Parlami d'amore

di rose07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ragazzi ***
Capitolo 2: *** Una strana voglia ***
Capitolo 3: *** Qualche guaio ***
Capitolo 4: *** Sospetti ***
Capitolo 5: *** Paranoie ***
Capitolo 6: *** Una nuotata tranquilla ***
Capitolo 7: *** Brutti incontri ***
Capitolo 8: *** Scontro diretto ***
Capitolo 9: *** Riconciliazioni ***
Capitolo 10: *** Desideri avverati ***



Capitolo 1
*** Ragazzi ***








«Potresti smetterla di camminare davanti al carretto dei legni, Joe?!» sbottò per l’ennesima volta Taichi, mentre il nominato in questione voltava la testa indignato.
«Senti, non dare sempre ordini! Io cammino dove voglio!» rispose sgarbatamente, come al solito.
Izzy scosse la testa, mentre dava una mano al castano a trascinare la legna per il falò. Tra qualche ora si sarebbero riuniti tutti in spiaggia per assistere al fenomeno delle stelle cadenti.
«Intralci la strada, burino del cavolo!» venne in aiuto a Tai un altro ragazzo.
«Yamato, non ci rompere le scatole!» continuò Joe, ignorandolo.
«Non chiamarmi in quel modo!» esclamò l’altro.
«Boh, anche io mi chiamo Jyou, ma non muoio mica!»
Matt sbuffò e decise di non rispondere. In quei giorni aveva imparato a controllarsi sotto lezioni di Sora.
«Intanto levati davanti, o ti salgo di sopra con il carretto!» alle parole di Tai, Joe si scansò rapidamente e si sistemò vicino ad Izzy.
«Koushiro, mi daresti qualche dritta con Paint? E’ molto difficile da usare» Disse, cambiando discorso.
Izzy alzò gli occhi incredulo. «Paint? Stai scherzando?»
«Sì, che c’è di male?»
«Lascia perdere, Joe. Non sei portato per il computer»
Il ragazzo coi capelli blu fece una smorfia, alzando la testa in alto a mò di superiorità.
 
Poco dopo, il carretto della legna era abbastanza pieno.
«Direi che così può bastare» Disse Tai, esaminando la legna.
«Sì, ne abbiamo raccolta abbastanza» Lo appoggiò Matt, accostandosi sopra i manici della carretta.
«Secondo me-»
«Che ore sono?» interruppe Joe, Izzy, che sentiva un caldo bestiale. E non solo lui.
«Le 17.00» rispose il castano «Sistemiamo la legna in spiaggia e poi andiamo a farci una bella doccia fredda»
«Secondo me-»
«Io prima devo passare a casa di Sora» si ricordò improvvisamente Matt.
«Se vuoi ti accompagno io, amico. Ho il motorino» gli propose Tai.
«Ma va’? Come mai hai fatto vedere la luce del sole a quel povero rottame?»
«Volevo provare la sensazione dell’aria che ti scompiglia i capelli» Tai e Matt si diedero un cinque, mentre Izzy ridacchiava.
«Secondo me-»
«Io vedo Frankie e poi arrivo» Aggiunse il rosso «E’ diventata parecchio suscettibile in questi giorni»
«Beh, allora so cos’ ha!» esclamò, Tai, battendo le mani.
«Cosa?»
Il ragazzo si avvicinò all’amico e bisbigliò ad un orecchio «Ha solamente le sue cose»
Izzy si spiaccicò una mano sulla fronte e Matt sogghignò.
«Sora è un fascio di nervi quando le vengono. Ne so qualcosa»  raccontò il biondo.
«E Mimi è anche peggio. La conoscete, ha sempre diverse crisi isteriche. Immagina quando ha il ciclo cosa devo sopportare!» Matt mise la mano sulla spalla dell’amico per infondergli coraggio.
«Secondo me-»
«A questo punto  è meglio se ci sbrighiamo, o le nostre donne frignano» Batté le mani Tai, spingendo il carretto.
«Ma secondo me-»
«Giusto, ci vediamo più tardi. Joe, porti tu la legna in spiaggia?» chiese Izzy al blu, che incrociò le braccia.
«Andate tutti a spararvi con la merda! Non faccio niente, anzi, vado dalla Luchia mia carissima! Lei sì, che mi ascolta!» Girò i tacchi e se ne andò indignato e sculettante.
I tre ragazzi lo seguirono con gli occhi, mentre si allontanava.
«Se pensa che con Luchia avrà chance, può anche mollare sul colpo. Si risparmierebbe l’ennesimo no» Commentò Matt, aiutando il castano a spingere il carretto.
«Lasciatelo stare, ragazzi. Com’ è che dite sempre voi? E’ solo un burino» Scosse la testa Izzy.
«E bravo, Kou, ogni tanto apprendi qualcosa da questi due fighi» Tai e Matt si scambiarono un altro cinque, facendo moine e pavoneggiandosi.
 «Certo, certo» Izzy sorrise scettico «E adesso chi porta i legni in spiaggia?»
Tai si bloccò. «Merda, come facciamo? Quelle ci linciano!»
«Ehi, ragazzi!» Un biondino poco più basso di loro si fece avanti salutando.
«TK!»
«Fratellone, scusa il ritardo» Si giustificò.
«Se, se!» Matt era scettico «Mi hai fatto aspettare mezz’ora sotto casa di mamma. Possibile che le ragazze ci mettano meno tempo a prepararsi?»
Tai ridacchiò. «Kari ha una cattiva influenza su di lui»
«Ma no, figurati» TK era un po’ imbarazzato e suo fratello se ne accorse. Infatti con un sorrisino malizioso, chiese:
«Per quale motivo mi hai fatto aspettare così tanto, allora? Illuminami»
«Ecco… Io... Mi ha chiamato Kari e...»
«E?» lo incitò il biondo più grande, mentre Tai tossicchiava.
«Niente, abbiamo parlato un po’… al telefono, naturalmente»
Matt lo squadrò ancora un attimo scettico, dopodiché decise di darci un taglio.
«Okay, quindi sei disponibile per portare questi» Mollò la presa del carretto e lo spinse verso il fratello che guardava interrogativo la scena.
«Che dovrei fare?»
«Come, che dovresti fare? Devi portarli in spiaggia» Spiegò Tai.
«Ma io-»
«Un momento, quello non è Joe?»
 I ragazzi voltarono tutti la testa verso il punto che indicava Izzy. Joe camminava a gran passi e si dirigeva verso di loro.
«Sì, è proprio lui. Che c’è, buri? Cambio rotta?» lo prese in giro il castano, mentre quello aveva una faccia indignata.
«Non sono fatti tuoi. Sono tornato solo perché TK mi ha costretto!»
«Veramente io ti ho solo salutato. Eri nascosto dietro una macchina» disse la verità quello con un ghigno.
Matt e Tai sbatterono la testa con un sorrisino sarcastico.
«Beh, che c’è di male ?» Il maggiore si scansò da TK e raggiunse il carretto «Io sono un vero amico e ho coraggio da vendere. Non come voi due velini!»
«Hai sottolineato ciò che li caratterizza, Joe. Come fai a dire che tu lo sei più di loro?» domandò Izzy, mentre gli altri due incrociavano le braccia, compiaciuti.
«Ecco…» Il ragazzo con un sacco di meches blu non sapeva cosa rispondere.
«Dai, è solo un burino, non prendetevela» ridacchiò TK, afferrando da un lato il carretto con la legna.
«Senti TK, è già tanto che ti do una mano! Se ti metti a prendere per il culo pure, porta ‘ste dannate legna da solo, fanatico antipatico!»
«Dovrete portarle insieme» Disse Tai prima che il biondino potesse rispondere  «Noi dobbiamo andarcene»
«E certo, voi due frocetti andatevene pure per i fatti vostri, mentre il povero signorino Joe Kido fa tutto il lavoro pesante!» Joe afferrò il carretto, spingendo TK che esclamò un “oh!”, e fece per incamminarsi.
Ma qualcosa lo trattenne dalla canottiera bianca con le strisce blu.
«Senti un po’, signorino Joe Kido» Matt lo aveva afferrato da dietro «A chi hai detto frocetti
«Insomma, prima o poi bisogna ammetterlo... OH!» Un’ altra mano lo afferrò dalla maglia.
«Ancora con questa storia, idiota?» domandò Tai, minaccioso.
«Ma ragazzi, se un po’ vi piacete, è giusto dirlo... AHIA!» I colpi che arrivarono alla schiena furono quasi letali per il Kido.
«PORCA DI QUELLA MISERIA!»
Tai e Matt si scambiarono un altro cinque, mentre TK e Izzy sogghignavano alla vista di Joe che si massaggiava dolorante la schiena.








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Capitolo 2
*** Una strana voglia ***








Due ragazze, una castana e una ramata,  erano intente a provarsi vari occhiali da sole davanti lo specchio, che per quanto non ne poteva più, si era appannato.

Erano due belle ragazze, ma troppo fissate con la moda. Specialmente una.
«Questi mi piacciono un casino, ma starebbero meglio a te!» esclamò proprio lei, Mimi, passando dei bei occhialoni all’ amica «Io opto per quegli altri, sono glamour e vanno di moda tantissimo questa stagione»
Sora arricciò il naso, ma non appena la castana li inforcò alle orecchie, rimase meravigliata.
«Ti stanno benissimo»
«Grazie, era palese»
La ramata scosse la testa sorridendo e si provò i suoi.
«Anche a te stanno divinamente»
Sora, un po’ incerta, si guardò ancora un secondo allo specchio, dopodiché li tolse, proferendo:
«Posiamo queste lenti e  incominciamo a sistemare le borse»
«E’ vero, me l’ero quasi dimenticato»
Andarono a sistemare le loro sacche, mettendo dentro il più ed il meno.
Quella serata doveva essere fantastica, si dissero.
«Tai e Matt non sono ancora arrivati» osservò Sora, poco dopo.
«Nemmeno l’ ombra» Rispose Mimi, posando la tovaglia «Saranno in giro a raccogliere legna a quest’ora»
«Sono fuori dalle 14.00. Matt aveva detto che passava» Sora alzò le spalle e si sedette sul letto.
Mimi la raggiunse, facendo un sorrisino malizioso.
«Cosa avrai intenzione di fare questa sera?» domandò.
«Non so, ma spero non ci saranno imprevisti» Sbuffò l’altra «Voglio Matt tutto per me»
Mimi ghignò divertita, facendo insospettire la ragazza seduta accanto.
«Cos’è quel ghigno sulla faccia, Mims? Non starai tramando qualcosa di losco, spero!»
«No, affatto» Rispose l’altra «Pensavo ad un’ altra cosa»
«Ovvero?»
Mimi non rispose e si alzò dal letto, raggiungendo il balcone.
Era da un po’ di giorni che ci rifletteva, anche se non lo aveva confidato ancora a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica.
Era difficile dirlo così su due piedi, ma adesso ne sentiva veramente il bisogno.
Voleva fare l’amore con Tai. Voleva sentirlo dentro di sé, voleva gemere e voleva unirsi a lui come una cosa sola.
Non ne aveva ancora parlato con lui, anche se spesso il castano aveva ribadito il discorso, come se fosse una cosa di vitale importanza.
Molte volte erano lì per lì, pronti, ma qualcosa la faceva sempre tirare indietro.
Non lo aveva mai fatto con nessuno, nemmeno con il suo ex ragazzo, Michael. Era per questo che era un po’ titubante, aveva paura, e poi erano passati solo due mesi da quando lei e Tai si erano messi insieme.
Adesso però si sentiva pronta, voleva farlo insieme a lui con una certa urgenza.
Decise di parlargliene proprio quella sera, quando Sora la distolse dai suoi pensieri.
«Allora?»
Lei sì che aveva già fatto un paio di volte l’amore con Matt.
«Nulla, ho dimenticato ciò che dovevo dirti» Mimi sorrise, mostrando la lingua.
«Sei sempre la solita sfaticata!»
Le risate delle due ragazze furono sommesse dal suono del campanello.
Contente, corsero fino in salotto per aprire la porta a chi aveva suonato.
I soliti Taichi e Yamato comparvero sulla soglia ridendo e spingendosi.
«Castano di merda, cos’ hai contro i miei capelli?» diceva il biondo, guardandolo male.
«Te li sei tinti, dì la verità. Joe ha ragione!» ghignava Tai, mentre Matt lo spingeva, entrando in casa.
Pochi secondi dopo una furia castana lanciò le braccia al collo del Digiprescelto del Coraggio, che rimase spiazzato da quel bacio mozzafiato che arrivò subito dopo.
«Oh, cazzo» biascicò confuso «Ho fatto qualcosa che non va?»
Tai era stralunato, almeno quanto Sora e Matt che si scambiavano occhiatine perplesse.
Come mai Mimi Tachikawa si era precipitata a baciare con così tanto trasporto il suo ragazzo?
Di solito era sempre lui a doverle spuntare dietro le spalle e stamparle un casto bacino.
Purezza, ricordate?
Mimi sorrise, birichina. «Mi mancavi, tutto qua»
Taichi era ancora incredulo, quando la ragazza gli passò una mano nella vita e lo trascinò fino alla cucina.
Sora, nel frattempo, chiuse la porta e si parò davanti a Yamato.
«L’ hai visto anche tu, o stavo solo sognando?» mormorò per non farsi sentire.
«Cavolo, se non era una visione che cos’era?» chiese il biondo, grattandosi la testa.
«Mimi che bacia e abbraccia Tai in quel modo… Non ci credo!»
Matt scosse la testa non sapendo cos’ altro aggiungere.
Era sorpreso; finalmente Mimi si stava svegliando da quel torpore. D’accordo purezza e tutto il resto, ma doveva pur sempre lasciarsi andare. Il suo migliore amico ne aveva bisogno.
Alzò ancora le spalle, dopodiché, con un sorrisino ammiccante, accusò:
«Tu non me lo dai un bacio?»
Sora ridacchiò e, scompigliandogli come al solito i capelli dorati, poggiò le labbra sopra quelle sue che accolsero con benvenuto la sua lingua.
 
 
Mimi, intanto, aveva spinto Tai sopra il tavolo della cucina e. chiudendo come un razzo la porta, si accinse a saltargli addosso, mettendosi a cavalcioni.
Il ragazzo era completamente spiazzato. La guardava con occhi sbarrati e cercava di capire, cosa, di grazia, voleva ottenere.
Lei, facendo un sorrisino, incominciò ad accarezzargli il petto muscoloso.
Contenta della sua forma fisica, con una mano sfiorò lentamente la sua guancia, abbastanza da far deglutire Tai che stava sentendo più caldo del solito.
«Mimi» provò a dire.
Ma lei lo stava già baciando e, non potendo parlare, tentò di spostarla da sopra di lui.
«Mims... Scendi»
«No, ti voglio, Tai» Fece in un sussurro la ragazza, risalendo sul suo collo.
Per un attimo, il bruno pensò di restare sotto di lei senza opporre resistenza.
Cavolo, lo stava facendo eccitare!
Non capiva cosa le era preso, ma era talmente bello.
Le accarezzò la schiena, mentre lei gli alzava la maglietta; ma un rumore proveniente poco vicino a loro lo fece fermare di colpo.
Cavolo, non si poteva fare!
Non in casa di Sora con quest’ultima e Matt a due passi da loro.
Raccogliendo tutta la sua forza di volontà, si mise a sedere sul tavolo, mentre Mimi pigolava.
«No, ti prego, continuiamo!»
«Mimi» disse lui, aggiustandosi la maglia «Ci sono Sora e Matt di là, non è il caso»
«Ma sono per i fatti loro!» si lamentò come una bimba.
Tai, però, era già in piedi e le porgeva una mano, che lei afferrò svogliatamente.
Perché adesso non ci sta?, si domandò con un bel broncio.
«Cosa ti è preso?» chiese il ragazzo, mentre lei lisciava delle pieghe immaginarie sopra la sua gonna.
Nonostante questo, non rispose.
«Ehi, non so cosa ti abbia preso» continuò Tai, mettendole una mano sulle spalle e abbassandosi un po’ per poterle parlare all’orecchio «Ma ti prego, fallo più spesso»
Sembrava quasi una supplica, mentre Mimi lo guardava.
Diamine, allora era vero. Non tutto era perso; sarebbe successo ancora.
Di certo non in casa della loro migliore amica. Si guardò intorno, mettendo a fuoco dove si trovava. Cavolo, era stata troppo impulsiva!
 
