Misteri e contraddizioni sul Tower Bridge

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scritta di sangue ***
Capitolo 2: *** Licenziamento di massa ***
Capitolo 3: *** Agguato ***
Capitolo 4: *** Corsa contro il tempo ***



Capitolo 1
*** La scritta di sangue ***


Richard Janson era un umile operaio che passava le sue giornate insieme agli altri suoi compagni alla costruzione del Tower Bridge di Londra.
L’uomo, un individuo di trent’anni, era uno dei pochi che svolgeva ogni singola mansione detta dagli architetti e dagli ingegneri del posto che coordinavano la costruzione dell’imponente ponte.
< Anche questa mattina piove > fece un compagno di Richard < Quando potremmo vedere un po’ di sole? >
< Purtroppo per te devi aspettare la primavera, Steven > rispose Richard < Anche perché siamo in pieno inverno. >
< Odio il tempo di questa città. Mi deprime molto. >
< Allora cambia città. >
< E come faccio? Non ho una sterlina in tasca. Mi piacerebbe fare fortuna in America, ma come faccio se sono sposato e ho quattro figli oltre che una moglie che devo sfamare? >
< Dovevi pensarci prima, non ti pare? >
< Certo. Tu parli facile, amico mio… Hai soli trent’anni con tutta la vita dinanzi, mentre io ho appena compiuto cinquant’anni. Sono molto più vecchio di te. >
< Ci sono un sacco di persone della tua età che emigrano in posti più ricchi come gli Stati Uniti e l’Argentina. Devi solo trovare il coraggio. >
< Io il coraggio ce l’avrei, ma che cosa dico ai miei figli e a mia moglie? >
< Porta via anche loro, no? >
< Non è facile, Richard. >
< Io non saprei come aiutarti, Steven… La mia unica preoccupazione è finire questa torre e cercare un altro lavoro altrove. >
< Perché? Non vuoi continuare a fare il muratore? >
< Sono sette anni che non smetto di lavorare su questo monumento. Ho bisogno di cambiare. >
< E cosa pensi di fare? >
< Ho pensato al fattorino in un albergo molto prestigioso di questa capitale. Tu non lo sai, ma oltre all’inglese conosco bene il francese e l’italiano. >
< Da quando in qua, scusa? >
< Quando ero molto piccolo, i miei genitori mi portarono a Lille dove ci rimanemmo per quasi dieci anni, mentre conosco la lingua italiana perché i genitori di mia madre sono originari di Perugia. >
< Senti un po’… Ma perché sei venuto a stare a Londra? >
< Perché i miei genitori amano questa città… Anche se n0on riesco a capire che cosa c’è di bello passeggiare con tutte queste persone e lo smog delle ciminiere che oscurano tutto il paesaggio. >
< Quindi anche tu vorresti cambiare città? >
< Sì. Ma non ho fretta… Come hai detto tu, ho tutta la vita dinanzi. >
< Non tardare troppo, Richard. La vita non è così lunga come può sembrare. Il pericolo è sempre in agguato. >
< Dici che posso incorrere in qualche agguato? >
< Ma tu ci vivi a Londra oppure no? Li leggi i giornali? >
< Purtroppo non ho mai tempo. >
< Ci credo. Pensi solo a lavorare e basta. >
< Lo dovremmo fare tutti, non trovi? Almeno a questo punto tutto il ponte poteva essere ultimato. >
< Allora vedi di dare il buon esempio, Janson. >
< Mi scusi, Signor Stevenson. Non perderò più tempo. >
< E colpa mia ingegnere che l’ho distratto. >
< Rimettetevi al lavoro tutte e due. Non vi paghiamo per parlare. >
< Sì, certo. >
Appena l’ingegnere che coordinava i lavori si fu allontanato, Richard se la prese con il suo compagno.
< Lo vedi? Dobbiamo solo lavorare e stare zitti. >
< Quando lo capiranno che non siamo come muli da soma? Siamo esseri umani, dannazione! >
< La maggior parte degli operai sembrano davvero proprio come li hai descritti tu, Steven. >
< Credo di aver bisogno di fermarmi… Ho la schiena a pezzi. >
< Ma se l’ingegnere vede che ti sei fermato, passeremo un sacco di guai. >
< Digli pure che ripassi. Non ho paura di lui. >
Ma una volta che Steven si allontanò dal cantiere, i suoi occhi stanchi videro qualcosa di molto curioso tinto di rosso appena sotto la torre di destra.
< Richard, vedi anche tu quello che vedo io? >
< A cosa ti riferisci, scusa? >
< Che cosa sono quelle scritte? >
< Quali scritte? >
< Ma sei cieco? Vieni con me. >
Prendendolo per un braccio, Steve lo portò appena sotto la torre.
< Accidenti! Non l’avevo notato prima… E’ scritto molto male, ma si riesce a leggere lo stesso cosa c’è scritto: “Morte all’ingegnere Stevenson.” >
< Cavolo! Bisogna subito avvertirlo, altrimenti… >
< Vi ho già visti una volta battere una fiacca, ma questa volta non avrò piena per voi due > irruppe l’ingegnere con tono furioso < Sì può sapere che cosa state facendo qui? I lavori devono essere ultimati in cima alle due torri. >
< Lo sappiamo, ingegnere. Ma vede… Abbiamo trovato una cosa che potrebbe darle da pensare… >
< Che vuoi dire? >
Guardandosi dritto negli occhi, Steve e Richard si fecero largo per far leggere il messaggio all’ingegnere.
Dopo averlo letto per un paio di volte, l’ingegnere Stevenson fissò i due operai con sguardo sorpreso e pieno di rabbia.
< Siete stati voi due? >
< Assolutamente no, ingegnere. L’abbiamo trovato solo adesso. >
< Non mentite! Queste offese sono troppo gravi per rimanere impunite! >
< Il mio compagno ha ragione, ingegnere > fece Richard < Noi non centriamo nulla in questa sotria. Lo giuriamo. >
Guardandoli con fare circospetto, alla fine Stevenson dovette prendere la decisione in mano prima che gli fosse sfuggita al controllo.
< I lavori si fermano qui per oggi. Ho bisogno di parlare con tutti voi. >
< Con tutti i 432 operai? Ingegnere, se ha deciso di interrogarli tutti, ci metterà molto tempo. >
< Allora cosa devo fare, secondo voi? >
< Se vuole possiamo essere noi ad aiutarla? >
< Come? >
< Si fidi di noi, ingegnere. Nel corso die giorni abbiamo visto molta gente strana che tramava qualcosa di oscuro > mormorò Steve.
< E perché non me l’avete detto prima? >
< Perché non avevamo le prove… Sta di fatto che secondo me succederà qualcosa di molto strano tra non molto. Dobbiamo solo tenere gli occhi aperti. >
< E ditemi una cosa, voi due: pensate davvero che mi debba fidare? >
< Credo che non ha altra scelta, ingegnere… Se vuole possiamo aiutarla, altrimenti lei è da solo contro 432 operai. Mi capisce, vero? >
Riflettendo sulle parole di Richard e Steve, alla fine l’ingegnere Stevenson accettò di farsi aiutare dai due ragazzi.
< E va bene. Mi fiderò di voi. >

