La furiosa tigre inarrestabile

di Iron_Captain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un furto ben riuscito ***
Capitolo 2: *** Verso un altro mondo ***
Capitolo 3: *** Nel covo di Reptile ***
Capitolo 4: *** Catturata ***



Capitolo 1
*** Un furto ben riuscito ***


Capitolo 1: Un furto ben riuscito

“Hyyyyhaaaaaa!!!!!”
Con un altro colpo ben assestato e potente, maestra Tigre distrusse un altro tronco di legno posizionato a fianco degli altri 44 che aveva fatto a pezzi. Era uno dei pochi combattenti che considerava l'allenamento un vero e proprio hobby, che una fatica. Era cresciuta nel Palazzo di Giada, e ciò le aveva permesso di incanalare il kung fu nel proprio sangue: lo considerava una parte di sé, e non poteva rinunciare ad essa neanche sotto tortura. Non aveva soltanto imparato a combattere e a praticarlo, ma anche a non arrendersi e a non scappare mai di fronte a nulla. Grazie alla propria bravura e disciplina era riuscita a compiere grandi imprese e aveva sconfitto innumerevoli criminali, diventando uno dei Cinque Cicloni. Era un titolo veramente importante, che non aveva disonorato in nessun modo. Il Palazzo di Giada era la propria casa, e coloro che vivevano con lei erano la sua famiglia. Era tutto perfetto.
“Ehi Tigre!”
La felina non fece fatica a riconoscere la voce chi la stava chiamando, e nel sentirla sbuffò, mentre sul volto si dipinse un'espressione irritata.
“Ero alle prese con un enorme dilemma, ma alla fine l'ho risolto!” disse euforicamente Po.
“Finalmente ho capito come vincere al shangai!”
Per maestra Tigre era difficile riuscire ad ignorare quel panda, che nonostante fosse il Guerriero Dragone, che era un titolo veramente importante, non dimostrava affatto di avere disciplina, e arrivava anche al punto di ridicolizzare il suo ruolo e di fare brutte figure dimostrando di essere svogliato e pigro, anche se non era del tutto così. Per lei, quel panda rovinava il mondo perfetto che immaginava, facendole desiderare di andare via per un po' per essere circondata dal silenzio; e a causa sua era spesso di malumore. Per di più, quando quella grossa palla di pelo iniziava a parlare non la smetteva più.
“A me interessa una sola cosa, Po, e sai qual'è?” chiese Tigre con tono duro e severo.
“Em...Allenarti?”
“Si: allenarmi in silenzio!” disse irritata la felina.
“Oh certo...ma non hai altri passatempi preferiti oltre a questo?”
“L'allenamento, Po, aiuta a rafforzare la discplina e la serietà; e con il fatto che non prendi sul serio gli allenamenti, e che spesso sei assente alle lezioni del nostro maestro, non sei affatto migliorato nel carattere...”
“Ma io seguo le spiegazioni del nostro maestro!” la contraddì Po.
“Ah davvero; allora dimmi che cosa aveva spiegato ieri a lezione.” lo incalzò Tigre.
Mentre il panda provò a pensare che risposta dare, si cominciarono a sentire alcune urla dal villaggio.
“Si, ci sono dei cattivoni che dobbiamo fermare!...Ehm, risponderò dopo alla tua domanda.” fu la risposta di Po, che approfittò del momento per adare via ed eludere alla domanda dell'amica.
Dopo aver scosso leggermente la testa, la combattente seguì il panda.