 
 
Tornarono in salotto e videro Sora e Matt strusciarsi, come due anguille.
Lei era seduta sopra le sue gambe e lui aveva una mano sotto la sua canottiera.
Mimi gettò uno sguardo compiaciuto verso Tai, mentre quest’ ultimo disse indiscretamente:
«Non slinguazzatevi più, per favore! Ho il voltastomaco!»
Presa dalla più assoluta delle sprovviste, Sora fece un capitombolo all’indietro, trascinando con sé pure il biondo.
Tai e Mimi scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia, mentre gli altri due erano distesi per terra,dopo aver mancato per un pelo il tavolino di vetro.
«Stupidi rompipalle, non avevate nient’altro di meglio da fare di là?!» sbottò Sora alzandosi e dando una mano a Matt per ridestarsi.
«Siete cascati come due salami!» rideva Mimi, asciugando le lacrime che uscivano per le tante risate.
Dio, che scena divertente!
«Simpatico, amico! La prossima volta ricordami di castrarti!» esclamò Matt, acido.
Evidentemente, avevano interrotto qualcosa di piacevole.
«No, non lo castrare!»
Alla frase riecheggiante di Mimi, i tre ragazzi si voltarono verso di lei, increduli.
La Tachikawa che non voleva tagliare quello al suo ragazzo?
Tai era anch’egli perplesso, ma dopo l’avventura in cucina pensò positivo.
Sicuramente a Mimi passava qualcosa per la testa.
«Come faccio io se lo castri?» cinguettò allegramente la ragazza.
Matt scosse la testa. «Capirai, per quel che possiede»
Taichi cacciò la mano dalle spalle della fidanzata e si gettò sopra Matt, che non fece in tempo a rialzarsi del tutto.
«Biondo stronzo che non sei altro! Ti piace prendere per il culo?!»
«Moro rompicoglioni, che vuoi da me se non possiedi le misure giuste!» ribatté quello, tentando di levarlo.
«Scenditi i pantaloni e fai vedere le tue, di misure! Scommetto che ci illuminerai!»
«Oh, no, no!»  Sora si affrettò a cacciare la mano del suo ragazzo dalla cerniera dei pantaloni.
 «Non fate cose sconce! Non nel mio salotto, almeno»
«Eddai Sora, stavamo per constatare il suo sesso!» si lamentò Taichi, imbronciato.
«Te lo dico io quanto è lungo» Ma subito dopo si morse la lingua imbarazzata, mentre Tai la indicava sogghignando.
«Scommetto che era ubriaca quando l’avete fatto»
«No, era perfettamente sobria, stronzo!» Matt si avvicinò all’amico, minaccioso e poi si rivolse alla ragazza «Dai amore, diglielo anche tu»
Sora dapprima negò con la testa, ma poi disse: «Voto a favore di Matt, e zitto gelosone!» si rivolse all’altro.
«Visto, Tai? E tu che mi dici?»
«Beh, anche Mimi, allora-» ma si fermò.
Lui e la ragazza non avevano ancora sperimentato insieme il piacere di fare l’amore.
Stette in silenzio qualche secondo, interrotto, poi, dalla voce derisoria del biondo.
«Allora?»
«Sì, voto anch’io a suo favore!» gli fece la linguaccia Mimi, intervenendo.
Matt e Sora si lanciarono uno sguardo eloquente. Sembrava una cosa strana.
Tai, invece, gettò uno sguardo di gratitudine alla sua ragazza.
«Visto, Yamato? Hai ben poco da fare il gradasso!»








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Capitolo 3
*** Qualche guaio ***








«Izzy, tesoro, cosa ci facciamo qui?» chiese per l’ennesima volta Frankie al suo ragazzo.
Izzy si passò una mano nei capelli rosso fuoco.
«Fran, dobbiamo comprare parecchie bibite, ricordi?» ripeté scocciato.
«Oh, scusami. Non parlerò più da questo momento in poi» La biondina fece il giurì giuretta e si attaccò al braccio del suo ragazzo.
Fecero avanti e indietro nel supermercato, acquistando diverse birre, alcolici e delle bottiglie d’ acqua.
«Basteranno» Sussurrò il rosso alla ragazza «E se Tai e Matt provano a dire qualcosa, mi incazzo!»
Frankie ridacchiò e aiutò il ragazzo a portare le bottiglie.
Usciti dal supermercato, una figura alta e sottile venne loro incontro.
«KOUSHIRO!»
«Oh, merda, solo lui mancava» sospirò Izzy e poi si rivolse a quello che avanzava a gran passi «Che vuoi, Joe?»
«Scusa l’invadenza, amico mio» Si fermò dinanzi a loro, prendendo un po’ di fiato «Ma il motorino mi ha abbandonato in mezzo alla strada, ho caldo, a pranzo un panino al burro, e adesso? Non ci vedo più dalla fame»
Frankie rise, mentre Izzy scosse la testa.
«In sintesi, cosa vuoi?»
«Ecco… Ho litigato con TK e allora… Beh, è stata colpa sua, eh? Allora, un calcio sospetto è partito dalla mia gamba… Ma attenzione, non è stata colpa mia, ripeto! E’ stata una forza superiore, per diamine! Dunque, ho sparpagliato i legni per tutta la spiaggia… E poi sono venuti degli antipatici come TK e li hanno rubati… Ma non è stata colpa mia, porco cane!»
Frankie guardò il suo ragazzo passarsi una mano sulla fronte.
Avevano faticato tanto a trovare tutta quella legna! E adesso un burino occhialuto raccontava quella stupida vicenda?!
 Non poteva sopportare quest’ ultima indignazione!
Più che altro, non poteva sopportare le urla dei suoi cari amici, Matt e Tai, non appena avrebbe raccontato loro tutto.
Joe stava al suo posto congiungendo gli indici con fare dispiaciuto.
«Okay» tentò di stare calmo Izzy, anche se i suoi pugni erano ben serrati «Ci hanno fottuto tutta la legna, non è così?»
Il blu rimase incredulo dal profondo animo pacifista dell’amico.
«Veramente qualcuno ne è rimasto»
«Davvero? Allora non siamo poi così nella merda!» cercò di sdrammatizzare Frankie.
«Qualcuno come questo» Joe  mostrò ai due un legnetto secco e non abbastanza grande.
«Ah» Proferì la bionda «Beh, potremmo posare in quattro e quattrotto le bibite e metterci alla ricerca di altra legna!»
«NO!» esclamò Izzy, nervoso «Andrà questo burino del cavolo a trovare altra legna! E se non ne avrà trovata entro le 20.00... Dovrà vedersela con l’ ira di Tai e Matt. Io mi astengo»
Il rosso tirò da una mano la sua fidanzata che rivolse uno sguardo d’apprensione al Digiprescelto della Sincerità.
Quest’ultimo, rimasto da solo, indugiò sul dafarsi.
Taichi e Yamato erano due vere piaghe e avevano un punto a loro favore: le mani.
Quelle mani erano letali per qualsiasi essere vivente, o animale, o Digimon.
Menavano e menavano di brutto.
E lui, Joe, il signorino Joe Kido, non poteva permettere di essere picchiato da due bambocci di un anno meno di lui.
Perciò, costi quel che costi, avrebbe trovato altra legna per la buona riuscita del falò.
Anche se era come se mancasse qualcosa...
«Santo Gomamon pontefice!» imprecò spiaccicandosi cinque dita sulla fronte  «Ho dimenticato il motorino nel bel mezzo della strada!»
Correndo, riuscì a comprendere perché così tanti suoni di clacson provenivano dinanzi a lui.
 
 
Tutte due insieme, Takenouchi e Tachikawa, varcarono la soglia della porta in leggero ritardo.
Erano le 20.30 precise e avrebbero dovuto essere in spiaggia da almeno mezz’ora!
«Avremmo preso tutto?» domandò la castana alla ramata.
«Sì, credo» Rispose quella, dando un’ occhiatina veloce alla sua borsa.
Mimi si stiracchiò le braccia, mentre Sora le rivolgeva uno sguardo interrogativo.
«Cosa ti succede?» chiese poi.
«Niente, sono solo un po’ pensierosa»
«Oddio!» esclamò la ramata, portandosi una mano alla bocca «Non dirmi che...»
«Sì?» la incitò Mimi, sorridente.
Forse aveva capito!
«Ti senti ancora con Michael?!» esclamò Sora in tono grave.
Ok, questa non sapeva da dove le era uscita, ma non voleva assolutamente che l’amica lasciasse Tai.
Quest’ultima sbuffò. «Neanche per sogno. Non ci sentiamo da più di un mese e non ho intenzione di chiamarlo!»
«Brava. Continua così» Sora riprese a camminare, silenziosamente.
Possibile che la sua migliore amica non si fosse accorta di niente?
Mimi Tachikawa, per la prima volta dopo quasi due mesi, stava subendo una crisi ormonale di primo stadio. Cavolo, era proprio una cosa ben seria, allora.
Decise di lasciar perdere, tanto per non fare allarmare l’altra.
Contraccettivi e tutto il resto; come se non lo sapesse.
Aveva una voglia irrefrenabile di fare l’amore con Tai... Solo che si sentiva in imbarazzo il solo pensarci, o avvicinarsi nuovamente a lui dopo tutta quella malizia di poco prima.
Sora, nel frattempo, guardava l’amica un po’ curiosa. Cosa significava quel suo atteggiamento?
Era sempre stata poco entusiasta per quanto riguardava il sesso o robe del genere; che avesse cambiato idea? Questo non lo sapeva.
Sapeva solo che le aveva invaso la voglia di farlo con Matt.
Era da un po’ di tempo che non lo facevano e ne sentiva terribilmente la mancanza.
 
Arrivate in spiaggia, videro quest’ultimo e Taichi imbronciati come due bambini di sette anni.
«Che vi prende?» chiese la ramata «Volete un lecca- lecca?»
Mimi ridacchiò, mentre i due sbattevano la testa.
«Spiritosa! Sai che ti dico? Parla per te, Sory!» Tai girò i tacchi e, scazzato, raggiunse il presunto falò che Izzy e gli altri ragazzi tentavano di divampare.
«Ehi, ma neanche mi saluta?!» esclamò Mimi, incrociando le braccia «TAI, aspetta! Torna qui!»
Dopo che la castana se ne andò all’inseguimento del fidanzato, Sora si rivolse al suo che portava ancora quel brutto broncio.
«Amore, che cos’ hai? E’ successo qualcosa?»
«Sì, per l’ appunto» Matt sospirò, rassegnato «Quella gran testa di ca...-narino, non cambierà mai!»
«Parli di Tai? Non mi dire che avete discusso di nuovo!» Sora aveva il tono scocciato. Non voleva assistere ad un’ ennesima lite tra il suo migliore amico e il biondo.
«No. E sarebbe stato meglio, credimi»
«Si può sapere cos’ è successo, allora?»
«Quella grande nullità di Joe si è fatto fottere i legni sotto il naso!» sbottò Matt, pestando un piede nella sabbia.
«Che cosa?!» esclamò Sora, incredula.
Merda, tutta fatica sprecata! Capiva i loro stati d’animo.
«Ma com’ è successo, diamine? Non c’era nessun altro oltre a lui?»
«Sì, mio fratello, ma come al solito si mandavano frecciatine e quella gran testa di mi..-maiale, ha tirato un calcio abbastanza forte al carretto che naturalmente ha ceduto, sparpagliando tutta la legna. Cazzo, era un carretto arrugginito, lo dicevo io di fare attenzione!»
«Mannaggia, e poi?»
«E poi, sono arrivati Narciso e la sua banda che glieli hanno soffiati senza tanti complimenti! Erano in otto, mentre loro solo in due»
«E’ arrivato chi?» chiese Sora, non avendo capito il nome del ladro.
Matt sbuffò, infastidito. «Eizan Shigetaka detto Narciso, ricordi? E’ il nostro compagno di scuola, purtroppo, e anche il tuo ex ragaz-»
«ALT, ho capito!» lo frenò lei, tappandogli la bocca con l’indice. Era troppo nervoso, per di più nominare Narciso non faceva altro che peggiorare la situazione.
Matt l’odiava fin dal primo giorno di liceo. Il motivo era ben chiaro, ma anche se la gelosia di lui le faceva più che piacere, adesso non sembrava minimente il caso.
«Beh, e allora? Non te lo difenderai, spero!»
«No, figurati. Sei tu il mio ragazzo!»
Il viso di Matt si rilassò notevolmente. Facendo un passo in avanti, annullò la distanza che c’era tra di loro con un bacio a fior di labbra racchiudente più di mille parole.
«Per fortuna» sussurrò lui sulle sue labbra «Sai come la penso su quel coglione!»
Sora annuì con un leggero sorriso, passandogli le mani al collo e cercando nuovamente la sua bocca.






