Un sogno nel cassetto

di Ivy001
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 25 Capitolo ***
Capitolo 27: *** 26 Capitolo ***
Capitolo 28: *** 27 Capitolo ***
Capitolo 29: *** 28 Capitolo ***
Capitolo 30: *** 29 Capitolo ***
Capitolo 31: *** 30 Capitolo ***
Capitolo 32: *** 31 Capitolo ***
Capitolo 33: *** 32 Capitolo ***
Capitolo 34: *** 33 Capitolo ***
Capitolo 35: *** 34 Capitolo ***
Capitolo 36: *** 35 Capitolo ***
Capitolo 37: *** 36 Capitolo ***
Capitolo 38: *** 37 Capitolo ***
Capitolo 39: *** 38 Capitolo ***
Capitolo 40: *** 39 Capitolo ***
Capitolo 41: *** 40 Capitolo ***
Capitolo 42: *** 41 Capitolo ***
Capitolo 43: *** 42 Capitolo ***
Capitolo 44: *** 43 Capitolo ***
Capitolo 45: *** 44 Capitolo ***
Capitolo 46: *** 45 Capitolo ***
Capitolo 47: *** 46 Capitolo ***
Capitolo 48: *** 47 Capitolo ***
Capitolo 49: *** 48 Capitolo ***
Capitolo 50: *** The End ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Anna Froze ha sempre sognato una famiglia perfetta: una bella casa con il giardino, un cane da coccolare e con cui giocare e crescere, dei genitori amorevoli e un clima sereno.
Ma dall'età di sei anni sia lei che sua sorella maggiore, Elsa, hanno sopportato i continui battibecchi tra la loro mamma e il loro papà. Anche un banale silenzio a tavola, durante il pranzo o la cena, diventava motivo di litigio. A scuola, quando l'insegnante chiedeva alle bambine di disegnare la loro realtà familiare, Anna in primis rappresentava una tranquillità inesistente. Elsa, invece, più chiusa e silenziosa, si limitava a rappresentare su un foglio bianco solo e unicamente due figure: la sua e quella di sua sorella minore.
E alla domanda delle maestre - " Mamma e papà dove sono?", lei rispondeva - " Mi avete chiesto di disegnare la mia famiglia. Eccola"
Ad oggi la situazione si è completamente stabilizzata: Agnarr e Idunn Froze sono separati. La donna ha perfino un nuovo compagno. L'ultima volta che si sono rivisti è stata la festa di diciotto anni della loro secondogenita. Anna ha voluto fortemente che i genitori fossero presenti nonostante tutto.
Adesso Elsa ed Anna vivono insieme in un piccolo appartamento, lontante da grida e lamentele quotidiane. La prima studia per diventare avvocato ed è ormai prossima alla laurea. La seconda invece vorrebbe diventare insegnante, anche il suo sogno nel cassetto lei lo ha nel cuore sin da bambina: avere una famiglia tutta sua.
Qualcosa,però, sta per accadere e stravolgerà la stabilità ritrovata e riporterà Agnarr ed Idunn a trovarsi ad affrontare qualcosa insieme. Chissà se stavolta eviteranno di litigare!
Soprattutto, dopo questo, Anna avrà ancora lo stesso desiderio di quando era piccina?
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"Quanto manca ancora?" - domanda Anna ad Elsa, camminando avanti e indietro nel corridoio di casa.
"Un minuto. Stai calma. Vedrai che è solo un falso allarme" - la maggiore cerca di tranquillizzarla. Però ha paura anche lei come mai prima in vita sua.
"Se fossi....insomma.... cosa si fa?" - la ventunenne non sa cosa fare al solo pensiero di quello che da lì a meno di sessanta secondi potrà accadere.
"Se tu mi avessi ascoltata quando ti ho detto di andarci piano.." - ecco che parte la ramanzina di Elsa.
"Ok, inutile che mi fai il terzo grado adesso. E' accaduto. Papà e mamma mi ammazzano se scoprono che..."
"Loro sono fuori dalle nostre vite. Non avrebbero diritto di mettere bocca su cosa fai o non fai"- la ventiquattrenne, ancora rancorosa verso i genitori, vuole tenerli lontani.
Seguono altri secondi di silenzio, durante i quali gli occhi di Elsa sono fissi su un test di gravidanza che stringe tra le mani.
"Cavolo! Kristoff mi molla se viene a saperlo" - riprende Anna, in panico.
"Mi stai dicendo che hai fatto sesso con questo ragazzo e non sei certa dei suoi sentimenti? Bene... Anna adesso sì che sei nei guai" - si infuria Elsa.
Ma ecco che stanno per avere la risposta al problema.
"Il tempo è scaduto" - comunica la primogenita.
"Cosa dice? Dimmelo subito, non importa se sarà una batosta" - la seconda incrocia le dita e prega.
Lo sguardo della maggiore basta a far intuire il risultato.
"Oh mio Dio" - esclama Anna, perdendo i sensi e accasciandosi sul pavimento.
Adesso sì che può considerare la sua vita da un nuovo punto di vista. Era bello sognare di diventare mamma. Certo! Lo era fino a quando rimaneva un desiderio. La realtà però è che da oggi in poi dovrà affrontare qualcosa più grande di lei.




CIAO SONO TORNATA CON UNA NUOVA FANFICTION SEMPRE SU ANNA, KRISTOFF, ELSA E COMPANY. SAPETE QUANDO ADORO VEDERE ANNA NEI PANNI DI MAMMINA E INFATTI QUESTA STORIA SARA' INCENTRATA SU UNA GIOVANISSIMA RAGAZZA ALLE PRESE CON UNA GRAVIDANZA INATTESA E UNA FAMIGLIA SPACCATA.
SAPRANNO I SUOI GENITORI AIUTARLA O SI LIMITERANNO A GIUDICARLA ALLONTANANDOSI DA LEI PER L'ENNESIMA VOLTA?
QUESTO E' SOLO IL PROLOGO DELLA STORIA.
SPERO VI PIACCIA. VI AUGURO UNA BUONA LETTURA E VI MANDO TANTI BACI.
XOXO IVY001

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Capitolo 2
*** 1 Capitolo ***


1 1 CAPITOLO

E' tarda sera quando Anna, in lacrime, si presenta alla porta di casa di Kristoff Bjorgman.
I due si frequentano da circa sei mesi e hanno da subito vissuto intensamente la relazione. La Froze era certa che con tutte le precauzioni non avrebbe vissuto la situazione che si trova ad affrontare adesso.
E così con un grande peso sullo stomaco e una fortissima nausea, la ventunenne si prepara a raccontare tutto all'altra parte coinvolta.
"Annie, cosa ci fai qui?" - domanda lui, stupito nel vederla lì. Nota subito gli occhi gonfi e il viso biancastro - "Stai bene?" - la prende per mano e la conduce fino al salotto..
"Josh e Alan non ci sono?" - chiede la giovane, per accertarsi che siano soli.
"Conosci i miei coinquilini. Sono soliti far baldorie fino all'alba. Siamo io e te"
"Bene perché devo dirti una cosa importante"
"Mi stai facendo preoccupare perciò non girarci troppo intorno e parla" - a quel punto Kristoff pensa di tutto, persino che Anna voglia mollarlo. Mai avrebbe immaginato di ricevere notizie di altro tipo.
Siede, pronto ad ascoltare la batosta che avrebbe ricevuto da lì a pochi minuti.
Anna inizia a tremare per l'agitazione. Ha i nervi a fior di pelle e per di più gli ormoni cominciano ad incidere pesantemente sul suo umore.
"Quindi?" - domanda ancora il biondino, sospettoso e preoccupato.
"Ecco non so dove iniziare sinceramente" - la Froze, tesa come una corda di violino, non trova pace. Si tortura le dita delle mani, continua a spostare e toccare i capelli.
Ha visibilmente l''aria di chi sta per sganciare una bomba di portata notevole.
E infatti è così.
"Sono incinta" - butta fuori tutto, spiazzando Kristoff che, a prima reazione, ridacchia  - "Dai, non scherzare. Sii seria per piacere"
"Mai stata così seria" - continua lei.
Lo sguardo di Bjorgman cambia. Il panico è leggibile sul suo volto.
"Non dici niente?" - chiede la giovane, impanicata per la non reazione del ragazzo.
"Kris"- lo chiama toccandogli una mano.
A quel punto, lui sobbalza come se ripiombasse nella realtà dalla quale per alcuni istante era fuggito.
"Se...se....sei.... sicura?" -  balbetta, portandosi le mani ai capelli.
"Ho fatto il test"
Cade un silenzio agghiacciante.
Poi Kristoff riprende parola - "I test tante volte sbagliano...insomma... è impossibile che tu sia...che noi due.." - a quel punto cambia tono di voce. Dallo shock alla rabbia - "Cazzo, come è potuto accadere?! ho preso precauzioni e le hai prese anche tu" - si muove in maniera confusionaria per casa e non trova spiegazione al disastro fatto.
E' ignaro di un particolare.
"Ehm... Kris... io non credevo sarebbe successo. Siamo stati sempre attenti così l'ultima volta non ho preso nulla" - confessa in lacrime lei.
Di nuovo silenzio.
Stavolta negli occhi di lui si legge tanta delusione.
"Come? Anna hai idea di quello che stai dicendo?Eravamo d'accordo che avremmo avuto rapporti protetti sempre!"
"Si, si, lo so mi ricordo e mi sento in colpa per averti coinvolto. Però non so cosa fare. Non avrei voluto darti una notizia del genere. Dopotutto siamo giovani e non abbiamo neppure una stabilità economica per crescere un figlio"
"I miei mi sbatteranno fuori di casa" - riflette ad alta voce Kristoff.
Senti, io non voglio essere un peso per te. Tantomeno dovrà esserlo il bambino. Perciò se tu dovessi decidere di non volerlo tenereo, ti capirei. E' responsabilità mia dopotutto" - Anna, in preda al delirio, decide di dare la possibilità al ragazzo di lavarsene le mani. Infondo la sua indole sempre troppo caritatevole la spinge a dare libertà assurde ed impensabili.
Bjorgman sgrana gli occhi, esterrefatto e le risponde - "Per chi mi hai preso? Non ti lascerei mai sola dopo aver saputo che sei incinta. Ammetto che la notizia mi ha scioccato e che adesso desidererei soltanto che io e te avessimo vissuto la frequentazione con i piedi di piombo. Solo che ciò che è fatto è fatto. Indietro non si torna"
"Io ho tanta paura. Sono un'incosciente e ho rovinato non solo la mia vita ma anche la tua" - la ventunenne scoppia a piangere e la risposta di Bjorgman non tarda ad arrivare.
Nonostante la rabbia ribolle dentro di lui e la paura di un futuro troppo pesante da affrontare, lui tiene tanto ad Anna e sente che quanto accaduto può essere una sfida voluta dal destino.
L'avvolge tra le sue braccia e si lascia andare ad un momento di pura emozione.
"Perdonami" -  singhiozza lei.
"Non dirlo neanche per scherzo. Avremo questo bambino e lo cresceremo nel migliore dei modi. Gli daremo l'amore che i nostri genitori hanno negato a noi"- a tali parole segue un dolce bacio tra i due.
Adesso anche il biondino tutto muscoli e dal cuore grande ha gli occhi inumiditi e la Froze nota il particolare - "Se piangi anche tu vuol dire che la situazione è tragica"
Un modo quello per smorzare la tensione.
Bjorgman accenna infatti un sorriso e le accarezza la guancia. Posa subito dopo lo sguardo sulla mano di lei che, inconsciamente, è posata sul ventre ancora piatto.
L'immagine è talmente bella che cancella il nervosisimo dei minuti precedenti.
"Rimani con me stanotte" - le propone lui.
"Elsa sarà in pensiero. Forse è meglio rientrare" - spiega Anna.
"Avvisala che stai con me. Stanotte è la nostra prima notte in tre. Aiutami a sopportare le ore che verranno perché saranno distruttive. Sento già un peso enorme sulle spalle e ho bisogno di te per sopportarlo"
La disperazione di Bjorgman dovuta alla novità è la ragione che spinge Anna ad accettare l'invito.
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"Ho avvertito Elsa. Rimango con te" - si accoccola sul divano accanto al fidanzato e i due trascorrono l'intera nottata stretti l'uno all'altra,  con il cuore in fibrillazione e la paura condivisa per un futuro incerto e ricco di ostacoli.
Da adesso in poi sono in tre e questo fatto spaventa meno di un altro: come reagiranno i loro genitori?

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Capitolo 3
*** 2 Capitolo ***


Anna e Kristoff seppure con fatica accettano la nuova situazione. Per settimane tengono nascosto il segreto a tutti. L'unica ad esserne a conoscenza è Elsa, iperprotettiva verso la sorella minore. Preoccupata per la salute della ventunenne, la tratta come una figlia concedendole ogni sfizio o dandole ragione ad ogni discussione. Ogni cosa pur di tutelare lo stato interessante della giovane e non mettere a rischio il suo nipotino. E così i due futuri genitori sono all'oscuro delle letture notturne della maggiore delle Froze: come affrontare la gravidanza, come attrezzare casa con l'arrivo di un bebé, il linguaggio dei neonati. Elsa è intenta ad avere quante più informazioni possibili per sentirsi pronta ad ogni evenienza.
Ciò che la spaventa di più sarà il parto di sua sorella. Il timore che possa accaderle qualcosa, la terrorizza. Dopotutto negli ultimi giorni si è diffusa la notizia circa la morte di una partoriente proprio nella loro città, Arendelle.
"Complicazioni durante il parto. Alcuni dicono sia stato un errore medico" - a colazione, Kristoff legge il quotidiano del mattino.
"So tutto in merito. Si chiamava Tessa, aveva anche lei poco più di venti anni" - racconta Elsa.
"Sorellina, ti conosco. Adesso starai pensando "Se succede anche ad Anna?", vero?" - interviene la secondogenita.
"Ehm... certo che no! Cosa te lo fa credere?"- mente la ventiquattrenne.
"Beh forse perché da quando hai saputo che sono incinta mi tratti come una bambina che non sa neanche allacciarsi le scarpe in autonomia" - replica, quasi divertita, Anna.
"Voglio soltanto che tu possa goderti al meglio questa condizione nuova. Sbaglio o non ti piace sentirti un pò viziata?" - aggiunge, sorridente, Elsa.
Le due si abbracciano teneramente e la minore afferma - "Stai tranquilla. Andrà tutto al meglio e presto potrai stringere tra le tue braccia tua nipote"
"Tua nipote? Sei sicura sarà femmina?" - chiede la sorella maggiore, attirando con questa domanda l'attenzione di Kristoff.
"Come? Cosa state blaterando voi due?" - interviene lui.
"Nulla, chiacchiere tra donne" - Anna chiude il discorso.
Poi, prima di congedarsi per dedicarsi ad un bel bagno rilassante, sussurra all'orecchio di Elsa - "Tra due giorni ho la prima ecografia. Vorrei venissi con me"
La giovane accetta, seppure terrorizzata dal pensiero di qualche brutta notizia durante la visita medica.
La notte seguente un incubo disturba il suo sonno: il pianto di un neonato e la voce di sua madre, Idunn che le comunicano " Anna non ce l'ha fatta"
Tiene per sé quel sogno tremendo, lasciando che la paura la divori.
Ed arriva la mattina della visita dal ginecologo.
"Odio gli ospedali" - commenta Kristoff, una volta seduti in sala d'attesa.
"Abituati. Li dovrai frequentare spesso d'ora in avanti" - risponde Anna, strappandogli un bacio a stampo.
Elsa è di poche parole. Ha paura come mai prima nella sua vita. Eppure la notizia di un bebé in arrivo dovrebbe portare gioia.
Fortunatamente i genitori non sono al corrente di nulla, pensa la ventiquattrenne, altrimenti avrebbero alimentato nelle due sorelle tutte le paure del mondo.
"Anna Froze, prego è il suo turno" - è la voce di una delle infermiere che comunica ai tre, seduti in attesa, di poter entrare.
"Salve, io sono i dottor Peterson. Si sdrai pure" - il ginecologo si presenta. Elsa siede vicino la sorella ed è alquanto agitata.
"Noto in lei, signorina, una certa ansia. E' più che normale. E' la futura zia, giusto?" - domanda l'uomo con il camice bianco, per smorzare la tensione.
Anna sorride osservando quando sua sorella maggiore ami lei e il piccolo che porta in grembo da due mesi e mezzo. Le stringe la mano e al solo sguardo, la grande si rilassa.
Ciò che vedono è poco chiaro. Ovviamente è presto per scrutare i particolari del feto. Ma non appena ascoltano il battito del cuore, così incalzante e forte, si commuovono.
"Si può già sapere se sarà maschio o femmina?" - domanda, curioso Kristoff, al termine della visita.
"Direi che il mese prossimo, probabilmente, saprò darle risposta" - così dicendo i tre si congedano, felici di aver appurato che il piccolo è in ottima salute e che tutto procede nel migliore dei modi.
Non immaginano minimamente che la situazione sta per complicarsi.
Ed è una conversazione telefonica, avvenuta pochi minuti dopo l'uscita dallo studio medico dei tre ragazzi...
"Ho riconosciuto la somiglianza tra te e le due ragazze" - a parlare è proprio il dottor Peterson.
"Sei sicuro? Insomma, ci sono molti Froze ad Arendelle" - la voce dall'altro capo del telefono è di una donna.
"Quante Anna ed Elsa Froze conosci in città?"
Segue un silenzio tombale.
"Sono certo, tesoro. Sono loro. Non hanno sospettato nulla perché sono ignari che sia io il tuo nuovo compagno."
"Non può essere. Non mi torna qualcosa. Come mai erano lì nel tuo studio? Controlli di routine?" - chiede, confusa e preoccupata la donna.
"Idunn, non volevo comunicartelo in questo modo ma è bene che tu sappia"
"Cosa? Cosa devo sapere?"
"Una di loro è incinta"
Una novità incredibile che pietrifica Idunn.
"Non ci credo" - sono le uniche parole che pronuncia.
"Ebbene sì. Anna...."
"Anna??? Santo ciel. Che ha combinato?" - singhiozza Idunn, sconvolta - "Per di più mi tengono segreta una notizia del genere"
"Tesoro, forse te ne avrebbe parlato più in là"
"Certo...quando il bambino avrebbe compiuto diciotto anni. Accidenti!!"
"Non arrabbiarti. C'è soluzione a tutto"
"E così la storia si ripete" - commenta l'adulta, spiazzando il medico.
"In che senso?"
"Anna mi somiglia sempre di più. Anche io rimasi incinta per la prima volta a vent'anni"
"Come è possibile? Sbaglio o  Elsa è nata che ne avevi venticinque?"
"Esatto! E spero con tutto il cuore che a mia figlia non capiti ciò che capitò a me con suo fratello"





 

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Capitolo 4
*** 3 Capitolo ***


1 Idunn Smith, ex signora Froze, non riesce a darsi pace dopo aver saputo, dal compagno, della gravidanza segreta di sua figlia minore.
In lei riaffiorano, lenti, ricordi di una vita fa dove, esattamente come la secondogenita, rimase incinta in giovane età di un bambino non programmato.
Impossibile dimenticare il dolore sofferto dopo la perdita di quella stessa creatura che tanto le aveva stravolto la vita.
Con lei, ventotto anni prima, c'era Agnarr, diventato poi suo marito nonché padre delle due sorelle.
"Lo persi per via di un incidente casalingo. Sono caduta dalle scale. Mi dovettero subito operare per tentare di salvare il piccolo, ma nacque morto" - racconta la donna alla cognata, Sarah, nonché sua migliore amica.
Aveva tentato di dimenticare e cancellare tutta quella sofferenza. Eppure è bastato poco per farle riaffiorare sensazioni ed emozioni patite quasi tre decenni prima.
"Il mio ex non ha mai accettato quanto accaduto. Noi eravamo prossimi alle nozze ed io rimasi incinta prima. Ci sposammo in grande fretta per evitare che qualcuno dicesse" Vergogna! Bisogna aspettare di essere marito e moglie prima di fare certe cose". Sai come è la gente e specialmente quasi trent'anni fa... poi Agnarr mi viziava in tutto e per tutto. Un'unica cosa mi ricordava: di fare attenzione. Niente sforzi, né movimenti bruschi"
"Cara, ma è stato un caso che sei scivolata. Dai, non vorrai dirmi che lui ha dato la colpa a te?!"
La risposta di Idunn è un silenzio tombale e lo sguardo di chi vorrebbe parlare ma tace per dolore.
"Il rapporto è andato in crisi"
"Però avete messo al mondo altre due figlie. Questo fa ben sperare. Avete fatto pace poi?"
"Non avevamo programmato neppure l'arrivo di Elsa. La notte che la concepimmo era stato un momento di tristezza che, stranamente, condividemmo davanti ad un camino acceso e una fumante tazza di thé"
"Immagino la gioia, quando hai saputo di essere incinta" - sostiene, emozionata, Sarah.
"No. Anzi" - risponde, senza esitazione, Idunn, spiazzando la cognata - " Fu un dramma. Dopo che sembravo aver interiorizzato la perdita del mio angioletto, mi ritrovavo a doverla rivivere ancora una volta. Inizialmente odiavo l'idea di aspettare un bambino. Credevo che mi sarebbe accaduto lo stesso evento passato"
"E invece..."
"Invece arrivai, seppure carica di ansie, al giorno del parto. Elsa è stata la mia rivincita su un destino crudele ed una vita difficile. Poi nacque anche Anna e puoi immaginare che felicità" - Idunn si commuove mentre racconta.
Ma resta un punto in sospeso...
"Chiamalo, parlagli. Non può rimanerne all'oscuro. E' coinvolto anche lui, dopotutto" - sostiene Sarah.
"Non posso. Siamo diventati due sconosciuti e non ci sentiamo da anni ormai. Che diritto ho di contattarlo per dirgli "Hey, ciao. Da quanto tempo! Sai che la nostra Anna è incinta?", la prenderà malissimo!"
"Però almeno affronterete insieme il problema. Adesso, sola con i tuoi dilemmi e tuoi ricordi, non fai altro che distruggerti"
"Se John sapesse...?" - si riferisce all'attuale compagno.
"Mio fratello è un uomo intelligente. Sai benissimo che non se la prenderà, sapendo la situazione" - aggiunge Sara, sostenendola in quella scelta.
Idunn, fortemente combattuta, accetta alla fine di cercare l'ex marito.
Dopo varie chiamate senza alcuna risposta, ecco che il cellulare inizia a vibrare.
"E' lui!" - afferra l'apparecchio e, con voce tremante, dà il via alla conversazione.
"Hey, come mai mi hai cercato? Avevamo qualche incontro con gli avvocati che non ricordavo?" - parla Agnarr, sempre sulla difensiva.
"Ehm... ciao. Non ti ho chiamato per questo. Vorrei parlarti urgentemente di una cosa"
"Dimmi" - il tono di voce dell'uomo è alquanto distaccato, freddo come il ghiaccio.
"Riguarda Anna" - intruduce l'argomento a piccoli passi.
"Che le è successo?" - così Froze inizia a temere il peggio. Logicamente se una ex moglie si rifà viva dopo anni e la ragione è una delle loro figlie non si può che pensare ad una tragedia.
"Meglio parlarne faccia a faccia. La situazione è seria. Molto seria" - precisa Idunn.
"Muoio di crepacuore nell'attesa che ci troviamo e ci parliamo. Dimmelo adesso. Sono il padre ed esigo la verità" - si altera Agnarr.
La Smith conosce il carattere dell'ex coniuge. Inutile girarci intorno nè prolungare l'attesa.
"Ho scoperto che nostra figlia è incinta" - sgancia la bomba e dall'altro lato della cornetta non riceve risposta se non un tombale silenzio.
"Ci sei? Agnarr... rispondi. Ecco perché ti dicevo che era meglio parlarti di persona"
"Incinta! Non può essere. E' così giovane.."
"Si, ed è successo ancora. La storia si ripete a quanto pare"
"Voglio vederla. Hai l'indirizzo di casa sua?"
"Ho pensato la tua stessa cosa. Il mio compagno è il ginecologo che la segue e ha estrapolato quanti più dati possibili sulla vita di Anna ed Elsa. Una scusa banale per dare informazioni a me. Perciò, sì. So dove abitano."
"Perfetto. Troviamoci al solito bar. Lo ricordi, vero?"
Idunn accenna un timido sorriso, al pensiero di quel posto dove da fidanzatini erano soliti andare per trascorrere attimi di intimità senza giudizi e sguardi maliziosi.
"Certo. A tra poco"
Così i due ex coniugi decidono di prendere in mano la situazione, ignari del fatto che le loro figlie erano prossime a decidere se comunicargli o meno la notizia.
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"Si infurieranno, li conosciamo come sono fatti. Meglio lasciar perdere. Dopotutto ci hanno cancellato dalle loro vite" - prende posizione Elsa.
"Ma sono sempre i nostri genitori. Meritano di saperlo" - aggiunge Anna.
"Sarà la nostra fine se decidessero di ripiombare qui e dettar legge su cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. C'è voluto tanto per ottenere autonomia e liberarci dal loro controllo ossessivo" - insiste la primogenita.
"Non posso permettere che mio figlio non abbia delle radici. Comprendimi, Elsa."
"E Kristoff cosa ne pensa? Dubito che voglia confessare alla sua famiglia il fatto"
"Lui prende le sue decisoni ed io le mie"
La discussione si chiude con una fuga di Anna in bagno, dovuta alla ormai quotidiana nausea che la perseguita.
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E' tardo pomeriggio. Anna dormicchia sul divano ed Elsa è alle prese con lo studio.
Il silenzo regna sovrano.
Ma ecco che viene interrotto dal suono del citofono.
"Sarà Kristoff." - ipotizza la maggiore. Bjorgman infatti sta per trasferirsi nel piccolo appartamento ed è alle prese con le valigie.
La tranquillità cessa in quel preciso istante.
Non è Kristoff la persona appena arrivata.
"COSA VOLETE VOI?" - grida Elsa, attirando l'attenzione della sorella minore che la raggiunge.
Sull'uscio di casa ci sono Agnarr ed Idunn, insieme dopo tanto tempo.
"Mamma...papà. Cosa ci fate qui?" - domanda la più giovane.
"Sappiamo tutto" - precisa l'uomo, evitando di girare intorno all'argomento che scotta.
"Tutto, cosa?" - chiede seccata la primogenita - "E come facevate a sapere che abitavamo qui?"
Gli occhi lucidi di Idunn fissano la seconda delle sue figlie e si posano sul ventre piatto di lei.
"Dobbiamo parlare con voi"- puntualizza ancora il capofamiglia.
Con fare dominante, il signor Froze si introduce in casa e prende posto sul divano.
"Con quale diritto vi permettete di venire qui e dettar legge?" - Elsa è fuori di sé.
"Vi abbiamo messe al mondo. Penso che almeno questo ci consenta di avere un ruolo nella vostra vita" - replica a tono Agnarr.
"E' da tempo che avete smesso di averlo" - continua la primogenita.
Tra padre e figlia continua la discussione, fino a quando si interrompe per un capogiro di Anna.
"Andatevene. Non abbiamo bisogno di voi" - insiste la figlia maggiore.
"Come farete quando arriverà il bambino? Sapete che è necessaria la nostra presenza." - Idunn prende finalmente parola.
A quel punto le sorelle si guardano comprendendo che il segreto era saltato fuori prima del previsto e che questo spiega la visita inattesa dei parenti.
"Non ho detto niente a nessuno"- precisa Anna, prima di ricevere la ramanzina dalla maggiore.
"Sapevate che il ginecologo è il nuovo compagno di vostra madre?" - il signor Froze svela i dettagli che hanno condotto lui e l'ex moglie fin laggiù.
"Cosa?" - esclama scioccata la minore.
"Cavolo! Era un viso familiare ma non pensavo che..." - riflette, incredula, la grande.
"Quel che è fatto è fatto. Vogliamo solo esservi vicine. Anna, è un momento delicato questo e voglio proporti di tornare a casa. Starai con me. John ti controllerà e avrai la sicurezza medica di cui hai bisogno"
"Non se ne parla" - risponde la primogenita, esterrefatta all'idea di doversi separare da chi ama di più al mondo.
"E' la cosa migliore e tu lo sai bene" - interviene Agnarr.
"Lasciarmi da sola come un cane è un bene per voi?"
"Non sarai mai sola" - prende parola Anna, unendo le sue mani a quelle della sorella. E così si espone - " Non ho intenzione di lasciare questa casa. La mia vita è con Elsa, con Kristoff e con il bambino che porto in grembo"
"Pensaci, tesoro. Si tratta di tuo figlio. Fallo per lui. Con le nostre cure non avrai problemi"
"Ho già deciso" - invita così i genitori ad andare via.
"Per qualunque cosa, chiamaci" - Idunn, in pena per la figlia, l'abbraccia e le lascia nel taschino del maglione un bigliettino con un indirizzo e un numero di cellulare.
Agnarr, deluso dalle scelte delle due figlie, arrabbiato per la situazione venutasi a creare, ma anche cosciente di esserne responsabile in parte, lascia l'appartamento in silenzio. Mai come in quel momento si rende conto che il suo compito di genitore è stato un fallimento totale.
Su una cosa può sperare: suo nipote. Con lui le cose andranno diversamente!

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Capitolo 5
*** 4 Capitolo ***


"Sono stati qui? E cosa gli avete detto?" - domanda scioccato Kristoff, una volta venuto a conoscenza della visita inattesa di Agnarr ed Idunn.
"Mi hanno invitata a trasferirmi da mia madre. Lì vive con il suo compagno..." - racconta la seconda delle Froze.
"Che per nostra sfortuna è anche il ginecologo che segue la gravidanza di Anna" - puntualizza Elsa, nervosa dopo aver rivisto i genitori.
"Cosa?" - esclama Bjorgman - "Tutto ciò è allucinante. Tu cosa gli hai risposto?"
"Che il mio posto è qui con voi" - risponde la ragazza, accoccolandosi al petto del suo fidanzato.
"Che faccia tosta hanno" - brontola la maggiore, irritata al massimo.
"Dai, sorellina. Basta. Sono andati via. Dimentica quanto accaduto"
"Andati via? Anna, conosci mamma e papà. Torneranno e insisteranno pur di convincerti a fare ciò che desiderano loro"
"Non lo farei mai, lo sai" - la conforta la minore, invitandola a prendere posto sul divano vicino lei e Kristoff.
"Noi siamo la famiglia che desideravo da sempre e niente e nessuno potrà distruggerla. Chiaro?" - Anna è fiduciosa e anche se l'incontro con Idunn e Agnarr Froze è stato alquanto fastidioso e irritante, ha deciso di non farsi scalfire da nulla.
Si accarezza il pancino ancora piatto e imitando la vocina di un bambino si rivolge alla sorella - "Zia Elsa, fallo per me. Sorridi e dimentica"
Quella scena così dolce cancella per un momento la rabbia della ventiquattrenne che, con dolcezza bacia il ventre di Anna.
"E va bene. Avete vinto. Non parleremo più della discussione di oggi. Sapete che vi dico? salgo in camera. Ho un esame da preparare e tanti libri da ripassare"
Così dicendo si allontana e lascia sola la coppia di innamorati.
"Odio vederla così" - sospira Anna, incupendosi improvvisamente.
"Hey, amore mio. Sbaglio o hai appena proposto a tua sorella di sorridere?"
"Lo so. Ho nascosto ad Elsa che anche io sono stata toccata profondamente dall'invasione dei miei genitori"
"Immaginavo"
"Non voglio lasciarla sola ma non desidero neppure negare a nostro figlio di conoscere i suoi nonni"
"Devi prendere una decisione perché sai come la pensa Elsa in merito. O tua sorella o i tuoi"
"E tu? Tu rimarrai al mio fianco sempre, vero?"  domanda, sapendo bene la risposta ed attendendola con ansia.
"Sai bene che non mi separerei da te mai e poi mai" - la bacia con tenerezza.
E quel gesto delicato, lascia spazio ad uno più intenso.
Anna ha chiare intenzioni.
"Hey hey, calma. Non mi sembra il caso...insomma adesso siamo in tre"
"Kristoff. Davvero credi che tuo figlio possa vederci?" - ridacchia lei, poi lo tira con forza su di sè e prolunga il loro bacio.
Tanto che, dopo qualche minuto, ottiene ciò che vuole.
"E va bene" - Kristoff la prende in braccio e la conduce nella loro camera, tra le risate euforiche di Anna.
Una volta lì, la coppia si concede ad intensi momenti di felicità.
Per loro stare insieme cancella gli attimi difficili.
Peccato che ciò non valga per Elsa. Sdraiata sul suo letto, con in mano uno dei tanti libri di diritto, cerca di studiare ma invano. E' preda dei timori peggiori e con la ferma immagine dei suoi genitori sull'uscio di casa, giunti per ripiombare nelle loro vite a detter legge.
"Non permetterò nè ad Agnarr che ad Idunn Froze di distruggere la felicità che abbiamo costruito io ed Anna con fatica"
Intanto gli ex coniugi sono tornati al vecchio bar, seduti ad un tavolino, discutono di quanto appena accaduto.
"Non possiamo consentire alle ragazze di starsene da sole e crescere un bambino senza la nostra presenza" - insiste Idunn.
"Questo è ovvio. Però conosci Elsa. Lei non cederà mai"
"E' sempre più simile a te, Agnarr" - aggiunge la donna.
"Cosa vorresti insinuare?" - si pone sulla difensiva.
"Nulla. Mi rendo solo conto che sono cresciute e che hanno ereditato alcuni tratti che sarebbe stato meglio non ereditassero"
"L'ingenuità di Anna è tutta la tua" - commenta l'uomo.
"Già. Quella che l'ha portata alla situazione di oggi" - si incupisce la madre delle sorelle Froze.
E vederla abbattuta e con le lacrime agli occhi, tocca per un istante il cuore del rancoroso ex marito. Così le prende una mano e le dice - "Diamo loro del tempo. Vedrai che a breve Anna accetterà quanto le hai proposto"
"Come fai ad esserne certo?"
"Due giovani inesperte...se sono come me e te sentiranno presto la pressione di quanto stanno vivendo e avranno bisogno d'aiuto"
Agnarr ed Idunn decidono perciò di mettersi da parte, momentaneamente.
Ma il tempo passa veloce. I mesi volano e la giovane in stato interessante comincia a vedere la sua pancia ingrandirsi giorno dopo giorno e la responsabilità del piccino dentro di sè la terrorizza.
Per di più Elsa e Kristoff sono estremamente premuorsi con lei. Le vietano di fare qualsiasi sforzo e questo infastidisce e alimenta le ansie della futura mamma.
"Io vado all'università. Annie mi raccomando..." - partono le solite raccomandazioni di Elsa.
"Si si..."  finge di ascoltarla.
Il totale disinteresse verso le sue parole viene colto dalla maggiore delle due che così si avvicina alla sorella e, con le mani sui fianchi, a modi rimprovero, le parla - "Guarda che ho visto che hai sbuffato! Mi preoccupo per te e mio nipote. Manca poco ormai e ogni gesto sbagliato può essere pericoloso"
"Basta Elsa. Tu e Kristoff state alimentando delle ansie che già ho. Con i vostri "Non fare questo, non fare quello, non sederti così, non mangiare quello, non salire le scale... non vivere!"
"Non vivere? Annie stai esagerando. Lo diciamo per il tuo bene"
"Non voglio essere considerata una malata. Non lo sono"
"Certo che non lo sei! Sorellina, ti capisco....gli ormoni sono alle stelle e incidono sul tuo umore, il tuo corpo ti è ormai totalmente sconosciuto, però non comprendo questa rabbia verso me e il tuo fidanzato"
"Sono solo stanca, capisci? Forse una mano in più ci sarebbe servita" - tocca in questo modo un argomento che Elsa credeva archiviato.
"Eh? Cosa intendi dire?"-  si allarma, infatti, la maggiore, intuendo il fulcro del discorso.
"Non arrabbiarti. Dico solo che sarebbe stato più facile se mamma fosse stata qui..."
E tali parole impietriscono la maggiore che, fredda e distaccata, taglia subito corto - "Fai come preferisci. Io devo andare" - così dicendo esce sbattendo la porta.
Di fronte alla reazione della più grande, Anna è sprofonda nella tristezza e si lascia andare ad un pianto liberatorio.
Il suono del cellulare interrompe il suo sfogo.
Legge sullo schermo "Mamma"
E' l'ennesima telefonata di Idunn. Non le ha mai risposto nei sei mesi precedenti...prima di quel momento.
"Tesoro, finalmente sento la tua voce! Volevo solo sapere come stai"
"Vorrei venissi qui"
Ma in quel momento accade qualcosa. Idunn prima di rispondere avverte un tonfo proveniente dall'altro lato della cornetta, poi la chiamata si interrompe..
"ANNA!" - grida preoccupata.
Terrorizzata, afferra la giacca e le chiavi della sua automobile e sale in auto.
Nel tragitto avvisa Agnarr e nel giro di dieci minuti i due ex consorti sono davanti la porta dell'appartamento delle figlie.
Citofonano più volte, tentano numerose telefonate, ma tutto invano.
"Deve esserle accaduto qualcosa. Me lo sento"  - Idunn è pessimista e trema per la paura di quello che è convinta sia accaduto.
"Provo a buttare giù la porta" - propone il signor Froze.
E' pronto a farlo ma ecco che una voce alle loro spalle li fa sobbalzare.
"Cosa ci fate qui?"
"Sei tu Kristoff?" - domanda la donna adulta a Bjorgman, appena rientrato con le buste della spesa.
"Si, credo che vi dobbiate mettere il cuore in pace. Le ragazze non vogliono vedervi..."
"Ti prego, ascoltaci. Ho ricevuto la chiamata di Anna poco fa e ho avuto un cattivo presetimento. Ora non dà segnali."
Il viso di Kristoff impallidisce e senza esitare lascia cadere a terra i suoi acquisti e apre la porta.
"ANNA!!" - gridano in coro i tre.
Ma è Idunn a trovare sua figlia.
"Oh mio Dio" - esclama correndole incontro.
La ventunenne è stesa a terra priva di conoscenza.
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"Come sta?Kristoff raccontami tutto." - Elsa è stata avvertita da Bjorgman ed è appena arrivata in ospedale.
"Non lo so. La stanno visitando." - Kris piange e teme il peggio.
In quell'attimo l'incubo di mesi prima. quello che ha tormentato la maggiore delle Froze, riaffiora nei  ricordi di lei e le paranoie tornano a dominare la sua mente.
Elsa, disperata, scorge subito l'immagine di sua madre, seduta in sala d'attesa, con le mani sul viso. Agnarr cammina su e giù nei corridoi, visibilmente teso.
Così la primogenita si avvicina e le siede accanto. Per la prima volta, dopo tanto tempo, condivide un momento delicato con sua madre.
"Se dovesse accaderle qualcosa..." - sono le parole che Idunn pronuncia quando nota la presenza di Elsa.
"La colpa è solo mia. Lei avrebbe desiderato averti vicina ma il mio orgoglio ferito ha inciso sulle sue decisioni. Se solo fossi stata meno rancorosa..." - la ventiquattrenne si lascia andare totalmente e rivela le intenzioni di Anna alla madre.
"Non dirlo neppure per scherzo" - risponde subito l'adulta, prendendo la primogenita per mano.
Le due si guardano in quel preciso istante ritrovandosi e rispecchiandosi l'una negli occhi dell'altra.
"Ecco il dottore" - esclama Agnarr, poco dopo invitando Kristoff e le due donne a raggiungerlo.
"Caro, allora? Hai visitato mia figlia. Come sta? Cosa ha avuto?" - chiede Idunn, in pensiero, al compagno, ginecologo della ragazza.
"E il bambino?" - domanda Bjorgman.
"State tranquilli. Stanno bene. Ha rischiato davvero tanto, perciò vi ordino severamente di evitarle tensioni inutili!E' sotto stress continuo. Deve riposare e godersi queste ultime settimane di gravidanza"
"Assolutamente. Ci prenderemo cura di lei" - interviene Idunn, abbracciando il compagno che le ha dato una notizia buona.
"Mi raccomando. Ripeto....niente ansie e preoccupazioni" - ribadisce John. Poi fa per congedarsi, ma prima precisa - "Direi che possiamo cominciare a parlare al femminile quando ci riferiamo al bebè"
"Come?" - chiede, confusa, Elsa.
"E' una bambina" - comunica l'uomo, stringendo la mano al futuro papà. Poi volge lo sguardo di Idunn e le sorride - "Diventerai nonna di una femminuccia. Sei felice tesoro mio?"
Ovviamente la donna è euforica al pensiero e annuisce, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime.
Finalmente si respira un pò di serenità.
Eppure l'evento appena accaduto spinge la maggiore delle Froze a prendere una decisione, forse la più difficile della sua vita.
"Vorrei che Anna venisse a stare con voi queste ultime settimane"
"Dici sul serio? Tesoro, ma è meraviglioso che tu abbia accettato" - si commuove Idunn.
Kristoff, rimasto in disparte, è sconvolto da quanto appena udito.
Prende in disparte la cognata  - "Che idiozia è questa!?
"E' la soluzione migliore... per il bene di tutti"
"E chi sei tu per decidere che è la cosa giusta?" - si altera il biondo.
"Sappiamo entrambi che Anna desidera questo da tempo. Non impediamole di sentire il calore di una famiglia che ha sempre voluto e che, come sappiamo bene, non è mai esistita"
"Se lei non volesse?"
"Non accadrà. Lei accetterà e lo farà consapevole di aver rischiato la vita di sua figlia" - con il magone e il cuore in mille pezzi, Elsa si avvia all'uscita dell'ospedale.
"Ora dove vai? Non vieni a far visita a tua sorella?" - chiede Bjorgman, stupito dal comportamento della coetanea.
"Salutala da parte mia, ok?" - trattiene il pianto e corre via.
Sa bene che vederla renderebbe difficile poi il momento della separazione. Prima comincia ad abiturarsi a vivere dei mesi senza sua sorella, meglio sarà.




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Capitolo 6
*** 5 Capitolo ***


Anna è sveglia, nel letto d'ospedale dove poche ore prima è stata urgentemente ricoverata.
Ha lo sguardo fisso sulla finestra che illumina la stanza e pensa, disperata, a quanto ha rischiato di perdere in pochissimi secondi.
"Tesoro, ti ho portato dell'acqua e il dolcetto che ti piace tanto" - a parlare è Idunn, sedendosi sulla sedia accanto alla figlia. Agnarr è con lei e stringe tra le mani un pallone bianco che nasconde la rivelazione del sesso del bebè.
"E io ho qui qualcosa che tu e il tuo fidanzato dovrete far scoppiare assieme" - spiega l'uomo, soddisfatto dell'acquisto rapido, fatto in un negozio nei pressi dell'ospedale.
"Non mi va" - risposta secca quella della ragazza che impensierisce mamma Froze - "Mettete tutto lì. Adesso non sono dell'umore"
"Ma come? Non vuoi sapere se...?" - cerca di parlare l'uomo, ma viene zittito dalla ex moglie.
"Kristoff mi ha detto che li adori e che in questi mesi di gravidanza ne hai mangiati a volontà. Poi devi rimetterti in forze. Sappi che con me non avrai vittoria facile. Mi conosci bene e sai che so essere più cocciuta di te" - la donna ha un tono di voce dolce e premuroso. E' consapevole che il malessere di Anna è dovuto a quanto accaduto, eppure vuole smorzare la tensione, ricordandole che si va avanti.
"Elsa dove è? Ancora in università? L'avete avvertita del mio mancamento?"
"Certo, figliola. E' stata qui fino a poco fa"
"Vuoi dire che è andata via? Cioè... è andata via senza dire nulla? Senza salutare?" - la ventunenne è sbalordita da quanto appena udito. Non è da sua sorella maggiore comportarsi così.
"Lo spavento è stato enorme. Sai poi come è fatta Elsa. La sua reazione è sempre la stessa: alzare muri per nascondere se stessa dagli altri e per celare i suoi veri sentimenti" - le parole di Agnarr di giudizio nei confronti della primogenita infastidiscono Anna che replica - "Non la conosci bene per poterlo dire"
"Cara, tuo padre non intendeva offenderla" - interviene Idunn.
"Ammettete che a volte non si comprende cosa le passa per la mente? Non sono solo io quello che interpreta le situazioni in questa maniera?" - è perplesso il signor Froze, notando che l'ambiguità della primogenita è talmente palese che è assurdo che le due donne lì presenti non la notino.
"Elsa ha sofferto tanto la vostra separazione. Si è addossata il peso di una responsabilità familiare che non le spettava. Mi ha preso sotto la sua ala protettrice e si è comportata per anni come una seconda madre. Sapere di riavervi di nuovo nella sua vita deve averla scossa profondamente. Non sa gestire la cosa ed evidentemente la sua reazione è stata allontanarsi per non avervi intorno" - confessa la giovane, difendendo a spada tratta la maggiore..
E sentirle dire tali affermazioni, alimenta il dispiacere dei due ex coniugi.
Idunn con gli occhi lucidi risponde, addolorata - "Mi dispiace che abbiate sofferto per causa nostra. Ma da adesso in poi le cose cambieranno. Sappi che Elsa ha acconsentito affinché tu possa venire a vivere con me e John le ultime settimane di gravidanza! Perciò potremmo ricominicare e riallacciare i rapporti"
"Aspetta...che? Dici sul serio?" - Anna è sconvolta e a tratti dispiaciuta davanti al cedimento della amata sorella che prometteva di difenderla dalle interferenze dei genitori.
Invece non solo l'ha offerta su un piatto d'argento, ma è anche scappata via per evitare un confronto.
Ecco spiegata la ragione della fuga, pensa la ventunenne.
"Non ci credo"
"E' così. Ti assicuro. Chiedilo a Kristoff. Lui era presente" - continua Idunn.
In quel momento proprio Bjorgman fa ingresso nella stanza.
"Amore mio, sei pronta a far scoppiare il pallone che ci ha regalato tuo padre?" - domanda il biondino, entusiasta di quello che si accingono a fare.
Però l'espressione della fidanzata non è affatto quella che sperava.
"Ehm...che succede qui?"  chiede allora.
Le lacrime sul viso di Anna gli danno risposta immediata. Si avvicina al letto e siede accanto alla giovane. La stringe forte a sé - "E' un dolore immenso anche per me allontanarmi da voi. Però è per il suo bene" - e posa la mano sul pancione della ragazza - "Abbiamo rischiato tanto oggi. Qualche minuto e avremmo perso il nostro tesoro" - le spiega, confortandola.
"Dici che andare a vivere con mia madre è la cosa giusta da fare?"
Kristoff, seppure tentato di dirle "NO RIMANI CON ME PERCHE' SENZA DI TE NON RIESCO A VIVERE NEPPURE DUE SECONDI", si limita a tali parole - "E' necessario per stare sereni"
A quel punto ad Anna non resta che accettare, intuendo che le azioni di Elsa probabilmente sono state dettate proprio dal desiderio di vederla in totale sicurezza.
E dopo attimi di silenzio, Agnarr interviene per rimportare un pò di serenità.
"Volete o no sapere se da quel palloncino usciranno petali blu o petali rosa?"
La scena diventa comica di fronte ad un futuro nonno super entusiasta. Alquanto bizzarro vedere il signor Froze così. Neppure con le due figlie si mostrò tanto eccitato.
Due secondi dopo i fidanzatini, con un ago a testa tra le mani, fanno esplodere il pallone.
Il rumore e la caduta dei petali costringe Anna a coprirsi il viso per qualche istante.
Quando alza la testa e apre gli occhi scopre la sorpresa: il suo letto è invaso da petali di colore rosa.
"E' una bambina?" - esclama emozionata.
"Si, tesoro. Avrai una femmina" - esulta Idunn.
Tra lacrime di gioia, i Froze e Kristoff respirano per quelle ore attimi di tranquillità.
Peccato che ad esserne tagliata fuori è Elsa.
La ventiquattrenne è arrivata nel suo appartamento. E' sola e, in lacrime, inizia ad immaginare i restanti due mesi senza sua sorella.
Poi ripete a se stessa per rasserenarsi - "Sono solo poche settimane. Poche settimane e tutto tornerà al proprio posto"
Però in cuore suo è cosciente che dopo la nascita della nipote, difficilmente le cose potranno tornare come prima.

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Capitolo 7
*** 6 Capitolo ***


1 Due giorni dopo la scoperta dell'arrivo di una bambina in famiglia, Anna viene dimessa e condotta, direttamente, a casa di Idunn e del compagno John.
Elsa ha tagliato i ponti con tutti dopo essere sparita nel nulla. Kristoff credeva di trovarla nell'appartamento che condivide con le sorelle Froze da mesi.
Invece della ventiquattrenne nessuna traccia.
Le telefonate sono altrettanto vane.
E intanto il tempo corre veloce e le speranze di rivederla tra loro si frantumano.
"Inutile insistere. Ci ha detto addio" - a questa conclusione giunge, affranta, Anna.
"No, amore mio. Forse è presa dallo studio e si trattiene giornate intere all'università" - ipotizza Kris, cercando di calmare la fidanzata.
"Pensi sia così? E se invece ce l'avesse con me?"
"Annie, non dire queste sciocchezze. Se è stata proprio lei a dare l'ok affinché ti trasferissi in questa casa" - precisa la madre, sorseggiando del fumante thé verde.
Sono tutti e tre in soggiorno in quella immensa villa di proprietà dei Peterson.
La sensazione della ragazza al momento dell'arrivo fu quella di trovarsi di fronte ad un vero e proprio castello.
Il denaro non sarà mai un problema per loro, pensò Anna quando varcò l'uscio la prima volta.
E quegli spazi così immensi, aumentavano il senso di isolamento che provava, lontana dall'amata sorella e dalla libertà che si erano guadagnate con gli anni.
La consola solo la presenza di Kristoff ,rimastole accanto senza esitazioni.
"Sono due settimane che abito qui e mia sorella, la persona che adoro, non mi ha scritto un messaggio nè mi ha chiamata per sapere di me o della bambina"
"Calmati, smettila di pensare al peggio. Siamo arrivati a questa soluzione drastica per tenerti al sicuro da ogni forma di ansia, non per alimentare le tue paure!" - riprende Kristoff.
"Si, ha ragione lui,  figliola. Adesso sdraiati un pò, accendi il televisore e goditi il relax che meriti" - la consiglia Idunn, alzandosi dalla poltrona e preparandosi per il pomeriggio lavorativo che l'attende.
"Hai lezione anche oggi mamma?"
"Certo. Verrà qui un nuovo alunno che vuole entrare a contatto con il meraviglioso mondo della musica" - spiega la donna, mostrandosi entusiasta di insegnare ciò che più ama ad un promettente giovanotto.
"Io da bambino suonavo la chitarra" - ricorda nostalgico Bjorgman.
"Bene, non me lo sarei aspettata. Sei un musicista anche tu allora?!" -  esclama sopresa l'adulta, che ha sempre avuto un'idea poco chiara del fidanzato di sua figlia minore.
"Ehm...sappi che hai guadagnato cento punti ai suoi occhi ora" - sussurra Anna all'orecchio di Kris.
La situazione si appiana, seppure la ventunenne non riesce ad accettare la sparizione di Elsa.
Dieci minuti dopo ecco che qualcuno suona alla porta ed interrompe i suoi pensieri malinconici.
"Benvenuto! Entra pure. Ti voglio presentare mia figlia" - a parlare è Idunn, che ha accolto all'ingresso il nuovo studente.
Il giovane dai capelli rossi e gli occhi verdi, vestito di tutto punto, si presenta in soggiorno, assieme alla padrona di casa.
"Anna, tesoro. Lui è Hans Westergard" - il nuovo arrivato si avvicina alla ragazza e posa subito gli occhi sul pancione di lei.
Kristoff nota subito lo sguardo del tipo sulla sua fidanzata e viene preso dalla gelosia.
Così quando Hans prende per mano la Froze e gliela bacia in segno di galanteria, Bjorgman si pone da scudo, davanti la ventiquattrenne.
"Io sono Kristoff. Il suo ragazzo" - come a dire GUAI A TE!
"Piacere" - risponde Westergard, intimorito.
"Ok, noi andiamo nell'altra stanza per studiare" - notando la tensione nell'aria, Idunn porta via lo studente - "Per qualsiasi cosa, sapete dove trovarmi"
Hans però continua a fissare Anna, non riuscendo a toglierle gli occhi di dosso. 
E una volta rimasti soli i due piccioncini...
"Si può sapere che cazzo guarda quello lì?" - si altera Kris.
"Ti riferisci all'allievo di mia madre?"
"Certo! Non dirmi che non hai notato come ti fissava!?"
"Forse lo ha colpito che fossi incinta, vista la giovane età" - riflettte la ragazza.
"Spero per lui che sia solo questo"
La gelosia, quasi tenera, di Kristoff, lusinga Anna che si accoccola al petto di lui.
"Amo solo te, sappilo!"
Le gote di Bjorgman si tingono di rosso e la rabbia lascia spazio ad un'immensa dolcezza.
Segue un romantico bacio. Poi, stretti l'uno all'altra, si addormentano lasciando da parte il mondo pazzo e doloroso che li circonda.
Sono le ventuno circa e Idunn si riunisce alla famiglia in sala da pranzo.
John Peterson è a capotavola e legge le notizie di cronaca sul suo Iphone ultimo modello.
"Amore, finalmente. E' tardi. Dovresti anticipare le lezioni!" - il tono nervoso del dottore colpisce Anna che non l'ha mai sentito rivolgersi in quel modo a sua madre.
"Scusate, avete ragione. Farò come dici, caro. A proposito, Hans rimarrà a cena da noi"
"Che bella notizia!" - commenta, sarcastico, Kristoff alzando gli occhi al cielo.
"E' un piacere. Vieni avanti, ragazzo, e siediti accanto ad Anna" - prende parola John.
"Aspetta...che?" - chiede Bjorgman, verde di gelosia.
La Froze gli dà un colpetto sul braccio,a volergli dire - "Smettila e non esagerare"
Westergard, imbarazzato, prende posto e ringrazia i padroni di casa per l'ospitalità.
La cena segue tranquilla, seppure il nervosismo di Kristoff è ben percepibile.
E così appena può, lascia la villa.
"Vado via. E' tardi, ci vediamo domani" - saluta Anna baciandola e accarezzandole il pancione.
"Sicuro di stare bene? Non sarai mica arrabbiato con quel ragazzo? Dai, neppure lo conosci"
"Ciao Annie!" - chiude il discorso, salutandola, e fila via.
"Forse è bene che rincasi anche io. Mio zio sarà in pena" - puntualizza Hans.
"Tuo zio è il dottor Weselton, giusto?" - gli chiede il padrone di casa.
"Si, lo conoscete signor Peterson?"
"Quando Idunn mi ha detto il tuo cognome ho ricordato che lui era imparentato con i Westergard. E' una notizia meravigliosa. Io e lui ci stimiamo e mi piacerebbe scambiare quattro chiacchiere con lui. Digli che vorrei venisse a trovarmi"
"Certo, volentieri. Allora a presto" - fa per congedarsi, poi posa lo sguardo su Anna che, in disparte, cerca di chiamare Kristoff, senza ricevere risposta.
"Anna, è stato un piacere per me conoscerti" - le si avvicina e di nuovo le prende la mano sfiorandola con le labbra.
"Anche per me" - saluta lei, regalandogli un dolce sorriso.
In pochi minuti è fuori dalla villa, diretto verso la dimora di suo zio.
E una volta lì...
"Allora? Come è andata la prima lezione dalla maestra di musica?"
"Fantastica. Il compagno è il dottor Peterson. Ti invita ad andare a trovarlo il prima possibile" - gli racconta HAns.
"Ma certo. Stimo quell'uomo. Quando tornerai lì, verrò con te"
"Possiamo andare già domani?" - propone Westergard.
"Già? Vedo che sei entusiasta di questo corso di pianoforte, nipote mio"
"Ehm...hai ragione! Non mi è mai piaciuto così tanto qualcosa in vita mia!" - conclude. In silenzio, con l'aria pensierosa, si dirige in camera per coricarsi..
Non riesce a dimenticare il volto di Anna e quegli occhi così grandi e intensi.
"Che stupido che sono! E' fidanzata...sta per avere un bambino... e poi... poi... l'ho appena conosciuta! No... Hans riprenditi e smettila di pensarla" - parla a se stesso.
Poi chiude gli occhi, cercando di riposare. Ma i suoi sogni hanno come protagonista una sola persona: proprio la dolce e bella Anna Froze.
Possibile che abbia perso la testa per una fanciulla con la quale ha parlato appena due minuti?
Beh...mai dire mai! A volte esiste davvero l'amore a prima vista...esiste davvero il colpo di fulmine!
C'è però un particolare da non sottovalutare.... Kristoff Bjorgman. Guai a toccare la sua donna. Guai ad inimicarselo.

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Capitolo 8
*** 7 Capitolo ***


1 La mattina successiva all'incontro tra Hans ed Anna, si presentano alla porta di villa Peterson proprio il giovane Westergard e suo zio.
E ovviamente, come buona padrona di casa, Idunn accoglie al meglio i due uomini, invitandoli anche per il pranzo.
La Froze, ignara della visita a sorpresa, si era chiusa in camera a lungo, per preparare la valigia che dovrà portare con sé in ospedale al momento del parto.
Ha deciso di regalarsi anche momenti di relax totali. Dopo un lungo e caldo bagno, dopo aver cosparso la sua pelle di crema alla vaniglia e dopo aver indossato un vestito premaman, si sente quasi rinata.
"Ci voleva proprio" - afferma, entusiasta di aver ritrovato se stessa allo specchio, seppure con un particolare in più: il pancione ingombrante.
Hans però, presentatosi lì con la scusa dell'incontro tra i due dottori, sperava di poter trascorrere del tempo con Anna. Ma della ragazza non c'è traccia.
Infatti Idunn nota che Westergard trascorre l'intera mattinata a guardarsi attorno, come se cercasse qualcuno o attendesse l'arrivo improvviso di una persona in particolare.
All'inizio crede sia una sua impressione, però quando il ragazzo dai capelli rossi domanda direttamente a John della fanciulla in dolce attesa, la ex signora Froze inizia a sospettare.
"Due più due fa quattro" - riflette ad alta voce, attirando l'attenzione proprio di Hans.
"Come ha detto?" - chiede lui.
"Figliolo, non avrai mica preso una sbandata per mia figlia?" - gli sussurra all'orecchio, senza giri di parole.
Il giovane impallidisce e si agita, non riuscendo a gestire la situazione. Il suo bizzarro comportamento è la risposta che Idunn cercava.
"Caspita!" - esclama, capendo ormai tutto - "Ma l'hai vista appena due ore ieri?! Come è possibile?"
"No, signora maestra. Non è come crede... c'è un fraintendimento" - cerca di venire fuori dall'imbarazzante faccenda.
Però è proprio in quell'istante che giunge Anna, più bella che mai.
"Buongiorno" - saluta gli ospiti, sorpresa di rivedere lì Hans.
La visione della ventunenne estremamente curata e profumata, manda in estasi Westergard. Le sue gote si tingono di un rosso acceso e la salivazione è pari a zero.
"Attenta a te" - Idunn mette in guardia la figlia, susssurrandoglielo all'orecchio.
"CHE?" - esclama, confusa, la giovane.
"Credo abbia una cotta per te" - precisa lei, poi si allontana, certa che sua figlia agirà nel migliore dei modi.
Ovviamente ciò crea in Anna imbarazzo verso Hans; ciò perché non solo lei è incinta ma anche perché Kristoff aveva ragione sul conto di quello che è a tutti gli effetti un estraneo.
Perciò prende di petto la situazione e decide di affrontare il nuovo amico.
Lo invita a sedersi con lei in giardino, su una panchina posta a pochi metri dall'ingresso della villa.
"Come mai ti sei così agghindata oggi? Sapevi che sarei venuto?" - scherza Hans, seppure speranzoso che in realtà sia vero.
Anna ridacchia sentendo una sciocchezza simile.
"Ascolta, vorrei ti fosse chiaro che io sono fidanzata" - precisa la Froze.
"Si, lo so"
"Ecco... tu non hai altri fini nei miei confronti, giusto?"
"Ehm...certo che no. Cosa te lo fa pensare? Mi piace la tua compagnia. Penso che siamo molto simili"
"Come puoi essere arrivato a queste conclusioni in pochissimo tempo?" - Anna è sempre più stranita dai fatti.
"Sono un abile osservatore. Credo che se ci frequentassimo, capiresti che ho ragione"
"Frequentarsi?" - ripete la ragazza, alzando tono di voce.
"Intendo come amici" - risponde lui, trovando l'escamotage per venire fuori da una discussione che da lì a poco sarebbe potuta sorgere.
Le prende le mani intecciandole alle sue e punta i suoi occhi su quelli della ventunenne.
Un gesto decisamente forte, considerato che tra loro vi è una banalissima conoscenza.
Anna si sente a disagio notando quanto sia invasivo lo sguardo di Westergard. E' come se lui la stesse studiando solo osservandola da vicino.
Temendo che quel tipo così particolare possa fare qualcosa di sconsiderato, lei scioglie subito la stretta e si allontana di qualche metro.
"Hai paura di me adesso?" - le chiede, perplesso.
"No, ovviamente. Come potrei?" - la sua risposta è accompagnata da gesti di tensione, come il capo basso, il toccarsi i capelli, torturarsi le dita delle mani....insomma, cose che provava e che faceva soltanto i primi tempi di frequentazione con Kristoff.
Solo il suo fidanzato è stato in grado di farla sentire così nervosa da metterla in crisi. Questo lo pensava fino ad ora.
Timorosa dei suoi stessi pensieri, taglia corto.
"Torniamo a casa? L'aria è più fredda adesso..." - fa per alzarsi ma accade qualcosa prima.
"Cosa ti prende? Non stai bene?" - chiede Westergard, preoccupato, guardando Anna toccarsi la pancia.
"No, è la bambina che sta scalciando fortissimo" - spiega lei.
"Posso?"-  la richiesta di Hans potrebbe essere fraintendibile, però in un momento così tenero la Froze non riesce a negarglielo e acconsente.
Lui posa la mano sul ventre della ventunenne e riceve un calcio da parte della piccola.
"Accidenti! Ti fa male?"-  domanda incuriosito il giovane.
"Ho imparato a conviverci. Lo fa praticamente ogni volta che sente la voce del suo papà"
"Ah si? Ma adesso lui non c'è!" - precisa Hans, imbarazzato.
"Ehm...già" - riflette Anna, posando gli occhi su Westergard che, estasiato, tiene la mano sul pancione in attesa dell'ennesimo segnale della pargola.
Poi un colpetto di tosse, visibilmente forzato, attira la loro attenzione e "disturba" il momento.
"Amore! Sei tu! Non ti ho sentito" - lo saluta Anna, allontanando Hans dalla pancia.
Si alza con fatica e si dirige verso Bjorgman, che si mostra alquanto infastidito.
"Che fate qui soli soletti?"
"Nulla, tranquillo" - risponde la Froze, dandogli un tenero bacio a stampo.
"Ho sentito la forza della vostra bambina. Sarà una furia scatenata"
"Non ti interessa come sarà o non sarà mia figlia!" - si altera il biondino, fissando con aria di sfida il conoscente.
La tensione è alle stelle ed Anna interviene conducendo entrambi dentro casa e congedandosi da Hans con una scusa.
La coppia si chiude in camera da letto e, rimasti soli, parlano di quanto accaduto.
"Non esageravi ad essere preoccupato di Hans, sai?"
"Certo che non esageravo. Ti mangia con gli occhi e mi disturba che ti tocchi"
"Toccarmi?"
"Si, vi ho visti come eravate vicini e lui aveva una mano sulla tua pancia....su mia figlia" - puntualizza, inferocito.
Quella gelosia tenera fa sorridere la ventunenne che lo invita a sedersi sul letto, per poi prendere posto sulle sue gambe.
Si avvinghia al collo di Kristoff e con occhi pazzamente innamorati gli dice - "Nessuno potrà separarmi da te. Sei il mio amore grande e quando nascerà la piccola ce ne andremo via da qui e costruiremo la nostra vita insieme" - lo bacia con dolcezza, sentendo la bambina dentro di sé scalciare più forte che mai.
"Hey senti tua figlia" - gli dice poi, posandogli una mano sul pancione.
"La piccina vuole dire la sua" - si emoziona Bjorgman.
"A proposito...sbaglio o è rimasta aperta la questione "Nome"?" - Anna riapre l'argomento, diventato centrale neli giorni precedenti.
"Eravamo indecisi, giusto? O alla fine hai deciso di cedere?" - scherza il giovane.
Anna gli fa la linguaccia e precisa - "Sono cocciuta, dovresti conoscermi. Non mi arrendo mica"
"Ok, allora sarò io ad arrendermi" - aggiunge lui, spiazzando la ragazza.
"Dici sul serio? Ti sei convinto?"
"Ti amo talmente tanto che qualsiasi cosa piace a te piacerà anche a me. Perciò..si... vada per Mia"
"Oh tesoro ti amo anche io. Grazie grazie grazie" - esulta vittoriosa la futura mamma.
"Mia Bjorgman... quale nome più azzeccato. In fondo Mia è mia, così come sei mia anche tu" - conclude il tenero macho.
A volte per amore si farebbe di tutto.
Ma la faccenda Hans non è stata trattata nei dettagli da Anna. Le sensazioni strane che quel tipo le ha suscitato, non le ha volute rivelare a Kristoff.
Chissà forse è stato meglio così... perché se Bjorgman avesse saputo, altro che bisticcio... sarebbero giunti fulmini e saette.

