Paint it Black!

di LadyPalma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bianco ***
Capitolo 2: *** Rosa ***
Capitolo 3: *** Rosso ***
Capitolo 4: *** Grigio ***
Capitolo 5: *** Verde ***
Capitolo 6: *** Nero ***



Capitolo 1
*** Bianco ***


 
 





 
 




  






Capitolo 1. Bianco

 
 



Myrcella, sette anni appena compiuti, batté le piccole mani.
"Mamma, me ne hai preso finalmente uno vero?"
Il cucciolo bianco ai suoi piedi la guardava incuriosito - e anche un po' assonnato - e lei reagì a quella tiepida espressione afferrandolo con impeto e strapazzandolo. Non riusciva proprio a contenere l'emozione di avere finalmente un gatto vivo, dopo aver sempre vissuto circondata dai mille soprammobili a forma felina della madre.
La donna le fece un sorriso, più severo che dolce. "Mi raccomando, tesoro, dovrai occupartene tu!"
"Sì, te lo prometto. Snowflake non ci darà alcun problema!"
Solo due mesi dopo, la dolce Snowflake distrusse accidentalmente cinque preziosi pezzi della collezione di piatti Felini Felici.
Le urla stridule di Dolores Umbridge si sentirono dalla camera chiusa a chiave di Myrcella.
"Tranquilla" mormorò alla gatta, ridacchiando, "mamma è un cane che abbaia ma non morde".
Perlomeno non loro.
[Fiocco di neve, 146 parole]
 
 

"Ti prego, con tutto quel rosa sembri mia madre!" esclamò Myrcella, simulando un brivido di disgusto.
Per tutta risposta, la collega scosse la testa, fece diventare i propri capelli di un rosa più tenue e modificò anche i lineamenti del volto, rendendoli simili a quelli di una rana.
"Ora sì che sembro tua madre!"
Myrcella batté un paio di volte gli occhi chiari e poi scoppiò improvvisamente a ridere di gusto.
"Sei proprio una stupida, Ninfadora!"
"Hey, non chiamarmi"
Prima che la ragazza potesse concludere la sua solita protesta, il loro capo fece sentire la propria.
"Smettetela di ridere, ingenue. Occhi aperti e vigilanza costante!"
Tonks e Myrcella si guardarono in faccia e scoppiarono di nuovo a ridere.
[Risata, 118 parole]
 
 

Il primo incontro di Myrcella con l'Ordine rischiò di essere disastroso. E non tanto per la diffidenza generale nei suoi confronti, quanto per la candida ingenuità che talvolta la caratterizzava.
"Allora ehm" tossicchiò a un certo punto, durante la cena, voltandosi verso l'uomo a capotavola. "Azkaban è davvero così terribile, signor Black?"
Il gelo di mille dissennatori cadde su tutta la tavolata. Di fronte a lei, Tonks aveva sgranato gli occhi e Lupin aveva assunto un'espressione allarmata. Oltre il suo raggio visivo, tutti si guardavano imbarazzati l'un l'altro e trattenevano il respiro. Per lunghi secondi non si sentì alcun suono, fatta eccezione per il grugnito divertito di Moody.
Anche il padrone di casa tratteneva il respiro, finché non lo rilasciò improvvisamente in una risata lunga e sonora, che destò ancora più sorpresa. Nessuno lo aveva sentito ridere così in quella casa.
"Dopo questa domanda credo tu possa chiamarmi Sirius, principessa".
[Respiro, 150 parole]
 
 

"Mi meraviglio, Alastor! Predichi tanto la vigilanza costante e poi porti qui la figlia della donna che tortura i miei figli!"
Seguirono un grugnito e una difesa calorosa.
"Myrcella è tra le auror più brillanti in circolazione. L'Ordine ha bisogno di streghe così!".
Un sospiro e l'inserimento di una nuova voce.
"C'è da dire che la biondina non sembra affatto una maga oscura..."
"Lo dicevamo anche di Peter Minus o lo hai dimenticato, Sirius? Non posso credere che stai dalla sua parte. Le lettere di Harry parlano chiaro!"
"Le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli, Molly.  Altrimenti, non dovresti neanche fidarti di me, vista l'illustrissima famiglia da cui provengo!"
"Infatti non lo so ancora se mi fido di te dato che sei così irresponsabile! Ma di una cosa sono certa: non mi fido di quella ragazza!"
Myrcella si allontanò dalla porta e dalle urla.
Aveva sentito abbastanza.
[Urla, 149 parole]
 


Myrcella ebbe il tempo di ravviarsi i capelli biondi e lisciarsi le pieghe dell'ampia gonna azzurra prima che Sirius le comparve davanti.
"Che ci fai qui? Oggi non c'è la riunione".
"Sono qui per vedere te in realtà. Ho sentito la discussione tra te e la signora Weasley e io... Ecco, volevo ringraziarti. E anche dirti che mi dispiace per quello che mia madre sta combinando a Hogwarts. Io non sono come lei."
"Tranquilla" la interruppe con un accenno di sorriso. "Sono l'ultima persona con cui devi giustificarti".
La ragazza rispose al sorriso e si adeguò per qualche secondo al flusso del silenzio. Forse era curiosa di scoprire a cosa la strana espressione sul volto dell'uomo avrebbe portato.
"Che ne dici di parlare delle nostre adorabili madri davanti a una tazza di tè?"
"Va bene, ma gradirei dello sherry piuttosto".
Era la figlia di sua madre, dopotutto.
[Che ci fai qui?, 148 parole]
 
