A mano a mano

di blackjessamine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colour me your colour ***
Capitolo 2: *** Hold your hand out, you silly girl ***
Capitolo 3: *** Pochi passi, il mondo intero ***
Capitolo 4: *** Vörös Rozsa ***
Capitolo 5: *** Che gelida manina, se la lasci riscaldar! ***
Capitolo 6: *** Affetto a spanne ***
Capitolo 7: *** Diciassette anni ***
Capitolo 8: *** L'altra parte di me ***
Capitolo 9: *** Spirito critico ***
Capitolo 10: *** Sempre dalla tua parte ***
Capitolo 11: *** Ne vale sempre la pena ***



Capitolo 1
*** Colour me your colour ***


Titolo: Colour me your colour
Introduzione: Teddy vive il mondo a colori, ma le sue dita sono sporche d’inchiostro. Victoire adora lasciarsi sporcare.
Personaggi: Andromeda Tonks, Molly Weasley, Teddy Lupin, Victoire Weasley
Coppia/e: Teddy Lupin/Victoire Weasley
Rating: verde
Genere/i: romantico
Contesto/i: Dopo la II Guerra Magica/Pace
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 14: inchiostro sulle dita


 
 
 
Colour me your colour
 


 
“Lavati le mani, tesoro”.
Andromeda sorride, ormai rassegnata a una vita di asciugamani sporchi di tempera.
Teddy si osserva le dita: sembra sempre stupito di trovare quegli sbaffi d’inchiostro, quasi che tutte le ore trascorse a tracciare ombre sui fogli appartengano a un’altra vita.
***
 
“Lavati le mani, tesoro”.
Molly a stento trattiene un sospiro davanti alle gote appena arrossate di Victoire.
Stringe le mani a pugno, sua nipote, ma non riesce a nascondere quelle carezze tracciate con tempera scura. Né riesce a nascondere un sorriso radioso, Victoire, pensando a quanti colori possegga il mondo da quando conosce l’inchiostro di Teddy.
 

[100 parole]
 
 
 


 
Note:
La sfida “Drabble Challenge”: le Mani”, organizzata sul Gruppo Facebook “Il Giardino di EFP”, è attiva dal 26 gennaio al 5 febbraio. La mia sfida nella sfida è quella di riuscire a scrivere una drabble al giorno, così da concludere la raccolta il 5 di febbraio con 11 drabble. Non sono certa che riuscirò nel mio intento, ma almeno ci si prova.
Il titolo dell’intera raccolta è ovviamente tratto dalla canzone di Rino Gaetano, mentre il titolo di questa specifica storia da “Call Me”, dei Blondie.
Purtroppo, non ho ancora avuto l’occasione di scriverne esplicitamente, ma io ho sempre immaginato Teddy estremamente versato nell’arte del disegno, dunque il prompt mi ha subito spinto a scrivere di lui.
 

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Capitolo 2
*** Hold your hand out, you silly girl ***


Titolo: Hold your hand out, you silly girl
Introduzione: Sirius Black non ha mai potuto soffrire l’ordine e la disciplina. Ed è disposto a tutto per liberare i suoi compagni in dfficoltà.
Personaggi: Alhena Macnair (OC), Marmellata (OC), Sirius Black
Coppia/e: /
Rating: verde
Genere/i: commedia
Contesto/i: II Guerra Magica/Libri V-III
Avvertimento/i: /
Note: Missing Moments
N.d.A.: prompt n. 6: “zampa e mano”




 
Hold your hand out, you silly girl
 



“Qui, Marmellata!”
Il cagnolino zampetta fino a posare il muso in grembo ad Alhena.
“Zampa!”
Alhena tende la mano, aspettando sicura il contatto della zampina del cucciolo sul suo palmo.
È un comando ormai consolidato: Alhena ha trascorso ore a barattare zampe tese con croccantini.
Eppure, Marmellata resta immobile.
“Zampa! Zampa, Marmellata!”
Niente.
Improvviso, un latrato divertito fa voltare il capo a cucciolo e umana. Un enorme cane nero attraversa la stanza, fissa l’animale più piccolo e abbassa il muso. Strizza un occhio – uno solo, Alhena ne è sicura – e si allontana pieno di soddisfazione.
 “Io ti ammazzo, Sirius Black!”
 


