Hold me in the dark - A Star wars one-shot

di Rufio89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hold me in the dark - A Star wars one-shot ***
Capitolo 2: *** It's not over yet. Part II coming soon! ***
Capitolo 3: *** Hold me in the dark - Part II ***



Capitolo 1
*** Hold me in the dark - A Star wars one-shot ***


Hold me in the dark - A Star Wars one-shot

Say it's all in my head

Remember when you said

I'll never let you go

Oh, hold me in the dark

Sheltered as you take my heart

Take my heart

[Birdy - Take my heart]

 

Compassion, which I would define as unconditional love, is central to a Jedi’s life, 

so you might say we’re encouraged to love.

[Anakin to Padme]

 

Ben…” 

Una parola appena sussurrata. Non sapeva cosa stava succedendo attorno a lei. Si era risvegliata improvvisamente, come da un brutto sogno, e aveva visto i suoi occhi e i suoi capelli corvini. E improvvisamente non era sentita più sola. L’aveva capito dal suo sguardo, dai suoi occhi, dal suo sorriso spontaneo. L’aveva guardato ancora e ancora perché non credeva fosse possibile. Lui era lì, l’aveva tenuta tra le braccia e le aveva dato la sua vita, allontanandola dalla morte. E così l’aveva baciato senza pensarci. La sua mano grande sorreggeva il suo collo. Rey sorrideva, dopo tanto tempo sorrideva. Anche Ben sorrideva davanti a lei. Fu un momento, gli occhi di Ben si fecero vuoti, la sua mano lasciò il collo di Rey e subito dopo il suo corpo si accasciò a terra.

 

Ben…” - Rey lo chiamò ancora, stavolta più preoccupata. Uno scroscio di pietre la fece trasalire. Il tempio Sith si stava sgretolando attorno a loro. Rey mise una mano all’altezza del cuore di Ben, la sua fronte a contatto con la sua. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi.
Stai con me… Stai con me, Ben. Stai con me…” 

L’addome di Ben si alzò per accogliere un soffio appena percettibile di respiro. Rey aprì gli occhi immediatamente. Prese il braccio di Ben e con tutta la forza che aveva in corpo cercò di alzarsi. Le costò uno sforzo immenso sollevare il corpo di Ben, dal momento che era esattamente il doppio di lei. Le palpebre di Ben si muovevano appena, ma lei lo riusciva a percepire nonostante tutto. Era lì. Era vivo, come appeso ad un filo, ma vivo. Lui era vivo.
Tese la mano libera per prendere le due spade laser al volo. Il pianeta stava implodendo, sgretolandosi pietra dopo pietra. Il terreno sotto i loro piedi stava cedendo, aprendosi in due.
Ben…Forza. Dobbiamo andare.” - Le gambe di Ben si tesero, i suoi occhi ancora chiusi. Rey trascinò Ben verso la navicella con cui era arrivata, mentre tutt’attorno sprofondava nell’oscurità. Chiuse il portello, mise le coordinate lasciandosi quel pianeta e la guerra alle loro spalle.

 

Non sapeva come sapesse quelle coordinate o dell’esistenza di quel pianeta. Solo…lo sapeva, come se qualcuno glielo avesse suggerito, instillato nella sua testa. Mentre guidava la piccola navicella la sua fronte era ancora matita di sudore e le braccia gli tremavano per lo sforzo appena compiuto. Era esausta ma si fermò a pensare.
Cos’era successo? Tutto era accaduto troppo velocemente. Palpatine, i Sith, le voci dei Jedi, la Forza che scorreva forte dentro di sé, Ben, l’oblio e quel bacio. Guardò dietro di sé. Aveva messo il corpo di Ben sul sedile posteriore, e ora guardava il suo volto disteso dormire. Si alzò, lasciando il comando per qualche secondo. Si avvicinò al suo volto, quasi cercando di capire cosa gli era successo. Ben e Rey erano più simili di quanto pensassero. Le loro vite erano state diverse sì, ma entrambe piene di oscurità, di sofferenza, di abbandono, di rabbia. Forse era per questo che la Forza cercava continuamente di unirli. Si era sbagliata su di lui. Rey scrutava il volto di Ben alla ricerca di risposte. Mise una coperta sul corpo di Ben prima di tornare a sedersi al posto di comando. Davanti a lei una piccola lucina rossa lampeggiava. La stavano cercando. La Resistenza, o quello che era rimasto, i suoi amici, la stavano cercando. Cosa gli avrebbe detto? Che Kylo Ren, l’uccisore di mondi, il patricida, l’aveva salvata? Avrebbero capito? Probabilmente no. Rey guardò ancora Ben. Cosa ne sarebbe stato di loro? C’era un “loro”? In preda alla confusione, Rey chiuse il collegamento. Sparì dai radar.
Per il momento - pensò - era meglio che la considerassero morta, che considerassero entrambi morti quel giorno su Exegol. E forse era stato davvero così, la vecchia Rey era morta, Kylo Ren era morto, per far spazio a qualcos’altro, qualcosa che ancora non sapeva nominare.

 

Non aveva mai visto un pianeta come quello. Non sapeva nemmeno dell’esistenza di un pianeta così bello e rigoglioso, il contrario del deserto di Jakku dove era cresciuta. Tutto a Jakku faceva pensare alla morte. A Naboo, invece, tutto era vita. Dall’alto poteva vedere verdi pianure, praterie, profondi laghi, grandi paludi e fiumi. Non lo aeva mai visto, eppure c’era qualcosa di famigliare in quel pianeta, ma non sapeva cosa. Rey atterrò in una verde prateria, aprì il portello e respirò a pieni polmoni. Forse il primo vero respiro da quando aveva sconfitto Palpatine. A pensarci il pensiero la fece ancora star male, l’unico suo parente in vita era un Sith. E nel suo sangue c’era anche il suo. Doveva ancora fare seriamente i conti con l’appartenenza che aveva cercato da tutta la vita. E forse era quello il luogo e il momento giusto per farlo.
Una goccia di pioggia si depositò a terra. Si voltò verso Ben ancora dormiente. Si mise di nuovo il suo braccio attorno al collo e lo alzò. Fuori stava cominciando a piovere sempre più forte. In lontananza una piccola costruzione di pietra, un fabbricato d’alpeggio. Decise che si sarebbe recata lì per il momento. Almeno per quella notte.

 

La piccola costruzione di pietra era spartana, ma per loro sarebbe andata bene. Mise Ben su un giaciglio di paglia. Accese un fuoco. Tornò a guardare Ben addormentato. Anche se era ancora debole poteva sentire la sua preoccupazione.

Andrà tutto bene” - gli sussurrò. Poi si accasciò a terra vicino al fuoco. Era davvero troppo stanca e confusa. Nelle mani stringeva le due spade laser, quasi a volersi aggrappare a qualcosa che forse era già dietro di lei.

 

La Resistenza era tutta lì riunita, c’erano abbracci e baci, c’era finalmente felicità. Dopo essersi abbracciati Finn e Poe si guardarono per qualche secondo, interrogandosi su dove potesse essere Rey. No, non poteva essere morta - pensò Finn - lei era Rey, la Jedi, Rey la più coraggiosa ragazza che aveva conosciuto. Non poteva essere morta. No, l’avrebbe percepita. Finn si precipitò nella stazione di comando, cercando sui radar un segno di lei.
Rey dove sei…dove sei…” Niente. Maz posò una mano sul braccio di Finn.
Lasciala andare” - disse Maz.
Dovrebbe essere qui con noi. Non può essere morta. Non è morta, vero Maz?” - replicò Finn agitato.
Il tuo cuore cosa ti dice?” - chiese Maz. Finn ci pensò ma non rispose. Non era morta, era là fuori da qualche parte. “Quando sarà pronta tornerà” - disse solamente Maz, lasciando Finn a guardare il radar. Chissà quando l’avrebbe rivista.

 

Il viso di Rey era disteso in un leggero sorriso mentre dormiva. Non l’aveva mai vista così indifesa, pensò Ben. Aveva appena aperto gli occhi a causa della luce del sole. Per quanto aveva dormito? E perché lei era lì con lui? Dov’erano? La testa gli faceva male. Le mani gli formicolavano. Pensava che la sua vita fosse finita nel momento in cui aveva deciso di sacrificarsi. Forse l’aveva sempre saputo che era per lei che si sarebbe sacrificato, non per un ideale, non per il potere, per Lei. Quella strana ragazza che l’aveva scosso dal primo momento, che sapeva leggergli dentro. Lei era come lui. Il suo era stato un gesto estremo, un gesto di generosità, il suo modo di redimersi per quello che era diventato, per quello che era, per quello che aveva fatto. Era disposto ad accogliere la morte a braccia aperte, non ne aveva più paura. Ma quando le tenebre lo stavano avvolgendo sempre di più, sentì la sua voce chiamarlo. Era un sussurro. Ma aveva squarciato l’oscurità e lo teneva aggrappato alla luce. Lei. Nessun altro l’avrebbe salvato, né sua madre, né Han, né Luke, ma lei sì. Si era ostinata talmente tanto nel voler vedere oltre. Lei aveva provato compassione per lui.
Cos’avrebbe fatto ora? Cosa avrebbe potuto darle? Aveva perso tutto. Suo padre, sua madre, l’Ordine, aveva lasciato andare per un momento quella maschera che si era costruito per proteggersi dal mondo, dagli altri. Aveva lasciato Kylo Ren per sempre. Ma ora il futuro era tutto un’incognita. Si alzò lentamente, si avvicinò al corpo di Rey addormentato. Con un passo lo sorpassò. Aprì la porta, lasciò che il primo sole invadesse l’abitazione di pietra. E varcò la soglia.

