La ragazza del Bistrot

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ragazza del Bistrot ***
Capitolo 2: *** Il significato delle parole ***
Capitolo 3: *** Figli di buona donna ***
Capitolo 4: *** Extra ***



Capitolo 1
*** La ragazza del Bistrot ***


1. La ragazza del Bistrot
 
Pierre Le Blanc se ne stava seduto con l’amico Tom Becker a un tavolino ad angolo del Bistrot dove lavorava, non a tempo pieno, la studentessa universitaria Talisa. I due si stavano godendo quello che era, segretamente, il loro spettacolo preferito.
Tutto aveva avuto inizio circa venti giorni prima.
 
“Ehi Pierre, che mi dici di Becker?!” la strafottenza di Luis Napoleon era quasi leggendaria. Lo portava talvolta, a dire con assoluta serietà e convinzione, le cose più assurde. Ma in fondo era un bravo ragazzo...più o meno...circa. Forse una via di mezzo fra un ragazzo semplice e un sempliciotto. Infatti, scherzosamente, diverse situazioni si erano rivoltate contro di lui.
“Che ti dico di Tom?”
“Chi lo avrebbe detto, il nostro Tom Becker che combina certe cose. Ho visto coi miei occhi due belle ragazze uscire dal suo appartamento di buonora”
“Che ci facevi nel condomino di Tom? Che ci facevi tu in giro di buonora?”
“Andavo via dalla casa di una conquista. E no, non ci ho dormito. Io non dormo a casa di quelle che mi...” aveva sollevato le sopracciglia con un sorrisetto compiaciuto “...semplicemente sono andato là molto tardi...o molto presto. Dipende dai punti di vista”
“Sarà felice Tom che ti sei fatto una sua condomina. Spera solo che non rompa le palle a lui”
“Nessuna condomina. Le ho viste dalla strada”
“Ma come? Non si vede mica dalla strada...”
“Come no?! Dai i numeri? La scala che porta al suo appartamento...”
“Ah no, ho capito. Tom non abita più là. Credo abbia subaffittato a due ragazze quell’appartamento, o qualcosa del genere.” una era proprio la ragazza del bistrot.
 
La cosa pareva finita lì, ma qualche giorno più tardi, terminato l’allenamento, mentre si rivestivano dopo la doccia, Napoleon aveva deciso di beccare un po’ Tom riguardo una sua ex. Invece, aveva solo dato il la all’amico per prenderlo un po’ in giro e Pierre, gli aveva retto il gioco.
Il primo tentativo di spostare l’argomento era fallito, così Napoleon aveva tentato ancora “Tom almeno sai qualcosa delle ragazze che stanno nel tuo ex appartamento?”
“Sono due mie amiche che studiano all’università”
“Due gnocche davvero!” 
“Ma non alla tua portata!” Tom lo aveva stroncato
“Come sarebbe a dire?”
“Che non si interesserebbero mai a te. Specialmente la mora!”
Napoleon si era allontanato brontolando “Io sono Luis Napoleon che ti credi?!”
“Sempre non alla tua portata”
Niente di vero. La mora, ovvero Talisa, aveva un debole proprio per lui. Non si conoscevano ma l’attirava. Tom però sapeva che Napoleon poi si sarebbe raffreddato presto. Così l’aveva messo nelle condizioni di fare il cacciatore, di crederlo almeno, visto che la sua preda era stata avvisata poco dopo.
 
E così, mentre Pierre aveva iniziato a uscire con Louane, l’altra inquilina, Luis era partito in quella che credeva una facile conquista da sbattere in faccia a Tom.
 
Il primo tentativo aveva dato il via a una serie di scenette molto divertenti per i due compagni di squadra.
“Salve, che diresti se ti chiedessi di uscire?” Napoleon si era appoggiato al bancone del Bistrot
“Credo troverei una scusa molto credibile” e Talisa gli aveva sorriso prima di portare l’ordinazione a Tom e Pierre, seduti al tavolino poco dietro il seduttore mancato.
 
Tom aveva comunque spiegato a Pierre, che Talisa non si stava comportando diversamente da come avrebbe fatto con uno qualunque con quell’atteggiamento. Ma sarebbe uscita subito con Luis se lui avesse organizzato un appuntamento. Forse, se non l’avesse avvertita, gli avrebbe dato una possibilità, giusto per levarsi la curiosità di vedere com’era il ragazzo che l’attirava.
 
“Che mi sono persa?” Louane si era appena seduta accanto a Pierre
“Napoleon è alla frutta!” Pierre rise “Sta annaspando!”
“Talisa gli ha detto ieri come stanno le cose e di smetterla di invitarla, perché lo trova noioso”
“Ce l’ha detto all’allenamento” le spiegò Tom “Era incazzato e ci ha detto che tanto con quella non ci voleva avere più nulla a che fare”
“E come vedi eccolo lì” concluse Pierre
“Oh scusate...” Tom si alzò “...ho visto una ragazza che conosco, la vado a salutare”
“Carina quella ragazza” Louane aveva seguito con lo sguardo Tom fino alla sua meta
“Credo sia la ragazza che tiene d’occhio l’appartamento della sua vicina, mentre è via per lavoro. Tom è sempre molto educato”
“E tu sei cieco”
“Come?”
“Non vedi che Tom è cotto?!”
“Dici? Oh guarda Luis. Che faccia!”
Tom fece ritorno al tavolo in quel momento “Talisa gli ha detto che ha un’amica che gli vuole presentare. Crede che loro potrebbero andare molto d’accordo. Louane tu sai di chi sta parlando? O è forse un altro modo per farlo disperare?”
“No, non ne ho idea. Però aveva fatto un accenno una volta a delle ragazze...vado a chiederglielo, così poi vado in bagno”
Mentre Louane si allontanava, Luis li raggiungeva con un sorriso stampato in viso e si sedette proprio davanti a loro.
“Ebbene il vostro piano per farmi disperare non è andato in porto. Anzi Talisa mi vuole presentare una sua amica”
“Be’ sarai felice di non aver buttato questi giorni.” Pierre si passò la mano fra i capelli “E una piccola lezione te la meritavi visto come tratti le ragazze quando perdi interesse”
“Ma figuriamoci, io sto benissimo e... no cazzo voi mi dovete aiutare!”
Pierre e Tom si guardarono alquanto confusi
“È tutta colpa vostra ora mi dovete tirare fuori da questo casino! Non lo capite: io l’amo!”
“Cosa?” ai due era sfuggito in contemporanea
“Quella è stronza! È insopportabile! E io l’amo! Ed è tutta colpa vostra! Ora mi dovete aiutare”
 
