UN'ANIMA E UN PALLONE

di laurakovac
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1

Stava per arrivare. Ancora pochi minuti e sarebbe scesa dalle scalette di quell’aereo che la stava
portando in Giappone. 
Sua madre l'aveva semplicemente condotta in aeroporto e affidata ad una hostess. 
"Salutami mio fratello, Maggie e Holly. Vedrai che starai bene con loro". 
Poche parole, un fugace saluto e si era dileguata, come sempre aveva fatto nella sua vita. 
Mariel Hutton non poteva considerarsi una buona madre. 
Aveva concepito Elisabeth in una notte d'estate, per sbaglio.  
Lei era stata il suo errore più grande, al punto che non sapeva neanche chi fosse il padre. 
E così quella bambina era cresciuta fino all'età di 14 anni, forse troppo in fretta, sballottata tra una città e l'altra dell' Europa. 
Ma ora lei stava crescendo, aveva le sue necessità, i suoi bisogni di ragazza adolescente che stava per affacciarsi alla vita.
Sua madre aveva quindi reputato, come scelta più giusta, quella di darle una stabilità famigliare, un luogo tutto suo in cui sentirsi a casa, concetto mai sperimentato, ma di cui aveva estremo bisogno. 
Messa su un aereo, ora stava per affrontare un nuovo capitolo della sua vita. 
Chissà come si sarebbe trovata. 
"Peggio di così non può andare" continuava a ripetersi lungo tutto il viaggio. 
Avrebbe iniziato il liceo nella stessa classe di suo cugino Holly. 
Non lo conosceva particolarmente bene, si erano visti molti anni prima, quando erano più piccoli, forse un paio di volte. Ma adesso lei stava per arrivare, in quella nuova famiglia, in quella nuova vita.
Prima di scendere le scalette dell’aereo, chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Li riaprì e provò a sorridere: di certo tutto sarebbe stato una nuova avventura.
Si recò al gate per ritirare il suo bagaglio, e giunta poco fuori, lo riconobbe subito: tra la folla di gente, che aspettava i propri cari, scorse una mano che si agitava.
“Elly siamo qui...ehyy”
Elisabeth si girò in direzione di quella voce che la stava chiamando.  
"Ciao Elly" così si era presentato  per accoglierla : con una mano tesa a salutarla, un tono della voce dolce e due argentei occhi vispi. 
"C...Ciao" rispose titubante allungando la mano. 
Ma suo cugino afferrò con trasporto il braccio della ragazza per abbracciarla. 
"Ben arrivata in Giappone, benvenuta nella nostra famiglia!"  
Dentro a quelle braccia provava solo sicurezza e calore.  
Già sapeva in cuor suo che si sarebbe trovata bene, che finalmente avrebbe avuto una famiglia. 
Sorrise, rispose all'abbraccio con affetto.  
Alzò gli occhi e trovò lo sguardo amorevole di Maggie.  
"Piccola mia....ben arrivata figliola" 
Così l'aveva chiamata, con questo nome.. Figliola... Per farle capire che già era una di famiglia per loro.
Che lo era sempre stata. 
Presero la sua valigia e la condussero in auto. 
Durante il tragitto Holly non la smetteva più di parlare. Elisabeth si sentiva frastornata ma contenta. 
Aveva deciso di affrontare quel nuovo capitolo della sua vita senza tirarsi indietro e senza avere paura.
Da vera leonessa quale era sempre stata, da come la vita fin da piccola l’aveva forgiata.  
Si era sistemata in una stanza accanto a quella di Holly. 
Un paio di settimane e avrebbe iniziato il liceo. 
Sapeva che il sistema scolastico in Giappone era un po’ diverso da quello europeo, come anche la lingua stessa, ma si era abituata fin da piccola a cambiare spesso usi e costumi e non ne aveva mai fatto un problema, anzi era un'opportunità di arricchimento personale. 
Sua madre le aveva insegnato la lingua giapponese e le sue tradizioni. 
Nonostante avesse girato mezzo mondo, era molto legata alle sue origini e per Elisabeth la lingua non sarebbe stata di certo un problema. 
Si concesse una mezza giornata per riposare e cercare di ambientarsi. 
Trascorse la notte in modo tranquillo, dormendo bene e a lungo.
Il mattino dopo, Holly le chiese  
"Elly! Ti va di venire al campo con me? A conoscere i miei amici?" 
Il ragazzo aveva la palla tra i piedi, Elisabeth sorrise. 
"Volentieri!"  
Si sentiva intimorita da tutte quelle novità, ma aveva deciso di viverle intensamente.
