Only a kiss

di veronica85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Severus/Narcissa, Malfoy Manor ***
Capitolo 2: *** Ron/Lavanda, Sala Comune di Grifondoro ***
Capitolo 3: *** Alastor/Dolores, Ministero della Magia, Atrium VIII livello ***
Capitolo 4: *** Michael Corner/Ginny Weasley, giardini di Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Severus/Narcissa, Malfoy Manor ***


Innanzi tutto, buonasera a tutti. Manco da questo fandom da un sacco di anni, cinque per l’esattezza, e credo che l’ultima volta pochi si siano accorti della mia presenza xd. Avevo messo giusto qualche drabble, scritta per alcuni contest, ma niente di più. Questo perché, anche se Harry Potter mi piaceva molto non avevo granché da dire, pensavo che la Rowling avesse già fatto un lavoro perfetto… finché non ho conosciuto LadyPalma, che con la sua passione per i crackpairing, mi ha traviata. Questa storia nasce in risposta alla contro sfida che lei mi ha lasciato nella WordWar sul forum di EFP e partecipa alla Challenge del Bacio dello stesso gruppo col prompt 11 «Voglio solo un bacio. Poi me ne andrò».
Buona lettura
 

 
«Non dovresti essere qui» mormorò lei, a un soffio dal suo viso. Bisbigliavano, chiusi in quella stanza della quale solo pochi conoscevano l’esistenza e dove, quindi, nessuno avrebbe mai pensato di andarli a cercare. «Dovresti sapere, mia cara… che non sono solito seguire le regole» la rimbeccò lui, riducendo maggiormente lo spazio tra i loro corpi.
«Ma se… se qualcuno ti vedesse… visto quello che sta succedendo adesso, potrebbe pensare…» «Ti ho già detto» sibilò lui, interrompendola, incredibilmente simile al rettile da cui la loro casata prendeva il nome «che non mi interessa. Sono qui per un unico motivo, tutto il resto è un cumulo di inezie senza valore»
E a quel punto, Narcissa Malfoy, nata Black, tacque. Non aveva bisogno di sapere altro: quel motivo era lei, ne era perfettamente consapevole. E dopotutto, anche lei aveva atteso con trepidazione il momento in cui si sarebbero rivisti: lui era lontano per la maggior parte dell’anno e anche quando non lavorava, non sempre potevano avere per loro il tempo che desideravano. Dopotutto, lei era pur sempre una donna sposata e una madre. Si conoscevano da anni e per molto tempo Severus era stato per lei un amico prezioso. Da qualche mese, però, da quando Voldemort era tornato in vita grazie al rituale di Codaliscia, era diventato qualcosa di più.
Una sera, mentre Lucius si trovava da Yaxley, Severus le aveva fatto visita. Non lo aveva trovato strano, non era la prima volta che accadeva, ma quello era stato un periodo insolito per tutti. Avevano trascorso ore a discutere del più e del meno, parlando soprattutto del lavoro di lui ad Hogwarts e della sua insoddisfazione per non aver ottenuto la cattedra di Difesa per l’ennesima volta. Ed era stato quando si era avvicinata a lui nel tentativo di placare uno scatto d’ira che Severus l’aveva afferrata… e si erano ritrovati a baciarsi per la prima volta. Da quel giorno, avevano intrecciato una relazione che durava oramai da oltre nove mesi. Tra pochi giorni lui avrebbe dovuto riprendere il treno per tornare ad Hogwarts e vedersi sarebbe stato ancora più difficoltoso.
«Nei prossimi giorni sarò impegnatissimo, non riusciremo a vederci prima che parta. Voglio solo un ultimo bacio, Narcissa. Poi me ne andrò e potrai smettere di preoccuparti».
E lei non aveva avuto cuore di negarglielo. Si era sollevata sulla punta dei piedi, appoggiando le mani sulle spalle di lui e facendo incontrare le loro labbra. Non seppe dire quanto tempo trascorsero persi l’uno tra le braccia dell’altra, stringendosi e anelando solo che quel momento potesse durare in eterno. Ma, come tutte le cose troppo perfette, finì troppo presto. E, come sempre accadeva, Narcissa osservò l’uomo che amava andarsene in silenzio, dopo averle rivolto un lieve cenno del capo. Si lasciò sfuggire un sospiro: chissà quando avrebbero di nuovo avuto occasione di incontrarsi. Non sapeva ancora che sarebbe successo prima di quanto avesse mai potuto immaginare.
 
