Storia di una famiglia: l'invasione della Regina scarlatta

di Kifuru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il popolo degli Armath ***
Capitolo 3: *** Un legame indissolubile ***
Capitolo 4: *** Il parco dell'eroe mondiale ***
Capitolo 5: *** Riflessioni e incubi ***
Capitolo 6: *** La strategia di un androide ***
Capitolo 7: *** Agguato nel deserto ***
Capitolo 8: *** La tecnica della fermezza naturale ***
Capitolo 9: *** Odio e amore ***
Capitolo 10: *** Effetti collaterali ***
Capitolo 11: *** La pozione della rinascita ***
Capitolo 12: *** Una piccola capsula ***
Capitolo 13: *** L'umanità di una cyborg ***
Capitolo 14: *** Il grande abisso ***
Capitolo 15: *** La terra Dell'Eterna Notte ***
Capitolo 16: *** Ombre e artigli ***
Capitolo 17: *** Il guardiano di pietra ***
Capitolo 18: *** La mia casa ***
Capitolo 19: *** Il fiume della paura ***
Capitolo 20: *** Il guerriero della montagna ***
Capitolo 21: *** La fine del viaggio ***
Capitolo 22: *** Il risveglio ***
Capitolo 23: *** I doveri di una regina ***
Capitolo 24: *** La squadra-ombra ***
Capitolo 25: *** Le armi segrete della squadra ombra ***
Capitolo 26: *** Dolorose decisioni ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO.
L'isola di Kame House era un luogo staordinario, di grande fascino naturale, ma allo stesso tempo alquanto bizzarro, non solo per il fatto di essere una piccola isoletta, situata nel bel mezzo dell'oceano, ma anche e soprattutto per la casetta rosa costruita proprio al centro di essa. 

La casa apparteneva ad un famoso maestro di arti marziali, uno strano vecchietto, che una volta era considerato uno dei guerrieri più forti dell'intero pianeta, creatore di tante tecniche incredibili, che spesso avevano contribuito alla salvezza stessa della Terra.

Per molti anni, il vecchio maestro, chiamato Muten, visse in quella piccola casa in compagnia soltanto di una strana creatura, una tartaruga gigante, di grande saggezza e sensibilità e con l'abilità di parlare, di nome Unigame. Dopo molte avventure e battaglie, il maestro Muten decise di ritirarsi dalle arti marziali, cominciando realmente ad apprezzare la vita paradisiaca di quell'isola tropicale, dove costruì la sua casa e nella quale si immerse nella più totale tranquillità e ovviamente anche nella sua sconfinata e perversa passione per le donne.

Tuttavia, il periodo di pace del maestro non durò a lungo, almeno fino all'arrivo di due stravaganti bambini, che giunsero per vie diverse sull'isola di Kame House, ma entrambi arrivarono in modo molto particolare. Il primo era un bambino allegro e dall'aria ingenua, i suoi capelli erano molto lunghi, disordinati e nerissimi come gli occhi. Si chiamava Son Goku e raggiunse l'isola a bordo di una nuvola volante dorata, che il maesto Muten aveva già avuto modo di ammirare in passato, in occasione di uno dei suoi innumerevoli viaggi e sapeva bene che soltanto un puro di cuore poteva ottenere l'amicizia di una creatura così meravigliosa. Quasi subito l'anziano guerriero comprese la bontà d'animo di quel bambino, unita ad un' evidente voglia di vita e avventura, ma oltre a questo riuscì anche a percepire una grande predisposizione per il combattimento e l'assoluta intenzione di migliorarsi constantemente.

Il secondo bambino era molto diverso, sebbene della stessa età di Goku, sia come aspetto che come carattere. Era un ragazzino calvo, con degli strani simboli impressi sulla fronte, segno di un difficile passato da monaco. La sua grande particolarità, però, era l'assenza del naso, per via di un' imperfezione   di  nascita probabilmente, che sicuramente, agli occhi degli altri, lo rendeva alquanto stravagante. A differenza del primo, il bambino, che si chiamava Crilin, non aveva un'aria così allegra e a parte il suo aspetto leggermente buffo, cercava in tutti i modi di mostrare sicurezza e spavalderia, ma  fu immediatamente  chiara al vecchio maestro anche una profonda tristezza, che spesso il giovane Crilin non riusciva a nascondere. Anche quest'ultimo giunse a destinazione dopo un viaggio sicuramente movimentato, a bordo di una semplice barchetta, impresa non da poco per un bambino di soli otto anni, considerando la posizione dell'isola in pieno mare aperto.

In breve tempo, dopo varie vicissitudini e avventure tragicomiche, i due bambini riuscirono a farsi accettare come nuovi allievi del leggendario maestro delle Tartarughe. Cominciarono a sostenere allenamenti durissimi, imparando svariate tecniche, dallo stile segreto della tartaruga alla potentissima onda Kameameha e ben presto parteciparono anche ai tornei mondiali di arti marziali, misurandosi con avversari sempre più forti ed esperti. Fu in questo periodo, inoltre, che, emtrambi, scoprirono la gioia di un'amicizia sincera, che maturò dopo una serie di incomprensioni, dovute soprattutto alla misurata cattiveria di Crilin, che nei primi tempi cercava in tutti i modi di ottenere l'attenzione e i favori del maestro, a discapito ovviamente del proprio compagno. I suoi gesti sleali, nei confronti di Goku, erano dovuti probabilmente al suo triste passato, vissuto in un monastero, nel quale il bambino, oltre a non ricevere mai nessun tipo di affetto, era spesso vittima dei pesanti scherzi degli altri monaci. Gradualmente, però, fraternizzando sempre di più con Goku, fu contaggiato costantemente dalla sua allegria e generosità e finalmente potè anche ricerevere il supporto e la fiducia di un vero maestro, anche al di fuori delle arti marziali.

Senza renderesene conto, Crilin trovò nell'isola di  Kame House la propria casa, il proprio posto e ciò rimase invariato anche quando il suo grande amico Goku trovò moglie, costruendosi una famiglia. Il loro legame, però, non si perse per nulla, anzi si indurì sempre di più nel corso degli anni. Insieme alla moglie Chichi, Goku andò a vivere sui monti Paoz e poco tempo dopo la coppia diede alla luce uno splendido bambino, che chiamarono Son Gohan in onore del defunto nonno di Goku.

Crilin, nel frattempo, continuò la sua solita vita di esperto di arti marziali sull'isola. Come Goku, cercava sempre di migliorarsi, pur non riuscendo a raggiungere, nella maggior parte dei casi, i suoi livelli, ma ciò non turbò mai la sua serenità. Il maestro Muten era ben consapevole dei veri tormenti di Crilin, che il ragazzo, per molti anni, non riuscì a superare e nemmeno a nascondere.

Pur avendo vissuto tante esperienze felici, Crilin non poteva fare a meno di provare un senso di inadeguatezza nei confronti degli altri, forse anche per la sua debolezza come guerriero, ma soprattutto per il suo aspetto fisico. Oltre alla sua imperfezione di nascita, il ragazzo non raggiunse, durante il suo periodo di crescita, un'altezza normale. Nonastante, però, i suoi evidenti limiti fisici, Crilin raggiunse ugualmente un grande livello come combattente e grazie agli insegnamenti del suo maestro aveva anche compreso l'importanza di sfruttare i propri poteri, ottenuti con immensi sacrifici, per il bene degli altri.

Tuttavia, come il maestro Muten aveva ormai capito, il vero desiderio del suo allievo era l'amore, il sogno di trovare una persona speciale, con la quale costruire un forte e sincero legame, come era già riuscito a fare l'altro suo allievo Goku. A causa del suo aspetto esteriore, Crilin era fortemente convinto dentro se stesso di avere ben poche speranze di realizzare questo bellissimo sogno, ma ciò nonostante non perse mai la propria gentilezza, la voglia di vivere e di aiutare i più deboli e una bontà d'animo, nata grazie ad una amicizia speciale e ad una serie di insegnamenti importanti e giusti.
Dopo aver raggiunto un notevole livello di combattimento, Crilin divenne uno dei guerrieri più forti del pianeta e per questo fu inevitabile il suo ingresso nel gruppo di combattenti, che in futuro avrebbe garantito in tutti modi possibili la pace sulla Terra. Dopo il suo diciottesimo compleanno, infatti, il pianeta fu sconvolto da sanguinose guerre, scoppiate soprattutto a causa di un'antica e potente magia, ossia quella delle Sfere del Drago, da secoli presenti sul pianeta e capaci di esaudire qualsiasi desiserio, se raccolte tutte e sette. Furono terribili conflitti, che sconvolsero per sempre l'anima del giovane guerriero, che fu costretto ad affrontare prove spietate per difendere i propri cari e tutti i terrestri.

La prima guerra iniziò con l'arrivo di uno strano guerriero alieno, che si rivelò essere il fratello maggiore di Goku. L'attacco di questo spietato combattente rivelò finalmente le vere origini di quest'ultimo e il motivo della sua grande predisposizione al combattimento. Egli, infatti, non era un terrestre, in quanto apparteneva alla quasi estinta razza dei Sayan, un popolo di fortissimi e spietati guerrieri, detiti soltanto alla guerra e alla conquista.

Goku fu spedito sulla Terra subito dopo la sua nascita, con il preciso scopo di conquistare il pianeta. Fu un fortuito colpo alla testa, che trasformò il bambino in un essere gentile e di buon cuore, ma ovviamente rimase la sua propensione alla lotta e la sua abilità di poter superare costantemente i propri limiti. 

La minaccia di Radish fu fronteggiata dai due combattenti più forti del pianeta: da un lato Goku, terrorizzato per il piccolo Gohan rapito dal terribile fratello, dall'altro il possente Piccolo, figlio di un demone, che in passato aveva cercato di schiavizzare l'intera umanità. I due si erano fronteggiati, in passato, durante un torneo mondiale e solo dopo una lotta all'ultimo sangue Goku vinse, distruggendo i piani di conquista di Piccolo.

Fu proprio quest'ultimo a decidere di allearsi con il suo mortale nemico, per affrontare una minaccia superiore. I due riuscirono a vincere, ma ad un prezzo altissimo, poichè Goku sacrificò la vita per salvare il figlio; inoltre, prima di morire, Radish confessò l'imminente invasione di altri due Sayan, molto più forti ed esperti. L'avvento di questa nuova minaccia era previsto per il successivo anno e per questo fu inevitabile l'intervento di tutti guerrieri più forti e fra questi c'era anche il piccolo guerriero Crilin.

Iniziò,pertanto, per tutti i difensori della Terra, un lungo periodo di addestramento. Goku cominciò ad allenarsi nel mondo dei morti, in attesa di essere riportato in vita dalle Sfere. Piccolo, avendo compreso le immense capacità combattive nascoste del piccolo Gohan, decise di istruirlo a dovere per la nuova battaglia contro i Saiyan.

Nel frattempo, Crilin continuava a migliorarsi sempre di più, grazie agli insegnamenti ricevuti al Palazzo di Dio. Insieme a lui, altri guerrieri umani si allenavano duramente, per fronteggiare una minaccia, probabilmente mai vista sulla Terra: il guerriero dallo stile del lupo, Yamcha, il combattente esperto nelle potenti tecniche di concentrazione energetica, Tenshihan e il piccolo Jiaozi, caro amico di quest'ultimo e specialista di poteri telepatici.

Il giorno dello scontro arrivò dopo più di un anno dalla sconfitta di Radish. I due Sayan, Nappa e Vegeta, si rivelarono molto più potenti del previsto, senza contare che i difensori cominciarono lo scontro senza Goku, ancora nell'aldilà. Fu, senza dubbio, la battaglia che più di ogni altra sconvolse l'anima di Crilin, che oltre a dover combattere con tutte le sue forze contro avversari sanguinari, fu costretto ad assistere alla violenta morte dei suoi amici più cari, che caddero uno dopo l'altro sotto gli attacchi nemici. In passato Crilin aveva già dovuto sopportare l'orribile esperienza della morte violenta, a causa di un demone spietato, ma in quell'occasione conobbe anche la terribile sensazione della più totale disperazione e impotenza. 

Dopo molte ore di combattimento, gli unici sopravvissuti furono Crilin e Gohan. Anche Piccolo perse la vita, sacrificandosi per il bambino, con il quale aveva ormai instaurato un rapporto di profonda amicizia, dimenticando ogni sentimento di odio. L'arrivo di Goku fu provvidenziale per salvare i due giovani. Il Sayan, grazie alla nuova tecnica del Kayoken, riuscì a riequilibrare le sorti della battaglia, ma il duello con Vegeta si rivelò incredibilmente impegnativo, al punto che fu ancora una volta necessario l'intervento di Crilin e Gohan per sconfiggere il nemico definitivamente.

Grazie alla generosità di Goku, Vegeta fu risparmiato e gli fu concessa la fuga dal pianeta. Il grande pericolo, così, venne superato, sebbene con il sacrificio di molti coraggiosi guerrieri, ma non venne scongiurato del tutto. I sopravvissuti sapevano bene della possibilità di altri attacchi in futuro e ormai il numero dei difensori era troppo ridotto. Inoltre, la scomparsa di Piccolo provocò anche la morte del Dio della Terra, creatore delle Sfere, con il quale esisteva un indissolubile legame vitale e ovviamente con loro scomparvero anche queste ultime, insieme alla possibilità di riportare in vita le vittime dell'invasione Sayan.

Tuttavia, durante la lotta contro  Nappa, grazie alle sue conoscenze, venne scoperta la vera identità e origine di Piccolo e di Dio, in quanto essi appartevano al Pianeta Namek, situato in un'altra parte della galassia ed abitato da una comunità pacifica. Questa notizia riaccese le speranze degli eroi e fu così che Crilin, insieme all'inseperabile Gohan e alla loro cara amica scienziata Bulma, intraprese una pericolosa spedizione spaziale, allo scopo di trovare, sul pianeta dei Namecciani, delle nuove Sfere del Drago. Purtroppo, il viaggio cominciò senza Goku, ancora inabilitato, a causa dell'ultimo duello contro Vegeta.

Dopo molte avventure spaziali, i tre raggiunsero la loro meta, ma ciò che trovarono non fu di certo incoraggiante. Il pianeta si era, infatti, trasformato in un terribile campo di battaglia, a causa della presenza di uno dei più grandi dittatori della galassia: il potente e terribile Freezer, un mostro spietato, dalla forza illimatata. Anche quest'ultimo ovviamente era alla ricerca delle Sfere, allo scopo di ottenere l'immortalità e per tale ragione, insieme al suo esercito, diede vita ad una disperata gara di sopravvivenza, alla quale si ritrovarono a partecipare anche Crilin e Gohan, che incredibilmente, a causa anche degli avvenimenti, trovarono uno strano alleato in Vegeta, giunto anch'egli sul Pianeta, dopo essersi ripreso dalle ferite riportate nella precedente battaglia, per contrastare i piani di Freezer, dominatore persino dei feroci Sayan.

L'intera comunità pacifica dei Namecciani fu brutalmente sterminata dai soldati di Freezer, che misero l'intero pianeta a ferro e fuoco, alla ricerca delle Sfere. Grazie anche all'aiuto insperato di Vegeta, Crilin, Gohan e Goku, appena arrivato sul pianeta più forte che mai, riuscirono a sconfiggere la maggior parte dei seguaci del mostro e grazie al prezioso sostegno nel loro nuovo amico Dende, un bambino Namecciano salvato miracolosamente dai due amici, fu possibile finalmente l'utilizzo delle Sfere, con le quali riportarono in vita inizialmente  Piccolo, sfruttando un momento di disattenzione di Vegeta.

Fu proprio in quel momento che cominciò il combattimento finale contro Freezer in persona, furioso di non aver potuto ottenere la tanto aspirata eterna giovinezza. La battaglia si rivelò subito disperata e il primo a subire l'ira del mostro fu proprio il povero Crilin, che fu brutalmente torturato, evidenziando l'enorme superiorità del nemico, senza contare che Goku non si era ancora ripreso dalle ferite subite nella lotto contro i soldati principali di Freezer. Egli, infatti, era rimasto dentro la camera medica della stessa navicella del dittatore spaziale, grazie alla quale il giovane si sarebbe potuto riprendere, dopo gli scontri contro l'esercito di Freezer.

Nel frattempo, grazie ai poteri curativi di Dende, Crilin riuscì a riprendersi, ma ciò non cambiò le sorti dello scontro. Nemmeno l'arrivo di Piccolo servì a molto, di fronte alle molteplici trasformazioni di Freezer, che per impedire altre guarigioni, uccise freddamente anche il piccolo Dende. Dopo l'ultima trasformazione, la forza del mostro era ormai immensa, tale da piegare facilmente Vegeta, che fu ucciso proprio al momento dell'arrivo di Goku sul campo di battaglia.

Cominciò, così, il duello finale tra l'eroe Sayan e il terribile mostro. Mai Freezer si impegnò tanto in un combattimento, ma ciò nonostante fu presto evidente la sua superiorità nei confronti dell'avversario. Con la forza della disperazione, Goku superò i limiti del proprio corpo, per aver ragione dell'avversario, prima con il Kaioken e infine con la tecnica finale della sfera Gendikama. Essa prese in pieno Freezer, che sebbene colpito duramente, riuscì comunque a sopravvivere, reagendo immediatamente, ferendo gravemente Piccolo e uccidendo il giovane Crilin. La seconda e terribile morte del fratello adottivo di Goku, accese in quest'ultimo un fortissimo sentimento di rabbia e disperazione, che avviò un incredibile processo di mutazione, che trasformò Son Goku nel leggendario Super Sayan.

Grazie alle Sfere terrestri, i sopravvissuti vennero trasferiti sulla Terra, insieme ai Namecciani, riportati in vita, tranne i due principali combattenti, che sull'orlo dell'imminente esplosione del pianeta Namek, diedero vita ad una delle più feroci battaglie mai viste.

Alla fine Goku sconfisse il suo nemico e all'ultimo secondo riuscì a scappare dal pianeta, a bordo di una navicella, prima della sua totale distruzione. In seguito, le Sfere del Drago riportarono tutto alla normalità. Tutte le vittime, comprese quelle della lotta contro Vegeta, furono resuscitate e fra queste anche il crudele Sayan, grazie al desiderio, che chiedeva di riportare in vita tutte le vittime di Freezer.

Fu così che si concluse questa grande guerra, che coinvolse diversi pianeti e il piccolo Crilin, dopo essere ritornato di nuovo alla vita, potè finalmente riprendere la tanto sospirata esistenza tranquilla alla Kame House. Fu immediatamente chiaro al maestro Muten che il suo allievo era rimasto profondamente turbato dalle esperienze vissute e molte, infatti, furono le notti, in cui il sonno del ragazzo venne tormentato da continui incubi, sempre ovviamente popolati dal terribile Freezer. Dal canto suo, Crilin si sforzava coraggiosamente di vivere, soprattutto provando a realizzare il suo vecchio e più grande sogno. Cominciò a uscire spesso in città, soprattutto con il suo amico Yancha, pienamente inserito nella vita sociale e notturna, soprattutto dopo la fine della sua importante storia d'amore con Bulma, durata per anni. Fu in questo periodo che Crilin cominciò una relazione con una bellissima ragazza, di nome Marion, che incontrò durante una delle varie uscite serali. Per la prima volta, il giovane guerriero conobbe la felicità e anche la complessità di una storia e dei forti sentimenti, che Crilin era ben consapevole di provare per la ragazza. Tuttavia gli era anche piuttosto chiaro, ben presto, che i suoi sentimenti non erano così ricambiati dalla bella Marion,  anche se ella sicuramente provava un forte affetto nei confronti del piccolo uomo. La ragazza aveva ben poca voglia di impegnarsi seriamente, anche se considerava Crilin il suo ragazzo. Nonostante ciò, non perdeva mai l'occasione di accettare interazioni o inviti di altri ragazzi, belli e ricchi.

Questa situazione riportò alla luce vecchie sensazioni, che il giovane sperava ardentemente di aver superato. Non poteva fare a meno di ripensare al fatto di non essere all'altezza, di non bastare ad una persona, per la quale  provava dei forti e turbolenti sentimenti. Dopo alcuni mesi, Crilin comprese di non poter più sopportare tale situazione, nonostante avesse persino accarezzato l'idea di chiedere la mano della ragazza. Egli arrivò, così, alla sofferta decisione di lasciarla, perdendo inevitabilmente quella fiducia in se stesso e soprattutto la speranza di trovare quella felicità, che tanto desiderava. 

Decise, così, di riprendere gli allenamenti, consapevole di altre possibili future minacce e desidoroso di dare sempre il proprio contributo, in caso di pericolo. Il maestro Muten, in quel periodo, decise di insegnare un'ultima tecnica al proprio allievo, che ormai considerava come un figlio. Si trattava di un potere incredibilmente potente, che permetteva di sfruttare interamente l'energia naturale, attraverso una temporanea limitazione di quelle, che l'anziano guerriero definiva come le principali difese del corpo umano. La tecnica permetteva un aumento di forza vertiginoso e costante, ad un prezzo, però, altissimo per l'utilizzatore. Più, infatti, si aumentava la propria forza, attraverso il richiamo dell'illimitata energia naturale, più si spingeva il corpo verso un processo di autodistruzione. Il giovane Crilin, eccitato dall'idea di aver trovato finalmente un'arma, con la quale poter migliorare il proprio contributo in battaglia, decise di dedicare tutto se stesso per impararla. 

Egli affrontò difficoltà mai viste nella sua vita di guerriero, poichè la tecnica richiedeva un'immensa dose di energia e concentrazione. Inolltre, come il Maestro Muten spiegò all'inizio dell'allenamento, essa esigeva un cuore purissimo, privo di qualsiasi sentimento negativo. Crilin riuscì ad imparare soltanto le basi della tecnica, arrivando soltanto ad imparare il metodo di attivazione di questa difficile arma, che era conosciuta anticamente come l'Arte della Fermezza Naturale, ma egli non riuscì mai, in quel periodo, a utilizzare realmente quella tecnica.

Nel frattempo, una nuova grande minaccia stava, ancora una volta, per sconvolgere la vita tranquilla della Terra. Uno strano ragazzo, venuto dal futuro, capace persino di trasformarsi in Super Sayan come Goku, avvertì tutti i difensori di un immenso e futuro pericolo. Nei successivi tre anni, sarebbero comparsi due esseri terrificanti e incredibilmente potenti, che nel mondo del ragazzo, avevano portato morte e distruzione. Si trattava di due cyborg costruiti dal diabolico dottor Gero, unico superstite del famigerato esercito del Red Ribbon, specialista nella creazione di macchine e androidi da guerra, che in passato aveva tentato di schiavizzare tutto il mondo e i cui piani di conquista furono distrutti da Son Goku, allora soltanto un bambino. Il futuro, dal quale proveniva il ragazzo, era stato distrutto dalla potenza e dalla crudeltà di questo terribile attacco androide e quasi tutti i guerrieri perirono nel tentativo disperato di salvare la Terra, mentre Goku morì, a causa di una malattia incurabile. Alla fine il giovane, prima di andarsene, rivelò solo a Goku la propria identità; egli si chiamava Trunks ed era nato dall'assurda relazione, che sarebbe sorta in futuro fra Vegeta e la scienzata Bulma. 

Dopo che il ragazzo tornò alla propria epoca, Piccolo, che aveva ascoltato segretamente la conversazione, raccontò ai presenti solo della futura battaglia, che i guerrieri avrebbero dovuto affrontare. Nei successivi tre anni, pertanto, i difensori della Terra si allenarono duramente, per prepararsi a dovere. Goku, insieme al figlio e all'amico Piccolo, consumò il suo addestramento sui selvaggi monti, dove abitava. Vegeta decise di utilizzare la stessa camera gravitazionale, che Goku aveva già usato in passato, desidoroso di raggiungere anch'egli lo stadio di Super Sayan. Infine gli altri guerrieri umani seguirono autonomamente i loro ritmi di allenamento, consapevoli di dover dare anche loro un contributo importante per questa nuova guerra.

Crilin, tornato ai suoi solitari allenamenti alla Kame House, si sforzò disperatamente per perfezionare la nuova tecnica, senza, però, raggiungere notevoli passi avanti. Sembrava che mancasse un fondamentale tassello, indispensabile per avere un pieno dominio di quest'arte sicuramente superiore, che ovviamente Crilin non riusciva ad identificare.

Alla fine dei tre anni, tutti i guerrieri si ritrovarono alla Citta dell'Ovest, dove sarebbe cominciato l'attacco dei due cyborg, secondo le previsioni del ragazzo del futuro. I calcoli di quest'ultimo vennero rispettati ed ebbe così inizio la seconda terribile guerra, alla quale il giovane Crilin partecipò nella sua vita di guerriero.

I due nuovi nemici ingaggiarono immediatamente lo scontro, distruggendo parte della città e ferendo gravemente Yancha. Era evidente la crudeltà dei cyborg e inoltre, come aveva predetto Trunks, non possedevano alcun Ki, ossia una qualche energia interna, da poter percepire. In questo modo, i difensori non potevano nemmeno valutare concretamente la forza del nemico e oltre a questo i due androidi erano in possesso di tutte le informazioni basilari dei guerrieri, grazie a dei microscopici robot, che in passato avevano spiato tutte le battaglie avvenute sulla Terra. Come era prevedibile, il primo ad affrontare il nemico fu proprio Goku, che non essendo stato spiato su Namek, decise di trasformarsi subito in Super Sayan. 

Dopo aver portato a segno diversi colpi, la forza dell'eroe cominciò gradualmente a diminuire, con grande sgomento e sorpresa dei suoi compagni. Ben presto, fu chiaro ai presenti che la sofferenza e la debolezza di Goku erano dovute alla malattia, di cui aveva parlato Trunks e proprio quando il giovane stava per soccombere, giunse a sorpresa Vegeta che,  una volta trasformatosi in Super Sayan con grande stupore di tutti, distrusse facilmente uno dei due cyborg, permettendo anche i soccorsi per Goku, il quale fu ovviamente portato via dal campo di battaglia, per essere curato, grazie alle medicine moderne offerte da Trunks.

Nel frattempo il cyborg sopravvissuto, chiamato C20, intuendo lo svantaggio, decise di battere in ritirata tra le montagne, sapendo che in un luogo del genere sarebbe stato molto difficile per gli inseguitori ritrovare le sue tracce. I difensori della Terra, durante l'inseguimento, furono affiancati dal giovane Trunks, tornato per unirsi ai guerrieri contro gli androidi. Dopo essersi finalmente presentato a tutti, il figlio di Vegeta, avendo esaminato il corpo del cyborg ucciso e avendo constatato anche le fattezze di C20, affermò di non aver mai visto ne l'uno ne l'altro, con grande sorpresa tutti. Il mistero fu risolto con l'arrivo di Bulma, che riconobbe l'androide come il dottor Gelo in persona, il quale sfruttò il momento di disattenzione dei presenti per fuggire, non prima di aver minacciato l'attivazione di altri due cyborg molto più potenti.

Il diabolico dottore riuscì a fuggire, sempre inseguito da tutti i combattenti, fino al suo segreto laboratorio, dove rispettò la sua promessa, attivando i cyborg, chiamati C17 e C18. Il primo era un ragazzo dai capelli neri e lunghi e con occhi azzurri come il ghiaccio. Era vestito con abiti da avventuriero e aveva due strani orecchini d'oro. Il secondo cyborg era una ragazza bellissima, bionda con gli stessi occhi del compagno e anch'ella portava gli stessi orecchini. Il suo sguardo era vuoto, freddo, privo apparentemente di qualsiasi emozione umana. Negli abiti di entrambi erano chiari i simboli del Red Ribbon, sebbene essi fossero relativamente normali. I due cyborg non degnarono di molta attenzione i molti guerrieri, che fecero irruzione nel laboratorio, neanche quando il loro padrone ordinò loro di ucciderli. Il destino, però, non si rivelò favorevole per il diabolico dottore, il quale non si rese conto dell'odio smisurato, che gli androidi provavano nei suoi confronti, senza contare che egli possedeva il congegno per la loro possibile disattivazione. Per questo, C17 non perse l'occasione di decapitare il dottore, distruggendo definitivamente il telecomando. I presenti rimasero chiaramente sconvolti dell'accaduto e in particolare Crilin cercava ancora di immaginare di quali crudeltà fossero capaci i due nuovi nemici.

Nonostante il primo attacco di Trunks, i cyborg liberarono facilmente un altro androide, che il dottore considerava il più pericoloso di tutti, al punto di escluderne completamente l'attivazione. Dopo aver liberato il cyborg, chiamato C16, dall'aspetto terrificante e dai poteri sconosciuti, il nuovo trio lasciò il laboratorio, probabilmente in cerca di Goku e ancora mostrando assoluta indifferenza nei confronti dei guerrieri. Questi ultimi si lanciarono immediatamente all'inseguimento e il primo a raggiungerli fu ancora una volta il fiero Vegeta, desideroso di battersi da solo contro i tre pericolosi avversari. Ebbe inizio, così, un cruento scontro fra il principe dei Sayan e la bella C18, un duello che inizialmente sembrava fosse di pari livello, ma con il passare dei minuti fu evidente la superiorità di forza e di velocità della donna, che mise Vegeta sempre più alle strette. Nel frattempo arrivarono sul campo di battaglia anche gli altri guerrieri, non intervenendo, però, per via delle minacce di C17, che era pronto a reprimere qualsiasi interruzione del duello. Dopo aver subito diversi colpi, Vegeta incassò un tremendo calcio della bionda, che gli spezzò il braccio sinistro, scatenando l'ira del figlio, che attaccò immediatamente la cyborg, senza però avere successo. In seguito, ovviamente l'altro cyborg mantenne la promessa, colpendo il ragazzo ed eludendo facilmente gli attacchi di Piccolo e Tenshihan, che vennero sconfitti con pochi, ma potenti e decisi attacchi nemici. La vittoria dei cyborg era, così, completa e l'unico, stranamente, a non trovare il coraggio di intervenire fu proprio Crilin, che rimase impalato di fronte alla superiorità dei nemici e  l'unica cosa che poteva fare fu quella di pensare a delle possibili difese, per quanto sarebbero servite, in caso di attacco, senza contare che  C16 non aveva nemmeno partecipato allo scontro, rimanendo impassibile di fronte agli eventi.

Il giovane Crilin si trovò, così, da solo di fronte ai cyborg, ancora una volta davanti ad una situazione chiaramente disperata. Tuttavia, il piccolo uomo non ebbe la stessa terribile paura, che provò in altre simili situazioni, come quando fu torturato da Freezer. Egli, studiando gli sguardi divertiti dei due cyborg, non vide la stessa malvagità, che aveva visto con altri passati nemici e ciò era evidente soprattutto dal fatto che i suoi compagni erano stati risparmiati. In particolare egli era rimasto molto colpito dalla ragazza, non solo per la sua straordinaria bellezza, ma anche per la sua indifferenza nei confronti della vittoria appena ottenuta, a differenza del compagno, chiaramente soddisfatto del loro operato, al punto che invitò il guerriero a curare presto i suoi amici, per dare loro la possibilità in futuro di una seconda lotta.

Mentre guardava i due ragazzi, dall'aspetto così semplice, raggiungere C16, per cominciare la caccia a Goku, Crilin ebbe la strana sensazione che quella donna bellissima, di cui rimase così affascinato, non aveva nessun interesse nella conquista o nella guerra e per tale ragione il giovane decise di rischiare la propria vita, cercando di ragionare con l'intero trio. Tentò, con tutte le sue forze, di convincere i cyborg a vivere in pace, a non perseguitare un uomo, che aveva soltanto sconfitto in passato un diabolico essere, come il dottor Gelo, insieme al suo esercito. Ancora una volta la risposta arrivò dal cyborg C17, che semplicemente parlava di un gioco, un passatempo, che prevedeva l'eliminazione di una persona designata, ossia Son Goku. Sentendo tali parole, Crilin non trovò più nulla da dire, provando dentro se stesso un'infinita tristezza. All'improvviso, però, accadde un qualcosa, che avrebbe cambiato per sempre la vita del piccolo uomo: con un dolce e divertito sorriso, la ragazza gli si avvicinò lentamente e dopo avergli augurato buona fortuna, gli stampò un casto bacio sulla guancia. Il ragazzo rimase impietrito da quel gesto, al punto che non trovò più nulla da dire, mentre guardava impotente il trio, che diede, così, inizio alla loro missione di caccia.

In seguito, grazie ai fagioli magici, Crilin salvò i suoi compagni, sentendosi improvvisamente un codardo per non essere intervenuto nello scontro. Tutti i combattenti si resero conto, così, della loro netta inferiorità, non sapendo della presenza di un altro terribile nemico, che aveva già cominciato a sterminare la popolazione del pianeta. 

Dopo la sua sconfitta, Vegeta, travolto dall'ira, abbandonò gli altri guerrieri e lo stesso Piccolo, dopo un altrettanto scatto di rabbia, decise di dirigersi da solo al palazzo di Dio, convinto di dover finalmente superare tutto il suo orgoglio e rancore con una sofferta e difficile decisione.

Nel frattempo, Crilin non poteva fare a meno di pensare a quell'improvviso bacio e le sue domande  e i suoi dubbi aumentarono sempre di più. Mentre i suoi compagni cercavano razionalmente di trovare una soluzione alla terribile crisi del pianeta, egli provava il desiderio di rivedere quella ragazza, per parlarle ancora, per conoscerla e per capirla realmente, nonostante il fatto che  la donna, in quel preciso istante, stava dando la caccia al suo amico più caro. Intanto, grazie ai poteri speciali di Dio, Piccolo ebbe finalmente conoscenza della strana creatura, che stava seminando il panico sulla Terra. Dopo aver vinto le proprie resistenze, il principale guardiano, di origini namecciane, del pianeta decise di accettare l'ambizioso e disperato piano di Piccolo, ossia quello di fondersi in un unico corpo, per dar vita, così, al Super guerriero Namecciano. Il progetto si realizzò e così, con una nuova e incredibile forza e saggezza, Piccolo raggiunse il mostro, pronto a dar battaglia.

Durante lo scontro, Piccolo finalmente scoprì la vera identità della creatura. Essa era, infatti, un'altra diabolica invenzione del dottor Gero, costruita con le cellule dei più grandi guerrieri. Il mostro si chiamava Cell, una creatura simile ad una lucertola gigante, in possesso di una terribile coda, che gli permetteva non solo di uccidere brutalmente le persone, ma anche di assorbire la loro energia interna, incrementando la propria forza. Quest'ultimo conosceva alla perfezione tutte le tecniche dei difensori ed era arrivato da un'altra dimensione temporale, come il giovane Trunks, allo scopo di assorbire i cyborg 17 e 18, per trasformarsi, così, nel definitivo essere perfetto.

Dopo aver confessato le proprie origini, grazie anche alla rinnovata intelligenza del Namecciano, Cell, vedendosi in svantaggio, soprattutto, con l'arrivo degli altri guerrieri, richiamati dal combattimento, decise di battere in ritirata. Azzerando la propria forza, il mostro riuscì a fuggire, ovviamente con l'intento di assorbire i due androidi. Nel frattempo, Piccolo informò gli altri degli ultimi sviluppi e proprio con il precipitarsi di tali eventi, sempre più drammatici, finalmente Goku vinse la propria malattia, regalando in questo modo nuove speranze a tutti suoi amici. Consapevole, però, del grande pericolo e della sua inferiorità combattiva, egli decise di cominciare un nuovo e speciale allenamento, insieme ovviamente agli altri Sayan, allo scopo di superare il limite del Super Sayan. Ebbe, così, inizio l'allenamento nella Stanza dello Spirito e del Tempo, un luogo misterioso, situato al Palazzo di Dio, nel quale il tempo scorreva diversamente da quello terrestre. Un giorno nella stanza, infatti, equivaleva ad un anno terrestre. Iniziò così un estenuante allenamento, al quale partecipò, per volontà del padre, anche il piccolo Gohan e proprio nel momento in cui finalmente i cyborg giunsero alla Kame House, sempre alla ricerca di Goku e inconsapevoli di essere anch'essi preda di qualcuno. Ancora una volta Crilin si trovò di fronte alla persona, che in quel periodo dominava spesso i suoi pensieri e in seguito alle minacce del cyborg 17, che questa volta pretendeva di ottenere risposte sulla reale posizione di Goku, il terrestre era terribilmente convinto che sarebbe scoppiata un'altra battaglia disperata, alla quale, questa volta, avrebbe dovuto partecipare.

Tuttavia Piccolo  convinse i cyborg a lottare solo contro di lui e per questo, insieme ai nemici, raggiunse un'altra isola, per dar vita ad un altro drammatico scontro. Con la sua rinnovata forza, il Namecciano sperava di sconfiggere almeno uno dei due principali obiettivi di Cell e questa volta l'avversario era C17, che nel precedente combattimento gli aveva inferto una dura sconfitta.

Con l'inizio del combattimento, il cyborg rimase sconvolto dell'incredibile cambiamento dell'avversario, che ribatteva colpo su colpo. Lo scontro durò parecchio tempo e i due contendenti rimasero così concentrati nella lotta, che non si accorsero dell'arrivo del crudele mostro, che dopo aver assorbito la vita di molti esseri umani, aveva ormai raggiunto un livello superiore sia a quello di Piccolo che a quello di C17. Nemmeno l'intervento del potentissimo e altruista C16 servì a salvare il cyborg, che venne così assorbito dal mostro, che aumentò vertiginosamente la propria forza combattiva. Lo stesso Piccolo fu ferito quasi mortalmente e ovviamente anche l'impavido C16, desideroso di difendere la compagna rimasta, venne sconfitto facilmente. Incredibilmente, però, prima che si verificasse l'irreparabile, intervenne Tenshihan,il quale con una nuova tecnica potentissima, permise alla bionda di fuggire, insieme all'altro cyborg.

Il massimo pericolo, pertanto, venne scongiurato e Cell, chiaramente infuriato, si preparò a uccidere il guerriero umano, ormai privo di forze. Ancora una volta, però, fu provvidenziale l'intervento di Goku, che grazie alla tecnica del Teletrasporto, salvò sia Tenshihan che Piccolo.

Intanto, la scienziata Bulma riuscì a compiere un'impresa incredibile, ovvero costruire un secondo telecomando, per la distruzione dei cyborg, grazie ai progetti che i difensori avevano trovato al laboratorio. Tuttavia, per la concreta funzionalità del congegno, era necessario avvicinarsi il più possibile all'obiettivo e per questo Crilin dovette affrontare questa ennesima sfida contro la morte. Si trattava sicuramente della missione più drammatica della sua vita, poichè in quell'occasione il giovane avrebbe dovuto distruggere una creatura vivente ed egli sperava con tutto se stesso di non essere costretto a farlo proprio alla misteriosa ragazza, per la quale non provava di certo ne odio ne rancore.

Il destino, però, volle che fu proprio la cyborg C18 l'obiettivo di Crilin, data la dipartita dell'altro androide. Il coraggioso guerriero cominciò la sua ricerca, seguendo l'immensa energia di Cell, sapendo che, tramite il mostro, avrebbe potuto trovare l'obiettivo del piccolo congegno, che teneva nervosamente. In breve, infatti, e anche con fortuna, trovò il nascondiglio dei due cyborg sopravvissuti e con terrore e sgomento riconobbe subito la donna, che non voleva assolutamente annientare. Crilin trovò immediatamente un posto riparato, abbastanza vicino alla posizione dei cyborg, dal quale avrebbe potuto utilizzare il telecomando e fu in quell'occasione che il piccolo uomo si trovò a sperimentare  l'indecisione più tormentata della sua vita. Osservando la ragazza di nascosto, il giovane si chiedeva se avesse davvero il diritto di prendere una vita così brutalmente, di una persona che non gli aveva fatto nulla e che non era così malvagia come Trunks ricordava. Era evidente che ella non era lo stesso mostro, conosciuto dal ragazzo del futuro e ciò era anche confermato dalla paura, chiara sul delicato e bellissimo viso della donna, ma allo stesso tempo gli fu anche chiara la sua intenzione a non abbandonare il proprio compagno ferito gravemente. 

Improvvisamente Crilin dimenticò la sua missione e si trovò, ancora una volta, a desiderare ardentemente dei nuovi confronti, chiaramente pacifici, con quella ragazza così misteriosa. Egli restò a lungo nascosto solamente a osservare la persona, che doveva essere il suo principale nemico. In alcuni momenti, si disse che doveva farlo, per salvare l'umanità, ma ciò nonostante, alla fine il piccolo uomo comprese di non poter mai compiere un'azione del genere, anche a costo di perdere ancora una volta la propria vita. Fu, così, che il generoso Crilin prese una decisione, per la quale non si pentì mai nella sua vita. Egli lasciò cadere il telecomando a terra, richiamando l'attenzione dei due cyborg, che rimasero chiaramente sconvolti di vedere il ragazzo così vicino al loro nascondiglio, ma ancor di più, di fronte alla presenza di uno strumento mortale, considerato ormai distrutto.
C18 era chiaramente terrorizzata, ma prima che ella potesse fare qualsiasi cosa, guardò con sgomento lo strano umano distruggere il congegno di attivazione. Confusa e sconvolta, la ragazza chiese più volte all'umano il motivo del suo gesto, osservando sconcertata la reazione imbarazzata del ragazzo, che non sembrava per niente spaventato. 

Tali eventi si erano verificati proprio durante il nuovo terribile scontro tra Cell e Vegeta. Il principe dei Sayan e il figlio, infatti, furono i primi ad aver terminato lo speciale allenamento nella stanza speciale e sotto lo sguardo impietrito del mostro, l'orgoglioso guerriero superò finalmente il limite del Super Sayan, raggiungendo una forza superiore a quella della terribile creatura. Tuttavia, ancora una volta, l'orgoglio e la voglia di essere sempre il più forte prevalsero in Vegeta, che decise di permettere al mostro di continuare la sua caccia, desideroso di battersi con il tanto famigerato essere perfetto.

Fu, così, che Cell individuò finalmente la bella cyborg, proprio durante il confronto con Crilin, trovandosi, pertanto, a pochi passi dal proprio obiettivo. Il giovane Trunks, anch'egli ormai di una potenza incredibile, cercò di ostacolare il nemico, trovandosi nell'assurda situazione di difendere una cyborg, che nel suo mondo aveva portato morte e distruzione. Il ragazzo però venne addirittura contrastato da Vegeta, il quale lasciò così campo libero al mostro. 

Il terribile Cell, così, si avvicinò sempre di più alla ormai impotente cyborg, paralizzata dal terrore e fu in quel momento che accadde l'incredibile. Il giovane Crilin, vedendo il mostro avvicinarsi sempre di più, iniziò a percepire dentro se stesso una concentrazione, che mai prima aveva sentito e improvvisamente comprese l'ultima condizione per l'attivazione della tecnica segreta del suo maestro. Egli si rese conto di poter utilizzare la tecnica, solo con il fortissimo desiderio di proteggere qualcuno di veramente importante, e fu così che il piccolo umano, sotto gli sguardi impietriti dei presenti, attivò per la prima volta l'Arte della Fermezza Naturale. 

Grazie all'illimitata energia naturale, Crilin aumentò, come mai prima di quel momento, la propria forza e il suo corpo venne circondato da una strana aura blu, che lo rese ancora più temibile. Senza pensarci, il guerriero si scagliò furiosamente sul mostro, allontanandolo dalla ragazza e iniziando un drammatico scontro, sperando di dare alla cyborg il tempo di fuggire.

Crilin lottò come mai prima di allora, utilizzando le arti marziali, che aveva imparato dal suo maestro, ma con l'alimentazione della forza selvaggia della natura, che conferiva ai suoi colpi velocità e potenza. Sicuramente anche per la sorpresa, Cell subì duramente gli attacchi dell' inaspettato avversario, il quale riuscì persino a metterlo al tappeto. Il giovane si impegnò duramente per diversi minuti, ma ben presto si rese conto di un dolore lancinante e anormale su tutto il corpo, che aumentava sempre di più. Il prezzo che doveva pagare per quella forza era altissimo e comprese di non avere nessuna speranza di poter proseguire lo scontro e infatti dopo aver inferto un ultimo terribile colpo all'avversario, l'aura scomparve di colpo e il terrestre si ritrovò completamente privo di forze.

Aspettando il colpo di grazia, Crilin si accasciò a terra, pronto ad affrontare la morte ancora una volta. Tuttavia, essa non arrivò, poichè il ragazzo venne salvato all'ultimo momento proprio dalla cyborg C18, che coraggiosamente attaccò, con tutta la sua immensa forza distruttiva, il terribile Cell, il quale si dimenticò di tutto, avendo finalmente a portata di mano il proprio obiettivo.

Con orrore, Crilin vide la ragazza soccombere di fronte alla superiorità del mostro e inevitabilmente anche lei, come il compagno C17, fu assorbita dalla micidiale coda, trasformando Cell nel definitivo e teoricamente invincibile essere perfetto.

Dopo quel terribile evento, l'umano perse completamente conoscenza e in seguito ovviamente venne a sapere della sconfitta facile  di Vegeta e Trunks, che tuttavia erano stati risparmiati dal mostro, il quale con stupore di tutti, aveva annunciato l'inizio di un nuovo torneo mondiale di arti marziali, che avrebbe deciso le sorti della Terra.

Tutti i difensori avrebbero dovuto sfidare uno dopo l'altro l'essere perfetto, che solamente al momento della sconfitta dell'ultimo sfidante, avrebbe distrutto definitivamente il pianeta.

Tutto il mondo, così, era minacciato da un pericolo mai visto e le speranze di sconfiggere il mostro erano ormai poche. Nel frattempo, però, terminò anche l'allenamento di Goku e del figlio, pronti con una forza nuova e straordinaria, a tentare un'impresa apparentemente impossibile.

Nei dieci giorni di attesa, prima dell'inizio della battaglia finale, ogni difensore cercò di prepararsi al meglio. Crilin, grazie alle cure del maestro, si riprese dalle ferite subite, soprattutto a causa della nuova tecnica, ma egli continuava a provare incessantemente un dolore emotivo immenso, per la perdita di C18. Il piccolo uomo non si era pentito della propria scelta di risparmiare la ragazza, ma il fatto di non aver potuto salvarla dal mostro gli procurava un angosciante senso di colpa. Egli sentiva di aver perso qualcosa di importante  e di questo non riusciva a perdonarsi, al punto che più volte era stato tentato di andare a sfidare il mostro, che ormai dominava i suoi incubi.

Il torneo della morte, che fu chiamato Cell Games, ebbe puntualmente inizio, dopo dieci giorni dall'annuncio ufficiale. Il primo sfidante fu a sorpresa proprio Son Goku, l'avversario più atteso dell'essere perfetto. Dopo un inizio di reciproco studio, i due diedero vita ad una lotta senza esclusione di colpi, che durò parecchio tempo. Il coraggioso Sayan aveva sicuramente raggiunto una forza incredibile, grazie alla quale potè realmente contrastare il mostro, come nessuno era mai riuscito a fare, dopo la sua ultima trasformazione. Più volte l'eroe sfiorò la vittoria, ma la creatura suprema del dottor Gero possedeva molte risorse e in particolare la capacità di rigenerarsi, per merito delle cellule di Piccolo.

Con lo stupore generale, il cruento combattimento si concluse nel modo più improbabile: Goku, infatti, essendo arrivato allo stremo dello forze, si arrese con uno strano sorriso, come se avesse saputo fin dal primo momento il modo in cui si sarebbe concluso lo scontro. La sorpresa, però, di questa resa venne superata immediatamente con il successivo sfidante, chiamato dallo stesso Goku, il quale sosteneva apertamente che esso sarebbe stato l'ultimo, ossia il guerriero, superiore persino a Cell, che finalmente avrebbe riportato la pace.

Con tutta la sua sicurezza, il Sayan chiamò in campo il proprio figlio, convinto delle sue capacità e considerandolo l'unico in grado di battere Cell, rimanendo indifferente alle indignate proteste del gruppo e  soprattutto ovviamente della rabbia e preoccupazione di Piccolo.

Cominciò, così, il secondo duello del Cell Games e come il padre aveva predetto, Gohan mostrò immediatamente una forza, che sorprese anche lo stesso essere perfetto. Il ragazzino contrastò con tutte le sue forze il suo immenso avversario, ma ben presto iniziò a subire anch'egli duramente i violenti attacchi della terribile creatura. Goku, osservando gli eventi e continuando ad essere attaccato verbalmente dai suoi compagni, era fermamente convinto che solo la nascosta potenza del figlio poteva garantire la vittoria finale. Una forza, che in passato si era debolmente mostrata, ma sempre a causa di notevoli scatti d'ira del piccolo Gohan. Il padre sperava proprio che il figlio si arrabbiasse, in modo da scatenare la sua grande potenzialità nascosta. 
 
 
Tuttavia, la situazione divenne sempre più disperata, in quanto lo stesso Cell era fortemente curioso di vedere i veri poteri del bambino e per tale ragione decise di attaccare direttamente gli altri guerrieri, sperando così di provocare il ragazzo. Il mostro creò delle piccole copie di se stesso, terrificanti mostri, che attaccarono i difensori, con l'ordine di uccidere. Si scatenò così una cruenta lotta senza quartiere e tutti vennero impegnati in un violento scontro con una delle copie di Cell. A parte Vegeta e Trunks, i difensori non riuscirono a tener testa agli avversari e la maggior parte di essi stava, infatti, per soccombere. Lo stesso Crilin, incapace di riattivare la Tecnica della Fermezza Naturale, fu sconfitto facilmente dal proprio avversario.

La rabbia di Gohan era pronta ad esplodere, ma il ragazzino continuava a resistere, probabilmente per non cedere all'odio. Tuttavia tutte le buone intenzioni del figlio di Goku furono distrutte, quando il coraggioso e altruista C16, che era stato riparato da Bulma, venne completamente annientato dal crudele Cell, proprio sotto gli occhi del ragazzo. Immediatamente l'immensa esplosione di rabbia portò il ragazzo verso un processo di trasformazione, che lo portò al secondo stadio di Super Sayan.

Cell, inizialmente, non sembrava per niente intimorito di fronte ad una ennesima sfida da battere, ma quando vide il bambino uccidere tutte le sue piccole copie con facilità, comprese che, per la prima volta, la propria vita era seriamente in pericolo, insieme al suo desiderio di essere sempre il più forte. Il mostro, nonostante attaccò con rapidità e forza il ragazzino, non riuscì mai a colpirlo, mentre quest'ultimo, portando a segno due soli e micidiali colpi, mise a tappeto, di fronte allo stupore generale, il terribile androide cellulare.

A causa del dolore, Cell non riuscì più a mantenere una forza abbastanza elevata, fino al punto di arrivare a sputare letteralmente la cyborg C18, sotto lo sguardo incredulo e speranzoso di Crilin. Dopo tale straordinario evento, il mostro tornò alla sua seconda trasformazione, perdendo una grande quantità di energia e fu in quel momento che tutti i difensori esortarono il piccolo Sayan a finire definitivamente l'avversario. Tuttavia, ormai il piccolo Gohan era preda della rabbia e dell'odio e a causa di ciò decise di far soffrire ancora il suo mortale nemico, ma purtroppo fu una scelta terribile, poichè Cell, in un momento di distrazione del ragazzo, ebbe la possibilità di trasformare il suo stesso corpo in una gigantesca bomba, che avrebbe distrutto l'intero pianeta.

L'estinzione dell'umanità, così, era ormai alle porte e il povero Gohan non potè che disperarsi, aspettando impotente la fine di tutto. Ancora una volta, però, l'impavido Goku, sacrificando la propria vita, salvò la Terra, grazie alla Tecnica del Teletrasporto, con la quale trasportò il mostro, insieme a se stesso, in un altro pianeta, pochi istanti prima dell'esplosione.

Sembrò, così, essere terminato il terribile Cell Games e il piccolo Gohan non poteva fare altro che piangere disperatamente per la perdita del padre e fu ovviamente Crilin, anch'egli distrutto per la morte del suo migliore amico, il primo a tentare di confortare o quanto meno a sorreggere il povero ragazzino.

All'improvviso, però, ritornò sul campo di battaglia, seminando nuovamente panico e terrore, il terribile Cell, di nuovo con il corpo dell'essere perfetto e con una forza ancora più terrificante. L'androide, ancora una volta grazie alle cellule di Piccolo, era riuscito a rigenerarsi e incredibilmente aveva assorbito anche parte dell'energia di Goku. Nel terrore generale, pertanto, la battaglia riprese e immediatamente Cell uccise a sangue freddo Trunks, proprio di fronte al padre. Il successivo attacco di Vegeta fu del tutto inutile e Gohan, per salvarlo, fu costretto a sacrificare il proprio braccio sinistro.
L'essere perfetto, perciò, si preparò a lanciare il suo attacco finale, la terribile onda Kamehameha, desideroso di concludere definitivamente lo scontro. Credendo di non poter fare più niente, il giovane Sayan era sul punto di arrendersi, ma la voce del padre, proveniente dal regno dei morti, lo spinse a continuare la lotta e fu così che anche il ragazzino si preparò anch'egli a lanciare la propria onda energetica.

L'impatto fra i due colpi portò delle gravi alterazioni in tutto il pianeta e Gohan era ormai stremato, ma sempre supportato dal padre, che gli parlava telepaticamente, grazie ai poteri del Dio Kaioh. Ben presto, tutti i guerrieri si precipitarono per aiutare il ragazzo, attaccando con tutte le loro forze il mostro. Grazie all'aiuto di tutti i difensori e soprattutto al coraggio e alla straordinaria forza di Gohan, quest'ultimo alla fine vinse il contrasto fra le onde energetiche e la sua Kamehameha colpì in pieno l'essere perfetto, disintegrandolo completamente.

Terminò, così, la terribile e lunga guerra degli androidi e i difensori rimasti tornarono immediatamente al Palazzo di Dio, allo scopo di utilizzare le nuove Sfere del Drago, rinnovate grazie a Dende, il nuovo protettore della Terra. Crilin, dopo aver la salvato la bella C18 sul campo di battaglia, decise di portare anch'ella al palazzo, desideroso ovviamente di guarirla.

Arrivati a destinazione, la cyborg venne curata da Dende e nonostante fosse venuta a conoscenza di tutti gli atti, compiuti da Crilin, per salvarla, decise di abbandonare quel luogo, mostrando indifferenza nei confronti di tutti, anche del suo benefattore. 

Grazie alla magia del Drago delle sfere, tutte le vittime di Cell vennero riportate in vita, tranne Son Goku. Quest'ultimo, infatti, aveva deciso di rimanere nel regno dei morti, convinto che la sua presenza non era più così necessaria ed era, inoltre, desideroso di esplorare finalmente con tutta tranquillità l'immenso regno dei morti, continuando ovviamente a migliorarsi nel combattimento. Fu, così, che il desiderio rimanente fu espresso incredibilmente da Crilin, che chiese al drago di distruggere i congegni di distruzione, impiantati nei corpi dei cyborg 17 e 18, senza sapere che la persona, per la quale compiva tutti quei gesti, assisteva di nascosto agli eventi. 

Di fronte all'enorme curiosità dei suoi amici, Crilin fu costretto a esternare parte dei suoi sentimenti e infatti egli confessò il suo strano amore nei confronti della cyborg e anche la sua speranza che la ragazza fosse felice, in compagnia della persona più vicina a lei, vale a dire il cyborg 17. Sentendo le motivazioni del guerriero, C18 uscì dal proprio nascondiglio tempestandolo di domande, ma soprattutto attaccando verbalmente uno sconvolto Crilin. Dalle parole arrabbiate della donna, si venne a scoprire che i due cyborg erano in realtà fratelli gemelli, ma non sembrava che ciò potesse dare qualche speranza al piccolo uomo, almeno di fronte alla reazione della bionda.

Tuttavia, prima di andarsene, la ragazza salutò, quasi cordialmente Crilin, lasciandogli sperare un nuovo possibile e forse diverso incontro.


Dopo che le cose tornarono alla normalità, Trunks ritornò alla sua epoca e finalmente sconfisse tutti i nemici, che ancora minacciavano il suo mondo, riportando definitivamente la pace, mentre nel passato tutti i guerrieri tornarono ad una vita tranquilla e spensierata.


Qualche tempo dopo il Cell Games, precisamente dopo più di un anno, Crilin continuava a vivere nel paradiso dell'isola di Kame House, ma con notevoli cambiamenti. Dalla sue esperienze era maturato molto e inoltre, cosa più importante, aveva potuto finalmente realizzare il suo più grande sogno.
Egli aveva spesso l'abitudine di camminare tranquillamente sulla spiaggia dell'isola, soprattutto alle prime luci del mattino e il giorno del suo venticinquesimo compleanno fu proprio una di queste volte. Quel giorno, il piccolo uomo stava ammirando serenamente la splendida alba sull'isola, quando due braccia gli circondarono dolcemente il collo. La sua donna raramente esternava il proprio affetto, al di fuori della loro camera da letto, ma quelle volte che lo faceva, la felicità di Crilin era senza limiti.
< < Sai che detesto non trovarti a letto la mattina > > esordì la cyborg 18.
< < Volevo solo fare quattro passi e poi ero sicuro che mi avresti raggiunto. Come è possibile non ammirare questo splendido spettacolo > > replicò Crilin con un dolce sorriso.
< < Sei sempre il solito inguaribile romantico. Ora piantala di dire fesserie e torniamo a letto. Stabilirò io quando sarà il momento di cominciare la giornata > > concluse la bionda con sguardo malizioso.
Mentre Crilin veniva letteralmente preso in braccio dalla fortissima donna che amava, la quale si accingeva  a portarlo nuovamente alla loro camera da letto, egli non potè che pensare al fatto che finalmente tutti i suoi desideri si erano finalmente realizzati. 

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Capitolo 2
*** Il popolo degli Armath ***


Capitolo 2 Il popolo degli Armath.

La grande astronave ARMATH procedeva tranquillamente la sua navigazione lungo l'immensa Galassia del Sud. La grandezza e la maestosità di questa nave spaziale era pari alla sua evidente forza tecnologica, chiaramente frutto di un progresso scientifico incredibile. 

Nonostante le dimensioni, essa era in grado di raggiungere notevoli livelli di velocità, attraverso il ricorso agli innumerevoli motori, disposti in quasi tutti i lati. Non era sicuramente facile governare un mostro tecnologico del genere e infatti erano numerosi e soprattutto esperti i componenti dell'equipaggio. Inoltre, dalle molte armi evolute, visibili lungo le fiancate, era evidente che si trattava di una nave spaziale da guerra.

All'interno, le varie attività di navigazione procedevano e si susseguivano in modo frenetico, ma con un preciso disegno ed era chiaro che ogni membro ricopriva un ruolo e uno scopo ben preciso, che veniva realizzato con la massima dedizione e disciplina.

Quel giorno la Regina Doran, conosciuta in varie parti della galassia come la Regina Scarlatta, proseguiva imperterrita i suoi duri allenamenti. Ella aveva ordinato, ai suoi ingegneri, la preparazione di evolute aree di addestramento, all'interno dell'astronave, dove viaggiava personalmente, allo scopo di continuare la rivoluzione della sua gente, il popolo degli Armath. La Regina, grazie alle sue eleganti e micidiali tecniche, distrusse l'ultimo dei robot da allenamento, terminando così la dura sessione odierna. Solitamente, la donna preferiva allenarsi con i suoi più fidi e potenti guerrieri, ma allo stesso tempo era anche attenta che ogni singolo situazione del viaggio fosse controllata in qualsiasi momento proprio da quest'ultimi, che considerava, come prima di lei suo padre, i più importanti esponenti della loro rivoluzione.


La donna dai capelli scarlatti, assistita da alcune ancelle, raggiunse i propri appartamenti, per rinfrescarsi e tornare così a svolgere il suo dovere insieme ai sudditi, che insieme a lei avevano intrapreso un lungo e avventuroso viaggio, che durava da ben tre anni.   In breve, la bellissima Regina raggiunse la principale sala di controllo, dalla quale dirigeva, insieme a molti altri membri, la navigazione dell'astronave, che aveva ereditato dopo la morte di suo padre, precedente sovrano degli Armath. Fu sollevata nel constatare che tutto fosse nel pieno controllo, soprattutto grazie all'impeccabile gestione del suo più grande collaboratore, il Generale Galdriel, il quale era stato consigliere anche di suo padre, durante uno dei regni più prosperosi nella storia degli Armath.

Il Generale, nella sua splendida armatura, ornata da varie decorazioni d'oro e d'argento, si inchinò solennemente di fronte alla sua Regina.

< < Mia signora, spero che i suoi allenamenti siano andati bene > >.

< < Ho eseguito soltanto semplici esercizi basilari, Generale Galdriel. Essi consentono di  mantenere il corpo pronto e vigile per eventuali scontri, senza affaticarlo inutilmente > > rispose la Regina, con voce fredda.

< < Come procede la navigazione? L'impatto con i meteoriti dell'altro giorno ci ha procurato seri danni e non possiamo permetterci eccessivi ritardi per il piano che abbiamo elaborato > > chiese impaziente la donna dai capelli e occhi scarlatti.

< < Mia Regina, la navigazione procede tranquillamente, sebbene i danni hanno costretto ad una rilevante riduzione di velocità in molti dei nostri motori di supporto. Tuttavia, i nostri meccanici hanno quasi risolto del tutto la situazione e nel giro di pochi giorni potremo sicuramente riprendere l'ordinario ritmo di marcia > > rispose l'anziano Generale, con voce sicura.

< < Ne sono lieta, Generale e rinnovo i miei ringraziamenti per ogni membro di questo equipaggio, indipendentemente dalla sua competenza. La nostra rivoluzione dipende dal ruolo che ognuno di noi è in grado di interpretare > > disse la Regina Scarlatta, mentre si aggiustava l'azzurro mantello, che circondava la sua vistosa divisa imperiale.

< < Se posso permettermi, mia Regina, siamo sempre diretti verso la Galassia del Nord? Non dovremmo completare prima la diffusione della nostra ideologia e della nostra cultura tra questi pianeti? > >  chiese umilmente il saggio soldato.

< <  Abbiamo combattuto e vinto molte battaglie, Generale Galdriel. In alcuni pianeti purtroppo siamo stati costretti anche ad uccidere per riportare la pace, ma grazie a questo siamo riusciti a diffondere la speranza di un futuro migliore. La nostra cultura, fondata sulla pace e il progresso scientifico, deve essere tramandata e diffusa il più possibile, altrimenti le nostre sarebbero soltanto delle inutili e feroci conquiste, per niente diverse dalle feroci e tristemente famose incursioni Sayan. Ormai è da più di due anni che ci troviamo in questo angolo spaziale e anche se mancano ancora diversi pianeti, è assolutamente necessario andare avanti e diffondere realmente la nostra ideologia rivoluzionaria > > dichiarò la Regina Doran.

< < Questo è sicuramente vero, maestà. Tuttavia, come faremo con i pianeti mancanti? Anche quelle popolazioni meritano la pace assoluta, grazie alle nostre azioni. Probabilmente, in alcuni di essi, sarà persino necessario combattere > > osservò il Generale.

< < Dopo le nostre conquiste, dubito che possa essere possibile, nella Galassia del Sud, la costituzione di governo di schiavitù e morte e questo vale anche per i pianeti dove non siamo stati. Tutte le popolazioni di questo angolo universo conoscono le nostre gesta e chiunque si sentirà oppresso è consapevole che potrà contare sull'appoggio delle nostre truppe, rimaste sul pianeta Armath. > >.

La Regina Doran attese un'eventuale risposta dal suo fido consigliere, ma di fronte al silenzio di quest'ultimo, si decise a continuare.

< < Dobbiamo andare avanti, Generale. E' questo il desiderio, che mio padre ha sempre cercato di realizzare fino al giorno della sua morte. Io sono la sua erede ed è mio preciso dovere continuare la sua opera > > terminò, così, la bellissima Regina Scarlatta.

< < Come voi comandate, mia signora. Io sarò sempre al vostro servizio > > disse il Generale, osservando la consueta abitudine della ragazza di ammirare l'orizzonte spaziale dal suo posto di comando, come se continuamente, in modo quasi ossessivo, ella cercasse di scorgere la meta tanto attesa.

< < Vostra maestà, abbiamo raggiunto il confine estremo della Galassia del Sud. Aspettiamo i suoi ordini per procedere > > disse uno degli ufficiali di comando.

< < Molto bene, troviamo la rotta il più tranquilla e sicura possibile. In seguito potremo trovare facilmente la via per raggiungere la Galassia del Nord > > ordinò Doran con voce sicura.

< < Mia signora, volevo anche chiedervi per l'altra missione > > intervenne nuovamente il Generale Galdriel.

< < Ne abbiamo già discusso altre volte, mio Generale. Anche questo è un sogno che devo realizzare. Mio padre mi ha insegnato che non si può costruire un impero di amore, se prima non si è consapevoli della vera natura di questo sentimento. Mi disse che un giorno avrei sicuramente trovato l'uomo, con il quale poter finalmente adempiere a tutti i miei doveri e non importa se dovrò usare la forza per trovarlo. Io lo troverò ad ogni costo  > > dichiarò solennemente la ragazza.

< < Come voi comandate, vostra maestà. Tutti noi siamo pronti a seguirvi dovunque voi desideriate. E' questo il nostro dovere. > >

La Regina Doran si concentrò sulla navigazione e sulle prossime sfide che avrebbe dovuto affrontare, insieme al suo popolo. Si chiedeva se davvero sarebbe stata in  grado di trovare un uomo puro di cuore, al quale affidare le proprie  speranze. Di sicuro era convinta di avere le forze e gli strumenti per poter concludere felicemente, come il padre sperava, la grande rivoluzione degli Armath.



In quella splendida mattina, il giovane Gohan si sentiva felice e sereno. La compagnia dell'amico Crilin rappresentava un tesoro inestimabile per il figlio di Goku. Quest'ultimo ormai considerava il terrestre come un vero e proprio fratello maggiore ed era sicuro che, senza di lui, non avrebbe mai potuto raggiungere certi e importanti traguardi, senza la sua guida o il suo sostegno, sebbene i suoi insegnamenti non fossero  importanti come quelli del suo vero maestro Piccolo.

I due, come al solito, avevano deciso di dedicare la mattina interamente alla pesca, nei vari fiumi e laghi, situati nei pressi dei Monti Paoz, dove ancora il piccolo Sayan viveva con la madre e il fratellino Goten, nato poco tempo dopo il Cell Games. Crilin aveva spesso l'abitudine di visitare la famiglia del suo amico scomparso e nonostante le consuete proteste di Chichi, sempre costantemente attenta all'educazione e all'istruzione del suo primogenito, portava con se il ragazzo, al fine di farlo svagare e divertire il più possibile. Anche il piccolo guerriero era fortemente attaccato a Gohan, indipendentemente dal fatto che fosse il figlio di colui che aveva sempre amato come un fratello.

Crilin sapeva bene delle sofferenze, che il giovane Sayan continuava a provare, del suo dolore per la perdita del padre e del suo senso di colpa. Egli cercava continuamente di convincerlo che non era stata colpa sua e soprattutto del fatto che il padre si trovasse nella pace più assoluta nel mondo celeste. 

La felicità di aver trovato finalmente il vero amore grazie a Diciotto, aveva dato al giovane uomo una forza interiore e una felicità, che cercava di trasmettere continuamente a Gohan. Lo spronava a vivere e a tornare ad essere quel bambino gentile e allegro di sempre. 
Fu grazie a questo supporto, che il ragazzino ritrovò finalmente il sorriso e la voglia di andare avanti e durante quella splendida mattinata di sole, Gohan era infinitamente contento di tutto ciò che lo circondava.

< < Allora Crilin, è da più di due ore che stiamo seduti immobili sulla riva di questo fiume, ma non abbiamo ancora preso nulla. Forse dovremmo cambiare posto. > >

< < Dobbiamo avere pazienza Gohan. Sai bene che ognuno di questi fiumi è ricco di pesce e prima o poi vedrai che faremo una pesca grossa > > disse allegramente Crilin.

< < Dimmi Crilin, come procede la tua vita di coppia adesso? E' da un pezzo che non vedo Diciotto > > domandò innocentemente Gohan, con un ampio sorriso.

Crilin non potè fare a meno di arrossire e sorridere insieme, di fronte alla fanciullesca ingenuità del piccolo Sayan, che sicuramente possedeva una forza terribile, fondata sulla rabbia e sull'odio, tale da poter risolvere crisi spaventose, ma era comunque  rimasto un ragazzino pieno di vita, di una gentilezza e di una bontà d'animo smisurata.

< < Beh, posso dirti con certezza che il mio più grande desiderio si è finalmente realizzato. Tra me e Diciotto è nato qualcosa di speciale e da tempo ho la certezza che mi ama profondamente, così come io amo lei > > rispose caldamente Crilin.

< < Sono molto felice per te, Crilin. Non capisco molto di queste cose, ma trovo che Diciotto sia una persona fantastica ed è anche molto gentile. Mi è capitato spesso di parlare con lei ed è molto piacevole. Spero di rivederla presto > > dichiarò Gohan, sempre sorridendo in modo genuino.
Il piccolo guerriero accarezzò teneramente i capelli neri e disordinati del ragazzo. < < La prossima volta verrò insieme a lei e ti prometto che faremo qualcosa di molto divertente. Magari potremo andare in quel nuovo parco dei divertimenti, che hanno inaugurato a Satan City pochi giorni fa > > propose Crilin.

La risposta del ragazzino fu euforica e infatti egli si limitò ad un forte abbraccio di ringraziamento ai danni del  povero guerriero, il quale seriamente credeva di essersi rotto qualche costola. 

< < Ti prego Crilin, mi piacerebbe tantissimo andarci e sono sicuro che la mamma non farà troppe storie. Ho studiato tanto negli ultimi tempi e sono sicuro che mi permetterà di svagarmi per una giornata. Non sono mai stato in un parco di divertimenti così grande > > disse Gohan al settimo cielo.

Di fronte alla grande felicità e allegria di Gohan, il piccolo guerriero sentiva crescere inevitabilmente un senso di nostalgia per la perdita del suo più grande amico, ma allo stesso era anche immensamente felice di avere un rapporto così speciale con suo figlio ed era fermamente convinto e desideroso di coltivarlo costantemente.

< < Allora è deciso. Dato che in questo weekend prevedono delle ottime giornate di sole, io, te e Diciotto passeremo una bellissima giornata al nuovo parco > > concluse il guerriero. 
Soddisfatto dell'entusiasmo dell'amico, il piccolo uomo continuò a trascorrere la giornata tra i monti, insieme al ragazzo, fino al tramonto, quando Crilin decise di tornare a casa, sperando di non ricevere l'ira di una certa persona. Diciotto non sopportava certi ritardi, soprattutto dal suo fidanzato.

Dopo essersi congedato da Gohan e Chichi, il guerriero prese il volo in direzione della Kame House, accelerando il più possibile. Era estremamente contento della giornata trascorsa e mentre tornava verso la Kame House, non potè fare a meno di sperare con tutte le forze, che il parco di quel buffone di Satan fosse realmente fantastico, come  credevano probabilmente tutti i terrestri.


Preso dai suoi pensieri tranquilli e spensierati, Crilin, durante il viaggio, non si accorse di un penetrante sguardo freddo e aggressivo, che lo accompagnò per diverse miglia. Uno sguardo carico di un odio selvaggio.





FINE CAPITOLO

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Capitolo 3
*** Un legame indissolubile ***


CAPITOLO PRIMO

Un legame indissolubile.




Era già mattina inoltrata, quando Diciotto decise di aprire gli occhi. Amava rimanere a letto, nella più assoluta comodità, godendo dell'inconfondibile profumo marino, che invadeva spesso l'intera camera da letto.
 
 Fin dalla prima volta, aveva ammirato il luogo, dove ora abitava con il suo uomo. 
 
Quella fatidica prima visita all'isola di Kame House era avvenuta in circostanze non propriamente piacevoli, tenuto conto che la bella cyborg era impegnata in una mortale caccia all'uomo. Dai quei tempi, però, era cambiata molto e soprattutto era maturata molto. Aveva scoperto finalmente i veri piaceri della vita, dopo un passato di sofferenza e abusi di ogni genere.

Lei stessa si sentiva completamente diversa, consapevole  finalmente di poter vivere una vita vera e tutto grazie al suo adorato compagno compagno. Un uomo molto più debole di lei, eppure dotato di un cuore e di un coraggio, capace di risvegliare la sua anima, che considerava ormai perduta per sempre.
 
 Diciotto era convinta del fatto  che Crilin non fosse mai stato un nemico per lei. Si erano incontrati in un campo di battaglia, ma fra di loro era ugualmente nato un legame forte, tale da spaventare entrambi inizialmente.

Quasi inconsciamente, la bionda allungò la mano, per accarezzare il compagno, constatando, senza sorpresa, l'assenza del ragazzo, sapendo con esattezza il motivo di essa.
 
 Crilin aveva spesso l'abitudine di portarle la colazione a letto  A nulla si erano rivelati i suoi tentativi, per cercare di convincerlo a non farlo, ma anche se non lo avrebbe ammesso mai apertamente, le piacevano molto quei piccoli  e grandi gesti di affetto, in grado di regalarle inspiegabilmente benessere e serenità.
 
 Da tempo, ormai la cyborg aveva chiarito i suoi sentimenti e sapeva con certezza di amare perdutamente Crilin e incredibilmente era riuscita anche a manifestarli al suo compagno, nonostante tutto il suo inutile orgoglio. Un amore, cresciuto gradualmente, dopo varie difficoltà, a causa soprattutto della diffidenza della ragazza e delle barriere, che lei si era disperatamente costruita.


Crilin, con il suo solito dolce sorriso, entrò in camera, portando una vasta colazione, rispettando le previsioni della compagna.

< < Ben svegliata amore > > esordì il piccolo uomo, poggiando sul comodino, un vassoio, pieno di pietanze salate e dolci. 

< < Ciao piccoletto > > rispose Diciotto, sorridendo dolcemente e avvicinandosi al compagno, con l'intenzione di baciarlo.

Le loro labbra si incontrarono in un casto bacio, che si trasformò subito, per volontà soprattutto  della bionda, in un momento di dolce passione, che impegnò i due giovani per diversi minuti.

I due continuarono a scambiarsi baci passionali e dolci carezze, fino a rimanere bloccati fra le stesse lenzuola del loro letto. 

< < Allora, mi hai portato qualcosa di commestibile o devo raggiungere la città più vicina, per avere una colazione decente > > scherzò la donna, rimanendo abbracciata strettamente al terrestre.

< < Le mie abilità culinarie sono imbattibili e poi sono anche motivato a migliorare, di fronte ai tuoi imprevedibili gusti > > rispose allegramente il giovane.

Dopo che finalmente i due amanti consumarono la loro abbondante colazione, rimasero ancora tranquillamente stretti l'uno con l'altra, sdraiati nel loro letto, godendo della reciproca compagnia.

< < Hai voglia di fare qualcosa di particolare oggi? > > domandò Crilin, appoggiandosi su un gomito, ammirando così la bellezza straordinaria della fidanzata.

< < Potremmo allenarci, per passare il tempo. Con i miei insegnamenti sei migliorato molto e devo ammettere che le nostre lotte non sono più così scontate, anche se non hai alcuna speranza di battermi > > rispose la cyborg, sorridendo dolcemente.

< < Senza contare quelle volte, dove entrambi perdiamo misteriosamente la voglia di allenarci > > osservò il terrestre, guadagnandosi uno scappellotto dalla donna.

< < Spero soltanto di non essere disturbata come al solito da quel vecchio pervertito. Mi chiedo quanti pugni deve incassare, per capire che scherza con il fuoco > >.

Così, i due fidanzati, dopo aver terminato le varie abitudini mattutine, raggiunsero in volo la pianura, dove solitamente si allenavano, con ritmi molto tranquilli. La ragazza, anche se non lo dava a vedere, era straordinariamente protettiva nei confronti del compagno, soprattutto dopo aver scoperto tutte le disgrazie del suo passato di guerriero. 

Il suo amore per Crilin era nato gradualmente, dopo varie vicissitudini e non senza aver superato dei forti dubbi, soprattutto su se stessa. Al termine della guerra degli androidi, Diciotto si sentiva spaesata e confusa in un mondo, che non sapeva come affrontare, ma allo stesso era fermamente convinta a condurre una  vita indipendente, senza nessuna missione di morte, come era nei piani di un diabolico pazzo.

Mentre vagava da un luogo all'altro, la bionda, confusa e stremata interiormente, aveva ripensato alla persona, che incredibilmente l'aveva salvata più di una volta da un destino terribile. Ripercorreva le fasi della guerra, dove aveva avuto modo di incontrare il piccolo guerriero, di cui conosceva soltanto le basilari informazioni di combattimento, che il dottor Gero le aveva fornito nei suoi circuiti. 
 
Il terrestre aveva persino attivato una tecnica suicida per salvarla dal terribile mostro verde. In quel tormentato periodo della sua vita, Diciotto aveva spesso orribili incubi, popolati dal disgustoso Cell, in procinto di assorbirla.
 
Tuttavia quando ella riusciva, in qualche modo, a richiamare le piccole azioni, che il piccolo uomo aveva compiuto per lei, anche a costo della sua stessa vita, uno strano benessere invadeva la sua anima, scacciando tutti i cattivi sogni. 
 
Aveva compreso di aver incontrato un uomo speciale, probabilmente buffo e debole all'apparenza, ma dotato di un coraggio e di una bontà d'animo fuori dal comune.

Così, la cyborg si ritrovò a visitare periodicamente il luogo, dove abitava il suo salvatore. Le prime visite furono alquanto bizzarre, in quanto la bionda si limitava ad osservare il piccolo uomo, senza mai proferire parola.
 
 Crilin, dal canto suo, era piacevolmente colpito da tali apparizioni, anche se strane, della cyborg e ogni volta la invitava a rimanere a cena o semplicemente le parlava timidamente, nella maggior parte dei casi provando a raccontare qualcosa di divertente.
 
 L'apparente indifferenza della cyborg non scoraggiava per nulla il piccolo guerriero, mentre la bionda, nonostante la propria freddezza, sembrava non stancarsi mai della sua compagnia.

Fu soltanto una questione di tempo, prima che la bionda cominciò timidamente ad interagire con Crilin, iniziando a parlare realmente con lui e accettando timidamente anche i vari regali del giovane: vestiti, coperte e accessori di ogni genere. Diciotto si trovava stranamente bene con quell'umano, che oltre ad essere gentile e divertente, non era mai invadente e inoltre, si dimostrava sempre pronto ad aiutarla in tutti i modi  possibili.

Fra i due, nel giro di pochi mesi, si instaurò una sincera amicizia, in continua evoluzione.
 
 Continuarono a conoscersi e a confrontarsi, fino, però, al momento in cui, inevitabilmente la cyborg chiese al ragazzo il motivo delle sue numerose attenzioni e delle sue scelte, anche drammatiche, nei confronti di una persona, che probabilmente in molti avrebbero considerato come soltanto un nemico o addirittura un mostro.


Finalmente, perciò, Crilin dovette manifestare i suoi sentimenti nei confronti della donna e lo fece quasi disperatamente, temendo che ciò potesse rovinare per sempre la loro amicizia.
 
 Tuttavia, con grande sorpresa, il giovane scoprì che anche la cyborg provava gli stessi sentimenti, anch'essi evoluti nel corso del tempo, ma assolutamente limpidi e sinceri e fu così che nacque la loro incredibile storia d'amore.



Il pugno di Crilin venne bloccato facilmente dalla fidanzata, che rispose con un violento calcio, che colpì in pieno lo stomaco del ragazzo, il quale venne scaraventato via per svariati metri.

< < Ti ho fatto male, amore? > > chiese la cyborg, con un ghigno.

< < Mi hai abituato ad attacchi molto peggiori, tesoro e poi non è escluso che non riesca adesso a portare a segno dei buoni colpi > > rispose Crilin allegramente, anche se il dolore si faceva comunque sentire.

< < Non vedo l'ora, ma cerca di fare presto. Hai promesso di portarmi in città, prima di tornare a casa > > ribattè la bionda, incrociando le braccia.

Per tutta risposta, Crilin creò, con la Tecnica della Moltiplicazione, un proprio clone e immediatamente provò un attacco doppio, che ancora una volta, però, fu eluso, con facilità, dalla sua donna.
 
 Tuttavia, Diciotto non si accorse di un'ulteriore copia, abilmente nascosta sotto terra dal terrestre e ciò gli permise di distrarre la cyborg, che dopo aver distrutto tutte le copie, fu presa alla sprovvista dal vero Crilin, il quale invece di colpirla, l'abbracciò, baciandola di slancio, facendola cadere all'indietro.
 
Nonostante la propria sorpresa,  la risposta eccitata  della cyborg fu ugualmente immediata. Seppellì le sue mani tra i capelli nerissimi dell'uomo, ricordandosi di aver fatto bene a convincere il guerriero a farli crescere.
 
 Ben presto, i due, senza mai interrompere i baci, le carezze o i morsi, questi ultimi provenienti soprattutto dalla cyborg, si spogliarono lentamente.
 
 Esattamente come era accaduto in molti altri allenamenti precedenti, fecero l'amore, in quella pianura erbosa, che da tempo era  diventata particolarmente speciale per entrambi.


< < Dovrei arrabbiarmi, lo sai? Non hai mantenuto la promessa > > sussurrò Diciotto all'orecchio del suo uomo.
 
 La coppia di amanti era ancora abbracciata e distesa nel bellissimo manto erboso della pianura, che qualche tempo prima, i due avevano scelto come il luogo, dove condurre i loro allenamenti ed entrambi, ancora completamente nudi, ammiravano lo straordinario tramonto di quel luogo.

La cyborg accarezzava dolcemente  con una mano i capelli del fidanzato, mentre con l'altra percorreva i suoi scolpiti pettorali, tracciando le innumerevoli cicatrici, che il guerriero si era procurato nei conflitti, ai quali aveva coraggiosamente partecipato.
 
 Pur ammirando fortemente quelle cicatrici, simboli della volontà del compagno di difendere i più deboli, esse  le ricordavano costantemente  quante volte il suo amato aveva rischiato la  vita ed era consapevole del fatto che ciò si sarebbe potuto verificare ancora in futuro, cosa che lei non voleva e poteva minimamente accettare.

Ella aveva giurato silenziosamente di proteggere sempre il suo compagno, ad ogni costo. Era fermamente decisa a sfruttare la propria immensa forza di androide, di molto superiore a quella del compagno, per difendere il suo amore in qualsiasi circostanza e per tale ragione gli aveva anche proibito, nel modo più categorico possibile, l'utilizzo della pericolosa Tecnica della Fermezza Naturale, sapendo con esattezza la principale condizione di attivazione di essa.


< < Che ne diresti se domani dedicassimo la giornata a questo scopo. Magari, mentre tu svuoti i più lussuosi negozi di abbigliamento, io potrei passare il tempo in qualche libreria o in un bar > > propose Crilin, mentre lasciava dei piccoli baci sulla spalla nuda della donna.

< < Non posso fare altro che accettare, ma ti avverto di tenerti lontano da qualsiasi altra donna. Non vorrei picchiare nessuno, se è possibile > > rispose la cyborg, appoggiando il suo viso nell'incavo del collo di lui.
 
 Crilin era sempre molto divertito e soprattutto felice di fronte ai bizzarri scatti di gelosia della bionda, altro segno inequivocabile dell'amore, che la cyborg provava nei suoi confronti.

< < Crilin >>.

< < Si? > >.


< < Vorrei che tu smettessi di essere un guerriero. Io possiedo una forza immensa, che non può essere eguagliata da nessun essere umano. Questi poteri mi sono stati donati da un pazzo e dovevano farmi diventare un mostro assetato di sangue e solo grazie a te che non lo sono. Oggi posso finalmente considerarmi una vera donna. Entrambi, in passato, abbiamo vissuto delle esperienze orribili: io rapita da un uomo diabolico e psicopatico, mentre tu, impegnato costantemente in guerre molto più grandi di te > >.
 
  Crilin rimase molto sorpreso dell'inaspettata confessione della cyborg, ma  poteva sentire nitidamente il suo forte disagio e per questo non si permise di interromperla.

< < Sono consapevole che, in futuro, potranno nascere dei nuovi  pericoli e io non permetterò che tu subisca di nuovo le sofferenze di una guerra senza senso. Sono disposta ad usare tutti i miei poteri per proteggerti  e per questo non sarà necessaria nessuna tecnica suicida > > concluse la cyborg, appoggiandosi sul petto nudo del compagno e guardandolo quasi con aria di sfida. 


Crilin conosceva bene il motivo di quello sfogo. Egli, infatti, continuava ad avere terribili incubi, in ricordo soprattutto di Freezer e delle terribili torture subite dal crudele dittatore spaziale e spesso era proprio il conforto della cyborg a scacciare gli orribili ricordi delle varie battaglie affrontate.
 
 Egli si era già confidato con lei sulle tante avventure  del passato. Quest'ultima le  conosceva già parzialmente, grazie alle informazioni del dottor Gero.
 
 Dopo aver scoperto, però, i reali tormenti di Crilin, Diciotto diventò estremamente protettiva, desiderosa di difendere la persona, che per lei contava più di ogni altra cosa. Anche la cyborg stessa, inoltre, era stata per molto tempo perseguitata dai pallidi ricordi dell'oscuro laboratorio del diabolico scenziato e dalla terribile esperienza di divenire parte integrante di una creatura mostruosa. Ormai anche Diciotto faceva fatica ad affrontare le notti, senza essere circondata strettamente dalle braccia dell'uomo che amava.

< < La forza non è un mio desiderio, lo sai bene. Forse lo era una volta, ma adesso la situazione è ben diversa. Io ti amo con tutto il mio cuore e non ho alcuna intenzione di sperimentare tecniche mortali, per aumentare le mia capacità combattive. Io voglio vivere e voglio farlo insieme a te. Userò quella tecnica, solo rispettando la fondamentale condizione, che tu stessa conosci > > rispose Crilin in modo deciso, accarezzando dolcemente la schiena nuda della donna.


Quest'ultima si limitò a baciarlo, con tutto l'affetto,  di cui era capace e non appena i due si staccarono, Diciotto fissò intensamente il suo uomo.

< < Allora farò in modo che questa condizione non si presenti mai. Lo farò con tutte le mie forze > > disse la cyborg, terminando, così, la delicata discussione.


Rimasero teneramente abbracciati, in quel luogo così tranquillo e maestoso, felici e consapevoli, che il loro legame era assolutamente indissolubile.


Fine primo capitolo
 
 

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Capitolo 4
*** Il parco dell'eroe mondiale ***


Capitolo 3  Il parco dell'eroe mondiale.



< < Non capisco per quale motivo dovremmo perdere una giornata intera della nostra vita a causa di quel buffone mondiale > > disse Diciotto, con un'evidente espressione di disappunto. < < Il solo vedere la sua faccia in televisione ha l'incredibile potere di farmi innervosire, molto di più delle tue stupidaggini, il che è tutto dire  > >.

Con un lungo sospiro di esasperazione, Crilin si chiese quale altro argomento avrebbe potuto prendere in considerazione per convincere la fidanzata a trascorrere il prossimo venerdì al favoloso parco di Satan City, insieme al piccolo Gohan. La discussione tra i due amanti proseguiva ormai da più di un'ora e il piccolo guerriero stoicamente continuava a tentare di convincere la cyborg.

< < Credimi amore, passeremo una bellissima giornata e inoltre Gohan ci tiene molto. Sono sicuro che anche tu ti divertirai. Il parco è davvero gigantesco e pieno di negozi di tutti i tipi. E' da tempo che non facciamo acquisti e questa mi sembra un'occasione speciale > > propose speranzoso Crilin.

Di colpo l'atteggiamento della bionda cambiò. Il ragazzo conosceva bene i punti deboli della sua donna. < < Potrei anche decidere di andarci, ma è ovvio che sarai il mio portaborse personale e sappi che non tollererò nessuna lamentela > > disse la cyborg, sorridendo malignamente.

< < Lo prometto amore, sperando che lo shopping non ci porti al fallimento > > promise il guerriero, siglando la promessa con un lento e dolce bacio, al quale la donna rispose con altrettanta dolcezza.

I due trascorsero il pomeriggio tra scherzi e coccole, senza fare nulla di particolare. In quel periodo Crilin aveva deciso di godersi un periodo di riflessione, dedicandosi interamente alla sua storia con Diciotto. Nella sua immensa felicità, egli aveva l'assoluta intenzione di garantire costantemente benessere e serenità per la sua donna e infatti per il futuro aveva già programmato la ricerca, come in passato, di una valida sistemazione lavorativa. I suoi risparmi erano composti soltanto dai vari premi, che era riuscito a vincere nel corso degli anni, in occasione dei  tornei di arti marziali, ai quali il guerriero aveva partecipato.

Crilin si considerava l'uomo più fortunato del mondo e ogni giorno non mancava di  ringraziare il cielo per aver incontrato una persona straordinaria, come la sua ragazza. Egli era ormai certo dell'amore incrollabile, che la cyborg provava nei suoi confronti e per questo il piccolo uomo si dedicava, con anima e corpo, per far felice la bionda. 

Dal canto suo, Diciotto era assolutamente felice della nuova vita tranquilla e spensierata che conduceva. Oltre ad essere sinceramente e profondamente innamorata del terrestre, la donna aveva finalmente cominciato a vivere realmente, coltivando dei veri interessi e apprezzando tutte le cose belle della vita. Nel periodo in cui era superiore persino ad un Super Sayan come Vegeta, la bionda non credeva possibile, per se stessa, un futuro così roseo e felice. Si aspettava una vita di battaglie e sangue, ma l'incontro con Crilin la condusse verso una strada inaspettata, che lei stessa aveva accettato con tutta la gioia possibile, senza mai pentirsi della sua scelta.

Dopo le prime difficoltà, la cyborg si ambientò perfettamente, ovviamente anche con l'aiuto di Crilin, alla tranquilla vita di pace degli esseri umani e quando comprese di ricambiare fortemente i sentimenti dell'ex monaco, prese la decisione di amare e proteggere sempre il proprio compagno, impegnandosi sempre per renderlo felice. La bella bionda, tuttavia, mantenne il suo orgoglio e un'ostinata barriera, che riservava solo al di fuori del suo rapporto con Crilin e ciò molto spesso, soprattutto all'inizio della loro storia, aveva portato dei giudizi negativi, da parte ovviamente degli amici del piccolo guerriero. 

Tuttavia essi non erano consapevoli della vera personalità della cyborg, della sua gentilezza, della sua simpatia e della sua disponibilità, che riservava solo nei confronti dell'uomo che amava.



Diciotto si distese comodamente sul divano, stringendosi strettamente al fidanzato. I due rimasero abbracciati e continuarono a baciarsi con sempre maggiore sentimento, fino a quando si staccarono, rimanendo stretti l'uno con l'altra, felici dell'insperata libertà, che quel giorno avevano, per via dell'assenza del maestro Muten. Era in giornate come questa, che la ragazza si sentiva pienamente libera di manifestare tutto il suo amore e affetto al giovane terrestre.

< < Molte volte mi chiedo per quale motivo ti debba accontentare così tanto? > > domandò scherzosamente la ragazza, continuando a baciare il viso del compagno. 

Crilin si strinse ancora di più alla sua donna, rilassandosi nei suoi molteplici e semplici gesti di affetto. < < Forse perchè ormai hai ceduto completamente al mio incredibile fascino. Ci è voluto diverso tempo, ma alla fine sono riuscito a spuntarla > >.

La risposta della cyborg fu uno scherzoso pugnetto sulla testa del ragazzo, il quale rise allegramente. < < Ti ricordo che sono sempre legittimata a darti qualche lezione e da quel che vedo ti servirebbe. Sei diventato troppo sicuro di te > >.

< < Oh ma questo è senza dubbio tutto merito tuo > > esclamò Crilin, riprendendo subito dopo a baciare la propria donna.

La coppia potè trascorrere un'intera giornata nella più assoluta intimità, grazie alla prolungata assenza del vecchio maestro e ciò permise al giovane guerriero di organizzare una romantica cena, per la quale Diciotto decise di utilizzare, con grande gioia di Crilin, il suo più elegante e costoso vestito, comprato insieme al fidanzato qualche tempo prima. Era un abito lungo lungo, di un rosso acceso, che attribuiva alla bionda  grande sensualità ed eleganza, il tutto abbinato a delle vistose scarpe col tacco. La cyborg era molto attenta al suo aspetto esteriore, in quanto nutriva  una vera passione per la moda e i vestiti, ma ciò nonostante non amava vestirsi in modo troppo appariscente in luoghi pubblici, ma quando erano soli, adorava vedere il desiderio negli occhi dell'uomo che amava, la sua voglia incontrollabile di toccarla, di accarezzarla e baciarla. Per questo, in alcune occasioni speciali, la cyborg privilegiava un abbigliamento più complesso, unicamente per il suo uomo.

Lo stesso Crilin aveva optato per un look elegante, ma non eccessivamente. Aveva abbinato la più bella camicia che possedeva con un paio di pantaloni neri, entrambi acquistati ovviamente sotto la costante supervisione della cyborg, la quale, fra le sue varie compere, aveva anche aiutato il fidanzato a migliorare il suo guardaroba, cercando sempre di  rispettare il suo modo di essere. Il piccolo guerriero, infatti, non era abituato a vestirsi in modo troppo elegante e sicuramente preferiva lungamente le sue tute da combattimento o gli abiti di casa, che utilizzava quando si trovava alla Kame House. Diciotto lo aiutò, così, a trovare un suo stile e anche se non lo manifestava chiaramente, era felice e eccitata nel vedere il fidanzato vestito in un certo modo, soprattutto nelle loro occasioni speciali.



Quella sera la coppia cenò tranquillamente a lume di candela. Crilin aveva preparato alcune delle sue migliori specialità, frutto di un'abilità culinaria, che aveva maturato grazie soprattutto alla quasi totale inattività in cucina del suo maestro. 

Diciotto si divertì come non fece da tempo.
 
Durante la cena, i due fidanzati conversarono amabilmente, scherzarono fra di loro e spesso la giovane donna si lasciava andare in lunghe e divertite risate, non solo per le battute anche banali del terrestre, ma soprattutto quando i due ricordavano i vari tratti comici delle loro molteplici avventure.

In seguito all'inizio della loro relazione, Crilin e Diciotto avevano  viaggiato in varie parti del pianeta, visitando posti selvaggi e fantastici. Il piccolo terrestre portò la bionda presso i vari luoghi, dove si era allenato durante la sua infanzia: foreste, monti, pianure e anche il famoso lago, popolato da mostruosi mostri marini, teatro di varie vicende tragicomiche durante il periodo di addestramento insieme a Goku.

Diciotto apprezzava molto quei viaggi, che avevano il potere di spezzare la monotonia dell'isola e con i quali aveva potuto conoscere gran parte di un pianeta, che cominciava finalmente ad apprezzare, dopo le sofferenze del suo passato.

< < Vedo che il tuo rapporto con Gohan è sempre ottimo. E' sempre felice di trascorrere del tempo con te > > osservò tranquillamente la cyborg.

< < Ne abbiamo passate tante insieme. Abbiamo attraversato insieme sia momenti di gioia che di paura ed entrambi, non solo lui, siamo potuti crescere molto, sostenendoci a vicenda > > rispose Crilin, mentre la ragazza gli accarezzava teneramente la mano. < < Sai, sono felice di poterlo accontentare quando è possibile. Tra l'altro vedo questa gita anche come la possibilità di stare in pace con te, senza la presenza di un pervertito di mia conoscenza > >.

< < Su questo ti devo dare ragione. Quel vecchio scherza troppo con il fuoco. A volte penso che sia completamente pazzo a provocarmi > > disse Diciotto, con tono divertito.

Crilin guardò teneramente gli occhi azzurri della sua amata, rimanendo come sempre incantato dalla sua straordinaria bellezza e sentendosi immensamente fortunato di essere sinceramente amato da una creatura così meravigliosa. Il cuore del terrestre batteva intensamente ogni volta che si abbracciavano, si baciavano o quando facevano l'amore e persino quando la osservava dormire pacificamente  e stretta al suo fianco ogni notte. Era sicuro che non avrebbe mai più potuto fare a meno di lei, che la sua vita sarebbe stata incompleta e vuota, senza di lei al suo fianco. Egli non sapeva che la sua donna provava esattamente le medesime sensazioni.

< < Senza Gohan, non avrei mai conosciuto questa felicità. Non avrei avuto la possibilità di conoscerti realmente e di amarti. Devo tutto a loro. A Gohan e a suo padre > >.

Improvvisamente, subito dopo questa leggera confessione, il piccolo uomo sentì il bisogno di evitare il concentrato sguardo della bionda, sentendosi, suo malgrado, imbarazzato, forse anche per aver possibilmente rotto il clima disteso e sereno della cena. Egli fu piacevolmente sorpreso, quando le delicate e forti mani vellutate della donna si posarono dolcemente su entrambi i lati del suo viso, costringendolo a guardarla.
 
Diciotto si limitò a baciarlo dolcemente, continuando ad accarezzare il viso dell'uomo che amava con tutta se stessa. Quando si staccarono, Crilin sentì svanire dalla sua anima ogni sentimento di tristezza.

< < Non dimenticarlo mai. Esistono anche coloro che devono tutto a te e io mi ritengo una di quei fortunati > > concluse la cyborg, riprendendo a baciare il compagno.

Al termine della cena, nessuno dei due fu molto consapevole di come giunsero entrambi, fra i continui e intensi baci, nella loro camera da letto, felici oltre ogni limite di poter finalmente trascorrere la notte insieme.




La terribile guerra degli androidi si era conclusa da oltre due anni e in onore dell'eroe che aveva salvato il mondo dal pericolo più grande mai visto dall'umanità, furono realizzate diverse opere, per omaggiare e quasi venerare un uomo, che era ormai diventato una leggenda intramontabile.

Secondo la versione ufficiale, il terribile mostro, chiamato Cell, che aveva stroncato innumerevoli vite e minacciato l'esistenza dell'intero pianeta, fu sconfitto dal celebre campione di lotta, il possente Mister Satan. Anche se nessuno aveva avuto modo di vedere il momento finale del leggendario duello tra l'eroe umano e il crudele mostro verde, tutti gli abitanti del pianeta Terra erano fermamente convinti della forza smisurata del loro campione ed erano pertanto felici di aver trovato un difensore impareggiabile.

In tutto il mondo furono costruiti palazzi, ospedali, centri sportivi e di accoglienza, palestre, tutto in ricordo e in onore della grande impresa di un semplice essere umano. 

Incredibilmente persino un'intera città venne ribattezzata in suo onore. Si trattava di Orange Star City, uno dei più importanti centri urbani del pianeta, nonchè terra natale del campione in persona. Dopo la sua grande vittoria, la città venne rinominata come Satan City e in nessuna parte del pianeta era così evidente la gratitudine e il  fanatico amore nei confronti di colui, che da tempo veniva chiamato con l'appellativo di '' Maestro ''.

Tra le tante cose dedicate al grande campione, come ad esempio un gigantesco museo interamente riservato alla storia della sua vita, nell'ultimo periodo divenne notevolmente famoso il fantastico e immenso parco dei divertimenti, che era stato costruito proprio presso il quartiere periferico di Satan City. In breve il numero dei visitatori raggiunse proporzioni incredibili, tanto che alle attrazioni per i bambini, furono aggiunti molti altri stimoli di divertimento anche per gli adulti, come casinò, negozi, ristoranti e  vari locali notturni di lusso. All'interno di una grande città, era stato creato un vero paese dei balocchi, che divenne ben presto famoso in tutto il mondo.

Crilin non era certo abituato a tanta confusione e al suo fianco poteva percepire il disagio della sua amata, che sicuramente non amava i posti troppo affollati, sebbene ella amasse profondamente lo shopping. Di colpo il piccolo guerriero, passeggiando tra le vie del parco insieme a Diciotto e a Gohan, si chiese se la sua idea fosse stata veramente buona, ma vedendo la felicità del suo giovane amico, si sforzò di essere positivo.

