Parlami d'amore di rose07 (/viewuser.php?uid=53347)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ragazzi ***
Capitolo 2: *** Una strana voglia ***
Capitolo 3: *** Qualche guaio ***
Capitolo 4: *** Sospetti ***
Capitolo 5: *** Paranoie ***
Capitolo 6: *** Una nuotata tranquilla ***
Capitolo 7: *** Brutti incontri ***
Capitolo 8: *** Scontro diretto ***
Capitolo 9: *** Riconciliazioni ***
Capitolo 10: *** Desideri avverati ***
Capitolo 1 *** Ragazzi ***
«Potresti
smetterla di camminare davanti al carretto dei legni, Joe?!»
sbottò per l’ennesima volta Taichi, mentre il
nominato in questione voltava la testa indignato.
«Senti,
non dare sempre ordini! Io cammino dove voglio!» rispose
sgarbatamente, come al solito.
Izzy
scosse la testa, mentre dava una mano al castano a trascinare la legna
per il falò. Tra qualche ora si sarebbero riuniti tutti in
spiaggia per assistere al fenomeno delle stelle cadenti.
«Intralci
la strada, burino del cavolo!» venne in aiuto a Tai un altro
ragazzo.
«Yamato,
non ci rompere le scatole!» continuò Joe,
ignorandolo.
«Non
chiamarmi in quel modo!» esclamò l’altro.
«Boh,
anche io mi chiamo Jyou, ma non muoio mica!»
Matt
sbuffò e decise di non rispondere. In quei giorni aveva
imparato a controllarsi sotto lezioni di Sora.
«Intanto
levati davanti, o ti salgo di sopra con il carretto!» alle
parole di Tai, Joe si scansò rapidamente e si
sistemò vicino ad Izzy.
«Koushiro,
mi daresti qualche dritta con Paint? E’ molto difficile da
usare» Disse, cambiando discorso.
Izzy
alzò gli occhi incredulo.
«Paint?
Stai scherzando?»
«Sì,
che c’è di male?»
«Lascia
perdere, Joe. Non sei portato per il computer»
Il
ragazzo coi capelli blu fece una smorfia, alzando la testa in alto a
mò di superiorità.
Poco
dopo, il carretto della legna era abbastanza pieno.
«Direi
che così può bastare» Disse Tai,
esaminando la legna.
«Sì,
ne abbiamo raccolta abbastanza» Lo appoggiò Matt,
accostandosi sopra i manici della carretta.
«Secondo
me-»
«Che
ore sono?» interruppe Joe, Izzy, che sentiva un caldo
bestiale. E non solo lui.
«Le
17.00» rispose il castano «Sistemiamo la legna in
spiaggia e poi andiamo a farci una bella doccia fredda»
«Secondo
me-»
«Io
prima devo passare a casa di Sora» si ricordò
improvvisamente Matt.
«Se
vuoi ti accompagno io, amico. Ho il motorino» gli propose Tai.
«Ma
va’? Come mai hai fatto vedere la luce del sole a quel povero
rottame?»
«Volevo
provare la sensazione dell’aria che ti scompiglia i
capelli» Tai e Matt si diedero un cinque, mentre Izzy
ridacchiava.
«Secondo
me-»
«Io
vedo Frankie e poi arrivo» Aggiunse il rosso
«E’ diventata parecchio suscettibile in questi
giorni»
«Beh,
allora so cos’ ha!» esclamò, Tai,
battendo le mani.
«Cosa?»
Il
ragazzo si avvicinò all’amico e
bisbigliò ad un orecchio «Ha solamente le sue
cose»
Izzy
si spiaccicò una mano sulla fronte e Matt
sogghignò.
«Sora
è un fascio di nervi quando le vengono. Ne so
qualcosa» raccontò il biondo.
«E
Mimi è anche peggio. La conoscete, ha sempre diverse crisi
isteriche. Immagina quando ha il ciclo cosa devo sopportare!»
Matt mise la mano sulla spalla dell’amico per infondergli
coraggio.
«Secondo
me-»
«A
questo punto è meglio se ci sbrighiamo, o
le nostre donne frignano» Batté le mani Tai,
spingendo il carretto.
«Ma
secondo me-»
«Giusto,
ci vediamo più tardi. Joe, porti tu la legna in
spiaggia?» chiese Izzy al blu, che incrociò le
braccia.
«Andate
tutti a spararvi con la merda! Non faccio niente, anzi, vado dalla
Luchia mia carissima! Lei sì, che mi ascolta!»
Girò i tacchi e se ne andò indignato e
sculettante.
I
tre ragazzi lo seguirono con gli occhi, mentre si allontanava.
«Se
pensa che con Luchia avrà chance, può anche
mollare sul colpo. Si risparmierebbe l’ennesimo no»
Commentò Matt, aiutando il castano a spingere il carretto.
«Lasciatelo
stare, ragazzi. Com’ è che dite sempre voi?
E’ solo un burino»
Scosse la testa Izzy.
«E
bravo, Kou, ogni tanto apprendi qualcosa da questi due fighi»
Tai e Matt si scambiarono un altro cinque, facendo moine e
pavoneggiandosi.
«Certo,
certo» Izzy sorrise scettico «E adesso chi porta i
legni in spiaggia?»
Tai
si bloccò. «Merda, come facciamo? Quelle ci
linciano!»
«Ehi,
ragazzi!» Un biondino poco più basso di loro si
fece avanti salutando.
«TK!»
«Fratellone,
scusa il ritardo» Si giustificò.
«Se,
se!» Matt era scettico «Mi hai fatto aspettare
mezz’ora sotto casa di mamma. Possibile che le ragazze ci
mettano meno tempo a prepararsi?»
Tai
ridacchiò. «Kari ha una cattiva influenza su di
lui»
«Ma
no, figurati» TK era un po’ imbarazzato e suo
fratello se ne accorse. Infatti con un sorrisino malizioso, chiese:
«Per
quale motivo mi hai fatto aspettare così tanto, allora?
Illuminami»
«Ecco…
Io... Mi ha chiamato Kari e...»
«E?»
lo incitò il biondo più grande, mentre Tai
tossicchiava.
«Niente,
abbiamo parlato un po’… al telefono,
naturalmente»
Matt
lo squadrò ancora un attimo scettico, dopodiché
decise di darci un taglio.
«Okay,
quindi sei disponibile per portare questi» Mollò
la presa del carretto e lo spinse verso il fratello che guardava
interrogativo la scena.
«Che
dovrei fare?»
«Come,
che dovresti fare? Devi portarli in spiaggia»
Spiegò Tai.
«Ma
io-»
«Un
momento, quello non è Joe?»
I
ragazzi voltarono tutti la testa verso il punto che indicava
Izzy. Joe camminava a gran passi e si dirigeva verso di loro.
«Sì,
è proprio lui. Che c’è, buri? Cambio
rotta?» lo prese in giro il castano, mentre quello aveva una
faccia indignata.
«Non
sono fatti tuoi. Sono tornato solo perché TK mi ha
costretto!»
«Veramente
io ti ho solo salutato. Eri nascosto dietro una macchina»
disse la verità quello con un ghigno.
Matt
e Tai sbatterono la testa con un sorrisino sarcastico.
«Beh,
che c’è di male ?» Il maggiore si
scansò da TK e raggiunse il carretto «Io sono un
vero amico e ho coraggio da vendere. Non come voi due velini!»
«Hai
sottolineato ciò che li caratterizza, Joe. Come fai a dire
che tu lo sei più di loro?» domandò
Izzy, mentre gli altri due incrociavano le braccia, compiaciuti.
«Ecco…»
Il ragazzo con un sacco di meches blu non sapeva cosa rispondere.
«Dai,
è solo un burino, non prendetevela»
ridacchiò TK, afferrando da un lato il carretto con la legna.
«Senti
TK, è già tanto che ti do una mano! Se ti metti a
prendere per il culo pure, porta ‘ste dannate legna da solo,
fanatico antipatico!»
«Dovrete
portarle insieme» Disse Tai prima che il biondino potesse
rispondere «Noi dobbiamo
andarcene»
«E
certo, voi due frocetti andatevene
pure per i fatti vostri, mentre il povero signorino
Joe Kido fa tutto il lavoro pesante!» Joe
afferrò il carretto, spingendo TK che esclamò un
“oh!”, e fece per incamminarsi.
Ma
qualcosa lo trattenne dalla canottiera bianca con le strisce blu.
«Senti
un po’, signorino Joe Kido»
Matt lo aveva afferrato da dietro «A chi hai detto frocetti?»
«Insomma,
prima o poi bisogna ammetterlo... OH!» Un’ altra
mano lo afferrò dalla maglia.
«Ancora
con questa storia, idiota?» domandò Tai,
minaccioso.
«Ma
ragazzi, se un po’ vi piacete, è giusto dirlo...
AHIA!» I colpi che arrivarono alla schiena furono quasi
letali per il Kido.
«PORCA
DI QUELLA MISERIA!»
Tai
e Matt si scambiarono un altro cinque, mentre TK e Izzy sogghignavano
alla vista di Joe che si massaggiava dolorante la schiena.
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Capitolo 2 *** Una strana voglia ***
Due ragazze, una castana e una ramata, erano intente
a provarsi vari occhiali da sole davanti lo specchio, che per quanto
non ne poteva più, si era appannato.
Erano
due belle ragazze, ma troppo fissate con la moda. Specialmente una.
«Questi
mi piacciono un casino, ma starebbero meglio a te!»
esclamò proprio lei, Mimi, passando dei bei occhialoni
all’ amica «Io opto per quegli altri, sono glamour
e vanno di moda tantissimo questa stagione»
Sora
arricciò il naso, ma non appena la castana li
inforcò alle orecchie, rimase meravigliata.
«Ti
stanno benissimo»
«Grazie,
era palese»
La
ramata scosse la testa sorridendo e si provò i suoi.
«Anche
a te stanno divinamente»
Sora,
un po’ incerta, si guardò ancora un secondo allo
specchio, dopodiché li tolse, proferendo:
«Posiamo
queste lenti e incominciamo a sistemare le
borse»
«E’
vero, me l’ero quasi dimenticato»
Andarono
a sistemare le loro sacche, mettendo dentro il più ed il
meno.
Quella
serata doveva essere fantastica, si dissero.
«Tai
e Matt non sono ancora arrivati» osservò Sora,
poco dopo.
«Nemmeno
l’ ombra» Rispose Mimi, posando la tovaglia
«Saranno in giro a raccogliere legna a
quest’ora»
«Sono
fuori dalle 14.00. Matt aveva detto che passava» Sora
alzò le spalle e si sedette sul letto.
Mimi
la raggiunse, facendo un sorrisino malizioso.
«Cosa
avrai intenzione di fare questa sera?» domandò.
«Non
so, ma spero non ci saranno imprevisti» Sbuffò
l’altra «Voglio Matt tutto per me»
Mimi
ghignò divertita, facendo insospettire la ragazza seduta
accanto.
«Cos’è
quel ghigno sulla faccia, Mims? Non starai tramando qualcosa
di losco, spero!»
«No,
affatto» Rispose l’altra «Pensavo ad
un’ altra cosa»
«Ovvero?»
Mimi
non rispose e si alzò dal letto, raggiungendo il balcone.
Era
da un po’ di giorni che ci rifletteva, anche se non lo aveva
confidato ancora a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica.
Era
difficile dirlo così su due piedi, ma adesso ne sentiva
veramente il bisogno.
Voleva
fare l’amore con Tai. Voleva sentirlo dentro di
sé, voleva gemere e voleva unirsi a lui come una cosa sola.
Non
ne aveva ancora parlato con lui, anche se spesso il castano aveva
ribadito il discorso, come se fosse una cosa di vitale importanza.
Molte
volte erano lì per lì, pronti, ma qualcosa la
faceva sempre tirare indietro.
Non
lo aveva mai fatto con nessuno, nemmeno con il suo ex ragazzo, Michael.
Era per questo che era un po’ titubante, aveva paura, e poi
erano passati solo due mesi da quando lei e Tai si erano messi insieme.
Adesso
però si sentiva pronta, voleva farlo insieme a lui con una
certa urgenza.
Decise
di parlargliene proprio quella sera, quando Sora la distolse dai suoi
pensieri.
«Allora?»
Lei
sì che aveva già fatto un paio di volte
l’amore con Matt.
«Nulla,
ho dimenticato ciò che dovevo dirti» Mimi sorrise,
mostrando la lingua.
«Sei
sempre la solita sfaticata!»
Le
risate delle due ragazze furono sommesse dal suono del campanello.
Contente,
corsero fino in salotto per aprire la porta a chi aveva suonato.
I
soliti Taichi e Yamato comparvero sulla soglia ridendo e spingendosi.
«Castano
di merda, cos’ hai contro i miei capelli?» diceva
il biondo, guardandolo male.
«Te
li sei tinti, dì la verità. Joe ha
ragione!» ghignava Tai, mentre Matt lo spingeva, entrando in
casa.
Pochi
secondi dopo una furia castana lanciò le braccia al collo
del Digiprescelto del Coraggio, che rimase spiazzato da quel bacio
mozzafiato che arrivò subito dopo.
«Oh,
cazzo» biascicò confuso «Ho fatto
qualcosa che non va?»
Tai
era stralunato, almeno quanto Sora e Matt che si scambiavano occhiatine
perplesse.
Come
mai Mimi Tachikawa si era precipitata a baciare con così
tanto trasporto il suo ragazzo?
Di
solito era sempre lui a doverle spuntare dietro le spalle e stamparle
un casto bacino.
Purezza,
ricordate?
Mimi
sorrise, birichina. «Mi mancavi, tutto qua»
Taichi
era ancora incredulo, quando la ragazza gli passò una mano
nella vita e lo trascinò fino alla cucina.
Sora,
nel frattempo, chiuse la porta e si parò davanti a Yamato.
«L’
hai visto anche tu, o stavo solo sognando?»
mormorò per non farsi sentire.
«Cavolo,
se non era una visione che cos’era?» chiese il
biondo, grattandosi la testa.
«Mimi
che bacia e abbraccia Tai in quel modo… Non ci
credo!»
Matt
scosse la testa non sapendo cos’ altro aggiungere.
Era
sorpreso; finalmente Mimi si stava svegliando da quel torpore.
D’accordo purezza e
tutto il resto, ma doveva pur sempre lasciarsi andare. Il suo migliore
amico ne aveva bisogno.
Alzò
ancora le spalle, dopodiché, con un sorrisino ammiccante,
accusò:
«Tu
non me lo dai un bacio?»
Sora
ridacchiò e, scompigliandogli come al solito i capelli
dorati, poggiò le labbra sopra quelle sue che accolsero con
benvenuto la sua lingua.
Mimi,
intanto, aveva spinto Tai sopra il tavolo della cucina e. chiudendo
come un razzo la porta, si accinse a saltargli addosso, mettendosi a
cavalcioni.
Il
ragazzo era completamente spiazzato. La guardava con occhi sbarrati e
cercava di capire, cosa, di grazia, voleva ottenere.
Lei,
facendo un sorrisino, incominciò ad accarezzargli il petto
muscoloso.
Contenta
della sua forma fisica, con una mano sfiorò lentamente la
sua guancia, abbastanza da far deglutire Tai che stava sentendo
più caldo del solito.
«Mimi»
provò a dire.
Ma
lei lo stava già baciando e, non potendo parlare,
tentò di spostarla da sopra di lui.
«Mims...
Scendi»
«No,
ti voglio, Tai» Fece in un sussurro la ragazza, risalendo sul
suo collo.
Per
un attimo, il bruno pensò di restare sotto di lei senza
opporre resistenza.
Cavolo,
lo stava facendo eccitare!
Non
capiva cosa le era preso, ma era talmente bello.
Le
accarezzò la schiena, mentre lei gli alzava la maglietta; ma
un rumore proveniente poco vicino a loro lo fece fermare di colpo.
Cavolo,
non si poteva fare!