 
[100 parole]
 
 
 


 
Note:
Il titolo è un verso della canzone “Martha my dear”, dei Beatles: la Martha in questione non era un’affascinante fanciulla, ma un cane.
Questa storia nasce anche nell’ambito del gioco “Obbligo, verità e salvataggio” del Giardino: Shilyss mi aveva invitata a scrivere un missing moment tratto da una mia long, ed eccomi qui.
Due righe per contestualizzare la situazione per coloro che non hanno idea degli avvenimenti che hanno portato sino a qui: Alhena Macnair è un mio OC, sviluppato per la prima volta nella long “La Danza delle Spade”, dove compare come membro dell’Ordine della Fenice. Marmellata è il suo cagnolino, con il quale Sirius, forse per fratellanza di specie, si ritrova ad andare molto d’accordo, minando ogni tentativo di educazione da parte di Alhena.

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Capitolo 3
*** Pochi passi, il mondo intero ***


Titolo: Pochi passi, il mondo intero
Introduzione: Diventare adulti significa conoscere il tempo giusto per lasciare la presa.
Personaggi: Teddy Lupin, Andromeda Tonks, Harry Potter
Coppia/e: /
Rating: verde
Genere/i: Fluff
Contesto/i: dopo la II Guerra Magica/Pace
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 36: “lasciare la presa”


 
 


 
 
Pochi passi, il mondo intero
 
 



Le mani di Teddy sono piccoli soli: calde, caldissime, con quelle piccole dita capaci di strette sorprendenti.
Non parla ancora, Teddy, ma quando volta il faccino e fissa Andromeda con i suoi occhioni seri e le stringe con forza le mani, sembra voler dire non lasciarmi, non è ancora il momento.

Harry è in ginocchio a pochi passi da loro.
Pochi passi, il mondo intero.
Sorride, Teddy, e i suoi occhi sembrano dire adesso, nonna, adesso.
 
Andromeda allenta le dita.
Le dita di Teddy sono già tese al futuro.
 
Pochi passi, il mondo intero: Teddy è stretto nell’abbraccio di Harry.
 
 
 
[100 parole]
 
 
 


 
Note:
Sì, il livello di fluff qui è quasi soffocante, lo so.
Il problema di queste challenge dove la vera sfida è il tempo, però, è che bisogna cogliere al volo l’idea che arriva. E parlando dei primi passi di Teddy, le alternative per me erano solo due: annegare in questo picco glicemico, o modellare tutta la mia giornata sull’angst più estremo, pensando a quanto sia ingiusto che queste mani che lasciano la presa e questi abbracci che accolgono non siano quelli di Remus e Tonks.
La drabble, comunque, avrebbe voluto essere un omaggio allo splendido, splendido albo “Le mani di papà”, di E. Jadoul: quel libro è un capolavoro di una delicatezza unica (ogni volta che lo devo presentare, mi si rompe la voce sull’ultima immagine). Non ci sono andata neanche lontanamente vicino, ma insomma, almeno ho la scusa per consigliarlo a chiunque possa avere a che fare con un umano piccolo piccolo (o con dei neo-genitori).

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Capitolo 4
*** Vörös Rozsa ***


Titolo: Vörös Rózsa
Introduzione: un fiore pallido immerso  nel sangue può solo appassire.
Personaggi: Anikò Fehér (OC), Walden Macnair
Coppia/e: Anikò Fehér/Walden Macnair
Rating: arancione
Genere/i: malinconico, drammatico 
Contesto/i: dai fondatori alla I Guerra Magica
Avvertimento/i: tematiche delicate (accennate)
Note: /
N.d.A.: prompt n. 26: mani sporche di sangue





 
Vörös Rózsa





Il giorno del nostro matrimonio mi sfiorò le mani una volta soltanto.
La pelle di capretto che gli avvolgeva le dita mi parve un vezzo raffinato, mentre scambiavo il gelo nel suo sguardo per l’emozione di un uomo orgoglioso.

I guanti servivano solo a coprire il sangue rappreso sotto le sue unghie di boia.
Lo scoprii quella notte, quando con scarsa pazienza condivise il mio letto, ridendo della mia poca esperienza.

