Raccolta di storie regan (Rick/Negan).

di Fujiko91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coma ***
Capitolo 2: *** Malinteso ***
Capitolo 3: *** L'amante di mio padre. ***
Capitolo 4: *** Un serata indimenticabile. ***
Capitolo 5: *** Un ricordo del passato. ***
Capitolo 6: *** Lo sconosciuto. ***



Capitolo 1
*** Coma ***


Betato:ringrazio Ciuffettina per il suo aiuto nella correzione dei piccoli errori! :*

Note: Genere: het/slash Avvertenze: tematiche delicate, ambientazione AU. Coppia:Rick/Negan -Rick/Nuovo personaggio.


 



Fanny era caduta in coma da quasi tre anni. Senza di lei, mi sentivo così vuoto. All’inizio volevo farla finita, poi l'ho accettata e infine vengo tutti i giorni qui a trovarla.

Tre anni fa avevo una moglie di nome Lori, ma alla fine non funzionò e mi lasciò per il mio migliore amico con cui ha avuto due figli.

Ma non li ho più visti. Mi sono trasferito, a Chester in California. Ed è qui che l'ho conosciuta. Fanny era una ragazza stupenda, sempre sorridente. Che mi portava quasi tutte le mattine, un cesto con la colazione alla stazione degli sceriffi. 

Un giorno mi è arrivata la telefonata, che era stata investita e che dovevo andare all'ospedale. 

Non ricordo nulla di quelle ore interminabili. Ricordo solo il dottore che diceva coma. E quindi eccomi qui.

Ho lasciato il mio posto di vice sceriffo pur di starle accanto.

Avevo messo una sedia, accanto al letto e con la schiena me ne stavo appoggiato sul letto, per tenerle le mani, come se avesse potuto lasciarmi.

Di tanto in tanto, un'infermiera di nome Beth mi faceva uscire per mangiare o semplicemente per sgranchirmi un po'.

Un giorno mentre camminavo andai a sbattere contro a un uomo e caddi a terra.

"Ehi, stai attento a dove vai!"

Alzai lo sguardo solo per incontrare due occhi marroni e una barba sale e pepe. L'uomo mi porse il braccio per aiutarmi ad alzarmi. Appena fui in piedi dissi: "Mi scusi."

"Mi chiamo Negan e tu?"

"Rick, sto andando a mangiare."

"Anch'io, andiamoci insieme."

Con mia grande sorpresa, sono stato trascinato fino alla mensa.

"Siediti qui, vado a prendere dei toast e da bere."

Ero sempre più senza parole. Pensai che una volta in camera, l'avrei raccontato a Fanny.

L'uomo, con la giacca in pelle, tornò con due vassoi. Oltre ai toast aveva preso delle crostatine.

Sì accomodò davanti a me. "Allora Rick, perché sei qui?"

"La mia fidanzata Fanny è in coma."

"Mi dispiace."

"Invece tu?"

"Mia moglie sta morendo, per via del cancro."

"Mi dispiace, è meglio che mangiamo"

Negan in un paio di bocconi, aveva finito il toast. "Sai, occhioni azzurri, dovrei farti provare i miei spaghetti un giorno."

Il pezzo di toast che avevo in bocca, mi era andato di traverso. Quest'uomo stava flirtando con me? 

"Non esco mai. Dormo accanto a lei, ho lasciato il mio lavoro di vice sceriffo per stare accanto a Fanny."

"Cazzo! Se questo non è vero amore, non so cosa sia. Vorrà dire che te li porterò qui!'

Alla fine cedetti: "Va bene."

"È questo lo spirito, Rick. Ora torno da Lucille, ci vediamo domani."

Me ne tornai da Fanny e le raccontai di Negan, di come sarebbe stato bello incontrarlo in altre circostanze e di come fossi sicuro che lei e Lucille avrebbero legato.

Quella notte dormii abbastanza bene.

Il giorno dopo, era quasi ora di pranzo e Negan si presentò davanti alla porta.

"Beth mi ha detto in quale camera fosse Fanny."

Sentirgli pronunciare il suo nome, era strano.

"Hai davvero portato gli spaghetti?" Indicai la teglia che aveva in mano.

"No, questo è del tiramisù, gli spaghetti sono in quest'altra pentola."

"Uhm, possiamo mangiarli qui, a Fanny non dispiacerà."

"Ok, certo, occhioni azzurri, che la tua fidanzata è davvero carina. Ha dei bellissimi capelli biondi."

"Anche lei ha gli occhi azzurri!"

"Beh, anche meglio. Dai forza, mangiamo."

Dopo aver finito dissi: "Era tutto delizioso."

"Mi fa piacere."

"E Lucille com'è?"

"Lei è bella, ha i capelli lunghi e neri e gli occhi azzurri. E ha un caratteraccio."

"Sembra la mia ex moglie."

"Sei un ragazzaccio! E dov'è ora?"

"A godersi la sua vita in Georgia con il mio ex amico Shane."

"Ragazzi che storia. E così ti sei trasferito qui in California e ti sei fidanzato con lei."

"Già. Le stavo per chiedere di sposarmi…"

In realtà, ora le avevo messo al dito la fede nuziale. Perché appena si fosse svegliata ci saremmo sposati, ma questo non era il caso di dirlo a un perfetto sconosciuto.

"In confronto la mia storia è noiosa."

"Perché tu che lavoro fai?"

"Prima ero un allenatore di baseball e ora vendo macchine."

"Non avrei mai pensato che fossi stato un allenatore."

"Ho lasciato i ragazzi delle superiori, non sono pane per i miei denti."

Mi trattenni dal ridere. In quel momento la porta si aprì.

"Carol! Lui è Negan. Negan lei è Carol, un'amica di Fanny."

"Ciao Rick, e ciao anche a lei, signor Negan. Oggi come sta Fanny?"

"Sta come sempre, ma continuo a parlarle, come mi hai detto."

"Fai bene!"

Mentre Carol andò ad accarezzare il viso di Fanny, Negan mi si era avvicinato. "Ci vediamo domani a pranzo, Rick."

"Sì ciao."

Appena lui scomparve, Carol disse: "Rick, sarò sincera non mi piace."

"Ha la moglie ricoverata qui."

"Non toglie il fatto che ti guarda molto… se capisci cosa intendo!"

"Lo faccio, chiederò a Michonne di indagare un po', ok?"

"Sì, mi sentirò più tranquilla!"

Michonne era la mia collega, sul lavoro. Era sposata con una donna e avevano un figlio.

La chiamai e le feci sapere di Negan.

 

Era passato esattamente un mese. Negan veniva sempre a pranzo. Faceva le sue battute, finché un giorno disse: "Rick, lo sai che oltre ad avere due bellissimi occhi, hai anche delle belle labbra. Sono fatte per il sesso."

"Cosa?"

"Non dirmi che non sai cos'è un pompino?"

"S-sì lo so cos'è! Ma…"

"Intanto Fanny è in coma, non lo saprebbe mai!"

Divenni rosso, Negan si era alzato e mi aveva spinto nell'angolo. Per poi improvvisamente scoppiare in una risata. "Cazzo, dovevi vedere la tua reazione. Stavo scherzando occhioni da cucciolo." E con una mano mi spettinò i capelli, per poi andarsene.

