ma James mormorò “Baciami!” e cercò di baciarlo, Al si scansò per miracolo, lasciando che si strusciò sul suo collo, arrossendo tantissimo. Ma non lo mollò.

Il professore sorrise.
“Però. Interessante. Potrebbe essere un nuovo appunto da annotare su cui riflettere.” Disse Philip piano.
“I-IO NON SO perchè sta facendo così.” gridò Al tutto rosso e imbarazzato.
 “Probabilmente se fossi io li, ci proverebbe anche con me.” disse Scorpius per venire in soccorso dell’amico.
Lily aveva le mani ai lati della faccia.

“Signor Malfoy e signorina Potter potete andare, invece vorrei parlare da solo con il signor Potter.”
“No!! Qualsiasi cosa deve dire può dirla davanti a noi!!”
“Esatto!” disse Lily.
Si alzarono tutti e due in piedi.
“No.” disse Albus.
“No? “ disse Scorpius indignato.

“Se il professore vuole parlarmi da solo, ascoltate ciò che dice.”
“Sei il mio migliore amico! “ disse Scorpius come se fosse una minaccia.
“E io sono tua sorella.” Disse Lily.
“E TUTTAVIA.” Disse il professore mellifluo. “è comunque più intelligente e arguto di voi che state ora facendo i ragazzini capricciosi, avete quasi 18 anni o sbaglio?”
Sembrava che Scorpius stesse per ribattere con qualcosa di molto offensivo ma Al ribattè.

“Io mi FIDO del fatto che il professore ha a cuore l’interesse di mio fratello e se ha bisogno di parlarmi a tu per tu, che così sia. Ora per favore andate.”
“Grazie, Albus.” Era la prima volta che lo chiamava per nome e questa cosa stranamente riscaldò il cuore del biondo.
I due ragazzi se ne andarono ma prima che uscirono, Scorpius abbracciò Al.

Doveva essere un abbraccio veloce di saluto ma si trasformò in un abbraccio stretto in cui i due non volevano lasciarsi andare.
“Sai che puoi contare su di me vero? Se dovesse sospettare qualcosa, dimmelo, ok?”
“Scorpy sta tranquillo. Vorrà solo parlare di James.” Disse Al.
“Non sto tranquillo quando si parla di te, ti voglio bene, hai capito stronzo?”
Al lo abbracciò più stretto e poi lo guardò con uno sguardo liquido, Lily tossì.

“Se avete finito di farvi gli occhi dolci, andiamo.” Disse Lily ma sorrise, era sempre intenerita da come si volevano bene.
“ Ha degli occhi che capisco che ammaliano.” Disse Philip sorridendo.
Al arrossì, notò che James ora più lucido, mandava fiamme negli occhi, sperò non decidesse di aggredire il prof rimarcandolo come una sua proprietà.






















Note dell'autrice: allora ragazzi, ho fatto fatica con questo capitolo, lo ammetto, all'inizio era anche più scarso di dettagli di adesso, credetemi xd
mi sono impegnata per renderlo appena più decente LOL
spero non faccia proprio schifo..non so davero perchè ho fatto così tanta fatica
Rose ed Hugo scusatemi ma faccio davvero fatica a inserirli, non so perchè, mi verrebbe da fingere che no esistono sul serio xd
ma non mi stanno antipatici, è che non riesco a inserirli con nonchalance..ecco xd

invece mi piace da matti descivere l'amicizia tra Scorpius e Al! Penso sia sia capito ^^

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Capitolo 23
*** Creare un film per Al ***


“Allora Potter, c’è qualcosa che vuoi dirmi? C’è qualcosa che VOLETE dirmi?” disse guardando anche James.
“Sì, c’è una cosa che io voglio dire a te, razza di citrullo. Non riuscirai a separarci!”
“JAMES!!” Al era turbato e non sapeva che fare. Cosa prendeva a James?

“Questo qui sta cercando di separarci, Al, io non lo permetterò! Non rinuncerò MAI al nostro amore! MAI!”
“SMETTILA!” adesso Al era in lacrime e si alzò, in piedi. Gli occhi verdi che aveva ereditato da Lily Evans che brillavano più che mai. “La prego, non dia retta a quello che dice. È impazzito. Delira. Sta chiaramente delirando.”

“James.” Disse Philip calmo. “Esprimi quello che senti per tuo fratello.”
“Cosa?” ad Al si mozzò il respiro. “Ma che sta dicendo?”
“Avanti, non avrai paura, vero?” lo stuzzicò Philip. “O forse non SENTI NIENTE?” lo provocò.
“Tutto questo non ha senso.” Disse Al, ma James come impazzito, prese il volto di Al e lo baciò.

Il biondo cercò di divincolarsi, ma poi, si sciolse e non riuscì a respingerlo. Restò fermo, immobile, scioccato.
Il bacio era stato comunque stupefacente e dolcissimo.
“Molto bene, ho capito quello che mi serve.” Disse Philip.
“Che sta dicendo?? Ma che cazzo sta dicendo?? Non vede come sta, cos’ha fatto? È chiaramente drogato!!” urlò Al, disperato.
“Lo saprò bene, visto che l’ho drogato IO.” Disse Philip compiaciuto.

“Che..cosa?” chiese Al che sembrava aver preso una botta in testa, decisamente.
“Tuo fratello è in queste condizioni per via di una pozione che ho mischiato miscelando il veritaserum con il sentitol, una fragranza ancora in uso illegale fra i maghi che costringe le persone a fare quello che si sentono di più NEL PROFONDO.”
Al rimase scioccato per un momento, poi gridò.
“Adesso vado dal preside e poi vi denuncio al ministero per quello che..”

“Certo, vai avanti, denunciami, Potter, e poi spiegherai anche com’è che tuo fratello potendo scegliere di fare quello che si sentiva, si è sentito di buttarsi addosso a te, suo FRATELLO, che ne dici, cosa ne penseranno i tuoi genitori?”
Al si accasciò al pavimento, con la faccia tra le mani,
James che sembrava parzialmente capire tutto, disse:
“Qualsiasi cosa, devo essere io a pagare, non mio fratello. La prego. “

“Io non ho intenzione di punire NESSUNO, avete frainteso le mie intenzioni.”
“Se è così, perché ha fatto tutto questo?” chiese Al.
“Perché dovevo CAPIRE, avevo sospettato da diverso tempo di VOI, ma non ne ero sicuro, la pozione era l’unico modo per avere la conferma, ma non era mio scopo farvi del male.”
“Si rende conto che ha rischiato anche che mio fratello mi facesse..del male?? avrebbe potuto interpretare male l’ordine di fare quello che si sentiva! Nei suoi incubi sogna di..”

“No, Potter, alla miscela ho dosato anche un'erba che inibisce e frena le cattive intenzioni, se avesse avuto di cattive, sarebbero state annullate. Non so cosa pensi di me ma non è nel mo interesse fare del male agli studenti.”
Ora Al si era alzato e sembrava più sicuro di sé.
“Non dimostra comunque niente, lo sa, vero? È stata la pozione a far agire così, James.”
“Mette in dubbio la mia intelligenza signor Potter?”

“Noi NON ABBIAMO una relazione.” Disse ancora James spalleggiando il fratello.
“Non credo vogliamo arrivare al punto che mi costringiate a farvi una legilimanzia.”
Loro inorridirono, Philip continuò:
“Ora che abbiamo stabilito che siete più ragionevoli, lascatemi dire che conserverò il vostro segreto. Non voglio intromettermi nei vostri affari..ma sono molto ARRABBIATO, averte conservato informazioni VITALI, che servono alla riuscita dell’incantesimo.”

“Professore, mi lasci spiegare.” Cominciò James.
“Credimi signor Potter, è meglio di no. Evitiamoci inutile imbarazzo e disagio, ora è più importante la riuscita dell’incantesimo.”
 
 
 
Qualche giorno dopo, si misero d’accordo, con la collaborazione di James, per studiare l’illusione del film che avrebbero creato come specchietto delle allodole per il sogno di Al.

“Funzionerà così, lasceremo intatto il COME vostra sorella è venuta a conoscenza del vostro..legame..” disse Philip con delicatezza scrutandoli. “Ma modifichiamo il DOPO.” Continuò lui.
“Ma perché Al dovrebbe volermi cancellare dai suoi ricordi? Non ha senso! Non è solo perché siamo..noi..” disse imbarazzato. “O per quello che abbiamo, sarebbe disumano nei confronti di chiunque, cancellare una persona.”

“Io non lo farei mai.” Confermò Al. “Ma il professore ha ragione, abbiamo bisogno di un escamotage che giustificherebbe quello che accadrebbe dopo.” Finì lui.
“Allora siamo d’accordo. Accetto che usiate la mia faccia per questa cosa. Non è così che si dice agli sponsor?” disse Lily facendo ridere tutti.
“Lei sarebbe un’ottima influencer.” Disse Scorpius.

“Allora” ricapitolò Philip. “Nel sogno, vostra sorella è consapevole del vostro legame, tu Al, la prendi come riferimento, per aiutarti, chiedendole di farti dimenticare che ami vostro fratello. Sarebbe anche meglio dire perché.”
Guardarono tutti Al, che guardo James, sentendosi strappare il cuore, lo guardava con occhi da cucciolo, supplicante.
“Non mi viene in mente niente, nessun motivo che mi possa spingere a desiderare di smettere di..ecco. quello.”
James incurante degli altri, si alzò e lo abbracciò stretto.

“Va bene, non c’è bisogno di stabilirlo qui, lo capirai nel sogno, o non c’è bisogno che tu lo capisca, basta solo tessere la trama che renderà il sogno più credibile. “
“Cosa succederà dopo che io farò questo dannato incantesimo?” chiese Lily.

“Dipende da Al e da cosa la sua mente costruirà, ma sarà traumatico, molto.” Disse Philip. “Ora mettetevi seduti vicini in questi lettini, quando stabiliremo un cambiamento nelle onde cerebrali, procederemo al risveglio, se non avverrà entro 13 ore, vi sveglierò comunque forzatamente, prima uno e poi l’altro, tutto chiaro?”
Annuirono tutti quanti.

“Signor Malfoy e signorina Potter, so che vi piacerebbe restare, ma sarebbe meglio che restiate almeno nell'altra stanza, suo fratello potrebbe comunque avvertire la vostra presenza anche se addormentato e tutto ciò potrebbe fargli capire che sta vivendo un sogno."
I due annuirono.
Quando i due furono sdraiati sui lettini, si diedero la mano per un istante, poi il professore cominciò un incanto sonnolento.
Erano attaccati a dei tubicini che monitoravano il cuore e la testa.

Lily faceva fatica a guardare, Scorpius cercava di rincuorarla, tenendole la mano. Diedero un ultimo sguardo ai loro amici e lasciarono la stanza.
E così cominciò il sogno.
James non avrebbe sognato, fungeva solo da comunicazione.






















Note dell'autrice: come vedete, finalmente stiamo rimettendo a posto i pezzi LOL
il film che vogliono creare per Al, si trova nel capitolo 2: L'incantesimo di Lily Luna

E nel capitolo 3: Fine dell'illusione

Alla fine di questo capitolo andare a vedere i link che ho postato qui, se non lo ricordate :))

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Capitolo 24
*** Chi sono veramente Al e James? ***


Avviso: sto cominciando a detestare di mettere i link dei capitoli di riferimento xd ma siccome so che voi lettori siete pigri LOL lo faccio, ma non abituatevi xd
Allora, questo capitolo parlerà del sogno illusione che fa Al, se non ve lo ricordate, è qui:


Capitolo 3: fine dell'illusione  








Al non aveva voglia per niente di riposare.
Bevve il caffè fornito dal professor Philip per rimettersi in sesto, alternando lo sguardo con James, mentre raccontava tutto.
James era…strano.
Quando Al si era svegliato, sembrava desiderare di coccolarlo molto, ma dopo pochi minuti di assestamento, la sua espressione sembrò..cambiare..
Si fece attento, guardingo, quasi intimorito e guardava i presenti, sua sorella, suo fratello e il professore con sguardo estraniato e diffidente.
Ma Al…lo guardava quasi con TERRORE.
“Tutto Bene, Potter?” gli chiese Philip.

“Sì. Certo. Continuate!” rispose James con un tono indisponente che di solito non usava.
Dopo un po' che parlarono e finirono il racconto, Philip lo spronò.
“Che volto hai visto? Che volto hai visto nello specchio, ragazzo?”
Al aprì la bocca ma sembrò non trovare le parole. Per fortuna gli arrivò in soccorso James che con voce tremante, liquida, rispose:

“Ha visto il volto di Albus Silente.”
Il gelo pervase la stanza. Philip sembrava aver perso del tutto colore, mentre i ragazzi guardarono James come se fosse impazzito.
“Non fa ridere, Jamie!” lo apostrofò Lily.
“Al, continua.” Disse come se non avesse parlato.
“Come..come fai a…” disse Al tremante fissandolo come se fosse uno spettro.

Philip aprì la bocca senza dire niente, Scorpius sbottò.
Ma andiamo! Non può essere Silente!”
“Potter, dillo. Non sei Silente, vero?”
Albus abbassò lo sguardo e poi lo rialzò, spezzato.
“Io..io…”
James si alzò, guardandolo bianco in volto. Poi si coprì la faccia, come se cercasse di scacciare una mosca.
“Che cosa ti sta prendendo?” chiese Lily.

“Lo vedi vero? Vedi com’è lui?”
“Io non so cosa ho visto!” sbottò James. “E comunque adesso è andato via.”
“Potter, hai visto il volto di Silente?”
“S-sì. Sì, maledizione.”
Philip si leccò le labbra.
“Dunque cerchiamo di mantenere la calma. Al, tranquillizzati. Sai identificarmi anche il volto di tuo fratello?”

Al sapeva identificarlo. Annuì, ma non osava guardarlo.
Lily e Scorpius si guardavano confusi da quella situazione.
“Potter, va tutto bene. Insomma, non sarà mica Voldemort!” scherzò Philip ma sentendo il gelo nelle ossa.
“NO.” disse Al, ma senza aggiungere altro.
“Sono Piton, vero, Seveus Piton?” chiese James.
Si voltarono tutti verso di lui.

“Oh, insomma, adesso questo si che è uno scherzo!! Tu Piton? davvero?”
“Sta zitto, Malfoy. “ disse Philip nervoso. Si rivolse a Potter. “è lui? Ti risulta?”
“Sì.” Disse Al coprendosi il volto con le mani.
James ghiacciò sul posto.
“Ma perfetto. I nomi alla fine li ha suggeriti Jamie, non è che l’ha fatto lui l’incantesimo e abbiamo sbagliato qualcosa?” chiese Lily sarcastica.

“Potter! Come facevi a sapere di essere PITON, rispondi!!” disse Philip sempre più nervoso.
“Io..io..LO SENTO.” Disse con voce vibrante come se fosse un altro a parlare. Sembrava d’un tratto più grande della sua età. “Questo SENTIMENTO, questa RIVERENZA nei suoi riguardi…io GLI DEVO TUTTO..”

James stava diventando sempre più inquietante, il che era straordinario dal momento che era lui il primo a essere terrorizzato, indietreggiava sempre di più.
“Al, fa qualcosa.” disse Lily.

Ma Al non ce la faceva. Guardava James supplicandolo con lo sguardo, ma senza sapere cosa dirgli. Non era più suo fratello adesso. Era un uomo, era un uomo che gli era stato accanto per tutta la vita, non aveva mai dovuto chiederglielo, solo una volta l’aveva fatto, quindi non sapeva come si faceva a chiedere di restare, non aveva mai dovuto chiederlo, lui. Ha sempre fatto quello che volesse senza insistere troppo nel rivelare apertamente il suo cuore. Da dove gli veniva questo sentimento, queste paure?

Poi all’improvviso le reminescenze di un uomo che non era, lo abbandonarono, e trovò la forza di chiamarlo.
“Jamie..vieni qui.”
“Io..non posso.” James indietreggiò sempre di più fino a scappare a perdifiato.
 
Erano tutti scioccati dalla piega che avevano preso gli eventi.
Philip era quello più iracondo.

“Aiutatemi a smantellare tutto quanto e dopo assicuratevi che non dica una parola di quello che è successo qui! Altrimenti rischio il posto. Anzi, lei, signorina Potter, è meglio che vada subito a tranquillizzarlo. Che macello. Che macello!” si mise la mano nei capelli.
Al si coprì la faccia con le mani e Scorpius andò subito da lui ad abbracciarlo.

Sapevano che quello che avrebbero potuto scoprire li avrebbe potuti turbare moltissimo ma non immaginavano così tanto.
Avevano sempre scherzato sui due nomi di Albus Severus, ma mai avrebbero mai potuto pensare che uno di loro era la sua reincarnazione e che l’altro era suo fratello.






















Note dell'autrice: Allora, ragazzi, eccoooo dove volevo andare a parare LOL ovviamente dopo aver spostato i capitoli è finito che fin dai primissimi capitoli (dopo i primi 2/3) parlo di Silente e Piton, quindi per quelli che si sono approcciati solo dopo la revisione a questa storia, hanno capito l'antifona ben prima di questo capitolo. Spero comunque scoprirlo nei capitoli remake sia stato bello come lo sarebbe stato scoprirlo qui xd
chissà se qualcuno di voi l'aveva già capito prima che lo dicessi sia qu sia nei flashback? xd
spero di essere riuscita a cogliere delle reazioni credibili di persone che all'improvviso realizzano di essere state qualcun altro ahha se notate le diverse reazioni non sono a caso poi xd ho cercato di cogliere la riverenza che Piton sentiva per Silente (un uomo potente dalla parte del bene che lo acudisce e lo accoglie e gli da un'altra possibilità e Silente un uomo che sente che non è abituato a chiedere agli altri di restare perchè tutti fanno sempre quello che lui vuole xd)

ispero di non aver deluso nessuno, non è stata un'idea che mi è venuta dall'inizio, ma poi si
e non sono più riuscita ad abbandonare l'idea xd
Piton x Silente è una delle mie ship storiche, PURTROPPO non c'è quasi niente su questa coppia (su efp proprio nulla ho trovato )
credo sia colpa della tanta differenza d'età.
Spero di non rovinare questa storia con questa mia trovata, ma vi assicuro che non dovete temere che i caratteri di James e Al possano andare persi
anche se in passato fossero stati Silente e Piton, ora sono delle persone diverse, non smetteranno di essere quelli che sono, neanche se ricorderanno altre cose
è un po' come quando noi ricordiamo che persone eravamo una volta, non è che ricordarcene ci fa tornare come prima, giusto? xd
MAGARI FOSSE COSì LOL xd

Non è mia intenzione trascinare questa storia, credetemi, se la porto avanti è perchè ci sono ancora diverse cose che voglio scrivere!
Ci sarà poi il rapporto Harry/Ron che andrà esplorato ehheeh vedrete!

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Capitolo 25
*** Ti amo in un modo così forte che mi terrorizza ***


“Perché hai sognato che ti tradivo?” chiese James, accarezzandogli il viso con le dita.
Erano seduti sul pavimento, all’interno della stanza delle necessità. Un servizio da tè era lì posato a poca distanza.
“Perché ho paura..”
“Secondo te io sono un traditore?”

“No! Non l’ho mai pensato! Ma ho il terrore..che prima o poi tu ti stanchi, di nasconderti, di essere fedele solo a me..che desideri una relazione dove puoi baciare la persona che ami, alla luce del sole..”
James gli accarezzò ancora il viso e gli diede un morso sensuale sulle labbra.
“ Il sole lo vedo tutti i giorni quando sei davanti a me..”
“Ruffiano.”
James si sdraiò sopra di lui.
“Dovresti sapere..che sono fedele solo a te…Albus..

Al ridacchiò al sentire il suo nome con quella particolare tonalità.
“Non lo so..forse l’ho dimenticato..e avrei bisogno che me lo ricordi..
“L’alzheimer ti ha colpito precocemente? Che disastro..ora mi toccherà rifare tutto da capo..
E lo baciò languidamente.
“Da quanto tempo desideravi farlo?” gli chiese Al guardandolo negli occhi.
“Non ha importanza. Ti amo, Al. “

Al lo guardò e James si schermí.
“O forse adesso che sai chi sono stato, non mi vuoi più?”
“Ti ho voluto anche se sei mio fratello..”
“Ma è diverso. Un fratello è diverso da un ex mangiamorte.”
“Non lo sei infatti, adesso sei solo mio fratello.”
“Ma..”

“E voglio ricordarti che sapevo chi eri..ma ti ho voluto con me lo stesso. Ti ho strappato da LUI..” disse accarezzandogli la schiena.
James strinse le labbra.
“Se sono davvero LUI, tu mi hai salvato..perchè l’hai fatto?”
Al si sentì a disagio.
“Sai che non lo ricordo..Jamie..”
“Ma dopo l’incantesimo..”

“L’incantesimo non sblocca automaticamente i ricordi!” disse alzandosi da lui.
“Ma io ho BISOGNO che si sblocchino, perché se io sono davvero LUI, non capisco come tu..”
“Sì?”
“Io..io voglio..vorrei sapere..”
“Sì?”
“Perché tu hai pensato che meritassi di essere salvato.”

Al fece un grosso sospiro.
“Lo stai rifacendo.”
“Che cosa?”
“Prima mi respingevi perché credevi che non potessi meritare di essere amato da me, poi io ti ho convinto, adesso lo stai rifacendo, pensando addirittura a un’altra vita.”
“è facile per te, sei SILENTE, io sono..”

“Un mago che è passato dalla parte buona, che si è pentito, che ha fatto la spia per anni per proteggere il figlio della donna che amava. Un uomo che ha fatto grandi cose e che è stato al mio fianco per..”
“Un uomo che ha reso la vita di nostro padre un INFERNO. Io non voglio essere LUI.” James si alzò e Al lo guardò con tristezza.
Si alzò anche lui e lo abbracciò da dietro, James reclinò la testa all’indietro con gli occhi chiusi.

“Sai, se siamo davvero LORO, tu sei un uomo che Silente, che IO ho difeso contro tutto e tutti, lo sai che lo chiamavano l’uomo di Silente? Ti piace l’idea? Di essere il MIO UOMO?”
“Non girare le carte in tavola.”
Al lo girò verso di lui.
“Faresti qualsiasi cosa ti chiedessi?”
Lo sguardo di Al bruciò.
James deglutì.

“Mi fa paura questa domanda..” e con le dita gli accarezzò il viso, Al sentì ghiaccio bollente sul suo viso, il suo viso si riscaldò, di amore e imbarazzo.
Era come innamorarsi una seconda volta.
James lo baciò. Al aveva gli occhi chiusi. Non lo sentì arrivare. Un bacio volante.
Era come ricevere un bacio d’angelo.
Poi un abbraccio.
Al non aveva mai aperto gli occhi per godersi appieno queste emozioni.

“Al..ti amo in un modo così forte che mi terrorizza.” Disse James stringendolo.

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Capitolo 26
*** Al ha paura del lato oscuro di Silente ***


Il professore li aveva avvisati, spontaneamente dopo l’incantesimo, sarebbero potuti arrivare i SOGNI, o comportamenti strani, che andavano monitorati e riferiti. In qualsiasi momento loro non si sarebbero sentiti sé stessi, ma OVVIAMENTE non lo fecero subito.
Si stavano avvicinando le vacanze di natale e James era preoccupato di vedere Al sempre più strano, ombroso, quasi OSCURO.

Sperava che fosse solo una sua sensazione, ma Al, i suoi occhi parevano cambiare, sembravano quasi di ghiaccio, quando incrociavano i suoi, sembrava non più trasparente come prima, ma sempre circospetto, ambiguo, come se nascondesse qualcosa..
James si sentiva sempre più insicuro, non temeva che Al volesse lasciarlo, ma che ci fosse qualcos’altro dietro che lui non voleva DIRE. Quindi cominciò a seguirlo, ma Al si fece furbo, cominciò ad usare il mantello, per non farsi seguire e all’ennesima volta che vide Al sparire in biblioteca, prese una decisione, fece un grosso sospiro e andò a sbattere contro uno scaffale pieno di libri.

Crollò subito sulla libreria, cadendo con essa, Al sussultò e lasciò perdere il mantello, correndo subito verso di lui.
“JAMES, MA CHE COSA..”
“Ah-ah..ti ho scoperto finalmente.” Disse James, bloccandogli il polso.
“Ma che…LASCIAMI.”
“La sezione proibita. Che cosa di oscuro hai in mente che sia più importante anche di me? Dimmelo.” Disse lui a denti stretti.
“Non ho in mente niente!”

“ALLORA COSA CI FACEVI Lì DENTRO???”
Al lo spinse via, divincolandosi.
“Cercavo u—un libro!”
NELLA SEZIONE PROIBITA! È IL LUOGO DEI LIBRI OSCURI!”
“È ANCHE IL LUOGO DEI LIBRI SEGRETI!”
James si alzò.
“Mi fai paura ultimamente.”

“È BUFFO che tu lo dica, visto che sei TU in teoria ad esser passato dalla parte OSCURA!”
Uno schiaffo di James lo fece sussultare.
Cercò il suo sguardo e vide quello di James, ferito e lucido.
“Non dirlo mai più. Mai più.”
“Jam..io..Asp..”
Ma James aveva raccattato il suo mantello ed era sparito con esso.
 
 
 
 
*

James si era rifugiato nella stanza delle necessità. Al la oltrepassò, dopo circa un’ora e vide che il moro aveva gli occhi rossi, seduto su una poltrona rossa.
“Jam..” disse e la voce gli si ruppe, crollò in singhiozzi, aggrappandosi alle sue vesti.
“James..GUARDAMI..”
James si volse lentamente verso di lui, Al cercò il suo volto e lo trovò.
“Perdonami.”

“Cosa stavi facendo nella sezione proibita, Al?”
Al si accasciò al suo fianco.
“Cercavo..cose magiche. Incantesimi di POTERE.”
“Definisci POTERE.”
“Incantesimi per..per riportare in vita chi è DEFUNTO. ”
Una specie di sussulto tra sorpresa e paura, e meraviglia, pervase James.
"Jamie, credimi, non so perchè..ultimamente sono ossessionato da queste cose."
“È terribile ma.. confesso che..Credevo qualcos’altro..”
“Tipo cosa?”

“Tipo..qualcosa per essere immortali, magari? Scusa, so che sembra ass..” ma vide il suo sguardo colmo di paura, di chi è stato scoperto e divenne arrabbiato.
“COSA? Mi hai mentito??”
“NO!” disse subito Al. “Non era quello che cercavo lì oggi..ma ammetto di..averci PENSATO..”
James sgranò gli occhi.
“Da quando?”

“Non lo so esattamente. Poco dopo che finimmo l’incantesimo. All’inizio era solo un pensiero nella mia testa ma poi..un dubbio..quasi una certezza..un pensiero MARTELLANTE..” si tenne la testa tra le mani. “
James gli mise una mano sulla spalla.
“Ma non ho mai fatto nulla di concreto per cercare, lo giuro!” poi si volse verso di lui. “Jamie, tu come..lo sapevi?”
“Io..suppongo che..sapessi come..”
“Come?”

“Come si comporta un uomo assetato dalla sete di immortalità.”
Al si alzò lentamente e lo guardò come mai prima d’ora.
“Non ero io quell’uomo, Al. Sto parlando di Voldemort.”
“Lo so! Non lo eri, ma eri vicino a lui..P-Piton..”
“Già..suppongo di sì. Ora vuoi allontanarti da me, disgustato?”

Al si morse le labbra.
“In questo momento ho più paura di me. Io non so da dove mi è venuta questa sete..di CONOSCENZA..all’improvviso desidero il sapere più di ogni altra cosa…”
“Era una cosa di SILENTE..”
“Ma Silente NON ERA COSì.” Quasi strillò Al. “Lui era buono e gentile e caritatevole e.”

“Non era affatto così!”
Al rimase zitto.
“Prima di diventare il mago che è stato, era ossessionato anche lui dai..dai DONI della Morte e uno di essi era..la PIETRA..tu ti senti più attirato dalla magia bianca o da quella nera?”

“Da quella..n-NERA. “ si mise le mani sulla faccia. “Jamie cosa mi sta succedendo, ho paura!” disse.
James lo abbracciò.
“Dobbiamo raccontare questo al professor Philip.” disse James.

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Capitolo 27
*** Io non voglio essere Piton ***


“La sete di sapere potrebbe derivare dalla stessa sete di conoscenza che aveva Albus Silente, quand’era vivo, l’ossessione per la reincarnazione, potrebbe derivare dal fatto che senti inconsciamente che ne sei stato o ne siete vittime entrambi.”
“Ma Albus Silente ERA ossessionato dalla pietra della reincarnazione prof..” disse Albus prima che il fratello potesse impedirglielo.
“Complimenti, Al!” sbottò infatti James.

Il professore rimase basito.
“Cos..Silente ossessionato dai Doni? Ma cosa sta dicendo, signor Potter?”
“La verità. James, dobbiamo dirglielo. Tanto vale dirgli tutto, ormai.”
 
Quando finì il racconto, il professore rimase sconvolto.
“Questo non…non c’era nei libri che sono stati scritti, nè nelle interviste.” Disse lui.

“Presumibilmente il preside non desiderava la pietra per sé, ma per resuscitare forse..sua sorella Ariana e forse anche per Grindelwald, un suo giovane amore.” Disse Al.
Diede un’occhiata a James che lo fulminò con lo sguardo.
“Questo forse era meglio NON DIRLO.” Disse James mandando fiamme dalle narici e tradendo la sua gelosia.
Al deglutì, mentre il professore faceva ancora fatica a riprendersi.

“Dunque, allora..io..uhm..va bene, cerchiamo di fare un quadro della situazione. Mettiamo per certo che voi siete le reincarnazioni di SILENTE E PITON, state vivendo delle reminescenze di com’eravate, forse dentro di TE…” disse Philip guardando Al. “La tua anima ha conservato il ricordo di quello che gli è successo e probabilmente pensa che in fin dei conti non è poi così vero che la pietra non può resuscitare i morti, visto che tu sei morto e ora sei VIVO, anche se in modo diverso da come pensavi che funzionasse e quindi magari ti è sfuggito qualche dettaglio, ma la pietra ha FUNZIONATO e ora inconsciamente stai cercando di capire COME ha funzionato.”

“Ma io non stavo cercando informazioni sulla pietra!” si ribellò Al, visto che James lo stava già guardando male.
“Stavi cercando incantesimi per riportare in vita chi è defunto!” sottolineò il professore. “Non ricordando precisamente i fatti, la tua anima va alla cieca, rammenta soltanto che è qualcosa che ha a che fare con quello, ti senti attratto da quella cosa senza capire perché.”
Al si mise le mani nei capelli.
“Ma è..una cosa buona o cattiva?”

Il professore sorrise.
“Dipende. Tu ti senti felice, pensando all’idea di essere LUI?”
“Non riesco ancora a sentirmi come lui. Voglio dire, non ho ancora ricordi, se non quei brevi flash confusi tratti da sogni e questo strano comportamento. Ma non mi sento Silente, no.”
“Ma ti piacerebbe ESSERLO?”

Al ci pensò su.
“Sì…”
“AL!” disse James indignato.
“Sì, mi piacerebbe. Farei felice papà….che pretende sempre il meglio da me, che è deluso che sono capitato a Serpeverde, che si aspettava che fossi come sua madre, solo perché ho i suoi occhi..” disse Al.
James lo abbracciò teneramente da dietro a quelle parole.

“Papà è un idiota. Lui..”
“Jamie, piantala!”
“Okay, scusa.” Disse subito lui.
“Quindi non avete un buon rapporto?”
“Non è proprio così. Certo che ce l’hanno..ma papà sembra pretendere da Al, molto più che da me e Lily.” Disse James.
“E con Silente, che rapporto aveva?” indagò l’altro.

I due fratelli sembrarono meditabondi.
“In realtà sarebbero cose segrete.” Disse Al indeciso.
“Ah, andiamo, non mi merito di essere degno di fiducia, dal momento che avete raccontato a me, cose che non direste neanche ai vostri genitori?” chiese lui.
I due fratelli si imbarazzarono subito e lui capì di aver vinto.
 
Gli dissero pressappoco tutto, omettendo solo alcune cose un po' personali, come le crisi nel dettaglio che loro padre aveva avuto, soprattutto dopo la morte di Sirius, nel sesto anno, di ritorno dalla casa del professor Lumacorno, come Harry e Silente si fossero confidati su Sirius.
 
“Dunque in sostanza, era un po' come un rapporto padre e figlio, o meglio, come un rapporto padre – nipote, all’inizio era così, ma poi è diventato quasi come se Harry lo vedesse come un MENTORE. Si fidava di lui, si era affezionato, ma Silente gli  nascondeva dei SEGRETI.” Disse Philip.

“Sì, papà non ha mai superato che Silente non l’avesse informato di tutto il piano per distruggere gli horcrux, né del fatto che fosse un horcrux lui stesso.” disse ancora Al.
“Mmmm..può darsi che questo spiegherebbe il vostro rapporto un po' disfunzionale.”
“Prego?” chiese Al.

“I rapporti disfunzionali, soprattutto nelle famiglie, sono tali perché sono frutto di cose che non sono state risolte nelle loro vite precedenti, spesso la vita ci ripropone persone che abbiamo già incontrato in una vita passata, allo scopo di risolvere le cose in sospeso, i drammi che non abbiamo saputo perdonare PRIMA.”
“Quindi secondo lei, mio padre..mi ODIA..perchè non ha saputo perdonare SILENTE, per i segreti che gli ha tenuto nascosti?” chiese Al.

“Oh, andiamo! ODIARE! Non la metterei così. Se come mi hai detto, vostro padre era affezionato a Silente, può essersi sentito tradito dal fatto che, crede che sarebbe stato disposto a sacrificarlo per la causa, come fosse un oggetto sacrificabile fin da quando ha avuto quella cicatrice. Può essere per questo che si comporta così, dentro di sé pensa che tu..che SILENTE non gli volesse davvero bene e quindi tratta Al così di riflesso. Quasi una PUNIZIONE. Una ricerca continua di dimostrazioni.”
“Ma nostro padre non sospetta neanche lontanamente che lui sia SILENTE.” Intervenne James.

“Oh, non è necessario che lo sospetti.” Disse Philip dolcemente. “Perché l’ANIMA riconosce le altre anime, anche se hanno altri aspetti, è la loro forza. Può anche non sapere consciamente chi eri prima tu, ma la sua anima la riconosce.”
James spalancò la bocca.
“Quindi questo vuol dire che se io e Al, siamo SILENTE E PITON, allora anche noi eravamo già….innamorati?” guardò imbarazzato Al, che sorrise imbarazzato.

“Non è detto, magari nutrivate solamente un profondo affetto l’uno con l’altro, che non è diventato mai amore, e ora è cresciuto a questo livello, certo non tutti i fratelli che crescono insieme si innamorano, è un fatto strano, come il fatto che questi fratelli fossero stati prima, maghi straordinari. Di certo il vostro rapporto è una variante ma bisogna capire anche in che modo.”
Rimasero un po' in silenzio, poi James sbottò.
IO NON VOGLIO ESSERE PITON. Lui e mio padre…si odiavano.

“E lui come tratta te, James? Ti odia?” chiese Philip, passando al nome proprio senza accorgersene.
“Io..non..non lo so.” Disse, guardando in basso.
“Non lo odia, no.” disse Al sorridendo. “Anzi! Lo guarda sempre con sguardo affettuoso, come se fosse orgoglioso di lui.”
“Al, ti prego, non…”
“No, non fraintendere! Non è mai stata una gara tra di noi. A me non importa, sai, anzi, condivido l’ammirazione che ha per..per te. “ disse sorridendo imbarazzato.

Philip tossì per richiamare l’attenzione.
“Allora, dunque, dite che odiava Piton, ma è orgoglioso di te, giusto?”
“Questo lo dice Al, non io!!” disse lui indignato.
“Lessi anni fa, che Harry Potter ha cambiato idea sul conto del professor PIton, per lui è un eroe alla stregua di Albus Silente, tant’è che ha chiamato questo giovanotto, come entrambi, giusto?” disse sorridendo.
Al guardò in basso.

“Poveraccio. Se Severus fosse in vita..e fossi io..lo insulterei..” disse James.
“James!!!”
“Dai, è vero,quanto ti hanno preso in giro per questa cosa. Meno male che non l’ha fatto con me.”
“Però ti ha dato il nome di suo padre e del suo padrino.”
James arrossì.

“Sì e ora che ci penso, che grandissima beffa se fossi proprio LUI e mi chiamassi come il suo rivale. Papà me la pagherà. Anche se forse..già avermi come figlio è una punizione.”
Al gli diede uno scappellotto.
“Ahi! Le riceverai tutte con gli interessi,stan..ehm..”
“Non voglio sapere come.” Disse il professore allontanandosi. “Ora andate.  Fatemi sapere gli ultimi sviluppi, ma ehm..è bene che sappiate, che, potrei esser costretto a avvisare gli insegnanti.”
I ragazzi persero colore.

“Oh no..non su di voi..ehm..non è mia abitudine massacrare dei ragazzi su cosa fanno tra le loro camere..no..ma sulle vostre reincarnazioni..se davvero abbiamo Albus Silente e Severus Potter tra di noi, dovrebbero essere avvisati almeno gli insegnanti.”
“Potrebbero scoprire di noi!! Non lo faccia, per favore!” disse Al, aggrappandosi alla sua veste.

“Alzati, Al, e mantieni il controllo. Decideremo insieme cosa dire e cosa no. Ma ora andate, anche questa situazione è abbastanza stressante per me, cosa credete.”
 
 
Una volta che lasciarono lo studio, Philip si passò le mani sulla faccia.
Sono venuto qui per studiare i Potter..per spiarli..e guarda cosa vado a scoprire..

Le reincarnazioni di Silente e Piton??? Ma io cosa devo fare? Devo informare LORO?
Sono solo dei ragazzi, se venissero a scoprire che sono LORO…
Sarei capace di sacrificare due ragazzi per un mero fatto di VENDETTA?
E Silente? Finora me l’avevano dipinto come un traditore, un uomo abbietto, sleale, ma aveva anche lui i suoi demoni e ne è rimasto schiacciato.

Ha sofferto anche lui, ha perso una SORELLA, un amore..
Se anche avesse perso dell’umanità strada facendo, è capibile con tutte queste perdite.
Forse non era l’uomo che pensavo, ecco perché Piton..era così tanto devoto a lui.
Posso PERCEPIRLO. Piton e Silente..un profondissimo legame di devozione reciproco, li avvolgeva e li teneva legati.

Non era un rapporto di convenienza, di tradimento , nessuno dei due usava l’altro.
Il primo ha salvato il secondo, il secondo..non è mai rimasto solo per una donna di cui era infatuato dai tempi della scuola.
Ma perché aveva anche lui disperatamente bisogno D’AMORE.
E si è aggrappato a una mano tesa. E Silente a lui.

Si sono presi per mano e hanno camminato insieme.
E come succede poi spesso, i salvataggi si trasformano in amore.
Non puoi fare a meno di amare, chi SALVI.






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Vi era mancata questa storia? Vi dico già adesso che avrei dovuto aggiornare ieri ma ho fatto casino con il programma e ho aggiornato una cosa diversa, ho rimediato adesso, d'ora in avanti dovrei aggiornare questa storia almeno UNA VOLTA A SETTIMANA, come tutte le altre, poi se riesco ad aggiornare prima lo faccio ma..non penso, purtroppo xd

ps pensavo di riuscire a scampare stavolta alla maledizione di prima parte - seconda parte e invece no. Pazienza, ci riproviamo la prossima volta.

pps cosa pensate delle clamorose rivelazioni sul pro? ahha
spero il capitolo non faccia troppo schifo!

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Capitolo 28
*** Il litigio Harry/James ***


Erano le vacanze di natale e i due Potter erano tornati a casa per le vacanze.

“Jamie….ci sono i nostri genitori e nostra sorella di là..”
Un altro bacio.
“Ho chiuso la porta a chiave..e nostra sorella già lo sa..”
Al lo ribaltò sul letto con una manovra.
“E cosa dirai loro quando chiederanno perché abbiamo chiuso?”
“Dovevamo..uh..studiare delle cose segrete..Degli..scherzi, consigliati da zio George. Cose segrete.”
“Cose segrete eh?”
James lo ribaltò di nuovo.

“Cose molto malandrine.” Disse baciandolo di nuovo, accarezzandolo sotto la maglietta.
“Ti amo..”
“Ti amo anch’io.”
 
 
*
“Devi sempre avere la presunzione di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, non è vero???”
“Sì, perché sono tuo padre!! So cosa è meglio per te!”
“Ho deciso che farò l’Auror e lo farò! Non mi importa se è pericoloso! Fai la predica a me e tu lo fai? Sei un po' ipocrita non credi??”

“Non trascinerai tuo fratello in questa follia!”
“È MIO FRATELLO. O hai dei diritti anche su di lui adesso?”
“Al vuole farlo solo perché gliel’hai chiesto tu!”
“Ma sentiti, credi di avere sempre la verità in tasca? E perché poi pensi che non saremo alla tua stessa altezza?”
“è diverso, io ho fatto delle esperienze alla tua età che ti sogneresti soltanto!”
James rise.

“Sei così presuntuoso! Il grande Harry Potter! Ti credi ancora una celebrità! Sei talmente pieno di te che non so come fanno i tuoi piedi ad alzarsi da terra!”
Uno schiaffo.
James lo fissò scioccato.
“Hai osato toccarmi? Tu…”
“JAMES NO!”

Al cercò di fermarlo invano, James non si sa come, riuscì a capovolgerlo a testa in giù.
“James, lascialo andare, SUBITO!”
“AHHHHHHHHHHHH!” gridò Ginny arrivando in quel momento con Ron al suo fianco.
James lasciò andare suo padre di scatto, in tempo affinchè Ron andasse sotto di lui e franassero insieme sul divano.

James uscì fuori spalancando la porta con Al alle calcagna.
 
 
Nel giardino, ora, stava dando calci al muretto e a qualsiasi cosa trovasse sottomano.

“Lo odio. Lo odio. Lo odioooooo.
“James, JAMES!” lo fece voltare, anzi, lo costrinse a voltarsi.
“NO. lo odioooooo.” Gridò allora James abbracciando Al con disperazione.
“Piangi. Sfogati. Ma resta con me, Jam..” disse Al e le lacrime sue e di suo fratello si mischiarono insieme.
“Lui è così.superbo. CI VINCOLA. Crede di avere il possesso di NOI.”
“Siamo i suoi figli, tutti fanno così con i propri figli”
“Io so che non è tutto qui. Non proprio. E lo sai anche tu.” Disse James, stropicciandogli un labbro con le dita.
“Jam..”
“Ricordo la mia morte, Al, c’era un serpente!”
“Jam..”
“Perché io devo essere ucciso da un lurido serpente e lui invece addirittura ci parla?? Ti sembra giusto, Al?”
Al era scosso da quello sfogo.
“Non è giusto..Jam..neanche un po'.” Disse abbracciandolo teneramente.
 
 
*
 
Intanto, Harry aveva telefonato alla scuola di magia e stregoneria e si stava consumando una tragedia.
“MIO FIGLIO è possibile che sia la reincarnazione di un uomo che mi DETESTAVA e lei non crede che io dovessi SAPERLO??”
“Ma certo, non credeva che fosse così importante per me sapere una cosa del genere, non pensava avessi un legame con loro così profondo, ho solo dato i loro nomi ai miei due figli, ECCO TUTTO!!”
 
“Harry adesso calmati ti prego.” lo pregò Ginny.
Harry alzò la mano in segno di attesa.
“Ah, Il professor Phil ha pensato di avvertirvi in ritardo, il Professor Phil ha pensato che farmelo sapere mi avrebbe scatenato un trauma, voi avete pensato avesse ragione, no, lascia che vi dica una cosa, VOI – NON – AVETE – PENSATO.”
Ci fu un altro tramestio.
“Ma certo, mi chiami la Mc Granitt, codardi.”
 
“Pronto, professoressa Mc Granitt, le sembra normale ora che io devo essere attaccato dal mio stesso figlio e debba venire a sapere PER CASO che i miei figli potrebbero essere la reincarnazione di due maghi esistiti vent’anni fa e non due maghi qualunque, e sa come lo sono venuto a sapere? Perchè - il mio – PRIMOGENITO – MI HA APPESO – A TESTA IN GIÚ.”
“Nessuna scusa Minerva, io mi aspettavo sinceramente più riconoscenza per quello che ho fatto , per tutto quello che ho fatto alla scuola anni fa.”
 
La telefonata proseguì poi su toni più pacifici, fino a quando Harry disse:
“Senta, mi dispiace professoressa, sono un po' sconvolto per questa cosa, ma sarà come dice lei, i miei figli avranno saputo qualcosa di loro e avranno creduto..magari gli hanno anche fatto un incantesimo..uno scherzo di pessimo gusto. Certo. Ma sì, sono disponibile a sedute da un ipnotista mago. Certo.”
Si concluse la telefonata e si mise una mano sulla faccia.
 
“Harry, vieni con me.” disse Ron, poggiandogli una mano sulla spalla.
Nel mentre Al e James erano usciti, andando a farsi un giro per restare un po' da soli dopo quanto successo.






















Note dell'autice: sinceramente non so se riunire il capitolo con quello precedente, voi cosa dite?
Cmq non temete, il programma che mi sono fatta, si seguirà lo stesso ^^ solo che volevo aggiornare lo stesso anche se non era arrivato ancora il giorno che aggiornassi questa LOL ho pensato che se aggiorno solo ogni storia solo una volta a settimana, è troppo poco xd
non ve l'aspettavate che Harry scoprisse tuitto all'improvviso eh? ahha

avete notato che frase è quella dove James urla a Harry? è la frase che Lily grida a James, nei ricordi di Piton ahhah e lui gliela rigira contro xd ho pensato che sarebbe una figata che James gli rigira la stessa frase di Lily, come se in fondo Piton ci avesse pensato tutto questo tempo xd

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Capitolo 29
*** Il primo bacio tra Harry e Ron ***


Si sentiva come se stesse annegando. Dopo la sfuriata di James, aveva chiamato la scuola per chiedere come facesse James a sapere un incantesimo di tale levatura e loro avevano spifferato tutto.
Aveva perso la testa ma ancora adesso si chiedeva se avesse tutti i torti ad averlo fatto.
Era il maledetto eroe del mondo magico, come avevano potuto nascondergli una cosa del genere?

