Little Things

di _Briga6dimattina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Sorpresa ***
Capitolo 3: *** 2. Viaggio ***
Capitolo 4: *** 3. Nuova vita ***
Capitolo 5: *** 4. Angeli ***
Capitolo 6: *** 5. Tu? ***
Capitolo 7: *** 6. Sei veramente tu? ***
Capitolo 8: *** 7. Harry ***
Capitolo 9: *** 8. Festa ***
Capitolo 10: *** 9. Ma che mi sta succedendo? ***
Capitolo 11: *** 10. Idiota! ***
Capitolo 12: *** 11. Mare ***
Capitolo 13: *** 12. Nuove conoscenze ***
Capitolo 14: *** 13. Liam? ***
Capitolo 15: *** 14. Ultimo giorno ***
Capitolo 16: *** 15. Soltanto uno sfizio ***
Capitolo 17: *** 16. Verità ***
Capitolo 18: *** 17. Cosa? ***
Capitolo 19: *** 18. Dispetti ***
Capitolo 20: *** 19. Verità svelate ***
Capitolo 21: *** 20. Sarà un piacere, per me ***
Capitolo 22: *** 21. E se fosse tutto sbagliato? ***
Capitolo 23: *** 22. Stupidaggini ***
Capitolo 24: *** 23. Devo ritrovare me stessa! ***
Capitolo 25: *** ATTENZIONE ***
Capitolo 26: *** 24. Loro non sanno nulla di noi ***
Capitolo 27: *** 25. Party in piscina ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

Mi chiamo Hannah Evans e sono una semplice ragazza di 17 anni, vivo a Milano con mia madre e Ryan, il suo compagno.
Il cognome inglese deriva dai miei nonni paterni, originari dell’Inghilterra.
Ho i capelli castano scuro, lunghi e leggermente mossi e gli occhi marroni, tendenti al verde, presi da quell’uomo che un tempo chiamavo padre.
Sono una ragazza testarda ma a volte anche molto timida, a seconda delle persone con cui mi trovo, mia madre mi considera una ragazza dolce e solare mentre Ryan un maschiaccio, siccome passo il sabato sera a guardare partite di calcio in sua compagnia piuttosto che uscire con amici che non ho.
Se pensavo che nella mia vita non sarebbe mai successo nulla di nuovo mi sbagliavo.
Sono Hannah Evans e questa è la mia storia.




Ciao a tutti, beh, che dire, spero solo che questo prologo vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito, vi dico solo che nella ff succederanno davvero tante cose e spero che continuerete a seguirla :)

Vi lascio con una gif della stupenda Lucy Hale che interpreterà Hannah nella mia fanfiction

 

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Capitolo 2
*** 1. Sorpresa ***


1. Sorpresa

- Hannah, svegliati o farai tardi. -
Quanto avrei voluto avere un interruttore che spegnesse la voce di mia madre ma purtroppo non era ancora stato inventato.
Perciò mi alzai dal letto di controvoglia e mi recai in bagno a farmi una bella doccia fredda, in quel periodo a Milano faceva davvero caldo. Uscì dal bagno dopo circa 15 minuti, mi asciugai, mi profumai e indossai la divisa della scuola, che, a parer mio, era orribile, gusti proprio zero. Scesi giù in cucina dove mi aspettava la mia solita colazione, cappuccio e brioches alla marmellata, pure la colazione era diventata monotona.
- Giorno principessa. –
- Giorno Ryan. – lo salutai sorridendogli, Ryan era il compagno di mia madre, mio padre se ne andò tanto tempo fa, quando ero ancora piccola, dall’ora non lo rividi più.
- Dov’è mamma? -
- Era qui prima…oh eccola. – disse indicando mia madre che era ferma sulla porta con una busta in mano. Sarà stata qualche bolletta da pagare, in quel periodo c’è ne arrivano tante. Bhe, come dico sempre, non era un problema mio, ero ancora troppo giovane per preoccuparmi di ste cose.
- Oh eccoti cara, vuoi dirglielo adesso? – chiese Ryan guardando mia madre.
- Dirmi cosa? – chiesi confusa ma anche parecchio curiosa.
Ryan si alzò dal tavolo e raggiunse mia madre sulla porta, tutta eccitata. Okay, che stava succedendo?
- Volete dirmelo entro che so…stasera? – chiesi facendo finta di guardare il mio orologio invisibile sul polso.
- Glielo dici tu o io? - chiese Ryan a mia madre toccandole la spalla.
Alzai gli occhi al cielo, ci voleva così tanto per dirmi una cosa?
- Glielo dico io. – affermò mia madre stringendo la busta tra le mani.
Oh finalmente, grazie signore.
- Allora… - cominciò lei.
- Si? – dissi facendole segno di continuare.
- No non c’e l’ha faccio, diglielo tu amore. – sussurrò mia madre passando la busta a Ryan.
- Okay che non me ne importa niente della scuola ma non voglio arrivare in ritardo un'altra volta. – dissi ormai fuori di me, non mi piaceva stare così tanto sulle spine.
- Okay, faccio io. – disse lui prendendo un gran respiro. – Io e tua mamma abbiamo voluto farti un regalo, è una cosa che ci hai sempre chiesto, bhe ecco noi… - prese un altro respiro – ti abbiamo iscritta a una scuola in Inghilterra, la Green University, è una delle scuole più prestigiose dell’intera Gran Bretagna, partirai questo pomeriggio. – concluse Ryan tutto felice, rimasi a bocca aperta, andare in un scuola in Inghilterra era uno dei miei sogni più grandi da quando ero piccola, e si stava per realizzare, oh mio dio.
- Amore tutto bene? – mi chiese Ryan scuotendomi un po’, ero totalmente immobile, avrei voluto urlare, saltare per tutta la casa ma poi credevo che al posto di mandarmi in Inghilterra mi avrebbero rinchiuso in un manicomio perciò cercai di restare calma.
- S-si, alla grande. - dissi sorridendogli e andando in camera mia sotto i loro sguardi confusi, arrivai davanti alla porta, l’aprii e quando la richiusi cominciai a saltare per tutta la camera e sul letto mentre cantavo e urlavo allo stesso tempo, riuscivo a sentire mamma e Ryan ridere al piano di sotto, ero davvero felice, il mio sogno si stava per realizzare!


 

Eccomi qui con il primo capitolooo, voglio solo dire che i primi capitoli saranno molto noiosi ma vi prometto che più la storia andrà avanti più se ne vedranno delle belle quindi continuate a seguirmi ;)


 

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Capitolo 3
*** 2. Viaggio ***


2. Viaggio

- Tesoro non vieni a fare colazione? – mi chiese mia madre dal piano di sotto.
- Si, ora arrivo. – dissi scendendo dal letto e correndo verso la cucina.
Entrai in cucina e mi guardai intorno per cercare il mio telefono, dopo qualche secondo lo trovai sul mobile della cucina, chissà come aveva fatto ad arrivarci fino a lì.
- Oh cazzomerdavaffanculo! – urlai guardando lo schermo del mio cellulare.
- Modera i termini Hannah. – mi rimproverò mia mamma.
- Cazzo sono in ritardo, di nuovo! – dissi afferrando la mia brioche.
- Merda, veloce veloce! – mi urlò dietro lei, poi sarei io quella che deve moderare i termini?  
Afferrai il telefono e lo infilai nella tasca dello zaino e corsi a prendere il mio skateboard per poi precipitarmi fuori dalla porta, sfrecciavo sulle strade di Milano che stranamente quella mattina erano deserte, solo qualche macchina qua e là.
Arrivai davanti a scuola in cinque minuti, non avevo mai fatto così veloce quando si trattava di scuola, per fortuna il cancello era ancora aperto, entrai di corsa e mi avviai verso la mia classe, aspetta cosa avevo adesso? Matematica, merda, quella professoressa era insopportabile, per un nano secondo mi passò per la mente di andarmene, bruciare ma essendo l’ultimo giorno che avrei passato in quell’ inferno decisi che la cosa migliore era affrontare quella tro….ppo in gamba della mia professoressa.
Raggiunsi la mia classe e l’aprii senza bussare, come al mio solito.
- Oh signorina Evans, grazie per averci degnato della sua presenza. – disse ironica, quanto mi sarebbe piaciuto darle un bel pugno su quella che lei chiamava faccia.
- è già tanto se mi sono presentata. – dissi a denti stretti.
- Come ha detto scusi? –
- Emm..no niente, riflettevo ad alta voce. – dissi dirigendomi verso il mio banco, l’ultimo in fondo ovviamente.
- Quindi oggi ci saluti, te ne andrai in Inghilterra. –
- Esatto. – dissi sforzando un sorriso. – per fortuna non vedrò più quella maschera da Halloween che indossa sempre. – dissi sempre a denti stretti.
- Cosa? –
- Io no niente –
- Fammi indovinare, stava riflettendo ad alta voce vero? –
- Esatto. – dissi sorridendole falsamente, giusto per trattenere qualche insulto che mi frullava per la testa.
- Bene, ora è pregata di seguire la spiegazione. – disse lei battendo le mani per attirare l’attenzione di tutti i miei compagni che erano impegnati a fissarmi, ma che cazzo volevano? Se desideravano un autografo o una foto bastava chiederlo.
Roteai gli occhi al cielo e cercai di concentrarmi su quello che stava dicendo la profe ma inutilmente, i miei pensieri erano rivolti tutti all’Inghilterra, non ci potevo credere, tra poche ore sarei salita su quell’aereo che mi avrebbe portata verso il mio sogno, pensavo che quelle cose succedessero soltanto nei film.
Quelle cinque maledettissime ore passarono in fretta per mia fortuna, non vedevo l’ora di essere a casa e mettermi a preparare la valigia. Afferrai il mio skateboard e mi precipitai verso casa, dopo poco arrivai, afferrai le chiavi dallo zaino e aprii la porta, trovai mamma e Ryan seduti sul divano a guardarsi qualche film strappalacrime, quando restavano a casa dal lavoro facevano sempre così, dicevano che per loro era un momento molto intimo e romantico, beh, contenti loro contenti tutti.
- Oh ciao tesoro, già a casa? – disse mia mamma asciugandosi le lacrime e alzandosi dal divano.
- Si, devo preparare la valigia e sai che in queste cose sono parecchio lenta, mi aiuteresti, tipregotipregotipregotipregooo. – dissi supplicandola.
- Eh va bene, dai andiamo su. – rispose sorridendo e cominciando a salire le scale seguita a ruota da me.
Entrammo in camera e tirai giù la valigia da sopra l’armadio, mia madre cominciò a togliere tutto dai cassetti posizionandolo sul letto.
- Ma toglimi una curiosità, quanto tempo starò lì? – chiesi infilando un paio di magliette dentro la valigia.
- Come quanto? Un anno mi sembra ovvio, il primo e il secondo quadrimestre, se poi vuoi tornare a casa prima devi dirlo quando è finito il primo quadrimestre.-
- Oh nono, resterò là finché non finirà anche il secondo quadrimestre, ho la sensazione che mi divertirò. – dissi sorridendo e mettendo le ultime cose nella valigia per poi chiuderla.
- Bhe io sono pronta. – dissi infine.
- Oh, la mia piccola, sei cresciuta così in fretta, mi ricordo quando eri piccolina che venivi nel lettone con me e papà perché dicevi che c’erano i mostri dentro l’armadio e avevi paura. – disse lei spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Oh ti prego non nominarmi quell’essere, non chiamarlo mai più papà ti prego,comunque mi mancherai. – dissi abbracciandola cercando di trattenere le lacrime, potevo sembrare una ragazza dura ma fidatevi, non lo ero affatto, avevo solo imparato che davanti alle altre persone dovevi farti vedere forte.
- Ok ora basta se no finirò per piangere, mi mancherai anche tu. – disse stringendomi forte, mi sarebbero mancati i suoi abbracci.
- Tesoro è ora. – ci urlò Ryan dal piano di sotto.
- Arriviamo caro. – ricambiò urlando mia mamma.
- Forza ora andiamo, non hai neanche pranzato. –
- Tranquilla, prenderò qualcosa sull’aereo. – la rassicurai afferrando la valigia e seguendola fuori dalla mia stanza, mi girai per guardare il mio rifugio, quella camera, quella casa mi avevano visto nascere, crescere, mi sarebbero mancate, niente poteva rimpiazzare quel posto.
Scesi anche gli ultimi scalini e mi ritrovai davanti alla porta, mi girai e vidi mia madre ormai in lacrime e Ryan che la consolava.
- Mamma vado solo in Inghilterra non in guerra. – dissi sorridendole affettuosamente.
- Lo so ma…mi mancherà non averti più in giro. – rispose ormai rotta dai singhiozzi.
- Mamma. – avevo le lacrime agli occhi, volevo realizzare il mio sogno ma non volevo lasciarla sola, infondo ero l’unica figlia che aveva.
L’abbracciai, ancora più forte di come feci prima.
- Prometto che ti chiamerò tutti i giorni. – sussurrai ormai piangendo.
Non disse niente, si limitò soltanto ad accarezzarmi i capelli, quel gesto valeva più di mille parole, lei mi conosceva troppo bene, sapeva che facendo così mi tranquillizzava, lo faceva anche quando ero piccola, quando papà ci lasciò.
- Allora piccola, sei pronta? – mi chiese dolcemente Ryan.
Annui e mi staccai da mia madre.
- Ci vediamo. – sissi infine varcando la soglia con la mia valigia in mano e Ryan che era già in macchina.
- Stai attenta e –
- E non dare ascolto a nessuno, mamma me lo ripeti da quando ero alta mezza cicca. – dissi ridendo.
- Lo so è che per me sei ancora quella bambina alta mezza cicca, solo un po’ cresciuta. – disse lei asciugandosi le lacrime.
Sorrisi asciugandomi anche io le lacrime per poi dirigermi verso la macchina di Ryan.
Mi aiutò a caricare la valigia su essa e poi tornò dentro l’auto accendendola.
Guardai per un tempo indeterminato quella casa, eh si, mi sarebbe mancata eccome. Salii in macchina e chiusi la portiera, vidi mia madre sulla porta che con un fazzoletto si stava asciugando le lacrime, la salutai con un cenno della mano mentre una lacrima percorse la mia guancia.
Ryan mise in moto e partimmo, destinazione aeroporto, destinazione Inghilterra.
Visto che mi aspettava un bel po’ di ore dentro quella macchina presi il mio cellulare e le mie migliori amiche, le mie cuffie, le infilai nelle orecchie e premetti start, facendomi cullare dal dolce suono della musica.
                                                                                                      …
- Hannah, Hannah sveglia. – mi sentii scuotere.
- Mmm…che c’è? Dove siamo? – chiesi ancora intontita.
- Come dove siamo? All’aeroporto, hai dormito per tutto il viaggio. – mi disse Ryan guardandomi.
- Davvero? Wow. – dissi sistemandomi meglio sul sedile, guardai il telefono e vidi che la mia playlist era finita.
Mi sorrise dolcemente e mi lasciò un bacio sulla fronte.
- Hai bisogno di aiuto per fare tutto o c’è la fai? –
- Nono, c’è la faccio non preoccuparti. – dssi infilando il cellulare nella tasca dei miei jeans.
- Ma toglimi una curiosità, dove sto per dirigermi? -
- A Bradford, da una famiglia che molto gentilmente si è offerta di ospitarti. - disse aprendo la portiera e uscendo dalla macchina.
- Bradford? Forte. – dissi sorridendo e uscendo dalla macchina e aiutando Ryan a prendere la valigia nel baule.
- Ecco fatto, allora questo è il biglietto, questo il passaporto e questa la carta di credito, ti potrebbe servire, non dirlo a mamma però. – disse facendomi l’occhiolino.
- Sei il migliore Ryan. – risi afferrando tutto quello che mi aveva appena elencato.
- Bhe allora fa la brava. – disse abbracciandomi.
- E tu prenditi cura di mamma, mi fido di te. – dissi ricambiando l’abbraccio.
- Lo farò. - disse guardandomi con gli occhi lucidi, non avevo mai visto Ryan piangere, era davvero un uomo fantastico.
- Stai piangendo? – chiesi trattenendo una risatina.
- Io? Nono, mi è solo entrato qualcosa nell’occhio. – disse passandosi una mano sopra gli occhi.
<< ULTIMO RICHIAMO PER BRADFORD, ULTIMO RICHIAMO PER BRADFORD >>
Disse una voce metallizzata.
- Ora è meglio che vada. – affermai riferendomi alla voce di prima.
- Si, buona fortuna Hannah. – concluse Ryan dolcemente.
Mi avviai verso l’interno dell’aeroporto, accidenti se era grande, dove caspita era lo sportello 8?
 8, 8, 8, dove diavolo sei? Qui? No, aspetta, 6, 7 oh eccolo, sportello 8!
- Aspettateeeee!!- urlai correndo verso esso.
- Oh buongiorno. – disse una giovane assistente.
- Buongiorno, questo è il mio volo. – dissi facendole vedere il biglietto e il passaporto.
Diede una veloce occhiata e poi mi restituì tutto.
- è tutto apposto, buon viaggio. – mi disse gentilmente indicandomi dove dovevo andare.
- Grazie. – risposi sorridendo e incamminandomi verso dove mi aveva indicato.
Arrivai davanti all’aereo e wow, non mi ricordavo fossero così grandi, l’ultima volta che ero salita su uno di essi  avevo poco più di 5 anni.
Raggiunsi le altre persone e salii i pochi gradini che c’erano, mi accomodai su un sedile vicino al finestrino, presi il cellulare dalla tasca e infilai le cuffiette e come prima in macchina mi rilassai sulle dolci note di quella canzone.



 

Rieccomi con il secondo capitolo, ho notato che nei capitoli precedenti non ho ricevuto recensioni e mi è dispiaciuto molto. Spero solo che la storia vi piaccia. Dal prossimo capitolo Hannah arriverà in Inghilterra e cominceremo ad entrare nel vivo della storia, non vedo l'ora. Beh, ora mi dileguo, alla prossima :)

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Capitolo 4
*** 3. Nuova vita ***


3. Nuova vita

<< STIAMO PER ATTERRARE, SIETE PREGATI DI ALLACCIARE LE CINTURE >>
Come? Cosa? Eravamo già arrivati? Avevo dormito tutto il tempo, cavolo, quella notte non avrei dormito per niente.
Mi chiesi come sarebbe stata la mia nuova “famiglia”, speravo fossero tutti simpatici e gentili.
Dopo essermi stiracchiata un po’ presi la mia valigia e uscii dall’aereo, percorsi tutto il tragitto ed entrai all’aeroporto, ero in Inghilterra, non ci potevo ancora credere.
Mentre mi guardavo intorno notai una signora con in mano un cartellino con su scritto il mio nome, mi diressi da lei con la mia valigia in mano.
- Salve. – dissi in inglese, sorridendole amichevolmente.
- Oh ciao, sei tu Hannah? – chiese molto gentilmente con il suo perfetto accento inglese.
- Esatto. -
- Molto piacere, io sono Trisha. – disse lei porgendomi la mano la quale strinsi subito, sembrava davvero simpatica, meno male.
Dopo aver afferrato la mia valigia ci dirigemmo verso la sua macchina.
Trascorremmo tutto il tragitto a parlare del più e del meno, scoprii che aveva tre figlie e un figlio poco più grande di me e che anche lei, come mia madre, era separata.
- Eccoci arrivati alla tua nuova casa. – affermò fermando la macchina.
Oh porca la miseria, quella non era una casa, era una super villa con tanto di piscina interrata e un giardino enorme, eh si, mi sarebbe piaciuto vivere lì.
- La tua camera è al piano superiore in fondo a destra, la riconoscerai di sicuro, Safaa  ha voluto farti un pensierino. - disse aprendo la porta di casa, entrai ed era una cosa incredibile, quella sala sarà stata il doppio di casa mia, da quel che vedevo non se la passano affatto male.
- Quando hai finito di sistemarti da’ pure un’occhiata alla casa, se hai bisogno di qualunque cosa io sono in cucina a preparare la cena. – mi disse molto gentilmente.
Annuii sorridendo e subito dopo andai in cerca di camera mia, allora salite le scale in fondo a destra, oh eccola.
Mi avvicinai e vidi sulla porta una scritta: “Benvenuta Hannah”, questo doveva essere il pensierino di cui mi parlava poco fa Trisha, era stato molto carino da parte di Safaa, appena la vedrò la ringrazierò moltissimo.
Entrai in quella che da allora sarebbe stata la mia nuova camera, era davvero bellissima, le pareti erano di un colore azzurro chiaro, verso sinistra si trovava un ampio letto matrimoniale con accanto un comodino e dall’altra parte una graziosa scrivania con appoggiato un portatile, di fronte ad esso c’era un armadio enorme che aprii subito, all’interno si trovava anche uno specchio, presi la mia valigia e la disfai mettendo tutto all’interno di quell’armadio tranne la biancheria che misi dentro il cassetto.
Finito di sistemare anche le ultime cose scesi per andare giù in cucina ad aiutare Trisha a preparare la cena, era il minimo che potessi fare visto che mi avrebbe ospitato per un intero anno.
- Le serve una mano signora? – chiesi molto gentilmente entrando in cucina.
- Oh cara smettila di darmi del “Lei”, mi fai sentire vecchia. - sorrise lei.
- Oh mi scusi, ciò volevo dire –
Si mise a ridere. - Tranquilla Hannah non hai detto niente di male, cosa volevi chiedermi tesoro? –
- Se ti serve una mano per preparare la cena. – riuscii a dire senza darle del “lei”.
- Ma si dai, perché no, tieni, sistema questa sul tavolo. – mi disse Trisha porgendomi una tovaglia bianca, feci come mi disse, la sistemai sul tavolo insieme a dei piatti, bicchieri, tovaglioli e a delle posate d’argento.
- Trisha ma…perché ci sono solo cinque posti? Ne manca uno.. – le feci notare contando i posti.
- Oh nono, Zayn resta a dormire insieme ai suoi amici da un amico che stasera dà una piccola festa. – disse tranquilla lei, peccato, mi sarebbe piaciuto incontrarlo.



 

Ecco a voi il terzo capitolo e come promesso Hannah è arrivata finalmente in Inghilterra, dal prossimo capitolo si vedranno anche gli altri personaggi quindi continuate a seguirmi e fatemi sapere che ne pensate con una piccola recensione, mi farebbe molto piacere. *abbraccia tutti*

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Capitolo 5
*** 4. Angeli ***


4. Angeli

La mattina seguente mi svegliai di soprassalto, forse per la cena troppo pesante di ieri sera, avevo mangiato davvero parecchio, avevo conosciuto le ragazze ed erano davvero simpatiche, guardai la sveglia e mancavano 10 minuti alle 7, beh vorrà dire che il primo giorno di scuola non arriverò in ritardo.
Scesi dal letto e molto cautamente raggiunsi il bagno stando attenta a non svegliare nessuno, mi feci una doccia calda e con solo un asciugamano addosso mi diressi nuovamente nella mia stanza, chiusi la porta e cominciai a prepararmi, indossai un paio di jeans e una felpa di circa due taglie più grandi, adoravo stare comoda. Finito di prepararmi afferrai lo zaino e il cellulare e scesi giù in cucina dove trovai già in piedi Trisha.
- Trisha. – la salutai con un bacio sulla guancia.
- Oh cara, già sveglia? Avrei mandato Safaa a chiamarti tra poco. – disse sorridendomi.
- Si, non avevo molto sonno. – confessai sedendomi a tavola.
- Hai dormito bene però? – mi chiese tranquillamente.
- Oh sisi, è molto comodo il nuovo letto. – dissi afferrando una mela, beh era molto diverso dal letto di casa mia ma non potevo lamentarmi, con il tempo ci avrei fatto l’abitudine.
Osservai lo schermo del telefono e mancavano ancora venti minuti alle 8 però decisi di uscire subito da casa, avrei avuto più tempo per ambientarmi.
- Forse è meglio che vada, avrò più tempo per visitare la scuola. – dissi alzandomi e infilando lo zaino sulle spalle.
- Oh allora aspetta che chiamo Waliyha, ti accompagnerà lei. – disse salendo le scale.
- Non si preoccupi, vado da sola, non vorrei disturbarla. –
- Non la disturbi tranquilla, poi viene anche lei in quella scuola quindi deve essere già pronta, torno subito. –
- Oh d’accordo. – dissi infilando il cellulare nella tasca dei jeans e aspettando che scendesse Waliyha che vidi subito dopo correre verso di me afferrandomi la mano, per poi trascinarmi fuori casa.
- Ti divertirai nella nostra scuola, succede sempre qualcosa di nuovo. – disse lei sorridendo.
Sorrisi di ricambio e in quattro e quattro otto ci ritrovammo davanti a scuola, non era niente male, era un edificio parecchio alto con le mura arancione sbiadito, varcammo il cancello e mi ritrovai davanti un cortile immenso con tante persone che parlavano tra di loro e alcune che si scambiavano smancerie prima del suono della campanella.
- Ecco questa sarà la tua scuola d’ora in poi, la segreteria è lungo il corridoio sulla destra, non puoi sbagliare, scusa se non ti accompagno ma ho una verifica davvero importante la prima ora e vorrei ripassare se non ti dispiace. –
- Oh ma no figurati, fai pure, me la caverò da sola. – la rassicurai sorridendo prima di vederla andare verso delle ragazze che immaginai fossero le sue compagnie di classe.
Bene, segreteria arrivo, mi diressi all’interno dell’edificio con tutti gli occhi puntati addosso, sentivo bisbigliare qualcosa come “ E questa chi sarebbe? “ oppure “ Mi sa che è quella che viene dall’Italia” ecc… la gente non ha proprio niente da fare che parlare alle spalle delle nuove arrivate.
Finalmente arrivai davanti alla segreteria dove mi aiutò una signoria dall’aria simpatica.
- Ecco, questo è il tuo orario e questa è la combinazione del tuo armadietto, dentro troverai già tutti i libri, non preoccuparti. – mi informò rivolgendomi un sorriso rassicurante, forse aveva intuito che ero un po’ nervosa, infondo cambiare scuola non è una cosa da tutti i giorni.
La ringraziai con un sorriso e mi diressi verso il mio armadietto, il 169, bene vediamo…167, 168, 169 eccolo!
Allora…tre giri a destra, poi due a sinistra, altri due a destra e altri tre a sinistra, beh facile dai, aprii l’armadietto e dentro ci trovai un bel po’ di libri, anche fin troppi. Stavo cercando il libro della prima ora, storia, quando sentii dei commenti molto poco casti del tipo “ Oddio ma l’hai visto? Me lo scoperei dalla mattina alla sera “ ma che? Mi girai e vidi quattro ragazzi varcare la soglia, rimasi letteralmente a bocca aperta, erano davvero stupendi.
- E meglio che li lasci stare. –
Mi girai e incontrai una rossa tinta che mi fissava.
- Scusa? –
- Hai capito, è meglio che li lasci stare, sono i ragazzi più fighi e popolari della scuola, nessuno con loro ha chance tranne le cheerleader.–
- E quindi? –
- Avanti, ho visto come li stavi guardando, sono belli vero? –
- Belli a dir poco. - affermai con gli occhi sognanti.
La rossa si mise a ridacchiare. - Sai mi piaci, credo che io e te diventeremo ottime amiche, comunque piacere, Kimberly ma puoi chiamarmi Kim. – disse lei porgendomi la mano.
- Hannah. – dissi stringendola.
- Sei nuova? Non ti ho mai visto da queste parti. –
- Si, vengo dall’Italia, sono in una casa famiglia, mi ospitano per un anno. –
- Oh forte, ho sempre desiderato visitare l’Italia, deve essere proprio bella. –
- Si l’ho è, ma spiegami un po’ di più su quei ragazzi, sembrano degli angeli. –
- Allora, il biondino è Irlandese, si chiama Niall Horan, quello in parte a lui è Louis Tomlinson, poi quello con la maglia bianca è Liam Payne e quello che ti sta guardando è…….. –
Non riuscii a sentire il suo nome perché la voce di Kim fu sovrastata dal rumore della campanella.
- Oh..aspetta cosa? – mi girai di scatto incontrando i suoi occhi, non riuscii a vederli bene dato la distanza ma supposi fossero scuri, che mi scrutavano molto attentamente, altro che angelo, quello era un Dio.
- Si, non ti conviene metterti contro di lui, ti renderebbe la vita impossibile. –
- Cioè? –
- Essendo uno dei più popolari della scuola può rendere la tua vita un inferno. –
- Beh io non ho paura. – dissi sostenendo il suo sguardo.
- Eh ragazza mia, già il primo giorno vuoi metterti nei guai? Fidati, più gli starai alla larga e meglio sarà. – disse infine la rossa afferrandomi il braccio e trascinandomi il più lontana possibile da quei quattro angeli.



 

Tadaan, rieccomi qui con un altro capitoloo, beh, come promesso abbiamo visto anche gli altri personaggiiii. Allora, per prima cosa vorrei ringraziare chi ha recensito i capitoli precedenti, siete state davvero dolci e, secondo, vorrei ringraziare una mia amica, JJ, perchè controlla i miei capitoli e mi avverte degli eventuali errori e anche perchè è stata la prima a leggere la mia ff e a dirmi cosa ne pensava quindi grazie mille nonnina ;) Un abbraccio e alla prossima *abbraccia tutti*


Niall e Louis


Liam e Zayn


E Bella Thorne che, nella storia, interpreterà Kim

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Capitolo 6
*** 5. Tu? ***


5. Tu?

Una nuova ragazza, niente male, carina, bel fisico, scopabile insomma.
- Ehi Zayn sarà un'altra tacca che passerà per il tuo letto? – mi chiese curioso Liam.
- Molto probabile amico. – dissi con un sorrisino malizioso.
- Forse è meglio che lasci stare questa volta, sembra una ragazza parecchio tosta. – mi informò Niall mettendosi le mani in tasca.
- Tranquillo amico, non mi sfuggirà, nessuno è mai resistito a Zayn Malik. – dissi sicuro di me.
Quella ragazza sarebbe caduta ai miei piedi, d’altronde come fanno tutte, l’avrei portata a letto e poi l’avrei scaricata, sarebbe stata solo una botta e via, giusto per divertirmi un po’.
- Scommetto che non riuscirai mai a portartela a letto. – mi sfidò Niall.
- Vedremo biondo. – dissi sistemandomi la giacca di pelle mentre adocchiavo una cheerleader che mi stava guardando già da un po’.
- Scusate ragazzi, vado a divertirmi un po’. – dissi infine raggiungendo la cheerleader che mi guardava con fare malizioso.
                                                                                       


Finalmente finì quella noiosissima ora di storia, ero appena arrivata e non ne potevo già più, mi alzai dal mio ultimo banco e mi diressi all’armadietto per prendere i libri necessari per l’ora successiva.
Attraversavo il corridoi guardando i vari ragazzi che c’erano, notai che tutti temevano un po’ la squadra di football, ogni volta che ne passava uno tutti si spostavano, non volevano proprio avere guai con loro.
Aprii l’armadietto e depositai il libro di storia prendendo invece quello di filosofia, materia in cui andavo abbastanza bene, ma qualcuno molto bruscamente mi chiuse l’armadietto, mi girai parecchio infastidita e incontrai di nuovo quegli occhi che, come avevo supposto, erano di un marrone scuro, da vicino erano ancora più belli.
- Tu sei? – chiese appoggiando una mano sull’armadietto dietro di me mentre l’altra finì sul mio fianco.
- Quella che se non togli immediatamente quella mano dal mio fianco potrebbe farti molto male. – dissi furiosa.
- Aggressiva la ragazza, mi piace. – disse sensualmente al mio orecchio.
- E a me sai cosa piace? –
- Cosa? – chiese malizioso.
- Questo! – dissi prima di tirargli una bella ginocchiata nei gioielli, si allontanò da me e si inginocchio tenendo le mani sul punto dolorante.
- Io te l’avevo detto che ti avrei fatto molto male. – dissi per poi andarmene lasciandolo lì, ancora dolorante.
                                                                                                          …
Erano passate ore ormai e finalmente potevamo tornare a casa, come primo giorno di scuola non era andato per niente male, mi ero fatta un’amica e dovevo dire che era molto simpatica, mi diressi verso l’uscita dove la incontrai, mi stavo aspettando appoggiata al muro.
- Ehi. – dissi fermandomi dove era lei. – Che guardi? – chiesi seguendo il suo sguardo.
- No niente. – disse abbassando il capo.
Notai che anche…aspetta come si chiamava? Li…Lian…Liam, si Liam! Comunque notai che anche lui era girato nella nostra direzione, che tra quei due ci fosse qualcosa?
- Non dirmi che ti piace Liam. –
- Co-cosa? No, certo che no. – disse nervosa.
- E perché? È un ragazzo così carino. –
- Si ma non avrei possibilità con uno come lui. –
- E perché dici così? Prima mi ha aiutato a trovare la classe di biologia. –
- Quindi ci hai parlato? –
- No, non proprio mi ha solo detto dove si trovava l’aula, tutto qua. – dissi osservandola, nei suoi occhi vedevo un po’ di preoccupazione e anche di gelosia, quella ragazza mi stava nascondendo qualcosa.
- Va bhe dai andiamo, si sta facendo tardi e io ho una fame da lupi. – dissi afferrandole un braccio e trascinandola al cancello, non sarei rimasta ancora lì un minuto di più.
Mentre passavo notai quel ragazzo dagli occhi color cioccolato che mi osservava, sembrava parecchio arrabbiato e infastidito, forse per la ginocchiata che gli avevo dato prima anche se se l’era meritata!
Fuori dal cancello notai che avevo trattenuto il respiro tutto il tempo in cui ero passata davanti a lui, presi un respiro profondo e l’aria gelida mi invase i polmoni provocandomi dei piccoli brividi.
- Allora ci vediamo domani. – mi distolse dai miei pensieri la voce di Kim.
Annuii e dopo esserci salutate mi diressi a casa,durante tutto il tragitto sperai con tutto il cuore che l’indomani quel ragazzo si fosse dimenticato del nostro piccolo incontro, non volevo avere problemi con uno dei ragazzi più popolari, sinceramente era l’ultima cosa che mi serviva in quel momento.
Arrivata davanti casa tirai fuori le chiavi che poco prima mi aveva dato Trisha e aprii la porta urlando.
- Sono a casaaa! –
- Oh ben tornata, il pranzo è quasi pronto. –
- D’accordo, arrivo subito. – dissi salendo le scale e buttando lo zaino appena entrata in camera, da sotto sentii la porta aprirsi per poi chiudersi subito dopo.
- Oh Zayn eccoti, il pranzo è quasi pronto. – sentii dire Trisha dal piano terra, mi precipitai fuori dalla camera camminando velocemente per il corridoi, non vedevo l’ora di vedere questo Zayn, stavo per arrivare alle scale quando lo sentii parlare.
- Non ho molta fame. –
Oh no, non può essere lui, vi prego ditemi che non è lui.
 Scesi due gradini quando incontrai per la centesima volta i suoi occhi, perché a me? Perché tutte a me?
- Tu? - disse sorpreso.
- Tu? – dissi ormai rassegnata all’idea che avrei passato un anno decente, senza alcun problema.



