L'isola che non c'è di Wendy_88 (/viewuser.php?uid=640511)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Troppo tardi? ***
Capitolo 2: *** Lost in the middle of nowhere ***
Capitolo 3: *** Glaciale come un Iceberg ***
Capitolo 4: *** Due cuori e una Capanna ***
Capitolo 5: *** La stagione delle piogge ***
Capitolo 6: *** A perfect disaster ***
Capitolo 7: *** Benedizione Divina ***
Capitolo 1 *** Troppo tardi? ***
[Capitolo revisionato e corretto dalla mia beta
Digihuman in data 04/05/2020]
TROPPO
TARDI ? (Prologo)
You see her when you close your eyes
Maybe one day you’ll understand why
Everything you touch surely dies
Passenger ~ Let her
go
Sora
Takenouchi e Taichi
Yagami erano amici sin dall'infanzia. Amici,
però, si fa per dire. Sì,
perché l'amicizia era quella cosa che entrambi dicevano di
provare già dai
tempi di Digiworld. Ma, ovviamente, quella non era la
verità, visto che
entrambi provavano un sentimento che andava ben oltre l'amicizia.
Taichi fu il primo ad accorgersi di quel sentimento.
Tutto
ebbe inizio proprio
quel fatidico giorno della Vigilia di Natale al concerto del suo
migliore amico
Yamato, in cui trovò Sora davanti al camerino del
chitarrista con un regalo in
mano proprio per il biondo in questione. Si sentì tradito ed
amareggiato da
lei, al punto da spingerla ad entrare.
Proprio
quella sera,
Taichi si rese conto di essere innamorato della sua migliore amica.
Proprio quella sera Sora uccise Taichi con un pugnale metaforico
conficcato nel
suo cuore.
E proprio quella notte infinita, Taichi pianse sul cuscino senza sosta
lacrime
amare, di rancore, di rabbia.
Deluso,
amareggiato,
arrabbiato col mondo: ecco come si sentiva quella sera. Ma soprattutto
stupido,
perché non si era mai reso conto, prima di quel momento, dei
sentimenti che
provava per la ragazza.
Dal
giorno dopo, il loro
bellissimo rapportò mutò. Si allontanò
sempre più da lei e dal resto del gruppo.
L'amicizia con i Digiprescelti si era sgretolata, ma non solo con loro.
Diventò un ragazzo solitario, il classico ribelle che non
voleva saperne del
resto del mondo. Ormai erano rimasti lui, la sua solitudine e i sue due
vizi:
l'alcool e la sigaretta.
Non era un drogato o roba del genere, semplicemente si era rifiutato di
avere a
che fare col mondo intero.
Questa
solitudine,
chiaramente notata anche dal resto della scuola, invece di peggiorare
la sua
posizione, in un certo senso fece l'effetto contrario.
A scuola non c'era una ragazza che fosse innamorata del "ragazzo
solitario". Sì, era ormai il nomignolo che gli era stato
affibbiato.
Quello che però non si sapeva, era se Taichi fosse caduto o
meno nelle avances
di quelle ragazze, poiché nessuno lo aveva mai visto in
dolce compagnia.
L'unica persona con cui forse era rimasto lo stesso era sua sorella
Hikari. La
dolce Hikari era l'unica fortunata che era riuscita a conservare il suo
rapporto con il fratello.
D'altro
canto, non era
stato l'unico a cambiare. Come previsto, Sora si era messa con Yamato.
Solo che
quell'amicizia con Taichi, che cominciò a frantumarsi
gradualmente, fece capire
alla ragazza che non era realmente innamorata del biondo. Anche se
troppo
tardi, si era resa conto di pensare a Taichi più di quando
pensasse a Yamato,
per non parlare del fatto che odiava essere toccata da lui.
Non ci stava più con testa.
Un
giorno, in classe,
troppo presa dai pensieri, durante una lezione di matematica, fece
perfino sul
quaderno un brain storming e notò che in
quella tempesta di idee scrisse
più cose che avevano a che fare col moro che non con il
biondo.
Non
arrivarono nemmeno a
concludere il secondo mese, che Sora decise di lasciare Yamato
rivelandogli che
si era resa conto di non provare nulla per lui. Omise, però,
il motivo
principale: Taichi.
Si
era anche illusa che
facendo questo passo lei e il moro sarebbero tornati ad essere quelli
di una
volta, ma ovviamente non fu così. Taichi era diventato ormai
inavvicinabile e,
nonostante il dolore che provasse, si era arresa all'evidenza.
Anche
il fatto che Taichi
avesse tutte quelle ragazze dietro, per Sora era sempre una coltellata.
Ragion
per cui decise di mettersi l'anima in pace e si dedicò solo
ed esclusivamente
allo studio e a progettare il suo futuro.
Concluso
il liceo, avrebbe
frequentato il college e, successivamente, avrebbe preso la laurea in
lettere.
Presa la laurea avrebbe fatto dei colloqui e non appena avrebbe trovato
lavoro
avrebbe preso una casa tutta per sé.
Questi erano i progetti che avrebbero permesso a Sora di andare avanti
non
pensando a quello che, aveva scoperto troppo tardi, essere l'amore
della sua
vita.
|
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Capitolo 2 *** Lost in the middle of nowhere ***
[Capitolo
revisionato e
corretto da beta Digihuman in data 04/05/2020]
Lost in the middle of nowhere
Quattro
anni.
Erano passati quattro anni da quando Taichi e Sora avevano smesso di
parlarsi.
Nonostante fossero nella stessa classe, lui aveva preso posto lontano
da lei,
all'ultimo banco accanto alla finestra, cosa che aiutò la
rossa a non dare
tanto peso alla sua presenza e ad andare avanti senza il suo migliore
amico.
Il
moro era arrivato in ritardo
anche quella mattina e il sensei, come quasi tutte le mattine, lo aveva
bacchettato.
-Allora…
un po' di
attenzione ragazzi! Ci vedremo domani per le 7:30 alla stazione della
metropolitana e partiremo alle 8:00 in punto. Mi raccomando, siate
puntuali,
altrimenti la metro partirà per l'aeroporto senza di voi.-
Fece
una pausa per vedere
se gli studenti gli stavano prestando attenzione. Quando ne ebbe la
certezza,
si schiarì la voce, per poi continuare il discorso.
-Arrivati
all'aeroporto di
Tokyo Haneda avrete il tempo necessario per il check-in. La partenza,
salvo
ritardi del volo, è prevista per le 9:30 e atterreremo
all'isola di Okinawa per
le 11:45 circa. Adesso vi consegno la brochure con il programma della
gita con
tutte le escursioni didattiche di tutta la zona. Sarà
un'esperienza fantastica!
È tutto chiaro?-
I
ragazzi entusiasti
risposero di sì urlando all'unisono. Tutti, tranne uno.
Taichi continuava a
guardare fuori dalla finestra e ad odiare il sensei che lo aveva
praticamente
costretto a partecipare alla gita scolastica, poiché quella
gita avrebbe dato
dei crediti extra per l'ammissione degli esami.
“Branco
di gente con cui
non ho nulla da spartire” questo era il suo unico pensiero in
quel momento.
***
Il viaggiò andò esattamente come il sensei aveva
previsto il giorno prima.
Nessun ritardatario, né ritardo dei mezzi. Arrivarono alle
13:00 circa
all'Hotel Laguna Beach di Okinawa.
Dopo il pranzo, i ragazzi furono convocati nella hall dell'hotel per
l'assegnazione delle camere.
-Dunque
ragazzi, le
escursioni inizieranno domani mattina, quindi adesso potete andare
nelle vostre
camere a disfare i bagagli e, se volete, potete usufruire della piscina
dell'hotel per tutto il pomeriggio. Vi raccomando solo massima
puntualità per
la cena delle 20:00 e di andare a letto presto, perché
domani cammineremo tanto
e la sveglia è fissata per le prime ore del mattino. Bene,
adesso potete andare.-
E
così i ragazzi, dopo
aver disfatto la valigia e aver indossato il costume, si precipitarono
a
scendere in piscina.
Tra musica, schizzi e risate, Tomoya Matsunaga, un ragazzo narcisista
considerato tra i più belli e popolari di tutta la scuola,
prese Sora facendola
volare in aria.
Poi quello sguardo. Taichi era al bar della piscina, stava sorseggiando
una
birra e fissava la rossa. A quello sguardo la ragazza provò
imbarazzo. Era da
secoli che il moro non la guardava nemmeno di striscio. Nana la
ridestò dai
suoi pensieri con uno schizzo d'acqua sul viso, facendo sì
che la battaglia
ricominciasse.
Non
aveva mai detto nulla
a nessuno del suo amore non rivelato. Aveva tenuto il segreto per tutti
quegli
anni e adesso si sentiva quasi come una zucca svuotata in fase di
putrefazione.
***
Dopo cena, Sora e le sue compagne Aia e Nana erano in pigiama sul letto
intente
a guardare la brochure con il programma.
-Wow,
domani cammineremo
davvero tanto, diceva sul serio il sensei.-
disse Aia.
