Attraverso uno specchio rotto di _ A r i a (/viewuser.php?uid=856315)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Nocturnal creatures ***
Capitolo 2: *** #02. Salvami – dalla pioggia più insistente ***
Capitolo 3: *** #03. Winter – and I'm not there yet ***
Capitolo 4: *** #04. ῥοδοδάκτυλος ***
Capitolo 5: *** #05. Chasing Andromeda ***
Capitolo 6: *** #06. Vecchie abitudini ***
Capitolo 7: *** #07. Forgotten land ***
Capitolo 8: *** #08. Safe place ***
Capitolo 9: *** #09. Cullarsi nell'oblio ***
Capitolo 10: *** #10. Piece of peace ***
Capitolo 1 *** #01. Nocturnal creatures ***
Attraverso
uno specchio rotto
Parola: nyctophilia
Rating: verde
#01. Nocturnal
creatures
Una tazza di tè caldo stretta tra le
mani.
Yuuto è seduto sul davanzale della finestra, intento ad
osservare il paesaggio esterno. È notte fonda, il buio ha
inghiottito ogni angolo della città e, per quanto i lampioni
provino a rischiarare quelle tenebre, la loro luce non è
comunque mai sufficiente.
Di notte ogni cosa sembra migliore, almeno secondo Yuuto.
Più
lieve, in un certo senso. Il caos e i rumori del giorno non sono che un
ricordo lontano, e mentre ogni cosa viene avvolta da un manto
immacolato di silenzio, perfino i pensieri più angosciosi
sembrano alleggerirsi.
Yuuto ha sempre amato la notte, perché in essa trova
rifugio,
una coperta calda pronta ad avvolgerti il corpo ogni volta che ne hai
bisogno.
Il ragazzo si porta la tazza di tè alle labbra, proprio nel
momento in cui avverte dei passi alle sue spalle. Non ha bisogno di
domandarsi chi sia, dopotutto solo un’altra persona vive in
quella casa assieme a lui, l’unica che Yuuto potrebbe mai
desiderare di avere accanto.
Kageyama gli cinge la vita con un braccio, posando la testa sulla sua
spalla. Ha il timore di aver invaso un momento privato e solo di Yuuto,
tuttavia il ragazzo non lo allontana.
Così, restano insieme ad osservare le stelle, lacrime
d’argento di luna.
[215 parole]
▬ note
Nyctophilia:
l'amore per la notte e per le caratteristiche che a questa si
accompagnano, oscurità e silenzio. Il soggetto nictofilo
trova
conforto all'idea della notte e generalmente preferisce svolgere le
proprie attività durante le ore buie piuttosto che con la
luce
del giorno.
Sì, beh, se ve lo state chiedendo mi piacciono le sfide. E
il
fatto di dover restare rinchiusa in casa fino a data da destinarsi non
aiuta. Fortunatamente, però, ho trovato sul forum di Efp la
"Challenge delle parole intraducibili" di Soly Dea –
e, a proposito, ne approfitto per ringraziarla tanto –
e mi ci sono lanciata sopra. In svariate lingue ci sono delle parole, o
delle espressioni, che non hanno un corrispettivo nelle altre; per
esprimere quel concetto, di solito si utilizza una perifrasi, oppure la
parola straniera stessa. In ogni caso, mi sono letteralmente innamorata
della challenge, così ho iniziato a scrivere delle storie
partendo dalle parole proposte, utilizzando il loro significato a mo'
di prompt e, beh... il gioco è fatto. Ammetto che mi sto
divertendo da morire, e in questi giorni la scrittura è un
po'
diventata per me un appiglio per non impazzire. Vedi cosa succede ad
aver sottovalutato le challenge, ahah fino ad ora. errore
madornale, non lo commetterò mai più.
Una raccolta di flash, chi l'avrebbe mai detto. In realtà
è un esperimento che avevo già tentato un po' di
tempo,
ma era fallito miseramente... ops. Buone notizie: rispetto ad allora ho
molte più storie pronte, evviva! Comunque all'inizio ero
convinta che sarebbero state tutte os, quindi, uhm, mi sono sbagliata –
come al solito. Scrivere prima su carta amplifica la mia percezione di
parole scritte, mi sa.