 

No!” Rey si svegliò di soprassalto da un incubo. Aveva rivisto i volti dei suoi genitori, il volto di Palpatine, ancora. Strizzò gli occhi, la luce fioca del camino illuminava l’abitacolo. Si voltò verso il letto. Era vuoto. Si alzò di scatto. Dove diamine era? Si precipitò fuori nell’oscurità della notte. “BEN! - gridò - Ben! Ben!” Non poteva perderlo. Non ancora. Non lui. Corse per le praterie alla sua ricerca. Poi lo vide. Stava seduto sull’orlo di una scogliera, le gambe a penzoloni, gli occhi chiusi.
Ben…” - sussurrò. Lui aprì gli occhi al suono della sua voce. Aveva paura del futuro, doveva ammetterlo. Per questo aveva bisogno di pensare, di concentrarsi, di capire se la Forza lo aveva abbandonato o no. Qualcuno gli aveva dato un’altra possibilità e lui doveva esserne degno. Lo era davvero?
Si alzò e si voltò verso di Lei. I loro occhi si incrociarono di nuovo per la prima volta dopo quel bacio. Rey percepiva il conflitto e la confusione che regnavano dentro di lui. Sapeva che anche lui percepiva l’incertezza che sentiva Rey, l’incertezza di un mondo che era crollato e che pian piano si stava riformando. Rey si avvicinò lentamente.
Pensavo te ne fossi andato” - disse Rey.
Ci ho pensato” - disse impassibile lui - “Avevo bisogno di pensare”. Ben si guardò attorno. “Dove siamo?” - chiese.
Non lo so. Ma non ci troveranno. Per ora” - rispose Rey. Ben si ritrovò a pochi passi da lei, la guardò di nuovo negli occhi. Vide speranza. Lei ne era così piena. Lui vedeva sempre tutto nero, la vita lo aveva abbruttito, ma lei no. Sapeva vedere il bello anche nelle cose peggiori. Aveva visto il vero Ben sotto la corazza di Kylo. “Dobbiamo mangiare” - disse semplicemente e si caricò sulle spalle un paio di pesci che aveva pescato. Poi la sorpassò distogliendo lo sguardo. Rey rimase ferma, interdetta, e lo seguì. Perché la trattava così freddamente? Per lui quel bacio non aveva significato niente?

 

Il pesce aveva un gusto buonissimo, ma del resto erano almeno tre giorni che entrambi non toccavano cibo. La luce del fuoco illuminava i loro volti. Nessuno dei due parlava. L’imbarazzo e la tensione si percepivano nell’aria. Ben cercava di non guardare Rey, per evitare un confronto, per evitare qualcosa. I suoi occhi erano fissi sulle due spade laser, quelle di sua madre e quella di Luke. Rey se ne accorse.
Ho intenzione di farle sparire” - disse Rey, poggiando la ciotola con il pesce per terra. Ben non rispose, gli occhi ancora persi nel vuoto. “Dovremmo parlare prima o poi” - continuò Rey.
Noi dovresti essere qui. Ti staranno cercando, i tuoi amici…avete vinto” - disse Ben tornando sulla difensiva. “Abbiamo vinto” - ribatté Rey.
Dovrei essere morto. Avresti dovuto lasciarmi morire” - disse Ben laconico, mentre la sua ciotola finiva per terra.
Potrei dirti la stessa cosa” - incalzò Rey.
Non capisci…” - continuò Ben, ma la voce gli finì in gola, strinse i pugni.
Guardami, Ben Solo” - disse Rey avvicinandosi a lui. Ogni volta che le sue labbra pronunciavano il suo nome era un tuffo al cuore. Il suo vero nome. Ma Ben continuò a non guardarla.
Rey si accovacciò davanti a lui, mise una mano sulla sua guancia costringendolo a guardarla. I loro occhi si incrociarono, i volti vicini come allora. Rey sorrise teneramente. “Grazie” - riuscì soltanto a dire Rey. Gli occhi di Ben si riempirono di lacrime, strinse le labbra per cercare di trattenerle. Si sentiva così indifeso. Mise una mano sulla guancia di Rey. Lei aspettò qualcosa. Attorno a loro silenzio e pace. Ma Ben tolse la mano e si alzò.
Puoi dormire sulla paglia” - disse di nuovo freddo Ben - “Io mi metto per terra”. Rey annuì. Qualcosa lo tormentava, e aveva a che fare con lei. Pensò che avesse bisogno di tempo. Si accovacciò sulla paglia e si voltò dall’altra parte. Lui si sedette accanto al fuoco, poggiando la schiena sulla fredda pietra e guardando le lamelle del fuoco scoppiettare accanto a sé. 

Il fuoco si spense, l’oscurità della notte arrivò come una vecchia amica sebbene entrambi non riuscissero a dormire.
Perché mi hai salvato?” - la domanda di Rey squarciò il silenzio - “Pensavo mi odiassi”.
Potrei chiederti lo stesso” - disse Ben. Il suo carattere era insopportabile a volte, pensò Rey. “Non ti mai odiato” - disse Ben - “Ero geloso sì. Mio padre, Luke, Leia, tutti si aggrappavano a te, tutti credevano in te. Nessuno ha creduto in me, eccetto te”. Ben si voltò verso la schiena di Rey. “Ero pronto a morire, tanto nessuno avrebbe sentito la mia mancanza”.
Rey conosceva quella sensazione, la conosceva bene. Una lacrima scese sul suo volto.  “Io sì, io avrei sentito la tua mancanza” - sussurrò Rey. “Mi hai salvato la vita, e io ho salvato la tua. Siamo pari”. Nell’oscurità Ben sorrise. “C’è abbastanza spazio per due qua sopra” - disse Rey indicando la paglia “Non c’è bisogno che tu dorma per terra”. Alzò la coperta e si spostò, aspettando.
Non credeva che avrebbe accettato la sua offerta, ma invece sentì la paglia muoversi e Ben posizionarsi dietro la sua schiena. Rey non riusciva a girarsi, era come paralizzata. Era una nuova situazione quella in cui si trovava. La sua schiena toccò il braccio di Ben e sentì come una scossa. Il suo respiro si fece veloce. Ben non disse niente, semplicemente si accovacciò accanto a lei, il suo respiro sulla nuca di lei. Poteva sentire il suo odore. Chiuse gli occhi. Attorno c’era silenzio, pace. Chiusero gli occhi, stavolta c’era pace anche per loro.

 

Ben aprì gli occhi. Era mattino. A pochi centimetri dal suo volto Rey dormiva beata. Le labbra leggermente dischiuse. Ben le fissava. Erano le stesse che l’avevamo baciato. Aveva voglia di assaggiarle ancora e ancora. Ma non sapeva se era quello che avrebbe voluto anche lei. Dopotutto magari l’aveva baciata solo per ringraziarlo. Lui non era riuscito a trattenere però un sorriso. Scostò dei capelli dal viso di Rey. Lei si mosse e aprì gli occhi. Si fissarono per qualche secondo. Poi Ben si alzò veloce mettendo distanza tra loro due, e lasciando l’abitazione sbattendo la porta. Rey rimase stupita, poi prese le spade ed uscì.

 

Un sassolino colpì la nuca di Ben. “Che diamine, Rey!” - si voltò Ben toccandosi la testa. “Beh almeno ora pronunci il mio nome, facciamo progressi” - disse Rey. “Che cosa vuoi?” - replicò Ben. Rey lanciò la spada laser a Ben. La prese al volo. Lui la riconobbe, era quella di Luke e prima di suo nonno. “Non combatterò con te Rey di Jakku” - disse Ben. “Abbiamo già combattuto abbastanza”. “Forse non vuoi combattere con me perché sai che ti batterò ancora, ancora, e ancora” - disse Rey chiudendo la distanza tra loro. “Mi hai pugnalato” - disse Ben guardandola dall’alto. “Ti ho battuto” - puntualizzo Rey. Ben accese la spada. Rey sorrise. Le loro spade laser si incrociarono e i loro volti si ritrovarono di nuovo illuminati come la prima volta nella foresta.
Io non credo” - sussurro Ben. Rey sorrise.
Bastò un istante e due cominciarono a combattere, interrompendo per un momento la pace e l’armonia che regnava tra le creature che abitavano il pianeta. Era il cacciatore che braccava la preda o era la preda che braccava il cacciatore? Era difficile capirlo. In quel momento erano solo loro due. Jedi? Sith? Cosa importava ora? Forse erano qualcosa di più, qualcosa di nuovo che il mondo doveva ancora conoscere.