"Ma tu passi tutto il tempo con quella cosa lì?" chiese ad un tratto a suo cugino, mentre lo osservava sorridere e palleggiare.
"Quale cosa?" le chiese Holly stupito 
"Quel... Quel pallone" lo indicò. 
"Certo, lui è il mio migliore amico" 
"Migliore che?" 
"Amico! Una parte di me ormai... É così che ho mosso i primi passi in questo campo, quando mi allenava Roberto!" 
"Roberto?" 
"Sì, un amico di mio padre, a cui tutti noi siamo molto legati sai? Mi ha fatto da allenatore."  
Elisabeth guardò il cugino, non capiva tanta passione per un oggetto rotolante e un campo verde su cui correre. Tuttavia, preferì non proseguire oltre il discorso.
Arrivati al campo, Holly fu circondato subito dai suoi amici. 
"Capitano eccoti! Che bello il campionato sta per ricominciare e noi saremo imbattibili!" esordì qualcuno. 
"Ci dobbiamo allenare duramente però!" ribattè qualcun altro.  
"Ehy ma è questa chi è?"  
Elisabeth per un attimo divenne timida.
Non era nel suo stile, abituata al mondo e a nuove conoscenze, ma aveva realizzato che quella sarebbe stata la sua vita negli anni a venire e stavolta le novità la intimorivano un po'. 
"Vi presento mia cugina, Elisabeth" disse Holly sorridendo e poggiandole una mano sulla spalla in segno di rassicurazione.
"P... Piacere!" Eli iniziò a guardarsi attorno. 
Si trovò contornata da volti nuovi, ma tutti molto gentili e disponibili. 
"Ciaooo! non sapevamo che Holly avesse una cugina, benvenuta tra noi!"  
Conobbe i compagni di squadra del cugino e le due manager, Patty e Susie. 
Durante i primi giorni di quella sua nuova vita, si limitò a seguire Holly agli allenamenti. 
Un giorno, vedendo le due ragazze alle prese con tutte le divise da pulire, chiese loro 
"Posso aiutarvi?" 
"Ma certo Grazie! Ci fai un enorme favore!" 
"Tu vieni dall'Europa vero?" chiese Susie curiosa  
"Ehm ecco si..." 
"Ma adesso sei qui a casa di Holly” continuò ancora la ragazza.  
Elisabeth abbassò lo sguardo. Non le andava di raccontare la sua storia, non a persone per lei ancora più o meno sconosciute. 
Patty decise di intervenire  
"Susie! Vai da Bruce e dagli altri a sistemare le borracce, finiamo noi quì"  
Ciò che Anego chiedeva, era un ordine! E così Susie eseguì quanto le era stato chiesto. 
"Grazie" sussurrò in modo impercettibile Eli. 
"Figurati!" Patty sorrise "Guarda.. Susie fa così ma non è cattiva. Non lo fa apposta. Diciamo che è molto curiosa. Ci racconterai di te solo se e quando lo vorrai". 
Fu così che tra le due ragazze nacque subito un rapporto molto profondo di stima e fiducia reciproca.  
Elisabeth ben presto divenne la terza manager della squadra e strinse amicizia con tutti, mettendo dei piccoli tasselli positivi in quel nuovo mondo che si stava apprestando a vivere.   
 
 
Nota dell’autrice: Eccomi tornata ad un anno esatto di distanza dalla pubblicazione del primo capitolo di “DUE ANIME E UN PALLONE”. In questo prequel cerco di approfondire il pg di Elisabeth e il suo amore per il calcio. Quindi...dove tutto ha avuto inizio...

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2
Erano passati due mesi, Elisabeth si era integrata benissimo nello spirito della squadra.
Aveva fatto amicizia con tutti, sentendosi subito accettata e anche a scuola non aveva avuto particolari problemi. 
"Certo che lei è proprio innamorata!" esordì un pomeriggio rivolta verso il cugino con sorriso sornione. 
Stavano mangiando un gelato, seduti su un muretto  
"Chi? Innamorata chi?" 
"Holly! Sto parlando di Patty.... Non vede altri che te!" 
In quel momento notò per la prima volta il cugino arrossire "Tu dici?" 
"E’ cotta a puntino e anche tu secondo me" 
Gli diede una gomitata. 
"Sai non so... io..."  
"Dovresti invitare lei a prendere un gelato non me!" 
Holly si mise una mano dietro alla nuca, restando in silenzio. 
Elisabeth scosse la testa, non si dava per vinta. Ci avrebbe riprovato. 
Scese saltellando dal muretto "Andiamo, dai dobbiamo finire i compiti" 
"Tu sei più brava di me!" si lamentò Holly "e comunque ti sei integrata benissimo a scuola" 
"Sei invidioso?" aprì la porta di corsa, suo cugino a rincorrerla. 