Mi precipitai accanto a Fanny e piansi. Avevo appena subito una molestia sessuale e il peggio era che non mi ero difeso. Mi sentii così male. Poteva andarmi peggio.

Pensai che forse Negan aveva voluto fare una prova, forse la prossima volta sarebbe finita peggio.

Prima di chiamare Michonne, lasciai passare un po' di tempo.

Negan si comportava di nuovo come prima. 

Tranne un giorno. Prima che lui arrivasse con i suoi spaghetti, mi venne a trovare Jessie.

Era una donna carina, l'avevo aiutata in passato con i problemi del marito violento.

Jessie mi aveva appena raccontato una storia di lei e Fanny da giovani, e ora stavamo ridendo e lei si era appoggiata a me.

Dopo un po' siamo stati riportati al presente, dal grugnito di Negan.

A quel punto Jessie se n'era andata.

Negan richiuse immediatamente la porta. "Allora Rick, chi era la bionda?"

"Sì chiama Jessie è un'amica."

"Siediti qui."

Mi sentii agitato. "Negan, sei geloso?"

"No, solo che tu occhioni azzurri, sei un bel bocconcino."

Mi si era avvicinato, ero di nuovo spalle al muro. E infilò il suo ginocchio tra le mie gambe. "Ti piace vero?"

"Uhm... Negan, per favore smettila."

Mi si avvicinò ancora, solo per leccarmi la guancia.

Guardai Fanny. Mi divincolai e non potei fare a meno di piangere. “Per favore".

A quel punto Negan si staccò. "Vieni a mangiare."

Mi andai ad accomodare. Avevo paura, che facesse del male a Fanny.

"Allora Rick, non farò più nulla di simile, se tu prometti di non flirtare più. Hai capito?"

"Sì." Appena gli spaghetti, finirono e lui se n'era andato, chiamai Michonne e lei arrivò un'ora dopo con sé aveva anche Maggie e Eugene.

"Rick, la moglie di Negan è morta molti anni fa. E non è tutto, lui abitava in Georgia…"

"Che cosa mi stai cercando di dire?"

"Potrebbe avercela con te per qualche motivo e averti seguito. Oggi otterrò il mandato e domani ti saprò dire di più.”

Stettero un po' con me, per poi andarsene.

Mi rimisi nella mia solita posizione, con le gambe sulla sedia e la schiena sulle gambe di Fanny.

Quando sentii la porta aprirsi e chiudersi. "Beth, è già ora di pulirla?" domandai.

Mi alzai, ma "Ciao occhi azzurri, scusa. Ma non riuscivo a starti lontano."

Mi rannicchiai sulla sedia. "Cosa vuoi da me?"

"Voglio te. Ti voglio da quando sei venuto a scuola per arrestare il padre di uno dei miei alunni di baseball.Da quel giorno, sei diventato la mia vita."

"Sei pazzo!"

"No, ti amo, ma non dovevi metterti con lei! Sei stato cattivo!"

"Bastardo! Sei stato tu?"

"Sì, ma doveva morire. Ma non importa, ora mi prenderò cura di te."

Mi alzai dalla sedia, per allontanarmi da Fanny, non volevo che le facesse ancora del male.

Shane di tanto in tanto, scherzava su questo genere di serial killer psicopatici.

Tentai di aprire la porta, ma lui mi afferrò per la camicia, e mi buttò a terra per poi bloccarmi le mani sulla testa. "Allora occhioni azzurri, me lo fai questo lavoretto di bocca? Mostra a papà quanto sei buono!"

Gli tirai una ginocchiata allo stomaco, lui rotolò sul fianco. Tentai di alzarmi, ma mi afferrò la caviglia. Ricaddi a terra, quando sotto al letto di Fanny trovai e afferrai una siringa.

"Hai ragione, vieni qui."

"Ora sì che sei un bravo ragazzo, Rick!"

Appena mi fu sopra e iniziò a baciarmi sul collo, con la mano libera gli affondai l'ago nel collo e gli iniettai l'aria. Dopo un paio di rantoli morì.

Me lo tolsi di dosso e chiamai Michonne. Dopo un po' arrivarono, Michonne e il medico e la scientifica.

La mia partner scoprì a casa di Negan, un sacco di articoli che parlavano di me, foto di me con amici, con Fanny, ma persino con Lori.

Dal modello di macchina, erano risaliti che era stato Negan a investire Fanny, ma non avendola uccisa, usò la sua storia della moglie per avvicinarsi a me.

Mi sentii in colpa, per averlo lasciato avvicinarsi a me con tanta facilità. E non essermi accorto prima dei vari segnali d’instabilità mentale in lui.

 

Un mese dopo Fanny si svegliò dal coma. Le raccontai tutto.

"Rick, ti amo. E non ti odierò mai. E sì ti voglio sposare."

Rimasi lì a farmi coccolare dalle sue dolci dita felice del mio nuovo inizio di vita.



Angolo dell'autrice:
allora ho deciso di scrivere questa raccolta di storie AU dedicandole a Rick e a Negan, usando però vari personaggi sia del fandom che inventati interamente da me.
Spero che l'idea vi piaccia e spero che qualcuno mi farà sapere cosa ne pensa! Grazie in anticipo a chiunque recensirà, o la metterà tra le seguite o le preferite ecc. grazie! :*
Per ora pubblicherò le prime due poi man mano pubblicherò le altre :3
A presto!
Fuji.

 




 

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Capitolo 2
*** Malinteso ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*

Note: AU Genere: slash Coppia: Rick/Negan Altri personaggi presenti: Paul (Jesus) Avertenze: nessuna.

 



Stavamo camminando nel centro commerciale di Atlanta, tenendoci per mano. Era stata un'idea di Negan. Oramai erano passati tre anni dal nostro matrimonio e quindi degli sguardi della gente, non ci importava nulla.

A un certo punto, mi passò accanto un uomo della stessa corporatura di Negan. Mi voltai, e notai la magnifica giacca in pelle nera che indossava, pensai che sarebbe stata davvero molto bene a Negan.

All'improvviso mi sentii strattonare.

"Ti stavo dicendo che siamo arrivati alla pasticceria, di cui ti stavo parlando. Ma eri troppo preso a guardare un bel culo."

"Negan, non essere volgare o geloso. Non oggi!"

Lo superai ed entrai. All'interno, la pasticceria era ben arredata con tavolini tondi, tovaglie a quadri rossi e bianchi. E sedie di legno, decorate finemente. Per non parlare, del bancone pieno di squisitezze. Mi ci avvicinai, e ad accogliermi un ragazzo orientale.

"Come la posso servire, signore?"

"Mi chiamo Rick. Sono qui con mio marito."

"Potete accomodarvi, io mi chiamo Glenn e lei è mia moglie Maggie." Indicò una ragazza, vestita da pasticcera, che stava decorando una torta.

Mi andai ad accomodare e venni seguito da Negan.

"Allora, io prendo due delle loro crostate e tu, Rick?"

"Uhm, io invece prenderò una fetta di torta alle mele, una fetta di crostata e un pezzo di quella torta con il cioccolato. Poi un tè alla pesca."

Glenn non commentò la mia fame.

Ma appena se ne andò, Negan tornò alla carica: "Tornando al tizio di prima...era così carino?"