Nel villaggio della Valle della Pace i coccodrilli briganti, guidati dal loro capo Fung, stavano spaventando i poveri abitanti e causavano disordini per le strade.
“Avanti, dateci tuta la polvere che avete!” urlò Fung.
“Ehm, capo, dovresti specificare il tipo di polvere che stiamo cercando.” intervenne Gahri, che oltre ad essere il braccio destro del suo capo, era anche l'unico altro coccodrillo più intelligente degli altri.
Il rettile rivolse al suo complice, per un istante, lo sguardo, poi sbuffò.
“Giusto Gahri...peccato che non ho capito che tipo di polvere sia!”
Nonostante avesse visto il proprio capo gettare violentemente a terra l'elmetto, che stava a significare che aveva perso la pazienza, decise comunque di ribattere.
“Il tipo che ci aveva pagato per questo lavoro aveva detto che è una polvere azzurra molto rara e particolare.”
Il capo dei coccodrilli fissò il suo secondo con uno sguardo minaccioso, come se stesse cercando di trattenersi dal massacrarlo di pugni;
“Ehm...mi puoi prendere l'elmetto, Gahri?”
Dopo avergli preso e ridato al capo l'elmetto, Fung lo buttò di nuovo a terra.
“Non mi interessa che tipo di polvere sia!” rispose con tono alterato, mentre buttò di nuovo a terra il piccolo elmo. “Siamo stati pagati per prendere questa polvere, ed è ciò che faremo!”
Mentre i due criminali stavano discutendo, uno dei loro complici venne scaraventato a terra, vicino a loro. Quando Fung e Gahri rivolsero il loro sguardo in avanti, videro l'impavido Guerriero Dragone assieme ai Cinque Cicloni in posizione di combattimento.
“Perfidi...em...Perfidi coccodrilli: assaggerete i miei mitici pugni della giustizia!” esclamò Po con voce sicura.
“Tu stavolta non ci fermerai!...Perché...siamo determinati a vincere, questa volta!” ribatté Fung. “Alla carica ragazzi!”
Non appena i criminali andarono alla carica, il panda fu il primo a gettarsi nella mischia, e con diversi pugni, calci...e la sua enorme e tonda pancia stese e scaravento i briganti da tutte le parti; alcuni finirono semplicemente a terra, altri andarono a sbattere contro le pareti delle case. Anche gli altri Cinque Cicloni fecero la loro parte. Quando maestra Tigre si trovò ad affrontare due di quei briganti, armati di alabarda e spada, pensò ad una cosa sola.
È sempre la solita storia.
Dopo aver deviato l'alabarda che impugnava uno dei coccodrilli, girò su stessa e, saltando, sferrò un potente calcio contro il malvivente armato di spada, che andò a sbattere contro la parete di una casa, mettendolo KO; poi colpì l'altro con un calcio rotante. Una volta che li aveva sconfitti, maestra Tigre iniziò a riflettere: tutte le volte che combatteva i malvagi, si ritrovava ad affrontare sempre gli stessi criminali, ed erano poche le volte in cui si faceva vivo un nuovo avversario difficile da battere, come il demonde fugnace della Mongolia, o Pang Bi...ma a parte loro, le cose erano monotone, nella Valle della Pace: diversi giorni, o addirittura settimane morte e monotone in cui non c'erano minacce da scongiurare, in aggiunta al fatto che ogni giorno passava il proprio tempo ad allenarsi...e a sopportare i comportamenti ridicoli di quel panda. Avrebbe tanto desiderato passare almeno una giornata diversa, più movimentata, e affrontare uno o più nemici degni della propria disciplina e arte.
“Tigre!”
Quando sentì di nuovo quella voce antipatica, la felina si voltò.
“Credevo...avessi bisogno di aiuto...anf...” replicò il panda affannato.
“E' tutto a posto, Po.” si limitò a rispondere Tigre mentre fece alzare in piedi uno dei briganti.
“Oh certo...Naturalmente non tu sai sempre cavartela da sola in ogni circostanza...”
“Al ladro! Al ladro!”
I due combattenti rivolsero lo sguardo alle loro spalle, osservando un elefante con abiti da nobile venire in tutta fretta verso di loro.
“Conestabile Hu.” esclamò il panda.
“L'hanno presa! L'hanno presa!” continuò a urlare l'elefante.
“Calmatevi, Conestabile Hu...abbiamo preso i briganti.” cercò di tranquillizzarlo Po.
“Non sono stati i briganti: è stato un ladro vestito di nero!” ribatté l'elefante. “Aveva distrutto la parete con dell'acido, e mentre voi eravate impegnati a combattere quei briganti, quel maledetto ladro ha avuto modo di rubare una cosa preziosa!”
Nel sentire quel racconto, il panda e la tigre si scambiarono un'occhiata. Poi fu la maestra di kung fu a prendere la parola.
“Che aspetto aveva questo ladro, e cosa ha rubato?”
“Era alto, magro, con degli occhi verdi scuri, ed era vestito come un ninja, e per di più aveva il volto coperto...aveva anche una voce sibilante, e aveva distrutto la parete del mio ufficio con dell'acido, poi mi aveva steso con dei colpi di kung fu, e dopo avermi rubato quella povere speciale, se ne era andato via!”
Al termine del racconto, Po e Tigre iniziaro a riflettere, anche se in maniera diversa.
“Ehm, non vi sembra eccessivo preoccuparvi per il furto di una semplice polverina?”
“Non è una semplice polvere, Po! Me l'avevano portata da Occidente e mi era stato detto che è una polvere rarissima e di grande valore!...Ed io esigo...”
“Andremo a riprendere ciò che vi hanno rubato, Conestabile Hu.” tagliò corto Tigre, che aveva già capito si trattava di un maestro di arti marziali e che sapeva cosa stava cercando; e poi sperava di poter affrontare un nuovo avversario contro cui non aveva ancora combattuto.
Dopo aver fatto il saluto, la felina si diresse verso la strada principale.
“Em...non potremo prima...”
“Muoviti.” rispose da lontano maestra Tigre.
A quel punto Po non ebbe altra scelta che salutare il Conestabile Hu, che andò ad arrestare i due criminali, e raggiungere l'amica.