“Ragazzi prendete ancora qualcosa?” Talisa era sopraggiunta sorridente
“Ah parte l’appuntamento che mi hai promesso con la tua amica, un caffè mi ci vorrebbe proprio!”
Come Talisa si era allontanata Luis levò il sorriso dal volto e serio fissò i compagni di squadra “È meglio per voi che mi risolvete la cosa”
“Napoleon...” Tom cercò di assume un tono pacato per farlo riflettere “...ti sei fissato. La vuoi solo perché non la puoi avere!”
“Non è così! Ne ho avuti di rifiuti nella mia vita! Altroché! La capisco la differenza! Ma sia chiaro...” dopo aver usato una disarmante sincerità, riprese la sua consueta strafottenza “...se lo dite a qualcuno io negherò! Io faccio sempre centro!” e dopo un attimo di silenzio scandì bene le parole “Sarà meglio per voi darmi una mano!”
“Ma sii ragionevole, io e Tom cosa potremmo fare per...”
“Se non mi aiutate...” fissò Tom “...io ci proverò con la ragazza con cui stavi parlando poco fa!” fissò Pierre “E racconterò a Louane della vacanza pre-ritiro pre-campionato”
Napoleon si alzò e si diresse verso il bagno, da dove Louane stava uscendo
“Tom vedi di fargli avere un appuntamento con Talisa!” la voce di Pierre era fredda, il suo volto inespressivo
“Non posso crederci che in un modo o nell’altro, l’abbia sempre vinta lui.”
 

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Capitolo 2
*** Il significato delle parole ***


2. Il significato delle parole

“È stata una bella serata, davvero!...mi ha spiazzato...” Tom parlava al telefono mentre, seduto su una panca dello spogliatoio, cercava di infilarsi le scarpe “...quando mi hai detto che tu e la tua gemella eravate diverse, avevo capito anche nell’aspetto e non solo caratterialmente...eh a parte il colore dei capelli e il modo di vestire...” Tom fermò le sue parole come due piedi entrarono nel suo campo visivo. Mentre il suo sguardo risaliva “...scusa ho un avvoltoio davanti...sì certo e divertiti in Spagna, non pensare solo al lavoro, ciao!”
“Tom Becker!” il tono aveva il suono di una ramanzina
“Luis Napoleon” quello di Tom invece era ironico
“Allora, è così che mi aiuti? Non fare quella faccia! Ero sotto casa tua!”
“Casa mia, o la mia vecchia casa?” non sarebbe stata la prima volta che mescolava le due cose.
“Attuale! Talisa era lì davanti con quel tizio! E accidenti se le piace. Come potrebbe non piacerle?! Alto, bello, un bel culo, atletico...”
“Non so se a lei piace...” intervenne Pierre “...ma di certo a te sì!”
“Ah-ah divertente!”
“Guarda che quel ragazzo è sposato” riprese serio Tom
“Cosa? Talisa, la mia Talisa se la fa con uno sposato?”
“Il problema è che non è la tua Talisa?” Pierre proprio non aveva resistito, ricevendo uno sguardo alquanto in cagnesco da parte di Napoleon.
“Abita nell’appartamento sotto al mio” spiegò
“Se la fa con un ragazzo sposato e lo vede addirittura davanti casa”
Tom sospirò “Pierre?!”
“Deficiente! La parola che cerchi è deficiente!”
“Grazie!”
“Figurati!”
“Luis, lei stava solo parlando con un mio vicino. Tu piuttosto! Non mi stai rendendo le cose facili. Sei uscito con la sua amica!”
“Che dovevo fare, mica potevo fare la figura di quello che sbava, mi ha procurato lei quell’appuntamento”
“Ma non ci sarai andato a letto?” Pierre lo scrutava
“Certo!” dal tono era sottinteso che era ovvio che sì
“Pierre?!”
“Coglione! La parola che cerchi ora è coglione!”
“Ma la fate finita con queste pantomime?! Figuriamoci se Tom non conosce queste parole in francese”
“Le conosce ma è troppo signore per...”
“Già ma...” lo interruppe Tom “...quando ci vuole, ci vuole: sei un coglione Napoleon”
“Che avrò fatto mai?! Il sesso è una cosa, l’amore è un’altra”
“Questo è vero”
“Tom ma che?! Gli dai ragione?”
“Non sia mai! Il concetto è vero, ma non è questo il caso! Luis con quella ragazza sei stato chiaro? Lo sa che non la richiamerai?”
“Be’ non ho il numero”
“Pierre?!”
“Luis Napoleon! Questa la definizione che cerchi ora!”
“Ma dai ragazzi! Non ho certo ridotto le mie possibilità”
“Visto che non ne avevi...” Pierre gli fece mettere il muso
“A questo punto non posso proprio fare nulla per te” concluse Tom, così lui e Pierre fecero per andarsene, ormai erano pronti per lasciare lo spogliatoio
“Ehi fermi lì! Guardate che raddoppio le mie minacce! Quando saranno maggiorenni, mi farò le vostre sorelline” i due, continuando a dargli le spalle, si guardarono
“Ah la mia sta in Giappone!”
“La mia non esiste, quindi.”
E ripresero a camminare.
“Ma Tom secondo te da quando conosce la parola pantomima?”
“Forse l’avrà usata a caso”
“STRONZI!”