Riguardo al titolo voglio dire una cosa: mi è venuto in
mente
pensando al fatto che, se fissiamo la nostra immagine riflessa
in
uno specchio
rotto, la vediamo tutta frammentata. Però... nonostante
tutto,
quelli siamo comunque noi, no? Ecco, questo concetto è
perfettamente applicabile a questa raccolta così come ai soliti noti
due personaggi che ho deciso di utilizzare: per quante peripezie ci
possano capitare nella vita, per quanto frammentati possiamo
apparire, restiamo in piedi, più o meno interi. Non ha molto
senso, mi sa.
molto meno
poeticamente, forse la verità è che non sapevo
che titolo mettere
no, in
realtà il
vero motivo è che i frammenti sono quelli dello specchio
così come le storie, brevi come frammenti, appunto, che
raccontano attimi di quotidianità
Il titolo della flash invece ce l'avevo molto
più chiaro:
nell'ultimo album dei Bastille c'è una canzone che
s'intitola
proprio così. Il ritornello della canzone dice "we're
noctural
creatures, we own the night" e mi è sembrata decisamente
appropriata vista la parola-prompt o forse sto di nuovo
solo improvvisando come per il titolo della raccolta
Sulla storia in realtà non credo che ci sia molto da dire:
ce
l'ho sempre visto bene Yuuto come amante del buio, e qui mi sono
limitata a fornirne un piccolo scorcio. E sì,
sarà una
raccolta solo su Kidou e Kageyama. Mannaggia a me.
Conto di aggiornare ogni settimana, finché l'ispirazione mi
sosterrà. Spero di farvi compagnia, in qualche modo, anche
se
dubito che a qualcuno possa interessare tutto ciò.
E niente, tornerò a rompervi le scatole presto, mi sa.
Aria
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Capitolo 2 *** #02. Salvami – dalla pioggia più insistente ***
Parola: petrichor
Rating: verde
#02.
Salvami – dalla pioggia più insistente
Sedersi
sotto un portico in legno, e ascoltare. La natura,
tutt’intorno,
sembra ruggire. Ci sono palme dalle fronde piegate e alberi dai fusti
altissimi, ma una cosa è certa: ciascuna pianta è
un’esplosione di vitalità, freschezza e verde.
Yuuto immagina perfino le piccole piante di felci, che crescono basse
sul suolo, mentre gocce sottili di pioggia scivolano giù
dalle
loro foglie.
Kageyama è seduto di fronte a lui. Hanno le schiene premute
ciascuno contro una colonna del portico, e le gambe distese in avanti
quasi si sfiorano l’una con l’altra. Yuuto lancia
un’occhiata furtiva al suo compagno di viaggio:
probabilmente,
quando Kageyama gli aveva proposto una vacanza in Sudamerica, non aveva
messo in conto la possibilità di rovesci improvvisi. Non
aveva
tutti i torti, in realtà: dopotutto, la stagione delle
piogge
era ancora lontana.
Peccato che, quel pomeriggio, un temporale inatteso si era abbattuto
sulla zona, causando la cancellazione dell’escursione nella
foresta che avevano in programma.
In realtà, Yuuto non era poi così dispiaciuto
dalla cosa:
da quanto gli era parso di capire, gli abitanti del luogo non vedevano
delle gocce di pioggia da mesi, e quello scroscio imprevisto era per
loro una vera e propria manna dal cielo, giunta a salvare i loro
raccolti dalla siccità.
Lui e Kageyama, in fin dei conti, hanno ancora altri giorni di tempo,
l’escursione può tranquillamente aspettare.
Inoltre,
restare al resort non era poi così spiacevole: immersi in
quella
natura, basta chiudere gli occhi e respirare a pieni polmoni che subito
profumi intensi iniziano ad arrivare. C’è quello
forte e
vibrante della vegetazione rigogliosa, e poi ce
n’è un
altro, più lieve ma tremendamente persistente: è
quello
della pioggia che, dopo tanti mesi, torna a bagnare il terreno arido.
Se si concentra a fondo, Yuuto riesce quasi a percepire quelle
microscopiche particelle di umidità, già
impregnate sulla
sua pelle, che hanno ormai invaso anche il suo sistema respiratorio.
È un esercizio interessante, in fin dei conti, quello di
concentrarsi sugli odori circostanti.
Yuuto apre gli occhi, e si allunga ad avvolgere la mano di Kageyama in
una stretta affettuosa.
[346 parole]
▬ note
Petrichor: il profumo della
pioggia sulla terra calda e asciutta.
Rieccomi
qui. Prima che me ne dimentichi: nello scorso angolo autrice mi sono
dimenticata di dire che la maggior parte delle storie di questa
raccolta sono cronologicamente da ambientarsi nel periodo temporale che
avevo spiegato nelle note di louder than bombs (riassumo: Yuuto ha
vent'anni, scopre che Kageyama è ancora vivo, i due decidono
di
andare a vivere assieme ma nascondendo la reale identità di
Kageyama alle autorità. Fine); ci saranno tuttavia anche
storie
missing moments tratte da alcuni momenti canon della serie, ma in quel
caso mi premurerò di specificarlo prima del testo.