"Un po’ si... Mi farai copiare vero?" 
"Ehy voi dueeee" li riprese amorevolmente Maggie, felice per quel rapporto che si era creato tra i due cugini. 
"Filate a fare i compiti, poi mi aiuterete a preparare la cena" 
"Sì mammaaa" risposero all'unisono i due ragazzi. 
Elisabeth si accorse di quanto accaduto, solo dopo di aver chiamato così la zia, e allora la guardò titubante.  
La donna le si avvicinò e baciandole il volto le disse "Te l’ho già detto, è come se tu fossi davvero mia figlia" 
La ragazza sorrise e raggiunge il cugino al piano di sopra. 
Il giorno dopo, finita la scuola, si ritrovarono come sempre al campo. 
I ragazzi ad allenarsi, Patty ed Ely a lavare le loro divise e asciugamani. 
"Uh la maglia di mio cugino la lascio a te! So che è come una reliquia" 
Patty arrossì di colpo "No io... Ti sbagli" 
"Allora chi ne nasconde una nell’armadietto di scuola?" 
"Tu come... Lo sai?" 
"L’ho notata l'altro giorno" 
"Non é vero!" Patty divenne ancora più rossa. 
"Ah si? E allora perché sei arrossita? La tua maglietta è sbiadita al confronto del tuo viso"  
Le puntò un dito addosso. A Patty non restò che cedere e ammettere 
"Ok ok.. Però non dire nulla a tuo cugino!" 
"Io? Ma figurati... Ad una condizione però!" 
"Quale?" 
"Che stasera lo accompagni tu a casa! Io ho da fare!" 
"Cosa? No no..." Patty scuoteva vistosamente la testa.
"Vuoi forse che gli dica dove è finita una delle sue magliette?" 
"NO! ok ok... Farò quello che mi dici!" 
Elisabeth sorrise, trascorsero ancora un paio di ore insieme e poi disse all'amica :
"Vai! Mio cugino ti attende" le fece l’occhiolino 
Holly infatti stava davanti al cancello palleggiando, si era appena cambiato e stava aspettando Elisabeth. 
Patty avanzò intimidita, stringendo lo zaino su una spalla e sempre più rossa in viso. 
"C-Ciao capitano" 
"Patty..." rispose sorpreso. 
"Eli... Ehm Elisabeth mi ha detto di dirti che si fermava a scuola ancora un po’..." 
"Ah... Allora torno a casa da solo" abbassò lo sguardo, e lo stesso fece la ragazza. 
Il ragazzo ripensò alle parole della cugina, prese un profondo respiro e disse
"Patty!" 
"Holly!" 
Avevano parlato insieme, all'unisono. Si sorrisero a vicenda. 
"Ti...ti va di accompagnarmi tu a casa? O meglio io accompagno te, visto che casa tua è prima della mia...cioè... Hai capito insomma!" 
Risero insieme "Sì...!" 
"Sì cosa? Che hai capito... Bè volevo dire..." 
"Che tu accompagni me e io te!" 
Holly prese il pallone tra le mani e si avvicinò alla ragazza. 
Iniziarono ad incamminarsi, e circa mezz'ora dopo passarono dinnanzi alla gelateria. 
"Vuoi... Un gelato Patty? Ti va?" 
La ragazza non si aspettava la proposta, ma sorrise felice. 
"Volentieri" 
"Siediti, te lo porto subito... Ehm cono o coppetta?" 
"Cono... Ma... I gusti?" 
"Li conosco, li conosco fidatiiii" quasi urlò mentre entrava in gelateria. 
La ragazza lo aspettò, era emozionata e forse anche un po’ incredula. 
Poco dopo Holly tornò da lei, con due coni in mano. 
"Panna e cioccolato vero?" 
"Come lo sai?" 
"Elly..." 
"Già..." 
Holly prese posto vicino posto vicino a Patty. 
Mangiarono il loro gelato in silenzio. Si creò un certo imbarazzo, fino a che Holly, decise di prendere la parola. Aveva bene in testa l'immagine della cugina che sembrava quasi rimproverarlo se non avesse agito nel modo giusto con Patty. 
"Buono vero? Ehm.. Si sta facendo tardi, è meglio se..."  
Anche Patty alzò lo sguardo. I suoi occhi nocciola si specchiarono in quelli argentei del capitano.  
Holly perse un battito, un moto al cuore. Chiuse gli occhi e avvicinò timidamente le sue labbra a quelle di Patty. Si sentiva timido, pauroso. Chissà se lei avrebbe ricambiato.  
