Diario dei sogni

di Seira Katsuto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo amore ***
Capitolo 2: *** Compagni ***
Capitolo 3: *** My precious friend ***



Capitolo 1
*** Primo amore ***


I protagonisti di questa storia sono una ragazzina di tredici anni e un ragazzo di diciott'anni. 
Si conobbero online, su un forum di appassionati di anime. 
Quando si sentirono per la prima volta capirono subito di avere molte cose in comune. 
Erano due lolicon da manicomio, tra un noseblood e l'altro parlavano spesso di shojo e loli. 
Purtroppo però abitavano un po' lontano e quindi si sentivano solo online o per telefono. 
Lui era simpatico e divertente, lei timida ma un po' pazza.

Sarebbe stata una storia molto carina non trovate? Chissà se esiste un mondo dove possa essere andata così.
Ma forse questa non era nient'altro che una fantasia, forse quei due non erano poi così affiatati, forse la ragazza stava per innamorarsi, ma quel giorno fu troppo timida per dire qualcosa in quello strano silenzio. 
Forse il ragazzo non si è mai interessato a lei o forse non c'è mai stato realmente il tempo per cui potesse incuriosirsi. 
Chissà, se fossero stati vicini, se fossero usciti insieme sarebbe stato diverso. 
Questo dovrebbe essere triste? Ne dubito, in fondo è solo un sogno mai desiderato.
Che era più uno scherzo che qualcosa di reale, le lacrime incomprese di una notte, la sensazione che sarebbe potuto esserci di più.
Sono trascorsi anni ormai da quel periodo e non c'è mai stato quel "più", l'unica cosa rimasta era un buon amico che avrebbe avuto il piacere di sentire più spesso.
Potrà suonare strano, ma non trovò niente di triste nel non aver vissuto quel sogno.
Distorcere le caratteristiche vere di quella persona rappresentandola invece con nostro ideale di bellezza (in modo da creare il sogno) non vuol dire che quella persona in realtà fosse brutta, ma vuol dire che sarebbe diversa. 
Questa è la ragione per la quale i sogni rimangono tali, sono una distorsione della realtà, ma mi piace pensare che siano di più, come un mondo parallelo. Non si sa se esistano o meno, ma, nel dubbio, li narrerò io.

Erano a Lucca, la ragazza non aveva mai visto in volto nessuno dei suoi amici, così, entrambi, cercavano di riconoscersi tra la folla, invano.
Ella li trovò per prima, ma essendo molto timida non riuscì ad avere la forza di chiamarli, così scrisse a lui che si situasse probabilmente dietro di loro.
Così si voltò, fece un saluto e un sorriso.
Una dolce fanciulla accanto al ragazzo si diresse verso di lei e corse ad abbracciarla, il primo dei tanti a venire.
In quel modo i due s'incontrarono, quella vecchia coppia di amici, per la prima e ultima volta.
Ci fu un momento, una parte del gruppo entrò in un negozio per comprare da mangiare, e proprio loro due rimasero fuori.
Fu allora che se ne accorse; era carino, davvero carino, ma non sapeva se lo fosse effettivamente o se lo fosse perché per lei fosse speciale.
Ci fu silenzio, solo quello, chissà se sarebbe successo qualcos'altro in caso contrario, chissà di cos'avrebbero potuto parlare, chissà se anche lui l'avesse mai notata.
Quella notte si ritrovò a pensare e a piangere di quel qualcosa che non era mai esistito, ma che per qualche ragione le dava un'incolmabile senso di solitudine.