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Capitolo 2
*** Licenziamento di massa ***


I lavori alla costruzione del Tower Bridge continuarono senza problemi come se non fosse successo nulla.
Ma Richard e Steve dovevano stare molto attenti con chi dialogavano, soprattutto nelle ore di pausa.
< Non riusciremo mai a controllare 430 operai, Richard. >
< Essi non si sogneranno mai di lasciare il loro cantiere di lavoro. Lo sanno che è proibito. >
< Solo l’ingegnere Stevenson ha l’obbligo di richiamarli. Noi non contiamo niente. >
< Lo so. Però dobbiamo essere gli occhi e le orecchie dell’ingegnere. Gliel’abbiamo promesso, Steve. >
< Avrei preferito non accettare. >
< Avremmo perso tutti il lavoro, sai? >
< E con ciò? Non siamo messi così male finanziariamente. >
< Questo lo dici tu, amico mio. Se in tutta la città si sparge la voce che abbiamo lavorato in un cantiere di criminali, non troveremo mai più lavoro nemmeno se paghiamo oro. >
< Odio quando hai ragione, Richard. >
< Tra un minuto andremo tutti in pausa. Occhi aperti, d’accordo? >
< Occhi aperti dici? Ma se non ci vedo dalla fame. >
< Vedi di resistere, ok? >
Ma appena tutti gli operai si stavano organizzando per mangiare la loro scarsa razione, l’ingegnere Stevenson richiamò tutti all’ordine fuori dal cantiere di lavoro spiegando il fatto tragico che era accaduto poche ore fa’.
< Mentre perlustravo la zona di lavoro del Tower Bridge, a malincuore ho scoperto una scritta infame contro di me dicendomi che dovevo morire… Partendo dal presupposto che solo voi operai avete l’ordine oltre a me di rimanere in questo cantiere di lavoro, vi prego di confessare chi è stato. Vi prometto che per questa volta chiuderò un occhio, ma se dovesse risuccedere… >
< Ingegnere, queste oltraggiosità non dovevano accadere a cose normali > fece un uomo distinto accanto all’ingegnere < Se nono riusciamo a trovare il colpevole, tutti i presenti devono essere puniti severamente. >
< Architetto Fleming, perché tutti devono fare le spese per colpa di alcuni individui? >
< Perché è come a scuola: se il colpevole non viene trovato, tutti ne pagano le conseguenze. E deve succedere anche qui in questo momento… >
< Ma io veramente… >
< Gliel’abbiamo spiegato prima, non si ricorda? >
< Avvocato Rupert, ci si mette pure lei contro di me? >
< Io non sono contro di voi, ma contro questa banda di criminali che viene pagata profumatamente in una delle costruzioni più importanti della città… E come viene ripagato? In questo atroce modo. >
< Pagati profumatamente?! > tuonò Steve rabbioso < Ci date a malapena pochi nichelini al giorno. E questa si chiama paga? >
< E’ quello che vi meritate, scansafatiche che non siete altro. >
Sentendosi profondamente offesi, tutti gli operai si rivoltarono contro l’architetto e l’avvocato che dovettero scappare lontani per non essere linciati.
< Adesso basta! Mantenete la calma! > gridò l’’ingegnere Stevenson facendosi sentire < Non possiamo permetterci che i lavoro subiscano un ulteriore ritardo. La Regina Vittoria ha espresso l’ordine che i lavori vengano ultimati al massimo entro la fine del prossimo anno. Non volete mica perdere il lavoro a causa del vostro orgoglio, vero? >
< Orgoglio o no, l’ambiente di lavoro ha bisogno di essere riformato immediatamente. Molti operai si feriscono in breve tempo e le condizioni mediche sono scarse o inesistenti. >
< Da quando in qua? > domandò l’ingegnere risoluto.
< Da sempre! Non è colpa vostra se lei è occupato a non fare niente e a dare semplicemente degli ordini. >
< Come osa parlarmi in questo modo?! >
< Lei non ha rispetto per me e di conseguenza lei ha seminato solo tempesta contro di noi… Noi siamo in 432, mentre lei è solo. >
< No… non è così. >
La voce di Richard risuonò nelle orecchie dell’operaio insorto come un macigno.
< L’ingegnere ha profondo rispetto per noi > iniziò a dire Richard < Siete voi che non riuscite a capirlo. >
< Ecco un raccomandato dell’ingegnere… Quanti soldi ti ha dato per proteggerlo? >
< Non è una questione di soldi, stupido ignorante. Io lavoro e vengo pagato alla stessa vostra maniera. >
< Certo… Ma chi vuoi che ci creda?! Tu sei solo un farabutto ignorante che vuole proteggere i potenti… Ma questa volta voi siete in netta minoranza. All’attacco! >
In pochi minuti, sul cantiere di lavoro del Tower Bridge si scatenò una vera e propria rivoluzione, che costò il ferimento di un centinaio di operai e molti infortuni che non sono mai riusciti a classificare.
< Ingegnere, dobbiamo andarcene da qui > fece Steve prendendolo sottobraccio.
< Non posso abbandonare il cantiere. Se sua maestà lo verrà a sapere… >
< E’ più importante la sua vita o quello che ha da dire la nostra Regina? > domandò Richard < Steve ha ragione. Questo cantiere non è più un luogo sicuro. >
Senza sapere che cosa fare, alla fine l’ingegnere ubbidì alla richiesta dei due operai, riuscendo a fuggire prima che alcuni attrezzi da lavoro potessero colpirlo.
 
