Una nuova vita di Ivy001 (/viewuser.php?uid=1071053)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 25 Capitolo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
SALVE
A TUTTI, RIECCOMI QUI. A DISTANZA DI 24 ORE DAL TERMINE DELLA
FANFICTION “Some
things change”, HO PREPARATO GIA’ IL PROLOGO DEL
SEGUITO DI QUELLA STORIA.
SPERO VI PIACCIA.
FEISTYPANTS
OVVIAMENTE LA DEDICO A TE, CAPIRAI DA SOLA IL MODO IN CUI HO VOLUTO
FARLO.
BUONA
LETTURA
BACI
Ivy
“Eccoci
arrivati ad Arendelle, sorellina” –
esclama un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurro cielo.
“Wow!
E’ bellissimo qui. Credi che questo
regno saprà accettarci?”- chiede la bambina,
preoccupata.
“Certo,
Letizia. Sie talmente dolce che sarà
impossibile non amarti” – così dicendo
il ragazzo la abbraccia e la conduce
mano nella mano fino ad una casa nei pressi della Montagna del Nord,
lì dove inizieranno
una nuova vita e dove li attende una persona cara.
Percorrono
qualche metro e giungono di fronte
la loro abitazione.
Bussano
alla porta e ad aprirli è una donna.
“Siete
arrivati finalmente” – esclama lei,
abbracciando il giovanotto.
“Che
piacere rivederti”- aggiunge
il ragazzo.
“Jack
Frost… che bello saperti
ad Arendelle. Sono certa che a te e la
tua sorellina piacerà questo posto” .
“Sicuramente
sarà così” – esulta la
minore,
emozionata di intraprendere una nuova avventura, lontana da un luogo
nel quale
ha volutamente lasciato solo tanti ricordi dolorosi.
“E
così tu sei Letizia. Che piacere incontrarti”
“Per
me è un onore conoscere voi” – sorride
felice
la piccola.
La
notevole educazione di una bambina di
dieci anni, colpisce la signora che, prima di mostrarle la dimora, le
dice
- “Basta
formalità. Siamo o non siamo
amiche. Chiamami pure Ingrid”
“Va
bene, grazie Ingrid”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 1 Capitolo ***
“E’
tutto
pronto per stasera?” – domanda re Kristoff di
Arendelle alle domestiche,
indaffarate a sistemare tovaglie di pizzo, stoviglie e calici
d’argento,
striscioni e palloncini, nella sala ricevimento più grande
di palazzo.
“Si,
maestà. Non manca nulla” – risponde la
più anziana delle donne.
“Deve
essere tutto perfetto, mi raccomando. La mia Anna ama i compleanni e
questo
sarà indimenticabile”
Il
trambusto esterno mette in allerta il sovrano e le cameriere.
“Usciamo
tutti, non vorrei fosse lei e scoprisse la sorpresa”
– si affretta a lasciare
la stanza.
Ma può
tirare un sospiro di sollievo.
“Bambini,
insomma cos’è questo baccano?”
– riconosce i gemelli, di quattro anni, per i
corridoi.
“Papino,
ma Agnarr mi dà fastidio” – brontola la
principessina.
“Non
è
vero”- si difende il fratellino, facendo la linguaccia.
“Hey,
non
mi piacciono questi versacci. Chiedi scusa ad Iduna”
– gli ordina Kristoff,
ormai con la pratica divenuto un genitore impeccabile e un ottimo e
rigoroso
re.
“Ok,
scusa
Idy” – si rassegna il piccolo, sottomesso al volere
paterno.
La
bambina, fiera di aver vinto sul gemello, a testa alta e
l’aria snob, gli passa
davanti accingendosi ad andare in biblioteca.
“Uffi,
la
difendi sempre” – si imbroncia, incamminandosi
nella direzione opposta a quella
della sorella.
I nobili
più piccoli di palazzo sono così diversi che
persino i loro genitori faticano a
riconoscerli come gemelli.
Non solo
perché di due sessi ovviamente distinti, ma soprattutto per
modalità di
comportamento.
Iduna
è
davvero la classica principessina dai modi altezzosi e la voglia di
vincere sul
fratello che,al contrario, è tanto buono quanto ingenuo.
Ogni scherzo
affettuoso si trasforma in litigata e a dover chiedere scusa
è sempre e solo
lui.
La sua
unica salvezza è l’adorata sorella maggiore, Ineke.
La ragazzina,
quasi quattordicenne, è sdraiata sul letto, a pancia in
giù e legge un libro
dei tanti della biblioteca reale.
Sente
bussare e accoglie il fratello.
“Keke,
posso stare qui con te?” – le domanda, portandosi
un dito in bocca.
La grande
gli fa segno di sedersi accanto a lei. Adora, poi, il nomignolo datole
dal più
piccolo dei suoi fratelli.
“Che
succede? Hai litigato con Iduna per caso?” – gli
domanda, giocando teneramente
con i ricciolini biondi del bambino.
“Lei
è la
preferita” – spiega, mostrando le insicurezze di
fanciullo.
“Non
dire
sciocchezze. Papà stravede per entrambi, anzi. Devo dire che
con voi è meno
rigido che con me e Aurora”
“Ti
devo
confessare una cosa” – precisa poi Agnarr,
sussurrandole all’orecchio –
“Papà ha
paura che trovate il fidanzatino”
La
reazione immediata di Ineke è arrossire e portarsi una mano
sulla fronte,
rassegnandosi di fronte all’estrema gelosia paterna.
“Ieri
ti
ha visto chiacchierare con Samuel, il figlio del sarto e ha iniziato a
dire
cose strane” – ridacchia il piccolo, ricordandosi
le parole di Kristoff.
Scende dal
letto e impostandosi, imita il re, anche con la voce
e rappresenta la scena – “Non
vorrà mica
andare via da palazzo e lasciarmi solo? È la mia
bambina… è la mia bambina”
La scena è esilarante e Ineke non sa trattenere la risata
composta, insegnatale
dalle dame di compagnia.
Il caos
proveniente dalla sua camera viene udito proprio dall’ex
montanaro che,
curioso, sbircia dalla porta semiaperta.
Ecco che
un colpo di tosse, di quelli forzati per attirare
l’attenzione, lo spaventa.
“Ehm…amore,
ciao. Credevo fossi alle prese con le udienze. Cosa fai?”
“E’
quello
che mi sto chiedendo io adesso su di te” –
puntualizza Anna, con le mani
intrecciate al petto.
Notando il
rossore in viso del coniuge, aggiunge “Non stavi spiando
Ineke, vero?”
“Certo
che
no. Sentivo che ridacchiava ed ero curioso di
sapere…”
“Credo
che
tu stia diventando estremamente geloso” – sostiene
la regina, nonostante le
piacesse quel lato di Kristoff.