Con un certo imbarazzo, prese la mano della cyborg, intrecciando le dita con le sue.

 < <  Ho visto diversi negozi nella parte sud del parco. Che ne diresti di fare un salto da quelle psrti? Ci sono anche in quella parte  diverse giostre, che sicuramente Gohan vorrà provare > > propose Crilin incoraggiante, ricevendo immediamente la risposta felice del ragazzino.

 Anche Diciotto sorrise dolcemente e leggermente imbarazzata, comprendendo gli sforzi del compagno di rendere la giornata piacevole. Senza pensarci ricambiò teneramente la stretta del compagno.

Con grande sollievo del terrestre, la giornata trascorse tranquillamente per tutti. Mentre Gohan si divertiva soprattutto con l'ampia varietà di montagne russe, la cyborg fece vari acquisti tra negozi, che apprezzò notevolmente e il suo buonumore era così elevato che decise anche di ampliare il guardaroba del fidanzato, aiutandolo nelle compere da fare, data ovviamente la quasi assoluta incomprensione del piccolo guerriero, in tutto ciò che riguardava la moda.
 
Anche il pranzo si rivelò alquanto positivo. Trovarono un buon posto, che accontentò sia la smisurata fame del giovane Sayan, sia l'appetito normale della coppia, con prezzi non eccessivi.
 
< < Devo ammettere che la tua idea è stata buona. Sono contenta che abbiamo passato una giornata diversa > > disse Diciotto, < < Anche se non ne posso davvero più  di sentire le stupidaggini su questo eroe. Come fanno gli esseri umani ad essere così tardi . > >

< < Io sono grato del fatto che si sia preso tutto il merito > > esclamò Gohan, interrompendo il suo enorme ed ennesimo pasto. < < In questo modo la mia famiglia è completamente fuori dai riflettori e poi penso che Mister Satan sia un uomo buono e simpatico > >.

< < Se lo dici tu, ma io rimango dell'opinione che sia un buffone > > concluse seccamente la bionda.





Al tramonto i tre, soddisfatti della giornata, erano pronti a tornare a casa. Crilin, nonostante tutte le proteste della fidanzata, aveva deciso di venire al parco con la loro macchina volante, per evitare troppa attenzione in un luogo eccessivamente affollato. Il giovane Gohan ringraziò la coppia con continui abbracci, mentre si dirigevano verso il parcheggio e incredibilmente anche la stessa Diciotto accettò, con un sorriso imbarazzato, quei gesti di affetto, nonostante essi non provenissero dall'unica persona, dalla quale ella desiderava essere abbracciata.

All'improvviso, però, la bionda si fermò di colpo sotto gli occhi sorpresi degli altri due.

< < Ho dimenticato i buoni sconto dell'ultimo negozio dove siamo stati. Devo riprenderli a tutti i costi. Ci permetteranno di risparmiare un sacco di soldi in futuro > > disse Diciotto, soprattutto rivolta a Crilin. < < Aspettatemi al parcheggio. Farò in fretta > > .

Detto questo, la cyborg non aspettò nessuna risposta e tornò velocemente verso la zona commerciale, sotto lo sguardo esasperato di Crilin e quello confuso di Gohan.

< < Non farci caso Gohan. Oltre che per la moda, Diciotto ha sviluppato uno strano interesse anche per il denaro e questo mi porta all'inevitabile conclusione che dovrò trovare un lavoro e per di più redditizio > > esclamò sconsolato il guerriero, sotto lo sguardo divertito del suo giovane amico.






Diciotto si sentì sollevata. La prossima volta che sarebbe andata a far compere, avrebbe potuto risparmiare parecchio.
 
La sua passione, forse un po' pericolosa, per i soldi era nata gradualmente ed era figlia della nuova vita tranquilla che conduceva. Non era avidità, bensì una dimostrazione del fatto che era ormai cambiata. Con i soldi si era costruita una sua immagine, acquistando mobili, vestiti accessori e persino libri di vario genere.

 Inizialmente le uniche cose che possedeva erano solo i regali di Crilin. In seguito, subito dopo l'inizio della sua relazione d'amore, partecipando  sotto falso nome a vari tornei, potè costruire dei propri risparmi, che si aggiungevano a quelli del suo compagno.

Diciotto era una donna molto orgogliosa e per questo era assolutamente intenzionata a contribuire, anche sul fattore economico, ai bisogni della famiglia, che stava costruendo con l'uomo che amava, anche se forse essa non si sarebbe mai potuta allargare.

Era un pensiero fisso per la cyborg il fatto che probabilmente non avrebbe mai potuto dare un figlio al suo uomo. Sapeva che le terribili modifiche del dottor Gero, probabilmente avevano alterato in modo irreparabile il suo corpo ed era consapevole del desiderio di Crilin di diventare padre. La stessa Diciotto, molte volte, si era felicemente immaginata madre e dentro se stessa credeva fermamente di poter essere una splendida mamma, con il proprio uomo al suo fianco.
 
Queste delicate riflessioni rappresentavano il suo unico dubbio e anche la sua più grande paura. Grazie all'amore incondizionato di Crilin, la bionda aveva superato tutte le sue incertezze e le sofferenze del suo passato. Aveva trovato finalmente la sua strada.

Allo stesso tempo, però, temeva possibili cambiamenti nel suo uomo, nell'ipotesi in cui non sarebbe stata capace di realizzare quel grandissimo desiderio e il solo pensiero di non poter rendere completamente felice la persona più importante della sua vita, aveva il potere di sconvolgerle l'animo.

Sforzandosi di non rimuginare troppo su pensieri troppo negativi, la cyborg affrettò il passo per raggiungere il suo fidanzato e il suo giovane amico, quando all'improvviso sentì un brivido lungo la schiena, percepì la strana sensazione di essere seguita e osservata. Nonostante la grande folla che si era creata presso l'uscita del parco, Diciotto scorse incredibilmente una figura, coperta da un cappuccio, che si avvicinava decisamente a lei.

La cyborg si fermò ad osservare quella figura, indecisa sul da farsi e non appena vide l'uomo fermarsi di fronte a se, si mise immediatamente in una posizione di combattimento.

< < Sempre così diffidente vero? Non ti trovo affatto cambiata sorellina > > disse l'uomo, con scherno, mentre si abbassava il cappuccio.

Con sommo stupore, la ragazza rivide, dopo molto tempo, la tipica espressione arrogante e sprezzante del suo fratello gemello. In seguito al Cell Game, Diciotto lo aveva visto solo una volta, quando ancora fortemente confusa sui sentimenti che iniziava a provare per Crilin, ella aveva deciso di prendere un'altra strada, una via che C17 non ebbe assolutamente intenzione di seguire e anzi quest'ultimo mostrò chiaramente il suo disprezzo e la sua rabbia incondizionata per quella inaspettata decisione.

< < Vedo che ti sei ambientata bene tra gli umani. Sarà forse merito di quel patetico omuncolo con cui vai sempre in giro > > disse il cyborg con un'evidente espressione di disgusto, soprattutto quando fece riferimento al piccolo guerriero.

Immediatamente Diciotto sentì salire la rabbia dentro di se, ma fece anche di tutto per non perdere il controllo.

< < Che cosa vuoi C17? Per quale motivo ti trovi in questo posto > > chiese la ragazza con tono impaziente.

< < Ti stavo cercando sorellina. Avrò il diritto di sapere se stai bene e soprattutto se magari in questo periodo tu abbia ritrovato il buon senso > > rispose prontamente C17. < < In realtà sono due i motivi della mia ricerca > >.

< < Allora dimmeli in fretta. Devo tornare da Crilin > > disse Diciotto, non riuscendo a comprendere le intenzioni del fratello. Dopo aver pronunciato il nome del compagno, la ragazza vide distintamente lo sguardo feroce e assassino dell'androide.

< < Per prima cosa volevo verificare se ancora tu stessi perdendo tempo con quel fenomeno da baraccone. Ma la ragione principale è che volevo convincerti a venire via con me. Volevo convincerti a tornare ad essere la mia compagna di sempre. Che cosa ne pensi? Ci divertiremo e in questo mondo faremo quello che vogliamo > > chiese il cyborg, con il suo solito tono altezzoso.

La bionda guardò intensamente gli occhi di ghiaccio del gemello, quasi completamente uguali ai propri. Ella provava emozioni contrastanti di fronte a quel volto, che una volta costituiva la sua unica salvezza dalla solitudine.

Da un lato era felice di averlo potuto rivedere, ma dall'altro sentiva la forte consapevolezza di non poterlo seguire. Così, facendosi forza, si decise a rispondere.

< < Sai C17, anche se ti ho sempre voluto bene, non ho mai sopportato la tua superficialità e posso constatare che questo tuo aspetto non è affatto cambiato. Sei sempre sicuro di te e pensi che la tua vita sia superiore a quella degli altri grazie ai tuoi poteri di androide. Ho sempre percepito l'odio profondo che provi per Crilin, ancor di più che per l'intero genere umano e se inizialmente ne ignoravo il motivo, ora sono sicura che è per gelosia. Il fatto che io lo ami e che sia andata con lui non significa che io volevo allontarmi da te. Sei stato tu a volerlo, con la tua solita e immensa immaturità > >.

Ignorando lo sguardo carico di rancore del fratello, Diciotto si decise a proseguire.

< < Io non potrò più essere la compagna di una volta, perchè adesso ho una vita. Incredibilmente ho trovato qualcuno che mi ama profondamente e anch'io  gradualmente mi sono innamorata di lui, anche se in passato tutti questi sentimenti li ritenevo stupidi e inutili. Io ho fatto la mia scelta e non mi pentirò mai di essa > > concluse con forza la ragazza.

Il cyborg la guardò con disgusto. < < Provare queste emozioni per un umano così patetico. Ha una forza combattiva ridicola > > disse C17 con evidente disprezzo.

Diciotto sorrise tristemente, consapevole di non poter concludere molto in quella discussione. < < Ho paura che tu non cambierai mai fratello mio. Crilin possiede una forza che tu neanche immagini e che supera la semplice arte del combattimento. Pensi che io lo ami per la sua forza combattiva?  Inizialmente per lui provavo solo un'immensa gratitudine, per tutto quello che ha fatto per me. Poi ho visto la sua totale accettazione di tutto ciò che riguarda me. Ha accettato anche il mio lato meccanico. Dopo  arrivò anche  la sua comprensione e ammirazione verso il mio vero carattere, che ben pochi sono riusciti realmente a comprendere realmente  ed era evidente che non era attratto soltanto dal mio aspetto fisico. Nei suoi occhi ho visto sempre una profonda ammirazione per me. Fu così che compresi a pieno il suo amore per me, perchè iniziai a provarlo anch'io, a prescindere dalla sua gratitudine. Amo la sua gentilezza, il suo coraggio e la sua allegria. Perciò, C17, ti avverto che non tollererò più i tuoi insulti e il tuo odio scellerato nei suoi confronti, perchè adesso Crilin è tutta la mia vita > >.

Seguì un silenzio carico di tensione e nonostante tutta la sua fermezza e calma, Diciotto temeva la possibilità di doversi battere con il fratello.

< < Dici di amarlo tanto, ma combatteresti per difenderlo, qualora decidessi di ucciderlo? > > chiese il cyborg con ferocia.

< < Lo farei ad ogni costo > > rispose prontamente Diciotto, manifestando la sua volontà forte e determinata e senza spostare il proprio sguardo freddo, così simile a quello del fratello.

C17 continua ad osservare la sorella con un'espressione, priva di qualsiasi emozione, fino a quando cominciò a salire lentamente in cielo, segno che il confronto si stava finalmente per concludere.

< < Beh, è stato interessante sorellina. Spero che in futuro le cose si facciano maggiormente movimentate. A presto Diciotto > >.

Dopo aver salutato la sorella, l'androide aumentò la propria forza artificiale  e si allontanò in poco tempo dal parco e dalla città di Satan City. La bionda restò ad osservare la figura del fratello, fino a quando non scomparì definitivamente all'orizzonte.

Solo in quel momento notò che il cielo era già buio. Sapeva che Crilin l'avrebbe cercata presto e infatti i due si incontrarono prima del parcheggio.

< < Ehi amore, va tutto bene? Ti ho cercata nella zona commerciale > > chiese apprensivo Crilin.
Invece di rispondere, la cyborg gli afferrò il viso con entrambe le mani, baciandolo con passione, rinnovando dentro se stessa la sua volontà di proteggerlo sempre, anche dal suo folle fratello gemello.



Immediatamente le preoccupazioni della ragazza si attenuarono notevolmente.

FINE CAPITOLO.

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Capitolo 5
*** Riflessioni e incubi ***


Capitolo 4 Riflessioni e incubi.

 

Non era infrequente trovare delle bellissime giornate alla Kame House, nonostante fosse anche pieno inverno. Il clima tropicale portava continui cambiamenti nel tempo. A giornate di sole intenso, si alternavano lunghi periodi di tempesta e non a caso la piccola casa rosa era continuamente sottoposta a varie riparazioni, a causa dei notevoli danni provocati da inondazioni e pioggie infinite.

Tuttavia, quella mattina Diciotto potè godere di un clima splendido e per tale ragione aveva deciso di sistemarsi con la sua solita sedia a sdraio sulla spiaggia di casa sua. Il compagno sarebbe ritornato per l'ora di pranzo, al termine delle sue consuete commissioni. Per fortuna non le aveva chiesto di accompagnarlo, anche se era convinta che il piccolo uomo avesse compreso il suo umore non troppo leggero, fin da quando si erano alzati. Ella preferì non raccontargli nulla per il momento riguardo C17, nonostante qualche piccola insistenza del giovane, il quale con la sua sensibilità, aveva percepito la presenza di turbamenti seri nella sua compagna.

Forse quella mattina era stata troppo dura con lui, sempre a causa del suo carattere forte e orgoglioso, sebbene negli ultimi anni fosse stato notevolmente attenuato dall'amore di Crilin. Probabilmente, però, a differenza di altre volte, quella volta la cyborg aveva una valida ragione per essere nervosa, dato che veniva  minacciata proprio l'incolumità della persona che contava di  più per lei, per di più a causa dell'odio scellerato del suo fratello gemello.

Beandosi del vento marino sul viso, la donna cercava di immaginare quale potesse essere la futura mossa di C17. Ormai ella aveva compreso il fatto che il fratello non avesse per nulla accettato la scelta di vita di colei, che un tempo era stata la sua principale compagna di avventura. Proprio per questo,  era inevitabile il fatto che il principale oggetto dell'odio del fratello fosse proprio il suo Crilin, l'uomo che probabilmente la portò verso il cambiamento, ma quello che il cyborg dai capelli scuri non sapeva, era che  Diciotto alla fine aveva scelto la sua strada nella più assoluta autonomia, aveva visto lei stessa la via per la felicità e con gioia e coraggio aveva deciso di seguirla senza alcun pentimento. Ora, però, tutto il suo universo, tutta la sua vita veniva minacciata e forse per la prima volta nella sua vita, lei era felice di possedere dei poteri sovrannaturali, che le permettevano di anticipare possibili pericoli mortali e cosa più importante con la sua forza artificiale di androide avrebbe potuto difendere il suo uomo anche a costo della sua vita.

Il pensiero di dover probabilmente intraprendere un combattimento all'ultimo sangue con il gemello sconvolgeva e angosciava l'anima della ragazza, anche se era determinata a combattere,qualora la vita del suo amato fosse stata veramente in pericolo e la stessa cosa valeva per qualsiasi nemico.

 

Le sue riflessioni, non troppo felici, furono interrotte da leggeri passi alle sue spalle, che ella ovviamente non accolse bene, sapendo a chi appartenessero.

 

< < Che vuoi? Mi sto rilassando e gradirei non essere disturbata > > esordì la bionda con coce aspra.

 

Il maestro Muten non si sconpose minimamente di fronte alla reazione della donna. Era abituato al suo carattere, anche se, tuttavia, incredibilmente era migliorato notevolmente nell'ultimo anno, soprattutto quando la ragazza era in presenza di Crilin.

 

< < In questo periodo di convivenza ho imparato alcuni aspetti del tuo carattere e sono consapevole che oggi non sei stata te stessa > > disse il maestro con tono grave.

 

La ragazza fissò con rabbia l'anziano uomo nei suoi soliti occhiali da sole. < < Non permetterti di intrometterti in qualsiasi cosa riguardi la mia vita, vecchio pervertito > > disse Diciotto con un'espressione assassina sul viso. < < Te ne postresti pentire amaramente > >.

 

Di fronte all'atteggiamento aggressivo della donna, Muten non si scompose, percependo che una strana preoccupazione tormentava il cuore della cyborg e per questo decise di non arrendersi, non solo per lei, ma soprattutto per il suo amato allievo.

Continuando a rimanere  impassibile  alle minaccie della bionda, l'anziano maestro camminò lentamente, superando la posizione della sedia da mare, occupata dalla donna e con sguardo impenetrabile iniziò a fissare intensamente l'immensità meravigliosa dell'oceano, sotto lo sguardo adirato e confuso della cyborg alle sue spalle.

< < Devi sapere, mia cara, che inizialmente, quando Crilin ti portò qui, pochi mesi dopo il crudele torneo di Cell, io non ero per niente bene intenzionato nei tuoi confronti e il motivo non stava  nella tua natura di cyborg. La ragione era un'altra e molto più complessa > >.

Stranamente, nonostante la sua rabbia e la sua voglia di rimanere sola in quel momento, Diciotto non fece nulla per impendire il discorso del vecchio pervertito e anzi di colpo era intenzionata a vedere dove egli volesse arrivare.

< < Prima di incontrarti nuovamente dopo il torneo, Crilin era un uomo distrutto, non era rimasto niente del ragazzo allegro che era sempre stato. Era sconvolto e addolorato per la morte del suo più grande amico e mai, come in quel periodo, egli fu pienamente consapevole dei limiti di un essere umano, limiti che non possono essere superati > >. 

Diciotto era consapevole della verità delle sue parole e all'improvviso ricordò con esattezza il momento in cui rivide Crilin, nel pieno di un periodo, in cui anche lei stessa si sentiva smarrita e senza speranza.

< < Vidi una nuova luce nei suoi occhi, quando egli iniziò a visitare, sempre più spesso, quell'angolo di foresta dove abitavi. Percepivo non soltanto il suo desiderio di aiutarti, ma anche la sua voglia e la sua  volontà di starti vicino. Ho capito subito che la sua non era più una semplice attrazione fisica, dovuta alla tua straordinaria bellezza, come forse poteva essere dopo il vostro primo incontro. Lo comprendevo allora, come lo comprendo aadesso, perchè l'ho provato anch'io durante la mia giovinezza e per questo motivo ho iniziato, mio malgrado, ad avere paura per la sorte mio allievo e non solo per la sua incolumità > >.

< < La mia paura aumentò quando ti convinse ad abitare in quest'isola. Temevo che tu potessi irreparabilmente spezzare il cuore del mio allievo e il tuo atteggiamento iniziale, di chiusura e di freddezza, anche nei suoi confronti, non faceva altro che aumentare le mie preoccupazioni e nonostante nessuna apertura da parte tua, vedevo la vecchia allegria e gentilezza di Crilin, magicamente  tornata alla luce e quasi sempre essa era diretta  a te, Diciotto. Molte volte ero tentato di provare a ragionare con Crilin, ma allo stesso tempo sapevo che sarebbe stato inutile. Era perdutamente innamorato di te e per questo la sua unica speranza di felicità era nella tue mani e ciò mi spaventava grandemente. Temevo che un giorno tu avresti  cominciato ad approfittarti di lui, facendolo soffrire e distruggendolo lentamente. Oltre alle sue ferite di guerra, Crilin ha dovuto sopportare molti traumi emotivi e oggi, dato che sei la sua fidanzata, sono sicuro che saprai  che il suo passato non è stato così felice, così come non lo è stato il tuo > > .

Diciotto si alzò di scatto dalla sedia, facendola volare indietro e con un solo passo raggiunse l'uomo, il quale nel frattempo si era voltato verso di lei. Incurante della rabbia cieca di quest'ultima, pronta ad esplodere con violenza, il vecchio maestro si decise a proseguire.

 

< <  I miei timori erano forti  e rimasero invariati per diversi mesi. Poi, però, all'improvviso riuscii a percepire un cambiamento in te, non solo verso Crilin, ma verso tutto ciò che ti circondava. Probabilmente anche all'inizio, quando arrivasti in quest'isola, era già nato in te un affetto profondo per il mio ragazzo, probabilmente frutto della gratitudine, ma gradualmente questo sentimento si è trasformato in qualcosa di più grande, di meraviglioso, che probabilmente ti avrà anche spaventata. Ho visto nascere una sincera amicizia tra te e Crilin, che si trasformò in amore con mia grande sorpresa e fu così che compresi quanto mi fossi sbagliato sul tuo conto. Non avevo avuto alcuna fiducia in te  e questo si era rivelato un enorme sbaglio > > concluse il maestro Muten, finalmente mostrando un sincero sorriso < < Io ti chiedo umilmente perdono per questo, Diciotto e sono felice che tu ami sinceramente Crilin. Ormai ne ho l'assoluta certezza e infatti non più nulla da desiderare per il mio allievo. Le sue sofferenze sono state ripagate e finalmente il suo sogno si è avverato > >.

 

Diciotto guardò il maestro, sconvolta dalle sue parole e per alcuni secondi non trovò nessuna risposta utile. < < Per quale motivo mi stai dicendo tutto questo, vecchio? > > chiese la bionda con evidente impazienza e curiosità.

 

L'uomo tornò a fissare gravemente la ragazza e cosa ancora più incredibile si tolse gli occhiali da sole, prima di rispondere. Era raro vederlo senza.

 

< < Ho capito che c'è un pericolo che minaccia te e Crilin e puoi star certa che non mi intrometterò nelle vostre faccende, visto anche che sono soltanto un povero vecchio. Tuttavia mi sento in dovere di ricordarti una cosa importante. Crilin  ti ama tantissimo e farebbe qualsiasi cosa per te, perciò rammenta sempre i suoi limiti di essere umano. Diciotto, ti scongiuro, proteggilo, perchè è come un figlio per me > >.

 

Con queste parole, il maestro si congedò dalla cyborg, dopo averle regalato una leggera pacca amichevole sulla spalla, ma prima che potesse raggiungere l'ingresso della casetta rosa, l'anziano guerriero fu richiamato da una voce fredda e autoritaria.

 

< < Vecchio, devo ammettere che hai fegato a fare certi discorsi. Mi hai sorpresa > > disse la cyborg con uno strano sguardo, interamente rivolto al suo interlocutore. Poi, improvvisamente, il maestro Muten vide uno spettacolo incredibile: la bionda gli sorrise sinceramente e quello fu il primo vero sorriso che gli donava, anche se durò poco.

 

In seguito il viso di Diciotto tornò serio e determinato, nella sua freddezza abituale < < Nessuno oserà fargli del male. Anche dovessi diventare realmente un mostro, io proteggerò sempre Crilin. Questo è una promessa vecchio > >.

 

Il vecchio maestro continuò a guardare la cyborg con espressione soddisfatta < < Non sarai mai un mostro, Diciotto > > concluse Muten, prima di rientrare nella casetta rosa.

 

 

Diciotto rimase finalmente sola, ancora sconvolta per la conversazione, quando sentì la forza spirituale del suo amato nel suo radar di androide, segno che finalmente Crilin stava ritornando a casa e per tale ragione decise di abbandonare temporaneamente le proprie riflessioni e paure, preparandosi ad accogliere degnamente il compagno.

 

Fissando il piccolo guerriero volare verso di lei, Diciotto ripensò ancora alla sua promessa, fermamente decisa a mantenerla ad ogni costo.

 

 

 

 

Quella  sera trascorse tranquillamente, soprattutto grazie al comportamento disponibile della bionda, che era anche sicuramente  un modo per chiedere scusa al compagno per il suo atteggiamento aggressivo della precedente mattina. Dopo la cena, la coppia passò il tempo davanti alla televisione, cosa che Diciotto apprezzava parecchio, soprattutto ovviamente quando era lei a sceglire il programma da vedere. Tuttavia, con grandi sforzi, durante l'ultimo anno Crilin era riuscito a farla appassionare a diversi generi cinematografici e infatti capitava spesso che i due guardassero film, che sceglieva quasi sempre Crilin e molte volte la ragazza era rimasta piacevolmente colpita.

 

Guardando la televisione, il terrestre potè finalmente notare la propria donna  rilassarsi. Era consapevole che per lei non era stata una giornata facile e ancora ignorava il motivo di tanta agitazione. Ovviamente aveva provato a chiedere spiegazioni alla donna, ma la risposta rabbiosa della cyborg, unita anche alla sua estrema conoscenza del tipico cattivo umore di quest'ultima, l'aveva spinto a rinunciare, almeno temporaneamente. 

 

Ben presto la ragazza si addormentò pacificamente con la testa appoggiata sulla spalla di Crilin, tanto era calma e tranquilla. Quest'ultimo, appoggiando la guancia sulla chioma dorata della sua donna, l'abbracciò, tenendola stretta per parecchio tempo, concentrandosi poco sulla televisione, tanto era impegnato a godere del profumo della bionda. In seguito, decise di smobilitare e non appena prese in braccio la ragazza, per portarla a letto, quest'ultima, quasi inconsciamente, si aggrappò con forza al collo del compagno, come se, nel suo sonno, ella temesse di essere abbandonata dal compagno.

 

Crilin era piacevolmente sorpreso di quei gesti, dato che Diciotto, per quanto amorevole fosse con il suo fidanzato, preferiva evitare determinate effusioni, soprattutto al di fuori della loro camera da letto, ma quella notte  il guerriero fu estremamente felice della strana voglia della donna di ricevere affetto, anche se ella era addormentata o quasi.

 

 

 

 

Diciotto volava sperduta in un cielo che non conosceva, freddo e spaventoso. Anche se non sapeva quale fosse la sua meta, la ragazza era consapevole di dover compiere qualcosa di molto importante, di fondamentale e per tale ragione aumentò al massimo la sua velocità artificiale, sconvolta da un terrore cieco e senza nome.

 

Improvvisamente , la sua attenzione venne richiamata da un'immensa esplosione, un tipo di deflagrazione che conosceva molto bene,  tipica di un vero combattimento. Tale consapevolezza aumentò vertiginosamente la sua paura e quando  giunse nei pressi di una radura ormai quasi distrutta, sperimentò vivamente la sua peggiore paura.

 

Due uomini combattevano con estrema ferocia, ma per la verità si trattava di un vero massacro. Uno dei contendenti non riusciva più a reagire, a causa delle molteplici ferite subite e l'avversario, un uomo dai capelli lunghi e neri come la pece, continuava a infierire sul piccolo guerriero con ferocia, sorridendo diabolicamente, mostrando un evidente piacere in ciò che stava compiendo. Oltre alla paura e al terribile dolore per le sofferenze dell'amato, Diciotto provò immediatamente una rabbia furiosa, che mai aveva sperimentato prima di allora e ogni ferita sanguinante, che vedeva  sul corpo di Crilin non faceva altro che alimentare la sua furia omicida, portandola ad urlare ferocemente.

 

 La bionda partì all'attacco, con il chiaro intento di uccidere il fratello gemello, che ormai odiava con tutta se stessa o almeno quella fu la sua intenzione, poichè improvvisamente una forza invisibile bloccò misteriosamente e inesorabilmente ogni suo movimento fisico.

 

< < Che cosa mi succede > > si disse a voce alta, continuando ad assistere impotente alle sofferenze del compagno.

 

La faccia del terrestre era ormai un'orribile maschera di sangue e Diciotto era sicura che la maggior parte delle sue ossa erano  ormai ridotte in frantumi, ma ciò nonostante l'androide C17 continuava la sua opera di distruzione, a furia di calci e pugni violenti, scagliati senza pietà.

 

< < Pagherai caro tutto questo, maledetto. Io ti uccideròòòò !!!! > > urlò  la ragazza in tutto il suo dolore, iniziando, suo malgrado,  a piangere disperatamente, mentre il suo corpo continuava a non rispondere ai suoi comandi.

 

Per tutto il tempo, C17 non degnò di un sguardo la sorella, dedicandosi interamente al massacro del suo avversario, fino a quando egli raccolse il quasi incosciente Crilin, afferrandogli la gola con una mano, mentre con l'altra era pronto a trapassargli il petto e fu in quel momento che l'androide lanciò verso la ragazza, la quale si trovava ancora bloccata e immobile in aria, nella più totale disperazione e angoscia, un sorriso maligno, degno di un mostro, dedito alla morte e alla distruzione. Il colpo dell'androide spense brutalmente la vita del piccolo guerriero.

 

La cyborg fu costretta ad assistere impotente al suo peggiore incubo.

 

 

 

Diciotto si svegliò di soprassalto nel cuore della notte e con frenesia cercava di capire dove si trovasse. Quando capì di essere nella sua camera da letto, la sua angoscia la spinse a cercare nel buio il compagno, dall'altra parte del letto, dove ella sperava e pregava che si trovasse.

 

 Quando le sue mani lo trovarono nell'altro lato del letto, la bionda provò un'incredibile sensazione di sollievo, come se un peso enorme fosse stato spazzato via di colpo dal suo cuore e infatti, lentamente il suo respiro tornò regolare, mentre accarezzava dolcemente una guancia del terrestre, attenta sempre a non svegliarlo. Era grata del fatto che egli fosse rimasto a dormire, poichè non sarebbe riuscita nemmeno a guardarlo, debole e spaventata come era in quel momento. 

 

Non potendo resistere al desiderio di averlo vicino, la cyborg abbracciò dolcemente e strettamente la schiena del compagno, quasi temesse che potesse scomparire da un momento all'altro e sorrise quando sentì il compagno abbracciarla a sua volta, nonostante egli continuasse a dormire.

 

 In quel momento la cyborg comprese l'importanza di una sua reazione, la necessità di superare quel momento di difficoltà ad ogni costo. Non poteva e non voleva permettere che l'incubo si avverasse.

 

 Era sempre stata una donna forte e orgogliosa, pronta ad affrontare qualsiasi pericolo. Non si era arresa durante un passato di sofferenze inimmaginabili e certamente non avrebbe ceduto adesso, che possedeva una vera vita, un motivo più che legittimo per lottare.

 

 

Diciotto era pronta a combattere contro chiunque, per difendere l'uomo che amava e fu con questo pensiero fisso, che la donna, sempre stretta al compagno sotto le coperte del loro letto, riuscì finalmente ad abbandonarsi in un vero e proprio sonno ristoratore.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La strategia di un androide ***


CAPITOLO 5 La strategia di un androide.

Crilin continuava strenuamente a lottare con tutte le sue forze. Oltre a parare, per quanto possibile, i colpi  dell'avversario, attaccava coraggiosamente, riuscendo, in molte occasioni, a mettere in difficoltà la furia bionda, con la quale stava combattendo da diverse ore.

Avevano cominciato ad allenarsi la mattina presto e con somma sorpresa del piccolo uomo, la cyborg aveva optato, quel giorno, per un allenamento serio, dando vita ad uno scontro violento, che gli procurò varie ferite, dopo poche ore di lotta. Ciò nonostante, non si trattava di uno scontro irrazionale, privo di obiettivi. La bionda, infatti, istruiva il fidanzato a fare meglio in ogni occasione e  ogni volta che il terrestre finiva al tappeto, lei lo coreggeva su tutti gli errori che commetteva e lo spingeva, con pragmatici consigli, a far meglio, sia in difesa che in attacco e grazie a questo schema di allenamento, furono evidenti i miglioramenti di Crilin, durante il proseguimento dello scontro.

Quella mattina, il ragazzo non si aspettava un allenamento così duro. Solitamente la cyborg lo costringeva a combattere, senza eccessive pretese e infatti, nella maggior parte dei casi entrambi lo facevano per mantenersi in forma, anche se ovviamente la donna non aveva mai permesso al proprio uomo di batterla realmente. La differenza, quel giorno, stava nell'intensità dei colpi e nella concentrazione che Diciotto pretendeva costantemente dal compagno. Nonostante le sue perplessità nei confronti dell'amata, il guerriero non si risparmiò, affrontando con impegno l'addestramento e inoltre, utilizzando le sue migliori tecniche di combattimento, riuscì a contrastare notevolmente la potenza della sua ragazza, ovviamente entro certi limiti, tenuto conto che la forza e la velocità della cyborg erano ancora fortemente superiori alle sue.



Crilin schivò di poco un violento calcio della bionda e immediatamente cercò di rispondere, ma non si accorse del pugno, diretto verso un lato scoperto della sua guardia, che lo centrò in piena mascella, facendolo volare indietro per svariati metri. 

< < Hai coperto bene il tuo lato destro, ma hai lasciato scoperto quello sinistro > > disse Diciotto, con le mani appoggiate ai fianchi, mentre sfoderava un aperto sorriso.

< < Non è una passeggiata difendersi dai tuoi attacchi. In confronto ai tuoi, i pugni di  Freezer sembravano carezzine > > rispose il ragazzo, mentre cercava di rimettersi in piedi.

< < Non essere così drammatico. Forse ai tempi del nostro primo incontro, avrei potuto stenderti facilmente, ma adesso hai le potenzialità giuste per mettermi in difficoltà. Perciò, mio caro, cerca di difenderti, perchè non ci andrò leggera > > disse la cyborg, prima di partire all'attacco.

Crilin optò per un combattimento a distanza e infatti, cercò di tenere la donna distante con molteplici colpi energetici e per diverso tempo la sua tattica funzionò, fino a quando la cyborg aumentò notevolmente la propria velocità. Ella riuscì, così, a evitare tutti gli attacchi energetici dell'avversario e con grande abilità si portò alle spalle dell'uomo, dove potè a sua volta rispondere con le sue onde violacee di energia artificiale, che il terrestre schivò ancora una volta all'ultimo secondo.

Subito dopo, con sua grande sorpresa, Diciotto non potè elaborare la sua prossima mossa, in quanto il guerriero si lanciò su di lei come una furia, questa volta in un violento corpo a corpo e per diversi minuti i due fidanzati si scambiarono, tra cielo e terra, intensi colpi fisici e la stessa cyborg, durante questa fase della lotta, venne centrata da molti pugni o calci dell'avversario, anche se quest'ultimo ne aveva subiti molti di più.

< < Molto bene Crilin. Mi stai facendo divertire parecchio, ma non ho ancora intenzione di chiudere la partita > > disse lei, con tono provocatorio, in un momento di pausa. Ella non mostrava il minimo segno di stanchezza.

< < Ottimo, perchè sono ancora in piena forma e non è escluso che oggi io mi possa prendere una piccola rivincita, dopo tutte le batoste prese da te > > esclamò Crilin, sorridendo, prima di partire nuovamente all'attacco.

Questa volta, però, il suo pugno venne bloccato fermamente dal palmo della mano destra della bionda, la quale immediatamente rispose con una potente ginocchiata, che centrò direttamente lo stomaco del terrestre, il quale incapace di resistere al forte dolore, fu costretto ad inginocchiarsi, mentre con le mani si teneva la parte del suo corpo, violentemente colpita dalla forza della sua donna.

< < Hai avuto troppa foga nell'attaccare, amore. Devi cercare di essere più prudente. Ti ho fatto troppo male? > > chiese la bionda, non senza una lieve preoccupazione nella sua voce.

Il terrestre aspettò che il dolore diminuisse, prima di rispondere. < < Tranquilla, sono abituato a certi colpi, ma hai ragione sul fatto che mi sono esposto troppo > >.

< < Probabilmente, però, ho esagerato con quella ginocchiata, forse dovremmo... > > ma Diciotto non potè finire la frase, poichè il piccolo terrestre si alzò, improvvisamente, in volo e indirizzò verso la ragazza una forte e veloce onda energetica, che costrinse quest'ultima a schivarla con urgenza.

< < Devo presumere che vuoi proseguire, Crilin. Non mi resta che costringerti alla resa > > disse la cyborg, con un ghigno < < Sarà molto divertente > >.

Detto questo, Diciotto non diede tregua al fidanzato, il quale stoicamente non si arrendeva e cercava di reagire ogni volta che poteva, ma egli aveva ormai speso troppa energia e inoltre ricevette un ennesimo potente pugno, che lo fece indietreggiare ancora di più. In seguito, Crilin perse di vista completamente la ragazza e il fatto che ella non possedesse un'energia spirituale, rendeva  per lui  praticamente inutile qualsiasi tentativo di localizzarla e infatti, di colpo, si ritrovò bloccato da una forte presa alle spalle, che gli paralizzò ogni movimento delle braccia. Diciotto lo aveva abbracciato da dietro e anche se lo fece con affetto, per Crilin era impossibile liberarsi, probabilmente anche per la stanchezza e la fatica e per questo decise di arrendersi.

< < Sembra che ho vinto di nuovo, amore > > disse dolcemente lei, mentre, da dietro, gli baciava sensualmente il collo.

< < Devi ammettere, però, che sono molto migliorato > > rispose Crilin, che stava cominciando a eccitarsi.

< < Sono assolutamente d'accordo, anche se è tutto merito mio. Adesso, però, mangiamo in fretta i sensu. Ho diritto a un premio  per la mia vittoria > > disse la bionda con voce sensuale, sorridendo dolcemente di fronte al rossore imbarazzato del compagno, il quale ovviamente dimenticò subito la sconfitta.


Come spesso era avvenuto in passato, Crilin e Diciotto fecero l'amore nella stessa pianura erbosa dell'isola disabitata, dove si erano allenati. La bionda non si stancava mai delle premure continue del terrestre, il quale si era sempre dimostrato un amante disponibile e passionale. La stessa ragazza sapeva, ormai, come regalare tutto il piacere possibile al suo uomo, ad esempio baciando continuamente i suoi pettorali o semplicemente toccandolo in altri punti sensibili, come, d'altronde, anche lo stesso Crilin era in grado di fare, regalando alla sua donna dolci sensazioni di piacere.

Mentre si abbracciavano, si baciavano e si amavano con passione implacabile, i loro corpi nudi sembravano fondersi fra di loro e quando arrivarono al termine del loro amplesso amoroso, entrambi urlarono, al cielo del tramonto, tutto il loro piacere.




< < Tesoro > >.

< < Hmmm > > mugugnò lei, mentre gli accarezzava dolcemente i capelli neri e disordinati.

I due erano ancora sdraiati e  nudi sul meraviglioso manto erboso, che consapevolmente non danneggiavano durante le loro sessioni di allenamento. L'isola, che avevano scelto, era abbastanza grande e i loro combattimenti si svolgevano soltanto nella zona orientale di essa, colma di pianure selvagge e piccoli monti. 

La meravigliosa pianura verdeggiante, invece, situata in prossimità di un piccolo boschetto nella parte occidentale dell'isola, era uno dei loro luoghi speciali, dove i due avevano spesso consumato il loro amore o dato vita a spensierati pranzi all'aperto.

Quando terminarono di fare l'amore, i due rimasero stesi e stretti l'uno con l'altra, nonostante il calare della sera e soprattutto Crilin potè felicemente riprendersi dalle fatiche della battaglia di quel giorno, grazie anche ai dolci massaggi della ragazza, la quale ovviamente conosceva quali parti del suo corpo fossero maggiormente indolenzite.

< < Per quale motivo ci siamo allenati in questo modo oggi? Non che mi lamenti, ma spesso i nostri ritmi non sono così duri e soprattutto non così lunghi > >. chiese Crilin, con tono tranquillo, mentre le sue mani accarezzavano senza sosta il corpo nudo di lei.

< < Devo essere sicura che la tua forza sia  elevata al punto giusto, Crilin. Anche se sei un guerriero potente, sei anche un essere umano  e per questo il tuo corpo deve essere sempre allenato. Oggi ho avuto la conferma che sei capace di difenderti in caso di pericolo. Ma ricordati che questo non ti autorizza ad utilizzare quella tecnica maledetta > > disse la cyborg, evitando di guardare gli occhi neri del compagno.

< < Diciotto ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va. Pensi che si sia un pericolo che ci minaccia? > > chiese il terrestre, con evidente preoccupazione.

Dentro se stessa, la bionda era fortemente combattuta, perchè non voleva allarmare eccessivamente il suo uomo, ma allo stesso tempo non sopportava avere dei segreti con lui.

 < < Crilin, sono consapevole che tu rimarrai sempre uno dei difensori di questo pianeta, nonostante la cosa non mi piaccia per niente. Non mi interessa che tu sia forte come scimmioni di nostra conoscenza.  In realtà, il tuo lato eroico, che ho conosciuto direttamente, è uno dei motivi, per i quali mi sono innamorata di te, anche se non è quello principale. I nemici che minacceranno la pace, saranno sempre dei mostri terribili, che soltanto i Sayan potranno affrontare > >.

La confusione di Crilin, di fronte alle parole tormentate della bionda, aumentò, ma decise di non interromperla, notando la sua chiara difficoltà ad esprimere i suoi timori.

< < Nonostante questo, sono certa che il tuo ruolo sarà sempre importante ed è questo che mi spaventa da morire. Io ti proteggerò sempre, ma allo stesso tempo voglio che tu sia in grado di difenderti dai pericoli che potrai e dovrai affrontare > >.

Diciotto non voleva fare riferimento al pericolo rappresentato dal fratello gemello, ma con le sue parole, ella veramente intendeva riferirsi a qualsiasi nemico avrebbero incontrato in futuro.

 Tuttavia, le sue riflessioni vennero dolcemente interrotte dalle labbra del suo uomo. Il bacio durò a lungo e quando finalmente i due si staccarono, per riprendere fiato, il piccolo uomo si avvicinò all'orecchio della donna sussurrando con amore:

< < Tu non mi perderai, Diciotto > >.

< < Lo credo bene, scemo. Tu sei mio > > rispose lei, sorridendo, non potendo evitare di arrossire.

 La bionda, però, tornò nuovamente seria < < Ho assolutamente fiducia nelle tue capacità. Tuttavia, voglio che tu mantenga la tua energia sempre ben percepibile, quando siamo separati, in modo che io possa sempre localizzarti, grazie al mio radar di androide. Sei un guerriero esperto, perciò sei in grado di mantenere la tua forza  stabile, senza aumentarla eccessivamente e non ci sarà alcuna discussione a riguardo > > concluse Diciotto, prima che il suo uomo potesse ribattere.

< < Questo è un ordine > > confermò la donna.
Crilin si limitò a sospirare rumorosamente e non potè fare altro che accettare le condizioni della bionda.

 < < D'accordo, se questo ti farà stare più tranquilla, farò come dici > > disse il guerriero, siglando la sua promessa con un altro bacio.

< < Ma adesso basta con queste discussioni. Sono quasi le dieci di sera, perciò che ne diresti di andare a mangiare qualcosa in città? > > propose lui allegramente.

< < Va bene, ma niente ristoranti. Non abbiamo vestiti decenti e non ho voglia di fare la figura della stracciona > > rispose la donna, mentre i due si accingevano a recuperare i loro vestiti.

< < Tranquilla amore, oggi ho proprio voglia di una cucina poco calorica. Direi hamburger e patatine fritte > >.

Questa volta fu la ragazza a sospirare, scuotendo la testa, con espressione rassegnata.

< < Fai strada babbeo. Stiamo perdendo tempo > >.




Il dottor Norvus aveva ormai raggiunto il limite della sopportazione. Non era abituato ad essere così nervoso, specie dopo una serie di avvenimenti, che per la sua incolumità si erano rivelati molto favorevoli. Il suo grande mentore, il dottor Gero, era morto per mano delle loro creazioni, mentre la loro più grande opera, il potente Cell, era stata distrutta da un ragazzino. Tutto ciò aveva permesso a Norvus di scomparire, consapevole che i difensori del pianeta non sapevano nulla della sua esistenza. L'unico pericolo era rappresentato dai cyborg C17 e C18 e dal loro odio sconfinato nei confronti di tutto il lavoro che aveva compiuto, insieme al suo grande maestro.

Era un uomo sulla cinquantina, basso e grassoccio, dai capelli bianchi e trasandati, quasi sempre unti e maleodoranti. Viveva in una specie di laboratorio sotterraneo, che aveva costruito nei pressi di una foresta disabitata. In realtà, Norvus si costruì una lussuosa abitazione, grazie ai soldi guadagnati ai tempi dell'esercito del Red Ribbon. Il suo interesse a collaborare, soprattutto con il genio di Gero, era stato sempre economico e tutte le terribili cose che aveva compiuto, erano frutto del suo sconfinato desiderio di arricchirsi ad ogni costo, prima di scomparire agli occhi del mondo.

Quando fu reclutato, era poco più di un ventenne, laureato in ingegneria nucleare e meccanica e grazie al suo sconfinato sapere costruì armi per i cosiddetti soldati rossi per un gran numero di anni e a prezzo del sangue di milioni di innocenti, riuscì immediatamente a costruirsi un imponente patrimonio, ma voleva di più. Non aveva alcun interesse negli obiettivi di conquista del famigerato esercito rosso e la sua visione pragmatica e obiettiva della realtà lo aveva portato, fin dall'inizio, a considerare il loro cammino come una strada verso la morte o verso il carcere a vita.

Norvus non era mai stato uno sciocco o un fanatico ed era fermamente convinto della sconfitta del Red Ribbon, anche se non si aspettava che l'autore di essa sarebbe stato un ragazzino, apparentemente innocuo.

Con la distruzione dell'ultima base, il dottore era certo della fine del suo sogno, ma il destino volle diversamente, poichè lo portò a incontrare l'uomo che avrebbe ulteriormente cambiato la sua vita.

 Grazie al dottor Gero, Norvus riuscì a fuggire e insieme al suo nuovo maestro, si finse morto per anni e in questo modo potè proseguire le sue ricerche, questa volta sotto la guida di una mente superiore.

Insieme, costruirono molti androidi, ma il loro lavoro diabolico non aveva limite, per via soprattutto dello sconfinato odio di Gero nei confronti di Son Goku e di tutti i difensori del pianeta. Norvus, insieme al suo capo, rapì molte persone, sulle quali sperimentarono le loro teorie meccaniche e cellulari e dopo vari insuccessi, riuscirono finalmente a creare i due cyborg perfetti. Il tentativo si concretizzò con due innocenti ragazzini, due gemelli, che persero così la loro umanità. Sia la ragazza che il ragazzo subirono pene terribili e Norvus ne era uno dei principali responsabili.

In verità, i cyborg 17 e 18 facevano parte di un piano molto più complesso. Essi erano stati creati non solo per uccidere i guerrieri, ma soprattutto per dar vita alla loro creazione più grande, l'essere perfetto.

Tuttavia, come avevano stabilito all'inizio della loro collaborazione, Norvus aiutò Gero a terminare il progetto ' ' Cell ' ', in seguito, incassò un'ultima somma di denaro per i servizi resi, per poi sparire definitivamente, con l'intenzione di godersi finalmente tutti i piaceri della vita, grazie all'enorme quantità di denaro raccolta. Lo fece, per prudenza, prima che il dottore potesse svegliare di nuovo i cyborg C17 e C18. Temeva la loro ira non espressa più di ogni altra cosa.

Ora la sua vita era minacciata proprio da una di quelle vittime del suo passato. Era quasi svenuto, quando un giorno come tanti, in un villaggio sperduto, incontrò l'essere che meno desiderava rivedere in tutto l'universo, il cyborg C17 e tutto ciò, quasi un anno dopo il famoso Cell Game.

Incredibilmente, però, quest'ultimo decise di non ucciderlo e fu da quel momento che venne costretto a servire in qualsiasi modo possibile il ragazzo, che aveva trasformato in macchina. All'inizio le sue richieste erano fortemente banali. C17 lo sfruttava per la costruzione di motori,  macchine,  astronavi e  armi umane, queste ultime utilizzate per la grande passione del cyborg: la caccia.

Tuttavia, dopo un certo evento, che sconvolse lo stesso Norvus, le cose cambiarono. La cyborg C18 era andata a vivere con uno dei loro principali nemici e ciò scaturì l'immensa rabbia del fratello gemello, il quale iniziò a pedinare costantemente il piccolo guerriero, chiamato Crilin, elaborando continue strategie di attacco. Ma tutti i piani di battaglia di C17 si scontravano con un unico principale problema: la forza spirituale dei difensori del pianeta.

Nel momento in cui, chiunque di loro si fosse trovato in una situazione di pericolo, tutti gli altri compagni sarebbero di certo intervenuti e C17 sapeva di essere inferiore alla maggior parte di essi. Per questo, il suo piano coinvolse inevitabilmente il dottor Norvus e le sue capacità in campo tecnologico.

I loro confronti si erano fatti sempre più frequenti e burrascosi e per difendere la sua vita, l'ex allievo del dottor Gero fece di tutto per trovare una soluzione e dopo vari tentativi, alla fine riuscì a idearla. Ed ecco il motivo del suo grande nervosismo. Era un lavoro, dal quale dipendeva il suo destino e la sua incolumità.



C17 atterrò con calma nei pressi della disabitata foresta, proprio davanti alla botola, che costituiva l'entrata della casa del suo alleato o per meglio dire del suo schiavo. Sperava che il buffone avesse preparato tutto in modo appropriato, in modo da realizzare finalmente il suo piano. Era pronto anche a torturarlo e sicuramente l'avrebbe fatto con gioia.

Senza indugiare, il cyborg entrò nell'ormai familiare abitazione del dottore e con soddisfazione lo trovò al laboratorio, ancora intento a completare il dispositivo, centro di tutta la sua strategia.

< < Buona sera dottore dei miei stivali, come procede il lavoro > > chiese il cyborg, con il suo solito tono sprezzante.

< < Mi hai dato poco tempo per un dispositivo così complesso, ma ormai siamo quasi alla conclusione > > rispose Norvus, cercando di contenere rabbia e frustrazione.

La mano destra di C17 afferrò bruscamente la gola dell'uomo, sbattendolo con violenza contro il muro < < Ti ho concesso fin troppo tempo e ti ho anche avvertito di essere più gentile con me, caro dottore. Ti potrei uccidere con la stessa facilità di come si schiaccia una formica > > disse il ragazzo, con tono velenoso, mentre il viso di  Norvus perdeva visibilmente colore.

L'androide lo lasciò andare e l'uomo cadde in ginocchio tossendo rumorosamente, maledicendosi per la propria imprudenza.

< < Te lo chiedo di nuovo, dottore. Quanto tempo ci vorrà ancora? > >.

< < Credo che fra due settimane tutto sarà pronto > > rispose l'uomo, ancora chiaramente provato, mentre debolmente si rimetteva in piedi.

< < Bene, ormai conosco a memoria tutti gli spostamenti di quel microbo, perciò so esattamente in quale posto tendere la trappola > > disse C17.

< < Ancora non capisco il motivo di questa strategia. Perchè non ti limiti a ucciderlo e basta > > chiese Norvus, non potendo contenere la sua curiosità.

< < Mi sorprende che una mente come la sua, caro dottore, non abbia ancora compreso quale sia il mio vero obiettivo > > rispose il cyborg sorridendo.

Il dottore lo guardò con espressione confusa, senza sapere come rispondere.

< < Il mio unico obiettivo è quello di riprendere mia sorella e questo dispositivo è la chiave di tutto. Il suo nano da giardino attraversa molto spesso una lunga distesa desertica, circondata da molti monti. Raggiunge, tramite quella strada, una città, dove sbriga varie commissioni e anche se mi disgusta il pensiero del tanto tempo perso a pedinarlo, ho scoperto che lui passa in molte occasioni da quelle parti > >.

< < Quando il dispositivo sarà pronto, io lo azionerò proprio in quella zona desolata e immediatamente le onde magnetiche che ne usciranno, impediranno a tutti di individuare la forza del piccoletto. Ne il radar artificiale di C18, ne le capacità sensoriali degli amici di Goku potranno percepire la sua energia, almeno fino a quando il nanetto si troverà nella zona specifica. Non lo troveranno tanto presto e io avrò tutto il tempo di chiacchierare a modo mio con l'animaletto della mia dolce sorellina > >.

< < Ma ancora non capisco la ragione. Per quale motivo lo attirerai in questa trappola? > > chiese ancora il dottor Norvus.

< < Sei ingenuo, dottore. Se lo uccidessi semplicemente, oltre ad essere attaccato e distrutto dai suoi compagni, probabilmente dovrei anche contrastare l'ira di C18, che a quanto pare lo ama veramente. Per questo la mia strategia sarà un'altra. Io lo costringerò a fare una scelta > >.

< < Che intendi dire, C17? > >.

< < Sono due le alternative che gli proporrò. La prima è quella di fuggire, rinnegando e abbandonando per sempre il suo folle amore per mia sorella, mentre la seconda scelta è quella di combattere fino alla morte contro di me, accettando l'amore o qualsiasi cosa, orribilmente umana, senta di avere con C18. Probabilmente sceglierà la seconda alternativa, almeno inizialmente, ma ricordo con precisione la prima volta che lo vidi, senza contare che ho schiacciato la testa del tuo paparino proprio davanti a lui > > concluse il cyborg, sempre con un sorriso arrogante.

< < In questo modo speri che C18 torni ad essere la tua compagna di una volta > > disse debolmente l'uomo, sperando di non scatenare nuovamente l'ira dell'androide.

< < Il piccoletto non combatterà realmente contro di me. Il terrore lo vincerà, come accadde quando io e mia sorella strapazzammo tutti i suoi compagni. Egli fu l'unico a non muovere un dito per contrastarci. A quel punto  C18 potrà finalmente comprendere l'enormità dello sbaglio che ha commesso, soprattutto nei miei confronti > >.
Ci fu un momento di silenzio e il dottor Norvus si finse concentrato sul dispositivo rettangolare, ormai quasi del tutto funzionante. L'uomo sperava ardentemente nell'immediata conclusione di quella discussione.

< < Ebbene dottore, aspetterò altre due settimane. Ricorda che è in gioco la tua vita > > disse l'androide, prima di congedarsi, lasciando il dottor Norvus chiaramente spaventato per i futuri e incerti avvenimenti.

C17 uscì dalla botola e notò che era quasi l'alba. Prese il volo e per diverso tempo non riuscì a cancellare un sorriso soddisfatto dal suo viso.
La sua strategia era completa e  il suo attacco pronto a realizzarsi.


Fine CAPITOLO 5.

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Capitolo 7
*** Agguato nel deserto ***


Capitolo 6   Agguato nel deserto.


Erano rare le volte, in cui Diciotto non arrivava ad ammirare la splendida alba dell'isola di Kame House. Il suo sonno era sempre stato molto leggero e sebbene anche lei avesse bisogno di dormire, come un vero essere umano, nella maggior parte delle volte le bastavano poche ore di sonno, per sentirsi riposata realmente.  Ciò era dovuto al suo stato di cyborg, che l'aveva portata a superare le naturali inibizioni umane. Persino nell'alimentazione, la bionda necessitava di piccole quantità di cibo per nutrirsi, anche se il fatto di stare con Crilin, le aveva permesso di scoprire la gioia di mangiare,  scoprire nuove pietanze e soprattutto  cucinare e negli ultimi tempi era diventata sempre più brava, con grande felicità sia del giovane terrestre che del maestro Muten.

Capitava di frequente che la ragazza si svegliasse alle prime luci del mattino, ma nonostante questo, ella amava rimanere a letto, nella più assoluta comodità, quasi sempre abbracciata al suo uomo, godendo della morbidezza delle lenzuola e del profumo del compagno, il quale solitamente continuava a dormire profondamente.

Anche quella mattina la bionda si era svegliata presto e come consuetudine, era rimasta a letto, osservando il piccolo uomo dormire, mentre gli accarezzava teneramente i disordinati e morbidi capelli neri. Non poteva evitare di sorridere ogni volta che ricordava i primi tentativi timidi e buffi del guerriero di far colpo su di lei. Quest'ultimo faceva di tutto per farla stare bene e nei primi tempi di convivenza, Crilin accettò qualsiasi cosa, da quella più banale a quella più rilevante. Aveva ceduto alla ragazza la sua camera, l'aveva aiutata a sistemarsi, comprandole vestiti e accessori, permettendole di costruirsi una vita, ma più di ogni altra cosa, Crilin aveva accettato, fin dal primo momento, la possibilità di non aver mai potuto essere ricambiato dalla bionda e nonostante questo, egli decise ugualmente di sostenerla in qualsiasi modo possibile, senza chiedere nulla in cambio e sopportando costantemente la sua freddezza.

Gradualmente, la gentilezza incondizionata del guerriero scaldò sempre di più l'apparente freddo cuore della cyborg, la quale finalmente vide nella sua vita una vera strada da poter seguire. Una luce dopo un passato tenebroso.

Permise, così, al piccolo uomo di entrare a piccoli passi nel suo cuore e senza rendersene conto la cyborg si innamorò perdutamente di lui, dando vita alla loro incredibile storia d'amore, piena di alti e bassi, ma sempre in costante evoluzione. La sua felicità, di stare insieme a Crilin, era per lei disarmante ed era ormai sicura di non poter affrontare una vita diversa, senza  l'uomo che amava.

Diciotto continuava ad osservare il fidanzato, con un piccolo e dolce sorriso stampato sul suo viso e non fu sorpresa del fatto che egli continuasse a dormire profondamente. Negli ultimi giorni l'aveva costretto a sostenere duri allenamenti e ovviamente anche se lei sentiva di rado gli effetti della stanchezza e della fatica, lo stesso non si poteva dire per un normale essere umano.

Non sapeva spiegare il motivo, ma la bionda adorava osservare il terrestre dormire, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente. Alcune volte, si sentiva come se fosse la protettrice dei sogni del suo uomo e infatti quando le capitava di assistere a uno degli incubi ricorrenti del guerriero, la bionda faceva di tutto per consolarlo, abbracciandolo e accarezzandolo, fino a quando il  sonno di lui non tornava ad essere tranquillo. Per lei, Crilin aveva fatto la medesima cosa innumerevoli volte, a causa dei ricordi terribili di Cell e del diabolico dottor Gero, che spesso tormentavano le notti della cyborg.

Passò diverso tempo abbracciata al terrestre, in certi momenti persino sonnecchiando leggermente, fino a quando i piccoli movimenti e i leggeri mormorii di quest'ultimo le preannunciarono il suo imminente risveglio.

< < Hmmmf > > mormorò Crilin, stringendosi inconsciamente di più alla ragazza.

< < Ben svegliato, dormiglione > > mormorò sorridendo la bionda, mentre gli baciava dolcemente la fronte.

Crilin credeva fermamente, che  non si sarebbe mai stancato di vedere, come prima cosa ogni mattina, il sorriso della sua donna. Quest'ultima, ancora nuda come il compagno, appoggiò la testa sulla spalla del terrestre, accarezzando lentamente i pettorali scolpiti e pieni di cicatrici del guerriero.

< < Quanti uomini possono dire di avere la mia stessa fortuna > > esordì Crilin, sistemando dietro l'orecchio una ciocca dei capelli dorati di lei.

< < Ah è così. Saresti un uomo fortunato > > rispose lei, scrutandolo attentamente.

< < Proprio così, mia cara. Non tutti hanno la fortuna di svegliarsi ogni mattina, davanti a una creatura tanto magnifica > > disse tranquillamente  Crilin,  non potendo evitare di arrossire.

Neanche Diciotto potè evitare un certo rossore sul suo viso e probabilmente anche per superare l'imbarazzo, si chinò verso il ragazzo per baciarlo, il quale rispose con lo stesso entusiasmo, mentre sorrideva sulle labbra di lei.

< < Ti vedo particolarmente romantico questa mattina. Hai fatto qualcosa di stupido che dovrei sapere oppure stai solo cercando di evitare il nostro allenamento quotidiano > >.

< < In realtà pensavo a entrambe le cose. Sono consapevole che il mio lato romantico sia irresistibile > > scherzò lui, guadagnandosi un piccolo scappellotto sulla testa.

< < Spero che sia così solo per me, altrimenti sarei costretta a spezzare le ossa a molte donne di questo pianeta > > concluse la cyborg, prima di tornare a baciarlo e questa volta con maggiore passione di prima.

Diciotto salì sopra il compagno, il quale iniziò subito ad accarezzare le parti più sensibili della bionda, la quale, ben presto, non riuscì più a trattenere puri gemiti di piacere.

Le loro labbra si incontrarono in un altro bacio appassionato, mentre con le  mani non smettevano mai di accarezzarsi. Trascorsero diversi minuti di passione, prima che entrambi esplosero in tutto il loro piacere.




Dopo aver finito di fare l'amore, Crilin e Diciotto fecero colazione insieme e con grande stupore del guerriero, l'organizzazione della giornata, ovviamente elaborata dalla fidanzata, non era quella che si sarebbe aspettato. 

< < Ci siamo allenati molto nelle ultime tre settimane e devo ammettere che sei migliorato parecchio > > disse Diciotto, con evidente orgoglio nella sua voce < < Anche se contro di me non hai ancora alcuna speranza, mio caro > > aggiunse con un sorrisetto.

< < Ma se un paio di volte ho persino sfiorato la vittoria > > protestò il piccolo uomo, anche se lusingato per i complimenti della fidanzata.

< < Beh, mi piace illuderti, per rendere le cose più interessanti > > sussurrò lei, prima di dargli un soffice bacio sulla  guancia.

< < Comunque, oggi ho deciso che riposeremo entrambi. Sono ormai convinta che puoi fronteggiare ogni pericolo. Sei in grado di battere avversari notevoli, mentre con nemici più forti, potrai resistere il tempo necessario, prima almeno del mio arrivo o di quello di Gohan > >.

< < L'altro giorno mi avevi detto che siamo un po' a corto di viveri. Bene, oggi ti consiglio di fare la spesa e di rilassarti per tutta la giornata. Io troverò un altro modo per trascorrere il pomeriggio > > aggiunse la ragazza, mentre entrambi sparecchiavano la tavola dai resti della colazione.

Crilin la guardò con un enigmatico sorrisetto < < Mi sbaglierò, ma penso che tu abbia giù un programma ben definito, amore > >.

< < Semplicemente la tua amica Bulma ha organizzato un'altra mega lotteria e io intendo vincerla a qualsiasi costo > > disse Diciotto, con aperta noncuranza.

Il piccolo uomo emise un sospiro divertito, mentre seguiva la bionda nella loro camera. Come aveva sospettato, la sua fidanzata aveva idee chiare per la giornata e ciò lo rese felice, vedendola spensierata e piena di modi, con cui svagarsi e divertirsi.




< < Ricordati, Crilin. Mantieni sempre la tua forza ben percepibile. Sempre > > lo avvertì la cyborg sulla spiaggia della Kame House.

Crilin si limitò a levitare leggermente, fino a portarsi all'altezza della sua donna, posando le  mani su entrambi i lati del  viso di lei < < Puoi stare tranquilla, amore. Divertiti, mi raccomando. Ci vediamo stasera > > la salutò, baciandola leggermente, prima di prendere quota e iniziare a dirigersi verso la città di Satan City.

Diciotto guardò il suo ragazzo scomparire verso l'orizzonte, prima di rientrare in casa, per prepararsi a sua volta per la lotteria della scienziata, anche se, suo malgrado,   non riusciva a cancellare, dal suo cuore, una strana e persistente sensazione di paura.



Crilin volava tranquillamente, a velocità costante, verso la grande metropoli, dove sbrigava la maggior parte delle sue commissioni. Era uno splendido pomeriggio di sole e per questo il terrestre sperava di concludere rapidamente il momento delle compere.

< < Magari dopo andrò a trovare Gohan e Goten. E' da una settimana che non li vedo > > pensò allegramente Crilin.

Il piccolo Goten era venuto alla luce. circa nove mesi dopo il Cell Game. Il bambino era il ritratto del padre e ancor più del fratello, aveva ereditato il carattere allegro e semplice del Sayan leggendario. 

Prima della feroce battaglia contro Cell, Goku aveva deciso di nominare Crilin come padrino del bambino, una volta nato; un onore, che il piccolo uomo accettò con grande felicità, lusingato, tra l'altro, di ricevere il consenso sincero anche della stessa Chichi.

Goten nacque proprio durante il periodo, in cui iniziò l'incredibile relazione fra Crilin e la bella cyborg e il terrestre ricordava con gioia la serata, in cui si svolse la cerimonia, che formalmente gli diede la nomina di padrino, mentre Bulma fu nominata madrina, per volontà di Chichi.

Rammentava con un sorriso quella celebrazione, anche perchè per la prima volta, Diciotto lo accompagnava in un contesto, dove non si trovavano da soli, data la normale diffidenza che la cyborg provò per molto tempo, verso coloro che, una volta, doveva considerare come nemici mortali.  La ragazza capì l'importanza di quella serata per Crilin e per questo vinse tutte le sue previsioni riguardo a possibili vendette, soprattutto ovviamente da parte di un certo principe alquanto vendicativo, anche se, tra i presenti, gli unici a non essere trattati da lei con freddezza glaciale erano il suo ragazzo e Gohan. 


Tuttavia, in quell'occasione come in altre, Crilin potè chiaramente percepire l'amore che Diciotto provava per lui, anche se gli altri non lo vedevano.







Acceso dalla volontà di trascorrere il pomeriggio con i suoi nipoti adottivi, Crilin aumentò la velocità del suo volo e in breve giunse nell'immensa distesa desertica, che precedeva la regione, dove era situata la città di Satan City. Si trattata di una zona arida, delimitata da piccole e numerose catene montuose, dove le condizioni di vita erano proibitive, soprattutto per un normale essere umano. Molte volte, in passato, Crilin si era allenato in quel deserto, per ordine ovviamente del suo maestro e in pochi altri posti sul pianeta, il giovane sperimentò terribilmente la fatica e la fame, per il caldo continuo e la scarsezza di cibo. 

Quel luogo desolato spinse il guerriero a volare alla massima velocità e per questo mantenne fortemente elevata la sua forza spirituale. In breve, come molte altre volte prima, egli si inoltrò, in modo deciso, in pieno deserto e fu allora, che accadde ciò che il piccolo uomo non avrebbe potuto nemmeno minimamente immaginare.



Un calcio di inaudita potenza, proveniente dall'alto, colpì la schiena del terrestre, facendolo precipitare. Era una fortuna che la sua forza fosse ad un livello sufficientemente elevato; ciò evitò che la spina dorsale si spezzasse completamente. Il colpo, tuttavia, fu così forte, che Crilin non potè arrestare la sua caduta verso il suolo, fino a quando non venne fermato dalla terra stessa. 

L'impatto fu tanto devastante, da creare una profonda buca, dove il piccolo uomo si trovò quasi completamente sotterrato dalla sabbia del deserto.

Con fatica, il giovane cercò disperatamente di focalizzare la realtà che lo circondava. La sua vista era ancora annebbiata e sentiva un intenso dolore alla schiena, ma ciò che più lo terrorizzava era l'ignoto. Non aveva percepito nessun nemico, ma la potenza del calcio subito, gli fece subito capire di trovarsi in serio pericolo.

Facendosi forza, Crilin uscì, strisciando, dalla buca e una volta rimesso in piedi, cercò disperatamente il misterioso avversario, purtroppo solo con la propria vista.

< < E' da un pezzo che non ci vediamo, nanetto > > disse improvvisamente una voce arrogante alle sue spalle. Una voce che conosceva.

Crilin rimase sconvolto nel vedere la figura del cyborg C17 di fronte a sè. Non lo vedeva dai tempi della guerra e sinceramente, dopo il suo fidanzamento con Diciotto, egli credeva che ormai il fratello della ragazza si fosse integrato, in qualche modo, alla vita normale sulla Terra, anche se aveva potuto notare il fatto che la sua donna lo aveva ben poche volte nominato negli ultimi due anni.

< < C17 che cosa succede? Per quale motivo mi hai attaccato? > > chiese Crilin spaventato.

Il cyborg si limitò a rispondere con un nuovo attacco. Sparò verso il guerriero due potenti onde energetiche, di colore giallastro, che quest'ultimo evitò all'ultimo secondo, ma ancora una volta il giovane perse di vista l'avversario, il quale comparve alle sue spalle, colpendolo con un poderoso pugno alla mascella, che lo fece volare per diversi metri. 

Con un colpo di reni, Crilin riuscì a non finire completamente al tappeto e aumentando la sua forza spirituale, rispose all'attacco, evitando tutti raggi, che nel frattempo l'avversario sparava in continuazione. C17, con un sorriso di scherno, evitò i calci e i pugni del rivale e sfruttando un'apertura nella sua guardia, lo colpì con una violenta gomitata, che  procurò al terrestre una brutta ferita sulla tempia sinistra e questa volta il guerriero non potè evitare di finire completamente steso a terra.

Ancora una volta, lottò con se stesso per rialzarsi nel più breve tempo possibile e quando il suo udito tornò normale, potè udire la risata arrogante del fratello gemello della donna che amava.

< < Mi sorprende che tu abbia tentato di attaccarmi, nanerottolo. Quando io e mia sorella stendemmo i tuoi amici, non hai fatto altro che guardare come un moccioso impaurito > >.

Crilin non rispose, cercando di radunare tutta l'energia possibile, mentre con una mano si puliva il sangue che gli colava sull'occhio sinistro.

< < Bene, direi che possiamo proseguire ancora. Voglio vedere fin dove puoi arrivare > > disse C17, assumendo un'espressione glaciale.

< < Aspetta C17.... > > ma Crilin non potè proseguire, poichè l'avversario lo attaccò come una furia.

In breve lo scontro si fece sempre più violento e anche se il piccolo uomo subì diverse ferite, l'androide rimase sorpreso dei suoi miglioramenti e più di una volta egli stesso venne colpito duramente. 

Crilin schivò in rapida successione calci e pugni dell'avversario e con destrezza e abilità, si abbassò evitando un altro colpo e con forza colpì lo stomaco dell'androide e subito dopo, richiamando tutta la sua energia sui palmi delle mani, attaccò, collegando la sua forza con l'aria, centrando in pieno petto l'avversario. Ciò scatenò una potente onda d'urto, che scaraventò il cyborg verso una parete rocciosa, distruggendola completamente.

Crilin rimase immobile, ancora con le mani posizionate in avanti, dopo l'attacco effettuato con successo. Fissava le macerie, dove era finito il suo nemico, ed era consapevole che il combattimento non era affatto terminato. Sperava di poter continuare a resistere, prima dell'intervento della sua donna o di Gohan. Ormai entrambi dovevano aver percepito il pericolo in cui si trovava.

L'androide si liberò dalle macerie e anche se aveva ricevuto parecchi colpi, era ancora al massimo della sua potenza. Si avvicinò lentamente al suo nemico, il quale respirava rumorosamente, senza contare che le sue ferite erano molto più gravi.

< < Sei già stanco, nanetto? Non lo avrei mai detto > > disse C17, sfoderando il suo solito sorriso di scherno.

< < Per quale motivo stiamo combattendo C17? Io non sono tuo nemico > > chiese il giovane, sperando di scoprire finalmente le motivazioni del rivale.

< < Ti sbagli amico mio. Io sono stato programmato per ucciderti, cosa che mia sorella sembra aver dimenticato > >.

< < Tua sorella non è mai stata mia nemica, perchè fin dal primo momento, dopo il vostro risveglio, lei aveva deciso di non avere nulla a che fare con il dottor Gero > >.

Il cyborg colpì violentemente il guerriero con un calciò, che stese decisamente il già provato umano, affaticato da uno scontro, che era durato diversi minuti.

< < Tu parli troppo, tappetto. Le mie motivazioni non devono interessarti > > disse C17, fissando l'avversario, ancora steso a terra.

< < Tuttavia, sbagli se pensi che io sia venuto qui, al solo scopo di farti fuori. Non ne vale la pena e gradirei non sporcarmi inutilmente con il sangue di  un miserabile come te > > affermò il cyborg con disprezzo.

< < Che cosa vuoi allora? > > chiese debolmente Crilin, mentre coraggiosamente si rimetteva in piedi.

C17 allargò il suo sorriso e sotto lo sguardo confuso del piccolo uomo, si sedette con calma su un masso.

< < Per prima cosa mi sento in dovere di consigliarti di smettere di sperare nell'intervento di qualche tuo compare o peggio di mia sorella. Nessuno potrà localizzarci in questa zona > >.

Crilin lo fissò ancora più spaesato < < Come è possibile? > >.

< < Posso solo dirti che la tecnologia di oggi è assolutamente miracolosa > > rispose C17.

< < Sai, non ho mai sopportato il fatto che mia sorella abbia deciso di seguire un inutile essere come te. Le avrai fatto il lavaggio del cervello ed è questo il motivo per il quale oggi noi due stiamo avendo un così piacevole incontro > >.

< < Nonostante l'odio che provo per tutta la razza umana, tu mi sei simpatico ed è per questo che ti permetterò di fare una scelta. Assolutamente libera si intende. Sarai tu a decidere la tua sorte > >.
La confusione e la paura erano ancora forti in Crilin, il quale sperava di avere ancora la forza necessaria, per poter sostenere un'ipotetica prosecuzione dello scontro.

< < Ti permetto di lasciarti andare con le tue gambe. Posso risparmiare la tua inutile vita, ma in cambio dovrai lasciare stare per sempre mia sorella. Dovrai finirla con questa storia patetica dell'amore per lei. Potrai dirle qualsiasi cosa: che improvvisamente la consideri un orribile mostro o che hai trovato un'umana molto più attraente. L'importante è che tu sparisca dalla sua vita, così che tutta questa follia abbia definitivamente una fine > >.

Immediatamente, il piccolo uomo dimenticò paura, fatica e dolore e provò soltanto una rabbia selvaggia, che poche volte aveva sperimentato nella sua vita, ma non disse nulla.

< < La scelta alternativa, ovviamente, è quella di proseguire questa lotta, senza speranza per te. Forse puoi pensare, nel tuo cervellino, di sacrificare la vita per difendere il tuo legame con Diciotto, ma ti assicuro che dopo la tua morte, lei si dimenticherà completamente di te. Forse dopo alcuni anni, ma ricordati che noi siamo immortali. Perciò, nanetto, ti consiglio di essere furbo. Piantala con queste sciocchezze e proteggi te stesso > >.

Crilin continuava a fissare il rivale con sguardo duro e deciso e ancora non proferiva parola.

< < Allora, piccolo uomo, ti offro questa possibilità di scelta. Cosa decidi? > > terminò l'androide, alzandosi nuovamente e ponendosi di fronde al giovane.

Quest'ultimo sospirò rumorosamente e come spesso era avvenuto in passato, si preparò a difendere la sua vita e i suoi legami, fin dove possibile.

< < La prima volta che vi ho visti, C17, ho veramente avuto paura, ma è durata poco. Anche quando sconfiggeste i miei compagni, avevo percepito, non so come, di non avere di fronte dei mostri assassini. Questo soprattutto guardando Diciotto, ma lo stesso valeva anche per te > >.

Ascoltando le sue parole, C17 assunse un'espressione indefinibile.

< < Forse il motivo è che in passato ho realmente conosciuto e visto la crudeltà di un vero mostro. E' vero che in ogni battaglia, provo sempre una paura immensa, perchè so quanto può essere terrificante la morte. Ora comprendo bene le tue ragioni. Hai sofferto, perchè hai creduto di perdere la persona più importante della tua vita. Diciotto mi ama sinceramente e io amo lei perdutamente e lo farò sempre. Questo non esclude il vostro legame e sono certo che sei tu il motivo per il quale siete così lontani, anche se cerchi di attribuire ogni responsabilità a me > >.

< < Quando parli di scelte, non sai nemmeno a cosa ti riferisci. Avrai una forza superiore alla mia, ma questo non ti rende migliore degli altri, C17. Possiedi sicuramente la forza per uccidere gli esseri viventi, ma essa non ti permetterà  di distruggere anche i legami delle persone. Mi chiedi di smettere di amarla e mi hai dato due alternative > >.

< <  Confermo che le opzioni sono due, ma sono diverse dalle tue. La prima è che Diciotto decida di non stare più con me, di sua volontà, mentre la seconda è quella di perdere la mia  vita e bada, in nessuna delle alternative possibili, io smetterei di amarla > > terminò Crilin, non smettendo mai di fissare l'androide, con tutto il coraggio, di cui era capace.

< < Bel discorso, nanerottolo, Devo dedurre che hai preso una decisione > > chiese C17, tornando a sorridere.

< < Scelgo di difendere la mia vita, C17, in tutto ciò che essa rappresenta, anche se devo battermi contro di te all'ultimo sangue. La mia vita, senza Diciotto, non vale nulla > > confermò il guerriero, assumendo una posizione di difesa.

Improvvisamente, C17 scomparve, sotto gli occhi sorpresi dell'avversario e quando ricomparve, Crilin ricevette una terribile ginocchiata allo stomaco, che ebbe l'effetto di fargli vomitare una grossa quantità di sangue.

 Il piccolo uomo, non potendo sostenere l'enorme dolore, si inginocchiò a terra, continuando a sputare sangue.

< < Bene, direi che è il momento di entrare sul vivo della partita. Cerca di rispettare la tua decisione, nanerottolo > > disse C17, mentre saliva lentamente in aria.

Il cyborg aprì il palmo della mano destra e lo indirizzò verso il guerriero, ancora inginocchiato a terra, mentre con entrambe le mani si teneva lo stomaco.

Dalla mano dell'androide nacque una pallida luce, che divenne sempre più grande. Questa volta l'attacco era mortale e Crilin non riusciva a reagire, a causa del dolore intenso.

Nonostante la situazione disperata, una certa calma e consapevolezza invase il piccolo uomo, il quale alzò lo sguardo verso il fratello della sua amata, concentrandosi sui suoi occhi, color ghiaccio, così simili a quelli di lei, mentre quest'ultimo era pronto a lanciare il suo attacco.

Ma anche Crilin era pronto.

< < Mi dispiace, amore mio. Oggi sarò costretto a non rispettare la promessa che ti avevo fatto. La tecnica proibita, per difendere qualcosa, che vale più della mia vita. Sono costretto a farlo > >.

Una selvaggia e potente energia blu circondò completamente il corpo del giovane Crilin.


 

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Capitolo 8
*** La tecnica della fermezza naturale ***


Capitolo 7  La tecnica della fermezza naturale.


Per molto tempo, la paura era  rimasta una sensazione completamente sconosciuta per la cyborg Diciotto. Con la terribile trasformazione, il diabolico dottor Gero distrusse tutti i ricordi precedenti della ragazza. Per questo, dopo il suo risveglio, Diciotto era vagamente consapevole di cosa fosse realmente la paura, ma non smise mai di provare un odio profondo e sconfinato per il suo aguzzino, per sofferenze inimmaginabili, anche se non le rammentava chiaramente. Sapeva di averle provate e di aver perso la propria umanità. Quando ella si trovò di fronte ai difensori del pianeta, era pronta a combattere con freddezza e senza alcuna paura o pietà.  Non conosceva la paura non solo per la sua nuova forza smisurata di androide, che nella sua arroganza, l'aveva portava a ritenersi invincibile e invulnerabile, ma soprattutto per le esperienze terribili, che aveva già vissuto.

 Credeva fermamente di non avere più nulla da perdere e di non poter più provare nuovamente orrori così grandi.

Tuttavia, ben presto Diciotto si accorse dell'enormità del suo sbaglio, di non essere la creatura superiore, che credeva di essere. Il mostro verde, chiamato Cell, fece nuovamente conoscere alla cyborg, la terribile sensazione del terrore e dell'impotenza. Trovarsi minacciata e  braccata, da una creatura terrificante le fece comprendere l'importanza della vita e fu proprio in quei momenti così drammatici, che la ragazza giurò, dentro se stessa, che non avrebbe mai fatto provare quelle terribili sensazioni ad altre persone.

L'incontro con Crilin la spinse verso questa strada. Vedere un suo nemico, rischiare la sua vita e quella del mondo intero per salvarla, la colpì profondamente e risvegliò in lei nuovi sentimenti e per la prima volta Diciotto si sentì viva e soprattutto umana.

Inizialmente, ciò che provava per il giovane guerriero la spaventava profondamente, ma ben presto prese la decisione di  abbracciare con forza e gioia tutto quello che sentiva, iniziando a vivere realmente.

Così , la bionda iniziò a provare un altro tipo di paura, completamente nuova per lei. La paura di perdere la persona che amava con tutta se stessa.
Dopo l'inizio della sua storia con Crilin, Diciotto divenne, inevitabilmente, estremamente protettiva nei confronti del ragazzo. Ella sapeva, allo stesso tempo con orgoglio e amarezza, che il suo uomo sarebbe rimasto uno dei difensori del pianeta, consapevole, inoltre, che era proprio questo suo aspetto della sua vita, che li aveva fatti incontrare e la cyborg aveva anche ammesso, anche se non apertamente, che il suo lato gentile ed eroico fosse uno dei motivi, che l'aveva portata ad innamorasi perdutamente di lui.

La bionda contava sul fatto che, nei momenti di massimo pericolo, il suo amato avrebbe sempre avuto il supporto dei suoi compagni, ma più di ogni cosa era fermamente determinata ad intervenire  lei stessa, con tutta la sua forza di androide. Non per niente era lei ad essere la più forte tra loro due e come tale si sentiva in dovere di difendere l'uomo che amava, con tutta la sua forza.

Tuttavia, la bella cyborg non contemplò mai la possibilità di non poter intervenire, per difendere il suo uomo e fu proprio durante la mega lotteria, organizzata dalla scienziata Bulma, che Diciotto sperimentò questa terribile esperienza.

Aveva deciso di partecipare a quel gioco, per svagarsi, ma fin da quando si era separata dal compagno, quella mattina, non era riuscita a superare una sensazione perenne di malessere e di preoccupazione. Grazie al suo radar, era rimasta sempre concentrata al massimo sugli spostamenti di Crilin e ben presto, il fatto che la situazione sembrasse tranquilla, alleviò notevolmente i suoi timori.

 All'improvviso, però, l'energia spirituale del terrestre scomparve misteriosamente dal suo radar, come se essa non fosse mai esistita.

 Immediatamente, il suo respiro si fece molto più pesante e la cyborg sentì il proprio stomaco stringersi con violenza. Più cercava di calmarsi e di concentrarsi, per ritrovare la posizione del suo uomo senza successo, maggiore divenne la sua paura.

Incurante degli sguardi sconvolti dei presenti, Diciotto salì in volo, abbandonando il lussuoso giardino, nel quale si stava svolgendo la lotteria e acquisendo subito la sua massima velocità, la cyborg si diresse verso il luogo, dove per l'ultima volta aveva percepito l'energia del compagno.

< < Non è successo niente, non è successo niente, non è successo niente > > si ripeteva continuamente la ragazza, durante il volo.

Ormai la paura di Diciotto era massima, ma accanto ad essa, si alzava sempre di più una furia selvaggia, che si sarebbe scatenata contro chiunque avesse osato toccare il suo compagno



L'attacco energetico e mortale di C17 si arrestò bruscamente sulla barriera azzurra, che circondava completamente il corpo del giovane guerriero. Sbigottito, l'androide intravide lo sguardo del rivale, selvaggio e calmo al tempo stesso. La luce viva e intensa dei suoi occhi neri era ormai scomparsa. Il cyborg potè constatare come le sue pupille fossero diventate di   un bianco cadaverico.

Per alcuni secondi, C17 rimase immobile, fissando il suo avversario, ancora incapace di credere che fosse riuscito ad attivare una tecnica tanto misteriosa e potente, al punto da contrastare e arrestare persino i suoi più micidiali colpi.

All'improvviso, mentre ancora l'androide osservava lo strano fenomeno, Crilin scomparve di colpo e quando riapparve, il suo pugno colpì, con violenza, il volto dell'avversario, facendolo schiantare contro un piccolo monte, che venne completamente raso al suolo. L'androide non era riuscito nemmeno a percepire il pericolo.

Con fatica, C17 si liberò dalle macerie ed ebbe soltanto il tempo di rimettersi in piedi, prima che il piccolo uomo fu di nuovo su di lui. Questa volta, Crilin colpì il nemico allo stomaco con una gomitata micidiale, che portò immediatamente quest'ultimo a vomitare una grande quantità di sangue, ma il piccolo guerriero era ormai senza controllo. Afferrando per i lunghi capelli il cyborg, ancora inginocchiato a terra, Crilin mise a segno diverse testate, che ebbero l'effetto di aprire una brutta ferita sulla fronte dell'avversario, il quale riuscì a liberarsi dalla stretta, grazie a un pugno, che sembrò non avere avuto tanta efficacia.

Ancora una volta, il piccolo uomo non diede al nemico la possibilità di riprendersi e con destrezza eluse nuovamente la sua guardia, colpendo con un doppio calcio il mento dell'androide, il quale si trovò ancora steso sulla polvere del deserto. Tutti gli attacchi di Crilin erano accompagnati dalla strana barriera azzurra, che sembrava conferire ai colpi una potenza smisurata.

Respirando a fatica e gemendo per il dolore, C17 guardò il nemico in modo diverso, rispetto alle prime fasi dello scontro. Il suo non era più uno sguardo di scherno e superiorità, ma di rabbia e di odio profondo. Improvvisamente, il cyborg desiderava realmente uccidere il suo nemico, indipendentemente dai suoi progetti per la sorella gemella.

< < La pagherai molto cara, maledetto nanerottolo. Non avresti dovuto colpirmi in questo modo. Ti distruggerò definitivamente > > disse piano l'androide, mentre a stento riusciva a controllare la sua collera.

Senza rispondere, Crilin partì nuovamente all'attacco e questa volta trovò una forte resistenza. I due diedero vita ad uno scontro ravvicinato di una violenza incredibile. Ogni colpo era accompagnato da urla di rabbia e dolore e anche se C17 portò a segno diversi colpi, il terrestre si trovava sicuramente in una posizione di grande vantaggio, con la sua incredibile tecnica e fu proprio durante questo scambio di colpi, che l'androide comprese una verità ancora più sconvolgente: il piccolo guerriero combatteva, supportato dalla natura dell'intero pianeta.

Ben presto, divenne sempre più difficile, per l'androide, schivare i colpi dell'avversario e ogni pugno o calcio che incassava, gli provocava un dolore enorme, che, nella sua vita di androide, ben poche volte aveva provato. Sentendosi enormemente ferito anche nel proprio orgoglio, il cyborb si trovò costretto ad allontanarsi dal nemico e per diverso tempo, anche allo scopo di recuperare forza ed energia, optò per un combattimento a distanza, tramite i suoi letali raggi artificiali, di colore azzurro, che tenevano il terrestre ben lontano e incapace di riprendere lo scontro corpo a corpo.

In realtà, a parte la nuova tattica dell'avversario, Crilin era consapevole del sacrificio terribile, al quale stava sottoponendo il suo corpo. Sapeva, che i famosi effetti collaterali della tecnica si sarebbero manifestati molto presto.

< < Devo finirlo il più presto possibile, mentre sono ancora in grado di combattere > > pensò il guerriero, con crescente disperazione.

Con un nuovo sforzo sovrumano, il piccolo uomo richiamò un'altra grande quantità di energia naturale, richiamandola su entrambe le mani e come fece molte volte, durante la sua vita di combattente, assunse la posizione specifica, per scagliare uno dei suoi colpi migliori.

Con l'ausilio della natura, egli era pronto a lanciare la potente Kamehameha, sperando di concludere la lotta con quell'attacco, anche se Crilin non desiderava minimamente uccidere il fratello della sua amata, ma era consapevole che il suo attacco avrebbe potuto ferire gravemente anche un cyborg dai poteri illimitati.

L'androide era pronto a contrastare l'attacco con tutta la sua potenza, anch'egli fermamente intenzionato a concludere definitivamente il combattimento. Con un urlo di sforzo e dolore, Crilin sferrò il suo attacco, contemporaneamente al suo avversario, il quale aveva prontamente scagliato contro l'onda un raggio energetico, di enorme potenza distruttiva.

Le due onde si scontrarono violentemente, provocando, nella valle desertica circostante, forti terremoti. Entrambi i combattenti cercavano, con ogni sforzo possibile, di prevalere, ma per diversi minuti, nessuna delle due forze in gioco, ne quella artificiale, ne quella naturale, sembrò prendere il sopravvento.

Ormai il corpo di Crilin era un terribile concentrato di dolore. Il piccolo guerriero era consapevole di aver abusato eccessivamente della tecnica proibita. La fermezza naturale pretendeva un sacrificio disumano e qualsiasi normale essere umano sarebbe morto anche solo con la semplice attivazione della tecnica. La forza naturale, che entrava dentro il corpo umano, oltre a conferire poteri disumani, comprimeva e attaccava pericolosamente gli organi interni, arrivando a ferirli gravemente.

Crilin era ormai quasi distrutto dal dolore degli effetti collaterali, ma arrivato a quel punto, non poteva fermarsi. Con le ultime energie rimaste, il terrestre, concentrandosi costantemente sulla sua amata, sul suo viso, sul suo sorriso e  sulla loro vita insieme, richiamò ancora una volta la selvaggia forza della natura e tramite essa, esercitò tutta la pressione possibile contro l'onda del nemico, il quale cominciò gradualmente a perdere terreno.

< < NON AVRAI MAI MIA SORELLA. LEI E' MIA SOLTANTO > > gridò C17 con forza, cercando di mascherare una paura, che diventava sempre più forte.

Crilin non sentiva minimamente le minacce dell'avversario. Era come se la sua mente fosse altrove, insieme alla ragazza che amava. L'utilizzo della tecnica richiedeva costantemente una purezza d'animo assoluta e qualsiasi sentimento di odio impediva alla natura, di entrare in simbiosi con il corpo di un essere vivente.

 Mentre, con la sua onda energetica, si avvicinava a colpire il suo nemico, il difensore del pianeta ripensava alla sua nuova vita con Diciotto, al loro primo incontro, a come si era evoluto il loro rapporto e alla nascita del loro incredibile amore. Sapeva che Diciotto era la donna  della sua vita e fu, con questa incrollabile convinzione, che Crilin prese definitivamente il sopravvento.

Vedendo l'onda energetica del nemico avvicinarsi sempre di più, l'androide sgranò gli occhi in  un'espressione di sgomento e fu, con un'incredibile prontezza di riflessi, che egli riuscì ad attivare la sua più efficace barriera protettiva, proprio quando la Kamehameha del guerriero umano annientò completamente il suo raggio energetico. Grazie ad essa, C17 potè evitare di essere letteralmente spazzato via.

La Kamehameha colpì in pieno l'androide e la forza dell'impatto fu così devastante, da provocare un'immensa voragine. Gran parte della valle desertica era stata coinvolta nello scontro fra i due rivali, durato più di due ore e per diversi chilometri si potevano chiaramente notare le macerie dei monti distrutti, insieme a numerosi e profondi fossi.

Di colpo, l'aura azzurra sparì dal corpo del piccolo uomo. I suoi occhi tornarono normali, ma il suo viso era una maschera di dolore e fatica e infatti, dopo aver vomitato una preoccupante quantità di sangue, si inginocchiò a terra, in preda a terribili convulsioni.

Dall'altro lato, C17 era ancora all'interno della sua barriera protettiva. Essa aveva funzionato solo parzialmente e quando si dissolse, il cyborg cadde pesantemente a terra, respirando affannosamente. Oltre al dolore per le ferite, egli era incredulo per la battaglia, che aveva dovuto affrontare e per l'avversario, che l'aveva quasi piegato.

Con un'espressione di rabbia, l'androide alzò lo sguardo verso il piccolo uomo, il quale si era , nel frattempo, disteso a terra, perdendo completamente conoscenza.

< < Maledizione, chi se lo sarebbe aspettato > > disse C17, cercando con fatica di rimettersi in piedi.

A piccoli passi, egli camminò verso il corpo inerte del suo avversario.

< < Ammiro molto il tuo coraggio, piccoletto. Potevi contrastarmi solo distruggendo il tuo corpo. Devo ammettere che questa tecnica suicida stava per sconfiggermi, ma alla fine è evidente che la mia forza di androide è superiore a qualsiasi cosa > >.

< < Adesso non ti resta che morire, piccoletto. Mia sorella ti dimenticherà presto, vedrai > >.
C17 si fermò di fronte al corpo martoriato del terrestre, guardandolo con un nuovo sguardo di confusione, mista ad ammirazione. Non si aspettava tanta tenacia e soprattutto non si aspettava che l'amore di Crilin per la sorella fosse così forte e sincero.

< < In fondo mi dispiace, ma devo farlo. Mia sorella tornerà ad essere la mia più fedele compagna > > disse l'androide, soffrendo, in modo evidente, per le ferite subite.

Stava cominciando a perdere la vista e per questo si preparò a finire il suo avversario con un colpo di mano a taglio.

 Probabilmente, la fatica e il dolore ebbero un grosso peso, ma il cyborg non si accorse del calcio sovrumano, che lo centrò in pieno viso, spedendolo lontano per svariati metri. Il colpo ebbe l'effetto di danneggiare ancora di più il suo corpo, già provato oltre ogni limite.

Quando riuscì a rimettersi in piedi, vide una figura inginocchiata accanto al piccolo corpo del terrestre, ancora privo di sensi. La figura di una persona, che conosceva bene.

Diciotto non faceva altro che toccare ogni parte del suo uomo, cercando di capire quanto fosse seria la situazione. Comprese subito che il suo uomo era stato ferito gravemente e per questo sul suo viso, non potè nascondere la sua sofferenza e la sua paura.

< < Crilin > > sussurrò dolcemente la cyborg, mentre gli accarezzava dolcemente il viso, con mani fresche e vellutate.

< < Perdonami amore > > disse, mentre le lacrime cominciarono a bagnarle le splendide guance.

C17 fissava con disgusto la sorella, mentre quest'ultima teneva tra le braccia l'uomo incosciente. Poteva sentire la dolce voce della donna, che sussurrava continuamente all'uomo parole, che il cyborg non riusciva a udire chiaramente.
 
All'improvviso, però, lo sguardo della bionda si alzò in direzione del fratello, il quale rimase sconvolto di ciò che vide nei suoi occhi. La sua gemella, dopo il loro risveglio, si era manifestata al mondo come un essere glaciale, privo di emozioni, eppure, in quel momento, C17 potè constatare quanto fosse cambiata la sorella.

Dietro l'evidente preoccupazione della ragazza per le sorti del suo uomo, il cyborg dai capelli neri, vide chiaramente una furia omicida nei  bellissimi occhi di ghiaccio della sorella, così simili ai propri. L'androide era certo che quella rabbia si sarebbe presto scatenata e sapeva anche di non avere le energie per contrastarla.

< < Non dovevi farlo, C17 > > esordì Diciotto, con la voce tremante per il furore.

< < Dovresti cercare di difendere meglio chi ami, sorellina > > rispose il fratello, mostrando un piccolo sorriso di scherno, sul suo viso, completamente coperto di sangue e ferite.

< < Hai ferito il mio uomo, fratello. Non avrai mai il mio perdono > >.

< < Non credo di averlo chiesto, Diciotto. Ti avevo avvertita di stare attenta. Ora hai capito che non puoi sempre difendere i tuoi cari. Te lo ripeterò ancora una volta, Diciotto: torna ad essere ciò che sei. Piantala con quesargh... > >, ma il cyborg non potè terminare la frase, a causa del potente gancio destro della bionda, che si era mossa con estrema velocità.

Ancora una volta, C17 si trovò steso sulla polvere. Sapeva che la sua sconfitta era ormai vicina. Durante la battaglia con Crilin, aveva riportato troppi danni. Non era sicuramente nelle condizioni di poter affrontare un avversario del calibro della sorella.

< < Adesso combatterai contro di me, caro fratello e ti assicuro che non ci sarà nulla di piacevole > > disse Diciotto, con una calma glaciale.



Il confronto fra i due gemelli, ma anche tra due opposte e contrastanti visioni di vita, stava per avere inizio.
 

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Capitolo 9
*** Odio e amore ***


Capitolo 8 Odio e amore.


Per molti istanti, due occhi cerulei, di ghiaccio, identici fra di loro, si fissavano con una calma glaciale. In realtà, solo la bellissima donna riusciva a tramettere una tranquillità incredibile, tradita leggermente da lampi di collera, evidenti nella sua espressione e dai pugni chiusi, stretti con una forza, tale da far, ben presto, sanguinare i palmi della bionda.

Il cyborg C17, invece, sebbene cercasse con tutto se stesso, di mascherare la situazione in cui si trovava, non poteva nascondere, sul suo viso, tutta la fatica e il dolore, che aveva subito, durante l'incredibile combattimento contro il guerriero umano.

Sempre con apparente indifferenza, Diciotto distolse lo sguardo dal fratello gemello, inginocchiandosi nuovamente a fianco di un Crilin ancora incosciente e con tutta la delicatezza possibile, lo prese tra le braccia. Ella si allontanò dal cyborg dai capelli neri, incurante delle sue occhiate incollerite, con in braccio il suo uomo e sempre, con tutta la sensibilità possibile, lo appoggiò contro una parete rocciosa.

< < Abbi pazienza, Crilin. Presto ti porterò via di qui e mi prenderò cura di te > > disse piano la donna, con tono dolce e gentile, mentre gli accarezzava dolcemente i capelli sporchi di sangue.

Per alcuni secondi, rimase a fissare il suo volto dolorante, con un'espressione, che chiaramente trasmetteva l'immenso amore, che provava nei suoi confronti. Richiamando tutta la sua determinazione e vincendo la sua riluttanza a lasciare Crilin in quelle condizioni, si incamminò nuovamente verso il gemello, il quale continuava a mostrare chiaramente la sua rabbia, soprattutto per la nuova e incredibile personalità della sorella.

< < Tutto per colpa di quel maledetto nanerottolo > >.



Diciotto si fermò di fronte al suo obiettivo e senza indugio, caricò nuovamente. Ogni suo colpo andava a destinazione e tutti venivano inferti con la massima precisione e violenza. C17 non poteva reagire, neanche minimamente. Era giunto a un punto di non ritorno e si odiava in modo sconfinato, al pensiero di essere stato ferito gravemente da un misero umano, al punto di non essere più in grado di contrastare la sorella.
 
Quest'ultima si fermò, dopo diversi minuti di violenza feroce, lasciando il suo antagonista, disteso sulla sabbia del deserto, ormai incapace di battersi.

< < Non riesci a fare meglio, sorellina. Forse il tuo mostriciattolo ti ha indebolito notevolmente. Ti ha trasformata in una fragile donnicciola > > biascicò il cyborg, mentre cercava disperatamente di rimettersi in piedi.

Diciotto lo fissò con espressione indecifrabile. Guardandola, era impossibile comprendere quali fossero le sue intenzioni < < Come hai fatto a far sparire l'energia di Crilin. Per quale dannato motivo non sono più riuscita a percepirla. Parla C17 > > disse la ragazza, con  tono freddo e velenoso.

C17 sorrise malignamente, mentre si appoggiava contro una roccia, consapevole di non poter più stare in piedi.

< < Hai invaso la mia vita, C17. Non dovevi permetterti di farlo. Forse non ti rendi conto, ma ferendo Crilim, ferisci anche me e ancora adesso sto cercando di  capire, se devo risolvere questa storia in modo definitivo, in un modo che mai avrei immaginato > >.

< < Non dovresti rimuginarci sopra, Diciotto. Noi siamo superiori agli umani, siamo liberi dalla loro stupida moralità ipocrita. Chi mi infastidisce muore. E' una cosa molto semplice, ma tu sembri averlo dimenticato > >.

< < Sai, anche quando davamo la caccia a Goku, ti ritenevo troppo immaturo e arrogante. Pensi di essere superiore a qualsiasi forma di vita e non ti rendi conto di quanto ti sbagli. Cell dovrebbe rappresentare, per te, la prova più emblematica. Siamo stati soltanto modificati, C17. Noi siamo sempre umani e per questo siamo in grado di amare e odiare, anche se, per adesso, in te c'è solo un odio scellerato, rivolto non solo a Crilin, ma all'intero genere umano > >.

< < NON CREDERE DI POTERMI GIUDICARE > > urlò C17 con ferocia.