Non
in casa di Sora con quest’ultima e Matt a due passi da loro.
Raccogliendo
tutta la sua forza di volontà, si mise a sedere sul tavolo,
mentre Mimi pigolava.
«No,
ti prego, continuiamo!»
«Mimi»
disse lui, aggiustandosi la maglia «Ci sono Sora e Matt di
là, non è il caso»
«Ma
sono per i fatti loro!» si lamentò come una bimba.
Tai,
però, era già in piedi e le porgeva una mano, che
lei afferrò svogliatamente.
Perché
adesso non ci sta?, si domandò con un bel broncio.
«Cosa
ti è preso?» chiese il ragazzo, mentre lei
lisciava delle pieghe immaginarie sopra la sua gonna.
Nonostante
questo, non rispose.
«Ehi,
non so cosa ti abbia preso» continuò Tai,
mettendole una mano sulle spalle e abbassandosi un po’ per
poterle parlare all’orecchio «Ma ti prego, fallo
più spesso»
Sembrava
quasi una supplica, mentre Mimi lo guardava.
Diamine,
allora era vero. Non tutto era perso; sarebbe successo ancora.
Di
certo non in casa della loro migliore amica. Si guardò
intorno, mettendo a fuoco dove si trovava. Cavolo, era stata troppo
impulsiva!
Tornarono
in salotto e videro Sora e Matt strusciarsi, come due anguille.
Lei
era seduta sopra le sue gambe e lui aveva una mano sotto la sua
canottiera.
Mimi
gettò uno sguardo compiaciuto verso Tai, mentre
quest’ ultimo disse indiscretamente:
«Non
slinguazzatevi più, per favore! Ho il
voltastomaco!»
Presa
dalla più assoluta delle sprovviste, Sora fece un
capitombolo all’indietro, trascinando con sé pure
il biondo.
Tai
e Mimi scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia, mentre gli altri due
erano distesi per terra,dopo aver mancato per un pelo il tavolino di
vetro.
«Stupidi
rompipalle, non avevate nient’altro di meglio da fare di
là?!» sbottò Sora alzandosi e dando una
mano a Matt per ridestarsi.
«Siete
cascati come due salami!» rideva Mimi, asciugando le lacrime
che uscivano per le tante risate.
Dio,
che scena divertente!
«Simpatico,
amico! La prossima volta ricordami di castrarti!»
esclamò Matt, acido.
Evidentemente,
avevano interrotto qualcosa di piacevole.
«No,
non lo castrare!»
Alla
frase riecheggiante di Mimi, i tre ragazzi si voltarono verso di lei,
increduli.
La
Tachikawa che non voleva tagliare quello al
suo ragazzo?
Tai
era anch’egli perplesso, ma dopo l’avventura in
cucina pensò positivo.
Sicuramente
a Mimi passava qualcosa per la testa.
«Come
faccio io se lo castri?» cinguettò allegramente la
ragazza.
Matt
scosse la testa. «Capirai, per quel che possiede»
Taichi
cacciò la mano dalle spalle della fidanzata e si
gettò sopra Matt, che non fece in tempo a rialzarsi del
tutto.
«Biondo
stronzo che non sei altro! Ti piace prendere per il culo?!»
«Moro
rompicoglioni, che vuoi da me se non possiedi le misure
giuste!» ribatté quello, tentando di levarlo.
«Scenditi
i pantaloni e fai vedere le tue, di misure! Scommetto che ci
illuminerai!»
«Oh,
no, no!» Sora si affrettò a
cacciare la mano del suo ragazzo dalla cerniera dei pantaloni.
«Non
fate cose sconce! Non nel mio salotto, almeno»
«Eddai
Sora, stavamo per constatare il suo sesso!» si
lamentò Taichi, imbronciato.
«Te
lo dico io quanto è lungo» Ma subito dopo si morse
la lingua imbarazzata, mentre Tai la indicava sogghignando.
«Scommetto
che era ubriaca quando l’avete fatto»
«No,
era perfettamente sobria, stronzo!» Matt si
avvicinò all’amico, minaccioso e poi si rivolse
alla ragazza «Dai amore, diglielo anche tu»
Sora
dapprima negò con la testa, ma poi disse: «Voto a
favore di Matt, e zitto gelosone!» si rivolse
all’altro.
«Visto,
Tai? E tu che mi dici?»
«Beh,
anche Mimi, allora-» ma si fermò.
Lui
e la ragazza non avevano ancora sperimentato insieme il
piacere di fare l’amore.
Stette
in silenzio qualche secondo, interrotto, poi, dalla voce derisoria del
biondo.
«Allora?»
«Sì,
voto anch’io a suo favore!» gli fece la linguaccia
Mimi, intervenendo.
Matt
e Sora si lanciarono uno sguardo eloquente. Sembrava una cosa strana.
Tai,
invece, gettò uno sguardo di gratitudine alla sua ragazza.
«Visto,
Yamato? Hai ben poco da fare il gradasso!»
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Capitolo 3 *** Qualche guaio ***
«Izzy,
tesoro, cosa ci facciamo qui?» chiese per
l’ennesima volta Frankie al suo ragazzo.
Izzy si
passò una mano nei capelli rosso fuoco.
«Fran,
dobbiamo comprare parecchie bibite, ricordi?»
ripeté scocciato.
«Oh,
scusami. Non parlerò più da questo momento in
poi» La biondina fece il giurì giuretta e si
attaccò al braccio del suo ragazzo.
Fecero
avanti e indietro nel supermercato, acquistando diverse birre, alcolici
e delle bottiglie d’ acqua.
«Basteranno»
Sussurrò il rosso alla ragazza «E se Tai e Matt
provano a dire qualcosa, mi incazzo!»
Frankie
ridacchiò e aiutò il ragazzo a portare le
bottiglie.
Usciti dal
supermercato, una figura alta e sottile venne loro incontro.
«KOUSHIRO!»
«Oh,
merda, solo lui mancava» sospirò Izzy e poi si
rivolse a quello che avanzava a gran passi «Che vuoi,
Joe?»
«Scusa
l’invadenza, amico mio» Si fermò dinanzi
a loro, prendendo un po’ di fiato «Ma il motorino
mi ha abbandonato in mezzo alla strada, ho caldo, a pranzo un panino al
burro, e adesso? Non ci vedo più dalla fame»
Frankie
rise, mentre Izzy scosse la testa.
«In
sintesi, cosa vuoi?»
«Ecco…
Ho litigato con TK e allora… Beh, è stata colpa
sua, eh? Allora, un calcio sospetto è
partito dalla mia gamba… Ma attenzione, non è
stata colpa mia, ripeto! E’ stata una forza
superiore, per diamine! Dunque, ho sparpagliato i legni per
tutta la spiaggia… E poi sono venuti degli antipatici come
TK e li hanno rubati… Ma non è stata colpa mia,
porco cane!»
Frankie
guardò il suo ragazzo passarsi una mano sulla fronte.
Avevano
faticato tanto a trovare tutta quella legna! E adesso un burino
occhialuto raccontava quella stupida vicenda?!
Non
poteva sopportare quest’ ultima indignazione!
Più
che altro, non poteva sopportare le urla dei suoi cari amici, Matt e
Tai, non appena avrebbe raccontato loro tutto.
Joe stava
al suo posto congiungendo gli indici con fare dispiaciuto.
«Okay»
tentò di stare calmo Izzy, anche se i suoi pugni erano ben
serrati «Ci hanno fottuto tutta la legna, non è
così?»
Il blu
rimase incredulo dal profondo animo pacifista dell’amico.
«Veramente
qualcuno ne è rimasto»
«Davvero?
Allora non siamo poi così nella merda!»
cercò di sdrammatizzare Frankie.
«Qualcuno come
questo» Joe mostrò ai due un
legnetto secco e non abbastanza grande.
«Ah»
Proferì la bionda «Beh, potremmo posare in quattro
e quattrotto le bibite e metterci alla ricerca di altra
legna!»
«NO!»
esclamò Izzy, nervoso «Andrà questo
burino del cavolo a trovare altra legna! E se non ne avrà
trovata entro le 20.00... Dovrà vedersela con l’
ira di Tai e Matt. Io mi astengo»
Il rosso
tirò da una mano la sua fidanzata che rivolse uno sguardo
d’apprensione al Digiprescelto della Sincerità.
Quest’ultimo,
rimasto da solo, indugiò sul dafarsi.
Taichi e
Yamato erano due vere piaghe e avevano un punto a loro favore: le mani.
Quelle mani
erano letali per qualsiasi essere vivente, o animale, o Digimon.
Menavano e
menavano di brutto.
E lui, Joe,
il signorino Joe Kido, non poteva
permettere di essere picchiato da due bambocci di un anno meno di lui.
Perciò,
costi quel che costi, avrebbe trovato altra legna per la buona riuscita
del falò.
Anche se
era come se mancasse qualcosa...
«Santo
Gomamon pontefice!» imprecò spiaccicandosi cinque
dita sulla fronte «Ho dimenticato il
motorino nel bel mezzo della strada!»
Correndo,
riuscì a comprendere perché così tanti
suoni di clacson provenivano dinanzi a lui.
Tutte due
insieme, Takenouchi e Tachikawa, varcarono la soglia della porta in
leggero ritardo.
Erano le
20.30 precise e avrebbero dovuto essere in spiaggia da almeno
mezz’ora!
«Avremmo
preso tutto?» domandò la castana alla ramata.
«Sì,
credo» Rispose quella, dando un’ occhiatina veloce
alla sua borsa.
Mimi si
stiracchiò le braccia, mentre Sora le rivolgeva uno sguardo
interrogativo.
«Cosa
ti succede?» chiese poi.
«Niente,
sono solo un po’ pensierosa»
«Oddio!»
esclamò la ramata, portandosi una mano alla bocca
«Non dirmi che...»
«Sì?»
la incitò Mimi, sorridente.
Forse aveva
capito!
«Ti
senti ancora con Michael?!» esclamò Sora in tono
grave.
Ok, questa
non sapeva da dove le era uscita, ma non voleva assolutamente che
l’amica lasciasse Tai.
Quest’ultima
sbuffò. «Neanche per sogno. Non ci sentiamo da
più di un mese e non ho intenzione di chiamarlo!»
«Brava.
Continua così» Sora riprese a camminare,
silenziosamente.
Possibile
che la sua migliore amica non si fosse accorta di niente?
Mimi
Tachikawa, per la prima volta dopo quasi due mesi, stava subendo una
crisi ormonale di primo stadio. Cavolo, era proprio una cosa ben seria,
allora.
Decise di
lasciar perdere, tanto per non fare allarmare l’altra.
Contraccettivi
e tutto il resto; come se
non lo sapesse.
Aveva una
voglia irrefrenabile di fare l’amore con Tai... Solo che si
sentiva in imbarazzo il solo pensarci, o avvicinarsi nuovamente a lui
dopo tutta quella malizia di poco prima.
Sora, nel
frattempo, guardava l’amica un po’ curiosa. Cosa
significava quel suo atteggiamento?
Era sempre
stata poco entusiasta per quanto riguardava il sesso o robe del genere;
che avesse cambiato idea? Questo non lo sapeva.
Sapeva solo
che le aveva invaso la voglia di farlo con Matt.
Era da un
po’ di tempo che non lo facevano e ne sentiva terribilmente
la mancanza.
Arrivate in
spiaggia, videro quest’ultimo e Taichi imbronciati come due
bambini di sette anni.
«Che
vi prende?» chiese la ramata «Volete un lecca-
lecca?»
Mimi
ridacchiò, mentre i due sbattevano la testa.
«Spiritosa!
Sai che ti dico? Parla per te, Sory!» Tai girò i
tacchi e, scazzato, raggiunse il presunto falò che Izzy e
gli altri ragazzi tentavano di divampare.
«Ehi,
ma neanche mi saluta?!» esclamò Mimi, incrociando
le braccia «TAI, aspetta! Torna qui!»
Dopo che la
castana se ne andò all’inseguimento del fidanzato,
Sora si rivolse al suo che portava ancora quel brutto broncio.
«Amore,
che cos’ hai? E’ successo qualcosa?»
«Sì,
per l’ appunto» Matt sospirò, rassegnato
«Quella gran testa di ca...-narino, non cambierà
mai!»
«Parli
di Tai? Non mi dire che avete discusso di nuovo!» Sora aveva
il tono scocciato. Non voleva assistere ad un’ ennesima lite
tra il suo migliore amico e il biondo.
«No.
E sarebbe stato meglio, credimi»
«Si
può sapere cos’ è successo,
allora?»
«Quella
grande nullità di Joe si è fatto fottere i legni
sotto il naso!» sbottò Matt, pestando un piede
nella sabbia.
«Che
cosa?!» esclamò Sora, incredula.
Merda,
tutta fatica sprecata! Capiva i loro stati d’animo.
«Ma
com’ è successo, diamine? Non c’era
nessun altro oltre a lui?»
«Sì,
mio fratello, ma come al solito si mandavano frecciatine e quella gran
testa di mi..-maiale, ha tirato un calcio abbastanza forte al carretto
che naturalmente ha ceduto, sparpagliando tutta la legna. Cazzo, era un
carretto arrugginito, lo dicevo io di fare attenzione!»
«Mannaggia,
e poi?»
«E
poi, sono arrivati Narciso e la sua banda che glieli hanno soffiati
senza tanti complimenti! Erano in otto, mentre loro solo in
due»
«E’
arrivato chi?» chiese Sora, non avendo capito il nome del
ladro.
Matt
sbuffò, infastidito. «Eizan
Shigetaka detto Narciso, ricordi?
E’ il nostro compagno di scuola, purtroppo, e anche il tuo ex
ragaz-»
«ALT,
ho capito!» lo frenò lei, tappandogli la bocca con
l’indice. Era troppo nervoso, per di più nominare
Narciso non faceva altro che peggiorare la situazione.
Matt
l’odiava fin dal primo giorno di liceo. Il motivo era ben
chiaro, ma anche se la gelosia di lui le faceva più che
piacere, adesso non sembrava minimente il caso.
«Beh,
e allora? Non te lo difenderai, spero!»
«No,
figurati. Sei tu il mio
ragazzo!»
Il viso di
Matt si rilassò notevolmente. Facendo un passo in avanti,
annullò la distanza che c’era tra di loro con un
bacio a fior di labbra racchiudente più di mille parole.
«Per
fortuna» sussurrò lui sulle sue labbra
«Sai come la penso su quel coglione!»
Sora
annuì con un leggero sorriso, passandogli le mani al collo e
cercando nuovamente la sua bocca.
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Capitolo 4 *** Sospetti ***
Dopo aver
spiegato tutta la vicenda a Mimi, Tai si sedette ancora arrabbiato
sopra la tovaglia della sorella.
La sua
ragazza, intanto, cercava di rivendicare lui e Matt.
«Joe,
sei un buonannulla, burino, inetto e imbranato! Se avessi lasciato in
pace una buona volta il povero TK, tutto questo non sarebbe
successo!»
«Senti
Mimis, non ci rompere le scatoline! Vattene con Sorys e lasciami
campare» Replicò il blu, tentando di gettare
legnetti su un presunto falò.
«Smettila
di chiamarmi così!» La ragazza incrociò
le braccia «Sei un danno, Joe! Per colpa tua, Tai
è arrabbiato nero»
«Chiariamo
un punto!» saltò sull’attenti Joe,
lasciando cadere sul fuoco un pezzo di pane.
«Eddai,
cacchio!» esclamò TK, annoiato. Stava buttando
dentro ogni cosa capitasse a tiro!
«Io
non c’entro niente con l’umore nero di Taichi! Se
vuole rovinarsi la vita per dei legnetti, sono esclusivamente fuori dai
motivi!» continuò il maggiore.
Mimi si
grattò la testolina confusa, mentre Tai con le braccia
conserte dichiarava:
«Non
ti sono piaciute le botte, burino di merda?!»