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Capitolo 4
*** Sospetti ***








Dopo aver spiegato tutta la vicenda a Mimi, Tai si sedette ancora arrabbiato sopra la tovaglia della sorella.
La sua ragazza, intanto, cercava di rivendicare lui e Matt.
«Joe, sei un buonannulla, burino, inetto e imbranato! Se avessi lasciato in pace una buona volta il povero TK, tutto questo non sarebbe successo!»
«Senti Mimis, non ci rompere le scatoline! Vattene con Sorys e lasciami campare» Replicò il blu, tentando di gettare legnetti su un presunto falò.
«Smettila di chiamarmi così!» La ragazza incrociò le braccia «Sei un danno, Joe! Per colpa tua, Tai è arrabbiato nero»
«Chiariamo un punto!» saltò sull’attenti Joe, lasciando cadere sul fuoco un pezzo di pane.
«Eddai, cacchio!» esclamò TK, annoiato. Stava buttando dentro ogni cosa capitasse a tiro!
«Io non c’entro niente con l’umore nero di Taichi! Se vuole rovinarsi la vita per dei legnetti, sono esclusivamente fuori dai motivi!» continuò il maggiore.
Mimi si grattò la testolina confusa, mentre Tai con le braccia conserte dichiarava:
«Non ti sono piaciute le botte, burino di merda?!»
«Oh» Joe si massaggiò dolorante le tempie e le braccia «Niente di che»
«Niente di che?!» Tai saltò in piedi «Vuoi provarne altre?» strinse i pugni.
«Basta, dai» Tentò di metter pace TK «Il fuoco, a modo suo, è abbastanza acceso»
«Non servirà neanche a cuocere gli spiedini! Facciamo di più con un fiammifero!» Tai lanciò con forza una pietra dentro il falò.
«Basta il simbolo, no?» cercò di confortarlo Mimi, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Basta un corno
Mimi sbuffò. Perché diavolo se la prendeva con lei, adesso?
«Ah, se volevi un corno potevi benissimo dirlo» Joe mise una mano nella tasca destra dei pantaloncini e uscì fuori un piccolo corno rosso «Tieni. Scaccia via il malaugurio»
Tai, arrabbiato, glielo tolse dalle mani e lo gettò nel fuoco che stranamente divampò.
Poi girò i tacchi e s’incamminò da un’ altra parte.
«NOOO!» urlò il blu, dopo aver visto il suo corno bruciare «Il cornetto di nonno Shin! Porca merda, chi lo sente l’altro Shin, adesso!»
«Ma non era tuo?» chiese Mimi, alzando le spalle.
«No, era di Shin il grande, porca la miseria!» si sporse un po’ di più nel falò  «Vediamo se riesco a recuperarlo... Mannaggia a quel violento di Taichi! La prossima volta che non chieda corni in giro! Non gliene darò neanche uno!»
Mimi fece per girarsi, ma non vedendo il suo fidanzato, sospirò.
«TAI? Dove cavolo sei finito?!»
 
 
Matt e Sora camminavano abbracciati, scorgendo alla loro sinistra il ragazzo imbronciato che andava nella direzione opposta alla loro.
«Ma dove va, Tai?» chiese Sora, mentre Matt faceva spallucce.
«Lo comprendo in pieno» Disse, solamente.
Sora lanciò un’altra occhiata al suo migliore amico che aveva raggiunto la riva del mare.
Poco dopo, una figura abbastanza esile comparve sul muretto.
Portava dei grandi occhialoni da sole anche se erano già le 21.00 di sera. Con tutta la sua grazia ed eleganza, scese rapidamente la calata che separava lei dai ragazzi.
Gli occhi di Joe s’illuminarono di gioia.
Era la sua amata!
Decise di porre indifferenza.
«Ciao a tutti, ragazzini» Salutò Luchia, pavoneggiandosi.
«Ragazzina sarai tu, vecchiaccia in menopausa!» esclamò Joe, indignato.
«Prima le dici ragazzina e poi le dai della vecchiaccia... Sei strano, Joe» Disse TK vicino a lui.
«Senti TK, i fatti tuoi li hai mandati dalle suore francescane?!» sbottò il blu, incrociando le braccia.
«No, te lo dico perché sembri un burinazzo» E scoppiò a ridere a ruota insieme a Kari.
Joe voltò la testa incavolato, quando le labbra della ventottenne si posarono sulla sua guancia.
Il ragazzo, preso alla sprovvista, barcollò all’indietro.
Incredulo, si pulì velocemente la guancia malcapitata. «Dì, Luchia… Sei impazzita? Che schifo!»
«Oh, Joe!» Luchia unì le mani romanticamente a mò di preghiera «Volevo solo salutarti con sentimento
«Sentimento?!» esclamò, Joe, schifato «Sembri una vacca svizzera in calore in bilico su delle scarpe con i tacchi! Porca miseria, hai sbavato sopra la mia faccia! Sai quante persone pagherebbero per ammirare il mio autentico visino?!»
«Io darei milioni, tesoruccio mio!» La mora si lanciò affettuosamente tra le braccia del blu.
Joe rimase immobile a pensare. Certe smancerie da parte della sua ragazza… okay, quasi sua ragazza, facevano proprio ribrezzo. Non era abituato a riceverne, o perlomeno non da lei.
Luchia lo trattava sempre di merda e anche se, orgoglioso com’ era, non l’avrebbe mai ammesso al momento gli sembrava veramente il caso.
Cosa succedeva alla sua amata ballerina indiana?
Questo non lo sapeva... Ma doveva liberarsi da lei il più presto possibile!
Lo stava soffocando, e per di più non sapeva assolutamente come comportarsi con le donne.
E dire che era effeminato, non serviva comunque.
«Non t’ incavolare Luchy, ma sembri una pianta arrampicante così. Hai presente Palmon, il Digimon di Mimi?»
«No, ma posso immaginarlo, cherì» Rispose quella con la testa affondata sul suo petto.
«Ehm... Lascia perdere. Piuttosto, non mi dici la solita frase?»
«Quale? Che sei il mio amoruccio?» Luchia gli scompigliò i capelli neri con le meches blu.
«Che con questa capigliatura sembro una cacca. Me lo dici sempre» affermò Joe, tentando di riportarla alla realtà.
Luchia fece una faccia grave. «Ma Joe, tesoro mio adorato, come puoi dire una cosa del genere? Io non ti avrei mai detto questo! Non mi sarei permessa! Tu sei la mia lanterna di vita, come posso andare avanti senza di te?»
«Porco cane, non parlare con queste seghe mentali che mi si moscia!» esclamò il ragazzo, tentando di allontanarla dalle sue braccia.
Ma lei opponeva resistenza saldamente. «E levati dalle palle!» si lamentava Joe.
«No, voglio cullarti tra le mie braccia!»
«Maniaca spudorata! Sloggia via di qui!»
Il ragazzo eguale a Milhouse spingeva via con forza la donna senza alcun risultato.
«Oddio, cosa le prende a Luchia?» chiese Kari a Sora e Matt  che avevano smesso di passeggiare.
«Sta abbracciando Joe! Questa sì che è bella!» Sora rise, mentre il biondino fece una smorfia schifata quanto incredula.
«Bah, certe donne non le capisco»
 
 
Mimi, amareggiata, fece un giro su sé stessa e decise di tornare al falò.
Il suo fidanzato non si trovava, e per di più sentiva un certo languorino allo stomaco.
Mettendosi in cammino dagli altri, notò una ragazza con una piccola coda di cavallo che le veniva incontro.
«Ciao, Mimi!» Frankie la salutò, sorridendo «Dove stai andando da sola?»
«Cercavo Tai, ma... sembra scomparso» Rispose lei, sbattendo la testolina.
Frankie assunse una faccia interrogativa, dopodiché proferì:
«Sai, credo di averlo visto in riva al mare, ma non ne sono certa»
Gli occhi nocciola della ragazza s’ illuminarono.
«Davvero? Era verso destra o verso sinistra?»
La biondina stette a rimuginare fin quando una chioma castana in lontananza la destò.
«Eccolo, è proprio lì» Indicò.
Mimi ringraziò velocemente e, quasi correndo, raggiunse il punto indicato dall’amica.
Stette attenta a non far rumore. Voleva fargli uno scherzetto.
Tai stava seduto, immerso nei suoi pensieri, lanciando ogni tanto qualche sassolino.
Non c’è l’aveva ancora per il fatto della legna rubata, no.
Anche se nutriva diversi istinti omicidi verso Joe, non l’ avrebbe portata per le lunghe.
Il fatto che più lo opprimeva da quel pomeriggio era Mimi.
Insomma, la sua ragazza non era mai stata così affettuosa da saltargli addosso in quel modo!
Si baciavano, sì... Approfondivano i baci e tutto il resto, facendo qualche preliminare, ogni tanto, ma ancora non avevano fatto sesso.
Il problema era lui, lo sapeva. Forse lui non la metteva a proprio agio, o non si sentiva protetta come si deve.
Ne avevano parlato un paio di volte, ricevendo sempre la stessa risposta.
Lei non si sentiva pronta di affrontare quella cosa così grande con lui, che due mesi erano ancora troppo pochi e blablabla.
Forse il problema era lui...
Tai si portò le mani sotto il mento.
Non era un obbligo. Perché si comportava in quel modo? Non voleva costringerla a fare qualcosa che non voleva.
D’un tratto, si sentì baciare sensualmente la parte bassa del collo.
Con una fitta al cuore, si voltò verso Mimi che sorrideva divertita.
«Sei tu» mormorò lui, attonito.
Lei sorrise, e si sedette accanto dandogli un altro bacio sulla guancia.
«Sei ancora arrabbiato con Joe?» chiese.
«Meglio non parlarne!» sbottò Tai, voltandosi dall’altro lato.
«Eddai, non fare il difficile!» fece la castana, passandogli un braccio sulle spalle «Non ne vale la pena»
«Io non faccio il difficile» Tai stette a riflettere qualche secondo.
Era meglio chiederle il perché. Sì, decisamente.
Voleva constatare se era perché lo voleva veramente o se c’era dell’altro.
«Senti, Mims» incominciò un po’ esitante.
«Sì, che c’è?»
«Ecco, volevo chiederti... se in questi giorni c’è qualcosa che non va»
La ragazza lo squadrò perplessa.
«No, Tai, non c’è niente che non va. Perché me lo chiedi?»
«Dico... Sei sicura?»
«Ma certo! Non ti fidi di me?» La Tachikawa incrociò le braccia con aria severa.
Il ragazzo fece un piccolo respiro di sollievo.
Allora non lo faceva per accontentarlo!
Prima che potesse replicare, una mano sopra la sua spalla li destò dalla loro conversazione.
«Fratellone, siete entrambi attesi di là. Senza di voi, non mangiamo» Kari sorrideva sorniona.
Mimi ricambiò facendo una piccola linguaccia, mentre Tai alzò gli occhi al cielo di nascosto.
«Arriviamo!»
Interrotti, o quasi, si alzarono con tutta la loro forza di volontà e, seguendo la brunetta, raggiunsero i propri amici.







 

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Capitolo 5
*** Paranoie ***








«Sono gli spiedini più buoni del mondo, lo sai?!»
 Myiako, detta da tutti la Yolei, aveva i cuoricini al posto degli occhi. Assaggiava la carne allo spiedo preparata da Matt e, ogni tanto, lanciava sorrisini maliziosi al suo fidanzato.
Ken, rassegnato, ricambiava da almeno mezz’ora senza capire.
Il biondo, invece, stufo di tutte le chiacchiere di Davis e gli altri amici del fratello, si rivolse direttamente a quest’ultimo.
«Che diavolo li hai invitati a fare?» bisbigliò.
TK smise di parlare con Cody e si avvicinò al suo orecchio. «Avrei mai potuto dire di no?»
Matt fece una smorfia, e gettò uno sguardo a Sora che conversava con Izzy e Frankie.
Voleva passare del tempo con lei, quella sera.
Voleva baciarla, stringerla, sussurrarle parole dolci... un po’ come nei film d’amore, no?
Era vero che erano cose sdolcinate, ma non succedeva da un po’ e lui ne sentiva il bisogno.
La desiderava ardentemente quella sera e l’avrebbe avuta, se solo quei ficcanaso dei simpatici amichetti di TK e Kari non si fossero autoinvitati.
Non che fossero male. Avevano combattuto per Digiworld assieme, pochi anni prima.
Ma erano indiscreti, soprattutto Davis e Yolei.
Quei due erano delle piovre!
«Ehi, Matt!» esclamò quest’ultimo con una birra ghiacciata in mano «Come va con Sora? Non vi vedo molto affiatati!»
Il biondo represse a stenti la voglia di pestarlo. Evidentemente non reggeva l’alcool e gli effetti si facevano già sentire.
«Perché non dovremmo essere affiatati, Daisuke?» disse pronunciando il nome di battesimo del tinto di amaranto.
«Non siete seduti vicini. Lei è a Nord e tu a Sud. Carina, questa, eh?» e scoppiò a ridere.
Matt incrociò le braccia, gettandogli uno sguardo di fuoco.
Lui e Sora si amavano, bastava solo questo, no? E se non si erano seduti vicini era per una buona causa... Forse.
Al dire il vero non ci aveva fatto caso. Che quel cretino avesse ragione?
Naaah. Lui e Sora filavano alla grande, insomma... però... Però, forse era vero.
Non si cercavano a vicenda, o... Basta! Smise di pensare male dopo che la ragazza gli rivolse un sorriso bellissimo. Quelli speciali li riservava solo a lui; era questa una delle cose che lo rendeva felice.
Le fece l’occhiolino e si concentrò sulla sua birra.
Quell’ idiota di Davis non l’aveva azzeccata.
«LUCHIA!» l’esclamazione di Joe lo riportò al presente «Benedetta figlia, stai attenta che ti bruci le mani!»
La donna aveva uno spiedino in mano e tentava di abbrustolirlo vicino al falò.
Alla fine doveva ammettere che non era venuto tanto male.
«Oh, Joe... Insegnami tu l’arte dell’ arrosto! Io sono un’ entità negata!» La morona si avvicinò al blu che guardò perplesso lo spiedino.
«Ma buttalo!» esclamò, cavandoglielo dalle mani e lanciandolo per aria.
«Oh, Joe! Tu sì che sei un’ entità esperta!» Luchia scoccò una bacio nella guancia al ragazzo che aveva preso a masticare.
In breve si affogò e Tai e Matt, sbuffanti, tirarono pacche e contro pacche sopra la sua schiena.
«Ecco cosa succede quando una ragazza lo caga più del dovuto» Sussurrò il castano al biondo che annuì.
«Che diamine avete da confabulare?» mormorò Joe, mettendo una mano sulle spalle dei ragazzi e facendoli voltare in un’ altra direzione per non farsi sentire  «Io non c’entro niente! Si sarà innamorata di me, non credete? Il grande Joe colpisce ancora!»
«Secondo me, ha solo bevuto troppo» Scosse la testa scettico Matt.
Il ragazzo con le meches blu incrociò le braccia indignato.
Perché mai Luchia non avrebbe potuto innamorarsi di lui?
Eppure era un bel ragazzo, magro con i capelli neri, le meches blu come riflessi e degli occhioni come l’ebano!
Ah, e aveva dei grandi occhiali grigi, ma quelli non c’entravano, no?
 