 
Rifugiatasi in un pub londinese frequentato da gente altolocata, l’ingegnere Stevenson poté tirare un sospiro di sollievo.
< Domani tutti i giornali parleranno di questo fatto ed io perderò il lavoro insieme a tutti voi. >
< La Regina Vittoria non può permettersi di fermare i lavori, no? I costi di produzione si alzerebbero notevolmente. E tutti sanno che le casse reali non posso spendere ulteriormente. >
< Non so più che cosa pensare, ragazzi… Forse era meglio licenziare tutti come mi avevano consigliato l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert. >
< Ingegnere, voleva fare in modo che centinaia di famiglie soffrissero la fame per una questione che non doveva essere di dominio pubblico? >
< Sono stato segretamente minacciato di morte! > sbraitò l’ingegnere < Vorrei vedere come vi sareste comportati voi al posto mio. >
< Sì è scatenato il caos > ribatté Steve < E questo non doveva succedere. >
< Devo prendere le dovute decisioni. Non ho più tempo da perdere. >
< Dove sta andando? >
< Devo parlare con il segretario della regina per quello che è successo e bloccare subito questa faccenda. Se tutti i giornali ne parleranno, saremo lo zimbello di tutto il regno. E questo non posso permetterlo. >
< Quindi vorrebbe andare contro noi operai? >
< Voi siete diversi ragazzi… Ma non posso permettere che questa situazione rimanga impunita. Mi dispiace per tutti voi. >
Non avendo nessun modo per far cambiare idea all’ingegnere, Richard e Steve si convinsero che i loro guai erano appena all’inizio
 
 
La notizia del licenziamento di tutti i 432 operai non tardò ad arrivare.
Infatti, furono spedite in una sola notte tutte le lettere necessarie al fine di bloccare i lavori e venire di conseguenza indiziati per ‘orrendo fatto accaduto il giorno prima.
Scotland Yard non tardò molto a raggiungere il luogo incriminato dove operi ignoti avevano commesso il fatto.
< E’ terribile quello che sta succedendo > fece Steve < Non doveva finire così. >
< I lavori di ultimazione del ponte continueranno anche senza di noi, Steve. >
< Sì, ma con quali soldi? >
< La Regina Vittoria farà di tutto per completare questa dannata opera. A costo di chiamare operai stranieri. >
< Voglio proprio vedere come… >
< Adesso però l’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è che siamo tutti indiziati per quella dannata scritta. >
< Io non mi preoccuperei più di tanto, Richard. Noi due siamo innocenti. >
< Innocenti fino a prova contraria > fece l’architetto Fleming andandogli incontro.
< E lei che cosa vuole da noi? >
< Niente in particolare… Vi ho solo sentito parlare e ho deciso di raggiungervi. >
< Pessima idea… Qui non è il benvenuto. >
< Perché voi? Vi voglio ricordare che siete nel cantiere di lavoro e che siete stati tutti licenziati. Quindi siete voi a non poter rimanere qui. >
< Allora cosa aspetta? Ci cacci! >
< Steve, per favore. Non è il momento di farci un nemico proprio ora. >
< Voi operai siete la feccia ignorante dell’umanità… E’ colpa vostra se questa nazione sta sprofondando nei debiti. La Regina Vittoria dovrebbe fare qualcosa contro di voi, ma invece… >
< Le voglio ricordare che se non fosse per noi operai, molte costruzioni importanti non sarebbero mai venute alla luce. >
< Sono gli architetti e gli ingegneri a coordinare i lavori. Non voi! >
< E vedo come… Qui l’unico che si è impegnato davvero è il povero Ingegnere Stevenson, succube dei suoi ordini perentori contro di noi insieme a quell’avvocato da strapazzo di cui non ricordo il nome… Non mi sorprenderebbe che la scritta sul muro sia opera sua. >
< Ma come osa?! Io non mi abbasserei mai a tali livelli. >
< Certo, come no… >
< Adesso smettetela con queste divergenze > replicò Richard mentre si apprestava a raccogliere un giornale < Vi state comportando… >
Ma mentre Richard stava leggendo l’articolo in prima pagina, il suo sguardo divenne sempre più serio.
< Che significa questa notizia? Furto eccezionale alla torre di Londra. Sono state rubate pietre preziose dal valore di milioni di sterline. Scotland Yard non ha ancora dei sospetti certi, ma credono che riguardi una famigerata banda di criminali infiltrati tra gli operai nella costruzione del nuovo Ponte di Londra. Si aspettano nuove rivelazioni da parte di alcuni testimoni. >
< Peccato per la polizia che non ci siano dei validi testimoni di cui ci possiamo fidare visto che si trattano della peggior feccia della città. >
< Si sta forse riferendo a noi operai?! >
< E a chi sennò? Voi siete contro la classe sociale più agiata, favorendo quei tipi di criminali. La polizia non riuscirà mai a trovare i veri colpevoli. >
< Questo è tutto da vedere… >
< Certo… Adesso è meglio che me ne vada. Ho perso fin troppo tempo con voi. Addio, operai del ponte > disse infine l’architetto prima di raggiungere la polizia sul cantiere di lavoro.
< Non sopporto quel dannato Fleming! Lo strozzerei con le mie mani > fece Steve furente di rabbia.
< Cerca di mantenere la calma invece > mormorò Richard < Prima la scritta di sangue sui muri del ponte e adesso questo furto eccezionale in piena regola… E tutto nel solito giorno… >
< Che cosa stai pensando, Richard? >