Le spade laser si scambiavano colpo su colpo. Anche se Ben era più alto di Rey, ma lei era più agile e con una forza e una determinazione che ad ogni colpo lasciava senza fiato. In fondo era attratto anche da questo suo lato di lei. Rey sembrò sopraffarlo per qualche secondo, ma Ben ritrovò la sua sicurezza  e la incalzò di nuovo. Dopo l’ennesimo colpo si fermò.
Perché sei ancora qui? Puoi andare da coloro che chiami amici. Io scomparirò” - disse Ben impugnato la spada contro di lei. “Non andrò da nessuna parte. Non finché non capirò” - rispose Rey. “Cosa c’è da capire? Tu sei la nipote di Palpatine, io di Darth Vater. Fine della storia.” -  disse Ben, e colpi di nuovo.  La sfida proseguì a fasi alterne: Ben in preda l’ira continuava a capovolgere la situazione. Le spade si incrociarono un’altra volta. Gli occhi di Rey fissi in quelli di Ben. “Voglio capire chi sei, Ben Solo” - disse Rey, sembrando più determinata che mai.
Sei distratta, Rey…” - sibilò lui. Ben colpì ancora, Rey perse l’equilibrio. Per qualche secondo si trovò per aria. La sua spada volò lontano e si spense quando toccò terra. La mano di Ben lasciò immediatamente andare la sua spada. Rey si sentì cingere la vita. Le braccia di Ben l’avevano raccolta e poggiata delicatamente a terra, impedendole di cadere. Anche questa volta, quando l’aveva toccata, aveva sentito una scossa. Ben si alzò e tese la mano. Rey sorrise e afferrò la sua mano. “Sapevo che prima o poi avresti afferrato la mia mano” - ironizzò lui. Rey sorrise timidamente. “Ti ho detto che ti serviva un maestro” - continuò beffardo lui. Rey non rispose. Il suo sguardo fu catturato da qualcosa in lontananza. Un palazzo.

 

Un vecchio palazzo reale caduto in disgrazia sembrava quasi inghiottito dalla vegetazione circostante. Rey e Ben si addentrarono cauti e curiosi. C’erano resti di un’antica dinastia reale ma anche dell’Impero. Che posto era mai quello? Le mani di Rey aprirono un vecchio baule pieno di polvere. Tirò fuori un vestito verde acqua formato da stoffe pregiate. Le sue mani non avevano mai toccato una stoffa così delicata. Rimase sorpresa a pensare di poterlo indossare. “Dovresti provarlo” - disse Ben. “Non puoi leggermi la mente” - lo apostrofò lei. Rey posò il vestito e chiuse la cassa. “Non fa per me” - disse guardando Ben. Lui annuì e si diresse fuori. Rey guardò la cassa chiusa per qualche secondo. Forse non era pronta, non era pronta a sentirsi donna. Nessuno l’aveva mai guardata in quel modo. No, lei era cresciuta tra i rottami, quel vestito non faceva decisamente per lei. Distolse lo sguardo e allontanò quel pensiero. Seguì Ben. Lo trovò appoggiato ad un mancorrente di pietra che dava su un bellissimo lago. Si avvicinò. Le dita di Ben toccarono un’incisione che sembrava strana. Una A e una P. Al tocco della pietra Ben ebbe una visione. Qualcuno nel passato, un viso che non conosceva, un uomo e una donna. Una mano metallica. Un matrimonio. Una voce maschile. “Pensavo avessimo deciso di non innamorarci”. E poi una parola che lo fece tornare alla realtà: “Skywalker”. Si staccò dalla balaustra. La fronte matida di sudore. Perché aveva visto tutto ciò? Che posto era quello? Era davvero chi aveva idolatrato per così tanto tempo? Dunque era quello il vero volto dentro la maschera. E Vader aveva amato, e perdere quell’amore lo aveva distrutto. Ben pensò di essersi sbagliato, ma come poteva saperlo? Per qualche secondo si chiuse in silenzio, confuso.
Cos’hai visto?” - chiese Rey. “Frammenti di passato” - disse Ben “Credo che c’entri qualcosa mio nonno”. “Vader?” - chiese Rey incredula. Ben annuì, ugualmente incredulo. “Si è innamorato in questo posto. Pensavo che a un Jedi fosse proibito innamorarsi”. Nel pronunciare quelle parole le labbra di Ben si inclinarono in un appena accennato sorriso. “Forse Luke si è sbagliato, forse si sono sbagliati tutti quanti…” - disse Rey.

Il sole stava per tramontare dietro di loro, illuminando i fiori e le piante di incredibili colori. “Vado a cercare qualcosa da mangiare” - propose Rey. Ben era ancora fermo, pensieroso. Si guardò i vestiti che aveva addosso. Chi era lui ora che Kylo non c’era più? Prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi sbagli e le sue scelte. Voleva solo lasciarsi tutto alle spalle. Scese velocemente verso il lago. Fissò il suo volto nello specchio dell’acqua. Si tolse i vestiti e si tuffò. Silenzio. C’era silenzio sott’acqua. Pace. Quando riemerse dall’acqua sembrò come rinato. Si lasciò cullare dall’acqua e fissò le prime stelle sopra di sé. Erano solo vestiti eppure sembravano macigni di un passato che l’avrebbe tormentato forse per sempre. Poi percepì qualcosa. Percepì la sua presenza.

L’acqua è bellissima. Dovresti provare” - l’apostrofò lui senza girarsi. “Raggiungimi”. 
Rey si annusò, effettivamente aveva un odore abbastanza sgradevole e i suoi vestiti erano alquanto conciati male. “Va bene, ma voltati” - chiese Rey. Ben sorrise sornione e si voltò. I vestiti di Rey caddero a terra. L’acqua si mosse e Ben seppe che lei era entrata. Si voltò, ma lei era scomparsa. Si girò a destra e a sinistra preoccupato. Niente. “Rey!” - urlò. Qualche secondo dopo Rey riemerse con uno stupido sorriso in volto. Sembrava quello di una bambina, pensò Ben. “Avevi ragione. È stupendo” - disse semplicemente lei. Gli occhi profondi di Ben la catturarono di nuovo. Scorse preoccupazione. Ben si avvicinò. Incuranti del fatto che fossero nudi, l’oscurità in qualche modo era tornata a proteggerli. Rey deglutì. Senza quegli abiti neri, quella maschera, non sembrava ci fosse mai stato Kylo Ren. Lo vide per la prima volta per quello che era. Un ragazzo confuso e spaventato, perché la vita lo aveva deluso. 

Perché mi hai baciato?” - chiese lui, rompendo quel silenzio imbarazzante. “Voglio sapere il motivo per cui l’hai fatto”. “Mi hai salvato la vita” - rispose Rey, indietreggiando, cercando di nascondere i suoi sentimenti. Ben si avvicinò ancora. “Solo per quello?”- chiese lui con sguardo indagatore. Rey annuì potè scorgere nello sguardo di Ben della delusione e un velo di tristezza. Poi lesse nei suoi occhi vigore e determinazione, e Ben si avvicinò ancora. E ancora. E ancora. I loro corpi potevano quasi sfiorarsi. Fu un istante, e Ben passò oltre a lei.
Capisco quando menti, Rey” - sussurrò lui al suo orecchio, mentre sott’acqua le dita di Ben sfioravano il palmo della mano Rey. Ebbe un sussultò. Si voltò a cercare i suoi occhi, a cercare delle risposte. Ma lui era già lontano. Lo vide uscire dall’acqua e arrossì. Non aveva mai visto un uomo nudo. Non l’aveva mai visto così, ma dovette ammettere a se stessa che la luce della luna lo rendeva ancora più sexy. E per questo lo odiava. Era sfuggente e testardo quel ragazzo. Era capace di metterla continuamente in discussione, di sapere esattamente come si sentiva. Lei era sempre stata sola, teneva le persone a distanza. Aveva paura. E lui lo sapeva. Conosceva quella sensazione.