Non appena il panda e la tigre raggiunsero la via principale del villaggio, iniziarono a percorrerla per cercare delle provviste. Proprio in quel momento incrociarono gli altri Cicloni che stavano portando i briganti nella prigione del palazzo dell'amministratore della città.
“Maledizione: quel tizio avrebbe dovuto aiutarci nel momento del bisogno, e invece ci ha abbandonati e se ne è pure andato via con quella polvere.”
Quando sentirono le parole di Fung, Po e Tigre si fermarono all'istante e lo raggiunsero.
“Che cosa hai detto?” chiese Tigre sbrigativa.
“Conosci il ladro che ha appena rubato la polvere del Conestabile Hu?”
“Ehm...non proprio: era venuto a cercarci per dirci che se avessimo rubato quella famosa polvere azzurra ci avrebbe poi pagato profumatamente...e invece ci ha lasciati qui.”
A quel punto l'interrogatorio proseguì: il capo dei briganti confessò loro di non aver mai visto la vera identità di quel ladro, che avevano incontrato per puro caso nella foresta, e che a lavoro svolto si sarebbero dovuti incontrare in una grotta dele paludi.
Saputo ciò, i due guerrieri del Palazzo di Giada lasciarono il villaggio per andare alla ricerca di quel fantomatico furfante.

Angolo Autore
Salve a tutti. È la prima volta che scrivo in questo fandom, ed è da tanto tempo che non seguo il film e la serie di Kung Fu Panda...tuttavia ricordo ancora tante cose. Ho avuto un'idea che non potevo non trasformarla in una fanfiction, così ho pensato di cimentarmi su questo fandom e di portare avanti quest'idea, se dovesse venire bene come spero.
Buona lettura.

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Capitolo 2
*** Verso un altro mondo ***