 

"...E poi ha preso tutte le mie figurine uscite dalle cioccorane e le ha bruciate! E non era neanche colpa mia di aver distrutto i suoi preziosi piatti, ma della mia gattina! Ho pianto per giorni..."
Rideva, invece, adesso, seduta sul divano di Grimmauld Place a sorseggiare sherry e giocare a scacchi magici.
"Questa è la cosa peggiore che mia madre ha fatto, quindi vince un'altra volta la tua, Sirius" aggiunse con un sospiro. "Sai, in fondo con me non è stata mai troppo severa. Certe volte mi chiedo che cosa avrebbe fatto se non fossi stata sempre così ubbidiente..."
"Non l'hai mai contraddetta?"
L'uomo la guardava con curiosità e interesse, mentre muoveva la sua pedina nera.
"Solo nella scelta più importante, quella della mia carriera..."
Ecco una cosa che in cinque pomeriggi non aveva ancora raccontato. Sorrise e ricordò ad alta voce.
[Figurine, 143 parole]
 
 
 
 
 
 

 

NDA: Salve a tutti, con un po’ di timore (e tremore) mi decido a pubblicare questa minilong. Sono anni che non mi azzardo a scrivere su un nuovo personaggio e la forma che ho scelto – quella di una raccolta cronologica di drabbles allungate (cioè massimo 150 parole) – è particolare e spero non crei confusione.
Ci tengo a dire che la copertina è stata realizzata dalla mia sorellina di 12 anni (che è molto più brava di me in queste cose) e che mi ha supportato nella scelta del prestavolto di Myrcella: si tratta di Elizabeth Banks (sono io o ha per davvero qualche somiglianza con Imelda Staunton?). Spero che l’idea vi sia piaciuta e, se vi va, un commento è sempre gradito.
A presto!

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Capitolo 2
*** Rosa ***


2. Rosa





Myrcella guardò con un accenno di tristezza sua madre allontanare la zuccheriera.
“Non devi esagerare con lo zucchero” le diceva sempre. Teneva alla linea di sua figlia più di quanto, evidentemente, tenesse alla propria. “Specialmente ora che arriva il segretario Whitehead. E’ un uomo di una certa classe”.
La bambina, costretta nel vaporoso vestitino rosa, fu rapida a nascondere il disappunto. Un nuovo uomo nella vita di sua madre: un altro ricco e famoso mago che lei avrebbe tentato disperatamente di conquistare e che, puntualmente, l’avrebbe rifiutata.
“Come mio padre?”
La domanda le sfuggì prima che potesse controllarsi e, anche se lo sguardo era fisso e tranquillo, le mani le tremavano. Come tremavano improvvisamente a Dolores.
“Tuo padre non era nessuno di importante, tesoro”.
Nessuno di importante: ecco tutto quello che sapeva sull’altra metà delle sue origini.
Il tè le parve improvvisamente ancora più amaro.

[Zucchero, 145 parole]


 
Da piccola, Myrcella era stata agghindata da sua madre a sua immagine e somiglianza. Rosa in ogni sfumatura.
Poi era andata a Hogwarts e per sette anni – estati escluse – si era appropriata del blu e del bronzo, senza però trovare in quei colori una vera casa.
Da adulta aveva provato a cercare se stessa in altre scale cromatiche. Azzurro, verde, rosso.
Ma era rimasto di lei solo un guscio vuoto, informe, neutro. Una tabula rasa che aspettava di essere riscritta con nuovo inchiostro.
Myrcella Umbridge era il bianco che anelava a un tocco di nero.

[Bianco, 95 parole]



 
“Sei serio?” commentò Myrcella confusa, dopo lunghi attimi di silenzio, con le guance leggermente imporporate.
Alastor Moody, il suo superiore, aveva appena fatto un’allusione all’amicizia speciale tra lei e Sirius, in un tono a metà tra il divertito e il preoccupato.
Non poteva fare a meno di chiedersi e chiedergli se parlava seriamente perché, nonostante i tanti anni in cui lo conosceva, non ancora riusciva a capire bene quando quello strambo auror scherzasse.
Forse perché, in fondo, non lo aveva mai visto seriamente scherzare.
Moody la scrutò con l’occhio vero e quello finto, e sbuffò.
“Dico solo che dovresti evitare pericolose distrazioni. L’universo è più grande di Grimmauld Place, dopotutto”.

