Some things change

di Ivy001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti radicali ***
Capitolo 3: *** Dolori dal passato ***
Capitolo 4: *** E' arrivato Natale ***
Capitolo 5: *** La vecchia Anna ***
Capitolo 6: *** Un pericolo da scongiurare ***
Capitolo 7: *** Richieste particolari ***
Capitolo 8: *** Ritornare ad amare ***
Capitolo 9: *** Una bufera di neve ***
Capitolo 10: *** Segreti inconfessabili ***
Capitolo 11: *** Il danno è fatto ***
Capitolo 12: *** La verità ***
Capitolo 13: *** Bentornata a casa ***
Capitolo 14: *** La furia della natura ***
Capitolo 15: *** Una voce familiare ***
Capitolo 16: *** L'ora della verità ***
Capitolo 17: *** Lo stesso dolore di otto anni fa ***
Capitolo 18: *** Addio Athohallan ***
Capitolo 19: *** La famiglia riunita ***
Capitolo 20: *** Incontri importanti ***
Capitolo 21: *** The End ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L'ennesimo inverno gelido si appresta ad arrivare e con esso lo spirito natalizio, pronto ad adornare le case e a riempire d'amore e di gioia i cuori di tutti.
Non esiste porta adoranata per l'occasione e anche il palazzo è abbellito a tema.
Per le strade si possono ascoltare bambini che cantano, adulti che si consigliano sul pranzo da preparare per la festa, anziani seduti sulle panche, nei giardinetti dedicati ai defunti sovrani, che raccontano i loro natali passati. Impossibile non essere contagiati dalla felicità che il Natale offre.
A palazzo una bambina, seduta sul letto della sua enorme cameretta, osserva annoiata i quadri alle pareti. E' così che trascorre molte delle sue giornate.
"Posso entrare?" - domanda una voce maschile, dopo aver bussato alla porta.
"Avanti" - risponde lei, sistemandosi i capelli scomposti e il vestito stropicciato.
Ad entrare è un uomo elegante, con indosso abiti reali con lo stemma di Arendelle.
"Papà! Cosa c'è?" - chiede la piccola, notando il genitore sull'uscio.
"Volevo avvisarti che Tessa e Brigitte hanno allestito la sala e vorremmo ci aiutassi con l'albero" - le propone, sedendosi accanto alla figlia.
"Se lo fate soltanto perché ho litigato con mamma poco fa, sappiate che non mi interessa" - brontola la piccola, nascondendo la testa sotto il cuscino.
"Aurora, tesoro, tua madre non voleva bisticciare con te. Sai che è nervosa ultimamente..."
"Ultimamente, papà? Ma se è fredda e rigida da quando sono nata"
"Non è vero, adesso non esagerare" - il tono del genitore diventa severo e parte subito il rimprovero - "Non mi piace che tu faccia i capricci. Sei una principessa e devi seguire le regole"
La rigidità dell'uomo che Aurora ha davanti ai suoi occhi, la ammutolisce.
Lo sguardo severo del biondo si ammorbidisce subito dopo e, accarezzandole con dolcezza i capelli, aggiunge - "Figliola, se pretendiamo che tu rispetta le regole è perché ti amiamo e vogliamo che tu cresca nel migliore dei modi. Non sentirti ferita se mi vedi più austero. Sono pur sempre un re" - a quel punto cerca di mostrarsi più tenero, dopo la parte di genitore deciso e autorevole - "Un re che in passato parlava solo alle renne e alle rocce" - pensa tra sè e sè.
Gli occhi dei due, dello stesso intenso colore, si incrociano e allo sguardo segue un sorriso da parte di entrambi che smorza la tensione.
"Adesso abbracciami e andiamo nel salone degli addobbi" - la solleva e la prende tra le sue braccia - "Ci attende un albero enorme che è arrivato direttamente dalla montagna del Nord"
"Olaf ci darà una mano?" - chiede curiosa la piccola principessa.
"Certo. Sarà sicuramente con Sven adesso. Non tarderà ad arrivare. Sai che quando si tratta di giocare e divertirsi non manca mai!"
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E' tarda sera quando la piccola Aurora viene messa a letto dal suo papà che, con carezze e dolcezza, le regala momenti di puro amore.
Una volta chiusa la porta della sua stanza appuratosi che la piccina dorme, il re si congiunge alla consorte.
Sa esattamente dove trovarla. Nella sala del trono ad occuparsi di faccende "da sovrana", come le definisce Olaf.
"Kristoff! Cosa ci fai qui? Credevo stessi già dormendo" - sono le prime parole di Anna quando nota il marito. Sfoglia con attenzione dei documenti su un alleanza economica. Da quando indossa la corona, la dolce secondogenita di re Agnarr, si è mostrata responsabile e sempre pronta ad andare incontro alle esigenze del suo popolo. Amata da tutti, ha stretto forti alleanze politiche. Motivo questo che la spinge a continuare senza sosta il suo lavoro...anche nelle ore più tarde.
Bjorgman è fiero della donna che Anna è diventata negli ultimi dieci anni, da quando Elsa le lasciò il titolo di regnante di Arendelle. Però la preoccupazione è che tanto dedita al benessere del regno, la regina non sembra essere interessata al benessere di sua figlia Aurora.
L'ex montanaro conosce le radici di quel comportamento, causate da un dolore passato che lui stesso ha patito con sua moglie. Per tale motivo è deciso a dare alla sua bambina, di soli otto anni, tutto l'amore che merita e che Anna, inconsapevolmente, non riesce a donarle.
In quei minuti, osserva la sua consorte notandone debolezza fisica e occhi spenti. Non ha più la passione che la spinge a muoversi. E' magra, più di quanto già fosse. I capelli sempre raccolti e mai fuori posto hanno preso il posto della capigliatura a trecce. Non regala più dolcezza al marito, nè momenti di intimità. Vive di lavoro, lavoro, lavoro. Ha perduto la fiducia nella famiglia quando ha perduto la fiducia in sua sorella maggiore.
"Non ti sembra che sia ora di coricarti? Sarai esausta" - precisa lui, con il tentativo di distrarla.
"No, avviati. Mi ci vorrà del tempo" - risponde la sovrana, senza distogliere lo sguardo dai documenti.
"Anna ma è tardi..."
"Vai ti ho detto" - insiste lei, alzando tono di voce.
E a quel punto Kristoff  tocca un argomento delicato, nella speranza di ritrovare delle emozioni negli occhi di Anna - " Amore, smettila...per favore, lo so che il tuo è un modo per non pensare a quanto accaduto otto anni fa"

Sentire tali affermazioni, pietrifica la giovane donna. Lei però non si scompone, respira profondamente, e senza replicare torna alle scartoffie.
"Il tuo silenzio conferma che ho ragione. E' per lei, vero? E' per Elsa"
Il foglio che Anna aveva tra le mani cade improvvisamente sul tappeto e la sua reazione è immediata
- "Basta!" - tuona contro Kristoff. Raccoglie il documento da terra e conclude - "Ti ho detto mille volte che non voglio più sentire quel nome. Adesso se non ti dispiace chiudo una faccenda lavorativa importante. Buonanotte" - infastidita,lascia la sala del trono dirigendosi altrove.
Nella biblioteca, tra mille libri letti e riletti nel corso della sua infanzia, ritrova se stessa e con essa i dolori che le dilaniano il cuore da tanto, troppo tempo. CIAO A TUTTI/E. COME MOLTI DI VOI SONO ANDATA AL CINEMA E HO VISTO FROZEN 2. POTETE IMMAGINARE CHE EMOZIONE E' STATA VEDERLO E DOPO I PIANTI AL THE END, HO INIZIATO A VIAGGIARE DI FANTASIA E A IDEALIZZARE UN IPOTETICO SEQUEL.
IL MIO SARA' AMBIENTATO CIRCA 10 ANNI DOPO L'ACCADUTO DEL SECONDO FILM.
VI RINGRAZIO IN ANTICIPO E DEDICO QUESTA STORIA AD UNA MIA AMICA, FEISTY PANST. LETI E' PER TE QUESTA FANFICTION,TI VOGLIO BENE E SEI DIVENTATA LA SORELLA VIRTUALE CHE NON HO MAI AVUTO. QUANDO CI INCONTREREMO, UN GIORNO, SPERO PRESTO, AVREMO TANTE COSE DA RACCONTARCI E MOLTE CHE ABBIAMO CONDIVISO TRAMITE MESSAGGI, FINALMENTE POTREMO DIRLE A VOCE.
BUONA LETTURA E BACI A TUTTI/E
IVY001

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Capitolo 2
*** Cambiamenti radicali ***


1 Il clima rigido di Arendelle si respira anche a palazzo, dove il freddo è dato dalla distanza che la regina Anna ha posto tra sé e il resto della famiglia.
Ciò che rimane della spensierata e dolce ragazza dai capelli biondo fragola, le trecce e le lentiggini sul viso, è un'austera donna di trent'anni che ha eliminato dal suo castello ogni traccia di passato che possa ricordarle chi era e cosa ha patito nell'infanzia e nell'adolescenza.
Alle pareti sono esposti quadri di Agnarr, Iduna, perfino del generale Mattias, fidato braccio destro della attuale sovrana, di Aurora, delle nozze di Kristoff e Anna, di Olaf e Sven in ghingheri il giorno del fatidico Si dei loro amici. Tutta la vita della regina è rappresentata con pitture minuziose e quasi reali.
Sconvolge l'assenza di immagini di Elsa, ormai custode della foresta incantata.
Arendelle ricorda con affetto la giovane dai poteri di ghiaccio, però non riesce a comprendere i motivi che l'hanno spinta a chiudere per sempre con il regno.
Fu Anna stessa, dopo un duro momento di depressione, a comunicare al popolo di dimenticare Elsa perché non sarebbe tornata mai più. 
Quello fu uno shock per tutti. Da allora, Anna si chiuse in se stessa e si trasformò in un'altra persona.
Cosa può essere mai accaduto di tanto grave da condurre la attuale regina alla depressione e al mutamento radicale? Quale motivo di fondo si nasconde dietro la rottura di un legame su cui chiunque avrebbe scommesso circa l'indistruttibilità?
Kristoff cercò di comprendere la moglie i primi tempi; in fondo Anna aveva le sue buone motivazioni, pensava lui. Poi la situazione, anziché placarsi, peggiorò e si arrivò al punto di non ritorno: Anna fece rimuovere ogni dipinto o traccia della parente, impedendo a chiunque di nominare quel nome, specialmente in presenza di Aurora. La bambina non doveva assolutamente conoscerne l'esistenza.
Ad oggi, infatti, la principessina è ignara di avere una zia magica.
Il primo Natale senza Elsa fu un incubo. Olaf e Sven, abituati a divertire i presenti, rimasero in disparte: Sven nella stalla, Olaf assieme a lui, Anna e Kristoff seduti attorno ad un enorme tavolo di vetro, mentre la piccola Aurora, di soli due anni, venne affidata alla servitù.
Da quel momento in poi, nessuno volle più festeggiare il 25 dicembre.
Almeno fino a quando Aurora non assistette ad una scena madre- figlio in piazza.. La signora con in braccio il suo bambino gli canticchiava qualcosa sulla festa e il piccolo entusiasta chiedeva lei - "Facciamo un albero di Natale? E un pupazzo di neve?"
Quella stessa sera, a cena, propose lo stesso ai genitori. Non ricevette la risposta sperata - "In questa casa non si festeggia mai il Natale" - sono le fredde parole di Anna.
"Madre, vi prego" - la supplica.
E da lì le due iniziano a battibeccare e la serata termina con Anna che si reca nella sala del trono per sistemare dei documenti e la piccola Aurora, in lacrime, che si chiude in camera.
Kristoff odia tutta questa situazione e sa che bisogna smuovere qualcosa per ristabilire la pace in famiglia. Per tale ragione ordinò che venisse portato a palazzo un pino e che tutte le sale venissero adornate a festa.
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Anna trascorre tutta la notte in biblioteca. Non si è accorta che nel castello l'atmosfera è tipicamente natalizia.
Dedita ai suoi pensieri cammina lungo i corridoi, sfogliando documenti, non prestando attenzione alle decorazioni.
Ma è quando arriva nel salone delle feste che sobbalza, trovandosi davanti un enorme albero.
Resta di stucco e avverte una sensazione strana che risulta essere un mix di rabbia verso chi ha disobbedito ai suoi ordini e gioia nel rivedere qualcosa che in passato amava.
Scruta il pino nei dettagli, girandogli attorno. Ad esso sono state appese svariate palline, di differenti forme e colori. Poi il suo cuore sembra fermarsi per un istante.
Nota un particolare che la disturba.
"Questo deve sparire" - afferra una delle decorazioni che ha la forma esatta di un fiocco di neve.
Lo getta a terra e lo calpesta, sperando si frantumi.
Inutile. Sembra non volersi rompere.
"La sua magia è talmente potente da rendere forte perfino un misero oggetto di ghiaccio" - commenta, infastidita.
Ricorda bene il momento in cui Elsa lo realizzò e lo appese ad un ramo del pino.
E le parole della sorella maggiore suonano come un eco nelle orecchie di Anna.
"Questo è per mio nipote... o mia nipote. Voglio che lo conservi sempre, così che anche se siamo tutti lontani, possiamo sentirci vicini in ogni momento" - questo disse la potente sovrana della Foresta Incantata, il Natale di  tanti anni prima, quando la famiglia al completo attendeva con ansia e gioia l'arrivo dell'erede.
Una lacrima scivola lenta sulla guancia della regina di Arendelle al ricordo di quella scena. Poi si ricompone, scuote la testa come a voler cancellare pensieri nostalgici. Raccoglie l'indistruttibile fiocco di neve e lo osserva.
"Avevi promesso che non ci saremmo mai più perse. Invece mi hai distrutto il cuore... di nuovo. Hai portato via, con la forza, qualcosa che mi apparteneva. Non ti perdonerò mai Elsa. Mai!" - così dicendo, apre la finestra e getta via l'oggetto - "Questo è l'addio definitivo" - con gli occhi velati di immensa tristezza, Anna si dirige nella sua camera.
Sa già che dormirà poco e che i suoi sogni saranno gli incubi che la tormentano da tempo.
Si corica, volge lo sguardo su Kristoff, già caduto tra le braccia di Morfeo. Lo osserva e gli sfiora il viso.
"Amore mio, perdona la mia austerità. Non posso lasciare che le emozioni mi guidino, o rischierei di farmi del male da sola. Ho dovuto cambiare per impedire ai ricordi di uccidermi" - gli lascia un lieve bacio sulla guancia, poi chiude gli occhi sperando di addormentarsi subito, evitando così che il passato la tormenti ancora una volta.

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Capitolo 3
*** Dolori dal passato ***


1 "Where the north wind meets the sea
There's a river full of memory
Sleep, my darling, safe and sound
For in this river all is found" - canta una donna dall'aspetto di una creatura della natura.
La sua voce, melodiosa e dolce, intona la ninnananna della regina Iduna.
"Dormi bene, tesoro" - sussurra poi ad una bambina, dandole un tenero bacio sulla guancia.
"Buonanotte mamma"
Elsa si allontana, tornando a se stessa e alla sua libertà. Ogni volta che le viene chiesto di ricordare quelle parole e quella musica, le tornano alla mente ricordi di un passato doloroso e di quanto stia scontando adesso il suo essere "diversa".
"Bruni?!" - chiama lo spirito del fuoco che in un battibaleno si presenta al suo cospetto.
Si scambiano uno sguardo che vale più di mille parole. Poi la salamandra si accoccola tra le sue mani e le regala attimi di tenerezza infinita.
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"Dove stai andando?Non puoi fare questo a me!Non puoi lasciarmi così" - grida Anna ad una figura vestita di bianco che le dà le spalle.
"Mi dispiace,è ciò che va fatto"
"No, Elsaaaaa"
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"Anna, svegliati! E' stato un brutto sogno. Va tutto bene, ci sono io adesso" - è la voce di Kristoff a riportare la regina alla realtà.
La giovane donna apre gli occhi mostrando la paura sul suo volto cereo.
"Amore, mi hai spaventato. Urlavi come se qualcuno ti stesse facendo del male"
"Perdonami. Non è da me" - cerca di calmarsi, nascondendo le mani tremanti sotto le lenzuola.
"Perdonarti? Tesoro, capita a tutti di avere degli incubi" - le accarezza la guancia. Notando che finalmente la moglie non si scosta, si avvicina a lei cercando di sfiorarle le labbra.
Purtroppo a quel gesto, la sovrana di Arendelle si scosta, respingendolo per l'ennesima volta.
"Ti faccio così schifo da disdegnare anche le mie premure?" - chiede, deluso, Bjorgman.
"Non dire sciocchezze. Non mi sembra il caso ora di metterci a pomiciare come facevamo tempo fa. Io devo prepararmi, ho molte cose da fare oggi!" - con tali parole Anna giustifica il suo strano comportamento e si alza dal letto, indossando la sua vestaglia di seta.
"Sembra che tu ti sia dimenticata cosa significa amare" - commenta Kristoff infastidito,dall'ennesimo rifiuto della moglie.
"Come, prego?" - esclama lei, stupita sentendolo parlare con quel tono.
"Hai capito benissimo. Sei un'altra persona. Se non mi ami più, dimmelo e facciamola finita perchè io una vita così non la voglio" - la durezza di quelle affermazioni spezzano il già dolorante cuore di Anna, la quale abbassa il capo e non si pronuncia.
"Chi tace acconsente, quindi! E' questo che vuoi?" - le si avvicina, bloccandola a pochi passi dalla porta, impedendole l'uscita. Si ritrovano così faccia a faccia e la regina non può distogliere lo sguardo, data l'estrema vicinanza fisica del compagno.
Gli occhi dei due si incontrano e per un istante i ricordi di un amore forte e vero riaffiorano.
Kristoff studia le espressioni facciali della consorte. Quanto gli è mancato poterla capire solo fissandola in volto; adora perdersi negli occhi grandi ed intensi di lei e impazzisce per le lentiggini che le colorano il nasino delicato.
Anna non lo ammette però anche solo guardare suo marito le fa battere il cuore all'impazzata. Il suo amore non si è spento come ha voluto far credere in quegli anni.
Le farfalle le ballano nello stomaco come accadeva quando aveva diciotto anni.
Accade tutto in pochi secondi. Il re di Arendelle si fionda sulla labbra di lei con foga e la giovane non riesce a evitare stavolta il gesto; le braccia del biondo la cingono con  forza, impedendole ogni movimento. Lui sa cosa desidera e lo sta manifestando come meglio crede.
Non bacia così la sua donna da troppo tempo e sente fortemente la necessità di averla tutta per sé.
Ma quando i due si fermano per ripredere fiato, restano a guardarsi per altri secondi, quasi interminabili. Ed è Anna a chiudere la faccenda.
"Lasciami andare Kristoff. Ti prego" - la voce della regina è tremante; il gesto del suo grande amore l'ha scossa e ha smosso quel qualcosa che credeva di poter controllare.
"Perchè ti comporti così?" - le domanda lui, amareggiato.
"Così come?"
"Sai a cosa mi riferisco!"
"No, non comprendo" - finge di non capire e si avvicina alla porta, pronta per allontanarsi ed allontanare il confronto.
"Smettila di nasconderti dietro una maschera. Io ti conosco bene e so cosa senti nel cuore. Cosa credi? Che per me sia facile?"
"Kristoff....basta! Fammi andare via" - cerca un modo per arrivare all'uscita, vista la presenza ingombrante del marito che le impedisce di fuggire.
"Voglio solo aiutarti"
E a tali parole, Anna alza di scatto il capo e, irrigidendosi, diventando molto seria, gli dice - "Vuoi davvero aiutarmi? Lasciami in pace"
Quella durezza, lascia di pietra Bjorgman che con aria abbattuta non solo dà spazio ad Anna per lasciare la stanza, ma le apre addirittura la porta.
"Non ti disturberò più, tranquilla!" - conclude.
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Anna trascorre l'intera giornata chiusa nella sala del trono. Non si unisce ai suoi familiari neppure per pranzo.
Aurora soffre terribilmente l'assenza della madre, tanto da sospettare che il distacco della regina sia colpa sua.
"Abbiamo litigato ieri e adesso non vuole vedermi più" - singhiozza la piccola, consolata da Kristoff.
"Non è così, tesoro. Non pensarlo mai. Lei ti ama"
"Non è vero. Mi detesta. Cosa le ho fatto di male?" - piange disperata, ricevendo l'affetto di Olaf e anche di Sven, che si accoccola con il muso sulle gambe della piccola.
"E' un momento difficile per la mamma. Le responsabilità di una regina sono notevoli" - cerca di tranquillizzarla Bjorgman, mettendo la faccenda sul piano lavorativo.
"Tu sei il re e dovresti avere gli stessi problemi. Perchè, allora, riesci a coccolarmi e lei no?"
Quelle parole cariche di tristezza, una tristezza che a quell'età non dovrebbe esistere, toccano il cuore dell'ex montanaro.
Il sovrano prende in braccio la principessina e la stringe forte a sè.
"Su di me puoi contare sempre"
"Ti voglio bene, papà" - si accoccola al petto del genitore e tra una carezza e una parola dolce, si appisola.
Kristoff la stende su un divanetto vicino al camino, coprendole il corpicino con un coperta.
Si siede accanto ad una finestra e osserva l'esterno. Da quella posizione è ben visibile il porto e l'immenso mare.
Una lacrima gli riga il viso ricordando il legame che Arendelle ha con un mare in particolare: quello che collega Anna ad Elsa.
E un flashback gli torna alla mente riaprendo vecchie ferite.
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FLASHBACK
"Non puoi pensare di portarla via, Elsa! Non è giusto"
"Kristoff...è così che devono andare le cose. Accettatelo, per favore e non rendetemi la situazione più difficile di quanto è già"
Poi le grida disperate di Anna che corre loro incontro.
"Elsa!!Che intenzioni hai?"
"Sorellina, mi dispiace. Non posso fare diversamente"
Quelle parole pietrificano la sorella minore che sente il cuore fermarsi. Le gambe le cedono e perde i sensi tra le braccia di Bjorgman.
L'ulima scena che la coppia ricorda in quei momenti di panico, di cui approfittò Elsa per filare via, fu un soffio di vento e il rumore del mare che segnalavano l'addio della regina della Foresta incantata e l'inizio della vita infernale dei due innamorati.
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Ripensando a quel momento, l'ex montanaro si asciuga il viso bagnato dalle lacrime. Si alza dalla sedia e raggiunge Aurora ancora addormentata.
Prende posto al suo fianco e, con delicatezza, la prende in braccio e la avvolge tra le sue braccia.
"La mia Ineke non è scomparsa. Vive nei tuoi occhi. Forse è questo che spaventa Anna più di tutto. Piccola mia, il tuo papà non perderà  anche te...."
Le dà un lieve bacio sulla fronte e trascorre le ore seguenti, guardando il fuoco del camino spegnersi lentamente.




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Capitolo 4
*** E' arrivato Natale ***