< Che sicuramente sono stati alcuni dei nostri operai che conosciamo bene… Ma non sarebbero stati soli. >
< Che vuoi dire? >
< Uomini potenti hanno organizzato tutto questo. Ne sono convinto. >
< Con quali prove arrivi a questa affermazione? >
< Le prove, mio caro, dovremmo cercarli da soli. >
< E come? >
< Entrando nella Torre di Londra. >
I lavori alla costruzione del Tower Bridge continuarono senza problemi come se non fosse successo nulla.
Ma Richard e Steve dovevano stare molto attenti con chi dialogavano, soprattutto nelle ore di pausa.
< Non riusciremo mai a controllare 430 operai, Richard. >
< Essi non si sogneranno mai di lasciare il loro cantiere di lavoro. Lo sanno che è proibito. >
< Solo l’ingegnere Stevenson ha l’obbligo di richiamarli. Noi non contiamo niente. >
< Lo so. Però dobbiamo essere gli occhi e le orecchie dell’ingegnere. Gliel’abbiamo promesso, Steve. >
< Avrei preferito non accettare. >
< Avremmo perso tutti il lavoro, sai? >
< E con ciò? Non siamo messi così male finanziariamente. >
< Questo lo dici tu, amico mio. Se in tutta la città si sparge la voce che abbiamo lavorato in un cantiere di criminali, non troveremo mai più lavoro nemmeno se paghiamo oro. >
< Odio quando hai ragione, Richard. >
< Tra un minuto andremo tutti in pausa. Occhi aperti, d’accordo? >
< Occhi aperti dici? Ma se non ci vedo dalla fame. >
< Vedi di resistere, ok? >
Ma appena tutti gli operai si stavano organizzando per mangiare la loro scarsa razione, l’ingegnere Stevenson richiamò tutti all’ordine fuori dal cantiere di lavoro spiegando il fatto tragico che era accaduto poche ore fa’.
< Mentre perlustravo la zona di lavoro del Tower Bridge, a malincuore ho scoperto una scritta infame contro di me dicendomi che dovevo morire… Partendo dal presupposto che solo voi operai avete l’ordine oltre a me di rimanere in questo cantiere di lavoro, vi prego di confessare chi è stato. Vi prometto che per questa volta chiuderò un occhio, ma se dovesse risuccedere… >
< Ingegnere, queste oltraggiosità non dovevano accadere a cose normali > fece un uomo distinto accanto all’ingegnere < Se nono riusciamo a trovare il colpevole, tutti i presenti devono essere puniti severamente. >
< Architetto Fleming, perché tutti devono fare le spese per colpa di alcuni individui? >
< Perché è come a scuola: se il colpevole non viene trovato, tutti ne pagano le conseguenze. E deve succedere anche qui in questo momento… >
< Ma io veramente… >
< Gliel’abbiamo spiegato prima, non si ricorda? >
< Avvocato Rupert, ci si mette pure lei contro di me? >
< Io non sono contro di voi, ma contro questa banda di criminali che viene pagata profumatamente in una delle costruzioni più importanti della città… E come viene ripagato? In questo atroce modo. >
< Pagati profumatamente?! > tuonò Steve rabbioso < Ci date a malapena pochi nichelini al giorno. E questa si chiama paga? >
< E’ quello che vi meritate, scansafatiche che non siete altro. >
Sentendosi profondamente offesi, tutti gli operai si rivoltarono contro l’architetto e l’avvocato che dovettero scappare lontani per non essere linciati.
< Adesso basta! Mantenete la calma! > gridò l’’ingegnere Stevenson facendosi sentire < Non possiamo permetterci che i lavoro subiscano un ulteriore ritardo. La Regina Vittoria ha espresso l’ordine che i lavori vengano ultimati al massimo entro la fine del prossimo anno. Non volete mica perdere il lavoro a causa del vostro orgoglio, vero? >
< Orgoglio o no, l’ambiente di lavoro ha bisogno di essere riformato immediatamente. Molti operai si feriscono in breve tempo e le condizioni mediche sono scarse o inesistenti. >
< Da quando in qua? > domandò l’ingegnere risoluto.
< Da sempre! Non è colpa vostra se lei è occupato a non fare niente e a dare semplicemente degli ordini. >
< Come osa parlarmi in questo modo?! >
< Lei non ha rispetto per me e di conseguenza lei ha seminato solo tempesta contro di noi… Noi siamo in 432, mentre lei è solo. >
< No… non è così. >
La voce di Richard risuonò nelle orecchie dell’operaio insorto come un macigno.
< L’ingegnere ha profondo rispetto per noi > iniziò a dire Richard < Siete voi che non riuscite a capirlo. >
< Ecco un raccomandato dell’ingegnere… Quanti soldi ti ha dato per proteggerlo? >
< Non è una questione di soldi, stupido ignorante. Io lavoro e vengo pagato alla stessa vostra maniera. >
< Certo… Ma chi vuoi che ci creda?! Tu sei solo un farabutto ignorante che vuole proteggere i potenti… Ma questa volta voi siete in netta minoranza. All’attacco! >
In pochi minuti, sul cantiere di lavoro del Tower Bridge si scatenò una vera e propria rivoluzione, che costò il ferimento di un centinaio di operai e molti infortuni che non sono mai riusciti a classificare.
< Ingegnere, dobbiamo andarcene da qui > fece Steve prendendolo sottobraccio.
< Non posso abbandonare il cantiere. Se sua maestà lo verrà a sapere… >
< E’ più importante la sua vita o quello che ha da dire la nostra Regina? > domandò Richard < Steve ha ragione. Questo cantiere non è più un luogo sicuro. >
Senza sapere che cosa fare, alla fine l’ingegnere ubbidì alla richiesta dei due operai, riuscendo a fuggire prima che alcuni attrezzi da lavoro potessero colpirlo.
 