 
Oooookaaaaaayyyyyyyyyyyyyy… la storia è finita e…. sì, d’accordo, pensavo di farne una raccolta, ok? Ma sarà multipairing. E magari, visto che comunque io non sono praticissima del fandom, potreste essere voi a scegliere le coppie (non cose troppo complicate su personaggi che si vedono mezza volta, però, capito Martina? :P )
Bene, dopo quest’ultimo sproloquio mi dileguo xd.
Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Ron/Lavanda, Sala Comune di Grifondoro ***


Torno dopo pochissimo con il secondo capitolo di questa raccolta, ambientato durante il sesto anno di Harry, Hermione e Ron. So che scrivo su coppie non molto popolari, ma mi baso su quello che il prompt mi ispira. Quello di oggi, ad esempio, è il numero 4, della Challenge del Bacio del Giardino di EFP ed è “evitare un bacio”. E mi è venuta in mente subito una scena precisa che dovevo assolutamente trascrivere. Spero che vi piaccia!” Questa storia è stata scritta anche per la WordWar del Giardino di EFP, come parte della sfida che ho lanciato a Niny95
 
 
Quella era stata una giornata davvero impegnativa per lui: prima le lezioni, poi gli allenamenti di Quidditch, dai quali era appena tornato zuppo di sudore. Ed era ancora ben lungi dal terminare: lo aspettavano i compiti (altrimenti Hermione lo avrebbe ucciso) e la ronda. Ma forse per quella si sarebbe fatto sostituire, sentiva di non potercela proprio fare. Era inumano che una sola persona avesse tutti quegli impegni in un solo giorno…tranne per i Tassorosso, ma loro non erano umani. E lui, fino a prova contraria, non era un Tassorosso. Comunque, ci avrebbe pensato dopo: la cosa che gli premeva di più, al momento, era cambiarsi e togliersi di dosso la divisa da Quidditch. E per i compiti… magari avrebbe chiesto ad Harry di poterli copiare, lui era il suo migliore amico, dopotutto e il suo capitano, di sicuro non gli avrebbe fatto tutte le storie di Hermione. Annuì decisamente, mentre quella convinzione si rafforzava e, giunto in prossimità del ritratto della Signora Grassa, pronunciò la parola d’ordine che avrebbe messo fine almeno a parte di quella giornata. Per fortuna non c’era ancora moltissima gente, si sarebbero riuniti tutti dopo cena come al solito e lui avrebbe potuto godersi almeno per un po’, la tranquillità della Sala Comune, magari schiavizzando qualche primino per farsi portare qualche prelibatezza dalla cucina. Oh, sì, miseriaccia, era proprio un’ottima idea, avrebbe fatto esattamente così! Ringalluzzito da quella prospettiva, si diresse a passo spedito verso la poltrona più vicina al caminetto acceso, stravaccandovisi sopra. Era trascorsa appena una manciata di minuti, quando il buco del ritratto si aprì nuovamente, permettendo l`ingresso di qualcuno che sembrava avere molta fretta. Ron si raddrizzò di colpo, terrorizzato: avrebbe riconosciuto quel passo tra mille, c`era solo una persona come lei in tutta la scuola. Ed era l`ultima che aveva voglia di vedere in quel momento. Per fortuna non lo aveva ancora intercettato, quindi era ancora in tempo per  svignarsela... ma non appena terminò di elaborare quel pensiero, la ragazza si voltò verso di lui e il suo sguardo si illuminò, mentre si fiondava nella sua direzione.
«Ronron, sei qui! Finalmente ti trovo, oggi non ti ho visto tutto il giorno!» esclamò, spiccando un balzo da atleta provetta per raggiungerlo. Il terrore si dipinse sul volto di Ron che, istintivamente, scartò di lato, abbassandosi e indietreggiando
«Amore mio, che cos`hai oggi? Non ti senti bene?» si preoccupò la ragazzina.
«Ehm...ehm... esatto, Lavanda! E... e poi... puzzo ancora dall`allenamento di Quidditch, si è cosi! Quindi.. sarà meglio che... vada a fare una doccia eh? Non vorrai mica passare il tempo a sopportare quest`odoraccio, no? Bene» concluse senza darle il tempo di ribattere «vado! A dopo!». E scappò rapidissimamente dal buco del ritratto, rifugiandosi nella prima aula vuota disponibile.
Sarebbe andato davvero a fare la doccia, tra qualche minuto, il tempo di accertarsi che lei fosse uscita. E avrebbe fatto anche la ronda: tutto pur di evitare l`ennesima sessione di sbaciucchiamenti con la sua cosiddetta ragazza. Era la cosa migliore.
 