[Sei serio?, 110 parole]
 



L’universo è più grande di Grimmauld Place.
Quelle parole riecheggiavano ogni tanto nella testa di Myrcella senza che lei vi trovasse un senso. Lo sapeva che l’universo era più grande di quella casa, era ovvio, eppure non si accorgeva che il suo mondo si stava assottigliando sempre più. Quando non era a lavoro, la si trovava sempre al numero 12. Alle volte restava perfino a dormire, tanto “la casa era enorme e le stanze tante”.
Perché Sirius la aspettava, senza mai dirlo esplicitamente, con un bicchiere di sherry e una solitudine da condividere.
Perché Sirius la aspettava e nessun altro la aspettava da nessun’altra parte.
Era mettendo piede in quella casa che dimenticava le parole di Moody.
Stranamente, in quei momenti, dava per scontato che l’universo non fosse più grande di Grimmauld Place.

[Universo, 133 parole]



 
Il 31 ottobre Sirius si ritrovò immerso nella peggiore delle sue giornate no. Era stato chiuso fin dal mattino nella sua stanza, rifiutando, con grida alternate a mutismo, qualsiasi approccio esterno.
Quando Myrcella giunse a Grimmauld Place nel pomeriggio e le fu spiegata la situazione, mostrò una prontezza che difficilmente ci si sarebbe aspettata dal suo aspetto da bambolina. In tono imperioso mandò via Molly Weasley dalla cucina e, un’ora più tardi, spinse Lupin via dalla porta, bussando ripetutamente.
“Remus, smettila! Ti ho detto che non ho fame!”
“Ehm, Sirius, sono Myrcella. E se non apri questa dannata porta io…”
“Cosa, principessa? La butterai giù con un soffio?”
“…Mi metterò a piangere”.
Curiosamente, Sirius aprì la porta e afferrò uno dei biscotti ricoperti di glassa rosa che la ragazza reggeva su un piattino.
“Quanto zucchero ci hai messo? Sono immangiabili!”
Ma comunque li mangiò tutti e cinque. Aveva fame, dopotutto.

[Non ho fame, 150 parole]
 



La mattina dopo, Sirius scese di buon’ora. Remus, che stava facendo colazione, gli versò un po’ di caffè con un tiepido sorriso. Non se la sentiva di parlare di James e Lily: anche per lui era un argomento taboo. Allora optò per un’altra domanda, dal tono più leggero, la cui risposta lo interessava decisamente.
“Mi preoccupi un po’, amico mio. Non ti ho mai visto flirtare con Myrcella, eppure è l’unica che riesce a farti reagire. E’ sempre qui e, quando non c’è, tu parli spesso di lei.”
L’altro nascose il viso nella tazza e scelse di fare il vago.
“Non ti capisco, Lunastorta. Anche tu sei sempre qui…”
“Sai quello che voglio dire. Se non ti conoscessi, direi che ti sei innamorato.”
Sirius alzò finalmente il viso e tutti i modi in cui Azkaban lo aveva segnato erano visibili in quello sguardo.
“Non posso permettermi di innamorarmi” mormorò duramente.

[Colazione, 150 parole]









NDA: Eccomi con il secondo capitolo! Moody da una parte e Lupin dall'altra hanno sottolineato la particolare vicinanza tra i due. So che c'è non c'è stato un vero e proprio flirt, ma quello che mi piacerebbe immaginare è proprio un sentimento che si sviluppi a partire da un'amicizia, qualcosa di nuovo rispetto all'immaginario di Sirius DonGiovanni che era da giovane. Nel prossimo capitolo la situazione si evolverà maggiormente (anche perchè si tratta di una minilong) e si scoprirà qualcosa di più sul conto di Myrcella. Spero che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto!
 

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Capitolo 3
*** Rosso ***


3.Rosso






La ragazza misura il salotto di casa Umbridge con passi incerti, mentre pronuncia un inutile monologo.

“Mamma, perché mi ignori?” sbuffa, esasperata.
Dolores prende un lungo sorso di tè prima di guardarla finalmente.
“Perché non mi interessa ciò che dici, tesoro” dice candidamente con un risolino velenoso. “Se cerchi la mia approvazione, sappi che non l’avrai mai. Non ti ho allevata per diventare una persona mediocre”.
“Mediocre?” le fa eco con una rabbia che non sa neanche lei di possedere. “Io non sono una persona mediocre! Ho superato i MAGO in modo eccellente, sono diventata prefetto e Caposcuola dei Corvonero, e guarda… Mi ha reclutata Alastor Moody in persona, il più grande auror vivente!”
Mostra la lettera con fierezza, ma quando Dolores rialza lo sguardo sul suo volto c’è un’espressione che Myrcella ha visto tante volte, ma mai rivolta verso di lei. E’ un’espressione di puro disgusto.

[Perché mi ignori?, 147 parole]



 
Le candele natalizie illuminano il salotto di Grimmauld Place. Forse in risposta al sollievo per la ripresa di suo marito, Molly ha deciso di esagerare nelle decorazioni. Quella sera, Harry è un’altra volta il protagonista, senza che però mai questo significhi nulla di buono. Il generico discorso sulle lezioni è finito, infatti, per tirare in ballo la terribile nuova professoressa di Difesa contro le arti oscure.
“Dev’essere eliminata a ogni costo” dice con enfasi, dopo aver terminato una descrizione delle torture a cui la donna ha sottoposto un gran numero di studenti. “Scusa” aggiunge poi, lanciando un’occhiata imbarazzata all’altra Umbridge.
La donna scuote la testa e gli sorride.
“Ha torturato in questo modo anche te?”
Myrcella si volta, con espressione sorpresa. Non tanto per la prevedibile domanda, ma per la persona che l’ha posta. Dall’altro lato della stanza, il suo capo la scruta attentamente con il suo occhio magico.