 
Rifugiatasi in un pub londinese frequentato da gente altolocata, l’ingegnere Stevenson poté tirare un sospiro di sollievo.
< Domani tutti i giornali parleranno di questo fatto ed io perderò il lavoro insieme a tutti voi. >
< La Regina Vittoria non può permettersi di fermare i lavori, no? I costi di produzione si alzerebbero notevolmente. E tutti sanno che le casse reali non posso spendere ulteriormente. >
< Non so più che cosa pensare, ragazzi… Forse era meglio licenziare tutti come mi avevano consigliato l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert. >
< Ingegnere, voleva fare in modo che centinaia di famiglie soffrissero la fame per una questione che non doveva essere di dominio pubblico? >
< Sono stato segretamente minacciato di morte! > sbraitò l’ingegnere < Vorrei vedere come vi sareste comportati voi al posto mio. >
< Sì è scatenato il caos > ribatté Steve < E questo non doveva succedere. >
< Devo prendere le dovute decisioni. Non ho più tempo da perdere. >
< Dove sta andando? >
< Devo parlare con il segretario della regina per quello che è successo e bloccare subito questa faccenda. Se tutti i giornali ne parleranno, saremo lo zimbello di tutto il regno. E questo non posso permetterlo. >
< Quindi vorrebbe andare contro noi operai? >
< Voi siete diversi ragazzi… Ma non posso permettere che questa situazione rimanga impunita. Mi dispiace per tutti voi. >
Non avendo nessun modo per far cambiare idea all’ingegnere, Richard e Steve si convinsero che i loro guai erano appena all’inizio
 
