Coscienza di un idiota

di cleofex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lascia prima di essere lasciato ***
Capitolo 2: *** Non si può ***



Capitolo 1
*** Lascia prima di essere lasciato ***


“Ciò che è destinato
A te
troverà il modo di raggiungerti”
Hester Browne
 
 
 
Chiara mi guardava con i suoi occhi chiari, come avrei mai trovato il coraggio di dirglielo? Speravo si invaghisse di qualcuno, pregavo perché mi lasciasse. Sono un vigliacco e probabilmente lo sono sempre stato. Avremmo dovuto parlare di matrimonio probabilmente, quasi dieci anni insieme altrimenti che significa? Meglio una convivenza? Ok ma a me non andava nemmeno quella. E nemmeno a lei per la verità e lo sapeva.
La guardavo di nascosto mentre pensava tormentata al suo futuro, lei che aveva studiato tanto ed ora aspettava solo di trovare il suo trampolino di lancio. Riusciva a guardare oltre, non era mai nel presente, ogni sua azione, ogni suo pensiero era rivolto al suo futuro e solo dopo ci aggiungeva il mio, quello insieme.

E’ chiaro, no? Non aveva radici, la sua testa era in grado di formulare progetti geniali ovunque e io? Quale ruolo avevo? Vigliacco ed egoista direi. Come quella sera in cui, colta da una delle sue tante crisi dovuta alla mancanza di lavoro, non seppi dirle niente.
Nulla.
Anzi, ero contento che la mia vita lavorativa stesse procedendo a gonfie vele, al contrario della sua. Io che, se non fosse stato per una grandissima raccomandazione in tanti bei soldini dei miei, starei nella sua situazione. Ne sono consapevole ma non voglio pensarci, non è colpa mia se sono stato fortunato, no? E poi, dovevate vederla, ovunque la portassi tutti mi invidiavano: bella, simpatica, intelligente, dolce. I miei amici la guardavano, li vedevo. Una volta la portai ad un party dove c’erano anche i miei colleghi, su sette, almeno cinque di loro ci avrebbero provato volentieri ma era troppo fedele e innamorata per accorgersene. Persino i miei parenti si chiedevano cosa ci facesse con me che invece ero sempre stato silenzioso, taciturno, egoista, paziente e si, me lo concedo intelligente e muscoloso, un raro connubio, no? La verità è che al di fuori tutti ci invidiavano, sembravamo perfetti da soli e complementari insieme. Lei energia pura, travolgente, passionale, io molto razionale, freddo…la amavo e la odiavo, questo è il problema.

E ancora oggi, se ci penso, non ne vengo a capo. Perché? Come ci sono arrivato fin qui?

Mia madre mi aveva supplicato di ripensarci, diceva che era capitato anche a mio padre di voler prendere numerose pause da lei eppure erano ancora insieme. Ma io ero stanco di sentirmi così. Al centro e al margine dei suoi pensieri. Com’era il detto? “lascia prima di essere lasciato e non soffrirai” e così feci. E me ne vergogno. Tutti non facevano che chiedermi di lei, inizialmente non rispondevo, poi trovai la scusa “non andavamo d’accordo”. Mi facevo schifo da solo. L’ho vista soffrire, l’ho fatta soffrire ed ero felice. E cosa andavo a dire? Che non andavamo d’accordo…ognuno fa quel che può, dopotutto.

Ci aveva provato a convincermi, a farmi ragionare come direbbe mia madre, si arrese colpita nell’orgoglio dopo una settimana circa.  Sparì, non seppi nulla di lei. Non eravamo mai stati abbastanza social, pubblicava poco e niente. Non aveva nemmeno provato a contattare gli amici che avevamo in comune per sfogarsi, nulla. Forse sarei stato felice se si fosse comportata come una ex di un mio amico che ci aveva ossessionato per tutta l’estate sperando che lui capisse o si ingelosisse vedendola con noi, e invece…ma lei era diversa, lo è sempre stata, cosa mi aspettavo? Si, mi aspettavo che scuotesse il mondo per me che l’avevo lasciata senza spiegazione. Per me che l’avevo fatta soffrire, eccome se le avevo fatto male. Il primo mese ci sono stato male in realtà, non sapevo con chi uscire, dove andare, con chi parlare. Dopotutto lei sapeva tutto, potevo parlarle senza omettere informazioni.