[Candela, 149 parole]
 



“Sarebbe dovuto essere un regalo di Natale, ma non sono riuscita a finire in tempo… Quindi non so, prendilo come regalo di fine anno o inizio anno… Insomma, è sicuramente un regalo”.
Sirius deve fare un grande sforzo per non scoppiare a ridere, ascoltando il confuso flusso di parole di Myrcella. Appare imbarazzata e, ai suoi occhi, ancora più adorabile. Afferra il pacchetto che gli porge e lo apre, estraendone fuori un paio di calze rosse con una S dorata ricamata sopra ognuna.
“Ho rubato l’idea alla signora Weasley, lo so, ma ho sempre voluto provare a sferruzzare a maglia e, beh, ho pensato a te. Volevo farti un regalo un po’ particolare e quindi, sei la mia cavia. Ti piace? Per favore, dì qualcosa”.
Sirius la guarda perplesso, come solo lei riesce a lasciarlo.
Esita per un attimo e alla fine non risponde. La bacia,invece.

[Calza, 147 parole]
 



Myrcella si rigira tra le braccia di Sirius, finché lo sguardo non le cade sull’orologio, e allora salta sul letto con gli occhi sgranati.
“Sono già le sette. Te ne devi andare prima che si sveglino tutti!”
Questa volta, l’uomo ride, rumorosamente e a lungo, a dispetto dei tentativi della donna di farlo tacere.
Ride perché lei è troppo strana: domanda candidamente com’è una prigione, minaccia di piangere per far aprire una porta, chiede scusa mentre porge un regalo, e adesso si comporta come una ragazzina immischiata in una relazione segreta.
“Ti rendi conto che è casa mia, principessa? Non puoi mandarmi via da una stanza di casa mia!”
“Ma ci sono degli adolescenti in casa… Non è appropriato!”
Sirius la zittisce e, mentre la bacia, sorride ancora.
Non lo dice e non se ne rende forse neppure conto, ma in quel momento dopo troppi anni torna a sentirsi felice.

[Felicità, 150 parole]




“Cosa ti scrive Hermione?”
Harry alza la testa dalla lettera e sembra imbarazzato, mentre un sorriso malandrino gli compare tuttavia sulle labbra.
“Chiede se la figlia della Umbridge è davvero una befana come avevamo pensato”.
Il suo padrino alza un sopracciglio. “Oh, Harry, mi offendi. A me non sarebbero mai piaciute le befane”.
“Beh, allora non sapevo che fosse la tua ragazza” azzarda il ragazzo, in tono divertito e incuriosito.
Non sa esattamente quale sia la natura di quel rapporto particolare, ma per tutta la durata delle vacanze i gemelli hanno coinvolto tutti in un giro di scommesse su quel punto.
Sirius accenna un sorriso e non nega. E’ stato evasivo con i Weasley, con Tonks e perfino con Remus.
Ma non può mentire a quel ragazzo che lo porta indietro di sedici anni e che ha la sottile impertinenza di suo padre. E il tatto di sua madre.

[Befana, 149 parole]



 
Le feste sono finite e il lavoro dell’Ordine è ricominciato a pieno regime. Dei documenti segreti affidati a Moody si rivelano urgenti e, dato che il mago è in missione per alcuni giorni, Albus Silente in persona manda Myrcella a prenderli.
Quando torna trionfante a Grimmauld Place con un plico di pergamene, Silente la ringrazia e Tonks e Sirius soddisfatti sono pronti a mettersi a lavoro. Ma è l’espressione perplessa di Remus a rovinare gli equilibri.
“Come hai fatto a entrare? Sono stato a casa di Moody e so che è impossibile accederci se lui non c’è…”
La strega scrolla le spalle. “Oh, il cancello era aperto”.
“Myrcella, non crederai che un auror così paranoico lasci la sua casa incustodita. Il cancello è protetto da magia del sangue… “
Magia del sangue.
Myrcella non ascolta il seguito, perché improvvisamente capisce la verità che insegue da una vita.

[Cancello, 147 parole]








NDA: Inizio con un piccolo dettaglio tecnico: ho deciso di modificare i tempi verbali mettendo tutto al presente perchè credo sia più immediato (nei prossimi giorni provvederò a modificare anche i precedenti capitoli).
Ma, bando alle ciance, complimenti immensi a LadyMoon89 che per prima ha formulato esplicitamente la teoria che Moody fosse il padre di Myrcella - anche se, devo dire, lo avete ipotizzato in molti (considerato che sto scrivendo parecchio sulla ship Dolores/Alastor era anche ipotizzabile, lo so ahah). La magia del sangue dovrebbe impedire a chiunque non abbia relazioni appunto parentali con qualcuno di accedere a qualcosa: mi è sembrata un'idea carina per far scoprire casualmente a Myrcella la verità (il caro Albus ovviamente sa sempre tutto e, come sempre, non ha esitato per calpestare le emozioni altrui per ottenere ciò che vuole in virtù del bene suepriore ahah). Prometto che nel prossimo capitolo si spiegherà di più su come sono andate le cose e anche Alastor avrà modo di dire la sua. Intanto, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate di questo twist - e anche di cosa ne pensate dell'evoluzione del rapporto tra Sirius e Myrcella! 