 
La notizia del licenziamento di tutti i 432 operai non tardò ad arrivare.
Infatti, furono spedite in una sola notte tutte le lettere necessarie al fine di bloccare i lavori e venire di conseguenza indiziati per ‘orrendo fatto accaduto il giorno prima.
Scotland Yard non tardò molto a raggiungere il luogo incriminato dove operi ignoti avevano commesso il fatto.
< E’ terribile quello che sta succedendo > fece Steve < Non doveva finire così. >
< I lavori di ultimazione del ponte continueranno anche senza di noi, Steve. >
< Sì, ma con quali soldi? >
< La Regina Vittoria farà di tutto per completare questa dannata opera. A costo di chiamare operai stranieri. >
< Voglio proprio vedere come… >
< Adesso però l’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è che siamo tutti indiziati per quella dannata scritta. >
< Io non mi preoccuperei più di tanto, Richard. Noi due siamo innocenti. >
< Innocenti fino a prova contraria > fece l’architetto Fleming andandogli incontro.
< E lei che cosa vuole da noi? >
< Niente in particolare… Vi ho solo sentito parlare e ho deciso di raggiungervi. >
< Pessima idea… Qui non è il benvenuto. >
< Perché voi? Vi voglio ricordare che siete nel cantiere di lavoro e che siete stati tutti licenziati. Quindi siete voi a non poter rimanere qui. >
< Allora cosa aspetta? Ci cacci! >
< Steve, per favore. Non è il momento di farci un nemico proprio ora. >
< Voi operai siete la feccia ignorante dell’umanità… E’ colpa vostra se questa nazione sta sprofondando nei debiti. La Regina Vittoria dovrebbe fare qualcosa contro di voi, ma invece… >
< Le voglio ricordare che se non fosse per noi operai, molte costruzioni importanti non sarebbero mai venute alla luce. >
< Sono gli architetti e gli ingegneri a coordinare i lavori. Non voi! >
< E vedo come… Qui l’unico che si è impegnato davvero è il povero Ingegnere Stevenson, succube dei suoi ordini perentori contro di noi insieme a quell’avvocato da strapazzo di cui non ricordo il nome… Non mi sorprenderebbe che la scritta sul muro sia opera sua. >
< Ma come osa?! Io non mi abbasserei mai a tali livelli. >
< Certo, come no… >
< Adesso smettetela con queste divergenze > replicò Richard mentre si apprestava a raccogliere un giornale < Vi state comportando… >
Ma mentre Richard stava leggendo l’articolo in prima pagina, il suo sguardo divenne sempre più serio.
< Che significa questa notizia? Furto eccezionale alla torre di Londra. Sono state rubate pietre preziose dal valore di milioni di sterline. Scotland Yard non ha ancora dei sospetti certi, ma credono che riguardi una famigerata banda di criminali infiltrati tra gli operai nella costruzione del nuovo Ponte di Londra. Si aspettano nuove rivelazioni da parte di alcuni testimoni. >
< Peccato per la polizia che non ci siano dei validi testimoni di cui ci possiamo fidare visto che si trattano della peggior feccia della città. >
< Si sta forse riferendo a noi operai?! >
< E a chi sennò? Voi siete contro la classe sociale più agiata, favorendo quei tipi di criminali. La polizia non riuscirà mai a trovare i veri colpevoli. >
< Questo è tutto da vedere… >
< Certo… Adesso è meglio che me ne vada. Ho perso fin troppo tempo con voi. Addio, operai del ponte > disse infine l’architetto prima di raggiungere la polizia sul cantiere di lavoro.
< Non sopporto quel dannato Fleming! Lo strozzerei con le mie mani > fece Steve furente di rabbia.
< Cerca di mantenere la calma invece > mormorò Richard < Prima la scritta di sangue sui muri del ponte e adesso questo furto eccezionale in piena regola… E tutto nel solito giorno… >
< Che cosa stai pensando, Richard? >
< Che sicuramente sono stati alcuni dei nostri operai che conosciamo bene… Ma non sarebbero stati soli. >
< Che vuoi dire? >
< Uomini potenti hanno organizzato tutto questo. Ne sono convinto. >
< Con quali prove arrivi a questa affermazione? >
< Le prove, mio caro, dovremmo cercarli da soli. >
< E come? >
< Entrando nella Torre di Londra. >

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Capitolo 3
*** Agguato ***


< Tu sei completamente pazzo, Richard > ribatté Steve con una risata isterica < Nessuno può entrare nella Torre di Londra a parte le guardie della Regina. Tu sei uno di loro? >
< Ovvio che no… Ma la notte la sorveglianza è molto più vulnerabile di quello che pensiamo. >
< E come fai a saperlo tu? >
< Invece di andare subito a casa dovresti guardare le cose che ti girano intorno… Le guardie della Regina se ne fregano di badare ad un mucchio di oggetti che non le riguarda minimamente. Anche perché alcuni di loro erano degli ex operai mandati a proteggere la Regina a causa di scarsi volontari. >
< Questa sì che non la sapevo… Quindi potremmo farci aiutare da loro? >
< Ovvio che no… E’ molto probabile che il furto dei gioielli della Regina sia ad accomunare a loro e a uomini potenti come ho appena detto. >
< Ma se ci stessimo sbagliando? Per lo meno, mi sembra tutto surreale. >
< Anche per me… Ma non dobbiamo dare niente per scontato. >
< Richard, fammi un piacere: perché non decidi di rimanere un umile muratore facendoti gli affari tuoi? >
< Perché io, come te, dobbiamo riconquistare il nostro lavoro e il nostro onore. Per me questo è più importante di qualsiasi altra cosa. E non mi fermerò mai dinanzi a niente. >
Steve non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
< E tu naturalmente Steve mi aiuterai. Non posso farcela da solo. >
< perché credi che in due sarà diverso? >
< Tentar non nuoce. Abbiamo qualcosa da perdere? >
< Oltre alla vita? L’hai detto tu. >
< Molto bene. Allora entriamo in azione quando ci sarà il cambio della guardia. Lì sarà il momento più vulnerabile. E da lì in poi la nostra entrata in scena sarà effettiva. >
< Spero che vada tutto bene > rispose Steve preoccupato.
 