Spazio della Seira stalkerina: Sssssalveee, tutti pronti a una nuova serie che non avrà mai fine? Bene, almeno questa sarà di one shot quindi nessuno vorrà uccidermi se non continuo.
Dopo mezz'ora di ricerca dato che ero nel mood "tempi andati", da brava stalker che sono, ho ritrovato una vecchia foto di questo mio amico che ormai non sento da tipo 3/4 anni (la vecchiaia gesù) di quel giorno a lucca.
E niente, mi chiedevo perché lo ricordassi carino e in effetti ha un che di affascinante. 
Spero non si sia rovinato con gli anni, anzi più che altro sarebbe bello se avesse preso il potere del diventare adulti.
C'è una strana teoria narrata da un'antica poetessa chiamata Sei Ra che affermava che buona parte degli uomini con l'andare verso i trent'anni acquisissero un come level up capace di colpire il cuore di ogni donna, senza via di scampo.
Ok, detto ciò, non ho idea se lui nella sua intera vita arriverà mai a leggere questo, ma nel dubbio: Hey! A diciott'anni hai fatto colpo su una tredicenne, nerd, mediocre e incapace di esprimersi! Non sei felice? Anche se probabilmente ce ne saranno state altre e più fighe di me, magari un po' più grandi che scrivendolo ora la cosa mi sembra alquanto ambigua, alla faccia delle manette.
Che poi forse ora è pure fidanzato, nel dubbio son felice per te a prescindere (come pararsi il culo uhuh).
Ammetto però che, non so il motivo, ma ogni volta che scopro che qualcuno si è fidanzato o gli piace una, una parte di me si spezza, dato che inventare cazzate come questa su qualcuno di cui sai già che ha la testa da altra parte non mi stuzzica particolarmente.
Non solo che riguardi me, è come se una ship poi nella storia vera prendesse una piega canon differente dalla tua ship, in quel momento sarai di fronte alla dura realtà che il mondo reale non è uno shoujo e quindi la mia vena creativa ne risente. 
Anche se per colmare quel vuoto basta shippare poi la coppia canon e creare storie su di loro, quindi va bene comunque, insomma- VIVA L'AMMMORE.

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Capitolo 2
*** Compagni ***


Questa volta parlerò in prima persona perché mi va così.
Vorrei raccontare un aneddoto accaduto circa un annetto fa con un mio amico. 
Eravamo a Milano con alcuni miei amici, non ricordo se per un compleanno o se ci fossimo visti anche per altro (la vecchiaia). 
Ricordo che girando per negozi ci fermammo in uno in particolare perché volevo comprare un pupazzo a mia sorella, se non sbaglio era un cane chiaro, Boba, che ormai è di famiglia (non vorrei dire ma avevo già preso nello stesso negozio la sua versione nera, Bobo, il 5 gennaio 2019 e poco tempo dopo ne presi una versione bianca piccola, Bobi [compleanno di mia sorella] I love my sister).
Era un giorno parecchio nuvoloso, per fortuna eravamo riusciti a uscire in tempo e entrare in stazione proprio poco prima che iniziasse a piovere.
Ahimè, io non ho fortuna, per cui proprio in quel momento mi sono accorta che nel pupazzo ci fosse ancora il cosetto anti taccheggio, quindi dovevo andare indietro a farmelo togliere.
Un mio amico decide di accompagnarmi in questa battaglia e, con uno misero ombrello alla mano di fronte al diluvio universale, scendiamo in guerra.
Non credo di averci pensato in quel momento dato che l'unico obbiettivo era uscire non fradici da lì e tornare in fretta per il treno.
Insomma, io non odio il contatto fisico, ma mi mette abbastanza a disagio.
In quella situazione, mi spiace per lui, ma dovevamo resistere sotto un solo ombrello così eravamo un po' appiccicati, tutto stava diventando abbastanza tragicomico e quel ricordo fu più divertente che altro.
Il punto, di cui mi sono accorta da poco, è che lui ha molte caratteristiche che dovrebbero piacermi. 
Indossa divise, vorrebbe fare il militare, è più alto di me, guida, cucina, portava pizze, ecc.
Eppure pur essendo vicini non c'è mai stato nessun "tum tum, oddio un uomo troppo vicino" o stronzate simili (sì ci penso veramente a cose così). 
Ma non l'ho mai visto in quel modo. Mai. Cioè solitamente con molti miei amici ho avuto momenti disagiati e imbarazzanti in cui non sei mai certo che l'altro in realtà non pensi chissà cosa. 
Non so, quando hai un amico con cui parli molto e a cui vuoi bene mi capita di chiedermi se mi piace o meno o inventare storielle su come sarebbe stare con quella persona, anche solo per sfizio. 
Invece quando penso a me e lui non ho mai immaginato niente in quel senso, piuttosto penso a due soldati in battaglia o cagate così.
È stato forse l'unico amico con cui mi sono sentita di parlare di tutto, senza paura di un rifiuto. 
È l'esempio perfetto dello stereotipo di amico gay, solo che è fidanzato con Mi love.
Non so, mi sembrava una cosa affascinante, forse è perché ho sempre avuto la certezza che amasse Mi love.
Mh, certezza con lui penso sia la parola giusta da usare. 
Credo che ora non sia più come in quel periodo, ma parlare con lui mi ha sempre fatto sentire tranquilla, come se non mi dovessi preoccupare troppo di quel che dico (forse anche per questo la mia dose di stronzate aumenta del 200%), immagino sia una cosa positiva.
Probabilmente un giorno glielo dirò oppure leggerà qui, nel dubbio non è una di quelle cose di cui preferirei non parlare.