-Pensa
positivo! Vedremo
tantissime cose nuove.-
rassicurò le ragazze Sora.
-Sì,
hai ragione! Chissà
quanti tipi di pesci ci saranno nell'acquario Churaumi.-
continuò ancora
Aia.
-Ho
letto che questo è uno
dei pochi acquari al mondo con squali-balena e razze. Ed in
più ci sono anche
ottanta tipi di coralli ed una vasca con tantissimi pesci tropicali.-
raccontò la rossa
alle due amiche che la guardavano esterrefatte. Ma non ebbero tempo di
rispondere, che Midori entrò strillando nella camera quasi
fino a romperle i
timpani.
-Ragazze,
ragazze, c'è una
festa da sballo sulla barca stasera! Mi ha invitata il bagnino che ho
conosciuto oggi in piscina. Mi ha dato il pass per tutte noi. La barca
parte
tra mezz'ora, dobbiamo sbrigarci!-
disse tutto d'un fiato.
Aia e Nana si unirono alle urla e ai salti di gioia di Midori.
-Ho
sempre sognato di
andare ad un boat party!-
Nana saltava e urlava sul letto come una
bambina che aveva ricevuto il giocattolo che desiderava da tempo, a
differenza
di Sora, che era molto riflessiva e tranquilla rispetto alle sue
amiche, e
difatti obbiettò.
Ma
l'euforia delle tre
amiche non diede scelta a Sora che fu costretta a prepararsi. Si
lasciò
convincere perché le ragazze promisero di non superare l'una
di notte, ma a
questo lei non ci credeva poi così tanto conoscendole.
E
così, si preparano in
fretta e furia. La rossa indossò un paio di shorts con delle
paillettes rosa attaccate
ai risvoltini ed un top bianco corto con le frange. Sotto
indossò il bikini
turchese sotto consiglio delle compagne. “Non si sa mai,
magari scappa un tuffo
notturno” così aveva detto Aia. Ovviamente non
aveva intenzione di fare il
bagno di mezzanotte, ma la assecondò comunque.
Quando
uscirono dalla
stanza, si trovarono davanti Taichi che usciva da una camera qualche
porta più
avanti dalla loro. Sora si raggelò alla sua vista. I loro occhi
si incrociarono e
lo sguardo di Taichi sembrò alla ragazza
qualcosa tipo:
“NON-RIESCO-A-SOPPORTARE-LA-TUA-VISTA-QUINDI-SPARISCI-DA-QUESTO-CAZZO-DI-PIANETA!”
La
rossa evitò
di guardarlo,
non voleva fargli capire che aveva il cuore in gola.
I
battiti
martellanti riecheggiavano nel suo petto.
Quando
erano piccoli,
pensava che quel ragazzino fosse un grande. Era dolce, generoso e
socievole. I
suoi folti capelli castani, la pelle scura, quasi olivastra ed il suo
splendido
sorriso richiamavano l'attenzione di chiunque.
A scuola le ragazze lo guardavano così rapite, che al
suo passaggio
qualcuna andava perfino a sbattere contro un muro. Ma quel ragazzino
ormai non
c'era più per Sora.
Le
ragazze corsero in
direzione del porto, trascinando con loro la rossa ed i suoi pensieri
sul
passato che custodiva nel cuore come qualcosa di prezioso.
Non
appena salirono sulla
grande imbarcazione, rimasero a bocca aperta.
Le dimensioni maestose dello yacht, le luci stratosferiche, la musica a
palla,
tutta quella gente, quegli abiti luccicanti, era tutto spettacolare
agli occhi
delle quattro amiche.
-Questa
festa è
pazzescaaa!-
disse Midori.
Poi
propose di prendere un
drink e, vedendo che Sora stava per obiettare, la guardò in
cagnesco:
-Sora,
tesoro, devi
scioglierti un po'. Prova ogni tanto ad uscire dagli schemi. Non ti
farebbe
male, sai”.
Risero tutte di gusto.
Poi ognuno prese un cocktail alcolico. Sora prese una Caipiroska alla
fragola.
Si buttarono nella mischia, ma, dopo circa venti minuti, Midori non era
più
accanto alle sue amiche. Era sempre la solita. Sora allora si auto
incaricò di
andare a cercarla.
Ma
dopo essersi
allontanata si diede della stupida.
Come
pretendeva di
trovarla con tutta quella gente?
Erano
talmente stretti su
quella barca, che quasi soffocava.
Nel tragitto ebbe a che fare con un paio di ragazzi ubriachi e in preda
agli
ormoni pronti a provarci con lei, ma per fortuna riuscì ad
uscirne illesa.
Finalmente trovò uno spazio sul bordo della barca, dove
riuscì a respirare per
un attimo.
Una
goccia d'acqua si posò
sul suo viso. “Oh no, si sta mettendo a piovere, ci mancava
anche questa”.
Ma quel pensiero fu subito interrotto da qualcosa di molto grosso, o
per meglio
dire qualcuno.
Un ragazzo molto robusto ed evidentemente ubriaco fradicio,
urtò la rossa che
si era sporta un po' troppo per prendere aria e lo scontro fu talmente
fatale,
che la ragazza cadde in mare.
Nessuno
si accorse della
scena. Nemmeno il ragazzo in questione. Erano tutti troppo presi
dall'alcool e
dalla musica per distrarsi.
Tutti tranne uno: Taichi, che finalmente era riuscito a divincolarsi da
un
gruppo di ragazzine che lo avevano circondato. Stava fumando una
sigaretta
appoggiato di fronte ed aveva visto tutta la scena.
-Sora!- Non
ci pensò due
volte a buttarsi da dove era caduta un attimo prima la ragazza.
-Ma
che diavolo fai?-
disse mentre la
aiutava a salire su un gommone di salvataggio attaccato alla barca.
-Secondo
te? Avevo voglia
di fare una nuotata notturna.-
rispose la ragazza ironizzando su quella
situazione del cavolo. Si sentì improvvisamente strana a
parlare con lui dopo
quattro anni di silenzio assordante. Nonostante quel momento non fosse
dei
migliori, i pensieri la assalirono. Nessuno dei due si rese conto che
la
pioggia era aumentata, finché non furono sul gommone.
-Tutto
bene?-
-Sì,
è tutto ok!-
si affrettò a
risponde per non far vedere il suo imbarazzo.
Quel
cielo nero non
prometteva niente di buono. La barca iniziò ad avviarsi
verso il porto, ma quella
pioggia tagliente si tramutò presto in tempesta. Le onde
divennero minacciose
fino a far staccare il gommone dalla barca.
-Cazzo!-
esclamò il moro
-Accendi
il motore,
dobbiamo seguirli subito.-
continuò preoccupata la rossa.
Ma
il ragazzo si ammutolì,
rimanendo impassibile.
-Taichi?-
la rossa lo
svegliò da quel momento di trance.
-Non
c'è.-
disse piano quasi
a sentirsi solo lui.
-Cosa
hai detto?-
insistette la
ragazza.
-NON
C'È. IL MOTORE NON
C'È, CAZZO!-
urlò allora.
Il
panico si impossessò di
Sora.
-Stiamo
andando alla
deriva in mezzo al null...- ma
non riuscì a completare la frase,
poiché, in quel buio immenso illuminato dal solo Yacht,
riuscì a scorgere solo
una cosa,
un'onda.
Un'onda assurda e immensa si stava avvicinando a
loro. Si pietrificarono. Ma Taichi riprese coscienza appena in tempo.
Prese il
telo impermeabile del gommone e si buttò sulla ragazza
avvolgendo entrambi
prima del violento impatto.
Furono sbattuti fortemente da quell'onda.
Poi il vuoto.
Solo Buio.
[To
be continued]
'Cause
you are not alone
And i am there with you
And we'll get lost together
Till the light comes pouring through
'Cause when you feel like you're done
And the darkness has won
Babe, you're not lost
When the world's crashing down
And you can not bear the thought
I said, baby, you're not lost
~Michael
Bublè ~ Lost
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Capitolo 3 *** Glaciale come un Iceberg ***
GLACIALE COME UN ICEBERG
La
mattina seguente le compagne di Sora stavano decidendo come
avrebbero detto al Sensei della scomparsa della compagna, ma dopo la
colazione
lo stesso insegnante le chiamò per l'appello prima di
iniziare la loro prima
escursione all'acquario Chirumi.
Fu solo in quel momento che tutti, comprese le amiche di Sora,
scoprirono che
non era la sola a non essere presente quella mattina.
Mancava anche il ragazzo solitario.
Le tre amiche si decisero a raccontare tutto per filo e per segno al
Sensei che
le guardò con disgusto per la bravata che avevano commesso
la scorsa notte.
-
Con voi farò i conti dopo. Adesso è
più importante ritrovare
Takenouchi e Yagami.-
-Magari
è stata una semplice fuga romantica?-
Si intromise il commissario di Polizia del luogo, che aveva assistito
alla
conversazione.
-Noooo,
Sora non è il tipo di persona che farebbe una cosa del
genere.- Urlarono all'unisono Aia e Nana.
