Racconti primaverili di vita sul fiume.

di Fujiko91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Madama luna. ***
Capitolo 2: *** Il drago Dufal. ***
Capitolo 3: *** L'amore tra un folletto e una fata. ***
Capitolo 4: *** Un pomeriggio sul fiume. ***
Capitolo 5: *** Il Whiteshire ***



Capitolo 1
*** Madama luna. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la sua correzione dei piccoli errori! :*
 

Il fiume sottostante stava riflettendo la sua immagine.

La dama luna, non poteva fare a meno di osservarsi, le piaceva davvero molto.

Con i suoi lunghi capelli argentei e il suo lungo abito cristallino. Se ne stava seduta su di uno spicchio di luna. La coda finale del suo abito da lontano pareva una cascata, illuminava il viaggio ai barcaioli che viaggiavano lungo il Tamigi, il fiume che attraversa la campagna londinese.

Sulle sue coste invece nei canneti illumina la vita delle anatre e dei cigni. Le rane e i rospi con il loro gracchiare la salutano calorosamente.

Lei affettuosamente alza la sua delicata manina e li saluta tutti quanti.

Mentre il suo sguardo si sposta sulle piccole palafitte degli gnomi, che con i loro amici i topi d'acqua si stanno godendo una magnifica pesca notturna alla luce della luna.

"Buonasera, Madama Luna."

"Buonasera a te, signor gnomo."

"Non penso di aver mai veduto una tale bellezza."

"Grazie" rispose timidamente la dama.

La canna si mosse un pesce venne tirato su. Per poi venir liberato.

"Non mangiamo pesci, è solo per passare il tempo."

"Grazie e una buona serata" disse il signor luccio.

Che con due salti scomparve nelle profondità del fiume.

In quel momento sulla luna giunse una fata. "Ciao Madama, come stai?"

"Io bene, e tu mia fata?"

"La primavera è alle porte, mi sto rassicurando che ogni fiore sia stato fatto sbocciare e tutti gli uccellini abbiano i loro nidi belli pronti per ospitare i nuovi nati."

"Fai bene."

Appena lei volò via, la dama si guardò attorno, c'era un cigno solitario nel centro del laghetto.

"Cos'hai?"

"Sono triste, non trovo una compagna."

"Ne arriveranno altre, non temere."

"Lei Madama ha mai sofferto di solitudine?"

"Ahimè, mi sono innamorata del Sole, ma sono stata una sciocca."

"Perché?"

"Perché lui è diurno, invece io sono notturna era un amore impossibile, ma ora sono fidanzata."

"Con chi?"

"Con colui che porta la notte, con il buio."

"E lui è un bell’uomo?"

"Sì vero, caro?"

In quel momento fece il suo ingresso in uomo con lunghi capelli neri, abiti neri e un cilindro del medesimo colore, tirò fuori un piccolo orologio da taschino: "Mia cara è ora di andare e lasciare il cielo al sole."

"Che peccato, ci vediamo domani sera mio nuovo amico" e salutò il cigno il quale le fece un inchino elegante.

Madama Luna se ne andò, scomparendo man mano che Messer Sole faceva il suo ingresso trionfale. Nel frattempo le rane e i rospi scomparivano nello stagno, mentre le anatre andavano a nuotare, gli gnomi andavano nei campi a coltivare, i topi ragno tornavano nelle loro tane e le fate erano scomparse sarebbero tornate la sera la Madama era più simpatica e poi quando c'è la luna c'erano meno pericoli.


Angolo dell'autrice:
ovviamente è arrivata la primavera ed io dovevo proprio scrivere una raccolta fantasy usando questo tema, ma ho voluto descrivere anche la vita lungo il fiume.
La luna mi è sempre piaciuta molto! *-*
Spero che le mie idee vi piacciano. Fatemi sapere con le vostre recensioni! Grazie! :*
Aggiornerò settimanalmente è una raccolta breve e ho già scritto tutte le storie! u.u
A presto!
Fuji.

 

 

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Capitolo 2
*** Il drago Dufal. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*

Note: mi sono accorta che questa forse è più una  flashfic :3

 

Dufal era un drago bianco. Da giovane aveva combattuto lunghe battaglie. 