Le sue dita macchiate di morte tamburellavano piano sul mio ventre contratto.

Lo capii allora, anche se non volli ammetterlo mai: fu quel sangue a marchiare il nostro bambino.




[100 parole]






 
Note:
Sul filo del rasoio, ma anche oggi ho tenuto fede alla challenge.
Mi rendo conto che questa storia avrebbe bisogno di un impianto di note piuttosto corposo, per essere compresa appieno, ma non vorrei appesantire tutto troppo.
Anikò Fehér è un personaggio che mi sta in testa da anni, ma non sono ancora riuscita a scriverne come vorrei: ne accenno qualcosa in varie storie in relazione ad Alhena Macnair, sua figlia, e negli ultimi mesi ho iniziato a progettare una raccolta che riguardi Anikò nello specifico. Questa storia ne è una sorta di anticipazione, ecco.
Il titolo, se le mie ricerche non mi hanno tratto in inganno, dovrebbe significare “rosa rossa” in ungherese (se qualcuno sa l’ungherese e mi può correggere, mi farebbe un favore immenso). Il motivo di questo titolo spero emergerà dalla raccolta a cui ho accennato.
La caratterizzazione di Walden (che qui non emerge granché, ma comunque…) deve molto alle riflessioni condivise con AdhoMu, che ne sta facendo un ritratto assolutamente degno di nota nella sua storia “Parenti, serpenti ed altre bestiacce assai poco raccomandabili” (che vi consiglio molto caldamente).

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Capitolo 5
*** Che gelida manina, se la lasci riscaldar! ***


Titolo: Che gelida manina, se la lasci riscaldar!
Introduzione: Il dolore, per Percy, ha sempre avuto la consistenza gelata di una statua di marmo.
Personaggi: Percy Weasley, Penelope Clearwater
Coppia/e: Percy Weasley/Penelope Clearwater
Rating: giallo
Genere/i: malinconico
Contesto/i: Infanzia di Harry/Primi anni a Hogwarts
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 47, “mani gelate”




 
 
Che gelida manina, se la lasci riscaldar!
 



“Ma hai le mani gelate!”
Aveva detto così, Percy, e senza fermarsi a pensare aveva racchiuso le mani di quella ragazzina fra le sue. Era stato un gesto istintivo, un gesto protettivo: un inconscio imitare le premure di sua madre quando lui era solo un bambino.
 
Dopo, solo dopo quel gesto si era trasformato in una carezza a lungo aspettata, nel loro piccolo rito: Penny con le sue mani fredde, e Percy a riscaldarla.
Ci riusciva sempre.
 
Ci riusciva sempre, ma non ora.
Non quando Penny era solo freddo marmo.
 
“Ho le mani gelate, Penny. Per favore, vieni a scaldarmele”.
 



 
[100 parole]
 
 


 

Note:
Percy e Penny ormai si stanno trasformando nella mia coppia del cuore.
Non potevo non dedicare loro un po’ di spazio anche qui.
La storia ovviamente è ambientata nel periodo che Penelope ha trascorso pietrificata dal Basilisco: come ho già avuto modo di ribadire in ogni dove, ho sempre trovato straziante il momento in cui Percy, scosso dalla sorte di Penelope, viene preso in giro dai gemelli. Mi chiedo quanta
solitudine e quanta sofferenza si sia dovuto portare appresso, poverino, senza trovare il coraggio di condividerla almeno con i membri della sua famiglia.
Il titolo è ovviamente tratto da un’aria della Boheme di Puccini. Fun fact: la mia nonna, stonata come una campana, quinta elementare e conoscenza enciclopedica dell’opera lirica, mi cantava sempre quest’aria, quando avevo le mani fredde, aggiungendo poi, in dialetto “eh, sentisse i piedi!”. Ecco. E io ero una marmocchietta che figuriamoci se lo sapeva, chi fosse Puccini. Scoprire che Mimì non parlava affatto dei suoi piedi mi ha molto turbata, crescendo, sappiatelo.