Qualche giorno dopo Napoleon raggiunse i due amici in una caffetteria che frequentavano spesso. Gli avevano mandato un messaggio.
“Allora?!”
“Ciao Napoleon, anche noi siamo felici di vederti!” lo canzonò Pierre “Dai siediti!”
“Perché sono qui?”
“Ci deve essere un perché?” Tom alzò le sopracciglia “Non possiamo semplicemente aver voglia di passare del tempo con un nostro compagno di squadra?”
“Eh?!”
“Ciao!” La voce di Talisa lo sorprese
“Non sei al Bistrot?” Napoleon non aspettandosela si ritrovò nervoso
“Se sono qui, non sono lì!” lei sorrise “Ragazzi allora l’ho fatto!”
“Male?”
“Meno di quello che pensavo! Mi sono preoccupata all’inizio perché mi pareva così grande”
Luis la guardava con occhi sbarrati
“Tutto sommato è stato delicato. Poi prima ha preparato la parte”
“Ma...” Luis sudava freddo
“Bocca?” il tono scherzoso di Pierre gli procurò un brivido
“No, no, non me la sono sentita”
“Credevo che la cosa ti intrigasse...parole tue”
“Sì ma sai Tom, quando ho visto quel coso proprio non ce l’ho fatta”
Luis non riusciva a parlare
“Io comunque non ero certo saresti andata fino in fondo” la punzecchiò Pierre
“In effetti hai rimandato parecchio”
“Di certo non lo avrei fatto nel bagno del liceo come Mary! Te la ricordi Tom?”
“Marianne, certo. Ero ancora a Parigi e si lamentò un sacco che le aveva fatto male! Che quando si chinava...”
“Eh in effetti anche a me pizzica un po’, ma lui mi aveva avvertita di starci attenta.”
“Ma per la forma?” Pierre pareva molto disinvolto e Luis non sapeva dove guardare
“Anche, ma giusto perché è recente! Ah comunque, mentre me ne stavo lì distesa e pronta, ha dovuto rispondere al telefono e un po’ mi sono innervosita, ma poi abbiamo parlato di ciò che ho in mente per la prossima volta. Lo farò sudare parecchio.”
“Oh Talisa non vorrai fare quella cosa di cui mi hai accennato?”
“Sì! Lo so che farà tanto più male però sono pronta!”
A Luis venne una sorta di flash, voleva quasi scappare ma le gambe non gli reggevano
“Sangue?”
Luis fissò Pierre sempre più allibito
“No, almeno non mi è sembrato. Non ho guardato. Volete vedere?”
“Se vogliamo...” Luis stava annaspando
“Ma certo, mostra!”
Fissò Tom incredulo
Talisa, ancora in piedi, si sollevò la maglietta esibendo così un piercing all’ombelico “Allora?! Non è bellissimo?!”
Napoleon sentì il calore salirgli dalle guance. Forse era una reazione a tutto ciò che aveva frainteso cercando di controllarsi.
“Ehi tutto bene tu? Hai cambiato colore”
“No, niente, ho caldo io...ho corso prima di venire qui e... sarà...l’effetto caldo-freddo. Invece ecco...che dovresti fare che ti farà più male? Non ho capito”
“Un tatuaggio” si lasciò cadere sulla poltroncina “Ah Pierre visto che tu e Louane avete stabilito di essere amici siccome andate troppo d’accordo, contenti voi, che ne dici di uscire insieme io e te?”
Napoleon, che aveva appena sentito il cuore andare verso un battito più regolare, lo sentì riprendere a trotterellare.
“Noi due?”
“Certo! Perché no? Tu e Louane siete amici. Se ti fai scrupolo per Napoleon non ci sono problemi nemmeno lì, noi non siamo mai usciti e lui adesso frequenta una mia amica ed è preso, no?!” lo guardò in attesa di conferma “Giusto?! Siete già finiti a letto!”
“Già. Ecco adesso dovrei andare, ho un appuntamento” si alzò e fece alcuni passi verso la porta
“Ehi idiota” la voce di Talisa lo fece fermare e voltare “Ah almeno ne sei consapevole! Ce l’hai una giacca no?!”
“Una giacca? Ce-certo”
“Bene fatti trovare pronto per le sette...sette di sera eh...questa sera!”
“Co-come?”
“Passo a prenderti a quell’ora! Tom controlli tu che venga vestito bene?”
“Ok!”
“Su ora vai! Hai un impegno no?! Ciao!” Talisa gli fece cenno con la mano.

“Sai...” Pierre guardava, oltre la vetrina della caffetteria, Luis che se ne andava “...non credo abbia capito che avete un appuntamento stasera”
“Appuntamento...ora non esageriamo”
“Ma non ti infastidisce che è stato a letto con una tua amica?” l’incredulità di Tom era evidente
“È più una via di mezzo fra un’amica e una conoscente”
“Ma adesso lei non si aspetterà...” Pierre conosceva Talisa da meno tempo di Tom, eppure entrambi facevano fatica a capire la situazione
“Credi che lo avrei fatto uscire con una alla ricerca di una relazione?! Lei alla fine dell’anno accademico tornerà nel suo Paese. Era alla ricerca di una bella serata e di un’avventura. Ammetto di averlo messo un po’ alla prova”
“E ha fallito essendoci andato a letto” dedusse Pierre
“Sì ma...tanto per cominciare era solo sesso. Fra noi non c’era nulla...e prima che lo diciate, anche ora non c’è nulla e non è detto ci sarà, dipenderà da stasera...e poi, soprattutto... voi non sapete tutto” sorrise con provocazione “Ma non intendo dirvelo!” 
Ebbene quella sera lo strafottente vanaglorioso Luis Napoleon aveva finito col parlare di lei a ogni occasione, procurandosele pure. Per il sesso ok, c’era stato, ma solo quello, un modo anche per tentare di dimostrare qualcosa a sé stesso...a nel mentre aveva pure detto “Talisa”. La ragazza non ci aveva dato peso, visto che tanto si era divertita. 
“E poi...” Talisa accavallò le gambe “...chi vi dice che in realtà questo non faccia parte di un elaborato piano di vendetta per tutte le ragazze che non ha richiamato e trattato con sufficienza dopo essersele fatte”
“Cioè, adesso che è preso, gli vuoi fare assaggiare il suo stesso comportamento?” Pierre era quasi sbigottito
“Potrei...non potrei...chissà?”
“No!” rise Tom “Ti conosco. Certo sei il tipo da farlo ma...sai cos’è l’amicizia”
“E questo che c’entra, mica io e lui siamo amici!”
“Tu e lui no. Io e te sì. Non faresti questo a un mio amico! Di certo non senza dirmelo prima...molto prima!”
“Voi siete amici?” Scherzo Talisa
“Ti piace vero?” Tom la prese in contropiede
“Sì, no, no, un po’, sì! Questa la sequenza!”
Pierre e Tom si guardarono cercando di capire se uno dei due avesse il traduttore Talisa-Francese, Francese-Talisa.

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Capitolo 3
*** Figli di buona donna ***


3. Figli di buona donna
 
“Tom, te la sei presa comoda?”
“Ciao Napoleon! Abbiamo tutto il tempo”
“Tutto il tempo per cosa?
“Per vedere che farti indossare stasera”
“Ma per cosa?”
“Ma come per cosa?!”
“Io non ci ho capito un cazzo!”
“A me non sembra così complicato. Ti vesti bene, lei passa a prenderti. Semplice e lineare”
“Ma ci sarà anche Pierre?”
“Non mi risulta!”
“Ma quello che gli ha detto?”
“Cioè?”
“Di uscire loro due! Cazzo Becker e sì che eri lì!”
“Io ero lì, ma forse tu no!”
“Ma che stai dicendo?”
“Tu e Talisa stasera uscirete insieme”
“E con Pierre quando ci esce?”
“Diamo un’occhiata al tuo armadio?”
Tom si diresse verso la sua camera da letto con Luis dietro che brontolava.
“Ma dove andiamo?” guardava Tom trafficare nel suo armadio
“Questa giacca o questa?” gliele mise una alla volta davanti “Questa”
“Ma andiamo in qualche locale in centro?”
“Questa camicia...no ti manca un bottone, allora questa!”
“Ma andiamo in quel posto nuovo vicino al fiume?”
“Pantaloni questi e scarpe queste. Calzini direi questi”
“Cazzo Becker mi vuoi dire dove andremo?”
“No, non voglio!”
“Sei un stronzo!”
“Passo troppo tempo con te ultimamente!”
“Tom Becker tu sei proprio...”
“Ora ti lascio così fai la doccia con calma”
“Perché?!” Napoleon sorrise come ringalluzzito “Dici che stasera lei...”
“Luis Napoleon, non è che ci si deve lavare solo quando si prospetta qualcosa”
“Senti ma...”
“Ciao! Me ne vado prima che mi cadano le braccia”
“No, no, aspetta devi dirmi qualcosa!”
“Ok: qualcosa!”
“Ma pensi di essere spiritoso? Tom no, ascolta mi devi dire...”
Erano arrivati alla porta d’ingresso “Ciao Napoleon”
“No, no dai. Almeno dimmi se uscirà con Pierre o no!”
“Certo che ci uscirà: la prossima settimana...per il compleanno di Louane”
“Ma no, io intendevo...”
“Ciao e vatti a lavare...” era appena uscito, ma prima che chiudesse la porta, rinfilò la testa dentro “...e buona fortuna!”
 