1 FLASHBACK

"Maestà spingete più forte che potete. Ci siamo quasi" - la levatrice di corte è con Anna al momento del parto, aiutandola a dare alla luce la sua creatura.
Sono ore cruciali che vedono la giovane regina gridare disperata per il dolore fisico, mentre Kristoff assieme a sua cognata Elsa soffrono di momenti di impotenza.
"Ho un potere enorme e non posso evitare questo inferno a mia sorella!" - dice fissandosi le mani, non riuscendo a darsene pace.
"Se avessi immaginato che avrebbe sofferto così, non avrei mai pensato di darle un figlio" - aggiunge l'ex montanaro, seduto a terra con il capo sul muro. Di fronte a lui c'è la porta della camera dove il tutto sta avvenendo.
Improvvisamente è una delle domestiche a lasciare la stanza della partoriente e ad unirsi alla famiglia per dare loro notizie.
"Come procede, Lisa? E' nato?" - chiede Elsa, speranzosa.
Lo sguardo basso della donna impensierisce i due ragazzi.
"Allora?" - insiste Bjorgman, invitando la sua inserviente a parlare.
Il terrore comincia a invadere il cuore della regina della Foresta Incantata. Senza pensarci su, fa da parte la cameriera e spalanca l'uscio della stanza.
Anna è a letto, sudata e visibilmente esausta..
"ANNA!" - la chiama Elsa, avvicinandosi a lei.
"Sorellina!Ciao, sei rimasta qui tutto questo tempo?"
"Come potevo andare via! Io e Kristoff abbiamo chiesto a Lisa se era tutto ok. Aveva una faccia sconvolta. Ho temuto il peggio"
"Forse era emozionata" - precisa la levatrice, intromettendosi nella conversazione. Ha tra le braccia un fagotto avvolo in una coperta bianca con lo stemma reale di Arendelle.
"Maestà, ecco la vostra principessina" - aggiunge la donna, porgendo la bambina ad Anna.
"Continua la stirpe delle donne al potere, allora!" - si commuove Elsa.
Le due restano in silenzio a fissare la bellezza della neonata, identica in tutto e per tutto alla sua giovane mamma.
Kristoff arriva in quel momento, assieme alla domestica. E' emozionato e gli brillano gli occhi.
"Amore mio" - dice, asciugandosi il viso bagnato di lacrime.
Elsa fa spazio al cognato, tenendosi qualche passo dietro di lui.
Lascia i neo genitori libri di godere quel momento così speciale e unico .
Dà ordine alle varie domestiche e alla levatrice di lasciare la coppia da sola con la piccola.
Chiusa la porta alle sue spalle, con il cuore leggero dopo aver visto sua sorella in salute e aver conosciuto sua nipote, è pronta a rincasare.
Olaf e Sven arrivano correndo come pazzi proprio allora.
"Come sta Anna? E' nata la sua creatura?" - domanda il pupazzo di neve.
"Si, mamma e figlia stanno benone"
"Lo sapevoooo"" - urla di felicità l'omino magico, in risposta al verso di sconfitta della renna.
"Sapevi cosa?" - chiede Elsa, confusa.
"Io e Sven avevamo scommesso se fosse un LUI o una LEI"
"Tu e Sven?" - ridacchia la giovane, certa che l'animale non avrebbe mai potuto parlare e accettare la sfida.
"Mio cognato sperava in un maschio allora" - pensa tra sè e sè, sorridendo all'immagine di Olaf, Sven e Kristoff insieme a decidere sul sesso del nuovo erede.
In quel momento, Elsa riceve un segnale dai quattro spiriti che la invitano a tornare a casa il prima possibile.
"Devo andare adesso" - comunica, mostrandosi alquanto di fretta.
"Ma come? Non puoi andartene. E' Natale"
"Natale" - ripete, nostalgica, la maggiore delle sorelle.
"Esatto! Anna vorrebbe averti qui per festeggiare tutti insieme!"
"Tornerò, è una promessa" - così dicendo fugge via, svanendo in un battibaleno, riportata nella sua dimora dalle onde del mare.
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E' la mattina di Natale quando Anna viene svegliata di sovrassalto da Olaf che, allegro e canterino, rallegra il castello intero con la sua voce.
"Buongiorno!" - la saluta, entrando in camera spalancando la porta.
"Olaf!! Insomma... sai che devi bussare!" - lo rimprovera.
"Pardon!Non era mia intenzione infastidirti. Volevo solo dire che oggi è festa. Niente musi lunghi. Kristoff e Aurora sono già in salone ad aprire i pacchi" - le comunica, poi si allontana, dispiaciuto per l'ennesimo comportamento esagerato da parte della sua ex migliore amica.
Anna, stupita da quanto appena saputo, indossa la sua vestaglia e, dopo aver sistemato i capelli nel solito e regale chignon, raggiunge i parenti.
La bambina è sulle spalle dell'adorato padre e si divertono a cantare Merry Christmas e a saltellare felici.
"Madre!" - esclama la piccola, notando la regina appoggiata alla porta, intenta ad osservare il quadretto familiare.
Bjorgman si limita ad un cenno con la mano, poi volge lo sguardo altrove.
E' Aurora, spinta dallo spirito natalizio, ad avvicinarsi alla mamma e a prenderla per mano conducendola vicino l'albero.
"C'è qualcosa anche per voi" - le dice, sorridente.
"Per me?" - chiede, stupita e grata del gesto - "Chi mi ha comprato un regalo?" - si guarda attorno. Ci sono alcune domestiche. Loro le esclude, guadagnano appena il giusto per sfamare le loro famiglie. C'è Olaf... probabile, pensa Anna. Magari qualche creazione bizzarra delle sue.
Kristoff non le parla da giorni ed è impossibile che sia stata idea sua.
Chi resta? Aurora!
"Questo l'ho fatto io, spero vi piaccia" - le rivela la bambina, porgendole un pacco.
Anna vorrebbe piangere di gioia e stringere a sè sua figlia, il tesoro più grande della sua vita. Si trattiene e risponde con un secco "Grazie"
Lo scarta sotto lo sguardo curioso dei presenti e quello entusiasta della principessina.
"E' un dipinto" - esclama la regina, notando la bellezza di un' opera d'arte che è visibilmente frutto della mano di una bimba di otto anni.
"Vi piace? Questi siamo noi" - indica le tre figure rappresentate alla meglio sulla tela.
"Hai talento" - si complimenta Kristoff, fiero della figlia. La prende  in braccio e l'abbraccia, colmando il vuoto affettivo causato da Anna.
"Sei bravissima. Non pensavo ti piacesse dipingere" - ne è sorpresa Anna.
"Lo faccio sempre, madre!" - racconta la piccola, dispiaciuta nel constatare che per la sovrana di Arendelle è invisibile.
La regnante non sa neppure cosa piace o non piace alla creatura a cui ha dato la vita.
"Lo appenderò in camera. Ho apprezzato molto il tuo pensiero" - accenna un timido sorriso.
"Tutto qua? Non abbracci Aurora?" - si intromette Olaf, credendo di scuotere Anna in qualche modo.
Ottiene una situazione imbarazzante che la sovrana non riesce a gestire. Infatti il gesto che segue è forzato e anche le domestiche si accorgono della freddezza di Anna verso la figlia, nutrendo dispiacere.
Un abbraccio durato giusto il tempo che i due corpi si sfiorassero.
"Ehm... io ora vado. Ho delle faccende da sistemare. Continuate pure" - cerca di darsela a gambe prima di dove affrontare altri momenti complicati.
Sempre il pupazzo di neve la trattiene porgendole qualcosa da parte sua.
"Questo invece è il mio dono" - le porge un pacchetto stropicciato.
Lei lo prende tra le mani e lo apre.
La reazione immediata che ha è di gettare a terra il regalo.
"Hey...se non ti piaceva poterli dirlo. Invece di buttarlo come se fosse immondizia" - si offende Olaf.
"Dove hai trovato quell'oggetto a forma di fiocco di neve?" - domanda, sconvolta, Anna.
Kristoff si avvicina sospettoso e riconosce quello che la moglie ha volutamente lasciato cadere sul pavimento.
Lo raccoglie e lo osserva. Poi posa lo sguardo sulla consorte.
Gli occhi le si riempiono di lacrime e, stanca di trattenersi, scappa via.
"Madre! Dove andate?" - Aurora è confusa e preoccupata.
"Cosa le prende? Non la capisco più" - commenta il pupazzo di neve.
"Amico, dove hai trovato questo?" - indaga Bjorgman.
"Confesso! L'ho trovato in giardino. Era a terra, esattamente in corrispondenza alla finestra di questo salone" - spiega l'omino magico.
"Papà, ma sbaglio o è uguale a quello che abbiamo usato io e te per abbellire l'albero di Natale?"
"Si, tesoro. E' quello"
"E come mai è stato buttato dalla finestra?" - domanda sempre più confusa la principessina.
Kristoff, con il cuore a pezzi, avverte il desiderio di consolare la moglie e di lasciarla sfogare..
Ha capito tutto: Anna ha rivissuto attraverso quel ciondolo il passato e il legame ormai inesistente con Elsa.
"Torno subito"
"Vengo con voi" - aggiunge la piccina.
"No, figliola. Dacci qualche minuto"
E così raggiunge la consorte, chiusasi, come ormai di routine, nella sala del trono.
Bussa alla porta e le chiede..
"Posso entrare?" 
Non risponde, tanto che Kristoff varca l'uscio anche senza consenso.
"Cosa vuoi?"
"Voglio sapere come stai. Il regalo di Olaf ti ha ricordato tua sorella... so quanto tu stia male per l'accaduto, però è bene accettare che le cose non torneranno come una volta. Devi andare avanti. Per te stessa, per me che ti amo da impazzire e per Aurora"
Anna non risponde. Ma sono i suoi singhiozzi a spingere Bjorgman ad avvicinarsi a lei e ad abbracciarla.
"Finalmente piangi in mia presenza! Fallo...sfogati! Liberati di questo peso. Io sono qui per te"
"Mi sento così stupida" - confessa, piangendo disperata.
"Non lo sei. Sei umana. E in un giorno come questo, il dolore si riaccende a ricordarci che oggi sarebbe stato il Suo compleanno" - afferma lui, con tristezza negli occhi.
"Odio questo giorno....odio gli addobbi, odio i regali sotto l'albero... tutte cose che facevamo quando Elsa era qui, quando ero incinta, quando..." - poi si zittisce, faticando nel parlare di un argomento che ha voluto celare per anni.
"Dillo!! Se lo dici, ti sentirai meglio. Inizierai ad accettare che bisogna voltare pagina" - la consiglia il marito.
"Non ci riesco"
"DEVI"
I due si guardano, condividendo un dolore indicibile.
E' il giovane re ad aggiungere altro - "Aurora le assomiglia ogni giorno di più. L'ho notato e ho capito che è per questo che eviti di guardarla negli occhi"
"Sento che provare emozioni di gioia o di allegria, significa tradire me stessa e l'amore per una figlia che non ho più, che non ho visto crescere"
"Lo so, ti capisco. Credo che tu debba parlare con Aurora. La sua dolcezza e il suo sorriso ti aiuteranno ad andare avanti."
"Come hai fatto a superare tutta questa sofferenza, Kristoff?"
"Non l'ho mai superato. Ho imparato a convivere con il dolore" - le confessa, manifestando le sue fragilità.
"Io non sono pronta a questo" - ribadisce Anna.
"Ok, prenditi i tuoi tempi ma non tenere lontana la bambina. Ti prego. Dalle amore, ne ha bisogno. E lei te ne regalerà a sua volta"
In quel momento, proprio Aurora arriva e si unisce ai genitori.
"Si può?" - domanda educatamente.
"Vieni avanti tesoro" - la chiama a sé il sovrano.
La prende in braccio, mentre intreccia una mano a quella di Anna.
"Madre, state bene?" - le chiede, timidamente.
La regina accenna un sorriso, poi respira profondamente e alza il capo trovandosi faccia a faccia con la piccola.
Gli occhi di Aurora sono lame al petto che penetrano lente e fanno male.
Sempre in quegli occhi Anna legge se stessa e rivede il suo passato: un passato fatto di porte chiuse in faccia e di affetto negato.
"Sto bene, tesoro" - le risponde.
Quel "tesoro" spiazza la principessina che guarda il padre come a volergli dire "hai sentito cosa ha appena detto?"
"Posso abbracciarvi adesso?" - la richiesta della piccola viene accolta.
Anna si inginocchia, fregandosene dopo tanti anni, di stropicciare o sporcare le vesti reali.
"Vieni qui" - le spalanca le braccia e la accoglie a sé.
Aurora non si fa pregare e si getta sulla mamma.
Respira per la prima volta il suo profumo; sente le sue mani calde accarezzarle i capelli.
"Perdonami per tutto, piccola mia" - a quel punto Anna si libera del dolore e cede ai sentimenti.
Forse quel Natale non è disastroso come pensava. Forse il 25 dicembre non sarà una data dolorsa da oggi in poi.
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"TANTI AUGURI A TE" - canticchia Elsa alla bambina che spegne, in sua compagnia, la nona candelina.
"Grazie mamma! Adesso posso sperare che mi porterai oltre la Foresta Incantata, vero?"
"Si, è arrivato il momento piccola Ineke. Basta Athohallan. Finalmente ci sposteremo tra i Northuldri"
"Che meraviglia! Non vedo l'ora. Sono felice, hai esaudito il mio grande desiderio"  
"Te lo meriti. Tutti gli spiriti sono d'accordo con me. Meriti di vivere tra i tuoi simili"

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Capitolo 5
*** La vecchia Anna ***


1 "Più a destra, papà" - Aurora aiuta Kristoff a sistemare il quadro regalato ad Anna per Natale. La piccola dirige il genitore e la scena vede coinvolto anche Olaf - "Io direi a sinistra, invece" - dice il pupazzo di neve.
"A destra o a sinistra?"-  domanda il giovane re, in piedi su una sedia, alzando gli occhi al cielo.
"A destra"  " A sinistra" - esclamano in coro i due.
Anna osserva la scena e di fronte al buffo momento sorride, sciogliendosi finalmente da tutto quel ghiaccio che l'ha congelata per anni.
Ma ecco che i ricordi del passato tornano a balenarle nella mente.
FLASHBACK
"Padre, sono stanca. Posso muovere almeno un braccio?" - chiede la piccola Anna, a re Agnarr durante la realizzazione del dipinto di famiglia.
Non riceve risposta. Allora si rivolge all'amata sorella - "Psss Elsa, a te non fa male nulla?"
"Silenzio" - sussurra Iduna, muovendo appena la bocca.
L'esilarante scena di quattro persone immobili come statue, di cui una brontolona, termina poco dopo.
"Finalmente" - esulta la principessina minore, sgranchiendosi le gambe - "Elsa, adesso andiamo a giocare?"
"Principesse, venite a vedere il quadro" - le chiama il re.
"Wow"- esclama estasiata la primogenita.
"Siete una famiglia meravigliosa, maestà" - si complimenta il pittore.
Iduna arrossisce e ringrazia del complimento.
Poi è Elsa ad aggiungere - "Ne faremo un altro quando saremo più grandi, vero?"
"Certo, sempre se Anna smetterà di brontolare e di muoversi in continuazione" - precisa Agnarr, ridendo di fronte alla buffa espressione della secondogenita.

Quel ricordo rattrista la giovane sovrana di Arendelle che, scuote il capo come a volerlo rimuovere dai pensieri.
Si distrae subito, grazie ad Aurora.
"Madre, venite qui. Cosa ne pensate? Vi piace il quadro qui?"
Anna avanza verso di loro e osserva la parete.
E' seria e pensierosa mentre studia la posizione di quel dipinto.
"Allora? Ti prego dimmi che è perfetto perchè non lo sposto per la centomillesima volta" - precisa Kristoff, esausto.
"Dico che..." - si esprime la regina, ma ecco che un flash le piomba nella mente e ricollega che lì, proprio in quel punto esatto, dove ora è rappresentato un tenero disegno infantile, vi era appeso il quadro della famiglia reale. Quello che vedeva lei e sua sorella maggiore bambine insieme ai genitori.
Avrebbe voluto dire "Toglietelo da lì", invece stavolta, stranamente, tace.
"E' perfetto" - commenta, allontanandosi subito verso il salone.
Le domestiche hanno addobbato la tavola per il pranzo.
C'è cibo a volontà e l'aria che si respira è propria del Natale.
Anna si guarda intorno, assaporando la serenità che quel clima festoso regala.
Non si era accorta di quanto le fosse necessario tutto ciò.
Come se la rigidità che la caratterizzò per otto lunghissimi anni, fosse magicamente svanita lasciando spazio alla malinconia dei ricordi passati.
Seduta accanto al camino, piange. Ormai le lacrime le scivolano lungo il viso e lei non sa più domarle.
"Tieniti forte, mi raccomando tesoro" - è la voce di Kristoff, entrato nel salone, con Aurora sulle spalle.
"Papà, fammi girare come hai fatto stamattina. Veloce come la luce"
E il genitore così tenerone esaudisce la richiesta della figlia, come se avesse dimenticato che ad Anna certi comportamenti poco regali non piacciono.
Quando si accorge che sua moglie li sta osservando, si immobilizza e dalla sua bocca fuoriesce solo un suono - "Ops"
Chiede scusa alla regina facendo scendere la bambina a terra e sistemando prima il suo vestitino arricciato, poi la sua divisa.
"Come mai avete smesso?"- domanda Anna, spiazzando il marito.
"Credevo che tu...? cioeè... a te non piacevano questi giochi"
"Tesoro, io da bambina ero scatenatissima. Non esisteva acrobazia che non sapessi fare"
"Ah si?" - Aurora, sorpresa dall'immagine di sua madre birichina. Le si siede accanto e la ascolta con attenzione - "Raccontatemi cosa vi piaceva fare da bambina. Sono curiosa"
"Adoravo i pupazzi di neve più di ogni cosa" - spiega, per rendersi conto solo dopo di aver toccato un tema delicato e off limits.
"Ma Olaf come mai è un pupazzo di neve magico? Qui non si pratica la magia"
"Ehm....già!" - Anna cerca aiuto in Kristoff per venire fuori dalla questione.
Effettivamente la principessina ha sempre avuto quel dubbio però non lo ha mai esternato per paura delle reazioni della sovrana.
Ora che le sembra più dolce e aperta, ha raccolto il coraggio e le ha posto la domanda.
Bjorgman cerca di dare una mano tirando in ballo i suoi vecchi amici rocciosi.
"E' un regalo dei trolls"
"Un regalo? Per cosa?"
"Per Anna e me. Sapevano la sua passione e le regalarono uno con cui poter addirittura parlare" -  mente il giovane re, riuscendo a cavarsela alla meglio.
"Allora anche io se chiedo ai trolls un dono unico loro potrebbero pensare di accontentarmi?"
"Aurora, non si fanno delle richieste senza aspettarsi nulla in cambio"
"Certo, immagino. Il mio desiderio è piccolo, non farebbe del male a nessuno"
"Figliola, se prometti di fare la brava e di non disobbedire mai, te li farò conoscere" - afferma Kristoff, accarezzandole i morbidi capelli.
"Dici davvero? Allora giuro che non vi deluderò"
"Quindi nessun capriccio? prometti di andare a dormire quando diciamo noi, di vestire come vogliamo noi, di rispettare le regole di palazzo e di non uscire senza autorizzazione?" - le chiede Anna, sapendo bene che quelle erano delle imposizioni forti per la bambina.
La minore, infatti, resta a bocca aperta, scioccata da quanto appena udito. La scena fa ridere i genitori che subito dopo aggiungono - "Scherzavamo"
"Si, tua madre voleva metterti alla prova"
Aurora tira un sospiro di sollievo e, arrossendo, si rivolge alla sovrana di Arendelle - "Avrei voluto vedervi così sempre. Sono felice che ad oggi siete diversa"
Anna accenna un dolce sorriso, di quelli che Kristoff adorava e che da tempo non vedeva più, e conclude - "Recupereremo i momenti perduti, piccola mia!"
Poi si alzano entrambe dal divano sul quale si erano sedute e Anna la prende per mano.
"E' ora di pranzo, prendiamo posto" - afferma poi.
La famiglia, insieme, felice, trascorre il primo Natale in piena serenità.
Seppure i ricordi e il passato pesano come macigni sul cuore della giovane regina, lei ha avvertito sensazioni piacevoli stando con i suoi cari. Se stessa sembra riemergere e con essa la sua vera essenza: quella di donna allegra, solare, fortemente materna ed affettuosa. L'immagine di sovrana austera, sempre composta, dedita al protocollo, non le calza più. In questi anni, ha solo soffocato la vecchia Anna. Perciò è giunto il momento di tornare a respirare aria pura.
Come le ha detto suo marito, il dolore non passa, ma ci si può convivere e la bella regina è intenzionata a farlo.
"Grazie per avermi regalato un Natale diverso da quelli trascorsi" - sussurra la regina al consorte, quando, a tarda serata, dopo una intensa e divertente giornata in famiglia, i due si coricano.
"Grazie a te per essere tornata la Anna di una volta. Credevo di averti perduta per sempre. Invece oggi ho avuto la prova che nulla è andato perduto. Dovevi solo cercare risposte nel tuo cuore e capire cosa volevi davvero essere" - risponde Bjorgman, accarezzandole il viso con dolcezza.
"Ti amo, Kristoff" - si emoziona la giovane, lasciandosi andare totalmente.
"Anche io" - è la risposta dell'ex montanaro che, con le lacrime agli occhi, le domanda - "Adesso posso baciarti?"
Anna ridendo annuisce e in un battibaleno le labbra del suo grande amore si fiondano sulle sue e riassapora emozioni che aveva spento e che da oggi in poi non sopprimerà più.
Tra un bacio e una carezza, cade la notte e la coppia lascia spazio ai sogni.
La sovrana, però, dorme poco, troppo agitata dall'adrenalina dovuta alle sensazioni positive del suo corpo.
Si alza e si dirige verso la stanza dove Aurora dorme.
La osserva, sedendosi sul bordo del letto.
Le accarezza i capelli e la sente respirare profondamente.
Desiderosa di starle vicino, si stende accanto al corpicino della bambina e chiude gli occhi.
Prima di cadere tra le braccia di Morfeo, intona una ninna nanna

"Where the north wind meets the sea

There's a river full of memory
Sleep, my darling, safe and sound
For in this river all is found"

e in pochi secondi crolla.


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Capitolo 6
*** Un pericolo da scongiurare ***


1 9 ANNI PRIMA...
"E' questa la bambina prescelta?" - domanda una voce femminile ad Elsa.
"Si, è lei! Ho fatto quello che mi è stato chiesto. Adesso pretendo che mi diate spiegazioni logiche sul perché ho dovuto strappare mia nipote ad Anna"
"Tutto a suo tempo, mia cara. Sappi che se è a chiedertelo sono io, tua madre, ci sarà un motivo valido"
"Tu sei lo spirito protettore di Athohallan, questo mi è chiaro. Sei rimasta qui dopo il naufragio in cui tu e papà avete perso la vita. Solo che ci sono cose che non capisco"
"Era ciò che andava fatto per il bene di Arendelle, per il bene di questo luogo di pura magia, per il bene di tutti"
"Come può una creatura tanto indifesa e piccola essere un pericolo per noi?"
"Non è lei in maniera diretta a recare ostacoli agli spiriti"
"Ah no? E chi allora?"
""Basta con queste domande, Elsa!" - la rimprovera bruscamente la voce di sua madre.
Quella durezza ammutolisce la ragazza che, seppure incredula non avendo mai conosciuto quell'indole in Iduna, chiude il discorso.
"Adesso conduci la piccola da me" - le ordina.
La giovane annuisce, volendo evitare la furia dello spirito materno.
Si allontana dal luogo considerato ormai sacro, in quanto sede della rivelazione della reale natura di Elsa stessa.
Vi rimette piede pochi istanti dopo; tra le sue braccia dorme una bambina di circa un anno, dai capelli rossicci e le lentiggini.
"Che meraviglia! Finalmente conosco mia nipote" - esclama, entusiasta, Iduna - "Qual è il suo nome?"
"Ineke" - risponde la fanciulla, osservando la consanguinea, con occhi colmi di lacrime.
"Un nome particolare, lo ammetto. Potremmo sempre dargliene un'altro"
"No! Ti prego. Lasciale almeno questo legame con i genitori"
"Lei non deve più averne di legami con loro, questo non ti è chiaro?" - si arrabbia la voce, smuovendo i massi di ghiaccio sul quale poggia l'intera isola.
"Ok, d'accordo. Allora fallo per me" - la supplica Elsa.
Iduna resta in silenzio, poi accetta.
"Va bene. Ricorda, però...dopo che la avvolgerò con la mia magia, rimuoverà ogni ricordo. Non saprà di aver vissuto per un anno ad Arendelle. Non saprà di essere principessa, penserà che sei tu sua madre. Insieme le insegneremo ad entrare in relazione con la natura"
"Potrò almeno condurla nella Foresta Incantata quando sarà più grande?"
"Solo quando ti renderai conto che ogni pericolo è scongiurato. Non dobbiamo rischiare che salti fuori la verità di fronte ai suoi occhi, o accadrà una catastrofe"
A quel punto, Iduna invita Elsa ad avvicinarsi alle pareti luminose, sulle quali scintillano pezzi di vita passata.
"Adesso adagiala a terra. Allontanati e lasciami operare sulla sua mente"  
La primogenita di Agnarr fa quanto detto e assiste alla scena epica.
Il vento solleva in aria Ineke. L'acqua avanza sottoforma di cavallo e bagna il viso della bambina, il tutto mentre il fuoco la circonda, come cerchio di protezione. Infine la terra si presenta trasformandosi in culla rocciosa, sul quale il corpo della principessina viene sdraiato.
"Ora tocca a te, Elsa!" - la chiama a sé l'essenza invisibile
La giovane avanza e seguendo le indicazioni materne, posa la sua mano sulla fronte di Ineke.
Un lampo di luce accecante si scatena e costringe la fanciulla a voltarsi.
Quando il fascio accecante si attenua, Elsa sposta gli occhi sulla nipote.
Lei è lì, con gli occhi aperti.
La ragazza istintivamente la abbraccia - "Piccina mia, va tutto bene. Ci sono io qui"
"Mamma" - ecco la risposta della piccina, la sua prima parola, quella più importante, quella che Anna attendeva da mesi di sentir fuoriuscire dalla bocca della sua adorata figlia.
Una lacrima riga il volto di Elsa al ricordo della nascita della piccola. Un momento che difficilmente dimenticherà, quando gli spiriti la chiamarono urgentemente e le rivelarono che da lì a pochi mesi avrebbe dovuto portare via quella creatura dall'amore dei suoi genitori.
Fu un duro colpo per la ragazza, consapevole di dover strappare a sua sorella minore la sua ragione di vita.
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Oggi Ineke ha nove anni. Ha la spensieratezza di una  bambina della sua età, che non ha sofferto per la vita in isolamento su Athohallan.
Conosce alla perfezione gli spiriti della natura ed è loro amica. Si diverte a giocare con Bruni, cavalca un pony ghiacciato frutto della magia di Elsa, e canta ad ogni ora del giorno.
La sua voce così dolce e limpida è identica a quella di Anna e per Elsa poterla ascoltare è un piacere: così può mantenere vivo il ricordo di sua sorella.
Ineke le assomiglia anche fisicamente. I lunghi capelli rossicci, le buffe lentiggini e gli occhi verde acqua.
Chiunque poteva dire che quella è la figlia della regina di Arendelle. E' la sua esatta fotocopia.
Fortuna per il quinto spirito che lei e sua sorella si assomigliano. In questo modo la teoria che Ineke sia stata lei a partorirla è credibile al cento per cento.
"Che bello, mamma! Stiamo andando nella Foresta Incantata. Non vedo l'ora. Sono anni che mi racconti di quanto è bello quel posto" - esulta la bambina, in groppa al cavallo di Elsa.
"Ti piacerà sicuramente. Però ricorda cosa ti ho detto"
"Si, è la centesima volta che me lo ripeti. Non allontanarti e rimani sempre accanto a me" - imita la voce della ragazza, ridacchiando.
"Sciocchina, dai sii seria. Sai che se mi disobbedisci torniamo ad Athohallan e non ti accontenterò mai più" - puntualizza la grande.
"Mammina, te lo prometto" - incrocia due dita mostrandole come segnale di fiducia.
"Bene. E allora tieniti forte, piccola! Ecco lì...guarda l'orizzonte! Si intravede qualcosa" - le indica un punto in lontananza.
Ineke nota un immenso verde.
"Quelli sono i boschi di cui parlavi?" - domanda, emozionata, la minore.
"Si, tesoro. Vedrai gli alberi, conoscerai delle buffissime renne"
"Le renne? Sono animali?" - chiede. La curiosità di una bambina che non conosce il mondo se non quello visto tra mura ghiacciate stringe il cuore della giovane zia.
Trattiene le lacrime, causatele dai sensi di colpa ed annuisce - "Sono sicura che ti piaceranno"
"Come fai ad esserne certa?"
"Beh...ho un sesto senso" - le risponde. Dopotutto Ineke è figlia di Kristoff...come può non amare le renne.
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"Elsa! Sei proprio tu?" - esclama una voce femminile, non appena madre e figlia arrivano a destinazione.
La fanciulla si volta e riconosce immediatamente la persona in questione.
"Honeymaren!" - le corre incontro e si abbracciano.
Ineke rimane in silenzio a scrutare il luogo che la circonda. Sembra una neonata che si affaccia per la prima volta al mondo. Tutto è così nuovo, così bello, così straordinario.
Anche le foglie degli alberi, cadute a terra, hanno fascino.
"Lei chi è?" - chiede la northuldra, curiosa.
"Ehm...mia figlia!" - risponde la bionda.
"Tua...che?" - la bella moretta è scioccata da quella novità, tanto che a prima reazione ride.
"Sei in vena di battute adesso? Non ti facevo tanto spiritosa"
"No, sono seria! Lei è mia figlia"-  ribadisce Elsa, spiazzando definitivamente la bella moretta.
Come è possibile che il quinto spirito abbia potuto dare alla luce una bambina?
"Ineke, vieni qui" - la ragazza magica chiama  la piccola e le ricorda di essere educata e presentarsi.
Così la principessina si inchina e mostra alla northuldra le sue origini nobili.
"Wow"-  sono le uniche parole che Honeymaren riesce a pronunciare. E' uno shock enorme sapere che la custode della Foresta Incantata ha avuto un'erede.
"Adesso portaci da Jelena, ti prego. Vorrei che conoscesse Ineke"
La giovane dalla lunga treccia scura accompagna le neo arrivate dalla tribù, ancora turbata e sconvolta da quanto appena saputo.
Le rimane un dilemma da risolvere: in dieci anni sola con se stessa su un isola ghiacciata, con chi può aver mai procreato?
Però la somiglianza è evidente e ciò basta a convincere la northuldra che Elsa non ha mentito.
Il quinto spirito nel frattempo è felice di notare che la nebbia di dieci anni prima si è totalmente dissolta e che ora i popoli vivono sereni.
Ineke e la sua "mamma", mano nella mano, attraversano il bosco per un lungo tratto. La bambina pone mille domande a Honeymaren che è colpita da tanto interesse.
"E' la prima volta che vengo qui"- le confessa la bambina.
"Mi stai dicendo che hai vissuto nove lunghi anni isolata laggiù?" - chiede, ad occhi sgranati, la moretta.
"Già. Questo è il regalo del mio compleanno"
"Si, le avevo promesso che saremmo venute nella vostra foresta. Ineke ama la natura"
"E allora è la benvenuta. Chi protegge la natura, è northuldra nel sangue. E se è tua figlia, in fondo, è normale che sia così" - le sorride Honeymaren.
Poi ecco che un canto in lontananza attira l'attenzione delle tre.
"Cosa è questo rumore?" - si spaventa Ineke, abituata al silenzio di Athohallan.
"Piccola, vieni con me" - le prende una mano e la conduce proprio verso quelle voci.
Una folla di gente siede attorno ad un fuoco acceso e canta una musica particolare.
Elsa, non trattiene più il pianto. Quanti ricordi le invadono la mente e il cuore si lascia finalmente andare.
"Mamma ma stai piangendo?"
"Sto bene, tesoro. Segui Honeymaren. Lei è un'amica di cui puoi fidarti. Ti insegnerà tanto"  - la invita a seguire la ragazza.
E così, Ineke si unisce alla folla, presentata dalla northuldra come erede della loro custode magica.
Sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, e alcuni brusii dei presenti, la bambina li allieta con la sua voce soave.
"Elsa! Sei davvero tu? - esclama una donna alle spalle della ex regina di Arendelle.
"Jelena! Si sono io"-  la saluta, abbracciandola.
"Sono qui perché cerco delle risposte"
"Riguardo cosa?"
"Sul perchè sono stata costretta ad allontanare mia nipote da Arendelle"
"Ci sono cose di cui neppure io sono al corrente, mia cara"
"Mi stai dicendo che non sai nulla?" - ne resta delusa.
"Mi dispiace. Purtroppo è qualcosa voluto dai tuoi simili, non dalla nostra tribù"
"Dagli spiriti? Cosa cercano gli spiriti da Ineke?"
"Un potere, questo è certo"
"Potere? Ma lei è umana"
"Forse è segnata dalla nascita"
"Non ti seguo"
"Esistono persone che nascono con la magia, altre che la sviluppano successivamente."
"Intendi dire che la bambina può avere un dono come il mio?"
"Forse sì, forse no"-  Jelena è vaga e le sue spiegazioni alimentano tutti i dubbi di Elsa.
Iduna disse che tutto sarebbe stato chiaro nel momento giusto
E quale sarà il momento giusto?
Se la verità è come sostiene l'anziana northuldra, sua nipote sarà segnata da un destino simile al suo.
O magari in lei si nasconde altro?