 

Uscì dall’acqua stringendosi un lenzuolo, o qualcosa del genere, attorno al corpo. Era ancora scossa, le tremavano le gambe. Risalì verso il palazzo e si diresse verso la luce del fuoco. Si strizzò i capelli. L’acqua bagnò la stoffa facendola aderire al suo corpo. Quando alzò lo sguardo, sentì su di sé gli occhi di Ben che la scrutavano. Si sentì nuda, indifesa. Lui era vicino al fuoco, il petto nudo, i pantaloni neri. Alcune gocce di acqua gli cadevano ancora dai capelli bagnati. Era una visione - pensò Ben. Non poteva essere più bella di così, i capelli scompigliati le gote arrossate. Lo sentiva il suo imbarazzo quando erano vicini. E lei l’aveva baciato. Perché era così difficile ammettere che voleva farlo ancora?
Ti ho baciato perché volevo farlo. Perché tu…tu significavi qualcosa. Ben tu…” - non finì la frase.
Non servivano altre parole. Ben si alzò deciso e si avvicinò a lei continuandola a fissare. Le prese la mano, la intrecciò con la sua e pose un bacio sul palmo. Due che sono uno. La luce e l’ombra. Il sole e la luna. Uno non può esistere senza l’altro. Una Diade. Così l’aveva chiamata lui. L’unico modo per andare avanti era…insieme verso l’ignoto.
Rey guardò la sua mano in quella di Ben, poi tornò a fissarlo. Lui sembrava mangiarla con gli occhi. Fissò le sue labbra. Cercò un segno, qualcosa che gli dicesse di fermarsi. Non trovò niente. La baciò prendendole il volto tra le mani. Assaporò le sue labbra un’altra volta. Rey non potè fare a meno di stringergli la nuca e approfondire il bacio. Quante sensazioni nuove… Per un momento si perse tra sue braccia. Si sentì protetta. Nella foga lui l’aveva sollevata da terra e il lenzuolo era sceso. Le mani di Rey corsero a recuperarlo imbarazzata. Lui si fermò. Rey percepì il suo sguardo, il suo respiro aumentò. Lasciò andare il lenzuolo rimanendo nuda davanti a lui. Nessuno l’aveva guardata mai così, come lui adesso stava guardando lei. Le venne in mente lo stesso sguardo con cui lei guardava un pezzo di pane quando era affamata. Al pensiero sorrise imbarazzata, mentre lui percorreva ogni singolo centimetro della sua pelle con il suo sguardo. Lui le prese la mano e se la posò sul suo petto. Era un invito. Le dita di Rey percorsero alcuni centimetri, toccarono la sua cicatrice, quella che gli aveva fatto lei. Anche il respiro di Ben era accelerato. Non credeva l’avrebbe fatto, ma lei lo sorprese nuovamente. Le sue mani arrivarono all’altezza dei pantaloni. Qualche secondo dopo erano per terra. Era determinata e risoluta anche in quella situazione, pensò Ben.
Le gote di Rey erano rosse, ma non poteva smettere di guardarlo. Lui la baciò nuovamente, la sollevò da terra e l’adagiò a terra.
Ho paura, Ben” - disse Rey sentendo il corpo di Ben a contatto con il suo. “Anche io” - rispose lui e tornò a baciarla. Il resto fu naturale come bere un sorso d’acqua. Fu allora che lo seppe. Forse tutto l’aveva condotta lì. Forse l’Universo voleva che si unisse a Ben. Non aveva paura tra le sue braccia, si sentiva amata, capita. Sentì avvamparsi tutta. Era questo sentirsi donna? Sentirsi desiderata come l’acqua nel deserto. Non sapeva cosa fare, ma sembrava tutto così naturale. Bastò uno sguardo. Stavolta avrebbe consentito che lui fosse il suo maestro.
Strinse le dita nei suoi capelli corvini. Sentì dolore e poi pienezza. Il momento in cui si unirono completamente portò consapevolezza.

L’appartenenza che cerchi non è nel passato, ma davanti. Qualcuno potrebbe tornare, ma non  chi credi” - Rey ricordò le parole di Maz. E tutto fu chiaro. Il suo destino non era essere solamente il Jedi di cui tutti avevano bisogno. Era essere qualcosa di più, qualcosa a cui non aveva mai pensato. Vide la Forza in tutta la sua pienezza. Vide la galassia. Vide il più piccolo atomo nel cosmo. Vide la morte. Vide la vita. Anche Ben vide frammenti di universo, sentì l’amore che aveva tanto evitato. Vide se stesso da piccolo, e poi qualcos’altro… Frammenti di un futuro ancora da vivere ma che sarebbe cominciato ora. Con Lei.
Capirono finalmente perché la Forza li aveva fatti incontrare, scontrare, confondere e infine unire. L’Universo gli stava dicendo che non erano soli.

 

Fecero l’amore più volte quella notte, e quando arrivò il mattino sembrò quasi tutto un sogno. Rey guardò le mani di Ben sul suo ventre come quando si era risvegliata su Exegol. Posò la sua mano su quella di Ben. Era ancora stretta tra le sue braccia. Corpo contro corpo. Sentiva il suo calore, si sentiva in pace. Tutte le preoccupazioni, le incertezze della vita sembravano essere scomparse, sembravano ora solo un distante ricordo. Niente avrebbe potuto scalfirla ora. Aveva trovato quell’appartenenza che cercava da sempre. Finalmente era a casa.
Stai arrossendo ancora” - la voce profonda di Ben interrompete i suoi pensieri. “Stai pensando a quello che è successo ieri notte? O forse non ne hai avuto abbastanza?” - la provocò lui.
Ben!” - disse Rey sconcertata, alzandosi. “Oh beh, la Forza è forte in te, giovane Padawan” - continuò lui. Vide un sorriso sul suo volto, e poi una risata. Anche lei non potè fare a meno di  scoppiare a ridere. Lui le mise una mano sulla nuca e la tirò a sé per baciarla delicatamente.
Mi hai quasi distrutto, Rey. Ho cercato per così tanto tempo di seppellire questa cosa con tutte le mie forze. Ma più cercavo di seppellirla, più mi dilaniava. Adesso so perché” - disse Ben a un soffio dalle sue labbra. “E non so come farò a lasciarti andare nel mondo”.
Non vado da nessuna parte” - disse semplicemente Rey con la sua solita determinazione.
Sì invece. Non ho posto nel tuo mondo Rey. È meglio per tutti che mi credano morto” - constatò Ben. La sua faccia torno seria. Rey gli strinse le mani. “Tutti noi facciamo degli sbagli. È ciò che ci rende umani. Gli spiegherò. Fidati…capiranno…” - continuò Rey cercando di sembrare convinta.
Sai che non lo faranno. E a un certo punto dovrai essere costretta a scegliere tra me e loro” - ripose Ben. “E sappiamo bene chi sceglieresti
Non ti abbandonerò, Ben Solo. Non lo ho mai fatto, e non lo farò ora che…” - Rey non riuscì a completare la frase. “Ora che finalmente ti sei unita a me” - Ben stava filtrando con lei. Rey arrossì ma subito dopo tornò seria. “Cosa farai?” - chiese lei.
Ben si guardò attorno. “Starò qui. Farò ammenda. Questo luogo sarà il nostro segreto. Nascosto agli occhi di tutti. Come il nostro legame.” - disse Ben guardandola. Tutta questa situazione non era per niente facile, pensò Rey. Finn, Poe, e gli altri non avrebbero capito. Solo lei era riuscita a vedere che dietro la maschera di Kylo si nascondeva un ragazzo spaventato del futuro, spaventato del suo potere, deluso dalle persone. Ma ora era tutto diverso. Non poteva abbandonarlo come avevano fatto Han, Leia e Luke. Provava qualcosa per lui, non sapeva se quello fosse amore, non ci aveva mai pensato. Sapeva solo che non poteva lasciarlo. E percepiva che anche per lui era lo stesso. Era bastato un bacio e ora erano condannati a non poter più fare a meno dell’altro. Era bastato un bacio. E entrambi ne volevano ancora, e ancora, e ancora.
Rey si strinse al lenzuolo. Il suo sguardo si posò sulle spade laser poggiate poco distanti da loro.
Potresti essere più di un’eremita, lo sai” - disse Rey
E cosa?
Un maestro” - disse semplicemente Rey.
No” - ribatté serio Ben.
Luke ti ha deluso perché non conosceva il lato oscuro, non lo capiva e ne aveva paura. Ma tu no” - continuò Rey.
Proprio per questo non dovrei fare il maestro Jedi” - disse Ben.
Non capisci? Noi conosciamo il lato oscuro, possiamo mostrare a tutti loro che luce e ombra possono convivere. Tu l’hai dominato. Potresti essere un maestro più grande di Luke. Per coloro che verranno dopo di noi. Per una nuova generazione di Jedi” - Rey si accorse solo dopo del significato implicito dell’ultima frase che aveva pronunciato. Sperava che lui non avesse colto il senso, cercò di guardare altrove.
Dimentichi che un Jedi non può amare. Troppe distrazioni….” - disse Ben facendo scorrere le sue mani sul corpo di Rey. Sembrava non averne mai abbastanza. Voleva imprimersi quell’immagine nella mente, voleva che le sue mani ricordassero ogni centimetro della sua pelle, voleva ricordarsi tutto di lei. Anche quell’espressione che aveva visto solo lui quando l’aveva riempita.
Rey chiuse gli occhi, sentì di nuovo i brividi quando le sue mani la toccarono attraverso il lenzuolo. Fece un respiro e rispose: “O forse è esattamente il contrario. E la Forza ha cercato di dircelo per tutto questo tempo. Abbiamo bisogno di amare per essere…completi” - disse Rey aprendo infine gli occhi. Vide Ben guardarla intensamente. “Sei bellissima, Rey” - sussurrò lui. Per un momento si sentì audace lo baciò come su Exegol, lasciandolo senza fiato. Si mise sopra di lui a cavalcioni per poterlo vedere meglio. I capelli corvini sparsi sul letto, le sue mani che raggiungevano la sua vita e la tiravano nuovamente verso la sua bocca.

