L'isola che non c'è

di Wendy_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Troppo tardi? ***
Capitolo 2: *** Lost in the middle of nowhere ***
Capitolo 3: *** Glaciale come un Iceberg ***
Capitolo 4: *** Due cuori e una Capanna ***
Capitolo 5: *** La stagione delle piogge ***
Capitolo 6: *** A perfect disaster ***
Capitolo 7: *** Benedizione Divina ***



Capitolo 1
*** Troppo tardi? ***


                                                                                                                                                                https://i.postimg.cc/qvcZ0dk0/13043745-1792333867662010-1513795608509840890-n.jpg

[Capitolo revisionato e corretto dalla mia beta Digihuman in data 04/05/2020] 

 

TROPPO TARDI ? (Prologo)

 

You see her when you close your eyes
Maybe one day you’ll understand why
Everything you touch surely dies
 Passenger ~ Let her go



 

Sora Takenouchi e Taichi Yagami erano amici sin dall'infanzia. Amici, però, si fa per dire. Sì, perché l'amicizia era quella cosa che entrambi dicevano di provare già dai tempi di Digiworld. Ma, ovviamente, quella non era la verità, visto che entrambi provavano un sentimento che andava ben oltre l'amicizia.
Taichi fu il primo ad accorgersi di quel sentimento.

Tutto ebbe inizio proprio quel fatidico giorno della Vigilia di Natale al concerto del suo migliore amico Yamato, in cui trovò Sora davanti al camerino del chitarrista con un regalo in mano proprio per il biondo in questione. Si sentì tradito ed amareggiato da lei, al punto da spingerla ad entrare.

Proprio quella sera, Taichi si rese conto di essere innamorato della sua migliore amica.
Proprio quella sera Sora uccise Taichi con un pugnale metaforico conficcato nel suo cuore.
E proprio quella notte infinita, Taichi pianse sul cuscino senza sosta lacrime amare, di rancore, di rabbia.

Deluso, amareggiato, arrabbiato col mondo: ecco come si sentiva quella sera. Ma soprattutto stupido, perché non si era mai reso conto, prima di quel momento, dei sentimenti che provava per la ragazza.

Dal giorno dopo, il loro bellissimo rapportò mutò. Si allontanò sempre più da lei e dal resto del gruppo. L'amicizia con i Digiprescelti si era sgretolata, ma non solo con loro.

Diventò un ragazzo solitario, il classico ribelle che non voleva saperne del resto del mondo. Ormai erano rimasti lui, la sua solitudine e i sue due vizi: l'alcool e la sigaretta.
Non era un drogato o roba del genere, semplicemente si era rifiutato di avere a che fare col mondo intero.

Questa solitudine, chiaramente notata anche dal resto della scuola, invece di peggiorare la sua posizione, in un certo senso fece l'effetto contrario.
A scuola non c'era una ragazza che fosse innamorata del "ragazzo solitario". Sì, era ormai il nomignolo che gli era stato affibbiato. Quello che però non si sapeva, era se Taichi fosse caduto o meno nelle avances di quelle ragazze, poiché nessuno lo aveva mai visto in dolce compagnia.
L'unica persona con cui forse era rimasto lo stesso era sua sorella Hikari. La dolce Hikari era l'unica fortunata che era riuscita a conservare il suo rapporto con il fratello.

D'altro canto, non era stato l'unico a cambiare. Come previsto, Sora si era messa con Yamato. Solo che quell'amicizia con Taichi, che cominciò a frantumarsi gradualmente, fece capire alla ragazza che non era realmente innamorata del biondo. Anche se troppo tardi, si era resa conto di pensare a Taichi più di quando pensasse a Yamato, per non parlare del fatto che odiava essere toccata da lui.
Non ci stava più con testa.

Un giorno, in classe, troppo presa dai pensieri, durante una lezione di matematica, fece perfino sul quaderno un brain storming e notò che in quella tempesta di idee scrisse più cose che avevano a che fare col moro che non con il biondo.

Non arrivarono nemmeno a concludere il secondo mese, che Sora decise di lasciare Yamato rivelandogli che si era resa conto di non provare nulla per lui. Omise, però, il motivo principale: Taichi.

Si era anche illusa che facendo questo passo lei e il moro sarebbero tornati ad essere quelli di una volta, ma ovviamente non fu così. Taichi era diventato ormai inavvicinabile e, nonostante il dolore che provasse, si era arresa all'evidenza.

Anche il fatto che Taichi avesse tutte quelle ragazze dietro, per Sora era sempre una coltellata. Ragion per cui decise di mettersi l'anima in pace e si dedicò solo ed esclusivamente allo studio e a progettare il suo futuro.

Concluso il liceo, avrebbe frequentato il college e, successivamente, avrebbe preso la laurea in lettere. Presa la laurea avrebbe fatto dei colloqui e non appena avrebbe trovato lavoro avrebbe preso una casa tutta per sé.
Questi erano i progetti che avrebbero permesso a Sora di andare avanti non pensando a quello che, aveva scoperto troppo tardi, essere l'amore della sua vita.

 

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Capitolo 2
*** Lost in the middle of nowhere ***


                                                                                                                               https://i.postimg.cc/x1dtrNFG/645e7400b94d18a308c54f587c8b61d6.png

[Capitolo revisionato e corretto da beta Digihuman in data 04/05/2020]

 

Lost in the middle of nowhere

 

Quattro anni.
Erano passati quattro anni da quando Taichi e Sora avevano smesso di parlarsi.
Nonostante fossero nella stessa classe, lui aveva preso posto lontano da lei, all'ultimo banco accanto alla finestra, cosa che aiutò la rossa a non dare tanto peso alla sua presenza e ad andare avanti senza il suo migliore amico.

Il moro era arrivato in ritardo anche quella mattina e il sensei, come quasi tutte le mattine, lo aveva bacchettato.

-Allora… un po' di attenzione ragazzi! Ci vedremo domani per le 7:30 alla stazione della metropolitana e partiremo alle 8:00 in punto. Mi raccomando, siate puntuali, altrimenti la metro partirà per l'aeroporto senza di voi.-

Fece una pausa per vedere se gli studenti gli stavano prestando attenzione. Quando ne ebbe la certezza, si schiarì la voce, per poi continuare il discorso.

-Arrivati all'aeroporto di Tokyo Haneda avrete il tempo necessario per il check-in. La partenza, salvo ritardi del volo, è prevista per le 9:30 e atterreremo all'isola di Okinawa per le 11:45 circa. Adesso vi consegno la brochure con il programma della gita con tutte le escursioni didattiche di tutta la zona. Sarà un'esperienza fantastica! È tutto chiaro?-

I ragazzi entusiasti risposero di sì urlando all'unisono. Tutti, tranne uno. Taichi continuava a guardare fuori dalla finestra e ad odiare il sensei che lo aveva praticamente costretto a partecipare alla gita scolastica, poiché quella gita avrebbe dato dei crediti extra per l'ammissione degli esami.

“Branco di gente con cui non ho nulla da spartire” questo era il suo unico pensiero in quel momento.


***


Il viaggiò andò esattamente come il sensei aveva previsto il giorno prima. Nessun ritardatario, né ritardo dei mezzi. Arrivarono alle 13:00 circa all'Hotel Laguna Beach di Okinawa.
Dopo il pranzo, i ragazzi furono convocati nella hall dell'hotel per l'assegnazione delle camere.

-Dunque ragazzi, le escursioni inizieranno domani mattina, quindi adesso potete andare nelle vostre camere a disfare i bagagli e, se volete, potete usufruire della piscina dell'hotel per tutto il pomeriggio. Vi raccomando solo massima puntualità per la cena delle 20:00 e di andare a letto presto, perché domani cammineremo tanto e la sveglia è fissata per le prime ore del mattino. Bene, adesso potete andare.-

E così i ragazzi, dopo aver disfatto la valigia e aver indossato il costume, si precipitarono a scendere in piscina.
Tra musica, schizzi e risate, Tomoya Matsunaga, un ragazzo narcisista considerato tra i più belli e popolari di tutta la scuola, prese Sora facendola volare in aria.
Poi quello sguardo. Taichi era al bar della piscina, stava sorseggiando una birra e fissava la rossa. A quello sguardo la ragazza provò imbarazzo. Era da secoli che il moro non la guardava nemmeno di striscio. Nana la ridestò dai suoi pensieri con uno schizzo d'acqua sul viso, facendo sì che la battaglia ricominciasse.

Non aveva mai detto nulla a nessuno del suo amore non rivelato. Aveva tenuto il segreto per tutti quegli anni e adesso si sentiva quasi come una zucca svuotata in fase di putrefazione.


***


Dopo cena, Sora e le sue compagne Aia e Nana erano in pigiama sul letto intente a guardare la brochure con il programma.