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Capitolo 7
*** Richieste particolari ***


1 "Buongiorno, madre" - sussurra Aurora all'orecchio della regina.
Anna apre gli occhi e mette a fuoco lentamente che davanti a sé c'è la bambina. Le sorride e si alza dal letto.
"Avete dormito qui tutta la notte?" - domanda, felice di ciò, la principessina.
La giovane sovrana annuisce, stiracchiandosi.
"Che belli i vostri capelli" - dice la piccola, ammaliata dalla folta chioma finalmente sciolta.
"Li abbiamo uguali, vedi?" - aggiunge Anna, accarezzando quelli della figlia.
"A me sono biondi, però. Come quelli di papà"- precisa, avvicinandosi allo specchio ed osservandosi.
"Direi piuttosto come quelli di tua..." - spontaneamente la nobile sta per dire "Elsa", ma si zittisce giusto in tempo.
Fortuna che Aurora è distratta e non si accorge di nulla, troppo presa dal trovare somiglianze con i genitori.
"Ho i tuoi occhi, però. Giusto?" - domanda ancora, speranzosa di aver ereditato la bellezza della mamma.
Quell'affermazione tocca il cuore di Anna. Lei sa bene a chi assomiglia la sua piccola.
"Ehm...certo. Forza, alziamoci che tuo padre si starà chiedendo come mai non sono né a letto né nella sala del trono" -
"Madre, sappiate che papà starà ancora russando profondamente"-  ridacchia Aurora - "E' abitudine che appena si sveglia, viene qui e mi dà il buongiorno" - le racconta.
"Davvero?" - esclama, sopresa, la regina. Che dispiacere essere all'oscuro di fatti che accadono tra quelle mura da ben otto anni. E' cosciente che il suo estraniarsi dal mondo, l'ha portata ad ignorare momenti unici vissuti dai suoi stessi cari.
A quel punto le viene in mente un'idea che risvegliano molto della vecchia Anna.
"Se andassimo a svegliarlo noi?" - le propone giocosamente.
La bambina a bocca aperta accetta, saltellando  contenta.
Madre e figlia, mano nella mano e in punta di piedi, raggiungono la camera.
"Facciamo piano" - sono le ultime parole di Anna, prima di aprire la porta ed entrare.
Come previsto, Bjorgman dorme ancora beato.
Borbotta qualcosa nel sonno, ma è difficile da comprendere.
"Che sta balterando?" - si domanda la principessina, trattenendo le risate.
"Neanche Sven lo capirebbe" - aggiunge la sovrana, prendendo il giro il marito.
Poi prende una vecchia piuma bianca, di quelle utilizzate per la stesura di documenti.
E' posizionata sulla scrivania, a pochi passi dal letto.
"Che volete fare?" - chiede curiosa Aurora, sempre mantenendo la voce bassa.
"Se è rimasto il solito omone grande e grosso che soffre il solletico, non resisterà" - e così, Anna sfiora la punta del naso di suo marito proprio con l'oggetto che ha in mano.
Kristoff cambia varie espressioni mentre sua moglie continua ad infastidirlo e a disturbare il suo sonno.
"Ma non si sveglia" - esclama la bambina, trattenendo il più possibile le risate.
"Shhhh" - aggiunge Anna, portandosi un dito davanti la bocca per zittire la minore.
Poi, sotto lo sguardo estasiato della piccina, inizia a contare - " Uno...due.. tre..."
In quel preciso istante, Kristoff spalanca gli occhi e grida spaventato, trovandosi ai  lati del letto moglie e figlia.
La scena è talmente comica che costringe le due artefici dello scherzo a piegarsi in due dalle risate.
"Siete impazzite?" - esclama l'ex montanaro, rosso come un pomodoro e alquanto imbarazzato.
"Papà, questo momento è stato epico"
Kris mette un finto broncio. Posa lo sguardo su Anna che finalmente sembra tornata quella di un tempo.
Per tale ragione, il biondo sorvola e si unisce al gioco.
"Sto per vendicarmi, sappiatelo" - afferra il cuscino e si fionda sulla moglie, cominciando a colpirla.
"Madre, vi aiuto io" - interviene Aurora, saltando sulle spalle del padre.
Trascorrono una mattinata allegra, cosa mai accaduta da quando la bambina è venuta alla luce.
E la sensazione di calore familiare non finisce qui...
"E' il momento di un bel bagno caldo, cosa ne pensi figliola?" - propone Anna.
"Si, allora dico a Brigitte di riempire la mia vasca"
"Aspetta! Io intendevo insieme ti va?" - l'idea della regina colpisce piacevolmente la minore che, con un sorriso a trentadue denti, accetta senza esitare.
Ed è proprio durante quel momento così intimo tra loro che la giovane sovrana fa una richiesta alla principessina.
"Ho notato che chiami tuo padre "papà"
"Si, perchè? non volete?"
"Ho una richiesta particolare. Spero l'accetterai."
"Dite pure, madre"
"Vorrei mi chiamassi come chiami Kristoff"
"Volete che vi chiami papà?" - esclama, confusa, la piccola.
Anna ride e la schizza con l'acqua, giocosamente - "Vorrei mi chiamassi mamma. Non voglio più quel distacco tra noi. D'ora in poi mi darai del Tu. Questo sarà il nostro nuovo inizio"
Aurora apprezza molto la vicinanza di una donna che, fino a due giorni prima, era fredda come il ghiaccio. Attendeva da tempo questo momento e finalmente sente di avere una famiglia vera, dove trovare calore, affetto smisurato e perchè no...anche divertimento.
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Elsa e Ineke pernottano nella tenda di Jelena. Hanno trascorso una giornata fantastica assieme al popolo del Sole e la bambina ha apprezzato molto la loro compagnia.
Specialmente quella di Penelope, un cucciolo femmina di renna che Ryder le ha presentato insieme alle centinaia di animali di cui interpreta i pensieri, creando ilarità tra i suoi simili. Durante la notte,non riesce a prendere sonno, pensando alle parole della saggia nortuldra. 
Chi può darle risposta? Chi può risolvere i suoi dilemmi? Possibile che quella innocente bambina di nove anni sia un problema tanto grave per Arendelle e per la natura stessa?
E' allora che le balza alla mente la soluzione.
"Ma certo" - esclama, lasciando rapidamente l'accampamento. Non prima, però, di aver dato un tenero bacio sulla fronte della nipote che dorme serena.
"Dove stai andando, Elsa?" - le chiede una voce alle sue spalle.
"Ehm...Honeymaren, come mai ancora sveglia?"
"Mio fratello ha dimenticato di riconteggiare le renne prima di coricarsi". E' toccato a me stavolta!"
"Oh, ehm...ok"
"Tu invece?"- domanda, sospettosa la moretta.
"Devo fare una visita importante. Tornerò presto."
"E Ineke? Che le dico se non ti trova?"
"Sarò di ritorno prima che si sveglierà. Stai tranquilla" - così dicendo, l'abbraccia e corre via.
Sa bene dove andare e anche se ciò manderà in bestia sua madre e spezzerà l'accordo con i quattro spiriti, Elsa vuole ed esige spiegazioni.
E solo qualcuno può dargliele.
"Granpapà! So che sei qui! Ho bisogno di te..." - grida, una volta arrivata nella terra del trolls.
Un rumore assordante di massi la fa sobbalzare ed ecco che il grande saggio è di fronte a lei.
"Finalmente ci si rivede, mia cara"-  la saluta, accennando un piccolo inchino.
"Mi devi aiutare"
"Sei libera di essere te stessa. Cosa c'è che non va?"
"Lo so che ne sei al corrente. Tu detieni tutto il sapere magico, quindi sicuramente potrai rispondere ai miei dubbi"
Granpapà la guarda in silenzio. Poi precisa - "Non ti seguo"
"Ho una richiesta particolare. Devi dirmi tutto quello che sai su Ineke. E' davvero magica come me? Come mai è considerata un pericolo da scacciare?"



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Capitolo 8
*** Ritornare ad amare ***


1 Anna è nella sua camera da letto, avvolta da un lungo telo che le asciuga il corpo dopo il bagno caldo.
Aurora, invece, già pronta è uscita da palazzo per giocare con Olaf a palle di neve.
Ha nevicato quella notte in quantità notevoli, biancheggiando l'intero regno e confini.
La principessina ha colto al volo l'occasione. E' corsa fuori dalle mura del castello, ben coperta su raccomandazione materna, e ha portato con sè l'amico pupazzo.
Kristoff bussa alla porta, nel momento in cui la regina si dedica attenzioni, in pieno relax. E' seduta sul letto, intenta a cospargere il suo corpo con un olio dalla fragranza estremamente dolce, omaggio di una delle terre alleatesi con Arendelle. Ma lei, dedita ai suoi pensieri, non si accorge di niente, tantomeno del marito che ha varcato l'uscio.
Bjorgman resta estasiato dalla bellezza di Anna. Erano anni che non la vedeva con indosso della biancheria di pura seta.
Lei coprì il corpo per ben otto anni, facendo attenzione anche a non mostrare le gambe o le braccia quando si coricava di fianco al consorte. Sembrava quasi che nascondendo la sua fisicità nascondesse anche il suo essere donna, e di conseguenza il suo essere moglie e madre.
Nessuno doveva guardarla; lei era la regina e chiunque la incrociasse, marito incluso, doveva come minimo chinare il capo in sua presenza.
Fortuna che Anna ha riacquisito fiducia in se stessa, riaprendosi al mondo e lasciando che la sua vera indole tornasse a galla.
Il momento intimo di condivisione con Aurora l'ha portata a riscoprirsi e a riamare anche il suo corpo, curandolo come amava fare anche in passato.
Adesso è lì, immersa nei suoi pensieri più lievi. Si accarezza come a volersi scusare con una parte di se, quella fisica, che aveva trascurato.
Con dolcezza coccola con olii profumati spalle, braccia, gambe, collo, perfino in decolté, mandando in estati il marito, rimasto ad osservarla in totale tranquillità.
Non avrebbe mai interrotto quella visione pura di Anna, se non fosse stato per la regina  stessa.
"KRISTOFF!! Cosa ci fai qui?"- esclama voltandosi casualmente proprio nella direzione del marito. Arrossisce e prende il primo indumento steso sul letto per coprirsi.
"Amore mio, sei bellissima"- commenta l'ex montanaro, con scarsa salivazione.
"Quando sei arrivato?" - gli domanda, imabarazzata.
Lui ridacchia, mostrando un acceso rossore sulle gote.
"Dio mio"  - esclama lei, celando il volto con le mani - "Ho sempre la cattiva abitudine di lasciare la porta aperta. Avrei dovuto girare la chiave"
"Anna. Cosa stai dicendo? Guarda che per me è stata una scena piacevole..." - commenta, avvicinandosi alla consorte.
"Sciocco. Sai che sto morendo di vergogna, vero?" - evita gli occhi del suo compagno, che nel frattempo le ha scostato le mani dal volto.
E' pericolosamente vicino alla moglie, tanto che Anna teme che quella situazione possa sfociare in altro.
"Amore mio, hai vergogna di me? Ma se ti ho vista così mille volte. Addirittura anche senza intimo" - sostiene Kristoff, in piena tranquillità.
"Dai, smettila. Piuttosto, puoi uscire dieci minuti. Dovrei vestirmi"
"Come?" - ne rimane spiazzato - "Sono tuo marito. Siamo sposati da dieci anni ormai. Ti comporti come se avessi ancora diciotto anni e ci fosse tua sorella qui a dirti di starmi lontana per evitare situazioni troppo intime pre matrimonio"
Bjorgman esprime il suo stupore citando un ricordo che al momento fa incupire Anna.
"Scusami, tesoro. Non volevo riaprire vecchie ferite" - le prende una mano e la intreccia alla sua.
Poi alza gli occhi e incrocia finalmente quelli lucidi di sua moglie.
"Ti amo, lo sai?"
Quella dichiarazione così tenera e pura, fa sorridere la regina.
In risposta, lei gli dona un candido e lieve bacio a stampo.
"Adesso lasciami sola, per favore" - lo supplica, accarezzandogli il viso.
"Ok" - risponde l'ex montanaro, un pò deluso nel vedere la sua donna ancora restia ad avere un contatto fisico con lui.
Lascia la stanza, pronto a dedicare le ore seguenti all'amico Sven, nella stalla.
Percorre le due rampe di scale che lo conducono all'uscita da palazzo.
In quel preciso istante accade l'impensabile.
"KRISTOFF" - grida Anna.
La sovrana, correndo, avvolta nella sua vestaglia di seta, lo ha inseguito.
"Che succede?" - domanda lui, confuso.
Non ha molto tempo per chiedere altro, dato che la moglie si fionda sulle labbra di lui, divorandole.
Le mani del biondo scivolano rapide sulla schiena della giovane.
Senza dirsi nulla, i due si dirigono nella loro stanza.
Kristoff solleva da terra il corpo esile della moglie e lo adagia sul letto. I suoi abiti sono i primi a cadere sul pavimento. Anna si libera dei pochi indumenti che ha indossato.
E così, tra le morbide e profumate lenzuola bianche, casualmente quelle che rivestirono il loro letto la prima notte di nozze, consumano un sentimento forte e ancora vivo dentro di loro, tenuto represso per troppo tempo.
In quei minuti di travolgente passione, Anna sente di rinascere.
E' tornata alla vita. E' tornata se stessa. Ha riscoperto il piacere di amare e di essere amata.
"E' stato memorabile" - sono le parole di Kristoff, fiero della sua performance e con il cuore a mille.
"Mi è mancato sentirti così vicino" - risponde Anna, adagiando il capo sul petto marmoreo del marito.
"Vale lo stesso per me, sai?" - la bacia.
"Mi dispiace di averti allontanato. Ero talmente ossessionata dai ricordi, da dimenticare cosa significasse vivere ed esserci per chi ti vuole bene"
"Adesso però sei tornata la vecchia Anna, la mia adorata furia scatenata. Cancelliamo il passato che ci fa tanto male. Godiamoci il presente e la figlia meravigliosa che abbiamo. Siamo genitori di una bambina incredibile che merita di vedere una famiglia unita e forte"
"Se solo sapesse che ha una sorella chissà dove...."
"Hey, non pensarci ok? Ineke rimarrà per sempre nei nostri cuori. E' la nostra primogenita. Ci è stata strappata via per chissà quale motivo. Però, in questi anni ci ho riflettuto. Elsa l'ha allontanata da noi forse per proteggerla"
"Proteggerla?" - ripete la regina, inarcando un sopracciglio - "E da chi? da me e te? i suoi genitori?" - la giovane è ancora esterrefatta dalle azioni della consanguinea.
"No, tesoro. Da qualcosa di più grande. Se è stato necessario fare ciò, un motivo di fondo ci sarà. Tua sorella non ti avrebbe mai recato dolore"
"Evidentemente non ha mai nutrito per me lo stesso affetto che nutrivo io" - commenta, incupendosi.
"Amore mio, smettila di farti del male pensando tutto ciò. E' il rancore e il dolore a farti parlare così. Ma in cuor tuo sei cosciente che Elsa tiene a te"
"Spero per lei che Ineke stia bene e che in questi anni non le sia accaduto nulla" - in quell'attimo una lacrima le scivola sulla guancia.
Kristoff le sfiora il viso, asciugandolo. Le dà un altro bacio.
"E se ti facessi una proposta?" - cambia discorso per evitare il pianto a sua moglie.
"Che tipo di proposta?"-  domanda, curiosa, la sovrana di Arendelle.
"Se dessimo ad Aurora un fratello?"
"Aspetta...che?" 

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Capitolo 9
*** Una bufera di neve ***


1 Nella Foresta Incantata, l'alba è sempre un momento di pace per i Northuldri. La tribù, infatti, ringrazia la natura per un nuovo giorno e lo fa inginocchiandosi a terra, con Jelena che accende il fuoco e Honeymaren che offre al popolo una brocca con dell'acqua limpida e rigenerante. Anche il vento partecipa, accarezzando le foglie degli alberi,segnalando la sua presenza.
Quella mattina, la prima per Ineke tra la gente del Sole, il rituale non si verifica.
La piccola apre gli occhi, svegliata di soprassalto, dal rumore delle renne che corrono a destra e a manca inseguite da Ryder.
La bambina si stiracchia, guardandosi attorno. La tenda è vuota.
Preso lo scialle donatole da Honeymaren la sera precedente, mette piede fuori dal rifugio.
Un particolare attira immediatamente la sua attenzione: un soffice manto bianco copre la terra.
"E questa?" - sobbalza spaventata. La scruta prendendone un pugno.
"Buongiorno mia cara. Dormito bene?"- le domanda Jelena, avvicinandosi alla minore.
"Si, grazie. Cosa è questa cosa? Ieri non c'era" 
"Neve, tesoro"
"Neve?" - ripete la parola come a volerla memorizzare.
"Non l'avevi mai vista prima di oggi?" - l'anziana Northuldra è spiazzata, vedendo nella piccina così sorpresa.
Se sua madre anni addietro creò un disastro proprio durante una calda estate, trasformata in gelido inverno, possibile che Elsa non le avesse mai mostrato cosa era in grado di fare con un semplice gesto della mano? Si interroga, perplessa, la donna.
"No, è così morbida. E' bellissima" - gli occhi di Ineke mostrano l'emozione tipica di chi vede qualcosa per la prima volta. Come quando un neonato apre gli occhi alla vita e scorge finalmente il viso amato della mamma.
Ciò scioglie il cuore di Jelena che le sorride e le dice - "Non era previsto,secondo i nostri calcoli, che stanotte nevicasse, perciò ci ha colto alla sprovvista. Però, se a te va, chiamo Honeymaren e Ryder. Loro ti insegneranno a fare un vero e proprio pupazzo"
"Cosa? Davvero?" - esclama Ineke, ignara in realtà di cosa potesse mai essere questo pupazzo.
I due ragazzi, ben coperti, fanno indossare abiti pesanti ad Ineke. Lei non ne ha mai indossati di così caldi. Li fa subito suoi, sentendosi così bene nei panni di northuldra che, seppure si sente di soffocare in quelle vesti, finge di essere a suo agio.
La giovane dalla lunga treccia scura la prende per mano e le spiega cosa stanno per fare.
Sotto lo sguardo meravigliato e felice della bambina, i due fratelli creano un vero e proprio pupazzo di neve.
Non ne conoscevano neppure l'esistenza fino a quando non conobbero Olaf, anni addietro. Adesso sono pratici anche nel crearne uno tutto loro.
"Ed eccolo qua! Ti presentiamo il nostro nuovo amico" - esclama Ryder, fiero del lavoro ben fatto.
Ineke a bocca aperta si avvicina, quasi timorosa. Poi, timidamente, chiede - "Posso toccarlo?"
"Certo che sì. Se ti va possiamo dargli anche un nome" - risponde Honeymaren - "Mmm, vediamo...come possiamo chiamarlo?!" - ci riflette su pochi secondi.
Jelena osserva la scena, avvicinandosi, notando tanta gioia nell'aria. Si è accorta dell'assenza di Elsa, però sospetta dove possa essere andata. Ha voluto, per tale ragione, distrarre la piccola affinché non ponesse loro domande in merito alla mancanza della madre.
"Complimenti, ragazzi" - afferma l'anziana, appoggiando una mano sulla spalla della minore.
In quel momento, tra i tre seguono varie proposte sul nome da dare a quel buffo omino nevoso.
"Snowflake"
"No, fratello. Come sei banale. Se invece lo chiamassimo Arturo?"
Ryder mostra in viso un chiaro segno di disgusto e boccia l'idea con una delle sue battute - "Chissà perché hai detto questo nome. Se vuoi chiamo il vero Arturo...sarà felice di sapere che ti piace e vorresti diventare la sua fidanzata!"
Honeymaren arrossisce e schiaffeggia il braccio di lui.
La situazione è simpatica e perfino una donna seria ed impeccabile come Jelena si lascia andare ad una risata.
La scena comica che ha distolto Ineke dal pensiero di Elsa, viene interrotta da una nuova bufera di neve.
"Forza, torniamo al riparo. Prevedo grandi problemi per noi, se non smette di nevicare"  - sostiene l'anziana, correndo mano nella mano con la bambina.
"Brrr che freddo" - esclama Ryder, scrollandosi di dosso i fiocchi di neve cadutigli addosso.
"Questa tormenta è talmente forte, che sembra una ribellione degli spiriti" - sottolinea Honeymaren.
Ma tale osservazione,  colpisce Jelena - "Gli spiriti!!" - riflette ad alta voce.
"Cosa avete detto?"- chiede la piccina non avendo chiaro l'incupimento della saggia northuldra.
"Ehm nulla tesoro. Piuttosto, io ho da sistemare delle faccende" - fa per uscire, poi si rivolge ai due ragazzi - "Fate attenzione ad Ineke, mi raccomando. Ve la affido"
Sotto gli occhi confusi dei tre, Jelena lascia la tenda. 
"Cosa diamine stai combinando Elsa!?" - pensa tra sé e sè, mentre percorre alcuni metri di strada, sfidando una tempesta nevosa che la Foresta Incantata ha conosciuto poche volte.
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"Perdonami amore se con la mia proposta ti ho messa a disagio. Non era mia intenzione" - si scusa Kristoff, dopo che di fronte alla richiesta di un altro figlio, Anna si è zittita e ha preso debite distanze dal consorte.
Lei è di fronte lo specchio, intenta a spazzolarsi i capelli. Si è rivestita e l'ha fatto nel massimo silenzio, mentre suo marito la osservava e si pentiva sempre più di aver parlato troppo. Ora cerca un modo per rimettere le cose apposto.
"Non ti chiuderai a riccio un'altra volta, vero?"
A tale domanda, la regina accenna un sorriso e finalmente riprende parola - "Non permetterò che l'Anna austera e fredda torni a dominarmi. Ho detto addio a questi panni quando ho gettato i miei sul pavimento poco fa"
Il suo commento sorprende Bjorgman che mai si sarebbe aspettato una risposta audace.
Con sorriso malizioso le si avvicina, convinto che sia tutto sistemato. Le cinge la vita, appoggiando il mento sulla spalla di lei.
Inizia a baciarle il collo, con il chiaro intento di voler riprendere qualcosa che avevano interrotto per colpa sua.
Ma ad Anna ciò non sta bene. Si discosta dal corpo di Kristoff e riprende - "Hai frainteso cosa volevo dire"
"Allora spiegati perché sinceramente non ti ho capita" -  a quel punto l'ex montanaro siede sul letto e attende chiarimenti.
"Ho detto addio al dolore che avevo dentro quando mi sono ritrovata nuda di fronte a te, l'unica persona al mondo che mi ha sempre accettata così come sono, con o senza veli, con pregi e difetti...e  di difetti ne ho fin troppi, lo sai bene. Mi sono espressa male probabilmente. Però era questo che intendevo"
"Amore mio, l'importante è che sei tornata in te... rischiavo di impazzire sapendoti tanto distante. Ho pensato addirittura di andare via per sempre dal palazzo" - confessa, chinando il capo dispiaciuto.
"Davvero?" - esclama lei, voltandosi verso il marito con aria scioccata - "Non ci credo! Tu avresti abbandonato Aurora sapendola sola con me?" - il tono di voce della giovane sovrana manifesta un mix di delusione e incredulità. Il suo Kristoff avrebbe osato tanto?
"Ed è per lei che non l'ho fatto" - aggiunge lui, tranquillizzando in piccola dose la consorte.
"Ok, meglio per Aurora" - risponde Anna, tornando ai suoi capelli.
"Meglio per Aurora... e meglio per me stesso, aggiungerei" - la prende per mano invitandola ad alzarsi e a dedicargli un attimo di attenzione.
La regina lo vede inginocchiarsi, esattamente come fece dieci anni prima nella Foresta Incantata, e il cuore comincia a battere ad un ritmo incalzante. Le sembra quasi esploderle fuori dal petto.
Però un'osservazione è lecita e la sovrana la pone al coniuge - "Kristoff, tesoro, noi siamo già sposati"
"Ehm...lo so. Per questo ci tengo che la seconda volta sia ancora più magica della prima"
"La seconda volta?" - ripete confusa la giovane
"Regina Anna di Arendelle, mi concedi il piacere di diventare mia moglie... di nuovo?"
Il momento romantico del tenerone Kristoff, viene interrotto bruscamente.
La finestra della stanza viene aperta da una folata di neve indomabile. Il regno è colpito dalla potenza distruttrice della natura.
"Accidenti" - esclama Bjorgman, chiudendo il finestrone - "Non ricordavo una tempesta simile da quando io e te non ci conoscemmo e andammo alla ricerca disperata di ..." - poi si zittisce, puntando gli occhi su Anna.
La sovrana è visibilmente preoccupata.
"Amore, scusami non volevo ricordarti tua sorella. Me lo avrai detto mille volte che non vuoi sentirla nominare ed io puntualmente lo faccio"
"No, Kristoff, ascolta. Non sono in pena per questo"
"Per cosa allora?"
"Aurora!"
"Aurora?"
"E' uscita con Olaf"
"Santo cielo! Ma fuori c'è il finimondo" - il biondo, scioccato, indossa al volo gli stivaloni invernali e si appresta ad uscire.
"Ma dove vai da solo?"
"Resta lì, Anna. La trovo e la riporto a casa, promesso"
"No, vengo con te"
"No! Rimani a palazzo"- le ordina duramente, poi fugge via.
Però la regina è nota per la sua cocciutaggine.
Indossata la mantella nera con il cappuccio, lascia il castello alla ricerca, disperata, di sua figlia.
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"Elsa basta!!! Smettila...così distruggerai ogni cosa"
"Granpapà, devi dirmi quello che sai. Adesso"
"Le tue minacce non porteranno a niente. Non puoi costringermi a dirti cose che non posso raccontare"
"L'hai voluto tu allora" - Elsa, disposta a tutto, scaglia l'ennesima violenta tempesta verso Arendelle.
"Vuoi recare danni a tua sorella? E' questo che vuoi? Rifletti, Elsa. Così rischierai di perdere chi ami" - il troll cerca di farla ragionare.
"Ormai l'ho già perduta. Mi avete allontanata dalle persone care. Avete fatto in modo che Anna mi odiasse per un motivo che neppure io conosco"-  le lacrime della custode di Athohallan, sono di sofferenza lacerante.
Granpapà a quel punto ha poca scelta.
"Hai vinto"
"Mi dirai tutto?"
"Ciò che ti mostrerò dovrà bastarti, Elsa! Fammi solo una promessa"
"Quale?"
"Quando verrai a consocenza di questa storia, le tue emozioni saranno difficili da controllare. Ho timore che tu possa recare danni ancora più grandi di quelli che hai recato stanotte"
"Sono anni che ho imparato a domare la magia"
"Spero per te e per il bene di tutti che anche stavolta sarà così. Promettimi che nulla di quanto vedrai verrà raccontato"
"Promesso" - poi si avvicina al magico amico e lui toccandole la fronte le mostra un flash di ciò che gli spiritii celano al mondo umano e che vede come fulcro centrale proprio Ineke.
Come reagirà la natura, e anche Iduna, quando saprà che il quinto spirito ha voluto cercare risposte che non doveva cercare? Come si comporterà Elsa stessa una volta a conoscenza delle reali motivazioni che l'hanno costretta a strappare sua nipote ad Anna?