 

Tornerò presto” - disse Rey stringendo le spade laser tra le mani. “Devo fare una cosa”. Baciò Ben teneramente. “Terrò gli occhi fissi sul cielo” - rispose lui poggiando la sua fronte su quella di Rey. “Cerca di non distruggere mondi in mia assenza” - disse ironica Rey andando verso la navicella con cui era arrivata. “E tu di pilotare come si deve quell’affare” - rispose Ben. Rey sorrise dandogli le spalle, poi si fermò, titubante. Tornò a guardarlo. “Al mio ritorno non smetterò  di chiamarti con quel nome che odi tanto” - disse Rey.
Ma se mi chiami amore io ti risponderò” - disse Ben. Poteva chiamarlo come voleva. Rey ebbe un sussulto. Lui provava quello che prova lei? Si erano innamorati? Nel bel mezzo di una guerra avevano trovato tempo per amare. E questo era un dono  prezioso. Rimase con la bocca aperta e semplicemente annuì con il capo. Continuò ad andare verso la navicella, il cuore sollevato, felice. Quelle parole l’avevano fatta sentire viva.
Salì a bordo e mise in moto. Prima di sfrecciare in cielo si voltò per un istante verso la sagoma alta e distante di Ben Solo sulla collina. Il suo mantello nero svolazzava al vento.
Sarò sempre con te, Rey” - disse Ben attraverso la Forza. 
Fu solo una frazione di secondo, appena prima di sollevarsi da terra, ma gli sembrò di vedere dietro di lui la figura appena percettibile di un Jedi che non aveva mai visto. 

 

Rey atterrò a quella che un tempo era la base della Resistenza. Tutti i veicoli utilizzati erano ancora parcheggiati lì. Sembravano abbandonati, non per usura del tempo, ma perché era da qualche giorno che non si erano alzati in volo. Per terra c’erano ancora i resti di una grande festa che evidentemente proseguiva da giorni. Rey aprì il portello e scese dalla navicella. Fece qualche passo tra la vegetazione e poi sentì un rumore provenire da davanti a sé. “BB-8!” - urlò Rey. Il droide le venne incontro e Rey fece altrettanto per assicurarsi che fosse ancora tutto intero e funzionante. Alzò lo sguardo e vide Finn e Poe. “Rey!”  gridò Finn spalancando gli occhi. Stava per scoppiare a piangere dalla felicità. Erano vivi, e avevano vinto la guerra. Corsero ad abbracciarsi. Non dissero nessuna parola. Non ne servivano in quel momento. 

 

Sei diversa…” - disse Finn guardandola. “Come diversa?” - chiese Rey mentre stava facendo gli ultimi controlli al Falcon. “Non so, c’è qualcosa…sei diversa” - disse Finn. Rey abbassò lo sguardo.  Si sentiva diversa, era diversa. Aveva trovato se stessa. Aveva trovato lui. Cercò di dissimulare, ma Finn sorrise. “Sono contento di vederti, Rey” - disse. “Anche io Finn” - rispose Rey. “Sono sicura che farai grandi cose per la Nuova Repubblica”.
Finn si parò davanti a lei. “Non resti? Ci sono così tante cose da fare” - chiese Finn. Rey scosse la testa. “Non sono Leia” - disse solo questo, aveva paura di dire di più.
Ti vedrò ancora?” - chiese, infine, Finn preoccupato.
Forse. Chissà…” - disse Rey sorridendo. Finn sapeva che l’avrebbe rivista, non sapeva quando o dove, ma sentiva che si sarebbero incontrati. Qualcosa era successo su Exegol e quando lei sarebbe stata pronta a raccontare la sua storia, lui l’avrebbe ascoltata. Sarebbe stato lì per lei. 

 

 

Il Falcon sfrecciava sul cielo di Tatooine. Rey scese seguita da BB-8. Non era riuscita a partire senza di lui. Si diresse verso una vecchia abitazione abbandonata tra la sabbia del deserto. Si guardò intorno sospirando. Sì, quello era il luogo giusto. Prese un pezzo di stoffa e ci poggiò le spade laser sopra. Chiuse tutto insieme. Era giunto il momento di lasciarle andare, di abbandonare il passato e pensare al futuro. Si concentrò e in pochi secondi le spade vennero inghiottite nelle profondità della sabbia del deserto di Tatooine. Quelle spade non erano mai appartenute a lei, erano di qualcun altro, per questo sentiva che doveva lasciarle andare. Strinse nelle mani il suo bastone, quel vecchio amico che l’aveva fatta sentire protetta, e lo accese. Una lama gialla spuntò. Quella sì che era la sua spada laser. Né Jedi, né Sith… ma qualcosa di nuovo, di diverso.
Non si vedeva qualcuno da tanto tempo. Chi sei?” - disse un’anziana donna che passava di lì.
Rey” - rispose.
Rey chi?” - chiese ancora.
Rey ci pensò. Chi era? Una Palpatine? Nessuno? Chi era? Poi una voce echeggiò nella forza.
Sarò con te sempre, Rey” - era la voce di Ben che la chiamava a pianeti di distanza. La stava aspettando sul loro pianeta.
Sarebbero sempre esistite due parti di lei, come la luce non esiste senza l’ombra.  Amanti, due infelici metà di una sfera spezzata, in cerca dell’unità originaria, per non sentire più la loro dolorosa incompletezza. Distanti, eppure sempre vicini. Ora che la Forza li aveva uniti, niente avrebbe potuto separarli.  
Guardò l’orizzonte, vide Luke e Leia sorriderle, il passato. Chiuse gli occhi e vide lui, Ben, una famiglia, il futuro. Ora sapeva chi era.

Si voltò di nuovo verso la donna e disse infine: “Rey. Rey Skywalker

Infondo erano gli ultimi Jedi. Gli ultimi Skywalker.

O forse no.

 

 

When there’s nothing but dark and sound

I will be beside you

When there’s nothing but the long way ‘round

I will be beside you

In my simplified world, we’re a boy and a girl”

[Beside you - Phildel] 

 

Alla fine del corso della vita a ciascun uomo darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve

[Apocalisse]

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Se siete arrivati fino qua innanzitutto GRAZIE! Spero che la storia vi sia piaciuta.
Il cinema è fatto di continue ellissi temporali, tra le scene e tra le inquadrature, perché il cinema manipola il tempo. Ecco perché ho voluto pensare a cosa fosse successo tra due scene, tra il taglio dopo Exegol e le ultime scene finali. Pensate a questa storia come ad un respiro tra le due scene. Insomma, ho voluto riempire quel nero con delle immagini, con delle parole. 

Penso che la parabola di Kylo Ren/Ben si sia conclusa con questo film, ma ho voluto dargli un altro destino che vada al di là della sua morte. Kylo Ren è un personaggio molto complesso, forse il più complesso di tutti perché ci mette faccia a faccia con il male e quanto l’essere umano possa esserne attratto o fagocitato. Rey e Ben sono le due facce della stessa medaglia.

E ho voluto dare a Rey non solo il ruolo dell’eroina, ma il ruolo di Madre generatrice di - forse - una nuova stirpe di Jedi, e di avere quello che stava cercando così tanto : una famiglia. 

Le storie da qui potrebbero essere mille anche se mi piace pensare che le storyline sia di Ben che di Rey si concludano con questa trilogia.

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Capitolo 2
*** It's not over yet. Part II coming soon! ***


Lo so. Pensavate fosse finita. Anche io lo pensavo, ma poi da giorni mi interrogo sulla possibilità che manchi un pezzo di storia, un ulteriore tassello. 

Come definire una notte d'amore? Che rapporto avranno Ben e Rey ora che la Nuova Repubblica si sta costruendo? Rey sarà pronta ad abbracciare il suo destino, prima che la nuova vita che sta crescendo dentro di lei le prosciughi tutte le forze? E se la normalità fosse difficile da costruire? Mille dubbi e perplessità sul futuro dei Reylo nella nuova Galassia. Una galassia senza Jedi né Sith, una galassia a cui Rey ha restituito l'equilibrio, la pace. Ma per quanto? 

Insomma, come avete capito, ci sarà una parte II. 

Se la cosa vi intriga, come me, datemi una voce! Io tornerò a breve.

"Che la Forza sia con voi"

"Sempre".

Rufio

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Capitolo 3
*** Hold me in the dark - Part II ***


Così quello era un senato galattico. Rey non ne aveva mai visto uno. Era grande, maestoso, ora quasi riempito completamente. Come una volta, le dicevano tutti quelli che incontravano. Lei non poteva certo ricordare quei tempi, ma certo l’emozione deve essere stata la stessa dei suoi predecessori. Così tante specie diverse provenienti da ogni parte della Galassia erano radunate lì dopo tanto tempo. Guerrieri della Resistenza e politici di vecchia data. Si sentiva fortunata a poter assistere ad un momento storico del genere. 

Rey era nascosta dietro ad una colonna cercando di non dare nell’occhio, ma non prestava attenzione alle parole. Troppo complicate, troppa politica per lei. Guardava però le varie facce di amici e conoscenti parlare animatamente.