-Wow, domani cammineremo davvero tanto, diceva sul serio il sensei.- disse Aia.

-Pensa positivo! Vedremo tantissime cose nuove.- rassicurò le ragazze Sora.

-Sì, hai ragione! Chissà quanti tipi di pesci ci saranno nell'acquario Churaumi.- continuò ancora Aia.

-Ho letto che questo è uno dei pochi acquari al mondo con squali-balena e razze. Ed in più ci sono anche ottanta tipi di coralli ed una vasca con tantissimi pesci tropicali.- raccontò la rossa alle due amiche che la guardavano esterrefatte. Ma non ebbero tempo di rispondere, che Midori entrò strillando nella camera quasi fino a romperle i timpani.

-Ragazze, ragazze, c'è una festa da sballo sulla barca stasera! Mi ha invitata il bagnino che ho conosciuto oggi in piscina. Mi ha dato il pass per tutte noi. La barca parte tra mezz'ora, dobbiamo sbrigarci!- disse tutto d'un fiato. Aia e Nana si unirono alle urla e ai salti di gioia di Midori.

-Ho sempre sognato di andare ad un boat party!- Nana saltava e urlava sul letto come una bambina che aveva ricevuto il giocattolo che desiderava da tempo, a differenza di Sora, che era molto riflessiva e tranquilla rispetto alle sue amiche, e difatti obbiettò.

Ma l'euforia delle tre amiche non diede scelta a Sora che fu costretta a prepararsi. Si lasciò convincere perché le ragazze promisero di non superare l'una di notte, ma a questo lei non ci credeva poi così tanto conoscendole.

E così, si preparano in fretta e furia. La rossa indossò un paio di shorts con delle paillettes rosa attaccate ai risvoltini ed un top bianco corto con le frange. Sotto indossò il bikini turchese sotto consiglio delle compagne. “Non si sa mai, magari scappa un tuffo notturno” così aveva detto Aia. Ovviamente non aveva intenzione di fare il bagno di mezzanotte, ma la assecondò comunque.

Quando uscirono dalla stanza, si trovarono davanti Taichi che usciva da una camera qualche porta più avanti dalla loro. Sora si raggelò alla sua vista. I loro occhi si incrociarono e lo sguardo di Taichi sembrò alla ragazza qualcosa tipo: “NON-RIESCO-A-SOPPORTARE-LA-TUA-VISTA-QUINDI-SPARISCI-DA-QUESTO-CAZZO-DI-PIANETA!”

La rossa evitò di guardarlo, non voleva fargli capire che aveva il cuore in gola. I battiti martellanti riecheggiavano nel suo petto. Quando erano piccoli, pensava che quel ragazzino fosse un grande. Era dolce, generoso e socievole. I suoi folti capelli castani, la pelle scura, quasi olivastra ed il suo splendido sorriso richiamavano l'attenzione di chiunque.
A scuola le ragazze lo guardavano così rapite, che
al suo passaggio qualcuna andava perfino a sbattere contro un muro. Ma quel ragazzino ormai non c'era più per Sora.

Le ragazze corsero in direzione del porto, trascinando con loro la rossa ed i suoi pensieri sul passato che custodiva nel cuore come qualcosa di prezioso.

Non appena salirono sulla grande imbarcazione, rimasero a bocca aperta.
Le dimensioni maestose dello yacht, le luci stratosferiche, la musica a palla, tutta quella gente, quegli abiti luccicanti, era tutto spettacolare agli occhi delle quattro amiche.

-Questa festa è pazzescaaa!- disse Midori.

Poi propose di prendere un drink e, vedendo che Sora stava per obiettare, la guardò in cagnesco:

-Sora, tesoro, devi scioglierti un po'. Prova ogni tanto ad uscire dagli schemi. Non ti farebbe male, sai”.
Risero tutte di gusto.
Poi ognuno prese un cocktail alcolico. Sora prese una Caipiroska alla fragola.
Si buttarono nella mischia, ma, dopo circa venti minuti, Midori non era più accanto alle sue amiche. Era sempre la solita. Sora allora si auto incaricò di andare a cercarla.

Ma dopo essersi allontanata si diede della stupida. Come pretendeva di trovarla con tutta quella gente? Erano talmente stretti su quella barca, che quasi soffocava.
Nel tragitto ebbe a che fare con un paio di ragazzi ubriachi e in preda agli ormoni pronti a provarci con lei, ma per fortuna riuscì ad uscirne illesa.
Finalmente trovò uno spazio sul bordo della barca, dove riuscì a respirare per un attimo.

Una goccia d'acqua si posò sul suo viso. “Oh no, si sta mettendo a piovere, ci mancava anche questa”.
Ma quel pensiero fu subito interrotto da qualcosa di molto grosso, o per meglio dire qualcuno.
Un ragazzo molto robusto ed evidentemente ubriaco fradicio, urtò la rossa che si era sporta un po' troppo per prendere aria e lo scontro fu talmente fatale, che la ragazza cadde in mare.

Nessuno si accorse della scena. Nemmeno il ragazzo in questione. Erano tutti troppo presi dall'alcool e dalla musica per distrarsi.
Tutti tranne uno: Taichi, che finalmente era riuscito a divincolarsi da un gruppo di ragazzine che lo avevano circondato. Stava fumando una sigaretta appoggiato di fronte ed aveva visto tutta la scena.

-Sora!- Non ci pensò due volte a buttarsi da dove era caduta un attimo prima la ragazza.

-Ma che diavolo fai?- disse mentre la aiutava a salire su un gommone di salvataggio attaccato alla barca.

-Secondo te? Avevo voglia di fare una nuotata notturna.- rispose la ragazza ironizzando su quella situazione del cavolo. Si sentì improvvisamente strana a parlare con lui dopo quattro anni di silenzio assordante. Nonostante quel momento non fosse dei migliori, i pensieri la assalirono. Nessuno dei due si rese conto che la pioggia era aumentata, finché non furono sul gommone.

-Tutto bene?-

-Sì, è tutto ok!- si affrettò a risponde per non far vedere il suo imbarazzo.

Quel cielo nero non prometteva niente di buono. La barca iniziò ad avviarsi verso il porto, ma quella pioggia tagliente si tramutò presto in tempesta. Le onde divennero minacciose fino a far staccare il gommone dalla barca.

-Cazzo!- esclamò il moro

-Accendi il motore, dobbiamo seguirli subito.- continuò preoccupata la rossa.

Ma il ragazzo si ammutolì, rimanendo impassibile.

-Taichi?- la rossa lo svegliò da quel momento di trance.

-Non c'è.- disse piano quasi a sentirsi solo lui.

-Cosa hai detto?- insistette la ragazza.

-NON C'È. IL MOTORE NON C'È, CAZZO!- urlò allora.

Il panico si impossessò di Sora.

-Stiamo andando alla deriva in mezzo al null...- ma non riuscì a completare la frase, poiché, in quel buio immenso illuminato dal solo Yacht, riuscì a scorgere solo una cosa, un'onda. Un'onda assurda e immensa si stava avvicinando a loro. Si pietrificarono. Ma Taichi riprese coscienza appena in tempo. Prese il telo impermeabile del gommone e si buttò sulla ragazza avvolgendo entrambi prima del violento impatto.
Furono sbattuti fortemente da quell'onda.
Poi il vuoto.
Solo Buio.

 

 

[To be continued]

 

 

'Cause you are not alone
And i am there with you
And we'll get lost together
Till the light comes pouring through
'Cause when you feel like you're done
And the darkness has won
Babe, you're not lost
When the world's crashing down
And you can not bear the thought
I said, baby, you're not lost

~Michael Bublè ~ Lost

 


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Capitolo 3
*** Glaciale come un Iceberg ***


                                                                                                                                                               https://i.postimg.cc/cLpZk3sC/15250888-1142277092487064-1848517352627008327-o.jpg

                                                               GLACIALE COME UN ICEBERG

 

La mattina seguente le compagne di Sora stavano decidendo come avrebbero detto al Sensei della scomparsa della compagna, ma dopo la colazione lo stesso insegnante le chiamò per l'appello prima di iniziare la loro prima escursione all'acquario Chirumi.

Fu solo in quel momento che tutti, comprese le amiche di Sora, scoprirono che non era la sola a non essere presente quella mattina.
Mancava anche il ragazzo solitario.
Le tre amiche si decisero a raccontare tutto per filo e per segno al Sensei che le guardò con disgusto per la bravata che avevano commesso la scorsa notte.

- Con voi farò i conti dopo. Adesso è più importante ritrovare Takenouchi e Yagami.-

-Magari è stata una semplice fuga romantica?-
Si intromise il commissario di Polizia del luogo, che aveva assistito alla conversazione.

-Noooo, Sora non è il tipo di persona che farebbe una cosa del genere.- Urlarono all'unisono Aia e Nana.