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Capitolo 10
*** Segreti inconfessabili ***


La tempesta violenta e distruttiva che ha colpito Arendelle e parte dei territori ad esso confinanti, si placa inaspettatamente.
E' il momento perfetto per avventurarsi anche nei vicoli più stretti e cupi del regno: bisogna trovare Aurora!
Kristoff sfida la bufera, alla ricerca di sua figlia, e Anna a sua insaputa fa lo stesso.
Peccato che lo stiano facendo nel posto sbagliato.
"Tieni gli occhi aperti...vedrai, qualcuno ci troverà" - parla Olaf, cercando di tenere sveglia la bambina, infreddolita.
I due hanno trovato riparo in quella che sembra a tutti gli effetti una caverna, umida e buia.
"Ho paura. Che si fa adesso? Papà e mamma si infurieranno. Non mi faranno più uscire da palazzo" - si preoccupa la principessina.
Poi un ululato in lontananza fa tremare i due, che si stringono uno all'altra.
"Anna è più spaventosa di questi lupi, se si arrabbia" - il buffo pupazzo di neve cerca di sdrammatizzare.
"Dobbiamo andare via da qui" - dice la piccola, afferrando la legnosa mano di Olaf,  facendosi forza della sua compagnia. In fondo non è sola.
Si incamminano verso l'ignoto, senza sapere dove si trovano precisamente . Non conoscono la strada del ritorno ma non perdono la speranza.
Però è proprio Olaf, improvvisamente, ad avere dei ricordi su dei dettagli di quel luogo.
"Forse so dove ci troviamo" - esclama quando gli si accende una lampadina - "Seguimi"
La bambina si fida cecamente dell'amico magico e fa come gli dice.
Percorrono vari metri ed ecco che la luce che colpì Aurora poco prima, motivo che la spinse ad allontanarsi da Arendelle e, di conseguenza, a perdersi,  attira ancora una volta la sua attenzione. Stavolta è molto vicina e sembra attirarla a sè...
"Olaf! Guarda.." - gli indica un punto poco distante dalla loro posizione.
"Di nuovo la luce" - esclama a bocca aperta l'omino di neve.
"Dai, corriamo laggiù. Scopriamo cosa è" - curiosa come suo solito, la piccola inizia a correre.
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"Che significa che non c'è? E quando è uscita dal palazzo?" - si arrabbia Kristoff, rivolgendosi alle guardie che hanno appena comunciato al re l'assenza della regina.
"Perdonate, maestà" - si scusa il più giovane dei presenti.
"Qualcosa non va?" - si intromette il generale Mattias, avendo constatato la ramanzina del sovrano ai suoi soldati.
"Anna è sparita" - spiega Bjorgman, alquanto scosso.
"Cosa? Ma dove può essere mai andata?" - anche l'uomo si preoccupa, data la bufera tremenda.
"E anche Aurora è lì fuori, Ho cercato ovunque e non l'ho trovata. Sono corso qui per chiamare più uomini possibili. Dobbiamo ampliare le ricerche anche oltre il regno"
"Credete si sia persa?"
"Temo di sì. Organizzate due squadre di ricerca, tenente. Io andrò a Nord"
"Maestà,  vengo con voi. Le troveremo, state sereno"
E in un battibaleno, più di venti guardie si incamminano in svariate zone di Arendelle. Altre controllano i confini a Sud. Invece il giovane sovrano e il fidato braccio destro di sua moglie si incamminano verso la Montagna del Nord.
"Se Aurora è come sua madre,  è lì che la troveremo" - conclude l'ex montanaro, salendo in groppa a Sven.
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"Aurora!! Dove sei?" - continua a gridare Anna. La voce sta cominciando ad abbassarsi, difficile poter urlare. A breve diventerà afona.
Per di più il freddo non è d'aiuto.
La stanchezza sta prendendo il sopravvento.
"Non mollare adesso, Anna" - parla a se stessa. E' determinata a tornare a palazzo con sua figlia. Riconosce benissimo il posto dove si trova.
"Querciola Vagabonda" - legge il cartello e un sorriso le accende il viso.
Che ricordi! Era proprio lì che conobbe Kristoff. Affrontò ogni paura per trovare sua sorella. A quanto pare, visto il comportamento della parente, poteva anche evitare di falo.
E a proposito della magica regina di Athohallan...
"Elsa, come ti senti?" - le domanda Granpapà, osservando il pallore della ragazza.
Non riesce a parlare, persa nei pensieri e nei ricordi di quel flash piombatole nella mente grazie alla magia del troll.
I suoi occhi comunicano più delle parole. Si riempiono di lacrime e si posano sul saggio che le risponde al volo - "E' per questo che doveva restare un segreto. Promettimi che non rivelerai nulla a nessuno"
"Anna dovrebbe sapere..."
"NO!" - urla lui.
La custode della Foresta Incantata non aggiunge altro. Si limita al silenzio, mentre cerca affannosamente di controllare la sua magia, con respiri profondi.
"Come faccio a tornare da Ineke e a guardarla e a vivere con lei come se non sapessi a cosa è destinata"
"Devi continuare a comportarti come hai sempre fatto. Gli spiriti non hanno voluto rivelarti nulla proprio perché hai un legame di sangue con la bambina. Per questo saresti stata condizionata dal tuo lato umano"
"Non può essere che la sua vita sia stata già scritta per portarla dove è oggi. Non posso credere che la natura che ha donato tanto a mia madre regalandole come figlia un quinto spirito, poi possa privare mia sorella della propria"
"Lo so, mi dispiace. Però c'è sempre un motivo per tutto. Adesso è meglio se vai"
"Ma ho altre domande"
"Ti ho detto quello che potevi sapere. Adesso, ti supplico...va" - la invita ad allontanarsi.
E' un bisbiglio di voci a costringere la giovane a scappare, non prima di aver sussurrato Grazie all'anziano troll.
Pochi istanti dopo, ecco comparire due figure.
"Olaf!! Cosa ci fai qui?"
"Granpapà!" - esclama felice il pupazzo di neve - "Voglio presentarti la principessina Aurora di Arendelle"
La bambina compare, a passo lento, ed avanza verso l'anziano essere roccioso che la osserva con attenzione ed incredulità.
Che fortuna, se solo fossero arrivati qualche secondo prima si sarebbero imabattuti in Elsa. 
"Cosa ci fate voi due qui soli soletti con questo tempaccio?" - domanda loro.
"Ci siamo persi" - spiega la piccola.
"Farò in modo che con la mia magia possiate rincasare in tutta sicurezza" - con un movimento della mano, Granpapà illumina la strada da percorrere.
"Arrivederci" - li saluta.
"Aspettate" - lo trattiene la minore - "Io ero così curiosa di conoscervi. Siete stati la famiglia di mio padre in fondo"
"Già! Per me Kristoff è un figlio"
"Io non ho nonni. Posso considerare voi come tali?" - la richiesta dolce della principessina tocca il cuore roccioso di Granpapà che annuisce e riconosce in quella tenerezza sia Anna che Kristoff stesso. Aurora è l'esatta copia dei suoi genitori.
Se solo sapesse cosa la vita le ha brutalmente sottratto, la bontà leggibile nei suoi occhi lascerebbe spazio ad altro.
Pochi minuti più tardi, i due amici mano nella mano stanno seguendo il tratto di strada illuminata.
"Che strano che il vecchio troll ci abbia liquidati così presto, non trovi?" - riflette Olaf, perplesso da tale comportamento.
"A me è bastato poterlo vedere di persona. Prima lo conoscevo solo attraverso i racconti di papà"
La loro chiacchierata viene interrotta da una voce che grida, seppure con fatica, il nome della principessina.
"Aurora!"
"Ma è Anna!" - esclama Olaf, riconoscendola e facendole segno.
"Mamma, sono qui"-  la chiama la principessina.
Tra le due c'è il ricongiungimento. La piccola si getta tra le braccia della regina che la riempie di baci.
"Mi hai fatto morire di paura. Non ti allontanare mai più chiaro?"-  il suo è un rimprovero poco riuscito, per via dei lacrimoni che le scendono sulle guance.
"Dove siete stati?" - chiede, avvolgendo la figlia in una calda coperta.
"Dal nonno" - risponde la bambina, spiazzando Anna
"Da chi?"
"Granpapà" - precisa il pupazzo di neve.
L'idea che un troll potesse essere nonno di Aurora, fa sorridere la regina. Però accetta comunque il desiderio della piccola e le domanda invece...
"Dai trolls? Siete arrivati fino alla loro valle? Come mai?"
"Olaf si ricordava precisamente il posto e così ne abbiamo approfittato. Ci ha aiutato a trovare la strada giusta verso Arendelle" - continua a raccontare la minore.
"Bisogna ringraziarlo come si deve"- sottolinea allora Anna.
"Si, invitiamoli a palazzo" - propone Aurora.
"Un giorno lo faremo. Promesso" - poi la sovrana le prende la mano e si incammina con i due verso casa.
Anna non ha più contatti con il popolo roccioso da quando ha chiuso le mura non solo di palazzo ma anche del suo cuore.
Adesso però le cose stanno cambiando ed è bene riallacciare amicizie vere. 
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"Dove sei stata tutto questo tempo?" - chiede Jelena ad Elsa, vedendola rientrare nella tenda.
Il viso della giovane non è affatto sereno. Sente di scoppiare da un momento all'altro.
"Siamo sole. Ineke è fuori con i miei figli, perciò dimmi... sei stata dai trolls vero?"
"Si. Non sarei mai dovuta andare"
"Ti ho cercata nei dintorni per ore. Ho dedotto fossi tu la causa della tempesta di neve e volevo fermarti"
"E' stato un modo per ottenere delle risposte da Granpapà"
"E ha funzionato?"
"Sarebbe stato meglio non sapere nulla"
"E' davvero così tragica la situazione?"
La tensione che Elsa sta vivendo comincia a pesarle. La neve comincia a circondarla, come faceva anni fa quando soffriva fortemente la solitudine.
"Cosa sta succedendo alla tua magia?" - chiede, spaventata, l'anziana northuldra.
"Accidenti! Forse abbiamo sbagliato a venire qui. E' meglio tornare ad Athohallan" - spaventata dal poco controllo sul suo dono, Elsa teme il peggio.
"Ma è per l'agitazione che la tua magia sta impazzendo?"
"No, è come temevo"
In quel momento un picolo frame le torna alla mente.
Un pezzo fondamentale della storia raccontata ad Elsa attraverso la magia di Granpapà.
QUANDO LA PRESCELTA SI AVVICINERA' AGLI UMANI, QUANDO COMINCERA' AD AFFEZIONARSI FORTEMENTE A QUALCOSA O A QUALCUNO, RISCHIERA' DI SCIOGLIERE IL CUORE DI CRISTALLO CHE HA DENTRO DI SE' E SE DOVESSE MAI SCIOGLIERSI TOTALMENTE, SAREBBE LA FINE DI TUTTO"
Spaventata da quello che potrebbe accadere, Elsa lascia la tenda alla ricerca di sua nipote.
Ed eccola lì... Ineke è sola.
O meglio, è con una renna.
"Penelope! Quanto sei bella" - le ripete accarezzandole il muso buffo - "Sei diventata la mia migliore amica. Ti voglio tanto bene"
A quelle parole, Elsa avverte un indebolimento, e non soltanto fisico.
"Cosa ti prende, cara? Mi sembri sconvolta" - Jelena, avvicinatasi alla ragazza, è seriamente in pensiero per lei.
"Il mio potere... sta perdendo forza" - confessa, tenendo gli occhi fissi sulla bambina.
Come deve comportarsi la custode della Foresta Incantata adesso che è cosciente che è sua nipote a tutelare la sua magia?

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Capitolo 11
*** Il danno è fatto ***


La rivelazione su Ineke e quanto a lei collegato, terrorizza Elsa sul disastro che potrebbe accadere nel mondo magico.

Non riesce a darsi pace su quello appena scoperto e per tale motivo decide di lasciare il popolo del Sole prima del previsto.

“Si può sapere come mai hai deciso in tutta fretta di tornare ad Athohallan?” – domanda, per la centesima volta, Honeymaren ad Elsa, seguendola mentre sistema le cose di Ineke in una vecchia sacca.

“E’ il momento di andare via. Tutto qua” – risponde la custode magica.

“Perché? Perché vuoi portarla di nuovo laggiù? E’ sola e senza nessuno che le possa essere amico” – aggiunge la ragazza dalla lunga treccia nera.

“Appunto” – pensa tra sé e sé la ex regina di Arendelle.

E in quel momento le parole che le tornano alla mente sono esattamente quelle del flash di Granpapà… “Quando la prescelta si avvicinerà agli umani, quando comincerà ad affezionarsi fortemente a qualcosa o a qualcuno, rischierà di sciogliere il cuore di cristallo che ha dentro di sé e se dovesse mai sciogliersi totalmente, sarebbe la fine di tutto”

Elsa ignora le ulteriori parole di Honeymaren, persa tra i pensieri che la costringono a fare ciò che vuole la natura.

In cuor suo, da zia quale è, dovrebbe pensare esclusivamente al bene della nipote. Però è pur sempre il quinto spirito…deve tutelare la natura, la magia, il suo mondo…a qualunque costo.

“Restiamo qui almeno qualche altro giorno, ti supplico” – la prega Ineke, con occhi colmi di lacrime, mentre percorrono, mano nella mano, il tragitto verso il fiume.

“Non abbiamo neppure salutato, siamo andate via così. Non è carino” – insiste la bambina, trovandosi di fronte una barriera umana, ovvero Elsa e un silenzio che la incupisce oltremodo.

Ma è pur vero che Ineke è la figlia di Anna e la cocciutaggine è di famiglia. Perciò continua, singhiozzante, a chiedere alla parente di restare.

“Mamma, io non voglio lasciare questo posto” – in quel momento, la piccola rallenta il passo fino a fermarsi, sciogliendo la presa dalla mano dell’adulta.

Sotto lo sguardo di rammarico di Elsa, aggiunge – “ Io sto bene con tutti loro. Non farmi tornare lì. Ad Athohallan non abbiamo nessuno. Qui ho trovato un’amica in Penelope”

“Un’amica?” – ripete la maggiore, manifestando preoccupazione.

“Si, la renna di Ryder” – spiega la piccina, con occhi lucidi – “Io le voglio bene”

In tale istante dal cielo rimbomba un tuono fortissimo, che smuove le foglie e fa sussultare la terra sotto i loro piedi.

Spaventata dalle circostanze, Elsa si vede costretta rispondere un secco e deciso “No”

“Perché?” – piagnucola Ineke.

“Ho detto di no. Basta insistere. Adesso sbrigati, ci attende Nokk per tornare a casa” – il tono di voce della ragazza è duro e freddo. Ciò spaventa la bambina che non l’ha mai vista in quello stato. Sottomessa al volere materno, prende di nuovo la mano del “genitore” e, con il cuore a pezzi, si incammina. Questo non prima di aver guardato per l’ultima volta quel posto così incantevole che nulla ha a che vedere con casa sua.

Triste e con la testa bassa, la bambina sale in groppa al cavallo, aiutata da Elsa.

Sono pronte a dire addio alla Foresta Incantata, quando all’improvviso avvertono delle voci tra gli alberi.

“Aspettate” – grida Jelena, assieme ad alcuni membri della tribù.

“Grazie a tutti per l’ospitalità. Non vi dimenticheremo mai” – afferma Elsa, mostrandosi distaccata, per non lasciar vincere le emozioni che la pervadono.

Però quelle stesse emozioni che la regina di ghiaccio domina, sono evidenti sul volto di Ineke.

La piccola esplode in un pianto disperato quando scorge tra la folla di gente Ryder che ha accanto l’amica renna.

“Penelope” – urla singhiozzante la bambina, scendendo rapidamente e bruscamente dal cavallo, e correndole incontro.

Il cucciolo bramisce, come a volerla chiamare.

L’abbraccio tra l’umana e la renna commuove i presenti, ma non Elsa.

La ragazza avverte un indebolimento fisico e posa subito lo sguardo sulle sue mani.

Non avverte la potenza dentro di esse e ciò comincia a preoccuparla.

Deve fare qualcosa o rischia di far accadere quanto appena scoperto.

“Zefiro, vieni in mio soccorso” – si mette in comunicazione con lo spirito dell’aria che agisce, causando bruschi venti che costringono i Northuldri a scappare via.

Di quel momento di confusione approfitta Elsa. Prende in braccio Ineke e la allontana.

“No, mamma. Aspetta” – si dimena la piccina.
“Mi dispiace tesoro. Dobbiamo andare” – così dicendo, il quinto spirito sollecita Nokk a correre spedito verso Athohallan.

Elsa però ha agito tardi.

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“Che succede al cielo, granpapà?” – chiede un baby troll al vecchio saggio.

Lui abbassa gli occhi, amareggiato e commenta – “Sta per accadere quanto per millenni si è cercato di evitare”

“Cosa volete dire?”

“Se non si agisce subito, arriverà la fine”

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Il cielo, ormai nero, ha coperto le luci mattutine.

Il mare che Elsa e Ineke attraversano sembra appiattirsi sempre più, come se volesse svanire nel nulla, lasciando che le onde con la loro forza cedino il passo ad un piattume.

“Cosa sta succedendo al Mare del Nord?” – chiede, stupita, Ineke.

Elsa stessa non sa spiegarlo.

Cerca spiegazioni, mettendosi in contatto con lo spirito dell’acqua. Lui non risponde ma i quattro elementi parlano tra loro e la conversazione riecheggia nell’orecchio del quinto spirito.

“La piccola non doveva incontrare gli umani. Adesso è troppo tardi”

“Che si fa ora Zefiro?”

“Bruni, bisogna che il cuore di cristallo che la piccola custodisce rimanga intatto, e c’è solo un modo per evitare ciò”

Elsa è pronta ad udire e a capirci di più, ma all’improvviso tutto tace.

Lo shock è dipinto sul viso della ragazza, preda dei sensi di colpa.

Le lacrime scivolano sulle sue gote e la “figlia” si accorge subito di questo.

“Tutto bene mamma? Stai piangendo”

Elsa, non trattiene il pianto e si sfoga, abbracciando forte la bambina.

“Dimmi cosa ti fa stare male”

“Nulla, promettimi soltanto che non mi lascerai mai, tesoro”

“Mai!” – risponde la minore, accoccolandosi al petto della parente.

Pochi minuti dopo eccole arrivate ad Athohallan.

“Cosa succede qui?”-  esclama scioccata Elsa, notando il ghiaccio in scioglimento.

“ELSA” – la chiama la voce di Iduna, in lontananza.

“Madre!”

“Portala via da qui!”
“Cosa? Ma mi hanno detto di…”

“E’ pericoloso. A questo punto il danno è fatto. Conduci Ineke ad Arendelle”

“Ad Arendelle? Ma…”

“Vai, fai in fretta. Gli spiriti hanno deciso come agire per salvare la situazione. Bisogna proteggere la bambina”

“Voglio la verità. Esigo di sapere cosa rischiamo tutti”

Il discorso tra le due avviene via pensiero, così come è sempre stato da quando la bambina abita lì.

“Porta Ineke da sua madre. E io ti racconterò il segreto che si cela dietro a tutto”

Spinta dal desiderio di sapere come poter aiutare la magia, il mondo e soprattutto sua nipote, Elsa non esita a richiamare a sé Nokk.

Lo spirito dell’acqua non sembra rispondere però.

Dopotutto il patto stilato da millenni, dal quale Elsa è stata esclusa, prevede l’appoggio tra i quattro elementi e nessuno di loro si alleerebbe con chi ha causato il problema.

“Elsa” – la richiama Iduna.

“Madre, come faccio ora?”

“Affidati alla tua magia. Troverai da sola la soluzione. Però fa presto. Ogni secondo che passa è un rischio in più per tutti noi, Ineke compresa”

Così la ragazza, con l’ansia alle stelle, e la paura di perdere chi ama di più, siede a terra sotto gli occhi confusi della piccina.

“Ho trovato” – esclama  poco dopo.

Prende in braccio la confusissima Ineke e si avvicina al mare ormai piatto.

Lo sfiora con un piede trasformando parte di esso in ghiaccio.

“Affrettati. Se si accorgessero delle tue intenzioni, ti scaglierebbero contro tutti e quattro gli elementi” – le sussurra Iduna.

“Tieniti forte tesoro”
“Dove stiamo andando?”

“A casa” – conclude, iniziando a correre più veloce che può.

In lontananza si avverte la ribellione della natura.

Nokk sobbalza dall’acqua ponendosi da barriera tra Elsa e la riva.

“Va via, ti prego”

“Non possiamo permettere che lei ci distrugga tutti”

“Lei è solo una bambina”

“No! E’ molto di più. Così come lo era sua nonna Ingrid, così come lo erano tanti dei suoi antenati”

“Chi è Ingrid?” – si domanda Elsa.

In quel momento il cavallo d’acqua nitrisce alzandosi sulle zampe posteriori, come a voler attaccare le due.

Ineke è terrorizzata e non capisce nulla di quanto sta accadendo. Lei ha sempre amato Nokk, perché lui vuole farle del male adesso?

Ed ecco che accade qualcosa di magico e di inatteso.

Un lampo di luce accecante, immobilizza lo spirito del mare e permette la fuga delle consanguinee.

Mentre Elsa corre, stupita da quanto appena accaduto, si trova ad affrontare anche la tempesta di Zefiro.

La stessa luce di poco prima torna e blocca anche il passaggio al fuoco, pronto ad attendere le due a riva.

“Cosa è questa strana magia?” – domanda Elsa, confusa.

A quel punto è Ineke a parlare – “Proviene da qui” – indica il suo cuore.

La piccola ha gli occhi privi di pupille, totalmente trasparenti e la sua pelle è bianca come il cristallo.

“Tesoro, cosa ti prende?” – la scuote, terrorizzata, sua zia.

Ed una volta giunte al traguardo, compare di fronte a loro Granpapà.

“Quando il suo cuore si scioglie, diventa talmente forte la magia che lo racchiude da dominare la natura. Hai visto come ha controllato e impedito al nemico di attaccarla? E’ questo il potere contro cui combattiamo. Un potere che distruggerebbe il mondo intero” – le spiega il troll anziano.

“Raccontami tutto, ti prego”

Così, con Ineke priva di sensi tra le sue braccia, il saggio rivela il segreto del cuore di cristallo.

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“Mamma, guarda il cielo” – esclama, sconvolta, Aurora, affacciatasi alla finestra del castello.

Anna impallidisce trovandosi di fronte una scena quasi apocalittica.

La regina lancia un’occhiata complice a suo marito.

Entrambi pensano la stessa cosa… “E’ accaduto qualcosa ad Elsa”

Preoccupati, lasciano il castello in fretta e furia.

Accertartisi che il popolo sta bene, si avviano verso la valle dei trolls.

Mano nella mano, percorrono la strada che li conduce dagli amici magici.

“Dove è granpapà?” – domanda Bjorgman.

Uno delle rocce indicano loro il punto preciso.

Ed è in quel preciso istante che Anna, riconosciuta la figura assieme al capo dei trolls, si accascia.

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Capitolo 12
*** La verità ***


 Tanti anni prima…

 

E’ l’alba e in una catapecchia, a pochi metri dal regno di Arendelle, una giovane diciottenne viene aiutata a dare alla luce il proprio figlio, il tutto mentre all’esterno un burrascoso vento batte con forza sulla porta.

“Un’ultima spinta. Ci sei quasi” - a parlare è una donna magra e con indosso panni rammendati.

“Non ne posso più. Tiratelo fuori, madre” – grida, disperata, la partoriente.

“Ce la puoi fare, Ingrid. Spingi” – la sprona l’adulta.

Distrutta, perché in travaglio da quando il sole è tramontato, la ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi color nocciola, stringe forte il lenzuolo sul quale è adagiata ed emette lo straziante urlo finale.

E’ il pianto del neonato a comunicarle che finalmente è fatta.

“E’ un maschio” – comunica la madre, ripulendo il bambino dal sangue e avvolgendolo in una coperta bianca.

“Portatelo via, per favore” – sono le parole di Ingrid che volge lo sguardo altrove pur di non scorgere la figura della creatura.

“Sei sicura? Non è una decisione da prendere così su due piedi”

“Madre, ho avuto troppo tempo a disposizione per scegliere cosa farne. Datelo via”

“Non ha neppure un nome” – aggiunge la signora, osservando il pargolo tra le sue braccia.

“Quello che più vi piace andrà bene” – conclude, chiudendo gli occhi con la speranza di addormentarsi e risvegliarsi senza avere più il bebè in casa. La neo mamma invece è preoccupata per la foga del vento che bussa ancora alla sua porta.

E’ un chiaro segnale che Zefiro vuole lanciarle. La natura sa e vuole che la ragazza protegga ciò che custodisce dentro di sé. Per tale ragione, è bene disfarsi il prima possibile del “problema”.

“Non posso farlo, figliola. E’ sangue del nostro sangue” – insiste la nonna stringendo forte a sé il nipote.

“Allora se desiderate tanto crescerlo, sarò io ad andarmene” – replica Ingrid, alzandosi faticosamente dal letto.

I dolori del post parto le impediscono di muoversi e si trova costretta a fermarsi dopo qualche passo.

“Non fare la bambina. Possibile che questa missione che ti hanno affidato è più importante del resto? E’ più importante di chi ti ama?”

“Madre, sentite sono stanca di darvi spiegazioni su tutto ciò che faccio o non faccio. Voglio essere lasciata in pace. Libera di potermi allontanare da qui dove ogni cosa può solo causarmi danno”

“Anche il piccolino? Lui ha bisogno di te”
“Io non di lui! Stanotte dormirà con voi. Non voglio sentirlo piangere. Domani sarò io a fare le valigie e a lasciare questa casa ed Arendelle per sempre”-  queste sono le ultime parole che Ingrid rivolge a sua madre.

E ciò che ha appena detto, accadrà.

All’alba, la ragazza prende  una vecchia sacca e la riempie di roba. Affaticata e con la schiena a pezzi, volge un ultimo sguardo al luogo in cui è nata e cresciuta.

“Addio Ineke Bjorgman, madre adorata! Perdonatemi ma devo fare ciò che è stato voluto per me dalla natura” – conclude, per poi svanire nel nulla.

 

6 anni dopo…

 

“Nonna Ineke, sono Kristoff. Aprimi, per favore” – bussa alla porta il bambino dai capelli biondi e gli occhi color nocciola, accompagnato da una buffissima renna.

Insiste ma l’anziana non risponde.

“Che fine avrà fatto?” – si domanda rivolgendosi all’animale – “Sicuro che sia in casa?” – dà voce alla renna che lo guarda stranita.

In quel momento l’uscio viene aperto. Non c’è la sua parente ad accoglierlo.

“Signora Emma, cosa ci fate qui?” – chiede, confuso, il piccolo.

“Kristoff, tua nonna non ce l’ha fatta. Si è sentita male stamane e ci ha lasciati” – comunica, con gli occhi colmi di lacrime.

Il momento peggiore della breve vita di quel dolce bambino, che rimane paralizzato di fronte a tale rivelazione.

I giorni che seguono sono tragici. Vive di silenzio e compagnia di estranei che, uno alla volta, lo accolgono nelle loro case offrendogli pane e acqua.

Per lui, Ineke era come l’aria. Era il suo tutto.

Poi un dì, prende con sé l’amico Sven, la renna, e lascia Arendelle.

Ciò che accadrà dopo è storia…

Kristoff si troverà nel momento giusto al posto giusto, inconterà i trolls e diventerà parte della loro famiglia.

 

 

Presente…

 

“Ecco perché hanno dato ad Ineke quel nome” – riflette Elsa ad alta voce, ascoltando con attenzione alcuni dei ricordi che Granpapà le sta mostrando, utili per rivelarle la verità che cerca.

La regina di Athohallan è ignara che a pochi passi da lei ci sono proprio Anna e Kristoff.

“Tesoro, respira profondamente. Vuoi che torniamo a casa?”

“No, sto bene. Rivedere quella che un tempo e’ stata mia sorella mi ha scombussolata. Però adesso che posso affrontarla come merita, non mi tiro indietro”
“Aspetta” – la trattiene Bjorgman.

“Cosa devo aspettare?” – replica, nervosa, lei.

“Non hai notato che con Elsa c’è anche una bambina?” – osserva il re di Arendelle.

“Come?” – esclama la giovane sovrana, spostando subito lo sguardo verso la diretta interessata.

Ed è allora che la scorge.

Nota una piccola dai capelli identici ai suoi, con i suoi stessi lineamenti.

“Ineke” – afferma, con il cuore a mille.

Si alza, pronta a corrergli incontro.

Il marito la blocca per la seconda volta.

“Se dovessero scappare? Non possiamo rischiare che..”
“Non mi importa delle conseguenze… lei mi ha sottratto con l’inganno mia figlia. Ora pretendo di rivederla” – fregandosi di tutti e tutto, Anna accelera il passo, raggiungendo in un battibaleno la parente.