Non credevano che lui dovesse saperlo? Non credevano che lui dovesse sapere che Silente e Piton magari vivevano attraverso i suoi figli?
E quel professore…con quale diritto lui ha fatto degli “esperimenti” sui suoi figli, senza chiedergli il permesso?
E se avesse provocato loro una specie di trauma cerebrale che li avrebbe accompagnati per sempre?
Sono solo dei ragazzi, dopotutto.
La realtà di quella cosa, gli piombò addosso come un macigno.
Poteva essere vero?

James…con quale rabbia gli disse quella frase:
Ti credi ancora una celebrità! Sei talmente pieno di te che non so come fanno i tuoi piedi ad alzarsi da terra!”
Era la stessa frase che Lily Evans, sua madre, disse a James Potter, suo padre, quando lui lo alzò da terra con un incantesimo, mettendolo a testa in giù.
Gli ha rivolto contro quel suo stesso incantesimo!
Perché l’ha fatto?
Una parte di Harry credeva di saperlo.

Per Piton quello era stato di certo il ricordo peggiore, infatti gli era rimasto in mente tutti quegli anni e fu anche per quello, che lui potè vederlo. Probabilmente nel suo inconscio non registrò soltanto la frase che disse a Lily, la sua ormai ex amica “Schifosa mezzosangue” ma anche l’offesa a James. Non seppe se perché a Piton faceva stare meglio il pensiero che avesse insultati entrambi quel giorno o se perché aveva registrato tutto di quel giorno, a furia di pensarci, che lo ricordava nei minimi dettagli, ma James chiaramente gli aveva ributtato addosso quella frase.

Non aveva mai rivelato a nessuno i contenuti chiari di quel ricordo, non le parole letterali comunque.
Era mai possibile che James fosse venuto a conoscenza delle esatte parole senza essere lui?
No…è lui…è lui…lo sai…
La sua vocina interiore era quasi peggio di quella di Voldemort anni e anni fa.

I sentimenti che aveva provato per Piton ai tempi della scuola, gli tornarono alla mente, tutti insieme, formando un uragano nella sua testa.
Perché chi odi nella tua vita, è quasi peggio di un amante. Infatti amare è meraviglioso, ma odiare..odiare richiede un pensiero fisso nella tua testa, pensi a quella persona continuamente, diventa un chiodo fisso, un incubo per te, nella tua testa. E Piton aveva fatto di tutto per esserlo, per lui.

Non gliene aveva mai fatta passare una, a scuola, non immaginava che fosse perché gli ricordava suo padre, ma ai tempi era davvero detestabile e per qualche motivo, sapere che incontrava invece la cieca fiducia e una fedele devozione incondizionata da parte del preside, lo aveva fissato ancora di più.
Piton era diventato un’ossessione per lui. Era sospetto, ambiguo, poco trasparente, odioso, impenetrabile e faceva di tutto per rendergli la vita un inferno.
E ora..si era reincarnato in suo figlio?

Sentì un lieve mancamento e anche la stretta di Ron che si fece più salda attorno al suo braccio.
Ron lo stava portando fuori a prendere una boccata d’aria, sì.
Ron che per lui c’era sempre stato.

Era quasi confortante, il fatto che entrambi sapevano con esattezza di chi stavano parlando? Non aveva bisogno di spiegare a Ron come si sentiva, perché erano a scuola insieme, hanno passato sette anni ad essere odiati da Piton, entrambi, Ron sapeva come Harry doveva sentirsi all’idea che Piton fosse suo figlio. Non aveva bisogno di aprire bocca, tutto ciò era …confortante…
Questo gli fece venire in mente che in salotto, ad assistere alla tragedia c’era anche sua figlia, Lily.

Lily aveva sgranato gli occhi alla scena e anche durante la telefonata, aveva uno sguardo strano, non sorpreso, quasi…colpevole.
Che lei sapesse tutto?
Non aveva pensato a fare domande a sua figlia,era già troppo sconvolto così.
E se anche lei fosse la vera Lily Evans? Sua madre, colei che lo aveva salvato, come si sarebbe sentito?

No, non era lei, come James alla fine non era il VERO James.
Era già abbastanza estraniante pensare che Silente e Piton si fossero reincarnati nei suoi insegnanti, senza bisogno di mettere in mezzo anche i suoi poveri genitori morti.
“Ehi, Harry, Harry, resta con me.” gli disse Ron, entrando nel suo campo visivo, dopo che lo fece sedere su un muretto.
Harry faticò a mettere a fuoco. Non capiva bene dove si trovasse.
Resta con me…

“Ron…tutto questo è troppo per me..io non..non so se ce la faccio..” gli venivano le lacrime agli occhi, come se fosse ancora un moccioso. Non sapeva più se piangeva per Silente o per Piton, o per i loro destini avversi. Per come orribilmente erano morti. Per tutto il tempo che aveva passato ad odiare Piton, e per tutto quello passato ad imparare ad amare Silente e quanto orribilmente e improvvisamente lo aveva perso, per poi scoprire che era stato solo un oggetto per lui, ma forse la cosa che faceva più male era la consapevolezza che Silente amasse di più Piton che lui. Ma forse lo aveva sempre saputo. Era stato per questo che aveva dato entrambi i nomi a suo figlio?
“Io capisco quello che provi..ma adesso devi cercare di stare calmo..” disse Ron, prendendogli il polso.

“James…” sussurrò Harry con le lacrime agli occhi. “Gli ho dato i nomi di due persone che lui ODIAVA..” disse e Ron non aveva bisogno di chiedere chiarimenti, sapeva che stava parlando di Piton. “Pensando solo che erano due persone che amavo..ma come al solito ho pensato solo a me stesso..fa bene ad odiarmi..”
“Nessuno, può odiarti, Harry, nessuno di sano, almeno. “ disse Ron. “Ehi, guardami.” Disse togliendogli delicatamente le lacrime dagli occhi.
Harry intercettò lo sguardo di Ron.
Verde nell’azzurro.

Non sapeva se era perché Ron gli aveva detto “guardami” la stessa frase che gli disse Piton prima di morire, o se perché aveva le sue dita sotto le sue palpedre e non accennava a toglierle, o se fu l’intensità del suo sguardo, ma Harry chiuse gli occhi, disobbedendo al suo ordine e posò le labbra sulle sue.
Erano morbide le labbra di Ron e quasi invitanti a rimanere lì.

Percepì la bocca di Ron tremare, ma non si spostò e Harry lo apprezzò. Rimasero immobili per un momento interminabile, poi Ron mosse le labbra sulle sue in una specie di carezza languida, che fece decidere a Harry che quello era il miglior bacio della sua vita.
Lo attirò a sé piano, per il collo, baciandolo ancora, sempre piano, senza osare di più, senza approfondire il bacio. Una, due, tre volte, Ron lo assecondò, ma poi si spostò, ansimando piano.
“Harry..”

Silenzio. Imbarazzo. Forte imbarazzo.
“Torniamo..a casa..ok?”
Harry annuì piano.
Tutto sommato, Ron non sembrava esser uscito di testa. Non ancora.








*

Stavano camminando in silenzio per tornare a casa, ma Harry si sentiva malissimo. Si sentiva ANCORA malissimo. Non sapeva cosa diavolo gli era preso e perché DIAVOLO aveva baciato il suo amico d’infanzia.  Sapeva solo che era distrutto e in quel momento compiere quel gesto gli era sembrata l’unica cosa che potesse aiutarlo a non annegare.

Non si era aspettato la bolla di felicità che lo avvolse quando successe. Quel bacio fu breve ma gli regalò un sollievo che era più di quello. Era come riscoprire la sua infanzia sotto un alto punto di vista. Come rivivere di nuovo il bacio con Cho Chang, rivivere le palpitazioni del suo primo bacio. Sentirsi di nuovo un adolescente.
Harry aveva passato un brutto periodo dopo la Scuola.
Crescere, diventare adulti, non è minimamente brutto come lo immaginano gli adolescenti.
Lo è molto di più.

Quando dici addio alla scuola, dici addio a una parte di te, al fanciullo che credeva che la cosa più importante fosse seguire attentamente tutte le lezioni, arrivare in orario con il programma, non saltare un compito, superare gli esami e se non ci riuscivi..era una tragedia!

In particolare Harry e i suoi amici vivevano tutto con maggiore intensità visto che ogni anno dovevano lottare per rimanere IN VITA. Ogni anno c’era un mostro, qualcuno che cercava di farti fuori ed era sempre perennemente colpa di Voldemort.
Spesso negli anni, Harry si era ritrovato a discorrere con Ron, della cosa assurda, dell’animo fantastico che riguarda gli adolescenti, i bambini.

Da ragazzo non avrebbe mai pensato di valutare l’idea di lasciare Hogwarts. Lasciare la scuola? Che blasfemia è mai questa? Eppure si rese conto poi, che un adulto in un corpo di ragazzo, avrebbe pensato perché mai dovrebbe rischiare la vita ogni anno solo per continuare la sua vita studentesca, perché un ragazzo sano di mente avrebbe dovuto continuare per sette anni le lezioni, sapendo già che con ogni probabilità c’era Voldemort o i suoi seguaci a cercare di ucciderti l’anno seguente?

Eppure questo era il bello dei ragazzi. Vivere alla giornata, pensare che il tuo maggiore problema sia superare gli esami, pensare che la tua vita finisca lì. Frequentando le lezioni e poi di nuovo ricominciando un’altra giornata e anche se pensi alla morte non ci pensi come quando ci pensi da adulto, con rassegnazione e terrore.

A Harry mancava tutto questo, si era ritrovato a parlarne con Ron e Hermione qualche volta e qualche volta aveva ricordato alla riccia, quanto si sentisse saputella, quanto spesso la prendevano in giro per il suo essere saccente e so tutto io.

Ma Harry capì che qualcosa era cambiato tra loro, quando Hermione sembrava più restia a tornare in quei discorsi, non dava loro sempre corda, non rimuginava o rivangava il passato o lo faceva meno spesso e a volte dimostrava di non ricordare neanche tante cose che aveva detto che avevano divertito molto il moro e il rosso.
Fu lì che Harry si accorse che stavano crescendo. La loro infanzia era finita e faceva male, oh, se faceva male.

Ron ed Hermione erano fidanzati e non era più come a scuola, prima erano quasi costretti a vivere tutti insieme ed erano inseparabili, ora invece ognuno aveva la sua casa e poi quando Ron e Hermone andarono a vivere insieme.. fu peggio. Si sentì messo da parte, da loro, soprattutto lo shock vero arrivò quando i due cominciarono con i preparativi del matrimonio.

Harry ci rimase male di scoprire che era stato fatto quasi tutto senza consultarlo, non avevano sentito il bisogno di coinvolgerlo. Si sentì meglio, solo un po', quando Ron lo trascinò di peso, praticamente, solo per chiedergli di accompagnarlo a cercare un abito per il matrimonio.
Ma Harry si accorse di essere assente.

Continuava ad andare con il pensiero alla scuola. Un eventuale matrimonio tra lui e Hermione celebrato mentre andavano ancora a scuola, come sarebbe stato? Certo lasciando perdere il fatto che non potevano sposarsi perchè minorenni, ma fingendo sarebbe stato possibile.
Ron gli avrebbe detto della proposta lo stesso giorno che l’aveva fatta, sarebbe corso da lui con gli occhi luccicanti e lo sguardo raggiante e gliel’avrebbe detto?

La mezz’ora prima di sposarsi l’avrebbe aiutato a sistemare il vestito, sarebbe rimasto nella stessa camera a sistemargli i capelli…
Invece adesso c’era una distanza. Ancora minima, ma c’era.
E sarebbe andato sempre peggio con il passare degli anni.
Infatti fu così, soprattutto dopo il matrimonio e dopo l’arrivo dei bambini.

Harry non capiva proprio cosa c’era di sbagliato in lui, avrebbe dovuto essere felice, stava con Ginny, aveva una famiglia, inoltre era la SORELLA di Ron, e quindi sarebbero stati sempre legati, una garanzia ancora maggiore sul fatto che non si sarebbero mai persi in futuro.
Avrebbe dovuto essere felice che i suoi migliori amici stavano insieme, perché questo formava un nucleo famigliare indistruttibile, consolidato anche dal suo fidanzamento e poi matrimonio con Ginny.

Ma Harry capì di non essere felice, capì che stava meglio quando Ron ed Hermione erano solo amici e non fidanzati e poi marito e moglie, in questo modo si contendevano la sua amicizia, lui era il satellite e loro ci gravitavano intorno, erano amici anche tra di loro, certo, ma sembrava quasi come se lui li aiutasse a restare uniti, a restare tuti e tre uniti, ma ora sembrava che avessero trovato una loro sicurezza in coppia e Harry poteva anche non esserci, grazie tante, non cambiava nulla.

Harry sapeva che a tratti erano pensieri morbosi e deliranti, per non dire crudeli, ma la loro amicizia era stata sempre così, in particolare con Ron, avevano fatto tutto insieme, fin da quando avevano undici anni, non a caso, la mamma di Ron l’aveva quasi adottato come figlio.
Forse era solo lui incapace di crescere, un eterno peter pan, incapace di andare avanti senza lanciare qualche volta sempre uno sguardo indietro.
Eppure stavano bene, ora che Voldemort era stato sconfitto, erano in pace e quindi cosa gli mancava?

Capì che forse anche se prima viveva con la morte sempre nell’ombra, era felice perché..si sentiva completo, pensava che questa completezza gliela dava il trio, ma forse era un particolare personaggio del TRIO.
RON.
Quando questa consapevolezza piano piano prese piede, si sentì male, perché non sapeva come l’amico d’infanzia avrebbe preso la cosa, se gli avesse detto che avvertiva così tanto il bisogno che continuasse a stare con lui, che non lo abbandonasse per troppo tempo, che lo cercasse.. che gli dimostrasse di volergli ancora bene.
Tutto questo era molto poco etero e lo capiva, ma non sapeva come fare per spiegarlo, senza giustificarsi che no, non era gay, non desiderava il suo amico d’infanzia.
Ma lo amava? Certo che sì, qualsiasi cosa significhi AMORE.

In fondo non a caso, durante il torneo tremaghi, Ron era stata la cosa che gli sarebbe mancata e che aveva PERSO, e gli avevano spiegato che sarebbero andati a prendere “la cosa più cara che avessi.”

Quindi Ron era la cosa più cara, ma pensarci era pesante e imbarazzante, per non parlare di parlarne con Ron e entrambi finsero che non era mai successo che Harry era dovuto andare in fondo al lago per recuperare la sua persona importante.

In fondo Viktor Krum era sceso per recuperare Hermione ed erano poco più che conoscenti, Fleur la sua sorellina.. e okay, se nel primo caso si trattava comunque di un’infatuazione romantica quindi giustificata, e seconda cosa, l’amore di una sorella, l’amore per un amico seppur condivisibile era facile che  sfociasse nell’ambito dell’ambiguo e del fraintendimento, quindi non se la sentiva di parlarne con lui, di giustificare quello che sentiva per lui e lui di contro fece lo stesso.

Quello provato per Ron era stato sempre un amore silenzioso, e ci fu un tempo, in cui andava ancora alla scuola, che aveva fatto delle..fantasie..niente di particolare ma a volte si era chiesto come si sarebbe sentito se avessero dormito abbracciati nello stesso letto, per amicizia ovviamente! E durante l’ultimo anno, quando dormirono tutti e tre nella tenda, aveva valutato per un attimo l’idea di.. dormire vicino a entrambi i due suoi amici, perché se erano TUTTI  E TRE, non sarebbe stata una cosa poi molto imbarazzante no?

Un po' come si era sentito quando, sempre durante il loro ultimo anno, quando erano tornati a Grimmauld Place, aveva notato i due addormentati con le mani vicine e aveva immaginato che avessero dormito tenendosi per mano, e l’idea lo aveva fatto sentire molto solo.

La stessa sensazione di solitudine che aveva provato quando durante il terzo anno si era reso conto che le cose tra Hermione e Ron stavano cambiando e la cosa lo aveva turbato. Se si fossero lasciati, la loro amicizia sarebbe sopravvissuta? Ma all’epoca pensava tra i loro due amici, ora si rese conto che forse non era paura per loro, ma era più gelosia, timore di esser messo da parte.
 
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti, quando arrivarono davanti alla porta di casa sua, gli sembrò di vedere la casa per la prima volta e si sentì perso. Ron davanti a lui, aveva ancora un’aria funerea e non aveva detto ancora una parola.

“Ron..ascolta..i-io..mi dispiace per quello che ho fatto, non so cosa mi abbia preso..ero….sottosopra, non stavo capendo più niente..insomma io…sono etero, e non sono innamorato di te, ovviamente. Scusami..non..”
Lo guardò e lo sguardo di Ron sembrò perforargli l’anima. D’un tratto si sentiva ancora un adolescente, pieno di ansie, di paure, di vergogna.
Le gambe gli tremavano.
Ma poi Ron inaspettatamente sorrise.

“Ma certo, Harry, non hai bisogno di giustificarti. Neanche io penso che tu abbia voluto baciarmi perché..sei innamorato di me o perché tu sia gay..” disse lasciandosi scappare una risatina nervosa.
“O-okay…” disse, rimanendo un po' perplesso davanti all’accettazione del suo migliore amico.
“Ho visto che eri turbato..e capisco che tu ti sia..”

“Ero frastornato..e mi sono appoggiato a te perché avevo bisogno di..conforto..”

“Ovviamente.” Disse Ron, calcando sulla parola, diventando d’un tratto gelido. “Forse è stato meglio che tu abbia usato ME per scaricare la tensione, perché sono tuo amico e capisco le cose, non so se qualcun altro avrebbe usato la stessa comprensione, sentendo di esser stato una specie di valvola di sfogo servita per calmarti, Harry.

Il modo in cui calcava sulle parole, il modo in cui disse Harry, gli inviò un segnale d’allarme, e provò l’impulso di gettarsi subito a terra, chiedendogli perdono, che non era quello che voleva dire.
“Posso chiederti di non dire nulla a Ginny e ehm..”
“Ma CERTO. Non c’è bisogno che le nostre mogli lo SAPPIANO.”
Ancora quella strascicata lentezza.
 
Ron si diresse a passi veloci dentro casa e a Harry rimase dentro una strana sensazione di smarrimento.
Era INCREDIBILE.

Era appena successa una tragedia. Aveva baciato il suo amico d’infanzia e la cosa peggiore era che gli aveva detto in faccia che era stato solo un gesto fatto per scaricare la tensione. Il suo migliore amico si era sentito prima aggredito sessualmente e poi..usato, come una scarpa. Che cosa gli era saltato in mente? Ma aveva PAURA di dirgli che gli era piaciuto, perché poi Ron lo avrebbe rinnegato come amico, gli avrebbe detto che era meglio prendere strade diverse se provava qualcosa di talmente malato per lui e lui non VOLEVA che Ron lo abbandonasse. Ma facendo così aveva aggravato la cosa.
Rimase fuori non sapendo cosa fare, sentendosi dilaniato ma allo stesso tempo VIVO come non mai, per l’adrenalina che lo stava avviluppando. Non si era mai sentito così vivo in effetti.

E considerato che rischiava seriamente di perdere l’amicizia di Ron, questo significava che era malato davvero.

 






















Note dell'autrice: buongiorno ragazzi!!! Ed ecco arrivare finalmente i bacio Ron/Harryyyyy ahhaha xd
allora non so se molti lo avevano immaginato, che finisse così, probabilmente in moltissimi no, infatti io l'ho detto solo a una persona ahha Team!
Coomunque, scusatemi se sto distruggendo due famiglie ma io li shippo troppo non posso farci niente xd
non immaginavo che il primo bacio sarebbe arrivato in questa situazione, mi ero già creata uno scenario nella mia mente, ma quei missing moments li ho lasciati in sospeso, a questo punto io credo è proprio vero che a tutto c'è una ragione, probabilmente era destino che il primo bacio dovesse essere qui, e non come avevo immaginato in un primo momento, ma questa versione la preferisco ^^

Voglio dire una cosa sui pensieri di Harry, non ha nessuna cotta nè per Silente, nè per Piton LOL lo so che sono amibigue le cose che dice, ma a me piace troppo così, e poi non tutti gli attaccamenti morbosi che abbiamo verso qualcuno, si traducono con attrazione sessuale o amore romantico giusto? :)) Harry stimava Silente e sotto sotto io credo che fosse ossessionato anche da Piton :) perlomeno io penso che quando è morto, ha cambiato idea su di lui e la sua stima sia cresciuta verso l'uomo che cmq lo aveva difeso per anni :)

un'altra cosa importante, poco prima che Harry baci Ron, ho scritto l'intensità del suo sguardo, non so se avete capito il riferimento ma se così non fosse, ve lo riporto, arriva dalla frase " Scusate se in questo capitolo mancano i due frugoletti ma mi è venuto così :)

l'intensità del suo sguardo la fece avvampare (Lily e Severus, una scena del libro) 

Voglio anche dire un'altra cosa, avete visto? Ho rispettato il programmino che mi sono fatta, oggi dovevo aggiornare e l'ho fatto, anche se l'avevo già fatto due giorni fa e quindi avrei potuto evitare oggi, ma volevo rispettare i giorni che mi sono data, nonostante gli "straordinari" LOL se tutto va bene, questa storia la aggiornerò almeno una volta a settimana, se riesco, anche di più :)
volevo dire a tutti quelli che scrivono, che questa cosa dello schemino "lunedì aggiorno questa storia, martedì un'altra, mercoledì quest'altra" FUNZIONA :) con me sta funzionando, anche se sono più esaurita che mai, ma funziona xd consiglio di farlo, a tutti quelli che hanno l'impressione di non riuscire più ad aggiornare le loro storie! 

 per quanto riguarda la seconda parte con i pensieri tanto introspettivi di Harry, mi sono lasciata prendere la mano, cominciando a filosofeggiare sull'ansia dell'abbandono, sul fatto che con il tempo le cose cambiano..perchè è stata sempre uno dei miei più garndi dolori..allo stesso tempo volevo anche scrivere dei sentimenti di Harry x Ron, perchè non è che posso scrivere che Harry bacia Ron così..senza metterci perchè lo fa e cosa sente no? xd

Se ve lo state chiedendo, non ricordo bene se gli avevano detto che aveva perso una cosa a lui cara, durante il torneo tremaghi, cioè non ricordo le parole esatte ma so per certo che il succo era questo, non aveva perso solo una cosa, ma una cosa a cui lui importava tanto, che per lui era importante xd per il resto, è vero che Harry si sentì un po' male al terzo anno capendo che i due avevano cominciato a flirtare, verissima anche il fatto dello sfiorarsi le mani mentre dormivano vicini, non mi sono inventata nulla xd ho voluto approfittare di queste cose canon, per allaccarmi alla mia storia, invece la roba della tenda me la sono inventata xd anche se è vero che sono stati in campeggio per parecchio tempo quando hanno cercato gli horcrux per un anno xd

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Capitolo 30
*** L'inizio della storia d'amore tra Harry e Ron ***


Consolare Harry



POV RON

Non so perché ero a casa di Harry quel giorno. Ma c’ero.
Noi ci siamo un po' distaccati dopo la scuola, ma siamo ancora molto uniti, c’è ancora molto affetto tra di noi.
E non nego che quando riesco ad andare a casa sua, mi sento di nuovo me stesso.
Spesso però odio Ginny, mi rendo conto di odiarla.
Perché può avere Harry quando vuole. Come me un tempo. A tutte le ore del giorno.
Ma non è più come un tempo ora.
Ora siamo grandi, abbiamo una famiglia.
Tutti crescono, Ron, devi farlo anche tu.
Non devi essere un eterno bambino, come ti dice sempre Hermione.
 
Ero fuori in cortile a riflettere su tutte queste cose, quando sento gridare.
Corro subito a vedere che succede e vedo Al sollevare Harry a testa in giù.
No…questo è tutto sbagliato. Non dovrebbe essere così.
Entro giusto in tempo per acchiappare Harry prima che crolli sul divano.
Crolliamo entrambi.
Per qualche secondo mi sembra di nuovo una delle nostre avventure.
Da ragazzi.
Noi due da soli, in mezzo ai guai.
Ma Harry ha una famiglia ora.
Una famiglia che in questo momento lo sta facendo piangere!
 
Lo trascino fuori, parte di me, sa che sono l’unico che può calmarlo, farlo ragionare.
Vorrei poter comandare alla mia testa di non essere così felice a questo pensiero.
Ma non posso.
Lo guardo, lo consolo, gli dico le parole che vorrebbe sentire.
Tutte, tranne quelle che vorrei.

Ti amo..ti ho sempre amato..fin da quando eravamo ragazzi..di un amore platonico viscerale, che mi rendeva geloso ogni santa volta che sembravi dare attenzioni ad altri che non a me.
Ero geloso di Ginny, poi del torneo tremaghi. E infine di Hermione stessa. Ma non volevo ammettere a me stesso che ti amo.
Sono in crisi con Hermione, ma l’ho supplicata di aspettare a dirtelo.
Non voglio darti l’ennesima delusione e poi non capiresti. Come potresti capirlo.
Non posso dirti che è a te che penso ogni santo giorno, che ti vorrei insieme a me per la vita.
Se è un amore platonico, se non sono gay, è di certo l’amicizia più favolosa che ho avuto in vita mia, il sentimento più potente che ho mai provato e lo nutro per te, Harry. Solo per te.
E non sopporto di vederti soffrire pensando a dei maghi che sono morti vent’anni fa.
Guardami, Harry. Io sono qui.
 
Solo una di quelle parole esce dalle mie labbra e la sua reazione mi lascia di ghiaccio.
Mi avrà letto nella mente? Ma no, è impossibile.
La cosa più assurda è che non sapevo di desiderare le sue labbra così tanto..fino a quando non mi ha baciato.
Ma quello che non ti dicono mai, è che quando finalmente ottieni quello che vuoi..non reagisci come hai sempre pensato.
E la mia reazione è stata fredda. Di ghiaccio.
Non sapevo cosa fare.
E temevo anche di essere rifiutato.
Ma quando lui mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, mi sono sentito cinico, spietato.
Sofferente.
Non voleva quel bacio. Si è aggrappato a me solo per consolazione.
Che stupido ad aver pensato che lui potesse amarmi!!
Torno dentro casa con un peso nel cuore.
Qualcuno lo stava stritolando cercando il punto in cui faceva più male.
Perché Harry? Ti ho amato tutta la vita, non ti bastava questo?
Perché hai dovuto rovinare la nostra amicizia?
 
 
 
POV HARRY.
“Al, sono papà. Tuo fratello è lì con te?”
“S-sì.”
“Ho fatto una telefonata alla scuola.”
Al si ghiacciò.
“Cosa ti hanno detto?”
“Qualcosa a proposito di strani sogni e possibili..altre vite. Trovo assurdo solamente credere alla metà di queste. Ma volevo parlarne con voi.  tornate a casa.”
 “Papà..io non credo che James voglia..”
“Per favore..”
Al chiuse gli occhi. Quella frase.
Per favore, Severus…
“Io..d’accordo. Giielo dico. Ma tu..devi promettere che non griderai.”
“Lo prometto. Se tuo fratello non mi rimette a testa in giù. Mi fa un po' male la testa.” Sorrise ancora.
Al sorrise.
“O-okay. Te lo prometto anch’io per lui.”
 
James aveva assistito  a tutta la telefonata.
“Vuole che torniamo a casa vero?”
“Sì, beh..non si può dire che non ce l’aspettassimo..d’altronde non stavamo mica scappando di casa, vero?”
James esitò e Al gli sorrise, abbracciandolo, posando la testa sul suo petto.
“Ehi, se tu scappi, io ti seguo. Capito?”
James gli accarezzò i capelli.
“E lasciare sola Lily? Non ce lo perdonerà mai. “
“Questo è vero.”
“Sa tutto? Gliel’hanno detto?”
Al sospirò.
“Dice che ha chiamato la scuola e che gli hanno detto cose strane su sogni e altre vite e che non vorrebbe credere solo alla metà.”
“Maledizione. Al, mi dispiace tanto, è tutta colpa mia.”
Al scosse la testa.
“Era una bomba che sarebbe esplosa prima o poi. Forse è meglio che loro lo sappiano.” Disse baciandogli il polso.
“E…di noi..non lo sa, vero?”
Al sbarrò gli occhi.
“No, penso proprio di no.”
“Ok..forza, andiamo.”
 
 
 
 
*
“Quello che proprio non riesco a capire è come abbiate potuto pensare che sareste riusciti a tenercelo nascosto. Che non fosse di nostro diritto SAPERLO.” Disse Ginny.
I ragazzi stettero in silenzio.
“Noi c’eravamo quando loro erano VIVI. Avreste dovuto farlo per RISPETTO almeno.” Disse Ron.
“Ron, Ginny, lasciateli stare.” Disse Harry.
Lo guardarono allibiti.
“A parte quello che è successo, vi sentite strani? Avete ancora altre reminescenze del passato?”
“No..” dissero in coro.
“Nessun nuovo o vecchio ricordo?” chiese Harry.
“Dopo quelli che abbiamo già detto, no.” disse Al.
 
Harry si rimise a pensare a quello che gli avevano raccontato i suoi figli.

*

“Al…Al…no, ti prego..tu non devi..non devi..morire..”
“Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”
“Sì, invece! Bevi questa!”
James gli passò un recipiente come una ciotola, Al bevve avidamente, fidandosi.
Poi urlò.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.”

Si tenne fermo il petto, poi stramazzò al suolo.
“No. Non è possibile. NOOOOOOOOOOOOOOO!” gridò James in ginocchio, tenendosi i capelli devastato.
“James, svegliati!!”
“NOOO!”


Uccidere spezza l’anima, ma lui non mi sta uccidendo, è la mia richiesta a lui, lui lo fa PER AMORE.
Come ha fatto tutto sempre quello che gli ho chiesto in questi anni.
Tutto PER ME.
Fallo amico mio, io ti perdono.
 
SOGNO DI AL: 

 “Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
Quanto dolore, quanta sofferenza amore mio, tutto per me, stai soffrendo per me, per una vita che oramai ha fatto il suo corso.
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”

Quanto sappiamo essere crudeli noi con chi amiamo di più! Dire alla persona che amiamo che non può fare NULLA per impedire la nostra morte, questa è vera crudeltà. Altro che mostri. Altro che..Voldemort.
“Sì, invece! Bevi questa!”
James mi passa il recipiente e io bevo.

Non posso fare a meno di fare tutto quello che mi chiede, mi fiderò SEMPRE di lui.
SEMPRE.
È la persona di cui mi fido di più al mondo.
Metterei la mia vita nelle SUE mani.
Grido.
Soffoco.
Non si può impedire il destino.

Addio, amico mio, mi dispiace da morire lasciarti solo.
Qualcuno si prenda cura di te, vi prego.



 
Lo odio come non ho odiato mai nessuno.

Non si rende conto che ora che mi trovo qui, desidero solamente fare una carneficina.
Uccidere TUTTI quelli che mi trovo qui davanti, qui attorno.
Non so chi mi da la forza di non farlo e di rispettare il suo ultimo desiderio.
Ti odio. Ti odierò per sempre,Albus.
GUARDAMI. Questo odio nella mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai.

Dovrai portartela dietro nella tomba, e nell’aldilà.
“AVADA KEDAVRA!!”



Siamo in una torre.
E pensare che tutti pensano che una torre sia una fortezza inespugnabile, invece non è così.

A lungo mi rimarrà impressa l’immagine di questa torre, lo so.
Non la dimenticherò mai.

È diventata un simbolo di orrore, un simbolo di morte.
Un PASSAGGIO.
James…amico mio.
Fallo.
Lo so, mi odi, vuoi che io ti odi a mia volta.
Forse vuoi punirmi.
Ma io non potrò mai..MAI.odiarti.

So che anche il tuo odio di adesso, è simbolo del tuo dolore.
E io non potrò mai odiare la persona che amo e che sta soffrendo enormemente.
E anche adesso mentre muoio e mi sento così leggero
Non posso fare a meno di pensare, non alla mia stupida vita
Vuota e insulsa.

Ma a te, all’enorme dono che qualcuno ha voluto farmi.
Forse non lo meritavo, o forse sì.
Ma qualcuno per chissà quale motivo, ha pensato che io lo meritassi.
Meritassi TE.
Ed è questo che io ringrazio.
Chiunque egli sia.
 
“Ripetimi cos’hai detto, James, dopo l’ultimo incubo in cui hai sognato la morte di Silente.”
James ripetè quelle frasi che avevano costretto tutti a portarli dal professor Philip.

“Tu mi hai fatto questoooo. Mi hai COSTRETTO AD UCCIDERTI. SEI UN MOSTRO. UN MOSTRO.” 
“SEI MORTO! DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE. TU SEI MORTO. HO FATTO TUTTO PER TE! TUTTO QUELLO CHE MI HAI CHIESTO!”


Harry si coprì la bocca con la mano e si inginocchiò a terra, abbracciando i due ragazzi.

Fu un’immagine molto tenera. Ron fece un debole sorriso.
Subito dopo fu Ginny ad abbracciare i due ragazzi.
“E poi..il professore ha creato un film per voi?”
“Sì.” Disse Al a disagio. “m-ma..lo ricordiamo poco, cosa ti ha detto lui?”
Harry lo guardò accigliato.

“Qualcosa a proposito del fatto che James ti abbia fregato la ragazza e tu ce l’avevi a morte con lui.”
I ragazzi sperarono che Harry non vide quanto erano sollevati.
“Mi dispiace tanto. Io quando vi ho dato quei nomi..non pensavo..mi sento..credetemi, io..”
“Papà…se era destino, lo saremmo stati anche se ci avessi dato dei nomi diversi.” Disse Al.
Harry annuì.

“Hai dei figli molto saggi. Sono sicura che hanno preso tutto da loro.” disse Hermione.
Ron si accorse che Hermione era lì. Sul divano e aveva una coda di cavallo riccia. Quando aveva cominciato a diventare invisibile per lui?
Harry annuì.
“Dai sogni che mi avete raccontato, sembra che Silente provasse per Piton un affetto molto profondo.” Disse.

“Perché ne sei così sorpreso, Harry? Non credo che l’abbia difeso anni e anni solo perché gli andava.” Disse Hermione, coccolando loro i capelli.
I ragazzi sopportarono le moine visto che la zia dopotutto era dalla loro parte.

“Sì..lo so ma..come abbiamo sempre faticato a credere al fatto che gli desse così tanta fiducia..fatichiamo ancora a credere a questo..insomma, era sempre un mangiamorte.” Disse Ron.
“Ehi, sarebbe DI ME che state parlando.” Disse James contrariato.
“E di me, puntualizzo.” Disse Al.
Rimasero tutti scioccati e Hermione diede un pugno sulla testa al marito.

“Ronald Weasley, è mai possibile che tu sia sempre così insensibile??”
Certo. Sono l’uomo più insensibile dl mondo. In fondo non mi sono appena fatto usare dal mio migliore amico per dimenticare che i suoi figli sono le reincarnazioni dei due maghi a cui lui era più legato.
 
 
Dopo la cena, Harry con una scusa si ritirò in camera sua, Ron andò da lui e lo vide nel lettone, sdraiato sopra le coperte, piangente.
Sembrava ancora un ragazzino che soffriva perché a Hogwarts lo prendevano in giro.
“Harry..sei sicuro che ti senti bene? A cena non hai toccato nulla.”
“Sono a posto così, Ron..”
Ron si sedette sul letto anche se sapeva che non poteva farlo, perché quello non era il suo letto.

“Non ho mai sopportato di vederti così..sono sicuro che te l’ho detto..”
“No, non l’hai fatto..”
Mise la testa sotto la piega della coperta e a Ron fece tenerezza.
“Harry..”
La mia mano non dovrebbe arrivare ai suoi capelli in una lenta carezza..non dovrebbe..
“Harry..”

“E se loro mi odiassero, Ron..se James ricordasse..e mi odiasse?”
“Io non credo che neanche Piton ti odiasse..”
Togli quella mano, Ron, toglila.
“Neanche i tuoi figli ti odiano, Harry..ti vogliono bene..e anch’io..
Harry alzò la testa come un gatto, mentre la mano di Ron era ancora arruffata nei suoi capelli, poi si alzò e mise la testa sulle sue gambe.

Dio..uccidimi adesso.. pensò Ron terrorizzato.
“Non te ne andare..” disse Harry come se gli avesse letto nel pensiero.
“Lo sai che non lo farò..non l’ho mai fatto..”
 
Mi potessero perdonare in cielo..ma in quel momento, mentre il mio migliore amico stava soffrendo..io semplicemente..i miei pensieri non erano così puri come avrebbero dovuto..oh sono un pessimo amico.
“Ron, lascia..oh..”
Hermione. Era lei che aveva parlato e che con ogni probabilità era venuta per dirgli di lasciar stare Harry.
Perfetto. L’imbarazzo era completo.
“Come sta?” mimò.

Ron fece una scrollata di mano come a dire di lasciar perdere.
Cercò di alzarsi, ma Harry lo trattenne seduto con la mano. Ron si sentì assurdamente felice.Una vampata di gioia lo travolse.
Hermione sembrò non perdere la compostezza.
“Harry..va tutto bene?” gli chiese dolcemente, avvicinandosi e Harry con grande disappunto di Ron, alzò un po' la testa.

“Herm..oddio, mi dispiace farmi vedere così..”
“No..no, va tutto bene, stai tranquillo..sei tra AMICI.” disse Hermione, inginocchiandosi anche lei vicino a Ron.
 
Amico.
Amici.

Non dovrebbe pugnalarmi così tanto questa parola adesso.

Eppure allo stesso tempo è confortante vedere lui che prende le dita di lei tra le sue e le stringe mentre poggia di nuovo la sua testa sulle mie gambe.
Oh, e pensare che una volta mi ha infastidito tutto questo. E pensare che adesso dovrei sentirmi colpevole nei confronti di Hermione per il bacio di poco prima, ma sono solo felice che siamo in tre, qui, e ora.

Harry, è grazie a te che io e Hermione ESISTIAMO.
È grazie a te, se io amo io , te e lei , insieme.
Abbiamo un senso solo se ci sei anche tu.



Ron ed Harry a teatro, mani che si sfiorano

Harry e Ginny, Ron ed Hermione, avevano organizzato una piccola uscita per andare a teatro, un teatro babbano, tutti insieme.

Erano passati tre giorni da quando James aveva attaccato suo padre e Ginny ed Hermione avevano deciso di fare quest’uscita per tirare un po' su il morale a Harry, che negli ultimi giorni era davvero “un morto vivente.” Parole di Ginny.

Harry concordava con le sue parole ma quello che non immaginava Ginny, era il vero motivo. Non era infatti perché i suoi figli forse erano le reincarnazioni di due dei presidi che avevano fatto la storia e che l’avevano tanto influenzato e scombussolato la vita quand’era adolescente, ma il fatto che… aveva baciato Ron!

Aveva baciato Ron e la cosa lo stava dilaniando. Si sentiva una merda, nei confronti della sua amica d’infanzia e anche nei confronti di sua moglie, soprattutto era sconvolto da quanto questa cosa fosse stata talmente forte da aver avuto il potere di..quasi cancellare, oscurare, la parte riguardante i suoi figli.
Ma quindi era davvero così forte questa cosa?
No, non poteva essere davvero innamorato di Ron, del suo migliore amico.
La cosa peggiore poi, era mantenere il segreto!

Non era più abituato a farlo, non da quando gli chiedeva Silente di farlo ed era una cosa orribile.
Avrebbe dovuto convivere con questa cosa per tutta la vita?
Ma poi la sua amicizia con Ron, sarebbe sopravvissuta?
Non poteva neanche confidarsi con Hermione, lei avrebbe saputo cosa dirgli, cosa fare..ma..adesso con lei non poteva farlo, perché il problema riguardava proprio suo marito!
Che sciagura!!
E poi questa bella pensata dell’uscita a teatro.

“Ma dove cavolo gli è venuta fuori quest’idea? È un’idea di Hermione, sicuro!” disse Harry, una sera a Ginny.
Beh, perlomeno voleva dire che Ron non aveva detto nulla a Hermione sul fatto che l’avesse baciato! Era una cosa positiva, almeno, no?
O forse no?
Ginny era scoppiata a ridere e aveva risposto:
“Perché non un’idea di Ron?”

“Ron che va a teatro? Naaa. Fuggirebbe a gambe levate.” Aveva risposto Harry, seduto sul divano, evitando di dare voce al suo vero pensiero, che era IMPOSSIBILE che Ron volesse passare del tempo con lui, dopo quello che aveva fatto e che se poteva scegliere tra il teatro e Harry, sarebbe scappato a gambe levate da quest’ultimo.
Ginny aveva riso, concordando, e si era accucciata a lui, stringendosi a lui sul divano.

E lui voleva fuggire da una simile dimostrazione di fiducia immeritata, si irrigidì, ma era la sua punizione ed era giusto che la scontasse fino in fondo.
Se lo meritava.
Dopo quello che aveva fatto.
 
 
 
*

Quando arrivarono al teatro, Hermione era in piedi ad attenderli, Ron era poco più in là.
“Ehi, Harry.” Salutò, ma non lo guardava.
Guardami, cazzo. L’avevi detto tu, ma adesso sei tu a non farlo.
“Ron, non credi che la mia montatura degli occhiali sia un po' storta?”

Sembrò non averlo sentito, ma a Harry sembrò di registrare un irrigidimento delle sue membra.
“Ron?” lo richiamò.
“RON! Harry ti sta parlando.” Lo rimproverò Hermione.
“Ahh..sì, scusa. Stavo..” ritirò il suo cellulare, fingendo di star vedendo chissà cosa. e finalmente lo guardò.
“Io non vedo nulla.”

“Nulla? Ne sei certo? Guarda meglio.
Gli lanciò un’occhiata penetrante, cercando di infondergli un rimprovero silenzioso..per cosa? Neanche lui lo sapeva.
Lo sguardo di Ron sembrò vacillare sotto quel verde stupefacente, ma la sua risposta non cambiò.
“N-ssi. Forse sono leggermente storti.”

“Fa vedere! A me non sembra.” Si mise in mezzo Hermione e al moro sembrò di rivedere la vecchia ragazzina saccente che tanto amava. “Io non noto nulla, mi spiace Harry..ma per sicurezza..” lo trascinò in un angolo mormorando “Reparo.” Non era preoccupata che i babbani la vedessero, il movimento fu velocissimo, ma se anche qualcuno la avesse vista, non avrebbe riconosciuto la cosa che teneva in mano, come una bacchetta magica. La cosa non mancava di sconvolgerla ancora dopo anni, la gente talmente non credeva nella magia da non riuscire a vederla neanche quando ce l'aveva sotto gli occhi.
“Va tutto bene?” chiese Ginny quando fecero ritorno.
“S-sì. Era colpa degli occhiali. Mi davano mal di testa.”
“Non me ne hai mai parlato.”

“Non volevo ti preoccupassi, c-comunque ora va molto meglio.” Disse Harry facendo un sorriso che sperò sembrasse convincente.
Ron gli mandò un’occhiata penetrante a cui il moro però stavolta non ricambiò.
 
 
 
 
Durante la visione del teatro, ebbe come un lampo di genio. Era vicino a Ron, ma il rosso sembrava fare di tutto per ignorarlo e al banco aveva visto una cosa che ne era certo, il rosso sarebbe impazzito.
Tornò al suo posto, con indifferenza, apprestandosi a gustarsi il cambiamento di espressione.
Per qualche secondo il rosso non disse NULLA, ma poi Harry notò che Ron sgranava gli occhi guardando il contenitore di popcorn che teneva in mano.

Quelli sono popcorn al cioccolato BIANCO??”
Harry non potè fare a meno di sorridere. Era bello vedere che alcune cose non cambiavano.
No, era BELLO vedere che dopo tanti anni e dopo quello che era successo, era ancora in grado di farlo sorridere….

“Serviti pure.” Disse Harry, sentendo una fitta al dolore ricordandosi quando gli aveva già detto una cosa simile. Il loro primo anno sul treno. “Anche voi, non fate complimenti!!” disse ancora agli altri.
Questo sembrò sciogliere un po' il nervosismo di Ron, che tornò a essere un pochino più disinvolto.
“Non ho capito molto bene la trama..me la spiegheresti, Ron?” gli chiese cercando di modulare la voce per sembrare disinvolto quando invece il cuore gli batteva forte.
Ron lo accontentò e spiegò sommariamente la trama.

Parlava di due amici che si perdevano di vista, dopo la scuola, tutto il film verteva sulla capacità dei due di riuscire a ritrovarsi.
 
Il film fu una valanga di angst e struggimento mai visto.
Gli amici sembravano più amanti che semplici amici e Harry lo pensò soprattutto durante il musical, quando i protagonisti cantavano all’altro, non presente, quello che avrebbero dovuto dirgli ma che non trovavano il coraggio di DIRE.

Spesso Harry guardava Ron, durante questi atti, per accorgersi che l’amico però non guardava mai lui, ma una volta quando alzò lo sguardo di colpo, Ron lo stava guardando.
Distolse subito lo sguardo,imbarazzatissimo.
 
Più lo spettacolo andava avanti, più una specie di languida dolcezza, di struggente tristezza, si impadroniva di lui. Non sapeva come spiegarselo, sapeva solo che quando si arrivò al punto che i due amici si ritrovarono e parlavano della riconquista della loro amicizia e di quanto fosse stato CRUDELE e DOLOROSO allontanarsi, Harry sfiorò piano le dita della mano di Ron, che era vicino alla sua, da non sa più quanto tempo.