Qui non ho molto da dire: Kageyama ha proposto a Kidou una vacanza in
sudamerica e non tutto è andato –
almeno apparentemente –
per il meglio. Ma, ehi, chi l'ha detto che le cose non possono avere un
risvolto positivo anche quando meno sembrerebbe?
E
sì, il titolo è spudoratamente riadattato da una
canzone della Michielin, rip.
Per oggi è tutto, ci vediamo la setttimana prossima e come
al solito grazie a chiunque leggerà.
Aria
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Capitolo 3 *** #03. Winter – and I'm not there yet ***
Parola: kogarashi
Rating: verde
#03.
Winter – and I'm not there yet
Camminare
per strada, in una fredda giornata di dicembre. La testa è
piena
di pensieri, così tanti che fai fatica a concentrarti su
ciascuno singolarmente.
Poi,
d’improvviso, arriva.
Una folata
di vento, più fredda delle altre, che porta a chiedersi se
non sia strato frutto della nostra immaginazione.
Yuuto
si ferma, voltandosi alle sue spalle: intorno a lui, il mondo continua
ad andare avanti, le persone indaffarate negli acquisti che gli sfilano
accanto, noncuranti.
Eppure
è certo di non essersela sognata.
Se
dovesse descriverla, direbbe di essere stato attraversato da dei
cristalli di ghiaccio; se gli chiedessero di attribuirgli un colore,
sarebbe di sicuro il bianco. Un sorriso spunta sul volto di Yuuto.
Forse quello che sta passando nella sua mente potrebbe sembrare un
pensiero sciocco, eppure adesso non riesce a smettere di considerare
quel soffio di vento come un messaggero dell’inverno.
Non
si era nemmeno accorto che l’inizio di quella stagione fosse
così imminente: nell’ultimo periodo era stato
completamente rapito dalla frenesia per i preparativi in vista del
Natale da non avere tempo per pensare a nient’altro. Quella
folata, però, gli aveva fatto tornare alla mente un mondo di
ricordi.
L’inverno
era una stagione meravigliosa: il tempo della cioccolata calda, con una
manciata di marshmallow a galleggiare sulla superficie di quel liquido
fumante così prezioso, era il momento ideale per avvolgersi
in
una morbida coperta di tweed e, accoccolati sul divano, dedicarsi a
qualche maratona di serie tv.
Erano
scenari dolci ed idilliaci, carichi di preziose memorie. Yuuto amava
tutte quelle attività, a cui era solito dedicarsi assieme a
Kageyama, ed era lieto che anche quest’anno quel periodo
fosse
finalmente giunto.
Yuuto
riprende a camminare, un sorriso carico di aspettativa che compare sul
suo volto.
L’inverno
è arrivato – ma tu dove sei?
[293 parole]
▬ note
Kogarashi: il primo soffio di
vento che annuncia l'inverno.
Senza
troppi giri di parole: oggi non ho molto da dire. Di tutta la raccolta,
fino ad ora questa è la storia che meno mi convince. Non so
perché, forse qualcuno penserà che i personaggi
siano
perfino ooc, non lo so. La verità è che in
settimana ho
avuto tanti dubbi, sul mio modo di scrivere, sulla ragion d'essere di
questa raccolta. Io voglio continuare a pubblicare, perché
in
generale l'idea di scrivere queste storie mi ha divertita tanto fin da
subito, e poi detesto l'idea di lasciare un lavoro a metà.
Forse
sono solo un po' giù di corda, non lo so.
Questa volta la flash in sé preferisco non commentarla per i
motivi a cui accennavo sopra. In compenso, per quanto riguarda il
titolo mi sono ispirata di nuovo ad una canzone e, come per la prima
storia, è un brano dei Bastille –
questa volta dall'album Wild world, Winter of our youth.
Giuro che non ci saranno altri titoli ispirati da canzoni, ahah.
L'unica cosa che potrei dire sulla flash, in realtà,
è
che la frase finale è ciò che mi convince di
meno, forse
perché trovo che stoni un po' con in resto del contesto
della
storia, però l'ho lasciata lo stesso perché
è una
reference al testo della canzone da cui deriva il titolo di questa
stessa flash. Sono strana, lo so.
E nulla, l'unica cosa che mi consola è che la prossima flash
è attualmente la mia preferita tra tutte quelle della
raccolta.