Patty non si aspettava quel gesto, ma attratta da quegli occhi magnetici, unì le su labbra a quelle di Holly in un bacio tanto desiderato, troppo aspettato. 
Impacciati, un po’ goffi, eppure a modo loro così perfetti. Questo era stato il loro primo bacio.  
Un cespuglio, poco lontano da dove i due erano seduti si mosse. Dietro nascosta stava Elisabeth. 
Aveva assistito a tutta la scena, felice per il cugino e per l'amica, orgogliosa che, se i due fossero mai diventati una coppia, il merito sarebbe stato un po’ anche il suo.  

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3
 
Elisabeth e Patty stavano parlando a bordo campo. Gli allenamenti erano quasi finiti, e le ragazze terminate le mansioni da manager, si stavano concedendo una po’ di relax sedute sulla panchina. 
"Il compito di storia sarà dopo domani" si lamentava Patty. 
"Già e ci hanno assegnato molte pagine da studiare" continuò Eli. 
"La prof pretende molto da n..."  
"Ehy pallaaaa" urlò da centrocampo Bruce, interrompendo la conversazione tra le due amiche. 
"Tuuuu! - esordí un’alterata Anego- tu... Stai disturbando la nostra pausa e poi hai bisogno degli occhiali? Non vedi più dove è la porta avversaria?"  
Elisabeth rideva alle parole dell'amica. 
"Lascia dai, la recupero io!" scese dalla panchina e si avvicinò al pallone. 
Lo colpì in modo preciso e potente , indirizzandolo direttamente verso Holly, che lo stoppò di petto.  
Un lancio degno dei migliori assist ai quali aveva partecipato. 
Scrutò la cugina, che ignara di tutto stava tornando verso la panchina per riprendere la conversazione con Patty. 
"ehy Holly passa dai" l'attenzione del capitano venne ripresa dai compagni. 
Una decina di minuti dopo l’allenamento terminò. 
Una volta arrivati a casa, il ragazzo iniziò a salire le scale. 
"Oliver Hutton dove credi di andare? È il tuo turno stasera. Tocca a te apparecchiare!" 
"Ma mammaaa" iniziò a lagnarsi.
"Elisabeth lo ha fatto ieri, conosci le regole!"  
La ragazza intervenne "Zia... Ci penso io... Ho già fatto tutti i compiti per domani"  
Aprì l’anta della cucina, per estrarre i piatti e iniziare a preparare il tavolo. 
"Grazie Elly!" suo cugino le diede un piccolo bacio sulla guancia in segno di affetto. 
I due ragazzi erano inseparabili ormai, tra di loro si era creato un bellissimo affiatamento. 
Maggie ai fornelli stava preparando la cena. Eli incuriosita si avvicinò, ma aveva paura a chiedere. 
Con sua mamma non aveva mai cucinato, e neanche passato del tempo insieme. Poco, pochissimo. 
Eppure lei era sempre stata una ragazza curiosa, intraprendente e vogliosa di imparare cose nuove. 
Maggie notò la presenza della ragazza dietro a sé. 
"Figliola mia avvicinati! Ti farà male il collo se cerchi di spiarmi da così lontano. Avvicinati" 
"Cosa.. Stai facendo?" 
"Sto preparando la pasta per fare i Gyoza." 
" I cosa?" 
"Gyoza... Sono come dei ravioli di carne e sono tipici della nostra cultura. Vedi? Devi stendere così la pasta. Vuoi provare tu?" 
"Ma se... Rovino tutto?"  
"Ahhh cosa vuoi rovinare? Lascia stare la paura e provaci! Tieni...l’impasto è già stato fatto." 
Con l'aiuto di Maggie, Elisabeth riuscì a stendere la pasta. Fecero tanti piccoli cerchi, nei quali venne inserito il ripieno. 
"Lo devi chiudere così!"  
E con un gesto veloce della mano, Maggie iniziò a formare i primi ravioli. 
"Prova tu!" 
Elisabeth con modo impacciato, provò a dar forma ai primi Gyoza. 
Più ne faceva, e sempre meglio li realizzava. Sorrideva e Maggie con lei. 
"Che brava! Che brava!" esclamò la donna entusiasta 
"Ahhh quante volte ho cercato di far imparare queste cose a Holly ma senza successo!" 
"Mammaaaaa io sono un maschio!" rispose il ragazzo che aveva sentito le ultime parole della madre, mentre scendeva le scale. 
"Io... Queste cose non le ho mai fatte con..."si intromise Elisabeth nel discorso. 