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Capitolo 6
*** Affetto a spanne ***


Titolo: Affetto a spanne
Introduzione: La distanza è una figlia maldestra della prospettiva.
Personaggi: Homer Landmann (OC), Ole Nissen (OC)
Coppia/e: /
Rating: verde
Genere/i: fluff
Contesto/i: Epoca dei Malandrini/I Guerra Magica
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n.  40: “dito sul mappamondo”




 
Affetto a spanne





 
Il dito di Homer picchiettava piano sulla macchia scura del Ruwenzori.
“Davvero sei contento di partire?”
Lo domandò, Ole, ma la verità emanava da Homer in ondate fresche ed eccitate.
“Quando mi ricapita un’occasione così?”
Ole posò il pollice sul pallino corrispondente a Edimburgo, e allungò la mano. Il mignolo sfiorava appena la Sicilia.
Due spanne. Servivano due spanne per collegare Scozia e Uganda.
“Sarai lontanissimo”.
“Sbagli sempre prospettiva”, lo rimbeccò Homer, allontanando il mappamondo e ridendo appena.
Si posò il pollice sinistro sul cuore, il mignolo destro che sfiorava il petto di Ole.
“Non sono poi tante, due spanne”.


 
[100 parole]
 
 
 
 


 
Note:
Di nuovo, non so quanto questa storia possa essere comprensibile a coloro che non abbiano letto le mie long.
Homer Landmann e Ole Nissen sono due personaggi che agiscono soprattutto nella mia storia “Love, walk the autumn, love” (Landmann in realtà nasce già in “Adagio”, ma ha un ruolo più risicato, lì): presto dovrei riuscire a pubblicare una cosina piccina dedicata ad approfondire proprio loro due, ma intanto cerco di entrare nel mood anche con questa storiella.
Giusto per dare un minimo di contesto, ci troviamo nella Sala Comune di Tassorosso, alla fine dell’anno scolastico: i due protagonisti sono al sesto anno, ma Landmann non tornerà a completare i suoi studi a Hogwarts, perché si trasferirà in Uganda per seguire il padre, un importante studioso.
E ringrazio Rosmary, che da tantissimo tempo mi chiede pazientemente di approfondire questi due personaggi: non è così che avrei voluto adempiere al mio obbligo del gioco “Obbligo, verità o salvataggio?”, ma nell’attesa di completare quella mini-long, ci provo così.

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Capitolo 7
*** Diciassette anni ***


Titolo: Diciassette anni
Introduzione: Non basta. La pace non basta, quando si cerca di mantenere la testa alta in mezzo al dolore. 
Personaggi: Kingsley Shacklebolt
Coppia/e: /
Rating: giallo
Genere/i: angst
Contesto/i: Dopo la II Guerra Magica/Pace
Avvertimento/i:/
Note: /
N.d.A.: prompt n. 37: “ mano che stringe un fiore”



 
 
 
Diciassette anni




 
 
Non posso tremare. 
Ho rinunciato a mostrare la mia paura quando ho accettato questo incarico ingrato. 
Non posso scivolare, non su questo marmo freddo.
Non posso tremare.
 
Non sono capace di offrire conforto: vorrei solo ripiegarmi sul mio dolore – amici, fratelli, colleghi: non c’è stata pietà – ma devo continuare a camminare.
A parlare di speranza con il lutto nel cuore.
A stringere mani, a raccogliere i cocci di una società sanguinante.
 
Non posso tremare.
Devo nascondere il dolore privato dietro l’immota solennità della mia maschera pubblica.
Tremano, le mie mani, posando un fiore su questa tomba sbagliata. 
 
Aveva diciassette anni.
 
 
 
[100 parole]
 
 

 

Note:
Kingsley è uno dei miei personaggi preferiti ma, paradossalmente, non ho quasi mai avuto l’occasione di scrivere di lui. LadyPalma mi ha però dato lo stimolo per farlo, ed eccoci qui.
Immagino la drabble ambientata durante una qualche cerimonia commemorativa in seguito alla Battaglia di Hogwarts: non credo sia fondamentale specificarlo, perché la tomba su cui Kingsley posa un fiore potrebbe essere quella di qualsiasi giovane vittima del regime di Voldemort, ma a me piace pensare che sia quella di Colin Canon (che, se ben ricordo, dovrebbe anche essere la vittima più giovane della Battaglia). 