Tra l'altro, uhm, mi sa che per la prima volta da quando ho cominciato
a postare queste storie potrò finalmente togliere la parola
'verde' accanto all'indicazione sul rating a inizio capitolo. La cosa
mi elettrizza un po', lo ammetto ahah
Bene, direi che ci sentiamo come al solito la prossima settimana, come
sempre grazie a chi legge e segue questa raccolta.
Aria
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Capitolo 4 *** #04. ῥοδοδάκτυλος ***
Parola:
cafuné
Rating:
giallo
#04.
ῥοδοδάκτυλος
Yuuto non
aveva mai immaginato di poter provare così tanto piacere.
Da quando aveva incontrato Kageyama, invece, non aveva mai smesso di
sorprendersi. Ogni volta che credeva di aver raggiunto
l’apice, arrivava una nuova, travolgente sensazione.
Il ragazzo stringe voluttuosamente le lenzuola tra le dita, chiudendo
gli occhi mentre dalle labbra scivolano gemiti e preghiere in numero
sempre maggiore. Sopra di lui, Kageyama è unicamente
concentrato sul donargli quanto più piacere possibile. In
quel momento a Yuuto sembra ancor più forte del solito, il
capo chino e i muscoli tesi. Yuuto non riesce a fare a meno di trovarlo
bellissimo, e vorrebbe solo potergli dimostrare la gratitudine che in
quel momento prova per lui. Per questo allunga una mano verso
l’altro, incontrando ben presto la chioma bruna di Reiji.
Il ragazzo lascia scivolare le proprie dita tra quei capelli,
così morbidi e sottili. È un gesto dolcissimo,
che Yuuto prende a ripetere. Continuamente, con lentezza premurosa.
Kageyama, colto di sorpresa da quel movimento improvviso, solleva lo
sguardo. Ad osservarlo, ci sono gli occhi tenerissimi di Yuuto.
Sentimi. Sono qui. Ti
amo.
Yuuto spera che, come al solito, Kageyama riesca a percepire i suoi
pensieri.
È certo che sia così. E ne ha la certezza quando,
poco dopo, lo sente scendere sulle sue labbra, che bacia con una
passione totalizzante.
È suo, ne è certo.
[224 parole]
▬ note
Cafuné: accarezzare
la chioma della persona amata facendo scorrere le dita tra i capelli.
Da una
parte ho voglia di parlare. Dall'altra non so bene cosa dire. Non ho
idea di come gestire questa situazione, lo ammettto.
Prima di tutto parliamo del titolo. Le altre flash ce l'avevano subito
dopo averle finite di scrivere, per questa mi è venuto in
mente... venerdì, credo? Non lo so. Fortunatamente per la
prossima so già quale sarà, ma anche questo l'ho
scelto relativamente di recente.
Il significato fa riferimento all'epiteto omerico
ῥοδοδάκτυλος
Ἠώς – l'Aurora dalle dita rosee –, ma ho
lasciato solo "dita rosee" perché lo trovavo azzeccato in
riferimento al prompt e al suo significato non so più
cosa sto dicendo rip
O forse semplicemente non avevo idea di cosa mettere. Boh.
Cinque anni
di classico buttati così, ma d'altronde in greco ero una
capra
Comunque sì, come avevo anticipato questa è
probabilmente una delle flash che ho preferito scrivere, e immagino non
sia difficile immaginarne il motivo ( ͡° ͜ʖ ͡°) a parte
gli scherzi, mi piace il titolo, mi piace l'atmosfera, mi piace la
parola –
che conoscevo già da un po' di anni. Mi piace perfino il
colore che ho usato per il numero del capitolo e all'inizio di questo
mio angolo, lol.
E niente, fosse per me continuerei a parlare per delle ore, sento che
potrei delirare su questa flash all'infinito ma credo che mi
fermerò qui. Tra l'altro di solito pubblico ad un orario
diverso, lo so, ma ammetto di avere qualche problema di linea.
Spero che qualcuno apprezzi ancora queste mie storie
Aria
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Capitolo 5 *** #05. Chasing Andromeda ***
Parola: cheiro no
cangote
Rating: verde
#05.
Chasing Andromeda
Kidou Yuuto era perfetto.
Kageyama non si sarebbe mai stancato di osservarlo, quel corpo
statuario – per nulla possente, anzi, tutt’altro;
sembrava
piuttosto una porcellana rara e preziosa, da proteggere ad ogni costo
–, quella pelle così chiara e delicata.
E la cosa più straordinaria era che tutto ciò non
apparteneva a nessun altro.
Suo, solo suo.
Talvolta Kageyama faticava ancora a realizzare che tutta quella
perfezione fosse lì, per lui.
Chiunque stenterebbe a immaginare che lui, Kidou Yuuto,
così
perfetto, tra tutte le persone avesse scelto proprio Kageyama.