Si ficcò in doccia alquanto perplesso. Era sovrappensiero. Così aprì l’acqua con noncuranza. Dovette fare quasi un salto indietro per il getto ghiacciato che gli era arrivato addosso “Cazzo Becker tutta colpa tua! Merda!”
Si fece una doccia veloce, senza lavarsi i capelli, erano puliti.
Aveva appena finito di asciugarsi quando “Cazzo ho usato il docciaschiuma che mi ha regalato Karin, no Katrin, no...vabbè...non posso uscire con Talisa col profumo del docciaschiuma che mi ha regalato un’altra!”
Si rificcò in doccia.
“Ma sono idiota!” aveva usato nuovamente quello.
Mentre si asciugava, certo che fosse tutto a posto stavolta, ripensò alle parole di Tom “Ma mi sono lavato bene dietro al collo?” Iniziò a sfegatarselo usando l’acqua del lavandino. Si guardò “No, sono puliti!” fece per vestirsi “Cazzo!”  e si infilò ancora in doccia per lavarsi i capelli.
Stava per uscire ma poi iniziò a lavarsi bene il sedere per poi spostarsi davanti “Niente scherzi tu! Ti sto solo lavando!”
 
Finalmente iniziò a vestirsi.
“No, Tom non mi ha detto che boxer dovrei...” fece per prendere il telefono ma si fermò in tempo “...sono un imbecille! Ma non posso essere così agitato per...no, è colpa di Becker che mi ha agitato!” Si buttò un istante sul letto e chiuse gli occhi per calmarsi, poi li spalancò di colpo “Cazzo! I capelli! Li avevo appena fatti perfetti!”
 
Talisa era arrivata sotto casa sua in auto. Napoleon rimase quasi incantato nel guardarla attraverso il finestrino. Capelli sciolti, tirati, con la riga laterale. Trucco impeccabile, lucidalabbra, matita bianca sopra gli occhi.
Tirò giù il finestrino “Allora non ti aspetterai che ti apra la portiera?! Dai sali”
Mentre stava mettendo la mano sulla maniglia notò qualcosa. Fu solo un attimo, uno sguardo veloce. Come quando guardi/non guardi ma il cervello registra e te ne rendi conto dopo. Infatti, proprio quando aveva fatto scattare la maniglia, si rese conto che aveva visto qualcosa di strano. Voltò la testa in quella direzione ed eccoli lì, seduti su due sedie pieghevoli, con quei cestelli per i popcorn che ti danno al cinema: Tom e Pierre!
Luis alzò il braccio piegando simultaneamente quattro dita, lasciano ben dritto e verso l’alto quello più lungo, in un gesto, inequivocabile, da vero Lord!
 
Salì quindi in auto.
“Che c’è adesso? Hai cambiato umore in due secondi, mi devo preoccupare? Non avrò fatto salire in auto uno psicopatico?”
“Guarda!”
Talisa, che indossava un vestito rosso sfiancato, che le arrivava sopra al ginocchio, ruotò il busto verso di lui, così rimase incantato dalla sua scollatura, non esagerata, ma da quell’angolazione l’occhio non poteva non cadergli lì.
“Tira su la testa Mandrillo! E ora dimmi cosa dovrei...come non detto! Figli di buona donna! Ecco a cosa gli servivano le sedie che mi hanno chiesto in prestito!”
 
Appena li videro partire, Tom e Pierre chiusero le sedie, buttarono i secchielli, in realtà vuoti, nel cestino e corsero dietro l’angolo, dove li attendeva un’auto col motore acceso.
Ficcarono le sedie nel bagagliaio. Si cambiarono le giacche e via.
“Arriveremo prima di loro? Non vorrei che ci vedessero entrare” Pierre era abbastanza incerto.
“Loro devono cercare parcheggio, noi no!”
“Comunque...” Pierre guardò l’uomo al volante “...il mio procuratore mi avrebbe mandato sai dove, se gli avessi chiesto una cosa del genere”
L’uomo rise “E avrebbe fatto bene! Questo non lo faccio da procuratore ma da uomo in debito. A proposito Tom, domani rivedo quella ragazza!”
“Ehi Tom, hai aperto un’agenzia di cuori solitari?”
“No, ma dovrei farci un pensierino Pierre!”
Una volta arrivati, salutarono il procuratore ed entrarono il più velocemente possibile, guardandosi attorno guardinghi.
 
Napoleon non aveva la benché minima idea di dove sarebbero andati. Che lo avesse fatto vestire in maniera elegante, ma non troppo formale, non era propriamente un indizio particolarmente rivelatore 
Si guardò attorno. L’auto non rasentava l’ordine che si sarebbe aspettato. Qualche bottiglia qua e là, scontrini, un paio di ombrelli, una borsa della spesa piegata, scarpe col tacco buttate sul sedile posteriore.
“Ti facevo più...”
“Perfettina, da rasentare l’ossessivo compulsivo?”
“Be’ ecco...sì”
“Lo sono! Non in auto. E’ la mia valvola di sfogo. Non lo faccio nemmeno apposta.”
“Non è eccessivo”
“Perché non hai visto il bagagliaio”
Una volta parcheggiato, la vide chinarsi. Un istante dopo aveva delle scarpe da ginnastica in mano, che finirono sul sedile posteriore.
“Ma...”
“Con queste preferisco non guidare” Talisa afferrò le scarpe col tacco e se le mise “Ok andiamo!”
 