"Figlia mia ora sei qui -  la donna le mise due mani sulle spalle fissandola quasi a rassicurarla- La tua vita è qui e ti stai integrando benissimo. Non pensare al passato.... Pensiamo al futuro, che sono sicura sarà bello e radioso! Vedrai quante ricette ti insegnerò! Tu almeno non stai dietro al pallone come Holly!" 
Il ragazzo si portò una mano alla nuca. 
"Figlio mio scherzo dai! Sono così orgogliosa di te e dei successi che stai avendo anche quest'anno in campionato! E con Elly vi aiutate a vicenda per la scuola! Siete i miei bimbi preferiti" li strinse a sé, mossa da un particolare momento di emozione. 
Elly chiuse gli occhi, assaporò quel momento di famiglia che stava per lei diventando quotidianità.  
Un paio di giorni dopo, le due ragazze si trovavano ancora a bordocampo. 
"Ehyyy Patty attenta!" Elisabeth si accorse che l'amica stava per essere raggiunta da una pallonata. 
Istintivamente si portò dinanzi a lei, stoppò con il petto il pallone. Un paio di palleggi e lo restituì al mittente di quel passaggio sbagliato. 
"Paul sta più attento la prossima volta!" urlò. 
Poi si voltò verso l'amica. 
"Tutto bene?" 
"Sì... Sì grazie!" 
Holly era poco distante da loro. Aveva assistito a tutta la scena. Forse le sue intuizioni erano giuste: per la seconda volta nel giro di pochi giorni, la cugina aveva dimostrato di avere un buon controllo della palla e ottima mira. Prima a lui, e oggi a Diamond, aveva restituito il pallone ad entrambi in maniera impeccabile, come due assist perfetti, se fosse stata una partita di calcio.  
Conclusi gli allenamenti, i due ragazzi tornarono a casa. 
Finita la cena, si dedicarono al ripasso per la verifica del giorno dopo. 
La ragazza seduta alla scrivania, mentre il cugino disteso di pancia in giù sul letto, con entrambe le mani appoggiate al mento. Si vedeva che era distratto.  
 "Holly... Mi stai ascoltando?" Chiese Eli  infastidita "Hai la testa altrove! Che succede?" 
"Pensavo..." 
"A Patty?" 
"In realtà pensavo a te!" 
"A me??"  
"Oggi hai stoppato egregiamente la palla, quando Patty stava per essere colpita, e hai pure eseguito un paio di palleggi.... Eli...non credi che..." 
"Credere cosa?" la cugina era sempre più stupita. 
"Hai mai provato a giocare a calcio?"  
"IOOOO? Correre dietro a quell'oggetto rotolante, il cui unico scopo è segnare nella rete avversaria?? NO!" 
Holly si mise a sedere, incrociò le mani della ragazza "Quella cosa che rotola è un pallone e potrebbe diventare il tuo migliore amico!"  
"Ti prego Holly...." 
"Secondo me hai talento! E poi... Perché non provare?"  
Eli divenne titubante. In effetti le sarebbe piaciuto provare a dare calci al pallone. 
Si ricordava che da bambina aveva giocato a calcio con un paio di amichetti ma il tutto era stato molto breve e fugace. Sua madre cambiava spesso città e lei non aveva mai stretto molte amicizie. 
"Bene - le disse Holly abbracciandola - da domani proveremo, ci fermeremo dopo gli allenamenti, ! Così... Posso sdebitarmi!" 
"Per... Per cosa?" 
"Tu stai aiutando me con la scuola e i compiti, io aiuterò te a far uscire allo scoperto le tue abilità nascoste" le sorrise dolcemente. 
Elisabeth adorava il cugino, in pochi mesi si era creato un bellissimo rapporto tra i due. 
Ogni suo sorriso la faceva sentire bene, sicura e protetta. 
"Mi... Fido di te" 
"Sempre... Sempre fidarsi del proprio capitano! Ora su.. Andiamo a dormire che domani ci aspetta il compito di storia" 
"Ma tu sei preparato... Hai me! Sempre fidarsi... Della propria cugina"  gli fece il verso eli. 
Holly le diede un buffetto sulla spalla 
"Buonanotte Elly..." 
"Buonanotte Holly".  

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4
 
"Elly sei davvero migliorata! Lo sapevo che in te c'era un talento nascosto lo sapevo!" sorrise Holly buttandosi sul prato accanto a lei. 
"Dici? Mai avrei pensato di avere queste doti calcistiche!" 
"Sei una Hutton ricordalo! E il mio intuito sbaglia difficilmente...!" 
 "Una Hutton... Sì... Sai che però mi sarebbe piaciuto capire chi è il mio vero padre?" 
 A quelle parole, Holly scrutò gli occhi della cugina. 