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Capitolo 9
*** 8 Capitolo ***


1 E' passato un mese da quando Anna, in seguito al ricovero, si è trasferita a villa Peterson.
Da quel momento in poi Elsa è sparita nel nulla.
La giovane studentessa si è dedicata totalmente allo studio in quelle settimane, concentrando le sue attenzioni sull'ultimo esame e sull'argomento della tesi.
Questo si rivelò l'unico modo per non pensare alla distanza da sua sorella.
Intanto la seconda delle Froze è in agitazione, dopo l'ultimo monitoraggio preparto.
"La data è sempre più vicina. Sei nervosa?" - le domanda Idunn, aiutandola a vestirsi al termine della visita.
"Muoio di paura sapendo che farà malissimo. Ho già qualche lieve contrazione ed è fastidiosa. Non oso immaginare cosa significhino ore di travaglio...." - confessa, terrorizzata, la ventunenne.
"Tesoro mio, sei una leonessa. Non avrai problemi a dare alla luce la tua bambina, vedrai" - le sorride la donna.
"Eccomi qui, scusate ma la mia assistente ha avuto un disguido con un'altra paziente. Allora...dicevamo..." - John siede alla sua scrivania e tranquillizza la compagna e la figliastra circa il controllo medico.
"La piccina sta benone, è tutto nella norma Quindi sii serena e goditi gli ultimi giorni con il pancione. Tra poco stringerai tua figlia tra le braccia" - si congratula il ginecologo.
Invita le due ad uscire, non prima di aver salutato con un bacio a stampo Idunn.
"Visto? Sta andando tutto alla grande" - ripete l'adulta, sottobraccio alla ragazza.
Percorrono il lungo corridoio che conduce all'esterno dell'ospedale e lì, stupite, incontrano una persona a loro familiare.
"Hans? Come mai da queste parti?" - chiede Anna, notando Westergard andargli incontro.
"Buongiorno! Sono qui per lasciare delle pratiche al dottor Peterson"
"Ah si? Non penso ti riguardino dato che il mio compagno è un ginecologo" - sdrammatizza la donna.
Il giovane ride sentendo quelle parole, poi precisa - "Ovviamente no! Sono di mia sorella."
"Hai una sorella?" - quell'argomento attira l'attenzione di Anna.
"Si è più grande di me di tre anni"
"Anche la mia" - commenta la Froze, incupendosi.
"Adesso vi lascio andare. Avrete tante cose da fare, a presto" - così dicendo, Hans si allontana.
Idunn riflette ad alta voce quando le due restano da sole - "E' impazzito per te, sappilo!"
"Ancora con questa storia? Mamma, non esagerare. Ultimamente ci vediamo di più, abbiamo parlato molto. Praticamente l'unico giorno che non segue le tue lezioni è la domenica. Per il resto è diventato una routine quotidiana a casa nostra"
"Tesoro non mi starai dicendo che se prima ti agitava, adesso ti fa piacere averlo tra i piedi?" - le domanda, alquanto stupita, l'adulta.
"E' un amico tutto qua. Ti ricordo che sono già fidanzata" - ridabisce, arrossendo al pensiero del suo bel Kristoff.
"Ok ok come non detto. Hai ragione, starò ingigantendo il fatto"
"Certo. Poi come potrei piacere ad un ragazzo se sono diventata una balena" - puntualizza, osservandosi il corpo ormai non più snello e tonico.
Quelle parole spiazzano Idunn - "Cosa stai dicendo? Se sei bellissima"
"Si,certo. Lo dice anche Kristoff. Lo so che è il vostro modo per non farmi sentire più grossa di quanto effettivamente son già!"
"ANNA!" - alza la voce sua madre, in tono di rimprovero - "Stai dicendo assurdità. E' normale prendere kili in gravidanza. E' il momento più difficile nella vita di una donna. Gli ormoni decidono per te, la fame non si controlla, il fisico cambia, la schiena sembra spezzarsi in due per il peso del bambino ... ma è anche la gioia più grande di questo mondo. Nel tuo ventre c'è una creatura che ti ama alla follia. Non devi considerarti brutta perché sei incinta. Quando si vive la gravidanza, si diventa ancora più belle. Ricordalo sempre questo"
Il discorso materno è una medicina per la malaticcia autostima di Anna. La ragazza accenna un sorriso e per la prima volta dopo tanto tempo sente riemergere quel sentimento d'affetto smisurato verso chi l'ha messa al mondo. Quella stessa persona che sei anni prima aveva allontanato e che non voleva più incontrare.
Ad oggi le cose sono cambiate e Idunn si sta mostrando davvero comprensiva e amorevole verso sua figlia.
"Adesso non piangere, tesoro mio. Andiamo al bar, immagino tu abbia voglia di un buon cornetto alla crema" - le propone la donna, asciugandole il viso bagnato di lacrime.
"E tu di un cappuccino, vero?"
"Come mi conosci bene, figliola"- la stringe a sè e poi, mano nella mano, si dirigono verso la caffetteria.
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"Hans, eccoti. Ti aspettavo, entra pure" - lo saluta John, con una stretta di mano.
"Vi lascio i referti di mia sorella" - afferma Westergard, cedendogli dei documenti.
"Perfetto. Vedo se è possibile inserirla prima di altre pazienti" -  aggiunge poi.
"Grazie mille per questo favore"
"Io e tuo zio siamo come fratelli e tu di conseguenza sei un nipote. Farei tutto per la famiglia" - sorride Peterson, dando una pacca sulla spalla al ragazzo.
"Dite sul serio?"
"Certo!" - risponde, in piena tranquillità l'adulto.
"Quindi posso confidarvi delle cose in privato?"
"Tutto quello che vuoi. Dimmi pure, ti ascolto" - torna a sedersi e si appresta a sentire le parole del giovane.
"Ehm...ecco è difficile ed imbarazzante da dire. Vorrei un aiutino in una data faccenda"
"Aiutino? Vuoi che ti dia lavoro? Ho influenze notevoli in questo ospedale" - John, di cuore, è pronto a dare una mano ad un caro figliolo come Hans.
"Vi ringrazio infinitamente ma non è questo che mi serve"
"Ah no?" - Peterson è confuso; dove vuole arrivare il ventiquattrenne?
"Si tratta di Anna"
"Anna?"
"Ho perso la testa per lei" - confessa, arrossendo.
La situazione crea un forte imbarazzo nel ginecologo che sa bene che la ragazza in questione è fidanzata.
"Ehm...capisco che tu possa essere colpito dalla sua bellezza. Effettivamente è palese, però non comprendo il tipo di favore che vorresti da me. Per di più lei ha un compagno"
"Io non ho mai provato nulla di così forte verso una donna. In passato ho avuto una storia importante ed è finita male. Ho sofferto troppo, però conoscere Anna è stata la cura di cui necessitavo"
Lo sguardo amareggiato del giovane e la tristezza che manifestano i suoi occhi, toccano l'emotività dell'adulto che continua, nonostante tutto, ad avere tentennamenti.
"Figliolo, come potrei interferire con la relazione tra Anna e Kristoff?Cerca di capirmi,c'è di mezzo una bambina che sta per nascere"
"Non vi chiedo molto. Muoverò da solo le mie carte. Mi piacerebbe che voi facilitaste la mia presenza alla villa, tutto qui"
Sotto lo sguardo confuso del dottor Peterson, Hans confida la sua intenzione di conquistare l'amore della Froze. Per farlo è necessario che trascorra più tempo con lei, così da farla innamorare, scacciando dalla sua testa e dal suo cuore Kristoff Bjorgman.
Forse Idunn aveva ragione ad essere preoccupata per l'interesse di Westergard verso sua figlia minore.
Hans sa anche quale argomento trattare per convincere a pieno il ginecologo.
"Io amo i bambini, crescerei quella creatura come fosse mia. Esattamente come voi, sarei il padre che la piccola merita. Voi state con Idunn e considerate Anna una figlia. Per me sarà lo stesso. Non le mancherà mai nulla. Permettetemi almeno un tentativo"
Seguono attimi di silenzio che durano un'eternità, durante i quali John mostra un conflitto interiore dovuto alla guerra tra la testa che gli dice NON SI FA, e il cuore che gli consiglia E' BENE CHE TU DIA QUESTA OCCASIONE AD UN GIOVANE MOLTO SIMILE A TE"
"Allora? Mi darete una mano?" - chiede Hans, per avere conferma o meno.
Ed ecco la risposta di Peterson...
"Stasera vorrei venissi a cena a casa nostra. Mi farebbe piacere averti come figliastro, perciò faremo in modo che nasca un nuovo amore. Prima di agire con Anna, è bene che conquisti la fiducia di Idunn" 
"Credevo che la maestra considerasse Kristoff troppo rozzo per Anna. Non ai suoi livelli"
"Già. Lo pensa ancora, però ha accettato che loro stiamo assieme esclusivamente per il bene della niptina in arrivo"
"Accetto i vostri consigli, farò in modo che Idunn preferisca me a Bjorgman" - conclude Hans, sorridente e deciso come mai nella vita.
Dopo l'accordo, Westergard lascia lo studio medico in piena allegria. Invece il dottore, ormai affezionato ad Anna, sente già il senso di colpa divorarlo.
E' stato davvero un bene dare l'ok a questo teatrino? Una cosa può consolarlo: è certo al cento per cento che la Froze non rinuncerà al suo unico vero amore.
Perciò se le cose andranno come spera John, nulla si destabilizzerà. Hans si metterà l'anima in pace e tutto tornerà alla normalità.
Peccato che lui è ignaro che il giovanotto ha altri assi nella manica.
"Vuoi che venga con te a cena? Ma, fratellino, sai bene che sono impegnata" - brontola Sophie, sorella di Westergard.
"Dai, mi devi un favore. Ho bisogno che tu agisca a mio vantaggio con una certa persona"
"Solo Brad Pitt può farmi perdere la testa. Chiunque tu voglia che io corteggi, dovrà essere irresistibile. Sappilo"
"Lo sarà. Certo è un pò rude..." precisa Hans, con disgusto.
"Mmm....mi piace"- esulta la ragazza dai capelli lunghi e rossi.
"Bene, allora preparati. Stasera saremo ospiti in una enorme villa e non vedo già l'ora!" - esclama entusiasta il giovane.
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"Abbiamo ospiti a cena. Aggiungi dei posti in più,cara" - comunica Joh appena rincasato.
"Chi?" - domanda curiosa la compagna, mentre apparecchia la tavola.
"Hans!" - esclama Anna, notando il ragazzo sull'uscio di casa.
"Salve, scusate ma non ho resistito all'invito del dottor Peterson" - mente spudoratamente.
Idunn e sua figlia si lanciano un'occhiata complice. La presenza maniacale di quel tipo comincia a rendere pesante l'aria che si respira alla villa.
Non immaginano che questo è solo l'inizio
Kristoff, seduto a tavola, sbuffa vedendo il rivale tra i piedi.
"Questo non ha una casa propria?" - borbotta a bassa voce.
"Ehm spero non vi dispiaccia. Ho portato mia sorella con me" - così dicendo presenta la consanguinea, vestita in maniera molto provocante, tanto da attirare su di sè l'attenzione dei presenti, donne comprese.
"Sono Sophie" - saluta lei, scorgendo immediatamente Kristoff. Dà un colpetto al braccio del fratello e gli sussurra all'orecchio - "Niente male il biondino. Penso che da questa storia ne guadagneremo entrambi" - ridacchia.
Poi Idunn invita tutti a prendere posto.
La nuova arrivata, volutamente, siede accanto a Bjorgman e con una banale scusa attacca bottone.
Anna, alla destra del fidanzato, non riesce a gestire la situazione: da un lato vorrebbe alzarsi e prendere a sberle la biondina che flirta con il suo ragazzo, dall'altra preferisce mantenere la calma per evitare un parto improvviso. Durante la consumazione del pasto, non proferisce parola. Saranno la voce di Sophie e le risate di Kristoff a fare da sottofondo.
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Al termine della cena, Sophie e Kristoff continuano a ridere e scherzare come se si conoscessero da sempre.
La loro parlantina manda in bestia Anna che, verde di gelosia, decide di isolarsi.
Esce in giardino, ben incappucciatavista l'aria fresca, e cerca di sbollire la rabbia verso il suo innamorato.
Non sa se sono gli ormoni o è soltanto tristezza, però le lacrime le scivolano lente sulle gote e lei non riesce a trattenere il pianto.
"Tutto bene?" - le domanda una voce alle sue spalle.
"Si, Hans! Cosa ci fai qui?"
"Mi preoccupa vederti in questo stato" - afferma lui, cercando di mostrare intenzioni puramente amicali.
"Grazie. Sei dolcissimo. Io sono solo un pò stanca" - mente Anna.
"Sicura? A me puoi dirlo. Siamo o non siamo amici?"-  le sorride, scostandole un ciuffo di capelli dagli occhi.
Segue un silenzio alquanto imbarazzante e i due restano a fissarsi, studiandosi a vicenda.
Il momento viene interrotto dall'arrivo rumoroso di Kristoff e Sophie.
Lei è praticamente avvinghiata a lui, che al contrario cerca di porre le distanze fisiche.
"Hey ragazzi che fate qui soli soletti?" - domanda la Westergard, con chiaro intento provocatorio.
Anna e Bjorgman si guardano in quell'istante come a volersi rimproverare l'un l'altro.
"Torniamo in casa, Hans! Non sopporto più questo posto" - la Froze, fredda e distante, si alza faticosamente dalla panchina, aggrappandosi all'amico.
E' irritata al massimo con il suo compagno e cerca di evitarlo.
Anche a Kris non è andato giù beccare per la seconda volta i due isolati in giardino.
Così cade un gelo tra loro che neppure il freddo invernale può vincere.
Hans e sua sorella maggiore vanno via poco dopo, ringraziando e salutando calorosamente i loro nuovi amici.
La rossa manda un bacio al volo a Kristoff che, arrossisce imbarazzato.
Anna, con le mani sui fianchi, a modi rimprovero, scuote il capo e si allontana.
Ed una volta rimasti soli i due fratelli, in auto, lui dice a lei - "Ben fatto sorellina. E' solo questione di tempo"
"Davvero ti piace quella insipida di Anna? Dai, ma non è alla tua altezza"
"Zitta che a te intriga quel morto di fame di Bjorgman"
"E' un figo galattico. Hai visto che corpo ha!"  commenta, addentrandosi poi nei dettagli.
Il maggiore per zittirla alza il volume della radio, ignorando poi le affermazioni della parente, pensando solo ed esclusivamente che presto Anna Froze sarà totalmente sua.

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Capitolo 10
*** 9 Capitolo ***


1 Anna e Kristoff, seduti sul divano, in soggiorno, non si rivolgono lo sguardo. C'è silenzio e tensione nell'aria, e ciò viene notato immediatamente da Idunn.
"Cosa succede tra quei due?" - domanda, preoccupata, al compagno, mentre sorseggia il suo solito thé serale.
John sospetta che sia causato in qualche modo da Hans e tace, fingendo di esserne ignaro. Anche se agisce a vantaggio di Westergard, in quanto nipote di un caro amico, sente di sbagliare recando tanto dolore inutile a chi invece non ne merita.
Lui, però, ha deciso non di non acconsentire ad altre assurde richieste. Quel che poteva, l'ha fatto. Adesso se ne lava le mani e Hans dovrà agire da solo, mostrandosi determinato nel conquistare la donna del suo cuore.
Il tombale silenzio che si respira nella villa viene interrotto da un cellulare in vibrazione.
E' Kristoff ad estrarlo dalla tasca per controllare chi potesse cercarlo con insistenza.
La Froze butta l'occhio senza farsi notare dal fidanzato. Ma Bjorgman sembra non volersi mostrare, come se quello che è scritto sul telefonino dovesse restare segreto.
E ciò, logicamente, alimenta le gelosie di Anna che, con il capo basso e gli occhi lucidi, gli chiede - "Tutto questo mistero... cosa c'è? Hai paura che legga che vi siete dati appuntamento a casa sua? o peggio...a casa tua!"
E' dura la reazione del giovane di fronte alle allusioni della fidanzata.
"Penso chestai superando il limite!"
"Sono lucidissima e inizio a vedere le cose con più razionalità." - commenta ancora la ventunenne - "Ma se vuoi andare da lei, prego, 'uscita la conosci"
"Anna ma che cazzo stai dicendo?" - anche i toni iniziano ad infuocarsi - "Se sei incavolata per una stupida cena, posso esserlo anche io. Quell'Hans ti sta appiccicato da quando ti conosce. Cosa dovrei pensare?"
"Lascia perdere, va! Chiudiamo questo discorso. Anzi se te ne vai è anche meglio" - così dicendo, la Froze manda in crisi un rapporto d'amore sul quale scommetteva da sempre.
"Chi sei diventata, Anna? Non ti riconosco più.  Evito di litigare solo per lo stato in cui sei!" - continua lui, arrabbiato e ferito. Si alza e si dirige verso l'ingresso.
"Ecco, bravo. Meglio che la malata non si aggravi, giusto?" - si sfoga Anna, in lacrime.
"Ciao Anna, tornerò quando smetterai di fare la vittima" - così dicendo, esce sbattendo la porta.
A quel punto la ragazza esplode in una crisi di pianto, che la costringe anche a prendere aria per la difficoltà nel respiro.
"Tesoro, cosa è accaduto? Vi abbiamo sentiti gridare" - accorre Idunn, in soccorso.
"Non mi sento bene. Vado a dormire" - così chiude il discorso, non volendo sentirsi dire Te lo avevo detto.
Si chiude in camera e trascorre in totale solitudine i minuti seguenti.
Ogni tanto controlla il cellulare, aspettando un sms di scuse da parte di Bjorgman.
Ma niente da fare.
Kristoff è talmente deluso dalle cattiverie di Anna, e della poca fiducia che lei ha dimostrato nei suoi riguardi, che la prima cosa che ha fatto appena lasciata la villa è stato silenziare il telefonino.
Un'ora dopo, verso le ventidue di sera, Idunn, già in vestaglia da notte, bussa alla stanza della figlia.
"Anna!" - la chiama, immaginandola sveglia e disperata.
"Mamma non voglio vedere nessuno" - le risponde la ventunenne.
"Aprimi, ti prego. Ci siamo promesse che d'ora in poi ci saremmo state sempre l'una per l'altra. Non scacciarmi. Non ti giudicherò, desidero solo sostenerti"
A quel punto, John raggiunge la compagna e, preoccupato anche lui per lo stato della figliastra, si inserisce nel discorso.
"Anna, io ti voglio bene come fossi mia figlia. Vorremmo solo aiutarti"
Vista la caparbietà di entrambi, la giovane la loro l'ok.
La coppia entra, si siede sul letto e ascolta il suo sfogo.
"Non riesco più a capire me stessa. Possibile che per così poco sto mettendo a rischio una relazione?"
"Amore mio, non sei l'unica donna sulla faccia della terra ad essere gelosa del proprio uomo. Per di più sei incinta, ciò alimenta le tue paure"
"Aggiungi che quella Sophie è bella, snella, sicura di sé... saprebbe strapparmi via Kristoff con uno schiocco di dita"
"No, lui ti ama ed è questo ciò che conta. Stai per fargli il regalo più bello del mondo, figlia mia!" - Idunn la abbraccia e cerca di darle quella forza che anche essa per anni ha sentito mancarle.
Peterson osserva la scena e il cuore gli si stringe.L'idea che Hans con il suo agire abbia portato ad un disastro amoroso, lo spaventa.
Prende il cellulare e scrive un rapido sms - "Anna ama Kristoff. Non cederà mai. Rinuncia a lei, ragazzo. Non creare altri guai. Vedrai che se le cose devono andare a tuo favore, ciò accadrà senza che tu interferisca"
Il dottore, divorato dai sensi di colpa, decide di agire come Cupido per ristabilire l'ordine.
"Si risolverà tutto" - le dice con dolcezza.
Ma ecco che il messaggio di risposta di Westergard lo costringe a distogliere l'attenzione dal discorso tra le due donne.
"Mi avevi fatto una promessa. Io sono un ragazzo comprensivo, capisco che tu tenga fortemente ad Anna. Ma proprio per questo non puoi negarle un vero amore. Ho delle prove sul tradimento di Kristoff. E' con mia sorella adesso. E' inaffidabile e Anna merita di meglio"
In quel momento John impallidisce. La fotografia che Hans gli ha appena inviato, ritrae Kristoff assieme a Sophie. I due sono abbracciati, fermi davanti ad un portone.
"Incredibile" - esclama ad alta voce.
"Caro cosa hai detto?"- domanda Idunn, accortasi dello strano comportamento del compagno.
"Nulla. Dico che tutto si risolverà se Anna aprirà gli occhi"
"In che senso?" - chiede, confusa, la ragazza.
"Ti dirò in breve cosa penso di tutto. Credo che meriti di meglio, qualcuno che ci sia sempre e che ti capisca al volo. A questo punto mi viene da dire... Kristoff saprà esserci per la bambina quando nascerà? Magari mi sbaglio, ma sembra molto immaturo. Gli è bastato vedere e parlare con una ragazza diversa da te per ignorarti"
"Diversa da me? Intendi dire in forma e bella?"
"No,no tesoro" - si intromette Idunn a placare le paure della amata secondogenita.
"Intendo una tipa facile. Perché è evidente che Sophie ci provasse con il tuo fidanzato e che il suo fisico ha attirato l'attenzione di lui"
"John, basta ti prego. Stai peggiorando le cose" - lo rimprovera la compagna, delusa dalle parole del dottore.
"Dico solo che..."
"Lui però dice di amarmi"
"Ovviamente non può negarlo. Ti ha anche messa incinta, ciò significa che il peso della responsabilità grava sulle sue spalle. Non può sottrarsi al dovere"
"Credi stia con me solo perché aspetto sua figlia?!" - lo sguardo di Anna si spegne e tutti i sentimenti che nutriva verso Kristoff entrano in crisi.
Idunn, scioccata sentendo le crudeltà di John nei confronti di Kris, interviene a favore dell'assente.
"Io invece sono positiva. Lui ti ama e l'ha dimostrato in mille modi. Poi, parliamoci con sincerità...quella oca gli stava con il fiato sul collo. E lui, fin troppo educato, l'ha sopportata tutta la serata"
"Cara, avrebbe potuto dedicare attenzioni alla sua donna. Non l'ha fatto. Per assurdo, Hans si è dimostrato più attento ad Anna"
"Ah è così? Patteggi per quel riccone del mio allievo?"
I due cominciano a bisticciare, sotto lo sguardo di Anna, ormai privo di qualsiasi emozione.. Peterson non pensava che la compagna avrebbe difeso a spada tratta Bjorgman.
Invece Idunn stessa si è ricreduta su Kristoff.  Ma durerà a lungo? Perché John è pronto a mostrarle le prove che il biondino grande e tenero non è tanto affidabile come vuol far credere.
Dopo aver coricato Anna, rimasta scioccata dalle parole del patrigno, il ginecologo mostra le fotografie alla compagna.
"Non ci credo"- esclama lei, a bocca aperta.
"Tua figlia merita di meglio"
"Magari c'è un malinteso. Forse Hans sta giocando sporco..."
"E come? Queste sono prove tangibili"
Il dispiacere dilaga nel cuore della dolce mamma. Possibile che Kristoff sia arrivato a tanto dopo un banale litigio? E' corso da Sophie non appena gli è stato possibile farlo?
Ma soprattutto, era davvero la Westergard colei che gli mandò il messaggio provocando la reazione di Anna poche ore prima?
Il silenzio di Idunn, amareggiata per l'accaduto, viene improvvisamente interrotto da un rumore, proveniente dalla camera da letto della sua secondogenita.
"ANNA"- urla spaventata la ex signora  Froze, trovando la figlia accasciata a terra.
"Mi si sono rotte le acque" - comunica, in lacrime, la ventunenne.
Ed ecco che ad un dolore se ne aggiunge uno maggiore, quello del parto.

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Capitolo 11
*** 10 Capitolo ***


1 Anna viene caricata sull'automobile di John Peterson che, prima di fare ciò, da ottimo giencologo, ha appurato che ormai per la ragazza è prossimo al parto.
Durante il tragitto, la ventunenne lamenta dolori forti. Grida stringendo la mano di sua madre, piangendo e dicendo cose senza senso.
"Se non ce la dovessi fare, sappiate che vi ho voluto bene"
"Figliola, cosa ti passa per la testa ora?"
"Mi sento svenire, mamma. Tra poco chiuderò gli occhi e tutto questo finirà"
"Non dire cavolate. Pensa che tra qualche ora avrai la bambina tra le braccia" - le dà forza Idunn, sperando anche essa che sua figlia possa patire il meno possibile.
Nel giro di mezz'ora, Anna si è sistemata nella stanza 17 dell'ospedale di Arendelle, con una flebo al braccio e lo sguardo esausto.
Sua madre è accanto a lei e le tiene una mano.
Non ha avuto modo e tempo di avvisare nessuno. Tantomeno il futuro papà.
"Devo informare Kristoff. Poi il mio ex e anche Elsa"
"Elsa!" - ripete Anna, cercando la sorella assente.
"Calmati tesoro. Sto per telefonarla così verrà qui, sei contenta?"
"Si, ti prego. Voglio che stia al mio fianco mentre dò alla luce la bambina" - la supplica stritolandole una mano per via dell'ennesima contrazione.
"D'accordo, figliola. Tuo padre si infurierà se non gli comunico cosa è accaduto. Perciò...ora esco un attimo in sala d'attesa per fare alcune chiamate. Sono qui tra due minuti" - così dicendo, lascia sua figlia assieme a John.
"Andrà tutto bene, vero? Mi assicuri che sarà così?" - gli chiede, con le lacrime agli occhi.
"Certo! E' una promessa" - le sorride l'adulto.
"Ho troppo male, John!" - comincia a piangere, dando sfogo al dolore con un grido raggelante.
In pochi secondi Anna inizia ad avere una crisi epilettica, sotto lo sguardo scioccato del ginecologo.
"Anna, cosa ti prende?"-  si spaventa John, che chiede subito aiuto, urlando agli infermieri di accorrere in soccorso alla ragazza.
Idunn, allontanatasi per brevi minuti entra in panico quando si accorge di persone dirette in tutta fretta nella camera 17.
"Che succede?"-  domanda, agitata, a Peterson - "Come mai hai dovuto lasciare la stanza?"
"Cara, c'è qualcosa che non va"
"Cosa? Che vuoi dire?"
"Anna ha cominciato a tremare. Anche il viso ha iniziato a gonfiarsi"
"Santo cielo!" - esclama, sentendosi cedere le gambe.
Il compagno la sorregge, invitandola poi a sedersi su una sedia.
"Io l'ho controllata in questi mesi e tutto procedeva bene. Ma qualcosa deve averla turbata e stressata. Noi dovevamo evitarle situazioni di questo tipo. Forse non ci siamo riusciti"
"Mi stai spaventando. Vuoi dire che adesso c'è qualche rischio per la bambina?"
John non risponde. Abbassa il capo, dispiaciuto.
Idunn, con dei ricordi difficili da rimuovere dalla mente e dal cuore, non controlla più le sue emozioni.
Arrabbiata, frustrata, disperata, si avventa contro la porta della stanza 17 e bussa con forza, gridando di voler entrare.
La gente la osserva e reagisce con stupore, chi con compassione. Altri invece brontolano per il casino.
"Calmati!" - tenta di fermarla Peterson.
E a quel punto, è il dottore che ha visitato Anna ad intervenire.
Apre l'uscio e si avvicina alla straziata madre.
"Comprendo la sua preoccuazione, signora. Ma non può agire in questa maniera. Siamo in un ospedale"
"Perdonate, voglio solo sapere cosa ha Anna che non va"
"Dobbiamo operare d'urgenza la partoriente"
"Cosa? Perchè?"
"C'è un alto rischio che dobbiamo scongiurare" - sono solo queste le parole del medico che, assieme ai suoi infermieri, porta la ventunenne, nella sala parto.
Idunn dovrà attendere ore prima di sapere la verità.
John è triste nel vedere la sua compagna tanto affranta. Si  pente anche di aver alimentato quella stessa sera le ansie di Anna su Kristoff e di quanto fosse poco affidabile.
Lui ha contribuito a recare malessere a quella giovane ragazza.
Per di più, a peggiorare il tutto, è l'arrivo inatteso di Hans Westergard.
"Lui che ci fa qui?" - domanda la ex signora Froze, notando il tipo arrivare. Non immagina che è stato proprio Peterson ad avvertirlo.
"Allora? ci sono novità? è nata la bambina?" - chiede, ottimista, il ventitreenne.
Idunn si mostra subito afflitta e ciò fa intuire a Hans che le cose sono diverse da come le aspettava.
Prende in disparte John e cerca informazioni - "Mi avevi detto che Anna stava per partorire. Perchè invece la maestra sembra tanto distrutta?"
"Figliolo, la situazione è peggiorata. Le stanno facendo un taglio cesareo"
"Oh mio Dio! Perché?"
"Attendiamo risposte a breve"
Westergard, dispiaciuto, si sente vicino ad Idunn e avverte la stessa disperazione.
Siede accanto alla donna e le rimane accanto, in silenzio.
In momenti come quello le parole sono inutili e anche le pianificazioni, i tranelli, il gioco sporco, di un giovane alla ricerca di un amore non corrisposto, lasciano spazio ad emozioni reali e alla sola speranza che ogni cosa possa terminare nel migliore dei modi.
Kristoff, invece, è ignaro di ogni cosa. Ha silenziato il cellulare ed è a letto, seppure tormentato dal senso di colpa per la litigata con la fidanzata.
Per di più, sente che aver incontrato Sophie prima di rincasare ,per restituirle il bracciale d'oro che dimenticò a casa Peterson, possa averlo incasinato in qualche modo.
Ed è in quel preciso istante che decide di scusarsi con la ragazza che ama.
Prende il cellulare ed è allora che sobbalza.
"10 chiamate perse?" - esclama, scioccato. Nota che la persona in questione è Idunn.
Gli basta poco per capire che la ragione è lo stato di salute di Anna.
Dopotutto la ex signora Froze non avrebbe potuto avere altri motivi per telefonarlo dieci volte.
Poi un sms dà conferma.
"Kris, ho appena saputo che mia sorella è in ospedale. Mamma è stata vaga ma dalla sua voce scommetto che le cose non vanno come dovrebbero. Sono in auto adesso. Ci vediamo lì"
Un tuffo al cuore coglie il grande ragazzone dal cuore tenero. Senza esitazioni, indossa le scarpe al volo e sale sulla sua vettura.
Elsa ha raggiunto Idunn ed è allora che,dopo settimane di solitudine,si ritrova faccia a faccia con sua madre  .
Le due si guardano e il gesto seguente è un abbraccio carico di paure e di ansie.
Sono le 2.00 della notte e il dottore chiama a sé la famiglia al completo.
"Allora? Come sta mia sorella?" - domanda Elsa, tesa come una corda di violino.
"La bambina sta bene" - risponde l'uomo.
Quella affermazione rassicura tutti.
Idunn tira un sospiro di sollievo e stringe a sè la figlia maggiore.
"Però..." - c'è una precisione che il dottore deve fare - "Anna ha rischiato di perdere la vita"
"Cosa?" - esclamano in coro madre e figlia.
"Ma adesso sta bene, vero?" - Hans prega che sia così e cerca conferme.
"Sta riposando. Ci siamo resi conto che soffre di un'allergia al farmaco che le abbiamo iniettato con la flebo"
"Come? Siete dei pazzi! Dovevate prima indagare sulle sue intolleranze!" - si infura Idunn.
"Tesoro, è stato un caso" - interviene il ginecologo.
"Si, certo! Un caso...un errore medico che stava per costare caro a due persone" - Agnarr, arrivato da poco, sostiene la ex moglie accusando i medici di essere degli incapaci.
"La rabbia è comprensibile ma non le cattiverie che state dicendo verso gente che lavora e che ha anche salvato Anna e la piccola" - John difende il collega, suscitano la reazione delusa della compagna.
"Le ha salvate perché poco prima stava per ucciderle" - replica lei.
La discussione continua fino a quando Hans, decide di entrare nella stanza 17, dove la Froze dorme. Il gonfiore sul viso è svanito ma il pallore è rimasto.
Le siede accanto, osservandola in silenzio per alcuni istanti.
Poi si pronuncia, aprendo il suo cuore - "Stanotte è stata la peggiore della mia vita! Che strano il destino! Ti ho conosciuta da troppo poco tempo e giù rischiavo di perderti. Penso di essermi innamorato follemente di te durante il nostro primo incontro. Tu hai ripetuto tante volte, in questi giorni, di sentirti grassa, non adatta all'amore del tuo fidanzato, senza renderti conto che io ho colto la tua bellezza sin da subito, nonostante il pancione ingombrante e i chili in più. Non so come eri prima di rimanere incinta, però mi hai stregato ugualmente. Adesso il mio desiderio sarebbe quello di starti accanto, vederti crescere come donna e mamma. E chissà....magari un giorno sarai tu a venire da me e dirmi "Ti amo", perchè per me è già questa la realtà. Ti amo Anna Froze. Ti amo" - le sussurra.
Sta per posare le sue labbra su quelle di lei, quando una voce alle sue spalle lo trattiene dal farlo.
"NON AZZARDARTI A TOCCARE LA MIA RAGAZZA"
Westergard si volta, lentamente, e scorge Kristoff.
Dietro di lui c'è il resto della famiglia, scossa da quanto appena udito. La situazione, già complicata di suo, sta davvero degenerando.




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Capitolo 12
*** 11 Capitolo ***


1 "Cosa succede qui? Chi urla in questa maniera? Siamo in un ospedale, signori. Non vi è ancora chiaro?" - è un medico di turno ad evitare la litigata tra Kristoff e Hans dopo che il primo ha sopreso Westergard cercare di baciare la sua ragazza.
"Ci scusi, non capiterà più" - afferma, mortificata, Idunn afferrando Bjorgman per un braccio per allontanarlo dal nemico.
"Uscite tutti, voglio rimanere io con mia sorella. Quando si sveglierà, vi avvertirò" - prende parola Elsa. Fa segno con la mano ai presenti di lasciarla sola con Anna.
Prima di chiudere la porta alle sue spalle lancia un'occhiataccia al giovane dai capelli rossi. Non lo conosce e non sa le ultime novità circa la sua ossessiva presenza nella villa di John. Le è bastato osservarlo per alcuni istanti, compresi quelli della furia di Kristoff, per capire quanto Hans fosse marcio dentro.
Finalmente vicina all'adorata sorella, le siede accanto e le prende  la mano.
"Mi sei mancata Annie" - si commuove. Ha la voce rotta e cerca, invano, di trattenere le lacrime - "Oggi stavo per perderti definitivamente. Dio mio! Se fosse accaduto il peggio, non me lo sarei mai perdonata" - piange, accucciandosi al bordo del letto. Si sfoga in minuti di totale solitudine.
Ed è proprio allora che avverte il tocco di qualcuno sul suo capo. Sobbalza sentendo che ad accarezzarle i capelli è la persona che, teoricamente, stava dormendo fino a due istanti prima.
"Sorellina" - esclama poi, con gli occhi rossi le guance bagnate.
"Elsa, sei davvero tu? Non sto sognando?" - le domanda la ventunenne, riuscendo a stento a farsi comprendere, essendo appena ripresasi da un'operazione e da una crisi epilettica.
"Shhh non ti sforzare" - le sorride la maggiore, asciugandosi il viso. Poi continua - "Perdonami per tutto. Sarei dovuta rimanere al tuo fianco e invece... mi sono comportata come una bambina arrabbiata e orgogliosa. Pensavo in mente mia che starti lontana era il meglio per te, quando ero cosciente che se agivo in quel modo era solo per me stessa e per evitarmi sofferenze per colpa di mamma e papà. Sono stata egoista e ti ho fatta soffrire, ma non accadrà più. Ho messo da parte dissapori passati e prometto che da adesso in poi non ci dividerà più niente e nessuno"
La maggiore delle Froze apre totalmente il suo cuore, sancendo, in questa maniera, la pace definitiva con Anna, ma anche con i genitori verso i quali non nutre più astio.
"Ti voglio bene" - sussurra la ragazza allettata, con occhi lucidi.
Le due sono ignare che nella sala d'attesa, invece, non c'è pace bensì un battibecco ingestibile tra Kristoff e Hans.
"Finitela voi due! Cavolo, volete che ci caccino tutti?" - li rimprovera Agnarr, stremato dalla situazione.
"Se solo mi lasciaste dire la mia. Mi avete attaccato senza sapere che io non avevo le intenzioni che questo tipo vuole farvi credere" - si difende Westergard.
"Ah no? Sbaglio o ti mancava tanto così..."- e mostra con le dita la distanza minima a cui si riferisce - "... tanto così dal baciare Anna"
"Baciarla? Ma sei pazzo"
"A chi vuoi darla a bere? Io ti ho capito dal primo momento che ti ho visto. Hai puntato la mia fidanzata, ma sappi che ad uscirne sconfitto sarai soltanto tu"
"Io tengo ad Anna e ci sarò per lei, se mi vorrà accanto. Non sarai di certo tu a dirmi cosa fare o meno" - puntualizza Hans, con aria di sfida.
John, allontanatosi per rispondere ad una telefonata di sua sorella Sarah, per aggiornarla sulle novità, si riunisce al gruppo constatando che le tensioni non si sono placate.
Fissa poi Idunn,notando quanto sia agitata.
"Cara, stai serena. Va tutto bene"
"Come mai non ci fanno ancora vedere la bambina?"
"Tesoro, la staranno visitando" - spiega l'uomo.
"Qualcosa non va, me lo sento"
Peterson, nel profondo, avverte la stessa sensazione e abbraccia la compagna, confortandola.
La porta della stanza di Anna viene aperta poco dopo ed è Elsa a comunicare il risveglio della sorella.
Tutti raggiungono la ragazza, accerchiandola.
"Amore mio"- il primo è Kristoff che le corre incontro e, dimenticando la lite della sera precedente, la abbraccia recandole anche dolori fisici.
"Stai attento" - susssurra la ventunenne, facendogli notare la flebo a cui è legata.
"Scusami" - risponde, inginocchiandosi ai piedi del letto.
"Figliola, ci hai fatto prendere un bello spavento" - singhiozza Idunn.
"Ho deciso che una volta all'anno ti porterò io stesso qui a fare le analisi allergiche, chiaro?" - puntualizza papà Agnarr.
Anna accenna una risata, premendo la mano sul basso ventre, alquanto dolorante per il taglio cesareo.
"E la piccolina?" - chiede, a fatica, la neo mamma - "Voglio vederla!"
"Credo che non dovrai attendere a lungo" - prende parola Hans, rimasto sull'uscio della porta per controllare l'arrivo di qualche infermiere.
La presenza di Westergard sorprende la seconda delle Froze.
"Ci sei anche tu?"- domanda, sopresa e anche lusingata da tutte quelle attenzioni.
"Non potevo mancare" - le risponde sorridendole. E quel gesto fa arrossire Anna, felice di essere tanto amata da chi la circonda.
"Ecco la piccina!" - arriva una delle infermiere che spinge una culla di ferro al quale è stato appeso un fiocco rosa.
La giovane mamma allunga le braccia, per quanto le è possibile, esigendo di sentire il corpicino di sua figlia sul suo.
Kristoff, con le lacrime agli occhi, assiste al momento più bello della sua vita.
Idunn, Agnarr, Elsa e anche John si emozionano di fronte alla famiglia che si è appena formata.
Westergard fissa la coppia baciarsi,mentre la loro pargoletta, sonnecchia e il senso di gelosia divampa in lui. Vorrebbe essere al posto del suo nemico e invece deve assistere a scenette d'amore disgustose.
"Che nome le darete?" - domanda, curiosa, la neo zia, notando che sul cartellino dell'ospedale non c'è scritto nulla.
"Ah giusto! Il nome..." - eslcama, Kris.
"Allora...vi presentiamo Mia Bjorgman" - comunica, entusiasta, il biondino.
Finalmente si respira tanta gioia e i dissapori e le litigate precedenti vengono archiviate.
O meglio... non proprio tutte. Kris continua a detestare Hans e lo ignora, dando attenzioni esclusivamente alla fidanzata e alla sua piccolissima figlia.
"Potete uscire signori? E' il momento della poppata" - dice l'infermiera, invitando i parenti a lasciare Anna sola con Mia. Accanto alla giovane resta unicamente il fidanzato, su richiesta di Anna stessa.
"Ci cacciate? Ma io voglio assistere" - aggiunge Idunn.
"Mamma, avrai modo di vedere questa scena quando vorrai. Adesso non mi sembra il caso. C'è troppa gente e conosco mia sorella. Si vergogna di mostrarsi mezza nuda...specialmente di fronte a sconosciuti" - spiega Elsa, riferendosi chiaramente a Westergard.
"Hai ragione tu, tesoro. E' che sono troppo felice...." - la ex signora Froze scoppia a piangere, liebrandosi di uno stato di tensione che l'ha oppressa per troppo tempo.
E' Agnarr, neo nonno proprio come Idunn, ad abbracciarla - "E' andato tutto bene, visto? Dobbiamo solo sorridere alla vita che è stata tanto generosa con noi. Ci ha riavvicinati dopo anni di lontananza e ci ha donato il regalo più bello"
"Adesso non vedi più Mia come un problema che Anna ha recato alla famiglia rimanendo incinta troppo presto?" - una chiara frecciatina che Elsa lancia al genitore.
"Assolutamente no. Questa gravidanza inattesa è stata la cosa più bella che potesse capitarci" - si commuove anche lui, dopo aver trattenuto a lungo il pianto.
La primogenita percepisce l'affetto paterno sentendosi per la prima volta vicina a lui emotivamente.
Il gesto che segue sorprende Idunn. Elsa, infatti, afferra le mani di entrambi i genitori e li abbraccia.
"Vi voglio bene" - sussurra poi loro, donando ancora più felicità di quella già provata.
Purtroppo, però, le cose non sempre vanno come si spera.
Ed ecco la batosta che nessuno aspettava...
"Siete i genitori della signorina Froze?"-  chiede un dottore, con in mano una cartella medica.
"Si, ci dica tutto"  risponde Idunn, stringendo forte la mano della figlia.
"Ho delle notizie da darvi"
"Riguardano Anna? Sono i risultati dei test allergici?" - continua la donna, indicando i fogli che l'uomo ha in mano.
"No, quelli saranno pronti a breve"
"E allora di quali notizie state parlando?" - Idunn inizia seriamente a preoccuparsi.
"Calmati,tesoro"-  interviene John, avvolgendola tra le sue braccia - "Stai tremando, non ti fa bene reagire così"
"Ecco, vedete signori, abbiamo visitato la bambina accuratamente, come si fa ad ogni neonato e..."
"Aspetti.. allora non riguarda mia sorella ma mia nipote?" - domanda Elsa, sentendo il cuore rallentare il battito.
Lo sguardo dei presenti è fisso sull'uomo con il camice bianco che annuisce. Lo sguardo di lui non è affatto rassicurante, anzi mette i brividi.
"Insomma...non ci tenga sulle spine. Cosa ha la piccola?" - si altera Agnarr.
"Ha una malformazione al cuore"
"COSA?" - esclamano scioccati tutti.
E alle grida di panico di Elsa, Idunn perde i sensi, tra le braccia del compagno.

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Capitolo 13
*** 12 Capitolo ***


Idunn riapre gli occhi e si accorge di essere sdraiata su un letto d’ospedale.

Ha sempre odiato quell’ambiente e con esso l’odore di alcool che impregna l’aria.

Per di più, sono tanti i ricordi che la collegano a quel posto e che hanno alimentato la poca simpatia per il mondo medico.

Difficile dimenticare le parole di un uomo sulla sessantina, con indosso un camice bianco, che la mattina più buia della sua vita le comunicò qualcosa di tragico –  “Mi dispiace, signorina. Non abbiamo potuto salvare il suo bambino”

E il dolore fisico lasciò spazio a quello psicologico, che l’affliggerà per molto, moltissimo tempo e che tuttora non le dà pace.

Adesso anche sua figlia Anna vive una situazione drammatica.

Certo, Mia è venuta al mondo. Ha due gambe, due braccia, degli occhi spettacolari, un nasino delicato e anche delle guance paffute… ma il suo cuore?

Il cuore, simbolo assoluto di vita, è ciò che preoccupa tutti e che rischia di spegnersi prima che la piccola regali sorrisi alla sua famiglia.

All’improvviso è la voce di Elsa a riportare Idunn alla realtà e a distrarla da una sofferenza che solo chi la vive in prima persona, può capire.

“Mamma, ti sei svegliata per fortuna. Come ti senti?” – le domanda la ragazza, accortasi che la donna ha ripreso conoscenza.

L’ex signora Froze, però, fatica a rispondere perché sa che rischia di piangere e di alimentare una situazione già difficile. Perciò si limita a volgere lo sguardo dal lato opposto, controllando le lacrime che sgorgano senza sosta.

“Dovremmo raggiungere Anna” – riprende la maggiore delle sorelle.

Idunn tace ancora, spaventando oltremodo la primogenita.

“Per favore, parlami. E’ complicato anche per me accettare che mia nipote potrebbe non farcela, perciò non chiuderti in te stessa; ci eravamo promesse che non sarebbe mai più accaduto. O vuoi che torniamo ad essere due estranee?”

Quell’ultimo interrogativo tocca profondamente l’adulta che prende parola, finalmente.

“Perdonami, tesoro” – risponde, osservandola in viso.

Anche Elsa ha lo sguardo spento e gli occhi rossi e lucidi -- “Andiamo adesso?” – le propone poi, porgendole una mano.

Facendosi forza, Idunn si alza dal lettino e si aggrappa alla ragazza.

“Speravo fosse stato un incubo. Invece è tutto vero” – commenta l’adulta, mentre percorre i corridoi che la separano dalla stanza di Anna.

“Mamma non abbattiamoci. Il dottore è stato chiaro. Il caso va studiato nei dettagli. Potrebbe essere una malformazione lieve…”

“Così come potrebbe essere grave…” -  aggiunge Idunn, mostrando alla figlia la realtà dei fatti – “Inutile illudersi che le cose sono semplici e che tutto si aggiusterà. Non è un caso che Anna si sia sentita male, che abbia risposto con una crisi epilettica al farmaco, non è un caso che abbia rischiato di morire portando via con sé anche Mia. E non è un caso che proprio nostra nipote sia quella che patirà il peggio. Siamo una famiglia sfortunata…punto! ” - l’umore di Idunn e il suo cinismo spiazzano Elsa.

Però la ventiquattrenne, seppure contagiata dalla negatività dei familiari, è fortemente fiduciosa nelle cure mediche.

“Non possiamo arrenderci così, mamma! Sii ottimista. Ci è stato detto che esistono diversi difetti congeniti dal punto di vista medico e Mia potrebbe soffrire di una tipologia tra le più frequenti, di quelle che nella maggior parte dei casi si risolve nel primo anno di vita” – la rassicura Elsa.

Però la ex signora Froze sembra collaborare poco e sa soltanto alimentare le paure di sua figlia.

“E se così non fosse… se la perdessimo?” – a quel punto Idunn esplode in una crisi di pianto. Fatica anche a respirare, terrorizzando la primogenita che cerca di aiutarla, cedendole la bottiglia d’acqua che ha nella borsa.

L’osservazione finale della madre distrugge le rimanenti speranze di Elsa.

“Non oso immaginare come la prenderà Anna quando dovremmo dirle che la sua bambina potrebbe morire”
Già, che casino! Anna… come si può dire ad una neo mamma che la propria piccola non è  sana? Come può una ragazza di ventuno anni accettare che, dopo aver dato alla luce sua figlia, contro un mondo che giudica chi si “incasina” con una gravidanza inattesa in giovane età, il suo tesoro potrebbe perdere la vita?

E questo duro compito spetta ad una sola persona.

“Kristoff, devo dirti una cosa importante” – apre così il discorso Agnarr, sostenuto dalla vicinanza di John Peterson.

Chiamato in disparte il ragazzo, gli racconta per filo e per segno ciò che il dottore ha rivelato loro poco prima.

“Cosa cazzo state dicendo?”- esclama il biondo, mostrando sul suo viso un miscuglio di emozioni: stupore ed incredulità, paura, disperazione… ogni sfumatura del dolore che si dilaga nel suo cuore è evidente a tutti.

Persino Hans, rimasto in disparte per evitare altre litigate, si incupisce e soffre della notizia.

Non avrebbe mai pensato, un giorno, di provare compassione per Bjorgman.

Lo vede impallidire e cadere sulle ginocchia.

Agnarr lo aiuta a rialzarsi, facendolo sedere su una sedia lì accanto.

In momenti tragici come quello, persino le imprecazioni che Kristoff vorrebbe usare per sfogarsi, risultano difficili da pronunciare.

L’unico modo per liberare il peso enorme che adesso grava sul suo cuore sarebbe prendersela con qualche porta o con della roba materiale da gettare rabbiosamente a terra, mentre le grida di disperazione accompagnano i suoi gesti furiosi.

“Figliolo, sappiamo di averti dato una notizia tremenda…” – afferma, triste, il signor Froze.

“Una lama conficcata nel petto sarebbe stata meno dolorosa” – commenta Bjorgman, con le mani tra i capelli.

“Come farò a dirlo ad Anna? La uccido così” – si preoccupa il ragazzo.

“Devi trovare la forza dentro di te, ragazzo” – la voce tremante è quella di Idunn che avanza verso il gruppetto assieme ad Elsa.

Si siede accanto al genero e, teneramente, gli apre le braccia, accogliendolo a sé.

La donna tanto rigida di cui Elsa e Anna parlavano mesi prima, quella che era in grado soltanto di litigare con il marito, mettendo tante volte di mezzo le due figlie, quella che le ha allontanate dopo il divorzio, è invece materna e umana e Kristoff stesso si sorprende di quel gesto.

Piange per minuti interminabili, stretto alla persona che ormai considera una vera e propria madre. Anche per Idunn è difficile trattenersi e le sue lacrime accompagnano quelle di Bjorgman.

Elsa si stringe al padre che cerca di confortarla, seppure devastato dentro.

John e Hans, rimasti in disparte, concedendo alla famiglia un momento tutto loro, si guardano senza proferire parola. Peterson nota il dispiacere sul volto di Westergard, pentitosi effettivamente di aver causato soltanto difficoltà ad Anna.

“Se la ami devi lasciarla libera” – sono le parole che il ginecologo gli rivolge, chiamandolo in disparte per alcuni secondi.

Idunn lo richiama subito a sé, interrompendo la brevissima conversazione dei due maschi.

E così, il giovane, rimasto solo con i suoi drammi interiori, osserva la scena da lontano.

Kristoff, sorretto da Elsa e dalla ex signora Froze, entra nella stanza 17.

Sta per dare alla sua compagna la notizia più brutta della sua vita.

----------------------------------

“Amore cosa c’è? Sembri strano” – precisa Anna, notando il fidanzato chiudere la porta alle sue spalle ed avanzare, con il capo basso verso il suo letto.

Bjorgman fatica ad alzare gli occhi, temendo di mostrare la sua debolezza interiore alla ragazza.

E’ il tocco della mano di lei che si posa carinamente su quella di lui, che lo spinge a farsi forza e ad incrociare lo sguardo, ormai preoccupato, della ventunenne.

“Allora? Mi stai spaventando. Mi dici che ti prende?”

E a quella domanda Bjorgman confessa ad Anna quello che è accaduto e che insieme dovranno affrontare.

Un difetto fisico che potrebbe costare la vita ad una neonata di poche ore, una tragedia che può distruggerli e frantumare per sempre la loro felicità.
“Solo stando uniti possiamo evitare che il dolore ci schiacci” – continua lui, notando la disperazione sul volto di Anna.

La giovane, tremante, allontana la sua mano da quella di Kristoff e, dopo alcuni istanti di silenzio, emette un grido raggelante. Un grido che mette in allarme l’intero ospedale e che comunica ai suoi cari, seduti in sala d’attesa, che ormai hanno perduto una parte della vecchia Anna che non tornerà mai più.

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Capitolo 14
*** 13 Capitolo ***


La prima notte da mamma non è come Anna sperava dal principio.

Trascorre un vero e proprio inferno, tra dolori fisici che  le impediscono i movimenti, e pensieri ansiogeni sulla salute di Mia.

E’ Idunn a proporsi di rimanere accanto alla figlia, disposta anche a dormire su una sedia, ottenendo l’immediato ok dell’ospedale.

Peccato che a complicare una situazione già abbastanza delicata sia il pesante silenzio tra le due.

Per di più, ora che sanno della “diversità” di Mia, ogni pianto della neonata è un campanello d’allarme. La nonna, terrorizzata da ogni possibile conseguenza, cerca di placarla prendendola in braccio, cullandola o avvicinandola ad Anna.

E’ in questo modo che le due trascorrono le ore notturne, tra panico e momenti di silenziosità.

E’ quasi l’alba quando il dottore di turno entra nella stanza 17.

“Buongiorno, signorina. Riposato bene? – domanda ridacchiando sotto i baffi, preparando gli strumenti medici per la visita di routine della ragazza. La sua ironia mattutina, a dir poco irritante per la neo mamma, non ottiene la risposta sperata.

“Ma se non riesco ad alzarmi neppure per andare in bagno” – risponde la Froze, seccata.

“Devi avere pazienza. E’ normale dopo un cesareo sentire questi fastidi” – le spiega l’uomo dal camice bianco.

“E’ facile per lei parlare. Non partorirà mai nella vita”-  commenta ,ancora,  Anna, alzando gli occhi al cielo.

“Cosa hai detto scusami? Non ti ho sentita” – domanda lui.

Idunn prende parola, evitando una reazione esplosiva della figlia.

“Nulla di importante. Anna, tesoro, esco a fare una telefonata. Mi raccomando” – le ricorda di evitare le sclerate in presenza del dottore.

Sa quanto sia arrabbiata con il mondo e facilmente suscettibile, quindi decide di chiedere soccorso al resto della famiglia.

“Elsa, vieni in ospedale per favore”
“Mamma, ero già per strada. Cos’è successo? Mia non sta bene?”

“Si tratta di tua sorella. E’ distrutta e credo che nessuno meglio di te possa farle bene in un momento tanto critico”

“Arrivo”

La conversazione termina, mentre Idunn volge lo sguardo in alto, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Con una mano sul cuore, cerca di farsi forza e non mostrarsi debole di fronte alla figlia.

Prima di tornare nella stanza dove il medico sta visitando la paziente, la ex signora Froze si dirige verso l’asilo nido, lì dove vengono accuditi tutti i neonati.

Un’enorme vetrata la separa da una decina di pargoletti, alcuni addormentati, altri svegli, altri in lacrime. Quante creature hanno davanti a loro futuri promettenti e riceveranno l’amore infinito dei loro genitori.

Improvvisamente l’idea di sua nipote privata di una vita lunga e felice le frantuma il cuore.

Si accuccia a terra, con il capo sul muro e le mani che le coprono il viso, mentre i singhiozzi e le lacrime seguono per lunghi minuti.

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“Mamma, cosa ci fa qui?” – la voce della primogenita spaventa Idunn, che sobbalza.

Scruta la figlia e riconoscendola si getta tra le sue braccia.

Lei non fa domande e si limita ad ascoltare lo sfogo della madre.

Nel frattempo Anna è rimasta sola nella sua stanza.

Fissa la culla di sua figlia mentre il terrore di poterla perdere per sempre la divora.

Ha tanto di quel dolore dentro il cuore che non riesce a gettare fuori.

E la rabbia verso un mondo ingiusto è l’unica emozione che la domina.

Però non è l’unica persona preoccupata dalle incertezze del futuro.

Qualcun altro teme di perdere chi più ama.

“Hans, cosa ci fai già in piedi?”- chiede lo zio a Westergard, notando che alle otto del mattino è pronto per uscire.

“Voglio andare in ospedale”

“A trovare la figlia della tua insegnante di musica?”

“Si chiama Anna” – puntualizza, sistemandosi, vanitoso, il suo look.

“Sei davvero cotto a puntino, ragazzo mio” – ridacchia l’uomo, dando un colpo sulla spalla del giovane.

“Come mai prima nella vita” – confessa arrossendo – “Non mi arrenderò fino a quando non sarà mia”

Così dicendo, chiude la porta alle sue spalle e sale in auto.

Sarà il primo a far visita alla neo mamma.

Infatti Anna resta senza parole quando riconosce Westergard sull’uscio della porta. Ha con sé dei palloncini rosa. Quell’inaspettata presenza la libera momentaneamente dai dilemmi interiori, offrendole la possibilità di distrarsi.

Esattamente ciò di cui necessita.

“Hans! Cosa ci fai qui?”

Lui le porge anche dei confetti dello stesso colore del fiocco nascita che appende alla culla.

“Hai preso tutte queste cose per me?” – domanda, piacevolmente colpita dai teneri gesti.

“No, precisiamo…sono per Mia. E’ lei la new entry” – le sorride, giocando come si fa tra amici.
Si avvicina alla neonata che con gli occhietti semiaperti è apparentemente calma.

“E’ bellissima, complimenti” – afferma, estasiato da tanta perfezione.

“Mia madre sostiene sia identica a me”

“Ovviamente” – risponde convinto Hans  - “Tra te e Kristoff sei tu quella bella”

La battuta fa sorridere Anna che lo invita a prenderla in braccio.

“Sicura? Ho un po' di timore a farlo. E’ così delicata”

“Dai, sarai bravissimo” – insiste la giovane.

Così il giovane dai capelli rossi la accoglie a sé, facendo attenzione a non suscitarle una reazione di pianto.

E Mia, infatti, non batte ciglio. È tranquilla con Hans e si lascia cullare dolcemente.

Lui la guarda emozionato, immaginandosi come suo papà. Le dà un tenero bacio sulla fronte e in quel preciso istante ricorda le parole del medico.

Quella creatura innocente ha una malformazione al cuore.

Quel tesoro dolce e puro potrebbe smettere di vivere prima del previsto.

Una lacrima scivola su una sua guancia al solo pensiero. Si asciuga al volo, non volendosi mostrare fragile di fronte ad una mamma coraggio che nel cuore sta patendo l’inferno.

A quel punto, Hans si siede sul bordo del letto, accanto ad Anna e lascia che la ragazza possa osservare l’amata bambina.

Le sfiora la testolina e, trattenendo il pianto, si lascia andare ad un momento di sfogo – “Se dovessi perderla, morirei dentro”

“Non dirlo neanche per scherzo. Mia starà bene, qui ci sono ottimi dottori. Capiranno presto cosa ha il suo cuoricino e tutto si sistemerà” – istintivamente, Westergard le prende una mano intrecciandola alla sua.

Quel gesto suscita una strana sensazione in Anna che alza lo sguardo ed incrocia gli occhi dell’amico.

Lui la guarda senza parlare e con una tale intensità che chiunque avrebbe potuto fraintendere la situazione.

E’ l’improvviso pianto di Mia a riportare la giovane Froze alla realtà.

“Avrà fame” – ipotizza Anna, ricevendo immediatamente la neonata tra le braccia.

Elsa e Idunn arrivano proprio allora, una sottobraccio all’altra.

“Hans, sei qui” – afferma, alquanto infastidita, l’adulta. Non ha ancora mandato giù il brutto tranello tirato da Westergard ai danni di Kristoff per metterlo contro Anna. E’ totalmente convinta dell’innocenza del genero e lo difende a spada tratta.

“Maestra Idunn, buongiorno. Sono venuto a far visita alla bambina e ad Anna” – si mostra cordiale lui, ben cosciente che la sua presenza è poco gradita alle due.

“E’ peggio di una calamita” – sussurra Elsa all’orecchio della madre.

“E’ stato carino, mi ha portato anche questi”– interviene la giovane allettata, indicando alle parenti palloncini e confetti.

In quel momento il cellulare del ragazzo suona e si allontana dalla stanza per rispondere. Motivo buono per le tre Froze per parlare proprio dell’ossessione di Westergard.

“Si può sapere che vuole ancora da te?”  - si domanda la mamma

“E’ un amico. Tutto qua” – lo difende Anna.

“Non pare affatto. Direi piuttosto che spera che arrivi il momento giusto per saltarti addosso, sorellina”

“State esagerando” – la secondogenita alza gli occhi al cielo  - “Poi ho pensieri più importanti per la testa adesso. Poco mi importano le vostre congetture” – chiude così la conversazione, cedendo la figlia alla tenera zia Elsa.

“Il dottore ha detto qualcosa su Mia?”

“Solo che in mattinata le faranno dei controlli!” – risponde Anna, tornando a chiudersi subito nel suo cupo silenzio.

Hans resta in disparte, seduto in sala d’attesa, guardando i medici entrare ed uscire dalla stanza 17 assieme neonata. Vorrebbe essere vicino alla persona che ama e invece è costretto a stare due passi indietro, per non inimicarsi il resto dei parenti.

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Ecco che anche Bjorgman arriva, non accorgendosi della presenza di Hans in atrio.

Kristoff chiede ad Elsa e Idunn di restare solo con la fidanzata e la figlia, per constatare lo stato d’animo di lei.

E’ sua cognata con lo sguardo afflitto a dargli risposta immediata.

Una volta soli, la prima considerazione del giovane è sui palloncini che danno colore alla camera e domanda – “Tua sorella te li ha portati per farti sentire meglio?”

“E’ stato Hans!” – commenta lei, non manifestando alcun tipo di emozione.

“Hans?” – ripete il biondo, alquanto irritato dalle troppe confidenze che quel riccone da strapazzo si è preso con la sua ragazza. Stavolta, però, sorvola notando Anna in uno stato pietoso.

“Amore mio, devi sfogarti. Se tieni tutto dentro è peggio. Se sei arrabbiata, puoi anche prendermi a schiaffi se può farti stare meglio”

Quell’idea non sfiora minimamente la giovane mamma che non risponde e continua a fissare il vuoto.

Che strano essersi lasciata andare a sorrisi e parole con Hans, qualche ora prima. Adesso invece in presenza del padre della sua bambina sembra ricadere nella depressione più acuta.

Inutili i tentativi di Kristoff… Anna non reagisce.

Così Bjorgman, rassegnato, si allontana dalla stanza.

“Dove vai?” – chiede Elsa al cognato, vedendolo andare via.

“Ho bisogno d’aria” – risponde, correndo diretto verso l’uscita.

Le ore seguenti vedono la totale assenza di Kristoff mentre i medici procedono ai controlli sulla piccina.

Elsa e Idunn seguono a ruota l’equipe, mentre Anna rimasta sola con la sua sofferenza, cerca di non pensare che, a breve, potrebbe ricevere la comunicazione che le cambierà la vita per sempre.

Piangendo fiumi di lacrime, cerca un modo per alzarsi da quel dannato letto al quale è legata da quasi 48 ore. Eppure i dolori del taglio cesareo sono laceranti e le impediscono di respirare come vorrebbe.

Un suo grido fa scattare Hans, rimasto invece nei pressi della stanza 17, preoccupato per la situazione, che accorre subito e aiuta l’amica a sistemarsi al meglio, coprendola per bene.

“Non farmi prendere più certi spaventi, ok?” – si raccomanda, accarezzandole i morbidi capelli.

“Perché sei ancora qui? Credevo fossi tornato a casa” – la Froze è sorpresa delle premure di Westergard.

A quel punto le emozioni di Hans vengono a galla e non resiste più. Le sfiora il viso – “ Perché ti amo” - e avvicina le sue labbra a quelle di lei.

Anna non reagisce. Non scaccia quell’amico che per mesi ha chiaramente mostrato interesse nei suoi confronti.

Il bacio con una persona diversa da Kristoff le permette di mettere da parte per alcuni secondi il dramma della sua vita.

 

 

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Capitolo 15
*** 14 Capitolo ***


Il desiderio di Hans sembra essersi avverato: finalmente dopo tanti mesi ha potuto assaporare le labbra di Anna e godere di quelle sensazioni che solo il bacio con il vero amore riescono a suscitare.

Il vociare di qualcuno interrompe bruscamente il contatto tra i due.

La ragazza lo allontana istintivamente, sfiorandosi le labbra sconvolta da quanto appena accaduto.

Westergad, invece, non le stacca gli occhi di dosso, felice di quel momento intimo.

“Tesoro, siamo venute a dirti che…” – è Idunn a bloccarsi, notando la presenza dell’allievo e la strana tensione nell’aria.

“Cosa? Avanti, parla” – aggiunge la ventunenne.

“Ehm… ecco, i medici hanno fatto alcuni controlli su Mia. Hanno detto che a breve avremo i risultati” – spiega la donna, fissando, perplessa, i due ragazzi di fronte a sé.

Anna annuisce, supponendo già il dramma finale.

L’ex signora Froze si allontana di nuovo, per dare modo alla secondogenita di metabolizzare ciò che accadrà da lì a poco.

Così i due si trovano ancora una volta da soli.

“Anna in merito a quanto accaduto poco fa…”

“No, zitto! Non è successo niente, ok? E’ stato un momento di fragilità” – lo interrompe lei, pentendosi del gesto compiuto alle spalle del suo fidanzato.

“Io non mi pento di nulla, questo volevo precisare”- aggiunge Westergard.

Anna sposta lo sguardo su di lui che nel frattempo continua a guardarla con tenerezza.

Le accarezza i capelli, speranzoso di replicare ed ottenere un secondo bacio dalla persona che follemente ama.

Stavolta, però,la Froze si tira indietro.

“Cosa fai?” – gli domanda cambiando tono di voce. Inizia a darle fastidio la presenza di un giovane che immaginava come amico e che adesso vede in maniera differente.

“Scusami, volevo solo esserti vicino. So che il tuo compagno è Kristoff, che avete una bambina insieme. Questo non significa che sei costretta a stare con lui se dubiti dei tuoi sentimenti”

“Cosa stai dicendo? Io non ho alcun dubbio” – gli tuona contro.

“E perché ti sei lasciata baciare?” – a quel punto Hans la mette davanti al fatto compiuto – “Perché hai permesso alle mie labbra di toccare le tue? Perché sei stata tu ad approfondire il bacio senza chiederti “Hey, aspetta….ma non sono impegnata?”… Anna posso assicurarti che hai dei grandissimi dubbi sulla tua storia d’amore. Perciò è bene che prendi consapevolezza di ciò che davvero vuoi”

Quelle parole zittiscono la ventunenne che sembra cogliere il discorso di Hans.

“Io sono qui e ti aspetterò. Voglio che tu sappia che io adoro Mia e sarei per lei un padre esemplare. Guarda John con Idunn. Lei sposò tuo padre, poi lo lasciò. Non lo amava più. Ad unirli siete solo tu e tua sorella, nient’altro. Il suo attuale compagno la rende felice e le ha insegnato ad avere fiducia nell’amore di nuovo, in fondo non esiste nulla di più bello, non trovi?”

Con la chiara intenzione di metterla in crisi, e volgere la situazione stabilizzante a suo favore, Westergard la saluta accennando un timido sorriso e lascia definitivamente l’ospedale.

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Anna trascorre le ore seguenti tormentata dai sensi di colpa.

Come mai si è spinta oltre la soglia con un amico, dimenticandosi che il suo vero amore era un altro?