< < Io ho imparato molte cose da Crilin, C17. Non solo l'amore e la felicità di stare in pace con il mondo. Ho capito che la mia vita ha un valore inestimabile e la stessa cosa vale per quella di ogni essere vivente. Io ho deciso di abbracciare la vita e non la morte. Cell e quel diabolico vecchio mi hanno distrutto la vita, ma con Crilin l'ho potuta ricostruire. Ti consiglio di fare la stessa cosa > > replicò Diciotto, mostrando tutta la sua fierezza e determinazione.

< < Sono tutte stronzate > >  ringhiò C17, sempre maggiormente preda della sua collera.

< < Parla, fratello. Dimmi come hai fatto a creare questa trappola > > domandò ancora una volta la bionda, senza scomporsi.

< < Entrambi dovremmo sapere che il progresso tecnologico può fare miracoli, mia cara. Posso dirti che sono stato aiutato da una nostra vecchia conoscenza. Forse il più furbo della nostra vecchia e allegra compagnia > > rispose l'androide, mostrando un sorriso diabolico.

Le parole di C17 suscitarono lo stupore della sorella, la quale spalancò gli occhi, al pensiero di un uomo, che, insieme al dottor Gero, le aveva rovinato la vita e adesso attentato alla vita del suo amato. Credeva, senza dubbi, che quel maledetto uomo fosse morto da tempo.

< < Non starai parlando di.... > > provò a dire debolmente la ragazza.

< < Sto parlando del dottor Norvus, Diciotto. Quel folle è scappato dal laboratorio, poco prima del nostro risveglio e ha simulato la sua morte, restando nascosto, per molto tempo, in una lurida tana. Mi sono imbattuto in lui per puro caso > > disse il cyborg con calma.

Diciotto sentì nuovamente la rabbia ribollire dentro di se, mentre antichi sentimenti di vendetta riaffioravano, insieme ai terribili ricordi degli esperimenti, ai quali era stata sottoposta. Molti di essi erano stati ideati e realizzati proprio dall'avido e cinico dottor Norvus.

< < Per farla breve, ho invitato il dottore ad aiutarmi in un certo progetto. In cambio,  gli ho promesso di non staccargli la testa, come feci con il suo compare > > continuò C17.

< < L'ho costretto a costruire un dispositivo molto interessante. Un congegno, che genera un enorme campo elettromagnetico, tale da estendersi per svariati chilometri. Le onde, generate dal suo campo d'azione, annullano la possibilità di percepire la presenza di tutti gli esseri viventi, che si trovano all'interno di esso. Così, ti sei trovata nell'impossibilità di rintracciare il tuo ragazzo e io ho potuto confrontarmi con lui direttamente e senza l'intromissione di nessuno > >.

Diciotto ascoltava sconvolta il racconto del gemello, incredula di fronte a un  piano folle e irrazionale, che aveva coinvolto soprattutto il suo Crilin.

< < Tuttavia, ero ben consapevole che, presto, qualcuno ci avrebbe trovato. Per questo, ho scelto questo posto per l'agguato. Una lunga distesa desertica, dove avrei potuto guadagnare tempo prezioso, con l'aiuto del dispositivo > >.

< < Così, prima dell'arrivo del tuo nanerottolo, ho nascosto il congegno nella grande catena montuosa, che delimita l'inizio di questo posto. L'ho attivato, quando Crilin stava per arrivare. Il mio piano sarebbe riuscito perfettamente, se non fosse stato per l'incredibile tecnica di questo microbo, della quale non sapevo nulla > > concluse il cyborg, il quale continuava pericolosamente a perdere sangue, in diverse parti del corpo.

La bionda era rimasta frastornata, non solo per la notizia riguardo il dottor Norvus, ma soprattutto per la cieca volontà del fratello di far del male a Crilin. Una cosa che non poteva più permettere.

< < Perchè? > > chiese la ragazza, cercando, disperatamente, di mantenere la calma < < Per quale motivo hai fatto tutto questo > >. A quel punto, qualsiasi attacco avrebbe potuto stroncare definitivamente la vita del cyborg C17.

Quest'ultimo distolse lo sguardo dall'espressione stranamente addolorata di sua sorella. Dentro se stesso, si chiese se realmente le sue azioni fossero giuste e necessarie, come aveva sempre pensato. Egli disse la verità.

< < Volevo riaverti, Diciotto. Non potevo sopportare l'idea di perderti, a causa di quel maledetto microbo. Ma forse, al tempo stesso, desideravo anche vedere, con i miei occhi, la forza di questo vostro legame. Volevo vedere fino a che punto si sarebbe spinto per te > >. 

In quel momento, Diciotto, dimenticando tutti i sentimenti di odio, sentì una profonda tristezza per come si erano evoluti i rapporti con il fratello gemello, ma allo stesso tempo provava un'immensa felicità, per l'ennesimo atto di amore del suo uomo. Ciò cancellò in lei quasiasi desiderio di vendetta. Desiderava soltanto ritornare a casa, insieme a Crilin, per occuparsi della sua guarigione.

< < Hai costretto Crilin ad utilizzare una tecnica suicida, C17. In passato l'aveva già attivata una volta contro Cell e dopo averla vista in azione, gli avevo proibito di utilizzarla in qualsiasi situazione. Tu, oggi, stavi per rubare la cosa più bella della mia vita e non ho più paura ad ammetterlo apertamente. Crilin è tutto per me. E' il mio mondo adesso. Non ti ucciderò, fratello, anche se forse avrei tutte le ragioni per farlo, ma, dopo questa vicenda assurda, le nostre strade si dividono per sempre. Io vivrò la mia vita e nessuno potrà impedirmelo. L'unica cosa che posso fare per te è consigliarti di fare lo stesso. Trova la tua strada, altrimenti la tua esistenza non avrà mai un senso > > concluse Diciotto, con tono calmo e deciso.

 Sapeva di essere arrivata ad un punto morto, nel suo rapporto con il fratello gemello e per tale ragione si convinse, immediatamente, della necessità e dell'importanza della sua decisione.

< < Non farmi prediche, Diciotto. Io vivrò come voglio. Mi fai pena e spero che  starai bene con quel nanetto da giardino. Attenta a non calpestarlo > > ringhiò il cyborg, rendendo il suo volto, sfigurato dal sangue, ancora più sgradevole.

Diciotto si girò, tornando, con decisione, verso il proprio uomo, desiderosa di curarlo alla svelta.

 Non senza una forte sensazione di paura, la ragazza controllò il respiro di lui, che anche se fosse proprio regolare, non era tale da mettere in pericolo la sua vita. Con un forte sospiro di sollievo, la bionda prese delicatamente il suo amato tra le braccia, appoggiando il suo capo contro il petto.

Tuttavia, prima di prendere il volo la ragazza si rivolse di nuovo verso il fratello, il quale continuava a mostrare tutta la sua collera.

< <  Ti avviso che non lo toccherai mai più. Qualora tu non considerassi questa storia conclusa, la prossima volta affronterai me e lo farai per difendere la tua vita. Per quanto riguarda il dottor Norvus, farò in modo che non possa più far del male a nessuno > > .

Gli occhi di ghiaccio della donna squadrarono, un'ultima volta, quelli del fratello, il quale era rimasto immobile, appoggiato alla fragile roccia.

< < Addio C17, abbi cura di te e buona fortuna > > disse Diciotto, prima di decollare, per poi acquisire la sua massima velocità.

  In poco tempo, la cyborg scomparve all'orizzonte.




Il cyborg C17 rimase solo, nel luogo dello strano scontro, mentre tanti pensieri gli affollavano la mente. Forse aveva perduto la sorella, ma, forse,  l'incredibile determinazione del suo avversario, così debole rispetto a molti guerrieri, lui compreso, gli aveva aperto gli occhi o probabilmente gli aveva mostrato una nuova possibile strada da seguire.

< < Di sicuro, non potrò fare nulla in queste condizioni. Stranamente sono stato pestato per bene > > pensò l'androide, con un rinnovato sarcasmo e allegria.

Improvvisamente, il cyborg, dai capelli neri e dagli occhi di ghiaccio, sentì il proprio cuore leggero, come mai prima di allora.

Forse era tempo per un nuovo obiettivo.

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Capitolo 10
*** Effetti collaterali ***


CAPITOLO 9

Effetti collaterali.

Diciotto volava al massimo della sua velocità artificiale, tenendo stretto tra le braccia, il corpo di Crilin, ancora incosciente. Per giungere in tempo sul campo di battaglia, non aveva fatto in tempo a munirsi di fagioli magici. Le ferite e le contusioni, subite dal guerriero, erano sicuramente preoccupanti, anche se non mortali, ma la ragazza era consapevole del fatto, che la vera minaccia fosse rappresentata dagli effetti collaterali della tecnica proibita. L'organismo di chi l'attivava, subiva un mostruoso sconvolgimento, che avrebbe ucciso la maggior parte degli esseri umani. Crilin era il guerriero umano più potente del pianeta e questo sicuramente sarebbe stato determinante per la sua salvezza o almeno Diciotto lo sperava con tutta se stessa.

Già una volta, la cyborg aveva visto la tecnica della Fermezza Naturale in azione, quando il piccolo uomo aveva provato, coraggiosamente, a difenderla da Cell. In occasione di quel breve e drammatico scontro, poco prima di essere assorbita dal mostro, la ragazza aveva percepito, grazie ai suoi radar e circuiti, l'enorme pericolosità di quella mossa, tale da attribuire una forza straordinaria, ma temporanea e soprattutto pericolosa.

 Quando, tempo dopo cominciò la loro storia d'amore, Diciotto proibì rigorosamente al suo uomo l'utilizzo di quella forza così selvaggia, ma sapeva che, in caso di pericolo, Crilin l'avrebbe attivata, anche a costo della vita, con la forza del suo cuore puro.

In previsione di ciò, la bionda si fece illustrare dal Maestro Muten, tutti i particolari della tecnica, compresi gli effetti dannosi e i modi, attraverso i quali il corpo dell'utilizzante si sarebbe potuto riprendere, soprattutto dopo un utilizzo troppo duraturo.

Durante il volo, Diciotto non mancava mai di accarezzare teneramente i capelli neri del fidanzato oppure anche solo di parlargli dolcemente, per aiutarlo a tener duro. Era, probabilmente, anche un modo per tenere a bada il suo nervosismo, dato che ad ogni gemito di dolore o ad ogni convulsione, che sentiva provenire dal suo uomo, il suo stomaco si stringeva terribilmente, mentre la paura, dentro di lei, cresceva inesorabilmente.


< < Cerca di resistere, Crilin. Guarirai, te lo prometto > > disse Diciotto, più a se stessa che all'uomo incosciente, che teneva amorevolmente tra le braccia.





Il sole era già tramontato, quando Diciotto giunse alla Kame House, con Crilin tra le braccia e immediatamente, dalla casetta rosa uscì il vecchio maestro, con espressione chiaramente seria e preoccupata.

< < Diciotto, che cosa è accaduto > > esordì l'anziano guerriero, mentre la ragazza atterrava, con grazia, sulla sabbia della piccola isola.

< < Non ora, vecchio. Vai a prendere subito un senzu. Sbrigati > > ordinò la cyborg, con un tono da far tremare. Il maestro, infatti, non potè che obbedire seduta stante.

Diciotto pose dolcemente il suo uomo sulla sabbia morbida. Oltre alle innumerevoli ferite e alle  contusioni, visibili sul viso, il piccolo uomo si era procurato una brutta lacerazione alla spalla destra e dopo averlo liberato della camicia, ormai quasi completamente strappata, ella si rese conto, che doveva avere anche diverse costole rotte, dato che ogni volta che le toccava, Crilin si contorceva dal dolore, nonostante fosse ancora in uno stato di completa incoscienza. Per il resto, fu sollevata del fatto che erano tutte ferite non mortali, facili da guarire con i senzu.

Era consapevole   del vero problema, ma  giurò che si sarebbe presa cura di colui che amava, a qualsiasi costo.

Il vecchio maestro raggiunse, in fretta, la donna, portando un piccolo sacco di fagioli magici, che nel corso degli anni, avevano salvato la vita dei difensori del pianeta innumerevoli volte. La stessa Diciotto aveva potuto beneficiare dell'incredibile potere di quel cibo, dal sapore sgradevole, ma dagli effetti miracolosi, anche se, durante i suoi allenamenti con Crilin, non aveva mai ricevuto ferite, da potersi definire preoccupanti.

 Tuttavia, dopo averne mangiato uno, tutta la stanchezza, accumulata in qualsiasi  scontro, spariva in un attimo. Anche se possedeva un'energia artificiale inesauribile, ella rimaneva di base umana e per questo, persino il suo corpo richiedeva cura e riposo.

Senza alcuna grazia, Diciotto strappò il sacchetto dalla mano dell'anziano maestro e immediatamente prese uno dei senzu, per cominciare l'opera di guarigione.

< < Coraggio, Crilin. Devi mangiarlo > > sussurrò la ragazza, all'orecchio del suo uomo, mentre cercava di farglielo ingoiare.

< < Cosa è successo, Diciotto? Durante il corso della giornata, ho sentito la forza di Crilin sparire e ricomparire misteriosamente. Per quale motivo è ridotto così? > > domandò Muten, senza poter più contenere la propria impazienza e preoccupazione < < Siamo di nuovo in pericolo? > >.

La cyborg non rispose. Era ancora impegnata a far mangiare il fagiolo magico al suo uomo. Per fortuna ci riuscì e immediatamente tutte le ferite esterne del piccolo uomo sparirono magicamente.

 Ciò nonostante, come la bionda si era aspettata, Crilin rimase incosciente.

< < Che cosa significa? Il fagiolo non ha avuto effetto. Non è possibile > > disse l'aziano, ora veramente terrorizzato.

< < Diciotto, non vorrai farmi credere che Crilin ha attivato..... > >.

< < Esatto, vecchio. Ha utilizzato la tua maledetta tecnica > > rispose finalmente la ragazza, non nascondendo una punta di risentimento, nella sua voce apparentemente  calma, verso il vecchio maestro.

Quest'ultimo fu chiaramente sconvolto della notizia, al punto che non seppe cosa dire. Non si immaginava che il suo allievo avesse la capacità di attivare la tecnica proibita, per un periodo tale da sconvolgere il suo intero organismo, al punto che nemmeno i fagioli potevano essere d'aiuto.

 Nella sua memoria di più di duecento anni, ben pochi guerrieri umani avevano raggiunto quel livello.

< < Ora capisco. Crilin si è spinto oltre ai suoi limiti ed è chiaro che il suo corpo non può riprendersi facilmente dopo un simile sforzo > > disse Muten, cercando di calmarsi, mentre fissava la donna riprendere in braccio il compagno. Sembrava non mostrare alcuna emozione, ma egli sapeva che tutto il suo animo era pervaso dalla paura.

< < Non dobbiamo perdere la calma, Diciotto. Lui non è pericolo di vita, almeno per adesso. Abbiamo tutto il tempo per facilitare la ripresa del suo corpo > > disse l'anziano maestro, cercando di confortarla.

< < Lo so bene, vecchio. Mi prenderò cura di lui. Se non ricordo male, mi avevi detto che per prima cosa, è necessario impedire che il suo corpo si muova troppo, è così? > > domandò la ragazza.

< < Si, la prima cosa da fare per aiutarlo, è controllare il suo riposo. Rimarrà incosciente per parecchi giorni, forse settimane. Per questo, quando non potremo  tenerlo sotto occhio, dovremo assicurarci che non si muova troppo o peggio che non aumenti la sua forza combattiva. Potrebbe rischiare grosso, se non stiamo più che attenti. Domani chiederò a Bulma di prestarmi un dispositivo, per controllare l'energia spirituale. Se non sbaglio, dovrebbe averne costruiti di diversi modelli. In questo modo, impediremo a Crilin di danneggiare ancora il suo corpo, mentre è privo di sensi > > disse l'anziano guerriero, continuando a riflettere sul da farsi.

< < Molto bene > > disse la donna seccamente.

 Per lei era inutile aggiungere altro. Aveva già la ferrea intenzione a non allontanarsi di un millimetro dal suo uomo, durante la sua convalescenza.

< < Pensi che sia necessario anche l'altro rimedio. Mi avevi detto che probabilmente, in questi casi, bisogna ricorrere ad una strana pozione > > chiese Diciotto, sempre più ansiosa e impaziente.

< < Non posso dirlo adesso con certezza. Per ora, siamo sicuri che non è in pericolo di vita, almeno per adesso, ma dobbiamo essere attenti e cauti. Se il sonno di Crilin dovesse durare più di cinque giorni, provvederemo a procurarci quella medicina speciale, per sicurezza. Prima di allora, vediamo se il riposo basti, per riequilibrare il suo organismo e la sua energia spirituale > > rispose il maestro, con sicurezza.

La ragazza si limitò ad annuire, chiaramente in sovrappensiero. Senza dire altro, entrò dentro la casetta rosa, affrettandosi  verso la sua camera da letto. Osservando il piccolo uomo, scoprì, con suo grande sollievo, che almeno il fagiolo magico aveva fortemente limitato la sua sofferenza. Il sonno di Crilin era abbastanza tranquillo, anche se stranamente profondo, come se  non fosse possibile svegliarlo in nessun modo.

< < Ancora non  mi hai detto come si è ridotto così > > disse Muten, ansioso di sapere come fossero andate le cose. Il terrore di una nuova possibile minaccia era sempre vivo, dopo le tante drammatiche esperienze passate.

< < Attendimi in salotto. Ti spiegherò più tardi. Per ora ti basti sapere che siamo al sicuro > > replicò la donna, senza degnarlo di uno sguardo, prima di salire le scale e dirigersi verso la sua stanza, sempre con Crilin tra le braccia, incurante dell'espressione chiaramente contrariata del vecchio guerriero, rimasto al piano di sotto, suo malgrado.

< < E meno male che il suo caratterino sia migliorato nel corso di questi due anni > > pensò il maestro, sospirando rumorosamente, mentre riguadagnava il posto sulla sua adorata poltrona.



Nelle due ore successive, Diciotto si prese cura del suo uomo, con tutta la dedizione possibile. Lo liberò dei vestiti, ridotti a brandelli e dopo averlo lavato dalla sporcizia di terra e fango e dal sangue delle ferite, ormai guarite, lo poggiò, con delicatezza, sul loro letto.

Era felice, oltre ogni limite, di essere presente, per aiutare il suo amato. Fin da quando si erano conosciuti, Crilin non aveva fatto altro che compiere gesti gentili e altruistici per lei, senza mai chiedere nulla in cambio. L'aveva salvata da un destino orribile, non solo quando egli decise di distruggere il telecomando a distanza, ma soprattutto quando l'aveva sottratta dal terribile campo di battaglia, che aveva quasi distrutto l'intero pianeta. In seguito, il destino volle che i due si incontrassero di nuovo e questa volta senza la presenza di un pericolo mortale a minacciarli.

 Anche l'invito del piccolo uomo, di venire a vivere alla Kame House, fu una delle tante cose, che egli aveva fatto per lei. Così, con grande sorpresa del piccolo guerriero, la cyborg non solo accettò il suo invito, ma si ritrovò, qualche tempo dopo, a ricambiare quegli strani, ma forti sentimenti, che il guerriero provava chiaramente per lei.

Così, iniziò la loro storia.

Al calar della notte, fedele al clima tropicale del luogo, l'isola fu colpita da un'ondata di vento gelido, al quale, da innumerevoli anni, gli abitanti erano abituati, ma ciò sembrò peggiorare la situazione del piccolo uomo, il quale, oltre a subire dolori continui e incessanti, fu pervaso da un gelo, tale da farlo tremare vistosamente, nel suo sonno profondo. La cyborg, toccando dolcemente la fronte del suo uomo, si accorse che  era rovente e  poteva chiaramente vedere il freddo, che egli provava in quel momento. Lo coprì, con molte coperte e subito dopo gli diede una medicina, per abbassargli la febbre. 
Aspettò, diligentemente, che il delirio e il tremito incessante del suo uomo passasse. Dopo una buona mezz'ora, vide, con suo grande sollievo, che la sua temperatura era scesa notevolmente, ma ciò nonostante decise di rimanere ancora a vigilare su di lui. Sapeva che doveva dare delle spiegazioni al vecchio pervertito, ma prima voleva essere sicura che la situazione fosse sotto controllo.

 Passò diverso tempo, seduta in silenzio sul bordo del letto, ad osservare il fidanzato dormire, accarezzandogli la fronte dolcemente o sussurrandogli dolci parole, sperando che, nel suo sonno profondo, Crilin le potesse sentire. Voleva che sapesse della sua presenza al suo fianco e  che l'avrebbe fatto guarire, a qualsiasi costo.

< < Sarà meglio che tu ti sveglia il più presto possibile, Crilin. Oltre a baciarti, stai certo che ti darò una bella lezione, per la paura che mi hai fatto prendere oggi > > disse piano la cyborg, senza riuscire a trattenere un piccolo sorriso.

La loro camera era illuminata, debolmente, solo dalla piccola lampada, posta sul comodino del ragazzo e la luce, che proveniva da essa, dava alla stanza un'aria  tranquilla e  confortevole.

 Diciotto adorava quel luogo. Lo considerava come un posto sacro e privato, riservato solo a lei e al suo uomo. Un piccolo angolo di paradiso, dove poteva essere se stessa, dove potevano conversare per qualsiasi cosa, dove ridevano, si baciavano e scherzavano, rotolando tra le lenzuola del loro letto. Un luogo, dove entrambi manifestavano liberamente l'amore che provavano l'uno per l'altra.

Sorridendo, Diciotto pensò ai notevoli cambiamenti, che la stanza aveva subito negli ultimi due anni. Quando la ragazza aveva deciso di accettare l'invito del piccolo guerriero, qualche mese dopo il Cell Game, quest'ultimo le offrì immediatamente la sua stanza, ma il suo carattere non troppo flessibile di allora, la spinse a rifiutare. Anche se non lo dava a vedere, a quei tempi la cyborg era imbarazzata, oltre ogni limite, per la continua gentilezza del piccoletto nei suoi confronti e soprattutto confusa. Per di più era inutile ogni suo tentativo di essere intrattabile, cattiva o minacciosa, in quanto la sua cattiveria era sempre ricambiata da un'incrollabile bontà e allegria del ' ' piccoletto ' ', come lo chiamava allora. Fu, ben presto, inevitabile per lei divenire amica di quello strano uomo, anche se questa amicizia non durò troppo a lungo.

Tuttavia, dopo aver passato una sola notte sul divano, la bionda decise di prendere possesso della camera di Crilin e fu così, che la camera spartana di un guerriero, stabilitosi in essa circa vent'anni prima, fu completamente rimodernata dalla cyborg: un armadio più grande, un letto matrimoniale nuovo e comodo oltre ogni dire, delle tende sulla finestra, per contrastare le iniziative di certi pervertiti. In breve, la stanza divenne molto più accogliente di un tempo. Lo stesso Crilin, circa un anno dopo, quando la ragazza decise di voler trascorrere anche le notti con lui, non potè che essere d'accordo per il nuovo arredamento.

Dopo un'altra buona mezz'ora, la febbre di Crilin era ormai scesa notevolmente e la cyborg, sempre seduta al suo fianco, vide chiaramente che il suo sonno era molto più tranquillo, rispetto a prima. Aveva finalmente smesso di delirare e tremare.

 Diciotto sospirò di sollievo, nel notare la situazione sotto controllo. Durante quell'interminabile giornata, vi erano stati momenti di puro terrore per la ragazza. Per questo, non vedeva l'ora di stendersi anche lei, a fianco del giovane guerriero.

Chinandosi leggermente verso il suo uomo, Diciotto gli baciò dolcemente la fronte, prima di alzarsi, per dirigersi verso il salotto, al piano di sotto. Sperava di non doversi dilungare troppo in spiegazioni con il vecchio. Anche se non lo dava a vedere, si sentiva stremata per gli avvenimenti drammatici di quella giornata.

La casetta rosa era calma e silenziosa, nella profondità di quella nottata così fredda. Il salotto era illuminato soltanto dalla luce del vecchio televisore, messo a basso volume. Il vecchio maestro si era appisolato, come al solito, sulla sua adorata poltrona, posta a fianco del piccolo tavolinetto, che era, ovviamente, cosparso di varie riviste, tutte chiaramente appartenenti ad un unico e ben preciso genere. Ogni volta, che la bionda sorprendeva il vecchiaccio, con quegli squallidi giornaletti, provava una sensazione di disgusto, oltre alla tentazione di picchiarlo.
 
Non proprio con gentilezza, Diciotto svegliò il maestro, ansiosa di tornare nella propria camera.
 
< < Che cosa succede? Ci attaccano? > > chiese stupidamente Muten, mentre si asciugava un piccolo filo di bava dalla bocca.

< < Sei davvero disgustoso > > ringhiò la cyborg.

< < Non essere troppo dura, Diciotto. Mi sono appisolato, mentre ti aspettavo. Ho una certa età, lo sai > > rispose allegramente il vecchio guerriero.

< < Come sta Crilin? Che cosa gli è successo? > > domandò, subito dopo, con espressione seria e preoccupata.

Mentre pensava a come cominciare, Diciotto andò verso la cucina, versandosi un bicchiere di succo d'arancia, bevanda che aveva imparato ad apprezzare tantissimo, durante la sua nuova vita di pace alla Kame House.

< < Crilin è stato attaccato da C17 > > disse, senza mezzi termini, dopo aver bevuto due buoni sorsi.

< < Cosa? Allora è ancora vivo. Dopo Cell, non avevamo più avuto notizie su di lui > >.

< < Sei uno stupido, vecchio. Il desiderio, che avete espresso al drago, ha riportato in vita tutte le vittime di quel dannato mostro, incluso C17 > > replicò la cyborg, già spazientita.

< < Certo, hai ragione, Diciotto. Ma questo, però, non spiega per quale motivo la forza di Crilin sia scomparsa per buona parte della giornata > > disse il maestro Muten.

Per via di quest'ultima costatazione, Diciotto ripensò, suo malgrado, al folle scienziato, incredibilmente sopravvissuto. Quel giorno, il suo passato le aveva quasi portato via la persona, alla quale teneva di più, per di più a causa di un uomo, che un tempo era tutto per lei.

 Il suo prezioso compagno.

< < E' stato tutto un piano di C17. Grazie all'aiuto di una mia vecchia e sgradevole conoscenza, mio fratello si è servito di un piccolo dispositivo, che annulla la capacità di percepire le forze spirituali. Si tratta di un congegno, con un raggio d'azione molto ampio. Perciò, conoscendo tutti gli spostamenti di Crilin, lo ha nascosto nella grande zona desertica. Quando Crilin si è trovato all'interno di quel campo magnetico, nemmeno i miei circuiti sono stati in grado di localizzarlo e così C17 ha potuto agire indisturbato > > spiegò la bionda, mentre si massaggiava le tempie.

Incurante dello sbigottimento, impresso sulla faccia del maestro, ella continuò.

< < Da quel che ho capito, mio fratello ha provato a convincere Crilin a lasciarmi, così che io tornassi ad essere la sua compagna di una volta. Forse, spera, in questo modo, di poter battere i Sayan, ma non credo sia questa la vera ragione. Comunque, Crilin ha rifiutato, iniziando a battersi contro di lui, all'ultimo sangue > >.

< < Incredibile che C17 abbia fatto tutto questo, al solo scopo di attaccare il mio allievo. Perchè non ha tentato di convincere direttamente te? > > intervenne il maestro, perplesso.

< >.

< < Per farla breve, nello scontro, Crilin ha riattivato quella maledetta tecnica, arrivando quasi a sconfiggere C17, ma alla fine è crollato ed è in quel momento che sono arrivata, dopo molte ore di ricerca, riuscendo a evitare il peggio > > concluse la cyborg.

< < Ti ringrazio, Diciotto, per averlo salvato > > disse Muten, chiaramente colpito e sconvolto per quanto accaduto.

< < Ho salvato il mio uomo, vecchio. Non ho bisogno di nessun ringraziamento > > rispose la bionda, con fermezza. I suoi occhi cerulei emanavano una luce intensa, in quel momento. Il vecchio maestro le rivolse un sorriso soddisfatto, felice che il suo allievo avesse finalmente trovato la persona giusta, con cui condividere la vita.

Diciotto si alzò, senza aggiungere altro. Per i suoi gusti, Crilin era rimasto troppo tempo da solo nelle sue condizioni. Aveva cominciato a salire le scale, per tornare verso la propria camera, quando venne fermata nuovamente dalla voce tranquilla del maestro Muten.

< < Diciotto > >.

< < Che cosa vuoi ancora? > > chiese la ragazza, con tono decisamente sgarbato.

< < Pensi che C17 rappresenti ancora una minaccia? > > chiese Muten, con tono grave < < Soprattutto per Crilin, dato quello che è accaduto oggi > >.

< < Dopo lo scontro, C17 è rimasto ferito seriamente. Oltre a subire le tecniche di Crilin, ha dovuto sostenere anche uno scambio di colpi con me. Quando l'ho lasciato, non aveva nemmeno la forza di rimettersi in piedi, ma sono certa che si rimetterà > > rispose la bionda, con tono freddo, privo di apparenti emozioni.

Muten stava per ribattere, ma venne subito interrotto dalla cyborg < < Non costituisce più un pericolo, vecchio, almeno per ora. Ha finalmente compreso che tipo di vita ho deciso di condurre e ciò mi porta a considerare la possibilità, che si sia rassegnato al fatto di non poter decidere per me. Nessuno può permettersi di  farlo > >.

Di fronte al silenzio dell'uomo, la ragazza si affrettò a concludere < < Lui non farà mai più del male a Crilin, vecchio. Te lo posso garantire > >.

Senza aggiungere altro, Diciotto raggiunse il piano di sopra, dirigendosi decisamente verso la camera da letto, che condivideva con il fidanzato.

Il maestro Muten rimase ancora per qualche minuto, nel salotto debolmente illuminato. Avrebbe voluto chiedere di più alla bionda, ma allo stesso tempo si sentiva fortunato, per aver almeno ricevuto delle spiegazioni generali sugli avvenimenti tormentati di quella giornata interminabile. Nonostante le condizioni del suo allievo, era contento di come fossero andate le cose. Sapeva che Diciotto non avrebbe potuto evitare il combattimento fra Crilin e C17. Era stato già stato un miracolo, il fatto che la bionda fosse riuscita ad intervenire al momento giusto.
 
Quella notte, il maestro Muten trovò un'ennesima conferma della forza di quell'amore assurdo e straordinario, che i due, cyborg e umano, provavano l'una per l'altro.






Diciotto aprì la porta della sua camera, sforzandosi di fare meno rumore possibile. Il suo cuore tornò a battere regolarmente, quando vide che il sonno del suo uomo era sempre calmo e tranquillo. Probabilmente, le fitte di dolore sarebbero arrivate durante la notte e per questo era fermamente intenzionata ad avere sempre la situazione  sotto controllo. Accarezzò dolcemente la fronte di lui, accertandosi che la sua temperatura non fosse salita, durante la conversazione con il vecchiaccio. Spense la luce del comodino e dopo essersi velocemente cambiata, si distese anche a lei nella sua parte di letto.
 
Immediatamente, allungò le mani verso il compagno, abbracciandolo strettamente. Tenendolo fra le braccia, la cyborg sentì finalmente le fatiche, sia fisiche che morali, del giorno, abbandonare il suo animo. Seppellì il suo viso nell'incavo del  collo di lui, beandosi del suo profumo e della sua vicinanza. Nel suo stretto abbraccio, la ragazza si accorse, che il respiro del suo uomo era ancora più rilassato e regolare di prima. Si accoccolò ancora di più su di lui, trovando la posizione più comoda.


Dopo pochi minuti, Diciotto, rilassata e stremata al tempo stesso, si addormentò profondamente, tenendo sempre stretto tra le braccia, il suo amato.


FINE CAPITOLO.





 

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Capitolo 11
*** La pozione della rinascita ***


Capitolo 10

La pozione della rinascita.

In molti angoli della galassia, il popolo degli Armath era famoso per varie ragioni. Negli ultimi secoli, non si vide neanche una minima interruzione al processo di evoluzione tecnologica, che, oltre a incrementare fortemente la loro forza militare, aveva anche permesso, soprattutto alle generazioni successive, la possibilità di intraprendere spedizioni di colonizzazione e esplorazione, lungo i quattro angoli della galassia. In ben pochi pianeti, era possibile la costruzione di navi spaziali, tali da poter affrontare il giro dell'intero universo.

Il pianeta Armath era governato da una monarchia forte, supportata da un consiglio di nobili, il quale, fra le tante funzioni, aveva soprattutto il compito di gestire il Tribunale Mondiale, supremo organo giudicante del pianeta. La famiglia dei monarchi era una stirpe di guerrieri addestrati, fin dalla più tenera età, sia allo scopo di difendere la popolazione da attacchi esterni, sia per invadere altri pianeti. Ogni re o regina, nella storia degli Armath, era sempre assistito, oltre che dai propri familiari, anche da una ristretta cerchia di combattenti, i quali, oltre alle loro capacità fisiche, avevano anche la possibilità di  ricorrere alle risorse tecnologiche, utili sia in difesa che in attacco.

La forza militare degli Armath divenne così elevata, da poter contrastare anche la potenza dei più pericolosi distruttori di pianeti in circolazione. Persino Freezer, noto come l'Imperatore del Male, prese la decisione di non scontrarsi apertamente contro l'esercito di combattenti, a difesa della famiglia reale, senza contare il fatto che  i membri di quest'ultima possedevano una forza combattiva addirittura superiore, rispetto a quella dei loro subordinati.

La Regina Scarlatta aveva preso il posto di suo padre, alla guida della sua gente, proprio al termine della leggendaria battaglia, che vide la definitiva sconfitta di Freezer, per mano di un Saiyan sconosciuto. Dopo la morte del padre, Doran, una ragazza di appena venticinque anni, fu incoronata come nuova regina del pianeta Armath e poco tempo dopo, le venne dato il soprannome, che la rese famosa in tutta la Galassia del Sud.

Grazie anche all'assistenza di molti fedeli, la ragazza si fece subito onore, contribuendo  a consolidare la potenza tecnologica e militare del suo mondo.

 Tuttavia, ciò non le bastava.

  Anche se Doran desiderava ardentemente condurre una vita pacifica sul suo pianeta natale, allo stesso tempo sapeva di dover proseguire la grande impresa, iniziata da suo padre.

 Quest'ultimo, allo scopo di divulgare la cultura e l'ideologia rigorosamente pacifista degli Armath, aveva conquistato diversi pianeti della Galassia del Sud, combattendo  la resistenza e l'odio di molti popoli. La sua avanzata venne interrotta, a causa dell'arrivo di una malattia sconosciuta, che costrinse il sovrano a un ritorno a casa prematuro.

Poco tempo dopo, il grande re morì, ma la sua unica figlia aveva ereditato il suo grande sogno, quello di trasformare l'interno universo in un unico mondo di pace, dominato e retto dall'ideologia degli Armath.

Fu così, che la nuova Regina intraprese una nuova spedizione, molto più preparata tecnologicamente, rispetto a quella precedente e  ormai essa durava da più di tre anni. Un periodo, durante il quale gli Armath conquistarono altre civiltà, sconfiggendo ribelli e pirati spaziali e sopravvivendo anche alle più terribili insidie dello spazio. La stessa Regina, che possedeva un'incredibile forza combattiva, lottò personalmente, a fianco dei suoi sudditi, arrivando a sconfiggere molti pericolosi avversari.

Dopo tante avventure, la Regina Scarlatta si era prefissata un nuovo e ambizioso obiettivo: la Galassia del Nord e primo fra tutti voleva conquistare il Pianeta Terra. Un mondo, giovane e rigoglioso, tristemente famoso per le continue guerre e sofferenze, che lo avvicinavano sempre di più verso la distruzione.

Ma Doran era ferma nelle sue convinzioni. I terrestri avrebbero, presto, conosciuto la grande filosofia pacifista degli Armath.




< < Mia signora, sembra che la battaglia si sia conclusa, ma ancora non riusciamo a spiegare le difficoltà di ricezione del segnale > > osservò umilmente il Generale Galdriel.

La Regina sembrava assorta nei suoi pensieri, seduta sul maestoso trono, situato proprio al centro della grande sala di controllo dell'immensa astronave ARMATH.

< < E' possibile che la lontananza del pianeta sia una causa? > > chiese la Regina, mentre fissava il monitor, che inquadrava il bellissimo e azzurro pianeta, chiamato Terra.

< < No mia signora > > rispose il Generale, con sicurezza < < Anche se siamo ancora lontani, i nostri satelliti sono perfettamente in grado di fornirci qualsiasi informazione. Tuttavia, sembra che essi siano stati parzialmente fermati da strane onde elettromagnetiche, presenti nel luogo dello scontro > >.

< < Almeno siamo riusciti a scoprire l'identità dei combattenti? > > domandò ancora Doran, con espressione indecifrabile.

< < Anche in questo, non posso darvi delle notizie pienamente complete, mia Regina > > disse il Generale, abbassando il capo, in segno di rispetto e devozione. L'armatura rossa, che indossava, nonostante la sua incredibile robustezza, non intralciava minimamente i suoi movimenti.

< < Che cosa intendete dire, Generale? > >.

< < Uno dei combattenti l'abbiamo facilmente individuato, mia signora. Si tratta di un terrestre, che ha mostrato una notevole forza combattiva, in continuo aumento, difficile da trovare in normali esseri umani. Ma la cosa veramente strana e inspiegabile è che non siamo minimamente riusciti a identificare il suo sfidante > >.
 
< < Non è possibile che il terrestre si stesse soltanto allenando > > chiese Doran, mentre appoggiava le mani guantate sui braccioli del trono.

< < Lo posso escludere nel modo più assoluto, mia signora. Abbiamo chiaramente captato diversi attacchi energetici, che non provenivano dall'umano > > rispose Galdriel.

A quel punto, la Regina Doran scese dal suo trono, avvicinandosi verso i posti di controllo, nei quali i suoi fidi compagni erano sempre all'opera. Aveva l'abitudine di controllare costantemente l'andamento della marcia, sia nei momenti di calma, che di pericolo, anche se si fidava ciecamente dei suoi sudditi.

< < Il terrestre è sopravvissuto allo scontro? > > chiese ancora la Regina, mentre studiava sul monitor, le informazioni raccolte sul guerriero umano.

< < Non lo sappiamo con certezza, maestà. E' certo che egli abbia perso molta energia, alla fine del combattimento > > rispose uno dei tecnici.

< < Molto bene. Abbiamo un ottimo punto di partenza > > disse la Regina, mentre tornava verso il trono < < Inviate le nostre navicelle spia.Voglio sapere tutto su quell'umano. Sapere della sua forza non è sufficiente. E' anche possibile che ci sia qualcuno di più potente, ma la cosa più importante sarà individuare un terrestre assolutamente puro di cuore. E' fondamentale per la riuscita del nostro progetto > > concluse la Regina Doran.

< < Sarà fatto, mia Regina > > risposero, contemporaneamente, tutti i collaboratori presenti.

 < < Generale Galdriel > > disse Doran, mentre si sedette nuovamente sul suo trono < < Quando è previsto il nostro arrivo sulla Terra? > >.

< < Abbiamo già fatto tutti i calcoli, mia signora. Con la massima velocità, il nostro arrivo è previsto fra tre mesi pieni di navigazione > > rispose prontamente l'anziano Generale.

< < Eccellente. Che tutto sia sempre sotto controllo, Generale > >.

< < Agli ordini, mia Regina > >.

Più tardi, Doran potè raggiungere, soddisfatta, i suoi appartamenti, per godersi un meritato riposo. Mentre si spogliava della sua divisa imperiale, la Regina Scarlatta rifletteva sulla prossima sfida, che avrebbe dovuto affrontare.

Una nuova grande impresa degli Armath era pronta per realizzarsi.





La tranquillità e la serenità notturna della Kame House venne bruscamente interrotta da un urlo agghiacciante, quasi disumano.

I sogni della bella cyborg vennero interrotti, come di consueto in quel periodo, a causa delle tremende urla e convulsioni, che spesso colpivano, in maniera implacabile, il piccolo uomo, che dormiva al suo fianco.

 Una settimana dopo lo scontro con C17, Crilin si trovava ancora in un inquietante stato di profonda incoscienza, al quale spesso si aggiungevano tremendi dolori interni, tali da far urlare il piccolo guerriero come un ossesso. Diciotto aveva visto il susseguirsi di continue crisi, scandite da una costante febbre, che, in alcuni casi, neanche i fagioli di Karin riuscivano a curare.
 
Anche in quell'occasione, la cyborg, una volta svegliata, abbracciò immediatamente il compagno, come aveva fatto per tutte le precedenti crisi. Gli impedì di ferirsi ulteriormente e mentre lo teneva fermo con forza e delicatezza al tempo stesso, riuscì a prendere dal suo comodino il dispositivo di controllo energetico, creato da Bulma. Una specie di collare metallico, che una volta giustamente agganciato al collo, si illuminava, proprio al centro, di un'intensa luce azzurrina, segno che l'energia di colui, che indossava il congegno, era sotto controllo e soprattutto quiescente. In questo modo, la forza di Crilin non poteva aumentare inconsciamente, durante le sue crisi, scandite da deliri e dolori lancinanti e perpetui.

Sempre tenendo fermo il suo uomo, che continuava a urlare disperatamente, Diciotto incastrò le due estremità del collare, intorno al collo di lui.

< < Va tutto bene, Crilin. Va tutto bene. Sono sempre qui con te > > sussurrava la ragazza, mentre gli carezzava dolcemente i capelli neri, sudati e scompigliati all'inverosimile.

Qualche istante dopo, Crilin smise di urlare e di contorcersi, ritornando in un sonno apparentemente pacifico, mentre la sua donna lo coccolava continuamente, baciandolo e accarezzandolo con infinita dolcezza.
 
La ragazza osservò avidamente il respiro del suo amato tornare normale e fu solo in quel momento, che anche lei si calmò del tutto. Anche se si erano susseguite diverse crisi come l'ultima avvenuta, ogni volta che capitava, la cyborg veniva invasa da un terrore cieco, che, una volta passato il pericolo, aveva il potere di renderla priva di forze, mentali e fisiche.

Una volta calmatasi e sempre tenendo d'occhio il piccolo uomo, Diciotto si alzò dal suo letto e una volta uscita dalla camera, che condivideva con il fidanzato, come si aspettava incontrò, lungo il corridoio, il vecchio maestro camminare nervosamente verso di lei.

< < Diciotto, cosa è successo? > > chiese immediatamente < < Un'altra crisi? > >.

< < Ho dovuto rimettergli il collare. Per questa notte eviterò ti toglierlo > > rispose la donna, con evidente stanchezza < < Controllalo un attimo. Devo andare un attimo in cucina > >.

< < Certo, mia cara. Fai con calma > > disse Muten, felice di poter verificare, con i suoi stessi occhi, le condizioni del suo amato allievo. Per la maggior parte del tempo, la cyborg non sopportava che qualcuno si intromettesse nella convalescenza di Crilin, della quale la ragazza sembrava volersene prendere cura personalmente, senza l'aiuto di nessuno.

Il maestro rimase tranquillamente ad osservare il suo allievo dormire finalmente pacificamente, quando, poco dopo, rientrò nuovamente la bionda. Anche nella sua semplice camicia da notte, ella manifestava  una bellezza straordinaria.

< < Adesso puoi uscire, vecchio e cerca di non abituarti all'idea di poter entrare in questa stanza. Se dovessi beccarti a farlo senza permesso, passerai guai molto seri > > disse la bionda, aggressiva.

< < Tranquilla, mia cara. Ci tengo alla mia pelle > > replicò il maestro, deglutendo rumorosamente, facendo sogghignare la donna.

Muten stava per uscire dalla stanza, quando la voce imperiosa della cyborg lo richiamò nuovamente.

< < Vecchio, domani mi dirai ogni cosa riguardo il rimedio segreto, creato per annullare gli effetti di questa maledetta tecnica > > ordinò la ragazza, mentre tornava a fissare l'uomo addormentato.

< < Credo che, a questo punto, non ci resti altra scelta purtroppo > > convenne l'anziano maestro, prima di congedarsi.

< < Buona notte, Diciotto > > disse, chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasta finalmente sola, Diciotto si distese accanto il suo uomo. Non sopportava più vederlo in quello stato. Le mancava la sua voce, la sua allegria, la sua gentilezza, la sensazione di benessere, che solo lui le poteva regalare, quando la baciava o l'abbracciava. Mentre teneva il ragazzo stretto tra le braccia, sfiorò, con un dito, il freddo collare, che Crilin indossava. Detestava quel congegno e soprattutto odiava il fatto di doverlo mettere alla persona, che contava di più per lei.

Anche se non ne possedeva ricordo, un freddo e inumano strumento di questo tipo, le ricordava ciò che le era capitato in passato. Il terribile destino di essere trasformata in una crudele macchina da guerra. Ma non lo era diventata. Aveva preso un cammino diverso e mai si era pentita di averlo fatto.

Sforzandosi di cacciar via  pensieri tanto negativi, la cyborg si strinse ancora di più al compagno, appoggiando il capo sul petto di lui. Riusciva a sentire il suo respiro calmo e tranquillo, probabilmente tale  grazie al dispositivo attorno al collo di lui. Cullata dal  profumo del suo amato e dai battiti del suo cuore, anche Diciotto potè finalmente abbandonarsi ad un profondo sonno ristoratore.


Da quando era terminata la terribile guerra degli androidi, il giovane Gohan aveva condotto una vita semplice e spensierata. Aveva ripreso i suoi amati studi e più ogni altra cosa, si impegnava strenuamente nel suo nuovo ruolo di fratello maggiore. La nascita di Goten era stata un'ancora di salvezza, sia per lui che per sua madre. Entrambi soffrivano ancora terribilmente per la morte di Goku, ma il povero Gohan, oltre ad affrontare il terribile lutto, provava spesso un'orribile sensazione di rimorso, che lo riportava inesorabilmente a quel momento, durante il culmine della battaglia, in cui ebbe la possibilità di sconfiggere facilmente il crudele Cell, prima del sacrificio eroico di suo padre.

Grazie, soprattutto, all'aiuto del suo grande mentore e amico Piccolo, il giovane Saiyan riuscì a convincersi, che quella tragedia si fosse verificata anche a causa della sua nuova trasformazione. Una mutazione, scaturita dalla collera, nella quale il giovane Gohan si stava quasi perdendo. Ecco perchè egli giurò solennemente di non superare mai più quel limite, nello stadio di Super Saiyan, se non per circostanze davvero drammatiche.

Anche se la colpa, per quanto accaduto a suo padre, non lo abbandonò mai del tutto, Gohan tornò finalmente alla vita tranquilla, che aveva sempre desiderato. 

L'appoggio, spesso  severo, del suo maestro si era rivelato sicuramente importante per il giovane guerriero, ma probabilmente, in quel periodo così delicato, era stata soprattutto la vicinanza di Crilin ad aiutarlo, nella lotta contro il dolore della perdita e del rimorso. Un uomo, che era stato un fratello per suo padre, ma a prescindere da questo, Gohan aveva instaurato con il piccolo uomo un'amicizia forte  sincera, rafforzata dalle mille avventure affrontate insieme. Il giovane eroe sapeva di dovere molto al piccolo guerriero.
Adorava trascorrere con lui interne giornate in mezzo alla natura, tra la pesca o il semplice rilassarsi, nel meraviglioso paesaggio, offerto dai Monti Paoz. Gohan era felice, che Crilin continuasse a dedicargli del tempo, anche adesso che aveva finalmente trovato l'amore.

Proprio per questo, il ragazzino, in quella settimana, non aveva mai mancato a passare dalla Kame House, per sincerarsi sempre delle condizioni del suo amico. Era rimasto sconvolto, quando aveva ricevuto la notizia dello scontro con C17 e a fatica era riuscito a contenere la sua rabbia leggendaria. Solo l'intervento di Diciotto ebbe il potere di calmarlo. La bionda gli aveva assicurato, che Crilin sarebbe guarito presto e che suo fratello gemello non sarebbe più stato una minaccia per nessuno. Normalmente, in questi casi, Gohan non avrebbe mai mantenuto la calma, ma con la cyborg, negli ultimi due anni, il ragazzo riuscì a instaurare un buon rapporto, cordiale e pacifico, ovviamente non oltre i limiti caratteriali di lei. Tuttavia, fra gli amici di Crilin, Gohan fu l'unico a ottenere la chiara benevolenza e simpatia della donna.

Per la fretta di raggiungere il suo amico, Gohan si trasformò in Super Sayan,  sfruttando al massimo la sua velocità. Il vecchio maestro Muten, che possedeva diverse nozioni di medicina, era convinto che Crilin non fosse in pericolo di vita, ma ciò non escludeva la stranezza del suo sonno profondo, che durava ormai da più di una settimana.

Non appena avvistò la piccola isola tropicale, il primogenito di Goku tornò normale e immediatamente atterrò  sulla soffice e calda sabbia della Kame House.

< < Salve a tutti > > salutò allegramente, non appena entrò nella casetta rosa.

Nel salotto, situato di fronte l'ingresso, vi era soltanto il maestro delle Tartarughe, piacevolmente appisolato su una sedia a sdraio, posta vicino a una delle finestre. Come al solito, il ragazzino rimase imbarazzato, nel vedere le immancabili riviste, sparse per la stanza. Il suo disagio, per sua fortuna, non durò a lungo. Dalle scale scese la bellissima fidanzata di Crilin, che indossava un vistoso maglione a righe e  un paio di jeans chiari.

< < Buon pomeriggio Diciotto, è sempre un piacere vederti > > esordì il piccolo Saiyan, sorridendo allegramente.

< < Ciao Gohan. Credevo che oggi non saresti passato > > rispose la cyborg, regalandogli un piccolo sorriso.

Anche se la sua espressione era indecifrabile come sempre, Gohan potè notare una certa stanchezza, scolpita sul viso candido della donna.

< < Scusami,  ho fatto tardi. Tra i compiti e il mio fratellino, oggi non è stato certo facile venire a farvi visita > > disse Gohan, mentre, sorridendo, si grattava la nuca. Molto spesso, Diciotto si era chiesta di come fosse possibile, che un bambino, così calmo e pacifico all'apparenza, potesse sprigionare una forza tale da annientare anche l'essere perfetto.

< < Come sta Crilin? Ci sono stati dei miglioramenti? > > chiese il ragazzino, speranzoso.

< < Apparentemente sembra che la situazione sia rimasta invariata > > rispose Diciotto, con tono falsamente tranquillo < < Per adesso, non c'è modo di svegliarlo > >.

Lo sguardo addolorato di Gohan peggiorò ancora di più l'umore della bionda, che non riusciva più a tollerare quella situazione.

< < Devo fare qualcosa > > pensò la cyborg, sforzandosi di rimanere calma < < Devo aiutare Crilin > >.

Il giovane Gohan, notando l'espressione agitata e riflessiva della ragazza, non seppe più cosa dire.

Il profondo russare del vecchio maestro risvegliò la cyborg dalle sue meditazioni. Di fronte alla sua calma, la rabbia di Diciotto aumentò ancora di più. Stringendo i pugni con forza, si avvicinò decisamente verso il malcapitato, ancora nel mondo dei sogni e ignaro dell'avvicinarsi di un pericolo mortale.

< < Ehm, Diciotto ....... > > tentò debolmente Gohan, ma era già troppo tardi. Il pugno della cyborg distrusse una parte del muro, adiacente alla finestra, sotto la quale riposava il vecchio maestro, il quale, svegliatosi bruscamente, finì malamente sul pavimento.

< < Ma cosa diavolo succede? > > esclamò Muten, prima di impallidire visibilmente, davanti a una furia bionda di sua conoscenza.

< < Mamma mia > > commentò Gohan, seriamente preoccupato.

< < Dannazione > > urlò Diciotto, con tutte le sue forze < < Non sopporto più questa situazione. Abbiamo provato qualsiasi medicina possibile, senza contare, poi, quegli inutili fagioli ed è ormai passata una settimana. Maledetto vecchio, non tollero più la tua odiosa tranquillità > >.

< < Diciotto, cerca di calmarti, per favore > > provò il maestro, ma per tutta risposta, la cyborg afferrò il bavero della camicia hawaiana dell'uomo, sollevandolo facilmente da terra.

< < Adesso ascoltami, vecchio pervertito. Tu ora mi dirai ogni cosa su quel rimedio, creato appositamente per quella tecnica. Lo farai, prima che io perda del tutto la pazienza > > disse Diciotto, quasi sibilando, con tono freddo e velenoso.

Il povero Gohan, ancora sorpreso per quanto stava accadendo, non sapeva se intervenire o meno in aiuto del maestro, ma quando vide la bionda lasciare la presa, scagliando l'anziano guerriero contro il muro, provò un sospiro di sollievo.

< < Va bene Diciotto. Ti dirò ogni cosa, ora però cerca di calmarti. Vedrai che Crilin tornerà a stare bene > > disse Muten, mostrando una certa cautela, nelle parole che utilizzava, mentre cercava di rimettersi in piedi.

< < Se non ti ho parlato prima di questa soluzione, è soltanto perchè speravo che non fosse necessario ricorrere a tanto, ma come ti ho già detto la scorsa notte, le continue crisi e deliri e il suo stato di incoscienza non ci lasciano più altra scelta > >. 

Nonostante le sue parole, il maestro Muten potè costatare che lo sguardo della donna era ancora il ritratto della rabbia e della freddezza, ma anche della preoccupazione.

 < < Adesso, vi chiedo di sedervi. In effetti, è un bene che ci sia anche Gohan. In questo modo, avrete molte probabilità di successo > > disse gravemente il guerriero.

< < Falla corta, vecchio. Stiamo perdendo tempo > > sbottò la bionda, mentre si sedeva, a braccia conserte, in una delle poltrone disponibili.

< < Farò ogni cosa per aiutare Crilin > > disse Gohan, mentre si sedeva  a sua volta.

Nella comodità della sua poltrona preferita, il maestro Muten, con espressione truce e riflessiva, si preparava ad affrontare un discorso strano e inquietante, riguardo al quale egli stesso nutriva dei seri e forti dubbi.

< < Spero solo che Diciotto non dia di matto, almeno fino a quando non dirò tutto ciò che so > > pensò l'uomo, sospirando rumorosamente.

< < Allora? > > disse all'improvviso Diciotto, sempre più spazientita, facendo trasalire i due < < Ti decidi a vuotare il sacco, si o no > >. Teneva sempre la sua solita postura a braccia conserte, facendola assomigliare parecchio all'orgoglioso principe dei Saiyan.

< < Ebbene, premetto che la storia che sto per raccontarvi, è molto antica, tramandata da molti maestri di arti marziali, nel corso dei secoli. Tuttavia, vi sono varie testimonianze riguardo la veridicità di essa, non solo per la possibilità di attivare la tecnica proibita, ma anche per ciò che mi disse una volta il Saggio Karin > >. Guardando le espressioni dei suoi ascoltatori, al maestro venne quasi da ridere. La scena poteva anche essere comica, se Crilin non si fosse trovato in quelle condizioni. La cyborg ascoltava, con una rabbia spaventosa, riflessa sui suoi splendidi occhi cerulei, mentre il giovane Gohan aveva un'espressione di fanciullesca concentrazione, divorato dalla curiosità, con la bocca semi aperta, come se stesse seguendo una favola o un racconto d'avventura. In quel momento, sembrava realmente la copia spuntata di suo padre Goku.

< < La tecnica della Fermezza Naturale > > proseguì il maestro < < è stata ideata allo scopo di difendere questo pianeta. I più grandi guerrieri  del passato, consapevoli della grande debolezza, che contraddistingue il genere umano, idearono delle potenti armi di difesa e fra queste vi era anche questa tecnica. Probabilmente, anche loro dovettero affrontare delle minacce terribili, che li costrinsero ad adottare delle misure drastiche. Così, fu creata questa connessione con la natura, una sorta di patto fra l'essere umano e l'intero pianeta. Tuttavia, come avete visto, la forza smisurata, che la natura regala magicamente all'utilizzatore, esige un costo > >. 

< < Incredibile > > commentò Gohan < < Se non sbaglio, assomiglia molto alla sfera Gendikama di mio padre > >.

< < Hai ragione, ragazzo mio > > convenne il maestro < < In effetti, esistono molte affinità. Ma vedi, mentre la tecnica di tuo padre crea soltanto una sfera d'energia esterna, grazie all'aiuto della natura, la Fermezza Naturale porta ad una prospettiva completamente diversa. In parole semplici, le forze selvagge e inarrestabili della natura entrano all'interno del corpo umano ed è questo il motivo, per il quale questa tecnica risulta essere così rischiosa. Un essere non può controllare la  potenza della natura, ne tanto meno è in grado di sostenerla, almeno per lunghi periodi > >.

La cyborg aveva ascoltato attentamente, ma più andava avanti il discorso, maggiore diventava la sua rabbia e la sua frustrazione.

< < Maledizione > > ringhiò la bionda < < Non hai detto assolutamente nulla di nuovo, fino a questo momento. Vai al dunque, vecchio, come diavolo si annullano gli effetti di questa dannata arma? > >.

Muten non sembrò scomporsi, di fronte alla collera della ragazza, anzi provava una sensazione di profonda contentezza, nel vederla così preoccupata e arrabbiata per il suo amato allievo. Guardandola negli occhi, nonostante la consueta freddezza di lei, percepiva chiaramente
 la sua volontà di aiutare l'uomo che amava.

< < Hai ragione, mia cara > > disse il guerriero, con tono gentile < < Non mi dilungherò molto. In effetti, rimane ben poco da dire. Gli ideatori della tecnica, di fronte ai terribili effetti collaterali, crearono, prima della loro morte, un rimedio, frutto di una potente e antica magia. Si dice, addirittura, che essi furono aiutati dal Dio di quel tempo. Così, venne creata la fantomatica Pozione della Rinascita, una bevanda miracolosa, che ha il potere di riequilibrare anche un organismo quasi del tutto annientato e se le notizie, tramandate nel corso dei secoli, non risultano essere errate, quella pozione è, ancora oggi, custodita al Palazzo di Dio > >.

< < Cerca di farmi capire bene, vecchio > > intervenne Diciotto, con rabbia < < Noi dovremmo affidare le nostre speranze di guarire Crilin, ad una vecchia e sciocca leggenda, che probabilmente non è minimamente vicina alla realtà > >.

< < Non hai capito, Diciotto > > replicò calmo Muten < < E' vero che non sono veramente chiari gli eventi specifici, che hanno portato alla nascita di questa medicina speciale. Ciò nonostante, la pozione esiste, così come esiste la tecnica, per la quale è stata creata, ma ancora non vi ho rivelato un altro particolare, di cui sono a conoscenza e che non può non essere considerato fondamentale > >.

< < E cosa aspetti a vuotare il sacco, maledetto vecchio > > ringhiò la cyborg, mentre dal suo corpo cominciavano a fuoriuscire preoccupanti scariche elettriche.

< < Come saprete, uno dei luoghi più antichi di questo pianeta è proprio il Palazzo di Dio. Un posto sacro, colmo di segreti, ma anche di pericoli. Durante la battaglia contro Cell, abbiamo avuto modo di conoscere la Stanza dello Spirito e del Tempo, che permette di sostenere un allenamento miracoloso, ma anche mortale per chi non è preparato > >.

< < Insieme a papà, ho rischiato la vita tante volte in quella stanza. E' stato veramente il più terribile allenamento della mia vita, ma anche il più bello, per il tempo che ho trascorso con lui > > commentò Gohan, assorto nei suoi ricordi.

La cyborg, dimenticando temporaneamente la sua rabbia, gli regalò un sorriso, nella maggior parte dei casi riservato solo al suo Crilin, sotto lo sguardo scioccato del maestro, il quale, sfruttando la temporanea calma della ragazza, si affrettò a proseguire.

< < Ora, da ciò che mi è stato detto dai miei maestri, il palazzo ospita molte altre stanze e porte segrete, che conducono verso altre dimensioni ignote, esplorate solo da alcuni coraggiosi. Ebbene, uno dei quei posti è proprio il nostro obiettivo, il luogo dove è custodita la Pozione della Rinascita > > affermò il maestro. sperando di non provocare di nuovo l'ira della donna.

< < Allora la medicina che devo recuperare si trova in un'altra dimensione. Non è così, vecchio? > > chiese Diciotto, ancora visibilmente perplessa.

< < E' probabile che sia così, mia cara. Nessuno lo sa con certezza. E' probabile che i creatori fossero preoccupati riguardo la sicurezza della pozione. Per questo, al fine di custodirla, scelsero un posto segreto e misterioso > > rispose il maestro.

< < Bene > > rispose scettica Diciotto < < Almeno adesso sappiamo dove andare a cercare. Suppongo che Dende potrà fornirci molte più informazioni su quel posto > >.

< < E' possibile. Io posso solo dirti che i creatori della tecnica volevano essere sicuri, riguardo la sicurezza del luogo. Nessuno può dirlo con certezza, ma quando ero giovane, il mio maestro mi impedì categoricamente di varcare la soglia di quella stanza. Anche se non esistono informazioni certe, si dice che il recupero della Pozione della Rinascita richieda il superamento di una prova sconosciuta. Ignota, ma certamente oscura e pericolosa. Oltre a questo, non posso fornirvi nessun altra informazione certa > > concluse Muten, con evidente rammarico nel suo tono di voce.

La cyborg  fissò l'aziano maestro con sguardo impassibile, senza proferire parola. Si alzò lentamente, continuando a ignorare sia il maestro che il giovane Gohan e con passo deciso, raggiunse le scale, per ritornare verso la sua camera da letto.

< < Maestro, pensa che Diciotto andrà a cercare quella pozione? > > chiese Gohan, un po' timoroso.

< < Senza dubbio, ragazzo mio. Forse, a causa del suo carattere forte e orgoglioso, non è facile da vedere, ma l'amore che quella ragazza prova per Crilin è sconfinato. Non esiste niente che non farebbe per lui e lo stesso vale per lui > > rispose solennemente il maestro.

< < Sono pronto ad aiutarla anch'io. Non sarei niente oggi, se non fosse stato per Crilin. Mi è sempre stato vicino > > disse il giovane Saiyan, manifestando chiaramente la sua determinazione ad aiutare uno dei suoi amici più cari.

Muten sorrise calorosamente. Per molti anni, il suo amato allievo era rimasto tormentato da un profondo senso di inadeguatezza e di solitudine. Eppure, la sua gentilezza e il suo carattere allegro e altruista l'aveva portato ben presto a ricevere l'amore, l'affetto e l'amicizia di molti, anche delle persone più improbabili.



Diciotto chiuse la porta della sua camera alle sue spalle. L'aria della stanza era fresca e pulita. Il sole mattutino illuminava allegramente il letto, che condivideva con il suo amato, nel quale si sentiva libera di manifestare la vera se stessa. 
Si sedette sul bordo del letto, a fianco del suo uomo. Vedendo il sonno leggero del piccolo uomo, la sua ansia diminuì leggermente. La sua determinazione era forte in quel momento e anche se era ancora scettica riguardo ciò che avrebbe trovato al Palazzo di Dio, era comunque pronta ad affrontare qualsiasi pericolo per l'uomo che amava. Era felice del fatto che questa volta avrebbe lottato lei, con tutte le sue forze, per farlo tornare a stare bene. Gli accarezzò delicatamente i capelli neri scombinati e il viso, che tanto adorava, mentre lo osservava con un dolce sorriso, che riservava soltanto a lui.

< < Tornerò presto Crilin. Tieni duro > > sussurrò la donna, mentre si chinava su di lui, per baciargli le labbra  dolcemente.

Rimase ancora qualche secondo ad osservare il suo uomo, immerso in un innaturale sonno profondo, fortunatamente calmo in quel momento. Sentiva, dentro di lei, salire un'irrefrenabile angoscia, all'idea di lasciarlo.

Radunando tutta la sua forza di volontà, si preparò ad affrontare l'ignoto per il suo uomo.

< < Adesso tocca a me > > disse fermamente a se stessa, mentre raggiungeva con passo deciso il piano di sotto.

Si sentiva pronta e piena di energia.


FINE CAPITOLO.






 

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Capitolo 12
*** Una piccola capsula ***


CAPITOLO 11

Una piccola capsula.

 

Diciotto era pronta a partire. Era ansiosa di giungere, nel più breve tempo possibile, al Palazzo di Dio. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma il fatto di avere la compagnia del giovane Gohan aumentò di molto la fiducia della cyborg sul buon esito della missione.

 Entrambi erano ancora all'oscuro riguardo a ciò che avrebbero trovato nella misteriosa stanza, dove era custodita la fantomatica Pozione della Rinascita, ma certamente, grazie alle loro capacità combattive, erano più che pronti ad affrontare qualsiasi pericolo.

Consapevole dell'imminente possibilità di doversi battere, la bellissima cyborg optò per un abbigliamento semplice e sportivo, che ricordava sommariamente ciò che indossava, quando fu attivata insieme al fratello gemello. Indossava la solita maglietta scura, con le maniche bianche e nere e un paio di jeans blu, che aveva comprato durante i primi appuntamenti con Crilin. Mentre si fissava allo specchio del bagno, la sua mente continuava a trasmetterle i dolci momenti, che aveva trascorso con Crilin negli ultimi due anni.

 Grazie a lui, Diociotto ebbe la possibilità di cominciare a vivere realmente, ritrovando la propria indipendenza. Il fratello l'aveva spesso accusata di essere diventata una volgare schiava di umani, mentre lei, invece, non si era mai sentita così libera, nemmeno durante le avventure con C17 e C16. Con Crilin, si sentiva libera di esprimere il suo vero carattere. Il piccolo uomo fu il primo ad averla apprezzata non come un semplice combattente, ma come una persona vera e complessa.

Nella sua memoria cibernetica, Diciotto ripercorreva le varie fasi del suo rapporto con Crilin. La nascita di una strana amicizia, che inesorabilmente si trasformò in un amore sincero, timoroso in un primo momento, ma  forte e puro. Per la cyborg semplicemente arrivò un momento, in cui decise di avvicinarsi e fidarsi di uno strano uomo, che non mancava mai di manifestare il suo affetto per lei, senza mai chiedere nulla in cambio. Senza rendersene conto, Diciotto si innamorò perdutamente di lui, ricambiando quegli stessi sentimenti, che da tempo il piccolo uomo provava per lei.

La cyborg si sedette sopra la vasca, dove molto spesso aveva fatto passionali bagni insieme al suo amato. Il solo pensiero di quei momenti così intensi e felici, ebbe, suo malgrado, il potere farla arrossire e sorridere leggermente. Forse grazie a questo, la ragazza riuscì a calmare parzialmente la propria paura. Dalla tasca prese un piccolo oggetto, una di quelle capsule, prodotte dalla Capsule Corporation. Accarezzò con un dito il congegno, che teneva sempre tra i suoi oggetti personali, nella camera che condivideva con Crilin. L'aveva ripreso, prima di congedarsi con il suo uomo incosciente. Non conosceva il motivo, ma portare quell'oggetto in quel momento così drammatico, le infondeva coraggio e determinazione.

< < Che sciocco > > disse sorridendo la cyborg, mentre osservava il piccolo oggetto < < Il mio sciocco > >. La sua mente era persa in ricordi felici. Era fortemente decisa a viverne molti altri.

Con un'espressione di forte determinazione, la bionda uscì dal bagno, passando davanti la porta della sua stanza, che lei stessa, poco prima, aveva chiuso con malinconia, dopo aver salutato il suo uomo, profondamente addormentato.

 Lottando strenuamente con se stessa, riuscì a vincere la tentazione di entrare di nuovo. Era consapevole che se lo avesse fatto, non sarebbe stato per niente facile uscire nuovamente da quella camera, che ormai adorava con tutta se stessa, per ciò che rappresentava.  Il solo pensiero di non rivedere più gli occhi neri del piccolo uomo, di non poter più godere della sua compagnia e del suo amore, la portava nuovamente nella disperazione più totale. Era ormai consapevole del fatto di non poter più vivere senza di lui. Non poteva e soprattutto non voleva farci nulla.

Raramente, nella sua vita di androide, si era sentita così spaesata, disperata e immensamente  sola. Nonostante tutta la sua immensa forza combattiva, Diciotto si sentiva impotente di fronte alla solitudine. L'aveva provata in passato, l'orribile sensazione di non avere un posto da poter chiamare casa, di non avere nessuno scopo o contatto con altri esseri viventi. Quel breve periodo della sua vita aveva rischiato di farla letteralmente impazzire e quando la sua solitudine ebbe fine, la cyborg decise che mai più avrebbe provato quella terribile mancanza.

Diciotto sorrise nuovamente, mentre raggiungeva il salotto, dove il giovane Sayan l'attendeva, per iniziare la loro missione.

 Non sarebbe mai più stata sola e Crilin era l'unico uomo che voleva al suo fianco.



                                                                ----------------------------------------
          



Il Cell Game era terminato da alcune settimane. Dopo aver rischiato seriamente l'estinzione, gli esseri umani tornarono finalmente alla tanto attesa pace e  tranquillità di sempre. In qualsiasi angolo del pianeta era palese la felicità e il sollievo dei terrestri per lo scampato pericolo, per non parlare della gioia, nata grazie ad un incredibile e misterioso potere, che aveva riportato  alla vita tutte le migliaia di vittime del crudele mostro verde.

Dopo essersi congedata, al Palazzo di Dio, dai difensori della Terra, che secondo la sua missione originaria di androide, avrebbe dovuto uccidere senza pietà, Diciotto non fece altro che girovagare, senza meta, lungo tutto il globo. Nella più totale confusione, ella si ritrovò a riflettere costantemente sul motivo della propria esistenza e soprattutto su un possibile futuro, al quale aggrapparsi. Non aveva mai avuto la vera intenzione di sterminare gli esseri umani o di conquistare la Terra e per di più, dopo il terrore provato a causa di Cell, la bella cyborg era fermamente intenzionata a non far provare a qualcuno, per sua mano, una paura e un'impotenza così devastante.

Non si era mai soffermata troppo su certi pensieri. Mentre dava la caccia a Goku, era semplicemente felice di essere viva e finalmente libera, in possesso di un potere immenso, tale da piegare persino un Super Saiyan.

Tuttavia, ciò che accadde dopo la cambiò profondamente. Riuscì a comprendere molte cose, come la paura o il coraggio, ma allo stesso tempo aveva visto anche cose incomprensibili o per meglio dire aveva incontrato personaggi, ai suoi occhi assolutamente privi di ogni ragione.
Senza conoscerne i motivi, Diciotto pensava spesso al piccolo uomo, che l'aveva salvata da un destino orribile più di una volta. Quando lo vide per la prima volta, ella lo aveva considerato come un buffo ometto, certamente molto forte per essere soltanto un semplice umano, ma sicuramente non poteva mai rappresentare, per lei, una vera e propria minaccia.

 Tuttavia, subito dopo fu costretta a ricredersi sul conto del guerriero chiamato Crilin. Quest'ultimo dimostrò di avere un notevole coraggio, poichè anche se non intervenne durante la battaglia, dove lei e suo fratello sconfissero facilmente i suoi compagni, lui cercò di convincerli pacificamente a desistere dai loro propositi sanguinari, consapevole di poter essere ucciso da esseri troppo potenti per le sue sole forze. Forse per la sua ingenuità, forse per il suo coraggio, Diciotto decise che quel buffo ragazzo le piaceva. Aveva conosciuto soprattutto una certa categoria di uomini, costantemente ansiosi di ottenere gloria e potere. In Crilin aveva visto altro e forse anche per questo gli regalò un dolce ricordo di se, ignara del fatto che forse anche quel gesto  avrebbe contribuito a salvarle la vita in futuro.

In seguito, all'improvviso, iniziò l'incubo di Cell e fu proprio in circostanze così drammatiche, che si ritrovò nuovamente di fronte quello strano piccolo uomo, ma con le parti decisamente invertite. In quel momento, infatti, era stata lei ad avere paura di lui. Senza rendersene conto, oltre al terribile mostro, c'era un pericolo ancora più concreto  a minacciarla. Forse anche per questa inattesa paura, la cyborg rimase decisamente sconvolta, quando vide lo stesso uomo, che doveva essere uno dei suoi peggiori nemici, distruggere senza esitazione l'unica arma, che avrebbe potuto annientarla inevitabilmente, e subito dopo, egli stesso la esortò a fuggire e a mettersi in salvo. Come se non bastasse, il terrestre aveva cercato anche di farle guadagnare tempo, con un attacco assolutamente suicida.

Ancora, dopo molte settimane, non era riuscita a comprendere il motivo di quei gesti e la sua confusione era aumentata ancora di più, dopo che Crilin la salvò una seconda volta sul campo di una battaglia terribile. Non solo, poichè il piccolo uomo decise anche di esprimere quello strano desiderio per lei e suo fratello, manifestando ancora una volta la sua semplice volontà di aiutarla, senza chiedere nulla in cambio.

Diciotto fissò il cielo azzurro e sereno, mentre rimaneva sospesa a mezz'aria. Aveva certamente capito che il piccoletto si era affezionato a lei, ma ciò che le sfuggiva era il motivo.

Quasi inconsciamente, la sua confusione si trasformò in rabbia e frustrazione, al punto da perdere il controllo, come spesso avveniva in quel periodo. Urlando selvaggiamente, la cyborg puntò il palmo della sua mano in direzione di una grande montagna innevata. Immediatamente produsse un piccolo raggio violaceo, che in pochi secondi raggiunse il monte, distruggendolo completamente, scatenando un caos generale in tutta la valle, dove aveva deciso di rifugiarsi.


< < MALEDIZIONE!!!! > > continuò ad urlare, mentre i pochi detriti rimasti della montagna precipitavano inesorabilmente verso terra.

< < C17 DOVE DIAVOLO SEI FINITO > > gridò ancora la cyborg, rivolgendosi ancora verso il cielo.
 
Quel giorno, Diciotto provò, come mai prima di allora, una terribile sensazione di vuoto e solitudine.



La bella cyborg aveva cominciato a odiare le notti. Nonostante possedesse dei circuiti, in grado di farle superare molte delle normali debolezze umane, anche lei aveva bisogno di riposo e del supporto del sonno. Purtroppo, a causa di tutto quanto che le era capitato, Diciotto dovette anche sperimentare la terribile esperienza dell'incubo.

 Ormai, ogni volta che chiudeva gli occhi, riviveva le terribili esperienze del laboratorio del diabolico dottore o il momento dell'assorbimento nel corpo del terribile androide.
 
Era arrivata al punto di temere fortemente la notte e il sonno e ciò aumentò ancora di più il suo desiderio di rivedere il fratello. Per diversi giorni la sua situazione non mutò. Girò il pianeta per molto tempo, ma non riuscì mai a trovare tracce di C17 e nel frattempo, i suoi deliri notturni proseguirono. Fino a quando incredibilmente, inconsciamente durante i suoi incubi, cominciò a evocare la figura dell'unica persona, che aveva dimostrato di non volerla morta, addirittura di volerla proteggere. Il pensare costantemente a Crilin l'aiutò gradualmente a limitare le sue angosce notturne. Continuava a fare sogni su Gero e Cell, ma il più delle volte, nel pieno del sogno, faceva la sua comparsa anche il piccolo guerriero, con il suo sorriso gentile e timido al tempo stesso e di colpo tutti i mostri, che la tormentavano, sparivano, concedendo alla cyborg momenti di vero riposo.

 Le mattine seguenti, la cyborg era letteralmente sconvolta, nel sentire dentro se stessa una serenità e un benessere, che raramente era riuscita a provare nella sua vita di androide. Si sentiva, con sbigottimento, riposata come non mai e e in possesso di tutte le sue energie.

Per lei divenne inevitabile il fatto di cominciare a desiderare di rivederlo di nuovo, anche solo per poterlo conoscere davvero. Rimuginava spesso sui dati che aveva su di lui nei suoi circuiti, ma si trattava soltanto di mere informazioni di battaglia. Anche se ciò la turbava profondamente, Diciotto desiderava ardentemente  conoscerlo davvero.

Lei stessa gli aveva regalato una flebile speranza, nel loro ultimo incontro, ma francamente lo aveva fatto inconsciamente, come se non pensasse realmente che fra di loro potesse nascere un qualsiasi tipo di rapporto. Di certo, non sapeva di sbagliarsi nel modo più assoluto. 

Anche  lo stesso Crilin stava affrontando un periodo molto difficile. Non era ancora riuscito a inserirsi nel nuovo tanto atteso clima di pace. La terribile guerra degli androidi aveva contribuito fortemente ad incrementare il suo antico senso di inadeguatezza e insicurezza. La morte di Goku gli aveva lasciato un vuoto incolmabile, difficile da superare. Il piccolo uomo non provava rimorso per aver deciso di salvare Diciotto. Fin dal loro primo incontro, Crilin aveva percepito una strana sensazione, diversa da quella terribile paura, che aveva provato tutte le volte che si era trovato di fronte a mostri sanguinari, incapaci di provare la benchè minima emozione positiva.

Diciotto gli aveva lasciato  un'impressione completamente diversa. Dopo un primo momento di smarrimento e timore, per via della sua straordinaria bellezza e della potenza immane, che ella poteva scatenare, egli capì che non c'era malvagità nel suo cuore, che la sua volontà non fosse quella di far del male agli altri. Ebbe molte dimostrazioni di ciò, non solo quando lei gli risparmiò la vita, ma anche quando vide le sue chiari intenzioni di non abbandonare un compagno ferito mortalmente.

Anche se pensava di non essere all'altezza di una persona così meravigliosa ai suoi occhi, il terrestre desiderava rivederla di nuovo, lo voleva con tutto se stesso.

La guerra degli androidi gli aveva lasciato la terribile consapevolezza riguardo la sua debolezza fisica, che sapeva di non poter mai cancellare. Aveva compreso che il suo ruolo come combattente fosse stato secondario come mai prima di allora e ben poco egli era riuscito a fare, nella lotta per la salvezza del mondo.

Mentre girovagava per il pianeta volando, Crilin, al culmine dello sconforto, quasi giunse alla drastica decisione di chiudere per sempre con le arti marziali. Ma tutte le sue più nere riflessioni sparirono di colpo, quando, con somma sorpresa, vide una ragazza bionda, seduta immobile a fissare l'immenso oceano di fronte a se.

 Immediatamente il cuore di Crilin cominciò a battere sempre più forte.


                                                      
Diciotto si era accorta quasi subito dell'arrivo del giovane guerriero. Il suo radar artificiale aveva captato una forte energia in movimento e immediatamente la ragazza capì a chi appartenesse. Molte volte, in quel periodo, aveva sperato di incontrarlo, anche solo per poco tempo e ora che il suo bizzarro desiderio si stava realizzando, provò una strana sensazione.
 
< < Pazzesco, quel ragazzo è molto più debole di me, eppure non riesco mai a rimanere tranquilla, quando me lo ritrovo davanti  > > pensò rabbiosamente la ragazza, mentre la confusione  ostacolava decisamente il buon funzionamento dei suoi circuiti.

In realtà sapeva benissimo che il ragazzo non le avrebbe mai fatto del male. Tutta la sua ansia partiva da se stessa. Ogni volta che si trovava insieme a lui, provava una sensazione di serenità e benessere, che mai era riuscita a provare e per questo si sentiva fortemente a disagio davanti a lui. Tra le altre cose, la bella bionda odiava con tutte le sue forze il non aver il pieno controllo di ogni situazione e sembrava che con Crilin lei non avesse mai nessuna speranza di dominare completamente gli eventi.

Continuando ad osservare, con il suo solito sguardo freddo, il meraviglioso paesaggio marittimo, Diciotto percepiva alle sue spalle ogni singolo movimento del guerriero, che stava atterrando dolcemente sulla spiaggia, che lei aveva scelto come rifugio qualche giorno prima.

 Di nuovo, dentro di lei, la contentezza si mischiava alla paura e a nulla servivano i suoi tentativi di distrarsi o di mantenersi tranquilla, anche se il suo candido viso non trasmetteva nulla di tutto ciò.

Il piccolo uomo, mostrando un certo timore e rispetto, atterrò ad una certa distanza da lei, con delicatezza sulla sabbia calda. Era cosciente del fatto che la cyborg si fosse accorta immediatamente e non potè evitare di temere la reazione della donna per quella inaspettata intrusione.

< < Salve Diciotto > > esordì Crilin, non riuscendo a nascondere, nella sua voce, una forte emozione < < E' bello rivederti > >.

La donna si girò lentamente, posando i suoi occhi cerulei e freddi su quelli neri e intensi del terrestre < < Ciao piccoletto > > disse la cyborg freddamente, senza mutare la propria espressione impassibile < < Che cosa sei venuto a fare qui? > >.

< < Ehm non volevo disturbarti Diciotto > > rispose lui nervosamente < < Mi capita spesso, in questo periodo, di girovagare per tutto il pianeta e quando ti ho vista prima per caso, ho pensato di salutarti > > aggiunse il terrestre, mostrando un timido, ma aperto sorriso.

< < Che pensiero carino > > replicò la ragazza, con tutta l'indifferenza possibile < < Adesso che hai compiuto questa buona e patetica azione, puoi anche andartene > >.

Diciotto si girò nuovamente verso il mare, consapevole di aver ferito terribilmente l'animo del piccolo uomo e stranamente il pensiero la fece star male, quasi al punto di arrivare a scusarsi.

< < Non posso stare vicino a lui. Questo tizio mi porta a voler fare cose che non mi competono. Io non sono umana e anche se non mi dispiace la sua compagnia, devo allontanarlo ad ogni costo > > pensò tristemente.

Nonostante la delusione, Crilin non si diede per vinto. Era convinto di non avere alcuna speranza, di non poter sciogliere un cuore così freddo.

 Sapeva che tentare di aprire qualsiasi tipo di conversazione sarebbe stato del tutto inutile. Per questo, ancora una volta, il piccolo guerriero optò per ciò che gli era sempre riuscito meglio nella sua vita. 

Provò ad aiutarla.

Percepiva chiaramente la sua sofferenza e questo lo spinse ad abbandonare ogni prudenza per la sua sicurezza o il dolore per un possibile rifiuto da parte della bionda. Con una determinazione, che sorprese anche se stesso, si avvicinò allo scoglio, dove, immobile, rimaneva seduta la ragazza, che sembrava voler rimanere indifferente ad ogni  movimento del terrestre. Con pochi passi, Crilin raggiunse la grossa roccia e con tutta la tranquillità possibile, si sedette accanto a lei, rimanendo impassibile all'occhiata sbigottita di quest'ultima. Diciotto, con gli occhi sgranati dalla sorpresa, non trovò una reazione adeguata a quello strano comportamento. Ancora una volta, quel piccolo umano, così innocuo all'apparenza, era riuscito a sorprenderla e ormai non poteva più nascondere il fatto di provare un profondo interesse su di lui, ma ciò non eliminava la sua paura.

< < Stai rischiando la pelle, piccoletto? > > ghignò la cyborg, cercando di mostrare sicurezza e malvagità nelle sue parole < < Te ne rendi conto? > >.

Diciotto non avrebbe mai potuto far del male a quell'uomo. Era una delle poche certezze che aveva in quel momento, ma desiderava allontanarlo con tutta se stessa.

< < Crilin, giusto? > > continuò lei con tono velenoso.

 < < Io non sono umana, mettitelo bene in testa. Faresti meglio a smetterla di cercare di far colpo su di me. Stai scherzando con il fuoco. Ricordati che la tua forza è nulla in confronto alla mia > > concluse la donna, sempre più spazientita, con ghigno sempre più incerto. Di certo,  tutte quelle minacce potevano aiutarla a liberarsi di quel peso o almeno così credeva, poichè ancora una volta fu costretta a ricredersi, con suo grande sgomento.

Crilin sorrise gentilmente e senza rispondere, tirò fuori dalla tasca una piccola capsula, sempre sotto gli occhi attenti della cyborg.

< < Ho imparato a conoscere il tuo carattere forte e indipendente, ma io penso che tutti abbiano bisogno di aiuto > > disse il terrestre, sicuro e calmo.

< < Tu non sai niente di me e non ho bisogno del tuo aiuto > > sibilò Diciotto, con rabbia.

< < E' vero, purtroppo non ho ancora avuto la possibilità di capire realmente chi sei, ma ad ogni modo, io conosco la solitudine, un'angoscia senza fine, che non ti lascia alcuna speranza per il futuro > > replicò il piccolo uomo, guardandola intensamente.

La ragazza si limitò a distogliere lo sguardo, sempre più furiosa, ma lasciò che Crilin continuasse.

< < Io non voglio inserirmi a forza nella tua vita. Non credere che io cerchi, a tutti i costi, di ottenere qualcosa da te. Desidero solo aiutarti, perchè voglio farlo e perchè voglio che tu sia felice > > concluse il ragazzo con coraggio, mentre depositò sul palmo guantato della donna la piccola capsula.

Diciotto fissò nuovamente incredula, prima il piccolo congegno, poi il terrestre, che continuava a sorridere caldamente. Immediatamente, senza rendersene conto, la donna provò un'incredibile ondata di benessere nel suo animo, superiore anche alla volta, in cui venne distrutta la bomba, all'interno del suo corpo.

< < Anche quella volta per merito suo > > pensò istintivamente.

< < Quella capsula contiene una piccola casetta. C'è un bagno, dove potrai rinfrescarti e  dei vestiti puliti e anche qualcosa da mangiare, oltre che un letto comodo. Scommetto che, più di ogni altra cosa, non vedi l'ora di liberarti di quelli che indossi da molti giorni > >. La cyborg, infatti, indossava ancora gli abiti di quando fu assorbita. La puzza del mostro verde era persistente in essi, nonostante i suoi tentativi di lavarli.

< < Puoi utilizzarla dove e quando vuoi > > disse ancora il terrestre. Ora che aveva compiuto quel gesto, il giovane provò di nuovo una sgradevole sensazione, come se quel piccolo oggetto fosse da considerarsi come una sorta di addio fra lui e la bella cyborg.

< < Bene, adesso ti lascio in pace > > disse Crilin, mentre scese dallo scoglio < < Spero di rivederti presto Diciotto > > aggiunse con un piccolo sorriso.

 La cyborg stava ancora fissando la piccola capsula.

Avrebbe dovuto scatenare una violenza crudele e sanguinaria, in virtù della sua natura di androide, ma in quel momento, invece, tutto ciò che provava era solo un'immensa gratitudine per quell'umano, che per motivi oscuri e ignoti, riusciva sempre a farla sentire bene e in pace. Neanche il fratello  vi era mai riuscito, dopo le terribili esperienze, che i due gemelli erano stati costretti ad affrontare.

Crilin iniziò lentamente ad alzarsi in volo, quando la voce di Diciotto lo bloccò inaspettatamente.

< < Piccoletto > > disse con un tono diverso, quasi timoroso. Il terrestre non l'aveva mai sentita parlare in quel modo morbido e quasi gentile.

 < < Si? > > rispose lui gentilmente.

< < Tornerai? > > chiese la ragazza, quasi sussurrando. Aveva ripreso a fissare il mare. Si sentiva incapace di girarsi a guardarlo. Aveva paura di cosa avrebbe potuto provare, se l'avesse fatto.

Crilin rimase letteralmente scioccato, di fronte a quella strana e timida richiesta, ma prontamente, ritrovò il suo caldo sorriso, anche se la bionda si ostinava a non volerlo guardare.

< < Tornerò Diciotto > > rispose con sicurezza < < Tornerò molto presto > > concluse il terrestre, mentre proseguiva la salita verso il cielo, che si avvicinava ormai al tramonto. Dopo aver lanciato un'ultima occhiata alla donna, che ormai sapeva di amare, Crilin iniziò, aumentando sempre di più la sua velocità, il ritorno verso casa.

Diciotto si girò solo quando fu sicura della lontananza del terrestre. Fece in tempo ad osservare la sua figura sparire all'orizzonte. Anche se aveva insistito lei, trovava sgradevole e inaccettabile il fatto che se ne fosse andato. Tuttavia era sicura del suo ritorno. Non sapeva quale futuro l'aspettasse, ma per la prima volta, vide una luce sulla sua strada.

Strinse delicatamente sul pugno guantato la piccola capsula e fu in quel momento che, senza rendersene conto, sorrise. Non un sorriso di vittoria per una battaglia vinta o di scherno per un nemico sconfitto.

Fu un sorriso puro e sincero, il primo della sua vita di androide.

La giornata si era conclusa molto meglio di quanto si fosse aspettata.




FINE CAPITOLO.



 


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Capitolo 13
*** L'umanità di una cyborg ***


CAPITOLO 12


L'umanità di una cyborg.



Si era accesa una pallida speranza fra gli abitanti della Kame House. Dopo lo scontro con C17, le condizioni di Crilin si erano aggravate sempre di più, al punto che si rivelò perfettamente inutile il ricorso a qualsiasi medicina conosciuta. Persino i magici fagioli, che molte volte avevano salvato le vite dei difensori del pianeta, si dimostrarono inefficaci in quella circostanza. 

Per tale ragione, la strana e oscura possibilità, offerta grazie alle infinite memorie del maestro Muten, aveva alimentato fortemente la determinazione del giovane Gohan, il quale, mentre attendeva l'improbabile compagna d'avventura nel piano di sotto della piccola casetta rosa, ardeva dal desiderio di aiutare il suo grande amico. Egli non faticava minimamente ad ammettere, dentro se stesso, di provare paura per la sorte di colui, che fu quasi un padre per lui. 

Durante le lunghe assenze di Goku, oltre alla madre, nessuno gli era mai stato così vicino, nemmeno Piccolo, perennemente impegnato in allenamenti e meditazioni.

 In quei momenti di attesa, Gohan non osava nemmeno immaginare la  sofferenza di Diciotto.

 Spesso, durante la sua breve vita, gli era capitato di vedere con chiarezza negli occhi di sua madre quel dolore terribile, che si prova solo quando si perde la persona più amata. L'aveva visto e l'aveva anche provato egli stesso tutte le volte, in cui suo padre si trovava in mondi irraggiungibili.

Cercò di non soffermarsi troppo in simili pensieri. Di sicuro, la bella cyborg avrebbe affrontato qualsiasi pericolo per salvare il suo amato e il giovane Saiyan era pronto a sfoderare di nuovo tutta la sua immensa potenza per aiutarla nei suoi intenti. Dopo la perdita del padre, aveva giurato di superare i suoi limiti solo nei casi di estrema necessità e in quel momento, niente era più importante della vita di Crilin.

Un piccolo movimento alle sue spalle annunciò finalmente l'arrivo della bionda, la quale raggiunse il piano di sotto, senza proferire parola.

 Come al suo solito, non mostrava apparenti emozioni sul suo volto impassibile, ma i palmi delle sue mani erano chiusi ferocemente, quasi al punto di farle sanguinare e spesso il suo corpo produceva terrificanti scosse di elettricità. Al maestro Muten, il quale non osava interrompere il persistente silenzio, venne spontaneo allontanarsi da lei per diversi metri.

Con decisione, Diciotto raggiunse la porta e senza girarsi verso i due, che erano rimasti immobili e quasi impietriti, parlò:

< < Non perderò altro tempo > > disse freddamente < < Se hai intenzione di venire con me, Gohan, ti conviene mantenere il passo > >.

< < Sono pronto, Diciotto > > rispose il ragazzino prontamente < < Andiamo a salvare Crilin > >.

< < Diciotto io... > > provò a dire il maestro, ma venne subito fermato. 

< < Tornerò molto presto, vecchio > > disse la ragazza, mentre apriva lentamente la porta d'ingresso. Sembrava fortemente combattuta.

 Dentro se stessa, non desiderava altro che ritornare al piano di sopra. Soffriva immensamente all'idea di lasciare Crilin, ma non era rimasta nessuna alternativa e lei ne era pienamente consapevole.

< < Se dovesse avere altre crisi, è vitale che lui indossi sempre quel maledetto collare. Senza di esso, solo io posso avere qualche speranza di calmarlo, perciò non azzardarti a toglierlo per nessun motivo > >.

< < Per qualsiasi altro guaio, vecchio, ricordati che ne risponderai direttamente a me > > concluse la bionda, con tono minaccioso. I suoi occhi di ghiaccio, in quel momento, ricordavano quelli di una belva assetata di sangue.

< < Puoi stare tranquilla, Diciotto. Crilin non correrà alcun pericolo > > rispose cautamente l'anziano maestro.



I due compagni d'avventura erano pronti a partire, quando Muten si fece nuovamente avanti.

< < Prendi questi, Diciotto > > disse, porgendo un piccolo sacchetto marrone alla ragazza.

< < Non so con certezza quale pericolo affronterete, ma è sempre meglio prendere qualche precauzione > >.

La bionda afferrò il sacchetto bruscamente e senza indugiare oltre si alzò in volo, partendo seduta stante alla massima velocità, seguita immediatamente dal giovane Gohan.

 In breve tempo, i due sparirono oltre l'orizzonte.

< < Buona fortuna > > mormorò piano il Maestro Muten.





Il giovane Gohan fu costretto a trasformarsi in Super Saiyan, allo scopo di tenere il passo della bionda, la quale, fin da subito, aveva cominciato il suo volo alla massima velocità possibile. 

Diciotto guardava instancabilmente avanti e quando il ragazzo la raggiunse, egli vide chiaramente una luce pericolosa e selvaggia nei suoi occhi cerulei.

< < Diciotto io ....... > > provò a dire timidamente il figlio di Goku.

La cyborg continuava a guardare avanti, senza minimamente calcolare il suo giovane amico. 

Sembrava che non lo avesse nemmeno sentito.
< < Credi che potremo farcela? > > domandò con tono di voce leggermente più alto il ragazzo < < riusciremo a guarire Crilin? > >.

L'espressione della donna rimase sempre la stessa. Era fredda e inespressiva, ma grazie alla sensibilità, che da sempre l'aveva accompagnato nella sua giovane vita, Gohan era perfettamente conscio della grande sofferenza della sua compagna d'avventura e il non sapere dell'identità del pericolo, che presto avrebbero dovuto affrontare, non faceva altro che peggiorare le cose. Il ragazzo credeva fermamente che il silenzio della bionda sarebbe durato per tutto il viaggio, ma con sua grande sorpresa venne smentito.

< < Raramente, da quando sono stata attivata, ho usato la mia vera forza. Neanche quando ho affrontato quell'arrogante Saiyan. E' vero che sono pochi gli esseri viventi, in questo pianeta, in grado di resistere alla forza combattiva che possiedo. Il diabolico uomo, che ha rubato l'umanità mia e di mio fratello, voleva che noi usassimo la nostra forza per la conquista del potere, per distruggere tutto e per diffondere la paura > >.

Nonostante la pausa, Gohan non osò interromperla. Diciotto continuava a fissare l'orizzonte, mentre proseguivano il loro volo verso il Palazzo di Dio.

< < Per questo > > proseguì la ragazza < < Quando finalmente C17 lo uccise, io ho giurato a me stessa che mai, per nessun motivo, avrei usato tutto il mio terribile potere di androide, per perseguire gli stessi scopi di quel maledetto vecchio. Lo usai, quando dovetti difendermi da Cell, anche se non servì a molto, ma non lo feci in nessun altra occasione. E' difficile ammetterlo, ma quel terribile mostro mi ha costretta a provare una paura micidiale, che credevo di non essere più in grado sentire. Non pensavo di poter ancora provare una vera emozione umana. In quella lotta, Cell mi fece conoscere la paura, ma Crilin con le sue azioni suicide mi mise di fronte a sensazioni ancora più lontane dalla mia comprensione > >.

< < A dire la verità, per me sono rimaste incomprensibili per molto tempo > > concluse la cyborg, mostrando un piccolo sorriso.

< < Non conosco tutti particolari, ma Trunks mi ha raccontato che Crilin attaccò il mostro, per permetterti di fuggire, giusto? > > chiese timidamente Gohan.

< < Oh si, lo fece eccome quelli sciocco > > rispose la bionda < < E prima ancora distrusse il telecomando di disattivazione. Ha continuato a salvarmi  in molte altre situazioni e questo alimentò in me una strana e profonda confusione, anche se allora non conoscevo il livello di stupidità di Crilin > > continuò Diciotto, continuando a sorridere.

Gohan rise allegramente. Crilin aveva avuto ragione, su tutta la linea, a credere incondizionatamente in una persona, che avrebbe anche potuto essere il loro peggior nemico. Era contento del fatto che Diciotto lo avesse scelto come persona degna di fiducia. La ragazza non era certo il tipo, che facilmente mostrava i propri sentimenti ad altri.

< < Dopo il torneo, lo incontrai nuovamente e questa volta non c'era più nessun pericolo a minacciarci. Ebbi, così, la possibilità di conoscerlo realmente e più andava avanti il nostro rapporto di amicizia, maggiore divenne la mia comprensione verso il mondo e soprattutto verso me stessa. Avevo sempre pensato di avere perduto irrimediabilmente ogni umanità, a causa di quello che avevo patito, ma Crilin mi dimostrò il contrario. Con lui ho scoperto sensazioni, che solo un essere umano può provare. Mi dimostrò, più di una volta, che la mia forza artificiale non era sufficiente a qualificarmi e che nessuno, a parte me, aveva il minimo diritto di decidere sulla mia vita. Crilin mi ha restituito la mia libertà e la mia umanità > >.

Trascorse qualce secondo di silenzio, prima che la cyborg si decise a continuare. Gohan sembrava rapito dalla sua voce calma e decisa.

< < Per me l'unico che conta è Crilin e non solo perchè mi ha salvata. Con lui mi sento libera di essere me stessa e di vivere realmente. Non permetterò a nessuno di portarmelo via. Per questo Gohan, ti posso garantire che se esiste un motivo che possa giustificare il ricorso a tutta la mia terribile forza di androide, allora questo è proprio l'obiettivo di oggi. Non so cosa affronteremo e poco importa, perchè io avrò quella pozione, a qualsiasi costo > > concluse la bionda, digrignando i suoi bianchi e candidi denti in un espressione di pura ferocia. I suoi occhi cerulei trasmettevano una determinazione e una forza selvaggia, tali da far venire i brividi al giovane Gohan.

< < Io ti aiuterò Diciotto. Salveremo Crilin > > replicò il ragazzo.

Diciotto regalò un altro sorriso sincero al suo giovane amico e senza aggiungere altro, entrambi proseguirono verso la loro meta.

Trovava alquanto strano il fatto di essersi confidata con Gohan. Ancora una volta ebbe una conferma di come Crilin fosse riuscito a cambiarla  negli ultimi due anni. Ella non aveva mentito. Il piccolo uomo aveva smentito alcune delle sue certezze e grazie a questo, Diciotto aveva finalmente trovato la strada giusta da percorrere.


                                                       ------------------------------



La vita di Diciotto prese una svolta inaspettata, dopo il  breve, ma intenso incontro con Crilin. 

Prima di tutto, aveva deciso di smettere di perlustrare l'intero pianeta, in cerca del fratello e ciò non a causa del nuovo rapporto di amicizia con il piccolo guerriero. Semplicemente, la cyborg conosceva alla perfezione il carattere del fratello e sapeva che il suo modo di vivere era completamente contrario al proprio. C17 desiderava costantemente il brivido dell'avventura. Ogni cosa per lui equivaleva ad un gioco pericoloso da vincere a qualsiasi costo.

Diciotto era in cerca di qualcos'altro. Non era certamente sicura di cosa volere dalla vita, ora che non doveva più perseguire i desideri di un pazzo. Prima di ogni altra cosa, voleva essere libera.

La bellissima cyborg andava spesso a trovare il suo nuovo amico alla Kame House e anche se, spesso, fra di loro si creavano lunghi momenti di imbarazzo, soprattutto per il terrestre, entrambi erano sempre desiderosi di approfondire la propria conoscenza. Portando con se la piccola capsula, Diciotto cambiava spesso il luogo, dove stabiliva il proprio rifugio, ma ogni volta si premurava di avvertire Crilin dei suoi spostamenti. Anche il terrestre la raggiungeva nei suoi rifugi e ogni volta le lasciava qualcosa: coperte, vestiti, accessori, persino un discreto televisore. 