La scena è memorabile.

Granpapà sta per svelare la verità alla giovane, quando una figura si presenta ai due con aria alquanto arrabbiata.

 “Tu?”-  esclama, sorpresa, Elsa riconoscendo sua sorella minore.

Si ritrovano occhi negli occhi dopo nove anni di lontananza e mille ricordi riaffiorano.

I giochi con la neve, le canzoni della mamma Iduna, i racconti di re Agnarr, la morte dei genitori, la separazione e il dolore  che causò, il riavvicinamento e le scoperte nella Foresta Incantata.

“Guarda chi si rivede” – risponde distaccata Anna.

Il ricordo che pesa maggiormente sul suo cuore è la scena della fuga di Elsa con Ineke, mentre Anna, incinta di Aurora, gridava disperata tra le braccia di Kristoff.

“E’ bello rivederti” – aggiunge la grande.

“Per me non è lo stesso” – replica l’altra, ponendosi sulla difensiva. Poi il suo sguardo si sposta sulla creatura che giace tra le braccia di Elsa.

Il dolore patito per anni riaffiora e le immagini della separazione dalla bambina si insediano nella sua testa, dominandola, come se le dicessero “Riprenditi ciò che è tuo. Non può più toglierti tua figlia adesso che è qui”

E Anna segue esattamente tale voce interiore, ordinando alla maggiore – “ Dammela” – distende le braccia attendendo Ineke.

Elsa, dispiaciuta per il male recato alla sorella che tanto ama, sa che per causa di forza maggiore non dovrebbe accontentarla.

“Ti ho detto di darmi mia figlia” – le ripete Anna, mantenendo la calma.

Dopo lunghi anni di lontananza e un odio forte nei suoi confronti, la regina di Arendelle sta trattenendo fin troppo la pazienza.

A quel punto la primogenita di Agnarr ed Iduna lascia che la seconda possa stringere a sé il sangue del suo sangue.

Una lacrima le riga il viso guardando l’emozione dipinta su quello di Anna.

La giovane regina di Arendelle sente il contatto con il corpo di sua figlia e non riesce a non piangere.

Ha atteso così tanto questo momento.

“Mi dispiace per tutto, Annie”

“Non chiamarmi così. Io e te non abbiamo alcun legame ormai”

“Mi porterai rancore in eterno? Sorellina, ho dovuto fare quello che ho fatto per volere degli spiriti”

“Non mi interessa. So solo che hai tradito la mia fiducia, mi hai recato anni di immensa sofferenza. Hai distrutto la mia famiglia, allontanandomi non solo da Ineke ma anche da Aurora”

“Aurora? Allora anche la tua seconda gravidanza ha portato una femmina” – aggiunge Elsa, piacevolmente sorpresa.

“Inutile che gioisci. Lei non sa e non saprà mai della tua esistenza”

La rabbia di Anna distrugge tutte le speranze di Elsa di potersi ricongiungere ai parenti.

Kristoff ha assistito alla scena da lontano e, una volta vista sua figlia tra le braccia di sua moglie, si avvicina.

“Piccola mia” – esclama, con gli occhi lucidi, ignorando totalmente la cognata.

“Kristoff! Mi odi anche tu vedo…” – commenta la custode di Athohallan.

“Ragazza, hanno le loro ragioni” – si intromette Granpapà.

“Che scelta avevo? Nessuna! Mi sono ribellata troppo tardi, lo so. Però adesso sono qui..Ineke è con loro”

“Lo so, Elsa. E' difficile per dei genitori accettare questo. Però è bene che adesso sappiate la motivazione di tutto ciò” – continua il vecchio troll.

Invita i presenti ad ascoltare, seppure i due reali di Arendelle si dedicano esclusivamente alla loro ritrovata bambina.

“Come mai ha questa pelle così chiara? Sembra malata” – commenta Kristoff, sorpreso da un pallore eccessivo.

“E’ per questo che sono qui” – spiega Elsa.

“Cosa hai fatto a mia figlia?” – le tuona contro Anna, calmata subito dopo dal compagno.

“Silenzio tutti”-  li zittisce Granpapà. – “ Dovete sapere la verità… e penso che Kristoff in primis meriti di conoscere le sue origini”

“Di cosa stai parlando?”-  domanda stranito il biondino.

“Intendo dire che è bene che tu sappia che il destino segnato per la tua primogenita era lo stesso che segnò tua madre”

“Mia madre? Io non ho mai avuto una madre. Non umana, almeno”

“Ti sbagli. Da chi puoi essere venuto al mondo altrimenti?”

“Mia nonna Ineke mi ha cresciuto. Sua figlia mi abbandonò perché a suo dire era una irresponsabile, desiderosa di libertà e divertimento” – racconta Bjorgman, quasi infastidito dal ricordo della persona che l’ha messo al mondo.

“E’ qui che ti sbagli, ragazzo”

A quel punto la storia inizia a toccare l’attenzione dei giovani presenti che, sedendosi a terra, ponendo le distanze da Elsa, si pongono all’ascolto.

“E’ giunto il momento che tra voi torni l’armonia. L’unico modo è rivelarvi il segreto del cuore di cristallo”

“Aspetta…che?” – esclama Anna, confusa.

“Quello che ha dentro di sé tua figlia, ovvero ciò che ha costretto tua sorella a portarla via da Arendelle”

“Si può sapere cosa è questa roba? Magia?”

“Esatto, Kristoff! Si narra di una leggenda circa l’alleanza dei quattro spiriti della natura con un quinto spirito… diverso da Elsa. Ciò accadde secoli e secoli fa. L’accordo prevedeva l’unione per la difesa reciproca. Per il bene dell’umanità bisognava però trovare un tramite che garantisse la loro sopravvivenza. Chi se non l’essere umano?! Trovarono una donna dagli occhi cristallini, la carnagione scura, i capelli lunghi e rossi che si muovevano ondeggiando con il vento. Fu lei l’iniziatrice del loro progetto. Avrebbe dovuto tutelare la natura di generazione in generazione.

Fu così che nacque grazie ad un frammento di ghiaccio il cuore di cristallo. Fu questa donna ad introiettarlo dentro di sé e a permettere mediante una potente magia che venisse tramandato in eternità.”

“Non riesco a capire. Cosa c’entra Ineke in tutto ciò?” – chiede Anna.

“E’ destinata” – risponde Elsa, ormai giunta a conclusioni.

“Ingrid, dovette rinunciare a suo figlio per tale ragione. Esattamente come Ineke, era destinata” – continua Granpapà – “Chi custodisce questo cuore di cristallo deve impedire che esso si sciolga. Ciò accade soltanto se ci si circonda di amore”

“Cosa? Ma è una maledizione!” – esclama scioccata Anna.

“Gli spiriti non la vedono così. Loro sanno bene che semmai il cuore dovesse sciogliersi il mondo scomparirebbe e con esso anche la magia. Per questo, è qualcosa di normale doversi allontanare da chi si ama per evitarlo. Alla natura ci si sottomette se si vuole vivere”

“La mia bambina è così piccola e ha già un compito così ingrato?”

“Si, Anna mi dispiace. Io l’ho portata via ma in questi anni, ho sofferto tenendola lontana da voi, vedendo che assomigliava sempre di più a te fisicamente. Per di più ama le renne come Kristoff. Ma non potevo agire diversamente”

Bjorgman però non ha alcuna reazione, lo sguardo perso nel vuoto, rimugina su quanto appena udito. Sua madre non lo odiava. Non l’ha mai fatto. Lui invece  ha nutrito verso di lei un sentimento di astio profondo… adesso se ne pente.

“Amore, tutto bene?” – domanda sua moglie, appoggiandogli una mano sulla schiena.

Lui annuisce, poi si rivolge di nuovo a Granpapà.

“Cosa succede a chi custodisce il cuore di cristallo semmai dovesse sciogliersi?”

Il troll sospira. Poi dice – “E’ capitato più volte che il custode arrivasse a distruggere tutto, ma la natura puntualmente è intervenuta drasticamente”

“In che senso?”

“Se chi ti dovrebbe difendere diventa colui che rischia di eliminarti, esso è il primo a dover scomparire”

A tali parole, il cielo risponde con un rumore assordante che fa tremare la terra. E il terrore appare leggibile sui volti dei giovani nobili che sentono le ferite passate riaprirsi, a causa del rischio di perdere ancora una volta la loro amata bambina.

 

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Capitolo 13
*** Bentornata a casa ***


Aurora è assieme alle domestiche da quando i suoi genitori hanno lasciato il castello senza spiegazioni.

Qualcosa la preoccupa, soprattutto per via del cielo che sembra presagio di una catastrofe.

“Se giochiamo un po' con Sven? Lui è nella stalla ed è solo soletto” – propone una delle cameriere, per distogliere l’attenzione della bambina dal pensiero dei parenti.

“Oppure chiamiamo Olaf” – suggerisce un’altra.

“Non mi servono distrazioni. Vorrei solo sapere perché mamma e papà non tornano. Ho un po' di paura…” – confessa la piccola, ricevendo subito l’abbraccio della più anziana delle donne di servizio.

Il pupazzo di neve arriva, saltellando e canticchiando, proprio in quel momento. Sembra tranquillo, e come al solito vive in un mondo tutto suo.

“Hey principessina, come mai ancora in piedi?” – le domanda, sorpreso.

“Non ho sonno” – spiega lei, sedendosi sul divanetto accanto al camino spento.

“Volete che vi legga un bel libro? Così vi rilassate e vi addormentate” – si offre la più giovane delle domestiche.

“No, Lisa. Grazie, aspetterò sveglia” – comunica Aurora. Tutti sanno quanto è cocciuta la bambina, esattamente come Anna. Perciò è inutile insistere.

Le donne della servità si dedicano alle ultime faccende, sperando di rivedere i signori varcare i cancelli di palazzo il prima possibile. La situazione inizia a preoccupare anche loro ormai.

Una volta rimasti da soli, la principessina e Olaf chiacchierano del più e del meno.

Il pupazzo le racconta quello che ha combinato durante la giornata. Gli incontri fatti, le passeggiate nel regno, circondato da numerosi bambini… poi si sofferma su un dettaglio.

“Il cielo all’improvviso ha emesso un rumore assordante, la terra ha tremato per un istante e tutto è diventato nero” – racconta, mostrandosi agitato al solo ricordo.

“Si, anche noi ci siamo accorti di questo cambiamento. Infatti poco dopo, i miei genitori hanno lasciato il palazzo. Non mi hanno detto dove stavano andando, però io li conosco. MI stanno nascondendo qualcosa”  

“Tranquilla, magari si sono impensieriti per il popolo e stanno girovagando di casa in casa per accertarsi che stiano bene, tutto qua” – ipotizza Olaf.

Aurora non aveva considerato quell’opzione e infatti, trovando in essa l’unica spiegazione logica, comincia finalmente a rilassarsi.

“Ora vai a letto. Sai che Anna si arrabbia se ti vede ancora in piedi a quest’ora” – le consiglia il pupazzo di neve.

La bambina obbedisce e si avvia per raggiungere la sua camera.

“Notte, Olaf. Ti voglio bene” – gli dice, poi lo abbraccia e si congeda.

Non immagina che presto ci sarà un trambusto al castello che le impedirà di dormire sogni sereni.

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“Io non riesco a crederci” – continua a ripetere a se stessa Anna, mentre stringe a sé la primogenita,ancora priva di conoscenza.

“E’ bene affrettarsi. Granpapà ha detto che la Natura ora è stata in qualche modo immobilizzata dalla luce magica di Ineke. Quando lei riaprirà gli occhi, essa tornerà in moto e la cercherà ” – Elsa riporta fedelmente le parole del saggio troll.

A passo spedito, i tre percorrono il sentiero che li conduce ad Arendelle.

Durante il tragitto, le sorelle sono totalmente distaccate l’una dall’altra.

La maggiore vorrebbe parlare, però trova davanti a sé il muro innalzato dalla più giovane.

Anna non riesce neppure a guardarla in volto, figurarsi a conversare con chi le ha recato un dolore immenso.

Bjorgman invece pensa e ripensa a sua madre. Di lei non ha neppure un’immagine, un ricordo. A detta della sua defunta nonna, era molto bella con i capelli biondi come il grano e gli occhi color nocciola. Adesso cerca di disegnarla nella sua mente.

E’ Elsa a rompere il ghiaccio con suo cognato, sperando che almeno lui abbassi l’ascia di guerra.

“Di tuo padre non sai nulla?” – domanda.

“Lui lavorava il ghiaccio. Era un montanaro, proprio come lo ero io” – risponde il giovane re.

“Cosa ti raccontava tua nonna di lui?”

“A te cosa importa?” – si intromette Anna, attaccandola.

“Amore, per favore…” – la zittisce il compagno, trovando inopportuno quell’ intervento.

“Anna, lo so che mi odi. Hai tutte le ragioni del mondo. Però se vogliamo salvare Ineke, dobbiamo superare le ostilità e collaborare” – aggiunge Elsa.

“Se ti parlo ancora è soltanto per questa ragione. Sappilo” – conclude la seconda, affrettando il passo e distanziandosi dai due di qualche metro.

“Perdonala, vedrai che con il tempo le passerà” – dice Bjorgman, dispiaciuto del trattamento che sua moglie riserva alla giovane.

“Già” – risponde Elsa, consapevole che quello difficilmente accadrà.

“Mi chiedevi di mio padre… ebbene, so poco di lui. Nonna mi raccontava che i miei ci fu una forte passione che durò poco. Quando Ingrid scoprì di essere incinta, non gli disse nulla perché venne addirittura a sapere che lui era sposato”
“Caspita! Davvero?”- esclama, scioccata la ragazza.

“Si. Ora mi sorge un dubbio. Sapendo che lei non doveva nutrire amore verso nessuno a causa del cuore di cristallo, come può essersi innamorata senza rischiare lo scioglimento” – riflette Kristoff, perplesso.

“Evidentemente sapere che lui era sposato deve aver distrutto in poco tempo il sentimento che nutriva verso tuo padre. Così si è salvata. Però dal tuo amore non poteva salvarsi e abbandonarti era l’unica soluzione” – sostiene lei, amareggiata dal destino toccato in sorte ad Ingrid.

“Sta di fatto che ho dovuto imparare a cavarmela da solo.Se le cose non fossero andate così, oggi non avrei sposato Anna. Non avrei due figlie e non sarei re di Arendelle”
“Esatto. Il destino ha voluto questo per te” – gli sorride Elsa, appoggiando amichevolmente una mano sulla spalla del cognato.

I due si guardano e si ritrovano in uno sguardo complice.

“Mi sei mancata” – si commuove il montanaro, abbracciando quella che è a tutti gli effetti sua sorella.

“Anche tu, spero di potermi ricongiungere anche con Anna”

“Ti aiuterò io a farlo. Prima però… dobbiamo salvare Ineke”

“Certo. Farò di tutto per proteggerla. Nessuno le torcerà un capello. Giuro” – conclude la regina di Athohallan.

Poi riprendono il passo.

Pochi metri ed eccoli che giungono alla meta.

“Bentornata  a casa” – afferma Bjorgman ad Elsa.

“Arendelle” – si commuove la ragazza, rivedendo il luogo delle sue origini: posto di tanto dolore e di tante gioie.

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“Finalmente siete tornati. Che fine avete fatto?” – domanda Olaf, correndo incontro ai sovrani.

Scorge da lontano, però, che i due non sono soli.

Kristoff ha sulle spalle una bambina ed è affiancato da una figura adulta.

Una donna.

“Ciao Olaf! Lo vuoi un caldo abbraccio?”

Quella voce familiare scalda il cuore del pupazzo che esclama, elettrizzato – “ Elsaaaa!!!”

Anna prosegue verso la stanza di Aurora, notando che dorme beata nel suo lettone.

Poi sposta lo sguardo su Ineke, ancora assopita e riconosce nelle sue due figlie una somiglianza allucinante, paragonabile a quella sua e di Elsa.

“Se si sveglia cosa le diciamo?” – chiede Bjorgman alla moglie.

“Beh che siamo i suoi genitori. Che la amiamo e che nessuno ci dividerà più” – aggiunge, decisa, Anna.

“Ehm…ecco non è così facile la situazione. C’è un particolare che ignorate” – precisa la regina di ghiaccio, toccando un tema delicato.

“Quale? Cos’altro c’è?” – si altera subito la secondogenita di Agnarr ed  Iduna, portandosi le mani sui fianchi.

“Lei crede che sia io sua madre” – rivela la maggiore, preparandosi a ricevere l’ennesimo attacco  della sorella minore.

“Cosa hai detto?” – e infatti, Anna alza tono di voce, infuriata come mai prima nella vita.

“Non solo l’hai strappata dalle mie braccia ma le hai anche fatto credere che fossi tu ad averla partorita? Ma è assurdo”

“Calmati, tesoro” – le sussurra Kristoff.

“Calmarmi? Ti rendi conto che adesso dovrò sopportare che Ineke chiami “mamma” mia sorella?” – con gli occhi colmi di lacrime e la rabbia che le ribolle dentro, Anna corre via richiudendosi nel suo isolamento, quello che per anni l’ha cambiata profondamente.

“Mi odierà a vita, lo so” – commenta Elsa.

Kristoff le cede Ineke ed insegue sua moglie.

Olaf, scioccato dai racconti della persona che credeva incapace di recare dolore agli altri, va via deluso.

Così, la ex regina di Arendelle si ritrova sola, un’altra volta, tra le mura di un palazzo che per anni ha coperto il suo segreto, tutelandola dall’esterno.

“Ho combinato un casino. L’ennesimo” – si colpevolizza, non riuscendo a darsi pace per il duro colpo inflitto ai suoi cari.

Poi una vocina in lontananza la fa sobbalzare, distraendola dai cattivi pensieri.

“Tu chi sei?”

Allora Elsa si volta, lentamente, e a pochi passi da lei c’è una bambina dai capelli biondi e l’aria assonnata.

Lo sguardo è fin troppo familiare. Difficile non capire di chi si tratta.

“Ehm… tu sei Aurora?”

“Si, ci conosciamo?” – domanda la piccina.

La principessina nota subito la presenza di una minore come lei e si avvicina, incuriosita.

“Chi siete e cosa volete? Come mai siete qui nel castello?”

“Ecco noi… siamo parenti” – confessa, trovando nella verità l’unica soluzione.

“Parenti? Davvero?”- esclama, piacevolmente sorpresa, la bambina.

A quel punto, senza porre altre domande, Aurora accarezza la mano di quella che ignora essere sua sorella e così Elsa, per un attimo, rivede se stessa e Anna tempo addietro.

Il tocco della principessina risveglia bruscamente Ineke. Il colore della sua pelle si normalizza e lo stesso vale per gli occhi.

“Madre, dove siamo?” –è la prima domanda che pone.

“Al sicuro, tesoro” – la abbraccia forte a sé.

Poi si volta verso Aurora e la presenta – “Lei è la principessina di Arendelle”
“Arendelle? Si chiama così questo posto?”

“Si, vedrai ti piacerà. Ti mostrerò ogni angolo segreto del castello. Anche i posti più divertenti” – le propone, entusiasta, la piccina.

Elsa volta lo sguardo sul cielo. E’ ancora nero, però si è innalzato il vento.

“Brutto segno” – pensa tra sé e sé.

La natura si è risvegliata. Adesso sì che il pericolo è alle porte.

 

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Capitolo 14
*** La furia della natura ***


Granpapà è alla valle dei trolls quando avverte la natura risvegliarsi.

Il vento burrascoso, la terra rumorosa, persino il mare che circonda Arendelle è in agitazione.

“Prevedo sciagure…” – commenta, rivolgendosi ai suoi simili, alquanto spaventati.

Anche Elsa, preoccupata, scruta la situazione dalla finestra, preparandosi ad ogni evenienza.

“Hey, cosa sta succedendo?” – esclama, con voce tremante, una delle guardie reali, notando i lampioni muoversi violentemente, spinti dall’aria.

Alcuni cadono a terra e da essi fuoriesce fuoco lampeggiante. La gente scende in strada e il caos diventa padrone.

“Maestà, maestà” – grida uno dei soldati, raggiungendo Anna, chiusa nella sua camera, intenta a discutere con Kristoff.

“Ti sembra questo il modo di entrare nella mia stanza?”-  si irrita la regina, pronta a fargli una ramanzina degna di nota.

“Fuori sta accadendo il finimondo”
“Cosa?”- esclamano in coro marito e moglie, seguendo senza esitazioni il soldato.

Nel frattempo, Aurora, mano nella mano con Ineke, percepisce la paura che si respira a palazzo e legge sul volto della parente appena conosciuta, molta confusione.

“Tutto bene Elsa?” – le domanda.

“Ehm..certo” – risponde, trattenendo l’agitazione.

“Mamma, ti conosco e capisco che stai mentendo. Dicci la verità” – insiste la maggiore delle due.

E’ il vociare nei corridoi a chiudere la breve conversazione.

Anna e Kristoff sono visibilmente tesi.

“Che succede?” – domanda la regina di Athohallan al cognato, trattenendolo un istante.

Lui la guarda ma non risponde. Le fa intendere che non è il momento e che presto le avrebbe raccontato il fatto. Poi ignorando le bambine, per evitare di incrociare gli occhi di sua figlia maggiore, cedendo alle forti emozioni del suo ritorno a casa, Bjorgman affretta il passo e si allontana.

Anche Anna ha volutamente affrettato il passo per non affrontare la persona che attende da troppo tempo.

Le spiegazioni sarebbero servite a poco però; questo perchè Elsa ha già chiara la situazione.

La sua magia può sentire la furia dei quattro spiriti. Sanno che Ineke è ad Arendelle e ora vedono nella loro quinta alleata una traditrice.

 

“Come hai potuto fare questo?” – tuona Zefiro, all’orecchio della giovane.

“Ci fidavamo di te” – ribatte Nokk.

“Si tratta della mia famiglia” – replica Elsa, preda delle loro pressioni psicologiche.

“Siamo noi la tua famiglia ora! Quando lo accetterai?” – il tono di voce di uno dei giganti di Terra è talmente furioso da recare un forte malessere alla custode di Athohallan che si vede costretta a sedersi. Respira faticosamente e gli attacchi che rimbombano nella sua mente cercano di sfinirla.

“So cosa volete fare” – aggiunge lei, faticando ad esporsi.

“Non puoi importi a noi. Le cose devono andare in questo modo, è sempre stato così” – ribatte lo spirito dell’acqua.

“Volete indebolirmi e avere Ineke come preda facile. Non ve lo permetterò”

“Sei una sciocca. Quando capirai che sei a rischio anche tu?” – interviene Bruni, fino a quel momento rimasto in disparte.

“Amico mio, almeno tu, abbi pietà. Le volevi bene. Giocavi spesso con lei”

“Noi eravamo presenti per controllare il cuore di cristallo. Non illuderti” – spiega Zefiro.

La delusione dilaga dentro Elsa, sentitasi tradita perfino dalla tenera salamandra di fuoco.

“Non potete farle del male” – singhiozza la giovane, coprendosi il volto tra le mani.

“Faremo ciò che va fatto. PUNTO”

 

“Non ti senti bene? Che ti prende?” – si allarma Aurora, accorgendosi delle stranezze dell’adulta.

La ragazza non riesce a trattenere il pianto e si libera, accolta dalle braccia di Ineke e dalle carezze di Aurora.

Le due bambine non comprendono tale reazione e provano ad investigare. Però le risposte di Elsa non arrivano.

A distrarle momentaneamente dalla donna in crisi, è la visione di divampanti fiamme provenienti dalla piazza del regno.

“Guardate lì” – esclama la principessina indicando un punto dalla finestra.

Si sporge leggermente per capirne di più,  riconoscendo i soldati che cercano di domare il fuoco con secchi di acqua.

“Dobbiamo aiutarli” – propone Ineke, prendendo per mano Aurora che annuisce.

Elsa, ancora scossa, turbata dai continui dialoghi che avvengono nella sua testa, si alza faticosamente da terra.

“Mamma, sembri malata”

“Sto bene,piccola. Stai serena. Adesso scendo in piazza a dare una mano. Voi promettetemi che mai, dico mai, lascerete queste mura”

“Perchè?” – borbotta la secondogenita di Anna, mettendo il broncio.

“E’ pericoloso”

“Uffi, noi sappiamo difenderci” – ribatte la piccola.

“Sei davvero uguale a tua madre, sai?” – nota l’adulta, accennando un sorriso. Poi, continuando ad ignorare le pressioni dei quattro spiriti, vacillando mentre percorre il lungo corridoio, a causa di una debolezza fisica e magica, si unisce alla gente disperata.

“Davvero dobbiamo rimanere qui dentro senza fare niente?” – si lamenta Aurora, sedendosi sul  suo morbido lettone, invitando la parente a fare lo stesso.

“Che bella stanza che hai” – esclama a bocca aperta Ineke, mettendo da parte per qualche minuto la faccenda del disastro di Arendelle.

“La tua come è?” – domanda curiosa la secondogenita dei reali.

“Ghiacciata” – si limita a dire la più grande.

“Eh?” – dice Aurora, sbattendo, confusa, le lunghe ciglia nere.

La primogenita scruta ogni angolo di quella camera e fissa anche i quadri alle pareti.

Quanto lusso e bellezza c’è. Nella sua giovane vita ha sempre visto ghiacchio, mare… mai come in quel momento sogna di avere arredamenti colorati e il calore di candele che illuminano le pareti.

Il silenzio che segue ha breve durata. La chiacchierona di palazzo infatti ripete la sua voglia di disobbedire.

“Mamma è stata chiara. Dobbiamo restare qui”
“Hai sempre seguito le regole tu?” – chiede, scioccata, la seconda.

Ineke ridacchia, intuendo invece che per la simpatica principessina le cose non sono mai state così.

Un rumore assordante all’improvviso fa sobbalzare le due.

Il vetro delle finestre si frantuma, lasciando entrare un vento violento che spazza via ogni cosa trova sul suo cammino.

“Seguimi! Dobbiamo salvarci” – Aurora, tira a sé l’altra, correndo rapidamente nel corridoio principale.

Però Ineke si sente seguita, avverte che qualcosa di invisibile è alle sue spalle e vuole afferrarla.

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“Sembra che il fuoco si è placato, per fortuna” – comunica Kristoff, esausto, tirando un sospiro di sollievo.

Ma è Elsa a non esserne sicura. Davvero Bruni si è arreso così presto?

A meno che…

Sono delle grida ad attirare l’attenzione di tutti sul palazzo.

“Le bambine” – esclama Anna, avanzando a passo svelto verso il castello.

Bjorgman, alcuni soldati ed Elsa stessa la seguono.

Quando raggiungono i corridoi del secondo piano, notano vetri dappertutto, quadri rotti, foglie secche sul pavimento, perfino rami di alberi sparsi in giro.

“Qui è un disastro” – nota l’ex montanaro.

Per la prima volta dopo anni di freddezza, le due sorelle si guardano trovando l’una nello sguardo dell’altra conforto e sostegno. E il dilemma che le terrorizza è solo uno.

“Ineke” – esclamano in coro.

“La natura non si è arresa come ha voluto farci credere” – commenta Bjorgman.

“Che cosa intendi dire?” – domanda Anna.

“Non dovevamo lasciarle da sole” – si colpevolizza il montanaro.

“Credi che possa essere accaduto qualcosa a..?” – gli occhi della sovrana di Arendelle si riempiono di lacrime e la paura invade il suo cuore, dilaniato da troppe ferite passate e presenti.

Ma ecco una vocina in lontananza che grida… “Mamma!”

“E’ Aurora” – esclama, speranzoso, Kristoff.

“Sono qui” - da un piccolo nascondiglio nella parete, fuoriesce la principessina, dai capelli scomposti e dei graffi sulle braccia.

“Amore mio” – le corre incontro la sovrana, abbracciandola forte.

Elsa le domanda immediatamente – “Ineke dove è?”

Negli occhi di Aurora si legge dolore e quindi la conferma al timore più grande delle sorelle.

“ L’hanno presa” – risponde la piccina, piangendo disperata, accoccolandosi al petto materno.