Non lo stavo ad ascoltare, perché in quel momento il tipo si accomodò a uno dei tavolini, nell'angolo e non potevo fare a meno di osservare quel suo giubbotto in pelle nera.

Fui riportato al presente dalla voce di Maggie: "Allora, eccoti le tue torte, mi raccomando inizia da quella di mele, così da gustarne il sapore!"

"Sì, grazie. Mi scusi, ma come si chiama quel signore?"

"Sì chiama Paul."

La ringraziai e iniziai a mangiare. Ma non potevo, non pensare a quella giacca.

"Senti vuoi lasciarmi?" Mi voltai e vidi Negan giocherellare con le sue due crostatine. 

"Non essere sciocco!"

A quel punto, mangiammo i nostri dolci e poi ce ne andammo.

Ma mentre Negan stava pagando il conto, mi avvicinai allo sconosciuto. "Ecco, le sembrerà una domanda strana, ma dove ha comprato questa giacca?"

"Questa? In un negozio qui vicino, perché?"

"Sa, vorrei regalarne un’identica a mio marito!"

"Oh, conosco il proprietario, che ne dice se l'accompagno? Prometto di riportarla a casa dopo."

"Sì! Vado a dirlo a Negan e grazie."

Tornai da lui, che aveva visto tutta la scena, ma da così lontano non aveva sentito nulla.

"Io devo andare con Paul. Poi mi riporterà a casa."

"Vai con chi cazzo vuoi!"

Negan se ne andò incazzato, ma io tornai da Paul, per poi insieme, uscire dal centro commerciale e dirigerci, verso il negozio.

"Spero di non aver creato problemi con tuo marito."

"No tranquillo, Negan è troppo emotivo e teatrale!"

"Meglio così, eccoci arrivati."

All'interno era un tipico negozio per appassionati di abiti in pelle. Arrivammo al bancone e Paul salutò il suo amico, per poi dirgli che cosa volevo.

Lui scomparve nel retro bottega, per poi comparire di nuovo, con in mano la giacca che volevo.

La pagai e uscimmo.

Una volta di nuovo in macchina mi chiese: "Allora, come ti chiami?"

"Rick, in pasticceria mi hanno detto che ti chiami Paul."

"Vero, Rick, dov'è la tua casa?"

"Nella Contea di King."

"Allora mettiti comodo."

Il viaggio sarebbe durato ancora un po', così gli feci un paio di domande.

"Cosa fai come lavoro?"

"Sono a capo di una comunità, in cui mi chiamano Gesù e tu Rick?"

"Io sono un vice sceriffo."

"Wow, in altre occasioni non potremmo essere amici."

"Immagino che con comunità, tu volessi dire setta, vero?"

"Già, ma non facciamo male a nessuno. Siamo quasi arrivati. Dimmi la via."

"Il quartiere delle villette con giardino."

"Scommetto che hai pure la veranda!"

Ridacchiai "In effetti, sì."

Si fermò davanti a casa mia e mi fece scendere, a quel punto ci salutammo. E lui se ne andò.

Con mia grande sorpresa, seduto in veranda c'era Carl, il figlio avuto dal mio precedente matrimonio. "Papà, lui è il motivo per cui Negan sta piangendo in salotto?"

"Piangendo? Comunque lui era Paul."

"Sì, Negan sta piangendo e mangiando gelato e guardando i cartoni con Judith."

Judith era un'orfana che avevamo adottato.

Entrai in casa, appoggiai la giacca in pelle nera su di una sedia. Poi pian piano entrai in salotto solo per sentire Negan parlare con Judith.

"Papà, non mi può voler lasciare. Eppure è andato via con quel Paul, forse sono troppo vecchio." E lo sentii piangere.

A quel punto mi avvicinai. "Negan, tesoro, cosa sta succedendo qui?"

Sì alzò e pur essendo più alto di me, mi strinse a sé. "Sei tornato da me o solo da lei? Devo andarmene?"

"Non dire cavolate! Carl, portami quella giacca, grazie."

Mio figlio tornò con in mano la giacca.

"Negan staccati un attimo."

Lui lo fece "È la giacca di quel tipo?"

"No, è solo identica. Sai, appena l'ho vista gli ho chiesto dove l'avesse presa." E gli raccontai tutto.

"Mi stai dicendo che hai fatto tutto questo per me?"

"Già, ora provatela"

Negan se la provò e gli stava davvero molto bene. "Rick, è stupenda! Perdonerai la mia stupidità?"

"Sì, perché ti amo."

In effetti gli stava davvero molto bene.

Raccontai la storia a tutti i miei amici, che scoppiarono a ridere.


Angolo dell'autrice:
l'idea mi è nata da una vignetta trovata su instagram su di un'anime e visto che l'uomo di quella vignetta era identico a Rick mi è nata l'idea per questa storia, dove si crea per l'appunto un malinteso tutto per una giacca in pelle che secondo Rick sta bene anche a Negan xD
Grazie a chiunque recensirà! :*

A presto! Fuji

 

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Capitolo 3
*** L'amante di mio padre. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*

Note: tematiche delicate tipo ci sono accenni al daddy kink Coppie: Rick/Negan - Rick/Nuovo personaggio Genere: shash/Het


 

Sono sempre stato innamorato di Flo. Lei a differenza di me è sempre stata una ragazza libera, tipo guarda un film e se ne innamora a tal punto da voler fare lo stesso viaggio del protagonista del film.

Una volta dopo aver visto Into the Wild si è messa in testa di voler andare in Alaska e l'ha fatto! All'età di ventuno anni è partita, mentre io sono rimasto qui al college della Contea di King.

Accanto a me i miei amici. Ma ognuno di loro aveva una sua vita, Maggie e Glenn si sono fidanzati, Dairyl si divide tra l'amicizia fraterna con Carol e la sua fidanzata Beth.

Mentre Rosita cerca di capire come può ottenere un appuntamento con Arat.

Il gruppo era tenuto insieme da Flo.

Io invece passo il mio tempo dietro le cavolate di Shane, che ora esce con Lori.

Quando avevo sedici anni, i miei genitori si sono separati, a un certo punto in città tutti parlavano di come mio padre cioè lo sceriffo avesse tradito mia madre, una grande donna.

Flo mi tenne lontano portandomi con lei e la sua famiglia in vacanza.

Comunque ora ero qui da solo, pronto ad affrontare un nuovo inizio.

 

Finito il college di Flo mi arrivavano delle lettere e degli indirizzi postali a cui mandare le mie risposte. Le scrissi di come ora ero un vice sceriffo e il mio partner era Shane, di come lui e Lori si fossero sposati e di come in realtà tutti si fossero appartati.

Però non le scrissi mai che mi mancava.

 

Un giorno incontrai per caso un uomo sui cinquant'anni con la barba sale e pepe e un paio di jeans e una maglietta bianca, che stava appoggiato alla sua auto.

"Signore, cosa sta facendo qui?"

"Nulla"

"È davanti a casa mia da tre ore, forse non è proprio nulla…"

"Vorrei entrare. Sono Negan."

Forse perché ultimamente mi sentivo davvero molto solo, ma alla fine lo lasciai entrare. "Io sono Rick."

Da quel momento in poi Negan entro nella mia vita. Prima come un amico, poi iniziammo a uscire e infine ci sposammo.

 

Erano passati due anni di matrimonio quando ricevetti una telefonata da Maggie.