-Poi assolutamente non con Yagami, non si sono mai scambiati una parola durante gli anni di liceo.- Continuò Midori.

-Si, ma erano molto amici prima.- Aggiunse infine il Sensei che li conosceva da prima del liceo, lasciando le tre studentesse di stucco. Perché la loro amica non aveva mai raccontato nulla?


***


Era giorno.
I raggi del sole battevano sul telo impermeabile disteso sopra i due ragazzi.
Iniziò a fare caldo là sotto per cui i due si svegliarono e quando si guardarono intorno erano davvero in mezzo al nulla.

-Secondo te a quanti chilometri di distanza siamo da Okinawa?- Iniziò a parlare lei cercando di rompere il ghiaccio, maledicendosi un istante dopo sentendo la riposta fredda e distaccata del ragazzo.

-E io che diavolo ne so!-

Come aveva potuto pensare che tra loro sarebbe tornato tutto come prima. Poi il ragazzo aggiunse un ghigno ironico che però infastidì parecchio la rossa.

-È pazzesco! Siamo in mezzo al nulla e hai il coraggio di ridere?-

-Ehi, stai calmina! E poi guarda che se siamo qui è perché tu ti sei voluta fare un tuffo al chiaro di luna questa notte.-

-Sono caduta perché un imbecille tarchiato e ubriaco mi si è buttato addosso. E poi nessuno ti ha chiesto niente.-
Stavolta si era innervosita. Dopo quella frase regnò il silenzio per diversi minuti, forse ore.

Incrociarono i loro sguardi solo una volta, ma a Sora quegli attimi sembrarono quasi eterni. Osservò gli occhi nocciola screziati di giallo dell'ex amico, facendosi travolgere da un desiderio irrefrenabile che le fece avvampare le guance.

Ma a cosa stava pensando? Quello non era più il suo Taichi. 
Come poteva essere diventato così glaciale come un iceberg? Era inutile continuare a crogiolarsi sull'argomento. 
Si rimproverò per quei pensieri e tornò a fissare l'oceano per pochi istanti, quando poco dopo si alzò di scatto dal gommone facendo quasi cadere il moro in acqua.

-Ma sei impazzita?- Stava fissando un punto ben preciso con occhi vitrei.

-Vedo qualcosa laggiù! Sembra un'isola. Sì, è un'isola quella.-

-Stai scherzando?- Si voltò anche lui in quella direzione.
Era vero, aveva ragione, quella era davvero un'isola.
La speranza si riaccese nei loro occhi. Taichi remò con tutta la sua forza fino ad arrivare vicino alla riva.
Erano stanchi e non appena toccarono la terraferma si buttarono distrutti ma felici sulla sabbia.

Presto però, iniziarono a camminare per l'isola cercando una cabina telefonica o perlomeno qualche essere umano a cui chiedere aiuto. Niente o forse meglio dire nessuno si era visto nel tragitto durante quella lunghissima camminata.
Solo vegetazione e per la tristezza di Sora solo insetti di tutti i tipi.

-Tra un po' ci troveremo davanti Koromon e Yokomon e verrà fuori che siamo finiti un'altra volta sull'isola di File!-
Disse ridacchiando il moro. Battuta che stupì Sora, e non poco.

-Non mi dispiacerebbe rivedere Yokomon in effetti.-
Sorrise. Poi si fermò ad osservare una pianta di bacche e ne raccolse una.

-Ferma!-

- Che c'è? Sono solo bacche.-

-Anche quella di Biancaneve era una mela.-

-Ok, concetto afferrato.- concluse gettando la bacca a terra.

Fu quasi felice di quel gesto da parte del ragazzo, ma ancora era presto per cantare vittoria. Taichi Yagami era diventato un enigma per lei. Anche se pensandoci bene si era buttato senza pensarci quando era caduta dallo yacht.
Se la detestava così tanto perché lo aveva fatto? Tutti quei pensieri la stavano torturando.

Ripresero a camminare. Ma niente, né strade, né persone, e con loro immenso dispiace nemmeno nessun Digimon.
Dove diavolo erano finiti? Ormai stava iniziando a fare buio, ed erano senza forze.

-Penso che arrivati a questo punto, dobbiamo trovare un posto dove passare la notte, Sora. Domani mattina continueremo a cercare.-

-Penso che tu abbia ragione, Taichi.-

Sembrava quasi che l'imbarazzo e la tensione iniziale fossero solo un brutto ricordo.

Tornarono alla riva e la prima cosa che notarono fu che il gommone era sparito.
Evidentemente la stessa corrente lo aveva trascinato via.

Erano di nuovo disperati, e iniziava a fare pure freddo.

-Brrr.. Ci vorrebbe un fuoco per scaldarci.-

Esordì Taichi, iniziando a raccogliere della legna, forse anche per smorzare la tensione che era tornata quando avevano appreso che fosse sparito quell'unico mezzo, che anche senza motore, li avrebbe potuti trascinare via da quell'isola evidentemente deserta.

-Perché, sai accendere un fuoco adesso?- Lo prese in giro Sora.

-Certo, svariati anni di campo estivo saranno serviti a qualcosa, no?-

La ragazza lo guardò con stupore, fino a quando lo vide mettersi le mani in tasca e con un sorriso a trecentosessanta gradi stampato in faccia estrasse un accendino mostrandoglielo soddisfatto.

-TADAMM!- Sora scoppiò a ridere.

-Sei sempre il solito Taichi , non sei cambiato di una virgola.- Si pentì subito dopo aver detto quella frase, ma Taichi invece non sembrò dargli peso. Forse perché era intendo ad accendere il fuoco.

Sora avrebbe voluto chiedergli mille cose dopo tutti quegli anni, ma non ci riuscì per via della stanchezza.
Distesi, uno accanto all'altro vicino al piccolo fuocherello che aveva acceso il ragazzo, si addormentarono in pochissimi istanti. Avevano passato una giornata assurda ed erano molto provati.


"Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Poi la strada la trovi da te
Porta all'isola che non c'è"
~Edoardo Bennato~ L'isola che non c'è

 

 

Note dell'autrice:

Ecco il terzo capitolo, spero di non deludere le aspettative di chi continua a leggere.
Le mie aspettative le ho già deluse. XD
No scherzi a parte, avrei voluto scrivere di più, ma tra che per ora non ci sto con la testa, tra che molte cose le voglio inserire gradualmente, questo capitolo può sembrare noioso. Spero di rifarmi nei prossimi capitoli...
Però dai, finalmente Taichi e Sora sono arrivati sull'isola che però non è l'isola di File. :P
E siccome io sono Wendy non potevo non fare una Taiora sull'isola che non c'è. XD
Vabbè bando alle ciance, come qualcuno di voi ha già capito per scrivere questa mini long mi sono ispirata, ebbene sì, al remake "Laguna blu il risveglio" (ho perso il conto di quante volte ho visto sto film).

Sono veramente felice che (parlo per chi ha recensito almeno) quest'idea sia piaciuta.
Mi scuso sempre per gli errori e per il pastrocchio che è venuto fuori. 
Al prossimo capitolo!
😘

Ringrazio sempre chi legge e recensisce.
Un grazie particolare a EleCorti AlwaysJohnlock Princesse with wormmon e Usabella dream.
Grazie ragazze per il vostro sostegno e le vostre bellissime recensioni.
Wendy

 


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Capitolo 4
*** Due cuori e una Capanna ***


                                                                                                                                                       https://i.postimg.cc/bJL7PSjQ/13055885-10206545678543439-5036224381045736872-o.jpg


DUE CUORI E UNA CAPANNA

 

 

Toshiko Takenouchi e i signori Yagami erano appena atterrati sull'isola di Okinawa.
Yuuko Yagami, la madre di Taichi continuava a singhiozzare.

-È una cosa inaudita!- alzò la voce il signor Yagami.

-Perché erano usciti a quell'ora? E dov'erano i responsabili?- protestò la madre di Sora.

-Non ci sono giustificazioni a tutto questo. Ci dispiace davvero. Le ricerche continuano senza sosta, stanno smuovendo mari e monti, faremo il possibile per ritrovarli. Ci hanno inoltre appena avvertiti di un gommone di salvataggio mancante tra quelli attaccati allo yacht, ragion per cui dobbiamo mantenere la calma. Li ritroveremo.



***



Taichi si svegliò tutto sudato sotto quel sole cocente.
Sora non era accanto a lui, si alzò di scatto ma poi la vide sulla riva. Stava cercando di scrivere un SOS sulla sabbia con un pezzo di legno.

-Buongiorno.- La salutò passandole accanto dirigendosi verso l'oceano per poi sfilarsi la t-shirt bianca che risaltava il colore scuro della sua pelle, poi anche i jeans chiari strappati dalle ginocchia, e immergersi in quell'acqua limpida e cristallina.