 
«Quanto avrà bevuto Luchia?» chiese la bionda Frankie alla ramata Sora e alle altre due brunette.
«Secondo me, sta male. Non ha mai dimostrato tanto interesse verso Joe. Anzi, di solito è sempre il contrario. Lui le sbava dietro come un cane» fece Sora, incredula.
«Magari si è accorta di essere innamorata di lui!» alle parole di Mimi, tutte si girarono a guardarla come si guardano gli insetti.
«Scherzi, Mims?»
«Perché no? Potrebbe essere possibile. Non tutti si accorgono di amarsi subito» Mimi parlava come una che la sapeva lunga.
Ignorando i numerosi sguardi perplessi di Frankie e Kari, indicò:
«Eccola che arriva»
Luchia camminava volteggiando, alzando le mani al cielo e invocando un nome.
«Oh, mio Jyou! Il mio signorino Joe Kido! Ah, quanto è sexy!»
«Oddio, ma quella è messa proprio male!» Sora si grattò la testa, confusa.
Se Joe era sexy, il suo Yamato era Eros!
«Luchia, che ti prende?» la destò Kari, afferrandola da un braccio.
Lei si divincolò. «Lasciami, Hikari. Lasciami trovare la retta via che mi porterà dal mio unico amore. Joe, dove sei?»
«Ma guarda che Joe è di là con gli altri!» le urlò Sora, facendole vedere il punto.
Il blu si notava chiaramente. Stava camminando a braccetto con TK e aveva un boccale di birra in mano.
Non appena la vide avvicinarsi verso di lui, si nascose immediatamente dietro il biondino.
«TK, nascondimi e dille che mi sono suicidato, ti scongiuro!»
Il ragazzo alzò un sopracciglio, ma lo accontentò.
«Caro Takeru dalle mille risorse, hai adocchiato il mio super uomo mutanda
«Ehm, non so di chi parli, Lu-»
«Conosci un uomo lodato da tutti per le sue grandi virtù? Specie quelle basse» e si leccò sensualmente le labbra.
TK represse un conato di vomito. Luchia era una ballerina di lap dance, samba, limbo ecc... E a ventott’anni suonati faceva ancora quelle smorfie schifose.
Era abominevole!
«Ehm... No... Io... Forse, si è... Ecco si sarà gettato in acqua. Non so... BLEAH!» Il biondino voltò la testa dall’altro lato, mentre la donna lo salutava con un bacio sulla guancia.
Si pulì immediatamente, e pregò Dio che Kari non l’avesse visto.
«Grazie, amico mio! Sei un gran bugiardo e per questo sarai sempre il mio prediletto!» Joe, uscendo fuori, tirò diverse pacche sulla spalla del ragazzo.
Faceva così solo quando conveniva a lui, le altre volte lo trattava di merda, dicendogli di essere antipatico o peggio ancora fanatico.
Altre volte, come adesso, lo prendeva in simpatia.
«Joe, grazie per il complimento, ma quella si annega! Affrontala una volta per tutte e dille che vuoi stare con lei»
«Ma glielo dico ogni santissimo giorno! E lei sai cosa fa? Mi dice di morire suicida!» Joe si sedette per terra con il mento tra le mani.
TK sbuffò. Doveva sempre consolare gli altri. Prima suo fratello, poi Tai... adesso anche il burino.
«Ma Joe, devi approfittarne adesso! Magari si è accorta che le piaci. Non senti le parole che dice? Sembra parli a rune!»
«Tu non capisci. Sei bello, biondo e con gli occhi blu. Io, invece, oltre ad essere bello non ho nient’ altro!»
TK scosse la testa al bello e pensò sicuramente ad un attacco di nervosismo.
Joe non aveva mai avuto a che fare con una donna. E guarda caso, si era innamorato proprio di una molto più grande di lui che faceva la spogliarellista e la ballerina, tutt’ e due insieme.
Taichi e suo fratello lo sfottevano sempre  extra vergine e non è che avevano così torto.
Per di più, era effeminato e questo non era un punto a suo favore. Si vedeva anche dal modo in cui lo aveva preso a braccetto poco prima.
«Dai, amico!» gli mise una mano sulla spalla come segno d’ incoraggiamento «Vedrai che di questo passo si metterà con te. E’ solo questione di contegno. Se smetti di trattarla male come fai di solito, sono sicuro che ti cadrà ai piedi»
Morta, venne da pensare al ragazzo. Oddio, stava diventando maligno come suo fratello Matt e Tai!
«Dici?» chiese titubante l’altro.
«Sì, ne sono sicuro. Beh, non al cento per cento, ma quasi» TK deglutì.
Joe stette a riflettere. Forse quell’ antipatico aveva ragione.
«D’accordo, farò come dici» Si alzò pimpante e fece vedere i muscoli.
«Fatti un tuffo a mare anche tu e vedrai come farai colpo!»
«Certamente! Grazie TK, per me rimarrai sempre un fanatico antipatico, ma i tuoi consigli sono un toccasana!» Se ne andò sculettante, lasciando il minore degli Ishida a rimuginare.
Non sarebbe cambiato mai. Chissà cosa avrebbe combinato con Luchia!
Conoscendolo, niente di buono.






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Capitolo 6
*** Una nuotata tranquilla ***








Che ne dite?» irruppe d’un tratto Tai «Ce lo facciamo un bagno?»

«Certo. L’acqua è caldissima a quest’ ora» Rispose Davis «Se volete fare la pipì non se ne accorgerà nessuno»
Tai ridacchiò, mentre Izzy e Matt scossero la testa. 
«Che ore sono? Speriamo non sia tardi, cavolo» Fece il rosso inquieto, guardando l’orologio che segnava mezzanotte.
«Che devi fare, Kou?» Tai aveva lo sguardo malizioso «Frankie accetta queste provocazioni al buio?»
Izzy divenne dello stesso colore dei capelli, mentre Tai e Matt sogghignavano.
Davis invece continuava a bere, facendo di “sì” con la testa.
«Ma no, che avete capito... Noi... Insomma, dobbiamo giocare al flipper... col mio computer...»
«Ti prego, Izzy, non dirmi che ti sei portato il computer anche in spiaggia!» esclamò il castano.
Quel ragazzo era ossessionato di cibernetica. Aveva ragione Joe a chiamarlo Ufo Robot.
«Beh, sì. Mi ha convinto Frankie»
«E quali giochetti col flipper farete? Chi centra la buca?» Il biondo e il castano risero di gusto.
«No, il salta e infila!» disse Tai, continuando a ridere.
Izzy sbiascicò qualcosa come “pervertiti”, mentre una voce li destava dalle loro chiacchiere.
«Oh potente Daisuke dalla chioma ribelle!» Luchia aveva stretto il braccio di Davis che la guardava interrogativo e spaventato «Dimmi, dove sta, il mio amato Joe?»
«E che cavolo ne so io! Magari s’è ammazzato!» rispose Davis senza alcun tatto.
 «COSA?!» Luchia sembrava sul punto di strapparsi i capelli, tanto scuoteva Davis «Non puoi dirmi una cosa del genere! Io devo passare il resto della mia vita col mio amore! L’hai ucciso! Tu l’ hai ucciso, brutto Dio dell’Eterno Supplizio!»
«Oh, cazzo!» fece Davis, non capendo niente «Tai, aiutami! Questa non si scolla!»
«Ehm, Luchia» azzardò il ragazzo, trattenendola dalle braccia «Joe è lì fuori, guarda» indicò.
«NO!» La donna si portò davanti teatralmente un braccio «Non aggiungere parola! Andrò per la mia retta via!» e così s’incamminò verso destra.
«Ma guarda che quella è la direzione sbagliata!» gli urlò dietro Matt.
«Lasciala stare. E’ completamente sballata» Disse Izzy.
Davis si stava ridestando, visto che la ragazza le aveva buttato la bottiglia di birra dalla mani e lo aveva bagnato tutto.
«Okay, ragazzi, sono fatti del burino. Lasciatela vagare» affermò Tai «Chiamate gli altri e facciamoci un bel bagno. Sto sentendo un caldo della miseria»
Matt annuì e Izzy disse: «Okay, vado io»
 
 
Sora parlava con Kari da almeno una ventina di minuti.
La sorellina del suo migliore amico, ormai non più tanto piccola, le stava raccontando del suo rapporto con TK con molta enfasi.
«Mi piace tanto! E’ il ragazzo più bravo e gentile che conosco! Dio, Sora, sei mai stata innamorata così?» aggiunse Kari con occhi sognanti.
Sora gettò uno sguardo a Matt in lontananza.
Oh sì, se lo era stata. Lo era ancora adesso per precisare.
«Ma certo, che stupida! E’ ovvio che ti piace un casino Matt!» La brunetta tirò un altro sospiro.
Sora le fece un sorrisino d’intesa.
«Tu e TK siete proprio una bella coppia»
«Grazie, Sory! Che bello sentirselo dire!» esultò lei «Anche tu e Matt siete semplicemente fatti l’uno per l’altra»
Sora rimase a fissare la sabbia. Era vero ciò che diceva Kari?
Lei non lo sapeva. Ne aveva passate parecchie con Matt, eppure non era ancora certa se sarebbe durata.
Voltò la testa e stette a sentire i discorsi di Yolei e Ken.
«Dai, andiamo, amoruccio mio» diceva lei «Cosa vuoi che importi agli altri se non ci vedono per qualche oretta»
«Ma tesoro, facciamo un tuffo prima. Poi passiamo a cose più serie, se proprio ti va» Rispose, Ken, rassegnato.
Gli occhi di Yolei luccicarono di gioia. Si aggrappò al braccio del fidanzato, esclamando:
«Lo sapevo che mi avresti accontenta! Ti amo tanto, Ken Ichijoji»
Sora fece un piccola smorfia. Era una scena divertente quella che le si parava davanti e non metteva certo in dubbio il loro amore, ma dire “ti amo” a sproposito era un gesto poco privato.
Subito dopo, però, si ricredette. Yolei era un po’ pazzerella,  era tipico suo urlare ogni cosa ai quattro venti.
Guardò Ken dinanzi a lei. Si era fatto un ragazzo possente. Aveva solo quindici anni, ma era diventato abbastanza alto e robusto.
Un po’ invidiava quella coppia così bizzarra. Yolei e Ken stavano sempre insieme, non si staccavano mai un minuto. E quest’ultimo accontentava la violetta ad ogni suo desiderio o capriccio.
«Ehi, venite a farvi il bagno?» sentì dire da Izzy «L’acqua è un brodo»
«Sì, andiamo, Sora» Kari la tirò da un braccio e insieme si avviarono verso la riva.
La ramata, con la coda dell’occhio, guardava ancora la coppietta felice, che le seguiva.
Per un attimo, desiderò essere come loro.
 
 
Dopo che le ragazze e i ragazzi si riunirono in riva al mare, sbucò fuori Joe seguito da TK.
«Dov’eri, burino?» chiese Tai, sentendo un odore forte provenire dalla sua maglia.
«Oh» Disse semplicemente Joe, gettando un’ occhiatina preoccupata al biondino che fece cenno di star zitto.
«Che significa oh? Luchia ti ha rubato la lingua?» si avvicinò, annusando a fondo la sua maglietta azzurra.
«Burinazzo di merda, hai fumato erba?» bisbigliò.
Joe gli tappò la bocca, e si girò da un altro lato, mormorando:
«Taci, o TK  mi mozza!»
Tai tentò di parlare, ma aveva la mano del blu sopra la sua bocca.
«Hai capito?»
Il castano si agitò solamente.
«Ehi, frocione, hai capito?!»
Quello si dimenò di più.
«Taichi,  ma ti degni di rispondere, santo cielo!»
Tai gli tirò un calcio, facendolo roteare e togliendosi la sua mano dalla bocca.
«Deficiente, come cazzo facevo a rispondere se avevo la tua manaccia che-»
«No, sssh, altrimenti Matt mi pesta!» fece segno di zittirsi il blu, gettando un’ occhiata al biondo.
«Tanto adesso lo scopre» disse Tai, scotendo la testa scettico.
Infatti Matt aveva annusato anch’esso la maglietta del fratello che tentava di scansarsi. Non voleva fumasse così presto e assiduamente. Il fatto era che non poteva farlo con altri, se non con Joe o Davis. Quest’ ultimo era mezzo ubriaco e non ne sarebbe stato il caso. L’altro, invece, era uno che si faceva corrompere facilmente.
«TK! Hai di nuovo fumato, non è così?» domandò con un’ aria severa.
Il biondino non capiva per quale futile motivo il fratello maggiore avesse così a cuore la sua salute.
Okay, era il suo fratellino minore, ma fumava anche lui, non c’entrava un bel niente!
«Ehm, Matt» tentò una via di fuga, ma non trovandola, decise di far finta di niente.
«Non so di cosa stai parlando»
«Non fare il finto tonto! Lo sai che non mi sta bene che tu fumi spesso! Perciò smettila di mentirmi!» sbottò Matt, mentre il fratello deglutiva.
Aveva gli sguardi di tutti fissi su di lui. Che fare? Ma era ovvio.
A mali estremi, estremi rimedi, diceva sempre sua nonna.
Con una faccia da ebete, scoppiò in una risatina isterica.
«Ma voi credevate davvero che io fumassi di mia assoluta volontà, ragazzi? Ma è logico che c’è qualcosa sotto» si voltò verso il burino e Tai che lo guardavano interrogativi.
«E’ stato Joe a convincermi! Io non ero d’accordo per niente» Fece, indicando il blu che lo guardava spaesato.
Sì, era ufficiale. Stava diventando maligno come Matt e Tai.
«Ma cosa misericordia dic-»
«Bravo, Joe. Ammetti le tue colpe e andiamo tutti a rinfrescarci! E che non succeda più, intesi? Non si ricattano le persone» riprendendo a ridere nervosamente, prese dal braccio Kari e la trascinò in acqua.
Joe stava per aprire bocca, quando Luchia da dietro le sue spalle lo fece spaventare dandogli una palpatona sul sedere.
Il ragazzo urlò, tenendosi il didietro «Ma sei una maniaca o cosa?!»
«Finalmente ti ho trovato, amore della mia vita!» si aggrappò a lui e continuò «Vieni, buttiamoci in acqua con sentimento!»
«E torna con ‘sto sentimento! Lasciami stare!» Joe si dimenò come un pazzo, correndo avanti e indietro, tentando di scollarsela di dosso.
Gli altri guardarono la scena divertiti, dopodiché si tuffarono senza esitare.
 
 
Tutti tranne due ragazze vennero travolti in acqua.
Sora e Mimi rimasero le uniche sedute alla riva per parlottare. Ciò non andava bene a Tai e Matt che le guardavano, pensando ad una strategia. Non si sarebbero mosse facilmente da lì.
Mentre confabulavano tra di loro, Davis li destò mettendo una mano sopra le spalle di entrambi.
«Ragazzi, io e il nano andiamo a caccia di donne. Venite con noi?»
Il moro ed il biondo gettarono uno sguardo di comprensione al povero Cody  indignato per il nano subìto.
«Non lo sai che noi ce l’abbiamo già due belle donne?» ghignò Tai.
Al ragazzo era sempre piaciuta sua sorella Kari, finalmente sembrava aver mollato il colpo.
«Ah, già!» Il finto amaranto allargò le braccia «Scusatemi, avete pienamente ragione. Ma tanto, si sa che lo faccio per Cody. Quello una femmina la guarda solo col cannocchiale!»
«Ehi, guarda che sono qui!» il ragazzo incrociò le braccia, lanciandogli uno sguardo truce.
«Oh, pardon» Davis fece il santarellino, mentre Matt sbatteva la testa contrariato.
Era un così bravo ragazzo Cody.
«Adesso andiamo a girarci tutti i falò della spiaggia e porta i preservativi!»
Con un alzata di mano, li salutò prendendo il povero malcapitato dalla maglietta, ancheggiando a più non posso.
Rimasti attoniti per diversi secondi, i due amici si risvegliarono da quello stato di trance e raggiunsero le loro ragazze.
Di soppiatto, le afferrarono dalle gambe, trascinandole con loro in acqua, ignorando i numerosi gridolini.
Tai e Mimi caddero proprio accanto a Frankie e Izzy che, stranamente, avevano le labbra intrecciate in un bacio mozzafiato.
«Perdonateci, ragazzi! Tai è così maldestro» Commentò Mimi, facendo un sorrisino di scuse. Li avevano bagnati completamente.
Il biondo e la ramata, invece, si tuffarono accanto ai piccioncini di TK e Kari.
Quando risalirono, Matt con tutta finezza e comprensione disse al fratello:
«Fratellino, hai una faccia da pesce lesso. Rimedia!» e, ridendo, trascinò nuovamente Sora sott’acqua, unendo le loro labbra in un bacio da paura. Alla ragazza girò la testa per qualche secondo.
TK, nel frattempo, aveva fatto una smorfia. Che colpa ne aveva lui se quando stava con Kari si incantava ad ammirarla? Sì, era innamorato, lo ammetteva. Embè?
Non c’era niente di male se adesso la stava baciando davanti a Tai. Lui che potere aveva sopra la sorella? Nessuno.
«Takeru Takaishi-Ishida, o come cavolo ti chiami!» urlò questo, alcunii metri più avanti «Cosa diavolo stai facendo con la mia sorellina?!»
I due si staccarono velocemente e, ridacchiando, scomparvero verso sinistra.
Tai, serrando i pugni, fece per andarli a raggiungere, quando Mimi lo fermò sorridente.
«Lasciali campare, amore» fece «Pensa se mio cugino Mark venisse ogni volta a romperci le palle!»
Il bruno rimuginò sulla cosa. In effetti, sarebbe stato molto fastidioso, irritante e poco intimo.
«D’accordo, hai ragione, li lascio stare» disse, facendosi scappare un sospiro rassegnato.
Le donne e la loro indulgenza femminile... Non le avrebbe capite mai!
Mimi sorrise e lo prese dalla mano.
«Stasera voglio divertirmi»
Lui ghignò divertito e gettandosi addosso la fece precipitare sulla sabbia bagnata.
«Solo stasera?» le sussurrò sensualmente all’orecchio.
Lei gli accarezzò lentamente la schiena nuda e si lasciò baciare con una certa urgenza da mettere i brividi.
 