E’ davvero innamorata di Kristoff come ha sempre pensato?

A causa di una fragilità e un dolore scaturiti dal dramma di sua figlia, la Froze mette in discussione ogni aspetto della sua vita. Le certezze di una volta stanno vacillando e nessuno può impedirle di pensare che forse le sensazioni che Hans le suscita sono dovute ad altro, diverso dall’amicizia, quel qualcosa in più che lentamente sente svanire quando è con Bjorgman.

È tardo pomeriggio quando Mia viene riportata in camera, dalla sua mamma.

Kristoff, Elsa e Idunn hanno seguito gli ulteriori controlli sulla neonata e attendono il responso generale.

“Sei tornato!” – commenta Anna, notando la presenza del fidanzato.

“Non sono mai andato via” – risponde, distaccato, lui.

“Non mi è parso” – la ventunenne è alquanto acida nei riguardi di Kris che preferisce rimanere in silenzio ed evitare litigate.

Sa che quelle reazioni sono dovute alle difficili circostanze legate alla salute della piccola.

John Peterson è appena arrivato quando i colleghi spiegano alla famiglia la situazione di Mia.

Sono tutti attoniti ad ascoltare parolone incomprensibili e termini troppo medici per la gente comune, fino a quando è proprio Kristoff ad esigere chiarezza.

“In parole povere, Mia si salverà?”

Anna istintivamente afferra la mano di Elsa e la stringe forte.

La maggiore le siede accanto e la abbraccia, sussurrandole – “Sii fiduciosa”

A quel punto il medico mostra una cartella clinica a John che in silenzio la studia nei dettagli.

“Le malformazioni cardiache sono le anomalie congenite più frequenti che un bambino può manifestare. Fortunatamente molti difetti cardiaci non richiedono alcun trattamento, e, in alcuni casi, “guariscono” letteralmente da soli.”

“Ci sta dicendo che dobbiamo attendere che passi tutto senza intervenire?” – domanda Idunn, perplessa.

“Dipende da caso a caso, signora. Per tipi di malformazioni si necessita solo di una più o meno stretta sorveglianza. Sono rari i casi in cui bisogna intervenire chirurgicamente”

“Cosa? Dovete operarla?” – sobbalza Anna, con il panico dipinto in volto.

“No, signorina. Adesso possiamo comunicarvi che Mia non ha il disturbo in forma grave. Vi preghiamo di portarla qui ogni giorno per qualche settimana. Ogni controllo sarà utile a stabilire se c’è necessità di un trattamento specifico o se con il tempo il problema guarirà da sé” – con quelle parole, il medico rasserena tutti.

Le due sorelle Froze scoppiano a piangere, stringendosi forte l’una all’altra.

Idunn si abbraccia a John, commossi entrambi nel sapere che Mia non rischierà la vita.

Kristoff non contiene la gioia e si inginocchia al letto della fidanzata.

La coppia si guarda senza parlare.

Elsa si allontana dando spazio al cognato di stare accanto ad Anna.

Finalmente le asce di guerra vengono abbassate. I due si scambiano perfino un tenero bacio a stampo.

“Non riesco a crederci” – singhiozza la ragazza, avvolta tra le braccia del fidanzato.

Ed è lui con occhi lucidi a dirle – “Adesso possiamo iniziare a costruire il nostro futuro come una vera famiglia”

Ma Kristoff ignora che Anna abbia baciato Hans e che Westergard stia festeggiando alla grande il suo trionfo, certo che a breve otterrà la meritata vittoria.

Invia un sms alla ragazza per sapere novità su Mia e resta spiazzato quando legge la sua risposta.

“Mia si riprenderà. Il peggio è scongiurato. Ti prego, dimentica quanto accaduto tra noi. Io amo Kristoff, perciò vorrei non fraintendessi nulla. Ci tengo alla tua amicizia e vorrei non perderla”

Il bicchiere di champagne che sorseggiava, felice come una Pasqua, cade a terra frantumandosi.

“Che succede fratellino?” – domanda Sophie, guardandolo fin troppo pensieroso.

“E’ più dura del previsto”

“La ragazza non molla il fidanzato?”

“Lo mollerà. Stai sicura. Dopotutto ho io in mano il loro futuro. Mi prenderò ciò che ho perso anni fa e che meritavo di avere. Kristoff Bjorgman può cominciare a costruirsi una nuova vita. Mia e Anna presto saranno parte della nostra famiglia”

A cosa si riferisce Hans quando parla di passato e di volersi prendere qualcosa che ha perduto?

Le sue folli idee prevedono di accettare il distacco da Anna per un po' di tempo.

Le settimane seguenti che vedono la Froze frequentare assiduamente l’ospedale assieme al compagno per le visite mediche alla bambina, sono fondamentali per intensificare la storia d’amore della coppia. Tornare ad abitare sotto lo stesso tetto, condividere lo stesso letto e godersi a pieno la loro piccola, aiuta i due piccioncini a rafforzare il loro sentimento.

Anna ha addirittura cancellato quello accaduto con Westergard, seppure i sensi di colpa ogni tanto le ricordano che ha la coscienza sporca.

Lei vuole evitare drammi inutili, avendo chiuso con Hans, speranzosa nel futuro.

Ma le cose sembrano prendere una piega peggiore…

È quasi un mese da quando è nata Mia e Kristoff riceve una visita inattesa a villa Peterson.

“Sophie come mai da queste parti?”

“Ciao Kris, ho un incontro con John. È in casa?”

“Eh veramente no. È stato chiamato urgentemente da una paziente” – spiega lui, cercando di liquidarla il prima possibile.

“Bene, allora lo aspetterò qui” – si impone sul volere di Kristoff e si siede sul divano nel salotto.

Accavalla la gamba mostrando uno spacco da urlo, certa di ottenere quanto le serve.

Il seno prosperoso, alquanto in vista per lo scollo profondo, mette fortemente a disagio Bjorgman.

Impossibile non notare quanto la tipa sia bella. Cerca di non pensarci, offrendole da bere.

“No, no, resta qua” – lo afferra per un braccio invitandolo a prendere posto affianco a lei.

“Ehm..Sophie, vorrei controllare se Mia dorme”

“Ma qui hai il Baby monitor” – aggiunge la Westergard, indicando il Controller sulla mensola.

“Dai, resta a farmi compagnia” – a quel punto la mano di lei accarezza, provocatoriamente, il petto di lui.

“Hey ma che stai facendo?” – sobbalza il biondino, scansando la ragazza – “Sei pazza? Io sono impegnato. Ho capito a che giochetto stai giocando? Cosa vuoi? Farmi litigare con Anna?” – le urla contro, furioso.

“Povero stupido. Apri gli occhi, la tua dolce fidanzatina non è così pura come sembra”

“Come osi parlare di lei così. Vattene via” – la spinge verso l’uscita, sbattendole la porta in faccia.

Il pianto di Mia, svegliatasi a causa delle grida paterne, distraggono Bjorgman dalla rabbia che gli ribolle dentro.

Non immagina che ha fatto esattamente quello che Sophie voleva facesse.

“Fratellino, compito eseguito. Ora tocca a te” – sale sulla sua automobile e sfreccia via.

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Capitolo 16
*** 15 Capitolo ***


Anna è di ritorno a casa dopo la quotidiana corsa mattutina, decisa a smaltire i chili della gravidanza e tornare in forma il prima possibile.

Con le cuffie nelle orecchie e la musica che accompagna l’attività fisica, si perde tra quei pensieri che di recente cominciano a pressarla, quelli legati ad una coscienza che sente sporca.

Se inizialmente provò, con successo, a dimenticare il bacio con Hans, negli ultimi giorni alcuni incubi notturni hanno lasciato riaffiorare sensazioni che lei credeva fossero dovuti al dramma post parto.

“Non devi preoccuparti, in fondo ti sei fermata giusto in tempo sorellina. Inutile torturarti..:” – le disse Elsa, quando Anna le rivelò l’accaduto.

“Ma come faccio a non agitarmi? Ho sognato più di una volta di fare l’amore con lui. Ti sembra normale?”

“Beh… Annie, evidentemente sei confusa e ciò è dovuto al momento difficile che hai vissuto. Adesso però Mia sta bene, con Kristoff è tornato il sereno e mi hai di nuovo al tuo fianco. Cosa puoi desiderare di più?” – la confortò la maggiore, durante un pomeriggio di chiacchiere e thé tra sorelle.

Ad oggi le parole della ventiquattrenne non hanno migliorato lo stato d’animo della Froze che continua a non riconoscersi.

Quella mattina, dopo che Sophie si è recata a villa Peterson, Hans fa in modo di trovarsi esattamente negli stessi giardini dove è solita andare Anna a correre.

“Hey, ciao” – le va incontro, mostrandosi alquanto imbarazzato.

“Ciao, scusami devo andare” – la ventunenne, ricordando la scena più spinta del suo incubo, ormai stampata nella sua mente, arrossisce. Evita lo sguardo del ragazzo e si allontana.

Hans, intenzionato a non lasciarla andare, la trattiene.

“Vorrei sapere se posso passare domani a portare un regalo a Mia!”

“Non c’è bisogno” – risponde lei.

“Aspetta” – la prende per un braccio, bloccando il suo passo.

E così si trovano di nuovo uno di fronte all’altra, dopo quasi un mese.

“Mi sei mancata da morire, sai?” – confessa Westergard, sorridendole – “Sei bella anche dopo aver corso per un’ora” – ride timidamente.

Anna, ormai in fiamme per la vergogna e per il calore post sport, allenta la presa del giovane e cerca un modo per chiudere la conversazione.

“Dovrei andare a casa. Kristoff è solo con la bambina e non vorrei avesse bisogno di me”

“Posso venire ora con te? Il pensierino per Mia ce l’ho con me in macchina”

“Ehm…no, guarda. Ti ringrazio per la gentilezza, ma preferirei non venissi”
“E allora facciamo domani? O quando è possibile”
“Direi mai!”-  a quel punto Anna è drastica e mostra chiaramente la decisione di non volerlo più tra i piedi.

“Mai?” – ripete lui, colpito dal distacco che la Froze ha posto tra loro. Così  tira fuori l’argomento centrale - “Mi odi ancora per il bacio? Anna, se è così, facciamo che nulla è accaduto. Dimentichiamolo e ricominciamo”

“Non si può cancellare. Io mi porterò dentro un fardello per il resto dei miei giorni” – la ragazza esplode e si sfoga con il diretto interessato.

“Sai bene che per evitarlo c’è un solo modo”

“Lo ferirei e mi lascerebbe”

“Se ti lasciasse, sarebbe un idiota e sicuramente capiresti se ti ama davvero”

Anna fissa stranita Hans che sembra sincero e desideroso di vedere serena l’amica.

Ma raccontare del loro bacio a Kristoff comporterebbe troppi rischi.

“Se tieni a lui, devi dirgli la verità. Ti piacerebbe se lui ti tradisse e ti tenesse nascosto il fatto?”
“Tradimento?Adesso esageri,c’è stato un piccolo…”

“Piccolo non direi” – precisa lui, ricordando l’ardore di Anna.

Lei, scuotendo il capo cercando di dimenticare il suo errore, aggiunge – “Quello che c’è stato non ha valore per me. Io non ti amo”

“Sicura? Perché allora eviti di guardarmi negli occhi? Stai sfuggendo al mio sguardo da quando abbiamo incominciato la conversazione” – Westergard non demorde ed insiste nel voler mettere in crisi Anna.

“Ti sbagli,comunque. Adesso vado, addio Hans” – corre via, non ascoltando più le parole dell’ex amico.  Ex perché, dopotutto, da adesso in poi, non si sarebbero mai più visti.

O almeno lo spera.

Peccato che non ha idea di quello che invece sta per rivelargli Kristoff.

“Amore, ho una cosa da confessarti”  - la accoglie con tali parole.

“E’ accaduto qualcosa a Mia?”-  si allarma subito la neo mamma.

“No, sta benone. Dorme come un angioletto”

“E allora?”
“Prima è passata Sophie”

“Ancora? Ma cosa vogliono questi Westergard da noi?” – si infuria, trovando un caso assurdo che i due fratelli fossero assillanti con entrambi.

“Io l’ho cacciata via quando ha palesemente mostrato interesse verso di me” – confessa, pronunciando tali affermazioni con lentezza, come a voler contenere così la reazione della fidanzata.

“COSA?”-  grida lei, fuori di sé.

“Ecco, sapevo che ti saresti arrabbiata. Sappi che le ho sbattuto la porta in faccia” – si giustifica il biondino.

A quel punto è impossibile, per Anna, dimenticarsi del rapporto con Hans.

Prende il cellulare e gli invia un sms, ordinandogli di raggiungerla a villa Peterson immediatamente.

“Che intenzioni hai?” – domanda il giovane papà.

“Voglio mettere alcune cose in chiaro, una volta per tutte” – spiega, dirigendosi verso il bagno.

Gettati a terra gli abiti sportivi, si immerge nella vasca riempita con dell’acqua calda e bagnoschiuma.

Chiude gli occhi cercando di sbollire la rabbia che la invade.

Improvvisamente un’allucinazione la paralizza.

Di fronte a sé, Hans Westergard le sorride malizioso e le accarezza le gambe.

“Sarebbe bello farlo qui, sai?” – ammicca lui, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Anna, sconvolta, urla “No, lasciami stare

“Amore” – la chiama Kristoff, entrando di forza in bagno.

La Froze spalanca gli occhi proprio allora, tornando alla realtà.

“Tutto bene? Stavi urlando disperata” – si preoccupa il biondo, che intanto culla Mia svegliatasi in attesa della poppata.

“Scusami, ho avuto un incubo. Sto bene”

“Comunque non vorrei peggiorare la situazione, però il tuo caro amichetto è arrivato. L’ho fatto sedere in salotto. Ti aspetta”

Hans! Di nuovo, ormai non gli dà più pace.

“Arrivo” – risponde, poi si avvolge nell’accappatoio e dopo un bel respiro profondo, prepara il discorsetto per “l’amico”.

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“Dove vai?” – chiede Anna, notando Kristoff pronto ad uscire.

“Scusami, mi hanno chiamato urgentemente al garage” – le dà un veloce bacio a stampo e fila via.

In quegli ultimi giorni Bjorgman ha trovato lavoro presso un meccanico e quando richiesto non può tirarsi indietro.

Quello che la Froze voleva evitare, cioè restare sola con il responsabile dei suoi sogni erotici, sta purtroppo accadendo.

“Hey, sono corso il prima possibile. Cosa devi dirmi?” – chiede, guardandola avanzare nella sua direzione.

Il gesto di Anna è istintivo; si avvicina a lui e, decisa, lo schiaffeggia.

“Che ti prende?” – esclama lui, portandosi una mano sulla guancia dolorante.

“Tua sorella è una poco di buono, che intenzione avete?” – si riferisce all’evidente tentativo di Sophie di sedurre Kristoff.

“Ti sbagli, io non so niente. Che avrebbe fatto Sophie?” – si finge all’oscuro di tutto.

“Per favore, adesso non venirmi a dire che non ti ha riferito di essere venuta qui provocando il mio fidanzato, sperando di andarci a letto” – Anna è in collera con la famiglia Westergard.

“Mi dispiace se quella sciocca di mia sorella può aver agito sconsideratamente, però io non c’entro nulla. Perché te la prendi con me?”

“Sei suo fratello”

“E allora? Non sono mica io a dire a Sophie come comportarsi” – si difende Hans.

“Adesso te ne puoi anche andare” – la ventunenne cambia discorso, si volta dandogli le spalle e conclude – “Abbiamo chiuso. Per sempre”

“No” – replica, ostinato, il ragazzo.

Mette da parte la gentilezza che non l’ha aiutato ad ottenere quanto desidera; afferra Anna per un braccio e la costringe a girarsi nella sua direzione.

Senza dire altro, si fionda sulle sue labbra impedendole di reagire.

Lei non sa come gestire la situazione. Dovrebbe spingerlo via e schiaffeggiarlo di nuovo. Però il profumo della sua colonia la manda in estasi.

Cosa le sta succedendo?

Permette anche alle mani di lui di infilarsi sotto la sua maglietta.

“Ti desidero” – le sussurra Hans, spingendo il corpo di Anna sulla parete.

Cerca voracemente di sganciarle il reggiseno, ed è in quel preciso istante, quando la Froze comprende che si sta spingendo troppo in là, che esclama – “Fermo”

Westergard si immobilizza, guardandola mentre, turbata e in lacrime, si sistema la gonna e la maglia.

I capelli scomposti e le gote infiammate non lasciano dubbio. Chiunque fosse entrato in casa adesso avrebbe tratto conclusioni immediate.

Fortuna che l’unica a farsi sentire è Mia che inizia a piangere.

“Vattene, ti prego” – lo supplica, allontanandosi, diretta verso la camera della bambina.

Sola con sua figlia, Anna scoppia a piangere, stringendo sua figlia forte a sé.

Sente la porta sbattere poco dopo. Hans ha lasciato la villa. La sua azione e il momento di passione incontrollabile, ha dato la conferma ad Anna che non riesce ad allontanarlo dalla sua vita e soprattutto non vuole farlo.

Con Kristoff sono giorni che non vive attimi simili. Forse in cuor suo non sente neppure l’esigenza di unirsi carnalmente al fidanzato.

O probabilmente Hans ha ragione. Forse la giovane neo mamma ha seri dubbi su una storia nata per caso, consumata subito e che se è ancora in vita è per l’arrivo inaspettato di una bambina.

Adesso spetta alla ventunenne riflettere su cosa davvero vuole. Non può continuare a fingere.

E non può assolutamente continuare a prendere in giro il suo compagno.

“Amore, che ci fai seduta a terra?” – le chiede Bjorgman, tornato da lavoro.

Lei le fa segno di prendere il posto accanto al suo.

“Devo dirti una cosa importante”
“Dimmi pure” – risponde lui, accarezzandole teneramente i capelli.

“Riguarda Hans… e me”

“Che vuole quel cretino da te ancora?”

“Sono io a volere lui!” – così dicendo, Anna distrugge una storia d’amore e una famiglia appena sorta. Poche parole mandano in frantumi tutte le speranze di un futuro ricco d’amore e di serenità.

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“Allora? Ha funzionato? Ha ceduto?” – chiede, incuriosita, Sophie, al rientro a casa di Hans.

“Ti dico solo che stavo per…” – allude chiaramente all’atto sessuale e ciò provoca la risata soddisfatta della sorella.

“Bene, e bravo il mio fratellino. Adesso che avrai la tua lei, io potrò puntare su Kristoff”

“No, scordatelo. Non dovranno più frequentarsi. Se dovessi fidanzarti con lui, lo avrei nuovamente tra i piedi” – le ricorda Westergard.

“E chi ha detto che voglio che diventi una cosa ufficiale?” – sogghigna lei, sorseggiando dello champagne e offrendone un bicchiere al parente.

“Alla nostra famiglia… che presto si allargherà” – brinda Hans, alzando il calice e gioendo di quello che , sa per certo, sta per accadere.

 

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Capitolo 17
*** 16 Capitolo ***


 Idunn e John Peterson, dopo una mattinata di relax in una spa, sono di ritorno alla villa.

“Questa giornata solo per noi, ci voleva!”

“Hai ragione. Dobbiamo assolutamente replicare. Magari invitiamo anche le mie figlie e Kristoff” – afferma la donna, scendendo dall’automobile.

A proposito di Bjorgman, eccolo uscire di casa in tutta fretta, con sguardo teso, mentre trascina una valigia.

L’ex signora Froze, perplessa da tale comportamento, gli si avvicina.

Il giovane è fuori dai cancelli quando viene chiamato dalla suocera.

“Hey Kris, dove stai andando?” –

Alzando gli occhi al cielo, con la rabbia che ribolle, si limita a dire – “Chiedilo ad Anna”

A quel punto, inizia a correre fino a raggiungere la fermata dell’autobus.

Idunn è spiazzata e ipotizza una litigata tra fidanzati.

Così entrando in casa, si dirige dalla figlia per esigere chiarimenti.

Proprio quando è prossima alla stanza di Anna, vede la ragazza uscirne con l’aria di chi non ha alcuna voglia di parlare e tantomeno di giustificarsi davanti alle ramanzine materne che è certa di dover subire.

“Tesoro, dove vai? Insomma qualcuno vuole spiegarmi cosa è successo”

John Peterson sta per sistemare le chiavi del suo veicolo sull’apposito portachiavi di legno appeso alla parete quando è Anna stessa a strappargliele dalle mani.

Non riesce a chiederle a cosa possano servirle, che la ventunenne è già fuori la villa.

“Ma che le prende?” – domanda alla compagna intenta a cullare la nipote.

“Penso abbia avuto qualche incomprensione con Kristoff”-  ipotizza Idunn – “Anche se vedere mio genero con la valigia, come a volerci dire addio per sempre, mi ha scioccata. Il motivo della lite deve essere talmente grave che non possiamo minimamente immaginarlo”

“Menomale che Anna sta andando da lui. Magari faranno pace” – aggiunge l’uomo, stringendo una manina di Mia nella sua.

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Kristoff è sull’autobus, preso dall’immenso dolore che gli lacera il cuore. La fiducia da sempre riposta nella sua fidanzata si è frantumata con poche parole – “Io e Hans ci siamo baciati”

Baciare un altro… come ha potuto farlo, pensa Bjorgman. L’idea delle labbra dei due, unite in un caldo e passionale bacio, alimenta la rabbia del ragazzo che, non potendo urlare o sfogarsi gettando qualcosa a terra, comincia a piangere.

“Scusi, deve scendere, questa è l’ultima fermata” – comunica l’autista al giovane.

Così Kristoff con lo sguardo basso lascia il mezzo e percorre kilometri a piedi, trascinando la sua vecchia valigia blu.

Gli costa tanto fare quanto sta per fare, però in un momento come quello non ha altra scelta.

Giunge di fronte la porta di una palazzina.

Sul citofono cerca il cognome Bjorgman, poi schiaccia il pulsante.

“Chi è?” – risponde una donna.

“Mamma, sono io”

“Kris!!” – esclama la signora, emozionata.

Apre immediatamente il portone e accoglie il figlio sulle scale.

Con le mani tremanti e le lacrime agli occhi, lo abbraccia.

“Finalmente sei tornato a casa tua, mi sei mancato tesoro” – lo invita ad entrare.

E così il giovane è nuovamente tra quelle mura, dalle quali anni addietro è voluto fuggire.

Adesso solo l’amore dei suoi genitori e le loro premure, seppure eccessive, gli sembrano la soluzione ai suoi drammi interiori.

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Idunn non ha notizie di Anna da ore. Telefona Elsa per saperne di più, ma neppure la primogenita è al corrente del fatto.

Segretamente sospetta che la causa possa essere legata a Hans, però tace ed evita di coinvolgere la madre, la quale se sapesse agirebbe contro il suo alunno.

Perciò, non appena chiude la chiamata con la mamma, compone il numero della sorella.

Ma non risponde e questo comincia a preoccuparla.

“Ti conosco troppo bene, Annie. Dimmi che non hai osato farlo, ti prego” – parla da sola ad alta voce, mentre attende la risposta di un'altra persona.

“Su, Kristoff…rispondi almeno tu, per favore”

Nulla. Anche Bjorgman dà segni di vita.

Che fine può aver mai fatto Anna Froze?

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“Tu? Cosa ci fai qui?”

“Cerco tuo fratello”

Sophie Westergard apre la porta alla ventunenne che vuole un confronto con Hans.

“Chi è?” – domanda il  diretto interessato, raggiungengo l’ingresso.

“Anna! Come mai sei venuta qua?” – le domanda, mostrandosi sopreso dalla visita.

“Possiamo parlare?”

“Certo, vieni andiamo nel soggiorno” – la prende per mano accompagnandola in un’immensa sala extralusso.

Una volta da soli, seduti sul divano, uno di fronte all’altra, si confrontano per l’ennesima volta.

“Kristoff mi ha lasciata”
“Che?” – esclama lui, fingendosi anche dispiaciuto.

“Ecco perché sembri distrutta”

“Non so cosa voglio davvero, capisci?” – singhiozza, con gli occhi rossi e le lacrime che continuano a scivolarle sulle gote rosse.

Hans la sfiora asciugandole il volto con tenerezza.

Poi, arrossendo, le risponde – “Non posso capirti perché io so bene cosa voglio”

A quel punto cade il silenzio tra di loro.

Continuano a fissarsi fino a quando è Anna ad agire.

Avvicina le sue labbra a quelle di Westergard baciandolo dolcemente.

Un gesto puro e candido che Hans apprezza e che alimentano il suo sentimento nei confronti di una ragazza che è così perfetta per lui che è cosciente di non poterne più fare a meno.

“Mi prenderò cura di te, promesso” – le sussurra.

Poi i due si abbracciano, restando in quella posizione senza pronunciare altre parole.

Le loro mani si cercano e si intrecciano mentre i loro cuori battono all’unisono.

“Rimani qui stanotte” – la supplica il giovane, quando a tarda ora Anna si accorge delle chiamate perse di sua madre e sua sorella.

Accenna un timido sorriso – “Meglio di no, Mia ha bisogno di me” – si accinge a lasciare la casa. Poi si volta verso Westergard e lo ribacia di nuovo.

“A domani” – lo saluta e fila via, mentre Hans la osserva allontanarsi.

“Complimenti fratellino. Hai vinto” – afferma Sophie giungendo alle spalle del parente.

“Kristoff non la meritava” – commenta felice lui – “Vado a dormire. Da domattina inizia per me una nuova vita”

 

 

 

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Capitolo 18
*** 17 Capitolo ***


Anna torna a casa e viene sottoposta all’interrogatorio materno, mentre Elsa, preoccupata, corre alla villa per saperne di più.

La ventunenne, però, ignora i parenti e si chiude in camera, dove, pochi minuti dopo, crolla nel mondo dei sogni con Mia stretta al suo petto.

È consapevole che quella sarà la prima di tante notti che lei e sua figlia trascorreranno senza Kristoff.

“Non accetto che ci abbia trattati come se fossimo inesistenti. Siamo la sua famiglia. Domani riceverà un rimprovero esemplare” – Idunn è furiosa e a tratti delusa dal comportamento della secondogenita e si lamenta con John ed Elsa.

“Mamma, arrabbiarti serve a poco”

“Elsa ha ragione, cara. Qualcosa deve esserle accaduto per spingerla ad agire così” – anche Peterson interviene difendendo la figliastra.

“Qualsiasi cosa sia successa, non ha alcun diritto di trattarci in questo modo” – insiste la donna.

“A questo punto, torno a casa. Domattina verrò di nuovo qui e cercherò di parlare con Anna” – pensierosa, Elsa saluta i due e lascia la villa.

Nella sua mente un unico pensiero vaga e la preoccupa.

Hans Westergard… è lui il responsabile e la ventiquattrenne ne è convinta.

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La situazione però non migliora. L’indomani Anna discute bruscamente con Idunn che la rimprovera di parlare poco e di aver chiuso fuori dal suo mondo chi le vuole davvero bene.

Ma sono altre parole a portare la ventunenne ad una decisione definitiva

“Se Kristoff è andato via avrà avuto i suoi buoni motivi” - e il sostegno della madre verso il suo ex, è il movente dell’azione successiva.

“Ho deciso che io e Mia lasciamo la villa”

“Cosa?” – esclama scioccata la ex signora Froze.

“Oggi pomeriggio andremo via e non saremo più un peso per voi”

“Annie, non dire sciocchezze, dove pensate di trasferirvi?” – la trattiene afferrandole un braccio.

La giovane allenta la presa e le risponde – “Un posto lo troveremo. Piuttosto,perché non chiami Kristoff a vivere con te? In fondo ami difenderlo in ogni circostanza”

Tali affermazioni pietrificano l’adulta che tenta di rimediare.

Però è inutile.

La figlia ha fatto una scelta.

Dopo essersi chiusa a chiave nella stanza, mentre riempie le valigie, invia un sms a Hans.

“Io e Mia lasciamo villa Peterson. Sai chi potrebbe ospitarci?”

La risposta di Westergard non tarda ad arrivare.

“Casa mia è aperta. Vengo a prendervi appena mi dai l’ok”

Anna sta per chiudere l’enorme valigione quando qualcosa cade sul pavimento.

La ragazza afferra la fotografia.

Una lama le trafigge il cuore quando nota che quello scatto di lei e Kristoff venne fatto i primi giorni di frequentazione.

Una lacrima le scivola sul viso ed ecco il ricordo del loro ultimo litigio alimenta il senso di colpa.

Afflitta da quanto ha perduto, cerca di dimenticare e getta la fotografia in un cestino colmo di scartoffie, posto affianco alla sua scrivania.

A quel punto è tutto pronto. Scrive di nuovo a Hans e il ragazzo parte immediatamente, diretto verso il suo grande amore e il suo futuro.

“Ripensaci Anna, non puoi andartene così. Spezzerai il cuore di Idunn”- John interviene cercando di convincerla ancora. Però il silenzio e il totale disinteresse della ventunenne lo costringe a rassegnarsi.

Le apre la porta aiutandola a raggiungere il giardino, trascinando le sue valigie mentre lei spinge la carrozzina.

Idunn la osserva da lontano e trattiene il pianto. I dubbi persistono nella sua mente. Come mai Anna è voluta fuggire senza spiegazioni? Quale motivo ha portato anche Bjorgman ad abbandonare quella casa?

Ed ecco un’automobile extralussuosa che si parcheggia a pochi passi dalla ragazza.

A scendere dal mezzo è Hans e la soluzione ai drammi della ex signora Froze sembra esserle stata offerta dal destino.

“Non ci credo”- esclama lei - “Come ho fatto a non pensarci prima”

“Tesoro, dove vai?” – le domanda Peterson guardandola correre nella direzione della figlia.

Anna ha appena sistemato Mia nel seggiolone posteriore, mentre Westergard chiude il bagagliaio.

“Maledetto! E’ colpa tua se Anna è in questo stato!” – Idunn si scaglia contro il suo allievo.

“Maestra, cosa sta dicendo?” – la reazione confusa del giovane è quella di spavento verso la foga di una madre furiosa.

“Mamma, evita queste scenate” – è la ventunenne a frenarla, salendo in auto e invitando Hans a fare lo stesso.

La donna vede la secondogenita rifiutarla per l’ennesima volta.

Quando il veicolo sfreccia lontano, Idunn scoppia in un pianto lacerante.

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“Benvenute a casa” – esclama il dottor Weselton guardando Anna e Mia varcare l’uscio della sua enorme villa.

Sophie è ferma accanto allo zio, mentre mastica un chewing-gum, totalmente disinteressata dai nuovi arrivi.

“Seguimi Anna, ti mostro la tua camera” – le dice Hans facendole da guida.

In quel momento, la Froze si sente fortemente spaesata e ripensa all’addio con sua madre, sentendosi fortemente in colpa.

“Ecco, questa è la tua stanza” – le comunica Westergard una volta giunti a destinazione.

“Wow” – la ventunenne è estasiata dalla bellezza di quel posto, fatto di lusso e di eleganza.

“E’ bellissimo qui”

“Lo so, per una ragazza bella come te questo e altro” – commenta il giovane, cingendole istintivamente i fianchi, pronto a godere di un momento tutto loro, finalmente più vicini che mai.

Quel gesto così intimo,però, non è gradito ad Anna che si allontana dalla sua presa e cerca di spostare l’attenzione del giovane su altro.

“Questi abiti posso sistemarli qui?” – chiede riferendosi all’armadio.

“Ovvio, dove vorresti metterli?” – risponde, perplesso, Hans. Ha intuito che la Froze non è a suo agio.

“Hey, stai serena. Ti abituerai, vedrai. E’ questione di tempo. Tu chiedi e avrai tutto ciò che desideri” – deciso a darle spazio, le lascia un tenero bacio sulla fronte poi la lascia sola tra quattro enormi mura e un futuro fatto di tante paure ed incertezze.

Andare via di casa è stata davvero la scelta migliore?

I gorgoglii di Mia sembrano chiamare Anna.

La ventunenne si avvicina alla culla e prende tra le sue braccia la piccina.                   

“Amore, se tuo padre non ci sarà, farò in modo che sia un altro uomo a prendersi cura di te come meriti”

Quella creatura che ha messo al mondo rischiando la sua stessa vita, quella creatura concepita in una notte di folle passione, adesso è lì ed è l’unica presenza fondamentale nella sua vita: ciò che le basta per essere felice.

O forse no…

“Pronto?” – risponde alla chiamata di Elsa.

“Sorellina, cosa stai combinando? Mamma mi ha raccontato della tua follia”

“Elsa, per favore non insistere. Cerca di capirmi. Con Kristoff è finita e Hans potrebbe essere l’amore della mia vita”
“Ma che sciocchezze stai blaterando! E’ Kris il tuo grande amore, sembra che te lo sia dimenticata”

“Mi sbagliavo”

“Anna, torna in te. Sei impazzita? Cosa ti sta succedendo? Non ti riconosco più”

Trattenendo le lacrime, la ragazza confessa – “Ho bisogno di capire cosa voglio davvero e vivere qui mi darà conferme o meno”

“Mi stai dicendo che hai stravolto la tua quotidianità soltanto per comprendere i tuoi sentimenti?”

A quella domanda, la seconda non risponde.

Chiude l’apparecchio sentendo la voce di Westergard alla sua porta.

“Hey, è pronta la cena” – le comunica il giovane.

“Grazie, scendo subito” – si alza dal letto, coprendo la sua bambina con una copertina rosa, pronta a portarla con sé.

“Domani faremo arrivare anche una culla per Mia” – dice lui, volgendo uno sguardo tenero alla piccola.

“Non dovevi” – risponde Anna, imbarazzata da tanta carineria.

“Non pensavi che avrei permesso alla piccina di dormire stretta in un passeggino?!”

Lusingata da quelle premure, lo ringrazia.

Insieme scendono le scale, con Mia tra le braccia materne.

“Che bella famigliola” – commenta il dottor Weselton guardandoli arrivare insieme.

“Zio, non iniziare ti prego…” – replica, divertito, Hans.

Quando la cameriera serve il cibo a tavola, chiede ad Anna di prendersi cura della neonata dandole modo di mangiare.

“Sembra la vita di una regina” – pensa tra sé e sé la ventunenne.

Trascorre la prima serata della sua vita come parte di una famiglia tanto distante dalla sua, che la intrattiene con proposte di lavoro allettanti e un futuro fatto di sicurezze sia per se stessa che per sua figlia.

Hans ha studiato tutto nei dettagli. Se avesse donato ad Anna una stabilità, lei non sarebbe mai scappata per tornare da Kristoff o dalla famiglia di orgine.

Ed è proprio quest’ultima ad essere in pena per le scelte della ragazza.

“Bisogna trovare Kristoff. Solo lui può farla ragionare” – insiste Elsa.

“Ma figliola, non sappiamo dove si trova. Non risponde alle tue chiamate. Non so cosa possa essere successo tra quei due per aver causato un dramma del genere” – Idunn non trova pace e così la primogenita decide di rivelarle ogni cosa, cercando di trovare una soluzione collaborando.

“Devo dirti una cosa che non ti piacerà” – anticipa prima di narrarle gli ultimi avvenimenti.

Ormai anche i Peterson sanno la verità e la prima reazione di Idunn è di incredulità.

“Cosa le prende ultimamente? Possibile che sia caduta tra le braccia di Hans così facilmente?”

“Evidentemente lui le ha dato maggiori sicurezze. Cercava quelle, dopotutto” – ipotizza John.

“Ma fammi il piacere “ – replica la donna alzando gli occhi al cielo – “Quello ha saputo solo approfittare delle fragilità di una ragazza che credeva di perdere sua figlia per sempre”

“Non esagerare, Idunn.”

“Non esagero John, sono certa sia così. Conosco Anna e so che presto si pentirà ma purtroppo, se non agiremo in tempo, sarà troppo tardi” 

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Capitolo 19
*** 18 Capitolo ***


Nonostante Elsa e Idunn cerchino, anche coinvolgendo Agnarr, di salvare Anna da se stessa, sono tentativi inutili.

La ragazza evita ogni forma di contatto con loro, sapendo bene che ostacolerebbero le sue scelte.

Si limita a mandare alla sorella, di tanto in tanto, dei messaggi telefonici con foto di Mia, per rasserenarla.

La situazione a casa Westergard sembra stabilizzarsi. Anna ormai si sta abituando a condividere i pasti con il dottor Weselton, con Hans e anche con la super snob Sophie.

Sono passate tre settimane ormai da quando si è trasferita e dopo le incertezze iniziali, ha cominciato ad accettare la nuova vita: la mattina riceve da Hans la colazione a letto, pranzano insieme o solo loro due se il dottore lavora, nel pomeriggio escono per fare shopping o passeggiate nei giardinetti pubblici e la sera rincasano.

La cosa che però sembra pressare Anna è che Westergard sembra intenzionato, ogni notte, a volersi spingere oltre il semplice bacio.

Lei non riesce a lasciarsi andare totalmente. Quando lui approfondisce certi gesti, la Froze si irrigidisce e prende le distanze.

Questo è un peso enorme per Hans che sogna di unirsi carnalmente alla ragazza da troppo tempo ormai.

“Devi pazientare, fratellino! In fondo hai scelto tu una santarellina per fidanzata” – sostiene Sophie.

“Non resisto più. Sento di poter impazzire” – afferma lui, camminando avanti e indietro nella sua stanza.

“Non è pronta per farlo o semplicemente non ti ama come credevi”

L’ultima teoria della prorompente Westergard infastidisce Hans che  la caccia dalla camera.

È cosciente che questo è probabilmente vero ma non accetta la realtà e vuole a tutti i costi farla innamorare di lui.

Oltre a darle casa, premure, lavoro e stabilità…cosa potrebbe offrirle in più?

A quel punto un’idea gli balza alla mente. Apre un cassetto della scrivania ed estrae un cofanetto. Lo mette in tasca e si accinge a raggiungere la ventunenne.

“Più che una soluzione vincente, potrebbe essere un rischio” – mentre percorre i pochi metri che lo separano da quella che considera ormai la sua fidanzata, riflette tra sé e sé ad alta voce.

Giunto alla meta, dopo un bel respiro profondo, bussa alla porta ed Anna, intenta ad allattare, lo invita ad entrare.

“Scusami, ti disturbo?” – chiede lui con garbo, sedendosi accanto a lei.

La osserva in un momento tanto materno ed intimo e non riesce a staccarle gli occhi di dosso.

“Se non la finisci di fissarmi così, mi costringi a cacciarti” – commenta lei, scherzosamente, accortasi del suo sguardo.

“Ops, sono troppo scontato ormai”-  afferma imbarazzato, portandosi una mano dietro la nuca.

“Ecco fatto, piccola mia! Adesso è il momento della nanna” – Anna lo ignora un momento, dedicandosi alla figlia che, dopo la pappa, viene coricata nella culla regalatale da Hans giorni addietro.

Dopo aver sistemato la maglia del pigiama,  Anna si accinge ad andare a letto guardando Westergard come a dirgli “Vorrei dormire, te ne vai”

Non si pronuncia ed attende che sia il ragazzo a farlo spontaneamente.

Invece Hans non ha alcuna voglia di lasciarla sola.

Sotto lo sguardo sconcertato della Froze, il giovane si infila addirittura sotto le lenzuola con lei.

“Ehm…non vorrei essere scortese, però..”
“Annie, ascoltami. Non credere che io voglia necessariamente fare quello”

Anna arrossisce e, impacciata, domanda – “E allora come mai sei qui nel mio letto?”

“Vorrei farti una proposta”

“Che proposta?”

Dal taschino, Hans estrae il cofanetto e lo porge alla ragazza.

“Aspetta, che?” – esclama lei, scioccata.

“Non sarà molto romantico chiedertelo così, però… mi vuoi sposare?”

Cade il gelo tra i due. Anna viene messa di fronte ad una scelta difficile, di quelle inattese, una proposta che mai avrebbe desiderato ricevere.

“Ecco io…”
“Non vuoi?” – si incupisce Westergard.

“No, non è che non voglio. E’ solo che…”
“Che?”

“E’ presto, Hans! Io e te stiamo insieme da sole tre settimane”

“Ma viviamo insieme, trascorriamo giornate intere a stretto contatto..”

“Ti sembra possa bastare per sapere se vorrai vivere con me il resto dei tuoi giorni?” – la Froze è realista e per la prima volta dopo tanto tempo ragiona saggiamente.

“Voglio solo che tu mi ami” – confessa, chinando il capo, dopo l’evidente rifiuto – “Evidentemente mi sono illuso. Buonanotte”

Così dicendo, si alza e lascia la stanza, non dando modo alla Froze di spiegare le sue ragioni.

Anna però non ha sensi di colpa. Sente di aver agito consciamente. Accettare sarebbe stato ingiusto verso Westergard e verso se stessa.

“Con il tempo mi amerai. Ne sono convinto” – sono queste le parole che Hans pronuncia quando è solo, per contrastare le mille paure che gli rimbombano nella testa.

L’indomani l’aria che si respira a villa Westergard è tranquilla; i due fidanzatini si comportano come se la sera precedente non fosse accaduto nulla e questo è un buon segno per Anna che propone a Hans di uscire a fare un giro nel parco insieme a Mia.

Così la coppia esce e, in piena tranquillità, si gode freschi momenti primaverili.

Seduti su una panchina, all’ombra, sono stretti l’uno all’altro e c’è silenzio. La natura che lenta si risveglia con i suoi colori, i suoi odori e i suoi suoni, si mostra in tutta la sua bellezza.

Il momento di puro relax, si ingrigisce in seguito ad una domanda ambigua che pone il ricco nipte di Weselton ad Anna.

“Pensi ancora a lui, vero?”

La Froze, perplessa, esclama – “Che?”

“Kristoff..dico, ami ancora lui?”

“Hans, per favore, cosa dici!?”

“Perché non mi desideri quanto desidero io te, ci sarà un motivo”

“Non me la sento…se dovessi rimanere incinta di nuovo” – la scusa che Anna usa è banale e anche Hans scuotendo il capo, deluso, le dice – “Esistono le precauzioni se è per questo”
Segue di nuovo il silenzio. Poi è la giovane a riprendere il discorso.

“Quando ho frequentato Kristoff abbiamo avuto rapporti sessuali al secondo appuntamento. Con te vorrei fosse diverso, tutto qua”
“Diverso? Ma se ti limiti anche quando devi baciarmi. Sei sempre assente, lo percepisco”

“Mi dispiace se credi questo, non so cosa dirti” – si rassegna lei, non sapendo come venire fuori da una conversazione poco piacevole.

“Se non mi ami e non mi vuoi, sei libera di andartene. Nessuno di costringe a rimanere a casa mia”

“Hans, cosa stai blaterando? Ovvio che voglio restare”

Il doppio gioco di Westergard inizia ad ottenere piccoli risultati.

Piano piano Anna cederà… Hans ne è convintissimo.

“Perché non ti lasci amare, allora? Ti prego, dammi un’occasione”

“Hans io...”

“Solo stanotte. Poi ti lascerò in pace”

Concedersi come fosse una concubina, per una sola notte, non è da Anna. Non le piace vendersi per far stare bene gli altri a suo svantaggio.

Così, alquanto inorridita dalla proposta, balza in piedi e comunica – “Inizia a fare freddo. Torniamo alla villa” – accelera il passo e durante il tragitto non pronuncia più alcuna parola.

Peccato che qualcosa sta per accadere, che la spingerà totalmente tra le braccia di Westergard.

Sono prossimi alla meta, quando Anna riconosce qualche metro più avanti una persona a lei fin troppo familiare.

Si immobilizza ed impallidisce.

“Hey, tutto bene? Che ti prende?” – le chiede il compagno.

Volge lo sguardo nella direzione che la Froze sta fissando e scioccato esclama – “Kristoff?”

Il biondo è con una fanciulla dai capelli rossi e gli occhi chiari, molto somigliante ad Anna.

Tra quei due c’è chimica ed è evidente che non sono soltanto amici.

La conferma avviene quando la ragazza si getta al collo di Bjorgman e lo bacia.

A quel punto Anna cade in un tunnel profondo e sente che il buio la avvolge, oscurando la serenità faticosamente riconquistata.

“Andiamo a casa, per favore”- trattiene la rabbia e le lacrime, e supplica il fidanzato che acconsente senza esitare.

Mai avrebbe immaginato che a distanza di quasi un mese dalla loro rottura, il suo ex si rifacesse vivo e per di più con una nuova fiamma. E soprattutto non credeva che avrebbe mai provato emozioni così forti e contrastanti rivedendolo.

La gelosia prende il sopravvento tanto da spingere Anna a fare qualcosa che non avrebbe mai fatto.

E’ notte fonda. Anna, ancora preda dei suoi dilemmi interiori e con l’immagine di Kristoff che bacia un’altra, stampata nella mente,  si presenta alla porta della stanza di Hans.

Bussare serve a poco. Entra e si avvicina al letto dove Westergard dorme profondamente.

Lo sveglia con un caldo bacio sul collo.

“Annie, che succede? Cosa ci fai qui?”-  le chiede, assonnato, il giovane.

“Voglio fare l’amore con te” – gli comunica, spiazzandolo

“E’ per la storia di Kristoff? Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

Però Anna non vuole sentire domande, si libera dei vestiti sotto lo sguardo estasiato di Hans che finalmente può ammirare la sua pelle nuda.

Seduta a cavalcioni sul suo compagno comincia a baciarlo, aiutandolo a spogliarsi totalmente.

“Finalmente” – pensa Westergard, soddisfatto – “Era ora”

Così i due consumano una nottata di intensa e sfrenata passione.

Adesso che Kristoff è di un’altra, Anna ha chiaro cosa ha perduto.

Da sciocca, è pentita per avergli recato male, nel mentre è cosciente che indietro non si torna.

Non le resta che cominciare la sua relazione con Hans a pieno, includendo anche un’intimità che sperava di poter evitare per più tempo possibile.

 I due corpi che si uniscono e si muovono insieme, tra gemiti e godimento, rendono consapevole Anna che quello che sta vivendo è solo sesso. L’amore vero e la dolcezza che solo Kristoff sapeva regalarle in quei momenti intimi, con Hans non esistono.

Hans  è stata solo attrazione fisica, l’amore è un’altra cosa.

 

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Capitolo 20
*** 19 Capitolo ***


Dopo essersi concessa a Hans, Anna decide di dare inizio alla sua nuova vita.

Così, continuando ad abitare tra i lussi di villa Westergard, coccolata e viziata dal fidanzato, trascorre ben tre mesi tra quelle mura.

Idunn ed Elsa le inviano numerosi messaggi e la ventunenne risponde con delle fotografie di Mia, che cresce a vista d’occhio somigliando sempre più alla sua mamma.

Sapere che la secondogenita sta bene, rasserena l’ex signora Froze che, si prepara a fare visita alla ragazza dopo tanto tempo di lontananza.

“Sai che ti scaccerà, vero?” – la maggiore delle sue figlie è realista; conosce la testardaggine di Anna e se ha detto di volersene stare da sola, non gradirà l’arrivo di Idunn alla villa.

“Domani è il suo compleanno, perciò è dovere andarla a trovare” – precisa l’adulta, intenta a preparare la torta al cioccolato, la preferita dalla festeggiata.

“Non dico che dobbiamo dimenticarci di un’occasione importante…vorrei solo che non rischiassimo di allontanarla ancora di più, piombando lì” – precisa Elsa, assaggiando la crema che ricopre il dolce.

“Nessuno mi terrà lontana dalla mia Annie in una ricorrenza come questa, nessuno” – ribadisce la donna, poi fiera del suo capolavoro culinario lo ripone in frigo.

Come potersi scordare di una data tanto speciale, in fondo!

Infatti, a svariati kilometri da casa Peterson, qualcun altro ha ben impressa nella memoria la giornata del 21 giugno.

“Figliolo, sei così taciturno oggi. Cosa succede? Tu e Sarah avete bisticciato?” – domanda Erika Bjorgman, madre di Kristoff, porgendogli una tazzina con del caffè fumante.

“Nulla, mamma. Stiamo benone. Hai saputo consigliarmi la ragazza giusta” – commenta lui, seppure dalle espressioni del viso non sembra affatto convinto di ciò che dice.

Come ha conosciuto la sua attuale fiamma? Grazie all’intervento dei genitori, sostenitori di Sarah, una ventenne educata e di buona famiglia, che abita a due isolati dal loro appartamento.

La donna, allora, fa una proposta al figlio.

“Perché domani non la inviti a pranzo qui?”

“Domani? Perché proprio domani?” – esclama Kris, quasi infastidito.

“E’ domenica, scommetto che non avrà impicci” – spiega l’adulta.

“No, domani non se ne parla” – risponde seccato il biondo.

“Ok, ok come non detto. Ti sei alzato di malumore stamane, non aggiungo altro” – alzando le mani in segno di resa, Erika Bjorgman torna alle sue faccende.

Kristoff è solo in cucina, seduto a tavola, vagando con la mente nel passato...esattamente al 21 giugno dell’anno prima.

 

FLASHBACK

“Amore mio, ora puoi aprire gli occhi” – sussurra il giovane all’orecchio di Anna.

A quel punto, la Froze esegue l’ordine e si accorge di avere di fronte a sé un panorama mozzafiato.

I due si trovano sul tetto di una vecchia palazzina, al centro di Arendelle.

A terra c’è steso un tendone da campeggio.

Accanto da esso è visibile una tovaglia a quadri, sulla quale è posato un cestino e una bottiglia di spumante.

“Wow” – esclama, commossa. Si volta verso il fidanzato e accarezzandogli il viso con dolcezza gli dice – “Sei proprio pazzo”

Lui le sorride e la avvolge tra le sue braccia – “Si, sono pazzo di te”

A quella dichiarazione d’amore Anna risponde con un bacio, il primo di tanti che accompagneranno la romantica serata.

Consumata la cena a sacco e dopo aver riempito due calici di champagne, Kristoff propone un brindisi, sotto il chiarore di una luna, quella sera più luminosa del solito.

“Ti auguro il meglio dalla vita, che tu possa essere sempre felice e ovviamente con me al tuo fianco” – scherza, sollevando il bicchiere. Poi continua – “Ti prometto altre cento, mille serate come questa e che ad ogni 21 giugno ti porterò su questo terrazzo, monterò un tendone come quello alle tue spalle, ti coccolerò e ti bacerò e farò l’amore con te come fosse l’ultima volta”

La Froze, non trattiene le lacrime, estasiata dall’estrema dolcezza del suo principe azzurro.

Si alza dalla sua postazione per sedersi sulle gambe del suo lui.

Si avvinghia al suo collo e, guardandolo con occhi lucidi, totalmente persa nel suo sguardo, gli dice per la prima volta – “Ti amo”

Bjorgman lo attendeva da tempo e finalmente ora può udirlo. Felice come mai prima nella sua giovane vita, estrae dal taschino un cofanetto.

“Questo è per te, buon compleanno”

Tra l’emozione e l’incontenibile curiosità, Anna apre il suo regalo.

“E’ un anello” – sorpresa nel ricevere un simbolo così importante  lo indossa immediatamente.

“Si, vorrei lo considerassi un segno del mio legame con te. Ho fatto incidere due lettere sul retro” – le indica il punto preciso dove sono leggibili una A e una K.

“E’ meraviglioso, grazie” – scoppia a piangere, mentre unisce le sue labbra a quelle di Kristoff.

La serata sembrava giunta al termine. Cibo esaurito, regalo consegnato, champagne in circolo…

“Inizia a fare freddo, ti va di entrare nella tenda?” – le propone Bjorgman.

La festeggiata, con occhi maliziosi, ha già chiare le intenzioni del suo fidanzato.

Senza ulteriori parole lo prende per mano e lo segue.

In un tendone, nascosti dal mondo e riparati dal vento, i due fanno l’amore tutta la notte, certi di amarsi e di volerlo fare per il resto dei loro giorni.

FINE FLASHBACK

Una lacrima riga il viso di Kristoff che ad alta voce dice – “Promessa non mantenuta”

In quel momento il suo cellulare vibra.

Un sms. Lo apre e dalla nostalgia, il volto gli si colora di gioia.

“Elsa, se non fosse per te, non avrei alcuna notizia di mia figlia. Grazie infinite” – le manda un vocale breve, poi trascorre le ore seguenti a fissare la fotografia di Mia.

La maggiore delle Froze invia di consueto immagini della nipote al giovane papà, l’unico modo che conosce per renderlo partecipe della crescita di una figlia che gli è stata fisicamente tolta.

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“Anna, ci sei? Sono tre ore che ti parlo. Mi ascolti?” – chiede Hans alla compagna, sovrappensiero.

“Eh? Scusami ero distratta”

“Dicevo se avessi preferenze per il ristorante dove festeggiare domani”

“No, assolutamente”

“Bene, vedrai amore mio. Ti regalerò una serata da gala. Sarai una principessa” – aggiunge Westergard, fiero di poter comprare mezzo mondo con i denari che ha in tasca. Bacia Anna e torna alle sue attività.

La Froze è sul divano, pensierosa. Quello è il primo compleanno da ricca. Potrebbe sentirsi lusingata di tante premure nei suoi riguardi, eppure ciò di cui sente nostalgia sono le feste in famiglia.

Soprattutto, non potrà mai dimenticare il suo scorso compleanno, il primo con Kristoff, quello durante il quale, i due concepirono la loro bambina e che entrambi non riusciranno mai cancellare dai ricordi e dal cuore.

 

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Capitolo 21
*** 20 Capitolo ***


E’ il 21 giugno e Anna viene svegliata dai primi raggi del sole che penetrano dalla finestra, accarezzandole il viso e offrendole calore.

Sono mesi che condivide il letto matrimoniale con Hans e come ogni mattina, al momento del risveglio, Westergard non c’è.

La Froze guarda l’orologio che segna le 7 in punto. Sposta lo sguardo sulla culla alla sua destra per accertarsi che Mia stia bene.

La piccina è sveglia, con i suoi grandissimi occhi azzurri aperti al mondo, serena e tranquilla.

“Amore mio, buongiorno. Stanotte hai dormito come un angioletto” – la saluta la giovane mamma, prendendola in braccio.

Le dà un tenero bacio sulla fronte e si appresta a darle la poppata.

Quando sente la boccuccia della piccola avvinghiare il suo seno e iniziare a succhiare, l’ormai ventiduenne comincia a pensare a quando, un anno prima, appena scattata la mezzanotte ricevette un messaggio d’auguri da parte di Kristoff dove le dava appuntamento nei pressi di una palazzina dietro il solito bar. Fu quella notte che concepirono il suo tesoro più grande.

Qualcosa nel cuore la sprona ad afferrare il cellulare, posizionato sul comodino lì di fianco e controllare gli sms.

Legge subito tantissimi Buon compleanno: sua madre, suo padre, Elsa, persino John Peterson, vecchie compagne di liceo, tutti si sono ricordati di quel giorno di festa.

Tutti tranne uno, l’unico che sperava di ricevere allo scoccare del nuovo dì.

Cerca di spostare la sua attenzione su Mia che continua a mangiare senza sosta.
“Sei una mangiona, proprio come tuo padre” – una precisazione che Anna fa senza riflettere.

Evidentemente la coscienza che fino a due attimi prima le fece riaffiorare ricordi con il suo ex, le rammenta che evidentemente non l’ha cancellato dalla sua vita e che rimarrà perennemente nella sua testa.

Qualcuno bussa alla porta e la distoglie così dai flashback.

“Avanti” – risponde la Froze, mostrandosi tranquilla e felice.

Ad entrare è Hans Westergard, seguito dallo zio dottore e dalla domestica Milly, ormai affezionatasi ad Anna e alla piccina.

Le cantano Buon Compleanno, porgendole uno spicchio di torta al cioccolato con una candela appoggiata.

“Soffia ed esprimi un desiderio” – la invita il medico, pronto a farle un applauso.

Quanti desideri vorrebbe esaudire, però ce n’è uno più di tutti.

Così chiude gli occhi e la fiamma della candelina viene spenta.

Tra gli applausi e gli auguri successivi, Anna dimentica momentaneamente il suo malessere.

“Ho fatto portare direttamente dal migliore stilista della città un abito da sera” – le comunica il fidanzato, porgendole una custodia che nasconde un vestito lungo da sogno.

“L’avrai pagato una fortuna, Hans mi sarei arrangiata, non dovevi…”

“Per la festeggiata qualcosa di perfetto. Ti avevo promesso che avremmo cambiato il tuo intero guardaroba, perciò inizieremo da qui” – le chiede di indossarlo in serata – “A proposito, nel pomeriggio ti porterò anche scarpe e bijoux”

“Addirittura” – commenta Anna, a cui il troppo lusso non è mai piaciuto.

Cambiare se stessa a questi livelli significa stravolgere la sua essenza, e non solo migliorarsi.

Sbruffando, si rassegna. Non ha molta scelta se non accettare le richieste e i regali del fidanzato.

È pomeriggio quando la ragazza, alle prese con le prove del vestito, si chiude in camera.

Ed è allora che si presenta alla porta di villa Westergard la signora Idunn e consorte.

“Mi hai coinvolto solo perché sai che sono amico di Weselton” – brontola John.

“Tesoro, fallo per me. Sono la tua compagna dopotutto”

A quel punto Peterson bussa e attende che qualcuno giunga ad aprirli.

“Amico mio, che piacere vederti. Come stai?” – lo saluta il padrone di casa, accogliendoli calorosamente.

L’ex signora Froze cede subito alla cameriera il suo dolce al cioccolato, dandole chiare indicazioni su come conservarlo nell’attesa di poterlo consumare.

Raggiungono il soggiorno e Idunn resta estasiata da uno stile tanto elegante e raffinato, in mobili lucenti e puliti, da quadri esposti alle pareti.

 “Quella è Anna?” – domanda, riconoscendo sua figlia in una foto incorniciata, posta esattamente centrale rispetto ad altri ornamenti.

“Si, è stata scattata circa due mesi fa. Mia lì era uno scricciolo, adesso dovreste vedere che amore che è. E’ bellissima” – spiega Dominik Weselton.

“E’ mia nipote e non la vedo da tre mesi ormai” – si incupisce la donna, abbassando lo sguardo.

John la prende per mano e le mostra il suo affetto, sussurrandole – “Siamo qui per Anna. La rivedrai finalmente e con lei anche la bambina”

Idunn annuisce e si ricompone.

Dopo aver mostrato loro la sua enorme villa, il capo famiglia li invita a sistemarsi nel salone chiedendo a Milly di preparare del thè con i biscotti per gli ospiti.   

Il babymonitor rimasto acceso casualmente è appoggiato accanto al televisore spento e il caso vuole che Mia cominci a piangere, lasciando che i suoi singhiozzi vengano uditi da nonna Idunn

“Dove è Mia?” – chiede, illuminandosi in volto.

“Chiamo Milly e le dico di farla addormentare” – afferma Dominik.

“Scherzi, vero? Ci sono io qui, ci penso io” – così dicendo, determinata a riabbracciare il suo tesoro, chiede all’uomo dove recarsi esattamente.

Senza controbattere visto il desiderio della donna, Weselton l’accompagna fino alla camera della piccina.

“Strano che Anna non ci sia” – riflette, confuso, l’anziano medico, lasciando poi la piccina nelle mani della tenera nonna.

Idunn si avvicina, a passo svelto verso la culla, elettrizzata nel rincontrare il sangue del suo sangue.

Ed è allora che la vede: una  paffutissima bambina di quattro mesi dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo. Indossa un vestitino rosa da bambola e una fascia sul capo dove domina un grosso fiocco.

“Sei una Froze a tutti gli effetti” –si commuove, prendendola in braccio – “Bella come tua madre”

Guancia a guancia, la giovane nonna culla la sua nipotina canticchiandole una vecchia ninnananna.

Però l’arrivo di qualcuno di inatteso, interrompe la magia del momento.

“Anna!” – esclama la signora notando la secondogenita sull’uscio della porta, con indosso un abito lungo, blu notte con gli strass sul corpetto; i capelli raccolti in una treccia laterale, che ricorda quella che è solita portare Elsa, gli orecchini e un bracciale di puri Swarovski.

“Accidenti, Annie! Non sembri più tu” – aggiunge poi, incredula.

“Cosa ci fai qui?” – le chiede la festeggiata, avvicinandosi.

“Tesoro mio, volevo augurarti buon compleanno” – si commuove la madre, accarezzandole il viso che è estremamente teso.

“Mi sei mancata, mamma” – confessa la ventiduenne, cedendo all’emozione.

Il trucco sbavato non le interessa, è stanca di essere sempre così dannatamente perfetta ad ogni occasione, in una famiglia che le vuole bene ma a cui sente di non appartenere.

Le due si stringono in un forte abbraccio, con Mia tra di loro.

“Torna a casa con me, ti prego” – la supplica Idunn.

“Non voglio spezzare il cuore di Hans. Ho già fatto soffrire Kristoff, non posso recare male anche al mio attuale compagno”

“Ma così facendo spezzerai il tuo di cuore”

“Cosa dite? Io sto bene”-  mente la giovane, asciugandosi il volto bagnato.

“Non sembra affatto. Ti vedo spenta, Annie”

“Non posso andarmene più da qui, mamma. Capisci? Ormai sto con Hans” – conclude sistemando Mia nella culla.
“Alcune storie sono fatte anche per terminare. Se non lo ami non sei obbligata a..” – insiste Idunn.
“Non capite che non posso perché…”

“Perché cosa? Cosa ti vieta di essere felice?”

“Ho un ritardo” – si sfoga, singhiozzando, con gli occhi colmi di lacrime.

“Che cosa?”- la ex signora Froze avverte un colpo al cuore – “Un..un..un ritardo…?”

“Del ciclo!”

“Mio Dio!”- esclama l’adulta, con le mani nei capelli – “Hai fatto il test?”

“Non ancora. Morirei se sapessi di essere di nuovo incinta”

“Non avete preso precauzioni?”

“Lui non vuole”
“Cosa? Anna, cavolo, devi far valere le tue ragioni. Dannazione, si tratta del tuo corpo. Sei già passata in una situazione analoga, dovevi essere previdente” – la rimprovera la madre, delusa da scelte sbagliate di sua figlia.

“Lo so, infatti ho preso la pillola più volte sperando di salvarmi. L’ultima volta non l’ho fatto e sono dieci giorni che non ho le mestruazioni” – racconta, pallida come un cencio, terrorizzata dall’idea di avere un nuovo bebè.

“Calma, adesso io vado in farmacia, prendo un test e..”
“Oggi è domenica. Dove pensi di trovare un dannato test di gravidanza”

“John nel suo ufficio ha sempre qualcuno di scorta” – riflette Idunn ad alta voce.

“E perché?”

“Non chiedermelo, non so la risposta. Piuttosto, stai tranquilla, Ora vado a prenderlo e te lo porto. Metteremo la parola fine a questa faccenda”
“Se dovesse essere positivo?” – l’ipotesi di Anna fa tremare la donna che, a malincuore, aggiunge -  “In quel caso sta a te decidere se restare con Hans o dirgli addio per sempre”

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“Dove vai Idunn?” – domanda John, notando la sua compagna uscire dalla villa.
“Torno subito, potresti darmi le chiavi del tuo studio?”

“A cosa ti servono?”

“Poi ti racconto”

Salita in auto, Idunn sfreccia a tutta velocità verso l’ospedale.

Per una persona che va, un’altra arriva.

“Hans! Che gioia rivederti” – lo saluta Peterson.

“Come mai qui?” – lo abbraccia Westergard.

“Sono venuto a fare gli auguri alla festeggiata, ma ancora non ci degna della sua presenza” – scherza John.

“Si starà preparando per stasera”
“Perché? Dove andrete di bello?”

“La porterò in un posto romantico e le chiederò di sposarmi”

Adesso sì che la situazione si complica ancora di più.

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“Amore mio, sei un incanto” – afferma Hans, estasiato nel vedere la fidanzata già pronta per la serata.

Anna nasconde l’espressione avvilita e le ansie che la divorano.

Lo ringrazia e torna a sistemarsi il trucco, mantenendo la calma, seppure l’ansia la logora.

“Comunque c’è il dottor Peterson in soggiorno, vorrebbe augurarti buon compleanno” – le comunica il giovane, mentre si dirige verso il bagno pronto a dedicarsi minuti di relax.

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Idunn è sulla strada del ritorno, dopo aver sottratto un test allo studio medico del compagno.

Custodito in borsa, la donna si affretta a raggiungere la villa ed è in tale frangente che una voce la chiama.

Lei si volta in quella direzione e, sorpresa, esclama – “Kristoff!”

“Salve Idunn! Come stai?”

“Arrivi proprio nel momento giusto”

“Perché?”

“Ho bisogno di te. Anzi, Anna ha bisogno di te”

Sentire il nome della sua ex fa sussultare Bjorgman che, cupo in volto, risponde – “Adesso sto aspettando la mia ragazza in realtà”

“La tua cosa?” – ripete, stupita, l’adulta.

Forse sua figlia non ha davvero vie d’uscita. Se anche Kris ha una nuova vita, è meglio per lei restare accanto a Hans e alle sicurezze future che può offrirle.

Dispiaciuta dal totale disinteresse del biondo che considerava un figlio, l’ex signora Froze si allontana salutandolo con un freddo cenno della mano.

E giunta di nuovo alla villa, corre diretta verso la camera di Anna.

“Eccomi tesoro” – le porge il test.

“Corri a farlo, è arrivato il momento”

“Ho paura mamma”

“Non devi, stavolta affronteremo tutto insieme. Io ci sono e ci sarò sempre, ricordalo” – le dà un bacio dolce sulla fronte e si appresta ad aspettare l’esito, mentre mille paure si fanno strada nella sua testa, certa che la sua secondogenita meritava di meglio dalla vita e che ingiustamente il destino le ha giocato ancora un brutto tiro.

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Capitolo 22
*** 21 Capitolo ***


Kristoff e la sua bella Sarah sono in un bar, sorseggiando degli spritz in uno splendido pomeriggio estivo. La ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi, racconta al fidanzato le ultime stramberie del suo capo, direttore di banca, dove è stata assunta recentemente.

Bjorgman però ha la mente altrove; ricorda l’incontro con Idunn e le parole di lei “ Anna ha bisogno di te”

Cosa può mai essere accaduto alla sua ex da rendere utile la sua presenza? Anche se nutre rancore verso chi l’ha tradita, non smette di pensarla, cominciando a temere il peggio.