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Capitolo 4
*** Grigio ***


4. Grigio



 
Quando Moody la vede entrare nell’ufficio del Ministero, si ritrova per un attimo senza parole. Sapeva già che si trattava di sua figlia, ma è solo vedendola di persona che se ne rende davvero conto.  La guarda e gli sembra di tornare indietro nel tempo, perché è la copia di Dolores, e quando parla è anche peggio.
“Signor Moody, è un onore per me lavorare sotto la sua supervisione. L’ho sempre ammirata e-“
“Smettila di cinguettare, ragazza. E chiamami Malocchio, come fanno tutti” la interrompe con un ringhio, perché prendere le distanze è quello che sa fare meglio.
Non può starla a sentire mentre lo elogia, specialmente non se ha la stessa voce stridula di Dolores.
Ma poi lei sorride e Alastor non può fare a meno di addolcirsi senza volerlo. Perché, a differenza di quello di sua madre, è un sorriso sincero che sembra quasi mostrare la sua anima.


[Anima, 150 parole]
 


“Certo che lo sapevo. So contare, ragazza, e da dove credi che Dolores abbia preso l’idea del tuo nome? Myrcella Parkinson-Moody era mia nonna!”
Per una lunga serata si era aggrappata alla convinzione che Moody fosse all’oscuro del loro legame: in quel caso, lo avrebbe accettato in quel nuovo ruolo senza esitare.
Era pronta a un abbraccio, invece adesso riesce solo a fissarlo con rabbia.
Quella che per lei era stata un’immensa sorpresa, per lui non è altro che un’ovvietà. E questa è forse la sorpresa più grande.
“Eppure non hai detto nulla…”
“Non spettava a me dirlo! Se tua madre non voleva coinvolgermi, forse era giusto così. Non sono adatto a fare il padre”.
Myrcella fa un risolino, talmente inquietante che per un attimo sembra sua madre.
“Così mi hai lasciato con lei…”
“Hai detto che non ti ha mai fatto niente!”
 “Tu prima non lo sapevi però”.

[Sorpresa, 149 parole]


 
I giorni passano e Myrcella sa che non dovrebbe soffrire così tanto. Ci sono cose peggiori che possono succedere, si dice, mentre evita però il più possibile Moody e si rintana sempre più a Grimmauld Place. Sirius, a cui cose peggiori sono successe, l’ascolta e cerca in mille modi di distrarla. Non lo ha mai visto così attivo e questo le fa piacere, ma non può smettere di pensare che tutta quell’attenzione sia sbagliata. Specialmente con Harry posseduto da Voldemort e una guerra alle porte.
“Non hai bisogno di una persona come me, Sirius. Sono lamentosa e melodrammatica”.
 “Certo che lo sei, principessa. Ma ho bisogno di te anche così. Ho bisogno di te perché ti amo, non perché mi fai sentire allegro”.
Si accoccola contro di lui e si dice che forse è vero che non dovrebbe soffrire.
Non trova un motivo per farlo quando è in quella casa.

[Ho bisogno di te perché ti amo, 150 parole]


 
“Certo che sei proprio ostinato. Myrcella non vuole parlarti, ti consiglio di andare via”.
“Non impicciarti delle cose che non ti riguardano, Black! Voglio parlare con mia figlia!”
“Te ne ricordi un po’ tardi che è tua figlia… ma ti dirò una cosa, Malocchio, lei è anche la mia donna e questa è la mia casa. Quindi è meglio se te ne vai altrimenti…”
“Altrimenti cosa? Vuoi sfidarmi a duello? Sono pronto a farti fare la fine di Rosier!”
“Oh, certo, mi sta bene! Non ho mica paura di affatturare uno storpio!”
Le parole di Alastor escono come dei ringhi, mentre Sirius abbaia. È difficile dire chi dei due sembri più cane in quel momento.
“Sirius, Alastor,vi prego!” interviene Remus, cercando di calmare i toni.
Ma il lupo non riesce a trattenere un sorriso malandrino di fronte a quella scena così paradossale.