Più che sfiorarle, sembrava quasi una carezza, per qualche secondo si sentì malissimo, pensando che sarebbe stato di nuovo frainteso, temeva di farsi guardare come fosse un alieno, ma Ron dopo un attimo solo di smarrimento, lo sorprese, stringendogli le tre dita della mano, forte, con un’intensità tale da fermargli il cuore.
Non era solo uno stringergli le dita, era molto più di questo. Lo stava rassicurando che lui non se ne sarebbe mai andato. Che sarebbe rimasto per sempre con lui.
Come quando erano bambini.

Si sentì prendere da una specie di svenimento per come si era emozionato. Ringraziò solo l’oscurità della sala, che impediva agli altri di vedere il suo sconvolgimento.
 
 
 
 
*

Quando tornarono a casa, e faticava ad addormentarsi, continuando a pensare a quella semplice stretta, che però lo aveva reso FELICE, ricevette a sorpresa un messaggio da Ron.
Harry,  volevo solo dirti che io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me.
Non ti abbandonerò mai.
 
Non dovevano delle semplici manifestazioni d’affetto, farlo sentire in quel modo.
Non dovevano.
Si alzò, sperando di non svegliare Ginny.
Andò in salotto e si sedette sul divano, tornando a leggere ripetutamente il testo del suo messaggio.
E pianse.
Pianse per l’emozione e perché oramai si era reso conto della verità.
Era innamorato di Ron.

Sono fottuto.



La serenata di Ron


“Ti è piaciuto così tanto fare l’eroe??? Sei contento ora che hai quasi rischiato la vita senza consultarmi?” Harry era furibondo e si mise ad attaccare Ron, davanti agli altri auror, in mezzo alla sala ricreazione.
“Harry…ci stanno guardando tutti.”
“Non mi interessa! Sei un maledetto egoista, ecco quello che sei! Avrei dovuto esserci anch’io!”

“Non puoi esser dappertutto. Ti avevano affidato un altro caso, non mi andava di appesantirti il lavoro, ecco.”
Harry lo guardò pieno d rabbia.
“Qual è il tuo problema, Harry? Non dobbiamo per forza svolgere le missioni insieme, eh, guarda che la scuola è finita.”
Quelle parole sembrarono ferire Harry più di ogni altra cosa.
“Vai al diavolo.” E dicendo così lo lasciò li davanti a tutti.
“Maledizione….Harry, Harry, torna qui.”
 
Harry continuò a d ignorarlo e anzi gli sbattè la porta in faccia.
“Harry! Oh al diavolo.” Ed irruppe chiudendosi la porta alle spalle.
“Che succede, Ron? Si direbbe quasi che irrompere attraverso una porta chiusa non sia troppo da undicenne per te?”
Per qualche attimo Ron sembrò in confusione, poi parve lottare per impedire alla sua mente di indugiare su qualcosa di molto sgradevole.
“Fuffi..ma certo- Grazie per avermi ricordato quell’odioso cane proprio in quel momento.”
“Te la sei cercata. Come..come hai potuto…”

“Senti, mi dispiace per quello che ho detto..ho pensato....”
“No, tu non hai..pensato..”
Harry alzò la testa a guardarlo. I suoi occhi mandavano fiamme.
“Come puoi continuare a tenermi fuori..mi hai fatto fare quella piazzata davanti a tutti..dio, che vergogna..” disse, mettendosi le mani sugli occhi.
“Ehi, io non mi sono vergognato.” Disse Ron sorridendo, avanzando verso di lui.
“Come?” disse lui stranito.

“Se vuoi saperlo, era davvero fico, amico! Mi sei sembrato ancora l’Harry scapestrato e isterico che ho conosciuto. Era davvero, davvero forte.”
“Io sono sempre lo stesso..” protestò lui.

“No. Non direi così e questo prima ancora della cosa di Al e James..non credo tu te ne sia reso conto, amico..ma prima..anni fa, eri più..passionale.  Si può dire?” a Harry sembrò quasi arrossire. “Dicevi sempre ogni cosa che ti passava per la testa, anche se questo voleva dire gridare addosso ai tuoi amici perché non ti scrivevano.”
“Ero penoso. E patetico.”

“Eri VERO! E passionale.  Da un po' di anni invece..ti tieni nascoste le cose e..rancorizzi, oh non credere che non lo sappia. Hai imparato a contare fino a dieci ma non è sempre un bene, prima di fare una cosa la pensi cento volte..hai perso un po' della tua energia, amico. “

“Scusa tanto se sono cresciuto, Ron!” disse seccato. “E con il tempo non puoi restare un adolescente per sempre. E già che parliamo di me, quante volte siete venuti a trovarmi, tu e Hermione? Quante in questi anni? Durante le feste e a volte durante le vacanze, ma non sempre, giusto a volte..siamo rimasti anche due o tre anni senza vederci o sentirci, sentirci a volte per MESI.”
“E finalmente l’hai detto!”
“Cosa? Ma che diav..

“Non ce l’hai MAI detto! Diosanto, Harry, io ero convinto che non ti importasse! Non hai MAI – DETTO - nulla!”
Che diavolo avrei dovuto fare? Pregarvi di venire a trovarmi qualche volta? Se vuoi venire vieni..altrimenti no! “
“Però una volta ti scocciava se per un’estate non ti scrivevamo.  Forse ho pensato che non ti importasse!”

“Sei sempre stato poco arguto su queste cose! Sbaglio o ci hai messo anni per accorgerti di Hermione?”
“Non tanto quanto ci ho messo a capire che eravamo in crisi.”
Harry rimase di stucco.

“Ecco..PER QUESTO non volevo dirtelo, Harry. Per questa faccia. La tua delusione..dio, non l’ho mai sopportata. Ho sempre CERCATO di renderti orgoglioso di me, ma quello che facevo non era mai abbastanza. Sbaglio sempre qualcosa. Non volevo dirti della missione perché pensavo che avessi già troppi pesi sulle spalle e invece tu te la prendi con me.”
“Beh, mi DISPIACE se la mia amicizia ti stressi così tanto, se io così sono così difficile da gestire, RON.”
“Harry, ma cos’hai capito..”
“Vattene. Per favore.”

Ron si morse il labbro, poi rovesciò il cestino, dandogli un calcio e facendolo cadere per terra, dopodichè, sbattè forte la porta del suo studio.
Harry si mise le mani nella testa.
Ma che stavano facendo?
Litigavano come due adolescenti..peggio..come una coppia di sposini e i suoi figli..i suoi figli forse si erano reincarnati nei suoi vecchi presidi.
 
 
 
 
 
*

 Oh mia vecchia menestrella, oh mia cara margherita…”
“Harry, per favore, fallo smettere!” pregò Ginny.
“Lascialo perdere. Prima o poi si stancherà.” Disse Harry, sbirciando dalla tenda della sua finestra.
“Erano ANNI che non faceva qualcosa di così tanto stupido da ricordarmi perché lo chiamavo idiota! Non poteva aspettare altre sei o sette ore?” sbuffò Ginny guardando il cielo scuro della sera.
“Ron è fatto così..imprevedibile..”

“Davvero, che è successo, avete litigato per caso?”
Mia cara margheritaaaaa, cogli quel bel tulipano, coglilo giallo come i tuoi bei capelli,
“Una specie..diciamo che Ron..spesso non da peso alle parole..
“Oppure cogli questi nontiscordar di mè…
“Che cosa ti ha detto? Harry! Dimmelo!”
Harry deglutì.

“Qualcosa riguardo al fatto che non siamo più a scuola, non dobbiamo per forza essere inseparabili anche a lavoro. Beh, non erano proprio testuali parole ma una specie."
Ginny sospirò.
“E a te non è piaciuto.”
Per non dimenticarti mai di meeeeeeeeeeee!”
Ginny si coprì le mani con le orecchie.

“Harry! Dovrà passarti prima o poi questa nostalgia. Dura anni! Insomma, non sei felice di quello che abbiamo costruito?”
“Cosa dici? Certo che lo sono. Il punto è che..lui spesso non pensa..”
“Che novità! Beh, vai a parlargli così chiarite, no?"
In quel momento irruppe Al e cominciò a sbottare.

“Vi prego, non lo sopporto più! Sto cercando di studiare e James ride della mia mancanza di concentrazione! Mi deride!”
Harry sbuffò e si preparò ad affrontare il suo destino.
“Digli che la cotta nei tuoi confronti non è ricambiata. Sii molto chiaro su questo.” disse Ginny.

Harry rabbrividì, sperò solo che sua moglie avesse fatto solo una battuta e dentro di sé sapeva che lo era, ma non potè fare a meno di rabbrividire.
“Sì, vai prima che attacca con l’altra canzone! Adesso fa pausa solo per cercarne una più terrificante!”
 
Quando uscì sulla soglia, si trovò Ron con la chitarra che cercava tra varie pergamene.

“Ron!! La vuoi finire di fare il cretino? E che sono tutti quei fogli?”
Ci provò a essere minaccioso e arrabbiato ma suonò più che altro divertito e vedere Ron con fogli in bocca e metà sui capelli sopra cumuli di neve, lo fece scoppiare a ridere.
“Sei uscito finalmente!!”

“Guarda qua, sei praticamente svestito! In mezzo alla neve! Vuoi prenderti una malanno? E non hai paura che la neve macchi questa roba?” disse cercando di raccogliere tutti i fogli.
Ron fece un gran sorriso e a Harry mancò un battito.
“Se uno vuole ottenere delle cose, deve affrontare dei rischi! E almeno sei uscito.”
“Sei stato al gelo, a suonare canzoni terribili, solo per parlare con me?”

Harry avvertì altri battiti e non capiva se fu per quella realizzazione o per quel sorriso.
“Andiamo, non sono così terribili!” si difese lui.
“Rimettile subito dentro. A quanto ne so, per scrivere questa robaccia, ci hai speso sudore.” Disse cercando di rimetterglieli nella borsa ma Ron si palesò davanti a lui.
Maledetto… pensò Harry.
“Vieni con me sul monte Talyner domani?”
Harry lo guardò accigliato.

“Sei venuto fin qui per dirmi questo?”
“Lo trovi sdolcinato?”
“È molto più di questo. Non dicono che il monte Talyner è un monte che ricorda le sfumature del monte rosa?”
“Ohh andiamo, non sarai classista, per caso. IN realtà ha dei bei cristalli, dicono, e vorrei fare delle foto anche a certi fiori e animali.”

“Fiori? Animali? Ok, sei ufficialmente fuori di testa.” Disse Harry ridendo.
Ron gli mollò uno scappellotto sulla testa.
“Era per fare un’avventura insieme.”
A quelle parole Harry si adombrò.
“Lo fai solo perché..”
“Se dici *per farti perdonare, * ti mollo un pigno.”
Harry lo guardò sbalordito.

“Certo che voglio farmi perdonare! Ma non basta questo ad obbligarmi alla compagnia di qualcuno con cui non voglio passare la compagnia. Beh è un po' astruso ma ci siamo capiti vero?”
Harry lo guardò e un sorriso si formò sul su volto.
“D’accordo, accetto.” Disse infine. “Solo io e te?” disse con un pizzico di speranza.

“Solo io e te.” Disse Ron, con un pizzico di autorità che Harry trovò molto sexy.
Per pochi istanti il bacio che gli diede di sfuggita fece capolino su Harry, ma cercò di scacciare il pensiero.
Smettila, Harry. È stata una fantasia, nulla più.
Neanche lui ci sta più pensando.
















Note dell'autrice: negli incubi, Al e James si riferivano all'altro con "amore mio" non "amico mio" nei flashback ho modificato così, perchè è come i ragazzi hanno raccontato a Harry, non potevano dirgli i veri sogni xd cmq i flashback fanno parte del capitolo 20, gli incubi di James

ragazzi non so dirvi quanto mi abbia emozionato e fatto star bene scrivere la parte sul teatro <333 li shippo troppo.
Non temete. Farò il possibile per non far soffrire Hermione xd non assicuro per Ginny! LOL
se le energie reggono, stasera ne scrivo un altro ^_^

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Capitolo 31
*** Il monte Talyner ***


Avviso:  voglio dire a tutti che Al e James TORNERANNO PRESTO. Vi prego non abbandonate la storia solo perchè pensate che non li rivedrete più T_T
shippo tanto anche Ron ed Harry, lasciatemi sfogare un po anche con loro xd
tra pochissimo torneranno lo prometto!




Partenza



Harry si era svegliato alle 06:00 in punto per partire per quella scampagnata, aveva messo la sveglia ma come succede sovente, quando metti quell’aggeggio infernale, ti svegli ben più presto rispetto a quando suona.
E così successe che Harry si ritrovò a essere sveglio, ben dieci minuti prima che la sveglia suonasse. Si stava ancora lavando i denti quando sentì il trillio infernale.
“DRIIIN.”
Quasi inciampò per andare a spegnerla.
Si sentì di nuovo un ragazzino, vaghi flash di quando scappava con Ron ed Hermione per sgattaiolare nel castello di notte, gli sovvennero alla mente.
Non sono più un ragazzino.. pensò.
Aveva trentun anni, adesso.
Che non erano molti, ma non erano neanche come l’adolescenza.
Ma era facile però, non esserne spaventati quando ti sentivi così adesso.
Con l’adrenalina in corpo, per affrontare una scampagnata.
Tutti i giorni dovrebbero essere così, pensava Harry.
Ogni giorno una scampagnata.
Alzarsi presto la mattina, con uno scopo, e ogni ora, ogni minuto, valeva qualcosa.
Dare valore alle ore, ai minuti.
Harry si chiese se dare valore al tempo era indice che fossi ancora giovane o indice del fatto che non lo eri più.
 
“Già sveglio? Harry…dammi un bacio.” Disse Ginny.
Lui la accontentò, avvertendo un singolare senso di colpa.
Anche lei si era sposata così presto.
Aveva reminescenze della Ginny che conosceva, così solare, piena di vita, a tratti gli ricordava sua mamma o magari l’ideale di madre che si era sempre immaginato.
Sposandola le aveva forse tarpato le ali,relegandola a una specie di vita casalinga?
Ma avevano avuto dei bambini meravigliosi, in fondo avevano creato delle cose “belle.”
Albus e James..
Cercò di non pensare a loro, perché avrebbe pensato anche al fatto che forse loro non erano davvero stati creati “da lui” ma solo tornati.
 
“Ron!!!”
“Schhh. Vuoi svegliare tutti?” disse l’amico di sempre, raggiante. Era difficile prendere sul serio la sua sgridata, quando anche lui sembrava come un bambino, di sicuro sembrava addirittura più felice di lui.
Harry si chiese distrattamente se non l’aveva trascurato troppo.
“Ti dice mai Ginny che pensi troppo?”
“A volte, può darsi. Lei dice un mucchio di cose.” Si schemì.
“Sì, mia sorella adora brontolare.”
Harry si guardò attorno.
“Cerchi qualcosa, Harry?”

“Sì. Non dovresti aver portato..qualcosa da mangiare? Sai, non siamo più ragazzini, che possiamo resistere più ore senza mangiare..oddio, tu non hai mai resistito troppe ore senza mangiare neanche prima.”
Ron gli diede uno scappellotto.
“Credevi davvero che sarei venuto senza le provviste?”
Harry rimase senza fiato a notare un piccolo bastoncino che si apriva come un ombrello, trasfigurandosi poi in un cestino da picnic.
“Che ne dici? Forte eh??” disse Ron entusiasta.
“Scommetto che è un’idea di Hermione. Ha sempre idee geniali.”
“Già. Hai ragione.” Per qualche motivo Ron si rabbuiò e Harry si ricordò della loro crisi. Stava continuando?
“Ron…”
“Avanti andiamo, scansafatiche, stiamo perdendo già troppo tempo.”
“Scansafatiche a me? Vedremo chi non sprofonderà nella neve dopo le prime due ore!!” Lo provocò Harry e i due cominciarono a stuzzicarsi, mentre camminavano.
 
 
 
*

Inizia la scampagnata

Dopo una mezz’oretta, parcheggiarono la macchina verso il limitare della collina e cominciarono ad arrampicarsi verso il monte.
Fu Ron a prendere il discorso.
“Allora come butta con Al e James? Avete affrontato il discorso?”
“Il…discorso?”
“Sì, Harry. Il DISCORSO. Quello con la D maiuscola.”
“Tipo: dove andiamo, perché andiamo, per quanto tempo e se ci servirà la benzina, quando andremo nell’aldilà e perché esiste l’aldiquà?”
“Harry…”
Harry sbuffò.
“Loro non vogliono parlarne.”
“E tu sforzali a parlare!”
“Non mi va di essere uno di quei padri. Io non ho mai vissuto un padre ma so con certezza che James..non sarebbe stato così.”
“Harry, perché vuoi fare questo a te stesso?”
“Che cosa vuoi dire?”

Harry si fermò e il verde si intrufolò nella sua mente, era tutto verde, loro due in mezzo agli alberi, era ancora più suggestivo.
Anche Ron si fermò.

“Sai, Harry, anche per noi, la morte di Silente e di Piton è stato un brutto colpo..”
Harry avvertì una fastidiosa fitta al ventre.
“Non lo metto in dubbio..”

“È stato davvero..terribile. Eravamo abituati a vederli come delle autorità, come delle presenze che ci sarebbero sempre state. Non te l’ho mai detto ma trovavo…confortante..sapere che ci sarebbero sempre stati Silente con questa fissa dei punti e Piton a punire te o me..o Hermione , trovando ogni scusa perfetta per toglierceli. Erano delle costanti.”
“Piton era una brutta costante, soprattutto per te. Lo odiavi.” Disse Harry ridendo. “Anch’io.”

“Oh, non so davvero chi dei due lo odiasse di più.”
“Ogni anno cercavamo di incastrarlo.” Disse Harry.
“Ogni anno io speravo non tornasse più a Hogwarts.” Disse Ron.
Risero, riprendendo a camminare.
“Eppure, quando se ne andarono, prima uno e poi l’altro..ci hanno lasciato un grande vuoto..non te l’ho mai detto, Harry, ma non è stato solo a te che hanno lasciato un vuoto..”
Harry guardò Ron.
“Non me l’hai mai detto..”

“Come avrei potuto? Tu soffrivi..e io non volevo che oltre al tuo vuoto, dovessi subire anche il mio..”
“Dovevi farlo invece!! Io..ti avrei capito, ci saremmo capiti a vicenda..non dovevi passare questo da solo..aspetta..non eri solo, vero?”
Ron abbassò il capo, colpevole.
“L’estate che ha preannunciato il nostro ultimo anno..ti vidi con Hermione e..sembravate diversi..”

“Non stavamo ancora insieme allora.” Si sbrigò a dire Ron.
“No..lo so..ma..eravate diversi..” stette un po' in silenzio, poi disse:
“Era già cambiato qualcosa, vero? Tra voi due intendo..”
Beh, sì..non lo nego..non che fosse la prima volta che la vedevo in modo diverso..ma dopo quello che accadde..ci siamo avvicinati di più..mi sono sfogato un po' con lei, mi è stata vicino..spesso dormiva con me..a distanza, ovviamente. Ma era..bello..non l’avevo mai sentita finora così, come più di un’amica.”

“Certo, la morte di Silente vi ha avvicinati ancora di più..”
Ron lo guardò.
“Credimi, Harry, che noi volevamo venire da te..ma non ci hanno..”
“Non importa!” disse frettolosamente Harry. “I Dursley non vi avrebbero comunque lasciati restare. Avete…fatto bene..” lo disse ma il suo cuore gli diceva altro. Pensare a loro due, che ancora una volta era stato escluso.. gli faceva male, ma non era più un ragazzino, doveva smetterla di essere così…geloso.
 
“Sai, che per un periodo sono stato anche geloso di te?”
Sembrò che Ron gli avesse letto nel pensiero e Harry per un attimo lo guardò sbigottito.
“C-come? In che senso?”
“Quando vedevo te e Silente..beh, si sa che eri il suo cocco.”
“Non sono mai stato il suo..” protestò, poi lo guardò con un ghigno. “Avresti voluto essere tu al mio posto vero? Essere il cocco del preside.”

“Non era quello che intendevo.” Disse Ron e le sue guance si colorarono di rosa. “intendevo che..passavi molto tempo con lui. Più che con noi.”
Harry per qualche attimo fu così sbigottito che rischiò di cadere.
Riprese subito l’equilibrio.
“Ma cosa dici? Noi eravamo praticamente inseparabili! Facevamo anche le vacanze insieme!!”
“Sì, ma negli ultimi anni..tra Occlumanzia e le tue lezioni private con Silente..”

“Non posso crederci! Eri addirittura geloso di Piton!!
Ron sembrò scocciato.
“Mi fa piacere che la trovi una cosa patetica. Grazie tante.”
 
Harry si sbrigò a corrergli dietro.
“No, aspetta, dai, Ron, non intendevo essere poco sensibile..è che mi sembra così strano. Loro erano i miei insegnanti, tu il mio miglior amico, non sono dei rapporti paragonabili, credevo lo sapessi.”

“Beh, io pensavo invece che sapessi che quando abbiamo litigato per il torneo tremaghi, il fatto che pensavo che te la tirassi, era solo una scusa.”
Questo frastornò Harry.
“Come?”
Ron sospirò.
“Ti ricordi quando non ci parlammo per settimane?”
“Come dimenticare! In una di quelle occasioni ti ho anche tirato una spilla in fronte!”
Ron ridacchiò.

“Facesti bene quella volta. Ebbene..non ti sei mai chiesto perché mi comportai in modo così infantile?”
Harry se l’era chiesto sì, più volte, ma ora a distanza di anni, qualcosa gli diceva quasi di non volerlo sapere, era più un qualcosa che risuonava a frequenza così bassa che non ne era così tanto cosciente, un po' come la telepatia.
“Io..certo che sì.” Si costrinse a dire.

“Io..il motivo per cui ce l’avevo così tanto con te, era perché in realtà temevo che il torneo ti avrebbe occupato così tanto tempo da dover poi trascurare NOI..”
Harry sentì il fiato mozzo.
“Io..io..”
“Non te ne eri accorto vero? E io non te lo dissi mai, ma in realtà perché temevo che tu invece lo SAPESSI, io stupidamente pensavo che tu sapessi il vero motivo e mi reputassi patetico per questo..per questo non ti parlai per tutte quelle settimane e raccontai a Hermione e a te quella cagata. “
“Dio, Ron..fra tutte le cavolate che potevi..”
“Che cos’altro avrei potuto dire??”
“La verità, magari!!”
Si fermarono di nuovo.

“E che cosa avresti pensato di me? Che ero patetico?? LO ERO!”
Ripresero a camminare.
 
Dopo circa dieci minuti, Harry riuscì a trovare la forza di parlare.
“Non avrei pensato che tu fossi patetico, Ron.”
“Certo, come no.” sbuffò lui.
“Sto dicendo la verità! Tu non ti rendi conto..sei stato il mio primo VERO amico, anche Hermione lo era..ma non come…non come con te.”
Ron si girò incuriosito.

“Ho litigato con entrambi diverse volte ma..quando litigavo con te, era DIVERSO..mi sentivo annientato. Mi vergogno a dirlo, ma..la prima litigata fu TREMENDA..e la seconda..se non ci fosse stata Hermione con me..avrei proprio abbandonato la ricerca degli horcrux..”
“Mi dispiace tantissimo per quello,. Harry.”

“Lo so. E io ti ho perdonato. Davvero. Ma questo è per dire che non eri patetico. Potevi dirmelo. Anche durante il torneo tremaghi, non sei mai stato secondo neanche a quello, tanto che durante la seconda prova, sono venuto a prendere te, sotto il lago.”
Il ricordo di quella prova sembrò imbarazzare Ron.
“Beh, non sei venuto a prendere soltanto me.
“Geloso anche in quel caso?” lo canzonò Harry.
 
All’improvviso Ron lo abbracciò.

“Grazie amico. Per quello che hai detto.”
“Sei incredibile. E sorprendente.” Disse Harry ricambiando l’abbraccio. “Senti, non è che questa scampagnata è stata fatta apposta per farmi sproloquiare sui nostri sentimenti, come delle ragazzine?”
“Beh in effetti il panorama è mozzafiato. Abbiamo il verde..abbiamo i fiori, abbiamo l’abbraccio! Manca giusto un vischio, per completare l’atmosfera. Dov’è la mia bacchetta?” rise Ron.
“Non provarci.” lo ammonì Harry ridendo.

Qualcosa scintillò negli occhi di Ron, che lo fece quasi sentire in colpa.
“Perché solo tu hai..”
Nonono Ron, non dirlo, non dirlo, non dirlo..
“L’esclusiva del baciarmi, vero?”
L’aveva detto.
“Adesso sei sleale.”

“Gli amici lo sono sempre. Almeno con la lingua.”
Era un sottotesto? Harry si rese conto di non saperli più leggere, non con Ron.
“Dai, andiamo, amico. Stavo scherzando, su.” Gli battè una mano sulla spalla.
 
 


*

La canzone



“Ron, ti arrabbi se ti dico una cosa?”
Ron sbuffò.
“Se dici così, già so che mi arrabbierò. E lo sai che sono un tipo ansioso. Parla, Harry.”
“D’accordo..ma tu promettimi che non la prenderai nel modo sbagliato.”
“Prometto. Adesso parla, Harry.”
“Quello che tu hai detto, prima..”
“Che cosa di preciso?”
“Quella..quella cosa sulla gelosia..
Ron si sentì una fitta al torace.
“Sì?”
“Forse sarebbe stato meglio non saperlo.”
Ron si fermò, prosciugato di tutto.
“Adesso si che mi sento meglio.”
“La stai prendendo nel modo sbagliato.”

“Fottiti, Harry, io ti dico una cosa così imbarazzante e tu.”
“Fermati, fermati, maledizione. Non hai capito.”
Lo costrinse a voltarsi.
”Ron!!”
“COSA??”
“Guarda che sono contento di quello che mi hai detto.”
“NON SEMBRA!”

“Ho sbagliato..scelta di parole. Io intendevo dire un’altra cosa..che avrei preferito non saperlo.”
Ron lo guardò in un modo che sembrava davvero buffo ma Harry si trattenne perché sapeva che ridergli in faccia sarebbe stata una pessima mossa.
“Tu sei tutto scemo, Harry. Cos’è, uno scherzo?”
“Lascia che ti spieghi meglio. Io AMO, adoro quello che mi hai detto, ok? Non è questo.”
“Ripeto: non sembra.”

“Non è quello il punto. È che a volte c’è più magia nel non sapere mai qualcosa, anche se..anche se magari hai aspettato tutta la vita di saperlo. Perché nell’immaginazione c’è l’illimitato. Lo spazio sconfinato. Quel meraviglioso spazio illimitato in cui cerchi la risposta, e puoi passare tutta la vita a desiderarla. E spesso è ancora più bello della risposta stessa. Non intendevo..sminuire quello che mi hai detto. Scusami”
Ron restò ad ascoltarlo basito.

“Ti capisco. Sai, è stato così anche per me, per tanto tempo.” Disse Ron senza specificare cosa intendesse. Ripresero a camminare e d’un tratto Ron prese coraggio e gli fece quella domanda:
“Harry, ma tu…perché mi hai baciato?
Harry avvertì un brivido.
“Ron..credevo ne avessimo già parlato..”

“Non del tutto. Non mi hai dato una spiegazione valida.”
“Cazzo! Ci tieni così tanto a mettermi in imbarazzo??? Avevamo detto che non ne avremmo più parlato!!!”
“Neanche questo avevamo detto.”
“Ron, ma perché fai così? Ho avuto un momento di debolezza..credevo l’avessimo passato.”

“Continui a aggirare il discorso. Perché mi hai baciato? Perché ero lì? Avresti baciato anche Al e James, se si trovassero lì?”
“Diosanto, Ron!! Sono i miei figli!!!
“E io sono il tuo miglior amico!!”
Si guardarono, si fronteggiarono e a Harry non gli sembrò che fossero mai stati così distanti.

“Beh, allora a volte capita che il bene che ti voglio, non è un qualcosa che posso etichettare e che posso riuscire a inserire in una schiera di limite da non valicare, a volte trovo confuso definirlo e spesso mi capita di non riconoscere la differenza! Ok? Sei soddisfatto adesso?”
“Non ancora. La differenza tra cosa?”

“Perché stai facendo questo? Ci godi così tanto a litigare? A mettermi in difficoltà? A cercare delle risposte che neanche io so darmi rispetto a quel bacio?”
“Basta solo chiamare le cose con il proprio nome.”
“Perché? Per sentirmi dire che non condividi? Che non ricambi quello che provo? O forse che invece LO FAI? Che differenza ci sarebbe comunque in entrambi i casi? Non cambierebbe comunque le cose.”

“A volte scegliere di non sapere è una scelta anch’essa..” disse Ron.
Harry lo guardò allibito e interrogativo.
“Una volta lessi in un fumetto, una canzone, posso..cantartela?”
“Quindi…dopo la serenata, anche la canzone?.”
Harry fece una risatina.

“Spero di ricordarmi ancora le parole, ma le tue parole mi hanno rinfrescato la memoria.”
 
 E cominciò a cantare.
 
...e lunghe ore a ingannarci così
a dire lui e lei, sempre gli altri,
e i palliativi sono sempre tanti

per non ammettere che siamo qui.
E Charlie Brown e Mafalda e la scuola
storie un po' vere, a volte inventate,
nei pomeriggi d'inverno e d'estate,
di strani voli su una parola.


Quando cantavo plaisir d'amour,
tu mi guardavi e ridevi più forte:
non lo capivi che ti facevo la corte
o forse capivi e la furba eri tu.
E mi hai sospeso su un filo di lana
e mi ci terrai ancora per molto,
giovane amore, fiore non colto,
o forse sì, ma da un'altra mano.


E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene,
a volte credo di esserne certo,
a volte invece sembra tutto uno scherzo:
fuggono gli occhi come falene.
Amica mia sorella speranza,
quello che vuoi io non ti dirò,
quello che voglio non sentirò,
quello che c'è dietro l'indifferenza.


E tutto è morto e tutto è ancor vivo
e solamente tutto è cambiato,
quello che provo l'ho sempre provato,
e credo ancora in ciò in cui credevo.
E il fiocco nero è l'unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia,
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia.


Ma dimmi tu, non è meglio così?
Immaginare ed illudersi sempre,
qui ad aspettare qualcosa o niente,
qui ad aspettare un no o un sì,
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo,
così studiato giorno per giorno,
fatto di tanti cristalli di brina.

 

Delle lacrime fuoriuscirono dagli occhi di Harry.
“I-io non so cosa mi sta succedendo, forse sarà la giornata particolare, il fatto che non abbiamo nemmeno fatto colazione..m-ma io…la trovo..bellissima..

“Mi sono sempre chiesto che effetto ti avrebbe fatto, sentirla, a scuola.”
Harry lo guardò interrogativo.
“Questa canzone..l’avrei dedicata a te. Harry.
Harry lo guardò, spalancando gli occhi.

“L’avevo addirittura suonata con una chitarra, mi ero tanto esercitato..spesso mi chiedevo, se potevo fartela ascoltare, con una scusa..”
“Ron..” Harry non sapeva cosa dire, si sentiva tremare le gambe, aveva bisogno di sedersi.
“Ron,aspetta, aspetta, maledizione!!”

Ron si fermò, con la testa ancora a dargli le spalle.
Harry si sedette su un tronco, cercando il suo sguardo.
Ron si girò lentamente.
“Avevo una cotta per te.” Disse ridacchiando come se stesse parlando del tempo. “Una gran cotta  a dire la verità! Non so quando è cominciata. Forse fin da quando ti ho visto quel giorno sul treno e ho toccato la tua cicatrice..chi lo sa..ma che cos’è un’amicizia, anche solo i primi tempi, che una grande clamorosa cotta l’uno per l’altro? Poi sei diventato mio fratello..sai con questa cosa, di venire sempre a casa mia..mia madre ti vedeva come un figlio e tutto il resto..”
Harry lo ascoltava con attenzione.

“Non so quando ho iniziato ad avvertire questo sentimento…MORBOSO..per te..non so bene quando è cominciato..ti scrivevo..e attendevo le tue risposte..come un naufrago in mezzo a una tempesta..e sapevo che anche per te era lo stesso, quando ci mettevano in castigo e ci ficcavamo in mezzo ai guai..ero comunque felice, perché era con te che ero nei guai. Ed ero GELOSO di qualsiasi cosa si mettesse in mezzo fra noi. Poteva essere Silente..o Piton..o il torneo..addirittura Cho Chang! Prima lei..e poi la mia stessa sorella.”
“Ron..io non ho mai..non ho mai..”

“Quella canzone..parla di ME, Harry. E avevi quindi proprio ragione. È molto meglio NON SAPERE mai piuttosto che vedere la tua faccia in questo momento. Lo volevi sapere? Adesso lo sai. Oh non ti preoccupare, mi passò, poi, è stato..non so neanche io cos’è stato.  Che vuoi che ti dica? Forse a volte tutti noi siamo un po' innamorati dei nostri migliori amici.”
Harry si sentì assurdamente felice della sua ultima frase, nonostante la situazione fosse davvero un po' tragica.

“Adesso che ti ho..fatto questa rivelazione..non ti biasimo se vuoi..tornartene a casa.”
“M-ma..mi hai fatto il terzo grado, fino adesso, per s-sapere cosa pensavo..cos’è stato per me quel bacio e ora..non vuoi più saperlo?”

“Esatto, Harry. Non voglio più saperlo. Forse perché so che la verità per te sarebbe terribile, o forse lo sarebbe per me. Non lo so e a questo punto non voglio più saperlo perché so che tu non sei pronto a dirmela e quindi faccio quello che ho sempre fatto a scuola, accetto i tuoi silenzi e il fatto che ci sono a volte dei segreti che uno non è disposto a rivelare. E ancora una volta..lo faccio per te. Ora..vuoi continuare a scalare questo monte anche dopo tutto questo..o ce ne andiamo?”

“Andrò dovunque tu andrai.” Disse Harry celebrando la celebre canzone e nonostante l’amarezza, vide Ron sorridere.
 
 
Continuarono a camminare e Harry vedeva la schiena di Ron e il cuore in tumulto. Si chiese se anche Ron stesse avendo il cuore che gli batteva forte anche in quel momento.

Gli aveva appena fatto una dichiarazione in piena regola e lui non era stato NEANCHE CAPACE di rispondere a una semplice domanda.
Che cos’era stato per lui, quel BACIO.
Ma perché la vita doveva essere così dura? Perché non puoi semplicemente baciare il tuo migliore amico, prenderlo per la vita e rotolare insieme in mezzo alla neve, magari sotto il profumo dell’alba?

Perché devi essere sempre bloccato da mille cose, avere questi fastidioso blocchi che ti impediscono di parlare, di AGIRE?
Era davvero colpa dell’età? Davvero se Ron gli avesse detto queste cose a scuola, sarebbe stato diverso?
Oppure, non l’avrebbe proprio fatto, perché il Ron di adesso era molto maturato e riusciva ad esprimere più chiaramente i suoi sentimenti, magari perché Hermione gliel’aveva insegnato?
Hermione…

Quasi la odiò , anzi odiava che fosse stata lei a  insegnargli a essere così.
Avrebbe voluto che Ron imparasse a essere più aperto con lui.
Significava forse allora che era vero che anche lui lo amava o confondeva l’affetto e la gelosia con qualcosa di più forte?
Si può essere gelosi dei propri migliori amici senza volere portarseli a letto?
Avrebbe voluto che succedesse?

E Ron cosa provava? Anche lui era innamorato di lui? Aveva sempre parlato al passato ma MAI al presente.
ERA STATO innamorato, non gli aveva mai detto che lo amava ancora..
 
E mentre continuavano a camminare e vedeva la schiena di Ron, scalare il monte, nonostante la tristezza di quello per cui avevano discusso e le rivelazioni recenti, si sentì come se avesse ancora 15 anni.
Erano di nuovo nella foresta proibita e c’erano solo lui e Ron, tutto il resto del mondo scompariva.
Non importava se stavano cercando i ragni, o se stavano scontando una punizione data dagli insegnanti per aver trasgredito di nuovo le regole.
Non importava il luogo o l’età, o gli anni che passavano.

Quand’era con Ron, sentiva ancora quell’alchimia come quando erano adolescenti.
Perfino dopo aver discusso.
Si chiese se anche Ron sentiva lo stesso, come avrebbe reagito se l’avesse semplicemente baciato in quel momento.
Ma ancora una volta gli mancò il coraggio.
Ma fece un’altra cosa.

“AHH. Harry ma sei proprio SCEMO.”
Ron non credeva ai suoi occhi. Harry gli aveva appena buttato una palla di neve addosso.
“Ridi ridi , vediamo come ridi adesso.”
“Hai una pessima mira.” Disse dopo che Ron lo mancò.
“Non hai capito che volevo solo darti un po' di vantaggio.” Disse rincorrendolo.

“Bene, questa passeggiata stava diventando noiosa, ci voleva qualcosa che la scuotesse un po.” Disse Ron cominciando a rincorrerlo.
Harry cominciò a ridere senza controllo.
“Ron, dobbiamo fermarci, se ci mettiamo a correre qui potremmo rischiare di cadere!”
“Se ti raggiungo, i precipizi saranno il minore dei tuoi problemi, Harry.”

Harry, il moro adorava come il rosso pronunciasse la parola “Harry.” Con quel modo roco e un po' infantile, quel modo che aveva di accentuare l’ultima vocale, specialmente quand’era sorpreso.
 
 
 
*

Il ruscello



“Allora, ti arrendi??” Harry non vedeva Ron da nessuna parte.
“Rooon. Io mi sono fermato. Non ho più voglia di correre. Yyyyykes.

Ron l’aveva atterrato di schiena, in mezzo al prato.
“RON!! Mi hai fatto prendere un infarto.”
“Ti ho preso, Harry.”
“Non vale. Sei riuscito a prendermi solo perché ho abbassato la guardia!”
“Un bravo auror non lo fa mai.”
“Non mi avresti mai preso se non fossi così stanco.”
“Già stanco dopo mezz’ora, Harry?
Harry cominciava a trovarsi in imbarazzo a sentire il peso di Ron sulla schiena, si distaccò gentilmente.
“Ma sta zitto. Continuavi a rimanere indietro, se non dovevo aspettarti, ero già in cima al monte. Cosa stai guard..”

Alzò lo sguardo in direzione dell’amico e vide un magnifico ruscello che li guardava.
Trasparente e blu, come quel cielo.
“Vuoi bere?”
“Voglio fare di più che BERE, amico.”
“Ron! Aspetta, non vorrai..”

“Rinfrescarmi un po'? Sì!” disse Ron cominciando a levarsi le scarpe.
“Ma Ron! Ti prenderai un accidente.”
“Oh finiscila. Siamo ancora in Estate. Vieni qui a sentire se non mi credi.”
Harry mise la mano nel ruscello.

“Non credo sia abbastanza calda ancora..malgrado..”
“E uno, e due, e tre!”
“Ron, che faaaaaaaaaaaai.” Gridò Harry. Ron gli aveva afferrato un braccio e trascinato nel ruscello con uno strattone.

Bast…” disse Harry vendicativo, era caduto nell'acqua ma cadendo si era comunque aggrappato a sua volta al braccio dell'amico e in quel momento tirò a sua volta, trascinandolo giù come il rosso aveva fatto con lui.
“Ehi, che fai, lasciami!” disse Ron ma era divertito.
 
Erano entrambi nell’acqua e si tirarono l’acqua a vicenda ridendo come bambini.
“Uffff ci voleva.”

“Per una volta sono d’accordo con te.” Disse Harry, rimirando il sole in alto.
“Harry ti devo confessare una cosa.”
Harry lo guardò in guardia.
“Cosa?”
“Io…volevo farlo fin da quando sono partito.” E scoppiò a ridere.
“Quanto sei scemo.” Disse Harry tirandogli ancora l’acqua addosso.

Per pochissimo aveva quasi sperato che Ron gli dicesse che voleva passare tutta la notte con lui in quel luogo.
Non sapeva cosa la sua mente e il suo cuore avrebbe risposto.
 
 
 
 
*

Il cerbiatto



“Ron, tu sai che potremmo asciugarci con la magia, vero?” disse Harry mentre guardava Ron fare strada.
“Niente magia Potter!” disse Ron in una perfetta caricatura di Piton. “Lo saprò se non rispetterai le regole.” E con un sorriso continuò a camminare.
Harry si soffermò sui suoi jeans bagnati e la maglietta bianca che aderiva al suo fisico, si chiese se Ron era per caso un sadico che sapesse esattamente che sentimenti ed emozioni scuoteva nel suo animo, vederlo bagnato così.
“Hai già trovato qualche lampone, Harry?”
“Eh cosa?”
Ron scosse la testa.
“Sei incredibile! Ti stavo dicendo che sarebbe una gran cosa prepararci il dolce da soli, i panini ci sono, ci manca la frutta. “
“Io..uhhh sono d’accordo.è davvero una bella idea. Sì.”
Ron ridacchiò e insieme al suo amico si misero  a cercare more e lamponi.
 
Con la ricerca della frutta, la scalata sembrò accelerarsi ancora di più, spesso rideva vedendo come Ron non riusciva a resistere e mangiava già i lamponi che si trovavano.
“Cerca di conservarne almeno un po' per quando saremmo arrivati.” Disse Harry.

“Guarda, Harry.
Alzò lo sguardo e vide una cosa meravigliosa.
Un cerbiatto.
E poi vide un’altra cosa meravigliosa.
Ron che dava le more al cerbiatto.
“Dagliele anche tu Harry, avanti.”
Harry sorrise e lanciò due lamponi al cerbiatto che nitrì come in una specie di ringraziamento e se ne andò.

Per qualche attimo, la dolcezza di quella scena lo lasciò senza fiato, tanto che non si accorse di quanto vicino fosse a Ron, fin quando le dita della sua mano non sfiorarono le sue.
Sentì immediatamente la scossa e si ritrasse subito. Ron se ne accorse e gli lanciò un’occhiata che poteva benissimo sembrare un mix tra la paura e la sorpresa e forse era anche…ferito?
“Dai, andiamo, siamo quasi arrivati.”
Però sorrideva.
Era la cosa meravigliosa di Ron.

Anche nelle situazioni più imbarazzanti, lui sorrideva.
Oh Ron..e se stessi forse sbagliando tutto?
E se era con te, che dovevo stare?
 
 
 
 
*

La caverna

Finalmente eran arrivati in cima.


“Yiiiiiipppiiii siamo arrivatiiiiii.”
“Ron controllati, non sei più un bambino.” Rise Harry.
“E chi ha mai detto di volere crescere?”
Harry sorrise.
“Ho una fame da lupi! Guarda qui, guarda che spettacolo, ed è tutto per noi!” disse buttandosi sull’erba.

Harry controllò a stento la voglia di buttarsi su di lui.
Forse poteva farlo ancora se erano ragazzini e se non c’era stato un bacio tra di loro.
“Hai ragione forse..sarebbe meglio se fossimo ancora bambini..” disse.
Non si sdraiò su di lui, ma al suo fianco.

Ron lo guardò con curiosità, non si alzò ma gli sfiorò una guancia con le dita, in un gesto che era quasi simile a una carezza ma non lo era proprio. Semplicemente Harry sentì le dita di Ron sfiorarlo, come di passaggio. Era incredibile come tutto di Ron, perfino una carezza, non fosse una semplice carezza, ma tutto così difficile e strano da definire.
Perché tutto con lui era così difficile da definire?
Come una nebbia di un pensatoio.
“Per me non è cambiato niente..resterò sempre al tuo fianco, come quando eravamo bambini.”

Per qualche motivo, a Harry quella frase fece male.
Gli sembrava così simile ai sentimenti di Piton per sua madre.
Non voleva una cosa simile per Ron.
Né per sé stesso.
“Dai, mangiamo.” Disse Ron tirando fuori il cestino da picnic.
 
 
Fu facile per pochi minuti dimenticarsi dei loro drammi o ritenerli meno tragici con quei meravigliosi panini, contenenti uova, bacon, insalata, mozzarella, wurstel e mostarda.
“Sono..già al terzo.” Disse Ron.
“Io al secondo. Vacci piano o farai indigestione.”
“Ho camminato.”
“Un uomo deve mantenersi in forma.”
“Tu pensi che io sia grasso?”
Harry si schermì.
“No, non penso tu sia grasso.”
“Bene, mi fido di qualcuno che mi ha guardato così bene quando scalavo e pensavo a raccogliere frutti.”
Harry avvampò.
“In realtà ti fissavo perché temevo cadessi a peso morto da un momento all’altro.”

Ron rise, quasi contento della battuta, Harry un po' meno di aver dovuto improvvisare in maniera pseudo convincente.
Le more e i lamponi che facevano da sfondo e cornice ai panini, erano un estasi per il palato.
“Adoro i frutti di bosco!” disse Harry.
“Allora la prossima volta ti faremo una torta ai frutti di bosco.”
“Non mi starai viziando un po' troppo? Devi farti perdonare qualcosa?” lo provocò Harry.
Ron si adombrò.

“Ehi, amico, scherzavo. So che questa gita è fatta per distrarmi e tutto il resto. Lo apprezzo davvero molto.” Disse mettendogli una mano sul braccio ma Ron gentilmente sembrò sfuggire la sua presa.
Harry si ritrovò a desiderare ancora quel contatto.
“Mi interessava in particolare QUELLA, dicono che ci sono meraviglie là.” Disse Ron indicando la caverna.
Harry si sporse a guardarla.
“Tipo?”
“Fiori..e altre meraviglie. La guardiamo insieme, ti va?”
“Sì.”
 
 
 
La caverna era uno scintillio di colori. Era proprio come se fosse una caverna fatata, per qualche miracolo naturale, l’acqua rifletteva dei riflessi verdi come lucciole fatate e dalla caverna cadevano già stalattiti ghiacciate turchesi, alcune rosa e alcune erano perfino abbracciate, come arrampicandosi insieme.
“è..stupendo..” disse Harry toccandole.
“Le chiamano le stalattiti amorose, per la particolarità in cui crescono, e perché tutto sembra fiorire e crescere qui.” disse la voce di Ron dietro di lui. “Oddio!!” gridò.
“Ron? Che c’è? Che succ..”