In molte occasioni, Crilin aveva tentato di convincerla a stabilirsi definitivamente alla Kame House, ma la bionda, seppur gentilmente, aveva sempre rifiutato gli inviti del suo amico, per ragioni non troppo chiare. In realtà, nemmeno la cyborg conosceva il motivo reale della sua resistenza, soprattutto perchè sentiva, dentro se stessa, una voglia crescente e quasi irrefrenabile di accettare. I loro incontri diventavano sempre più frequenti e gradualmente Diciotto  cominciò sentirsi sempre più a suo agio, in compagnia di quell'uomo.

Divenne inevitabile, per la bella cyborg, arrivare al punto di odiare profondamente i momenti di solitudine, quando si trovava ad attendere la prossima visita di Crilin e spesso sentiva l'impulso di raggiungerlo lei stessa alla piccola isola. Gradualmente, capì che lo stare accanto a lui le regalava un benessere straordinario, che  mai aveva avuto modo di provare in passato, ma allo stesso tempo tutti quei sentimenti, completamente nuovi per lei, avevano il potere di spaventarla notevolmente.

In realtà, Diciotto sapeva bene di avere paura soprattutto di se stessa e della sua condizione.

 Mai, come in quel periodo, le era capitato di sentire un profondo disgusto e odio per ciò che era diventata e più si evolveva il rapporto con Crilin, maggiore diveniva questa terribile sensazione. In un certo senso, non si sentiva degna di stare vicino ad una persona così gentile e premurosa. Lei, che era stata creata per seminare morte e distruzione, ma nonostante tutto questo era del tutto incapace di allontanarsi spontaneamente dal suo nuovo amico. Non aveva nessuna intenzione di farlo e per questo temeva un'eventuale decisione drastica di Crilin. Era convinta del fatto che quello strano rapporto amichevole, che si era creato fra di loro, non potesse durare a lungo.

< < Prima o poi non sopporterà più le nostre differenze e allora tornerò ad essere sola > >.

Era questo il pensiero che cominciò a perseguitarla e  quasi prese il sopravvento persino sugli  incubi notturni. Non conosceva ancora la vera natura dei sentimenti che provava per Crilin, ma era ben consapevole del fatto che, per lei, era diventato una persona cara e importante. 

 
In un caldo pomeriggio di sole, Diciotto sedeva tranquillamente in una comoda sedia a sdraio, costruita abilmente dallo stesso Crilin qualche settimana prima. Doveva ammettere che il piccolo uomo ci sapeva fare realmente e anche in altri settori  la bionda vide chiaramente molte abilità, che egli esprimeva con la sua solita umiltà, come ad esempio nella cucina. Le aveva dimostrato le sue capacità culinarie, in occasione dei vari pranzi all'aperto, grazie ai quali la ragazza potè finalmente sperimentare la vera gioia del cibo caldo e preparato con cura. Non aveva sempre il bisogno fisico di mangiare, ma dopo il trascorrere di molti giorni di digiuno, anche lei non sarebbe stata immune dai morsi della fame e della sete.

Passò buona parte della giornata a rilassarsi, senza soffermarsi in particolari pensieri o preoccupazioni. Non si aspettava visite, ma quando, sul finire del tramonto, il suo radar artificiale captò una grande energia spirituale in avvicinamento, che ormai conosceva molto bene, non potè evitare di sorridere apertamente.

Mentre attendeva l'arrivo di Crilin, la ragazza cercava di immaginarsi una possibile nuova trovata dell'amico. Qualche giorno prima, si era presentato, portando con se molti giochi da tavolo, che il ragazzo si premurò di insegnarle. All'inizio, la donna era rimasta alquanto scettica riguardo al possibile divertimento di certe sciocchezze, ma poi fu costretta a ricredersi. Sorridendo, ricordava, con una certa soddisfazione, il fatto di aver vinto a quasi tutti i giochi in quella serata, che si era dilungata oltre le previsioni di entrambi.

< < Salve Diciotto > > esordì il piccolo uomo, sorridendo, mentre atterrava dolcemente sull'erba fresca. Il nuovo posto, che la cyborg aveva scelto come rifugio, era come al solito stupendo e immerso nella natura e nella tranquillità più assoluta.

< < Ciao Crilin > > salutò lei, rispondendo leggermente al suo sorriso < < Oggi non ti aspettavo. Hai forse intenzione di chiedere la rivincita, dopo le batoste dell'altra serata? > >.

< < Ammetto che mi hai dato una bella lezione > > rispose lui, mentre, imbarazzato, si grattava la nuca < < Ma stai pur certa che troverò il gioco, dove non potrai nulla contro di me > >.

< < Ne dubito, ma ti lascio questa speranza > > replicò la ragazza, sempre con un dolce e sincero sorriso sulle labbra.

< < Allora cosa ti ha portato qui? > > chiese la cyborg, incrociando le braccia. 

< < Ecco io... > > Crilin provò a rispondere, ma improvvisamente sembrò incapace di articolare una qualsiasi frase di senso compiuto. Aveva intenzione di chiederle qualcosa di importante, ma in quel momento non trovò il coraggio per farlo.

< < Si può sapere che cosa ti prende? > > chiese Diciotto, mentre osservava, confusa, le sue lotte interiori. All'improvviso, la ragazza ebbe un brutto presentimento, vedendolo così nervoso, addirittura spaventato per qualcosa.


 Il ragazzo continuava a grattarsi nervosamente la testa ed evitava continuamente lo sguardo penetrante della donna.

Quasi subito Diciotto aveva notato la stranezza del suo comportamento.  Il fatto che il suo viso fosse colorato di un rosso alquanto acceso, non faceva altro che rendere il suo imbarazzo e il suo disagio ancora più evidente.

Ignorava il motivo di tutte quelle stranezze e ciò inevitabilmente la portò di nuovo verso quel terribile pensiero, che l'aveva spesso accompagnata negli ultimi tempi. Forse Crilin si era finalmente reso conto di qualcosa di importante. Di qualcosa di oscuro, presente in lei, che prima non aveva percepito. Quel momento doveva arrivare prima o poi e Diciotto ne era tristemente consapevole.

Ormai sicura di un epilogo, secondo lei, inevitabile e prossimo, la cyborg decise di manifestare tutta la freddezza possibile. Il suo viso divenne una vera e propria maschera di ghiaccio, nel tentativo di nascondere le intense sensazioni, che provava in quel momento. Voleva quasi tornare ad essere una fredda macchina, per difendersi dal dolore, che avrebbe presto provato.

 Mentre lo guardava così indeciso, la bionda sentì il proprio stomaco stringersi notevolmente. Non voleva perderlo, proprio ora che si era affezionata seriamente a lui.

Tuttavia, la pazienza e la calma non erano mai state delle virtù del suo carattere e lo dimostrò immediatamente.

< < Che diavolo stai facendo lì impalato > > chiese bruscamente la ragazza.

< < C ccosa? > > balbettò Crilin.

< < Stai lì fermo senza dire una parola e non hai nemmeno il fegato di guardarmi negli occhi. Hai per caso intenzione di prendermi in giro? > >  ruggì lei, mentre la sua collera aumentava sempre di più. Non voleva essere abbandonata. Il solo pensiero era capace di trasformarla in una furia.

< < No Diciotto, io io......> > disse debolmente il piccolo uomo, alzando entrambe le mani in una sorta di posizione di difesa.

< < Che ti succede eroe? Hai finalmente capito con chi hai a che fare? > > domandò scettica la bella cyborg, mostrando un ghigno terrificante al povero terrestre, che rimase completamente paralizzato.

Diciotto era sconvolta dalla rabbia e in quel momento non poteva fare altro che provare un odio profondo, soprattutto per se stessa. Aveva sperato che quel momento non arrivasse mai, ma dato che Crilin aveva preso la decisione di chiudere con lei, almeno avrebbe nascosto la sua cocente delusione e la sua disperazione agli occhi del giovane, il quale appariva sempre più confuso, oltre che spaventato.

< < Ha paura di me. Ecco la verità e non trova il coraggio di mandarmi definitivamente via dalla sua vita > > pensò tristemente la donna.

Notando l'assenza di qualsiasi accenno di reazione da parte sua, la cyborg si infuriò ancora di più e questa volta decise di passare definitivamente all'azione.

< < Diciotto io.... > > provò ancora il giovane, ma questa volta venne fermato da un'altra causa, diversa dal suo nervosismo o dalla sua paura. Una causa molto violenta.

Senza preavviso, la cyborg eliminò, con un solo balzo, la distanza dal suo obiettivo e senza trovare alcuna resistenza, merito della sua incredibile velocità e della sorpresa, colpì il guerriero con un destro micidiale, che lo fece volare per diversi metri.

Il volo di Crilin venne fermato dall'impatto con un grande albero, il cui tronco si spezzò immediatamente. L'attacco era stato micidiale e il piccolo uomo non potè evitare di rimanere inginocchiato a terra, mentre un dolore acuto iniziava a tormentarlo.

< < Stai tranquillo nanerottolo, adesso ti aiuterò io a dirmi il motivo per cui sei venuto fin qui, il motivo di tutte le tue buffonate nei miei confronti. Ti aiuterò a vedere la tua ipocrisia > > esclamò freddamente la ragazza, mentre dal palmo della sua mano iniziarono a fuoriuscire, in rapida successione, i suoi micidiali raggi d'energia violacei.

Con una grande prontezza di riflessi, Crilin salì in volo, evitando la maggior parte degli attacchi, che esplosero sul terreno. Alcuni di essi, però, colpirono di striscio il guerriero, provocandogli serie scottature in varie parti del corpo.

< < FERMATI DICIOTTO. TI PREGO > > urlò Crilin disperato. Impegnato a difendersi dai suoi raggi, la cyborg era sparita facilmente dalla sua vista.

 Incapace di percepire la sua forza, Crilin non riuscì nemmeno a sentire il nuovo attacco fisico della bionda, la quale lo colpì alla schiena con un violento calcio. Il terrestre sputò sangue e saliva, ma fece  in tempo a parare un altro pugno dell'avversaria. Cercò di riprendersi e provò subito a combattere e fu così che ebbe luogo un lungo scambio di colpi tra i due contendenti.

Raramente Crilin riusciva a colpire l'avversaria. La forza e la velocità di quest'ultima erano troppo per lui. Inoltre, il dolore per i colpi incassati e il tormento morale, per l'azione violenta e per lui incomprensibile della donna che amava, gli impedirono di pensare ad una possibile strategia di difesa.

Diciotto colpì ancora il giovane uomo, il quale si accasciò a terra. Crilin ignorava le intenzioni della cyborg e inoltre, in quel momento, non possedeva abbastanza lucidità per riflettere adeguatamente.

La donna lo afferrò per la camicia, portando il suo volto a pochi centimetri dal suo. Anche se non lo dava a vedere, le sofferenze e le ferite che aveva causato a Crilin l'avevano scossa terribilmente, come nemmeno Cell era riuscito a fare. Si rese conto, che far del male a Crilin equivaleva a ferire lei stessa e questo la faceva infuriare ancora di più.

< < Ci siamo, piccoletto. Adesso puoi dirlo tranquillamente > > sibilò la ragazza.

< < Perchè Diciotto? > > domandò debolmente Crilin. 

Non era ferito gravemente e magari, in altre circostanze, avrebbe anche potuto continuare a battersi, ma l'intera situazione lo aveva scosso e turbato profondamente. Si sentiva incapace di reagire. Diciotto lasciò la presa e si allontanò da lui di qualche metro. La donna continuava a fissarlo con evidenti intenti minacciosi.

< < Confessa, così finalmente la facciamo finita > > disse rabbiosamente la bionda < < Dillo apertamente che hai paura di me. Basta con tutte queste  menzogne > >.

< < Cosa? > > esclamò Crilin, nella più totale confusione < < Di che cosa stai parlando? > >.

< < Hai capito finalmente di avere di fronte un androide, una macchina di morte e distruzione, così sei venuto a inventare qualche scusa patetica per liberarti di me > >.

Crilin rimase scioccato e per diversi secondi, non riuscì a trovare la forza di replicare.

 Il silenzio del ragazzo venne letto come un'ammissione di colpa dalla cyborg, la quale colpì ancora una volta il guerriero con un calcio poderoso, facendolo schiantare contro una grossa roccia. Durante il combattimento si erano allontanati molto dal rifugio, dove miracolosamente la piccola casetta non aveva subito danni e il luogo, in cui la cyborg stava liberando tutta la sua furia, era un piccolo boschetto, dal quale tutti gli animali, che vi abitavano, si era premurati di fuggire.

Crilin si pulì con il dorso della mano parte del sangue, che gli scorreva su tutto il viso. A fatica, si rimise in piedi, in tempo a notare che la cyborg si stava nuovamente avvicinando verso di lui.

< < Tutte le tue gentilezze erano soltanto dovute al mio aspetto fisico. Tu volevi solo il mio corpo, ma quando ti sei reso conto della mia pericolosità, hai fatto marcia indietro. Sei un po' tardo di comprendonio, piccoletto > > disse la cyborg, sorridendo malignamente.

Si fermò a pochi passi da lui.

< < Ammetti una volta e per tutte la tua ipocrisia, nanerottolo. Fallo e forse ti lascerò andare con le tue gambe > >.

Diciotto disse quelle parole con cattiveria, ma subito dopo, vide qualcosa di sorprendente, che mai si sarebbe aspettata. Il piccolo uomo non la guardava più con paura e confusione. Il suo sguardo, in quel momento, era di pura rabbia.

 Non aveva mai visto quell'espressione sul volto di Crilin, che era sempre stato gentile e premuroso nei suoi confronti, anche quando lei ripagava tutte le sue attenzioni con insulti e minacce. Ora la collera che il piccolo uomo provava verso di lei era evidente.

< < Allora, piccolo uomo, che cosa hai deciso di fare? > > chiese la donna, non interrompendo l'intenso contatto visivo con il guerriero.

< < Non ammetterò mai tutte le assurdità che hai detto > > sibilò prontamente il terrestre. 

Sembrava sul punto di non poter contenere la propria collera < < Mi spiace dirtelo, Diciotto, ma non hai capito nulla di me > >.

Diciotto rimase scioccata, ma solo per un breve momento. Anche la sua rabbia era troppo elevata per calmarsi in quel momento.

< < ADESSO BASTA MALEDETTO > > urlò la cyborg, prima di partire nuovamente all'attacco.

Era pronta a colpirlo con un altro terribile destro, ma questa volta il suo colpo venne bloccato decisamente dal palmo della mano del giovane, il quale strinse la presa con tutte le sue forze, anche se ovviamente non poteva e non voleva ferire la ragazza.

 Facendo appello a tutte le sue energie, Crilin sfruttò la sorpresa della ragazza e la colpì con la mano libera. Fu un pugno potente, che aprì una piccola ferita sulla guancia della donna. Egli stesso rimase sorpreso dei suoi effetti.
 
Quest'ultima cadde pesantemente a terra, restando fortemente intontita, a causa del colpo ricevuto. Non si era ancora ripresa, quando Crilin la sovrastò e questa volta fu lui ad afferrarla per il bavero del sua maglietta, che egli stesso le aveva regalato.

< < IO NON HO PAURA DI TE > > urlò il guerriero, con tutta la sua forza. L'eco della valle riprodusse il suo grido diverse volte.

Diciotto sgranò gli occhi incredula. Osservò la determinazione del piccolo uomo. La luce nei suoi occhi neri mostrava chiaramente la verità delle sue parole. Anche per questo la cyborg era incapace a liberarsi di una presa, che normalmente avrebbe potuto bloccarla solo per pochi istanti. Improvvisamente, la rabbia, che l'aveva animata in quell'ultima ora, si perse completamente, facendo spazio ad una devastante confusione  e ad un crescente senso di colpa.

< < C cosa? > > Questa volta era lei a balbettare.

< < Mi sconvolge il fatto che noi siamo diventati amici e tu ancora non renda conto di come io ti veda > > disse Crilin. Il suo tono di voce era  acceso e deciso. In esso era ben evidente l'intensità delle emozioni del ragazzo. Diciotto la percepiva distintamente e non riusciva a trovare alcuna traccia di menzogna.

< < Io non ti ho mai vista come una macchina, perchè non lo sei > > prosegui lui sicuro < < Puoi continuarlo a credere, ma non è così. Tu sei una donna a tutti gli effetti. Hai vissuto delle esperienze terribili, ma questo non toglie minimamente la tua umanità > >.

Diciotto si liberò facilmente dalla sua stretta, spingendolo violentemente lontano. Gli diede un forte schiaffo, ma il guerriero non si lasciò impressionare.

< < Non parlare come se sapessi tutto. Tu non puoi minimamente immaginare quello che ho passato > > disse lei rabbiosamente, non nascondendo il suo dolore.

< < E' vero > > replicò Crilin, mentre si rialzava.

 < < Io non posso immaginare come tu ti senta, dopo quello che ti hanno fatto, ma una cosa posso dirla con certezza. Tu sei  una donna e nessuno, nemmeno te stessa, può sostenere il contrario > >.

La sicurezza della sua voce spiazzò notevolmente la ragazza, che era sempre più indecisa sul da farsi. Voleva disperatamente capire le intenzioni di quell'uomo. Come era accaduto in passato, non riusciva a capirlo e lei odiava terribilmente il non aver il controllo della situazione. Con Crilin era sempre impossibile.


< < Sei una ragazza dolce e forte, Diciotto. Hai conosciuto una sofferenza disumana, eppure non ti sei lasciata condurre dall'odio, come farebbero la maggior parte degli esseri umani. Sei una persona straordinaria, forte e coraggiosa di fronte al pericolo. Non abbandoneresti mai i tuoi compagni e non ti arrendi di fronte a nulla. E' vero che la prima volta che ci siamo visti, la tua bellezza mi ha colpito immediatamente, ma quello che provavo allora era niente, se paragonato a come si sento adesso. Ho avuto l'onore di conoscerti realmente dopo il Cell Game e questa è stata l'esperienza più significativa ed entusiasmante della mia vita > >.

Diciotto era incredula, incapace di qualsiasi reazione in quel momento. Aveva fatto del male a Crilin, credendo di essere stata ingannata. Si rese conto di essersi comportata come l'androide, che il dottor Gero sperava di creare e assoggettare ai suoi voleri.
 
Quasi inconsciamente la ragazza si inginocchiò a terra e sotto gli occhi increduli del piccolo uomo, cominciò a piangere, sempre più disperatamente. Si diede mentalmente della stupida e non solo per ciò che aveva fatto al suo nuovo e unico amico, ma anche per la sua debolezza, per mostrarsi così vulnerabile davanti a qualcuno.

Crilin osservò la donna, che tremava e piangeva, con la testa appoggiata alle ginocchia. Non l'aveva mai vista in quello stato pietoso. Senza indugiare oltre, il terrestre abbandonò ogni cautela e corse verso di lei. Si sedette a fianco a lei e delicatamente le toccò delicatamente una spalla, in un gesto gentile e amichevole.

Quando sentì il tocco inaspettato, la cyborg si girò di scatto e immediatamente nascose il proprio viso sul petto di lui, proseguendo il suo pianto disperato. Le sue dita strinsero forte la camicia del terrestre, in un disperato bisogno di non essere lasciare. Ovviamente il giovane guerriero non aveva nessuna intenzione di farlo e rispose prontamente all'abbraccio.

< < Mi dispiace così tanto > > disse, tra le lacrime, la ragazza. 

< < Va tutto bene > > rispose il piccolo uomo, mentre le accarezzava gentilmente la sua chioma dorata < < Non hai niente di che scusarti. E' tutto a posto > >.

 Cullata dall'abbraccio e dalle gentili carezze di Crilin, Diciotto si calmò del tutto, ma rimase stretta a lui. Non aveva nessuna voglia di interrompere quel contatto. Solo dopo diverso tempo, fu il terrestre a sospendere quel momento così intimo. Nel corso degli eventi, era già calato il buio della notte. 

< < Va meglio? > > chiese piano il terrestre, mentre con la mano destra, continuava a disegnare dei cerchi rilassanti sulla schiena di lei.

Diciotto annuì debolmente. Mentre si calmava del tutto, osservò il viso di quell'incredibile ragazzo, pieno di lividi e tagli, e il senso di colpa tornò come un'ondata impetuosa. Non si perdonava di averlo attaccato per paure, che riguardavano solo se stessa.

 Crilin si accorse del suo stato d'animo e infatti, si strinse di più a lei, facendo sentire la sua vicinanza. Il suo sorriso era, come sempre, il ritratto dell'allegria.

< < Va tutto bene, sono soltanto ferite superficiali. E' stato un allenamento, niente di più > > disse il terrestre, con voce dolce e tranquilla.

 Diciotto non rispose, ma si limitò a poggiare la testa sulla sua spalla. Crilin le circondò le braccia con le sue e per diverso tempo, i due rimasero in quella posizione, incuranti dei rumori della notte.

 Risultò quasi naturale, per Diciotto, la perdita di qualsiasi pensiero negativo. Finalmente, anche lei poteva dire di sentirsi veramente bene, un vero essere umano.

Ancora una volta fu il guerriero ad interrompere quel contatto.

< < Andiamo a casa? > > chiese alla cyborg, che aveva chiuso gli occhi. Era arrivata quasi sul punto di addormentarsi.

Ancora una volta Diciotto annuì e notando la difficoltà di lui a reggersi normalmente in piedi, si affrettò a sorreggerlo.

< < Scusami sono un po' stanco > > disse Crilin, sorridendo allegramente.

< < Ti aiuto io. E' il minimo che possa fare > > esclamò la bionda, risoluta.

Insieme si incamminarono verso la casa della ragazza e per buona parte del tragitto, nessuno dei due disse più nulla, fino a quando Diciotto si ricordò di un particolare fondamentale, che nella foga di quella strana lotta, aveva quasi dimenticato.

< < Che cosa volevi dirmi oggi? > > chiese lei debolmente, mentre continuava ad aiutarlo a camminare.

< < EHMM > >.
 
Di nuovo, il viso di Crilin divenne ancora una volta  rosso fuoco. Ovviamente ripresero puntuali anche i suoi balbettii.

< < Se non avevi intenzione di abbandonarmi, che cosa volevi dirmi e per quale motivo eri così nervoso? > > insistette la bionda, guardandolo intensamente.

< < Ecco io.....insomma volevo chiederti una cosa > > disse lui, di nuovo nel più totale imbarazzo.

< < E sarebbe? > > domandò lei incuriosita.

< < Si insomma.....forse ti potrà sembrare una cosa stupida, ma io... > > Crilin deglutì rumorosamente.

< < Crilin, vuoi deciderti a parlare? Mi stai facendo diventare matta > > esclamò lei spazientita.

Il piccolo uomo si fece coraggio. Arrivato a quel punto, doveva proseguire a qualsiasi costo. Non poteva più tirarsi indietro.

< < Io volevo invitarti, Diciotto > > disse semplicemente.

< < Ancora? Ti avevo già detto che per adesso preferisco vivere da sola, senza contare il disgusto che provo per quel vecchio > >.

< < Non hai capito, io intendo che volevo...... io vorrei invitarti ad un appuntamento...........solo noi due ecco > > ormai il viso del guerriero era una completa maschera rossa, a parte ovviamente il sangue delle ferite. 

Diciotto ci mise un po' a capire, ma quando lo fece anche lei si ritrovò ad arrossire notevolmente. Trovava incredibile il fatto che aveva scatenato una baraonda, a causa di un incredibile equivoco. Quel giorno, Diciotto imparò molte cose per il futuro e si sentiva pronta a cambiare.

< < Tu vuoi uscire con me? Intendi come una coppia normale? Dopo tutto quello che ho combinato?  > > chiese la ragazza, senza poter nascondere la propria sorpresa e il suo nervosismo. Il senso di colpa tornò a farsi sentire.

< < Io lo vorrei tanto > > rispose Crilin con semplicità.

Diciotto lo guardò intensamente e questa volta il giovane uomo ricambiò, in modo deciso, il suo sguardo e ciò portò la ragazza a sorridere dolcemente. Crilin rimase incantato da quel sorriso.

< < Sei così strano, Crilin > > disse semplicemente lei. Lo disse dolcemente, mentre intrecciava le proprie dita con quelle di lui.

I due arrivarono alla piccola casa e prima di entrare finalmente Diciotto ruppe il silenzio imbarazzante, che si era creato fra di loro.

< < Volentieri > > disse lei, sorridendo, mentre apriva la porta.

< < C-cosa? > > chiese lui sorpreso. Temeva di aver capito male.

< < Vada per l'appuntamento. Anch'io voglio uscire con te > > confermò la ragazza, sempre con un dolce sorriso sulle labbra.

Il piccolo uomo rimase a bocca aperta. Non si sarebbe mai aspettato  che lei avrebbe accettato ed era anche per questo che aveva esitato così tanto. Temeva di rovinare il rapporto che si era creato fra di loro. Era felice di aver vinto le sue paure.  Ormai stava sorridendo stupidamente e non si rese conto di essere ancora davanti all'ingresso della casetta, mentre una certa ragazza bionda lo fissava ironicamente.

< < Allora che devo fare? Devo aspettare che tu ritorni nella nostra realtà? Sbrigati ad entrare > > esclamò Diciotto seccamente.

< < Oh tranquilla Diciotto, io comincio ad andare verso casa. Si è fatto tardi, non vorrei disturbarti. > > disse il terrestre, alzando le mani.

< < Scordatelo. Non ti permetterò di volare in quelle condizioni. Ti medicherò quelle ferite e poi dormirai qui. Ma non farti strane idee, mio caro Crilin. Dormirai sul pavimento. Ora sbrigati ad entrare > > ordinò seccamente la cyborg, mentre prendeva un kit di pronto soccorso.

Crilin era ancora, fermo e immobile, all'ingresso. Le cose si erano evolute in modo inaspettato. Aveva la percezione che anche la cyborg tenesse a lui e questa convinzione lo rendeva felice come non mai.

 Non sapeva dove quello strano e imprevedibile rapporto l'avrebbe portato, ma di certo il piccolo uomo era desideroso di viverlo.

Alla fine, Crilin entrò nella piccola casetta, chiudendosi la porta alle spalle.




FINE CAPITOLO.





 


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Capitolo 14
*** Il grande abisso ***


CAPITOLO 13


Il grande abisso.



Il Palazzo di Dio era una delle costruzioni più antiche e misteriose esistenti sul pianeta Terra. Nonostante la sua lunga storia, la presenza di questo incredibile luogo era nota solo a pochi.

 Gli esseri  umani non sospettavano, neanche lontanamente, di essere governati da un essere superiore, che vigilava continuamente dalla sua residenza, che teoricamente doveva risultare inaccessibile ad un normale terrestre.

Per secoli, i vari sovrani del Palazzo di Dio si sono succeduti, mantenendo e tramandando un'unica missione: la difesa del genere umano.

 Molti monaci e maestri di arti marziali erano riusciti soltanto a scoprire la reale esistenza di questo luogo, da tanti considerato solo come una vecchia leggenda, ma mai ebbero la possibilità di tentare di raggiungerlo. Si racconta che solo pochi eletti riuscirono a raggiungere quel posto leggendario. Persone veramente speciali, che contribuirono anche alla risoluzione di molti dei misteri, che si insidiavano tra le molte stanze o tra i lunghi corridoi dell'immenso palazzo.

Ma se molti dei misteri presenti furono risolti con successo, altri erano rimasti incompresibili. Segreti misteriosi, completamente slegati dalla volontà o dalla comprensione umana, molto più vicini alla morte che alla vita.






Diciotto era già stata in quello strano posto.  Al suo risveglio, dopo gli avvenimenti del Cell Game, non si aspettava di ritrovarsi circondata da tutti i guerrieri, che teoricamente avrebbe dovuto sterminare senza pietà. Ricordava bene la sensazione di pericolo che aveva provato, vedendo di fronte a sè tanti potenziali nemici, fra i quali vi era anche colui che era riuscito a battere il terribile mostro verde.

 Mentre si apprestava a raggiungere di nuovo quello strano posto, i suoi circuiti le fecero ricordare le azioni di quel ragazzo, o per meglio dire di quell'uomo, che più di una volta l'aveva salvata da morte certa.  L'uomo della sua vita.

Di certo, la bella cyborg era assolutamente convinta del fatto che ciò che avvenne dopo il suo risveglio, sarebbe rimasto per sempre scolpito nella sua memoria, come qualsiasi altro evento, collegato al suo Crilin. Sorrise dolcemente, mentre pensava alla sua timidezza, alla sua simpatia, alla sua gentilezza e ai motivi, che lo spinsero a chiedere un desiderio inaspettato,  che aveva significato così tanto per lei.

Nonostante i suoi disperati tentativi di concentrazione, la sua mente la portava inesorabilmente a ciò che il suo uomo stava soffrendo da molti giorni. Era pronta a sostenere qualsiasi prova per lui, ma allo stesso tempo si sentiva tormentata dalla voglia di tornare immediatamente alla Kame House.

 Immaginava i suoi dolori e deliri, dovuti dalla sua strana condizione e ogni volta che lo faceva, le sue certezze riguardo la missione diminuivano fortemente. Doveva e voleva trovarsi accanto a lui. Forse in quell'occasione, la giovane donna comprese di quanto fosse ormai indispensabile Crilin nella sua vita.

< < Attendimi, Crilin. Presto guarirai > >. 

Una frase che spesso si ripeteva e che l'aiutava a proseguire in quello strano e misterioso viaggio. Era la sua donna e come tale l'avrebbe salvato ad ogni costo.



I due compagni di avventura giunsero a destinazione in pochissimo tempo e il loro arrivo, come entrambi si erano aspettati, era atteso dal nuovo sovrano della Terra. 

Nonostante la sua giovane età, il namecciano Dende dimostrava già una notevole autorevolezza e preparazione. Dopo l'unione del precedente Dio con Piccolo in un solo essere, le Sfere del Drago andarono perdute e solo gli straordinari poteri del  giovane successore, grande amico di Crilin e Gohan, ripristinarono nuovamente le sfere, facendo tornare il mondo alla normalità, dopo la terribile guerra degli androidi.

Accompagnato dall'anziano custode Popo, il quale manifestava, come sempre, un atteggiamento strano e inquietante, Dende si affrettò affabile  a dare il benvenuto ai suoi ospiti. Sebbene avesse ancora molto da imparare, le sue nuove capacità spirituali gli avevevano già permesso di comprendere la gravità della situazione. Tentava continuamente, con tutti i suoi poteri, di tenere sotto controllo la situazione sul pianeta, pronto ad avvertire i guerrieri al minimo segno di pericolo.

< < Salve Gohan, sono felice di vederti > > disse il Namecciano, mentre gli stringeva gentilmente le mani. Il giovane Saiyan rispose con altrettanta affettuosità.

< < Ciao Dende > > disse Gohan, con un aperto sorriso < < Ti trovo in splendida forma, amico mio > >.

< < Abbiamo poco tempo per le chiacchiere inutili > > si intromise Diciotto, con tono sgarbato. In quel momento, la sua impazienza era pari alla sua furia.

< < Salute anche a te Diciotto > > salutò cortesemente Dende < < Sono felice che tu abbia trovato un posto su questo pianeta e lo sono ancora di più vedendo il legame che hai creato con il mio amico Crilin > >.

Il volto della ragazza rimase freddo e impassibile.

< < Hai scelto bene. Crilin è un uomo buono > > continuò il Dio della Terra.

Ancora la cyborg non rispose. I suoi occhi cerulei, freddi come il ghiaccio, fissavano intensamente il Namecciano.

< < Grazie ai poteri, che vengono tramandati in questo luogo, ho potuto tenere sotto controllo la situazione del pianeta, dopo gli eventi del Cell Game. Ho anche assistito all'inaspettato combattimento tra Crilin e tuo fratello > > disse, rivolgendosi direttamente alla bionda.

Diciotto continuava a fissare il giovane sovrano senza proferire parola. Guardando i suoi occhi di ghiaccio, Gohan non riusciva minimamente a immaginare quali emozioni stesse provando in quel momento la bella cyborg.

< < Se desideri avere informazioni su di lui, sappi che C17 è tornato ad una vità tranquilla nelle foreste del nord. Sembra che abbia abbandonato il sentiero della violenza e dell'odio > > disse Dende, con voce gentile.

< < Ti ringrazio, ma lo sapevo già > > rispose la ragazza ,  non nascondendo la rabbia nella sua voce < < Non voglio parlare di mio fratello. Sono venuta in questo posto per altre ragioni. Molto più importanti > >.

< < Si lo immaginavo e non intendo farti perdere troppo tempo > > rispose gravemente il giovane sovrano < < Concedimi soltanto il tempo necessario per spiegarti alcune cose. Poi potremo sicuramente avere delle buone possibilità di salvare Crilin > >.

Anche se non lo dava a vedere, adesso l'attenzione della bionda era massima.

< < Sono rimasto molto sopreso della tecnica utilizzata da Crilin. In realtà era Popo a conoscerla, data la sua lunga permanenza in questo palazzo. Con il suo aiuto, ho studiato le caratteristiche e la storia di questo potere misterioso, che è nato proprio qui tanti secoli fa e proprio come avete fatto voi non so come, anch'io sono giunto alla conclusione che il possibile rimedio per il nostro Crilin è proprio custodito in questo palazzo > >.

< < La Pozione della Rinascita? > > chiese Gohan.

< < Proprio così, Gohan > > rispose il giovane Namecciano < < Vedete, io ho ancora ben poca esperienza. Tante cose devo ancora comprendere e imparare. Alcuni dei misteri di questo palazzo oggi sono svelati anche grazie al vostro aiuto. Popo mi ha raccontato di come avete salvato il mondo da un attacco demoniaco, con l'aiuto dell'Acqua Miracolosa, anch'essa custodita qui e durante la battaglia contro Cell, siete riusciti a svelare tutti gli interrogativi riguardanti la Stanza dello Spirito e del Tempo > >.

Normalmente Diciotto sarebbe stata lieta di ascoltare storie del genere, soprattutto se raccontate dal suo ragazzo. Anche se conosceva una buona parte del suo passato e di quello dei suoi amici, grazie ai dati raccolti dal dottor Gero, sentirli narrare dai veri protagonisti era per lei tutt'altra cosa. 

Tuttavia quella in cui si trovavano non era di certo una situazione ordinaria e l'animo della cyborg diveniva, con il trascorrere inesorabile del tempo, sempre più inquieto e furente. Non sopportava più il fatto di non essere accanto alla persona più importante per lei, in un momento tanto drammatico.

< < Allo stesso tempo, però, molti altri segreti > > continuò Dende < < Rimangono assolutamente irrisolti e tra questi vi è certamente quello che vi interessa. Il mistero della Pozione della Rinascita > >.

< < Sei in grado, Dende, di dirci qualcosa sul luogo dove è custodita e sui pericoli che potremo trovare sul cammino? > > chiese Gohan gentilmente, dimostrando una calma incredibile, a differenza della sua furente compagna d'avventura < < Il Maestro Muten è stato molto vago a riguardo > >.

< < Direi che è stato del tutto inutile > > aggiunse la bionda, in un espressione di estrema ferocia.

< < In realtà, anch'io sono in grado di fornirvi ben poche informazioni, ma spero che vi saranno ugualmente utili > > rispose Dende, non potendo nascondere una certa delusione nella sua voce. Desiderava ardentemente poter fare di più. Come per Gohan, anche per lui Crilin era un grande amico, il quale lo aveva salvato molte volte, durante la terribile invasione di Freezer sul Pianeta Namek.

< < Io e Popo siamo entrati in quella stanza > > affermò il giovane sovrano solennemente, sorprendendo i due giovani.

< < L'abbiamo studiata con cautela, arrivando a certe conclusioni > > continuò, guardando intensamente soprattutto gli occhi cerulei e glaciali della ragazza < < Senza dubbio è molto antica. Le pareti sono coperte da strane e vecchie scritture, che dopo una lunga traduzione, merito soprattutto della conoscenza infinita del mio custode, siamo riusciti a decifrare. Esse raccontano dettagliatamente la storia della tecnica e solo alla fine si fa un riferimento esplicito al rimedio miracoloso, creato al preciso scopo di far tornare il corpo umano alla normalità, dopo i terribili effetti collaterali, inferti dalla natura > >.

Diciotto sperava ardentemente di ottenere finalmente vere informazioni su ciò che avrebbe dovuto combattere per salvare il suo uomo, ma la conclusione del Sovrano risultò terribilmente deludente.

< < Le scritture non chiariscono come trovare la pozione e non sono illustrati nemmeno i possibili pericoli da affrontare > > concluse Dende, palesemente rattristato.

Ormai la furia della bionda era pronta ad esplodere e come spesso le capitava quando la rabbia prendeva il sopravvento su di lei, le sue mani vellutate non potevano trattenere il suo enorme potere di androide. Il suo auto-controllo impediva che potesse accadere qualcosa di irreparabile, ma l'energia che circondava il suo corpo era un chiaro segno della sua collera.

< < Questo significa che abbiamo solo perso tempo, non è così? > > sibilò la ragazza.

 Dende fu felice di notare quanto la donna tenesse a Crilin e anche questo lo portò a non provare la benchè minima paura di fronte alle reazioni selvagge della cyborg. 

A quel punto il giovane Namecciano non poteva certamente nascondere ciò che sapeva, allo scopo di salvaguardare la loro sicurezza. Doveva aiutarla a qualsiasi costo.

< < Tutt'altro Diciotto > >  disse Dende, con voce calma e sicura. In quel momento, a dispetto della sua giovane età, sembrava veramente un vero sovrano della Terra < < Siamo sul punto di risolvere questa situazione, ma questo dipende unicamente da voi e dal vostro coraggio > >.

< < Che cosa intendi dire, Dende? > > domandò Gohan, leggermente impaurito.

< < Nella stanza non ci sono soltanto le scritture antiche di cui vi ho parlato. La parte più importante è un'altra > > rispose il Namecciano.

< < Di che cosa stai parlando? > > chiese la compagna di Crilin, quasi urlando.

< < Sto parlando del grande pozzo, situato proprio al centro della camera > > concluse Dende, stringendo fortemente il bastone di legno, segno della sua carica.

< < Un grande pozzo? > > ripetè Diciotto, non potendo nascondere una certa sorpresa.

< < Un abisso, apparentemente privo di fondo > > continuò il ragazzo < < Ma ciò che è peggio è che da quell'antro inquietante sento provenire un'energia potente, che non riesco a definire. Non posso dire se si tratta di una forza malvagia, ma posso affermare con certezza che non proviene da un vero e proprio essere vivente > >.

In quel momento, anche Gohan, probabilmente uno dei guerrieri più potenti della Galassia, mostrava un certo timore sul suo giovane volto, sentendo le parole dell'amico.

< < Almeno adesso ho scoperto quale sarà la prossima tappa di questo assurdo viaggio > > pensò la ragazza, anche se il non sapere cosa avrebbe dovuto affrontare in quel pozzo non era certamente una sensazione gradevole per lei.

< < Travolgerò qualsiasi ostacolo > > disse ad alta voce, più a se stessa che ad altri < < Io voglio vivere accanto al mio Crilin e non saranno le assurde magie di questo mondo a fermarmi > >.

Sia Gohan che Dende potevano chiaramente notare le lotte interiori della cyborg e non osarono replicare.

< < Non oserò chiedervi di rinunciare, anche per il fatto che desidero come voi la guarigione di Crilin, ma lasciate che vi dica un'ultima cosa o meglio che vi dia un avvertimento > >.

Come Gohan, ancora una volta la bionda prestò la  massima attenzione alle parole del sovrano. Il suo animo fremeva dal desiderio di aiutare finalmente il suo uomo. Era pronta ad utilizzare quella terribile forza, che avrebbe dovuto trasformarla in un mostro. Non lo era diventata, anche grazie a lui.

< < Probabilmente quando giungerete sul fondo di quell'abisso vi troverete ad affrontare pericoli mortali, che potrete sconfiggere con la vostra forza combattiva > >.

< < Tuttavia guardatevi anche da ostacoli ben diversi, che non hanno nulla a che vedere con la cruda violenza > >. 

Dende fece una piccola pausa, prima di proseguire, dando l'aria di voler accertare la massima attenzione dei due compagni di avventura. Trovava molto difficoltoso individuare le parole giuste. Nemmeno lui era a conoscenza degli oscuri segreti, che dimoravano in quell'abisso.

< < Spiegati meglio > > disse la cyborg sgarbatamente.

< < Siate sempre consapevoli del vostro obiettivo, dei motivi che vi spingono e soprattutto sconfiggete l'odio che si trova dentro di voi > > concluse il giovane sovrano, senza dare troppo peso all'impazienza della giovane donna.

 Suo malgrado, Diciotto non potè evitare di provare un brivido di paura. Forse si trattava di un ragionevole e giustificato timore di fallire, vista la posta in gioco. Era consapevole  che anche il giovane al suo fianco, il guerriero che aveva sconfitto Cell, non era certamente rimasto illeso dagli oscuri avvertimenti del Namecciano.

 Non avrebbe fallito. Era pronta e determinata.

< < Molto bene > > esclamò lei all'improvviso la bella cyborg < < Abbiamo parlato fin troppo. Conducetemi in quel pozzo > > disse, con voce imperiosa.

Dende fece un piccolo cenno al suo custode, il quale era  rimasto in silenzio, mantenendo un'espressione vuota e inquietante.

< < Seguitemi > > si limitò a dire, con   voce priva di emozioni.


Il diligente Popo condusse i due coraggiosi all'interno del grande palazzo, facendo strada fra i tanti corridoi. Diciotto rimase scioccata nel vedere quante stanze erano state costruite in quel posto, ma quando arrivarono a destinazione, la sua concentrazione tornò all'obiettivo principale.

Il custode li condusse davanti ad una grande porta. Era elegante e antica e poco vicino alla raffinata maniglia di essa, vi era scolpita la testa di un poderoso leone. Diciotto trovò la scultura magnifica, tanto da rimanerne intimorita per qualche istante.

< < Non è necessario che vi accompagniamo oltre questa porta > > intervenne Dende.

< < Troverete subito l'entrata dell'abisso. Vi basterà gettarvi su di esso e arrivare fino in fondo. Non so in quale luogo giungerete, ma è probabile che qualunque esso sia, non farà parte di questo mondo > >.

< < Vuoi dire un'altra dimensione? > > chiese Gohan, preoccupato.

< < Non posso escluderlo. Sono addolorato, ma non so altro > > rispose il Namecciano tristemente.

< < Poco importa > > sibilò inaspettatamente la donna. Stava ancora fissando la scultura sulla porta. Cominciò a provare una strana sensazione di sgradevolezza, mentre rimaneva immobile a fissare la scultura.

 < < Gohan, hai sempre intezione di seguirmi? > > chiese Diciotto, senza guardare direttamente il ragazzino.

Nonostante le sue paure, il giovane eroe non mostrò alcuna esitazione.

< < Sono pronto, Diciotto. Salveremo Crilin > > rispose il Saiyan, con determinazione.

Diciotto non disse altro. Aprì la grande porta energicamente e precedendo il ragazzo, entrò nel buio della stanza. Gohan la seguì quasi subito e non appena fece il suo ingresso, la porta cominciò a richiudersi magicamente.

 Prima di finire totalmente immersi nell'oscurità, entrambi fecero in tempo a notare lo sguardo preoccupato del giovane Dende, rimasto a osservarli dall'esterno.

< < Buona fortuna e siate prudenti > > riuscì a dire il sovrano della Terra, prima della chiusura totale della porta.






Diciotto e Gohan si trovarono immersi nell'oscurità di quella strana stanza. La compagna di Crilin provò di nuovo quella  sensazione di malessere, che non riuscì a descrivere, anche se questa volta capì chiaramente che si trattava di una sorta di avvertimento per un pericolo imminente e mortale.

 Il silenzio nella camera era totale ed entrambi erano consapevoli che non era del tutto naturale. 
I suoi circuiti registravano  constantemente un imprecisato pericolo, senza però riuscire a definirlo con esattezza.

< < Trasformati in Super Saiyan > > ordinò lei all'improvviso < < Abbiamo bisogno di luce > >.

< < Hai ragione > > rispose prontamente Gohan.

L'espressione di quest'ultimo divenne terribilmente dura e in pochi istanti, senza apparenti sforzi, il giovane completò la trasformazione, illuminando la stanza di un'intensa luce dorata.

Come aveva affermato Dende, le pareti della camera erano interamente coperte di scritture e strane raffigurazioni. La bella cyborg pensò al tempo impiegato dal nuovo sovrano e dal suo custode, per decifrare tutte quelle testimonianze di un passato ormai dimenticato.

Nonostante l'assoluta raffinatezza delle iscrizioni sulle pareti, ben presto l'attenzione di entrambi venne rivolta interamente a ciò che si trovava proprio al centro di quello strano luogo. 

L'obiettivo della loro missione si trovava davanti ai loro occhi. Il luogo, dove probabilmente avrebbero potuto trovare la medicina per curare Crilin, per farlo destare da quello strano sonno, che l'aveva colpito.

Il grande pozzo manifestava un potere indecifrabile, come una corrente persistente, pronta ad esplodere con forza. Aveva un diametro piuttosto ampio e la piattaforma che circondava il buco nero era di un materiale pregiato, che nonostante i molti secoli passati, non aveva perso la sua bellezza architettonica.

Come aveva predetto il giovane Namecciano,  la forza innaturale dell'abisso rimaneva oscura e misteriosa e nemmeno i circuiti di Diciotto riuscirono a identificarla con esattezza.

< < Percepisco una strana e potente energia, ma anche con la concentrazione massima del Super Saiyan, non riesco a definirla > > mormorò Gohan, preoccupato < < Tu riesci a sentire qualcosa, Diciotto? > >.

La ragazza fissava attentamente l'abisso. Neanche con la sua vista potenziata riusciva a intravedere il fondo.

< < Non possiedo una forza spirituale, perciò non ho il vostro potere di individuare i nemici con la concentrazione > > osservò Diciotto, senza distogliere lo sguardo dall'abisso < < I miei circuiti solitamente sono in grado di localizzare la forza di qualsiasi essere vivente e di identificarne il livello, ma questa volta riescono solo a  individuare la fonte. Niente di più > >.

< < Sembra quasi che per capirne di più, siamo costretti a scendere in questo fetido pozzo > > continuò la cyborg, mostrando un ghigno feroce.
 
< < Credo che tu abbia ragione > > rispose il ragazzo, anche se non mostrava la minima voglia di volerlo fare.

< < Poco male comunque > > risprese la donna, con un sorriso quasi diabolico sulle labbra < < Dato che, fin dal primo momento, avevamo l'intenzione di scendere laggiù. Non ci resta che proseguire > >.

Diciotto non aspettò nessuna risposta dal suo giovane compagno.

 Con decisione e con l'immagine del suo amato nella sua mente, si lanciò nel vuoto oscuro dell'abisso. 

Iniziò la discesa con cautela, senza prendere troppa velocità. La luce dorata che continuava a  illuminare le strette pareti del pozzo durante il tragitto, era la conferma che Gohan si trovava poco dietro di lei e anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ciò le trasmetteva ancora più coraggio e voglia di andare avanti.

Continuarono nella loro discesa per diversi minuti e ancora, neanche con l'aura del Super Saiyan, non si riusciva a intravedere la fine del pozzo.

< < Non mi piace per niente > > disse all'improvviso la bionda < < Stiamo per caso precipitando nel più profondo degli inferi? > >.

< < Stiamo in guardia, Diciotto > > esclamò Gohan, dietro di lei. Il rumore della sua aura era l'unico in quel momento < < C'è troppa calma > >.

Suo malgrado, Diciotto si ritrovò d'accordo e  iniziò anche lei a temere quella strana discesa. 

Comprese quanto possa essere sconvolgente dover combattere contro l'ignoto, contro un qualcosa di totalmente sconosciuto.

Nonostante i loro giustificati timori, i due proseguirono in quello strano cammino, quando, all'improvviso, la ragazza sentì che qualcosa di indefinito afferrava brutalmente la sua gamba destra. Si trattava di una morsa gelida e potente da far paura anche ad un androide.

 La prese con una forza incredibile, tale da  far urlare la cyborg, sia per il dolore che per la sorpresa. Immediatamente la morsa sconosciuta la trascinò percolosamente verso il fondo. Lo fece con una velocità sconvolgente.

Nonostante i suoi poteri di cyborg, Diciotto sentì i propri polmoni stringersi terribilmente, mentre il cuore le saliva in gola, facendole provare una nuova e orribile sensazione di dolore. 

Come se ciò non bastasse, arrivò  inevitabilmente anche  l'oscurità. A causa di quella terribile caduta, era stata divisa da Gohan nel giro di pochi istanti e pertanto, la bionda perse la luce dorata, che era stata il rimedio contro il buio.

Tentò di reagire, facendo appello ai suoi massimi poteri di androide. Con uno sforzo immane, aprì interamente il palmo della mano sinistra e con decisione sparò una potente ondata di energia violacea verso il fondo. Capì immediatamente di non aver colpito nessun bersaglio.

Continuava a precipitare e a nulla servirono i suoi tentativi di reagire. Ben presto, nonostante il suo immenso potere artificiale, le fu impossibile sopportare quella velocità così innaturale.

Mentre il mondo intorno a sè diveniva sempre più sfocato, non potè evitare di pensare nuovamente all'uomo che amava. Forse tutti quei sentimenti e l'intensità che aveva preso, da qualche tempo,  la sua storia con Crilin l'avevano indebolita notevolmente, ma anche se fosse, lei era felice delle sue nuove debolezze, ma in quel momento desiderava possedere molta più forza.

Una sorda disperazione la assalì. La  missione più importante della sua vita era cominciata nel peggiore dei modi.

< < CRILINN > > urlò con tutto il fiato che le era rimasto, per poi perdere completamente conoscenza.

Diciotto continuò inesorabilmente a precipitare in quel terribile abisso.



FINE CAPITOLO.

 

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Capitolo 15
*** La terra Dell'Eterna Notte ***


CAPITOLO 14


La Terra dell'Eterna Notte.
 

Diciotto fissava tranquillamente lo splendido panorama offerto dalla piccola isola tropicale. Era pienamente soddisfatta della giornata appena trascorsa.

Il vecchio pervertito aveva deciso di trascorrere un paio di settimane di vacanza e lei, come sperava da molti mesi, ebbe la possibilità di rimanere sola con il suo fidanzato.

 Mentre osservava il meraviglioso spettacolo dinnanzi a se, sulla spiaggia della Kame House, ella rammentava il dolce pomeriggio passato con Crilin.

Senza gli sguardi disgustosi di una certa persona, la cyborg si era sentita libera di indossare uno dei nuovi costumi alla moda, che aveva acquistato durante i vari appuntamenti in città con il piccolo guerriero.

 Sorrise dolcemente, rammentando le comiche fatiche del piccolo uomo. Affrontare tante ore di shopping, anche se per la propria donna, non era di certo un'attività così divertente per un uomo e  Crilin non era mai stato un appassionato di moda.

Tuttavia, il giovane guerriero vide anche notevoli aspetti positivi in quella situazione. Per prima cosa, non veniva ignorato dalla sua compagna, come era solita fare la sua precedente e completamente differente fidanzata. Diciotto pretendeva continui pareri da parte sua per gli abiti che provava e che avrebbe probabilmente indossato solo per lui, come spesso lei stessa gli ripeteva.

Dall'altro lato, ovviamente, Crilin era estasiato nell'ammirare la sua donna, mentre provava tanti abbigliamenti diversi, da quello sportivo a quello elegante. Per fortuna, il piccolo uomo era supportato dalle vincite di tanti tornei di arti marziali.

Anche la bellissima cyborg era molto attenta alle loro finanze e infatti aveva contribuito molto alla gestione di un loro patrimonio comune e finalmente ebbe anche lei la possibilità di regalare qualcosa al suo ragazzo, soprattutto dopo aver conosciuto la sua passione per la lettura, che anche ella stessa aveva cominciato gradualmente ad apprezzare.

Anche se Diciotto apprezzava lo shopping e in generale il passeggio lungo le vie delle più importanti e moderne metropoli, niente era più importante per lei della nuova intimità, che era nata gradualmente con il suo uomo. Adorava ogni momento trascorso solamente con lui, come quel caldo pomeriggio, trascorso in spiaggia, in completo rilassamento, tra lunghi e dolci baci e abbracci.

Si sorprese profondamente di come ormai il bisogno di stare con lui fosse diventato così importante, addirittura essenziale. Ascoltare la sua voce allegra e gentile, i suoi tanti tentativi di renderla felice e ovviamente forse più di ogni altra cosa, aveva iniziato ad amare anche l'intimità fisica, che si era creata fra loro.

Non avevano ancora consumato la loro prima notte insieme, ma entrambi non mostravano alcuna fretta. I loro baci erano lunghi e intensi e in molte occasioni la passione era quasi arrivata al punto di travolgere le resistenze di entrambi. 

Molto spesso era proprio la bionda a non sentirsi del tutto pronta, ma la dolcezza e la pazienza del suo uomo non era mai venuta meno e grazie a questo, insieme a molti altri motivi, l'amore della cyborg verso il piccolo uomo cresceva sempre di più.

Ogni giorno si sentiva sempre più innamorata di lui e sempre più sicura della strada che aveva scelto. Molti dei suoi dubbi erano ormai un lontano ricordo nella sua mente e mai, come in quel periodo, era stata così in pace, felice e tanto desiderosa di vivere una vita tranquilla e serena,  con l'uomo che amava al suo fianco. 

Diciotto credeva fortemente che il vero inizio della loro storia fosse da collegare alla volta, in cui lei l'aveva aggredito irrazionalmente. Ancora ripensava con vergogna a quell'episodio e al fatto di aver potuto ferire gravemente Crilin, ma alla fine, anche grazie a quello strano combattimento, il piccolo guerriero le aveva offerto un'ulteriore dimostrazione dell'immenso amore che provava per lei e finalmente la cyborg si liberò da molti incubi generati dal passato.

In realtà, la giovane e bellissima donna poteva chiaramente vedere ogni giorno la felicità del suo uomo nello stare con lei. L'assoluta verità nascosta nelle sue parole e nei suoi gesti.
 Molti avrebbero considerato il suo amore puro e sincero raro o addirittura impossibile. Per Diciotto non poteva esserci nulla di più reale.

 Anche il suo uomo le aveva spesso dimostrato di nutrire  dei forti dubbi, anche questi legati per lo più a se stesso, al suo fisico, alla sua altezza e alla sua debolezza combattiva. La cyborg comprese che non si trattava di una mancanza di fiducia da parte del suo ragazzo. Del resto era ormai palese l'amore che lei provava per lui e anche se spesso Diciotto faceva molta fatica, provava sempre a dimostrarlo in tutti i modi possibili.

 Sapeva perfettamente che il vero tormento di Crilin non era altro che la paura di perderla, ma niente di tutto questo si sarebbe mai potuto verificare, fino a quando lei fosse stata in grado di respirare e per questo sperava ardentemente che pian piano i dubbi del suo amato si sarebbero finalmente estinti, grazie alla sua costante vicinanza.

Le intense riflessioni della cyborg furono interrotte da due forti e gentili braccia, che le circondarono dolcemente la vita. Sospirò, sentendo il caldo respiro di lui dietro di se.
 
< < A cosa stai pensando? > > sussurrò Crilin, mentre le baciava dolcemente i capelli biondi.
 
Prima di rispondere, Diciotto si girò verso di lui, stringendosi ancora di più al suo corpo.

< < Nulla di particolare. E' stata una giornata rilassante. La mancanza del vecchio si sta rivelando un dono del cielo > > scherzò lei, mentre lo abbracciava a sua volta.

< < Davvero? > > disse Crilin, assumendo una comica espressione di finto cane bastonato < < E io che pensavo di essere stato un ottimo fidanzato oggi > >.

< < Io non l'ho detto sicuramente > > replicò la bionda, con un tono di voce altamente seducente < < Ma questo non significa che tu non lo sia stato > >.

Senza dargli modo di rispondere, Diciotto baciò con passione il piccolo uomo. Amava coglierlo alla sprovvista, vedere di come riusciva ancora a farlo arrossire, esattamente come al loro primo incontro. Ma forse ancora di più adorava le sue reazioni.

 Crilin rispose con entusiasmo al suo bacio, mentre con le mani le accarezzava dolcemente il collo e il viso. Ben presto, furono sempre piu numerosi i sospiri di piacere di entrambi.

Si coricarono stretti l'uno con l'altra sulla spiaggia della piccola isoletta, continuando a baciarsi e ad accarezzarsi avidamente. Da qualche tempo, merito anche di alcune insistenze della cyborg, il piccolo uomo aveva deciso di provare a far crescere i capelli. Li aveva sempre tagliati per i combattimenti, ma la pace e il fatto che la sua compagna lo esortava continuamente, anche senza dirlo apertamente, a provare esperienze nuove, spinsero il guerriero verso questa decisione.

Diciotto aveva scoperto di amare profondamente la sensazione di esplorare con le proprie mani la nuova massa disordinata di capelli neri del suo uomo e anche in quell' intenso momento di passione, la ragazza si era aggrapata con forza ad essi, alternando carezze e strattoni intensi, tanto da trovarne poi molti sulle sue mani, quando si separarono.

I baci finirono quando entrambi si ritrovarono in seria carenza di ossigeno, ma rimasero abbracciati di fronte all'immenso spettacolo del sole sulla via del tramonto.

Diciotto appoggiò il capo sul petto di lui, chiudendo gli occhi, mentre ascoltava il battito del suo cuore tornare regolare. Era sempre circondata dalle sue braccia, mentre le mani di lui non smettavano di accarezzarla. La sua chioma bionda, le spalle o la schiena, facendola cadere in un profondo clima di calma. Come tante altre volte precendenti, la potente cyborg si sentiva protetta. Come un normale essere umano.

< < Sai, Crilin, non riesco a spiegarmi come tu possa farmi sentire sempre così al sicuro, quando sono tra le tue braccia > > disse lei ad alta voce, senza poter evitare di arrossire palesemente.

< < Forse è un talento naturale , amore mio> > sorrise Crilin, mentre le baciava dolcemente la fronte.

Gli diede una giocosa pacca sulla testa, mentre si sistemava in una posizione più comoda sul petto di lui. Diciotto seppellì il suo viso nell'incavo del collo di lui, quasi nascondendosi alla vista del mondo.

< < Ho una forza combattiva smisurata. Non dovrei sentirmi così debole > > disse lei, anche se era decisamente rilassata.

< < Tesoro, ti ho detto molte volte che tu sei una donna a tutti gli effetti. Il voler essere protetti dalla persona che si ama è nella natura degli esseri umani > > rispose il piccolo uomo, con decisione.

< < Perchè tu mi ami, giusto? > > domandò subito dopo, leggermente preoccupato. Ancora gli ingiustificati timori del suo uomo infastidirono notevolmente la donna. In realtà lei non parlava spesso dei suoi sentimenti, preferiva di gran lunga manifestarli, ma sapeva che il suo Crilin era un inguaribile romantico e alcune volte desiderava avere delle certezze sul loro rapporto e sul fatto di aver trovato finalmente la persona giusta da amare. Era pronta a dimostrarlo con tutta se stessa e un giorno non molto lontano avrebbe cancellato ogni suo dubbio a riguardo.

Si alzò dalla sua comoda posizione sul suo petto, per afferrargli con le mani il suo viso in modo deciso, che fu quasi doloroso per lui, tenuto conto della sua forza. 

Lo guardava intensamente, senza mollare la presa. Come al solito, Crilin rimase ipnotizzato dal meraviglioso spettacolo della sua bellezza mozza fiato. Non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi bellissimi occhi color ghiaccio e probabilmente anche per questo fu colto alla sprovvista dal nuovo e dolcissimo bacio della bionda. Ormai si trovava decisamente sopra di lui.

Diciotto divorò freneticamente la bocca del guerriero, ma quest'ultimo rispose al bacio con altrettanta passione. Quando si staccarono, le loro labbra erano ancora leggermente a contatto.

< < Non posso sapere cosa mi riserverà il futuro, ma di una cosa sono certa. Io ti amo come non farò mai con nessun'altro > >.

Disse le ultime parole sussurrando, mentre con le dita accarezzava le labbra tremanti del suo compagno e quando vide alcune lacrime cadere lentamente dalle sue guancie, capì di aver fatto la cosa più giusta e dentro di lei giurò solennemente che sarebbe sempre rimasta fedele alle sue parole.

Queste ultime portarono una felicità immensa nell'animo del piccolo uomo, al punto da non poter resistere al desiderio di baciare ancora la bellissima cyborg. Ella seppellì di nuovo le mani tra i suoi capelli neri e per diverso tempo, i due amanti non si sognarono nemmeno di interrompere il loro ennesimo scambio di attenzioni.
 
Ancora, Crilin non osò andare oltre certi limiti.

 Entrambi erano convinti che avrebbero presto capito quale sarebbe stato il momento più appropriato. Dentro di lui, desiderava qualcosa di veramente speciale per la loro prima volta, ma allo stesso tempo preferiva non programmare nulla a riguardo e la sua compagna non poteva essere più d'accordo.

Diciotto accarezzava dolcemente il volto del suo uomo. Con le dita percorreva tutti i lineamenti di quel viso, che tanto desiderava. Gli baciò le guancie, le labbra e il punto dove avrebbe dovuto trovarsi un naso. Le mani di lui continuavano ad esplorare la  schiena di lei con tocchi gentili e sensuali sotto la maglietta che indossava. Non era abituata ad essere toccata sulla sua pelle nuda, ma i massaggi gentili e leggeri del guerriero li aveva sempre trovati meravigliosi.

< < Crilin > > disse lei all'improvviso, mentre appoggiava la fronte su quella di lui.

< < Si, amore? > >. Di nuovo egli si perse nello sguardo intenso e di profonda tenerezza, che lei gli stava donando in quel momento.

< < Ora che sei veramente mio, mi sento in dovere di avvertirti che ci saranno alcune novità nella tua vita da ora in avanti > > esclamò la bella cyborg, con un sorriso malizioso sulle labbra, ancora pericolosamente vicine a quelle del compagno. Mentre parlavano in quella posizione così intima, le loro bocche si toccavano constantemente e fu quasi una costrizione il fatto di alternare constantemente piccoli baci e parole.

< < Per prima cosa, da ora in avanti sarò l'unica donna, che avrai il permesso di guardare > > disse Diciotto, senza mutare la propria espressione seducente.

< < Questo significa che ho licenza di toccare, ma non di guardare altre donne? > > scherzò lui, mentre le baciava teneramente il naso. Inutile dire che l'occhiata glaciale di lei lo fece rabbrividire visibilmente.

< < Ovviamente scherzavo, amore > > si affrettò a dire, sorridendo nervosamente < < Lo sai che sei l'unica per me > >.

< < Lo so bene, mio caro Crilin > > rispose lei, con un ghigno, mentre gli afferrava energicamente il mento con due dita d'acciaio < < Ma non ti ho ancora detto quali saranno le altre novità > >.

< < Sono leggermente intimorito, sai? > > osservò il piccolo uomo. Faceva un po' fatica a parlare con la morsa ferrea della sua dolce fidanzata.

< < Fai bene ad esserlo, tesoro. Ancora non hai ascoltato la parte più interessante > > continuò Diciotto < < Anche se ci troviamo in periodo di pace, non interromperai i tuoi allenamenti e sappi che sarò io a provvedere che tu rimanga in forze. Sei sempre uno dei difensori di questo mondo, anche se io non vorrei, per cui dovrò essere sempre sicura della tua forza combattiva > >.

Crilin la guardò confuso, ma la compagna sorrise amabilmente.

< < Anche se non sarà mai paragonabile alla mia di forza , tesoro e sinceramente è un punto del nostro rapporto che mi piace parecchio > > concluse la donna. Il suo tono di voce seducente, unito ad uno sguardo famelico e poco casto, fece salire un estremo livello di eccitazione al compagno, che non potè replicare, poichè la sua bocca venne nuovamente tappata dalle calde e sensuali labbra della sua ragazza.

Quando Diciotto si staccò, consapevole del fatto che il povero Crilin avrebbe anche dovuto respirare per sopravvivere, lo fissò con una nuova espressione seria e amorevole al tempo stesso.
 
 Riflesso sui suoi occhi cerulei, Crilin ebbe una netta dimostrazione dell'amore che la cyborg provava per lui.

< < Infine, Crilin, da adesso il tuo gruppo di amichetti avrà un nuovo membro e non lo faccio certo per loro o per questo stupido pianeta. Sappi che ogni volta che verrai chiamato a difendere questo mondo, nessuno dei tuoi compagni idioti avrà il compito di proteggerti le spalle. La guerriera che ti proteggerà sarò io  e su questo argomento, come del resto anche per tutti gli altri, non accetterò mai nessuna obiezione. Nemmeno da parte tua, mio caro Crilin > >.

Finalmente la cyborg tacque. Crilin non riusciva a trovare le parole giuste,  perchè la sua felicità era troppo elevata in quel momento. Preferì abbracciare con forza la compagna, la quale ricambiò con altrettanta energia, seppellendo il viso nell'incavo del collo di lui.

Rimasero in silenzio, distesi sulla spiaggia della Kame House, fino a quando si addormentarono serenamente, cullati da un leggero e fresco vento serale.

                                                      --------------------------


Quando riprese conoscenza, Diciotto percepì di trovarsi distesa su un freddo pavimento di marmo. L'oscurità era assoluta e la cyborg fece molta fatica a focalizzare la realtà di fronte a se. 
Anche sforzandosi, non riusciva a rimettersi in piedi, ma quando ricordò la caduta, il fatto di essere stata separata da Gohan e soprattutto lo scopo della sua missione, lottò con tutta se stessa per rialzarsi. Ringhiò energicamente, mentre lo fece, vincendo fatica e dolore.

Una volta in piedi, diede una prima occhiata allo strano posto, dove era precipitata, ancora immerso in un buio pressochè totale.

 Con l'ausilio dei suoi circuiti, potenziò la sua vista e finalmente vide il luogo dove era capitata. Si trovava all'interno di una sinistra costruzione, colma di grandi e imponenti colonne. Da quel poco che ne capiva di architettura, Diciotto ritenne di essere precipitata all'interno di una sorta di tempio.

Anche se i suoi circuiti le preannunciavano qualsiasi pericolo, la donna si affidò alle tecniche di meditazione, che Crilin le aveva insegnato.

 Sebbene ella non possedesse una vera energia spirituale, a causa dei congegni installati dentro di lei, aveva comunque il corpo, anche se potenziato, di un essere umano e per questo pienamente capace di concentrarsi, per mantenere la mente  e il cuore calmi e attenti ad ogni evenienza.

 Con una serie di respiri profondi, Diciotto calmò il suo corpo e persino la sua forza artificiole, mantenendola però constantemente pronta ad esplodere in pochi istanti.

Lentamente si alzò in volo, attenta a non far troppo rumore. Vide ben chiaramente sull'immenso soffitto del tempio la tanto fine dell'oscuro pozzo, dal quale era precipitata. Non riusciva proprio ad immaginare che tipo di forza era quella che l'aveva trascinata, senza che lei avesse avuto la possibilità anche minima di reagire.
 
Si chiese dove potesse trovarsi Gohan, ma decise che era inutile aspettarlo ferma senza far niente.

 Del resto, Gohan era ormai il Super Saiyan più forte e Diciotto era pienamente consapevole della sua enorme potenza combattiva.

Tornando a terra, la bella cyborg si incamminò in quello strano posto. Percorse una sorta di via principale, delimitata dalle grandi colonne della costruzione e dopo pochi minuti, la sua vista potenziata scorse una debole luce spettrale in fondo alla via. Decisa a trovare immediatamente indizi utili alla sua ricerca, Diciotto affrettò il passo e poco dopo giunse nei pressi dell'uscita.

Ciò che vide la lasciò incredula. Davanti a lei c'era un'immensa foresta oscura, che ebbe il potere di farla rabbrividire senza apparenti motivi. Notò che era notte, ma lei e Gohan avevano lasciato il Palazzo di Dio, quando era ancora pieno giorno. Non pensava che la caduta fosse durata così tanto.

< < Forse la caduta è durata  molte ore, senza che noi ce ne accorgessimo > > pensò lei, anche se non era troppo sicura della sua conclusione.

Diciotto non capiva proprio dove potesse trovarsi. Era un luogo così estraneo, da farle sembrare certo il fatto di non trovarsi più sul Pianeta Terra. La notte era illuminata da una strana luna, più piccola di quella terrestre,  di un inquietante color rosso, che si aggiungeva al bianco spettrale.

Facendosi forza, la bionda scese la grande scalinata del tempio. Poggiò i piedi sulla terra nuda di quello strano luogo e subito, quando lo fece, provò un'incredibile ondata di gelo. Sentiva freddo e lei avrebbe dovuto esserne immune.

Sempre più confusa, Diciotto si preparò ad entrare in quella foresta, anche se la cosa ne le piaceva per niente, quando all'improvviso, proprio dinnanzi alla direzione che aveva scelto di prendere, intravide una figura, comparsa dal nulla.

 Si bloccò di colpo e assunse immediatamente una posizione di difesa, pronta a combattere.

Valutando meglio la sagoma, vide che si trattava di un individuo incapucciato, coperto interamente da un lungo mantello. Se ne stava immobile davanti l'entrata dell'oscura foresta.

 Diciotto, anche senza poter vedere il suo volto, ebbe la netta sensazione che lo sguardo di quell'essere fosse assolutamente incentrato su di lei. Quell'essere emanava una misteriosa e inquietante forza.

< < Benvenuta, cyborg chiamato con il nome di Lazuli > >. 

Il suono della sua voce era terribile. Un sibilo velenoso, che spiazzò anche la stessa guerriera, sconvolta nel sentire pronunciare il suo vero nome. Oltre a suo fratello, l'unico che ne era a conoscenza era il suo uomo, al quale lei l'aveva rivelato dopo la loro prima notte d'amore.

 Nonostante la paura inevitabile, la bionda non indietreggiò di un millimetro. 

< < Chi diavolo sei > > domandò lei, stringendo pericolosamente i pugni.

< < Non ha importanza > > rispose l'essere < < Anche tu dovrai attenerti alle regole di questo luogo > >.

< < Che cosa vuoi dire? > > chiese nuovamente Diciotto, con freddezza < < Ti conviente farmi passare, altrimenti preparati a soffrire terribilmente > >.

< < Il cammino da intraprendere lo dovrai scegliere tu stessa, Lazuli > > disse lo strano essere, per niente intimorito dalle minacce della cyborg.

< < Solamente una persona ha il permesso di pronunciare quel nome > > ruggì Diciotto, prima di passare all'attacco. Scagliò una violanta onda d'urto contro il misterioso personaggio. Non era un colpo mortale, ma la donna voleva far capire che non stava affatto scherzando.
 
Ancora una volta, però, il suo orgoglio subì un altro duro colpo. Esattamente come era accaduto durante la caduta nell'abisso oscuro, il suo attacco non centrò nessun bersaglio, ma si limitò a distruggere diversi alberi della foresta, alle spalle dello strano essere incappucciato.

Diciotto si chiese se fosse davvero lui il possessore di quella forza, che l'aveva trascinata inesorabilmente sul fondo del freddo e buio antro. Di nuovo, quest'ultimo parlò, come se non fosse stato minimamente interrotto.

< < Questa è la Terra dell'Eterna Notte, cyborg Lazuli > > parlò di nuvo lo strano personaggio.

< < Non mi interessa. Sono venuta in questo posto per un unico scopo > > replicò la donna, questa volta pronta ad uno scontro diretto e fisico < < Dimmi dove si trova la Pozione della Rinascita, altrimenti prova a combattermi > >.

< < Tutti gli stranieri giungono in questa terra con lo stesso e unico obiettivo, cybotg Lazuli, ma pochi possono sperare di realizzarlo > >.

< < Mi hai davvero stancato, scherzo della natura > > ringhiò Diciotto.

< < Puoi decidere se proseguire, Lazuli oppure puoi tornare indietro. Basta che tu lo chieda  e in pochi istanti ti ritroverai di nuovo nel tuo mondo, ma dovrai dirlo apertemente. Quale sarà la tua scelta, Lazuli? Salvezza o morte? > > concluse l'essere, con un tono di voce freddo oltre ogni limite.

< < Non tornerò mai indietro, almeno fino a quando non avrò fatto ciò che devo. Perciò, mostro, adesso sono io che ti chiedo quali sono le tue intenzioni. Vuoi rischiare la tua vita contro di me o mi lascerai passare? > >.

Da molto tempo, Diciotto non si sentiva così fredda e spietata, ma allo stesso tempo determinata ad andare avanti. Per salvare il suo adorato Crilin, doveva essere un guerriero implacabile in quella situazione e lei era pronta ad esserlo.
 
< < Sono la compagna di Crilin. Una guerriera e non una macchina. Neanche con questa rabbia > > si disse lei, mentre studiava il suo probabile avversario. Era pronta allo scontro.

L'essere misterioso non fece alcuna mossa. Restava fermo come un sasso, in una posizione quasi sacrale.
 
Sotto gli occhi increduli della donna, la misteriosa figura si dileguò in pochi istanti e il passaggio tornò ad essere libero, mentre un lugubre silenzio tornava a dominare sulla foresta oscura.

< < Che pagliacciata è mai questa > > urlo la cyborg, al culmine della collera.

Per un attimo fu tentata di spazzare via tutto con un solo colpo. Poi di nuovo la meditazione la aiutò a ritrovare la calma. Rilassò i propri muscoli e prese dalla tasca dei suoi jeans una vecchia fascia nera da combattimento. Essa ancora emanava l'odore del suo proprietario.

 Molte volte, durante i loro allenamenti, si divertiva a sottrarla al piccolo uomo, facendolo rimanere in mutande. Questa volta era lei che desiderava indossarla.

La legò intorno alla sua vita e dopo aver fatto un respiro profondo, entrò nella foresta. Non si accorse delle molte, tantissime ombre che, dai rami più alti degli immensi alberi, osservavano ogni sua mossa.

Le ombre squadrarono attentamente il nuovo visitatore, che venne subito qualificato come un intruso, un ospite indesiderato.




Diciotto venne marchiata come un nemico pericoloso. Un nemico mortale.




FINE DEL CAPITOLO.

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Capitolo 16
*** Ombre e artigli ***


CAPITOLO 15


Ombre e artigli.



Un silenzio innaturale dominava la foresta, interamente e perennemente immersa nelle tenebre. Diciotto proseguiva imperterrita il  cammino fra una fittissima vegetazione e tra alberi di un'altezza assolutamente sconosciuta sulla Terra.

A parte i suoi circuiti, il suo istinto, alimentato dalle tecniche di concentrazione, che aveva imparato da Crilin, l'aveva messa in guardia molte volte da un imminente e oscuro pericolo, fin da quando aveva fatto il suo ingresso in quella foresta, dove non sembrava esserci alcun segno di vita. In quasi due ore di continua marcia, la bellissima bionda non aveva incontrato nessuna specie di animale.

 Tuttavia lei era consapevole  di non essere sola e del fatto di essere costantemente osservata da presenze ostili, ancora sconosciute, ma reali.

Il viaggio proseguiva molto lento per i suoi gusti, ma tutte le volte che aveva provato a volare,  una forza misteriosa, simile a quella che l'aveva attaccata durante la caduta lungo il pozzo, le impediva di levitare  o per meglio dire lasciava alla guerriera solo la possibilità di compiere grandi balzi, ma non di lasciarla volare normalmente.

 Sembrava che essa volesse impedirle di uscire a tutti costi dalla fitta rete di alberi, grazie al volo, probabilmente allo scopo di costringerla in un cammino lento e pericoloso.

< < Pazzesco > > pensò lei < < Questo mondo costringe i visitatori a giocare secondo le sue regole e sono convinta di non aver visto ancora niente > >.

Come spesso le capitava in quei momenti, il suo pensiero andò a Gohan. La separazione dal giovane Saiyan era stato il primo vero colpo subito nella loro missione.

 Sperava di ritrovarlo, ma non riusciva a percepire la sua forza ed era certa che anche questo fatto fosse merito del nemico oscuro e sconosciuto, che li minacciava. Diciotto non poteva sapere se tutti quei fenomeni inspiegabili fossero causati dallo strano personaggio incappucciato, che aveva incontrato fuori il mauseleo o se invece ci fosse qualcun altro a minacciarli. Le informazioni erano poche e scarse.

Erano costretti a muoversi da soli e la cyborg non poteva proprio immaginare, data la forte imprevidibilità del luogo, le prove che il giovane Saiyan avrebbe dovuto affrontare.

< < Di certo i suoi avversari non avranno vita facile, come non l'avranno con me chiunque oserà sbarrarmi la strada > > disse ad alta voce, con un'espressione, che manifestava una furia selvaggia, sperando che i suoi osservatori la vedessero, in modo da cominciare a tremare, chiunque essi fossero.

Tuttavia, anche se era sicura delle proprie forze, Diciotto aveva un altro nemico da battere: il tempo. Più rimaneva in quello strano mondo, maggiori diventavano le sofferenze del suo amato e il solo pensiero bastava per mozzarle il respiro.

 Ogni volta che cercava di immaginare le condizioni di salute del suo Crilin, il panico rischiava di soffocarla e lei doveva disperatamente rimanere lucida nella sua missione.

Per altre tre ore consecutive, la bella cyborg proseguì la sua marcia. I sentieri della foresta non la condussero verso nessuna meta precisa e la ragazza cominciò seriamente a pensare di aver continuato a camminare inutilmente, forse girando intorno e tornando addirittura al punto di partenza. Di nuovo la sua rabbia stava per prendere il sopravvento su di lei e grande, in quel momento, era la sua voglia di distruggere tutto, soprattutto quella foresta rivoltante.

I suoi propositi di distruzione vennero bruscamente interrotti da una segnalazione più forte dei suoi circuiti. I suoi osservatori erano numerosi e molto vicino a lei. Analizzando la situazione, Diciotto si chiese se era il caso di attaccare lei per prima, anticipando qualsiasi mossa e forse un tempo avrebbe fatto così.

 Invece, alla fine decise  che attaccare senza conoscere la pericolosità dell'avversario era poco saggio.

Finse di non essersi accorta di nulla e continuò la marcia tranquillamente, non modificando minimamente l'andatura. Fu così che evitò facilmente il primo attacco.

Un'ombra minacciosa cercò di sorprenderla alle spalle, ma la ragazza si spostò velocemente alla sua destra. Non ebbe la possibilità di vedere il suo assalitore. Proprio come un' ombra, esso si era dileguato.
 
Di nuovo, Diciotto attivò la sua vista potenziata e vide distintamente fra gli alti alberi molte ombre spostarsi velocemente da un ramo all'altro.

 Giravano intorno a lei, creando un cerchio mortale, ma la cyborg rimaneva ferma nella sua posizione in attesa.

< < Cercheranno di attaccarmi da più lati > >.

Lo sguardo della bellissima donna era inespressivo e glaciale. Strinse ancora di più il nodo della fascia da combattimento, legata intorno alla vita. Le ombre non lasciavano alcun rumore dei loro spostamenti, ma Diciotto era in grado di distinguere strani versi, provenire da quelle creature.

< < Di certo non sono esseri normali > > pensò, mentre si impegnava a non mostrare alcun punto debole nella sua posizione di difesa.

Un'ombra provò a sorprenderla alla sua sinistra, ma questa volta Diciotto non si limitò a schivare.

 Anticipando la creatura, la colpì con un poderoso calcio, scagliando il mostro contro il tronco di un grosso albero, spaccandolo decisamente in due.

 Di nuovo, non potè vedere il reale aspetto di quelle creature. Aveva colpito il mostro così velocemente, da non aver potuto notare i lineamenti del suo corpo, nemmeno con la sua vista potenziata.

< < Almeno finalmente sono riuscita a colpire qualcosa > > disse ad alta voce, sorridendo selvaggiamente.

Le creature continuavano a spostarsi senza sosta e non era chiaro se finalmente avessero compreso la pericolosità della loro preda, ma forse qualcosa percepirono, poichè il successivo attacco venne portato contemporaneamente da due mostri.

Attaccarono frontalmente la bella cyborg, la quale, fulminea, scagliò una potente onda d'energia contro uno degli assalitori. Diciotto non potè accertare la buona riuscita del suo attacco, dato che il secondo mostro proseguì il suo slancio e questa volta, grazie ad uno strano movimento di braccio, che confuse la ragazza, riuscì a colpirla.

La compagna di Crilin era sicura di essere riuscita a evitare il pericolo, ma venne ferita lievemente al braccio sinistro. Dalla ferita, capì che il mostro l'aveva attaccata con dei piccoli coltelli affilati. A causa del buio, della confusione e della straordinaria velocità di quelle creature, Diciotto non era stata in grado di accertare la reale natura di ciò che l'aveva ferita. Ebbe, infatti, soltanto il tempo di notare il chiaro luccichio delle lame.

Di nuovo, le ombre tornarono nel loro circolo di morte ed essi sembravano attendere pazientemente il momento più appropriato per tornare all'assalto.

< < Maledetti! > > sibilò la bionda. Di certo ella ribolliva di rabbia, ma non aveva per nulla perso il proprio sangue freddo. Dentro di lei era sicura. Non sarebbero state quelle strane creature a fermarla.

Il terzo attacco arrivò puntuale, quando lei tentò di cambiare posizione. Questa volta si trattò di un assalto vero e proprio. La assalirono da ogni lato e per ben due minuti consecutivi, la donna si limitò a schivare i colpi, anche se non sempre riuscì nel suo intento. 

Altri brutti tagli lacerarono il suo corpo. Alcuni nelle gambe, un altro molto profondo sull'addome e infine alcune artigliate ferirono persino il suo splendido viso e ciò scatenò la sua immensa collera.

 Comprese che i mostri la stavano chiudendo in una morsa pericolosa, Diciotto si concentrò al massimo e in pochi istanti liberò dal suo corpo, con un urlo selvaggio,  una terribile quantità di energia, disintegrando molti alberi e creando un immenso cratere sotto di lei.

Era sicura che molte creature erano state spazzate via, ma era altrettanto certa di non aver ancora avuto completamente ragione di loro. Con sorpresa, la cyborg si rese conto che avrebbe voluto un'esplosione molto più potente di quella che aveva causato, anche se aveva ugualmente seminato morte fra gli esseri ancora dal volto sconosciuto.

Nel combattimento violento che si era svolto, Diciotto non si accorse di essere stata colpita ancora una volta e a causa di questo, insieme a tutte le altre ferite subite, il suo orgoglio di guerriera teoricamente invincibile era profondamente ferito. Un lungo artiglio era rimasto conficcato sulla sua carne, all'altezza del gomito destro. Senza lasciare alcun lamento per il dolore, la bellissima donna si strappò l'artiglio affilato dal braccio, che immediatamente iniziò a perdere una preoccupante quantità di sangue.

Approfittando del momento di tregua, la ragazza bloccò l'emorragia, strappando una parte della camicia, che usò poi per coprire la ferita.

 Raccolse il piccolo e affilato artiglio e analizzandolo vide chiaramente che era fatto di metallo.

< < Non sono parti naturali di un corpo. Quei mostriciattoli combattono armati di questi artigli e sono anche in grado di scagliarli da lunghe distanze. Altrimenti non mi spiego come abbiano fatto a conficcarmi questo coso > > constatò freddamente la bionda a bassa voce.

Sperava che gli artigli non fossero avvelenati, ma era anche vero che il diabolico dottore aveva sicuramente installato all'interno del suo corpo molti meccanismi di difesa, capaci anche di annullare gli effetti devastanti del veleno.

Diciotto salì sul ramo di un grosso albero e vide gli ultimi effetti della sua potenza. Un fumo nerastro invadeva l'ampia vegetazione della foresta e detriti di alberi e rocce  precipitavano dal cielo inesorabilmente verso terra. Rimase qualche minuto in attesa, fino a quando decise che era meglio continuare, anche se di certo l'avrebbero di nuovo attaccata.

La bella cyborg iniziò a saltare velocemente fra i rami. Trascorse poco tempo e accanto a lei,  ricomparvero le ombre, le quali, terribilmente veloci, seguivano lo stesso percorso aereo della donna e braccavano la loro preda, incuranti delle perdite appena subite.

 Con un terribile ruggito, un mostro tentò di aggredirla in volo, ma la bionda, scattante, lo colpì in pieno con una tremenda gomitata, centrandolo in una parte del corpo che doveva essere la tempia in un normale essere umano.

 Anche se non riusciva ancora a vedere chiaramente l'aspetto di quegli esseri, la guerriera aveva distintamente percepito la completa distruzione del cranio del nemico.

Diciotto abbattè altri nemici durante la corsa e lo fece con rabbia e freddezza al tempo stesso. Sapeva di non poter fare altrimenti ed era assolutamente sicura del fatto di essere nel giusto.

 Con i suoi micidiali pugni  o con i gomiti oppure con i piccoli raggi di energia, che sparava dalle dita, per trapassare i corpi dei nemici, la compagna di Crilin ridusse fortemente il numero dei propri inseguitori, i quali, ciò nonostante, non sembravano voler terminare il folle inseguimento.

< < Non avete scampo, brutti mostriciattoli > > ruggì la donna, mentre disintegrava due esseri con una forte ondata di energia violacea, che sparò dal palmo della sua mano destra.

Dalle informazioni provenienti dai suoi circuiti, Diciotto contò ancora una decina di inseguitori, ma non escluse la presenza di altri mostri nelle vicinanze. Aveva ormai accertato il fatto di poter sconfiggere ogni nemico con un solo colpo e per questo elaborò la sua strategia.

Fingendo di voler continuare la sua corsa, l'implacabile guerriera fermò bruscamente la sua avanzata contro il tronco di uno dei maestosi alberi e appoggiando entrambi i piedi su di esso e controllando diligentemente la propria forza e velocità, si diede lo slancio, con estrema grazia, scaraventandosi contro i nemici, ancora intenti a seguirla.

L'iniziativa della bionda prese completamente alla sprovvista gli strani esseri, i quali per la prima volta erano loro a subire un attacco diretto. 

Con entrambe le braccia aperte, Diciotto fermò violentemente il volo di due mostri. Questi ultimi furono scaraventati in basso, trascinati dalla forza inarrestabile della bionda, che accompagnò la loro caduta con la sua presa mortale sui colli delle creature, stretti nelle braccia potenti della donna. I due mostri vennero scaraventati con estrema violenza sulla terra ferma.

Finalmente, Diciotto ebbe la possibilità di vedere il volto del nemico e ne rimase disgustata. Come aveva infatti ipotizzato, si trattavano di orribili creature. Avevano una statura media e la loro pelle era putrida, piena di macchie. Portavano vestiti logori e inoltre, la ragazza potè  constatare chiaramente la natura di ciò che l'aveva ferita molte volte. Quegli strani esseri, infatti, indossavano dei guanti di metallo, ai quali erano stati ben piantati i famosi artigli, che avevano lacerato più volte la carne della ragazza.

Tuttavia, era la loro faccia a descrivere chiaramente le loro orribili sembianze. Il naso adunco, capelli lordi di uno strano liquido verde, gli occhi gialli e colmi di odio e infine i denti aguzzi e arrossati dal loro stesso sangue o da quello di altre vittime. Tale miscuglio di cose rendeva quelle creature degli esseri effettivamente spaventosi.

La sensazione di disgusto nel vedere il reale aspetto di quei demoni fu di breve durata. Diciotto ritrovò subito la propria compostezza e dato che i due, stesi a terra, erano feriti gravemente, probabilmente con tutte le ossa rotte, si concentrò sugli avversari rimanenti.

I demoni scesero a terra e ormai, ben convinti della forza della donna, avevano optato per l'unica tattica rimasta, ossia  quella di sfruttare il loro numero. Attaccarono tutti insieme e mentre un mostro tentò con il proprio guanto mortale di lacerare dall'alto il viso della guerriera,  un altro provò a infilzarle lo stomaco.

 Diciotto  reagì con freddezza. L'espressione del suo viso angelico era determinato e feroce al tempo stesso.

Bloccò facilmente il polso del demone, che cercava di colpirla dall'alto e nel frattempo con un rapidissimo e violento calcio volante, spezzò il collo del secondo, prima che quest'ultimo potesse provare qualsiasi mossa.

La presa sul braccio dell'altro costrinse il demone in ginocchio e mentre Diciotto fissava gli altri nemici rimanenti, senza mollare la sua vittima, frantumò le ossa della creatura all'altezza del gomito. L'essere, rotolandosi a terra, emetteva strani e orribili gemiti di dolore.

I demoni provarono ancora ad attaccare, ma altre violente ondate di energia violacea bloccarono qualsiasi loro tentativo. Il fumo, provocato dalla potenza artificiale della ragazza, invase buona parte della zona e le creature davano l'impressione di essere fortemente disiorientate. Cercarono invano la loro preda, ormai diventata carnefice, apparentemente sparita nel nulla e non si accorsero nemmeno della caduta di un loro compagno, trapassato da dietro da un'implacabile ombra bionda.

Ormai ne erano rimasti cinque e mentre si spostava rapidamente fra la vegetazione, Diciotto calcolò la posizione ideale, per scagliare il suo ultimo e decisivo attacco.

Si posizionò alla loro destra, per avere maggiori possibilità di finire la lotta con un unico colpo. 

Era la prima volta che utilizzava quell'attacco in un vero scontro, ma era certa di avere tutte le carte in regola per eguagliare, se non superare l'inventore della tecnica, che si apprestava ad utilizzare.

< < Vi farò vedere qualcosa di speciale, mostriciattoli e posso garantire che non sarà per niente piacevole > > disse la ragazza freddamente, richiamando l'attenzione dei demoni, i quali si girarono subito verso di lei, emettendo i loro terribili versi.

Essi si avvicinavano lentamente alla mortale nemica, che rimaneva quasi interamente nascosta nell'oscurità della foresta. All'improvviso, i mostri si fermarono bruscamente, sorpresi da uno strano fenomeno, che si stava verificando davanti a loro.

Il braccio destro della donna era completamente disteso verso l'alto, mentre il palmo della sua mano era aperto verso il cielo. Passarono alcuni istanti, prima che la bellissima cyborg creò sulla sua mano una piccola palla di energia lucente.

Davanti agli occhi meravigliati delle creature, l'energia  divenne sempre più grande e quando raggiunse le dimensioni di una sfera, grande come un macigno di media misura, Diciotto ne modificò la forma, trasformandola in un cerchio, in una sorta di disco, che girava continuamente su sè stesso, intorno alla candida mano della donna, sempre distesa verso il cielo.

Forse per lo spettacolo affascinante e inquietante al tempo stesso, i mostri restarono immobile a fissare le mosse della guerriera.

< < Vi presento una delle migliori tecniche del mio uomo. Se l'avesse utilizzata lui, forse qualcuno di voi si sarebbe salvato, ma oggi non avete proprio fortuna. Vi darò l'ultima possibilità di lasciarmi in pace, altrimenti non avrò pietà per voi > >.

Diciotto parlò con ferma decisione, mentre il mortale disco era pronto per essere lanciato. 

Durante i loro allenamenti, Crilin le aveva insegnato quella strana tecnica, chiamata Kienzan, anche per ripagarla delle tante cose, in cui lei l'aveva enormemente aiutato nell'arte del combattimento. La cyborg imparò in fretta e in breve tempo la perfezionò.

La sua potenza di androide rendeva il colpo molto più temibile rispetto a quello originale. La donna era in grado di controllare il disco molto meglio del suo amato e inoltre l'attacco era molto più potente e continuo. Solo un guerriero di notevole livello avrebbe potuto annientare la lama di energia, una volta scagliata.

 Le creature, probabilmente risvegliate dalle parole minacciose della cyborg, attaccarono rabbiosamente la nemica. Una grande quantità di lame volanti venne scagliata contro la ragazza, che continuava a far girare sopra di lei il mortale disco dorato.

Con un balzo, Diciotto evitò il pericolo, anche se alcuni, tra gli artigli volanti, la ferirono ancora, anche se superficialmente. Nonostante il suo salto, la donna non perse minimamente il controllo del cerchio e con la sua enorme velocità trovò facilmente il posto, dal quale poteva metter fine a quella assurda lotta.

Si appostò sopra il ramo più alto di quei grossi alberi, che dominavano la foresta oscura. Lanciò un ultimo sguardo glaciale ai mostri sotto di lei, prima di agire.

< < KIENZANNN!!!! > > ruggì selvaggiamente, mentre, con un fluido movimento del braccio destro, scagliò il terribile cerchio di energia.

La rotazione del colpo produceva un inquietante rumore, quasi metallico. Seguendo una traiettoria ben precisa, il cerchio di energia piombò dall'alto verso il basso sul gruppo di mostri.

 Il corpo di un primo demone venne orribilmente tagliato in due. Dopo averlo fatto, il cerchio sprofondò sotto terra. Solitamente il Kienzan aveva vita breve e si disintegrava al momento di forti impatti, ma il disco di Diciotto rimase assolutamente integro ed era pronto a colpire di nuovo. Inoltre lei era in grado di controllarlo facilmente con la forza dei suoi circuiti.

Con le dita, la bionda definiva il tragitto del cerchio. Lo fece uscire dal terreno con violenza e velocità. Un altro mostro venne annientato. I restanti demoni, localizzata la posizione della nemica, provarono a salire verso di lei, ma il disco volante li seguiva inesorabilmente e così, proprio mentre balzavano verso l'alto, un altro di loro venne fatalmente trapassato.

Dopo la fine del loro compagno, i due sopravvissuti si dispersero, sparendo nel buio della foresta. Muovendo le dita della mano sinistra con movimenti veloci, impercettibili, la compagna di Crilin fece tornare la mortale arma al punto di partenza, ossia sopra la sua mano destra.

Mantenne la tecnica del suo uomo attivata. Era consapevole che i due mostri rimanenti non si fossero definitivamente ritirati dallo scontro.

 Volevano colpirla  e volevano farlo alle sue spalle con i loro dannati artigli.
 
L'espressione della cyborg si fece ancora più feroce. Non sopportava il modo di combattere di quelle creature.

Con il cerchio di energia in constante movimento, la ragazza scese a terra. Rimase immobile a fissare il nulla davanti a sè. La foresta non mostrava la minima presenza di vita e l'unico suono udibile era quello prodotto dalla tecnica del Kienzan.

Questa volta, ormai abituata agli attacchi furtivi di quegli strani nemici, Diciotto sentì in anticipo il sibilo delle lame e agì di conseguenza. Si spostò di lato con grazia e mentre lo faceva scagliò di nuovo il disco verso una zona cespugliosa poco distante. Era certa che uno dei suoi obiettivi si trovasse proprio in quel punto e il successivo gutturale urlo di rabbia e dolore le diede ragione.

Durante quella frazione di secondo, l'ultimo demone ne aveva approfittato per sorprendere la ragazza alle spalle. Potè farlo solo parzialmente, poichè quest'ultima si girò di scatto verso la minaccia e bloccò il guanto metallico con una presa potente della sua mano destra. Prima che l'artiglio libero potesse colpire, Diciotto stordì la creatura con una testata. Represse un'ondata di vomito, quando l'alito fetido della creatura raggiunse il suo olfatto.

Dolorante per il colpo subito, l'ultimo nemico non riuscì ad attaccare e rimase bloccato nella presa della sua avversaria. Diciotto richiamò ancora una volta il disco dorato e lo indirizzò in una folle corsa proprio contro sè stessa.

 La cyborg, incurante della minaccia che si avvicinava inesorabile verso di lei, rimase immobile nella sua posizione, afferrando anche il braccio artigliato libero del suo nemico. Bloccato, il mostro ruggì come un dannato per liberarsi, ma tutti i suoi sforzi furono inutili.

Sembrava ormai inevitabile il fatto che i due sarebbero stati trapassati insieme dal disco, ma all'ultimo istante Diciotto scomparì nel nulla e finalmente il demone tornò ad essere libero e fu l'unico bersaglio del Kienzan, che lo decapitò con estrema precisione. Il cerchio rotante continuò ad andare avanti, tagliando qualsiasi cosa nel suo cammino, fino a quando la cyborg alzò un dito, sparando un piccolo raggio violaceo, che disintegrò il Kienzan micidiale.

< < Meglio non rivelare eccessivamente la mia presenza > > pensò lei.

Diciotto estrasse un altro artiglio conficcato sullo stomaco, emettendo un leggero gemito di dolore.

 Finalmente diede uno sguardo al campo di battaglia. Aveva combattuto e non aveva potuto evitare di uccidere, ma l'aveva fatto in modo molto diverso da come si sarebbe aspettato il dottor Gero e quel pensiero la rendeva felice ed pronta a proseguire.

Diciotto non si sentiva più un cyborg, una macchina o un mostro. Adesso era lei che combatteva i veri mostri.

< < Tu sei solo una donna a tutti gli effetti. Una splendida persona, che ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e amare > >.

Sorrise apertamente, mentre ripensava a quelle dolci parole. 

E' vero, era una donna, ma lei voleva esserlo a fianco del suo Crilin.



Per questo motivo l'umana, chiamata solo da pochi con il nome di Lazuli, riprese coraggiosamente il suo cammino lungo la foresta oscura della Terra dell'Eterna Notte.




FINE DEL CAPITOLO.


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Capitolo 17
*** Il guardiano di pietra ***


CAPITOLO 16   

Il guardiano di pietra.


La maggior parte delle ferite riportate da Diciotto nell'ultimo scontro si rilevarono superficiali e non eccessivamente preoccupanti, ma alcune di esse erano comunque profonde e per questo la donna tentò di medicarle fin dove possibile.

 Più che per le piccole lacerazioni, le sue maggiori preoccupazioni erano rivolte ai veri e propri buchi in alcune parti del suo corpo, causati dai tremendi artigli.

In una breve sosta, la compagna di Crilin si impegnò a pulire e fasciare  le  ferite più gravi, bloccando eventuali infezioni con l'ausilio della propria energia artificiale. Anche se il suo organismo era molto forte e idoneo a resistere a pericoli e avversari molto più temibili dei mostri della foresta oscura, ella preferiva non correre alcun rischio. Non poteva minimamente immaginare quanto ancora avrebbe dovuto battersi, prima di raggiungere il suo obiettivo.

 Quel mondo aveva già ampiamente dimostrato una totale imprevedibilità.

Nelle successive ore di cammino, Diciotto si accorse di alcuni cambiamenti intorno a sè. Ebbe la chiara di impressione di aver finalmente trovato la direzione giusta da seguire. Il paesaggio cominciò ad essere diverso e la foresta divenne sempre meno fitta. Più andava avanti, maggiore era la sua convinzione che stava per raggiungere la fine di quell'oscura selva.

Pensò, che probabilmente il motivo per il quale non era riuscita a trovare, neanche dopo molte ore di cammino, la strada giusta da seguire, stava nella prova, che aveva appena superato. Era necessario prima affrontare il pericolo designato, per poter proseguire.

 Non poteva essere altrimenti e la cosa non le piaceva per niente, poichè era un'ennesima conferma del fatto di essere manovrata da un nemico ancora sconosciuto.

< < Per il momento starò al loro gioco. La mia energia è infinita, ma il mio tempo non lo è > > pensò la cyborg, mentre, anche se per brevi momenti, si lasciava sopraffare dai sentimenti e dalla nostalgia.

Crilin le mancava da morire. Tutto quello che era successo l'aveva scossa profondamente, anche se tentava disperatamente di non  manifestarlo apertamente. Lo scontro fra il fratello gemello e il suo uomo, gli effetti di quella maledetta tecnica e il sonno di morte di Crilin. Non poteva  immaginare una vita senza di lui e quel viaggio era forse l'unica possibilità per salvarlo dal limbo, dove era precipitato il suo Crilin, il quale aveva ancora una volta rischiato tutto ciò che aveva, al solo scopo di difendere il loro legame ad ogni costo.

Nella sua mente, la donna rifletteva su quanto fosse stato straordinario il modo in cui si erano evoluti i rapporti tra di loro.

Inizialmente, Crilin era un nemico da battere, ma già in quel loro primo e fatidico incontro, in quelle circostanze così drammatiche, il terrestre era riuscito a vedere oltre le apparenze, oltre la sua forza e la sua bellezza, entrambe assolutamente straordinarie. Egli aveva capito di essere di fronte non ad un mostro spietato, come gli era capitato molte volte in passato.