[Certo che sei proprio ostinato, 142 parole]


 
“Vuoi sapere l’ultima di Alastor? A quanto pare adesso vuole anche riconoscermi e darmi il suo cognome! Non è assurdo?”
Esordisce così, Myrcella, piegando una lettera e versandosi una tazza di tè. Si comporta come se quella fosse casa sua e a Sirius, che la guarda dallo stipite della porta del salotto, sta bene perché in fondo ormai è anche casa sua.
“La cosa più frustrante è che mi pesa chiamarmi Umbridge, ma ho troppo orgoglio per chiamarmi Moody!”
Sirius rimane in silenzio a lungo, mentre la vede affrettarsi per non fare tardi a lavoro. È solo quando si alza e gli si avvicina per oltrepassarlo, che finalmente lui si decide a parlare.
“Sei troppo orgogliosa anche per chiamarti Black?”
Myrcella sgrana gli occhi verdi e lo fissa senza quasi respirare.
“Stai forse chiedendo-“
Sirius la zittisce con un bacio. “Ne parliamo meglio stasera”.
È il 18 giugno 1996.

[Orgoglio, 149 parole]


 
Non ne parleremo mai più, è questa la prima cosa logica che le viene in mente. Ma solamente dopo, quando ormai la battaglia è finita e le urla lasciano posto alle lacrime.
La prima cosa che invece Myrcella fa, stupidamente, è correre – verso di lui, verso la morte.
Prima di potersi anche solo avvicinare al velo, però, due braccia che mai avrebbe pensato potessero essere così forti la bloccano.
“Lasciami andare, Dora, ti prego. Lasciami andare!”
La sua migliore amica, sguardo triste e capelli drammaticamente grigi, continua a trattenerla e quando finalmente la lascia andare, Myrcella è così paralizzata che l’unico movimento che compie è quello di cadere.
Non ne parleremo mai più. La consapevolezza la colpisce come una cruciatus e non c’è nulla per cui vale più la pena di correre ormai.

[Corsa, 133 parole]









NDA: Eccomi qui a postare il quarto capitolo di questa storia - un capitolo grigio come i capelli di Tonks. Arrivo in ritardo, lo so, ma il motivo è dovuto a un'iniziale mancanza di ispirazione dai prompt di Harriet (che veicolano tutte le drabble che compongono i capitoli).
Purtroppo, non poteva finire diversamente: Sirius è morto e la nostra Myrcella ne uscirà devastata. Vi informo che, nonostante la scomparsa di Sirius, ci saranno altri due capitoli, per cui ho delle idee precise e che spero di pubblicare presto.
Ringrazio di cuore tutti quelli che leggono e che hanno commentato: sono una frana e mi dimentico di rispondere, ma davvero, ogni recensione mi riempie il cuore e ne sono super grata!
A presto!

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Capitolo 5
*** Verde ***



5. Verde





Nei giorni immediatamente successivi alla morte di Sirius, Myrcella non piange, non parla, non si muove neppure. Remus, Tonks e suo padre tentano più di una volta di parlarle, ma lei li respinge tutti.
È curioso come alla fine riesce ad aprirsi proprio come Molly, l’unica che non l’ha mai davvero accettata nell’Ordine. Forse perché è una madre o perché improvvisamente le sorride dolcemente e le ronza attorno con cibo e coperte.
“Senti, cara, perché non vieni qualche giorno a stare alla Tana? Stare qui tutta sola non va bene e…”
Non lo sa esattamente neanche lei il perché, ma Myrcella inizia finalmente a piangere e il segreto che si è tenuta dentro per giorni si ritrova a darlo via come se niente fosse.
“Sono incinta, Molly”.
Anche lei aveva qualcosa di cui parlare a Sirius quella sera, dopotutto.  E non parleranno mai più neanche di questo.

[Lacrime, 147 parole]


 
“Sirius Black è morto. Myrcella lo amava e ora è incinta di lui”.
Non si vedono da più di vent’anni – lui aveva ancora entrambi gli occhi e lei non era così grassa – e queste sono le prime parole che Alastor pronuncia quando entra nella stanza del San Mungo. Non lo fa apposta a essere così brutale, è che lui è semplicemente fatto così.
Non le chiede come sta dopo l’attacco dei centauri e non le urla contro per non averlo voluto nella vita di sua figlia. Sono cose che non gli importano più di tanto, ormai.
Gli importa solo di sistemare Myrcella, per questo chiede alla persona che la conosce di più.
“Oh, povero tesoro” commenta Dolores, con voce stridula ma sinceramente commossa. “Stalle vicino, ti prego. Ho provato a essere una brava madre ma… non posso farlo più adesso”.
Alastor annuisce ed esce senza mai voltarsi indietro.

[Mamma, 148 parole]


 
Alastor non ha idea di come stare vicino a una persona che vuole stare da sola. Non è mai stato bravo a consolare o a combattere per qualcuno – è per questo, del resto, che ha finito per odiare la donna che una volta amava.
Per fortuna è Myrcella che alla fine si presenta a casa sua, con la pancia che si comincia a vedere e un colorito più acceso degli ultimi mesi.
“Raccontami una storia” esordisce sedendosi. “La storia di te e mia madre”.
Alastor sospira e tace a lungo. “Non oggi, un’altra volta”.
Myrcella annuisce, con la netta sensazione che quella sarà un’altra conversazione rimandata che non riuscirà mai ad avere. Lascia però cadere la testa lentamente sulla sua spalla, e quando lui goffamente la abbraccia non si tira indietro.