Ora vive lungo le rive di un enorme lago di acqua salmastra, all'interno di una foresta di pioppi bianchi i quali nascono nell'acqua.

Dufal se ne sta tutto il giorno lì a osservare il lago e la vita che c'è intorno a esso.

Come un via vai di fate che se ne stanno lì a nuotare o a giocare con le ninfee.

Gli gnomi di fiume sono esseri fastidiosi in quanto passano le loro giornate a pescare e non sono lavoratori come i loro cugini di terra.

Il drago vorrebbe potersi avvicinare, ma la sua stazza non glielo permette.

Quindi opta di stare a distanza nel pioppeto bianco.

Un giorno come tanti incontra una ninfa dello stagno, una ragazza alta e con la pelle verde acqua e i capelli fatti di alghe. Gli occhi verde smeraldo si guardano per intero minuti in silenzio Dufal decide improvvisamente di parlare: "Come ti chiami?"

"Mi chiamo Ceto che significa creatura delle acque."

"È un bel nome"

"Dimmi drago, tu invece hai un nome?"

"Sì mi chiamo Dufal".

"È un bel nome, ma non mi spiego perché sei qui Dufal?"

Il drago all'improvviso divenne triste, nessuno mai gli aveva chiesto il motivo per cui fosse lì. Ora quella ninfa glielo stava chiedendo con così tanta dolcezza.

"Mi trovo qui perché quello stagno è la tomba del mio cavaliere." 

"Capisco, m’immergerò e recupererò un suo oggetto per te."

Ceto scomparve nelle acque salmastre dello stagno per poi ricomparire dopo un bel po' di tempo.

Con in mano una collana. "Questa è del tuo cavaliere, ora che hai un suo ricordo puoi fare ritorno al mondo dei draghi." Gliela mise al collo.

Dufal guardava la ninfa e con la zampa si toccava la collana che gli era stata messa al collo. 

Con il pensiero ripercorse la sua vita accanto a sir Greysteel, un alto e valoroso cavaliere con cui aveva solcato i cieli, combattuto battaglie e vinto guerre.

E ora poteva finalmente dirgli addio, si tolse una squama e la porse a Ceto: "Mettila sul suo corpo, così che sappia quanto gli voglio bene."

La ninfa lo fece, a quel punto il drago poté rialzarsi in volo. "ciao Ceto."

"Arrivederci Dufal."

Il drago partì e dopo aver attraversato diverse leghe finalmente arrivò nella terra dei draghi. E poté riabbracciare la sua famiglia.


Angolo autrice:
come poteva mancare una storia con un drago? Non poetava mancare, anche se è la prima volta che inserisco uno in una mia raccolta fantasy , so già che a qualcuno piacerà! *w*
I nomi Ceto e Dufal provengono dalla fantasia celtica il primo è davvero un nome di Ninfa e il secondo è un nome per draghi fantasy! Cerco sempre di usare nomi con dei significati in questo caso solo Ceto ha per davvero il significato che spiega la ninfa al drago! u.u
Grazie a chi recensirà! :*
Fuji.

 

 

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Capitolo 3
*** L'amore tra un folletto e una fata. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*
 

La città di Riverland si ergeva dal fiume verso il cielo.

Le sue case erano fatte di legno, con rifiniture in metallo che fungevano da decorazioni.

In più avevano grandi finestre in vetro smerigliato di color verde.

A Riverland vivevano gnomi, banshee, fate, elfi e nani.

I nani tengono tutte le forge della città, gli elfi tengono varie botteghe mediche, gli gnomi basano le loro vite sulla pesca e i pub. 

Le banshee invece hanno le loro botteghe in cui vendono i prodotti magici per l'intera città.

Tutti loro sono il cuore pulsante di Riverland.

 

Per Brida, una fata, quella mattina di fine Marzo non era come tutte le altre.

Si alzò di buon’ora, con nelle narici un buon profumo di sciroppo di rose e una torta al cioccolato.

"Ben svegliata, mia cara" le disse sua madre.

Brida si sedette su una delle sedie in legno, al tavolino sempre in legno e si servì prendendo una fetta di torta e un bicchiere di sciroppo di rose.