Lo sguardo teso della signora che lo ospitò per mesi in casa sua, non promette niente di buono.

A quel punto, mentre Sarah continua a parlare di sé, Kristoff taglia corto.

“Rientriamo?”

“Ma siamo appena arrivati” – risponde, confusa, la giovane.

“Non mi sento in gran forma” – aggiunge lui, alzandosi dalla sedia frettolosamente.

“Ok, ok. Cosa ti prende? Hai dolore da qualche parte? Non svenire, per favore, sai che sono facilmente impressionabile” – così dicendo, anche Sarah si appresta a lasciare il bar.

Pagato il conto, i due si allontanano.

Il tragitto è breve perché pochi metri dopo, si ritrovano esattamente nel punto in cui Kristoff incontrò Idunn. Si ferma lì, guardandosi attorno, come a cercare l’ex signora Froze.

“Sei strano,però” – nota la fidanzata, sospettosa.

“Avevo bisogno d’aria, adesso va già meglio. Aspettiamo insieme il tuo autobus, poi io rientro da solo” – afferma lui, sedendosi su un muretto a pochi passi dalla fermata del mezzo pubblico.

Sarah però non è convinta, perciò insiste – “A me puoi raccontare tutto, lo sai”

“Ti ho detto che sto bene” – replica Bjorgman, cambiando tono di voce.

“D’accordo, stai calmo. Non volevo farti arrabbiare”

“Perdonami tu, oggi non è giornata” – le chiede scusa per i modi bruschi, che non gli appartengono.

A quel punto porgli domande è inutile, alimenta soltanto la sua tensione, così la ragazza si ammutolisce.

Tra i due cade il gelo e il silenzio si interrompe con  l’arrivo del pullman.

“Io vado, allora” – attendendo un bacio dal compagno o un suo sorriso, cose che non riceve affatto, sale sul mezzo a capo basso delusa da una giornata che sperava potesse rallegrarla dalla monotonia e dal lavoro settimanale.

Kris è solo con se stesso, immerso nei mille pensieri che lo attanagliano da un po'.

Il cuore continua a parargli e a dirgli “Quanto vorrei essere lì e festeggiare il suo compleanno come le promisi un anno fa”

Ma la testa controbatte – “Non ti merita, ti ha ferito. Ha preferito Hans, è ora di ricominciare senza di lei”

Il dilemma interiore è accentuato da flash di un passato recente che lo vede assieme alla sua Anna, a ridere e scherzare, a mangiare panini e bere champagne al chiarore della luna, a baciarsi e coccolarsi tra le morbide lenzuola del loro letto, a fare l’amore incuranti di ciò che da lì a nove mesi sarebbe accaduto… Ormai Kristoff è preda del suo dolore che gli rammenta quanto la sua ex sia stata crudele ma allo stesso tempo gli ribadisce che i sentimenti non sono spenti e che la ama follemente come il primo giorno.

Però oggi nella sua vita c’è Sarah, ragazza dal cuore grande, abbastanza egocentrica ma che tiene a lui più di chiunque altro.

Le pene d’amore si attenuano grazie ad una distrazione: un sms inviato da Elsa.

È una foto, l’ennesima di Mia.

Con gli occhi colmi di lacrime, guarda la meraviglia che è sua figlia, il tesoro più grande dal quale si è dovuto allontanare per evitare di soffrire più del dovuto.

Non riesce ad immaginare un futuro senza la bambina. Quanti momenti di crescita della sua bambina sta già perdendo, tutto a causa di un orgoglio ferito.

Vuole rimediare…niente e nessuno lo allontanerà da chi più ama al mondo: il sangue del suo sangue.

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Idunn cammina avanti e indietro nella camera, in attesa del responso del test.

Anna è con lei e trema al pensiero di dover ricominciare da capo una situazione vissuta esattamente un anno prima.

“Ci siamo” – comunica la ventiduenne, afferrando la scatola con il risultato.

Il cuore batte all’impazzata, come a volerle esplodere dal petto.

“Guarda tu, non ci riesco” – la prega, nascondendo il viso tra le mani.

Dopo un bel respiro profondo, l’adulta legge il futuro della sua secondogenita.

“Allora?” – chiede la Froze notando il silenzio della madre.

“Deve esserci qualche errore” – aggiunge Idunn, impallidendo.

“Cosa vuoi dire?” – le strappa il test dalle mani, agitata e si accorge di quelle due dannate linee che circa dodici mesi prima comparvero su quel test che le comunicò di aspettare Mia.

“Anna, tesoro, sarà sbagliato” – aggiunge, scioccata, la donna.

“Non ci credo. Non di nuovo. Non di lui” – Anna in preda al panico, scaraventa sul pavimento, una vecchia lampada a lei, in preda ad un attacco di panico.

Idunn, affranta, cerca di placarla – “Figliola, respira per favore. Siediti qui… ti do dell’acqua” – le porge un bicchiere e le sventola un giornale sul viso.

Nel mentre, cerca di rassicurarla - “Ascoltami, tesoro. I test non sempre sono esatti. Facciamo così, adesso ne parliamo con John. Lui è ginecologo, Ti farà una visita e appureremo se sei incinta o meno”

“No! Mamma inutile che cerchi di convincere te stessa che non è vero. Sono incinta di nuovo…di Hans” – ripete, singhiozzando – “Di Hans”

Preda della forte agitazione, Anna perde i sensi, soccorsa al volo dalla madre che, non avendo altra scelta, chiama aiuto.

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“Amore mio, ci hai fatto prendere un bello spavento, sai?” – è la voce di Westergard quella che la ragazza sente e riconosce appena ripresa conoscenza.

Attorno a sé ci sono il dottor Weselton che le offre acqua e zucchero e anche John Peterson che sembra confabulare qualcosa con Idunn.

“Non sei in formissima, cara Anna! Ti consiglio di coricarti e dormire. La serata organizzata al ristornate potrete sempre recuperarla quando ti sentirai meglio” – dice il dottor Dominik.

“Certo, assolutamente” – risponde Hans, preoccupato per lo stato della fidanzata.

La proposta di matrimonio avrebbe atteso…la salute prima di tutto.

“Adesso sarà meglio lasciarla dormire” – l’invito di Westergard è chiaramente riferito ad Idunn che non lascia la figlia un solo istante.

“Dai, tesoro. Andiamo via. Torneremo un altro giorno” – le dice Peterson, notando che Hans non gradisce che i due siano lì.

A malincuore, la mamma saluta sua figlia e le sussurra – “Sistemeremo ogni cosa. Io non ti lascio sola”

Sono fuori dalla villa poco dopo, mentre Anna disperata, preda di un pianto incontrollabile, si chiude in se stessa e in un dolore che non avrebbe mai pensato di poter provare dopo la notizia di una gravidanza.

Si sa che i bambini sono gioie, eppure quello in particolare non lo sente suo, non è stato concepito per amore.

E l’immagine di Kristoff si fissa nella sua testa e le ricorda quanto sia stata stupida tre mesi prima a cedere al corteggiamento di Hans.

Adesso, però, è troppo tardi.

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John e Idunn sono prossimi ad arrivare a casa, intenti a discutere sull’accaduto.

La donna spiega al compagno del test e del risultato inatteso.

“Dille di venire da me domattina. Controlleremo ogni cosa”

“Che probabilità abbiamo che il test si sia sbagliato?”

“Non so dirtelo con precisione. Molte variabili vanno considerate. Innanzitutto, il test era scaduto?”

“Non saprei. L’ho preso dal tuo studio medico”

“Controllerò domattina. Non vorrei fosse tra quelli che stavo per gettare via”

“Incrocio le dita allora. Speriamo sia un falso allarme” – prega la donna, rivolgendo uno sguardo al cielo seguito da un segno della croce.

In quel preciso istante, la ex signora Froze riconosce Kristoff sul marciapiede.

Avrebbe tanto da dirgli, eppure la possibile seconda gravidanza di Anna la frena.

“Quello non è..?” – nota John.

“Si, si è lui. Va dritto e non fermarti” – gli ordina.

“Potrebbe aiutarci!”
“E come? Sparirebbe dalla circolazione se sapesse che Anna aspetta un bambino dal suo nemico”

“Nulla è ancora detto, mia cara” – la consola l’uomo, mostrandosi fin troppo ottimista.

“Lo spero, Anna ne uscirebbe distrutta e non posso permettere che soffra di nuovo”

Le scrive un sms comunicandole di stare serena e che l’indomani John Peterson avrebbe dato conferme o smentite su quello detto dal test.

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Westergard entra nella camera di sua moglie, sdraiandosi sul letto accanto alla ragazza.

Lei, sveglia da ore, avverte il contatto del corpo di lui con il suo.

“Come ti senti?”- le sussurra, spostandole dolcemente i capelli liberando il collo sul quale si avventa come piovra.

“No, dai. Non sto bene, lasciami riposare” – Anna lo allontana, già consapevole dei desideri di Hans.

“Volevo soltanto coccolarti un po'” – aggiunge lui, portando una mano sotto le lenzuola, precisamente sulla coscia della fidanzata.

“Ti prego, stanotte non mi va”

“Che ti prende? Sei strana” – inizia a sospettare del malessere della Froze.

“Sono solo stanca. Mia è faticosa” – mente la ventiduenne.

“E io che speravo ti piacesse fare la mamma”

“Ovvio che sì” – replica lei.

“Bene, perché ho intenzione di avere tanti figli” – le sussurra malizioso – “Comincerei quasi subito a farne uno”

La reazione di Anna è immediata. Si alza dal letto, trattenendo il pianto, e sotto lo sguardo confuso del ragazzo lascia la stanza.

“Ma che le succede?” – si chiede Westergard, preoccupato.

Anna raggiunge il giardino attorno alla villa.

Con uno scialle sulle spalle, siede su una panchina ed osserva le stelle. In momenti come quello preferisce starsene per conto suo, dimenticandosi di chi la circonda e delle circostanze che vive.

“Se solo potessi tornare indietro nel tempo…”

Una lacrima le riga la guancia.

“Se solo Kristoff fosse qui..” – aggiunge asciugandosi il viso.

In quel momento il cellulare che ha con sé tra le mani vibra.

Un messaggio di Idunn, anche lei ancora sveglia perché in pena per la seconda delle sue ragazze.

“Tesoro mio, non essere triste. Mamma è qui con te. Troveremo una soluzione a tutto. Tu però non raccontare assolutamente nulla a Hans. Se sapesse, non avremo più vita facile”

Con il cuore a pezzi, devastato e lacerato, Anna rientra in casa.

Raggiunge la stanza dove il russare di Westergard testimonia il suo sonno.

Si stende di fianco a lui, ben distante e chiude gli occhi.

La prima immagine che le compare è quella del suo unico vero amore.

Con Kristoff stampato nella mente, si addormenta sperando che quello sia solo un incubo e che finisca il prima possibile.

 

 

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Capitolo 23
*** 22 Capitolo ***


Anna trascorre la notte insonne sia turbata da qualcosa che sta per stravolgerle la vita che disturbata dal russare costante di Hans che le dorme accanto.

Occupa quelle ore seduta vicino alla culla, osservando la sua bambina, ricordando ogni attimo con lei, da quando scoprì della sua esistenza, alla paura della malattia che la colpì, fino al giorno che si allontanò da casa, varcando l’uscio di villa Westergard.

Il sole è alto in cielo e Mia ha appena ricevuto la poppata mattutina, quando la ventiduenne, dopo una rapida doccia, si appresta ad andare all’ospedale.

È Milly ad accorgersi della ragazza con la carrozzina, pronta per uscire.

“Dove va, signorina? Non fa colazione?” – le chiede.

“Ho una visita importante. Ci vediamo dopo” – liquida subito la cameriera e fila via.

A breve avrà certezze su quello che sarà il suo futuro.

Con il cuore in gola percorre i kilometri che la separano dall’hospital di Arendelle.

“Tesoro, eccoti. Come ti senti?” – le domanda Idunn, raggiunta la figlia in sala d’attesa.

“Sto tremando. Non sto bene, potrei svenire..” – confessa, sventolandosi un giornale sul viso.

“Calmati…ci sono io” – la donna unisce le sue mani a quelle della figlia e le ricorda quanto sia forte  - “Sei una guerriera, supererai anche questa e gestirai al meglio ciò che accadrà”

“Sento di non farcela stavolta” – spiega Anna, rassegnata ad un destino ingiusto.

“Non dirlo neppure per scherzo. Se dovesse arrivare un nuovo bambino, lo cresceremo insieme”

“Hans non impedirà mai che questo accada” – precisa la ragazza.

“E chi dice che dovrà sapere della gravidanza” – conclude Idunn, sotto lo sguardo spiazzato della giovane Froze.

“Aspetta…che?” – esclama lei, proprio quando John Peterson sopraggiunge tra loro, invitandole ad entrare nello studio medico.

L’adulta ha già deciso come agire se le circostanze non saranno come spera la secondogenita.

Una volta sistematesi nella stanza, il ginecologo interroga Anna sui rapporti sessuali con Hans, sull’ultimo ciclo, sui dolori e le nausee costanti.

“Sono incinta, vero? Sii diretto, ti supplico” – lo prega la ventiduenne, con gli occhi stracolmi di lacrime.

“Ascolta, da ogni segnale si supporrebbe che il test abbia indovinato. Preferisco farti analisi, ecografia e visita” – le dice, invitandola a sdraiarsi sul lettino.

Sono momenti , quelli, che Anna associa a quelli vissuti mesi prima.

“Ricordo la prima ecografia di Mia come se fosse ieri” – si commuove, mentre Peterson mantiene un distacco professionale, non lasciandosi coinvolgere dalle emozioni che prova.

Al termine della visita, l’uomo è pronto a darle parte del responso.

Il pianto della piccina, ingestibile da sua madre, preda di un panico pre risultato, costringe Idunn a lasciare la secondogenita assieme al dottore.

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La Froze è nei corridoi. Piange disperata, non controllando i singhiozzi che prendono il sopravvento anche sul suo respiro.

“Tesoro, allora? Che ti ha detto John?” – le corre incontro Idunn, vedendola poco dopo da sola in preda ad una crisi.

La reazione fa temere il peggio.

“Rispondimi” – le ripete ancora.

Impossibilitata a parlare a causa delle lacrime che continuano a scendere violente sulle sue guance, Anna affida la sua cartella medica alla madre.

L’adulta, tremante, le sfoglia non capendo nulla di quanto scritto.

“Tutti questi termini strani, non li capisco” – replica lei, innervosendosi.

“Il test era scaduto” – una terza persona dà le spiegazioni che la ex signora Froze attendeva.

“Quindi? John, mi stai dicendo che…?” – speranzosa, unisce le mani a modi preghiera.

“Puoi stare serena. Anna non è incinta. Nessun bambino in arrivo, lo dimostra l’ecografia, la visita. Mancherebbero i risultati delle analisi, però quelle ve le comunicherò domani”

Euforica, la donna si getta tra le braccia della figlia che piange di gioia.

“Hai visto? Si è risolto tutto”

La felicità del momento viene interrotta dall’arrivo di qualcuno di inatteso.

“Dominik, sei di turno anche oggi?” – esclama, sorpreso, Peterson accortosi del collega con in mano i risultati delle analisi del sangue della ragazza lì presente.

“Mi sto domandando io cosa ci fate voi qui” – si riferisce ovviamente alla fidanzata del nipote, esigendo delle spiegazioni.

“Controlli di routine” – si limita a dire lei.

“E come mai stai piangendo?” – insiste l’anziano, sospettoso.

“Stavamo parlando di cose madre figlia” – interviene Idunn in soccorso alla giovane.

La prende per mano e, spingendo la carrozzina, si allontana con lei ignorando lo sguardo di Weselton. Lui, infatti, perplesso su quanto visto, comunica a Hans l’incontro inatteso in ospedale.

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E’ ora di pranzo quando Anna, a malincuore, si separa dalla madre e torna alla villa.

“Amore, si può sapere che fine hai fatto? Sei andata via così…” – Westergard le va incontro con tono molto arrabbiato.

“Ehm… dovevo vedere mia madre” – limita la verità, evitando la parte fondamentale.

“In ospedale?” – replica lui, al corrente di tutto.

“Te l’ha detto tuo zio, immagino” – la Froze si scalda in fretta.

“Ovviamente. Se non fosse stato per lui, avresti mentito fino alla fine..”

Tra i due segue uno scontro verbale acceso, dove lui la attacca sulle sue stramberie, sorte non appena riallacciati i rapporti con Idunn, e lei replica in difesa della madre.

“Stare con la tua famiglia ti fa male”

“Non osare dire cose del genere” – guai a toccarle sua madre o sua sorella. Infatti Anna si infuria e conclude – “ Un’altra parola contro di loro e lascio per sempre questa casa”
“COSA? Annie, ma sei fuori?”

“No, sono finalmente me stessa dopo tre mesi di pazzia. Non so come ho fatto a rimanere qui tutto questo tempo”

“Non ci credo che tu pensi davvero questo”

“Voglio restare sola. Ciao” – così dicendo si chiude in camera e trascorre le ore seguenti a gestire la sua rabbia.

Hans ha superato il limite e con lui ha intenzione di farla finita, una volta per tutte.

Però Anna non ha la più pallida idea di quanto sta per accadere.

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“Credi davvero che sia questo il motivo?”

“Certo, nipote mio. Lei avrà pensato di essere incinta”

Le idee di Dominik Weselton sono giunte alla verità e non ha atteso un solo istante per condividerle con il diretto interessato.

“Come ha potuto non dirmelo! E’ una notizia di cui avremmo dovuto gioire assieme”
“Hans, mi dispiace dirtelo, secondo me non era affatto felice, piuttosto direi che tutto questo mistero significa che era terrorizzata dall’ipotesi di essere in dolce attesa”
Westergard ridacchia, sminuendo le parole dello zio. Poi però la serietà dell’uomo gli fa comprendere che la sua teoria non è affatto assurda.

“Forse hai ragione”

“Come pensi di comportarti con lei adesso?”

“Abbiamo litigato. Mi vuole lasciare, ma adesso ho in mente un’idea che può essermi utile nel tenerla qui con me” – rivela Hans, con sorriso beffardo.

Poi spiega il piano al parente che, pur di vedere sereno il figlio di sua sorella, morta anni addietro per una malattia, è disposto a tutto.

Anche a falsificare delle analisi del sangue che appuravano con certezza l’assenza di gravidanza di Anna.

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Capitolo 24
*** 23 Capitolo ***


Anna è nella sua stanza, alle prese con due valigie e un telefonino che suona in attesa di risposta.

“Elsa, ti prego, rispondimi” – ripete più volte la ventiduenne, camminando avanti e indietro nella stanza, con il cellulare all’orecchio.

“Cazzo” – esclama perdendo le staffe all’ascolto della segreteria.

Determinata a voler lasciare la villa, anche senza attendere l’aiuto di sua sorella nel trasporto bagagli, afferra la roba e la trascina fino all’ingresso.

Stranamente nessuno è presente quando la giovane chiama il taxi.

“Bene, tesoro. Tra meno di dieci minuti l’automobile sarà qui, e io e te torneremo dai nonni” – si rivolge alla bambina nel passeggino, che la osserva in silenzio succhiando il ciuccio. Accenna poi un sorriso mostrando delle visibili fossette sulle guance e questo è per Anna il primo segnale positivo. Forse, senza saperlo, anche Mia risentiva di un clima troppo pressante e adesso può respirare aria nuova.

I minuti passano rapidamente e il taxi raggiunge la casa dei Westergard.

“Eccolo, finalmente” – la Froze si appresta, rapida, a raggiungere il mezzo.

Tutto è sistemato ed è giunto il momento per le due di andare via, riabbracciando la vecchia vita.

“Dove vi porto?” – domanda l’autista alla ventiduenne.

Anna sta per comunicare l’indirizzo esatto, quando le vibra il cellulare.

“John?” – esclama stupita lei. Chiede tempo al tassista e risponde al patrigno.

“Hey John, ho provato a chiamarvi ore fa...” – sono le prime parole della giovane.

Il dottore la zittisce immediatamente  - “Vieni immediatamente in ospedale”
“In ospedale? Cosa è accaduto? Si è sentito male qualcuno? Elsa? Non mi rispondeva prima… non lei sarà mica successo qualcosa?” – il primo pensiero ricade sulla sorella.

“No, stiamo tutti bene. E’ necessario che tu venga qui il prima possibile,però”
Con il cuore in gola, terrorizzata dal tono di voce estremamente serio dell’uomo, la Froze raggiunge in taxi l’hospital.

Ha con sé i bagagli quando arriva davanti lo studio medico di Peterson.

“Annie, eccoti. Entra subito” – la tira a sé, non dando peso alle valigie della ragazza, troppo agitato da quello che deve dirle.

Il clima teso e le carte che John stringe tra le mani innervosiscono la ventiduenne.

“Vieni al dunque” – esclama, battendo con forza un pugno sulla scrivania, dopo minuti di eterno silenzio.

Il compagno di Idunn non si pronuncia; le mostra direttamente il fatto.

Anna ha tra le mani le analisi svolte quella stessa mattina.

“Non capisco cosa significa!” – è confusa lei.

“A quanto pare mi sbagliavo” – commenta, affranto dal primo errore medico commesso nella sua brillante carriera lavorativa.

“Cosa?” – il panico prende la ragazza che salta dalla sedia, fissando con occhi sbarrati il patrigno.

“Mi risulta strano aver sbagliato, lo confesso. Ecografia e controllo non dimostravano questo…però le analisi parlano chiaro”

“Potrebbe esserci un errore”  - ipotizza la giovane, con le mani tra i capelli.

“Le analisi del sangue non sbagliano. Sono attendibili..”

“Non riesco a comprendere come la mancanza di un battito cardiaco proveniente dal mio ventre possa essere meno attendibile di un prelievo”

“Adesso sei sconvolta, è normale”
“Sconvolta? No, sono finita” – conlcude, prima di sprofondare nell’abisso più oscuro, che la costringe a tornare sui suoi passi.

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“Cosa fai con quei bagagli?” – domanda Hans, vedendo la fidanzata tornare a casa.

Lei alza il capo, mostrando lo sconforto e la rassegnazione che le dipingono il viso.

“Va tutto bene? Sembri sconvolta” – a quel punto Westergard, le va incontro preoccupato.

“Sono stanca, non chiedermi niente. Non sono in vena” – liquida subito il compagno, chiudendosi in se stessa e tra le quattro mura della sua stanza.

Così il ragazzo è di nuovo da solo, mentre la osserva allontanarsi spingendo, con fatica, il passeggino.

“Avevi ragione, zio” – commenta quando sente il dottor Weselton alle sue spalle.

“Mi dispiace, nipote”

“No, non devi. Anzi, ti sarò sempre grato per quanto hai fatto” – lo abbraccia, felice.

“Adesso non mettermi nei casini. Vedi di realizzare davvero quanto mi hai fatto falsificare nelle analisi” – puntualizza lui, dando una carezza affettuosa a Hans.

“Tranquillo, mi metterò in opera subito. Anna mi darà un figlio. Faremo pace e vedrai, mi impegnerò ogni notte fino a quando non rimarrà davvero incinta” – ridacchia.

Poi si siede, rilassato, sul divano e consulta un giornale sportivo, godendo del momento di vittoria.

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E’ tarda serata.

Anna ha ricevuto le chiamate di Idunn e di Elsa, però non ha risposto a nessuna di queste.

Si fissa allo specchio, sentendosi totalmente priva di qualsiasi forma di emozione.

Solo un rimpianto sembra dominare la sua coscienza.

“Se fossi stato di Kristoff, avrei fatto i salti di gioia” – si rivolge al presunto feto che crede di avere in grembo.

In quell’istante, la Froze scorge sulla rubrica dei contatti il nome del suo ex ed ecco cadere una lacrima sulla sua guancia.

Senza riflettere, spinta solo dal desiderio di sentire la sua voce, compone il numero.

“Pronto?” – risponde una donna dall’altro lato della cornetta.

Istintivamente Anna chiude, spiazzata da una voce femminile.

“Non ci credo” – ripete a se stessa – “Non può essersi fidanzato”

Le ore seguenti si cruccia all’idea di aver perduto per sempre il grande amore e la sofferenza per un destino accanto a Hans la schiavizza. Non ha molte scelte adesso che pensa anche che Kris ha un’altra persona al suo fianco.

Mentre piange, sentendosi messa da parte dall’uomo della sua vita, bussa qualcuno alla sua porta.

È mezzanotte ed è proprio Westergard la persona in questione.

“Amore, posso entrare?” – le chiede. La voce pacata e pronta al confronto sono l’arma utilizzata dal ragazzo per calmare Anna.

Senza ricevere risposta, Westergard varca l’uscio e si avvicina al letto, sul quale è sdraiata la ventiduenne.

“Volevo chiederti perdono”

“Scuse accettate. Buonanotte” – fredda come il ghiaccio, si volta su un fianco, ignorandolo volutamente.

“Annie, perché sei arrabbiata? Dovrei essere io a sentirmi escluso dalla tua vita. Insomma, vai via da casa, non dici nulla, prendi delle valigie, poi torni…ti chiudi in camera tutta una serata, mi tratti con distacco… cosa ti ho fatto di grave?” – il ruolo di vittima gli calza a pennello.

“Vuoi davvero saperlo?” – a quel punto la Froze lo attacca, alzandosi dal letto e cambiando tono di voce.

Si trova faccia a faccia con il fidanzato e la rabbia le ribolle dentro.

E’ tentata di gridargli contro che se avesse usato precauzioni nulla sarebbe accaduto, che è il solo responsabile… poi, dopo che Hans le sfiora il viso, asciugandole il pianto, si zittisce.

Sarebbe troppo crudele agire così, pensa tra sé e sé.

“Parlami, chiariamo” – le prende le mani e le intreccia alle sue.

Adesso potrebbe rivelargli il fatto. Dirgli “Guarda che sono incinta, che si fa? Perché io non sono pronta ad un secondo figlio”

E invece nulla viene detto. Anzi, lo sguardo di Anna nota, di sfuggita, lo schermo illuminato del cellulare, che è adagiato sul comodino accanto al letto.

Resta spiazzata quando legge chiaramente “Kristoff”.

Le emozioni che credeva spente tornano a riscaldarle il cuore e la speranza si riaccende.

Vuole sentire la sua voce dopo tre mesi di separazione. Per farlo, è necessario chiudere la conversazione con Westergard.

“Vorrei restare da sola stanotte, se non ti dispiace. Domani ti spiegherò tutto” – mette da parte l’orgoglio e con un rapido bacio sulla guancia a Hans, lo invita a lasciare la camera.

Frettolosamente chiude la porta all’uscita del compagno, che invece, soddisfatto, crede di averla riconquistata.

Si sbaglia, Anna è già pronta a rispondere alla telefonata di Bjorgman.

“Hey” – dice lui, con un filo di voce, dato l’imbarazzo nel riascoltare la voce della ragazza che ancora ama e che gli ha recato tanto male.

“Ciao” – aggiunge lei, emozionata.

“Cosa ti serve?” – chiede il biondo, riferendosi alla prima chiamata ricevuta ore prima.

“Scusami, ho sbagliato” – mente la ragazza.

“Ok…ehm… tutto bene? Mia come sta? Elsa mi manda spesso sue foto” – Bjorgman avrebbe potuto chiudere immediatamente, ma è lui in primis a porle domande di interessamento.

“Davvero?” – stranamente Anna non è arrabbiata per le azioni della sorella.

“Non ce l’hai con lei?” – domanda, infatti, il giovane.

“Assolutamente no. Mi dispiace che tu non abbia più visto la bambina. Se vuoi domani potremmo trovarci al parco” – gli propone, desiderosa come mai prima, di rivederlo.

“Dici sul serio?” – piacevolmente sorpreso, Bjorgman si mostra entusiasta all’idea.

“Certo, nostra figlia ha già perso troppo tempo senza di te”
I due, dopo un momento di disagio iniziale, si danno appuntamento per la mattina successiva.

Ma  Anna non aveva promesso a Hans un chiarimento proprio l’indomani mattina?

Come gestirà le due situazioni?

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Capitolo 25
*** 24 Capitolo ***


Ascoltare la voce di Anna, anche solo attraverso un apparecchio telefonico, fa riaffiorare nella mente di Kristoff vecchi ricordi e la consapevolezza che, nonostante il male recatogli, la ama ancora.

Sarah è la sua fidanzata, però tra di loro non c’è mai stato altro se non baci e sguardi dolci. Purtroppo non può sostituire un sentimento così forte come quello che nutre per la madre di sua figlia.

“Dove stai andando così presto?” – domanda Erika Bjorgman al ragazzo, guardandolo uscire di casa intorno alle nove del mattino.

“Ho un appuntamento importante” – risponde, mettendo in borsa un pacco con un enorme fiocco rosa.

“Quello è per Sarah? Vuoi chiarire con lei portandole un regalo?” – la donna è molto curiosa e indaga, sapendo benissimo che l’interrogatorio non è gradito al figlio.

Kris la guarda inarcando un sopracciglio, come a volergli dire – “Mamma, potresti non interessarti dei miei affari privati, una volta tanto?!”

E così, Erika alza le mani intuendo il messaggio di fondo e torna alle sue faccende.

Preso un pezzo di carta e una penna, il giovane papà scrive “ Per la mia piccola Mia” e lo incolla con del nastro adesivo al retro del pacco.

Emozionato da ciò che sta per accadere, si accinge a lasciare l’appartamento.

Ha il cuore a mille e quella sensazione non lo spaventa affatto. Sta per riabbracciare un pezzo di vita ingiustamente messo da parte e non può esserne più felice.

Anna, nel frattempo, è pronta per raggiungere l’ex fidanzato.

Senza accorgersene si è agghindata esattamente come il giorno che i due si sono scambiati il primo bacio.

I lunghi capelli mossi sciolti che le cadono sulle spalle, il trucco leggero, il vestito a fiori che Kristoff le rimproverava essere troppo corto, due gocce di profumo sul collo e sui polsi ed è pronta.

Si guarda allo specchio e finalmente sorride a se stessa, ritrovandosi e riconoscendosi in quella fanciulla che adorava farsi bella per il suo lui e trascorrere ore ed ore davanti l’armadio per trovare l’outfit perfetto.

È come se la nuova gravidanza che l’affligge da ore sia un pensiero ormai dimenticato.

Il cellulare suona proprio quando Anna adagia Mia nel passeggino.

“Hey, sei già lì? Stiamo arrivando” – risponde, chiudendo la conversazione poco dopo.

In quel preciso istante qualcuno si presenta alla sua porta.

“Amore, sono Hans. La colazione è pronta” – stavolta Westergard non chiede di entrare, lo fa senza autorizzazione.

“Dove vai così abbigliata?” – domanda, confuso e alquanto sospettoso.

“Ehm…da mia madre. Mi ha invitata per la colazione” – mente, evitando lo sguardo del ragazzo che guardandola tanto agghindata comprende che la verità è un’altra.

“Mi vuoi far credere che hai messo un abito scosciato, il trucco e il profumo, solo per andare a villa Peterson?” – chiede, incrociando le braccia al petto. La fissa deluso e alquanto irritato.

“Si, e allora? Non mi è permesso?” – la Froze si pone subito sulla difensiva.

Innervosita dalla sola presenza del fidanzato, si avvicina all’uscita ignorandolo.

A Hans questo non sta bene.

Non le dà modo di lasciare la stanza. Le afferra un braccio e la blocca.

“Lasciami, mi stai facendo male” – gli ordina.

“Hai per caso un altro?”

“Che? Sei impazzito?”

“Perché mi dici bugie?” – la delusione è evidente nel giovane rampollo dei Westergard che a quel punto, si inginocchia di fronte a lei e inizia a piangere.

“Cosa fai?” – esclama, sconvolta.

“Ti supplico… non spezzarmi il cuore. Non farmi del male…non vorrai lasciarmi come hai fatto con il tuo ex, vero?” – Hans gioca sporco e decide di puntare sui sensi di colpa di una ragazza madre che ha vissuto per mesi con l’idea di essere stata responsabile del dolore recato a Kristoff.

“Hans io…” – Anna è bloccata davanti a tali parole e l’immagine di Bjorgman che lascia villa Peterson con le valigie, dopo averla sentita dire “Penso di amare Hans”, le piomba in mente come un fulmine.

Come può incontrare il papà di sua figlia senza sentirsi una vigliacca avendolo ferito profondamente?
“Io ti amo, Annie. Ti perdono ogni cosa, ma tu non andartene via, non lasciarmi” – insiste, rimettendosi in piedi, tirando a sé il corpo della ragazza che, paralizzata tra le sue braccia, sente la coscienza divorarla, per l’ennesima volta.

“Ho voglia di fare l’amore con te, adesso. Concedimi questo, ti prego” – le sussurra all’orecchio.

La ventiduenne sobbalza sentendo tale proposta e si stacca dalla presa di lui.

Indietreggia e scuotendo il capo manifesta il suo diniego.

“Non mi vuoi più? Pensavo mi amassi”

“Smettila” – la giovane, dandogli le spalle, si copre le orecchie per non sentirlo, intenzionata a scacciare delle voci interiori che le ripetono “E’ colpa tua” “Hai fatto solo del male a tutti” “Metti la testa a posto”

Scoppia a piangere, accasciandosi sul pavimento freddo.

“Amore mio, ci sono io qui” – Westergard le siede accanto e ascolta le sue lacrime e i suoi singhiozzi, pronto a mostrarsi come uomo perfetto, mentre è proprio lui ad aver agito in maniera tale da distruggere la serenità della Froze.

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“Dove sei finita? E’ successo qualcosa? E’ un’ora che aspetto” – Kristoff invia l’ennesimo vocale alla ex.

Non sa spiegarsi la ragione di quel notevole ritardo.

Ma i minuti continuano a passare e di Anna nessuna traccia.

Deluso e al contempo preoccupato, Bjorgman si allontana tornando sui suoi passi, diretto verso casa.

“Già di ritorno?” – domanda Erika.

Il figlio non risponde. Si chiude nella stanza, sbattendo con forza la porta.

“Tesoro va tutto bene?” – chiede la donna.

“Non voglio essere disturbato” – risponde lui.

Indossa le cuffie e, disteso sul letto, lascia che la musica lo liberi da paranoie e tensioni che non gli danno pace.

Perché Anna ha voluto un appuntamento al quale non si è presentata?

Cosa può mai essere accaduto? Lo ha preso in giro di nuovo?

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“E’ stato bellissimo, sai?” – esclama, soddisfatto, Hans dopo aver dato prova di una, a suo avviso,eccellente performance.

Anna, distesa su un fianco, coperta da un sottile lenzuolo bianco, non si esprime.

Si è concessa di nuovo a lui, non sa come né perché ma ha spento ogni emozione e si è lasciata muovere e controllare da Westergard e dall’irrefrenabile desiderio sessuale di lui.

“Dovremmo  replicare, non credi?” – aggiunge poi il giovane, voglioso di riuscire nell’intento: avere un figlio.

“Non mi va” – commenta lei. Afferra la vestaglia e la indossa. Lascia la camera e si dirige nel bagno.

Chiusa a chiave la serratura e controlla il cellulare: dieci chiamate di Kristoff e alcuni messaggi.

“Mi dispiace, non dovevamo risentirci. Colpa mia, come al solito. Ti mando una foto di Mia. Ciao” – gli scrive, con il cuore a pezzi e la certezza di non vederlo mai più.

 

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Capitolo 26
*** 25 Capitolo ***


Il messaggio di Anna è un duro colpo per Kristoff che, in silenzio, fisso con lo sguardo sullo schermo del cellulare, si interroga sulle ragioni di quel cambio di idea improvviso.

L’immagine di Mia è la foto della felicità: la piccina distesa sul letto, con un abitino rosa confetto, perfetta copia della sua mamma, con quello stesso sorriso che lo fece innamorare.

“Non ti capisco più” – dice Kris, ad alta voce, con chiaro riferimento alla Froze.

E in quel preciso istante gli sembra di rivedere la ex a pochi passi da lui.

Bella come sempre, con indosso il famoso vestito a fiori, con i capelli raccolti in due lunghe trecce e le solite ballerine ai piedi, è immobile accanto alla finestra aperta.

Kristoff scuote la testa, incredulo per quanto appena visto.

“Sto impazzendo” – esclama, consapevole di avere le allucinazioni,nascondendo la testa sotto il cuscino.

La signora Erika bussa alla porta, in pensiero per il figlio, in quell’istante preciso.

“Mamma, cosa vuoi?” – brontola lui.

“Tesoro, va tutto bene?” – gli domanda, apprensiva come suo solito.

“Si,si” – risponde il ragazzo, alzando gli occhi al cielo, irritato.

“Non ci credo. Dai lasciami entrare, così parliamo un po'”

“Ho detto che non ho bisogno di nulla” – Bjorgman cambia tono, manifestando il suo nervosismo tramite la voce.

La donna non è affatto tranquilla e così decide di fare una telefonata importante.

“Vieni subito qui, ti prego”

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La notizia che John comunica ad Elsa e Idunn sconvolge le due donne.

Provarono per ore a contattare Anna, senza alcuna risposta.

“Sarà disperata, povera figlia mia” – l’adulta, in preda al panico, cammina avanti e indietro senza darsi pace.

“Cara, siediti per favore. Mi stai agitando” – Peterson la invita a prendere posto accanto ad Elsa.

“Non posso stare calma. Capite? Anna è incinta di nuovo… ha rischiato di morire per una gravidanza arrivata troppo presto…adesso non solo dovrà portarne avanti una seconda, con tutti i rischi che comporta, ma avrà anche il terrore che quanto accaduto a Mia potrà riaccadere..”

“Io penso che il dolore più grande di Annie sia dovuto al futuro che le si prospetta davanti”

“Intendi dire Hans?” – interviene John.

La primogenita di Idunn annuisce – “Lei non lo ama”

“Questo è sicuro. Ma io non le permetterò di vivere sotto lo stesso tetto di quel riccone da strapazzo”

“Tesoro non avrai intenzione di..?”

“Certo che sì. In fondo Hans non sa nulla del bambino. Anna gli dovrà semplicemente dire che non vuole più stare con lui. Al resto penserò io”

“Mamma mi spaventa sentirti parlare così” – commenta Elsa, accortasi dell’estrema serietà della madre.

“Ho bisogno del tuo aiuto, figliola” – aggiunge la donna.

“Farei ogni cosa per mia sorella”

“Chiama Kristoff”

“Eh? Non so se sia il caso..”
“Hai detto che avresti fatto tutto per Anna, allora…fallo”

“Ma io..”
“Niente ma, Elsa! Solo lui può riportarla a casa, da chi davvero ama”

“La loro storia è terminata tre mesi fa. Tu stessa hai detto che lui adesso ha una nuova ragazza. Cosa ti fa pensare che ci darà una mano?”  - la giovane Froze espone i suoi dubbi.

“Elsa ha ragione, Idunn”

“Fidatevi. Qui non si tratta di Anna, ma di Mia. Se Kristoff è il ragazzo che ho imparato a conoscere e che ho imparato a stimare, non si farà scrupoli a strappare sua figlia da villa Westergard”

“Cara, ti ricordo che conosco bene il padrone della villa di cui parli. Posso stare sereno che non manderai all’aria un’amicizia ventennale?”

Lo sguardo della compagna vale più di mille parole. Lo fissa fulminandolo con gli occhi.

Vorrebbe dirgli “In una situazione simile, pensi ai rapporti con quell’imbecille?”, invece tace ed evita discussioni inutili.

Torna alla primogenita e le spiega il suo piano.

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Nel frattempo..

“La tua fidanzata è sempre più strana, fratellino. Non parla, non ride, non mangia più. Sicuro che sta bene?” – per la prima volta dopo mesi, Sophie Westergard si interessa della salute della futura cognata.

“Ha avuto un momento di tristezza. Le passerà”

“Tristezza? Ma se sembra depressa” – commenta, sgranocchiando biscotti dietetici.

“Non dire stronzate. Pensa a te piuttosto. Ti sei ridotta a mangiare questa roba schifosa, per non ingrassare” – replica, rubandole il cibo dalle mani per assaggiarlo.

“Idiota” – gli getta contro un cuscino, ridacchiando.

Anche Hans ride di gusto, divertito dal momento.

“Dove vai ora?”-  chiede la maggiore al fratello.

“Devo prendere un regalo alla mia ragazza. Torno presto”

Alla loro gioia si contrappone la totale estraneità in cui vive Anna.

La ragazza seduta in soggiorno, in totale solitudine, intenta ad allattare sua figlia, fissa lo schermo della televisione.

L’ennesima telefonata di Elsa viene ignorata proprio allora.

“Perdonami sorellina” – dice lei, amareggiata.

Osserva poi Mia, intenta a ciucciare, e le accarezza con dolcezza i morbidi capelli biondi.

Un gesto della bambina le scioglie il cuore. Guardando Anna, Mia incurva dolcemente le labbra, solleva le guance, dando l’illusione di sorridere proprio a sua madre.

“Amore mio” – esclama la ragazza, ricambiandola con un tenero bacio sulla fronte.

“Se non ci fossi tu, la mia vita sarebbe finita”

Il cellulare torna a vibrare per l’ennesima volta, come a ricordarle “Anna, non sei sola. Non hai soltanto Mia. Hai tua madre, tua sorella, tuo padre, perfino John Peterson”

A quel punto afferra l’apparecchio e accetta la chiamata.

“Annie! Finalmente, che fine avevi fatto? Come mai non rispondevi” – sono le prime parole di Elsa.

“Scusami, sono stata…ehm…impegnata” – finge.

La maggiore comprende la bugia ma sorvola, perché non ha intenzione alcuna di innervosire la parente.

“Vorrei vederti. Ci incontriamo al parco?”

“Veramente io non saprei” – tergiversa, poco convinta dell’idea.

“Forza, non farti pregare. Voglio vedere la mia nipotina. Mi manca sbaciucchiarla”

L’entusiasmo della dolce zia e il desiderio di rivedere un pezzo di famiglia la convincono ad accettare.

“Perfetto, niente Hans però”

Quella precisazione fa sorridere Anna che risponde – “Ovviamente”

Chiusa la telefonata, indossa le scarpe da passeggio, sistema i capelli alla meglio, un goccio di profumo, ed è pronta ad uscire.

Adagia la bambina nel passeggino e lascia la villa.

Nel tragitto che la separa dai cancelli di casa, prega di non trovare nessuno e di non dover dare spiegazioni su dove va, perché va e chi incontra.

La fortuna gira a suo favore questa volta.

Una volta superate le barriere, tira un sospiro di sollievo e si gode dei minuti di aria fresca primaverile e della luce di un cielo più azzurro del solito.

“Hey, Annie sono qui”- la chiama Elsa facendole segno con la mano, poco dopo.

Le sorelle si ritrovano in un abbraccio.

“Come stai?” – le domanda. A quel punto la minore crolla.

Un pianto lacerante manifesta tutta la tristezza che ha nel cuore.

“Sono incinta, Elsa! Sono incinta”

“Ascoltami, so tutto. John ci ha informate. Però a me questa storia puzza. Ho voluto tenere per me la cosa, senza alimentare la rabbia di nostra madre”

“Che vuoi dire?”

“Lei vorrebbe che ti riportassi a casa nostra, approfittando adesso dell’assenza di Hans”

“Cosa? No! Non posso fargli questo ora…non adesso che ho in grembo suo figlio”

“E’ questo il punto… è questo il mio dubbio. Vorrei che rifacessi il test”

“Elsa, ho fatto le analisi. Quale cosa più certa di quella”
“Secondo te non è strano che dopo l’incontro di Dominik Weselton in ospedale quella mattina, i risultati siano passati da essere negativi ad essere positivi?”

In quel momento la teoria della sorella più grande sembra alimentare una speranza in Anna.

“Credi sia arrivato a tanto?”
“Non lui…. Hans!”

“Cosa?” – esclama scioccata la seconda.

A quel punto, Elsa le prende la mano e la conduce verso una farmacia vicina.

Compra un test di gravidanza e lo ripone in borsa.

“Ecco, qui abbiamo la risposta che ci serve” – sostiene la prima delle Froze.

Anna però è di poche parole, continua ad avere lo sguardo basso.

“Sorellina, stai tranquilla. Andrà tutto bene, vedrai” – la abbraccia.

Le due dopo una camminata e un lungo sfogo raggiungono villa Westergard.

Chiusa in bagno, la secondogenita di Idunn cerca di trovare il coraggio per fare quel test ricco di aspettative.  Ma non ha la forza. Le tremano le mani e le lacrime le cadono violente sulle gote, impedendole di ragionare lucidamente.

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Elsa è in attesa, con in mano un cellulare, mentre mantiene una calma apparente.

La casa di Westergard con tutto quel lusso e quel silenzio la inquieta.

“Questo non è il tuo mondo, sorellina. Ti porterò via da qui” – parla ad alta voce, decisa a fare quanto detto.

Ma addio tranquillità; ecco arrivare qualcuno e raggiungere la ragazza.

“Cosa ci fai tu qui?” – le viene domandato.

La Froze si volta verso la voce e incrociando le braccia al petto, è pronta ad affrontare chi ha causato tutto il casino che sta vivendo sua sorella.

Avrebbe molto da tuonargli contro e quando sta per aggredirlo verbalmente, ecco unirsi anche Anna.

A quel punto Westergard teme che le sorelle possano essersi confidate qualsiasi cosa e cambia il suo gioco.

“Amore mio, ho appena saputo la bella notizia”
“Aspetta..che?” – esclama Elsa.

Hans si fionda sulla fidanzata e la stringe a sé.
“A cosa ti riferisci?” – domanda Anna.

“Avremo un bambino. E’ meraviglioso. Adesso non rimane che una cosa da fare…sposiamoci”

Il gelo che segue, riempito dalle sole grida di gioia del ragazzo, paralizza le due Froze.

Adesso come si devono comportare?

Ma soprattutto… Anna ha fatto il test? Che esito le ha dato?

 

 

 

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Capitolo 27
*** 26 Capitolo ***


“Sposarvi? No, non se ne parla” – interviene Elsa, avanzando verso la sorella, appoggiandole una mano sulla spalla .

“Finalmente avremo la nostra famiglia” – aggiunge Hans, ignorando la maggiore delle Froze che è arrabbiata come mai prima in vita sua.

“Scordatelo. Non lo permetterò” – insiste ancora la ragazza, alzando la voce.

A quel punto, Westergard, mantenendo una calma apparente, si rivolge alla compagna -

“Anna, tesoro, puoi dire a tua sorella di abbassare i toni?”

“Mi rivolgo a te come merita la tua sporca, vile, ignobile persona” – tali parole però non piacciono al padrone di casa che, diventato serio, con l’aria di chi sente l’odio ribollirgli dentro, spinto dal desiderio di sopraffare il nemico, le punta il dito contro – “Come osi?”

L’indole pacifica manifestata da sempre, alla presenza di Anna, lascia spazio ad una diversa, anche fin troppo inquietante personalità.

Però la ventiduenne non reagisce; stringe tra le mani il famoso test di gravidanza, senza dire nulla. Assiste, muta, alla litigata tra i due mentre sono i mille pensieri a dominare la sua mente.

“Oso perché sono sua sorella, ho il diritto di difenderla dagli impostori come te”

“A che ti riferisci?” – domanda, confuso, lui – “Impostore di cosa?”

“Fingere non ti conviene, caro il mio Hans”

“Tu sei matta. Vieni a casa mia, lanci accuse pesanti, pretendi di decidere per la vita di Anna… sai che potrei decidere di farti sbattere fuori con uno schioccare di dita?”

“Fallo allora! Buttami fuori, ma lei viene con me” – controbatte Elsa, afferrando il braccio della sorella.

La stretta della parente, riporta la Froze dallo stato comatoso in cui era momentaneamente caduta.

Scuote la testa, ritornando in sé e finalmente prende parola – “Smettetela”

“Amore, dovremmo essere da soli a godere della bella notizia, anziché sopportare le gelosie di una ragazza eternamente single che è gelosia fino al midollo della nostra gioia”

“Che cosa? Ma come ti permetti?” – Elsa è fuori di sé e istintivamente colpisce Hans in pieno volto, sganciando un destro che lo mette ko.

“Elsa! Cosa fai?” – grida Anna, soccorrendo il compagno steso sul pavimento.

“Questo è troppo. Ti voglio fuori da qui” – tuona Westergard, aggrappandosi alla fidanzata che lo aiuta a sollevarsi da terra.

“Sorellina, io non permetto a nessuno di trattarmi in questo modo. Se voleva umiliarmi ricordandomi di essere sola come un cane, beh…c’è riuscito. Però è meritava la mia ira” – pronta a lasciare la villa, porge la mano alla consanguinea dicendole – “Andiamo?”

Anna però esita. Posa lo sguardo sul viso del compagno che ha un evidente livido sull’occhio e aggiunge - “Non posso”

“Come? Cosa stai dicendo?” – esclama la maggiore, incredula.

“Perdonami” – con le lacrime agli occhi, la minore tra le due abbraccia l’altra e le sussurra all’orecchio – “Ti spiegherò ogni cosa appena possibile”

Accompagnata la sorella alla porta, la saluta con il cuore in mille pezzi.

“Quella è una pazza. Potrei denunciarla, sai?” – si lamenta Hans, mentre Anna appoggia sull’occhio nero del giovane un panno con del ghiaccio.

“Cazzo, è gelido” – sussulta lui al contato con il freddo.

“Non dovevi attaccarla in quel modo” – commenta la giovane.

“Ma hai visto come mi ha ridotto? La difendi anche?”

“Non hai usato termini molto carini” – continua Anna.

“Ed io che ero tornato a casa felice come una Pasqua…” – cambia discorso Westergard, posando delicatamente una mano sul ventre piatto della fidanzata – “Mio zio mi ha detto che eri incinta, quando l’ha fatto non potevo crederci” – le accarezza la pancia con fare paterno, ovviamente mera finzione dato che lui sa che non esiste nessun bebè.

Quel gesto così intimo fa indietreggiare istintivamente la giovane.

“Che ti prende?” – domanda lui, stranito da tale reazione.

“Sono arrabbiata per la discussione con Elsa. Non mi piace vedere che tra le nostre famiglie scorrono cattive acque”

“Colpa di tua sorella, non mia” – ribadisce il giovane, sofferente al pugno subìto.

La Froze non si pronuncia in merito. Tace per evitare discussioni.

Però ecco che Westergard, dopo qualche minuto di silenzio, le ripropone la questione “Matrimonio”.

“Allora quando ci sposiamo?”

“Ecco io…” – Anna non sa davvero cosa dire e fare ed impallidisce sentendolo parlare di nozze.

Ma Hans ha pronto addirittura l’anello.

“Avevo comprato questo per te proprio per farti la proposta stasera” – estrae dal taschino un cofanetto.

La Froze con il cuore in gola lo apre e resta a bocca aperta di fronte ad un diamante luminosissimo.

“Sarà costato una fortuna”

“Per te i migliori regali” – commenta, sorridendole, avvicinando le sue labbra a quelle di lei.

Anna gli concede un semplice e rapido bacio a stampo.

“Quindi? E’ un si o un no?” – Hans vuole la risposta.

“Dammi tempo per pensarci, ti prego” – spiega la giovane, turbata e messa alle strette.

“Aspettiamo un bambino, penso sia naturale sposarci. Perché sei tanto dubbiosa?”

“Vorrei del tempo, se non ti dispiace” – a quel punto Anna trova la forza per dirgli qualcosa di utile alla sua salute fisica e psicologica.

“Tempo? Annie, mi stai spaventando. Non vorrai mica dirmi che mi molli? Dannazione, quello che hai dentro di te è mio figlio” – si agita Westergard.

Segue ancora altro silenzio.

Ed è sempre lui a riprendere – “Io non sono Kristoff, non mi terrai lontano dal bambino”

“Non lo farei mai” – replica la ventiduenne.

“E allora ti supplico… non lasciarmi” – la scena pietosa di Hans, studiata a tavolino, tocca il cuore ferito della ragazza che continua a ripetere a se stessa – “Non farti condizionare da lui…fai quello che senti e che vuoi…reagisci”

Invece la sua risposta è – “Ok, rimarrò qui”

Il sorriso si accende sul volto di Hans che sente ormai un pieno controllo su Anna e sulla sua volontà.

“A patto che…” – pone dei limiti – “… vorrei che Elsa venisse a stare qui con me”

“Cosa? Io quella non la voglio in questa casa”

“Allora sarò io ad andare da lei. Ho bisogno di qualche giorno in sua compagnia”
“Cosa nascondi Annie? Cosa tramate tu e tua sorella?” – lo sguardo teso e scrupoloso di Hans è poco rasserenante e infatti la Froze spiega solo che ha necessità di casa e di famiglia.

“Credevo mi amassi” – commenta Westergard, guardando la fidanzata salire le scale per raggiungere la sua stanza.

Anna lo sente bene ma non replica. È la verità quella, dopotutto. Lei non lo ama, non lo vuole, perché negarlo.

Giunta in camera, telefona sua sorella, facendo attenzione a non essere udita da nessuno.

“Mi vuoi spiegare come mai sei rimasta lì?” – sono le prime parole pronunciate dalla primogenita di Idunn.
“Volevo che lui pensasse che sono ancora sotto il suo controllo”

“E ora?”

“Adesso gli ho detto che verrò a stare da te per un po'. Faremo tutte le visite mediche necessarie”
“Allora il test l’hai fatto? Qual è stato il risultato?”
“Avevi ragione tu Elsa! Il test è negativo, voglio vederci chiaro. Fingerò comunque di essere incinta e giocherò sporco come lui… tu però stammi vicino, non so fino a quanto reggerò alle sue pressioni”
“Ci sono sorellina, e ci sarò sempre”

Anna ha finto la disperazione e lo shock per convincere il fidanzato di poterla dominare e decidere per lei.

Il test di gravidanza parla chiaro.

È giunto il momento di riprendere in mano la sua vita.

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Capitolo 28
*** 27 Capitolo ***


“Hai detto che viene qui?” – domanda per l’ennesima volta Idunn ad Elsa.

“Si, mamma. Credimi… sta tornando a casa” – risponde la ragazza, sorridendo alla donna in lacrime per l’emozione di riabbracciare la figlia.

“Tu, piuttosto…hai fatto quanto dicevi?” – chiede la primogenita.

“Si, spero vada tutto nel migliore dei modi” – aggiunge l’ex signora Froze, unendo le mani in segno di preghiera.

“Andrà bene vedrai” – le due si abbracciano, felici dopo tanto tempo.

Passa qualche minuto ed ecco qualcuno suonare alla porta.

“E’ lei!” – esclama Idunn, balzando in piedi e correndo diretta all’ingresso.

Di fronte a sé c’è una ragazza magra, pallida, con un trolley e un passeggino.

“Mamma” – saluta Anna, con gli occhi lucidi.

“Tesoro mio” – l’adulta stringe il corpo della secondogenita al suo e scoppia a piangere.

Elsa le raggiunge e si unisce all’abbraccio, accompagnato dalle sue lacrime delle tre.

“Mi siete mancate” – confessa la ventiduenne, mentre sua madre l’accompagna a sedersi in salone, intanto che la giovane zia si dedica alla nipotina.

“Finalmente sei a casa tua” – afferma serena Idunn.

“Non posso stare qui a lungo. Hans sospetterà”

“Al diavolo Hans e la sua famiglia” – esclama l’adulta, irritata al solo sentirlo nominare.

“Se penso che mi sono concessa a lui, mi viene da vomitare”

“Figliola, adesso è finita questa farsa. Sei tornata con noi e noi non ti lasceremo nelle mani di quell’idiota” – la tranquillizza la madre.

Strette l’una all’altra, le due godono di un momento di intimità madre figlia.

“Hai trascorso un compleanno da incubo, immagino”
“Non voglio pensarci più. Adesso ho intenzione di vivere a pieno questi giorni qui con voi”

“Bene, allora la prima cosa che vorrei facessi per me è andare a riposare. A Mia penseremo io ed Elsa. Dopodiché ti preparerò la cena, hai bisogno di rimettere su qualche kilo”

Gli ordini materni fanno ridere Anna che aveva dimenticato quanto sua madre potesse essere esagerata sotto alcuni aspetti.
“Sono dimagrita?” – domanda osservandosi, non avendo notato questo particolare.

“Molto sorellina. I Westergard ti proibivano anche di mangiare?” – si intromette la primogenita dei Froze.

“Ero io ad avere sempre lo stomaco chiuso” – spiega Anna, amareggiata.

A sdrammatizzare la situazione è Elsa stessa che, con Mia in braccio, siede accanto alla sorella minore ed esige da sua madre una fotografia.

“Ti sembra il momento? Ho appena detto ad Annie di andare a dormire” – brontola Idunn, per poi convincersi a scattare il flash.

In quelle ore di affetto familiare e di aria di casa, la ragazza sembra dimenticare i tre mesi a villa Weselton.

Dopo risate, chiacchiere, tenerezze, con madre e sorella, Anna si reca nella sua amata camera.

Tutto è al suo posto, nulla è stato spostato, in attesa del suo ritorno.

Esausta e felice, si stende sul letto, le cui lenzuola profumano di vaniglia, e crolla nel mondo dei sogni.

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“Grazie per essere venuto. Prego, entra pure” – afferma Idunn, invitando l’ospite a prendere posto.

“Mi hai detto che dovevo venire assolutamente per Mia. Eccomi qui, cosa succede?”

“Kristoff, ascolta… era una scusa” – confessa l’ex signora Froze, imbarazzata.

Lo contattò dopo la visita di Elsa a villa Weselton da Anna. Una motivazione perfetta per convincerlo ad incontrarsi con lei poteva essere una sola: sua figlia.

“Se è così, vado via” – fa per andarsene, deluso.

Un suono lo trattiene. Alle sue spalle c’è Elsa che lo saluta. Ma non è sola.

Lui si volta lento verso di lei, dopo aver udito di sottofondo i gorgoglii di sua figlia.

“Mia!” – pronuncia quel nome con delicatezza, quasi spaventato all’idea che la bambina potesse svanire in pochi istanti.

Trattiene le lacrime mostrandosi forte e duro come una roccia. Poi, però, incrociare gli occhi della piccola, così dannatamente uguali a quelli di Anna, lo fanno crollare.

Si avvicina alla creatura che la zia tiene tra le braccia e la osserva in silenzio.

“Non vuoi prenderla?” – propone Elsa.

“Posso?” – domanda Bjorgman, notando che anche Mia lo fissa sbattendo le lunghe e folte ciglia nere.

“Amore mio” – esclama quando il corpicino della bambina entra in contatto con il suo, così grande ed enorme.

Assapora ogni momento, ogni odore, le accarezza i morbidi capelli biondi, le dà un dolce e lungo bacio sulla fronte.

Mia sorride sentendo finalmente la presenza del suo papà e regala attimi di emozione a tutta la famiglia.

“Come ho potuto starle lontano” – si colpevolizza Kristoff.

“La colpa non è tua, caro” – interviene Idunn, posandogli una mano sulla spalla.

“Non dovevo fuggire via in quel modo. Dovevo ascoltare le ragioni di Anna, dovevo mettere da parte l’orgoglio. Invece l’ho spinta tra le braccia di quel riccone da strapazzo” – si sfoga, manifestano dalle due donne lì presenti, quanto i sentimenti per la sua ex siano ancora vivi in lui.

“Eri ferito. Adesso però puoi ricominciare da capo” – lo consiglia l’adulta.

“Il dolore non va via facilmente, Idunn”

“Il tempo cura ogni ferita” – interviene la primogenita dei Froze, sorridendo all’ex cognato.

A quel punto, la padrona di casa avanza una proposta, volendo creare un clima sereno.

“Vorrei rimanessi qui per cena, ti va?”

Kristoff la guarda sorpreso, poi le risponde - “Non credo sia il caso. Se Mia è qui immagino ci sia anche Anna. Meglio evitare disagi”

“Annie mi ha raccontato di averti contattato” – dice Elsa, al corrente del fatto.

“Meglio non ricordarlo. Si sarà divertita a prendermi in giro…”

“Credi davvero che lei sia così crudele?” – domanda, perplessa, Elsa.

La mancanza di risposta di Bjorgman è la risposta che sperava.

“Non so spiegarmi cosa sia potuto accadere per darmi buca”
“Ragazzo, ascolta. Non sempre le cose sono così come appaiono. Tu ne sei la prova”

“Io? Perché dici questo Idunn?”

“Beh, dicevi di essere fidanzato, ho creduto che lo fossi. Era solo apparenza, vero? Altrimenti non saresti qui a mostrare palesemente l’amore che provi ancora per mia figlia…nonostante tutto”

“Non ho mai detto questo, non ho mai detto di amarla ancora” – si difende il giovane.

“Te lo si legge in faccia. Perciò, ti prego, accetta l’invito. Mia merita il suo papà qui, stasera con noi”

Inutili i tentativi delle due donne; Kristoff decide di lasciare la villa, seppure a malincuore.

“Sei più cocciuto di mia sorella” – commenta Elsa, con le braccia sui fianchi.

“Ora capisco perché vi siete innamorati. Siete molto simili in tante cose” – aggiunge, ridacchiando, l’adulta.

Amareggiata per aver fallito, si appresta ad organizzare una nuova tattica utile alla riappacificazione.

Il caso, però, volge a suo favore. Infatti Bjorgman è ancora tra quelle mura quando Anna, appena svegliatasi, si riunisce alle parenti.

“E tu che ci fai qui?”- esclama, riconoscendo l’ex.

Dopo tre mesi di lontananza, i due si trovano faccia a faccia, dominati da emozioni di vario tipo, con il cuore che batte all’impazzata, la tensione alle stelle, le gambe che tremano e la salivazione scarsa.

“Ciao Anna” – la saluta, guardandola con quello sguardo che solo lui le rivolgeva e che era in grado di mandarla in crisi.

La bellezza di lei lo paralizza. I loro occhi si incrociano, vogliosi gli uni degli altri, e le gote di entrambi si colorano di un rosso acceso.

“Vi lasciamo soli” – conclude Idunn, tirando a sé per un braccio Elsa e dirigendosi in cucina.

“Stavo andando via” – a rompere il ghiaccio è Kristoff, che si avvicina alla porta.

“Aspetta” – lo blocca lei, sfiorandogli una mano.

La sensazione che segue fa rivivere ai due innamorati momenti di un passato recente mai superato.

I loro sguardi si rincrociano ancora una volta, poi è Anna a parlare – “ Mi dispiace per tutto il male che ti ho recato. Se potessi tornare indietro, cancellerei la cazzata più grande della mia vita”
Il giovane non risponde, attendo ad ascoltare le parole della sua ex.

“Devo andarmene, Anna. Scusami, non ce la faccio…” – così dicendo, Kristoff corre via, in preda ai ricordi più dolorosi. Se il cuore continua a ripetergli – “Torna indietro, torna da lei”, la testa gli consiglia di evitare altra sofferenza.

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“Dove è Kristoff?” – chiede Elsa alla sorella, quando la vede in cucina  e sedersi al tavolo.

“E’ andato via” – commenta la ragazza, incupita.

“Ma avevo preparato la cena anche per lui” – aggiunge Idunn, dispiaciuta.

“Apprezzo i vostri tentativi di rappacificamento, ho capito che farmi venire qui e far venire qui anche lui era un modo per sistemare le cose. Peccato non abbia funzionato”

“Sei ancora in tempo, Annie” – l’idea della madre è quella di non demordere – “Quando vuoi qualcosa con tutta te stessa, va’ e prenditela”

“Mamma ha ragione. Se lo ami, faglielo capire in ogni modo”

Le parole delle due parenti, saranno oggetto delle riflessioni di Anna durante tutto il pasto.

E’ nel momento finale, quando stanno per consumare il dolce, la ventiduenne si alza dalla sedia e sale nella sua camera.

“Che cosa le prende adesso?” – si domanda confusa Elsa.

Mezz’ora dopo, Anna è all’ingresso intenta ad indossare un giubbotto di pelle nero.

“Wow, sei uno schianto” – si complimenta la sorella, felice di vederla indossare un look più femminile.

“Figliola dimmi che vai da lui, ti prego” – chiede speranzosa Idunn.

“Avete ragione, devo riconquistarlo. Sono disposta ad ogni cosa, anche a ricominciare tutto da capo…a quel giorno che ci siamo incontrati, che io indossavo questo vestito, al giorno dove tutto è iniziato… non perderò Kristoff, non di nuovo. Ho sbagliato una volta. Adesso basta”

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Capitolo 29
*** 28 Capitolo ***


Kristoff è fermo alla fermata dell’autobus. Quella sera ha preso il mezzo pubblico per andare a villa Peterson, per non creare sospetti in mamma Erika, già opprimente di natura.

Guarda le strade illuminate dai fari delle automobili che sfrecciano, mentre il vento scuote le foglie degli alberi e smuove i capelli del giovane pensieroso.

Che sensazione strana rivedere Anna. Il cellulare gli vibra in tasca e gli ricorda che c’è un’altra persona nella sua vita oggi.

“Sarah, ciao” – risponde dopo giorni di silenzio tra loro.

“Si può sapere che fine hai fatto? Se pensi di usarmi tanto per, ti sbagli. Sto incazzata nera con te, perciò sappi che o ti presenti a casa mia con un mazzo di rose o ti sbatto la porta in faccia” – la voce seria della ragazza, diventa improvvisamente divertita.

“Ma sei ubriaca per caso?” – risponde Bjorgman, ridacchiando di fronte alle battute simpatiche della compagna.

“Dai, amore. Ovviamente scherzavo, volevo metterti in difficoltà. Sai che però sono una frana con le bugie. Ti ho chiamato per chiederti di andare a mangiare una pizza insieme”

“Ora?”

“Si, dove sei adesso?”

“Sono alla fermata  e attendo l’autobus”

“Dove sei stato fino a quest’ora?” – domanda, curiosa, la fidanzata.

“Ho rivisto vecchi amici” – mente, riuscendo a convincere Sarah.

“Mi aspetti lì o passi a casa mia?”

“Ti vengo a prendere, ok? Mezz’ora e sono da te”-  così chiude la conversazione telefonica, dopo la pace con la ragazza.

Il bello di quella storia era sapere che Sarah era sempre pronta a perdonare ogni suo errore. Lei era sempre accanto a lui, a farlo sorridere, ad offrirgli una spalla su cui piangere.

Eppure nonostante i pro, Kristoff continua a pensare sempre e solo a una persona.