 Si era sforzato di comprenderla realmente, non facendosi condizionare da nessuno, nemmeno dai suoi compagni. La salvò da un terribile destino e ben presto, per tutto ciò che vide in lei, la sua parte di androide e quella umana, si innamorò perdutamente, come mai prima di allora.

 Diciotto, di certo, non si sarebbe mai aspettata di arrivare al punto di ricambiare gli stessi sentimenti e dopo più di due anni dal loro primo incontro, il loro legame era diventato troppo forte per essere spezzato.

Tuttavia, in cuor suo Diciotto riteneva di non aver tenuto fede al giuramento, che gli aveva fatto. Aveva giurato di proteggerlo sempre e nonostante questo, Crilin si era trovato di nuovo in una situazione disperata e ancora  una volta era stato costretto ad attivare una tecnica suicida. Lei  gli aveva severamente proibito di utilizzarla, ma come al solito il suo uomo aveva fatto di testa sua.

< < Quando lo guarirò, prometto che non lo farò allontanare da me, se non per pochi metri > > pensò la ragazza, sorridendo dolcemente e immediatamente ritrovò pienamente coraggio e determinazione. Era incredibile, ma era comunque una chiara verità: ogni volta che pensava a lui, tutta la sua persona veniva invasa da un'indescrivibile sensazione di benessere. Con lui si sentiva in pace e desiderosa di vivere realmente.

Concentrandosi sul mondo di fronte a sè, la bionda guerriera si accorse di essere giunta finalmente alla fine della foresta oscura. Uscì, quasi di corsa, dalla fitta rete di alberi, desiderosa di scoprire la prossima tappa del suo viaggio e con sgomento, potè constatare quanto fosse effettivamente estesa quella strana dimensione. Sembrava un pianeta vero e proprio e in realtà niente faceva pensare ad una conclusione diversa.
 
 Alla donna venne il sospetto reale di trovarsi effettivamente su un altro mondo.

Davanti la foresta si estendeva un'enorme prateria rossastra, apparentemente infinita, ma grazie ai suoi poteri, la donna vide con chiarezza all'orizzonte la presenza di una grande catena montuosa. Pur essendo molto lontana, mentre Diciotto osservava quei monti, un forte disagio si impadronì di lei. Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in quel posto e forse era proprio quella l'ultima tappa di quel viaggio così imprevedibile.

Come fece nella foresta, la compagna di Crilin provò a volare, ma di nuovo il potere misterioso le concedeva solo grandi balzi, non oltre, però, certi limiti. Sapeva di non potersi opporre a quella legge e per questo smise di sforzarsi inutilmente.

Osservando la prateria, la cyborg iniziò a valutare la possibile via da seguire, fino a quando il suo sguardo cadde su un piccolo sentiero di pietra, costruito lungo un percorso, che tagliava tutta l'immensa massa di terra rossastra. Inizialmente non lo aveva notato e quasi arrivò alla conclusione che quella via fosse interamente ed esclusivamente destinata a lei.

Il controllo che i suoi avversari avevano su di lei la faceva infuriare terribilmente. La libertà che aveva conquistato, nella sua nuova vita con Crilin, era un bene inestimabile, dopo un terribile passato di schiavitù e torture.

Valutò altre opzioni ed effettivamente avrebbe anche potuto decidere di non seguire quella singolare strada di pietra, ma sapeva altrettanto bene di non avere scelta. Solo il sentiero, stabilito dai padroni di quel mondo, l'avrebbe condotta verso la Pozione della Rinascita, verso quella medicina, con la quale avrebbe molto presto guarito il suo Crilin.

 La coraggiosa donna, dai capelli biondi, imboccò il sentiero di pietra senza esitazione. La marcia riprese con un ritmo molto simile a quello della foresta: calmo e prudente all'apparenza, ma la sua terribile forza di androide era pronta a scatenarsi al minimo segno di pericolo.

Tutto sembrava tranquillo intorno a lei, in un modo, però, assolutamente innaturale. Come nella foresta, non percepì nessuna presenza di vita.

Molti dovevano essere i segreti di quel luogo così sinistro e di certo Diciotto non aveva nè il tempo nè tanto meno la voglia di conoscereli tutti.

Mentre proseguiva il suo cammino, la donna si ritrovò ad analizzare la sua situazione. In ogni tappa di quello strano viaggio era stata costretta ad affrontare un pericolo, una sorta di prova di sopravvivenza, per poter raggiungere la meta successiva. La caduta nel pozzo, il combattimento nella foresta e ora aveva raggiunto un altro posto sinistro, dove la ragazza era quasi certa della presenza di altri ostacoli.

Instancabile, continuò a percorrere la stradina di pietra e per diverse ore il paesaggio  non cambiò minimamente. La minacciosa catena di monti all'orizzonte emetteva un'ondata di malvagità, che in diverse occosioni ebbe perfino il potere di far rabbrividire la cyborg, ma era ancora lontana, molto lontana.

Il sentiero proseguiva dritto lungo la pianura di terra, color rosso sangue e ancora una volta, la monotonia del viaggio, insieme all'impazienza e al desiderio di riabbracciare il suo uomo, fece quasi perdere la calma alla donna, che diligentemente stava tentando di mantenere.
Per calmare i nervi, la bellissima cyborg decise di aumentare la velocità, anche se ciò poteva benissimo essere un'imprudenza. Tuttavia, la sua corsa non venne ostacolata in nessun modo e senza incidenti ella giunse alla fine di quello strano sentiero costruito.

La strada si interrompeva bruscamente nei pressi di un lungo precipizio. Era un'immensa crepa sulla terra e infatti la pianura rossastra continuava normalmente dopo quella strana e probabilmente non naturale interruzione. Il salto, che Diciotto avrebbe dovuto compiere per proseguire, era teoricamente uno scherzo, tenuto conto delle sue capacità sovrumane. La distanza tra la parte di pianura, in cui si trovava, e l'altro versante poteva essere al massimo un centinaio di piedi e anche senza volare, la guerriera avrebbe potuto colmarla facilmente con un semplice balzo.

Tuttavia, le esperienze passate avevano ormai insegnato molto alla bionda. Doveva per forza essere un'altra la strada da seguire. Di questo ne era consapevole. Una via predestinata ovviamente.

Sporgendosi verso l'immenso crepaccio, vide soltanto delle tenebre molto simili a quelle che aveva visto nel grande abisso. Non potè evitare di rabbrividire al pensiero di dover ripetere la stessa esperienza e per un attimo fu tentata di agire immediatamente e lanciarsi nel vuoto, ma fortunatamente la coraggiosa guerriera trattenne la propria impulsività.

Diciotto strabuzzò i suoi meravigliosi occhi cerulei, quando vide, poco distante da lei, la risposta a tutti i suoi interrogativi. Come quando era arrivata nei pressi della pianura, non si era accorta di importanti particolari del paesaggio.

 Prima non si era resa conto subito dell'esistenza della strada di pietra, mentre adesso la bella cyborg non aveva minimamente notato la rozza scalinata, che si trovava alla sua sinistra, costruita proprio sulla parete del crepaccio ed essa conduceva chiaramente verso le tenebre più profonde.

Questa volta, la compagna di Crilin ebbe la netta conferma del fatto che  l'intero percorso era stato stabilito dal principio e niente era lasciato al caso.

 L'unica cosa che poteva fare era continuare il suo viaggio e superare tutte le prove mortali, che si sarebbero presentate dinnanzi a lei.

I pericolanti scalini erano stati costruiti nella nuda  terra, che si era aperta inspiegabilmente, creando quell'immensa voragine. Ancora una volta, la vista potenziata dei suoi circuiti non bastò alla donna per vedere il fondo. Per tale ragione, con un'espressione di pura determinazione, la cyborg non indugiò oltre e iniziò la lenta discesa, sprofondando sempre di più in un buio freddo e assoluto.

Man mano che scendeva da quella sinistra scalinata, le già deboli luci di quel luogo scomparivano gradualmente.

Diciotto odiava terribilmente il buio. Alcuni dei pallidi e sconnessi ricordi del suo passato portavano alla luce le tenebre e le torture del laboratorio, dove per anni era rimasta prigioniera e cavia di un folle. Gli incubi di quel periodo della sua vita avevano tormentato spesso le sue notti, insieme alle sofferenze, patite a causa del terribile Cell.

Tuttavia, nel corso dell'ultimo anno, la bionda  aveva iniziato a lottare strenuamente contro quei ricordi terribili. L'amore e la vita le avevano dato un motivo valido per combattere i demoni del suo passato. Aveva ormai il supporto di un uomo che amava immensamente e da diverso tempo, le sue notti erano serene e prive di qualsiasi incubo. Dormiva ogni notte stretta al suo compagno, il quale riusciva a trasmetterle una protezione indescrivibile. Un calore che, con sua enorme felicità, era stata in grado di trasmettere anche lei al piccolo guerriero, aiutandolo a superare anche i suoi di traumi. 

Adesso, però, era tornata in un luogo oscuro e inospitale e soprattutto era sola, lontana dalla persona più importante della sua vita. Continuava la sua discesa e i suoi leggeri  passi sugli stretti e rozzi scalini producevano un eco sinistro nelle viscere della terra.

Eppure, la ragazza dominava coraggiosamente la propria paura e mai dimostrò alcuna incertezza durante la discesa. Con l'immagine sorridente e allegra di Crilin nella sua mente, Diciotto proseguiva il suo viaggio nel buio. Ci volle diverso tempo per arrivare alla fine della scalinata e quando la cyborg lo fece, si trovò di fronte altri misteri, anche se fino a quel momento non si era presentato nessun pericolo.

La fine della scalinata condusse la donna nei pressi di un ampio spazio, totalmente immerso nelle tenebre. Come molte altre cose in quel mondo, anche il pavimento, fondo di quell'assurda voragine, era stato costruito in pietra. 

Diciotto mise, con cautela, un piede sulla piattaforma, mentre con l'altro rimaneva in equilibrio sull'ultimo scalino. Non notò nessuna stranezza e neanche i suoi circuiti percepirono la benchè minima presenza di un pericolo. Non fidandosi troppo, la guerriera iniziò a percorrere la distanza, che secondo lei l'avrebbe condotta verso l'altro versante. Si aspettava, da un momento all'altro, di trovare una scala uguale a quella appena superata, ma tutto si stava svolgendo troppo semplicemente.

Ancora una volta, le sue previsioni si rivelarono completamente errate. Diciotto si fermò bruscamente, quando, davanti a sè, vide un'immensa costruzione a cupola. Sembrava una grande arena e grazie alla sua vista di androide, ella potè ammirare, nonostante il buio, molte maestose statue, situate nell'ampio ingresso, simile a quello del mausoleo, dove era stata in precedenza. Alcune di esse raffiguravano demoni, fra i quali la bionda riconobbe quelli con cui aveva combattuto nella foresta, mentre altre ricordavano probabilmente antichi guerrieri del passato.
 
Dopo un giustificato momento di sorpresa, la compagna di Crilin si affrettò ad entrare all'interno della grande costruzione.

 Superato l'ingresso, pieno di statue e maestose colonne, la donna si ritrovò a percorrere uno stretto e lungo corridoio, privo di stanze.
 
Ovviamente anch'esso era immerso nella più totale oscurità, ma mentre lo percorreva a buona andatura, non mostrando alcuna paura o esitazione, la cyborg cominciò gradualmente ad intravedere una luce, che diventava sempre più abbagliante.

Pronta a dar battaglia, si avvicinò lentamente a quella che probabilmente doveva essere l'uscita del corridoio e quando lo fece, fu costretta a coprirsi gli occhi con una mano. Dopo tanto tempo al buio, quella luce così intensa quasi accecò la vista della donna, la quale, per alcuni secondi, non potè rendersi conto di dove effettivamente si trovasse.

Lentamente, la sua vista ritornò normale e finalmente la guerriera bionda osservò con chiarezza il luogo, dove era giunta. Si trattava, come aveva ipotizzato, di una grande arena, simile agli stadi terrestri, dove Crilin stesso l'aveva portata in alcuni dei loro appuntamenti.
Si trovava proprio sul terreno dei giochi o di qualsiasi altra cosa si facesse in quel posto.
 
Diciotto dubitava fortemente che si potesse trattare di qualcosa di piacevole.

Si accorse dell'assenza di spettatori sugli spalti e non ne fu per niente stupita. Il campo era circondato da solide mura di pietra, che lo separavano dalle tribune. Diciotto era fermamente convinta dell'impossibilità di trovare una via d'uscita da quella parte. Il piano del suo nemico senza volto era certamente un altro.

Il terreno sabbioso, di ciò che la donna considerava chiaramente un vero e proprio campo di battaglia, non mostrava alcuna particolarità di nota. 

La porta alle sue spalle si chiuse bruscamente ed ella non ebbe più alcun dubbio riguardo la sua situazione, anche perchè vide chiaramente, dall'altra parte dell'arena, una porta di ferro, uguale a quella da dove era entrata e ne era assolutamente certa, era quella la vera uscita.
 
Tuttavia, sapeva che essa si sarebbe aperta solo dopo aver superato la prova.

Nonostante l'inutilità della cosa, ella si ritrovò a immaginare chi sarebbe stato il suo prossimo avversario. Non vi erano dubbi riguardo al tipo di ostacolo, che si stava per presentare sulla sua strada. Il campo di battaglia era molto aperto e certamente, durante la lotta, non avrebbe potuto volare entro un preciso limite, come al solito.
 
Diciotto ebbe tutto il tempo di studiarlo accuratamente.

Fece un intero giro del perimetro, camminando lentamente. Non provò nemmeno ad aprire la probabile porta di uscita e invece attese pazientemente il suo avversario.

Accadde improvvisamente, esattamente come la prima volta, quando stava per introdursi all'interno della foresta oscura. Senza capire come fosse stato possibile, si ritrovò nuovamente di fronte alla minacciosa figura incappucciata, che, durante il loro primo incontro, non era riuscita nemmeno a sfiorare con il suo attacco.

La donna non potè evitare di indietreggiare leggermente. Quel tipo emanava una forza preoccupante, ma ancora non riusciva a comprendere l'esatta natura di essa.

< < Maledetto > > sibilò la bionda, con rabbia.

< < Ti faccio delle sincere congratulazioni, donna cyborg chiamata Lazuli. Hai superato ogni prova fino a questo momento. Hai resistito all'impotenza durante la caduta nel grande pozzo e in seguito hai affrontato con successo le tenebre nella foresta oscura > >.

La creatura senza voce parlò con tono  gelido, tale da far rabbrividire la donna, che rimaneva comunque pronta a tutto.

< < Adesso dovrai affrontare la violenza e la forza bruta. Perciò, devo chiederti nuovamente quali sono le tue intenzioni. Intendi proseguire questa strada oppure preferisci tornare nel tuo mondo. Rispondi, Lazuli > >. ordinò l'incappucciato, senza manifestare alcuna emozione.

< < Odio il tuo gioco, fenomeno da baraccone > > rispose la bionda, mostrando tutta la calma e la determinazione, di cui era capace < < Ma puoi stare certo che lo giocherò fino in fondo e alla fine otterrò ciò che voglio > >.

Diciotto, ferma nelle sue convinzioni, fissava  la strana figura incappucciata. Quest'ultima restava immobile e senza alcuna risposta, si dissolse sotto gli occhi rabbiosi della guerriera.

< < Quando finirà questa dannata pagliacciata > > ringhiò la cyborg, quasi urlando.

La pesante porta di ferro cominciò ad aprirsi.

 Optando per la prudenza, Diciotto fece un balzo all'indietro e immediatamente assunse una posizione di guardia. I passi, che sentiva provenire dal corridoio, erano pesanti e rumorosi.

 Era certa che appartenessero ad un essere gigantesco. 

L'incappucciato aveva parlato di  forza bruta, perciò per Diciotto fu facile immaginare con chi avrebbe dovuto combattere.

Dopo alcuni interminabili secondi, fece il suo ingresso sul campo di battaglia il nuovo avversario della bionda guerriera.

Un enorme mostro si presentò di fronte agli occhi increduli della cyborg. Si trattava di un mezzo gigante, interamente fatto di pietra nerastra, con braccia e gambe enormi. I suoi passi erano pesanti e a parte i rumori scaturiti dal suo passaggio, non emetteva alcun respiro. Il mostro non possedeva nemmeno un vero volto.

Passata la sorpresa iniziale, Diciotto analizzò attentamente le dimensioni del suo avversario e per una combattente straordinaria e teoricamente perfetta come lei, fu facile individuare quale tattica seguire.

< < Probabilmente la pietra, di cui è fatto quel coso, non è normale e non sarà facile sbriciolarla con un colpo energetico > > analizzò logicamente < < I suoi colpi saranno sicuramente potenti, ma in quanto a velocità non potrà fare molto > >.

Il guardiano di pietra rimaneva fermo davanti alla sua avversaria. Una lunga distanza divideva i due antagonisti, data la grande ampiezza dell'arena.
 
Per alcuni minuti, nessuno dei due si accinse a iniziare ufficialmente lo scontro e per Diciotto, divenne ben presto evidente il fatto di dover aprire lei stessa le ostilità.

Lo capì chiaramente. Quella creatura non era un vero combattente. Era un guardiano inanimato.

Con un urlo selvaggio e rabbioso, la compagna di Crilin aprì il palmo della sua mano destra e sparò contro il mostro una potente ondata di energia violacea. Quest'ultimo rimase immobile e quando venne colpito in pieno, oltre a non subire alcun danno, non si spostò nemmeno di un centimetro dalla sua posizione.

Concentrandosi velocemente, la cyborg fece un agile balzo laterale e nello stesso momento creò un nuovo disco di energia, che scagliò contro l'avversario, il quale finalmente si mosse.

 Con un'inaspettata rapidità, la creatura alzò il braccio e bloccò il colpo mortale, distruggendo immediatamente il Kienzan sotto la sua presa.

< < Incredibile > > sussurrò la ragazza, non perdendosi, però, minimamente d'animo.

I suoi primi attacchi non erano stati particolarmente potenti, ma aveva comunque avuto una conferma riguardo la pericolosità del mezzo gigante. Probabilmente solo la sua piena potenza le avrebbe consentito di avere ragione di quello strano avversario.

Quest'ultimo si girò verso di lei, ma non dava l'impressione di voler provare nessun tipo di approccio e per tale ragione fu nuovamente Diciotto ad attaccare, questa volta in uno scontro ravvicinato. Sempre urlando selvaggiamente, la guerriera caricò con un'immane potenza. Il suo primo pugno si bloccò sull'avambraccio possente del guardiano, il rumore dell'impatto invase l'intera arena. Il successivo, fulmineo calcio della ragazza centrò il grottesco essere proprio sul punto, dovrebbe avrebbe dovuto trovarsi il viso.

Finalmente, il mezzo gigante indietreggiò, anche se per pochi centimetri, ma mentre lo faceva, reagì con una violenza spaventosa, oltre che con un'imprevedibile velocità. Diciotto non si aspettava, di certo, una reazione così immediata e pertanto non riuscì a schivare la tremenda zampata del mostro di pietra, che la colpì sul suo delicato viso.

Venne scaraventata contro la parete dell'arena. Incredibilmente, al momento dell'impatto, questa rimase quasi intatta. La bionda sbattè duramente la schiena contro di essa e subito dopo finì stesa sulla polvere.

 Fece molta fatica a riprendersi dal colpo subito, i suoi circuiti sembravano impazziti e il dolore era molto intenso. Per alcuni minuti, la bella cyborg perse persino la sua vista.

Fortunatamente trovò la forza per riprendersi e rialzarsi. Perdeva sangue dal naso, ma non era grave. La sua attenzione venne rivolta nuovamente all'avversario, il quale aveva riassunto una posizione statica, assolutamente immobile. Sembrava una statua perfetta.

Serrando i denti, la cyborg caricò nuovamente e con estrema audacia. Questa volta si impegnò a non dare tregua al mezzo gigante, il quale provava di tanto in tanto a colpirla senza successo. La ferocia di quella lotta corpo a corpo sconvolse la stessa Diciotto, che portò a segno un gran numero di assalti violenti, tra pugni, calci e gomitate fulminanti, sfruttando la sua massima velocità di androide. Solitamente lei era una combattente silenziosa, ma in quell'occasione non poteva fare a meno di urlare per il dolore lancinante, causato dai tremendi colpi possenti ricevuti, per la rabbia e per la paura, non per se stessa, ma per colui che amava con tutto il cuore.

Il guardiano indietreggiava, ma la ragazza non era sicura di essere riuscita ad acquisire realmente un certo vantaggio su di lui. Il mostro tentò di colpirla con una terribile testata, che ella parò unendo entrambe le braccia, per proteggere il suo viso, ma la forza dell'avversario fu tale da costringerla di nuovo verso terra.

 Tuttavia, prima che potesse cadere sulla sabbia, la bionda appoggiò entrambe le mani sul terreno e dandosi una forte spinta, assestò uno straordinario doppio calcio volante al mento dell'avversario, il quale venne scagliato brutalmente verso l'alto.

Completando il balzo, Diciotto tornò in piedi e immediatamente cominciò a mitragliare il guardiano con micidiali scariche di energia. Quasi subito, quest'ultimo venne inghiottito da un'intensa nube nerastra, prodotta dai suoi colpi.

 Per diversi minuti, la ragazza non si fermò nella sua azione di attacco, fino a quando finalmente arrestò la sua furia distruttrice.

 Il fumo in aria rimase intenso e non era possibile scorgere nulla all'interno della nube. Quando lentamente cominciò a diradarsi, la sagoma del mezzo gigante divenne sempre più chiara e ben presto la guerriera potè constatare la quasi totale inutilità dei suoi attacchi.

Il suo avversario precipitò verso il suolo, sollevando un enorme polverone e in seguito era già nuovamente pronto a dar battaglia o per meglio dire ad impedire a qualsiasi costo all'intrusa di superare la sua guardia.

Lo sguardo della cyborg era glaciale e impassibile, come di consueto. I suoi colpi non avevano avuto molto effetto, ma allo stesso tempo era consapevole che solo un gran numero di attacchi avrebbe potuto metterla fuori combattimento, nonostante la loro indubbia pericolosità.

 Perdeva sangue anche da una tempia, ma nessuna delle sue ferite l'avrebbe fermata nella sua missione Era proprio in circostanze del genere, che Diciotto si sentiva estremamente fortunata a possedere un'energia infinita.
 
Tuttavia, ancora una volta il suo nemico principale era il trascorrere inesorabile del tempo. Crilin la stava aspettando tra atroci sofferenze.

< < Devo sconfiggerlo in fretta > > pensò, assumendo un'espressione di estrema ferocia, anche se dentro di lei l'angoscia cresceva.

Decisa a terminare lo scontro, la bionda guerriera liberò tutta la sua terribile forza e in pochi istanti fu nuovamente addosso al suo irriducibile avversario. La battaglia continuava ad essere cruenta e feroce. Diciotto venne colpita violentemente dal mostro in varie occasioni, ma riuscì a resistere al dolore. Con tutta la sua potenza e a distanza ravvicinata, caricò con entrambe le mani un'immensa ondata di energia, che distrusse, alle spalle del guardiano, buona parte delle tribune.

L'esplosione colpì in pieno il mezzo gigante, il quale,  per la prima volta, sembrava cominciare  a sentire la forza smisurata della cyborg e forse, fu per anche tale ragione che decise di bloccare la donna in un abbraccio mortale.

Senza poterlo evitare, Diciotto si ritrovò imprigionata in una terribile stretta dell'orso, che le opprimeva sempre di più la spina dorsale.

 Comprese che il pericolo era reale, in quanto anche se il suo corpo era potenziato, rimaneva comunque di natura umana e ben presto, in quella stretta fatale, le sue ossa si sarebbero certamente sbriciolate. 

Urlando per lo sforzo e per il dolore, la cyborg fece il possibile per liberarsi, ma la stretta del mostro era troppo anche per la sua forza artificiale. In quel momento, Diciotto non riusciva a trovare nessuna via di uscita.

Si diede duramente della stupida per essersi fatta sorprendere in quel modo. Aveva sottovalutato il nemico, nonostante l'importanza della sua missione. Forse la cyborg che era una volta, avrebbe condotto il combattimento in modo diverso e con risultati completamente differenti, come quando si era battuta con Vegeta. Lottare, senza pensare a niente, che non sia la sconfitta del proprio avversario.
 
Non poteva e non voleva negarlo. L'amore l'aveva cambiata e niente avrebbe mai potuto far rinascere la guerriera fredda e implacabile di un tempo. La lotta, fine a se stessa, non aveva ormai nessun significato per lei e quando combatteva, il suo unico obiettivo era quello di poter tornare alla vita tranquilla, che desiderava condurre con l'uomo che amava. 

Per tale ragione, anche in quei momenti così drammatici, Diciotto era ben felice di essere una persona completamente diversa, di essere finalmente un vero essere umano, indipendentemente da tutte le modifiche orribili, che aveva subito.

Era sul punto di perdere conoscenza e con disperazione i suoi pensieri andarono al suo Crilin. Il suo sorriso, la sua voce allegra e gentile, tutte le cose che lui aveva fatto per lei.
 
All'improvviso, Diciotto decise che non poteva permettersi di perdere.

 Ruggendo con tutta la sua forza, riuscì a rimanere cosciente, mentre la presa sulla sua schiena continuava a stringere pericolosamente. Le sue braccia erano bloccate, ma era indispensabile liberarne almeno una, per avere qualche probabilità di successo.

Si divincolò con tutte le sue energie e dopo incredibili sforzi, vincendo il dolore lancinante, causata da quella presa d'acciaio, la compagna di Crilin liberò il proprio braccio destro. Finalmente poteva nuovamente contrattaccare e probabilmente la sua prossima mossa sarebbe stata quella decisiva, l'ultima speranza di vittoria.

Richiamò ogni singola parte della propria energia di androide. Una forza immensa, che concentrò interamente sul palmo della mano libera.

 L'appoggiò sulla testa di pietra del mostro e si preparò a scatenare una potenza terrificante, come mai nella sua vita di cyborg.

I gemiti di dolore della bionda si erano ormai trasformati in urla strazianti, ma lei resistette stoicamente e soprattutta era pronta a reagire. Le sue grida di sofferenza si trasformarono in un possente ruggito di guerra.

Un attimo prima di liberare la sua forza, creò, intorno a sè, una potente barriera protettiva, con la speranza di non rimanere gravemente ferita, a causa del suo stesso attacco.

< < VA ALL'INFERNO > > urlò Diciotto, ormai al culmine del dolore e della rabbia.

La candida mano della donna rilasciò tutta l'immensa forza artificiale  e in pochi istanti l'intera arena venne letteralmente inghiottita da un'intensa luce violacea. L'esplosione fu devastante e interessò anche la zona del crepaccio, dalla quale era giunta la bionda. L'altra parte era come protetta da una forza invisibile.

 Le tribune dell'arena vennero quasi completamente distrutte, tranne quella parte di costruzione, situata vicino alla porta di ferro d'uscita, che si salvò magicamente.

 Al posto del terreno sabbioso dell'arena, c'era adesso un profondo cratere, circondato da una nube di fumo, che ancora emanava elettricità. Il mostro  era stato completamente disintegrato e del suo strano corpo era rimasto solo qualche frammento e detrito.

Tra le piccole pietre, unica parte rimanente del terribile guardiano, giaceva, supino e assolutamente immobile, il corpo della cyborg, stesa apparentemente priva di forze.

Diciotto aveva completamente perso i sensi e nel suo stato di incoscienza, vide con chiarezza l'immagine del suo piccolo uomo, costretto ad affrontare un sonno profondo e oscuro, privo di sogni.




Il tempo scorreva spietatamente e la sua missione, in quel regno oscuro, non si era ancora conclusa.




FINE DEL CAPITOLO.

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Capitolo 18
*** La mia casa ***


CAPITOLO 17

La mia casa.



Nel corso dell'ultimo anno, Diciotto aveva avuto modo di sperimentare realmente ogni aspetto della vita umana.

 Tuttavia nei mesi successivi al Cell Game, anche se finalmente era riuscita ad creare un vero legame con una persona, che non fosse suo fratello, la cyborg preferiva incontrarsi con il suo nuovo amico  solo in posti disabitati, evitando categoricamente i centri abitati. Durante i loro incontri, parlavano fra di loro di ogni argomento possibile, ma mantenevano anche prolungati silenzi, semplicemente godendo della reciproca compagnia.

Fu in seguito al loro strano combattimento che tutto cambiò. Il loro primo e vero appuntamento si era svolto in una grande città e ad esso ne erano seguiti tanti altri. In questo modo, finalmente, la ragazza iniziò quella vita normale, che a lungo aveva odiato e invidiato.
 
Tra di loro, i momenti di imbarazzo e di apparente freddezza  si mischiavano a manifestazioni di infinita tenerezza. Quando erano soli, la cyborg non aveva alcuna incertezza o insicurezza e in quei momenti Diciotto mostrava la vera se stessa.

 Così gradualmente cresceva la loro intimità fisica, oltre che sentimentale, ma entrambi non si spingevano oltre. Il loro rapporto rimase, per molto tempo, dominato da abbracci e baci passionali.

Questa situazione non cambiò, nemmeno quando i due confermarono il loro impegno l'uno con l'altra, quando diventarono una vera coppia. Crilin era semplicemente troppo gentile e innamorato per poter anche solamente pensare di forzare la sua donna, mentre Diciotto preferiva sentirsi veramente pronta, prima di concedersi definitivamente a lui. Ma lei lo amava.

Su questo, la potentissima cyborg non aveva alcun dubbio e non aveva più paura di ammetterlo.

A piccoli passi, il piccolo guerriero le fece conoscere ogni tradizione della vita umana. 

Raramente la cyborg aveva il bisogno fisico di mangiare, ma il fatto che il suo fidanzato la portasse in giro per il mondo, provando ogni sorta di cibo, l'aveva fatta appassionare anche alla cucina. Diciotto aveva persino deciso di imparare a cucinare nella sua piccola casetta, utilizzando ovviamente il compagno come cavia fissa.  Scoprì anche il cinema, un'esperienza che ella trovò affascinante e divertente.

Tuttavia, al di sopra di ogni cosa, la bella bionda consolidò la sua spaventosa passione per la moda e soprattutto per lo shopping. Durante le loro uscite romantiche, Diciotto costringeva il fidanzato ad affrontare sacrifici spaventosi tra i molti negozi di abbigliamento e le gioiellerie delle grandi città che visitarono.

Per il povero Crilin, non erano tanto eccessivi gli sforzi ecominici, grazie ai suoi risparmi di una vita o almeno non lo erano  quanto le lunghe ore di attesa, prima della scelta del bene da comprare.

 Tuttavia, era anche lusingato che alcune delle scelte della donna derivavano proprio dai pareri, che lei stessa gli chiedeva ogni tanto. In realtà, Crilin non era certo il tipo da capire certe cose, in fatto di moda, ma ai suoi occhi, Diciotto era bellissima con qualsiasi tipo di abbigliamento.

Con il trascorrere di settimane e mesi, la bella cyborg si abituò alla pace, alla serenità, alla sensazione di benessere, che provava ogni volta che stava insieme a Crilin.

Ogni volta che ci rifletteva non poteva fare a meno di sorridere. La sua vita era finalmente cominciata.

Crilin le aveva donato tutto questo. Per tale ragione, Diciotto decise che si sarebbe sempre impegnata in quell'incredibile relazione, con tutta se stessa, per regalare anche a lui quella stessa felicità,  constantemente presente nel cuore, che scoprì finalmente di possedere.





Diciotto giurò che avrebbe annientato chiunque avesse osato interrompere quel momento. Era distesa sulla spiaggia della Kame House, con la testa appoggiata sulle gambe del compagno.

 Chiuse gli occhi, immersa in una calma meravigliosa, quando Crilin iniziò ad accarezzare dolcemente i suoi capelli biondi. Si strinse di più a lui, afferrando la sua mano libera e intrecciando, quasi possessivamente, le loro dita.

Rimasero in quella posizione, senza parlare, per diverso tempo e nessuno dei due mostrava nessuna voglia di interrompere  un momento così intimo. Il vecchio pervertito era fuori per dei suoi disgustosi viaggi, per cui la cyborg non vide alcuna ragione di nascondere il proprio affetto per il piccolo guerriero.

< < Amore > > sussurrò lui, senza smettere di carezzarla.

< < Mmmh > > mugugnò la donna, sperando di non dover interrompere quel contatto.

< < Mi piacerebbe portarti in un posto speciale uno di questi giorni > >.

Leggermente infastidita per essere stata disturbata proprio dal suo uomo, la bionda riaprì i suoi meravigliosi occhi cerulei < < Che genere di posto? > >.

< < Ecco > > cominciò lui, con un certo nervosismo < < Si tratta di un luogo molto particolare, ma è difficile descriverlo così. Preferirei fartelo vedere > >.

< < Sai che detesto le sorprese, Crilin > > sbottò la cyborg < <  Perchè non mi dici cosa ti frulla in quella tua testa vuota > >.

< < Non è nulla di particolare, giuro. Passeremo una giornata diversa e posso così mostrarti qualcosa che ha avuto molta importanza per me in passato. Che ne dici? > >.

< < Dico che ancora non capisco tutta questa segretezza > > disse lei, mentre si metteva a sedere.

Crilin le carezzò teneramente una guancia < < Cosa posso fare per convincerti? > > chiese, con il suo solito sorriso allegro.

La cyborg lo guardò, rimanendo fredda nella sua espressione, ma non resistette a lungo.
 
Afferrandolo per la camicia, lo strinse a sè, baciandolo con passione. Il piccolo uomo rispose, con uguale entusiasmo, tenendole il delicato viso tra le mani, in una dolce presa. 

Per impedirgli di sfuggire al suo bacio, Diciotto gli circondò il collo con le braccia e lo costrinse in quella posizione, fino a quando comprese il disperato bisogno di ossigeno del compagno. Anche quando ruppe il contatto fra le loro labbra, lo tenne stretto a lei.

< < Ufff > > esclamò Crilin, che faticava a riprendersi < < Il motivo di questo bacio mozzafiato? > >.

< < Devo forse avere un motivo per baciarti? > > replicò la cyborg, sorridendo maliziosamente.

< < No, ma io...... > > provò a dire lui, mentre arrossiva vistosamente.

< < Non affaticarti, Crilin. Ti accompagnerò in questo posto misterioso. Ma nei prossimi giorni, tu ovviamente sarai il mio portaborse personale, quando andrò a fare compere. Ci siamo intesi? > > disse la donna, sempre sfiorando le labbra di lui, sorridendo malignamente.

< < Credo di poterlo sopportare, amore > > concluse il moro, appoggiando la fronte su quella di lei.

Questa volta fu il piccolo uomo a passare per primo all'azione. La baciò con lo stesso entusiasmo di poco prima e quando iniziò a far passare le   sue mani sulla schiena di lei sotto la  maglietta, rimase estasiato nell'udire i sospiri di piacere della sua donna, che venivano soffocati tra le sue stesse labbra. Si coricarono abbracciati sulla sabbia, mentre continuavano ad amarsi.

Ancora una volta non superarono certi limiti, ma la coppia non mostrò alcun interesse per questo dettaglio.



Qualche giorno dopo, Crilin si svegliò molto presto. Notò subito che era la giornata ideale per i suoi programmi e per sua fortuna, Diciotto aveva accettato, ovviamente dopo molte altre discussioni. Alla fine, altre promesse di shopping sfrenato convinsero la bionda non solo per quella strana uscita, ma anche per non costringere il terrestre a rivelare qualcosa di eccessivo prima del tempo, riguardo al posto dove l'avrebbe portata quel giorno.

Si lavò e vestì in fretta, desideroso di fare la prima colazione con la sua donna. Era agitato per ciò che intendeva fare, ma allo stesso tempo era emozionato, per il possibile cambiamento, che sperava si sarebbe potuto concretizzare.

Dopo aver fatto qualche esercizio fisico di base, come era sua abitudine ogni mattina, prese quota, iniziando a volare subito a massima velocità per raggiungere il rifugio della sua ragazza.

Da alcune settimane, Diciotto aveva deciso di stabilire la piccola casetta, contenuta nella capsula, in un'isola, che faceva parte dello stesso arcipelago della Kame House. Era molto vicina a quella, dove si era svolto il combattimento fra Piccolo e C17, che era stata completamente rasa al suolo in quell'occasione.

Lei stessa aveva spiegato al piccolo uomo l'inutilità di stabilirsi troppo lontano dall'isola del maestro Muten, dato che la maggior parte delle giornate le trascorrevano insieme. Crilin non poteva essere più d'accordo.

< < Ma la situazione può ancora migliorare > > pensò il guerriero, mentre volava sicuro verso la sua meta.

Come al solito, la sua donna si era scelta un luogo tranquillo, dove vivere. Un'isoletta disabitata, con un clima temperato, che lo stesso Crilin aveva avuto modo di apprezzare. Molte sere era rimasto a dormire da lei o per meglio dire costretto nella maggior parte volte, trattenuto dalla micidiale forza della sua fidanzata.

Crilin giunse nei pressi della piccola isoletta e rimase piacevolmente sorpreso, quando vide una ricca colazione, preparata su un tavolinetto per due, sistemato all'aperto, vicino la casa della ragazza.

 Diciotto lo attendeva con la sua solita posizione dritta e fiera, con le mani appoggiate ai fianchi. Alzò un sopracciglio, infastidita, mentre fissava il compagno, che rimaneva fermo ad ammirare dall'alto la tavola, accuratamente bandita.

< < Ti decidi a scendere, zuccone che non sei altro  > > disse ad un certo punto, spazientita.

< < Si certo > > rispose il terrestre, tornando in sè.

 < < Scusami, Diciotto > >.

Il piccolo uomo scese a terra abilmente, di fronte alla bionda, che lo squadrava divertita.

< < Buongiorno, amore > > sorrise lui, mentre si avvicinava a lei.

< < Anche a te > > mormorò lei, rispondendo al bacio.

< < Mi hai fatto davvero una bella sorpresa > > disse Crilin, indicando la tavola.

Diciotto sorrise seducente, accarezzando i capelli neri di lui.

< < Cerca di non farci troppo l'abitudine > > disse la bionda, avvicinandosi di nuovo al viso del suo uomo.

< < Troppo tardi > > ebbe il tempo di sussurrare lui, prima di perdersi nuovamente nei brucianti baci della sua donna.




Se il piccolo uomo avesse avuto ancora bisogno di prove o dimostrazioni dell'affetto, che la fidanzata provava per lui, non doveva fare altro che ammirare l'incredibile quantità di cibo, presente sulla tavola. Non le aveva mai detto con chiarezza i suoi gusti in fatto di cucina, ma la cyborg sembrava conoscere alla perfezione i suoi piatti preferiti.

Quando gli capitava di riflettere su questo, Crilin comprendeva chiaramente l'importanza della sua storia con Diciotto. Anche se non stavano insieme da molto, era evidente quanto la potente guerriera tenesse a lui. Ella si ricordava di ogni cosa che il terrestre le diceva o raccontava. La sua passione per la lettura, i metodi di allenamento o i suoi gusti culinari. Diciotto era in grado di capire, nella maggior parte dei casi, che tipo emozione egli provasse, anche solo fissandolo intensamente negli occhi.

Crilin non aveva mai vissuto una relazione di tale importanza. Nella sua unica e precedente storia, Marion non aveva mai mostrato un vero interesse per ciò che lui era davvero. In realtà, secondo il piccolo guerriero, la bellissima donna azzurrina, di cui da anni non aveva più notizie, non aveva mai tentato  di conoscerlo davvero.

Diciotto, colei che doveva essere il suo peggiore nemico, era l'esatto opposto.


I due amanti mangiarono con calma, chiacchierando amabilmente. Completamente a suo agio, Crilin fece onore a tutto ciò che la cyborg aveva attentamente e amabilmente preparato per lui. Diciotto sorrideva dolcemente.

 Uno di quei sorrisi, che dedicava solo a lui.

 Gioiva silenziosamente, mentre ammirava il fidanzato mangiare ciò che lei gli aveva preparato con impegno.

Quando finirono la colazione, entrambi erano pronti a partire. Anche se non lo avrebbe ammesso, la bionda era incuriosita per quello strano appuntamento e più di una volta si era sforzata mentalmente, ma  non era riusciva nemmeno ad immaginare dove Crilin intendesse portarla quel giorno. Incredibilmente, il terrestre aveva mantenuto con lei la segretezza della cosa fino alla fine.

< < Allora, dove dobbiamo andare? Spero che adesso i misteri siano finiti > > disse la bionda, con voce sarcastica.

< < Lo vedrai, mia cara > > rispose il moro, limitandosi a sorridere, in modo quasi infantile.
Senza dare alla compagna il modo di replicare, Crilin le prese una mano, intrecciando le loro dita e subito, insieme a lei, la quale stranamente lo seguiva senza protestare, partì verso il luogo, che aveva cambiato ogni cosa nella sua vita.





















Giunsero a destinazione in poco tempo. Crilin condusse la fidanzata nei pressi di un'altra isola, appartenente allo stesso arcipelago. Non era molto distante, nè dal rifugio della cyborg, nè dalla Kame House. 

Diciotto constatò subito che si trattava di un'isola molto più grande rispetto alle altre, ma anche per altri tratti essa si distingueva chiaramente. A parte un'aperta spiaggia, il posto era circondato da una foresta fitta, piena di bestie feroci. Il clima era certamente tropicale, ma scarsamente adatto alla vita di un normale essere umano. Inoltre, il caldo, già elevato, era alimentato dal maestoso vulcano in attività, che dominava l'intera isola.

Mentre si lasciava guidare dal suo uomo, la cyborg analizzò attentamente il posto e  non comprendeva il motivo di tanta importanza per un luogo così selvaggio e inospitale. 

Sempre tenendo la morbida e piccola mano della compagna, Crilin atterrò, insieme a lei, sulla cima del monte, adiacente al vulcano. Quando il terrestre incrociò gli splendidi occhi cerulei di lei, vide chiaramente la sua perplessità e confusione, ma anche una profonda curiosità da parte sua.

< < Siamo arrivati, amore > > esordì lui, mentre l'agitazione tornava ad essere forte in lui.

< < Dove ci troviamo, Crilin? > > chiese lei, con un tono di voce stranamente calmo.

Il terrestre sorrise con fare misterioso e prima di rispondere, si sedette sopra una grande pietra, subito imitato dalla bella cyborg. Da quella posizione, si aveva una vista completa dell'intera zona.

< < E' il posto che mi ha forgiato, Diciotto. Il mio addestramento, nell'arte del combattimento, è proprio cominciato in quest'isola, insieme a Goku. Un'isola, che da quel che ne so, non possiede nemmeno un nome > >.

< < Cosa? > > esclamò Diciotto, senza riuscire a trattenersi < < Io credevo che tu ti fossi sempre allenato con il vecchiaccio. I dati, sui miei circuiti, sostengono che dopo la tua fuga dal monastero, hai raggiunto l'isola di Kame House, dove sei stato addestrato per tutta la tua giovinezza. Non sapevo nulla di questo posto > >.

< < A proposito > > disse Crilin, curiosamente < < Che genere di informazioni possiedi su di me? > >.

< < Beh > > la voce di lei apparve alquanto imbarazzata < < Conosco soprattutto il tuo valore come guerriero. Tecniche, punti di forza e debolezze. I miei circuiti hanno, inoltre, un resoconto generale sulla tua vita, ma evidentemente molti passaggi sono stati tralasciati. In particolare, ho ben chiare le tue battaglie, tranne quella su Namek > >.

< < Incredibile > > commentò lui, assorto in chissà quali pensieri.

< < Di certo > > aggiunse la bionda, con una profonda risolutezza < < Non state le informazioni di un pazzo a farmi innamorare di te e per me quelle tue debolezze combattive, che i  circuiti mi mostrano quando lo desidero, rappresentano la mia più grande paura > >.

Diciotto disse quelle parole in modo deciso, come se volesse confermare un qualcosa di essenziale e ancora una volta, Crilin rimase incantato dagli occhi fieri e sinceri della sua donna, così tanto che non rispose, con adeguata prontezza, al nuovo dolce bacio di lei.

< < Adesso, però, voglio sapere ogni cosa su questo posto > > ordinò la cyborg, con voce imperiosa. Non sopportava di non conoscere qualcosa, che aveva avuto così tanto impatto sul suo uomo. 

Per Crilin non era certamente facile intraprendere un discorso, che mai, prima di allora, si era sognato di fare con qualcuno, nemmeno con le persone più vicine a lui, ma con Diciotto ogni cosa era diversa e infatti, quando la mano della sua donna tornò ad intrecciarsi con la sua, il moro ritrovò tutto il coraggio necessario.

< < Non ho avuto un'infanzia felice, Diciotto > > cominciò il guerriero < < Ho ben pochi ricordi di mia madre e per la verità, di lei ricordo soprattutto il momento in cui mi abbandonò davanti alle porte del Tempio Orin. Avevo quettro anni e lei disse che sarebbe tornata molto presto e quella fu l'ultima volta che la vidi > >.

< < Iniziò un periodo molto difficile per me. Fui abituato alla rigida vita dei monaci. Trascorsi in quel posto tutta la mia infanzia. Nonostante avessi molti maestri e compagni, in quegli anni non ho conosciuto che una profonda solitudine, solo una terribile solitudine. Le mie imperfezioni fisiche, il fatto di crescere molto poco in altezza o il non aver un naso, divennero la più grande fonte di divertimento per i miei compagni.  Quando venivo deriso, escluso da ogni cosa, maltrattato fisicamente e mentalmente, sentivo crescere un'angoscia terrificante, che ancora oggi rammento con chiarezza e non sapevo come fermarla. Quando ebbi la forza per farlo, scappai da quel posto, ma lo feci per ragioni non propriamente nobili > >.

Il terrestre mostrò un triste sorriso, perso nei suoi ricordi. La donna, accanto a lui, non aveva lasciato andare la sua mano neanche per un secondo. Desiderava stringerlo a sè, fargli sentire la sua vicinanza, così da trasmettergli la certezza, che mai in futuro egli si sarebbe trovato a sperimentare la stessa esperienza.

Avevano spesso parlato del tragico passato della bionda, di orrori ancora più terrificanti e sempre, in qualsiasi circostanza, Crilin aveva dato tutto il suo appoggio. Con lui, la bella guerriera si sentiva pronta ad affrontare tutti i suoi demoni e a sconfiggerli. All'improvviso, Diciotto si sentì felice per essere stata convinta a visitare quel posto, perchè adesso anche il suo amato si stava confidando e lei voleva essere pronta a sostenerlo, per aiutarlo a superare ogni suo tormento.

 Per questo, desiderava ardentemente che lui continuasse.

< < Scappai, quando venni a sapere dell'esistenza di un grande maestro di arti marziali, uno dei guerrieri più forti del pianeta: il maestro Muten > >.

< < Il mondo era veramente scarso a quei tempi > > commentò la ragazza.

< < In confronto ad oggi sicuramente > > rispose il moro ridacchiando < < Ma tornando a noi, mi misi in testa di trovare quell'uomo ad ogni costo, per diventare veramente forte. Ma non perchè volevo proteggere qualcuno o per una vera passione per la lotta. Inizialmente non lo feci nemmeno per le ragazze. Lo volevo solo per potermi trovare anch'io nelle condizioni di poter sopprimere i più deboli, di poter prevalere sugli altri. Ero convinto che il mondo fosse questo, il forte che distrugge il debole. Volevo diventare esattamente come quelli che mi avevano perseguitato, perchè non avevo visto nient'altro. Amore, amicizia o gentilezza. Erano parole prive di significato per me > >.

Diciotto rispettava pazientemente le pause del suo uomo, aiutandolo a parlare liberamente. 

< < Così raggiunsi l'isola di Kame House e finalmente ebbi modo di conoscere il grande maestro Muten, il quale aveva già un allievo, ossia, almeno per me, un ostacolo da eliminare. Quello fu il primo incontro con il mio amico Goku > >.

< < Il maestro decise di sottoporci ad una prova particolare, prima di prenderci come suoi studenti di arti marziali. Ci portò in quest'isola e ci ordinò di sopravvivere per sei mesi. Solo in caso di successo, ci avrebbe preso come allievi > >.

< < Cosa? > > esclamò la donna, indignata < < Quel vecchio ha costretto due bambini in un posto del genere e per di più da soli. E' più folle di quanto pensassi > >.

< < Posso capire la tua reazione. Tuttavia, anche se lui non lo ammetterebbe mai, sono convinto che si trovava sempre nelle vicinanze, per intervenire in caso di estremi pericoli > >.

< < Ho seri dubbi in proposito > > rispose la cyborg < < Ma vai avanti > >.

< < Beh, cominciammo la nostra prova. Cercavamo di sopravvivere alla fame, alla sete e soprattutto ai mostri. All'inizio fu veramente  dura, non solo perchè eravamo due bambini, ma anche per il mio terribile carattere di allora. Facevo di tutto per prevaricare su Goku, non curandomi di lui, sfruttando la sua ingenuità, nonostante la sua evidente gentilezza e bontà d'animo, ma io non la vidi per molto tempo. Non mi curavo di lui e volevo perfino che si levasse di mezzo definitivamente. Mi comportai così per i primi tre mesi > >.

< < Cosa accadde dopo?  > > chiede la bionda, con voce morbida, carezzandogli la mano.
Questa volta, il sorriso di Crilin era allegro, ma anche nostalgico, in ricordo del suo migliore amico scomparso < < Goku mi salvò la vita, proprio qui, in questa montagna. Ero in cerca di cibo e misi male un piede. Stavo per precipitare, ma Goku mi prese al volo per un braccio. Sai, in realtà, non è tanto il suo gesto, quanto quello che mi disse dopo ad avermi cambiato per sempre. Mi disse '' sono felice che tu stia bene Crilin ''. Lo fece con il suo solito e fanciullesco sorriso > >.

< < Non solo si era preoccupato per me, dimostrando di avere a cuore la mia sicurezza, ma  aveva anche pronunciato correttamente il mio vero nome. Non nano da giardino, scherzo della natura o palla da biliardo. Nessuno l'aveva mai fatto prima di lui e fu così che cambiai. Goku mi salvò letteralmente dalle tenebre e nei successivi tre mesi, in quest'isola inospitale, divenne il mio migliore amico > >.

Dopo aver concluso, Crilin non riuscì a trattenere qualche lacrima, ma prima che potesse asciugarle dalle guance, le mani dell cyborg presero dolcemente possesso del suo viso, facendolo al posto suo.

Quando la sua donna prese nuovamente possesso delle sue labbra, il moro rispose con entusiasmo al bacio, abbracciandola e stringendola a sè.

< < Sono contenta di essere venuta in questo posto > > sussurrò lei, quando si separarono < < Inoltre, Son Goku avrà sempre la mia gratitudine > >.

Guardandola intensamente, Crilin si alzò dal grande masso, portando con sè la ragazza. Con le mani tra le sue, il moro appoggiò la fronte su quella di lei. Improvvisamente, anche Diciotto iniziò a provare una strana sensazione di ansia, che non riusciva a spiegare.

< < In verità, io ho desiderato portarti qui non solo per  raccontarti questa parte della mia vita, ma soprattutto perchè questo posto mi calma, mi regala una strana sicurezza, al punto da darmi il coraggio necessario per dirti quanto tu sia diventata importante per me > >.

< < Che cosa vuoi dire, Crilin > > chiese la bionda, chiaramente perplessa.

< < Io ti amo, Diciotto, con tutto il mio cuore. Con te mi sento completo, in grado di fare qualsiasi cosa. Con te desidero condividere tutto, non solo i miei segreti del passato, ma soprattutto la vita di tutti i giorni. Altre volte ti avevo offerto ospitalità, ma adesso è completamente diverso. Io non voglio offrirti un posto dove stare. Io desidero che tu viva insieme a me, sotto lo stesso tetto. E' questo il mio più grande desiderio. Io voglio vivere insieme a te > >.

< < Crilin..... > > provò a parlare debolmente la ragazza, persa nello sguardo di pura adorazione dell'uomo che amava.

< < Diciotto, vuoi  vivere insieme a me alla Kame House? > >.

Molte intense emozioni invasero l'animo della guerriera. Ancora una volta si ritrovò a riflettere sugli incredibili sviluppi della sua vita. Era stata modificata per diventare un essere, votato interamente alla violenza e alla morte e invece, aveva avuto la fortuna d'incontrare un uomo straordinario. Da diverso tempo, ormai, Diciotto aveva fatto chiarezza con i propri sentimenti. Lo amava e non nutriva più alcun dubbio in proposito.

Cercò perfino di trovare alcune, improbabili ragioni per una possibile risposta negativa. Era l'unico uomo, con cui voleva stare e anche lei non sopportava i momenti, in cui stavano separati.

Da quando aveva ricordo di sè, Diciotto non aveva mai posseduto una vera casa. Anche se la capsula era stato un regalo di Crilin, lei l'aveva sempre considerato come un rifugio, non come il posto al quale appartenere.

Ora ne aveva la piena consapevolezza. La sua casa stava nell'uomo che aveva di fronte. Un piccolo guerriero, molto più debole di lei, eppure in grado di proteggerla e farla sentire al sicuro, come nessuno era mai riuscito a fare. Nemmeno suo fratello.

 A causa del suo silenzio prolungato, il viso del moro era ormai diventato di un bianco cadaverico. Forse pensava che lei avrebbe rifiutato.

 Diciotto non poteva e soprattutto non voleva.

Tuttavia l'emozione sembrava aver prosciugato la sua voce e per tale ragione, tanto per far capire le sue reali intenzioni al piccolo uomo, lo baciò con forza, circondandogli il collo tra le braccia, in modo quasi pericoloso, data la sua forza. Lo fece accuratamente, cercando di trasmettergli la vera se stessa e tutta la sua felicità. 

Dopo aver quasi divorato la sua bocca, Diciotto sorprese ulteriormente il piccolo guerriero, prendendolo in braccio in stile nuziale.

< < Ehi > > protestò lui < < Diciotto, che stai facendo? E' imbarazzante, mettimi giù > >.

La risata dolce della cyborg fu un suono celestiale per le orecchie del terrestre, che non trovò ulteriormente la forza di protestare. 

Crilin non potè evitare di urlare, quando la sua donna partì, a velocità massima, abbandonata l'isola dell'addestramento e fu costretto  ad aggrapparsi alla sua vita, per non  precipitare.

< < Dove stiamo andando? > > chiese, urlando, confuso per la strana ed esaltata reazione della cyborg.

< < Sarà bene chiarire due cosette con quel vecchiaccio, se desidera restare in vita. E anche tu, bello mio, sappi che da adesso sarai completamente sotto il mio controllo > > disse Diciotto, con un tono di voce seducente.

< < Questo vuol dire che... > > provò a dire Crilin, mentre la gioia stava per sopraffarlo.

< < Andiamo a casa, Crilin > >.




Diciotto proseguì il volo, a velocità folle, con il suo uomo tra le braccia e in breve raggiunse la loro meta. 


La loro casa.





FINE DEL CAPITOLO.





 


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Capitolo 19
*** Il fiume della paura ***


CAPITOLO 18


Il fiume della paura.


Un vento gelido svegliò Diciotto da quello stato di  torpore, in cui era precipitata, al termine del furioso combattimento con il guardiano di pietra.

 Quando riaprì a fatica gli occhi, un'intensa ondata di dolore invase tutto il suo corpo. 

Aveva perso molto sangue, durante la lotta nella foresta. Nell'ultima prova mortale, invece, era stata costretta a subire principalmente colpi violenti e brutali, prima di avere ragione del suo avversario. La cyborg si accorse subito di alcune costole rotte e inoltre perdeva copiosamente sangue dal naso. Molte altre parti del suo corpo portavano il terribile segno della forza bruta del mostro di pietra.

Non potendo trattenersi, Diciotto urlò di dolore, quando disperatamente tentò di rimettersi in piedi. Lo fece stoicamente, resistendo ad una sofferenza, che nemmeno il generatore di energia infinita era in grado di annullare. Si chiese per quanto tempo fosse rimasta svenuta, ma a giudicare dalle difficoltà, che stava avendo nel riprendersi completamente, doveva certamente trattarsi di un periodo considerevole.

Provò una rabbia immensa contro se stessa, al pensiero di aver perduto così tanto tempo, mentre il suo uomo rischiava molto probabilmente la vita.

Come si aspettava, la pesante porta di ferro,
 rimasta incredibilmente integra dopo l'esplosione, si era completamente completamente spalancata. Le altri parti dell'edificio erano state letteralmente spazzate via  dall'immensa potenza della cyborg.

 Continuando ad ignorare il dolore, la ragazza abbandonò il tetro campo di battaglia, dove ormai non era rimasta nessuna traccia del guardiano dell'arena.

Lentamente, per via delle innumerevoli ferite, Diciotto  percorse un corridoio molto simile a quello dell'entrata e in breve raggiunse l'uscita dell'edificio semi distrutto. L'oscurità era totale, ma la sua vista di androide le permetteva di muoversi tranquillamente. La parete del crepaccio opposto si trovava minacciosamente davanti a lei e notò immediatamente la scalinata, che avrebbe dovuto salire. Rozza e pericolante come quella che aveva percorso in precedenza.

Gli scalini erano stati  costruiti sulla ripida parete del crepaccio. La bionda non fece alcuna fatica a capire che quella era  l'unica via per ritornare verso la superficie.

 Non ne era certa, ma si aspettava  un nuovo attacco, durante la salita. Era chiaramente ferita e non poteva fare nulla per nasconderlo, per cui i suoi avversari potevano benissimo decidere di sfruttare quel momento di debolezza.

Si sentiva stremata. In circostanze normali, la bella guerriera avrebbe potuto concedersi un meritato riposo, ma la situazione non le permetteva alcuna tregua. Doveva continuare.
Iniziò la scalata cautamente, sperando di non dover combattere, almeno non prima di aver avuto la possibilità di riprendersi per quanto possibile. In quelle condizioni non era in grado di affrontare un avversario potente.

Continuando a salire verso l'alto, Diciotto tornò nel buio assoluto della voragine e l'unico suono udibile era quello proveniente dal vento gelido, che soffiava continuamente nelle profondità della terra. Il suo organismo si stava gradualmente riprendendo dalla stanchezza, anche se le ferite rimanevano.

Dopo due ore, ancora non riusciva ad  intravedere la fine della scala, ma non ne rimase sorpresa. Pur sforzandosi, non era riuscita a salire con una buona velocità. Addirittura, teneva una mano costantemente poggiata sulla parete del crepaccio, in modo da prevenire possibili cadute, ma anche per la stanchezza e il dolore che la tormentava da diverso tempo.



Trascorse un'altra ora di cammino, quando la compagna di Crilin sentì il bisogno di fermarsi.

 Non percepiva pericoli nelle vicinanze, ma ugualmente assunse una posizione di guardia, con la schiena attaccata alla nuda roccia, per evitare di essere sorpresa alle spalle. I suoi circuiti non segnalavano nessuna presenza in zona, amica o nemica che sia, ma Diciotto continuava ad avere un'inspiegabile sensazione di disagio.

Il vento continuava a soffiare con forza e insieme ad esso la bella cyborg le sembrò di udire anche una voce innaturale, proveniente dall'oscurità, sotto di lei. Per un attimo, pensò di esserselo immaginato, ma poi divenne sempre più chiara e comprensibile, al punto che superò persino il suono dell'aria, che circolava con forza nel buio.

< < Adesso dovrai affrontare  la paura, cyborg Lazuli > >.

La voce era molto simile a quella dell'essere incappucciato, ma ancora più tenebrosa e fredda.

 Sembrava appartenere ad un essere privo di qualsiasi alito di  vita e per quanto Diciotto fosse consapevole e sicura della sua forza combattiva, un brivido freddo percorse ugualmente la sua schiena. La paura si mischiava ad una rabbia cieca, dovuta all'imprevedibilità di quel luogo così oscuro, dal quale dipendeva il destino della persona più importante per lei.

< < FATTI VEDERE MALEDETTO! > > urlò con tutto la forza, ma nessun nemico si presentò davanti ai suoi occhi, mentre la sua voce, carica di collera, riecheggiava nelle profondità di quell'immenso precipizio.

Dopo un ulteriore urlo, questa volta di frustrazione, la  cyborg riprese la salita con passo molto più svelto. Non dovette assistere, fortunatamente, a nessun altro fenomeno inquietante e così finalmente, senza alcun ostacolo, raggiunse l'altra parte della pianura rossa, che aveva cominciato a percorrere all'uscita della foresta oscura. Vide chiaramente, nel versante opposto, la strada di pietra, dalla quale era arrivata e ora, un percorso uguale si trovava proprio davanti ai suoi occhi e sembrava condurre proprio verso i monti oscuri, che continuavano a trasmettere distintamente un'inquietante sensazione di pericolo.

Secondo i suoi calcoli, la catena montuosa era ancora lontana, perciò non era per niente esclusa l'eventualità di un'altra mortale prova, prima di raggiungerla.

< < Poco male. Tra poco sarò in grado di combattere di nuovo, nonostante le ferite > > pensò la ragazza, mentre imboccava la stradina, costruita sulla pianura.

Di nuovo, Diciotto iniziò una lenta camminata in una terra desolata, immersa in una perenne notte rossastra e come sempre accadeva dopo ogni prova, la bella cyborg non riusciva a percepire benchè minima presenza intorno a sè. Sembrava che gli unici esseri viventi, esistenti in quel mondo,  fossero soltanto quelli chiamati a combatterla.

Analizzò attentamente, per la millesima volta, la catena montuosa all'orizzonte, sperando sempre in cuor suo che quella fosse realmente l'ultima tappa di quel terribile viaggio. Come se non bastasse, alle sue preoccupazioni per Crilin si aggiungevano anche quelle per la sorte del giovane Gohan, di cui non aveva più notizie da molto tempo.

 Nella più totale impotenza e frustrazione, si rese conto che l'unica scelta possibile era quella di proseguire in quel cammino di morte. Diciotto continuò a farlo con tutto il coraggio di cui era capace.



La bella cyborg camminò instancabile per due ore di fila senza incontrare alcun pericolo, fino a quando il paesaggio cominciò gradualmente a mutare. L'aria si era fatta stranamente più pesante, tale da impedire una normale respirazione, anche per un cyborg, nonostante le sue potenzialità. Un paio di volte Diciotto tossì  pesantemente, mentre un inspiegabile nodo alla gola la costrinse a fermarsi per alcuni minuti.

La pianura rossa era terminata e ora la strada di pietra si snodava in una lugubre zona paludosa, colma di alberi  morti e piccoli laghetti di melma, che emettevano odori disgustosi, tanto che la bionda fu quasi tentata di distruggerli con un attacco energetico. La palude era immersa in una nebbia fitta, a causa della quale la donna non riuscì più a vedere nulla, che non fosse vicino a sè. 

Senza alcuna esitazione, Diciotto si addentrò sempre di più tra le fitte nubi grigiastre, pronta a qualsiasi evenienza. Rimase costantemente concentrata e in quel momento nessun nemico avrebbe potuto sorprenderla, neanche  alle sue spalle.

Quasi senza rendersene conto, la stradina di pietra terminò in un tratto fangoso e già dopo pochi passi  rimase leggermente intrappolata nel terreno acquoso. Tuttavia, anche se con fatica e lentezza, riuscì ad avanzare ancora e con sollievo raggiunse la fine di quella pista impraticabile.

 Davanti a lei, la nebbia era  assoluta e solo una cosa la cyborg riuscì chiaramente a distinguere: un fiume non molto largo, che lasciava spazio apparentemente al passaggio di una sola imbarcazione alla volta.

L'acqua scorreva calma, quasi senza produrre alcun rumore, nel bel mezzo della fitta nebbia.
 
Diciotto non aveva nessun dubbio, dopo le passate esperienze. Era quella la prossima tappa del suo viaggio, ma rimaneva comunque il problema di capire come avrebbe fatto a percorrere il fiume. Era pienamente in grado di camminare sull'acqua, ma dubitava che era quella la tattica da seguire.

Ogni cosa era manovrata e sicuramente non spettava a lei decidere le regole del gioco.
 
Le sue deduzioni vennero pienamente confermate, quando dall'acqua fuoriuscì lentamente una grezza e piccola barca, proprio davanti ai piedi  bella cyborg, immersi completamente nel fango.

 Diciotto spalancò gli occhi dalla sorpresa. Le dimensioni della barca erano a malapena sufficienti per ospitare due persone. Non c'erano cime e nemmeno un timone. 

 Salì su di essa con prudenza e quando lo fece, la barca cominciò a muoversi lentamente, navigando lungo il fiume con inquietante precisione. Non c'erano delle panche, dove sedersi, ma questo non interessò minimamente la cyborg, che rimaneva dritta a prua, con i pugni chiusi e distesi sui  fianchi, tenendo sotto osservazione l'intero sinistro paesaggio grigiastro.

Nonostante la terribile sete, che ormai da diverso tempo la stava letteralmente tormentando, la guerriera decise con prudenza di non sfiorare nemmeno l'acqua del fiume, che appariva pulita, non contaminata dalla zona paludosa, ma la donna non aveva alcuna intenzione di rischiare. La navigazione era tranquilla, ma Diciotto non si sentiva per niente al sicuro. Ne era sicura, una minaccia era vicina e molto presto si sarebbe rivelata.

La nebbia impediva l'avvistamento di potenziali nemici. Nonostante i suoi tentativi di mantenersi calma, ben presto la propria impazienza, mista alla voglia irrefrenabile di tornare dal suo uomo, divenne troppo elevata. Decise di scagliare all'orizzonte un raggio energetico di scarsa potenza, con l'intenzione di scoprire qualcosa di più sulla sua posizione. Tuttavia, all'ultimo momento, qualcosa di strano la fermò, attirando la sua attenzione.

Nel bel mezzo della nebbia, la cyborg vide apparire chiaramente una figura non ancora pienamente distinguibile. La barca si stava dirigendo proprio verso di essa e Diciotto non perse tempo. Unendo entrambe le mani, era pronta a scagliare una potente ondata d'energia contro qualsiasi avversario. Questa volta era decisa ad attaccare per prima.

< < Mostrati > > sibilò lei, mentre i suoi palmi cominciavano a produrre dei primi pericolosi lampi di energia violacea.

L'essere rimaneva fermo e sembrava essere girato di spalle. Più la rozza imbarcazione si avvicinava, maggiore diventava la visibilità per la bionda, la quale restava immobile nella sua posizione di attacco. Non poteva esitare. Il motivo, per il quale si batteva, le impediva di farlo.

La nebbia si diradò del tutto e finalmente divenne chiara la figura, che stava in piedi sull'acqua del fiume. 

Il cuore della donna cominciò a battere pericolosamente più forte. I suoi splendidi occhi, color ghiaccio, si spalancarono, a causa di intense emozioni. Una paura invalidante si fece strada dentro di lei. Le sue mani caddero debolmente ai suoi fianchi. Non era più in grado di combattere, mentre l'energia che aveva creato si dissolse velocemente nell'aria.

Davanti a lei, sempre girato di spalle, c'era il suo Crilin. Un uomo che teoricamente avrebbe dovuto trovarsi in un altro mondo, immerso in un sonno profondo.

Diciotto non riuscì più a pensare lucidamente e non si accorse nemmeno di avere di fronte l'immagine del piccolo uomo, al tempo del loro primo incontro. Rasato, come allora e vestito con la sua solita tuta da combattimento arancione, legata con la stessa fascia blu, che lei stessa aveva deciso di indossare, in occasione di quel viaggio.

< < Crilin > > sussurrò la bionda, allungando una mano verso di lui, anche se era ancora molto distante.

Il piccolo guerriero non rispose, ma invece iniziò a camminare, senza girarsi, inoltrandosi sempre di più nella nebbia più fitta. In un attimo scomparve dalla vista della ragazza.

< < CRILIN!  > > urlò disperata, dimenticandosi ogni prudenza o strategia.

Abbandonò la barca e finalmente toccò l'acqua del fiume con la punta delle scarpe. Con un balzo, Diciotto seguì il suo uomo proprio nell'esatto punto, dove l'aveva visto sparire. Non potendo volare, corse come mai nella sua vita. Dietro di lei, la barca era ormai perduta, ma solo una cosa aveva importanza in quel momento nella sua mente.

< < CRILIN! FERMATI, SONO IO > >.

La sua voce, carica di una paura senza nome, risuonava tra le acque del fiume. Continuò a correre per un tempo infinito, perdendo completamente l'orientamento.  All'improvviso una luce accecante  si accinse ad avvicinarsi sempre di più verso la ragazza, la quale arrestò prontamente la sua corsa. 

Diciotto ebbe soltanto il tempo di ripararsi gli occhi con una mano, prima di essere inghiottita letteralmente in un assurdo vortice di luce. Per alcuni secondi la donna non vide più nulla, facendo fatica a mantenere gli occhi aperti. Non c'era più alcuna traccia della nebbia o del fiume. 

Non riuscendo più a sopportare il bagliore di quella luce così abbagliante, chiuse gli occhi e immediatamente provò la sensazione di essere catapultata da un posto all'altro, ad una velocità impossibile e insopportabile. Si sforzò di non vomitare, mentre il suo corpo veniva trasportato con violenza contro la sua volontà. Neanche dopo riuscì ad accertare il tempo esatto, in cui era rimasta intrappolata in quell'inferni, ma ad un certo punto si ritrovò stesa su qualcosa di duro e freddo.

Mentre rimaneva distesa a terra, i suoi occhi rimanevano chiusi, dopo il tremendo trauma causato dal bagliore. Nonostante ciò, capì subito di essere probabilmente tornata alla normalità. La luce di prima, infatti, era scomparsa e finalmente, dopo aver atteso ancora qualche altro minuto, la cyborg  decise di guardare la realtà in cui si trovava.

Rimase letteralmente esterrefatta.

 < < N-no, non può essere > > balbettò lei, fissando il luogo dove era finita.

Con estrema fatica la guerriera si rimise in piedi, sperando ardentemente di sbagliarsi. Purtroppo non ebbe alcun dubbio in proposito.

Era una città, che lei conosceva molto bene. Negli ultimi due anni c'era stata diverse volte insieme a Crilin: Satan City, una delle metropoli più importanti del pianeta Terra.

Mentre Diciotto fissava incredula la normale vita cittadina, un'ondata di panico si impossessò di lei. Era tornata nel suo mondo, ma lei non aveva ancora terminato la sua missione.

Molti dubbi cominciarono a formarsi tra i suoi circuiti. Forse aveva sbagliato, quando aveva abbandonato la barca, perdendo una prova diversa, rispetto a quelle che aveva affrontato in precedenza. Era quasi certa del fatto che l'immagine di Crilin era stata solamente una trappola, per costringerla fuori dalla vera strada, che avrebbe dovuto percorrere. Non riusciva a perdonarsi per essersi fatta ingannare in questo modo.

Poteva ritornare finalmente dal suo uomo, ma quest'ultimo rimaneva in condizioni disperate, preda di un terribile sonno senza rimedio. Ora non c'era nulla che potesse colmare la sua rabbia e la sua disperazione. Aveva fallito e in quel momento non vedeva nessuna altra soluzione.

Si sentiva così male, da non accorgersi del fatto che nessun passante aveva mostrato il benchè minimo interesse su di lei. Era coperta di ferite, con buona parte dei vestiti strappati, a causa dei precedenti combattimenti, ma nessuno si era accorto di lei. Sembrava quasi che non esistesse.

 Ciò nonostante, Diciotto continuava a non farci caso.

Persa nella sua angoscia, stava quasi per alzarsi in volo, desiderosa di raggiungere almeno il suo uomo, per assisterlo in qualsiasi altro modo possibile. Venne fermata da una terribile esplosione. Violenta e non molto distante, essa scatenò immediatamente il panico tra i cittadini.

< < Adesso che diavolo succede > > disse la ragazza, senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Dopo la prima, altre esplosioni, in rapida successione, devastarono gran parte della città.

 Sembrava che si stesse svolgendo un vero combattimento e a quel punto, Diciotto non potè più aspettare. Controllò persino il suo desiderio di tornare alla Kame House. Finalmente tornò a volare normalmente e in pochi secondi raggiunse il quartiere attaccato, ormai quasi completamente distrutto.

Molti cadaveri, alcuni irriconoscibili, giacevano fra i marciapiedi o fra le strade principali e secondarie. Palazzi crollati, macchine incendiate, morti e feriti dappertutto. Uno scenario apocalittico, uno di quelli, che avrebbe dovuto creare lei, se avesse deciso di seguire un cammino diverso.

Probabilmente una nuova minaccia si stava presentando sul pianeta e presto tutti i guerrieri sarebbero giunti sul posto. Tuttavia, Diciotto non aveva alcuna intenzione di attendere, desiderosa di aiutare i feriti e di distruggere l'artefice di quel massacro.

Improvvisamente, un intenso rumore alle sue spalle la fece voltare di scatto. Vide alcune macerie spostarsi lentamente. Capì subito che qualcuno stava disperatamente tentando di liberarsi, completamente sotterrato sotto le pietre degli edifici distrutti.

< < Resisti. Sto arrivando > > urlò, correndo verso il malcapitato.

La sua forza era rimasta invariata e grazie a questo ci mise poca fatica a spostare anche le macerie più grandi. Tuttavia, ancor prima di terminare la sua opera di salvataggio, la persona bloccata riuscì a spostare i pochi macigni rimasti in una volta sola, facendo indietreggiare di colpo la bionda. 

Il cuore di quest'ultima, già provato duramente, subì un ennesimo colpo, quando un Crilin, esausto e ferito in vari punti, riuscì a liberarsi dai detriti che lo sotterravano.

Mentre lo fissava sconvolta, le gambe della ragazza cedettero per l'emozione, crollando a terra  davanti il suo uomo. Il piccolo guerriero non sembrava far caso alla sua presenza. Solo in quel momento, Diciotto cominciava realmente a intravedere la stranezza di tutto ciò che le stava capitando.

< < Crilin > > lo chiamò a bassa voce, allungando una mano per toccarlo. Non si sorprese più di tanto, quando le sue dita non sfiorarono nemmeno il corpo del terrestre.

 Invece di disperarsi, le sue speranze si accesero di nuovo. Lottando con se stessa, si sforzò per valutare attentamente la situazione, cercando disperatamente di ignorare l'immagine dell'uomo che amava.

< < Non sono tornata. Mi trovo ancora in quel posto maledetto. Devo trovare solo il modo per tornare al fiume. Sono stata solamente una sciocca > > pensò la cyborg, mentre si passava le mani sul viso.

 La stanchezza mentale e fisica iniziava  seriamente a farsi sentire.

Crilin ansimava nella fatica e nel dolore. Nonostante sapesse di trovarsi in un illusione, Diciotto non sopportava quella vista, vedere il suo uomo ridotto in quello stato pietoso. Voleva andarsene al più presto.

Sforzandosi per non guardarlo, la bella cyborg si rialzò. Dubitava che avrebbe potuto abbandonare quell'illusione, tramite il semplice volo. Le sue riflessioni erano frenetiche, dettate da una paura crescente, che Diciotto, almeno in quel momento, non riusciva proprio a dominare.

Un'altra tremenda esplosione scatenò il caos in una città già senza futuro. La violenza dell'onda d'urto investì in pieno il piccolo guerriero, il quale venne scaraventato con forza spaventosa contro la pesante vetrata di un centro commerciale o di quanto ne restava, mandandola in frantumi.

L'urlo di dolore dell'umano fece quasi perdere il controllo alla cyborg, che ancora non sapeva di non aver ancora vissuto la parte peggiore di quella terribile esperienza. Un odio profondo si impadronì di lei, grande da farle dimenticare il suo obiettivo principale. 

Voleva a tutti i costi fare a pezzi l'autore di quello scempio. Non le importava il fatto di essere intrappolata all'interno di un'illusione. Era testimone delle sofferenze dell'uomo che amava e nulla l'avrebbe potuta fermare dai suoi propositi di vendetta. 

Crilin era ancora steso a terra, all'interno delle rovine del centro commerciale. Si muoveva lentamente ed era chiaro che stava disperatamente tentando di rialzarsi. Diciotto si mosse immediatamente verso di lui, volendo tentare di soccorrerlo di nuovo, ma una voce molto familiare alle sue spalle la fece bloccare sui suoi passi. Più che familiare, la cyborg aveva chiaramente udito la propria voce, ma lei non aveva aperto bocca e soprattutto non avrebbe mai potuto pronunciare parole simili.

< < Ti stai rivelando una vera delusione, piccoletto. Credevo che mi sarei divertita di più con te,  evidentemente ho preteso troppo dal tuo fragile corpo > >.

La copia di se stessa parlava con una malvagità terrificante, manifestando un odio sconfinato e soprattutto il desiderio di uccidere senza nessuna ragione. Diciotto era sicura di non aver mai posseduto uno sguardo simile, nemmeno prima di conoscere Crilin. Eppure non poteva negare la realtà, poichè quella donna era assolutamente identica a lei. Portava quegli stessi vestiti, che la ragazza si era trovata addosso al momento del suo risveglio al laboratorio. Abiti segnati dall'inconfondibile stemma dell'Esercito del Red Ribbon.

Con le mani poggiate sensualmente ai fianchi, la sua copia si stava avvicinando pericolosamente al terrestre, sorridendo  e godendo della sofferenza di quest'ultimo. 

< < Non provare a toccarlo > > sibilò Diciotto, mettendosi a protezione del suo uomo, pur sapendo l'inutilità del suo gesto.

Dapprima la compagna di Crilin liberò una onda d'energia, alla massima potenza, che ovviamente trapassò, senza provocare alcun danno, il corpo della sua controparte. In seguito, con disperazione, provò a fermarla con calci e pugni, ma ancora una volta ogni sforzo fu inutile. Il suo corpo era assolutamente immateriale e oltre a non poter attaccare, non poteva nemmeno essere vista da nessuno.

Crilin era ancora in ginocchio, anche quando la sua carnefice giunse, con estrema e mortale calma, dinnanzi a lui.

< < Allora, mio piccolo gamberetto > > iniziò lei, con un tono falsamente dolce e affettuoso < < Vogliamo continuare il nostro gioco? > >.

Con un sorriso sensuale, gli rifilò un violento calcio tra le costole. Le urla di dolore di lui risuonarono tra le rovine della città.

< < FERMATI MALEDETTA > > ruggì Diciotto, potendo solamente assistere impotente a  quella scena da incubo.

< < P-Perchè f-fai questo? > > mormorò il giovane guerriero, alzando lo sguardo verso la sua aguzzina.

Ancora una volta, l'androide sorrise amabilmente. < < Potrei risponderti che sono stata creata per questo ed è in effetti la verità > > rispose, inginocchiandosi afferrando il mento di lui in una presa dolce e gentile < < Tuttavia, non posso negare quanto sia divertente vederti soffrire così. Per me è una gioia infinita > >.

Di colpo la presa sul viso di lui divenne una morsa atroce, tale da strappare deboli gemiti di dolore all'uomo, il quale venne sollevato con facilità, fino a quando non si trovò a stretto contatto con il volto bellissimo della bionda.
 Inorridita, Diciotto assistette al dolce bacio, che la sua controparte regalò al suo uomo. Durò solo pochi secondi e quando la bocca famelica dell'androide si separò da quella del moro, il massacro ricominciò più violento di prima.

Utilizzando la mano libera e sempre tenendo sollevata da terra la sua vittima, la creatura del dottor Gelo, chiamata C18, colpì ripetutamente lo stomaco indifeso del guerriero con pugni devastanti. I primi colpi costrinsero il giovane Crilin a sputare grosse quantità di sangue, ma ben presto smise di fare persino quello, abbandonandosi completamente al dolore e all'impotenza.

< < BASTA, BASTA, BASTA > >.

Le lacrime bagnarono  il bellissimo volto della compagna di Crilin, che alternava il suo pianto con urla di rabbia, odio e disperazione.

< < Stai uccidendo l'unico uomo che può salvarti, stupido mostro > >.

Era consapevole di aver pronunciato parole inutili, che probabilmente lo sarebbero state anche qualora fosse stato possibile udirle.

Sembrava che Crilin avesse perso conoscenza, ma incredibilmente quando C18 smise di colpirlo selvaggiamente, per acccertarsi delle sue condizioni, il terrestre tirò una ginocchiata con tutte le sue forze, con l'intenzione di centrare lo stomaco di lei. Il suo colpo disperato venne bloccato facilmente con una sola mano.

< < Ma che bravo > > esclamò la donna, sorridendo < < Hai ancora la forza di reagire, piccoletto. Davvero divertente > >.

L'androide lo guardò un attimo, prima di rifilargli una tremenda testata, che scaraventò il piccolo corpo del guerriero contro il fianco di un furgone poco lontano. Sulla fronte dell'umano si aprì una brutta ferita, che trasformò la sua faccia in una maschera di sangue.

< < Crilin > > sussurrò Diciotto, mentre crollava nuovamente in ginocchio < < Perdonami > >.

Mai, nemmeno nei suoi incubi, le era capitato di assistere ad una scena simile. Non poteva sopportare la vista di se stessa, mentre torturava  la persona che tanto amava. Anche quando l'aveva visto per la prima volta, come nemico su un campo di battaglia, non si era nemmeno sognata di fargli del male. Per lei era un qualcosa di inconcepibile e sempre lo sarebbe stato.

< < Tutti i tuoi compagni sono morti, piccoletto > > disse dolcemente la bionda assassina, mentre si avvicinava nuovamente verso la sua preda < <  Solo il ragazzino di Son Goku è sopravvissuto per miracolo, ma lui non rappresenta certamente un problema. Sei rimasto solo, eppure oggi sei stato tanto stupido da venire qui, per aiutare questi vermi. Davvero patetico > >.

< < Provo molta pena per te, androide C18 > > mormorò debolmente il terrestre, guardandola dritto negli occhi.

Lo strano contatto visivo durò alcuni minuti ed per un attimo, l'androide sembrò vacillare di fronte a quello sguardo puro e triste,  dentro il quale lei non riusciva ad intravedere alcuna traccia di paura o di odio, come invece si sarebbe aspettata. Forse anche per questo, per una confusione che non riusciva a spiegare, C18 gli distrusse la mascella con un calcio micidiale e ancora una volta il giovane venne scagliato contro le rovine degli edifici. Solamente per puro miracolo il suo collo non si era spezzato, a causa di quella ennesima, brutale  violenza.

Ormai Diciotto non aveva più lacrime da versare < < Per quanto sarò costretta ad assistere impotente a questo massacro? > >.

C18 si sedette su un marciapiede, mentre fissava il punto, dove il terrestre restava steso, sotterrato da molti detriti.

< < Aspetterò che tu ti riprenda per quanto possibile, piccoletto > > sibilò crudelmente la bionda < < Poi ti farò pentire di avermi mancato di rispetto. Devo ammettere che sei strano ed è anche per questo che ho chiesto a mio fratello di lasciarmi da sola con te. Voglio godermi ogni momento, fino a quando ti concederò di morire ai miei piedi > >.

Per la prima volta, da quando era cominciato quel tremendo supplizio, Diciotto si concentrò interamente sulla figura della sua terribile copia. La sua crudeltà non aveva limiti.

Non riusciva a vedere niente in lei, nemmeno rabbia o odio. La sua volontà era quella di distruggere, non c'era spazio per altro. Per anni aveva nutrito dei dubbi su se stessa, considerandosi un mostro, una macchina senza emozioni. Crilin l'aveva aiutata a superare quelle insicurezze, a considerarsi come una vera donna. Forse, nel suo mondo, se non avesse incontrato il suo uomo, sarebbe divenuta anche lei come quel mostro.

Guardò inorridita quella creatura, mentre spezzava facilmente entrambe le braccia del piccolo guerriero, il quale non riusciva più a urlare, con i lineamenti del viso completamente distrutti. Diciotto vomitò a quella vista.

Era pericolosamente vicina a perdere se stessa. Cominciò seriamente a pensare di colpirsi da sola, pur di mettere fine a quel calvario.

Continuò ad assistere a quel terribile spettacolo. Ormai non aveva più neanche lacrime da versare, ma il suo viso era il ritratto della disperazione.

< < Allora è così che l'ho fatto. Ho ucciso Crilin in questo modo in un altro universo. Solo l'arrivo di quel ragazzo, contro cui ho combattuto, ha impedito che ciò accadesse anche nel nostro tempo > >.

La bella cyborg non trovava pace. Vedere le sue stesse tecniche devastare il piccolo corpo dell'uomo che amava perdutamente, aveva il potere di devastare il suo cuore. Era quasi arrivata al punto da considerarsi il vero autore di quel massacro.

< < Non ho alcun  diritto di tornare da lui > > pensò, perdendo sempre di più la voglia di lottare e andare avanti.

Crilin le aveva raccontato di come Trunks avesse avvertito i guerrieri del loro arrivo, di come, nel futuro, egli stesso era stato ucciso dai cyborg.

 Tuttavia, Diciotto non immaginava che un giorno sarebbe stata costretta a vedere quella scena e il peggio era che lei stessa aveva torturato e molto probabilmente ucciso l'uomo della sua vita.

Il dolore che sentiva nel cuore era troppo elevato da poter sopportare. Tuttavia  una luce si accese improvvisamente dentro di lei. Richiamare il momento, in cui Crilin le aveva confessato tutti gli aspetti oscuri delle vicende, che avevano portato a Cell, risvegliò qualcosa in lei. Una scena delicata, che aveva vissuto diversi mesi prima. 
Incredibilmente, tutto il dolore scomparve, facendo spazio ad una rabbia selvaggia, rivolta verso quel mondo oscuro, dove si trovava imprigionata, ma soprattutto  verso se stessa.

 Stava quasi per perdersi, a causa di un dilemma, che aveva già affrontato e superato in passato, ovviamente con l'aiuto del suo uomo. Spalancò gli occhi, al pensiero di quanto fosse stata vicina anche a perdere il vero Crilin, che la stava ancora aspettando. Nessuno poteva impedirle di salvarlo e di vivere a fianco a lui.

Si diede mentalmente della stupida per essersi fatta ingannare ancora una volta in quel modo. La sua controparte stava ancora massacrando, con tremendi pugni e calci, il Crilin del futuro, ma adesso Diciotto vedeva la scena con occhio diverso. La sua espressione si fece dura e determinata.

Ora era il momento di andare avanti. Quella prova l'aveva già superata in passato. L'aveva fatto grazie ad una conversazione.

Una conversazione, che sarebbe rimasta per sempre scolpita nella sua mente cibernetica.




                                                      ------------------------------



Crilin era pietrificato dalla paura. Nonostante stessero insieme da diverso tempo, rimaneva ancora sconvolto di fronte a certe crisi di rabbia della donna che amava.

In preda alla collera, Diciotto l'aveva spinto, con forza, contro il muro del salotto della Kame House e subito dopo era corsa come una furia fuori dalla piccola casetta rosa. Il terrestre rimase intontito per qualche minuto e quando riuscì a riprendersi, si affrettò a seguirla  senza esitazione.

La sua fidanzata si trovava sulla riva. L'acqua del mare le arrivava all'altezza delle ginocchia.

 Sembrava la stessa posizione, che Crilin stesso adottava durante i suoi allenamenti individuali.
Con urla sovrumane, Diciotto scagliava a ripetizione, verso il mare aperto, violente ondate di energia violacea. Per fortuna, la ragazza sembrava moderarsi, al punto da impedire possibili maremoti o eccessivi danni al pianeta.

 Tuttavia, l'intera isola venne più volte aggredita dalle acque in tumulto. Crilin non si spostò di un centimetro, quando le onde lo colpirono in pieno.

 Voleva fermarla, voleva abbracciarla, ma decise di permetterle di sfogarsi. L'opera di distruzione della cyborg durò per diversi minuti e fu con sommo sollievo che il terrestre vide nuovamente la calma sulla sua donna, che restava  immobile, a fissare l'orizzonte.

Di colpo, Crilin provò nuovamente paura, ma non per la sua incolumità. Era terrorizzato al pensiero  che Diciotto potesse andarsene. Il legame che avevano creato era ormai intenso. Vivevano persino sotto lo stesso tetto e il piccolo guerriero era certo che non avrebbe più potuto affrontare la vita, senza di lei al suo fianco. 

Diciotto tremava leggermente e anche se era girata di spalle, Crilin era certo di quanto stesse soffrendo in quel momento. Era consapevole che la calma di lei era solo apparente.

< < Diciotto > > sussurrò il terrestre, mentre cominciava ad avvicinarsi con cautela.

< < Non avvicinarti > > ringhiò lei. La sua voce era carica di rabbia, ma anche di tristezza.

Anche se riluttante, Crilin si fermò, sentendosi sperduto in quel momento.

< < Avresti dovuto dirmelo prima, maledizione > > continuò la donna, senza voltarsi.

< < Quello che mi hai costretto a raccontarti non ha alcuna importanza, lo capisci? > > disse Crilin, con voce dolce e ferma allo stesso tempo.

< < Se non fosse intervenuto quel ragazzino, io ti avrei ucciso > > replicò Diciotto, inorridita al solo pensiero.

< < Non è vero e soprattutto non puoi saperlo, Diciotto > >.

< < Sei così stupido! > > disse lei, con voce tremante < < Non ti rendi conto di stare insieme ad un mostro, il cui unico obiettivo è quello di uccidere > >.

< < Non esiste niente che ti lega a quell'obiettivo. Hai vissuto delle esperienze terribili e di certo la tua trasformazione in cyborg non ti qualifica come mostro o macchina. Non mi stancherò mai di ripeterlo > >.

< < CRILIN > > urlò la bionda, girandosi finalmente verso di lui, mentre le lacrime iniziavano a scendere lentamente.

Il terrestre non mostrò alcuna paura, quando la sua donna lo afferrò energicamente per il colletto della camicia. Il viso rosso di lei era pericolasamente vicino a quello di lui, tanto che quest'ultimo ne rimase affascinato, non essendo abituato a vederlo così arrossato e soprattutto bagnato da lacrime sincere, di un vero essere umano. 

< < Per quanto ne sappia, un giorno la mia natura assassina potrebbe anche sorgere e prendere il sopravvento su di me, come è successo nel futuro. Cosa farai allora? Continuerai ad amarmi? > > domandò la cyborg, con un leggero sarcasmo.

< < Io amo tutto di te, Diciotto. Sia la tua parte umana, sia quella che è stata aggiunta. In te non esiste alcuna natura assassina > >.

Diciotto rinforzò molto la sua presa, strappando leggermente la camicia, che il terrestre indossava.

 < < Sei davvero un maledetto idiota! Anch'io ti amo con tutta me stessa e lo farò per sempre. Proprio per questo mi è impossibile accettare questa situazione > >.

< < Cosa vorresti dire con questo? > > chiese il terrestre, ora letteralmente terrorizzato. Si stava avvicinando il momento che più temeva.

Diciotto ebbe un attimo di esitazione, prima di sforzarsi a proseguire < < Non posso correre un rischio simile, Crilin. Molto probabilmente, nel futuro sono stata io a causare la tua morte e io non posso permettere che ciò accada anche in quest'epoca. Siamo troppo diversi, Crilin. Forse è stato tutto un sogno > >.

Parlò con un tono di voce debole, tale da  manifestare un dolore lancinante, ben scolpito sui suoi occhi cerulei.

< < Vuoi lasciarmi, Diciotto? > >. Aveva fatto quella domanda con calma apparente, ma Crilin era terrorizzato dalla risposta.

< < Io devo tenerti al sicuro, Crilin. Non importa quanto sia doloroso > > disse la donna, lasciando la presa su di lui e distogliendo lo sguardo.

 Diciotto non immaginava di poter provare così tanto dolore. Il suo cuore doveva essere di metallo e allora perchè stava soffrendo così tanto.

< < Io non posso costringerti a fare nulla, Diciotto e questo perchè il mio cuore appartiene solo a te, ora e per sempre. Anche se ne verrei distrutto, rispetterò questa tua decisione. Tuttavia, prima che tu decida, lasciami dire una cosa. Ti avverto che non mi ripeterò mai più su questo argomento > >.

Raramente, Diciotto aveva visto nel suo amato una determinazione così elevata. Sentiva che anche lui stava soffrendo terribilmente.

< < A causa mia > > pensò la donna, addolorata.

< < Ciò che è successo nel futuro non ha nulla a che fare con te. L'androide, che ha distrutto quel mondo, non è mai esistito in quest'epoca. Anche se avete lo stesso aspetto, siete due esseri assolutamente distinti.  Non esiste nulla che ti lega a lei > >.

Gli occhi della bionda si spalancarono dalla sorpresa. Ancora una volta rimase sconvolta nel vedere quanto fosse grande l'amore, che il terrestre provava per lei. Come poteva abbandonarlo, ora che neanche lei riusciva ad immaginare un futuro senza di lui. Mai prima di allora, la bionda guerriera si era trovata di fronte ad un dilemma simile.

< < Tu sei una donna, Diciotto > > continuò Crilin, mentre le carezzava teneramente una guancia < < La donna che amo, per l'esattezza. Una donna forte e orgogliosa, che ha il potere di farmi sentire sicuro e felice, come nessun'altro in questo universo. Una bellissima e dolce ragazza, che ha il potere di rendere la mia giornata straordinaria anche solo con un sorriso o con un bacio. Io amo tutto ciò che sei, Diciotto e non mi interessa ciò che potevi essere, se non fosse giunto Trunks. Non sappiamo cosa sarebbe successo in quel caso e non lo sapremo mai. Inoltre, sinceramente, la cosa non mi interessa nemmeno > >.

Diciotto perse ogni volontà di andarsene in quel momento. Era certa di non essere più in grado di farlo. Quell'uomo era la sua vita ormai.

 Provò una smisurata sensazione di benessere, quando il piccolo guerriero la abbracciò con forza. Immediatamente la donna si abbandonò a quel contatto, poggiando la testa sulla spalla di lui, desiderosa di rimanere protetta fra quelle calde e forti braccia.

< < Mi dispiace > > sussurrò lei, chiudendo gli occhi.

< < Shh, è tutto a posto, amore. Ti prego rimani con me > >. 

Lentamente il panico, che il terrestre aveva provato poco prima, diminuì sempre di più, facendo spazio ad un sollievo indescrivibile.

In quel momento, la bionda guerriera riuscì a riconoscere la verità delle parole del suo amato. Lei aveva scelto il suo cammino e ciò che era capitato nel futuro non aveva alcun legame con ciò che era e che voleva continuare ad essere.

 Amava Crilin e si considerò una pazza, per aver anche solo pensato di sacrificare la loro felicità, a causa di una paura insensata.

 L'unica verità era che non avrebbe mai potuto fargli del male, in nessun modo possibile.

< < Mi dispiace per aver pensato di lasciarti > > disse Diciotto < < Ho riconquistato la mia libertà insieme a te. Non voglio perderla, Crilin. Io voglio stare con te e combatterò con tutte le mie forze per non essere dominata dalla mia parte metallica > >.

< < In te non c'è nulla di oscuro, Diciotto > > disse il piccolo uomo, continuando a regalare dolci carezze sui capelli dorati di lei < <  Noi saremo felici, te lo prometto > >.

Il guerriero suggellò quella promessa con un lungo  bacio. 

Perdendosi serenamente in quei gesti di tenerezza, Diciotto decise di non avere più bisogno di certezze o promesse per la sua vita.
 
Crilin era tutto ciò di cui aveva bisogno.



                                               -----------------------------------



L'androide C18 era  pronta a finire la sua vittima, ormai in fin di vita. Le mani di quel mostro biondo erano sporche del sangue del piccolo guerriero, che aveva osato sfidarla e addirittura insultarla. Lo aveva picchiato con una brutalità, che nemmeno lei riusciva a spiegare.

A nessuno dei guerrieri, contro cui si era scontrata, aveva prolungato così tanto la sofferenza, prima della morte. Eppure, stranamente non stava provando la gioia di sempre, la soddisfazione a distruggere lentamente il corpo di un nemico.

Invece una strana e nuova emozione nacque dentro di lei e ne rimase oltremodo stupida, dato che credeva fermamente di non poter provare nulla, che non fosse odio e indifferenza. Non era un sentimento positivo. Non riuscì a trovare alcuna soddisfazione in ciò che aveva fatto.

 Addirittura quasi si sentì inorridita di fronte alla sua opera di distruzione.

Non ne capiva il motivo e per tale ragione aveva continuato a torturarlo, per tentare di riottenere disperatamente quella soddisfazione che aveva sempre avuto dopo ogni massacro. Non riuscì nel suo intento e al contrario l'ondata di malessere cresceva sempre di più dentro di lei.

Il piccolo guerriero era ancora vivo e l'androide notò come egli cercasse disperatamente di respirare, steso su un'immensa pozza di sangue.

 Un violento conato di vomito la fece addirittura indietreggiare, mentre si copriva la bocca con una mano, colorata orribilmente di rosso.

< < Cosa mi sta succedendo? > > pensò, confusa come mai prima di allora.

Distolse forzatamente lo sguardo dal corpo della sua vittima e si concentrò sul paesaggio di morte e distruzione, da lei stesso creato. Con estrema sorpresa notò la figura di una persona dall'altra parte della strada in rovina.

C18 non riusciva a vederla bene. Il fumo, proveniente dagli edifici semi distrutti e incendiati, limitava fortemente la visibilità. Sembrava una donna, tra l'altro molto simile a lei, ma più di ogni altra cosa l'androide trovava sconcertante il fatto che chiunque ella fosse, stava fissando senza paura proprio lei, il flaggello di quel pianeta.

< < Non so chi tu sia > > disse con un tono gelido, avvicinandosi lentamente alla sua prossima preda < < Devi essere molto coraggiosa a restare o probabilmente solo molto stupida. Purtroppo per te sei capitata davvero in un brutto momento. Sono di pessimo umore > >.

Il fumo si diradò con la forza del vento e finalmente anche quel potente androide, autore di tante stragi, comprese cosa realmente si prova, quando si è sconvolti o spaventati. Era come guardarsi ad uno specchio.

La giovane donna bionda era assolutamente identica a lei e il suo sguardo era glaciale come il suo, anche se c'era qualcosa di più in lei.
 
Qualcosa che aveva visto in molti esseri umani, che aveva ucciso. Anche se tecnicamente uguali, gli occhi di quella donna erano vivi, a differenza dei suoi.

< < N-non può essere > > balbettò per la prima volta nella sua vita.

< < Ho commesso un grave errore oggi > >.

 Anche la voce era assolutamente identica alla sua < < Ho seriamente creduto che i nostri destini potessero essere collegati. Credevo di avere superato questa paura, evidentemente  mi sbagliavo > >.

< < Chi sei, maledetta? > > chiese l'androide C18, con rabbia e paura al tempo stesso. Non capiva cosa stesse dicendo quello scherzo della natura.
< <  Crilin aveva ragione su ogni cosa. E' molto probabile che in altre circostanze sarei potuta diventare come te, ma non potrò mai saperlo con certezza. Anche se possediamo lo stesso aspetto, noi due non abbiamo nulla da spartire e dopo oggi io non penserò mai più a te > >.

< < Hai nominato il nome del mio animale domestico > > disse l'androide, con un sorriso malvagio < < E' un tuo amichetto? Come puoi notare dietro di me, ci siamo divertiti molto insieme. Vuoi unirti a lui per caso? > >.

C18 parlò con tutta la calma e la freddezza di cui era capace, ma la rabbia selvaggia, scolpita sugli occhi glaciali di quella gemella sconosciuta, la costrinse a indietreggiare.

< < Forse ho capito > > continuò C18, ridacchiando nervosamente < < Non percepisco la tua presenza. Sei sicuramente un'altra creazione di quel folle dottore. Ma, a differenza di me e mio fratello, sei solo una copia, costruita con le mie sembianze, non ho forse indovinato? > >.

Diciotto non rispose, sforzandosi, con tutta se stessa di controllarsi. I deboli lamenti di Crilin stavano per tradirla ancora una volta. Non poteva cadere in trappola una seconda volta.