-Poi
assolutamente non con Yagami, non si sono mai scambiati una
parola durante gli anni di liceo.- Continuò Midori.
-Si,
ma erano molto amici prima.- Aggiunse infine il Sensei che li
conosceva da prima del liceo, lasciando le tre studentesse di stucco.
Perché la
loro amica non aveva mai raccontato nulla?
***
Era giorno.
I raggi del sole battevano sul telo impermeabile disteso sopra i due
ragazzi.
Iniziò a fare caldo là sotto per cui i due si
svegliarono e quando si
guardarono intorno erano davvero in mezzo al nulla.
-Secondo
te a quanti chilometri di distanza siamo da Okinawa?- Iniziò
a parlare lei cercando di rompere il ghiaccio, maledicendosi un istante
dopo
sentendo la riposta fredda e distaccata del ragazzo.
-E
io che diavolo ne so!-
Come
aveva potuto pensare che tra loro sarebbe tornato tutto come
prima. Poi il ragazzo aggiunse un ghigno ironico che però
infastidì parecchio
la rossa.
-È
pazzesco! Siamo in mezzo al nulla e hai il coraggio di ridere?-
-Ehi,
stai calmina! E poi guarda che se siamo qui è
perché tu ti
sei voluta fare un tuffo al chiaro di luna questa notte.-
-Sono
caduta perché un imbecille tarchiato e ubriaco mi
si è
buttato addosso. E poi nessuno ti ha chiesto niente.-
Stavolta si era innervosita. Dopo quella frase
regnò il silenzio per
diversi minuti, forse ore.
Incrociarono
i loro sguardi solo una volta, ma a Sora quegli
attimi sembrarono quasi eterni. Osservò gli occhi nocciola
screziati di giallo
dell'ex amico, facendosi travolgere da un desiderio irrefrenabile che
le fece
avvampare le guance.
Ma
a cosa stava pensando? Quello non era più il suo
Taichi.
Come poteva essere diventato così glaciale come un
iceberg? Era
inutile continuare a crogiolarsi sull'argomento.
Si rimproverò per quei pensieri e tornò a fissare
l'oceano per pochi istanti,
quando poco dopo si alzò di scatto dal gommone facendo quasi
cadere il moro in
acqua.
-Ma
sei impazzita?- Stava fissando un punto ben preciso con occhi
vitrei.
-Vedo
qualcosa laggiù! Sembra un'isola. Sì,
è un'isola quella.-
-Stai
scherzando?- Si voltò anche lui in quella direzione.
Era vero, aveva ragione, quella era davvero un'isola.
La speranza si riaccese nei loro occhi. Taichi remò con
tutta la sua forza fino
ad arrivare vicino alla riva.
Erano stanchi e non appena toccarono la terraferma si buttarono
distrutti ma
felici sulla sabbia.
Presto
però, iniziarono a camminare per l'isola cercando una
cabina telefonica o perlomeno qualche essere umano a cui chiedere
aiuto. Niente
o forse meglio dire nessuno si era visto nel tragitto durante quella
lunghissima camminata.
Solo vegetazione e per la tristezza di Sora solo insetti di tutti i
tipi.
-Tra
un po' ci troveremo davanti Koromon e Yokomon e verrà fuori
che siamo finiti un'altra volta sull'isola di File!-
Disse ridacchiando il moro. Battuta che stupì Sora, e non
poco.
-Non
mi dispiacerebbe rivedere Yokomon in effetti.-
Sorrise. Poi si fermò ad osservare una pianta di bacche e ne
raccolse una.
-Ferma!-
-
Che c'è? Sono solo bacche.-
-Anche
quella di Biancaneve era una mela.-
-Ok,
concetto afferrato.- concluse gettando la bacca a terra.
Fu quasi felice di quel gesto da parte del ragazzo, ma ancora era
presto per
cantare vittoria. Taichi Yagami era diventato un enigma per lei. Anche
se
pensandoci bene si era buttato senza pensarci quando era caduta dallo
yacht.
Se la detestava così tanto perché lo aveva fatto?
Tutti quei pensieri la
stavano torturando.
Ripresero a camminare. Ma niente, né strade, né
persone, e con loro immenso
dispiace nemmeno nessun Digimon.
Dove diavolo erano finiti? Ormai stava iniziando a fare buio, ed erano
senza
forze.
-Penso
che arrivati a questo punto, dobbiamo trovare un posto dove
passare la notte, Sora. Domani mattina continueremo a cercare.-
-Penso
che tu abbia ragione, Taichi.-
Sembrava
quasi che l'imbarazzo e la tensione iniziale fossero solo
un brutto ricordo.
Tornarono
alla riva e la prima cosa che notarono fu che il gommone
era sparito.
Evidentemente la stessa corrente lo aveva trascinato via.
Erano di nuovo disperati, e iniziava a fare pure freddo.
-Brrr..
Ci vorrebbe un fuoco per scaldarci.-
Esordì
Taichi, iniziando a raccogliere della legna, forse anche
per smorzare la tensione che era tornata quando avevano appreso che
fosse
sparito quell'unico mezzo, che anche senza motore, li avrebbe potuti
trascinare
via da quell'isola evidentemente deserta.
-Perché,
sai accendere un fuoco adesso?- Lo prese in giro Sora.
-Certo,
svariati anni di campo estivo saranno serviti a qualcosa,
no?-
La
ragazza lo guardò con stupore, fino a quando lo vide
mettersi
le mani in tasca e con un sorriso a trecentosessanta gradi stampato in
faccia
estrasse un accendino mostrandoglielo soddisfatto.
-TADAMM!-
Sora scoppiò a ridere.
-Sei
sempre il solito Taichi , non sei cambiato di una virgola.- Si
pentì subito dopo aver detto quella frase, ma Taichi invece
non sembrò dargli
peso. Forse perché era intendo ad accendere il fuoco.
Sora
avrebbe voluto chiedergli mille cose dopo tutti quegli anni,
ma non ci riuscì per via della stanchezza.
Distesi, uno accanto all'altro vicino al piccolo fuocherello che aveva
acceso
il ragazzo, si addormentarono in pochissimi istanti. Avevano passato
una
giornata assurda ed erano molto provati.
"Seconda
stella a destra, questo è il cammino
E
poi dritto fino al mattino
Poi
la strada la trovi da te
Porta
all'isola che non c'è"
~Edoardo
Bennato~ L'isola che non
c'è
Note
dell'autrice:
Ecco
il terzo capitolo, spero di non deludere le aspettative di chi
continua a leggere.
Le
mie
aspettative le ho già deluse. XD
No
scherzi
a parte, avrei voluto scrivere di più, ma tra che per ora
non ci sto con la
testa, tra che molte cose le voglio inserire gradualmente, questo
capitolo può
sembrare noioso. Spero
di rifarmi nei prossimi capitoli...
Però
dai,
finalmente Taichi e Sora sono arrivati sull'isola che però
non è l'isola di
File. :P
E
siccome
io sono Wendy non potevo non fare una Taiora sull'isola che non
c'è. XD
Vabbè
bando alle ciance, come qualcuno di voi ha già capito per
scrivere questa mini
long mi sono ispirata, ebbene sì, al remake "Laguna blu il
risveglio"
(ho perso il conto di quante volte ho visto sto film).
Sono
veramente felice che (parlo per chi ha recensito almeno)
quest'idea sia piaciuta.
Mi
scuso
sempre per gli errori e per il pastrocchio che è venuto
fuori.
Al
prossimo capitolo! 😘
Ringrazio
sempre chi legge e recensisce.
Un
grazie
particolare a EleCorti AlwaysJohnlock Princesse with
wormmon e
Usabella dream.
Grazie
ragazze per il vostro sostegno e le vostre bellissime recensioni.
Wendy
|
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Capitolo 4 *** Due cuori e una Capanna ***
DUE
CUORI E UNA
CAPANNA
Toshiko
Takenouchi e i signori Yagami erano appena atterrati
sull'isola di Okinawa.
Yuuko Yagami, la madre di Taichi continuava a singhiozzare.
-È
una cosa inaudita!- alzò la voce il signor Yagami.
-Perché
erano usciti a quell'ora? E dov'erano i responsabili?-
protestò la madre di Sora.
-Non
ci sono giustificazioni a tutto questo. Ci dispiace davvero.
Le ricerche continuano senza sosta, stanno smuovendo mari e monti,
faremo il
possibile per ritrovarli. Ci hanno inoltre appena avvertiti di un
gommone di
salvataggio mancante tra quelli attaccati allo yacht, ragion per cui
dobbiamo
mantenere la calma. Li ritroveremo.
***
Taichi si svegliò tutto sudato sotto quel sole cocente.
Sora non era accanto a lui, si alzò di scatto ma poi la vide
sulla riva. Stava
cercando di scrivere un SOS sulla sabbia con un pezzo di legno.
-Buongiorno.-
La salutò passandole accanto dirigendosi verso
l'oceano per poi sfilarsi la t-shirt bianca che risaltava il colore
scuro della
sua pelle, poi anche i jeans chiari strappati dalle ginocchia, e
immergersi in
quell'acqua limpida e cristallina.