Sora si bloccò a fissarlo.
Ahh... quella schiena e quel corpo da paura quanto le piacevano. Era bello da togliere il fiato. Lo aveva sempre guardato in quegli anni nonostante quel lungo silenzio che interferiva tra di loro.
Arrossì per i pensieri proibiti che fece la sua mente in quell'istante. Decise quindi di distogliere lo sguardo e continuare a scrivere il suo messaggio sulla sabbia.


Visto che non avevano modo di andarsene da quell'isola decisero di attrezzarsi per gestire meglio quella situazione. Costruirono insieme una capanna con palme e canne di bambù. Iniziarono le ricerche per trovare acqua, legna e qualcosa di commestibile. Per fortuna la frutta in quell'isola non mancava. Riuscirono a riempire in pochissimo tempo la sacca della ragazza di svariati tipi di frutta in men che non si dica.

Poi, un rumore attirò la loro attenzione, era qualcosa come uno scroscio d'acqua e loro avevano finito quell'unica borraccia che Sora aveva con sé nella sacca.
Seguendo il rumore arrivarono finalmente alla meta.
Qualcosa di stupefacente era davanti ai loro occhi: una laguna meravigliosa circondata da piante floreali dal colore roseo e un'immensa cascata che scendeva da una maestosa roccia che faceva da conca circondando e proteggendo tutto quello spettacolo della natura. 

Erano ammaliati da quella bellezza naturale.
Dopo essersi dissetati Sora disse a Taichi che aveva bisogno di fare un bagno, e il ragazzo si apprestò a portare nella capanna tutti i viveri che avevano precedentemente racimolato. Per Sora quegli attimi furono un vero toccasana.
Quel momento di relax toccò anche al moro, che dopo aver accesso un fuoco chiese il cambio a Sora. 

Al suo ritorno la ragazza aveva preparato un piccolo banchetto fruttato. Aveva tagliato la frutta con il coltellino che Taichi teneva sempre nella tasca dei jeans, che fu utile nonostante la ragazza ancora doveva capirne il motivo di portare con se un accessorio simile.
Era riuscita a creare una composizione veramente bella: kiwi, banane, frutti della passione, ananas, papaia, mango e noci di cocco. E in più aveva messo sul fuoco il pesce che quel pomeriggio era riuscita a pescare Taichi. 

Aveva anche addobbato la capanna con dei fiori. Tutto sembrava così meravigliosamente perfetto.
Per un attimo si sentì quasi come se fossero una coppia di sposini in luna di miele su un’isola tropicale. E quell'idea in un certo senso non le sarebbe di certo dispiaciuta. 

Quando Taichi arrivò e vide tutto quello che Sora aveva fatto in sua assenza rimase senza parole.
Ma non appena si accorse dell'imbarazzo e del rossore in viso della ragazza cercò di alleggerire la situazione.

-Ho una fame assurda! Finalmente si mangia. Pancia mia fatti capanna!- Tipica frase del ragazzo che alla rossa provocò ricordi infantili che non aveva mai rimosso.

E riuscì nel suo intento, poiché Sora si rilassò subito e vedendo il moro che si ustionava la lingua con il pesce appena tolto dal fuoco scoppiò a ridere, suscitando le risate anche dello stesso ustionato in questione.
Stavano passando una serata così bella che entrambi si sentirono quasi in colpa. 

-Secondo te, stiamo sbagliando ad essere così tranquilli mentre le nostre famiglie saranno disperate della nostra scomparsa?- Il suo sguardo si era improvvisamente spento.

-E cosa dovremmo fare? Disperarci? Piangere? Deprimerci? La situazione è già critica di suo, Sora. Questo è l'unico modo per andare avanti e diminuire la tensione, non credi?-
-Sì, hai proprio ragione.- sorrise passandogli la frutta che aveva tagliato. 

 

***

Erano nella loro postazione notturna. 
Quel letto fatto di foglie era diventato quasi comodo, o forse era quello che si sforzavano di credere entrambi.
Ma quella notte Sora continuava a girarsi e rigirarsi.
Non riusciva a prendere sonno.

-Va tutto bene?- Chiese il moro che aveva notato tutti quei movimenti.

-Non riesco a dormire.-
-Non sei la sola.-

Risero.

-Taichi, posso farti una domanda?-
-Spara.-

-Ecco… perché noi ci siamo allontanati così di punto in bianco? O meglio perché tu ti sei allontanato da me, e da tutti gli altri digiprescelti?-

Un magone allo stomaco si impossessò di lui. Non riusciva a parlare. Cosa avrebbe dovuto dirle che lei e Yamato gli avevano spezzato il cuore mettendosi insieme? No! Certo che non lo avrebbe fatto. Non in quel momento almeno.
Ma cos’altro poteva rispondere. Simulò un finto colpo di sonno, iniziando a fare finta di russare.
Sapeva che prima o poi sarebbe tornata sull'argomento, ma in quel momento non si sentiva pronto di parlarne.

-Non posso crederci, ti sei addormentato. Ok, come non detto. Buonanotte stupido di un Taichi.-
Si voltò dalla parte opposta, offesa e si sforzò di addormentarsi una volta per tutte.

Il finto addormentato se la rise sotto i baffi, le mancava essere chiamato così da lei, era l'unica che poteva farlo. E sentirselo dire dopo tutti quegli anni riaffiorò in lui tanti bei ricordi. Possibile che ancora fosse innamorato di quella ragazza che lo aveva ferito così tanto?

Dopo un po' si voltò verso di lei.
I capelli rossi un po' arruffati avvolti in uno chignon profumavano di mare. L'istinto e la voglia irrefrenabile di abbracciarla da dietro stava prendendo il sopravvento, ma decise di chiudere gli occhi e addormentarsi prima di fare sciocchezze di cui forse si sarebbe pentito subito dopo.

 

"... so the world goes round and round
with all you ever knew
They say the sky high above
is Caribbean blue...

... if every man says all he can,
if every man is true,
do I believe the
 sky above
is Caribbean blue..."

CARIBBEAN BLUE - ENYA

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Eccomi tornataaaa..  Con immenso ritardo. :(

Ma tra il Carnevale e l'arrivo della Primavera sono andata in vacanza con le idee.. XD 

E siccome questo capitolo non è stato lungo e soddisfacente, diciamo che ho già scritto anche il prossimo che vi posterò tra domani e dopo domani per farmi perdonare.. Promesso!!!

Dunque, i piccioncini già si sono sciolti per bene per far succedere qualcosa in più. Quindi il capitolo 5 sarà il più importante e il più completo! O almeno è quello che ho provato a fare.
Chiedo scusa per gli errori.

Grazie a tutti voi che leggete, e recensite: EleCorti AlwaysJohnlock  Princess of wormoon e Usabelladream.  Grazie delle vostre bellissime parole.    
E grazie a chi segue o ha messo tra i preferiti la storia.
😘 Wendy

 

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Capitolo 5
*** La stagione delle piogge ***


                                                                                                                                                                                   https://i.postimg.cc/hGt8wXpF/4030ca41aaa969ac5efc87669a698877.jpg

LA STAGIONE DELLE PIOGGE


Erano passati dieci giorni dalla scomparsa di Taichi e Sora.

-Mi manca mia madre. E la mia casa. E la biancheria pulita. Scommetto che ci stanno ancora cercando. Dici che si sono arresi?- la ragazza continuava con le sue paranoie isteriche mentre incideva una X sulla pietra posta all'ingresso della capanna.

-Tu continueresti a cercare un oggetto che pensi di non trovare mai più?-

Taichi c'era andato giù pesante, ma stava davvero iniziando a demoralizzarsi. Ciononostante la ragazza lo riprese alzando il tono della voce:

-Ma non siamo mica oggetti, Taichi!-

Però il ragazzo invece di rispondere cambiò discorso. 

-L'accendino è andato! Stavolta è arrivato davvero il momento di imparare ad accendere un fuoco. Mi aiuti a prendere un po' di legna?-

Risero all'unisono e iniziarono a recuperare diversi pezzi di legna fino a quando l'urlo della rossa allarmò l'amico.

-Che succede?- Urlò il moro precipitandosi verso la ragazza, che affondò subito la testa sul suo petto. Quando si voltò a guardare nella direzione in cui un'istante prima Sora stava raccogliendo la legna scorse uno scheletro in mezzo al fogliame caduto.

-Oh mio Dio! Per quanto tempo è stato qui a fingere con sé stesso come noi che lo avrebbero ritrovato?- sentì le lacrime di Sora bagnargli il petto. La strinse forte a sé.

-Noi non siamo lui Sora. Forse era un indigeno o qualcuno che non aveva nessuno. Noi abbiamo delle famiglie che ci amano e che non smetteranno mai di cercarci.- La rincuorò, nonostante nemmeno lui era convinto di quelle parole. 