«Allora?» chiese Frankie al suo fidanzato «Hai rivalutato la mia proposta?»
Izzy guardò la bionda di fronte a sé che sfoggiava un sorriso ammiccante.
In altre occasioni, non avrebbe ceduto con facilità a certe avances, ma adesso era una cosa assolutamente vitale.
Annuì sogghignando e l’abbracciò calorosamente, mentre questa gli mordicchiava il collo e accarezzava i capelli.
Poco più vicini a loro, Joe e Luchia nuotavano sulla stessa traiettoria. Il blu non sopportava più la sua corte. Okay, le piaceva, ma non sapeva come comportarsi.
Per di più sentiva un male cane alla gamba. Aveva colpito contro uno scoglio.
Attenzione: l’ unico scoglio della spiaggia per l’appunto!
«Smettila di dire cose insensate, Luchia! Non ti ascolto!» sbottò per l’ennesima volta.
Cos’ è che gli aveva consigliato un’ oretta fa, quel fanatico antipatico di T.k?
Ma certo, doveva trattarla bene! Come aveva fatto a scordarsene!
«Ehm, Luchia» incominciò, mentre lei sbatteva le ciglia imperterrita e faceva di tutto pur di mostrare il suo tondo decolté da dietro il costume leopardato.
«Sì, mon amour? Dimmi, che c’è?»
«Oh, ecco... Io... Insomma, se ti va...» tentennò leggermente.
«Sì? Continua, oh mio amato dalla chioma blu!» La ragazza gli accarezzò fastidiosamente i capelli ebano.
«Urgh, sì... Dunque, dicevo...» Si schiarì la voce e riprese «Se ti va... Dopo che facciamo il bagno... andiamo a fare quella cosa che ti piace tanto»
Gli occhi castani di Luchia mutarono improvvisamente: le pupille si dilatarono brillando più del dovuto.
Joe si spaventò un pochino. Non è che adesso si trasformava in licantropo come il professor Lupin di Harry Potter?!
«Ma è una cosa meravigliosa!» esclamò quella, giubilante «Le mie membra ti accoglieranno calorosamente, mio divino! Tu entrerai dentro me e mi farai sentire il fuoco della passione!»
«EH?!»
«Vieni qui, fatti baciare con sentimento!»
«E torna con ‘sto sentim-URGH!» Luchia l’ avvolse in un abbraccio pieno di calore e lo baciò appassionatamente senza dargli tempo di replicare.
Il burino spalancò le orbite e in men che non si dica la spinse in acqua.
«BLEAH, che orrore! Ma Luchia mia carissima, che cazzolina hai capito?! Io intendevo quella cosa come l’ andare a giocare a palla... Non le cose zozze!» urlò inviperito.
 











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Capitolo 7
*** Brutti incontri ***








«Cos’ha da urlare Joe?» chiese Sora al biondo di fronte a lei che alzava le spalle.

«Ormai passa praticamente la sua vita ad urlare e prendere per il culo. Dio, quanto mi sento in colpa!»
«E perché mai?» domandò la ragazza, mentre lui la faceva sedere sopra le sue gambe. Nel frattempo, nuotavano pian piano.
«Io e Tai non siamo riusciti ad attutire la sua caduta col monopattino, anni prima. Ecco perché adesso si comporta da delinquente, ha battuto con la testa!» Matt sbuffò.
Era un mondo infame. Alla fine doveva sentirsi responsabile di un burino babbuino!
Sora rise di gusto. Lui venne destato dai suoi pensieri con l’eco di quella risata così fresca: un toccasana per le sue orecchie.
Lei era lì. Bella anche da bagnata. Bella come sempre con i suoi capelli color del rame, che più setosi non si può.
Quegli occhi color caramello che mettevano in evidenza i suoi sentimenti. Lo rendeva felice, basta.
Al diavolo Daisuke e la sua sbornia!
Per un attimo si fissarono intensamente.
Lei adorava gli occhi blu del ragazzo. Erano così profondi da poter scorgere persino la sua anima.
E i suoi capelli dorati che, Dio, riflettevano anche nell’ oscurità...
Con un piccolo gesto della mano li accarezzò lentamente.
Le ciocche bagnate che incorniciavano il volto di Matt, lo rendevano semplicemente irresistibile.
Per questo Sora poggiò in un soffio le labbra sopra quelle sue, ma lo fece piano come per paura di scottarsi.
Lui le circondò la schiena con un abbraccio e approfondì il bacio con un insano bisogno.
Passare del tempo da soli era stato il loro unico desiderio da un mesetto a questa parte e adesso, forse, si stava avverando.
O forse no...
«Yamato! Vieni a fumarti una pipa?» Tai li raggiunse, sorridente, ma dopo, accorgendosi di essere incomodo, aggiunse «Scusate, ho interrotto qualcosa, piccioncini?»
Sora alzò gli occhi al cielo, mentre Matt sbatteva la testa con una smorfia. Mentre quest’ ultimo stava per ribattere, la ramata lo precedette sul tempo.
«No, tranquillo» Sorrise con la falsità più assoluta «Matt, se devi andare, vai! Ti aspetto dopo»
Si alzò dalle sue gambe ed uscì dal mare, sbuffando.
Il biondo la seguì con lo sguardo, ma fu interrotto da Tai che gli mise una mano sulle spalle.
«Allora, vieni?»
Matt gli lanciò uno sguardo feroce, prima di scansarsi ed uscire anch’ esso. «Sei un emerito pirla»
Tai si grattò il capo, perplesso.
«Ma che ho fatto?» si chiese, confuso.
 
 
 
Subito dopo, Sora raggiunse le sue amiche, intente a chiacchierare.
«Ehi» la chiamò Mimi, vedendola asciugarsi la faccia con la tovaglia «Che hai fatto?»
«Niente» Rispose semplicemente quella.
E niente per davvero.
Mimi guardò Frankie, la quale alzò le spalle. Evidentemente non voleva parlarne, eppure alla biondina era sembrato di aver visto lei e Matt baciarsi minuti fa.
«Sei sicura?» chiese questa, un po’ interrogativa.
«Sì, sì» Disse sbrigativa la ramata, aprendo la tovaglia e sedendosi sopra.
Mimi e Frankie si lanciarono un’ altra occhiatina, dopodiché decisero di proseguire con il loro discorso.
«Guarda TK e Kari come sono affiatati!» disse Mimi «Secondo me, quelli finiscono col matrimonio. Si piacciono da parecchio tempo!»
«Sì, ma anche Yoley e Ken» Frankie indicò due figure vicine «Guarda come son divertenti. Lui non sa cos’ altro fare per lei!»
«Senza contare il tempo che passano assieme, praticamente ogni giorno ed ogni ora della loro vita» Mimi e Frankie ridacchiarono, mentre Sora sospirò.
«Decisamente splendido» commentò, cercando di non farsi sentire.
Ma per sua sfortuna, la castana se ne accorse.
«Che cos’ hai detto, Sory?» chiese.
Lei si contraddisse velocemente. «Niente, pensavo ad alta voce»
Mimi incrociò le braccia con un’ espressione corrucciata. Perché la sua migliore amica non si degnava di raccontarle cos’ era successo? Che non si fidasse più di lei?! Oppure, si sentiva a disagio per la presenza di Frankie?
Ma Frankie era diventata una di loro, ormai. Non c’ era nulla di cui preoccuparsi.
«Si può sapere perché dici bugie?!» esclamò.
«Io non dico bugie!» si difese la ramata.
«Certo che sì. Se c’è qualcosa che non va, sai benissimo che puoi parlarne!»
Sora fece per aprire bocca, ma l’altra la precedette.
«E non provare a giustificarti, perché ormai ti conosco come le mie tasche! Se stai giù, c’è un motivo, carina! Un motivo che non vuoi dirmi!»
La castana era un po’ irritata. Perché non si confidava come qualche giorno fa?
Non la voleva più come amica?
La ramata sospirò. Mimi non poteva permettersi di parlare in quel modo su una situazione della quale non ne era al corrente. E non voleva parlarne.
Di fatto, neanche lei si degnava a spiegare cosa le passava per la testa in quegl’ ultimi giorni. Non era una sciocca ad ignorare ciò che stava succedendo con Tai!
«Senti, Mimi, non farmi la predica quando poi tu sei anche peggio!»
«Perché dovrei essere peggio?»
«Ti pare mi sia sfuggito che hai gli ormoni in subbuglio? O pensi che io sia cieca?»
Sora incrociò a sua volta le braccia, mentre Mimi rimase un po’ attonita.
Allora la sua amica se n’ era accorta. Cielo, che imbarazzo!
D’ altronde, non poteva che avere ragione. Non aveva aperto bocca con lei.
«Oh» Si limitò a dire.
Frankie, intanto, le guardava allarmate. Non voleva succedesse un litigio proprio la notte di San Lorenzo.
«Ragazze, non perdete tempo in chiacchiere. Piuttosto, sdraiamoci a contemplare il firmamento. Magari becchiamo qualche stella cadente!» disse, tentando di calmarle.
«Okay» Disse Mimi «Sora, scusami, ma se ti va di parlare, io sono qui. Volevo solo farti capire questo»
Lei annuì. «Anche io, non preoccuparti»
Si sorrisero sotto una biondina che tirava un respiro di sollievo. Per fortuna che le vere amiche ancora esistevano.
Fecero per sdraiarsi quando una voce le destò dalle loro azioni.
«Ciao, Sora. Che bello incontrarti qui»
Il tono familiare fece girare di scatto la ragazza verso sinistra. Il ragazzo che le si parava davanti, non era uno sconosciuto, anzi. Portava il petto nudo con addosso un costume scuro e aderente.
I capelli biondicci gli ricadevano sulla fronte, adornando i suoi splendidi occhi castano chiaro.
Il sorrisino a mò di ghigno increspava la sua faccia con un po’ di arroganza.
 «Oh, ciao Narciso»
Beh, poteva andare anche peggio.
 
 
 
Intanto i ragazzi se ne stavano in piedi vicino alla riva del mare.
Ogni tanto inspiravano qualche boccata di fumo e prendevano a parlottare come al solito.
Non avevano argomenti interessanti se non le ragazze.
Ma quella volta, Joe stava mostrando loro una serie di soprannomi attinenti ad ognuno.
Detto da lui a pennello.
«Per esempio» disse, mostrando un foglietto di carta stropicciato «Per Sora e Mimi andrebbe bene l’appellativo troie. Che ne dite? Secondo me, suona bene»
Tai e Matt furono scossi da un attacco di tosse. E non per il fumo.
«Cosa? Come ti permetti?!» esclamò il biondo «Sora non è una troia
«Neanche Mimi, se è per questo!» lo seguì a ruota Tai.
I due erano con le braccia conserte, tanto che Joe dovette deglutire.
«Oh beh, pensavo che il loro soprannome non fosse nulla in confronto al vostro»
«Ossia?»
«Beh...» Joe esitò un attimo, stringendo il foglio tra le mani «Froci»
I due ragazzi si spiaccicarono una mano sulla fronte, sconsolati. Non c’era verso di mettere in testa a quel burino che loro non erano gay, ma solo amici.
E che erano fidanzati con due donne, per diamine!
«Poi, Izzy, lo catalogherei come Ufo Robot
 Il rosso sbuffò. «E torni con ‘sto soprannome?»
Joe lo ignorò semplicemente.
«Frankie piedi storti»
«Poveretta, lei non ha i piedi a banana! Ce li avrai te,  magari!» Izzy gettò il filtro terminato in un cestino poco lontano.
Il blu diede una tirata, tossicchiando un po’. «Kari, invece...» abbassò la voce per farsi sentire solo da Izzy e Matt «La bona. Ma zitti, mi raccomando, o Tai mi rompe le costole»
«E per finire... Rullo di tamburi!» Nessuno si mosse «Koushiro, ti prego! Sbattiti le mani nel culo e fai il rullo!»
Izzy fece come detto, alzando gli occhi al cielo.
PAT – PAT - PAT
«Bene. Come ultimo... Ecco a voi...»
PAT – PAT - PAT
«Ragazzi, c’ avete una sigaretta?»  irruppe TK, arrivando. Aveva un sorriso ebete in faccia da far quasi paura e degli occhi rossi.
Suo fratello alzò il sopracciglio con un’ aria austera.
«Stai scherzando, TK? Continui?»
«Oh, ma non è stata colpa mia» Biascicò abbassando lo sguardo per non farsi leggere la verità nei suoi occhi azzurri «Lo sai, è stato Joe a convincermi... Oh, sei qui!»
«Sì, e ti ho sentito perfettamente, caro fanatico antipatico!» Joe aveva in viso un’ espressione corrucciata con tanto di braccia conserte «Ti sembra giusto, incolpare gli altri? Ma chi ti credi di essere? E io che ti avevo aperto il mio cuore... Bah! Povera Kari, tempo perso, a toccarti il ca-»
«Kari non mi tocca nessun cazzo! Non incominciare!» esclamò TK, interrompendolo con un certo imbarazzo.
Matt respinse fuori una boccata di fumo, guardando il fratello divenuto un po’ amaranto.
Tai, invece, lo osservava con un misto di curiosità. Che cavolo combinava con la sua sorellina così piccola, dolce e indifesa?!
«Ma io intendevo il cappello. Il tuo cappellino bianco! Sei proprio uno zozzone!» osservò il maggiore del gruppo, squadrandolo.
«Perché mai hai pensato subito a male?» domandò Matt, rilasciando il fumo nella sua faccia.
«OH, non è che te la fai con mia sorella?!» scattò irato Tai, prendendolo dalle spalle «Dimmi di no, o ti ammazzo!»
TK deglutì. Non poteva certo dire al fratello della sua ragazza che da lì a poco a poco avrebbero fatto l’amore. Anche perché Kari ci teneva tanto a vivere la sua prima volta con intenso piacere e pacata atmosfera. E suo fratello Matt non era certo d’ aiuto a salvagli la pelle!
Rise istericamente. «Ma certo che no, Tai!» alzò le mani in segno di innocenza «Io non trascinerei mai Kari in questi tunnel pericolosi»
«La fai drogare, anche?!»
«Scommetto che le fai frequentare gente mafiosa e razzista!» lo incolpò il blu, intromettendosi «Tai non dargli ascolto! Quest’ antipatico mente!»
Taichi lo guardò con uno sguardo torvo da far spaventare persino suo fratello Yamato.
Oddio, e adesso che s’ inventava?
Kari avrebbe ammazzato sia lui che l’altro. Il primo, per essersi fatto scappare il segreto e il secondo per non essersi fatta una bella carrellata di fatti suoi.
Diciamo che  cazzi suonava meglio. Cavolo, stava diventando veramente maligno!
Doveva fare qualcosa... qualsiasi cosa... Anche perché adesso Tai stava per rivoltargli contro una sberla!
Ma poco vicino a loro, si propagò una risata frizzante e molto familiare.
Tai lasciò perdere TK e si voltò interrogatorio verso le ragazze in lontananza.
Insieme a loro c’ era un ragazzo alto e muscoloso che si pavoneggiava, e metteva le mani alla vita di...
«SORA!» grugnì Matt con gli occhi sbarrati «Non ci posso credere!»
«Che succede?» chiese Izzy, arrivando «Oh, avete visto quello?» indicò.
«Chi è? Qualcuno lo riconosce?» domandò Tai, maledicendo se stesso per non essersi portato dietro il suo fidato monocolo.
«Certo, come scordarlo! Adesso mi sente!» gettando il filtro della canna quasi finita, il biondo camminò a passo svelto, raggiungendo i due.
«Ehi, ma si può sapere chi è?» Tai gli corse dietro. Per diamine, non vedeva bene da un occhio!
«NARCISO, ecco chi è!» ringhiò Matt, avvicinandosi «Adesso gli spacco la faccia!»
«E io ti aiuto» lo appoggiò l’amico.
Dopo che i due si furono allontanati, Izzy decise di distanziarsi. Non sopportava le liti e non ne voleva assistere il giorno di San Lorenzo!
Joe, nel frattempo, guardò sconcertato TK, che ricambiò senza esitare.
Chi era ‘sto Narciso? E perché Matt se la prendeva tanto?
Un’ alzata di spalle da parte di entrambi ed il blu che offriva la sua canna al biondino.
«Tieni, TK» fece, mentre l’altro accettava gioiosamente «Noi non abbiamo visto un’ emerita sega, okay?»
Lui annuì, e insieme si continuarono a fumare allegri come due fringuelli.
Sì, TK adorava decisamente fumare.
Anche Joe senza ombra di dubbio. Solo che dopo quattro anni, non aveva ancora imparato a farlo come si deve.
Tossì ripetutamente.
«Che cavolo! ‘Ste giolle intossicano da morire!»