"Flo è tornata, magari le parlo io…"

"No, questa sera Negan ed io  facciamo una grigliata, portatela con voi."

Non ne parlai con Negan, avrei dovuto farlo, ma non lo feci.

"Tesoro, che cos'hai?" mi chiese Negan.

"Questa sera verrà una mia vecchia amica."

"io piaccio a tutti."

"Già."

A metà serata arrivò lei, non era da sola. Infatti con lei c'erano Rosita che non vedevo da un bel po' e Michonne con Andrea.

Flo mi si avvicinò. "Ciao Rick, vedo che ti sei sistemato bene."

Si era avvicinato Negan e mi aveva messo un braccio intorno alla vita.

"Sì, tu sei?"

Ma lo sguardo di Flo si allargò, indietreggiò un po', Rosita, e gli altri smisero di mangiare quando l'aria si riempì delle sue risate.

"Flo, stai bene?" le chiese Carol.

"Sì, non puoi stare con lui, Rick!"

"Cosa?" chiesi.

"Lui è Negan, lui è quello che stava con tuo padre! Se non mi credi, ho pure delle foto le diede tua madre a mia madre anni fa." 

Il silenzio che era caduto tra tutti noi era assordante.

In quel momento mi ricordai il primo incontro che ebbi con Negan davanti a casa mia.

Lui si vede che voleva parlarmi, mandai via tutti i presenti, perfino Flo.

Entrai in casa e venni seguito da Negan.

"Te l'avrei detto…"

"Cosa? Che sei stato l'amante di mio padre, quando?"

"Non lo so, avevo vent'anni. Tuo padre, mi beccò con della meth ma, invece di arrestarmi, mi disse che voleva avermi come giocattolo…" la voce di Negan si era fatta  bassa.

"Cosa ti ha costretto a fare?" Parlare così di mio padre, mi faceva sentire male.

"Durante i rapporti dovevo chiamarlo papi. Rick, ti prego di credermi non avevo altra scelta, o quello o la prigione... scelsi la via peggiore. Mi picchiava, sai quelle cicatrici sulla mia schiena?"

Era troppo, afferrai la giacca e me ne andai, lo lasciai lì nel salotto.

Fuori come ad attendermi c'era Flo.

"Rick, mi dispiace."

"Sono io che sono stato uno stupido, dopo che te ne sei andata mi sentivo così solo."

Mi avvicinai a lei, ma lei disse: "Noi non siamo fatti per stare insieme, sai in Alaska ho lasciato un ragazzo, penso che tornerò da lui."

"Capisco, rimarrò di nuovo da solo, Negan mi ha detto delle cose su mio padre."

"Lo sceriffo non era uno stinco di sangue. Lo sai anche tu com'era tuo padre, no?"

"Già, dovrei tornare da Negan?"

"Penso di sì, penso che entrambi abbiate bisogno di parlare, verrò un attimo con te."

Flo venne con me, fino in casa.

Quando entrammo c'era Negan con in braccio la piccola Judith.

"Rick, vuoi buttarmi fuori? Non me ne andrò senza di lei." Strinse a sé la bambina.

"Negan, ti chiedo scusa. Non dovevo intromettermi, ma entrambi amiamo Rick, ma ora te lo lascio. Arrivederci."

Flo se ne andò, mentre io mi andai a sedere accanto a Negan sul divano.

"Lascia andare Judith, così possiamo parlare meglio."

"Appena la lascio andare, tu mi butterai fuori di casa. E a me cosa mi rimarrebbe cazzo? Niente!"

"Va bene, tienila. Mio padre ti picchiava e…?"

"Vuoi un disegno, Rick? Secondo te cosa fanno i pervertiti, sei un vice sceriffo, lo devi sapere."

Mi ritrovai la bocca secca, l'uomo di cui stava parlando era mio padre, ma non sapevo cosa dire o fare. "Sì lo so, ma è di mio padre che stiamo parlando, con me era diverso."

"Lo so, un giorno passai davanti alla tua scuola, avevi diciassette anni, ti era venuto a prendere per portarti a pesca, con te era dolce." Nelle sue parole c'era amarezza.

Mi sentii in colpa per il comportamento di mio padre.

"Poi un giorno mi abbandonò lasciandomi solo, avevo trent'anni, cercai di farmi una mia vita con una donna di nome Lucille, ma non ci riuscii. Lei morì, ed io mi lasciai andare." Strinse maggiormente a sé Judith.

"Quando un giorno mi ritrovai qui a King e davanti a casa tua, volevo sputarti in faccia tutto ciò che tuo padre mi fece, ma non ci riuscii, non come Flo."

"Non l'ha fatto con cattiveria, lei ha semplicemente pensato che fosse giusto che io lo sapessi."

"Non difenderla, ma me lo merito. Ma non voglio lasciarti e lasciare lei." Mi guardò per poi passarmi una mano sulla guancia. "Dimmi che mi ami ancora."

"Sì lo faccio, Flo tornerà in Alaska."

"Va bene. Come possiamo ricominciare ora?"

"Immagino che oltrepassiamo tutto ciò con il nostro amore e con il suo." Indicai la bambina che avevamo adottato per darle una vita migliore.

"Immagino di sì. Ti amo, Rick."

"ti amo anch'io, Negan."

 

Avevo tentato di non pensarci. Ma non ci riuscivo, durante la notte pensavo solo che ero sposato con l'amante di mio padre. Avevo iniziato ad aver paura che lui stesse con me solo perché io assomigliavo in qualche modo a lui.

Negan invece si dedicava a Judy e non era più tornato sull'argomento.

Un giorno ero in macchina con Shane che mi disse: "È tornata Flo, è a casa del padre di Maggie."

"Possiamo andare a salutarla?"

Shane annuì. Così andammo fino alla fattoria Green, scesi dall'auto e dopo un po' la trovai dai cavalli.

"Rick, cosa ci fai q-?"

Non la lasciai finire che la baciai. "Andiamocene insieme, partiamo."

"Per dove?"

"Ovunque, con un camper."

"Sei sicuro?"

Mi staccai. "Non sono più sicuro di nulla, ho paura dei miei sentimenti."

"Perché?"

"Ti amo."

"Non so cosa dirti."

Sentii Shane chiamarmi così la lasciai lì.

Appena fui in macchina e stavamo andando in ufficio domandai: "Shane, pensi che Flo sarebbe una buona amante?"

"Sì, ma amico non penso che a Negan piacerebbe."

In quel momento forse ne avevo bisogno, sì ed è così che ebbe inizio la relazione tra me e Flo.

 

All'inizio fu divertente, ma ad un certo punto Flo disse: "Oggi ho visto al parco Negan con Judy... Rick, non posso più farlo, lui ti ama."

"Uhm, lo so. Ma forse sta con me solo perché gli ricordo mio padre."

"Non gli assomigli, ma c'è un problema diverso."

"Quale?"

"Sono incinta."

"Ma questo non è un problema" Saltai su ero felice, avrei avuto un bambino mio. Ma ovviamente c'era Negan.

 

Quella sera tornai a casa e lui era lì in sala. "Dobbiamo parlare" gli dissi.

"Di cosa?"

"Ho avuto una relazione con Flo."

"Questo fa davvero schifo! Io ti racconto tutto e tu ti fotti quella stronza? Ma sono io l'idiota."