E niente, ecco qui, la storia è conclusa xd. So che uso coppie non esattamente popolari per questa raccolta, ma seguo l’ispirazione e appena ho letto questo prompt mi sono immaginata Lavanda che si tuffa su Ron e lui che la schiva xd. Spero che vi sia piaciuta! Mi raccomando, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 3
*** Alastor/Dolores, Ministero della Magia, Atrium VIII livello ***


Ed eccomi col terzo capitolo di questa raccolta. Cos’è che dicevo? Non proponete pairing improbabilissimi? Infatti non avete proposto niente, direttamente, ma qualcuno mi ha traviato talmente che, alla fine, uno dei prompt mi ha fatto pensare ad una coppia su cui mai avrei pensato di scrivere. Ebbene, vi presento la mia primissima Dolastor, dedicata a Martina, LadyPalma. iI prompt è: "Cos'hai mangiato?", "Perché?", "Voglio baciarti, ma non senza sapere cos'hai messo in bocca prima di me!" Buona lettura.
 
 
L’aveva intravista spesso aggirarsi per gli uffici, trotterellando appresso a qualche capoufficio o segretario e ogni volta il suo occhio buono e quello magico si soffermavano su di lei qualche istante in più. E così, se la prima volta l’aveva snobbata come la classica dipendente anonima, entrata solo grazie ad uno scambio di favori, col tempo era diventato sempre più curioso e aveva lasciato che l’occhio magico, discreto ma implacabile, gli rivelasse tutto ciò che lei non aveva il coraggio di mostrare. Ed era stato così che aveva conosciuto i suoi tic (quello all’occhio sinistro, quando qualcosa la sorprendeva, quello al piede destro, quando era irritata o nervosa), e le sue più grandi passioni: i gatti e lo sherry. Sì, c’era anche il rosa, ma quella non era un segreto per nessuno, quindi non contava. Aveva anche scoperto che, pur essendo sempre in compagnia di qualcuno, il momento del pranzo lo trascorreva sempre sola, il che gli aveva dato la certezza che non avesse nessuno di troppo importante nella sua vita. E si era ritrovato a chiedersi, con una punta di tenerezza (che lui stesso non sapeva spiegarsi) se questo non le pesasse, se non avesse mai desiderato qualcuno che la stringesse a sé sussurrandole parole dolci. Poi, però, un giorno l’aveva vista mangiare e allora aveva capito: no, lei non avrebbe mai potuto avere pensieri simili, nessuna che si abbuffasse in quel modo avrebbe potuto averne. O chissà, magari ne aveva e si abbuffava proprio per tenerli a bada. Non l’avrebbe mai saputo: il suo occhio magico non poteva sondare le menti e non avrebbe certo corso il rischio di farsi scoprire… anche se farla arrabbiare e scatenare in lei una reazione diversa dall’adorazione avrebbe potuto essere interessante. E a quel pensiero, qualcosa scattò nella sua mente, facendolo ghignare sadicamente.
Dovettero passare due settimane prima che l’occasione giusta si presentasse. Fu quando la vide tornare da un pranzo di lavoro con il suo capo e altri colleghi, tre passi indietro rispetto a loro, ignorata dagli altri e caracollante sulle gambe tozze che decise di agire. Attese che gli altri se ne andassero, quindi le si avvicinò:
«Ehi, Dolly, tutto bene a pranzo? Cos’hai mangiato?»
Lei sollevò entrambe le sopracciglia fino all’attaccatura dei capelli «Lei…lei come si permette di storpiare il mio nome…e poi non sono affari suoi!» lo sapeva bene, lei: chiunque le rivolgesse parola, lo faceva soltanto allo scopo di prenderla in giro e non meritava la minima attenzione.
«Ti sbagli, invece, lo sono eccome» ribatté lui serissimo.
«Ah sì? E perché mai, di grazia?» la voce stridula di lei si alzò di un’ottava, mandando in visibilio il suo interlocutore: aveva quasi raggiunto il suo scopo…
«Perché voglio baciarti, ma non senza sapere cos'hai messo in bocca prima di me!»
«E cosa le fa credere che io lo voglia?» sibilò lei, enfatizzando il pronome personale ed allontanandosi sussiegosamente.
La risata di Alastor echeggiò nel corridoio per l’ora successiva: quello era solo l’inizio, si ripromise. L’avrebbe fatta cedere.