“Ho le
mie
buone ragioni per esserlo” – precisa Bjorgman.
“Perché?”
– a quel punto Anna inizia a divertirsi di fronte al classico
papà di figlie
femmine, super geloso e possessivo.
“Dai,
inutile negare che è un ottimo partito. Ed è
anche bellissima” – elenca sulle
dita tutti i vantaggi che un ipotetico Lui otterrebbe conquistando la
sua
primogenita.
“Quando
dovrà sposarsi, un giorno, cosa farai? La chiuderai in
camera impedendole di
uscire?” – lo prende in giro la sovrana.
“Certo”
–
risponde Kristoff senza esitazione.
La risata
di Anna mette l’ex montanaro di fronte alla sua grave
situazione.
“Sono
ridicolo. Non riesco ancora ad accettare il fatto che abbia quasi
quattordici
anni” – confessa, nostalgico.
“Amore
mio..”
– si avvinghia a lui e, cingendolo con le sue esili braccia,
gli sussurra – “Non
sei ridicolo” – gli dà un dolce bacio
sulla guancia.
Poi torna
a scherzare - “Sei sempre il solito bambinone”
“Ah si?
Se
ti prendo, ti conviene scappare”
I due
sovrani, ancora follemente innamorati come il primo giorno, non hanno
mai smesso
di comportarsi da adolescenti. Si rincorrono, si baciano in presenza
dei figli,
si coccolano sul divano accanto al camino, si prendono in giro e
bisticciano
come una coppietta alle prime armi.
Il loro
amore così forte è dato proprio da questo
dopotutto.
Raggiunta
la camera da letto, Anna cerca di chiudere la porta impedendo al marito
di
farle quello che lei odia di più…il solletico.
Non fa in
tempo che Bjorgman blocca l’uscio con le sue possenti mani.
“E
ora?” –
domanda, facendole l’occhiolino.
A quel punto,
la bella regina lo tira a sé e una volta
all’interno, gira la chiave nella
serratura.
“Siamo
soli,
re Kristoff di Arendelle… che pensi di farmi
adesso?” – lo provoca lei alzando
le braccia in segno di resa.
Il biondo,
ridacchiando, la solleva da terra e la adagia sul letto.
Il seguito
è noto solo a quelle quattro mura che assistono a momenti di
puro amore e di
indomabile passione.
---------------------------------------
“Vi
piace Arendelle?” – domanda Ingrid ai
nuovi arrivati, dopo aver mostrato loro il regno, più bello
del solito grazie
ai colori e al calore dell’estate.
“Molto”- risponde Letizia,
guardandosi attorno
estasiata dalla serenità della gente e dalla estrema cura
dei luoghi. Il suo
occhio cade subito su una statua che domina la scena e la piazza. Li
osserva
con molta attenzione.
“Vedo
che
ti piace l’opera che la regina Anna ha dedicato ai
genitori” – nota la signora
Bjorgman.
“Adesso
sarà meglio rientrare. Mia sorella sarà
esausta” – prende parola Jack,
premuroso fratello maggiore.
“Non
volete vedere il palazzo?” – chiede Ingrid,
intenzionata a presentare i suoi
amici alla famiglia.
“Possiamo
davvero entrare lì?” – i grandi occhi
verdi della bambina si illuminano
all’idea di varcare i cancelli reali e mettere piede in un
mondo agiato che non
le appartiene e di cui ha sentito parlare solo nei racconti e nelle
fiabe di
Jack.
“Certo,
scommetto che i miei nipoti saranno felicissimi di
conoscerti”
A
passo veloce percorrono i metri che li
separano dall’ingresso.
Ingrid
saluta le due guardie che ricambiano con un sorriso.
“Wow”
–
esclama Letizia, di fronte all’enorme portone
d’ingresso; i corridoi immensi,
le pareti alte e arricchite di quadri, lasciano la baby Frost senza
parole.
Le sembra
irreale che qualcuno potesse abitare lì.
Anche Jack
osserva nei dettagli i dipinti e i tappeti che coprono i pavimenti.
Resta
immobile davanti all’immagine dei regnanti con i loro figli.
“Questi
sono mio figlio Kristoff, sua moglie Anna e i loro bambini”
– spiega Ingrid.
“E
lei?” –
domanda il ragazzo, indicando il quinto spirito.
“Lei
è
Elsa”
“Elsa…quella
Elsa?” – ripete lui, sorpreso.
“Perché?
La conosci?” – interviene, stupita, Letizia.
“La sua
fama la precede” – puntualizza il biondino.
Un vociare
improvviso interrompe la conversazione e delle figure avanzano verso i
tre.
“Nonna”
–
gridano in coro Ineke e Agnarr, dopo averla riconosciuta.
Il bambino
le salta al collo, stringendosi forte, mentre la maggiore saluta la
Bjorgman
con un tenero bacio sulla guancia.
“Amici
miei, vi presento due dei miei nipoti”
“Nessuno
mi aveva detto che c’era un comizio nei corridoi”
– ridacchia una persona alle
loro spalle.
Tutti si
voltano in quella direzione.
“Elsa!”
–
esclama, piacevolmente sorpresa, Ingrid.
“E’
lei la
Elsa che dicevate?” – sussurra Letizia al fratello.
Lo sguardo
di Frost è fisso sulla neo arrivata, la cui bellezza
l’ha pietrificato.
Non si
accorge neppure che la signora Bjorgman lo ha presentato ad Elsa.
Sembra
tornare con i piedi per terra quando è la nobile ad avanzare
verso di lui e a
parlargli – “Tutto bene?” –
chiede.
“Ehm…
si
si” – risponde, imbarazzato.
“Comunque
piacere io sono…”
“Elsa,
siamo informatissimi” – si intromette, fiera, la
bambina.
“E tu
piccina come ti chiami?” – le domanda dolcemente.
“Letizia,
ma per gli amici Leti” – risponde, stringendole una
mano.
La giovane
donna è sorpresa che il contatto con il suo arto freddo non
abbia sorpreso la
piccola. “Zia, scusa se interrompo la chiacchierata, ma che
fine ha fatto
Aurora?” – interviene poi Ineke, notando
l’assenza della sorella.
“Ah
giusto, perdonatemi. Stavo dimenticando di dirvi che è nella
stalla con Sven.
Vi aspetta tutti lì”
“Nella
stalla? Come mai?” – si chiede, confuso, Agnarr.
“E’
stata
nella foresta incantata con te per giorni e appena rientra il suo primo
pensiero è chiudersi nella stalla?” –
Ineke è spiazzata da tale comportamento.