 
Analizzando la costruzione che gli operai avevano portato avanti, l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert notarono alcuni difetti della costruzione.
< Il piolo portante della prima torre non è stato fissato correttamente, ingegnere. E per di più i mattoni e il cemento usato sono minori di quello che possiamo vedere. >
< E lei come fa ad esserne sicuro? >
< Ingegnere, perché lei crede che io faccia questo lavoro? >
< I miei operai, prima di licenziarli, hanno fatto un ottimo lavoro. Anche il segretario della Regina mi ha dato ragione su tale consenso. >
< Ingegnere, vorrei proprio sapere chi vi ha incaricato nella costruzione di questo ponte > replicò l’avvocato < Si vede che lei e il segretario non capite niente di architettura e di costruzione. >
< Perché lei? La smetta di darmi contro e vada a fare l’avvocato. >
< Che cosa vuole dire? >
< Da quando ci siamo conosciuti, non ha fatto altro che darmi contro. >
< Ovvio. Perché ha preso decisioni sbagliate. Oltre che sugli operai, s’intende. I peggiori di tutta la storia britannica. >
< Allora ci pensi lei a reclutarmi degli operai adatti. >
< Infatti è quello he sto facendo, mio caro ingegnere. >
< Tornando a noi, sono riuscito a parlare con il segretario della Regina e a convincere che la rivolta di ieri sia solo un lontano ricordo. Quindi la costruzione può riprendere anche in questo momento senza alcun intoppo. >
< Sì, ma con quali operai?! >
< Possiamo mandarla avanti da soli, sa? Almeno finché degli uomini volenterosi ed esperti sulle costruzioni non ci raggiungano in cantiere. Poi potrà vedere con i suoi occhi che il Tower Bridge verrà ultimato. Anche in tempi record se occorre. >
< Non ci credo nemmeno se lo vedo. >
< Lei è molto titubante sulle nostre decisioni, vero? >
< Ovvio che sì. Secondo me state dicendo un mucchio di sciocchezze. >
< Lo vedremo con il tempo… Se il Ponte dovesse crollare per qualche dispiacevole motivo, il primo indiziato sarà lei Ingegnere Stevenson. E dopo come riuscirà a difendersi? Tutti saranno contro di lei e la prigioni non le basterà. Verrà linciato da una folla inferocita per aver distrutto delle vite inutilmente. A questo non ci pensa? >
< No. Perché sono convinto che i miei operai abbiano fatto un ottimo lavoro. >
< Magari sì… Però fino alla scoperta di quella famosa scritta > rispose l’avvocato con ghigno malefico.
< Già ingegnere, lei non sa minimamente chi possa essere stato? >
< No. La polizia sta ancora indagando. >
< Allora credo proprio che non lo scoprirà mai… Scotland Yard sono contro quei poveracci. La feccia dell’Inghilterra, lì hanno tradotti. Mi sa tanto che non ci sarà un vero colpevole. Mi dispiace per lei. >
< Dormirò lo stesso sogni tranquilli > rispose l’ingegnere con indifferenza < L’unica cosa che conta è che il ponte sia ultimato. >
< Così che lei possa prendere tutti gli onori, vero? >
< Certo che no, architetto. Da quello che so anche voi riceverete una buona parte di merito. >
< Da chi? Ingegnere Stevenson, crede che io sia uno sciocco? Pensa davvero che non abbia scoperto che ha riferito al segretario della Regina che io non sto facendo niente per continuare i lavori? >
< E’ forse una bugia, architetto? >
< No… Però poteva omettere questa cosa. >
Sentendo quelle parole, l’ingegnere Stevenson si alzò dalla sua sedia andando a muso duro contro l’architetto Fleming.
< Se non si fanno le cose fatte per bene architetto, è naturale che prima o poi la verità venga alla luce… Quindi lei e il suo fidato compare che ha come avvocato, sarebbe meglio che vi metteste all0opera. La Regina Vittoria non aspetta. E se alle sue orecchie dovessero arrivare le voci di un nuovo ritardo, nessuno di noi verrà risparmiato… Vuole davvero che succeda questo? >
< Ci sono cose molto più importanti che la nostra Regina deve pensare, lo sa? Come ad esempio quel furto alla Torre di Londra. >
< Una situazione che presto si risolverà visto che hanno già su cui indagare. >
< Ah davvero? E chi sarebbero costoro? >
< Perché non ne parlate con la polizia? Sono sicuro che vi risponderà meglio di me. >
Intuendo che l’ingegnere stava nascondendo qualcosa, l’architetto e l’avvocato insistettero per farselo dire.
< Avete forse la coscienza sporca voi due? > fece l’ingegnere con ghigno malefico < Fate ben. Perché adesso siete voi che dovrete guardarvi le spalle. Sono stato chiaro? >
< Ingegnere, se veniamo a sapere che lei sta tramando contro di noi, non le risparmieremo delle brutte figure. >
< Fate pure quello che volete. Io non ho minimamente paura di voi… E adesso, se volete scusarmi, ho un ponte da costruire. Con permesso > disse infine l’ingegnere uscendo dall’ufficio dell’architetto.
< Quel maledetto! Ci sta nascondendo qualcosa, Fleming. >
< Stai calmo, Rupert. Non sospetta minimamente su di noi. >
< Invece è qui che ti sbagli… L’hai visto, no? Non ha battuto ciglio sui presunti difetti di costruzione, fregandosene altamente. Ma non gli interessa la sorte di tutti coloro che ci passeggeranno? >
< Rupert, il nostro ingegnere è molto più furbo di quello che pensiamo… Sa che i lavori sono stati eseguiti alla perfezione… Ma se noi li manomettessimo? Nessuno sospetterebbe nulla. >
< Architetto Fleming, crede davvero… >
< Con il furto dei gioielli della Regina ci siamo presi un bel gruzzoletto mettendo si conseguenza in cattiva luce quei poveri operai anche dopo il brutto fatto della scritta di sangue…. Quindi, chi potrebbe mai sospettare di noi? >
< Sì, ha pienamente ragione. >
< Non c’è niente di cui preoccuparci, avvocato Rupert. La situazione è totalmente sotto controllo. E gli operai impegnati nel furto e nella scritta non oseranno dire niente, altrimenti saranno loro i primi ad essere spediti in prigioni. >
< Abbiamo il coltello dalla parte del manico… >
< Puoi ben dirlo, amico mio… Se fossi in te starei tranquillo. Come ho appena detto, non c’è niente di cui preoccuparci. Nessuno risalirà a noi. Nessuno. >
Ma l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert non poterono mai immaginare che l’ingegnere Stevenson avesse ascoltato tutto.
“Adesso che è tutto chiaro è meglio chiamare subito la polizia e scusarmi principalmente con Richard e Steve. Anche loro devono sapere.”
Ma prima che l’ingegnere potesse uscire dall’edificio dell’architetto, fu circondato da un’orda di uomini9 incappucciati.
< Che cosa volete da me? > domandò spaventato l’uomo.
< Ingegnere, che cosa pensava di fare? Voleva spifferare tutto alla polizia? Mi dispiace per lei, ma la sua corsa finisce qui. >
Imbavagliandogli le mani e coprendogli il viso, il povero ingegnere fu spedito nei cunicoli sotterranei del Ponte di Londra dove veniva usato dagli operai per poter ricaricare le energie dopo lunghe ore passate alla costruzione.
< Lasciatemi andare! >
< Ha osato mettersi contro di noi, ingegnere… E nessuno può rimanere impunito. >
Guardandosi intorno, l’ingegnere poté notare un quantitativo di pietre preziose intorno a lui.
< Che cosa guardi?! Se ti abbiamo scoperto il viso non è per farti curiosare in giro! >
< Siete stati voi a rubare dalla Torre di Londra, vero? >
< E’ stato molto più facile del previsto > fece uno dei ladri < Se ci si allea con le persone giuste, si può diventare ricchi in pochissimo tempo. >
< A chi vi state riferendo? >
< A noi. >
Sentendo la voce dell’architetto, l’ingegnere Stevenson rimase sorpreso.
< Allora siete voi due ad aver architettato tutto! >
< Visto che eravamo a corto di fondi, abbiamo deciso di crearcela da soli > spiegò l’architetto < E quale cosa migliore se non rubare dalla Torre di Londra? La povera Regina non sospetta niente al riguardo… E quando si renderà conto che una gran parte delle sue pietre preziose manca dalla sua collezione, noi saremo già scappati. >
< Dannati! Avete interrotto i lavori per distrarre l’opinione pubblica dal furto dei gioielli, vero? >
< Nessuno sa del furto dei gioielli > spiegò l’avvocato < Né tantomeno verranno a sapere che lei è stato sequestrato, ingegner Stevenson. >
< Che cosa volete farmi? >
< Credo che buttarla dal punto più alto della Torre di Londra in costruzione sia la decisione più adatta… Spero per lei che sappia notare ingegnere, altrimenti non ha nessuna possibilità di sopravvivere nelle acque del Tamigi. >
Sentendo che il suo destino era segnato, il vecchio ingegnere pregò che i suoi amici operai più fidati potessero rendersi conto della sua scomparsa per accorrere in suo aiuto.
ma i due giovani operai non avevano molto tempo a disposizioni visto che l’architetto Fleming diede ordine ai suoi uomini di far sparire il suo corpo il prima possibile.