Ron stava indicando dei pipistrelli davanti a lui.
“Har---harry!!! Harry, guarda, dei pipistrelli, p-pip, pipistrelli.”
“oh..” disse Harry guardando due pipistrelli che tutto sembravano tranne volerli aggredire, anzi, stavano dormendo avvinghiati.
“Harry..ho paura, difendimi!” disse Ron, mettendosi dietro di lui.
“Ron, non fare il bambino, sono innocui.” Disse Harry scattandogli una foto con il cell.
“Tu sei pazzo. Possono aggredirci.”

“Ma se..” Harry si bloccò, la voce di Ron era ferma, tutto sommato, come non l’aveva mai sentita quando aveva il terrore dei ragni, la sua postura era dritta, non tremante, e se…
“RON!”
“AHIA..picchi un uomo spaventato..”
Tu stai solo fingendo!”
“Non è vero!”
Quella caciara fece scappare i pipistrelli che volarono via dalla caverna.

“Sei un bambino cattiv…” disse Harry cercando ancora di picchiarlo, ma poi notò qualcosa.
La fuga dei pipistrelli aveva disturbato e fatto volare tutto intorno uno stormo di farfalle, nascoste sempre nella grotta.
“Wowwwwww.” Disse Harry senza poterselo impedire.
Qualcuna di quelle farfalle volò in mezzo alle loro teste, prima di fare il giro della grotta o volare fuori sopra qualche altro fiore.
“Guarda che bei fiori, Harry.” Disse Ron.
 
Ed era vero.
Uno stuolo di fiorellini blu e margheritine, cresceva nella grotta e nel piccolo ruscello poco davanti. Era lì che le farfalle erano posate fino a poco fa.
Ron aveva ragione,
Qui la vita cresceva e fioriva.
Il monte era meraviglioso.

“Harry, guarda..quella non è una baita?” gli chiese Ron attraverso una nicchia.
“Fai vedere. Sì, hai ragione.”
“Andiamo a vedere?”
“Ron ma cosa dici?? Vuoi andare a casa d’altri?”
Ron fece spallucce.
“No. Questo no. Non andrò in casa d’altri.”
“Va bene, io vado.”

“Ron..aspetta.ma che ti prende..può esserci qualcuno…RON!!!”
 
 
 
*

La casa nel bosco

Fra le tante sue cavolate, questa era la cosa più grande che Ron aveva mai fatto.
“Ron! Accidenti a me e a te, che ti promisi che sarei venuto dovunque tu saresti andato! Mi rimangio subito la promessa!!”
Ron era entrato in casa.
“Ron, accidenti! Aspettami!!”

Considerato che non sembrava viverci nessuno lì, si arrischiò ad entrare.
“Ron!!! “
Inciampò in una coperta rossa, morbida , per poco non cadde.
“Ma cos..aspetta..”

Un flashback lo lasciò senza fiato.

Te la regalo il giorno del tuo matrimonio,sperando che essa, possa allietare i vostri sogni, e cullare i vostri sogni, rossa come l’amore e la passione che da sempre so che vi lega.
“Ron…”
Fece un altro passo e in camera si trovava una scacchiera, era molto grande, arrivava quasi al loro petto. Era contrassegnata da due grandi scritte. Da una parte c'era scritto in grande AMICIZIA, dall'altra parte in grande AMORE.
Harry rimase senza fiato.

“Te la regalo il giorno del tuo compleanno, il primo che passerai senza vedere la mia brutta faccia tutti i santi giorni, il primo dopo Hogwarts, una scacchiera che segna i primi punti che hai preso la fine del nostro primo anno. I primi elogi avuti da Silente, ho scelto la scacchiera che simboleggia due cose che saranno sempre per noi molto importanti.
L’amore e l’amicizia, affinchè rimangano sempre entrambe nella scacchiera della nostra VITA.
Harry avvertì le lacrime affiorare ai suoi occhi.
 
“Puoi uscire adesso sai? Ho scoperto il tuo gioco. Questa casa è TUA.”
Ron fece capolino dalla stanza.
“Questa baracca l’ho presa con Hermione, dovevamo dirtelo entrambi di comune accordo, insieme, avevamo progettato tutto..ma poi..visto come te la passi..ho voluto farti solo io questa sorpresa..”

Se fosse stato un amico migliore gli avrebbe chiesto perché, non poteva esserci anche Hermione, ma preferì sorvolare per stavolta. Era vero, a volte era meglio non sapere certe cose.
“Ci sono cascato come un allocco. Sei geniale..davvero..”
“Hai riconosciuto la coperta?”
“E la scacchiera! Anche se..sono un po' offeso che abbandoni così i miei regali.”
Ron rise.
“Non li ho abbandonati. Li ho voluti mettere qui ieri per farti capire. Speravo ti ricordassi.”
“I regali che ci siamo fatti, sono scolpiti nella mia memoria.”
“Vieni ti faccio vedere la casa.”
 
“La cucina, il salotto, le stanze dei ragazzi. “
Harry non potè fare a meno di immaginarsi lui in quegli stessi letti.
“Sei il benvenuto quando vuoi, lo sai?” disse Ron come a leggergli il pensiero.
“Se non disturbo..grazie..grazie davvero Ron..e la casa è..stupenda.”
 
 
Stettero un po' nel dondolo in giardino, forse una mezz'oretta. Dopo tanto camminare, avevano entrambi bisogno di riposarsi, Harry cominciava già ad appisolarsi un po', quando Ron cominciò a dire:
“Ti…ti andrebbe di fare una partita con quella scacchiera?”
“La..scacchiera?” disse Harry cauto.
“Sì, Harry, La scacchiera.”
“Ma..ci sono gli scacchi?”
“Dio..Harry..sei rimbambito? Certo che ci sono.”
“Io..veramente adesso non lo so..sono un po' stanco.”
Ron ridacchiò.
“Certo avrei dovuto immaginarlo..ovviamente sia mai che capisco male..le due fazioni amicizia – amore…certo..”
“Ron, hai capito male, io..”
“Lascia stare, Harry, davvero, non importa.”
“Guarda che io..”
“Non –importa.”

Ci fu un silenzio assordante per qualche minuto poi Ron annunciò.
“Vado a stendermi un po'.”
 
Harry si morse le labbra e si chiuse gli occhi quando Ron andò via.
Aveva ragione lui. Era un vigliacco, un maledetto vigliacco.
Magari voleva anche metterlo alla prova, ma poteva assecondarlo, vedere cosa vinceva, e chi?
Magari poteva ridere pure della cosa, stare al gioco.

Invece DI NUOVO aveva scelto di non vedere cosa succedeva.
Aveva ragione Ron. E stavolta era stato lui a scegliere di non sapere.
 
Rientrò dopo una decina di minuti sicuro di voler dire a Ron che stavolta voleva giocare e pazienza se si era offeso, lo avrebbe preso a calci in culo fino a che non lo avrebbe convinto ma…
Non era preparato a vedere un Ron a petto nudo che cercava di mettersi la pomata.
“Ron..che cos’hai?”
“Harry! Niente!”
“Cosa ti stai mettendo?”
“U-una pomata. Mi fa un po' male la schiena e le spalle.”
“Magari un colpo d’aria. Aspetta. Non puoi fare da solo.”
“Harry, ma che..”

“Sta fermo. Per un periodo che ero sottostress, ho sofferto di mal di schiena e so cosa significa.”
“Ti assicuro che non è..”
“Vuoi stare buono?”
Ron si zittì, mentre Harry si metteva dietro di lui sul letto.
“Harry..adesso te le suono..”
“Schhhh.” Si spalmò una generosa quantità di pomata e cominciò a massaggiargli le spalle.
Piano, lentamente.

Quasi in maniera seducente.
“Allora, sono bravo?” gli chiese con voce roca.
“Sì.sì.” disse Ron cercando di non guardarlo.
“Ron, guardami. Cosa volevi dirmi prima con quella cosa della scacchiera?”
“M-mh?”
“Se vuoi chiedermi qualcosa..chedimela...chiaramente.e..non attraverso un gioco..Ron, GUARDAMI.”

Ron si specchiò nei suoi occhi, vicinissimi a suoi.
“Harry..non farlo..”
“Perché no..? Dai un sacco di cose per scontate, Ron..magari io..” si avvicinò al suo viso e Ron traballò prima di farsi indietro.
“NO. “ si alzò,
“Noi non siamo…”
“Cosa, Ron, gay?”
Ron rabbrividì.
“No. Innamorati.”

Fu il turno di Harry di rabbrividire.
“Quindi..t-tu n-non mi ami?”
Ron si girò verso di lui infuriato.
Perché TU sì? Credi di potermi guardare in faccia e potermi dire una cosa del genere??”
Harry lo guardò e tremò.
“Dopo che mi hai rifiutato..dopo che mi hai detto in faccia che mi hai baciato perché eri..confuso..e smarrito..”
“Ron..io non..non ti ho..”

“CoSA? Vuoi forse raccontarmi che non sceglieresti Ginny sempre e comunque? Che saresti disposto ad andare dai tuoi figli a dire loro che ami un ragazzo? Il loro ZIO?? Vuoi forse raccontarmi che potemmo andare in giro mano nella mano e che mi baceresti alla luce del sole senza vergogna dichiarando che sono il tuo ragazzo?”
Harry lo guardò allibito.
“No, Harry..noi..non siamo innamorati..ci stiamo solo..sbagliando..”

“Tu..parli di me..ma chi è stato che è scappato..quando IO ti ho baciato? Mi hai ghiacciato !!! Peggio di quando mi sono tuffato per prendere quell’horcrux!”

“Tu HAI DETTO CHE PER TE NON SIGNIFICAVA NIENTE!
“E TU CI HAI CREDUTO? COMPLIMENTI RON, DI SICURO SEI RIMASTO LO STESSO CRETINO DI ALLORA, UNO CHE PENSA CHE QUALCUNO POSSA BACIARTI COSì, PER SPORT!”
“IO HO SCELTO DI CREDERE A TE E TU MI HAI DETTO..”

“QUESTO È IL TUO PROBLEMA, RON, HAI SEMPRE BISOGNO CHE LE COSE TE LA DICANO SOTTO IL NASO! MI SORPRENDO DI COME TU ABBIA TROVATO IL CORAGGIO DI BACIARE HERMIONE AL SETTIMO ANNO! AH NO ASPETTA UN MOMENTO. NON L’HA FATTO. È STATA LEI A BACIARE TE! L’UNICA VOLTA CHE TU HAI PRESO L’INIZIATIVA è STATA PER UNA RAGAZZINA PER CUI NON PROVAVI ASSOLUTAMENTE NIENTE E CHE HAI SCARICATO DOPO POCHE SETTIMANE!”
“Non ci posso credere, stai parlando ancora di Lavanda Brown!”

“Sto parlando di te! Non prendi mai l’iniziativa. Anche stavolta. Hai aspettato che sia stato IO a baciare te.”
Ron lo guardò sorpreso.
“ Ti aspettavi che ti baciassi? VOLEVI che lo facessi? Harry, ci sei? Guarda che io e te siamo SPOSATI. Non avevo ragione di baciarti.”

“BEH, NEMMENO IO PERò L’HO FATTO LO STESSO E SONO QUI CON TE, SU QUESTO MONTE, AD ASCOLTARE STORIE ASSURDE DI CANZONI MAI RICEVUTE, MAI DICHIARATE, E MI STO FACENDO VENIRE UNA CRISI ISTERICA PER TE, RONALAD WEASLEY E TUTTO PERCHÈ..”
Si fermò un attimo per riprendere fiato.

“Perché tu sei bravissimo a raccontare quello che volevi fare e che non hai mai fatto..ma molto di meno a FARLO. E io quindi ti chiedo... È così che vuoi trascorrere la tua vita, Ron? Abbiamo passato gli enta..vuoi passare tutta la tua vita a ricordare quello che avresti voluto fare e che non hai fatto? Perché IO NO.”
Ron era sconvolto.

“Perdonami..io..non volevo rovinare questa gita, non merito tutto quello che tu hai organizzato per me…ma io non ce la faccio a fingere che..che è tutto come prima..non ci riesco..perdonami..”
 
 
 
*

Harry si era allontanato da quella baita e si era seduto sull'erba con aria infelice abbracciandosi le ginocchia e sprofondando la testa su di esse, quando Ron si presentò  davanti a lui con uno stereo.
“Quanta tristezza, vediamo se un po' di musica ti tirerà su.”
“Ron, ma che stai facendo, ti sembra il momento? No, lasciami!”
Ron lo attirò a sé per ballare, attirandolo al suo petto.
“Mi hai fatto organizzare tutto questo, sii almeno riconoscente. Concedimi un ballo.”
“Certo. Per ballare una canzone che non hai avuto il coraggio di..”
“No..non quella. Hai ragione, non serve a nulla rimpiangere il passato, ma si può fare qualcosa di diverso.”




Un bacio Perfect

“Perfect..” sussurrò quando lo stereo cominciò a suonare da solo.
“Sbaglio o dicesti che quel cantante babbano mi somiglia? “
“S-sì..”
“Avanti, non hai detto che volevi la sicurezza? Allora, balla con me Harry.”
Harry sorrise e annuì.
 
Ballarono staccati, poi ad un certo punto, finirono abbracciati.
“Sai..mi fai incazzare da matti, ma in questo momento..ti bacerei davvero. Forse sono pazzo.”
“Ron..no.,non possiamo..”
“E chi lo dice?”
“Lo dico io..in questo momento stiamo così bene, non roviniamo tutto..” disse Harry con la testa appoggiata sulla spalla di Ron.
“Oh, io credo si rovini se non ci baciamo.”
Harry si staccò impercettibilmente, Ron gli fermò i polsi.

“Ma qualcosa mi dice che se ti chiedo un bacio, tu mi dirai di no.”
“Hai indovinato, esatto..Ron..che stai facendo..”
“Però vedi, Harry, io non avevo intenzione di chiedertelo.
Harry sgranò gli occhi ma Ron non gli diede tregua, fiondandosi a baciarlo.
Harry cercò subito di dimenarsi, ma Ron gli teneva bloccati i polsi, gli leccò il labbro facendolo rabbrividire e prendendo così accesso alla sua bocca.

Le loro lingue s accarezzarono, si baciarono, i loro sapori si mischiarono.
Harry era STRALUNATO dall’accortezza, dalla dolcezza con cui Ron lo baciava.
C’era passione, ma anche dolcezza, delicatezza, lussuria, ma anche amicizia.
Affetto, attenzione, ma anche supremazia.
Voglia di possesso, furore e ancora passione.
Complicità, tenerezza.

Le loro bocche si unirono, si plasmarono, le loro salive si mischiarono ed era eccitante.
E un’intimità NUOVA che non pensava avrebbe mai sperimentato con lui.
Si aggrappò a lui senza quasi accorgersene e si aggrappò alla sua maglietta, Ron lo accarezzò piano sul torace.
“Ron..” gorgogliò.
Ron si staccò piano da lui.
“Grazie per il bacio, Harry.”
 
 
 
*

Stavano tornando a casa, per un po' in maniera silenziosa.  
 
“Ron.Adesso cosa succederà?”
“Io non ti ho chiesto niente, Harry.”
“Ma mi hai baciato!”
“E tu hai baciato ME, siamo pari.”
“Cos..è tutto un gioco per te??”
Ron lo guardò con sfida.
“Ti ho aspettato per ANNI, ma non sono Severus Piton Harry.”
“Questo che cazzo vuol dire???”

“Non sacrifico la mia vita privata per te, non sono così PURO, e se non ti decidi a scegliere cosa vuoi davvero, mi perderai, semplice.”
Harry rimase così atterrito che non seppe cosa dire.
“Ti rendi conto di cosa stai dicendo..noi due siamo SPOSATI..PADRI DI FAMIGLIA..TUA SORELLA È MIA MOGLIE…ASCOLTAMI QUANDO TI PARLO..”
Ron non ascoltava. Riprese a camminare.

“COME PUOI FARE DISCORSi COSì EGOISTICI.”

"L'EGOISMO LO TIRI FUORI SOLO QUANDO DIVENTI GELOSO, CRESCI, HARRY.. non accetto di farmi dare lezioni di morale da uno che non sa ancora se vuole sua moglie o il suo migliore amico."
“ AH Sì? E IO NON ACCETTO DI FARMI DARE LEZIONI DI MORALE DA UNO CHE MI HA NASCOSTO PER ANNI DI ESSERE INNAMORATO DI ME. HAI CAPITO?”
Ron si fermò con una smorfia.

“Chi ha mai detto che lo sono ancora? Tu sei un po' troppo convinto Harry. Magari..”
Harry non ragionò più. Prese una grossa palla di neve e gliela lanciò contro, il colpo arrivò a segno nel momento stesso in cui Ron girò la faccia.
Ron rimase come un baccalà-
“Molto maturo, Harry, ripetimi quanti anni ha…” disse Ron senza scomporsi. Ma un peso gli cadde addosso all'istante

Harry si era lanciato con tutto il suo peso su di lui e siccome erano su un pendio, rotolarono per un po' sull’erba.
 
Quando si fermarono erano entrambi con il fiato corto.
“Harry, io..se usciamo vivi da questa gita, io ti AMMAZZO.
“Se non lo faccio prima io.”

Ron lo guardò allibito poi entrambi scoppiarono a ridere, Harry rise sul suo stomaco.
“Oddio..non riesco  a rimanere arrabbiato con te.”
“E io non riesco a rimanere serio con te.” Disse Ron, accarezzandogli distrattamente la cicatrice con l'indice.
Harry si mosse sotto il suo tocco, poi lo abbracciò distendendosi su di lui.
“Ti voglio tanto bene, Harry.”
“Anch'io.”

“Questo è un casino, vero?” gli diede un bacio su capelli.
“Sì.” disse Harry strofinando la testa contro di lui.
 






















Note dell'autrice: MAMMA MIA ragazzi...avete visto che capitolone LOL? sono riuscita a farmi perdonare il grande ritardo? LOOL e l'ho scritto in un giorno solo xd io credo di aver fatto il record de record xd non mi era mai e poi mai capitato di scrivere un capitolo di oltre 7000 parole in un giorno solo xd, neanche durante gli anni d'oro della mia scrittura xd al massimo un capitolo così, lo scrivevo solo scrivendo tre giorni di seguito xd
devo dirvi che per TANTO TEMPO ho pensato a questo capitolo, temevo che quando sarebbe arrivato finalmente, non avrei saputo cosa scrivere, temevo l'avrei diviso in due parti o anche più..non mi aspettavo che mi sraei coinvota così tanto xd

Devo dirvi assolutamente la canzone che mi ha ispirato la RonxHarry! E quella a cui dedico questo capitolo, perchè tanti spezzoni del video mi hanno ricordato LORO. Fate conto che la ragazza è Harry LOL

Perfect 

vi avviso che ho corretto buona parte del capitolo..ma devo ancora finire di correggerlo, quindi non temete se leggete degli errori, lo correggo anche dopo averlo postato xd

“Tipo: dove andiamo, perché andiamo, per quanto tempo e se ci servirà la benzina, quando andremo nell’aldilà e perché esiste l’aldiqua?”
cit di dylan dog

canzone il lungo addio: Dylan dog n 74

“Andrò dovunque tu andrai.” : canzone Wherever will go
 

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Capitolo 32
*** Harry scopre i suoi figli che si baciano e scappa da Ron! ***


“Dovremmo…sì, dovremmo tornare a casa.” Disse Ron.
Harry era ancora sopra di lui. Le stelle erano sopra di loro, cominciando  a far capolino.
“Sì…Ginny e Hermione ci aspettano..” disse Harry, triste.
“Solo Ginny ti aspetta.” Si lasciò scappare Ron.
“Che cosa vuoi dire?”

“Solo che solo tu tornerai a casa stasera.”
“Cos..hai litigato con Hermione? Per questo lei non è venuta, vero?”
Ron si grattò la testa imbarazzato.
“Ti ricordi quella crisi di cui ti parlavo? Beh, si sta facendo più grave e..”
“Ron, è colpa mia? Dimmelo!”
Ron lo fissò.
“Sta calmo, non tutto il mondo gira intorno al bambino prescelto, mh?” gli disse, accarezzandogli il mento.
“Non mi sento rassicurato, Ron..e non sei convincente.”
Ron sbuffò.
“Mettiamola così. Magari io NON RIESCO a far l’amore con qualcun altro, se penso a qualcuno!! IO.”
“Stiamo di nuovo litigando?”
“No, Harry. Senti..andiamocene solo a casa, ok?”
Vieni a dormire da me stanotte!”

Ron lo fissò.
“Ti ha dato di volta il cervello?”
Harry si mise più vicino a lui.
“Ti prego. Vieni a stare da me.” disse il moro, aggrappandosi alla sua maglia.
“No..Harry..tua moglie è MIA SORELLA..come credi che potrei guardarla in faccia dopo che..”
“Fai le cose e poi ti senti in colpa?”

“E tu?”
Harry lo fissò attonito.
“Io non sono pentito.”
“Ma non vuoi neanche prendere una decisione.”
Harry cercò di prendergli le mani ma il rosso si scostò.
“Ron, ti prego! Ci siamo appena baciati di nuovo, tu..devi darmi tempo!”
“NO, Harry. Sai già nel profondo del tuo cuore, se vuoi me o no. IO..non farò il tuo amante. Neanche se ti amo da impazzire. Non posso.”
Harry lo osservò sgranando gli occhi.

“Tu mi ami? Dimostramelo. Non mi ami? Non cercarmi più. Questo è quanto.”
“Tu..mi confondi..cambi idea così velocemente che mi gira la testa.”
“Beh, amarti non è facile.”
Harry scosse la testa.
“Devo pensare ai miei figli adesso, devo dare la priorità a loro.”
“Certo, come vuoi tu. Andiamo, Harry.”
 
 
 
 
*

I pochi giorni che avevano portato a Capodanno, erano stati lenti ed estenuanti.
Harry sapeva che la famiglia Weasley sarebbe venuta da loro a Capodanno e sperava che il cielo gli desse l’illuminazione divina.
Dentro di sé si figurò centomila volte andare da Ron a dargli un bacio, sotto gli occhi di tutti, come un ragazzino stupido e innamorato.
Ma la realtà è ben più diversa di come uno la sogna.

Passarono tutta la serata ad aspettare il Capodanno e alla fine non ci fu nessun bacio a sorpresa.
Un'ora dopo che i Weasley se ne erano andati, verso le due, Harry si alzò dal letto, incapace di prendere sonno e si incamminò in mezzo alla neve, sperando di non essere notato, in fondo tutti erano andati già a letto.
Peccato che non era così.
Mentre rientrava da una sua passeggiata notturna, notò due figure che si baciavano.
 
“Tu lo sai che io ti amerò per sempre, vero Al?”
Altro bacio.
“E che ti…-altro bacio – sarò sempre accanto?”
Altro bacio. Il biondo si aggrappò al suo collo, quasi risucchiandolo.
Harry aveva le gambe che tremavano. Non sapeva con quale forza era riuscito a non cadere nella neve.
No. Non poteva essere vero. Doveva essere un’allucinazione. Stava sognando sicuramente.
“Noi siamo nati per stare insieme. Ti amo, James! Ti prego,non lasciarmi mai.” Diceva Al,.

“ Tu sei molto di più di un mio fratello. Tu mi hai salvato. E io sono devoto. A te. Solo a te.Per sempre." disse James.
Quella parola lo aveva fulminato seduta stante.
Sempre.
Si mise velocemente il mantello per non farsi vedere e resistette fino a quando non furono tornati in casa.

Dopodiché prese la sua scopa dal garage e volò in direzione dell’albergo che sapeva ospitare il suo amico.
Anzi..
L’uomo che amava.
 
 
 


*

Stava correndo nella neve, non sapeva quasi lui dove stava andando, dove si trovava, in che luogo e che cosa stesse facendo.
“Harry, Harry, Harry, fermati.”
Harry tornò in quel momento alla realtà.
“Ron…sei qui..”
“Sì HARRY. E anche tu sei qui. Che ti è successo? Sei in lacrime!" disse prendendogli la faccia tra le mani." Ci siamo lasciati soltanto un’ora fa. Poi ho ricevuto la tua chiamata e sembravi..”
“Albus e James si sono baciati!!”
“Cosa? CHI?”

“I miei figli! Si sono baciati, Ron!”
“Piano, piano, aspetta un momento. Questo non è..possibile. Sei sicuro che non è stato solo un sogno?”
“So BENISSIMO la differenza tra un sogno e la realtà, RON.”
“Ti ripeto che non è possibile..”
Maledizione, io li ho visti, Ron!! LI HO VISTI!”
Ron rimase senza parole.

“Ora mi spiego tante cose..la loro stretta vicinanza..Al cercava sempre James..voleva andare sempre dove andava lui..oh, dio…come ho fatto a non accorgermi di nulla..che pessimo genitore sono..che padre sono..”
“Harry, ehi, ehi, ehi, ascoltami, tu non c’entri niente!”
“NO. IO SONO COLPEVOLE. SONO UN MOSTRO e lo sai qual è la cosa più grave di tutta questo?”
“Entra dentro con me e ne parliamo..sei..”

“Io ero…GELOSO.
Questo ghiacciò Ron.
“Che cosa?”

“Ero geloso dei miei figli, Ron! Non mi interessava l’incesto. Io..io riuscivo solo a pensare che loro avevano la felicità a portata di mano, oh, dovevi vederli, com’erano FELICI. Ho sempre pensato si odiassero e che sarebbe stato un miracolo se solo fossero riusciti ad andare d’accordo e ora si BACIAVANO e io ero GELOSO. Perché LORO possono amarsi e io non posso avere quello che voglio, mi dicevo? Non è giusto. Io volevo mostrarmi, Ron. Volevo AFFRONTARLI. Gridargli contro, picchiarli! Negare loro la felicità, perchè a loro sì e a noi no??" disse, afferrandolo e scuotendolo.
“Harry..adesso calmati..” il tormento uguale negli stessi occhi di Ron.

“NO. Io voglio TE, Ronald Weasley. Te soltanto. Non sono felice con Ginny, non la voglio, voglio TE.”
Ron sbattè gli occhi sorpreso.
“Volevi una risposta, questa è la mia risposta.”
Piccoli fiocchi di neve cadevano tra loro ma Ron avvertiva caldo infernale.
Ad un tratto Harry lo baciò di slancio in un modo romantico e passionale, forse molto più sentito che su quel monte.

Ron ricambiò con slancio, attirandolo a sé, con gioia e amore, ma poi si staccò.
“No, Harry..” disse sofferente.
“Perché no? Io ti amo.”
“Lo dici solo perché sei sconvolto da loro..non è vero che mi ami..sei solo..”
“Sono solo FELICE, Ron, finalmente.Non mi sentivo vivo da tempo, fin da quando ti ho baciato la prima volta. Da quel momento è stato tutto solo un desiderare di sentirti di nuovo vicino.”

“Oh, Harry, ti prego, non prendermi in giro, ne morirei..io..”
“Baciami idiota.”
Ron non se lo fece ripetere e lo baciò.
Languido, bagnato, focoso, possessivo.
Caddero entrambi nella neve.
Ma i loro corpi fremevano di fiamme.

"Oh, Harry tu..mi hai reso felice." sussurrava Ron, stringendolo a sé.






Essere trascinato da Ron, in albergo fu FATALE.

Non è che proprio lo trascinava, anzi sembrava solo accompagnarlo, ma Harry poteva percepire la frenesia nel modo, o forse era l’elettricità che sentiva emanare da loro, dopo il bacio, dopo esser caduti uno sopra l’altro, a fargli immaginare le cose.
Avevano i corpi bagnati dalla neve, ma nessuno dei due si lamentava di questo.
Era il bello di essere innamorati, pensava Harry.

Non senti il freddo, la noia, quelle piccole cose quotidiane che ti danno sempre fastidio, sembrano annullarsi quando sei emozionato.
La gente darebbe DI TUTTO per sentirsi sempre così.
Quando entrarono nella camera, Harry quasi non ci credeva. Si trovava davanti nella stanza d’albergo di Ron? Aveva fatto davvero quella follia?

Aveva beccato i SUOI FIGLI baciarsi la notte di capodanno e lui DAVVERO invece di uscire fuori di testa e fare una scenata, magari punirli e gridargli contro,era scappato dal suo miglior amico d’infanzia e l’aveva baciato?
 
Mentre pensava queste cose, si rese conto che Ron lo aveva spinto sul letto, solo una volta che sentì il materasso sulla sua schiena.
Tempo di realizzarlo che la figura di Ron, si sdraiò sopra di lui.
Sospirò.

Quanto era bello sentire il suo peso addosso.
Non aveva mai immaginato fosse così BELLO.
Non erano mai arrivati a una vicinanza tale del loro rapporto in tanti anni di amicizia.
C’erano sì, stati degli abbracci e della vicinanza –più emotiva che fisica a dire la verità – ma mai così.
Quasi non riusciva a respirare per l’emozione, la vicinanza così ravvicinata con Ron, lo confondeva, così come il suo profumo.

Sapeva un po' di neve e un po' di menta.
Poi Ron lo baciò e gli parve che rubò un po' del suo ossigeno dalla sua bocca.
Ricambiò il bacio e non potè fare a meno di pensare a come sarebbe stata la sua vita se l’avesse baciato il giorno che l’aveva ripescato dal lago, quel giorno della seconda prova.
Probabilmente Ron l’avrebbe picchiato.
O forse no??
 
Il bacio si fece più intenso e CALDO.
Non aveva idea che Ron fosse così passionale. Tutti i baci con lui erano sempre belli e gli sembravano uno migliore dell’altro. Aveva sempre avuto l’impressione che Ron si sentisse quasi INFERIORE  a lui, ma non c’era timidezza ora, nel modo in cui gli leccava i denti e gli mordeva il labbro, sensualmente e con altrettanta sensualità gli accarezzava i fianchi scoperti dalla maglietta sollevata.

Provò un brivido di emozione. Gli toccò il braccio, non sapendo se voleva fermarlo, oppure pregarlo di non fermarsi.
Dio..la sua mano..
Lo confondeva, lo faceva impazzire.
Poi Ron lasciò andare le sue labbra e strusciò le sue contro il suo collo, mordicchiandolo piano, facendogli dei succhiotti che lo fecero ansimare.
“Ron..”

Oh, quanto lo desiderava, sapere inoltre che il suo migliore amico lo voleva così tanto, lo faceva eccitare.
Ron gli tempestò il collo e il petto di baci in un modo che tradiva quanto lo volesse, si pressò contro di lui e Harry gli circondò la schiena con le braccia, per non lasciarlo allontanare.
Nessuno dei due voleva fare già sesso, ma nessuno dei due voleva interrompere quell’abbraccio appassionato, quel petting irresistibile.

Le carezze calde di Ron sotto la maglietta, fecero capire a Harry che Ron desiderasse spogliarlo e non fece resistenza, quando appoggiando il petto sulla sua spalla, lasciò che Ron gli sfilasse la maglia.
Fece poi lo stesso con i suoi vestiti, rimasero con i pantaloni addosso, strusciandosi l’uno contro l’altro, quando l’attrito divenne insopportabile, si sfilarono i jeans a vicenda, provando già brividi di eccitazione quando le loro dita sfiorarono le loro patte per sbottonarsi i jeans a vicenda.

Vennero l’uno contro l’altro con ansiti sommessi, per poi addormentarsi vicini.
 
 
 
*

“Mmmm..” Era il brontolio di Harry, che si era svegliato, guardando il telefono.
Ben dieci chiamate perse da GINNY.
Maledizione.
“Gli obblighi ti chiamano?” fece una voce roca vicino a lui, vicina al suo orecchio,

“Io..sssì..” Ron aveva cominciato a strusciare la bocca sul suo collo e ora gli dava piccoli bacini contro di esso. Harry, estasiato, reclinò la testa all’indietro contro di lui.
“Vuoi che le parli io?” chiese Ron, prendendogli il telefono, dopo avergli divorato la bocca di baci.
“Cosa gli dirai?” chiese Harry senza fiato.
“Rilassati.  Quello che vuoi.”
Harry ci pensò un po' su.

“Ron..io..VOGLIO lasciarla, credimi. Ho deciso che voglio restare con te, solo con te. Dammi solo..un po' di tempo e ti giuro..”
“Va bene, va bene, d’accordo. È solo che..immaginarti a letto con lei mi fa..”
“Non ci andrò. Non lo farò. Sei tu quello che voglio adesso.”
Lo baciò e Ron sospirò sulle sue labbra.

“Ancora non mi sembra vero. Mi sembra ancora un sogno.”
“Suppongo di dover ringraziare Albus e James per questo..”
Ron lo fissò.
“Vuoi che ne parliamo?”
“A dire la verità..non lo so..” disse Harry cominciando a rivestirsi. “Non so neanche come mi sento al riguardo. Tu come ti sentiresti se..due tuoi fratelli scopassero tra di loro?” Harry voleva fare il nome di Fred e George, ma poi pensò che per delicatezza non voleva fare i loro nomi, visto che Fred era morto e faceva sempre male ricordarlo.
Ron storse la bocca.

“Harry..dio mio..che immagine mi hai fatto scoppiare nella testa. Ti odio.”
Hary rise.
“Perché girarci intorno?”
“Non credo i tuoi figli scopino.”
“Ma POTREBBERO. Magari l’hanno già fatto.”

“Magari è una cosa passeggera. Magari sono confusi dall’idea di essere la reincarnazione di due dei maghi più famosi degli ultimi decenni.”
“Non so, Ron..io ho sempre visto un legame strano tra di loro..anche quando si odiavano..era come se..si attraessero l’uno con l’altro..e mi pesa dire queste cose..”
“Ah, figurati, anzi, sei fin troppo disinvolto, io al posto tuo, starei perdendo la testa.”

“Beh, non sono proprio la persona più indicata per giudicarli no? Almeno loro non stanno tradendo nessuno.”
“Accidenti, sei diventato davvero ZEN, amico, lo sai?”
Harry era sceso dal letto,Ron era ancora sul letto e Harry si chinò ad altezza bacio per baciarlo.
“Hai una brutta influenza su di me.”
“Ti vedo felice.”

“Tu ieri sera hai detto che ti ho reso felice.” Disse Harry.
“Sì, è vero.”
“Non ti ho risposto..la verità è che..anche tu rendi felice ME. Mi fai sentire un altro Harry. È stato sempre così.”
 
 
 
 
 





 



















Note dell'autrice: ciao ragazziiiii!!! mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo, anche se il precedente l'ho proprio amato!! a partire dal prossimo capitolo,comincerà la SECONDA PARTE della storia :)) vi erano mancati Al e James? ps mi ha creato molto dispiacere notate che alcuni hanno tolto la mia storia dalle categorie dopo il capitolo precedente, ragazzi, io l'ho detto dall'inizio che avrei dedicato dei capitoli alla RonxHarry, non l'ho mai nascosto..se non vi piace, non posso farci niente :)) Io continuerò comunque a fare tutto quello che mi va di fare e di scrivere !! :))

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Capitolo 33
*** Albus e James faranno sedute di ipnosi ***


Avviso: questo pezzo si riferisce a quello che succede DOPO il capitolo 27 dopo che Harry e James litigano quando il figlio lo appende a testa in giù LOL
prometto che tra oggi e domani riunisco i capitoli per evitare tutta questa confusione, fidatevi, intanto posso dirvi che siamo tornati ufficialmente a occuparci di Al e James..contenti? :))











L’indomani mattina che era successa la tragedia, Albus e James avevano ricevuto delle lettere che dicevano loro che per via di quello che era successo, sarebbero dovuti andare ad Hogwarts e acconsentire a fare delle lezioni di ipnosi con il professore.

Quando informarono di questo i loro genitori, Harry ovviamente era contrario.
“Non permetterò altri esperimenti! Non ti è bastato quello che è successo ieri, JAMES?” sbraitò Harry.
James sembrava ancora arrabbiato e pronto a ribattere ma Al si mise in mezzo.
“Papà,è proprio per evitare altre situazioni del genere, che dovremmo andare.”

“Se tuo fratello riuscisse a controllare gli scatti DI RABBIA, non ce ne sarebbe alcun bisogno.”
“Ragiona, papà, si tratta delle nostre vite, delle nostre ANIME, una cosa che malgrado siamo nati da te, non sono tue, ma soltanto NOSTRE. Abbiamo diritto di fare ciò che è nostro diritto con esse.” Disse Al.

“Questo..è esattamente quello che pensava un certo Tom Riddle prima di trasformare la sua maledetta anima in 7 dannati Horcrux!!” gridò Harry.

“Noi non siamo VOLDEMORT!!” urlò James.
“Harry, come puoi dire certe cose?? Stai uscendo di senno!!” disse Ginny.
“Io..io mi dispiace..ma..”

“Solo perché tu non riesci ad accettare, quello che potremmo essere stati, in passato, non puoi impedirci di capirlo.”
“Voi non siete LORO..è impossibile…Silente e Piton hanno trovato la pace. Deve essere così.” Disse Harry.
“Dobbiamo esserne sicuri.” Disse Albus.
“Ma…”
“Papà..” disse Albus distaccandosi dal suo tocco. “Ti preghiamo. Lasciaci andare..”

Harry chiuse gli occhi.”E..e va bene.”
Ginny intanto aveva letto la lettera attentamente.
“Harry, qui dice che potrebbero anche passare alcune notti a casa e certamente passeranno il capodanno con noi.” disse Ginny.
“Ma non Natale.” Bofonchiò lui.

I ragazzi sbuffarono come volessero dire che per loro l’ossessione di passare le feste natalizie per forza insieme, era una cosa di cui potevano fare assolutamente a meno.
“Ci aiuti a preparare le nostre cose, mamma?” chiese timidamente James.
“Certo, caro.”
“Di che cose parli? Non tornate a stare a Hogwarts, qui dice solo per le lezioni.” Disse Harry.
Ginny roteò gli occhi in direzione del marito.

“Harry, lasciali respirare, se si sentono piú al sicuro con i loro pigiami e le loro magliette preferite o il loro peluche preferito, se preferiscono passare tre giorni al castello o solo uno li, che sia cosi, basta che stanno sereni.”
“E nel frattempo mi agito io.”

Ginny sorrise e lo abbracciò.

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Capitolo 34
*** Tornando a Hogwarts ***


Era il 21 dicembre, quando Al e James si stavano incamminando a scuola, dopo essere venuti con il treno della scuola. Era venuto solo per loro ed era stato strano essere gli unici passeggeri
“Papà e mamma devono essere molto spaventati, per averci lasciati partire a ridosso del Natale.” Disse Al.
“Io sono più preoccupato degli insegnanti. E delle sedute di ipnosi.” Disse James, varcando la Sala d'Ingresso.

Al lo abbracciò per la vita.
“Hai paura? Io no. Perché qualsiasi cosa possano dire le sedute, so cosa provo io quando ti guardo..so che ti amo e i miei sentimenti non cambieranno.”
“Neanche i miei, Al. Neanche se un tempo eravamo stati..altre persone..” gli disse accarezzandogli i capelli e baciandolo con passione.
 
Per fortuna i due fratelli ottennero di poter dormire insieme, il dormitorio era deserto. James aspettava pazientemente che Al tornasse dalla cucina. Fece un sorriso quando aprì il buco del ritratto, il fratellino aveva le braccia piene zeppe di dolciumi, vaschette di gelati, pizzette, e tante piccole leccornie, un sorriso che si trasformò in una smorfia con la bocca aperta, ghiacciandosi, quando vide che con un colpo di bacchetta, Al si fece volare via tutti i vestiti, restando NUDO, con solo i boxer indosso.
“C-che-che..che f-fai?”
“Mi metto un po' comodo. Fa un po' troppo caldo per essere a Natale!” disse Al calciando via i vestiti.
“A-Al…qualcuno potrebbe entrare! V-vestiti subito!”
“Ma starai scherzando, spero! Sono rimasto in mutande ed è più del necessario. Anzi, dovresti spogliarti anche tu. Non hai idea di quant’è liberatorio!”

James lo fissava ancora come un baccalà. Al sbuffò, posò tutte le leccornie sopra il tavolino e con un movimento di bacchetta gli fece volare via i vestiti.
“AAAL!”
“Ecco fatto. Molto meglio, non credi?” disse Al, sdraiandosi sul divanetto al suo fianco.
“Sei un birbante!” disse James, cominciando a tempestarlo di baci.
Al rise, sporgendosi a staccare una barretta di cioccolata, spezzandola in due.
“Ti ricordi quando fumammo quella sigaretta insieme? Era il ballo del ceppo.”
“Come potrei scordarlo..”

“Quella notte…desiderai baciarti..ma non solo..volevo spogliarti, far collidere i nostri corpi insieme..pelle contro pelle..” disse Al, sospirando tra le sue labbra.
“Adesso sono qui..e non me ne andrò.” disse il moro.
 
 
 
*

L’indomani mattina, gli insegnanti gli dissero di fare una colazione abbondante e di prepararsi alla prima seduta di ipnosi.
La Mc Granitt arrivò alla Sala Grande, per informarli che il professore li aspettava; li guardò con un’occhiata strana. Era come se faceva fatica a guardarli.
“La Mc Granitt ha paura di noi..” disse Albus con sguardo triste.
“No..Al.é solo che lei ha sempre provato ammirazione e stima confinata con il vecchio che forse eri stato una volta tu, mentre ha sempre avuto paura di quello che potrei aver rappresentato io. Per lei è uno scoppio di emozioni. Già lo è per noi, non oso immaginare come sia per chi ci ha..per chi li ha conosciuti.”
Al e James cominciarono a incamminarsi per lo studio del prof.
“Non mi sento ancora come se fossi stato Silente.” Disse il biondo.
“Credo sia normale, abbiamo delle altre coscienze adesso. Ma la cosa ti dispiace?”
“Un po'. È come se avessi perso un pezzo della mia vita.” ammise il biondo.

“Sai, Al..potresti recuperarla e non esserne contento. Spesso dobbiamo stare attenti a quello che desideriamo..la gente desidera per tutta la vita qualcosa..e poi un giorno si accorge..che avrebbe preferito non desiderarla MAI..” disse James malinconico.
Al lo guardò e non gli sfuggì la sua vena malinconica.
“So che non puoi ricordare..ma…”
“Cosa?” gli chiese James curioso.

“Tu ti..insomma..se tu fossi lui ovviamente..ti sei mai pentito di..esser stato innamorato di Lily Evans?” gli chiese, senza guardarlo.
Silenzio.
“Sono uno stupido. Dimentica questa domanda.” Disse.
“Al..Al mi deludi molto.”
“Mi dispiace, io..”
“Come puoi pensare che, potrei pentirmi di essermi dato opportunità di conoscere mio padre..di aver dato a NOI DUE..l’opportunità di rincontrarci..di amarci?” gli prese la mano.

“Oh dio..ti amo così tanto, James..”
“Siam arrivati.” Disse James indicando la porta. “Entriamo.”
 
 
Non andò esattamente come si erano aspettati. Il professor Philip, disse che aveva bisogno di ricevere uno alla volta. James sarebbe arrivato dopo e non potevano assolutamente ASSISTERE per non compromettere la seduta.
James aveva insistito, ma Al gli aveva preso la mano e gliel’aveva chiesto per piacere.
“Ti odio, lo sai che quando mi guardi così, non posso negarti niente, Al.” Poi aveva guardato il prof. “Allora io vado a Hogsmeade a comprare del gelato alla nocciola, ne avremmo tutti quanti bisogno.”

“Bravo ragazzo. Prendi il mio permesso. Firmato personalmente.”



Silente e Ariana




Aveva una sorella…Lily?
No…non era Lily…era una ragazzina, bionda…delicata…fragile…troppo fragile. TROPPO.

Nascosta agli occhi degli altri. Per proteggerla.
Ma perché mai segregare qualcuno avrebbe dovuto significare proteggerla?? No…
“Dimmelo tu, Albus, tu perché seguivi gli ordini di tuo padre?
“Era mio padre. Non spettava a me criticarlo, ma rispettarlo. Credere in quello che lui diceva. Ma avevo torto. Era sbagliato.” Disse lui.
Proseguì il racconto.
Amavo Gellert. Ma non come un ragazzo di cui ero innamorato. Amavo il suo spirito, la sua sete di avventura. Desideravo essere suo amico. Ma Aberforth era geloso. Voleva picchiarmi..facemmo un duello. Ariana..lei rimase coinvolta. Morì.”
“Chi è stato ad ucciderla, Albus?”

“Aberforth non me l’ha mai voluto dire..mi voleva troppo bene per addossarmi anche questo orrore. Ma io l’ho sempre saputo che sono stato io. Non sono riuscito a salvarla. Come non sono riuscito a salvare il mio amico.”
Una lacrima scivolò dal viso di Albus.
 
 
 

*

“Sei strano, Albus, ti senti bene?”
“Sì, sono solo..un po' stordito, io credo. Non ricordo nulla dell’ipnosi a cui mi ha sottoposto il prof, ma ho ascoltato la registrazione.”
“Ti va di raccontarla anche a me?”
Al si strinse le ginocchia.
“Non ancora. Abbracciami un po', dammi un po' di calore, fratello.

James lo  accontentò.
“Ehi ma tu stai tremando. Al, mi stai spaventando. Cosa hai visto?”
“N-niente di che. Silente aveva una famiglia incasinata, lui e suo fratello…si odiavano. E sua sorella è morta. Silente…l’ha uccisa per sbaglio in un duello, con suo fratello.”
“CHE..COSA?”

“Io..morirei se succedesse a te!” disse AL con gli occhi che tremavano di lacrime.
 
 
*

James aveva perso la testa e era andato a lamentarsi dal professore, quest’ultimo gli  aveva raccomandato di far attenzione a Albus, perché se la sua mente era abbastanza ricettiva, avrebbe dovuto ricordare effettivamente quel ricordo nell’arco di pochi giorni o poche ore al massimo.
“Stagli vicino. Ne avrà bisogno.” Disse Philip.
 
Infatti è quello che successe. Durante la notte, Al venne tempestato di sogni, incubi, ricordi di lui, Ariana e Aberforth.
Tra le lacrime, ricercò l’abbraccio del fratello durante il sonno.
 