Anna resta immobilizzata, avvertendo una fitta al cuore, paragonabile a quella devastante di ben otto anni prima.

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Capitolo 15
*** Una voce familiare ***


Ineke  sente una forza trainante afferrarle il braccio. La piccola ha paura, non sa spiegare cosa la trascina fuori dalle mura di palazzo, mentre le grida di Aurora continuano a ripetere – “Lasciala stare”

“Aiuto mamma!” – urla spaventata la bambina magica, tentando di liberarsi dalla stretta, ma invano.

Arendelle è sotto i suoi occhi e la gente è riunita ancora in strada, terrorizzata dopo quanto accaduto.

Delle lacrime scivolano sul volto di Ineke che, inerme, per di più paralizzata da qualcosa di invisibile che la tiene in aria, percepisce una ribellione della natura e non sa spiegarsi il perché.

“Cosa vuoi da me? Dimmelo, ti prego” – chiede lei, singhiozzando.

Tutto tace come a voler alimentare le paure di una povera bambina la cui colpa è stata quella di essere nata con un destino già scritto e un compito ingrato.

Il momento successivo segnerà da lì in poi la vita della piccina.

Quando quella strana essenza le fa toccare finalmente terra, la principessina si rende conto di trovarsi in un mondo lontano dalla realtà.

“Dove mi hai portata?” – domanda, guardandosi intorno.

L’immagine non è affatto definita, c’è solo tanto buio.

A questo seguono delle voci, provenienti dal nulla, che si rivolgono a lei con distacco.

“Ciao Ineke. Finalmente ci incontriamo” – parla uno.

“Chi sei?”

“Chi siamo, vorrai dire” – la corregge il secondo.

“Mi volete fare del male?”

“Vogliamo raccontarti la verità” – aggiunge un terzo.

Seguono secondi di silenzio che vedono la bambina dubitare delle intenzioni di chi neppure si mostra.

Però opporsi non serve a nulla. Così risponde - “Sono pronta. Vi ascolto. Immagino vogliate dirmi perché sono qui”

“C’è qualcosa dentro di te che, in qualche modo, appartiene a noi” – precisa la quarta e ultima voce.

“Cosa? Dentro di me?”-  esclama sconvolta la bambina, portandosi istintivamente una mano sul cuore.

“Esatto”

“Vi sbagliate, io sono una bambina comune, come potrei avere nel mio corpo degli oggetti che vi appartegono” – spiega lei, confusa e impaurita.

“Non sei ciò che credi di essere, Ineke. Ed è bene che tu sappia finalmente la verità. Forse, solo così, capirai e ti comporterai come è tuo dovere”

A quel punto, una folata di vento spinge la piccina in avanti, invitandola a sedersi.

“Ti conviene prendere posto. La storia è lunga”

Ineke, con la salivazione a zero, il battito cardiaco a mille e le mani tremanti, esegue l’ordine.

Mentre si accinge ad ascoltare, lancia un’ultima preghiera alla “mamma”.

“Mammina, salvami, ho bisogno di te”

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Il fuoco, dopo aver dato il meglio di sé, distruggendo tutto il raccolto del regno e aver danneggiato case e strutture di Arendelle, si è definitivamente spento.

Elsa cammina su e giù per il corridoio, persa nei suoi pensieri, distante dalla sorella e dal cognato, mentre cerca di elaborare un piano per salvare la nipote.

Anna, invece, accoccolata al petto del marito, offre conforto ad Aurora che, a sua volta, piange tra le sue braccia. La minore è davvero scossa dopo aver visto una strana magia trascinare con forza Ineke via dalla finestra.

“Mammina, non le fanno fatto del male, vero?” – chiede singhiozzante la piccina riferendosi alla parente.

Seppure la regina ha tante lacrime da versare e vorrebbe soltanto sfogarsi, non si mostra debole e le risponde – “No, lei sta bene. Vedrai che la troveremo e la riporteremo qui. Dobbiamo festeggiare insieme il tuo compleanno poi”

Il pensiero del party promessole dai genitori giorni prima, accende una speranza negli occhi della principessina che confessa – “Se potessi spegnere ora le candeline avrei già un desiderio da chiedere”

“Ah si? Quale?” – domanda Bjorgman, accarezzandole la guancia paffuta.

“Non si dice, papà”

“Penso che sia uguale al mio” – commenta Anna, ricevendo subito il Si della secondogenita.

Il ritorno di Ineke tra loro…quale sogno se non questo.

Le ore passano. I sovrani, radunati nella sala del trono, ipotizzano teorie su teorie per fermare la natura. Eppure le idee che espongono sono tutte surreali.

“Non riusciremo mai a vincere il volere dei quattro spiriti” – si deprime la sovrana di Arendelle, cedendo per un attimo allo sconforto.

“Amore non dire così. Dobbiamo farcela. Nostra figlia conta su di noi” – la sprona l’ex montanaro, seduto su una poltrona accanto alla finestra, con la sua bambina addormentata tra le braccia.

“E come? Stiamo perdendo tempo prezioso. Siamo qui a pensare e pensare, non sapendo Ineke dove sia e in quale stato”

“Anna, partire senza meta e senza un piano fattibile sarebbe da folli. So che attendere ti crea maggiori ansie ed alimenta le tue paure, ma diversamente non possiamo fare” – il tono serio di Elsa ha quasi l’aria di un rimprovero al solito comportamento istintivo della sorella minore.

E ovviamente la giovane regina coglie quelle parole come ramanzina e si ribella. Con le mani sui fianchi è pronta a lanciarle addosso la sua ira.

Però è proprio in quel momento che accade qualcosa.

Una voce riecheggia nella stanza ed arriva alle orecchie dei tre adulti.

“Avete sentito anche voi?” – domanda il biondo, ad occhi sgranati.

Elsa sa bene di chi si tratta ed è stranita che quel suono sia stato udito anche dagli altri due.

Poi riaccade di nuovo.

“Non l’ho sognato. E’ qualcuno che ci sta chiamando” – sostiene Anna, sorpresa e confusa.

“E’ la mamma, Annie” – le rivela la maggiore.

Ciò spiazza la secondogenita di Agnarr che non sa se ridere beffarda o se aggredire verbalmente la consanguinea sulle sciocchezze inventate.

Due secondi dopo si rende conto che ciò che Elsa dice è la verità.

“Figliole, sono io, vostra madre”

Lo shock costringe l’attuale regnante a sedersi per evitare svenimenti.

Fissa il marito cercando in lui chiarimenti logici.

Eppure in una situazione tanto dura e complicata, a chi verrebbe in mente di giocarle un brutto scherzo?Perciò quello che ha appena ascoltato è realmente il suono della voce della persona che l’ha messa al mondo.

“Mamma, ti sei messa in contatto con noi per via di Ineke, vero?” – le chiede la primogenita sotto lo sguardo esterrefatto del cognato e della sorella. Per loro infatti non è consuetudine parlare con un defunto. Chi avrebbe mai immaginato che Iduna fosse ancora in contatto con Elsa o con il mondo dei vivi.

“Avete qualche idea per salvare Ineke?  - parla Iduna.

“Purtroppo nessuna. Cosa ci consigli di fare?” – insiste Elsa, sperando nelle teorie del genitore.

“Dovete venire qui. Portate Aurora con voi, dobbiamo raccontarle ogni cosa”

“Come? Ad Athohallan? In che modo? Non ho più Nokk con me” – sostiene il quinto spirito.

“Sei o non sei la regina di ghiaccio?” – interviene, ottimista; Kristoff dando piena fiducia alla cognata.

Anna, rimasta in disparte, non si pronuncia ancora turbata dalla voce di colei  che le è rimasta nel cuore e per la quale ha sofferto disperatamente.

Infatti Iduna si accorge del distacco della sua secondogenita e le rivolge attenzione – “Annie, tesoro mio. So che è dura per te. Hai patito così tanto. Desideravi sposarti e avere me e tuo padre al tuo fianco quel giorno così come quando hai partorito che sognavi di avermi accanto a stringerti la mano. Ma sappi figliola che io ero lì. Ero con te quando hai detto a Kristoff Si e quando hai dato alla luce le tue due bellissime bambine. Sono fiera della donna e della regina che sei diventata. Se ho deciso di farmi ascoltare anche da te e da tuo marito è perché spero tu possa capire che non è mai troppo tardi per essere vicini a chi si ama. Io sto per sparire per sempre assieme ad Athohallan…”

“No!” – esclama terrorizzata la primogenita .

“Si invece. Perciò ho sentito la necessità di dirvi addio in tale maniera. Anna non nasconderti da Elsa. Non lasciare che l’orgoglio ti impedisca di amarla come vorresti. Le vuoi bene e ti è mancata, e è qui con te adesso. Perdonala, comprendila e vedrai che un giorno, quando sarà, non rimpiangerai di averla scacciata dalla tua vita. Perché dopotutto non è questo ciò che desideri.” – Iduna piange mentre consiglia sua figlia minore.

Anche Elsa si commuove, mentre Anna ascolta con attenzione.

Finalmente dopo dieci anni, si avvicina alla parente e la osserva. I loro occhi così simili si ritrovano in un tenero sguardo. Si getta tra le braccia dell’altra, superando avversità e rancori.

“Mi sei mancata tanto” – singhiozza la più giovane.

“Anche tu. Mi dispiace di averti causato tanto dolore. Non volevo”

“L’importante è esserci ritrovate” – aggiunge la sovrana di Arendelle.

“E ora insieme affronteremo la battaglia finale. Ci riprenderemo Ineke e chiuderemo per sempre la faccenda con la natura”
Determinate, le due si stringono la mano e si sorridono a vicenda.

Però resta un particolare che le ragazze, prese dal momento, hanno ignorato.

“Come mai dobbiamo venire fin lì? Non dovremmo cercare dove è stata nascosta Ineke?” – domanda, perplesso, Bjorgman.

“Capirete da soli. Esiste un legame infrangibile, quello dell’amore che annienta ogni male. Tua madre, Kristoff, all’epoca fu costretta a distruggere il rapporto con te perché saresti stato tu poi la causa dello scioglimento del cuore di cristallo. Allo stesso modo Ineke andava allontanata da Arendelle perché c’era chi le avrebbe causato lo scioglimento”

“Chi? Anna?” – domanda Elsa.

“No, qualcuno che la piccola avrebbe amato ancora di più di sua madre o di suo padre” – spiega Iduna.

“Aurora” – risponde la regina di Arendelle, posando gli occhi sulla figlia assopita.

“Sono certa che il legame tra le due rivelerà il posto preciso dove dovrete recarvi. Ma fate in fretta. Resta poco tempo”

Così dicendo la voce di Iduna si congeda e i tre restano in silenzio a guardarsi.

“Che si fa adesso?” – chiede l’ex montanaro.

“Quello che ha detto mamma. Si va tutti ad Athohallan”

“Sai come arrivare fin laggiù?”

“Se la natura è con Ineke non ci creerà fastidi. Userò la magia del ghiaccio..”

“Speriamo funzioni” – Kristoff incrocia le dita.

“Funzionerà” – precisa Anna, fiduciosa – “Deve funzionare”

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Capitolo 16
*** L'ora della verità ***


“Ecco. Adesso sai tutto. Spero che accetterai il  compito che ti è stato assegnato dalla nascita” – a parlare è la voce dura e rigida di Nokk.

Ineke, impassibile, non batte ciglio. I suoi occhi rispecchiano lo stato d’animo che l’attraversa.

Lo sguardo spento, perso nel vuoto, e le lacrime che le solcano il viso… un’innocente bambina divorata da un immenso ed inaspettato dolore.

Ciò in cui ha sempre creduto, l’amore che ha ricevuto, le tenerezze rivoltele, sono mera finzione.

“Hey, non dici nulla?” – la scuote Zefiro, con un colpo di vento.

Quel gesto non riceve risposta.

“Non avremo esagerato a dirle tutto senza mezzi termini?” – si preoccupa Bruni, segretamente legato alla piccina che ad Athohallan giocava con lui.

“Torna in te, fratello fuoco. Sarà per il calore che emetti che ti rende più umano rispetto a noi altri?” – si pronuncia uno dei giganti di terra.

“Dico solo che magari potevi sorvolare il particolare sull’unione tra Anna e Kristoff” – aggiunge la salamandra.

“E’ la verità. Sapete anche voi che se quei due si sono innamorati è perché abbiamo spinto i trolls a fare in modo che ciò accadesse” – ribatte lo spirito dell’acqua.

“Esatto. In fondo era già scritto che la nuova custode sarebbe nata nel regno di Arendelle e chi meglio della nipote di una nostra sorella” – sostiene Zefiro.

“Credo che Ineke non abbia preso bene questa storia. Non solo ha scoperto di non essere figlia di Elsa ma le avete rivelato che la sua nascita è stata studiata a tavolino. Se avessimo peggiorato la situazione? Se adesso il dolore sciogliesse il cuore di cristallo?”
“Bruni, mi stupisce sentirti dire queste idiozie” – ridacchia lo spirito della terra.

“Sembri aver dimenticato che è l’amore a sciogliere e non la sofferenza”
“Io sento di nuovo la forza del mio potere” – comunica Nokk, fiero, spostando il discorso su di sé.

“A quanto pare il nostro intervento è servito anche questa volta per sistemare la faccenda. La disperazione ha irrigidito al massimo il cristallo e credo che nessuno potrà mai più anche solo scalfirlo. Siamo salvi” – annuncia Zefiro.

“Che faremo con Ineke? E’ diventata una statua, guardatela! Quasi non respira…” – si impensierisce Fuoco.

“Si riprenderà, l’importante è esserci salvati ed aver salvato gli umani”

“Adesso sarà meglio tornare ognuno al proprio regno”
“Come la mettiamo con Elsa? Lei ci ha traditi” – è Zefiro a tirare in ballo la vicenda legata al comportamento scorretto del quinto spirito.

“Lei serve all’equilibrio tra i due mondi, perciò metteremo da parte le asce di guerra. Confesso che mi sono sentito in colpa quando l’ho attaccata in mare” – confessa Nokk, tralasciando un’emozione troppo umana per un elemento della natura.

“Vedi che non sono soltanto io ad essermi affezionato ad un mortale?!”-  sorride Bruni, volgendo lo sguardo sulla bambina.

“Penso sia meglio andare. A presto, fratelli” – conclude il gigante di terra, allontanandosi per primo. A lui segue Zefiro.

Il cavallo d’acqua, prima di congedarsi, nota la salamandra sedersi sulle ginocchia della pietrificata Ineke.

“Si riprenderà, stai tranquillo” – lo rasserena, poi si tuffa in mare e scompare tra le onde, tornate ad essere travolgenti e potenti come prima.

In quel momento Bruni cerca di risvegliare la piccola, rotolandosi sulle sue gambe come era solito fare ad Athohallan.

Lo shock della piccina è tale da impedirle di riprendersi dallo stato comatoso in cui si trova.

“Non sopporto di vederti così. Mi dispiace aver dovuto distruggere le uniche certezze che avevi”

Una lacrima calda e lucente, dello stesso colore del fuoco, cade su una mano di Ineke.

Finalmente qualcosa accade. La piccola scuote la testa, tornando in sé.

La salamandra sobbalza guardandola di nuovo in salute e saltella felice.

“Cosa è successo? Come mai sono qui?”

“Non ricordi nulla?” – le domanda Bruni.

La minore si volta, spaesata, alla ricerca della presunta persona che le ha rivolto parola.

Sobbalza quando si accorge che a farlo è stato un esserino piccolo, dagli occhi grandi e la lingua lunga e simpatica.

“Allora quello che è accaduto è vero. Non era un sogno” – afferma lei, concretizzando quanto accadutole.

“Sei destinata ad una missione importante. Dovresti esserne fiera”

“Sono cresciuta lontana da Arendelle, lontano dai miei veri genitori con una zia che si fingeva mia madre, che mi ha strappato dalle braccia di sua sorella e che mi ha costretta a vivere lontana da ogni contatto umano. Di cosa dovrei essere fiera? Di essere nata perché voi avete deciso che dovessi nascere?” – la rabbia e la delusione con le quali Ineke parla e si rivolge all’amico mostra un malessere che difficilmente si supera e si accetta.

“Non avercela con Elsa. Lei doveva farlo. E’ uno spirito come me, come gli altri… tutto ciò che si fa è per il bene del mondo”

“Anche tenermi nascosto che ho una sorella?” – a quel punto è impossibile trattenere il pianto. Un tasto dolente quello riguardante Aurora.

“Quante volte ho sognato accanto a me una sorella. Mai avrei immaginato che in realtà ne avevo una”

“Non puoi pensare a lei, ne permetterti di amarla” .- le spiega, rammaricato, Bruni.

“Come? Siete pazzi se credete di separarmi da lei di nuovo” – si volta, desiderosa di fuggire.

Quel posto buio, nascosto da ogni occhio umano, sembra non avere via d’uscita.

“E’ lei il motivo per cui ti abbiamo portata ad Athohallan. E’ lei il rischio da scongiurare”

“Cosa?” – esclama lei, guardando ad occhi spalancati l’esserino infuocato.

La salamandra china il capo, dispiaciuto.

Impossibile per una bambina di soli nove anni accettare che dovrà vivere lontana da chi ama.

“Purtroppo non esiste soluzione. Potrai stare con me,se ti va. Va evitato il contatto con Aurora”

Le lacrime di Ineke non cessano di sciovolare, mentre la realizzazione di un futuro di solitudine forzato comincia a divorarla.

Sente che dentro di sé qualcosa sta cambiando; forse a causa della sofferenza atroce che le scava l’anima e che ha eliminato ogni traccia di gioia fanciullesca e all’improvviso una forte fitta al cuore la costringe ad urlare.

“Cosa succede?” – si allarma la salamandra, mentre Ineke diventa pallida, con gli occhi privi di colore, trasparenti come il cristallo.

Le urla della piccola vengono percepite anche in lontananza.

--------------------------

“Avete sentito?” – chiede Anna al marito e alla sorella, mentre sono in viaggio diretti ad Athohallan.

“No, chi era? Di nuovo Iduna?” – domanda Kristoff.

“No, non era una chiamata, piuttosto uno strillo”
“Non ti starai suggestionando, sorellina?!”

“Probabilmente” – sorvola e riprende il tragitto.

Il gruppo è vicino alla riva del mare quando Elsa accarezza le onde con un piede tramutandolo in una lastra di ghiaccio.

“Io non so se riesco a camminare. Qui si scivola” – precisa Bjorgman, arrossendo imbarazzato.

“Datemi la mano. Farò in modo che nulla vi possa accadere”

Con Aurora in braccio, il giovane re afferra la cognata. Anna, confusa ancora dallo strano suono udito poco prima, volge lo sguardo ad Arendelle. Poi si stringe alla sorella, dando l’ok per la partenza.

“Non lasciatemi mai, mi raccomando”

La magia di Elsa sembra più forte che mai e riesce a superare in piena facilità anche le onde più impetuose.

“Hai detto che lo scioglimento del cuore di cristallo aveva inciso anche su i tuoi poteri. Non mi sembra sia così” – precisa Kristoff, sorpreso.

“Già, è vero” – anche Elsa stessa è perplessa in merito ed inizia a temere che la natura abbia vinto su Ineke, indurendole nuovamente il cuore.

I pensieri l’accompagnano fino all’arrivo alla meta.

“Ecco Athohallan” – indica ai parenti.

Anna osserva ad occhi sgranati quel posto e Kristoff si lascia andare ad un – “Quanto ghiaccio. Non credevo di vederne tanto, tutto assieme”

Mettono piede a terra, avvertendo un improvviso gelo.

“Mia figlia ha vissuto qui tutto questo tempo?”- domanda sconvolta. Come può aver sopravvissuto a temperature tanto basse?

“Questo freddo deve essere causato da quello che ci anticipava nostra madre” – precisa Elsa, non essendosi mai accorta del clima del posto.

“Figliole! Siete arrivate” – le chiama la donna, invitandole a raggiungerla.

Percorrono metri e metri di puro e raggelante ghiaccio.

Tremanti, stretti l’uno all’altra, mentre Aurora dorme accoccolata al petto paterno, i due coniugi si trovano davanti ad una scema incredibile.

Anna sente il cuore batterle a mille quando vede riflesso in quelle mura il volto di Iduna.

“Madre! Siete davvero voi?” – domanda avanzando verso le pareti. Le sfiora come a voler accarezzare l’adorata e perduta mamma.

In quel momento immagini del suo passato vengono mostrate in rapida successione. Alcune restano impresse come a segnare i passaggi più importanti.

Così la regina di Arendelle rivive momenti di gioia e dolore, mentre la voce dell’adulta le parla – “Mi assomigli così tanto, tesoro mio”

“Mi mancate tanto” – singhiozza Anna.

“Io sono qui adesso. A quanto pare questo posto scomparirà ma non adesso”
“Come non adesso? Non avevate detto che..?”
“Lo so, Elsa. Deve essere accaduto qualcosa perché la magia è tornata con più forza di prima” – racconta Iduna.

“Ecco perché siamo riusciti ad arrivare subito fin qui”

Le voci, il freddo, la sensazione di non trovarsi nel suo morbido letto, fanno si che Aurora si svegli.

“Dove siamo?” – domanda spaventata, guardandosi attorno.

Emette un piccolo grido trovandosi di fronte il volto gigante di sua nonna.

“Ciao principessina” – la saluta la defunta sovrana di Arendelle.

“Chi sei?” – chiede – “Cosa ci facciamo in questo luogo, papino?”

“Tesoro, avrai tutte le risposte che cerchi. Questo è il posto dove io ed Ineke abbiamo vissuto” – spiega la zia.

“Ah si?”-  esclama stupita la bambina, guardandosi attorno – “Ma non c’è nulla con cui giocare, né un letto dove dormire. Come avete fatto ad abitare qua?”

Le domande , effettivamente sensate, della minore fanno sorridere i presenti.

Poi è Iduna a prendere parola – “Se sfiorerai la parete accanto a te, capirai molte cose”

La curiosità della piccola di palazzo è tale da portarla a fare quanto detto, senza esitare un solo istante. E in un battibaleno la sua giovane vita si palesa di fronte a tutti.

Aurora osserva la sua storia dal principio.

Vede immagini di sua madre da bambina, assieme ad una sorella magica. Vede il giorno dell’incontro tra i suoi genitori, il loro bacio, il loro matrimonio, una gravidanza, una nascita.

“Quella non sono io” – riflette ad alta voce, sotto gli occhi preoccupati di Anna e Kristoff, pronti a darle spiegazioni.

Poi ecco l’immagine di un’altra gravidanza.

La scena successiva viene evitata da Anna che si volta per non rivivere la separazione da Ineke.

“Te l’hanno portata via?” – domanda, in lacrime, Aurora.

Molte cose sembrano chiarirsi nella mente della piccola che si paralizza quando comprende che la neonata che Elsa portò via fu proprio Ineke.

“Tu non sei la sua mamma!” -  commenta, dispiaciuta delle mille bugie che le sono state raccontate.

“Ineke è mia sorella?” – cerca conferma, anche se adesso tutto è evidente.

Segue il silenzio, così Aurora insiste alzando tono di voce “Ineke è mia sorella?” – grida furiosa, mentre le lacrime le scivolano sul viso. È arrabbiata con i genitori e sfoga su di loro la sua sofferenza.

“Amore, calmati” – interviene Bjorgman.

“No, non mi calmo. Ho sempre sognato una sorella con cui giocare, a cui dare il mio affetto. Invece una l’avevo e me l’avete tolta”

“Non è come credi” – le spiega la regina di Arendelle, con aria abbattuta.

“Ho visto che Elsa la portava via. Perché? Perché?”

In quel momento un grido raggelante viene percepito da tutti.

“Questa è lei! E’ Ineke. Posso sentire il suo dolore. E’ uguale al mio. Ci avete tradite” – singhiozza Aurora.

“Kristoff, tocca a te. Sfiora le pareti così tua figlia potrà capire”
L’ex montanaro, alquanto perplesso dalla richiesta, esegue l’ordine.

L’immagine che viene mostrata è di una donna che deve separarsi dal suo bambino.

Poi segue il momento dell’accordo tra i quattro elementi.

“Un cuore di cristallo? Ineke sarebbe la custode?”

“Esatto, cara. Adesso sai che non possiamo permettere che esso si sciolga” – conclude Iduna, dando risposte convincenti alla nipote.

“Sorellina mia, ovunque tu sia. Vorrei che fossi qui con me adesso” – sono le uniche parole che la principessina pronuncia, posando gli occhi sul mare impetuoso.

Il suo unico pensiero adesso è rivedere Ineke sapendola sua sorella di sangue e abbracciarla per darle amore. Però l’imposizione voluta dalla natura le vieta tutto ciò, recandole una sofferenza immensa.

Ma ecco che una strana magia si sprigiona dall’alto e una luce accecante invade Athohallan.

“Cosa è stato?” – domanda Kristoff alla cognata.

“Non lo so. Qualcosa non quadra…” – risponde lei.

È una voce alle loro spalle a farli sobbalzare.

“Cosa ci fate qui?”

Aurora è la prima a correre incontro alla persona comparsa in tale istante.

“Ineke, sei tu? Sei arrivata tramite magia?” – le chiede guardandola con ammirazione.

Nota immediatamente un particolare.

“I tuoi occhi sono …. Strani!”

“Abbracciami, ti prego”

“Ehm…non so se posso farlo”

“Ti prego, ti supplico”

Il cuore di cristallo comanda le emozioni e se in presenza di chi potrebbe scioglierlo, agisce controllando la custode e spingendola a fare azioni che non farebbe.

“No! Non farlo” – grida Elsa, provando ad intervenire per evitare il disastro della natura.

Troppo tardi.

Le bambine si stringono forte e la maggiore sussurra alla più piccola – “Ti voglio bene”

L’amore dilaga nel cuore di Ineke, portando Athothallan a tremare.

I quattro spiriti si palesano in quel preciso istante.

“Cosa avete combinato?”- si infuria Nokk.

“Ineke, hai disobbedito. Eravamo stati chiari” – tuona Zefiro.

“Adesso sarà la nostra fine”-  conclude Terra.

Bruni, invece, prova una sensazione piacevole. Anche se sente che presto potrebbe scomparire, sapere che la sua amica è felice lo rende a sua volta felice.

Infatti ciò che è stato evitato per secoli sta per accadere. La luce che il cuore di cristallo custodisce esplode con foga, rendendo impossibile la vista a chiunque.

Quando tutto si calma, qualche secondo dopo, gli umani riaprono lentamente gli occhi.

La scena che appare è Athohallan che lenta si scoglie e una bambina, in lacrime, aggrappata ad una statua di ghiaccio.

“No”-  grida disperata Anna, correndo incontro alle figlie.

Una di loro, la secondogenita, singhiozza disperata, non volendosi staccare da ciò che resta di sua sorella.

 

 

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Capitolo 17
*** Lo stesso dolore di otto anni fa ***


Una famiglia, è sempre stato questo il sogno di Anna. Fin da bambina desiderava sposarsi e avere tanti bambini ai quali dare il suo amore.

Mai avrebbe creduto di diventare mamma a soli ventuno anni. Ma non avrebbe immaginato che una figlia le venisse sottratta, portandola ad odiare ogni aspetto della vita familiare.

Ed ecco il destino crudele…quello che le ha causato tanto dolore, finalmente le fa ritrovare un pezzo di cuore, ingiustamente strappatole per otto lunghi anni.

La sofferenza invece sembra non voler lasciare spazio alla serenità. Adesso è costretta a patire le stesse strazianti pene di quel lontano e, purtroppo, indimenticabile giorno.

 

FLASHBACK

8 anni prima…

 

E’ prossimo l’inverno ed Arendelle è pronta ad adornare case e strade a tema natalizio. Per di più da quell’anno c’è un evento aggiuntivo da festeggiare: il compleanno della primogenita dei sovrani.

La principessina Ineke avrebbe spento la sua prima candelina assieme ad Elsa che si avvicinava ai venticinque.

Anna e Kristoff sono alle prese con i preparativi, desiderosi di rendere quel giorno unico e speciale, affidando temporaneamente alla giovane zia la custodia della piccola.

Elsa trascorre momenti di pura ed immensa tenerezza in compagnia di un batuffolo dai capelli rossi e dalle buffe lentiggini che le colorano il nasino e le guance. Si diverte a giocare con lei, mostrandole la bellezza della sua magia. Adora quando Ineke dimenandosi con le manine le chiede di più.