 

I'm hereee con un altro capitolooo, qui vediamo Hannah che finalmente incontra il nostro bellissimo Zayn anche se non è stato un incontro molto normale, ahaha. Comunque, ritornando a noi, volevo ringraziare con tutto il cuore le persone che hanno recensito i capitoli precedenti, leggere i vostri pensieri mi ha reso molto felice, grazie ancora. Volevo poi ringraziare di nuovo la mia cara amica che legge e controlla i miei capitoli, JJ, mi sei davvero d'aiuto :3 *abbraccia tutti* Alla prossima xx




 

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Capitolo 7
*** 6. Sei veramente tu? ***


6. Sei veramente tu?

- Tu? - disse sorpreso.
- Tu? – dissi ormai rassegnata all’idea che avrei passato un anno decente, senza alcun problema.
- Che ci fai tu qui? – chiese puntando i suoi occhi color cioccolato nei miei color nocciola che quel giorno erano più sul verde.
- Che ci fai tu qui! – controbattei sentendo la pazienza andarsene via pian piano.
- Bhe io qui ci vivo. – rispose divertito.
- Oh fantastico. – dissi infine sarcastica, su tutte le persone che ci sono nel pianeta proprio lui mi doveva capitare?
- Ragazzi vedo che vi conoscete già. – ci osservò Trisha uscendo dalla cucina con un panno in mano.
- Sfortunatamente si. – dissi a denti stretti.
- Come cara? –
- No dicevo che ci siamo visti di sfuggita. – finsi rivolgendole un sorriso finto.
- Oh bene, allora avrete più tempo per conoscervi ma non ora, è pronto da mangiare. – disse Trisha entrando in cucina.
- Sai mamma, stranamente mi è ritornato l’appetito. – informò Zayn facendomi l’occhiolino, quanto avrei voluto sputargli addosso in quel momento.
Scesi le scale molto lentamente, speravo che tutto quello fosse solo un incubo ma quando mi ritrovai di fronte a lui capii che non era un incubo ma la realtà, la cruda realtà.
- Sarà divertente averti qui in casa ora, sai, devo ancora ripagarti per prima. – disse rocamente al mio orecchio, quella voce così sensuale e calda mi provocò tanti piccoli brividi lungo la schiena, sapevo di che momento stesse parlando e mi maledii mentalmente per ciò che gli avevo fatto.
Mi sistemai e lo superai per poi entrare in cucina dove c’era un buonissimo odore di pasta al pesto, mi accomodai su uno degli sgabelli e guardai Zayn fare lo stesso, stranamente la tavola era apparecchiata solo per due, avevo un brutto presentimento.
- Allora Hannah, come è andato il primo giorno di scuola? – mi chiese dolcemente Trisha mentre stava lavando dei piatti.
Guardai un attimo Zayn prima di rispondere.
- Bene, è andato bene. – finsi continuando a mangiare la mia pasta, Zayn mi squadrò da capo a piedi con un espressione confusa ma allo stesso tempo divertita.
- Trisha tu non mangi? – chiesi speranzosa in un’affermazione ma purtroppo la fortuna non era dalla mia parte quel giorno.
- No, ho un appuntamento di lavoro, mangerò qualcosa fuori. –
Oh nonononono, quindi se lei non c’era potevo sperare soltanto nelle sue figlie.
- Donya, Safaa e Waliyha dove sono? –
- Donya è andata da sua nonna, Waliyha restava a mangiare da una sua amica e Safaa è a scuola fino alle 4. –
Fantastico, ero da sola in casa Malik con Zayn, quello che d’ora in poi sarebbe stato il mio incubo peggiore.
- Ora devo scappare, tornerò verso sera, fate i bravi e lo dico soprattutto a te Zayn, non voglio feste ne altro chiaro? - concluse Trisha prima di darci un bacio sulla guancia ad entrambi.
- Chiaro. – sbuffò lui.
Appena la porta si fu chiusa il mio cuore perse un battito, poi due, tre, quattro, non sapevo che reazione avrebbe potuto avere Zayn.
- Quindi ti chiami Hannah. – disse tranquillamente alzandosi dal posto e appoggiando il piatto vuoto nel lavandino.
- A quanto pare si. – dissi infastidita finendo anche l’ultimo spaghetto nel piatto.
- Aggressiva e spiritosa, hai qualcos’altro da mostrarmi? – chiese appoggiandosi al bancone incrociando le braccia al petto.
- Credo che ti abbia già mostrato abbastanza stamattina non credi? – risposi sicura di me alzandomi e mettendo il piatto nel lavandino.
- Bhe ma di questo te ne pentirai, te la farò pagare molto presto. – disse soffiando al mio orecchio, si spostò dal bancone ed entrò in sala con un ghigno divertito sul volto, ero rimasta immobile tutto il tempo ma di certo non mi sarei fatta intimidire da uno come lui.
Cercai di riprendere il possesso del mio corpo e mi diressi in sala, mi fermai quando lo sentii parlare al telefono.
- Ehi bro, oggi tutti da me, mia mamma non c’è, tornerà tardi stasera, c’è una sorpresina che vorrei mostrarvi, avverti tu gli altri? – lo sentii dire, non capì la risposta che ricevette ma sul suo viso comparve un sorriso arrogante, era davvero coraggioso a disubbidire a sua mamma dopo che lo aveva chiaramente avvertito che non voleva feste in casa.
Lo vidi deporre il cellulare nella tasca dei suoi jeans neri per poi girarsi verso di me con un sorriso malizioso.
- Tua mamma ha detto che non voleva nessuna festa. – gli ricordai appoggiandomi alla porta della cucina dopo averla chiusa dietro di me.
- Ho sempre fatto feste anche quando lei non voleva, non mi ha mai scoperto a parte una volta e poi non sarà proprio una festa, soltanto un incontro tra amici. – disse fiero.
- E con Safaa come farai? –
- Starà in camera sua tranquillamente. –
- A che ora arrivano i tuoi amici? –
- Dovrebbero essere qua tra dieci minuti. –
- Bene, vado in camera mia, non voglio essere disturbata. –
- Ma come? Non resti con noi? Pensavo ci saremmo divertiti. – disse avvicinandosi e intrappolandomi mettendo le braccia vicino alla mia testa non lasciandomi alcuna via di fuga.
- Preferirei morire che restare con te un minuto di più. – dissi facendo pressione sul suo petto cercando di allontanarlo ma inutilmente.
- Ragazza difficile, sei piena di sorprese piccola. – disse avvicinandosi sempre di più, ora la nostra distanza era minima, i nasi si sfioravano e i respiri si mischiavano, riuscivo a sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle, sapeva di tabacco mischiato a menta, mi stava letteralmente facendo impazzire.
- Se non vuoi un altro calcio dove te l’ho dato prima ti conviene spostarti. – dissi trovando la forza da non so dove.
Lo sentii ridere per poi spostarsi lasciandomi libera, lo guardai con uno sguardo omicida e mi diressi su per le scale, trasalii sui suoi commenti riguardo il mio sedere e mi rinchiusi nella mia stanza, mi distesi sul letto e presi il libro di geografia, mi misi a studiare un po’, giusto per ammazzare il tempo.
Dopo circa dieci minuti, come aveva detto Zayn, sentii delle voci provenire dal piano terra, riconobbi la voce di Liam, le altre non riuscii a distinguerle tranne una che mi era molto famigliare, ma non saprei dire di chi fosse, forse era solo una mia impressione, in fondo non conoscevo quasi nessuno qui.
Chiusi il libro e lo riposi sulla scrivania, ero troppo stanca per studiare, non mi era rimasto niente in mente perciò decisi di scendere a prendere un bicchiere d’acqua, forse quello mi avrebbe aiutato, sperai con tutto il cuore che ne Zayn ne i suoi amici mi notassero, oggi non era giornata.
Aprii la porta e mi diressi verso le scale, vidi parecchie teste in sala, riconobbi quella di Zayn che era seduto sul divano con quattro ragazzi intorno, scesi le scale con tranquillità e appena misi piede in sala maledii quella voce roca con tutto il mio cuore.
- Ehi piccola hai cambiato idea? – mi chiese Zayn attirando l’attenzione di alcuni suoi amici che si girarono verso di me tranne un riccio che era ancora girato.
- Senti Zayn non è –
 No, non poteva essere, l-lui era davvero di fronte a me?
- Hannah. -
- Harry. -



 

Weweweweeeee, sono di nuovo qui con un altro capitolooo. Alloraaa, prima di tutti vorrei ringraziare le due persone che hanno recensito il capitolo precedente, non sapete quanto mi rendono felice le vostre recensioni e secondo...COLPO DI SCENA, abbiamo visto che Hannah e Harry si conoscono già, ma come? Mh...beh, per scoprirlo dovete continuare a seguirmi ;) Detto ciò un bacio a tutti e alla prossima *abbraccia tutti* 





 

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Capitolo 8
*** 7. Harry ***


7. Harry

- Hannah. -
- Harry. –
- Sei davvero tu? –
- Si, oh Harry. – dissi ormai in lacrime, gli saltai tra le braccia e mi strinse forte a se.
- Mi sei mancata così tanto. – disse accarezzandomi la testa.
- Anche tu, pensavo che non ti avrei mai più rivisto. – piansi sulla sua spalla mentre lui mi stringeva forte, oh quanto mi era mancato, i suoi abbracci, le sue iridi verdi, le sue tenere fossette, tutto mi era mancato di lui.
- Emm… scusate, ci siamo persi qualcosa? – chiese il biondo parecchio confuso.
Ci staccammo e ci girammo verso gli altri che avevano un aria molto confusa, mi asciugai le lacrime e sorrisi.
- Voi vi conoscete? – chiese incredulo Zayn.
Annuimmo e ci sedemmo sulle sedie che erano lì intorno.
- Ora vi raccontiamo. –
#Flashback
- Forza piccola va a giocare. – mi disse amorevolmente mio padre.
Annuii e mi incamminai verso l’altalena, salii e cominciai a dondolarmi, vedevo tanti bambini giocare tra loro mentre io ero sola, nessuno sembrava avesse l’intenzione di avvicinarsi a me.
- Ehi sei da sola? – mi chiese una vocina dolce, mi girai e vidi un bambino poco più grande di me che mi fissava con due occhi verdi.
Annuii e ritornai a guardare per terra.
- Se vuoi puoi giocare con me. – mi richiamò avvicinandosi e mettendosi davanti a me, alzai la testa e incontrai un sorriso davvero bellissimo incorniciato da due fossette adorabili.
- Perché vuoi giocare con me? Ci sono così tanti bambini. –
- Ma a me piaci tu, sembri simpatica, io mi chiamo Harry e tu? –
- Hannah. –
- Bene Hannah, d’ora in poi saremo amici del cuore, ti va? –
Lo guardai stupefatta, nessun bambino mi aveva mai chiesto se volevo essere sua amica, lo vidi avvicinarsi e prendermi la mano dolcemente.
- Vieni. –
- Dove andiamo? –
- In un posto, sono certo che ti piacerà. –
Ci incamminammo per tutto il parco finchè non arrivammo in un piccolo boschetto.
- Perché mi hai portato qua? – chiesi stringendo la sua mano, avevo paura dei posti bui.
- Fidati di me. – lo guardai e annuii seguendolo vicino a un grosso albero.
Lo vidi arrampicarsi su un piccola scaletta appoggiata al tronco e salire pian piano.
- Forza vieni. –
- M-ma ho paura. –
- Ti tengo io, tranquilla. – mi incoraggiò lui porgendomi la sua piccola mano, l’afferrai titubante e mi aiutò a salire finchè non ci trovammo davanti a una piccola botola, l’aprii e salimmo, era una piccola casa sull’albero, non c’era praticamente niente a parte qualche cuscino qua e là.
- Ti piace? – mi chiese guardandomi mentre alcuni suoi ricci li ricadevano dolcemente sulla fronte, dovevo dire che era davvero un bellissimo bambino.
Annuii e mi sedetti su uno dei cuscini, cosa che fece subito dopo anche lui.
- Allora ti va di diventare mia amica? – chiese appoggiandosi alla parete di legno.
- Mi piacerebbe tanto. – dissi abbassando il capo.
- Perfetto, allora d’ora in poi questo sarà il nostro posto segreto, non deve sapere nessuno che c’è ok? – disse mostrandomi le fossette.
- Okay. – risposi sorridendo timidamente.
- Promesso? – mi chiese avvicinando il mignolo.
- Promesso! – dissi stringendo il suo mignolo con il mio, ora avevo un amico anche io, ora sarei stata come tutte le bambine, non mi sarei mai più sentita diversa.
#FineFlashback
- E da allora siamo diventati migliori amici, ci conosciamo da quando avevamo io cinque anni e lei tre anni ma un giorno, non ti vidi più tornare Hannah, andavo ogni giorno nel nostro posto segreto con la speranza di rivederti ma tu non c’eri. – raccontò triste Harry.
- Credo che ti debba delle spiegazioni anche io. – presi un respiro profondo e continuai – Avevo sei anni quando mio nonno morì, andavamo sempre da lui per le vacanze visto che abitava qui in Inghilterra ma quando se ne andò mio padre non volle più ritornare, diceva che gli ricordava troppo suo padre, non riuscii a dirti che non sarei più venuta, non sapevo come dirtelo, ogni giorno pensavo che forse presto ti saresti dimenticato di me, eri l’unico amico che avevo, l’unica persona che mi voleva bene veramente. – raccontai non accorgendomi che le lacrime ormai scendevano veloci, Harry mi guardò e me le asciugò velocemente rivolgendomi un sorriso che da tempo non vedevo più.
- Non ti avrei mai dimenticato Hannah. – disse rassicurandomi.
Gli sorrisi e notai che gli altri ragazzi ci guardavano increduli, soprattutto Zayn che aveva i muscoli della mascella contratti, sembrava innervosito e anche parecchio.
- Ma toglimi una curiosità, che ci fai tu qui? –
- è ospite a casa mia. – mi anticipò Zayn alzandosi ed entrando in cucina per poi uscirne con una birra in mano.
- Passo l’anno qui, mia mamma ha voluto farmi un regalo. – dissi ignorando le occhiatacce che mi stava lanciando Zayn che era appoggiato alla stipite della porta.
- Quindi resterai per un anno in casa Malik? – mi chiese Liam aprendosi una lattina di birra.
- Purtroppo si. – dissi sbuffando lanciando un occhiata a Zayn.
Lo sentii ridere per poi guardare l’orologio.
- Non vorrei essere scortese ma mia mamma sta per tornare, vi devo chiedere di andarvene ragazzi. – disse Zayn rivolgendosi ai suoi amici.
- D’accordo bro, ci vediamo domani. – disse alzandosi quello che doveva essere Louis.
- A domani. – dissero in coro gli altri prima di dirigersi alla porta.
- Sono contento di averti ritrovata Hannah. – mi disse Harry abbracciandomi.
- Anche io Harry. – dissi ricambiando l’abbraccio.
- D’accordo Romeo ora devi andartene. – irruppe Zayn prendendo qualche bottiglia di birra finita.
Vidi Harry sorridere lasciandomi dall’abbraccio per poi seguire gli altri fuori dalla porta, sentii vari motori accendersi per poi sfrecciare sulle buie strade di Bradford.
Quando mi girai verso Zayn lui non c’era, decisi di dargli una mano, non chiedetemi il perché di questa insolita decisione perché non lo sapevo neanche io.
Afferrai dei pacchetti di patatine finiti e li portai in cucina, lì vidi Zayn impegnato a buttare dei rifiuti nel sacco dello sporco, quando mi vide entrare con quei pacchetti tra le mani mi guardò confuso.
- Perché mi stai aiutando? - chiese guardandomi con un cenno di sorriso sul suo splendido volto, ehi che volete? Non posso dire che non è bello, potrebbe battere anche un Dio credetemi!
- Non so perché lo sto facendo okay? Accetta il mio aiuto e non discutere. – dissi buttando tutto nel sacchetto.
Non obbiettò e lo sentii ridere mentre sistemava le ultime cose, ora la casa era come l’aveva lasciata Trisha prima, mi buttai sul divano e accesi la TV.
- Se vuoi lì ci sono dei film. – mi richiamò Zayn indicando un piccolo cassetto sotto la televisione.
- Grazie. – dissi guardandolo confusa, da quanto ho capito Zayn Malik non è mai gentile.
- Ehi piccola se continui a guardarmi così mi consumi. – attirò la mia attenzione la sua calda voce. In quel momento avrei tanto voluto sprofondare dalla vergogna, ecco che torna lo Zayn egoista e senza sentimenti che avevo conosciuto, mi girai sentendo le guance andare a fuoco e presi un DVD cercando di cancellare quella situazione imbarazzante dalla mia testa, lo sentii ghignare per poi salire le scale e scomparire nella sua camera.



 

Holaaa, rieccomi con il settimo capitoloo, ho postato due capitoli nello stesso giorno solo per voi quindi sentitevi onorati, ahaha
Comunque, ritornando al capitolo scopriamo il perchè Hannah e Harry si conoscono già ehehehe
non sono dolcissimi? Io amo la loro amicizia aw
Beh, che altro dire? Ringrazio solamente le persone che hanno recensito i capitoli precedenti e la mia amica JJ che legge e corregge i miei capitoli, ti voglio bene mondana<3 *abbraccio tutti* e alla prossima ;)






   

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Capitolo 9
*** 8. Festa ***


8. Festa

Guardai lo schermo del cellulare e ormai erano le 19:00, siccome Trisha si era dovuta trattenere più del previsto e Safaa era andata da sua nonna decisi di farmi qualcosa da mangiare visto che il mio stomaco non smetteva di lamentarsi, mi alzai dal divano molto goffamente e spensi la TV, mi stiracchiai un po’ e andai in cucina, guardai nelle varie dispense e nel frigo e decisi di farmi un panino con prosciutto e formaggio.
Chissà cosa stava facendo Zayn, sembra così misterioso,ehi ma aspetta? Perché stavo pensando a Zayn? Hannah svegliati, smettila di pensarci!
Mi scossi un po’ e ritornai alla normalità, visto che d’ora in poi dovrò abitare con lui perché non essere gentile? Finii il mio panino e ne feci uno per Zayn, salii le scale ancora un po’ indecisa se lasciarglielo fuori la porta o entrare, optai per la seconda, sembrava la più logica. Arrivai davanti alla sua porta e bussai, niente, provai di nuovo ma ancora niente, bhe se è così entro lo stesso, aprii lentamente la porta e quando fui nella sua stanza mi guardai in torno, era davvero bella, c’era un ampio letto matrimoniale al centro con di fronte un grosso armadio bianco, le pareti erano tutte colorate, c’erano dei disegni qua e la, come dei murales, erano spettacolari, avevo sempre adorato i murales. A distrarmi dai miei pensieri fu un suono tonfo, mi voltai e incontrai Zayn con indosso solo un asciugamano legato in vita, oh porca troia, vi prego ormoni state calmi, non voglio fare cazzate!
- Eh tu che ci fai qui? – mi chiese lui asciugandosi i capelli con un secondo asciugamano.
- Ti ho portato un panino, nel caso tu avessi fame. – dissi abbassando il capo per nascondere le guancie che ormai erano tinte di rosso, osservai per un breve tempo le mie scarpe, in quel momento erano diventate parecchio interessanti.
- Grazie, puoi lasciarlo pure lì. – mi disse indicando il comodino vicino al letto.
Annuii e posai il piatto dove mi aveva indicato, ora avevo due possibilità, fermarli lì ad attaccar bottone con lui o andarmene senza dire niente, non so cosa mi spinse a farlo ma parlai.
- Questi murales sono davvero belli, gli hai fatti tu? – chiesi incantandomi a guardarlo con tutti quei capelli spettinati e quel torace incredibilmente abbronzato e tempestato da tatuaggi, era davvero un bel ragazzo, peccato che fosse così egoista, sbruffone, arrogante e senza cuore.
Annuii solamente.
- Sei davvero bravo. –
- Grazie. –
Tra noi calò un silenzio imbarazzante, okay Hannah ora era il momento di andartene, per una volta ascoltai la vocina dentro la mia testa e mi diressi verso la porta, quando stavo per aprirla successe qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
- Perché sei qui? Intendo qui a Bradford. –
- Oh emm.. perché mia mamma ha sempre saputo che frequentare una scuola inglese era il mio sogno, quindi ha voluto farmi questo regalo. – spiegai io osservando ogni suo movimento.
Lo vidi sorridere per poi ritornare a guardarmi.
- Grazie ancora per il panino. –
- Oh di niente. – dissi infine aprendo la porta per poi chiuderla subito dopo dietro di me, sospirai e mi diressi nella mia camera, anche se erano solo le 19:30 era stanchissima, mi misi il pigiama e crollai nel letto.
                                                                                                
        ...
Erano passate ormai un paio di settimane dal mio arrivo a Bradford ed erano cambiate molte cose, per esempio ora frequentavo la compagnia di Zayn insieme a Kim, avevo con tutti un buon rapporto a parte con Zayn, il nostro rapporto era parecchio complicato, un giorno ci andavamo a genio e un altro ci odiavamo, ci lanciavamo frecciatine a vicenda, ci insultavamo, e se parlavamo finivamo sempre per litigare.
Era venerdì mattina, mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, mi feci una doccia calda e mi vestii con un paio di leggins neri e un maglione, scesi in cucina ancora mezza addormentata e bevvi il mio succo all’ananas, osservai il cellulare e mancavano 15 minuti alle 8, oh nonononono.
- Idiota cazzo svegliati, è tardiiiiii!!! – urlai rivolta alle scale con la speranza che il principino fosse pronto.
- Non urlare, sono pronto, mi stavo solo sistemando il ciuffo. – disse tutto tranquillo scendendo le scale con il suo zaino sulla spalla, roteai gli occhi e afferrai il mio zaino infilandoci dentro il cellulare, per fortuna Zayn aveva la macchina anche se certe volte faceva lo stronzo e mi lasciava a piedi.
Lo seguii fuori la porta e la chiusi dietro di me.
- Ehi ma aspetta, chi ti ha detto che ti do un passaggio? – mi provocò lui appoggiandosi alla macchina e incrociando le braccia al petto.
- Non sarai così stronzo spero. – dissi guardandolo male.
- Allora vuol dire che ancora non mi conosci. – mi sfidò ghignando.
Brutto figlio di…. Hannah stai calma, respira.
- Sei soltanto uno stronzo! – sputai acida girando i tacchi e andandomene, se non mi voleva accompagnare bene, che lo faccia pure, arriverò in ritardo ma è meglio che stia attento perché questa me la paga!
- Oh avanti Hannah, sto scherzando. –
- Vaffanculo Zayn! –
- Non mi dai altra scelta. – disse dirigendosi verso di me che ormai avevo già superato la macchina, non mi voltai, non sarei andata a leccare il culo a uno stronzo del genere!
Mi sentii prendere dai fianchi e girarmi subito dopo, in poco tempo mi ritrovai sulla spalla di Zayn come un sacco di patate, cercavo in tutti i modi possibili di costringerlo a lasciarmi andare ma niente, non aveva intenzione di farlo, neanche tutti i miei pugni invani sulla sua schiena l’avevano smosso, mi rassegnai e dopo poco i miei piedi toccarono di nuovo terra, mi ritrovai davanti alla sua macchina, lo guardai con uno sguardo omicida mentre lui mi sorrideva in modo strafottente, con un poco di malizia.
Mi rigirai per andarmene quando la sua mano afferrò saldamente il mio polso facendomi voltare, ero a pochi centimetri da lui, mise una mano sulla schiena e mi spinse più vicina al suo petto, si abbassò e la distanza tra noi divenne minima.
- Senti Hannah non farmi arrabbiare, se non vuoi arrivare in ritardo sali! – soffiò al mio orecchio con un tono sensuale ma allo stesso tempo autoritario.
Appoggiai le mani sul suo petto e cercai di allontanarlo, mi lasciò andare e lo guardai sbuffando incrociando le braccia al petto, lo vidi sorridere e scuotere la testa.
- Devo farti salire io, Hannah? – chiese incastonando i suoi meravigliosi occhi cioccolato nei miei più chiari.
Scossi la testa e sbuffando salii in macchina, lo sentii ridere e fare lo stesso mettendo in moto la macchina, guardai l’orario dall’orologio della macchina e mancavano soltanto 5 minuti, accidenti, arriveremo in ritardo di sicuro.
- Veloce, arriveremo in ritardo! – urlai infastidita.
- Vuoi forse che ci schiantiamo? – chiese guardando la strada.
- Bhe tutto sarebbe meglio che restare ancora per più di cinque minuti rinchiusa qui con te! – sputai girandomi verso il finestrino.
- Hai le tue cose oggi Hannah? Sembri un po’ nervosa. – rise lui non facendo caso a cosa gli avevo appena detto.
Roteai gli occhi e non risposi, dovevo restare calma se no avrei commesso un omicidio!
Dopo poco arrivammo, per sua fortuna eravamo in perfetto orario, la campanella suonò appena entrammo a scuola, gli altri erano già andati in classe e noi facemmo lo stesso, per mia fortuna frequentavamo classi diverse avendo qualche anno di differenza, almeno per un po’ non lo avrei visto.
Dalla seconda settimana di scuola cominciai a fermarmi in mensa, insieme a tutti gli altri, finendo, perciò, alle 3.
Era ora di pranzo, io e Kim eravamo in classe insieme perciò ci dirigemmo in mensa dove ad aspettarci seduti al nostro solito tavolo c’erano Liam, Niall, Harry e Louis con Eleanor.
Eleanor era la sorella maggiore di Kim nonché fidanzata di Louis, la conobbi il secondo giorno e subito diventammo ottime amiche, lei e Lou erano dolcissimi insieme, mi piacevano molto come coppia.
- Ciao ragazze. – ci salutò sorridendo Niall.
- Ciao ragazzi. – salutammo all’unisono io e Kim.
- Sapete dov’ è Zayn? – ci chiese Liam.
- Sarà a scoparsi qualche troietta nel bagno. – dissi addentando una patatina di Niall.
- Ehiii, era miaa. – urlò come quando si ruba una caramella a un bambino.
- Scusa biondo. – risi scompigliandogli i capelli.
In quel momento arrivò Zayn e si sedette vicino a Liam.
- Ehi amico dove sei stato? – chiese Harry che era seduto vicino a me.
- Ero con Melanie. – disse tranquillo afferrando una patatina a Niall.
- Ehii, ma che avete tutti oggi? Giuro che se qualcun altro tenta di prendermi una patatina vi faccio fuori! -disse più che serio Niall, a quell’affermazione tutti ci mettemmo a ridere, quando si trattava di cibo Niall era pronto a tutto.
- Tornando a prima, con Melanie a fare cosa? – chiese curioso Liam.
- Ero nel bagno, lascio a voi l’immaginazione. –
Si misero tutti a ridere tranne me, era orribile ciò che faceva nei bagni ogni volta con una ragazza diversa.
- Ohoh guarda, Matt sta venendo qua. – mi informò Kim strattonandomi la manica del golfino.
- Ciao Hannah. – mi salutò lui.
- Ciao Matt. – risposi io facendo un finto sorriso, non mi andava molto a genio, era uno di quei giocatori di football che si scopava tutte le cheerleader, lui e Zayn avrebbero potuto essere fratelli.
- Stasera Jack da una festa, volevo chiederti se ti andrebbe di venirci insieme a me. – mi chiese sorridendomi maliziosamente.
- Non so, ci penserò. –
- Perfetto, questo è il mio numero in caso ti decidessi. – disse prima di andarsene.
- Oh un ultima cosa, siete invitati anche tutti voi. – informò i ragazzi prima di scomparire fuori dalla mensa.
- Un'altra festa, fantastico! – esultò felice Louis.
- Per stasera sarò pronto a rimorchiare. – disse orgogliosamente Zayn, lo guardai disgustata, come poteva scoparsi ogni volta una ragazza diversa? Non sa cosa sia l’amore?
Finii il mio pranzo che avevo preso prima insieme a Kim quando sentii una voce o meglio, uno squittio.
- Allora Zayn, ci verrai alla festa di Jack? – era Jess, la capo cheerleader nonché gioco preferito di Zayn, quei due passavano più tempo in bagno che a lezione.
- Si ci verrà, ma solo per portarsi a letto qualche troietta come te. –
Tutti si girarono vero di me, compresi Zayn e Jess.
Ma perché non sto mai zitta? Prima o poi finirò nei guai se non imparo a tenere la bocca chiusa.
- E a te chi ti ha interpellato? – chiese con quella sua stridula voce, avete presente il rumore delle unghie sulla lavagna? Ecco la sua voce era molto peggio credetemi.
- Ma ti sei vista? Se solo una sfigata! –
- Sempre meglio essere una sfigata che una troia come te! – sputai acida mettendo i palmi delle mani sul tavolo e facendo leva sulle braccia per alzarmi .
- Non so come facciano i tuoi genitori a restare ancora con te, io se fossi in loro ti avrei già abbandonata. –
No, questo era troppo, giuro che adesso gli strappo tutti quei capelli finti che ha in testa!
Andai contro di lei e cominciai a tirarle i capelli, ormai tutti i ragazzi della mensa ci stavano guardando, sarebbe stato un bello spettacolo se sarei stata io a guardare.
Jess continuava ad urlare con quella sua voce stridula mentre Kim mi incoraggiava a continuare a differenza di sua sorella che cercava in tutti i modi di farmi smettere, sentivo Louis e Niall ridere e Harry fare qualche battutina sconcia, Liam era l’unico ad essere già intervenuto a dividerci beccandosi però un pugno in faccia.
Ad un certo punto sentii due braccia forti avvolgermi la vita allontanandomi da Jess e portandomi verso l’uscita, riconoscevo il suo profumo, era Zayn.
- Lasciami coglione, devo strapparle tutti quei capelli finti che ha attaccato su quella cazzo di testa!! – urlai fuori di me cercando di dimenarmi nella stretta di Zayn ma non ci riuscii, era molto più forte di me.
Mi portò fuori in cortile, l’aria gelida di Bradford mi travolse provocandomi qualche brivido lungo la schiena, mi lasciò e mi girai incazzata verso di lui.
- Si può sapere che cazzo ti è preso? – mi urlò Zayn.
Non risposi, non poteva capire.
- Vuoi dirmelo o no Hannah? – chiese in modo duro fissandomi negli occhi, abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere il suo.
- Hannah non farmi arrabbiare, dimmi che cazzo ti è preso! –
- Non puoi capire! – urlai ormai in lacrime, ma perché stavo piangendo? Non potevo, non dovevo piangere.
- Almeno cerca di spiegarmi. – disse dolcemente asciugandomi le guancie piene di lacrime, no ma scusate…è bipolare o cosa? Un minuto prima è duro e freddo e il minuto dopo diventa dolce e premuroso.
- Io…non ho più un papà, se ne andò tanto tempo fa lasciando me e mia mamma da sole, non so dove sia in questo momento e neanche voglio saperlo, non voglio che la gente parli di lui, per questo ho reagito in quel modo, non è più mio padre, è solo un estraneo. – raccontai tra le lacrime, non so neanche perché lo feci, qualcosa mi spinse a farlo ma non so ancora bene cosa.
- Mi dispiace. – disse, sembrava davvero dispiaciuto, o era un bravo attore o un cuore c’è lo aveva anche lui.
- Non fa niente, ormai è passato, torniamo dagli altri? – chiesi asciugandomi le guancie.
Annuii e ci dirigemmo all’interno della scuola, la pausa pranzo era ormai finita e ognuno si diresse nelle proprie classi.



 

I'm hereeee, di nuovo, ahaha
comunque, eccovi l'ottavo capitoloo, se siete arrivati fino a qui vuol dire che alla fine non è tanto male e ne sono felice
Allora in questo capitolo vediamo un nuovo personaggio, Eleanor che, tra parentesi, io adoro 
D'ora in poi quelle tre diventeranno inseparabili e ne combineranno di tutti i colori ma per scoprirlo dovete continuare a seguirmi ;)
vi chiedo un'ultima cosa, mi lasciate una piccola recensione per dirmi che ne pensate? Se vi è piaciuto oppure no, mi farebbe molto piacere
Okay, ora mi dileguo, alla prossima e *abbraccia tutti*





 

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Capitolo 10
*** 9. Ma che mi sta succedendo? ***


9. Ma che mi sta succedendo?

Ora di Matematica, l’ultima di quella giornata per mia fortuna, per tutto il tempo non seguii la spiegazione del professore, ero troppo presa dai miei pensieri, non me la sentivo di raccontare agli altri il mio passato, almeno non adesso.
Per fortuna la campanella mi distolse dai miei pensieri, dovevo smetterla di pensarci.
- Ehi Hannah tutto bene? Dopo la litigata con la troietta mi sembri strana. – mi chiese premurosamente Kim.
- Oh nono, non ti preoccupare. – dissi sforzandomi di fare un sorriso, non volevo si preoccupasse.
- Mmm…farò finta di crederti. – disse strappandomi un vero sorriso.
- Ma allora ci vieni stasera alla festa di Jack? – mi chiese mentre ci incamminavamo fuori dall’aula.
- Non credo, non ne ho tanta voglia. –
- Ma daii, ci divertiremo! –
- Ci vengo a un patto. –
- Spara! –
- Che tu inviti Liam a venirci con te! –
- Co-cosa? No! Non ci penso neanche! –
- E perché no? –
- Perché non gli piaccio. –
- Invece per me gli piaci, lo vedo come ti guarda. – dissi dandole un colpetto con il gomito.
- è che non vorrei ricevere un rifiuto. – disse abbassando il capo, quella ragazza era davvero cotta.
- Se vuoi glielo chiedo io. –
- Lo faresti davvero? –
- Certo, perché no. –
- Aahh grazie, sei la migliore! – mi disse stringendomi in un abbraccio.
- Lo so, lo so. – dissi ricambiando l’abbraccio.
Uscimmo da scuola e raggiungemmo gli altri in cortile.
- Ciao ragazze. – ci salutò Liam vedendoci arrivare.
- Ciao Liam. – rispose arrossendo Kim.
- Emm… Liam posso parlarti un attimo? – chiesi guardando prima Kim e poi Liam.
- Certo. – rispose sorridente Liam.
Ci allontanammo sotto gli sguardi curiosi e confusi di tutti a parte quello di Kim che sapeva già quello che stavo per fare.
- Dimmi tutto. – disse Liam quando eravamo abbastanza lontani dal gruppo.
- Volevo parlarti di Kim. –
- Di Kim? – chiese confuso.
- Si. –
- E perché? -
- Dimmi solo una cosa. –
- Cosa? –
- Lei ti piace? Almeno un po’? –
- Oh emm…perché questa domanda? – chiese grattandosi la nuca un po’ imbarazzato.
- Oooh ti piaceee!! – quasi urlai.
- Shh!! Abbassa la voce, okay va bene, la trovo carina. – disse arrossendo leggermente.
- Lo sapevo!! –
Lo vidi sorridere nervosamente  mettendosi le mani in tasca.
- Comunque non era solo questo che volevo chiederti. –
Sul suo viso si formò un grande punto di domanda.
- Perché non la inviti alla festa di stasera di Jack? Le farebbe piacere. – dissi dolcemente.
- Tu dici? –
Annui sorridendo, ero felice per quei due, si sono sempre piaciuti ma non hanno mai avuto il coraggio di dirselo.
Tornammo dagli altri e Liam prese in disparte Kim, il suo sguardo cambiava da imbarazzata a felice, adesso che li vedevo insieme erano davvero una bella coppia.
- Allora ci vediamo stasera. – sentii Niall, ero troppo presa a guardare quei due.
- Si, voi con chi ci venite? – chiese Louis.
- Io con Kelly– disse Niall sorridendo.
- Io credo di venirci con Carly, devo ancora chiederle. – riferì Harry.
- Io non so. – disse Zayn.
- E tu Hannah? Con chi ci vai? – mi chiese Harry attirando la mia attenzione.
- Oh emm…non saprei, non credo di venirci. – affermai sorridendogli.
- E perché? Non ti aveva invitato Matt? – chiese Niall.
Vidi Zayn aspirare il fumo dalla sua sigaretta che strinse un po’ più forte alla domanda di Niall.
- Non so, forse. – risposi mentre Liam e Kim si avvicinavano, lui era tutto imbarazzato e si grattava nervosamente la nuca mentre lei era diventata rossa come un pomodoro, eh bravo Liam!
Ci salutammo tutti e uscimmo da scuola, Kim mi disse che mi avrebbe raccontato tutto più tardi, Liam era stato molto gentile ad accompagnarla a casa, salii sulla macchina di Zayn e partimmo, per tutto il viaggio non dicemmo una parola ma poi mi decisi a parlare.
- Senti Zayn, quello che ti ho raccontato oggi potresti non dirlo a nessuno? Almeno non adesso. – chiesi girandomi verso di lui che era tutto impegnato sulla strada.
Lo vidi annuire solamente, sembrava un po’ strano oh ma aspetta, lui è Zayn Malik, è sempre strano.
                                                                                    …
- Tu che ti metti? – mi chiese dall’altra parte della cornetta Kim.
- Mmm…..sono indecisa tra il vestito azzurro o il tubino nero, tu? –
- Io credo che metterò quello blu notte con un paio di tacchi neri, stasera voglio fare colpo su Liam! –
- Bhe allora io posso venire anche con jeans e felpa, tanto non voglio far colpo su nessuno. –
- E Matt? –
- Sai che non mi piace, ci vado solo perché te lo promesso! –
- Vero, comunque io ti consiglio il tubino nero, farai cadere tutti ai tuoi piedi. – mi consigliò Kim prima di staccare, erano le 19:15 ormai e la festa si teneva alle 20:00 perciò decisi di prepararmi, corsi in bagno, mi feci un doccia e mi asciugai i capelli, mi vestii e mi truccai leggermente, alle 19:45 ero pronta, entrai in camera, mi infilai i tacchi neri e presi la borsa per poi scendere in salotto.
Zayn era ancora chiuso in camera sua quando suonarono alla porta, erano i ragazzi che erano passati a prenderci, saremo andati tutti insieme alla festa.
- Zayn? – chiese Liam.
- Vado su a chiamarlo, torno subito. – dissi salendo le scale, arrivai in camera sua e bussai.
- Zayn muoviti, stiamo aspettando solo te! –
Neanche un rumore, riprovai ma niente perciò decisi di entrare, lo trovai che si stava infilando la giacca nera di pelle, aveva indosso un jeans nero stretto con una maglia bianca abbastanza stretta, era un figo bestiale, gli sarei saltata addosso molto volentieri! Hannah, cazzo!
- Non si risponde quando qualcuno bussa? – dissi infastidita.
Non rispose, si può sapere che cazzo gli era preso adesso?
- Mi vuoi rispondere? –
Lo vidi sorridere mentre si infilava le scarpe.
- Sei solo un’idiota! – dissi cercando di aprire la porta ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi bloccò richiudendola, intrappolandomi addosso al legno freddo, mi girai e incontrai i suoi occhi scuri che mi fissavano attentamente.
- Sai che non mi piace essere chiamato così. – disse il più sensualmente possibile al mio orecchio.
Okay, ora ero totalmente immobile, non riuscivo quasi più a respirare, quel contatto, il suo corpo così vicino al mio mi stava facendo impazzire, non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, mi stava mandando fuori di testa.
- Che c’è? Ora non dici più niente? – soffiò sulle mie labbra per poi scendere sul collo, mettendo la faccia in mezzo all’incavo, cazzo Hannah, di qualcosa, non puoi dargli questa soddisfazione!
- Zayn. – quasi sussurrai, lo senti ridere contro la mia pelle, fantastico! Avevo appena detto il suo nome dandogli la soddisfazione, ero stata proprio una stupida!
- Ragazziiii!!! Ma quanto ci vuole? Aspettiamo solo voii! – urlò dal piano inferiore Niall, cazzo la festa, questa specie di angelo mezzo diavolo me la stava praticamente facendo dimenticare.
- Per ora l’hai scampata, ma ricordati che abitiamo sotto lo stesso tetto piccola. – sussurrò prima di far sfiorare le nostre labbra, anche con quel piccolo contatto riuscii a sentire la loro morbidezza, quanto avrei voluto baciarle, okay….non ero decisamente più in me!
Aprii la porta e scese al piano di sotto, rimasi lì per qualche secondo, dovevo mettere le testa a posto prima di scendere dagli altri, mi aveva completamente disorientata.
- Oh finalmente! – esultò Harry aprendo le braccia al cielo, ma quanto era stupido?
- Ma che stavate facendo? – ci chiese curiosa Kim.
Guardai per un attimo Zayn e lo vidi che mi stava fissando mordendosi il labbro inferiore, ma porcocazzovaffanculo! Non poteva essere così dannatamente sexy!!
- Niente, andiamo? – cercai di cambiare discorso, vidi gli altri annuire e uscire dalla porta seguiti a ruota da me e Zayn.
Arrivammo alla festa, Kim non aveva fatto altro che farmi domande sul perché ci avessimo messo tanto per scendere, ovviamente cercando di non farsi sentire da Zayn.
La casa era veramente grandissima, i genitori di questo Jack dovevano essere delle persone che non avevano problemi economici per permettersi tutto questo. Attraversammo il giardino e vidi che aveva una piscina gigantesca con luci sul fondo che rendevano l’acqua di mille colori, la musica si sentiva anche a chilometri di distanza, se non fosse intervenuta la polizia sarebbe stato un miracolo.
Entrammo e l’odore di alcool e sudore mi travolse, c’era praticamente tutta la scuola, chi ballava, chi beveva e chi faceva cose poco caste, appendemmo tutti le giacche e vidi Matt avvicinarsi con una bottiglia di birra in mano.
- Siete venuti allora! – disse alzando la birra. – Vieni Hannah, andiamo a ballare un po’. – disse afferrandomi un polso trascinandomi in pista.
Mi girai verso Kim per chiedergli aiuto e la vidi scoppiare a ridere mentre Zayn ci guardava serio, mi venne in mente il contatto che avevamo avuto poco prima, a quel pensiero mi toccai le labbra, la sensazione delle sue sulle mie c’era ancora, non capivo che cosa mi stesse succedendo.
Mi portò al centro della sala e cominciò a ballare, ma si perché non divertirci un po’? Cominciai a ballare anche io muovendomi a tempo di musica, girai lo sguardo e vidi Kim ballare con Liam, Louis con El, Harry con Carly e Niall con Kelly, i miei occhi cercavano e ricercavo il suo corpo, lo vidi seduto su un divanetto con intorno tre ragazze, ovviamente facevano parte delle cheerleader, lo vidi prenderne una e portarla su per le scale, in quel momento mi sentii vuota, non so il perché ma avevo bisogno di un po’ d’aria.
- Vado un attimo fuori a prendere un po’ d’aria, torno subito. – informai Matt per poi uscire in giardino, presi una boccata d’aria e espirai l’aria, non capivo, perché mi dava così fastidio se Zayn si portava a letto qualche ragazza? A me non avrebbe dovuto importare con chi scopava o meno. Mi sedetti su uno degli astrai che c’erano mettendomi la testa tra le mani.
- Ma che mi sta succedendo? – mi sussurrai.
- Ehi tutto bene? – mi riscosse dai miei pensieri una voce roca, mi girai e incontrai la folta chioma del mio migliore amico, Harry.
Annui leggermente e lo vidi sedersi vicino a me.
- Perché sei qui fuori? –
- Avevo bisogno di una boccata d’aria, tu invece? –
- Ti ho seguita. – disse sorridendomi. Sorrisi di ricambio.
- Ti ricordi da piccoli, quando ti dissi che ti avrei sposato un giorno. –
- Come dimenticarlo, eri stato davvero tenero. – risi al ricordo.
- Me l’ho ricordo ancora, ti avevo regalato un anello fatto di caramelle. – disse mostrando le fossette.
- Aveva davvero un buon sapore. –
- Te lo sei mangiato? – chiese stupito facendo il finto offeso, ma si vedeva benissimo che stava per mettersi a ridere di nuovo.
- Avevo famee. –
Scoppiammo a ridere, mi era mancato parecchio in tutti quegli anni, infondo era l’unico amico che avevo.
- Ti piace stare da Zayn? –
- Certe volte, ogni tanto vorrei davvero prenderlo e ucciderlo, credimi. –
- Zayn è fatto così, ma è un ragazzo fantastico. – disse sorridendomi.
- Anche quando si porta a letto ogni volta una ragazza diversa? –
- è un ragazzo, gli piace divertirsi. – disse facendomi l’occhiolino. – Sinceramente non l’ho mai visto davvero preso da qualcuna, non credo abbia intenzione di innamorarsi. –
Passammo tutta la serata a chiacchierare, ci raccontammo di cosa avevamo fatto in tutti questi anni senza vederci, mi raccontò anche di tutte le volte che lui o i ragazzi avevano perso delle scommesse facendo cose imbarazzanti in pubblico, ogni tanto ripensavo a Zayn ma poi le dolci fossette e i meravigliosi occhi di Harry mi facevano tornare alla realtà.