 
*

L’indomani mattina, Al e James erano davanti al lago.
“Ricordo, Jamie.”
“Che cosa ricordi?”
“Di aver avuto un’altra famiglia. Ricordo di aver avuto degli altri fratelli e ricordo anche che non mi importava più di tanto di loro. Li odiavo. Perché minavano la mia libertà, ma in altri momenti li amavo, invece! Avrei fatto di tutto, per loro, ci credi? Ma sapevo che non era abbastanza.” Disse strappando un filo d’erba.
James stette zitto.

“Sapevo che non era abbastanza per il mio animo egoista.  Non ero fatto per quella vita, non avrei mai potuto prendermi cura di Ariana come meritava. Cioè qualcuno migliore di me. Desideravo andarmene, per proteggere anche loro. Temevo che prima o poi gli avrei fatto del male. Accidentalmente. Che li avrei delusi. Quando ho conosciuto Gellert, ho capito che eravamo anime gemelle, anime compagne. Desideravo andare con lui a cercare tesori nascosti, in giro per il mondo. Realizzare il mio destino. Essere un esploratore, venire apprezzato come il più grande mago di tutti. Creare la mia personale FAMIGLIA.”
“Hogwarts?”
Al scrollò le spalle.
“Quello che sarebbe diventata Hgwarts, suppongo, ma all’epoca, non credo che pensassi esattamente a una scuola. Volevo solo..seguaci.”
James a quelle parole rabbrividì.

“Ma poi…Aberforth si intromise, non so come è capitata la battaglia. Non ricordo come è cominciata, ma ricordo com’è finita.” Si nascose la faccia tra le gambe. James gli accarezzò i capelli.
“La morte di Ariana, è stato il castigo per la mia arroganza. Ho voluto essere avido, ho voluto essere EGOISTA e Dio mi ha punito per aver cercato di abbandonare i miei fratelli. “
“Non dire così..”

“Ricordo poco e niente, del motivo per cui Gellert e io cominciammo a farci la guerra, non so se fu la morte di Ariana, o qualcos’altro..ma so che ho cercato di salvare anche lui, ma oramai era troppo tardi. L’ho ucciso. Io ho ucciso il mio migliore amico. Ma ne ero anche INNAMORATO. Non so se ero innamorato davvero di lui o piuttosto, dell’idea e delle promesse che lui mi aveva fatto. Ma lui morì e io..con lui.”
 
 
 
*

“Come sta, Al?” chiese Philip.
“È a pezzi.”
“Era prevedibile. Tuttavia sarà sempre più difficile. Soprattutto per te.. è giusto che te lo dica.”
“Sono pronto a tutto.”
“D’accordo.”




Severus e Lily 



James raccontò della sua infanzia. Sua madre era una strega, si era sposata con un uomo che era un babbano e che l’ha scoperto solamente dopo tanto tempo, la maltrattava, litigavano sempre.
Così lui, fin da piccolo capì che tutto quello che non era magia, era MALE.

Gli uomini non maghi erano fondamentalmente invidiosi dei maghi, perché avevano la magia, e quindi maltrattavano chi ce l’aveva.
I babbani erano il MALE.

Lily fu la prima strega oltre sua madre, che incontrò e forse quando incontri la prima persona che è gentile con te e non ti tratta solo come un sacco di pulci buono a nulla, in qualche modo ne conservi il ricordo per sempre.
Lily aveva una sorella. Petunia. Gli ricordava suo padre. Lui e il suo disprezzo per la magia e le streghe.

Ma Severus non badava molto a come Petunia trattava Lily. Per lui la cosa gli era indifferente, non sapeva cosa fosse l’affetto fraterno, né credeva che dovesse essere una cosa dovuta.
Ma si era accorto che Lily ne soffriva e questa cosa lo turbava e quindi odiava di riflesso Petunia. Inoltre non riusciva proprio a capire come si potesse trattare in questo modo un fiore delicato come Lily.
Sempre buona, gentile, fiera.
Bellissima.
 
La scuola di magia era..
“Non come me l’ero aspettata.” Disse Severus, guardando i ragazzini sciamare nel corridoio.
“Pensavi fosse magari un convento di suore?” ridacchiò Lily.
“Sarebbe stato meglio.”
“Non dirai sul serio!”

“Non hai idea, Lily…ho parlato con dei ragazzini, sai?”
“Ma dai!! E ti hanno anche risposto?” chiese Lily divertita.
Severus ignorò il suo sarcasmo.
“Molti di loro, non sapevano neanche di esser dei MAGHI, prima di venire qui.” disse.
Lily ne sembrò ferita e un po' innervosita.
“Beh, anche io! E allora??”

Severus la guardò a occhi sgranati.
“Scusami, non volevo..non..”
“Che differenza fa averlo saputo prima o dopo?? Mi avevi detto che non è diverso per chi ha genitori non maghi!” disse lei con una punta di nervosismo.
Severus annaspò per diversi secondi, cercando una scappatoia, alla fine disse:

“Mio padre odia la magia.Tua sorella anche. Penso che forse avrei solo voluto non essere circondato da altri bambini che sono cresciuti con chi odia la magia. Noi siamo venuti su normali, ma altri chi lo sa??”
Lily sembrò non perdere il suo cipiglio innervosito per un po', poi inaspettatamente, con grande sorpresa anche di Severus, scoppiò a ridere.
Severus la guardò attonito.
“Fai ragionamenti assurdi.”

“Ah..mi fa piacere che le mie paure ti divertano.”
“Non preoccuparti, Sev.” Disse Lily prendendolo sottobraccio. “So che vivere con un padre come il tuo, è stato..brutto..io vivo con Petunia…ma proprio perché sappiamo cosa significa, dobbiamo fare come dice Silente. Trattarci tutti come figli della magia. In fondo se sono qui, è perché sono uguali a noi, non credi?”

“Beh…sì..da un certo punto di vista hai ragione..”
“Bene, allora, discorso chiuso! Andiamo a chiedere alle cucine qualche dolcetto? Facciamo a chi arriva prima!!”
 
 
Ricordare Lily, fu strano per James.  Dentro di sé risuonava l’immagine di un’altra Lily, ma la Lily dei suoi sogni, non era sua sorella, dolce, comprensiva, un po' birbante, vispa e insolente, spesso silenziosa.

Lily Evans, era allegra, come i fiori che sbocciano a primavera e dolcissima con i suoi amici, ma non era disposta ad accettare i grigi. Non tollerava nessuna forma di discriminazione, odiava i bulli, e provava un sentimento di nostalgia e tristezza nei confronti della sorella che sempre la trattava male. Un sentimento che sfogava sull’odio verso il ragazzino che la perseguitava con le sue attenzioni. James Potter.
 
“Perché fa così, Sev? Perché mi da il tormento? Solo a me? Perché mi prende in giro, facendomi credere che gli piaccio? So che non è vero!”
“Potrebbe..uhhhh..essere VERO?” disse Severus a malincuore, giocando con la pluffa.

“Ma parli di Potter??? Scherzi, vero? La sua è solo una presa in giro! Se gli piaccio davvero, non mi riderebbe in faccia. Non ne capisci niente di uomini, Sev.” E rise, dandogli un buffetto.
Severus volse lo sguardo dall’altra parte un po' infastidito.
Pensò che era LEI  a non sapere come funzionava con i maschietti.

Era proprio così che facevano loro quando gli piaceva davvero una ragazzina.Troppo orgogliosi per accettare un rifiuto, facevano finta che la cosa gli toccasse meno di quanto volevano ammettere.
E in fondo era quello che lui faceva con Lily.
Però..se lei davvero la pensava così, voleva dire che..allora non avrebbe neanche mai saputo che lui era cotto di lei, perchè secondo il ragionamento di Lily, magari un ragazzo che è cotto di una ragazza, non fa l’amico, ma gli dice in faccia che gli piace.

Sì, beh..ma i modi di fare di James, non è che avevano funzionato poi molto.
Ah, magari avere la faccia di James , ma con i suoi modi! Lily gli avrebbe dichiarato amore imperituro per sempre!
E lui sì che l’avrebbe resa felice.
Per prima cosa l’avrebbe allontanata per sempre da quella stupida di sua sorella che la faceva solo soffrire.
 
 
 
Era il 23 dicembre, quando i ricordi cominciarono a riaffiorare. James aveva voluto accanto Al. Si trovavano ora sotto lo stesso albero, davanti al lago della scuola.

“È strano per me..ma ricordo effettivamente questa bambina..che a quanto pare è stata..nostra nonna..dio..sembra così strano..ho..avuto una cotta per nostra nonna. “ disse guardando Al con orrore che con sua grande sorpresa scoppiò a ridere.
“È la maledizione delle anime che si reincarnano. Non devi starci a pensare, altrimenti potrebbe farti impazzire il pensiero.” Disse il biondo facendogli una carezza.

“Mmmm..bo..il fatto è che è così strano..ora che la ricordo.. non so..è come se non riuscissi a vederla come LEI..cioè come una parente..ma più come un’anima imprescindibile da noi.”
“È ovvio..ricordi con la psiche di un’altra anima..eri un’altra persona..” disse Al accarezzandogli i riccioli.
“I miei ricordi..è come se..come se fossero accaduti ieri..e ora che ricordo..è come vivere una vita a metà..penso a quei ricordi e mi chiedo cosa è successo dopo..come se stessi vivendo dei vuoti di memoria e fosse questa una vita che non è mia..”

“James..” disse Al prendendogli la faccia tra le mani. “Ho paura che potresti stare male. Interrompiamo qui, davvero. Non andiamo avanti.”
“Ma che cosa dici? L’ipnosi funziona. Non possiamo fermarci.”
“Possiamo! Siamo noi a decidere de nostro futuro e ti dico che questa cosa non ti farà bene.”
James annuì, serio.
“Non ti fidi di me.,”
“Come?”
“Pensi che tornerei ad innamorarmi di LEI? Hai così poca fiducia in me??”
“NO. NON È QUESTO.”
“Ah sì?? E allora com’è??”
“Se andrai avanti, ricorderai altri momenti bui, ricorderai Voldemort e..”
“TE?? RICORDEREI TE?”

Al rimase zitto.
“Sarebbe così orribile?” chiese James e senza ascoltare la sua risposta, se ne andò via, lasciandolo li da solo.
“James…” sussurrò Al.

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Capitolo 35
*** Silente e Grindelwald ***


Ero affezionato a Gellert. Lo AMAVO. Avrei fatto tutto per lui. Ero DEVOTO a lui. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Credevo anche lui mi fosse devoto alla stessa maniera, invece.. lui quando Ariana, mia sorella morì, scappò. Non lo rividi mai più.

Mi lasciò nella disperazione. Non gli importava che soffrissi.
Ai suoi occhi non ero più il suo compare, il suo socio, il suo amico.
Ero diventato uno scarto, un relitto di cui disfarsi.

Paradossalmente, il suo abbandono mi fece aprire gli occhi, su ciò che avevo fatto io. Sui miei crimini. Pensavo di non meritarmi una famiglia così disfatta. Ma erravo.
Erano LORO a non meritarsi un fratello come te.
Mi crollò il mondo addosso.
Forse dentro di me, non smisi mai di sperare in un riavvicinamento con il mio vecchio amico, ma quando una cosa è rotta…non la riaggiusti più.

Gellert era diventato un criminale. Non aveva importanza che ne fosse consapevole o no.
Sapevo che non sapeva di essere cattivo, ma non importava.
Così giovane avevo già compreso una lezione essenziale.
Anche quando non sei consapevole di essere crudele, questo non ti fa essere meno malvagio.
 
Sconfissi Gellert. Fu imprigionato ad A Numergard.

Ma per molto tempo credetti che ci fossero delle falle nel sistema della mia memoria.
Per lungo tempo, infatti, credetti che le cose erano andate in maniera diversa e che Gellert in realtà fosse morto, ucciso da me in quello stesso duello.
Per molte notti e per molti anni, mi compariva in sogno, come uno zombie, a volte come un fantasma.
Spesso gli chiedevo di perdonarmi per averlo ucciso.

Ma lui non lo faceva mai.
Ci misi molto tempo, per riuscire a ricordare.
Ricordare che Gellert non era morto, ma che marciva in una lurida cella a Numegard.
E alla fine capii.
Non era lui a essere morto.
Ma ero io.
Ero morto quello stesso giorno quando realizzai che non ero riuscito a salvarlo.
 
“Portatelo via.” Diceva Silente.
Tu…CREDI di aver vinto! Ma sei solo un illuso. Sono IO ad aver vinto. IO. Guardami, Albus Silente, perché questo è il giorno in cui IO ne esco VINCITORE e tu PERDI. Io vinco. Perciò ho vinto.” Rideva forsennatamente. “Tu PERDI.”

Le guardie lo presero e cominciarono a trasportarlo.
“ASPETTATE. Che cosa perdo?? Gellert Gellert! DIMMELO!”
Lui mi guardò e rise. Una risata agghiacciante.
Rimasi li come un sacco di patate.
Forse aveva ragione lui.
Avevo appena perso un amico.
Avevo perso….me stesso..”
 
 
“Abbiamo passato almeno la vigilia e Natale liberi dell’ipnosi, che dici? Però abbiamo ripreso alla grande con nuovi tormenti e dolori.” Diceva James seccato, mentre passeggiava con Albus, fuori dalla scuola.
Albus non disse niente.
“Silente non ha mai parlato di Gellert Grindelwald..” disse poi James, in un sussurro, guardandolo.
Albus si ombreggiò.
“Era mio amico..”

James si ghiacciò. Era la prima volta che Al parlava di Silente in prima persona.
“Se..Silente..se IO provavo anche solo la metà della disperazione che provo io ora, capisco perché..voleva fingere che non ci fosse mai stata questa amicizia..un mix tra dolore, rimpianto e nostalgia..e forse gelosia, presumo.”
“GELOSIA?”
“Sì..quando vivi qualcosa di così tanto intenso..non vuoi condividerlo con gli altri. Anche perché se lo facessi, non ti capirebbero.”

“Io Sì. Io CAPIREI.” Disse James arrabbiato in uno slancio di orgoglio.
Albus sorrise davanti al suo slancio di gelosia.
“Sarei molto offeso se dovessi venire a scoprire che mi hai tenuto nascosto questo rapporto, Albus.” Disse James.
Albus sorrise.
“Quando hai un rapporto UNICO con una persona, non gli racconti del rapporto che avevi con un’altra persona UNICA, perché il rapporto che hai adesso, è unico e non sarà mai come il rapporto unico che avevi con quella persona prima.”
James rimase per un attimo senza fiato e venne accecato da un flash che non capì subito da dove veniva.
 

“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.
“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.
“No. Non sono così vigliacco!”
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"

 


James si sentì tremare le gambe e Albus dovette sorreggerlo.
“JAMES. JAMES. STAI BENE?”
“Io..che cosa?”
“Hai avuto un crollo. Stai fermo. Sei quasi svenuto.”
“Sto bene, sto bene, io credo..”
“Hai avuto una visione?”
“Io..non ne sono sicuro.”
 
Sì, James aveva avuto una visione. Le parole belle di Albus sulla sua unicità, hanno riportato il suo inconscio a quando Albus in un’altra vita gli fece quel bel complimento sul fatto che avrebbe dovuto essere a Grifondoro.
“Raccontamelo, Jamie!”
“Sì…adesso te lo racconto.” Disse lui.
























Note dell'autrice: e FINALMENTE riesco a godermi un capitolo!!!
Devo ammettere che sono molto soddisfatta di questo capitolo, anche perchè FINALMENTE ci stiamo avvicinando all'identificazione di Al e Jamie, come Silente e Piton <333 purtroppo proprio oggi che avrei voluto scrivere di più, ho mia madre a casa che mi distrae ç_ç sembra proprio che il fato me lo faccia apposta! Io ho questa maledizione çç
ma oggi mi sento più sveglia e potrei scrivere altri capitoli LOL

vi do anche una buona notizia! Guardando velocemente il sommario, ho deciso che i capitoli delle ipnosi stanno bene così, quindi NON li riunirò, perchè mi piace suddividere i capitoli step by step per ipnosi dei due piccioncini LOL 
una buona notizia per voi e anche per me, che non dovrò fare ulteriore fatica a riunirli xd

PS la frase io vinco perciò ho vinto, arriva dalla citazione di Samifer in Spn !! ;)

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Capitolo 36
*** Silente e Piton a scuola quando lui era uno studente ***


27 Dicembre



Per James fu PAZZESCO essere dall’altra parte, dalla parte dei bullizzati. Non aveva mai provato questa cosa, perché lui era stato sempre il grande JAMES, anzi, lui di tanto in tanto faceva un po' il bulletto – sempre lievemente – per farsi grande, non si era mai sentito inferiore a nessuno, nessuno aveva mai provato a farlo sentire così, anche perché altrimenti le prendeva.
E poi perché qualcuno avrebbe dovuto? Lui era grande, era brillante. Era JAMES.
Ma non era James. Un altro James gli stava rubando il titolo di bello, dannato, ma anche nobile.
Odiava quel James, odiava l’amicizia che aveva con i malandrini, forse la invidiava anche un po', perché riconosceva in essa la purezza, nonostante tutto.

L’unica cosa che gli dava un po' di consolazione, era che avevano il disprezzo di Lily, compreso quel JAMES.
Valeva almeno la pena di farsi un po' bullizzare, di sopportare le prese in giro di quei quattro, pur di ottenere le attenzioni di Lily.
Ma il tempo passava, gli anni passavano e oscuri pensieri,  gli davano il tormento.
 
Non sarà sempre il tempo della scuola. E degli esami e dei compiti e delle passeggiate soleggiate in cortile, delle stesse brutte facce, degli stessi corridoi.
Un giorno tutto questo finirà e non vedrai più Lily tutti i giorni svegliarsi, quei lucidi occhi verdi appena svegliati, appannati un po' dal sonno, la sua mano sul tuo fianco ad accompagnarti a fare colazione.
Quando sarai fuori dovrai trovare una scusa plausibile per chiederle di fare colazione insieme.
Ma lei potrebbe non accettare.
Magari avrà già qualcuno. Che sarà geloso e non vorrà.
E magari sarà proprio quel Potter.
Maledetto!!
 
 
“Severus, che cos’hai? Sembra che ti ha investito un carro merci.” Disse Lily, seduta bevendo il suo latte.
“Io..mi sono svegliato male. Brutti sogni. Cos’è un carro merci?”
“Uh..lascia stare.”
Lily beve il suo latte, i suoi occhi tradiscono la sua preoccupazione, mentre la osservo bere il suo latte.
Il verde che si tuffa nel bianco.

Un giglio bagnato nel latte. Meraviglioso. Un’immagine deliziosa di felicità perfetta.
Darei la mia vita…per sentirmi sempre così.
 
 
 
*

“C’è qualcosa che ti angustia, Piton?”
Il Preside!
“C-cosa? N-no, preside. È tutto a posto.”
“Mi pareva che ti fossi incantato a guardare le scale. Eppure, non sono quelle che sono solite cambiare.” Disse con un sorrisetto.
“Lo so benissimo!”disse Piton, con uno scatto, per poi pentirsi. “Mi scusi, preside. Io..”
“Che ti succede? Dormito male? Vuoi che ti accompagni in infermeria?”

“No..io..credo di aver fatto dei brutti sogni.”
“Capisco. I sogni della notte sono come creature mantide che ti avviluppano e approfittano dei tuoi più torbidi desideri e delle tue più oscure paure, per assoggettarti. Se non sono indiscreto, Piton, e perdonami se lo sono, da quale dei due tu sei stato così spiacevolmente colpito?”
Piton avrebbe voluto dire a quel vecchiaccio di farsi gli affaracci suoi, ma..era pur sempre un ragazzino e i ragazzini in fondo, desiderano quello che desiderano tutti, solo sono più deboli al riguardo. Comprensione. E sostegno.
“Da entrambi, signore.”
Silente questa volta stette zitto, meditabondo.
“Mettiamo caso che mi piacesse..u-una ragazza..”
“Mettiamo caso.”

“I miei sogni d’amore..per questa ragazza, sono però come il bacio di un pesce…irrealizzabili e vuoti, inconsistenti, sfuggenti. Nel mio sogno, li guardavo svanire. Li accettavo con dolore e andavo oltre. Su una strada. Dentro di me..avrei voluto che i sogni mi avessero impedito di percorrere quella strada, ma continuavo a camminare.”
“Che strada era, Severus?”
“U-una strada buia. Oscura, piena di notte e di corvi che volavano intorno. C’erano dei cartelli segnaletici ma non li guardavo. Sapevo che dovevo andare dritto.”

Silente si avvicinò a lui.
“L-la prego, non dica  a nessuno quello che le ho raccontato.”

“E perché dovrei, Severus? I sogni sono quanto di più intimo c’è nella nostra psiche, non è nostro diritto, invaderli con il nostro giudizio o giudicarli, sono di quanto più prezioso e nostro possediamo, forse sono l’unica cosa veramente nostra. E se il proprietario di questi sogni li condivide con noi, possiamo solo essere grati di tanta fiducia e ricompensarlo, custodendoli e proteggendoli gelosamente.”
Piton quasi arrossì e abbassò lo sguardo.
“Lei è troppo buono.”

“Tuttavia, devo darti un avviso, Severus. Due perle di saggezza, anzi. Vorrei che le ascoltassi.”
“S-sì.”
“La prima: è un augurio. Non sempre quello che desideriamo così ardentemente nel profondo del nostro cuore, equivale a quello che davvero ci renderebbe felici. Anzi! La maggior parte delle persone che ha avuto la sfortuna di realizzare i propri desideri, in futuro, ha avuto poi un solo e unico desiderio e rimpianto. Non averli desiderati MAI.”

“Temo di non capire, professore.” Disse Piton in maniera stizzita.
“Oh so che adesso non lo capisci, Severus. Sai, l’essere umano ha un inconfondibile talento nel desiderare quanto è sempre peggio per esso.”
“Professore..” Piton stava per dire altro, probabilmente per discutere l’arroganza del preside ma esso ancora lo fermò con una mano.

“Il mio augurio per te oggi, è che tu non dimentichi mai queste parole.
Severus deglutì.
“La signorina Evans non vorrebbe mai che tu..”
“Non è lei la ragazza del sogno!” disse Piton quasi urlando.
Silente rimase basito.

“Naturalmente. Intendevo dire che la signorina Evans non vorrebbe mai vederti struggere per una ragazzina che non può compensare il tuo amore.”
“Ahhh..io..mi scusi.”
“Non è niente. E arriviamo alla seconda perla: “ disse Silente con uno strano luccichio negli occhi.
Piton lo osservò molto attentamente.

“Le nostre paure sono quanto di più angoscioso noi possediamo, spesso le rinneghiamo e ne proviamo disgusto, esse portano oscurità e terrore, ma poi quando un giorno, riusciamo a trovare delle lanterne e illuminiamo il sentiero tracciato, ci rendiamo conto che, esse possono darci un grande coraggio. La mia preghiera, Severus, è che tu ricorda sempre che quello che ti spaventa oggi, potrà farti diventare un uomo coraggioso, domani.”

“Con tutto il rispetto, professor Silente, ma dubito fortemente, che qualcosa che mi spaventa, possa aiutarmi a diventare coraggioso! Se fossi coraggioso, non ne avrei paura no??”
“Vedi, Severus, è un vecchio pregiudizio, ma quando crescerai, capirai che coraggio non è assenza di paura, è avere paura ma andare avanti lo stesso. Non avere paura della tua ombra, Severus, perché è proprio lì che si nasconde la LUCE.”

“È..tutto?”
“Sì, è tutto." disse Silente tornando inaspettatamente allegro. " Devo andare a preparare le lezioni del pomeriggio! Buona giornata, Severus.” disse infine con uno di quei bruschi congedi che tanto lo avrebbero reso famoso in futuro.
 
Severus andò nella sua stanza e versò le lacrime sul cuscino.
Maledetto …con quale diritto mi parla in questo modo..con quale diritto e arroganza CREDE di conoscermi..non sa niente di me..DI ME..DELLA MIA VITA..

Io non gli permetterò..non gli permetterò di dirmi più cosa devo fare.
Mai..mai più..
 
 
 
*

“Credi che Silente..che io..insomma LUI, avesse già capito che saresti diventato un..mangiamorte e volesse in qualche modo..consolarti?” chiese Al, mentre passeggiavano vicino alla foresta proibita.
James alzò le spalle.

“Silente sa sempre tutto. Forse aveva intuito in me, un potenziale assassino e mi ha detto che avrei avuto la possibilità di ravvedermi..ha anche cercato di mettermi in guardia dalla mia infatuazione per Lily..ma come sappiamo..quando sei sotto..non ascolti nessuno..” disse James.
“James..perchè non mi guardi?”
James a fatica lo guardò.

“Perché altrimenti dovrei chiederti perché mi dicesti quelle parole, e so che tu non puoi darmi queste risposte. Avrei tanto da chiederti. Come hai fatto a scavare nella mia anima come non aveva mai fatto nessuno prima d’ora.”
Al tremò sotto il suo sguardo.
“Non riesco a sopportare di voler porre domande a qualcuno che non sa di cosa sto parlando!” disse, dandogli le spalle e facendo come per tornare indietro.
“Jamie..scusami.”

“Non capisci, vero Al? Non sei tu a dover chiedere scusa! Sono io!
Al si bloccò.
“Io ho questa…sensazione dentro di me, nel petto, come se dovessi chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto passare! E la cosa peggiore sia qual è? Che non si tratta di qualcosa che ho fatto in QUESTA VITA!”
Al stette zitto.

“Dovrei chiederti ogni giorno scusa per costringerti ad avere una storia d’amore con tuo fratello ma sai una cosa? Non mi sento in colpa! Ami una persona orribile!”
“Jamie ti prego..”
“Ma tu questo lo sai già vero? L’hai sempre saputo, da quando hai deciso di prendere con te un mangiamorte qui dentro!”
“Jamie ti prego abbassa la voce!”

“Perché??? Tutti sanno che lo sono! Che lo sono sempre stato! “
“Non è vero!”
“Ho passato una vita a desiderare di farmi perdonare da te! Ma sai una cosa, non è stato mai abbastanza, MAI. Io mi sono –SEMPRE – SENTITO – IN COLPA.” Disse scuotendolo.
Albus adesso stava piangendo.

“S-scusami. Ti prego, perdonami.” Disse James andando via. I due fratelli erano così turbati, entrambi rinchiusi nel loro dolore da non accorgersi della sagoma del prof Philip che li guardava da lontano, scuotendo la testa.
 
 
Il professor Philip quel pomeriggio incaricò Minerva Mc Granitt di andare a dire ai due pargoli che sarebbero stati a casa Potter quella notte.
“Ma professoressa..le lezioni..” protestò Albus che fortunatamente era vestito.
“Non voglio sentire ragioni, signor Potter, il professor Philip mi ha tetto testuali parole: digli che se non vanno  a casa con le buone, ci andranno a calci nel sedere. Perdonate il linguaggio.”
I due fratelli rimasero allibiti.
“Siete stanchi, provati, avete bisogno di un po' di tempo con le vostre famiglie. Non lasciate che il passato vi impedisca di godervi la famiglia che avete ORA, la vita che avete ora. LORO non lo vorrebbero.” La Mc Granitt, volse la testa e la voce si era fatta appena un po' incrinata. Al e James credettero che aveva voltato la testa per non far vedere che stava piangendo.

Che donna era, la Mc Granitt!
 
 
 
*

Al e James si trovarono a benedire la Mc Granitt e Philip per averli rimandati a casa, almeno per la notte. Si erano ripresi del tempo per loro e James aveva intenzione di farsi perdonare per esser stato così scorbutico.
A letto, abbracciati, gli lambiva il corpo con le labbra, tempestandolo di baci e sussurrandogli parole pregne d’amore e di devozione.
“Baci e serenata..che bella serata.”
“La serenata non è per te.” Disse James ridacchiando.
“Perché papà non va a vedere cosa vuole Ron?”

“Potresti andare a suggerirglielo. Anche perché io canterei meglio e sto pensando a un ‘altra serenata adesso..”
Al gli gettò un cuscino addosso.
“Non faremo sesso con loro presente!”
“Abbiamo la porta chiusa a chiave!”
“Fatti una doccia fredda. Io vado a suggerire a papà di mettere fine a questo strazio.”
 Oh mia vecchia menestrella, oh mia cara margherita…”

“Harry, per favore, fallo smettere!” pregò Ginny.
“Lascialo perdere. Prima o poi si stancherà.” Disse Harry, sbirciando dalla tenda della sua finestra.
“Erano ANNI che non faceva qualcosa di così tanto stupido da ricordarmi perché lo chiamavo idiota! Non poteva aspettare altre sei o sette ore?” sbuffò Ginny guardando il cielo scuro della sera.
“Ron è fatto così..imprevedibile..”


“Davvero, che è successo, avete litigato per caso?”
Mia cara margheritaaaaa, cogli quel bel tulipano, coglilo giallo come i tuoi bei capelli,
“Una specie..diciamo che Ron..spesso non da peso alle parole..
“Oppure cogli questi nontiscordar di mè…
“Che cosa ti ha detto? Harry! Dimmelo!”
Harry deglutì.

“Qualcosa riguardo al fatto che non siamo più a scuola, non dobbiamo per forza essere inseparabili anche a lavoro. Beh, non erano proprio testuali parole ma una specie."
Ginny sospirò.
“E a te non è piaciuto.”
Per non dimenticarti mai di meeeeeeeeeeee!”
Ginny si coprì le mani con le orecchie.

“Harry! Dovrà passarti prima o poi questa nostalgia. Dura anni! Insomma, non sei felice di quello che abbiamo costruito?”
“Cosa dici? Certo che lo sono. Il punto è che..lui spesso non pensa..”
“Che novità! Beh, vai a parlargli così chiarite, no?
In quel momento irruppe Al e cominciò a sbottare.

“Vi prego, non lo sopporto più! Sto cercando di studiare e James ride della mia mancanza di concentrazione! Mi deride!”
Harry sbuffò e si preparò ad affrontare il suo destino.
“Digli che la cotta nei tuoi confronti non è ricambiata. Sii molto chiaro su questo.” disse Ginny.
 
“Cosa gli hai raccontato?” ridacchiò James vedendolo tornare.
“Che sto cercando di STUDIARE e che tu..uhhh ridi della mia mancanza di concentrazione.”
James lo guardò allibito poi scoppiò a ridere.

“Idiota. “ sbuffò Al.
“Vieni qui.” disse il moro gettandoselo addosso.






















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Lo so, sto aggiornando tanto in questi giorni, ma visto che mi è riscoppiato l'amore x questa storia, batto il ferro finchè è caldo ahha
James sta pian piano ricordando pezzi della sua vita come Piton, è quindi irascibile e scontroso perchè si ritrova a vivere fondamentalmente due vite e non capisce xd
se notate sta prendendo sempre di più a identificarsi come Piton. Prima diceva sempre "Lui" ora dice quasi sempre "io." 
non ricorda ancora cosa successe DOPO. Sta ricostruendo la sua vita a poco a poco, ma più avanti andremo più si ricorderà anche di Silente e tutto quello che rappresenta per lui. Stessa cosa per Albus ^^

- Coraggio non vuol dire avere la forza di andare avanti, ma di andare avanti anche quando non si ha nessuna forza.
(Theodore Roosvelt)

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Capitolo 37
*** Albus e James ricordano ***


28 Dicembre.
Era di nuovo ll turno di James Potter, ovvero, di Severus Piton.
Certo, se gli avessero detto una volta, che avrebbe equiparato i due nomi, che un GIORNO, sarebbero stati la stessa persona, avrebbe vomitato.
Ma la vita non va mai come ci si aspetta..
Passare dalla parte oscura, fu…
Strano…

Come attraversare le tenebre, sapendo che esse sole possono abbracciarti, riscaldarti, farti provare un po' di calore e tu cerchi di accarezzare l’oscurità, quasi illudendoti di coccolarla, alzi un braccio ma…l’oscurità…è già dentro di te. Ti ha già fatto sua…
Philip aveva avanzato l’idea che forse era meglio fermarsi, ma James aveva insistito, voleva andare AVANTI.
La sua mente vacillava quasi, si stavano inoltrando in un terreno pericoloso e Philip dovette fare un’ipnosi più profonda perché si trovavano di fronte a un BLOCCO.
Come quasi James NON VOLESSE ricordare..
Ma poi cominciò a parlare.
Parlò della passione per le pozioni, di cosa significasse per lui. Il potere di poter stregare la mente solo con i sensi, era una cosa che lo ammaliava più di ogni altra, l’idea di poter plasmare la materia, con le proprie mani. Autentica magia…

L’odio per James..per i malandrini…il rischio di venire quasi ucciso da quel lurido verme di Remus Lupin.
L’odio addirittura nei confronti di Lily.
La donna che amava.
Piangeva, James. Piangeva così tanto mentre lasciava che le lacrime scorressero nel suo viso, lacrime di qualcun altro, di un uomo che aveva sofferto troppo forse, nella sua vita, così senza un motivo, senza un reale motivo.

Solo perché così vanno le cose e basta. Sono i destini di ognuno di noi.
Ami qualcuno e poi lo odi. Sì. Si rese conto di aver forse odiato sempre Lily, per averlo abbandonato, per aver scelto James a lui, forse anche per non averlo mai voluto. Per non averlo accettato.
I mangiamorte e Voldemort invece, ti accettavano per quello che eri.
Non volevano che cambiassi, anzi, ti spingevano a dare tutto il tuo potenziale.

E allora perché combattere? Pensava con rabbia. Perché combattere in un mondo che ti deride, un mondo ingrato quando anche la più vera nobiltà non viene apprezzata ma sempre derisa oppure pagata con la morte?
Perché reprimere il tuo vero IO? La rabbia, i mali sentimenti, l’odio, il risentimento? Servisse a qualcosa, Piton lo avrebbe fatto, ma non aveva senso, niente aveva senso, neanche i fiori che sbocciavano in Primavera.

Piton era stanco di dover lottare per dimostrare di essere una brava persona. Non aveva nessuno per cui ne valeva la pena. L’unica per cui avrebbe voluto farlo, lo aveva scacciato via, per una parola.
Solo una parola.
Bastava così poco per distruggere un rapporto.
E allora perché combattere, perché combattere per un mondo che va alla deriva?

Piton AMAVA le Arti Oscure, era stanco di dover fingere di non esserne attratto. Poter sfogare tutta la sua rabbia e il suo odio con la magia, era qualcosa che lui avrebbe voluto fare.
Era il suo destino.
Aveva ragione, Lily. Lei aveva scelto la sua strada, lui aveva scelto la sua.
Nessuno cambia per nessun altro.
 
Fu una doccia gelata, quando Voldemort venne a sapere della profezia.
Lui pensava che era Lily Evans!
Ma perché diavolo aveva deciso di volere e avere un figlio con quello scarafaggio?
Non era già abbastanza averlo, portarselo  a letto? No, doveva pure procreare??
Procreare con quel maiale???
E ora rischiava la sua vita!

Ma certo, James Potter era troppo egocentrico e vanitoso, non avrebbe mai sopportato di non avere un erede che continuasse la sua dinastia e ora Lily era in pericolo per LA SUA COLPA.
 
Credeva di averla dimenticata, credeva di odiarla, ma rimase sorpreso quando sentì che l’idea che morisse, sarebbe stato come vedere appassire tutti i fiori della primavera.

Era convinto di odiare i fiori, ma forse lo pensava solo quando riteneva che non si poteva fermare la primavera…
La sola idea gli procurò un’enorme tristezza.
Chiese a Voldemort pietà.
E si accorse che dopotutto, a volte la paura poteva trasformarsi in coraggio.
Aveva sentito qualcosa di simile, una volta. Ma non ricordava dove.

Il dolore fa dimenticare di tutto.
 
Nell'aria balenò una luce bianca accecante e frastagliata: Piton cadde in ginocchio e la bacchetta gli scivolò di mano.
   «Non mi uccida!»
   «Non era mia intenzione».

   Il rumore della Materializzazione di Silente era stato coperto dall'ululato del vento tra i rami. Stava davanti a Piton, la veste svolazzante e il viso illuminato dal basso dalla luce della bacchetta.
   «Allora, Severus? Che messaggio ha Lord Voldemort per me?» «Nessun... nessun messaggio... sono qui per conto mio!»
   Piton si tormentava le mani: sembrava un folle, con i capelli neri che gli sventolavano in faccia.
   «Io... io vengo con un avvertimento... no, una richiesta... la prego...» Silente agitò la bacchetta. Foglie e rami continuarono ad agitarsi nella notte attorno a loro, ma dove loro due si fronteggiavano calò il silenzio. «Quale richiesta potrebbe farmi un Mangiamorte?»
   «La... la profezia... la predizione... la Cooman...»
   «Ah, sì» fece Silente. «Quanto hai riferito a Lord Voldemort?»
   «Tutto... tutto quello che ho sentito!» rispose Piton. «È per questo... È per questo motivo... lui pensa che sia Lily Evans!»
    «La profezia non parla di una donna» obiettò Silente, «ma di un bambino maschio nato alla fine di luglio...»
   «Sa cosa voglio dire! Lui pensa che si tratti di suo figlio, le darà la caccia... li ucciderà tutti...»
   «Se lei è così importante per te» ribatté Silente, «Lord Voldemort la risparmierà, no? Non puoi chiedere pietà per la madre in cambio del figlio?»
   «Io ho... io gliel'ho chiesto...»
   «Tu mi disgusti» commentò Silente, e Albus nonn credette di aver mai sentito tanto disprezzo nella sua voce. Piton parve rimpicciolire.
   «Quindi non t'importa se suo marito e suo figlio muoiono? Possono morire, purché tu ottenga ciò che desideri?»
   Piton tacque, continuando a guardare Silente.
   «Allora li nasconda tutti» gracchiò infine. «La metta... li metta al sicuro. La prego».
   «E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?»
   «In... in cambio?» Piton guardò Silente a bocca aperta, come per protestare, ma dopo un lungo istante rispose: «Qualunque cosa».


 
Poi Lily morì. Tenne il suo corpo stretto tra le braccia, piangendo, cercando di scacciare via l’immagine di UN ALTRO CORPO, appena più sotto.
E questa volta, non era l’immagine di un corpo nudo stretto avvinghiato al suo, a fargli male, ma l’idea di un corpo inerme, immobile, come un fagotto.

Scese e rivide il corpo di James Potter.
Quando l’aveva sorpassato per andare da Lily, avvertì una sensazione che aveva cercato di scacciare via.
Ora era tornata prepotente. Una sensazione che era più forte della tristezza, come sapone liquido, come un velo, denso.
Che fosse…compassione?
Provava compassione per quell’uomo?

Non riuscì a trattenere l’impulso di sfiorargli un braccio.
La pelle di lui era fredda come la morte.
La ritrasse come scottato.
Aprì e richiuse la bocca.
James era un maiale.
Meritava di essere calpestato, insultato, umiliato, picchiato, preso  a calci.
Ma non meritava la cruciatus, neanche la morte.

Lui era come Lily. Aveva qualcosa nell’anima, che seppur arrogante, non era davvero CATTIVA.
Il suo colore era il verde, come gli occhi di Lily. Come la sua anima.
Come un prato fiorito, come nobile era forse il suo animo, l’amicizia che provava per loro.
Non meritava che la sua vita venisse interrotta, le anime corrotte e perse lo meritavano.
Non lui.

Tanto tempo a desiderare che morisse, gli venne strano pensare a quanto gli dispiaceva la sua morte.
Andò via senza dire niente.
 
«Sai come e perché è morta. Fa' che non sia stato invano. Aiutami a proteggere il figlio di Lily».
   «Non ha bisogno di protezione. Il Signore Oscuro se n'È andato...»

   «... il Signore Oscuro tornerà e Harry Potter sarà in enorme pericolo...» Dopo una lunga pausa, lentamente Piton riprese il controllo di sé e del proprio respiro. Alla fine parlò: «Molto bene. Molto bene. Ma non lo dica... non lo dica mai a nessuno, Silente! Deve restare fra noi! Non posso sopportare... soprattutto il figlio di Potter... voglio la sua parola!»
   «Vuoi la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte migliore di te?» Silente sospirò, guardando il volto feroce e addolorato di Piton. «Se proprio insisti...»



Non so cosa mi spinse ad andare da Silente, quel giorno, su quella collina, a chiedergli aiuto. Né perché sapevo che mi avrebbe aiutato. Ero disperato. Ma sapevo anche, non so come, che lui era l’unico di cui potessi fidarmi.
E quando mi chiese che cosa gli avrei dato, non esitai. Qualsiasi cosa.
Quel qualsiasi cosa, non lo sapevo..ma in qualche modo quella promessa, sarebbe valsa sempre.
In ogni caso, anche se lui non avesse mantenuto la sua.
Lo scoprìì dopo.
Quando Lily morì e mi sono trovato a piangere nel suo studio come un marmocchio e lui mi guardava con una strana compassione.

Quando Silente mi disse quella frase..sulla parte migliore di me..fu stato come se catturasse la mia anima. Non so come altro esprimerlo.
In quel momento..avrei fatto tutto per lui.
 
 
James non fece parola di quello che aveva ricordato stavolta. Al si preoccupò perché suo fratello finora non si era mai comportato così. Poco dopo pranzo, lo agguantò e lo spinse in un’aula vuota, baciandolo con passione.
“Uhhh che ardore. Quindi hai ricordato delle cose belle?” chiese Al, seduto su un banco.
“Potrei..volerti solo baciare.” Disse James, la sua voce stranamente roca.
Al lo guardò accigliato, ma rispose al suo bacio, forse un po' irruente, quasi avente un sapore diverso dal solito.
“Mmmm..” James lo fece stendere sul banco, con lentezza, ma sopraffazione.

“James..che fai..”
James non rispose, alzandogli la maglia e baciandolo sensuale.
Al si contorceva sotto di lui.
“Tu sei mio..solo mio..hai capito? Mai..di nessun altro.
“Lo sai che lo sono.” Disse confuso. “Jamie..hai ricordato..ME?”
James sorrise enigmatico e non rispose. “Fai troppe domande.” Disse baciandolo sul collo. “Vieni,”
Al venne quasi scaraventato fuori vicino alla foresta proibita.
 

James lo spinse nell’erba.
“Ho sempre voluto fare l’amore qui.” disse, ammaliandolo come un gatto, toccandolo nei punti giusti. In poco tempo Al era un confuso ammasso di gemiti e miagolii nelle sue mani.
Mentre faceva l’amore con James, ebbe l’impressione che lui sussurrasse delle parole.
“Grazie per fidarti di me.”
 
 

 
Era l’indomani e Philip disse che non ci sarebbe stata nessuna seduta per Al, cosa un po' strana, ma Al annuì lo stesso, contento di avere un giorno libero.
Nel mentre James, pensava. Ricordi che sembravano appartenere a ieri, e invece erano passati tanti anni.
Flash della sua amicizia con Silente, gli tempestarono la mente, un’assurda e travolgente malinconia lo faceva impazzire.
Dov’era il suo Preside? Dov’era?
Era forse Al? Sapeva di amare Al, ma amava anche Silente, ora,
Oh, quanto lo amava.

Sapeva per cronaca come era andata la sua morte e quella di Silente, ma non sapeva i dettagli.
Com’era possibile che si credeva così furbo e si era lasciato uccidere da un SERPENTE?
Come era riuscito Albus, a convincerlo ad ucciderlo? Si trovava in quel momento in biblioteca, e James aveva pensato bene di lambirgli il collo da dietro con erotici bacini.
 
“James..mi distrai..”
“Uhhh..riesco a disconcentrare un intelletto come il tuo? Mi sento..lusingato.

Al soffocò un singulto sentendo le sue mani che da dietro gli avevano sbottonato la tunica nera dell’uniforme ed ora accarezzavano la sua pelle da dietro sul suo torace.
Gli sembrava così BELLO, sensuale, e le sue mani che erano ovviamente perfette, ora sembravano quasi come quelle di qualcun altro, più adulte, fredde, ma morbide e poteva percepire un calore nascosto da qualche parte dentro di lui.

“SENTI come batte il mio cuore..ti appartiene. La cosa ti eccita?” gli chiese sfiorando il suo orecchio con le labbra.
“P-potrebbe.”
“Non ricordo..TUTTO..ma qualcosa..abbiamo vissuto tante cose insieme..avventure..”
Al cominciò a capire qualcosa.
“Tu ricordi..di noi?”

“Qualcosa..” disse James con un sorrisino.
 
 
 
 
*

Uscire dall’ipnosi, rivivere quegli stessi ricordi durante la notte, durante l’indomani, scombussolarono James.
Mentre faceva l’amore con lui, pensava a questo.
Pensava che mai e poi mai avrebbe potuto fargli del male, neanche se glielo avesse chiesto.
Come aveva potuto farlo? Non riusciva a ricordare cosa era successo.

C’era altro che era successo ma che non riusciva a ricordare.
Ma faceva male. TANTO MALE.
Lo fecero tante volte quel giorno. James sembrava preda di una strana febbre, Al aveva cercato di respingerlo, ma poi si era lasciato trascinare dalla sua passione.

Lo fecero anche nella vasca da bagno dei prefetti. James riuscì a riempire l’acqua con miscele ed essenze che avevano reso tutto più afrodisiaco.
“Ti amo..ti amo..” diceva AL mentre facevano l’amore.
 
 
A letto, James non aveva perso la sua passione.
Facevano l’amore e sembrava non finire mai la passione.
Lo fecero altre tre volte.
Alla fine James si fermò, riposando sul suo petto.
Al gli accarezzava i riccioli, stremato, ma felice.
“Ho fatto l’amore con Severus Piton..” pensò, gongolando un po.
 
 
*

 
Era il 29 e Philip acconsentì a un’altra ipnosi, per Al stavolta.
“D’accordo, ma dopo questa, niente fino al prossimo anno. Non avrete intenzione di passare il capodanno come fantasmi vero?”
“Non si preoccupi professore, non siamo degli incoscienti..ma abbiamo BISOGNO di quei ricordi.”
E così toccò a Al.