Sora si bloccò a fissarlo.
Ahh... quella schiena e quel corpo da paura quanto le piacevano. Era
bello da
togliere il fiato. Lo aveva sempre guardato in quegli anni nonostante
quel
lungo silenzio che interferiva tra di loro.
Arrossì per i pensieri proibiti che fece la sua mente in
quell'istante. Decise
quindi di distogliere lo sguardo e continuare a scrivere il suo
messaggio sulla
sabbia.
Visto che non avevano modo di andarsene da quell'isola decisero di
attrezzarsi
per gestire meglio quella situazione. Costruirono insieme una capanna
con palme
e canne di bambù. Iniziarono le ricerche per trovare acqua,
legna e qualcosa di
commestibile. Per fortuna la frutta in quell'isola non mancava.
Riuscirono a
riempire in pochissimo tempo la sacca della ragazza di svariati tipi di
frutta
in men che non si dica.
Poi, un rumore attirò la loro attenzione, era qualcosa come
uno scroscio
d'acqua e loro avevano finito quell'unica borraccia che Sora aveva con
sé nella
sacca.
Seguendo il rumore arrivarono finalmente alla meta.
Qualcosa di stupefacente era davanti ai loro occhi: una laguna
meravigliosa
circondata da piante floreali dal colore roseo e un'immensa cascata che
scendeva da una maestosa roccia che faceva da conca circondando e
proteggendo
tutto quello spettacolo della natura.
Erano
ammaliati da quella bellezza naturale.
Dopo essersi dissetati Sora disse a Taichi che aveva bisogno di fare un
bagno,
e il ragazzo si apprestò a portare nella capanna tutti i
viveri che avevano
precedentemente racimolato. Per Sora quegli attimi furono un vero
toccasana.
Quel momento di relax toccò anche al moro, che dopo aver
accesso un fuoco
chiese il cambio a Sora.
Al
suo ritorno la ragazza aveva preparato un piccolo banchetto
fruttato. Aveva tagliato la frutta con il coltellino che Taichi teneva
sempre
nella tasca dei jeans, che fu utile nonostante la ragazza ancora doveva
capirne
il motivo di portare con se un accessorio simile.
Era riuscita a creare una composizione veramente bella: kiwi, banane,
frutti
della passione, ananas, papaia, mango e noci di cocco. E in
più aveva messo sul
fuoco il pesce che quel pomeriggio era riuscita a pescare
Taichi.
Aveva anche addobbato la capanna con dei fiori. Tutto sembrava
così
meravigliosamente perfetto.
Per un attimo si sentì quasi come se fossero una coppia di
sposini in luna di
miele su un’isola tropicale. E quell'idea in un certo senso
non le sarebbe di
certo dispiaciuta.
Quando
Taichi arrivò e vide tutto quello che Sora aveva fatto in
sua assenza rimase senza parole.
Ma
non appena si
accorse dell'imbarazzo e del rossore in viso della ragazza cercò
di alleggerire la situazione.
-Ho una fame assurda! Finalmente si mangia. Pancia mia fatti capanna!-
Tipica
frase del ragazzo che alla rossa provocò ricordi infantili
che non aveva mai rimosso.
E riuscì nel suo intento, poiché Sora si
rilassò subito e vedendo il moro che
si ustionava la lingua con il pesce appena tolto dal fuoco
scoppiò a ridere, suscitando
le risate anche dello stesso ustionato in questione.
Stavano passando una serata così bella che entrambi si
sentirono quasi in
colpa.
-Secondo te, stiamo sbagliando ad essere così tranquilli
mentre le nostre
famiglie saranno disperate della nostra scomparsa?- Il suo sguardo si
era
improvvisamente spento.
-E cosa dovremmo fare? Disperarci? Piangere? Deprimerci? La situazione
è già
critica di suo, Sora. Questo è l'unico modo per andare
avanti e diminuire la
tensione, non credi?-
-Sì, hai proprio ragione.- sorrise passandogli la frutta che
aveva
tagliato.
***
Erano
nella loro postazione notturna.
Quel letto fatto di foglie era diventato quasi comodo, o forse era
quello che
si sforzavano di credere entrambi.
Ma quella notte Sora continuava a girarsi e rigirarsi.
Non riusciva a prendere sonno.
-Va
tutto bene?- Chiese il moro che aveva notato tutti quei
movimenti.
-Non riesco a dormire.-
-Non sei la sola.-
Risero.
-Taichi, posso farti una domanda?-
-Spara.-
-Ecco… perché noi ci siamo allontanati
così di punto in bianco? O meglio perché
tu ti sei allontanato da me, e da tutti gli altri digiprescelti?-
Un magone allo stomaco si impossessò di lui. Non riusciva a
parlare. Cosa
avrebbe dovuto dirle che lei e Yamato gli avevano spezzato il cuore
mettendosi
insieme? No! Certo che non lo avrebbe fatto. Non in quel momento almeno.
Ma cos’altro poteva rispondere. Simulò un
finto colpo di sonno, iniziando
a fare finta di russare.
Sapeva che prima o poi sarebbe tornata sull'argomento, ma in quel
momento non
si sentiva pronto di parlarne.
-Non posso crederci, ti sei addormentato. Ok, come non detto.
Buonanotte
stupido di un Taichi.-
Si voltò dalla parte opposta, offesa e si sforzò
di addormentarsi una volta per
tutte.
Il finto addormentato se la rise sotto i baffi, le mancava essere
chiamato così
da lei, era l'unica che poteva farlo. E sentirselo dire dopo tutti
quegli anni
riaffiorò in lui tanti bei ricordi. Possibile che ancora
fosse innamorato di
quella ragazza che lo aveva ferito così tanto?
Dopo un po' si voltò verso di lei.
I capelli rossi un po' arruffati avvolti in uno chignon profumavano di
mare. L'istinto
e la voglia irrefrenabile di abbracciarla da dietro stava prendendo il
sopravvento,
ma decise di chiudere gli occhi e addormentarsi prima di fare
sciocchezze di
cui forse si sarebbe pentito subito dopo.
"...
so the world goes round and round
with
all you ever knew
They
say the sky high above
is
Caribbean blue...
...
if
every man says all he can,
if
every man is true,
do
I believe the sky
above
is
Caribbean blue..."
CARIBBEAN
BLUE - ENYA
NOTE
DELL'AUTRICE:
Eccomi
tornataaaa.. Con immenso ritardo. :(
Ma tra
il Carnevale e l'arrivo della
Primavera sono andata in vacanza con le idee..
XD
E
siccome questo capitolo non è stato lungo e soddisfacente,
diciamo che ho già scritto anche il prossimo che vi
posterò tra domani e dopo
domani per farmi perdonare.. Promesso!!!
Dunque,
i piccioncini già si sono sciolti per bene per far
succedere qualcosa in più. Quindi il capitolo 5
sarà il più importante e il più
completo! O almeno è quello che ho provato a fare.
Chiedo
scusa
per gli errori.
Grazie
a tutti voi che leggete, e recensite: EleCorti
AlwaysJohnlock Princess of wormoon e Usabelladream.
Grazie delle vostre bellissime parole.
E grazie a chi segue o ha messo tra i preferiti la storia.
😘
Wendy
|
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Capitolo 5 *** La stagione delle piogge ***
LA
STAGIONE
DELLE PIOGGE
Erano passati dieci giorni dalla scomparsa di Taichi e Sora.
-Mi
manca mia madre. E la mia casa. E la biancheria pulita.
Scommetto che ci stanno ancora cercando. Dici che si sono arresi?- la
ragazza
continuava con le sue paranoie isteriche mentre incideva una X
sulla
pietra posta all'ingresso della capanna.
-Tu
continueresti a cercare un oggetto che pensi di non trovare
mai più?-
Taichi
c'era andato giù pesante, ma stava davvero iniziando a
demoralizzarsi. Ciononostante la ragazza lo riprese alzando il tono
della voce:
-Ma
non siamo mica oggetti, Taichi!-
Però
il ragazzo invece di rispondere cambiò discorso.
-L'accendino
è andato! Stavolta è arrivato davvero il momento
di
imparare ad accendere un fuoco. Mi aiuti a prendere un po' di legna?-
Risero
all'unisono e iniziarono a recuperare diversi pezzi di
legna fino a quando l'urlo della rossa allarmò l'amico.
-Che
succede?- Urlò
il moro
precipitandosi verso la ragazza, che affondò
subito la
testa sul suo petto. Quando si voltò
a guardare
nella direzione in cui un'istante prima Sora stava raccogliendo la
legna scorse
uno scheletro in mezzo al fogliame caduto.
-Oh
mio Dio! Per quanto tempo è stato qui a fingere con
sé stesso
come noi che lo avrebbero ritrovato?- sentì le lacrime di
Sora bagnargli il
petto. La strinse forte a sé.
-Noi
non siamo lui Sora. Forse era un indigeno o qualcuno che non
aveva nessuno. Noi abbiamo delle famiglie che ci amano e che non
smetteranno
mai di cercarci.- La rincuorò, nonostante nemmeno lui era
convinto di quelle
parole.