 

Ciao a todoooss, rieccomi qui con un altro capitoloo, qui vediamo il nostro Malik parecchio provocante ehehe e anche un episodio molto divertente dell'infanzia di Hannah e Harry, ho già detto che adoro la loro amicizia? Comunque, quanto sono dolci Liam e Kim? sjshdhw
Però i miei preferiti rimangono sempre Zayn e Hannah, beh mi sembra anche ovvio no? Ahahaha
Beh, ora mi dileguo e recensite, mi raccomando ;)
Adios *abbraccia tutti* 






 

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Capitolo 11
*** 10. Idiota! ***


10. Idiota!

Mi svegliai alle 10:00 di mattina, ieri sera eravamo tornati un po’ tardi, e da allora non avevo rivisto Zayn, meglio non pensarci.
Andai in bagno, mi lavai e vestii, scesi giù in cucina dove trovai Trisha ai fornelli.
- Oh buongiorno cara. –
- Giorno Trisha. – la salutai con un dolce bacio sulla guancia.
- Zayn dorme ancora? – mi chiese sorridendomi.
- Credo di si. – risposi vaga.
- Potresti andare su a svegliarlo, deve andare a farmi una commissione. – mi chiese gentilmente.
Annuii e mi diressi nella sua stanza, ormai non bussavo più, tanto non mi avrebbe risposto.
Lo vidi che stava beatamente dormendo, ero così tenero quando dormiva, aveva i capelli tutti spettinati e la bocca semiaperta, sembrava un angelo, ho detto bene, sembrava.
- Zayn. – cercai di scuoterlo un po’ ma in sua risposta sentii solo un grugnito di protesta, non aveva davvero intenzione di svegliarsi.
- Zayn avanti svegliati. – cercai di essere il più dolce possibile ma in risposta ricevetti solo un altro grugnito.
- Porco cazzo Zayn svegliati! – addio finezza.
Mi afferrò il polso e mi buttò sotto di lui, notai che era a dorso nudo con indosso solo un paio di jeans.
- Sei venuta a darmi il buongiorno piccola? – chiese lui divertito.
- Lasciami idiota! – protestai appoggiando le mani sul suo petto.
- Fine come sempre. – rise divertito, notai che un po’ scottava, appoggiai una mano sulla sua fronte, era bollente.
- Zayn ma tu scotti, hai la febbre. –
Ignorò la mia affermazione mettendo la testa nell’incavo del mio collo inspirandone il profumo che poco prima avevo messo.
Cominciò a lasciare piccoli baci su tutto il collo lasciandomi senza fiato, stava succedendo la stessa cosa di ieri.
- Non sai quanto vorrei farti mia. – disse tra un bacio all’altro, mi mancò un battito.
- Quanto vorrei sentirti gemere sotto di me. – soffiò al mio orecchio con voce roca che trovai dannatamente sexy.
- Zay-Zayn, hai la febbre, stai delirando. – dissi cercando di prendere fiato, quel tocco così delicato mi stava facendo andare fuori di testa.
- Quanto vorrei toccarti. – disse appoggiando una mano nel mio interno coscia, a quel contatto sussultai e lo sentii ridere contro la mia pelle.
- Quanto vorrei baciarti. – disse incastonando i suoi profondi e meravigliosi occhi scuri nei miei, i nostri visi erano così vicini, troppo vicini, non potevo lasciarmi andare, usai tutte le miei forze per cercare di respingerlo ma non riuscii neanche a muovermi, ero incantata da quegli occhi così belli, mi stavano facendo impazzire, se non mi fossi tolta immediatamente da quella situazione non mi sarei più controllata.
Stava per avvicinare quelle labbra perfette alle mie quando sentimmo dei passi provenienti dal corridoio e una voce richiamarci.
- Hannah, Zayn, è tutto a posto? Posso entrare? – chiese da fuori la porta Trisha.
Vidi Zayn sbuffare e spostarsi da sopra di me afferrando una maglietta pulita dall’armadio e indossandola aprendo alla madre, mi alzai e mi sistemai un po’.
- Zayn potresti andare dalla nonna a prendermi la fattura per piacere? – chiese Trisha al figlio.
- D’accordo. – disse Zayn dopo aver chiuso la porta.
Mi guardò e sorrise maliziosamente, non riuscii a reggere il suo sguardo perciò abbassai il capo e fissai le mie pantofole.
- Ma sei malato, non puoi uscire. – dissi continuando a guardare in basso.
- E da quando tu ti preoccupi per me? – rise leggermente alla mia affermazione.
- Io non mi preoccupo per te! – dissi alzando di scatto lo sguardo incontrando quei suoi occhi meravigliosi che mi osservavano con attenzione.
- Come vuoi. – disse entrando in bagno, probabilmente per farsi una doccia.
Mi lasciai cadere sul suo letto incrociando le braccia al petto, notai che vicino alla porta c’era una chitarra, l’afferrai e cominciai a suonare, dopo tutto quel tempo non mi ero dimenticata come si faceva, cominciai a canticchiare qualcosa, mi era sempre piaciuto cantare e suonare, erano le mie più grandi passioni.
- Sei brava. – disse una voce alla mie spalle, mi girai di colpo smettendo di suonare, era Zayn che si stava infilando la maglietta di poco fa, non mi ero neanche accorta che era uscito dal bagno.
- Grazie. – risposi senza alcuna emozione.
- Chi ti ha insegnato a suonarla? – no, perché proprio questa domanda? Su tutte le domande possibili da fare proprio questa doveva chiedermi.
- Mio padre. – dissi fissando un punto indefinito della stanza, quei ricordi mi facevano davvero male.
#Falshback
- Papà, papà, mi insegni a suonare la chitarra? – dissi mentre lo ascoltavo suonare.
Avevo appena cinque anni quando formulai quella domanda, incosciente di tutto quello che sarebbe successo dopo.
- Ma certo piccola, vieni qui. – disse afferrandomi e mettendomi sulla sua gamba, incominciò a suonare e io lo guardavo con occhi sognanti, era davvero bravo.
- Quando sarai più grande questa diventerà tua. – disse sorridendomi amorevolmente.
- Grazie papà. – dissi attaccandomi al suo collo.
#Fineflashback
Non mi accorsi che Zayn si fu seduto vicino a me asciugandomi con il pollice una lacrima che non sapevo neanche fosse uscita.
- Scusa. – dissi alzandomi e asciugandomi le lacrime che non si decidevano a smettere di cadere.
- Non devi scusarti solo perché stai piangendo, ogni tanto sfogarsi fa bene. – disse alzandosi anche lui, mi girai e guardai quei suoi occhi, sembrava sincero, era la seconda volta che si comportava così con me, quando faceva così diventava un'altra persona.
- Non dovevi andare da tua nonna? – chiesi cercando di cambiare discorso.
Lo vidi sorridere e annuire.
- Vuoi venire con me? – chiese infilandosi le sue Vans.
Annuii solamente e lo seguii fuori la porta, arrivammo giù in cucina e salutammo Trisha, misi le mie Converse e ci dirigemmo nella sua macchina, tutto il tragitto fu silenzioso, nessuno dei due aveva intenzione di iniziare un discorso non sapendo cosa dire.
- Siamo arrivati. – avvisò lui fermando la macchina davanti a una grande villa, scesi dalla macchina e mi incamminai con lui di fronte alla porta in legno d’acero, suonò il campanello e un’anziana signora venne ad aprirci.
- Oh Zayn caro. – disse questa stringendolo a sé.
- Ciao nonna. – disse lui ricambiando la stretta.
- E questa bella signorina chi è? – chiese lei facendoci entrare.
- Hannah piacere. – mi presentai a quella simpatica vecchietta.
- è la tua ragazza? – chiese lei sorridendo al nipote.
- Oh nono, siamo solo conoscenti. – dissi diventando rossa dall’imbarazzo.
- Non devi vergognarti cara, sedetevi pure, vi porta del tè. – disse lei sparendo dentro la cucina.
- In verità io.. –
- Tranquilla, è fatta così. – disse Zayn sedendosi sul divano.
Mi sedetti anche io imparte a Zayn.
- Tuo nonno non è in casa? –
- No, è morto tanto tempo fa. – disse lui incupendosi. Bella mossa Hannah!
- Oh mi dispiace, io non volevo… -
- Non importa, è tutto ok. – disse lui osservandosi le dita che erano incrociate, si vedeva che ci teneva davvero a suo nonno, perderlo sarà stato un duro colpo per lui.
- Ecco a voi il tè. – disse entrando in sala la nonna di Zayn servendoci del tè caldo con limone.
- Grazie. – la ringrazia sorridendo, bevvi tutto il mio tè, era davvero buono.
Quando anche Zayn ebbe terminato il suo tè sua nonna gli consegnò la fattura per sua mamma e tornammo a casa, dopo quel argomento di suo nonno era teso, i suoi occhi erano diventati neri, neri come la pece e mi facevano incredibilmente paura.
- Hai fame? – mi chiese continuando ad osservare la strada.
- No. – dissi osservando fuori dal finestrino ma la mia pancia mi tradì, stavo morendo di fame.
- La tua pancia non mi sembra molto d’accordo con te. – disse sorridendo e svoltando ad una curva, ci ritrovammo nel parcheggio del McDonald.
Sorrisi leggermente e scesi dalla macchina seguita a ruota da lui.
- Cosa prendi? – mi chiese quando fummo dentro.
- Un Happymeal. – risposi cercando con lo sguardo un posto libero, lo vidi fissarmi e scoppiare a ridere.
- Che c’è? – chiesi un po’ infastidita.
- Un Happymeal? Ma scusa quanti anni hai? – continuò lui tenendosi la pancia dalle risate.
- Idiota! – sputai acida sedendomi a un tavolo che da poco si era liberato.
Dopo pochi minuti arrivò Zayn con un vassoio in mano.
- Che fai non mangi? – chiese addentando una patatina.
- Mi è passata la fame. – dissi incrociando le braccia al petto e guardando altrove.
- Oh dai Hannah, smettila di fare la bambina e mangia, sai che stavo scherzando. – disse pulendosi le mani con un tovagliolo e fissandomi.
Feci spallucce, non volevo rispondergli, gliel’avrei data soltanto vinta.
- Hannah, non sono mai stato un ragazzo con molta pazienza quindi mangia. – ordinò.
- E da quando io ricevo ordini da te? – chiesi ironica.
- Da quando vivi in casa mia, è come se fossi tuo fratello maggiore con il fatto che ti piaccio. –
- Senti tu…tu cosa? No, bella battuta ma tu non mi piaci ok? –
- Dicono tutte così, poi quando le porto a letto non si staccano più. – affermò fiero.
- è incredibile come tu tratti le ragazze, è come se fossero giocattoli per te. – dissi irritata.
- Sono un ragazzo, voglio divertirmi. –
- Ma noi ragazze non siamo giocattoli, ti puoi divertire benissimo con qualcos’altro! –
- Se vuoi venire a letto con me basta chiederlo tesoro. – affermò guardandomi maliziosamente.
- Sei un idiota. – sputai acida
- Sai, comincia a piacermi questo soprannome. – disse infine facendomi l’occhiolino seguito da una piccola risata.
Roteai gli occhi e cominciai a mangiare, finimmo e ritornammo a casa senza spiaccicare parola.



 

Anywayyyyyy
Ommiodio, mi dispiace un sacco di non aver aggiornato ieri ma sono stata tutto il tempo da una mia amica, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, interamente per Hannah e Zayn awawawa
Del tipo che sto ancora sclerando per la quinta stagione di Teen Wolf sjhdisoanshdujd, qualcuno fan della serie? Se si scrivetelo in una recensione con magari un parere sul capitolo, mi farebbe molto piacere:3 
Okkaaayyy, ora mi dileguo e alla prossimaaaa *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuli errori, non avevo molta voglia di ricontrollarlo 




 

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Capitolo 12
*** 11. Mare ***


 

11. Mare

- Ti amo piccola. -
- Ti amo anche io Zayn. -


Mi svegliai di soprassalto, era da giorni che non facevo altro che sognare quelle voci, non capivo perché sognavo Zayn e gli dicevo che lo amavo, io non lo amavo anzi lo odiavo con tutta me stessa, ma allora perché il suo sorriso continua a balenarmi nella mente?
- Hannah è pronta la colazione. – mi sentii chiamare da Safaa.
- Arrivo. – dissi prima di precipitarmi giù dal letto, dall’ultima “uscita” con Zayn erano passate diverse settimane, le cose tra noi non erano cambiate, ci odiavamo e ci punzecchiavamo a vicenda, io non lo sopportavo e lui si divertiva a farmi perdere la pazienza, in questi giorni avevo sentito molto spesso mia mamma, mi mancava moltissimo, ma ero felice che con lei ci fosse Ryan, lui l’amava davvero, non come mio padre che se ne era andato abbandonandoci entrambe senza dare spiegazioni.
- Buon svegliata Hannah. – mi riscosse dai miei pensieri la dolce voce di Trisha.
Le sorrisi di ricambio, quella notte non avevo chiuso occhio, forse soltanto un paio d’ore ma non sufficientemente per affrontare la giornata, per fortuna non c’era scuola per qualche giorno, festa di qualcosa a me sconosciuto, e perciò avrei potuto riposare.
Sentii il telefono, che poco prima avevo posato sul tavolo, vibrare, era Kim.
- Pronto? –
- Hannah sono Kim, Liam e i ragazzi hanno pensato che potremmo andarcene al mare intanto che ci sono questi giorni di vacanza, Harry ha una piccola casa là e ci ha invitato tutti, che ne dici? Ci vieni? Non puoi lasciarmi sola, ti prego. –
Come non detto, e io che volevo starmene a casa a riposare, ma in fondo era meglio così, mi sarei divertita e soprattutto distratta.
- Ci sto! Quando si parte? –
- Ci ritroviamo tutti oggi alle 15:00 a casa di Harry, puoi venirci con Zayn. –
Già con Zayn, quanto avrei voluto avere la patente, così almeno non dovrei sempre farmi accompagnare da lui.
- Okay, ci vediamo dopo. – sospirai prima di attaccare.
- Qualcosa non va? – mi chiese dolcemente Safaa.
- No, va tutto bene. – la tranquillizzai mettendole una mano sulla testa, mi sorrise, quella bambina assomiglia incredibilmente a Zayn, soprattutto quando sorrideva.
- Zayn! – sentii urlare Safaa andando incontro a suo fratello, la prese in braccio e gli schioccò un bacio sulla guancia, se solo sapesse che razza di ragazzo è, se solo sapesse che si è portato a letto metà ragazze della scuola, se solo sapesse che ogni sera ha una ragazza diversa, se solo sapesse l’effetto che mi fa…
- Mamma per i prossimi tre giorni non ci saremo, andiamo alla casa al mare di Harry. – avvertì Zayn mettendo giù la sorella.
- Oh va bene, quando partite? – chiese gentilmente la madre.
- Oggi pomeriggio. –
- Bene, fate i bravi, soprattutto tu Zayn. – lo riproverò lei, sospirai e addentai una fetta di pane e marmellata, speravo soltanto di non fare più quel sogno.
                                                                                                 …
- Kim tranquilla, adesso arriviamo. –
- Veloci, siamo stanchi di aspettare! – urlò lei dall’altra parte della cornetta.
- Se esci ci vedi. – informai quando Zayn spense l’auto, eravamo appena arrivati davanti casa di Harry.
- Finalmente, siete sempre i soliti! – urlò Harry uscendo dalla porta seguito a ruota da tutti gli altri.
- Scusateci, ma le vostre valigie? – domandai.
- Sono già tutte dentro l’auto. – affermò Niall con un pacchetto di patatine in mano, dice sempre che i viaggi lunghi gli fanno venire fame, a lui tutto fa venire fame.
- Allora, io, Louis, Niall ed El andiamo con la mia macchina, mentre tu, Hannah, Kim e Liam andate con la tua, va bene? – disse Harry a Zayn.
- Perfetto. – dicemmo all’unisono, almeno c’era Kim con me.
Per tutto il viaggio non facemmo altro che ridere, Liam era troppo forte, faceva battute per ammazzare il tempo ma quello che ci faceva più ridere era l’impegno che ci metteva per strapparci qualche risata, Kim era davvero fortunata ad avere un ragazzo così, ero molto felice per lei. Al contrario Zayn rimase in silenzio a fissare la strada, non aveva aperto bocca se non per parlare a bassa voce con Liam, giusto per non far sentire a me e a Kim.
Quando fummo finalmente arrivati scesi dalla macchina e un’aria marina mi travolse in pieno, aspirai profondamente fino a riempire i polmoni e poi ricacciai tutto fuori, avevo sempre adorato il mare, anche perché quando ero piccola i miei mi ci portavano sempre, anche se ricordare tutto mi riportava a mio padre.
- Ehi Hannah, vieni a prendere la tua valigia, scansafatiche. – mi urlò dietro Kim.
- Arrivo. – dissi ritornando alla macchina e afferrando la mia valigia, era davvero pesante, anche se era solo per tre giorni mi ero portata dietro metà armadio, d’altronde come Kim ed El.
- Benvenuti a casa mia.– disse Harry aprendo la porta della sua piccola casetta, non era niente male, tutto era fatto in legno, con una bella sala e un caminetto molto grande, la cucina era piccolina ma molto accogliente.
- Vi porto alle vostre camere. – ci avvertì Harry incominciando a salire la piccola scala a chiocciola che c’era vicino al camino, lo seguimmo tutti molto curiosi di vedere anche il piano superiore.
- Allora questa sarà la stanza di Louis ed El. – disse mostrando una porta in legno di ciliegio.
- Questa quella di Liam e Zayn. – disse mostrandone un’altra.
- Questa sarà la vostra ragazze. – affermò riferendosi a me e a Kim che ci guardammo entusiaste, avremo condivido la stanza, equivale a lotte con i cuscini e notti passate a parlare.
- E questa sarà la mia e quella di Niall, guai a te se russi. – disse puntando un dito contro Ni.
- Ehi tranquillo amico, prometto di non russare. – disse alzando le mani in segno di resa, scoppiammo tutti a ridere, quella scena era troppo comica.
- Bene, quando avete sistemato tutto c’è da fare un po’ di pulizia, qualcuno devo andare a fare la spesa, altri a cercare della legna e qualcuno ad aiutarmi a mettere un po’ a posto.
- Io faccio la spesa! – si propose immediatamente Niall.
- Io vado con lui, se lo lascio solo sarebbe capace di svaligiare il supermercato. – dissi sorridendo.
- Io vado a cercare della legna. – affermò Louis.
- Io lo aiuto. – disse Zayn.
- Perfetto, vorrà dire che io, Liam, Kim ed El ci occupiamo della casa, sembra tutto a posto, qualche cosa da dire? – chiese Harry tranquillo.
Tutti scuotemmo la testa in segno di negazione.
- Disfo la valigia e poi andiamo ok? – dissi a Niall che in cambio ricevetti un’affermazione con la testa e un sorriso stupendo.
Presi per mano Kim e la trascinai dentro la nostra stanza.
- Ohoh, io voglio questo!! – urlò lei buttandosi su uno dei due letti presenti nella stanza.
- Lo sai che sono uguali vero? –
- Si ma preferisco stare vicino alla finestra. –
- Come vuoi. – Sorrisi e cominciai a svuotare la valigia, misi tutto l’intimo nel comodino vicino al letto e i vestiti nello spazioso armadio che c’era.
- Io vado, ci vediamo dopo. – salutai Kim e mi diressi al piano inferiore dove mi stava aspettando un Niall sorridente.
- Finalmente, sto morendo di fame. – ammise tenendosi la pancia che brontolava.
- Ma se in macchina ti sei spazzolato un sacchetto di patatine. – disse Harry uscendo dalla cucina.
- Allo stomaco non si comanda. – disse Niall fiero, a quell’affermazione scoppiai a ridere, quando si trattava di cibo lui era insuperabile.
Presi Niall per un braccio e lo trascinai fuori, prendemmo la macchina di Harry e partimmo per il supermercato seguendo le indicazione che poco prima ci aveva dato.
Dopo un’ora e mezza di spesa finalmente tornammo a casa, erano ormai le 19:00, Niall non aveva fatto altro che mangiare per tutto il viaggio di ritorno, patatine, biscotti, di tutto e di più, mi chiedo dove riesca a metterlo tutto quel cibo, se non fosse per quell’accenno di muscoli sarebbe uno stecchino.
- Ma quanto ci avete messo? – chiese Liam quando rientrammo in casa.
- Chiedilo a Mister sono indeciso se prendere le patatine al formaggio o quelle piccanti. –
- Spero tu abbia preso quelle al formaggio. – disse Harry puntandogli un cucchiaio contro.
- Ehiehi, non sono io quello che ha paura dei cucchiai. – disse guardando Liam, quest’ultimo gli mandò uno sguardo omicida, quei ragazzi erano troppo forti.
- Comunque per provenienza ho preso tutti e due. – affermò prendendo in mano i due sacchetti di patatine, era irrecuperabile.
- Visto che sono già le 19 passate e tutti siamo stanchi che ne dite se ordiamo le pizze? – propose Louis scendendo le scale con El.
- Penso che sia un’idea fantastica! – esultai io.
- Allora che pizza sia. – esultò Harry prendendo il telefono e digitando il numero della pizzeria.
Prima che arrivassero le pizze decisi di andare su a cambiarmi, il clima di Bradfod era totalmente diverso da quello che c’era qui.
- Ehi dove vai? – mi chiese Kim notando il mio allontanamento.
- Un attimo su a cambiarmi, torno subito. – avvertì salendo le scale, quando fui davanti alla porta di camera mia sentii dei bisbigli arrivare dalla camera di fronte, quella di Zayn e Liam.
Mi avvicinai silenziosamente e appoggiai l’orecchio destro alla porta, era Zayn che stava parlando con qualcuno al telefono, non capì molto, però doveva essere stato qualcuno che lui conosceva bene dato il linguaggio che aveva usato.
Restai ancora un po’ attaccata alla porta per vedere se riuscivo a sentire ancora qualcosa ma appena la porta si aprii cascai in avanti.
- Ahiii. – brontolai massaggiandomi la schiena.
- Si può sapere che stavi facendo? – chiese una voce roca e profonda, alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi fissi su di me.
- Ecco io… - cercai di formulare una risposta valida torturandomi le dita.
- Non ti hanno mai insegnato che non bisogna origliare? – chiese divertito.
- Io non stavo origliando! – dissi scocciata rialzandomi in piedi.
- Ah no? Allora cosa stavi facendo? –
- Bhe io…ecco… -
- Tu cosa? – chiese avvicinandosi sempre di più al mio viso, i nostri nasi si sfiorarono e un brivido mi percorse la schiena, ma che mi stava succedendo? Prima il sogno e adesso i brividi, credo di avere la febbre.
- Ragazzi le pizze sono arrivateeee! – sentimmo urlare Louis dal piano inferiore, si allontanò da me e prima di superarmi per uscire fece uno dei suoi soliti sorrisetti arroganti e maliziosi, oh quanto lo detestavo!
Aspettai un attimo prima di scendere, dovevo riordinare le idee e capire che cosa mi stesse succedendo,
- Hannah! Aspettiamo solo te! – mi urlò Kim dalla cucina.
Scossi la testa e mi ripresi, scesi le scale e mi diresse in cucina.
- Sono qui. – avvertì prima di sedermi imparte a Kim e a Harry.
- Ma non ti dovevi mica cambiare? – mi chiese Kim facendomi notare che avevo ancora addosso gli stessi vestiti di prima.
- Ecco si ma – non riuscii a finire la frase che qualcuno mi interruppe.
- Preferisce origliare. – si intromise Zayn.
- Ti ho già detto che non stavo origliando! – urlai guardandolo male.
- Ehi calma ragazzi, siamo appena arrivati e già litigate? – notò Louis addentando una fetta della sua pizza.
Feci un respiro profondo e lasciai perdere iniziando a mangiare la mia pizza, più sarei stata lontana da lui e meglio sarebbe stato.


 

Hello peopleeeee, rieccomi qui con un altro capitoloo 
ma che sogni strani fa Hannah? Mah, ahaha
Coomuunqueee, questo capitolo è parecchio lungo, sono stata brava veroo? :3 
Okay, ora mi dileguo e alla prossima, recensite in tanti mi raccomando ;) *abbraccia tutti* 



 

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Capitolo 13
*** 12. Nuove conoscenze ***


12. Nuove conoscienze

La mattina mi svegliai presto, troppo presto per i miei gusti.
Continuavo a rigirarmi nel letto ma niente da fare, non riuscivo a riprendere sonno, avevo sempre in testa quel dannato sorriso, quella dannata risata, quella dannata voce, quei dannati occhi.
- Kim, ehi Kim sei sveglia? – cercai invano di svegliare la mia amica.
- A quanto pare no. – sbuffai per poi prendere della biancheria pulita dal cassetto e un paio di pantaloncini di jeans con una canotta azzurra, entrai in bagno, mi lavai in fretta e mi vestii, scesi in cucina e non c’era nessuno, bhe di solito le persone normali alle 5:30 di mattina dormono.
- Ma dove le avrà messe? – sussurrai cercando le chiavi dell’appartamento.
Ehi aspetta, è Harry Edward Styles, il mio migliore amico da sempre, dove potrà mai nascondere le cose?
- Ti conosco troppo bene riccio. – dissi stringendo le chiavi che trovai dietro un vaso ben nascoste.
Aprii la porta e senza far rumore la richiusi, decisi di andare a farmi un giro in spiaggia, giusto per passare un po’ il tempo. Per fortuna non era molto lontana, era proprio dietro casa di Harry, mi incamminai e mi sedetti ad ascoltare le onde che si infrangevano dolcemente contro la riva, quella melodia mi aveva sempre calmata, quando ero in vacanza con i miei ed ero triste o arrabbiata bastava che scendevo in spiaggia ad ascoltare il dolce suono delle onde che tutto passava.
Ripensai a tutti i bei momenti passati insieme a mia madre e a mio padre, tutte le risate che facevo in sua compagnia, soprattutto il giorno del mio settimo compleanno, quando lui se ne andò.
#Flashback
- Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Hannah tanti auguri a te. – cantarono tutti insieme.
- Papà dov’è? – chiesi felice per tutta quell’attenzione.
- Arriva presto tesoro. – mi rassicurò mia madre accarezzandomi dolcemente la testa.
Passarono ore ma lui non arrivò, vidi mia madre, che dopo essere stata al telefono a gridare, scoppiare a piangere.
- Mamma mamma che succede? Perché piangi? E papà dov’è? – chiesi quasi sul punto di piangere.
- Papà non tornerà mai più a casa, se ne è andato. – disse prendendomi in braccio e stringendomi forte, non potevo crederci, anche se ero soltanto una bambina capii che non l’avrei mai più rivisto, cominciai ad odiarlo, mamma non faceva altro che piangere finchè non incontrò Ryan, mi promisi che nessuno mi avrebbe mai più fatta soffrire in quel modo.
#FineFlashback
- Ehi tutto bene? – sentii una voce alle mie spalle, mi girai di scatto e incontrai degli occhi azzurri che mi osservavano preoccupati.
- Sisi, alla grande. – dissi asciugandomi le poche lacrime che erano scivolate lungo la mia guancia.
- Allora perché stai piangendo? – chiese dolcemente.
- No niente, va tutto bene davvero. – mentii alzandomi e pulendomi dalla sabbia.
- Bhe se non vuoi dirmelo non ti obbligo, comunque piacere, sono Jonathan ma puoi chiamarmi Jo. – disse allungando una mano.
- Hannah. – ricambiai stringendogliela.
- Sei nuova di qui? Non ti ho mai visto prima. –
- Oh si, sono in vacanza con degli amici. –
- Ah davvero? E quanto starete qui? –
- Beh siamo arrivati ieri, partiamo dopodomani. –
- Perfetto, allora abbiamo ancora due giorni per conoscerci. – affermò sorridendomi.
Sorrisi a mia volta, sembrava un ragazzo simpatico.
- Comunque, che ci fa una bella ragazza come te in spiaggia da sola alle.. – osservò l’orologio sul suo polso  - 6 di mattina? –
- Non riuscivo a dormire. – ammisi.
- Qualche ragazzo nella testa? –
- Cosa? No, nono, nessun ragazzo. – mentii cercando di sviare il discorso.
- Beh meglio così. – disse facendomi l’occhiolino, sorrisi arrossendo leggermente.
- Ti va di venire a fare un giro con me? – chiese dolcemente.
- Oh ecco… -
- Soltanto un oretta, solo per farti vedere un po’ il posto. –
- Ma si dai, perché no. – svagarmi un po’ mi avrebbe fatto più che bene.
Salimmo le scale che portavano in spiaggia e ci fermammo davanti a una moto nera.
- Dovrei salire su questa? – chiesi indicandola.
- Esatto. – disse lanciandomi un casco dello stesso colore della moto.
- Non dirmi che hai paura. –
- Paura io? No, certo che no. – dissi sicura di me infilandomi il casco e raggiungendo Jo sulla moto.
- Tieniti forte. – mi avvertii prima di partire a tutta velocità, mi aggrappai forte a lui mettendo le braccia intorno alla sua vita, andava troppo veloce, decisamente troppo però mi piaceva sentire l’aria scompigliarmi i capelli, mi sentivo libera.

 

 
- Ehi ragazzi ma Hannah dove è? – chiese un po’ allarmata Kim.
- Non sta dormendo? – chiese Louis che era seduto al tavolo con davanti una tazza di caffè.
Vidi Kim scuotere la testa in senso di negazione, dove era finita Hannah? E perché mi importava così tanto di sapere dove fosse finita?
- Okay ragazzi, io mi sto preoccupando. – ammise El.
- Provo a chiamarla. – disse Harry digitando il numero di Hannah.
- Non risponde. –sbuffò dopo vari squilli.
- Dite che gli è successo qualcosa? – chiese Niall preoccupato.
- Non credo, spero stia bene. – sospirò Kim sedendosi rassegnata sul divano.
- Ehi Zayn dove vai? – mi chiese Liam vedendomi infilare le scarpe e aprendo la porta di casa.
- A fare un giro giù in spiaggia. – mentii richiudendo la porta dietro di me, ora dovevo trovare quella scema.

 

 
- Siamo arrivati. – mi avvertì Jo togliendosi il casco.
- Dove siamo? – chiesi curiosa.
- Nel bar più popolare di queste parti, fanno dei frullati buonissimi, vieni, te ne offro uno. – affermò scendendo dalla moto e aiutandomi a fare lo stesso.
Tolsi il casco o lo seguii dentro quel grande bar.
- Ehi Jo, nuove conquiste? – chiese sorridente un uomo dietro il bancone.
- Forse. – disse facendomi l’occhiolino, sorrisi e mi sedetti vicino a lui.
- Che vi porto ragazzi? – chiese l’uomo.
- A me un frullato mango e papaia. –
- A lei bella signorina? –
- Prendo quello che ha preso lui. – affermai sorridendo.
- Non l’hai mai assaggiato vero? –
- Non sapevo neanche che esistesse un frutto di nome papaia. – ammisi scoppiando a ridere.
- Si imparano sempre cose nuove. – rise lui.
- Ecco a voi ragazzi. – ci interruppe l’uomo che poco prima aveva preso le nostre ordinazioni.
- Assaggialo, è davvero buono. – mi incitò Jo.
Presi la cannuccia del bicchiere e appoggiai le labbra succhiando leggermente, un liquido dolce mi attraversò la gola.
- Ma è buonissimo. – esultai estasiata, non pensavo potesse esistere un frullato così buono.
- Sono felice che ti piaccia. – sorrise lui sorseggiando il suo frullato.
Dopo mezz’ora uscimmo da quel bar, ci eravamo persi in chiacchiere con Jack, l’uomo che ci aveva servito i due frullati.
- Allora ti sei divertita? – mi chiese Jo aprendo la porta.
Annui sorridendo uscendo di nuovo all’aperto.
- Hannah. – una voce che conoscevo fin troppo bene mi richiamò, mi voltai e lo vidi, appoggiato al muro con una sigaretta tra le dita.
- Zayn. – dissi confusa, che ci faceva Zayn lì?
- Si può sapere che fine hai fatto? – urlò gettando la sigaretta e venendomi incontro.
- Ero solo scesa in spiaggia. – mi giustificai.
- Ehiehi amico calmati. – intervenne Jo mettendosi davanti a me.
- E tu chi saresti? – chiese Zayn corrugando le sopracciglia.
- Un suo amico. – rispose deciso.
- Un amico, davvero? E dimmi, come hai fatto a conoscerla? – chiese divertito.
- Gli ho offerto da bere. –
Vidi Zayn sorridere amaramente e, avanzando verso di noi, mi prese per un polso e mi trascinò lontano dal locale dicendo soltanto un – Andiamo! –
-Ehi ti vuoi fermare? Mi stai facendo male. – piagnucolai cercando di slegarmi dalla sua presa quando ormai eravamo giù in spiaggia lontani da sguardi indiscreti.
Non mollò, allentò soltanto un po’ la presa continuando a trascinarmi.
- Zayn ho detto di lasciarmi! – urlai finalmente staccandomi dalla sua presa, si girò con sguardo parecchio incazzato.
- Si può sapere che cazzo ti è preso? Uscire con uno sconosciuto senza avvertire nessuno! – mi urlò contro.
- Questi non sono affari tuoi, è la mia vita, decido io con chi cazzo uscire e di sicuro non devo chiedere il permesso a te! –
- Almeno potevi avvertire, hai presente quanto cazzo ci siamo preoccupati? –
- Vuoi farmi credere che anche tu ti sei preoccupato? Ma non farmi ridere. –
- Perché non mi credi? Mi preoccupo veramente per te. – disse addolcendosi un po’, dal suo sguardo sembrava che stesse dicendo la verità, si preoccupa veramente per me?
- Davvero? – chiesi guardandolo dritto negli occhi.
- Si. – disse avvicinandosi sempre di più, mi afferrò per la vita e mi avvicinò di più a se, ora eravamo soltanto a qualche centimetro di distanza, potevo sentire il suo respiro sul mio viso, mi guardava dritta negli occhi facendomi sciogliere completamente, non so come faceva ma ogni volta che mi guardava così ero completamente in sua balia. Si avvicinava sempre di più finchè annullò le distanze appoggiando le sue calde labbra sulle mie, all’inizio non ricambiai, non volevo dargliela vinta, ma poi cedetti lasciandomi trasportare da quel dolce bacio che all’inizio era tranquillo diventando pian piano sempre più passionale, ci staccammo dopo vari minuti per riprendere fiato, quando lo vidi sorridere capii di essere stata una vera deficiente ad avergliela data vinta così facilmente ma era stato più forte di me, non ero riuscita a resistere a quelle labbra così perfette.
- Sapevo che prima o poi saresti ceduta. – disse arrogante staccandosi da me.
- Senti è stato soltanto un attimo di debolezza, tra noi due non è successo niente, dimenticalo, okay? – quasi urlai, non ci potevo credere, gli avevo dato la soddisfazione di vedermi debole sotto il suo tocco.
- Tanto lo so che ti è piaciuto e che vorrai baciarmi di nuovo. –
- Allora mettiamo bene in chiaro che uno, come fai a sapere se mi è piaciuto? E due, sei stato tu a baciarmi, non io! –
- Come vuoi. – disse infine facendomi l’ occhiolino e cominciando ad incamminarsi verso casa.
Lo odio.Lo odio.Lo odio.Lo odio.Lo odio!! L’ho già detto che lo odio?