Ricordò la SUA solitudine. Il disprezzo per sé stesso, ma ricordò anche l’egocentrismo, l’arroganza, quell’arroganza tipica di chi sa di essere più intelligente degli altri..un mago più talentuoso.
Conobbe l’amarezza per aver fallito con Tom Riddle, l’ossessione per gli horcrux, che rischiò di farlo diventare matto. La tristezza per la sorte dei Paciock.
La rabbia provata quando Severus Piton lo convocò chiedendogli aiuto, lo stupore per esser stato interpellato proprio lui e poi la compassione di vedere un ragazzo così giovane, così ridotto.

Desiderò subito aiutarlo, ma c’era dell’egoismo anche dietro di sé.
“Tu cosa mi darai in cambio, Severus?”
“Qualunque cosa.”
Non pensava a Severus, in quel modo. Era solo un ragazzino, d’altronde. Desiderava aiutarlo e forse desiderava che anche lui lo aiutasse a salvarsi.
Erano due anime distrutte che avevano preso a salvarsi a vicenda.

Silente si rendeva conto che Piton ormai gli era più fedele che a Voldemort.
Lo informava di tutto, voleva sapere qualunque cosa.
Avevano costruito un legame di fiducia, magico e indistruttibile.
Un legame che nessuno capiva e quindi ancora più prezioso.
 
 
“Non ho bisogno del nastro, professore.” Disse Albus, quando si riebbe dall’ipnosi.
“Ma..Albus..”
“Voglio solo andare via di qui..”
“Aspetta, Potter!”
 
Aspetta, Potter…
Aspetta…
Potter…
Potter..
Potter…
No, io non sono Potter…Potter l’ho sempre difeso..l’ho preso sotto la mia ala protettrice..non ero io Potter..
Ero Albus..
Albus…
SILENTE.
 
“ALBUS.”

James nel suo campo visivo. Rischiò quasi di cadergli addosso.
“Albus! Che cosa è successo??”
“Ricordo TE. Ricordo NOI.”
James sgranò gli occhi.
“Che cosa ricordi?”
“TE. NOI. AL CASTELLO. Ricordo quanto eri importante per me. Quanto se tu mi avessi tradito, sarebbe crollato tutto. TUTTO IL MIO MONDO.”
James si paralizzò.

“Ma non me lo chiedevo mai. Perché TU non lo facevi mai. Non mi deludevi mai. E non mi davi MAI MODO di dubitare. E non ho mai..mai potuto dubitare..ma avevo comunque sempre PAURA..”
“Paura di cosa?”
“Che tu non saresti tornato..perchè lui ti avrebbe..” si aggrappò alla sua tunica.
“Fatto fuori?” chiese James sorridendo.
“Dovevo essere forte, dovevo essere impenetrabile, ma il mio cuore tremava, è indecente..non devi fargli capire cosa provi per lui..altrimenti lui se ne andrà via disgustato..”
“Mi tenevi alla larga..LO SO.” Disse afferrandogli il polso e Al aprì la bocca con un sussulto di sorpresa. Sembravano altre mani. Più adulte, più GRANDI.
“Severus..”
Albus..”

Prima che potesse dire altro, James prese Al e gli diede un bacio mozzafiato. Le loro lingue si intrecciavano, confondendo i loro sapori. La notte e il mare.
“Fino a dove ricordi?” chiese James.
“Fino al..quarto anno di Hogwarts di Harry..”
James sbuffò.
“Io devo ancora arrivarci.”
“Sei più lento di me.”

“I ricordi di quel..Quel..maledetto TOPASTRO..mi hanno scombussolato.”
“Topastro?”
“Al terzo anno di Harry ..mi hanno dato una botta in testa…maledetti….”
Albus sorrise.
“Ho come la sensazione che sia successo qualcosa di grave al quarto anno di Harry.”
“Sì…in effetti.”
 
“POTTER!”
I due ragazzi sussultarono.
“Professore.”
Philip li trascinò in un angolo più appartato.
“Si può sapere CHE DIAVOLO VI prende? Mettervi a pomiciare in mezzo alla scuola? Volete essere espulsi? E io sarò licenziato, per avervi coperto!”
“Non stavamo facendo niente di male!” si difese James.
Philip lo guardò ironico.
“Avete le facce completamente ROSSE. “
I due ragazzi ebbero l’ardire di vergognarsi un po'.

“Sentite..dovete darvi una calmata. La Mc Granitt è furente. Ho avuto un brutto litigio con lei, mi ha detto che vi sto turbando eccessivamente."
“Che cosa le importa di cosa pensa la Mc Granitt?” chiese James.
“Potter!! Sei la reincarnazione di Piton, ma a quanto pare hai la lingua biforcuta di tuo nonno.”
James lo guardò in cagnesco, digrignando i denti.

“Sentite..forse non dovrei dirvelo ma io..ho dei problemi qui, forse me ne andrò presto, ma prima che lo faccia..ho intenzione di darvi una cosa. Un..un regalo.”
“Un regalo?? Di cosa si tratta?” chiese James.
“Fermo. Lei non deve farci nessun regalo, professore. È stato già troppo quello che ha fatto per noi.”
Philip sembrò amareggiato da quella frase.

“Ci sono delle cose che voi non capite..io non sono proprio u..una brava persona, ma voi due ragazzi, mi avete dato la possibilità di essere MIGLIORE. Io vi sono debitore. Lasciate che ricompensi i due maghi più grandi che la storia abbia riconosciuto.”
James e Albus sentirono lacrimare gli occhi.
“Adesso..gli somigliate proprio tanto, sapete? Ci vediamo dopo Capodanno. Ah..non dite ai vostri genitori che vi ho promesso una cosa.”
“Perché?”

“ È importante. È una sorpresa per loro. Potete farmi questa promessa?”
I ragazzi annuirono e gli sembrò come se il prof si fosse levato un peso dal cuore.
Quando si allontanò, Al abbracciò istintivamente James.
“Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo fidati così tanto di qualcuno?”
“Beh ci sarebbe Lily..ma se intendi nelle nostre due vite..tu nell’altra non ti fidavi di nessuno.”

Al lo guardò sorridendo.
“Di te, mi fidavo.”
James si sciolse, gli prese la mano e la baciò.
“Sono al vostro servizio, mio signore.

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Capitolo 38
*** Albus e la Mc Granitt ***


Prima di tornare a casa per il Capodanno, Al vide la professoressa Mc Granitt.
Si ricordò che quel giorno aveva notato lei litigare con il professor Philip, cosa che gli venne poi confermata indirettamente da lui stesso, quando disse loro del litigio.
Al si rese conto che aveva vagato per la scuola, sperando infine di trovarla proprio lì.

Era seduta ad un tavolo della biblioteca, e aveva un’aria affranta, come se avesse pianto.
“Minerva..” disse Al mettendogli la mano sulla spalla.
Minerva sussultò come se l’avessero aggredita. Forse riconoscendo in quella pronuncia, il tono esatto di chi una volta la pronunciava.
Potter..Potter..” ripetè, alzandosi, come se cercasse di metterselo bene a mente e mettendosi una mano sul petto, cercando di ricomporsi. “Cosa ci fai qui? tu..tu non dovresti essere qui…dovresti prepararti, per andare a casa con tuo fratello. Per festeggiare in famiglia il capodanno. E…come mi hai chiamata?
Minerva..già..scusami se mi sono permesso di prendermi questa confidenza che in questa vita non ho, le vecchie abitudini presumo.”
La Mc Granitt rimase allibita.

“Se questo è..u-uno scherzo non è..oh ma certo che lo è. Mi stai solo prendendo in giro. Sai che toglierò venti punti alla tua casa per questo, vero?”
“Puoi farlo..se vuoi..io ne ho dati molti di più alla MIA. La mia casa preferita già. Che bei tempi. Credo di essere stato anche preso molto in giro per questo, eh già…”
La Mc Granitt sgranò gli occhi che si velarono di lacrime.
“Tu..sei davvero..”

Albus annuì.
“Non mi stai prendendo in giro, vero?”
Albus gli prese la mano, inchinandosi come un cavaliere e gliela baciò.
“Mia cara Minerva. Prendere in giro te..sarebbe come ferire anche me.  Non l’ho mai fatto.  Non te l’ho mai detto ma sei sempre stata una cara amica per me.”
Gli occhi della Mc Granitt si inumidirono e si riempirono di lacrime, scosse la testa più volte cercando di ricacciarle.

“Io devo dirti grazie.
“Tu..non devi..”
“IO DEVO. Posso e voglio.” Disse con sguardo fiero. “Non ricordo ancora tutti gli anni della mia vita..in questo momento è come se avessi due vite, devo fare in modo che nessuna delle due annulli l’altra..e spesso è difficile..eccome se lo è. Ma una cosa la riconosco. Il mio me stesso di questa vita è stato documentato, il suo cervello nutrito da tutto quello che tu hai fatto dopo la mia..” sospirò “Morte.”
Minerva rabbrividì.

“Le cose che tu hai fatto quando io non c’ero più..” disse Albus orgoglioso. “Le ho lette, mi sono state raccontate…sei stata una fedele amica, Minerva. Sei stata vicino agli studenti come mi aspettavo che tu facessi, hai protetto la scuola, hai onorato la mia memoria..sei stata vicino ad Hagrid.. e hai..hai onorato anche la memoria di PITON” disse con gli occhi umidi “ tu ed Harry vi siete impegnati per far in modo che si seppe quello che ha fatto. Per la scuola. Tutto questo vale moltissimo per me. Mi hai reso molto orgoglioso.

“Io..io non..è stato molto difficile quando lei se n'è andato.”
Minerva proruppe in singhiozzi e cadde tra le braccia di Al.
Da fuori la cosa sarebbe potuta sembrare comica  e anche tenerissima. Una donna come la mc Granitt che abbracciava quello che in fin dei conti era un ragazzino, sembrando lei stessa, malgrado la stazza, come una bambina.

Eppure, quando Albus ricambiò con dolcezza l’abbraccio, non c’era traccia di fanciullezza in lui. O meglio, gli occhi erano quelli di un viso giovane , ma lo sguardo era quello del preside che lei tanto amava.

“Me ne sarò andato solamente quando nessuno crederà più in me, questo dissi ad Harry. E tu non hai mai smesso di credere in me e quindi io non sono mai andato davvero via, Minerva. E ora sono tornato. “ disse lui dandole un bacio sulla fronte.
Minerva sembrava ringiovanita di 30 anni, si scosse, ricomponendosi.
“Cosa sto facendo, mi scusi..io..”

“Non chiedermi scusa, Minerva e ti prego, ritorna a darmi del tu. Così mi fai sentire vecchio, ora che son tornato finalmente giovane.”
Minerva sorrise e entrambi poi si lasciarono andare a una risata davvero liberatoria.
 
 


*

Dopo che parlarono un po' della scuola, di quello che Albus ricordava o ancora non ricordava, seduti sui gradini dell'entrata della scuola dall'esterno...
“Non ricordo alcune cose, penso che mi verranno in mente..mi sembra come di affrontare una crisi di demenza ma al contrario.”
“Ohh..vedo che non hai perso la voglia di scherzare..”

“Minerva, non devi avercela con il professor Philip, lui fa tutto solo per bene..è grazie a lui se io e..JAMES ricordiamo chi siamo, adesso.”
“Piton..già deve essere sconvolgente averlo come fratello..non riesco a immaginarmi come possa essere.”
“Beh, io benissimo.” Disse Albus e rise tra sé come se solo lui capisse il senso di una strana barzelletta, mentre la Mc Granitt lo guardava con curiosità.
“Tutto questo grazie al professor Philip..è un grande..”

Philip..” disse lei con sdegno. “Non è il sant’uomo che vuole far credere..ha dei segreti,..non è proprio..LIMPIDO..oh, Albus, io devo raccontartelo, non posso più stare zitta…lui..”
“Ti ha espressamente chiesto per favore di non divulgare i suoi segreti?” la fermò lui.
“Mmm? Sì, ma..”
“Per caso ha fatto qualcosa di male a donne e bambini?”
“No! Di certo no, altrimenti non gli avrei permesso di continuare a stare qui!" disse lei guardandolo indignata." No, però..”

“Allora non farlo. Ti prego, Minerva. Fa conto che io sono sempre lo studente che conoscevi. E neanche se fossi ancora SILENTE, tu saresti comunque tenuta a raccontarmi i segreti di qualcun altro. Non sono migliore degli altri e io in ogni modo non mi sono ma fatto scrupolo di tenermi stretti i miei, Anche se poi altri ne hanno fatto le spese. E di questo mi dispiaccio.”
Minerva gli coprì la mano con la sua.
“Ti riferisci ad Harry?

“Ad Harry..ma non solo. La mia vita è piena di rimpianti.” Disse con gli occhi lucidi. “Qualcosa ricordo..che Harry era un horcrux, per esempio.  Lo sospettavo da ANNI, da quando vidi quella cicatrice nella sua fronte. Non ne avevo la certezza. Non ho tuttavia detto a nessuno di questo fatto molto importante. Forse neanche a Piton. I miei ricordi non sono ancora andati oltre il quarto anno di Harry. Ma suppongo che a quanto mi è stato raccontato da mio padre stesso… ho addirittura lasciato che Harry credesse che fosse stato tradito da tutti, anche da me, nascondendogli tutto fino all’ultimo, senza avere il coraggio di prepararlo prima.”
Minerva annuì senza avere il coraggio di dire nulla.

“Come ho potuto..Harry si fidava di me, mi vedeva come un mentore. Come figlio suo, me l’ha raccontato più volte..e io l’ho deluso. Con ignoranza. Perchè non mi rendevo neanche conto di farlo. So che non avevo il coraggio di dirglielo, di dirgli tutto ma pensavo che quando sarebbe stato più grande gliel’avrei detto, invece non ne ho avuto mai il coraggio fino alla fine. Avrei dovuto essere meno vigliacco. Almeno Severus..avrebbe dovuto saperlo. A lui avrei dovuto dire tutto.”

“Non recriminare più Albus, Severus ha sempre saputo che eri un grande mago e lo sapeva anche Harry. Lu ti ha perdonato. Ha perdonato entrambi. Infatti porti quello che era il tuo nome e il suo.”
Albus sorrise.
"Non ho mai pensato a una vita senza Severus. Harry senza saperlo non poteva farmi regalo più grande. Accomunarmi a lui per la vita.”
Se questo fece drizzare le antenne a Minerva, non lo diede  a vedere.

“Devo salutarti adesso Minerva. È stato davvero un piacere.” Disse baciandogli la mano.
 
“Signore. Ehm..Albus..”
Albus si girò interrogativo e Minerva si schermì con un tono ironico dicendo:
“Alla fine sei riuscito a riavere il mantello. “
“Il..mantello?”

“Il mantello dell’invisibilità! Eri riuscito a fregarlo ai Potter, poi ti è stato portato via da suo figlio ma ora è ritornato comunque a te. Alla fine questo mantello ti è affezionato. Torna sempre da te. “
“Già..è proprio vero.” Rise Albus. “Come io, torno sempre alla scuola.”






















Note dell'autrice: ciao ragazzuoli! Spero che questo capitolo sia stata una piacevolissima sorpresa per voi! Volevo chiedere scusa a tutti, non mi sono accorta di aver sbagliato a scrivere "Harry" nei vecchi dialoghi tra Silente e Piton. Che disastro vero? Ma ora ho corretto xd 
amo sempre di più questa storia e il prossimo capitolo sarà ancora più sorprendente! Non era mia intenzione sorprendervi a ogni capitolo ma sono contenta che la storia ha preso questa scaletta. Sappiate che non potrete mai essere sicuri di niente in questa storia, quindi..anche se siete convinti di aver capito e saputo già tutto, nel prossimo capitolo direte "ma come? ma davvero?" 
non dico altro! A presto con il prossimo capitolo che spero vi piacerà ancora di più!


Credo di essere stato anche preso molto in giro per questo, eh già…”
avete capito perchè ho scritto questa frase? Stavolta non è una citazione, ma ho fatto l'occhiolino ai meme su facebook, che prendono in giro Silente per i punti che dava sempre con ogni scusa alla casa di Grifondoro ahha

Ps: cerco sempre di correggere più che posso, ma mi sfugge sempre qualche errore, ora ho corretto velocemente e sicuramente ne avrò lasciati indietro altri, ma prima o poi sistemo sempre tutto (o quasi)

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Capitolo 39
*** Lily pensa ai suoi fratelli e a Hugo ***


Sono stata sempre grata di essere nata e cresciuta in questa famiglia.
C’è anche chi non è grato e io lo so bene. Ci sono persone che vorrebbero essere da tutt’altra parte, nonostante sono cresciuti in famiglie che li amino, gente che non è grata e vorrebbe vivere in un’altra famiglia.
Io sono dell’idea che queste persone non saranno mai felici, perché quando non sei grato per quello che hai, l’Universo ti da come una punizione.
Penso al mio stupendo padre e a come quei capelli dall’aria ribelle che non sono mai cambiati, gli hanno conservato intatta quell’aria da adolescente, lasciandolo immutato nel tempo.
Non ha nemmeno le rughe e gli occhi..sono stupendi, come quelli di una pietra preziosa, la cicatrice..si vede ancora, a volte vorrei toccargliela, ma lui si scosta, vedo nei suoi occhi tracce dell’antico trauma e non oso quindi farlo, ho l’impressione che lui veda in me come tracce di un fantasma che non è andato mai via.
Lily Evans. Sua madre.
Sua madre che gli tocca la cicatrice, credo che sia una cosa troppo emotiva per lui.
Io non me la prendo. D’altronde chi è causa del suo mal, pianga sé stesso. è stato lui a volermi dare questo nome, quindi credo che a modo suo, avrebbe voluto che gli assomigliassi.
Non credo però che mia nonna sarebbe contenta di sapere che i suoi nipoti hanno una relazione romantica.
O forse sì? Chi lo sa, dicono tutti che era speciale, io ci credo, davvero, sono convinta anche, però, che è facile dire che una persona è speciale, ma quando si tratta di dimostrarlo, è li che spesso le persone dimostrano di essere invece più comuni.
L’avrebbe accettato? Non lo avrebbe accettato? Chi lo sa.
 
Fin da piccola, io ho amato avere dei fratelli.
Ci sono bambini che invece non sono contenti di questo, spesso litigano, dicono che avrebbero preferito essere figli unici.
Non è stato mai il mio caso.
Amavo non essere sola.
Perché la solitudine può creare dipendenza, facendoti sentire ancora più solo.
Sono sempre rimasta affascinata dalle storie che papà Harry mi raccontava, della scuola, di Hogwars, di come ha conosciuto i miei zii, Ron ed Hermione, di come ha conosciuto la mamma.
Sono sempre stata fiera di essere la figlia del salvatore del mondo magico.
Poi guardavo i miei fratelli litigare sempre e scuotevo la testa, litigavano per tutto, per i cereali a colazione, per chi doveva andare per primo in bagno, per la tivù, i videogiochi o per chi rubava i vestiti all'altro.

Quando Al cominciò anche lui ad andare a scuola, i rapporti peggiorarono. Jamie si comportava proprio come il classico bulletto della scuola, Al ci soffriva, anche perché Jamie trattava bene solo me, cosa che non avrei voluto invece. Se doveva fare queste differenze, preferivo che trattasse male anche me. Al però non sembrava badare a questo, quasi come se non ci facesse davvero caso, tutto concentrato sull’odiare Jamie più che poteva.
 
Mio padre e mia madre mi dissero che non era vero che i due si odiavano, mi sentii una bambina sciocca che non capiva niente. Come avevo potuto confidare i miei timori da bambina, ai miei genitori? Era chiaro che minimizzavano, quali genitori avrebbero mai risposto o accettato che i loro figli si odiavano?
Capii che dovevo imparare a tenermi le mie sciocchezze e i miei pensieri per me.
 
Perfino seduti a tavola, durante la colazione, litigavano. Scuotevo la testa.
Portavano dei nomi importanti. Perché non riuscivano a provare almeno, a darvi prestigio?

Litigavano stavolta per i cereali. James glieli rubava, continuava a fare i dispetti ad Albus, spingendolo con il gomito, infastidendolo.
Alle volte non capivo proprio perché Jamie dovesse fare così. Lo sapeva che Al era insicuro, fragile. Perché non lo lasciava in pace?
“Scemo.” Disse James e il tono della sua voce mi parve più morbido stavolta. Rideva. Lo toccò di nuovo con il gomito, Al non fece una piega.
Riflettei.
A volte sembrava quasi che Jamie trovasse ogni pretesto per farlo arrabbiare, o per toccarlo. Non lo abbracciava mai, però lo spintonava spesso, gli spettinava i capelli, fino a farlo innervosire, ed ecco che era riuscito a farlo gridare infine, pensavo. Oppure gli dava i calci sempre senza fargli male, certo. Lo spingeva sul divano o gli metteva i piedi quasi in faccia.
Una di quelle volte, vedevo Al girarsi imbarazzato da tanta sfacciataggine.
 
Un giorno che non avevo  niente da fare, cercai su uno di quei libri di psicologia che i babbani amavano tanto, cosa volesse dire, quando uno non riusciva a smettere di metterti le mani addosso.
mi rimandò al sesso, alla tensione sessuale, o alla ricerca di un contatto più intimo e affettuoso, ma anche alla violenza, violenza fisica, violenza sessuale. Smisi subito di leggere, ma immagini di sesso continuavano a girarmi alla mente.
Arrossì. In fondo si trattava dei miei fratelli.
Però era dolce il fatto che Jamie cercasse di attirare l’affetto di Albus, in questo modo. Non credo infatti che ai tempi stessero già insieme.
 
Quando vidi i miei fratelli baciarsi in infermeria, fu uno SHOCK.
Però ecco..non era proprio come se non me l’aspettassi eh?
Voglio dire che una parte di me, l’aveva sempre saputo che sarebbe finita solo in questo modo, tutta questa tensione tra di loro. Guardo i film dei babbani, so cosa vuol dire quando due si stuzzicano così e si TOCCANO in questo modo così spesso.
Certo, uno al mio posto non si sarebbe chiesto niente, sarebbe bastata la cosa che sono fratelli a non generare nessun tipo di dubbio.
Ma io non mi sono mai fermata alle apparenze, piuttosto ho sempre pensato che se non fossero stati miei FRATELLI, io avrei proprio pensato che sti due se la intendono o almeno che siano cotti, chiaro.
Era una consapevolezza a livello non cosciente, però. Quella stessa consapevolezza che credo mi portò all’infermeria quel giorno, senza motivo, quasi come se l’inconscio mi volesse guidare, a farmi scoprire QUALCOSA.
Ho sempre avuto come un certo sesto senso, forse è uno dei miei talenti da maga.
 
Quando li vidi baciarsi, sono sussultata e capìì che l’avevo sempre saputo. Dovevo solo accorgermene.
Sì, avevo letto tanti libri, davvero tanti, e sapevo bene quindi che sapere una cosa non è la stessa cosa che accorgersene.
 
Tutto quello che avvenne DOPO fu così…BELLO.
James e Al erano così preoccupati della mia reazione! Io invece la presi con grande calma e un pizzico di malizia, ammettendo che avevo avuto delle fantasie su di loro, a volte, anche se non credevo veramente che corrispondessero alla realtà.
I miei due fratelli che si scoprono innamorati, ci unì ancora di più, mi piaceva essere informata su quello che loro provano, sentivano, sentivo io stessa di amarli ancora di più adesso. Era così bello perché era un amore ancora diverso da quello che provavano loro due, ma tutti e tre provavamo lo stesso affetto e amore fraterno che ci univa, era così bello. Quante sfaccettature ha l’amore!
Non so se riversavo sui miei fratelli la frustrazione e l’amore che provavo per mio cugino Hugo, ma mi sforzavo di non pensarci.
 
Mi sentii orgogliosa, quando, i miei fratelli decisero di usarmi come ancora o collante, non so come definirmi, per creare il loro FILM.
Era necessario creare una trama per Al, per riuscire ad ipnotizzare entrambi, per fare in modo che si spersonalizzassero per poco tempo, per riuscire a ricordare le loro vite precedenti.
E funzionò.
I miei fratelli sono Albus Silente e Severus Piton. Ancora non ci credo.
Fa un certo effetto, pensare al fatto che mio fratello sia la reincarnazione di un uomo, non solo così importante, ma anche un uomo che ha avuto un’ossessione per la tipa, -mia nonna – che portava il mio stesso nome.
Sembra così sbagliato. A volte mi sento in colpa come se fossi un terzo incomodo tra di loro, capace ancora di rubare la vita a mio fratello, il cuore, strapparglielo via dal petto.
So che non sono la vera Lily, ma è così difficile non cedere all’impulso di immergersi nella vita altrui quando ha così tanti parallelismi con la tua.
 
Sono rimasta in disparte. Loro ne stanno passando così tante, con questa storia di Silente e di Piton.. a casa stiamo vivendo una piccola tragedia.
Un dramma familiare, insomma.
Papà e mamma sono lontani come non mai, mi sono accorta che spesso questa cosa coincide ogni volta che papà è più vicino a zio Ron, o comunque, ogni volta che si riavvicinano.
Per come vivo l’amicizia io, sono stata male quando si pensava che tra i tre amici di sempre, fosse in qualche modo tutto finito.
Ma alla fine finiscono sempre per ritrovarsi.
Mamma è più lontana, lo noto le poche volte che sono a casa, che è sempre per via delle vacanze, quindi non accade spesso, tuttavia quando sono stata costretta a stare da sola a casa, perché i miei fratelli facevano queste sedute di ipnosi al castello, mi sono sentita più sola che mai.
Io e Hugo siamo tornati a parlarci, con delle lettere, dove lo informavo di più o meno cosa succedeva a casa.
 
 
Lily: 

Al e Jamie sono al castello a fare le sedute di ipnosi, mi mancano così tanto, Hugo. Odio stare a casa da sola! E poi loro possono confidarsi, parlare di quello che hanno visto, magari anche tutta la notte! Vorrei stare con loro, ascoltarli, sentire cosa hanno da dire! Qui, sono sempre sola. Papà è a lavoro, mamma non c’è quasi mai…non so dove vada. E se avesse un amante?
 
 
Hugo: 

Lily, ma sei pazza a dire queste cose per lettera?
Ad ogni modo, non penso che tua madre abbia un amante.
Cavolo, mio padre impazzirebbe solo all’idea, se mamma gli facesse le corna. Non parliamo di questo tasto dolente. Sono amici fin da quando erano bambini e fidanzati da quando avevano 17 anni.
Mi dispiace per il dramma che la tua famiglia sta vivendo.
Però è anche interessante! Voglio dire, che, quando ricorderanno tutta la loro vita, potremmo fare loro degli interrogatori! Sapere i loro segreti, domandargli che tipo di rapporto avevano Silente e Piton! Sono stato sempre curioso sull’argomento! Quei due non me l’hanno mai raccontata giusta!
 
A quella lettera, Lily sgranò gli occhi e mandò subito un’altra lettera.
 
Lily: 

“Hugo, insomma! Tu pensi sempre che sono tutti gay, hai un chiodo fisso! " Lily a quel punto disegnò una faccina che rideva. " Meglio non riferire ai miei fratelli dei tuoi sospetti! Comunque sai che sono curiosa anche io? Se dovessi avere in mente come fare per scoprirlo, fammi sapere! Tanto ad ogni modo si tratterebbe di un’altra vita!”
 
Hugo: 
“Giusto! E poi ricordiamoci che una volta, tra fratelli ci si sposava! Una volta era giusto! È stato sempre solo l’uomo che giudicava, non Dio!”
 
Lily non riusciva a credere che Hugo stesse tirando fuori una dolcezza e una profondità così poco usuale per lui.Di solito si sbottonava rare volte su tematiche così delicate, l’aveva..sorpresa. Finora aveva sempre creduto fosse un po' chiuso di mente.
 
Hugo: 
 
“Scusa..non volevo insinuare niente! Stavo facendo solo una battuta! Ad ogni modo, a me non cambia nulla. Fratelli, cugini..gay, lesbiche..ognuno può fare quello che vuole! Certo, io non andrei mai con mia sorella, ma questo è un altro discorso! Noi non siamo gli altri ed è sbagliata l’identificazione a prescindere! Se due maschi si baciano, perché siamo noi a provare schifo se sono loro a baciarsi ma non noi che compiamo l’azione?” aveva concluso tutto con una faccina sorridente a bocca aperta.
 
Lily restò un po' sognante a pensare a cosa rispondergli. L’identificazione era un tratto normale della gente. In fondo milioni di persone sognavano con gli amori impossibili di altre coppie, dal momento che molti non li vivranno mai, l’identificazione resta l’unica cosa per cui possono vivere quella cosa. Però Hugo aveva ragione. Perché se una cosa ti faceva schifo, allora ti sembrava di viverla? Volevi forse viverla segretamente? Oh, il genere umano era così strano!
Per un momento accarezzò l’idea di chiedere a Hugo, se si sarebbe mai innamorato di lei, se non fosse stata sua cugina, o nonostante questo, ma poi non ne ebbe il coraggio. Troppa la paura di essere respinta. Aveva per fratello un ragazzo che in un’altra vita era stato friendzonato a più riprese dalla stessa tizia che portava il suo nome. E quindi questo dimostrava che la maggior parte delle volte se non succede qualcosa, tra due persone, non è stato perché l’amore era reciproco ma non avevano il coraggio di dichiararsi, ma proprio perché l’amore era univoco.
 
Stava per gettarsi nel letto per non pensarci, sperando che Capodanno arrivasse presto, per chiedere ai suoi fratelli tutte le novità e tirargli le orecchie per non aver mai risposto alle sue lettere, quando l’ennesima lettera di Hugo, fece capolino dalla porta.
Errol fece versi dalla porta aperta sul davanzale. Probabilmente era stufo di tanti viaggi.
“Tranquillo, Errol, questa è l’ultima volta.” Andò per accarezzarlo, ma Errol fece un altro verso.
“Non esistono più i gufi servizievoli di una volta..ma non ti cambierei per nulla al mondo. Lo vuoi un biscottino per ricompensa del lavoro svolto?” gli disse con quella vocetta cretina che di solito viene riservata ai cagnolini. Mise la fronte contro quella del gufo che fece un altro verso più contento.
“Per avermi perdonato, TRE biscottini.”
 
Si accorse dopo aver dato i biscottini al gufo che non aveva ancora letto la lettera, era strano che se ne fosse quasi dimenticata, andò ad aprirla con una strana sensazione di gioia.
 
Hugo: 
Lily, mi fa piacere che abbiamo avuto questa chiacchierata. Mi mancavi e visto che sei sola, che dici se andiamo a vedere la partita oggi? Ho due biglietti. Usiamo la nuova macchina volante del nonno.”
Lily sentì le campane suonare a festa. Andare adesso sarebbe significato tornare alle sette. Poteva portarsi la civetta di famiglia, avvisare solo una volta lì, che non sarebbero tornati prima delle sette, o magari anche alle nove, se mangiavano qualcosa fuori.
Oh, l’avrebbero davvero rimproverata, ma Hugo l’aveva invitata e la prospettiva di passare il resto della giornata con lui era allettante.
Senza pensarci, rispose che sarebbe stata pronta in 15 minuti.






















questo capitolo non c'entra molto, ma pensavo fosse importante far capire che Lily non è scomparsa o morta ahhah è vivissima e trabocca di sentimenti! E sono contenta di aver parlato anche un po' di Hugo! Povero Hugo, è un po' incompreso..un po' come Ron ahhah il prossimo capitolo regalerà tante emozioni!

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Capitolo 40
*** Al e James abbracciano Harry ***


Era il 30 Dicembre e Al e James erano tornati per le vacanze, ma non a casa. Loro li aspettavano in campagna, in uno spiazzo erboso meraviglioso. Avevano preso una passaporta.
Quando Lily li vide, una grande gioia colorò le sue guance.
Avrebbe voluto abbracciarli, stringerli forte e farsi raccontare quello che era capitato durante le sedute, ma suo padre la precedette.
Lo fissò.

Ultimamente era un po' strano, passava tantissimo tempo con lo zio Ron, cosa che aveva fatto nascere in Lily svariate ipotesi.
Ma aveva anche una strana luce negli occhi, come se tutta la stanchezza degli anni passati, era andata via.
Una luce che non riusciva ad oscurarsi e adombrarsi neanche davanti lo tzunami che aveva colpito tutti loro.
 
Harry li fissò. Erano i suoi figli.
Il cuore cominciò ad accelerare all’ennesima potenza, gli occhi a lacrimare per l’emozione.

Tutte le notti che aveva speso, a passarle in bianco, erano lì davanti a lui e sorridevano.
Avevano il suo stesso sangue.
Paura, timore, disprezzo, amore, venerazione.
Tutti questi sentimenti provati per due persone, mischiati insieme in un connubio che voleva dire solo la stessa cosa.
SANGUE.
FAMIGLIA.
FIGLI.
Forse erano tre, ma volevano simboleggiare la stessa cosa.
All’improvviso quelle cose che non perdoni a qualcun altro, per i tuoi figli sei disposto a farlo.
“Al! Jamie!”
Andò subito ad abbracciarli, li strinse forte, ma loro restarono rigidi.

Una ventata di freddo lo travolse. La paura. L’inquietudine tornarono a fare loro da padrona.
Loro lo guardarono con un’occhiata colpevole e significativa.
“Scusaci.” Disse Al.
James non disse niente ma il suo sguardo valeva più di mille scuse.
Harry si sentì travolgere. Le gambe gli cedevano, forse sarebbe svenuto. Cos’era quella strana sensazione che sentiva? Perché i suoi figli non lo abbracciavano?
“Harry, io..
Harry?? No, no, no, era tutto sbagliato. Tutto. Perché suo figlio lo chiamava con il suo nome proprio? Perché non papà?
“Mi dispiace così tanto per quello che ti ho fatto.” Disse infine il biondo.

Harry annaspò, ebbe un giramento di testa e stette seriamente per cadere a terra.
“Harry!!!” Ginny stava per correre in suo aiuto ma inaspettatamente, sia Al che James lo sostennero.
 
Sorrise per l’ironia.
“Sapevo che mi avreste preso. L’avete sempre…fatto..”

I fratelli si guardarono. Ginny non sembrò aver fatto caso a quella frase.
Harry, mio dio, sdraiati. Hai avuto un quasi svenimento!”
Lily aveva assistito a quella scena impotente. Dentro di sé aveva capito che le loro vite stavano per cambiare.
Forse per sempre.
 
 
 
*

“Va meglio?” gli chiese Ginny, dandogli una salvietta bagnata.
Harry sospirò a sentire il sollievo.
“Scusatemi..io non so..cosa mi è preso.”
“Har…papà..è stata colpa mia..?” gli chiese AL colpevole.
“Non dire cretinate Al! È un calo di pressione, certo non che..come mi hai parlato non mi abbia colpito..”
“Al perché hai detto quelle cose a tuo padre? Perché ti dispiace? Cos’hai fatto?” chiese Ginny.
“Io..mi ricordo..

“Ricordi cosa??” chiese sempre Ginny.
“Tutto..no, non tutto..ma quasi..” disse e Harry sentiva di nuovo il respiro corto.
“Ricordo un’altra vita…cose che non si leggono sui libri..un’altra famiglia..altri affetti..altri amori..potete immaginare di CHI.” Disse il biondo.

“Magari..è soggezione..l’ipnosi..mischiata a qualche cosa che hai letto..” disse dolcemente Lily.

“No, Lily, no!! Non è così..so la differenza tra un sogno e un ricordo..va bene? No, ho proprio questi RICORDI..e non come se fossero i ricordi di qualcun altro..cioè prima era davvero così..ma ora..è come se fossi stato IO a viverli..e più passa il tempo e più sembra così..ricordo la SCUOLA..da un’altra angolazione..e i miei ricordi si mischiano a quelli di prima..mi capita anche durante il giorno..di pensare..che quando stavo dall’altra parte, mi sembrava così GRANDE..e invece prima pensavo che era così piccola..o di..gongolare..perchè ho potuto avere una panoramica di quello che fanno gli studenti, che non è dissimile da quello che immaginavo..e poi ricordo come sono diventato PRESIDE..mi sembra assurdo non esserlo ancora adesso..perchè i ricordi si confondono--.e poi ricordo la Mc Granitt..la nostra amicizia..ricordo TE..molto più piccolo.” Disse Albus guardando Harry.
Ginny si mise la mano sulla bocca.
“Tu..non stai mentendo..” disse Harry con stupore.
Al scosse la testa.

“Non l’ho mai fatto..con te. Magari non ti ho detto delle cose, ma non ti ho mai mentito. Mai.”
“Basta, smettila di dire queste cose! Harry, digli di smetterla!” disse Ginny.
“La verità è una cosa meravigliosa e terribile e per questo va trattata con cautela.” Sospirò Al
“Era una delle sue frasi preferite..” disse Harry e i suoi occhi cominciarono a lacrimare.

Al si avvicinò e gli asciugò le lacrime, poi gli diede un bacio sulla testa.
“Sei..davvero tu..?” gli chiese Harry tremante. Faceva fatica anche solo ad abbracciarlo.
“Sono stato almeno un buon figlio? Mi sono fatto perdonare per tutto quello che ti ho fatto?” gli chiese.

“Io..io non..” le sue braccia andarono a stringerlo. Tremava tutto e si aggrappava ad Al cercando di frenare i tremiti ma non riusciva.
Ginny davanti a loro, era una valle di lacrime. Silenziosa.
James si avvicinò a loro e disse con il sorriso negli occhi.
“Se fossi stato..vivo..a quell’epoca..ti avrei ucciso, sapendo che volevi dare il mio nome a uno dei tuoi figli..”
Harry lo guardò boccheggiando.

“E quando lo ero ancora, avrei tremato di indignazione. A sentirmi chiamare come LUI..” si guardò le mani. “Eppure..adesso..amo questo nome..e penso che è il più bel nome che potessi darmi.” Anche James stava piangendo.
Harry gattonando, si avvicinò a lui. Cercò di toccarlo ma non osava.
Piton era sempre così..se avesse osato abbracciarlo, chissà cosa avrebbe fatto..

“Puoi abbracciarmi se vuoi lo sai? Lo so che prima non..non avrei voluto..ma sai..Prima..non eri mio padre..”
E Harry lo fece. Ancora tremante, abbracciò suo figlio James. Gli mise una mano sulla testa, lo strinse a sé, ma tremò quando il figlio ricambiò.
Si staccò dopo un po', guardandolo ancora in soggezione.
I due ragazzi come sommersi da un sogno, guardarono anche la madre e la sorella.

Ginny aveva l’impressione che avrebbe voluto dissolversi nella terra.
“Mamma..siamo sempre noi..” disse Albus dolcemente.
Per un attimo,l’immagine di un paio di occhiali a mezzaluna, la tempestò.
Ma poi l’amore per i figli, ebbe la meglio e li abbracciò entrambi.
 

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Capitolo 41
*** Harry e i suoi figli in montagna a cuore aperto ***


“Harry, lasciali respirare, non stargli addosso..” diceva Ginny, davanti alle domande incalzanti del marito.
“Va tutto bene, mamma..è ovvio che…lui vuole sapere.” Disse Al sospirando.
Sapevano che sarebbe stato difficile, ma quando sei nella situazione sembra tutto più duro. Ovviamente Harry gli aveva fatto un vero e proprio interrogatorio. Pretendeva di sapere TUTTO quello che provavano, che sentivano, che pensavano.

Harry ancora non riusciva a capacitarsi di trovarsi davanti a lui il suo vecchio preside e il suo vecchio professore e li incalzava con domande sempre più estenuanti, chiedendo loro se si ricordavano delle cose che avevano detto quando erano a Hogwarts, delle cose particolari che avevano fatto. Il problema è che loro non ricordavano proprio TUTTO. Infatti TUTTO aveva più la percezione di un sogno, rispetto a quello che pretendeva Harry, della ricostruzione di qualcosa che avrebbe dovuto assomigliare di più a un film per lui. James fece anche una smorfia stupita quando Harry gli chiese se si ricordasse che Hermione alzava sempre la mano per rispondere alle domande, ma lui non la faceva mai parlare, magari qualche volta solo, quasi obbligato.

James non lo ricordava. Ma era normale visto che si parlava di una vita PRECEDENTE. Non era proprio come cose che erano accadute l'altro ieri, si poteva dire.

“E quando quella volta mi dicesti che avresti voluto dirmi tutto, ma non ce l'hai fatta, perché hai pensato che così giovane, avessi già troppi pesi sulle spalle?” chiese Harry ad Albus. Quella volta addirittura una lacrima traditrice gli cadde da un occhio. Non poteva non ricordarlo.
“Harry!!” disse Ginny.
“Schhhh.” La zittì lui.
Mantenne lo sguardo concentrato sul figlio fino a che Al sospirò ancora, scuotendo la testa.
“É inutile. Non lo ricordo, Har…papà.”
“Ma tu hai detto che ora ricordi chi sei, ricordi tutto!!”

“Ricordare chi sono, non vuol dire ricordare tutto!” precisò Al. “Non è propriamente…non sono ricordi intesi come nel vero senso della parola. Hai presente quando fai un sogno? Ricordi cosa hai sognato, ma tutto in maniera evanescente…ebbene più vecchio è il sogno meno dettagli ricordi, così come un tuo ricordo sarà più sfocato se l’hai vissuto per esempio quando andavi all’asilo…ebbene…prova ora a prendere tutte queste cose, metabolizzarle e pensare a quanto può essere sfocato, per esempio, un ricordo addirittura di un’altra vita.

Harry restò con il fiato sospeso a immagazzinare la cosa.
“Io non..non riesco a immaginarlo.”
“Te lo dico io, è terribile. Tu sai che l’hai vissuto ma..non è nitido. Sai che hai detto quella cosa..ma non ricordi con nitidezza le parole..a volte mi sembra di ricordare tutto, a volte niente..se ci concentriamo..va meglio, ci sentiamo di più…come eravamo prima..ma.. quando facciamo questo.. questo..tutto il resto scompare..” disse Al facendo segno al paesaggio.
“Rischiamo di dimenticare chi siamo adesso, se pensiamo troppo al passato.” Disse James.

“Diosanto..no..non voglio questo, ovviamente. Ovviamente no. Mi..mi dispiace.”
I ragazzi sorrisero.
“Papà…è difficile per me..per noi..dentro di noi abbiamo coscienza di chi siamo stati..ma..poi abbiamo anche questa vita con te..ti abbiamo conosciuto come padre..e almeno per me, mi sembrerebbe troppo strano chiamarti Potter o Harry..capisci?”

“Io lo chiamerei Potter. “ disse James, poi ridacchiò. “Mi dispiace. Per quello che ho fatto. Quella volta. Quando ti ho appeso a testa in giù.” Abbassò il viso.

Harry sgranò gli occhi.
“James..io ti ho già perdonato.” Disse dispiaciuto ma con una nota di dolcezza.

“Ma io no!! Lo ricordo sai? L’ossessione per i malandrini..per..Lily! Io..quando ci penso..mi sembra impossibile che sia capitato a me..che possa essere stato così insicuro, così..debole.  Non riesco neanche a ricordare perché mi piaceva così tanto.  E poi ero così tanto pieno di odio! Non è così che mi hai insegnato ad essere..lo so che quando lo ero..io e te non ci conoscevamo ma..sono davvero giustificato? Soprattutto per come ti ho trattato anche dopo?? Io non..non so perché mi comportavo..ti trattavo così..non so da dove mi veniva tutta questa rabbia..cioè ricordo perchè, ma adesso mi sembrano intollerabili certi atteggiamenti, che prima mi sembravano giusti! Se potessi tornare indietro..farei molte cose diverse.."

“Ma io non vorrei che le facessi, perché tutto quello che avete fatto, mi ha spinto ad avervi qui.”
I ragazzi abbassarono lo sguardo.
“Harry, li stai mettendo in imbarazzo.” disse Ginny.

“Pensi che per me sia facile? Voglio dire questo monello a cui piace il Quidditch e che ho chiamato JAMES, odiava mio padre..e mi ha reso la vita un inferno quando ero a scuola. è difficile anche per me.” rise. “Però sai che, non te l’ho mai detto ma eri affascinante, intrigante, a modo tuo.”
James arrossì.
“Affascinante?”

“Sapevi che molta gente pensava male di te, ma non ti importava. Molti sarebbero crollati sotto i pregiudizi.”
“Ricordo poco..di quel periodo.. ma una cosa lo so.. so che se i miei nervi si sono mantenuti saldi è soprattutto grazie a lui..” disse con dolcezza guardando il fratello.
Al era talmente in soggezione che non riusciva a guardare il fratello.

Al era contento di quelle parole, ma rifuggiva il suo sguardo. Gli facevano piacere le sue parole, ma paradossalmente era più imbarazzante quella situazione, che se li avessero beccati a dirsi parole come due amanti. Forse perchè nelle loro vecchie vite, non erano abituati a parlare del loro rapporto davanti a Harry o a qualsiasi altro dei loro studenti e farlo adesso davanti ai loro genitori.. parlare del loro rapporto come Silente e Piton..era imbarazzante. Silente e Piton non l'avevano mai fatto.Tutto sommato gli piaceva quello che diceva.

“Mi fidavo di te. Sapevo che non mi importava cosa dicessero..anche se a volte mi hanno fatto perdere la pazienza…Harry..” disse colto da un pensiero improvviso.
“Sì?”
“Fanny..che fine ha fatto?” disse con lo sguardo trepidante.
Harry lo guardò e Albus riconobbe il verde smeraldo che brillava e gli aveva fatto amare gli occhi di Harry.

“Partita..andata via..da quando tu..da quando..” deglutì. Si mise una mano sul viso.
Ginny andò a abbracciare il figlio.
Albus sbattè gli occhi.
“Ohhh..io..non me lo ricordo. Così come non ricordo la mia morte.”
“Ma avevi detto che è stato per questo che il professor..”
Albus lo fermò.

