Momenti

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cena ***
Capitolo 2: *** Going Merry ***



Capitolo 1
*** Cena ***


Le voci alterate che giungono attutite dalla porta chiusa sono l'unico suono che pervade l'aria immobile della Thousand Sunny. Gli altri non ci fan caso; ognuno è immerso nei propri pensieri. Solo Brooke, il nuovo membro della ciurma, mostra segni di preoccupazione nel sentire quelle urla concitate e litigiose provenire dalla cucina.
"Non sarà il caso di andare a controllare? Non vorrei iniziassero a picchiarsi sul serio", chiede timido lo scheletro.
Nami gli sorride. "Nahh, non c'è nulla di cui aver paura. Loro due fanno sempre così. È un modo come un altro di dimostrarsi affetto."
E le urla continuano ancora di più.
Sanji ora ha messo mano ad un mestolo, e lo punta minaccioso contro Zoro, che dal canto suo già tiene saldamente l'elsa di una delle sue amate spade.
Non si ricordano nemmeno perché hanno iniziato a discutere. Ma nessuno dei due è intenzionato a cedere.
"Allora se fai così stasera ti lascio senza cena!", urla il cuoco. Che peccato, ha cucinato proprio il piatto preferito dello spadaccino. Chissà perché, poi. Quello non è altro che un piantagrane di prima categoria.
"Sai quanto me ne importa di non mangiare le brodaglie che prepari, cuocastro! Anzi, mi fai addirittura un favore", urla Zoro. Che peccato, il solo profumino che aleggia nella stanza è in grado di fargli venire l'acquolina in bocca.
Ma non può dargliela vinta.
Esce, allora, sbattendo forte la porta della cucina, chiudendo la discussione sotto gli occhi lampeggianti di ira di Sanji.
Tutti e due tornano poi alle loro attività consuetudinarie: il cuoco continua a preparare la cena, e dannazione, c'è davvero troppo cibo soltanto per otto persone, e agli altri quella pietanza nemmeno piace poi così tanto. Zoro, d'altro canto, l'avrebbe gustata con passione. Ma Sanji non può cedere, e riprende a tritare le erbette con rabbia.
Lo spadaccino invece ricomincia ad allenarsi, ed è sempre più stanco, ed affamato. Una bella cena gli farebbe bene, soprattutto a giudicare dall'aroma inebriante che proviene sempre più intenso dalla cucina. Ma non può cedere, e così continua a provare nuove tecniche letali.
Giunge il crepuscolo, rapido, indolore e silente.
Tutti gli altri membri della ciurma di Cappello di Paglia sono riuniti attorno al tavolo della sala da pranzo, con la bocca piena.
Zoro è ancora sul ponte, con le spade in mano.
Non ce la fa più.
Al diavolo l'orgoglio, per una volta. Troverà l'indomani un nuovo pretesto per litigare col cuoco, e questa volta sicuro che ne avrà la meglio.
Si avvia verso la cucina, lo stomaco brontolante, la testa leggermente abbassata. Si sente stupido e debole, ma non può fare altro.
Si ferma. C'è qualcuno che sta camminando nella sua direzione, e che si ferma appena lo vede. Sanji. Con in mano un piatto fumante. Quando sono abbastanza vicini, glielo porge senza dire una parola, e Zoro lo prende.
È un segno di resa, da parte di entrambi.
Il sorriso che nasce successivamente sui loro volti lo è ancora di più.

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Capitolo 2
*** Going Merry ***


Cerca di fare piano, di non svegliare nessuno. Di non essere sentito.
Con massima calma arriva dove è conservata la miniatura della Going Merry diligentemente costruita da Frankie, e vi si siede dentro. Ne abbraccia la testa, ci piange sopra, ma solo un po', giusto il tempo di lasciar scivolare da sé la malinconia. Poi vi si distende dentro, chiude gli occhi, e non è più lì. Non che non si trovi bene con la ciurma di Rubber, ovviamente. Sono diventati ormai la sua casa, la sua famiglia. Ma non sono le sole. Perché lui una casa, una famiglia, le aveva, le ha, anche se sono lontane ormai mille miglia, e talvolta ne sente la mancanza, soprattutto di notte, quando tutti dormono e il silenzio è opprimente. Ma ha trovato finalmente un modo per dare un senso a quei momenti nostalgici che lo assalgono d'improvviso, adesso. Gli basta sedersi su quella piccola nave d'emergenza, ed immaginare di essere di nuovo a bordo della sua adorata Going Merry e, andando ancora più indietro nel tempo, di nuovo nella sua terra natia, insieme ai suoi amici bambini ed alla sua amata Kayla. Un luogo dove può essere davvero se stesso, o meglio, dove può fare finta di essere ciò che vorrebbe, ovvero un grande condottiero, un valorosissimo capitano pirata a comando di una ciurma di ottomila uomini, senza che nessuno lo riporti alla realtà, senza che nessuno lo metta faccia a faccia con la propria debolezza e, talvolta, codardia.
Ogni volta rimane lì per buona parte della notte, poi, quando il Sole inizia a sorgere, sgattaiola nuovamente nel suo letto, e fa finta di dormire. Non vuole che nessuno lo scopra, che nessuno venga a conoscenza del suo personalissimo, triste, segreto. Forse ha paura di essere deriso, di essere considerato nuovamente un debole, o, ancora peggio, di essere interrotto durante uno dei suoi sogni a bordo di quella piccola nave che per lui vale più di tutti i tesori del Nuovo mondo.
Sorride, avvolto dalle tenebre.
Adesso il Sole è ancora lontano. C'è ancora tempo per stare insieme alla sua amata Going Merry che per lui è sempre stata - e sempre sarà - una fedele compagna pirata.
Piange di nuovo, un pianto singhiozzante, intenso, intimo e vero, questa volta, che cerca di soffocare tra le mani premute contro il viso.
Gli altri membri della ciurma, fuori dalla porta, ascoltano.

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