Era su Coruscant ormai da un mese ma continuava a sentirsi fuori posto, sebbene chiunque incontrasse la guardasse con stupore, elargendole grandi sorrisi. E tutto ciò la faceva sentire un’attrazione da circo. Non si sentiva a casa. Leia avrebbe adorato tutto ciò - pensò. Sì, Leia l’avrebbe adorato, si sarebbe presa il centro dell’attenzione e tutti le avrebbero dato retta. Ma lei no, tutto questo non era da lei. Davanti a lei vedeva Finn in una nuova veste, autorevole, sicuro di sé mentre parlava con altri senatori. Sorrise. Finn era cresciuto, era al suo posto, esattamente dove doveva essere.

Si sistemò il cappuccio sulla testa e indietreggiò nell’ombra. Finn si voltò, ma Rey era già sparita. 

Mentre percorreva i corridoi del palazzo del senato percepì qualcosa dietro di sé. Si voltò. Vide  un volto, quello di Ben. Si guardarono solamente, nessuna parola, poi il collegamento si interruppe improvvisamente.

Rey”  - la voce di Finn risuonò per i corridoi “Tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma” - disse Finn avvicinandosi e afferrandole le spalle. Rey annuì tornando presente a se stessa. 

Sì, solo…non ero a mio agio là dentro” - continuò.

Capisco” - rispose Finn. 

Cos’avete deciso?

Mi hanno affidato la guida delle reclute del nuovo esercito. Niente più assaltatori. E sai qual’è la prima cosa che farò?

Quale?” - disse Rey sorridendo. Finn era felice ed eccitato. Le sue mani si muovevano veloci nel gesticolare.

Niente più caschi. Odio quella robaccia. Mi ricorda lui. Il solo pensiero mi fa ancora venire i brividi…” - disse Finn, mentre lo sguardo di Rey si rabbuiava. Se solo avessero saputo cosa aveva fatto Ben, pensò, e invece disse solo: “Penso sia una cosa fantastica. Sarai bravissimo”.

Sai,…c’è posto anche per te se vuoi. Tutti voterebbero per te, la Jedi che ci ha salvato. Sei già una leggenda, Rey! Le persone raccontano già le tue imprese” - disse Finn esaltandosi ad ogni parola.

No, Finn. Non posso restare. Te l’ho già detto.” - rispose Rey.

Perché? Cosa ti trattiene? Noi siamo la tua famiglia ora” - disse Finn stringendo la sua presa sulle spalle di Rey nella speranza di farla rimanere ancora qualche secondo. Rey scostò le braccia di Finn da sé e si allontanò di qualche passo.

Non posso restare. Non appartengo a questo posto. Non so niente di politica. Non sono Leia. Vi ho aiutato il tempo necessario a raccogliere i nuovi senatori dei vari pianeti, ma il mio contributo finisce qui” - disse Rey voltandosi verso Finn. 

Quando partirai?” - chiese Finn

Domani mattina” - rispose Rey

Sei proprio cocciuta. Non posso dirti niente per farti restare, vero?” - disse Finn. Rey scosse la testa e lo abbracciò. Poi si staccò, ebbe un’idea.

Non è che per caso posso prendere il Falcon, vero?” - chiese Rey.

Ah. Non guardare me. Devi chiedere a Chewie” - rispose Finn “È al molo tre. Ma io non ti ho detto niente”.

Rey sorrise, ringraziò con la testa e si avviò verso il molo tre.

Ci rivedremo vero? Promettimelo! Non posso perdere la mia migliore amica.” - gridò Finn, mentre vedeva la sua amica andar via.

Rey annuì. “Certo. E ti prometto che quando ci vedremo capirai molte cose”- disse prima di sparire dietro ad una colonna. Era arrivato il tempo di tornare a casa. Di tornare da Lui.

 

Chewie non lo distruggerò, promesso” - disse Rey mentre stava ultimando le riparazioni sul Falcon. Chewie guardò per un’ultima volta la navicella e pensò ai bellissimi ricordi che aveva là dentro. Rey corse ad abbracciarlo e sprofondò con il viso nel suo pelo. “Ti voglio bene anche io, Chewie”.

Nell’abbraccio Chewie annusò il suo odore, disse qualcosa. La staccò da sé e la guardò dubbioso. “Cosa?” - chiese Rey. Chewbecca sorrise solamente. Rey intuì che aveva capito qualcosa. Sulla sua pelle, forse, aveva ancora il suo odore, un odore che certo non era sconosciuto a Chewbecca. L’odore del figlio del suo migliore amico. Il Wookie la salutò con la mano e scese dalla scaletta. Rey lo accompagnò fuori.

Improvvisamente il suo stomaco fece degli strani gorgoglii. Rey si fermò, si portò una mano alla bocca. Ebbe una forte sensazione di nausea e fu costretta a vomitare. Si asciugò la bocca. No, non può essere - pensò. Erano tre mesi che aveva lasciato Ben su Naboo. Si convinse che non potesse essere incinta e decise di scacciare il pensiero dalla testa. Chissà se lui l’aveva percepito… Non fece in tempo a pensarci che una voce la fece voltare a destra.

 

Qualcuno mi ha detto che sei in partenza” - disse Maz.

Maz! Sono felice di vederti” - disse Rey avvicinandosi per abbracciarla.

Piccola mia. Tu nascondi un segreto…o più di uno.” - disse solamente guardandola negli occhi “Le vie della Forza sono infinite. Quello che è morto vive. Due diventano uno e uno diventa due”. Max aveva capito? Parlava sempre in modo enigmatico. Rey sentì che con Maz poteva essere sincera.

Cosa dovrei fare Maz? Ho riportato l’equilibrio nella Forza. Abbiamo finalmente la pace” - disse Rey “Leia avrebbe voluto…”. 

Lascia stare, Leia. Fai quello di cui hai bisogno. Ma non chiuderti alla Forza” - continuò Maz - “potremmo ancora avere bisogno di te”.

Perché? I Sith sono morti” - chiese Rey.

Diffida di chi ti dice che la pace dura in eterno perché non è così” - concluse Maz. 

Ci sarò” - disse Rey risoluta, se la Galassia aveva ancora bisogno di lei, lei ci sarebbe stata.

Maz sorrise contenta, le mise una mano sulla guancia, poi diede un veloce sguardo alla sua pancia.

Congratulazioni, a proposito.” - disse facendole l’occhiolino. Rey la guardò stupita. “No..io…non…”  - disse solamente. Maz sorrise sotto i baffi. E poi nell’andare via disse quelle parole che l’avevano accompagnata nel suo cammino: La Forza sia con te. Sempre.

 

Erano passati già quattro mesi che non vedeva Ben. Era già troppo tempo. Chissà se anche lui pensava lo stesso. Si sentiva in colpa ad averlo lasciato lì, ma da quando se n’era andata lui non l’aveva mai cercata attraverso la Forza. Tranne oggi. Le stava dando spazio? O forse si era già stancato di lei? Rey non sapeva cosa pensare. Sapeva solo che gli mancava terribilmente. A volte di notte cercava di chiudere gli occhi e ricordarsi la sensazione del suo corpo sopra il proprio, il suo odore,  i suoi occhi che la guardavano intensamente. Pensò alle altre donne che aveva visto su Coruscant. Erano così eleganti e belle. Chissà se lui la vedeva bella come loro. Corse verso il bagno del Falcon. Era piccolo, ma c’era uno specchio abbastanza grande. Rey si soffermò a guardare il suo volto riflesso. Si sciolse i capelli e pensò alla notte passata con Ben. Nella mente solo frammenti di ricordi, era successo tutto molto in fretta. Poteva ancora sentire i suoi capelli sulla sua faccia, il suo odore, la sensazione dei loro corpi uniti. Ricordava le mani di Ben scorrere sulla sua pelle, e istintivamente fece lo stesso gesto. Guardò di nuovo sé stessa allo specchio, chiuse gli occhi. Lo voleva ancora, voleva ancora quella sensazione, voleva Ben. Lasciò cadere i vestiti a terra e riaprì gli occhi. Lo specchio rifletteva ora il suo corpo nudo che stava cambiando, sebbene non si potesse vedere ancora la pancia. Per un momento le sue mani passarono sul suo ventre. Le tolse subito, come tolse subito quel pensiero dalla mente. No, continuava a ripetere a se stessa. Un rumore improvviso. Si voltò di scatto. Qualcuno era entrato nel Falcon.

 

Si mise addosso un accappatoio che aveva trovato lì accanto, non c’era tempo per rivestirsi. Aprì la porta del bagno.

Diamine, Rey. Mi hai fatto spaventare

Poe. Cosa ci fai qui? Pensavo fossi in missione con gli altri generali” - disse Rey.

Lo ero. Sono appena tornato” - disse Poe abbassando lo sguardo sulle sue gambe nude. Rey sentì lo sguardo di un altro uomo su di sé. Era una strana sensazione.

Poe si schiarì la voce e continuò: “E tu parti. Non abbiamo avuto nemmeno tempo…Senti, ma poi, cosa vai a fare nello spazio? Non ti sentirai un po’ sola?” 

“Starò benissimo” - disse Rey stringendosi nell’accappatoio.