Effettivamente
non è da Aurora non correre in primis dalla famiglia e
riabbracciarla.
A passo
rapido, tutto il gruppo raggiunge la ragazzina.
Giunti a
destinazione…
“Bentornata”
– la saluta il fratellino, abbracciandola.
Ineke
resta in disparte, ancora dispiaciuta di essere stata messa da parte
dalla
persona che aspettava da giorni con ansia.
“Non mi
terrai il broncio per mesi, vero?” – la provoca
Aurora aprendole le braccia in
attesa di accoglierla a sé.
“Inutile
che mi guardi con occhi dolci. Conosco la tua tattica”
– replica la grande.
“Non mi
perdoni neppure se ti mostro chi ti ho portato” – a
quel punto la tredicenne si
sposta e lascia avanzare qualcuno di familiare.
“Penny”
–
l’espressione imbronciata di Ineke muta improvvisamente.
La renna
che tanto ama e’ lì e riconoscendo
l’umana sua amica inizia a saltellare di
gioia.
La
principessina le corre incontro e si china verso di lei, aggrappandosi
al suo
collo.
Le sue
lacrime commuovono i presenti e i singhiozzi fanno da sottofondo al
momento di
ricongiungimento tra una ragazzina e un animale che si erano
affezionati l’una
all’altra anni addietro.
“Rimarrà
qui per sempre?” – la richiesta di Ineke
è rivolta alla zia, avendo timore che
quella fosse solo una visita.
“Stavolta
sì. Lei è triste senza di te. Da adesso possiamo
considerarla di famiglia e
così Sven avrà una compagnia”
Le grida
di felicità di Ineke cancellano le arrabbiature di poco
prima.
“A
proposito di regali e sorprese, Elsa domani è il compleanno
di Anna. Tu ci
sarai per festeggiarla?” – le domanda Ingrid.
“Ovviamente.
Avete spedito gli inviti anche ai parenti oltre confine?”
“Certo,
me
ne sono occupata personalmente” – ne è
fiera la signora Bjorgman.
“Bene,
ci
attende una festa favolosa. La renderemo la persona più
felice del mondo”
--------------------------------------
“Tesoro,
domani partiremo all’alba per arrivare da
Arendelle” – a dare la comunicazione
è una donna dai lunghi capelli biondi che, coricandosi a
letto si rivolge al
consorte.
“Perfetto
Helen. Sono sicuro che ci divertiremo tanto alla festa”
“Ne
sono
certa. Le mie cugine non le vedo da anni ormai. Credo sia giunto il
momento di
riconogiungere le famiglie” – elettrizzata
dall’idea, la donna si assopisce
serena.
“Chissà
come sarà Arendelle oggi. E’ passato troppo tempo
dalla mia ultima visita lì.
Mi domando la cara, dolce, Anna e la sorella magica, come stanno
vivendo da
potenti regine… scommetto che rivedermi non farà
piacere a nessuna di loro” –
ridacchiando sotto i baffi, chiude gli occhi e crolla anche lui nel
mondo dei
sogni.
--------------------------------------------
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 2 Capitolo ***
Quella
sera, a tarda ora, dopo la cena consumata tra le enormi mura del
castello, i
fratelli Frost rincasano assieme ad Ingrid.
Letizia
racconta di quanto le sia piaciuto poter condividere un momento tanto
familiare
ed intimo con persone non solo estranee, ma addirittura di alto rango.
“Qui
non
ci sono discriminazioni tra la gente. Pensa che la regina, anni fa,
aprì i
cancelli al popolo ed imbandì tavolate stracolme di cibo per
celebrare il
Natale” – le narra la Bjorgman, fiera del cuore
immenso di sua nuora.
“Ci
hanno
trattati come loro pari, incredibile” – commenta
Jack, piacevolmente colpito –
“Il re, tuo figlio, ci ha addirittura invitati per il party
di domani sera”
“Si, mi
raccomando. E’ una sorpresa per Anna, lei non sa
niente”
“Manterremo
il segreto. Cosa dovremmo indossare per l’occasione? Io
vorrei vestire con
abiti comodi, se possibile” – aggiunge Letizia.
“Tesoro,
ecco l’unica pecca che la vita di corte ti impone…
si richiede un minimo di
eleganza. Perciò domattina andremo dalla sarta
Agata…”
“Ma
io…”
“Niente
ma, Leti. Sarai un incanto. Sono convinta che gli ospiti ti
scambieranno per
una delle principessine di Arendelle” – sostiene
Ingrid, accarezzando la
morbida chioma della baby Frost.
“Si
certo
come no, ed io un pretendente di Elsa, venuto da un regno
lontano” – ridacchia
Jack, banalizzando la situazione.
“E
perché
no? Non vi vedrei male assieme” – risponde, seria,
Ingrid suscitando una strana
sensazione di imbarazzo in Frost.
“Io
scherzavo” – replica, ma non viene udito.
Tra una
chiacchiera e un’altra, raggiungono casa e dopo aver augurato
la buonanotte
alla signora Bjorgman , i due crollano nel mondo dei sogni, felici
della nuova
vita che Arendelle gli sta offrendo.
---------------------------------------------------
E’
mattino
e il cinguettio degli uccelli e il calore dei raggi del sole
accompagnano il
risveglio di Anna. Ma sono le carezze del marito a destarla totalmente.
“Buongiorno,
amore mio” – lo saluta allora, stiracchiandosi.
“Buon
compleanno” – le sorride lui, porgendole una rosa
rossa.
Il gesto
romantico suscita la reazione che Kristoff attendeva.
La regina,
elettrizzata, si mette a cavalcioni su di lui.
Gli
accarezza il petto nudo, ancora marmoreo nonostante ormai i
vent’anni fossero passati.
Poi si
accuccia su di lui, ascoltando in silenzio il battito del cuore del
marito.
Lui gioca
con i capelli di lei e ne assapora il profumo.
“Trascorrerei
l’intera giornata qui con te, in questo letto”
– confessa Anna.
“Mmm
confesso che questa idea non mi dispiacerebbe” – la
punzecchia, malizioso.
Ridacchiando,
poi le sussurra all’orecchio - “Ti amo, lo
sai?”
La sovrana
ama sentirselo dire e gli chiede - “Ripetimelo, ti
prego”
“Ti
amo,
ti amo, ti amo” – pronuncia quelle parole e viene
zittito da un caldo bacio
della sua sposa.
Dopo
attimi di immensa tenerezza, la loro intimità di coppia
viene interrotta da
qualcuno.
“Chi
è?” –
domanda Kristoff, avendo udito un colpo di nocche battere sulla porta.