-E ancora di più...- continuò
-Io ho te... e tu hai me... e questo è più di qualcosa. Ce la caveremo, Sora. Andrà tutto bene. Non ti succederà nulla, te lo prometto.-

Quegli occhi, gli occhi di colui che quattro anni prima aveva capito di amare, e quelle parole dette con un tono così dolce riuscirono a rassicurarla. 

Taichi, avvicinò la mano al viso della ragazza accarezzandolo dolcemente fino a ritrovarsi ad un centimetro di distanza dalle sue labbra.

Un bacio, tenero ed innocente, ma che fu in grado di cambiare totalmente l'atmosfera tragica che si era creata attimi prima.

Quella notte dormirono abbracciati. Sora, tra quelle braccia che tanto aveva desiderato si sentiva talmente bene che crollò quasi all'istante.
Mentre Taichi prima di addormentarsi continuò a pensare a quel bacio per diverso tempo fino ad arrivare ad una sola certezza: nel momento in cui le loro labbra erano entrate in contatto si era sentito attraversare da una scossa elettrica che lo aveva convinto che quell'emozione sarebbe durata per sempre. In quei quattro anni aveva solo omesso la verità facendo finta di non provare nulla e facendo sì che il rancore nei confronti di Sora avesse vinto.
Però quel bacio aveva ribaltato completamente la situazione.



***


Svegliata dall'aurora, Sora, sorrise rendendosi conto di aver passato la notte abbracciata al suo amato e ripensando al dolce bacio che si erano dati arrossì.

È vero, non era stato un bacio lungo e passionale come quelli che si vedono nei film ma era stato meraviglioso a modo suo.
Ma soprattutto ripensò a come lui fosse tornato ad essere il Taichi di una volta, forse ancora più dolce.

Nonostante erano stati divisi per quattro lunghissimi anni, il destino anche se in un modo subdolo, aveva fatto in modo di regalargli una seconda chance.
Forse le loro anime erano destinate a stare insieme. 
Sorrise a quel pensiero.



***


Un mese dopo...


-Ad un mese esatto dalla scomparsa di Sora Takenouchi e Taichi Yagami, i due studenti di Tokyo, dispersi a largo della costa tra l'oceano Pacifico e il mar Cinese orientale sono state ufficialmente sospese le ricerche. È ormai convinzione delle autorità, a maggior ragione dato l'inizio della stagione delle piogge, che le ricerche siano ormai inutili.-

Erano tutti sconvolti e senza parole davanti ai Notiziari delle TV locali. I genitori dei ragazzi, Hikari, le compagne di Sora e il resto del gruppo dei Digiprescelti non si erano disinformati un attimo dell'accaduto e non potevano davvero credere a quella notizia. 
Le famiglie Yagami e Takenouchi decisero quindi di continuare le ricerche in modo autonomo, di certo loro non si sarebbe arresi così in fretta.



***



Ormai, dopo un mese, si erano abituati alla vita da naufraghi.
O forse si erano anche rassegnati.

Si erano trasferiti in una caverna che avevano scoperto proprio dietro la cascata della laguna, per ripararsi viste le piogge senza sosta.

Ma Taichi era stanco.
Lui era uno spirito libero e stare sempre chiuso dentro quella caverna buia lo stava facendo impazzire così uscì sotto lo sguardo confuso di Sora.

-Basta far finta di nulla! È questo il trucco.- La rossa rise.

-Tu sei pazz...-
Ma Taichi la bloccò prendendola dal braccio e tirandola verso di lui.

-Posso avere l'onore di questo ballo, signorina Takenouchi?-

-Sì, confermo sei pazzo!-

Ballarono per ore sotto la pioggia, proprio al centro della laguna, tra inchini giravolte e baci.

Avevano trovato la serenità.

Iniziarono a cantare a squarciagola e senza rendersene conto cantarono una canzone che li aveva accompagnati nella sua intensa amicizia.
Avevano sempre amato quella canzone senza capirne davvero il significato. Finalmente adesso iniziavano a capirlo. 

"Where there is desire
There is gonna be a flame
Where there is a flame
Someone's bound to get burned
But just because it burns
Doesn't mean you're gonna die
You've gotta get up and try try try
Gotta get up and try try try"
Try-Pink

-Non sapevo che la pioggia ti mettesse di buonumore.-

-Non sai molte cose di me a quanto pare, cara Sora.- La sfidò il ragazzo.

-E poi, io ho sempre amato la pioggia, anzi ho sempre amato i temporali. Tuoni, pioggia, scarpe bagnate, pozzanghere. Non chiedermi perché ma tutto è bello sotto la pioggia. Da piccolo mi sentivo come un supereroe a cavallo della mia bici sull'asfalto pericolosamente scivoloso.-

-Un supereroe pieno di cicatrici.- lo riprese ridendo la ragazza.

-Scema!- Borbottò lui per poi proseguire il discorso.
Stranamente quel giorno era un chiacchierone.
Sora pensò che la pioggia doveva per forza piacergli davvero tanto.

-I temporali mi facevano sentire come un’emozione elettrizzante. E tu, mi facevi venire le vertigini come la sinfonia di un temporale.-

La rossa rimase spiazzata da quella confessione inaspettata e detta in modo così naturale.
Non riusciva a parlare.
Ma Taichi continuò quella confessione sconvolgendo ancora più la ragazza. Aveva tante cose da dirle, una volta per tutte.

-Eri la mia tempesta in un giorno di sole, il mio lampo in un cielo noioso senza nuvole. Mi ricordo che appena sveglio divoravo la colazione, per venire a bussare alla tua porta, stare insieme a te tutto il giorno e tornare a casa solo per mangiare e dormire. Giocavamo a calcio, a nascondino, ti spingevo sull'altalena, ci arrampicavamo sugli alberi.
A Digiworld cercai di starti più vicino possibile, e quella volta che Datamon ti portò via da me mi sentii un essere piccolo e inutile e pur di salvarti avrei dato la mia vita.
Stare con te e farti da spalla mi rendeva felice e non desideravo nient'altro. Poi, arrivò quel giorno dove appresi del tuo flirt con Yamato e il mio bellissimo temporale divenne improvvisamente come la siccità. Mi hai spezzato il cuore. Mi mancavi immensamente e solo allora mi resi conto di amare quel temporale più della mia stessa vita. Vita, che cambiò radicalmente da quel giorno fino al momento in cui ci ritrovammo sperduti in quest'isola.-

La ragazza che stava piangendo presa da quel racconto decise che era arrivato il momento di dire qualcosa anche lei.

-Scusami Taichi! Ero solo una ragazzina. Non avevo mai capito nulla dell'amore e delle sue sfaccettature. Vedere tutte le ragazzine innamorate di Yamato, il chitarrista misterioso dagli occhi blu mi aveva confuso le idee. Volevo sentire le farfalle nello stomaco o qualsiasi altro volatile. Mi sono accorta solo dopo averti perso che Yamato non mi faceva sentire come mi facevi sentire tu. E quando hai cominciato ad ignorarmi totalmente è stato ancora peggio. Non avevo più voglia di venire a scuola. Mi sentivo a disagio a stare in classe con te. Proprio quando avevo capito di amare qualcuno, quel qualcuno era sparito, e al suo posto era rimasto un odioso e insopportabile pezzo di merda che non mostrava un briciolo di rispetto nei miei riguardi.-

Il ragazzo le asciugò le lacrime per poi baciarla.

-E’ tutto finito!- La rassicurò.

Ormai i baci sotto la pioggia erano diventati sempre più passionali, e di certo quelle confessioni avevano reso l'atmosfera ancora più intensa.

Senza rendersene conto, Taichi, sollevò la ragazza e continuando a baciarla la portò dentro la caverna.
La adagiò delicatamente sempre senza staccarsi da lei in quello che attualmente era il loro letto fatto di fogliame.

Cominciò a baciarle il collo bagnato dalla pioggia e piano piano si poggiò sopra di lei.
Cercò ancora la sua bocca per approfondire il bacio.

Con maggiore desiderio la accarezzò con la mano, partendo dall'interno coscia salendo sempre più in alto, facendo gemere la rossa.

-Sei perfetta, Sora!-
-Baciami, ti prego non ti fermare!- Lo zittì lei presa ormai troppo dal desiderio.

Con le mani ferme abbassò la zip sfilandole lentamente gli shorts per poi tornare subito nella posizione prona.

-Adesso sì che posso baciarti ovunque.-

La baciò con fervore, prima le labbra, poi il collo, e infine i seni spostando il bikini, l'unica parte vestita della ragazza.

Sora gemette più forte quando il ragazzo prese i capezzoli tra le labbra e inarcò la schiena affondando le dita nella chioma bagnata del ragazzo.

D'improvviso lui avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
-Sicura di volere continuar..-
-Sì!- lei non aveva alcun dubbio.