Non vorresti un compagno?” - disse Poe sporgendosi in avanti.

Chi? Tu? Non sei diventato uno dei leader della Nuove Repubblica o cosa?” 

Poe si passò una mano tra i capelli. “Sì, beh…ma pensa a quello che potremmo fare insieme. Io e te”. A Rey gli si strinse il cuore. Quelle parole… Tutti a dirmi quello che devo fare, pensò. Rey aveva sempre fatto di testa sua e anche ora sapeva esattamente dove andare.

Poe non sentendo risposta pensò che Rey stesse considerando davvero la sua proposta. “Sei bellissima, te l’ho mai detto?” - disse prima di avventarsi sulle sue labbra, prendendo Rey alla sprovvista. Rey si ritrovò schiacciata dal peso di Poe sullo stipite della porta. Sentì qualcosa, una perturbazione nella Forza. Aprì appena gli occhi. Ben era davanti a lei e la stava guardando. La connessione si interruppe quando Rey spinse Poe lontano con la Forza. Poe finì a terra, battendo la testa contro le pareti della navicella.

Diamine, Rey!” - disse Poe toccandosi la testa alla ricerca di un bernoccolo. “E tu cosa ti guardi?” - continuò voltandosi verso BB-8, che lo guardava curioso. Rey tornò in sé e si avvicinò per assicurarsi che stesse bene. “Scusa…” - disse Rey - “Poe…” 

Potevi semplicemente dire di no” - la interruppe Poe, offeso.

Poe” - continuò Rey con voce calma - “Zorii ti ha scaricato di nuovo?

Poe chinò la testa per annuire. 

Lo immaginavo” - disse porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. Sorrise. Poe e le sue delusioni amorose. Quel bacio era solo una scusa per cercare di togliersi Zorii dalla testa.

Mi mancherà il nostro trio” - disse Poe. “Anche a me mancherà” - rispose Rey. 

Posso abbracciarti o rischio di essere di nuovo scaraventato via?” - chiese Poe spaventato.

Rey sorrise e aprì le braccia. Si abbracciarono per qualche secondo.

Questo sa di un addio, non di un arrivederci” - disse Poe prima di sparire dal Falcon. Sì, forse era un addio. Ma ora doveva pensare a Ben, a quello che aveva visto e alla sua testa calda. Doveva partire subito. Sicuramente - pensò Rey - starà spaccando qualcosa in quel momento

 

Rey aveva ragione. Su Naboo Ben stava spaccando qualcosa. Non riusciva a stare fermo per sua natura. Non era più un Jedi, eppure sentiva ancora la Forza potente in sé. Passava le giornate su Naboo esplorando il pianeta, raccogliendo da mangiare, e meditando. Meditava perché era l’unica cosa che lo faceva stare calmo, impaziente com’era. Aveva amato il potere, la sensazione di poter fare quello che voleva. Eppure in quella situazione, pensando a Rey, non poteva fare niente. Non aveva mai avuto quel potere su di lei. Aveva cercato di tenere la mente occupata, non voleva pensare a lei perché sapeva che quando l’avrebbe fatto le sarebbe mancata terribilmente. Avrebbe sentito il vuoto che lei aveva lasciato nel suo cuore. In passato era stato un soldato, un cavaliere di Ren, addestrato a combattere, e benché ora non ci fosse alcuna guerra, non poteva fare a meno di allenarsi. Si era costruito un percorso tutto suo. Saltava da un albero all’altro, atterrava per terra, faceva uno slalom tra l’erba alta, e ovviamente finiva sempre per spaccare qualcosa, anche se spesso era legna per il fuoco. Un giorno, durante il suo allenamento quotidiano, il suo piede scivolò sul muschio di un ramo. Qualcosa lo aveva distratto: Lei. La vide attraverso la Forza. Ben fu costretto ad atterrare sul battuto della foresta. Davanti a sé vide Rey baciare Poe, e per di più in accappatoio. Rimase fermo, vide gli occhi di Rey accorgersi della sua presenza. Poi più niente. 

Aprì la mano e sradicò un albero, che cadde  con un grande tonfo davanti a sé. Maledizione a lei, pensò. Quella sensazione era tornata, quella di sentirsi impotente, di non poter far niente. Si guardò le mani preoccupato. Sentiva il lato oscuro pulsare dentro di sé.

 

Ti brucia da dentro” - Ben si voltò dietro di sé.“Quella sensazione di non poter far niente ti fa diventare matto”.  Era una voce nuova, un volto nuovo. Un uomo alto con i capelli lunghi.

Chi sei?” - chiese Ben afferrando il bastone con cui si allenava.

La figura si avvicinò, aveva abiti Jedi. Sorrise. Ben pensò ad un volto famigliare, gli ricordava qualcuno…

Hai il mio stesso temperamento, Skywalker. E la determinazione di tua madre ovviamente” - disse.

Nonno…” - rispose Ben con un filo di voce. Anakin annuì. “Mi sento perso” - continuò Ben.

Non lasciare che quella sensazione ti offuschi la mente. Sentirai sempre il richiamo del lato oscuro, ma finché starai con lei sarai al sicuro” - disse Anakin.

Ben sentì un rumore lontano. Una striscia di fumo nel cielo di Naboo. Si voltò ma Anakin era scomparso. Qualcuno era appena atterrato. Lei era qui. E ora si sarebbero confrontati.

 

 

Il Falcon era appena atterrato su Naboo. Rey spense i comandi. Rimase seduta per qualche secondo. Era agitata di vederlo, una sensazione nuova. D’istinto si sistemò i capelli, si morse le labbra per l’agitazione. Poi, sentì il portello aprirsi. Corse nel corridoio. 

Ben era appena salito su quella che era una nave famigliare che conteneva molti ricordi. Guardava a destra e a sinistra alla ricerca di Rey. 

Ben…” - si voltò verso la sua voce. Rey e Ben erano a pochi passi di distanza, si scrutavano l’un l’altro senza dirsi una parola. Ben cercava di capire se Rey fosse un’illusione, mentre Rey lo guardava ipnotizzata dal suo fisico. Aveva i capelli scompigliati, la fronte imperlata di sudore, il petto nudo e i muscoli che pulsavano per la corsa e l’allenamento appena concluso. Diamine se gli era mancato. Lui e quella sua faccia.

 

Sei tornata” - disse Ben impassibile, passò accanto a lei senza darle un bacio o un abbraccio. Andò verso la cabina di comando da dov’era appena arrivata Rey. Mise entrambe la mani sui sedili e piegò la testa in avanti. Chiuse gli occhi.

Perché diavolo hai portato qui questa reliquia?” - disse Ben.

Pensavo ti avrebbe fatto piacere” - disse Rey. Non c’era preoccupazione nelle sue parole, ma solo determinazione. Ben fece un risolino ironico. “Certo. E pensavi che mi avrebbe fatto piacere anche guardarti mentre te la spassavi con quel damerino?” - continuò Ben, voltandosi verso di lei. Aveva gli occhi lucidi e i pugni stretti a trattenere la rabbia.

Non è come pensi” - rispose Rey.

Ti stava baciando!”. Ben diede un pugno alla parete del Falcon che subito si piegò lasciando la forma del suo pugno. Rey rimase interdetta, per qualche secondo vide un pezzo di Kylo Ren. “Potevi anche non tornare. Potevi risparmiarmi…questo” - disse Ben indicandola. Rey non poteva arrendersi, non adesso che aveva delle novità. Lo vide afferrare delle cianfrusaglie presenti sul Falcon e preparasi a lanciarle contro di lei. Rey tese la mano. Gli oggetti si fermarono in aria, prima di arrivare a lei. Li fece cadere a terra davanti a sé.

Stai esagerando, Ben” - disse Rey.

Tu dici? Vuoi fare la leader, come mia madre? Avanti! Fallo!” - disse Ben arrabbiato, avvicinandosi pericolosamente. Rey indietreggiò fino a finire con le spalle alle pareti, lo sguardo fiero. “Oppure vuoi fare il Jedi come Luke? Fai quello che vuoi, ma non tormentarmi. Tu e quel pilota…giuro che io…”. Non finì la frase. Ben sferrò un pugno al muro alle spalle di Rey.

Sono esattamente dove voglio essere” - disse Rey furiosa. Questo era il modo di accoglierla dopo così tanto tempo? Girò la mano e lo scaraventò sulla parete opposta con la Forza. Ben si alzò. “Mi hai mentito” - disse Ben.

L’unica volta che ho mentito è stata quando ti ho detto che eri un mostro. Ma forse lo sei, visto come ti stai comportando. Me ne vado”. - disse Rey mettendo distanza tra loro. 

Ben la rincorse e la prese da dietro alzandola da terra. Rey scalciò. “Tu non vai da nessuna parte. A costo di legarti come quando ci siamo incontrati”. Rey cercò di dimenarsi per ribellarsi a quella stretta. “Lasciami andare! Ben!”. Ma Ben era il doppio di lei. Sentì il suo corpo possente dietro di sé. Ben la poggiò a terra continuandola a stringere da dietro. Era un bisogno, doveva tenerla con sé. Ben vide Rey aprire la mano per afferrare qualcosa… Si spostarono appena in tempo. La spada di Rey si schiantò contro il parabrezza del Falcon. Ansimarono entrambi. La faccia di Rey ora si trovava a pochi centimetri dalla parete del corridoio.