-E ancora di più...- continuò
-Io ho te... e tu hai me... e questo è più di
qualcosa. Ce la caveremo, Sora.
Andrà tutto bene. Non ti succederà nulla, te lo
prometto.-
Quegli
occhi, gli occhi di colui che quattro anni prima aveva
capito di amare, e quelle parole dette con un tono così
dolce riuscirono a
rassicurarla.
Taichi,
avvicinò la mano al viso della ragazza accarezzandolo
dolcemente fino a ritrovarsi ad un centimetro di distanza dalle sue
labbra.
Un
bacio, tenero ed innocente, ma che fu in grado di cambiare
totalmente l'atmosfera tragica che si era creata attimi prima.
Quella
notte dormirono abbracciati. Sora, tra quelle
braccia che tanto aveva desiderato si sentiva talmente bene
che crollò
quasi all'istante.
Mentre Taichi prima di addormentarsi continuò a pensare a
quel bacio per
diverso tempo fino ad arrivare ad una sola certezza: nel momento in cui
le loro
labbra erano entrate in contatto si era sentito attraversare da una
scossa
elettrica che lo aveva convinto che quell'emozione sarebbe durata per
sempre. In
quei quattro anni aveva solo omesso la verità facendo finta
di non provare
nulla e facendo sì che il rancore nei confronti di Sora
avesse vinto.
Però quel bacio aveva ribaltato completamente la situazione.
***
Svegliata dall'aurora, Sora, sorrise rendendosi conto di aver passato
la notte
abbracciata al suo amato e ripensando al dolce bacio che si erano dati
arrossì.
È
vero, non era stato un bacio lungo e passionale come quelli che
si vedono nei film ma era stato meraviglioso a modo suo.
Ma soprattutto ripensò a come lui fosse tornato ad essere il
Taichi di una volta,
forse ancora più dolce.
Nonostante
erano stati divisi per quattro lunghissimi anni, il
destino anche se in un modo subdolo, aveva fatto in modo di regalargli
una
seconda chance.
Forse le loro anime erano destinate a stare insieme.
Sorrise a quel pensiero.
***
Un
mese dopo...
-Ad un mese esatto dalla scomparsa di Sora Takenouchi e Taichi Yagami,
i due
studenti di Tokyo, dispersi a largo della costa tra l'oceano Pacifico e
il mar
Cinese orientale sono state ufficialmente sospese le ricerche.
È ormai
convinzione delle autorità, a maggior ragione dato l'inizio
della stagione
delle piogge, che le ricerche siano ormai inutili.-
Erano
tutti sconvolti e senza parole davanti ai Notiziari delle TV
locali. I genitori dei ragazzi, Hikari, le compagne di Sora e il resto
del
gruppo dei Digiprescelti non si erano disinformati un attimo
dell'accaduto e
non potevano davvero credere a quella notizia.
Le famiglie Yagami e Takenouchi decisero quindi di continuare le
ricerche in
modo autonomo, di certo loro non si sarebbe arresi così in
fretta.
***
Ormai, dopo un mese, si erano abituati alla vita da naufraghi.
O forse si erano anche rassegnati.
Si
erano trasferiti in una caverna che avevano scoperto proprio
dietro la cascata della laguna, per ripararsi viste le piogge senza
sosta.
Ma
Taichi era stanco.
Lui era uno spirito libero e stare sempre chiuso dentro quella caverna
buia lo
stava facendo impazzire così uscì sotto lo
sguardo confuso di Sora.
-Basta
far finta di nulla! È questo il trucco.- La rossa rise.
-Tu
sei pazz...-
Ma Taichi la bloccò prendendola dal braccio e tirandola
verso di lui.
-Posso
avere l'onore di questo ballo, signorina Takenouchi?-
-Sì,
confermo sei pazzo!-
Ballarono
per ore sotto la pioggia, proprio al centro della
laguna, tra inchini giravolte e baci.
Avevano
trovato la serenità.
Iniziarono
a cantare a squarciagola e senza rendersene conto
cantarono una canzone che li aveva accompagnati nella sua intensa
amicizia.
Avevano sempre amato quella canzone senza capirne davvero il
significato.
Finalmente adesso iniziavano a capirlo.
"Where
there is desire
There
is gonna be a flame
Where
there is a flame
Someone's
bound to get burned
But
just because it burns
Doesn't
mean you're gonna die
You've
gotta get up and try
try try
Gotta
get up and try try
try"
Try-Pink
-Non
sapevo che la pioggia ti mettesse di buonumore.-
-Non
sai molte cose di me a quanto pare, cara Sora.- La sfidò il
ragazzo.
-E
poi, io ho sempre amato la pioggia, anzi ho sempre amato i
temporali. Tuoni, pioggia, scarpe bagnate, pozzanghere. Non chiedermi
perché ma
tutto è bello sotto la pioggia. Da piccolo mi sentivo come
un supereroe a
cavallo della mia bici sull'asfalto pericolosamente scivoloso.-
-Un
supereroe pieno di cicatrici.- lo riprese ridendo la ragazza.
-Scema!-
Borbottò lui per poi proseguire il discorso.
Stranamente quel giorno era un chiacchierone.
Sora pensò che la pioggia doveva per forza piacergli davvero
tanto.
-I
temporali mi facevano sentire come un’emozione elettrizzante.
E
tu, mi facevi venire le vertigini come la sinfonia di un temporale.-
La
rossa rimase spiazzata da quella confessione inaspettata e
detta in modo così naturale.
Non riusciva a parlare.
Ma Taichi continuò quella confessione sconvolgendo ancora
più la ragazza. Aveva
tante cose da dirle, una volta per tutte.
-Eri
la mia tempesta in un giorno di sole, il mio lampo in un
cielo noioso senza nuvole. Mi ricordo che appena sveglio divoravo la
colazione,
per venire a bussare alla tua porta, stare insieme a te tutto il giorno
e
tornare a casa solo per mangiare e dormire. Giocavamo a calcio, a
nascondino,
ti spingevo sull'altalena, ci arrampicavamo sugli alberi.
A Digiworld cercai di starti più vicino possibile, e quella
volta che Datamon
ti portò via da me mi sentii un essere piccolo e inutile e
pur di salvarti
avrei dato la mia vita.
Stare con te e farti da spalla mi rendeva felice e non desideravo
nient'altro. Poi,
arrivò quel giorno dove appresi del tuo flirt con Yamato e
il mio bellissimo temporale divenne
improvvisamente come la siccità. Mi hai spezzato il cuore.
Mi mancavi
immensamente e solo allora mi resi conto di amare quel temporale
più della mia
stessa vita. Vita, che cambiò radicalmente da quel giorno
fino al momento in
cui ci ritrovammo sperduti in quest'isola.-
La
ragazza che stava piangendo presa da quel racconto decise che
era arrivato il momento di dire qualcosa anche lei.
-Scusami
Taichi! Ero solo una ragazzina. Non avevo mai capito
nulla dell'amore e delle sue sfaccettature. Vedere tutte le ragazzine
innamorate di Yamato, il chitarrista misterioso dagli occhi blu mi
aveva
confuso le idee. Volevo sentire le farfalle nello stomaco
o qualsiasi altro
volatile. Mi sono accorta solo dopo averti perso che Yamato non mi
faceva
sentire come mi facevi sentire tu. E quando hai cominciato ad ignorarmi
totalmente è stato ancora peggio. Non avevo più
voglia di venire a scuola. Mi
sentivo a disagio a stare in classe con te. Proprio quando
avevo capito di
amare qualcuno, quel qualcuno era sparito, e al suo posto era rimasto
un odioso
e insopportabile pezzo di merda che non mostrava un briciolo di
rispetto nei
miei riguardi.-
Il
ragazzo le asciugò le lacrime per
poi baciarla.
-E’
tutto finito!- La rassicurò.
Ormai
i baci sotto la pioggia erano diventati sempre più
passionali, e di certo quelle confessioni avevano reso
l'atmosfera ancora
più intensa.
Senza
rendersene conto, Taichi, sollevò la ragazza e continuando a
baciarla la portò dentro la caverna.
La adagiò delicatamente sempre senza staccarsi da lei in
quello che attualmente
era il loro letto fatto di fogliame.
Cominciò
a baciarle il collo bagnato dalla pioggia e piano piano
si poggiò sopra di lei.
Cercò ancora la sua bocca per approfondire il bacio.
Con
maggiore desiderio la accarezzò con la mano, partendo
dall'interno coscia salendo sempre più in alto, facendo
gemere la rossa.
-Sei
perfetta, Sora!-
-Baciami, ti prego non ti fermare!- Lo zittì lei presa ormai
troppo dal
desiderio.
Con
le mani ferme abbassò la zip sfilandole lentamente gli
shorts
per poi tornare subito nella posizione prona.
-Adesso
sì che posso baciarti ovunque.-
La
baciò con fervore, prima le labbra, poi il collo, e infine i
seni
spostando il bikini, l'unica parte vestita della ragazza.
Sora
gemette più forte quando il ragazzo prese i capezzoli tra le
labbra e inarcò la schiena affondando le dita nella chioma
bagnata del ragazzo.