"Senti, lei è incinta…"

Corse su per le scale, lo seguii. "Negan cosa stai facendo?"

"Prendo Judith e me ne vado. Cosa pensavi, che saremmo stati una famiglia felice?"

"No, ma non prendi Judith!"

"Come pensi d’impedirmelo?"

Sì avvicinò e forse per riflesso ma gli sferrai un pugno. Il labbro inferiore ora gli sanguinava non alzò lo sguardo, andò in camera.

Alla fine non se ne andò, rimase ma fu tutto diverso.

Flo si trasferì da noi, la volevo accanto a me.

 

Un giorno entrai in cucina, Negan stava dando da mangiare a Judith. Le aveva appena fatto una tazza di cereali e latte.

Quando mi avvicinai dissi: "Glenn aveva ragione, le donne incinte mangiano davvero molto."

"Sarebbe un peccato se morisse di fame."

Afferrai la ciotola di cereali e gliela sferrai addosso, ma colpì il muro sopra la sua testa e i cocci gli tagliarono le braccia.

Gli andai vicino. "Come stai?"

"Puoi picchiarmi, puoi farlo, ma non me ne andrò. Sono un povero patetico che ti ama lo stesso" 

"Non voglio farti del male e forse ti amo ancora."

Portai la colazione a Flo, andai al lavoro.

 

Passarono nove mesi e finalmente, una notte portai in ospedale Flo.

Mi arrivò una telefonata da Negan: "Quando tornerai a casa, io non ci sarò."

"Negan, Flo sta male, ti prego vieni qui."

Negan mise giù, pensavo che l'avevo perso per sempre, invece dopo un'ora era lì in ospedale tutto sudato e trasfigurato da vari tipi di sentimenti, dal suo sguardo si capiva che aveva pianto e che ora era preoccupato.

"Come sta?"

"Non lo so, è in sala operatoria, hanno detto che c'è stato un imprevisto."

Negan si sedette accanto a me ed io mi appoggiai sulla sua spalla.

Mi addormentai, perché quando mi ripresi c'erano Maggie, Rosita, Carol e tutti che stavano piangendo.

"Cos'è successo?"

"Rick, Flo è morta ma la bambina è viva."

Mi lasciai stringere da Negan e piansi la mia Flo il mio primo amore era morta.

 

Era passato un anno, Negan ed io ci eravamo perdonati a vicenda. E ora una Judith di quattro anni stava giocando sul pavimento di casa con una piccola Lilly.

"Ti amo, Rick"

"Anch'io ti amo, Negan"

Flo mi mancava ma ora avevo Negan e due bellissime bambine.


Angolo dell'autrice:
secondo un calcolo quando Rick aveva 16 anni Negan aveva 24 anni. In questa storia si scopre che Negan era l'amante del padre di Rick. Ci sono brevi accenni al daddy kink, una cosa che mi appassiona come pratica bondage perché si adatta a molte coppie slash di cui scrivo :3
Per il resto ingrazio chi la recensirà! :*

A presto! Fuji.

 

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Capitolo 4
*** Un serata indimenticabile. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*

Note: Genere:slash Coppia:Rick/Negan 


 

La giornata era iniziata bene. Mi ero alzato di buon umore. Al lavoro era andata tutto bene.

Shane come sempre aveva fatto il cretino con Rosita, solo per farsi dare uno schiaffo.

Tornai a casa di buon umore, Carl sarebbe stato da Lori la mia ex moglie, questa sera toccava a lei tenerlo.

Entrai in casa con due borse di cibo d'asporto, avevo voglia di giocare a un videogioco, ma non sapevo bene chi chiamare sfogliai i vari numeri per primo chiamai Dairyl.

"Pronto, che ne dici di venire da me, mangiamo cinese e giochiamo a un videogioco."

"Amico, mi dispiace ma io e Beth abbiamo un appuntamento."

"Capisco, buon divertimento."

Chiamai Glenn il quale mi disse: "Mi dispiace ma devo tenere il bambino perché Maggie esce con Carol."

Alla fine chiamai Negan. "Pronto sono Rick, ti va di venire da me, mangiamo cinese e giochiamo a un videogioco."

"Sono subito da te!"

Quando arrivò non gli dissi che era stato la mia ultima scelta di compagnia. Avevo preparato tutto in dei contenitori e messi sul tavolino davanti al divano, poi avevo sistemato le birre e il videogioco.

"Vedo che il tuo giovane serial killer non è in casa."

"Carl è da sua madre, siamo solo e io e te!"

"Questa si che è musica per le mie orecchie, straccerò il tuo culo Rick!."

Come degli adolescenti ci sedemmo sul divano e iniziammo a giocare, sembrava che si trattasse di un gioco sugli zombie.

Dopo un'ora e mezza di gioco, Negan aveva lasciato cadere fuori dalla sua bocca un  sacco di imprecazioni e avevamo mangiato quasi tutto e bevuto otto birre per uno, eravamo sudati e ubriachi.

"Rick, ti farò i miei fottuti tacos, li vuoi?"

"Sì, ma non so se ho gli ingredienti in casa."

"Nessun problema del cazzo, usciamo e andiamo al minimarket qui vicino."

Indossai le scarpe, uscimmo di casa chiusi a chiave la porta e salimmo sulla macchina di Negan.

"Hai una bella macchina"

"Si chiama Lucille, la uso solo quando esco. Insomma non la userei mai per andare a scuola, quei mocciosi del cazzo sarebbero capaci di rigamerla solo perché gli sto sui coglioni."

"Capisco, è meglio così" in effetti pensai che Carl ne sarebbe stato capace.

Per fortuna arrivammo al minimarket, comprammo il necessario per fare i tacos e della tequila.

Infine dopo aver pagato, tornammo a casa.

Una volta a casa, Negan andò in cucina e preparò i tacos, mentre io preparai diverse fette di lime e del sale e dei bicchierini.

Negan tornò con i tacos. "Cosa stai facendo qui?" mi domandò.

"Pensavo che dopo i tacos, potremmo fare una gara di che beve di più."

"Wow, questo tuo lato è fottutamente caldo!"

"Non facevo più queste cose dal tempo del college." Mi misi a ridere.

Mangiammo i tacos i quali erano davvero molto buoni, poi ebbe inizio la sfida.

Bevemmo a testa venti bicchierini di tequila.

A un certo punto Negan disse: "Ho bisogno di andare a pisciare."

Lo presi per mano, inciampammo un paio di volte mentre salivamo le scale.

Arrivammo in bagno, mentre lui usava il gabinetto, mi svestii e appena lui si voltò

“Rick che cazzo intenzioni hai lì?”

Ed indicò la vasca che avevo appena finito di riempire con l’acqua calda e i sali da bagno.

“Pensavo che avresti gradito un bagno”

“porca puttana Rick, un’attimo che sono da te!” E si svestì.

Dopo alcuni minuti eravamo dentro a quell'acqua. Eravamo uno di fronte all'altro 

"Sai Rick mi hai salvato da una fottuta serata triste."

"Perché?"

"È il giorno in cui è morta Lucille, cazzo ti sto rovinando la serata."

"No, siamo ubriachi nella mia piccola vasca, puoi parlarmi di tutto ciò che vuoi!"

"Grazie Rick." Ci baciammo, fu un bacio frettoloso e un po’ ubriaco e poco dolce.