«Oh»
Joe si massaggiò dolorante le tempie e le braccia
«Niente di che»
«Niente
di che?!» Tai saltò in piedi «Vuoi
provarne altre?» strinse i pugni.
«Basta,
dai» Tentò di metter pace TK «Il fuoco,
a modo suo, è abbastanza acceso»
«Non
servirà neanche a cuocere gli spiedini! Facciamo di
più con un fiammifero!» Tai lanciò con
forza una pietra dentro il falò.
«Basta
il simbolo, no?» cercò di confortarlo Mimi,
poggiandogli una mano sulla spalla.
«Basta
un corno!»
Mimi
sbuffò. Perché diavolo se la prendeva con lei,
adesso?
«Ah,
se volevi un corno potevi benissimo dirlo» Joe mise una mano
nella tasca destra dei pantaloncini e uscì fuori un piccolo
corno rosso «Tieni. Scaccia via il malaugurio»
Tai,
arrabbiato, glielo tolse dalle mani e lo gettò nel fuoco che
stranamente divampò.
Poi
girò i tacchi e s’incamminò da
un’ altra parte.
«NOOO!»
urlò il blu, dopo aver visto il suo corno bruciare
«Il cornetto di nonno Shin! Porca merda, chi lo sente
l’altro Shin, adesso!»
«Ma
non era tuo?» chiese Mimi, alzando le spalle.
«No,
era di Shin il grande, porca la
miseria!» si sporse un po’ di più nel
falò «Vediamo se riesco a
recuperarlo... Mannaggia a quel violento di Taichi! La prossima volta
che non chieda corni in giro! Non gliene darò neanche
uno!»
Mimi fece
per girarsi, ma non vedendo il suo fidanzato, sospirò.
«TAI?
Dove cavolo sei finito?!»
Matt e Sora
camminavano abbracciati, scorgendo alla loro sinistra il ragazzo
imbronciato che andava nella direzione opposta alla loro.
«Ma
dove va, Tai?» chiese Sora, mentre Matt faceva spallucce.
«Lo
comprendo in pieno» Disse, solamente.
Sora
lanciò un’altra occhiata al suo migliore amico che
aveva raggiunto la riva del mare.
Poco dopo,
una figura abbastanza esile comparve sul muretto.
Portava dei
grandi occhialoni da sole anche se erano già le 21.00 di
sera. Con tutta la sua grazia ed eleganza, scese rapidamente
la calata che separava lei dai ragazzi.
Gli occhi
di Joe s’illuminarono di gioia.
Era la sua
amata!
Decise di
porre indifferenza.
«Ciao
a tutti, ragazzini» Salutò Luchia, pavoneggiandosi.
«Ragazzina
sarai tu, vecchiaccia in menopausa!» esclamò Joe,
indignato.
«Prima
le dici ragazzina e poi le dai della vecchiaccia... Sei strano,
Joe» Disse TK vicino a lui.
«Senti
TK, i fatti tuoi li hai mandati dalle suore francescane?!»
sbottò il blu, incrociando le braccia.
«No,
te lo dico perché sembri un burinazzo» E
scoppiò a ridere a ruota insieme a Kari.
Joe
voltò la testa incavolato, quando le labbra della
ventottenne si posarono sulla sua guancia.
Il ragazzo,
preso alla sprovvista, barcollò all’indietro.
Incredulo,
si pulì velocemente la guancia malcapitata.
«Dì, Luchia… Sei impazzita? Che
schifo!»
«Oh,
Joe!» Luchia unì le mani romanticamente a
mò di preghiera «Volevo solo salutarti
con sentimento!»
«Sentimento?!»
esclamò, Joe, schifato «Sembri una vacca svizzera
in calore in bilico su delle scarpe con i tacchi! Porca miseria, hai
sbavato sopra la mia faccia! Sai quante persone pagherebbero per
ammirare il mio autentico visino?!»
«Io
darei milioni, tesoruccio mio!» La mora si lanciò
affettuosamente tra le braccia del blu.
Joe rimase
immobile a pensare. Certe smancerie da parte della sua
ragazza… okay, quasi sua ragazza, facevano proprio ribrezzo.
Non era abituato a riceverne, o perlomeno non da lei.
Luchia lo
trattava sempre di merda e anche se, orgoglioso com’ era, non
l’avrebbe mai ammesso al momento gli sembrava veramente il
caso.
Cosa
succedeva alla sua amata ballerina indiana?
Questo non
lo sapeva... Ma doveva liberarsi da lei il più presto
possibile!
Lo stava
soffocando, e per di più non sapeva assolutamente come
comportarsi con le donne.
E dire che
era effeminato, non serviva comunque.
«Non
t’ incavolare Luchy, ma sembri una pianta arrampicante
così. Hai presente Palmon, il Digimon di Mimi?»
«No,
ma posso immaginarlo, cherì»
Rispose quella con la testa affondata sul suo petto.
«Ehm...
Lascia perdere. Piuttosto, non mi dici la solita frase?»
«Quale?
Che sei il mio amoruccio?» Luchia gli scompigliò i
capelli neri con le meches blu.
«Che
con questa capigliatura sembro una cacca. Me lo dici sempre»
affermò Joe, tentando di riportarla alla realtà.
Luchia fece
una faccia grave. «Ma Joe, tesoro mio adorato, come puoi dire
una cosa del genere? Io non ti avrei mai detto questo! Non mi sarei
permessa! Tu sei la mia lanterna di vita, come posso andare avanti
senza di te?»
«Porco
cane, non parlare con queste seghe mentali che mi si moscia!»
esclamò il ragazzo, tentando di allontanarla dalle sue
braccia.
Ma lei
opponeva resistenza saldamente. «E levati dalle
palle!» si lamentava Joe.
«No,
voglio cullarti tra le mie braccia!»
«Maniaca
spudorata! Sloggia via di qui!»
Il ragazzo
eguale a Milhouse spingeva via con forza la donna senza alcun risultato.
«Oddio,
cosa le prende a Luchia?» chiese Kari a Sora e
Matt che avevano smesso di passeggiare.
«Sta
abbracciando Joe! Questa sì che è
bella!» Sora rise, mentre il biondino fece una smorfia
schifata quanto incredula.
«Bah,
certe donne non le capisco»
Mimi,
amareggiata, fece un giro su sé stessa e decise di tornare
al falò.
Il suo
fidanzato non si trovava, e per di più sentiva un certo
languorino allo stomaco.
Mettendosi
in cammino dagli altri, notò una ragazza con una piccola
coda di cavallo che le veniva incontro.
«Ciao,
Mimi!» Frankie la salutò, sorridendo
«Dove stai andando da sola?»
«Cercavo
Tai, ma... sembra scomparso» Rispose lei, sbattendo la
testolina.
Frankie
assunse una faccia interrogativa, dopodiché
proferì:
«Sai,
credo di averlo visto in riva al mare, ma non ne sono certa»
Gli occhi
nocciola della ragazza s’ illuminarono.
«Davvero?
Era verso destra o verso sinistra?»
La biondina
stette a rimuginare fin quando una chioma castana in lontananza la
destò.
«Eccolo,
è proprio lì» Indicò.
Mimi
ringraziò velocemente e, quasi correndo, raggiunse il punto
indicato dall’amica.
Stette
attenta a non far rumore. Voleva fargli uno scherzetto.
Tai stava
seduto, immerso nei suoi pensieri, lanciando ogni tanto qualche
sassolino.
Non
c’è l’aveva ancora per il fatto della
legna rubata, no.
Anche se
nutriva diversi istinti omicidi verso Joe, non l’ avrebbe
portata per le lunghe.
Il fatto
che più lo opprimeva da quel pomeriggio era Mimi.
Insomma, la
sua ragazza non era mai stata così affettuosa da
saltargli addosso in quel modo!
Si
baciavano, sì... Approfondivano i baci e tutto il resto,
facendo qualche preliminare, ogni tanto, ma ancora non avevano fatto
sesso.
Il problema
era lui, lo sapeva. Forse lui non la metteva a proprio agio, o non si
sentiva protetta come si deve.
Ne avevano
parlato un paio di volte, ricevendo sempre la stessa risposta.
Lei non si
sentiva pronta di affrontare quella cosa così grande con
lui, che due mesi erano ancora troppo pochi e blablabla.
Forse il
problema era lui...
Tai si
portò le mani sotto il mento.
Non era un
obbligo. Perché si comportava in quel modo? Non voleva
costringerla a fare qualcosa che non voleva.
D’un
tratto, si sentì baciare sensualmente la parte bassa del
collo.
Con una
fitta al cuore, si voltò verso Mimi che sorrideva divertita.
«Sei
tu» mormorò lui, attonito.
Lei
sorrise, e si sedette accanto dandogli un altro bacio sulla guancia.
«Sei
ancora arrabbiato con Joe?» chiese.
«Meglio
non parlarne!» sbottò Tai, voltandosi
dall’altro lato.
«Eddai,
non fare il difficile!» fece la castana, passandogli un
braccio sulle spalle «Non ne vale la pena»
«Io
non faccio il difficile» Tai stette a riflettere qualche
secondo.
Era meglio
chiederle il perché. Sì, decisamente.
Voleva
constatare se era perché lo voleva veramente o se
c’era dell’altro.
«Senti,
Mims» incominciò un po’ esitante.
«Sì,
che c’è?»
«Ecco,
volevo chiederti... se in questi giorni c’è
qualcosa che non va»
La ragazza
lo squadrò perplessa.
«No,
Tai, non c’è niente che non va. Perché
me lo chiedi?»
«Dico...
Sei sicura?»
«Ma
certo! Non ti fidi di me?» La Tachikawa incrociò
le braccia con aria severa.
Il ragazzo
fece un piccolo respiro di sollievo.
Allora non
lo faceva per accontentarlo!
Prima che
potesse replicare, una mano sopra la sua spalla li destò
dalla loro conversazione.
«Fratellone,
siete entrambi attesi di là. Senza di voi, non
mangiamo» Kari sorrideva sorniona.
Mimi
ricambiò facendo una piccola linguaccia, mentre Tai
alzò gli occhi al cielo di nascosto.
«Arriviamo!»
Interrotti,
o quasi, si alzarono con tutta la loro forza di volontà e,
seguendo la brunetta, raggiunsero i propri amici.
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Capitolo 5 *** Paranoie ***
«Sono
gli spiedini più buoni del mondo, lo sai?!»
Myiako,
detta da tutti la Yolei,
aveva i cuoricini al posto degli occhi. Assaggiava la carne allo spiedo
preparata da Matt e, ogni tanto, lanciava sorrisini maliziosi al suo
fidanzato.
Ken,
rassegnato, ricambiava da almeno mezz’ora senza capire.
Il biondo,
invece, stufo di tutte le chiacchiere di Davis e gli altri amici del
fratello, si rivolse direttamente a quest’ultimo.
«Che
diavolo li hai invitati a fare?» bisbigliò.
TK smise di
parlare con Cody e si avvicinò al suo orecchio.
«Avrei mai potuto dire di no?»
Matt fece
una smorfia, e gettò uno sguardo a Sora che conversava con
Izzy e Frankie.
Voleva
passare del tempo con lei, quella sera.
Voleva
baciarla, stringerla, sussurrarle parole dolci... un po’ come
nei film d’amore, no?
Era vero
che erano cose sdolcinate, ma non succedeva da un po’ e lui
ne sentiva il bisogno.
La
desiderava ardentemente quella sera e l’avrebbe avuta, se
solo quei ficcanaso dei simpatici amichetti
di TK e Kari non si fossero autoinvitati.
Non che
fossero male. Avevano combattuto per Digiworld assieme, pochi anni
prima.
Ma erano
indiscreti, soprattutto Davis e Yolei.
Quei due
erano delle piovre!
«Ehi,
Matt!» esclamò quest’ultimo con una
birra ghiacciata in mano «Come va con Sora? Non vi vedo molto
affiatati!»
Il biondo
represse a stenti la voglia di pestarlo. Evidentemente non reggeva
l’alcool e gli effetti si facevano già sentire.
«Perché
non dovremmo essere affiatati, Daisuke?» disse pronunciando
il nome di battesimo del tinto di amaranto.
«Non
siete seduti vicini. Lei è a Nord e tu a Sud. Carina,
questa, eh?» e scoppiò a ridere.
Matt
incrociò le braccia, gettandogli uno sguardo di fuoco.
Lui e Sora
si amavano, bastava solo questo, no? E se non si erano seduti vicini
era per una buona causa... Forse.
Al dire il
vero non ci aveva fatto caso. Che quel cretino avesse ragione?
Naaah. Lui
e Sora filavano alla grande, insomma... però...
Però, forse era vero.
Non si
cercavano a vicenda, o... Basta! Smise di pensare male dopo che la
ragazza gli rivolse un sorriso bellissimo. Quelli speciali li riservava
solo a lui; era questa una delle cose che lo rendeva felice.
Le fece
l’occhiolino e si concentrò sulla sua birra.
Quell’
idiota di Davis non l’aveva azzeccata.
«LUCHIA!»
l’esclamazione di Joe lo riportò al presente
«Benedetta figlia, stai attenta che ti bruci le
mani!»
La donna
aveva uno spiedino in mano e tentava di abbrustolirlo vicino al
falò.
Alla fine
doveva ammettere che non era venuto tanto male.
«Oh,
Joe... Insegnami tu l’arte dell’ arrosto! Io sono
un’ entità negata!» La morona si
avvicinò al blu che guardò perplesso lo spiedino.
«Ma
buttalo!» esclamò, cavandoglielo dalle mani e
lanciandolo per aria.
«Oh,
Joe! Tu sì che sei un’ entità
esperta!» Luchia scoccò una bacio nella guancia al
ragazzo che aveva preso a masticare.
In breve si
affogò e Tai e Matt, sbuffanti, tirarono pacche e contro
pacche sopra la sua schiena.
«Ecco
cosa succede quando una ragazza lo caga più del
dovuto» Sussurrò il castano al biondo che
annuì.
«Che
diamine avete da confabulare?» mormorò Joe,
mettendo una mano sulle spalle dei ragazzi e facendoli voltare in
un’ altra direzione per non farsi
sentire «Io non c’entro niente!
Si sarà innamorata di me, non credete? Il grande Joe
colpisce ancora!»
«Secondo
me, ha solo bevuto troppo» Scosse la testa scettico Matt.
Il ragazzo
con le meches blu incrociò le braccia indignato.
Perché
mai Luchia non avrebbe potuto innamorarsi di lui?
Eppure era
un bel ragazzo, magro con i capelli neri, le meches blu come riflessi e
degli occhioni come l’ebano!
Ah, e aveva
dei grandi occhiali grigi, ma quelli non c’entravano, no?
«Quanto
avrà bevuto Luchia?» chiese la bionda Frankie alla
ramata Sora e alle altre due brunette.
«Secondo
me, sta male. Non ha mai dimostrato tanto interesse verso Joe. Anzi, di
solito è sempre il contrario. Lui le sbava dietro come un
cane» fece Sora, incredula.
«Magari
si è accorta di essere innamorata di lui!» alle
parole di Mimi, tutte si girarono a guardarla come si guardano gli
insetti.
«Scherzi,
Mims?»
«Perché
no? Potrebbe essere possibile. Non tutti si accorgono di amarsi
subito» Mimi parlava come una che la sapeva lunga.
Ignorando i
numerosi sguardi perplessi di Frankie e Kari, indicò:
«Eccola
che arriva»
Luchia
camminava volteggiando, alzando le mani al cielo e invocando un nome.
«Oh,
mio Jyou! Il mio signorino Joe Kido! Ah,
quanto è sexy!»
«Oddio,
ma quella è messa proprio male!» Sora si
grattò la testa, confusa.
Se Joe era
sexy, il suo Yamato era Eros!
«Luchia,
che ti prende?» la destò Kari, afferrandola da un
braccio.
Lei si
divincolò. «Lasciami, Hikari. Lasciami trovare la
retta via che mi porterà dal mio unico amore. Joe, dove
sei?»