“ANNA!”- esclama, incredulo, riconoscendo la Froze a pochi passi da lui.

“Posso sedermi?” – chiede, indicando il posto sulla panchina, esattamente accanto all’ex.

Lui annuisce, stranito dall’arrivo della ragazza.

“Piacere, io sono Anna” – afferma, porgendogli una mano, sorridendo.

“Eh? Anna, ma io ti conosco. Sicura di stare bene?”

“Ti piace l’abito che indosso?” – gli domanda, alzandosi in piedi,volteggiando di fronte a lui, lasciando che il vestito venisse sollevato leggermente dal vento primaverile.

“Sei bellissima” – confessa, arrossendo subito dopo per l’imbarazzo - “Che cosa sto dicendo?” – dice a se stesso, portandosi una mano sulla fronte.

A quel punto la ventiduenne resta immobile a guardarlo, alimentando il senso di disagio del ragazzo.

“Cos’hai in mente?” – parla lui.

“Cosa vuoi dire?” – è la risposta di lei.

“Hai indossato questo abito e io ricordo bene quando te lo vidi la prima volta addosso…ti presenti come se non mi conoscessi! Hai qualcosa in mente, vero?” – Kristoff ha colto qualcosa e espone le sue perplessità.

Anna sorridendo, felice che l’ex non abbia dimenticato neppure come fosse vestita quel famoso giorno, azzarda di più.

Sotto lo sguardo scioccato di Bjorgman, siede sulle sue gambe e gli mostra un oggetto.

Lui, sofferente per il contatto fisico, rosso di vergogna, inizia addirittura a sentirsi accaldato.

“Ehm… cosa fai?”

“Volevo vedessi questo” – gli porge l’anello regalatole da Hans ore prima.

In quel momento l’imbarazzo cede il passo alla serietà.

Gli occhi si posano sul diamante che Anna ha tra le mani.

“Che significa?” – domanda lui.

“Hans mi ha chiesto di sposarlo”

Quella dichiarazione paralizza Kristoff che, invita la Froze ad alzarsi dandogli modo di mettersi in piedi.

“Non dici niente?” – aggiunge lei.

“Cosa dovrei dire? Sposalo! Sii felice.. in fondo lo ami, o no?” – con il capo passo, inizia a camminare ignorando il fatto che l’autobus è prossimo e arrivare fino a casa a  piedi è impensabile.

“Io amo te non lui” – confessa.

Bjorgman si blocca, di spalle alla ex.

Anna avanza e lo raggiunge.

“Dimmi che mi ami anche tu. Dimmi che c’è ancora una speranza per noi” – le lacrime le scivolano violente sul volto che mostra tutta la sofferenza di una vita fatta di difficoltà.

Kris la osserva poi si limita a dire - “Ciao” – si incammina di nuovo, evitando di mostrare la sua debolezza.

Anna non ci sta e si sfoga.

“Gridami che mi odi, che non mi vuoi più, che solo vedermi ti fa ribrezzo. Urlami il tuo disprezzo, lo preferisco a questo silenzio. Non mi ami più, messaggio chiaro. Adesso andrò da Hans e lo sposerò. Sei contento? Però almeno dimmi in faccia che ti faccio schifo”

L’intento è suscitare una reazione nel giovane che, purtroppo, la ignora proseguendo il suo cammino.

Anna lo vede allontanarsi e svanire poco dopo in un angolo della città.

Con il cuore a pezzi, si rincammina verso casa. Versa tutte le sue lacrime, tanto da non riuscire più a piangere.

È di fronte al cancello della villa quando qualcuno la chiama.

“Annie”

Allora lei si volta verso quella voce che la fa sussultare.

“Ciao, piacere io sono Kristoff” – Bjorgman, di fronte a lei, le porge la mano.

Emozionata, la ragazza le si getta al collo e finalmente sente che le barriere che Kris le ha alzato contro sono definitivamente cadute.

Le sue braccia l’avvolgono con forza, come a non volerla più lasciare andare.

“Non osare sposarti con Hans! E’ a me che devi dire Si sull’altare” – le sussurra.

A quel punto non esita più.

Lui la ama disperatamente.

E la bacia. Un iniziale sfiorarsi di labbra, delicato, al quale ne seguono altri, più intensi, mentre le mani di lui viaggiano sulla schiena della ragazza e quelle di lei giocano con i capelli scompigliati del suo innamorato.

Riassaporano sensazioni di cui avvertirono per mesi la mancanza.

“Ti amo” – si lascia andare Anna, radiosa ed emozionata.

“Anche io. Non ho mai smesso” – confessa, cercando di nuovo il contatto con la bocca della Froze che lo accontenta subito.

I loro baci sono lunghi, passionali, dolci, e si susseguono uno dopo l’altro per ore. Seduti davanti la villa, si scambiano effusioni fino a quando sorge il sole.

Kristoff ignora che Sarah, allarmata dalla sua assenza, tema il peggio e abbia a sua volta contattato Erika Bjorgman.

C’è paura proprio perché aveva un appuntamento con la fidanzata, al quale non si è presentato.

E’ l’alba quando Anna e Kristoff, seduti sulla panchina, coperti dalla giacca di lui, si svegliano.

“Accidenti! Ci siamo addormentati qui?” – esclama lui.

“Penso che ci beccheremo l’influenza” – commenta la Froze, stiracchiandosi – “Però erano mesi che non dormivo così bene” – aggiunge poi, rivolgendo quei sorrisi unici che era solita regalare solo al suo grande amore.

Quando Bjorgman afferra il telefono nota le chiamate di tutta la famiglia.

“Mia madre mi caccia di casa. Mi conviene tornare a vivere qui” – ridacchia.

“Sei sempre il benvenuto”

“Non tornerai a villa Westergard, vero?”

“Devo farlo ma solo per chiudere con Hans per sempre”

“Vuoi che venga con te?”

“No, lui non deve sospettare che noi siamo tornati insieme. Potrebbe impazzire”

“Ok, si fa come dici tu” – le accarezza teneramente la guancia e le dà un altro bacio.

“Ora rientro. Tornerò di pomeriggio, è bene che mia madre sappia che sto bene e non sono disperso chissà dove” – così dicendo corre via.

Anna, con le farfalle nello stomaco, le palpitazioni, e la testa tra le nuvole, entra in casa.

Finalmente sente di essere rinata e le è bastato poco: solo il suo Kristoff.

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“Maledetto, chissà cosa avranno fatto soli in quella casa!! Alle mie spalle…me la pagheranno” – Hans Westergard, appostato sotto villa Peterson ha spiato tutta la notte la sua fidanzata.

Ed è quando vede Bjorgman lasciare i cancelli di quell’abitazione che accende l’automobile e punta proprio il ragazzo.

Lo schianto è forte e il corpo del giovane vola dall’altro lato della strada.

I rumori e le grida di passanti e di altri veicoli fermatisi per soccorrere, attirano l’attenzione della gente.

Idunn è alla finestra quando nota la confusione.

“Cos’è questo baccano?” – domanda alle sue figlie.

“Un incidente?” – ipotizza Elsa.

“Andiamo a vedere. Magari hanno bisogno d’aiuto” – afferma Idunn.

Le tre corrono in strada.

Basta poco per riconoscere la vittima in questione.

Le grida strazianti di Anna riecheggiano nel quartiere.

La ragazza si getta sul corpo del fidanzato, urlando tutto il suo dolore.

La sofferenza andata via qualche ora prima, torna a dominarla più forte che mai.

È come se il destino le volesse recare solo male. Ma si sbaglia…non è il destino ad essere colpevole.

Piuttosto Hans Westergard!

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Capitolo 30
*** 29 Capitolo ***


Erika Bjorgman è sempre stata una donna semplice, materna e comprensiva. Sin da ragazzina si prese cura dei fratelli più piccoli, con attenzione e amore, diventando una seconda mamma.

Un dramma, però, vissuto poco dopo aver scoperto di essere in dolce attesa, le ha cambiato la vita totalmente.

“Christopher, mi raccomando,vai piano con l’auto. Se bevi più del dovuto, chiamami che vengo a prenderti, ok?” – dice Erika al fratello minore, prossimo a raggiungere la festa dei diplomati, alla quale partecipava tutto l’istituto.

All’epoca, la Bjorgman era diventata la moglie di un noto dentista, del quale ha preso il cognome, che le ha donato la gioia più grande: quella di diventare madre.

“Prometto che starò attento” – le dice il giovane, dandole un bacio sulla guancia.

Un saluto al volo che Erika ricorda ancora oggi e che le spezza il cuore essendo stato l’ultimo che si scambiarono.

Una telefonata nel cuore della notte la distruggerà per sempre.

“C’è stato un incidente, il ragazzo è rimasto ucciso nello schianto” – le viene comunicato.

Erika è la prima a recarsi in ospedale, a guardare il corpo del fratello senza vita, a dover rivelare il fatto ai suoi genitori e al resto della famiglia.

Un trauma , questo, che influenzerà la sua vita.

La donna crescerà suo figli, al quale dà quel nome in ricordo di Christopher, in modo iperprotettivo,

Tutta la sofferenza patita dalla perdita dell’amato fratello, torna a dominarla quando il figlio esige di vivere da solo, lontano da casa dove si respira un silenzio pesante e un dolore ancora presente.

Ad oggi le cose sono cambiate: Erika ha ritrovato se stessa, anche grazie ad una cerchia di amiche che le è accanto in ogni occasione, grazie alla psicoterapia, grazie a dei tranquillanti, grazie anche alla sua tenacia rivelatasi fondamentale per non cadere nell’abisso senza speranza di riemergere. Suo marito, sempre fuori casa, ha ripreso a starle accanto come un tempo.

Cosa potrebbe scaturire nella mente di una donna che ha patito troppo, sapere quanto appena accaduto a suo figlio?

Di nuovo un incindete, di nuovo uno schianto, di nuovo la corsa in ospedale.

Di nuovo un corpo senza vita su una barella? Questo è il dramma che da lì a poco si scatenerà nella testa di Erika Bjorgman.

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“Come sta Anna?” – domanda John ad Idunn, una volta raggiunta lei e Elsa in sala d’attesa.

“Le hanno dato un tranquillante” – spiega l’ex signora Froze, seduta accanto alla figlia, con un rosario tra le mani.

“Tesoro, vedrai che Kristoff starà bene” – Peterson cerca di essere ottimista e dare forza alla compagna.

“Quanto vorrei fosse acciuffato quel bastardo che l’ha investito ed è fuggito via” – commenta la ragazza, arrabbiata.

“Io mi domando come possiamo dare la notizia alla famiglia di lui” – aggiunge, singhiozzante, l’adulta.

“Il cellulare di Kris è nelle mani della polizia. L’ha ritrovato sul luogo dell’impatto, sul bordo della strada” – racconta Elsa.

“Dopo lo schianto, penso sia rimasto ben poco di intatto in quel telefonino” – aggiunge, amareggiata, la donna.

“Dobbiamo avere fiducia nei medici” – afferma, convinto, l’uomo.

“Se sono tutti come il dottor Weselton, dovremmo avere solo paura” – in un momento di ira, Idunn si lascia andare ad un duro giudizio sul collega del suo compagno..

“Cosa stai dicendo? Dominik è un professionista, ha salvato tante vite” – lo difende John.

“E’ un falso…come suo nipote”

Quelle insinuazioni circa le capacità e la lealtà di Weselton, accendono un dibattito nella coppia che viene placato dall’arrivo improvviso di Anna.

La ventiduenne, con il viso spento e il passo lento e incerto, avanza verso i familiari.

“Hey, Annie, ti va di prendere una boccata d’aria?” – le propone Elsa, in pena per la sorella.

“No, voglio vedere Kristoff”

“Tesoro, ancora non si sa nulla. L’hanno portato in sala operatoria”

“Pensavo che il destino iniziasse a sorridermi, finalmente” – la rassegnazione ad una vita infelice prende piede in Anna, che viene immediatamente abbracciata dalle sue consanguinee.

Peterson, in disparte, dispiaciuto per la discussione con Idunn, si allontana dirigendosi proprio nello studio medico del collega in questione.

Non lo sorprende trovare la stanza vuota.

“Deve essere alle prese con qualche paziente” – riflette tra sé e sé.

Il cellulare di Weselton però è sulla scrivania e comincia a vibrare.

Con la coda dell’occhio, John legge il nome di Hans.

“Sei la mia rovina, Hans Westergard! Mi pento ancora di averti retto il gioco mesi fa, quando patteggiai a tuo favore con Anna” – aggiunge, prima di sentire la porta alle sue spalle schiudersi.

“Hey John, che succede? Tutto bene?” – domanda Dominik, con delle cartelle gialle in mano.

“Volevo chiederti se hai novità sulla salute del ragazzo, quello che è stato investito”

“Kristoff? Dicono sia alquanto grave, è ancora in sala operatoria. Penso ci vorrà molto tempo, prima di avere notizie. Però è in buone mani, tranquillo” – dice l’anziano, davvero dispiaciuto per l’accaduto.

“Sii schietto e sincero…credi che ce la farà? Ho bisogno di sapere come gestire il dolore di Idunn e di Anna soprattutto”

“Di Anna? Credevo che fossero in cattive acque” – esclama Wesetlon, stupito dal sapere che la fidanzata di suo nipote piange ancora per l’ex.

“Non so se Hans ti ha aggiornato, però Anna è tornata da noi a casa per qualche giorno”
“Come? E perché?” – sobbalza l’uomo.

“Non ne sono al corrente. Però la mia compagna ha detto che Kristoff si trovava da noi per far visita a Mia quando è accaduto il fatto” – racconta la versione modificata di Idunn.

La ex signora Froze ha evitato di rivelare nei dettagli le sue idee per far riconciliare la coppia di genitori.

“Beh..non so cosa dire… solo che sono davvero amareggiato. Mia ha bisogno del suo papà, anche se, ripeto, Hans si è comportato da padre esemplare in questi tre mesi”
“Non ne dubito” – si limita a rispondere John.

“Appena mi dicono qualcosa sul giovane, ti riferisco,ok?”-  così Dominik liquida l’amico e rimane da solo con le sue pratiche.

Il cellulare torna a vibrare poco dopo.

“Hans, dimmi tutto”

“Zio ho fatto una cazzata” – la voce tremante di Westergard non è un buon segno.

“Calmati, ti sento agitato. Respira profondamente..”

“Ho fatto una cazzata”- continua a ripetere il ragazzo.

“Cosa? Cosa avresti combinato?”

“Ho investito io Kristoff Bjorgman”
“CHE COSA????”

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Idunn è accanto alle sue figlie e sorseggia della camomilla offertale da Agnarr, che ha appena raggiunto l’ospedale.

Dopo essersi lamentato con la ex moglie di essere sempre l’ultimo a sapere i fatti importanti, si placa e resta accanto alla secondogenita, distrutta come quando, quattro mesi prima, le venne comunicata la malattia al cuore di Mia.

“Sono preoccupato per Anna. Come possiamo aiutarla?” – chiede l’uomo ad Elsa, in disparte.

“E’ a pezzi. Stiamole vicino e diamole amore e sostegno. Spero possa bastare per alleggerire il carico che ha sulle spalle”

“Intendi dire per via della bambina?”

“Lei si sente responsabile di tutto. Sono ore che ripete.. “Se non ti avessi tradito, se non fossi rimasto a casa mia fino a quell’ora… In più ha la responsabilità di una figlia che rischia di perdere il suo papà”

“Teme di doverla crescere da sola, quindi”

“Non accadrebbe mai, perché ci siamo noi. Ma lei adesso vede tutto nero, teme il peggio e le speranze di un futuro migliore sono svanite”

“Avete contattato la famiglia di lui? Magari potrebbero darle forza e sicurezza” – sostiene Agnarr.

Proprio allora una donna con i capelli lunghi, biondi, raccolti in una treccia, che cammina con fatica, sorretta ad un uomo, avanza verso i Froze.

Basta poco ad Anna per riconoscere la somiglianza tra quelle persone e il suo ragazzo.

Erika e Victor Bjorgman, avvertiti dalla polizia, così come accadde più di vent’anni prima, sono giunti immediatamente all’ospedale. Sono ormai morti dentro e i loro sguardi valgono più di lacrime e parole.

“Tesoro, siediti qui. Ti vado a prendere qualcosa da bere” – dice il signor Bjorgman, aiutandola a sedersi a proprio accanto ad Anna.

Le due, una di fianco all’altra, non si conoscono anche se l’una sa dell’esistenza dell’altra.

La ventiduenne avrebbe tanto da dirgli; le piacerebbe condividere il dolore che attanaglia entrambe e quando è pronta a rompere il ghiaccio, arriva qualcuno di inaspettato.

“Sarah, tesoro…eccoti” – esclama la signora, accogliendo tra le sue braccia la fidanzata di suo figlio.

Anna osserva la ragazza che ha curato le ferite di Kristoff per mesi e resta colpita da quanto le assomiglia.

Avrebbe tanto da dire alle due sconosciute che ignorano la sua identità.

Però non può presentarsi, troppo presa dalle mille paure che sopraggiungono violente quando uno dei medici si presenta in sala d’attesa.

“Siete parenti del ragazzo?” – domanda.

Tutti annuiscono, sotto lo sguardo perplesso di Erika che non sa chi sia tutta quella gente.

Ma sorvola, pronta ad avere notizie.

“Allora? Come sta mio figlio?”

“E’ stata un’operazione delicata. Il colpo che ha preso alla testa fortunatamente è stato poco grave…la schiena ne ha risentito. Abbiamo agito per evitare danni permanenti”

“Arrivi al punto. E’ salvo o no?” – esige Anna, sentendosi addosso gli occhi di Sarah ed Erika.

“Adesso è in coma” 

A quella comunicazione, segue un grido disperato della madre del giovane che, si accascia a terra, soccorsa rapidamente da infermieri e dalla nuora che, seguendo la suocera, si rivolge ad Anna.

“Sarebbe meglio se andate via tutti” – così dicendo si allontana, lasciando la Froze paralizzata di fronte ad un ruolo di fidanzata che non ha più e che adesso è occupato da Sarah, che rivendica il suo ruolo con evidente prepotenza.

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Capitolo 31
*** 30 Capitolo ***


Anna è abbattuta dalla piega che sta prendendo la sua vita. Tutto va male e per di più adesso rischia di perdere per sempre il suo grande amore.

“Sorellina, forse è meglio se andiamo a casa. Magari torniamo in un altro momento” – le propone Elsa, avendo assistito alla scena in cui Sarah metteva i Froze alla porta.

“Non posso abbandonarlo senza sapere come sta” – risponde la giovane, con lo sguardo perso nel vuoto.

“Mia ti starà aspettando. La baby-sitter non potrà gestirla troppo a lungo” – spiega la maggiore tra le due.

In quel momento, nella mente di Anna si accende una lampadina.

Balza in piedi e prende per mano la maggiore, trascinandola fino all’uscita.
“Sono contenta che ti sia convinta così facilmente, però… non comprendo la foga nel portarmi via dall’ospedale” – sottolinea la prima, alquanto sorpresa.

“Voglio portare Mia qui” – spiega l’altra.

“Cosa? Non ti sembra che il clima non sia dei migliori per una bambina così piccola?” – le fa notare Elsa.

“Mia figlia ha frequentato questi posti da quando è venuta alla luce, continua a frequentarli tuttora. Non vedo motivo per cui adesso dovrebbe scuoterla ritrovarsi nei corridoi dell’Hospital” – sostiene decisa Anna.

“Ok, ok, messaggio chiaro. Dai, Sali in auto” – la grande rassegnata alla cocciutaggine della parente, tira fuori dalla tasca le chiavi e apre lo sportello del veicolo.

Della loro assenza se ne accorge subito Agnarr, intento a sorseggiare caffè di pessima qualità, senza darsi pace sull’accaduto.

“Avevo dimenticato che sei un caffeinomane” – gli rivolge parola Idunn, avvicinandosi all’ex.

“Non puoi immaginare quanto sia schifoso” – sottolinea lui, facendo seguire un verso di disgusto.

“Come mai lo bevi allora?” – chiede la donna.

“Mi serve per non pensare”

“Il caffè?” – esclama Idunn, inarcando un sopracciglio.

“Si, prendimi in giro quanto vuoi però io sarei capace di berne in quantità industriali anche senza sentirne l’esigenza”

In quel momento i due si guardano e assieme iniziano a ridere, coscienti che non esisteva ragione per farlo.

Ma la risata della ex signora Froze, si trasforma in un battibaleno in un ingestibile pianto.

Agnarr istintivamente le va incontro e l’abbraccia.

“Fatti forza, Kristoff si riprenderà” – la conforta.

“Non voglio che Anna patisca la perdita dell’uomo che ama e che Mia possa crescere senza un padre. Poi, mi sono affezionata a quel ragazzo, ha un cuore d’oro, non merita di morire così” – si sfoga, ricevendo dal padre delle sue figlie un sostegno morale.

Erano anni che i due non erano così vicini emozionalmente e non solo.

Senza volerlo, le loro fronti si toccano, e rimangono in quella posizione per alcuni istanti, fino a quando la voce di qualcuno li costringe a porre distanze fisiche.  

“Eccovi, finalmente. Che fine avete fatto?” – John Peterson li raggiunge e sembra molto affannato.

“Siamo qui, cosa succede?” – chiede Idunn, dopo aver rapidamente superato il momento di imbarazzo con l’ex marito.

“I Bjorgman vorrebbero parlarvi” – comunica, spiazzando i due.

“Sanno chi siamo?” – si domanda, perplessa, la ex signora Froze.

“Venite con me, vi attendono nel mio studio”

John li conduce a destinazione. Una volta giunti nella stanza, Idunn e Agnarr si ritrovano faccia a faccia con i genitori di Kristoff.

“Signori Bjorgman, ecco le persone che cercavate” – dice Peterson alla coppia.

Erika si libera dell’abbraccio del marito e si avvicina ad Idunn.

Le due madri una di fronte all’altra, si studiano a vicenda, senza proferire parola.

È Victor a rompere il ghiaccio - “Siete i genitori di Anna, vero?”

Agnarr annuisce.

“Eravamo all’oscuro della vostra identità fino a poco tempo fa” – aggiunge il signor Bjorgman.

“Per noi vale lo stesso. Vostro figlio ha vissuto per qualche mese nella villa della mia ex moglie e del qui presente dottor Peterson, però non ci ha mai raccontato chi fossero i suoi genitori” – spiega Froze senior.

“Povero figlio mio” – Erika si lascia sfuggire un’esclamazione carica di dolore, singhiozzando disperata, come se a sentire il nome del ragazzo fosse tornata alla realtà dura e cruda dalla quale momentaneamente si era estraniata.

Idunn a sua volta ha la stessa reazione e avvolge la sconosciuta tra le sue braccia.

Non si conoscono, non sanno nulla l’una dell’altra, eppure qualcosa in comune c’è.

“Eravamo all’oscuro anche dell’esistenza di una bambina” – aggiunge Victor, abbassando lo sguardo.

“Vi riferite a Mia? Non sapevate di lei?” – esclama, sconvolto, Agnarr.

“Non l’abbiamo neanche  mai vista” – prende parola Erika, ringraziando con un timido sorriso Idunn per il gesto affettuoso.

“La differenza tra noi e voi è lieve. Noi certo conosciamo Mia e abbiamo seguito la gravidanza di Anna, però lei è stata lontana da casa per tre mesi e per tutto questo tempo non l’abbiamo né vista, né abbracciata, né abbiamo goduto della sua crescita”

“Come mai?” – chiede, stupita, la Bjorgman.

“Per colpa di un cretino che ha fatto di tutto pur di separare i nostri ragazzi” – commenta la docente di musica, rancorosa verso l’allievo a cui ha effettivamente rinunciato.

“Anna sarebbe contenta di conoscervi. Venite con noi, vi faremo incontrare la bambina” – li invita poi Idunn.

I coniugi sembrano gioire in un primo momento, poi però è la donna a ricordare al marito qualcosa.

“Cosa diciamo a Sarah? E’ qui fuori a piangere da ore”

“Non lo so, tesoro. Non vorrei reagisse male..”

“Vi riferite all’attuale fidanzata?” – si intromette la madre di Anna ed Elsa.

“Già, io sono molto legata a quella ragazza. Ha un grande cuore ed è stata fondamentale per Kristoff negli ultimi mesi”

“Immagino sia dura, però è bene che comprenda la situazione” – aggiunge Agnarr.

“Potrebbe sempre crescere assieme a Kris la piccola” – propone Erika, totalmente a favore del rapporto tra i due.

“Come?”- esclama, spiazzata, Idunn – “Cosa pensate di fare? Togliere Mia ad Anna?”

“No, assolutamente. Però Kristoff ha un ruolo in quanto padre e se dovesse un giorno sposare Sarah è bene che lei sia cosciente di dover crescere una figlia non sua” – spiega Erika.

“Peccato che vostro figlio ami la mia secondogenita. Prima dell’incidente li ho visti baciarsi davanti casa” – precisa l’ex moglie di Agnarr.

“Cosa?” – la Bjorgman resta a bocca aperta sentendo tali rivelazioni.

In quel momento qualcuno bussa alla porta e Peterson corre ad aprire.

Sull’uscio del suo studio c’è proprio Sarah.

“Cara, che succede?” – domanda Erika alla presunta nuora.

“Scusate, non volevo disturbarvi. Mi hanno appena detto che Kris è stato portato in camera”

“Bene, corriamo da lui” – così dicendo, l’addolorata mamma afferra la mano della ragazza e si allontana diretta verso il suo adorato figliolo.

Victor, a capo basso, riprende un discorso e fa ai Froze una richiesta – “Io vorrei conoscere mia nipote. Ne sento l’esigenza”

Idunn gli sorride e estrae il cellulare dalla sua borsa.

“Ecco delle foto” – mostra un centinaio di fotografie scattate a Mia dalla nascita fino a quel momento, raccolte da Elsa tramite Anna e invitate poi alla madre.

“E’ bellissima” – si commuove l’uomo, osservandole con attenzione una ad una, lasciandosi andare ad una forte emozione e a delle lacrime inarrestabili.

---------------------------------------

Nel frattempo Elsa e Anna sono in auto, assieme a Mia, pronte per ritornare in ospedale.

Ma ecco che la seconda delle due riceve una telefonata da Hans.

“Non rispondere” – le ordina la maggiore.

“Come faccio? Si allarma se non continuo a reggere il gioco”

La primogenita alza gli occhi al cielo e si rassegna.

“Pronto? Hans che succede?”

“Annie, vorrei venissi alla villa”
“Perché? Ti avevo detto che…”

“Ti supplico” – la voce di lui non è affatto tranquilla, anzi. Sembra piangere disperato, mentre i singhiozzi gli impediscono di scandire bene le parole, rendendo faticoso persino respirare.

“Calmati, ti prego. Mi spaventi così”

“Sto male. Ho bisogno d’aiuto…” – insiste Westergard.

Elsa, nel frattempo, continua a ripetere alla sorella minore – “Non cedere, non cedere”
Però Anna è davvero preoccupata.

“Passo cinque minuti. Ho una cosa importante da fare”

E così, seppure in ansia perenne per Kristoff sapendolo in coma, la Froze si fa accompagnare a villa Weselton.

“Ti aspetto qui, mi raccomando. Qualsiasi cosa, chiamami e vengo a salvarti” – le dice Elsa.

“Non temere. Cosa vuoi che mi possa accadere? Torno subito”

Scende dal mezzo e raggiunge il portone d’ingresso.

Bussare non le serve, perché Hans l’ha spiata dalla finestra e le ha spalancato immediatamente l’uscio.

“Hans! Cosa ti è accaduto?” – esclama lei, trovando il giovane con lo sguardo spento, gli abiti stropicciati, gli occhi rossi e i capelli spettinati.

Westergard la guarda e per un secondo il senso di colpa sembra svanire.

“Amore mio” – le dice e la abbraccia, tornando a vivere nell’istante in cui il corpo di lei sfiora il suo.

Anna vorrebbe allentare la stretta, staccarsi dal fidanzato, però cerca di non peggiorare una situazione già complicata.

“Mi dici cosa ti prende?” – insiste poi.

“Non ti siedi con me sul divano?”- Hans sembra divagare, vuole tenerla in casa il più possibile e questo la ventiduenne lo intuisce.

“Se ti va di spiegarmi cosa ti turba, ok. Altrimenti io vado via” – fa per allontanarsi.

Poi è il giovane ad afferrarle una mano.

“Ho saputo di Kristoff. Mi dispiace” – finge.

Sentire quel nome, è una lama nel cuore per la giovane che ha solo un desiderio: raggiungere l’ospedale e il suo grande unico amore.

“Devo andare” – molla la presa e si avvia verso l’uscita, pentita di essersi lasciata prendere in giro da Hans per l’ennesima volta.

Il riccone ha poche carte da giocare, dato il casino che ha combinato.

Vorrebbe tenere Anna lì, al suo fianco ma fallisce in quanto ha compreso che la voglia di tornare dal suo Kristoff è più forte di qualsiasi sua pressione.

La guarda rientrare in auto e sfrecciare via, mentre il malessere per il danno recato a Bjorgman svanisce e la rabbia gli ribolle dentro.

“Vince sempre lui, maledetto. Con il colpo che ti ho dato non te la caverai, ne sono sicuro. Anna tornerà da me piangendo ed io la farò mia una volta per tutte”

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Capitolo 32
*** 31 Capitolo ***


Erika Bjorgman ha preso posto su una sedia accanto al letto del figlio che intanto fissa in silenzio.

Ed è proprio il silenzio a divagare nella stanza, mentre un macchinario segnala il battito cardiaco del giovane in coma.

Sarah è con lei, in piedi, e piange senza riuscire a controllarsi.

La madre afflitta per la sorte toccata al suo unico figlio pensa e ripensa a Mia, una bambina di cui ignorava l’esistenza e di cui è venuta a conoscenza tramite il dottor Weselton.

Sì, proprio lui. Fu lui a chiamare in disparte i coniugi Bjorgman spiegandogli la situazione di salute di Kristoff e le dinamiche passate della sua vita.

Come mai l’abbia fatto? Beh.. Dominik  agisce sempre per favorire suo nipote.

In che modo?! Cercando di creare tensioni inutili in qualsiasi modo e maniera.

Adesso Erika è preoccupata sul da farsi. Vorrebbe raccontare la verità a Sarah, però la paura di peggiorare il suo stato psicologico con uno shock simile la blocca.

“Come mai Kris si aggirava per le strade di Arendelle all’alba? Non riesco a capirlo” – riflette ad alta voce la giovane – “Avevamo un appuntamento la sera stessa, lui ha tardato e a distanza di ore viene investito. Tante cose non mi tornano”

“Meglio non pensarci adesso. Preghiamo affinché si svegli il prima possibile, poi sarà lui a dirci i fatti come sono andati” – in questo modo la donna adulta evita di toccare un tema scottante. Lei sa dove si trovava suo figlio: da Anna, dalla sua ex, dalla madre della sua bambina.

Una verità che Sarah non conosce e che è bene non sappia…per ora.

Ripiomba il silenzio fino a quando Victor Bjorgman raggiunge le due.

Ha gli occhi lucidi, non più velati di tristezza. Emana una luce particolare che gli illumina il viso e infatti ad accorgersene è proprio la nuora.

“Che succede?” – gli domanda, perplessa.

A quel punto il marito volge un rapido sguardo alla moglie che gli fa cenno di tacere.

“Ehm….niente, ho scambiato quattro chiacchiere con i medici per saperne di più”
“Ti vedo strano”- aggiunge la ragazza, sospettosa.

“Kristoff è in coma e ha rischiato e rischia tuttora di morire…come devo stare secondo te? Strano, ovviamente” – la risposta alquanto infastidita di Victor ammutolisce Sarah che si siede in disparte.

I sospetti sulla fanciulla dai capelli rossicci che piangeva in sala d’attesa assieme ad altra gente sono la realtà dei fatti: si tratta della ex del suo fidanzato che anche i signori Bjorgman cercano di nasconderle.

Però sono tentativi inutili in quanto Sarah  ne è sempre più convinta.

“Se temete che sapere di Anna possa sconvolgermi, non preoccupatevi” – aggiunge in un attimo di quiete, subito dopo l’ingresso di Victor in stanza.

“Come?” – esclama, stupita, Erika.

“Hai sentito bene. Anna è il suo nome, giusto?”

I due coniugi si guardano sconvolti.

“Allora tu sapevi di lei. Te l’ha detto Kris?” – domanda la donna.

“L’ho intuito. Quando l’ho conosciuto soffriva le pene che solo chi viene lasciato dal vero amore può provare. Ho dedotto soffrisse per una vecchia fiamma. Quando l’ho incontrata poco fa, con lo sguardo distrutto e l’aria di chi preferisce morire piuttosto che vivere senza il suo lui, ho compreso che poteva essere solo la persona in questione”
“Sarah io volevo dirtelo però…” – interviene Erika, ma viene zittita da altre parole della giovane.

“Se vi chiedete come mai conosco il suo nome, semplicemente perché ho sentito qualcuno chiamarla, penso sia stata sua sorella”

“Ci dispiace averti tenuto nascosto di Anna. Anche per noi era un’estranea, abbiamo saputo solo da qualche ora di lei”

“Tranquilli, è tutto ok”- accenna un timido sorriso, tranquillizzando i genitori del suo compagno.

“Tra loro è finita, dopotutto. Non hanno più legami…” – aggiunge, tirando un sospiro di sollievo.

Peccato che si sta sbagliando di grosso.

E ne ha piena conferma quando, uscendo dalla camera per rispondere alla telefonata dei suoi, scorge in lontananza due figure.

Mentre sua madre la riempie di domande, Sarah ha lo sguardo fisso su queste persone che avanzano nella sua direzione.

“Mio Dio” – esclama d’improvviso la giovane quando tutto le diventa chiaro.

Elsa e Anna, facce ormai riconoscibili, sono in compagnia di una bambina che Anna stessa ha tra le braccia.

Il cellulare di Sarah cade sul pavimento in quel preciso istante mentre la paura di perdere il suo grande amore si concretizza sempre di più, si decide a scoprire tutta la verità. Quindi si nasconde in un angolo e ascolta la conversazione tra sorelle che avviene esattamente a pochi metri di distanza.

“Mamma mi ha telefonato. Ha detto che i genitori di Kristoff sanno di te e di Mia”

“Cosa? Chi gliel’ha detto?”

“Penso i medici, sorellina. Adesso vorranno sicuramente conoscerla e saperne di più. Ti senti pronta ad affrontarli?” – le chiede Elsa.

“Certo, glielo devo in fondo. Sono i nonni di Mia”

La maggiore, fiera della consanguinea, le sorride e le dà un dolce bacio sulla guancia.

Poi la guarda avvicinarsi alla porta della stanza, pronta a varcare la soglia ed entrare.

Prima di farlo, Annie si rivolge alla figlia - “Ora ti porto dal tuo papà, chissà che non sia proprio tu con la tua presenza a risvegliarlo”

Respira profondamente ed apre la porta.

Il suo ingresso sbigottisce i coniugi Bjorgman che restano estasiati nel vedere per la prima volta la loro nipotina. Tra lo stupore e la commozione dimenticano i mesi di segreti del figlio, desiderosi di stringere il sangue del loro sangue.

“Ciao Anna, è un piacere conoscerti” – le dice Erika, con le lacrime agli occhi.

“Il piacere è tutto mio” – risponde la ventiduenne.

“Questa creatura è meravigliosa” – aggiunge Victor, scrutando la bellezza della piccina.

“Posso prenderla?” – chiede allora la neononna.

La Froze le cede la piccola, spostandosi accanto al letto dell’amato.

Victor e sua moglie si lasciano andare ad un pianto lungo e disperato, mentre Anna fa lo stesso pensando al suo grande amore allettato per colpa di un estraneo pirata della strada e di un destino ingiusto.

Se da un lato c’è chi vive emozioni intense dovute all’incontro con un pezzo di famiglia da sempre tenuto celato, dall’altro c’è qualcuno che, ormai a conoscenza dei fatti, soffre terribilmente.

Sarah.

La ragazza in preda ad una crisi di pianto,corre nei corridoi senza darsi pace.

Ed è la voce di qualcuno a bloccarla, proprio quando è prossima all’uscita.

“Posso esserti d’aiuto?”

La giovane si volta e nota un medico anziano rivolgergli parola.

“Dottor Weselton, no sto bene. Grazie”-  mente – “Stavo tornando a casa”

“So quale è il tuo problema. Mio nipote sta vivendo la stessa identica situazione”

“Come, prego?”

“Vieni con me nel mio studio, ti chiarirò un paio di cose. Se collaboriamo tutti insieme, forse riusciremo a darvi ciò che volete”

“Non vi seguo”

“Vuoi Kristoff con tutta te stessa, giusto?”

“Ehm.. si; sono cosciente però che essendo tornata la sua ex, per di più con una figlia, lui mi mollerà… ed io rimarrò da sola. Devo solo abituarmi all’idea”

“Non dire così, non è tutto perduto. Hans, mio nipote, ama Anna alla follia. Se muovete bene le vostre carte, potreste vincere entrambi. Lui avrebbe Anna e tu Kristoff”

Sarah è combattuta di fronte a macchinazioni non propriamente consone alla sua persona.

“Sei libera di rifletterci su. Però ricorda, più passa il tempo più Anna si insinuerà nelle vite e nei cuori di Erika e Victor Bjorgman che si stancheranno presto di averti tra i piedi e non vedranno l’ora di sostituirti. Se invece tu e Hans trovate un modo per riprendervi i vostri rispettivi fidanzati, saremmo tutti più sereni. Non trovi?”

Un lavaggio del cervello perfetto operato da Dominik per il bene di Westergard.

E così dopo alcuni tentennamenti, Sarah fortemente desiderosa di ricevere amore, accetta.

“Ti scrivo un indirizzo, recati qui, parla a mio nipote. Vedrai che tutto si sistemerà” – le porge un bigliettino che la giovane ripone in tasca.

Ancora scossa da quanto accaduto, la ragazza lascia l’ospedale e si dirige verso villa Weselton.

“Chi sei tu?” – esclama Hans, trovandosi di fronte la sconosciuta.

“Mi manda tuo zio. Sono la fidanzata di Kristoff… voglio che ti riprendi Anna perché è un rischio per la mia relazione. E che lei torni dal ragazzo non posso permetterlo!”

Westergard con un sorrisetto beffardo, felice di aver trovato un’alleata, le stringe la mano e la invita ad accomodarsi.

Hanno molto di cui parlare e tanto su cui organizzarsi.

Adesso sì che le speranze di riconquistare la sua Lei possono realizzarsi.

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Capitolo 33
*** 32 Capitolo ***


Anna è accanto al letto di Kristoff e gli stringe la mano, tenendo lo sguardo fisso sul viso di lui che ha riporta alcuni graffi sulla fronte e ha il capo avvolto da bende, a causa del trauma cerebrale subìto.

“Vorrei ti svegliassi adesso e aprissi quegli occhi che mi hanno fatto innamorare più di un anno fa” – dice la ragazza, approfittando di minuti di solitudine; infatti Victor ed Erika, assieme a Mia, hanno raggiunto Idunn e Agnarr nei corridoi.

“Ricordi quando mi portasti in un locale dove si esibivano dei tuoi vecchi amici musicisti? Non potrò mai dimenticarlo. Ti allontanasti, raggiungendo il palco, sussurrasti qualcosa al bassista. Poco dopo ti diedero il microfono ed intonasti una canzone speciale. Quella melodia e quelle parole continuano a risuonarmi nella testa” – una lacrima riga il viso della ventiduenne che, asciugando veloce le guance, inizia a cantare.

I'd climb every mountain
And swim every ocean
Just to be with you
And fix what I've broken
Oh, 'cause I need you to see
That you are the reason

https://www.youtube.com/watch?v=207X6DTY4LY

I singhiozzi interrompono l’esibizione della ragazza, che disperata si alza dalla sedia e comincia a camminare avanti e indietro, con le mani tra I capelli, respirando profondamente in cerca di una calma interiore.

Non riesce a darsi pace per quanto accaduto e vedere l’amore della sua vita legato ad un macchinario, in lotta tra la vita e la morte, la uccide dentro.

Soffocata da un dolore più grande di lei, lascia la stanza alla ricerca di un luogo dove potersi sfogare senza che le sue grida recassero preoccupazioni inutili.

Aveva bisogno di urlare, di dire con tutta se stessa al destino quanto sia stato crudele, quanto l’abbia illusa nel restituirle Kristoff per poi sottrarglielo di nuovo.

Elsa, nel frattempo, è rientrata a casa.

La villa è così vuota, quel giorno più del solito.

Il recente trasferimento da sua madre le sembrò la soluzione migliore per recuperare sua sorella.

Faticò ad adattarsi a mura non sue, ad una stanza con un letto enorme da non poter condividere con Anna, che era solita coccolare prima di addormentarsi sapendo di rivederla l’indomani al suo fianco, con i capelli arruffati, in posizioni assurde, e con un buffo sonno.

Prepara al volo un panino e si siede al tavolo, pronta a sistemare la tesi universitaria.

Le manca davvero poco alla laurea e finalmente il sogno di diventare avvocato inizia a concretizzarsi.

Nel frattempo, la televisione in sottofondo le regala un pizzico di compagnia, in una villa enorme e senza alcuna persona all’interno.

La scarsa concentrazione della ragazza viene messa a dura prova dal vociare di giornalisti che in diretta televisiva danno notizie di cronaca al notiziario.

“E’ un’ultim’ora, a quanto pare un testimone ha fornito alla polizia dei dettagli sull’automobile che stamattina, all’alba, ha investito un giovane di venticinque anni, fuggendo via subito dopo” – comunica una donna in tailleur blu.

Elsa scatta in piedi, lasciando cadere la sedia sul pavimento.

Fissa lo schermo senza battere ciglio mentre le riprese del cameramen mostrano il suo quartiere e ciò che resta dell’incidente.

“Stanno per acciuffarlo, me lo sento” – esclama la Froze, commuovendosi.

Poi afferra il cellulare e la prima persona che contatta è proprio Anna.

All’ennesima chiamata senza risposta, Elsa decide di avvisare Idunn.

“Anna non è qui, perché la cerchi?” – chiede la donna, quando la sua primogenita le domanda della sorella.

“Avete saputo che qualcuno ha riconosciuto il veicolo che ha investito Kristoff?”

“Cosa? Dici sul serio? Chi te l’ha detto?” – Idunn afferra la mano di Erika, che, confusa, non comprende quel gesto.

Una volta terminata la conversazione, avviene la comunicazione – “Credo che dobbiate andare alla polizia. A quanto pare un testimone potrà aiutare le indagini a scovare il pirata della strada”

“Davvero?”- esclama incredula la Bjorgman, rivolgendo lo sguardo al marito.

Si abbracciano, ottimisti, congedandosi subito dopo. Non prima di dimostrare ai due ex coniugi la fiducia nei loro riguardi – “Vi affidiamo nostro figlio. Vegliate su di lui, noi torneremo il prima possibile” – conclude Victor, allontanandosi mano nella mano con sua moglie.

“Sono due persone speciali” – commenta la donna, ammirando la forza di due genitori che soffrono e che restano uniti grazie ad un sentimento mai assopito.

“Il loro amore è più forte del dolore” – aggiunge Agnarr, nostalgico di aver perduto il suo nei confronti della madre delle sue figlie.

Idunn lo guarda e per un istante ricorda di quanto fossero uniti i primi anni di fidanzamento.

Poi la perdita del loro primogenito incrinò tutto.

“A noi non capitò questo, bensì l’esatto opposto” – sostiene lei.

“Già, anziché restare assieme nonostante il dolore, abbiamo demolito tutto con le nostre mani”

Idunn sospira, poi cerca di deviare l’argomento ancora opprimente.

“Il passato è passato. Ora andiamo in camera da Kristoff” – conclude, mentre culla Mia ormai addormentatasi tra le sue braccia. Meglio evitare di riaprire vecchie ferite.

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Nel frattempo..

“Forse ho sbagliato a venire qui..” – ripete Sarah a Hans, sentendosi in colpa per aver dato retta ad uno sconsciuto.

“Fidati di me. Non pentirti di avermi detto di amare il tuo fidanzato. Dopotutto è normale, anche io amo la mia ragazza, per questo non dobbiamo abbatterci. Ci riprenderemo ciò che ci spetta” – insiste Hans, dopo due intense ore di chiacchiere e di lavaggio del cervello.

La fragile Sarah non è convinta e comincia a temere la persona che ha davanti.

“Sarà meglio tornare a casa; i miei saranno in pena”

“Non vai in ospedale? È lì il tuo compagno!” – chiede lui.

“Non so se trovo il coraggio di affrontare i Bjorgman e di vederli assieme alla bambina”

“Ti ribadisco che di Mia non devi preoccuparti. Lei non sarà un problema. Quando Anna tornerà qui, l’adotterò io e chiederò la custodia esclusiva”

“E’ troppo crudele. Come potrei togliere a Kristoff sua figlia?!”
“Infatti non sarai tu a farlo. Non sospetterà mai di te” – le sorride e l’accompagna all’uscita.

Adesso il riccone si sente più forte che mai. Questa alleanza con un’ingenua fanciulla non può che portargli vantaggi.

Peccato che non ha la minima idea di cosa sta accadendo intorno a lui.

Come potrebbe in fondo? Una persona egocentrica come Hans Westergard pensa solo ed esclusivamente a se stesso. Ignora di aver commesso un piccolo sbaglio che probabilmente manderà a monte il suo piano.

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“Degli adesivi? Dite sul serio?”- esclama Erika, sentendo le parole del testimone dalla bocca di alcuni carabinieri.

“Ebbene sì signora. A quanto pare il mezzo ha sulla portiera sinistra anteriore degli sticker a forma di stelle”
“E’ allucinante che teniate in considerazione un particolare tanto assurdo” – brontola Victor.

“Signor Bjorgman, invece potrebbe restringere il campo alle nostre ricerche…”

“Adesso sapete il modello di auto e che dovrebbe avere questo particolare. Cosa aspettate a cercare quel bastardo?” – insiste la donna, agitata e desiderosa di verità immediate.

“Abbiamo mandato delle volanti a setacciare le varie zone. Abbiamo considerato anche che potrebbe trattarsi di qualche mezzo di passaggio perciò sono stati avvisati dei colleghi di città vicine”

“Tutto per degli adesivi?” – ripete, incredulo, il papà di Kristoff.

“Tesoro, calmati. Potrà sembrarti una cavolata, ma a qualcosa dobbiamo pur aggrapparci. Questo mi basta per sperare” – gli dice la moglie, intrecciando le mani a quelle di lui.

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Hans è in giardino a fumare l’ennesimo sigaro. Fissa il cielo stellato e pensa al suo domani.

“Se avremo una figlia voglio chiamarla Stella” – afferma, immaginando ad una bambina che solo Anna potrà darle, una bambina, la cui immagine riporta nella sua mente un flash del passato che lo turba per qualche istante.

 

FLASHBACK

“Amore, sono incinta” – comunica una ragazza dai lunghi capelli scuri al suo lui, durante la festa di San Valentino.

“Davvero? Che regalo grande mi fai” – esclama un giovanissimo Hans, abbracciando la fidanzata.

“Diventeremo genitori di una femminuccia e ho già un’idea per il nome” – aggiunge la ragazza, emozionata.

“Quale?” – domanda, curioso, l’innamoratissimo Westergard.

“Stella, che ne pensi?”

Il ventenne resta in silenzio, poi un sorriso gli illumina il viso e afferma convinto – “E il nome perfetto, amore”

“Ti piace?”

“Certo, non potevi scegliere di meglio Taylor”

Il giorno successivo , il futuro papà compra degli adesivi a forma di stelle.

“Da oggi in poi sarà parte della nostra vita quotidiana” – commenta mostrando gli sticker sul veicolo alla compagna che, commossa, lo bacia e si lascia andare ad un abbraccio carico di speranze per il futuro e carico d’amore.

FINE FLASHBACK

Il ragazzo scuote il capo a voler cancellare il ricordo doloroso.

Rientra in casa, controllando prima la sua automobile parcheggiata e a pochi passi dai cancelli.

Gli adesivi sono evidenti eppure lui non li nota affatto. Ha cancellato dalla memoria il valore che quei banali disegni sulle portiere avevano cinque anni prima.

E così con la testa tra le nuvole rientra, pronto a dormire sogni sereni.

 

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Capitolo 34
*** 33 Capitolo ***


I giorni seguenti vedono Anna fare accertamenti medici definitivi che le servono ad avere piena consapevolezza che non è incinta di Hans e che l’uomo, in qualche modo, l’ha ingannata.

Eppure l’insistenza di Westergard che la rivuole a casa comincia a pesarle. Il suo desiderio lo manifesta con un’infinità di messaggi e chiamate ai quali Anna non risponde volutamente e che però iniziano ad impensierire Elsa.

“E’ diventato uno stalker, dovresti andare alla polizia e denunciarlo”  - le consiglia un pomeriggio, appena rientrate alla villa dall’ospedale.

“Credo che conviene incontrarlo, invece” – sostiene la seconda.

“Cosa? Perché?” – si sorprende la maggiore.

“Quando sono venuta qui, gli ho promesso che sarebbe stato per poco tempo. Sono trascorse due settimane” – spiega Anna.

“Annie, sei fuori di testa? E’ normale che saresti rimasta più a lungo…è scontato che tu in quella casa di ricconi non torni più” – aggiunge Elsa, decisa ad impedirle di sbagliare ancora.

“Sorellina, restare sarebbe la cosa che desidero di più, lo sai bene. Però è anche vero che voglio vederci chiaro in questa faccenda. E’ stato proprio Hans a farmi credere una finta gravidanza? E perché?”

“Non ci vuole un genio per intuirlo. Vuole che tu sia sua…punto!” – sbotta la primogenita di Idunn.

La riflessione di Elsa ammutolisce Anna.

“Scusami, ho esagerato probabilmente. Ho alzato i toni e non volevo. Solo che ci tengo a te e non voglio che tu casca nel tranello di quell’idiota” – la abbraccia, chiedendole così perdono. Ultimamente è nervosa e il suo stato d’animo è stato recepito dalla famiglia intera. Prima tra tutte proprio la sorella minore.

“Va tutto bene?” – le domanda allora, sedendosi sul divano e guardando la parente prendere posto affianco.

“La laurea è sempre più vicina e ho paura che qualcosa possa andare storto” – confessa, eppure i suoi occhi nascondono altro.

“Sicura sia solo per questo?”

La giovane annuisce, mantenendo lo sguardo basso.

Anna è poco convinta, però preferisce non indagare in maniera diretta, ma cerca di girare attorno all’argomento segreto.

“Sei una roccia, non sarà questo a scalfirti. Nulla può toccare la tua corazza, giusto? Cosa potrebbe renderti tanto tesa, se non questo!”

“Ultimamente ho il terrore di tutto. Quando terminerò gli studi, che ne sarà di me?” – la ventiquattrenne, prossima ai venticinque, espone i suoi dubbi sul futuro.

“Elsa!” – esclama scioccata la seconda – “Davvero credi di non avere altre chance? Non pensarlo mai. Sei intelligente, brillante, un cervellone di serie A. Avrai tante proposte, nessuno si lascerebbe sfuggire un genio come te, ne sono certa” – adesso è Anna a confortare la consanguinea aprendole le braccia e accogliendola a sé.

È il pianto di Mia svegliata dal suo sonno a costringere la giovane mamma a raggiungerla in camera da letto.

La prima delle Froze resta, perciò, sola con i suoi pensieri.

Estrae il cellulare dalla tasca e si collega ai social network, aprendo immediatamente una chat in particolare.

Nota l’assenza di una risposta al suo messaggio, inviato ore prima. Incupita, getta il telefonino sul divano e nasconde il viso tra le mani.

Cerca di contenere la rabbia e la tristezza, intenzionata a non voler mostrare delle fragilità a sua sorella.

“Tua nipote è una grande mangiona, sai?” – irrompe Anna, con la figlia stretta al petto.

Elsa cancella le emozioni negative e torna quella di sempre. Disegna un sorriso stampato sul volto e si appresta ad osservare la piccina alle prese con la poppata.

E’ sempre più convinta che le questioni amorose non sono fatte per lei.

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Idunn quella sera invita a cena i signori Bjorgman, che inizialmente restii da allontanarsi dall’ospedale, cedono alle pressioni della padrona di casa.

Approfittano così di momenti da poter dedicare alla loro nipotina.

Mia regala loro sorrisi e gioie che non provavano da tempo.

“Kristoff sarebbe così felice di vederla sorridere e giocare” – commenta Erika, incupendosi subito dopo.

Cala il silenzio tra i presenti di fronte tali affermazioni.

Poi è John Peterson a rompere il ghiaccio, proponendo a Victor e Agnarr una partita a carte.

“Siamo rimaste solo noi donne, vi va di bere una tisana?” – domanda Idunn, ricevendo l’ok di tutte.

E tra una chiacchiera e l’altra, Anna tira fuori un argomento che da ben due settimane era stato offuscato.

“Sarah che fine ha fatto? Come mai da fidanzata di Kristoff quale si ritiene non dà più segni di vita?”

“Ho cercato di mettermi in contatto con lei, ma niente da fare. Mi dispiace perché credo abbia saputo di te e della bambina e che ne stia soffrendo” – spiega la Bjorgman, dispiaciuta.

“Sarebbe il caso di confrontarsi con questa ragazza, non pensi figlia mia?” – interviene Idunn rivolgendosi alla secondogenita.

“Cosa vuoi che le dica? La prima e l’ultima volta che l’ho vista mi ha praticamente indicato la porta d’uscita dell’ospedale” – ricorda Anna, infastidita al ricordo.

“Era solo preoccupata. La conosco da anni e posso assicurarti che è un pezzo di pane” – Erika metterebbe la mano sul fuoco per lei, ignorando invece che l’ex nuora si è alleata con la persona che ha tentato di uccidere suo figlio Kristoff.

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“Finalmente sei arrivata. E’ un’ora che ti telefono” – Hans rimprovera Sarah quando la vede sull’uscio di casa.

“Senti sono qui perché ho deciso che la tua idea non può essere realizzata. Insomma, dai, è assurdo”
“Fidati, ti dico che se tu racconti ad Anna quello che ho deciso, lei si tirerà indietro”

“Sei sicuro? Se invece lotterà per togliermi di mezzo?”

“Non lo farebbe mai. È troppo buona per privare il suo amore di un altro figlio”

“Mentire dicendo di essere incinta quando tra me e Kristoff ci sono stati solo degli innocenti baci..è  allucinante. Privo di senso” – insiste, dubbiosa, la ragazza.

“Se vuoi riprenderti il tuo fidanzato, è l’unico modo”

La folle idea di Westergard la turba profondamente e da quando ha deciso di coalizzarsi con quello sconosciuto, ormai parte quotidiana della sua vita, dorme male di notte e ha i sensi di colpa per qualcosa che non è ancora riuscita a realizzare.

“Non ho la forza di mentire a quella gente. Io voglio bene ai Bjorgman, perché dovrei raccontargli menzogne? Non me la sento”

E sentendo tali parole, Hans esplode.

“Credi di darmi buca adesso che il piano potrebbe volgere a mio favore?...cioè a nostro favore? Non osare farlo! C’è un accordo tra noi”

“Ho sbagliato a venire qui due settimane fa  e dare retta a tuo zio. Se l’amore non esiste non lo si può imporre”
“Sei una stupida se credi questo”

“Io credo nei veri sentimenti. Poi le bugie hanno le gambe corte… se Kristoff dovesse svegliarsi all’improvviso e raccontare che le mie sono falsità? Come dovrei gestire l’odio di tutti?”

“Ho pensato anche a questo, tranquilla” – il sorriso malefico di Hans inquieta Sarah, che indietreggia.

“Devo andare” – afferma subito, dandogli le spalle, ma ecco che Westergard sa come pietrificarla – “Ricorda che se cado io, tu cadi con me”

Un brivido scende leggero sulla schiena di lei che ,annuendo, spaventata da tali precisazioni,  corre via.

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Le ricerche della famosa automobile continuano da giorni ormai, mantenendo in vita le speranze dei Bjorgman e dei Froze.

Intanto i turni all’ospedale ruotano da Erika a Victor, fino ad Idunn e ad Anna.

Quest’ultima trascorre le ore accanto al letto del suo innamorato cantandogli canzoni d’amore e raccontandogli di Mia e di vecchi episodi del passato.

“Oggi la nostra bambina compie cinque mesi. Non riesco ancora a credere che quella meraviglia l’abbiamo messa al mondo io e te, due semplicissimi e comunissimi ragazzi desiderosi di libertà che invece hanno dovuto affrontare responsabilità di adulti” – presa una fotografia della bambina, la posiziona sul comodino alla destra del suo ragazzo.

“Lei è qui con te ogni giorno” – aggiunge, sorridendo.

Dopo qualche attimo di silenzio, durante il quale Anna pensa al futuro, aggiunge - “Ricordi che mi avevi proposto di diventare tua moglie? Non dimentico, sappilo. Io non vedo l’ora di dirti il fatidico si. Appena ti sveglierai, ti giuro che ti sposerò, fosse l’ultima cosa che faccio. Da allora in poi sarò tua per sempre” – emozionata, con i lacrimoni che le appannano la vista, Anna prende una mano di Kristoff e la intreccia alla sua.

Prima di coronare quel sogno romantico, vuole però sistemare la faccenda con Hans.

Lui le scrive un sms quella mattina stessa pregandola di incontrarsi al bar accanto ai giardini pubblici.

Anna si fa forza e ,senza avvisare nessuno della decisione presa, si presenta esattamente sul luogo dell’incontro.

Davanti a sé c’è un ragazzo diventato uomo nel giro di pochi giorni.

Lo sguardo serio e la leggera barba lo rendono maturo e il peso del suo sguardo inibisce la Froze.

“Finalmente ti sei convinta a vedermi” – commenta, mostrandosi molto agitato.

“Mi dispiace. Sai bene dove mi trovavo”

“Lo so” – aggiunge disgustato dall’idea che la sua compagna fosse l’ex.

“Kristoff ha rischiato di morire. E’ il padre di Mia”

“Hai ragione. Non condanno la tua vicinanza al papà della bambina. Spero però per te sia solo questo”
“Cosa vuoi dire?”

“Che presto arriverà il nostro di figlio e vorrei che fosse lui il centro del tuo mondo”

Westergard insiste sulla gravidanza di Anna della quale inesistenza è al corrente anche Anna stessa.

Ma la ventiduenne finge ancora una volta e si mostra disponibile ad ascoltarlo.

Dopo aver preso posto e aver ordinato da bere, Hans le propone di tornare alla villa.

“Non posso. Fino a quando Kristoff sarà in quelle condizioni, non lascerò l’ospedale”

Westergard trattiene la rabbia, stringendo i pugni. Poi mandando giù l’ennesimo boccone amaro, continua – “Se lui resta in coma un anno, tu sarai lontana da me per un anno?” – ennesima provocazione.

“Un anno? No! Lui si sveglierà presto” – è convinta Anna.

“Me lo auguro perché non posso più sopportare di essere separato da te” – le sfiora il viso, mostrando la sua dolcezza più nascosta.

Però la reazione della Froze non è quella sperata.

La giovane indietreggia, schivando le carezze.

“Che ti prende? Ti faccio schifo?”

“No, no. Io dovrei andare, Mia deve mangiare tra poco” – si alza dalla sedia, buttando giù gli ultimi sorsi del drink.

Pronta ad allontanarsi, a pochi passi dai parcheggi circostanti i giardini, sente la voce di Hans chiamarla.

“Aspetta” – le afferra il braccio, bloccandola.

“Ti prego, lasciami andare” – lo supplica.

“Mi dai almeno un bacio? Chissà quando ci rivedremo” – aggiunge lui, facendole una proposta che la spiazza del tutto. Con una mano le sfiora il ventre nel quale sa benissimo che non c’è alcun bebè.

E pensare che fino a un mese prima si lasciava toccare, baciare, si concedeva agli impulsi sessuali di Hans e adesso la sola idea la schifa.

Un semplice sfiorarsi di labbra che Anna vuole finisca immediatamente è ciò che intende offrirgli.

Westergard però non è di quel parere. Preme con forza sulla bocca di lei, cercando di approfondire quello che sarebbe dovuto essere un leggero bacio a stampo.

Rigida, tra le braccia forti del suo presunto fidanzato, la ventiduenne percepisce le intenzioni di lui quando quelle possenti mani si infilano sotto la sua maglietta.

A quel punto, la ragazza riesce a liberarsi dall’abbraccio e lo spinge via.

“Ciao” – dice poi, correndo via, asciugando le lacrime e cercando di dimenticare l’esperienza appena vissuta. Un gesto che aveva poco a che vedere con quelli che le regalò Hans nei mesi precedenti. Era piuttosto carico di brutalità e di un desiderio sessuale animalesco. Nulla a che fare con l’amore di cui lui tanto parlava.

Ancora tremante, Anna raggiunge casa.

Apre la porta e sente del vociare proveniente dalla cucina.

I Bjorgman sono lì.

“Anna, eccoti, finalmente. Che fine hai fatto?” – le domanda Idunn.

“Che facce! Che succede?” – chiede la ragazza, evitando l’argomento e i rimproveri materni.

“La polizia ha trovato l’automobile in questione” – le racconta Elsa.

“Come? Davvero?” – esclama, gioiosa, la ventiduenne.

“In realtà le ricerche continuano...però abbiamo un’indiziata.” – precisa Victor.

“Un’indiziata? Si tratta di una donna quindi?” – esclama incredula Anna.

“Non la conosciamo,sappiamo soltanto che è di Arendelle e il suo nome è Taylor… Taylor Richie”

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Nel frattempo…

“Non sono io la responsabile. Cavolo, quante volte devo dirlo. Io non guido da tempo, ormai”

“Signora Richie, l’automobile di sua proprietà è identica a quella comunicata dal testimone e in più ha gli adesivi a forma di stella. Faremo indagini più dettagliate, però almeno risponda alle nostre domande e potrà tornare a casa. ”
“Avete detto adesivi? Cosa c’entrano?” – chiede, confusa, Taylor al commissario di polizia.

“Sono rilevanti. A quanto pare il colpevole ne aveva due sulla portiera. Il suo stesso modello di auto con le stesse identiche stelle”

Il volto della donna impallidisce e l’unica parola che riesce a pronunciare prima di perdere conoscenza è – “Mio Dio!! Non può essere… non di nuovo lui!... Non Hans”

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Capitolo 35
*** 34 Capitolo ***


Sapere dai Bjorgman che c’era un’indiziata, responsabile della quasi morte del suo fidanzato, agita Anna che quella stessa notte dorme poco, girandosi più e più volte nel letto, non trovando pace.

Vorrebbe conoscere la responsabile del suo dolore e di quello di una famiglia intera che piange il figlio in coma.

Quando riesce a prendere sonno, seppure per un lasso di tempo molto ridotto, la prima immagine che le si presenta è quella della persona che ore prima la baciò con violenza.

L’incubo che inizia a tormentarla ha come protagonista Hans.

Anna è preda di un sogno spaventoso, durante il quale avverte chiaramente la mano di lui tapparle la bocca e l’altra giocare con il suo corpo inerme.

Si contorce nel letto, liberandosi con calci e movimenti bruschi di lenzuola e coperte.

“Hans, lasciami stare” – grida, sudando freddo.

“Nessuno mi impedirà di farti mia, quando e come voglio” – le ripete una voce cupa e inquietante, rappresentata proprio dal viso di Westergard.

La Froze, bloccata dalla sua paura, lo osserva liberarsi degli indumenti con estrema facilità, mentre una risata soddisfatta accompagna il momento.

“Ora tocca a te. Preparati a godere, voglio darti massimo piacere stanotte” – le sussurra, mordicchiandole il lobo dell’orecchio. Le strappa con forza la camicia, facendo saltare via i bottoni fiondandosi sul seno di lei, come un lupo affamato della sua preda preferita.

Anna piange, urla, si dimena, ha terrore come mai prima nella sua vita.

“No” – continua a dire, singhiozzando.

Tutto attorno a sé è frutto di una paura inconscia che si manifesta in un incubo notturno da brividi.

Fortuna che le sue grida attirano l’attenzione di qualcuno.

E’ John, svegliato da una paziente in travaglio che lo chiama urgentemente in ospedale, ad accorgersi dei rumori.

Spaventato corre nella camera di lei e la soccorre. Anna è in un mare di sudore e si agita in preda al delirio vero e proprio.

“Annie, Annie, svegliati!” – la scuote, riuscendo a riportarla alla realtà.

La ragazza spalanca gli occhi, mostrando terrore sul volto.

“E’ stato un brutto sogno, tranquilla” – la abbraccia lui – “Vuoi un calmante?”

La Froze trema come una foglia e non ascolta le parole del medico, presa dai flash che fino a poco prima dominavano il suo sonno.

Se fino a qualche mese prima sognò Hans in versioni alquanto erotiche e piacevoli, ad oggi ha cambiato visione su cosa vuole davvero dalla vita e ha chiarito a se stessa ciò che nutre davvero per quello che ,ai fatti, è ancora il suo fidanzato ufficiale.

“Io devo andare. Sicura che va meglio adesso?” – le domanda John.

“Si, grazie” – risponde, alzandosi a fatica dal letto. Afferra una coperta sulla sedia e si avvolge in essa, sedendosi sulla poltrona accanto alla finestra.

Mia dorme senza alcun problema, nonostante tutto.

Volge lo sguardo verso la figlia e nota che la bambina sorride nel sonno.

“Che bella che è” – afferma Peterson e prima di lasciare la ventiduenne da sola le rivela un aneddoto dei suoi – “Si dice che quando i bambini dormono e sorridono, stanno sorridendo agli angeli che sono in loro compagnia”

“Gli angeli?” – ripete lei, colpita piacevolmente da tale legenda.

“Ora devo andare” – la saluta il dottore, dandole un tenero bacio sul capo, ricordandole che per qualsiasi cosa lui c’è e può telefonarlo.

“Grazie ancora, Johnny. Ti prego solo di una cosa”

“Dimmi tesoro”

“Non farne parola con la mamma  o con Elsa. Sono estremamente apprensive, mi tartasserebbero di domande e non ho voglia di spiegare nulla. Non sono in vena…” – lo prega Anna, ricevendo l’ok dell’uomo.  Peterson è convinto che a turbare il riposo di Anna sia la situazione di Kristoff e le pressioni continue di Hans. Perciò, stanco di vedere la sua figliastra in quelle condizioni, decide di parlare a Dominik Weselton di suo nipote.