 

Ciao a todoooossss
ohohoho, ecco a voi il primo bacio tra Hannah e Zayn, alla fine la nostra piccola protagonista non è riuscita a resistere al nostro bellissimo bad boy, ehehehe
okay, mi dileguo, ahahaha
ah e mi raccomando, recensite recensite recensiteeeee e alla prossimaaa *abbraccia tutti* 




Jo (Chace Crawford)

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Capitolo 14
*** 13. Liam? ***


13. Liam

L’avevo baciata, ed era solo l’inizio, presto sarebbe caduta ai miei piedi, infondo come fanno tutte, sarebbe venuta a letto con me, ne ero certo.
Per tutto il tragitto non fiatammo, lei stava a pochi metri dietro di me, volevo chiederle chi era quell’idiota con cui stava ridendo e scherzando prima ma dopo il bacio non sembrava molto in vena di parlare con il sottoscritto, avrei rimandato la questione a domani.
Mentre stavo per chiederle di andare più veloce mi squillò il telefono, lo afferrai dalla tasca posteriore dei miei jeans e risposi, era Liam.
- Ehi brò, tutto bene? – chiesi con disinvoltura.
- Si può sapere dove cazzo sei finito? Ora oltre a Hannah sparisci anche tu? – disse, o meglio, urlò dall’altra parte dell’apparecchio.
- Ehiehiehi calmati amico, è qui con me, stiamo arrivando. –
- Come è li con te? –
- Si, l’ho trovata mentre stavo passeggiando per la spiaggia. – mentii.
- Le è successo qualcosa? È tutta intera? Sta bene? – chiese lui preoccupato.
Non capivo l’atteggiamento di Liam, era davvero molto preoccupato, c’era qualcosa che non quadrava.
- Sta bene tranquillo, tra dieci minuti siamo a casa, ci vediamo dopo. – 
- A dopo. – disse leggermente più calmo riattaccando la chiamata, forse mi ero perso qualcosa.
- Chi era? – sentii dire da lei quasi in un sussurro, mi voltai e incontrai i suoi occhi curiosi che mi fissavano in attesa di una risposta.
- Liam, era molto preoccupato. – dissi io accennando un sorriso.
La vidi annuire e continuare a camminare, la osservai per un po’, era così piccola e in quel momento indifesa, rispetto a me era molto bassa, quei suoi capelli così sbarazzini che gli volavano con il vento, quei suoi occhi intensi e sorridenti, si, perché lei riusciva non solo a sorridere con la bocca ma anche con gli occhi, e quando lo faceva era davvero stupenda. 
- Vuoi stare lì impalato ancora per molto? – la sua voce mi riportò alla realtà, mi scossi un po’ e posai i miei occhi su di lei.
- No, sto morendo di fame, andiamo. – affermai infine io ricominciando a camminare, dopo circa dieci minuti arrivammo finalmente a casa.
- Hai tu le chiavi? – chiesi girandomi verso di lei.
Annuii e, estraendole dalla tasca dei suoi pantaloncini, me le passò.
Le afferrai e senza dire nulla aprii la porta, appena entrammo vidi Liam, che era seduto sul divano, fare un salto in piedi e venire verso di noi.
- Hannah si può sapere dove sei stata? – quasi urlò Liam preoccupato avvicinandosi alla ragazza.
- Ero solo uscita a fare una passeggiata. – cercò di difendersi lei.
- Alle prime luci dell’alba? E per giunta senza dire niente a nessuno? – 
Per le troppe urla spuntarono dalla sala da pranzo anche Louis, El, Kim, Harry e Niall, tutti insomma.
- Ehi che sta succed….Hannah!! – urlò Harry.
- Ma dove sei stata? – chiese El un po’ preoccupata.
- Lo sai che ci hai fatto preoccupare molto? – intervenne Louis.
- Cazzo Hannah ma sei scema? Ci hai fatto prendere un infarto! – quasi urlò Kim.
- Mi hai anche fatto passare la fame, e c’è ne vuole! – affermò Niall, è sempre il solito.
- Ti abbiamo chiamato almeno venti volte, sei stata una scema! – 
- Ehi Liam tranquillo, non credi di stare esagerando? – intervenne Niall.
Il suo comportamento era molto strano, di solito Liam era il più ragionevole, ma stavolta si era arrabbiato per una sciocchezza, okay, ci ha fatto preoccupare ma urlargli addosso così non era da lui, era più da me quell’ atteggiamento.
- Liam… - sentii dire da lei, era molto confusa, d’altronde come tutti noi.
- Ho bisogno di stare solo. – disse infine lui salendo le scale e sbattendo la porta della nostra stanza, quel ragazzo mi stava nascondendo qualcosa.
- Vado a parlargli. – avvertii io salendo le scale e raggiungendolo.
- Ehi brò, tutto ok? – chiesi entrando nella stanza, era seduto sul letto con la testa tra le mani.
- Si può sapere che ti è preso? Non ti ho mai visto così. – ammisi sedendomi vicino a lui.
- Zayn….posso fidarmi di te? –
- Ma che domande fai, ovvio che ti puoi fidare di me, sono il tuo migliore amico, ci conosciamo da anni ormai, avanti spara. – lo tranquillizzai io, c’era qualcosa che non andava.



Dovevo dirglielo, almeno a lui, era il mio migliore amico, gli raccontavo sempre tutto, non potevo più tenere dentro questo segreto, mi stava divorando! 
- Zayn….posso fidarmi di te? –
- Ma che domande fai, ovvio che ti puoi fidare di me, sono il tuo migliore amico, ci conosciamo da anni ormai, avanti spara. – mi tranquillizzò lui, sapeva che c’era qualcosa che non andava.
- Ho scoperto una cosa. -
- Bella o brutta? -
- Bella, molto bella, almeno per me. - affermai sorridendo.
- Avanti racconta allora! -
- Bhe ecco…. –
- Si? –
- Io…. Hannah… -
- Che centra Hannah ora? – chiese confuso.
- Hannah è… -



Ma che gli era preso? A entrambi dico, uno mi bacia e l’altro mi urla contro, certo che questi ragazzi non li capirò mai.
- Ma che gli è preso a Liam? Non l’ho mai visto così. – ammise Harry confuso.
- Era così strano. – dissi io.
- Già. – disse Kim pensierosa. Essendo il suo ragazzo era molto preoccupata per lui, si vedeva che ci teneva molto a Liam e lo stesso valeva per lui.
- Ehi ma aspetta! – urlò la ragazza, la guardai interrogativa, e adesso che le prendeva?
- Devi assolutamente dirmi con chi sei stata, non ci credo che sei solo andata a farti una passeggiata in spiaggia, almeno è carino? – sempre la solita Kim, non cambierà mai.
- Sei sempre la solita! – risi io.
- Perché? Che ho fatto? – Chiese lei confusa, tutti scoppiammo in una fragorosa risata, tutti tranne Zayn e Liam che erano scomparsi poco prima.
- Bene, ora che sappiamo che sei sana e salva mi è ritornata la fame, mangiamo qualcosa? – chiese Niall cambiando discorso, ci girammo tutti a guardarlo e per una seconda volta scoppiamo a ridere, quel ragazzo era un mito.
- Bhe potremmo mangiare qualcosa solo che ti sei sbaffato tutto tu. – Disse Louis con uno sguardo di rimprovero.
- Cosa? Ma se ci siamo stati un’ora e mezza al supermercato? Abbiamo praticamente svuotato gli scaffali e tu hai già finito tutto? – quasi urlai incredula.
- Eheheh….forse. – disse lui facendo una risatina nervosa, ma come fa a starci tutto quel cibo in un corpo così minuto?
- Che ne dite allora di ordinarci un pizza? – consigliò El.
- Penso che sia un ottima idea! – esultò Harry componendo già il numero della pizzeria.
- Dite che a Liam e a Zayn va? – chiese Lou.
- Vado a chiedere io, per me una marinara. – affermai prima di salire le scale.



Okay, la curiosità mi stava uccidendo, dovevo sapere, che centrava Hannah in tutta questa storia?
- Hannah è… - riuscii a dire sospirando, era davvero molto nervoso.
- è cosa Liam? – insistetti io.
- è mia sorella. – disse tutto d’un fiato.
- Cosa?!? – urlai, avevo davvero sentito bene? Hannah era sua sorella? 
- Shh abbassa la voce, potrebbe sentirci. –
- Liam ti prego, dimmi che ho capito male. –
- No Zayn, non ne sono ancora completamente sicuro ma credo che lei sia mia sorella… -
- Ma come? Cioè….è impossibile…, come l’hai scoperto? – chiesi incredulo ma qualcuno prima che Liam potesse rispondere bussò alla porta.
- Ehi ragazzi, siete lì? – quella voce, e se ci avesse sentiti?
- Sisi, siamo qui. – disse Liam fingendosi il più naturale possibile.
- Posso entrare? – 
- Vieni vieni. – rispose lui.
- Tutto bene? – chiese.
- Alla grande, è successo qualcosa? – chiese lui molto tranquillamente come se tutto quello successo qualche minuto fa non fosse mai accaduto.
- Siccome Niall ha mangiato tutto, un’altra volta, avevamo pensato di ordinare delle pizza, un’altra volta. – 
- Per noi è perfetto, io margherita. – rispose lui.
- Anche per me. – dissi io.
- Okay, allora vi aspettiamo giù. – disse prima di uscire da quella stanza.
- Dici che ha sentito qualcosa? – mi chiese Liam ritornando più preoccupato che mai.
- No, non credo. –
- Speriamo. – sospirò lui.
- Comunque che stavi dicendo? –
- Ah si, ero nello studio dei miei, stavo cercando una matita e per sbaglio da una della mensole è caduta una busta, curioso l’ho aperta e dentro c’era un certificato di nascita, e c’era il nome di Hannah e la sua stessa data di nascita, non credo che siano solo coincidenze. – raccontò lui.
- è tutto così strano. – ammisi pensando.
- Già. –
- E quando hai intenzione di dirglielo? – chiesi.
- Prima voglio esserne sicuro, farò altre indagini e se lei è veramente mia sorella non voglio aspettare a confessarglielo. -
- Ma quindi è stata adottata… -
- Si, saperlo la distruggerebbe. –
- Ma non puoi tenerglielo nascosto, è un segreto troppo grande, ha il diritto di saperlo. –
- Glielo dirò, devo solo esserne sicuro. –
- Ti aiuterò a trovare la verità, infondo siamo amici no? –
- Grazie Zayn. – mi ringraziò lui.
- Ma di chè, dai forza andiamo, sto morendo di fame, credo che Niall mi abbia contagiato. -
Detto ciò ci incamminammo in sala da pranzo dove le pizze erano arrivate da poco.
- Siete arrivati in tempo, Niall si stava già gustando la vostra pizza. – informò Harry ridendo.
- Giù le mani dalla mia pizza biondo! – lo minacciai io con un cucchiaio.
Lui in risposta alzò le mani in segno di resa, scoppiammo a ridere e ci mettemmo tutti a sedere mangiando le nostre pizze.
Hannah non doveva sapere, almeno non ora. 



 

Taaaaddaaannnn, rieccomi quiii
ohohoh, che cosa succede? Liam e Hannah sono fratelli? BOOM, COLPO DI SCENA, l'avreste mai detto? Non so come mi sia venuta questa stramba idea ma mi piace, non so, ahaha
Però ammettiamolo dai, Liam preoccupato è djwsiqosjdn
Comunque, ritornando al capitolo, spero vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso, se è così vi chiedo umilmente perdono *si mette in ginocchio* e, per farmelo sapere, mi lasciate una recensione? Anche piccola se volete, mi farebbe davvero piacere
Beh che altro dire? Alla prossima e *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori, l'ho corretto ieri sera tardi ed ero tipo mezza rincoglionita, ahaha





 

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Capitolo 15
*** 14. Ultimo giorno ***


14. Ultimo giorno

- Che ne dite se stasera vi porto in una discoteca? Visto che domani dobbiamo ripartire. – ci propose Harry mentre facevamo colazione.
- Penso che sia un ottima idea! – esultò Louis felice.
- Io ci sto, ma sapete dove sono Liam e Zayn? – chiese Niall sorseggiando una tazza di caffè.
- Non ne ho idea, è da ieri che sono molto strani. – affermò pensierosa Kim.
- Beh sono ragazzi, loro sono sempre strani. – dissi ovvia io addentando una mela.
- Ehii, e con questo che vorresti dire? – chiese offeso Louis.
- Niente Lou, tranquillo. – dissi per poi scoppiare a ridere seguita a ruota da El e Kim.
- Ehi ragazze oggi andiamo a fare shopping? – chiese smettendo di ridere El.
- Penso che sia un ottima idea! – esclamò Kim alzandosi dalla sedia.
- Mha…io veramente passerei. – dissi finendo la mia mela.
- Eh no bella mia, tu vieni che ti piaccia o pure no! – quasi urlò Kim.
-Perché urlate tanto? – chiese un Liam parecchio assonnato entrando in cucina.
- Amore. – 
- Buongiorno piccola. – rispose lui alla sua ragazza stampandole un bacio sulla guancia, quei due erano davvero una bella coppia, stavano ormai insieme da quella famosa festa, si era fatto avanti Liam per primo e Kim, dopo aver ascoltato la dolce dichiarazione del ragazzo, gli era saltata praticamente addosso, almeno da quello che mi aveva raccontato lui.
- Se continuate così mi farete venire il diabete. – dissi scherzosamente, anche io avrei tanto voluto un ragazzo che appena sveglio la mattina mi desse il buongiorno con un dolce bacio.
- Niente smancerie di prima mattina, non vorrei avere una indigestione per la troppa dolcezza. – brontolò Zayn spuntando da dietro le nostre spalle.
- Allegri come al solito. – rise Harry che ricevette subito un’occhiataccia da parte di Zayn.
Mentre stavo ridendo per la battuta di Harry mi squillò il telefono, notai sullo schermo la foto di mia madre, lo afferrai e risposi.
- Mamma! – risposi felice della chiamata.
- Amore mio come stai? Mi manchi tanto. – 
- Benissimo e voi? Ryan? Mi manchi tanto anche tu. –
- Noi stiamo bene, la scuola va bene? –
- Bhe diciamo che non me la cavo male. – 
- Impegnati Hannah! – Mi rimproverò dolcemente lei.
- L’ho farò mamma, te lo prometto. –
- Brava la mia bimba, ora ti lascio, Ryan ti saluta. –
- Okay ci sentiamo, salutami anche lui. – risposi infine prima di riattaccare la chiamata.
Quando riposi il cellulare sul tavolo notai che Zayn e Liam mi guardavano in modo strano, il primo aveva uno sguardo più duro, freddo mentre il secondo uno sguardo più dolce, comprensivo. Ma che gli succedeva a quei due? 



Eppure era così strano, quei due fratelli? Erano così diversi fra loro, lui calmo e ragionevole mentre lei era una ragazza che reagiva d’istinto, senza pensare troppo alle conseguenze, avevo imparato a conoscerla in questi mesi, noi due eravamo come cane e gatto, non ci sopportavamo e ogni scusa era valida per litigare ma sapevo che presto anche lei avrebbe ceduto, era solo questione di tempo.
- Vado a fare una passeggiata. – informò lei prima di alzarsi da tavola.
- Non tornare troppo tardi però. – disse Liam prendendosi un bicchiere di succo.
- Tranquillo. – rispose lei con uno sguardo confuso, non era stupida, aveva capito che qualcosa non andava.
Diedi un colpetto a Liam, mi guardò confuso ma poi capii, non doveva essere così apprensivo con lei, avrebbe capito tutto se no.
- Beh allora io vado. – disse per poi scomparire dalla nostra vista.
- Liam è tutto ok? In questi giorni sembri un po’ strano. – chiese Louis.
- Eh nono, è tutto okay tranquilli. – cercò di difendersi lui.
- Esco un attimo anche io, torno presto. – informai mettendomi le scarpe e uscendo di casa.


                                                                                     …
Camminavo sulle strade deserte di quella città, eravamo qua da ben tre giorni e non avevo visto granchè, a parte la spiaggia o qualche bar. Mentre pensavo vidi in lontananza una figura famigliare seduta sulla spiaggia ad osservare il mare, a primo impatto non riuscii a riconoscerla ma poi, osservandola meglio, capii che si trattava di Hannah e così decisi di raggiungerla.
- Ehi. – dissi sedendomi accanto a lei.
- Ehi. – rispose lei un po’ malinconica.
Non capivo cosa avesse, quella ragazza era un mistero.
- Che ci fai qui? – chiese poi continuando ad osservare il mare.
- Ti ho vista e ho deciso di farti compagnia. – risposi io guardando nella sua stessa direzione, il mare era calmo, il sole splendeva e gli uccelli volano felici, una giornata davvero bellissima.
- E perché? Noi due ci odiamo. – osservò lei con una punta di sarcasmo.
- Questo è vero ma non vuol dire che non possa farti compagnia. – Risposi io.
Si girò a guardarmi, aveva un velo di tristezza negli occhi, forse questo posto gli ricordava qualcosa, magari sul suo passato.
- Ehi Hannah! – sentimmo chiamare il suo nome e entrambi ci girammo per vedere da dove provenisse la voce.
- Jo. – rispose lei alzandosi, oh no, di nuovo quel tipo, doveva assolutamente stare lontano da Hannah, lei era la mia di sfida.
- Che ci fai qui? – chiese raggiungendoci.
- Ero venuta a fare una passeggiata. – rispose lei gentilmente.
- Con lui? – chiese questo Jo guardandomi.
- Si esatto. – risposi io, che intanto mi ero alzato, e prendendo Hannah per un fianco stringendola a me.
Si girò a guardarmi, era confusa, parecchio confusa, io di risposta sorrisi solamente.
- Bene…comunque volevo chiederti se ti andrebbe di venire in discoteca con me stasera, visto che è il tuo ultimo giorno qui. – chiese lui sorridendole.
- Bhe ecco… - cercò di dire lei ma io la interruppi.
- Veramente lei sarebbe già impegnata, per tua informazione ci andiamo già con i nostri amici. – risposi io sorridendo amaramente.



Non capivo, perché si comportava così? 
- Però se vuoi puoi venire con noi, così ti faccio conoscere gli altri. – dissi cercando di infastidire il più possibile Zayn, volevo che parlasse, che mi dicesse il motivo del suo comportamento e l’unico modo per farmelo dire era farlo arrabbiare.
Si girò di scatto verso di me guardandomi con occhi omicida, bingo!
- Solo se mi concederai un ballo. – disse lui sorridendomi.
- Ehi principe, è una discoteca, non un castello. – disse più che infastidito Zayn, lo so…avrei passato un po’ di guai ma mi divertivo a farlo innervosire, forse perché quando succedeva diventava sincero con me.
- Beh ma questo non vuol dire che non mi possa concedere un ballo, non ti sembra? – chiese Jo sfidandolo.
Vidi Zayn contrarre la mascella e stringere i pugni fino a far diventare le nocche bianche, di questo passo l’avrebbe preso a calci, me lo sentivo.
- Emm…si è fatto tardi, scusaci ma ora dobbiamo andare. – dissi veloce.
- Allora a stasera. – disse infine Jo lasciandomi un bacio sulla guancia, in quel momento mi girai verso Zayn, non so perché lo feci ma qualcosa dentro di me mi spinse a farlo, lo vidi, con lo sguardo fisso su di me, sembrava arrabbiato e geloso? Nhaaa, Zayn Malik non era mai geloso.
- Bene andiamo. – concluse Zayn afferrandomi la mano e portandomi il più lontana da Jo, era tutto come ieri, lui che mi portava via, senza rivolgermi neanche uno sguardo.
- Zayn. – mi decisi a parlare cercando di fermarlo ma ovviamente senza riuscirci.
- Cavolo Zayn fermati! – implorai quasi urlando.
Detto ciò si fermò di scatto, mi lasciò la mano e senza neanche girarsi cominciò a parlare.
- Perché diavolo l’ho hai invitato? – chiese duro.
- Bhe…volevo farlo conoscere anche agli altri. – risposi sicura.
- Ma fammi il piacere Hannah, chi credi di prendere in giro? –
- Zayn… -
- Non voglio che ti tocchi, mi da fastidio. – 
A quelle parole il mio cuore perse un battito, e poi due, tre e così via, forse avevo sentito male o forse stava delirando.
- Cosa? – chiesi per paura di aver capito male.
- Cosa cosa? –
- Cosa hai appena detto. –
- Io? Niente. –
Lo sapevo, avevo sentito male, o forse era lui che aveva l’aizaimer che non si ricordava quello che diceva anche a distanza di secondi.


 

Due capitoli in un giorno gente, amatemi u.u
No dai, sapete che vi adoro tuttiiiii 
ma, ritornando al capitolo, vediamo uno Zayn parecchio geloso, ehehehe  
- Non voglio che ti tocchi, mi da fastidio. - è decisamente la mia frase preferita di questo capitolo, quanto invidio Hannah, ahahaha
Beh, che altro dire, volevo solo ringraziare le poche ragazze che recensiscono ogni capitolo, siete davvero dolcissime e mi date la voglia di continuare questa storia, sappiate che vi amo e, per ultima ma non meno importante, la mia amica JJ, che controlla e corregge la mia storia, love ya
Okay, mi sono divulgata abbastanza, alla prossimaaaa *abbraccio tutti*



*sviene guardando questa gif*

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Capitolo 16
*** 15. Soltanto uno sfizio ***


15. Soltanto uno sfizio

Ero da circa un’ora e mezza a fare compere con El e Kim, non facevano altro che guardare vestiti su vestiti, a chiedersi come gli stava questo o quell’altro mentre io pensavo ancora a stamattina in spiaggia, alle parole di Zayn, non mi era sembrato di sentire male, però la cosa che mi aveva sorpreso di più era stata la mia reazione, quando me l’aveva detto avevo sorriso involontariamente, non riuscivo a capire, continuavo a sognare noi due, sotto la pioggia, a baciarci. Dal giorno del bacio poi, non facevo altro che pensare alle sue labbra, al suo sorriso, al suo dolce tocco, accidenti Hannah, sei diventata una deficiente sappilo.
- Hannah, terra chiama Hannah, sei tra noi? – mi riscosse Kim dai miei pensieri passandomi una mano davanti agli occhi.
- Eh? Sisi ci sono, stavate dicendo? –
- Stavo chiedendo ad El come mi sta questo vestito, per te? – chiese mettendosi il vestito davanti.
Era un vestito davvero molto bello, grigio e nero, davanti arrivava a metà coscia mentre dietro andava giù più lungo.
- è davvero bellissimo, ma perché un vestito? – chiesi guardando qualche maglietta.
- Come perché? Stasera è l’ultimo giorno e voglio farmi bella per Liam. –
- E io per Louis. –
- Io per il televisore. – dissi scoppiando a ridere.
- Ha..ha..ha.. molto divertente Hannah. –
- Che c’è? È la verità. –
- Cosa? Vuoi dire che non verrai stasera? – mi chiese El.
- Sinceramente non ne ho molta voglia. – dissi infine.
- Ma come? Non puoi non venire, è l’ultimo giorno. – squittì Kim.
- Lo so. – sospirai seguendole alla cassa.
- E allora devi esserci! – quasi urlò Kim pagando il suo vestito.
- Kim, non puoi costringerla, se non vuole ci sarà un motivo. – la rimproverò dolcemente El.
Loro due erano molto diverse, non solo per  l’aspetto fisico ma anche per il carattere, El era molto più responsabile e tranquilla, mentre Kim era uno spirito più ribelle, un po’ come me, per questo eravamo diventate subito migliori amiche.
- E allora spiegaci il perché. – chiese Kim guardandomi mentre ci incamminavamo verso casa.
Non potevo dirle che non volevo venire perché c’era Zayn, mi avrebbe di sicuro fatto mille domande a cui non avrei potuto dare una risposta.
- Bhe…sai…preferisco un bel film e dei popcorn alla discoteca. – risposi io, infondo era vero.
- Non è un buon motivo, scommetto che c’è sotto qualcosa! –
- Cosa? No, non c’è sotto niente, davvero. –
- Ora basta Kim, lasciala stare. – disse infine El facendola smettere.
Sbuffò e finalmente si arrese, ma so che non avrebbe retto molto, Kim non si arrendeva così facilmente, non appena saremmo rimaste da sole mi avrebbe tartassato di domanda, me lo sentivo.
Finalmente arrivammo a casa, avevo le gambe distrutte, tutto quello shopping non faceva per me.
- Siamo a casaaa! – urlò Kim aprendo la porta.
- Ben tornate. – ci accolse un Niall sorridente.
- Hannah dove vai? – mi chiese Louis uscendo dalla cucina dopo aver salutato con un dolce bacio El.
- In camera. – dissi salendo pigramente le scale.
- Shopping sfrenato? – rise lui.
Annui e mi chiusi nella mia stanza, tolsi le scarpe e mi buttai sul letto, mai più, non andrò mai più a fare shopping con quelle due!
                                                                                                    …
- Si può entrare? – chiese una voce da dietro alla porta continuando a bussare, non riuscii a distinguere la voce essendo ancora parecchio assonnata, afferrai il cellulare da sopra il comodino e guardai l’ora, erano le 18:30, accidenti avevo dormito parecchio.
- Arrivo. – dissi cadendo dal letto per un movimento un po’ troppo brusco, arrivai alla porta a gattoni.
- Ma che chi fai sul pavimento? – mi chiese divertito Harry.
- Sono caduta. – dissi massaggiandomi una chiappa.
- Sei sempre la solita. – rise lui.
- Ehi non c’è nulla da ridere, mi sono fatta male. – misi il broncio io.
- Oh povera piccola, vuoi un bacino sullo bua? – chiese lui scoppiando a ridere.
- Ha..ha..ha molto divertente Styles. – risposi io facendogli la linguaccia divertita.
- Comunque sono qui per dirti che tra mezz’ora si mangia, ha cucinato Liam. –
- Oh va bene. – detto ciò se ne andò sorridendo e io mi rialzai dal pavimento, ritornai sul letto e mi rimisi comoda quando entrò una Kim tutta pimpante.
- Ora ti alzi da quel cazzo di letto e mi aiuti a mettere a posto la camera, è un disastro! – urlò lei posizionandosi davanti al mio letto.
- Perché devo aiutarti a mettere a posto le tue cose? – dissi sottolineando la parola “Tue”.
- Beh perché sei la mia migliore amica. –
- E questo che vuol dire? – replicai io non appena mi afferrò un braccio e mi buttò giù dal letto, oggi non era giornata.
Cominciammo a mettere a posto le SUE cose e nel giro di 20 minuti finimmo.
- Ma quanta roba ti sei portata? – chiesi sedendomi sulla poltrona distrutta.
- Soltanto il minimo indispensabile. – rispose lei ovvia.
- Il minimo indispensabile equivale all’intero armadio? –
- Quasi. – rispose lei vaga.
Scoppiammo a ridere entrambe quando venne a chiamarci El dicendoci che la cena era pronta, scendemmo tutte e tre le scale e ci mettemmo sedute al tavolo.
- Scusate ma Zayn dov’è? – chiesi vaga.
- è dovuto andare a fare qualche commissione, ha detto che ci raggiunge dopo in discoteca. – mi rispose Louis aiutando Liam a portare le pietanze in tavola.
- Ah okay. –
- Buon appetito ragazzi. – disse Niall prima di catapultarsi su una super milanese.
- Buon appetito Niall. - rispondemmo all’unisono scoppiando a ridere.
                                                                                                  …
- Allora sei proprio sicura che non vuoi venire? – mi chiese Kim.
- Sicura, tu vai e divertiti. – risposi io facendole un occhiolino.
- Mi dispiace lasciarti qua da sola però. –
- Tranquilla, sono grande ormai. –
- Se entra qualcuno lì c’è una mazza, non avere esitazioni. –
- Tranquilla. – dissi infine scoppiando a ridere alla sua affermazione.
- Divertitevi. – dissi a tutti prima che uscissero di casa, chiusi la porta e mi misi sul divano accendendo la televisione, non facevano altro che trasmettere film d’amore, vederli tutti così felice e spensierati mi dava parecchio sui nervi quindi optai per un comico, magari mi avrebbe tirato su un po’ il morale.
Si erano fatte ormai le 20:30, i ragazzi se ne erano andati circa mezz’ora fa e io mi stavo ingozzando di popcorn e caramelle, mi alzai dal divano ed entrai in cucina per prendere un bicchiere d’acqua, quando ritornai in salotto e appoggiai il bicchiere sul tavolo sentii qualcosa toccarmi la spalla, raggelai, il mio cuore sembrò fermarsi, quella era la mia fine, me lo sentivo.
- Ti prego non uccidermi, ho soltanto 17 anni. – piagnucolai io.
- Hai soltanto 17 anni? Credevo almeno 18. – rise lui.
Mi girai ed incontrai quei occhi che ogni notte mi facevano visita.
- Zayn? Ma che sei scemo? Mi hai fatto prendere un colpo! Credevo fossi un ladro che voleva uccidermi. – dissi quasi piangendo per lo spavento.
- Hai finito? – chiese tranquillo lui mettendosi sul divano.
- Lo sai che non si arriva alle spalle delle persone? Potresti farle prendere un colpo! –
- Non sei andata in discoteca? –
- Ma mi hai ascoltato? –
- Certo, che stavi guardando? – chiese noncurante cambiando canale.
Hannah mantieni la calma, l’omicidio è illegale, ricordalo.
- Non mi hai risposto. – osservò lui seguendomi con lo sguardo mentre mi sedevo vicino a lui.
- Guardavo un film. –
- Non intendo a quella domanda, perché non sei andata in discoteca? – richiese lui continuando a cambiare canale.
- E tu perché non ci sei andato? – chiesi a mia volta.
- Non ti hanno mai insegnato che non si risponde a una domanda con un'altra domanda? – chiese guardandomi, in risposta feci spallucce continuando a guardare la televisione solo per non incontrare i suoi occhi.
- Perché non mi guardi? –
- Perché dovrei farlo? –
Lo sentii sospirare a questa mia ultima domanda.
- Perché fai così? – chiese spegnendo la TV.
- Così come? – chiesi girandomi ma cercando il più possibile di non incontrare il suo sguardo.
- Sei sempre così scontrosa con me. –
- Beh ma perché ci odiamo e quindi –
- Perché continui a insistere dicendo che ti odio? Io non ti odio affatto. – mi interruppe lui.
Lo guardai, questa volta negli occhi, non so perché ma sentirgli dire che non mi odiava mi aveva fatto uno strano effetto, mi aveva reso felice sentirglielo dire.
- Siamo solo amici – continuò lui.
- Conoscenti. – lo corressi io.
- Conoscenti che scherzano –
- Beh non è che scherziamo –
- Hannah vuoi stare zitta un minuto? –
- Senti coso, perché non ti stai zitto tu? –
- E perché dovrei farlo? –
- Allora perché dovrei farlo io? –
- Perché sei fastidiosa. –
- Io non sono fastidiosa! –
- Si invece. –
- No! –
- Si. –
- No! –
- Si. –
- No! –
- No. –
- Si! Cioè.. –
- Visto lo dici anche tu. – disse guardandomi divertito.
- Ti odio! – sbuffai io lasciandomi andare nel divano.
- Mai quanto io odi te. –
- Ma se hai appena detto che non mi odi. –
- Io non ho mai detto niente del genere. –
- Ma -
Si girò verso di me divertito e in quel momento capii che mi stava prendendo in giro, e io lo stavo lasciando fare.
Vediamo se sorridi ancora caro il mio Malik, presi un cuscino e cominciai a colpirlo mentre lui cercava di rubarmelo, andò avanti così per circa 10 minuti, non posso credere che lo avrei mai detto ma mi stavo divertendo.
Quando finalmente riuscì a togliermi il cuscino capovolse la situazione e si mise a cavalcioni sopra di me cominciando a colpirmi, non riuscivo più a smettere di ridere, era diverso dallo Zayn che conoscevo, mi aveva mostrato un suo lato che fino ad’ora mi era sconosciuto.
- Okayokay mi arrendo, basta ti prego. – supplicai continuando a ridere, lui improvvisamente si fermò e mi guardò dritto negli occhi, io, di risposta, abbassai lo sguardo, incapace di reggere il suo.
- Guardami. – ordinò lui, non lo ascoltai.
- Ho detto guardami. – disse stavolta più dolcemente, d’istinto alzai gli occhi per incontrare quei suoi pozzi marroni, non avevo mai visto occhi più belli dei suoi.
Sorrise, uno di quei sorrisi che ti da tanto calore, uno di quei sorridi che ti rassicura, uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto, lentamente si avvicinò a me, il mio cuore cominciò a battere sempre più velocemente quasi ad uscirmi dal petto, stava risuccedendo, come l’ultima volta, quella volta che non riuscii a resistergli.

Hannah, reagisci, non puoi cedere un’altra volta!

Non c’è l’ha faccio.

Si che c’è la fai! Dov’è quella ragazza forte che eri un tempo? Ritorna in te Hannah!

Oddio.

- Zayn no. – lo fermai quando fu a un centimetro dalle mie labbra.
- Che c’è? – soffiò su di esse.
- Sei troppo vicino. –
- E quindi? –
- E quindi spostati! –
- E perché dovrei farlo? Hannah, lo sappiamo benissimo entrambi, è inutile mentire ancora a noi stessi. –
- Sappiamo cosa? – chiesi avendo paura della risposta.
- Ci attraiamo a vicenda, e questo lo sai. –
Si era vero, non potevo dire che non mi attraeva perché sarebbe stata soltanto una bugia.
- E anche se fosse? –
- Beh togliamoci lo sfizio. –
Sapevo che intendeva e forse aveva anche ragione, se lo avrei fatto con lui magari poi avrei smesso di pensarlo, mi sarei tolta uno sfizio.
- Non dirmi che sei vergine. –
- Non ti darei mai questa soddisfazione. – Mentii.
- Lo immaginavo. – disse ancora su di me quando mi vibrò il cellulare nella tasca, lo presi e notai un messaggio da parte di Kim, lo aprii e lessi.
Da: Kim
Ehi Hannah, stiamo tornando a casa, Harry come sempre si è ubriacato ;) XxKim
- Chi è? – mi chiese Zayn guardando il telefono.
- è Kim, ha detto che stanno tornando a casa, Harry è ubriaco. –
- Proprio ora che ti avevo convinto? – sbuffò.
- Vorrà dire che dovrai aspettare. – sorrisi io, riposando il telefono nella tasca.
- Ora puoi anche scendere. – feci notare a Zayn che era ancora a cavalcioni su di me.
- Eppure io sto comodo. – sorrise malizioso.
- Placca i tuoi spiriti bollenti e scendi Zayn. –
- Ci dovrò pensare. –
- Non hai fame? –
- Mmm…hai ragione, vado a farmi un panino. – disse per poi alzarsi da sopra di me dirigendosi in cucina.
Sospirai e il mio cuore pian piano ricominciò a battere regolarmente, che sia soltanto uno sfizio?

Ovvio che l’ho è Hannah!

Si, hai ragione, è soltanto uno sfizio.


 

Anyyywayyyy
come buttaaa? No okay, la smetto lol
cooomuunqueee, ritornando al capitolo che, tra parentesi, è uno dei miei preferiti perchè sia Hannah che Zayn capiscono che provano le stesse cose, cioè attrazione fisica, ma sarà solo quello? Mah, chi può dirlo *facciaperversa*
perciò, per scoprirlo, continuate a seguirmi ;) *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori di battitura



 

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Capitolo 17
*** 16. Verità ***


16. Verità

Era notte fonda, continuavo a girarmi e a rigirarmi nel letto cercando di prendere sonno ma inutilmente, pensavo ancora a qualche ora fa, anche lui provava per me attrazione fisica, solo quello, niente di più, e anche io provavo solo quello, ma allora perché non la smettevo di pensarlo? Soltanto uno sfizio, eppure avevo paura, avevo paura di poter scoprire che poteva essere più che un semplice sfizio, che dopo del sesso con lui lo avrei pensato ancora, ma una domanda sorgeva spontanea….Perchè cazzo pensavo a Zayn sonofigoemenevanto Malik? In questi casi si dovrebbe parlare con la propria migliore amica, per chiedere consiglio, ma la mia russava incessantemente da almeno due ore, non mi andava di svegliarla, più che altro non ci sarei mai riuscita. Ti serve un bicchiere d’acqua gelata Hannah, subito!
Scesi i pochi gradini e mi diressi in cucina prendendo l’acqua dal frigo e versandomene un po’ nel bicchiere, buttai giù tutto quel liquido quasi a farmi ghiacciare il cervello.
-Ahii. – quasi urlai per il dolore.
- Acqua troppo fredda? – chiese un Liam premuroso entrando in cucina prendendosi anche lui un bicchiere d’acqua.
Annui tenendomi le tempie.
- Muovile, vedrai che passa. – mi consigliò lui.
Feci come mi disse e in pochi secondi il dolore scomparve.
- è scomparso…grazie. – dissi sorridendogli.
- Di niente. – disse dopo avermi sorriso per poi dirigersi fuori dalla cucina.
- Ehi Liam aspetta. – lo fermai io prima che potesse uscire.
- Si? Che c’è? – chiese lui girandosi.
- Perché in questi giorni sei così strano con me? Ti ho fatto qualcosa o detto qualcosa che non avrei dovuto fare o dire? – chiesi dispiaciuta, era da quando eravamo arrivati qui che si comportava in modo parecchio strano ma non ne capivo il motivo.
- Non hai detto niente o fatto niente che mi abbia infastidito, tranquilla. – mi rassicurò lui.
- Allora non capisco il perché del tuo comportamento. –
- A me non sembra di essere cambiato ma se è così allora scusa, non era mia intenzione. – sorrise lui uscendo dalla cucina.
Eppure sembrava così strano…

                                                                                             
 
- Mamma dove la stiamo portando? –
- In un posto dove starà benissimo piccolo. –
- Perché non resta con noi? –
- Sono cose troppo difficili da capire per un bambino della tua età, quando sarai più grande io e papà ti spiegheremo il perché della nostra scelta, è meglio per tutti, soprattutto per lei, per tua sorella. –
- Ma un giorno lei saprà che io sono suo fratello? –


- Non lo so piccolo, è tutto nelle mani del destino. Addio piccola Hannah, ti auguro tutto il bene del mondo bambina mia. -
Mia sorella, Hannah era mia sorella, e me l’avevano tenuto nascosto tutto questo tempo, dovevo fare chiarezza, dovevo farmi spiegare il perché di quell’abbandono, era soltanto una bambina, una bambina.
- Ehi Liam, sei sveglio? – mi sentii chiamare dall’altra parte della stanza.
- Zayn?  – chiesi alzandomi sui gomiti.
- Si amico, ho bisogno di parlarti. – sembrava un po’ preoccupato.
- Certo, dimmi pure. –
Lo vidi alzarsi dal letto e avvicinarsi.
- Ehi amico, tutto bene? – chiesi sedendomi.
- Volevo soltanto sapere quando hai intenzione di raccontare tutto ad Hannah. –
- Ci stavo pensando anche io, prima ho bisogno di parlare con i miei poi vedrò. –
- Deve saperlo il prima possibile, se lo scoprisse da sola sarebbe peggio. –
- Lo so è che non saprei come dirglielo, la distruggerei. –
- La distruggeresti ancora di più se non glielo dici, ha il diritto di saperlo. – mi fece riflettere lui, aveva pienamente ragione.
- So anche questo, ma sai una cosa? –
- Cosa? –
- Facendo così non mi aiuti per niente. – dissi per poi scoppiare a ridere seguito a ruota da lui.