“Siamo
noi, possiamo entrare?” – la voce inconfondibile di
Aurora e il brusio che
segue è il segnale che tutti e quattro i figli dei regnanti
di Arendelle sono
in attesa di augurare alla loro mamma una giornata meravigliosa.
“Entrate
pure” – risponde la festeggiata, sistemandosi alla
meglio.
In quel
momento i suoi tesori più grandi varcano l’uscio
e, cantando e saltellando di
gioia, festeggiano il compleanno della madre.
Agnarr ed
Iduna si buttano sul letto, gettandosi su Anna che li stringe al suo
petto,
lasciandosi coccolare.
Ineke,
sempre composta, siede accanto alla mamma e le dà un dolce
bacio sulla guancia.
E’
Aurora
ad esibirsi con la sua melodiosa voce con un “Tanti auguri a
te” commovente.
“Figli
miei, siete la mia gioia più grande. Come farei senza di
voi” – singhiozza
Anna, asciugandosi il viso bagnato di lacrime.
Lei non ha
la minima idea che quello è solo l’inizio. Ad
attenderla c’è una festa che
vedrà partecipare anche amici e parenti
lontani…ogni cosa realizzata per
renderla felice.
-------------------------------------
Dopo una
mattinata di lavoro intenso, la regina decide di dedicarsi ad un
meritato bagno
rilassante.
Della sua
assenza approfittano i familiari per sistemare gli ultimi dettagli.
Gli
invitati si sistemano nella sala di ricevimento, lasciati entrare dai
domestici
tramite ingressi secondari.
“Perfetto,
ci siamo” – afferma Bjorgman, notando una vasta
presenza di gente nel salone.
“Il
cibo
verrà sistemato man mano, sire” – spiega
la cameriera più anziana al re.
“Ok,
direi
che manca solo la festeggiata”
Con chiare
indicazioni, Ineke ed Aurora hanno il compito di distrarre la madre con
la
questione “gelosia paterna” da domare.
È Olaf
a
raggiungere le tre e a sussurrare all’orecchio della
secondogenita di corte –
“Il ghiaccio si può scongelare”
“Eh?”
–
esclama, confusa, la ragazzina.
“Il
ghiaccio… è pronto…si può
scongelare” – le fa intuire con un occhiolino che
bisogna accompagnare Anna nella sala della festa.
Ridacchiando
sotto i baffi, Ineke carpisce il messaggio e interviene conducendo, con
una
banale scusa, la madre esattamente nel posto stabilito.
“C’è
troppa calma, non pensate?” – sostiene la regina,
sorpresa di non trovare in
giro le domestiche o i gemelli.
“Non
saprei, mamma!” – mente Aurora, aprendo la porta,
trascinando la giovane donna
all’interno.
“SORPRESA”
– gridano i presenti, spiazzando Anna.
Davanti ai
suoi occhi, la donna vede una folla immensa di gente, festoni,
palloncini,
perfino un complesso che suona il violino.
“Cosa
ci
fate tutti voi qui?”- domanda, commossa, la festeggiata.
Riceve
immediatamente una collana di fiori da Letizia e delle orchidee da Jack.
“Buon
compleanno, maestà” – le dice la piccola
Frost, ricevendo immediatamente
l’abbraccio della sovrana.
“Auguri,
amore mio” – anche Kristoff compare e indossa la
stessa composizione floreale.
Si
scambiano un dolce bacio a stampo, poi è la regina al centro
della sala a
ringraziare gli invitati.
“Non
potevate farmi regalo più bello. Immagino sia stato mio
marito l’artefice di
tutto ciò. Sarà stata dura radunare ad Arendelle
amici, parenti…credo che
questo sia il compleanno più bello della mia
vita”- non trattiene l’emozione e
il pianto interrompe il discorso.
Elsa le
è
accanto quando, uno alla volta, gli ospiti vanno al suo cospetto per
porgerle
gli auguri.
Tra questi
i parenti venuti direttamente da West Isle.
“Tesoro,
i
prossimi siamo noi. Che gioia poter riabbracciare le mie
cugine”
“Helen,
sicura che ti conoscano? Non mi sembra siano venute il giorno delle
nostre
nozze”
“Quanto
sei rancoroso, caro. Sai che hanno passato un inferno qui tra la
sparizione di
Ineke e le vicende di Elsa”
“Chissà
cosa penseranno rivedendoci” – aggiunge
l’uomo, con sorriso beffardo.
A quel
punto le due sorelle di Arendelle accolgono Helen e consorte.
“Cugina,
che piacere averti fra noi” – la saluta Anna,
abbracciandola.
“Per me
è
un onore. Siamo parenti, dopotutto”
Elsa, in
silenzio, punta con lo sguardo l’uomo accanto alla cugina.
Lui ha lo
sguardo basso e un cappello nero copre parte del volto.
“Ringrazio
anche lei, principe per essere venuto sin qui. Spero abbia modo di
vedere
Arendelle e di ammirarne le bellezze” – gli stringe
la mano la più giovane
delle sorelle.
“Veramente
sono già stato qui, anni fa” – precisa
lui.
“Davvero?”
– chiede, sospettosa, Elsa.
A quel
punto l’uomo alza il capo e mostra la sua faccia.
Le due si
pietrificano di fronte a tale rivelazione.
La
maggiore solleva la mano, come a voler scagliare qualcosa contro costui.
È Anna
a
frenarla.
“Calmati
Elsa” – le sussurra, per poi aggiungere -
“E così sei diventato sovrano di un
regno, Hans. Proprio come desideravi…”
Westergard,
proprio il loro nemico, ha sposato Helen, cugina delle arendelliane ed
ora è in
loro presenza, nel loro palazzo, a condividere un momento di allegria
con la
loro famiglia.
Ridacchiando
sotti i baffi, aggiunge – “Sono felice di essere
stato invitato. Ancora auguri
maestà” - le
fa il baciamano, mostrando
alla moglie la sua perfetta compostezza. Helen è ignara del
passato che ha
visto Hans uccidere le due sorelle per prendere possesso del trono.
La regina,
schifata, non vuole rovinare un party organizzatole con tanto amore,
così manda
giù il boccone amaro, nasconde l’ira verso Hans e
si congeda, riunendosi al
marito.
“Che
succede?” – domanda Kristoff, notando la stranezza
della consorte – “Non ti
piace qualcosa?”
“No,
tesoro. E’ tutto perfetto, non preoccuparti”-
lo bacia con tenerezza, poi torna a dedicarsi agli ospiti,
ignorando che
durante l’intera serata il suo ex fidanzato tiene lo sguardo
fisso su di lei.