«Ma
guarda che Joe è di là con gli altri!»
le urlò Sora, facendole vedere il punto.
Il blu si
notava chiaramente. Stava camminando a braccetto con TK e aveva un
boccale di birra in mano.
Non appena
la vide avvicinarsi verso di lui, si nascose immediatamente dietro il
biondino.
«TK,
nascondimi e dille che mi sono suicidato, ti scongiuro!»
Il ragazzo
alzò un sopracciglio, ma lo accontentò.
«Caro
Takeru dalle mille risorse, hai adocchiato il mio super
uomo mutanda?»
«Ehm,
non so di chi parli, Lu-»
«Conosci
un uomo lodato da tutti per le sue grandi virtù? Specie
quelle basse» e si leccò sensualmente le labbra.
TK represse
un conato di vomito. Luchia era una ballerina di lap dance, samba,
limbo ecc... E a ventott’anni suonati faceva ancora
quelle smorfie schifose.
Era
abominevole!
«Ehm...
No... Io... Forse, si è... Ecco si sarà gettato
in acqua. Non so... BLEAH!» Il biondino voltò la
testa dall’altro lato, mentre la donna lo salutava con un
bacio sulla guancia.
Si
pulì immediatamente, e pregò Dio che Kari non
l’avesse visto.
«Grazie,
amico mio! Sei un gran bugiardo e per questo sarai sempre il mio
prediletto!» Joe, uscendo fuori, tirò diverse
pacche sulla spalla del ragazzo.
Faceva
così solo quando conveniva a lui, le altre volte lo trattava
di merda, dicendogli di essere antipatico o peggio ancora fanatico.
Altre
volte, come adesso, lo prendeva in simpatia.
«Joe,
grazie per il complimento, ma quella si
annega! Affrontala una volta per tutte e dille che vuoi stare con
lei»
«Ma
glielo dico ogni santissimo giorno! E lei sai cosa fa? Mi dice di
morire suicida!» Joe si sedette per terra con il mento tra le
mani.
TK
sbuffò. Doveva sempre consolare gli altri. Prima suo
fratello, poi Tai... adesso anche il burino.
«Ma
Joe, devi approfittarne adesso! Magari si è accorta che le
piaci. Non senti le parole che dice? Sembra parli a rune!»
«Tu
non capisci. Sei bello, biondo e con gli occhi blu. Io, invece, oltre
ad essere bello non ho
nient’ altro!»
TK scosse
la testa al bello e
pensò sicuramente ad un attacco di nervosismo.
Joe non
aveva mai avuto a che fare con una donna. E guarda caso, si era
innamorato proprio di una molto più grande di lui che faceva
la spogliarellista e la ballerina, tutt’ e due insieme.
Taichi e
suo fratello lo sfottevano sempre extra
vergine e non è che avevano
così torto.
Per di
più, era effeminato e questo non era un punto a suo favore.
Si vedeva anche dal modo in cui lo aveva preso a braccetto poco prima.
«Dai,
amico!» gli mise una mano sulla spalla come segno
d’ incoraggiamento «Vedrai che di questo passo si
metterà con te. E’ solo questione di contegno. Se
smetti di trattarla male come fai di solito, sono sicuro che ti
cadrà ai piedi»
Morta, venne da
pensare al ragazzo. Oddio, stava diventando maligno come
suo fratello Matt e Tai!
«Dici?»
chiese titubante l’altro.
«Sì,
ne sono sicuro. Beh, non al cento per cento, ma quasi» TK
deglutì.
Joe stette
a riflettere. Forse quell’ antipatico aveva ragione.
«D’accordo,
farò come dici» Si alzò pimpante e fece
vedere i muscoli.
«Fatti
un tuffo a mare anche tu e vedrai come farai colpo!»
«Certamente!
Grazie TK, per me rimarrai sempre un fanatico
antipatico, ma i tuoi consigli sono un toccasana!»
Se ne andò sculettante, lasciando il minore degli Ishida a
rimuginare.
Non sarebbe
cambiato mai. Chissà cosa avrebbe combinato con Luchia!
Conoscendolo,
niente di buono.
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Capitolo 6 *** Una nuotata tranquilla ***
Che ne dite?» irruppe d’un tratto Tai «Ce
lo facciamo un bagno?»
«Certo.
L’acqua è caldissima a quest’
ora» Rispose Davis «Se volete fare la
pipì non se ne accorgerà nessuno»
Tai
ridacchiò, mentre Izzy e Matt scossero la testa.
«Che
ore sono? Speriamo non sia tardi, cavolo» Fece il rosso
inquieto, guardando l’orologio che segnava mezzanotte.
«Che
devi fare, Kou?» Tai aveva lo sguardo malizioso
«Frankie accetta queste provocazioni al buio?»
Izzy
divenne dello stesso colore dei capelli, mentre Tai e Matt
sogghignavano.
Davis
invece continuava a bere, facendo di
“sì” con la testa.
«Ma
no, che avete capito... Noi... Insomma, dobbiamo giocare al flipper...
col mio computer...»
«Ti
prego, Izzy, non dirmi che ti sei portato il computer anche in
spiaggia!» esclamò il castano.
Quel
ragazzo era ossessionato di cibernetica. Aveva ragione Joe a
chiamarlo Ufo Robot.
«Beh,
sì. Mi ha convinto Frankie»
«E
quali giochetti col flipper farete? Chi centra la buca?»
Il biondo e il castano risero di gusto.
«No, il
salta e infila!» disse Tai, continuando a
ridere.
Izzy
sbiascicò qualcosa come “pervertiti”,
mentre una voce li destava dalle loro chiacchiere.
«Oh
potente Daisuke dalla chioma ribelle!» Luchia aveva stretto
il braccio di Davis che la guardava interrogativo e spaventato
«Dimmi, dove sta, il mio amato Joe?»
«E
che cavolo ne so io! Magari s’è
ammazzato!» rispose Davis senza alcun tatto.
«COSA?!»
Luchia sembrava sul punto di strapparsi i capelli, tanto scuoteva Davis
«Non puoi dirmi una cosa del genere! Io devo passare il resto
della mia vita col mio amore! L’hai ucciso! Tu l’
hai ucciso, brutto Dio dell’Eterno Supplizio!»
«Oh,
cazzo!» fece Davis, non capendo niente «Tai,
aiutami! Questa non si scolla!»
«Ehm,
Luchia» azzardò il ragazzo, trattenendola dalle
braccia «Joe è lì fuori,
guarda» indicò.
«NO!»
La donna si portò davanti teatralmente un braccio
«Non aggiungere parola! Andrò per la mia retta
via!» e così s’incamminò
verso destra.
«Ma
guarda che quella è la direzione sbagliata!» gli
urlò dietro Matt.
«Lasciala
stare. E’ completamente sballata» Disse Izzy.
Davis si
stava ridestando, visto che la ragazza le aveva buttato la bottiglia di
birra dalla mani e lo aveva bagnato tutto.
«Okay,
ragazzi, sono fatti del burino. Lasciatela vagare»
affermò Tai «Chiamate gli altri e facciamoci un
bel bagno. Sto sentendo un caldo della miseria»
Matt
annuì e Izzy disse: «Okay, vado io»
Sora
parlava con Kari da almeno una ventina di minuti.
La
sorellina del suo migliore amico, ormai non più tanto
piccola, le stava raccontando del suo rapporto con TK con molta enfasi.
«Mi
piace tanto! E’ il ragazzo più bravo e gentile che
conosco! Dio, Sora, sei mai stata innamorata
così?» aggiunse Kari con occhi sognanti.
Sora
gettò uno sguardo a Matt in lontananza.
Oh
sì, se lo era stata. Lo era ancora adesso per precisare.
«Ma
certo, che stupida! E’ ovvio che ti piace un casino
Matt!» La brunetta tirò un altro sospiro.
Sora le
fece un sorrisino d’intesa.
«Tu
e TK siete proprio una bella coppia»
«Grazie,
Sory! Che bello sentirselo dire!» esultò lei
«Anche tu e Matt siete semplicemente fatti l’uno
per l’altra»
Sora rimase
a fissare la sabbia. Era vero ciò che diceva Kari?
Lei non lo
sapeva. Ne aveva passate parecchie con Matt, eppure non era ancora
certa se sarebbe durata.
Voltò
la testa e stette a sentire i discorsi di Yolei e Ken.
«Dai,
andiamo, amoruccio mio» diceva lei «Cosa vuoi che
importi agli altri se non ci vedono per qualche oretta»
«Ma
tesoro, facciamo un tuffo prima. Poi passiamo a cose più
serie, se proprio ti va» Rispose, Ken, rassegnato.
Gli occhi
di Yolei luccicarono di gioia. Si aggrappò al braccio del
fidanzato, esclamando:
«Lo
sapevo che mi avresti accontenta! Ti amo tanto, Ken Ichijoji»
Sora fece
un piccola smorfia. Era una scena divertente quella che le si parava
davanti e non metteva certo in dubbio il loro amore, ma dire
“ti amo” a sproposito era un gesto poco privato.
Subito
dopo, però, si ricredette. Yolei era un po’
pazzerella, era tipico suo urlare ogni cosa ai
quattro venti.
Guardò
Ken dinanzi a lei. Si era fatto un ragazzo possente. Aveva solo
quindici anni, ma era diventato abbastanza alto e robusto.
Un
po’ invidiava quella coppia così bizzarra. Yolei e
Ken stavano sempre insieme, non si staccavano mai un minuto. E
quest’ultimo accontentava la violetta ad ogni suo desiderio o
capriccio.
«Ehi,
venite a farvi il bagno?» sentì dire da Izzy
«L’acqua è un brodo»
«Sì,
andiamo, Sora» Kari la tirò da un braccio e
insieme si avviarono verso la riva.
La ramata,
con la coda dell’occhio, guardava ancora la coppietta felice,
che le seguiva.
Per un
attimo, desiderò essere come loro.
Dopo che le
ragazze e i ragazzi si riunirono in riva al mare, sbucò
fuori Joe seguito da TK.
«Dov’eri,
burino?» chiese Tai, sentendo un odore forte provenire dalla
sua maglia.
«Oh»
Disse semplicemente Joe, gettando un’ occhiatina preoccupata
al biondino che fece cenno di star zitto.
«Che
significa oh? Luchia ti ha rubato la
lingua?» si avvicinò, annusando a fondo la sua
maglietta azzurra.
«Burinazzo
di merda, hai fumato erba?» bisbigliò.
Joe gli
tappò la bocca, e si girò da un altro lato,
mormorando:
«Taci,
o TK mi mozza!»
Tai
tentò di parlare, ma aveva la mano del blu sopra la sua
bocca.
«Hai
capito?»
Il castano
si agitò solamente.
«Ehi,
frocione, hai capito?!»
Quello si
dimenò di più.
«Taichi, ma
ti degni di rispondere, santo cielo!»
Tai gli
tirò un calcio, facendolo roteare e togliendosi la sua mano
dalla bocca.
«Deficiente,
come cazzo facevo a rispondere se avevo la tua manaccia che-»
«No,
sssh, altrimenti Matt mi pesta!» fece segno di zittirsi il
blu, gettando un’ occhiata al biondo.
«Tanto
adesso lo scopre» disse Tai, scotendo la testa scettico.
Infatti
Matt aveva annusato anch’esso la maglietta del fratello che
tentava di scansarsi. Non voleva fumasse così presto e
assiduamente. Il fatto era che non poteva farlo con altri, se non con
Joe o Davis. Quest’ ultimo era mezzo ubriaco e non ne sarebbe
stato il caso. L’altro, invece, era uno che si faceva
corrompere facilmente.
«TK!
Hai di nuovo fumato, non è così?»
domandò con un’ aria severa.
Il biondino
non capiva per quale futile motivo il fratello maggiore avesse
così a cuore la sua salute.
Okay, era
il suo fratellino minore, ma fumava anche
lui, non c’entrava un bel niente!
«Ehm,
Matt» tentò una via di fuga, ma non trovandola,
decise di far finta di niente.
«Non
so di cosa stai parlando»
«Non
fare il finto tonto! Lo sai che non mi sta bene che tu fumi spesso!
Perciò smettila di mentirmi!» sbottò
Matt, mentre il fratello deglutiva.
Aveva gli
sguardi di tutti fissi su di lui. Che fare? Ma era ovvio.
A mali
estremi, estremi rimedi, diceva sempre sua nonna.
Con una
faccia da ebete, scoppiò in una risatina isterica.
«Ma
voi credevate davvero che io fumassi di mia assoluta
volontà, ragazzi? Ma è logico che
c’è qualcosa sotto» si voltò
verso il burino e Tai che lo guardavano interrogativi.
«E’
stato Joe a convincermi! Io non ero d’accordo per
niente» Fece, indicando il blu che lo guardava spaesato.
Sì,
era ufficiale. Stava diventando maligno come
Matt e Tai.
«Ma
cosa misericordia dic-»
«Bravo,
Joe. Ammetti le tue colpe e andiamo tutti a rinfrescarci! E che non
succeda più, intesi? Non si ricattano le persone»
riprendendo a ridere nervosamente, prese dal braccio Kari e la
trascinò in acqua.
Joe stava
per aprire bocca, quando Luchia da dietro le sue spalle lo fece
spaventare dandogli una palpatona sul sedere.
Il ragazzo
urlò, tenendosi il didietro «Ma sei una maniaca o
cosa?!»
«Finalmente
ti ho trovato, amore della mia vita!» si aggrappò
a lui e continuò «Vieni, buttiamoci in acqua con
sentimento!»
«E
torna con ‘sto sentimento!
Lasciami stare!» Joe si dimenò come un pazzo,
correndo avanti e indietro, tentando di scollarsela di dosso.
Gli altri
guardarono la scena divertiti, dopodiché si tuffarono senza
esitare.
Tutti
tranne due ragazze vennero travolti in acqua.
Sora e Mimi
rimasero le uniche sedute alla riva per parlottare. Ciò non
andava bene a Tai e Matt che le guardavano, pensando ad una strategia.
Non si sarebbero mosse facilmente da lì.
Mentre
confabulavano tra di loro, Davis li destò mettendo una mano
sopra le spalle di entrambi.
«Ragazzi,
io e il nano andiamo a caccia di donne. Venite con noi?»
Il moro ed
il biondo gettarono uno sguardo di comprensione al povero
Cody indignato per il nano subìto.
«Non
lo sai che noi ce l’abbiamo già due belle
donne?» ghignò Tai.
Al ragazzo
era sempre piaciuta sua sorella Kari, finalmente sembrava aver mollato
il colpo.
«Ah,
già!» Il finto amaranto allargò le
braccia «Scusatemi, avete pienamente ragione. Ma tanto, si sa
che lo faccio per Cody. Quello una femmina la guarda solo col
cannocchiale!»
«Ehi,
guarda che sono qui!» il ragazzo incrociò le
braccia, lanciandogli uno sguardo truce.
«Oh,
pardon» Davis fece il santarellino, mentre Matt sbatteva la
testa contrariato.
Era un
così bravo ragazzo Cody.
«Adesso
andiamo a girarci tutti i falò della spiaggia e porta i
preservativi!»
Con un
alzata di mano, li salutò prendendo il povero malcapitato
dalla maglietta, ancheggiando a più non posso.
Rimasti
attoniti per diversi secondi, i due amici si risvegliarono da quello
stato di trance e raggiunsero le loro ragazze.
Di
soppiatto, le afferrarono dalle gambe, trascinandole con loro in acqua,
ignorando i numerosi gridolini.
Tai e Mimi
caddero proprio accanto a Frankie e Izzy che, stranamente, avevano le
labbra intrecciate in un bacio mozzafiato.
«Perdonateci,
ragazzi! Tai è così maldestro»
Commentò Mimi, facendo un sorrisino di scuse. Li avevano
bagnati completamente.
Il biondo e
la ramata, invece, si tuffarono accanto ai piccioncini di TK e Kari.