"Elly io... Mi... Mi spiace... So che la zia non ha neanche mai provato a..." 
"Tutto bene tranquillo! È solo che ogni tanto ci penso. Mi pare normale. Ma come vedi sono serena..." 
"Ed io sono contento per te Elly davvero !"  
La cugina diede un buffetto sulla spalla di Holly  
"Il tuo cugino e capitano sarà sempre con te ricordalo!" 
"Ah sei anche il mio capitano ora?" 
"Certo! Sono il capitano di tutti...e soprattutto della New Team!"  
"Già la squadra che sta per arrivare in finale di campionato!"  
"Manca davvero poco!" sospirò Holly con lo sguardo rivolto verso il cielo. 
Il viso della cugina gli coprì la visuale. 
"Capitano... Ancora un paio di tiri?" 
Era già in piedi, palleggiando allegramente. 
"Fortuna che solo qualche mese fa la palla era per te un semplice oggetto rotolante!" 
"Bè... Si può cambiare idea no? Solo gli stolti non lo fanno" 
Elisabeth avanzava verso il campo, seguita da suo cugino. 
"E brava la mia Elly filosofa!" la affiancò scompigliandole i capelli.
La ragazza rispose con una linguaccia "Rubami la palla dai!" 
Uno sguardo di sfida illuminò entrambi. Uno contro l'altro, pronti a vincere quell’ennesimo duello calcistico che si erano lanciati.
In pochi mesi, Holly era riuscito a far emergere le doti nascoste di Elisabeth e ne era contento.  Alla cugina piaceva moltissimo giocare a calcio, ed era anche molto brava.  
Ad un tratto però, la palla venne rubata ad entrambi da una terza persona, che si ritrovò dinanzi a loro a palleggiare. 
"Posso unirmi alla sfida?"  
"Ma..." piano piano Holly realizzò "Tooommm sei tu!"  
"Sì... Sono io" I due corsero ad abbracciarsi. 
Elisabeth, restando in disparte, non capiva.  
"Amico mio che sorpresa! Quando sei arrivato?" 
"Ieri sera... Mi fermerò qualche giorno, perché mio padre sta dando una mostra quì in Giappone e la prima cosa che volevo fare era venire a trovarti!"  
"Bene amico mio... Sono molto contento"  
Eli cercò di attirare la loro attenzione  
"Ah sì... Tom ti presento Elisabeth, mia cugina" 
"Lui è... Tommy! l’altra metà della golden-combi!" 
"Piacere" Becker sorrise stringendo la mano della ragazza "Ho notato che vi stavate allenando. Anche tu quindi..." 
"Sì! Holly ha scoperto questa mia dote nascosta"  
"Bene! Allora posso partecipare?" Tom si tolse la felpa "Capitano! Vediamo se non siamo arrugginiti e siamo ancora la coppia d'oro?" 
"Ci sto! Elisabeth prova a toglierci la palla!" 
I due ragazzi iniziarono con una serie di scambi veloci. La ragazza all'inizio era rimasta sorpresa e stordita quasi, ma non si lasciò intimorire. 
Riuscì a seguire perfettamente l'azione dei due giovani. 
"Questa è mia!", asserì rubando la palla a Tom e avanzando verso la porta. 
"Offri tu la merenda Hollyyy se segno!" 
Il cugino andò a posizionarsi in porta.  
Eli fece partire un potente tiro, ma colpì la traversa.  
Senza pensarci più di tanto, la ragazza si lanciò in aria, eseguendo una rovesciata. 
La palla finì in rete. Holly e  Tom accorsero da lei, aiutandola ad alzarsi. 
"Tu hai..." 
Eli lo guardava, incredula per quel gesto tecnico che aveva appena compiuto. 
"Non so... Io... Ho visto la palla e mi è venuto spontaneo"  
"Niente male davvero!" replicò Tom. 
"Sei la degna cugina del capitano, è innegabile!"  
"Grazie". 
"Direi che oggi abbiamo fatto allenamento abbastanza. Tom ti fermi a cena da noi?" 
"Volentieri" 
"Ma prima andiamo a mangiarci il gelato! Capitano hai promesso che lo offrivi tu!"  
Elisabeth palla al piede sorrise e si incamminò con i due ragazzi. 
Seduti su una panchina, Tom mostrò ad Holly una foto. 
"Guarda da chi sono stato un mese fa?" 
"Ma è Benji! Sei andato ad Amburgo?"  
"Sì...Ti saluta con affetto" 
"Vedo che sta bene. Sono tre anni ormai che è in Germania" 
"Vedi? E’ cresciuto tantissimo, anche professionalmente." 