D'improvviso
lui avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
-Sicura di volere continuar..-
-Sì!- lei non aveva alcun dubbio.
Taichi
sorrise e si alzò per togliersi i vestiti bagnati, per poi
tornare su di lei e sfilarle il bikini.
Si
baciarono ancora intensamente.
Poi Taichi scivolò lentamente dentro di lei facendo
attenzione a non farle
male, baciandole il palmo della mano che stringeva tra la sua.
Quando
anche lei cominciò a muoversi, Taichi aumentò il
ritmo fino
a raggiungere insieme l'apice del piacere.
Non
appena ripresero fiato la guardò per qualche istante notando
il suo viso rosso dall'imbarazzo.
Era bellissima. E sorridendo le baciò quelle guance rosee.
L'amore.
Sora aveva fatto l'amore con l'unico ragazzo che aveva da
sempre amato.
E nonostante si erano separati per anni, adesso erano
lì: nudi,
abbracciati, i loro corpi sudati sotto il riflesso dei
raggi di luna che erano iniziati ad entrare
nella caverna.
Continuavano
a guardarsi estasiati, scordandosi completamente di
essere due naufraghi.
"'Cause
all of me loves all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me, I'll give my all to you
You're
my end and my beginning
Even
when I lose, I'm winning
'Cause
I give you all of me
And
you give me all of you, oh"
John
Legend - All Of Me
Note
dell'autrice:
E
come promesso ho postato il capitolo, che dovrebbe essere il
più completo (lo spero almeno).
C'è il bacio, la confessione e la parte leggermente
più spinta che qualcuno
aspettava (considerando il rating giallo non potevo andare oltre.) XD
Rimane solo il capitolo finale.
Spero di non metterci secoli a scriverlo perché ho un'altra
long Taiora in
progetto!
Grazie come sempre a chi legge e recensisce.
E chiedo scusa come sempre per gli errori. :*
Wendy
|
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Capitolo 6 *** A perfect disaster ***
A
PERFECT DISASTER
Intanto
Mimi, che dall'America aveva appreso la notizia ed essendo quella del
gruppo
dei Digiprescelti che, si sapeva economicamente era ben messa,
tornò a Tokyo
per presentarsi a casa di Toshiko.
Non appena la madre della sua migliore amica aprì alla
porta, la giovane
Tachikawa scoppiò a piangere e si buttò su di lei
che ricambiò l'abbraccio
volentieri.
Dopo essersi accomodata insieme al padre, la ragazza disse a Toshiko di
chiamare la famiglia di Taichi perché aveva una cosa
importante da dire.
Susumu, Yuuko e Hikari ,in poco tempo curiosi e speranzosi arrivarono a
casa
Tachenouchi.
Così il padre di Mimi finalmente si schiarì la
voce e iniziò:
-Mia figlia mi ha raccontato che la polizia locale di Okinawa ha
sospeso le
ricerche.-
I presenti annuirono demoralizzati.
Ma il signor Tachikawa continuò:
-Volevo offrirvi il mio elicottero privato per continuare a cercarli.
Vi metterò
a disposizione anche un pilota che insieme ad uno di voi
proseguirà le ricerche
fino a che li ritroveremo.-
Le due famiglie con gli occhi lucidi e commossi non sapevano
più come
ringraziare Mimi e suo padre.
Grazie a loro la speranza di ritrovare i due ragazzi si riaccese nei
loro
cuori.
***
Sora quella mattina non si sentiva bene... evidentemente il pesce che
aveva
pescato il giorno prima Taichi, le aveva causato nausea. Ancor
più il ragazzo
quel giorno non si staccò un momento da lei.
-Sicura di non essere incinta?- Scherzò lui.
-Stupido!- Lo bacchettò lei.
-Non sai che voglia ho di una zuppa di miso calda, un letto comodo e di
un bel
film strappalacrime…-
Il moro la baciò sulla fronte cercando di ironizzare il
momento.
-Se hai tutta sta voglia di piangere posso pensarci io?-
-E come sentiamo?- Lo provocò la rossa sorridendo.
-Mm... dunque vediamo... potrei imitare Leonardo Di Caprio nella scena
clou del
Titanic dove congela al posto di Rose, mentre lei se ne sta beatamente
sulla
porta galleggiante?-
La ragazza scoppiò a ridere.
E lui sempre scherzando:
-Sora, ma dovevi piangere non ridere… così non
c’è gusto!- si lamento lui.
Risero entrambi.
Era riuscito nel suo intendo di metterla di buonumore.
-Taichi?-
Disse dopo quella risata lei tornando seria.
-Sì?- Si preoccupò lui
-Non ti ho mai ringraziato.-
-Per cosa?-
-Per avermi salvata. E per quello che hai fatto per me da quando siamo
in
quest'isola sperduta.-
-Realmente non ti ho salvata! Salvare una persona equivale a portarla
in salvo,
io mi sono limitato a seguirti in acqua.-
Disse lui deluso.
Ma lei continuò
-Se non ti saresti buttato probabilmente non sarei nemmeno viva.
Probabilmente,
non sarei nemmeno riuscita a salire sul gommone. O se ci sarei riuscita
e avrei
raggiunto l'isola non so cosa avrei fatto qui. Sicuramente da sola per
settanta
lunghissimi giorni non ci sarei arrivata viva. Io non ho il tuo
coraggio e il
tuo spirito di sopravvivenz..-
-Shhh…- la interruppe Taichi mettendole un dito sulle sue
labbra.
-Ma sono qui. È questo è l'importante.-
La baciò sul collo e la strinse forte a sé.
Il contatto della sua pelle contro la sua provocò a Sora un
formicolio che si
estese in tutto il corpo. Fu allora che la sua mano iniziò a
muoversi tra la
folta chioma del ragazzo attirandolo ancora di più a lei, a
pochi centimetri
dalle sue labbra. Si lasciarono sfuggire un gemito entrambi.
I suoi occhi nocciola erano puntati in quelli miele di lei e la
imprigionavano
facendole perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in
una realtà
dove esistevano solo loro due.
Spinta dal desiderio appoggiò le sue mani sul suo petto, per
poi farle salire
sulle spalle e accarezzargli il collo con i pollici per poi baciarlo.
A quel punto lui la baciò con tenerezza e trasporto
facendola sciogliere
totalmente, tanto da far cedere il suo corpo contro quello di lui, che
la
accolse stringendola contro il suo petto, dove sentì i
battiti del cuore di
Sora, alla stessa velocità dei suoi. Le due lingue si
abbracciarono mentre i
loro cuori battevano forte facendoli impazzire di sentimento e
desiderio. Le
loro anime calde si fusero insieme in un unico passionale intreccio,
sospese in
mezzo al nulla mentre il cielo sembrò cadere addosso a loro.
Ogni carezza
risuonava sembrando amplificata e di una delicatezza indescrivibile.
Fecero l'amore un'altra volta e mentre Taichi scivolò dentro
di lei, Sora si
sentì come se volesse restare lì per sempre.
Più tardi lei si accoccolò tra le sue braccia
forti, nel tepore del loro letto
fatto di sole foglie. Si addormentarono felici come non mai, avevano
perso le
speranze di essere salvati ma in quel momento gli importava ben poco
perché da
soli Taichi e Sora erano un disastro ma insieme erano la perfezione.
"Con
te con te con te
Che mi aiuti ad accettare quel che volevo scordare
Che mi sai dimostrare ogni giorno che passa che non
c’è niente da temere ma
così tanto da tenere
E se non è con te
E
se non
era un posto raggiungibile
Allora io mi fermo
E smetto di cercare
Se non sei tu la casa io non so più abitare
E se non c’è non c’è
Quel posto che credevo di conoscere
Allora io mi fermo
E smetto di cercare
C’è troppo spazio adesso
Per me che voglio stare
Con te."
***
Un
rumore.
Taichi e Sora si guardarono. Era davvero un elicottero quello sopra le
loro
teste?
Sì, era un elicottero a bassa quota.
I ragazzi non credevano ai loro occhi.
Iniziarono ad urlare e a dimenarsi come due pazzi fino a farsi notare.
Quando il mezzo atterrò e si trovarono danti oltre al
pilota, Susumu, il padre
del giovane, non credettero ai loro occhi.
Allora non avevano mai smesso di cercarli.
Taichi si buttò su suo padre piangendo come un bambino.
lasciando il padre
esterrefatto per il comportamento anomalo e freddo del figlio che negli
ultimi
anni aveva avuto. Il signor Yagami lo strinse forte come mai aveva
fatto nella
sua vita. E quando sciolse l'abbraccio si fiondò anche sulla
rossa che aveva
visto crescere come una figlia.
NOTE
DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti... ebbene sì sono tornata!!! (Non ci credo
manco io giuro) xD
Sono strafelice di aver ripreso questa Taiora che avevo accantonato
ormai dal
2017.
Ah...
Siamo nel 2020??? 3 anni di ritardo... Che vergogna!!! -.-‘
Le scuse qui non bastano. Sono colpevole!!!