Sbagliato, rotto.
Yuuto poteva avere tutto. E invece aveva scelto lui, l’ex
Comandante della Teikoku Gakuen.
Quando lo aveva scoperto, a Kageyama era sembrato così
irreale, così incredibile.
Lo aveva amato a lungo, in segreto, per anni interi, ormai arreso al
pensiero che, per loro, non ci sarebbe potuto mai essere nessun altro
finale.
E invece adesso eccolo lì, disteso accanto a lui nel loro
letto.
Kageyama si perderebbe volentieri per delle ore ad osservare tutti i
dettagli di quel corpo che ormai conosce a memoria. Le labbra morbide e
sottili, i nei sulla spalla sinistra che sembrano essere disposti come
a voler formare la costellazione di Andromeda.
Solo suo.
Kageyama rotola tra le lenzuola, fino a raggiungere quel corpo diletto.
Lo sovrasta senza starci troppo a pensare, divorando con lo sguardo
quella vista a dir poco meravigliosa.
E poi eccola lì. La parte che più amava.
La testa di Yuuto è leggermente reclinata sul cuscino, a
lasciarlo ancora più esposto: il collo, candido e affusolato.
Reiji ci si china sopra lentamente, come a voler pregustare ancor di
più quel momento tanto atteso.
Subito il profumo della pelle di Yuuto lo investe, portando con
sé tutto ciò che per Kageyama significa: sa di
buono, di
dolce, di felicità.
Kageyama lascia che la punta del suo naso tracci le curve di quel collo
così perfetto, forse indegnamente.
Ogni centimetro di pelle che percorre è un brivido di
adrenalina pura che gli corre lungo la schiena.
Suo.
Kageyama solleva lo sguardo, e trova i meravigliosi occhi di Yuuto,
rossi e brillanti, intenti ad osservarlo.
Il ragazzo gli rivolge un sorriso dolcissimo.
Il sorriso più bello del mondo.
[364 parole]
▬ note
Cheiro no cangote: strofinare la
punta del naso sul collo della persona amata.
Aggiornamento super flash, oggi. Eh sì,
perché
questa settimana parteciperò alla writing week: una storia
al
giorno per sette giorni dal 27 aprile al 3 maggio. Fatico ancora a
pensare di essere riuscita ad approntare una long in così
poco
tempo, ma tant'è.
Alla fine dello scorso angolo autrice mi ero posta una domanda. A
giudicare dall'andamento della scorsa flash durante la settimana, credo
di essermi data una risposta.
Ad ogni modo, anche se questa era un'altra di quelle storie a cui
tenevo particolarmente, non importa. Andrò avanti con le
pubblicazioni perché le storie ci sono e perché,
per ora,
provo ancora piacere nel postarle.
Ci si risente prima di quanto possiate immaginare –
e no, non è una minaccia.
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Capitolo 6 *** #06. Vecchie abitudini ***
Parola:
ishin-denshin
Rating: verde
#06.
Vecchie abitudini
Era sempre stata una loro peculiarità.
Probabilmente erano riusciti a svilupparla passando così
tanto tempo insieme, fin da quando aveva solo sei anni.
A volte, tuttavia, a Yuuto capitava di pensare che quella loro
connessione avesse radici ben più profonde.
Prima di una riunione con la squadra, bastava uno sguardo per
comprendere quale strategia avrebbero dovuto comunicare; durante una
partita, se dietro le lenti scure i loro occhi
s’incrociavano, Yuuto sapeva perfettamente se avrebbero
dovuto cambiare ritmo di gioco o meno.
Di tanto in tanto, Yuuto finiva quasi per essere spaventato. La
sensazione di essere per Kageyama un libro aperto era
destabilizzante, faceva tremare e sparire la terra da sotto ai
suoi stessi piedi. Lui spesso faticava ancora ad interpretare
quell’uomo; Reiji, invece, sembrava conoscere ormai ogni suo
minimo dettaglio.
In fondo però andava bene anche così. Se
c’era qualcosa nel loro rapporto a cui Yuuto non avrebbe mai
rinunciato, infatti, erano proprio quelle conversazioni mute che solo
lui e Kageyama riuscivano a sostenere.
E Yuuto avrebbe continuato volentieri ad essere un libro aperto per
Kageyama, se questo significava che avrebbero potuto comunicare ancora
l’un con l’altro in quel modo.