Elisabeth allungò il collo, notando la foto sul cellulare di Tom. 
"Lui? È quel famoso portiere di cui mi hai parlato tanto? Quando alle elementari formavate il trio delle meraviglie?”  
"Sì è lui" confermò il cugino.  
La ragazza osservò meglio la foto.Proprio un bel ragazzo, lo doveva ammettere. 
Arrossì un attimo, persa nei suoi pensieri.  
"Elly...Tutto ok? Potresti ridare il cellulare a Tom? È suo!" 
"Come? Ah sì...Scusami" glielo restituì. 
Becker sorrise "A che pensavi?" 
"Al fatto che mi piacerebbe proprio conoscerlo di persona questo SGGK! Tutti dite che è imbattibile! Ma ovviamente non per te cugino mio!" 
"Gli hai raccontato della sfida?" rise Becker
"Ovvio! Elisabeth sa tutto!" 
"Proprio un borioso questo ragazzo! Guarda la foto... Si atteggia pure lì"  
Tom e Holly si guardarono, scoppiando ancora a ridere. 
"Che c'è? Ho detto solo che vorrei proprio vederlo con i miei occhi il suo comportamento! Vabè - fece spallucce - andiamo dai..." si alzò con pallone tra i piedi per incamminarsi verso casa seguita dai due amici 
"Mai dire mai Elly...”rispose la golden-combi all’unisono “Mai dire mai"  

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5
 
"Domani sarà il grande giorno! Partirai per il Brasile e inizierai la carriera da calciatore professionista!" 
Elisabeth stava a pancia in giù sul letto e gambe all'aria accavallate, mani su entrambe le guance  
"Sono felice ma... Lo ammetto mi mancherai. Quest’anno è stato per me il più bello, quello dove finalmente mi sono sentita in famiglia e ora tu..." 
Holly finí di preparare la sua valigia. Aveva deciso di portare con sé poche cose.  
Guardò la cugina e si avvicinò a lei, abbracciandola. 
"Elly, sei come una sorella per me! Ti voglio bene e ormai tu sei parte integrante della nostra famiglia. Ci sentiremo ogni giorno e poi ad ogni pausa tornerò qui in Giappone tranquilla!" 
"Sì ma...." 
"Niente ma! Dovrai continuare con i tuoi allenamenti, ho dato istruzioni ai ragazzi affinché ti aiutassero. In futuro potresti provare a fare qualche provino per entrare in una squadra femminile"  
"Non credo di...."  
"Hai grosse potenzialità! Perché non mi vuoi ascoltare?"  
"Mi sento acerba ancora. È meno di un anno che ho iniziato a giocare. Sto imparando i fondamentali del calcio grazie a te" 
"Hai doti innate. Fidati del tuo capitano...." 
Eli sorrise 
"Sì capitano! Sì! Mi fido" 
"Ecco quindi... Ti sei impegnata tanto, hai lavorato sodo, è giusto che provi a confrontarti con il mondo calcistico... Anche se femminile. Finora ti sei allenata solo con me." 
"Vedremo" rispose Eli titubante. Poi si alzò dal letto e consegnò al cugino un pacchetto  
"Questo è per te Holly" 
Il ragazzo lo aprì, era un polsino fatto a mano, raffigurante la bandiera del Giappone. 
"Lo hai fatto tu?" 
"Sì... Con l'aiuto di tua mamma!" 
"E’ bellissimo. Vieni qui abbracciami! Non finirò mai di dirti quanto ti voglio bene e di come io sia felice che tu sei entrata a far parte della nostra famiglia!" 
Elisabeth aveva gli occhi lucidi 
"Tu... Voi... Mi avete dato..." 
"E tu sei la sorella che non ho mai avuto!"  
"La sorella con cui poterti sfogare" 
"Sì...Si" 
"L’aiuto nei compiti quando eri troppo concentrato sul pallone" 
"be...confermo" 
"E l'aiuto per esternare i tuoi sentimenti a Patty!" 
"Come? Che hai detto?" Holly arrossì di colpo.  
"Vi siete baciati! E confidato i sentimenti reciproci!" 
"Tu come lo sai? Che domande! Sarà stata lei..."  
"Chi vi ha buttato uno nelle braccia dell'altro?" gongolava la ragazza. 
"Tu..." ammise il cugino. 
"Eh l'amoreeee chissà se mai anche io..." 
"Ogni cosa al suo tempo Elly... Vedrai... Tutto avviene per una ragione" 
La ragazza sospirò. 