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E’ ora di colazione quando Anna arriva, alquanto distrutta, in cucina dove Idunn e Elsa sono alle prese con la lettura del quotidiano.

“Buongiorno” – le saluta, avanzando lenta verso di loro.

“Tesoro, ma non hai dormito bene? Sembri esausta” – nota immediatamente la madre.

“Si, voglio un caffè bello forte, mi raccomando. Mi attende una bella giornata impegnativa” – spiega Anna, afferrando dal vassoio un paio di biscotti appena sfornati.

“Hai deciso di accompagnare i Bjorgman in commissariato quindi?” – chiede Elsa, riaprendo il discorso della sera precedente, quando Erika e Victor raccontarono del presunto colpevole dell’incidente di Kristoff.

“Certo che sì. Gliel’ho promesso e l’ho promesso a me stessa”

“Mi raccomando, teneteci aggiornate su tutto” – le ricorda Idunn, versandole la bevanda nella tazza.

Nel giro di un’ora, la seconda delle Froze è pronta per lasciare la villa.

I pensieri che le frullano in mente sono confusionari e riguardano sia Hans che Kris.

Elsa bussa alla porta della camera della sorella quando Anna è alle prese con i capelli, quella mattina, più indomabili del solito.

“Penso sia giunto il momento di abbandonare le trecce, non trovi?” – interviene Elsa, notando quanto Anna sia bella con la chioma sciolta, al vento.

“Non saranno mai belli quanto i tuoi” – commenta la seconda.

“Cosa cavolo dici? Se sei uno splendore, guardati.” – la volta verso lo specchio ordinandole di osservarsi meglio.

“Non mi sento mai all’altezza di nulla” – confessa la ventiduenne, gettandosi di peso sul letto.

“Invece non dovresti. Perché non riesci a vederti nel modo in cui ti vedo io?” – le dice la maggiore, spostandole un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.

Quella esatta frase spiazza Anna che accenna un sorriso rilassato – “Adesso mi copi anche le battute. Ero io a ripetertelo sempre”

“Come vedi la situazione si è ribaltata. Tocca a me ricordarti quanto sei speciale. Ora tirati su, raggiungi i Bjorgman in salotto. Sono lì ad aspettarti. Andrà tutto bene, stai serena” – dandole un caloroso abbraccio la saluta.

E’ felice di aver, in qualche modo, consolato e dato forza a chi ne aveva bisogno. E così, una volta sola con se stessa, torna ad incupirsi indossando la maschera di matura e saggia consolatrice.

Si chiude nella sua stanza, pronta ad affrontare le ultime revisioni della tesi.

“Oggi non voglio distrazioni, terminerò il mio lavoro e chiuderò per sempre con questa università” – dice a se stessa.

Ma è in quell’istante che la famosa chat , dalla quale attendeva risposta il giorno precedente, si riattiva.

Il cellulare vibra e finalmente il volto della ragazza si illumina.

“Posso telefonarti?” – le scrive la persona in questione.

“Certo” – risponde lei.

Trascorrono dieci secondi ed ecco arrivare la chiamata tanto attesa.

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I Bjorgman e Anna sono alla polizia, in attesa di essere convocati dal commissario nel suo ufficio.

Le gambe tremanti di Erika e le camminate di Victor nel corridoio sono l’esasperazione di due genitori fiduciosi nella giustizia. Ed è allora che un uomo in divisa gli chiede di seguirlo.

Giungono alla presenza di una donna sulla cinquantina con i capelli corti e neri come la pece, seduta alla scrivania.

“Ispettore buongiorno, ci dica le novità” – il primo a parlare è il capofamiglia.

Dopo i convenevoli, l’ufficiale apre il discorso - “Abbiamo interrogato l’indiziata. Lei ci ha detto di essere totalmente estranea ai fatti”

“Avete almeno prove che certificano quanto dice?” – interviene Anna.

“A quell’ora era a casa con sua figlia”

“Come possiamo esserne certi? Potrebbe mentire per tutelarsi” – aggiunge Erika.

“La figlia aveva la febbre e lo attestano le ricevute rilasciate dalla farmacia dopo l’acquisto di medicinali”

“Ok, però potrebbe averli comprati la sera”

“Certo, ma lei ha testimoni che garantiscono a suo favore. All’alba di due settimane fa era accanto al letto della bambina”

“Quindi? Vi arrendete? Escludete che sia lei e chiudete la faccenda? Sappiate che non ve lo permetto” – si altera Bjorgman senior, puntando il dito contro l’ispettore Rose McKenzie.

“Si calmi. La donna ci ha detto di conoscere qualcun altro che possiede la stessa automobile in città”

“Ah si? Chi?” – chiede Anna, speranzosa, afferrando la mano di Erika.

“Ho mandato una volante a controllare le zone ed appurare quanto ci ha raccontato”

“Di chi si tratta? Vi ha detto chi è la persona che ha la sua stessa vettura?” – interviene ancora Victor.

“Un uomo di potere che abita nella zona più ricca di Arendelle”

“Un uomo di potere” – ripete la Froze, sospettosa. Chissà perché ma appena si parla di ricchi e facoltosi la sua testa va in fissa su una sola persona.

“Westergard è il suo cognome” – comunica la donna.

“COSA?” – esclamano in coro i tre, scioccati.

“Come abbiamo fatto a non pensarci” – Anna salta in piedi, lasciando cadere la sedia a terra.

Con il cuore a mille e l’agitazione alle stelle, lascia l’ufficio correndo.

“Cosa le è preso? Conosce questo tipo?” – domanda, confusa, la McKenzie.
“Certo che sì. Se è come temo, avete trovato il colpevole” – conclude Erika, prima di stringersi la marito e sfogarsi in un lungo pianto.

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Nessuno sa chi si è presentato, nel frattempo, a villa Weselton.

“Si? Ha bisogno di qualcuno?” – chiede Milly all’ospite sull’uscio della porta.

“Vorrei parlare con Hans Westergard. Abita qui, vero?”

“Chi lo cerca?” – domanda la cameriera.

“Taylor….Taylor Riechie”

Il ragazzo è chiuso nel suo studio, alle prese con vecchie scartoffie. Da quando suo zio trascorre la maggior parte del tempo in ospedale, tocca a lui occuparsi delle finanze di famiglia.

Quando irrompe la domestica per informarlo della visita, lui sbruffa, troppo occupato per perdere tempo inutilmente con gente sconosciuta. Così le ordina di sbarazzarsene immediatamente.

“Dice che è importante. Il suo nome è Taylor”

Ma ecco che quel nome pietrifica Hans, che sente una forte fitta al petto.

Nella sua mente cominciano a vagare tanti “Non può essere” “Non è lei” “Sarà un’altra Taylor” “Cosa vuole da me?” “Non dovevamo vederci più?!”

“La mando via come mi avete detto, signore?” – domanda ancora Milly.

Il giovane la ignora e scansandola bruscamente avanza verso il salotto, in cerca di conferme.

Seduta sul divano, la riconosce immediatamente e i ricordi del passato tornano a schiacciarlo.

“Tu? Cosa ci fai qui?” – chiede, fissando stranito la Richie, cercando di mostrarsi duro come una pietra..

“Finalmente ci si rivede, caro vecchio Hans” – afferma lei, incrociando le braccia al petto.

Westergard resta estasiato dalla bellezza di una ex compagna, la prima a cui regalò il suo cuore.

“Sbaglio o avevamo chiuso per sempre?” – le chiede poi, cercando di evitare sentimentalismi.

“Sbaglio o mi avevi promesso che non avesti più fatto cazzate?” – aggiunge lei.

“Cosa intendi dire?”

“So cosa hai fatto, Hans! Inutile che fingi… ti conosco troppo bene. So che sei stato tu. Confessa. Con me sai bene che i trucchi non funzionano… dillo! Dillo!! ” – la voce seria  e quasi minacciosa di Taylor, inquieta Westergard che senza ragionarci troppo su, comprende che qualcosa di grave che lo riguarda e che ha richiamato addirittura una parte del suo passato, sta per venire a galla.

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Capitolo 36
*** 35 Capitolo ***


Anna è pronta per affrontare Hans ed esigere la verità su tutto. Se le cose sono come crede, il criminale che ha investito Kristoff è proprio lui e merita di pagare.

Raggiunge a piedi, correndo senza sosta, villa Weselton. Con il fiatone e il batticuore, cerca di contenere la rabbia che le ribolle dentro e la priva di piena lucidità.

È a pochi passi dai cancelli quando, esausta e frustrata, li oltrepassa.

Percorre quei pochi metri di distanza dall’enorme portone in legno massiccio, pensando e ripensando a cosa dire e a come affrontare un uomo che ad oggi le incute timore e che è stato il protagonista di un incubo che continua a tormentarla da ore.

Nella sua testa frullano parole senza senso che cerca di domare e gestire, senza riuscirci, arrivando ad esclamare – “Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato, Hans Westergard”

Non è la sola persona a pentirsi di averlo conosciuto e, infatti, ne ha conferma proprio in quel preciso istante - “Condivido a pieno” – le dà appoggio una voce poco distante da Anna.

La Froze si guarda attorno, confusa. Nota poi una ragazza, con il capo basso, coperta in parte da un berretto, che avanza verso di lei.

“Tu chi sei?” – domanda la ventiduenne, scrutando la sconosciuta.
“Qualcuno rammaricato per aver dato corda e importanza a quel vigliacco di Westergard”

“E’ stato l’errore più grande della mia vita” – aggiunge Anna, amareggiata – “Mi ha strappato dalla felicità che a fatica avevo conquistato accanto all’uomo che amavo follemente”

“Ne parli al passato. Non lo ami più?”

I curiosi quanto sospetti interrogativi della straniera spiazzano la Froze che però ha bisogno di sfogarsi e approfitta della tipa di cui ignora l’identità per farlo.

Così aggiunge – “Certo che lo amo. Più di prima se è possibile”

“Ah” – commenta l’altra – “Perché sei venuta fin qui? Perché non sei con il tuo grande amore?” – c’è acidità nel tono di voce della ragazza misteriosa. Eppure Anna non dà alcun peso a questo.

“Sono qui per sapere la verità” – conclude, per poi, stranita dalle tante domande, sposta l’attenzione proprio sulla sconsciuta – “Tu invece? Come mai sei qui alla villa? Chi sei? Ho vissuto qui per tre mesi e giurerei di non averti mai vista da queste parti, neppure di sfuggita”

“Ecco io…” – l’altra non sa come venirne a capo perché lo sguardo della ventiduenne inizia a pesare.

Alza la testa e si libera del copricapo, lasciando così svolazzare in aria una lunga chioma ramata..

“Tu?” – esclama scioccata Anna.

“Finalmente ci conosciamo come si deve. Piacere sono Sarah, Sarah Frost” – le porge la mano – “Ci siamo viste all’ospedale giorni fa, ricordi? Eri dal mio fidanzato… ops…volevo dire dal tuo grande amore” – la timida e dolce fanciulla, timorosa di Hans e delle sue proposte folli, non ha gradito quando Anna ha definito Kristoff con termini tanto affettuosi.

Si mostra da subito seccata.

“Non è tuo, inutile che speri che sia così” – replica la Froze.

“A quanto ne so io, non mi ha né mollata, né mi ha chiesto una pausa di riflessione. Ai fatti, è con me che sta” – alterata, Sarah attacca la sua rivale.

Non sa che, se vuole, anche la secondogenita di Idunn tira fuori la grinta e la determinazione per prendersi ciò che desidera.

C’è tensione tra le due, come se si preparassero ad uno scontro fisico.

“Ti consiglio di tornare con Hans, cara mia”
“Mai”

“Se preferisci condividere un uomo con la sottoscritta, fa pure”

“Io non condivido un bel nulla. Kristoff mi ama e mi sposerà”
La notizia in un primo momento pietrifica la Frost. Solo quando realizza che quelle sono solo fantasie di una ex ancora innamorata, ride prendendosi gioco di Anna.

“Quando gli dirò che avremo un bambino, dubito che sposi te” – le sussurra.

Ma tali parole inaspettate sono lame che trafiggono il petto della giovane – “Cosa? Sei incinta?”
“Si, darò a Kristoff un figlio e vivremo per sempre felici e contenti”

“Non ti credo! Lui non avrebbe mai…” – poi si zittisce, cosciente di non riuscire a contenere le emozioni che sta provando. Non ha intenzione di mostrarsi debole e perciò corre via.

“Scappi ?” – sorride, beffarda, Sarah guardando la Froze allontanarsi – “Non è così che si affronta la questione. Ti facevo più intelligente”

Con il cuore a pezzi, le lacrime che scendono a fiumi e le palpitazioni a mille, Anna si distanzia il più possibile da quella casa, cercando di metabolizzare quanto appena sentito.

“Non può essere! Non può essere” – continua a ripetere a se stessa.

Ed è in quel momento, preso in mano il cellulare, che nota alcune chiamate perse. Molte di Elsa, altre di Erika.

Telefona proprio sua sorella, in pena per lei da ore.

“Volevamo da te novità e non ti sei fatta sentire. Così mamma ha contattato i Bjorgman e loro ci hanno raccontato ogni cosa. Allora è vero? Quel bastardo è il responsabile!”

“Non lo so Elsa! Non sono riuscita ad affrontarlo”
“Sono sicura che è stato lui. Un tiro così basso è proprio da lui”
“Attendiamo le indagini. Se la testimone gioca sporco? Magari Hans è davvero innocente”

“CHE? Annie, che ti succede? Stai impazzendo di nuovo?”
“Senti, non ho voglia di parlare. Sto rientrando. A tra poco” – così, afflitta, chiude la conversazione.

Contatta un taxi e nel giro di dieci minuti è a bordo, pronta per raggiungere villa Peterson.

Come può dormire sogni tranquilli sapendo che Sarah è in dolce attesa? Come può desiderare di vivere il suo sogno d’amore se quella persona sarà una presenza costante nel suo futuro?

Però non vuole dare spiegazioni a nessuno sul sul malessere, perciò non appena varcato l’uscio di casa, ignora le domande dei familiari e si chiude in camera.

Indossa le cuffie con il volume al massimo per evitare di sentire la madre o la sorella bussare alla porta e tempestarla di domande.

La canzone che ascolta è il sottofondo del suo stato emotivo e accompagna le lacrime che scendono senza controllo sulle sue gote e quei singhiozzi che rendono difficile persino respirare.

https://www.youtube.com/watch?v=9keUC07-QSY

“Come può averlo fatto” – ripete per la centesima volta, stringendo al petto uno dei peluche che Idunn regalò a Mia.

“Stronzo” – esclama poi, gettando il pupazzo a terra.

Sfoga il suo dolore, con l’ennesima playlist depressiva. Poi socchiude gli occhi e la stanchezza e la tristezza la conducono nel mondo dei sogni.

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Sarah Frost, seduta su una panchina a pochi passi dalla villa di Hans, riflette su quanto appena fatto.

Ha mentito ad Anna… è riuscita a farlo con una facilità impressionante.

La paladina della verità, pronta a mollare l’accordo con Westergard, ha purtroppo trovato la rivale al posto sbagliato nel momento sbagliato e ha ceduto alla tentazione di vincere , facilitata dal piano di Hans sulla finta gravidanza.

Invia un sms al complice per dargli la comunicazione, poi torna diretta verso il suo appartamento – “Ho agito come volevi tu. Adesso è il tuo turno”

Andò alla villa per chiudere definitivamente con le macchinazioni del riccone, invece ora ne è coinvolta al cento per cento. Perciò non ha più senso rimanere lì.

Ciò che la ragazza ignora è che Hans sta avendo un duro confronto in casa con un suo dramma del passato.

“Inutile che continui a negare. So che sei stato tu. Non sei cambiato, sei sempre  il solito egocentrico, folle, agisci senza pensare e senza tenere conto dell’altra gente”

“Io? Sbaglio o sei tu quella che mi ha mollato non considerando i miei sentimenti?”

“Non ti amavo e lo sai bene”

“E Stella? Cos’era quella bambina per te? Il frutto di una notte di sesso?”

“Tra noi c’era solo questo. Nessun sentimento che ci univa se non quello che nutrivano per nostra figlia”

“Mi hai privato dell’unica gioia della mia vita”
“La colpa è la tua, ricordalo. Tu eri alla guida quella dannata sera. Tu hai causato la morte della piccola”

“No” – grida, furioso, Westergard, fulminando la donna con lo sguardo.

“Non sono qui per rivangare il passato. Io ho una nuova vita adesso, una figlia, un marito. Non permetterò che le tue cazzate mi mettano in mezzo ai guai”

“Sparisci da casa mia” – le indica l’uscita, con il cuore carico di dolore e di rabbia.

“Se non andrai a denunciarti da solo, sarà la polizia a trovarti e sarà troppo tardi. Ho dato al commissario il tuo contatto. Non tarderanno ad arrivare”

“Mi hai denunciato?” – domanda, scioccato e spiazzato.

“Meriti di pagare… per questo ragazzo che sta lottando ancora tra la vita e la morte, e per Stella” – conclude, lasciando la villa sbattendo la porta.

In quel momento lo sconforto e la disperazione prendono il controllo del corpo di Hans.

Il giovane ripercorre con la mente eventi del suo doloroso passato e di una notte che gli rovinò la vita per sempre.

Una gita, un camion che travolge la sua auto, una neonata morta, una compagna in coma per giorni, anni infernali che lo condurranno alla psicoterapia, all’uso di farmaci, alla depressione.

Ed ecco arrivare Anna, un’altra ragazza incinta, in attesa anche lei di una bambina, quella bambina che Hans ha perduto assieme ad un amore importante.

Anna e Mia erano il riscatto da un destino crudele e un’ingiustizia subìta.

Anna e Mia erano rispettivamente Taylor e Stella, due esseri speciali che la vita gli ha sottratto.

Ma non stavolta…

“Con voi le cose andranno in un altro modo. Non perderò di nuovo…” – conclude, prima di prendere una bottiglia di whisky e dedicarsi le ore seguenti all’autodistruzione, sulla scia dei vecchi tempi.

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Capitolo 37
*** 36 Capitolo ***


“Amore mio”

La voce di Kristoff riecheggia nelle orecchie di Anna.

“Dove sei?” – grida, guardandosi attorno, alla ricerca disperata della persona che ama,diventata la sua aria pura, la sua terra stabile, il fuoco che arde dentro di lei, l’acqua di quel mare che sognava da bambina e che lui le promise di vedere insieme.

Invece è circondata dal nulla che l’avvolge e le ricorda che dei suoi desideri d’amore non resta che il buio.

In quel cupo sfondo dove il silenzio regna sovrano, il suo ragazzo torna a chiamarla.

“Annie”

“Mi manchi” – singhiozza la Froze, nascondendo il viso tra le mani, rivolgendosi a qualcuno di invisibile.

“Voglio vederti felice. Ti prego, non mollare, non arrenderti e non cedere alle provocazioni” – le continua a dire Bjorgman.

“A cosa ti riferisci? Quali provocazioni?” – domanda, toccata da tali raccomandazioni.

Ed ecco che lo scenario cambia all’improvviso.

Davanti ai suoi occhi c’è il mare e sotto i piedi sente la calda sabbia bianca.

 “Questo è il luogo dove avevi promesso di portarmi “ – si commuove lei, sedendosi a riva.

Si lascia andare all’emozione e ai ricordi, quando la mano di qualcuno si posa sulla sua spalla.

“Quanto vorrei che questo fosse vero” – dice lei, sentendo quel tocco così reale.

“Se lo desideri, può esserlo” – le sussurra la persona, prendendo posto accanto alla Froze.

La ventiduenne avverte il batticuore quando, voltandosi alla sua destra, riconosce il fidanzato.

I loro sguardi si incrociano, divorandosi reciprocamente. La felicità riscalda i loro cuori e il desiderio non si tiene più a freno.

Anna lo bacia ardentemente, stringendolo a sé, desiderosa di non lasciarlo più andare via.

Assapora qualcosa che le manca e di cui è priva da troppo tempo.

E pensare che quello è soltanto un sogno…

Anzi, no! Presto il sogno diventa incubo.

“Sei mia e di nessun altro”

Il viso del suo principe azzurro svenisce.

“Hans” – esclama scioccata, notando che la persona che sta baciando non è più Kristoff.

“La tua coscienza ti sta parlando… pensi al tuo ex, ma in fin dei conti sono sempre io quello che primeggia tra i tuoi pensieri. Inutile combattermi, mia cara. Ho già vinto…” – la risata malefica di Westergard sovrasta tutto. Le indica un punto in lontananza e la paura più grande della ragazza si concretizza.

Ecco dove è il suo Kristoff. Però non è solo. Con lui c’è Sarah, con un pancione enorme e la mano intrecciata a quella del suo ragazzo. Una scena che devasta definitivamente ogni emozione di Anna. Disperata, impossibilitata a muoversi, per via di un sogno che decide per lei, si accascia a terra e riprende a piangere.

Lentamente ogni immagine svanisce e il buio torna e l’abisso l’avvolge, portando via con sé ogni speranza.

 

Anna spalanca gli occhi in quel preciso istante.

Turbata dal ricordo di quel bizzarro sogno, sente di impazzire e convince se stessa che sfogarsi con qualcuno è ciò che serve.

“Basta silenzi!” - lascia la stanza dirigendosi verso quella di Elsa, necessitando del suo sostegno.

Percorre quei pochi metri, mentre svariati pensieri le frullano in mente e i timori di un futuro incerto la assalgono.

Con il cuore in gola, decide di farsi forza e una volta di fronte alla camera di sua sorella, batte alcuni colpi alla porta.

“Avanti” – è la voce della maggiore delle Froze, alle prese con una tesi completa e pronta alla consegna.

“Si può?” – chiede Anna, avanzando timidamente.

Elsa ha gli occhi fissi sul suo lavoro, soddisfatta per essere giunta al termine di un calvario di mesi.

“Ti presento quello che porrà la parola fine al mio percorso universitario” – le mostra un volume grandissimo dalla copertina rossa.

“I nati fuori dal matrimonio…” – legge la seconda, sfogliando il librone. Impallidisce davanti alle stranezze del caso – “Perché parli di figli illegittimi?”

“Mesi fa pensavo di scrivere del divorzio, poi ho pensato che fosse un tema da evitare. Meglio non affrontare tutta la prassi che i nostri genitori hanno dovuto seguire alla fine del loro matrimonio. Così mi sono detta… Vorrei in qualche modo riportare un fatto che riguarda la mia vita, o meglio, la tua!”

“Quindi quando parli di bambini che non vengono riconosciuti dal loro papà, ti riferivi a Mia?” – le domanda, spiazzata – “Perché se sai bene che non è così”

“No non mi riferivo a quello. Lei ha il cognome del suo papà, però è una bambina nata fuori dal matrimonio, giusto?”

“In teoria non sarebbe dovuto essere così, però…si è vero” – commenta Anna, incupita da quanto sa su Sarah.

“Ecco, in questo modo ho toccato un tema che mi era a cuore in un modo o in un altro” – confessa.

La non risposta della parente la riporta all’argomento centrale, quello da cui tutto è partito.

“Adesso dimmi cosa ti turba tanto!” – la invita a sedersi sul letto ed esige spiegazioni.

Dopo iniziali esitazioni, la minore delle due si libera di quel peso.

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Sarah Frost è tornata in ospedale dopo ben due settimane di totale assenza.

Forse i sensi di colpa, forse la mancanza del suo lui, ma eccola approfittare dell’allontanamento di Erika dalla camera per prenderne il posto.

Siede su una sedia, accanto al ragazzo, e, con amarezza, gli parla – “Ho creato un casino, adesso non so come venirne fuori”

Il battito cardiaco del ragazzo allettato è l’unica risposta che riceve.

Si avvicina e gli accarezza una guancia, mentre i singhiozzi non le danno pace.

Lo sfiora con delicatezza, timorosa del suo stesso gesto colmo di amore.

“Se solo ti svegliassi…” – aggiunge poi, posando il capo sul bordo del letto.

Non è cosciente dei minuti che trascorre in quella posizione. Sta di fatto che da lì a poco, Erika  fa rientro e si sorprende vedendo la giovane nella camera.

“Sarah, sei tu?” –

Sentendo tale voce, la Frost sobbalza e si alza dalla postazione.

Sto andando via, tranquilla” – ha tanto da dirle, ma preferisce non affrontarla.

“Perché scappi da me?! Tra noi c’è sempre stato un rapporto speciale. Sei scomparsa per settimane e adesso che possiamo riabbracciarci, fuggi come un’appestata”

“Mi dispiace. Non volevo essere di troppo in questi giorni” – sostiene la giovane, pronta a lasciare la stanza.

“Aspetta” – la trattiene la donna, prendendole una mano.

I loro occhi si incontrano e la Bjorgman le sorride teneramente, regalandole una carezza materna.

“A me puoi dire ogni cosa, ricordalo”

C’è confusione e incertezza nelle intenzioni di Sarah, e Erika stessa se ne rende conto. Però preferisce non metterla a disagio ed evita altre domande.

“Quando vorrai e sarai pronta a confidarti, sai dove trovarmi” – scioglie la stretta e la lascia libera.

Torna alla sua postazione solita, afferra un romanzo dalla borsa, pronta per un momento di rilassamento.

Prima di farlo posiziona un registratore sul comodino accanto al letto. Schiaccia play e sotto lo sguardo sorpreso della Frost, parte la canzone che ormai da quindici giorni sia Anna che la Bjorgman fanno udire a Kristoff.

“Come mai questa musica?” – chiede, prima di andare via.

“So che lui la adora” – risponde l’adulta, indossando gli occhiali da vista, pronta per dedicarsi alla lettura.

“Scommetto che te l’ha detto Anna, giusto? E’ una canzone d’amore, quindi nessuno più di lei può avertelo suggerito”

Erika resta in silenzio; solleva il capo che fino a poco prima era rivolto alle pagine del romanzo.

“Ti stai domandando come mai conosco la ex di tuo figlio. Beh ora lo sai…sì, so chi è. So che è anche la mamma di una bambina avuta proprio con Kristoff”

“Tesoro, non volevo che lo scoprissi così… Ecco io…” – cerca di giustificarsi non avendole mai raccontato la verità.

“Non c’è bisogno di scuse. Adesso hai le risposte che cercavi”
La Bjorgman sempre più confusa non sa come comportarsi e non riesce a trattenere la ragazza.

“Adesso sai perché mi sono allontanata. Sarai contenta immagino. Hai una nipote e hai quella figlia che tanto desideravi. Congratulazioni” – conclude, correndo via.

Erika resta immobile con lo sguardo fisso sulla porta e con la consapevolezza di aver perduto un pezzo del suo cuore. In fondo vuole ancora bene a Sarah, però evidentemente il sentimento non è più reciproco. Potrebbe inseguirla, chiederle perdono, darle spiegazioni dettagliate.

Ed è sua intenzione farlo, se solo non fosse accaduto altro nel frattempo.

Un'altra parte di sé sta per ritornare alla vita.

“Mamma”

La donna trema al pensiero di aver udito la voce di suo figlio. Possibile? Forse una sua suggestione; torna alla lettura.

Poi di nuovo.

“Mamma”

La Bjorgman chiude il libro gettandolo a terra quando si accorge che Kristoff ha aperto gli occhi.

“Oh mio Dio” – esclama, piangendo.

Con un filo di voce il ragazzo le dice – “Ciao mamma”

La gioia incontenibile e le lacrime di felicità impediscono ad Erika di parlare. Si getta sul suo adorato figliolo che lamenta dolori per la pressione del corpo materno sul suo.

“Ops, scusami” – dice lei, asciugando le lacrime che continuano a scendere senza controllo.

Contattati medici, infermieri, equipe medica, dimentica di avvertire la famiglia Froze, informando esclusivamente suo marito.

Sarah, però, è nei paraggi. Seduta in sala d’attesa sorseggia del pessimo caffè della macchinetta, cercando di rimuovere i ricordi che le recano malessere.

Inizia ad ipotizzare piani di fuga. Ne ha in mente uno: sarebbe tornata a casa, avrebbe riempito due valigie di abiti e scarpe, poi sarebbe partita per New York, lontana da tutti. Nessuno avrebbe mai chiesto di lei e la faccenda con Hans si chiudeva definitivamente.

Piani che vengono distrutti in due secondi, quando ascolta, casualmente, la conversazione tra due infermiere.

“Hai sentito?”

“Cosa?”

“Il ragazzo in coma si è svegliato”
“Ma è fantastico, andiamo a vedere”

Senza esitare, corre più veloce che può verso la camera del fidanzato per constatare con i suoi  stessi occhi che la persona di cui si parlava era proprio Kristoff.

Lui è lì, con Erika accanto che gli tiene la mano, intento ad ascoltare le parole del dottore di turno.

La ragazza, emozionata, piange, restando immobile sull’uscio.

Ed è proprio la presunta suocera ad andarle incontro.

“Cara, hai visto? Ce l’ha fatta! Ce l’ha fatta” – le dice Erika avvolgendola tra le sue braccia.

“Si, sono felicissima” – le sorride ancora commossa, poi aggiunge – “Perdonami per poco fa. Adesso che Kristoff è sano e salvo, non lo lascerò per nessuna ragione al mondo. Sono disposta ad accettare la sua ex e sua figlia. Tutto per amore”

“Ehm… io non so come andranno le cose tra voi d’ora in avanti, sei sicura di riuscire a sopportarlo?”

“Devo farlo. Gli parlerò e se mi vorrà ancora, sarò qui”
“Se invece non volesse?” – domanda l’adulta, con poco tatto.

La giovane dopo una risatina sotto i baffi, conclude – “Dubito possa accadere”

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Capitolo 38
*** 37 Capitolo ***


Anna racconta a sua sorella, per filo e per segno, quanto accaduto ore prima davanti villa Peterson, cioè quello che Sarah le rivelò.

“Incinta? Non può essere” – Elsa è incredula e dubita addirittura delle parole della sconosciuta  - “Credi davvero che Kristoff possa essere andato a letto con questa ragazza?”

“Perché no?! In fondo erano una coppia, o meglio, sono ancora ad oggi una coppia, a detta di lei”

“Saranno anche fidanzati come sostiene Sarah, però io non sono affatto convinta. Lui era troppo innamorato di te per rimpiazzarti su due piedi” – la maggiore è fortemente schierata a favore di Bjorgman, sostenendo addirittura che ciò che la Frost ha raccontato ad Anna è una menzogna.

“Io invece l’ho fatto, purtroppo” – si incupisce la seconda, ricordando il momento in cui lasciò la sua casa per vivere con Hans, cedendo alle sue richieste e donandogli il suo corpo.

“Non volevo fare paragoni, sappilo” – precisa Elsa, accarezzando i morbidi capelli dell’altra.

“Sono io a farli. Mi pento ancora per gli errori commessi; oggi che ragiono lucidamente so con certezza di volere solo Kristoff e costruire insieme il futuro che ho sempre sognato, realizzando quel famoso sogno nel cassetto che custodivo sin da bambina”

“Una famiglia tutta tua” – aggiunge la maggiore, ben consapevole del desiderio di Anna..

La minore delle Froze sospira. Poi, distesa sul letto accanto alla parente, si accoccola al suo petto lasciandosi accarezzare e confortare come era solita fare gli anni del divorzio dei genitori, quando in lacrime raggiungeva la stanza di Elsa e si sfogava, ricevendo in cambio affetto e tenerezza.

In quella situazione impregnata di calore familiare, la prima inizia a cantare.

Where the north wind meets the sea
There's a river full of memory
Sleep, my darling, safe and sound
For in this river all is found

Anna segue a ruota la voce di sua sorella, ricordando così i vecchi tempi.

“Non ho mai capito cosa volesse significare questa inquietante ninnananna” – commenta la secondogenita di Idunn, afferrando una coperta dalla sedia, posizionandola sui corpi di entrambe.

“Evidentemente il fiume che ti dà risposte, quelle che tu stai cercando, è la tua stessa coscienza. Leggiti dentro Annie, troverai il tuo passato e troverai la tua verità. Io almeno l’ho sempre interpretata così”

“A otto anni eri già così sveglia?” – la punzecchia la minore, con tanto di linguaccia.

“Certo, i nonni mi chiamavano cervellone, ricordi?” – risponde Elsa, vantandosi delle sue capacità per poi scoppiare a ridere.

Le due sembrano tornare indietro nel tempo e dimenticare i problemi.

“Forse hai ragione, ho creduto a Sarah senza pensare che le sue potevano essere falsità”

“Conosco la tua impulsività, è difficile scappare da ciò che si è. Quindi non ti giudico, però è bene che impari a riconoscere quando la realtà dei fatti è tale e quando è pura menzogna. In questo caso, Sarah deve essersi vista minacciata da te e dal ruolo che hai nella vita di Kristoff”

“Hai ragione. Inizierò a considerare questa prospettiva. In fondo l’unico che potrebbe darmi conferme o meno è il mio ragazzo… e lui…beh… dorme ancora” – lo sguardo di Anna, al pensiero di Bjorgman in coma, si rattrista.

Però questa sensazione di impotenza di fronte a una giovane vita che rischia la morte e che non può aiutare, ha breve durata.

Le grida provenienti dalla cucina attirano l’attenzione delle sorelle Froze che, preoccupate, raggiungono il posto.

Idunn è euforica e non riesce a contenere la goia, mentre è alle prese con una telefonata.

“Mamma, cosa è questo baccano?” – domanda, stranita, la primogenita.

“Ragazze mie” – esclama la donna, abbracciandole entrambe.

Le ragazze si guardano, confuse.

“Tesoro grazie per la notizia, è ciò che attendevamo da tempo. Ora informo le mie figlie e veniamo subito lì” – così chiude la chiamata.

Con le lacrime agli occhi comunica la bella novità.

“Tenetevi forte… Kristoff… si è svegliato”

Elsa esalta, saltellando sul posto, avvinghiandosi poi al collo della sorella minore, rimasta pietrificata con le lacrime agli occhi.

“Dici sul serio?”- chiede ulteriori conferme e la mamma annuisce, asciugandosi il viso bagnato dal pianto.

Lo sfogo seguente vede Anna sciogliersi definitivamente, alzando uno sguardo al cielo, emettendo un commovente Grazie Dio.

Stretta alle due donne più importanti della vita, si libera di un dolore che sembra aver lasciato spazio alla meritata pace.

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Nel frattempo, in ospedale, Sarah Frost è accanto a Kristoff.

Lui riceve le ultime cure dell’infermiera, mentre, i genitori chiariscono il tutto con il medico.

“Sono felice che tu sia qui” – dice lui, seppure ancora affaticato, quando i due restano da soli.

“La gioia è la mia nel rivederti sano e salvo” – gli sorride, sfiorandogli il viso con dolcezza.

Lo guarda, innamorata, e non resiste al sentimento. Avvicina le sue labbra a quelle di lui, cercando il contatto.

Ma è Bjorgman a voltarsi impedendo il gesto affettuoso, spiazzando totalmente la ragazza.

“E così è davvero finita” – commenta lei, ferita.

“Mi dispiace. Era questo che volevo dirti quel dannato giorno” – confessa lui.

“Ami ancora Anna, dovevo immaginarlo” – indietreggia dal letto del giovane, incredula e distrutta.

“Perdonami, non volevo ferirti”

“Ferirmi? No, mi hai devastata. Ti sono stata accanto in un periodo di vita per te nero, ho trascorso più tempo a casa tua che con la mia famiglia. Pensavo tenessi al nostro rapporto..”
“Era così, infatti”
“Hai detto bene, “Era”. Parli al passato. Evidentemente mi hai solo usata. Magari quando mi baciavi, la tua testa e il tuo cuore erano altrove”

Kristoff non risponde, dando conferma alle affermazioni della Frost.

“Sai che ti dico? Pensavo di rivolerti nella mia vita, ero addirittura disposta a tutto pur di riconquistarti. A questo punto, sono stanca. Non mi meriti.  Tolgo il disturbo, addio” – senza aggiungere altro, arrabbiata e delusa, Sarah corre via.

Non si è mai sentita tanto umiliata, specialmente da chi credeva nutrisse sentimenti nei suoi riguardi.

Disperata, si chiude in un bagno e sfoga lì in un lungo pianto la sua sofferenza, accasciandosi sul pavimento.

“Signorina, vi sentite bene?” – le domanda un passante, accorrendola poco dopo.

L’anziano l’aiuta a rimettersi in piedi, desideroso di darle una mano.

“Devo andare, grazie ancora” – conclude Sarah, salutando lo sconosciuto.

Ed è proprio allora che scorge qualcuno dirigersi al primo piano dell’enorme struttura.

Anna, Elsa e Idunn…sono loro le persone in questione.

Le vede raggiungere la camera di Kristoff e chiudere la porta alle loro spalle, regalandosi un momento di intimità e di smisurato affetto.

“Buona vita” – dice Sarah, con un filo di voce. A capo basso, lascia l’ospedale con un macigno sul cuore e la sensazione di aver perduto tutto.

E’ prossima a salire sulla sua automobile quando le vibra il cellulare.

“Sorellina si può sapere che fine hai fatto?”

“Jack, sto bene. Sto tornando a casa”

“Mamma e Honeymaren erano in panico. Nostra sorella stava addirittura per contattare la polizia”

Sarah sbuffa e conclude – “Sempre la solita! Dille che tra poco arrivo”

Mette in moto il veicolo e sfreccia verso casa.

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Anna e Kristoff si guardano senza proferire parola, sotto gli sguardi emozionati dei parenti.

“Amore mio” – esclama poi lei, lasciandosi andare.

Si avvicina al letto di lui ed intreccia una mano alla sua.

Lo accarezza, cercando di concretizzare la sua persona. Ha bisogno di sentire che esiste e che ciò che tocca è reale.

“Non sei un sogno, io ti sento… sei vero, in carne ed ossa…sei vivo”

“Certo, sono qui e non me ne vado più” – le sorride.

In un battibaleno le labbra di lei si posano su quelle di lui e segue un lungo e dolce bacio a stampo.

Finalmente sono di nuovo insieme, liberi di amarsi.

“Mi sei mancato” – singhiozza, stretta al suo innamorato.

“Anche tu. Ti ho sognata tutto il tempo”

“Davvero?”

“La mia principessa del cuore” – la lusinga, arrossendo subito dopo.

Poi chiede –“ Nostra figlia dove è?”

“A casa con la babysitter” – risponde Elsa.

“Vorrei vederla”
“Tempo al tempo, figliolo” – interviene Erika – “Adesso devi tornare in forze”

“Tua madre ha ragione. E noi ti aiuteremo per qualsiasi cosa” – aggiunge Idunn.

“Siete voi ad avermi riportato in vita… il vostro amore, il vostro affetto, le vostre preghiere… ma soprattutto la tua voce Annie”

“Mi sentivi?”

“Sempre. Soprattutto le canzoni che mi cantavi… soprattutto quella canzone che sai benissimo”

Sorridendo timidamente, la Froze decide di dediacargli proprio quel pezzo, la melodia rappresentativa del loro amore.

“I'd climb every mountain
And swim every ocean
Just to be with you
And fix what I've broken
Oh, 'cause I need you to see
That you are the reason

Tra lacrime di commozione ed incontenibile gioia, due famiglie si uniscono in una sola e l’armonia torna a dominare le loro vite.

------------------------------

“Dove sei? Ti ho cercata”

“Scusami, sono in ospedale. Adesso non posso parlare”

“Elsa, aspetta. Non ce la faccio più… dobbiamo  vederci”

“Non mi è possibile. Sono impegnata”

“Possibile che scappi sempre? Cosa ti blocca?”

“Ora ti devo lasciare, mi sono allontanata per risponderti ma devo tornare in stanza” – evita di rispondere e cerca di chiudere il prima possibile la chiamata.

“Ti prego, dimmi almeno che mi telefonerai stanotte, come fai ogni notte, quando nessuno può sentirti”

Dopo qualche esitazione, la Froze dice – “Ok, promesso”

Sistema il cellulare in tasca e torna nella camera dove si celebra l’amore, quel sentimento che da tempo lei sta reprimendo per paura. Ma cosa la frena?  E soprattutto chi è la persona che le fa sussultare il cuore?

 

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Capitolo 39
*** 38 Capitolo ***


Hans è chiuso in casa da giorni, cercando di contattare Sarah in ogni modo senza successo.

Anna sembra disinteressarsi di fargli visita e non risponde alle sue chiamate e ai suoi sms.

Perfino sua sorella è lontana da casa e non è minimamente preoccupata della vita del fratello.

Ignaro di quanto accaduto ore prima in ospedale, Westergard non tollera la poca considerazione che gli viene data sia dalla complice sia dalla presunta fidanzata.

“Sarah, è l’ennesimo messaggio vocale che ti mando. Voglio sapere le novità. Hai detto della gravidanza ad Anna, e sei stata formidabile seguendo i miei piani. Ma come procede, però, il tutto? Lei ha creduto alle tue parole?” – registra e invia, in attesa di avere belle notizie.

E finalmente arriva la risposta. Un testo breve però intenso.

“L’accordo tra noi è saltato. Kristoff si è risvegliato. Addio”

Il ragazzo si pietrifica e il cellulare gli scivola dalle mani, cadendo sul tappeto.

“Non è morto?!” – esclama, cambiando tono di voce. Ha i nervi a fior di pelle ora che sa del risveglio del rivale che  cercherà sicuramente di strapparle la donna.

Si appresta ad uscire, diretto verso l’ospedale. Non ragiona più e la rabbia ribolle ed aumenta al ricordo dell’incidente, quando si appostò sotto villa Peterson e spiò la coppia entrare in casa insieme. Vedere Anna innamorata e felice, ridere alle sue spalle, baciarsi con l’ex mentre lui si affliggeva e soffriva della sua lontananza, fece scattare la molla che lo portò poi al gesto folle.

Non immagina che il suo viaggio si interrompe prima del previsto.

“Salve, è lei il signor Westergard?” – domanda un poliziotto a Hans, fermandolo a pochi passi dal cancello.

E le parole di Taylor gli tornano alla mente – “Ti ho denunciato. Se non ti costituisci, verranno loro e allora sarà troppo tardi”

In quel momento, scappare sembra l’opportunità vincente.

Sotto lo sguardo dell’uomo e del suo collega, inizia a correre.

“Che cazzo sto facendo!” – pensa mentre cerca di seminare i due agenti.

Viene inseguito per qualche metro e per sua fortuna riesce a nascondersi in un vicolo buio e poco frequentato.

Ha il cuore a mille, le gambe a pezzi e il fiatone. Però non può mollare.

“Signore, va tutto bene?” – gli chiede una ragazza, con in mano le buste della spesa, diretta verso casa.

Westergard la guarda infastidito e senza risponderle, riprende la corsa.

Sa che ormai è stato scoperto dalla polizia, che non ha dubbi circa la sua colpevolezza. Altrimenti perché mai sarebbe dovuto scappare?

Pentito di aver agito senza riflettere, spinto dall’impulsività e dal bisogno di proteggersi, cerca rifugio dall’unica persona che sa la verità.

“Spero che il numero sia ancora questo” – incrocia le dita e cerca sulla rubrica telefonica il contatto di Taylor.

“Rispondimi…ti prego” – parla da solo ormai, ad alta voce.

La voce che sente è quella della segreteria, e cade così nello sconforto totale.

Chiama un taxi e decide di recarsi nel posto che frequenta da anni quando vive momenti di profonda crisi.

“Dove la porto?” – domanda il tassista.

“Al cimitero, grazie”        

Ed eccolo di fronte alla tomba della figlia,adornata da angeli di ceramica, fiori e candele e trascorre le ore seguenti a piangersi addosso.

“Stella, scommetto che mi stai osservando da lassù, vergognandoti di cosa sono diventato. Perderti è stata la tragedia più grande della mia vita. Forse per questo ho trasformato il sentimento per Anna in ossessione. Avevo timore di perderla, così come ho perduto te e tua madre” – una lacrima scivola sulla guancia del ragazzo che se ne sorprende. Erano anni che non piangeva lacrime vere e sincere.

Non sa spiegarsi razionalmente cosa accade dopo e che segnerà successivamente i suoi passi.

Una bambina compare magicamente di fronte ai suoi occhi e gli siede accanto.

E’ la sua esatta fotocopia e nonostante fosse folle come idea, Hans si convince che si tratta di Stella.

“Ciao” – saluta lei con voce soave, angelica, ed estremamente dolce.

“Non è possibile. Sei davvero tu?”

“Sono chi tu voglia che io sia!” – la risposta della piccola dalla lunga chioma rossa e gli occhi verdi è ambigua e così Hans sorvola, preso totalmente dall’irrealtà di quella presenza.

È la nuova arrivata ad aprire un discorso molto intimo.

“Devi smetterla di sentirti responsabile in eterno di un incidente non previsto. Accetta il dolore, non rifiutarlo, non fingere che non esista. Hai sofferto in silenzio per troppo tempo, ora basta. Io so come sei…”

“Come ero, ti correggo! Sono cambiato da allora” – puntualizza lui.

“Ritrova te stesso”

“In che modo? Ho fatto innumerevoli cazzate e ho appesantito il cuore di tanta rabbia che a volte mi è difficile gestirla. Con Kristoff ho superato ogni limite, ma l’odio mi ha accecato.”

“Kristoff non lo meritava e in fondo ne sei cosciente anche tu”
Hans tace, seppure cova ancora disprezzo per il rivale.

“Se Anna ama lui, devi lasciarla andare”
“No! Mai, non posso perderla”

“Devi, per te stesso, per il tuo benessere. E vedrai, che l’amore se deve arrivare, arriverà”

Westergard, in silenzio, pensieroso, abbassa il capo cercando di immaginare un futuro senza la Froze.

La sola visione che riempie la sua mente è il buio che lo circonda e la solitudine che lo divora.

“No, non posso. Muoio senza di lei…” – aggiunge, rialzando la testa, volgendo lo sguardo verso la bambina.

Però la piccola non c’è più.

“Stella! Stella dove sei?” – si alza in piedi e la chiama, disperato.

I minuti seguenti li trascorre controllando ogni zona del cimitero, senza alcun risultato.

Come è possibile?

“Sto impazzendo. Forse è la mia mente che mi fa vedere cose che non esistono” – ipotizza la sua follia.

“Forse è la mia coscienza a dirmi di costituirmi”

Non trova risposte a delle visioni di quella che inizia ad immaginare come angelo custode.

O semplicemente frutto di una mente malata.

“Si, sarà così… sono malato. Ho bisogno d’aiuto”

Finalmente cosciente di non essere lucido e di essersi distrutto la vita agendo sconsideratamente, prende la decisione finale.

E ciò avviene quando il cellulare gli suona e sullo schermo compare un preciso numero.

“Taylor”

“Hans, sei tu?”

“E così hai tenuto il mio numero” – afferma felice lui, arrossendo.

“Cosa vuoi da me?” – cambia discorso la Richie.

“La polizia stava venendo a casa mia”

“Gli hai spiegato i fatti?”

“Sono scappato” – confessa, imbarazzato.

La reazione della donna è immediata. Inizia a gridare mille parole che Hans ignora perché concentrato nel dirle – “Ascoltami, ti prego”

“Sei un vigliacco” – insiste lei, furiosa.

“Aspetta..:”
“No! Non voglio avere nulla a che fare con te” – sta per chiudere la chiamata, quando Westergard le comunica – “Sto andando a consegnarmi spontaneamente al commissariato”

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Anna e Kristoff sono soli in stanza, appiccicati l’uno all’altra.

La Froze si  è infatti distesa accanto al fidanzato e lo riempie di carezze  e baci, regalandogli attimi di immenso amore, proprio ciò che gli mancò disperatamente per mesi.

“Ti amo” – continua a ripetergli, apprezzando l’imbarazzo sul viso di Bjorgman.

“Ho una voglia pazza di te che non puoi immaginare” – aggiunge poi, sussurrandoglielo all’orecchio.

“Non sai che fatica per me trattenermi, adesso” – commenta lui, arrossendo.

Il sorriso della ventiduenne accende anche il suo e si completa con un lungo e appassionato bacio.

Le ore insieme sono medicina per il cuore e stare assieme rende il tempo così veloce che non si rendono conto che il sole è tramontato.

Ma la loro privacy viene interrotta dall’arrivo di Erika e Victor insieme ad Idunn.

“Che succede? Hai una faccia sconvolta” – chiede Kristoff alla madre.

“Ci ha contattati la polizia per l’ennesima volta”

“Hanno qualche nuovo indizio?” – domanda Anna.

“No!” – risponde Bjorgman senior. Poi commuovendosi rivela – “Hanno arrestato il colpevole”

-------------------------------------------

Elsa è tornata a casa prima del previsto, con la scusa di un urgenza all’università.

In realtà dopo la telefonata ricevuta è presa totalmente da un sentimento che non sa spiegare ne gestire.

“Elsa, riprenditi ti prego” – dice a se stessa, guardandosi allo specchio – “E’ solo amicizia. E’ solo amicizia. E’ solo…” – poi si zittisce. Tentativi di autoconvincimento che falliscono subito.

Prende in mano il telefonino e  nota un messaggio.

“Non resisto fino a stasera per sentirti. Ho preferito vederti di persona”

Legge e sobbalza incredula. Apre la porta di casa, preoccupata di chi potrebbe trovarsi di fronte.

Non c’è nessuno e può tirare un sospiro di sollievo. Ormai la situazione che sta vivendo ha del poco normale.

La sua “normalità” non esiste più e ciò che sente dentro e che può chiamarsi amore ne è la prova.

Fa per rientrare, quando una voce alle sue spalle la chiama.

“Ciao Elsa!”

La ragazza, sconvolta, si volta lentamente e impallidisce.

“Honeymaren…cosa ci fai qui?”

“Ti avevo detto che non avrei resistito” – aggiunge sorridendo la ragazza dalla lunga treccia nera.

Entra nella villa senza consenso e si avvicina pericolosamente al corpo della Froze.

Occhi negli occhi le due si scoprono più innamorate di quanto avrebbero mai potuto pensare.

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Capitolo 40
*** 39 Capitolo ***


“Non puoi restare qui Honeymaren, mia madre potrebbe ritornare da un momento all’altro” – Elsa spinge via la ragazza, riducendo la distanza fisica.

“Sai benissimo perché sono qui. Non ce la faccio più, Elsie”

“Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così. Nessuno lo fa” – replica la Froze, dandogli le spalle.

“Io sono l’unica e questo la dice lunga” – sostiene la Frost, sfiorandole dolcemente un braccio.

Il tocco della mano della coetanea fa sobbalzare la studentessa di giurisprudenza.

“Vai via, ti prego” – insiste poi, avviandosi all’ingresso seguita a ruota dall’ospite.

“Possibile che non accetti quello che provi? Ti fa tanta paura innamorarti?”

“Basta” – esplode Elsa, alzando la voce, rimproverando Honeymaren.

La guarda con gli occhi umidi, pronti a cedere alle lacrime.

“Se vedermi ti fa stare male, vado via” – cede la Frost, amareggiata.

Elsa la guarda passarle davanti con il capo basso ed accingersi ad uscire dalla villa.

Prima di salutarla, però, le dice – “Non ti disturberò più, tranquilla. Non mi vedrai né mi sentirai. Cancellerò anche il tuo contatto telefonico. Faremo finta che tra noi non sia mai accaduto nulla”

La Froze fissa il pavimento, trattenendo l’emozione che sta iniziando a consumarla.

“Addio”

Ed è in quel preciso istante che un flash corre rapido nella mente di Elsa e le ricorda quanto accaduto tra lei e “l’amica” giorni prima.

Un bacio, sì un bacio che ha ricevuto dalla collega universitaria, conosciuta solo mesi prima, durante il ricevimento settimanale del loro relatore di tesi.

Un caso che le portò ad incontrarsi più di una volta a settimana, al solito posto e di condividere drammi per esami e pensieri sul futuro post laurea.

Honeymaren le raccontò anche aneddoti della sua vita personale, di aver vissuto per sette anni in orfanotrofio per poi trovare una famiglia adorabile, per la quale darebbe anche la vita: i Frost.

Sì, i Frost…i genitori di Sarah Frost, ex fidanzata di Kristoff!

“Perché mi hai baciata?” – le domanda la bionda, guardandola andare via.

Ma la giovane dalla lunga treccia nera, resta immobile sull’uscio e, di spalle all’altra, confessa – “Perché mi piaci”

Questo è per Elsa un colpo al cuore, lei che non si era mai sentita dire da nessuno “Mi piaci”, lei che quasi venticinquenne aveva dato un solo bacio ad un compagno di scuola, durante una festa di fine anno quando si divertirono con il famoso gioco della bottiglia, lei da sempre consideratasi indietro sotto l’aspetto sentimentale rispetto alle coetanee, ma soprattutto rispetto a sua sorella minore, rimasta perfino incinta a ventuno anni.

E il desiderio di sentirsi amata, prende il sopravvento.

Qualcuno finalmente la considera sotto quel punto di vista e,in tale frangente, poco le interessa se a volerle bene in quel modo è una donna e non un uomo.

Afferra Honeymaren per un braccio e la tira verso di sé.

Nessuno avrebbe potuto fermarla e infatti le due, una di fronte all’altra, a pochi centimetri di distanza, uniscono in un lungo bacio le loro labbra.

Che strano sentire il profumo di un’altra ragazza su di sé; ignora le voci che, nella sua testa, le ripetono “E’ sbagliato”, “E’ innaturale”, “Non sei normale”, “Sei malata”, “Cosa penseranno i  tuoi?”, e si concede ad un attimo tutto suo, un attimo fatto solo ed esclusivamente d’amore.

Le due si fermano per riprendere fiato, con le gote arrossate e il batticuore.

Le loro mani sono intrecciate, e in silenzio, restano immobili, l’una appoggiata alla fronte dell’altra, a metabolizzare quanto accaduto, cogliendone solo percezioni positive.

“Hai visto?” – prende parola la Frost.

“Cosa?”

“Non è poi così male lasciarsi andare” – le sorride Honeymare, accarezzandole la guancia.

Elsa però  non risponde.

Adesso che il bacio è terminato e le farfalle nello stomaco si sono acquietate, le perplessità e le paure tornano a rammentarle quanto errato sia essere ciò che è.

“Forse non dovevamo” – si pente.

“Che dici?  Avrai provato le mie stesse sensazioni ed erano tutte piacevoli. Non capisco perché ti ostini a volerle sopprimere”
Il rumore di un clacson interrompe la conversazione e costringe la Froze a cacciare “l’amica”.

“Sono loro, ti prego va via” – dice poi, sistemandosi alla meglio – “Se ci avessero beccate, non voglio immaginare cosa avrebbero potuto pensare”

Honeymaren, spiazzata, le risponde – “Che magari ci siamo innamorate, tutto qua”

Elsa scuote il capo – “La rendi troppo facile e sai bene anche tu che non è così”

L’espressione confusa di Honeymaren non riceve spiegazioni. Infatti Elsa la invita a lasciare definitivamente la villa, senza aggiungere altro.

Così la Frost è obbligata ad andare via, non prima di averle regalato un ultimo sorriso. Dopo la saluta con un cenno della mano – “A presto, Elsie”

Sentire quel nomignolo non suscita più la reazione di fastidio nella diretta interessata che infatti,per la prima, volta ne ride.

Si ricompone, cercando di cancellare emozioni e sentimenti vissuti sino a qualche minuto prima e accoglie Idunn e John di rientro dall’ospedale.

“Figliola, chi è quella ragazza? Una tua amica?” – le domanda la madre curiosa, avendo notato Honeymaren uscire dai cancelli.

“Ehm…sì, l’ho conosciuta all’università” – si limita a dire, spostando il discorso su Kristoff e la sua salute.

Così la ex signora Froze le racconta gli ultimi aggiornamenti, tra questi il fatto che fosse stato acciuffato il colpevole dell’incidente.

“Davvero? Si sa già chi è?”

“No, tesoro. Ora sono i Bjorgman si sono recati al commissariato. Finalmente le cose stanno andando nel verso giusto”

Da lì in poi, Idunn comincia ad elogiare la bellezza di una coppia splendida di nuovo insieme, nonostante le avversità, quella di Anna e Kristoff che finalmente possono godere del loro amore e della loro bambina.

Il tutto mentre Elsa ascolta in silenzio, con un macigno sul cuore e i sensi di colpa per un bacio che non avrebbe dovuto dare…un bacio che non potrebbe mai rendere felice sua madre così come sta facendo ora Anna.

Mentre Idunn parla, parla,parla, non nota lo strano comportamento della figlia maggiore che, non presta alcuna attenzione, totalmente presa dai suoi pensieri.

Nella sua testa viaggiano paure di essere scoperta e di dover accettare che non assomiglia né a sua sorella, né a sua madre. Non è un uomo che cerca il suo cuore.

La stranezza di Elsa viene colta da John che le domanda – “Tutto bene?” – interrompe così anche il monologo della compagna, che torna alle faccende di casa.

“Dici a me?” – risponde la Froze, destandosi dal suo mondo interiore.

“Non sembri tu” – nota l’uomo, sospettoso.

“No, tutto bene. Sono agitata per la laurea. Tra una settimana è il grande evento, sono un po' tesa” – finge, tirando fuori la scusa perfetta.

Infatti Peterson le crede e la loro conversazione si posa proprio sul giorno tanto atteso.

Nessuno riesce a capire che Elsa vive un momento di crisi amorosa.

Solo una persona potrebbe esserne in grado, quella  che da lì a un paio d’ore torna a casa.

“Annie, finalmente! Hai novità dai Bjorgman?” – è la prima domanda che la sorella maggiore chiede alla minore.

Il viso della ventiduenne parla da solo. Lo shock è evidente e spaventa i familiari.

“Figliola, rispondi per favore. Dicci tutto” – la scuote Idunn.

A quel punto, la seconda delle Froze rivela – “Ho parlato con Erika. Indovinate chi è il bastardo che ha investito Kristoff quindici giorni fa?”

“Chi?” – dicono in coro John  e la compagna.

“Il tormento della mia vita” – aggiunge Anna.

“Hans?! Lo sapevo, maledetto!” – Elsa capisce al volo e ha la conferma alle sue ipotesi. Non si sbagliava ad esagerare su Westergard – “E’ un folle! Spero lo chiudano in cella e buttino via le chiavi”

“Me lo auguro, da gente tanto vigliacca ci si può aspettare ogni cosa” – commenta, affranta, Anna, accolta immediatamente dalle braccia materne.

“Ti preparo una camomilla” – le dice l’adulta, allontanandosi con Peterson, parlando con lui su quanto appena scoperto.

Le due sorelle sono da sole, in salotto.

“Che razza di uomo mi ha dormito accanto negli ultimi tre mesi?”- Anna è disgustata e si pente di aver condiviso il letto con un mostro e avergli ceduto se stessa.

“Annie, non colpevolizzarti. Sappiamo bene che quel verme sa fare il lavaggio del cervello. Ti ha ingannata, ti ha soggiogata, voleva addirittura farti credere che, essendo incinta di lui, non potevi più mollarlo. Però adesso è finita. Lui rimarrà in galera, ne sono convinta”

“Io non mi darò pace fino a quando non mi darà le risposte che voglio” – afferma, determinata, la ventiduenne.

“Cosa pensi di fare?”

In quel momento vibra un cellulare. E’ proprio quello di Anna.

“Kris? Amore, tutto bene?” – risponde, allontanandosi per chiacchierare con il fidanzato.

Elsa resta da sola. Ha percepito la forza e la determinazione di sua sorella, volendone assimilare una parte. Ripete a se stessa – “Ce la puoi fare, Elsa. E’ la cosa migliore. Lei ti capirebbe”

E mentre si autoconvince che parlare è la cosa migliore, sopraggiunge Idunn con del thé e la camomilla.

“Cosa blateri?” – le domanda, prendendola in giro.

“Ehm…nulla! Io voglio il thé allo zenzero” – prende la tazza rosa, sottraendola dal vassoio tra le mani della mamma.

“Attenzione che brucia” – le raccomanda. Siede accanto alla ragazza, posando la sua testa sulla spalla della primogenita.

Non era mai stata tanto affettuosa come negli ultimi tempi e quel comportamento irrigidisce Elsa e aumenta un senso di colpa interiore.

“Che gioia che mi state regalando. Prima Anna che mi dà una nipote meravigliosa, poi Agnarr che appiana con me ogni conflitto, e anche tu…”
“Io? Ti sbagli, a me non va alcun merito” – precisa la bionda, sorseggiando lentamente la bevanda.

“Invece sì, tesoro. Sei diventata una vera donna. Hai tutelato per anni tua sorella, facendole da madre. Hai studiato, lavorato nel frattempo. Hai anche sofferto della rottura tra me e tuo padre… e mi pento di averti in qualche modo coinvolta”

“No, mamma. E’ passato… adesso siamo in pace tutti”

“Invece ti devo delle scuse” – aggiunge – “Probabilmente se non hai fiducia nell’amore è colpa nostra”

Amore… perché ora sua madre le parla d’amore? Elsa sobbalza, bruciandosi addirittura la lingua per colpa del thé fumante.

“Ahi” – esclama al contatto con la bevanda bollente.

Idunn, tutta presa dalla gioia personale, non fa caso alla figlia e continua a dirle – “Se non hai un fidanzato forse hai paura di soffrire quello che ho sofferto io con Agnarr”

“Mamma, non mi sembra il caso di aprire questo discorso” – inizia ad innervosirsi. L’argomento non le piace.
“Invece sì. E’ a questo che mi riferisco. Ogni volta che tocchiamo l’argomento, tu ti chiudi o eviti”
“Perché mi imbarazza”
“Certo, è normale. Ma io credo ci sia di più”

Elsa deglutisce preoccupata, iniziando a temere il peggio. Deve allontanarsi prima di scoppiare. Deve farlo… ora! E come? Idunn le è appiccicata e le impedisce anche di alzarsi dal divano.

“Confidati con me, tesoro mio. Voglio esserti d’aiuto”

“Mamma basta”
“Guarda che sfogarti può farti bene”
“Ho detto basta” – alzando il tono di voce, la Froze mostra il suo disappunto.

Idunn si sposta dalla sua posizione, guardando incredula la figlia che si alza e, lasciando la tazza sul tavolo, va via.

Quella è la prova, per Idunn, che la primogenita sta nascondendo qualcosa.

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Anna raggiunge la madre poco dopo. Nota subito l’assenza di sua sorella.

“E Elsa?”

La donna le spiega la lite e la invita ad intervenire.

“Solo tu puoi aiutarla”

Infatti, la ventiduenne non esita un solo istante.

Corre diretta verso la stanza della maggiore e bussa.

Elsa non risponde.

Così insiste, più e più volte.

E quando capisce che non avrebbe mai ottenuto l’ok, fa di testa sua. Apre la porta ed entra.

La maggiore è stesa a pancia in giù sul suo letto.

“Hey, mi vuoi dire che succede?” – le domanda, preoccupata.

“Non mi capiresti. Nessuno può” – singhiozza, nascondendo la testa sotto il cuscino.

“Almeno sfogati, può farti bene. Sai che di me ti puoi fidare” – la conforta, mostrando la sua presenza costante.

Chissà, pensa Elsa, forse accennarle qualcosa può davvero esserle utile.

Anna non è Idunn. Anna non è Agnarr.

Anna è la persona più importante, quella che non la giudicherebbe mai e poi mai.

La capirebbe e magari  troverebbe una spiegazione logica alla cazzata che ha combinato.

E così, raccolto il coraggio, la più grande si rivolge alla più piccola.

“Ho conosciuto una persona…”

Il viso della ventiduenne si illumina sentendo tali rivelazioni.

È pronta a tempestarla di domande, però stavolta preferisce ascoltarla e basta.

Trattiene la curiosità e rimane in silenzio.

“Non capisco cosa mi sta succedendo. Tu sai dirmi che sensazioni si prova quando ci si scopre innamorati?”

“Elsa, credo che le emozioni che ciascuno prova in questi casi siano soggettive. O meglio, farfalle nello stomaco a parte… ognuno vive l’amore e lo percepisce a modo proprio, lo esprime come meglio sente”

“A me basta solo che rispondi a questo: quando hai realizzato che il sentimento per Kristoff era amore e non altro?”

“Beh… quando ho capito di non riuscire a vivere senza averlo accanto. Era diventato il centro dei miei pensieri, dei miei dubbi, delle mie paure… esisteva solo e soltanto lui. Ma io e te siamo diverse. Io ho rischiato e mi sono esposta, anche troppo… sono rimasta incinta e la mia vita si è trasformata. Tu sei più razionale, scommetto che è la ragione a dominare in te”

“Esatto”

“Mettila a tacere per un istante, fai parlare il cuore”

“Non ci riesco”  confessa, singhiozzando, la maggiore.

“Un primo passo è prendere coscienza di ciò che desideri davvero”

Elsa resta in silenzio, cercando di ascoltare una parte di sé che ha sempre soppresso.

“Confidarti può essere un inizio” – le consiglia Anna.

Dopo un lungo respiro profondo, la bionda accenna qualcosa.

“Si chiama Honeymaren”

Il nome spiazza Anna che inizialmente commenta, scherzosa – “Povero ragazzo, i suoi genitori non sono stati tanto carini”

La primogenita dei Froze scuote però il capo ed è allora che sgancia la bomba – “Non è un lui”

Anna impallidisce sentendo ciò e la guarda ad occhi sgranati – “Aspetta…che?! – esclama quando realizza che quanto udito è reale.

“Hai capito bene! La persona in questione… è una ragazza!”

 

 

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Capitolo 41
*** 40 Capitolo ***


“Elsa, ma cosa…?” – Anna non trova le parole giuste ma sono tanti gli interrogativi che le vengono alla mente e che vorrebbe esporre alla sorella. Eppure non ha la forza per farlo. Sente che qualsiasi cosa potrebbe essere inadatta o indelicata.

La sua espressione scioccata e la mancanza di risposte da parte di una persona di natura logorroica, danno ad Elsa la consapevolezza di aver sbagliato a confessarle il fatto.

Perciò si pente immediatamente – “Non dovevo dirtelo, cazzo” – si alza dal letto, aumentando la distanza da sua sorella.

Anna però non si pronuncia ancora. Dentro di sé viaggiano pensieri contrastanti e lo shock per quanto appena udito sembra prevalere sull’amore che nutre per Elsa.