[Raccontami una storia, 131 parole]
 


“Mi piace pensare che quella stella sia Sirius” commenta Myrcella con una mano sul pancione, fissando il cielo da una finestra di Grimmauld Place.
Lo sta dicendo a Remus, ma Piton si sente in dovere di intervenire con il suo sarcasmo.
“Mi dispiace deluderti, ma non ci vuole un M.A.G.O. in astronomia per sapere che quella è Bethelgeuse, la stella più visibile dalla Terra”.
La donna si volta a fissarlo e poi all’improvviso lascia la stanza.
Quando qualche minuto dopo Remus la trova inaspettatamente davanti all’albero genealogico della famiglia Black, si stupisce di non vederla piangere. Sta sorridendo invece, mentre indica un buco nel muro, segno inequivocabile di un diseredato.
“C’è stata una Bethelgeuse tra i Black e ha fatto qualcosa per venire cancellata. Credo che la cosa a Sirius piacerebbe”.
Remus si limita ad annuire. Sa cosa quel sorriso e quelle parole significano. La bambina ora ha un nome.

[Cielo, 150 parole]


 
Bethelgeuse nasce il  3 gennaio, l’esatto giorno previsto dal medimago, ed è una bambina perfettamente sana.
È bella – ripete di continuo Tonks, sfruttando ogni occasione per prenderla tra le braccia.
È troppo calma – commenta Alastor, quasi con sospetto, scrutandola con il suo occhio magico forse per indurla a strillare almeno un pochino.
Ti assomiglia – dichiara Remus con un sorriso triste. Ed è quello che indirettamente si avvicina di più al grosso elefante nella stanza che tutti fingono di ignorare.
A nominarlo per primo però è Harry, il ragazzo a cui per tutta la vita hanno detto di essere identico a suo padre, ma con gli occhi sua madre. Gli basta un’occhiata alla neonata per mormorare quella frase in un tono tra il triste e l’imbarazzato.
“È vero, ti assomiglia, Myrcella, ma ha gli occhi di Sirius”.

[Gennaio,136 parole]


 
Questa volta Myrcella reagisce piuttosto bene al lutto: piange il giusto, accetta le condoglianze, ed è abbastanza lucida da spiegare a Harry che non è colpa sua se Alastor Moody è morto.
È così che va la guerra, è così che va la vita.
Non si è mai preparati alla morte: arriva sempre prima. Prima di parlare di una proposta di matrimonio o di raccontare una storia.
“Non è mai stato destinato a fare il padre… Nemmeno il nonno alla fine, suppongo. Questa volta non posso fargliene una colpa per avermi lasciata”.
 “Infatti non ti ha lasciata, Myrcella. Né te, né Beth. Qualcuno una volta mi ha detto che le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente, possiamo trovarle sempre nel nostro cuore”.
“Chi?” La domanda le sfugge con un sussurro incerto, quasi avesse paura di conoscere la risposta. Perché dentro di sé già la sa.
“Sirius”.

[Cuore, 149 parole]













NDA: Eccomi con il penultimo capitolo. Ditemi: quanto scontata da 1 a 10 era la nascita di una piccola Black? Secondo me 1000, però non ho potuto farne a meno, anche perchè lo avevo progettato in questo modo fin dall'inizio - ed è il tocco di verde (come la speranza) che ci voleva dopo la morte di Sirius, anche se - inevitabilmente - anche Alastor ci ha lasciato.  Spero che vi piaccia anche il nome Bethelgeuse (che sì, è osceno, ma in perfetta linea con i gusti pomposi che Myrcella ha ereditato dalla madre credo ahah).
Spero di postare presto (prompt permettendo) l'ultimo capitolo! Grazie a tutti coloro che continuano a leggere e a seguire!

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Capitolo 6
*** Nero ***


6. Nero





“Dora, che fai?”
La sua migliore amica ha la bacchetta in pugno, i capelli della tinta più scura possibile e un piede fuori dalla porta: non ci vuole molto a percepire che si tratta di un addio.
“Devo andare, Myrcella. Non posso restare… Io…”
Le due donne si fissano in silenzio. La questione è troppo complessa per essere spiegata in una manciata di secondi, ma per fortuna non c’è bisogno di dire molto.
“Mi credi meno madre perché scelgo di combattere?”
“E tu? Mi credi meno auror perché scelgo di nascondermi con mia figlia?”
Si stringono in un ultimo abbraccio e si lasciano con due richieste troppo pretenziose da avanzare, perfino sull’orlo della fine.
“Prenditi cura di Teddy”.
“Uccidili tutti anche per me e poi torna a casa”.
Una delle due non avrebbe mantenuto la promessa.
Entrambe – sia la donna in battaglia, sia quella accanto alla culla – avrebbero avuto rimpianti.