Taichi sorrise e si alzò per togliersi i vestiti bagnati, per poi tornare su di lei e sfilarle il bikini.

Si baciarono ancora intensamente.
Poi Taichi scivolò lentamente dentro di lei facendo attenzione a non farle male, baciandole il palmo della mano che stringeva tra la sua.

Quando anche lei cominciò a muoversi, Taichi aumentò il ritmo fino a raggiungere insieme l'apice del piacere.

Non appena ripresero fiato la guardò per qualche istante notando il suo viso rosso dall'imbarazzo.
Era bellissima. E sorridendo le baciò quelle guance rosee.

L'amore. Sora aveva fatto l'amore con l'unico ragazzo che aveva da sempre amato.
E nonostante si erano separati per anni, adesso erano lì: nudi, abbracciati, i loro corpi sudati sotto il riflesso dei raggi di luna che erano iniziati ad entrare nella caverna.

Continuavano a guardarsi estasiati, scordandosi completamente di essere due naufraghi. 


"'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose, I'm winning
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh"
John Legend - All Of Me

 

 

Note dell'autrice:

E come promesso ho postato il capitolo, che dovrebbe essere il più completo (lo spero almeno).
C'è il bacio, la confessione e la parte leggermente più spinta che qualcuno aspettava (considerando il rating giallo non potevo andare oltre.) XD
Rimane solo il capitolo finale.
Spero di non metterci secoli a scriverlo perché ho un'altra long Taiora in progetto!
Grazie come sempre a chi legge e recensisce.
E chiedo scusa come sempre per gli errori. :*
Wendy

 

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Capitolo 6
*** A perfect disaster ***


                                                                                                                         https://i.postimg.cc/fRtDvCQ1/14095705-1057929384255169-2798265981434924719-n.jpg

A PERFECT DISASTER

 

 

Intanto Mimi, che dall'America aveva appreso la notizia ed essendo quella del gruppo dei Digiprescelti che, si sapeva economicamente era ben messa, tornò a Tokyo per presentarsi a casa di Toshiko.
Non appena la madre della sua migliore amica aprì alla porta, la giovane Tachikawa scoppiò a piangere e si buttò su di lei che ricambiò l'abbraccio volentieri.
Dopo essersi accomodata insieme al padre, la ragazza disse a Toshiko di chiamare la famiglia di Taichi perché aveva una cosa importante da dire.
Susumu, Yuuko e Hikari ,in poco tempo curiosi e speranzosi arrivarono a casa Tachenouchi.
Così il padre di Mimi finalmente si schiarì la voce e iniziò:


-Mia figlia mi ha raccontato che la polizia locale di Okinawa ha sospeso le ricerche.-
I presenti annuirono demoralizzati.
Ma il signor Tachikawa continuò:
-Volevo offrirvi il mio elicottero privato per continuare a cercarli. Vi metterò a disposizione anche un pilota che insieme ad uno di voi proseguirà le ricerche fino a che li ritroveremo.-
Le due famiglie con gli occhi lucidi e commossi non sapevano più come ringraziare Mimi e suo padre.
Grazie a loro la speranza di ritrovare i due ragazzi si riaccese nei loro cuori.
 
 
***
 

Sora quella mattina non si sentiva bene... evidentemente il pesce che aveva pescato il giorno prima Taichi, le aveva causato nausea. Ancor più il ragazzo quel giorno non si staccò un momento da lei.
-Sicura di non essere incinta?- Scherzò lui.
-Stupido!- Lo bacchettò lei.
-Non sai che voglia ho di una zuppa di miso calda, un letto comodo e di un bel film strappalacrime…-
Il moro la baciò sulla fronte cercando di ironizzare il momento.
-Se hai tutta sta voglia di piangere posso pensarci io?-
-E come sentiamo?- Lo provocò la rossa sorridendo.
-Mm... dunque vediamo... potrei imitare Leonardo Di Caprio nella scena clou del Titanic dove congela al posto di Rose, mentre lei se ne sta beatamente sulla porta galleggiante?-
La ragazza scoppiò a ridere.

E lui sempre scherzando:
-Sora, ma dovevi piangere non ridere… così non c’è gusto!- si lamento lui.
Risero entrambi.
Era riuscito nel suo intendo di metterla di buonumore.
-Taichi?-
Disse dopo quella risata lei tornando seria.
-Sì?-  Si preoccupò lui
-Non ti ho mai ringraziato.-
-Per cosa?-
-Per avermi salvata. E per quello che hai fatto per me da quando siamo in quest'isola sperduta.-
-Realmente non ti ho salvata! Salvare una persona equivale a portarla in salvo, io mi sono limitato a seguirti in acqua.-
Disse lui deluso.
Ma lei continuò
-Se non ti saresti buttato probabilmente non sarei nemmeno viva. Probabilmente, non sarei nemmeno riuscita a salire sul gommone. O se ci sarei riuscita e avrei raggiunto l'isola non so cosa avrei fatto qui. Sicuramente da sola per settanta lunghissimi giorni non ci sarei arrivata viva. Io non ho il tuo coraggio e il tuo spirito di sopravvivenz..-
-Shhh…- la interruppe Taichi mettendole un dito sulle sue labbra.
-Ma sono qui. È questo è l'importante.-

La baciò sul collo e la strinse forte a sé.
Il contatto della sua pelle contro la sua provocò a Sora un formicolio che si estese in tutto il corpo. Fu allora che la sua mano iniziò a muoversi tra la folta chioma del ragazzo attirandolo ancora di più a lei, a pochi centimetri dalle sue labbra. Si lasciarono sfuggire un gemito entrambi.
I suoi occhi nocciola erano puntati in quelli miele di lei e la imprigionavano facendole perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in una realtà dove esistevano solo loro due.
Spinta dal desiderio appoggiò le sue mani sul suo petto, per poi farle salire sulle spalle e accarezzargli il collo con i pollici per poi baciarlo.
A quel punto lui la baciò con tenerezza e trasporto facendola sciogliere totalmente, tanto da far cedere il suo corpo contro quello di lui, che la accolse stringendola contro il suo petto, dove sentì i battiti del cuore di Sora, alla stessa velocità dei suoi. Le due lingue si abbracciarono mentre i loro cuori battevano forte facendoli impazzire di sentimento e desiderio. Le loro anime calde si fusero insieme in un unico passionale intreccio, sospese in mezzo al nulla mentre il cielo sembrò cadere addosso a loro. Ogni carezza risuonava sembrando amplificata e di una delicatezza indescrivibile.
Fecero l'amore un'altra volta e mentre Taichi scivolò dentro di lei, Sora si sentì come se volesse restare lì per sempre.
 
Più tardi lei si accoccolò tra le sue braccia forti, nel tepore del loro letto fatto di sole foglie. Si addormentarono felici come non mai, avevano perso le speranze di essere salvati ma in quel momento gli importava ben poco perché da soli Taichi e Sora erano un disastro ma insieme erano la perfezione.

"Con te con te con te
Che mi aiuti ad accettare quel che volevo scordare
Che mi sai dimostrare ogni giorno che passa che non c’è niente da temere ma così tanto da tenere

E se non è con te

E se non era un posto raggiungibile
Allora io mi fermo
E smetto di cercare
Se non sei tu la casa io non so più abitare

E se non c’è non c’è
Quel posto che credevo di conoscere
Allora io mi fermo
E smetto di cercare
C’è troppo spazio adesso
Per me che voglio stare
Con te." 


***

 

Un rumore.
Taichi e Sora si guardarono. Era davvero un elicottero quello sopra le loro teste?
Sì, era un elicottero a bassa quota.
I ragazzi non credevano ai loro occhi.
Iniziarono ad urlare e a dimenarsi come due pazzi fino a farsi notare.
 
Quando il mezzo atterrò e si trovarono danti oltre al pilota, Susumu, il padre del giovane, non credettero ai loro occhi.
Allora non avevano mai smesso di cercarli.
Taichi si buttò su suo padre piangendo come un bambino. lasciando il padre esterrefatto per il comportamento anomalo e freddo del figlio che negli ultimi anni aveva avuto. Il signor Yagami lo strinse forte come mai aveva fatto nella sua vita. E quando sciolse l'abbraccio si fiondò anche sulla rossa che aveva visto crescere come una figlia.


 

 

NOTE DELL’AUTRICE:


Ciao a tutti... ebbene sì sono tornata!!! (Non ci credo manco io giuro) xD
Sono strafelice di aver ripreso questa Taiora che avevo accantonato ormai dal 2017.