Dopo poco si trovarono davanti a un alto e grande edificio.
“Ma dove stiamo andando?”
“Oh non mi dire, vivi a Parigi e non sai cos’è quello!”
“Ecco...no. Un museo?”
Lo guardò storto “Teatro dell...”
Napoleon deglutì
“Ma su andiamo! Il più famoso teatro di Parigi è quello...”
“Dell’opera?”
“Oh che bravo! Luis Napoleon non è proprio un disastro”
“Be’ io...”
“Ah non lo dicevo a te, ma a me stessa” rise e lo prese per il suo braccio “Dai scherzavo...forse!”
“Che ci siamo venuti a fare?”
“Ho i biglietti per il balletto”
Lei continuò ad avanzare, mentre lui si arrestava, ma tenendogli ancora il braccio ebbe quasi l’impressione di essere tirata indietro.
“Ehi!”
“Balletto? Come balletto!”
“Sì, balletto. Hai presente?! Calzamaglia, tutù?!”
“Ma mi prendi in giro?”
“No”
“No ti prego! Il balletto no! Abbi pietà: è noioso!”
“Quando sei stato a vedere il balletto?”
“Mai! Ma non mi serve vederne uno intero per sapere che è noioso!”
Lei lo guardò come un ragazzino che faceva i capricci “Perché sarà il massimo del divertimento guardare dei ragazzi che corrono dietro a un pallone!”
“Ehi?!...no aspetta, mi risulta che tu allo stadio ci vai!”
“Certo, perché allo stadio ci si diverte senza necessariamente guardare la partita...se giocano i ragazzi!” Talisa sorrise pregustando quanto la frase successiva non gli sarebbe piaciuta “Il calcio femminile sì che è divertente!”
“Ma come puoi dirlo?”
“Ah lo dico eccome, e io le ho viste delle partite. Comunque è irrilevante!” assunse un’espressione quasi malefica “Hai detto tu che non ti importava dove, pur di passare del tempo con me! E a me il balletto piace!”
“E quando lo avrei detto?”
“Poco prima di ficcare la lingua nella bocca della ragazza con cui ti ho fatto uscire! E sì è vero: le ragazze parlano fra loro...e levati quel muso lungo dalla faccia!”
“Che palle però!”
“Be’ se proprio non ti va...rivendo il tuo biglietto e ciao!”
“No, no, non intendevo che...uffa mi farò una bella dormita!”
“Non ci provare nemmeno! Guai a te!”
Si avviarono dentro, lei allegra e lui a testa bassa.
“Ok! Però dopo il balletto...” provò a dire Napoleon.
“Niente condizioni!” gli sorrise spavalda, stroncando quel suo tentativo.
 
Presero posto in platea. Luis si sorprese di quante persone giovani fossero presenti.
“Perché quella faccia?” gli chiese
“Non immaginavo che tanta gente usasse il balletto per scop...” la guardò negli occhi “...prire nuovi interessi!”
“Scop-prire! Nuovo verbo! Certo!”
Napoleon si voltò di scatto.
“Che succede adesso?”
“Non lo so...ho avvertito come...mi sono sentito osservato. Una sensazione strana”
“Forse qualcuno di quelli che sono qui solo per scop-prire, ti hanno riconosciuto”
“Sarà! Boh!”
 
“Sembra nervoso!” Pierre era seduto alla destra di Tom in balconata  
“Già!”
“Volete il binocolo?” La ragazza alla sinistra di Tom aveva usato un tono ironico, ma visto che lo aveva davvero, lui accettò.
“Grazie Kara!”
Lei sospirò “Quando mi hai invitata qui stasera non immaginavo una missione di spionaggio. Poi proprio tu che hai avuto problemi con una che si era fissata con te”
“È diverso! Completamente diverso!” 
 
Appena le luci si abbassarono, Luis Napoleon sperò che il tempo scorresse in fretta. Come la musica inondò la sala, buttò l’occhio a Talisa accanto a lui. Aveva uno sguardo trasognato, almeno questa la sua impressione.
“(Mah! Valla a capire!)” si mise a guardare i ballerini “(Ok atletici, che sarà mai?!)” a poco a poco la sua attenzione divenne meno superficiale. Ogni nota era accompagna da un movimento, un’espressione, un’emozione. 
Talisa girò appena il volto verso di lui, poi si avvicinò leggermente “E da quando ti mangi le unghie?”
Levò il dito dalla bocca “Non mi mangiavo le unghie! Mi stavo mordendo...non importa! Ma hai visto?! Come cazzo fanno, ci deve essere il trucco!”
“Per cosa?”
“Le gambe? Sono, sembrano, staccate dal resto del corpo!”
“Sono coordinatissimi!”
“Non intendevo...pare abbiamo una vita loro! Ma come fanno a fare quei movimenti, quei salti, quei movimenti mentre saltano? Quelli sfidano le leggi della natura...della fisica...quello che è!”
Lei sorrise e si rimise composta. Poi però notò che Napoleon aveva afferrato il poggiolo abbassando la testa
“Che hai ora?”
“Ma hai visto?! Quello sì sarà fatto...una frittata!”
“Che?”
“Quando è andato giù?”
“Ma parli della spaccata?”
“Sì! Comunque qualcosa non va? Non possono essere così dotati!”
“Hanno la conchiglia!”
Dopo un po’ fu lui ad avvicinare la testa “Ehi ma devono avere dei supporti!”
“Per cosa?”
“Non possono riuscire ad alzare le ragazze a quel modo senza aiuto!”
“Si chiama allenamento, tecnica, dedizione e arte!”
“Sarà!”
 
Uscirono dal teatro.
“Allora, avevo o non aveva ragione?”
“Ecco...ca-rino!”
“L’hai trovato carino?! Ma a chi la racconti!”
“Io...ok cazzo mi è piaciuto! Non avrei mai creduto che...ma come diavolo riescono senza parlare a trasmettere...che c’è? Perché mi guardi così? E quel sorriso? Levati quel sorriso compiaciuto dalla faccia!”
“Questo non lo dici spesso alle ragazze vero?!”
“Ti prego, non puoi evitare stasera di prendermi in giro?”
“Potrei ma non voglio. O forse voglio ma non posso...” la guardò malamente “...d’accordo tregua! Ma solo perché sono contenta! Ma la storia anche ti è piaciuta?”
“Quale storia? No, aspetta! C’era anche una storia?”
Talisa scoppiò a ridere.
 
“Sono appena usciti!” Kara guardava Tom e Pierre in cima alle scale, cercare la coppia che avevano spiato per tutto lo spettacolo.
“Sicura?” Pierre aveva un minimo di speranza 
“Sì!”
“E adesso?” Tom era deluso
“Allunghiamo il passo così li becchiamo” la risposta di Pierre trasudava ovvietà
“Non ci pensate neanche!” ma Kara non era dello stesso avviso
“Ma dai noi...” il timido tentativo di Pierre venne subito stroncato
“Mi avete promesso una cena!”
“Kara ha ragione! Andiamo a cena!” la voce di Tom era decisa
Mentre scendevano Pierre sussurrò a Tom “Allora Louane aveva ragione! Sei cotto!”
 