Quando
risalirono, Matt con tutta finezza e comprensione disse
al fratello:
«Fratellino,
hai una faccia da pesce lesso. Rimedia!» e, ridendo,
trascinò nuovamente Sora sott’acqua, unendo le
loro labbra in un bacio da paura. Alla ragazza girò la testa
per qualche secondo.
TK, nel
frattempo, aveva fatto una smorfia. Che colpa ne aveva lui se quando
stava con Kari si incantava ad ammirarla? Sì, era
innamorato, lo ammetteva. Embè?
Non
c’era niente di male se adesso la stava baciando davanti a
Tai. Lui che potere aveva sopra la sorella? Nessuno.
«Takeru
Takaishi-Ishida, o come cavolo ti chiami!» urlò
questo, alcunii metri più avanti «Cosa diavolo
stai facendo con la mia sorellina?!»
I due si
staccarono velocemente e, ridacchiando, scomparvero verso sinistra.
Tai,
serrando i pugni, fece per andarli a raggiungere, quando Mimi lo
fermò sorridente.
«Lasciali
campare, amore» fece «Pensa se mio cugino Mark
venisse ogni volta a romperci le palle!»
Il bruno
rimuginò sulla cosa. In effetti, sarebbe stato molto
fastidioso, irritante e poco intimo.
«D’accordo,
hai ragione, li lascio stare» disse, facendosi scappare un
sospiro rassegnato.
Le donne e
la loro indulgenza femminile... Non le avrebbe capite mai!
Mimi
sorrise e lo prese dalla mano.
«Stasera
voglio divertirmi»
Lui
ghignò divertito e gettandosi addosso la fece precipitare
sulla sabbia bagnata.
«Solo
stasera?» le sussurrò sensualmente
all’orecchio.
Lei gli
accarezzò lentamente la schiena nuda e si lasciò
baciare con una certa urgenza da mettere i brividi.
«Allora?»
chiese Frankie al suo fidanzato «Hai rivalutato la mia
proposta?»
Izzy
guardò la bionda di fronte a sé che sfoggiava un
sorriso ammiccante.
In altre
occasioni, non avrebbe ceduto con facilità a certe avances,
ma adesso era una cosa assolutamente vitale.
Annuì
sogghignando e l’abbracciò calorosamente, mentre
questa gli mordicchiava il collo e accarezzava i capelli.
Poco
più vicini a loro, Joe e Luchia nuotavano sulla stessa
traiettoria. Il blu non sopportava più la sua corte. Okay,
le piaceva, ma non sapeva come comportarsi.
Per di
più sentiva un male cane alla gamba. Aveva colpito contro
uno scoglio.
Attenzione: l’
unico scoglio della spiaggia per l’appunto!
«Smettila
di dire cose insensate, Luchia! Non ti ascolto!»
sbottò per l’ennesima volta.
Cos’
è che gli aveva consigliato un’ oretta fa,
quel fanatico antipatico di T.k?
Ma certo,
doveva trattarla bene! Come aveva fatto a scordarsene!
«Ehm,
Luchia» incominciò, mentre lei sbatteva le ciglia
imperterrita e faceva di tutto pur di mostrare il suo tondo
decolté da dietro il costume leopardato.
«Sì,
mon amour? Dimmi, che c’è?»
«Oh,
ecco... Io... Insomma, se ti va...» tentennò
leggermente.
«Sì?
Continua, oh mio amato dalla chioma blu!» La ragazza gli
accarezzò fastidiosamente i capelli ebano.
«Urgh,
sì... Dunque, dicevo...» Si schiarì la
voce e riprese «Se ti va... Dopo che facciamo il bagno...
andiamo a fare quella cosa che ti
piace tanto»
Gli occhi
castani di Luchia mutarono improvvisamente: le pupille si dilatarono
brillando più del dovuto.
Joe si
spaventò un pochino. Non è che adesso si
trasformava in licantropo come il professor Lupin di Harry Potter?!
«Ma
è una cosa meravigliosa!» esclamò
quella, giubilante «Le mie membra ti accoglieranno
calorosamente, mio divino! Tu entrerai dentro me e mi farai sentire il
fuoco della passione!»
«EH?!»
«Vieni
qui, fatti baciare con sentimento!»
«E
torna con ‘sto sentim-URGH!»
Luchia l’ avvolse in un abbraccio pieno di calore e lo
baciò appassionatamente senza dargli tempo di replicare.
Il burino
spalancò le orbite e in men che non si dica la spinse in
acqua.
«BLEAH,
che orrore! Ma Luchia mia carissima, che cazzolina hai capito?! Io
intendevo quella cosa come
l’ andare a giocare a palla... Non le cose zozze!»
urlò inviperito.
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Capitolo 7 *** Brutti incontri ***
«Cos’ha da urlare Joe?» chiese Sora al
biondo di fronte a lei che alzava le spalle.
«Ormai
passa praticamente la sua vita ad urlare e prendere per il culo. Dio,
quanto mi sento in colpa!»
«E
perché mai?» domandò la ragazza, mentre
lui la faceva sedere sopra le sue gambe. Nel frattempo, nuotavano pian
piano.
«Io
e Tai non siamo riusciti ad attutire la sua caduta col monopattino,
anni prima. Ecco perché adesso si comporta da delinquente,
ha battuto con la testa!» Matt sbuffò.
Era un
mondo infame. Alla fine doveva sentirsi responsabile di un burino
babbuino!
Sora rise
di gusto. Lui venne destato dai suoi pensieri con l’eco di
quella risata così fresca: un toccasana per le sue orecchie.
Lei era
lì. Bella anche da bagnata. Bella come sempre con i suoi
capelli color del rame, che più setosi non si può.
Quegli
occhi color caramello che mettevano in evidenza i suoi sentimenti. Lo
rendeva felice, basta.
Al diavolo
Daisuke e la sua sbornia!
Per un
attimo si fissarono intensamente.
Lei adorava
gli occhi blu del ragazzo. Erano così profondi da poter
scorgere persino la sua anima.
E i suoi
capelli dorati che, Dio, riflettevano anche nell’
oscurità...
Con un
piccolo gesto della mano li accarezzò lentamente.
Le ciocche
bagnate che incorniciavano il volto di Matt, lo rendevano semplicemente
irresistibile.
Per questo
Sora poggiò in un soffio le labbra sopra quelle sue, ma lo
fece piano come per paura di scottarsi.
Lui le
circondò la schiena con un abbraccio e approfondì
il bacio con un insano bisogno.
Passare del
tempo da soli era stato il loro unico desiderio da
un mesetto a questa parte e adesso, forse, si stava
avverando.
O forse
no...
«Yamato!
Vieni a fumarti una pipa?» Tai li
raggiunse, sorridente, ma dopo, accorgendosi di essere incomodo,
aggiunse «Scusate, ho interrotto qualcosa,
piccioncini?»
Sora
alzò gli occhi al cielo, mentre Matt sbatteva la testa con
una smorfia. Mentre quest’ ultimo stava per
ribattere, la ramata lo precedette sul tempo.
«No,
tranquillo» Sorrise con la falsità più
assoluta «Matt, se devi andare, vai! Ti aspetto
dopo»
Si
alzò dalle sue gambe ed uscì dal mare, sbuffando.
Il biondo
la seguì con lo sguardo, ma fu interrotto da Tai che gli
mise una mano sulle spalle.
«Allora,
vieni?»
Matt gli
lanciò uno sguardo feroce, prima di scansarsi ed uscire
anch’ esso. «Sei un emerito pirla»
Tai si
grattò il capo, perplesso.
«Ma
che ho fatto?» si chiese, confuso.
Subito
dopo, Sora raggiunse le sue amiche, intente a chiacchierare.
«Ehi»
la chiamò Mimi, vedendola asciugarsi la faccia con la
tovaglia «Che hai fatto?»
«Niente»
Rispose semplicemente quella.
E niente
per davvero.
Mimi
guardò Frankie, la quale alzò le spalle.
Evidentemente non voleva parlarne, eppure alla biondina era sembrato di
aver visto lei e Matt baciarsi minuti fa.
«Sei
sicura?» chiese questa, un po’ interrogativa.
«Sì,
sì» Disse sbrigativa la ramata, aprendo la
tovaglia e sedendosi sopra.
Mimi e
Frankie si lanciarono un’ altra occhiatina,
dopodiché decisero di proseguire con il loro discorso.
«Guarda
TK e Kari come sono affiatati!» disse Mimi «Secondo
me, quelli finiscono col matrimonio. Si piacciono da parecchio
tempo!»
«Sì,
ma anche Yoley e Ken» Frankie indicò due figure
vicine «Guarda come son divertenti. Lui non sa cos’
altro fare per lei!»
«Senza
contare il tempo che passano assieme, praticamente ogni giorno ed ogni
ora della loro vita» Mimi e Frankie ridacchiarono, mentre
Sora sospirò.
«Decisamente
splendido» commentò, cercando di non farsi sentire.
Ma per sua
sfortuna, la castana se ne accorse.
«Che
cos’ hai detto, Sory?» chiese.
Lei si
contraddisse velocemente. «Niente, pensavo ad alta
voce»
Mimi
incrociò le braccia con un’ espressione
corrucciata. Perché la sua migliore amica non si degnava di
raccontarle cos’ era successo? Che non si fidasse
più di lei?! Oppure, si sentiva a disagio per la presenza di
Frankie?
Ma Frankie
era diventata una di loro, ormai. Non c’ era nulla di cui
preoccuparsi.
«Si
può sapere perché dici bugie?!»
esclamò.
«Io
non dico bugie!» si difese la ramata.
«Certo
che sì. Se c’è qualcosa che non va, sai
benissimo che puoi parlarne!»
Sora fece
per aprire bocca, ma l’altra la precedette.
«E
non provare a giustificarti, perché ormai ti conosco come le
mie tasche! Se stai giù, c’è un motivo,
carina! Un motivo che non vuoi dirmi!»
La castana
era un po’ irritata. Perché non si confidava come
qualche giorno fa?
Non la
voleva più come amica?
La ramata
sospirò. Mimi non poteva permettersi di parlare in quel modo
su una situazione della quale non ne era al corrente. E non voleva
parlarne.
Di fatto,
neanche lei si degnava a spiegare cosa le passava per la testa in
quegl’ ultimi giorni. Non era una sciocca ad ignorare
ciò che stava succedendo con Tai!
«Senti,
Mimi, non farmi la predica quando poi tu sei anche peggio!»
«Perché
dovrei essere peggio?»
«Ti
pare mi sia sfuggito che hai gli ormoni in subbuglio? O pensi che io
sia cieca?»
Sora
incrociò a sua volta le braccia, mentre Mimi rimase un
po’ attonita.
Allora la
sua amica se n’ era accorta. Cielo, che imbarazzo!
D’
altronde, non poteva che avere ragione. Non aveva aperto bocca con lei.
«Oh»
Si limitò a dire.
Frankie,
intanto, le guardava allarmate. Non voleva succedesse un litigio
proprio la notte di San Lorenzo.
«Ragazze,
non perdete tempo in chiacchiere. Piuttosto, sdraiamoci a contemplare
il firmamento. Magari becchiamo qualche stella cadente!»
disse, tentando di calmarle.
«Okay»
Disse Mimi «Sora, scusami, ma se ti va di parlare, io sono
qui. Volevo solo farti capire questo»
Lei
annuì. «Anche io, non preoccuparti»
Si
sorrisero sotto una biondina che tirava un respiro di sollievo. Per
fortuna che le vere amiche ancora esistevano.
Fecero per
sdraiarsi quando una voce le destò dalle loro azioni.
«Ciao,
Sora. Che bello incontrarti qui»
Il tono
familiare fece girare di scatto la ragazza verso sinistra. Il ragazzo
che le si parava davanti, non era uno sconosciuto, anzi. Portava il
petto nudo con addosso un costume scuro e aderente.
I capelli
biondicci gli ricadevano sulla fronte, adornando i suoi splendidi occhi
castano chiaro.
Il
sorrisino a mò di ghigno increspava la sua faccia con un
po’ di arroganza.
«Oh,
ciao Narciso»
Beh, poteva
andare anche peggio.
Intanto i
ragazzi se ne stavano in piedi vicino alla riva del mare.
Ogni tanto
inspiravano qualche boccata di fumo e prendevano a parlottare come al
solito.
Non avevano
argomenti interessanti se non le ragazze.
Ma quella
volta, Joe stava mostrando loro una serie di soprannomi attinenti ad
ognuno.
Detto da
lui a pennello.
«Per
esempio» disse, mostrando un foglietto di carta stropicciato
«Per Sora e Mimi andrebbe bene
l’appellativo troie. Che ne dite?
Secondo me, suona bene»
Tai e Matt
furono scossi da un attacco di tosse. E non per il fumo.
«Cosa?
Come ti permetti?!» esclamò il biondo
«Sora non è una troia!»
«Neanche
Mimi, se è per questo!» lo seguì a
ruota Tai.
I due erano
con le braccia conserte, tanto che Joe dovette deglutire.
«Oh
beh, pensavo che il loro soprannome non fosse nulla in confronto al
vostro»
«Ossia?»
«Beh...»
Joe esitò un attimo, stringendo il foglio tra le mani
«Froci»
I due
ragazzi si spiaccicarono una mano sulla fronte,
sconsolati. Non c’era verso di mettere in testa a
quel burino che loro non erano gay, ma solo amici.
E che erano
fidanzati con due donne, per diamine!
«Poi,
Izzy, lo catalogherei come Ufo Robot!»
Il
rosso sbuffò. «E torni con ‘sto
soprannome?»
Joe lo
ignorò semplicemente.
«Frankie piedi
storti»
«Poveretta,
lei non ha i piedi a banana! Ce li avrai
te, magari!» Izzy gettò il
filtro terminato in un cestino poco lontano.
Il blu
diede una tirata, tossicchiando un po’. «Kari,
invece...» abbassò la voce per farsi sentire solo
da Izzy e Matt «La bona. Ma zitti, mi
raccomando, o Tai mi rompe le costole»
«E
per finire... Rullo di tamburi!» Nessuno si mosse
«Koushiro, ti prego! Sbattiti le mani nel culo e fai il
rullo!»
Izzy fece
come detto, alzando gli occhi al cielo.
PAT
– PAT - PAT
«Bene. Come
ultimo... Ecco a voi...»
PAT
– PAT - PAT
«Ragazzi,
c’ avete una sigaretta?» irruppe
TK, arrivando. Aveva un sorriso ebete in faccia da far quasi paura e
degli occhi rossi.
Suo
fratello alzò il sopracciglio con un’ aria austera.
«Stai
scherzando, TK? Continui?»
«Oh,
ma non è stata colpa mia» Biascicò
abbassando lo sguardo per non farsi leggere la verità nei
suoi occhi azzurri «Lo sai, è stato Joe a
convincermi... Oh, sei qui!»
«Sì,
e ti ho sentito perfettamente, caro fanatico
antipatico!» Joe aveva in viso un’
espressione corrucciata con tanto di braccia conserte «Ti
sembra giusto, incolpare gli altri? Ma chi ti credi di essere? E io che
ti avevo aperto il mio cuore... Bah! Povera
Kari, tempo perso, a toccarti il ca-»
«Kari
non mi tocca nessun cazzo! Non
incominciare!» esclamò TK, interrompendolo con un
certo imbarazzo.
Matt
respinse fuori una boccata di fumo, guardando il fratello divenuto un
po’ amaranto.
Tai,
invece, lo osservava con un misto di curiosità. Che cavolo
combinava con la sua sorellina così piccola,
dolce e indifesa?!
«Ma
io intendevo il cappello. Il tuo cappellino
bianco! Sei proprio uno zozzone!» osservò il
maggiore del gruppo, squadrandolo.
«Perché
mai hai pensato subito a male?» domandò Matt,
rilasciando il fumo nella sua faccia.