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Capitolo 4
*** Corsa contro il tempo ***


L’oscurità aveva ricoperto completamente il cielo londinese con una coltre di nuvole grigie.
Alzando lo sguardo al cielo, Richard e Steve notarono che tra poco sarebbe iniziato a piovere.
< Accidenti. Io odio la pioggia > sbuffò Steve.
< Lo hanno capito tutti, sai? >
< Tu non preferisci il bel tempo? >
< Certo… Ma in questo momento la pioggia ci potrebbe aiutare. >
Attendendo impazientemente il cambio della guardia, alcune torce illuminate dal fuoco risalirono all’attenzione dei due muratori.
< Che cosa sta succedendo, secondo te? >
< Non ne ho la più pallida idea, Steve. Da questa posizione non riusciamo a vedere bene. >
< E se ci avvicinassimo? >
< Dobbiamo entrare nella Torre. Te lo sei scordato? >
< Ma quello con lei mani legate è l’ingegnere Stevenson! >
Steve non si era reso conto che aveva esclamato il nome dell’uomo con tono molto alti.
< Che cosa ci fate voi due qui?! > tuonò una guardia della torre che si stava aggirando nelle loro vicinanze.
< Niente. Stavamo solo contemplando il cielo. >
Richard non riuscì a trovare una scusa efficace in quel momento, incorrendo in un guaio più grande di lui.
< Siete voi i ladri che hanno scassinato i forziere della Regina e portato via i suoi gioielli, vero? Siete tornati sul luogo per prenderne altri? >
< No! Lei si sta sbagliando! >
< Non mi fido di voi! Sarà meglio che avverta il segretario della Regina. Lui saprà sicuramente cosa fare di voi… Intanto verrete rinchiusi qua dentro fino a quando non sarà deciso il vostro destino. >
Ma i due operai non erano dello stesso parere dell’uomo, riuscendo a fuggire e a mettersi in salvo.
< Dobbiamo correre il più veloce possibile, altrimenti ci raggiungeranno. >
< Infatti devono raggiungerci… >
< Che cos’hai in mente di fare, Richard? >
< Portare quelle guardie dai veri colpevoli. >
Mentre una decina delle guardie reali si stavano riversando fuori la Torre, Richard e Steve li condussero dinanzi al cantiere di lavoro del Tower Bridge.
< Volete i veri colpevoli?! Sono loro! > gridò Steve indicando l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert.
Sentendosi tirati in causa, Fleming e Rupert si guardarono con sguardo confuso.
< Fleming, ci hanno scoperti! Dobbiamo andarcene immediatamente. >
< Non finché non avremmo buttato già dalla Torre di Londra il nostro più grande problema > obiettò Fleming.
< Allora facciamo presto! Tra poco ci raggiungeranno fino in cima. >
< Il Ponte di Londra è ancora molto decadente. Non riusciranno a giungere qui facilmente. >
Nel mentre i due operai furono bloccati dalle guardie reali, cercarono di dimostrare la loro innocenza insistendo che loro non avevano fatto nulla.
< Fate silenzio! > tuonò una guardia < Tra poco il segretario della Regina sarà qui e… >
< Guardate quell’uomo! Vi prego! È in pericolo di vita! >
Appena le guardie reali si resero conto che stava succedendo qualcosa di anomalo, il loro Capitano cercò di attirare l’attenzione dei malviventi, ma con scarso successo.
< Devo andare fin lassù personalmente. Voi tenete a bada questi due finchè non sarò ritornato. >
< Capitano, lasci che l’aiutiamo. >
< Assolutamente no. Io non mi fido per niente di voi… Molto probabilmente siete in combutta con quell’uomo. Ne sono certo. >
Ma prima che il capitano delle guardie potesse arrampicarsi fino in cima alla Torre di Londra, fu bloccato da una decina di operai che si aggiravano nelle vicinanze.
< Credeva che saremmo rimasti senza fare niente? Il nostro Capo non vuole piantagrane di mezzo. Soprattutto un degno servitore della Regina come lei. >
< Ma voi chi siete? >
< Siamo degli umili operai… Ma possiamo anche essere dipinti come anarchici… Già, anarchici della peggior specie. >
< Che voi siate maledetti! Lasciatemi andare! >
< Che cosa sta succedendo laggiù? > domandò l’architetto Fleming.
< Abbiamo catturato questa guardia… Che cosa ne facciamo di lui? >
< Disarmatelo e buttatelo nel Tamigi, chiaro? >
< Cosa?! ma io non so nuotare! >
< Mi dispiace per lei. Ci doveva pensare prima, non le pare? >
Sotto gli occhi increduli di Richard e Steve, il Capitano delle guardie della Torre di Londra fu gettato da un’altezza considerevole della torre, affogando pochi minuti9 dopo nelle gelide acque del Tamigi.
Le altre guardie non poterono fare niente per lui, recuperando il suo corpo galleggiante subito dopo e liberando di conseguenza i due operai.
< Adesso che siamo libero, come facciamo a giungere fin lassù? >
< Facendoci largo tra quei traditori. >
< E come faremo, Richard? Siamo completamente disarmati! >
< Non vi azzardate ad avvicinarvi voi due, altrimenti l’ingegnere farà la stessa fine di quella dannata guardi! > minacciò l’architetto Fleming.
< Adesso basta. Non posso rimanere qui senza fare niente! >
Preso da un senso di rimorso e di paura, l’avvocato liberò il povero Stevenson dalle grinfie dell’architetto.
< Tu sei un pazzo! Che cosa vuoi dimostrare? >
< L’ingegnere Stevenson non merita una fine del genere, architetto Fleming… Ha fatto molto per questa città e ucciderlo così a sangue freddo è totalmente follia. >
< Avvocato Rupert, lei ha il coraggio di essere contro di me? >
< Io… Purtroppo devo… >
< Hai appena dichiarato la tua condanna a morte. >
Tirando fuori una pistola dalla sua tasca nascosta della giacca, l’architetto Fleming sparò a sangue freddo al povero Rupert, uccidendolo all’istante e gettandolo nelle acque del Tamigi.
< Adesso che non è più un problema, tocca a lei patire la stessa sorte, ingegnere. >
Ma nel mentre l’architetto si mosse sulle travi della Torre, quest’ultime non ressero il peso dell’uomo, troncandosi sotto i suoi piedi e facendogli fare una rovinosa caduta di schiena per alcuni metri.
Fleming svenne sotto quel duro colpo, mentre l’ingegnere Stevenson fu aiutato proprio dai due operai a scendere dalla Torre senza che la costruzione della Torre non subisse ulteriori danni.
< Grazie, ragazzi. Mi avete salvato la vita > fece l’ingegnere tirando un sospiro di sollievo.
< Per fortuna siamo giunti in tempo, altrimenti sarebbe stata una carneficina… Prima lei, poi magari il Capitano delle Guardie. >
< Peccato che l’uomo abbia sortito un brutto destino. >
< Già. Ma anche Fleming non se l’è passata bene… E’ morto sotto i nostri occhi > spiegò Richard.
< E gli operai traditori? Che fine hanno fatto? >
< Guarda tu stesso, Steve… Sono stati catturati dalle guardie reali che operano nella casa della Regina Vittoria. >
< Adesso sì può dire che è tutto finito. >
< Ebbene sì, ingegnere… Ma adesso come faremo con i lavori? >
< I lavori del ponte devono continuare senza intoppi. Lo ordina la Regina Vittoria in persona. >
La voce del segretario personale di sua maestà risuonò nelle orecchie dell’ingegnere come un atto gravoso a cui non stava compiendo nessun rimedio.
< Mi duole che lei abbia assistito a tutto questo > fece Stevenson con tono cupo < Ma le prometto che non ci sarà più nessun ritardo. >
< Me lo auguro. La Regina Vittoria tiene molto a questo monumento, e non vederlo concluso in tempi brevi la irrita molto. >
< Segretario, le voglio ricordare che Roma non è stata costruita in un giorno > obiettò Richard < Quindi anche la costruzione del ponte ci vuole il suo tempo. >
< Lei è per caso uno degli operai? >
< Esattamente. >
< E che cosa ci fa qui? Perché non è sul cantiere di lavoro? >
< Perché è stato licenziato… da me > spiegò l’ingegnere.
< Molto bene… Quindi mi vuole forse dire che ha bisogno di nuova manodopera? >
< Ora che è stato chiarito tutta la faccenda, questi due uomini posso tornare al lavoro. >
< Bene, allora avanti. Avete perso fin troppo tempo. Per la fine del prossimo anno il ponte deve esser ultimato. Sono stato abbastanza chiaro? >
< E così sarà. Non si preoccupi. >
< Lo spero per tutti voi… Buona serata > disse infine il segretario raggiungendo le guardie personali della Regina.
< Non lo facevo così irascibile quell’uomo, sapete? In fondo è solo un segretario. >
< Solo un segretario, Steve? È l’uomo più importante del Regno dopo sua maestà. >
< Sarà. Ma è un uomo come tutti noi. >
< E comunque ragazzi, una volta che avremmo ricomposto tutta la squadra, i lavori proseguiranno senza sosta. Credete di riuscire a sopportare il peso e lo stress di tutto il carico di lavoro che ci manca? >
< Certo, ingegnere Stevenson. Nessun problema > rispose Richard ritrovando il sorriso.
< Bene, mi fa piacere… Allora basta perdere tempo. È il momento di riuscire in tale impresa. >
< E ce la faremo, stia tranquillo. >
< Non ti facevo così ottimista, Steve. >
< Posso contare con un ingegnere e con un collega capaci di fare qualsiasi cosa. Non scordatevelo. >
< Vi ringrazio, ragazzi. Ancora per tutto > disse l’ingegnere Stevenson riprendendo quella stessa notte i lavori per la costruzione della Torre e completandoli in tempo record nel giugno dell’anno dopo contro i subbugli di corte e le controversie che avevano colpito tutti i lavoratori impegnati nel progetto.

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