Ma parlando di cose inutili, non riesco a ricordare se questa volta fosse allora o proprio quel 5 gennaio (che ricordo perché fu una coincidenza importante uscire proprio quel giorno per me) e questa cosa mi urta particolarmente.
Inoltre scrivendo mi sono accorta che da un po' non mi chiedo più niente e non invento storielle su nessun amico o persona che conosca, credo di star diventando più fredda.
Non so che tipo di freddezza sia, ma temo di aver perso interesse nel vivere la mia vita, non nel senso di voler morire, ma non calcolo la mia come tale.
Io osservo e per questo voglio vivere, apprezzo ma non voglio rendere nulla personale, mi piace contemplare ciò che mi è intorno perché da esso posso sognare un'altra vita, in cui io non esisto o sono qualcosa di diverso che non è realmente me. 
Credo sia come un sistema di autodifesa, se non mi do valore allora non devo aspettare che gli altri me lo diano, se invece lo faranno sarà una bella cosa, anche se non credo di meritarlo a questo punto. 
Non è una cosa positiva e lo so, finché posso continuare a trattare bene il prossimo posso farcela lo stesso, ma cercherò di trovare presto una motivazione valida per essere me tutti i giorni.

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Capitolo 3
*** My precious friend ***


Quest'amicizia ebbe inizio molti anni fa, anche se, a differenza di mi love, ha riscontrato molto più sangue.
Potrei stare a polemizzare una vita intera su tante questioni avute con lui, sui miei errori, ma qui vorrei parlarvi solo del mio prezioso amico.
Non ricordo come iniziò, ma penso che sia divertente stare insieme perché ci comportiamo da stupidi entrambi.
Anche se lui è simpatico con tutti, io invece per mostrare il mio lato pazzo ho bisogno di un po' più tempo.
Ricordo che parlavo di tutto con lui, di ogni cosa che mi passava per la testa.
Non so quanto sia cambiata ma penso che allora ero molto più la classica adolescente spensierata.
Ora sono cambiate tante cose e non mi dispiace nemmeno rimanere così, crescendo mi sembra di aver perso quella spensieratezza e non ho più il desiderio di parlare della mia vita effettiva con nessuno.
La solita storia della mancanza di fiducia nelle persone, che non mi provoca odio, ma semplicemente non riesco a credere di poter essere accettata al 100%.
Ma ritornando a noi, era il 2017 se non erro, e per la prima volta ci vedemmo con altri amici al romics.
Ricordo che lui diceva sempre di essere brutto e grassissimo, così mi continuavo a chiedere come fosse, ma quando lo vidi pensai "ma non è brutto e nemmeno così grasso".
Cioè è grosso e probabilmente ha la panza, ma non mi sembra stia così male, e generalmente ci sta anche come viso e espressioni.
Non so, sarà quel famoso passo napoletano di cui parlava il mio prof che trovo troppo figo per trovarlo brutto, anche in senso di atteggiamento: un po' da burlone spavaldo, con un bel sorriso tra le labbra. 
Certo non è un modello, ma ogni volta che ripete fino alla morte di far schifo incomincio a pensare che sia diventato chissà cosa per poi scoprire che è sempre lui e dirmi "ma no".
Anche se immagino sia normale che rimanga sé stesso...
Va beh, questi potrebbero essere intesi come falsi complimenti dovuti a sto cazzo, ma non so manco se leggerà mai una mia storia quindi non vedo perché debba mentire.