Mangiò in fretta perché doveva andare a scuola.

Ma mentre ci andava, doveva fare una cosa.

Appena ebbe finito, tornò in camera sua e indossò un abito ricavato dai petali d'una margherita intrecciati tra loro.

Sì specchiò e si sistemò i capelli, facendosi due treccine in cui sistemò dei fiorellini.

Infine mise un paio di scarpette ricavate da due foglie di trifoglio.

Prese la cartella e prima di uscire di casa, salutò la madre.

Volò fino alla piazza posta in cima alla città, uno dei pochi posti in cui arrivava il sole.

E lì ad attenderla c'era Aurion un magnifico folletto con i suoi abiti di colore scarlatto con berrettino verde a sonagli e le scarpe di cristallo.

Gli atterrò davanti. "Ciao, come stai?"

"Ciao Brida, mi hai dato appuntamento qui. Che cosa volevi?"

La Fata si sentiva troppo presa da quei pochi riccioli d'oro che fuoriuscivano dal suo berrettino, e nascondevano un po' le sue orecchie a punta.

"Volevo dirti che…" Brida si sentì improvvisamente imbarazzata, ma con tutto il coraggio che aveva urlò "mi piaci."

Il folletto si mise a danzare dalla felicità 

"Nessuna fata mi aveva detto mai una cosa simile e cosa ti piace di me?"

Brida pensò che dirgli che le piacevano i suoi capelli biondi o i suoi occhi azzurri le sembrarono cose stupide.

Quindi disse: "Mi piace come balli con noi fate sotto la luce della luna, come sai suonare il tuo flauto. Apprezzo il tuo carattere sia la parte scherzosa che quella seria. Mi hai liberata da quell’umano." 

Aurion improvvisamente si ricordò di quel giorno, quando quel bambino imprigionò Brida in quel vaso di vetro e si sentì male.

Scacciò via il pensiero e disse: "Va bene, da oggi sarai la mia compagna."

Brida si sentì la fata più felice del mondo, tanto che volò accanto al folletto e timidamente lo baciò.

Angolo dell'autrice:
credevo che i maschi delle fate esistessero, perché in Pollicina c'è un maschio fata... e invece non esistono! Quindi ho letto su di un sito fantasy, che i folletti sono i maschi delle fate. O comunque gli si avvicinano parecchio come altezza, quindi ecco che ho scritto la storia! E' leggera, ma infondo la primavera porta con se anche l'amore! *w*
Spero che vi piaccia! Fatemelo sapere, ringrazio chi ha recensito! E recensirà in futuro! :*
A presto! Fuji.

 

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Capitolo 4
*** Un pomeriggio sul fiume. ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la correzione dei piccoli errori! :*
 




Me ne stavo seduta sulle rive del fiume ascoltando Thomas che mi stava leggendo una poesia sui gatti.

Ma a un tratto il mio sguardo si spostò e si posò su un gatto bianco, con il pelo lungo e sulla testa una foglia con sopra una piccola ranocchia.

Mi alzai e pian piano mi avvicinai, quando all'improvviso il gatto si spostò e una voce disse: "Signorina, non lo tocchi, sta portando il malato a casa mia."

Abbassai lo sguardo e ai miei piedi vidi uno gnomo vestito con una giacchetta blu, un paio di pantaloni rossi, scarponcini in pelle. E un cappellino a punta, con una barba bianca che lo faceva apparire anziano.

"Tu chi sei?"

"Sono lo gnomo, medico del fiume. Lui è il mio assistente e quello è una giovane rana ferita."

Annuii, avrei voluto accompagnarli ma sapevo che non potevo, quindi li salutai.

Tornai da Thomas, il quale ora stava leggendo una poesia diversa.

Il mio sguardo fu attirato in un punto tra il canneto mi ci avvicinai e vidi un rospo o meglio dire un signor rospo.

"Buongiorno" gli dissi.

"Chi osa farmi scappare il mio luccio?"

"Le chiedo scusa."

"Perbacco non si può più neppure pescare in pace."

Il rospo fece su tutta la sua roba si sistemò il panciotto e saltò lontano in un altro canneto.