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Capitolo 8
*** L'altra parte di me ***


Titolo: L'altra parte di me
Introduzione: Ci sono affetti che vanno oltre qualsiasi differenza. L'amore per il cioccolato, ad esempio, è uno di questi.
Personaggi: Kevin Whitby, Norah Whitby (OC)
Coppia/e: /
Rating: verde
Genere/i: commedia
Contesto/i: Infanzia di Harry/Primi anni a Hogwarts
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 21: “promessa stretta con i mignoli”


 
 
 
L'altra parte di me
 


 
 
Norah ha le mani sui fianchi, proprio come la mamma quando non rassettano la cameretta.
Kevin s’affretta a nascondere in tasca la lettera che, da quella mattina, lo riempie d’orgoglio e paura.
“Guarda che lo so cos’è quella lettera. La mamma me l’ha detto, stamattina, che ti era arrivata”.
Sorride, Norah, sorride col suo sorriso più furbo.
“Non sei arrabbiata?”
“Sono arrabbiatissima: volevo essere la prima a cui l’avresti fatta vedere. Ti perdonerò a una sola condizione, stupido idiota”.
 
 
Si stringono forte, i loro mignoli, suggellando quella promessa.
Non sono poi tante sessanta Cioccorane in cambio dell’affetto di una sorella.


 
 
[100 parole]
 



 

Note:
Questa, per ora, è la storia della raccolta che mi sembra meno riuscita, ma mi sembra anche un miracolo essere arrivata fin qui con questa costanza, quindi va bene lo stesso.
Kevin Whitby è un ragazzino che viene smistati a Tassorosso durante il banchetto del Calice di Fuoco: io ho avuto modo di riflettere sulla sua personalità grazie alla storia interattiva “Bolidi d'ottone e manici di scopa" di AdhoMu e _Bri_. Norah, invece, è un personaggio che ho sviluppato nella storia “A riveder le stelle": immagino di fratelli Whitby figli di un mago e di una babbana; sono gemelli, e mentre Kevin ha ereditato i poteri del babbo, Norah non è una strega. Nonostante questo, sono sempre stati molto uniti, motivo per cui Norah non avrebbe potuto portare rancore a Kevin per aver ricevuto la lettera da Hogwarts. 

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Capitolo 9
*** Spirito critico ***


 
Titolo: Spirito critico
Introduzione: Il peso delle parole si impara nel più doloroso dei modi.
Personaggi: Olive Hornby, Mirtilla Malcontenta
Coppia/e: /
Rating: arancione
Genere/i: drammatico 
Contesto/i: Dai Fondatori alla I Guerra Magica
Avvertimento/i: / 
Note: /
N.d.A.: prompt n. 16: “carezza sul viso”


 
 
 
Spirito critico




 
Non ho mai creduto che le parole potessero uccidere.
Mai, fino a quando il mio scherno si è trasformato in una condanna a morte.
 
Non l’avevo mai vista davvero fino a quando le mie notti sono diventate insonni, popolate soltanto da corpi scomposti a stento coperti da un lenzuolo pietoso. 
Fino a quando ho iniziato a sentire il soffio freddo e liquido delle sue mani di morta su tutto il mio viso, sugli occhi, nel cuore.
 
Si è nascosta per mesi: tutti pensavano che fosse andata avanti.
Solo la notte tornava, per affondarmi nel petto le sue dita di ghiaccio. 

 
 
[100 parole]



 
 

Note:
Mi ha sempre molto incuriosita la tragedia della morte di Mirtilla che, per esigenza di trama, nella saga viene un po’ passata sotto silenzio, trasformandola solo in un espediente comico.
Olive Hornby era la ragazza che, prendendo in giro Mirtilla, l’ha involontariamente condannata a morte, spingendola a chiudersi nel bagno da cui sarebbe emerso il basilisco. Ho sempre immaginato che per lei dev’essere stato un motivo di enormi sensi di colpa. Oltretutto, Mirtilla dice di aver sempre perseguitato Olive, anche il giorno del suo matrimonio, costringendo il Ministero a intervenire e a confinare il fantasma  a Hogwarts: ho dunque immaginato che almeno nei primi momenti queste persecuzioni siano state un po’ più sottili.