Capitolo 2: Verso un altro mondo

Grazie alla mappa che Fung aveva dato loro, dove era contrassegnato il punto preciso in cui si sarebbero dovuti incontrare, Tigre e Po avevano capito che ci sarebbero voluti almeno tre giorni di cammino per raggiungere quel luogo. Dopo aver preso le provviste necessarie, i due guerrieri avevano iniziato l'inseguimento; secondo i loro calcoli il ladro era in vantaggio di qualche ora, e se non avessero avuto imprevisti di alcun genere, avrebbero potuto anche raggiungerlo. Poiché erano intenzionati ad acciuffarlo in fretta, i due mammiferi camminarono svelti per un giorno e mezzo senza fare soste. Purtroppo non videro neanche l'ombra di quel criminale, che probabilmente aveva tenuto in considerazione il fatto che sarebbe stato inseguito, e che perciò anche lui stava cercando di fare meno soste possibili. Non appena cominciarono ad avvertire i primi sintomi della stanchezza, i due maestri di kung fu decisero di riosarsi e di accamparsi per la notte. Dopo aver acceso il falò e preparati i sacchi a pelo, Po cominciò a preparare la cena, mentre Tigre osservò la mappa e continuò a riflettere sul perché quel furfante avesse deciso come luogo della consegna proprio le paludi; avrebbero potuto vedersi in un posto abitato, o in un altro posto, lontano dalle città e dai villaggi. Perché nelle paludi? Che ci fosse qualcosa di particolare in quel luogo? Stava anche pensando a ciò che il Conestabile Hu aveva detto loro: ossia che il ladro usava un qualche tipo di acido per sciogliere le pareti. Chi poteva essere così bravo da crearlo? Di sicuro non era stata Scorpion, lo scorpione femmina esperto di veleni, in quanto era una criminale che sarebbe stata riconosciuta da tutti nel villaggio della Valle della Pace. Nel caso fosse stato qualcun altro, doveva essere un criminale poco conosciuto e che non avevano mai incontrato prima.
Mentre Po continuava a cuocere la cena sul falò, osservò la propria amica che era impegnata a fissare la mappa.
“Tigre?” la chiamò il panda. Quando non ottenne risposta da parte sua, la chiamò di nuovo. Dopo averglie rivolto per un istante lo sguardo, tornò ad osservare la mappa. Quando gli spiedini di carne furono cotti al punto giusto, Po li tolse dal fuoco e andò a portarne qualcuno a Maestra Tigre.
“C'è qualcosa che non va?” le chiese Po dopo essersi seduto vicino a leiper osservare insieme a lei quel rotolo di pergamena.
“Non riesco a capire perché abbiano scelto un luogo simile per effettuare la consegna.” fu la risposta di Tigre.
La cosa positiva di Po era che alle volte era serio, soprattutto quando si trattava di dare la caccia ai criminali o di affrontarli...anche se non sempre. Tuttavia riusciva a fatica a capire i suoi comportamenti e a ritenerli stupidi, soprattutto quando li dimostrava; eppure, spesso, sembrava sapesse cosa stava facendo...e in quelle occasioni i risultati si vedevano chiaramente.
“Forse è per dare meno nell'occhi.” replicò il panda.
“Avrebbero potuto scegliere un altro luogo più isolato per la consegna.” insistette Tigre, che trovava disgustoso addentrarsi in una palude.
“Magari a quel furfante piace quel luogo.” azzardò Po con un pizzico di sarcasmo.
“Ma per favore!” esclamò Tigre, che trovava davvero assurdo che a un animale potesse piacere vivere o trovarsi a proprio agio in una palude. Dopo aver messo a posto la mappa, i due guerrieri iniziarono a cenare. Quando finirono di mangiare, Po andò a dormire, mentre Tigre fece il primo turno di guardia; si mise seduta vicno al falò e iniziò a meditare, stando attenta all'ambiente circostante e tendendo l'udito per evitare che qualcuno potesse tendere un agguato.