"Si sta facendo tardi... É meglio andare a letto, tu domani partirai presto" 
"Niente lacrime mi raccomando. So che sarà difficile ma" 
"Tranquillo so essere forte! E poi... Ci sentiremo ogni giorno sempre se non sarai occupato con il pallone o con Patty!"  
"Elly...." 
"ok ok la smetto!" 
Ma Holly le prese una mano "Ricorda sempre che un posto speciale per te nel mio cuore ci sarà sempre! Noi siamo gli Hutton e gli Hutton si aiutano sempre, il loro affetto è grande ed è per tutti! Ad ogni problema non esitare a contattarmi e..."  
Elisabeth stava per piangere. Chiuse gli occhi 
"Anche tu... Holly anche tu!" 
"Ma certo e noi due... Entreremo entrambi nel mondo del calcio professionistico vedrai!" 
"do... Dormiamo insieme? Uniamo i letti come le prime volte?"  
"ma certo..." e insieme si addormentarono. 
Il mattino dopo, Holly si svegliò molto presto, ma Elisabeth era già uscita dalla sua stanza. 
Si vestí con calma, terminò di preparare la valigia e scese al piano di sotto per fare colazione. 
"Figlio mio" Maggie lo abbracciò forte. 
"Resti sempre il mio bambino e stai crescendo, stai spiccando il volo!" 
"Mamma... Andrà tutto bene... Starò con Roberto" 
"Lo so ma... Non ci si abitua mai" cacciò alcune lacrime dal viso. Non voleva farsi vedere triste. Per suo figlio quello era forse il giorno più importante e lei voleva parteciparvi in pieno. 
"Elly? Dorme ancora?" 
"No... É già uscita. La conosci lei non è fatta per gli addiii... Aveva il pallone con sé, forse è andata ad allenarsi. Ti somiglia molto da quel lato" 
"Mmm... In fondo ci siamo già salutati ieri sera" 
Si unì alla colazione anche il papà di Holly, un momento tutto per loro, tra figlio e genitori. 
Dopo un po’ suonarono alla porta. 
Bruce e tutti i suoi compagni di squadra erano andati a casa sua per salutarlo. 
"Bè allora io vado." Holly, con il suo fedele amico al piede, decise di recarsi da solo alla stazione del pullman. 
Si congedò dai genitori e dagli amici. 
Tuttavia era un po’ triste. Elly e Patty non si erano viste. 
Soprattutto quest'ultima, non erano riusciti a salutarsi come avrebbe voluto.  
Quando però giunse alla fermata dell’autobus trovò le due ragazze ad aspettarlo. 
"Mai avremmo potuto lasciarti andare senza salutarti Holly!" esordì Elisabeth "Sono uscita di casa molto presto perché volevo farti questa ultima sorpresa, con Patty!" 
L'amica restava in disparte, Eli le diede una gomitata per spingerla verso Holly. 
"Piccioncini vi lascio per gli ultimi saluti..." sorrise sorniona. Abbracciò un’ultima volta il cugino e se ne andò. 
Patty era rimasta sempre con lo sguardo fisso a terra. Teneva tra le mani un pacchettino. 
Tra i due innamorati si creò un attimo di imbarazzo.  
"Patty..." fu Holly ad interrompere quel silenzio 
"Questo è per te" rispose tutto d un fiato la ragazza, dandogli il regalo. 
"Posso.... Posso aprirlo adesso?" 
"Sì... Devi..."  
Le iridi argenteee del capitano si illuminarono alla vista del dono che la sua amata gli aveva fatto. 
"Un... Un paio di scarpini nuovi grazie!" 
La strinse a sé. Gli occhi di Patty si alzarono ad incontrare quelli del suo capitano, che posò le  labbra su quelle di lei. 
Un timido bacio che divenne sempre più audace. 
Patty rispondeva con tutta se stessa. 
Lo stringeva forte, per imprimere nel suo cuore quel momento, per fissarlo nella sua mente. 
"Supererò le selezioni, entrerò nel mondo professionistico del calcio e tu... Mi raggiungerai... Ti... Ti amo Patty... Sono due semplici parole, ma è la promessa più grande che posso farti! Il mio pegno d'amore. Aspettami... Questo ti chiedo..." 
La ragazza avvampò a quelle parole 
Si strinse forte al suo petto e rispose "Ti amo anche io mio capitano, ti aspetterò non temere"  
Il tempo venne scandito da un altro lungo tenero bacio. 
L'autobus stava per arrivare. Holly le regalo il suo pallone "Oltre al mio pegno d'amore, ti regalo questo. Il mio migliore amico. Ci sentiremo presto Patty..." 
La racchiuse in un ultimo tenero abbraccio e poi salì sul pullman verso la sua nuova avventura. 

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