Quando l'acqua divenne fredda proposi di andare a letto, mi alzai, uscii e trascinai Negan in camera da letto, eravamo entrambi nudi e ubriachi e nel mio letto.

Negan mi volle semplicemente coccolare a suo dire, essendo entrambi ubriachi non voleva approfittare di me.

Sbuffai, ma in realtà mi fece piacere quel suo rispetto verso di me.

Alla fine ci addormentammo.

Il mattino dopo venimmo svegliati da Carl.

"Che schifo papà, ma con tutti gli uomini che conosci proprio il mio allenatore Negan?"

Urlava, ed io e Negan lo scacciammo via dalla stanza.

"Quel bastardo di un giovane serial killer di tuo figlio, mi ha ucciso. Ho la testa a puttane! E tu?”

"Malissimo la mia testa mi scoppia, non ho più l'età per fare ciò che abbiamo fatto ieri sera e questa notte."

"Siamo troppo vecchi per quella merda"

"Però sono felice di averla passata con te, voglio un altro appuntamento e tu?"

"Anch'io ti vorrei scopare, senza la preoccupazione che tu non sia consenziente, per ora mi accontenterò di preparare per entrambi un fottuto caffè!" mi disse Negan alzandosi e sorridendomi facendomi vedere i suoi bellissimi denti bianchi.

Decisi che avrei dovuto ringraziare Dairyl e Glenn per i loro impegni, perché così ho passato una delle più belle serate della mia vita.


Angolo dell'autrice:
ho pensato di cambiare il rating perché Negan dice un sacco di parolacce xD
Fatemelo sapere nelle recensioni! Se dovrei mettere il rating arancione! :3

Ho tentato di rendere Negan più Negan ci sono riuscita?
Alla prossima storia! :*
Fuji.

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Capitolo 5
*** Un ricordo del passato. ***


Note: Coppia:Rick/Negan Avvertimenti: tematiche delicate Genere:slash
 

È una mattinata tranquilla, mi trovo nella mia vettura da vice sceriffo a non fare nulla, se non starmene lì seduto ad ascoltare le cazzate di Shane, erano due ore che parlava di qualcosa che aveva a che fare con una ragazza forse non so non m’importava davvero.

Mi sono abbassato il sedile ora sono praticamente coricato, ho chiuso gli occhi e la mia mente corse su un mio vecchio ricordo:

"Era l'estate del 1990, avevo sedici anni, faceva caldo, così presi la mia bicicletta e andai al minimarket di King, quello aperto 24 ore su 24. Mi ricordo che c'erano dei teppisti seduti sul marciapiede davanti all'entrata del minimarket il mio sguardo cadde sul capo il quale teneva la mano all'interno della maglietta di un ragazzo seduto accanto a lui che attirò maggiormente la mia attenzione, aveva una benda sull’occhio sinistro. Non riuscivo proprio a distogliere l'attenzione da lui, anche quando avertii il suo sguardo su di me.

A un certo punto mi sentii tremendamente stupido quindi corsi all'interno del minimarket.

Andai verso i frigoriferi per scegliere un gelato, udivo ancora le risate dei teppisti all'esterno.

Avevo sentito la porta del minimarket aprirsi e chiudersi, ma ero troppo preso a guardare i vari tipi di gelato che c'erano per accorgermi della presenza di qualcuno.

Vidi delle scarpe da ginnastica sgualcite accanto a me, così alzai immediatamente la testa e lui mi sorrise, in mano teneva una scatola di preservativi... spalancai gli occhi.

"Ehi, dobbiamo correre."

"Perché?"

Non mi rispose, ma corse via. In quel momento senza riflettere lo seguii fuori dal minimarket, il proprietario ci stava urlando contro.

Corsi fino a un campo incolto che stava dall'altra parte della strada.

Non lo vidi, ma piombai a terra e lui ora mi stava sopra sorridendomi.

"Cazzo amico, ce l'hai fatta!"

"A fare cosa?"

"A rubare questo pacco di preservativi. Ho un'idea su come usarli."

Volevo togliermelo di dosso, il mio cuore aveva preso a battermi forte e la sudorazione era aumentata.

"Ho solo sedici anni" in realtà il mio pensiero andò a mio padre, lo sceriffo mi avrebbe messo in punizione per sempre.

"Io ho venticinque anni. Per me sei fottutamente carino!" Si era fatto più vicino gettandomi la scatola di preservativi sullo stomaco. "Smetti di fare la verginella arrossita e mostrami di cosa sei capace."

Improvvisamente mi sentii in trappola, così presi la scatola e con tutta forza gliela lanciai in faccia.

La sua reazione non si fece attendere. "Tu bastardo!" Mi sferrò un pugno sul viso, sentii qualcosa scorrermi dal naso sulle labbra, le leccai e in bocca sentii un gusto di rame e capii che era sangue.

Il ragazzo si alzò e tornò dai suoi amici.

Ci misi un bel po' ad alzarmi, e andare a casa"

Shane aveva finalmente smesso di parlare. "Rick, ti sei svegliato, siamo arrivati davanti casa tua, scendi."

"Uhm… devo essermi appisolato, grazie." A fatica scesi dall'auto, e lo salutai. Entrai in casa, in sala da pranzo a cucinare c'era Negan.

"Com'è andata oggi?"

"È stato un giorno noioso, tanto che mi sono addormentato e ho sognato, un mio vecchio ricordo su di uno stronzo che mi tirò un pugno."

Negan si staccò dalla preparazione delle sue lasagne. "E chi era quel bastardo, tesoro? Così potrò restituirgli il pugno."

Gli raccontai filo e per segno quella strana serata estiva.

Quando Negan scoppiò a ridere, domandai: "Cos'è che ti fa tanto ridere?" Lo guardai incuriosito.

" E’ solo che quel bastardo ero io!"

Alzai una mano e me la portai sulla bocca mentre con l'altra lo indicai per poi dirgli

"Tu mi hai spaccato il naso e per causa tua sono stato messo in punizione per un mese!" Mi sentivo così incazzato, che corsi fuori dalla cucina e andai nel giardino sul retro.

Negan mi venne dietro. "Dai piccola, avevo vent'anni. Ero diverso! Ora sono molto meglio."

"Stavi con il capo della banda, vero?"

"Non c'entra un cazzo, ma sì mi scopava."

"E se avessi detto di sì?"

"Ti avrei permesso di scoparmi."

"E poi?" Lo dovevo sapere per anni mi ero chiesto come la mia vita sarebbe cambiata se avessi fatto ciò che lui mi stava chiedendo.

"Nulla, insomma saresti stato solo uno dei tanti che mi sono scopato, credimi Rick è meglio che tu mi abbia conosciuto dopo, a quel tempo ero un casino."

"In che modo eri un casino?"

Negan aveva voluto sapere tutto di me dopo i primi appuntamenti, ed io gli avevo detto quasi tutto. Ma ora mi rendevo conto di non sapere nulla su di lui.

"Mi scopavo qualunque cosa che respirava. Soprattutto i ragazzi, potevano farmi qualunque cosa.  Rick, dimmi solo cosa pensi di me ora?"

"Non lo so, per anni ho odiato quel ragazzo per avermi rovinato il rapporto con mio padre. Da quel giorno, lui non si fidava più di me... tutto per causa tua!" La realizzazione mi fece torcere lo stomaco.