“Ti faccio schifo, dai dillo pure” – aggiunge la maggiore, con le mani tra i capelli, muovendosi in maniera confusionaria nella stanza.

L’atteggiamento impassibile della ventiduenne è snervante e così la più grande le tuona contro – “Vattene via! Lasciami da sola. Avrei preferito un rimprovero e delle sberle a questo tuo silenzio che mi sta uccidendo…” – le indica la porta, cercando di trattenere il pianto che da lì a poco  sarebbe potuto esplodere.

Ma la secondogenita dei Froze, nel mentre, mette assieme vari tasselli che la conducono alla verità appena svelata.

“Ecco perché quando Hans ti ha provocata sulla questione amorosa, tu hai reagito infuriandoti” – finalmente si esprime e lo fa rievocando un episodio di giorni addietro.

“Cosa c’entra questo adesso? Ti ho appena detto che potrebbe piacermi una ragazza e tu parli di Hans?” – la guarda esterrefatta.

“Tante cose sembrano quadrare, ora”

“Ci tengo a precisare che se una persona non si fidanza, non significa automaticamente che…”
“Ovviamente. Non volevo dire questo. E’ tutto l’insieme… tu hai sempre schivato l’argomento sentimenti. Quando mamma e papà divorziarono, mi ripetevi che non era una famiglia vera quella. Non necessariamente un marito e una moglie, un uomo e una donna, assieme, ne creano una reale e sincera. A cosa alludevi?”

Elsa fissa la sorella e ascolta sconcertata le sue paranoie.

“Stai vaneggiando. Addirittura pensi che nei miei discorsi si nascondeva la mia vera natura? Sei folle a crederlo”

“Ricordo che quando ti scambiasti quel famoso primo bacio con Samuel della terza C, ne rimanesti schifata e ripetesti per giorni “Mai più”, “Mai più”…”

“D’accordo, non sopporto più questi discorsi. Lasciami sola, vattene” – ripete, fuori di sé, arrabbiata con il mondo, con la sorella, ma soprattutto con se stessa.

“Elsa, scusami, non volevo ferirti. Hai ragione tu, voglio esserti vicina” – intuisce di aver detto solo stupidaggini e le va incontro, aprendole le braccia, pronta a stringerla a sé.

Però la maggiore non è dell’umore adatto e si volta dall’altro lato, dandole volutamente le spalle.

“Pensavo che confidarmi con te mi avrebbe aiutata a spiegare la cazzata che ho fatto!”

“Ti sembrerò indiscreta, ma… cosa è accaduto effettivamente con questa persona?”

“Ci siamo baciate” – confessa, imbarazzata.

L’immagine di Elsa avvinghiata ad un’altra ragazza destabilizza Anna per alcuni istanti, la quale però cerca di metabolizzare rapidamente e di mostrarsi quanto più sensibile all’argomento.

In fondo quella che ha davanti è sua sorella, nulla è cambiato in lei.

Non è la sessualità a renderci persone migliori di altre.

“Ehm…okay. Adesso ti penti per paura del giudizio altrui o perché effettivamente non è l’amore ad averti indotta a farlo, ma solo una debolezza casuale?” – la domanda della ventiduenne spiazza la bionda che, confusa, risponde – “Non lo so neanche io”

“Allora andrò diretta al dunque, senza girare troppo intorno alla questione” – aggiunge Anna e seria in volto le chiede – “Ti manca Honeymaren? Senti di poter vivere anche senza di lei?”
“Annie, non riesci a capire? Non so rendermi conto di cosa provo”

“Allora è bene affrontare la situazione di petto” – le prende la mano e la trascina fino all’uscita.

“Che vuoi fare?”
“Dimmi dove abita questa ragazza. La questione bisogna sistemarla, prima di confessare ai nostri genitori la verità”
“Confessare? Non ci penso proprio. Loro sono tradizionalisti, lo sai bene”
“Non ci metterei la mano sul fuoco” – puntualizza la minore – “Hanno avuto rapporti prima del matrimonio, mamma rimase addirittura incinta; poi hanno divorziato e ricominciato nuove vite… hanno accettato che anche avessi un figlio senza essermi sposata, hanno aperto la mente rispetto ad anni fa”

“Sei convinta che dirgli “Hey, come va? Sapete che penso di amare una donna”,sia la cosa migliore? Perché solo all’idea mi tremano le gambe” – sostiene Elsa, terrorizzata al solo pensiero.

“Ci sono io con te, sorellina. Non ti lascerò mai” – le si avvicina e la avvolge tra le sue braccia sottili.

Restano in quella posizione a lungo, fino a quando non è Anna a riprendere il discorso.

“Qual è l’indirizzo di casa di Honeymaren?” – domanda, intenzionata a recarsi sul posto.

“Che? Vuoi andare lì? Non se ne parla. Io non vado da nessuna parte” – decisa a non cedere, si siede di peso sul divano e incrocia le braccia a petto in segno di disappunto.

“Vado da sola se non ti va. MI basta sapere la strada e…”
“Annie, no!!” – ripete Elsa.

“Rifletti, è la cosa più giusta per te. O vuoi continuare a dilaniarti senza sapere cosa desideri davvero?”

La primogenita dei Froze resta in silenzio.

“Affronta il problema una volta per tutte” – la invoglia a dare una scossa alla sua vita.

E dopo esitazioni, Elsa posa lo sguardo su Anna. La ventiduenne è talmente seria da non sembrare lei ed è determinata ad andare avanti, con o senza il consenso della parente.

“Facciamola finita” – finalmente la grande prende la sua decisione.

Raggiungono l’automobile, ignorando che fosse tramontato il sole.

Idunn dalla finestra della sua stanza nota le figlie salire sul mezzo.

“Dove vanno quelle due?” – si chiede, stupita.

“Lasciale in pace. Magari hanno bisogno di stare insieme o chissà andranno da Kristoff”

“A quest’ora? E senza dire nulla? No, tesoro. Qui gatta ci cova” – riflette la donna, tornando poi alle sue faccende domestiche.

Durante tutto il tragitto, Anna sprona Elsa ad agire e a comprendersi, prendendo di petto la situazione difficile.

E teneramente le pone anche domande su Honeymaren.

“Lei come è?”

“In che senso?”

“E’ bella?” – quella richiesta che Anna maschera come una sua curiosità personale, è un trabocchetto che utilizza per comprendere quanto coinvolgimento emotivo ci sia in sua sorella al solo parlare della Frost.

“Bellissima” – si lascia scappare Elsa, arrossendo subito dopo.

Giungono alla meta proprio allora.

La maggiore ha il cuore in gola quando parcheggia il mezzo, tremante di paura.

“Siamo arrivate. La casa è quella” – indica il portone scuro, distante pochi metri.

“Forza, andiamo” – Anna è inarrestabile e tiene stretta la mano gelida della sorella.

L’ansia dipinta sul viso dell’aspirante avvocatessa, irrigidisce anche Anna stessa, che nonostante ciò cerca di darle forza con la sua sola presenza.

Sono di fronte all’ingresso e ad una serie lunga di citofoni con cognomi di gente sconosciuta.

“Dimmi il suo cognome” – dice la ventiduenne, scrutando la lista con attenzione.

“Frost”- risponde l’altra, con naturalezza.

Ma è allora che Anna inizia a pensare – “Non mi è nuovo”

“Forse perché ricorda un po' il nostro?”

“Mmm” – riflette, mentre sua sorella maggiore schiaccia con forza il pulsante corrispondente proprio alla famiglia di Honeymaren.

Una voce risponde – “Chi è?”

“Ehm…cerco Honey! E’ in casa?” – domanda Elsa.

“E’ uscita. Puoi dire a me, sono sua sorella Sarah”

In quel preciso istante Anna impallidisce e un flashback le chiarisce tutto.

 

“Finalmente ci conosciamo come si deve. Piacere sono Sarah, Sarah Frost. Ci siamo viste all’ospedale giorni fa, ricordi? Eri dal mio fidanzato… ops…volevo dire dal tuo grande amore”

“Non è tuo, inutile che speri che sia così”

“A quanto ne so io, non mi ha né mollata, né mi ha chiesto una pausa di riflessione. Ai fatti, è con me che sta”

 

La voce di quella ragazza rimbomba pesantemente nella testa di Anna che non si accorge che Elsa è pronta per tornare in auto.

“Annie, tutto bene?” – le chiede la maggiore.

Ma la ventiduenne continua a ricordare e ad essere totalmente schiavizzata da tale rievocazione.

 

 “Ti consiglio di tornare con Hans, cara mia”
“Mai”

“Se preferisci condividere un uomo con la sottoscritta, fa pure”

“Io non condivido un bel nulla. Kristoff mi ama e mi sposerà”
“Quando gli dirò che avremo un bambino, dubito che sposi te”

 

Il bambino…già! Quel bambino…quella faccenda non ancora affrontata tra Anna e Kristoff

 

 “Cosa? Sei incinta?”
“Si, darò a Kristoff un figlio e vivremo per sempre felici e contenti”

 

Momenti come quelli sono difficili da rimuovere.

Invece la gioia ritrovata dal risveglio di Bjorgman, portò la ragazza a mettere da parte un argomento fondamentale nella loro relazione.

“Hey, Annie. Ci sei? Va tutto bene?” – Elsa insiste, notando le stranezze della parente.

“Eh? Scusami ero sovrappensiero”

“Mi sono accorta…comunque andiamo via, lei non è a casa” – commenta la maggiore, facendole poi segno di salire in auto.

“Sorellina, ho appena scoperto come mai il cognome Frost mi era tanto familiare”

“Perché?”

“Sarah… la ex di Kristoff, la ricordi?”

“Certo, la tipa dai capelli ramati che ti assomigliava!” – aggiunge la prima.

“Esatto… è la sorella di Honeymaren”

“CHE?”
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Kristoff lentamente si è rimesso in forze, felice di essere tornato alla vita grazie all’immagine di sua figlia, protagonista assieme ad Anna dei suoi lunghi sogni.

Ed è proprio la bambina che attende di riabbracciare dopo tantissimi mesi di distanza.

Erika gli mostrò varie fotografie e la Froze alcuni video realizzati con il cellulare in tutti i mesi addietro.

Però lui desidera stringerla a sé e riempirla di baci, darle l’amore che non ha potuto donarle.

Resta questo il sogno che primeggia in Bjorgman, un giovane padre che vuole trascorrere del tempo con la sua adorata figlia.

O meglio, questo era il suo sogno prima di venire a conoscenza del colpevole del suo incidente.

“Maledetto” – esclama, quando i genitori gli raccontano il fatto.

“Calmati, tesoro”
“No, mamma. Quel mostro stava per uccidermi”

“Adesso è in galera ed è ciò che conta”

“Spero per lui con tutto il cuore che rimanga lì dentro fino al resto dei suoi giorni”

Westergard, infatti, dopo aver confessato i suoi misfatti è stato arrestato, diventando la vergogna di casa Weselton e del dottore che, dalla vergogna, chiede la pensione anticipata e si trasferisce in una nuova città.

Un duro colpo per John Peterson sentitosi tradito dall’amico che non solo non gli chiese perdono, ma si scoprì essere al corrente delle cattiverie del nipote e di avergli retto il gioco, falsificando i documenti di Anna circa una finta gravidanza.

Chi gli rivela tutto?

Una persona inaspettata.

“Sophie? Come mai qui?” – domanda lui, vedendo la prorompente Westergard sull’uscio della villa.

“Voglio liberarmi di un peso”

Così decide di tirare fuori le colpe del fratello e quelle dello zio.

“Perché dovrei crederti? Sbaglio o tu in primis favorivi Hans?”

“Sono stanca. Ho un caratteraccio, lo so. Ho detestato Anna dal primo giorno perché era il mio opposto. Ero gelosa che fosse tanto amata, mentre di me si parlava poco e niente in casa. Adesso che Hans è in galera, sento di dovere proprio ad Anna un favore”

Peterson le sorride e la ringrazia.

Ma tali rivelazioni, turbano il ginecologo che, una volta congedata la sua ospite, chiama la compagna in salotto e le racconta il fatto.

“Come possiamo fidarci di Sophie? Se fosse l’ennesimo trucco?”

“No, era fin troppo sincera. Mi ha addirittura consegnato le vere analisi di Anna. Eccole” – le mostra dei fogli che Idunn guarda, confusa.

“Cosa sono queste?” – la ex signora Froze non era al corrente della storia della gravidanza della secondogenita ed è Peterson ad aggiornarla.

“Non ci credo che mia figlia non mi abbia raccontato questa cosa”

“Dai, tesoro. Non prendertela, forse non voleva preoccuparti più del dovuto”

“Mentono, si accordano tra loro in gran segreto, lasciano la villa senza avvisare…cosa nascondono!?”

E a proposito di figlie, ecco entrare dalla porta d’ingresso le due sorelle.

La ramanzina parte in automatico e Idunn si sente per l’ennesima volta messa da parte dalle sue ragazze.

“Mamma, non puoi pretendere che ti diciamo ogni cosa! Siamo adulte” – interviene Elsa, in difesa della sorella minore.
“Una ipotetica gravidanza non è un argomento da trattare con vostra madre?”

“Scusami, avrei dovuto dirtelo!” – aggiunge Anna, facendo segno alla maggiore di calmarsi e di chiudere la faccenda il prima possibile. Altre parole avrebbero incrementato la rabbia e le tensioni di casa.Meglio evitare.

Questo, però, Elsa non lo accetta. Scuotendo il capo, infastidita, si allontana.

“Cosa ha ultimamente? E’ sempre nervosa. Non è lei!” – commenta Idunn, esterrefatta.

“Le passerà. È un momento complicato” – aggiunge Anna.

“Le hai poi parlato? Che ti ha detto?”

“Questioni tra sorelle” – chiude la conversazione, ribadendo di nuovo le sue scuse e dirigendosi spedita verso la stanza dove la piccola Mia dorme beata.

“Le mie figlie mi nascondono qualcosa, ne sono sempre più certa!” – dice Idunn al compagno, quando, una volta a letto, coricandosi al suo fianco, gli manifesta le sue perplessità.

“Possibile che non riesci mai ad essere serena?” – aggiunge John, sfogliando la pagina di una rivista medica.

“Sono una madre! Le madri sono eternamente in ansia” – conclude prima di chiudere gli occhi e dedicarsi al lungo sonno ristoratore.

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È mezzanotte quando Elsa, ancora sveglia in attesa di un messaggio di Honeymaren, ripensa ala sua intera vita.

Ha vissuto chiusa in se stessa, avversa contro il mondo esterno. Per anni non ha assaporato un amore vero, non ha sentito quelle famose farfalle nello stomaco, non ha baciato con passione, non ha vissuto notti di fuoco. E adesso che potrebbe sentirsi così come si sente Anna stando con Kristoff, ha paura. Paura di soffrire e paura di far soffrire gli altri.

Non riuscendo a dormire, si alza dal suo letto e lascia la stanza. Cammina lentamente nei corridoi, mentre la mente e il cuore lottano l’uno contro l’altro e la indeboliscono ancor di più.

Avverte dentro di sé il conflitto tra la ragione che le ribadisce di essere anormale e i sentimenti che le rammentano quanto sia bello amare ed essere amati.

Senza volerlo è a due passi dalla stanza di Mia e la sente piangere. Possibile che Anna non si sia svegliata, si domanda tra sé e sé. Così interviene. Entra nella camera e prende sua nipote in braccio.

La osserva, sedendosi sulla seggiola, e ne ammira la bellezza estasiante.

“Piccina mia, ti auguro ogni gioia dalla vita. Che tutto ti sia semplice e immdiato. Nessuna sofferenza e solo immenso amore”  - le bacia la fronte e, per calmarla, inizia a cantare.

Mentre canta alla piccola di un fiume portatore di verità sul passato, oltre il quale non bisogna spingersi, Elsa legge la sua intera vita rappresentata da quella ninnananna antica.

Il fiume rappresenta ciò che lei è davvero; un fiume che sa dire tanto sul suo passato e che non va oltrepassato, per evitare il peggio. La Froze a quel punto giunge a una conclusione – “Non posso raccontare di me altrimenti… “in quel fiume affogherà, chiunque vada troppo in là” – ricanticchia, convincendosi dell’interpretazione giusta.

Semmai fosse andata troppo in là, semmai avesse mostrato la sua vera indole, semmai una parte di sé fosse emerso, avrebbe rischiato troppo.

Certa di essere giunta a capirsi fino in fondo, mette a letto la bambina. Si chiude di nuovo in camera e coricandosi, si lascia avvolgere dalle braccia di Morfeo.

Se vuole vivere senza drammi, è bene che Honeymaren resti un segreto eterno.

Non le interessa neanche più capire i suoi reali sentimenti.

Tra sei giorni avrebbe festeggiato la sua laurea e da lì a poco sarebbe andata via da Arendelle per sempre, alla ricerca di lavoro altrove.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore!

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Capitolo 42
*** 41 Capitolo ***


L’indomani mattina Anna si sveglia prima di tutti. Fa una doccia rapida, si veste, si trucca. Prende Mia e dopo il bagnetto e la poppata, si appresta a lasciare la villa assieme alla figlia.

Chiama un taxi e raggiunge l’ospedale.

“Signorina è presto per le visite” – le dice un’infermiera di turno.

“La prego, è urgente. Mi dia solo dieci minuti” – la supplica.

E dopo aver insistito a lungo, la Froze viene accontentata.

“Mi raccomando,  io non ho visto nessuno, però si ricordi che le do pochissimi minuti” – si arrende la donna, dall’aria materna e dolce.

Istintivamente Anna la abbraccia e corre diretta verso l’ascensore che la conduce al terzo piano, lì dove incontrerà il suo fidanzato.

L’infermiera la guarda allontanarsi con quei modi di fare così bambineschi e teneri che non si pente di aver ceduto alle pressioni della ragazza.

“Ah… il bello della gioventù!” – sospira, riprendendo il giro di visite ridacchiando tra sé e sé, ricordando i vecchi tempi.

La ventiduenne ha raggiunto i corridoi che la conducono dal suo Lui.

“Presto vedrai il tuo papà. Gli sei mancata tanto, sai?” – parla alla piccola che, con i suoi grandi occhi azzurri, la osserva, mentre succhia il suo ciuccio rosa.

La porta della stanza è aperta e Anna, prima di entrare, dà un’occhiata che non ci siano medici all’interno.

Kristoff è da solo e guarda la televisione, mentre sorseggia del latte caldo.

Le bende che gli coprono il capo e il gesso ad un braccio non diminuiscono la sua forza fisica.

Seppure allettato, resta il grande omone muscoloso dal cuore grande.

Anna sorride e senza muoversi dall’uscio della porta fissa estasiata Bjorgman.

Rimarrebbe tutto il tempo lì, a guardarlo vivere dopo giorni di agonia.

E’ Mia, però, a rompere il silenzio. Il cicciotto le cade e la bambina inizia a piangere.

“Ma cosa…?” – si domanda il giovane, udendo il rumore.

Si volta verso la porta ed è allora che riconosce Anna.

I suoi occhi si riempiono di lacrime quando la Froze si avvicina a lui con un timido “Buongiorno, papino!” e gli mostra la figlia.

Kristoff  non sa che dire, totalmente preso dalla bellezza della creatura che ha davanti a sé, così cambiata dall’ultima volta, più paffuta, con qualche capello in più, le lunga ciglia nere e gli occhi dello stesso identico colore di quelli di Anna.

“Ti avevo promesso che te l’avrei portata, ed eccola qui” – afferma la ragazza, commossa dal vedere Bjorgman in lacrime.

“Posso prenderla?” – chiede poi lui.

“Non vorrei ti affaticassi. E’ pesante, sappilo. E’ una mangiona” – precisa la giovane mamma.

“Ah sì? Beh mi assomiglia allora”

La Froze ridacchia e siede sul bordo del letto porgendogli la bambina che Kris accoccola teneramente al suo marmoreo petto, servendosi per cullarla di un solo braccio, quello non ingessato.

“E’ identica a te” – nota lui, non staccando gli occhi di dosso dalla piccola.

“Me lo dicono in tanti”

“Il prossimo però mi assomiglierà…mi impegnerò di più” – commenta, alzando lo sguardo su Anna, rimasta di sasso di fronte a tale affermazione.

“Il prossimo?” – ripete, sbalordita.

Quella è la reazione che Kristoff immaginava e che lo fa immediatamente ridere.

“C’è tempo, stavo scherzando amore mio”

Eppure tale discorso porta Anna alla questione fondamentale. Una questione non ancora affrontata vista la salute del suo ragazzo. Ma è giunto il momento di parlarne.

“Ho conosciuto Sarah, sai?” – gli rivela, mostrando scioltezza nel farlo.

Che sorpresa per Kristoff che mai avrebbe immaginato dalla sua attuale campagna che tirasse in ballo la ex.

“Ho chiuso con lei. Era qui quando mi sono svegliato” – puntualizza immeditamente.

“Davvero? E cosa ti ha detto?” – a quel punto Anna sa di potersi aspettare qualunque cosa dalla rivale.

“Nulla, le ho fatto capire che tra noi era finita!” – spiega, accarezzando con tenerezza le guance paffute di Mia.

Il silenzio della Froze insospettisce il giovane che le chiede – “Ma stai bene? Ti vedo turbata”

“Già, perché in realtà lo sono” – aggiunge lei.

“In merito a Sarah? Amore, abbiamo chiuso la relazione. E adesso, per di più, Hans è in galera.  Nessuno può mettersi tra noi due!” – le regala uno dei suoi sorrisi e le fa segno di avvicinarsi per darle poi un tenero bacio sulle labbra.

“Meglio non ricordare quel bastardo! Il carcere è ciò che merita” – si lascia andare Anna ad una frase dura e carica di rancore verso chi la soggiogò.

“Dimenticalo, ti prego. Ci ha recato troppo male e non può essere al centro dei nostri discorsi” – richiede il giovane, sfiorando la mano della compagna.

Anna però non è serena, e le rivelazioni della Frost continuano a tormentarla.

“Sei stato a letto con Sarah?” – la domanda diretta, posta senza preamboli.

Bjorgman è allibito.

“CHE? Sei impazzita?” – esclama lui – “Se è la gelosia a farti parlare, credo che tu non abbia alcun motivo di preoccuparti”

La Froze si alza dalla postazione e comincia a camminare avanti e indietro, alquanto nervosa.

“Non avrei mai potuto dormire con una donna che non fossi tu” – le spiega, toccando diretto il cuore di Anna che, invece, è pentita di essersi concessa più volte a Westergard.

“Quindi la storia della sua gravidanza è una balla?”

 “Gravidanza? Ma cosa stai dicendo?” – Kristoff è scioccato e sul suo viso si legge anche delusione verso chi credeva una persona retta e corretta.

“Mi ha detto di starti lontano perché aspettava un figlio da te”

“Non è possibile! Che cosa l’è preso? Lei non è così!”

“ A quanto pare la conosci poco” – commenta Anna, alzando gli occhi al cielo.

“Davvero non so spiegarmi come mai abbia avuto idee così folli. Sono pazzie degne solo della mente malata di Hans!”

Ed è in quel preciso istante che la ventiduenne si illumina e tutto le torna alla mente.

“Lei era davanti casa sua quel famoso giorno. Come ho fatto a non pensarci prima”

“Villa Westergard? E perché se neanche si conoscono?”

“Evidentemente erano d’accordo” – esclama, furiosa la giovane.

“Maledetto, ha usato anche Sarah per allontanarci” – anche Kristoff mette assieme i pezzi, giungendo alla conclusione più logica.

“Adesso mi sentirà” – strappa Mia dalle braccia paterne, pronta a lasciare l’ospedale.

“No aspetta, già mi lasci? Non starai mica andando..?”

“A chiudere la faccenda, sì! ” – si avvicina al suo letto e lo bacia rapidamente.

Prima di congedarsi, ci tiene a scusarsi per poco prima e per dubbi che mai e poi mai avrebbe dovuto nutrire verso la persona che ama “Non avrei mai dovuto sospettare di te. Scusami”

Di nuovo un altro bacio. Poi corre via.

Bjorgman, nel frattempo, è sconvolto dalla verità sulla ex.

“Come può averlo fatto” – cerca di metabolizzare il fatto, seppure a fatica.

Poi afferra il cellulare e compone un numero.
“Vorrei venissi qui. C’è una cosa di cui dobbiamo parlare”

-----------------------------------------

Elsa, proprio come Anna, ha lasciato la villa senza comunicazioni, così che Idunn, all’ora di colazione, non vede le sue figlie, tantomeno sua nipote.

Impossibile per una madre tanto apprensiva, non porsi mille interrogativi e altrettante paranoie.

“Non le capisco più! Sono uscite senza dire nulla, per di più con Mia”

“Tesoro, calmati. Saranno da Kristoff” – la tranquillizza John.

“Alle nove del mattino? Dubito”

“Cosa credi che stiano architettando? Un piano terroristico per annientare il mondo” – ci ride su Peterson, sdrammatizzando una scena che ha dell’assurdo.

Ma le sue battute irritano la donna che, senza dire altro, lascia la cucina e si reca al piano superiore.

A quel punto il suo comportamento è da vigilare, pensa l’uomo che la segue a ruota.

“Che credi di trovare setacciando la stanza di Elsa?” – le domanda, guardandola aprire cassetti, armadi...

“Indizi, qualunque cosa. Dopo controllo anche la camera di Anna!” – rovista anche tra i documenti e i libri della primogenita.

“Se le ragazze scoprissero questo, potrebbero allontanarsi. Ti è già capitato di perderle una volta, vuoi replicare?” – John cerca di farla ragionare e sembra riuscirci.

La ex signora Froze, con in mano un vecchio diario di Elsa, si immobilizza, mantenendo lo sguardo fisso sulla parete, mentre i ricordi di anni addietro tornano alla mente.

“Hai ragione” – aggiunge, riponendo l’oggetto in un apposito cassetto – “Mi sto preoccupando oltremodo. E’ che non voglio essere scacciata dalla loro vita. Ne ho già perduta larga parte”

“Lo so, cara. Vieni qui” – la abbraccia forte a sé e le bacia teneramente le labbra.

Nessuno sembra accorgersi in quell’istante che qualcosa, nascosto tra le pagine del diario, cade a terra.

È Peterson a notarlo, prima di lasciare la stanza.

“E quello cos’è?” – si domanda.

Idunn approfitta suboito e lo afferra, curiosa.

È una fotografia della ragazza, seduta in aula studio, intenta a studiare, concentrata al massimo sui libri, fotogenica come sempre e di una bellezza stratosferica.

“Dai, tesoro, mettila dove era. Fossi in te non mi impiccerei”

“No, aspetta” – lo zittisce la donna leggendo il retro – “Alla mia bellissima Elsie, con amore. H.F.”

Il viso di Idunn si illumina e, mentre inizia a viaggiare di fantasia, mette tutto in ordine.

“Con amore…alla mia Elsie…” – ripete le parole lette, con sguardo sognante.

“Non dirmi che adesso pensi abbia un fidanzato?!” – John è realista e a lui non basta una foto con due scritte per di più poco chiare a dargli certezze assolute.

Mentre Idunn, degna madre di Anna, vi crede fermamente e ne è felice più che mai.

“Certo che sì. Tutto torna. È innamorata di qualcuno e scommetto che Anna è la sua confidente” – spiega, elettrizzata all’idea.

“Ecco perché non vuole parlare dell’argomento. Si imbarazza o forse ancora non è pronta a svelarlo” – confida le sue teorie al compagno, quando, raggiunto il soggiorno, i due si siedono sul divano.
“Appunto, dai tesoro. Dalle i suoi spazi e i suoi tempi!”

“H.F.!! Chi può mai essere costui?” – riflette ad alta voce, cercando di ricordare compagni o vecchie amicizie passate con tali iniziali. Nessuna sembra combaciare.

Lei ignora i commenti di Peterson, il quale si rassegna alla curiosità della donna e torna a sfogliare il giornale quotidiano. Non prima di averle ribadito - “Adesso puoi vivere serena e felice, basta paranoie”

Una bella noizia finalmente dopo tanto dolore.

Peccato che non hanno la più pallida idea che H.F. è una Lei e non un Lui.

Una fotografia scattata da Honeymaren e consegnata alla Froze il giorno che la Frost la baciò per la prima volta, quando tutto ebbe inizio, è ciò che resta ad Elsa di quel sentimento contrastante.

A proposito della Froze…

“Elsie, cosa c’è? Perché mi hai fatto venire qui?” – sono le prime parole che Honeymaren rivolge ad Elsa, incontrandola al parco, lì dove le venne dato appuntamento.

“Dobbiamo parlare di una cosa importante” – la bionda è più seria del solito e sfugge lo sguardo dell’altra che invece, avanza cercando il contatto fisico.

Però quella vicinanza turba Elsa che così indietreggia.

“Cosa c’è?” – chiede la giovane dalla pelle olivastra, percependo il disagio dell’altra.

“Ho preso una decisione su noi due!”

Attimi di esitazione, silenzio tombale, cuori che battono all’unisono e tensione alle stelle.

“Abbiamo chiuso… per sempre” 

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Capitolo 43
*** 42 Capitolo ***


Anna torna a casa per lasciare Mia nelle mani di John, approfittando dell’assenza momentanea dell’ossessiva ed apprensiva Idunn.

“Dove vai così di fretta?”

“Non ho tempo di spiegare. Scappo”

Ed una volta da sola, si reca nella villa dei Westergard, bussando e gridando alla porta per essere udita.

“Milly, so che sei dentro. Aprimi” – continua senza risposta. Insiste – “Non andrò via fino a quando non mi farai entrare”

Dopo altri minuti di silenzio, durante i quali la rabbia della ventiduenne aumenta e le ribolle dentro senza controllo, finalmente una persona le risponde e il portone d’ingresso si spalanca.

“Cosa vuoi?” – le chiede Sophie, con le braccia sui fianchi, in segno di rimprovero – “Ti sei resa conto del baccano? Potrei denunciarti per violazione di proprietà privata e per disturbi della quiete pubblica”

Istintivamente Anna le ride in faccia, poi la spinge per farsi spazio e mettere piede in casa.

“Tu che dici a me di denunciarmi è alquanto assurdo. Ti rendi conto della gravità della situazione di tuo fratello? Sarei io quella che avrebbe ogni diritto di sbattere anche te assieme a lui in quel carcere”
“Cosa vuoi da me? Cosa ti ha spinta a venire qui dopo quanto accaduto con Hans?” – le domanda, seria, la Westergard cosciente della ragione della sua ex cognata.

“So che tu sai ogni cosa. Voglio che mi racconti tutto”

Sophie inarca un sopracciglio, con disappunto e aggiunge – “Perché mai dovrei farlo?”

Ma  Anna non demorde e la sua determinazione spiazza la donna – “Non hai capito che non mi faccio mettere i piedi in faccia da nessuno. Tantomeno da te. Adesso mi racconterai… esigo da te tutta, ripeto tutta, la verità”

Si siede su quella poltrona che per mesi ha ospitato il suo corpo, durante i momenti di pura noia trascorsi tra quelle enormi mura, avvolte da silenzi e stracolme di quadri e pezzi d’epoca.

Accavalla le gambe e attende il resoconto dettagliato dei casini della famiglia Westergard.

“Ho già detto a John Peterson quanto so. Non sono dovuta a farti altri favori. Ho pagato il mio debito”

“A John? Quando gli avresti parlato?”

“Ieri sera, chiedi a lui e saprai tutto. Adesso vattene” – le indica la porta.

“Come faccio a fidarmi? Magari è un trucco”

“Se la vedo in questo modo e metti in dubbio le mie parole, come potresti poi credere a ciò che dovrei raccontarti?”

Effettivamente Sophie non ha tutti i torti.

“Una sola cosa…poi ti lascerò in pace e spero di non incontrarti mai più nella mia vita…” – dice la Froze alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.

“Io spero lo stesso” – commenta la Westergard, alzando gli occhi al cielo.

“Sarah Frost…veniva qui spesso?”

“La fidanzatina del tuo ragazzo?” – ridacchia sotto i baffi.

“Dimmelo” – cambia tono, innervosendosi.

“Si, era d’accordo con Hans”

“Come immaginavo” -  esclama Anna, schifata da quanto avvenuto in quella casa – “Addio!” – lascia la villa con il cuore leggero, diretta in un’altra direzione. E non quella di villa Peterson.

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“Anna! Cosa ci fai qui?” – chiede Westergard, quando scopre che la visita per lui non è di parenti o di avvocati, bensì della donna che ama.

“Zitto, non sei tu quello che fa le domande qui” – replica la Froze, rivolgendo la sua rabbia all’ex.

“Il carcere non è il posto per te” – aggiunge lui, amareggiato.

“Ho pochi minuti. Perciò pretendo da te la verità”

“Ho confessato, la verità è già emersa. Cos’altro vuoi sapere?”

“Mi hai presa in giro per mesi, con i tuoi lavaggi del cervello ti sei insediato tra me e Kristoff, sfruttando la nostra crisi, sfruttando il dolore che nutrivo per la malattia di Mia…”

“Mi dispiace” – si scusa il ragazzo, mostrandosi davvero pentito – “Sto pagando per il male che vi ho recato”

“Hai quasi ucciso Kristoff e credi che una pena di qualche anno dietro delle sbarre possa bastare?”

“Cosa pretendi? Che mi suicida?”

Quelle parole pronunciate con freddezza inquietante, spiazzano Anna che replica – “Certo che no! Intendevo dire che ai miei occhi non cambierai mai, potrai scontare tutti gli anni di pena ma io e te abbiamo chiuso…per sempre”

“Aspetta Annie, ti prego… vienimi a trovare più spesso, vederti mi dà motivo per vivere”

La Froze lo fissa scioccata.

“Come puoi pretendere che io possa farlo? Mi hai rovinato la vita”

In quel momento, le lacrime scendono a fiumi sulle gote di lui, e il pianto liberatorio spiazza la ventiduenne che in mesi di conoscenza e di convivenza non lo ha mai visto piangere.

“Ti dirò ogni cosa, tu però cerca di perdonarmi. Il tuo perdono è linfa vitale per me”

“Mi sembra un ricatto belle e buono. La verità in cambio del perdono” – commenta Anna.

A quel punto Hans decide di partire dal principio.

“Vorrei che, per capire cosa mi ha spinto a fare ciò che ho fatto, sapessi quanto mi è accaduto anni addietro”

“Ti ascolto” – Anna si zittisce e a braccia incrociate si accinge a sentire il passato dell’ex, quello che a suo dire è la causa dei suoi atteggiamenti possessivi e della sua poca stabilità.

“Tutto porta un solo nome, quello di Taylor Richie”

“Taylor Richie? Aspetta… non mi suona nuovo!” – nota la giovane.
“E’ la persona che fu indiziata per prima in quanto in possesso dell’automobile identica alla mia, dotata di quegli adesivi a forma di stella…”

“E lei cosa c’entra con te?”

“Io e lei ci frequentavamo”

“Davvero?”

“Io la amavo”

Però la ragazza sogghigna sentendolo parlare d’amore.

“E’ vero. Credi ciò che vuoi ma è così. La amavo come tu ami Kristoff”

Seppure con disappunto e cinismo, Anna lo invita a proseguire.

“Lei era diventata il mio mondo. Quando venni a sapere che era fidanzata con un imprenditore, andai in crisi offrendomi come amante pur di non perderla. Poi rimase incinta e mi lasciò definitivamente. Soffrii come un cane per mesi. Ma una mattina si presentò alla mia porta con il pancione e mi rivelò che quel bambino era mio”

“Tuo?”

“Si, era una femmina e decidemmo di chiamarla Stella. Le comprai un auto identica alla mia e lei per distinguerle usò degli adesivi”
“Le stelle?”

“Esatto. Poi ne presi un paio anche io e le attaccai dal lato opposto al suo”

“Quindi sei padre e non mi hai mai detto nulla?”

“Non esattamente. Il suo ex tornò alla carica e lei, ancora innamorata, mi lasciò. Ricordo quella dannata notte, eravamo in auto e litigavamo perché lei voleva mollarmi…di nuovo. Stella aveva dieci mesi. Poi quei dannati fari che mi abbagliarono, lo schianto fu così forte che mi risvegliai in ospedale dopo giorni di coma”
“Mio Dio” – esclama Anna a bocca aperta.

“Stella morì sul colpo, Taylor mi odiò e non volle più saperne nulla. Io sprofondai in un buio infernale”

“Come hai superato tutto questo dolore?” – improvvisamente la sofferenza di Hans tocca il cuore di Anna che abbassa i muri innalzati contro di lui e si mostra meno aggressiva.

“Un lungo percorso che poi…” – esita un secondo e alza la testa, incrociando gli occhi lucidi della ragazza di cui è follemente innamorato – “Poi mi ha portato da te” – istintivamente le prende una mano.

La Froze sobbalza e si libera dalla stretta di lui.

“Io mi innamorati di te a prima vista, con il tuo pancione,con la tua bimba pronta a venire alla luce..”
“Perché ti ricordavamo la famiglia che avevi perduto, giusto?”

“Si, e mi ero intestardito… non potevo far scappare l’amore una seconda volta. Ero disposto a crescere Mia da padre adottivo, amare te come amavo Taylor e consideravo Kristoff il rivale che mi rubò ogni cosa” – rivela ogni aspetto del suo sentimento malato, paradossale e in un certo senso Anna comincia a capire che Westergard non è malvagio come ha mostrato, ma vittima di se stesso e della paura di restare solo.

“Adesso che sai tutto, mi perdoni?” – la supplica, libero da ogni maschera.

“Un’ultima cosa. Come mai Sarah Frost era tua complice?”
“Non ha nessuna colpa. Anzi forse solo quella di essere cotta del tuo fidanzato. Mi sono servito di lei a mio vantaggio e le dissi io di mentire sulla gravidanza”

La ventiduenne avrebbe tanto da rimproverargli eppure la sofferenza che Hans dovrà patire ancora per anni è già abbastanza.

Rinuncia ad ulteriori sfoghi e gli dà quanto desidera.

“Si, ti perdono”

Con il magone, saluta una parte del suo passato, con la coscienza serena e la felicità a portata di mano.

Nessuno potrà più separarla da Kristof…nessuno!

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Al suo rientro a casa, l’attende Idunn pronta con l’interrogatorio.

“Siediti, devo chiederti alcune cose” – le dice la madre.

“No,mamma ! Per favore se vuoi farmi qualche ramanzina,scappo”

“Assolutamente no! Anzi” – lo sguardo serio della donna diventa improvvisamente allegro.

“Sono sicura che tu lo sai”
“Sapere cosa?”

“Di Elsa!”

“EH?” – esclama confusa la giovane.

“Ha un fidanzato,vero?”

“Cosa?” – sgrana gli occhi Anna, sbattendo velocemente le sopracciglia.

“Dai, confessa. Alla tua mamma puoi raccontarlo” – Idunn è troppo entusiasta dalla notizia e muore dalla curiosità di sapere chi è il fortunato.

“Non so nulla” – mente la ventiduenne.

“H.F. sono queste le iniziali”- le rivela la madre.

Sentirlo fa sussultare la secondogenita che cerca una scusa per svignarsela.

“Ehm… vado da Mia, devo darle da mangiare” – chiude il discorso dandosela a gambe.

Nonostante le pressioni dell’adulta, Anna non cede. Non spetta a lei raccontare chi è in realtà H.F.

Tira un sospiro di sollievo quando raggiunge la sua camera.

Mia dorme beata e così la Froze ne approfitta per dedicarsi alla cura del suo corpo.

Riempie la vasca d’acqua calda e bagnoschiuma al profumo di monoi e cocco e si rilassa completamente, assaporando la bellezza della finalmente ritrovata serenità.

Quanto durerà in realtà tale relax?

E’ ora di pranzo quando Elsa rientra in casa. Idunn è impegnata a dare lezione di musica ad una nuova allieva; fortunatamente per la primogenita nessun interrogatorio.

La maggiore raggiunge la sorella e la trova sdraiata sul letto con una maschera sul viso.

“Cosa combini?”- le domanda, ridacchiando – “Che cosa ti sei messa sulla faccia?”

“Vuoi provare? Idrata, purifica e rilassa”

“Da quando in qua ti interessi di maschere di bellezza?” – scherza Elsa.

“Da quando il mio Kristoff è tornato ad essere solo mio. Possiamo vivere liberamente il nostro amore adesso”

Senza volerlo tocca un tasto dolente nella parente che accenna un sorriso forzato.

“Sono felice per voi”

“Adesso dobbiamo occuparci della questione Honeymaren. Dovete parlarvi..” – riprende un argomento messo in pausa.
“Già fatto”- confessa la grande.

“E allora?” – la ventiduenne tifa per la storia tra le due ed è ottimista.

Peccato che la risposta che riceve non è quella che attendeva

“Ho chiuso con lei”

“COSA? No, perché?” – sobbalza in piedi tenendosi con le mani gli impacchi del viso.

“E’ meglio così, fidati. Ho in progetto di partire”

“Dove vorresti andare?”

“Lontano! Mi laureo e lascio Arendelle…per sempre”

Una notizia scioccante per Anna stessa che inizia a temere che la serenità che credeva ritrovata è solo immaginaria.

Evidentemente alla porta di casa dei Froze bussa sempre e solo tanto immenso dolore.

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Capitolo 44
*** 43 Capitolo ***


Da quel momento l’argomento amore non viene più affrontato ed Elsa dedica gli ultimi giorni pre laurea alla discussione della tesi, evitando di trascorrere troppo tempo con la famiglia.

Anna trova di fronte a sé una barriera umana, una sorella che si nasconde dietro muri invalicabili e decide così di non parlare di Honeymaren causandole ulteriori dolori. L’insistenza materna circa l’identità di H.F è intollerabile e così ignora ogni sua domanda in merito.

La ex signora Froze, data la reticenza della secondogenita nel volerle raccontare il fatto, sceglie di agire in autonomia nel ricercare risposte che è convinta di trovare tra gli invitati alla proclamazione.

“Ci sarà sicuramente” – dice al compagno, mentre si sistema i capelli scuri in un elegante chignon.

“Non starai pensando ancora al ragazzo misterioso?” – brontola, alquanto seccato John, mentre annoda la cravatta.

“Ovviamente. Oggi scopriremo la verità, me lo sento” – conclude, elettrizzata, dando un ultimo sguardo allo specchio.

Peterson alza gli occhi al cielo, poi lascia la donna sola con le sue chiacchiere e le sue idee bizzarre e si appresta a raggiungere il soggiorno.

Da lì a qualche secondo suona qualcuno al citofono.

Che gioia vedere i Bjorgman entrare assieme al figlio, ormai dimesso dall’ospedale, in rapida ripresa.

“Buongiorno” – si salutano calorosamente.

Kristoff è molto elegante e si lamenta della scomodità di abiti che proprio non si addicono alla sua personalità.

“Non mi costringerai più a vestire come un pinguino, cara mamma” – si lamenta, suscitando le risate dei presenti.
“Scherzi, vero? Certo che indosserai di nuovo abiti come questo. Alle tue nozze, come vuoi vestirti? In jeans e maglietta?” – Erika gli sistema la giacca con la premura di una mamma chioccia, il che imbarazza il giovane.

“Elsa e Anna?” – domanda Victor al consuocero.

“Sono quasi pronte” – risponde il padrone di casa, offrendo da bere agli ospiti.

Le due sorelle, infatti, sono alle prese con gli ultimi ritocchi.

La festeggiata, agitata come mai prima in vita sua, è intenta a sistemare i capelli in una lunga treccia. Eppure il nervosismo le impedisce di ottenere risultati soddisfacenti.

“Accidenti, maledetta acconciatura” – si infuria, sciogliendo il tutto, gettando la molla a terra.

Seduta sul letto, con le mani sul viso, cerca di controllarsi, per l’ennesima volta.

“Riprenditi Elsa! Questo giorno passerà veloce e da domani preparerai la valigia” – dice a se stessa, dando poi un profondo respiro.

In quei dannati giorni una voce interiore continuò ad opprimerla, ricordandole che non poteva sopprimerla così, che non ci sarebbe riuscita. Iniziò a temere di essere diventata pazza.

“Elsa” – la ragazza si alza dal letto come un fulmine, terrorizzata da quanto quel suono sia reale.

“Sto impazzendo davvero, allora” – parla a se stessa, timorosa.

Poi di nuovo quel richiamo…

“Elsa, sono Anna” - dice qualcuno alla porta.

La giovane, tira un sospiro di sollievo, quando realizza che ad averla chiamata è sua sorella.

La invita ad entrare, mentre torna a spazzolare i morbidi capelli biondi.

“Sei pronta?” – le chiede la ventiduenne, con indosso un abito verde e il fisico pazzesco recuperato in fretta, dopo soli cinque mesi dal parto.

“Non riesco a sistemare la treccia” – sostiene la grande, affidando l’opera alla parente.

“Ci penso io” – la più piccola afferra di pugno la situazione. Decide che è giunto il momento di abbandonare le pettinature del passato – “Come ho abbandonato le trecce che mamma mi ha sempre fatto da bambina  e che hanno accompagnato anche la mia adolescenza, adesso tocca a te”

“No, io ci tengo alla mia” – insiste Elsa, troppo legata a ciò che sua madre ha voluto che diventasse, capigliatura inclusa.

“Mostra a tutti quanto sei bella senza doverti acconciare necessariamente” – a quel punto Anna, allontana la spazzola e avvolge la parente tra le sue sottili braccia.

E’ la maggiore a restare immobile di fronte all’amore smisurato della sorella, constatando quanto sia sciocco sentirsi tanto legata ad una stupida treccia.

“Sei perfetta così come sei” – le sorride poi Anna, accarezzandole teneramente il viso.

“Ho paura di cosa sono diventata. Se non dovessi piacermi..?”

“Non sei diventata nulla di diverso da ciò che sei sempre stata. E poi, perché non dovresti piacerti. Sei bellissima”

E in quell’istante la voce torna a dominare la mente di Elsa e le ribadisce – “Sei diversa”

Istintivamente lei ripete tali parole – “Sono diversa”

“No! Elsa…non lo sei. Perché non riesci ad accettarti. Cosa ti fa tanto paura?”

Una di fronte all’altra, le due possono abbassare le barriere.

“Di affrontare la realtà. Se io fossi davvero…ecco… omo..” – non termina la frase a causa dell’improvviso arrivo di Idunn.

“Figliole, è il momento di andare” – comunica loro.

Poi posa lo sguardo sulla maggiore e commossa le dice – “Tesoro mio, sei uno splendore. L’abito che indossi e i capelli sciolti ti danno una luce nuova”

“Grazie” – si limita a rispondere la primogenita guardando la sorella minore che annuisce fiera. Indossati i tacchi, le tre donne Froze si apprestano a raggiungere il resto della famiglia in soggiorno.

Anna è accanto ad Elsa  e le tiene la mano mentre scendono le scale, precedute dalla madre.

“Eccovi! Siete incantevoli” – si complimentano i Bjorgman, salutando tutte.

Kristoff è imbambolato e arrossisce quando la sua fidanzata si avvicina per salutarlo.

“Wow” – esclama poi porgendole un braccio.

Con la carrozzina guidata da nonna Erika, l’intero gruppo si accinge a raggiungere l’università.

Quello è un nuovo inizio per tutti loro.

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C’è un’infinità di gente al loro arrivo. Tra questi anche Agnarr, in attesa con un enorme bouquet di fiori rossi.

“Ma quanti laureandi siete?” – domanda Kristoff alla cognata, guardandosi attorno sorpreso.

“Non chiedermelo. Non so nulla” – spiega lei, stringendo la tesi forte al petto.

Sistematisi in aula, esattamente in prima fila, attendono con ansia il turno di Elsa.

“Ciao, sono Harry” – si presenta un ragazzo dai capelli neri stringendo la mano alla Froze.

“Chi è quello?” – chiede Idunn ad Anna notando subito lo sconosciuto che ha preso posto accanto alla figlia.

Anna sbuffa e cerca di deviare l’argomento focalizzando l’attenzione su foto e video da realizzare alla sorella durante la giornata di festa.

Ma in quel preciso istante riconosce qualcuno nella folla.

“Non ci credo” – esclama, impallidendo – “Cosa ci fa quella qui!?” – pensa. Poi dà un colpetto al braccio di Kristoff che le siede accanto e gli sussurra – “E’ una persecuzione ormai”

“Che intendi dire?” – Bjorgman la guarda, confuso.

Allora la fidanzata gli dà chiare indicazioni – “Voltati, lentamente e guarda chi siede alla nostra destra in seconda fila”

A quel punto il biondo guarda in quella precisa direzione e l’espressione che dipinge il suo viso vale più di mille parole.

“Che sarà venuta a fare qui Sarah?” – chiede Anna, sospettosa.

“Probabilmente sua sorella è stata inserita in questa stessa seduta di laurea” – spiega Kristoff, aggiornato sulle vite dei parenti della sua ex.

“Aspetta…che? Hai detto sua sorella?” – scioccata, istintivamente la ventiduenne si alza dal posto e cerca di raggiungere Elsa per metterla al corrente.

Troppo tardi. In quell’istante una ragazza mora dalla carnagione olivastra, entra dall’ingresso secondario, seguita da quelli che dall’età sembrano essere i genitori.

“Oh cavolo” – esclama la Froze minore, temendo la reazione della sorella nel vedere la persona che l’ha mandata in crisi.

E infatti…

“Ciao” – saluta freddamente Honeymaren, sedendole accanto.

Elsa sobbalza quando la riconosce e si gira dall’altro lato, sperando di trovare sedie vuote e cambiare postazione.

Tutto occupato, per sua sfortuna.

“Non credere che a me faccia piacere… è l’unico posto libero” – puntualizza la Frost, mostrandosi distaccata.

Tale freddezza non la mostrò mai verso Elsa eppure dopo l’allontanamento forzato è stata costretta ad innalzare muri contro di lei.

La commissione entra e annuncia l’inizio della seduta di laurea, precisando di seguire un ordine diverso da quello alfabetico.

Ciò dà modo alla Froze di discutere la sua tesi tra le prime.

L’ansia è alle stelle eppure, forte della presenza di chi le vuole bene, tra cui Anna in piedi a pochi metri distante, pronta a scattarle delle fotografie, Kristoff con in braccio Mia svegliatasi per ascoltare la zia parlare, i suoi genitori in pace pronti a riempirla di applausi, Elsa dà prova della sua preparazione eccellente. Ignora che alle sue spalle anche Honeymaren fa il tifo per lei, nonostante tutto.

“La ringrazio, può tornare al posto” – comunica il presidente, e la giovane può tornare subito al suo posto.

Dovrebbe tranquillizzarsi adesso, invece no in quanto, dopo la Froze, è il turno proprio di Honeymaren, chiamata di fronte ai docenti.

Alzandosi in piedi, la Frost lancia un’ultima occhiata alla “amica” che, invece, lo ignora volutamente. Elsa è decisa ad ignorare la voce della ragazza, un suono che è musica per le sue orecchie. Pensa ad altro, cerca di distogliere l’attenzione dalla figura della Frost che, più bella che mai, si accinge a discutere un argomento importante.

Un argomento che, inevitabilmente, la coinvolge in prima persona.

“Lei discute un tema molto delicato, signorina” – commenta uno dei professori, mostrandosi alquanto perplesso.

“Il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali” – legge il correlatore.

C’è brusio in aula al sentire ciò che dovranno udire da lì ai prossimi dieci minuti.

“Silenzio” – si pronuncia il presidente di commissione, infastidito dal vociare.

“Cosa stai facendo Honey?” – pensa tra sé e sé Elsa.

I minuti seguenti, la bionda figlia di Agnarr ed Idunn cerca di controllare le lacrime, mentre Honeymaren spiega con naturalezza qualcosa che la riguarda molto da vicino.

“Lei crede davvero che due uomini o due donne possano considerarsi famiglia?” – la provoca il docente più anziano, che studia nei dettagli la tesi.

“Sono fortemente convinta di questo”

Anna trema udendo tali dichiarazioni e teme che sua sorella possa destabilizzarsi più del dovuto.

Più dei giudizi e bisbigli delle persone intorno, è il commento del padre ad innervosirla oltremodo

“Se Dio ha creato un uomo e una donna per generare figli, un motivo ci sarà. È la natura..”

La ventiduenne scuote la testa, incredula, preoccupata da tali considerazioni. Cosa potrebbe pensare allora se un giorno venisse a sapere che Elsa è, come direbbe lui, contro natura?!

“Quanto può essere retrograda la gente” – afferma poi, trattenendo la calma.

“Amore, ti vedo agitata. Ti senti bene?” – le chiede Kristoff.

“Ho bisogno di prendere aria” – così dicendo si alza e si allontana, portando via con sé Mia, addormentatasi nella carrozzina.

Idunn, invece, ascolta con attenzione nel massimo silenzio.

I suoi occhi sono puntati sulla Frost e cerca di comprendere discorsi tanto lontani dalla sua mentalità. Nel farlo si libera da pregiudizi e non dà peso alle esternazioni dell’ex marito che, sedutole vicino, si lascia andare di tanto in tanto con considerazioni poco felici.

Elsa è agitata e non controlla la tensione. Il corpo si muove come se ricevesse delle scariche elettriche, impedendole di tenere una posizione per più di un minuto.

La discussione è prossima al termine. Fortunatamente niente sconvolgente accade, pensa la Froze.

Invece si sbaglia.

E’ Honeymaren a concludere con queste parole – “Ho volutamente scelto questo argomento per mettermi a nudo. Questa sono io e non voglio più celarmi”

Nel trambusto che segue, dove persone si alzano in piedi ad applaudirle, altre disgustate lasciano l’aula, i genitori di Honeymaren sono fin troppo tranquilli. Anche Sarah e suo fratello Jack manifestano serenità. Segno che sono tutti al corrente e che per loro non è quel problema enorme che invece pare essere per Agnarr Froze.

“Povera famiglia!” – commenta – “Noi siamo fortunati, vero Idunn?”

La donna annuisce ma non mostra attenzione; scruta da lontano la primogenita che sembra discutere proprio con la ragazza in questione.

Sembra arrabbiata e ciò insospettisce la mamma.

Quando la commissione si allontana in preparazione alla proclamazione ufficiale, Elsa trascina con sé proprio Honeymaren.

Le due si chiudono nei bagni delle docenti, i meno frequentati.

“Cosa vuoi ancora?” – brontola la Frost.
“Perché hai voluto necessariamente dire di essere…” – poi si ferma, avendo difficoltà a dire una precisa parola.

“Dillo! Cosa ti spaventa? Omesessuale…sì, omosessuale”

“Basta!” – grida, coprendosi le orecchie con le mani.

“Accetta ciò che sei Elsa Froze, perché sei come me, sei esattamente come me”

“Non è vero. Io non sono come te” – ribadisce la giovane, sfogandosi in un pianto lungo e disperato.

Ma la mora non demorde e senza esitazione alcuna spinge il corpo dell’altra sul muro. Al contatto con la parete fredda, Elsa rabbrividisce.

Sono talmente vicine da respirare una il fiato dell’altra.

“Non negare te stessa” – le sussurra all’orecchio. Poi le accarezza i capelli sciolti e arrossendo le dice –“ Sei più bella così, lo sai?”

Elsa ha il cuore a mille e le sensazioni provate al loro primo e secondo bacio tornano a dominarla.

A quel punto le due non si respingono più.

Le loro labbra si uniscono di nuovo e stavolta sembrano intenzionate ad approfondire, pronte ad abbracciare ogni emozione, ogni sensazione.

Accettare tali sensazioni dà conferma alla Froze di ciò che davvero è e che niente e nessuno può impedirle di vivere la sua reale natura.

Nel frattempo…

“Dove è finita mia figlia?” – chiede Idunn a Joh, constatando la sparizione della primogenita.

“Probabilmente in bagno” – ipotizza lui.

“Vado a controllare” – dice, allontanandosi in tutta fretta.

Certo, le toilette dell’Università sono molte, e quelle dei professori sarebbero in teoria le meno frequentate.

Eppure il fato vuole che Idunn si rechi esattamente lì dove presto verrà a conoscenza di quelle risposte che cercava disperatamente.

Nel preciso istante che varca la porta della toilette privata, quella madre soltanto desiderosa di un futuro felice per le sue ragazze, si trova di fronte una scena che mai nella vita avrebbe immaginato di vedere. Quella di due donne appiccicate l’una all’altra, intente a baciarsi, accarezzarsi, toccarsi.

Però non due persone qualsiasi…

La sua immediata reazione è un grido isterico.

H.F. lo ha immaginato per giorni, sognandolo di bell’aspetto, degno della bellezza di sua figlia.

Ha ipotizzato di sentir dire dalla bocca di Elsa “Mamma mi sono fidanzata e ci sposeremo”, giungendo alla follia quando sognò di diventare nonna di un maschietto dagli occhi grandi come quelli della sua primogenita.

Adesso tutte le sue idee si frantumano e le certezze della sua vita, sprofondano.

Non ragiona più e senza lucidità, quella lucidità che l’ha sempre contraddistinta, tuona contro la figlia -“CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO?”

Mai come il quel momento, la maggiore delle Froze avrebbe preferito nascondersi, fuggire via, diventare invisibile. Addio segreto, addio libertà, addio famiglia.

Distanzia il suo corpo da quello di Honeymaren e, tremando in preda al panico, si volta lenta verso la figura alle sue spalle.

“Dimmi che ho capito male” – la supplica l’adulta.
“Signora noi…” -  cerca di intervenire la Frost.

“No, Honey! Ci penso io” – le dice Elsa, mostrandosi finalmente pronta a rivelarsi. Non che abbia molte altre scelte, visto che sua madre l’ha ormai scoperta.

“”Honey? Allora sei tu H.F.”

“Cosa?” – chiede la Froze.

“La fotografia… H.F. che scrive con amore Elsie… era lei!” – la indica, con occhi stracolmi di lacrime – “Come hai potuto Elsa! Come?”

“Come ho potuto, cosa?” – cambia tono la bionda, guardando con freddezza la madre.

“Non dirmi nulla! Non sono nessuno io per te?”

La giovane resta in silenzio.

“Il nostro è amore” – si intromette Honeymaren, spiazzando ancor di più Idunn che, scuotendo il capo, delusa e ferita, corre via.

“Non avrei dovuto parlare, scusami” – aggiunge la mora.

“Non è colpa tua. Adesso che ho capito di volerti più di ogni altra cosa al mondo, so anche di dover rinunciare ad una parte di me”

“Non ti permetterò di lasciarmi ancora!” – aggiunge l’altra abbracciandola con forza.

“Non sei tu quella a cui rinuncerò” – le sussurra, avvinghiandosi a lei, sentendosi finalmente al sicuro tra le sue braccia.

Per la prima volta nella vita ha messo da parte le mille paure. Tutto sembra talmente chiaro e limpido da aver cancellato giorni di silenzio e decisioni che la spinsero ad eliminare Honeymaren dalla sua vita per timori inutili.

La paura la spinse a commettere sbagli enormi. Non vuole commetterne più.

“Non vai a parlare con tua madre?”

“Non ne ho la forza. Tra poco ci proclameranno dottoresse e inizieremo una nuova vita. Ho già in mente il mio futuro”

“Cosa farai?”

“Lascerò Arendelle. Non è questo il posto per me” – le confessa Elsa.

“Ed io verrò con te. Non posso perderti di nuovo” – le sorride Honeymaren.

 

 

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Capitolo 45
*** 44 Capitolo ***


Anna è nei corridoi cullando Mia e le canticchia la ninnananna, quando scorge una figura in lontananza avanzare nella sua direzione. E’ Idunn che vacilla e fatica a tenersi in piedi, che percorre quei metri con gambe tremanti e sguardo perso nel vuoto. Lacrime nere di mascara scendono lungo le sue guance e risaltano una delusione difficile da mandare giù.

“Mamma, che succede?” – si preoccupa la ragazza, raggiungendola.

Idunn alza lo sguardo e con un filo di voce dice –“Scommetto che era questa la ragione di tutti i tuoi silenzi e di segreti così importanti tra te e lei”

“Segreti? Silenzi? Io e chi? Non ti capisco” – la Froze è confusa

“Elsa... e quella tipa che ha raccontato il privato davanti all’intera commissione”

Anna impallidisce e cerca di mostrarsi tranquilla, però è la madre ad aggiungere – “Sapevi ogni cosa e non me ne hai parlato. Sapevi che H.F. era una lei e non un lui. Magari ridevi delle mie supposizioni..”
“No, mai! Non era compito mio raccontare la vita di mia sorella” – si difende la ventiduenne.

“Che stupida che sono! Io già sognavo le sue nozze assieme al misterioso tipo. Invece è donna, cazzo…è donna” – si sfoga, utilizzando parole mai pronunciate, soprattutto in presenza delle educatissime figlie.

“Ti calmi, per favore?”

“Come faccio a calmarmi? Le ho viste con i miei occhi mentre …” – chiude gli occhi non terminando la frase, anzi scuote anche il capo a voler cancellare qualcosa di terribile, ma che in realtà è soltanto un momento di puro amore.

“Elsa è felice, questo non basta?” – le domanda Anna, ricordando alla madre cosa realmente dovrebbe contare nella vita.
“Magari è solo una sua convinzione, magari non avendo spasimanti maschi, si è accontentata” – Idunn delira e le sue supposizioni non hanno senso.

“CHE?” – esclama scioccata la ragazza.

“Non so se riuscirò a vederla con gli stessi occhi. Quella non è mia figlia, non è la persona che ho cresciuto e a cui ho dato la vita” – parole dure le sue, di quelle che mai una madre dovrebbe dire di un figlio.

“Mamma, stai scherzando? E’ sempre lei. Non È il sangue del tuo sangue, come puoi pensare tali assuridità?”
“Forse la colpa di ciò che sta accadendo è mia. Madre iperprotettiva, madre poco affettuosa, madre litigiosa e sempre nervosa… vi ho cresciute in un contesto familiare evidentemente non adatto che vi ha rese fragili”

La ventiduenne è sconvolta nel sentire tali assurdità e in un primo momento non riesce neppure a replicare.

“Guarda cosa la mia educazione vi ha dato… tu sei rimasta incinta di un ragazzo che frequentavi da poco e lei…”
“Cosa c’entra questo?” – a quel punto Anna sbotta.

“C’entra eccome. Le nostre imposizioni vi hanno spinte a trasgredire. Se non avessimo messo troppi paletti, se fossimo rimasti insieme, se avessimo mostrato a te e tua sorella quale fosse l’amore vero , chissà…”
“Amore vero? Ok, ora mi incazzo sul serio! Dimmi quale sarebbe questo dannato amore vero?” – la giovane perde la ragione e alzando i toni, tuona contro la madre.

Idunn china il capo e le indica un anello che ha al dito.

“E cosa significa? Un anello significa amore?”

“No, significa coppia, significa matrimonio, significa famiglia, significa natura”

Troppe stupidaggini che Anna non sopporta più.

“Ho sentito abbastanza. Meglio se mi allontano o potrei dire cattiverie gratuite come quelle che stai dicendo tu adesso”

“Le mie non sono cattiverie. È la realtà dei fatti. Elsa non potrà mai essere serena e felice in questo mondo stando con una del suo stesso sesso”

“Se la prima a denigrarla, a offenderla sostenendo che sia diversa, è proprio sua madre, come potrebbe sentirsi al sicuro?” – con quell’interrogativo importante, Anna si allontana raggiungendo l’aula dove, da lì a qualche minuto, sarebbe avvenuta la proclamazione ufficiale.

Idunn resta da sola e, con il cuore a pezzi, lascia l’Università.

Cammina senza meta mentre nella mente riaffiorano ricordi della sua piccola e indifesa Elsa non più una bambina da proteggere.

L’immagine che distrugge definitivamente la donna è quella di una piccolissima Elsa tra le sue braccia, intenta ad ascoltare con curiosità storie d’amore ideate da Idunn stessa.

Senza rendersi conto di dove le sue gambe la stessero conducendo, si ritrova di nuovo dentro la struttura, precisamente in un’aula vecchia e buia.

E’ all’interno di quelle mura che si lascia andare totalmente, sfogando il dolore in un lungo e lacerante pianto, difficile da controllare.

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Elsa e Honeymaren tornano assieme nel grande salone dove la commissione chiama uno ad uno i laureandi per la proclamazione.

Anna, scossa ancora dalla discussione con Idunn, cerca di sorridere e di infondere fiducia nella sorella, salutandola dal fondo dell’aula, con il cellulare pronto a scattare numerose fotografie.

Ma gli occhi della primogenita hanno una luce diversa e questo la parente più giovane lo nota.

Per di più tra la Froze e la Frost sembra essere tornata la pace, perché ridono e scherzano dopo giorni di freddo totale.

L’assenza di Idunn viene subito puntualizzata dall’ex marito.

“Dove è tua madre, Annie? Si perderà un momento speciale” – domanda Agnarr.

“Non saprei. Le mostreremo il video…”- è la risposta secca della Froze, che preferisce non avere  attorno a sé quela donna con i suoi giudizi malefici.

Viene chiamata Elsa e tutta la sua famiglia è sull’attenti.

Kristoff scatta flash in continuazione, catturando ogni singolo istante di felicità della cognata.

I Bjorgman emozionati sperano in una votazione all’altezza della ragazza.

E infatti…

“Proclamiamo dottoressa in giurisprudenza la laureanda Froze Elsa con voti 110 e lode” – e a tale annuncio la folla applaude, tra l’immensa soddisfazione dei parenti.

“Lo sapevo, ho una figlia che è un genio” – esclama Agnarr fiero della sua primogenita.

Honeymaren viene convocata subito dopo e per lei la votazione è la stessa, ma l’applauso che segue è meno forte e ad esso seguono invece dei brusii di gente ancora scioccata dall’outing fatto poco prima.

John è preoccupato per la sparizione della compagna, alla quale telefona con insistenza.

“Non ci credo che Idunn tanto elettrizzata come era nel vedere sua figlia con la corona d’alloro, sia sparita nel nulla. Non vorrei si fosse sentita poco bene” – così dicendo, si allontana.

Non prima di essersi complimentato con la neo dottoressa.

Elsa è emozionata e tale felicità mette da parte ogni pensiero sulla lite con la madre, la cui mancanza non le pesa affatto. Per di più sente di aver chiuso una parentesi della sua giovane vita e tutte le paure ad essa correlate; oggi comincia una nuova vita.

La Froze maggiore e Honeymaren, ciascuna accerchiata dai propri parenti, si lanciano un’occhiata di complicità.