[190 parole]
▬ note
Ishin-denshin: una comunicazione
intima, personale tra due individui che si capiscono a vicenda senza
bisogno di parlare.
basta bASTA B A S T A. Sono nove giorni che edito di
continuo, edito e pubblico, edito e pubblico, edito e pubblico. Dire
che io sia stanca sarebbe riduttivo, I'm tired af. Fortunatamente,
però, questo è l'ultimo sforzo, visto che poi mi prenderò tutta questa settimana per riposarmi dal recente
tour de force, tra raccolta e writing week.
Però a questa flash ci tenevo. È una delle poche
finora ad avere dei riferimenti al canon un po' più
espliciti: il fatto che questi due si capiscano con uno sguardo lo
conosciamo praticamente da sempre, e nell'episodio 104 diciamo che si
raggiunga il culmine di questa complicità, considerando che
ce li mostrano mentre intrattengono una vera e propria conversazione
senza parlare, bensì solo guardandosi negli occhi. Quanto li
amo, aiuto–
Bene, data
la mia stanchezza per oggi non vi tedio oltre. Ci si vede la prossima
settimana
p.s. il titolo non mi paice per niente ma non mi veniva in mente nulla
di più decente, rip. Poi magari un giorno, se dovessi pensare
a qualcosa di migliore, lo modificherò
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Capitolo 7 *** #07. Forgotten land ***
Parola: mono no
aware
Rating: verde
#07.
Forgotten land
Un vecchio lunapark abbandonato, nei pressi del molo di Okinawa.
Kageyama gli aveva raccontato di quel posto non molto tempo prima. Lo
avevano aperto quando Reiji era ancora giovane; così, per
curiosità, quel giorno avevano deciso di passare da
lì, ma lo avevano trovato tristemente deserto.
La nebbia mattutina sale dall’oceano poco distante,
conferendo al luogo un’aura ancor più spettrale.
Le attrazioni sono tutte visibilmente arrugginite, a partire dalla
ruota panoramica fino ad arrivare alle giostre ben più
piccole. L’ultimo giro doveva essere stato parecchio tempo
prima, per loro.
Yuuto è appoggiato al parapetto del molo e, da
lì, osserva l’acqua ondeggiare quietamente.
L’atmosfera cupa del lunapark lo fa riflettere. È
tutto così precario, in fin dei conti: un giorno le cose
sembrano risplendere di luce propria, quello successivo sono
abbandonate a loro stesse. È un pensiero disarmante, che lo
sconvolge forse più del dovuto. Mente a se stesso, tuttavia,
se dice di non averci mai pensato. È un concetto
straordinariamente applicabile alla vita privata, alla sua vita privata:
un giorno, che si augura essere il più lontano possibile,
Kageyama non ci sarà più. Immaginare una vita
senza di lui sembra follia, per Yuuto.
Eppure, quella è la realtà dei fatti, per quanto
orrenda che sia. Vorrebbe che ci fossero più primavere per
tutti, ma l’autunno arriva sempre, prima o poi –
proprio come era successo per quel lunapark.
Kageyama riappare attraverso le attrazioni, e Yuuto cerca di
rivolgergli un sorriso scacciando via la malinconia.
[245 parole]
▬ note
Mono no aware: la consapevolezza
della precarietà delle cose, una sorta di nostalgia e
sensibilità verso la natura transitoria della bellezza della
vita.
cercherò di essere breve. non è
esattamente un bel periodo, ieri ho avuto un crollo emotivo e oggi non
riuscivo nemmeno a trovare la forza di mettermi al pc e postare
l'aggiornamento settimanale di questa raccolta. l'ho fatto adesso, in
zona cesarini, e non vi nascondo che, nonostante tutto, continui ancora
a sentirmi estremamente spossata.
anyway. in realtà il concetto di precarietà
è forse uno dei pilastri in una relazione come quella del
tipo di Kidou e Kageyama, e per quanto abbia cercato di approfondirla
svariate volte nelle mie storie ho provato ad offrirne qui una prospettiva
differente.
scusate se non mi dilungo molto oggi, ma onestamente non ho la
più pallida idea di che cosa dire. tra l'altro questa flash
non mi fa neanche più di tanto impazzire, rip.
ieri ho
disinstallato twitter in seguito a un casino che è successo
e per quanto mi manchi e vorrei riscaricarlo già adesso mi
sono imposta di aspettare ancora qualche giorno, sigh
e niente, grazie a chiunque leggerà & see you next week
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Capitolo 8 *** #08. Safe place ***
Parola: cwtch
Rating: verde
#08.
Safe place
Le braccia di Kageyama erano incredibilmente confortevoli.
Yuuto non l’avrebbe mai immaginato.
L’aveva scoperto per caso, una sera. Era letteralmente
esausto e,
una volta giunto a casa, si era lasciato cadere sul divano con
pesantezza.