Quando arrivarono nei pressi della palude, i due maestri di kung fu osservarono gli acquitrini e i pochi alberi presenti.
“Wow...sono pronto a rimangiarmi tutto quello che avevo detto ieri notte, riguardo...il luogo dell'incontro e...tutto il resto.” disse Po.
Maestra Tigre si limitò a lanciargli una rapida occhiata, poi scosse leggermente la testa.
Poiché non esisteva un sentiero era difficile riuscire a camminare, finendo spesso per mettere i loro piedi dentro quelle pozzanghere “verdi”; e mentre il panda si lamentava spesso, la felina non fiatava in alcun modo e sopportava pazientemente i capricci dell'amico, anche se avrebbe desiderato zittirlo in qualche modo. Essendo anche maldestro, il Guerriero Dragone finiva anche per cadere spesso dentro gli acquitrini; e quando andava ad aiutarlo a rimettersi in piedi, non poteva fare a meno di sentire la nauseante puzza di palude. Nonostante ciò, riuscirono a raggiungere il punto esatto contrassegnato sulla mappa in cui sarebbe dovuto avvenire lo scambio, raggiungendo l'ingresso ad una caverna scavata sulla collina.
“Maledizione...”
Oltre ad aver sbuffato, maestra Tigre vide il panda che stava cercando di togliersi di dosso le foglie che si erano appiccicate sul corpo. Dopo aver sbuffato e scosso leggermete la testa, zittì Po. Nascosti dietro a dei cespugli, i due guerrieri osservarono l'ingresso davanti a loro.
“Credi che ci siano delle trappole?” le sussurrò Po.
“Se qui doveva avvenire la consegna, allora non ci sono trappole.” fu la risposta della felina, che dopo aver osservato i dintorni uscì dai cespugli e andò diretta verso l'entrata della caverna. Dopo aver abbandonato con qualche difficoltà il nascondiglio, il panda raggiunse l'amica. Il corridoio era buio, ma non fu un problema per loro, poiché vedevano comunque bene, anche se ognuno possedeva un proprio tipo di vista. Dopo qualche minuto i due animali arrivarono in una specie di camera enorme, e davanti a loro c'era una specie di arco circolare enorme, e a fianco di esso una specie di piedistallo con...dei bottoni. I due maestri di kung fu avanzarono lentamente per la stanza e, guardandosi attorno, notarono dei disegni scolpiti sulle pareti rocciose.
“Woooaaaa!” esclamò il panda mentre andò ad osservare più da vicino i disegni.
Rappresentavano scene di combattimenti di arti marziali, ma non riuscì a riconoscere gli animali rappresentati, che comunque si reggevano su due gambe, mentre alcune rappresentazioni sembravano essere quelli di demoni volanti.
Maestra Tigre, invece, andò a vedere l'enorme cerchio metallico e il piedistallo, che non riuscì a capire a cosa servisse.
“Andate via!”
Quando i due animali sentirono quella voce si voltarono nella direzione da cui era provenuta. Il ladro era davanti a loro, vestito con una tunica nera da “ninja” e aveva il volto coperto; ed i suoi occhi erano di un verde vivo, con le pupille nere dalla forma strana.
“Consegnaci ciò che hai rubato!” esclamò Po mettendosi in posizione da combattimento, insieme a maestra Tigre.
“Ho bisogno della polvere blu, e non me la porterete via!” fu la risposta del rettile, che a sua volta si preparò a combattere.
Come era suo solito fare, Po andò ad attaccarlo. Invece di rispondere ai suoi attacchi, il criminale diventò invisibile e si spostò, evitando il pugno del suo avversario.