 

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Capitolo 8
*** Scontro diretto ***








Sora rise. Cavolo, Narciso era uno spasso!
Come faceva Matt ad odiarlo così tanto? Ah già, era il suo ex ragazzo.
Insomma, sembrava abbastanza sbandato, non per altro aveva una bottiglia di birra in mano; ma era divertente come al solito.
Le sue battutine erano sempre spassose.
Adesso le aveva passato un braccio intorno alla vita. Lei arrossì un tantino.
Non era abituata a questi improvvisi gesti d’ affetto da parte sua.
«Ti trovo in splendida forma, Sora» diceva lui «Le tue forme non sono niente male»
Narciso le strizzò l’occhio ammiccando. Lei fece lo stesso, ignorando gli sguardi preoccupati e perplessi di Mimi. Non poteva fare la gatta morta con lui, aveva Matt a due passi!
«Ti ringrazio, Cisso» ridacchiò la ramata, senza togliere il braccio del ragazzo dai suoi fianchi.
«E di che» avvicinando le labbra al suo orecchio, le sussurrò sensualmente «Sei sempre bellissima»
Okay. Era il suo ex con cui aveva avuto la sua prima storia, questo ci poteva stare.
Ma forse stava un po’ esagerando. Anche Mimi tentò di farglielo capire tossicchiando.
Non notando alcun attenzione da parte dell’amica, afferrò Frankie e la trascinò da un’ altra parte; se voleva fare la gattina con quello che la facesse fuori dalla sua vista.
Narciso, intanto, sorrise a Sora che divenne sempre più imbarazzata. La strinse ancora, facendo aderire il suo seno contro il proprio petto muscoloso.
Oddio, e adesso? Cosa stava facendo? No, no, non poteva starci come un salame!
Pensò a Matt. Era il suo ragazzo, cavolo!
Non poteva starci, non poteva starci... Lei amava solo Yamato Ishida!
Non riusciva neanche a muoversi, tanto la serrava stretta.
  
Quando Narciso affondò la testa sul collo della ragazza facendola deglutire, qualcosa di brusco lo fece scansare immediatamente con poca gentilezza.
Matt lo aveva visto e lo aveva appena spinto con un’ espressione adirata in viso. Niente di buono.
Narciso percorse con lo sguardo prima Matt, poi Tai che gli stava dietro e infine Sora.
«Che cazzo ci fai tu qui con la mia ragazza, Shigetaka?! Chi ti ha dato il permesso di avvicinarti a lei?!» Matt era livido di rabbia e da un momento all’altro sarebbe scoppiato in peggio.
Sora si portò una mano sulla bocca incapace di proferire parola.
Cavolo, questa non ci voleva!
Narciso rise. «Ishida, sempre a rompere le palle? La stavo solo salutando»
«Ah sì?!» Matt gli si avvicinò pericolosamente vicino. Le tempie pulsavano da morire e voleva solo pestarlo. Solo quello. «Strusciandotela addosso?!»
«Che cazzo vuoi, Ishida? Sora voleva altrettanto salutarmi. Devi dare libertà alla tua fidanzata, no?»
«Libertà, di che? Brutto stronzo, ti meno, sai? Prima ci freghi i legni del falò e poi ci provi anche con la mia donna?» esclamò il biondo, mentre l’altro sogghignava.
Sora gettò uno sguardo d’ aiuto a Tai che però non la guardava. Piuttosto, osservava ogni mossa dei due. Avrebbe dovuto intervenire se ce ne fosse stato bisogno.
«Non male come idea» diceva intanto Narciso «Toglimi un curiosità, Ishida. Perché non eri con lei? Avevi altro da fare, suppongo. E la tua donna, come tanto dici di essere, non era forse quel da fare
Per un attimo, colpito e affondato, Matt volse lo sguardo verso Sora che lo fissava con un’ espressione supplice. Allora quel cretino aveva ragione.
Era lui stesso, la causa del loro poco tempo...
Se n’era accorto pure Narciso Shigetaka, mentre lui.. Lui era solo un idiota.
«Shigetaka, io...» strinse i pugni «Te la faccio pagare. Non puoi permetterti di giudicare i fatti nostri!»
«Ti dirò, neanche io accetto volentieri la rude verità. Ma com’ è che dice sempre la prof di giapponese? Occhio esterno vede qualunque cosa» E ghignò odiosamente.
D’ accordo, aveva ragione. Ma chi era lui per fare il cascamorto con Sora? Era solo un suo ex ragazzo con cui aveva rotto parecchio tempo fa.
Non aveva nessun diritto. Non doveva azzardarsi, non doveva...
Senza rendersene conto, aveva afferrato pericolosamente Narciso dalla canottiera bianca.
Tai, allarmato, strinse una mano al polso dell’amico, trattenendolo.
«Non fare cazzate, Matt. Lascia perdere» Gli sussurrò all’orecchio.
«Giusto, Yagami ha ragione. Ritirati» Lo prese in giro l’altro.
«E se adesso ti rompo il naso come la metti?!» Matt, non sentendo più ragioni, gli mollò un pugno facendolo cascare nella sabbia.
«BASTA! Basta, Matt!» urlò Sora, mettendogli una mano sul braccio «Stavamo solo discutendo, non mi ha toccata, te lo giuro!»
«E allora com’ è che ti era addosso?! Possibile che devi sempre difenderti quest’ idiota?!» gridò lui, rude «Hai dimenticato che tu hai un uomo, Sora? E che quest’ uomo sono io?!»
Lei rimase perplessa. «Ma io... non credevo che...»
«Non credevi cosa, Sora? Che ti avrei vista flirtare con Narciso?!»
Questo, sentendosi nominato, fece per rialzarsi e intromettersi tra i due, ma Taichi fu più svelto e lo bloccò con una gamba. «Non sono affari che ti riguardano, Shigetaka. Sta’ al tuo posto!»
«Io non ho flirtato con nessuno. Matt, lo sai che...»
«Cosa? Che cosa so?!» Matt la guardò con un’ espressione che non prometteva niente di buono.
A Sora le si strinse il cuore. Il suo fidanzato era arrabbiato con lei.
Si tenne il petto con le mani ed in breve parecchie lacrime solcarono il suo viso.
«Tu lo sai... lo sai... Lo sai che amo te. Lo sai» singhiozzò.
Il biondo rimase attonito per un paio di secondi. No, perché piangeva? Non voleva vederla piangere, non era sua minima intenzione.
Anche lui l’ amava, per favore, lo sapeva anche lei.
«Sora» tentò di levarle le mani dalla faccia, ma lei si dimenò.
Narciso rideva istericamente, mentre il castano lo teneva ancora per terra.
Oh no, e adesso?
«Sory, non piangere!» esclamò Tai, lanciando uno sguardo di rimprovero al biondo.
Non se la sarebbe dovuta prendere con lei! Quell’ imbecille di Narciso non sembrava nemmeno in sé, per di più!
«Ehi»  sussurrò Matt incapace di fare altro. Tolse le mani che le coprivano il viso e le strinse tra le sue
«Guardami, per favore. Guardami, o faccio una sciocchezza»
«Questo ci manca» borbottò l’amico scotendo la testa.
Tutte lui le doveva sentire! Prima pesta il rivale, poi s’ ammazza.
Matt gli fece segno bruscamente di zittirsi, visto che Sora aveva appena alzato i suoi bei occhi nocciola e lo guardava. Lui gli fece un sorriso incerto e le accarezzò una guancia, cancellando con un dito quella brutta riga di lacrime.
Prima di poter proferir parola, una ragazza alta con degli scuri capelli ondeggianti, si avvicinò alla combriccola scrutandone affondo i componenti.
Un sospiro grato e si avvicinò a Narciso, prendendolo da un braccio.
«Ecco dov’ eri finito, Cisso!» esclamò la ragazza, mentre Tai le gettava uno sguardo disorientato.
«Scusatelo, ragazzi. Ha avuto una giornataccia. Pensate che ha trovato la legna per il falò in soli dieci minuti! Straordinario, eh?»
Sora e Matt si voltarono verso la loro compagna di classe che sorrideva con Shigetaka appoggiato sopra di lei. Era sbronzo, e solo adesso Matt concepì l’ idea.
«Miya» la chiamò la ramata, asciugandosi per bene le lacrime «Non preoccuparti»
«Ehi, Miya!» fece Tai, venendole di dietro. Doveva ammettere che era alta quanto lui!
«Quest’ idiota ha rubato la nostra legna! Ecco perché se l’è procurata in soli dieci minuti!» incrociò le braccia, mentre Miya spostava lo sguardo sconsolata da Narciso agli altri due.
«Mi dispiace, ragazzi. Non capisco, cos’ abbia. Da un paio di giorni, ha assunto un atteggiamento ostile» spiegò, sospirando «E’ sempre nervoso e a volte parla anche da solo. E’ diventato di una suscettibilità fuori dal comune. Ah, molla la birra, Cisso! Torniamo al falò» la moretta scacciò di mano al biondo la lattina di birra.
«Scusate se ha combinato qualche danno» disse ancora, notando il volto bagnato di Sora e lo sguardo vacuo di Matt «Lo porto via subito»
«Miya mia» si lamentò Narciso con il braccio intorno all’ amica per reggersi meglio «Me lo compri un preservativo alla banana
Miya impallidì, mentre Tai sbatteva la testa con un ghigno. «Vuoi che te lo regali io, Shig? Purtroppo ce l’ ho alla fragola. Se ti accontenti di un gusto qualsiasi»
Narciso gli concesse una smorfia irritata. Miya, invece, alzò le spalle verso il castano.
«Non lo badare, Tai. Ormai ci sono abituata, conoscerlo da quasi sedici anni, impara qualcosa. Ma... Ehi, Sora, tutt’ apposto?» chiese alla ragazza che tirava su col naso.
«Sì, è okay»
Miya annuì poco convinta. «Beh, vi saluto. Ci vedremo a settembre tra i banchi della V B, ennesimo ed ultimo anno di liceo. Beh, ciao, e scusate ancora per la legna!»
«Ciao, Sora!» agitò la mano Narciso, mentre Matt alzava lo sguardo furioso «Sei un vero schianto!»
«Cammina, Shig! Sei proprio un cretino!» e così, a fatica, Miya Panagachi levò le tende insieme al suo caro amichetto che lanciava ancora frecciatine all’ Ishida.
Rimasti in tre, quest’ ultimo non rivolse sguardo a nessuno; piuttosto, girò i tacchi e si allontanò lentamente.
Basta, doveva pensare. Stava rovinando la vita a Sora, così. E non voleva rovinare la vita alla donna che amava.
Tai si avvicinò alla sua migliore amica e le posò un braccio intorno alle spalle.
«Sta’ tranquilla, Sory. L’ ha fatto per te. Ti ama e lo sai»







 

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Capitolo 9
*** Riconciliazioni ***