E si sa,
le intenzioni di Hans, quando si tratta di Anna, non sono mai
pienamente buone.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 3 Capitolo ***
“Che
carine le mie cugine ad averci offerto la possibilità di
rimanere a palazzo per
questa notte” – Helen, intenta a spazzolare la sua
lunga chioma bionda, lusinga
Anna ed Elsa in presenza del marito, il quale già coricato a
letto, sembra fin
troppo silenzioso.
“Sono
esausta, penso che crollerò stanotte” –
continua lei, senza sapere che parla da
sola visto il totale disinteresse del coniuge.
E così
poco dopo si sdraia accanto a Westergard e dopo avergli dato un lieve
bacio a
stampo, si addormenta.
La candela
posta al lato di Hans resta accesa, mentre l’uomo
approfittando del sonno della
moglie, lascia la camera e si appresta a gironzolare nel castello.
----------------------------
“Non mi
hai detto che c’era quel verme alla festa? Anna, se avessi
saputo lo avrei
cacciato fuori a calci” – si altera Kristoff,
sentendo dalla regina della
presenza del nemico.
“E non
è
finita qui. Ho visto Helen molto stanca e non me la sono sentita di
farla
ripartire ed affrontare un viaggio lungo fino a West Isle. Ho pensato
di
offrirgli ospitalità” – comunica a
Bjorgman che ad occhi sgranati esclama –
“Cosa??”
“Si,
tesoro. Che colpa ha mia cugina se suo marito è un
idiota!” – sostiene lei.
“Non
dormirò sereno stanotte sapendo Hans a pochi passi da
noi”
“Amore,
devi essere tranquillo” – sul letto sul quale i due
si trovano, Anna si
inginocchia dietro al marito e comincia a massaggiargli le spalle.
“Come
posso
starmene sereno e contento, se quel vigliacco dorme nella camera
accanto. La
prossima volta consultati anche con me quando prendi certe
decisioni” – deluso e
irritato, l’ex montanaro indossa una camicia e lascia la
stanza.
“Ma
dove
stai andando? Torna qua” – lo chiama la giovane
donna, non ricevendo alcuna
considerazione.
Dispiaciuta
per aver ferito il compagno, indossa la vestaglia e le sue babbucce e
cerca di
raggiungerlo.
--------------------------
Westergard
cammina lungo gli immensi corridoi del palazzo reale, mentre scruta
ogni
dettaglio di quel luogo. Osserva scrupolosamente i dipinti, restano
immobile di
fronte a quello della famiglia al completo.
“E
bravo
il montanaro. Ti sei sposato e sei diventato re, re di Arendelle..non
un re
qualsiasi, uno tra i regni più potenti e ricchi”
– parla disgustato riferendosi
a chi considera morto di fame.
Poi gli
occhi si spostano su Anna.
“Come
sei
cambiata piccola e ingenua Anna. Sei una donna adesso e ammetto che non
hai più
l’aria da debole e sciocca principessa, ribelle e
capricciosa” – la sua visione
sulla sua ex inizia a mutare.
“Se
avessi
finto per più tempo, anziché svelare sin da
subito le mie intenzioni, adesso
indosserei la corona e avrei te al mio fianco” –
furioso per aver perso una
grande occasione, batte un pugno sul muro.
Non sa che
qualcuno alle sue spalle lo ha appena visto.
“Hans!
Cosa ci fai a quest’ora qui?”
“Anna”
–
esclama lui. Poi continua –“ Finalmente ci
ritroviamo soli faccia a faccia” –
le si avvicina e la guarda con l’aria di chi pianifica
qualcosa.
“Non
hai
risposto alla mia domanda. Come mai ti aggiri di notte per le stanze
del
castello” – ribadisce lei, perdendo la pazienza.
“Non ti
scaldare, ragazzina” – ridacchia, spostandole un
ciuffo dal viso.
Lei si
scansa, disgustata dal solo contatto con Hans.
“Ragazzina?
Se pensi che sia ingenua come quando ci siamo conosciuti, ti sbagli di
grosso”
“Certo,
peccato che prendi sempre e comunque scelte assurde nella vita,
specialmente quella
amorosa” – commenta, con aria snob, la decisione di
Anna di sposare Kristoff.
“Non
osare
parlare di mio marito con questa aria di superiorità. Non
sei degno neppure di
allacciargli le scarpe” – in quel momento la regina
è fuori controllo. Arrabbiata,
punta un dito verso l’ex, come a minacciarlo e mostra una
grinta che Westergard
non ha mai visto.
“Wow,
mi
piace questo aspetto di te, sai?”
“Tornatene
a letto, o chiamo Helen e vi rispedisco a West Isle in un
battibaleno” – così dicendo
si volta e torna alla ricerca di Kristoff.
Le parole
di Hans la trattengono per qualche istante –
“Faresti questo a tua cugina?”
Senza cedere
all’ennesima provocazione, la sovrana lo ignora e riprende il
passo.
“Non
sai
con chi hai a che fare” – conclude, dirigendosi
verso l’uscita, con in mente un
chiaro obiettivo. Stavolta nessuno gli avrebbe impedito di raggiungerlo.
-------------------------------------
Anna rientra
in camera sperando che Bjorgman sia lì, pronto per chiarire.
Peccato che
di lui non c’è ombra.
Una folata
di vento improvvisa spalanca la finestra all’improvviso.
Così
Anna
si accinge a chiuderla e in quell’istante nota una luce in
lontananza che la
attrae.
------------------------------------
Quando
Kristoff, dispiaciuto per la discussione con la moglie, varca
l’uscio della
stanza si trova davanti l’assenza di lei.
“Amore?
Dove sei?” – chiede.
Di Anna nessuna
traccia. L’ex montanaro decide di aspettarla.
Ma i
minuti passano e anche le ore e i timori di un marito colpevole per una
litigata banale, cominciano a pesare. Così inizia ad
ipotizzare le motivazioni…forse
è arrabbiata e ha preferito una stanza degli ospiti al letto
matrimoniale.
Ogni forma
di pensiero gli salta alla mente.
Pensa addirittura
a Hans.
“Che
sia
con lui?” – un’assurdità tale
che in due secondi svanisce subito dalla mente
del giovane re.
C’è
un
particolare, però, che attira la sua attenzione.
Un anello
sul pavimento, a pochi metri dalla finestra.
La fede
nuziale che Anna indossa e custodisce gelosamente giace a terra.
La paura
comincia a pervadere il cuore di Kristoff che, spaventato, corre fuori
dalla
camera e grida nei corridoi il nome della moglie.
“Hey,
Kris! Cos’è questo baccano?” –
domanda Elsa, svegliata di soprassalto dal
cognato.
“Non
trovo
più Anna!”
“Che?
Non
è che sarà andata in bagno” –
ipotizza la maggiore.
“Come
lo
spieghi questo gettato via?” – indica
l’anello del matrimonio.