[Culla, 150 parole]
 



Mentre aspetta l’esito della battaglia, Myrcella quasi ci crede nel lieto fine. E di fatti alla fine arriva, ma non senza altri sacrifici per lei. La guerra viene vinta, allora perché il senso di sconfitta sembra intollerabile?
Forse perché dopo l’amore della sua vita e il padre, non le sembra giusto aver perso anche i suoi migliori amici. Non le sembra giusto che per colpa della stessa persona sua figlia debba crescere senza un padre e Teddy senza i genitori.
E non le sembra giusto, soprattutto, non poter piangere. Perché le persone che la circondano – Andromeda e Harry – in quella guerra hanno perso perfino più di lei.
Così, non lo fa, va avanti per inerzia giorno dopo giorno e lascia che gli altri confondano la sua inutile apatia con invidiabile forza d’animo.

[Apatia, 132 parole]


 

Myrcella ha giurato che non avrebbe più cercato sua madre; eppure, quando tre anni dopo la fine della guerra Dolores Umbridge esce da Azkaban, non può fare altro che presentarsi davanti alla sua vecchia casa.
“Ciao, mamma…”
Ha immaginato a lungo quell’incontro, ma adesso sia le parole di accusa sia la fredda diffidenza si sciolgono all’improvviso e si ritrova semplicemente a piangere.
All’improvviso tira fuori il suo dolore dopo anni e non c’è posto migliore dove farlo. L’unico posto in cui riesce a smettere di sentire freddo.
Si sente una bambola mentre un gatto bianco che non conosce le si acciambella sulle gambe, sua madre le pettina i capelli e la stringe in una coperta rosa. Protesta solo di fronte al tè con i biscotti.
“Voglio lo sherry”.
Dolores ne tira fuori una bottiglia e inaspettatamente finiscono per scolarsela insieme.

[Calore, 140 parole]



 
Bethelgeuse Black-Umbridge a sette anni è, a detta di tutti, una bambina particolare – soprattutto per il mondo in cui riesce a osservare le persone.
Adora sua madre, non si stanca di ascoltare le storie su suo padre e suo nonno, ha un rapporto strettissimo con il suo amico Teddy, non vede l’ora di passare il tempo con zio Harry e zia Ginny, e giura che un giorno sposerà “quel ragazzo tanto carino senza un orecchio”. Tuttavia, quando la maestra le chiede di disegnare la sua persona preferita al mondo, non ha nessun dubbio sul soggetto del suo disegno: la nonna Dolly.
“Sul serio, Beth, lo so che vuoi bene alla nonna ma…”
“Tu non capisci, mamma. Voglio bene alla nonna, ma non è solo questo. Lei mi piace proprio, è così… particolare”.

[Disegno, 132 parole]
 



Gli anni passano e il loro effetto si concretizza in ogni nuova torta di compleanno per Beth – ma non solo.
Myrcella si accorge che il tempo è passato quando la morsa del dolore comincia a fare appena meno male, abbastanza per pensare a Sirius un po’ di meno e uscire con il suo amico Kingsley Shaklebolt un po’ di più.
“Andiamo, cara, è un’offerta imperdibile! Potresti sposare l’ex Ministro della Magia, te ne rendi conto?”
“Oh, mamma, ti prego! Non è un’offerta, è una proposta!”
Dolores fa una stridula risatina, mentre raccoglie le tazze si tè.
“Ehm… Dico solo che sono passati dieci anni dalla morte di Black e tu sei troppo giovane per passare il resto della tua vita da quasi-vedova…”
Myrcella sospira e stranamente si ritrova a corto di parole. Forse per la prima volta, riconosce che sua madre non ha tutti i torti.

[Andiamo, è un’offerta imperdibile!, 146 parole]
 



“…Quindi sì, Beth, Kingsley mi ha chiesto di sposarlo ma– Per Rowena, Beth! Chi ti ha dato quella sciarpa così orrenda?”
La bambina osserva la stoffa rosa con i brillantini e poi lancia un’occhiata confusa alla madre. “La non-” Non fa in tempo a finire la parola, che sua madre gliela toglie di dosso e fa per metterle la propria: nera e senza fronzoli.
Beth però la blocca e alza semplicemente le spalle.
“Lascia stare, mamma, in fondo la sciarpa non serve più. L’inverno è finito, non è così?”
Myrcella la fissa dritto negli occhi – quegli occhi grigi che le ricordano troppo qualcun altro – e per un attimo legge in quello sguardo e in quelle parole una benedizione di cui non sapeva di avere bisogno.
L’inverno è destinato a tornare sempre, pensa mentre infila alla fine la sciarpa nella borsa, ma per adesso può vivere un pizzico di primavera.

[Primavera, 149 parole]





 
THE END

















 
 


NDA: Salve a tutti, finalmente sono riuscita a mettere la parole fine a questa storia. Non ci credo neanche io! Purtroppo da un lato  trovo enorme difficoltà a scrivere i finali (sindrome abbandonica?), dall'altro la lista di prompt a cui mi appoggiavo non mi aveva offerto inizialmente illuminazioni... E quindi eccoci qui, con mesi di ritardo.
Non ho molto da dire: posso dire che l'ultima scena che ho scritto è stata anche la prima che ho pensato (quella che mi ha fatto autenticamente dire: sì, il titolo deve essere Paint it Black!). Ringrazio davvero tanto chi mi ha seguito in quest'avventura, un bacio a tutti e alla prossima!

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