Negan aggiunse qualcos'altro, ma io me ne andai, dovevo chiarirmi le idee.

Andai a farmi una camminata, sentivo mille emozioni, attraversami il corpo. 

Forse se l'avessi saputo prima, non mi sarei mai messo con lui. 

Sentivo freddo perché ero sudato e quindi l'aria fresca della sera, non mi avrebbe di certo giovato. Ma decisi comunque di camminare ancora un po', per arrivare davanti allo stesso minimarket di quella sera.

Sul marciapiede c'era un gruppo di ragazzi, che vedendomi si alzarono e se ne andarono.

Entrai e andai verso una fila di scatole.

"Ehi"

"Ehi" non c'era motivo di alzare lo sguardo: era Negan.

"Che ne dici di un gelato?"

"Negan, siamo in inverno"

"Sto cercando di rimediare alla mia stronzata."

"Non ti perdono ancora, ma è un buon inizio, continua."

Alla fine abbiamo preso due gelati, abbiamo pagato, siamo usciti e siamo saliti sulla sua auto.

"Rick, farò qualunque cosa tu voglia. Ma  ti prego, non odiarmi."

"Domani mattina, verrai a casa dei miei genitori e dirai a mio padre, come sono andate le cose quella sera. Allora lo farai?"

"Certo e poi mi amerai di nuovo?"

"Non è che non ti amo più, solo che vorrei che tu capisca il tuo errore!"

"Lo capisco! Ti ho quasi perso, non ti voglio perdere, cazzo."

"Quindi lo farai?"

"Sì."

"Perfetto."

Tornammo a casa, eppure mi sentivo ancora molto frastornato. Avevo detto a Negan che l’amavo ancora, ed era vero ma sentivo che qualcosa era cambiato. Mi sentivo ancora male per quella sera che aveva cambiato così tanto la mia vita e Negan, per quanto non mi volesse perdere e fosse cambiato in realtà, non capiva il danno che mi aveva inflitto quella sera.

Andai a letto a un certo punto accesi la luce. "Negan, vorrei tanto poterti perdonare, ma quella dannata sera ha cambiato la mia vita."

"Se potessi tornare indietro lo farei, ma non posso fare altro che tentare di mettere a posto le cose ora."

Per quanto fosse strano sentirglielo dire, non mi lasciai ammorbidire.

Durante la notte mi venne in mente un altro ricordo:

"Il giorno dopo i fatti. Mia madre mi venne a svegliare, in realtà non avevo dormito. Mi alzai e andai giù e in salotto c'era mio padre e il suo vice sceriffo.

"Ragazzo, dimmi solo che ieri sera non sei stato tu a rubare al minimarket locale?" Mio padre era serio e dopo che io annuì a testa bassa, lui si prese una sedia e si sedette.

Il suo vice gli parlò con calma e mio padre mi guardava, con delusione.

"Rick ripagherà ciò che ha rubato e farà dei lavori socialmente utili" aggiunse il suo vice prima di andarsene.

Mio padre si era alzato e appena sentì la porta chiudersi, disse: "Sei una vergogna! Ma ti rendi conto, mi hai deluso, Rick!" E se ne andò al lavoro, da allora non mi rivolse più la parola, se non per dirmi dove sbagliavo"

 

Mi svegliai tutto sudato, Negan mi teneva per mano.

"Tutto bene?"

"Oggi parlerai con mio padre... forse dopo starò meglio." Non gli parlai del mio nuovo ricordo, avevo odiato quel ragazzo, che ora sapevo essere Negan.

A mattinata inoltrata, stavamo già viaggiando verso la casa dei miei genitori.

Negan appariva più nervoso di me.

"Stai bene?" gli domandai.

"No cazzo! Sto per andare a dire a tuo padre, che quella sera ho rovinato il suo fottuto figlio. E che se non ti perdonerà, ti perderò! Quindi no, non sto bene."

"Uhm, più o meno le cose stanno così." Non mi andava di mentirgli, non sapevo cosa avrei fatto dopo.

Arrivammo davanti alla casa. "Bene ora scendi e parla con lui" dissi.

"Non verrai anche tu?"

"No!" Gli feci segno di scendere con un po' troppo nervosismo, perché Negan aveva abbassato lo sguardo sul tappetino dell'auto.

"Anche se m’immagino di meritarmelo, fottiti! Andrò lì a umiliarmi e poi ognuno vada per la propria strada, sono troppo vecchio per queste stronzate." Scese dall'auto e andò a suonare al campanello, mia madre lo fece entrare ed io attesi in auto.

Passarono lentamente i minuti che si trasformarono in ore.

Quando finalmente la porta si riaprì, Negan ne uscì. Risalì in macchina.

"Allora?" gli chiesi.

"Ha detto che ti vuole parlare! Mi ha detto che sono un figlio di puttana, che ti ho rovinato e spera che tu mi lasci!"

Staccai la cintura di sicurezza e aprii la portiera e scesi. Andai alla porta di casa, e bussai.

Questa volta ad aprire la porta venne mio padre. "Rick, il tuo compagno mi ha detto tutto... ma tu l'hai seguito, non hai pensato neppure a tornare e pagare quella cosa…"

"Papà…"

"Lasciami finire, avevi subìto un tentativo di stupro, mi dispiace che tu non me l'abbia detto, l'avrei arrestato e ti avrei perdonato."

"Dispiace anche a me, papà."

Nessuno dei due aggiunse altro se non un timido abbraccio, per poi salutarci.

Tornai in auto, e guidai fino a King.

"Lasciami davanti alla casa di Merle" disse Negan.

"Cosa dai Dixon? Perché?"

Negan non parlava, si stava rosicchiando nervosamente un’unghia. "Sai il capo di quei teppisti? Il bastardo era Merle Dixon."

"E quindi?" 

"Non sono un coglione, Rick, tuo padre ha ragione: quella sera è stato un tentativo di stupro, non posso perdonarmelo quindi abiterò da Merle. Ora taci e guida."

Non parlai, lo lasciai semplicemente dove mi aveva chiesto di lasciarlo.

 

Tornai a casa, ma tutto mi ricordava Negan, in fondo l'aveva arredata lui e l'avevamo comprata nel quartiere che piaceva a entrambi.

Mi andai a prendere delle birre in frigo, ordinai una pizza. 

Lasciai passare alcuni giorni, in cui me ne stavo lì seduto sul divano a pensare e a bere. 

Un giorno andai al lavoro, dove c'era Shane, con il giovane Dixon. "Rick, ben tornato. Appena puoi, metti in cella questo idiota."

"Sì, cos'ha fatto?"

"Solite cose."

Lo presi e lo portai in cella, mi trovavo lì nel corridoio, con lui quando lo feci entrare nella stanza degli interrogatori.

"Ehi amico, cosa c'è?"

"Voglio sapere tutto ciò che sai sulla relazione di Negan e Merle."

Daryl abbassò lo sguardo. "Non so nulla, so solo che mio fratello picchia tutti i suoi fidanzati."

"E Negan?" L’afferrai per la maglia e lo sbattei contro il muro.

"Merle non mi vuole in casa, mentre ha degli ospiti."

Lo misi in cella uscii di corsa, presi l'auto e guidai fino a casa Dixon. Sentivo il mio battito cardiaco.