Ah... Siamo nel 2020??? 3 anni di ritardo... Che vergogna!!! -.-‘
Le scuse qui non bastano. Sono colpevole!!!
Pensavo di aver avuto un blocco e non avrei più scritto una conclusione e invece era solo questione di buona volontà. Spero che chi seguiva la mia storia la riprenderà e spero ancor di più di non aver deluso le aspettative di nessuno con questo finale…
Ormai manca l’ultimo capitolo, che arriverà molto presto visto che in parte è già scritto.
A presto
Wendy

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Capitolo 7
*** Benedizione Divina ***


                                                                                                           https://i.postimg.cc/521DXmNw/Whats-App-Image-2020-04-11-at-17-15-01.jpg

                                                                                  BENEDIZIONE DIVINA

 

Ai Telegiornali lo chiamarono “Il miracolo del mare”, dopo settanta lunghi giorni, Taichi e Sora, avevano fatto ritorno alla loro normalità.

 

Arrivati all'aeroporto di Tokyo, mano nella mano, i due ragazzi furono accolti dalle famiglie, dai Digiprescelti, dalle compagne di Sora e dai reporter locali pronti a filmare il loro arrivo. Un festone di benvenuto enorme del colore verde smeraldo non passò inosservato.
Si imbarazzarono talmente tanto alla scena che sciolsero la stretta di mano per poi correre entrambi ad abbracciare i suoi cari.
Sora, fu avvolta dalle braccia prima della madre che quasi la soffocò, poi da Mimi che la stritolò urlando come una matta dalla felicità. Ed infine dalle compagne che non la fecero respirare un attimo.
Mentre Taichi si fiondò su Hikari e sulla madre.
Rimase spiazzato non appena alzò la testa dal petto della madre e si ritrovò il restante gruppo dei Digiprescelti che aspettavano il loro turno per salutarlo.
Loro, dopo tutti gli anni in cui li aveva ignorati erano lì?
Non poteva essere vero.
Capì subito che non era solo frutto della sua fantasia quando Koushiro e Joe lo strinsero quasi a farlo male.

- Sono felice che stai bene.- sussurrò all'orecchio dell'amico il rosso, facendogli quasi sentire un tonfo al cuore.
-Esatto, ne siamo tutti felici.- Esclamò Takeru che si inserì nell’abbraccio facendogli accennare un mezzo sorriso.
Mimi, che nel frattempo aveva lasciato finalmente la sua Sora per dare spazio alle sue compagne strattonò i tre amici che stavano salutando il ragazzo e si lanciò su di lui con la sua solita voce gracchiante.
-Taichi, che bello rivederti sano e salvooooo.-
Taichi rimase senza parole. Come avevano fatto a perdonare il suo comportamento egoista?
E lui che pensava che lo odiassero e che se tornava o meno non sarebbe interessato a nessuno.
Ma mancava una persona all'appello e non aveva il coraggio di cercarlo quando sentì una mano sulla spalla e voltandosi si trovò gli occhi azzurri e penetranti di Yamato che lo fissavano facendolo pietrificare.
Davanti a lui c’era il suo migliore amico, che però allo stesso tempo era stato la causa del suo cambiamento, l'uomo che gli aveva portato via l'amore della sua vita, ma in fondo adesso che era tornato in sé, ragionandoci Yamato ne nessun altro poteva saperlo, visto che lui stesso in prima persona era riuscito a rendersene conto a cose fatte.
Al diavolo pensò.
E lo strinse più che poteva lasciando il biondo di stucco.
Gli era mancato un sacco nonostante tutto.
Questa esperienza lo aveva cambiato nuovamente, e naturalmente anche Sora ne era stata complice.

Giusto, Sora.
Dov’era la sua Sora? Si voltò e vide che le sue compagne la stavano tempestato di domande tirandola verso l'uscita dell'aeroporto insieme alla madre che le seguiva.
Anche la ragazza in quel momento si voltò in quella direzione e si guardarono, un piccolo sorriso avvolse il viso di entrambi.
Ma il pensiero di Taichi fu solo uno.
Cosa sarebbe successo adesso?
Come si sarebbero comportati?
L'unica certezza che aveva è che non voleva perdere quello che avevo costruito in quei lunghissimi giorni trascorsi sull’isola.
 
 
***
 
 
 
Sora era nel suo letto, dopo aver fatto finalmente un bagno caldo, con il suo pigiama pulito e le lenzuola che profumano di ammorbidente alla lavanda.
Non le sembrava quasi vero.
Era Tutto perfetto.
Eppure le mancava qualcosa... o meglio dire qualcuno.

Chiuse gli occhi immaginando il suo corpo nudo e bagnato adagiato sulle foglie e Taichi che continuava a baciarlo.
Si sentì girare la testa e dei brividi percorsero tutto il suo corpo.
Giusto.
-Taichi...-
Nana e Aia l'avevano trascinata con loro e lei non aveva più avuto il tempo di poterci parlare.
In quel momento non aveva le forze di fare nulla ma il giorno dopo lo avrebbe cercato, chiuse gli occhi e cadde tra le braccia di Morfeo.
 
 
Taichi era immerso nella vasca da più di un’ora.
Il suo pensiero era costantemente alla sua Sora, che dopo tutti quei giorni soli su quell'isola sembrava come se si fosse scordata di lui in un istante e avesse cancellato tutto quello che avevano passato insieme.
Quasi che stava pensando che pur di non trovarsi in quella situazione, quell'isola deserta che tanto odiavano gli mancava.

Là era riuscito grazie a Sora ad amare di nuovo la vita e ora era forse deluso, amareggiato ma non voleva tornare ad essere il ragazzo che era stato negli ultimi anni prima del naufragio, e soprattutto non aveva nessuna intenzione di perderla di nuovo.
Non lo avrebbe permesso.
Il giorno dopo se la sarebbe andata a riprendere e avrebbe messo le cose in chiaro una volta per tutte.

 

Arrivò a casa di Sora la mattina dopo e trovò la porta spalancata e sentì un rumore confuso e continuato di voci concitate.
Non poteva crederci, le compagne di Sora insieme al resto della classe erano andati a trovarla e la cucina era piena di persone, di palloncini e di torte coloratissime.
Possibile che non riusciva a stare solo con lei?
Sora si girò come se avesse sentito la sua presenza e riuscirono a guardarsi qualche istante, proprio il tempo di riuscire a indicare la porta per farla uscire, ma Nana non smetteva di parlare e lei non riusciva a dileguarsi, senza farsi neanche notare dal gruppo lanciò a Taichi uno sguardo dispiaciuto e mormorò un "mi dispiace" che il moro riuscì a leggere dal labiale.
Non poteva crederci. Che diavoleria era questa? Cosa caspita le avevano fatto le sue amiche? Il lavaggio del cervello?
Rivoleva la Sora dell'isola. Ma cosa poteva fare? Mettersi a urlare e fare uscire tutti?


Sempre più amareggiato tornò a casa, dove trovò con suo stupore davanti alla porta Yamato.
-Ehi amico.-
A quella parola Taichi sgranò gli occhi.
-Ti va di andare a prendere una birretta in memoria dei vecchi tempi?- il ragazzo dalla folta chioma castana annuì senza pensarci.
 
Arrivati al bar dove andavano sempre fino a prima di dividersi, ordinarono due birre rosse alla cameriera e non appena le portò al loro tavolo il biondo per smorzare il silenzio se ne uscì con una battuta:
-Abbiamo sempre avuto entrambi una passione per le rosse a quanto pare.-
Taichi rimase sbalordito.
Ok, era una battuta, ma l'aveva detto sul serio?
Visto il totale silenzio da parte dell'amico il biondo continuò, stavolta serio:
-Mi dispiace Taichi, so che avrei dovuto chiederti scusa molto tempo prima ma ero troppo piccolo per rendermi conto del fatto che tu la amassi.-
Quindi Yamato lo aveva capito.
-...e anche che lei amasse te.- aggiunse infine.


Taichi non riusciva a proferire parola.
Ogni parola di Yamato era una martellata in testa per il ragazzo.
-Taichi, io non so cosa è successo con Sora sull'isola, ma voi siete destinati a stare insieme, motivo per cui secondo me questo naufragio non è stato una coincidenza, non credi?-
Forse Yamato non aveva tutti i torti.
Era stato davvero il destino a far succedere tutto ciò per riavvicinarli e per farlo tornare in sé.
Riuscì a dire un "grazie" imbarazzato al biondo.
-Taichi, stasera ci sarà una festa al pub dietro l'angolo, e avendola organizzata Nana, Sora sarà presente. Quindi alle 22:00 in punto ci vediamo là.-
Era un’affermazione non era una domanda.
Sì, Yamato aveva ragione.
Quella sera le avrebbe parlato, con le buone o con le cattive ma l’avrebbe fatto.
 