Non penso sparirà mai questa sensazione che sento quando lo vedo, non saprei manco definirla: tranquillità? Dolcezza? O semplicemente il mio cervello l'ha catalogato come speciale e quindi va così.
Non che sia per qualche motivo in particolare, ma anche dopo tanto tempo mi sembra di sentire quel minimo di affetto (che in generale con un po' tutti ho smesso di sentirlo, non perché con lui siano successe cose strane o perché non voglia più bene a nessuno, ma mi sento indifferente col mondo ultimamente quindi è strano).
Ma credo sia anche una sorta di effetto di "realtà", non solo con lui, ma quando vedo realmente le persone sento più realtà, un po' come se potessero essere tutti un sogno nella mia testa e invece esistono veramente.
Ma ritorniamo ancora una volta all'incontro.
Si può dire che il nostro rapporto era un po' strano, cioè ci parlavamo sempre quindi per la piccola Seira che non conosceva l'ammore era un "oddio e se mi piace, non so non lo capisco", l'unica cosa che sapevo è che volevo trattarlo in modo più speciale degli altri, un po' anche come con mi love.
Dunque quella mattina mi ritrovai davanti ai miei braccialetti di LoL con le scritte top, mid, adc, ecc.. Insomma ci pensai.
Volevo regalargli il braccialetto blu della mid dato che era la sua lane, però allo stesso tempo sapevo ci venisse un altro amico amante della top lane.
Dunque che dire, mi dispiace Ale, ma ci tenevo davvero a fare un regalo unico e speciale che alla fine ne ho preso solo uno.
All'epoca avevo un po' il concetto di dare quei braccialetti solo ai pochi eletti a cui tenevo molto molto molto e con l'altro non avevo chissà che rapporto.
Così andai. Inutile dire che mi chiesi tutto il tempo "QUANDO" per sprecarmi all'ultimo minuto, davanti al treno, con una scena drammatica che manco beautiful.
Io "aspetta" con aria ansiosa, lui "cosa?".
Tu-tum
Brevi secondi di imbarazzo e indecisione prima di prendere il braccialetto dalla tasca e darglielo.
Woo
Sì mi hanno già perculato per questo, manco fosse stato uno shoujo mannaggia al San Crispino.
Il giorno dopo o un po' di tempo dopo, ci fu una volta in cui disse tipo di starlo indossando con quasi fierezza o che gli aveva fatto piacere, ricordo che quelle parole mi resero molto felice.
Un misto tra un po' di imbarazzo e felicità, un'esperienza unica e positiva.
Dopodiché, saltiamo un po' di mesi di melodramma e arriviamo a quando dopo tanto ci riappacifichiamo e ci dovremo vedere al compleanno di Mi love.
Per spiegare un po' diciamo che io ero arrabbiata con lui per svariate cose che erano successe con mr x e che alla fine ero comunque tornata a riparlarci.
Ciò che ricordo per lo più di quella volta fu ancora una volta il ritorno.
Era stata una giornata divertente come al solito, forse c'era stato un po' di imbarazzo, ma nulla di grave.
Però al momento dei saluti ricordo che lo abbracciai. Fu quel momento cruciale.
Perché lì sentii una flebile tristezza e quasi voglia di piangere, perché quello era il mio amico, il mio prezioso amico, e al contempo però avevo realizzato anche che "non sarebbe mai stato come prima".
Probabilmente è ciò che è alimentato successivamente, per cui quando sono entrata nel periodo del collasso non volevo più sentirlo e basta.