Stavo di nuovo tornando da Thomas, quando vidi una rana vestita con un costume a righe bianche e rosse, su un baccello di piselli a remare e uno zoccolo usato da barca in cui c'erano diversi topini e topine di fiume intenti a mangiare un’ottima merenda a base di crostatine grosse come dei tappi di bottiglia, alcuni piattini, posate e tazzine che parevano quelle delle case delle mie bambole.

"Signori, cosa state facendo?” chiesi con curiosità.

"Stiamo facendo una piccola merenda, signorina" e tornarono ai loro festeggiamenti.

Tornai a sedermi sull'erba accanto a Thomas, il quale appena ebbe finito di leggere guardò il suo orologio da tasca. "Ma è l'ora del tè" esclamò.

E rientrammo in casa.


Angolo dell'autrice:
eccomi qui con la penultima storia di questa breve raccolta! Perché nel frattempo sto scrivendo una raccolta fantasy per pasqua usando la strega Lucinda, il gatto Salem e il corvo Ginger, per un'avventura breve e pasquale! :3

Ringrazio chi ha recensito tutte le storie! A presto e alla prossima storia! :*
Fuji.

 

 

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Capitolo 5
*** Il Whiteshire ***


Betato: ringrazio Ciuffettina per la sua correzione dei piccoli errori! :*

 

Nella terra magica di Whiteshire è composta da un pioppeto bianco, da un fiume e papaveri.

In questa terra vive un magnifico unicorno bianco fornito di una bella criniera con dei bellissimi boccoli bianchi e un corno lungo di un bianco perlato.

Che controlla che la valle sia sicura e che nessun essere umano vi penetri.

È una sera illuminata da una bellissima luna piena che rende la valle ancora più di un bianco incantato. Persino il fiume appare bianco e sulle sue rive l'unicorno sta vegliando su un cerbiatto che sta dormendo accanto a lui, davanti a lui invece c'è un lupo grigio e un coniglio.

Dopo un po' il lupo si sveglia si sgranchisce. "Ho fame e guarda un po' c'è proprio un bel coniglio qui."

"Non puoi, lupo" disse l’unicorno.

"Perché mai? Sono carnivoro."

"Il coniglio non è ciò che sembra."

Allora il lupo si avvicinò meglio e nel fiume vide una fata, anche se lì davanti a lui c'era un coniglio.

Non ci voleva credere, eppure pareva proprio che fosse stato sfortunato.

Così decise di andare a cacciare altrove.

Appena il lupo scomparve, il cerbiatto disse flebilmente: "Non sei stato onesto."

"Che cosa intendi dire?"

" Hai manipolato l'acqua. Ma ti posso assicurare che quello è un vero coniglio."

"L'avrei fatto anche per salvare te dal lupo" disse semplicemente l'unicorno.

 

Poco più lontano nel bel mezzo del pioppeto bianco, c'era un piccolo castello e al suo interno le fate e i folletti stavano dando una bellissima festa. I folletti suonavano i loro flauti e le fate ballavano.

Tra loro Brida e Aurion  danzano lentamente, tenendosi stretti con amore.

Intorno a loro c'erano anche gnomi, rane e altri animali del fiume con ogni cibo dolce come torte e frutta caramellata tutto minuziosamente piccolo come in una casa di bambole, persino la melassa viene servita in dei piccoli bicchieri grandi quanto un’unghia.

La dama luna invece nel cielo ascolta quella melodia accanto al suo amato il cielo notturno.

Più in là sulle sponde di uno stagno c'è una ninfa di nome Ceto e accanto a lei a parlare un drago bianco di nome Dufal appena tornato a trovarla come promesso mesi prima.

In quella terra lontana sono tutti felici almeno per quella notte.


Angolo dell'autrice:
ed eccoci arrivati alla fine di questa piccola avventura! Ho già scritto anche la piccola raccolta di storie pasquali, che poi pian piano prenderò a pubblicare! Ringrazio chi ha recensito tutti i racconti grazie di cuore!  :*
Ringrazio:
ThorinOakenshield per averla inserita tra le seguite!E per averle recensite :*
Ghil per aver recensito tutte le storie! :*
Alessandroago_94 per aver recensito grazie per essere passato! :*
Fuji.

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