< < Sei solo un mostro senza alcuna razionalità > > replicò con freddezza la compagna di Crilin < < Hai creato solo morte e oggi hai persino torturato l'unica persona che avrebbe potuto salvarti. Avrebbe potuto regalarti una vera vita, ma tu non hai mai avuto nessuna speranza. Forse non capirai le mie parole adesso, ma lo farai molto presto. Sei condannata per l'eternità > >.

L'urlo di furore della creatura, creata dal dottor Gero, somigliava molto al ruggito di una bestia assetata di sangue. Diciotto rimase immobile e impassibile, anche quando il raggio energetico, scagliato dall'androide, la raggiunse senza ferirla.

 Il suo corpo era ancora intangibile, come si aspettava. Il colpo distrusse soltanto l'edificio alle sue spalle.

< < Come è possibile > > ringhiò pesantemente C18, ansimando per la rabbia e la paura < < Dovresti essere morta > >.

All'improvviso la stessa luce abbagliante, che aveva rapito Diciotto durante il viaggio lungo il fiume tenebroso, tornò con forza dal cielo, cadendo direttamente su di lei. Questa volta, la guerriera non si sorprese di quel fenomeno inspiegabile, anzi poteva benissimo dire di averlo atteso per troppo tempo. Non sapeva per quanto tempo era rimasta intrappolata in quella dimensione. Finalmente era riuscita a superare la prova.

Il bagliore stava diventando sempre più accecante, segno dell'imminente trasporto verso un altro luogo, così come era accaduto in precedenza.

Diciotto ebbe il tempo di guardare ancora una volta la sua controparte del futuro, la quale osservava gli eventi letteralmente sconvolta.

< < Addio per sempre > > disse Diciotto, fissandola con calma.

La luce la inghiottì completamente e dopo pochi secondi, essa si disperse nell'aria, sotto gli occhi increduli dell'androide.

Il silenzio tornò tra le rovine della città, rotto soltanto dal vento e dai deboli lamenti della sua vittima in fin di vita.

La sua schiena fu scossa da lunghi brividi freddi. Di colpo, le parole di quella donna cominciavano a tormentarla, al punto da tapparsi le orecchie con le mani.

Tornò a fissare il piccolo guerriero, che si era divertita a combattere e a torturare senza pietà. Con sua grande sorpresa, non si sentiva in grado di dargli il colpo di grazia. Non sapeva per quale motivo non riuscisse a farlo.

 Ripensò di nuovo a ciò che le aveva detto la ragazza sconosciuta di prima. 




Forse, la sua condanna era già cominciata.





FINE DEL CAPITOLO






 

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Capitolo 20
*** Il guerriero della montagna ***


CAPITOLO 19


Il guerriero della montagna.



 Il viaggio all'interno del bagliore di luce era stato troppo anche per il  corpo potenziato della bella cyborg, esattamente come era accaduto la prima volta sul fiume.

 Dopo pochi istanti, la ragazza aveva perso conoscenza, a causa di una velocità incalcolabile,  che avrebbe facilmente distrutto il corpo di un normale essere umano. Il suo corpo  veniva trasportato violentemente in un oceano vertiginoso di ombre e luci e nello stato di profonda incoscienza, in cui si trovava,  fu costretta a rivedere le torture, alle quali era stato sottoposto il Crilin del futuro. Anche se era riuscita ormai a superare quel terribile trauma, restava ugualmente orribile e indimenticabile la scena del massacro, alla quale aveva assistito.

 Una serie di atroci atti, compiuti dalla lei del futuro. La bionda si era chiesta, dopo aver affrontato quell'avventura, se ciò che aveva visto si fosse realmente verificato nel futuro.

Da tempo, lungo quel viaggio così estenuante, Diciotto aveva  ammesso con se stessa di aver potuto proseguire in quella terra di morte, grazie soprattutto alla sua energia infinita. Il generatore, impiantato all'interno del suo corpo, annullava la stanchezza, rendendo i suoi poteri pressochè illimitati. Qualsiasi avversario, con una potenza pari alla sua, non aveva alcuna speranza contro di lei, specie in un lungo combattimento.





Quando riprese i sensi, la bionda si ritrovò distesa su una superficie solida. Era stata svegliata da un'aria fredda, ancora più gelida di quella che aveva sentito nella voragine. Faticava a mettere a fuoco le immagini del luogo, dove era stata catapultata con estrema violenza, anche se lo riteneva estremamente familiare.

Provò a rialzarsi, ma un terribile malessere allo stomaco la costrinse nuovamente in ginocchio. Si aggrappò ad una sorta di balaustra, sporgendosi oltre essa, verso il vuoto. Vomitò soltanto saliva e succhi gastrici, dato che non toccava cibo da più di ventiquattro ore. Nel momento in cui lo fece, provò una sollevante sensazione di sollievo rigenerante nel suo organismo. Allo stesso tempo la sua vista tornò ad essere perfettamente normale.

Con stupore, scoprì di trovarsi nuovamente sulla rozza barca di prima, che navigava tranquillamente lungo le acque del fiume grigiastro. La fitta nebbia era completamente scomparsa, in questo modo Diciotto potè osservare il fiume scorrere in una normale zona di campagna, apparentemente priva di tratti particolari o preoccupanti.

Ancora una volta, la cyborg sentì sulla sua pelle il gelido vento di prima. La donna trovava estremamente maligna quell'aria fredda come il ghiaccio, che aggrediva il suo viso con sempre maggiore forza. Non proveniva di certo dal fiume che stava navigando. Comprese chiaramente da dove proveniva quell'ondata gelida, colpa di una potenza oscura e minacciosa.

La forza, che la grande catena montuosa emanava, era potente, al punto  che la ragazza non riuscì a trattenere dei lunghi brividi   lungo la schiena. 

 Non aveva bisogno dei suoi circuiti per capire quanto fosse pericoloso il luogo che si apprestava a raggiungere.

 La tecniche di meditazione, apprese dal suo uomo, possedevano l'incredibile potere di aiutare ad ottenere una completa percezione della realtà. Aveva sempre ammirato quella straordinaria capacità, che il suo uomo le aveva spesso dimostrato di saper sfruttare alla perfezione. Forse anche questo potere l'aveva spinto ad avvicinarsi a lei non come un semplice nemico, in occasione del loro primo e turbolento incontro.

< < Quella montagna è malvagia, oltre che pericolosa. Dovrò attraversarla, costi quel che costi > > disse a voce bassa la compagna di Crilin, con ferma determinazione.


Trascorsa un'altra mezz'ora, la piccola barca raggiunse finalmente la terra ferma. Non c'era alcuna strada da seguire all'apparenza, soltanto un terreno roccioso, che conduceva dritto verso le montagne, le quali distavano di poche miglia dalla fine del fiume.

Fu estremamente contenta di poter finalmente abbandonare la rozza imbarcazione. Dopo essersi accertata dell'assenza di eventuali percorsi stabiliti, potè proseguire con calma, stando sempre pronta a combattere al minimo segnale di pericolo.

L'inquietante notte rossastra era tornata ad essere più viva che mai, in assenza della nebbia del fiume. La guerriera era certa che l'oscurità sarebbe divenuta orribilmente più nitida, una volta entrata fra i minacciosi monti, che ormai stava quasi per raggiungere.

Senza affrettare il passo, Diciotto raggiunse le radici della montagna. Raramente ella si stupiva dinnanzi ad un qualche spettacolo naturale.

 Tuttavia, suo malgrado, quelle montagne la portarono a  provare una sorta di timore, che non riusciva a spiegare.

Si trattava di una catena di alti monti, al punto che la stessa Diciotto ebbe qualche difficoltà ad individuare le vette aguzze di essi. Maestose e ripide pareti rocciose li collegavano fra di loro, andando a formare una specie di muraglia naturale.

 In un primo momento, la compagna di Crilin pensò di dover scalare una parte della montagna, ma in seguito si accorse di un piccolo valico, che divideva due parti uno dei monti principali, segnando una probabile via d'entrata.

Diciotto attese alcuni minuti prima di entrarvi. La ferita sulla fronte, causata dal guardiano di pietra, aveva ripreso a sanguinare copiosamente  e  la donna non intendeva correre il rischio di perdere le forze in un eventuale futuro scontro. Usò la fascia del suo uomo per fermare l'emorragia. Fin dalla prima prova nella foresta, l'aveva tenuta saldamente legata alla vita. Non era certo il tipo di persona, che si abbandonava a certe debolezze, ma agire e combattere con quell'indumento addosso le aveva dato molto coraggio e tanta determinazione. L'aveva aiutata in quel cammino solitario e ogni volta che la toccava si sentiva incredibilmente vicina alla persona che era diventata, ferma e sicura nella propria libera scelta di vivere a fianco dell'unico uomo, che era riuscito a riscaldare il suo cuore.

 Anche per questo, qualche tempo prima, la cyborg aveva bruciato qualsiasi cosa la legasse all'esercito del Red Ribbon e al folle scenziato, che aveva quasi distrutto la sua umanità.

Dopo aver bloccato l'uscita del sangue con la fascia, Diciotto se la legò saldamente attorno alla fronte. Sentiva  il profumo inconfondibile di Crilin in quell'indumento. Non sopportava più quella situazione. Il desiderio di tornare da lui non era mai stato tanto forte.

 Osservò attentamente lo stretto valico e non fu in grado di stabilire quanto esso fosse lungo. Non avrebbe avuto facilità di movimento in quell'antro e il rischio di essere attaccata proprio durante quel tragitto era assai elevato. Ancora una volta non ebbe altra scelta che sottostare alle regole di quel mondo.

Il passaggio era così stretto, che Diciotto fu costretta a camminare lateralmente, rendendo la traversatata ancora più lenta e soprattutto pericolosa. Il suo corpo, quasi schiacciato fra le pareti rocciose, era esposto ad ogni genere di attacco. Provò  ad aumentare l'andatura, ma si rivelò inutile nelle sue condizioni. Guardando verso l'alto, potè chiaramente notare i minacciosi nuvoloni, che si spostavano impetuosi fra le vette delle montagne.

La difficile camminata durò quasi un'ora. Trovava miracoloso il fatto di aver mantenuto la calma, resistendo all'impulso di crearsi una strada da sola con il suo potere. Quando raggiunse la fine di quel cunicolo, emise un forte sospiro di sollievo, anche per il fatto di non aver dovuto combattere lì dentro. Raggiunse un tratto decisamente più largo, sempre circondato da numerosi e maestosi monti.

Il percorso naturale fra le rocce fu facile seguire. Si trattava di un passo, che condusse la ragazza sempre più all'interno di quella catena montuosa.

 Studiò attentamente la zona e con estremo orrore si costrinse ad ammettere la forte somiglianza con il luogo, dove era stata reclusa per tanti anni e poi trasformata. Il laboratorio del dottor Gero era situato proprio in una zona montuosa, simile a quella che stava percorrendo. Diciotto si chiese se tale somiglianza fosse davvero una coincidenza. 

La  Terra dell'Eterna Notte l'aveva abituata a non avere nessuna certezza sugli eventi.

Continuò ad addentrarsi, ignorando i brividi di freddo, che spesso non riusciva ad impedire.

 Normalmente era fortemente protetta dal freddo e solo temperature eccessivamente rigide erano in grado di sorpassare le difese del suo organismo potenziato. Probabilmente quel freddo era intollerabile per un  normale essere umano.

In realtà era certa del fatto che i brividi lungo la schiena non derivassero soltanto  dal clima glaciale di quel luogo. Da diverso tempo la donna era tormentata da una strana sensazione di pericolo.

 Addentrandosi sempre di più fra quelle montagne, questa percezione divenne sempre più alta, fino a quando Diciotto raggiunse la piena consapevolezza di non essere sola in quel luogo desolato. Nè con i circuiti, nè con la meditazione riusciva a percepire la benchè minima presenza di un nemico, ma ugualmente si sentiva in pericolo, minacciata da qualcuno o qualcosa di oscuro e tremendamente forte.

La via era costantemente illuminata dalla luce rossastra di quel cielo, che non mutava mai il proprio colore. La strada di montagna condusse la cyborg nei pressi di una zona ancora più rocciosa e selvaggia di prima. Il passo, che fino a quel momento aveva seguito facilmente, scomparve fra le imponenti rocce, al punto che la ragazza fu costretta a fermarsi, per individuare la giusta via da seguire.

Osservando attentamente la zona, Diciotto notò soltanto una piccola svolta, situata ai piedi di una delle tante imponenti montagne.  Per alcuni istanti fissò il nuovo passaggio con la sua solita espressione impassibile. Dopo essersi spostata una ciocca di capelli dietro un orecchio, in un gesto di pura abitudine, si inserì coraggiosamente nella strettoia, superandola senza esitazioni.

Di nuovo, la svolta la condusse verso uno spazio molto aperto, circondanto dalle montagne. La strada naturale era piena di rocce di varie dimensioni. Diciotto comprese di trovarsi ormai nel cuore della catena montuosa e per la prima volta iniziò ad avere dei seri dubbi che quella fosse realmente l'ultima tappa del viaggio.

 Non avendo più un vero e proprio sentiero da seguire, la bionda decise di puntare verso il monte decisamente più imponente, sperando di trovare una via d'uscita da quel labirinto.

Nella successiva ora di cammino, la compagna di Crilin percorse lentamente il percorso pietroso, fino a quando giunse nei pressi di una ripida rupe, una delle tante muraglie naturali, adiacenti alle montagne. La strada si bloccava in essa e questa volta, pur cercandolo attentamente, Diciotto non vide nessun passaggio nella parete rocciosa.

 Le era sempre preclusa la possibilità di volare, perciò si ritrovò costretta a scalare quella parte di montagna a mani nude.

Con le sue enormi potenzialità non ebbe alcuna difficoltà a farlo. In pochi minuti, senza alcuna fatica, raggiunse la parte più alta di quella parete, situata alle radici dei monti principali. A causa di ciò, la donna potè vedere solo il proseguimento del percorso tra le rocce, che sembrava condurre verso quella che sembrava la montagna più imponente di tutte. Da essa proveniva quella sensazione di pericolo, che Diciotto aveva percepito già da molto lontano.

 Facendosi coraggio, la guerriera si stava per preparare alla discesa, quando i suoi occhi si posarono casualmente sul terreno sottostante, dove intendeva atterrare. La figura di un essere minaccioso stava immobile sopra uno dei grossi macigni, posti sulla strada rocciosa.

 Diciotto era assolutamente sicura di essere stata, almeno fino a qualche momento prima, l'unico essere vivente, presente in quella landa desolata.

 Chiunque fosse, era comparso dal nulla, eludendo persino il radar dei suoi circuiti e ovviamente anche la sua nuova  capacità di individuare gli avversari con la sola forza della mente e della meditazione, dove era ancora fortemente indietro.

Gli occhi cerulei della donna non mostravano, come di consueto, alcuna emozione. Con un solo balzo, scese dalla parete rocciosa, atterrando su una grossa pietra, dalla quale ebbe la possibilità di osservare meglio la figura dell'essere comparso dal nulla. Apparentemente si trattava di un uomo, di media statura e  dotato di una  muscolatura vistosa, soprattutto nella parte superiore del corpo. Indossava uno strano vestito argentato, probabilmente tipico di un'altra epoca o di una popolazione aliena.

 La ragazza capì subito di non avere di fronte un essere umano.

Osservandolo meglio, Diciotto vide che il colore della sua pelle era rosso sangue o almeno questo  lo potè supporre solamente guardandolo in viso, che era l'unica parte del corpo non coperta da quegli strani abiti. Anche le mani erano coperte da neri guanti di pelle.

Tuttavia, ciò che sconvolse maggiormente la cyborg non fu tanto il suo aspetto fisico, almeno non quanto lo sguardo, carico di un odio terribile, riflesso distintamente sugli orribili occhi gialli di quell'essere, impossibile da qualificare come specie o età.

 Diciotto non aveva mai provato una simile sensazione di paura e impotenza, nemmeno davanti a Cell. Quando il mostro verde le dava la caccia, aveva sicuramente provato un terrore sconvolgente, mai provato prima. Ciò nonostante, ella riuscì ugualmente a dominare le sue emozioni nel disperato tentativo di fuggire. Era cosciente di ciò che doveva fare per salvarsi.

 Ora l'obiettivo non era semplicemente la salvezza, era qualcosa di molto più importante, tanto da valere la sua stessa vita. Di fronte a quello sguardo, la bionda sentiva dentro di se un terrore nuovo, maggiore di quello che aveva provato in passato. I suoi circuiti segnalavano una potenza alta in quell'individuo, ma non tanto da doverla terrorizzare in quel modo. Secondo i suoi calcoli, l'avversario non possedeva una forza nemmeno superiore a quella di un Super Sayan e in passato aveva già ampiamente dimostrato quanto ella fosse avanti rispetto a quella trasformazione. 

Tuttavia, grazie alle sue nuove tecniche di concentrazione, la compagna di Crilin comprese la pericolosità di quell'individuo, una minaccia che  gli statici calcoli dei suoi dispositivi non erano in grado di percepire. C'era molto altro da scoprire in lui, di questo ne era certa. Qualcosa che avrebbe messo a dura prova la sua missione e la sua vita.

Diciotto ebbe persino l'impulso di fuggire, ma lo dominò subito, mostrando i suoi denti perfetti, in un ringhio rumoroso. In passato l'aveva fatto, perchè era sola, non aveva nulla da perdere e per questo fino alla fine era riuscita a mantenere saldi i propri nervi. Era fuggita da Cell, ma aveva anche cercato di aiutare disperatamente il suo compagno C16.

< < Quella volta scappai, perchè non avevo altra scelta, ma adesso preferirei morire piuttosto che fuggire > >.

Si disse queste parole con convinzione, sfiorando con le dita la fascia legata alla fronte. Di colpo il suo coraggio tornò e divenne forte come non mai.

 Diede un'altra stretta alla cintura blu, appartenente all'uomo che amava. Era pronta ad un altro terribile combattimento.

< < Devo trovare il modo di sconfiggerlo > > pensò la donna, mettendosi in posizione.

< < Sei la donna-cyborg chiamata Lazuli? > >

L'essere parlò con un tono di voce alto e feroce.

 Diciotto non potè che rabbrividire, dopo aver ascoltato il suono della sua voce.

< < Esatto > > rispose lei, cercando di mostrarsi il più sicura di se < < E tu devi essere il tizio che adesso si farà da parte > >.

< < Intendi proseguire per questa strada, donna-cyborg? > > chiese ancora l'individuo, in modo quasi metallico.

< < Lasciami passare > > sibilò la bionda, con rabbia.

< < Lo scontro sarà inevitabile > > pensò la guerriera. I suoi poteri erano pronti a scatenarsi.

< < Rispondi alla domanda, donna > > disse la creatura, tenendo i suoi orribili occhi gialli fissi su quelli cerulei della guerriera.

< < Ti risponderò a modo mio > > urlò Diciotto, per poi lanciarsi subito all'attacco.

Con un incredibile slancio, la guerriera preparò il suo pugno più potente, mirando la mascella dell'alieno. La risposta di quest'ultimo fu devastante. Egli reagì con una tranquillità sconvolgente, difendendo e attaccando allo stesso tempo. Con una mano bloccò il pugno della donna, mentre con il gomito dell'altro braccio colpì duramente il mento della nemica.

Il colpo spedì Diciotto verso l'alto. Immediatamente la sua bocca si riempì di sangue. Con la vista offuscata, la cyborg continuò a volare forzatamente verso l'alto. Del tutto inutili furono i suoi tentativi di fermarsi e rimettersi in posizione.
Non si accorse del fatto che il suo nemico l'aveva seguita con una rapidità straordinaria. Quando la raggiunse, il guerriero aggredì questa volta lo stomaco della ragazza con un terribile calcio di piatto.

Diciotto urlò a  causa di un dolore troppo intenso, mai conosciuto nel corso di un combattimento.

 L'estrema potenza dell'attacco le fece comprendere definitivamente quanto fosse pericolosa la situazione.

Venne scagliata contro il fianco della montagna. Gli echi delle sue urla risuonarono distintamente nella vallata, fino a quando ella affrontò il terribile impatto contro la dura roccia del monte. Intontita e dolorante, Diciotto rimase diversi minuti incastrata in una rientranza, creata da quella terrificante violenza, tra macigni e detriti di ogni dimensione.

Con estrema fatica, la bella cyborg si rimise in piedi, liberandosi dei molti massi che le erano franati sopra. Raramente aveva iniziato uno scontro così a mal partito. La paura e il coraggio si mischiavano pericolosamente in lei in quei momenti drammatici.

 Il guerriero era tornato nella sua posizione iniziale sopra una delle grosse pietre presenti lungo il sentiero di rocce. Con le braccia lungo ai fianchi e i pugni stretti, non compiva nessun movimento, ma il suo sguardo era sempre fisso sulla bionda sopra di lui.

Come prima, gli inquietanti occhi gialli del demone rosso non mostravano indifferenza, ma solo un odio profondo e crescente. In qualche modo la ragazza sentiva di essere proprio lei  la causa, che alimentava sempre di più la furia selvaggia e silenziosa del suo avversario.

< < Hai scelto di proseguire, donna-cyborg > > affermò il demone, senza muoversi < < Per questo io adesso sono libero di ucciderti e lo farò come meglio mi aggrada > >.

Per la prima volta l'essere deformò la sua bocca, formando un sorriso orribile, simile a quello di un mostro, spinto soltanto da istinti primordiali e sanguinari. Era come se  avesse finalmente trovato la libertà di  fare ciò che desiderava di più.
 Uccidere era l'unico desiderio di quella creatura.

 Diciotto lo percepiva chiaramente, osservando i suoi occhi mostruosi. 

Non perdendosi d'animo, la bionda balzò dalla rientranza con grazia. Anche senza il volo, era comunque in grado di provare un attacco dall'alto e così fece unendo entrambe le mani. In pochi secondi scaricò contro l'essere rossastro milioni di piccoli e letali raggi energetici lucenti. Urlando per lo sforzo e la concentrazione, i mortali ki-blast raggiunsero il bersaglio designato, creando un immenso nuvolone di fumo, che invase tutta la piazza naturale di rocce, dove si stava svolgendo il cruento scontro. Nonostante non potesse vedere i risultati della sua azione audace, la compagna di Crilin continuò il suo attacco, aumentando fino al massimo la portata dei suoi colpi.

I raggi energetici vennero sparati contro l'avversario per tutta la durata della discesa verso terra, che la cyborg affrontò con elegante lentezza, anche per poter sparare più colpi possibili.

Alla fine, Diciotto sperava ardentemente di essere riuscita a ferire il nemico o almeno a costringerlo a sprecare energie. Era questa l'unica tattica, che avrebbe potuto darle qualche speranza. Contro un avversario più potente, il generatore di energia infinita diventava per lei l'arma più importante.

< < Non ho altra scelta > > considerò la bionda silenziosamente < < Devo assolutamente cercare di prolungare il combattimento il più possibile > >.



Dopo diversi minuti, il fumo si diradò completamente con la forza del vento, mostrando finalmente i risultati del suo attacco micidiale. Gli cerulei della donna si splancarono per la sorpresa.

 Il demone rosso stava sollevato a mezz'aria, assolutamente illeso. Il grosso macigno, sopra il quale si trovava in precedenza, non esisteva più. Il suo corpo era circondato da una specie di barriera rotonda, molto simile a quella spesso utilizzata dal cyborg C17.

Il sorriso della creatura si fece ancora più inquietante e animalesco, mostrando denti aguzzi come zanne < < Mi divertirò con te, donna-cyborg > >.

< < FATTI SOTTO, MALEDETTO MOSTRO > > urlò la bionda, pronta a riprendere il combattimento. I suoi bruciavano terribilmente, a causa del sudore e del sangue.

Questa volta fu il demone ad attaccare per primo.

 Si fece avanti volando, non cancellando nemmeno per un istante l'orribile ghigno dal suo volto. Invece di attendere, Diciotto scelse di attaccare a sua volta, dandosi lo slancio verso il suo nemico. Gli avambracci dei due antagonisti si scontrarono con una potenza micidiale in frastuono assordante, tale da  aprire facilmente la terra sotto di loro. 

Dopo nemmeno un secondo dal potentissimo scontro di braccia, iniziò un cruento duello corpo a corpo, nel quale la guerriera si impegnò con tutti i suoi poteri di androide. Ogni pugno come ogni calcio lo tirava al solo scopo di uccidere l'avversario.

Quest'ultimo parava e colpiva e per diverso tempo nessuno dei due sembrò prevalere. Con velocità si scambiavano colpi violenti e anche se la bionda non riuscì quasi mai ad eludere la guardia del suo nemico, ella fu comunque in grado di tenergli testa, proseguendo istancabile quello scambio ravvicinato di forza bruta. La ragazza non aveva alcuna intenzione di mollare, perciò proseguì la lotta urlando come una furia, dimenticando la sua abitudine a combattere silenziosamente.

Utilizzando entrambe le braccia, Diciotto parò un tremendo calcio, che avrebbe potuto benissimo spezzarle il collo. Quella parata si rivelò estremamente difficile, al punto da costringere la donna ad indietreggiare. 

Il demone non le dava alcuna tregua e provò a sorprenderla con un colpo di taglio, utilizzando il braccio destro. Dimostrando una grande prontezza di riflessi, Diciotto si abbassò evitando il pericolo, per poi passare nell'istante successivo al contrattacco. 

Proprio mentre si chinava, la bionda caricò nel palmo della mano destra una terribile ondata di energia, che nell'istante successivo riversò interamente sullo sterno del guerriero, sfruttando un'apertura nella sua guardia. L'intenzione era quella di creare un ampio buco sul suo stomaco, ma il risultato fu molto diverso. L'azione di Diciotto ebbe successo solo parzialmente, dato che la forza prodotta dalla sua mano ebbe il solo effetto di scagliare lontano il demone rosso. Il corpo di quest'ultimo, lanciato a tutta velocità dalla potenza della cyborg, distrusse diversi grossi macigni, prima di schiantarsi violentemente contro la radice di una delle montagne madri.

Diciotto respirava profondamente, come Crilin le aveva insegnato. In questo modo era sempre in grado di mantenere il controllo sulle emozioni.

 Ovviamente non sentiva minimamente nè stanchezza nè fatica. 

Tuttavia, anche se estremamente serena e pronta a ricominciare, non era per niente soddisfatta dell'andamento dello scontro. Lo aveva attaccato con la massima potenza e non era nemmeno riuscita a ferirlo leggermente.

< < Non conosco ancora la sua vera forza e probrabilmente la scoprirò solo quando riuscirà a sorprendermi > >.

Le  riflessioni della cyborg vennero bruscamente interrotte da una nera sfera d'energia di colore nerastro. La guerriera si scansò all'ultimo secondo. In questo modo la mortale concentrazione di forza distruttiva  proseguì la sua corsa verso il monte, situato alle spalle della bionda. L'esplosione fu devastante.

L'intera montagna coinvolta venne letteralmente spazzata via, generando il caos in tutta la vallata.

 L'onda d'urto investì in pieno la cyborg, che rimase impotente e in balia di quella forza, facendola schiantare brutalmente contro altre rocce.

 Rimase stesa sul terreno roccioso per alcuni secondi, mentre tornava il silenzio nel luogo dello scontro.

Gemendo a causa del dolore, si rialzò senza apparente fatica, ma le ferite subite cominciavano ad essere troppe anche per lei. Non era per niente sicura che in quelle condizioni sarebbe riuscita ancora a prolungare il combattimento.

Diciotto ebbe soltanto il tempo di girare lo sguardo verso il punto, dove poco prima aveva intravisto il suo nemico. Il pugno, che centrò in pieno la mascella della bionda, fu terrificante. Gli effetti furono devastanti.

 Dopo averlo incassato ella perse momentaneamente la vista. Il destro poderoso l'aveva scagliata ancora verso le rocce delle montagne, ma questa volta, facendo appello a tutte le sue forze, Diciotto miracolosamente riuscì ad evitare di schiantarsi. Con mani e piedi frenò il tremendo volo, prima del terribile impatto. Le sue dita, insieme alla punta di entrambi i piedi, artigliarono il terreno roccioso, creando mostruose crepe, con il risultato di arrestare il suo volo verso le rocce.

Tuttavia il suo avversario era fermamente deciso a non darle alcuna tregua. Silenziosamente il demone rosso era partito di nuovo per un altro micidiale corpo a corpo e questa volta per Diciotto fu impossibile tenergli testa. Oltre che in forza, quell'essere dimostrava di essere superiore anche in velocità.

< < Maledetto > > esclamò piano la donna, quando un tremendo pugno allo stomaco la costrinse in ginocchio.

Cercò disperatamente di alzarsi, ma non ne ebbe il tempo. Il nemico la afferrò bruscamente per i capelli biondi, sollevandola da terra.  Il pugno libero del mostro colpì ripetutamente il bellissimo viso della ragazza, la quale tentava disperatamente di rompere la sua tremenda presa, con calci pugni e persino con potenti raggi d'energia. Ogni tentativo si rivelò inutile. Il mostro sembrava invulnerabile.

 Urlò a pieni polmoni, non solo per la rabbia e la frustrazione, ma soprattutto per il terribile dolore causato dalla forza di quel mostro.

< < Non è un avversario alla mia portata > > concluse in silenzio la cyborg, mentre le sue braccia si abbandonarono impotenti ai fianchi.

Le ferite sul volto della bionda ormai non si contavano più. Ancora una volta un poderoso calcio sullo stomaco la scaraventò contro una montagna. L'impatto fu tanto violento e doloroso da paralizzare il suo corpo per alcuni minuti.

 Ormai si trovava nella più assoluta impotenza.

Di nuovo Diciotto, si trovò  supina su quel terreno roccioso. Alcune lacrime iniziarono lentamente a scendere, bagnando le guance sporche del suo stesso sangue.

< < Perdonami Crilin > > sussurrò piano, non riuscendo a smettere di piangere.

Nella sua mente offuscata vide il suo uomo, immerso nel loro letto in un sonno senza risveglio. 

Urlò al cielo, liberando ogni energia dal suo corpo, tanto da far tremare terra e montagne.

Diciotto balzò in piedi, ignorando il terribile dolore. Creò subito due Kienzan alla massima potenza, che scagliò rabbiosamente contro il demone, il quale rimaneva calmo e spavaldo, non cancellando mai l'orribile ghigno dalla sua bocca mostruosa.

 Con un salto acrobatico, il guerriero  evitò contemporanemente entrambi i dischi rotanti e nell'istante successivo atterrò di nuovo la guerriera con una  gomitata a piena potenza. Il setto nasale della donna venne spaccato con facilità.

Mentre indietreggiava, Diciotto provò a richiamare i Kienzan, per tentare di colpirlo alle spalle. Il nemico se ne accorse subito. Senza nemmeno voltarsi, sparò un ki-blast nero, disintegrando i due dischi rotanti.

La compagna di Crilin era ancora in piedi. Non vedeva alcuna speranza, ma  la fuga non rappresentava più una scelta possibile per lei. 

Estremamente felice delle resistenza della donna, il mostro puntò verso di lei un dito guantato. I raggi energetici che sparò contro l'avversaria ricordavano molto la terribile tecnica di Freezer. 

Tutti centrarono il bersaglio.

Uno trapassò la spalla destra della donna, un altro la coscia sinistra. Il terzo, invece, avrebbe dovuto bucarle fatalmente il torace, ma all'ultimo secondo Diciotto era riuscita a scansarsi, procurandosi soltanto un'altra brutta lacerazione al braccio sinistro. 

I vestiti della cyborg, strappati in più punti, erano fradici per il sangue, che continuava pericolosamente a perdere dalle numerose ferite, alcune tremendamente profonde. Diciotto provò ancora a richiamare i suoi poteri, ma questa volta il tentativo fallì miseramente.

 Comprese di aver raggiunto il limite. Le gambe tremarono, prima di cedere e di nuovo la bionda cadde in ginocchio davanti al terribile avversario, che sembrava ormai essere il vincitore di quella battaglia così impari.

Diciotto era  pronta ad accettare il suo destino, ma il suo cuore sanguinava per quell'imminente fine.

Avrebbe tanto voluto trascorrere una lunga vita a fianco dell'uomo che amava. La sua vera vita era iniziata dopo il Cell Game e appena  dopo due anni essa stava già  per concludersi.

< < Crilin > > sussurrò debolmente la cyborg < < Ti amo > >.

 Il demone rosso si stava avvicinando lentamente, godendo delle sofferenze di un nemico già sconfitto.

In passato Diciotto era stata tanto arrogante da pensare di essere invincibile. La sconfitta era assolutamente impossibile per lei. Nessuno poteva competere con la sua forza. Quando si accorse di aver commesso un immenso errore di valutazione, inconsapevolmente fece un secondo errore ancora più grande, del quale si accorse molto tempo più tardi. Era stata costretta ad accettare la verità. 

Nell'universo esistevano esseri molto più potenti di lei, per questo la sconfitta e persino la morte diventarono reali anche nel suo destino.

Tuttavia, la cyborg era seriamente convinta di poter affrontare qualsiasi sorte con indifferenza, mostrando la sua ferrea volontà di non piegarsi a nulla e a nessuno. Non si sarebbe mai abbandonata alla paura.

Fu proprio questo il suo secondo grande errore.
 
Mentre il demone rosso si avvicinava per finirla, il bellissimo volto della donna era il ritratto del dolore e della tristezza. Le lacrime continuavano a scendere, portando il vincitore dello scontro ad estendere il proprio inquietante sorriso.

A Diciotto non importava nulla di mostrarsi debole di fronte al suo carnefice. Non aveva paura di morire o tanto meno di essere torturata. I suoi pensieri erano interamente dedicati all'uomo, che voleva disperatamente salvare. Il non essere riuscita in quell'intento era sufficiente a ferirla più di qualsiasi attacco fisico.

 La consapevolezza di non poter rivedere il suo volto, i suoi sorrisi, di non poter udire di nuovo la sua voce dolce e allegra.

 Tutto questo  stava inesorabilmente distruggendo il suo animo.

In quelle condizioni disperate Diciotto attendeva il  colpo di grazia.

< < I miei complimenti, donna-cyborg > > sibilò il vincitore, estasiato nell'ammirare le sofferenze della sua vittima  < < Ti sei battuta bene, facendomi anche divertire, come non accadeva da molto tempo. Tuttavia fra di noi esiste un divario, che per te è impossibile colmare. Potrò ucciderti come molti altri prima di te > >.

< < Va all'inferno > > rispose Diciotto, cercando di combattere il dolore per quanto possibile. Nelle sue condizioni non poteva che rimanere in ginocchio.

Slegò la fascia sulla fronte, stringendola fra le mani. Un calore inaspettato alleviò le sue sofferenze interiori. Si era battuta per lui e ora sarebbe morta per lui, per l'uomo che amava.

 Il suo animo tornò tranquillo e sereno. 

Un giorno l'avrebbe rivisto, non importava in quale mondo. Nessuno le avrebbe impedito di stare con lui.

Il demone rosso aprì il palmo della mano guantata a pochi centimetri dal viso della ragazza, ormai serena e pronta ad affrontare il suo destino.

< < Un tempo, arrivato a questo punto, mi limitavo a prendere ciò che mi spetta di diritto > > disse il guerriero, mentre una piccola luce nerastra iniziava a formarsi tra le sue dita < < La vita dei miei avversari è la sola cosa che mi interessa. Non ho mai combattuto per gloria o per il potere. Io uccido e adoro farlo. E' come una droga per me, non ne posso fare a meno. Ecco perchè odio questo schifoso posto. Non credere di essere l'unica a doversi piegare alle regole del padrone di questo buco dimenticato > >.

< < Di cosa stai parlando, mostro? > > chiese la bionda rabbiosamente.

< < Oh non credo possa interrassarti > > rispose il vincitore, ghignando malignamente < < Per te adesso è importante ben altro e sono proprio io colui che dovrà illustrarti con esattezza la situazione in cui ti trovi > >.

Diciotto fissava il demone rosso con rabbia e confusione, aspettando impotente l'evolversi degli eventi.

< < Ti trovi nei pressi di ciò che può essere definito un bivio, cara Lazuli > > .

< < Che cosa vuoi dire? > >.

 La voce della donna tremava a causa del dolore.

< < E' molto semplice. Per essere riuscita ad arrivare fin qui, il maestro di questa terra senza luce ti offre la possibilità di scegliere. Ben pochi guerrieri sono arrivati a battersi contro di me, perciò nulla può mettere in dubbio il tuo coraggio e la tua forza combattiva, anche se di molto inferiore alla mia > >.

< < Che cosa dovrei scegliere. Io voglio soltanto una cosa da voi > > replicò tremante la bionda. 

Stava ancora tentando invano di rimettersi in piedi.

< < Questo è chiaro, bellezza > > disse il demone, mostrando i denti aguzzi con il suo orribile ghigno < < Tu, come tutti, desideri la Pozione della Rinascita, ma nella situazione in cui ti trovi hai ben scarse possibilità di raggiungere il tuo intento. Per te esistono solo due scelte. Spetterà solo a te decidere quale cammino intraprendere > >.

< < E quali sarebbero? > >.

Il sorriso del mostro si spense. La sua espressione divenne ancora più inquietante. Sembrava eccitato, speranzoso per un qualcosa che solo lui intravedeva. I suoi disgustosi occhi gialli trasmettevano una follia omicida, tale da far rabbrividire visibilmente la coraggiosa e orgogliosa donna.

< < La prima alternativa è quella che di gran lungo preferisco. Puoi decidere semplicemente di proseguire la tua crociata, ovviamente provando nuovamente a superarmi. In questo modo la tua fine non sarà certo veloce, te lo garantisco > >.

< < Maledetto vigliacco > > ringhiò la bionda.

< < Oppure, come un misero verme, puoi decidere di chiuderla qui. Basta che tu ti arrenda a me  e in pochi istanti ti ritroverai nuovamente nel  tuo bel mondo. Ma ricordati che con questa opzione perderai per sempre la possibilità di ottenere la pozione per i tuoi scopi > >.

< < Salvezza e disonore oppure morte e onore. In entrambi i casi tu non potrai mai portare a termine la tua missione. A te la scelta, donna-cyborg > > concluse il mostro, con una risata colma di malvagità.


Diciotto non immaginava che un giorno si sarebbe trovata in una situazione simile. Un tempo credeva fortemente di essere invulnerabile.

 Aveva accettato di non poter più provare nulla, tranne odio e rabbia. Era arrivata anche al punto di credere di poter vivere senza l'aiuto di nessuno. 

< < Quanto sono stata sciocca > > pensò la ragazza, mentre il demone rosso attendeva immobile la sua risposta finale.

Di una cosa era certa. Lei non aveva mai avuto paura della morte, almeno prima di conoscere Crilin. Provava un irrefrenabile desiderio di vivere, ma senza l'uomo che amava la sua non sarebbe stata di certo vita. Senza di lui, Diciotto vedeva soltanto vuoto e solitudine nel proprio futuro.

Tuttavia, Diciotto incredibilmente si ritrovò tentata di accettare l'offerta della salvezza. In questo modo avrebbe potuto finalmente tornare da Crilin e forse sarebbe stata in grado di trovare un altro modo per guarirlo. Comprese immediatamente di aver formulato un pensiero del genere per il solo e semplice fatto di essere ormai sopraffatta dal desiderio di stare con lui, di rivedere quel piccolo uomo, che tanto amava.

Spalancò gli occhi non appena si rese conto della pazzia, che stava quasi per compiere. Anche se la situazione era disperata, davanti a lei c'era un rimedio certo, con il quale avrebbe potuto salvare il suo uomo.

< < Dovrei odiare me stessa, anche solo per aver considerato la possibilità di scappare > > pensò, al culmine della collera.

< < Attendo una risposta, androide > > disse freddamente il demone, in piedi di fronte a lei.

Dopo aver udito quelle parole, l'animo della donna esplose di rabbia. Ora era veramente pronta, avrebbe trovato quella maledetta pozione o sarebbe morta nel tentativo.

 Non c'erano altre vie. Non per lei almeno.

Il dolore era insopportabile, frutto delle terribili prove affrontate, ma Diciotto lottò con tutte le sue forze. Alla fine vinse le sofferenze del suo corpo e si rialzò in piedi. Anche se con le gambe tremanti, ella restava dritta di fronte al suo aguzzino.

Fissava il suo nemico con un'espressione di assoluta freddezza e determinazione. Il suo volto fiero ed estremamente bello non manifestava alcuna esitazione.

 Lo stesso guerriero, vincitore del terribile scontro, ne rimase colpito.

< < Io non sono un androide, mostro > > parlò con voce ferma, ma piena di una passione, sconosciuta al demone rosso, abituato soltanto all'odio e al terrore < < Sono una donna libera. Sono venuta in questo posto  per salvare la persona che amo e solo la morte potrà impedirmi di proseguire. Perciò te lo ripeterò di nuovo. Fatti da parte, mostro > >.

< < La morte > > ripetè lui, apparentemente incantato. Improvvisamente lo sguardo del guerriero rosso si perse nel vuoto.

Diciotto non fece caso a nulla. Assunse una posizione di combattimento e si preparò all'ultimo disperato duello. Sapeva di non avere speranze, ma era decisa a spendere tutto quanto era in suo potere fino alla fine.

Sulle mani della bionda si stavano già per formare due mortali dischi rotanti di energia, quando accadde l'incredibile. Il corpo del demone rosso sembrava pietrificato, con le braccia distese sui fianchi. Appariva come un fantoccio, privo di vita. 

 In pochi istanti, sotto gli occhi spalancati della cyborg, la sagoma del terribile guerriero si dissolse nell'aria, non lasciando alcuna traccia della sua presenza nella valle semi distrutta dal combattimento.

< < Dove diavolo è finito? > > si chiese ad alta voce, senza abbassare la guardia.

 Si concentrò inutilmente al massimo per individuarlo. Non essendo ancora così allenata nella percezione spirituale, sfruttò soprattutto i suoi circuiti, ma ugualmente non riuscì ad individuare alcuna presenza in tutta la catena montuosa.

 Era tornata nella più assoluta solitudine, ne era certa.

Una tremenda fitta sconvolse tutto il suo corpo, costringendola a terra. Forse era stato un errore, ma quando il demone era scomparso, Diciotto aveva  allentato molta della tensione, che aveva accumulato, dopo essere stata tanto vicina alla morte e dopo aver rischiato di perdere per sempre la possibilità di salvare Crilin.  Ora si sentiva ancora più spossata di prima.

< < Non so cosa sia successo > > pensò lei, mentre cercava di riprendere fiato < < Ma devo assolutamente andare avanti, prima che quel mostro ritorni. In queste condizioni non sarò più in grado di battermi per molto tempo > >.

 Provò a camminare, ma le ferite erano troppo gravi. Poteva essere immune alla stanchezza e alla fatica, ma non certamente al dolore e alle ferite del suo corpo.

Senza rendersene conto, si abbandonò del tutto sul terreno roccioso. Le modifiche, all'interno del suo corpo, non riuscivano a contenere l'enorme sofferenza scaturita dagli attacchi incassati.

 Un bruciore, mai conosciuto prima, si fece sempre più forte, mentre il suo corpo rabbrividiva visibilmente.

Diciotto chiuse lentamente gli occhi, abbandonandosi, senza poterlo evitare, ad un sonno profondo e senza sogni.



Venne svegliata bruscamente da qualcosa di indefinito. Una forza invisibile e potente, che già aveva avuto modo di conoscere durante quel terribile viaggio, l'aveva riportata alla realtà. La vista faticava a tornare normale. Provò a mettersi seduta, ma un tremendo conato di vomito la costrinse a terra. 

< < Che cosa è successo? > > chiese ad alta voce, senza aspettarsi alcuna risposta. Con sua grande sorpresa,  essa arrivò quasi subito, fredda e inumana. 

< < E' accaduto ciò che mi aspettavo, Lazuli > >.

Diciotto conosceva bene quella voce. Questa volta riuscì finalmente ad alzarsi, probabilmente anche per la sorpresa di trovarsi nuovamente di fronte l'essere incappucciato e senza volto. Colui che le aveva fatto quella minacciosa accoglienza all'ingresso della foresta oscura.

< < Tu > > ringhiò lei, prima di sparare prontamente contro la figura un onda di energia violacea.

La bella cyborg si era del tutto dimenticata del fatto che quella creatura non possedesse un vero corpo.

< < Che cosa vuoi, maledetto? > > urlò furiosamente la bionda < < Sei venuto a presentarmi altre mostruosità? > >.

< < Le prove che hai affrontato e superato con coraggio erano necessarie, Lazuli > > disse il misterioso incappucciato, senza mostrare alcuna emozione.

< < Necessarie per impedire l'utilizzo di quella pozione. La tua maledetta tecnica ha quasi distrutto la vita del mio uomo > > esclamò Diciotto, incapace di calmarsi.

< < I pericoli di questa terra oscura sono stati sicuramente creati per difendere la Pozione della Rinascita, ma non è solo questo il motivo. Il vero scopo è un altro > > replicò con calma lo strano individuo.

< < Sono stanca dei vostri misteri > >.

< < Tuttavia, ti chiedo ugualmente di ascoltare quello che ho da dire, Lazuli. E' troppo importante > >.

Diciotto decise di rimanere in silenzio. Le ferite erano troppo gravi e ormai non sarebbe più stata in grado di affrontare le mortali prove di quella terra. Odiava ammetterlo, ma la sua sorte e anche quella di Crilin era nelle mani di quell'essere senza volto e nome.

< < Il preciso scopo delle prove della Terra dell'Eterna Notte è quello di scoprire il vero animo dell'intruso. La Pozione della Rinascita è una medicina, nata da una magia antica e potente. Può essere utilizzate per il bene, ma anche il male. Tutto dipende dalla persona che ne entra in possesso. Ecco il motivo per il quale si trova sigillata in questo posto dimenticato. Io non sono il padrone di questa terra. Sono soltanto l'ultimo custode della pozione > >.

< < Questo significa che mi hai tenuta sotto osservazione fin dall'inizio > > esclamò Diciotto.

< < Per superare le prove non hai dovuto utilizzare solo la tua forza, hai anche dovuto confrontarti con te stessa e con le tue emozioni. Durante il tuo cammino su questa terra oscura e pericolosa, sei stata costretta ad esporre le tue ragioni e i tuoi sentimenti più profondi. In questo modo io  sono stato in grado di conoscere la tua vera anima > >.

< < Io non possiedo un'energia spirituale > > replicò lei. L'intensità della sua voce era forte, come lo era anche lo sguardo scolpito sui suoi magnifici occhi cerulei, più vivi che mai.

< < Ti sbagli di gran lunga, Lazuli > > ribattè con calma l'incappucciato < < La tua energia spirituale esiste. Essa è solamente nascosta dalle parti che sono state aggiunte nel tuo corpo. A causa di questo nessuno è in grado di percepirla > >.

< < Perchè mi stai dicendo tutto questo? > > chiese la bionda, questa volta con voce molto più debole e quasi tremante. Aveva paura della risposta.

Il cuore di Diciotto iniziò a battere velocemente, al punto che faticò persino a respirare.

L'essere incappucciato rimase in silenzio per diversi secondi, alimentando la frustrazione e la paura della cyborg, la quale restava in trepidante attesa.

 La compagna di Crilin ascoltò con un terribile nodo alla gola le parole del custode. Dopo quanto aveva sofferto in quel luogo maledetto, mai si sarebbe aspettata una conclusione del genere.

Il custode parlò con estrema calma e lentezza < < Hai superato l'ultima prova, donna-cyborg  Lazuli. Con la forza della carica di guardiano di questa terra, io ti attribuisco il permesso di portare con te nel tuo mondo una fiala della Pozione della Rinascita > >.

La cyborg fissò scioccata colu,i che  stava per concederle la possibilità di salvare il suo Crilin.

 Faceva fatica a credere che tutto questo fosse vero.

Immediatamente un'indescrivibile sensazione di felicità invase tutta la sua anima.

< < La tua ricerca è finalmente giunta al termine, Lazuli > >.




FINE DEL CAPITOLO.














 

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Capitolo 21
*** La fine del viaggio ***


CAPITOLO 20

La fine del viaggio.



La stanza di Crilin era illuminata debolmente dagli ultimi raggi del sole, ormai sulla via del tramonto. Il maestro Muten sedeva tranquillamente sulla poltrona, poggiata sulla parete, a fianco del letto matrimoniale del suo amato allievo e della sua compagna.

Trovava strano trovarsi di nuovo in quella stanza. Da quando aveva avuto inizio l'incredibile storia d'amore fra Crilin e la potente cyborg, il vecchio guerriero fu catapultato in certe situazioni difficili, all'interno della sua stessa casa.

Inizialmente, la donna si limitava ad ignorarlo completamente, tranne nei momenti in cui lei lo picchiava selvaggiamente per i suoi soliti atteggiamenti perversi. In seguito, nel loro strano rapporto si aggiunse l'abitudine di conversare in un certo modo. Erano conversazioni brevi e fredde, spesso accompagnate da non troppo gentili epiteti della bionda. 

Tuttavia, l'aspetto più significativo e preoccupante dell'intera faccenda stava nel nuovo e rigoroso ordine, che la bellissima guerriera aveva stabilito sulla piccola isola, già pochi giorni dopo il suo arrivo. Quasi senza dover dire nulla, Diciotto aveva imposto al vecchio guerriero alcune regole infrangibili e quest'ultimo imparò molto presto la durezza delle reazioni della cyborg per qualsiasi infrazione. 

Fin da subito, Muten aveva perfettamente inquadrato il carattere duro e rigido di quella donna, preoccupandosi seriamente per il suo caro allievo. Successivamente, però, si accorse anch'egli dell'incredibile legame tra i due giovani.

 Mai aveva visto Crilin così felice. Fu costretto a ricredersi riguardo le intenzioni della bionda. Il maestro aveva seriamente sospettato che l'unico obiettivo della donna fosse quello di sfruttare il piccolo uomo, per poi scartarlo come merce avariata. In ben poche occasioni, durante la sua secolare vita, gli era capitato di commettere un così grossolano errore di valutazione.

 Ben presto gli apparve evidente l'amore travolgente che la potente cyborg provava per Crilin. Tante volte anche lei, nonostante  il suo immenso orgoglio, non riusciva a resistere nel manifestare ogni genere di affetto per il suo giovane allievo e i baci o gli abbracci, ai quali il maestro aveva involontariamente assistito, erano stati la causa di mortali pericoli per lui.

Primo fra tutti i comandi, c'era il divieto assoluto di entrare nella nuova camera da letto della donna, ossia in quella che quest'ultima condivideva con Crilin. La vecchia stanza del suo allievo era diventata il luogo sacro della coppia, che nessuno poteva violare, tranne in caso di emergenza. Il fatto che Crilin fosse in pericolo di vita aveva costretto la bionda ad accettare un'eccezione.

Così, dopo molti anni, il maestro Muten si ritrovò di nuovo all'interno di quella stanza, a prendersi cura di un giovane uomo, che aveva cresciuto e amato come un figlio. Anche quel pomeriggio era rimasto per ore seduto nella stessa poltrona. In passato, in quella stessa posizione aveva spesso allietato i tanti dolori dei suoi due allievi più cari, dovuti ad allenamenti troppo rigidi per dei ragazzini, soprattutto per un semplice ragazzo terrestre.

In molte occasioni il maestro Muten aveva messo pesantemente a dura prova la resistenza fisica e mentale dei giovani Goku e Crilin.

Anche se con il cuore a pezzi, l'anziano maestro era stato costretto a rispettare rigidamente le ultime indicazioni della cyborg.  Non liberò mai il collo del suo allievo dal freddo collare, creato da Bulma per impedire involontari aumenti di potenza. Nelle sue condizioni, un eccessivo aumento di energia avrebbe potuto ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo. La voglia di toglierlo era stata forte e costante. Anche se agiva per il suo bene, il dispositivo era allo stesso tempo causa di enormi sofferenze per il corpo del piccolo guerriero. Il blocco, stabilito dal collare, stringeva in una ferrea e dolorosa morsa il piccolo corpo del giovane.

Tuttavia, Muten era ragionevolmente convinto delle ragioni di Diciotto.  Egli non era in grado di affrontare le terribili crisi, che periodicamente colpivano il piccolo guerriero, facendolo urlare come un dannato. Diciotto  sembrava essere l'unica a poterlo fare. Con i suoi stessi occhi, l'anziano uomo aveva visto la bionda abbracciare con forza il corpo del guerriero, sussurrare dolci e incomprensibili parole al suo orecchio. Nella maggior parte dei casi, in breve tempo il piccolo corpo di Crilin tornava a rilassarsi, cullato tra le amorevoli braccia della bionda.

Perciò, il vecchio guerriero aveva potuto fare ben poco per il suo amato allievo. Nel corso degli ultimi anni, era rimasto spesso tormentato da una schiacciante frustrazione e impotenza. Più volte era stato costretto ad assistere alla morte di giovani guerrieri,  nel corso di guerre terribili, troppo grandi da affrontare per un semplice terrestre. 

Nonostante tutto, Crilin non aveva mai esitato e si era sempre sforzato di aiutare il prossimo fin dove possibile, anche al di sopra delle sue possibilità, difendendo un mondo, che spesso l'aveva rifiutato e disprezzato per il suo aspetto fisico.

 La terribile invasione dei Saiyan, il viaggio su Namek e la guerra degli androidi. Tutte esperienze che lasciarono un segno indelebile sul suo giovane allievo.

< < Non tutte in modo negativo però, mio caro ragazzo > > disse a bassa voce il maestro, sorridendo leggermente.




La porta della stanza si aprì lentamente, interrompendo il costante flusso di pensieri del combattente. Un atletico uomo sulla trentina, con lunghi capelli neri e una vistosa cicatrice su una guancia fece il suo ingresso nella stanza poco illuminata, avvicinandosi a piccoli passi al letto occupato, sforzandosi di non fare troppo rumore.

< < Ci sono novità, maestro? > > chiese Yamcha, parlando a bassa voce.

< < Non è necessario parlare a bassa voce, Yamcha > > replicò Muten, con tono calmo, senza, però, nascondere la propria preoccupazione < < Crilin non può sentirci e purtroppo non c'è nessun cambiamento, nè positivo nè negativo > >.

< < Maledetto C17 > > ringhiò il terrestre < < Più volte ho avvertito Crilin di non fidarsi di questi androidi > >.

< < Non mostrare tanto odio, ragazzo mio > > rispose il maestro con calma < < E' vero che C17 lo ha attaccato, spingendolo ad attivare la Tecnica della Fermezza Naturale. Tuttavia io credo che lo abbia fatto per ragioni comprensibili sotto certi punti di vista > >.

< < Che cosa intendete dire? > >.

< < A differenza della sorella, C17 non ha ancora saputo adattarsi alla vita questo mondo. E' un ragazzo che ha subito sofferenze disumante, che noi non siamo in grado nemmeni di immaginare. Forse ciò lo ha spinto ad attaccare Crilin. Cercava disperatamente di ritrovare la sola persona capace di capirlo e lo ha fatto con la violenza. Noi non possiamo semplicemente qualificarlo come un androide privo di umanità > >.

< < Questo non cambia il fatto che lo ha quasi ucciso > > ribattè Yancha, per nulla convinto.

< < Devi sforzarti di capire, Yamcha. Crilin si è battuto contro un avversario molto più potente di lui non solo per difendere la sua vita, ma per  qualcosa che è diventato molto più importante per lui. Forse nemmeno C17 si aspettava una reazione così forte e devastante. Il legame che si è creato con Diciotto è forte e sincero. Tutti noi abbiamo sbagliato a ritenere impossibile un lieto fine per loro. Entrambi ne hanno passate tante, ma questo non impedisce loro di amarsi a vicenda > >.

Lo sguardo pensieroso del giovane uomo si soffermò intensamente sulla figura dell'amico incosciente < < Maestro Muten, Diciotto salverà veramente Crilin? > >.

L'espressione del maestro era il ritratto della calma, con l'appoggio dei suoi inseparabili occhiali da sole. 

< < Capisco i tuoi dubbi, ragazzo mio > > egli parlò con estrema lentezza < < Anch'io nutrivo forti dubbi all'inizio. Ma ora tutto è cambiato > >.

< < Non ha risposto alla mia domanda, maestro. Quel cyborg ha veramente a cuore la sorte di Crilin? > >.

< < Lo ama? > > chiese ancora il guerriero, innervosito dal comportamento eccessivamente sereno del padrone di casa. 

Quest'ultimo aspettò qualche secondo prima di rispondere. < < Nessuno ama Crilin quanto lei. Non si tratta di riconoscenza per ciò che è accaduto con Cell. Diciotto lo ama perdutamente > >.

< < Come fate a dirlo con tanta sicurezza? > >.

< < Ho osservato con i miei occhi l'evoluzione del loro rapporto, Yamcha. Anche se lei continua a manifestare una certa freddezza fuori da questa camera, il suo amore per Crilin non potrebbe essere più forte. Non lo abbandonerà mai e riuscirà certamente a salvarlo > >.

< < Non sappiamo dove sia. Cosa succederà se non dovesse tornare? > > chiese Yamcha, che non  riusciva ancora a condividere la calma e la sicurezza del maestro, soprattutto riguardo le buone intenzioni della cyborg.

< < Tornerà > > rispose Muten, questa volta con più forza nel suo tono di voce.

< < Per fortuna Gohan è andato con lei > > osservò il giovane.

< < L'energia di Gohan è sparita dal pianeta tre giorni fa > > disse l'anziano guerriero, poggiando la schiena sullo schienale della comoda poltrona < < Probabilmente non si trovano più in questo mondo e non possiamo certo sapere quando faranno ritorno. Ho avvertito tutti gli altri guerrieri di stare tranquilli. Speriamo solo che non passi molto tempo.  Crilin deve svegliarsi in fretta  > >.

Quasi a risposta delle paure del maestro, il corpo di Crilin si mosse freneticamente. Tutti i muscoli del suo piccolo corposi erano contratti terribilmente, come scossi da forti crampi. I lamenti si trasformarono presto in urla disperate.
 
< < Calmati, Crilin > > provò a calmarlo Yamcha, aiutato da Muten. Tentarono di tenere ferme le braccia e fortunatamente il dispositivo di controllo impediva al piccolo uomo di alzare la sua energia. Grazie a questo Yamcha e Muten riuscirono nel loro intento.
 
Dopo qualche minuto, Crilin smise di urlare, mentre il suo piccolo corpo tornava a calmasi sotto le coperte. Il viso sudato, prima agitato e dolorante, si distese in una profonda calma. Per sicurezza, Yamcha continuava a tenere ben ferma la sua presa sulle braccia di Crilin.
 
Il maestro Muten si abbandonò di nuovo sulla poltrona, sospirando di sollievo.

< < Una di queste crisi potrebbe anche essere fatale, per quanto ne sappiamo. Ora, più che mai, non possiamo permetterci di togliere questo dannato collare, almeno fino a quando Diciotto non tornerà > >.

< < E' incredibile quanto possano essere devastanti gli effetti provocati da questa tecnica > > disse il terrestre. La paura era distintamente riflessa sui suoi occhi neri.

< < Crilin sta peggiorando, ormai le crisi sono sempre più intense e frequenti > > disse il maestro Muten, il quale sembrava aver perso la calma di prima, facendo spazio ad una stanchezza emotiva evidente, scolpita sul suo anziano volto.

< < Diciotto non ha più molto tempo > >.


Per la quarta volta, dopo la partenza di Gohan e Diciotto, l'oscurità notturna calò sull'isola del più grande maestro di arti marziali del mondo.

                                               ----------------------------



Incredula e confusa, Diciotto osservava  intensamente ogni mossa dell'essere misterioso, il quale restava fermo e immobile dinnanzi a lei. 

Non era mai riuscita a comprendere le intenzioni dell'incappucciato. Per una persona come lei, abituata ad avere il pieno controllo in ogni situazione, l'incomprensione diventava un qualcosa di intollerabile e durante il cammino su quella terra senza luce, la bionda l'aveva provata fin troppe volte, insieme ad un'opprimente impotenza. 

Tuttavia il pensiero di poter finalmente scrivere la parola fine a quell'assurdo viaggio aveva riacceso le sue speranze, ma ciò non le impediva di mostrarsi estremamente sospettosa verso quella creautura così imperscrutabile.

Viste le sue condizioni, ipotetici nemici non avrebbero avuto alcun bisogno di strani trucchi per ridurla all'impotenza.

< < Che cosa significa? > > chiese energicamente la donna < < Per quale motivo mi stai offrendo la pozione. Non ho superato l'ultima prova > >.

< < Il tuo demone rosso mi ha sconfitto > > fu costretta ad aggiungere, consapevole di ferire ulteriormente il proprio orgoglio di guerriera.

< < Non è esatto, Lazuli > > rispose il custode, freddo e calmo < < Hai perso il combattimento, ma hai superato la prova finale > >.

< < Continuo a non capire > >.

Invece di rispondere subito, l'incappucciato si avvicinò lentamente alla guerriera, la quale era costretta a rimanere seduta dinnanzi a lui. Aveva già cercato inutilmente di rialzarsi.

 Il rischio di morire dissanguata era ormai molto elevato. Persino il semplice parlare costava un tremendo sforzo per lei.

 L'essere privo di volto alzò letamente una mano, avvicinandosi alla ragazza. 

Era la prima volta che Diciotto ebbe modo di vedere una vera parte del corpo di quell'individuo così misterioso. Grazie alla vecchia e lunga tunica da monaco, il custode non aveva mai mostrato alcuna parte del suo corpo.  Sembrava effettivamente la mano di un essere umano, di un uomo giovane e vigoroso.

 La cyborg tentò ugualmente di allontanarsi da lui, urlando subito dopo a causa di tremende fitte di dolore.

< < Stai indietro > > ringhiò lei, non sapendo come reagire.

Il custode si fermò a pochi centimetri da lei, con il braccio sempre disteso e la mano aperta vicino al volto martoriato e stremato della donna.

< < Fidati di ciò che sto per fare, Lazuli > > disse con estrema calma < < Non ci sono più tranelli o ostacoli. Ti sei guadagnata il diritto di essere ricevuta con onore nel luogo sacro, dove è custodita la Pozione della Rinascita. Adesso è mio dovere aiutarti ad arrivarci nelle giuste condizioni > >.

Le parole dell'incappucciato, anche se profondamente misteriose, ebbero il potere calmare leggermente l'animo turbolento e diffidente della cyborg, la quale smise di tentare di indietreggiare.

 Sempre in ginocchio, la ragazza attese la mossa di colui che era stato la causa di tanti pericoli mortali per lei. L'espressione del suo bellissimo volto tornò ad essere impassibile, manifestando assoluta indifferenza, mentre aspettava la mossa del custode.

L'incappucciato interpretò la rinnovata calma della donna come una tacita risposta affermativa, per cui riprese ad avvicinarsi verso di lei. 

Lentamente e con estrema delicatezza, il custode poggiò una mano sulla fronte insanguinata della guerriera.

Diciotto non aveva mai amato il contatto fisico con altre persone. Crilin era l'unico ad avere ottenuto il permesso di toccarla, perchè solo lui era stato grado di  farla sentire felice e viva come una vera donna.

Il tocco, anche se delicato, di quell'essere inquietante la faceva stare a disagio, nonchè esposta ad ogni genere di attacco.

Stava quasi per respingere malamente quel contatto, quando una strana adrenalina invase il suo corpo. Dalla mano giovanile del custode si stava scatenando un'energia potente,   la stessa che l'aveva respinta durante la terribile discesa lungo il grande pozzo. Essa entrò liberamente nel corpo della donna, partendo dalla fronte e invadendo ogni singola parte del suo organismo.

 Uno sconosciuto vigore iniziò a crescere con forza dentro di lei, anche se il dolore per le ferite era ancora intenso.

L'azione del custode durò alcuni minuti. Anche con quella vicinanza, Diciotto non fu ugualmente in grado di vedere il volto di quello strano essere.

 Dopo qualche secondo, la bionda sentì di avere la forza sufficiente per potersi rimmettere in piedi. La mano del custode si staccò dalla sua fronte, tornando a nascondersi tra le ampie maniche della spessa tunica che indossava.

Sorpresa e confusa, la compagna di Crilin si toccò la fronte con le dita, non riuscendo ancora a capire dove l'avrebbe portata quella situazione. Provò a rialzarsi e come si era aspettata, non ebbe alcuna difficoltà nel farlo.

< < Che cosa mi hai fatto? > > chiese la bionda debolmente.

< < Ho semplicemente regalato al tuo corpo una minima parte del vigore che hai perduto, Lazuli, allo scopo di permetterti di seguirmi nell'ultima tappa del tuo viaggio > > rispose il custode, con la sua consueta calma < < Ti avverto che si tratta di una forza temporanea, che bloccherà soltanto per poche ore il terribile effetto debilitante delle ferite del tuo corpo > >.

< < Posso muovermi di nuovo liberamente > > osservò la donna, con gli occhi spalancati, mentre muoveva leggermente braccia e dita.

< < Non illuderti, Lazuli > > disse freddamente l'incappucciato < < Il mio non è un potere curativo e non sarai in grado di batterti ancora. Tuttavia ripeto che adesso non hai più nulla da temere > >.

Mentre Diciotto massaggiava delicatamente l'avambraccio sinistro, ricordo di un tremendo attacco del guardiano di pietra, un pensiero improvviso riaccese nuovamente la sua rabbia.

< < Che cosa hai fatto a Gohan, maledetto? > > chiese la ragazza, creando improvvisamente scintille di energia intorno a sè.

L'inquietante custode non si scompose minimamente < < Il giovane Saiyan è al sicuro, Lazuli. Non devi temere > >.

< < Perchè diavolo dovrei fidarmi di te? > > ringhiò la cyborg.

< < Egli non è mai entrato in questi luoghi, Lazuli. Il cammino nella Terra dell'Eterna Notte può essere affrontato solo da una persona alla volta. Sei entrata per prima, Lazuli, mentre il giovane che ti accompagnava è rimasto al Palazzo di Dio > >.

Forse il custode percepì la forte diffidenza della compagna di Crilin < < Non posso offrire prove riguardo ciò che dico, ma devi comprendere che ti rimane poco tempo. E' necessario che tu mi segua > > continuò senza scomporsi.

< < Dove intendi condurmi? > > chiese Diciotto, guardandolo intensamente. Arrivati a quel punto sentiva di non avere altra scelta, se voleva salvare Crilin.

Senza rispondere, il misterioso personaggio diede le spalle alla donna. Nel più assoluto silenzio, iniziò a camminare, allontanandosi da lei con passi lenti, ma decisi. Dopo un breve momento di esitazione, la cyborg si decise a seguire il custode verso la meta, che solo lui conosceva. La strana coppia percorse il tratto roccioso, dove si era svolto il terribile combattimento con il demone rosso.

< < Per quale motivo mi stai conducendo verso la pozione? Nonostante io abbia perso > >.

Tutto in quel momento le sembrava così strano, senza alcuna spiegazione logica. Diciotto voleva finalmente conoscere le reali intenzioni di quell'essere.

< < La vittoria si mescola sempre con la sconfitta, Lazuli > > disse il custode, senza voltarsi.

 < < Un guerriero non può sempre vincere, ragazza. Io dovevo conoscere ogni singolo tratto della tua anima. Alcuni rispondono alla sconfitta e alla debolezza con l'odio e l'oscurità, altri, invece, trovano conforto nelle luce e nell'amore verso i propri cari. Quando sei stata battuta, ti è stata prospettata la possibilità di salvarti, pagando un prezzo molto alto. In quei momenti di profondo sconvolgimento spirituale, non ho percepito in te la sete di vendetta o l'odio bruciante che assale spesso l'animo di un guerriero sconfitto. In te ho visto soltanto una disperazione profonda e sincera, nata dal puro ed estremo desiderio di salvare la persona che ami. Sia quando stavi valutando la fuga, sia quando hai preso la decisione di continuare la tua strada a costo della tua vita, non hai fatto altro che pensare alla salvezza del terrestre chiamato Crilin > >.

Diciotto ascoltò rapita le parole del custode. La speranza si era riaccesa in modo inaspettato. anche se adesso quell'essere misterioso era a conoscenza di ogni sua emozione, facendola sentire esposta come non mai.

Il suo amato aveva distrutto gradualmente le barriere, che lei si era costruita e lo aveva fatto conquistando il suo cuore per sempre.

 L'incappucciato, invece, lo aveva fatto con brutalità, costringendola ad affrontare assurdi pericoli interni ed esterni.

< < Ti sei meritata la Pozione della Rinascita, perchè le tue intenzioni sono giuste e pure, Lazuli > > aggiunse il custode, continuando la lenta camminata davanti a lei.

< < Se avessi scelto di andare via, che cosa sarebbe successo? > > chiese ancora la cyborg, avida di sapere ogni cosa, dopo così tanti misteri.

< < Non ha importanza, Lazuli > > rispose senza scomporsi < < Non c'è alcuna ragione di parlare di eventi che non si sono mai verificati. Tu hai fatto la tua scelta ed è questo l'unico fatto da tenere in considerazione > >.

Riflettendo sulle risposte ricevute, Diciotto continuò a seguire l'incappucciato. Anche quest'ultimo si chiuse in un silenzio prolungato, che accompagnò la loro lenta marcia lungo l'incredibile labirinto montuoso. Il custode condusse la donna verso una fitta rete di sentieri, muovendosi con sicurezza fra le rocce. Diciotto dubitava fortemente che sarebbe riuscita a trovare una via d'uscita senza la guida di quell'individuo.

< < Stiamo andando troppo lentamente, custode > > ringhiò all'improvviso la cyborg, rompendo un silenzio durato quasi due ore.

< < Non avere troppa fretta, Lazuli > >.

< < Non ho più tempo. Crilin potrebbe già essere perduto > > ribattè Diciotto, quasi urlando, mentre il panico cresceva.

< < Mantieni il controllo, terrestre. Sei vicina al tuo obiettivo > > disse il custode, senza mai alzare la voce < < Il terrestre chiamato Crilin si trova ancora nel mondo dei vivi. Nessuno può prevedere quando il suo sonno si trasformerà in morte > >.

< < Dobbiamo affrettarci, maledizione > > urlò lei, al culmine della rabbia.

< < Non possiamo farlo > > si limitò a rispondere il custode, continuando con lo stesso passo.

Furiosa e spaventata al tempo stesso, la donna non potè che sottostare ancora una volta alle leggi di quel mondo spettrale, che tanto aveva odiato. Il fatto di aver ottenuto l'autorizzazione a usare la Pozione della Rinascita non bastò per nulla a confortarla.

< < Crilin, amore mio. Cerca di resistere, ti prego. Tornerò presto da te > >. 

Diciotto disse queste parole mentalmente, ma avrebbe tanto voluto urlarle al cielo notturno e rossastro. A stento la guerriera trattenne le lacrime, mentre seguiva la propria guida.




                                                                  -------------------------



Trascorsero altre due ore, prima che l'improbabile coppia raggiunse la fine della grande catena montuosa. Diciotto si girò per un istante verso il luogo, dove aveva rischiato di perdere la vita e la speranza di salvare Crilin. Provò una rinfrescante sensazione di sollievo e da fuori quella massa montagne oscure appariva veramente come un luogo infernale.

All'improvviso, mentre continuava a seguire la sua guida,  la donna venne abbagliata da un sole chiaro, mai visto nel cielo di quella terra, sempre dominata da una perenne oscurità, alimentata con minacciosi nuvoloni rossastri. Giunsero nei pressi di un posto straordinario, un verde paesaggio, pieno di fiumi tranquilli e alberi di ogni genere, vivi e rigogliosi. La vallata era, inoltre, la casa di tante specie di animali, alcune assolutamente sconosciute sulla Terra.

Era un luogo pieno di vita. L'esatto contrario di qualsiasi cosa avesse visto la ragazza in precedenza.

Diciotto osservò meravigliata, poggiando distrattamente una ciocca di capelli biondi dietro un orecchio. Il custode finalmente fermò i propri passi, facendo cenno alla donna di avvicinarsi a lui.

 < < E' impossibile > > balbettò la guerriera < < Dove ci troviamo? > >.

< < Ti trovi nel punto più estremo del Terra dell'Eterna Notte, Lazuli. Solo chi ha superato le prove, può arrivare in questo luogo sacro > >.

< < Questo significa che siamo arrivati finalmente > > disse lei speranzosa.

Senza rispondere, il custode fece cenno alla donna di avvicinarsi. Anche se guardinga, Diciotto lo raggiunse con evidente impazienza. Era incredibilmente irritante non poter mai comprendere cosa passasse nella mente di quella creatura.

< < Ti darò una minima parte della Pozione della Rinascita, Lazuli. Quel tanto che basta per liberare il tuo uomo dal limbo in cui è precipitato, per colpa della nostra tecnica  > > parlò con una voce diversa. La sua consueta freddezza si mischiava con una furia, che mai la guerriera era mai riuscita a percepire in lui.

< < La vostra tecnica? > > ripetè la donna.
< < Ti ho già detto che sono l'ultimo custode in questo dimensione > >.

< < Ma tu chi sei veramente? > > chiese Diciotto, senza potersi trattenere.

< < Il guerriero contro cui ti sei battuta, Lazuli > > rispose l'incappucciato. Un odio smisurato scandiva le sue parole. Finalmente la creatura mostrava apertamente vere emozioni, anche se profondamente negative < < Una volta apparteneva ad un popolo di conquistatori. Erano feroci assassini, famosi in tutta la Galassia del Nord per le stragi che portavano a termine in tutti i pianeti che visitavano. Questi esseri hanno causato molti lutti, prima di essere fermati per sempre. A quei tempi la Terra era ancora un pianeta giovane e primitivo in confronto ad altre vicine razze. La forza militare degli umani, priva ancora di qualsiasi tecnologia, era tra le più deboli in tutto l'universo. Tuttavia, nonostante ciò, il nostro mondo era pieno di vita, bello e rigoglioso, l'ideale per vivere splendidamente e proprio per questo venne preso di mira dai peggiori assassini dello spazio di quel tempo ormai remoto, conosciuti tristemente come i Demoni Rossi > >.

< < Aspetta un attimo > > lo interruppe la bionda, spalancando gli occhi dalla sorpresa < < Allora tu sei un essere umano. Provieni dalla Terra > >.

< < Lo ero molto tempo fa > > rispose l'uomo senza volto. Diciotto era sconcertata nel notare l'enorme fatica di quell'essere, che era sempre stato così freddo e inumano, a mantenere quella calma, che sempre aveva mostrato, fin dall'inizio di quell'assurdo viaggio.

< < Devi sapere che a quell'epoca esisteva una ristretta cerchia di maestri di arti marziali. Una setta segreta di combattenti, custodi di tutto ciò che è giusto. Eravamo sparsi per tutto il pianeta e avevamo il compito di proteggere la pace e la giustizia. Combattevamo per difendere e mai per attaccare. Non eravamo molti, ma eravamo potenti guerrieri in grado di superare la primitiva e limitata forza delle armi primitive, create dai nostri simili > >.

< < Non ho mai sentito parlare di una storia del genere. Da ciò che mi risulta, solo negli ultimi anni sulla Terra si è formato un gruppo di potenti guerrieri e solo pochi di loro sono terrestri. Il mio ragazzo è proprio uno di questi guerrieri, attuali difensori dell'umanità > >.

< < Lo so bene, Lazuli > > rispose il custode, per nulla sorpreso.

< < Sono stata modificata proprio allo scopo di distruggerli > >. Non capiva per quale motivo si stesse confidando con quell'essere, ma stranamente era più forte di lei. Solo a Crilin e a suo fratello aveva mostrato la vera se stessa. 

Probabilmente perchè il misterioso custode non l'avrebbe giudicata o per il fatto che egli le stava offrendo la concreta e reale opportunità di salvare il suo Crilin.

< < Il tuo passato è duro da dimenticare, Lazuli. Pochi hanno subito sofferenze simili alle tue. Tuttavia la vita che hai condotto fino a adesso è un esempio di coraggio e di bontà d'animo, il che conferma il tuo diritto a stare in questo luogo sacro e puro > >.

< < Come fai a dirlo con tanta sicurezza? > > chiese la ragazza, con un tono di voce estremamente debole.

< < Ricordati che ormai conosco la tua anima alla perfezione > > disse l'incappucciato, facendo trasparire una certa, anche se lievissima, allegria.

Diciotto rimase in silenzio per qualche minuto, riacquistando la sua consueta espressione di impassibilità, mentre ammirava il magnifico spettacolo, offerto da quella tranquilla vallata verdeggiante. Era indecisa se continuare o meno ad esprimere così tanto i suoi veri sentimenti dinnanzi ad un individuo, che fino a  poco tempo prima aveva considerato come il principale nemico da sconfiggere. Ancora una volta, però, la nostalgia e il desiderio di riabbracciare il suo piccolo uomo si rivelò troppo forte anche per il suo rigoroso orgoglio.

< < Io voglio tornare a casa > > sussussò la bionda debolmente, in un suono appena udibile.
Stava calpestando tutto ciò, che una volta lei avrebbe chiamato orgoglio, la volontà di non piegarsi mai. Tuttavia, non le pesò minimamente quel sacrificio. Aveva lottato per il suo amato e ora non desiderava altro che ritornare da lui.

< < Ti prego > > disse Diciotto, aumentando leggermente il tono della sua voce, piena di stanchezza < < Concedimi una fiala di quella pozione. Sono rimasta bloccata in questo posto troppo a lungo. Devo tornare da lui > >.

< < Crilin ha bisogno di me > > aggiunse, ormai sull'orlo della disperazione.

< < Lo so bene, Lazuli. Ti ho fatto una promessa e giuro che la manterrò, qualsiasi cosa succeda. Ma è necessario che tu comprenda quanto sia pericoloso ciò che ti proponi di compiere > >.

< < Credevo che il mio viaggio fosse ormai giunto al termine. Dovrò dunque superare altri pericoli? > >.

< < Non c'è più nulla che ti separa dal tuo obiettivo > > rispose prontamente il custode < < Il pericolo di cui parlo nasce solo da te stessa > >.

< < Non riesco a capire > >.

< < Proprio da questa tua incomprensione sorge il mio dovere di avvertirti > > esclamò il custode, con maggiore enfasi < < La Pozione della Rinascita è  frutto di una magia molto antica e potente oltre ogni immaginazione. Può certamente salvare la vita, ma può anche distruggerla > >.

Diciotto attese impaziente. A quel punto, era anche lei consapevole della necessità di conoscere ogni minimo particolare.

< < I Demoni Rossi erano potenti, ma soprattutto molto più numerosi di noi > > continuò l'incappucciato < < Quando hanno invaso il nostro pianeta, io e i miei compagni ci siamo battuti con tutte le nostre forze. Abbiamo causato molti vuoti tra le loro fila, ma le nostre vittorie le pagammo sempre a caro prezzo, con la vita di amici cari e valorosi. Dopo un anno di lotte sanguinose, l'umanità si trovò molto vicina alla definitiva e totale estinzione. Molte volte non siamo riusciti a fermarli > >.

< < Come avete fatto a sopravvivere? > > chiese la donna, il cui corpo era stato martoriato proprio dalla terribile forza di uno quei guerrieri assassini.

< < Gli ultimi sopravvissuti della mia setta provarono un'ultima, disperata resistenza. Forse avremmo ritardato una fine, ormai inevitabile. La nostra tecnica di combattimento si era sempre basata sulla concentrazione, sull'armonia assoluta tra mente e spirito. Eravamo normali esseri umani, senza nessun potere speciale. Combattevamo solo tramite ciò che imparavamo con disumani allenamenti. Il tuo Crilin è molto simile a noi > >.

< <  In occasione di quella che credevamo sarebbe stata l'ultima battaglia, spinti da un irrefrenabile desiderio di proteggere le persone che amavamo, riuscimmo a creare, tramite la nostra forte concentrazione, una connessione mai vista prima con l'intero pianeta. Ricordo chiaramente quanto fosse potente e inarrestabile l'energia naturale che richiamai. Tuttavia solo un cuore puro concedeva questa incredibile connessione, come un regalo inestimabile, anche se eravamo ancora all'oscuro riguardo il prezzo da pagare. Anche la presenza di una minima incertezza, di una sola sensazione negativa, avrebbe potuto causare conseguenze terribili, anche la morte stessa > >.

< < Allora è vero > > esclamò la cyborg, aggiustandosi nervosamente i capelli dietro l'orecchio < < Siete stati voi a creare la Tecnica della Fermezza Naturale > >.

Ignorando la bionda, l'incappucciato proseguì il suo racconto < < Entravamo in perfetta sintonia con la natura. L'energia delle piante, degli animali, delle montagne, della terra. Persino l'incontrollabile forza del mare giunse in nostro aiuto. Era come se il pianeta stesso lottasse insieme a noi. Dopo aver vinto una delle battaglie più feroci dell'intero conflitto, riuscimmo nel giro di pochi mesi nell'impresa. Uccidemmo tutti i nemici invasori. Nessuno di loro riuscì a fuggire > >.

< < Il guerriero contro cui mi sono battuta..... > >.

< < Sono stato proprio io ad ucciderlo nel corso di una terribile battaglia, che mi costò il braccio destro. Quando gli Dei del Nord mi affidarono il compito di custodire la Pozione della Rinascita, io chiesi espressamente il corpo di Gorgoth, il demone che è riuscito a sconfiggerti. Chi viene condannato al Regno degli Inferi perde il proprio corpo, ma per onorare il mio sacrificio, insieme a quello dei miei compagni, gli Dei accettarono la mia richiesta. Il mio più grande nemico diventò la prova ultima, perchè solo chi riesce a vincere l'odio nella sua forma più estrema diventa degno di entrare in questo sacro luogo e così far uso della pozione nel rispetto dei limiti > >.

< < Ho visto con i miei occhi la forza che si può richiamare con questa tecnica. Anche noi cyborg, teoricamente invincibili, possiamo essere distrutti da questa energia naturale. Probabilmente Crilin è sopravvissuto, perchè non è stato capace di richiamare molta energia > > osservò Diciotto, lo sguardo perso in ricordi intensi. La voce della donna tremava leggermente.

Rammentava la prima volta, in cui Crilin si cimentò in quella tecnica maledetta. Per difenderla, aveva ingaggiato una breve, ma cruenta e disperata lotta contro Cell. Diciotto era fermamente convinta del fatto che  il suo uomo sarebbe arrivato fino in fondo in quell'azione coraggiosa e suicida, se il suo corpo non l'avesse tradito all'improvviso. Per certi versi, la cyborg era contenta di come si erano svolti i fatti in quella battaglia così impari.

< < Io e i miei compagni > > continuò l'incappucciato < < pensavamo di aver trovato una tecnica realmente potente, grazie alla quale avremmo potuto aver ragione di qualsiasi nemico. Peccammo di presunzione. Nessuno di noi aveva previsto gli effetti collaterali della tecnica, che noi stessi avevamo ideato. Alcuni impazzirono, altri morirono fra atroci tormenti, come accadde anche a me. Solo due maestri riuscirono a sopravvivere > >.

Nonostante la propria impazienza, la bella cyborg era ansiosa di conoscere l'origine della pozione. Forse saperlo l'avrebbe aiutata dai pericoli sconosciuti, di cui parlava il custode.

< < Disperati per le nostre condizioni, cercammo in tutti i modi di curarci, ma ogni tentativo fu inutile. Lentamente i nostri corpi si stavano deteriorando, alcuni si persero nello stesso oblio, in cui è caduto il tuo Crilin. Così alla fine decidemmo di chiedere l'aiuto del Dio della Terra di quel periodo, un essere saggio e potente, che era giunto sul nostro mondo da un pianeta remoto e sconosciuto. Non scoprimmo mai cosa fece con esattezza, sapevamo che il suo potere era grande. Probabilmente con una magia straordinaria, egli creò un liquido speciale, in grado di annientare i terribili effetti della tecnica >  >.

< < E' così dunque che nacque la Pozione della Rinascita > > osservò la ragazza, mentre una nuova ondata di panico si fece largo dentro di lei < <  Ma se riusciste a trovare quest'incredibile rimedio, per quale motivo sono sopravvissuti solo due di voi? > >.

< < Non devi temere, Lazuli. Crilin può essere ancora salvato > >.

Il custode riprese improvvisamente il cammino. Fece un piccolo cenno con il braccio, interamente coperto dall'antica tunica. Diciotto lo interpretò come un tacito invito a seguirlo.

< < Forse ci siamo > > pensò lei, mentre i battiti del suo cuore aumentavano velocemente.

< < Per molti di noi era ormai troppo tardi > > riprese il custode, mentre conduceva la cyborg lungo lo splendido paesaggio, dominato dal verde acceso dei prati e degli alberi rigogliosi < < Avevamo abusato troppo della forza della natura. Il nostro tempo era finito, ma riuscimmo a tramandare nel modo giusto la tecnica e la medicina da usare > >.

< < Questo significa che anche Crilin può subire la stessa sorte > > disse Diciotto, alzando la voce.

 La paura opprimeva il suo cuore, mentre attraversarono una piccola collina.

< < Nessuno può prevederlo. Crilin ha buone probabilità di riprendersi. Libera il tuo cuore dalla paura. Ora devi solo concentrarti in ciò che devi fare > > disse l'incappucciato, severo e freddo.

< < La Pozione della Rinascita è stata creata per la Tecnica della Fermezza Naturale > > continuò, mentre camminava davanti la bionda < < Segue le stesse regole. Per farne uso, non dovrai mai dubitare del tuo cuore. Entrare nel tempio, dove è custodita la pozione, con l'odio nel cuore, è il peggior pericolo in questo mondo sconosciuto. Dovrai farti guidare da tutto ciò che c'è di buono nella tua vita > >.

< < Per me l'unico che conta è Crilin. Non mi lascerò fermare > >.


Dopo aver guadato un placido fiume, i due giunsero nei pressi di una pianura verdeggiante, che si estendeva per miglia in una terra apparentemente infinita. L'incappucciato condusse la cyborg ai piedi di un'ampia altura.

 Mentre si apprestavano a scalarla, la compagna di Crilin respirò profondamente l'aria fresca e pura, riuscendo però a percepire in essa una certa intensità, nè maligna nè benigna.

 Diciotto non pronunciò più una sola parola. Lo sguardo della bionda era glaciale e quando, insieme alla sua guida, arrivò in cima alla collina, i suoi meravigliosi occhi cerulei si posarono sul piccolo tempio, situato alla fine della discesa.

 Due raffinate colonne annunciavano un ingresso antico ed elegante, la cui soglia raramente era varcata dai passi di un normale essere vivente. La sacralità della costruzione era facilmente palpabile in ogni suo carattere architettonico e mentre Diciotto si avvicinava lentamente alla breve scalinata del tempio, un'ondata di disagio, mista ad un inspiegabile timore, cresceva con forza dentro di lei.

 Una potente e indefinibile energia fuoriusciva senza intervalli dal mausoleo. Finalmente Diciotto si potè rendere conto da dove effettivamente proveniva la forza inarrestabile, che aveva accompagnato gran parte del suo viaggio.

La bionda guerriera si fermò un istante, indecisa sul da farsi. Girandosi, notò che il suo accompagnatore aveva interrotto i suoi passi molto prima. La donna si sentì trafitta da un penetrante sguardo, senza occhi. Diciotto iniziò persino a dubitare che il monaco possedesse un vero volto.

L'incappucciato restava immobile, in una posa immutabile, conferendosi nuovamente un'inquietudine, rimasta leggermente mascherata durante la loro lunga conversazione.

< < Ora sai davvero tutto, Lazuli > > disse il custode, riprendendo anche il suo consueto gelido tono di voce < < Possa la saggezza e la bontà d'animo guidare i tuoi passi. Guardati dalle tenebre che cercheranno di assalirti > >.

Senza aggiungere altro, il misterioso guardiano tornò su suoi passi, discendendo nuovamente la collina. Diciotto lo osservò intensamente, con occhi gelidi e inespressivi, mentre egli spariva dalla sua vista.

Anche se il suo volto era imperscrutabile come sempre, l'animo della donna era in totale fermento. I battiti del suo cuore erano veloci, a testimonianza della paura, che aumentava come un fiume in piena.

Con estrema cautela, la ragazza  poggiò il piede destro sul primo scalino del tempio.  

Immediatamente spalancò gli occhi, fermandosi bruscamente. Si portò le mani alla testa, sentendola letteralmente scoppiare. Terribili fitte la costrinsero in quella posizione fissa, impedendole di proseguire verso il tempio.

Diciotto urlò a causa di un dolore insopportabile. Con orrore, la guerriera comprese che qualcosa di oscuro era penetrato dentro di lei, invadendo brutalmente i suoi pensieri.  Qualsiasi cosa essa fosse, stava aggredendo la sua anima.

 Comprese l'estrema pericolosità del momento, per cui cercò disperatamente di riacquistare il proprio consueto sangue freddo. Il suo corpo tremò violentemente, mentre il mostro sconosciuto cercava di farsi spazio dentro di lei.

Un odio selvaggio provò a dominarla, manifestando la chiara volontà di condurla verso una strada di potere e morte. Ad un tratto, una voce agghiacciante risuonò come un tuono nella sua mente, strappandole altre grida di dolore.
 Parlò con una lingua sconosciuta, ma Diciotto capì ugualmente ogni cosa.

< < Non puoi nascondere la tua vera natura, cyborg Numero Diciotto. Con i tuoi poteri sei in grado di conquistare qualsiasi cosa. Non ti serve nè pace nè amore > >.

 Una drammatica lotta ebbe inizio, una battaglia senza violenza fisica, che si stava combattendo unicamente all'interno della sua mente. Con disperazione la bella cyborg cercava di contrastare il mostro incorporeo, il quale continuava a spingerla verso desideri che non le appartenevano. Chiunque stava tentando di violarla, parlava con una dolcezza falsa e velenosa, prospettando una vita di potere, insieme ad una personalità dominante, che avrebbe schiacciato ogni avversario. Doveva solo tenere la Pozione della Rinascita per sè.

Il piede della donna era ancora fermo sopra il primo scalino del tempio. Gli occhi erano chiusi, il viso contratto, a testimonianza di uno sforzo estremo. 

< < No...... lasciami in pace, maledetto > > sussurrò lei, senza neanche rendersene conto.

Quando riaprì gli occhi, la donna non si trovò più davanti la porta del tempio. L'oscurità era assoluta, ma Diciotto era molto più preparata dopo le esperienze passate. Il mostro, che stava cercando di impossessarsi di lei, era l'artefice di tutto, ne era certa. Difficile dire se era il suo corpo ad essere stato trasportato in quella dimensione oscura o se, invece, si trattava soltanto di una nuova ennesima illusione.

Diciotto non ebbe molto tempo per riflettere. La sagoma di un uomo ben conosciuto comparve improvvisamente dal buio, presentandosi lentamente davanti ai suoi occhi sconvolti. Aveva lunghi capelli neri e indossava gli inconfondibili vestiti del Red Ribbon. Il cyborg C17 mostrava sul proprio giovane volto la sua solita espressione di derisione e arroganza. In passato,  Diciotto lo aveva spesso rispreso energicamente per questa totale incapacità di prendere le cose seriamente.

 La bionda fu tentata di chiamarlo, dimenticando per un attimo i tragici eventi  accaduti fra lui e il suo uomo. Tuttavia il timore di perdere di nuovo la propria lucidità la spinse a più miti consigli. 

Diciotto rimase ferma e zitta, pur continuando a fissare l'immagine verosimile del gemello.

< < E' solo un'altra trappola. Ma non mi fermerà > > si ripetè più volte nella mente.

 Ad un tratto, alle spalle del cyborg, dal nulla si materializzò un'orrenda  lunga coda verde.

 Nel giro di un istante, C17 venne completamente inghiottito nel corpo dell'essere mostruoso, che ancora popolava con terribile insistenza gli incubi della bionda. Quest'ultima faticò persino ad urlare e il ghigno della creatura si fece ancora più aperto, manifestando la stessa crudeltà mostruosa, che era stata costretta a subire prima di essere assorbita.

Diciotto perse il controllo mentale e fisico. Tremava dalla testa ai piedi come un bambino indifeso, soprattutto quando una ancora più terrificante immagine comparve accanto al terribile Cell.

Una figura appertentente ad un uomo sulla sessantina, dai capelli bianchi e con un' espressione di assoluta malvagità sul proprio volto scavato. Il diabolico scienziato, causa delle peggiori sofferenze della sua giovinezza, indossava un lungo camice bianco, tipico indumento di un medico impegnato nella sua opera ordinaria, ma quella del dottor Gero non era mai stata l'opera di un normale uomo di scienza.

 Nei suoi incubi, Diciotto sognava spesso quel camice, sempre sporco di sangue e olio. Era un bene il fatto di non essere mai riuscita a ricordare nei minimi particolari il processo di trasformazione in androide. 

Sorridendo malignamente, il dottor Gero allungò silenziosamente una mano unta e rugosa verso di lei, in un chiaro gesto di volerla possedere ancora una volta. Di nuovo la voglia di fuggire il più lontano possibile divenne troppo forte, irresistibile. Ogni tentativo di movimento si rivelò del tutto inutile.

< < Stai lontano da me, maledetto bastardo! > > gridò Diciotto con tutte le sue forze < < Non sono  diventata il mostro che desideravi. Sono libera. Sia da te che da quell'essere rivoltante > >.

Le parole della cyborg non cancellarono il ghigno satanico dello scienziato. Accanto a lui, l'immagine di Cell era più vivida che mai. 

L'orribile coda si muoveva freneticamente, facendole ricordare il momento più drammatico della sua vita.

< < State lontano da me > > urlò ancora la ragazza, cercando disperatamente di tornare a dominare il proprio corpo < < E' un incubo. Voi non siete reali > >.

 Dopo che ebbe finito di urlare rabbia e paura, la cyborg vide,con evidente sgomento, le immagini dissolversi nei meandri di quell'oscurità senza fine.

Arrivata a quel punto, Diciotto fu tentata di credere di essere finalmente riuscita a respingere le tentazioni e le paure scaturite dalla voce carica di odio, che era entrata nella sua mente. Ma si sbagliava.

Una quarta immagine fece la sua comparsa sotto gli increduli e spalancati occhi della bionda. Aveva seriamente temuto di dover ripetere l'esperienza. I suoi timori si rivelarono più che giustificati.

 Ancora una volta, la guerriera fu costretta a trovarsi di fronte alla figura del suo amato, esattamente come era accaduto durante la traversata del fiume. Comprese allora di essere finita realmente sotto l'illusione del mostro, le cui vere intenzioni erano ancora ignote per lei.

Questa volta ebbe di fronte il Crilin del presente. Aveva la sua solita espressione calma e gentile, che tanto la bella cyborg aveva imparato a conoscere e ad amare. Il terrestre indossava una camicia azzurra semplice. Lei stessa l'aveva comprata durante le loro prime uscite come coppia.

< < Che cosa vuoi da me? > > sussurrò la cyborg, mentre le lacrime cominciavano a scendere.

La voce, carica di morte, tornò a farsi sentire nella sua mente, procurandole addirittura dolore questa volta. Richiamava constantemente gli orrori della sua vita, rammentandole il fatto di essere stata debole e vittima per troppe volte. Sempre con una lingua sconosciuta, ma inspiegabilmente comprensibile alla ragazza, l'entità misteriosa si riferì anche a Crilin.

 
 Impaurita e confusa, Diciotto ascoltò parole, frutto di un odio selvaggio e insenzato.
La voce accusava Crilin di essere la causa principale delle sue debolezze. Nessun  legame affettivo l'avrebbe condotta verso il potere assoluto, con il quale si sarebbe potuta ergere al di sopra di ogni cosa. Un potere facilmente raggiungibile grazie alla Pozione della Rinascita. Bastava tenerla per sè, voltando le spalle per sempre ad un essere patetico.

< < E' solo un uomo debole e patetico, Lazuli. Immeritevole della vera forza. Non merita nessuna emozione da parte tua, nemmeno la gratitudine > >.

Di colpo, per Diciotto divennero orribilmente chiare le intenzioni del mostro incorporeo, che stava violando non solo la sua mente, ma soprattutto la sua anima.

La voce desiderava che lei dimenticasse. Voleva costringerla ad abbandonare Crilin, rompendo il loro legame. Il volto del terrestre perse la consueta allegria, diventando cupo e triste.

 Diciotto provò molte emozioni in quei momenti tanto tormentati, ma tra i tanti sentimenti uno esplose con violenza. Una rabbia cieca, per essere nuovamente precipitata in un'illusione oscura, mista ad un senso di nostalgia ormai incontenibile. 

Quasi senza rendersene conto, la guerriera urlò selvaggiamente. Un ruggito di disperazione, ma anche di fortissima determinazione. Chiunque avesse cercato di tentarla, non aveva compreso niente di ciò che lei era realmente. Nessuno poteva permettersi di allontanare da lei l'uomo che amava con tutta sè stessa.

Il suo urlo risuonò con violenza nell'immensa dimensione, dominata dall'oscurità.

                                                      ------------------------------------



Diciotto riaprì di scatto gli occhi, lanciando un gemito violento e rumoroso. Il tempio sacro era di nuovo di fronte a lei. Non si sorprese quando vide il proprio piede ancora sopra il primo gradino della breve scalinata d'entrata. Mentre riprendeva fiato, cercò di asciugarsi con mani tremanti le goccie di sudore, che scendevano lentamente sul suo volto insanguinato.

< < Tutto ciò che ho visto è accaduto solo nella mia mente. Il mio corpo non si è mai mosso da qui > > pensò la bionda, chiedendosi per quanto tempo fosse durata la drammatica lotta contro il mostro che aveva cercato di dominarla.

Diciotto aveva seriamente temuto di impazzire. Sperava con tutta se stessa di essersi liberata definitivamente di quell'essere. Di sicuro richiamando anche l'immagine di Crilin, l'entità maligna aveva commesso un grosso sbaglio, soprattutto quando aveva cercato di separarla da lui. Nessuna ambizione valeva l'amore del suo piccolo uomo. Da quando lei aveva cominciato a vivere a fianco a lui, non aveva desiderato niente di più dalla vita.

Tutto ciò le aveva dato la forza necessaria per scacciare dubbi e paure e qualsiasi altro demone, che tentò di corromperla.

Adesso era pronta. Era pronta a lasciare finalmente quella terra desolata e a tornare da Crilin, con la medicina che l'avrebbe guarito.

Diciotto entrò, più sicura che mai, all'interno della piccola costruzione. La maestosa entrata la condusse verso un ingresso piccolo e poco spazioso, delimitato da pareti, piene di quegli stessi segnali enigmatici, che aveva visto al Palazzo di Dio. Con il battito del cuore accelerato, la guerriera vide un'ampia porta, debolmente illuminata da torce infuocate appese alle pareti del breve corridoio. Si avvicinò a piccoli passi, con prudenza, ma nessun ostacolo si presentò.

Come il resto del mausoleo, anche quella porta sembrava costruita sulla base di una cultura indefinibile. Gli occhi cerulei della donna si posarono su una scritta, posta esattamente al centro dell'elegante portone. I caretteri appartenevano ad una lingua ignota e incomprensibile. 

Tuttavia, per la bella cyborg quei segni sconosciuti rappresentavano la prova indelebile di aver finalmente raggiunto la meta ultima del viaggio. Con ogni probabilità, dietro quella porta si trovava la magia, che gli avrebbe restituito il proprio amato compagno.

Accanto ad essa, un piccolo vaso era poggiato su una sorta di porta oggetti, attaccato alla parete di pietra. Diciotto  sentiva i violenti battiti del suo cuore, mentre si sporgeva per vedere cosa ci fosse dentro lo strano contenitore, cercando di ignorare un opprimente sconvolgimento di stomaco sempre più intenso. 

All'interno del vaso c'era solo un oggetto dalle piccole dimensioni e quando Diciotto capì di che cosa si trattasse, a fatica restistette alla tentazione di urlare letteralmente di gioia. Osservando la fiala argentata, nella mente della ragazza si perse qualsiasi dubbio riguardo al fatto di essere ormai giunta al momento cruciale.