“Ehi, ma dove...” prima che potesse finire la frase, il Guerriero Dragone subì una serie di pugni e calci da parte di quella creatura divenuta invisibile da più parti.
Maestra Tigre osservò il combattimento tra i due, desiderosa di attaccare; ma grazie alla pazienza che aveva avuto fino a quel momento, capì dove attaccare l'avversario. Con un balzo in avanti colpì il rettile con un calcio, scaraventandolo lontano dal proprio amico. Quando il furfante cadde a terra ritornò ad essere visibile.
“Ah ah, adesso non fai più il gradasso, eh!”
“Po!” lo rimproverò Tigre, che voleva che dimostrasse di essere umile.
“Grrr... Voi non mi impedirete di ritornare a casa!” disse il rettile irritato alzandosi in piedi e scoprendo il suo volto.
Quando i due guerrieri videro il volto di quel furfante assunsero un'espressione di disgusto e sorpresa. Il tizio sembrava essere simile a una lucertola, ma più deformata, e oltre ad essere bipede aveva le stesse dimensioni di un leopardo o di un qualsiasi altro animale di altezza media, e per di più non aveva neanche una coda.
“Che cosa sei?” gli chiese maestra Tigre.
Per tutta risposta, il rettile cacciò fuori la sua lingua e la avvolse intorno al collo di Po, dopodiché lo tirò a sé.
La felina vide il proprio amico venire sollevato da terra e scaraventato lontano, contro la parete della caverna; ciò le permise di prevenire quello stesso attacco diretto a lei. Dopo aver afferrato la sua lunga lingua appiccicosa, tirò a sé con gran forza il proprio avversario, dopodiché lo colpì con un calcio. A quel punto il sauriano alzò la testa e sputò dalla bocca l'acido, che andò a posarsi sul vestito di Tigre, che iniziò a sciogliersi e a provocarle un bruciore fastidioso. Dopo essersi lamentata un po’, la felina divenne furiosa e si accanì sull’avversario riempendolo di pugni sul viso, dopodiché lo scaraventò lontano. Il sauriano andò a sbattere contro la console, che grazie all’impatto si attivò.
A quel punto, intorno al cerchio, si aprì un portale di pura energia.
“Siiiii!!!!!! Finalmente vado via!”
Quando sentì quelle parole, maestra Tigre andò a fermarlo.
Non appena Po si rimise in piedi e si riprese, vide la propria amica che andò a fermare il criminale, e alle loro spalle quella specie di cerchio magico azzurro che si era appena formato.
“Tigre, fermati!” urlò inutilmente il panda.
Nel momento in cui il furfante tentò di raggiungere il portale, fu trattenuto per il braccio da maestra Tigre, che con tutta la forza che aveva lo tirò a sé. Il sauriano perse l’equilibrio, ma volse lo sguardo verso l’avversaria, che tentò di colpirla con l’acido.
Senza riflettere, ma intuendo cosa stava per fare il rettile, la guerriera di kung fu evitò l’attacco buttandosi alla propria sinistra, verso il portale.
Il panda vide la propria amica sparire davanti ai propri occhi, mentre il criminale cadde a terra, lontano dal cerchio mistico azzurro, che svanì immediatamente.
“Nooooo!!!!” urlò il criminale, che non era riuscito a tornare a casa.
A quel punto il panda andò ad aggredire il sauriano, urlando come un pazzo.
“Maledetto assassino!”
Mentre lo disse, lo strattonò e lo riempì di pugni.
Per difendersi, la lucertola sputò acido sul volto del panda, che urlò dolorosamente.
“Mi avete impedito di tornare nel mio mondo!...Ora dovrò cercare un altro modo per tornare a casa!” urlò il criminale dirigendosi verso l’uscita della caverna, lasciando il Guerriero Dragone ad agitarsi e a urlare minacce.