A quel
punto, Elsa si allarma. Chiama la servitù e chiede loro di
setacciare l’intero
castello.
Nel giro
di pochi minuti i soldati perquisiscono ogni zona del palazzo, non
tralasciando
neppure le aree circostanti ad esso.
“Nulla
da
fare. La regina non si trova” – comunica,
dispiaciuto, il capo delle guardie.
“Non
è
possibile” – si agita Kristoff.
“Vedrai
che a breve tornerà, forse è andata a fare visita
a Ingrid” – le teorie di Elsa
sono tante e tutte speranzose. Non intende immaginare che sua sorella
possa
essere svanita nel nulla senza ragione alcuna.
O forse
una ragione potrebbe esserci, pensa il quinto spirito.
Senza dare
spiegazioni al cognato, raggiunge la camera degli ospiti dove Helen
dorme
ancora.
Anche lui
non è a letto e ciò la allarma maggiormente.
Ma finalmente
lo riconosce mentre cammina, in solitudine, per i corridoi.
Furiosa
avanza nella sua direzione, scagliandogli contro un masso ghiacciato di
enormi
dimensioni.
“Hey ma
sei matta?!” – esclama lui.
“Hans,
maledetto, ci sei tu di mezzo, vero? Confessa”
“Elsa,
smettila. Stai facendo il suo gioco”-
interviene il giovane sovrano, allontanandola dal luogo.
La custode
della Foresta Incantata immagina quanto Hans stia godendo della loro
disperazione.
“Sei
stato
tu! Cosa le hai fatto?”-
continua Elsa,
non trattenendo la sua rabbia.
Ed ecco
che tutto si sistema, magicamente, quando la figura di Anna compare di
fronte a
tutti.
“Annie!”
–
esclama la sorella maggiore, andandole incontro abbracciandola.
“Come
mai
siete qui?” – chiede la regina.
“Amore
mio, non ti trovavamo più. Che fine hai fatto?”
La sovrana
fissa Kristoff senza mostrare emozione alcuna.
Poi si
rivolge ai familiari – “Volevo un momento per me.
Adesso ho sonno, vado a letto”
Nell’allontanarsi,
Hans e Anna si rivolgono uno sguardo.
Il re di
West Isle, ridacchia soddisfatto, e si congeda rientrando nella sua
camera.
“Cosa
le
prende?” – chiede Elsa, notando le stranezze della
sorella minore.
“Non lo
so, l’importante è che stia bene e che ora
è qui” – conclude Bjorgman, prima di
tornare anche lui a coricarsi.
Varca
l’uscio
e nota la moglie immobile, fissa con lo sguardo sulla finestra ancora
aperta.
“Tesoro,
questo è tuo. L’ho trovato a terra”
– le porge l’anello.
“Grazie”
–
è ciò che dice Anna. Afferra l’oggetto
e lo ripone nel cassetto, sotto lo
sguardo spiazzato del coniuge.
“Buonanotte”- conclude poi, stendendosi
al bordo del letto,
stranamente distante dal marito, contrariamente al solito visto che ama
addormentarsi
tra le sue braccia.
“Notte”
–
risponde lui, chiudendo gli occhi. Difficilmente prenderà
sonno quella notte.
Sente in
cuor suo che qualcosa sta cambiando e che con il ritorno di Hans nelle
loro
vite ci saranno nuovi casini.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 4 Capitolo ***
L’indomani
Arendelle si sveglia riscaldata dai raggi di un sole tipicamente
estivo. La
gente, invogliata a girare nel regno, si ritrova in piazza per
scambiare
quattro chiacchiere, andare al mercato, godere del clima piacevole.
Hans è
in
piedi quando Helen apre gli occhi al nuovo giorno.
“Caro,
buongiorno. Dormito bene?” – chiede lei, ancora
assonnata.
L’uomo
guarda dalla finestra, non dando peso alla moglie, distratto da alcuni
pensieri.
La donna gli
si avvicina e lo picchietta su un braccio – “Hey,
ci sei?”
Westergard
solo allora torna in sé e si volta verso la consorte.
“Scusami
moglie mia!” – le dà un rapido bacio a
stampo.
“Vado a
fare
un bagno, così possiamo congedarci e tornare nel nostro
regno. Abbiamo
approfittato troppo della disponibilità delle mie
cugine”
“Andare
via?
Di già?” – domanda lui, non intenzionato
affatto a lasciare quel posto.
“Certo,
Westl Isle ci attende, abbiamo tanto da organizzare e gli affari non
possono
essere lasciati in sospeso” – spiega la donna,
allontanandosi.
Però non
è esattamente
questo ciò che vuole Hans.
“Lasciare
Arendelle proprio adesso?! Non ci penso affatto, mogliettina
cara” – commenta
ad alta voce, tornando alla finestra, dedicandosi nuovamente a idee e
pensieri
che gli frullano nella mente da ore.
Nel
frattempo, anche i sovrani vengono destati dal loro sonno. Come ogni
mattina,
qualcuno bussa alla loro porta rumorosamente e ripetutamente, fino ad
entrare
in camera.
“Buongiornoooo”
– urlano in coro i gemelli.
Il re,
abituato a quel frastuono, si rassegna e si alza dal letto.
A stupire
tutti è Anna, rimasta addormentata e poco vogliosa di
mettesi in piedi.
“Amore,
che
ti prende? Non ti senti bene?” – le domanda
Kristoff, perplesso e al contempo
preoccupato.
“Ma cosa
volete tutti? Lasciatemi dormire in santa pace” –
brontola, nascondendo il capo
sotto il cuscino.
I figli non
demordono
e provano a modo loro a buttare giù del letto la loro mamma.
Agnarr le
salta sulla schiena mentre Iduna le tira un braccio.
Non avrebbero
mai immaginato di urtare l’umore materno.
“Vi ho
detto
di lasciarmi in pace” – perde subito le staffe,
guardando furiosa i figli.
I bambini,
spaventati, indietreggiano e corrono via.
“Cosa ti
sta
succedendo? Come mai tanta aggressività?”
– chiede Bjorgman, esterrefatto.
“Vattene
via
anche tu. Lasciami sola” – gli ordina, indicandogli
la porta.
Il sovrano,
scioccato, non ha intenzione di litigare e si limita ad uscire dalla
camera,
raggiungendo i figli in corridoio.
Iduna è
in
lacrime mentre il piccolo Agnarr tenta di consolarla. Per la prima
volta spetta
a lui il ruolo da duro.
“Papà,
perché mamma ci ha sgridati?” – chiede
la bambina al padre.
Il giovane
sovrano non sa precisamente cosa rispondere, soprattutto
perché non conosce le
motivazioni di fondo.