Sono attimi che riempiono la sua vita e che costantemente le ricordano di dover rispettare il patto sancito con i quattro elementi, mesi prima.

Devi farlo! Non sottrarti al tuo compito. Sei il quinto spirito. Agisci come tale, non permettere che il lato umano decida per te. In cuor tuo sei consapevole che è necessario agire per evitare la fine del mondo magico e di quello mortale” – le ripetono i quattro elementi.

E’ la sera della Vigilia, quando al tramonto del sole, Anna esausta si unisce alla sorella e alla figlia.

La regina di Arendelle ha notato stranezze nella maggiore e ha cercato di indagare, ma le occupazioni di quei giorni di fuoco hanno distolto i pensieri da quello che potrebbe passare per la testa di Elsa.

Mentre osserva nipote e zia coccolarsi, sul divano, vicino allo scoppiettante camino, nota di nuovo quel velo di mistero negli occhi di sua sorella.

Non vuole rovinare attimi di pura felicità. Avrebbe interrogato la consanguinea al termine delle festività.

L’unica domanda che le pone è questa…

“Tutto bene?”

“Ehm…certo. A te? Dovresti fermarti un attimo. Non ti fa bene affaticarti così” – è la prima a  cambiare discorso, spostando l’attenzione sul pancione ingombrante della sovrana di Arendelle.

“Questa gravidanza è meno stressante della prima, stai serena. Questa bambina credo sia meno agitata di Ineke” – ridacchia Anna, accarezzandosi il ventre gonfio.

Proprio il suo grembo è il gioco preferito di Ineke che non esita ad avvicinarsi e ad accarezzarlo con dolcezza.

“Bambina? Sei convinta sia femmina?”

“Sono sicura di questo. E scommetto che le mie due figlie avranno lo stesso rapporto che abbiamo io e te” – sostiene la seconda, emozionata e grata alla vita per averle donato in così poco tempo un prossimo bebè.

L’amore profondo che la sua adorata sorellina nutre nei suoi confronti, alimenta il senso di colpa che Elsa stessa nutre ora, cosciente di doverle recare il dolore più grande per una madre.

Si allontana con una scusa, per via della sua coscienza che comincia ad incidere sul suo potere.

Non immagina affatto che ad indebolire la sua magia è altro.

Infatti Ineke non si allontana un solo istante dal pancione materno. Lo accarezza, appoggia il capo su di esso… questo è un chiaro segnale che Aurora, la bambina che da lì a qualche giorno sarebbe prematuramente venuta alla luce, attirava il cuore di cristallo. Ineke avvertiva una calamita con il bebé nella pancia.

La Natura invece sa bene che quella creatura non ancora nata può causare lo scioglimento di ciò che per nessuna ragione al mondo andrebbe sciolto. Per tale ragione, la discussione degli spiriti torna ad invadere la mente dell’afflitta Elsa.

Devi sbrigarti, Elsa! Non abbiamo più tempo. Devi farlo!
“Come? Come posso togliere a mia sorella sua figlia? Mi odierà”

Si abituerà. Non vorrai che con la nostra fine possa morire anche tutto il resto del mondo,vero?”

La responsabilità affidatale le sta opprimendo l’anima da tempo ormai. Da quando dopo la nascita di Ineke venne urgentemente chiamata dai quattro spiriti per ricevere la notizia.

Hai stretto l’accordo con noi. Ricordalo

“Ma voi mi avete chiesto di tutelare Ineke e il cuore che custodisce. Non di sottrarla ad Anna”

“Non potevamo immaginare che la regina di Arendelle rimanesse incinta di nuovo e che la creatura che porta in grembo potesse diventare la causa della fine. Quindi tocca a te ora. Approfittane adesso…”

“Ma domani è Natale. Sarà il compleanno di Ineke. Creerei ancora più dolore…”

Basta scuse, sorella. Sei il quinto elemento. Con te la bambina crescerà protetta e amata. Sei sua zia. Non temere, al momento opportuno Anna capirà e saprà perdonarti”

Rassegnata al suo destino, in lacrime, Elsa si dirige verso il palazzo dal quale si è momentaneamente allontanata.

Cammina con il capo basso, pronta ad un’azione tremenda che mai nella vita avrebbe anche solo pensato di poter compiere.

Si appresta ad entrare nella stanza dove la sovrana e sua figlia dormono.

Lenta si avvicina e volge un ultimo sguardo alla sorella tanto amata.

“Perdonami” – le sussurra, accarezzandole il viso.

Ineke dorme di fianco ad Anna, accovacciata al suo pancione.

Impossibile staccarla da lì. Infatti questo basta alla ragazza di ghiaccio per tirarsi indietro.

Ed ecco di nuovo le voci.

“Agisci!”

Trattenendo i singhiozzi, Elsa prende in braccio la nipote e fugge via.

Il ciondolo che la primogenita dei reali stringeva tra le mani cade a terra.

Quello lo regalò a lei Olaf ore prima.

Il rumore dell’oggetto scuote Anna che, notando l’assenza del corpicino di sua figlia, si sveglia.

Sorpresa di non trovarla lì, si alza e dalla finestra si accorge di Elsa, con la nipote stretta a sé avvolta nel famoso scialle di Iduna.

“Ma cosa..?” – esclama, confusa e al contempo preoccupata.

Si avvolge in una mantella e lascia la camera.

Qualcun altro ha riconosciuto Elsa aggirarsi in tarda ora con la nipote in braccio.

“Ma quella è mia cognata! Dove sta andando?”-  si domanda Kristoff, lasciando la stalla insospettito, gettando a terra le carote di Sven.

Ultimamente ha percepito anche lui le stranezze e i turbamenti della sorella acquisita.

È sempre stata “particolare” a suo avviso, però in quei giorni più del solito.

Adesso sembra che le sue idee si stiamo concretizzando.

Confuso vedendola assieme alla principessina, le va incontro.

“Dove stai andando?” – chiede, guardandola studiare il movimento del mare.

Lei sobbalza quando sente la voce del cognato alle spalle.

E ora? Pensa. Mai si sarebbe aspettata di essere scoperta.

“Kristoff… io…”- i suoi occhi parlano da soli e la stretta che ha sulla bambina impedisce all’ex montanaro di strappargliela dalle braccia.

“Accidenti Elsa! Che intenzioni hai? Che ti prende? Sei impazzita?” – replica esterrefatto.

Lei scuote la testa e si volta di nuovo verso il mare. È come se parlasse con lui, effettivamente cerca di mettersi in contatto con Nokk. E’ lui che le condurrà lontano.

Ma ecco comparire sotto gli occhi di Kristoff il cavallo magico.

“Hey, aspetta. Che ci fa lui qui? dove stai andando?”

“Lasciaci andare, ti prego. Non fare domande”

“Lasciarvi andare? Parli al plurale. Non vorrai mica….? No! Ridammi mia figlia” – cerca di sottrarle la piccola, ma Nokk interviene lanciando getti d’acqua.

“Non posso”-  risponde Elsa, osservando lo shock sul viso di Bjorgman.

“Cosa?” – esclama il biondo.

“Devo farlo. E’ il mio compito. Deve venire via con me” – confessa la ragazza al re di Arendelle.

Bjorgman è allibito – “Porteresti via Ineke ad Anna?”

Quella domanda è il dramma che più affligge Elsa che infatti, con capo basso, ripete - "Kristoff...è così che devono andare le cose. Accettatelo, per favore e non rendetemi la situazione più difficile di quanto è già"

Ed ecco la diretta interessata.

Anna, ha riconosciuto Nokk e spaventata dall’espressione della maggiore, teme il peggio.

“Che state combinando? Fa freddo, riporta Ineke nel castello” – le ordina Anna.

Lo sguardo spento di Elsa e le lacrime agli occhi…tutto è alquanto allarmante e quando la maggiore sale in groppa al cavallo, con in braccio Ineke, dà loro l’addio definitivo.

"Elsa!!Che intenzioni hai?"

Il devastante dolore della maggiore si manifesta quando il pianto prende il sopravvento.
"Sorellina, mi dispiace. Non posso fare diversamente" – fiocchi di neve la circondano e anche Ineke ne è avvolta.
Quelle parole pietrificano Anna che sente il cuore fermarsi. Le gambe le cedono e perde i sensi tra le braccia di Bjorgman.

“Aiuto!Aiuto” -  grida Kristoff, con il corpo della moglie privo di conoscenza.

Due uomini li soccorrono immediatamente e altri chiamano le guardie.

Quando il giovane re alza la testa, pronto ad affrontare sua cognata, nota che di essa non c’è più traccia.

In lontananza scorge in mare una scia ghiacciata che pian piano si dissolve.

Nessuna spiegazione, nessun movente di un gesto così crudele.

Kristoff emette un grido agghiacciante, come se stesse ricevendo una pugnalata al cuore.

E’ questo il giorno che la coppia ricorderà per sempre e che difficilmente rimuoverà dalla mente.
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Ora il corpo congelato di Ineke, posto di fronte ad una famiglia distrutta e disperata, è l’unica certezza che resta alla Natura: si, sono salvati però una cosa sicura è che la conseguenza è stata la perdita di una bambina, sacrificatasi per il bene di tutti.

Ma ad Anna, Kristoff, Aurora ed Elsa cosa rimane? Solo immensa e lacerante sofferenza.

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Capitolo 18
*** Addio Athohallan ***


Nessuno sa darsi pace per quanto accaduto ad Ineke. Anna si ritiene responsabile per aver dato alla luce sua figlia segnata da quello che è, a tutti gli effetti, un maleficio.

Kristoff, al contrario, scarica su di sé e su sua madre tutta la colpa.

“L’ereditarietà ha inciso in questa brutta storia e Ingrid ha tramandato a sua nipote lo stesso fardello”

Elsa, rimasta in silenzio fino ad allora, preda di un dolore indescrivibile, è combattuta se voler continuare ad essere il quinto spirito e quindi riabbracciare la sua libertà, o tornare ad Arendelle rindossando i panni di nobile, con tutte le responsabilità che ne derivano. In fondo sente di dover ripagare la piccola Ineke per il male recatole. Per scontare la pena, ritornare alla vecchia vita sarebbe quanto meriterebbe, pensa tra sé e sé.

Aurora, accovacciata a terra, accanto a sua sorella, ha il viso pallido e gli occhi rossi per via del pianto.

“Qui si sta sciogliendo tutto. Dovremmo andare via” – prende parola l’ex montanaro, faticando nel esporre tale proposta. Conosce Anna. Dirle ciò significa invitarla a dire addio ad Ineke per sempre.

“Io rimarrò con lei” – sostiene, testarda,la principessina.

“Tesoro, cosa dici? Athohallan sta svanendo. Questi ghiacci torneranno ad essere parte del mare” – le spiega Bjorgman.

“Non mi interessa”

“Amore mio, so quanto tu stia soffrendo. Per me è dura dover lasciare Ineke qui, destinandola al fondo marino, prima che si sciolga definitivamente. Ma non possiamo rischiare che accada qualcosa di male anche a te.” – spiega Bjorgman.

Quelle parole dirette ed esplicative su quanto accadrà alla povera bambina, fanno piangere disperatamente Aurora che si alza lentamente da terra e si getta tra le braccia paterne.

“Sei congelata. Non possiamo restare qui un minuto di più. Elsa, ti prego, riportaci a casa” – la supplica il giovane re.

Elsa vorrebbe ma nota la totale assenza di Anna, che fissa la statua della primogenita con lo sguardo perso nel vuoto.

“Hey, dobbiamo andare” – le si avvicina, posandole una mano sulla spalla. Tale gesto sembra riportare la regina al mondo reale.

“Portiamola con noi” – aggiunge, spiazzando il marito.

“Dove vorresti metterla? Come trofeo in qualche ala del palazzo?” – le domanda lui, manifestando delle ferite interiori che ha sempre volutamente coperto.

Anna lo guarda comprendendo il discorso del consorte.

Però è il suo istinto materno a non voler abbandonare Ineke lì da sola.

“Non me la sento di dirle addio…di nuovo, capisci?” – si sfoga, ricevendo immediatamente un abbraccio da Kristoff.

“Dobbiamo farci forza, supereremo ogni cosa insieme. Non abbandonarmi anche tu, Annie. Non mi sono mai sentito così inutile come adesso, un essere umano che non merita niente dalla vita. Un padre che ha dovuto vedere sua figlia andare via. Mi chiedo se esista una ragione a tutto ciò. È inammissibile che un figlio muoia prima di un genitore. Se si perde un genitore ci si definisce orfano, se perdi un marito o una moglie allora sei vedovo… noi come dovremmo definirci? Non esiste una parola che possa definire chi perde un figlio. Perché  è innaturale che questo accada. Dannazione! E’ innaturale” – Kristoff finalmente apre il suo cuore e lascia che ogni emozione emerga, liberandolo da un peso che opprime il suo animo da ben otto lunghissimi anni.

Elsa assiste alla scena con le lacrime agli occhi, poi volge lo sguardo alla statua di ghiaccio.

“Mi sembra di rivivere un momento del passato” – riflette sfiorando ciò che resta della nipote.

Ma proprio in quell’istante un’idea le balena in testa.

“Aurora, vieni qui per favore” – la chiama a sé, mentre la coppia si conforta a vicenda.

“Ormai non abbiamo più nulla da perdere, perciò tentar non nuoce”

“Cosa dici? Non capisco”

Il quinto spirito chiude gli occhi e chiama a sé i quattro elementi, rimasti in disparte di fronte alla devastazione di una famiglia.

Che intenzioni hai?”

“Vuoi usare la piccola per salvare l’altra?”

“Se dovesse essere un tentativo inutile? Accenderesti speranze inutili

“Voglio provare. Non resta che sperare…. è stato l’amore a permettermi di liberare Arendelle da quell’estate gelida e sempre l’amore ha permesso ad Anna di sciogliersi quando la colpii con il ghiaccio, forse Aurora può usare lo stesso mezzo per salvare sua sorella” – spiega Elsa.

Prende per mano la nipote e l’avvicina nuovamente alla statua.

“Apriti con lei, dille ciò che senti, fa finta che Ineke sia viva di fronte a te”

La principessina fissa in silenzio la zia. Poi senza porre domande, fa quanto chiestole.

“Ciao Ineke, o dovrei cominciare a chiamarti sorellina. Suona meglio, non trovi? Dopotutto abbiamo lo stesso sangue…”

“Cosa sta facendo Aurora adesso?” – domanda Anna ad Elsa.

“L’atto di vero amore che può sciogliere ogni cosa” – le sussurra la maggiore.

“Ho sempre sognato una sorella con cui condividere le mie giornate, con cui ridere insieme, fare il bagno e giocare con le bolle di sapone, una sorella che mi consolasse dopo le litigate con la mamma, una sorella che mi insegnasse ad usare i pattini. Sai, mamma ne conserva un paio in un vecchio scatolone. Lei non lo sa ma io li ho presi più volte e credo addirittura di averne rotto uno…” – racconta, accennando una risata al ricordo. Poi riprende – “Avrei voluto sapere prima chi fossi, che esistessi. Mi domandavo spesso come mai non avessi fratelli. Pensavo che forse non volevano altri figli perché io ero un fardello e aggiungere altri fardelli sarebbe stata dura per loro”

“Amore mio non è così” – interviene Kristoff, zittito immediatamente da Elsa che gli ricorda di non interrompere il momento.

“Mi sono ricreduta sulla nostra famiglia, sai? Loro mi amano tanto e amano anche te. Ora molte cose si spiegano. Il distacco di nostra madre nei miei riguardi era solo dolore. Un dolore causatole dalla separazione da te. Avrei sofferto anche io così e in fondo, inconsciamente, l’ho avvertito. Adesso che ti ho qui, di fronte a me, volevo solo dirti che Arendelle ti aspetta… tutti ti aspettano, anche Olaf e Sven vorrebbero conoscerti. Olaf è un buffissimo pupazzo di neve e Sven è la renna di papà. Poi… poi ci sono io che ti aspetto da tutta una vita” – singhiozzante e tremante per il freddo che inizia ad incombere sul suo debole fisico, Aurora si stringe alla statua ghiacciata e, non notando alcun miglioramento, le sussurra dal profondo del cuore – “Io ti voglio bene, sorellina. Te ne vorrò sempre. Nessuno più ci separerà. Te lo prometto”

Passano secondi, minuti, però tutto tace.

Un masso enorme di ghiaccio cade violento in acqua mettendo tutti in allerta.

“Non sono riuscita a salvarla” – afferma, amareggiata, la bambina.

Elsa è sorpresa e delusa – “Impossibile che non abbia funzionato!”.

“E’ ora di andare” – comunica Kristoff.

Una barca di ghiaccio viene realizzata dalla custode della Foresta Incantata e saliti tutti a bordo, i reali di Arendelle volgono un ultimo sguardo ad Athohallan. La voce di Iduna e il suo canto melodioso li accompagnano mentre prendono il largo.

“Addio figlie mie! Vi amo” – sono le sue ultime parole.

In quel preciso istante un lampo di luce, ormai familiare ad Elsa, accende l’intera isola.

“Aspettate! Torniamo indietro” – dice la giovane, invitando il cognato a remare nel senso opposto.

Tornano di nuovo lì, dove ormai è rimasto ben poco della vecchia Athohallan.

“La statua è sparita?” – si preoccupa Anna, guardandosi intorno.

“Sarà caduta in acqua?” – chiede spaventata Aurora.

“Non capisco. E poi quella luce…” – aggiunge Elsa, spaesata.

Poi all’improvviso…

“Siete tornate a prendermi per fortuna! Credevo volevate lasciarmi qui” – una voce, quella voce, alle loro spalle fa sobbalzare tutti.

“INEKE” – urlano in coro i presenti.

La bambina congelata non era più congelata. La sua pelle è di nuovo rosata e i capelli hanno detto addio al bianco, tornando del loro bel rosso.

La prima che Ineke accoglie tra le sue braccia è sua sorella.

“Pensavo di averti perduta” – singhiozza Aurora.

“Mi hai salvato la vita. Te ne sarò grata per sempre”

Anna e Kristoff, rimasti indietro di qualche metro, ancora scossi da eventi fuori dal normale, vengono chiamati proprio da Ineke.

Si ritrovano di fronte gli uni agli altri.

Si fissano in silenzio, poi è la principessina a parlare – “Posso abbracciarvi?”

La domanda più bella che potessero desiderare.

L’immagine di una famiglia riunita è il dono di un destino mostratosi crudele fin dal principio per poi cambiare faccia e regalare loro un’immensa gioia.

Bruni, rimasto nei paraggi, saltella felice vedendo Ineke sana e salva.

“Hai avuto un’idea brillante cara Elsa!” – le dice lo spiritello del fuoco.

“L’amore vince su tutto. Sempre” – conclude, commossa.

La piccola salamandra vede il gruppo allontanarsi e prima di sparire nel nulla avverte le chiamate dei suoi fratelli – “Il cuore di cristallo è di nuovo nella bambina, quindi?”

No, Zefiro! Questa parte dell’accordo è stata manomessa secoli addietro da me e Crystel, la mortale nostra alleata” – confessa Bruni.

“Cosa? E noi non sapevamo nulla” – brontola Nokk.

“Se avessi cambiato qualcosa non me l’avreste permesso. Invece ho voluto dare al patto magico qualcosa di puramente mortale. L’amore. Il cuore si scioglierà e ghiaccio diventerà. Un atto d’amore puro ricevuto da chi il cuore ha sciolto, salverà il mondo dal capitombolo”

“Ma che razza di profezia è questa?” – ridacchia beffardo il gigante di Terra.

“Hey, non sono mica un poeta io” – replica imbarazzato lo spirito del fuoco.

“Ben fatto, fratello. Adesso mi domando solo una cosa” – chiede Nokk.

“Che fine ha fatto il cuore?” – domanda Zefiro allora.

“Vi racconto tutto per filo e per segno. Quando siete andati via dopo aver raccontato la verità ad Ineke, io le ho svelato il modo per salvarsi”
“Come? Davvero? Perché non l’hai detto anche a noi? Avremmo agito di conseguenza”

“No, non avrebbe avuto senso. Solo l’atto sincero e spontaneo di un amore puro come quello tra le due sorelle poteva essere risolutivo”

“E quindi? Sei stato tu, Bruni, a condurre magicamente Ineke ad Athohallan?”

“Si e ho detto ad Ineke di esigere un abbraccio da Aurora”

“Ma così hai rischiato di farla morire davvero”
“Conosco Elsa e so che sarebbe arrivata alla soluzione. In fondo è mossa anche lei dall’amore per la famiglia. Adesso il cuore si è sciolto ed è tornato a pulsare in Crystel”

“Ma lei sarà morta da secoli e secoli, ormai. Come può essere rientrato dentro un’umana non più vivente?” – commenta incredulo Zefiro.

“E’ diventata lo spirito che a noi serviva”

“Aspetta… e Elsa? E’ lei il quinto spirito”

“Le cose non cambiano, logicamente. Crystel rimarrà d’ora in eterno l’unica custode del cristallo. Niente più nascite da preparare per generare i futuri custodi, niente più allontanamenti di bambini dai genitori. Basta dolore. La salvezza del mondo sta nell’amore tra natura e mortali. Così facendo tutto si è sistemato”- conclude Bruni, fiero di sé.

Così tra i complimenti e l’euforia dei restanti tre spiriti, Athohallan svanisce per sempre e ognuno dei quattro elementi rientra nel proprio regno magico.

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Capitolo 19
*** La famiglia riunita ***


La famiglia reale di Arendelle torna finalmente a casa, riunita e riappacificata.

Anna non contiene la gioia vedendo al suo fianco l’amata bambina a cui ha dovuto dire addio troppo presto.

“Abbiamo tanto tempo da recuperare” – dice la regina alla primogenita, durante il tragitto verso il castello. Le tiene la mano con forza, come a voler impedire che qualcun altro o qualcos’altro possa nuovamente portarla via.

Aurora è euforica e continua a parlare alla sorella maggiore, raccontandole la sua vita e le abitudini che presto condivideranno.

Sembra che l’arrivo improvviso di un nuovo membro familiare non abbia scosso oltremodo i nobili. L’unica invece spaesata è proprio Ineke, che ha sempre considerato il suo punto di riferimento Elsa e adesso deve guardare alla vita da altre prospettive.

Nessuno la conosce meglio della giovane zia. Riusciranno i suoi veri genitori a capirla al volo?,

Effettivamente Elsa scorge subito dell’imbarazzo nella bambina verso Anna e Kristoff.

“Credo che Ineke si senta fuori posto” – confessa allora al cognato, approfittando di alcuni metri di distanza che li separano dal resto del gruppo.

La sua riflessione non riceve risposta.

C’è qualche dilemma interiore che emerge nell’ex montanaro.

“Tutto bene?” – domanda allora lei.

“Mi stavo chiedendo che fine possa aver fatto mia madre” – confessa, spiazzando la parente acquisita.

“Mi dispiace, ma scommetto che, ovunque sia, sta bene e ti pensa ogni momento del giorno. Chi meglio di te può capire, ad oggi, cosa significa essere separati da chi si ama più di se stessi… un figlio!” – lo conforta Elsa.

L’idea che Ingrid abbia patito la solitudine e che magari stia ancora soffrendo da sola, chissà dove, tormenta Bjorgman che non riesce, così, a godere a pieno del ritrovamento di Ineke.

Crede che dopo le pene del passato, chiedere al destino di riabbracciare sua madre sia troppo.

Non gli rimane che accettare l’idea di non conoscere mai Ingrid.

“Eccoci a palazzo” – comunica Aurora, saltellante, trascinando con sé la sorella nella stalla.

“Hey, Sven…Olaf, venite fuori. Voglio presentarvi qualcuno” – grida la bambina, chiamando gli amici.

“Tesoro, è tardi. Staranno riposando. Non si urla così” – la rimprovera Anna, raggiungendo le due.

In quel momento la buffa voce del pupazzo di neve attira l’attenzione di tutti.

“Finalmente siete a casa” – corre loro incontro avvinghiandosi alle gambe della secondogenita dei sovrani.

Ineke osserva Olaf in silenzio. Poi un ricordo le torna alla mente e accende in lei un grande sorriso.

“Nella foresta incantata ne abbiamo creato uno identico” – indica l’omino magico.

“Ciao, io sono Olaf e amo i caldi abbracci” – esclama lui, con il famoso motto di presentazione.

Aurora invita sua sorella maggiore ad avvicinarsi senza timore alcuno.

“Vogliamo diventare amici?” – domanda il pupazzo, ricevendo l’immediato consenso della bambina.

Finalmente Ineke si libera dall’imbarazzo e racconta di momenti indimenticabili assieme ai Northuldri ed Elsa è lieta di aver regalato qualcosa di speciale a sua nipote: il contatto con persone rimastele nel cuore.

“Vorrei tornare lì. Ho un’amica che mi aspetta, sapete?” – rivela la piccola.

“Chi? Una bambina della tribù?” – domanda, incuriosita, Anna prendendo parte alla conversazione.

“No, una renna. Si chiama Penelope”

“Una renna?” – si stupisce la regina. Poi si volta verso il marito, ancora preso dai suoi pensieri.

“Amore hai sentito?” – lo chiama Anna.

Lui si desta per un istante e risponde – “Cosa? Ero distratto”

“Ineke ha una renna per amica. Non ti ricorda qualcuno?” – lo prende in giro.

Bjorgman è piacevolmente colpito da questo particolare e per quei minuti la sua attenzione si sposta sulla primogenita, mettendo da parte i dubbi su Ingrid.

“Allora vorrai conoscere una renna assai speciale. Si chiama Sven” – le dice Kristoff.

La scena seguente è meravigliosa: Ineke sobbalza quando si trova di fronte all’animale del cuore.

Gli si avvicina senza alcuna preoccupazione e gli accarezza il muso.

“Come vorrei che Penelope fosse qui” – confessa nostalgica.

“Possiamo sempre andare a farle visita” – propone Anna, ricevendo l’immediata gratitudine della figlia che emozionata si getta su di lei.

Elsa felice come mai prima, vuole regalare ulteriori gioie ai parenti. Dopo il male recato loro ingiustamente, vuole recuperare.

Perciò si allontana lasciando la famigliola riunita nella stalla e cerca il contatto mentale con i quattro spiriti.

Elsa, che succede? Come mai ci hai chiamati?” – domanda Zefiro.

“Vorrei sapere qualcosa su Ingrid Bjorgman”  - arriva al punto senza giri di parole inutili.

Penso che Bruni ti debba rivelare qualcosa di importante. Scommetto che lui sa bene che fine abbia fatto quella donna…”

“In che senso “che fine abbia fatto”? Non sarà mica…?” – la ragazza si agita, temendo il peggio.

No, è viva e vegeta” – commenta lo spiritello del fuoco.

“Cosa devi raccontarmi di così sconvolgente?” – chiede Elsa.

Allora la salamandra le comunica di quanto avvenuto secoli addietro nel momento dell’accordo stipulato con Crystel. Elsa ascolta in silenzio e resta sbigottita da come uno degli elementi della natura abbia ascoltato un lato umano che non possiede e abbia salvato la vita a tutti.

“Ti sarò per sempre grata di aver disobbedito alle regole” – si commuove, felice di sapere che nessuno più dovrà vivere ciò che ha patito Ineke e tante persone prima di lei.

Ma a quel punto un dubbio è lecito – “Se il cuore adesso è custodito soltanto da questa Crystel di cui mi parlavi, Ingrid è libera dalla missione, giusto?”

Ehm…sì’

Questo basta ad Elsa per trovare la soluzione ai dilemmi di Kristoff.

“Grazie, un’ultima richiesta. Sapete dirmi dove posso trovarla?”

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La servitù accoglie la principessina ritrovata con un’immensa tavola imbandita.

La sala delle feste, addobbata per festeggiare il compleanno di Aurora, è il posto dove si siedono per degustare le pietanze di Lucy, la domestica più anziana di Arendelle che vanta capacità culinarie incredibili.

“E’ stato tutto ottimo, grazie mille” – Ineke si inchina elegantemente alla cuoca che, rimane estasiata da tanta educazione.