“Erano solo sogni. Non ricordi veri. Non li abbiamo sentiti come nostri. Non ancora. “
“Erano ancora i ricordi di qualcun altro. Ufficialmente possiamo dirti che i nostri ricordi, per così possiamo dire, si fermano a quando eravamo ancora a scuola.”
“Harry..io.,non ricordo degli horcrux..” disse Albus tentennante. “Così come non ricordo di Lumacorno, come non ricordo di esser stato ossessionato da un anello al punto da perdere la mia mano destra.” Disse alzandola.

Ginny stava per prendergli la mano, ma James la precedette e gliela strinse.
“Incosciente.” Disse James, muovendo i pollici piano dentro il palmo di Al in una sorta di languida carezza.
Harry rimase in soggezione, contemplando l’amore fraterno che legava i suoi figli.
Come uscendo da un sogno disse:
“Tu lo ricordi..”
“Cosa??” disse bruscamente James.

“Lo so che non lo ricordi davvero..ma la tua mente..anche a livello inconscio..lo ricorda..sei stato tu a curare la mano di Silente, quando si ferì.”
James imbarazzato lasciò andare la mano del fratello. Al d’altra parte sentì subito la mancanza di quel contatto.
“Davvero tu..?” gli chiese Al, stranito e meravigliato.
“Io…io non me lo ricordo.” Disse James guardando in terra e Al trovò che qualcosa nella sua timidezza seppur celata di orgoglio lo facesse sembrare proprio …LUI.

E seppe senza sapere perché, che aveva sempre amato questa sua caratteristica.
“Che ne direste se la smettessimo di parlare di queste cose tristi e non facessimo tutti un bel bagno? Dai su coraggio! Non voglio più sentir parlare di morti o malattie per almeno due o tre ore. Facciamo anche quattro!” disse Ginny battendo le mani e indicando il fiume.
“è una buona idea.” Sorrise Harry, precedendo i figli a sfilarsi i vestiti e a restare in costume.
 
Quando si tuffò, venne preso in giro dalla famigliola e dalla moglie che lo rimproverò di essere più bambino di loro. Subito dopo loro li seguirono.
Harry si sentì felice mentre spruzzava l’acqua ai suoi ragazzi e a Ginny.
E si sentì anche assurdamente in colpa, terribilmente in colpa.
Che cos’aveva fatto? Aveva tradito Ginny. Per un sogno..una fantasia adolescenziale.

Avevano già così tanto. Perché aveva dovuto desiderare di più? Oltre quello che era lecito?
Oh, sarebbe stato punito tremendamente per quello.
 




Quando riemersero dall’acqua e fecero tutti e quattro un bel picnic, Harry  vide con la coda dell’occhio Al insistere per mettere la crema solare sulla schiena del maggiore.

Questa storia delle reincarnazioni li aveva davvero uniti tantissimo. Erano complici come non lo erano stati mai.
Beh, dopotutto, realizzare di essere già vissuti e di essere morti entrambi in un’altra vita, sono una di quelle cose che unirebbero pure i peggiori fratelli del mondo, riflettè.
Sorrise per un attimo, rendendosi conto che Severus mai avrebbe accettato così candidamente di farsi mettere la crema sulla schiena da Silente. Crede che avrebbe potuto perfino schiantarlo se ci avesse provato.

Ma la personalità di un individuo cambia così tanto nel corso della propria vita e quindi figurati come poteva stravolgersi in un’altra.
Si accorse che nel suo cellulare c’erano dei messaggi di Ron e anche di Hermione.
Separati, come se stessero facendo vita separata ormai.

Per un attimo non seppe cosa avrebbe raccontato loro.Sapeva già cosa volevano sapere e per un attimo l’idea di parlare con loro dei suoi figli accomunandoli a quei maghi che tanto aveva amato e odiato in egual misura, gli sembrò folle, e la sua testa vibrò. Era ancora così difficile accettarlo.
La sua mano tremò. Cercò di rispondere almeno a quelli di Hermione, che voleva sapere come era andata con i suoi ragazzi, come stavano, come stava lui, ma la mano tremava così tanto che riusciva a malapena a tenere in mano il telefono.

Come Draco quel giorno…
“Papà, va tutto bene?” chiese Al sospettoso.
“Sì..sì..mi gira solo un po' la testa. Mi stendo un po'”

 Il ricordo di Draco che aveva quasi ucciso Silente quella volta, tornò di prepotenza nella sua testa ma cercò di scacciarlo come meglio potè, cercando di approfittare dei raggi del sole come distrazione.
Ritornavano sempre più di frequente, ultimamente. Lo tempestavano come se fosse ancora un ragazzino, un ragazzino che non era mai cresciuto, fosse un eterno Peter Pan che stesse ancora cercando di ritornare alla sua isola che non c’era.
Ma lui era ormai adulto e l’isola poteva essere raggiunta solo dai bambini.

Era diventato adulto, non sapeva più la strada per l’isola che non c’era.
Non era più in grado di orientarsi grazie alle stelle.
Eppure una volta ne era in grado, era in grado di riconoscere quell’unica stella tra tutte, di vederla lontano e di non perderla mai di vista.
Ma quegli anni erano lontani.

Non era più in grado di diventare amico degli elfi domestici, di domare draghi selvaggi e ippogrifi diffidenti e scorbutici con il mondo.
Non era più in grado di instillare pietà in un uomo marcio come Codaliscia.
 
Una lacrima solitaria e traditrice scivolò via dal suo viso, nonostante cercasse di nascondere gli occhi sotto il cappellino e gli occhiali da sole.
Ron, dove sei?
Vorrei che fossi qui con me.

Al e Jamie…sono loro..ma non sono più davvero loro come prima..
Ricordano cose che non hanno vissuto..ma il loro animo è come quello di due ragazzini..
Come è giusto che sia..come è normale..non posso turbarli più del dovuto..non oso parlare con loro neanche di Voldemort..perchè potrebbe turbare James..

E sono..diosanto sono geloso dei ragazzi..mi faccio schifo.
Sono geloso perché loro possono rivivere dei tempi che non torneranno più per noi..li rivivono di nuovo..e il castello..il castello esplode di nuovo nella mia testa..non riesco a liberarmi..forse sto impazzendo? Dio..Ron..forse sono da manicomio..sto avendo un crollo nervoso..

Ma perché non sono morto quel giorno? Sarebbe stato meglio per tutti.
Vorrei che fossi qui con me..baciami..stringimi..fammi..morire..
 
Un’altra lacrima sfuggì al suo controllo..maledette emozioni.. e scivolò sulla sua bocca stavolta. Il sale sulla lingua.
Un corpo che si sdraiava sopra il suo lo fece irrigidire ma poi si rese conto che era solo suo figlio maggiore James che gli dava un bacio sulla fonte.

“James! Mi hai fatto spaventare!”
“Stavi piangendo. Ti ho visto.”
“Non dire sciocchezze, il sole mi fa lacrimare.”
“Papà…io..è qualcosa che ti ho detto? Ti ha ferito?”
Lo guardò.
“Ma che stai dicendo?”
“Non voglio più ferirti. Mai più.”
“Oh, James.”

Lo abbracciò. Quelle scene stavano diventando frequentemente sempre più sentimentali e un po' se ne vergognò, ma come ci si comporta in questi casi? Non lo sapeva e sapeva anche che non aveva più un equilibrio mentale dopo quella storia.

Mentre abbracciava James, per un attimo il pensiero che lui fosse Piton  e l'altro suo figlio fosse Silente, lo sopraffece di nuovo, ma si impose di calmarsi.
“Smettila. Ti voglio bene, lo sai. E finalmente posso dirtelo senza rischiare dei punti in meno alla mia casa.”
James si imbronciò.

“Un minorenne che vuol bene a un professore. Ohhh tutto questo è..molto indecente.” Scimmiottò, Harry rise e James rise di riflesso, appoggiando poi la fronte alla sua.
Al rise poco distante, li guardava e aveva provato gli occhiali di Harry in un chiaro intento di cercare di fondersi con l'altro sè.
Reminescenze di due occhiali a mezzaluna lo frastornò ma non faceva male stavolta.
Quell’immagine incredibilmente lo fece sentire bene.

Lily fece una foto e minacciò Albus di mandarla a Rose. L’altro cercò di prenderle il telefono.
“E comunque, posso sempre darti ancora il tormento. Sappilo.” Disse James guardandolo a due centimetri con un ghigno malandrino che gli ricordava la perfetta somiglianza non più solo di Felpato e Ramoso, ma anche di lui. Piton.
Sì. Piton non rideva mai, il suo era più un ghigno, ma non si poteva non dire che era accattivante il suo sguardo. Guardò James e gli occhi gli ridevano ed era proprio LUI.

“Lasciami. Basta con le smancerie adesso. Sei..esageratamente melenso!” disse James cercando di districarsi, forse in una ultima speranza di riacquistare la vecchia dignità serpentese che lo aveva contraddistinto, Harry trovava la cosa divertente ma avrebbe preferito la smettesse di cercare di somigliare così tanto a LUI, soprattutto quando James , che era di solito poco incline alle affettuosità, cedeva e si lasciava coccolare; infatti Harry lo tenne fermo e lo abbracciò. Lo cullò. Anche in maniera comica, fino a che il ragazzino non poggiò la testa sul suo torace e sospirò.
E allora la scena cambiò. Da comica divenne quasi dolorosa per la tenerezza.
Harry sentì il cuore battere forte, come delle farfalle. Ma erano diverse da quelle provate con Ron.

Questo era l’amore che diventa devozione, cura, amore incondizionato.
L’amore dopo essere stato odio.
Gli faceva uno strano effetto, sentire quelle cose per l’uomo che l’aveva odiato per tutto il periodo della scuola, ma poi si rese conto che questo affetto e protezione incondizionata, in fondo c’era già. Non lo aveva in fondo, protetto da tutta una vita, per ordine di Silente?
 
“Mmmm..forse non è stato in fin dei conti..tempo perso..proteggerti per tutti quegli anni..”
Il suo cuore perse quasi un colpo. James aveva sussurrato sul suo petto e sentì il cuore accelerare.
“Sì..il mio miglior lavoro..” disse ancora senza guardarlo.
 
Era incredibile. Quando sei un ragazzino, hai quello spirito, quell’essere candido..dici cose che da grande non diresti mai.
Harry aveva dovuto attendere la sua morte e avere un figlio per sentirsi dire certe cose.

E nessuna parola poteva produrre musica più bella di quelle appena pronunciate.

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Capitolo 42
*** Ricordi prima di Capodanno ***


Al e James passarono quella notte del 30 molto agitata.
Il professore senza diglielo, aveva fatto bere loro qualcosa in un bicchiere.
Perdonami, Al, ma è necessario che si velocizzi tutto subito..
Perdonami James, non vorrei mai che tu dovessi rivivere tutto. Anche le tue angosce più tremende, ma è necessario..
 
Albus e James ebbero una notte costellata da incubi.
Al rivisse tutta la sua vita, la sua adolescenza. Gli scatti, l’insoddisfazione. La collera, la tristezza, i sensi di colpa.
 
Perché non puoi essere come tutte le bambine maghe? Perché non mi ascolti? Se mi ascoltassi…
 
E ancora davanti allo specchio.
 
se solo fossi un mago che tutti ascoltino..
Perché nessuno mi ascolta mai…Perchèèèèèè.
 
Lo specchio enorme della sua stanza in frantumi.
 
Vorrei..voglio essere un mago che tutti ascoltino..di cui tutti si fidino..
 
 
“Solo il POTERE, Albus, è la gloria eterna. Solo quello ti da ubriachezza molesta. Per tutta la vita.”
“Anche l’amore può darlo. “ disse Silente avvicinandosi a lui.
Lui lo guardò.
“E l’amicizia.” aggiunse poi Silente, chinando lo sguardo.
“La tua ingenuità….è la cosa che amo più di te, Albus.”
E Albus aveva creduto davvero, aveva creduto scioccamente, che amare la sua ingenuità significasse amare LUI.
 



“Che cosa ti ferisce di più Albus? Il fatto che tu non sia riuscito a cambiarmi o il fatto che nessuno al mondo , accetterebbe mai di cambiare PER TE? Il tuo problema , Albus, è che tu vuoi TUTTO dagli altri, ma per pretender TUTTO, devi essere tutto.” urlava Grindelwald mentre combattevano, capelli al vento, la loro ultima battaglia.

Albus ascoltava quelle parole con orrore.

" Tutta la conoscenza di tutto il mondo. Sei pronto a infilarti negli abissi della conoscenza per amalgamarti con il TUTTO, Albus? Tu che fai dell’amore un vanto, che ti cosparge di limiti, come potresti mai OLTREPASSARLI,  PER ESSERE TUTTOOOOO???”
 
E Silente si disse che non doveva ascoltarlo, che erano solo i deliri di un pazzo, ma intanto studiò.
Si infilò nella branca più oscura, voleva conoscerla, ma non possederla. Voleva essere TUTTO, perché altrimenti non avrebbe potuto mai pretendere TUTTO da nessuno e tutti lo avrebbero deluso e abbandonato.
Come Grindelwald.
 
 
 
 
“E che cosa mi daresti in cambio, Severus?”
“Qualunque cosa.”
Di nuovo.
Di nuovo quel TUTTO che Silente anelava come un fulgore nell’oscurità, le parole di Piton lo permeavano gettando vernice nera su uno spazio già oscuro, mentre lui cadeva, cadeva, cadeva, nello spazio profondo.
La vernice non dipingeva la sua anima già oscura.
 
Non era riuscito a salvare Lily e James Potter. Se ne tormentava, ma questo Piton non doveva saperlo. Mai far conoscere i propri tormenti agli altri. Gli dai una spada per ferirti un giorno.
Non si aspettava di vedere in Piton un simile tormento, anche peggiore.
Questa cosa lo affascinò, lo incuriosì. E doveva ammettere che c’erano ben poche cose in grado di affascinarlo ancora.
Si lasciò avviluppare dal fascino di Piton. Non subito, oh, ai tempi era solo un ragazzo.
Ma col tempo, con gli anni..se ne innamorò.
Eppure non l’aveva mai toccato, mai.
Chi potrebbe desiderare o amare un vecchio?
Però lo aveva amato e non come un figlio.
Vedeva la sua fedeltà, la sua amicizia.
Lui lo sfidava, lo contrastava, eppure gli era leale. Era tutto quello che non era riuscito a essere Grindelwald.
E poi anche l’ombra del suo vecchio amico scomparve.
 
Harry Potter avrebbe potuto essere come un figlio per lui, o un nipote.
Con lui, un gioco estenuante di frasi e segreti non detti.
Quanto assomigliava a James.
Si era affezionato a Harry e ai suoi amici.
Gli dispiaceva lasciarlo.
Quel giorno, l’ultima notte.
Fu terribile.
Sapere che di li a poco avrebbe lasciato Harry. Avrebbe lasciato Severus.
Fu terribile.
 
Tutto questo aveva vissuto durante la notte, aggrappato disperatamente al pigiama di James, suo fratello.
Piton.
Il suo unico vero amore.
 
 
 
 
Per Piton fu come cadere in una cascata di acqua gelata, che non finiva mai.
Una cascata eterna che ogni volta gli gettava nuova acqua gelida e non finiva mai.
L’amore per Lily sembrava non finire mai. Quegli amori che durante l’adolescenza fanno male, e quando li vivi sembrano eterni, sembra che sarà sempre quel tempo e proverai sempre quel senso di dolore, come intrappolato in un loop temporale.
Rivivere quell’amore non ricambiato, fu cento volte peggio.
Come averlo vissuto per mille anni.
Sembrava intrappolato in un tunnel senza via di uscita.

Fa malissimo.

E poi all’improvviso finì.
Sì, il destino è un gran bastardo.
Prima ti tormenta a lungo facendoti credere che il tuo tormento sarà qualcosa di ETERNO, ma poi finisce. Così senza una spiegazione, senza un perché.
Come finisce tutto.

Lasciandoti solo un grandioso senso di vuoto come il fulgore. Come il big Bang, lasciandoti a chiederti perchè. Che senso ha avuto tutto quel dolore.

"Non c'è un perchè, Severus, non c'è quasi mai.
Le cose vanno così e basta." 


Quella voce sembrava venire direttamente dalle viscere dell'inferno. Una mano gigantesca lo pugnalò, facendolo cadere nell'abisso.
Forse parlava dall'inferno o forse dal Futuro.

È silente...venuto a tormentarmi con la sua speranza..la speranza è una corda e Silente vuole che mi ci impicchi...

Da dove venivano questi pensieri?
E cadeva giù, sempre più giù.
 

Piton non poteva sopportare che finisse anche quello, come finisce tutto. Il suo dolore avrebbe significato essere senza scopo, significato.
Odiò il mondo, tutto, i babbani, il pianeta intero.
Voleva rifugiarsi nella magia nera, per non dover più sentire tutta quella delusione.
Non voleva amare più.
 
Ma anche la fine dell’amore è un’illusione, una illusione che racconti a te stesso.

Ora sapeva che anche la morte di Lily, fu solo l’intrecciarsi del destino che lo portava da Albus. Ora poteva vedere chiaramente come ogni passo che aveva fatto dall’inizio era un passo non verso Lily, ma verso DI LUI.
Non era costretto ad amare Llly, così come nessuno gli aveva ordinato di essere leale a Silente.
Ma l’aveva fatto.
Era cosciente che nessuno si fidava di lui, così come sapeva che invece Silente si fidava CIECAMENTE e che lo difendeva con chiunque.
E ne era FIERO. Avrebbe fatto qualunque cosa, anche farsi tormentare tutta la notte da Voldemort, pur di non deluderlo.
È strano come a volte diamo la nostra anima a una persona.
Non sono mai stato costretto a dargli tutto. È stata una mia scelta.
 
“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.
“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.
“No. Non sono così vigliacco!”
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"
Disse quelle parole che stordirono ogni piccola parte dei miei organi.

Compreso il cuore.

Tutto a un tratto era così rigonfio, che non riuscivo a respirare.
Che imperdonabile peccato di sdolcinato sentimentalismo.

Ho sempre odiato tali sdolcinerie
Eppure in bocca a lui, quelle parole

Mi resero FELICE.
 
“Severus..ti prego..”
“NOOOO.”
 
Si svegliò. Era avvinghiato a suo fratello.
SUO FRATELLO. Era così strano pensarci adesso.
Piangevano entrambi. Avvinghiati l’uno all’altro, come pulcini bagnati.
“Ho..sognato..”
“Sì..anche io..”
Severus..
“Zitto.”
Gli salì sopra e lo baciò per impedirgli di dire altro.  Quell’ultimo ricordo ancora troppo fresco.

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Capitolo 43
*** Ricordi di capodanno - seconda parte ***


Ricordare di essere stata un’altra persona, non ti ritrasforma automaticamente in quella che eri una volta, anzi, molto spesso non accade.Le persone passavano tutta la loro vita a rimpiangere quello che erano, ricordavano come erano e tutto, ma non potevano tornare com’erano.

Era così che si sentiva James, quando accolse Albus al risveglio con un bacio, accarezzandolo e facendolo sentire amato. C’era stato un tempo in cui si sarebbe vergognato anche solo a strappare un abbraccio all’amato preside. Un semplice abbraccio, carico di devozione o forse di gratitudine. Una volta avrebbe provato disagio, imbarazzo, ma non adesso. Non più. Perché Albus era suo fratello, era cresciuto con lui e questo faceva una differenza enorme, adesso avevano creato una complicità estrema, diversa dalla complicità carica di imbarazzo della loro precedente vita. Erano nati e cresciuti come fratelli, potendo vivere un’intimità che prima non avevano e non solo per il sesso.

La stessa cosa valeva per Harry, a James non sembrava vero di non provare più tutto quell’odio che provava prima per lui. Se lo ricordava, certo, ma come se fossero stati i ricordi di un estraneo, o come quando pensi a una brutta litigata o a un episodio in cui hai dato il peggio di te. Ci ripensi e ti dici: “Perché mi sono comportato in quel modo? Perché sono stato così egoista, infantile, ignorante, arrogante? Come ho potuto dire una cosa del genere?”

Accade molto più spesso di quanto le persone non riescano ad ammettere, di provare una senso di sdegno e di orrore se ripensiamo ai noi stessi di una volta, proprio come se si trattasse di sconosciuti che hanno lasciato il nostro corpo.
James e Albus ricordavano, ma non conservavano più quella stanchezza di chi ha dovuto attraversare la guerra, troppi lutti, di chi anelasse ormai soltanto la morte per riposare il proprio spirito.

Erano giovani, erano ancora ragazzi e la loro mente conscia di adesso, non aveva vissuto tutti quegli orrori, non c’era stanchezza in loro, ma ricordi di una stanchezza che tuttavia non li toccava.
 
Non ci fu bisogno di troppe parole, era stato sempre così in fondo, anche nell’altra vita. Sapevano entrambi che ora ricordavano, così come sapevano di non voler rovinare ai loro genitori il capodanno, con queste rivelazioni. Chiamarono solo la sorellina Lily dopo colazione, per informarla della cosa, poco distante dalla casa.

Lily aveva strillato.
“Oh mio dio, oh mio dio, oh mio dio, non mi state facendo un sonoro scherzo, vero??”
L’unica che è sonora adesso sei tu.” Disse James con un sorriso misto a rimprovero.
Lei li aveva abbracciati insieme e continuava a saltellare.
Come riuscisse a farlo nonostante avesse le braccia intrappolate, era per i fratelli, un vero mistero.

“CALMATI o mamma e papà scopriranno tutto e non vogliamo che lo sappiano oggi.” Disse Albus.
“Ma..perchè?”

“Perché vogliamo passare un Capodanno sereno e gioioso senza parlare delle nostre vite cariche di angoscia e delle nostre morti, soprattutto. Sarebbe deprimente, senza contare che ogni volta che parliamo del fatto che siamo Silente e Piton, veniamo guardati come se la luna fosse stata scoperta dagli alieni e che gli alieni siamo NOI.” disse James.
Lily si lasciò scappare una risatina.
“Va bene. Non dirò nulla, lo faccio per voi.”

“Grazie” dissero in coro.
“Però…perché non mi avete avvisato subito quando l’avete scoperto! Uffa!!”
“Lily, non fare la bambina..l’abbiamo scoperto solo ieri notte, mentre dormivamo.”
“Ma poi..vi siete svegliati vero?”
“Certo ma questo che..” disse Al.

“Ecco lo sapevo!! Vi siete svegliati e non mi avete chiamato!!” saltò offesa.
I due si guardarono divertiti, poi strapazzarono di baci e abbracci la sorellina minore.
“Lo sai, Lily, che sei la nostra sorella preferita?” disse James.
“Sono la vostra unica sorella!!” disse lei.
 
 
Avevano passato il pomeriggio a raccontarsi tutti e tre quello che era successo davvero, Lily si divertiva un mondo a paragonare quelli che per lei erano dei veri e propri racconti leggendari, raccontati dai genitori nei loro anni, e la storia VERA, certo anche i racconti che aveva sentito dai suoi stessi genitori, erano storia VERA, ma come spesso succede, tanto di esso viene romanticizzato quando lo racconti a un bambino, e con il passare degli anni, i ricordi appaiono distorti permettendo ai ricordi felici di addolcire il tutto e dal momento che a un bambino tendi sempre a raccontare la parte migliore, Lily era certa che avrebbe potuto sentire un’altra storia adesso e i suoi fratelli glielo confermarono.

“Hai davvero reso così difficile la vita a nostro padre?” chiese sgranando gli occhi Lily a suo fratello James.
L’altro scuoteva le spalle e un sorriso indifferente ma malizioso e affascinante a fargli da cornice.
“E TU non dicevi niente?” chiese a suo fratello Albus.

“Dovevo occuparmi di tante altre cose. Avevo quattro case da gestire, una scuola da governare, le lamentele di Gazza, il Ministero che mi stava con il fiato sul collo e Hagrid…beh, era come avere un FIGLIO, in un certo senso. Un po' mi manca, sapete?”
Lily si addolcì e lo stesso fece il fratello James.

“Potresti andare da lui, adesso, a trovarlo, spiegargli come stanno le cose. Non ho approvato la decisione dei professori di mantenere la cosa segreta anche con lui.” Disse James.
“Hagrid non sa NULLA??” gridò Lily in un modo che ricordò molto Hermione Granger ai tempi.


“L’hanno fatto perché Hagrid tende a chiacchierare molto e avevano paura che potesse andare in giro a spiattellare il fatto che SILENTE è TORNATO e mettermi in pericolo. Sapete, non ho più la barba, e ho riacquistato le diottrie perse ma ho molti muscoli e destrezza in meno dati dalla scarsa esperienza..se venissero dei mangiamorte ad attaccarmi, non so se sarei capace di sconfiggerli come allora.” Disse Albus sarcastico. “Neanche a me fa piacere averglielo tenuto nascosto, ma glielo diremo, fino ad oggi non avevo neanche tutti i miei ricordi intatti e preferirei parlare con qualcuno sapendo bene cosa mi è successo e perché.” Dichiarò in un modo che fece ridere i fratelli.

Continuarono a parlare del Ministero, di come sapeva essere una vera spina nel fianco. Lily imparò moltissimo quel giorno, imparò che il Ministero era molto più una spina nel fianco di quanto Harry gli avesse raccontato, non perché lui le avesse voluto nascondere qualcosa, ma perché ai tempi quando Harry era un bambino, non poteva di fatto conoscere quanto avesse dato filo da torcere ad Albus. A quanto pareva, non conosceva neanche i veri motivi. Il Ministero ce l’aveva a morte infatti con Silente perché non aveva voluto lavorare con lui, e per questo giurarono di fargliela pagare cercando di screditarlo in ogni modo.
Lily imparò molto anche sulle capacità di Silente.

Albus si lasciò andare e raccontò sognante delle sue amicizie con gli abitanti del mondo magico. Conservava entrambe le memorie adesso, sia della sua vita precedente sia della sua vita passata, e ricordava che Harry, suo padre, avesse voluto chiedere a Silente dove avesse imparato il Sirenesco, era stata una delle cose che confessò al bambino quando nominava Silente.

Ora, Albus, collegando le due memorie tra loro, si diceva sorpreso. Non avrebbe mai immaginato che Harry desiderava fargli quella domanda e rimpiangesse di non avergliela fatta. Prima dei ricordi gli sembrò commovente, forse perché risuonava dentro di lui, e ora che aveva questi ricordi, lo commuoveva ancora di più.
Si commosse, asciugandosi le lacrime e raccontò di come si sentisse nel mondo magico.

“Mi sentivo solo. Forse è una caratteristica dei geni, quella di sentirsi incompresi, ma io ne avevo acquisito anche un’altra, una freddezza cinica che mi rendeva imperscrutabile e molto spesso INSENSIBILE davanti alle persone, e grazie alla quale ho avuto la nomea di freddo calcolatore. Avevo perso troppo, mia sorella, mio fratello poi. Grindelwald che mi aveva tradito. Non mi fidavo più a esprimere i miei sentimenti, avevo imparato che se ti rendi impenetrabile, verrai ferito meno spesso. Ma con le creature indifese ero…diverso..forse mi sentivo uguale a loro. Solo da loro mi sentivo compreso davvero. La mia amicizia con le sirene..fu..spettacolare. Gente amabile le sirene.”

E si lanciò in un racconto spettacolare, fatto di mare, di tesori, di voci incantate e amabili, a Lily parve che le stesse parole di Albus fossero fresche e profumassero di acqua marina, come se dalla sua bocca sputasse fuori schiuma vaporosa del mare.
“Passai uno dei periodi più belli della mia vita, con loro. Imparai tante cose. Alcuni dicono che sono esseri cattivi, ma non per forza. La loro voce è musica e sanno come curarti con la loro voce. Quand’ero con loro, ogni pensiero oscuro era accantonato.”

“La mia sete di conoscenza non si fermava mai però. Desideravo conoscere altre creature e sempre più diverse. Toccò al piccolo popolo, che mi donò una sensibilità che feci di tutto per trattare anche con i bambini. Il piccolo popolo è piccolo ma ha un cuore enorme e ti conquista con esso, ti tratta da re, anche se loro hanno poco e di piccole dimensioni. Loro hanno impedito al mio cuore di prendere dimensioni oscure.”

“Con i giganti, imparai a conservare la mia umiltà e a capire che non si è mai abbastanza GRANDI e che ci sarà sempre qualcuno che sarà più grande di te, ma devo ammettere che con i centauri..sì, lì sono rimasto davvero affascinato. Come fai a non rimanere affascinato da una creatura che rispecchia l’incarnazione perfetta dell’istinto animale e umano? In fondo tutti siamo un po' animali e un po' umani , anche se ce lo siamo dimenticato. Con loro feci un po' di fatica, all’inizio, ma quando li difesi da una faida con i lupi mannari, mi conquistai per sempre la loro fiducia.”
 
James invece non voleva parlare molto dell’argomento di Lily, era per lui un argomento penoso e per rispetto ad Albus, non voleva addentrarsi di nuovo nell’argomento, ma accontentò i fratelli di fare una piccola panoramica di quanto avesse visto Harry nel pensatoio.

“Dunque..Harry non vi ha raccontato di quando l’ho pescato a frugare nel mio pensatoio, ben prima che fossi morto.” Disse James.
“Non ci disse mai cos’ha visto nello specifico, solo che stavi litigando con suo padre come al solito, che Lily si è messa in mezzo e tu l’hai chiamata in quel modo.” Disse Lily.
“Niente di importante. Solo uno sciocco litigio, che però ha minato l’amicizia con lei, vero?” chiese Albus con tono eloquente.

James annuì a disagio. Aveva raccontato a Albus cosa era successo nella loro vita precedente e il suo sguardo ora, significava che sapeva cosa ricordasse e lo stava salvando dall’imbarazzo. Lo amò ancora di più dopo questo e non si aspettava che Harry fosse tanto leale da aver taciuto sull’ultimo imbarazzante tassello. Infatti James disse “chi vuole vedermi tirar giù le mutande a Mocciosus?” non l’aveva fatto in effetti, ma c’era mancato poco.
 
Continuarono a parlare della scuola, di come amministravano il tutto, di come Severus si fingesse professionale con il preside, ma poi in privato gli dava del tu e lo chiamava Albus e pretendeva anche di essere informato su tutto quello che faceva.
“Immagino che fossi MOLTO MENO professionale in privato.” Disse Lily ridendo.
“Guarda guarda la ragazzina. Non sei un po' giovane per fare certe allusioni?” disse Albus.
“E guarda che tra me e il PROFESSORE..”

“Come lo dici bene professore, Jamie..” disse Albus malizioso.
“Non c’era NIENTE, allora. Certo gli volevo bene, ma…non c’era quel..tipo di relazione.” Disse James, avvampando, fingendo che le parole di suo fratello non lo avessero infiammato.
“Perché ero un vecchio raggrinzito.” Disse Albus.

“Piantala! Sai che non è per quello. E poi tu eri così....irraggiungibile. Chi ci avrebbe provato con te? Avevo già preso un due di picche nella mia vita e mi bastava.”
“Ma sentilo come frigna. Un due di picche una volta e ti chiudi in un monastero a vita..povero bambino indifeso....”

“Adesso io ti..” Gli salì sopra e cominciarono a fare una lotta scherzosa con Lily che si divertiva un mondo e ebbe avuto la conferma ancora di più che quei due si amavano già nella loro vita precedente ma non avevano il coraggio di dichiararsi.
 



















chiedo scusa a tutti per l'assenza ma OGNI VOLTA che rimango impantanata in un blocco narrativo poi ci metto non so quanto per tornare in pista, questo è un capitolo molto importante, che non riesco tuttavia a finire, dobbiamo ancora finire il racconto e arrivare alla parte in cui Harry scopre i suoi figli baciarsi, il tutto visto dal punto di vista dei ragazzi. Succederà qualcosa dopo! Dai che ce la possiamo fare a finire sta parte xd

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Capitolo 44
*** Il patronus del professor Philip ***


Una delle cose che Albus Potter amava di James, era il suo sangue freddo. Adesso aveva capito da dove veniva, ma non mancava di stupirsene tutte le volte e di ammirarlo sempre di più, perché non era detto che una caratteristica che ti portavi dietro da una vita passata, riuscissi a mantenerla ancora nell’altra. Si trattava di lottare sempre per mantenere con sé qualcosa, le idee come le abitudini, dovevi guadagnartele. Sempre.

Sempre…

Albus aveva intuito che sarebbe stato un capodanno diverso, da quando la tivù era accesa su un documentario sugli animali e fecero vedere dei serpenti che sibilavano.
Caso voleva che James fosse davanti al televisore e Albus l’aveva visto.

Anche se il minore era dietro di lui, Albus poteva immaginare il tumulto di sensazioni e sentimenti che lo agitavano dentro. Una forte inquietudine lo aveva avvolto, soprattutto perché la scorsa notte avevano rivissuto entrambi le loro morti.

“Jamie..Jamie, vieni via.” Gli aveva detto più forte il fratello, accarezzandogli le spalle, con tono fermo.
James si era voltato lentamente e con un sorriso che doveva essere rassicurante, gli disse:

“Sta tranquillo. È a posto, Al. Sto bene. Non trovi che siano carini?” gli chiese dandogli un’altra fuggevole occhiata prima di allontanarsi.

Albus aveva sospirato forte. No, non credeva che i serpenti fossero CARINI, soprattutto dopo quello che in un’altra vita, uno di loro, aveva fatto a lui, così come non trovava che il suo modo di rassicurarlo fosse carino, ma evitò di puntualizzare.

“Albus, va tutto bene?” chiese Harry, avendo notato un brusco congedo da parte di James.
“Sì..” disse Albus, velocemente, poi pensò che non c’era niente di male a suggerire almeno una mezza verità a suo padre.

“Potresti magari..uhhh girare canale? Per evitare che…sai, mostrino animali predatori un po’ pericolosi. “
Harry sembrò perplesso, poi annuì lentamente con una nota di quasi consapevolezza e Albus benedì la sagacia di Harry.
 
 



*

Verso il pomeriggio, Albus perse di vista il fratello e con una scusa, andò a cercarlo. Sentì dei lamenti invisibili e senza indugio si diresse da lui, strappandogli il mantello. Quello che vide, lo raggelò: James si teneva le mani strette alla gola, come se gli stesse mancando l'aria. La prima cosa a cui pensò, fu un attacco di panico.

“Maledizione, Jamie! Che ti succede?? Ehi, ehi, Jamie, guardami!!” gli prese la faccia tra le mani, ma James lo respinse con una smorfia sofferente.
“Non...dire quella parola.”
“Scusa?”

“È proprio..la parola che dissi a lui..quando..quando..”
Albus chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, carico di sensi di colpa per avergli detto la stessa cosa che lui disse a Harry poco prima di morire.

“Stai rivivendo la tua morte?”
“Sì..”
Albus gli tolse le mani dalla gola e lo costrinse ad abbracciarlo.
“Ti prego, ascoltami. Stai bene, è finito. È tutto finito. Non sei più laggiù. Sei al sicuro. Ora. È passato. Non sei costretto a riviverlo. Mai più.

Poi lo baciò , James ricambiò e Albus fu sollevato di sentire battere il cuore di suo fratello dall’emozione e non più dalla paura. Gli sembrava quasi di sentirlo, il fiato di James accendersi di nuovo.
James piano piano, attenuò i singhiozzi sul suo collo e si calmò.
“Va meglio?” gli accarezzò il viso con i pollici.
“Perdonami.”

“Perdonarti? Perché mai?”
“Non ti ho detto la verità ieri..nè a te, né a Lily.”
Albus lo fissò sgomento.
“A proposito di cosa??”

“Non è vero che ho rivissuto la mia morte! Non del tutto. Quando ho capito che era il momento che stavo per morire..ho cercato di..allontanare il ricordo. Avevo capito che stavo..sognando.
“Stavi avendo un sogno lucido.” Capì Albus. “È successo anche a me, spesso.”

“Sì, è così. Non era la prima volta che capivo che fosse solo un sogno, ma non mi sono mai ribellato. Questa volta però, avevo troppa paura..e ho pensato che non volevo riviverlo, non volevo ricordare. Appena ho sentito il serpente mordermi, mi sono imposto di scappare..Temevo di..non lo so, ma ho respinto il ricordo..e per farlo ho usato una cosa strana.. mi sono concentrato su un pensiero. Una persona. Te.”
Albus ne fu stupito.
“Ho rivissuto la TUA morte.”

Albus sorrise. “Beh, una dura botta per la mia autostima. Evidentemente hai pensato che uccidermi, fosse stato meno doloroso, che subire la tua morte.” Cercò di scherzare.
“Che stupido che sei! Quello era l’ultimo ricordo che avevo di te, quindi quando ho pensato a te, ho pensato ovviamente all’ultima cosa..all’ultima volta che io e te ci siamo visti.”
Albus lo abbracciò teneramente.

“Quanto mi dispiace James, riuscirai mai a perdonarmi? Riuscirai mai a perdonare il gesto egoistico di un vecchio egoista che aveva paura di una morte lenta e logorante?”
“Se me lo chiedi un’altra volta.” Disse James prendendo il mantello e baciandolo sotto di esso.
 
 
I due fratelli si baciarono altre volte. Si allontanarono dopo il brindisi e non riuscendo a dormire, ne approfittarono a notte fonda, quando pensavano che i loro genitori erano ormai a letto.
Non sapevano purtroppo che Harry non era nella sua stanza a dormire, ma che era uscito, quindi pensavano di essere al sicuro a baciarsi fuori dall’abitazione.
 
Mentre rientrava da una sua passeggiata notturna, notò due figure che si baciavano.
 
“Tu lo sai che io ti amerò per sempre, vero Al?”
Altro bacio.
“E che ti…-altro bacio – sarò sempre accanto?”
Altro bacio. Il biondo si aggrappò al suo collo, quasi risucchiandolo.
Harry aveva le gambe che tremavano. Non sapeva con quale forza era riuscito a non cadere nella neve.
No. Non poteva essere vero. Doveva essere un’allucinazione. Stava sognando sicuramente.
“Noi siamo nati per stare insieme. Ti amo, James! Ti prego,non lasciarmi mai.” Diceva Al,.

“ Tu sei molto di più di un mio fratello. Tu mi hai salvato. E io sono devoto. A te. Solo a te.Per sempre." disse James.
Quella parola lo aveva fulminato seduta stante.
Sempre.
Si mise velocemente il mantello per non farsi vedere e resistette fino a quando non furono tornati in casa.

Dopodiché prese la sua scopa dal garage e volò in direzione dell’albergo che sapeva ospitare il suo amico.
Anzi..
L’uomo che amava.
 
Harry non immaginava di essere stato visto.

Era stato Albus ad accorgersi per primo, di movimenti sospetti.
“Jamie, non girarti, c’è qualcuno che ci sta guardando.”
“Non è possibile, sarà un animale selvatico.”
“Jamie, no, fa finta di niente! Non andare.”
“Mamma e papà stanno dormendo. Non è possibile che..tu hai controllato?”
“No..tu?”
James lo guardò orripilato.

“Dobbiamo tornare indietro. Tu fai come se niente fosse. Segui me.”
 
Una volta tornati dentro casa, Albus si mosse alla finestra della loro stanza e quasi gridò.
“Jamie, vieni a vedere!”

Riuscirono a vedere la sagoma che volava con la scopa nel cielo.
“Non può essere nostro padre..non può.” Disse James.
“Sembra proprio lui!” disse Albus.
“Vado a controllare in camera, tu vai a guardare nel garage!” disse James.
“NO! IO NON TI LASCIO!!”

“Al..” gli prese i polsi. “Sapevamo fin dall’inizio quali erano i rischi..”
“Allora..vai prima tu, io ti aspetto e poi..”

James scosse la testa.
“È meglio che tu vai giù in garage a controllare se manca la sua scopa, così quando scenderò, nel frattempo tu saprai già se hanno rubato la scopa o no. Se papà è lì, sapremo che è stato un ladro, se papà non è nella stanza, sapremo che era lui che ci ha visti. In ogni caso almeno velocizzeremo il tempo. Al, in due c’è più possibilità di svegliarli, se stanno dormendo. Io farò piano.”
Albus reprimette i singhiozzi e James gli accarezzò il mento.

“Ti fidi di me, giusto? L’hai sempre fatto. Non smettere ora.”
“Va..bene.”
Con la morte nel cuore, Albus scese le scale.
 
 



*
James aveva mosso la maniglia piano, cercando di non far rumore.
Per fortuna Ginny aveva il sonno pesante e non si mosse neanche. James si mise la mano sulla bocca. Al posto del lato di Harry, c'era un posto vuoto.
 


Albus ormai stava singhiozzando. Doveva essere un brutto incubo.
Mancava una scopa, quella di Harry.
Appena James scese giù, portando due giubbottini per lui e per Al, il minore lo accolse disperato.

“Oh, Jamie..la scopa..la scopa è..”
“Lo so.” Disse James.
Si abbracciarono come due diamanti bianchi in una bufera di neve.
“Papà lo sa..che cosa faremo adesso?” chiese Al.
“Io..io non lo so, ma..non ti sembra strano che..non sia corso da nostra madre?”
Albus lo guardò indignato.

“Hai una passione per il melodramma? Non vedi l’ora?”
“Non fraintendermi, sono contento che non l’ha fatto. Ma perché? Dov’è andato?”
“Probabilmente è andato a farsi una passeggiata a riflettere sui figli disgraziati che siamo!” disse Al, gli occhi vitrei sembravano due specchi d'acqua ghiacciata.
James scosse la testa.

“Non è così..Harry non ragiona in questo modo. Lui in genere quando succedono tragedie, si sfoga con le persone che ama e i suoi amici.”
Albus lo fissò.
“Sei rimasto ancora alla scuola? Guarda che le persone cambiano, crescono..e poi adesso i suoi amici non..” lo fissò. “Credi che si andato dagli Weasley?” la bocca orripilata.

“Sì, lo penso, ma..c’è qualcosa che non quadra..non penso che vorrebbe  turbare una famiglia a quest’ora della notte. Aspetterebbe domani mattina.” Disse James.
“James! Non dirmi che intendi davvero seguirlo. Se non ci ha ancora ucciso, potrebbe farlo se lo facessimo.”
“Tu che cosa supponi di fare? Di stare qui ad aspettare l’indomani mattina, la tragedia che si abbatterà su di noi? Qualcosa dobbiamo fare.”
Albus annuì sospirando.

“Se mi stai vicino, posso fare qualunque cosa.”
“Sei tu la mia forza, Al. IO non ti lascio solo.”
 
 


Per fortuna Albus e James si ricordavano che Ron stava da un po’ di tempo in albergo e con le loro scope riuscirono a rintracciarlo. Furono scioccati di vedere loro padre e loro zio, baciarsi sulla neve.

Decisero di lasciare il posto quando Ron fece per tirarlo su e portarlo in albergo.
A quel punto tornarono  a casa, fecero il viaggio in silenzio per poi atterrare in un punto ancora abbastanza lontano dall'abitazione.
“Io sono sconvolto, Al. Non mi reggo in piedi.”
“Come credi che mi senta io..nostro padre nostro zio..perchè non l’abbiamo mai capito? Ecco a cosa serve una presidenza al Winzengamot e tutta la mia arroganza di sapere sempre tutto.”

“Io l’ho un po’ sempre sospettato che quei due avevano un rapporto un po tropo vicino.” Disse James.
“Sì, ma perché..vederci baciarci avrebbe dovuto spingerli tra le loro braccia? A meno che,..non vada avanti da tanto tempo.” Disse Al.
“Non siamo gli unici a nascondere dei segreti a quanto pare.” Disse James. “Beh, a sto punto possiamo usare la cosa a nostro vantaggio.”
“Che? Cosa vuoi dire?”

“Hai capito benissimo. Non diremo il loro segreto se loro manterranno il nostro!”
“JAMIE! Non essere MESCHINO!”
“Ognuno gioca con le carte che ha, credi l’alternativa sia migliore, a quanto vedo. Sono curioso di ascoltarla! Non penso che nessuno voglia scatenare un terremoto di proporzioni bibliche nella nostra famiglia, giusto?”

Albus riflettè. “Però..se tutta la verità salta fuori, non sapranno più se essere più arrabbiati con loro o con noi e almeno non attireremmo tutta l’ira su di noi.”
“Ma guarda adesso chi è il manipolatore eh?” chiese James compiaciuto.
Albus fece una smorfia.

“Ma facendo così in questo modo invece di avere due reietti in famiglia, saremo quattro. Non so quanto possa essere un bene, di sicuro sai cosa un bene non lo è? Tornare qui. Secondo me, dovremmo prendere le nostre valigie e andarcene.”
“Per andare dove?” lo sfidò Albus.
 
In quel momento un biancore argenteo li accecò quasi.

“Credevo fosse una strillettera da qualcuno della nostra famiglia e invece guarda che razza di coso..” disse Albus accarezzando il patronus di un gufo molto più grosso del normale, che faceva le fusa.
“Albus lascialo, probabilmente deve dirci qualcosa.”
Albus lo fissò.

“Sei un genio eh. Stavo cercando di impedirgli di parlare, infatti.”
Il gufo si sgranchì la voce e cominciò a parlare. I ragazzi sussultarono quando si resero conto che parlava con la voce del professor Philip.
 
Siete attesi al castello di Hogwarts nelle mie stanze, alle prime ore del mattino, verso le 8: 30. Ho un’importante comunicazione da darvi e il regalo che vi ho promesso.

“Con tutti i momenti che poteva trovare, proprio questo?” chiese Albus.
“Non capisci, Albus? È perfetto, in questo modo abbiamo un buon motivo per svignarcela!”

“Credo tu non capisca, Jamie..non possiamo semplicemente andarcene. Dobbiamo comunque avvisare con un biglietto e appena lo faremo, nostro padre verrà a prenderci.”
“Non credo lo farà. In questo momento siamo gli ultimi che vorrà vedere, fidati.”
“Ma dovremmo tornare qui, dopo!”