Napoleon guardò alle sue spalle, verso il teatro “Forse mi ero solo fissato! Adesso non mi sento più osservato, e sì che qui c’è pure più gente!...Talisa senti...non lo raccontare a quegli altri due!”
“Cosa?”
“Di come ho reagito al balletto”
“Solo se ci ritorneremo”
Lui si bloccò “Vuoi uscire nuovamente con me?”
“Da amici ovviamente”
L’espressione triste di Napoleon la colpì facendola sorridere. Così Talisa lo baciò, lì davanti al teatro dell’opera illuminato.
“Tu: questo non raccontarlo!”
“Ah ci puoi giurare che lo racconto!”
Lei alzò gli occhi “Eh già! Lo farai. Ma io negherò e a chi pensi crederanno?!” Lui mise il muso facendola ridere “Ti sembro il tipo di ragazza che nega ciò che ha fatto?!”
Fece per baciarla ma quando la distanza fu minima lei indietreggiò per poi dargli le spalle “Eh no caro mio! Non penserai di poterti prendere certe confidenze”
“In effetti”
Lui non poteva vederla sorridere mentre si allontanava
“Talisa, tu lo sai che mi stai mandando segnali contrastanti?!” le andò dietro
Lei stava ripensando a ciò che aveva detto a Pierre e Tom, o come forse doveva iniziare a chiamarli Cip e Ciop, “Sì, no, no, un po’, sì” come risposta alla domanda “Ti piace vero?”
Sì: le piaceva prima di conoscerlo
No: non le piaceva appena conosciuto
No: continuava a non piacerle conosciuto un po’ meglio 
Un po’: le piaceva un pochino quando ha iniziato a mostrare altro oltre la strafottenza
Sì: le piaceva quando ha visto tutto l’insieme, la strafottenza, la sicurezza, le sue insicurezze, il ragazzo semplice, il fessacchiotto, la sincerità, l’orgoglio.
Sì, no, no, un po’, sì!
“Talisa, ma mi ascolti?”
“Pensavo!”
“A cosa?”
“Che abbiamo parcheggiato in un punto tranquillo!”
“Adesso che c’entra questo?”
“È un posto confidenziale
“Eh? Non capisco!”
“Tanto per cambiare! Non pensavi di poterti prendere qualche confidenza?!”
Napoleon allungò il passo, le prese la mano facendola a sua volta camminare più velocemente.
“Tu lo sai che non potrai usare le mani?”
“Ah benissimo!”
“Ma cosa...ehi sottospecie di mandrillo impenitente, ma che hai capito?!”
“Che posso usare la boc...”
“No! Cioè sì! Ma tutto ciò che è sotto il mento te lo scordi!”
“Ah ma io questo lo avevo capito! Sei tu che hai pensato male!”
“Bugiardo!”
“No! Sì ok forse un po’...però sono bravo!”
“Presuntuoso! Guarda che ho avuto varie recensioni, da varie ragazze!”
“Ah quindi ti sei interessata a me?”
“Lavoro dietro un bancone te lo ricordi?! Le persone si lamentano con me!”
“Non è vero, nessuna ha motivo per lamentarsi di me!” arrivarono all’auto e lo guardò seria, alzando le sopracciglia “Sì ok ho detto una stronzata, lo so, molti hanno motivo di lamentarsi di me, ma non per quello!”
“Sto pensando di lasciarti a piedi!” sospirò in maniera vistosa “Vabbè mi sento generosa...levati quel sorrisetto, non fino a quel punto! Sali!”
Lui fece il giro dell’auto e come mise la mano sulla maniglia “Tu lo sai che dirò a tutti che continuo a venire a vedere il balletto solo per farmi te?!”
“E tu lo sai che dovrai sudartela?!”
“Più di così?”
 
Mentre saliva in auto, Talisa venne attraversata da una sensazione, una consapevolezza.
Certo oltre che era stata una cavolata mettere le scarpe nuove dopo una giornata in piedi. E che il giorno dopo avrebbe usato la piscina sul tetto del condominio di Tom.
Forse fra loro stava nascendo qualcosa di vero. Forse sarebbe durata per qualche tempo, forse meno, forse più. Di certo se lo sarebbe fatto, perché diciamolo, con quel corpo, sarebbe stato uno spreco. A meno che lui non avesse combinato una delle sue...cosa ancora più probabile, forse era meglio velocizzare un po’ i tempi, ma non troppo.
Ma, indipendentemente da cosa sarebbe accaduto fra loro, Luis Napoleon si sarebbe fatto l’abbonamento a teatro. Quasi quasi la prossima volta lo avrebbe portato a un musical!

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Capitolo 4
*** Extra ***


4. Extra

[La lettura di questo capitolo è facoltativa, la storia è ufficialmente terminata il capitolo precedente]
 