“Non sta
bene, lasciamola un po' da sola. Vedrete che non appena
starà meglio, si farà
perdonare” – dice, aprendo le sue braccia,
accogliendo i loro minuti corpi al
suo petto.
Elsa è
nel
salone alle prese con i bizzarri discorsi enciclopedici di Olaf
– “Si chiama
evaporazione”
“Aspetta,
hai detto evaporazione, giusto?” – chiede Aurora al
pupazzo nevoso, annotando
il tutto su un’agenda dalla quale non si separa mai.
“Si,
evaporazione…quel
passaggio
di stato dal liquido a
quello aeriforme che coinvolge la sola superficie del liquido”
– spiega l’omino
di neve.
“Se non
la
finite di parlottare, sarò io a farvi evaporare
tutti” – borbotta la zia, ridacchiando
poi per la sua pessima battuta.
“Hai
ragione, scusaci! Olaf, termineremo dopo” – dice
Ineke, avvicinandosi al tavolo
dove è già seduta la parente.
“E’
sempre
bello chiacchierare con Olaf, conosce più cose lui del
professor Waston” –
commenta Aurora, imitando il docente panzuto e goffo che è
solito sedersi a
fatica sulla sedia.
“Dai,
sciocchine.
Sbrigatevi a mangiare che altrimenti si fredda” –
aggiunge Elsa, sorridendo di
fronte alla somiglianza caratteriale di quella ragazzina dai lunghi
capelli
biondi a sua madre Anna.
E a
proposito di Anna…
“Chissà
come
mai ancora non è qui!” – riflette ad
alta voce.
“Forse si
sarà intrattenuta con i nostri ospiti” –
sostiene Ineke, riferendosi a Helen e
Hans.
“Mio Dio,
spero di no” – si lascia scappare
l’adulta.
“Perché
no?
Ti sono antipatici?” – domanda Aurora,
sgranocchiando ottimi biscotti al
cioccolato.
“Un
giorno
vi racconterò come mai non apprezzo molto il consorte di mia
cugina”
“Dai siamo curiose. Diccelo, ti prego” –
la seconda insiste. Dà un colpetto al
braccio della maggiore come a dirle “Dai insisti anche tu,
dammi una mano a
convincere zia Elsa a rivelarci il fatto”.
Ineke si
trova costretta ad intromettersi, seppure da sempre una persona
discreta, e lo
fa fingendo –“ Dai, stiamo morendo di
curiosità”
Elsa ride
elegantemente mentre la risata di Aurora è rumorosa.
“Pessimo
tentativo sorellina. Vorrei ti impegnassi di più la prossima
volta” – sghignazza
senza controllo.
L’euforia
delle tre viene interrotta dall’arrivo improvviso dei due
appena nominati.
“Cugina,
buongiorno”
– la saluta Elsa, vedendola sull’uscio.
“Buondì”
–
le risponde Helen, abbracciandola.
Westergard
scruta le presenti, non pronunciandosi. Fissa in modo particolare
Ineke, molto
somigliante fisicamente alla regina di Arendelle.
Le sorelline
iniziano a bisbigliare tra di loro ipotesi su cosa possa aver mai fatto
Hans da
inimicarsi la loro zietta dolce e sempre buona.
“Stiamo
per
andare via” – comunica la sovrana di West Isle.
“Vi
accompagno
al porto” – aggiunge Elsa, entusiasta al pensiero
di togliersi di torno il nemico
numero uno della sua famiglia.
Hans è
in
silenzio e si mostra distratto dalle pareti colme di quadri e opere
d’arte.
“E’
cambiata
molto questa ala del palazzo” – commenta poi.
A quel punto
si siede vicino alle due ragazzine che, in imbarazzo, si tengono per
mano e si
spalleggiano.
“Voi non
eravate ancora nate, però mi ricordo bene che qui si tenne
un importante
cerimonia circa vent’anni fa” – racconta
Westergard.
“Ah
si?” –
ovviamente Aurora non resiste e vuole saperne di più,
così siede sul divano e
invita il parente acquisito a fare lo stesso.
Solo Ineke
è
più prudente e resta in disparte.
Elsa vorrebbe
interrompere però viene trattenuta dalle chiacchiere della
logorroica Helen.
“Cosa si
festeggiava
di bello? E come mai eri venuto ad Arendelle?” –
chiede la tredicenne.
“Beh, per
questo
regno era un giorno speciale, un’incoronazione tanto attesa
dopo la scomparsa
prematura del re, vostro nonno”
La custode
della Foresta Incantata ascolta piccoli frammenti di quanto detto da
Hans e
decide di intervenire.
“Nipoti,
lasciate in pace il signore, deve andare via”
“Il
signore?”
– ripete Westergard, inarcando il sopracciglio –
“Ma se stavamo per diventare
parenti”
“Eh???”
– esclamano
in coro le principessine.
Helen
all’oscuro
di tutto, è confusa e prende parola –
“Cosa stai blaterando?”
“Errori
del
passato. Forza, vi accompagno alla nave” – Elsa
cerca di tagliare corto.
Però
l’uomo non
tace – “Se non avessi lasciato vostra madre, forse
ad oggi sarei io vostro
padre” – rivela, scioccando definitivamente le due.
“Nostra
madre era fidanzata con te?” – Ineke, da sempre
poco amante di gossip e pettegolezzi,
è adesso attenta e molto toccata dal fatto.
“Come mai
non ci avete mai detto nulla a riguardo?” – a quel
punto la maggiore dei figli
di Anna e Kristoff si rivolge alla zia.
“Perché
non
è importante. E’ durata un giorno,
fortunatamente”
“Invece
per
me e Anna era importante. Io avrò anche sbagliato,
però se c’è una cosa che non
posso smentire è che rivederla mi ha suscitato
un’emozione che credevo assopita”
– confessa, abbassando il capo.
Il tutto viene
raccontato con poco tatto e colpisce Helen in pieno petto.
“Come ti
salta in mente di dire tutte queste stupidaggini?”
– si arrabbia con il
consorte.
“E’
la verità,
non posso più celarlo” – Westergard
finge dispiacere.
La regina di
West Isle, delusa e incredula, si sfoga contro il marito
schiaffeggiandolo di
fronte a tutti.
“Non
voglio
più vederti” – così dicendo,
la donna corre via in lacrime.
Le due
ragazzine, sconvolte dopo aver assistito a quel litigio e dopo aver
udito dei
sentimenti che quell’uomo nutre per la loro mamma, si
dileguano sussurrandosi parole
e confrontandosi tra loro sull’accaduto.
In sala
rimangono in due: Elsa e Hans.
“Che
intenzioni hai?” – chiede lei.
“A cosa
ti
riferisci?”