Pensavo di aver avuto un blocco e non avrei più scritto una
conclusione e
invece era solo questione di buona volontà. Spero che chi
seguiva la mia storia
la riprenderà e spero ancor di più di non aver
deluso le aspettative di nessuno
con questo finale…
Ormai manca l’ultimo capitolo, che arriverà molto
presto visto che in parte è
già scritto.
A presto
Wendy
|
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Capitolo 7 *** Benedizione Divina ***
BENEDIZIONE
DIVINA
Ai
Telegiornali lo chiamarono “Il miracolo del mare”,
dopo settanta lunghi giorni, Taichi e Sora, avevano fatto ritorno alla
loro
normalità.
Arrivati
all'aeroporto di Tokyo, mano nella mano, i
due ragazzi furono accolti dalle famiglie, dai Digiprescelti, dalle
compagne di
Sora e dai reporter locali pronti a filmare il loro arrivo. Un festone
di
benvenuto enorme del colore verde smeraldo non passò
inosservato.
Si imbarazzarono talmente tanto alla scena che sciolsero la stretta di
mano per
poi correre entrambi ad abbracciare i suoi cari.
Sora, fu avvolta dalle braccia prima della madre che quasi la
soffocò, poi da
Mimi che la stritolò urlando come una matta dalla
felicità. Ed infine dalle
compagne che non la fecero respirare un attimo.
Mentre Taichi si fiondò su Hikari e sulla madre.
Rimase spiazzato non appena alzò la testa dal petto della
madre e si ritrovò il
restante gruppo dei Digiprescelti che aspettavano il loro turno per
salutarlo.
Loro, dopo tutti gli anni in cui li aveva ignorati erano lì?
Non poteva essere vero.
Capì subito che non era solo frutto della sua fantasia
quando Koushiro e Joe lo
strinsero quasi a farlo male.
- Sono felice che stai bene.- sussurrò all'orecchio
dell'amico il rosso,
facendogli quasi sentire un tonfo al cuore.
-Esatto, ne siamo tutti felici.- Esclamò Takeru che si
inserì nell’abbraccio
facendogli accennare un mezzo sorriso.
Mimi, che nel frattempo aveva lasciato finalmente la sua Sora per dare
spazio
alle sue compagne strattonò i tre amici che stavano
salutando il ragazzo e si
lanciò su di lui con la sua solita voce gracchiante.
-Taichi, che bello rivederti sano e salvooooo.-
Taichi rimase senza parole. Come avevano fatto a perdonare il suo
comportamento
egoista?
E lui che pensava che lo odiassero e che se tornava o meno non sarebbe
interessato a nessuno.
Ma mancava una persona all'appello e non aveva il coraggio di cercarlo
quando
sentì una mano sulla spalla e voltandosi si trovò
gli occhi azzurri e
penetranti di Yamato che lo fissavano facendolo pietrificare.
Davanti a lui c’era il suo migliore amico, che
però allo stesso tempo era stato
la causa del suo cambiamento, l'uomo che gli aveva portato via l'amore
della
sua vita, ma in fondo adesso che era tornato in sé,
ragionandoci Yamato ne
nessun altro poteva saperlo, visto che lui stesso in prima persona era
riuscito
a rendersene conto a cose fatte.
Al diavolo pensò.
E lo strinse più che poteva lasciando il biondo di stucco.
Gli era mancato un sacco nonostante tutto.
Questa esperienza lo aveva cambiato nuovamente, e naturalmente anche
Sora ne
era stata complice.
Giusto,
Sora.
Dov’era la sua Sora? Si voltò e vide che le sue
compagne la stavano tempestato
di domande tirandola verso l'uscita dell'aeroporto insieme alla madre
che le
seguiva.
Anche la ragazza in quel momento si voltò in quella
direzione e si guardarono,
un piccolo sorriso avvolse il viso di entrambi.
Ma il pensiero di Taichi fu solo uno.
Cosa sarebbe successo adesso?
Come si sarebbero comportati?
L'unica certezza che aveva è che non voleva perdere quello
che avevo costruito
in quei lunghissimi giorni trascorsi sull’isola.
***
Sora era nel suo letto, dopo aver fatto finalmente un bagno caldo, con
il suo
pigiama pulito e le lenzuola che profumano di ammorbidente alla lavanda.
Non le sembrava quasi vero.
Era Tutto perfetto.
Eppure le mancava qualcosa... o meglio dire qualcuno.
Chiuse gli occhi immaginando il suo corpo nudo e bagnato adagiato sulle
foglie
e Taichi che continuava a baciarlo.
Si sentì girare la testa e dei brividi percorsero tutto il
suo corpo.
Giusto.
-Taichi...-
Nana e Aia l'avevano trascinata con loro e lei non aveva più
avuto il tempo di
poterci parlare.
In quel momento non aveva le forze di fare nulla ma il giorno dopo lo
avrebbe
cercato, chiuse gli occhi e cadde tra le braccia di Morfeo.
Taichi era immerso nella vasca da più di un’ora.
Il suo pensiero era costantemente alla sua Sora, che dopo tutti quei
giorni
soli su quell'isola sembrava come se si fosse scordata di lui in un
istante e
avesse cancellato tutto quello che avevano passato insieme.
Quasi che stava pensando che pur di non trovarsi in quella situazione,
quell'isola deserta che tanto odiavano gli mancava.
Là
era riuscito grazie a Sora ad amare di nuovo la
vita e ora era forse deluso, amareggiato ma non voleva tornare ad
essere il
ragazzo che era stato negli ultimi anni prima del naufragio, e
soprattutto non
aveva nessuna intenzione di perderla di nuovo.
Non lo avrebbe permesso.
Il giorno dopo se la sarebbe andata a riprendere e avrebbe messo le
cose in
chiaro una volta per tutte.
Arrivò
a casa di Sora la mattina dopo e trovò la porta
spalancata e sentì un rumore confuso e continuato di voci
concitate.
Non poteva crederci, le compagne di Sora insieme al resto della classe
erano
andati a trovarla e la cucina era piena di persone, di palloncini e di
torte
coloratissime.
Possibile che non riusciva a stare solo con lei?
Sora si girò come se avesse sentito la sua presenza e
riuscirono a guardarsi qualche
istante, proprio il tempo di riuscire a indicare la porta per farla
uscire, ma
Nana non smetteva di parlare e lei non riusciva a dileguarsi, senza
farsi
neanche notare dal gruppo lanciò a Taichi uno sguardo
dispiaciuto e mormorò un
"mi dispiace" che il moro riuscì a leggere dal labiale.
Non poteva crederci. Che diavoleria era questa? Cosa caspita le avevano
fatto
le sue amiche? Il lavaggio del cervello?
Rivoleva la Sora dell'isola. Ma cosa poteva fare? Mettersi a urlare e
fare
uscire tutti?
Sempre più amareggiato tornò a casa, dove
trovò con suo stupore davanti alla
porta Yamato.
-Ehi amico.-
A quella parola Taichi sgranò gli occhi.
-Ti va di andare a prendere una birretta in memoria dei vecchi tempi?-
il
ragazzo dalla folta chioma castana annuì senza pensarci.
Arrivati al bar dove andavano sempre fino a prima di dividersi,
ordinarono due
birre rosse alla cameriera e non appena le portò al loro
tavolo il biondo per
smorzare il silenzio se ne uscì con una battuta:
-Abbiamo sempre avuto entrambi una passione per le rosse a quanto pare.-
Taichi rimase sbalordito.
Ok, era una battuta, ma l'aveva detto sul serio?
Visto il totale silenzio da parte dell'amico il biondo
continuò, stavolta
serio:
-Mi dispiace Taichi, so che avrei dovuto chiederti scusa molto tempo
prima ma
ero troppo piccolo per rendermi conto del fatto che tu la amassi.-
Quindi Yamato lo aveva capito.
-...e anche che lei amasse te.- aggiunse infine.
Taichi non riusciva a proferire parola.
Ogni parola di Yamato era una martellata in testa per il ragazzo.
-Taichi, io non so cosa è successo con Sora sull'isola, ma
voi siete destinati
a stare insieme, motivo per cui secondo me questo naufragio non
è stato una
coincidenza, non credi?-
Forse Yamato non aveva tutti i torti.
Era stato davvero il destino a far succedere tutto ciò per
riavvicinarli e per
farlo tornare in sé.
Riuscì a dire un "grazie" imbarazzato al biondo.
-Taichi, stasera ci sarà una festa al pub dietro l'angolo, e
avendola
organizzata Nana, Sora sarà presente. Quindi alle 22:00 in
punto ci vediamo là.-
Era un’affermazione non era una domanda.
Sì, Yamato aveva ragione.
Quella sera le avrebbe parlato, con le buone o con le cattive ma
l’avrebbe
fatto.
***
Erano le 21:00 e Taichi dopo aver fatto una doccia rilassante si
buttò sul divano
della cucina... era terribilmente ansioso.
E se lei lo avesse respinto dicendo che quello che era successo era
successo
solo perché si sentiva sola e in lui aveva trovato un
conforto?
Ma Sora non era così egoista, non avrebbe mai fatto o detto
qualcosa dettata
dal fatto che si sentisse sola.