«OH,
non è che te la fai con mia sorella?!»
scattò irato Tai, prendendolo dalle spalle «Dimmi
di no, o ti ammazzo!»
TK
deglutì. Non poteva certo dire al fratello della sua ragazza
che da lì a poco a poco avrebbero fatto l’amore.
Anche perché Kari ci teneva tanto a vivere la sua prima
volta con intenso piacere e pacata atmosfera. E suo fratello Matt non
era certo d’ aiuto a salvagli la pelle!
Rise
istericamente. «Ma certo che no, Tai!»
alzò le mani in segno di innocenza «Io non
trascinerei mai Kari in questi tunnel pericolosi»
«La
fai drogare, anche?!»
«Scommetto
che le fai frequentare gente mafiosa e razzista!» lo
incolpò il blu, intromettendosi «Tai non dargli
ascolto! Quest’ antipatico mente!»
Taichi lo
guardò con uno sguardo torvo da far spaventare persino suo
fratello Yamato.
Oddio, e
adesso che s’ inventava?
Kari
avrebbe ammazzato sia lui che l’altro. Il primo, per essersi
fatto scappare il segreto e il secondo per non essersi fatta una bella
carrellata di fatti suoi.
Diciamo
che cazzi suonava
meglio. Cavolo, stava diventando veramente maligno!
Doveva fare
qualcosa... qualsiasi cosa... Anche perché adesso Tai stava
per rivoltargli contro una sberla!
Ma poco
vicino a loro, si propagò una risata frizzante e molto
familiare.
Tai
lasciò perdere TK e si voltò interrogatorio verso
le ragazze in lontananza.
Insieme a
loro c’ era un ragazzo alto e muscoloso che si pavoneggiava,
e metteva le mani alla vita di...
«SORA!»
grugnì Matt con gli occhi sbarrati «Non ci posso
credere!»
«Che
succede?» chiese Izzy, arrivando «Oh, avete visto
quello?» indicò.
«Chi
è? Qualcuno lo riconosce?» domandò Tai,
maledicendo se stesso per non essersi portato dietro il suo fidato
monocolo.
«Certo,
come scordarlo! Adesso mi sente!» gettando il filtro della
canna quasi finita, il biondo camminò a passo svelto,
raggiungendo i due.
«Ehi,
ma si può sapere chi è?» Tai gli corse
dietro. Per diamine, non vedeva bene da un occhio!
«NARCISO,
ecco chi è!» ringhiò Matt,
avvicinandosi «Adesso gli spacco la faccia!»
«E
io ti aiuto» lo appoggiò l’amico.
Dopo che i
due si furono allontanati, Izzy decise di distanziarsi. Non sopportava
le liti e non ne voleva assistere il giorno di San Lorenzo!
Joe, nel
frattempo, guardò sconcertato TK, che ricambiò
senza esitare.
Chi era
‘sto Narciso? E perché Matt se la prendeva tanto?
Un’
alzata di spalle da parte di entrambi ed il blu che offriva la sua
canna al biondino.
«Tieni,
TK» fece, mentre l’altro accettava gioiosamente
«Noi non abbiamo visto un’ emerita sega,
okay?»
Lui
annuì, e insieme si continuarono a fumare allegri come due
fringuelli.
Sì,
TK adorava decisamente fumare.
Anche Joe
senza ombra di dubbio. Solo che dopo quattro anni, non aveva ancora
imparato a farlo come si deve.
Tossì
ripetutamente.
«Che cavolo! ‘Ste giolle intossicano da
morire!»
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Capitolo 8 *** Scontro diretto ***
Sora rise.
Cavolo, Narciso era uno spasso!
Come faceva
Matt ad odiarlo così tanto? Ah già, era il suo ex
ragazzo.
Insomma,
sembrava abbastanza sbandato, non per altro aveva una bottiglia di
birra in mano; ma era divertente come al solito.
Le sue
battutine erano sempre spassose.
Adesso le
aveva passato un braccio intorno alla vita. Lei arrossì un
tantino.
Non era
abituata a questi improvvisi gesti d’ affetto da parte sua.
«Ti
trovo in splendida forma, Sora» diceva lui «Le tue
forme non sono niente male»
Narciso le
strizzò l’occhio ammiccando. Lei fece lo stesso,
ignorando gli sguardi preoccupati e perplessi di Mimi. Non poteva fare
la gatta morta con lui, aveva Matt a due passi!
«Ti
ringrazio, Cisso» ridacchiò la ramata, senza
togliere il braccio del ragazzo dai suoi fianchi.
«E
di che» avvicinando le labbra al suo orecchio, le
sussurrò sensualmente «Sei sempre
bellissima»
Okay. Era
il suo ex con cui aveva avuto la sua prima storia, questo ci poteva
stare.
Ma forse
stava un po’ esagerando. Anche Mimi tentò di
farglielo capire tossicchiando.
Non notando
alcun attenzione da parte dell’amica, afferrò
Frankie e la trascinò da un’ altra parte; se
voleva fare la gattina con quello
che la facesse fuori dalla sua vista.
Narciso,
intanto, sorrise a Sora che divenne sempre più
imbarazzata. La strinse ancora, facendo aderire il suo seno
contro il proprio petto muscoloso.
Oddio, e
adesso? Cosa stava facendo? No, no, non poteva starci come un salame!
Pensò
a Matt. Era il suo ragazzo, cavolo!
Non poteva
starci, non poteva starci... Lei amava solo Yamato Ishida!
Non
riusciva neanche a muoversi, tanto la serrava stretta.
Quando
Narciso affondò la testa sul collo della ragazza facendola
deglutire, qualcosa di brusco lo fece scansare immediatamente con poca
gentilezza.
Matt lo
aveva visto e lo aveva appena spinto con un’ espressione
adirata in viso. Niente di buono.
Narciso
percorse con lo sguardo prima Matt, poi Tai che gli stava dietro e
infine Sora.
«Che
cazzo ci fai tu qui con la mia ragazza, Shigetaka?! Chi ti ha
dato il permesso di avvicinarti a lei?!» Matt era livido di
rabbia e da un momento all’altro sarebbe scoppiato in peggio.
Sora si
portò una mano sulla bocca incapace di proferire parola.
Cavolo,
questa non ci voleva!
Narciso
rise. «Ishida, sempre a rompere le palle? La stavo solo
salutando»
«Ah
sì?!» Matt gli si avvicinò
pericolosamente vicino. Le tempie pulsavano da morire e voleva solo
pestarlo. Solo quello.
«Strusciandotela addosso?!»
«Che
cazzo vuoi, Ishida? Sora voleva altrettanto salutarmi. Devi
dare libertà alla tua fidanzata, no?»
«Libertà,
di che? Brutto stronzo, ti meno, sai? Prima ci freghi i legni del
falò e poi ci provi anche con la mia donna?»
esclamò il biondo, mentre l’altro sogghignava.
Sora
gettò uno sguardo d’ aiuto a Tai che
però non la guardava. Piuttosto, osservava ogni mossa dei
due. Avrebbe dovuto intervenire se ce ne fosse stato bisogno.
«Non
male come idea» diceva intanto Narciso «Toglimi un
curiosità, Ishida. Perché non eri con lei? Avevi
altro da fare, suppongo. E la tua donna,
come tanto dici di essere, non era forse quel da fare?»
Per un
attimo, colpito e affondato, Matt volse lo
sguardo verso Sora che lo fissava con un’ espressione
supplice. Allora quel cretino aveva ragione.
Era lui
stesso, la causa del loro poco tempo...
Se
n’era accorto pure Narciso Shigetaka, mentre lui..
Lui era solo un idiota.
«Shigetaka,
io...» strinse i pugni «Te la faccio pagare. Non
puoi permetterti di giudicare i fatti nostri!»
«Ti
dirò, neanche io accetto volentieri la rude
verità. Ma com’ è che dice sempre la
prof di giapponese? Occhio esterno vede qualunque cosa»
E ghignò odiosamente.
D’
accordo, aveva ragione. Ma chi era lui per fare il cascamorto con
Sora? Era solo un suo ex ragazzo con cui aveva rotto parecchio
tempo fa.
Non aveva
nessun diritto. Non doveva azzardarsi, non doveva...
Senza
rendersene conto, aveva afferrato pericolosamente Narciso dalla
canottiera bianca.
Tai,
allarmato, strinse una mano al polso dell’amico,
trattenendolo.
«Non
fare cazzate, Matt. Lascia perdere» Gli sussurrò
all’orecchio.
«Giusto,
Yagami ha ragione. Ritirati» Lo prese in giro
l’altro.
«E
se adesso ti rompo il naso come la metti?!» Matt, non
sentendo più ragioni, gli mollò un pugno
facendolo cascare nella sabbia.
«BASTA!
Basta, Matt!» urlò Sora, mettendogli una mano sul
braccio «Stavamo solo discutendo, non mi ha toccata, te lo
giuro!»
«E
allora com’ è che ti era addosso?! Possibile che
devi sempre difenderti quest’ idiota?!»
gridò lui, rude «Hai dimenticato che tu hai
un uomo, Sora? E che quest’ uomo
sono io?!»
Lei rimase
perplessa. «Ma io... non credevo che...»
«Non
credevi cosa, Sora? Che ti avrei vista flirtare con Narciso?!»
Questo,
sentendosi nominato, fece per rialzarsi e intromettersi tra i due, ma
Taichi fu più svelto e lo bloccò con una gamba.
«Non sono affari che ti riguardano, Shigetaka.
Sta’ al tuo posto!»
«Io
non ho flirtato con nessuno. Matt, lo sai che...»
«Cosa?
Che cosa so?!» Matt la guardò con un’
espressione che non prometteva niente di buono.
A Sora le
si strinse il cuore. Il suo fidanzato era arrabbiato con lei.
Si tenne il
petto con le mani ed in breve parecchie lacrime solcarono il suo viso.
«Tu
lo sai... lo sai... Lo sai che amo te. Lo
sai» singhiozzò.
Il biondo
rimase attonito per un paio di secondi. No, perché piangeva?
Non voleva vederla piangere, non era sua minima intenzione.
Anche
lui l’ amava, per favore,
lo sapeva anche lei.
«Sora»
tentò di levarle le mani dalla faccia, ma lei si
dimenò.
Narciso
rideva istericamente, mentre il castano lo teneva ancora per terra.
Oh no, e
adesso?
«Sory,
non piangere!» esclamò Tai, lanciando uno sguardo
di rimprovero al biondo.
Non se la
sarebbe dovuta prendere con lei! Quell’ imbecille di
Narciso non sembrava nemmeno in sé, per di più!
«Ehi» sussurrò
Matt incapace di fare altro. Tolse le mani che le coprivano il viso e
le strinse tra le sue
«Guardami,
per favore. Guardami, o faccio una sciocchezza»
«Questo
ci manca» borbottò l’amico scotendo la
testa.
Tutte lui
le doveva sentire! Prima pesta il rivale, poi s’ ammazza.
Matt gli
fece segno bruscamente di zittirsi, visto che Sora aveva appena alzato
i suoi bei occhi nocciola e lo guardava. Lui gli fece un sorriso
incerto e le accarezzò una guancia, cancellando con un dito
quella brutta riga di lacrime.
Prima di
poter proferir parola, una ragazza alta con degli scuri capelli
ondeggianti, si avvicinò alla combriccola scrutandone
affondo i componenti.
Un sospiro
grato e si avvicinò a Narciso, prendendolo da un braccio.
«Ecco
dov’ eri finito, Cisso!» esclamò la
ragazza, mentre Tai le gettava uno sguardo disorientato.
«Scusatelo,
ragazzi. Ha avuto una giornataccia. Pensate che ha trovato la legna per
il falò in soli dieci minuti! Straordinario, eh?»
Sora e Matt
si voltarono verso la loro compagna di classe che sorrideva
con Shigetaka appoggiato sopra di lei. Era sbronzo, e
solo adesso Matt concepì l’ idea.
«Miya»
la chiamò la ramata, asciugandosi per bene le lacrime
«Non preoccuparti»
«Ehi,
Miya!» fece Tai, venendole di dietro. Doveva ammettere che
era alta quanto lui!
«Quest’
idiota ha rubato la nostra legna! Ecco perché se
l’è procurata in soli dieci
minuti!» incrociò le braccia, mentre Miya spostava
lo sguardo sconsolata da Narciso agli altri due.
«Mi
dispiace, ragazzi. Non capisco, cos’ abbia. Da un paio di
giorni, ha assunto un atteggiamento ostile»
spiegò, sospirando «E’ sempre nervoso e
a volte parla anche da solo. E’ diventato di una
suscettibilità fuori dal comune. Ah, molla la birra, Cisso!
Torniamo al falò» la moretta scacciò di
mano al biondo la lattina di birra.
«Scusate
se ha combinato qualche danno» disse ancora, notando il volto
bagnato di Sora e lo sguardo vacuo di Matt «Lo porto via
subito»
«Miya
mia» si lamentò Narciso con il braccio intorno
all’ amica per reggersi meglio «Me lo compri un
preservativo alla banana?»
Miya
impallidì, mentre Tai sbatteva la testa con un ghigno.
«Vuoi che te lo regali io, Shig? Purtroppo ce l’ ho
alla fragola. Se ti accontenti di un gusto qualsiasi»
Narciso gli
concesse una smorfia irritata. Miya, invece, alzò le spalle
verso il castano.
«Non
lo badare, Tai. Ormai ci sono abituata, conoscerlo da quasi sedici
anni, impara qualcosa. Ma... Ehi, Sora, tutt’
apposto?» chiese alla ragazza che tirava su col naso.
«Sì,
è okay»
Miya
annuì poco convinta. «Beh, vi saluto. Ci vedremo a
settembre tra i banchi della V B, ennesimo ed ultimo anno di liceo.
Beh, ciao, e scusate ancora per la legna!»
«Ciao,
Sora!» agitò la mano Narciso, mentre Matt alzava
lo sguardo furioso «Sei un vero schianto!»
«Cammina,
Shig! Sei proprio un cretino!» e così, a fatica,
Miya Panagachi levò le tende insieme al suo caro amichetto
che lanciava ancora frecciatine all’ Ishida.
Rimasti in
tre, quest’ ultimo non rivolse sguardo a nessuno; piuttosto,
girò i tacchi e si allontanò lentamente.
Basta,
doveva pensare. Stava rovinando la vita a Sora,
così. E non voleva rovinare la vita alla donna che
amava.
Tai si
avvicinò alla sua migliore amica e le posò un
braccio intorno alle spalle.
«Sta’
tranquilla, Sory. L’ ha fatto per te. Ti ama e lo
sai»
|
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Capitolo 9 *** Riconciliazioni ***
Dopo che
Sora si fu allontanata forse a raggiungere Matt o magari a suicidarsi,
Tai superò Luchia che tentava ancora di baciare Joe e
arrivò a sua destinazione: Mimi Tachikawa stava seduta a
pettinarsi i lunghi capelli.
Le si
sedette di fronte, accennando un sorriso, mentre lei sentendosi
osservata smise subito di trafficare.
«Tai!»
esclamò «Mi hai spaventata!» si tenne il
petto con le mani.
«Stai
sempre a prepararti?» si avvicinò lui,
accarezzandole una guancia «Saresti bellissima anche con uno
straccio»
Mimi
arrossì leggermente.
«Sei
un adulatore. Non uscirei mai con uno straccio»
Il castano
si passò una mano tra i capelli ribelli.
Già,
la sua ragazza amava così tanto la moda da far spavento. Per
esempio, proprio in quel momento indossava un costume color pesca con
delle rifiniture bianche ai lati. La gonna lunga verde le ricadeva
pacatamente sulle cosce e il cappellino di paglia era posato in borsa,
ma non mancava.
Non era
forse fashion come sempre?
Il ragazzo,
invece, portava solo un costume rosso bermuda con delle strisce gialle;
sembrava troppo scontato in confronto.
Mimi fece
per avvicinarsi alzando la mano. Ancora una volta, sentiva una strana
sensazione.