Bugiardo.

Non le avevo detto che mi sentivo con un’altra ma lei lo aveva capito perché per qualche strano motivo era sempre in grado di capirmi.
 

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Capitolo 2
*** Non si può ***


“..chi ha la notte dentro
Ha bisogno solo
 delle stelle”
 
 
 
Chiara aveva occhi solo per me ed io lo sapevo perché anche quando mi distraevo dalla mia vita, dalle mie cose, c’era lei a ricordarmi cosa avrei potuto fare.
Non sono mai stato un tipo allegro, sempre pessimista con zero capacità di comunicazione, non perdo mai l’occasione per lamentarmi, di tutto, di ogni cosa e non mi importa se c’è chi sta peggio.

Come quando comprai una reflex e Chiara sapeva che mi sarei subito annoiato se non avessi avuto una sfida, un obiettivo nuovo, cercò per me associazioni, gare fotografiche e mi regalò l’obiettivo che volevo. Nel senso che andammo da Euronics, io scelsi e lei pagò. Come quando sapevamo che avevo superato le selezioni, consapevoli della grossa raccomandazione, lei decise comunque di regalarmi un rasoio elettrico che pagò con i soldi della sua borsa di studio. Non saprei dire se fosse la migliore del suo corso ma sicuramente è una meravigliosa stratega, ricerca, si informa, valuta e va dritta al punto. E la cosa che mi fa ridere è che nemmeno quando ho iniziato a lavorare le ho mai fatto regali al di fuori delle classiche “festività”, mai. Anche perché non sapevo mai cosa regalarle, temevo di sbagliare e fare la figura del cretino.

Quando le chiesi cosa volesse della sua laurea mi rispose un viaggio. Un mio collega mi prendeva in giro, diceva che la mia tirchiagine era la peggiore che potesse capitare ad una come lei. Si perché dicendomi viaggio diventava automaticamente altruista, il regalo che voleva era un viaggio con me. Solo io e lei. Voleva me. Io che il viaggio glielo regalai volentieri ma feci pagare il resto tutto a lei: escursioni, souvenirs per i suoi e miei parenti…ah! E quando si avvicinava il compleanno dei miei o delle mie sorelle era già lì che mi stressava con idee per possibili regali/sorprese/torte e che dire, ci azzeccava sempre ed io facevo la mia bella figura.

Questo forse avrebbe potuto farla riflettere sul mio atteggiamento di merda ma era profondamente accecata da quello che vedeva in me e dai suoi ideali di parità dei generi che non si accorgeva di quanto fossimo sbagliati.

Dopo settimane in cui seppi solo che era partita per raggiungere suo fratello a Parma, la incontrai per caso. I suoi amici avevano appena piazzato un ombrellone dietro il mio. Eravamo vicinissimi e avrebbe anche potuto vedere la mia faccia incuriosita quando ho realizzato di non avere la minima idea di chi fossero le persone con lei. Quattro ragazzi e sei ragazze, tra queste lei e la sua migliore amica. Lei comunque non dava mai importanza a chi o cosa c’era intorno, era distratta ma aveva anche un gran voglia di farsi esclusivamente gli affari suoi. Motivo per cui litigare con lei era davvero molto difficile perché aveva una pazienza ed una calma disarmante. Litigava solo se c’era un reale motivo, se cercavi scuse se ne accorgeva e ti rideva in faccia.

Ma chi erano quei ragazzi?

 Lei comunque la trovai dimagrita, forse stava anche meglio rispetto a qualche mese fa, le vedevo persino accenni di addominali, però altro che sofferenza! Potrebbe persino ringraziarmi! Sta di fatto che non ero solo, ne in dolce compagnia ma con i miei cugini e persino amici dei miei cugini che, beh sembra ormai scontato dirlo, la ADORAVANO.