“Buona idea.. allora cominciamo a preparare la valigia, almeno non siamo costretti a tornare.”
“Jamie..magari..magari nostro padre non ci ha visti baciarci, magari ci ha visto solo quando non..quando ci siamo staccati.”
“Al..non ci credi neanche tu..e se fosse come dici, perché sarebbe scappato? Tu vuoi davvero rischiare restando qui? “
“No.”
“Bene.” disse James con un sorrisetto furbo.
 



















Note dell'autrice:  finalmente torno a pubblicar capitoli nuoviiii xd spero che il capitolo non vi abbia troppo deluso. Lo so che sembra sbrigativo ma non vedevo l'ora di togliermelo di mezzo, dopo che ci avevo tanto pensato. Abbiate pietà, non sono situazioni facili da scrivere xd vi avviso che la storia sta per finire :)

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Capitolo 45
*** Harry e Ron si confrontano con le mogli ***


Quando Harry era tornato a casa, Al e James erano già tornati a Hogwarts. Harry era rimasto molto sorpreso di non trovarli al suo arrivo.

“Ma a che razza di ora sono andati via?” chiese Harry.
“All’alba avevano già lasciato la casa. Hanno lasciato un biglietto.” Disse Ginny in tono atono.

“CHE COSA? Ma..non li hai fermati?” chiese Harry.
Ginny si voltò verso di lui con aria di disapprovazione.

Credevo fossi tu che finalmente rincasassi, di certo non mi aspettavo che i miei figli lasciassero casa all’alba, a dire la verità non mi aspettavo nemmeno che mio MARITO stesse via di casa tutta la notte.”

Mi dispiace da morire di averti fatto preoccupare, hai parlato con Ron? Ti ha detto..”
“Sì, mi ha detto che non riuscivate a dormire, che avete bevuto qualcosa insieme..che alla fine sei crollato nella sua stanza! Cos’è, eri troppo ubriaco per tornare a casa?”
Harry abbassò lo sguardo pieno di vergogna.
“Una specie..”

Harry si vergognò profondamente di quell’alibi. Crollato era un eufemismo, ma accettò di dire quella piccola bugia. Avrebbero stabilito insieme con Ron come preparare le loro mogli.

“Ti ho preparato la colazione. Se non l’hai già fatta con Ron, chiaro.” Disse lei ironica.
Harry avrebbe voluto sprofondare. Ginny non meritava di avere un marito così. Doveva liberarla al più presto di questo fardello. Ma come fare?
Ginny sospirò.

“Quando ho letto il bigliettino, mi è preso un colpo. Vorrei chiamare la scuola per chiedere se veramente sono stati convocati ad un orario così assurdo e perché!”

“Beh, che aspetti? Fallo subito! Vuoi..che lo faccio io?” chiese cercando di suonare più accomodante.
Ginny lo fulminò con lo sguardo.

“Non intendo fare brutta figura con gli insegnanti!”
“Brutta figura?? Perché ci preoccupiamo dei nostri figli??”

“Certo, mio caro marito, perché se ci hanno raccontato una menzogna, gli insegnanti ci chiederanno sicuramente perché e allora dovrei confidare i miei sospetti, dire loro che forse i nostri figli si sono accorti che il padre era assente durante la notte di capodanno e per questo non hanno voluto farsi trovare in casa!!”
Harry rimase a bocca aperta.
“Non è vero. Non è come tu dici.”

“Davvero? Sentivo dei rumori la notte scorsa..io credo che James e Albus hanno capito che non hai passato la notte in casa, forse hanno trovato una scusa per andare via, forse pensano che tu mi tradisca.”
“Io sono stato con Ron..” disse Harry, mettendoci dentro quella frase un sacco di sottintesi non detti, compresa tutta la sua voglia di confessare la verità.
Ginny alzò gli occhi al cielo.

“Ma potevi lasciare un messaggio! Ti ho fatto dieci chiamate e quando finalmente ho avuto una risposta, non sei stato neanche tu a darla, ma RON.”
“Mi dispiace..”
Ginny sospirò.

“Ormai è andata. Beh.. non mi chiedi un bacio per farti perdonare?” chiese lei, sporgendosi verso di lui.

Per un attimo l’idea di un piccolissimo bacio a stampo per rassicurarla, gli sfiorò la mente, ma poi..ripensò a Ron. Gli aveva promesso che non lo avrebbe fatto.
E poi..
Fu invaso al momento dal terrore che lei POTESSE sentire il sapore del fratello dalle sue labbra!

Non sarebbe stato quasi come un bacio “incestuoso” dopotutto?
“No. Scusa. Ma non mi sono lavato i denti.” Disse lui scostandosi.

Vide lei fulminarlo con lo sguardo.
“Ma si può sapere che diavolo ti prende?”
“Niente. Ma ho dormito male..“

“Ah sì?? Beh allora la prossima volta prova a dormire a casa tua! O forse vuoi divorziare anche tu, come mio fratello??”
Se ne andò dalla cucina, sbattendo la porta.

Harry pensò che Ginny non immaginava neanche lontanamente quanto si fosse avvicinata alla verità.
Pensò ad Albus e James. Si comportavano stranamente e praticamente la mattina dopo che li aveva visti baciarsi.

Forse..forse sono stato visto anche io, da loro e  preoccupati hanno deciso di scappare con una scusa.  Non credo sappiano di Ron o che quello che teme Ginny, sia vero. Hanno di meglio da fare che preoccuparsi di dove mi trovo io
Si passò la mano sulla faccia.

Non sapeva cosa fare. Sapeva che non poteva biasimare la reazione di Ginny, eppure la sua reazione l’aveva scoraggiato nel decidere di dirgli la verità anche solo in futuro. Avrebbe voluto dirglielo anche questa mattina stessa, ma lei aveva preso così male anche solo l’idea e il pensiero del divorzio..come poteva essere egoista e distruggere così la loro famiglia? C’erano prima Albus e James e il problema della loro relazione, se di problema si poteva parlare. Si poteva considerare problema innamorarsi di una persona? Forse sì, chissà da quando era diventato un problema per il mondo globalizzato? Quando era cominciato a diventarlo? Forse si può definire problema, quando ti innamori della persona sbagliata..ma chi può stabilire qual è la persona giusta?

Forse quando la tua scelta fa soffrire le persone che ti amano. Eppure nonostante quello che stavano facendo era forse SBAGLIATO, lui si sentiva felice. Come non ricordava più da tempo.
Forse era così che si sentivano i loro figli?

E se loro davvero erano stati Silente e Piton, come aveva fatto a non accorgersi mai dell’amore che sgorgava sotto le ceneri di tanta devozione e protezione?




Mezz’ora più tardi, arrivò una lettera direttamente da Hermione.
Harry, vieni subito qui!” disse Ginny.
Qualcosa mi dice che l’uragano è già iniziato pensò Harry.

Arrivato in salotto, Ginny gli lanciò la lettera addosso.
“Che cos’è?” chiese lui.
“LEGGI!”
Harry con le dita tremanti lesse:
Harry, Ron mi ha detto una cosa molto grave.  Vieni a casa nostra, con Ginny. Dobbiamo PARLARE.”

Ginny lo guardava e sembrava Fierobecco, quando era ancora un cucciolo ma già spaventoso. Harry cominciò a tremare. Che cosa voleva dire Ron? Che cos’aveva raccontato a Hermione? Si riferiva alla loro relazione o a quella dei suoi figli?

Ma no, Ron non potrebbe mai fargli una cosa del genere, tradirlo così alle spalle. Aveva promesso che avrebbe mantenuto il segreto sui suoi figli, fin quando non avrebbe deciso cosa fare. Doveva trattarsi della loro relazione, sicuro, non che la cosa lo tranquillizzasse di più.
Sperò davvero fosse così, ma in ogni caso avrebbe affrontato la situazione a testa alta.
“Harry, qualsiasi cosa io debba sapere, non esco da quella porta, se prima non me la dici ADESSO.”
“Non posso..” disse Harry.

Come sarebbe a dire che non puoi? Non intendo fare la figura della scema che non sa nulla! Adesso tu PARLI!!”
Cominciò a pestare i piedi, sembrava di nuovo un’adolescente, il che fece arrabbiare parecchio Harry.
“Non posso dirtelo, perché non sono sicuro di cosa intenda Hermione!!”

Ginny gemette. “C’è più di qualcosa che mi tieni segreto??”
Harry rimpianse che Ginny fosse così intelligente.
“Dico solo che..forse sposarsi non è stata una buona idea.” Disse Harry.
Ginny emise un verso soffocato. Harry si sentì malissimo da una parte, ma dall’altra parte si sentiva anche libero. Forse era tutta la pressione che stava ricevendo da poche ore, ma dire quella sola frase lo fece sentire meglio. Ora poteva dire a sé stesso che se anche Ron non lo avesse voluto come suo compagno, il suo matrimonio con Ginny era finito e pazienza se avrebbe pagato la sua arroganza.

“Credo che dovremmo andare da Hermione e se tu non vuoi venire, io andrò comunque..quindi..”
Fece per dirigersi verso l’ingresso, quando Ginny inaspettatamente grdò “Aspettami..io..vengo con te!”

Quasi sperò che rifiutasse alla fine, ma allo stesso tempo, era orgoglioso di lei.
 
 
 




*

Quando Harry e Ginny si trovarono a casa dei Weasley, sembrava tutto diverso. Quella casa non era mai sembrata così estranea a entrambi, di solito aveva emanato a loro una sensazione di casa, di accoglienza, ora sembrava loro quasi minacciosa, portatrice di chissà quale disgrazie e sventure.
“Sedetevi.” Disse Hermione.
“Preferisco stare in piedi.” Disse Harry.
“Anch’io.”

Harry cercava di guardare Ron per cogliere qualcosa nei suoi occhi, forse il vago sentore del tradimento ma tutto quello che potè vedere in Ron fu senso di colpa e tristezza ma anche..amore? Sembrava.
“Io..ancora spero che si tratti di un qualche scherzo di questo sciagurato. Non faccio che ripetermelo da almeno mezz’ora!” disse Hermione.

“Herm, per favore, arriva al punto, ci stai mettendo ansia, questa già non è una buona giornata per me e adesso tu ci chiami e ci annunci una cattiva notizia! Vorremmo sapere cosa hai da dirci e che cosa c’entriamo noi, la tua lettera ha fatto capire che qualsiasi cosa c’entri, c’entra anche Harry e lui non ne vuole sapere di dirmi cos’è!”
“Non è esatto, ho detto che preferivo aspettare di parlarne insieme perché non ero sicuro dell’argomento.” Disse Harry seccato.
Ron impallidì e sembrò capire cosa avesse pensato Harry.

“Ohhhh, oh, scusa Harry, no, hai frainteso, io non avrei mai..non mi sarei mai permesso di..insomma, tu hai capito, no? hai capito..”
“Non proprio.” Disse Harry seccato.
Hermione non si era perso lo scambio di sguardi.
“A quanto pare qui c’è più di un segreto tra queste famiglie.” Disse la riccia.
“Insomma, basta, Hermione, vuoi parlare sì o no???” urlò Ginny.

“RON ED HARRY HANNO UNA RELAZIONE!” gridò la riccia.
Ron si era messo le mani nelle orecchie, Harry aveva smesso di respirare e Ginny era dovuta sedersi sul divano perchè sembrava mancargli l’aria. Anche Harry decise di sedersi, ma lontano da Ginny.
“Re-re-relaz..che..che tipo di….relazione?”
“Sei una persona intelligente, Ginny, dovresti..” disse Ron.

“TU STAI ZITTO, NON OSARE PARLARE!” gridò Hermione.
“Hermione, non è questo il modo..”

“STAI ZITTO ANCHE TU! Non ho alcuna intenzione di ascoltare le tue ignobili scuse!! Ero tua amica, VOSTRA amica, come avete potuto farmi QUESTO? Fare questo a tua sorella!”
“Non credere che io non..”
Il rumore di uno schiaffo distrasse Ron. Era Ginny che stava schiaffeggiando Harry.
“Ginny..per favore.”

Ginny a quel punto aveva lasciato perdere Harry, per cercare di rincorrere Ron che si era rifugiato dietro il tavolo.
“Dove vai, VIGLIACCO?”
“Harry, fa qualcosa!” gridò Ron.
“Vi prego, questo non è il momento di perdere la testa. Siamo persone civili!” disse Harry.

“Civili! CIVILI! Vi siete divertiti alle nostre spalle!!” disse Hermione.

Harry andò da Hermione per tenerle fermi delicatamente i polsi.
“Mi delude molto che pensi questo di me. Eppure mi conosci, sai che non godrei mai all’idea di farti soffrire.”
“Eppure l’hai fatto!” disse lei.
“Io..”

“Harry, tutto il nostro matrimonio è stata una farsa? Da quanto va avanti?” chiese Ginny. “Da quanto sei gay? Lo sei sempre stato??” disse lei scandalizzata.
“Credo che..Ron, tu cosa gli hai detto?” chiese Harry.
“Se posso parlare..” si imbronciò lui. “Non avevo intenzione di..insomma, mi dispiace da morire di aver creato questo casino, ma quando sono tornato a casa, lei..ha sentito..il tuo odore addosso.”

A Ginny si mozzò il fiato, mentre Harry avvampò.
“Ho cercato di..insomma, di dirle che stavi male e ti ho abbracciato…ma lei non smetteva di fissarmi e devo aver detto che ecco io..”
“Ha detto che ADORA quando tu ti abbandoni a lui e lui può tenerti tra le braccia.” Disse Hermione.
Ginny scuoteva la testa con disapprovazione.

"Avete...fatto sesso?" chiese Ginny.

"No..non l'abbiamo ancora..non siamo arrivati ancora a quel punto." disse Harry.

“Ron..vai avanti.” disse Hermione.

“La cosa avrebbe potuto chiudersi lì, ma..”
“A quel punto io volevo sapere se era lo stesso anche per me e lui ha detto:
“Lo era prima, adesso non più..”
“Sei un bastardo, Ronald Weasley.”

“Grazie, lo so, ma sono venuto a prendere le mie cose.. da adesso non dovrai più sopportare il bastardo.”
“Perché sei venuto qui?”
“Per prendere le mie robe.”
“Con Harry però non ti stanchi di tenertelo stretto. Beh, digli di stare attento, potresti stancarti anche di lui.”

“Non credo sarà così, lui è importante per me.”
“Più importante di me? Più importante del nostro matrimonio? “
“Io..”
“Che bastardo che sei. Mi ha detto Ginny che Harry non era in casa. Era con te? Vuoi far divorziare anche lui adesso?”

“Se lo facesse, io ne sarei contento, anche se non dovrei dirlo..”
Hermione l’aveva fissato.
“Cosa stai..”
“Mi dispiace Hermione, non avrei dovuto sposarti, sapendo che non ci sarebbe stato niente di più importante di Harry per me, in tutti i sensi..mi dispiace davvero molto.”

“Dimmi che non è quello che penso. “
Ron stette zitto.
“Ronald Weasley se adesso non mi dirai che ho frainteso le tue parole, dovrò pensare male e sarebbe tanto peggio per te..”
“Non posso.” Disse lui solenne.
E lo schiaffo arrivò come da copione.
 
 
Harry trasse un profondo respiro appena senti il racconto. Era sia preoccupato che orgoglioso di essere così importante per lui, da aver detto la verità a Hermione, anche lui voleva farlo, ma quella mattina non aveva trovato il coraggio. Intercettò lo sguardo di Ron che era preoccupato e gli fece un sorriso di assenso.
“Ronald mi ha detto che è una cosa fresca, poco prima di capodanno.” Disse Hermione.

“Come diavolo è successo..” disse Ginny tremante. “Eravate ubriachi? Come è potuto succedere?”
“Non si tratta di una cosa da ubriachi. Io e Harry ci amiamo.” Disse Ron.
“Confermo.” Disse Harry.
“VI AMATE! Credevo che voi amaste NOI, la famiglia che abbiamo COSTRUITO!” disse Hermione.

“Harry, credevo tu fossi un brav’uomo, di sani valori.” Disse Ginny.
“Ginny, lasciali spiegare. Li ho voluti qui apposta entrambi. Prima tu, Ronald.”
Ronald trasse un grosso sospiro.

“Non è facile da spiegare, Hermione, tu sei la mia migliore amica da sempre e insieme a Harry noi abbiamo costruito un sogno, e l’abbiamo portato avanti per tutto il tempo di Hogwarts, io sognavo insieme a voi..ero felice di avervi con me, tutti ci invidiavano. Ma poi come sapete, si cresce, si va avanti e ci siamo lasciati Hogwarts alle spalle, più passavano gli anni e più una sorta di depressione mi veniva addosso. Mi sono reso conto che non era la nostalgia della scuola o degli anni, ma era la sua nostalgia.” Indicò Harry. “Vederlo ogni tanto, non mi bastava più, vederlo la cena o pranzo non mi bastava più, volevo solo averlo sempre con me e vedere il suo viso appena sveglio la mattina o controllare che non avesse gli incubi la notte prima di addormentarsi, volevo non avere bisogno di un invito per andare a un compleanno o una ricorrenza, e quando poi ho partecipato al suo matrimonio non riuscivo a essere..FELICE. Mi sentivo abbandonato.” Disse Ron.

A Harry sembrava di SOGNARE. Tutto quello che aveva pensato lui, che aveva SOFFERTO lui, lo aveva sofferto anche Ron. Sembrava ancora un sogno.

“Tutte le cose che dici non sono simbolo per forza di un innamoramento, hai pensato che magari..” disse Hermione.
“Che fosse solo una grande sensazione di amicizia? Sì, l’ho pensato, ma poi..la sensazione e il sentimento, non svaniva, ci siamo baciati e..”
“Quando? Quando?” voleva sapere Ginny.

“Quando io e James abbiamo litigato e mi ha appeso a testa in giù.”
“Oh, per l’amor del cielo! Eri sconvolto per nostro figlio e baci mio fratello? Ma quanto fai schifo? Quanto fate schifo ENTRAMBI??” disse Ginny.
“Ginny, non li ho chiamati per insultarli.” Disse Hermione.. I due ragazzi avrebbero potuto smentirla dicendo che era quello che lei stessa aveva fatto fino a pochi minuti fa, ma non volevano ritornare a essere contro due, ora che sembrava che almeno Hermione si era calmata.

“Tu hai intenzione di ascoltarli, di ascoltare tutti i dettagli della loro storia d’amore o qualunque cosa sia? Io NO. Goditi il cinema tu se vuoi, io ho chiuso.”
“Ginny.”
“Non voglio trovare le robe tue  a casa quando tornerò dal lavoro. Ci penserai tu ad informare i ragazzi, se già non lo sanno.” Detto questo sbattè la porta alle spalle,


“Beh, pensavo la prendesse peggio.” disse Ron.

Tu taci e ringrazia che non ti carico di botte!” disse lei.

“Vorresti picchiarmi? E perché? Perché amo Harry? Per una cosa che hai SEMPRE saputo?” disse Ron.
“Ron..ti avverto.” disse Hermione.

"Ron, calmati per favore.." aveva detto Harry.

“No, NO! LEI l’ha sempre saputo! Anche a scuola sapevi quanto amassi Harry, e che differenza fa sapere la forma? Si tratta sempre di amore e lo sapevi già da allora! Che differenza fa il sesso? È solo un atto carnale, si tratta di goduria di un istante, forse di meno, e mi dispiace, mi dispiace di averti deluso , di aver deluso mia sorella, mi dispiace di non riuscire a togliermi questo sentimento dalla testa e dal cuore, vorrei sentirmi tremendamente in colpa e odio il fatto ce non mi ci sento, tu non sai quanto MI ODIO!” disse sconsolato.

Hermione lo guardò e inaspettatamente si commosse. Si alzò e lo abbracciò.
“Non devi sentirti in colpa.”
“Hermione,,sono un pessimo marito, perdonami.”

“Lo sei, lo sei, ma sei stato sempre un buon amico, come te.”disse poi voltandosi verso Harry.
“Ti ringrazio ma non è così che mi sento adesso.” Disse Harry.
“Harry, Harry vieni qui.”
“Se mi prometti di non lanciarmi addosso un nido di uccelli.”
Lei rise e inaspettatamente li coinvolse in un abbraccio a tre.
“Questa scena è quasi surreale.” Disse Harry.

“Volevo dirlo io, ma tu mi anticipi sempre.” Disse Ron.
“Forse sarebbe andata davvero da Dio se questa scelta l’avreste fatta anni fa, ma non avremmo i figli meravigliosi che abbiamo, quindi scusate se non rinnego questi matrimoni come probabilmente voi..”
“Hermione, no, i nostri figli sono il nostro tesoro!” disse Ron.
“È lo stesso anche per me e sarà sempre così, non rinneghiamo niente di questi anni e per quel che vale..anche se tu non ci credi, sia io che Ron..”

“Ci avete amato.” concluse Hermione. “È solo il livello che cambia giusto? Una sciocchezza. Ma forse dovrebbe essere davvero così, l'amore è una cosa talmente PREZIOSA, che bisognerebbe ringraziare ogni giorno la Vita, che una persona provi anche solo una briciola di amore per noi, e questo sarebbe già un regalo importante e invece poi roviniamo tutto, pretendendo sempre di più, di più le persone sono fatte così." Disse Hermione.”

"Sei sempre stata la più saggia di noi tre."

"L'hai sempre detto di me. Forse, sai in fin dei conti, mi sono avvicinata a voi, attratta forse dal primissimo giorno, dal vostro LEGAME. Avrei dovuto immaginare sarebbe finita così, prima o poi. Ron, vai vicino a lui, è quello il tuo posto.”

“Non posso lasciarti così.” Disse Ron.
“Vai, oramai è un po’ troppo tardi, no?” disse lei.


Ron timidamente andò vicino a Harry che gli prese la mano.
“Sei una ragazza meravigliosa Hermione e anche stavolta me l’hai dimostrato. Vorrei trovare le parole per dire quanto mi dispiace ma..”
“Non farlo, basta, o mi convincerai che sei un mostro e comincerò a insultarti.” Disse Hermione.
“A me non ti fai scrupoli a insultare però.” disse Ron.

“Te lo meriti! Un coming out pessimo come quello che hai fatto non l’avevo mai visto in circolazione.” Disse lei.
“Sempre meglio di me che non ho spiaccicato parola, almeno lui ha fatto un discorso.”
“Potrei costringerti a farlo.” Disse lei.
“Oh, no, per favore, non puoi essere così crudele.” Disse Harry.
“Ma Ron l’ha fatto..”

“Ron aveva già fatto una figura di merda precedente, un’altra non contava.”
Risero e si stemperò la tensione.

“Allora..io..dunque, non posso dire di averlo sempre saputo, ma ho sempre sentito che provavo per Ron qualcosa che non sapevo definire, che mi spaventava e gli stessi pensieri suoi, lo stesso bisogno di sentirlo, lo provavo anche io..sapevo che quando si cresce, ognuno si fa la propria vita ma io era come se..non potessi lasciarlo andare e questo mi ha fatto diventare..forse a tratti anche cinico.” Disse con riluttanza.

“Se avessi saputo che era per questo motivo, avrei chiesto il divorzio anni fa. Sono stata la prima a dire che mi mancava quella luce che ti vedevo negli occhi.” Disse Hermione “Devo sentirmi responsabile?”
“Assolutamente no! Anzi noi dovremmo chiederti scusa..sai spesso quando accadono queste cose, si da la colpa alle mogli, ma..anche noi abbiamo sbagliato a vivere tutti questi anni nella negazione.” Disse Harry.

“Va beene. Io direi che visto che abbiamo chiarito anche meglio di quello che pensavamo e che ho  scampato delle botte, direi che sia meglio smettere di crogiolarci nell’imbarazzo completo e fingere che tutto questo ci piaccia e magari festeggiare con una bella pizzata?” disse Ron.
“Sai che fai proprio schifo, Ron?” disse Hermione disgustata.
“Chiedo scusa per lui, Herm. È in queste occasioni che mi chiedo se ho fatto la scelta giusta.” disse Harry con un mezzo divertimento negli occhi. Era troppo sollevato che almeno Hermione fosse dalla loro parte, per incazzarsi davvero.

“Ehi, la pizza  è la pizza e poi quale scelta? Ti ricordo che tu non hai scelto un bel niente.” Disse Ron.
Tutti si misero a ridere.
“A proposito, Harry, qual era la cosa che tanto ti preoccupava? Adesso puoi dirlo, dopo aver saputo questo, credo di poter digerire tutto. O quasi.” disse Hermione, alzandosi per versare delle patatine in un recipiente che mise di fronte al tavolino davanti al divano.

“Ci ha portato le patatine, credo per corromperti.” Disse Ron.
“Dovevo provare con le cioccorane?” disse Hermione.
“Hermione, io non credo che..questo proprio non so se me la sento.”
“Ma riguarda me? Ginny?”
“Riguarda solo me e Ginny.” Disse lui a disagio.
Non riuscì a dire altro che arrivò una lettera.

“Credo che questa sia la mia amica Ginny che mi rinfaccia di essermi alleata con i nemici.” Disse lei divertita.
“Beh è andata meglio di quanto speravamo.” Diceva Ron.
In quel momento arrivò Hermione con una faccia da funerale.
“È la Mc Granitt. Il professore dei ragazzi ha fatto una cosa TREMENDA.” Disse lei.
Ron ed Harry si guardarono.

“Quando imparerai a chiudere quella boccaccia?” chiese Harry.


 

















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Allora.. prima di tutto vi voglio dire una cosa, ho eliminato il pezzo in cui nel capitolo 32, Harry torna a casa da Ginny perchè c'erano delle incongruenze, non avevo ancora scritto il capitolo dove i ragazzi decidevano di scappare e questo ha fatto scaturire delle incongruenze, quindi ho riscritto il pezzo in questo capitolo..ma sì, cosa volete che sia, una figuraccia in più o in meno xd cmq un altro capitolo con il botto eh??? xd vi anticipo che il prossimo, se tutto andrà come deve andare, è l'ultimo!! Non vi anticipo niente sul finale perchè anche solo dicendo A, rischio di fare spoilers! Per fortuna sono riuscita alla fine a inserire il capitolo dove tutti scoprono della relazione tra Harry e Ron, può sembrare scontato, ma temevo proprio di non riuscire a incastrarcelo, come non sono riuscita a incastrare un capitolo Lily/Hugo centrico e la cosa mi addolora molto ma non preoccupatevi perchè credo che farò un missing moment, cioè una storia a parte, dove non voglio dirvi che cosa succederà, ma avremo delle gioie anche per loro! Purtroppo già era stato complicatissimo riuscire a inserire la love story tra Ron e Harry in questa storia, anche con il "remake" dei capitoli, non ce l'ho proprio fatta a inserire le altre coppie, non più degli accenni che ho fatto.
Con questo capitolo ho capito che far fare i coming out è difficilissimo e che non credo lo farò ancora per quanto riguarda Harry e Ron ahhah almeno in uno scenario simile che riguarda loro due che si sono sposati xd solo a pensarci mi viene il mal di testa. è stato davvero difficile
 

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Capitolo 46
*** Riportami all'inizio, perchè ad ogni nuova fine, corrisponde un nuovo inizio ***


Note dell'autrice: vi chiedo di portare pazienza se trovate qualche errore, correggo man mano dopo aver postato il capitolo, anche se mi ci vuole tempo e anche se ho cercato di correggere più che potevo, prima di postarlo. Resistete, ho in mente di comprare una nuova tastiera così la facciamo finita con quest'agonia. PS avevo promesso che avrei spiegato il titolo della storia. Si riferisce a come è strutturata tutta la storia. All'inizio perché dopo i primi capitoli la storia è ricominciata da capo, ma anche per il capitolo del ballo del ceppo a cronologia inversa, si riferisce anche alle sedute di ipnosi dei ragazzi e soprattutto si riferisce ora al fatto che torneranno nel passato!







Quando Philip aveva trovato i due ragazzi rannicchiati vicini addormentati davanti al suo studio, gli era preso un colpo.

“Da quanto tempo siete qui? Cosa è successo?” li aveva fatti alzare e li aveva spinti ad entrare nel loro studio, sorreggendoli.

I ragazzi sembravano incapaci di parlare, tutt’alpiù balbettavano, quando alla fine il maggiore sembrò aver ritrovato la parola.

“Ci hanno scoperti. Cioè nostro padre, almeno.” Disse James.
Il professore rimase a bocca aperta, scioccato, poi dal momento che era il più grande, decise di mantenere il sangue freddo.

“Vi preparo una pozione calmante, così mi spiegate tutto.”
Albus e James gli raccontarono tutto, anche la loro corsa con le scope per rincorrere loro padre e la sorpresa che avevano trovato. Al termine del racconto, il professore sembrò meditabondo.
“Questa cosa che è successa capita a fagiolo, suppongo.”

“Che cosa vuol dire professore? Questa cosa che ci è successa è una catastrofe! Pensa forse che solo per quello che siamo stati in passato, nostro padre avrà pietà di noi?” disse Albus.
“Beh, dovrebbe.” Disse James.

“La legge universale stabilisce che risolvi un casino, dando alla gente un casino più grande.”
I fratelli lo guardarono senza capire.

“Vi siete dimenticati il motivo per cui ho convocato qui? Il mio regalo. “ disse prendendo dalla tasca una giratempo d’oro.
“Ohhh.” Dissero i ragazzi meravigliati.

“È una…?” chiese Albus.
“Sì, è una giratempo e vorrei regalarvela.”
“A noi??? Ma..perchè??” chiese James.
Philip sospirò.

“Devo raccontarvi una storia, la storia del mio passato, vi chiedo solo una cosa, che potete fare per me. Se vi è possibile..se non vi è di troppo peso, di non odiarmi.”
“Dopo tutto quello che ha fatto per noi, come potremmo odiarla?” chiese James sorridendo.

“Ci può raccontare qualsiasi cosa!” disse Albus.
Il professore sospirò.
“Potreste esserne sorpresi. Vedete..io..vengo da una famiglia di ex mangiamorte.”
I ragazzi spalancarono la bocca.
“Okay…beh, ma anche Draco Malfoy ha avuto questa sfortuna, ci dispiace per lei, ovviamente, deve essere una cosa brutta.” Disse Al.

“Ma fortunatamente per lei, nostro padre ci ha insegnati a non giudicare nessuno.” Disse James sorridendo.
“Non è solo questo. Non vi siete mai domandati come mai ho preso tanto a cuore la vostra situazione? Come mai ho fatto il possibile per aiutarvi fino adesso? Pensate che l’ho fatto per bontà? Avete sbagliato, nessuno di noi è mai davvero BUONO, come nessuno di noi è mai davvero cattivo.” disse Philip con tono malinconico.

“Professore, ma cosa sta..” disse James.

“Sono arrivato in questa scuola, con uno scopo, il mio scopo era di spiare i figli dei Potter.” Disse Philip.
Il gelo riempì la stanza.


“La mia famiglia cercava vendetta, non abbiate paura. Non ho mai voluto farvi del male.”
“Non voleva farci del male? Ma..lei ha appena detto che è venuto qui per spiarci!” balbettò Albus.

“Sì, ma è stata una MIA iniziativa, fin da piccolo mi è stata riempita la testa di racconti su Silente, su..Potter. Silente mi è stato raccontato come di un TRADITORE. Con il tempo però, hanno cominciato a venirmi dei dubbi..sono venuto qui per appurare se le voci che circolavano fossero VERE.”
“I nostri genitori hanno salvato il mondo!” disse James.

“Non lo metto in dubbio, ma credo sappiate che per indurre la gente a fare un sacco di robe orribili, funziona un po’ come nelle sette. Devi raccontare delle storie..alcune non molto vere, per convincere la genere a uccidere..a coltivare odio. Se avveleni la psiche di un uomo, puoi convincerlo a fare qualsiasi cosa. Non si nasce mangiamorte. Voldemort lo sapeva bene. È riuscito a far tradire i Potter da un loro amico.” disse lui con rammarico.

“Ora vuole farci credere che i mangiamorte siano povere vittime manipolate?” chiese James.

“Non tutti.” convenne Philip. “Ma molti sì. Inietta un’idea nella mente di un uomo e potrai fargli fare qualsiasi cosa.. qualsiasi. Perché le idee..sono come un CANCRO. Tu dovresti saperlo bene.” disse rivolto a James.
Albus si volse verso James.
“Per favore, lasci mio fratello fuori da questa storia!”

“Lasciarvi fuori? Ormai ci siete troppo dentro, vi ho fatto scoprire chi eravate nella vostra vita precedente, e devo ammettere che io stesso ne sono rimasto stupito, non mi aspettavo di trovare i maghi più leggendari che il mondo avesse mai costruito, sotto questo tetto. ”
“Perché ci ha aiutati? Cosa vuole da noi?”
Prima di tutto, voglio darvi la mia bacchetta. Ecco, prendi, James.” disse lui lanciandogliela.

James la afferrò al volo.

“Ma perché l’ha fatto?” chiese.

“Ci ha dato la sua bacchetta, adesso potremmo fare qualunque cosa, anche costringerla a confessare o dimenticare tutto. Perché lo fa?” disse Albus.

“Per convincervi che sono dalla vostra parte! Mi sono appassionato da subito al vostro caso e grazie a VOI, HO APERTO GLI OCCHI, anche io. Non pensiate che non sono stato ingannato anche io, sono cresciuto con l’idea che Silente fosse un mago traditore che avesse tradito Grindelwald, un mago che si professava buono solo per avere il POTERE, invece lui ha sofferto, ha dovuto sacrificare molto di sé, pur di aiutare il mondo. Tutto quello che ha fatto per trovare i doni della morte? Ci era precluso, così come ci era precluso sapere il vero legame che legava Piton a Silente, non pensavo..ci fosse del vero affetto.” Ammise.

I ragazzi si sentirono in forte imbarazzo.
“Ora vorrei raccontarvi una storia.”



Philip aveva trovato una vecchia lettera di suo padre in una tegola nascosta nel pavimento della sua soffitta.

Caro figlio adesso sei maggiorenne ed è venuto il momento di condividere con te quello che mi è accaduto un giorno. Salvai la vita al giovane Xenophilius Lovegood, il padre di Luna. Un’amicizia datata da tanti anni ma che ci trovava su fronti opposti. Mi è stato sempre detto che il signore Oscuro non faceva del male ai bambini, ma dovetti  ricredermi quando sentii io stesso l’ordine che fu dato, di uccidere lui e sua figlia che all’epoca aveva soltanto nove anni.
A mio rischio e pericolo, li feci fuggire e non scorderò mai certe parole di lui. mi disse:

Tu hai salvato la mia vita, desidero farti carico di un regalo.



"Mi regalò questa giratempo, contornata però da un incantesimo, mi disse che ella era stata incantata solo per fare del bene agli altri e non il male, che se l’avessi usata per fare del bene a me, e del male agli altri non avrebbe funzionato. Per tutto questo tempo l’ho conservata come suo unico regalo, per tutto questo tempo ho pensato che sarebbe stata inservibile, dal momento che avrebbe dovuta essere disinteressata, ma ora…”

"Professore, noi non possiamo! Si tratta di una responsabilità troppo grossa." disse Albus.

“Si rende conto che ci sta mettendo in altri guai?” disse James.

"Credevo foste entusiasti del mio regalo. Non volevate una scusa per scappare dai vostri parenti? Ecco a voi il biglietto del viaggio. Si dice sempre che non è la meta che conta, ma il viaggio! L'umanità, maghi o babbani che siano, si sono spostati a cavallo, in carrozza, in bici, in aereo, per mare...e tuttavia Lo spostamento più ambito di tutta la razza umana è stato sempre solo uno. Attraverso IL TEMPO."
"Sì, ma.." cominciò James.

“Dov’è finito il vostro spirito malandrino, la vostra passione per trasgredire le regole? Siete o no figli dei vostri genitori?” li sfidò.
I ragazzi si guardarono.

“Albus..questa potrebbe forse..potrebbe servirci per cancellare tanta sofferenza dalla nostra famiglia!” disse James con gli occhi che luccicavano.

“L’unica sofferenza che mi viene in mente è..NO. Non possiamo farlo. Non possiamo far tornare in vita le persone care che sono morte dopo la guerra!." Disse Albus. “Non possiamo, vero?”
“Sì, potreste. E in questo modo risparmiereste molte sofferenze future, ma, c’è un però, vi sconsiglio di usare la giratempo per cercare di uccidere Voldemort, mi è stato caldamente detto nella lettera, che non deve essere usata per fare del male.”
I due ragazzi dovettero sedersi.

“Mi gira la testa.” Disse Albus.
“A chi lo dici. Papà non ci permetterebbe mai di farlo.”
“Per questo sarebbe meglio non dirlo, vero?” disse Al, facendo l’occhiolino.
“Perché ci sta dando questa? Cioè, ce l'ha già detto, ma..perchè proprio a noi??” chiese Albus.

“Per chiedervi perdono e perché voglio fare almeno qualcosa di buono nella mia vita. Approfittare della vostra fiducia, della fiducia che TUTTI QUI mi hanno dato, mi fa bruciare dai sensi di colpa. Voglio fare ammenda. L’unica cosa che mi sento davvero di sconsigliarvi, a riprova della mia buona fede, è di sconsigliarvi categoricamente di provare a salvare VOI STESSI..”

“Se lo facessimo, cosa ci capiterebbe?” disse Albus tremando.
“Non lo so, non ho mai fatto un viaggio nel tempo, finora. Potreste ritrovarvi di nuovo qui, ma con le sembianze che avevate nell'altra vita, potreste rimanere bloccati nel flusso temporale e non riuscire più a tornare alla realtà, potreste non nascere mai. Non ve lo consiglio.”
I ragazzi sembrarono terrorizzati.

“Lei non verrà con noi?”

“Ragazzi, mi dispiace.” Prese le loro mani. “Sarebbe sconsigliata la presenza di una persona adulta nella scuola e so che la vostra destinazione..è lì che vorrete andare..voi riuscirete più facilmente a passare come degli studenti, ma io..NO, io devo restare. Confesserò quello che ho fatto, altrimenti se voi sparite, le vostre famiglie saranno in pensiero.”

I ragazzi lo guardarono terrorizzati, lui lo capì.

“Ho fatto un incantesimo alla giratempo, l’ho potenziata con un'intelligenza artificiale dentro il quadrante, che vi parlerà e vi guiderà, vi dirà se è consigliata una certa modifica nell’andamento delle cose o no, vedetela come una specie di guida in un tour guidato. Queste sono le istruzioni per metterla in moto.” disse lui consegnando un libricino minuscolo ad Albus.

Albus non sembrò rinvigorirsi del gesto e scoppiò in lacrime.
“Non possiamo farlo.,siamo ancora dei ragazzi..non possiamo viaggiare nel tempo..non..”
Philip prese le mani di Albus e si inginocchiò ai suoi piedi

“Non voglio sentir dire dal presidente del winzengamot e della confederazione internazionale dei maghi, nonchè Medaglia d'Oro per il Contributo Innovativo alla Conferenza Alchemica Internazionale del Cairo, che non sa fare qualcosa.”
“È stato PRIMA, ma ora..”

“ORA siete ancora meglio. “ disse Philip. “Guardatevi. I più grandi maghi che il mondo abbia mai conosciuto, " disse l'uomo con lo sguardo pieno di orgoglio " giovani e innocenti come se la tempra della sofferenza e del dolore non li abbia mai toccati, che hanno il coraggio di lottare per il loro SENTIMENTO, un amore che è riuscito a sconfiggere anche il confine del sangue, che è andato oltre al tempo, che non è stato capito in passato e che non sarà capito neanche ora e nonostante questo, voi ancora vi amate, ancora fareste tutto l’uno per l'altro. Non ve l’ho mai detto, ma è da quando ho scoperto chi siete, che vi stimo. Io tifo per voi.”

I ragazzi rimasero senza parole, ma orgogliosi di quelle parole.

James fu il primo a riprendersi. “Sì, beh, mettiti in fila. È da quando sono morto che tutti mi stimano. Non sei il primo né l’ultimo.”
“Forse è così, ma scommetto che tutti gli altri non vi hanno dato un biglietto di andata e ritorno per il viaggio nel tempo." disse il professore sorridendo furbo.
“Uno a zero palla al centro.” Disse Albus sorridendo a James.

“ Ancora non posso crederci a quello che stiamo per fare. Professore, cambiare il passato, non incasinerà il mondo che conosciamo?”

“La giratempo ve lo saprà dire. Vi avvertirà di tutto, comunque il mondo dovrebbe rimanere uguale a come lo conoscete, solo le conseguenze e i ricordi spiacevoli andranno via, assieme ovviamente alle vite innocenti che riuscirete a salvare.“
“Potremo far tornare Sirius, forse anche i genitori di papà?” chiese Albus.
Philip si morse le labbra.
“Si parla di tanti anni addietro. Spero di sì.”

“Regulus?” chiese James.
“Ragazzi, io direi che sia meglio fare un passo alla volta ok? Ci aggiorneremo man mano. "

"Aggiorneremo?" chiese James stranito.

"Non avete mica pensato che vi avrei abbandonato a voi stessi? Che razza di uomo e insegnante credete che io sia?" chiese.

"Beh, ecco, noi.." disse Albus guardando James che era sorpreso quanto lui.

"Vi seguirò passo passo, ho un dispositivo speciale che mi permetterà di rimanere connesso a voi, ecco, io..potrebbe essere un po' pericoloso.." disse Philip perdendosi in chissà quale pensiero. "Ma non vi abbandonerò. Lo prometto.”

“Ci stiamo fidando di nuovo di lei. Stiamo mettendo le nostre vite nelle sue mani.” Disse Albus.
“É vero, ma in fondo tu l’hai fatto già una volta con una persona di nostra conoscenza ed è andata bene, no?” disse Philip facendogli l'occhiolino.

Li lasciò un attimo da soli, mentre si abbracciavano per terra, tenendosi stretti.
 
"Ho tanta paura, Jamie. Mi sento tanto piccolo in questo momento."  
 
"Se vuoi rinunciare..posso partire solo io. Non voglio costringerti." disse Jamie accarezzandogli uno zigomo.  
 
"NO. NON VOGLIO LASCIARTI."  
 
James lo tenne ancora più stretto.  
 
"Allora non so che cosa dirti, scricciolo, credo che saremo per forza costretti a fidarci di lui."  
 
"Ci pensi, Jamie? Se riusciremo davvero a farlo? Potremmo restituire Sirius a papà, Fred a George, Regulus a Sirius e forse anche..forse i nonni a papà."  
 
"Sarebbe fantastico, fratellino."  
 
"Abbiamo l'occasione di farci perdonare, per tutto quello che abbiamo fatto passare a loro."  
 
"Se ti ho al mio fianco ALBUS, io posso fare qualsiasi cosa, posso ESSERE qualsiasi cosa. Lo sono stato prima e lo sono ancora. Chiedimi di essere un cigno nero, sarò un cigno nero, chiedimi di essere un uccello, posso volare per te. Sarò qualsiasi cosa tu vuoi che io sia.  
 
Albus sorrise e James capì che uno strano pensiero lo avvolse.

"Me lo dicesti anche quella volta. Sul tetto.."

"Quanto ti ha fatto piacere quella mia frase?"

"Mi scoppiava il cuore dal petto. Mi sono sentito...IMPORTANTE."

Si accucciò con la testa sul suo petto.

James gli diede un bacio sulla testa.

"Ero giovane e ancora non sapevo quanto mi avresti preso DENTRO. Quel giorno ti dissi che ti avrei dato qualsiasi cosa, oggi ti dico che sarò qualsiasi cosa, Albus!"

Albus lo guardò nei suoi occhi scintillanti di amore, devozione e coraggio.

"Tu sei il mio amore." disse il biondo e conclusero quel momento magico, con un bacio pieno di promesse e magia, ma soprattutto AMORE.
 
 





















Note dell'autrice: e siamo arrivati alla fine della storia! Non mi sembra vero! ringrazio chi ha seguito la storia e ringrazio tantissimissimo Teamfreewill per il sostegno grandissimo che ha dato a questa mia storia, senza il suo sostegno non so se ce l'avrei fatta!!

Posso dirvi che l'idea dei fratelli Potter come reincarnazione di Silente e Piton, non è stata la mia idea iniziale, ma che ha cominciato a prendere piede dopo i primi capitoli, e ora sto cominciando a pensare che a tutto c'è una ragione, come se le cose davvero fossero predestinate, perchè se non mi fosse venuta in mente questa idea, come avrei potuto spiegare la stranezza dell'incantesimo di Lily? Non potevo xd eppure da subito mi sono sentita di scrivere quella cosa come se una mano misteriosa mi guidasse e ora penso che è come se fosse tutto scritto! Da una parte mi dispiace non aver potuto continuare sulla linea spensierata e un po' ribelle che era la storia, ma dall'altra sono contenta di aver dato felicità anche all'altra mia ship di sempre: Silente e Piton ^^ e anche a Harry e Ron che ho sempre amato

Perdonatemi se chiudendola adesso ho lasciato tante cose in sospeso ma mi sono sentita di fare così, non per trovare una scusa per chiuderla, credetemi, ma perchè è talmente su un altro livello quello che succederà poi, che non riesco a vedercela a inserire loro in un viaggio nel tempo in questa stessa storia. Sono due cose diverse!

Lo so, magari adesso sarete arrabbiati con me per il finale aperto, ma fidatevi che ho in mente un sequel, ANCHE SE, non lo scriverò a breve..mi dispiace davvero tantissimo, dovete credermi, ma per scrivere questa storia che è stata molto impegnativa, ho trascurato tutte le altre e mi sento tantissimo in colpa. Prometto che il sequel lo scriverò, fosse anche tra sei mesi o un anno! Chiedo scusa, per tutti i casini che ha dovuto affrontare questa storia, capitoli spostati, capitoli revisionati, strafalcioni, frasi riviste e rifatte, cose modificate..insomma, non ci siamo fatti mancare niente. T_T ho amato questa storia con tutta me stessa anche se mi ha fatto penare. Volevo dirvi che una cosa carina potrebbe venire sul fronte di Hugo/lily ma tramite una os a parte, perchè non sono riuscita infilarcela qui purtroppo. La buona notizia è che la os, al contrario del sequel, invece, potrebbe arrivare a breve!

Che dire, spero che la storia vi sia piaciuta comunque! Mi manca già!

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