Con estrema delicatezza, prese tra le dita il piccolo contenitore, temendo di romperlo inavvertitamente. Era poco più grande di un normale bicchiere e avrebbe potuto raccogliere solo una minima parte della pozione, ma Diciotto era stranamente convinta che essa sarebbe stata più che sufficiente. 

Toccandolo e guardandolo più da vicino, notò che l'oggetto era fatto di un materiale particolare, che mai aveva avuto modo di vedere sulla Terra. Simile al vetro, ma molto più resistente.

L'attenzione della bionda si rivolse nuovamente alla porta. Afferrò con decisione la maniglia dorata, incurante del dolore incessante delle sue ferite. 

Con una lentezza esasperante, Diciotto aprì il portone, rompendo il mistico silenzio del tempio sacro. Entrò all'interno di un'ampia sala circolare, che, a differenza delle altre parti del mausoleo, era immersa nel buio assoluto o almeno questa fu la sua prima impressione.

In pochi secondi i suoi occhi potenziati si abituarono all'oscorità della stanza e fu allora che la bionda potè accorgersi delle debole luce azzurrina, che illuminava leggermente solo il fondo dell'ampia sala.

Diciotto potè chiaramente distinguerla. Pur essendo alquanto debole, era sufficiente ad illuminarle la via. Si avvicinò incantata ad essa, sentendo strani brividi lungo la schiena.

 La luce azzurra trasmetteva calma e terrore al tempo stesso, alimentando l'innaturale sacralità di quel luogo. Diciotto strinse con forza la fiala sul palmo della mano, dimenticando persino il rischio di poterla rompere.

Raggiunse a piccoli passi la fonte del chiarore. Notò che la parete di pietra era ben visibile alle spalle dell'origine materiale della luce.

Quest'ultima proveniva da un grosso calice d'argento, dalla forma circolare, al punto da mimetizzarsi quasi perfettamente nel buio dominante. Prima di avvicinarsi, la donna non si era minimamente accorta della presenza di quell'oggetto.

La base della coppa era ben ancorata su un pilastro di pietra, il quale, come altezza, non superava lo stomaco della cyborg, permettendole di guardare facilmente all'interno del calice argentato.

Resistendo all'opprimente dolore di stomaco, Diciotto finalmente potè ammirare il tanto famigerato liquido leggendario, di cui tanto aveva sentito parlare e con il quale avrebbe potuto risvegliare Crilin dal suo terribile sonno. La Pozione della Rinascita, che tanto aveva cercato, si trovava finalmente a portata della sua mano.

Il liquido azzurro rifletteva chiaramente l'immagine stanca e preoccupata della donna.

 Nonostante il colore indubbiamente incoraggiante, la compagna di Crilin notò la strana consistenza della pozione, estremamente melmosa.

 Diciotto suppose che era probabilmente questa la causa della strana illuminazione. Inoltre la pozione non produceva alcun odore, ma era ugualmente possibile percepire un'immensa forza e una pericolosità tale da terrorizzare la stessa guerriera. Di nuovo, si ritrovò imprigionata in un inspiegabile turbine di emozioni.

< < Finalmente ce l'ho fatta > > disse la bella cyborg a bassa voce, non staccando mai gli occhi dal contenuto del calice < < Sto tornando da te Crilin e sarò lieta di fartela pagare per ogni cosa > >.

Parlò con un dolce sorriso, dandosi immediatamente della stupida. Nonostante la sua energia infinita, anche il suo corpo, dopo un certo periodo, cominciava a sentire la fatica. Per tale ragione anche lei sentiva il bisogno fisico di mangiare e dormire. Inoltre il fatto di essersi ormai abituata ad una vita normale, vivendo a fianco del suo uomo, aveva addirittura accentuato questa necessità.

Pur con un intenso tremore alle mani, Diciotto immerse lentamente la fiala nel liquido azzurro e melmoso, stando bene attenta a non bagnare le dita. Dopo quanto aveva passato, preferiva agire con la massima prudenza, non potendo immaginare gli effetti di quella sostanza a contatto con la nuda pelle. 

La guerriera riempì completamente la fiala, stando bene attenta a non sprecare nessuna goccia.

Si sentiva terrorizzata al pensiero di dover far bere un liquido del genere alla persona che amava. L'unica cosa certa era l'ira, che avrebbe scatenato senza limiti. Era pronta a distruggere tutta quella maledetta dimensione, nel caso in cui Crilin non si fosse ripreso. Sempre con estrema attenzione, la bionda chiuse accuratamente il piccolo contenitore, riempito interamente. 

Pur rimanendo ipnotizzata dalla luce magica della pozione, la soggezione che provava, a causa dell'immensa energia naturale di essa, la spinse ad affrettarsi verso l'uscita. Lo fece con enorme difficoltà. Una parte di lei urlava disperatamente per rimanere, sentiva il desiderio di bere avidamente. Solo il ferreo pensiero di Crilin aiutò la donna nell'impresa disperata di resistere all'impulso irrefrenabile di immergere il proprio volto in quella pozione.

Alla fine, senza più voltarsi indietro, Diciotto guadagnò l'uscita della stanza, mentre perle di gelido sudore scendevano incessantemente partendo dalla sua fronte ferita. Percorse il corridoio di corsa, continuando a lottare con sè stessa e forse di nuovo contro la medesima forza invisibile, che tanto l'aveva perseguitata.

Raggiunse l'uscita di corsa, quasi completamente sopraffatta dal desiderio di tornare dentro.

 Fu un sollievo enorme sentire il vento fresco e puro sul proprio viso martoriato. Immediatamente il dolore, per non aver bevuto lei stessa quella maledetta pozione, iniziò gradualmente ad attenuarsi. Ansimava rumorosamente e in quel momento avrebbe dato quasiasi cosa per avere le braccia di Crilin strette intorno a lei.

Ripercorrendo gli insegnamenti del terrestre, Diciotto tentò di calmarsi con respiri profondi e regolari, concentrandosi per liberare la mente da paura e stanchezza. Ci riuscì facilmente, supportata dal pensiero di aver portato finalmente  a termine la sua missione. Il desiderio di ottenere il potere di quella pozione era stato fortissimo, ma lei aveva resistito e ora era pronta a salvare l'uomo che amava.

Diciotto si distese stremata sull'erba fresca. Raramente le capitava di perdere il controllo e proprio tale rarità rendeva l'esperienza ancora più sconvolgente.

Lentamente, l'animo della ragazza si calmò del tutto. Il suo pugno destro era chiuso con forza. 

Ormai del tutto immune da qualsiasi tentazione, la bionda lo aprì, rivelando la fiala piena fino all'orlo di pozione. 

Il dolore delle ferite era estremamente forte e alcune di esse si erano quasi sicuramente infettate. Diciotto sentiva le forze abbandonarla sempre di più. La strana energia, regalata dal misterioso custode, cominciò inesorabilmente a venir meno.
 
< < Adesso devo solo andarmene da questo posto > > pensò, mentre un nuovo terribile timore sorgeva dentro di lei.

Non aveva alcuna speranza di poter ripercorrere il tragitto della Terra dell'Eterna Notte. Il grande pozzo era troppo lontano e lei non poteva nemmeno volare. Era ferita dalla testa ai piedi e a malapena si sentiva in grado di camminare.

 Anche senza dover affrontare alcun combattimento, era certa che sarebbe crollata dopo poche ore.

La sua mente iniziò a vagare disperatamente, in cerca di soluzioni. Alla fine quella di fermarsi e tentare di riprendersi era indubbiamente la più razionale, ma anche la più terrificante. Era consapevole di non avere più tempo. Crilin non aveva più tempo.

< < Hai terminato la tua missione, Lazuli > >. La voce fredda e innaturale dell'incappucciato fece letteralmente sussultare la donna.

Diciotto lo fissava con occhi spalancati, cercando di immaginare cosa avrebbe dovuto sostenere ancora prima di poter finalmente tornare a casa. Il custode discese lentamente il colle erboso, ponendosi di fronte agli occhi della ragazza in una forma ancora più inquietante. Sembrava un'orribile riproduzione della morte in persona, che inesorabilmente scendeva a prenderla.

< < Hai agito bene. Hai superato tutte le prove. Da molti secoli nessun terrestre era mai riuscito ad arrivare fino in fondo > >.

< < Ti ho già detto che non sono umana > > ribattè la cyborg, senza fiato.

< < E' vero! > > disse l'essere, senza modificare il suo gelido tono di voce < < Il tuo corpo non è quello di un normale essere umano, ma la tua anima lo è certamente > >.

Diciotto non aveva più la forza di opporsi, neanche verbalmente, senza contare il fatto di aver ormai riconosciuto da tempo quella verità, che in passato aveva deciso di negare con tutta se stessa.

< < Ho solo un altro avvertimento per te, Lazuli > > riprese il custode, poggiando nuovamente una mano sulla fronte della bionda. Stranamente quest'ultima non fece nulla per impedirlo.

< < Un qualsiasi essere vivente può bere la Pozione della Rinascita solo una volta nella vita. E' bene che tu lo sappia, potrai tornare in questa dimensione, ma non per il terrestre chiamato Crilin, una volta che egli avrà bevuto la pozione > >.

< < Esistono altri modi per contrastare gli effetti della tecnica? > > chiese Diciotto, anche se già immaginava la risposta.

< < La Pozione della Rinascita, bevuta nelle giuste dosi, ristabilisce il corpo, causati  dalla terribile forza della natura. Se Crilin dovesse nuovamente attivare la Fermezza Naturale con la stessa intesità o addirittuta richiamando ancora più potenza, nessuno potrà prevedere le consueguenze. E' possibile che il corpo possa sviluppare una sorta di barriera grazie alla pozione, ma è altrettanto possibile un esito completamente differente, che difficilmente sarai in grado di contrastare. Si tratta di una magia troppo complessa, che non permette alcuna certezza > >.

L'incappucciato concluse, senza staccare mai la mano rugosa dalla fronte fasciata della ragazza.

 Diciotto ascoltò attentamente quelle parole. Non intenteva più correre rischi del genere e in futuro avrebbe fatto di tutto, pur di impedire al suo uomo di commettere altre azioni suicide. Era pronta persino a tramortirlo, se fosse stato necessario.

< < Sono pronta ad andare > > si limitò a dire la bella cyborg, stringendo la fiala tra le dita con decisione.

< < Addio, donna  cyborg Lazuli. Possano gli spiriti buoni accompagnare te e il tuo compagno > >.

La mano dell'incappucciato rilasciò immediatamente una luce abbagliante, che investì  il corpo della bionda.

Diciotto urlò a pieni polmoni, al punto da ferirsi  la gola, mentre sentiva gli organi interni stringersi orribilmente. Ancora una volta, si ritrovò nella più assoluta impotenza, mentre veniva trasportata con violenza sovrumana. Tuttavia, questa volta non stava cadendo e non si trattava nemmeno di quella specie di teletrasporto, che era stata costretta a sperimentare durante la traversata del fiume. Il suo corpo venne scagliato con brutalità verso il cielo.

 Mezza soffocata dal incessante e impetuoso vento, Diciotto chiuse gli occhi come estrema difesa. Fece appello a tutta la sua volontà per non perdere conoscenza, riuscendo valorosamente a resistere per diverso tempo. La salita sembrava infinita e ben presto la ragazza si ritrovò priva persino della forza di urlare.

Il suo ultimo disperato pensiero, prima di perdere i sensi, andò alla piccola fiala, che stringeva sul pugno insanguinato.




La bionda guerriera venne inghiottita da un maestoso oceano di luci senza fine.

 Dove pochi secondi prima, dinanzi all'entrata del tempio, si trovava la ragazza, adesso c'era soltanto la figura del custode misterioso, il quale aveva ripreso pienamente la sua posa mistica e imperscrutabile nella sua tunica vecchia e logora.

< < Osserverò con attenzione il vostro cammino > >.

La forza impetuosa del vento, da lui stesso scatenato, sembrò accompagnare il misterioso individuo, il cui corpo scomparve senza lasciare traccia, riportando la consueta pace nella verdeggiante vallata.



FINE CAPITOLO




 

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Capitolo 22
*** Il risveglio ***


CAPITOLO 21


Il risveglio.


Le voci erano molto vicine, eppure Diciotto non riusciva a capire in quale luogo si trovasse. 

Provava un profondo senso di malessere, mentre sembrava che la sua testa stesse letteralmente per scoppiare.

< < Fate piano. Sembra che si stia svegliando > >.

< < Si riprenderà, Dende? > >.

< < Non preoccuparti, Gohan. Diciotto è molto forte, anche se stranamente il mio potere di guarigione è meno efficace del solito. Sembra che si stia riprendendo molto lentamente. Non oso immaginare tutto quello che ha dovuto passare in questi tre giorni > >.

 Diciotto si sentiva sempre più spaesata. L'oblio profondo, in cui era caduta, in realtà cominciava a rilassarla. Non riusciva nemmeno a riconoscere i tizi impegnati in una conversazione dai toni alquanto nervosi, ma scoprì di non esserne interessata più di tanto. Forse era semplicemente frutto del suo inconscio.

Era preda del fortissimo desiderio di riposare, di estraniarsi da ogni cosa. Tuttavia, le voci iniziarono addirittura a chiamarla, ad esortarla, ma non fecero altro che creare altre terribili fitte alla propria mente, così disperatamente bisognosa di riposo e silenzio.

< < Coraggio Diciotto! Devi svegliarti > >.

< < Lasciatemi in pace! > >.

La sua intenzione era quella di urlare, ma la donna ebbe proprio l'impressione di non essere nemmeno riuscita a proferire parola. Le voci diventavano sempre più chiare nella sua mente e ben presto la luce solare di un cielo sereno divenne sempre più abbagliante.




< < UHHHHHHH > > Diciotto ansimò violentemente, aprendo gli occhi di scatto. Le immagini erano confuse, ma qualcuno tentava di bloccarle le braccia ed era molto forte., forse più di lei.

Immediatamente, la ragazza cercò di reagire, ma non era ancora tornata pienamente in forze. 

Disperata, la cyborg iniziò a colpire alla cieca.

< < Allontanati, Dende. Può essere pericoloso > > urlò una voce, appartenente ad un ragazzino < < Diciotto, calmati, siamo noi. Sei al sicuro > >.

Gohan fu costretto a trasformarsi in Super Saiyan, nel disperato intento di fermare l'amica, che sembrava ancora fuori controllo. Solo dopo molti sforzi, il ragazzo riuscì a calmare la cyborg, la cui espressione, prima totalmente scioccata, divenne più confusa che mai.

< < Ma che diavolo..... > > balbettò la bionda, mentre rilassava il proprio corpo, una volta compreso di trovarsi al sicuro.

< < Tranquilla Diciotto. E' finita > > Gohan teneva ancora una forte presa sui polsi della donna e solo quando fu assolutamente sicuro che si fosse calmata la liberò dalla sua stretta.

Gohan si allontanò di qualche passo, mentre la compagna di Crilin cercava faticosamente di mettersi a sedere. Con gli occhi spalancati e sempre respirando con affanno, finalmente riuscì ad orientarsi. Dalle occhiate nervose dei presenti, capì di aver passato davvero momenti preoccupanti, mettendo a rischio anche la loro stessa sicurezza. Il suo occhio attento notò infatti una ferita profonda sulla fronte del piccolo Saiyan, che stava già perdendo sangue. La bionda non ebbe dubbi su come egli si fosse ferito.



< < Maledizione! > > esclamò la ragazza addolorata < < Mi dispiace, Gohan > >.

< < Non preoccuparti, Diciotto > > rispose prontamente il figlio di Goku, mostrando un rassicurante sorriso.

< < Da quanto tempo sono tornata? > > chiese la cyborg, cercando di ignorare il forte dolore alle tempie.

< < Da circa due ore > > rispose il giovane Dende < < Ti abbiamo trovata incosciente ai piedi del grande pozzo. Ho dovuto usare tutti i miei poteri per guarirti. Le ferite sono sparite quasi subito, ma stranamente il tuo corpo non riusciva a riprendersi come avrebbe dovuto. Per questo motivo ho dovuto concentrarmi ancora di più > >.

Osservando meglio il giovane sovrano, Diciotto potè accorgersi di quanto egli fosse affaticato, facendole provare un naturale sentimento di gratitudine. Stava quasi per ringraziarlo, ma nel muovere una mano, quella che aveva cercato di mantenere ben stretta  a pugno durante la folle salita di ritorno, la cyborg comprese che c'era qualcosa di tremendamente sbagliato. Il panico la travolse seduta stante.

< < Oh, no no no no...............non è possibile > >.

Cercò freneticamente tra le tasche, ma era consapevole dell'inutilità della cosa. Era impossibile trattenere la fiala in quelle condizioni. Tutto era stato perfettamente inutile.

< < Diciotto, cosa.... > > provò Gohan, mentre la cyborg stava nuovamente per perdere il controllo.

< < LA FIALA, DANNAZIONE. HO PERDUTO QUELLA DANNATA POZIONE > > urlò selvaggiamente la bionda.

< < Per favore, Diciotto, calmati > > intervenne Dende, avvicinandosi coraggiosamente a lei. Di fronte alla cieca disperazione della bionda, il giovane Namecciano si affrettò a mostrarle ciò che aveva in mano.

 < < Non hai perduto la pozione. L'avevi ancora in mano quando ti abbiamo trovata. La fiala è assolutamente intatta > >.

Per poco Diciotto non svenne dall'emozione. Durante il terribile ritorno verso l'alto, poco prima di perdere conoscenza la sua paura era proprio che la fiala potesse scivolare dalla sua mano. 

Trovava sconcertante il fatto che ciò non fosse accaduto. Resistette alla voglia di piangere dalla gioia.

< < Sarà sicuramente opera di quel dannato incappucciato > > disse Diciotto a bassa voce, mentre il suo respiro tornava regolare. Parlò più a sè stessa che con i presenti.

< < Di chi stai parlando, Diciotto? > > domandò Gohan, mentre aiutava la donna a rialzarsi.

La bionda si alzò in fretta da terra. Il sollievo, per essere ancora in possesso della pozione, moltiplicò le sue forze < < Non ho tempo di spiegarvi adesso. Devo andare immediatamente da Crilin > >.

Diciotto non diede tempo ad alcuna contestazione.

 Sotto gli sguardi sorpresi di Gohan e Dende, si lanciò letteralmente in picchiata dalla piattaforma del palazzo e quando raggiunse la giusta latitudine, la cyborg diede inizio ad un folle volo verso casa.


Erano passati solo tre giorni dalla sua partenza, eppure le sembrava di essere rimasta lontana da Crilin per un periodo molto più lungo. Quando aveva iniziato il lungo viaggio nelle tenebre, Diciotto non aveva nemmeno preso in considerazione la possibilità di poter essere sconfitta e anche se alla fine era riuscita a portare a termine la sua missione, il suo orgoglio di guerriero non dimenticava facilmente la sonora sconfitta subita a causa dell'assassino rosso.

Tuttavia, il dolore interiore per quella lotta perduta spariva del tutto, quando la sua mente la riportava al motivo che l'aveva spinta verso quella terra di morte e buio. 

Diciotto fece del suo meglio per restare calma, per controllare il panico che rischiava ancora una volta di prendere il sopravvento. Il momento della verità era vicino.

Realisticamente poteva essere possibile l'eventualità di giungere a casa troppo tardi. Era la vita del suo uomo ad essere in pericolo, di questo la bionda ne era consapevole, ma qualora non fosse riuscita a salvarlo, anche la propria esistenza avrebbe perso qualsiasi significato.

Sfruttando la sua massima velocità, Diciotto giunse nella piccola isola in meno di mezz'ora. 

Atterrò con irruenza sulla sabbia, estremamente fresca per la tarda ora pomeridiana. Di corsa fece il suo ingresso all'interno della casetta rosa. Non c'era nessuno in salotto, segno del fatto che chiunque fosse presente in quel momento si trovava certamente nella propria camera da letto.

 Un intenso dolore opprimeva pesantemente il suo cuore. Durante quelle giornate così intense, le era capitato di ripensare spesso alla rigida promessa che aveva fatto a Crilin qualche tempo prima. Gli aveva giurato che avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirgli di correre gli stessi rischi del passato.

 Fin da quando si erano innamorati, Diciotto si era assunta il dovere di proteggere la persona che amava ad ogni costo e il fatto di possedere una forza combattiva così elevata accresceva fortemente questo suo senso di responsabilità. Era assolutamente certa di farlo non per un mero debito di riconoscenza, ma per qualcosa di molto più grande. Per quella felicità, che la cyborg riusciva a provare solo a fianco del piccolo guerriero.

Tuttavia, nonostante tutte le sue buone intenzioni, la ragazza non era riuscita nel suo intento e ben poco poteva fare per tenere a freno il tormento e la colpa che provava nel cuore.  Era fermamente decisa a cambiare le cose, ma lo avrebbe fatto solo con Crilin al suo fianco. 

 Rammentò nuovamente gli ultimi avvertimenti del custode incappucciato. In futuro avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di impedire al suo uomo di distruggere ancora una volta il suo corpo.
 
Era pronta persino a tramortirlo.

Mentre saliva le scale, i suoi circuiti segnalavano una potente e conosciuta fonte di forza in avvicinamento. Evidentemente, fin da quando lei aveva lasciato il palazzo, Gohan si era precipitato dietro di lei. 

La porta della stanza era aperta e quasi senza fiato Diciotto si sporse l'ingresso della camera. Oltre al vecchio maestro Muten, era presente anche uno dei più stretti amici del suo uomo, con il quale la cyborg aveva sempre mantenuto una certa freddezza. Diciotto non aveva mai provato molta simpatia per il guerriero terrestre chiamato Yamcha.

< < Finalmente sei arrivata, Diciotto > > esordì Muten, non mascherando minimamente il proprio sollievo. L'anziano maestro era seduto sulla poltrona vicino il letto occupato dal suo giovane allievo.

< < Androide Diciotto > > esclamò sorpreso Yamcha. Evidentemente non si aspettava di vederla tornare.

Diciotto non fece caso a niente. I suoi occhi si posarono subito sul suo amato, che continuava ad essere preda di un sonno profondo e innaturale.

 Apparentemente sembrava non essere cambiato nulla. La donna studiò attentamente il viso del suo uomo e non fece fatica a constatare quanto Crilin fosse molto più provato e dolorante, rispetto a pochi giorni prima.

< < Ma ora ti guarirò, Crilin > > pensò, osservando intensamente il suo amato incosciente nel loro letto.

< < Diciotto > > disse il maestro, alzandosi lentamente dalla poltrona < < Ti abbiamo atteso a lungo con impazienza. Sei riuscita nel tuo intento? > >.

Nonostante gli immancabili occhiali da sole, Diciotto potè chiaramente constatare quanto fosse intenso e carico di speranza e preoccupazione lo sguardo dell'anziano guerriero.

< < Tutti fuori > > ringhiò la cyborg, dopo qualche minuto di nervoso silenzio < < Uscite da questa stanza subito. Tutti e due. Immediatamente > >.

Le reazioni dei due uomini furono estremamente diverse. Il maestro rimase impassibile, con le braccia dietro la schiena. Il giovane Yamcha, invece, non fece nulla per nascondere la propria indignazione, dimenticando persino di trovarsi di fronte ad una donna estremamente pericolosa ed enormemente superiore alle sue forze.

< < Ma come osi > > esclamò il terrestre, fissando gli occhi glaciali della bionda, la quale richiamò subito sulla mano destra le prime scariche di un'energia violacea e mortale.

< < Noi abbiamo il diritto di stare qui > > continuò il guerriero imperterrito < < Non mi importa cosa dice Crilin, io ancora non riesco a capire per quale motivo ci dovremmo fidare di te > >.

Diciotto non proferì parola, limitandosi a fissare, con la più assoluta freddezza, uno dei compagni più cari del suo uomo, ma che lei aveva sempre considerato un emerito sciocco. A quanto pare era necessario usare la forza per buttarlo fuori e lei era ben contenta di farlo.

 Pericolosamente si avvicinò a lui, stringendo i pugni con forza. Sarebbe stato facile, ma estremamente soddisfacente. Anche se non lo dava a vedere, Diciotto non sopportava che venisse messo in dubbio il suo amore e la sua lealtà per Crilin. Era una cosa che non riusciva proprio a tollerare.

La guerriera stava quasi per saltare addosso all'ignaro malcapitato. L'intervento di Muten fu determinante. Probabilmente Yamcha non era in pericolo di vita, ma la rabbia della donna poteva rivelarsi estremamente pericolosa in quel momento così delicato e per questo l'anziano maestro si affrettò ad intervenire.

< < Adesso basta, Yamcha > > intervenne energicamente < < Ti ho già detto diverse volte che Diciotto merita tutta la nostra fiducia. Lei, più di tutti, ha il diritto di assistere Crilin, per di più sono certo che sia l'unica in grado di salvarlo. Perciò, noi adesso ubbidiremo e usciremo da quasta stanza, mi sono spiegato? > >.

Il giovane terrestre rimase chiaramente interdetto, mentre sul suo volto si dipinse un certo rossore di imbarazzo e frustrazione. La bella cyborg lo stava ancora guardando con  glaciale indifferenza e non era certo facile  accorgersi del furore, che si era scatenato dentro di lei a causa delle accuse infondate del guerriero terrestre.

Senza aggiungere altro, Yamcha si affrettò a uscire dalla stanza, dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata all'amico incosciente.

 Il maestro Muten si affrettò a seguirlo, fermandosi sulla soglia per un momento. Gli splendidi occhi cerulei della donna, anche se freddi e imperscrutabili come sempre, erano fissi sul piccolo uomo, il quale stava iniziando ancora una volta a lamentarsi, tormentato da chissà quali lancinanti dolori in tutto il corpo.

< < Perdona il comportamento di Yamcha, Diciotto. E' solo molto preoccupato per Crilin. I due sono sempre stati molto legati > > disse Muten con calma.

< < Non mi importa nulla delle farneticazioni di quell'idiota  > > ringhiò la donna, senza voltarsi < < Per l'ultima volta, vecchio. Esci da questa stanza e che nessuno entri fino a quando non lo dirò io > >.

< < Come vuoi tu > > rispose l'uomo debolmente < < Buona fortuna, Diciotto..... ti prego salvalo. Conto su di te > >.

Il maestro uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

 Finalmente Diciotto era sola con il suo uomo, all'interno della loro camera, che lei aveva cominciato a considerare sacra. Il luogo, dove non esisteva altro che lei e la persona, che incredibilmente era riuscita a conquistare il suo cuore di ghiaccio.

 Si sedette sul bordo del letto, afferrando dolcemente una mano di Crilin. 

Mentre lasciava dei piccoli baci sul palmo di essa, Diciotto vide nuovamente la calma ritornare sul volto provato del piccolo terrestre. Uno splendido sorriso si dipinse immediatamente sul volto della donna.

< < Sei davvero un idiota, Crilin > > sussurrò con dolcezza < < Non so cosa succederà quando avrai bevuto questa pozione. Mentirei se dicessi di non aver una paura dannata. Non sopporto doverti far correre un rischio del genere, ma  sai anche bene come sono fatta, Crilin. Mi conosci molto bene, io non mi tiro indietro e non mi arrendo > >.

Accarezzando dolcemente la guancia del guerriero, Diciotto si avvicinò al suo viso. Lo baciò sulle labbra piano, con calma, quasi volesse ritardare il momento fatidico.

< < Devo fartela bere, Crilin > > continuò la ragazza, non nascondendo per nulla il proprio cieco terrore < < Ma affronterò insieme a te tutte le conseguenze, te lo giuro. Resterò al tuo fianco > >.

Le prime lacrime iniziarono a uscire lentamente, mentre Diciotto si accingeva a mettere una mano sulla nuca del suo uomo. Gli alzò la testa, tenendola poggiata sul suo braccio. Nonostante tutta la sua delicatezza, la bionda non riuscì a non causare dolore sul corpo stremato del compagno, il quale riprese a lamentarsi ancora più forte di prima.

Addolorata, Diciotto si affrettò ad aprire la strana fiala e  sempre tenendo la testa di Crilin sollevata,  l'avvicinò alle sue labbra. I disperati movimenti  del terrestre diventavano sempre più violenti, rendendo alla donna estremamente difficile il tentativo di fargli ingoiare a forza la pozione. Crilin cercava di discostarsi, preda di un dolore lancinante.

< < Shhh, amore > >sussurrò lei, disperata < < Ti prometto che finirà presto. Ti prego, Crilin, devi bere questa maledetta pozione > >.

Ben presto, la guerriera comprese l'inutilità della dolcezza dei suoi modi in quel momento.

 Muovendo le braccia freneticamente, Crilin colpì in pieno il volto della ragazza, che solo per miracolo non perse il possesso sulla fiala già aperta, il cui contenuto poteva benissimo svuotarsi da un momento all'altro sul pavimento o sul letto. Ancora una volta, il dispositivo sul collo del piccolo guerriero aveva impedito l'irreparabile, limitando fortemente la potenza del colpo.

Arrivati a quel punto, Diciotto capì di non avere altra scelta. Con un colpo di reni, salì sopra il corpo del compagno, bloccandogli le braccia con le gambe.

 Per vincere le disperate resistenze del suo uomo ormai urlante, fu costretta a lasciar cadere la sua testa all'indietro sul cuscino. Così facendo, ebbe la possibilità di aprire a forza la bocca del terrestre con la mano libera.

Ormai letteralmente bloccato, Crilin cercava di muoversi col bacino, urlando disperatamente sotto l'imponente forza della donna, che pur con la morte nel cuore non lo lasciava muovere di un millimetro. Ciò alimentava terribilmente le sofferenze fisiche nel piccolo corpo dell'uomo incosciente.

< < Perdonami, Crilin > > pianse la cyborg, la quale finalmente riuscì ad aprire la bocca del suo amato, forzandogli le guance con le dita < < Devi cercare di resistere. Io sono qui al tuo fianco > >.

Non volendo sprecare l'occasione, Diciotto si affrettò a versare tutto il contenuto della fiala dentro la bocca del piccolo uomo. Gli tappò le labbra con una mano, per costringerlo a inghiottire e per impedirgli di sputare fuori lo strano liquido.

< < MMMHHHHH > > Crilin cercò di urlare sul palmo della mano della donna che amava.

Pur non mollando mai la presa sulla sua bocca, Diciotto appoggiò la fronte su quella del compagno, cercando di fargli sentire il più possibile la sua vicinanza. 

< < Sono qui con te, amore mio > > disse, mentre lo baciava in ogni zona del suo viso.

La mano della ragazza rimase stretta sulle labbra del terrestre e solo quando ebbe l'assoluta certezza che Crilin avesse del tutto inghiottito, si affrettò a liberarlo. Aveva provato una paura cieca, quando era stata costretta a tappare la sua bocca. Con la forza che possedeva, avrebbe potuto soffocarlo senza volerlo.

Crilin continuava a lottare freneticamente per liberarsi e come se non bastasse  finalmente ebbe anche la possibilità di urlare liberamente il proprio dolore, che sembrava non dargli tregua.

 Anche se era costretta ad essere forte e dura con lui, Diciotto tentò in tutti i modi di lenire la sua sofferenza, anche solo con la sua vicinanza.

 Mentre le gambe tenevano fermo il piccolo uomo, la mano libera della donna percorreva dolcemente i lineamenti del suo viso, chiaramente stremato da stanchezza e dolore.

Per diversi minuti, Diciotto osservò disperata il corpo del suo uomo contrarsi continuamente.

 Evidentemente, all'interno di esso, si stava svolgendo una lotta terribile, di cui nessuno avrebbe potuto prevederne l'esito.

< < Cerca di resistere, Crilin. Devi farcela > > sussurrò la ragazza, mentre gli baciava le guance.
 
< < Sei consapevole che non posso più vivere senza di te.........  Maledetto zuccone > >.

Diciotto stava piangendo e non aveva la minima intenzione di trattenersi. Dentro di lei sentiva di avere tutte le ragioni del mondo per piangere.

< < Svegliati, maledizione > > ringhiò la cyborg, mentre afferrava il volto di Crilin tra le mani.

All'improvviso, il terrestre smise di colpo di urlare, abbandonandosi del tutto nella stretta della propria compagna, dura e dolce al tempo stesso.

 Diciotto si accorse immediatamente del cambiamento e per questo si affrettò a sollevare il suo amato, per stringerlo con entrambe le braccia.

 Crilin aveva ormai smesso di urlare e anche le terribili contrazioni di prima terminarono improvvisamente.

< < Crilin > > disse piano Diciotto.

 Un braccio cingeva le spalle del guerriero, mentre con la mano libera, la bionda teneva saldamente la sua nuca, poggiandola delicatamente sulla propria spalla.

La guerriera lo teneva stretto, sperando ardentemente di limitare le sue pene grazie a quell'intenso abbraccio.

 Per diversi interminabili minuti, Diciotto ebbe l'orribile sensazione di abbracciare un pupazzo senza anima. Il terrestre non reagì in nessun modo alle attenzioni della compagna, al punto da sembrare realmente più morto che vivo.

< < Crilin > > pianse la bella cyborg, al culmine della disperazione < < Svegliati..... ti prego > >.

Non sapendo più cos'altro fare, Diciotto si limitò a continuare a stringere il suo uomo, poggiando il mento sulla testa di lui, alternando baci e carezze sul suo volto e sui i capelli neri lunghi e disordinati.

Proprio quando stava per perdere ogni speranza, accadde finalmente qualcosa.

 Nello stretto abbraccio della ragazza, il piccolo corpo del terrestre fu scosso da leggeri tremiti. 

Diciotto se ne accorse immediatamente. 

Immediatamente, con la massima dolcezza possibile, prese il viso di Crilin fra le mani, per provare ad individuare  anche il più minimo segnale di ripresa.

Ciò che vide la lasciò senza fiato. L'espressione di Crilin era cambiata, mentre i lineamenti del suo volto si contrassero terribilmente.

Più che una vera sofferenza, Diciotto si ritrovò ad osservare una lotta interiore, che Crilin stava cercando di vincere per riaprire finalmente gli occhi.

 Di colpo, la bionda comprese che il suo uomo aveva appena vinto la battaglia contro la pozione mortale, ma adesso egli stava cercando di fare l'impossibile per sfuggire finalmente dall'oscuro oblio, nel quale era imprigionato.

Tuttavia, nonostante i suoi evidenti sforzi, il piccolo guerriero non riusciva proprio a svegliarsi, come se qualcosa lo bloccasse per ragioni sconosciute. Diciotto osservò per qualche istante i suoi disperati tentativi, mentre una nuova determinazione, alimentata dalla speranza ritrovata, si fece largo dentro il suo animo. Non avrebbe mai lasciato solo il suo amato. Era pronta ad aiutarlo anche per quella prova apparentemente semplice, ma invece estremamente delicata.

< < Tranquillo, amore mio > > disse energicamente la cyborg, sempre tenendo il volto di lui tra le mani < < Sei al sicuro. Ci sono io con te. Adesso devi solo svegliarti! > >.

< < Di.....cio.... > > balbettò improvvisamente Crilin. Inconsciamente, il terrestre afferrò con una mano la maglietta semi strappata della compagna.

In quel momento, paura e gioia si mescolarono con forza dentro il suo animo. Emozioni così forti erano tali da farle provare un fortissimo dolore fisico.

 Finalmente l'uomo che amava cominciava a dare i primi segnali di ripresa, sebbene con fatica ed evidente debolezza.

< < Coraggio, Crilin. Devi svegliarti! > > esclamò la cyborg, non interrompendo mai le dolci carezze sul volto di lui.

Era evidente, agli occhi della bionda, quanto fosse estremamente dura la battaglia che Crilin stava affrontando dentro se stesso. L'espressione del giovane guerriero era contratta, a causa di uno sforzo immane, che egli stava compiendo per riaprire finalmente gli occhi.

Probabilmente senza neanche rendersene conto, Crilin si appoggiò con forza sulla spalla della compagna, la quale continuava a tenerlo stretto. 

Diciotto posò una mano sulla nuca del suo amato, mentre con l'altro braccio gli cingeva la vita strettamente, avvicinandolo sempre di più a lei.

 Ancora una volta Crilin ricambiò l'abbraccio, questa volta con maggiore enfasi di prima.

< < Diciotto.......... > > ripetè il terrestre, quasi con disperazione < < Diciotto > >.

< < Sono qui con te, zuccone > > disse la bionda, riprendendo il volto di lui tra le mani con infinita dolcezza, in modo da poterlo guardare.

< < Apri gli occhi, Crilin > >.

Lentamente, sotto lo sguardo speranzoso ed estremamente provato della ragazza, Crilin aprì gli occhi, trovandosi finalmente di fronte gli splendidi occhi color ghiaccio la donna della sua vita.

 Diciotto sorrise come non faceva tempo, totalmente indifferente alle lacrime, che le scendevano lungo le guance.

< < Sei un maledetto idiota, Crilin > > disse la bionda, con voce tremante. Teneva sempre saldamente il suo volto tra le mani, desiderosa a non lasciarlo andare per nessuna ragione.

< < Diciotto > > sussurrò debolmente il guerriero.

< < Mi dispiace tanto, io..... > > ma Crilin non potè proseguire. La sua fidanzata lo zittì baciandolo con forza. Il piccolo terrestre era così stretto a lei, da iniziare a sentire forti dolori, ma in quel momento nella mente del guerriero c'era spazio solo per lei. Ricambiò il bacio con tutto l'ardore di cui era capace, abbracciando i fianchi della bionda.

Era un bacio diverso dal solito, soprattutto per la disperata intensità della cyborg. Il dolce sapore della sua donna si mescolava con il salato delle tante lacrime versate da lei. Crilin non era abituato a vederla piangere e forse normalmente lei non avrebbe voluto sembrare così vulnerabile, soprattutto davanti a lui.

 Tuttavia, il giovane uomo lo considerava ugualmente uno spettacolo straordinario. Rimase letteralmente incantato dalla sua bellezza. Si sentiva estasiato, felice che quelle lacrime erano dedicate a lui, ma soprattutto di aver avuto la possibilità di incontrare al momento una persona così speciale.

 In passato, Crilin aveva sempre sminuito se stesso, molto spesso senza nemmeno delle valide ragioni e mai si sarebbe aspettato un futuro così radioso.

Si staccarono solo per mancanza d'ossigeno, ma rimasero stretti l'uno con l'altra. Diciotto costrinse il suo amato a distendersi, mentre anche lei si coricò sopra di lui, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. Sorrise leggermente, quando sentì una mano ancora tremante poggiarsi sui capelli biondi.

< < Ho la testa che mi scoppia > > disse il giovane, a bassa voce.

< < Non mi meraviglia, dato il cervello bacato che ti ritrovi > > rispose lei, stringendosi di più a lui. Si era completamente distesa su di lui.

< < Perdonami, amore > > sussurrò Crilin, baciandole la fronte < < Non potevo evitarlo. Io senza di te non posso vivere > >.

< < Sei un idiota > > ringhiò all'improvviso lei, afferrandogli con forza il mento.

< < Pensi davvero che mio fratello abbia così tanta autorità su di me? Pensi che avrebbe potuto allontanarmi da te così facilmente? > >.

< < Sai benissimo che mi fido di te ciecamente >
 > replicò il guerriero con ardore, ricambiando l'intenso sguardo della compagna.

 < < Io ho combattuto per difendere il nostro legame.
 Dovevo dimostrargli quanto tengo a te. Forse adesso C17 capirà che io sono per sempre legato a te > >.

Diciotto lo baciò dolcemente, prima di proseguire < < Io ti ho scelto, Crilin. Mi sono innamorata di te, quando pensavo di non poter amare nessuno. Neanche io posso immaginare una vita senza di te e per questo non posso rischiare di perderti > >.

< < Tu non mi perderai > > disse Crilin con dolcezza, poggiando la fronte su quella della sua compagna < < Te lo giuro > >.

< < Nelle ultime ore ho riflettuto molto su come potrò proteggerti in futuro. Meglio di come ho fatto fino ad adesso > >.

< < E quale conclusione avresti raggiunto? > > chiese il terrestre, con una nervosa risatina.

< < Dato che non posso impedirti di essere te stesso, uno sciocco e adorabile eroe romantico, non mi rimane altra scelta che starti addosso come non mai e ti giuro, mio caro Crilin, che tu non utilizzerai mai più quella dannata tecnica suicida, anche a costo di usare la forza. Ci siamo capiti, tesoro? > >.

Il dolce e velenoso tono della bionda fece venire i brividi al piccolo uomo, il quale annuì leggermente, guadagnandosi un sorriso scaltro ma sincero della sua donna.

Senza preavviso, Diciotto si alzò lentamente dal letto, dirigendosi, sotto lo sguardo incuriosito dell'uomo, verso la porta della loro camera. 

< < Che stai facendo? > > chiese Crilin, osservandola chiudere la porta a chiave.

< < Voglio soltanto  tenere i dannati ficcanaso, tuoi amici, lontano da questa stanza per le prossime ore o hai qualcosa in contrario? > >.

< < Io no di certo, amore > > rispose allegramente il piccolo guerriero, mettendosi comodo sullo schienale del letto < < Ti chiedo solo di non esagerare, sono ancora privo di forze. Non sei certo il tipo di persona che riesce a controllarsi in certi momenti di intimità. Ho una certa esperienza a riguardo > >.

< < Chiudi la bocca > > ringhiò la bionda, baciandolo con forza, mentre afferrò la nerastra e disordinata chioma di lui in una presa ferrea e aggressiva. 

Per volontà della ragazza, il bacio durò per diversi minuti, mettendo a dura prova la resistenza del giovane guerriero ancora fortemente provato per il lungo periodo di incoscienza.

Anche se Crilin amava più di ogni altra cosa i momenti di passione con la sua donna, provò un'intensa ondata di sollievo quando Diciotto lo lasciò andare, pur rimanendo abbracciata a lui.

< < Come hai fatto? > > chiese Crilin, mettendosi comodo sulla spalla di lei < < Cosa hai dovuto affrontare per riportarmi indietro? > >.

< < Te lo dirò, ma non adesso > > disse Diciotto, osservando il suo uomo con infinita tenerezza < < Ti ho atteso troppo. Ora il mio unico desiderio è di tenerti stretto ed è quello che farò > >.






                                                   ------------------------------------------


L'imponenza dell'astronave ARMATH era straordinaria.

Per diversi mesi, l'immensa nave spaziale si era limitata a circolare intorno al rigoglioso e azzurro pianeta Terra, protetta dai tanti dispositivi di invisibilità. Non essendo certa riguardo le capacità tecnologiche dei terrestri, la Regina Scarlatta aveva espressamente ordinato che la nave dovesse sempre rimanere invisibile e a distanza di sicurezza da qualsiasi possibile strumento di localizzazione. 

Doran non aveva adottato spesso quella tattica durante quell'interminabile campagna. Nella maggior parte dei casi aveva optato per un attacco diretto e solo quando ne era stata realmente costretta, aveva usato la vera forza violenta del suo popolo. Tuttavia, forse il motivo di quella prudenza stava nella straordinaria bellezza di quel pianeta, un luogo dove il bene era forte e resistente quanto il male.

Suo padre le aveva insegnato a non avere mai dubbi nella strada della pace, ma in quella circostanza, Doran non era per niente sicura del modo migliore di agire. Per questo aveva ordinato, partecipando attivamente alle operazioni, una lunga esplorazione a distanza, con tutte le attenzioni e cautele possibili. Una lunga ispezione, che stava finalmente per terminare dopo tanti mesi.

La sala circolare di controllo si trovava nel pieno momento di attività. Dal suo maestoso trono centrale, la Regina dirigeva costantemente ogni operazione. Al suo fianco il Generale Galdriel le dava, come sempre, tutta la sua collaborazione. 

Tutti i membri dell'equipaggio erano al corrente del fatto che il Generale fosse il più grande guerriero Armath. Ben pochi combattenti erano sopravvissuti in uno scontro reale contro di lui.

 Probabilmente egli era superiore persino alla Regina Doran.

< < Mia signora > >.

I pensieri tormentati della giovane regina furono bruscamente interrotti dalla voce sonora e imperiosa del Generale Galdriel.

< < L'ispezione è quasi terminata. Fra qualche settimana saremo pronti ad iniziare l'invasione > >.


< < Molto bene, Generale Galdriel > > rispose Doran, mentre osservava intensamente dagli schermi della sala controllo alcune delle tante attività quotidiane dei terrestri < < Che vengano date tutte le necessarie direttive al Capitano Bardh. In quanto Capitano della prima squadra d'assalto, sarà lui a sbarcare per primo, una volta che avremo completato con successo l'atterraggio > >.

< < Abbiamo individuato una zona ideale, mia Regina > > intervenne uno dei tecnici, i quali continuavano a svolgere le loro mansioni con incredibile dedizione < < Si tratta di una zona deserta, coperta dai ghiacci,  poco adatta alla vita di un essere umano. Con i nostri dispositivi di invisibilità, possiamo atterrare in quel punto del pianeta senza essere visti > >.

< < Bene, ma rimanete attenti e pronti per qualsiasi necessità > > esclamò la Regina, con tono imperioso e formale, sempre attenta a mostrarsi forte e sicura < < Adesso ditemi riguardo le tante forze combattive che abbiamo individuato nei giorni scorsi. Abbiamo qualche informazione in più? > >.

< < Su questo fronte posso rispondervi io, mia Signora > > rispose il Generale, con estrema prontezza. 

< < Alcuni dei guerrieri individuati possiedono una forza davvero preoccupante e non sappiamo se sono in grado di aumentarla ulteriormente. Tuttavia, abbiamo constatato che i migliori guerrieri del pianeta non sono esseri umani > >.

< < Pensi che la Terra sia già stata occupata? > >.

< < Non credo, mia Regina. Sembra che la vita dei terrestri sia normale e che siano soltanto loro gli artefici dell'ordine precario sul pianeta. Questi combattenti vivono come normali esseri umani. Purtroppo non siamo stati in grado d'identificarne la razza > >.

La Regina Scarlatta rimase in silenzio per diversi minuti, preda di tante e tormentate preoccupazioni.

< < Il terrestre dell'altro giorno > > disse all'improvviso la giovane donna, rompendo il silenzio carico di tensione, che si era creato < < Siete riusciti a scoprire qualcosa su di lui? > >.

Il volto del Generale si incupì leggermente, anche se per un brevissimo istante < < Mia signora, è senza dubbio un terrestre fuori dal comune, se paragonato al resto della popolazione. Di certo la sua forza non è molto elevata, ma è un uomo retto. Nessuno ha potuto captare un qualsiasi segnale di odio o malvagità in lui > >.

Un sorriso di speranza si dipinse sul giovane e bellissimo viso della Regina, al punto da far quasi sobbalzare dalla sorpresa l'anziano guerriero, ora seriamente preoccupato per il futuro.

< < Ultimate in fretta le operazioni di sbarco > > urlò letteralmente la Regina Scarlatta < < Inizieremo l'invasione fra poche settimane > >.




< < Il mio obiettivo sarà l'umano chiamato Crilin > >.


Anche se la tentazione era stata forte, Doran non esternò quest'ultimo suo pensiero a nessuno dei suoi sudditi presenti.



FINE DEL CAPITOLO.


 

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Capitolo 23
*** I doveri di una regina ***


CAPITOLO 22

 


I doveri di una regina.


Il sonno di Crilin, dopo aver sopportato i terribili effetti della pozione, era stato sereno e ristoratore. Si era addormentato nel tardo pomeriggio, stretto e cullato dalle forti  e amorevoli braccia della sua donna. Ovviamente passarono diverse ore, prima che la cyborg si decidesse a lasciarlo dormire.

 Una volta scampato il pericolo, Diciotto aveva preteso che il suo uomo la ringraziasse nelle giuste forme, fino a quando entrambi si addormentarono stremati l'uno nelle braccia dell'altra.

Il piccolo uomo provò a muoversi, ma ogni tentativo si rivelò inutile, imprigionato in un abbraccio dolce e indistricabile. La sua fidanzata lo teneva stretto a lei e certamente non avrebbe potuto alzarsi dal letto senza svegliarla.

Con un leggero sorriso, Crilin decise allora di arrendersi, abbandonandosi a quel caldo abbraccio. Si concentrò sul viso angelico di lei, ammirando una serenità, che non sempre era possibile intravedere in lei. Avvicinandosi ancora di più a lei, il terrestre la sentì borbottare leggermente nel sonno ed ebbe la netta impressione di sentire il proprio nome tra quei borbottii incomprensibili.

Ripensò agli eventi  appena accaduti e Crilin non potè evitare di provare un profondo senso di colpa per tutto ciò che la sua amata aveva dovuto affrontare per riportarlo indietro. La sensazione era angosciante e opprimente. Dietro sua insistenza, Diciotto gli aveva raccontato con precisione tutti i pericoli e le battaglie, che lei aveva dovuto affrontare nella Terra dell'Eterna Notte. Crilin non si sarebbe mai immaginato delle conseguenze così traumatiche, quando aveva attivato la tecnica mortale. Aveva messo in conto la possibilità di morire, ma mai avrebbe pensato di poter mettere in pericolo la donna che amava.

Soltanto osservando la figura serena addormentata al al suo fianco, il giovane uomo riuscì a ritrovare una profonda serenità nel proprio animo.




Era ancora molto giovane, quando il maestro Muten gli aveva insegnato a riflettere sulle azioni compiute, a trovare la forza di comprendere quando un azione potesse essere considerata giusta e anche in quell'occasione Crilin lo fece, rispettando gli insegnamenti di colui che riteneva come il suo vero padre.
 

 
Nascondendosi dietro la chioma dorata della sua donna, il terrestre si sforzò di riflettere. 

Probabilmente aveva combattuto in modo imprudente e impulsivo, ma  divenne in lui terribilmente forte la consapevolezza di aver agito nell'unico modo possibile. Si rese conto che se si fosse trovato nella medesima situazione, egli avrebbe agito esattamente allo stesso modo.

C17 aveva messo in discussione il suo legame con Diciotto e per il giovane uomo non esisteva niente di più importante. Niente avrebbe potuto impedirgli di battersi fino alla morte per difendere quanto erano riusciti a costruire.

Perso nei suoi tormentanti pensieri, Crilin non si accorse del profondo e imperscrutabile sguardo dell'altra occupante del letto. La ragazza si era svegliata da diversi minuti, limitandosi a fissare l'espressione tormentata nel viso del suo amato.

Diciotto non riusciva a credere di essere finalmente riuscita a riportarlo indietro. La paura, che aveva provato negli ultimi giorni, la spingeva continuamente a cercare il contatto fisico con lui, come se avesse il serio timore di perderlo in qualsiasi momento. 

Vedendolo così tormentato, la bionda si strinse teneramente a lui, cercando di fargli sentire tutta la sua vicinanza.

< < Ehi zuccone > > esordì lei, mentre gli carezzava dolcemente i capelli.

Il terrestre si girò verso di lei, regalandole il suo tradizionale,  allegro sorriso < < Ben svegliata, amore mio > > rispose, baciandola teneramente.

< < Cosa ti prende > > chiese lei con un sussurro, senza smettere di accarezzargli il viso e i capelli disordinati.

< < OH, niente di importante, cara > > si affrettò a rispondere, forse un po' troppo velocemente < < Semplicemente cercavo di riprendermi dalle ultime fatiche > > ridacchiò il guerriero, sperando di non ricevere il solito interrogatorio dalla sua donna.

< < A cosa ti riferisci? > > domandò la bionda maliziosamente, avvicinandosi pericolosamente a lui.

< < Lo sai bene > > rispose Crilin, sfiorandole ancora le labbra.

< < Beh, mio caro, posso concederti qualche ora di tregua. Ma stasera sarai di nuovo mio in questo letto, chiaro? > > ribattè Diciotto, prendendo il suo volto tra le mani, prima di baciarlo di nuovo.

La coppia passò un'altra ora  nel loro letto, giocando allegramente fra le lenzuola. Nessuno dei due sembrava avere la minima voglia di alzarsi. Comodamente accoccolata sul petto nudo di lui, Diciotto restò diverso tempo senza parlare, limitandosi ad ascoltare rapita il battito, finalmente regolare e tranquillo, del suo uomo.

< < Cosa ti turbava poco fa? > > chiese la donna all'improvviso.

Crilin rimase spiazzato, ma soprattutto piacevolmente sorpreso di un'ennesima dimostrazione  di come lei riuscisse a comprenderlo, meglio di chiunque altro. Non poteva nasconderle nulla.

Diciotto lo osservava sempre con occhi profondi e incomprensibili, arrivando subito a conoscere le paure e i turbamenti del suo animo.

Il giovane distolse lo sguardo imbarazzato, non sapendo come rispondere. Poggiò la guancia sulla chioma dorata di lei, per non dover essere squadrato dai suoi occhi di ghiaccio, consapevole che la cyborg non avrebbe lasciato correre. Non lo faceva mai.

Quest'ultima si alzò dal suo petto, per poi prendere possesso del viso di lui con entrambe le mani. La presa era forte e dolce al tempo stesso.

< < Rispondimi Crilin > > sussurrò lei, avvicinando le labbra alle sue.

Il guerriero non fu in grado di rispondere subito, incantato dal viso angelico della sua donna. Non era più in grado di nasconderle nulla.

< < Non avrei mai voluto costringerti a superare così tanti pericoli > > disse lui, con voce debole < < Mi distrugge il pensiero di aver messo in pericolo la tua vita > >.

Come spesso accadeva, il terrestre non fu in grado di capire con esattezza quali sentimenti provasse la donna in momenti così intimi e delicati, ma certamente il disagio, che egli provava in quel momento lo spinse a tentare di distogliere lo sguardo da lei. Ma la presa della cyborg rimase forte e soprattutto sicura quando unì le loro labbra in un bacio estremamente passionale e autoritario.

Sembrava che Diciotto volesse dimostrare la forza del loro legame e quanto fosse diventata importante la loro relazione. Lo lasciò andare, dopo diversi minuti, in cui il piccolo uomo si impegnò a rispondere al bacio, con tutto l'entusiasmo di cui era capace.

< < Sei un idiota per esserti spinto così avanti contro mio fratello > > disse Diciotto, mentre il suo uomo riprendeva fiato.

< < Io.... > > provò a dire il guerriero, ma un dito gentile gli impedì di proseguire.

< < Ciò che hai fatto mi terrorizza, perchè sono consapevole che rimarrai sempre un eroe e io non potrò sempre proteggerti dai guai, in cui riesci sempre a cacciarti > > proseguì la ragazza, mentre lo guardava intensamente.

< < Ma allo stesso tempo, il tuo gesto mi spinge ad amarti alla follia, mi ricorda di quanto io sia stata fortunata ad incontrarti. Perciò smettila di dire stronzate, Crilin e continua a vivere la tua vita insieme a me > >.

Sembrò un ordine vero e proprio, suggellato da momenti ancora più intensi.

Ben presto fu Crilin a prendere l'iniziativa e Diciotto non si dimostrò per niente contrariata.

                                                                      --------------------------------

I ghiacciai del Nord erano considerati da molti studiosi come il luogo più pericoloso e desolato di tutto il pianeta. Un posto assolutamente proibitivo per gli esseri umani. Ben poche specie di animali possedevano le capacità necessarie per vivere in quella catena sconfinata di monti ghiacciati.

 I pochi insediamenti umani erano lontani di diverse miglia dalla zona eternamente ghiacciata, obiettivo di temerari esploratori, i quali tentavano di scoprire i molteplici segreti  di quei monti selvaggi e ben pochi di loro erano riusciti a tornare per raccontare le loro avventure.

Non accadeva certamente spesso che strane figure, equipaggiate di tutto punto, si muovessero con leggerezza e agilità tra le distese innevate di quei monti.  Il gruppo era composto da cinque personaggi e nonostante i loro movimenti fossero molto limitati a causa della neve troppo fitta, erano ugualmente in grado di muoversi con scioltezza tra i molti valichi esistenti, proseguendo il loro cammino con sicurezza in fila ordinata.

< < Veder > > gridò uno di loro, cercando di farsi sentire nella continua e violenta tempesta di neve e vento.

< < Che diavolo vuoi? > > sbraitò il primo della fila < < Cerchiamo di sbrigarci. Non ho voglia di perdere tempo. Questo dannatissimo freddo aumenta sempre di più. Dobbiamo rientrare entro le prossime due ore per fare rapporto.  > >.

< < Scusami, Veder > > disse l'individuo, ultimo nello schieramento < < Ma sono preoccupato per quei piccoli villaggi che abbiamo visto. Non avremmo fatto meglio a distruggerli? Potrebbero averci visto > >.

< < Attento a quel che dici, Bastos. Se la Regina Doran ti sentisse parlare così ti farebbe giustiziare > >.

< < Ti chiedo scusa, Veder.... > >.

< < Basta con queste ridicole lagne. Io sostengo la politica della nostra Regina. Non siamo assassini. Puoi stare tranquillo. Gli umani non ci hanno visto. La loro tecnologia è molto arretrata rispetto alla nostra, senza contare che i villaggi che abbiamo avvistato sono abitati da umani ancora più primitivi. Non possiedono alcun tipo di tecnologia > >.

< < Adesso capisco il motivo per il quale la Regina ha deciso di atterrare in questo posto desolato > > aggiunse un altro membro del gruppo.

< < Ora basta con queste inutili chiacchiere > > ruggì Veder, mentre osservava attentamente i nuvoloni minacciosi < < Anche se siamo bene equipaggiati, sarà meglio non trovarsi qui quando scoppierà l'ennesima tempesta > >.

Nelle successive ore, il gruppo di esploratori proseguì il cammino silenziosamente tra i valichi delle montagne innevate. Contrariamente alle previsioni del capo-esploratore, i quattro personaggi raggiunsero la loro meta solo dopo più di tre ore di marcia costante.

Al calar della sera giunsero nei pressi di un'ampissima vallata dominata dai ghiacciai perenni,  dalle dimensioni alte al punto da nascondere perfettamente la grande astronave aliena ARMATH. Grazie a imponenti pilastri appuntiti, situati alla base, essa era posizionata in modo sicuro sul ghiaccio indistruttibile.

 Non appena i quattro raggiunsero la parte laterale dell'immensa nave, un portellone secondario si aprì leggermente verso il basso, permettendo il loro ingresso all'interno.


Nella sala centrale, i monitor generali rilasciavano immagini della Terra, tra città e paesaggi vari. La regina Doran continuava a studiare il pianeta tanto sognato. Ben poche volte aveva adottato così tante misure di sicurezza, prima di un'invasione.

 Sentiva di essere giunta in un posto estremamente speciale e intendeva impedire a qualsiasi costo lo scoppio di inutili conflitti, se non era strettamente necessario. Il suo interesse per l'umano chiamato Crilin cresceva sempre di più, cresceva il suo desiderio di incontrarlo faccia a faccia. Un uomo puro di cuore, che lei avrebbe spinto ad abbracciare la sua causa di pace. Ma bisognava agire con cautela e soprattutto aveva il dovere di conoscere realmente il cuore di quell'uomo.

Le sue riflessioni vennero interrotte bruscamente dalla voce severa del fedele Generale Galdriel.

< < Mia signora, vi informo che il gruppo di esplorazione è appena rientrato alla base. Devo dare l'ordine di rapporto? > >.

< < Sono stati fuori per più di una settimana > > constatò la ragazza dai capelli rossi < < Spero che abbiano notizie confortanti da darci. Stiamo perdendo troppo tempo. Presto, Generale, li faccia passare > >.

Pochi minuti dopo, stremati e ancora nel loro pesante equipaggiamento, i quattro esploratori entrarono timorosi nella sala centrale, avvicinandosi a piccoli passi verso il trono della loro regina. Si fermarono ad un leggero cenno della loro regina.

< < Capo-esploratore Veder a rapporto, mia regina > >.

< < Ben tornati, miei coraggiosi esploratori. Mi vergogno di avervi chiamato così presto. dopo il viaggio al quale vi ho sottoposti, meritavate un equo riposo. Purtroppo siamo costretti ad agire con rapidità > > disse Doran, fissandoli intensamente.

< < Siamo sempre onorati di servirvi, mia signora > > rispose Veder, con un leggero inchino.

< < Allora, coraggiosi esploratori > > proseguì la rossa, senza indugiare oltre < < Quali sono i risultati della vostra missione? > >.

Veder si inchinò umilmente, prima di rispondere < < Le vostre previsioni si sono rivelate esatte, mia Regina. Si tratta di una zona poco abitata. Per centinaia di chilometri non esiste alcun insediamento terrestre. Gli unici villaggi, che siamo riusciti ad avvistare, sono molto lontani dalla nostra base, ad almeno quattro giorni di marcia continua, senza contare la pericolosità del territorio > >.

< < Avete osservato attentamente gli abitanti di quei villaggi. Le loro abitudini o il loro modo di vivere > > chiese la regina, visibilmente concentrata.

< < Certamente, mia signora. Sono esseri umani primitivi, non c'era nessun mezzo tecnologico > > continuò Veder, con maggiore sicurezza.

 < < Anche la loro stessa mentalità è molto arretrata. Tra di loro circola voce riguardo una presunta maledizione, che infesta queste montagne e per questo nessuno di loro osa avvicinarsi. Secondo me, mia regina, la nostra base è perfettamente nascosta e al sicuro > > concluse l'uomo, soddisfatto.

A quel punto la bellissima regina si alzò dal suo trono, spingendo tutti sudditi presenti nella sala centrale ad un nuovo e formale inchino < < Molto bene, capo-esploratore Veder. Voi e i vostri uomini avete agito bene e grazie a voi adesso sapremo come perfezionare le nostre strategie di invasione. Vi siete meritati molti giorni di svago e riposo > >.

< < Voi ci onorate, mia regina > > rispose l'esploratore, subito imitato dai suoi compagni.

< < Andate pure > > li congedò la ragazza, mostrando per la prima volta un caloroso sorriso.

Dopo aver accettato il formale saluto degli esploratori, Doran si rivolse immediatamente al generale Galdriel.

< < Generale > > esordì imperiosa, la sua voce accesa da una una nuova passione < < Da questo momento, possiamo dare inizio alle operazioni di invasione. La maggior parte delle squadre, a partire da domani mattina, dovranno penetrare in tutto il pianeta, senza però prendere troppe iniziative. Non dobbiamo allarmare nessuno, prima del tempo. Voglio conoscere ogni aspetto, geografico e politico, di questo pianeta > >.

< < Il maggior pericolo, mia signora, è rappresentato dai Saiyan che vivono qui. Senza contare i guerrieri senza energia spirituale, che restano ancora sconosciuti > >.

< < Per questo ci muoveremo con cautela > > ribattè la regina prontamente < < Le squadre di assalto dovranno prima analizzare da vicino l'intero pianeta, mentre nel frattempo verrà completata l'altra fondamentale missione > >.

Il vecchio soldato rimase vagamente spiazzato e per questo osò chiedere < < Di quale missione state parlando, mia signora > >.

La regina Doran si sedette nuovamente sul suo trono ornato. L'intensità del suo sguardo impressionò notevolmente il generale  < < La squadra-ombra, composta dagli armathiani più veloci e scaltri, dovrà nei prossimi giorni controllare ogni spostamento del terrestre chiamato Crilin. Ogni suo movimento mi dovrà essere comunicato e al momento opportuno darò ordine di attaccarlo > >.

Il vecchio soldato arrossì di cieca collera per un brevissimo istante, ma fu estremamente abile a nascondere immediatamente le sue emozioni. Non era per niente semplice, considerato l'odio che stava provando verso un terrestre, che nemmeno conosceva. Tuttavia, non potè trattenersi dal chiedere.

< < Non capisco, mia signora > > disse l'uomo, con tutta l'umiltà possibile < < Perchè tanto interesse per un umano? E' vero che la sua forza è insolita ed incredibilmente alta per un normale abitante di questo pianeta, ma rimane ugualmente estremamente bassa > >.

La bellissima Regina non si scompose nella sua risposta < < Te l'ho già spiegato tante volte, mio fido generale. La forza può interessarmi fino a un certo punto. Ciò che realmente mi attira è il suo cuore. Desidero conoscerlo nel profondo e per questo mi vedo costretta ad agire anche con metodi sporchi, sebbene non vorrei > >.

< < Volete vedere se riesce a sopravvivere ad un nostro attacco? > >.

< < Non esattamente. L'attacco della nostra squadra servirà per un unico scopo, quello di costringerlo a scoprirsi, come combattente e come essere vivente. Capiremo molte cose e solo allora la squadra potrà finalmente completare la missione > >.

< < In che modo, mia signora? Uccidendolo? > > chiese ancora Galdriel, in tono quasi speranzoso.

La regina Doran fece un amaro sorriso. Non era chiaro se si trovava in conflitto per qualcosa, ma il suo tono di voce sembrava estremamente eccitato < < Non sarà un'esecuzione, Generale Galdriel. Il fine ultimo della missione della squadra-ombra sarà il rapimento dell'umano chiamato Crilin > >.

A quel punto, nessun suddito presente nella sala centrale della base, nemmeno il possente generale, osò controbattere. La regina Doran non parlò più, persa in tanti e tormentati pensieri.

< < Spero che vorrai perdonarmi > > pensò la ragazza, osservando l'immagine del piccolo terrestre sui monitor < < Presto sarò costretta a violare la tua vita e la tua libertà. Non vorrei farlo, ma il mio dovere lo impone > >.

Sapeva che doveva essere fatto, ma la regina Doran cominciò ugualmente a provare una sgradevole sensazione. Tutto stava per iniziare.


                                                           ----------------------------------


Da diversi giorni, la vita era tornata serena alla Kame House. Il giovane Crilin si era finalmente ripreso del tutto. Ciò nonostante, la sua compagna gli aveva severamente proibito la ripresa degli allenamenti e qualsiasi altra attività, considerata da lei dannosa. In questo modo, il piccolo uomo trascorse giornate nel pieno ozio, insieme alla bella cygorg.

D'altro canto, anche quest'ultima aveva finalmente ritrovato quella gioia di vivere, che aveva seriamente rischiato di perdere.

 Dopo gli ultimi avvenimenti, il legame tra i due era diventato ancora più forte. La loro intimità era ormai matura, fuori e soprattutto dentro la loro camera da letto. Quasi ogni notte, dopo aver fatto l'amore, i due si addormentavano abbracciati, felici di trovarsi l'uno nelle braccia dell'altra.

Tuttavia, nonostante la spensieratezza di quelle giornate, un pensiero fisso tormentava la mente della bionda guerriera. Aveva cercato di dominarlo, ma si rese conto di non poterlo ignorare a lungo. L'unico modo era affrontare il problema e risolverlo definitivamente.

Diciotto sperava di nascondere la cosa al suo uomo. Era una cosa che doveva fare da sola. Doveva soltanto aspettare il momento giusto.

L'occasione si presentò un venerdì sera. Il vecchio maestro era andato in città per alcuni giorni e i due amanti trascorsero l'intera giornata insieme. Dopo una cena romantica, fu la stessa Diciotto a trascinare il terrestre in camera.

A notte fonda, Crilin era profondamente addormentato, con la testa poggiata sul morbido seno della sua donna. Diciotto, invece, era ben sveglia, con le braccia strette intorno alla vita del piccolo guerriero. Conosceva bene il suo Crilin. Il suo sonno era sereno e profondo, soprattutto quando si trovava a suo agio e sicuro tra le sue braccia.

 Era felice di essere in grado di far provare quelle sensazioni di sicurezza e protezione all'uomo che amava.

Fece un sacrificio immenso, quando decise che era giunto il momento. Non desiderava altro che rimanere a letto, ben stretta a lui, ma quella notte era l'occasione perfetta.

Si liberò delicatamente dal giovane. Prese tempo per coprire il suo amato sotto le coperte. Lo osservò dormire avidamente per qualche minuto, prima di posargli un dolce bacio sulla guancia.

< < Ti amo > > sussurrò, stando bene attenta a non svegliarlo.

Si vestì in fretta, aveva già perso troppo tempo. Con un po' di fortuna sarebbe potuta tornare all'alba, senza dover spiegare nulla a Crilin.

Era una notte fredda, ma Diciotto non se ne curava. Godendosi la fresca e pulita aria oceanica, partì in volo, dirigendosi a gran velocità verso il suo obiettivo.


FINE DEL CAPITOLO.


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Capitolo 24
*** La squadra-ombra ***


CAPITOLO 23

La squadra-ombra.

C'era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di enormemente pericoloso.

Il malefico dottor Norvus aveva sviluppato, nel corso di tanti anni, una sorta di sesto senso, come un segnale di pericolo da non ignorare, soprattutto quando era in ballo la sua stessa vita. Per molti versi si era sempre dimostrato molto più cauto e prudente rispetto al suo defunto mentore Gero. Le tante vittime, per il progresso e il potere assoluto, avevano sancito la nascita di nemici irriducibili e per ironia della sorte i più pericolosi, tra di essi, erano diventati proprio gli strumenti principali del loro genio.

Non aveva più saputo nulla di C17, dopo la sua ultima turbolenta visita e non intendeva certo scoprire le conseguenze delle sue folli azioni. In realtà, era felice che il cyborg si fosse finalmente trasformato in quella tanto desiderata macchina di morte, frutto di un progetto scientifico mai nemmeno immaginato dalla mente umana e tutto questo grazie a tutto l'odio che il cyborg provava dentro di sè.

Si era visto perduto quando aveva cominciato ad aiutarlo, ma il dottor Norvus aveva mantenuto la sua parola. Senza il suo aiuto, C17 non avrebbe mai potuto realizzare i suoi piani, allora perchè provava quella terribile sensazione di panico e smarrimento. Probabilmente la paura che sentiva non era collegata al cyborg maschile. Doveva scappare e doveva farlo subito.

Durante la sua lunga carriera, il dottor Norvus si era sempre impegnato nelle sue mansioni con estrema attenzione. Non soltanto per dimostrare il suo enorme genio, inferiore solo alla mente assoluta del suo principale, ma anche per la propria sopravvivenza. Era consapevole che, dal un totale controllo degli innumerevoli esperimenti, dipendeva la propria incolumità.

Tutti i prigionieri, impiegati nel corso degli anni, avevano sviluppato contro di lui un odio terribile.

Quando il dottor Gero riuscì finalmente a completare il progetto dell'androide ad energia infinita, creato su base umana, Norvus capì perfettamente di aver attraversato un limite mortale. I cyborg di questo modello acquistavano una forza sconfinata, ma allo stesso tempo mantenevano la loro personalità umana e di conseguenza anche il loro odio. Per questa unica ragione lo scienziato aveva deciso di abbandonare il suo grande mentore e lo fece appena in tempo, prima che i cyborg attuassero la loro vendetta, salvandosi dalla loro furia implacabile.

Ora, la vita del dottor Norvus era di nuovo in pericolo e all'improvviso egli riuscì anche a dare un nome a questo suo tumulto interiore.
 
Freneticamente, l'uomo preparò una borsa da viaggio, dove mise soprattutto tutti i suoi risparmi. Il denaro era fondamentale, in qualsiasi parte del mondo. Un giorno avrebbe potuto recuperare i macchinari presenti nello spazioso bunker, ma in quel momento la salvezza era l'unica cosa importante.

Raggiunse velocemente la scala di emergenza, che lo avrebbe condotto in superficie, nel cuore di una giungla tropicale. Aveva appena cominciato la salita, ma qualcosa lo fermò. Un brivido di paura scese lungo la sua schiena, mentre il suo corpo era letteralmente paralizzato. Alle sue spalle c'era qualcuno, ne era assolutamente certo.

Il suo volto, bagnato da sudore e lacrime, trovò la forza di girarsi e quando il dottor Norvus riconobbe la bellissima ragazza che gli stava di fronte, per poco non svenne dalla paura.

< < Non avrei mai pensato di trovarti ancora vivo, dottor Norvus > > la donna parlò con un tono di voce gelido, meccanico, privo di qualsiasi emozione < < Ma riflettendoci, non dovrei nemmeno essere sorpresa. I topi di fogna sono abili a nascondersi in luride tane come questa > >.

< < A-Androide 18 > >  balbettò l'uomo, indietreggiando verso la parete di ferro opposta alla scala di emergenza.

< < Non sopporto essere chiamata così. Tu più di tutti dovresti saperlo, dottore  > > disse la ragazza, guardandolo con disprezzo.

< < Che cosa vuoi da me? > > chiese lo scienziato, non  mascherando minimamente il suo terrore.

< < Da tempo provo a dimenticare ciò che mi avete fatto > > rispose la cyborg con estrema calma < < Tu e Gero vi siete divertiti con noi, sperimentando ogni genere di nefandezza > >.

< < Aspetta > > urlò il dottore, alzando entrambe le mani, cercando di calmarla < < Io non faccio più quelle cose. Non hai motivo di vendicarti di me > >.

< < Qualche anno fa > > riprese Diciotto, con voce quasi dolce e delicata < < Se avessi saputo che eri ancora vivo, ti sarei venuta a cercare per farti rimpiangere di essere nato e per chiudere definitivamente i conti con il passato > >.

Ormai il dottor Norvus tremava senza ritegno, dinnanzi ad un essere capace di ucciderlo con un semplice gesto.
 
< < Ti prego, non uccidermi > >.

< < Vedi, non è per questo che sono venuta a farti visita > > continuò lei normalmente, ignorando le sue disperate suppliche < < Non è per il nostro allegro passato insieme. Il motivo è ben diverso > >.

Improvvisamente, il dottore cominciava a capire e per questo non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo. Come il fratello, anche lei voleva qualcosa da lui, una cosa che evidentemente le impediva di ucciderlo.

< < Lo avrai saputo da C17 > > disse l'uomo debolmente < < Sono in grado di costruire qualsiasi cosa ti possa essere utile. Posso aiutarti in qualsiasi modo tu voglia >>.

Quando finì di parlare, Norvus si accorse di una strana luce negli occhi cerulei della donna, solitamente inespressivi.

< < Temo che i miei desideri siano completamente differenti da quelli di mio fratello, caro dottore > > disse dolcemente la compagna di Crilin.

Il dottor Norvus non fece in tempo a ribattere. Tutto accadde in pochi istanti. La donna scomparve in un lampo e nello stesso secondo una mano fredda come la morte afferrò il dottore per la gola, spingendolo contro il muro alle sue spalle.

Norvus capì immediatamente di essersi fratturato diverse costole nell'impatto contro la parete di ferro, sebbene la cyborg avesse limitato notevolmente la propria forza.

Non aveva mai provato un dolore così terribile, tanto da impedire alla sua bocca di urlare tutta la sofferenza di quel tragico momento. Il suo cervello smise di ragionare e per lunghi attimi aveva persino temuto dei danni permanenti alla vista. Quando riuscì ad inquadrare nuovamente il suo assalitore, l'uomo si trovò a pochi millimetri dal viso bellissimo e giovane della guerriera, ora deformato in un'espressione di pura collera.

< < In passato il mio odio per voi era forte, al punto da distruggermi l'anima > > Diciotto parlò con forza, pur senza alzare la voce.

< < Tuttavia, mai avrei pensato che quest'odio potesse diventare ancora più forte, eppure adesso è così. Mai come in questa occasione, caro dottore, sono arrivata così vicino alla trasformazione, che tanto tu e il tuo maestro avete tentato di realizzare con le vostre porcherie > >.

< < T...ti p..rego > >.

< < Non puoi nemmeno immaginare > > continuò lei, ignorando i rantoli di dolore dell'uomo < < Negli ultimi giorni ero pronta a diventare il vero mostro dei vostri progetti. Ti avrei staccato lentamente ogni pezzo del tuo corpo, lasciandoti in vita fino alla fine > >.

Ormai il volto dell'uomo, arrossato e pieno di lacrime, era una maschera di dolore. Quando finalmente lo lasciò andare, Norvus cadde pesantemente sulle ginocchia, ansimando e sputacchiando saliva verdastra ai piedi della guerriera bionda.

< < Ucciderti significherebbe fare un favore all'umanità, ma io non sono un androide > > disse Diciotto, alzando con la punta del piede il mento sanguinante dell'uomo, il quale era solamente in grado di emettere deboli rantoli difficilmente udibili.

< < Tuttavia, farò in modo che tu non possa più nuocere e se per miracolo tu dovessi ancora creare qualche altra diavoleria, ti assicuro che sarà l'ultima follia della tua vita > >.

Osservandolo freddamente, Diciotto non disse più nulla. Afferrò l'uomo per il camice bianco, ignorando le sue deboli proteste, miste ai lamenti di dolore per le diverse costole rotte. Lo sollevò senza sforzo con una mano, mentre con l'altra prese la borsa piena di soldi. Alzandosi in volo, raggiunse con calma la botola di ferro del laboratorio e con un semplice pugno scagliò la piccola e pesante porta verso il cielo azzurro.

Uscì dal laboratorio con i due pesi e immediatamente fu sollevata di respirare aria pulita, pur essendo stata ben poco in quella specie di caverna metallica. Quel posto la faceva star male, quasi le faceva rivivere i momenti tragici della sua infanzia, anche se riusciva benissimo a mascherarlo di fronte alla sua preda. In quel momento quell'uomo era la sua vittima, ma in passato era stata lei a provare sofferenze indicibili per mano sua.

Diciotto gettò malamente a terra lo scienziato ai piedi di un grosso albero. Il malcapitato si trovava ancora nell'impossibilità di parlare. Il dolore nel suo corpo era terribile, ma anche la paura per la sua sorte sconosciuta, che dipendeva unicamente da una donna accecata da un odio bestiale.

La cyborg squadrò attentamente la borsa piena di denaro < < Hai raccolto molti soldi in tutti questi anni, caro dottore > > disse freddamente la guerriera < < Sono soldi sporchi del sangue innocente che tu e Gero avete versato inutilmente > >.

< < N..non inutilmente > > rispose a fatica Norvus < < E' stato un sacrificio necessario per il progresso dell'umani..argh > > La frase convinta venne bruscamente interrotta da un violento schiaffo, che spaccò il labbro dell'uomo, facendolo schiantare contro il tronco dell'albero.

Norvus non vide nemmeno arrivare il colpo e di nuovo un dolore devastante invase tutto il corpo e lo fece quasi impazzire.

< < Non provare a fare certi discorsi con me, dottore o la tua situazione peggiorerà di molto, te lo posso assicurare > > disse dolcemente la ragazza, sogghignando in modo quasi diabolico.

Diciotto si avvicinò nuovamente verso il buco ormai aperto del laboratorio < < Stavo dicendo che ormai questi soldi sono troppo sporchi. Il solo toccarli mi fa venire voglia di vomitare > >.

Non appena la cyborg finì di parlare, lasciò cadere, sotto gli occhi scioccati dell'uomo, la preziosa borsa all'interno del buco. In quel momento forse fu l'avidità a far tornare la voce al dottor Norvus e infatti egli urlò contro la ragazza per la prima volta, dimenticando ogni prudenza.

< < FERMATI! CHE HAI INTEZIONE DI FARE? > >.

Diciotto non rispose. Si limitò a sorridere dolcemente verso la sua vittima, che tentava di strisciare lentamente verso di lei. La donna aprì il palmo della sua mano destra, in direzione del buco d'entrata del bunker sotterraneo. Fece tutto con calma, in modo da far vedere all'uomo disperato ai suoi piedi ogni sua mossa nei minimi dettagli.

Un semplice raggio dorato uscì dalla sua mano e dopo pochi istanti il laboratorio esplose in una sola volta. Dal buco d'entrata fuoriuscì una fortissima ondata di fuoco, che si alzò verso il cielo azzurro. Il colpo della cyborg era stato appena sufficiente a distruggere il bunker e infatti la guerriera fu abile ad impedire qualsiasi danno inutile alla foresta.

La reazione del dottor fu orribile. Il suo urlo sconvolse i normali rumori della natura, quasi quanto l'esplosione che aveva causato la sua rovina. Probabilmente anche a causa delle ferite, l'uomo vomitò, accasciandosi a terra e per un attimo Diciotto credette seriamente che sarebbe morto lì ai suoi piedi. Tuttavia, la ragazza non provava alcun rimorso. Trovava incredibile il fatto che quell'uomo orribile appartenesse alla stessa razza del suo adorato Crilin.

 Diciotto sorrise debolmente, quel pensiero le fece venir voglia di tornare a casa il più velocemente possibile. D'altronde, ciò che doveva fare l'aveva fatto.

< < Hai perso i tuoi soldi e tutta la tua attrezzatura, dottor Norvus. Non mi sporcherò più le mani con te. Io ho abbracciato la vita e non la morte. Ti lascerò qui e dovrai sudare se vorrai sopravvivere in questo posto nelle tue condizioni. Hai poche probabilità, ma se ci riuscirai forse comincerai ad apprezzare il valore della vita, anche se non nutro molte speranze > >.

< < A....aspetta > > pregò debolmente Norvus, ormai totalmente preda del terrore < < Non puoi lasciarmi qui. Morirò. Ti prego, portami in un centro abitato > >.

< < Addio dottor Norvus > > disse Diciotto, guardandolo impassibile < < Spero di non rivederti mai più > >.

La compagna di Crilin non aggiunse altro. Si alzò in volo, ignorando gli urli disperati dell'uomo. In pochi secondi, la cyborg scomparve all'orizzonte.

< < ASPETTAAA > >.

L'urlo disperato e terrorizzato di un assassino echeggiò tra gli immensi alberi di quella giungla desolata.



                                                  -----------------------------------------


Volando alla massima velocità, Diciotto aveva attraversato in pochi minuti l'intero globo.

Sperava che la sua partenza notturna fosse rimasta segreta fino alla fine. Non era sua abitudine torturare un essere impotente e non voleva che Crilin fosse presente in momenti del genere. Per di più era una cosa che doveva fare da sola. Come donna e come compagna dell'uomo che amava.

Le diavolerie dei pazzi, che le avevano rovinato la sua infanzia, avevano quasi causato la morte di Crilin. Il piccolo uomo era tutto ciò di bello che aveva nella sua vita e il solo pericolo di perdere quanto erano riusciti a fatica a costruire, era sufficiente a risvegliare in lei una crudeltà, che nemmeno lo stesso Crilin si sarebbe mai immaginato.

Non era ancora l'alba quando Diciotto raggiunse la piccola isoletta. Era probabile che il suo compagno dormisse ancora. I recenti traumi avevano sconvolto il suo corpo e il suo animo. Era più che normale il suo bisogno di riposo in quei giorni.

 D'altro canto, lei stessa lo costringeva continuamente a non sforzarsi, facendolo riposare ogni volta che poteva negli ultimi giorni. Inoltre lo sperava anche per non essere scoperta.

Entrò piano nella sala d'ingresso, immersa nelle prime deboli luci dell'alba. Anche il vecchiaccio poteva sorprenderla in quel momento, ma era raro trovarlo alzato così presto. Fortunatamente la ragazza non incontrò nessuno per le scale e camminando velocemente e silenziosamente, raggiunse la propria camera da letto. Una volta entrata, chiuse dolcemente la porta, chiudendo a chiave.
 
Tirando un silenzioso sospiro di sollievo, la bionda osservò Crilin dormire serenamente. Ella sorrise dolcemente, quando vide che nel sonno il giovane uomo si era spostato nel suo lato del letto.

Durante il suo viaggio di ritorno, Diciotto aveva trovato il tempo di lavarsi nei pressi di un piccolo lago. Aveva voluto togliersi ogni residuo di quel malefico posto, dove era stata costretta a recarsi.
Si spogliò con calma e si rivestì con una vecchia maglietta di Crilin, che usava spesso per dormire. Facendo attenzione a non svegliare il terrestre, la cyborg si coricò finalmente, abbracciando il corpo caldo e profumato del compagno. Quest'ultimo continuò a dormire tranquillamente tra le sue braccia, anzi sembrava ancora più sereno in quella nuova posizione di sicurezza e calore.

 Diciotto non riusciva a prendere sonno, ma non le importava. Baciò dolcemente la fronte del compagno e rimase lì per ore, godendosi quella felicità finalmente ritrovata.



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Nella complessa organizzazione militare Armath, la famigerata squadra-ombra godeva di una sinistra fama, soprattutto fra i semplici soldati, i quali non conoscevano nemmeno l'identità dei quattro membri di questo particolare gruppo. Si trattava di un reparto speciale, che venivano impiegato solo ed esclusivamente dalla regina in persona. Solo la massima figura istituzionale degli Armath poteva chiamare in causa la squadra-ombra.

I singoli componenti venivano scelti con prove durissime, che solo relativamente testavano la mera forza fisica. Ogni uomo o donna, ufficialmente introdotto nella squadra, non doveva necessariamente possedere un'elevata forza combattiva, ma tale eventuale mancanza veniva compensata da altre particolari abilità.
Segretezza e la capacità di colpire il nemico nel buio con la massima precisione. Erano queste le basi di azione della squadra-ombra.

Durante l'invasione della Terra, il reparto segreto era composto da due uomini e due donne. I primi erano fratelli: il maggiore, Tepias, era anche considerato il leader della squadra, quasi per diritto di anzianità, mentre il secondo, Helias, era poco più di un ragazzo e per lui si trattava del primo incarico come membro ufficiale del reparto segreto.

Le due donne erano molto belle. Una bellezza sensuale, ma altrettanto pericolosa. Da molti anni svolgevano incarichi di segretezza, sotto la guida di Tepias. Sabotaggi, interrogatori, rapimenti e persino omicidi quando era necessario, sebbene ogni Armath fosse contrario all'omicidio. La donna alta e formosa aveva capelli neri e corti a caschetto, con occhi castani provocanti e accesi. Il suo nome era Fedra e nonostante i  numerosi tratti allenati del suo corpo, nelle braccia e nelle gambe, il suo fascino femminile non era per niente nascosto.

Aveva quasi quarant'anni ed era la veterana del gruppo, dopo Tepias, per il quale provava una stima smisurata. L'ultimo componente era Edna, l'allieva prediletta di Fedra. All'apparenza sembrava una ragazza frivola, poco più grande di Helias. Aveva già svolto i primi incarichi nella squadra negli ultimi tre anni, durante i quali aveva ampiamente dimostrato che la sua migliore arma fosse proprio la sua bellezza, unita al suo modo di fare dolce e seducente. I suoi capelli erano di un rosa chiaro, leggermente a caschetto, tenuti splendidamente in qualsiasi circostanza. Amava truccarsi anche durante le missioni, alimentando in questo modo anche le sue arti seduttive. Inoltre era molto forte persino nel combattimento corpo a corpo.

Per molti giorni, la squadra-ombra aveva tenuto sotto controllo la piccola isola, dove si trovava il loro obiettivo. La loro missione era classificata come della massima importanza e per questo  si erano portati tutto l'equipaggiamento necessario.

La piccola navicella marina procedeva a filo d'acqua, a distanza di sicurezza dall'isola. Ogni qualvolta era necessario, per evitare di essere scoperti prima del tempo, essa si immergeva nelle profondità marine.

Per ben tre settimane, osservarono inutilmente la piccola casa rosa, in cerca di un qualche movimento del loro obiettivo.

< < Maledizione > >esclamò Helias, il quale fremeva di impazienza < < Non sopporto più questa situazione, Facciamo irruzione e andiamo a prenderlo > >.

< < Quanto sei noioso, tesorino > > disse dolcemente Edna, mentre si controllava il trucco.

< < Smettila di chiamarmi così o la pagherai > >.

< < Ops > > borbottò la ragazza, coprendosi la bocca con una mano in modo provocatorio.

< < Basta così,Helias > > ruggì il fratello maggiore < < Questo è la tua prima missione, ma può anche essere l'ultima se non segui le regole. Gli ordini sono stati chiari, dobbiamo rapire il terrestre in assoluta segretezza > >.

< < Ancora mi chiedo il motivo, Tepias > > intervenne Fedra, anche se non staccava mai gli occhi dal monitor < < Per quale motivo la regina Doran è così interessata a questo terrestre. Non mi sembra nulla di speciale > >.

< < Però è carino > > interloquì Edna.

< < Non conosco le ragioni e non mi interessano nemmeno. Noi dobbiamo soltanto obbedire. La regina sa quello che si deve fare. Abbiate fiducia > > concluse Tepias con un tono che non ammetteva repliche.

Il più piccolo del gruppo grugnì soltanto, mentre come sempre le ragazze mostrarono il loro rispetto verso il leader, soprattutto Fedra.

< < Che notizie riguardo la donna bionda > > chiese l'uomo severamente.

< < Niente di nuovo > > rispose prontamente Fedra < < Lascia periodicamente la casa per fare provviste. Rimane fuori solo qualche ora e nella maggior parte dei casi esce volando, cosa ancora inspiegabile > >.

< < I nostri dispositivi di rilevamento hanno qualche problema di funzionamento secondo te? > >
< < Non credo, Tepias. La donna non emette alcuna energia e non capisco come faccia a volare > >.

< < Forse la sua forza è così bassa che nemmeno i dispositivi riescono a rilevarla > > intervenne Helias, con un ghigno di disprezzo.

< < Può darsi > > disse Fedra, pensierosa < < Il nostro obiettivo, però, non si è ancora fatto vedere e sono passate tre settimane > >.

< < Possono averci localizzato, Fedra? > > domandò Tepias, il quale stava a braccia conserte dinnanzi alle immagini della Kame House.

< < Impossibile > > rispose la donna, con sicurezza < < Siamo troppo lontani. Oltre ad immergerci nelle profondità marine, possiamo anche mimetizzarci per non essere scoperti.

Quella donna non ha mai avuto il minimo sospetto, ne sono sicura, Tepias > >.

< < Allora perchè il nostro tesorino rimane rintanato > > chiese Edna, con il suo solito tono di voce dolce.

< < I nostri informatori hanno seguito uno strano scontro, nel quale il terrestre è rimasto coinvolto diverse settimane fa > > disse Fedra < < In quella circostanza l'umano ha liberato un'incredibile quantità di energia, ma nessuno dei nostri è riuscito a scoprire l'identità dell'avversario > >.

< < Probabilmente l'umano deve ancora riprendersi > > intervenne severo il leader del gruppo < < Tuttavia, prima o poi dovrà uscire allo scoperto e noi dovremo essere pronti a colpire. Continuate a tenere sotto controllo l'isola e ogni due ore aggiornate la regina Doran sull'andamento dell'operazione > >.



Trascorse un'altra settimana. Il terrestre, chiamato Crilin, non si fece vedere. Gli unici due ad uscire e ad entrare nella casetta rosa erano uno strano vecchietto e la donna bionda dagli occhi di ghiaccio. Non ne conosceva la ragione, ma ogni volta che Fedra si trovava a fissare in primo piano l'immagine di quella ragazza misteriosa, un brivido freddo percorreva la sua schiena, facendole provare una sensazione inspiegabile di disagio.

Tuttavia, alla fine, la pazienza infinita della squadra-ombra venne premiata. Durante un freddo pomeriggio d'autunno, l'obiettivo uscì finalmente dalla casetta rosa. In quel momento, era Helias di guardia nei monitor.

< < Ci siamo! > > urlò il ragazzo < < Ci siamo, finalmente. Il terrestre è uscito allo scoperto > >.

< < Era ora, tesoro > > disse Edna, sorridendo dolcemente. Velocemente vennero raggiunti dai veterani del gruppo.

< < Sembra che si stia per alzare in volo > > disse Fedra, rivolgendosi a Tepias.

< < Manteniamo la calma > > esclamò il leader freddamente < < Seguiamo i suoi movimenti, in modo da scegliere accuratamente il posto dove colpire > >.

< < Lo rapiremo lontano da qui, capo? > > chiese Edna.

Il leader della squadra-ombra non rispose. Osservò dal monitor la partenza del terrestre dalla piccola isola. Non c'era traccia della donna bionda. Fu allora che egli decise di agire.

< < Diamo inizio alla missione > > ordinò con forza.

< < Preparate l'equipaggiamento > > concluse per lui Fedra. Quest'ultima non potè evitare un sospiro di sollievo, quando si accorse dai monitor dell'assenza della donna inquietante.

La missione di rapimento ebbe inizio.


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Crilin si sentiva estasiato. Quanto gli era mancata la sensazione del vento fresco e puro sul viso, mentre ammirava i meravigliosi paesaggi del suo pianeta d'origine. Aveva atteso a lungo quel momento, per l'esattezza la sua compagna l'aveva tenuto segregato a letto per un mese intero. In svariate occasioni il terrestre aveva tentato di sgattaiolare fuori dalla finestra della loro camera in uno dei rari momenti di disattenzione della sua amata. Rabbrividì al ricordo di come erano miseramente falliti.

Diciotto gli aveva proibito severamente di sforzare inutilmente il suo corpo. Anche se non aveva potuto ribellarsi a questa specie di dolce prigionia, il giovane guerriero si era goduto le infinite coccole della sua donna nelle ultime quattro settimane. Si era presa cura di lui in modo perfetto e grazie a lei Crilin si sentiva finalmente tornato alla normalità.

Quel pomeriggio, dopo accese discussioni, era riuscito a convincere la bionda a lasciargli fare un giro di volo tranquillo, in modo da poter riprendere confidenza con il proprio corpo e con il proprio spirito.

Dopo aver percorso l'oceano, il terrestre superò diversi centri abitati, fino a quando raggiunse un'ampia vallata verdeggiante, dove spesso in passato si era allenato. Era un luogo di straordinaria bellezza. Anche la stessa Diciotto, che era stata convinta dal compagno a trascorrere alcune giornate in quel posto, era rimasta affascinata per quel paesaggio naturale, ancora del tutto incontaminato dall'uomo.

Il giovane terrestre ridusse la velocità, osservando con un sorriso compiaciuto un piccolo boschetto. Arrossì come un ragazzino, mentre rammentava di quando Diciotto l'aveva letteralmente trascinato al riparo di quegli alberi. 

Immerso in quei dolci ricordi, Crilin non si accorse nemmeno di essersi fermato nel suo volo, sospeso a mezz'aria, mentre osservava il piccolo bosco, circondato da verdi colline.  Fu allora che accadde.

In realtà Crilin percepì il pericolo all'istante. Si accorse della lama che cercava di colpirlo dall'alto. La schivò facilmente e finalmente riuscì anche a sentire la forza del suo assalitore: una forza notevole, con la quale però si sentiva in grado di confrontarsi. Dopo aver evitato il primo colpo, il terrestre decise di arretrare in modo da inquadrare meglio il suo avversario. Rimase sorpreso quando vide che si trattava di un ragazzo, non poteva avere più di sedici anni.

< < Che bravo > > commentò il ragazzo, sorridendo malignamente < < Non mi aspettavo che tu fossi così abile, ma sarebbe stato un peccato far finire il gioco con un semplice fendente > >.

< < Chi sei > > chiese Crilin, mettendosi in posizione di attesa < < Per quale motivo stai cercando di uccidermi? > >.

< < Oh, mio caro terrestre > > disse l'aggressore, mostrando la lama con cui aveva tentato di colpirlo < < Io non stavo cercando di ucciderti > >.

Crilin si accorse che non si trattava di un vero pugnale. La lama a doppio taglio partiva da un grande bracciale, che copriva l'intero avambraccio del ragazzo. Quell'arma era veramente temibile, in grado di ferire anche un corpo estremamente allenato come il suo.

< < Allora cosa desideri da me? > >.

< < Voglio semplicemente divertirmi e tu mi aiuterai a farlo > > ruggì il giovane, prima di attaccarlo nuovamente.

Con una torsione di braccio, il giovane guerriero provò a colpire direttamente la gola del terrestre. Crilin bloccò il braccio del ragazzo, per poi contrattaccare immediatamente con un violento calcio e solo all'ultimo momento l'aggressore riuscì a difendersi alzando il braccio libero. Il colpo lo respinse per diversi metri. Non si aspettava una reazione così violenta e ancor prima di poter riprendere l'attacco, il terrestre lo sorprese con un violento pugno, che centrò la mascella del ragazzo. Quest'ultimo sputò sangue, mentre indietreggiava, sorpreso per l'intensità e per la velocità dell'attacco. Dopo pochi secondi, Crilin fu di nuovo su di lui, non dandogli tregua.

Rabbiosamente il ragazzo cercava di sfruttare la sua arma, ma riuscì soltanto a ferire superficialmente la guancia del terrestre. Alcune gocce di sangue macchiarono la punta della lama celata, che tentava di ferire l'uomo con maggiore gravità, ma Crilin continuò a tenere testa all'avversario, evitando tutti i fendenti. Inoltre ogni volta che poteva colpiva il ragazzo con le sue tecniche migliori, alimentando una certa fatica in lui.

I due contendenti continuavano a combattere sospesi in volo. Il giovane assalitore cercò ancora di affondare la lama, questa volta sullo sterno dell'avversario, ma quest'ultimo fu abile a chinarsi e nello stesso fluido movimento concentrò la sua forza in una fulminea gomitata allo stomaco. Il giovane assalitore urlò di dolore, mentre il suo respiro si fece duro e pesante e nonostante l'immensa rabbia, non era nemmeno in grado di insultare quella che doveva essere la sua vittima.

< < Ahh > > gemette il ragazzino, portandosi entrambe le mani allo stomaco < < M-maledetto > >.

Freddamente, Crilin unì i pugni e con controllata potenza colpì la schiena totalmente scoperta dell'avversario, il quale precipitò pesantemente verso la pianura sottostante. Non aveva impiegato tutta la forza, non volendo uccidere inutilmente il ragazzo. Era abile, ma inesperto di un fronte ad un veterano del combattimento come Crilin. Inoltre il piccolo uomo desiderava anche conoscere le ragioni di quell'agguato.

Crilin scese lentamente a terra, mentre il giovane restava supino, contorcendosi dal dolore.

< < Me la pagherai > > disse debolmente il ragazzo, che per miracolo era rimasto cosciente dopo l'impatto a terra.

< < Non ho intenzione di ucciderti > > ribattè l'uomo con calma < < Dimmi il tuo nome e ti aiuterò > >.

Il suo aggressore sollevò lo sguardo, la sua bocca era piena di sangue. Ghignò ferocemente, restando in ginocchio ai piedi del suo obiettivo. Questa volta il compagno di Diciotto non trovò la prontezza per difendersi. L'attacco arrivò alle sue spalle, in un violento calcio, che aggredì in pieno la sua spina dorsale. L'impatto lo fece volare contro un albero, spezzando il grosso tronco in due, facendolo poi schiantare contro una roccia poco lontano. Crilin rimase seppellito dalle macerie del grande masso completamente distrutto.

Il colpo era stato molto doloroso, in quanto inaspettato, ma il corpo del terrestre era molto più forte e preparato, dopo gli allenamenti degli ultimi anni, ai quali la sua donna lo aveva costantemente sottoposto. Si rimise in piedi e osservò con rinnovato stupore il nuovo assalitore.

< < Salve, tesorucci > > disse una ragazza estremamente bella, dai capelli color rosa. Era vestita con la stessa tuta aderente del compagno, ma non portava le sue stesse armi. Si avvicinò lentamente, con movimenti lenti e sensuali, con una mano guantata poggiata su un fianco.

< < Ho seguito la vostra piccola discussione. Davvero molto divertente > > commentò la donna, con una risatina stridula.

< < Chi siete? > > chiese Crilin, ormai ripresosi completamente dal colpo di prima < < Mi attaccate in massa alle spalle, ma io non vi ho mai in vita mia > >.

Il nuovo affascinante assalitore raggiunse il compagno dolorante, ancora steso a terra, ignorando completamente le domande del piccolo terrestre < < Oh tesoro > > ridacchiò osservandolo < < Non stai proprio facendo un figurone alla tua prima missione, giusto Helias? > >.

Rosso di rabbia, il ragazzo la guardò con odio < < Va all'inferno Edna! Quel malefico nano mi ha solamente colto di sorpresa > >.

< < Quanto sei volgare, tesoro. Dovresti riposarti un po > > rispose dolcemente la donna chiamata Edna, prima di rivolgersi finalmente a Crilin.

< < Così tu saresti l'umano chiamato Crilin. E' un vero piacere conoscerti, tesoro. Nonostante l'altezza  e la mancanza del naso, ti trovo davvero carino > >.

< < Quali sono le vostre intenzioni? > > domandò ancora una volta Crilin, per niente toccato dalla seducente bellezza della ragazza.