Quando maestra Tigre toccò di nuovo terra, il portale che aveva appena attraversato si chiuse alle sue spalle. Quando si rimise in piedi e si riaggiustò il vestito, strappato a metà, in stile giacca, iniziò a guardarsi intorno.
“Po?” lo chiamò l’amica.
Oltre a non ricevere nessuna risposta, la felina iniziò a guardarsi intorno: si trovava in una specie di sala rotonda molto grande, con delle statue di serpenti disposte in cerchio. Capì subito di non trovarsi più in quella grotta, ma prima che potesse domandarsi dove si trovasse, si mise in posizione da combattimento: aveva la sensazione di essere osservata da qualcuno…o qualcosa.

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Capitolo 3
*** Nel covo di Reptile ***


Capitolo 3: Nel covo di Reptile

Maestra Tigre, in posizione da combattimento, cominciò a guardarsi intorno agitata, pronta a combattere contro colui che la stava osservando.
“Ti sei intrufolata nel mio rifugio…”
“Chi sei? Dove mi trovo?!” chiese a sua volta la felina.
“Adesso tu morirai!”
In quel momento la tigre si voltò, notando che improvvisamente comparve quella specie di lucertola…solo che era vestita in modo diverso, ed aveva la sensazione che non fosse la stessa creatura che aveva affrontato prima; e a confermare i suoi dubbi, maestra Tigre lo vide mettersi in una posizione da combattimento diversa.
“Se pensi che sia facile farmi fuori, allora sei più ingenuo di quanto credessi.” replicò la guerriera, che dopo aver effettuato un balzo sferrò un calciò in direzione orizzontale, colpendo il viso di Reptile, che cadde a terra. Tuttavia ciò non bastò a metterlo KO; quando si rimise in piedi, cercò di colpire l'avversaria con una serie di attacchi. La guerriera li parò tutti, dopodiché sferrò un pugno prima sul viso, poi sul petto. A quel punto il sauriano tentò di afferrare il collo della felina con la lingua. Grazie ai propri riflessi rapidi e al fatto che poco fa aveva affrontato uno della sua specie, maestra Tigre prese la sua lingua allungabile appiccicosa e attirò a sé il proprio avversario, dopodiché lo tempestò di pugni, tanto rapidi quanto forti, sul petto.
Per sfuggire al suo violento assalto, Reptile divenne invisibile; e nel momento in cui l'avversaria aveva smesso di attaccarlo, si allontanò di qualche passo da lei e tentò di aggirarla. Ma non tenne conto di un particolare: la felina fece ricorso al proprio olfatto per individuarlo; e una volta capito dove si trovava, il rettile si ritrovò improvvisamente disteso a terra, con l'avversaria seduta sopra di lui che lo riempì di pugni sul viso. Dopo averne prese un bel po’, Reptile sputò l'acido su di lei. Dopo essersi allontanata da lui e aver urlato a causa del bruciore per un breve istante, la felina squadrò con uno sguardo pieno di rabbia, dopodiché balzò su di lui e sferrò una serie di pugni e calci talmente potenti da spezzare ogni singolo osso del corpo. Dopo avergli colpito una delle ginocchia con un calcio, maestra Tigre stese il suo avversario con un perfetto uppercut diretto verso la sua mascella. Ora che aveva steso il suo avversario, la felina andò verso di lui e lo prese per il collo, stringendolo molto forte.
“Adesso tu mi dirai dove si trova l'uscita!” disse con tono minaccioso la guerriera, intenzionata a pestarlo di botte se non avesse collaborato.
“Se vuoi uccidermi, fallo!” fu la risposta del rettile stremato.
Maestra Tigre fu tentata di colpirlo, ma non lo fece.
“Voglio solo uscire da questa caverna!” provò a insistere la guerriera.
“Hai attaccato un consigliere dell’imperatore Kotal Khan: sarai punita con la morte, insieme a Mileena e ai suoi sporchi ribelli.”
“Di cosa stai parlando?”
Quella risposta inaspettata sconvolse maestra Tigre, che iniziò ad essere invasa da una gran moltitudine di domande che non avrebbe mai immaginato di voler porre perché era convinta di trovarsi in Cina. A causa di quella distrazione, la felina si ritrovò improvvisamente sospesa per aria, circondata da un'aura verde, dopodiché fu scaraventata contro una delle statue di pietra. Prima che potesse reagire, fu di nuovo immobilizzata e sospesa per aria da quella strana aura verde. Davanti ai propri occhi vide una sinistra figura di altezza media vestita di rosso e con una fasciatura intorno alla faccia che non coprivano i suoi occhi verdi luminescenti.
“Tu sei una sola, mentre noi siamo tanti.” disse quell’essere con la sua voce da posseduto.
Era completamente immobilizzata a causa di quella strana…magia nera. Non poteva combattere più. Era spacciata. Ad un tratto Ermac la scaraventò nuovamente a terra.
Nonostante il dolore e la stanchezza, la guerriera fece ricorso a tutte le forze rimaste per effettuare un balzo; dopo aver superato i due nemici, cercò di fuggire via da quel luogo maledetto e di seminare i suoi inseguitori.