Erano appena saliti in auto e Napoleon già si era fiondato su di lei, ma Talisa se lo aspettava, infatti si trovò viso contro borsetta.
“Ehi!” gli sfuggì 
“Quanta fretta!”
“Fretta?” quella parola per Napoleon era la cosa più assurda che avesse sentito “Ma sai da quanto...che fai?”
“Levo le scarpe” il tono di Talisa indicava un’ovvietà, ma lo vide sorridere malizioso “Ma che hai capito?! Sei il solito! Hanno solo iniziato a darmi fastidio! E poi lo sai che ho quelle da ginnastica per guidare” le scarpe col tacco finirono sul sedile posteriore “Allora?!”
“Allora cosa?”
“Già raffreddato?”
“Che? Ma hai detto che vuoi andare via”
“E poi non ti lamentare quando dicono che gli uomini non ascoltano!”
“Hai detto che hai le scarpe da ginnastica per guidare”
“Sì, le ho forse indossate?!”
Napoleon la guardava
“Quindi?!” Talisa alzò le sopracciglia “Devo mettere in moto?”
Napoleon finalmente capì e, memore dello scontro della faccia con la borsetta, si avvicinò lentamente.
Iniziarono a baciarsi.
Nella notte, in quell’auto un po’ defilata, in una vietta poco trafficata, Napoleon stava vivendo emozioni molto forti.
Allungò la mano per toccarla.
“Non ci...pensare...neanche!” riuscì a dirgli fra un bacio e l’altro
Napoleon allora fermò la sua mano
“Mani...dietro...la...schiena”
Napoleon allungò allora il braccio
“Dietro la...tua...idiota!”
Napoleon fermò la mano, che stava ormai per toccarle la schiena, e la ritrasse.
Non gli capitava da...mai, di limitarsi ai baci. Sentiva il suo corpo reagire, voleva di più ma, allo stesso tempo, per la prima volta temeva di rovinare tutto...e di prenderle, cosa anche più probabile.
Sentì poi le mani di Talisa sul fianco e sugli addominali
“Ehi...ma...non si...era detto...senza...mani?”
“Tu...non...io!”
Di colpo, buttando l’occhio sul parabrezza lui li vide, Tom e Pierre. I volti molto vicini al vetro.
Napoleon scattò di colpo, poggiando la schiena sul sedile, quasi con un tonfo. Ma Tom e Pierre non erano affatto lì.
“Che ti prende?” gli chiese confusa e anche un po’ contrariata per quell’interruzione
Lui guardò bene a destra, a sinistra, dietro. Niente. 
“Ma non erano...io li ho...cazzo! Li odio! Esistenti o meno!”
“Che?”
Fece per spiegarle e allora li vide davvero, camminavano poco distante e con loro c’era una terza persona, una ragazza che gli parve familiare.
Napoleon scivolò velocemente in giù
“Svelta o ci vedranno”
Talisa guardò in quella direzione e tirò giù il finestrino “Ehi ciao!”
Napoleon spalancò gli occhi mentre veniva attraversato da un brivido.
“Talisa, ciao!” Pierre non si aspettava di vederla, così lui, Tom e Kara si avvicinarono “E Napoleon?”
“Lì!” Talisa lo indicò con un cenno della testa
“Ma che fai lì sotto?” Tom era sbalordito
“Cerco le lenti a contatto!”
“Stravaccato a quel modo? Aspetta: ma tu non le porti!” Tom era sempre più perplesso
“E Pierre non ha una sorella! E allora? Vogliamo passare oltre?!” Napoleon non accennava a rimettersi seduto
“Oh ma siete già a questo punto!” Pierre allora aveva deciso di essere malizioso
“Ah gli piacerebbe!” lo prese in contropiede Talisa “Ma no!”
Tom e Pierre stavano per replicare ma Kara li prese sottobraccio “No!” sorrise divertita “Ciao, noi andiamo!” E li trascinò via.
“Credo che io e Kara diventeremo grandi amiche! Allora hai trovato le lenti della sorella di Pierre?”
“Talisa...sai che sei proprio stronza?!”
“Sì, perfettamente consapevole!”
•••••
Talisa portò l’auto nel cortile sul retro del suo condominio, vicino ai garage, fermandosi proprio accanto a un alto albero. Era passato del tempo da quella sera al balletto.
Stronza o meno, forse proprio perché lo era, avevano continuato a vedersi. 
 
Erano tornati diverse volte a teatro. Come le aveva prospettato, aveva sempre sostenuto di avere fini scoperecci. Come lei aveva previsto, si era appassionato, tanto da finire col cercare di spiegarle quello che credeva di aver capito in una sorta di rivelazione mistica. Ovviamente cose che Talisa conosceva bene, ma i suoi “lo so” non erano ben percepiti a causa di tanta enfasi.
Erano stati alcune volte nelle piscina sul tetto del condominio di Tom, dove gli aveva provocato, non intenzionalmente, l’effetto felicità persistente a bordo vasca. Forse per premio, forse per tortura, gli aveva permesso di infilarle una mano sotto la parte superiore del costume, rendendogli poi più difficile uscire dall’acqua.
Napoleon aveva pure cominciato ad associare l’auto ai momenti intimi con Talisa, finché aveva permesso alla ragazza di guidare la sua (e con permesso si intende che lei gli aveva preso le chiavi e lui non era riuscito a dissuaderla). Aveva così scoperto la passione per i motori della ragazza e il confine sottile fra adrenalina e fifa, quando gli aveva mostrato di essere capace di parcheggiare facendo testacoda. Lei si era infiammata, e lui aveva subito l’effetto non felicità persistente. Per farlo riprendere, non aveva aiutato informandolo che aveva imparato tutto dal padre, un vero esperto di sport estremi e arti marziali, molto legato alla sua bimba.
Sul divano era decisamente andata meglio. Mentre si baciavano le mani di Luis non erano state bacchettate per qualche confidenza in più, anche se aveva potuto toccarle il sedere solo attraverso i vestiti. Almeno gli aveva concesso una sbirciatina al seno.
 