***
 
Erano le 21:00 e Taichi dopo aver fatto una doccia rilassante si buttò sul divano della cucina... era terribilmente ansioso.
E se lei lo avesse respinto dicendo che quello che era successo era successo solo perché si sentiva sola e in lui aveva trovato un conforto?
Ma Sora non era così egoista, non avrebbe mai fatto o detto qualcosa dettata dal fatto che si sentisse sola.
Si schiaffeggiò da solo per averlo pensato, così decise di andarsi a preparare. Indossò un jeans chiaro strappato dalle ginocchia e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito. Lasciò due bottoni aperti facendo intravedere i pettorali e la carnagione abbronzata. Aggiunge una cintura in cuoio nera e le vans nere e bianche e dopo aver dato una sistemata alla sua chioma castana, ed aver spruzzato un po’ di profumo uscì di casa.
 
Come previsto trovò Yamato davanti al pub che lo attendeva insieme a Koushiro e Joe. Entrarono all'interno del pub in stile etnico ed arrivati al bancone i quattro amici ordinarono quattro birre.
-Koushiro, Joe da quanto bevete birra anche voi?-
 
Rise di gusto il moro, provocando un rossore ai due amici.
-Ti sei perso molte cose in questi anni amico, compreso il fatto che ho portato i nostri cari amici all'alcolismo.-
Risero di gusto fino a che Taichi quasi si strozzò vedendo una sagoma di sua conoscenza entrare con le sue amiche.
Aveva un abito bianco stretto e lungo che metteva in risalto il suo bel fisico, decolleté e borsetta argento, un filo di trucco agli occhi, labbra rosso fragola e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Sembrava un angelo.
Taichi rimase estasiato al punto che si risvegliò solo quando il ragazzo dagli occhi azzurri colpì la sua spalla.
Ringraziò l'amico con lo sguardo per averlo fatto riemergere dal mondo dei sogni, e con fare lesto si diresse verso la sua amata. Rimase spiazzato però nel vedere Tomoya Matsunaga, il ragazzo più popolare della scuola nonché capitano di baseball, che la stava invitando a ballare.
No, non voleva vedere quella scena, sarebbe scoppiato e avrebbe preso a pugni quel ragazzo provocando sicuramente le ire della rossa.
Senza pensarci corse verso l'uscita.

Quello che lui però non sapeva è che la ragazza non solo aveva rifiutato l'invito del capitano, ma si era accorta anche dall'arrivo di Taichi attraverso lo specchio che aveva di fronte. Però non appena si voltò non lo trovò.
Pensò dubbiosa che essendosi accorta dell'invito fosse andato via dalla festa e senza dire nulla al suo gruppo si voltò per andarlo a cercare.
Ma Nana e Aia la bloccarono.
-Sora dove vai? La festa è appena iniziata.-
No, questa volta no, a causa loro non aveva avuto modo di stare con lui e pensandoci, vista al contrario lei sarebbe andata in escandescenza.
-Mi dispiace ragazze, ma io devo andare... devo andarmi a riprendere la cosa più importante di questo mondo.-
Le ragazze che avevano notato il ragazzo solitario ronzare intorno all'amica da quando erano tornati capirono tutto. E sorridendole la lasciarono andare senza esitare.

Corse più che mai rischiando di inciampare a causa dei tacchi e del vestito troppo lungo.
Ma lui non era là davanti al locale come sperava.
Che fosse andato via davvero?
Aveva perso troppo tempo, ma doveva parlargli adesso. Non aveva il telefono dietro e non sapeva nemmeno se lui avesse mantenuto il suo vecchio numero.
Dove poteva essere andato?
I suoi pensieri furono interrotti da una goccia d'acqua sul suo viso.
“Bene, si sta pure mettendo a piovere” pensò tra sé.
Poi un’altra goccia, e un'altra ancora... ma lei non si scostò.
La pioggia che le stava cadendo addosso le ricordò del buonumore che mise a Taichi sull'isola durante la stagione delle piogge, e di quel giorno che dapprima ballarono sotto la pioggia e che subito dopo avevano fatto l'amore per la prima volta. Era immersa così tanto in quei pensieri così belli che non si accorse di essere bagnata come un pulcino.
Fu una voce a lei tanto cara a ridestarla da quei pensieri.
-Ci hai preso gusto allora?-
Si voltò trovandosi davanti un Taichi più zuppo di lei.
Se ne era andato ma aveva deciso di tornare a cercarla anche a costo di prendere a pugni il bel capitano di baseball, ma trovarla lì pensierosa sotto la pioggia lo tranquillizzò.
La musica del locale in sottofondo stava passando “A Thousand Years di Christina Perry.
-Vuoi ballare?- Disse il moro porgendole la mano.
-È un po’ umido.- Rispose lei ridendo.
Ne abbiamo passate di peggio, non credi?”-
Risero di gusto
Sora poi afferrò la mano del ragazzo e si strinsero in un abbraccio muovendosi piano sotto le note della canzone.
 
 
“I have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more

And all along I believed, I would find you
Time has brought your heart to me, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more”

 
-Ti amo.- Sussurrò una volta per tutte Taichi all’orecchio della ragazza, che a quell'affermazione il suo cuore perse un battito.
-Sora, io non voglio più perderti, voglio che tu diventi mia.- Disse tutto d’un fiato facendo venire a Sora la pelle d’oca.
Voleva rispondere che anche per lei era lo stesso ma era bloccata dell’emozione.
-Vuoi essere la mia ragazza?- continuò lui.
A quell’ultima domanda del ragazzo, la rossa scoppiò in un pianto di felicità che per un attimo lo preoccupò.
Ma finalmente era arrivato il momento che lei attendeva da non sapeva più quanti anni e urlò un “Sì” con tutta la forza che aveva per poi buttarsi su di lui e avvolgerlo in un abbraccio.

L'atmosfera era diventata più limpida nonostante la pioggia.
Ad un tratto lui la guardò negli occhi color miele e tutto il mondo parve fermarsi.
In quel momento erano solo loro due.
Taichi prese lentamente ma con fermezza la vita della sua amata e dolcemente le sue labbra si posarono sulle sue facendo fermare il tempo.
Era bastato un solo secondo perché il sogno di entrambi si realizzasse e la favola divenisse realtà.

Le loro lingue iniziarono ad esplorarsi, si cercavano, si coccolavano.
Era un bacio dolcissimo, romantico. Aveva un qualcosa di diverso da quelli che si erano dati sull'isola.
Tutta l'agitazione del ragazzo era ormai svanita...
Le accarezzò i capelli. Non riuscivano più a staccarsi, l'attrazione era oramai indomabile. Allora è vero, pensarono: i sogni si realizzano.
Sora lo guardava estasiata e si sentiva come se ci fossero le cosiddette farfalle nel suo stomaco, o più reale come se ci fosse un buco nella sua pancia.
Il moro continuava a fissarla con i suoi occhioni, le sue labbra carnose e i suoi capelli ormai fradici.

Iniziò a baciarla con veemenza rendendo Sora vulnerabile, fino a destabilizzarla, fino a non farle capire più niente.
Si trovarono entrambi in un vortice mai provato.
Nuovo, bellissimo, caotico. Tutti i loro pensieri sparirono sentendo solo le loro mani consumarsi, cercarsi, e studiare ogni centimetro del loro corpo.
Volevano spogliarsi, lo sentivano entrambi, ma non potevano, adesso erano in un luogo pubblico, non più in un’isola deserta e lo sapevano benissimo.
Ma allora perché le magnetiche labbra del ragazzo non riuscivano a staccarsi da quelle della sua amata?
Non era semplicemente il calore di un abbraccio.
Non era semplicemente il sapore di un bacio.
Non era semplicemente la gioia di essere tornato dopo tanto tempo ad amare.
Era molto, molto di più.
Finalmente Sora era sua. Era l’unica cosa che gli importava.
 
Erano bagnati dalla testa ai piedi ed entrambi sapevano che il giorno dopo avrebbero preso come minimo l’influenza ma non importava a nessuno dei due perché finalmente erano insieme.
Niente e nessuno li avrebbe più divisi ed entrambi sapevano che quell’esperienza del naufragio, per chiunque drammatica o drastica, per loro invece era stata una benedizione divina.
Le loro vite da oggi non sarebbero state più insignificanti ma sarebbero stati felici e contenti per tutta la vita.

 

 

THE END

 
 

NOTE DELL’AUTRICE:


È finita davvero???
Sono un mix tra emozionata e felice.
Riprendere questa storia e soprattutto trovare un finale (spero degno) mi ha messo tanta adrenalina (manco mi fossi buttata dal paracadute pfff XD).

No, scherzi a parte sono molto soddisfatta, ma non è unica long Taiora lasciata in sospeso per anni, spero a questo punto prima o poi di far tornare qualche idea anche per quell’altra. (che essendo un genere più tra l’azione e il fantasy sarà mooolto più difficile perché era un esperimento per me.)

Detto ciò, ringrazio chi ha continuato a leggere, in particolare DigiHuman che mi incitato a pubblicare questo capitolo finale.

Alla prossima

Wendy

 

                

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