                                                                                      
 
Finalmente era mattina, dall’ultima volta che mi ero svegliata non avevo più dormito, continuavo a pensare a quello che ci eravamo detti la sera prima io e Zayn, quelle parole mi martellavano continuamente in testa.
A distrarmi fu la suoneria del mio telefono, guardai lo schermo e vidi un messaggio da sconosciuto, lo aprii e lessi:
Da: Sconosciuto
Ehi sono Jo, mi dispiace che non sei venuta ieri sera, mi avrebbe fatto piacere vederti un’ultima volta prima della tua partenza ma sarà per la prossima volta, spero di rivederti. XxJo
Sorrisi, chiedendomi come abbia fatto ad avere il mio numero.
- Perché sorridi? – mi chiese una voce familiare, fin troppo familiare.
- E a te che interessa? – risposi scontrosa io.
- Nervosette anche di prima mattina? – chiese divertito lui entrando in cucina, eravamo svegli solo noi, tutti gli altri stavano ancora dormendo.
- Si, ma solo con te. –
- Si può sapere che ti ho fatto? -
- Vuoi davvero saperlo? –
Lo vidi annuire.
Cazzo non mi avevi fatto chiudere occhio ecco cosa mi avevi fatto, dopo quel piccolo episodio dove tu ti trovavi sopra di me mi era un po’ difficile dormire.
- Mi stai parlando. – mentii versandomi un bicchiere di succo.
- Oh ma andiamo! Se sei mestruata non è mica colpa mia. –
A quelle parole mi andò di traverso quel poco succo che stavo bevendo.
- Visto? Zayn Javaad Malik ha sempre ragione. – disse lui fiero andando verso la porta finestra che dava sul giardino enorme di quella casa.
Hannah mantieni la calma, ricorda, l’omicidio è illegale.
- Allora 1, io non sono mestruata e 2 no, non hai sempre ragione. – risposi io seguendolo fuori.
- Come vuoi. – fece spallucce lui sedendosi sotto il grande albero che emergeva al centro del giardino.
- Non sapevo fumassi così spesso. – ammisi io sedendomi accanto a lui.
- Ci sono tante cose che non sai di me. – rispose lui tirando dalla sua sigaretta.
- Bhe raccontamele allora. –
Hannah che stai dicendo? Ti sei rincitrullita per caso?
- Vuoi davvero che ti racconti di me? – chiese quasi incredulo lui.
- Si, cioè vivo nella tua stessa casa e non so molto di te. – ammisi io, bhe era la verità, sapevo un po’ la storia della sua famiglia, almeno da quello che mi avevano raccontato Trisha e le sue sorelle.
- Allora cominciamo, il 12 Gennaio 1993 nacque un gran bel pezzo di figo che chiamarono Zayn Javaad Malik e –
- Zayn non intendevo questo. – lo fermai io.
- Che intendevi allora? –
- Tipo non so, quali sono le tue passioni o perché hai cominciato a fumare. –
- Beh…cominciai a fumare quando i miei genitori divorziarono, fu un brutto colpo per me e le mie sorelle, soprattutto per Safaa, era molto legata a nostro padre, cominciai ad andare alle feste, a tornare tardi la sera, a ubriacarmi, a portarmi a letto ragazze che neanche conoscevo. Tu credi che io sia un puttaniere, beh in un certo senso lo sono ma prima non lo ero, forse un po’ farfallone ma non più di tanto. – ammise lui ridendo.
Wow, non sapevo niente di quella storia, se l’avrei saputa prima non l’avrei mai giudicato.
- Ora tocca a te. –
- A me? –
- Si, raccontami un po’ di te e della tua famiglia. –
- Beh non c’è molto da dire, sono figlia unica, mia madre è come una migliore amica per me, c’è sempre stata e lo fa tutt’ora che sono lontana, mentre mio padre è soltanto uno sconosciuto, ci ha abbandonate entrambe senza alcuna ragione, non avrebbe dovuto, avevo bisogno di lui. – raccontai con le lacrime agli occhi.
- Mi dispiace. –
- E a me dispiace per te. – dissi sincera.
- Grazie. – rispose lui con un sorriso rassicurante.
- Ma toglimi una curiosità. –
- Si dimmi. –
- Ti è mai venuto il sospetto di essere stata adottata? –
- Adottata? No perché? –
- No niente, solo per sapere. –
- Se fossi stata adottata mia madre me lo avrebbe detto. –
- Certo, è ovvio. – sorrise lui un po’ amareggiato, non capivo.
- Zayn sei qui? –
- Harry? –
- Oh eccoti, ciao Hannah. –
- Ehi. –
- Credo ti sia arrivata una chiamata, avevi lasciato il telefono in cucina e quando sono andato per vedere chi era avevano già messo giù. – informò Harry porgendo il telefono a Zayn.
- Oh grazie amico. – rispose lui guardando la chiamata persa.
- Mia madre. –

 

 - Pronto? Mamma? -
- Zayn, Hannah è lì con te? –
- Si perché? –
- C’è una bellissima sorpresa per lei a casa. –
- Oh davvero? E di che si tratta? –
- Beh vedrete quando arrivate. Ma a proposito, a che ora arrivate? –
- Verso sera. –
- Oh perfetto, allora ci vediamo questa sera, salutami gli altri, ciao amore. –
- Ciao mamma. –
- Hannah tu ne sai qualcosa della sorpresa per te a casa? – le chiesi.
- Di che sorpresa stai parlando? –
- Non ne ho idea, me l’ha appena detto mia mamma ma non ha voluto entrate nei dettagli. –
Chissà di che sorpresa parlava.


 - Pronto? Mamma? –
- Liam, amore tutto bene? Ti stai divertendo? –
- Bene bene, si tantissimo, qui è bellissimo. –
- Ne sono contenta, avevi qualcosa da dirmi? –
- In verità sì, voglio sapere cosa ne sai tu di Hannah Evans. –
Per circa un minuto non parlò, come se avesse riattaccato.
- Mamma? Se ancora lì? –
- Certo amore, ma perché questa domanda? –
- Tu rispondi e basta, ti prego. –
- Eh va bene Liam, ma promettimi che appena lo saprai lascerai perdere. Allora, quando avevi 3 anni rimasi incinta, di una bellissima bambina, la chiamammo Hannah, purtroppo in quel momento non stavamo passando un bel periodo, tuo padre aveva perso il lavoro e vivevamo con solo il mio stipendio, non avevamo abbastanza soldi per crescere un altro figlio perciò quando compì il suo primo anno l’abbiamo portata in un orfanotrofio sapendo che lì sarebbe stata bene, dopo un paio di mesi mi chiamarono dicendo che una famiglia italiana era venuta per adottarla, non potei farci niente, affidarono Hannah a loro e mi promisero che l’avrebbero cresciuta con tutto il cuore, la lasciai andare, pensavo soltanto alla sua felicità. – disse in lacrime.
Lo sapevo, Hannah era mia sorella, ora ero sicuro al cento per cento.
- Perché non me lo ricordo? – chiesi cercando di mantenere la calma.
- Eri piccolo. –
- E perché non vi siete mai degnati di dirmelo? – sbottai furioso.
- Amore ti prego calmati. –
- Non mi posso calmare cazzo, mi avete tenuto nascosta una cosa del genere per  17 anni, ve ne rendete conto? –
- Non volevamo che facessi stupidaggini. –
- Del tipo? Andare a cercarla? Andare a cercare mia sorella? Eh? –
- Liam ascoltami. –
- No mamma, non ti voglio più stare a sentire, l’avete abbandonata, ma come avete potuto? –
- Liam noi.. –
- Noi niente mamma, ora devo andare, non credo di tornare a casa stasera. – conclusi chiudendo la chiamata, non ci potevo credere, mi avevano mentito, per tutti quegli anni.
- Liam sei qui? –
Hannah..
- Oh eccoti, ehi tutto bene? – chiese preoccupata entrando in camera.
- Certo, sto benissimo. – mentii.
- Allora perché hai gli occhi lucidi? È successo qualcosa? – chiese premurosa inginocchiandosi davanti al letto dove ero seduto.
- No niente tranquilla, perché mi cercavi? – chiesi cercando di cambiare discorso.
- Stiamo per tornare a casa. –
- Finisco di preparare le mie cose e arrivo. – dissi alzandomi e avvicinandomi all’armadio, mi seguii.
- Sicuro di stare bene? Sai che con me puoi parlare. –
- Certo che lo so ma sto bene, davvero. – mentii di nuovo tirando giù la valigia da sopra l’armadio.
- Non ti credo ma non insisterò. –
- Grazie. –
Mi sorrise. – Ti serve una mano? Così facciamo più veloce. –
- D’accordo. – ricambiai il sorriso mettendo la valigia sul letto e togliendo tutta la mia roba dall’armadio.



 

Anyway, rieccoci qui con un altro capitoloooooo
diciamo che questo capitolo si basa principalmente sul fatto dell'adozione e sulla difficile infanzia di Zayn e Hannah, le scene in cui si confidano le ho trovate dolcissime, non so :3
Beh, spero vi sia piaciuto e sarei molto felice se mi lasciaste qualche recensione :)
Alla prossima *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori


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Capitolo 18
*** 17. Cosa? ***


17. Cosa?

Quando tutti finimmo di preparare le nostre cose saltammo in macchina e partimmo verso casa, erano stati dei giorni fantastici e lì mi ero resa conto di una cosa davvero importante: anche Zayn prova le stesse cose, non era amore, era solo bisogno, da parte di entrambi, credo…
- Ehi, pianeta terra chiama Hannah, ci sei? Mi stai ascoltando? – mi riprese Kim strattonandomi un braccio.
- Eh oh si certo, scusa. Che stavi dicendo? –
- Dicevo che alla fine non hai più visto il ragazzo di cui mi hai parlato. –
Ah si giusto, Jo, non mi ricordavo di averne parlato con Kim. Ehi aspetta, io non ho parlato di nessun ragazzo con Kim.
- E tu come fai a saperlo scusa? – chiesi confusa.
- Oh giusto, non te l’ho raccontato. –
- Raccontato cosa? –
- Ieri in discoteca l’ho incontrato, abbiamo chiacchierato un po’ e poi è saltato fuori il tuo nome e quindi mi ha chiesto di te. – spiegò
- Tss. – bofonchiò Zayn parecchio irritato, Jo non gli andava proprio a genio.
- Oh si, non sapevo come avvisarlo. –
- Immaginavo fosse andata così e perciò gli ho dato il tuo numero. –
- Tu hai fatto cosa? Lo sai che non si vanno a dare in giro i numeri degli altri? –
- Lo so ma siccome lo conoscevi pensavo che ti avrebbe fatto piacere. –
- Tu pensi troppo Kim. – dissi lasciando cadere il discorso sentendo Liam ridere dal posto davanti.
Stanca chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi con la speranza di non fare più quel sogno che tanto mi tormenta.
                                                                                                 …
- Ehi bella addormentata, siamo arrivati, svegliati. – era la voce di Louis.
- Che ore sono? – chiesi ancora intontita.
- è tardi, scendi dalla mia macchina che devo chiuderla. – mi avvertì Zayn che era appoggiato alla fiancata.
- Sempre molto gentile. – bofonchiai scendendo e afferrando la mia valigia che era già stata tirata fuori, finalmente a casa, anche se il mare mi mancava già.
- Zayn posso parlarti un minuto? – chiese Liam posando una mano sulla spalla del suo migliore amico.
- Certo. – e si allontanarono quel tanto che bastava da non riuscire a sentire quello che dicevano.

 

 
- Emm…Zayn, volevo chiederti se per stanotte potresti ospitarmi per dormire, non voglio tornare dai miei dopo quello che è successo, ti prometto che domani troverò qualche altra sistemazione. –
- Ehi amico, puoi restare tutto il tempo che vuoi, non ti lascerai mai andare in uno di quei alberghi dove ti fanno pagare pure l’acqua del lavandino. – mi disse lui posandomi una mano sulla spalla.
- Grazie brò, sei un amico. –

 

 Chissà che cosa si staranno dicendo quei due…
- Curiosa come allora. –
- Harry, mi hai spaventata. –
- Scusa. Ti vedo abbronzata, hai preso il sole? –
- No, sai quanto detesto stare su un salviettone in mobile aspettando che il sole faccia il suo lavoro sulla pelle. –
- Anche da piccola odiavi stare ferma, eri davvero vivace. –
- Vogliamo parlare di te? –
Ci fissammo per pochi secondi scoppiando a ridere entrambi, era bello scoprire che non era cambiato niente da allora.
- Allora ragazzi ci vediamo. – ci salutò Lou.
- Ehi Liam, ti serve un passaggio? – chiese gentilmente Harry.
- No grazie, stasera rimango qui a dormire. –
- Ah okay, ci vediamo allora. -
Non sapevo che Liam rimanesse qui a dormire, forse era di quello che stavano parlando prima.
- Ciao amore. – lo salutò dolcemente Kim.
- Ti chiamo. – disse lui chinandosi un po’ per baciarla, Liam rispetto a Kim era un colosso, e lo era anche rispetto a me, anche se tutti erano più alti di me.
Dopo esserci salutati tutti Harry accompagnò i ragazzi alle rispettive case mentre noi ci fermammo davanti alla porta e suonammo trovandoci davanti una Trisha tutta felice nel vederci.
- Oh amore, vi siete divertiti? – chiese dolcemente abbracciando Zayn.
- Si. – rispose lui ricambiando l’abbraccio.
- E tu cara? Hai passato delle belle giornate? – chiese rivolgendosi a me per abbracciarmi.
- Stupende. – ammisi stringendola a mia volta.
- Mamma, Liam si può fermare qui a dormire? –
- Oh ma certo, mi fa sempre piacere avere gli amici dei miei figli a casa, siete così divertenti. –
- Grazie signora, domani sarò già via di qui. –
- Ma non dire sciocchezze, puoi restare tutto il tempo che vuoi. –
- Ah Hannah, c’è una sorpresa per te. – disse poi lei spostandosi dalla porta per farci entrare e chiudendola subito dietro di sé, dopo pochi secondi vidi spuntare una testa dalla cucina che conoscevo benissimo.
- Mammaaa! – urlai gettandomi completamente su di lei a braccia aperte.
- Oh piccola mia, mi sei mancata così tanto. –
- Ma che ci fai qui? –
- Mi mancavi troppo e quindi ho preso il primo aereo. –
- E Ryan? Sta bene? E tu? Stai bene? –
- Noi stiamo benissimo, tu invece? Come stai? –
- Benissimo, qui è tutto fantastico. – ammisi felicissima, non potevo crederci, mia mamma era qui, mi era mancata così tanto.
- Ehi, non mi presenti questi due ragazzoni? –
- Oh certo, lui è Zayn, è il figlio di Trisha. – dissi indicandolo, lei gli strinse la mano sorridendogli e lui ricambiò sia la stretta che il sorriso.
- Mentre lui è Liam, è un nostro amico. – dissi indicandolo, vidi Liam irrigidirsi quando mia mamma gli offrii la mano, la strinse senza cambiare l’espressione dura che aveva in volto. Avrei parlato con lui più tardi, dovevo sapere che stava succedendo.
- Mamma, per quanto ti fermerai qui? – chiesi su di giri.
- Soltanto per un paio di giorni, Ryan ha bisogno di me. –
- Così poco? – chiesi triste, un paio di giorni non erano niente, avevo troppe cose da raccontargli.
- Oh amore, ritornerò, stavolta con Ryan e staremo qui più giorni, se non è un disturbo per Trisha. –
- Ma che disturbo e disturbo, mi fa piacere avervi tutti qui. – Trisha era sempre così gentile, con tutti.
- Ora vieni con me, devi raccontarmi un sacco di cose. – disse mia mamma tirandomi per un braccio, presi la mia valigia e con lei salii le scale fino in camera mia.
Passai tutto il giorno a raccontargli di qua, della scuola, degli amici, gli raccontai di Harry e anche lei ne rimase molto sorpresa e poi gli raccontai di Zayn, senza entrare troppo nel dettaglio però, era sempre mia mamma.
- Quindi ti piace? –
- Cosa? No, no, certo che no. –
- A me sembra di sì, e anche parecchio. –
- No, come farebbe a piacermi un ragazzo così presuntuoso e…perfetto? Cioè no, non volevo dire questo, intendevo –
- So benissimo che cosa intendevi e non ti devi preoccupare, capita a tutti di innamorarsi alla vostra età. –
- Io non sono innamorata di Zayn, okay? –
- Okay, okay, ti credo, più o meno. –
- Mammaaaa. – quasi urlai esasperata, quando ci si metteva era impossibile fargli cambiare idea.
- Ehi Hannah, la cena è pronta. – mi avvertii dolcemente Safaa che era ferma sulla porta.
- Arriviamo subito. – affermai io alzandomi dal letto dove ero seduta con mamma e prendendo in braccio Safaa, insieme scendemmo in cucina e ci mettemmo ai nostri posti, l’unico posto libero era vicino a Zayn, succedono tutte a me, sempre.
Mi sedetti e vidi Zayn sorridere, che gli prendeva a quel moro?
- Allora, non potresti mai innamorarti di un ragazzo così perfetto? – sussurrò lui al mio orecchio mentre mi servivo delle patate lesse, sbiancai.
- Origliavi?!? – lo accusai infuriata.
- Solo un po’. – ammise lui con non curanza, glielo faccio sparire io quel suo sorrisetto, a furia di calci però.
- Allora Francesca, dimmi, come fai a sopportare questa ragazza? – chiese Zayn a mia madre versandosi dell’aranciata nel bicchiere.
- Che? – protestai io a braccia aperte.
- Hannah è la mia piccolina, la mia bambina. –
A quelle parole vidi Liam irrigidirsi e stringere la forchetta che aveva in mano con più forza facendo quasi diventare le nocche bianche.
- Mamma, non sono più una bambina. – dissi io un po’ imbarazzata, distogliendo lo sguardo da Liam
- Mi ricordo quando avevi 3 anni, andavi in giro per casa solo con un pannolino addosso, urlando in continuazione che eri uno spirito libero e nessuno poteva catturarti. –
Oddio no, eccola che ricominciava, ogni volta che cominciava a raccontare poi non la smetteva più.
- Scusate. – congedò Liam alzandosi e sparendo dalla cucina.
- Liam? –
Non capisco, che gli stava succedendo? Ero davvero in pensiero per lui.
- Vado io. – dissi alzandomi.
- No, stasera tocca a noi pulire i piatti, non cercare di scappare, Francesca perché non ci vai tu? – disse rivolgendosi a mia madre.
- Oh ma certo, anche se non so come potrei essere d’aiuto. – si alzò lei raggiungendo Liam.
- Scusa ma che centra mia mamma? – chiesi confusa a Zayn.
- Centra più di quanto tu creda. – ammise lui alzandosi e posando i piatti sporchi nel lavandino.
Lo seguii senza capirci un accidenti.

 

 Stupido. Stupido. Stupido. Stupido.
Perché te ne eri andato in quel modo? Ora che cosa dirai? Che sei dovuto andare in bagno? Che dovevi chiamare tua madre? Oh ma certo, sempre molto convincente.
- Emm…Liam, giusto? – disse la voce della “madre” di Hannah, con un forte accento italiano.
-Si, Liam. –
- Zayn mi ha consigliato di venirti a parlare, secondo lui ti potrei aiutare in qualche modo. Era Zayn vero? –
- Si Zayn. Ho bisogno di farle alcune domande, sono davvero troppo importanti per me quindi cerchi di essere sincera, la prego. –
- Oh ma certo, chiedimi pure quello che vuoi. –
- Riguarda Hannah. – affermai girandomi verso di lei che si era seduta accanto a me sulla panca in giardino.
Annuii con una faccia confusa ma allo stesso tempo curiosa.
- Evans non è il suo vero cognome, non è così? –
- Perché questa domanda figliolo? – chiese con sguardo indagatore
- Evans è il cognome che le avete dato quando l’avete adottata. -
Il suo sguardo era passato dal confuso allo stupito, e…spaventato?
- Chi sei tu? – chiese soltanto.
- Il suo fratello biologico, quello vero. –
- Non può essere. –
- Lo so che sembra impossibile ma ho un documento che lo prova, è il suo certificato di nascita. –
- Quindi tu sei suo fratello? – chiese mettendosi una mano davanti alla bocca per soffocare le lacrime.
Annuii, ora avevo tutte le prove necessarie per dirlo ad Hannah, ma avrei trovato il coraggio per dirglielo?
- Ti prego, non portarmela via, è tutto ciò che ho. –
- Non ho intenzione di portarla via a nessuno, voglio solo che lei sappia la verità, ne ha tutto il diritto. Voglio dirle che è mia sorella e che gli voglio bene, tanto bene. –
La vidi annuire sempre con la mano davanti alla bocca, le lacrime però erano già scese.
- Mamma? Liam? Siete qui? – oh no, Hannah.
- Si tesoro, sono qui. – disse la donna asciugandosi in fretta le lacrime.
- Vi stavo cercando, è tutto okay? –
- Tutto alla grande, tua madre è una brava ascoltatrice. – intervenni io alzandomi ed entrando in casa, lasciando Hannah e sua madre da sole.
 


- Mamma, che ti ha detto? –
- Sei molto preoccupata per lui? – chiese lei, ignorando la mia domanda.
- Si, non riesco a capire cosa abbia. –
- Gli vuoi molto bene vero? –
- Sì, davvero tanto, è diventato uno dei miei amici più cari, vederlo così mi fa soffrire. –
- Capisco, le cose che ha detto a me presto le dirà anche a te, ne sono sicura. – finii lei stampandomi un bacio sulla fronte entrando in casa, lasciandomi lì come una perfetta imbecille.



 

Hola a todoooossss, siamo già al capitolo 17, wow,come passa il tempo 
comunque, ritornando al capitolo, nelle recensioni di quello precedente una ragazza che, tra parentesi, io adoro, ha provato a  indovinare quale era la sorpresa eh beh, ci è riuscita, hai molto intuito, ahahaha 
quindi vediamo che la mamma di Hannah e Liam parlano, povera la mia Hannah, casa farà quando lo scoprirà? Ma, per saperlo dovete continuare a seguirmi ;) 

Perciò alla prossima e *abbraccia tutti* 
p.s. Mi avete chiesto se Hannah è vergine perchè dal capitolo non si capiva e si, è ancora vergine e, andando avanti con la storia, si capirà meglio :3



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Capitolo 19
*** 18. Dispetti ***


18. Dispetti

- Kim si, ho tutto, tra quanto passi? –
- Tra 10 minuti siamo lì. –
- Okay, a dopo. –
-  A dopo. –
Presi i soldi e li infilai in tasca, io, Kim ed El ci eravamo organizzate per andare a mangiarci un gelato anche se volevo tornare presto, per stare un po’ con mia mamma prima che parta.
- Ehi amore, dove vai? – mi chiese dolcemente mamma mentre aiutava Trisha a mettere un po’ in ordine.
- Esco con Kim ed El, quelle di cui ti ho parlato ieri, andiamo a mangiarci un gelato. –
- Va bene tesoro, non fare tardi. –
- Nono, voglio tornare il prima possibile, ho ancora tante cose da raccontarti. –
- Certo, a dopo. –
- Ehi, dove vai? – mi chiese una voce prima di aprire la porta.
- Che ti importa? –
- Devo sapere dove vai. –
- E perché mai? –
- Tu dimmelo e basta. –
- No. –
- Sei insopportabile, sappilo. –
- Ah, io sarei l’insopportabile qui, senti chi parla. –
Sentii un clacson suonare, erano qui.
Cercai di aprire la porta quando qualcuno la blocco con la mano richiudendola, mi girai incontrando quegli occhi.
- Non te ne vai di qui finchè non mi dici dove vai. –
- Non sono obbligata a dirtelo. –
- Non sei obbligata ad uscire. –
Di nuovo il clacson.
- Fammi uscire. –
- No. –
- Si può sapere perché ti importa così tanto dove vado? –
Clacson.
- Curiosità. –
- Curiosità, certo. –
- Allora? Vuoi dirmelo o no? –
- Preferirei di no. –
- Perfetto, so che oggi fanno un bel film alla TV, ti vai di guardarlo insieme a me? O preferisci startene chiusa in camera? –
- Lo sai che questo si chiama sequestro? –
- Non sei in pericolo, da quel che vedo. –
- Lo potresti essere tu se non mi lasci andare! –
- Mi piaci quando fai la preziosa. –
- Io non faccio la preziosa! –
- La stai rifacendo. –
Esasperata glielo dissi, non avrebbe ceduto finchè non avrebbe ottenuto quello che voleva.
- Eh va bene, vado a prendere un gelato con le ragazze, va meglio così? –
- Molto meglio. – affermò lui staccandosi.
- Ora è meglio che vai, le tue amiche si staranno innervosendo. – disse con quel suo sorrisino.
- Idiota. – bofonchia aprendo la porta e chiudendomela alle spalle.
Salita in macchina mi lasciai andare nel sedile.
- Finalmenteee, ma quanto ci hai messo? – esultò Kim accendendo la radio, siccome né io né Kim avevamo l’età per guidare ci pensò El.
- Scusate, un idiota mi ha trattenuta. – ammisi sbuffando e guardando fuori dal finestrino.
Arrivammo in centro poco dopo e parcheggiammo non molto distante dalla gelateria.
- Ehi ragazze, soprattutto tu Kim, sapete che ha Liam in questi giorni? Mi sembra parecchio strano. – chiesi calciando un sassolino.
- L’ho notato anche io ma non ne parla mai. – ammise Kim un po’ triste, se non gliel’aveva raccontato neanche alla sua ragazza ci doveva essere sotto qualcosa di grosso che avevo intenzione di scoprire.
- Ragazze, non dovremmo immischiarci nelle vite degli altri. – ci riprese dolcemente El.
- Oh El piantala, a te non interessa quello che rende Liam triste? – sbottò Kim.
- Ovvio che mi interessa, è uno dei miei amici più cari, dico solo che per rispetto della sua privacy non dovremmo insistere. – si difese lei.
Beh in fondo non aveva tutti i torti, se c’è ne avesse voluto parlare l’avrebbe già fatto, o forse no?
- Proverò a parlarci, detesto vederlo così. – sbuffò Kim.
Annuii, detestavo anche io vederlo così giù.
- Eccoci finalmente. – esultò Kim quando arrivammo davanti alla gelateria, entrammo e ognuna prese il suo gusto preferito.
- Andiamo a vedere qualche vetrina? – propose la rossa leccando la sua pallina alla fragola.
- Io devo scappare, ho promesso a mamma che avrei passato del tempo con lei prima che parta, scusate. -
- Tranquilla, vuoi che ti accompagna in macchina? Così fai prima. – mi chiese El.
- Oh nono, faccio una corsa, voi godetevi la giornata, non c’è mai così tanto sole qui. –
- Si hai ragione, ci vediamo domani okay? –
- Certo, a domani. – salutai e corsi verso casa, dopo circa 15 minuti arrivai, intanto avevo già finito il mio gelato al limone.
- Sono a casaa. – urlai entrando in casa.
- Non serve che lo urli. – mi riprese Zayn che era comodamente seduto sul divano con in mano il telecomando della TV.
- Mia madre dov’è? – chiesi guardando in cucina.
- A fare la spesa con mia mamma. – rispose lui cambiando canale.
- Ma aveva detto che.. –
- Ah si, mi aveva detto di chiamarti, così potevi restare ancora un po’ con le tue amiche, ops, mi sono dimenticato. – disse lui con il suo solito sorrisetto arrogante.
Lo fa apposta, LO.FA.APPOSTA!
- Ammettilo, lo fai apposta! – lo aggredì io avvicinandomi.
- A fare che? – chiese lui disinvolto senza neanche guardarmi.
- A farmi saltare i nervi. –
- Sei tu che hai poco pazienza, piccola. –
Piccola, mi aveva appena chiamato piccola, perché al suono di quella parola il mio cuore perse un battito?
Hannah, reagisci, reagisci!
- Non ti azzardare a chiamarmi mai più così, okay? – quasi sbottai.
- D’accordo, d’accordo, piccola. – rise lui.
- Sei fortunato che l’omicidio è illegale! –
- Non riusciresti neanche a toccarmi. –
- Vogliamo vedere? – lo sfidai prendendo la bottiglia di birra piena che era appoggiata sul tavolino e versandogliela tutta addosso, si alzò ti scatto non infuriato, di più. Ora Hannah sei davvero nei guai.
Non mi dette neanche il tempo di scappare che mi prese appoggiandomi su una sua spalla come un sacco di patate.
- Mettimi giù subito! – protestai colpendolo con i pugni alla schiena senza fargli niente.
Salii le scale rapido e aprii la porta del bagno, non sta per fare quello che credo vero?
Aprii la doccia e mi ci mise dentro aprendo l’acqua fredda.
- Zayn, è fredda, fammi uscire! – piagnucolai io cercando di spegnere l’acqua, niente da fare, la sua mano era ferma sulla maniglia.
- Prima chiedimi scusa. –
- E per cosa? Hai cominciato tu. –
- Bene, se è così che la pensi resterai sotto l’acqua ancora un po’, che ne dici? –
- No ti prego, è freddaa! –
Poi lo vidi fare una cosa che non avrei mai immaginato, entrò in doccia con me, schiacciandomi contro la parete, tutto bagnato, dalla sua maglietta bianca fradicia si potevano vedere gli addominali e la sua pancia perfetta.
- Che stai facendo? – chiesi mentre pian piano si avvicinava.
 


- Che stai facendo. – chiese mentre pian piano mi avvicinavo.
Già, che stavo facendo? Sinceramente non lo sapevo neanche io.
- Sei così bella Hannah. – ammisi a pochi centimetri dal suo viso.
Oddio Zayn, ti sei bevuto il cervello? È vero, era bellissima, ma gliel’avevi appena detto, a pochi centimetri da lei.
- Cosa? – chiese lei, ora ero a solo pochissimi centimetri dal suo viso, la mia bocca quasi sfiorava la sua, sentivo il suo cuore battere, un battito troppo veloce per essere normale.
Non risposi alla sua domanda e mi avvicinai ancora un po’, se l’avrei baciata non si sarebbe sottratta, lo sapevo.
- Siamo a casaaa. –
Oh no, non adesso mamma.
- Zayn. – mi riprese lei poggiando le mani sul mio petto cercando inutilmente di spingermi via, era così piccola.
- Zayn ti prego. – implorò quasi in lacrime.
Di colpo mi allontanai, stava per piangere?
Di corsa la vidi uscire dalla doccia e afferrando un asciugamano aprii la porta e sparii.
Idiota. Idiota. Idiota!
 

 

Hannah riprenditi, che ti sta succedendo cazzo?
Mi trovai seduta per terra appoggiata al letto con le ginocchia al petto nascondendo il viso tra esse.
Mi stava per baciare e io non avevo reagito, anzi sì, mi ero messa quasi a piangere, che poi, perché a piangere? Che cazzo mi stava succedendo?
Kim, devo assolutamente chiamarla.
Afferrai il telefono da sopra il comodino e composi in fretta il suo numero.
Uno squillo, due squilli, tre, quattro.
- Pronto? –
- Kim. –
- Ehi Hannah che succede? Stai..piangendo? –
- è una lunga storia, domani possiamo vederci? Ho bisogno di parlarti. –
- Oh ma certo, sarò da te il prima possibile, ti voglio bene. –
- Te ne voglio anche io, a domani. – dissi e poi riattaccai senza neanche ascoltare la risposta, che gli avrei detto adesso? Che mi ero messa a piangere non sapendo neanche io il motivo?  O che Zayn mi stava per baciare e non sentivo l’impulso di reagire? Ma desideravo soltanto le sue labbra sulle mie?
- Hannah, è pronta la cena. – mi chiamò mia mamma, con tutto quel che era successo non mi ero neanche resa conto che domani mattina sarebbe partita e che non l’avrei più vista per molto tempo.
- Arrivo. – dissi sforzandomi di reprimere i singhiozzi e asciugandomi le lacrime.
A tavola Zayn non mi toglieva gli occhi di dosso, forse stava cercando di capire perché mi ero messa quasi a piangere, il problema era che non lo sapevo neanche io.
Dopo che tutti finimmo di mangiare Zayn se ne corse su in camera seguito da Liam e da lì non uscii neanche per dare la buonanotte, a differenza di Liam che la diede a tutti, mentre io rimasi in cucina a dare una mano nel lavare i piatti, quando ebbi finito detti la buonanotte a tutti e me ne corsi in camera, mi sdraia sul letto e in poco tempo mi addormentai.



 

Okay, ci avviciniamo sempre più al capitolo in cui Hannah scoprirà la verità che devo dire è uno dei miei capitolo preferiti perchè ci saranno molte scene dolci tra Hannah e Zayn ma non vi svelo niente ;)
In questo capitolo vediamo un quasi bacio tra i nostri due protagonisti, sicuramente mi ucciderete per non averli fatti baciare e vi chiedo umilmente perdono, ahahaha
comunque spero vivamente che il capitolo e che la storia vi piacciano, sarei molto felice se lasciaste una recensione, anche piccola
Volevo chiedere, in oltre, chi leggerebbe una nuova ff che sto scrivendo? è sempre su Zayn ma in un contesto differente dove l'argomento principale sarà la musica, fatemi sapere se potrebbe interessarvi ;)
Okay, mi sono divulgata abbastanza perciò passo e chiudo *abbraccia tutti* 


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Capitolo 20
*** 19. Verità svelate ***


19. Verità svelate

Il giorno dopo fu molto meglio, con un po’ di malinconia salutai mia mamma prima che Trisha l’accompagnasse all’aeroporto e per ammazzare il tempo e non pensare più a ieri mi misi a sistemare la camera anche se non era molto in disordine, strano, non era da me essere così ordinata, a casa era già tanto se riuscivo a trovare un paio di pantaloni puliti.
Pian piano si fecero le 16:30, Kim sarebbe stata qui tra poco, avrebbe voluto venire prima ma era stata trattenuta dai suoi genitori, per che cosa non lo so. Oltre a lei sarebbero venuti anche tutti gli altri, Trisha, siccome si sarebbe trattenuta nei pressi dell’aeroporto per fare qualche commissione, aveva dato il permesso a me e a Zayn di invitare qui i nostri amici.
*Din Don*
Il campanello.
- Vado io. – annunciai scendendo la scale di corsa e correndo alla porta, la aprii e mi gettai nelle braccia di Kim che rimase all’inizio sopraffatta ma poi mi strinse a se, quando mi staccai abbracciai tutti gli altri e li feci entrare accomodandoci sul divano e sulle poltrone.
- Ehi ragazzi. – chiamò Liam scendendo le scale seguito da Zayn.
- Brò. – lo salutò Lou alzandosi e battendogli il cinque, sia a lui che a Zayn
- Vado a prendere delle patatine e da bere. – informai alzandomi ed entrando in cucina.
- Brava ragazza, così si ragiona. – sentii dire da Niall, mi misi a ridere mentre afferravo una ciotola per le patatine.
 
 
Ora che ero sicuro e che tutti eravamo riuniti mi sembrava il momento più adatto per dire ai ragazzi di Hannah, non me la sentivo di tenerglielo ancora nascosto.
- Ehi Liam, mi sembri molto giù in questi giorni. – osservò Harry che era seduto sulla poltrona.
- Beh ragazzi, c’è una cosa che devo dirvi, è davvero molto importante. –
- Spara, mi stai facendo preoccupare. – ammise Niall che era seduto sul divano di fianco.
- Riguarda Hannah. – dissi abbassando la voce più che potevo, Hannah non doveva sentire, almeno non adesso.
- Che centra Hannah? – chiese Kim, mi sentivo così male, lei era la mia ragazza e la migliore amica di Hannah e io non le avevo mai raccontato niente.
Esitai per un momento, non trovavo le parole giuste, sentii Zayn mettermi una mano sulla spalla per darmi coraggio, presi un respiro e sputai fuori quelle parole.
- Ho scoperto che Hannah…che lei è…mia sorella. – affermai abbassando ancora di più la voce.
Rimasero tutto a bocca aperta, di certo non se l’aspettavano.
D’un tratto sentii un bicchiere frantumarsi a terra, mi girai e lei era lì, impilata davanti a noi, sulla porta della cucina, con le lacrime agli occhi.
 