Dopo che Sora si fu allontanata forse a raggiungere Matt o magari a suicidarsi, Tai superò Luchia che tentava ancora di baciare Joe e arrivò a sua destinazione: Mimi Tachikawa stava seduta a pettinarsi i lunghi capelli.
Le si sedette di fronte, accennando un sorriso, mentre lei sentendosi osservata smise subito di trafficare.
«Tai!» esclamò «Mi hai spaventata!» si tenne il petto con le mani.
«Stai sempre a prepararti?» si avvicinò lui, accarezzandole una guancia «Saresti bellissima anche con uno straccio»
Mimi arrossì leggermente.
«Sei un adulatore. Non uscirei mai con uno straccio»
Il castano si passò una mano tra i capelli ribelli.
Già, la sua ragazza amava così tanto la moda da far spavento. Per esempio, proprio in quel momento indossava un costume color pesca con delle rifiniture bianche ai lati. La gonna lunga verde le ricadeva pacatamente sulle cosce e il cappellino di paglia era posato in borsa, ma non mancava.
Non era forse fashion come sempre?
Il ragazzo, invece, portava solo un costume rosso bermuda con delle strisce gialle; sembrava troppo scontato in confronto.
Mimi fece per avvicinarsi alzando la mano. Ancora una volta, sentiva una strana sensazione.
Il desiderio di toccarlo, di assaggiarlo si fece vivo in lei.
Gli spostò delle ciocche di capelli e, con lenta calma, con assoluta tranquillità, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Tai mise una mano sulla sua nuca e l’ attirò di più a sé, senza staccarle le labbra di dosso.
Tai era buono, e Mimi voleva assaporarlo ancora.
Il bacio si fece più irruento. Le lingue dei due si impegnavano in una piacevole lotta che non sembrava avere fine.
E la ragazza voleva fare aderire i loro corpi, voleva sentirlo… Oddio, forse stava diventando un po’ pervertita, ma non era questo ciò che importava. Sentiva di voler fare l’amore con lui, a qualunque costo.
In breve, si lasciò completamente andare. Pareva che le forze fossero andate via dal corpo, e che le stelle sopra di essa fossero l’unica atmosfera presente.
Tai in un attimo fu sopra di lei, ma l’accarezzava piano, quasi ingenuamente. Era la paura di farle del male.
No, lei voleva di più. Lei voleva lui. Lo voleva con tutte le sue forza, quasi lo bramava e adorava.
Mettendogli le braccia al collo, tentò di spingerlo con maggior vigore su di essa. Aprì il bacino facendolo incastrare perfettamente.
Era dunque questo ciò che voleva la sua ragazza. Tai si diede dello sciocco. Pensava di non essere all’ altezza... Credeva che lei non lo volesse e invece...
Lei lo desiderava con tutti i suoi stremi.
Preso da un’ondata di calore, sorrise birichino,facendo scivolare le mani sopra la sua lunga gonna.
«Questa la gettiamo via, che ne dici?»
Mimi si morse il labbro, vogliosa. «Non solo quella, ti prego»
Sembrava una supplica.
Quasi pareva una preghiera.
«Stringimi, Tai» sussurrò la castana, poggiando la testa sopra l’incavatura del suo collo.
E Tai stava per farlo, prima che la suoneria di Sakura Kiss non si espanse dal taschino della borsa di lei.
Cielo, non proprio ora!
Il ragazzo fece finta di non sentire la musichetta, continuando a baciare il collo della castana che però, suo malgrado, tentava di alzarsi.
«Tai... Il cellulare, caspita»
Sospirando, si alzò da sopra di lei «D’accordo, rispondi» fece, grattandosi la testa.
Non era mai il momento giusto, per diamine!
Lesse il mittente: era quel guastafeste di suo cugino!
«Sì, Mark» Mimi alzò gli occhi al cielo, sbuffando «Cosa vuoi? No, che non sto fumando! Non sto neanche bevendo alcolici, se per questo!» esclamò, gettando via una bottiglia di vodka.
«Sì, va bene. Ma cosa cavolo hai chiamato a fare se sapevi che non sarei tornata a casa prima delle 8.00!» fece fulminea, non lasciando tempo al cugino di parlare.
Voleva riprendere ciò che aveva spezzato.
Tai la guardò con dolcezza. Caspita, stava liquidando suo cugino in quattro e quattr’otto!
«Okay, ciao. Che diavolo c’è, ancora?!» sbraitò la ragazza, facendolo sobbalzare.
Dopo avere sentito quel “Passami Taichi, devo dirgli un paio di cosette”, Mimi fece una smorfia preoccupata.
«Cosa devi dirgli? Dillo anche a me! Uff, okay, te lo passo, rompipalle!» La ragazza avvicinò il cellulare all’ orecchio del fidanzato.
«E’ Mark» Bisbigliò con tono grave.
Oh, cazzo! E adesso cosa voleva il cugino rampollo di Mimi? Non violava abbastanza la loro privacy? Oppure… no...
Li aveva visti, forse?!
Si guardò intorno. Eppure non c’ era quasi nessuno nei paraggi. Erano isolati e gli altri ragazzi erano tutti per i fatti loro.
«Ehm... pronto, Mark, sono Ta-»
«Sì, so benissimo che sei Taichi!» Esclamò il ragazzo dall’ altro filo «Senti, volevo dirti...»
“Ti ho visto con mia cugina, adesso ti ammazzo!”
“Giù le mani da Mimi!”
“Bastardo, ti pesto!”
Quali dei tre? Pacato o arrabbiato?
Merda. Tai deglutiva pensando al peggio. Adesso gli avrebbe fatto una strigliata telefonica di quelle che non riceveva da una vita, da quando aveva perso Hikari per strada.
Sua madre gliene urlò di tutti i colori; e alla fine sua sorella era solo con le sue amichette al parco.
«Beh, Taichi, che ne dici di passare due-tre volte alla settimana a lavarmi per benino l’auto, eh?» chiese sogghignando Mark.
Il castano spalancò gli occhi, mentre Mimi gli faceva cenno con la testa preoccupata.
«Cos-?»
«Sì, carino. Avevi detto che avresti fatto qualunque cosa pur di lasciarti uscire con la mia cuginetta senza interferire! Perciò, mi devi un favore e forse altri cento, ti pare?» Mark schiamazzò come un matto.
Tai, però, tirò un sospiro di infinito sollievo. Non sapeva nulla, grazie a Dio! Certe fantasie doveva tenersele sempre e solo per sé!
Non potette che accettare a malincuore.
Restituendo il telefono a Mimi, disse:
«Tuo cugino ci tiene d’occhio, ma me ne sbatto!»
«Che ti ha detto?» chiese lei preoccupata.
Lui sogghignò, e si avvicinò pericolosamente. Mimi, gli lanciò uno sguardo abbastanza malizioso, dopodiché pian piano si sdraiò sotto di lui senza opporre alcuna resistenza.
Le mani del ragazzo scivolavano complici sopra le sue cosce, arrivando fino a un punto preciso dell’ inguine per poi tornare di sotto.
Come se si fosse bruciato.
«Che ti importa di quello che mi ha detto?» le mormorò all’ orecchio, percorrendo con le labbra una lunga traiettoria dalla base del suo collo fino all’incavo.
Mimi si lasciò scappare un gemito.
«Tai» disse con la voce sommessa.
Il ragazzo si fermò, interrogativo.
Paura?
Voglia di tirarsi indietro?
«Facciamolo, ti prego... Voglio fare l’ amore... Voglio farlo con te
E Taichi non desiderò altro che assaporarla fino infondo.
Fin quando i loro corpi non sarebbero diventati una cosa sola.
 
 
 
 
 
 
 
Quasi correndo, Sora raggiunse il punto dove il suo ragazzo si era appartato.
Tipico di lui e Taichi lanciare sassolini a mare quando erano nervosi o peggio ancora arrabbiati neri.
Senza che lui se ne accorgesse, arrivò alle sue spalle investita da un’arietta fresca tipica di quelle parti. Strinse di più con le braccia il pareo che aveva usato come coprispalle.
Non sapeva che dire.
Uffa, perché era sempre così precipitosa? Tai glielo diceva sempre.
Senza pensare a come scusarsi o magari chiamarlo, lo strinse da dietro la schiena affondando la testa sul suo collo.
Appunto.
«Perdonami, ti prego» sussurrò con la voce sommessa dalle lacrime.
A quel tocco, Matt smise di lanciare pietre irrigidendosi un po’.
Subito dopo, si rilassò e mise una mano sopra quella della ragazza che lo teneva serrato.
Per paura di perderlo.
«Promettimi una cosa» disse sospirando.
Sora alzò la testa guardando i suoi capelli color dell’oro; le parve di vederli brillare più di prima.
«Non piangere»
Lei alzò appena la testa da sopra il suo collo, annuendo. Poi incominciò a baciargli la schiena quasi innocentemente. Il biondo socchiuse per un attimo gli occhi, dopodiché disse:
«Credevo non ci amassimo abbastanza»
«NO!» esclamò lei con ancora gli occhi luccicanti «L’ ho creduto anch’ io, ma...»
Deglutì a fatica, posando nuovamente la testolina sulla sua spalla.
«Oh, Matt... Non pensiamo mai più una cosa del genere!» si accostò vicino a lui e gli prese una mano «Non voglio pensare di non amarti»
Matt si passò la mano libera sui capelli.
In fin dei conti, era stata anche colpa sua. Era stato lui ad andarsene con il suo amico Tai lasciandola da sola.
«Dì la verità» fece, guardandola intensamente negli occhi «Sei andata con Narciso, perché ce l’ hai con me? Perché ultimamente passiamo poco tempo insieme?»
Sora spalancò gli occhi lucidi.
Narciso non era niente in confronto al sentimento che provava per lui. Verso lui nutriva un amore inspiegabile, quasi fuori dalla norma. Qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare anni fa. Era qualcosa come la droga.
O forse più forte di essa.
«Io...» balbettò «Non lo dire. Non dirlo affatto, io… Non so come spiegarti…»
«Dillo come ti pare»
«Va bene, ma devi credermi» Affermò «Devi credermi quando dico che ti amo. Narciso è solo un mio ex, non mi fregano le sue battutine o i suoi sorrisetti intriganti»
L’ Ishida alzò un sopracciglio. «Non ti stava simpatico?»
«Infatti è così!» esclamò lei.
Lo sguardo di Matt la fece raggelare e subito si contraddisse.
«O almeno è così quando non ci fa litigare»
«Senti, Sora» irruppe il ragazzo dopo aver gettato un’ occhiatina a Davis e Cody che stavano tornando con due ragazze «Non mi va di litigare con te e-»
«Ma noi non dobbiamo farlo»
«Aspetta, fammi finire» La ramata annuì dopo il cenno di quest’ ultimo «Odio litigare con te esattamente come odio Narciso»
Sora alzò gli occhi al cielo. Non pretendeva che l’ adorasse, ma una semplice sopportazione andava bene.
Yamato Ishida era la persona più cocciuta che avesse mai conosciuto.
A parte Mimi, naturalmente.
«Ti ripeto che non mi frega se-»
«Lo so, lo so» le poggiò un dito sulla bocca, zittendola «Ti credo, stai tranquilla. Ma su una cosa non puoi darmi torto»
«Ovvero?»
Il ragazzo sospirò lanciando un sasso in acqua.
«Quel rompipalle è ancora innamorato di te!»
Silenzio.
Le voci di Davis e della sua imbucata si sentivano in lontananza.
Sora sbatté ripetutamente le ciglia. Okay, il suo fidanzato stava rimbambendo.
Stava diventando paranoico pessimo e non era una cosa buona, si disse.
Narciso si era appena lasciato con una ragazza di nome Katisha, una dell’ ultimo anno; una compagna di Jun, insomma. Non era possibile questo.
«Scherzi, Matt?!» esclamò con una nota di meraviglia «Cisso ha appena rotto con Katisha! Diceva di trovarsi bene, come puoi…»
«Cisso?» calcò il ragazzo, gettandole un’ occhiataccia.
«Ehm...» farfugliò lei «Sai, l’abitudine»
«Una cattiva abitudine» ribatté duro.
«D’ accordo, scusa» Cantilenò Sora, sbattendo la testa sconsolata «Ma la tua affermazione non ha né capo né coda. E’ assurdo che lui sia ancora innamorato di me dopo un anno»
«Io lo sarei» Ammise Matt «E poi, lo so. Lo so da come ti guarda e da come cazzeggiate»
«Guarda che io e lui non cazzeggiamo!»
«Sì, che lo fate. Vi ho pescati molte volte a scuola» L’ ammonì lui «E se per questo fate anche altro»
Oddio, questo era veramente troppo. Una cosa è ipotizzare, un’ altra è incolpare.
A lei non fregava nulla di Narciso, proprio no. Era vero, le stava simpatico ed era anche carino, ma non provava più niente dalla fine della loro storia.
Adesso Matt stava esagerando!
«Dimmi, tu non cazzeggi mai con quella poco di buono di Ai?» rinfacciò con sarcasmo «Oppure è una mia impressione?»
«Cosa c’ entra questo? Io e Tai la prendiamo sempre per il culo, lo sai»
«Certo, anche quando vi siete fatti la fotina insieme» Matt fece per aprire bocca «Ed eravate solo tu e lei!»
«Mi ha pregato. E’ sempre la solita, la conosci» si difese lui.
Figurarsi se gli interessava una senza cervello come Ai, la loro compagna di classe. Non sapeva nemmeno le tabelline. Per di più, riempiva una terza di reggiseno finta per fare un po’ la gnocca.
Ebbene sembrava uno gnocco. Bassa, tozza e con un enorme neo peloso vicino alle labbra. Occhi verde muco o giù di lì e capelli cespugliosi tenuti legati da due ferrettini.
Insomma, una vamp svampita.
«Certamente!» sbottò sarcastica Sora «Abbracciati con lei che faceva finta di darti un bacino piccino sulla guancia»
Voltò la testa dall’altro lato, senza proferire più parola. Qualcuno diceva che la gelosia non era una brutta, ma una grave malattia.
Ah sì, la sua prof di religione. Forse aveva ragione una volta tanto.
Matt ridacchiò sbattendo la testa, mentre lei infastidita lanciava una sasso parecchio grande a mare.
«Okay, perdonami» Cedette lui «Ma vogliamo mettere Narciso con Ai? Non ci sarebbe paragone!»
«Non credo proprio»
«Oh, sì» Ribatté il ragazzo « Shigetaka biondo con gli occhi chiari, alto, muscoloso. Ai, invece, castana, con gli occhi smorti, bassa, cicciotella. Ah, e con una terza falsa. Mettiamo il confronto?»
«Adesso giudichi gli altri maschi?» ignorò le sue osservazioni la ramata.
«No, non ci penserei nemmeno. Secondo me, Narciso fa schifo» Disse facendo una smorfia «E’ solo un biondo tinto»
«Come te»
«Io non sono tinto e neanche gay se per questo» Incalzò pensando al nominativo affibbiatogli da Joe
 «Anche se il mio preferito rimane sempre Tai»
La Digiprescelta non si trattenne dal sogghignare.
«Allora un po’ lo sei»
Matt la divorò per un secondo con lo sguardo.
Grande bestemmia.
In un attimo si mise a cavalcioni sopra di lei, sfiorandole le labbra.
«Proviamo?» chiese con aria di sfida.
Sora sentì il petto bruciare. Certo, certo che proviamo.
«Mmh, non so.Vedi tu»
«Chiudi gli occhi»
E sorrise. Un sorriso caldo che le fece sciogliere il cuore.
Senza avere il tempo di fiatare, o per lo meno fare qualche altra cosa, sentì la propria lingua scorrere come un turbine insieme a quella del ragazzo che era entrata ignorandone il permesso.
Permesso gradito.
Sora lo attirò verso di sé, mettendogli le braccia al collo e tenendo sempre gli occhi chiusi come detto.
Mollandosi, Matt fece passare la sua mano sotto il pareo che le stava addosso, accarezzandole la pancia, facendole sentire un brivido di piacere.
Attuando la stessa cosa per le cosce, risalì un gradevole percorso con la lingua fino ad arrivare al collo e baciarlo vogliosamente.
La ragazza si morse il labbro inferiore.
Fece in tempo a passargli una mano tra i capelli, quando questo sussurrò:
«Se mi vuoi dimmelo»
«Oh, sì...»