Kageyama era già lì. Quando Yuuto era entrato
aveva
continuato a fare disinteressatamente zapping da un canale
all’altro della tv ma, nel momento esatto in cui il corpo del
ragazzo aveva toccato il divano, aveva capito che qualcosa non andava.
Così, le sue braccia erano da subito scattate in avanti,
avvolgendo il corpo di Yuuto in maniera premurosa e permettendogli di
appoggiarsi al suo petto come rassicurazione.
Subito gli occhi di Yuuto si erano spalancati per la sorpresa: era
stato infatti invaso istantaneamente da una sensazione di benessere che
si era propagata lungo tutto il suo corpo, assieme a un calore
terribilmente piacevole. Allora si era affrettato ad abbassare le
palpebre e ad accoccolarsi ancor di più sul petto di Reiji,
godendosi quel momento, mentre un’espressione beata compariva
sul
suo volto.
Da allora, quella era diventata una specie di abitudine, per loro. Ogni
volta in cui ne avvertiva il bisogno, Yuuto sapeva che le braccia di
Kageyama sarebbero state lì, pronte a rassicurarlo. Il suo
posto
sicuro nel mondo.
E Yuuto non avrebbe potuto desiderarne uno migliore, davvero.
[213 parole]
▬ note
Cwtch:
non un semplice abbraccio, non un abbraccio qualsiasi, ma un abbraccio
affettuoso che diventa un luogo sicuro, quel luogo in cui ci sentiamo
veramente a casa, tra le braccia della persona amata.
quando ho iniziato questa raccolta pensavo che mi sarei
limitata
a postare le storie nell'ordine in cui le avevo scritte, senza farmi
troppi problemi. invece no, plot
twist:
avendo scritto due storie dalle tematiche simili ho deciso di
distanziarle, per paura di risultare monotona. così, ecco
che
una delle due ve la beccate oggi, prima di quando fosse inizialmente
prevista sulla mia immaginaria
tabella di marcia. yay,
I guess...?
altra buona notizia: sto andando avanti con la raccolta.
negli
ultimi giorni ho scritto due storie nuove, per cui ormai è
ufficiale, supereremo quota dieci **
per oggi non ho altro da dire, per cui vi do come al solito
appuntamento alla prossima settimana
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Capitolo 9 *** #09. Cullarsi nell'oblio ***
Parola: won
Rating: verde
#09.
Cullarsi nell'oblio
Kageyama Reiji
è morto.
Yuuto ricorda ancora la prima volta in cui ha sentito quelle parole.
Una stilettata al petto avrebbe fatto meno male.
Era stato difficile da accettare. Yuuto aveva cercato di ricacciare per
quanto più tempo possibile quel momento, e
all’inizio era stato facile, perché il Football
Frontier International l’aveva tenuto occupato corpo e anima.
Una volta tornato a casa, tuttavia, era stato difficile raccontare
menzogne nel silenzio delle pareti della sua camera da letto.
Si sentiva un malato, o forse un folle, perché ricercava
Kageyama in ogni gesto della gente, in un odore percepito per strada,
in una parola pronunciata senza darci troppo peso.
Chiaramente, e di questo Yuuto ne era ben conscio, Kageyama non era mai
pienamente presente in nessuna di quelle situazioni, però a
Yuuto tanto bastava.
Non riusciva a darsi per vinto. Non riusciva ad immaginare di poter
vivere in un mondo in cui lui non fosse compreso.
Si aspettava di vederlo comparire da un momento all’altro
lì, sulla soglia della sua camera, con il solito ghigno di
scherno, come se gli volesse dire “davvero hai creduto che
fossi morto, ragazzo?”
In fondo, cullarsi in quell’illusione era meno doloroso che
arrendersi alla realtà dei fatti, almeno finché
non si rendeva conto di quale fosse quest’ultima.
E poi, chi mai avrebbe potuto dire che quell’illusione un
giorno non si sarebbe tramutata in realtà?