 
Appena sentii quelle parole il bicchiere d’acqua che avevo in mano mi cadde frantumandosi in mille pezzi, questa volta non avevo sentito male, Liam aveva detto che ero sua sorella.
- Hannah. – si alzò di scatto lui venendomi in contro.
- Non mi toccare. – piansi io indietreggiando di un passo, me l’aveva tenuto nascosto tutto quel tempo, non si era mai degnato di dirmi niente.
- Hannah posso spiegarti. – implorò lui con gli occhi lucidi.
Scossi la testa, non riuscivo più a capire niente, era tutto così strano.
- Hannah –  cercò di dire lui, avevo gli occhi annebbiati dalle lacrime, vedevo tutti in piedi dietro di lui, Zayn che mi fissavo dispiaciuto, in modo tenero, comprensivo.
Ancora sconvolta corsi via, lasciando la porta aperta alle mie spalle, non sapevo bene dove ero diretta, il più lontano possibile da lì però, sentii la voce di Zayn chiamarmi e dei passi veloci dietro di me, non mi voltai, continuai a correre inciampando un paio di volte e finendo a terra, era buio e aveva cominciato a piovere ma non mi importava, pensavo soltanto che dovevo correre, correre lontano, lontano da tutto e da tutti.
Avevo le gambe in fiamme, mi facevano male, per fortuna lontano trovai una catapecchia con il tettuccio, mi ci infilai sotto per non farmi bagnare dalla pioggia, anche se ormai ero completamente fradicia, mi appoggiai al muro e scivolai fino a toccare terra, mi strinsi le braccia al petto e mi feci più piccola che potei, avevo freddo, nella fretta non avevo preso neanche su una felpa ritrovandomi a maniche corte sotto la pioggia e il freddo tipici dell’Inghilterra, bel colpo Hannah, bel colpo.
Avendo troppo freddo mi alzai tutta dolorante e con le lacrime agli occhi e cercai di forzare la serratura di quella catapecchia, mi ci volle un po’ ma poi finalmente riuscii ad aprirla e mi ci infilai dentro, c’era buio pesto, era piena di scatoloni vuoti e c’era un odore di muffa e di chiuso che mi dette alla testa, fortunatamente mi accorsi che nella tasca dei jeans avevo il telefono, lo presi e feci luce fino a una colonna in marmo, mi sedetti appoggiando la schiena ad essa e rannicchiandomi su me stessa singhiozzando, Liam era mio fratello, lo era sempre stato e io non ne avevo idea.
 
 
Ma dove si sarà cacciata? Con questo buio era difficile vederci qualcosa.
Non doveva sentire, non avrebbe dovuto scoprirlo così, quando scappò non ci pensai due volte a rincorrerla, qualcosa dentro di me mi aveva urlato di andare a riprenderla.
Ora sentivo solo il bisogno di trovarla, chissà dov’era, al freddo, sotto la pioggia, alle strade buie di Bradford. In lontananza vidi una catapecchia, corsi verso essa e mi riparai dalla pioggia, chiusi gli occhi e rimasi così per qualche secondo prima di sentire dei singhiozzi smorzati, Hannah.
Vidi la porta forzata ed entrai facendomi luce con il cellulare.
- Hannah, sei qui? – chiesi perlustrando l’enorme stanza.
Non rispose ma i suoi singhiozzi furono abbastanza, girai la luce verso i rumori e la vidi, contro una colonna rannicchiata su se stessa mentre nascondeva il viso tra le ginocchia, tremava, notai che era a mezze maniche, senza pensarci due volte mi slacciai la felpa e gliela misi sulle spalle, sedendomi accanto a lei.
Non dissi niente, aspettai che lo facesse lei, avevo bisogno di sentire quella voce.
Dopo qualche minuto di silenzio finalmente parlò.
- Che ci fai qui? – quasi sussurrò cercando di mantenere la voce stabile.
- Ti ho seguita. –
- E perché? –
- Non lo so. – ammisi appoggiando la testa al muro.
Era vero, non sapevo perché l’avevo rincorsa, avevo sentito soltanto il bisogno di farlo.
La vidi annuire con il viso ancora nascosto.
- Mi dispiace che tu l’abbia saputo così. –
- Da quanto tempo lo sai? –
- Dai tre giorni del mare. –
- E Liam? –
- Non da molto, ha trovato il tuo certificato di nascita a casa sua, tra le cose dei suoi genitori. –
- Quindi sono stata adottata, la mia vita è stata tutta una bugia. – concluse scoppiando a piangere.
La lasciai sfogare, aveva bisogno di farlo.
- Te ne puoi anche andare ora. – disse quando si calmò un po’.
- Non ho intenzione di farlo. – dissi duro, non l’avrei mai lasciata da sola.
- Allora me ne andrò io. – fece per alzarsi ma fui più veloce di lei e l’afferrai per un polso, si giro e mi guardò negli occhi per pochi secondi prima di abbassare lo sguardo, aveva gli occhi stanchi, a causa delle troppe lacrime e le guance nere, a causa del poco mascara colato.
Senza pensarci la presi e la strinsi a me, accarezzandole i capelli, ricominciò a piangere stringendo in un pugno la mia maglietta dietro la schiena, continuai ad accarezzarle i capelli e la schiena, cercando di farla calmare e ci riuscii, la senti regolarizzare il respiro e allentare la presa sulla mia maglietta, non l’avevo mai vista così indifesa, di solito cerca sempre di prendermi a pugni mentre ora sembra così piccola, così innocente.
- Zayn. – mi chiamò lei che era ancora contro il mio petto.
- Si? – chiesi dolcemente.
- Grazie. –
Sorrisi, non so perché lo feci ma fui contento che non mi avesse cacciato via.
                                                                                                   …
Il mattino seguente mi svegliai un po’ dolorante, avevo dormito in una posizione parecchio scomoda, avevo cercato di convincere Hannah a tornare a casa ma non c’era stato verso di farlo, Liam mi aveva chiamato più di 10 volte per sapere come stava e mia mamma era davvero preoccupata, per entrambi, i ragazzi non la smettevano di riempirmi di chiamate o di messaggi siccome lei non voleva rispondere a nessuno, nemmeno a Kim o a Harry, che sono i suoi migliori amici.
Vorrei uscire a prendere qualcosa da mangiare ma non me la sento di lasciarla qui da sola, dovremmo trovarci un’altra sistemazione, lì non era molto comodo.
D’un tratto sentii suonare il cellulare, lo presi dalla tasca dei jeans e risposi.
- Pronto? –
- Zayn, Hannah? Sta bene? – mi chiese preoccupato lui.
- Tranquillo Liam, sta benissimo e anche io se ti interessa. – scherzai.
- Scusa amico è che sono così in pensiero per lei, non avrebbe dovuto saperlo in questo modo, è arrabbiata con me vero? –
- Non ne ho idea, non parla quasi più. –
- Ti prego, riportamela il prima possibile, ho bisogno di spiegarle. –
- Farò tutto il possibile, te lo prometto. –
- Grazie, ci sentiamo. –
- Certo, ciao. – detto ciò riagganciai, Hannah dormiva ancora, chissà che stava sognando, io ultimamente non facevo altro che sognare sempre lo stesso sogno, io. Lei. Quel bacio, quel fottutissimo bacio.
- Ho per caso qualcosa sulla faccia? – chiese toccandosi il viso, non mi ero accorto che si era svegliata, tantomeno che la stessi guardando.
- Solo un po’ di nero. – ammisi sorridendo io.
- Sono orribile vero? – chiese asciugandosi le guancie.
Saresti bellissima anche con un sacco dello sporco addosso.
- No, sembri solo un panda. –
- Dovrei prenderlo come un insulto vero? –
- No, mi piacciono i panda. –
Ruotò gli occhi al cielo e io sorrisi.
- Hai fame? – chiesi premuroso, stupendomene.
- Solo un po’. –
- Vado a prendere qualcosa al bar vicino, vuoi venire con me? –
La vidi scuotere la testa.
- Okay, starò via poco, non scappare okay? –
- Promesso. –
- Bene. Ah, mi ha appena chiamato Liam, è davvero preoccupato, dovresti richiamarlo. –
- Dovrei. – disse lei facendo spallucce.
- Hannah, lui avrebbe voluto dirtelo. – cercai di difendere il mio amico.
- E allora perché non l’ha fatto? –
- Non è facile dire a una persona che tutta la sua vita è stata una menzogna. –
- Lo so. – ammise infine lei, abbassando lo sguardo.
- Non vuoi tornare a casa? – chiesi e la vidi scuotere la testa.
- Se vuoi tu puoi anche andartene. – disse in modo brusco guardandomi negli occhi, erano spenti, stanchi.
- Non me ne vado senza di te. – ammisi, era la verità, non me ne sarei mai andato senza di lei.
- E perché? – chiese.
- Perché non potrei mai. – quella fu la miglior risposta che riuscii a trovare.
La vidi annuire tornando a guardare per terra.
- Non dovevi andare a prendere qualcosa da mangiare? – chiese lei dopo qualche secondo.
- Ci vado solo se vieni con me. –
- Ma ho detto che non me ne vado. –
- Non mi importa, dai vieni. –
- Ma non ho voglia. – protestò lei.
- Sono stanca. – continuò
- Ma se hai dormito un sacco? –
- Sono stanca lo stesso. – bofonchiò come una bambina.
Alzai gli occhi al cielo e la feci alzare con delicatezza prendendola in spalle.
- Zayn –
- Stai zitta e andiamo. –
Uscimmo da quella catapecchia e ci dirigemmo verso il bar più vicino.
- Mettimi giù, sono pesante. – cercò di divincolarsi lei.
- Ma se sei leggera come una piuma? –
La sentii sorridere e appoggiò la testa alla mia schiena, sentii il suo respiro caldo sul collo e mi fece uno strano effetto, con nessuna ragazza mi ero mai comportato così, non capivo, forse perché era la sorella del mio migliore amico.

 

Mi trovavo ancora sulle spalle di Zayn, quel ragazzo era incredibilmente forte, non mi ero mai considerata leggera eppure lui riusiciva a portarmi senza nessuno sforzo, era strano e…diverso dallo Zayn che conoscevo.
- Siamo arrivati. – annunciò lui fermandosi davanti a un bar molto carino.
Scesi dalle sue spalle e all’inizio persi un po’ l’equilibro ma la mano veloce di Zayn mi afferrò il fianco rimettendomi in posizione eretta.
- Puoi stare un po’ più attenta? – mi riproverò dolcemente lui.
- Scusa. –
Lo vidi sospirare ed entrare dentro il bar, lo seguii senza fiatare.
Ci sedemmo a uno dei tavoli al centro mentre una cameriera dall’aria arrogante ci venne a servire.
- Cosa posso portarvi? – chiese guardando Zayn con uno sguardo malizioso.
Mi misi la mano davanti alla faccia per cercare di trattenere qualche insulto che mi frullava per la testa.
- Per me un caffè e una brioche al cioccolato, tu Hannah? Cosa vuoi? – mi chiese lui sorridendo maliziosamente alla cameriera.
- Niente, mi è passata la fame. – mentii guardando altrove, con la coda dell’occhio vidi che mi guardava di traverso con uno strano sorrisetto sul viso.
- Un’altra brioche, alla marmellata e un succo all’arancia, grazie. – ordinò lui al posto mio, come faceva a conoscere così bene i miei gusti?
- Come hai – cercai di chiedere quando la cameriera fu ormai lontana ma lui mi interruppe.
- Vivi con me da parecchio ormai, ti osservo, ho imparato a conoscerti. –
- T-tu mi osservi? –
Lo vidi annuire indifferente mentre controllava il menù.
Quella cosa avrebbe dovuto darmi fastidio ma l’unica cosa che sentivo era felicità e confusione, parecchia confusione.
Dopo pochi minuti la stessa cameriera tornò con le nostre ordinazioni abbassandosi più che poteva per far notare il seno, vidi Zayn trattenere una risata mentre le faceva un occhiolino prima di allontanarsi.
- Ste cose mi danno il voltastomaco. –
- Gelosa? –
- Gelosa? Io? Di te? Vai convinto. – risi.
- Eppure non ti è dispiaciuto quando ti ho baciato in spiaggia. –
Lo guardai storto, mi sarei alzata lasciandolo lì molto volentieri ma avevo troppa fame per andarmene così mi trattenni e bevvi un sorso del mio succo mentre lui addentava la sua brioche con aria trionfante.
Quando finimmo di mangiare ci alzammo e aspettai Zayn mentre pagava.
- Dove andiamo ora? – chiesi quando fummo fuori dal bar, non me la sentivo né di tornare a casa né di stare ancora in quella catapecchia puzzolente.
- Ti porto in un posto però devi promettermi che non dirai mai a nessuno che esiste, okay? –
Annuii, curiosa.
Ci incamminammo e dopo un po’ arrivammo, ci fermammo davanti a un condominio di pochi piani, lo vidi estrarre una chiave a aprire la porta principale.
- Come mai hai le chiavi di questo condominio? – chiesi confusa.
- Perché una di queste case è mia. – disse cominciando a salire le scale.
Sua? Credevo che casa sua fosse quella di Trisha.
Salimmo le scale fino al terzo piano, avevo le gambe doloranti, non esisteva un ascensore?
Ci fermammo davanti a una porta di legno scuro e aprii anche essa con un’altra chiave, diversa da quella del portone ma sempre dello stesso mazzo, aprii la porta ed entrò fermandosi e aspettando che entrassi anche io, mi fermai un secondo sulla porta, quella casa era enorme, scommetto che sarà stata la più grande di tutto il condominio.
- Pensi di fermarti ancora lì per molto? – chiese aggrottando le sopracciglia.
Mi ripresi ed entrai stringendomi nella sua felpa.
- Da quando abiti qui? – chiesi guardandomi in giro mentre lui richiudeva la porta.
- Non è che ci vivo, è un posto dove vengo quando ho bisogno di pensare o di stare da solo. – confessò lui entrando in cucina.
Non sapevo di questa cosa, chissà quante cose non sapevo di lui.
Lo seguii in cucina e mi sedetti su una delle sedie intorno al tavolo.
- Hai sete? – chiese aprendo il frigo.
Feci cenno di no e lo vidi prendersi una birra richiudendo lo sportello del frigo, la aprii e ne bevve un sorso.
Mentre lo guardavo sentii il mio telefono vibrare nella tasca dei pantaloni, lo estrassi e sullo schermo comparve il nome e la foto di Liam.
- Dovresti rispondere. – mi consigliò Zayn.
Dovrei, ma ancora non me la sentivo. Chiusi la chiamata e appoggiai il telefono sul tavolo.
- è molto preoccupato per te. – mi informò lui.
Sospirai, lo so, aveva ragione, ma la voragine che sentivo nel petto mi stava lacerando, ero ancora troppo arrabbiata per ascoltare la mia vocina interiore che mi diceva di dargli retta e di richiamarlo.
Lo vidi sospirare e appoggiare la birra sul tavolo.
- Puoi dormire nel mio letto. – mi informò lui.
Nel suo letto? Quindi vorrà dire che dormirò con lui?
- Tranquilla, io dormirò sul divano. – mi anticipò lui notando la mia espressione imbarazzata, gli sorrisi come per ringraziarlo.
- Se vuoi farti una doccia il bagno e in fondo al corridoio a destra. –
Annuii e mi diressi al bagno, chiusi la porta e cominciai a spogliarmi, il bagno non era eccessivamente grande ma  abbastanza spazioso, la doccia era molto simile a quella che c’era a casa di Trisha anche se le pareti non erano a vetro e quindi non si poteva vedere né dentro né fuori e questo era un punto a favore, sempre meglio prevenire con Zayn nei paraggi.
Aprii l’acqua e mi ci infilai sotto, lasciando che il calore di essa mi rilassasse, e così fu. Mi insaponai bene i capelli, e li risciacquai più volte, avevano uno strano odore di muffa, dovevano averlo preso da quella catapecchia. Dopo almeno un quarto d’ora, se non di più, chiusi l’acqua e con la mano cercai l’accappatoio bianco che avevo attaccato alla maniglia della doccia, dopo averlo trovato me lo infilai ed uscii dalla doccia, mi accorsi di una cosa che prima non c’era, dei vestiti sulla sedia accanto al lavandino, li presi e notai che erano di Zayn, una maglietta che mi arrivava a metà coscia e un paio di pantaloncini della tuta, dopo essermi asciugata me li infilai e compresi che era entrato, mentre ero in doccia, al solo pensiero sentii le guancie avvampare, spero che non abbia visto niente, la prossima volta devo ricordarmi di chiudere la porta a chiave.
Quando uscii dal bagno andai in salotto per cercare Zayn e dirgliene quattro ma non lo trovai, non era neanche in cucina. Passai in perlustrazione tutta la casa ma niente, era come se fosse sparito. Ma poi notai una porta chiusa, la aprii e c’erano delle scale, salii uno alla volta i gradini in marmo e mi ritrovai in un ampia stanza circolare, ben illuminata, piena di murales e disegni vari, notai degli schizzi su dei fogli sparpagliati a terra e Zayn inginocchiato vicino ad essi con una matita in mano, mi avvicinai e mi inginocchiai vicina.
- Questo mi piace. – dissi indicando un disegno che raffigurava una ragazza seduta su una panchina con in  mano un libro.
Alzai la testa e vidi che mi fissava, aveva uno sguardo curioso, divertito.
- Ti stanno bene i miei vestiti. – cambiò discorso fissandomi.
Nella furia di cercarlo mi ero dimenticata che era entrato in bagno mentre mi stavo facendo la doccia.
- Sei entrato in bagno mentre ero sotto la doccia! – quasi urlai alzandomi di scatto e puntandogli il dito contro.
- E quindi? È casa mia, posso entrare dove voglio. – constatò lui divertito.
- Si dal caso che quando qualcuno sta facendo qualcosa di…privato, bisognerebbe dargli la propria privacy, non credi? –
- Forse. – sorrise lui.
Cercai di reprimere l’istinto omicida e cominciai a camminare nella stanza circolare, non c’era neanche una parete bianca, era un miscuglio di colori e mi piaceva, mi piaceva parecchio.
- Non credevo fossi così bravo a disegnare. –
- Ci sono tante cose che non sai di me. –
Era forse la centesima volta che me lo ripeteva ma aveva ragione, non sapevo un bel niente di lui, a parte che era una ragazzo arrogante, presuntuoso, troppo sicuro di sé, pervertito, molto pervertito e con una certa abilità nel farmi saltare i nervi.
- Questo casa me l’ha comprata mio padre, per il mio 18esimo compleanno, con la speranza di riallacciare i rapporti con me, come se una casa potrebbe fare questo. – racconto scuotendo la testa.
Sapevo che i suoi erano separati, me l’aveva accennato Trisha e lui qualche giorno fa ma non mi aveva mai parlato di suo padre, credevo che fosse rimasto in buoni rapporti con il figlio ma a quanto pare non era così.
- Cosa è successo? –
- Lascia stare, non ha importanza. – concluse lui alzandosi.
- Ti va una pizza? – chiese fissandomi.
Annuii e lo segui fuori da quella stanza.



 

BOOM, ECCO L'ATTESISSIMO CAPITOLO IN CUI HANNAH SCOPRE TUTTOOOOOO, devo ammettere che è uno dei miei capitoli preferiti perchè Zayn premuroso è >>>>>>>>
oddio, spero sia piaciuto a voi come piace a me e fatemelo sapere attraverso una recensione, se vi va, mi farebbe molto piacere:3
Okay, tornando a noi, nel capitolo precedente ho scritto della mia nuova ff e ho visto che alcune di voi la leggerebbero e ne sono molto felice *-* quindi grazie davvero, siete delle lettrici fantastiche
Passando ai ringraziamenti, ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e tutti gli altri capitoli, chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite e chi la legge solamente, senza dare segni di vita, ahahaha e ringrazio anche la mia amica JJ che legge e corregge i miei capitoli, dicendomi molto sinceramente cosa ne pensa
Mi rende molto felice sapere che la storia vi piace, è una piccola vittoria per me, vi adoro
Okay, ora mi dileguo prima di rompervi, ahaha
Alla prossima e *abbraccia tutti*



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Capitolo 21
*** 20. Sarà un piacere, per me ***


20. Sarà un piacere, per me

Dopo la pizza lo aiutai a sparecchiare e mentre lui si metteva sul divano io andai in camera sua, era molto spaziosa e luminosa, c’era un ampio letto al centro con un armadio gigantesco bianco su tutta la parete di fronte, una finestra alla sinistra del letto e una piccola scrivania vicino, mentre sulla parete destra c’erano varie foto, mi avvicinai e le guardai una ad una soffermandomi su una che inquadrava Zayn da piccolo in braccio ad un uomo, doveva essere suo padre, data la somiglianza, sorrideva, sembrava felice tra le braccia di quell’uomo che ora non considerava neanche più suo padre, chissà che era successo di così grave per aver distrutto legami così forti.
Stavo ancora osservando le foto quando sussultai al cigolare di una porta, vidi Zayn sulla soglia, appoggiato con una spalla allo stipite.
- è tuo padre? – chiesi indicando la foto.
Lo vidi annuire senza distogliere lo sguardo dal mio viso.
- Vi assomigliavate molto. – ammisi guardando la foto, lo sentii avvicinarsi e fermarsi al mio fianco, così vicino che quasi le nostre mani si sfioravano.
- Avevo cinque anni, mi aveva portato al parco divertimenti, è stato il giorno più divertente della mia vita. – raccontò con un tono di voce basso, ricordare il padre doveva fargli parecchio male.
- Comunque sono venuto qui per portarti questa. – cisse con una coperta in mano.
- Nel caso avessi freddo, le lenzuola del letto non sono molto pesanti ed è da un po’ che non accendo il riscaldamento. – 
Ora che me lo faceva notare faceva parecchio freddo qui.
- Ne hai un’altra per te vero? –
- Non avrò freddo, non ti preoccupare. –
Quindi vuol dire che mi stava dando l’unica coperta che c’era? Dove è finito lo Zayn che conoscevo?
- Però se vuoi riscaldarmi tu, nessun problema. – disse con sorriso malizioso.
Trovato.
- Passo. – dissi afferrando la coperta dalle sue mani e mettendola sul letto.
- Ne se proprio sicura? Guarda che –
- Buonanotte Zayn. – dissi spingendolo fuori dalla stanza senza neanche farlo finire di parlare.
- Se cambi idea sai dove trovarmi. – mi informò fuori dalla porta, sorrisi e scossi la testa, quel ragazzo non poteva essere così pervertito.
Tirai indietro le coperte e mi tolsi i pantaloncini rimanendo con la maglietta, per fortuna era lunga abbastanza da coprirmi il sedere, e mi misi sotto le coperte, mi girai su un lato appoggiando la guancia al cuscino e il dolce odore di Zayn mi travolse, era così piacevole sentirlo che di colpo mi addormentai.
                                                                                                           ...                      
Mi sveglia di soprassalto con le lacrime agli occhi, avevo sognato che qualcuno mi abbandonava vicino alla porta di un orfanotrofio, sentivo due voci indistinte, una di una donna e l’altra di un bambino poi il vuoto.
Mi appoggiai una mano al petto cercando di controllare il respiro che si era fatto irregolare.
Mi passai una mano tra i capelli ribelli e scesi dal letto toccando con i piedi il pavimento freddo, rabbrividii al tocco. Aprii la porta e mi diressi in cucina, passando per il salotto notai Zayn sdraiato sul divano, mi avvicinai e notai che il suo respiro era regolare, a differenza del mio, e mi chiesi che sogni potrebbe fare un ragazzo come lui.
Ci riflettei un secondo accorgendomi che non dovevo pensare a che sogni potrebbe mai fare, non dovrei neanche pensare a lui.
Mi ripresi e andai in cucina, prendendo un bicchiere dalla mensola senza riuscirci, era troppo in alto per me.
- Oh andiamo, perché devo essere così bassa? – bisbigliai cercando di allungare più che potevo il braccio.
Tra i miei sforzi inutili vidi una mano sopra la mia testa afferrare il bicchiere, mi girai e lo vidi.
- Sei davvero così bassa? – chiese divertito.
- Non è mica colpa mia. – bofonchiai a voce bassa.
Rise del mio commento passandomi il bicchiere.
- Grazie. – dissi afferrando il bicchiere.
- Non riesci a dormire? – mi chiese appoggiandosi al tavolo mentre io stavo frugando nel frigo in cerca d’acqua.
- Brutto sogno. – ammisi chiudendo il frigo dopo averla trovata, ne versai un po’ nel bicchiere e ne bevvi un sorso ghiacciandomi il cervello.
- Ahi. – piagnucolai tenendomi la testa.
- Muovi le tempie. – mi consigliò lui.
Quella scena, quella scena l’avevo già vissuta, a casa di Harry al mare, con Liam.
Feci come mi disse e come l’ultima volta mi passò.
- Me l’ha insegnato Liam. – sorrise.
- Si, mi era già successo e Liam mi ha aiutata. – ammisi appoggiando il bicchiere sul tavolo.
Lo vidi fissarmi e d’istinto mi passai una mano sulla faccia, in cerca di qualcosa.
- Ho qualcosa in faccia? – chiesi.
Lo vidi fare cenno di no e sorridere spostando lo sguardo dal mio viso e posandolo a terra.
D’un tratto sentii un rimbombo, veniva da fuori, doveva essersi alzato un temporale, rabbrividii, non mi sono mai piaciuti i tuoni.
- Torno a dormire. – informò uscendo dalla cucina.
So che me ne pentirò presto ma se voglio dormire è l’unica soluzione.
- Emm…Zayn? – lo richiamai.
- Si? – chiese girandosi.
Forza Hannah, c’è la puoi fare, in fondo è solo una domanda.
- Dormiresti con me? Per questa notte? – chiesi senza guardarlo in faccia.
- Hai paura dei tuoni? – 
Più che una domanda era un’affermazione ma annuii lo stesso.
Lo sentii sorridere e avvicinarsi, quando alzai la testa lo ritrovai a soli pochi centimetri da mio viso.
- Sarà un piacere, per me. – sorrise incastrando i suoi occhi color cioccolato nei miei color nocciola.
Ci avviammo in camera e ci sdraiammo nel letto, cercai di farmi più lontana possibile sotto le coperte ma con una risata mi avvicinò a lui, premendo la mia schiena contro il suo petto forte, all’inizio rimasi un po’ rigida per via di quel contatto ma poi mi lasciai cullare dal battito del suo cuore e dal respiro caldo tra i miei capelli addormentandomi tra le sue braccia forti.
Sognai di nuovo quelle voci e di colpo mi svegliai, un’altra volta con le lacrime agli occhi, svegliando anche Zayn.
- Ehi, che succede? – chiese ancora assonnato appoggiandosi sull’avambraccio.
Non risposi, le lacrime scendevano calde e mi rannicchiai su me stessa stringendo le ginocchia al petto.
- Ehi, Hannah. –
Non riuscivo a parlare, a formulare frasi di senso compiuto.
- Piccola. – disse stringendomi, il nome piccola mi avrebbe dovuto dare sui nervi ma pronunciato così, con dolcezza mi fece piacere, tranquillizzandomi un poco.
- Ancora quel sogno? – chiese preoccupato.
Annuii solamente, nascondendo il viso tra le ginocchia, mi strinse di più a se e mi lasciai andare nel suo abbraccio, cominciò ad accarezzarmi i capelli cercando di tranquillizzarmi, mentre singhiozzavo e tremavo ancora cominciò a canticchiare una canzone che non avevo mai sentito prima.

Your Hand fits in mine
like it’s made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
and i’m joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me

Le tue mani combaciano con le mie
come se fossero state create per me
ma tieni a mente
era destino fosse così
e unisco i puntini
con le lentiggini sulle tue guance
e tutto prende senso per me

I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless

So che non hai mai amato
le rughe vicino agli occhi
quando sorridi
non hai mai amato
la tua pancia o le tue gambe
le fossette nella schiena
alla base della colonna vertebrale
ma io li amerò senza fine

Rimasi impietrita da quelle parole, erano vere, tutte vere, avevo sempre odiato la mia pancia e le mie gambe.


I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you (oh, it’s you)
they add up to
i’m in love with you
and all these little things

Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se lo faccio è per te (oh, sei tu)
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose

La sua voce, non credevo che potesse essere così bella.

 

You can’t go to bed
without a cup of tea
and maybe that’s the reason
that you talk in your sleep
and all those conversations
are the secrets that i keep
though it makes no sense to me


Non puoi andare a letto
senza una tazza di te
e probabilmente questo è il motivo
per cui tu parli nel sonno
e tutte queste conversazioni
sono i segreti che tengo per me
anche se non hanno senso per me

I know you’ve never loved
the sound of your voice on tape
you never want to know how much you weight
you still have to squeeze
into your jeans
but you’re perfect to me

So che non hai mai amato
il suono della tua voce registrata
non vuoi mai sapere quanto pesi
devi ancora stringerti
nei tuoi jeans
ma per me sei perfetta

Ma per me sei perfetta.

I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things

Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se è vero sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose

 

You’ve never loved yourself
half as much as I love you
you’ll never treat yourself right darlin’
but I want you to
if I let you know
I’m here for you
maybe you’ll love yourself
like I love you

Non ti sei mai amata
metà di quanto ti amo io
non ti tratterai mai bene tesoro
ma io voglio che tu lo faccia
se te lo faccio sapere che
sono qui per te
magari ti amerai anche te
come io amo te

Come io amo te.

I’ve just left these little things
slip out of my mouth
because it’s you
oh it’s you
it’s you
they add up to
and i’m in love with you
and all these little things
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
it’s you
they add up to
I’m in love with you
and all your little things

Ho lasciato che queste piccole cose
uscissero dalla mia bocca
perché sei tu
oh sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e tutte queste piccole cose
Non lascerò che queste piccole cose
escano dalla mia bocca
ma se è vero sei tu
sei tu
sei tu
si aggiungono al motivo perchè
io mi sono innamorato di te
e di tutte le tue piccole cose

Mi sono innamorato di te e di tutte le tue piccole cose.

Quando finii di cantare ricominciai a respirare accorgendomi di aver trattenuto il respiro fino ad’ora, quella canzone, la sua voce riuscirono a calmarmi, non mi accorsi che delle lacrime calde stavano scendendo sul mio viso, era tutto vero, quelle parole, erano tutte vere.
- Zayn - cercai di dire ma le parole mi si strozzarono in gola.
- Non chiedermi niente, per favore. – mi pregò lui, stringendomi a se, annuii e nascosi il viso nel suo petto addormentandomi con quella melodia in testa.


 

Anywayyyyy, bene, in questo capitolo vediamo che Zayn canta "Little Things" ad Hannah ed è proprio da questo che prende nome la fanfiction, trovo quella parte estremamente dolce shwqisfce
beh, innanzitutto spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete e secondo, in una recensione mi hanno chiesto di mettere il "pov" quando un altro personaggio parla perciò dai prossimi capitoli lo aggiungerò
Vorrei solo ringraziare chi segue e recensisce la storia e vi mando un grosso bacio, alla prossima ;) *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori


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Capitolo 22
*** 21. E se fosse tutto sbagliato? ***


21. E se fosse tutto sbagliato?

Mi svegliai facendomi travolgere dalla luce accecante del mattino, mi passai una mano sugli occhi e li sbattei più volte facendoli abituare alla luce, notai che ero ancora tra le braccia di Zayn che dormiva tranquillo, sembrava così innocuo quando dormiva.
Spostai con delicatezza il braccio di Zayn dalla mia vita e scesi dal letto, mi ricordai di ieri notte, della sua canzone, della sua voce, era tutto così perfetto, ma un pensiero mi attraversò la mente, abbassai lo sguardo e notai che avevo solo una maglietta addosso, al solo pensiero avvampai e corsi in bagno a rinfrescarmi la faccia e a mettermi il paio di pantaloncini che mi aveva prestato ieri, me ne ero totalmente dimenticata.
Quando fui in cucina cercai qualcosa con cui poter fare colazione, trovai delle uova, dello zucchero, della farina e tutto quello che occorreva per fare una torta, mi ricordai quando aiutavo sempre mia nonna a farle, diceva che avevo un talento naturale a preparare dolci, sorrisi al ricordo, anche se pensare alla mia famiglia mi faceva star male, mi avevano mentito per così tanti anni senza mai dirmi niente, mia mamma, mia nonna, mio nonno, Ryan, papà…
Okay Hannah, basta, non pensarci più.
Mi scrollai di dosso il pensiero e comincia a fare l’impasto per la torta, era da tanto che non facevo quella ricetta, speravo mi uscisse ancora bene.
Dopo poco finii e la misi subito in forno, venti minuti ed era pronta, misi il timer sul telefono e aspettai finchè non fu cotta, la tirai fuori con delle pattine e l’appoggiai sul tavolo, l’odore del cioccolato mi travolse, dall’aspetto e dall’odore non sembrava male.
- Torta? – chiese una voce, mi girai e lo vidi, a petto nudo, sulla porta.
Annuii e spostai lo sguardo dal suo corpo perfetto alla torta, cercando di non far notare il rossore che si era creato velocemente sulle mie guancie.
- L’hai fatta tu? – chiese di nuovo, avvicinandosi.
Annuii posandola su un piatto e tagliandola in piccole fette.
Misi la più grande su un altro piatto e la diedi a Zayn.
- Spero ti piaccia. – dissi prendendone una più piccola per me.
- Grazie. – mi ringraziò lui sedendosi al tavolo, la addentò e sorrise.
- è davvero buona. – ammise guardandomi.
Sorrisi e addentai la mia, aveva ragione, era davvero buona.
- Non credevo fossi così brava. -
- Me l’ha insegnato mia nonna. -
- Ti manca? - chiese.
Annui e finii la mia torta alzandomi per mettere il piatto nel lavandino.
- Zayn. - lo chiamai, di spalle.
- Si? -
- Grazie. – dissi girandomi, lo vidi annuire, forse non sapeva che rispondere o forse non se lo aspettava.
- Vado a farmi una doccia. – informai uscendo dalla cucina.
- Puoi prendere una mia maglia, sono nell’armadio. – mi informò lui guardando dritto davanti a se, annuii ed entrai in camera, aprii l’armadio e frugai nei cassetti, ne trovai una abbastanza lunga, era tutta nera con la scritta “Nirvana” in giallo e una faccina disegnata in centro, poi presi un paio pantaloncini della tuta ed entrai in bagno.
Appoggiai tutto sulla sedia vicino al lavandino e guardai il telefono che avevo preso dal comodino, c’erano parecchie chiamate senza risposta, quasi tutte da Liam e 5 messaggi, aprii il primo.
Da: Kim
Hannah ma dove cazzo ti sei cacciata? Ti prego torna a casa o rispondimi quando ti chiamo, ho bisogno della mia migliore amica :( XxKim&El
Sospirai e passai al prossimo
Da: Lou
Ehy Hannah, si può sapere dove sei finita? Ci stai facendo preoccupare tutti, sia te che Zayn. Ti voglio bene principessa. xxL
Sorrisi, Louis era sempre così dolce. Passai al prossimo
Da: Niall
Hannah, torna a casa ti prego, mi stai facendo passare la fame un’altra volta e non mi piace. XxNi
Quel ragazzo, hahahaha.
Feci scorrere le dita in giù e aprii il prossimo.
Da: Hazza
Dove cazzo sei? Mi stai facendo preoccupare, seriamente! Torna a casa Hannah, ti prego. Mi manchi piccola. XxH
Sorrisi e passai all’ultimo.
Da: Liam
Hannah, non avresti dovuto scoprirlo così, mi dispiace, davvero, sono stato uno stupido a non dirtelo, ti prego perdonami e torna a casa, ho bisogno della mia sorellina. Ti voglio bene. XxL
Alla parola “Sorellina” mi si formò un groppo in gola, mi aveva appena chiamato sorellina, avevo sempre desiderato un fratello maggiore, che mi proteggesse da tutto e da tutti e adesso che c’è l’avevo lo stavo perdendo così? Come una stupida? Risposi velocemente a tutti.
Per: Kim
Ehi Kim, io sto bene tranquilla, ora non posso dirti dove mi trovo e non so quando tornerò a casa, per adesso non me la sento però, mi dispiace. Mi machi, mi mancate, tutti. Ti voglio bene, salutami El. XxH
Inviai e passai al prossimo.
Per: Lou
Ehi Lou, tranquillo, sono in un posto sicuro, non preoccuparti né per me né per Zayn, stiamo bene, davvero ;) Ti voglio bene anche io, tanto. XxH
Schiacciai su invia e aprii un nuovo messaggio.
Per: Niall
Ehi biondo, mi hai strappato un sorriso con questo messaggio, sappilo, hahahaha. Ti voglio bene. XxH
Invia.
Per: Hazza
Hazza, non ti preoccupare, sono al sicuro, tranquillo. Mi manchi anche tu Haz. XxH
E arrivai all’ultimo.
Per: Liam
Ora non me la sento di tornare a casa, scusami, ho bisogno di tempo. Ti voglio bene anche io Liam, nonostante tutto. XxH
E inviai anche l’ultimo, bloccai il telefono e lo appoggiai sulla sedia, prima di entrare in doccia controllai più e più volte che la porta fosse chiusa a chiave, quando ne fui certa al cento per cento mi misi sotto l’acqua e ci restai per almeno 20 minuti, alla fine mi insaponai e risciacquai. Quando fui pronta afferrai l’asciugamano e lo strinsi attorno al corpo, andai davanti alla specchiera e cominciai a pettinarmi i capelli asciugandoli poi con il phon, indossai i vestiti di Zayn e uscii dal bagno, come l’ultima volta non lo trovai da nessuna parte e mi infilai dentro la porta salendo le scale velocemente arrivando in quella stanza colorata, lo trovai di nuovo steso a terra con la stessa matita in mano.
- Dovresti comprarti una scrivania. – gli confessai avvicinandomi.
Si girò per pochi secondi guardandomi negli occhi e poi tornò sui suoi lavori.
Notai che il disegno della ragazza non c’era più, doveva averlo buttato anche se era davvero molto bello.
- I ragazzi sono parecchio in pensiero per noi. – ammisi inginocchiandomi vicino a lui.
- Ti hanno chiamato? – chiese mettendosi seduto.
Scossi la testa. – Ho risposto ai messaggi. – spiegai mostrando il telefono, lo vidi annuire mangiucchiando il commino della matita.
- A che stai lavorando? – gli chiesi curiosa.
- Volevo rifare tutta quella parete lì. – mi disse indicandola.
- E che disegni pensavi di metterci? – chiesi osservando i lavori per terra.
- è questo il problema, non ne ho idea. – affermò sbuffando.
Erano tutti davvero molto belli ma i miei occhi cercavano in continuazione il disegno di quella ragazza, aveva un non so ché di famigliare.
- Sei arrabbiata? – chiese osservandomi, alzai lo sguardo confusa.
- Con Liam intendo. – specificò.
Ero davvero arrabbiata con Liam? Ma no, certo che no, come ci si potrebbe arrabbiare con uno come lui?
- Non sono arrabbiata con lui, sono arrabbiata con me stessa. – affermai riportando la mia attenzione ai disegni a terra.
- Con te? E perché? – chiese confuso.
- Perché non l’ho capito prima, era tutto così chiaro eppure io non l’ho capito. –
Ed era vero, avrei potuto benissimo capirlo da sola eppure non l’avevo fatto.
- Non dovresti essere arrabbiata con te stessa, tu non hai colpe, e neanche Liam ne ha. –
Come dargli torto, la colpa era dei nostri genitori, che non ci hanno mai detto niente.
- Lo so. – sospirai annuendo.
Rimanemmo in quella stanza fino all’ora di pranzo, a scegliere quali disegni sarebbero stati meglio sulla parete che voleva rifare.
- Che facciamo per pranzo? – chiesi scendendo le scale.
- Credo ci sia ancora della pasta, è da un po’ che non vado a fare la spesa. –
- è da un po’ che non ci vieni? – chiesi curiosa.
- Da quando sei arrivata tu. – confessò quando fummo in cucina.
Come aveva detto trovammo qualche pacchetto di pasta, misi su l’acqua e aspettai che bollisse prima di metterci dentro gli spaghetti.
Tra le credenze trovai del pesto e lo aprii, mettendolo sulla pasta quando fu pronta, Zayn aveva già preparato il tavolo e così ci sedemmo, uno di fronte all’altro e cominciammo a mangiare in silenzio, non avevo mai passato così tanto tempo con Zayn da quando ero arrivata qui a Bradford, era sempre in giro con i suoi amici o con qualche ragazza, il solo pensiero mi infastidii un po’ e non capii il perché.
- Ci sei mai venuto con altre ragazze? – le parole mi uscirono dalla bocca senza avere il tempo di fermarle.
Mi guardò confuso ma poi capii.
- No, non ci ho mai portato nessuna. – ammise finendo la sua pasta.
Annuii sollevata.
- Gelosa? – mi chiese con sorriso arrogante.
- L’importante è crederci Zayn. – dissi alzandomi e mettendo il piatto nel lavandino, mi seguii e, dopo aver appoggiato il piatto dove l’avevo fatto io, mise entrambe le mani sul ripiano della cucina imprigionandomi tra lui e il marmo freddo. Mi girai e appoggiai la schiena contro il ripiano.
- Perché non vuoi ammettere che sei cotta di me. –
- Perché non è assolutamente vero! – protestai alzando la voce.
- Oh a me pare di sì invece. – rise lui avvicinandosi sempre di più
- Forse sei tu quello geloso. – dissi e lo vidi fermarsi a pochi centimetri dalla mie labbra.
- In che senso? – soffiò su esse.
- Ti devo ricordare di Jo? A come l’hai trattato? – gli ricordai cercando di mantenere la voce il più regolare possibile.
Per alcuni secondi non rispose.
- Okay, è vero, hai vinto, sono geloso. –
A quelle parole il mio cuore perse un battito e poi due, tre, quattro. Zayn Malik geloso?
- Come? –
- Detesto il fatto che qualcuno ti possa toccare, qualcuno che non sia io. – ammise ancora a un centimetro dalla mie labbra.
Mi morsi il labbro inferiore reprimendo l’istinto di annullare le distanze tra di noi anche se non servi a molto perché ci pensò già lui, avvicinando la sua bocca alla mia e baciandomi, con molta più passione di quella volta in spiaggia, stavolta non mi opposi, lo lasciai fare, come aveva detto lui era solo uno sfizio, beh, togliamocelo questo sfizio.
Stinsi le braccia al suo collo portando le mani ai suoi capelli, mi prese in braccio e uscii dalla cucina, entrando senza fatica in camera, mi appoggiò sul letto e si mise a cavalcioni su di me, forse era sbagliato, era tutto sbagliato, forse così non l’avrei più dimenticato o forse sì.
Si avvicinò di nuovo a me ma stavolta lo bloccai, appoggiando entrambe le mani sul suo petto.
- E se fosse tutto sbagliato? – ansimai.
- Non lo sarà. – mi promise ricominciando a baciarmi con più delicatezza.
Fece scendere le mani fino all’orlo della mia….della sua maglia e me la sfilò facilmente, la stessa cosa fece con i pantaloncini facendomi così rimanere in intimo, per un momento esitai, nessun ragazzo mi aveva mai visto in intimo, nessuna persona mi aveva mai visto in intimo, nemmeno mia madre.
- Sei bellissima. – sussurrò al mio orecchio.
A quelle parole sorrisi spontaneamente, non ero abituata a sentirmelo dire, soprattutto da un ragazzo così bello.
Ricominciò a baciarmi sbottonandosi i jeans neri, la maglietta non l’aveva da prima così fu tutto più veloce.
Con la coda dell’occhio vidi la sua erezione pulsare nella stoffa nera dei boxer, sorrisi, non credevo di fare questo effetto ai ragazzi non essendomi mai considerata bella e attraente.
Le sue mani si spostarono dietro la mia schiena cercando il gancetto del reggiseno, quando lo trovò avvampai ma feci finta di niente, non dovevo dargli questa soddisfazione, troppo tardi, lo sentii sorridere contro le mie labbra e sganciare il reggiseno, buttandolo ai piedi del letto, mi sfilò anche le mutande facendole fare la stessa fine. Fece una cosa che non mi sarei mai aspettata, mi prese entrambe le mani e le posò sull’elastico dei suoi boxer, voleva che glieli togliessi io, voleva che lo facessi io. All’inizio incespicai ma poi lui cominciò a baciarmi il collo, al contatto delle sue labbra calde sulla mia pelle mi rilassai togliendogli lentamente i boxer che li gettò per terra.
Si spostò dal mio collo e mi guardo, con una strana luce d’eccitazione negli occhi, mi stava chiedendo il permesso, glielo diedi, annuendo.
Con una spinta lenta entrò in me, all’inizio sentii una fitta di dolore tanto che dovetti aggrapparmi alla sua schiena, trattenendo un urlo. Restò immobile dentro di me, cercando di farmi abituare e poi cominciò a spingere, sempre più forte, il dolore lasciò spazio al piacere e cominciai a muovermi con lui.
Dopo un po’ le spinte cominciarono a farsi più lente e lentamente uscii da me, baciandomi il collo.
Mi sentii felice, era stato bello, una sensazione mai provata prima.
Restò a cavalcioni su di me ancora un po’, cercando di regolarizzare il respiro e io lo imitai, quando entrambi acquisimmo un respiro e un battito cardiaco regolare si spostò da sopra di me, sdraiandosi in parte e stringendomi a lui. Mi rannicchiai contro il suo petto e mi addormentai sfinita ascoltando il battito del suo cuore.