Tutto faceva male, quindi non potevo ignorare che quello non facesse male, non riuscivo ad accettare il cambiamento.
Il fatto che lui cambiasse e che io stessa stessi cambiando.
Che senso hanno tutti questi sentimenti se deve finire così.
Che senso ha avuto vivere fino ad oggi se tutto va nel dimenticatoio, se tutto è come se non fosse successo.
Così ho anche un aneddoto davvero divertente e imbarazzante di quel periodo.
Era il compleanno dell'amicissima ed eravamo andati a Milano a festeggiarlo, io con lui ero proprio nel mood: N O.
Cioè tutto era una merda e non voglio proprio niente da te, non voglio sentire niente di bello, nessuna amicizia, nessuna conoscenza, out.
Per questo io non lo so. Lui un po' comunque faceva finta di niente, ma non avevamo contatti diretti e in fondo era ovvio che lo stessi ignorando. Ma io mi chiedo, c'è stato un momento in cui tutti ridevamo perché c'era sta cosa che non ricordo cosa fosse a pranzo, poi quando usciamo dal locale io continuavo a tenerla in mano, lui se ne accorge e si mette a ridere e dire "ma come ce l'hai ancora?".
Sapete il disagio. Io che proprio no, mi giro scazzata del tipo "ma che fai". Il bello è che credo gli sia uscita in automatico, non era una prova per approcciare, solo che era una cosa così spontanea e funny che non poteva non uscire. Che idiota.
Mi chiedo anche per questo come si faccia a non ridere con lui.
Per una volta penso di aver fatto sentire a disagio qualcuno peggio di quanto mi sentissi io, mi sembrava infatti che si fosse allentato di goliardicità dopo.
Va beh alla fine è un po' come quando giocando a dubito stavamo morendo perché continuava con aria serissima a puntare carte che sapeva che io sapevo non avesse in mano.
Questo era anche il motivo per cui non volevo più sentirlo, dato che mi faceva ricordare ciò che non c'era più o come se tutte le incomprensioni avuto potessero anche non esistere.
Ma ora non mi importa più, a questo punto va bene cazzeggiare e basta, se poi qualcuno si lamenterà che "Gne Gne ma come mai prima e ora gnagneee non puoi" immagino sappia dove possa infilarsi la sua opinione.
Questo è ciò che mi è stato insegnato. Tutti fanno quello che vogliono e finché lui se ne frega io me ne frego, se per lui sarà un problema me lo metterò allora, ma ora come ora, posso dire con certezza: non mi  i n t e r e s s a.
Voglio giocare con lui, voglio parlare con lui, voglio non mettermi un problema? Lo faccio! Pensare troppo mi ha fatto mollare la vita, quindi perché continuare a farlo? Perché non godersi la vita senza far drammi e sentimentalismi? Va bene così.
Io sono cambiata, lui può essere, va bene divertirsi come due vecchi amici e basta.
Niente di più e niente di meno.
Dubito sentirò più chissà che parole di amicizia profonda da parte sua, quindi neanch'io le farò.
Non si sa manco dove saremo fra dieci anni, tanto vale godersi il presente. 
Infatti a differenza della precedente questa è una di quelle storie che non penso racconterò all'interessato personalmente, dato che non hanno più importanza quei sentimenti.
Non importa che ci siano o meno. 
È passato e va bene così.
Ho desiderato scriverli per ricordo e per non farli finire nel dimenticatoio, così da dargli uno spazio in cui possano avere valore.

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