Si schiaffeggiò da solo per averlo pensato, così
decise di andarsi a preparare.
Indossò un jeans chiaro strappato dalle ginocchia e una
camicia bianca con le
maniche arrotolate fino al gomito. Lasciò due bottoni aperti
facendo
intravedere i pettorali e la carnagione abbronzata. Aggiunge una
cintura in
cuoio nera e le vans nere e bianche e dopo aver dato una sistemata alla
sua
chioma castana, ed aver spruzzato un po’ di profumo
uscì di casa.
Come previsto trovò Yamato davanti al pub che lo attendeva
insieme a Koushiro e
Joe. Entrarono all'interno del pub in stile etnico ed arrivati al
bancone i
quattro amici ordinarono quattro birre.
-Koushiro, Joe da quanto bevete birra anche voi?-
Rise di gusto il moro, provocando un rossore ai due amici.
-Ti sei perso molte cose in questi anni amico, compreso il fatto che ho
portato
i nostri cari amici all'alcolismo.-
Risero di gusto fino a che Taichi quasi si strozzò vedendo
una sagoma di sua
conoscenza entrare con le sue amiche.
Aveva un abito bianco stretto e lungo che metteva in risalto il suo bel
fisico,
decolleté e borsetta argento, un filo di trucco agli occhi,
labbra rosso
fragola e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Sembrava un angelo.
Taichi rimase estasiato al punto che si risvegliò solo
quando il ragazzo dagli
occhi azzurri colpì la sua spalla.
Ringraziò l'amico con lo sguardo per averlo fatto riemergere
dal mondo dei
sogni, e con fare lesto si diresse verso la sua amata. Rimase spiazzato
però
nel vedere Tomoya Matsunaga, il ragazzo più popolare della
scuola nonché
capitano di baseball, che la stava invitando a ballare.
No, non voleva vedere quella scena, sarebbe scoppiato e avrebbe preso a
pugni
quel ragazzo provocando sicuramente le ire della rossa.
Senza pensarci corse verso l'uscita.
Quello
che lui però non sapeva è che la ragazza non
solo aveva rifiutato l'invito del capitano, ma si era accorta anche
dall'arrivo
di Taichi attraverso lo specchio che aveva di fronte. Però
non appena si voltò
non lo trovò.
Pensò dubbiosa che essendosi accorta dell'invito fosse
andato via dalla festa e
senza dire nulla al suo gruppo si voltò per andarlo a
cercare.
Ma Nana e Aia la bloccarono.
-Sora dove vai? La festa è appena iniziata.-
No, questa volta no, a causa loro non aveva avuto modo di stare con lui
e
pensandoci, vista al contrario lei sarebbe andata in escandescenza.
-Mi dispiace ragazze, ma io devo andare... devo andarmi a riprendere la
cosa
più importante di questo mondo.-
Le ragazze che avevano notato il ragazzo solitario ronzare intorno
all'amica da
quando erano tornati capirono tutto. E sorridendole la lasciarono
andare senza
esitare.
Corse più che mai rischiando di inciampare a causa dei
tacchi e del vestito
troppo lungo.
Ma lui non era là davanti al locale come sperava.
Che fosse andato via davvero?
Aveva perso troppo tempo, ma doveva parlargli adesso. Non aveva il
telefono
dietro e non sapeva nemmeno se lui avesse mantenuto il suo vecchio
numero.
Dove poteva essere andato?
I suoi pensieri furono interrotti da una goccia d'acqua sul suo viso.
“Bene, si sta pure mettendo a piovere”
pensò tra sé.
Poi un’altra goccia, e un'altra ancora... ma lei non si
scostò.
La pioggia che le stava cadendo addosso le ricordò del
buonumore che mise a
Taichi sull'isola durante la stagione delle piogge, e di quel giorno
che
dapprima ballarono sotto la pioggia e che subito dopo avevano fatto
l'amore per
la prima volta. Era immersa così tanto in quei pensieri
così belli che non si
accorse di essere bagnata come un pulcino.
Fu una voce a lei tanto cara a ridestarla da quei pensieri.
-Ci hai preso gusto allora?-
Si voltò trovandosi davanti un Taichi più zuppo
di lei.
Se ne era andato ma aveva deciso di tornare a cercarla anche a costo di
prendere a pugni il bel capitano di baseball, ma trovarla lì
pensierosa sotto
la pioggia lo tranquillizzò.
La musica del locale in sottofondo stava passando “A Thousand
Years di
Christina Perry.
-Vuoi ballare?- Disse il moro porgendole la mano.
-È un po’ umido.- Rispose lei ridendo.
Ne abbiamo passate di peggio, non credi?”-
Risero di gusto
Sora poi afferrò la mano del ragazzo e si strinsero in un
abbraccio muovendosi
piano sotto le note della canzone.
“I have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more
And all along I believed, I would find you
Time has brought your heart to me, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more”
-Ti amo.- Sussurrò una volta per tutte Taichi
all’orecchio della ragazza, che a
quell'affermazione il suo cuore perse un battito.
-Sora, io non voglio più perderti, voglio che tu diventi
mia.- Disse tutto d’un
fiato facendo venire a Sora la pelle d’oca.
Voleva rispondere che anche per lei era lo stesso ma era bloccata
dell’emozione.
-Vuoi essere la mia ragazza?- continuò lui.
A quell’ultima domanda del ragazzo, la rossa
scoppiò in un pianto di felicità
che per un attimo lo preoccupò.
Ma finalmente era arrivato il momento che lei attendeva da non sapeva
più
quanti anni e urlò un “Sì”
con tutta la forza che aveva per poi buttarsi su di
lui e avvolgerlo in un abbraccio.
L'atmosfera
era diventata più limpida nonostante la
pioggia.
Ad un tratto lui la guardò negli occhi color miele e tutto
il mondo parve
fermarsi.
In quel momento erano solo loro due.
Taichi prese lentamente ma con fermezza la vita della sua amata e
dolcemente le
sue labbra si posarono sulle sue facendo fermare il tempo.
Era bastato un solo secondo perché il sogno di entrambi si
realizzasse e la
favola divenisse realtà.
Le loro lingue iniziarono ad esplorarsi, si cercavano, si coccolavano.
Era un bacio dolcissimo, romantico. Aveva un qualcosa di diverso da
quelli che
si erano dati sull'isola.
Tutta l'agitazione del ragazzo era ormai svanita...
Le accarezzò i capelli. Non riuscivano più a
staccarsi, l'attrazione era oramai
indomabile. Allora è vero, pensarono: i sogni si realizzano.
Sora lo guardava estasiata e si sentiva come se ci fossero le
cosiddette
farfalle nel suo stomaco, o più reale come se ci fosse un
buco nella sua
pancia.
Il moro continuava a fissarla con i suoi occhioni, le sue labbra
carnose e i
suoi capelli ormai fradici.
Iniziò
a baciarla con veemenza rendendo Sora
vulnerabile, fino a destabilizzarla, fino a non farle capire
più niente.
Si trovarono entrambi in un vortice mai provato.
Nuovo, bellissimo, caotico. Tutti i loro pensieri sparirono sentendo
solo le
loro mani consumarsi, cercarsi, e studiare ogni centimetro del loro
corpo.
Volevano spogliarsi, lo sentivano entrambi, ma non potevano, adesso
erano in un
luogo pubblico, non più in un’isola deserta e lo
sapevano benissimo.
Ma allora perché le magnetiche labbra del ragazzo non
riuscivano a staccarsi da
quelle della sua amata?
Non era semplicemente il calore di un abbraccio.
Non era semplicemente il sapore di un bacio.
Non era semplicemente la gioia di essere tornato dopo tanto tempo ad
amare.
Era molto, molto di più.
Finalmente Sora era sua. Era l’unica cosa che gli importava.
Erano bagnati dalla testa ai piedi ed entrambi sapevano che il giorno
dopo
avrebbero preso come minimo l’influenza ma non importava a
nessuno dei due
perché finalmente erano insieme.
Niente e nessuno li avrebbe più divisi ed entrambi sapevano
che
quell’esperienza del naufragio, per chiunque drammatica o
drastica, per loro
invece era stata una benedizione divina.
Le loro vite da oggi non sarebbero state più insignificanti
ma sarebbero stati
felici e contenti per tutta la vita.
THE
END
NOTE
DELL’AUTRICE:
È
finita davvero???
Sono un mix tra emozionata e felice.
Riprendere questa storia e soprattutto trovare un finale
(spero degno) mi ha
messo tanta adrenalina (manco mi fossi buttata dal paracadute pfff XD).
No, scherzi a parte sono molto soddisfatta, ma non
è unica long Taiora
lasciata in sospeso per anni, spero a questo punto prima o poi di far
tornare
qualche idea anche per quell’altra. (che essendo un genere
più tra l’azione e
il fantasy sarà mooolto più difficile
perché era un esperimento per me.)
Detto ciò, ringrazio chi ha continuato a leggere, in
particolare DigiHuman che
mi incitato a pubblicare questo capitolo finale.
Alla prossima
Wendy
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