Dentro alla mia mente si facevano largo un sacco d’immagini.

Parcheggiai l'auto ad un metro dalla casa dei Dixon, arrivai davanti alla porta e bussai, appena Merle aprì la porta, gli puntai la colt alla testa. "Lui dov'è?"

"Quella puttana l'ho buttato fuori di casa, non faceva altro che parlare di un altro, non era più come in passato."

"Perché com'era in passato?" 

"Prendeva tutto ciò che gli davo, pugni, cazzo e una volta è caduto su un vetro e si è ferito l'occhio sinistro."

Vidi rosso dalla rabbia, lo colpii con il calcio della pistola e una volta a terra gli tirai un calcio alle costole. "Avvicinati ancora a Negan e ti uccido, hai capito? Rispondi."

"Sì, la puttana è tutta tua!"

Lo lasciai lì, risalii in macchina e guidai, finché in un parco giochi abbandonato, seduto su di una vecchia altalena vidi Negan.

Parcheggiai l'auto e scesi e mi avvicinai. "Stai bene?"

"No, Merle è sempre una merda, voleva qualcosa da me, che non gli ho dato."

Mi avvicinai ulteriormente e vidi un occhio nero.

"L'ho appena pestato, vedendoti ho fatto bene. Negan, lavorandoci insieme, ne usciremo. Perché ti amo ancora."

"Cosa ti ha detto quel culo di Merle?"

"Che ti picchiava e cosa ti ha fatto all'occhio. Senti non ti sto giudicando, sei tornato da Merle perché ti sentivi in colpa nei miei confronti. Quindi hai deciso di dover pagare." Mi chinai per mettermi al suo livello, "ma ti ho appena detto che ti amo. Quindi voglio che tu torni a casa nostra. Il tempo e il nostro amore ci aiuterà a guarire."

Negan si era alzato dall'altalena e ora mi stava abbracciando. "Rick, come ho fatto ad averti? Sei un fottuto angelo."

"Torniamo a casa e mettiamo del ghiaccio su quell'occhio."


Dopo essere tornati a casa, e avergli medicato l'occhio.

"Ti amo e alla fine ti ho un po' perdonato. E so anche perché avevi una benda sull'occhio quella sera."

"Immagino che Merle ti abbia detto tutto, era stato un anno buio per me. Volevo sentirmi vivo, e per me in quel momento quello era il modo giusto."

"Quando vorrai mi racconterai tutto." Lo baciai. "Adesso vorrei solo fare l'amore è da troppo tempo, che non ti ho dentro di me, Negan."

"Sì, allora facciamolo piccola" mi sussurrò a fior di labbra con voce lasciva.

Andammo nella nostra stanza da letto, mi spogliai e mi coricai sul letto, attesi che anche lui fosse nudo a quel punto, mise la sua testa tra le mie gambe e iniziò a premermi dei piccoli baci nell’interno coscia e sul pene. Per poi risalire lungo il mio busto e arrivare alla mia bocca, la sua barba mi faceva il solletico, ma averlo di nuovo al mio fianco mi stava rendendo felice.

Angolo dell'autrice:
non sono scomparsa solo che sono diventata pigra xD
Ho inserito alla fine una scena dolce in cui di coccolano così da non lasciarvi all'immaginazione non sono così cattiva u.u

Grazie a chi continua a recensire, vi dico già che cambierò il rating in arancione perché nella prossima storia è presente una scena d'amore un po' più approfondita! :*
Fuji.

 

 

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Capitolo 6
*** Lo sconosciuto. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina :*

Note: Genere: slash Coppia:Rick/Negan Avvertenze: tematiche delicate.

 

Pioveva il cimitero era silenzioso, il funerale era finito da tempo, ma non riuscivo a spostarmi dalla sua tomba. Sulla croce c'era scritto Amy moglie amata e devota

L'avevo amata, come sempre la campagna inglese era fredda e umida. Tentai di alzarmi dal terreno fangoso.

Ma a un certo punto sentii un tocco sulla mia spalla.

"Mi scusi, sono qui in Inghilterra in vacanza, ho sentito piangere e sono venuto a vedere. Come sta?"

Alzai lo sguardo era un americano con la barba sale e pepe, avrà avuto sui cinquant'anni, i capelli neri e ricci e corti ed era vestito da motociclista.

"Lei era mia moglie. Ci eravamo appena sposati, sa ho solo ventinove anni…"

"Giovane, mi dispiace. Ma ehi amico, la vita va avanti!"

"Ma è difficile."

"È appena morta!"

Aveva ragione, mi alzai pensai che dovevo solo andare a casa. Forse non volevo tornare in quella casa da solo, così gli chiesi se voleva venire con me.

Arrivammo a casa mia, entrammo e lo lasciai nel salone, mentre io andai a farmi una doccia.

Per poi tornare dal mio ospite in accappatoio.

"Come ti chiami?"

"Negan e tu, occhi azzurri?"

"Io Rick."

"non vuoi stare da solo, Rick?"

"Già."

"Starò con te."

 

Non so come capitò, ma rimase a casa mia diversi giorni. Era già passata una settimana e non sembrava più disposto ad andarsene.

La mia casa era in mezzo alla campagna inglese, per arrivare al villaggio ci voleva almeno un’ora di viaggio.

Un giorno Negan cambiò improvvisamente atteggiamento con me. "Sei una cagna, penso che da oggi ti chiamerò così"

"Cosa? Non voglio essere chiamato così!"

"Immagino che ti dovrei insegnare le buone maniere."

All'improvviso mi arrivò uno schiaffo.

 

Da lì ebbe inizio il mio inferno: se non gli portavo rispetto mi picchiava.

Un giorno tentai di scappare, ma mi raggiunse per poi picchiarmi e lasciarmi legato nello scantinato.

Quando mi riportò su in casa, disse: "Lo sai Rick, in America sono stato in galera per alcuni omicidi, poi sono venuto qui per cambiare vita, ma tu ti sei messo sulla mia strada, eri un bocconcino troppo bello e troppo facile, e ora sei mio guardati, tutto mio."

Sprofondai a terra e piansi, volevo Amy mia moglie, volevo tornare indietro. "Ti prego lasciami andare non lo dirò a nessuno."

"Dimmi che sei mio."

"Sono tuo, ma ti prego non picchiarmi più."

"Sii bravo."

Una notte, mentre si prendeva il mio corpo ormai privo di anima, lo uccisi.

Mi alzai e mi andai a fare una doccia, per poi andare a fare colazione.

Finalmente ora mi sentivo di nuovo solo e al sicuro.



Angolo dell'autrice:
questa l'avevo scritta prima del coronavirus prima della quarantena, ma non mi sono sentita troppo bene diciamo che lo stress mi stava rovinando la vita, e ora sono in cura e sto decisamente meglio. Ma questa è l'ultima per questa raccolta perché ora che sto meglio ho voglia di tornare a scrivere sulla mia coppia preferita Thorin/Bilbo dello Hobbit in realtà tornerò con il mio genere preferito il non sense, era da un bel po' che non me ne venivano in mente e invece ora sono un fiume d'idee *^*
E quindi mi fa piacere di aver lasciato un mio segno anche su questo fandom grazie a chi a recensito e chi a solo letto! :*
Fuji.

 

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