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Capitolo 4
*** Catturata ***


Capitolo 4: Catturata

Non appena attraversò le prime due stanze, la guerriera di kung fu si ritrovò in una specie di salone rotondo, con le pareti rosse che sembravano formare una cupola, e due enormi occhi versi che sembravano osservarla; e c'erano degli esseri con una maschera a forma di teschio sul viso, il corpo tatuato con degli strani segni blu, e non avevano peli e coda, ed erano armati di spade e lance. Oltre a non riconoscere la specie animale alla quale appartenevano quegli esseri bipedi, maestra Tigre si preparò a combattere; ma in quel preciso istante fu di nuovo immobilizzata e sospesa per aria.
“Non di nuovo!” esclamò irritata.
Quando la felina venne scaraventata a terra da Ermac, Reptile approfittò del momento per immobilizzarla. Naturalmente la guerriera di kung fu, dimenandosi, riuscì a liberarsi dalla presa del rettile, ma si ritrovò a fronteggiarsi contro il pericoloso Signore delle Anime.
“Non riuscirai mai a fuggire da noi.”
“Di sicuro non riuscirete a catturarmi con tanta facilità.” fu la risposta di maestra Tigre, che si preparò ad affrontare quel raccapricciante guerriero.
Sapendo di cosa era capace di fare, la guerriera di kung fu si preparò ad affrontarlo e ad anticipare le sue mosse di “stregoneria"; tuttavia non si aspetto di ricevere un pugno sul viso, che deviò senza alcuna difficoltà. A quel punto la felina iniziò a tempestarlo di pugni e calci. L'avversario riuscì a parare alcuni suoi colpi, ma al contempo colpì anche lui la guerriera di kung fu. Improvvisamente Ermac usò di nuovo quel suo attacco magico che immobilizzò la combattente, e dopo averla sollevata da terra, la scaraventò per terra. A fianco del Signore delle Anime sopraggiunse anche Reptile; entrambi squadrarono Maestra Tigre, che nel frattempo si stava rialzando in piedi.
“Sembra che abbia bisogno di una bella lezione.” suggerì il sauriano.
“Allora gliela daremo.” fu la risposta di Ermac.
“Io non ho fatto nulla di male!” protestò la felina accerchiata dai suoi nemici.
“Ti sei intrufolata nel mio covo.”
“E hai attaccato dei consiglieri dell’imperatore Kotal Khan; la pena per questo crimine è la morte.”
“Io non so chi sia questo vostro imperatore, o quali siano le vostre leggi, che non avevo alcuna intenzione di infrangere; ma se intendete uccidermi sono pronta a difendermi!” ribatté maestra Tigre preparandosi a combattere ancora, poiché aveva la sensazione che non volessero sentire ragioni.
A quel punto il sauriano cacciò fuori la propria lingua e afferrò con forza sovrumana il braccio sinistro dell’avversaria e la attirò a sé. Prima che potesse reagire, Ermac usò nuovamente i poteri telecinetici su di lei e la scaraventò contro il muro alla sua sinistra.
Maestra Tigre non aveva avuto modo di difendersi dai loro attacchi, e quando subì i loro colpi si ritrovò distesa a terra, battuta da entrambi. Avrebbe potuto rialzarsi, ma il risultato non sarebbe cambiato...era sola, in un luogo sconosciuto e circondata da vari nemici, uno dei quali possedeva dei poteri telecinetici.
“D'accordo, mi arrendo…ma voglio chiedere udienza con il vostro imperatore.” disse infine la guerriera del kung fu, decidendo di tentare a giocare la carta della diplomazia. Oltre ad aver bisogno di risposte a numerose domande che aveva iniziato a porsi, voleva anche trovare un modo per tornare a casa…e magari loro avrebbero potuta aiutarla.
Mentre i guerrieri Osh-Tekk andarono a legare i polsi di quella strana creatura, Reptile e Ermac la squadrarono.
“Tu non avrai alcuna udienza con l’imperatore del Regno Esterno. Sarai condannata a morte!” esclamò il sauriano.
“No: la porteremo dal nostro imperatore, e sarà lui a decidere la sua sorte.” ribatté il Signore delle Anime.
“Cosa ti prende: lei si è intrufolata nel mio covo…”
“Non mi sono intrufolata nel tuo rifugio! E mi ero difesa da te!” intervenne la felina mentre i soldati l’avevano fatta alzare in piedi dopo averle legato i polsi.
“Sarà il nostro imperatore a decidere la sua sorte, dopo aver raccontato a lui i fatti.” insistette Ermac dopo aver ascoltato le parole della guerriera di kung fu. “Comunque devi venire a Z’Unkahrah: l’imperatore Kotal Khan ti vuole al suo cospetto.”
Dopo aver annuito, anche se contrariato, Reptile si unì al gruppetto, lasciando così il proprio covo per dirigersi al palazzo di Kotal Khan.

Nei pressi della valle della pace…

“Fermiamoci qui.”
Dopo aver detto quelle parole, i due coniglietti fattorini fermarono il carretto del cibo. Erano diretti verso il villaggio della Valle della Pace per consegnare le scorte di cibo al ristorante di Ping, ed erano in viaggio da una settimana. Era notte fonda, e perciò dovevano accamparsi per la notte; tuttavia non temevano le fastidiose visite a sorpresa dei briganti perché entrambi sapevano difendersi con le arti marziali.
“Questa volta è il mio turno andare a recuperare la legna.” disse il giovane fattorino.
Mentre Chen andò a raccogliere la legna, Jin-Su dispose e raggruppò le pietre fino a formare un cerchio per impedire al fuoco di espandersi per la foresta e provocare un enorme un incendio. Dopo qualche minuto il silenzio fu interrotto.
“Jin-Su!”
Senza perdere altro tempo, il coniglietto rimasto a sorvegliare il carretto si affrettò a raggiungere il proprio aiutante. Dopo averlo raggiunto, vicino a lui vide un mammifero a terra enorme.
“Chen, che cosa…o mio dio!”
I due coniglietti osservarono il panda svenuto, il quale aveva la faccia piuttosto malridotta.
“Che facciamo?” chiese Chen, indeciso se aiutarlo oppure no; poiché sapeva fosse il Guerriero Dragone.
“Dobbiamo aiutarlo: forse è uno sventurato che sarà stato aggredito da qualche banda di furfanti.”
“Ok."
Detto ciò, i due coniglietti trascinarono il panda fino al loro carretto e medicarono in modo superficiale le ferite.
Dopo aver superato la notte senza alcun inconveniente, i due fattorini costruirono una barella di legno sul quale caricarono il panda e ripresero il loro viaggio verso la Valle della Pace.

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