Il
desiderio di toccarlo, di assaggiarlo si
fece vivo in lei.
Gli
spostò delle ciocche di capelli e, con lenta calma, con
assoluta tranquillità, gli prese il viso tra le mani e lo
baciò. Tai mise una mano sulla sua nuca e
l’ attirò di più a sé, senza
staccarle le labbra di dosso.
Tai era
buono, e Mimi voleva assaporarlo ancora.
Il bacio si
fece più irruento. Le lingue dei due si impegnavano in una
piacevole lotta che non sembrava avere fine.
E la
ragazza voleva fare aderire i loro corpi, voleva sentirlo…
Oddio, forse stava diventando un po’ pervertita,
ma non era questo ciò che importava. Sentiva di voler fare
l’amore con lui, a qualunque costo.
In breve,
si lasciò completamente andare. Pareva che le forze fossero
andate via dal corpo, e che le stelle sopra di essa fossero
l’unica atmosfera presente.
Tai in un
attimo fu sopra di lei, ma l’accarezzava piano, quasi
ingenuamente. Era la paura di farle del male.
No, lei
voleva di più. Lei voleva lui. Lo voleva con tutte le sue
forza, quasi lo bramava e adorava.
Mettendogli
le braccia al collo, tentò di spingerlo con maggior vigore
su di essa. Aprì il bacino facendolo incastrare
perfettamente.
Era dunque
questo ciò che voleva la sua ragazza. Tai si diede dello
sciocco. Pensava di non essere all’ altezza...
Credeva che lei non lo volesse e invece...
Lei lo
desiderava con tutti i suoi stremi.
Preso da
un’ondata di calore, sorrise birichino,facendo scivolare le
mani sopra la sua lunga gonna.
«Questa
la gettiamo via, che ne dici?»
Mimi si
morse il labbro, vogliosa. «Non solo quella, ti
prego»
Sembrava
una supplica.
Quasi
pareva una preghiera.
«Stringimi,
Tai» sussurrò la castana, poggiando la testa sopra
l’incavatura del suo collo.
E Tai stava
per farlo, prima che la suoneria di Sakura Kiss non
si espanse dal taschino della borsa di lei.
Cielo, non
proprio ora!
Il ragazzo
fece finta di non sentire la musichetta, continuando a baciare il collo
della castana che però, suo malgrado, tentava di alzarsi.
«Tai...
Il cellulare, caspita»
Sospirando,
si alzò da sopra di lei «D’accordo,
rispondi» fece, grattandosi la testa.
Non era mai
il momento giusto, per diamine!
Lesse il
mittente: era quel guastafeste di suo cugino!
«Sì,
Mark» Mimi alzò gli occhi al cielo, sbuffando
«Cosa vuoi? No, che non sto fumando! Non sto neanche bevendo
alcolici, se per questo!» esclamò, gettando via
una bottiglia di vodka.
«Sì,
va bene. Ma cosa cavolo hai chiamato a fare se sapevi che non sarei
tornata a casa prima delle 8.00!» fece fulminea, non
lasciando tempo al cugino di parlare.
Voleva
riprendere ciò che aveva spezzato.
Tai la
guardò con dolcezza. Caspita, stava liquidando suo cugino in
quattro e quattr’otto!
«Okay,
ciao. Che diavolo c’è, ancora?!»
sbraitò la ragazza, facendolo sobbalzare.
Dopo avere
sentito quel “Passami Taichi, devo dirgli un paio di
cosette”, Mimi fece una smorfia preoccupata.
«Cosa
devi dirgli? Dillo anche a me! Uff, okay, te lo passo,
rompipalle!» La ragazza avvicinò il cellulare
all’ orecchio del fidanzato.
«E’
Mark» Bisbigliò con tono grave.
Oh, cazzo!
E adesso cosa voleva il cugino rampollo di
Mimi? Non violava abbastanza la loro privacy?
Oppure… no...
Li aveva
visti, forse?!
Si
guardò intorno. Eppure non c’ era quasi nessuno
nei paraggi. Erano isolati e gli altri ragazzi erano tutti per
i fatti loro.
«Ehm...
pronto, Mark, sono Ta-»
«Sì,
so benissimo che sei Taichi!» Esclamò il
ragazzo dall’ altro filo «Senti, volevo
dirti...»
“Ti
ho visto con mia cugina, adesso ti ammazzo!”
“Giù
le mani da Mimi!”
“Bastardo,
ti pesto!”
Quali dei
tre? Pacato o arrabbiato?
Merda. Tai
deglutiva pensando al peggio. Adesso gli avrebbe fatto una strigliata
telefonica di quelle che non riceveva da una vita, da quando
aveva perso Hikari per strada.
Sua madre
gliene urlò di tutti i colori; e alla fine sua sorella era
solo con le sue amichette al parco.
«Beh,
Taichi, che ne dici di passare due-tre volte alla settimana a lavarmi
per benino l’auto, eh?» chiese
sogghignando Mark.
Il castano
spalancò gli occhi, mentre Mimi gli faceva cenno con la
testa preoccupata.
«Cos-?»
«Sì,
carino. Avevi detto che avresti fatto qualunque cosa pur di lasciarti
uscire con la mia cuginetta senza interferire! Perciò, mi
devi un favore e forse altri cento, ti pare?» Mark
schiamazzò come un matto.
Tai,
però, tirò un sospiro di infinito sollievo. Non
sapeva nulla, grazie a Dio! Certe fantasie doveva tenersele
sempre e solo per sé!
Non potette
che accettare a malincuore.
Restituendo
il telefono a Mimi, disse:
«Tuo
cugino ci tiene d’occhio, ma me ne sbatto!»
«Che
ti ha detto?» chiese lei preoccupata.
Lui
sogghignò, e si avvicinò pericolosamente. Mimi,
gli lanciò uno sguardo abbastanza malizioso,
dopodiché pian piano si sdraiò sotto di lui senza
opporre alcuna resistenza.
Le mani del
ragazzo scivolavano complici sopra le sue cosce, arrivando fino a un
punto preciso dell’ inguine per poi tornare di sotto.
Come se si
fosse bruciato.
«Che
ti importa di quello che mi ha detto?» le mormorò
all’ orecchio, percorrendo con le labbra una lunga
traiettoria dalla base del suo collo fino all’incavo.
Mimi si
lasciò scappare un gemito.
«Tai»
disse con la voce sommessa.
Il ragazzo
si fermò, interrogativo.
Paura?
Voglia di
tirarsi indietro?
«Facciamolo,
ti prego... Voglio fare l’ amore... Voglio farlo con te!»
E Taichi
non desiderò altro che assaporarla fino
infondo.
Fin quando
i loro corpi non sarebbero diventati una cosa sola.
Quasi
correndo, Sora raggiunse il punto dove il suo ragazzo si era appartato.
Tipico di
lui e Taichi lanciare sassolini a mare quando erano nervosi o peggio
ancora arrabbiati neri.
Senza che
lui se ne accorgesse, arrivò alle sue spalle investita da
un’arietta fresca tipica di quelle parti. Strinse di
più con le braccia il pareo che aveva usato come coprispalle.
Non sapeva
che dire.
Uffa,
perché era sempre così precipitosa? Tai glielo
diceva sempre.
Senza
pensare a come scusarsi o magari chiamarlo, lo strinse da dietro la
schiena affondando la testa sul suo collo.
Appunto.
«Perdonami,
ti prego» sussurrò con la voce sommessa dalle
lacrime.
A quel
tocco, Matt smise di lanciare pietre irrigidendosi un po’.
Subito
dopo, si rilassò e mise una mano sopra quella della ragazza
che lo teneva serrato.
Per paura
di perderlo.
«Promettimi
una cosa» disse sospirando.
Sora
alzò la testa guardando i suoi capelli color
dell’oro; le parve di vederli brillare più di
prima.
«Non
piangere»
Lei
alzò appena la testa da sopra il suo collo, annuendo. Poi
incominciò a baciargli la schiena quasi innocentemente. Il
biondo socchiuse per un attimo gli occhi, dopodiché disse:
«Credevo
non ci amassimo abbastanza»
«NO!»
esclamò lei con ancora gli occhi luccicanti
«L’ ho creduto anch’ io, ma...»
Deglutì
a fatica, posando nuovamente la testolina sulla sua spalla.
«Oh,
Matt... Non pensiamo mai più una cosa del genere!»
si accostò vicino a lui e gli prese una mano «Non
voglio pensare di non amarti»
Matt si
passò la mano libera sui capelli.
In fin dei
conti, era stata anche colpa sua. Era stato lui ad andarsene con il suo
amico Tai lasciandola da sola.
«Dì
la verità» fece, guardandola intensamente negli
occhi «Sei andata con Narciso, perché ce
l’ hai con me? Perché ultimamente passiamo poco
tempo insieme?»
Sora
spalancò gli occhi lucidi.
Narciso non
era niente in confronto al sentimento che provava per
lui. Verso lui nutriva un amore
inspiegabile, quasi fuori dalla norma. Qualcosa che
non avrebbe mai potuto immaginare anni fa. Era qualcosa come la droga.
O forse
più forte di essa.
«Io...»
balbettò «Non lo dire. Non dirlo affatto,
io… Non so come spiegarti…»
«Dillo
come ti pare»
«Va
bene, ma devi credermi» Affermò «Devi
credermi quando dico che ti amo. Narciso è solo un mio ex,
non mi fregano le sue battutine o i suoi sorrisetti
intriganti»
L’
Ishida alzò un sopracciglio. «Non ti stava
simpatico?»
«Infatti
è così!» esclamò lei.
Lo sguardo
di Matt la fece raggelare e subito si contraddisse.
«O
almeno è così quando non ci fa litigare»
«Senti,
Sora» irruppe il ragazzo dopo aver gettato un’
occhiatina a Davis e Cody che stavano tornando con due ragazze
«Non mi va di litigare con te e-»
«Ma
noi non dobbiamo farlo»
«Aspetta,
fammi finire» La ramata annuì dopo il cenno di
quest’ ultimo «Odio litigare con te esattamente
come odio Narciso»
Sora
alzò gli occhi al cielo. Non pretendeva che
l’ adorasse, ma una
semplice sopportazione andava bene.
Yamato
Ishida era la persona più cocciuta che avesse mai conosciuto.
A parte
Mimi, naturalmente.
«Ti
ripeto che non mi frega se-»
«Lo
so, lo so» le poggiò un dito sulla bocca,
zittendola «Ti credo, stai tranquilla. Ma su una cosa non
puoi darmi torto»
«Ovvero?»
Il ragazzo
sospirò lanciando un sasso in acqua.
«Quel
rompipalle è ancora innamorato di te!»
Silenzio.
Le voci di
Davis e della sua imbucata si sentivano in lontananza.
Sora
sbatté ripetutamente le ciglia. Okay, il suo fidanzato stava
rimbambendo.
Stava
diventando paranoico pessimo e non era una cosa buona, si disse.
Narciso si
era appena lasciato con una ragazza di nome Katisha, una
dell’ ultimo anno; una compagna di Jun, insomma. Non era
possibile questo.
«Scherzi,
Matt?!» esclamò con una nota di meraviglia
«Cisso ha appena rotto con Katisha! Diceva di trovarsi bene,
come puoi…»
«Cisso?»
calcò il ragazzo, gettandole un’ occhiataccia.
«Ehm...»
farfugliò lei «Sai,
l’abitudine»
«Una cattiva
abitudine» ribatté duro.
«D’
accordo, scusa» Cantilenò Sora, sbattendo la testa
sconsolata «Ma la tua affermazione non ha né capo
né coda. E’ assurdo che lui sia ancora innamorato
di me dopo un anno»
«Io
lo sarei» Ammise Matt «E poi, lo so. Lo so da come
ti guarda e da come cazzeggiate»
«Guarda
che io e lui non cazzeggiamo!»
«Sì,
che lo fate. Vi ho pescati molte volte a scuola» L’
ammonì lui «E se per questo fate anche
altro»
Oddio,
questo era veramente troppo. Una cosa è ipotizzare,
un’ altra è incolpare.
A lei non
fregava nulla di Narciso, proprio no. Era vero, le stava simpatico ed
era anche carino, ma non provava più niente dalla fine della
loro storia.
Adesso Matt
stava esagerando!
«Dimmi,
tu non cazzeggi mai con quella
poco di buono di Ai?» rinfacciò con sarcasmo
«Oppure è una mia impressione?»
«Cosa
c’ entra questo? Io e Tai la prendiamo sempre per il culo, lo
sai»
«Certo,
anche quando vi siete fatti la fotina insieme»
Matt fece per aprire bocca «Ed eravate solo tu e
lei!»
«Mi
ha pregato. E’ sempre la solita, la conosci» si
difese lui.
Figurarsi
se gli interessava una senza cervello come Ai, la loro compagna di
classe. Non sapeva nemmeno le tabelline. Per di più,
riempiva una terza di reggiseno finta per
fare un po’ la gnocca.
Ebbene
sembrava uno gnocco. Bassa, tozza e con un
enorme neo peloso vicino alle labbra. Occhi verde muco o
giù di lì e capelli cespugliosi tenuti legati da
due ferrettini.
Insomma,
una vamp svampita.
«Certamente!»
sbottò sarcastica Sora «Abbracciati con lei che
faceva finta di darti un bacino piccino sulla guancia»
Voltò
la testa dall’altro lato, senza proferire più
parola. Qualcuno diceva che la gelosia non era una brutta, ma
una grave malattia.
Ah
sì, la sua prof di religione. Forse aveva ragione una volta
tanto.
Matt
ridacchiò sbattendo la testa, mentre lei infastidita
lanciava una sasso parecchio grande a mare.
«Okay,
perdonami» Cedette lui «Ma vogliamo mettere Narciso
con Ai? Non ci sarebbe paragone!»
«Non
credo proprio»
«Oh,
sì» Ribatté il ragazzo
« Shigetaka biondo con gli occhi chiari,
alto, muscoloso. Ai, invece, castana, con gli occhi smorti, bassa,
cicciotella. Ah, e con una terza falsa. Mettiamo il
confronto?»
«Adesso
giudichi gli altri maschi?» ignorò le sue
osservazioni la ramata.
«No,
non ci penserei nemmeno. Secondo me, Narciso fa schifo»
Disse facendo una smorfia «E’ solo un biondo
tinto»
«Come
te»
«Io
non sono tinto e neanche gay se
per questo» Incalzò pensando al nominativo
affibbiatogli da Joe
«Anche
se il mio preferito rimane sempre Tai»
La
Digiprescelta non si trattenne dal sogghignare.
«Allora
un po’ lo sei»
Matt la
divorò per un secondo con lo sguardo.
Grande
bestemmia.
In un
attimo si mise a cavalcioni sopra di lei, sfiorandole le labbra.
«Proviamo?»
chiese con aria di sfida.
Sora
sentì il petto bruciare. Certo, certo che proviamo.
«Mmh,
non so.Vedi tu»
«Chiudi
gli occhi»
E sorrise.
Un sorriso caldo che le fece sciogliere il cuore.
Senza avere
il tempo di fiatare, o per lo meno fare qualche altra cosa,
sentì la propria lingua scorrere come un turbine insieme a
quella del ragazzo che era entrata ignorandone il permesso.
Permesso
gradito.
Sora lo
attirò verso di sé, mettendogli le braccia al
collo e tenendo sempre gli occhi chiusi come detto.
Mollandosi,
Matt fece passare la sua mano sotto il pareo che le stava addosso,
accarezzandole la pancia, facendole sentire un brivido di piacere.
Attuando la
stessa cosa per le cosce, risalì un gradevole percorso con
la lingua fino ad arrivare al collo e baciarlo vogliosamente.
La ragazza
si morse il labbro inferiore.
Fece in
tempo a passargli una mano tra i capelli, quando questo
sussurrò:
«Se
mi vuoi dimmelo»
«Oh,
sì...»