Rey…” - disse Ben. Cercò di leggere nella sua mente.

Non ci provare!” - Rey chiuse gli occhi, impedendogli l’ingresso.

A fare cosa?” 

“Qualunque cosa. A volte rendi tutto così difficile, razza di canaglia. E io che pensavo che fossi cambiato” - gridò Rey ancora stretta nella sue braccia.

Ben avvicinò le labbra all’orecchio di Rey.

“Canaglia. Mi piace quanto mi chiami così” - sussurrò Ben. Il corpo di Rey fu come attraversato da una scossa elettrica che partì dal basso.

“Lasciami” - disse, cercando di rimanere risoluta.

Sei innamorata di Poe?” - Ben strinse la presa su di Rey. Potevano sentire i cuori di entrambi battere all’unisono.

No! Mi ha baciata lui per dimenticare una sua vecchia fiamma…” - disse Rey voltando la testa verso il suo volto. Le labbra a pochi centimetri di distanza.

“Stai tremando” - constatò Ben.

“Non sto tremando” - Rey non voleva abbassare la guardia. La stava di nuovo sfidando. E lei non era solita perdere le sfide.

“Sì invece. Questa canaglia ti piace”  - sorrise Ben. Fece scorrere le sue labbra sul collo di Rey per provocarla. Chiuse gli occhi e inspirò a pieni polmoni il suo odore. Le gambe di Rey si fecero molli, se non ci fosse stato Ben a sorreggerla con le sue braccia sarebbe di certo caduta. Poggiò le mani sulla parete, ma quel gesto le fece sentire ancora di più il corpo di Ben sul suo. Non disse niente. Fu Ben a parlare.

“Dal momento in cui ti ho incontrata, non è passato un solo giorno senza che pensassi a te. E  anche adesso che sei qua... soffro da morire. Più sto vicino a te, più mi tormento. Al solo pensiero di stare un attimo senza di te, mi sento soffocare. Sono ossessionato da te. La mia anima si tortura per te. Che devo fare? Dimmelo, e io lo farò” - dette queste parole lasciò la presa.

Rey si voltò. Lo sguardo di Ben era sincero, e tormentato, così come lo era lei.

Dimmelo! Cosa vuoi che faccia?” - ribadì Ben. Rey si poggiò con la schiena alla parete, guardando verso il basso.

Voglio che tu mi prenda. Ora. E non essere gentile, perché ho un disperato bisogno di te e perché …perché ti amo perdutamente” - disse Rey rimanendo quasi senza fiato per quanto le era costata quell’affermazione. Ben la guardò e avvicinò il volto a quello di Rey. 

Farò di più. Voglio sentirti gridare il mio nome. Anzi, voglio sentirti gemere e singhiozzare, perché non ne puoi fare a meno. Voglio farti sospirare come se ti stesse spezzando il cuore, e farti urlare di desiderio, e alla fine sentirti gridare tra le mie braccia. Voglio che tu non ne abbia mai abbastanza di me”. Il vortice, partito dalle cosce, sfrecciò come un dardo nelle profondità del ventre di Rey. Inarcò la schiena, con le rotondità dei seni schiacciate contro il petto di Ben. Rabbrividì, e fu allora che Ben si avventò sulle sue labbra in un misto di rabbia e bisogno primordiale. Nella foga le strappò quasi i vestiti che aveva addosso. 

 

Si presero a vicenda, in un silenzio urgente, a colpi feroci che finirono in pochi istanti, spinti da un bisogno per loro incomprensibile. Lì, in piedi, il corpo nudo di Rey sulle pareti del Falcon e quello di Ben sul suo. Poi per terra, ancora e ancora. La loro forza era nella loro unione, per affogare i ricordi di morte e desolazione che si portavano dentro. Restarono avvinghiati, nudi sul pavimento del Falcon, coperti di sudore, ansimanti. La pelle umida che si raffreddava nell’aria, in attesa che il ritmo dei loro cuori rallentasse e che il respiro ritornasse nei corpi ansimanti. 

Occhi negli occhi. Rey era a casa dopo tanto tempo. E Ben giaceva lì accanto a lei. Lo sguardo di Rey si soffermò sulle goccioline di sudore che scivolavano sui muscoli ancora tesi di Ben. La sua mano andò a togliere alcuni capelli dal viso di Ben.

Mi sei mancato. Ogni giorno” - sussurrò Rey.

Lui la prese e la fece accoccolare tra le sue braccia, ma quando le sue mani toccarono il ventre di Rey, percepì qualcosa. Non seppe bene cosa, una perturbazione nella Forza, ma non riusciva a vedere niente. Rey si mise a sedere improvvisamente.

Rey…cosa…” - disse Ben spaventato. Rey nascose il volto: doveva dirgli la verità. Ben si alzò.

Credo di essere incinta…” - disse Rey, lasciando Ben con la bocca aperta inuma misto di sorpresa, paura e confusione. Quando Rey alzò lo sguardo Ben era già andato via.

 

Rey rimase seduta sull’erba fuori dal Falcon per qualche ora. Ben era andato via senza dire una parola come suo solito. Rey non era pronta a fare la madre. Lei non aveva avuto una madre. Aveva paura. E Ben? L’avrebbe amata anche con il pancione. Aveva quasi pensato di andarlo a cercare, ma stava diventando buio e non conosceva quel pianeta.

Spero di non averti fatto male…prima” - sentì la voce di Ben alle sue spalle. Rey scosse la testa. “Sto bene” - rispose. Ben aveva bisogno di pensare. Per questo si era allontanato e ora le avrebbe detto cosa gli passava per la testa. Rey notò che aveva tra le mani un vestito, quel vestito che aveva trovato nel vecchio castello. Ben lo porse a Rey, che lo prese nonostante non ne capisse il motivo. Perché le aveva dato un vestito?

Sposami. Sarò un padre migliore del mio. E voglio che tu sia con me, fino alla fine” - disse Ben.

Ben..” - disse Rey prima di chiudere la distanza tra loro e baciarlo. Due che erano uno. Ora sarebbero diventati tre.
Sono felice”- disse Ben, poggiando la fronte su quella di Rey “Dopo tanto tempo. Sono felice, felice che la Forza ci abbia fatto incontrare.”.
E scontrare” - disse Rey. Risero, mentre dietro di loro il sole su Naboo stava tramontando inondandoli di luce arancione.ù
Ti amo, Rey. Ora e per sempre”. Si scambiarono un bacio che era la premessa di una nuova vita, una nuova avventura, una promessa.

La vita essa crea e accresce. Sempre in movimento il futuro è. Skywalker non ultimo è” – disse lo spirito di Yoda, non trattenendo una risata sotto i baffi. Lontano, sulla linea dell’orizzonte, dall’alto di una collina lo spirito di Yoda era appena comparso accanto quello di Anakin e di Leia, felici di godersi quella scena. Questa sì, era la fine della loro storia, l’inizio di una nuova generazione in bilico costante tra luce e ombra, tra bene e male, tra vita e morte. Una generazione che sapeva com’era il mondo e ogni giorno sceglieva la strada giusta.

 

Una spia del Falcon si accese improvvisamente. Cominciò a lampeggiare. Stava emettendo un segnale.

 

TRE ANNI DOPO

Un bambino da lunghi capelli corvini e penetranti occhi scuri sta correndo tra le praterie di Naboo. In lontananza Ben apre le braccia per accogliere il figlio e prenderlo in braccio. I due sorridono felici. “Piccola canaglia” - disse Ben al figlio, lanciandolo in aria. “Hai fatto arrabbiare la mamma?”. Il bimbo fece sì con la testa. “Bravo. Lo facevo anche io, sai? È per questo che si è innamorata di me” - rispose Ben facendo l’occhiolino al figlio. Si voltò a guardare Rey, bella come sempre, anche con il pancione, avvicinarsi a loro. “Ecco dove vi eravate cacciati tutti e due. È pronta la cena” - disse Rey toccandosi la pancia “È una femmina, la sento”. Ben toccò il suo pancione e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, sorrise. Sì era una femmina.

 

Dalle colline intravidero qualcuno. Una piccola navicella. Ben e Rey guardarono meglio. Due figure stavano venendo verso di loro. Man mano che si fecero più vicine riconobbero qualcuno. Finn e Poe erano lì e li guardavano sorpresi. Qualche secondo di imbarazzo e di sorpresa, ma poi un sorriso comparì sui volti dei due vecchi amici. E Rey seppe che sarebbe andato tutto bene. 

Il mondo ora era ricco di nuove possibilità.

SPAZIO AUTRICE

Grazie per aver letto la mia one shot! Spero vi sia piaciuta. Sentitevi liberi di lasciare una recensione o di consigliarla a qualche vostra amica che ama i reylo!

Spero di avervi fatto sognare un po' in questi tempi bui.

Un abbraccio a tutti e che La Forza sia con voi sempre.

Rufio

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