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Capitolo 10
*** Desideri avverati ***








«Qui, TK?» chiese la più piccola di casa Yagami con un sorrisetto malizioso. Takeru l’ avvolse in uno dei suoi abbracci speciali, quelli che riservava appositamente per “la sua Hika-chan”, come diceva lui.
«Concediamoci una pazzia» rispose, dandole dei piccoli baci sul collo.
Lei lo lasciò fare. «C’è mio fratello. E anche il tuo» gli ricordò
«Chi se ne frega» rispose il biondino, spostandole una ciocca prepotente dal suo candido viso «E’ importante per noi. Non ci dissuaderanno tanto facilmente»
Kari gli aveva concesso un sorriso. Quel ragazzo era adorabile.
«Adesso vieni» la prese per mano e la trascinò dietro un muretto nascosto dalla vista di tutti.
«Qui non ci beccheranno» fece TK «A meno che qualcuno di noi due non faccia la spia»
Ridacchiarono per quell’ assurdità e pian piano incominciarono a distendersi sulla sabbia.
I baci di TK si fecero più irruenti e Kari sentì il suo corpo appoggiato al proprio.
Un brivido le percorse la schiena. 
Non aveva mai fatto l’ amore prima di allora, ma di una cosa era certa: era lui quello giusto.
Lo capiva da come la toccava, da come la baciava. Era il suo ragazzo, era suo.
Lo strinse di più, lasciandosi scappare un piccolo gemito.
«Che c’è amore?» chiese premuroso lui.
«Ti... Ti amo» Hikari non aveva assolutamente pensato di dirlo.
Era stato il suo cuore a parlare, a sprigionare i suoi sentimenti.
La verità era che lo amava da sempre. Fin dai tempi di Digiworld.
Un sorrisetto compiaciuto s’increspò sulle labbra del giovane «Anch’ io e non sai quanto»
 
«Oh, merdaccia!» esclamò un ragazzo occhialuto «Quei due tra poco si scopano! Meglio levare le tende»
Joe scappò via da dietro quel muretto dove era andato a spiarli.
Takeru e Hikari, due ragazzini.
I fratelli dei temuti Yamato e Taichi.
La coppia per eccellenza.
La speranza e la luce.
Okay, avete capito. Stavano facendo cose poco caste... Era... era...
Era assolutamente inaudito! Insomma, lui, Joe, diciannove anni, un partito di classe, per la miseria!
Lui non aveva fatto sesso con nessuno.
Uffa, che cav- inciampò come un salame sui suoi stessi piedi prima di riuscire a pensare ad altro.
«Santo Gomamon papa!» imprecò tenendosi da un barca in modo tale da rimettersi in piedi «Non me ne va bene una! Prima non scopo, poi cado, poi...»
«Uhm, Izzy»
Il ragazzo si zittì in un istante, abbassandosi.
«Izzy, ti prego continua»
Il blu si grattò la testa. La voce proveniva da quella barca che se non errava era la sua. Insomma quelle iniziali “ J.K” ne erano la prova.
La voce femminile inoltre non gli era nuova, sembrava quella di...
«Frankie» pigolò qualcuno.
Ma, allora… Frankie e Izzy?
Izzy e Frankie?
Koushiro e Frajiko?
«NO!» esclamò rimettendosi immediatamente in piedi «Ce l’ avete tutti con me, non è giusto!»
«Ma-»
«BASTA!» urlò, correndo a più non posso «Sempre a fare le cose zozze! Io non vi sopporto più!»
«Joe, amore! Sono qui, vieni a prendermi» Luchia gli sbarrò però la strada con il pezzo di sopra del bikini slacciato «Guarda che bocce, tesoro! Con queste, sperimenteremo l’ arte dell’ amour»
«Lasciami stare con questi amour e arti! Voglio tornare a casa da Shin!» si dimenava lui, mentre la ragazza lo trainava dietro una barca.
Le urla si affievolirono dopo circa cinque minuti, sostituiti da delle grida di piacere.
Okay, forse il signorino doveva ricredersi.
E tiè, non era più extra-vergine!
 
Izzy e Frankie alzarono la testa perplessi.
«Chi caccia queste urla disumane?» chiese lei.
«Boh, nessuno d’ importante»
«Okay, allora» La biondina ammiccò, baciandogli la schiena nuda «Stavamo facendo
Lo fece stendere sulla barca posizionandosi di sopra, mentre lui gettava qualche mugolio.
«Un momento, fammi finire la partita al flipper!»
 
 
 
 
«Lyna! Tyna! Venite qua!» urlava Daisuke, alzando in aria la bottiglia di birra a mo’ di trofeo.
Le due sorelle imbucate si lanciarono uno sguardo perplesso.
Cody sospirò. «Possibile tu debba andare sempre su di giri? Non basta quando sei sobrio?»
«Sta’ zitto, nano!» Sbottò però quello «Piuttosto, che ne dici se ce le scambiamo, eh?»
«No, a me va benissimo Lyna» Rispose Cody, voltando la testa dall’ altra parte «Prenditi ciò che è tuo»
«Infatti!» sbottò Davis, prepotente «Perciò Lyna adesso è mia» Le mise una mano in spalla, sorridendogli.
La ragazza alzò le spalle, mentre Tyna le rivolgeva uno sguardo di fuoco.
Per diamine, Cody era più basso di lei!
«Ebbene,  sai perché mi faccio chiamare ‘ Davis ’ ?» domandò il finto amaranto all’ altra ragazza che volgeva sguardi d’ aiuto verso la sorella.
Ma perché cavolo avevano accettato la corte di quei due? Almeno Cody, era più tranquillo.
«No, ma-»
«Perché io adoro categoricamente Miles Davis, il compositore e trombettista jazz degli Stati Uniti! Un vero mito! Vieni, ti racconto la storia»
«No, io-»
«Dunque» si schiarì la voce «Miles Davis nacque ad Alton, il 26 Maggio del 1926. Aspetta, non ricordo quand’ è morto, però!» Si mise a rimuginare, dopodichè arrivò alla conclusione «Bah. “Per me la musica e la vita sono tutta una questione di stile”. Questo era il suo e mio motto!  Sono un mito, lo so»
Cody sospirò. «Il fatto che si facesse chiamare ‘ Davis ’ per un compositore, questa ancora non la sapevo»
 
 
 
 
 
Cosa combinava quel pazzo di Daisuke? Venne da pensare a Mimi, sentendo le sue urla in lontananza.
Aveva il costume slacciato e gli occhi socchiusi.
Stavano veramente per farlo. 
Il suo capriccioso desiderio stava per essere realizzato.
Tentò di alzare la testa in modo tale da scorgere Sora o qualcun’ altro dei suoi amici, ma Tai le oscurava la vista.
Riabbandonò la testa sopra la tovaglia e con un braccio accarezzò i capelli umidi del ragazzo.
Adorabili quei capelli, così al vento, così frizzanti.
Di soppiatto, Tai sollevò la testa dal suo collo afferrando un’ altra tovaglia poco distante dalla borsa di Mimi.
Lei lo guardò interrogativo. Che avesse freddo?
Il ragazzo l’ aprì e con un movimento delle braccia la poggiò sopra di loro. La tovaglia era abbastanza ampia e li custodiva come due tesori nascosti dietro delle barche.
Le bloccò le mani e risalì sul suo corpo.
Riprese a baciarle il seno e la pancia, senza mollarle i polsi.
Il fatto che lui la stesse dominando fece scattare un senso di protezione nei confronti di Mimi.
Socchiuse nuovamente gli occhi, scossa da un brivido di piacere e si lasciò dominare dolcemente.
Tai pian piano risalì con la bocca fino al suo collo. Lo sfiorò con tanti piccoli baci e, lasciandole libero un polso, accarezzò il suo seno.
Mimi si morse la lingua.
Liberò la stretta dell’ altro polso e racchiuse le mani dietro la sua schiena, attirandolo a sé con maggior vigore.
«Oh, Tai» pigolò, scorgendo i suoi occhi nocciola «Fallo adesso. Ti prego, fallo adesso!»
«Non vuoi aspettare un-»
 «NO!» lo supplicò prendendogli una mano e portandola inaspettatamente verso il basso «Lo voglio ora. Ora
Rimasto attonito per qualche secondo, il ragazzo accarezzò con due dita la sua femminilità.
La castana, scossa da un fremito, lanciò un mugolio.
«Rendimi la ragazza più felice di questa spiaggia» disse baciandolo a fior di labbra.
Il ragazzo non esitò. Lei era lì, con la sua espressione persa e i suoi occhi semichiusi, incorniciati dai capelli arruffati, sparsi nella tovaglia... Lei era sotto di lui, bella e vogliosa.
Cacciò via le dita, preparando una nuova entrata, una nuova penetrazione.
Quando per la prima volta entrò dentro di lei, Mimi cacciò le unghie, lasciando dei segni profondi sulla schiena di lui.
Si lasciò scappare un gemito. «Dio... Non sai da quando ho desiderato sentirti dentro di me... Tai... Tai...»
Il suo nome appariva così bello pronunciato con quella nota di piacere. Sembrava un’ invocazione.
La sua invocazione. 
Mordendosi le labbra, spinse ancora di più mentre il bacino di lei si contraeva.
«Per-perché non me l’ hai mai detto?» domandò, offuscato da una certa eccitazione.
Il suo corpo stava andando in tilt.
I movimenti erano ormai regolari e i respiri di entrambi si erano appesantiti notevolmente.
La ragazza esitò qualche secondo prima di rispondere.
«Io... Non posso più fare a meno di te. Perché ti amo tanto e non vorrei passare come quella che...»
«Sssh!» la interruppe lui con un sorrisino meravigliato «Ripetilo»
Si scrutarono una attimo occhi negli occhi.
Nocciola su nocciola.
«Io... Tai... Ti amo, sì» ripeté con la testa che le girava. Poggiò il viso sopra la sua spalla, quasi vergognandosi per aver detto ciò che pensava in due parole.
Voleva sentirselo dire da tempo.
Voleva capire se effettivamente anche lei l’ amava.
E adesso che l’ aveva udito con le proprie orecchie, poteva definirsi  felice.
Era strano, no? Prima sei preoccupato per la tua fidanzata e poi scopri che lei ti ama davvero e che tu sei un idiota paranoico, venne da pensare a Taichi.
Continuò a muoversi a ritmi più veloci, spostando una mano della ragazza da sopra la sua spalla.
La strinse nella sua ogni qualvolta che un gemito volava via dalle loro bocche.
Erano in giorni come quelli che il tempo doveva fermarsi.
Ma prontamente eccoli lì che volava via, trascinando con sé la gioia di essersi finalmente uniti.
 
 
 
 
 
 
In riva al mare, sdraiati completamente l’ uno sopra l’ altra, vivevano nella loro bolla.
Okay, dovevano chiarire, dovevano discutere. Dovevano capire se c’ era veramente qualcosa che non andava.
Invece, il loro istinto li aveva condotti a strapparsi i costumi di dosso e a baciarsi quasi violentemente.
Credeva di toccare il cielo.
Era questo che pensava Sora ogni volta che il ragazzo le sfiorava una parte del corpo.
Gli fece una carezza e alzò gli occhi al cielo.
Non aveva visto nessuna stella cadente fino ad ora. L’ anno precedente ne aveva beccate sette!
Ma l’ anno precedente non era con Matt, che categoricamente era migliore di tutte le stelle del firmamento.
I suoi occhi cerulei bastavano per completare quel pezzetto di cielo coperto, si disse.
Brillavano. 
Così come i suoi capelli d’ oro.
Come suo solito fare, li accarezzò lievemente, spettinandoli più di quanto non lo  fossero.
Sorrise guardandolo con gli occhi dischiusi ed il volto più roseo del solito.
La baciava con una certa confidenza e con una voglia irrefrenabile di averla. Per questo adesso le stava slacciando il costume  e le stava accarezzando i seni.
Seno pomposo, la chiamava lui.
«Questo seno è sempre più pomposo» commentò sogghignando.
«Scemo» gli accarezzò le gote e si lasciò trasportare dall’ indole di piacere che Matt le stava procurando.
Pian piano, le mani vagavano sotto la pancia. Accarezzavano le sue gambe lisce e vellutate.
Sì, decisamente era una brava estetista.
La mano destra del ragazzo si inoltrò più affondo adiacente al suo sesso.
Tuttavia non entrò.  Si abbassò per baciare la parte esterna dell’inguine, penetrandola con la lingua.
Sora si aggrappò a lui cacciando un gridolino.
Oddio, se l’ avessero vista!
Lui la stava assaggiandoassaporando. Nessuno poteva interrompere la sua cena.
Si sentì come una docile preda nelle grinfie del temibile cacciatore.
Il suo bel cacciatore. 
«Oh, Matt» gemette, mentre il biondino risaliva a baciarle il collo.
Tracciò linee immaginare sulla sua schiena e tentò di slacciargli il bermuda blu.
Possedeva la sua preda. 
«Narciso non avrà mai tutto questo» puntualizzò Matt, abbassandole le mutande del bikini fino alle caviglie.
«Sì» ansimò Sora subito dopo che la penetrò.
«E sei solo mia» ripeté, mentre si muoveva dentro di lei sempre più forte.
«Sì» Il viso della ragazza s’ increspò in un incantevole sorriso, mentre buttava la testa all’ indietro, godendosi il piacere che stava percependo.
«Un ultima cosa»
La ramata trattenne il fiato.
 «Anche io ti amo. E lo sai per certo anche tu, amore mio»
Come leggendola nel pensiero, il ragazzo le sfiorò la fronte con un bacio.
Grazie a quelle parole non avevano più dubbi da risolvere.
Il tempo era l’ unico testimone del loro amore.
 
 
 
 
«UNA STELLA CADENTE!» urlò Joe scattando in piedi «Guarda Luchia, una stella cadente!»
La mora alzò lo sguardo dalla barca in cui si erano appartati e sbuffò pesantemente.
«Cielo, tesoro! Cosa vuoi che sia un piccolo raggio di luce!»
Joe la guardò stralunato.
Una vecchiaccia di ventott’anni che se l’ era appena fatta con lui e che non adorava le stelle cadenti?
E lui desiderava passare il resto della sua vita con quella?
Si grattò incerto la testolina, mentre Luchia fumava due Marlboro contemporaneamente.
Ma certo che no!
Voglio essere figo, espresse chiudendo gli occhi.
Dopo che li riaprì, un palloncino d’ acqua lo colpì in pieno viso facendogli cascare gli occhiali.
«CHI CAZZOLINA E’ STATO?!» urlò, tentando di scorgere gli occhiali.
Poco male, erano le quattro di notte e non si vedeva un acca.
«Tieni, eccoli» Luchia gettò le sigarette e porse la montatura al blu inferocito.
«Da’ qua, vecchia decrepita!» glieli tolse di mano poco gentilmente e se li riportò al viso.
«Chi diavolo-»
«Mio caro dalla chioma blu» lo fermò da un piede la donna, facendolo cascare con la testa sulla sabbia.
«FanFi Fumi!» tossicchiò il ragazzo, sputando la sabbia dalla bocca «Che accidente fai?!»
«Su, mon amour» disse quella saltandogli addosso «Sperimentiamo l’ arte del fiki-fiki
«No, il fiki-fiki, no! Porca vacca zozza! AIUTO!» urlò agitando il braccio «Dannate stelle cadenti! VE LA FARO’ PAGARE!»






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