[228 parole]
▬ note
Won:
la difficoltà di una persona nel rinunciare a un'illusione
per guardare in faccia la realtà.
okay, lo ammetto: il ritorno di agust d mi ha provata
più di quanto possa ammettere.
aehm. salve. questa settimana ho qualche buon motivo per essere
felice? sì: sono circondata dal verde, ho della
nuova e meravigliosa musica da ascoltare. ah, e sto pubblicando una
storia piena di angst!
tra l'altro credo che finora non avesse toccato i lidi soleggiati e fin
troppo fluffosi di questa raccolta, ma ehi, è pur sempre il
mio genere preferito, nonché uno di quelli che meglio si
addice a questi due pg, per cui era solo questione di tempo prima che arrivasse
anche qui.
per di più, si tratta di un missing moment post
terza serie. sì, è un'altra new entry.
sarò in vena di novità, oggi.
il momento della separazione nella loro relazione è quasi un
appuntamento fisso, ma dopo il FFI sembra più inevitabile
che mai. non riesco a concepire che Yuuto non ne abbia mai sofferto,
nemmeno da solo, in silenzio e nel buio della sua camera,
perciò yup,
here we are. durante il FFI non c'è stato molto
tempo materiale per riflettere, per elaborare il lutto. e dopo? quando la
frenesia lascia tempo e spazio alle riflessioni, ecco che certi
pensieri tornano a galla con prepotenza, come se t'inseguissero, e in
un attimo ti sommergono, si fanno asfissianti. questo prompt calza
stranamente a pennello, già.
la frase finale è l'illusione di Yuuto, ma al tempo stesso
anche una piccola anticipazione di galaxy – anche se
chiaramente Kidou non può sapere niente di ciò
che gli accadrà tra dieci anni ma noi sì,
e infatti ci fantastichiamo sopra proprio per questo, lol.
per oggi ho detto tutto, anzi scusate se mi sono dilungata
più del solito― ci si vede la prossima settimana, quando
finalmente entreremo in doppia cifra con i capitoli, ma vi lascio con
un'ultima confessione: trovare colori nuovi per ogni flash sta
diventando sempre più arduo ^^
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Capitolo 10 *** #10. Piece of peace ***
Parola: gigil
Rating: verde
#10. Piece of peace
A volte Kageyama faticava a trattenersi.
«Yuuto…»
«Wah!»
Tardi, troppo tardi aveva scoperto quanto fosse piacevole stringere il
corpo di Yuuto tra le braccia. Per anni se ne era privato, ritenendo di
dover essere per lui solo la figura del Comandante austero. Adesso che
s’erano finalmente ritrovati, tuttavia, poteva prendersi
quelle libertà a cui tanto a lungo aveva rinunciato.
A quanto pareva, anche Yuuto amava quegli abbracci. Dopo un iniziale
momento di confusione sorrideva, chiudeva gli occhi e si accoccolava
tra le braccia di Reiji. Arrivavano d’improvviso e quando
erano da soli, eppure ogni volta Yuuto era sempre lì, pronto
a lasciarsi cullare dalla vicinanza di Kageyama.
Il calore che il corpo del ragazzo, così vicino al suo,
riusciva ad infondergli era imparagonabile. E, per quanto ormai Reiji
avesse iniziato a sospettare che a Yuuto fosse ormai chiaro il motivo
di quella frequente ricerca d’attenzioni, non era poi
così preoccupato.
Yuuto aveva strofinato il volto contro il suo petto. Nessuno dei due
sembrava voler perdersi altri momenti come quello, ed entrambi avevano
tutte le intenzioni di recuperare il tempo perduto.
«Mi sei mancato, Kageyama.»
«Anche tu, Kidou-kun.»
[187 parole]
▬ note
Gigil: l'impulso irresistibile
di pizzicare o stringere qualcuno a cui si vuole bene.
oggi sono fusa. sto pubblicando questa flash
più tardi del solito, lo so, ma sono appena tornata a casa,
abbiate pietà di me.
e siamo finalmente arrivati al capitolo dieci di questa raccolta, yee
*suona trombetta* probabilmente dopo oggi mi prenderò una
pausa dalla raccolta, e tra poco vi spiego anche perché.
questa è la famosa flash incriminata, quella che, se
pubblicata troppo vicina alla otto, avevo paura risultasse ridondante,
considerato il tema simile. ve la beccate oggi anche se ero convinta
sarebbe stata nel capitolo dodici perché ho appena scoperto
di non essere ancora arrivata a dodici capitoli-- ve l'ho detto che
oggi non ci sto con la testa, rip.
comunque, visto che in realtà per la storia di oggi non ho altro da dire, potrei
passare a rivelarvi le big
news che sono accadute negli ultimi giorni e che saranno
uno dei motivi per cui durante l'estate metterò questa
raccolta in pausa oltre
alla già citata scarsità di nuove flash da postare,
but... sono
sadica e non lo farò ~ vi basti sapere che è un
progetto a cui lavoro da molto tempo e che non sarà del
tutto una novità...
e nulla, per oggi ho detto tutto, forse anche troppo. non so quando ci
rivedremo ma spero comunque che la storia vi sia piaciuta
a presto
Aria
p.s.:
chissà se il rosso l'avevo già usato in qualche
altro capitolo...
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