Così, quella sera, era ormai buio, non aveva immaginato, quando lei aveva fermato l’auto in quel cortile, che non sarebbero saliti.
“Pierre è con Louane! Sai forse sono stata profetica”
“Cioè?”
“Ricordi che quando ho finto di chiedergli di uscire, gli ho detto che loro due avevano deciso di essere amici, per fargli capire di reggermi il gioco?”
“Ehm...”
“Come non detto! Comunque ne parlavo con Tom...Pierre e Louane sembrano troppo amici. Ma forse è presto per dirlo. Sarebbe un peccato, stanno così bene insieme però...forse troppo”
“E per questo non possiamo salire?” Napoleon aggrottò la fronte
“Esatto!”
“Non capisco”
“L’importante che capisca io!”
Napoleon stava per replicare, ma capì che si sarebbe infilato nell’ennesima spiegazione aggrovigliata, così decise di andare sul pratico “E allora perché siamo venuti qui?”
“Oh piccolo dolce ingenuo!”
“Eh?”
Lei sorrise e in un attimo tirò giù lo schienale del sedile di Napoleon
“Ma che fai?” lo aveva preso alla sprovvista
“Davvero non ti è chiaro?”
“No, io...oh, davvero? Sicura? Sicura-sicura? Non mi stai pigliando per il culo? Sarebbe crudele, molto, molto crudele”
“Ma io sono crudele!”
Tirato un po’ indietro il sedile, Talisa si spostò sopra di lui.
Un bacio, un altro. La maglietta di Napoleon finita chissà dove. Il seno nudo di Talisa contro il suo torace. Le mani sulla schiena di lei con una certa pressione, poi giù a lambirle le natiche attraverso i jeans.
“Ma potevamo andare da me!” non che Napoleon avesse intenzione di fermarsi per andarci
“Troppo lontano!”
“Ma...”
“Non lo avevo preventivato” gli confessò senza alcuna riserva. Sollevò di poco il bacino, lui non ne capì il motivo fino a quando non la sentì aprirgli i pantaloni.
“Oh era ora!”
Quanto sei romantico! Li hai vero?”
“Che cosa?”
“Come che cosa? Non sarai così sprovveduto da non capire di che parlo!”
“No, aspetta! Ma allora lo stiamo per fare?”
“Che avevi capito?”
“Che avresti be’...” con lo sguardo indicò la parte di lui che era a stecchetto da un po’, facendole capire che credeva ci avrebbe giocato un po’.
“Vuoi che ci limitiamo a quello?”
“No, no!” Si allungò finché non sentì la giacca che aveva lasciato sul sedile posteriore, estraendo una lunga fila di preservativi
“Ma che intenzioni hai?” Talisa ne fissava il numero considerevole, che certo non si aspettava 
“Quelle che hai tu”
“Non intendevo...che te ne fai di così tanti nella giacca? E poi lo sai che scadono?”
“Ah ma io mica li faccio scadere”
“Sei un porco!”
“È un problema?”
Talisa assunse l’espressione di chi ci pensa su per un istante “Naa!” e riprese ad armeggiare coi pantaloni “Oh!”
Lui le sorrise compiaciuto
“Lo facevo più abbondante!” il tono uscito a Talisa non era scherzoso
“Ehi!”
“Scusa sarà che faccio ancora paragoni col un mio ex. Forse lo conosci: Max Twenty-five, il pornodivo!”
“Che? Ma cosa...”
“Scherzavo!” finalmente rise “È solo il personaggio di un film commedia!”
“Non è divertente! E non è nemmeno il momento! Mi stai smontando!”
“Se ti dicessi che sono vergine?”
“Davvero?”
“No, figurati!”
“Basta, adesso è chiaro che non vuoi...” la frase venne interrotta dal bacio di Talisa
“Credi davvero che non lo voglia?!” il tono era suadente mentre le mani passavano sopra i suoi addominali scolpiti. Una proseguì ancora, ma lui le afferrò il polso. I loro volti arano molto vicini. Lo guardò alla ricerca di una spiegazione e le bastò per trovarla “Scherzavo anche per la misura, la tua misura! Sei messo bene...e ora che dici se...l’aumentiamo?!”
Le loro labbra ci cercarono e trovarono ancora e ancora. Le lasciò il polso e la mano calda e decisa di Talisa venne apprezzata molto velocemente dal corpo di Napoleon. Con quella libera, lei si sganciò i jeans e lui glieli abbassò per andare a toccarle il sedere attraverso gli slip e poi sotto.
Talisa si staccò per liberarsi di quegli indumenti. Napoleon sollevò il bacino e lei lo aiutò a spingere più giù i suoi. 
I vetri erano appannati, i suoni della notte li circondavano, era davvero arrivato il loro momento?
“Ora vedrai...” le disse “...altro che Twenty-five!”
“Ed eccolo qui...” gli sorrise prendendo il preservativi “...lo strafottente!”
“Su questo: a ragione, eccome!” staccò uno dei preservativi e lei buttò gli altri sul sedile. Lui aprì l’involucro e Talisa glielo prese per infilarglielo
“E ora vediamo un po’” lo provocò
La prese per i fianchi. I loro sguardi erano decisi e fissi l’uno nell’altra. Non c’era molto spazio ma non aveva importanza.
Lo portò in lei. I suoi seni gli sfioravano appena il torace. Lui ne cercò uno con una mano, mentre con la bocca cercò quella di Talisa.
Lei fece per muoversi “Aspetta” le sussurrò “Non ancora”
Prese a stuzzicarle i seni, il lobo, la schiena, il sedere e, solo allora, quando era evidente che non ne poteva più, quando anche lui in realtà non ne poteva più, più nessun freno.
I movimenti erano passionali, non c’era un ritmo costante, tutto era improvvisato, reagendo con l’intuito a ciò che faceva l’altro. Anticipando pure ogni reciproco desiderio.
Nessun sport estremo le aveva dato così tanta adrenalina.
Nessuna lo aveva mai coinvolto così tanto.
Onde improvvise, colore, elettricità.
Sembrava che non riuscissero ad averne abbastanza. E prima di finire accasciati, esausti e sudati, tre involucri di preservativi erano finiti sotto al sedile.
“Oh mamma!” riuscì a dire dire Napoleon, mentre il suo corpo sudato si stava raffreddando.
“Lo so!” gli sorrise maliziosa “Anche io ho motivi molto validi per permettermi di essere strafottente! Ora vediamo se ne hai tu?”
“Come?”
“Coi preliminari mi pare che abbiamo finito no?!”
“Cosa? Mi vuoi uccidere forse?” il suo tono spaventato la fece ridere
“Ma sei proprio stronza!”
“Quante volte te lo devo confermare? Comunque: ok sì!”
“Ok sì, cosa?” lui non capiva
“Che hai motivo di fare lo strafottente!”
“Non dirlo ancora!”
“Come?”
“Adesso vedi quanto ne ho motivo!” e la baciò ancora
“Ce la fai davvero?” gli chiese forse un po’ preoccupata, ma anche alquanto speranzosa
“Dopo mi serviranno delle red bull...”
“Ti comprerò una cassa!”
 
“Ehi Talisa” la voce di Louane la raggiunse nella sua camera da letto e, un istante dopo, apparve sulla porta. Lei non si era ancora alzata, o meglio, aveva fatto colazione e poi si era ri-trascinata a dormire. “Si può sapere che hai combinato ieri con Napoleon?”
“Perché questa domanda?” era stato il tono a portarla a non rispondere direttamente.
“Vieni a vedere”
Si alzò controvoglia “Prima mi è sembrato di sentire il citofono...”
“Sì infatti! Una consegna” Louane era stata vaga, ma non in modo sospetto.
Il salotto era pieno di mazzi di fiori di tutti i tipi, Talisa si bloccò a quella vista. L’amica le passò il biglietto “Luis Napoleon! Allora che gli hai fatto? O ha qualcosa da farsi perdonare?”
“L’ho rivoltato come un calzino!”
“Oh! Questa poi...Pierre mi ha detto che lui non manda mai fiori!” 
“È proprio con me doveva iniziare?! Spero non mi diventi sdolcinato” 
“Se fosse lo mollerai?”
“Mmm”
“Ehi non mi dire che vuoi continuare con lui?” il tono era scherzoso, ma vedendo la faccia di Talisa riprese seria “Vuoi frequentarlo ancora?! Davvero? Non fraintendermi non è che non mi piace, ma è...è Luis Napoleon e tu sei tu! Dammi una sola ragione per frequentarlo ancora...e non dire che ti sei innamorata che quella non è una buona ragione!”
“Ripetuti e continui orgasmi multipli!”
“Ah ok, sì questa è una buona ragione!...ma davvero è così bravo, dotato tecnicamente?” Louane non attese più di un secondo la risposta 
“Altroché! Ma come mai non mi chiedi se dotato fisicamente?”
“Ah quello lo so! Me lo ha detto Pierre!” l’amica non scherzava
“Pierre?”
“Sì, mi ha detto che Napoleon è meno dotato rispetto a lui”
Talisa sorrise deducendo “E questo significa che invece lo è di più!”
“Credo proprio di sì!” e scoppiarono a ridere. 

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