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Capitolo 10
*** Sempre dalla tua parte ***


Titolo: Sempre dalla tua parte
Introduzione: Andromeda ha poche certezze, nella sua vita: che l’amore non debba implicare degli strappi, però, è una di quelle
Personaggi: Andromeda Tonks, Ninfadora Tonks
Coppia/e: Remus Lupin/Ninfadora Tonks
Rating: verde
Genere/i: fluff
Contesto/i: Seconda Guerra Magica
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 34: “anello al dito”



 
Sempre dalla tua parte




Lo vedo, il sorriso incredulo con cui la mia Dora sfiora continuamente quella sottile fascia d’oro che ha all’anulare. 
Lo vedo, e la rivedo bambina, e il tempo mi è scivolato via tanto in fretta da far quasi male. 
“Non fare quella faccia, mamma: Remus è davvero una brava persona”.
Forse avrei desiderato per lei un amore più facile.
Mi sfioro la fede, e con lei ho di nuovo vent’anni, e la certezza che Ted sia l’unica scelta possibile: il dolore di quello strappo non se n’è mai andato. 
“Mi fido di te, tesoro. E sarò sempre dalla tua parte”. 



[100 parole]




 
Note:
Anche questa storia non mi sembra particolarmente riuscita, ma purtroppo non sono riuscita a fare di meglio.
Mi ha sempre fatto molto riflettere il momento in cui Remus dice che anche i genitori di Tonks sono disgustati da un genero come lui: io ho sempre pensato che buona parte di questa idea derivi dalla sua stessa visione distorta di sé. Tuttavia, credo sia plausibile che due genitori, per la propria figlia, possano desiderare una relazione “facile”, serena, senza tutte le difficoltà che una persona come Remus si porta dietro. In ogni caso, sono convinta che una persona come Adromeda, che per amore è stata costretta a rinunciare a tutto, non riuscirebbe mai ad anteporre i suoi timori alla felicità di sua figlia.

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Capitolo 11
*** Ne vale sempre la pena ***


Titolo: Ne vale sempre la pena
Introduzione: Un bravo Cercatore farebbe qualsiasi cosa per prendere un boccino: anche volare senza mani, e affrontare le conseguenze di una caduta spettacolare.
Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Coppia/e: /
Rating: verde
Genere/i: commedia
Contesto/i: Malandrini/I Guerra Magica
Avvertimento/i: /
Note: /
N.d.A.: prompt n. 45: “Senza mani”




 
Ne vale sempre la pena




“Senza mani. Senza mani! Posso avere un fratello più idiota?”
Regulus sorride, anche se sorridere gli ricorda quante ossa ci siano in un cranio, e quanto tutte gli facciano male.
“Non ridere! Quella tua zucca vuota vale ben più di uno stupido boccino”.
Regulus scuoterebbe la testa, se non fosse immobilizzata da quel bendaggio terribile: insomma, la sua testa è quasi del tutto a posto, e un boccino vincente val bene un po’ di dolore.
E poi, quando ha riaperto gli occhi, Sirius era accanto a lui.
Così preoccupato da riuscire solo a insultarlo.
Ne era decisamente valsa la pena.



[100 parole]



 
Note:
Ringrazio Inzaghina, che nell’ambito del gioco “Obbligo, verità o salvataggio” organizzato sul gruppo del Giardino mi ha proposto di scrivere dei fratelli Black al tempo della scuola.
Ora, so che probabilmente all’epoca il loro rapporto doveva essere più complesso e portatore di riflessioni e contrasti ben più strutturati, ma avevo voglia di chiudere la raccolta con una nota leggera e positiva: con Sirius che, nonostante tutto, per la salute del suo fratellino si preoccupa.
Vi ringrazio davvero per avermi seguito in questa avventura assurda: so che aver pubblicato quattro capitoli in un solo giorno è una mossa assai poco saggia, ma sono subentrati dei cambi di programma che mi renderanno molto difficile riuscire a pubblicare alcunché, nei prossimi giorni, dunque ho approfittato di una domenica piuttosto pigra per riuscire almeno ad arrivare ad avere queste undici storie.

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