 

*si nasconde* okay, mi vergogno estremamente per aver scritto quella parte intima diciamo tra Hannah e Zayn, scusate se è scritta male ma davvero non ne sono capace, nonostante questa parte che ho scritto malissimo spero che il capitolo vi sia piaciuto
beh, è successa una cosa molto importante che da una svolta alla storia, nel prossimo capitolo vedremo come si comporteranno i nostri due protagonisti perciò continuate a seguirmi e recensite mi raccomando;)
Ora mi dileguo anche perchè non saprei cosa scrivere, ahaha
un bacio e *abbraccia tutti*
p.s. Volevo sottolineare che Zayn non si dichiarerà anche perchè non ha ancora capito i suoi sentimenti e lo stesso vale per Hannah
 


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Capitolo 23
*** 22. Stupidaggini ***


22. Stupidaggini

Mi svegliai di soprassalto tastando il materasso sotto di me: Vuoto.
Mi girai dall’altra parte e notai che erano le 18:30, avevo dormito parecchio. Mi vennero in mente le immagini di quel pomeriggio con Zayn e involontariamente sorrisi, in quel momento mi aveva mostrato una parte di sé che non conoscevo, che non credevo potesse esistere.
Mi alzai dal letto e presi il reggiseno e un paio di boxer di Zayn dal comodino , me lo infilai, raccolsi anche la maglietta di prima e i pantaloncini e infilai anche quelli, mi avviai in cucina per prendere un bicchiere d’acqua, quando fui abbastanza vicina alla cucina sentii Zayn parlare, doveva essere al telefono.
- No, sta bene, no, Liam, ascoltami, sta bene, davvero. - lo sentii dire, non riuscii a sentire la riposta dall’altra parte dell’apparecchio.
- Lo so che ti manca, manchi anche a lei, credimi. -
Sospirai, forse era il momento di tornare a casa, avevo già fatto troppo male a Liam e agli altri, non si meritavano niente di tutto questo.
- Ti vuole bene, me l’ha detto. Si, mi prenderò cura di lei, te lo prometto. – dopo ciò non sentii più niente, doveva aver riattaccato. Mi sistemai ed entrai in cucina facendo finta di niente, mi diressi al frigo e lo vidi guardarmi con un sorriso malizioso.
- Sai, stavo pensando che forse ora è il momento di tornare a casa. – ammisi frugando nel frigo, lo vidi scrutarmi con sospetto, forse aveva capito che avevo origliato o forse era solamente confuso.
- Davvero? – mi chiese appoggiandosi al ripiano della cucina.
Annui richiudendo il frigo, non trovai niente, beh in teoria non stavo cercando niente in particolare.
- Okay. –
- Domani? – chiesi guardandolo, mi restituii lo sguardo e annuii.
Per cena ordinammo delle pizze e quando finimmo di magiare ognuno se ne andò a dormire, io nel suo letto e lui sul divano, come se non fosse mai successo niente.
                                                                                                             …
Il mattino seguente mi svegliai più stanca di prima, stavolta non sognai niente ma la mia mente fu invasa dai ricordi di quel pomeriggio, di quel contatto e non mi fece chiudere occhio.
Mi alzai tutta intorpidita e mi infilai i pantaloncini che avevo tolto per andare a dormire, mi diressi in cucina e presi una fetta di torta da quelle avanzate e un bicchiere di latte, mi sedetti al tavolo e cominciai a mangiare, sentii Zayn respirare piano e mi vennero in mente di nuovo le scene di quel pomeriggio, il suono del suo respiro affannato, il tamburellare del suo cuore accelerato. Mi riscossi e finii la mia colazione, correndo in bagno per darmi una sciacquata, finito mi vestii con una maglietta di Zayn, il mio paio di Jeans che avevo su quando me ne ero andata, per via del freddo, e la sua felpa che mi mise quella sera nella catapecchia. Presi la maglietta a maniche corte che avevo su quella sera e la infilai nei passanti dei jeans, non sapendo dove metterla.
Tornai in salotto e vidi che sul divano non c’era più nessuno, guardai in cucina e lo trovai seduto al tavolo intento a bere il suo caffè, mi schiarii la voce per attirare la sua attenzione, quando si girò mi perforò con il suo sguardo freddo, duro, non capivo, che gli era preso? Fino a qualche ora fa mi guardava sorridendo e ora? Cosa era cambiato?
- Andiamo. - disse alzandosi e infilandosi la giacca di pelle nera che era appesa all’attaccapanni, uscimmo senza fiatare e mentre uscivamo da quel condominio la voragine che mi si era formata nel petto cominciò a bruciare mozzandomi il fiato, non capii, che mi stava succedendo?
Camminammo lenti sotto il freddo di Bradford senza dirci una parola.
- Si può sapere che ti succede? - chiesi stufa fermandomi.
- Che vuoi dire? - chiese senza neanche girarsi.
- Voglio dire che il giorno prima mi porti a letto con te e il giorno dopo non mi rivolgi neanche la parola! – quasi urlai, isterica.
- Non so di cosa tu stia parlando. -
- Invece lo sai benissimo, che ho fatto di sbagliato? -
- Stupidaggini, ora andiamo. – disse ricominciando a camminare.
Rimasi impietrita, incapace di muovermi, stupidaggini, allora era così, per lui erano tutte delle stupidaggini, eravamo andati a letto insieme ma per lui evidentemente era stata soltanto una stupidaggine, avrei dovuto aspettarmelo.
Ricacciai indietro le lacrime e ricominciai a camminare, restando dietro di lui, di qualche passo, cacciando le mani nelle tasche, cercando di riscaldarle.
Arrivammo a casa di Trisha dopo almeno 15 minuti e Zayn suonò, non aspettammo molto perché una donna molto bella e mora ci venne ad aprire, Trisha.
- Oddio Zayn, Hannah. – quasi urlò di gioia, stringendo prima il figlio e poi me in un abbraccio, di quelli che solo lei sa fare.
- Ma dove siete stati? – chiese spostandosi per farci entrare e chiudendo la porta, quando fummo al caldo tolsi le mani dalle tasche.
- Non ha importanza. – tagliò corto Zayn, con voce fredda.
- Non ha importanza? Siete stati via per parecchi giorni. – ci riproverò lei dolcemente, ristringendomi in un abbraccio. La strinsi anche io, felice.
- I ragazzi sono stati molto in pensiero per voi, figuratevi che Liam volevo chiamare la polizia, stava scoppiando quel povero ragazzo. – ci informò lei, entrando in cucina.
Avrei dovuto chiamare Liam al più presto, avrei dovuto chiamare tutti, al più presto.
- Sedetevi, vi faccio una cioccolata calda, fuori fa freddissimo. – disse lei mettendosi ai fornelli.
Mi sedetti sulla sedia e afferrai il cellulare dalla tasca, composi velocemente il numero di Liam e misi l’apparecchio all’orecchio.
Uno squillo, due, tre.
- Pronto? Hannah? –
- Ehi Liam. –
- Oddio Hannah, stai bene? Dove sei? – chiese preoccupato.
- Sto bene Liam, tranquillo. Sono tornata a casa. – risposi calma.
- Arrivo subito. –
- Liam non è – non riuscii a finire la frase che mi mise giù, sospirai e sorrisi.
- Liam viene qui? – mi chiese gentilmente Trisha.
Annuii.
- Bhe allora vorrà dire che questa cioccolata non basterà, dovrò farne di più, avrà di sicuro avvertito tutti gli altri. –
Era vero, non ci avevo pensato, di sicuro avrà avvertito tutti gli altri, e me li ritroverò davanti tra pochi minuti, speravo non fossero tanto arrabbiati con me.
Dopo pochi minuti, come previsto, sentii il campanello suonare con insistenza, mi alzai dalla sedia e mi incamminai verso la porta, prima di aprirla presi un lungo respiro, preparandomi alla sfuriata che di sicuro avrei ricevuto.
Mi ritrovai davanti un riccio incazzato, parecchio incazzato, una Kim infuriata, un Liam arrabbiato e preoccupato, un Louis agitato e al tempo stesso arrabbiato, un El sorpresa e un biondo tranquillo, quando Niall era tranquillo c’era solo da preoccuparsi.
Mi allontanai dalla porta facendoli entrare e mi misi da parte ascoltando.
- Allora 1, ti sei bevuta il cervello? Sparire in quel modo? Senza dire niente a nessuno? 2, lo sai che ci hai fatto preoccupare parecchio? Tutti i giorni non facevo altro che chiamarti ma tu non rispondevi! E 3, mi sei mancata così tanto piccola. – disse Harry prima infuriato e poi addolcendosi un po’, sorrisi e mi strinse a se, affondai la testa nella sua spalla e sospirai.
Mi staccai da lui e aspettai la sfuriata di Kim che non arrivò, al contrario si buttò tra le mie braccia e cominciò a piangere.
- Mi sei mancata, sei un idiota sappilo! Non farlo mai più ti prego. – piagnucolò sulla mia spalla, la strinsi a me e annuii.
Vidi Louis accarezzarmi la testa, mi staccai da Kim e mi fiondai tra le sue braccia.
- Mi sei mancata stupida, non farlo mai, mai più. – annuii contro il suo petto.
Quando mi staccai abbracciai anche El.
- Sei stata un incosciente, non si fanno queste cose! – mi riproverò dolcemente stringendomi a sé, sorrisi e mi staccai girandomi verso Niall.
- Siediti. – mi invitò lui, indicando il divano, feci come mi disse e mi sedetti, lo vidi girare intorno al divano con le mani dietro la schiena.
- Okay, mi stai facendo paura. – ammisi seguendolo con lo sguardo.
- Oh dovresti averne. – mi spiegò lui passandomi davanti, si fermò e si sedette sul tavolino di fronte a me.
3,2,1
- Sei scema? Nono, dimmi, lo sei? Hai presente lo spavento che mi hai fatto prendere? Non ho mangiato quanto avrei dovuto per colpa tua, credevo che non saresti più tornata, mi hai fatto prendere un colpo! – urlò lui alzandosi, mi alzai anche io e lo strinsi tra le braccia, lo sentii rilassarsi e stringermi a sua volta.
- Sei stata una stupida. – disse tranquillizzandosi e accarezzandomi i capelli.
- Lo so. – ammisi.
- Non farlo più okay? –
Annuii. Quando mi staccai da lui guardai Liam, anche lui mi guardava, rimanemmo immobili a guardarci per non so quanto tempo, sotto lo sguardo preoccupato di tutti, poi mi buttai tra le sue braccia, lo sentii sospirare stringendomi a sé, evidentemente si aspettava una reazione negativa. Scoppiai in lacrime e affondai il viso nella sua camicia.
- Shh. – mi rassicurò lui, stringendomi di più.
- Mi dispiace così tanto. – dissi con voce strozzata.
- è tutto okay, non è colpa tua, è stata tutta colpa mia. –
Scossi la testa, non era colpa sua, non era stato lui l’incosciente che era scappato di casa facendo preoccupare tutti.
Mi staccai da lui e con il dorso della mano mi asciugai le lacrime, con la coda dell’occhio notai Zayn appoggiato allo stipite della porta con gli occhi fissi su di me, mi girai a guardarlo, avrei dovuto ringraziarlo ma prima che riuscii ad aprire bocca tutti si fiondarono su di lui.
- Ehi amico, ci hai fatto preoccupare parecchio anche tu. – disse Harry stringendolo in un abbraccio.
Li guardai sorridendo, quei cinque formavano davvero una bella squadra.
- Devi raccontarmi un sacco di cose tu! – mi puntò il dito contro Kim.
- Raccontarci. – la corresse El.
- Quello che ha detto lei. – disse Kim sempre con il dito puntato contro e indicando sua sorella con un cenno del capo.
- Ti racconto soltanto se metti giù quel dito. – la avvisai.
- Eh va bene. – disse lei abbassando il dito guardandomi torva, restituii lo sguardo ed entrambe scoppiammo a ridere, mi era mancata la mia migliore amica, no, mi erano mancati tutti.



 

We bella gente, chiedo scusa per non essere riuscita ad aggiornare ieri solo che sono stata impegnata tutto il giorno ma spero di essermi riscattata con questo nuovissimo capitolo
ma, tornando a noi, come ve la passate? Io non male anche se sto letteralmente morendo di caldo, invidio tutti coloro che adesso sono al mare, uff
okay, parlando del capitolo, Hannah decide di tornare a casa e oddio, quanto è dolce Niall? jsjuchwisn e lei con Liam? jwdjuwndx e devo smetterla di scrivere lettere a caso, ahaha
comunque, parlando di lei e Zayn, cosa credete che sia preso al nostro bad boy? Magari fatemelo sapere con una recensione, ne sarei molto felice ;)
Ora mi dileguo, al prossimo capitolo e *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori


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Capitolo 24
*** 23. Devo ritrovare me stessa! ***


23. Devo ritrovare me stessa!

Mi ritrovai seduta di nuovo sul mio vecchio letto con le gambe incrociate, accanto ad El, Kim era seduta sulla sedia con i piedi sul letto.
- Quando sei scappata dove sei andata? – mi chiese Kim giocando con un pupazzetto che aveva tra le mani.
- Ho corso per un po’ e poi ho trovato una catapecchia e mi ci sono rinchiusa dentro. – ammisi guardandomi le mani.
- E Zayn? Appena sei scappata ti è corso subito dietro. – chiese El.
- Dopo pochi minuti è entrato anche lui nella catapecchia e mi ha dato la sua felpa. – dissi nascondendo le mani dentro le lunghe maniche della sua felpa.
- E poi? Che è successo? – Kim fremeva di impazienza.
- Non ha voluto andarsene e così ci siamo addormentati entrambi. –
- E avete passato tutti questi giorni in quella catapecchia? – chiese El preoccupata.
Scossi la testa. – Mi ha portato a mangiare qualcosa e poi siamo andati – mi bloccai, mi aveva detto di non dire niente a nessuno di quel posto.
- Siete andati dove? –
- In un posto. – restai sul vago, vidi El e Kim annuire all’unisono, forse avevano capito che non potevo parlarne.
- E… -
Avrei dovuto dirglielo, Kim era la mia migliore amica ed El era una delle amiche più care che avevo, sapevo che non mi avrebbero mai giudicato per questo.
- E? – chiese curiosa Kim.
Presi un lungo respiro e buttai fuori tutta l’aria in un solo colpo.
- E…sono andata a letto con Zayn. – ammisi guardando la trapunta bianca che c’era sul mio letto, non avevo il coraggio di guardarle in faccia.
- Tu hai fatto cosa? – urlò Kim alzandosi alla velocità delle luce dalla sedia.
- Dimmi che ho sentito male, ti prego. – mi pregò lei ancora in piedi.
Scossi la testa e sentii El sospirare.
- Che c’è di tanto sbagliato? Non è successo niente, era soltanto per toglierci lo sfizio. – sussurrai io tenendo ancora gli occhi bassi.
- Che c’è di sbagliato? Non è successo niente? Da quando andare a letto con una persona è “Niente”?? – Chiese urlando.
- Kim, abbassa la voce. – la riprese El.
- Abbassa la voce un cazzo, è andata a letto con Zayn! Credevo che ormai avessi imparato a conoscerlo. – sbraitò lei.
Era vero, Zayn era sempre andato a letto con una ragazza diversa ogni sera, ma questo non faceva di me una di quelle ragazze, o forse sì?
Per un minuto buono nessuno fiatò poi sentii Kim risedersi pesantemente sulla sedia.
- è che ho paura che ti faccia soffrire. – ammise lei addolcendo la voce.
- Perché dovrei soffrire? Infondo non proviamo niente nei confronti dell’altro, era solo per divertimento. – dissi io, era vero, l’avevamo fatto solo per divertimento, per toglierci lo sfizio eppure nonostante tutto continuavo a rivivere quel momento e mi faceva sentire bene, tanto bene.
- Lo sai che Zayn non cambierà? Andrà a letto ogni volta con una ragazza diversa, senza che cambi nulla. – 
Annui, lo sapevo, non sarebbe cambiato niente eppure mi si formò un groppo in gola e ricacciai indietro le lacrime.
- Hannah. – mi richiamò una vocina dolce, Safaa.
La vidi aprire la porta e sorridermi correndomi incontro, scesi dal letto e la presi in braccio, stringendola a me.
- Dove sei stata? – mi chiese dolcemente.
- Sono stata in un bel posto. – ammisi, infondo era vero.
La vidi sorridere e stringersi al mio collo, quella bambina era adorabile.
- Mamma ha detto che potete restare qui a mangiare. – informò Safaa rivolgendosi a Kim ed El.
- Oh perfetto, grazie. – ringraziò Kim alzandosi dalla sedia e stiracchiandosi, tutte insieme scendemmo in cucina, sul divano trovammo Niall e Harry a giocare alla play, Louis seduto sul tappeto con la testa appoggiata al divano e Liam e Zayn seduti sui braccioli del divano.
- Sul tavolo ci sono i soldi per ordinare le pizze, io porto Safaa dalla nonna, Waliyha resta a dormire da una sua amica e Donya finisce di lavorare tardi quindi Zayn – indicò il figlio. – Non fare casini okay? – 
- Si mamma, tranquilla. – la tranquillizzò lui.
- Molto bene, a più tardi ragazzi, ciao Hannah. – mi salutò con un bacio sulla fronte e sparii con Safaa dietro la porta.
- Tanto non mi batti. – urlò Niall a Harry, stavano giocando a Fifa, erano entrambi molto concentrati e dalle loro espressioni stava vincendo Niall.
- Chi vince va contro di me. – disse Louis fissando la tele.
Passammo tutto il pomeriggio a parlare e a giocare alla play, feci un paio di partite anche io, ne vinsi soltanto una però, contro Harry, che ci rimase malissimo.
- Che ne dite di ordinare? – chiese Liam.
- Dico che è un’ottima idea! – constatò Niall.
Tutti annuimmo e Liam compose il numero ordinando 8 pizze che arrivarono poco dopo.
Ci sedemmo tutti al tavolo, io tra Kim ed Harry, mentre Zayn tra Liam e Niall e Louis ed El a capo tavola.
Tagliammo tutti la propria pizza e cominciamo a magiare, ridendo e scherzando tra di noi, facendo finta di rubare della pizza al piccolo Niall che la proteggeva con entrambe le mani.
Notai che Kim non faceva altro che guardare Zayn con uno sguardo omicida, parecchio omicida.
- Liam, puoi dire alla tua ragazza di smetterla di trucidarmi con lo sguardo? – disse Zayn parecchio infastidito.
Tutti ci girammo verso di loro mentre Kim ribatté. 
- Tu prova soltanto a farla soffrire che ti rovino quel bel faccino che ti ritrovi. – minacciò aggressiva.
In quel momento maledii sia lei che me, lei perché aveva fatto intuire a Zayn che gli avevo raccontato tutto e me perché ero stata tanto stupida da dirglielo.
Di colpo Zayn si girò verso di me, non riuscii a tradurre la sua espressione ma sembrava infastidito.
- Ma che sta succedendo? Far soffrire chi? – chiese Liam rivolto ad entrambi.
- Niente, è la tua ragazza che oggi ha le sue cose. – constatò Zayn alzandosi e facendomi segno di raggiungerlo di sopra, senza però farsi vedere dagli altri.
Ingoia il groppo che mi si formò in gola e, dopo pochi minuti, mi alzai con la scusa del bagno e guardai Kim di traverso, la vidi mimare con la bocca uno “Scusa” e mi diressi in camera, dove mi aspettava.
Quando richiusi la porta dietro di me lo vidi girato di schiena rivolto verso l’armadio, cercai di spostarmi dalla porta ma ero bloccata, totalmente immobile.
- Zayn io – cercai di dire ma lui si scaraventò verso la porta sbattendo le mani ai lati della mia testa imprigionandomi.
- Perché gliel’hai raccontato? – chiese severo guardandomi negli occhi.
- Ecco io – non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, ero totalmente presa dai suoi occhi.
- Rispondimi. – ordinò con voce ferma senza smettere di guardarmi.
- è la mia migliore amica. –
- Non è una motivazione valida per raccontargli cose private. – quasi ringhiò arrabbiato.
Aveva ragione, non era una motivazione valida però avevo bisogno di raccontarlo a qualcuno.
- Avevo bisogno di raccontarlo a qualcuno. – ammisi sentendo il battito del mio cuore accelerare, non sapevo se a causa della paura o della sua vicinanza.
Lo sentii sogghignare, ma non sembrava affatto felice.
- Scusa, ma che ti cambia a te? – chiesi cominciando a sentir crescere la rabbia dentro di me.
- Che mi cambia? Mi cambia che gli hai raccontato delle cose private. – sbottò lui.
- Credevo che non ti importasse di niente. –
- Forse. - disse lui allontanandosi e aprendo la porta, richiudendola subito dopo.
Cominciai a singhiozzare e mi lasciai scivolare contro la porta, arrivando a toccare il pavimento freddo, mi premetti una mano sulla bocca, cercando di soffocarli e cominciai a piangere, rannicchiandomi per evitare di tremare.
Dovevo smetterla di piangere, da quando ero arrivata qui la Hannah che c’era prima era come se fosse scomparsa, dovevo ritrovare me stessa , e lo dovevo fare al più presto.


 

*si nasconde* chiedo umilmente perdono per non aver pubblicato ieri, perdonatemiii anche perchè non riuscirò ad aggiornare per una settimana da dopodomani siccome sarò da mia nonna e non avrò internet, piango
comunque, ritornando al capitolo, vi è piaciuto? So che è un po' corto e che non succede un granchè ma è più che altro un capitolo di passaggio dove descrivo i sentimenti di Hannah e spero di averli descritti bene, ahahaha
Okay, ora mi dileguo e vado a leggere le vostre recensioni al capitolo precedente ;)
Alla prossima e *abbraccia tutti*
p.s. Scusate per gli eventuali errori


 

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Capitolo 25
*** ATTENZIONE ***


Ciao a tutti, so che non aggiorno da un sacco di tempo solo che il mio computer ha deciso che era stanco di vivere e quindi ha smesso di andare e non riesco più a farlo partire e perciò non so quando aggiornerò, spero però che non mi abbandoniate e che continuerete a seguirmi 
Aggiornerò quando mi sarà possibile
Un bacio a tutti xx

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Capitolo 26
*** 24. Loro non sanno nulla di noi ***


                                                         24. Loro non sanno nulla di noi

 

Dopo quel piccolo inconveniente con Zayn salutai tutti e diedi la buonanotte velocemente, non volevo far notare a nessuno che mi ero messa a piangere ma come sempre a Kim non sfuggì nulla e mi chiese ancora scusa per aver perso la pazienza con Zayn, gli dissi che era tutto okay, infondo ero stata io la stupida ad aver aperto bocca.

Ero nel letto, a guardare il soffitto, come se ci fosse qualcosa di interessante, era tardi ormai, i ragazzi erano tornati tutti a casa, Trisha e Donya non erano ancora tornate quindi ero in casa da sola, con Zayn. 

Presi un respiro e mi alzai per andare in bagno, la cui porta era vicina a quella della camera di Zayn, prima di entrare mi fermai un attimo ad ascoltare, stava cantando.

 

People say we shouldn’t be together
We’re too young to know about forever
But I say, they don’t know

 

 

La gente dice che non dovremmo stare insieme
che siamo troppo giovani per sapere cosa vuol dire per sempre
ma io dico, loro non sanno

What they’re talk, talk, talking about (talk, talk, talking about)
Cause this love is only getting stronger
So I don’t wanna wait any longer
I just wanna tell the world that you’re mine girl, Oh

 

 

di cosa stanno parlando, stanno parlando, stanno parlando

Perchè questo amore sta diventando sempre più forte
perciò io non voglio più aspettare
io voglio dire al mondo intero che sei mia, ragazza, Oh

 

Che sei mia.

 

 

They don’t know about the things we do
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life
Just to find a love that feels this right
Baby they don’t know about, they don’t know about us

 

Loro non sanno le cose che facciamo
Loro non sanno dei nostri “ti amo”
ma scommetto che se solo lo sapessero
sarebbero solo che gelosi di noi
loro non sanno nulla delle nostre notti passate svegli
loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita
per trovare un amore che sento così giusto
Baby loro non sanno nulla, loro non sanno nulla di noi

 

Loro non sanno dei nostri “Ti amo”, loro non sanno nulla di noi.

 

 

One touch and I was a believer
Every kiss gets a little sweeter
It’s getting better, keeps getting better all the time girl

 

Un tocco e ci ho creduto subito
con ogni bacio è diventato tutto più dolce
continua a migliorare, continua a migliorare sempre ragazza

 

Con ogni bacio…

 

 

They don’t know about the things we do
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life
Just to find a love that feels this right
Baby they don’t know about, they don’t know about us

 

Loro non sanno le cose che facciamo
Loro non sanno dei nostri “ti amo”
ma scommetto che se solo lo sapessero
sarebbero solo che gelosi di noi
loro non sanno nulla delle nostre notti passate svegli
loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita
per trovare un amore che sento così giusto
Baby loro non sanno nulla, loro non sanno nulla di noi

 

Un amore così giusto.

 

 

They don’t know how special you are
They don’t know what you’ve done to my heart
They can say anything they want
Cause they don’t know us

 

Loro non sanno quanto sei speciale
loro non sanno quello che hai fatto al mio cuore
possono dire quello che vogliono
perchè non sanno nulla di noi

 

Quello che hai fatto al mio cuore.

 

 

They don’t know what we do best
Is between me and you, our little secret
But I wanna tell ‘em, I wanna tell the world that you’re mine girl

 

Loro non sanno quello che noi facciamo meglio di chiunque altro
è tra me e te, il nostro piccolo segreto
ma voglio dir loro, io voglio dir loro che tu sei mia ragazza..

 

Che tu sei mia.

 

They don’t know about the things we do
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life

 

Loro non sanno le cose che facciamo
Loro non sanno dei nostri “ti amo”
ma scommetto che se solo lo sapessero
sarebbero solo che gelosi di noi
loro non sanno nulla delle nostre notti passate svegli
loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita

 

Just to find a love that feels this right
Baby they don’t know about
They don’t know about the things we do
They don’t know about the “I Love You’s”
But I betcha if they only knew
They would just be jealous of us
They don’t know about the up all night
They don’t know I’ve waited all my life

 

per trovare un amore che sento così giusto
Baby loro non sanno nulla

Loro non sanno le cose che facciamo
Loro non sanno dei nostri “ti amo”
ma scommetto che se solo lo sapessero
sarebbero solo che gelosi di noi
loro non sanno nulla delle nostre notti passate svegli
loro non sanno che ho aspettato tutta la mia vita

 

 

Just to find a love that feels this right
Baby they don’t know about, they don’t know about us

 

per trovare un amore che sento così giusto
Baby loro non sanno nulla, loro non sanno nulla di noi

 

 

They don’t know about us

 

Loro non sanno nulla di noi…

 

Quando finii di cantare cominciai a sentirmi vuota, sentii il desiderio irrefrenabile di riascoltarlo cantare, di quella sua voce calda e fottutamente bella.

Lo vidi uscire dalla sua stanza e fermarsi sulla soglia, notandomi. Rimanemmo in silenzio a guardarci, io con ancora la mano sulla maniglia della porta del bagno e lui su quella della sua stanza, forse si stava chiedendo se l’avessi sentito cantare.

- Sei davvero bravo. – Dissi infine aprendo la porta del bagno e infilandomi dentro richiudendola alle mie spalle.

                                                                                …

- Hannaaaaaah! –

Chi è che mi sveglia a quest’ora? In un giorno di vacanza?

Sentii la porta spalancarsi e Kim entrare come una furia tirandomi via le coperte ed andando verso la finestra tirando le tende e facendo entrare nella stanza una luce accecante.

- Ora ti alzi e ti prepari! –

- Per fare che? –

- Dobbiamo andare a comprare qualche vestito per stasera. – Mi informò con voce ovvia.

- Stasera? – Chiesi confusa affondando la faccia nel cuscino.

- Come non lo sai? Matt da una festa a casa sua prima che ricominci la scuola, siamo tutti invitati. – Disse sedendosi sul letto.

- Passo. - Dissi rimettendomi le coperte.

- Oh bella mia, hai già saltato la discoteca quando eravamo al mare, stavolta vieni, senza discussioni! – Ribatté lei tirandomele di nuovo via.

Sbuffai e ancora assonnata mi alzai guardandola male.

- Ti aspetto qui, fai veloce. – Sorrise lei mettendosi comoda.

Roteai gli occhi al cielo e afferrai della biancheria intima dal cassetto vicino al letto e un paio di leggins neri con un maglione verde acqua dall’armadio, andai in corridoio e mi fiondai in bagno, chiudendo a chiave e aprendo l’acqua, quando fu calda abbastanza mi misi sotto e rilassai i nervi, stanotte avevo dormito si e no qualche ora, non facevo altro che sognare quel pomeriggio con Zayn, scossi la testa come per togliermi il pensiero e dopo essermi insaponata e risciacquata uscii dalla doccia infilando un accappatoio e cominciai a spazzolare i capelli con delicatezza, quando finii li asciugai e li legai in una coda alta, mi vestii, mi profumai, misi un filo di trucco e uscii andandomi a schiantare contro qualcosa di duro.

- Ahi. – piagnucolai toccandomi il naso.

- Perché non guardi dove vai? – disse lui con tono piatto.

- Io? Sei tu che mi sei venuto addosso. – protestai accigliata.

- Come vuoi. – troncò il discorso lui entrando in bagno, senza neanche rivolgermi uno sguardo.

Mi costò ammetterlo ma ci rimasi male, parecchio male, non si era mai comportato così con me, di solito mi lanciava frecciatine e non me la dava vinta così facilmente.

- Hannah, ohi, ci sei? – mi richiamò Kim passandomi una mano davanti agli occhi.

Mi ripresi ed annuii, dirigendomi verso le scale e scendendole di corsa, non mi fermai neanche a mangiare qualcosa, ero troppo incazzata per il suo comportamento.

- Cos’è tutta sta fretta? Solo dieci minuti fa non ti saresti mai alzata dal letto. – chiese Kim dopo essere uscite di casa, notai che Trisha non era in cucina come c’era sempre, doveva essere ancora a dormire e lo stesso le sorelle di Zayn.

- Scusa. - 

- C’è qualcosa che non va? -

- Tutto, da quando io e Zayn siamo andati a letto insieme si comporta in modo strano, diverso da prima. – spiegai meravigliandomi della semplicità con cui dissi le parole “Io” “Zayn” e “letto”.

- E tu? Ti comporti in modo diverso? – chiese affiancandomi.

- Non che io sappia. – ammisi, non mi sembrava di comportarmi in modo diverso dal solito, forse piangevo un po’ troppo spesso ultimamente, quello sì, ma preferii non accennare niente.

Arrivammo in centro dopo un po’ ed entrammo in un negozio davvero costoso.

- Oh guarda quello. – esclamò Kim andando verso un abito viola, corto davanti e più lungo dietro, con un corpetto fatto a cuore tempestato di strass. 

- Che te ne pare? – chiese mettendoselo davanti.

- è davvero molto bello. – affermai sorridendole.

- Vado a provarmelo. – disse lei entrando in camerino, sorrisi e guardai dei vestiti lì vicino.

Notai un vestitino azzurro a frange, lungo fino a metà coscia con un corpetto diviso in due da una striscia di perline che riflettevano la luce del negozio, era davvero molto bello, guardai il prezzo e oltre che bello era anche costoso, parecchio costoso.