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Capitolo 10 *** Desideri avverati ***
«Qui,
TK?» chiese la più piccola di casa Yagami con un
sorrisetto malizioso. Takeru l’ avvolse in uno dei suoi
abbracci speciali, quelli che riservava appositamente per “la
sua Hika-chan”, come diceva lui.
«Concediamoci
una pazzia» rispose, dandole dei piccoli baci sul collo.
Lei lo
lasciò fare. «C’è mio
fratello. E anche il tuo» gli ricordò
«Chi
se ne frega» rispose il biondino, spostandole una ciocca
prepotente dal suo candido viso «E’ importante per
noi. Non ci dissuaderanno tanto facilmente»
Kari gli
aveva concesso un sorriso. Quel ragazzo era adorabile.
«Adesso
vieni» la prese per mano e la trascinò dietro un
muretto nascosto dalla vista di tutti.
«Qui
non ci beccheranno» fece TK «A meno che qualcuno di
noi due non faccia la spia»
Ridacchiarono
per quell’ assurdità e pian piano incominciarono a
distendersi sulla sabbia.
I baci di
TK si fecero più irruenti e Kari sentì
il suo corpo appoggiato al proprio.
Un brivido
le percorse la schiena.
Non aveva
mai fatto l’ amore prima di allora, ma di una cosa era certa:
era lui quello giusto.
Lo capiva
da come la toccava, da come la baciava. Era il suo ragazzo,
era suo.
Lo strinse
di più, lasciandosi scappare un piccolo gemito.
«Che
c’è amore?» chiese premuroso lui.
«Ti...
Ti amo» Hikari non aveva assolutamente pensato di dirlo.
Era stato
il suo cuore a parlare, a sprigionare i suoi sentimenti.
La
verità era che lo amava da sempre.
Fin dai tempi di Digiworld.
Un
sorrisetto compiaciuto s’increspò sulle labbra del
giovane «Anch’ io e non sai quanto»
«Oh,
merdaccia!» esclamò un ragazzo occhialuto
«Quei due tra poco si scopano! Meglio levare le
tende»
Joe
scappò via da dietro quel muretto dove era andato a spiarli.
Takeru e
Hikari, due ragazzini.
I fratelli
dei temuti Yamato e Taichi.
La coppia
per eccellenza.
La speranza
e la luce.
Okay, avete
capito. Stavano facendo cose poco caste... Era... era...
Era
assolutamente inaudito! Insomma, lui, Joe,
diciannove anni, un partito di classe, per la miseria!
Lui non
aveva fatto sesso con nessuno.
Uffa, che
cav- inciampò come un salame sui suoi stessi piedi prima di
riuscire a pensare ad altro.
«Santo
Gomamon papa!» imprecò tenendosi da un barca in
modo tale da rimettersi in piedi «Non me ne va bene una!
Prima non scopo, poi cado, poi...»
«Uhm,
Izzy»
Il ragazzo
si zittì in un istante, abbassandosi.
«Izzy,
ti prego continua»
Il blu si
grattò la testa. La voce proveniva da quella barca che se
non errava era la sua. Insomma quelle iniziali “ J.K”
ne erano la prova.
La voce
femminile inoltre non gli era nuova, sembrava quella di...
«Frankie»
pigolò qualcuno.
Ma,
allora… Frankie e Izzy?
Izzy e
Frankie?
Koushiro e
Frajiko?
«NO!»
esclamò rimettendosi immediatamente in piedi «Ce
l’ avete tutti con me, non è giusto!»
«Ma-»
«BASTA!»
urlò, correndo a più non posso «Sempre
a fare le cose zozze! Io non vi sopporto più!»
«Joe,
amore! Sono qui, vieni a prendermi»
Luchia gli sbarrò però la strada con il pezzo di
sopra del bikini slacciato «Guarda che bocce,
tesoro! Con queste, sperimenteremo l’ arte
dell’ amour»
«Lasciami
stare con questi amour e arti!
Voglio tornare a casa da Shin!» si dimenava lui, mentre la
ragazza lo trainava dietro una barca.
Le urla si
affievolirono dopo circa cinque minuti, sostituiti da delle grida di
piacere.
Okay, forse
il signorino doveva ricredersi.
E
tiè, non era più extra-vergine!
Izzy e
Frankie alzarono la testa perplessi.
«Chi
caccia queste urla disumane?» chiese lei.
«Boh,
nessuno d’ importante»
«Okay,
allora» La biondina ammiccò, baciandogli la
schiena nuda «Stavamo facendo?»
Lo fece
stendere sulla barca posizionandosi di sopra, mentre lui gettava
qualche mugolio.
«Un
momento, fammi finire la partita al flipper!»
«Lyna!
Tyna! Venite qua!» urlava Daisuke, alzando in aria la
bottiglia di birra a mo’ di trofeo.
Le due
sorelle imbucate si lanciarono uno sguardo perplesso.
Cody
sospirò. «Possibile tu debba andare sempre su di
giri? Non basta quando sei sobrio?»
«Sta’
zitto, nano!» Sbottò però quello
«Piuttosto, che ne dici se ce le scambiamo, eh?»
«No,
a me va benissimo Lyna» Rispose Cody, voltando la testa
dall’ altra parte «Prenditi ciò che
è tuo»
«Infatti!»
sbottò Davis, prepotente «Perciò Lyna
adesso è mia» Le mise una mano in spalla,
sorridendogli.
La ragazza
alzò le spalle, mentre Tyna le rivolgeva uno sguardo di
fuoco.
Per
diamine, Cody era più basso di lei!
«Ebbene, sai
perché mi faccio chiamare ‘ Davis ’
?» domandò il finto amaranto all’ altra
ragazza che volgeva sguardi d’ aiuto verso la sorella.
Ma
perché cavolo avevano accettato la corte di quei due? Almeno
Cody, era più tranquillo.
«No,
ma-»
«Perché
io adoro categoricamente Miles Davis, il compositore e trombettista
jazz degli Stati Uniti! Un vero mito! Vieni, ti racconto la
storia»
«No,
io-»
«Dunque»
si schiarì la voce «Miles Davis nacque ad Alton,
il 26 Maggio del 1926. Aspetta, non ricordo quand’
è morto, però!» Si mise a rimuginare,
dopodichè arrivò alla conclusione «Bah.
“Per me la musica e la vita sono tutta una questione di
stile”. Questo era il suo e mio
motto! Sono un mito, lo so»
Cody
sospirò. «Il fatto che si facesse chiamare
‘ Davis ’ per un compositore, questa ancora non la
sapevo»
Cosa
combinava quel pazzo di Daisuke? Venne da pensare a Mimi, sentendo le
sue urla in lontananza.
Aveva il
costume slacciato e gli occhi socchiusi.
Stavano
veramente per farlo.
Il suo
capriccioso desiderio stava per essere realizzato.
Tentò
di alzare la testa in modo tale da scorgere Sora o qualcun’
altro dei suoi amici, ma Tai le oscurava la vista.
Riabbandonò
la testa sopra la tovaglia e con un braccio accarezzò i
capelli umidi del ragazzo.
Adorabili
quei capelli, così al vento, così frizzanti.
Di
soppiatto, Tai sollevò la testa dal suo collo afferrando
un’ altra tovaglia poco distante dalla borsa di Mimi.
Lei lo
guardò interrogativo. Che avesse freddo?
Il ragazzo
l’ aprì e con un movimento delle braccia la
poggiò sopra di loro. La tovaglia era abbastanza ampia e li
custodiva come due tesori nascosti dietro delle barche.
Le
bloccò le mani e risalì sul suo corpo.
Riprese a
baciarle il seno e la pancia, senza mollarle i polsi.
Il fatto
che lui la stesse dominando fece
scattare un senso di protezione nei
confronti di Mimi.
Socchiuse
nuovamente gli occhi, scossa da un brivido di piacere e si
lasciò dominare dolcemente.
Tai pian
piano risalì con la bocca fino al suo collo. Lo
sfiorò con tanti piccoli baci e, lasciandole libero un
polso, accarezzò il suo seno.
Mimi si
morse la lingua.
Liberò
la stretta dell’ altro polso e racchiuse le mani dietro la
sua schiena, attirandolo a sé con maggior vigore.
«Oh,
Tai» pigolò, scorgendo i suoi occhi nocciola
«Fallo adesso. Ti prego, fallo
adesso!»
«Non
vuoi aspettare un-»
«NO!»
lo supplicò prendendogli una mano e portandola
inaspettatamente verso il basso «Lo voglio ora. Ora!»
Rimasto
attonito per qualche secondo, il ragazzo accarezzò con due
dita la sua femminilità.
La castana,
scossa da un fremito, lanciò un mugolio.
«Rendimi
la ragazza più felice di questa spiaggia» disse
baciandolo a fior di labbra.
Il ragazzo
non esitò. Lei era lì, con la sua espressione
persa e i suoi occhi semichiusi, incorniciati dai capelli arruffati,
sparsi nella tovaglia... Lei era sotto di lui, bella
e vogliosa.
Cacciò
via le dita, preparando una nuova entrata, una nuova penetrazione.
Quando per
la prima volta entrò dentro di lei, Mimi cacciò
le unghie, lasciando dei segni profondi sulla schiena di lui.
Si
lasciò scappare un gemito. «Dio... Non sai da
quando ho desiderato sentirti dentro di me... Tai... Tai...»
Il suo nome
appariva così bello pronunciato
con quella nota di piacere. Sembrava un’ invocazione.
La sua
invocazione.
Mordendosi
le labbra, spinse ancora di più mentre il bacino di lei si
contraeva.
«Per-perché
non me l’ hai mai detto?» domandò,
offuscato da una certa eccitazione.
Il suo
corpo stava andando in tilt.
I movimenti
erano ormai regolari e i respiri di entrambi si erano appesantiti
notevolmente.
La ragazza
esitò qualche secondo prima di rispondere.
«Io...
Non posso più fare a meno di te.
Perché ti amo tanto e
non vorrei passare come quella che...»
«Sssh!»
la interruppe lui con un sorrisino meravigliato
«Ripetilo»
Si
scrutarono una attimo occhi negli occhi.
Nocciola su
nocciola.
«Io...
Tai... Ti amo, sì»
ripeté con la testa che le girava. Poggiò il viso
sopra la sua spalla, quasi vergognandosi per aver detto ciò
che pensava in due parole.
Voleva
sentirselo dire da tempo.
Voleva
capire se effettivamente anche lei l’ amava.
E adesso
che l’ aveva udito con le proprie orecchie, poteva
definirsi felice.
Era strano,
no? Prima sei preoccupato per la tua fidanzata e poi
scopri che lei ti ama davvero e che tu sei un idiota paranoico,
venne da pensare a Taichi.
Continuò
a muoversi a ritmi più veloci, spostando una mano della
ragazza da sopra la sua spalla.
La strinse
nella sua ogni qualvolta che un gemito volava via dalle loro bocche.
Erano in
giorni come quelli che il tempo doveva fermarsi.
Ma
prontamente eccoli lì che volava via, trascinando con
sé la gioia di essersi finalmente uniti.
In riva al
mare, sdraiati completamente l’ uno sopra l’ altra,
vivevano nella loro bolla.
Okay,
dovevano chiarire, dovevano discutere. Dovevano capire se c’
era veramente qualcosa che non andava.
Invece, il
loro istinto li aveva condotti a strapparsi i costumi di dosso e a
baciarsi quasi violentemente.
Credeva di
toccare il cielo.
Era questo
che pensava Sora ogni volta che il ragazzo le sfiorava una parte del
corpo.
Gli fece
una carezza e alzò gli occhi al cielo.
Non aveva
visto nessuna stella cadente fino ad ora. L’ anno precedente
ne aveva beccate sette!
Ma
l’ anno precedente non era con Matt, che categoricamente era
migliore di tutte le stelle del firmamento.
I suoi
occhi cerulei bastavano per completare quel pezzetto di cielo coperto, si disse.
Brillavano.
Così
come i suoi capelli d’ oro.
Come suo
solito fare, li accarezzò lievemente, spettinandoli
più di quanto non lo fossero.
Sorrise
guardandolo con gli occhi dischiusi ed il volto più roseo
del solito.
La baciava
con una certa confidenza e con una voglia irrefrenabile di averla. Per
questo adesso le stava slacciando il costume e le
stava accarezzando i seni.
Seno pomposo, la
chiamava lui.
«Questo
seno è sempre più pomposo»
commentò sogghignando.
«Scemo»
gli accarezzò le gote e si lasciò trasportare
dall’ indole di piacere che Matt le stava procurando.
Pian piano,
le mani vagavano sotto la pancia. Accarezzavano le sue gambe lisce e
vellutate.
Sì,
decisamente era una brava estetista.
La mano
destra del ragazzo si inoltrò più affondo
adiacente al suo sesso.
Tuttavia
non entrò. Si abbassò per
baciare la parte esterna dell’inguine, penetrandola con la
lingua.
Sora si
aggrappò a lui cacciando un gridolino.
Oddio, se
l’ avessero vista!
Lui la
stava assaggiando, assaporando.
Nessuno poteva interrompere la sua cena.
Si
sentì come una docile preda
nelle grinfie del temibile cacciatore.
Il suo bel
cacciatore.
«Oh,
Matt» gemette, mentre il biondino risaliva a baciarle il
collo.
Tracciò
linee immaginare sulla sua schiena e tentò di slacciargli il
bermuda blu.
Possedeva
la sua preda.
«Narciso
non avrà mai tutto questo» puntualizzò
Matt, abbassandole le mutande del bikini fino alle caviglie.
«Sì»
ansimò Sora subito dopo che la penetrò.
«E
sei solo mia»
ripeté, mentre si muoveva dentro di lei sempre
più forte.
«Sì»
Il viso della ragazza s’ increspò in un
incantevole sorriso, mentre buttava la testa all’ indietro,
godendosi il piacere che stava percependo.
«Un
ultima cosa»
La ramata
trattenne il fiato.
«Anche
io ti amo. E lo sai per certo
anche tu, amore mio»
Come
leggendola nel pensiero, il ragazzo le sfiorò la fronte con
un bacio.
Grazie a
quelle parole non avevano più dubbi da risolvere.
Il tempo
era l’ unico testimone del loro amore.
«UNA
STELLA CADENTE!» urlò Joe scattando in piedi
«Guarda Luchia, una stella cadente!»
La mora
alzò lo sguardo dalla barca in cui si erano appartati e
sbuffò pesantemente.
«Cielo,
tesoro! Cosa vuoi che sia un piccolo raggio di luce!»
Joe la
guardò stralunato.
Una
vecchiaccia di ventott’anni che se l’ era appena
fatta con lui e che non adorava le stelle cadenti?
E lui
desiderava passare il resto della sua vita con quella?
Si
grattò incerto la testolina, mentre Luchia fumava due
Marlboro contemporaneamente.
Ma certo
che no!
Voglio
essere figo, espresse
chiudendo gli occhi.
Dopo che li
riaprì, un palloncino d’ acqua lo colpì
in pieno viso facendogli cascare gli occhiali.
«CHI
CAZZOLINA E’ STATO?!» urlò, tentando di
scorgere gli occhiali.
Poco male,
erano le quattro di notte e non si vedeva un acca.
«Tieni,
eccoli» Luchia gettò le sigarette e porse la
montatura al blu inferocito.
«Da’
qua, vecchia decrepita!» glieli tolse di mano poco
gentilmente e se li riportò al viso.
«Chi
diavolo-»
«Mio
caro dalla chioma blu» lo fermò da un piede la
donna, facendolo cascare con la testa sulla sabbia.
«FanFi
Fumi!» tossicchiò il ragazzo, sputando la sabbia
dalla bocca «Che accidente fai?!»
«Su,
mon amour» disse quella saltandogli addosso
«Sperimentiamo l’ arte del fiki-fiki!»
«No,
il fiki-fiki, no! Porca vacca zozza!
AIUTO!» urlò agitando il braccio
«Dannate stelle cadenti! VE LA FARO’
PAGARE!»
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