< < Ti prego, tesoro > > esclamò Edna, con finta dolcezza < < Non farmi del male. Voglio solo divertirmi con te > >.

Con un solo balzo, il nuovo assalitore eliminò la distanza con il suo obiettivo. Il pugno violento era diretto al volto dell'umano, che fu pronto a bloccarlo con facilità. Rispettando le sue tecniche di combattimento, Crilin afferrò, con l'aiuto del fianco, l'intero braccio della ragazza, intenzionato a sollevarla, per poi sbatterla con violenza a terra. Tuttavia ebbe soltanto la possibilità di afferrarla, poichè non appena lo fece, Edna si sporse in avanti e lo baciò sonoramente sulla guancia.

Per un brevissimo istante, Crilin rimase spiazzato, ma fu sufficiente a fargli perdere la forte presa su di lei. Edna agì immediatamente, aggredendo con successo l'addome scoperto del guerriero con una poderosa ginocchiata, potente al punto da costringerlo ad abbassarsi. Adesso il corpo dell'uomo era completamente scoperto e la sua avversaria, con un'aggraziata torsione di braccio, tentò di colpire la sua gola con il taglio della mano.

Solo all'ultimo momento il compagno di Diciotto evitò il nuovo pericolo, che avrebbe anche potuto essere mortale. Agilmente riuscì ad indietreggiare, cercando anche di recuperare fiato. Senza dargli tregua, Edna scaricò contro di lui una potente ondata d'energia, ma il terrestre fu pronto a concentrare la sua energia per proteggere il suo corpo dalla scarica e infatti unendo  le braccia, a protezione del volto, affrontò l'attaccò coraggiosamente, riportando soltanto ferite lievi.

< < Ohh tesoro > > strillò la donna dai capelli rosa < < Mi piacerebbe baciarti di nuovo. Questa volta però in altre parti > >.

Crilin si rimproverò mentalmente. Non era la prima volta che un nemico lo baciava sul campo di battaglia, ma di certo in quel momento non provava le stesse emozioni della precedente esperienza. Fu proprio il pensiero alla sua donna a fargli ritrovare la serenità necessaria per riprendere lo scontro.

Edna riprese la lotta con una tattica a distanza. Piccole e potenti ondate di energia aggredirono il piccolo guerriero da ogni parte, ma quest'ultimo non si lasciava sorprendere. Aveva compreso la pericolosità della sua avversaria e pertanto la sua attenzione divenne massima.

Quando le ondate d'energia crearono una forte nube di terra, Crilin ne approfittò per scomparire dalla vista della sua avversaria e questa volta fu lei a rimanere interdetta.

< < Dove diavolo è finito > > disse ad alta voce, senza la sua solita dolcezza, maledicendosi per aver dato lei stessa al terrestre la possibilità di sfuggire alla sua vista.

Aspettando che la nube si diradasse, Edna osservava freneticamente le colline davanti a sè, ma non c'era alcuna traccia del suo obiettivo. 
Ad un tratto, un forte bagliore, proveniente dall'alto, attirò la sua attenzione. Una strana massa d'energia dorata, dalla forma circolare, si avvicinava minacciosamente verso di lei. La guerriera evitò il pericolo, che tuttavia sembrava seguirla con spietato accanimento. Prese il volo, sperando di allontanarsi dalla minaccia, ma quella specie di cerchio la seguiva ovunque, nonostante i continui cambi di direzione. Mentre il panico rischiava di prendere il sopravvento, Edna trovò la prontezza per raggiungere un piccolo monte e proprio all'ultimo momento cambiò la traiettoria del suo volo, gettandosi velocemente di lato. La strana lama energetica continuò la sua corsa, disintegrandosi contro le rocce.

Osservando gli effetti, la guerriera rabbrividì visibilmente. Non aveva previsto che il suo avversario possedesse simili abilità. Con quella tecnica avrebbe anche potuto ucciderla. Proprio quel momento di riflessione fu fatale per l'esito dello scontro. Mentre Edna cercava di riprendersi dallo spavento, la figura del piccolo guerriero comparve alle sue spalle. Per Crilin fu sufficiente colpirla all'altezza della nuca con la punta del gomito. Si trattava di una mossa semplice, ma micidiale.

Ancora una volta Crilin non aveva colpito per uccidere e infatti la sua avversaria precipitò a terra priva di sensi. Lentamente anche il guerriero umano scese sul prato sottostante, ansimando pesantemente. Lo scontro era stato intenso e violento. Per diversi minuti faticò nei suoi esercizi di respirazione, fino a quando sentì il suo corpo riprendersi pian piano. Sapeva di non dover abbassare la guardia, ma per un essere umano, anche se forte ed esperto come lui, non era certo facile affrontare tanti avversari di fila.

Come si era aspettato, infatti, il suo momento di pace durò poco. Un terzo aggressore fece la sua comparsa. Questa volta l'assalitore non provò a sorprenderlo alle spalle, come i suoi due giovani compagni e non lo attaccò nemmeno frontalmente. Semplicemente comparve a pochi metri dal terrestre, il quale aveva ancora un pesante respiro.

Il nuovo arrivato era una donna bellissima, dai capelli neri e corti. Il suo corpo era una perfetta macchina atletica, messo in risalto dalla solita tuta aderente, che sembrava facilitare i movimenti di lotta di chi la indossava. Poteva avere quaranta o quarantacinque anni e dal suo sguardo duro, penetrante e severo, Crilin capì immediatamente che era molto forte, probabilmente molto più di lui.

< < Questa volta sarà dura > > pensò razionalmente l'uomo, mettendosi nuovamente in posizione. Era perfettamente consapevole che la fuga non era un'opzione possibile in quella situazione.

< < Ammiro il tuo coraggio, terrestre > > esordì la donna, non mostrando alcuna debolezza < <  Ma abbiamo una missione da compiere > >.

< < State provando ad uccidermi in tutti i modi, ma ancora non conosco la ragione delle vostre azioni > >.

< < Ti sbagli, umano > > ribattè lei con freddezza < < La nostra missione non è quella di ucciderti. Noi dobbiamo solamente rapirti > >.

< < Cosa? > > esclamò ad alta voce il piccolo uomo. Mai si era aspettato una simile risposta < < Che cosa volete da me e dove avete intenzione di portarmi > >.

< < Non sono autorizzata a risponderti > > replicò severa la guerriera < < Il mio nome è Fedra e appartengo al reparto speciale ombra dell'organizzazione militare Armath. Il mio compito è quello di portarti vivo e vegeto al cospetto della regina Doran ed è quello che farò. Ti chiedo umilmente di arrenderti > >.

< < Che cosa può volere da me la regina di un popolo straniero? > > pensò il piccolo uomo, ignorando la domanda.

Per la mora quel silenzio venne interpretato come una risposta negativa e per questo partì all'attacco senza aggiungere altro. Fedra era rapidissima e immediatamente cercò il corpo a corpo. Crilin fu pronto ad affrontarla con le sue migliori tecniche di difesa e attacco. Fece del suo meglio, parando calci, pugni, gomitate e riuscì persino a colpire l'avversaria diverse volte, nelle rare volte in cui trovò la sua guardia scoperta. Tuttavia ben presto il ritmo divenne così intenso da costringerlo ad indietreggiare. La guerriera, sfruttando la sua freschezza, non diede tregua al terrestre, portando a segno micidiali colpi.

Crilin sputò sangue, a causa di un terribile pugno, che sorprese le sue difese. Non ebbe nemmeno tempo di provare dolore, che la donna si girò fulminea, colpendo la mascella dell'uomo con un calcio rotante. Il volto di quest'ultimo era quasi una maschera di sangue e per completare l'opera Fedra concentrò la sua forza in un altro terribile pugno, che si abbattè in quel punto del suo volto, dove avrebbe dovuto trovarsi il naso del terrestre.

Il piccolo uomo, nella violenza dell'attacco, venne scagliato brutalmente lontano, strisciando sul terreno per svariati metri, mentre camicia e pantaloni erano ridotti ormai a brandelli. Si fermò ai piedi di un grosso albero, rimanendo immobile con la testa poggiata sulle radici.

< < Mi dispiace molto per questo > > disse Fedra, mentre si avvicinava a lui. Lei perdeva sangue dal naso e il guerriero umano era anche riuscito a procurarle una brutta escoriazione sotto l'occhio sinistro.

< < Hai combattuto bene e hai tutto il mio rispetto per questo. Per il buon successo della missione, ho dovuto combattere al massimo delle mie capacità. Ora, però, dovrai venire con noi > >.

Fedra raggiunse l'uomo steso a terra, il quale sembrava ancora privo di sensi. Da un piccolo astuccio, che teneva attaccato alla cintura, la mora prese un paio di manette metalliche, con le quali si poteva imprigionare sia le mani che i polsi della potenziale vittima. Si chinò su di lui, ma non appena lo fece, Crilin aprì gli occhi di scatto, sorprendendo la sua assalitrice. Facendo forza su mani e braccia, il giovane guerriero si sollevò in avanti e con i piedi uniti colpì con forza il mento della mora, scagliandola violentemente verso l'alto, mentre urlava per il dolore intenso.

Vincendo dolore e stanchezza, Crilin si rimise in piedi e questa volta era Fedra ad essere completamente scoperta. Si concentrò al massimo, richiamando sui pugni chiusi una grossa quantità di energia sotto forma di aria. Egli si alzò in volo, pronto a colpire la donna con la tutta la potenza che aveva raccolto. L'obiettivo era lo stomaco di lei.

La sua audace azione fallì soltanto all'ultimo istante. Non fu in grado di capire che cosa lo colpì brutalmente, ma il nuovo ennesimo agguato lo sorprese sul suo fianco destro e proprio al momento decisivo di un attacco. Non avrebbe mai potuto evitarlo. Dopo l'impatto, Crilin si schiantò contro la distesa pianeggiante, creando un profondissimo cratere sotto di lui.

La terra gli era entrata negli occhi e nella bocca. Ogni parte del suo corpo urlava di un dolore lancinante. Riuscì a liberarsi a fatica dal terriccio, sotto il quale era rimasto sepolto, ma in quel momento non era grado di compiere ulteriori sforzi. Restò disteso in fondo a quell'immensa buca. Alzò lo sguardo e notò che le sagome dei suoi nemici erano già sopra di lui. Lo osservavano dall'alto e finalmente Crilin riuscì ad intravedere il quarto aggressore.

Era un uomo alto, sulla trentina, robusto e atletico, dai capelli scuri e ricci. Il suo portamento somigliava molto a quello della compagna al suo fianco: severo, freddo e composto. Il bel volto di Fedra era pieno di sangue, il terrestre era riuscito a ferirla come non accadeva da tempo, ma stranamente la donna non sembrava in collera.

 Anzi in lei c'era ancora uno sguardo di rassegnazione e tristezza.

< < Questa volta hai rischiato molto, Fedra > > esordì duramente l'uomo.

< < Non mi aspettavo tutta questa resistenza > > replicò Fedra, adesso leggermente imbarazzata < < Anche Helias ed Edna sono stati battuti > >.

< < Da loro potevo aspettarmelo. Sono arroganti e inesperti, soprattutto il mio caro fratellino. Ma di certo non mi aspettavo che anche tu fossi così in difficoltà. In realtà, probabilmente l'avresti battuto anche senza il mio aiuto, ma dall'ultimo attacco che il terrestre stava preparando non saresti uscita indenne > >.

< < Ti chiedo perdono per il mio errore, Tepias > > disse umilmente la mora.

< < Non pensiamoci più > > disse soltanto il leader del gruppo < < Adesso completiamo la missione > >.

Non aggiungendo altro, l'uomo chiamato Tepias scese in fondo alla buca, dove ancora giaceva il terrestre, seguito immediatamente dalla sua sottoposta. Erano pronti per qualsiasi altra evenienza, ma il piccolo uomo non era più in grado di nuocere.

< < Nonostante la tua coraggiosa resistenza, non avevi alcuna speranza di batterci da solo, terrestre > > disse Tepias, osservandolo freddamente.

Crilin ricambiò il suo sguardo con una strana calma, scolpita nei suoi occhi neri.

< < Fedra > > ordinò Tepias < < Le manette > >.
< < Subito > >.

Fedra si chinò cautamente verso il terrestre, per ammanettarlo, guardandolo tristemente. Non era per niente a suo agio quando violava l'incolumità e la libertà di una persona. All'improvviso, però, la mora si bloccò di colpo scioccata. Il piccolo uomo stava sorridendo.

< < Ti sbagli di molto, amico > > disse Crilin, anche se con notevoli sforzi, ma sempre con quello strano sorriso < < Io non sono mai stato solo. In un nessun momento dello scontro > >.

Non capirono il significato di quelle parole, ma non ci fu tempo di indagare. L'attacco fu preciso e inaspettato. In pochi attimi, entrambi furono colpiti duramente e furono costretti ad allontanarsi dal loro obiettivo. Fedra, ancora provata per il precedente combattimento, venne sbattuta contro delle rocce lì vicino, mentre il suo capo fu abile a fermare il suo corpo dopo alcuni metri.

Tepias tornò a guardare la buca, ma non c'era più traccia del terrestre. Perplesso continuò ad osservare le vicinanze, impaziente di scoprire l'identità di chi li aveva attaccati.

< < Chiunque sia > > pensò < < E' molto pericoloso. Ha attaccato me e Fedra contemporaneamente, senza che ce ne accorgessimo e inoltre è riuscito persino a portare via l'umano > >.

Dopo aver cercato invano per alcuni minuti, il leader della squadra-ombra scorse finalmente la figura del suo prossimo avversario o per meglio dire della prossima avversaria. Era la donna bionda, che tante volte avevano avvistato durante i preparativi della missione. Non si sarebbe mai aspettato di vederla in quella circostanza e pur sforzandosi non capiva per quale motivo quella bellissima creatura non appariva nei dispositivi di rilevamento.

< < Chi diavolo è quella donna > > disse Tepias ad alta voce.




Crilin sentì dentro di sè una pace straordinaria, mentre veniva cullato tra le braccia calde e accoglienti della sua donna. Quest'ultima lo guardava letteralmente terrorizzata, mentre cercava di pulire il suo viso da terra e sangue con una mano, percorrendo dolcemente i tratti colpiti del suo viso. 

< < Non preoccuparti > > si affrettò a dire l'uomo < < Non sono ferite serie > >.

< < E' stata una tortura > > quasi urlò la bionda, controllando ogni parte del corpo di lui, per vedere se avesse ferite veramente gravi. Tirò un sospiro di sollievo quando accertò che le sue erano soltanto fratture dolorose e tagli superficiali.

< < Non dovevi costringermi a ritardare così tanto il mio intervento. Perchè devi essere sempre così testardo? > >.

< < Ti ringrazio per aver seguito il mio piano, amore. Era necessario > > disse dolcemente il terrestre, poggiando una mano sulla guancia di lei.

Diciotto lo baciò dolcemente prima di rispondere < < E' stato rischioso, ma ora entro in scena io. Non capisco perchè vogliano rapirti, ma ti assicuro che tu non andrai da nessuna parte > >.

< < Ne sono certo, ma ti prego fai attenzione > > disse Crilin teneramente.

Improvvisamente sentì l'incontrollabile desiderio di assopirsi. Si abbandonò tra le calde braccia della donna e chiuse gli occhi.

< < Abbi pazienza. Tra poco ti porterò a casa, Crilin > >.

Diciotto poggiò delicatamente la testa del suo uomo sull'erba fresca e prima di alzarsi gli baciò la fronte.

Quando a piccoli passi tornò sul campo di battaglia, il volto della guerriera non era freddo e impassibile come sempre. C'era rabbia nei suoi occhi azzurri.

Fu il pensiero del suo adorato Crilin, incosciente alle sue spalle, a spingerla verso una nuova battaglia.


FINE DEL CAPITOLO.
 

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Capitolo 25
*** Le armi segrete della squadra ombra ***


CAPITOLO 24


 
Le armi segrete della squadra ombra.




 
 
Dopo nemmeno venti minuti di battaglia intensa, la valle desolata, designata come luogo dell’agguato per rapire il piccolo terrestre, era stata quasi completamente distrutta. I tremendi colpi dei due contendenti si susseguivano senza tregua, fino a quando risultò evidente ai due spettatori presenti l’assoluta parità di forza fra la donna bionda e il leader della squadra-ombra.
Il freddo e impassibile Tepias non si aspettava la presenza di un ostacolo così pericoloso. Era   assolutamente necessario sconfiggere quella bellissima ragazza dagli occhi di ghiaccio, per poter portare a termine la missione di rapimento.

Nel bel mezzo di un violento scontro ravvicinato, l’uomo provò più volte a sorprendere l’avversaria con un destro veloce e potente. Diciotto lo schivò abbassandosi all’ultimo momento, consapevole di aver  scampato un tremendo pericolo.

< < Questo tizio è veramente potente e pericoloso > > pensò la guerriera, mentre indietreggiava leggermente < < Non posso permettere che si avvicini a Crilin > >.

La battaglia riprese con maggiore intensità. I due contendenti preferivano entrambi il combattimento ravvicinato.
Questa volta la bella cyborg si dimostrò più abile a schivare i colpi e a contrattaccare al momento giusto, riuscendo finalmente a guadagnare terreno nei confronti dell'avversario. Lo colpì duramente al volto con un micidiale destro, costringendolo a scoprire completamente il torace. A quel punto, Diciotto si fece avanti con ancora più forza e determinazione, arrivando a colpire il suo stomaco con una tremenda ginocchiata.

 A molte miglia di distanza, la terribile violenza dell’attacco fece rabbrividire il piccolo guerriero, il quale stava cercando di riprendersi il più velocemente possibile appoggiato contro il tronco di un grosso albero, a distanza di sicurezza dal luogo dello scontro. Anche se non era facile seguire attentamente i movimenti dei due contendenti, capì subito che ben pochi guerrieri potevano sopravvivere a colpi del genere. La sua donna stava combattendo per uccidere.

< < Fai attenzione, Diciotto > > sussurrò l’uomo debolmente.


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Tepias si inginocchiò a causa di un terribile dolore, tale da mozzargli pericolosamente il respiro. Sputò una preoccupante quantità di sangue. La vista si oscurò e a mala pena fu in grado di sentire le urla di terrore e di rabbia della compagna Fedra. Il leader della squadra ombra riuscì solo all’ultimo istante a sottrarsi alla mortale ondata d’energia, che la donna aveva scagliato con forza dall’alto. Dove prima si era accasciato in preda ad un dolore cocente, ora si trovava un immenso cratere. L’inquietante guerriera dallo sguardo gelido e quasi robotico stava facendo di tutto per ucciderlo. Immediatamente si chiese il perché.

Nonostante il tremendo colpo incassato, il comandante aveva trovato la forza necessaria per allontanarsi dalla grande esplosione, che avrebbe potuto ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo.
Fu raggiunto quasi immediatamente da Fedra, visibilmente terrorizzata per l’andamento di quello scontro inaspettato. Nessuno dei loro sofisticati macchinari era riuscito a captare la sconfinata forza di quella donna e il pericolo che rappresentava. Durante le varie operazioni di spionaggio e di perlustrazione quella donna era sembrata un normale essere umano, nonostante il suo sguardo gelido ed inquietante.

< < Come ti senti, Tepias? > > quasi urlò la donna.

L’uomo non rispose, mentre continuava a fissare la pericolosa avversaria, la quale restava a mezz’aria, esattamente sopra l’enorme opera di distruzione da lei stessa generata.

< < Da molto tempo non subivo in questo modo durante un combattimento > > disse Tepias, senza rivolgersi a nessuno in particolare < < Non sarà facile sconfiggerla e forse non sarà possibile farlo con la sola forza bruta. Sicuramente non sarà possibile senza conseguenze > >.

< < Che cosa intendi fare > > chiese debolmente Fedra.

Finalmente il leader della squadra si era rialzato e sembrava pronto a riprendere la lotta con rinnovata sicurezza.

< < Non ho ancora deciso > > rispose con uno strano sorriso < < Forse tutto dipenderà da questa bellissima guerriera > >.
 
 
Non appena lo vide in piedi, Diciotto strinse con forza i pugni, richiamando silenziosamente una smisurata potenza pronta a scatenarsi su chiunque avesse tentato di avvicinarsi a Crilin. Era rimasta estremamente sorpresa di vedere il suo avversario di nuovo in piedi, considerando che aveva combattuto al massimo delle sue capacità.

< < Pochi guerrieri possono sopravvivere alla mia forza massima. Non potrò concedermi alcuna distrazione > > pensò bionda, mantenendo la sua solita espressione fredda e impassibile di fronte al nemico.

Era assolutamente concentrata sulla immediata ripresa dello scontro, ma questo non cancellava la fortissima tentazione di girarsi, anche solo per un istante, per sincerarsi sulle condizioni del suo uomo. Sapeva che non aveva riportato ferite gravi, ma desiderava ugualmente guardarlo con i propri occhi. Osservando i nemici che era riuscito a sconfiggere, non potè trattenere un sorriso di soddisfazione e orgoglio. I duri allenamenti, ai quali lei stessa l’aveva sottoposto, avevano dato i suoi frutti, anche senza il bisogno della maledetta tecnica suicida.

Mentre preparava la sua prossima mossa, Diciotto si ritrovò a rammentare la strategia che quella mattina aveva elaborato con il suo uomo. In realtà e il solo pensiero la fece sorridere ancora di più, era stato Crilin il   principale ideatore di tutto quel trambusto. Lei preferiva di gran lunga approcci più diretti, ma alla fine si era ritrovata ad assecondare i piani del suo piccolo guerriero.
Ora stava interamente a lei.
 
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Diverse ore prima l’inizio della loro missione, durante l’ennesimo controllo sui movimenti dei pochi abitanti dell’isola sperduta in mezzo all’oceano, nessun membro della squadra ombra sospettava neanche minimamente di essere a loro volta tenuti d’occhio attentamente. Direttamente dalla casetta rosa due persone osservavano un preciso punto lungo l’orizzonte dell’oceano.
In realtà Crilin era riuscito ad individuare la minaccia già un paio di giorni prima, ma nulla escludeva che fossero appostati da molto più tempo. Non aveva captato alcuna energia negativa, ma anche la più piccola stranezza era facilmente riconoscibile da uno che aveva vissuto così tanti anni in quel mare solitamente calmo e pacifico, soprattutto durante quel periodo dell’anno.
Il giovane guerriero si accorse subito dell’insolito nervoso comportamento delle creature marine e persino dei volatili nelle vicinanze, chiaro segno della presenza di qualcuno o di qualcosa di insolito. Pertanto, per diverse ore si impegnò ad indagare su quei fatti strani e lo fece segretamente, stando soprattutto attento a non farsi scoprire dalla sua fidanzata. Non voleva farla preoccupare inutilmente, soprattutto dopo gli ultimi eventi.

Alla fine, la sua infinita pazienza lo premiò. Localizzò una specie di sottomarino chiaramente di provenienza non terrestre, costantemente in movimento, probabilmente non volendo destare troppe attenzioni, ma senza mai allontanarsi troppo dall’isola. Era chiaro che l’obiettivo fosse proprio la sua casa o meglio qualcuno all’interno di essa.

Pur mantenendo la calma, Crilin iniziò a preoccuparsi seriamente e dopo diverse prove, con sua somma sorpresa, comprese era proprio lui l’oggetto della loro ricerca. Non poteva volare, per la ferrea volontà della sua amata, ma ogni volta che si allontanava a nuoto o con la sua vecchia macchina volante, veniva seguito costantemente fino quando non faceva ritorno sull’isola. Tutto ciò, invece, non accadeva quando era Diciotto a spostarsi dalla casa.

A quel punto il piccolo uomo capì di non poter più tacere e come aveva previsto non fu affatto facile affrontare la questione con lei. Diciotto non aveva alcuna intenzione di correre rischi inutili ed era più che pronta ad attaccare per prima, soprattutto se il loro obiettivo era veramente l’uomo che amava. Crilin faticò molto nel disperato tentativo di calmarla.

< < Quando ti sei accorto di loro? > > chiese la donna con voce pericolosa, mentre osservava attentamente dalla finestra della loro camera da letto il punto indicato da Crilin.

< < Soltanto da un paio di giorni, te lo giuro > > rispose immediatamente il terrestre, mettendo le mani avanti. La sua donna era visibilmente pronta ad esplodere.

< < Come ti se permesso a non dirmi nulla? > > sibilò lei, sempre senza guardarlo.

< < Ascoltami amore > > provò il giovane, cercando di non irritarla ulteriormente < < Non ero per niente sicuro fino a poche ore fa. Inoltre, non li ho mai visti fisicamente, ho solamente avvertito in qualche modo la loro presenza > >.

< < Ma non appena ti sei reso conto che ti stavano seguendo, avresti potuto e dovuto avvertirmi immediatamente > > ribattè lei furiosamente.

Crilin rabbrividì profondamente. Quel tono di voce preannunciava tempesta e soprattutto grossi guai per lui.

< < E’ molto probabile che io sia il loro obiettivo, ma non ne abbiamo ancora la certezza > > provò ancora il terrestre, mostrando una certa sicurezza nonostante la situazione poco allegra < < Senza contare che non sappiamo nemmeno cosa li spinge. Voglio scoprire le loro intenzioni e per quale oscuro motivo mi stiano cercando > >.

Di fronte a tale argomentazione, Diciotto non fu in grado di controbattere. Anche lei desiderava costringere allo scoperto i misteriosi osservatori. Ci avrebbe pensato lei a costringerli a sputare la verità. Perchè stavano dando la caccia al suo uomo?

Alla fine, tuttavia, decise che non si sarebbe data per vinta facilmente in quella discussione < < Potrai anche avere ragione su questo, Crilin > > disse lei un po' più calma < < Ma non puoi credere che le loro intenzioni siano pacifiche. Si nascondono come schifosi serpenti, spiando i tuoi movimenti, nell’attesa di saltarti addosso. Non appena ti allontanerai dall’isola, ti attaccheranno di sicuro > >.

Crilin sorrise furbamente, dimenticando ogni prudenza. La bionda, infatti, di fronte a quello sciocco sorriso stava per esplodere di nuovo con maggiore enfasi di prima.

< < Che hai da sorridere, stupido > > ringhiò lei, avvicinandosi pericolosamente a lui < < C’è in gioco la tua vita > >.

< < Perdonami amore, davvero non voglio correre rischi inutili > > si scusò immediatamente il terrestre, alzando le mani, anche se non cancellò quello strano sorriso dal suo volto.

< < Grazie a te mi sono ripreso completamente > > disse Crilin, cingendole la vita con le sue piccole e forti braccia, senza mostrare alcuna paura < < Mi hai salvato la vita, Diciotto e non sai quanto mi renda felice il fatto che tu sia diventata la mia compagna di vita > >.

Diciotto arrossì leggermente, ma ancora non sembrava volerla dare vinta al moro, sebbene il suo cuore battesse all’impazzata. I loro volti erano vicinissimi l’uno con l’altro.

< < So benissimo che vuoi proteggermi, ma io rimango un guerriero difensore di questo pianeta. E’ mia responsabilità cercare di difenderlo > >.

< < Ma adesso posso farlo io al tuo posto > > ribattè la cyborg energicamente < < Tralasciando gli scimmioni senza cervello, la mia forza non ha eguali, lo sai > >.

< < La tua potenza combattiva è formidabile, amore mio > > convenne il piccolo uomo < < Non mi sognerò certo di metterlo in dubbio, ma dobbiamo essere obiettivi e prudenti. Tra le tante galassie esistenti quanti guerrieri potenti ci saranno? > >.

La domanda di Crilin la spiazzò completamente e subito i suoi circuiti riproposero il terribile ricordo del demone rosso. Si era trattato senza dubbio di un essere troppo potente, anche per lei.

< < Allora cosa proponi? > > chiese la donna, ormai spazientita per il protrarsi di quella discussione, che secondo lei avrebbe dovuto concludersi in un solo modo < < Dovremmo chiamare i tuoi compagni come rinforzo? > >.

Invece di rispondere, il piccolo guerriero sorprese la sua compagna catturando le sue labbra in un bacio dolce e passionale. Dopo un momento di incertezza, quest’ultima rispose con trasporto, afferrando il volto dell’uomo tra le mani. Si baciarono per diversi minuti, quasi dimenticando l’accesa discussione.

< < Maledetto e adorabile stupido > > pensò, mentre approfondiva lei stessa il bacio.

< < Farò da esca > > disse Crilin alla fine, quando finalmente si separarono.

Diciotto sgranò gli occhi dalla sorpresa. Si spostò leggermente dalla sua presa per poterlo guardare. Vide chiaramente quanto fosse determinato nel suo folle intento. Davvero era così stupido da pensare che lo avrebbe lasciato come carne da macello contro ignoti avversari?

< < Tu sei pazzo > > disse, dimenticandosi completamente del bacio mozzafiato di prima < < Non permetterò mai che tu corra un simile rischio > >.

< < E’ l’unica strategia possibile, Diciotto. Pensaci > >.

< < Non dire sciocchezze > > ringhiò la cyborg, afferrandolo per la camicia < < Dannazione Crilin, ti uccideranno prima che tu te ne accorga. Se il loro obiettivo sei veramente tu, non si lasceranno scappare questa occasione > >.

< < Amore… > > provò debolmente Crilin.

< < Io non perderò l’uomo che amo, chiaro? > > sibilò rabbiosamente la donna, a pochi centimetri dal viso del compagno.

< < Rifletti Diciotto, ti prego. Se hanno impiegato così tanti giorni a spiarmi, probabilmente non intendono uccidermi, almeno non subito. Io li costringerò a uscire allo scoperto e a giocare a carte scoperte > >.

< < Che intendi dire > > domandò lei, mantenendo la sua forte presa su di lui.

< < In questi giorni avranno visto anche te. Anche in possesso di macchinari o rilevatori di forza, non potranno mai captare la tua enorme forza. Penseranno che tu sia una semplice terrestre e questo ci darà un grande vantaggio > >.

La bella cyborg lo ascoltava attentamente e il suo silenzio incoraggiò il compagno a proseguire l’illustrazione del suo piano.

< < Non conosciamo il numero dei nostri avversari. Credendomi solo, usciranno tutti allo scoperto. Se davvero sarà inevitabile lo scontro, sarò io ad iniziarlo. Forse sarò in grado di avere ragione di alcuni tra i guerrieri che mi attaccheranno e nel frattempo cercherò di capire perché mi stanno cercando > >.

< < Penso di avere capito cosa ti frulla in quella testa vuota > > disse lei, finalmente lasciandolo andare < < Suppongo che io dovrò essere nei paraggi, seguirti e poi intervenire al momento opportuno > >.

< < Esattamente > > esclamò il piccolo uomo < < Ma dovrai farlo solo in caso di estrema necessità > >.

< < Per quale motivo non intendi combattere in coppia? > > chiese ancora la bella cyborg, che sembrava voler trovare a tutti i costi un punto debole nella sua strategia.

< < Se ci vedessero insieme fin dall’inizio, loro potranno facilmente trovare un altro modo per attaccarci. Il mio piano, invece, se tutto va bene ci consentirà di manovrare il gioco > >.

Anche se non intendeva minimamente mollare, Diciotto era piacevolmente sorpresa. La strategia di Crilin poteva essere il sistema utile a scoprire tutte le informazioni sul misterioso gruppo di spioni. Ciò nonostante, la bella cyborg non riusciva a superare la sua paura più profonda.

Alcune settimane prima aveva rischiato di perdere la persona che più contava nella sua vita. Voleva fermarlo, voleva impedirgli di correre qualsiasi rischio, a costo di affrontare lei stessa le sue guerre e le sue responsabilità, soprattutto perché sapeva che il suo uomo non avrebbe mai rinunciato al desiderio di difendere il suo pianeta. D’altro canto lei lo amava anche per questo.

Con sua grande sorpresa, la rinnovata determinazione del piccolo guerriero la spiazzò completamente, al punto da renderle impossibile il rifiuto della sua idea. Senza contare l’enorme sicurezza che il moro provava verso le capacità di lei. Egli voleva che fosse la sua compagna a coprirgli le spalle. Ciò la fece sentire viva e pura come non mai.

< < Non potrai fermarmi quando deciderò di intervenire > > sussurrò alla fine la bionda, quasi a voler nascondere la sua resa.

Crilin la baciò di nuovo, mentre con le dita carezzava dolcemente i suoi capelli dorati.

< < Sono certo che saprai scegliere il momento più opportuno. Mi fido ciecamente di te, amore > >.

Diciotto sorrise leggermente imbarazzata, mentre il compagno si staccò dolcemente da lei, ritornando ad osservare l’orizzonte dalla finestra. Restò in silenzio diversi minuti, stando attento a qualsiasi movimento, quando la compagna lo chiamò di nuovo alle sue spalle.

< < Crilin > >.

< < Si? > >.

< < La prossima volta che mi terrai nascosta una cosa del genere, non perderò tempo in discussioni. Mi limiterò semplicemente a spezzarti le braccia, tesoro > >.

La voce falsamente dolce della bionda fece rabbrividire visibilmente il piccolo guerriero, sollevato di essersela cavata a buon mercato almeno per quella volta.
 
Diciotto uscì dalla stanza nervosamente, maledicendo ad alta voce la stupidità del compagno, ma soprattutto la propria incapacità di resistere ai neri occhi accesi e determinati di lui.
 
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Diciotto scese lentamente verso terra. Il suo avversario continuava a fissarla da lontano, apparentemente privo della volontà di riprendere lo scontro. La bionda guerriera era concentrata al massimo e non c’erano speranze che gli assalitori potessero sorprenderla.

Gli occhi azzurri del leader della squadra ombra non mostravano alcuna emozione, al contrario della compagna, la quale iniziò a tremare quando vide che la strana donna si stava avvicinando verso di loro a piccoli passi. Diciotto superò lentamente l’immenso cratere, sollevandosi leggermente da terra. Anche il suo volo era estremamente calmo e lento, innaturale di fronte alla abituale sicurezza dei due assalitori.

< < Che cosa facciamo, Tepias? > > chiese affannosamente Fedra. Era chiaro che si trattava di un nemico fuori dalla sua portata, ma non era altrettanto chiaro se almeno Tepias avesse una seria speranza di poterla battere.

< < Non perdere la calma > > disse freddamente Tepias < < La nostra missione rimane la stessa e riusciremo a portarla a termine ad ogni costo > >.

La sicurezza del suo leader diede maggiore sicurezza alla donna. Nonostante la paura e le ferite riportate durante il precedente scontro, quest’ultima si sentiva pronta a riprendere la lotta, a differenza degli altri due compagni più giovani svenuti.

< < Dovremo combattere insieme. Forse riusciremo a batterla unendo le nostre forze > > disse Fedra, mentre cercava di raccogliere tutto il suo coraggio.

< < E’ molto probabile > > rispose l’uomo impassibile < < Forse potrei riuscire a batterla anche da solo, ma sicuramente non ne uscirei illeso. Quella donna è un vero demonio, capace di ucciderci tutti > >.

Diciotto si avvicinava sempre di più verso di loro. Fece del suo meglio per nascondere la propria rabbia, quando vide il suo avversario prendere una borraccia attaccata alla cintura della tuta. Con gesti lenti e tranquilli, l’uomo si pulì il viso da terriccio e sangue con l’acqua della sua borraccia, senza mai distogliere lo sguardo dalla bionda. Al contrario di lui, la sua compagna non sembrava affatto tranquilla e sicura di sé.

< < Che cosa intendi fare? > > chiese Fedra, la quale stava realmente rischiando una crisi di nervi.

Finalmente Tepias si alzò, dando quasi l’intenzione di voler dare il benvenuto alla fredda guerriera, unico ostacolo al compimento della loro sacra missione.

< < Siamo venuti fin qui per il solo scopo di rapire il terrestre chiamato Crilin. Un combattimento prolungato con quella donna non farà altro che diminuire le probabilità di successo della nostra missione. Non possiamo permetterlo > >.

Fedra fissava intensamente l’espressione del suo comandante. Non capiva in che modo egli volesse portare a termine la missione, mentre l’implacabile guerriera dagli occhi di ghiaccio era ormai su di loro.

< < Se non vi dispiace, prima di continuare questa lotta, gradirei chiedervi una cosa molto importante > > parlò finalmente la bionda con un tono di voce estremamente calmo, ma colmo di una freddezza terrificante.

Fedra poteva percepire una furia selvaggia dentro di lei, pronta a scatenarsi contro di loro. La loro avversaria avrebbe ucciso tutti loro senza pensarci due volte, pur di proteggere il loro obiettivo.

< < Risponderò alle tue domande se potrò > > rispose tranquillamente Tepias, il quale non aveva minimamente perduto il suo abituale sangue freddo.

< < In un primo momento mi sono chiesta chi foste, ma ora mi rendo conto di non essere per nulla interessata. In realtà c’è solo una cosa che mi interessa e forse voi mi darete una risposta > >.

< < Allora i miei sospetti erano fondati > > disse l’uomo, osservandola attentamente < < Sei riuscita ad accorgerti della nostra presenza. Come ci sei riuscita? > >.

Diciotto sorrise malignamente, constatando ancora volta l’abitudine degli sconosciuti di sottovalutare le capacità del suo uomo, non soltanto combattive. D’altro canto, lei stessa, la prima volta che lo aveva visto, aveva commesso lo stesso errore.

< < Non dovresti sottovalutare l’uomo che cercate di rapire > > esclamò semplicemente la cyborg.

La sorpresa fu evidente nelle espressioni dei due assalitori. < < Vuoi dire che è stato il terrestre ad accorgersi di noi? > > chiese Fedra, alzando leggermente la voce.

< < Forse eravate convinti di intrappolarlo, ma invece è stato lui a condurvi dove voleva > >.

< < Quindi tu chi saresti? > > ghignò Tepias, < < Sei la sua assassina personale o semplicemente la sua guardia del corpo? > >.

 Parlò con estrema arroganza. Doveva trovare i suoi punti deboli e per farlo doveva costringerla a scoprirsi internamente, ma la bellissima donna rimase fredda e impassibile di fronte alla provocazione.

< < Puoi vederla come ti pare > > replicò Diciotto, quasi annoiata < < Ma per raggiungerlo dovrete vedervela con me e io combatterò al solo scopo di uccidervi > >.

Il tono e lo sguardo della donna non lasciavano dubbi sulle sue intenzioni, confermando la necessità di ricorrere ad una arma decisamente estrema. Da molto tempo la squadra ombra del popolo Armath non ricorreva a quell’espediente e la cosa disturbava parecchio il leader Tepias, per il semplice fatto che da quel momento in poi il compimento della loro missione non sarebbe più dipeso dalle loro capacità. Ogni volta che dava l’ordine di adottare quella strategia, Tepias sentiva di fallire sia come leader della sua squadra sia come agente della sua regina.

< < Ho visto con i miei occhi la tua forza > > sorrise l’uomo. I suoi occhi mostravano una nuova sicurezza, spiazzando leggermente la bella cyborg. Non sapeva cosa avesse in mente, ma lei era ugualmente  pronta a tutto.

< < Ammetto di aver commesso un errore imperdonabile nel corso di questa missione, ma l’aspetto ridicolo del tuo ometto mi ha davvero ingannato. Anche i migliori possono sbagliare > > continuò sprezzante Tepias, manifestando chiaramente il proprio disprezzo.

Dopo un primo istante di sgomento, Diciotto si accorse di aver iniziato a tremare. Una volta aveva tremato in modo simile, in preda al panico più totale, ma in quell’occasione era una sola l’emozione che provava: rabbia.
Quando le provocazioni erano rivolte a lei, non aveva alcuna difficoltà ad ignorare completamente qualsiasi insulto, ma quando erano rivolti a Crilin, non poteva contenere un’ira selvaggia e malapena riusciva a reprimere l’impulso di uccidere chiunque osasse insultare l’uomo che amava.
Diciotto era terribilmente consapevole che quel tipo di allusioni aveva per anni alimentato la sofferenza del compagno. Anche se quest’ultimo era riuscito a fatica a trovare la forza dentro se stesso di non dare più peso alla malignità di qualche sconosciuto, lei non poteva e non voleva passarci sopra. Strinse i pugni in preda ad una furia crescente.

< < A questo punto posso anche immaginare cosa tu voglia chiederci con così tanto accanimento > > continuò Tepias, sempre con un sorrisetto, cosa che fece infuriare la donna ancora di più.
< < Tu vuoi sapere per quale motivo abbiamo ricevuto l’ordine di rapire il tuo strano animaletto > >.

Aveva ragione. Diciotto voleva assolutamente scoprire quale fosse il loro reale obiettivo e quale ruolo avesse il suo Crilin in esso. D’altronde era unicamente per quella ragione che aveva accettato il piano del piccolo guerriero.

Ormai il bellissimo volto della bionda era sfigurato dalla collera. In quel momento persino Crilin avrebbe fatto molta fatica a riconoscerla.

< < Mi spiace deluderti, ragazza > > esclamò l’uomo con voce velenosa < < Non conosciamo la risposta. Abbiamo ricevuto l’ordine di rapirlo e basta. Tuttavia condivido i tuoi dubbi. Perché tanto interesse per un inutile e patetico terre….urghh > >.

Il pugno violentissimo della cyborg bloccò bruscamente l’odioso discorso del leader della squadra ombra, il quale, dopo aver sputato una grossa quantità di sangue, venne scagliato a gran velocità contro una roccia lì vicino, frantumandola completamente.

Adesso Fedra era letteralmente paralizzata dalla paura. Non poteva fare nulla contro quella donna, ormai ne aveva l’assoluta certezza. Per colpire il suo leader, quest’ultima aveva compiuto un unico ed incredibile balzo, ritrovandosi a pochi centimetri da lei, l’ultima componente della squadra assalitrice ancora in piedi.

La donna bruna cadde in ginocchio, incapace di reagire contro quel demonio biondo apparentemente inarrestabile. Non riusciva a capire la ragione delle provocazioni di Tepias. Non era tipo da insultare in quel modo, nemmeno ai nemici più odiosi. Era convinta che avesse un piano ben preciso, ma non aveva ancora afferrato quali fossero le sue reali intenzioni.
Fedra non potè evitare di sospirare di sollievo, quando la loro nemica, non degnandola nemmeno di uno sguardo, riprese a piccoli passi la camminata verso il suo leader ancora sepolto dalla macerie. La bionda guerriera era concentrata esclusivamente su Tepias, almeno in quel momento.

La donna dai capelli corti si sentì immediatamente in colpa per aver completamente ignorato l’incolumità del suo superiore, preoccupandosi solo della sua vita.
Raccolse tutto il suo coraggio, ignorando il dolore delle ferite procurate durante lo scontro contro il piccolo terrestre. Dopo aver digitato un breve codice sulla schermata del bracciale della sua tuta, scattò immediatamente lo stesso tipo di lama, utilizzato da Helias contro Crilin. Forse non avrebbe potuto sorprenderla, ma aveva buone probabilità, attaccandola alle spalle, di aiutare Tepias a riprendersi.

Con una nuova determinazione, Fedra era pronta ad attaccarla alle spalle, quando il bracciale incorporato alla sua tuta tecnologica si accese nuovamente, questa volta senza alcun codice o volontà della donna. Perplessa, la donna vide che si trattava di un messaggio in codice, direttamente inviato dal suo superiore.

Non fece alcuna fatica ad interpretarlo e finalmente comprese perfettamente la ragione delle precedenti azioni di Tepias, soprattutto le provocazioni apparentemente inspiegabili contro la loro inaspettata avversaria.

Quella feroce guerriera li aveva costretti ad una terribile soluzione. Ogni volta che portavano a termine quella strategia, Fedra provava un senso di disgusto. Si sentiva sporca e meschina, nei panni di chi riesce a violare il corpo o per meglio dire l’anima del malcapitato. Eppure, la squadra ombra doveva portare a termine la missione e con quella strategia non aveva mai fallito. Una volta accertata la natura di una persona era impossibile fallire. La bionda voleva assolutamente proteggere il piccolo uomo e proprio questo avrebbe segnato la definitiva vittoria della squadra ombra.
Si costrinse ad ignorare le proprie emozioni. Anche lei era un soldato della gloriosa armata degli Armath, la loro causa era giusta e tutti loro dovevano obbedire agli ordini della regina Doran.
Rinfoderò immediatamente la sua letale arma da taglio, mentre la bionda guerriera aveva iniziato un cruento pestaggio ai danni del suo leader. Il volto di Tepias era una maschera di sangue, ma Diciotto non sembrava avere alcuna intenzione di interrompere la sua opera distruzione, nonostante il fatto che il suo avversario avesse smesso completamente di reagire.

Da una delle tante tasche della sua cintura, Fedra tirò fuori una piccola cerbottana nera. Era dotata di un sensore potente, che impediva qualsiasi errore una volta azionato il grilletto. Il minuscolo ago, invisibile all’occhio umano, era già inserito nella fessura anteriore della piccola arma, pronto ad essere lanciato.

Bastava un debole soffio e ancora una leggera pressione sul grilletto. L’aghetto avrebbe compiuto inesorabilmente il suo viaggio, invisibile agli occhi di chiunque, anche di una guerriera così pericolosa.

Il demone biondo era ancora impegnato nella cruenta opera di distruzione. Doveva agire in fretta, ignorando il senso di colpa sempre più opprimente. Doveva agire in fretta anche per poter salvare la vita del suo superiore.

Osservò con orrore l’ennesimo violento pugno della donna. Quest’ultima lo colpì con immane violenza allo stomaco, costringendolo a piegarsi sulle ginocchia e facendogli vomitare grosse quantità di sangue. Fedra capì di non poter più attendere.

Azionò il sensore di localizzazione e immediatamente inquadrò nel mirino potenziato le spalle finalmente scoperte della guerriera nemica. Senza indugiare, Fedra soffiò con energia sulla cerbottana, premendo allo stesso tempo il piccolo grilletto incorporato in essa. Il minuscolo aghetto scattò con una velocità straordinaria verso la bella cyborg.

Diciotto aveva alzato per l’ennesima volta il pugno destro, pronta a colpire di nuovo il suo nemico, quando i suoi circuiti l’avvertirono prontamente di un pericolo imminente e sconosciuto. Scattò con agilità di lato, evitando qualcosa che non riuscì ad identificare. L’aveva evitato per un soffio e girandosi vide che la minaccia era partita dalla donna contro cui aveva combattuto prima il suo uomo. Si era dimenticata completamente di lei.

< < Sono stata un’ingenua > > pensò con rabbia la ragazza.

Persa in uno stato di profonda collera, la guerriera raccolse una potente quantità di energia sul palmo della sua mano destra. Con un attacco del genere, poteva senza dubbio ferire gravemente quella donna che aveva osato attaccarla alle spalle, se non addirittura ucciderla. Tuttavia prima di poterlo scagliare, fu ancora una volta aggredita alle spalle.

Questa volta fu Tepias a sfruttare la situazione. Con un’incredibile prontezza, nonostante le molte ferite riportate, il leader della squadra ombra sembrò voler attaccare il viso della bionda con un violento pugno. Diciotto si girò di scatto, cercando disperatamente di difendersi, ma sapeva di non essere in tempo per evitare l’attacco.

Incredibilmente, però, sotto gli occhi esterrefatti della bionda, il pugno si fermò a pochi millimetri dal suo volto. Non l’aveva nemmeno sfiorata. Sgomenta, non capendo le intenzioni dell’avversario, Diciotto rimase per un attimo spiazzata e Tepias ne approfittò con prontezza, facendo ancora una volta ricorso alla tecnologia avanzata del suo popolo. Dopo aver azionato dal bracciale un determinato meccanismo, un piccolo foro si aprì nel pugno guantato, facendo fuoriuscire un’ondata di fumo rossastro, che invase completamente la bella cyborg.

Quest’ultima perse di vista il suo nemico, mentre uno strano torpore la costrinse ad indietreggiare, fino a quando inciampò cadendo all’indietro. L’effetto di quello strano gas si rivelò estremamente potente, al punto da danneggiare fortemente i suoi circuiti solitamente inattaccabili. In quella situazione, la compagna di Crilin completamente scoperta, era impotente di fronte a suoi avversari.
Diciotto cercò disperatamente di riprendersi, respirando con affanno e fatica. Si era aspettata di perdere conoscenza, ma fortunatamente trovò la forza necessaria per restare sveglia, lottando contro la stanchezza che stava invadendo sempre di più il suo corpo. Tuttavia, anche se parzialmente cosciente, in quello stato era del tutto impotente. Restò seduta sulla nuda terra, mentre i minuti trascorrevano senza che nessuno l’avesse ancora attaccata.

Il fumo rossastro si era ormai diradato con la forza del vento impetuoso, ma la bionda faticava ancora a riprendersi. Improvvisamente, però, un terribile pensiero moltiplicò le sue forze. Chiaramente i bastardi avevano deciso di stordirla, per poter agire rapidamente contro il loro vero obiettivo. Stanco e ferito, Crilin non aveva alcuna possibilità di fermarli.
Quasi urlando per lo sforzo, la guerriera riuscì a rimettersi in piedi. Come aveva sospettato, non c’era più alcuna traccia dei rapitori. Non potendo nemmeno volare, Diciotto corse con estrema fatica, senza poter evitare di barcollare in molteplici occasioni.

Finalmente raggiunse il grosso albero, prudentemente distante dal luogo della battaglia, dove aveva lasciato il suo amato. Il cuore della bionda quasi scoppiò dalla gioia, quando vide che il suo Crilin non si era minimamente mosso da lì. Era ancora appoggiato all’imponente tronco, apparentemente assopito.

Diciotto lo raggiunse con visibile ansia, inginocchiandosi di fronte a lui. Si sincerò accuratamente delle sue condizioni, fino a quando ebbe l’assoluta certezza che il piccolo terrestre non era stato aggredito durante il periodo in cui era rimasta stordita. Gli accarezzò dolcemente la guancia, mentre lui riapriva lentamente gli occhi.

< < Tesoro > > sussurrò lei, finalmente sollevata.

Non appena la vide, Crilin l’abbracciò con forza, seppellendo il suo viso tra i lunghi capelli dorati della sua donna, la quale rispose con entusiasmo, passando una mano tra i capelli neri di lui, come adorava fare da quando il piccolo uomo aveva deciso di farseli crescere.

< < Diciotto > > disse Crilin, mentre restava stretta a lei < < Sei tornata finalmente > >.

Solo in quel momento la bella cyborg tornò ad osservare il paesaggio circostante. Il gruppo di rapitori era veramente sparito, compresi i due membri messi fuori combattimento da Crilin. I suoi circuiti erano tornati a funzionare quasi del tutto e non ebbe alcun dubbio che in quel posto sperduto c’erano soltanto lei e il suo compagno.

Le sue riflessioni vennero interrotte improvvisamente dal dolce bacio del terrestre, facendo finalmente rilassare la bionda ancora profondamente perplessa.

< < Li hai sconfitti? > > chiese Crilin, quando si separarono < < Sembra che non ci sia più nessuno qui > >.

< < Non lo so > > disse semplicemente lei, piena di dubbi < < Avranno raccolto velocemente i loro compagni svenuti, prima di scappare > >.

< < Cosa è successo? > >.

Diciotto gli raccontò le dinamiche dello scontro, che Crilin aveva parzialmente seguito a distanza, fino quando la stanchezza lo vinse. In particolare, la compagna si soffermò sul momento finale, quando i nemici impiegarono strane armi per avere ragione di lei: la cerbottana e soprattutto il gas potente che l’aveva stordita.

< < Quei maledetti hanno provato a sorprenderti con mezzi così subdoli > >.

< < Ciò che mi ha sorpreso di più > > esclamò Diciotto, mentre aiutava il compagno a rialzarsi < < E’ che non hanno provato ad attaccarmi mentre ero quasi del tutto incosciente. Potevano uccidermi con estrema facilità in quel momento > >.

Crilin rabbrividì al solo pensiero.

< < Forse quando sei riuscita ad evitare la piccola freccia, hanno deciso di optare per la fuga, vedendo un nemico troppo pericoloso per loro. Il gas era probabilmente il mezzo ideale per garantire loro una facile ritirata > >.

< < Non lo so davvero, Crilin > > rispose la bionda, pe nulla convinta < < Mi sembravano seriamente intenzionati a portarti via. Trovo strano il fatto che siano scappati all’improvviso. Senza contare il fatto che ancora non conosciamo il motivo per il quale siano così interessati a te > >.

Il piccolo uomo vide chiaramente riflessa sui bellissimi occhi color ghiaccio della sua compagna la profonda preoccupazione che provava per lui.

< < Non devi preoccuparti, amore > > cercò di tranquillizzarla, prendendole una mano tra le sue e baciandone il palmo con dolcezza.

< < Hai ragione che non siamo riusciti nel nostro intento > > continuò Crilin, intrecciando le loro dita < < Ma almeno si sono accorti che non siamo una preda facile. Senza contare che nel caso in cui fosse davvero inevitabile uno scontro con questi strani personaggi, noi due non saremmo soli nella lotta. Avremo l’aiuto di tutti i miei compagni, soprattutto di Gohan > >.

Diciotto non potè negare la ragionevolezza di quelle considerazioni, ma allo stesso tempo considerava inaccettabile il pensiero di lasciare la sicurezza del suo uomo a chiunque non fosse lei. Doveva essere suo il  il compito di proteggerlo e di nessun altro.

< < Forse hai ragione > > si arrese alla fine la bella cyborg. Era stanca e desiderava soltanto tornare a casa.

< < Andiamo a casa, amore > > disse Crilin, baciandola di nuovo.

Diciotto sorrise, mentre rispondeva al bacio. Quando si separarono, ignorando le proteste del compagno, lo prese tra le braccia, partendo a notevole velocità verso casa.

< < Non agitarti > > esclamò la bionda, con un tono di voce annoiato < < Hai già combinato abbastanza danni per oggi > >.

< < Va bene > > convenne debolmente il piccolo guerriero < < Ma posso volare anche da solo > >.

< < Può darsi > > rise apertamente la donna < < Ma così è più divertente > >.

Crilin sospirò rassegnato, mentre si accomodava meglio tra le braccia calde e forti della compagna, lasciandosi portare velocemente a casa.
 
 
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La navicella della squadra ombra del popolo Armath procedeva a ritmo controllato sopra una lunga distesa di campagne desolate. Dopo pochi minuti di navigazione, Fedra aveva attivato il pilota automatico, in modo da poter prestare i primi soccorsi ai suoi compagni. Lei aveva riportato poche ferite, dopo il breve scontro con il terrestre, per cui era suo preciso compito occuparsi della squadra in quel momento drammatico.

I suoi due compagni più giovani erano ancora svenuti, sconfitti in un combattimento contro un avversario troppo esperto per la loro giovane età. Anche il suo leader Tepias aveva riportato tante ferite e contusioni. Il suo viso, solitamente freddo e impassibile, era irriconoscibile a causa del sangue.
Osservando lo stato dei suoi compagni, la donna faticava ancora a credere a tutto ciò che era successo in poche ore di lotta. Ormai era andata, la tattica del controllo era stata avviata e non ci poteva essere più scampo per le loro vittime.

Controllò velocemente l’andamento della navigazione. La rotta era quella giusta e presto sarebbero giunti alla loro prossima meta. Sollevata e ignorando la stanchezza, Fedra prese un piccolo kit di pronto soccorso, dando precedenza alle ferite di Tepias, che erano chiaramente più gravi.

< < Siamo stati costretti, Fedra > > disse all’improvviso l’uomo, con un tono di voce molto basso. Non sembrava nemmeno lui < < Non avevamo altra scelta > >.

< < Lo so Tepias, ma ogni volta che usiamo questa tattica non posso fare a meno di sentirmi….> >.

< < Sporca? > > chiese lui, ma lei non rispose.

< < La nostra missione ci impone forti sacrifici. Alcune volte le nostre azioni possono sembrare spietate, ma la nostra causa è giusta. Non possiamo soffermarci su niente che non sia il raggiungimento del nostro scopo: la pace assoluta > >.

Ancora una volta Fedra non seppe cosa rispondere, invece chiese: < < Adesso cosa succederà? > >.

< < Lo sai bene cosa succederà. La guerriera bionda si illude di averci costretto alla ritirata, ma nessuno può evitare la piccola freccia velenosa del nostro popolo. Da ora in avanti non dovremo fare più nulla. Il nostro alleato più prezioso porterà a termine la missione > >.

Fedra cercò di scacciare il senso di colpa sempre più opprimente.

Fallì miseramente.
 
 
 
FINE DEL CAPITOLO.
 
 
 

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Capitolo 26
*** Dolorose decisioni ***


CAPITOLO 25

 
 Dolorose decisioni

 
 
La navigazione della piccola navicella procedeva a ritmi sostenuti verso la prossima meta, specificatamente decisa dal leader Tepias per la buona riuscita del piano.

Fedra si era occupata diligentemente di tutto, essendo l’unica del gruppo ancora nelle condizioni di poterlo fare: aveva curato, fin dove possibile, le ferite dei suoi compagni e nel frattempo aveva controllato costantemente l’andamento della rotta, verificando sempre che il dispositivo dell’invisibilità fosse in funzione. Era importante mantenere assolutamente segreta la loro prossima mossa, in vista della loro prossima mossa. Non era detto che le loro prede, vista la loro ultima presunta vittoria, decidessero di chiamare rinforzi, ma in realtà nemmeno quella concreta possibilità poteva impedire la buona riuscita della loro strategia.

Anche se riluttante e profondamente addolorata, la stessa Fedra aveva convenuto sul fatto che non rimaneva altra scelta. Niente era più importante della causa del popolo Armath, al punto da rendere legittimo qualsiasi mezzo utile a portarla avanti. Anche il più vergognoso. Eppure nemmeno queste riflessioni erano sufficienti a farla stare meglio. Più andava avanti, maggiore diventava il disagio della donna, la quale malediceva fortemente la propria sensibilità. Non poteva avere così tanti dubbi nella sua posizione e nel suo ruolo di agente della Regina.

< < Non devi tormentarti > >.

Quella voce severa e profonda la fece trasalire, interrompendo bruscamente i suoi dibattiti interiori. Tepias la fissava intensamente, quasi a voler entrare prepotentemente nella sua mente. Lei era brava a nascondere le proprie emozioni quando serviva, nonostante un carattere buono e profondamente sensibile. D’altro canto, si era addestrata bene.
Tuttavia, non poteva nascondere la vera se stessa da lui e non soltanto per tutti gli anni che avevano passato fianco a fianco in numerose missioni. Era vero, Fedra era assolutamente impotente dinnanzi a quello sguardo così freddo e indagatore, ma anche lei conosceva bene il proprio leader.

< < Dovevi scoprire le sue motivazioni > > affermò alla fine la donna, incapace di trattenersi oltre < < Volevi sapere il motivo per il quale fosse così risoluta a difendere il terrestre. Solamente per questo hai insultato l’umano. L’hai fatto solamente per provocarla > >.

< < La totale conoscenza del nemico è la chiave principale per la sua sconfitta > > rispose il leader della squadra ombra, con un tono di voce estremamente calmo < < Si tratta di una delle prime lezioni che ci vengono insegnate > >.

< < Alla fine l’hai scoperto, vero? > > chiese lei, cercando di non perdere la calma < < L’emozione che spinge quella donna a battersi con tanto accanimento > >.

< < Il sentimento più potente che esista, Fedra. Quella strana guerriera non smetterà mai di combattere, se non dopo averci uccisi tutti > >.

< < E’ l’amore > > concluse la donna, mettendosi a sedere sulla postazione di pilotaggio. In questo modo Tepias non poteva vedere il suo volto tormentato. Ma non ce n’era bisogno.

< < Quello che stiamo facendo……. > > provò a dire Fedra, dopo un lungo momento di silenzio, venendo subito interrotta.

< < E’ assolutamente necessario. Non riusciremo ad avere ragione di quella donna facilmente e qualcuno della squadra morirebbe di certo nello scontro. Io non posso permettere che accada > >.

< < Ora abbiamo l’alleato più prezioso, che ci porterà al definitivo compimento della nostra missione > > continuò l’uomo, sistemandosi meglio la benda sulla propria tempia sinistra < < Una volta azionato il dispositivo situato all’interno dell’ago, il destino di quei due dipenderà unicamente dalla nostra volontà > >.

< < Fantastico > > commentò Fedra, mentre una lacrima solitaria scese lentamente dalla sua guancia.

Tepias fece del suo meglio per ignorare il tono di voce tormentato della compagna. Anche lui odiava ricorrere a metodi così subdoli.

< < La nostra destinazione è un’isola che si trova a molti chilometri di distanza dall’isoletta dove vive il terrestre con quella strana guerriera > >.

Fedra continuò ad osservare l’orizzonte in silenzio.

< < Una volta arrivati lì, la nostra strategia potrà cominciare e questa volta il nostro obiettivo sarà proprio la guerriera dagli occhi di ghiaccio > > concluse il leader della squadra ombra, con una nuova determinazione scolpita sul suo sguardo glaciale.

 
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Diciotto era distesa comodamente al centro del suo letto, stretta tra le braccia del suo uomo. Quando arrivarono a casa, la bionda aveva quasi fisicamente costretto il piccolo guerriero verso il bagno. Nonostante le deboli proteste di quest’ultimo, la bella cyborg curò tutte le contusioni e i piccoli tagli che Crilin si era procurato durante la lotta, anche se nessuna di queste si rivelò particolarmente grave. Inutili furono i suoi tentativi di convincerla a non preoccuparsi.

Mentre Diciotto era impegnata a lisciare un ultimo cerotto sulla sua guancia sinistra, Crilin si concentrò sul viso angelico della sua donna. Le emozioni che provava in momenti del genere erano troppo intense per poter essere descritte e il giovane uomo dubitava fortemente del fatto che un giorno si sarebbe abituato a quella sensazione di benessere ed esaltazione, che provava ogni volta che posava il suo sguardo su di lei, esattamente come la prima volta che la vide.

Alla fine l'eccitazione divenne troppo forte e incurante del fatto che la compagna lo stesse ancora medicando, Crilin scattò in avanti baciandola con passione frenetica. Dopo un breve attimo di incertezza, dovuto alla sorpresa del momento, la bella cyborg lasciò cadere a terra il piccolo kit di pronto soccorso e rispose entusiasta al bacio. Con crescente eccitazione, i due amanti si strinsero l’una con l’altro, continuando a baciarsi con sempre maggiore enfasi, mentre le mani di entrambi esploravano avide le parte più intime del corpo.

Le labbra esperte del piccolo guerriero scesero lentamente lungo il collo della donna, i cui sospiri di piacere diventavano sempre più rumorosi. Nell’udirla e nella consapevolezza di essere lui l’autore di quei dolci gemiti, Crilin provò una sensazione di estrema beatitudine.

< < Crilin … > > sussurrò la bionda, mentre il suo uomo raggiunse il seno con le sue carezze.

Fu percorsa da un brivido, quando finalmente le dita di lui toccarono la pelle nuda della ragazza, facendosi strada sotto la tuta sportiva, che lei aveva deciso di indossare quella mattina in vista del combattimento.

Nella foga dei loro baci, i due amanti, quasi all’unisono, trovarono insopportabile il fatto di essere ancora vestiti.
Continuando a baciarla dolcemente, Crilin la sollevò abilmente fra le braccia e subito lei avvolse le gambe attorno alla sua vita, facendosi trasportare docilmente fuori dal bagno. Incurante dei continui urti contro i mobili  del corridoio, il terrestre raggiunse alla cieca la loro camera da letto, chiudendo velocemente la porta con un leggero calcio.

 
                                                                                                            ---------------------------------------------

 
Per quella sera Diciotto decise di dimenticare completamente ogni preoccupazione, forte del fatto che Crilin non aveva riportato ferite gravi durante il combattimento. Anzi, nelle ultime due ore aveva ampiamente dimostrato di essere in piena forma.

Dopo aver fatto l’amore con il suo uomo, la bella guerriera era rimasta semplicemente a letto, a godersi la sensazione di morbidezza e freschezza delle lenzuola sul suo corpo nudo, sempre abbracciata strettamente al proprio compagno. Quasi con un tacito accordo, i due amanti non parlarono dei guai ancora in corso e della possibilità che Crilin potesse essere ancora l’obiettivo principale dei misteriosi assalitori, nonostante la loro ritirata. Per una volta, Diciotto fu ben lieta di non insistere.

In ogni caso, lei aveva già stabilito cosa fare nei prossimi giorni, anche se non lo aveva ancora detto apertamente al proprio compagno. Era decisa a dare una caccia sfrenata a quegli individui, almeno fino a quando non fosse riuscita a scoprire le ragioni del loro accanimento verso Crilin. C’era tempo e non c’era nemmeno il bisogno di farlo sapere a lui.
< < E’ compito mio e di nessun altro > > pensò la bella cyborg, mentre carezzava teneramente i corti capelli neri del terrestre.

< < Da qualche tempo penso spesso a una cosa > > disse ad un certo punto il piccolo guerriero, poggiando la testa sulla spalla nuda della fidanzata. Quest’ultima si girò a guardarlo. Il giovane uomo aveva un’espressione serena e felice.

Diciotto adorava percepirlo così a proprio agio accanto a lei. Un uomo, che avrebbe dovuto considerarla come la più grande minaccia esistente, ma che invece l’aveva scelta come la sua compagna di vita. La bella cyborg dubitava del fatto che potessero esistere tanti uomini così puri, così pronti a superare qualsiasi pregiudizio. Crilin ripeteva spesso quanto fosse stato fortunato ad averla incontrata, ma un giorno lei gli avrebbe fatto capire anche la sua immensa gratitudine per essere stata salvata da lui non solo dalla morte, ma anche da una vita vuota di morte e dolore.

< < Un giorno vorrei che trovassimo un posto tutto nostro > >.

Diciotto non rispose. Il piccolo uomo stava manifestando ad alta voce un desiderio che era anche il suo. Per quanto le piacesse quella piccola isola, anche lei non desiderava altro che una casa tutta sua, da condividere esclusivamente con l’uomo che amava.

< < Sarò sempre legato a questo posto > > continuò Crilin, intrecciando le dita con quelle di lei < < Il maestro mi ha salvato la vita, mi ha cresciuto come un figlio. Gli sarò sempre grato per tutto ciò che ha fatto per me. Ma adesso sono pronto a costruire una vita mia e voglio farlo insieme a te > >.

< < Desidero una casa, Diciotto. Una casa nostra > > concluse il piccolo guerriero, un po' preoccupato del prolungato silenzio della compagna.

< < Forse sono troppo avventato. Stiamo insieme da pochi anni, ma io….. > > Crilin non riuscì a terminare la frase, dato che la fidanzata lo strinse a sé in un nuovo ed intenso bacio. Gli strinse dolcemente il viso tra le mani, per poterlo baciare accuratamente.

Quando finalmente lo lasciò andare, Crilin era senza fiato, mentre una nuova ondata di eccitazione rischiava seriamente di travolgerlo. Di certo la sua donna aveva preso molto bene la sua confessione.

< < Ora capisci la necessità di avere qualcuno esperto in finanze > > esclamò alla fine Diciotto, sorridendo furbamente.

< < Non credevo che volessi risparmiare per una casa > > rise Crilin, mentre si sistemava nuovamente accanto a lei.

< < Beh, spendo molti soldi in vestiti, ma questo non significa che io sia così sciocca da non risparmiare, Crilin > >.

Crilin si chiese quanti soldi la fidanzata fosse riuscita ad accumulare negli ultimi due anni, ma allo stesso tempo non osava immaginare la loro provenienza.

< < Rilassati, Crilin > > lo schernì la bionda, osservando divertita la sua espressione preoccupata < < Non c’è stato niente di illegale, almeno nella maggior parte dei casi > >.

< < Meglio non chiederti nulla > > sospirò il terrestre, poco convinto.

< < Bravo > > disse Diciotto, sorridendogli dolcemente.

I due amanti rimasero in silenzio per alcuni minuti, godendo della reciproca compagnia.

< < Un giorno l’avremo, tesoro. Te lo prometto > > disse Crilin, guardando la sua compagna con ferma determinazione. La stessa Diciotto rimase leggermente interdetta dinnanzi a tanta convinzione. Era evidente quanto fosse importante per lui e anche lei non vedeva l’ora di poter vivere in un posto tutto suo, senza dover più nascondersi da certi disgustosi pervertiti.
Alla fine, comunque, la bionda era consapevole di volerlo seguire dovunque, dato che era l’unico con cui si sentiva veramente a casa e poco importava il luogo dove avrebbero deciso di vivere in futuro.

< < Anche se dovrà avere diversi lussi > > pensò la bella guerriera con un sorrisetto.

Crilin non riuscì ad interpretare lo strano sorriso della sua donna, ma subito dopo ella si girò a guardarlo con serietà e dolcezza al tempo stesso. I bellissimi occhi color ghiaccio della cyborg erano intensi ed accoglienti. Non erano gli occhi freddi di una macchina o di un assassino privo di scrupoli, ma di una donna innamorata, convinta delle sue scelte e pronta a vivere una vera vita a fianco a lui.

< < Sono pronta a giurartelo anch’io, Crilin > > disse senza alcuna traccia di scherzo nella sua voce.

< < Noi avremo una casa tutta nostra > > concluse la bionda, prima di baciarlo intensamente.
 
 
 
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Le ore passavano, ma Diciotto continuava imperterrita la sua ricerca. Si era alzata presto insieme a Crilin, proprio allo scopo di iniziare subito la caccia, possibilmente senza farsi scoprire dal suo uomo. Quest’ultimo era sempre molto attivo durante le ore mattutine, anche nei periodi di pace, pur non allenandosi sempre con la stessa intensità di una volta.

Erano passati dieci giorni dall’agguato e nonostante i tentativi di Crilin di localizzarli, non trovarono più alcuna traccia degli assalitori. Pur non dicendolo apertamente, però, Diciotto non era affatto convinta.

In realtà, quella mattina Crilin aveva deciso di girare alcune città vicine, al preciso scopo di iniziare seriamente la ricerca di un vero lavoro. Sapeva che non sarebbe stato facile. In tutta la sua vita aveva studiato e praticato solo le arti del combattimento. Certo, negli anni aveva imparato a coltivare diversi interessi, fra i quali la lettura, ma difficilmente questo l’avrebbe aiutato, se non al massimo in una discreta capacità di relazione con gli altri.

Sicuramente i discorsi sul loro futuro lo avevano motivato oltre le previsioni della sua stessa fidanzata, divertita e felice per questo forte entusiasmo. Dopo averlo incoraggiato e aiutato soprattutto nella scelta dell’abbigliamento, Diciotto lo vide partire in direzione della prima metropoli designata. Era stata attenta a non trapelare nulla riguardo le sue intenzioni. Era una buona occasione per riprendere le ricerche. Sperava ardentemente di trovarli e chiudere definitivamente la faccenda.

Dopo aver aspettato un’ora abbondante per maggiore prudenza, si apprestò anche lei a partire nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa dal suo uomo.
La sua prima destinazione fu proprio la valle desolata dell’agguato o per meglio dire della trappola architettata dalla stessa preda. Cercò meticolosamente qualche traccia degli assalitori, magari un frammento di arma perduto durante la battaglia o un pezzo strappato delle loro tute super-tecnologiche.

Tuttavia, come lei stessa aveva previsto, non trovò nulla in quella vallata quasi completamente devastata, in lunga parte proprio dalla stessa enorme forza artificiale.
Senza perdersi d’animo, la compagna di Crilin decise di iniziare una totale perlustrazione dell’oceano del sud, dove era situata la Kame House. Se davvero il suo uomo rappresentava un obiettivo così importante per loro, pur essendone ancora oscure le ragioni, allora quei quattro non potevano essersi allontanati troppo. Con questo ragionamento, la bionda raggiunse in pochi minuti il mare, ossia il luogo in cui lei stessa viveva.

Fin dalla prima volta che c’era stata, Diciotto si era accorta delle numerose isole presenti in quelle acque. Quando lei e suo fratello davano una caccia spietata a Goku, aveva potuto constatare quanto fossero tante e variegate, alcune piccole come quella del vecchiaccio, altre molto più grandi, come quella dove si era svolto il combattimento fra suo fratello e Piccolo. In alcune di esse c’erano anche diverse città e località turistiche, ma in molte altre, invece, la natura non era ancora stata contaminata dall’umanità.

Era chiaro che la sua ricerca poteva realmente andare per le lunghe. Era uno degli oceani più grandi del pianeta e molte di quelle isole erano luoghi selvaggi, che lei stessa aveva visitato durante i tanti appuntamenti con Crilin. Mentre sorvolava a velocità ridotta le varie isolette, le capitava spesso di riconoscerne qualcuna e in quei momenti non poteva proprio evitare di sorridere, attaccandosi a dolci ricordi.

Nonostante il suo carattere estremamente impulsivo, Diciotto non si diede per vinta e continuò a tenere d’occhio le isole, soprattutto quelle completamente disabitate. L’unico inconveniente era che avrebbe dovuto interrompere le ricerche, almeno per qualche giorno. Crilin sarebbe tornato a casa prima del tramonto e lei preferiva farsi trovare lì. Poteva sempre riprendere le ricerche durante i giorni successivi, anche se molto dipendeva dalle prossime mosse dei loro misteriosi nemici, ammesso che fossero ancora nei paraggi.

Verso il tardo pomeriggio, la bella cyborg decise di prendere definitivamente la strada verso casa. Avrebbe impiegato soltanto pochi secondi ad arrivare. Quel tratto di mare l’aveva già controllato alla perfezione, per cui si affrettò alla massima velocità verso casa.

Aveva mangiato soltanto la mattina presto a colazione, ma solo dopo diversi giorni il cibo diventava un serio bisogno per il suo organismo. Tuttavia, si era ormai abituata a mangiare almeno due pasti al giorno, soprattutto se in compagnia del suo uomo. Cullata dal pensiero di trascorrere la serata con lui, Diciotto volò verso una delle isole più piccole di quell’oceano.

Fu allora che accadde, proprio quando la familiare casetta rosa iniziava ad essere ben visibile all’orizzonte.

Il suono che sentì era forte e in un primo momento ella non riuscì a capire che cosa fosse. Non si trattava di un’esplosione, di questo ne era certa. Era un rumore quasi metallico, come uno stridio acuto o una massa imprecisata di inquietanti urla stridule. Era un miscuglio di suoni proveniente da molti chilometri di distanza, ma il suo potente udito riusciva a distinguere distintamente il luogo di provenienza. Non ne aveva la certezza, ma era molto probabile che la causa fosse legata ad un sofisticato macchinario. I suoi circuiti identificarono precisamente la posizione. Si trattava di una delle isole, ma distante molto lontana dalla Kame House. Proveniva a est, una zona dell’oceano che non aveva ancora controllato.

< < Sono loro > > disse ad alta voce, osservando attentamente la provenienza di quella strana varietà di suoni.

In quel tratto di mare le isole erano per la maggior parte selvagge e desolate. Diciotto continuava a fissare l’orizzonte ferma a mezz’aria con espressione glaciale, quasi fosse tornata ad essere la fredda guerriera di un tempo.

Non era mai stata una sciocca. Tutto ciò poteva essere benissimo un trucco per spingerla a raggiungere chissà quale luogo. I nemici avevano già dimostrato la loro propensione a ricorrere a mezzi subdoli. Lo sapeva, ma allo stesso tempo non le importava, anzi sperava davvero che si trattasse di una trappola per lei.

< < Così almeno potrò chiudere la questione una volta per tutte > > pensò la bionda, con un feroce ghigno, dimenticandosi del fatto che il sole stesse per tramontare < < Questa volta scoprirò che cosa vogliono da Crilin > >.

Stanca di riflettere, la bella guerriera scattò alla massima velocità nella direzione opposta alla Kame House. Strinse i pugni mentre si avvicinava sempre di più agli odiati nemici. Questa volta poteva battersi senza doversi preoccupare per il suo amato. Niente l’avrebbe fermata. Se fosse stata costretta, li avrebbe uccisi senza esitare. Chiaramente quei quattro costituivano un pericolo serio per il suo uomo, per cui spettava a lei procedere alla totale eliminazione del problema.

In breve, incurante delle enormi onde che generava al suo passaggio, la cyborg raggiunse una grande isola verdeggiante, dalla quale sembravano provenire gli inquietanti suoni, diventati ormai insopportabili persino per l’udito potenziato della donna.

Tuttavia, proprio quando Diciotto si trovò l’isola sotto i suoi piedi, gli assordanti rumori si spensero di colpo, lasciando spazio ad un tetro ed innaturale silenzio. Sembrava non esserci alcuna forma di vita, nemmeno nella più fitta vegetazione dell’isola. Quest’ultima si poteva definire anche affascinante nella sua natura totalmente incontaminata: oltre la spiaggia, c’era una fitta foresta, con tantissime specie di piante, che procedeva fino alle radici di una parete rocciosa, dalla quale la bionda avrebbe potuto sicuramente osservare con calma l’intera isola.

Tuttavia, Diciotto preferì atterrare lentamente sulla spiaggia, stando pronta a tutto. Si convinse dell’inutilità di un’ulteriore esplorazione dall’alto; era quasi certa che i nemici fossero ben nascosti tra gli alberi o nella folta vegetazione.

Si incamminò a piccoli passi, entrando sicura ma guardinga nella foresta ormai quasi completamente all’oscuro con l’arrivo della sera. Le era già capitato di battersi in situazioni simili, con pochissima visibilità, ma nonostante l’evidente posizione di svantaggio, con la possibilità di subire agguati da qualsiasi cespuglio o albero, quella volta era stata lei a vincere. in effetti, grazie ai suoi potenti circuiti era quasi impossibile sorprenderla con attacchi a sorpresa.

Contrariamente ad ogni sua previsione, però, nessuno si fece vedere. Non c’era traccia di nessun nemico. Pur non fidandosi, la compagna di Crilin rimase perplessa. La foresta stava per terminare, come era possibile tanto silenzio. Non vide nessun animale in giro, segno della presenza di qualcuno a turbare la solita vita tranquilla e selvaggia di quel luogo.

Diciotto continuò ad avanzare. Ad un certo punto arrivò paurosamente a pensare che tutta quella situazione fosse soltanto un modo per ingannarla, per allontanarla dal vero obiettivo dei nemici. Il solo pensiero la terrorizzò letteralmente. Crilin si sarebbe trovato da solo contro quattro.

Improvvisamente, la possibilità di essere stata giocata divenne terribilmente concreta.

Persa mentalmente nelle sue paure, la guerriera superò velocemente una fitta rete di enormi piante selvatiche, giungendo finalmente in uno spazio aperto alle radici della parete rocciosa.
Sgranò gli occhi per la sorpresa, mai si sarebbe immaginata una scena simile. Davanti a lei, i quattro assalitori stavano tranquillamente in piedi, come se l’avessero attirata e aspettata seguendo un piano preciso ed accurato.

Dietro di loro, era ben visibile la loro piccola navicella, che era stata probabilmente la causa dei suoni di prima. L’avevano attirata in quel posto grazie alla loro tecnologia avanzata.
Quando aveva dato una prima occhiata dall’alto, Diciotto si era accorta di quello spazio aperto, ma non aveva visto o percepito nessuno in quella zona. Proprio per questo aveva deciso di perlustrare la foresta, assolutamente sicura che si trovassero ben nascosti tra gli alberi. Invece, si trovavano lì in bella vista, proprio davanti i suoi occhi. Tutto ciò non aveva senso.


< < Che cosa significa > > sibilò la bionda, stringendo i pugni al massimo.

Si fece avanti l’uomo contro cui aveva combattuto. Diciotto notò che, tra i quattro, la donna dai capelli corti era quella più a disagio. Non incrociava mai il suo sguardo ed era certa che la sua non fosse una semplice sensazione di paura, che si prova normalmente di fronte a un avversario superiore. Al contrario di lei, il nemico più pericoloso si avvicinava a piccoli passi, mostrando una freddezza disarmante. Eppure lei aveva ampiamente dimostrato di poterlo battere. Dove trovava quell’odiosa sicurezza.

< < Ti stavamo aspettando, guerriera > > esordì l’uomo calmo < < Alla fine hai risposto alla nostra chiamata. Sei coraggiosa > >.

< < Era chiaro che si trattava di uno squallido trucco per attirarmi qui > > commentò la compagna di Crilin, ritrovando la sua solita freddezza.

< < Hai ragione > > convenne Tepias < < Volevamo attirarti in quest’angolo sperduto del vostro pianeta, ma non per le ragioni che credi. Non abbiamo motivo di combattere di nuovo contro di te > >.

< < Che cosa? > >.

< < Hai capito bene, ragazza. Non c’è alcuna ragione di battersi. Ti consiglio di non fare mosse avventate. Ormai ti è rimasto poco tempo > >.

Diciotto non capì a che cosa si riferisse, ma di nuovo una strana tensione ricominciò a tormentarla. Decise di non attaccare. Doveva prima capire la situazione.

 < < Non capisco quali siano le vostre intenzioni, ma non vi lascerò mai Crilin > > ringhiò la bella cyborg, cercando di non trapelare la propria preoccupazione.

< < Ti offrirò la possibilità di salvare il tuo uomo, guerriera. Adesso tutto dipenderà da te, dalla decisione che prenderai. La decisione più importante della tua vita > >.

La bionda non rispose, ma un brivido freddo attraversò veloce il suo corpo.

In seguito, Diciotto affrontò realmente il più terribile dilemma della propria vita. Alla fine comprese che era una sola la decisione da prendere ed era anche la più dolorosa di tutte.
  
 
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Crilin viaggiò verso casa palesemente stanco, ma soddisfatto.

Dopo un solo giorno di ricerca, aveva incredibilmente trovato quasi certamente un impiego ben retribuito a tempo determinato, che lo avrebbe impegnato tre sere alla settimana, anche se non era ancora sicuro se accettare il posto che gli era stato offerto. Aveva raggiunto Satan City che era ancora mattina presto, spaesato e senza la minima idea di dove cominciare la sua ricerca. Non possedendo alcun titolo sarebbe stato difficile trovare una situazione lavorativa soddisfacente, ma dove provarci.

Satan City era una delle metropoli che conosceva meglio. L’aveva frequentata molto nel corso degli anni insieme ai sui amici più cari e dopo la sconfitta di Cell essa era diventata ancora più popolata e tecnologica.

Sperava che proprio questo continuo sviluppo potesse fornirgli delle buone occasioni, ma durante tutta la sua vita si era occupato solo di arti marziali e non aveva mai avuto veramente il tempo di dedicarsi ad altro. Tuttavia, però, il destino volle che furono proprio le sue enormi capacità nel combattimento a fornirgli una prima vera possibilità di ingresso nel mondo del lavoro.

Tutto era accaduto nel giro di pochi secondi. D’altro canto, il piccolo uomo non potè esitare, pur non volendo attirare troppa attenzione. Due uomini con il volto coperto e armati di pistola uscirono correndo da un negozio appena rapinato. Probabilmente non erano dei professionisti, dato l’evidente nervosismo dei due individui, i quali, preoccupati per un’imminente caccia all’uomo, non esitarono ad aprire il fuoco alla cieca, senza curarsi della seria possibilità di ferire o addirittura uccidere qualcuno. In breve generarono il panico generale in una via molto trafficata.

Crilin agì in fretta, senza alcuna esitazione. Pur trovandosi dall’altro lato della strada, raggiunse i due criminali con un solo ed agile balzo, sotto gli occhi stupefatti di decine di persone. Colpì il primo con una poderosa ma controllata gomitata, che centrò la mascella del rapinatore, facendogli perdere immediatamente i sensi. Il secondo uomo rimase così scioccato da lasciar cadere a terra l’arma e nell’attimo successivo Crilin lo stese con un unico semplice pugno allo stomaco. Il tutto si era verificato nel giro di pochi secondi e ben poche persone, tra i presenti, avevano effettivamente visto quanto era accaduto. Ma tra queste un uomo di mezz’età bassino e con un fisico sovrappeso manifestò un forte interesse verso il piccolo guerriero dalle capacità straordinarie.
L’uomo era vestito con abiti costosi e non molto adatti in quella calda mattinata.

Scioccato nell’assistere ad una scena così spettacolare, si affrettò ad offrire un lavoro al piccolo uomo fuori dal comune, il quale dimostrava una fortissima generosità, sincerandosi che nessuno fosse rimasto ferito durante la sparatoria. Dopo aver fornito spiegazioni alle autorità e aiutato il recupero del denaro rubato, Crilin fu letteralmente assalito dalle eleganti parole di elogio dell’uomo d’affari.

Lo invitò in un prestigioso locale delle vicinanze e mentre Crilin gustava educatamente il drink offerto, ricevette formalmente la sua prima offerta di lavoro. L’individuo dai modi un po' viscidi e falsamente gentili si rivelò essere il proprietario di un importante locale, frequentato da gente rispettabile e ricca.

Il giovane guerriero non si sentiva molto a suo agio con quell’uomo d’affari, abituato a disprezzare chiunque non dimostrasse una certa capacità economica. Anche con lo stesso Crilin si comportava come un padrone incontrastato, forte della forza del denaro.

Quest’ultimo gli diede un biglietto da visita e gli disse di presentarsi nei prossimi giorni all’indirizzo segnato. A quanto pare poteva offrirgli un posto come guardia di sicurezza del locale per alcuni mesi e con una buona paga.

Crilin rispose che ci avrebbe sicuramente pensato ed effettivamente era la verità. Prima di ogni cosa, desiderava parlarne con Diciotto. Essendo la sua compagna di vita, era giusto chiedere il suo parere per una così importante.

Così, anche se non completamente soddisfatto, il piccolo uomo decise di terminare quella prima giornata di ricerca. Era stata una giornata proficua sotto vari punti di vista, pur restando con tanti dubbi per il futuro che l’attendeva. Sulla via del ritorno si godette la familiare e straordinaria sensazione del vento fresco e puro sul suo viso, respirandolo a pieni polmoni, soprattutto dopo un’intera giornata ad inalare quantità incredibili di smog tipiche di una grande città come Satan City.

Nella tranquillità del viaggio di ritorno, Crilin ebbe il tempo di riflettere attentamente sugli eventi degli ultimi giorni. Non aveva più percepito alcuna presenza nemica e il fatto che gli strani assalitori si fossero ritirati con la loro velocissima navicella dopo l’agguato, lo spinse seriamente a credere che essi non si trovassero più sulla Terra.

Per tale ragione, aveva deciso di iniziare subito i suoi progetti per il futuro. Aveva realmente fretta di costruirsi una vita vera con Diciotto ed era pronto a lavorare sodo come mai nella sua vita per riuscirci. Voleva regalarle una vita felice.

Attraversò in volo l’oceano in direzione della Kame House. Era un po' più tardi di quanto avesse stabilito in mattinata, dato che il sole era già tramontato, per cui decise di volare alla massima velocità, sperando di non subire l’ira della sua donna per il suo ritardo.

In quel momento, un dolore lancinante lo costrinse a fermarsi bruscamente a mezz’aria. Era come una scarica elettrica, che dal collo invase ogni parte del suo corpo. Si fermò di botto come paralizzato, non riuscendo neppure a gridare.  Gli riusciva difficile persino respirare correttamente.

Cercò disperatamente di mantenere il controllo della propria energia, ma si rivelò impossibile, poiché nessuna parte del corpo rispondeva ai suoi comandi. Perse quota sempre più velocemente, iniziando una paurosa picchiata verso le acque serene dell’oceano, che avevano assunto un colore rossastro per via del tramonto.

Per qualche istante, Crilin riuscì, con enormi sforzi, a trattenersi, ma ben presto la sua divenne una vera e propria caduta libera. La vista gli si oscurava sempre di più mentre precipitava. Il dolore era troppo forte ed egli perse presto completamente ogni capacità di reazione.

Incredibilmente, però, proprio al momento dell’inevitabile contatto con le acque dell’oceano, la scarica elettrica si interruppe bruscamente, così come era giunta. Il terribile dolore scomparve del tutto, restituendo al piccolo uomo il totale controllo del proprio corpo.

Con un’incredibile prontezza di riflessi, il terrestre riuscì ad interrompere la caduta, dalla quale non ne sarebbe sicuramente uscito indenne, fermandosi a pochi centimetri dalle acque profonde dell’oceano. La brusca interruzione della lunga caduta turbò la serenità del mare calmo, generando alte ondate, che si spensero soltanto a molti metri di distanza. L’urto con le acque era stato parziale, ma ugualmente forte, al punto che il giovane fu costretto a fermarsi per riprendere fiato, scosso profondamente da quanto era appena accaduto.

Sospirando di sollievo, Crilin si accorse di essere tornato alla normalità, almeno per quanto riguardava il controllo del proprio corpo. Provava, però, fortissimo senso di nausea, che lo costrinse a rimettere il poco che aveva mangiato prima di partire.

Ancora non riusciva a comprendere cosa fosse appena successo, cosa avesse provocato quell’improvvisa scarica su tutto il corpo e quel dolore terribile e paralizzante. Una spiegazione poteva essere legata ancora agli effetti collaterali della tecnica suicida che aveva imparato recentemente, ma non ne era troppo sicuro. Erano passati troppo giorni.

Tuttavia, molto probabilmente il suo corpo non si era veramente ancora ripreso del tutto. Aveva potuto constatare sulla sua pelle il terribile prezzo di tutto quel potere e infatti, pur sforzandosi, Crilin non riusciva a trovare altre possibili cause dinnanzi a quanto era appena accaduto. Il combattimento dell’altro giorno non gli aveva procurato nessuna ferita grave, per cui doveva per forza trattarsi degli effetti del potere smisurato della natura sul suo fragile corpo umano.

Riprese a volare a quota molto più bassa di prima, ancora preda di un forte malessere allo stomaco. Quanto era accaduto lo aveva spiazzato, emotivamente e soprattutto fisicamente. Volò faticosamente verso casa, mentre spariva all’orizzonte ogni traccia del sole. Impiegò altre due ore per arrivare a casa, un tempo che gli sembrò infinito. Era stato costretto a fermarsi un paio di volte e in occasione di una di queste soste si accasciò nuovamente per vomitare.

Sentendosi un po’ meglio, finalmente giunse in vista della piccola isoletta. Atterrò a fatica sulla sabbia fresca della sera, sperando con tutto il cuore di non essere sorpreso dalla sua amata. Aveva già deciso di non dirle nulla, non volendo farla preoccupare inutilmente, anche se con ogni probabilità lei lo avrebbe scoperto alla prima occhiata.

Con un leggero sospiro, spinto anche da un’incontrollabile voglia di coricarsi, Crilin entrò in casa. Era accesa soltanto la luce della cucina e pur non capendo la ragione, egli provò una strana sensazione, come una fredda inquietudine, che lo assalì dopo pochi passi lungo il piccolo ingresso della casetta rosa. La giornata si stava concludendo in modo sempre più strano e spiacevole.
< < Diciotto > > chiamò il giovane uomo, rimproverandosi mentalmente per l’ingiustificato pessimismo. Probabilmente era solo stanchezza.

La sua donna, però, non rispose e di nuovo la sgradevole sensazione di prima fece rabbrividire il piccolo uomo.

< < Diciotto > > provò ancora a chiamarla, questa volta a voce più alta, colma di una crescente preoccupazione.

Dopo alcuni interminabili secondi, finalmente ricevette risposta.
 
                                                                                                                           ------------------------------------------
 
Il cuore di Diciotto batteva all’impazzata, fin da quando aveva iniziato a percepire, a molti chilometri di distanza, l’energia familiare del suo uomo in avvicinamento. La decisione ormai l’aveva presa e non poteva assolutamente fallire. Nelle ultime ore si era chiesta se ci sarebbe riuscita veramente. Ciò che quei bastardi l’avevano costretta a vedere, doveva essere il motivo al quale aggrapparsi. Lei non poteva assolutamente perdere Crilin.

Spense tutte le luci di casa, tranne quelle della cucina. Il suo piccolo uomo tardava, alimentando ulteriormente le sue paure. Era consapevole che doveva calmarsi, ma mai avrebbe potuto prevedere una situazione del genere. Prima di compiere, però, l’inevitabile e terribile azione, Diciotto doveva assolutamente dirglielo. Era essenziale farlo e forse questo l’avrebbe accompagnato meglio in ciò che lo attendevo.

Finalmente il suo amato compagno arrivò a casa, stremato visibilmente. Era normale dopo quello che lei stessa aveva visto con i suoi occhi. Osservando i suoi movimenti stanchi e doloranti lungo la spiaggia dalla finestra della cucina, la bionda sentì una fitta dolorosa al cuore. Lo guardò per tutto il tempo, fin quando poteva farlo. Ingoiò un lamento doloroso, quando sentì la prima chiamata. Nonostante la situazione, era sempre bello sentire la sua voce.

Alla seconda chiamata, Diciotto decise di rispondere. Cercò di farlo con voce dolce e serena, sperando di non insospettirlo.

< < Amore > > disse dolcemente la bionda, avvicinandosi a lui.

Diciotto notò distintamente il sollievo che provava nel vederla.  Crilin corse da lei e l’abbracciò con forza.
Rispose immediatamente alla stretta, volendo godere di quel contatto intimo il più a lungo possibile. Gli accarezzò dolcemente i capelli neri, consapevole che il tempo era quasi giunto. Stavano arrivando, lo poteva percepire chiaramente con i suoi circuiti.

< < Crilin > > sussurrò lei, cercando di non mostrare il dolore sempre più opprimente.

< < Scusami > > rispose il giovane, ormai del tutto sollevato < < Mi sono preoccupato vedendo le luci spente, io….> >.

La bella cyborg non lo lasciò finire. Lo baciò con dolcezza, mentre una prima lacrima iniziava a scendere lentamente lungo la guancia. Erano quasi arrivati e lei doveva dirglielo, prima che fosse troppo tardi.

< < Diciotto, che cosa c’è > > domandò il piccolo guerriero, guardandola preoccuopato mentre lei era quasi sul punto di piangere.

La compagna gli afferrò delicatamente il viso tra le mani. Parlò a stretto contatto con le labbra di lui, mentre la navicella della squadra ombra atterrava silenziosamente sulla piccola isola.

< < Non dubitare mai del mio amore per te, Crilin > > disse Diciotto, con voce dolce ed autorevole al tempo stesso < < Io ti amo più della mia stessa vita e lo farò per sempre. Sei mio e di nessun altro, ricordalo sempre > >.

< < Diciotto ma cosa…> > provò a dire l’uomo, ma questa volta ad interromperlo fu il tonfo di un corpo solido sulla terra. La piccola isoletta tremò per alcuni secondi.

< < UMANO > >.

Era un richiamo forte ed energico. Crilin riconobbe immediatamente quella voce. Era lo stesso tizio contro cui Diciotto si era battuta.

< < Sono di nuovo loro > > commentò il terrestre, cercando di controllare i suoi nervi.

Uscì per primo dalla porta della casetta rosa, seguito dalla sua donna, la quale non aveva ancora commentato l’arrivo della squadra ombra.

Il motore della navicella, stanziata sulla spiaggia, era ancora acceso, pur non facendo alcun rumore. Il portellone era aperto. I quattro membri della squadra si trovavo tutti sulla spiaggia, immobili con le braccia dietro la schiena. Ancora una volta Diciotto notò che l’unica a non poter sostenere il suo sguardo glaciale era Fedra e di colpo comprese che quella donna era tormentata dal rimorso. Rimorso per ciò che stata accadendo, per quello che la stessa Diciotto stava per compiere.

< < Siete ancora voi? > > esordì Crilin, per niente intimorito. Nonostante la stanchezza era pronto a battersi e soprattutto si sentiva sicuro con Diciotto al suo fianco.

< < Adesso verrai con noi, terrestre chiamato Crilin > > disse freddamente il leader della squadra < < Non fare resistenza. E’ del tutto inutile > >.

< < Non verrò mai con voi. Nessuno può privarmi della mia libertà > > ringhiò il piccolo guerriero, mettendosi in posizione.

< < E’ il momento > > si limitò a rispondere Tepias. Ma non era rivolto a lui o a qualcuno della sua squadra.

Con mani tremanti, Fedra tirò fuori un paio di manette elettroniche.

< < Fatevi sotto > > disse Crilin, pronto alla lotta, consapevole che la sua donna lo avrebbe immediatamente supportato.

< < Crilin > >.

La voce dolce e familiare della fidanzata spiazzò il piccolo uomo. Voltandosi, rimase letteralmente scioccato nel vedere il bellissimo volto della compagna completamente segnato dalle lacrime. Non l’aveva mai vista in quelle condizioni.

Crilin abbassò le braccia, confuso e sconvolto.

< < Diciotto > > sussurrò, non sapendo più cosa fare.

Nell’istante successivo, il pugno della donna che amava lo colpì allo stomaco con una violenza inaudita, facendogli sputare una preoccupante quantità di sangue. Diciotto non avrebbe mai immaginato di arrivare a scatenare così tanta forza sulla persona che più contava per lei, ma non aveva scelta. Anche grazie a lei, Crilin era molto migliorato negli ultimi mesi, ragione per la quale era stata costretta ad usare gran parte della propria forza contro di lui.

Già stremato per la scarica di qualche ora prima, il giovane terrestre si abbandonò dolorante tra le braccia della sua compagna, poggiando la testa sulla sua spalla. Con la morte nel cuore, Diciotto lo colpì di nuovo. Questa volta lo fece con il taglio della mano alla base della nuca, facendogli perdere immediatamente conoscenza. Il corpo del suo uomo si accasciò tra le sue braccia come un peso morto. Diciotto lo tenne stretto tra le sue braccia, inginocchiandosi sulla sabbia fresca insieme a lui.

Stremata dal dolore e dalla disperazione, Diciotto baciò con disperata avidità il viso dell’uomo incosciente: guance, fronte, labbra.

< < Hai agito bene, guerriera > > commentò Tepias impassibile < < Fedra, procedi pure > >.

Sentendosi più sporca che mai, la donna dai capelli corti si avvicinò alla coppia. Tremante provò a mettere le manette sui polsi del giovane uomo, ma quando incrociò lo sguardo della bionda, si fermò in uno stato di puro terrore. Gli occhi cerulei della guerriera sembravano quelli di una belva ferita ed implacabile.

< < Fallo > > ordinò energicamente Tepias.

Fedra lo fece con movimenti lentissimi, prima un polso poi l’altro. Diciotto non reagì.

L’altro giovane della squadra ombra, chiamato Elias, aiutò la compagna a prendere di peso il prigioniero. Lo presero per le braccia e lo allontanarono dalla fidanzata ancora in ginocchio sulla sabbia.

< < Andiamo via > > ordinò finalmente il comandante Tepias.

Tutti i membri percorsero la piccola rampa, superando il portellone aperto insieme al giovane uomo privo di sensi, trattenuto per le braccia da una Fedra sempre più tormentata e dal suo giovane compagno.

< < Io me lo riprenderò > > disse all’improvviso Diciotto glaciale, la voce contratta dalla rabbia e dal terribile dolore emotivo che stava provando in quel momento < < Io me lo riprenderò e me la pagherete cara, lo giuro sulla mia stessa vita. Se gli farete del male, io vi farò a pezzi, facendovi soffrire oltre ogni immaginazione > >.

Nessuno dei quattro membri rispose. Questa volta anche lo stesso Tepias rimase turbato, consapevole di quanto avevano appena scatenato. Anche se l’avevano in pugno, quella donna restava un implacabile nemico, soprattutto dopo quella notte.

Il portellone si chiuse lentamente. Diciotto sentì il cuore spezzarsi, quando non potè più vedere l’immagine del suo uomo incosciente. In pochi secondi la navicella prese quota, avviandosi nel buio della notte. Diciotto la vide scomparire all’orizzonte e desiderò morire. La mano, con cui aveva osato colpire il suo amato per ben due volte, tremava senza controllo.

Alla fine non riuscì più a resistere. Pianse come una bambina, urlando con tutta la forza che aveva in corpo.

La calma notturna dell’Oceano del Sud venne sconvolta da una serie di urla strazianti, colmi di dolore, di disperazione e di una collera selvaggia.
 
 
FINE DEL CAPITOLO.
 

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