- Allora? Come mi sta? – chiese Kim facendo un giro su se stessa, il viola del vestito faceva uno strano contrasto con il rosso accesso dei suoi capelli ma nonostante quello gli stava davvero molto bene.

- Ti sta benissimo. – affermai sorridendole.

- Grazie, e tu? Hai visto qualcosa che ti piace? – chiese avvicinandosi.

- Si ma è parecchio costoso. –

- Se vuoi te lo pago io. – si offrii lei gentilmente.

- Cosa? No, assolutamente no! Metterò uno dei miei vestiti, non preoccuparti. –

- Sei sicura? Guarda che a me non dà fastidio. –

- Si, sono sicura, grazie lo stesso. – la ringraziai sorridendole, non avrei mai permesso che spendesse tutti quei soldi per me.

Kim ritornò in camerino e si cambiò, pagando alla cassa il vestito con la sua carta di credito, a Kim non mancavano di certo i soldi, un giorno mi aveva raccontato che suo padre costruiva case mentre sua madre le arredava, infatti casa sua era tre volte la mia.

Girammo un po’ in centro finchè si fece l’ora di pranzo.

- Ti va di fermarci qui? – mi chiese Kim, annui e presi il telefono per avvertire Trisha, siccome non avevo salvato il suo numero privato e non lo sapevo a memoria decisi di chiamare su quello fisso.

Dopo poco mi rispose ma non era Trisha e neanche una delle ragazze, era una voce maschile.

- Pronto? –

- Emm…Zayn? –

- Hannah? –

- Si, volevo chiamare Trisha ma non ho il suo numero di cellulare e quindi…comunque visto che hai risposto tu volevo chiederti se potevi dirle che mi fermo in centro a mangiare e quindi torno a casa più tardi. –

- Okay, l’avviso io. – disse con tono piatto, senza lasciar trapelare nessuna emozione.

- Grazie. – detto ciò misi giù.

- Ma voi non vi salutate mai? – mi chiese Kim divertita.

- Sta zitta Kim. – la zittii trascinandola dentro un fast food.

Dopo aver finito di mangiare ci incamminammo verso casa, lei non faceva altro che parlare della festa di Matt che si sarebbe tenuta quella sera mentre io ero persa nei miei pensieri, nella testa mi tornò in mente la voce calda di Zayn mentre cantava, la sera prima e poi quella fredda, senza emozioni di qualche ora fa, era come il fuoco contro il ghiaccio, tanto diversi tra loro ma appartenenti allo stesso mondo.

Quando arrivammo davanti a casa sua la salutai con un abbraccio e mi diressi verso la mia, per tutto il tragitto non feci altro che pensare a quelle due voci così diverse ma poi un pensiero a cui non avevo fatto molto caso mi balenò in testa, essendo stata adottata avevo un nuovo cognome, Hannah Payne, che suono strano che aveva. Da quando ero tornata Liam mi aveva chiesto se me la sentivo di andare a conoscere i miei genitori biologici anche se ora era un po’ arrabbiato con loro, risposi di no, che per ora non me la sentivo, non riuscivo più neanche a rispondere alle chiamate di mia mamma, quella adottiva, parlai solo con Ryan, era vero, anche lui me l’aveva tenuto nascosto ma almeno lui non era autorizzato a dirmelo anche se ormai viveva con noi da tantissimo, mi raccontò che non volevano mentirmi per tutti quegli anni e che non sapevano come dirmelo anche se avrebbero dovuto trovare il modo.

Presto io e Liam avremmo fatto il test del DNA, per essere sicuri al centro per cento anche se lo eravamo già, l’idea di avere un fratello maggiore mi piaceva anche se ora lo vedevo con occhi diversi, ora lo vedevo come una sorella vede il proprio fratello.

Arrivai a casa che erano le 17:00, decisi subito di farmi un’altra doccia, Kim aveva detto che lei e Liam sarebbero passati a prendere me e Zayn alle 19 e che gli altri ci avrebbero raggiunto là.

Entrai in camera e tirai fuori dall’armadio il vestito che mi regalò mia madre per il mio 15esimo compleanno, pensare a lei mi fece male, mi si formò un groppo in gola e trattenni le lacrime prima di scoppiare. Cercando di non pensarci più presi le mie vans nere da abbinare al vestito e la mia pochette nera con la tracolla fatta a catena d’argento, presi della biancheria ed entrai in bagno, mi misi sotto la doccia e restai sotto l’acqua per almeno 20 minuti, mi avvolsi nell’asciugamano e mi misi davanti allo specchio per asciugare i capelli, decisi di tirarli e quando ebbi finito entrai in camera per vestirmi, mi infilai il vestito e mi misi le scarpe, guardai l’ora ed erano le 18:30, decisi di scendere in salotto e di guardare un po’ la TV, in cucina trovai Trisha.

- Ciao Trisha. – la salutai entrando in cucina.

- Oh ciao cara, ma sei bellissima. – mi disse girandosi ed abbracciandomi.

- Grazie. – risposi ricambiando l’abbraccio.

Quando mi staccai vidi Zayn entrare in cucina, era bellissimo, indossava dei jeans neri stretti a vita bassa, una maglietta bianca aderente e in mano aveva il suo giubbino di pelle nero.

- Zayn, non è bellissima Hannah? – gli chiese sua madre sorridendomi.

Zayn si voltò a guardarmi e restò un momento a fissarmi, fece scorrere gli occhi sul tutto il mio corpo per poi soffermarsi sui miei occhi, abbassai lo sguardo, incapace di reggere il confronto.

- Si, lo è. – disse per poi uscire dalla cucina, a quelle parole il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, era la seconda volta che mi diceva che ero bellissima e nonostante tutto la mia reazione non era cambiata.

Pian piano si fecero le 19 e Liam e Kim passarono a prenderci, io mi sedetti dietro con Kim mentre Zayn davanti insieme a Liam.

Anche Liam e Kim erano davvero belli, Liam indossava dei jeans chiari e una camicia sull’azzurrino mentre Kim il vestito che aveva comprato poco fa, anche lei si era lisciata i capelli anche se i suoi erano poco più corti dei miei.

Arrivammo a casa di Matt in poco tempo, rimasi sbalordita, la sua casa era enorme, con una piscina interrata grande quanto casa mia, c’era almeno tutta la scuola, chi in piscina chi dentro casa a ballare.

Quando entrammo fui travolta da un odoro di sudore ed alcool che mi diede il voltastomaco, con difficoltà riuscii a seguire gli altri e insieme raggiungemmo Niall, Harry, Louis ed El.

- Ciao ragazzi. – Ci salutò allegro Niall alzando la voce per sovrastare il volume della musica.

- Ciao biondo. – Lo salutai abbracciandolo.

- Wow Hannah, sei una bomba. – Mi disse Harry allargando le braccia.

- Anche tu riccio. – Affermai fiondandomi tra le sue braccia.

- Okay ragazze, ora si va a ballareee. – Ci urlò Kim afferrando sia me che El e portandoci in pista, cominciammo a ballare tra noi quando arrivò un lento, Liam raggiunse Kim mentre Louis El, mi misi da parte e mi sedetti su uno dei divanetti.

- Mi concederesti un ballo? – Mi chiese Harry inginocchiandosi per scherzare.

- Ma piantala. – Risi io.

- Lo prendo come un sì. – Rispose lui prendendomi e portandomi in pista, cominciammo a ballare ridendo e scherzando.

- Posso rubartela un attimo? – Chiese una voce familiare alle nostre spalle, mi girai e lo vidi, in tutta la sua perfezione.

- Trattamela bene. – Disse Harry sorridendogli e posandogli una mano sulla spalla per poi raggiungere una ragazza del suo corso.

Zayn mi tirò a sé posando le mani su entrambi i fianchi, io gli cinsi il collo un po’ titubante.

Ballammo in silenzio per vari minuti poi mi decisi a parlare.

- Perché hai voluto ballare con me? – Chiesi guardandolo.

- Mi andava. – Rispose lui tagliando il discorso sul nascere, annuii e spostai lo sguardo dal suo viso.

- Ehi amico, ora tocca a me. – Ci interruppe una voce, Matt.

Zayn aumentò la stretta sui miei fianchi ma poi mi lasciò andare, guardandomi negli occhi prima di andarsene, sentii le mani di Matt sui miei fianchi, totalmente diverse da quelle di Zayn, feci una smorfia a quel contatto ma non dissi nulla.

Quando cominciammo a ballare i miei occhi cercarono i suoi per tutta la stanza, li trovai poco dopo, che mi fissavano, era appoggiata al muro con le braccia incrociate che faceva scorrere gli occhi prima sul mio viso, poi sulle mani di Matt strette ai miei fianchi, giro la testa infastidito e se ne andò, mi staccai da Matt con uno “scusa” e lo seguii, si stava dirigendo verso la portafinestra che dava sul giardino, inciampando qua e là mi feci spazio tra i corpi che si muovevano al ritmo della musica e finalmente lo raggiunsi.

- Zayn. – Urlai ma non si voltò.

- Zayn! – Riprovai, stavolta con più voce, lo vidi fermarsi ma non si girò.

- Che vuoi? – Chiese brusco.

Bella domanda, che volevo? 

- Perché te ne sei andato? – 

- Avevo bisogno di aria. –

Ma certo, aria, ovvio, e io che credevo…

- Credevo che… -

No Hannah fermati, prima di dire qualche stupidaggine fermati!

- Credevi cosa? – Chiese finalmente girandosi, puntò gli occhi nei miei.

- Niente. – Dissi girandomi e dirigendomi di nuovo verso la festa quando lui mi bloccò fermandomi per un polso, mi girai e lo trovai vicino, molto vicino al mio viso.

- Credevi cosa, Hannah? – Chiese.

Deglutii a fatica.

- Credevo che volessi fare un tuffo, sai, c’è la piscina, fa caldo. – Mentii cercando di essere il più convincente possibile.

- Non te l’ha mai detto nessuno che come attrice fai pena? – Chiese divertito ma tornando subito serio.

- Hannaaaaaah. – Mi girai di scatto e vidi Kim venire verso di me barcollando.

- Dai vieni a ballare. – Disse ridendo come una deficiente.

- Ubriaca. – Disse Zayn dietro di me, annuii guardando Kim, non l’avevo mai vista ubriaca e non avrei mai immaginato di vederla in questo stato.

- Portiamola a casa. – Mi consigliò Zayn, la presi per un braccio e la trascinai alla macchina di Liam.

- Chiamo Liam. – Dissi appoggiando Kim alla macchina e estraendo il telefono dalla borsa.

- Pronto? - 

- Liam. -

- Hannah? Perché mi stai chiamando scusa? Siamo nello stesso posto. – Chiese divertito, mi scappò un sorriso anche a me, gli sarei dovuta sembrare una stupida.

- Bhe, la casa è grande. – Constatai io.

- Giusto, comunque, ti serve qualcosa? – Mi chiese gentilmente.

- In verità sì, le chiavi della tua macchina. –

- Le chiavi? E perché? – Chiese confuso.

- Kim è ubriaca, fradicia, e non sappiamo come portarla a casa se no, a piedi non credo che c’è la faremmo. –

- Ubriaca? –

- Abbastanza. –

- Arrivo subito. –

- Okay, grazie. –

Dopo poco lo vidimo spuntare dal cancello e corse verso Kim.

- Com’e successo? – Chiese preoccupato.

- Sei tu il suo ragazzo. Ah e per la cronaca, ci ha interrotto. – Disse Zayn, lo guardai e gli diedi una gomitata nelle costole, non facendogli neanche il solletico.

- La riporto a casa io, voi non preoccupatevi, tornate pure a divertirvi. –

- Io vengo, sono un po’ stanca. – Ammisi, mi girai e vidi Zayn guardarmi.

- Vengo anche io. – Disse lui con un ghigno.

Liam annuii e salimmo tutti e quattro in macchina, Kim non faceva altro che ridere e fare commenti sul corpo perfetto di Liam, come se lui non ci fosse. Vidi Liam sorridere ad ogni complimento e Zayn sbuffare dicendomi di farla stare zitta.

Dopo poco arrivammo, Zayn aveva già avvertito gli altri così non si sarebbero preoccupati se non ci avrebbero visto, Kim era troppo ubriaca per tornare a casa, i suoi genitori l’avrebbero ammazzata perciò telefonai a Trisha che era via per lavoro per chiederle il permesso che mi diede senza esitazioni.

- Dove la porto? – Ci chiese Liam che c’è l’aveva sulle spalle.

- In camera mia. – Dissi e poco dopo sparirono sulle scale.

Rimasi da sola con Zayn, entrambi non avevamo intenzione di aprir bocca, quel silenzio mi stava soffocando.

- Emm….grazie. – Dissi rompendo quel silenzio imbarazzante.

Mi guardava con sguardo confuso.

- Per esserti proposto ad aiutarmi con Kim. – Specificai, lo vidi scrollare le spalle.

- Sarei tornato a casa lo stesso, mi stavo annoiando. – Disse entrando in cucina. E io che credevo che….sei soltanto un’illusa Hannah.

Poco dopo vidi Liam scendere le poche scale e fermarsi davanti a noi, io ero in piedi vicino alla porta della cucina mentre Zayn era appoggiato con una spalla allo stipite con in mano una birra.

- Ragazzi, quando ho aiutato Kim a mettersi a letto mi ha parlato di uno sfizio e poi ha citato i vostri nomi, non ho capito molto bene che voleva dire visto che continuava a ridere, vorreste spiegarmelo voi? –

Oh cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, sono fottuta!

Guardai Zayn e lo vidi mordersi l’interno della guancia, era nervoso quanto me.

- Allora? – Ci spronò Liam.

- Bhe ecco… - Cercai di dire ma le parole mi morirono in gola.

Liam mi guardava con un misto di curiosità e confusione.

- Liam, fratello, tranquillo, sai come sono le ragazze quando si ubriacano, non capiscono più un cazzo e cominciano a parlare a vanvera. – Intervenne Zayn sorseggiando la sua birra.

Lo guardai leggermente irritata, non mi ero mai ubriacata ma sentirgli dire quelle cose mi diede parecchio fastidio.

- Già, hai ragione. – Rise Liam.

Sospirai di sollievo, grazie al cielo Zayn aveva sempre la battuta pronta.

- Zayn, ti fa niente se rimango qui a dormire? Non voglio lasciare Kim da sola. – Ammise Liam un po’ preoccupato, quel ragazzo aveva un cuore d’oro.

- Ma certo brò, nessun problema. – Rispose Zayn sorridendogli.

- Bene ragazzi, io vado a letto, sono sfinita. – Dissi dando un bacio sulla guancia a Liam.

- Dormi bene. – Disse lui stringendomi in un abbraccio, annui e mi lasciai andare tra le sue calde braccia, quando mi staccai gli sorrisi e cominciai a salire le scale.

- Buonanotte, sorellina. – A quelle parole mi bloccai su uno dei gradini, mi aveva appena chiamato sorellina, sapevo di essere sua sorella ma sentirglielo dire mi riempii di gioia, non avevo mai avuto fratelli o sorelle ed essere chiamata così era una cosa nuova per me, sorrisi e mi girai.

- Buonanotte, fratellone. – Risposi io sorridendo.

Lo vidi mettersi le mani in tasca e sorridere, guardai Zayn e lo vidi accennare un sorriso, di sicuro era felice per il suo migliore amico. Salii le scale e mi chiusi in camera, tolsi il vestito e le scarpe e mi infilai una maglietta larga che mi arrivava poco sotto il sedere e mi misi sotto le coperte lasciandomi cullare dalle braccia di Morfeo.

 

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Capitolo 27
*** 25. Party in piscina ***


24. Party in piscina

 

Pov’s Zayn

 

Mi svegliai di soprassalto nel bel mezzo della notte, ancora quel sogno, ancora quegli occhi, quelle labbra, ancora lei.

Okay Zayn, hai bisogno di qualcosa di forte, subito!

Scesi le scale e mi diressi in cucina, mamma era via per lavoro e le mie sorelle o erano dalla nonna o erano a casa di qualche amica, presi da una credenza una bottiglia di vino che nascondevo per le feste e ne versai un po’ nel bicchiere, buttai giù tutto d’un colpo, pensai e ripensai a quel sogno, un altro bicchiere, ripensai ai suoi occhi, un altro bicchiere, alle sue labbra, un altro e continuai finchè mi sentii la testa girare e dovetti aggrapparmi al bancone per non cadere.

Pov’s Hannah

 

Mi svegliai per un rumore che mi fece accapponare la pelle, qualcuno era di sotto, scesi e afferrai un ombrello tenendolo stretto a me, vidi la luce della cucina accesa, presi coraggio e mi sporsi quel tanto che bastava per vedere dentro, notai una bottiglia di vodka quasi vuota e un bicchiere sul bancone ma nessun’anima viva, all’improvviso sentii delle mani toccarmi i fianchi, mi girai spaventata con l’intento di colpirlo con l’ombrello ma quando mi accorsi che era Zayn, sospirai.

- Che ci fai sveglia a quest’ora? – Chiese serio, aveva l’alito che puzzava d’alcool, era ubriaco fradicio.

- Ho sentito un rumore. – Dissi cercando di allontanarmi il più possibile da lui, Zayn però non era della mia stessa idea, mi afferrò per i fianchi e mi spinse contro il muro, ebbi un brivido al contatto con la superficie fredda.

Si avvicinò lentamente a me appoggiando entrambe la mani ai lati della mia testa.

Cominciò a baciarmi il collo, appoggiai le mani sul suo petto cercando di tirarlo indietro, ci riuscii solo perché era ubriaco.

- Che c’è piccola? Non ti è piaciuto? – Chiese lui con un sorrisino.

- Sei ubriaco Zayn. – Gli feci notare tranquillamente.

- Nhaa, so reggere molto bene l’alcool. – Disse per poi ricominciare a lasciare umidi baci su tutto il collo.

- Oh vedo. – Replicai spingendolo via ancora una volta, lo vidi sbuffare.

- Sai, mi piaci quando fai così, mi diverte. – Ammise sorridendo.

Il mio cuore cominciò a battere più velocemente a quelle parole.

- Vorrei sentirti gemere un’altra volta sotto di me. – Rise avvicinandosi di nuovo a me.

- Zayn. – Cercai di ribattere.

- Esatto, devi dire il mio nome. – Disse ricominciando a baciarmi il collo, stavolta non lo fermai, non riuscii, ero totalmente bloccata da quelle parole e il suo tocco mi stava facendo impazzire.

Quando cominciò a succhiare una parte del mio collo strinsi le braccia intorno alla sua maglietta alla vita, ero invasa dal piacere che mi lasciai sfuggire un gemito.

Lo sentii sorridere sul mio collo continuando a mordere.

Quando ebbe finito inumidii il punto con la lingua e soffiò su di esso, il collo mi bruciava ma in quel momento non mi importava.

Tornò a guardarmi negli occhi, quei suoi occhi così belli e porca puttana, mi ci persi dentro.

Eravamo a solo pochi centimetri di distanza, i nostri nasi si sfioravano, sentivo l’odore d’alcool più forte di prima, quando annullò le distanze e posò dolcemente le sue labbra sulle mie.

Rimasi un momento sotto shock, non poteva succedere, non di nuovo, era tutto sbagliato.

Cominciò a passare la lingua sulle mie labbra cercando di farmele dischiudere, non seppi resistere e la sua lingua si insinuò nella mia bocca, portai le braccia dietro il suo collo stringendolo di più a me, mi afferrò per i fianchi e mi tirò su, circondai la sua vita con le gambe ancora appoggiata al muro.

Sentii il mio cuore battere all’impazzata, quasi che volesse uscire dal petto e congiungersi al suo.

Quando infilò la mano sotto la mia maglia capii che stava andando troppo oltre, era ubriaco.

- Zayn. – Ansimai quando si staccò dalle mie labbra per prendere fiato.

- Shh. – Mi zittii lui con un bacio arrivando sotto il seno.

- No Zayn, fermati. – Riuscii a dire spostando la sua mano, mi guardò confuso.

- Sei ubriaco. – Scossi la testa riappoggiando i piedi per terra, tenendomi a lui per non cadere.

Non disse nulla, sentii solo il suo respiro caldo, alzai gli occhi e lo vidi ancora vicino a me, non si era spostato di un millimetro.

Ci guardammo a lungo, nei suoi occhi potevo vedere confusione per il mio rifiuto ma anche comprensione, sapeva di essere ubriaco marcio.

- Io….devo andare. – Dissi e mi allontanai da lui correndo su per le scale e precipitandomi dentro camera, chiusi la porta e scivolai fino a toccare il pavimento freddo con il sedere, mi appoggiai alla porta e cominciai a piangere, non so perché lo feci, forse perché mi sentivo una stupida, non ero riuscita a fermarmi, o forse perché odiavo ammettere a me stessa che tutto quel contatto mi piaceva e che l’avrei rifatto mille volte ma lui era ubriaco, di certo non l’aveva fatto con vera intenzione e questo mi faceva sentire ancora peggio.

Piansi in silenzio fino a quando non mi addormentai, lì, seduta sul pavimento freddo con le lacrime agli occhi.

 

Pov’s Zayn

Ma che cazzo mi era preso? Non perdo mai il controllo così facilmente eppure con lei ci riesco ogni volta, quella ragazza mi stava facendo impazzire. Era vero, ero ubriaco, ma ero abbastanza sobrio da capire quello che stavo facendo e avrei continuato se non mi avesse fermato, forse era di nuovo quello sfizio, o forse non lo so, l’unica cosa che sapevo era che odiavo sentirmi così.

Esausto mi addormentai sul divano, Hannah doveva credere che ero troppo ubriaco da non sapere quello che stavo facendo, avrei fatto finta di niente, magari così mi sarebbe passata.

                                                                                    …

Fui svegliato da un baccano incredibile, aprii gli occhi lentamente, sbattendoli più volte per farli abituare alle luce, chi cazzo faceva tutto sto rumore di domenica mattina e per giunta in casa mia?

Mi alzai brusco e mi diressi in cucina, vidi Liam e Kim con delle padelle in mano mentre ridevano di gusto.

- Sentitemi, piccioncini dei miei stivali, qui qualcuno stava cercando di dormire. – Sbuffai attirando la loro attenzione.

- Eddai brò, sono le 11 passate, stavamo preparando il pranzo. – Si difese Liam ancora ridendo.

Le 11 passate? Avevo dormito così tanto? Ma allora perché mi sentivo a pezzi?

- Hai fame? - Mi chiese Liam mettendo una padella sul fuoco, annuii e mi sedetti al tavolo massaggiandomi le tempie, avevo un mal di testa incredibile che era dovuto alla sbronza che avevo preso quella notte.

- Avete visto Hannah? – Chiese Kim aiutando Liam.

Hannah, me ne ero totalmente dimenticato, dovevo far finta di non ricordare niente.

Parli del diavolo…

- Buongiorno ragazzi. – Salutò lei entrando in cucina, anche lei si stava massaggiando le tempie.

Quando mi vide si bloccò un attimo ma poi si riprese, andando a salutare Liam e Kim con un bacio sulla guancia.

- Dormito bene sorellina? – Le chiese dolcemente Liam.

- Più o meno. – Rispose lei sedendosi di fronte a me, il più lontano possibile, sorrisi, era sempre la solita.

- Kim stai bene? La sbronza? – Chiese un po’ preoccupata lei.

- Passata, prometto che non lo rifarò più, è stato orribile. – Affermò la rossa mangiando un pezzo di frittella.

Hannah rise, rimasi qualche minuto incantato da quella risata così cristallina, così viva.

- Hai fame? – le chiese Liam.

- Parecchio. – ammise lei rubando un pezzo di frittella all’amica.

- Ehii, era mia. – protestò lei, Hannah le fece la linguaccia ed entrambe scoppiarono a ridere di nuovo.

Poco dopo il pranzo/colazione arrivò in tavola, Liam e Kim si misero ai lati del tavolo, tra me e Hannah.

Afferrai un’hamburger e lo misi nel mio piatto cominciando a tagliarlo.

- Hannah, uno di questi giorni dovremo andare all’anagrafe, per inserire il tuo vero cognome. – Disse Liam staccando un pezzo di pane, vidi la ragazza annuire tenendo gli occhi fissi sul piatto, cercava in tutti i modi di evitare il mio sguardo e non lo sopportavo.

- Idea ideona! – squittii la rossa.

- Tipo? – chiese Hannah.

- Che ne dite se oggi venite tutti da me ed El? Facciamo un piccolo party tra di noi in piscina, ci state? –

- A me va bene. – rispose Liam tranquillo.

- Anche per me. – Dissi io.

- Bene, Hannah? – Chiese Kim girandosi verso l’amica.

Hannah non adorava sto genere di cose, era una ragazza solitaria, gli piaceva la compagnia ma gli piaceva molto anche stare da sola con un po’ di musica o un buon libro, era una di quelle ragazze serie, non come quelle che vanno tutte le sere in discoteca con un ragazzo diverso ogni settimana.

- Ecco… -

- Oh andiamo, non puoi rifiutare! – Piagnucolò la rossa stringendole un braccio delicatamente.

Lei gli fece gli occhi dolci ed Hannah non seppe resistergli.

- Eh va bene. – Si arrese lei sospirando.

- Perfetto! Avverto subito gli altri. – Disse per poi scomparire nella sala accanto.

Liam ci sorrise e la seguii, lasciando me e Hannah da soli.

Continuammo a mangiare in silenzio quando sentii una vibrazione venire dal cellulare di Hannah, lo estrasse e lesse quello che credo fosse un messaggio, la vidi sorridere e mi sentii strano, arrabbiato, infastidito, non capivo, perché mi dava così fastidio il solo pensiero che potesse messaggiare con altri ragazzi? Quella Vodka mi aveva dato alla testa, decisamente.

Pov’s Hannah

 

Dopo che Liam se ne fu andato rimasi da sola con Zayn, mangiammo in silenzio e lì capii che non si ricordava niente di quello che era successo, conoscendolo avrebbe di sicuro fatto qualche commentino perverso. Sinceramente ci rimasi un po’ male, credevo che mi avesse baciata con sentimento mentre in realtà era dovuta alla sbronza. Ogni tanto lo fissavo di sottecchi, per vedere qualche reazione ma niente, muto come una statua.

Stavo per finire la mia insalata quando mi vibrò il cellulare, lo presi e aprii il messaggio.

Da: Ryan

Ehi bimba, mi manchi lo sai? Come procede la vita lì? Il tempo com’è? Qui diluvia. Ti voglio bene principessa. XxR

Oh Ryan, era sempre così dolce con me, era il padre che non avevo mai avuto.

Sorrisi prima di rispondere.

Per: Ryan

Ehi Ryan, mi manchi tanto anche tu. Qui mi diverto sempre un sacco, anche se a volte ci sono dei piccoli inconveniente. Li, come va? La mamma sta bene? Chiedile ancora scusa da parte mia se non rispondo alle chiamate è che ancora non me la sento. Qui fa freddo come sempre a parte oggi che c’e il sole, un miracolo direi, hahaha. XxH

Inviai e riposi il mio Iphone bianco nella tasca dei jeans ritornando a concentrarmi sul mio cibo. Notai che Zayn mi stava fissando con una leggere irritazione sul viso ma non dissi nulla, non volevo litigare, non ora e soprattutto non con lui.

Dopo poco vidi Kim e Liam ritornare in cucina e risedersi ai propri posti.

- Vengono tutti. – Ci informò lei finendo le sue spinaci.

- El? – Chiesi.

- è con Lou al cinema, quando finiscono ci raggiungono. – Rispose lei.

Annuii e finii di mangiare, mi alzai e posai il piatto nel lavandino, cosa che fecero poco dopo anche Zayn, Kim e Liam.

- Che costume ti metti? – mi chiese Kim mentre mi aiutava a lavare i piatti.

- Uno qualsiasi. – dissi non curante.

- Cosa? Nononononono, sarai in casa mia, devi essere perfetta. – disse lei fermandosi.

- è una festicciola in piscina e per di più saremo solo noi 8. – 

- Non mi importa, ora vieni che andiamo a sceglierlo. – non riuscii neanche a ribattere che mi afferrò i polsi portandomi in camera.

Mi lasciò sedere sul letto mentre andava all’armadio e tirava fuori tutti i costumi che mi ero portata.

Rimase a controllarli per un po’ per poi sbuffare.

- Ho capito che ti presterò qualcosa io. – constatò lei con un mio costume azzurro e bianco in mano.

- Che ha che non va quello? – chiesi, era il mio costume preferito.

- è troppo semplice, non è…provocante. –

- Provocante? Un costume serve per farsi un bagno in piscina o al mare, non per essere provocante. – ribattei io.

Mi zittii con un sguardo truce sul volto prima di risistemare i costumi nell’armadio.

Si sedette vicino a me guardandomi sconsolata.

- Ho qualcosa sulla faccia? – chiesi toccandomi il viso, la vidi scuotere la testa.

- No è che…non ti ho più chiesto come va, se stai bene. – disse lei amareggiata.

- Oh ma io sto bene. – dissi, non sapevo esattamente se quella era la verità, in fondo non stavo benissimo.

- Sei sicura? In questo periodo mi sembri un po’ strana, forse è per la faccenda di Liam e dell’adozione o forse… - si girò e mi squadrò.

- O forse è per via di Zayn. – al sol pronunciare quel nome mi si formò un groppo in gola.

- E ora che centra Zayn? – chiesi cercando di rimanere il più tranquilla possibile.

- Siete strani voi due, parecchio strani, è per caso successo qualcos’altro dopo essere andati a letto insieme? – chiese lei con sguardo indagatore.

- No, niente. – mentii e il senso di colpa mi travolse, era la mia migliore amica ma non me la sentivo di raccontargli quello che era successo solo poche ore fa, soprattutto perché non avrei saputo spiegarglielo.

Continuò a scrutarmi con fare sospetto, era ovvio, non mi credeva.

- Mmmhh. – mi fissò un altro po’ prima di alzarsi dal letto.

- Di questa storia ne riparliamo dopo, ora andiamo, dobbiamo ancora scegliere il tuo costume. – disse per poi dirigersi verso la porta, sospirai di sollievo, almeno per qualche ora mi avrebbe lasciata in pace.

Presi dall’armadio una borsa da spiaggia e ci infilai dentro un salviettone, un paio di infradito e un paio di pantaloncini corti, chiusi la borsa e la seguii alle scale, i ragazzi erano già davanti alla porta che ci aspettavano con le loro borse, a Liam doveva avergliela prestata Zayn siccome non aveva dietro niente.

- Pronte, possiamo andare. – Strillò Kim prima di afferrare la mano di Liam e uscire dalla porta, li seguii in silenzio mentre Zayn chiuse la porta a chiave.

Salimmo tutti in macchina di Liam, io e Kim dietro mentre Liam e Zayn davanti.

Il viaggio non durò molto, casa di Kim non era molto distante da quella di Zayn, rimasi in silenzio per tutto il tempo, continuavo a pensare alle parole di Kim.

“Siete strani voi due, parecchio strani.”

 

Quindi voleva dire che anche Zayn si comportava in modo strano, eppure io non ci avevo mai fatto caso.

- Terra chiama Hannah, sveglia, siamo arrivati. – La voce di Kim mi distolse da miei pensieri, annuii e la seguii fuori dalla macchina.

Ci fermammo tutti e quattro davanti al grande cancello della casa, Kim suonò al citofono.

- Alfred, sono Kim. – 

Alfred era il maggiordomo di casa, era un tipo molto simpatico, lavorava in casa Calder da molti anni e ormai era uno di famiglia, almeno questo era quello che mi aveva raccontato Kim.

Dopo un rumore di una serratura che si apriva vidi l’enorme cancello aprirsi e Kim fare strada sul piccolo sentierino in ghiaia fino alla porta in legno di casa, entrammo e un odore di vaniglia mi travolse in pieno, notai che c’erano parecchie candele accese sparse un po’ qua e là e subito mi sentii a casa, anche in Italia mamma accendeva sempre candele alla vaniglia, le sue preferite. Scossi la testa cercando di distogliere i pensieri, ripensare a lei mi faceva ancora male, non potevo credere che mi avesse ingannata per 16 anni.

- Io e Hannah andiamo in camera mia a cambiarci, Zayn, Liam, voi potete andare in bagno. – Disse per poi afferrarmi per un braccio e portandomi su per le scale che dividevano i due piani, arrivammo davanti a una porta color panna con la scritta “KIM” in rosa.

L’aprii ed entrammo, mi sedetti sul suo grande letto a baldacchino e la vidi dirigersi verso la sua cabina armadio, già, perché lei non aveva un armadio, aveva una cabina solo per i vestiti e scarpe.

Tornò in stanza con una montagna di costumi tra le mani, li lasciò cadere sul letto e si mise vicino a me.

Mi mostrò un bikini striminzito nero che lasciava poco all’immaginazione.

- Non ci pensare nemmeno. – Dissi disgustata, non avrei mai messo quel coso in questa vita.

Sbuffò e me ne mostrò un altro, sempre un bikini ma già più coprente, rosso stavolta.

- Qualcosa di meno appariscente? - 

- Hannah! -

- Ti prego. - La implorai io, la vidi sbuffare e mostrarmi un altro costume, stavolta intero ma aperto sui fianchi, marrone.

La guardai per un po’, era davvero molto bello e credevo fosse quello più coprente tra tutti i suoi.

Annuii e la vidi sorridere, me lo consegnò e mi diressi al bagno che aveva in stanza, io un bagno tutto per me potevo anche scordarmelo.

Mi cambiai in fretta e uscii, lei era già pronta, indossava un bikini bianco, il contrasto con i suoi capelli mi fece sorridere.

- Ti sta davvero bene. – affermò lei prendendo la crema solare spalmandosela sulle spalle, anche se qui in Inghilterra fa freddo ci sono di quei giorni dove bisogna mettere la crema solare per non scottarsi.

- Grazie. – la ringraziai io infilando i pantaloncini che mi ero portata da casa, misi le infradito e mi feci passare la crema solare.

Dopo averne messa un po’ sulle spalle e sulle braccia seguii Kim in salotto dove trovammo tutti i ragazzi a chiacchierare, compresi Louis ed El.

Appena mi videro le chiacchiere cessarono, sentii un “Oh” da parte di Harry mentre tutti gli altri si limitarono ad annuire, vidi Zayn non muovere un muscolo, mi guardava soltanto e lì cominciai ad avvampare, Kim si accorse del mio imbarazzo e attirò l’attenzione dei ragazzi, per fortuna avevo lei.

- Andiamo o no? – disse lei afferrandomi per un braccio mentre tutti gli altri ci seguivano in giardino, dove c’era l’enorme piscina interrata.

Mi sedetti sul materassino che c’era lì, seguita da Kim mentre tutti gli altri, tranne El che rimase con noi, si buttarono in piscina, schizzandomi appena.

- Allora? Com’era il film? – chiesi ad El che si era seduta vicino a me.

- Era molto divertente, dovreste vederlo. – disse e poi c’è lo raccontò, con la coda dell’occhio vidi Zayn lanciare una pallina a Harry che era dall’altra parte della piscina mentre Niall era in mezzo che cercava di prenderla, una sorte di Torero ma in acqua, mentre Louis e Liam facevano a gara a chi era il più veloce.

Tutto bagnato Zayn era davvero sexy, quei suoi capelli spettinati e bagnati incollati alla fronte e quel fisico che mi faceva letteralmente impazzire, mi morsi il labbro inferiore cercando di scacciare quei pensieri e mi concentrai sul racconto di El, non del tutto riuscendoci.

Pov’s Zayn

 

Cazzo dovevo ammettere che Hannah con quel costume era davvero sexy, da quando era scesa da quelle scale non gli avevo tolto gli occhi di dosso, neanche quando stavo giocando con i ragazzi e lei era seduta vicina ad El e Kim a parlare.

Per fortuna stamattina non mi aveva chiesto niente del piccolo momento tra di noi successo qualche ora fa, deve essersi convinta che ero talmente ubriaco da non capire quello che stavo facendo e quindi da non ricordarmi più niente, meglio così, non sarei riuscito a spiegarglielo visto che non riuscivo a dargli un senso neanche io. Mi distrassi quel tanto che bastava per perdere la palla e così far vincere Niall.

- No dai Zayn, era facilissima quella palla. – protestò sconfitto Harry.

- Scusa amico. – dissi per poi salire il muretto della piscina.

- E ora dove vai? – chiese lui.

- A prendere qualcosa da bere, vuoi qualcosa? – chiesi prendendo il mio salviettone e asciugando il più grosso.

- Si, porta un paio di birre. – disse lanciando la pallina a Niall, il quale l’afferrò per poi rilanciarla.

Entrai dalla porta finestra e mi diressi in cucina, aprii il frigo ed estrassi un cartone di birra, appoggiandolo sul tavolo.

Pov’s Hannah

 

- Vado a prendere da bere, voi volete qualcosa? – chiesi alle ragazze prima di alzarmi.

- Del tè freddo. – risposero all’unisono.

- è nel frigo. – mi informò Kim distendendosi al sole, annuii ed entrai dalla porta finestra ed entrando in cucina, vidi un cartone di birra sul tavolo e un corpo nascosto dalla porta del frigo, quando lo chiuse mi accorsi che era Zayn.

Mi guardò con una strana luce negli occhi, squadrandomi da capo a piedi con un sorrisetto malizioso sul viso.

- Mi stai seguendo? – chiese lui muovendo ancora una volta gli occhi sul mio corpo, in quel momento mi sentii completamente nuda.

- Ti piacerebbe. – dissi andando verso il frigo e aprendolo.

- é vero, lo ammetto. – Rise lui appoggiandosi al bancone, quelle parole mi colpirono ma non mi mossi dalla mia posizione, il freddo del frigo sulle guance era una bella sensazione, ora che ero completamente in fiamme.

Quando il rossore sparii afferrai il tè e richiusi il frigo, lo trovai nella stessa posizione di prima, però stavolta i suoi occhi erano fissi sul mio viso.

- C’è qualcosa che non va? – Chiesi vedendo il suo sguardo freddo e distaccato.

- No, va tutto benissimo. – Disse afferrando il cartone di birra e uscendo dalla porta, passandomi accanto. Mi resi conto che avevo trattenuto il fiato finché non respirai di nuovo, avevo detto qualcosa di sbagliato? Certo che quel ragazzo non lo capirò mai.

 

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