 
 
E anche questa flash è finita. Mi raccomando, sono curiosissima di sapere cosa ne pensate.

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Capitolo 4
*** Michael Corner/Ginny Weasley, giardini di Hogwarts ***


Buongiorno a tutti! Non pubblico niente da mesi perché sono stata troppo incasinata con il lavoro e altro e non ho neanche scritto mezza parola. Ma questa flash sta sul mio pc in attesa del suo momento da tipo due anni e ho deciso che era giunto il suo momento (così posso anche partecipare ad una challenge che ho individuato con un testo più dignitoso di una drabble xd). Come le altre storie in questa raccolta, aveva come tema il bacio, se non erro era il "primo bacio". E quindi ho scelto una coppia che non avevo mai trattato e che probabilmente non tratterò mai più xd. Sto parlando di Michael Corner e Ginny Weasley che a quanto mi pare di aver capito, sono usciti insieme quando lei era al terzo anno. Questo è uno dei loro primi appuntamenti. Buona lettura.
 

Finalmente, finalmente era riuscita a togliersi Harry dalla testa! Cominciava a credere di essere ossessionata! Ma al Ballo del Ceppo aveva partecipato con Neville Longbottom e doveva ammettere di essersi divertita molto. Certo, Neville era stato un cavaliere piuttosto impacciato, ma almeno quella era stata l’occasione per conoscere Michael Corner, col quale poi aveva trascorso il resto della serata e che si era rivelato un cavaliere impeccabile, attento e premuroso. Alla fine della festa l’aveva accompagnata fino al ritratto della Signora Grassa, chiedendole se avesse voglia di uscire con lui qualche volta e lei aveva accettato senza esitare. Ed ora, un mese dopo quell’avvenimento, si trovava nei giardini di Hogwarts, sotto un’enorme quercia, a poggiare la testa sulla sua spalla e a godersi la mano di lui che le carezzava dolcemente i capelli. La quiete fu interrotta da Michael che sogghignò: «A volte ancora non credo che siamo qui. Pensavo di dover sconfiggere i tuoi fratelli a duello prima di avere anche solo il privilegio di guardarti e invece… sono stato davvero fortunato» terminò, passandole una mano sotto il mento e voltandola verso di lui. Ginny gli sorrise, osservandolo chinarsi verso di lei: l’intento di baciarla era palese e… lei si ritrasse. Non poté evitarlo, fu più forte di lei. Michael, perplesso, aggrottò le sopracciglia: «Scusami, io… pensavo andasse bene… insomma…» 

Michael era arrossito e Ginny si allontanò solo di qualche passo, per guardarlo negli occhi «Ecco, vedi, Mike, il fatto è… insomma io… oh, è così stupido, ma… questo sarebbe beh… il mio primo bacio, io…» 
Michael tornò ad avvicinarsi a lei, un enorme sorriso stampato sul volto: «Beh… anche per me, Ginny, quindi… se è solo questo il problema… non preoccuparti, non ho alcuna intenzione di prenderti in giro… impareremo insieme, se vorrai» propose, non smettendo di guardarla. 

«Io… oh, d’accordo…proviamo. Però se ridi ti affatturo!» chiarì, l’espressione arrabbiata in una perfetta imitazione di sua madre.  Michael annuì, tornando a chinarsi su di lei e avvicinandosi piano, lasciandole il tempo di abituarsi. Stavolta Ginny non si ritrasse e le loro labbra si incontrarono in un bacio lento e impacciato. Non era esattamente come si era immaginata il suo primo bacio, anche la persona era sbagliata, ammise a sé stessa. Per cui non avrebbe detto niente e avrebbe lasciato che Michael credesse che fosse tutto a posto Quando lui si staccò, lei gli sorrise, stringendogli una mano e chiedendosi se ci avrebbe mai riprovato. In quel caso… beh, avrebbe potuto almeno esercitarsi, giusto? E imparare cosa piacesse a lei e agli altri. E quando finalmente fosse arrivato il ragazzo giusto, quello perfetto, avrebbe saputo esattamente cosa fare e non avrebbe temuto figuracce. 

 

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