“Adesso a letto, bambine” – comunica Kristoff, prendendo per mano le figlie e allontanandosi con loro verso le due camere.

La stanza destinata alla primogenita è stata chiusa a chiave per otto anni. Adesso è il momento di riaprirla.

“Direi che sarà piena di polvere, tesoro. E se dormissero con noi?” – propone Anna, desiderosa di poter stringere a sé entrambe, tutta la notte.

Kristoff non ha nulla da obiettare. Quella è la prima sera che trascorrono come una vera famiglia, così come sarebbe dovuto essere dal principio.

Sistemate le bambine nel grande e morbido lettone, la regina si sistema tra le due e le accoglie tra le braccia, lasciando che le loro testoline profumate si accoccolino sul suo seno.

Una lacrima in quel momento le riga le guance, specialmente perché mai avrebbe immaginato di poter tornare a vivere e a godere dell’amore di entrambe le sue creature.

“Siete bellissime tutte e tre” – commenta l’ex montanaro di fronte a quella scena. Poi si corica accanto ad Ineke.

“Mamma ci canti la canzone della nonna?” – le propone Aurora.

Quando al sovrana intona quelle parole, la primogenita la segue a ruota, sapendo alla perfezione la ninnananna di Iduna.  

Poco dopo tutti si addormentano mentre la luna risplende alta in cielo e riflette sul mare che circonda Arendelle, quella notte più calmo e trasparente del solito.

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“Chi è a quest’ora” – lamenta una donna, ricevendo una visita inaspettata all’alba.

Apre la porta trovandosi di fronte una persona sconosciuta, incappucciata.

“Cosa le serve?”- domanda.

“E’ lei Ingrid Bjorgman?” – le viene chiesto.

“Si, sono io. Come mi conosce? Lei chi è?”

“Sono la cognata di suo figlio Kristoff” – così dicendo Elsa si mostra alla padrona di casa.

Quel nome fa impallidire la signora che è chiaramente la madre dell’ex montanaro. La somiglianza è evidente: hanno gli stessi occhi.

“Mi scusi,ho da fare” – fa per chiudere la porta ma Elsa la blocca,  mostrandole subito dopo la sua magia.

“Sono il quinto spirito. Immagino che i quattro elementi le abbiamo parlato di me”

“Lei? Quindi è la regina che congelò Arendelle l’estate di dieci anni fa?”

“A quanto pare le voci girano e a lei non sfuggiva questa storia. Comunque sì, sono io. Vengo per Kristoff, mio cognato” – ribadisce ancora.

“Cognato?! Quindi Kristoff è diventato principe!” – riflette ad alta voce, sorpresa e anche fiera del figlio.

“A dire la verità è re” – puntualizza Elsa.

“Aspetti, come?E’ re?”

“Se mi fa entrare le racconto tutto”

Ingrid, combattuta se aprire le sue porte ad una straniera o cacciarla via, si mostra dubbiosa.

Le basta sentire queste parole per cedere…

“La bambina di Kristoff ha avuto la sua stessa missione…quella del cuore di cristallo”

A quel punto, la Bjorgman spalanca l’uscio e fa segno ad Elsa di accomodarsi.

Hanno tanto da dirsi consapevoli che dopo quella chiacchierata molte cose cambieranno.

 

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Capitolo 20
*** Incontri importanti ***


E’ mattino e i raggi del sole riscaldano la fredda Arendelle.

Il campanile, posto al centro della piazza, suona accogliendo il nuovo giorno.

Da quasi un decennio Anna era solita alzarsi per via del rumore della campana. Iniziava la sua routine, evitando di fare colazione assieme al marito o alla figlia Aurora. Dopo il bagno caldo e il cambio d’abito si recava nella sala del trono e vi si chiudeva fino a quando Lucy giungeva lì a comunicarle che il pranzo era pronto. Tutto era un susseguirsi di momenti scanditi con le lancette dell’orologio. La sua quotidianità consisteva nel lavorare, mangiare seppure in porzioni ridotte ( si nutriva solo per evitare mancamenti)  dormire la notte, anche se gli incubi non rendevano mai il sonno un momento di rilassamento totale.

Quel giorno, finalmente, dopo quasi dieci anni, Anna dorme beata, niente sogni angosciosi durante la notte. Nulla l’avrebbe svegliata se non fosse per le figlie che, cominciano a chiacchierare, ancora accoccolate al petto materno.

Si sussurrano cose che la regina ascolta, fingendo di dormire. Le sente raccontare di momenti buffi della loro giovane vita e di quanto fosse bello essersi ritrovate amandosi tanto, nonostante si conoscessero poco.

All’improvviso, tra un discorso e un altro, è la sorella maggiore a tirar fuori un argomento inaspettato.

“A te piacerebbe avere un fratellino?”

La sovrana, sbalordita, cerca di trattenere lo shock dopo aver udito tali parole.

“Lo sogno da sempre. Pensa che mamma e papà mi hanno domandato cosa desiderassi per il compleanno. Volevo una sorella o un fratello”

“Beh direi che si è avverato. Eccomi qui” – le sorride Ineke.

“Già. Adesso non mi sento più sola” – risponde teneramente Aurora.

Anna a quel punto decide di svegliarsi, recitando la parte di chi vi desta improvvisamente.

“Buongiorno tesori miei” – le saluta, stringendole forte a sé, baciando ciascuna delle loro testoline.

“Mammina, sei in ritardo. Come mai non salti giù dal letto e corri a prepararti per la tradizionale accoglienza dei sudditi nella sala del trono?” – le chiede la secondogenita, abituata alla routine della regina.

“Amore mio, da oggi in poi  tante cose cambieranno. Soprattutto adesso che vi ho qui entrambe, non mi allontanerò un solo istante”
“E le faccende di corte? Chi se ne occuperà?” – domanda ancora Aurora.

“Vi ricordo che non sempre il popolo viene a farmi visita. Poi anche vostro padre è un sovrano” – puntualizza lei, dando una carezza sul braccio del marito.

“Lo svegliamo?” – propone la più piccola alla sorella maggiore.

“Non mi sembra carino dargli fastidio. Sta dormendo” – sostiene Ineke.

“Più ti guardo più rivedo in te i modi di fare di Elsa. E pensare che quando avevi un anno eri esattamente come me” – afferma Anna, notando che la piccola, crescendo con la zia, ha imitato e assimilato il suo temperamento.

Aurora invece ignorando i loro discorsi si getta sul padre che sobbalza, destato improvvisamente da un sogno alquanto piacevole che aveva per protagonista sua moglie.

“Hey…ma siete impazzite?”-  borbotta ancora assonnato.

Le tre ridacchiano ed Anna è la prima a prenderlo in giro – “Sei sempre il solito bambinone”

Kristoff arrossisce trovandosi di fronte la consorte più bella e luminosa che mai.

Resta a guardarla per minuti senza pronunciarsi, ma limitandosi a sorriderle.

E’ Ineke a rompere l’attimo di silenzio tra i genitori – “Io ho fame, chiediamo a Lucy di prepararci la colazione?”

“Si, corriamo. Sono sicura che la starà servendo già” – esclama entusiasta la secondogenita, afferrando la mano della sorella e scendendo dal lettone.

“Dove andate? Non ci volete aspettare?” – domanda Anna, indossando la vestaglia di seta.

Bjorgman la trattiene, facendo segno alle piccole di avviarsi.

“Uffa, ci tenevo a fare colazione insieme” – sbuffa guardando le due chiudere la porta, andando via.

“Amore mio, hai tutta una vita per farlo. Direi che ora che siamo soli puoi dedicare anche qualche minutino a me” – la tira a sé.

Anna è sopra il marito, in una posizione piuttosto esplicita, quando Lucy entra con un vassoio tra le mani.

“Ops, scusate” – imbarazzata, chiude immediatamente la porta.

La coppia comincia a ridere.

“Povera donna! Chissà cosa avrà pensato” – riflette Anna ad alta voce.

“Penserà che ci amiamo” – spiega ridacchiando Kristoff.

“Dai, andiamole a chiedere scusa” – fa per alzarsi lei.

Lui la ferma di nuovo, stavolta gettandola sul letto, sotto il suo ardente corpo muscoloso.

“Che intenzioni hai? Non hai fame a quanto pare”

“Ho fame solo di mia moglie” – la provoca, baciandole il collo.

Sa bene che quel gesto manda in estasi Anna, la quale, infatti, non resiste.

“Chiudi a chiave la porta. Non vorrei entrassero le bambine” – gli sussurra, mentre si libera dei pochi abiti che ha addosso.

Così i due piccioncini godono di momenti tutti loro, fatti di passione, intensità e puro ed immenso amore.

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Le principessine sono alle prese con le tradizionali ed abbondanti colazioni di cuoca Lucy.

L’anziana, ancora in imbarazzo per la scena vista, cerca di non pensarci e si dedica alle due bambine con premura e affetto.

“Desiderate altro?” – domanda.

“No, grazie. Piuttosto, che fine hanno fatto mamma e papà?” – si chiede Aurora.

“Andiamo a vedere come mai sono ancora lì” – propone Ineke.

“No, no. Aspettate” – li trattiene la domestica, consapevole che i reali sono impegnati al momento.

“Volete venire con me in cucina? Così vi mostro qualcosa anzi qualcuno di speciale”

Ovviamente Lucy sa quanto la secondogenita dei suoi signori sia curiosa e appunto è immediato il suo Si.

Prima che le tre si allontanino dal salone, qualcuno avanza nella loro direzione.

“Zia Elsa, buongiorno”

La giovane le saluta con un tenero bacio.

“Vorrei che veniste assieme a me” – le prega.

Afferrata la mano della loro adorata zia, le due si congedano dalla domestica, promettendole che successivamente l’avrebbero raggiunta per conoscere quel qualcuno speciale di cui parlava.

Seguono Elsa fino alla sala dei quadri.

“Vorrei che foste le prime ad incontrarla” – spiega l’adulta.

“Incontrare chi?” – domanda stupita Ineke.

A quel punto, scorgono vicino alla finestra, una donna con una lunga treccia e una mantellina scura.

Le piccole guardano l’estranea, cercando risposte.

“Eccole, sono queste le principessine di Arendelle” – l’ex regina e custode della foresta incantata si rivolge alla straniera che si volta verso le piccine.

Ha gli occhi colmi di lacrime. Proprio quello sguardo e le vibrazioni che la presenza di quella donna suscitano in lei, la convincono a fidarsi e ad avvicinarsi. Le sfiora il viso asciugandolo dal pianto e continua a fissarla, studiandola.

“Tu sei Ineke, vero?”
“Chi sei tu? Come conosci il mio nome? Cosa cerchi da me e mia sorella?”

La risposta della signora non è coerente agli interrogativi della bambina. Infatti la sua è una riflessione che spiazza le piccole.

“Ha deciso di darti il nome di mia madre”

A quel punto interviene anche Aurora – “ Di cosa sta parlando?”

“Ineke Bjorgman, era questo il nome di mia madre, ed io mi chiamo Ingrid”

“Ingrid?” – ripete scioccata la primogenita dei sovrani.

“Si, sono io quella Ingrid di cui ti hanno parlato, mia cara”

“Sei…sei… davvero tu? Ma come è possibile? Eri…eri fuggita per via del cristallo!”

“Se adesso tu stai bene e se io sono qua è merito di uno spiritello infuocato che è andato contro le regole e ha manomesso l’accordo magico”

“Cosa?” – esclamano in coro le principesse.

Elsa, rimasta in disparte, partecipa per dare alle nipoti le certezze assolute su quanto stanno ascoltando.

“Sono io che ho cercato Ingrid per raccontarle gli ultimi avvenimenti. Lei, come te Ineke, è stata segnata dallo stesso destino. Però sai di esserti salvata grazie all’amore immenso che Aurora nutre nei tuoi confronti.  Proprio l’amore, un sentimento tanto potente e propriamente mortale, è stata la chiave di tutto”

“Wow” – esclama la seconda, restando a bocca aperta.

“Il cristallo ora dove è?” – domanda, preoccupata, la maggiore tra le due creature.

“E’ custodito da colei che fu l’iniziatrice di quella che oggi è stata definita una missione”
“Perciò siamo libere?” – esulta Ineke, non trattenendo il pianto dalla troppa gioia.

“Si, lei è qui per riprendere ciò che ingiustamente le è stato tolto. L’amore dei suoi cari. L’amore di suo figlio”

“Di nostro padre!” – aggiunge, sorridente, Aurora.

“Mi aiuterete,vero?” – le prega e le nipoti annuiscono subito.

La più piccola si fionda tra le braccia della ritrovata nonna, emozionata di aver allargato la famiglia con un nuovo membro. Ineke si limita, inizialmente, ad osservarla, a toccarle i capelli morbidi, ad accarezzarle il viso.

“Ora sì che mi sento a casa” – conclude, prima di stringersi anch’essa al collo della consanguinea.

La scena commuove la tenera zia Elsa che, fiera delle bambine e della loro infinità bontà, si accinge a chiamare il cognato.

È lui lo step più difficile da affrontare.

Sa che potrebbe reagire male a quell’incontro forzato. Però è pur vero che Bjorgman sogna da sempre sua madre e ora che sa effettivamente quanto ha patito sua madre che non lo ha mai odiato, magari la accetterà nella sua vita.

Elsa bussa alla porta della camera da letto della sorella e del cognato.

Attende sull’uscio e ad aprirla è una spettinatissima Anna, avvolta nella vestaglia e alquanto accaldata.

“Elsa! Ehm…che ci fai qui?” – esclama, imbarazzata, la regina.

“Ops. Scusate, non era mi intenzione interrompervi mentre..” – arrossisce la maggiore.

“No,no tranquilla. Abbiamo finito” – ridacchia Kristoff, dal fondo della stanza, ricevendo l’occhiataccia di rimprovero della moglie.

“Potete raggiungermi nel salone dei quadri, appena possibile? è urgente”

“Certo” – risponde la regina, salutando la sorella.

Chiude la porta alle sue spalle ed esclama – “Che vergogna! Non è da sovrani composti come noi, fare figuracce di questo tipo. Per di più due in una sola mattinata”

“Dai amore. Non abbiamo mica fatto qualcosa di male” – spiega l’ex montanaro, indossando gli abiti puliti, dopo il bagno caldo mattutino.

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“Eccoci! Cosa vuoi dirci di tanto importante?” – chiede Anna, una volta raggiunta la parente.

Kristoff, dietro la moglie, scruta subito una figura estranea che gioca con le figlie.

“Chi è quella persona?” – domanda, sospettoso.

“Ecco, è la cosa di cui volevo parlare” – li fa avvicinare ad Ingrid, la quale sobbalza nel vedere il giovane re.

“Kristoff!! Sei tu?” – esclama, portandosi una mano sul cuore.

“Lei chi è?” – chiede lui. Gli basta poco per arrivare alla soluzione.

Gli occhi della straniera sono identici ai suoi.

“Sei mia madre,vero?”

Anna sconvolta esclama – “Aspetta,che?!”

“Figlio mio” – singhiozza la signora aprendo le braccia al ragazzo, in attesa di un suo abbraccio.

Il sovrano però indietreggia.

“Ho bisogno di stare solo. Scusate – così dicendo corre via, sotto lo sguardo preoccupato di tutti, figlie incluse.

“Non l’ha presa bene” – commenta amareggiata Ingrid.

“Io sono Anna, per me è un piacere averla a palazzo” – si presenta la regina, mostrandosi dolce verso la sconosciuta della quale sa poco e niente.

“Siete la donna che ho sempre sognato per Kristoff. Anche se gli ho dovuto dire addio subito dopo la nascita, lo pensavo in ogni attimo della mia giornata. Immaginavo come potesse essere diventato. Lo sognavo sposato e con tanti bambini, felice di avere una famiglia vera”

“Questa famiglia vera include anche lei, Ingrid”

“Diamoci del tu, ti prego. In fondo la regina non sono io, qui”

A sentirla parlare come una madre che ha patito le sue stesse sofferenze, Anna si commuove e la abbraccia forte.

“Io ti capisco meglio di chiunque altro al mondo. Kristoff deve solo metabolizzare. Vedrai che ogni cosa si sistemerà”

Quella giornata vola velocemente. Bjorgman non affronta il dolore, chiudendosi nella stanza o in biblioteca o addirittura nella stalla con Sven, il suo confidente.

A comprendere lo stato d’animo di un figlio abbandonato, che magicamente si trova a dover stravolgere la propria esistenza perché un genitore torna sui suoi passi e gli dice “Hey ciao, sono tua madre”, può essere soltanto chi ha vissuto lo stesso, Ineke.

“Posso entrare?” – domanda al genitore, raggiungendolo nella stalla.

“Vieni tesoro” – la invita a sedersi sulle sue ginocchia, però la bambina preferisce farlo a terra.

“Non riesci ancora ad accettarci, vero?”

Ineke non risponde. China la testa e sposta il discorso su di lui – “E’ complicato affrontare circostanze che mai ci saremmo sognati di dover vivere. Insomma, mi riferisco ad Ingrid. Non avresti mai creduto di conoscerla”

“No, ammetto che ho pensato a lei spesso, però non sognavo mica di trovarla a palazzo che pretende addirittura che la abbracci come se niente fosse accaduto. Che ne è stato del cuore di cristallo? Perché adesso mi cerca e mi vuole amare e quando sono nato mi ha scacciato?”

“Sai, le domande che ti poni sono lecite. Sono dubbi sorti anche in me. Molti mi ronzano ancora nella testa”
A quel punto Bjorgman realizza che la situazione che ha vissuto lui è identica a quella di Ineke. L’unica distinzione è che Ineke aveva Elsa che si fingeva sua madre, invece il montanaro sapeva che sua madre era fuggita per non crescerlo.

“Metti da parte il tuo orgoglio. Non serve a nulla rivangare il passato, se non a farsi ancora più male”

“Come fai ad accettare che le tue certezze siano crollate?” – le domanda il padre.

“Con l’amore di chi mi è vicino. Aurora è diventata la mia ancora di salvezza. Per me lei è tutto. Mi sta aiutando tantissimo averla accanto. Adesso che anche Ingrid è con noi, non mi sento più sola. Chi meglio di lei sa cosa si prova ad essere predestinata” – spiega la bambina.

“Sei così saggia per l’età che hai!” – commenta fiero il re di Arendelle, accarezzandole il capo.

“Lei ti vuole bene, sei suo figlio. Ora è qui per recuperare il tempo perso. Dalle questa occasione. Sono sicura che non te ne pentirai” – le sorride Ineke, con occhi lucidi.

“Mi dai un abbraccio?”-  la supplica lui, desideroso del contatto fisico con la sua amata bambina.

Finalmente Ineke acconsente, sedendosi sulle gambe del padre ed avvinghiandosi al suo collo.

I due piangono insieme, si sfogano e condividono la stessa ingiusta sofferenza.

Anni di dolore immenso per due figli allontanati dai propri genitori per volere di altri.

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“Ha bisogno di tempo, non è semplice” – Anna giustifica il marito con Ingrid.

Elsa anche prende le parti del cognato eppure la sua empatia le fa percepire anche il malessere della signora.

“Eccolo” – esclama Aurora, indicando il padre sull’uscio della porta. È con la primogenita che gli tiene la mano.

“Kristoff! Figliolo, perdonami. Ti prego” – la Bjorgman si inginocchia di fronte al figlio, scongiurandolo di mettere da parte la rabbia.

E’ l’ex montanaro ad afferrarle il braccio e ad aiutarla a mettersi in piedi – “Non voglio vederti mai più prostrarti di fronte a niente e nessuno” – le dice con decisione.

“Non ci sono parole che giustifichino le mie azioni, figlio mio. Lo so, ho sbagliato. Ho dovuto cedere al volere di chi dettava leggi sulla mia vita. Ora che siamo al corrente di quanto ha fatto Bruni per noi tutti, vorrei rimediare”

“Aspetta, a cosa si riferisce?” – si domanda confusa la regina.

“Long story sorellina. Vieni con me e te la racconterò” – le sussurra Elsa e la conduce fuori.

Anche le bambine seguono a ruota le due donne, così da lasciare da soli madre e figlio.

Il silenzio che regna nella stanza viene interrotto improvvisamente da Kristoff stesso.

Le parole della sua primogenita gli rimbombano in testa.  Lo sguardo di sua madre è fisso su di lui ed ignorarlo è difficile. Cosa deve fare? Come deve comportarsi?

E così prende una decisione per se stesso e per la sua vita.

 “Ora posso abbracciarti senza rischiare la fine del mondo?”

Ingrid, singhiozzante, annuisce e si avvolge al gigante dal cuore grande.

Finalmente i due si ritrovano, lasciando che i sentimenti vengano a galla e il passato cada nel dimenticatoio.

Sarà quello un punto d’inizio per costruire assieme il futuro che entrambi meritano.

 

 

 

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Capitolo 21
*** The End ***


THE END

 

Kristoff è nella camera da letto ed è prossimo a compiere un gesto speciale per la sua donna.

I mesi sono passati veloci dal giorno della riappacificazione e del ritorno in famiglia sia di Ineke che di Ingrid.

Da quel giorno tante cose sono accadute: il compleanno delle principessine fu festeggiato con l’invito esteso all’intero regno. Anche Elsa spense le candeline assieme alle nipoti, essendo nate seppure in annate differenti, nello stesso periodo.

Anna, felice come mai prima, lanciò addirittura una bomba durante il party.

Comunicò ai parenti di voler dare ad Arendelle un principino o un’altra principessina.

Ciò rese super contente le bambine che non potevano desiderare altro.

Da quella sera, i due innamorati si concedevano momenti di ardente passione pur di accontentare un desiderio proprio e quello delle loro figlie.

E’ prossima la primavera e Bjorgman non ha dimenticato una proposta che fece alla moglie mesi prima, ma alla quale lei non diede mai risposta.

Non immagina che anche Anna deve dare una comunicazione ai familiari.

“Incinta…sono incinta!” – ripete, incredula, a se stessa guardandosi allo specchio dopo aver ricevuto la piena conferma dal medico.

Si accarezza il ventre piatto ed immagina nuovamente abiti larghi e comodi ed un pancione ingombrante e pesante pronto ad ospitare il prossimo bebè.

Mentre cerca di contenere la sua emozione, qualcuno bussa alla porta.

“Avanti” – dice, asciugandosi le lacrime scivolatele sulle gote rosse.

“Maestà” – ad entrare è una delle domestiche – “Vostra sorella Elsa vorrebbe vedervi ora. Vi aspetta nell’ala principale”

Così la regina si appresta rapidamente a raggiungere la parente.

Lì sono presenti anche il resto della famiglia.

Ingrid chiacchiera con il figlio, mentre le bambine giocano con Olaf.

“Eccomi” – esclama, sedendosi sul divano accanto al marito.

“Ho notizie dai quattro elementi”  comunica la maggiore.

Sono mesi che quell’argomento non viene trattato e ciò impensierisce immediatamente tutti.

“Cosa vogliono da noi?”-  chiede Ingrid, timorosa, stringendo la mano di sua nipote.

“No, state tranquilli. Mi hanno chiamata per comunicarmi una novità”

“Quale? Su, parla. Non tenerci sulle spine” – aggiunge Anna.

“Athahallan non esiste più, ormai. La mia nuova casa è la Foresta Incantata. Andrò a vivere lì”

“Te ne vai?” – esclama, delusa, Ineke alzandosi in piedi stupita.

“Tesoro, sarò sempre qui. Quando avrai bisogno di me contatterai Zefiro. Lui continua a girare da queste parti”

Il dispiacere è evidente sul volto della bambina. Si sente in qualche modo abbandonata.

“Amore, ci siamo noi qui e poi zia Elsa ha una sua vita” – interviene la sovrana, confortando la figlia.

Aurora resta accanto alla sorella e le dice – “ Così possiamo andare a trovare Penelope. Sbaglio o volevi andare lì”

Il ricordo della sua amica renna accende lo sguardo della piccola. Come poteva essersi dimenticata di Penny.

“Potrai venire a trovarla quando vuoi. O sarò io a portarla qui di tanto in tanto” – le sorride Elsa, abbracciandola – “Non vi sbarazzerete di me così presto”

In quel momento Bjorgman, rimasto in silenzio fino ad allora, apre un discorso nuovo.

“Io avrei una cosa da dire”

Si inginocchia di fronte alla moglie che ne resta spiazzata.

“Amore, che cosa fai?” – chiede lei.

“Vorrei mi sposassi…di nuovo”

“Ohhhhh” – è la reazione immediata dei presenti, sciolti dall’emozione di fronte a quella dichiarazione d’amore che si rinnova.

Anna,non controllando più le lacrime, annuisce e tra i singhiozzi sgancia la sua bomba – “ … e io sono incinta”

Cade un silenzio tombale nella stanza.

Le principessine si guardano tra loro scambiandosi uno sguardo complice.

“Cosa hai detto?” –  Kristoff le chiede di ripetere. 

“Hai sentito bene. Avremo un bambino”

Tra l’euforia della famiglia, i pianti di Ingrid che finalmente può veder crescere un nipote, i due sovrani si promettono che, nel giro di pochi giorni, avrebbero rinnovato i voti nuziali di fronte ad un intero regno e a due bambine che potranno prendere parte fisicamente alla funzione.

Infatti dopo qualche giorno, la campana di Arendelle suona a festa.

Le principessine, vestite da gemelle, con indosso un abito a tema floreale, introducono l’ingresso della sovrana che, sottobraccio ad Ingrid ed Elsa, percorre la lunga navata che la conduce per la seconda volta dal suo vero amore.

“Ti amo” – dice lui, baciandola con dolcezza, quella stessa sera.

“Ti amo anche io. Più della mia stessa vita” – aggiunge lei, accoccolandosi al petto marmoreo del consorte.

Finalmente la vita ha preso la giusta piega.

E la felicità aumenta il giorno del parto.

“Spingete maestà. Ci siamo quasi”

“Non ce la faccio più” – grida disperata Anna, mentre stritola la mano del marito al suo fianco.

“Un’ultima spinta. Forza forza”

E così fu. L’ultimo decisivo sforzo e finalmente viene alla luce un pargolo dalla bellezza incredibile.

“E’ maschio” – esclama la levatrice, per la gioia di papà Kristoff che scoppia a piangere.

“No, aspettate… è femmina” – aggiunge di nuovo la donna.

“Eh?”-  esclama scioccata la coppia.

“Sono due” – viene comunicata una notizia sconvolgente.

Quando Bjorgman lascia la stanza, stordito dalla novità, rivela il fatto ai parenti.

“Sono gemelli”

La gioia è doppia per la famiglia che decide di dare ai piccoli i nomi dei nonni defunti.

“Iduna Ingrid Bjorgman e Agnarr Kristoff Bjorgman”

I neonati vengono presentati al regno e lo fanno con la collaborazione di Zefiro, presente durante il battesimo e di Bruni, seduto tra le mani di Elsa.

C’è un’immensa gioia ad Arendelle e quando Anna ringrazia il popolo per essere lì alla funzione, avverte un soffio di vento e il suono di una voce che le fischia nell’orecchio.

“Sono qui con voi e ci sarò sempre”

È Iduna, il suo spirito e la sua dolcezza sono percepibili tramite l’elemento dell’aria.

Rivolgendo lo sguardo al cielo, Anna manda un bacio ai defunti genitori.

Adesso sì che il suo sogno di bambina si è realizzato. Ha tutto ciò che desiderava, una famiglia vera a cui dare amore e dalla quale riceverne.

Se tante si sono evolute da quando si è sposata ad oggi, può fortemente sostenere che ciò che non è mutato è l’affetto per chi la circonda.

Quello non cambierà mai.  

 

 

 

 

SONO GIUNTA AL TERMINE ANCHE DI QUESTA STORIA. VOGLIO RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE L’HANNO SEGUITA E APPREZZATA. IL MIO GRAZIE VA AD UNA GRANDE AMICA FEISTYPANTS, TI VOGLIO BENE LETI. ORMAI SE SCRIVO E’ GRAZIE A TE E AL TUO SOSTEGNO. SONO FELICE DI AVERTI CONOSCIUTA E SPERO UN GIORNO DI RACCONTARCI FACCIA A FACCIA LE NOSTRE STORIE. AHAHAHAH

UN BACIO GRANDE E ALLA PROSSIMA STORIA.

IVY

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