“Anche la tua amica è stata premiata, ma sarà stata aiutata per la faccenda della sessualità” – commenta Agnarr, cercando di elogiare la primogenita a discapito della collega.

Eppure tale osservazione viene subito ribaltata dalla giovane – “Se lo merita perché è un genio, che tu ci creda o no è anche più intelligente della sottoscritta”

“Ora non esageriamo” – aggiunge Froze senior, banalizzando delle facoltà che quella ragazza strana non può possedere.

Anna osserva lo sguardo irritato della sorella e le si avvicina, cercando di placarla.

Troppo tardi.

“Pensi che sia inferiore a me per qualche motivo in particolare?”

“Elsa, ti prego non dire cose di cui ti pentirai” – le sussurra la minore.

“Figliola, certo che no. È che tu sei tu…”

“Honeymaren è lesbica e quindi è naturale che sia meno dotata di me, giusto?” – la provocazione della bionda, spiazza tutti i parenti. L’imbarazzo è percepibile e i Bjorgman preferiscono allontanarsi con la bambina.

“Tesoro, non capisco come mai ti alteri per un complimento che ti ho fatto” – Agnarr è confuso e visibilmente a disagio. Evidentemente quanto detto dalla figlia non è del tutto falso.

“Mi incazzo perché so le vostre idee e quanti pregiudizi covate”

“Adesso basta! Nessuno ha parlato di pregiudizi o di omofobia. Dannazione, ma cosa ti prende?” – si altera il padre.

“Vi prego, stiamo dando nell’occhio” – fa notare Anna, in quanto le persone attorno a loro li guardano straniti.

“Andiamo via” – conclude Elsa, prendendo la sorella sottobraccio.

John Peterson giunge in quell’istante, correndogli incontro. Ha l’aria davvero tesa.

“Dove è Idunn?” – chiede l’ex marito della donna in questione.

“E’ sparita. Mi sto seriamente preoccupando”

“Sono qui” – una voce alle loro spalle li fa sussultare.

Lo sguardo spento e il trucco sbavato non le danno più l’immagine di signora composta ed elegante che ha sempre avuto.

“Cosa ti è successo?” – domanda Peterson, abbracciandola.

“Vorrei parlare con Agnarr in privato, un paio di minuti” – chiede gentilmente al compagno.

Seppure dispiaciuto per la poca considerazione, il medico si fa da parte e lascia soli i due ex consorti.

“Che devi dirmi?”

“Qualcosa di importante. Riguarda Elsa”
“E’ strana, l’ho notato. Mi è bastato fare una piccola considerazione su Honeymaren per mandarla in bestia”

“So io il motivo ed è giunto il momento che questa storia la sappia anche tu. Sei suo padre”

“Mi spaventi. Allora?”
“Sediamoci, è meglio” – lo invita a prendere posto su una panchina e a fatica, con il cuore ancora sanguinante, sgancia la bomba.

Se Elsa pensa di fare le valigie e lasciare Arendelle, chissà se i suoi genitori saranno a favore o la tratterranno?

Soprattutto, Agnarr Froze come si comporterà una volta a conoscenza della realtà dei fatti?

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Capitolo 46
*** 45 Capitolo ***


“Non dici niente?” – chiede Idunn ad Agnarr, una volta raccontata la verità.

L’uomo ha la mente affollata di pensieri contrastanti e in un primo momento non reagisce.

“Come dobbiamo comportarci adesso? Come affronteremo la questione? Pensi anche tu, come me, che Elsa sia solo confusa e che questa storia sia più causata dal suo accontentarsi che da reali sentimenti?!” – continua la donna, manifestando il suo chiaro parere.

Ma Froze senior sembra accendersi quando un recentissimo flash corre nella sua testa rapido come un fulmine.

Un ricordo di alcuni minuti prima…un ricordo che vede Elsa attaccarlo per una semplice constatazione in merita alla votazione di Honeymaren.

 

“Anche la tua amica è stata premiata, ma sarà stata aiutata per la faccenda della sessualità”

“Se lo merita perché è un genio, che tu ci creda o no è anche più intelligente della sottoscritta”

“Ora non esageriamo”

“Pensi che sia inferiore a me per qualche motivo in particolare?”

“Figliola, certo che no. È che tu sei tu…”

“Honeymaren è lesbica e quindi è naturale che sia meno dotata di me, giusto?”

“Tesoro, non capisco come mai ti alteri per un complimento che ti ho fatto”

“Mi incazzo perché so le vostre idee e quanti pregiudizi covate”

“Adesso basta! Nessuno ha parlato di pregiudizi o di omofobia. Dannazione, ma cosa ti prende?”

 

“Ecco perché ha avuto quella reazione” – prende finalmente parola metabolizzando la rivelazione della ex moglie. Mostra un iniziale shock, poi volge lo sguardo sulla ex moglie, anche essa turbata e ascolta l’ennesima domanda di lei -“Come ci comportiamo? Bisogna aprirle gli occhi. Sta commettendo uno sbaglio e da bravi genitori sta a noi rimetterla in riga”

Agnarr è furioso ma cerca di controllare la sua rabbia, frutto di delusione, frustrazione, dolore e soprattutto di certezze definitivamente crollate.

“Non è possibile che Elsa sia…dannazione, non può essere…”  - non riesce a darsi pace e ripete più volte quanto sia incredibile e impossibile il cambio di sessualità della figlia maggiore.

Ed è la visione di Honeymaren con la famiglia, in uscita dal grande ingresso universitario, che lo manda in bestia. Improvvisamente il suo cervello gli mostra un’ipotetica scena d’amore tra due donne, di cui una è proprio la sua primogenita.

Arrabbiato come mai prima nella vita e disgustato da quel frame, si allontana.

“Dove vai adesso?” – lo rincorre la ex moglie.

“A casa! Non posso vedere chi ha rovinato la nostra serenità”

“Ti conviene calmarti, non vorrai mostrarti in questo stato” – puntualizza Idunn; gli strappa le chiavi dell’auto dalle mani e lo invita a sedersi al posto del passeggero.

“Guido io, forse è meglio” – e mentre la donna si accinge ad uscire dai parcheggi dell’Università, nota anch’essa Honeymaren attraversare la strada con i parenti. La Frost è sorridente e contenta, mentre si stringe alla madre adottiva commossa.

La scena è toccante per chi la osserva: una famiglia vera e propria, che seppure si trova ad affrontare situazioni poco facili, vive sempre e comunque d’amore, l’ingrediente principale della felicità.

Il primo pensiero che partorisce la mente di Idunn è – “Come vorrei essere come quella mamma, fiera di ciò che è sua figlia, invece non lo sono”.

Scuote il capo cercando di cancellare tale idea e si dedica alla guida e alla consolazione dell’ex marito, ormai paranoico.

“Come può essere accaduto. Cosa abbiamo sbagliato?” – Agnarr è scioccato  e non riesce a rilevare quel dannato errore commesso che, a suo avviso ,avrebbe inciso sulla sessualità di Elsa.

“Forse il nostro rapporto fatto di litigate, di regole costanti, di poca affettività, hanno influenzato le scelte delle nostre ragazze” – ipotizza la donna, tirando in ballo anche le pessime decisioni prese da Anna.

“Giustifico Annie che potrà anche aver partorito una figlia fuori dal matrimonio, però è rimasta sempre se stessa. Non è mai cambiata. Ma Elsa.. la nostra Elsa…la figlia perfetta, quella studiosa, diligente. Ammetto che ci scontravamo spesso per idee contrastanti, ma arrivare a questo…non me l’aspettavo da lei; forse è un modo suo per vendicarsi del male che ha patito nel passato”

“E’ sempre stata più rivoluzionaria di te, tu sei fin troppo antico per gli standard odierni” – commenta Idunn.

“Forse facevo bene ad esserlo. Ma adesso mi farò rispettare, lei non commetterà questo sbaglio. Non macchierà la sua reputazione per un capriccio!”

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Elsa, Anna, Kristoff e i Bjorgman sono giunti a casa da un bel po'. Anche John Peterson si è unito a loro, lasciando la compagna con Agnarr.

Su ordine della festeggiata incurante della mancanza dei genitori, hanno iniziato tutti a stuzzicare cibo dal buffet.

La primogenita dei Froze scambia messaggi continui con Honeymaren ed è ormai diventata l’immagine vera della felicità.

Difficile non notare che tale gioia non sia dovuta soltanto alla laurea.

“Amore, cosa succede a tua sorella? Ha lo spasimante?” – sussurra Kristoff alla fidanzata.

“Ehm… non saprei” – finge.

“Ti conosco meglio delle mie tasche. So quando menti” – ridacchia, avvinghiandola a sé.

Poi le sfiora le labbra, ricordandosi della presenza dei genitori quando Erika attira l’attenzione dei due con un finto colpo di tosse.

“Quanto vorrei fossimo solo noi” – imbarazzato dai familiari che continuano a guardare i due piccioncini e a confidarsi sulla bellezza della coppia, il biondo nasconde la testa tra i lunghi capelli di Anna.

“Se ti va possiamo sempre salire in camera mia con una scusa” – lo provoca lei.

Kristoff arrossisce e scioccato da tale proposta, esclama – “Aspetta…che?”

Lei ridacchia, divertendosi a scompigliargli i capelli. Gli dà un dolce bacio sulla guancia e, prendendolo per mano, si avvicina ai suoceri.

“Noi portiamo Mia in camera” – comunica, trascinando la carrozzina.

Così la coppia si allontana.

Inutile dire che le loro intenzioni non si limitavano al “Mettere a letto la bambina”.

Sono loro i primi a gettarsi sul letto di Anna, lasciandosi andare ai preliminari di quel momento passionale che attendevano da tempo.

Nel mentre Peterson e i Bjorgman chiacchierano del più e del meno, ma la pace è breve e viene interrotta dal brusco arrivo degli ex coniugi.

“Dobbiamo parlare” – è la prima frase che Agnarr Froze, furioso, rivolge alla primogenita, sbattendo con forza la porta. Elsa  viene così distratta dalla messaggistica e si trova costretta ad affrontare un argomento dolente.

“Cos’è questa storia adesso? Che ti salta in mente?” – tuona il padre.

“Immaginavo che mamma avesse subito fatto la spia” – Elsa alza gli occhi al cielo.

“Avevo bisogno del suo supporto per aiutarti” -  interviene Idunn.

“Aiutarmi? Ma voi siete pazzi”

“Ci preoccupiamo. Sappiamo che questo non è ciò che sei,non è ciò che vuoi” – aggiunge la donna.

“Io voglio lei e basta”

I Bjorgman ascoltano senza pronunciarsi, però il discorso diventa palese quando la giovane si riferisce a qualcuno al femminile.

“La amo, la amo, la amo. Contenti? Volete che ve lo ripeta? Amo una donna, sì. Una donna come me… ci siamo baciate come fanno tutte le persone che si amano”

“Smettila, ti prego” – la supplica Idunn, con una mano sul cuore afflitta da quanto ascolta.

“Finalmente sono libera di parlare come voglio io, di cosa voglio io, senza aver timore dei giudizi di genitori che sin da bambina volevano scrivere la mia vita. Adesso voglio vi sia chiaro che sono io a prendere le mie decisioni, sono io a comandare me stessa. Voi avete smesso di avere quel ruolo quando avete deciso di non accettare una figlia per la sua sessualità, proprio voi che di errori ne avete fatti miliardi e adesso pretendete di sapere cosa sia l’amore vero. Basta lo dico io…basta”

Lo sfogo di Elsa colpisce tutti i presenti; mai si era mostrata tanto grintosa e desiderosa di far vincere le sue motivazioni.

Non ha tenuto conto,però, della reazione paterna.

Agnarr, perde le staffe, le si avvicina con aria di sfida e in un battibaleno, senza darle modo di difendersi, le dà uno schiaffo in pieno viso.

A quel gesto segue l’urlo di Erika che spaventata nel vedere Elsa accasciarsi sul pavimento, le va incontro per aiutarla.

Victor trattiene il consuocero ricordandogli di contenersi perché è sua figlia quella che ha davanti.

Ma Froze è accecato dalla rabbia ed è grazie all’intervento di John e di Victor stesso che viene allontanato dalla sala.

Il caos e le urla richiamano anche Anna e Kristoff, che dal momento di intimità che si erano concessi, accorrono in salone.

Lì c’è una scena da guerra.

“Che succede qui?” – domanda la ventiduenne, accorrendo verso la sorella maggiore.

Idunn, rimasta allibita da quanto appena visto, trema e singhiozza non contenendo la sua disperazione.

“Doveva essere un giorno di festa, ma tu l’hai voluto rovinare” - dice, rivolgendosi alla primogenita.
Elsa scuote il capo, disgustata dal comportamento di chi l’ha messa al mondo.

Si rimette in piedi e con la guancia arrossata, versa tutte le sue lacrime, liberandosi della rabbia e della sofferenza che covava dentro.

“Mi fate schifo” – si limita a dire. Fa per raggiungere la sua stanza, seguita a ruota da Anna quando una precisazione materna la immobilizza, dandole l’ennesima coltellata al petto.

“Non sei più la benvenuta in questa casa”
Trattenendo i singhiozzi, riprende il passo allontanandosi del tutto.

È Anna, scossa nel profondo, a rispondere a nome di sua sorella maggiore – “Non sarebbe rimasta ugualmente sotto il vostro stesso tetto. State tranquilli, andrà via e io farò lo stesso. Non voglio vivere con chi disprezza il proprio sangue solo perché non è eterosessuale”

Con il cuore in mille pezzi Idunn si accascia a terra e continua a piangere, accolta dalle braccia di Erika, colpita dal dolore di una famiglia che ora non è più tale.

Dopotutto dove c’è l’amore c’è la famiglia…e in questo caso, non esiste più alcuna traccia di questo sentimento.

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Capitolo 47
*** 46 Capitolo ***


Quella giornata di grande festa assume i colori di un vero e proprio funerale: una ragazza allontanata e condannata ingiustamente, due ex consorti uniti, dopo anni, su una decisione comune, e una giovane tra due fuochi, seppure schierata a favore di sua sorella maggiore.

“Elsa, vengo con te”

“No Anna! Non sei tu il problema qui, ma io. Perché dovresti privarti e privare Mia dell’affetto dei nostri genitori?… anzi, no mi correggo…dei tuoi genitori!” – la maggiore ha con sé due valigie, strapiene di roba e si accinge a lasciare la villa.

“Non avrebbe dovuto alzare le mani su di te” – precisa la ventiduenne avendo saputo dello schiaffo di suo padre su sua sorella.

“Non è stata la sberla a farmi male…credimi” – commenta, amareggiata.

A proposito degli ex signori Froze, Agnarr e Idunn restano in disparte chiusi nel loro dolore, mentre la primogenita dà il definitivo addio.

Erika e Victor cercarono di farli ragionare in quelle fatidiche ore; per i Bjorgman è assurdo che gli ormai consuoceri scaccino una figlia perché omosessuale e di fronte all’ennesimo e secco No, i genitori di Kristoff scelgono di prendere le distanze.

“Andiamo via anche noi. Qui non possiamo rimanere un minuto di più. Pensavamo foste gente di cuore” – commenta Erika, guardando delusa Idunn.

“Lo siamo” – aggiunge la ex signora Froze.

“Non mi sembra” – conclude Victor.

Senza rivolgere più parola, si avviano all’uscita raggiungendo le sorelle Froze all’ingresso.

Kristoff è con loro quando le due, abbracciate, si salutano in lacrime.

“Io qui non rimango, se è questo che pensi” - dice Anna.

“Devi farlo”

“No!” – replica, singhiozzando.

“Annie, ascoltami, lo devi a Mia. Lei ha bisogno di una famiglia vera”

“Io e Kristoff con te e Honeymaren siamo già una famiglia vera, più di loro che predicano moralità e agiscono senza vergogna” – sostiene la ventiduenne, pronta a partire con chi le vuole davvero bene.

Elsa, commossa, le asciuga le lacrime con tenerezza e, sorridendole, aggiunge – “Hai un cuore enorme. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre ed è proprio perché ti voglio bene che ti dico di restare ad Arendelle”

“Come posso vivere senza saperti qui?”

“Ci sentiremo ogni giorno, promesso”

Poi volge lo sguardo su Kristoff e fa a lui un’annotazione – “Prenditi cura di mia sorella e di mia nipote, mi raccomando o torno qui solo per fartela pagare” – ridacchia poi.

A quel punto è giunto il momento di andare.

Con il cuore in gola, Elsa si allontana, percorrendo quei pochi metri che la separano dalla strada principale.

Ad attenderla c’è un taxi.

“Non ce la faccio a vederla così” – dichiara Anna ad alta voce, correndole incontro, raggiungendola prima che l’auto prendesse il via.

“Aspetta!” – la chiama, ponendosi davanti il veicolo.

Sale a bordo, vicino la maggiore che la guarda sconvolta.

“Cosa vuoi fare?”

“Convincerti a portarmi con te”

“Annie” – ripete lei, addolcendo lo sguardo inizialmente teso.

“Dove vi porto, signorine?” – si intromette l’autista.

“Aspetti un paio di minuti, la prego” – aggiunge la ventiduenne, zittendo subito l’uomo che approfitta per fumare una sigaretta.

“Sorellina, non rendere ancora più difficile la separazione” – la supplica la grande.

“Scappare non è la soluzione. Troviamo una casa tutti insieme, vivremo felici e contenti anche senza la presenza di mamma e papà”

“No Annie, io ormai ho preso la mia decisione. Accettala, ti prego. Pensa che per me è fondamentale lasciare questa città e tutti i ricordi legati ad essa. Lontano da Arendelle posso sentirmi libera di essere chi sono davvero, chi ho capito di essere con fatica enorme. Ora che mi rendo conto che nascondermi dalla mia natura alimenterebbe soltanto paure e insicurezze, la fuga risulta essere l’unica decisiva soluzione”

Le due si guardano in silenzio per qualche minuto cercando di confortarsi e dimostrarsi affetto con il solo sguardo.

Anna non ha molte possibilità, e si vede costretta a cedere. Scende dal veicolo, affranta e in quell’istante viene raggiunta da Kristoff e i genitori di lui, pronti ai saluti finali.

La tristezza per un inevitabile addio divaga nei cuori delle sorelle, ma ciò che sembra alimentare ancor di più il dolore di Elsa è la separazione da Mia.

“Piccolina, mi mancherai. Ma ci vedremo presto, te lo prometto” – stringe forte a sé la bambina, assaporandone per l’ultima volta il profumo e la tenerezza.

Gli occhioni azzurri di sua nipote sembrano implorarla di restare. Però neppure questo frena la sua volontà.

“Dove pensi di andare di preciso?” – chiede Kristoff, quando la ragazza sale nuovamente a bordo del taxi.

“Non lo so ancora. Vi darò mie notizie ogni giorno. Vi voglio bene, famiglia”

Chiusa la portiera dell’auto, il mezzo sfreccia lontano, portando via con sé una persona distrutta da un passato turbolento ed un presente devastante.

Il sogno di un futuro roseo viene offerto ad Elsa dall’opportunità di partire e raggiungere mete nuove, dove la gente ignora la tua identità, un’identità che lei finalmente ha svelato e ha accettato.

Una volta raggiunta la casa dei Frost, nota Honeymaren con i suoi parenti ad attenderla.

Le due si trovano faccia a faccia.

Pochi secondi e sono l’una nelle braccia dell’altra.

“Sei pronta?” – le sussurra la mora all’orecchio.

“Con te sono disposta ad andare anche in capo al mondo” – le risponde arrossendo.

Si avvicinano i genitori di Honeymaren, seguiti dai suoi fratelli.

“Questo doveva essere il giorno dei festeggiamenti e invece… ci tocca dirvi addio” – singhiozza la madre adottiva della Frost, la signora Angela.

“Mamma, non potevo desiderare festa migliore di questa” le risponde Honeymaren, luminosa come mai prima in vita sua.

A non esserlo è Sarah, visibilmente afflitta. Nelle sue espressioni, Elsa legge chiaramente quelle di Anna e trova in loro l’ennesima similarità.

Un altro elemento in comune con la sua compagna…la sorella di una somigliante a quella dell’altra.

“Per qualsiasi cosa, noi siamo qui” – dice la giovane in questione, abbracciando la sorella maggiore.

Anche Jack, il fratello non si tira indietro e mostra la sua fragilità.

“Mi mancherai cucciolotta mia” – le sorride, avvolgendo le due sorelle minori a sé.

Il momento è speciale e commovente e anche Elsa non può sottrarsi a quell’emozione.

Poi è il capofamiglia a dare loro chiare indicazioni, pronunciandosi –“ Figliole, mio cugino Luke ha un appartamento per voi, lì non avrete nessun fastidio. Però almeno possiamo venirvi a trovare quando possibile, siate prudenti”

“Grazie” – risponde, emozionata, la Froze.

“Sono felice che Honey abbia trovato la persona perfetta per lei. Sei una brava ragazza, hai tutte le carte in tavola per renderla felice ed io da padre non posso desiderare altro se non questo” – le sorride l’uomo, aprendole le braccia pronto ad accoglierla e a dimostrarle la sua totale stima.

La bionda è sorpresa piacevolmente da tanta disponibilità.

Possibile che soltanto i suoi genitori fossero così restii nel vederla contenta?

Perché solo Agnarr e Idunn non accettano che la loro primogenita abbia trovato l’amore?

E proprio mentre Elsa e Honeymaren sono pronte a dire addio al loro passato, c’è chi a villa Peterson organizza il proprio futuro.

“Non puoi andartene via così” – esclama scioccata Idunn, osservando Anna sistemare i suoi abiti in alcune valigie.

“Ci avete perdute entrambe. Io con voi non voglio restare un minuto di più”

“Ragiona, dannazione! Tu non sei come Elsa” – interviene il padre.

“E’ qui che vi sbagliate. Io e lei siamo uguali, abbiamo pensato che foste cambiati, ci sbagliavamo. Alla prima occasione ci avete ferite, di nuovo. Adesso basta, però” – chiude il bagaglio e lo trascina fino all’ingresso, seguita a ruota dai genitori che tentano di farla ragionare.

Però Anna è cocciuta e determinata, inutile farle cambiare idea.

Raggiunge Kristoff che, con i suoi, è pronto a lasciare la villa.

Erika e Victor hanno offerto la loro abitazione alla coppia, delusi anche essi dai comportamenti dei consuoceri.

“Fino a quando non accetterete Elsa e la sua fidanzata, io qui non metterò più piede” – ribadisce Anna.

“E’ una minaccia. Io non amo quando mi viene dato un ultimatum” – precisa Agnarr.

“Bene, se non siete in grado di guardare oltre i vostri moralismi, vuol dire che non vi interessa recuperare. A questo punto vi dico addio” – mostrandosi forte e decisa a non demordere, seppure con il cuore in mille pezzi, Anna si congeda. Quando è prossima ad andarsene, Idunn la trattiene afferrandole un braccio.

“Non togliermi anche Mia”

Effettivamente solo la nipote è ciò che rimane ai giovani nonni ed è proprio Mia il loro unico desiderio.

“Anche se so che vi meritereste questo ed altro, non mi abbasso ai vostri livelli. Potrete vederla quando volete, ma dimenticate di avere una figlia, anzi …un’altra figlia, dato che la prima l’avete già cancellata” – lanciando un ultimo sguardo di disgusto e disperazione, la ventiduenne chiude la porta alle sue spalle.

Adesso inizia una nuova vita, una vita che la vedrà abituarsi faticosamente alla mancanza di mamma Idunn e alle sue premure mattutine, alle chiamate di papà Agnarr, alle chiacchierate con John Peterson, ma soprattutto ad una vita senza la sua amata e indimenticata sorella maggiore.

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“Come ti senti?” – chiede Kristoff ad Anna, quella stessa sera, una volta raggiunta la nuova casa.

La giovane è a letto, intenta a fissare il muro bianco.

“Dobbiamo abbellire quelle pareti. Sono troppo…vuote” – precisa lei.

“Certo, le riempiremo con fotografie di Mia, nostre e io immagino già un enorme foto del giorno del nostro matrimonio” – le dice, sfiorandole dolcemente la guancia.

“Il sogno nel cassetto che custodivo da bambina non esiste più, perciò puoi anche non sentirti costretto a sposarmi”

L’affermazione spiazza Bjorgman che mai avrebbe immaginato di sentirle dalla bocca della super romantica Anna Froze.

“Il mio desiderio è che tu diventi mia moglie, quindi non potrai sottrarti!” – così lui scherza sull’argomento per alleggerire la tensione.

La ragazza,infatti, non è serena. Da quando hanno messo piede nell’abitazione regalata loro da Erika e Victor, si è sentita spaesata e vittima di paure sul futuro.

“Se non riuscissi a vivere sapendo la mia famiglia distrutta?”
“Amore mio, ci sono io qui con te e qualsiasi scelta tu decida di prendere, non ti giudicherò mai, sappilo. Anche se volessi riallacciare i rapporti con i tuoi genitori, io sarò al tuo fianco. Ora e sempre”

Anna accenna un sorriso di fronte all’estrema dolcezza del suo compagno.

Si volta verso di lui e nota che Kristoff le è disteso accanto e le accarezza il braccio.

Senza pensarci su, desiderosa di sentirsi sua di nuovo, dopo tanto tempo, siede a cavalcioni su di lui, il quale la guarda spiazzato.

Estasiato, la osserva mentre si libera della vestaglia, pronta a concedergli tutta se stessa.

“Te la senti davvero? Non vorrei lo facessi per non pensare..”

“Ti voglio! Mi sei mancato e adesso sogno solo di unirmi totalmente a te” – lo aiuta a liberarsi dagli indumenti e in pochi minuti la coppia consuma intensamente quell’amore mai assopito, quell’amore che neppure Hans Westergard riuscì a distruggere, quell’amore che Anna augura ad Elsa e che invece Idunn e Agnarr non hanno voluto accettare.

Quella è solo la prima di tante notti di passione che vedranno Anna e Kristoff vivere a pieno la loro intimità, felici di essersi riuniti e di aver messo una pietra sul passato.

Da lì a un mese, durante i quali Elsa dà sue notizie quotidianamente tranquillizzando l’ansiosa sorella minore, giunge a New York una lettera speciale.

“Questa è per noi. Viene da Arendelle” – comunica Honeymaren alla fidanzata, porgendole la busta.

La bionda, distesa a letto, dopo un attimo di coccole con la sua lei, la apre e sobbalza quando legge – “Siete invitate a festeggiare il nostro matrimonio. Non mancate Anna & Kristoff”

“Finalmente si sono decisi” – esclama felice Elsa.

“Sei pronta a tornare dopo un mese?” – le chiede la Frost.

“Non ho nulla di cui vergognarmi. Andremo come coppia e niente e nessuno rovinerà quel magico momento” – le sorride, poi la bacia e torna ad accoccolarsi al suo petto, serena e contenta.

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Capitolo 48
*** 47 Capitolo ***


Il mese che corre veloce da quando Elsa e Honeymaren hanno lasciato Arendelle, cominciando una vita assieme, dà modo ad Anna di mettere da parte i rancori nei confronti dei genitori, dedicandosi solo ed esclusivamente a sua figlia, al suo compagno e alle nozze imminenti.

“Manca poco ormai al fatidico giorno, come ti senti?” – le chiede Erika Bjorgman, mentre le due sono dalla sarta per apportare modifiche all’abito bianco.

“Agitatissima, però non sto più nella pelle. Ho atteso questo momento tutta la vita e finalmente è arrivato. Non riesco a crederci” – confessa la Froze, emozionata mentre si osserva allo specchio con indosso il vestito dei suoi sogni.

Erika non toccò l’argomento genitori per settimane, eppure ora le sembra necessario farlo.

“Sei ancora convinta di non volere Idunn e Agnarr al tuo fianco?”

Il ricordo di quelle persone che ha volutamente scacciato, torna prepotente a turbarla.

“Assolutamente no, andrò all’altare da sola. Non ho bisogno di mantenere le apparenze in pubblico. Penseranno come mai non c’è né mio padre né mia madre, ma poco mi importa. L’importante è che ci sia chi mi vuole davvero bene” – le ultime parole sono rivolte teneramente alla donna a lei di fronte, che commossa le sorride.

Anna ignora che ad organizzarsi per vestire i panni di padre che la accompagnerà sottobraccio fino al suo futuro marito sarà Victor. Bjorgman senior, infatti, non ha alcuna intenzione di privare la nuora della serenità di avere accanto qualcuno quando percorrerà la navata della Chiesa.

Sarà una sorpresa e ad esserne al corrente è solo Erika, pronta già con mille fazzoletti a piangere come una fontana.

La serenità conquistata, seppure a fatica subisce uno scossone, l’ennesimo, quando alla vigilia del grande Dì, si presenta a casa di Kristoff e Anna qualcuno di inaspettato.

“John! Che ci fai tu qui?” – esclama la Froze, spiazzata di fronte a quella visita.

“Vorrei salutarti. Sto per andare via da Arendelle”

“Anche tu?” – pensa tra sé e sé Anna, ma evita di chiedere la ragione. Si mostra,piuttosto, perplessa di fronte a tale comunicazione. Deduce che partendo Peterson sarebbe partita anche Idunn.

“Dove andrete quindi?” – domanda la ventiduenne, dopo averlo invitato a sedersi in salone, offrendogli da bere.

“Parto da solo” – confessa, mantenendo lo sguardo basso.

“Davvero? Non ci credo. Mamma che permette che tu la lasci qui senza nessuno è irreale” – commenta Anna.

“Io e lei ci siamo lasciati” – la rivelazione è scioccante e pietrifica la ragazza.

“Cosa?! Non è possibile” – sobbalza poi, quando metabolizza il fatto.

“Tanti sono gli avvenimenti accaduti in questo ultimo mese. La tua mancanza e l’allontanamento di Elsa l’hanno destabilizzata; non è più in sé. Vive di silenzio, chiusa tra quattro mura, intenta a fissare il vuoto. Poi una mattina, non so come né perché, mi rivolge parola dopo settimane e dice “Tra noi è finita”. Non mi ha dato spiegazioni e giunti a questo punto, non voglio neanche riceverle. Ho chiesto di essere trasferito nell’ospedale di una città poco distante da Arendelle”

“Mi dispiace tanto” – aggiunge la ventiduenne, davvero amareggiata per il male che Idunn ha recato ad un uomo che, nonostante tutto, le fu accanto a lungo, comportandosi da padre più di Agnarr stesso.

“Volevo lasciarti un pensiero prima di dirti addio” – spiega, asciugandosi le lacrime dalle guance.

Dalla tasca della sua giacca tira fuori una busta bianca.

“Non posso accettare” – dice Anna, deducendo fosse denaro quello regalatole.

“Devi farlo. Voglio condividere a mio modo la tua gioia. Qui dentro troverai tre biglietti per New York, così potrai far visita ad Elsa, che so che è il tuo sogno più grande” – aggiunge lui.

“Come fai a sapere dove si trova mia sorella?”-  chiede, sorpresa, la giovane.

“Anche se Idunn l’ha scacciata, io ho provato a riallacciare i rapporti. Ho faticato ad ottenere indirizzo ed altro, però mi sono rivolto ai Frost e a Sarah. Non è la persona cattiva che ti ha fatto credere. Anzi, mi ha perfino detto di sentirsi ancora in colpa per le bugie raccontate”

La Froze è senza parole, totalmente spiazzata da tutti i fatti raccontati da John.

Accetta, felice il suo dono, invitandolo ad essere presente l’indomani durante la cerimonia.

“Ho l’aereo tra poche ore. Goditi la felicità che meriti, piccola Annie. Non pensare a chi ti potrebbe recare male; sei cresciuta e diventata una donna adulta e matura, nonostante i tuoi soli ventidue anni. Sono fiero di averti conosciuta e considerata figlia. Per me lo rimarrai sempre e comunque, nonostante le circostanze. Ti voglio bene” – l’affetto immenso di quell’uomo tocca l’anima di Anna che, in lacrime, lo abbraccia ringraziandolo per i bei momenti e per la sua presenza costante.

Quando lo saluta, sull’uscio di casa, conclude – “Mi mancherai. Ci sentiremo ogni giorno, però. Non ti libererai di me così facilmente”

“Addio Annie. Abbi cura di te e di tua figlia” – le manda un bacio e sale in auto.

Non prima di aver sentito venir fuori dalla bocca della giovane un timido – “A presto, papà”

Con il cuore a mille, Peterson si allontana portando via con sé ricordi speciali, di mesi che anche Anna difficilmente dimenticherà.

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E’ il fatidico giorno.

La ventiduenne dorme poco quella notte, presa dall’ansia e dai tanti ricordi.

È Erika alle sei del mattino a presentarsi nella sua stanza, spalancando le finestre e lasciando entrare le prime luci dell’alba.

“Buongiorno, tesoro. Svegliati, è ora di prepararsi”

La festeggiata si stiracchia, aprendo a fatica gli occhi ancora assonnati.

“Coraggio, ti aspetta una giornata intensa. A breve arriveranno le acconciatrici, intanto ti ho riempito la vasca di acqua calda e di quel bagnoschiuma che amo tanto e che ho notato è anche il tuo preferito. Ora sbrigati, c’è molto da fare” – la tira su, accompagnandola fino al bagno.

Approfitta di quei momenti di distrazione di Anna, per telefonare a qualcuno.

“Elsa, dove siete ora?”

“Tra quasi un’ora arriveremo lì”

“Bene, rivederti sarà per lei la gioia più grande”

“Anche per me. Mi è mancata da morire, non vedo l’ora di abbracciarla”

Erika accoglie nei minuti seguenti le due parrucchiere, sistemandole nella stanza degli ospiti, la più grande e luminosa.

Le professioniste si mettono subito all’opera, realizzando in tempi record sia l’acconciatura della sposa che della suocera e il make up di ciascuna.

Anna non chiede qualcosa di eccessivo; la sua semplicità la porta a scegliere di mantenere i capelli per lo più sciolti, resi eleganti da un semiraccolto.

Quando le stylist si congedano, danno modo ad Anna si chiudersi in camera per indossare il vestito.  

Ed è allora che suona altra gente alla porta. La Bjorgman corre, emozionata, al corrente di chi è appena arrivato. Direttamente da New York, si presentano alla villa Elsa e Honeymaren, mano nella mano.

“Mie care, finalmente” – esclama, commossa la donna accogliendole entrambe tra le sue braccia.

“Siete bellissime” – commenta poi – “L’amore fa bene all’anima e al corpo”

“Già, puoi dirlo forte” – aggiunge la Frost, lanciando un’occhiata complice alla sua fidanzata.

“E Anna?” – domanda, elettrizzata, la bionda.

Neanche a dirlo… impossibile non sentire la voce squillante della sposa che chiama Erika con urgenza.

“Eccoti la risposta” – sorride l’adulta, indicano il piano superiore dal quale proviene il suono.

“Vado io!” – dice Elsa, raggiungendo la sorella.

Anna, infatti, è nella sua camera con indosso la vestaglia di raso bianca, regalatale proprio dai suoceri. Si guarda allo specchio, cercando di mantenere la calma. Eppure la tensione è alle stelle e non riesce a contenerla, sente di poter esplodere da un momento all’altro.

“Se ci fosse qui Elsa, saprebbe come tranquillizzarmi” – parla tra sé e sé ad alta voce, mentre fissa la sua immagine riflessa. Si sente bella finalmente, e questo non per trucco e parrucco, ma perché seppure agitata e nostalgica, vive quella felicità tanto attesa e vede realizzarsi il suo sogno nel cassetto. Da lì a poche ore avrebbe detto SI per sempre al suo unico grande amore.

E’ talmente presa dall’agitazione e dai pensieri turbanti, da confondere la realtà per mere illusioni.

L’immagine di sua sorella è visibile dal vetro dello specchio ed è esattamente alle sue spalle.

“Adesso ho addirittura le visioni” – dice, scuotendo il capo a voler cancellare fantasie assurde.

Eppure la persona che ha dietro di sé non svanisce, anzi le posa una mano sulla spalla e il contatto è talmente reale, da far sobbalzare la sposa.

Anna si volta, sconvolta, e di fronte ai suoi occhi c’è davvero Elsa, in carne ed ossa.

“Ciao sorellina” – la saluta, spostandole un ciuffo dal viso.

“Sei davvero tu?” – la ventiduenne è scioccata e non contiene i lacrimoni che le scivolano sulle guance.

“Mi abbracci? Perché attendo questo momento da un mese che mi è parso un’eternità” – la invita la maggiore, aprendole le braccia.

Il gesto affettuoso tra le due è esempio di quanto il loro legame sia rimasto saldo e carico d’amore nonostante la lontananza. Anna dà infiniti baci alla parente, e la stringe per paura di perderla.

“Sorellina, mi stai soffocando” – ridacchia Elsa, notando la pressione dell’altra.

“Ops” – aggiunge la minore, rispondendo con una goffa risata.

“Adesso che sono qui ti aiuterò a vivere a pieno il tuo giorno”

“Potresti cominciare dandomi una mano con l’abito” – le propone la sposa, svelando il vestito che avrebbe indossato.

“Wow! E’ meraviglioso” – esclama la grande, estasiata dalla lucentezza del capo, dal tessuto, dal corpetto cosparso di strass e dall’elegante pizzo.

“Sarai la sposa più bella che Arendelle abbia mai visto”

“Esagerata come sempre” – si imbarazza la giovane, mentre si libera della vestaglia.

“Dico sul serio”

Mentre le sorelle si dedicano l’una all’altra, scherzando, divertendosi, godendo della reciproca presenza, Honeymaren ed Erika sono alle prese con i primi parenti.

Tra questi c’è Victor, elegantissimo con tanto di papillon.

“Cara, sei splendida” – dice alla moglie, fiero della bellezza della donna che gli è accanto da più di vent’anni.

Si scambiano un dolce bacio a stampo, poi lei gli ricorda – “E’ tutto pronto in chiesa? Fiori, musica, coro e altro?”

“Certo, ho dato chiare indicazioni sulla canzone da intonare”

“Perfetto, Anna è quasi pronta. Io approfitto per andare dal mio bambino che sarà solo con la sua ansia” – si allontana, dirigendosi verso casa sua.

Honeymaren ride di fronte allo sguardo rassegnato di Victor Bjorgman – “E’ sempre la solita. Mamma chioccia va a controllare il suo pulcino!”

Segue la risata dei due, interrotta dall’arrivo improvviso di Elsa.

“Ci siamo” – comunica – “Ho bisogno di qualcuno che mi dia una mano con il velo”

“Eccoci!” – si fa avanti la Frost, entusiasta.

Anna scende lentamente le scale, aiutata dalle due ragazze, con le gambe che tremano di paura e il battito del cuore accelerato.

La sua bellezza pietrifica anche Bjorgman senior che, emozionato, dice – “Il mio Kristoff ha scelto bene. Penso che appena ti vede, sviene!” – ridacchia poi.

“Ecco il bouquet” – le porge Honeymaren – “Abbiamo pensato di regalartelo io ed Elsa”

La sposa, emozionata, le sorride per poi confessarle – “Sono felice che mia sorella abbia trovato te. Sei la persona giusta per lei e sono sicura che le prossime nozze che festeggeremo saranno le vostre”

Quell’affermazione imbarazza le giovani che si guardano scambiandosi messaggi criptati, grazie al potere dei loro sguardi. Ormai sono talmente in sintonia che le parole non servono.  Ed è questo un aspetto che ha giovato alla loro relazione.

“Sbrighiamoci. È ora” – interviene Victor, porgendo il braccio alla nuora.

“Dici sul serio? Mi accompagnerai tu?” – esclama Anna, intuendo che in tale gesto Bjorgman senior si propone come sostitutore di Agnarr.

“Permettimi di esserti vicino in un momento così importante” – aggiunge lui.

Con il cuore a mille, la Froze accetta senza esitazione.

“Grazie di tutto” – dice, trattenendo il pianto.

“Mi raccomando al trucco, l’abbiamo sistemato due volte già. Niente lacrime… per ora” – interviene scherzosamente Elsa.

Così i quattro si avviano alla limousine bianca parcheggiata davanti alla villa.

“Diamo inizio a questa giornata di festa!” – aggiunge Victor, aiutando la sposa a sistemarsi nell’automobile.

E così, seguita dalle due damigelle d’onore e da un suocero che ormai ha per lei il ruolo di padre, Anna si accinge a raggiungere la sua dolce metà e ad abbracciare finalmente la vita futura che tanto desiderava.

Un particolare che ignora è la presenza, tra la folla di invitati nella Chiesa, di Idunn, nascosta dietro un paio di occhiali neri e un cappello grande.

La donna non può perdere un evento tanto importante e, sicura di non essere notata per via del mascheramento, si accinge a vivere una delle emozioni più grandi della sua vita.

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Capitolo 49
*** 48 Capitolo ***


Kristoff e Erika Bjormgamn sono ai piedi dell’altare, pronti ad accogliere la sposa in arrivo.

“Figliolo, stai tranquillo. Quando la vedrai, l’ansia svanirà, fidati!” – gli dice la madre, premurosa come sempre.

“Sono felice di vivere questo giorno tanto importante con te e con papà!” – confessa il ragazzo, mostrando, per la prima volta, dopo molto tempo, i sentimenti che nutre nei confronti dei genitori, con i quali ha sempre avuto un rapporto instabile.

“Siamo fieri di te, oggi più che mai” – aggiunge la donna, accarezzandogli il viso con dolcezza.

Si guardano scambiandosi un sorriso, così somiglianti tra loro.

“Ti voglio bene” – conclude lui, prendendole una mano e baciandola con tenerezza.

Erika vorrebbe trattenere il pianto ma le risulta difficile e così due timide lacrime le scendono sulle guance.

Il momento madre-figlio viene interrotto dal pianista e dal coro che con la loro musica danno il via alla cerimonia.

“Ma non è la tradizionale marcia nuziale” – nota Kristoff, con gli occhi fissi sull’ingresso dal quale sta per entrare Anna.

“E’ la vostra canzone, siamo stati informati in merito, perciò goditi questo momento e le emozioni forti che ti donerà”

La voce di una giovane cantante intona parole d’amore con sottofondo un live degno di concerti di alto livello.

Anche la Froze riconosce il pezzo suonato e sente il cuore esplodergli dal petto.

“Sto per morire” – dice, con voce tremante, stringendo senza volerlo, la giacca dell’uomo che la porta sottobraccio.

“Ci sono io, non ti lascio” – le ricorda Victor, felice e commosso dal momento. Ha sempre sognato una figlia femmina da accompagnare all’altare ed ecco approfittare di sua nuora, ormai a tutti gli effetti parte della sua vita e della sua famiglia.

https://www.youtube.com/watch?v=ezcdE4lPpq8

Preceduta da quelle scelte come damigelle ma soprattutto come testimoni, Elsa e Honeymaren, la ventiduenne percorre la lunga navata andando incontro al suo amore.

Bella come il sole mostra a tutti il suo abito a sirena dal corpetto ricoperto di strass e la gonna arricchita di pizzo. Una visione celestiale per lo sposo che non trattiene più l’emozione.

Mia è tra le braccia di Elsa, mentre Honeymaren consegna il cuscino con le fedi al parroco.

La scena è talmente bella e sincera da far commuovere tutti i presenti, Idunn compresa.

La donna fissa da lontano le due figlie, percependo una serenità interiore che mai avevano mostrato. Alla scelta di quel vestito così bello, così tipicamente da Anna, avrebbe dovuto essere presente anche Idunn stessa, come decisero mesi addietro, e lo stesso vale per gli addobbi, gli inviti, i fiori…e invece eccole lì, distanti, due complete estranee.

Il dispiacere divaga quando i suoi pensieri si spostano, poi, su Elsa, seduta accanto a Honeymaren. Quanto dolore le recò la scoperta della relazione della primogenita con un’altra donna, un colpo all’anima di una madre che studiò a tavolino, sin dalla nascita della sua bambina, il futuro di questa.Vedersi scivolare dalle mani quanto sognato di speciale per la propria figlia, le ha fatto perdere lucidità.

Ad oggi, seppure la sofferenza persiste, essa non è legata a pregiudizi o a moralità, bensì alla rottura di rapporti fondamentali nella sua vita.

Ma se Anna ed Elsa sino a un mese prima non erano affatto radiose come oggi, la responsabilità è la sua ed è bene prenderne consapevolezza.

“Assisterò alla funzione e dirò loro addio per sempre” – pensa mentre il parroco invita gli sposi allo scambio delle fedi.

I due innamorati, con il cuore a mille, si scambiano promesse eterne e nel farlo si guardano negli occhi in totale sincerità, manifestando a tutti i presenti il loro amore.

“Io Kristoff, prendo te, Anna, come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorarti tutti i giorni della mia vita” – dice Bjorgman, mettendo l’anello al dito della sposa.

Di sottofondo, durante quel magico momento, riecheggiano i singhiozzi e il pianto di Erika Bjorgman, il cui sogno sta diventando realtà.

Ora tocca ad Anna e la ragazza nel farlo, chiede gentilmente di poter prima dire qualcosa.

“Ho sempre creduto nell’amore, quello vero, quello che fa battere il cuore e che non fa ragionare con lucidità; se mi si chiede come mai nonostante i miei genitori avessero divorziato, credessi ancora in questo sentimento, posso solo dire che mi è bastato trovare la persona perfetta per me, pronta ad offrirsi totalmente e ad offrirmi ciò che volevo: la serenità. Kristoff, ti amo e sposarti ha realizzato il mio più grande sogno. Mi hai donato una figlia, una famiglia e mi hai reso la persona più completa di questo mondo. Non mi serve nient’altro per essere felice, mi basta esserti accanto” – dice commuovendosi, mentre accarezza con dolcezza la mano dello sposo, rimasto immobile e preda delle lacrime che gli bagnano il viso.

Presa la fede, Anna dichiara i suoi intenti religiosi ripetendo la tradizionale promessa.

E quando entrambi indossano i loro anelli, il parroco conclude – “Erano anni che non vedevo tanto affiatamento e amore in una coppia così giovane. Spero decidiate di battezzare la piccola e mi vogliate come ufficiale di tale funzione” – anche il sacerdote si mostra molto coinvolto dalla situazione e, cercando di controllare il pianto, proclama la coppia marito e moglie.

“Adesso puoi baciare la sposa” – dice a Kristoff che, senza esitare, avvicina le sue labbra a quelle della ragazza, tra gli applausi dei parenti, amici e invitati vari.

Idunn, seduta nelle ultime file, è talmente fiera della figlia da potersi considerare soddisfatta della vita che si è costruita da sola, con le sue forze.

La ingenua, spigliata, a volte goffa e logorroica Anna, è diventata donna a tutti gli effetti.

Pronta ad allontanarsi, per non essere riconosciuta dalla folla, la ex signora Froze si avvia all’uscita.

“Sei venuta alla fine” – dice qualcuno.

Lei mette a fuoco lentamente chi ha di fronte e sobbalza – “Agnarr! Che ci fai qui?”

“Non potevo perdermi questo momento” – confessa l’uomo.

“Abbiamo perduto due figlie speciali, lo sai vero?” – le fa notare Idunn.

L’uomo non risponde, abbassa lo sguardo ignorando la domanda.

Eppure in tale istante, si trovano davanti due persone note, che non li evitano, anzi si avvicinano per parlargli: i signori Frost! Come dimenticarli… sono stati invitati anche loro alle nozze.

C’è anche Sarah, ex di Kristoff assieme al nuovo fidanzato.

I capifamiglia conoscono i Froze e sanno quanto accaduto con Anna ed Elsa.

Ed è Angela Frost a prendere parola, spiazzando i due.

“Posso parlarvi?”

“Chi è lei?” – finge Agnarr, infastidito.

“So che non vi piace l’idea, ma ci siamo imparentati” – interviene Frost senior.
“Assolutamente no!” – commenta di nuovo l’uomo.

Senza aggiungere altro, lascia la Chiesa. Però è Idunn ad essere più aperta al dialogo.

“Io ti ascolto”

“Sono felice che siate venuti, vuol dire che in fondo al vostro cuore l’amore per le ragazze non è svanito”

“Non accadrà mai, sono le mie figlie” – spiega Idunn.

“Vorrei mostrarti qualcosa. Seguimi” – dice gentilmente Angela, appartandosi fuori dalla struttura.

C’è gente pronta ad accogliere l’uscita degli sposi, con riso, palloncini, coriandoli di ogni tipo.

Ma la ex Froze nota uno schermo allestito appositamente per la proiezione di un video.

“Qui verrà trasmesso un filmino realizzato per Anna e Kristoff”

“Wow! Un’idea geniale”
“Honeymaren si è incaricata di tutto”

“Ah si?” – la guarda stupita.

“Si, lei vuole bene ad Anna. La considera una sorella minore”

“Sono felice di questo, ma non comprendo il filo conduttore. Come mai hai detto di volermi parlare e mostrare delle cose?”

“Vorrei vedessi che Elsa non è diversa e che è solo innamorata”

A quel punto Angela Frost fa partire un video breve dal suo cellulare, lasciando l’apparecchio tra le mani della presunta consuocera.

La scena che Idunn osserva con i lacrimoni, ritrae le due innamorate assieme, che giocano, ridono, scherzano, e sì… si baciano anche. Gli occhi della sua primogenita parlano da soli. È finalmente se stessa.

“Cosa vuoi dimostrare con questo?” – domanda la madre della sposa alla Frost, restituendole il telefonino.

“Che l’amore esiste ed è di ogni tipo e forma. A noi deve importare la serenità dei figli, nient’altro”

Improvvisamente applausi e grida di auguri interrompono la conversazione, costringendo le due donne ad avvicinarsi alla folla.

Gli sposi sono usciti dalla Chiesa, tra l’euforia della gente.

Viene chiesto loro di guardare lo schermo sul quale vengono trasmesse le immagini raccolte da Elsa e montate da Honeymaren in un video strappalacrime.

E Idunn nota le sue figlie piangere, abbracciarsi, esserci sempre l’una per l’altra.

Si volta verso Angela Frost e le dice – “Aiutami a recuperare il rapporto con le mie ragazze”

L’altra, fiera di tale decisione, acconsente e le propone di muoversi lentamente, un passo alla volta, accettando così i tempi delle due che potrebbero percepire in negativo il suo ritorno.

Allontanandosi, Idunn registra con il suo cellulare un piccolo filmato dove, singhiozzante, chiede umilmente perdono ad Elsa e Anna.

Quando gli sposi si incamminano per raggiungere la limousine che li condurrà alla cerimonia, la ex signora Froze chiama in disparte la “consuocera” e le chiede il contatto telefonico.

“Meglio che non mi vedano qui, perciò andrò via. Ti manderò tramite messaggio qualcosa che vorrei mostrassi loro”

“Certo” – le risponde, poi prima di congedarsi le dice – “Sono contenta che tu abbia finalmente accettato che Elsa è sempre Elsa e che adesso è libera di essere chi è sempre stata”

La giornata segue veloce, tra cibo in quantità, danze, karaoke, balli romantici e dichiarazioni d’amore che Kristoff dedica alla moglie e alla figlia.

Anna non avverte la mancanza di una parte di sé durante la festa, ma è a fine serata che si rende conto che un giorno tanto speciale sarebbe stato ancora più speciale se condiviso con chi le ha dato la vita.

E’ notte e sono rincasati da poco nella loro bella casetta. Mettono a letto Mia e si accingono a dedicarsi alla loro intimità.

La ventiduenne è in bagno, dopo un bagno ristoratore. Indossa una sottoveste alquanto sexy per i suoi standard, regalatale da Elsa come buon auspicio per la nottata che l’attende.

Si guarda allo specchio e non si percepisce né brutta, né inadatta, né patetica…tutto ciò che in passato pensò di se stessa. Anche i kili di troppo causati dalla gravidanza sono spariti e ha ripreso la forma fisica di un tempo.

Kristoff l’attende a letto, intento a fare zapping alla tv, sbadigliando di tanto in tanto.

Viene distratto subito dalla bellezza della ragazza che avanza verso di lui, con fare estremamente provocante.

“Ehm…che intenzioni hai?” – chiede lui, scrutandone ogni parte del corpo, per lo più visibile.

“Voglio festeggiare la prima notte da sposati, tu no?” – ridacchia lei, sedendosi su di lui, pronta a dedicargli premure da mogliettina amorevole.

“Annie, io…” – cerca di pronunciarsi ma Anna lo frena fiondandosi violenta sulle labbra di lui.

Impossibile porre resistenza, e la stanchezza di Kristoff passa subito in secondo piano per dare sfogo al desiderio del suo corpo.

Si denudano entrambi e si lasciano andare ad un ardente passione, fatta di attimi di euforia e di godimento.

“Wow” – esclama lui, respirando affannosamente a conclusione della performance.

“E’ stato memorabile” – sostiene lei, soddisfatta.

Stretti l’uno all’altra i due si addormentano poco dopo, pronti ad una nuova vita e ad un futuro tutto in costruzione.

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“Come è andata la prima notte da marito e moglie?” – chiede curiosa Elsa alla sorella, l’indomani presentandosi a casa Bjorgman- Froze, di fronte alla solita tazza di tè.

“Beh…che dire” – ridacchia Anna, alludendo alla prestazione straordinaria del compagno.

Scherzando tra loro, le due si concedono ore di rilassamento e di confidenze, momenti di cui per trenta giorni hanno sentito la nostalgia.

Ore piacevoli che vengono scombussolate da un messaggio che Honeymaren invia alla compagna.

“E’ un video. Dice di guardarlo attentamente” – spiega Elsa.

“Chissà di cosa si tratta” – pensa Anna, curiosa, aspettandosi chissà quale dichiarazione d’amore della cognata.

Ciò che vedono è l’immagine di Idunn che si rivolge alle figlie – “Ragazze mie, adesso siete sicuramente tentate di chiudere e non ascoltare. Vi prego, prestatemi almeno due minuti di attenzione. Non chiedo molto…voglio chiedervi perdono per tutto. Da madre iperprotettiva pensavo di proteggervi da tutto e tutti. Solo ora mi rendo conto che vi ho perdute per colpa delle mie insicurezze, delle paure del giudizio degli altri. Certo, ammetto che avevo dei sogni definiti per entrambe. Dopo la perdita del mio primo figlio, ripromisi a me stessa che con voi sarebbe stato tutto perfetto. Poi Anna è rimasta incinta, la storia sembrò ripetersi, sono entrati in gioco tanti timori. E sapere che anche Elsa era andata contro quel futuro che speravo fortemente per lei, un bel matrimonio, un bel lavoro, tanti bambini, ecco…ho visto crollare il mio mondo di sogni. Perché anche io, come voi, avevo un sogno nel cassetto. Come Anna, desideravo una famiglia felice. purtroppo le cose sono andate diversamente. C’è un particolare che ho colto e che distingueva me e Agnarr dalle vostre storie. Noi non ci guardavamo come tu, Annie, guardi Kristoff, e non ci lanciavamo occhiate complici come quelle che ho notato tra Elsa e Honeymaren, in chiesa. Adesso vi domanderete “Eri in chiesa?”, già! Ero lì, volevo esserci. Volevo gioire con voi di tale felicità. Invece ad oggi mi ritrovo a festeggiare il matrimonio della mia secondogenita da sola, davanti ad un tavolo vuoto, con un misero piatto di pasta. Vorrei riavvicinarmi a voi, se siete pronte a farlo. Non chiedo tanto, solo di parlarci e riscoprirci come un tempo, unite e forti. Siamo donne, e in quanto tali, siamo delle rocce. Non permettiamo a questo mare in tempesta, di scalfirci, neppure agli sbagli della sottoscritta” – a quel punto la donna inizia a piangere e dedica l’ultima frase alla prima figlia – “Elsa, tesoro mio, sono fiera di ciò che sei e ti chiedo scusa se la rabbia, la delusione, hanno preso controllo su di me. Sei una donna matura, sai cosa desideri e questo ti rende mille volte migliore di tua madre, da sempre combattuta tra ciò che è e ciò che vogliono gli altri. Ti ammiro e ci tengo a dirti che per me, da adesso in poi, Honeymaren sarà una terza figlia. Vi voglio bene”

Le sorelle restano in silenzio, mentre il video termina e lo schermo del cellulare si oscura.

Non hanno molto da dire eppure i pensieri di entrambe sono contraddittori. Se da un lato lasciano che sia la ragione a parlare, dall’altro il cuore si impone in cerca di perdono.

“Come ci comportiamo?” – domanda Anna.

“Io stasera torno a New York” – risponde Elsa, senza centrare effettivamente la questione.

In quel momento la seconda, spinta dalla sua impulsività, afferra il suo telefonino e compone un numero.

“Chi stai contattando?” – le chiede, confusa, la maggiore.

“Pronto? Mamma, sono Anna! Vorremmo parlarti”

Nonostante i silenzi e i tentennamenti della più grande, la giovane sposa accoglie la richiesta della madre e in pochi minuti la ex signora Froze è alla loro porta.

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Capitolo 50
*** The End ***


Idunn si presenta a casa Bjorgman, accolta da Anna che la invita a prendere posto in soggiorno.

Tra loro c’è silenzio e rivedersi dopo un mese crea un certo disagio.

“Volevo farti gli auguri per le tue nozze” – dice quando siede sul divano, osservando attenta la piccola abitazione dei novelli sposi.

“Grazie” – commenta Anna, con distacco. È alquanto tesa e la madre se ne accorge così giunge al punto – “Sono felice che tu mi abbia chiamata. Vuol dire che sei pronta a confrontarti con me”

“Sono tante le domande che ti vorrei porre, eppure arrivati a questo punto ti chiedo soltanto una cosa”

“Dimmi”

“Cosa ti ha fatto cambiare idea su Elsa, su me, sul recuperare un rapporto che tu stessa assieme a papà hai frantumato?” – lo sguardo serio e le braccia conserte, in attesa di risposta, mostrano una Anna diversa dal solito.

Idunn, afflitta, china il capo e dopo un bel respiro profondo cerca di chiarirle il fatto.

“Io e John ci siamo lasciati”

“Si, so tutto. Non vedo cosa c’entri questo però” – replica la ventiduenne.

“Ah, è stato qui?”

“Non ti dovrebbe interessare; in fondo hai mollato anche lui su due piedi, fregandotene di come potesse sentirsi”

“Annie, perché usi questo tono duro con me. Chi meglio di te può capire che se subentra una confusione interiore, le storie possono giungere al termine” – continua Idunn, riferendosi a quando Anna mollò Kristoff per Hans.

E difatti, la giovane Froze comprende il filo del discorso materno e sorvola, ribadendo la domanda principale – “Ok, torniamo a noi. Dimmi la verità”

“In questi trenta giorni di lontananza, quando decisi di chiudere con John, pensai a lungo su cosa davvero fosse il meglio per me. Mi trovai tra le mani un vecchio album di fotografie ed ecco che capii cosa era necessario alla mia serenità”

“E che cosa era?” – la voce di Elsa, alle spalle dell’adulta, fa sobbalzare la madre.

Idunn si volta verso la primogenita, rimasta in disparte per qualche minuto.

“Tesoro, ciao” – la saluta, alzandosi istintivamente e accingendosi ad andarle incontro.

È la Froze maggiore a farle segno di sedersi e starle lontana.

Le sorelle si posizionano una accanto all’altra, di fronte al genitore.

“Ho capito che siete voi a farmi stare bene” – confessa, con il cuore in gola.

Anna ed Elsa si guardano reciprocamente, cercando sostegno una nell’altra.

Si prendono per mano, e forti del loro affetto indistruttibile, decidono di sedersi accanto alla madre.

Una alla sua destra, l’altra alla sua sinistra. Idunn è accerchiata e non riesce a comprendere le azioni delle figlie.

“Guardami…mamma!” – esige Elsa.

La donna senza alcuna esitazione si volta nella sua direzione.

Si fissano in silenzio, occhi negli occhi.

Ma è la ragazza a parlare – “Ti faccio ancora così schifo? Pensi sia ancora un mostro?”

“No, tesoro mio. Non l’ho mai pensato. È solo che…”
“Solo che l’hai detto e le parole hanno un peso. Dovresti saperlo bene; io amo Honeymaren, spero non ti faccia schifo sentirmelo dire. Spero non vomiterai sapendo che tra me e lei c’è stato più di un bacio a stampo o di un bacio con la lingua. Abbiamo anche avuto rapporti sessuali, sai? Ho condiviso la mia prima volta con un’altra donna, contenta di saperlo? Vuoi anche i dettagli?” – Elsa è fuori controllo, mentre usa parole forti e provocatorie manifestando un dolore che cova dentro da tempo.

“Sorellina, calmati” – le consiglia Anna, preoccupandosi della reazione non prevista.

“Figlia mia, perdonami. Io non avrei mai voluto che ti sentissi un essere anormale perché l’unica ad esserlo sono stata io” – in tale momento, Idunn si alza e ponendosi davanti alla primogenita si inginocchia e con gli occhi colmi di lacrime la supplica di comprendere le sue motivazioni.

“Mettiti nei miei panni, ti prego”

“Ho provato a farlo per giorni e giorni, fino a quando mi sono resa conto che più tentavo di capirvi e più non vi capivo. Papà mi ha schiaffeggiata perché mi sono innamorata…”
“Mi dispiace, avrei dovuto sostenerti. Invece ho appoggiato Agnarr”

“Mi hai cacciata di casa, come un’appestata. Ho avuto l’appoggio esclusivo di mia sorella, di Honey, dei Frost ma dei miei genitori no!”

La ragazza piange non contenendo le lacrime, né i singhiozzi. Ha l’aria distrutta ma finalmente leggera dopo uno sfogo che le permette di mettere da parte il rancore.

E infatti spiazza sua madre quando conclude – “Ti ho odiata tanto, ma l’odio è una parola forte ed io non voglio sentirmi più così”

“Cosa intendi dire?” – la donna è speranzosa, notando l’espressione della figlia ammorbidirsi tutto d’un tratto.

“Ho deciso di darti un’altra opportunità” – le comunica poi.

Idunn a bocca aperta, incredula, salta in piedi e afferra con forza il corpo della primogenita, stringendolo al suo.

Piange e nasconde il viso nell’incavo del suo collo.

Elsa è rigida e sente il cuore battere forte e prendere controllo sulla testa.

Anna commossa osserva la scena e resta piacevolmente sorpresa quando la freddezza di sua sorella svanisce. Lentamente le sue mani, stese lungo i fianchi, si muovono e si posizionano sulla schiena della madre.

Quel momento che fa seguito ad uno sfogo e ad una sofferenza indicibile.

“Ti prometto che non ti deluderò più, figlia mia! Cercherò di recuperare in ogni modo”

La bionda si lascia totalmente andare, tra quelle braccia che da bambina la rassicuravano e le davano amore infinito.

La ventiduenne dà spazio alle due di potersi riscoprire e perdonare reciprocamente, allontanandosi e cambiando stanza.

Raggiunge la cucina e in preda ad un crollo emotivo, si accascia a terra e sfoga la sua angoscia.

I suoi singhiozzi incontrollabili vengono uditi da Elsa e Idunn che, preoccupate, accorrono e la vedono sul pavimento con il viso tra le mani.

“Annie, che succede?” – le corre incontro la madre, spaventata, aiutandola a mettersi in piedi.

“Sorellina” – Elsa capisce al volo lo stato d’animo dell’altra e la abbraccia senza porre domande.

Poi le sussurra all’orecchio – “Dalle un’altra chance. Fallo per te stessa, per stare meglio. Io lo dovevo a me stessa e al mio benessere”

La più piccola delle Froze interiorizza il messaggio e volgendo lo sguardo su Idunn le dice – “Ricominciamo da qui, adesso”

Le tre si stringono e da quel momento in poi prende il via per tutte una nuova vita.

“Non ci separeremo mai più”

E da lì a quel momento speciale di ricongiungimento passa, rapido, un mese.

A New York, le due fidanzate ricevono una visita inattesa.

“Hanno suonato alla porta. Puoi andare ad aprire per favore?”” – chiede Honeymaren ad Elsa

Ed è la Froze, ormai venticinquenne, a correre verso l’ingresso.

Resta di sasso quando trova di fronte a sé la sua famiglia.

“Sorpresaaaa!” – gridano in coro Anna, Kristoff ed Idunn.

“Cosa ci fate voi qui?” – chiede, sorpresa e felice, la giovane bionda, stritolata immediatamente dall’affetto della sorella minore.

La Frost compare poco dopo esclamando – “Eccovi, finalmente”

Elsa la guarda scioccata – “Tu lo sapevi?”

La mora le fa la linguaccia. Batte il cinque con Idunn che conferma il coinvolgimento di Honey nella sorpresa.

“Esatto! Ma ora…ci fate entrare o restiamo sull’uscio?” – aggiunge la ex signora Froze, scherzosamente.

“Prego” – fa spazio Honeymaren, sottobraccio all’adulta che, felice come una Pasqua, mostra una inattesa complicità con una nuora che inizialmente non accettava e che ora ama alla follia.

Sembra che ormai la felicità abbia bussato alla porta di casa di due ragazze le cui vite sono state un susseguirsi di problemi, discussioni, dolori, litigi, ma anche immensa gioia.

Il famoso sogno del cassetto di Anna si è realizzato, e lo stesso vale per quello di Elsa e anche per Idunn. Nonostante l’assenza di Agnarr dalle loro vite, sanno che l’unione fa la forza e tre donne insieme possono vincere ogni dolore e ogni ostacolo.

 

FINE

 

SONO GIUNTA AL TERMINE DI QUESTA FANFICTION, HO LASCIATO UN FINALE APERTO, COSI’ DA POTERNE CREARE UN SEGUITO. HO SFIDATO ME STESSA TRATTANDO TEMATICHE DELICATE E NUOVE, CHE NON HO MAI AFFRONTATO, SPERO DI ESSERE RIUSCITA A PARLARNE CON RISPETTO E LEGGEREZZA. RINGRAZIO CHI MI HA SEGUITO SEMPRE, UN GRAZIE SPECIALE ALLA MIA BEST FRIEND LETIZIA CHE CON LA SUA AMICIZIA E IL SUO SOSTEGNO RENDONO LA STESURA DELLE MIE STORIE UN PIACERE E UN METTERMI IN GIOCO CONTINUO. TI VOGLIO BENE TANTISSIMO E SPERO DI NON AVER DELUSO LE ASPETTATIVE DI NESSUNO.

GRAZIE DI NUOVO, ALLA PROSSIMA.

Ivy

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