Infatti li vedevo contenti nel guardarla, nel ritrovarsela inaspettatamente dietro il nostro ombrellone. Non potevo avvicinarmi, era stata onesta, non mi andava che mi trattasse male, che dicesse a tutti cosa le avevo fatto. Insomma non mi andava di starci assieme, figuriamoci di vederla.
E così la intravedo, a qualche metro da me con i miei cugini, impacciata, diplomatica e affettuosa come solo lei sa fare. Una battuta per tutti e pendono dalle sue labbra. Mi baciava sempre, aveva sempre voglia, io meno. Una volta inventò anche un gioco: ad ogni semaforo rosso ci saremmo dovuti scambiare un bacio e i suoi erano baci talmente appassionati che ti mandavano direttamente in paradiso. Ed ora eccola lì, non posso vederle gli occhi perché ha i suoi Rayban da spiaggia. Pochi minuti ancora e poi si salutano, finalmente. So già cosa mi diranno: ma perché??? e come mai?? ma come?? ma riprova ma risentila…ma i fattacci tuoi Alessio?! Avrei voluto urlare a mio cugino.

E comunque non si scompose, rideva, scherzava, faceva il bagno, entrava e usciva dall’acqua, ci separava qualche metro ma era concentrata su altro. Ovvio, non voleva incrociare il mio sguardo e tanto meno rilevare la mia posizione nemmeno per sbaglio.

Le avevo fatto molto male.

Tornando a casa, Alessio, di poco più grande di me, aveva iniziato a martellarmi con la storia della sua ex con la quale è rimasto in buonissimi rapporti. Mi dice che l’ha trovata in forma e sorridente ma dopotutto aveva degli occhiali da sole ed era circondata da persone che probabilmente le avevano offerto spalle su cui piangere, consigli, belle parole per lei e bruttissime per me. Insomma, morale della favola “mandale un messaggio, siete stati importanti l’uno per l’altra. Mantenete buoni rapporti”; anche mia madre mi riempiva la testa di cose del genere solo che lei sperava in un grandioso ritorno insieme. Lei che sentiva di avere quasi un’altra figlia; quando c’era Chiara e aveva piena fiducia in lei, era persino orgogliosa di lei, delle sue scelte di quello che diceva…

“scusa il disturbo, non mi sono avvicinato perché immaginavo non volessi vedermi, posso chiederti come va?”

Questo era il messaggio che i miei neuroni avevano creato, tipico messaggio da paraculo. Cosa volevo? Boh, non tornare insieme sicuramente, magari solo salvare le apparenze in modo che non avessi sempre tutti contro e dalla sua parte.
Non volevo niente.

Ancora una volta Chiara da segno di capirmi, visualizzò il messaggio mezz’oretta dopo e non mi rispose.
Chiara fu in grado di capirmi, persino quella volta.

----alla prossima---
 
Ciao a tutti!!
Mi rendo conto che nel primo capitolo mi son fatta prendere dalla voglia di pubblicare e…ho dimenticato l’angolo dello scrittore!
Il protagonista è ovviamente un idiota. I suoi pensieri sono sconnessi, fa persino male a leggerli i suoi ragionamenti contorti. Tramite i suoi ricordi e i suoi pensieri possiamo conoscere anche Chiara, l’altra parte della medaglia…
Insomma, che dire…spero vi piaccia la punto da farvi riflettere su quante volte pensieri e scelte sbagliate o giuste possano provocare dolore nell’altro. Non si può giocare con i sentimenti, non si deve. Ma…non si può evitare di stare male per Amore, vero? E allora pensiamoci sopra, chiudete gli occhi e pensate, ricordate senza soffermarvi troppo però e ditemi: la vedete la differenza? Lo sentite quel senso di libertà che prima non c’era?
Fatemi sapere cosa ne pensate e…soprattutto se vorreste leggere anche il punto di vista di Chiara!!
Un meeega abbraccio virtuale, sperando stiate tutti bene in questo periodo così difficile

 

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