“Non fare
il
finto tonto. Sappi soltanto una cosa, hai visto di cosa sono capace,
perciò ti
consiglio di fare le valigie e lasciare Arendelle, stavolta per sempre,
qui non
sei il benvenuto. Non ti permetterò di fare del male dalla
mia famiglia, chiaro?”
In tale istante,
l’arrivo improvviso di una terza persona interrompe la
discussione.
“Che
succede
qui?”
“Annie,
stavo
dando a questo verme ciò che merita”
La regina la
guarda stranita, poi volge lo sguardo su Westergard e chiede alla
sorella di
restare da sola con lui.
“Sicura?”
“Ho detto
di
andare” – insiste lei.
Così il
quinto spirito lascia la sala, chiudendosi il grande portone alle
spalle.
“Mi vuoi
cacciare anche tu?” – domanda Hans, spostando un
ciuffo dal viso della regina.
La donna
è
seria e fissa insistentemente il volto di colui che anni addietro
voleva spodestare
Elsa.
“Non mi
ricordavo fossi così bella, sai?” – la
lusinga.
La sovrana
non risponde e quel silenzio inizia ad infastidirlo.
Approfittando
della solitudine, afferra un braccio di lei e tira a sé il
suo corpo.
Le cinge con
forza i fianchi e si avventa sul suo collo.
Anna non
reagisce, stranamente. Qualcosa sembra averla paralizzata.
Poi lui le
sussurra – “Sono certo che insieme ci divertiremo,
cara la mia regina. Voglio
diventare re e sarai proprio tu a realizzare questo mio
desiderio”
Senza aggiungere altro, si fionda violento sulle labbra di lei, fiero
di aver
mosso bene le sue carte e stavolta deciso a vincere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 5 Capitolo ***
Elsa lascia
il palazzo, certa che sua sorella minore, da regina qual è,
allontanerà
definitivamente Hans da Arendelle. Decide, così, di seguire
la cugina, la
quale, in lacrime, ha quasi raggiunto il porto.
La nave
è
prossima a salpare, diretta a West Isle.
“Helen,
aspetta!” – la chiama a gran voce.
Inizia a
rincorrerla,
riuscendo a frenare il suo passo.
Le si pone
davanti come barriera e le dice – “Possiamo parlare
prima di salire a bordo?”
La donna
,asciugandosi
il viso bagnato dal pianto, annuisce.
“Attendete
il mio ordine prima di partire” – ordina Elsa ai
suoi uomini.
E una volta
da sole, sedutesi in disparte, su una panca di pietra, iniziano il
dialogo.
È
l’arendellina
a parlare per prima – “Mi dispiace vederti in
questo stato”
“Non
avrei
mai creduto che Hans potesse amare un’altra”
– commenta, ferita, l’altra.
Elsa scuote
il capo e cerca di rasserenarla – “Non è
vero, non sa amare nessuno. Starà mentendo.
Poi Anna lo disprezza, come lo disprezzo io. Mi dispiace dirlo
perché è tuo
marito e noi siamo cugine, ma evidentemente tu sei all’oscuro
delle intenzioni
che ebbe vent’anni fa quando arrivò qui con il
solo scopo di illudere mia
sorella, togliere di mezzo me ed indossare la corona”
“Cosa?”
–
esclama, scioccata, Helen.
“Non
avrei
voluto che lo venissi a sapere in questa maniera. Però
è bene che tu sia
cosciente della verità”
“Mi ha
imbrogliata. Non posso crederci… maledetto”
“Come
l’hai
conosciuto? Ti va di raccontarmelo?” – le domanda,
teneramente, Elsa, mostrandosi
fin troppo affettuosa per i suoi standard.
“Ci
conoscemmo ai funerali di mio padre, re Edgard. Si presentò
come alleato del
mio regno. Mi ricordo che mostrò galanteria, era anche un
abile ascoltatore e
consolatore. Io ero abbattuta, non ero pronta per il ruolo che avrei
dovuto
assolvere da lì a pochi giorni. Diventare regina!! Non
rientrava nei piani di
una vent’enne alle prime armi”
Elsa accenna
un timido sorriso, condividendo le emozioni della parente.
“Lo
stesso
valse per me”
“Mi
capisci bene,
cugina. Poi, ero molto fragile, bisognosa di affetto. Ed eccolo
arrivare, con
il suo savoir-faire, la sua dolcezza… seppe stregarmi
totalmente. Mi innamorai
perdutamente e nel giro di due giorni mi chiese di sposarlo. Per me fu
scontata
la risposta, ignoravo che desiderasse il trono”
“Possibile
che sappia conquistare le donne con questa
facilità”? – riflette Elsa ad alta
voce.
“Cosa mi
dici della sua storia con Anna?” – chiede poi Helen.
“Storia
è un
parolone. Una presa in giro, ecco cos’era. Illuse anche lei
come ha fatto con
te; Anna era molto ingenua, innamorata dell’amore e sognava
di incontrare il
suo principe azzurro. In fondo me ne sento responsabile, io
l’allontanai per
anni e lei cercava affetto, protezione. Non immaginava che stava per
cedere il
regno nelle mani di un vero e proprio mostro”
“Maledetto.
Appena
torno a West Isle, mi assicurerò che venga eliminato dai
registri reali. Non
abbiamo prole, quindi potrei annullare le nozze”
“Potresti
davvero farlo?” – esclama, incredula, la custode
della foresta incantata.
“Nessuno
può
permettersi di usarmi a proprio vantaggio” –
puntualizza lei, arrabbiata.
La conversazione
si interrompe poco dopo, quando la straniera sale a bordo.
“A
presto” –
urla Elsa alla nave in partenza, dimenando le braccia in segno di
saluto.
Nel giro di
pochi minuti, l’imbarcazione prende il largo.
La regina di
West Isle rientra a casa sola e senza marito, certa di cosa desidera
davvero,
pronta a dare una svolta alla sua vita.
--------------------------------------------------------
“Vedo che
hai
gradito il mio bacio, reginetta” – sussurra Hans
all’orecchio di Anna, ancora
accaldata dopo l’attimo bollente vissuto con l’ex
fidanzato.
“Prossima
volta non mi limiterò ai bacini” –
sostiene, ridacchiando fiero, mentre si
sistema il ciuffo rosso.
La sovrana,
silenziosa e poco reattiva, si sistema il vestito, sgualcito dai modi
di fare
poco eleganti di quell’uomo.
“Dovresti
lasciare il palazzo” – prende finalmente parola,
aggiustandosi l’acconciatura.
“Piccola,
che
stai dicendo?” – chiede, spiazzato. Poi le si
avvicina e le cinge i fianchi, spingendo
provocatoriamente il suo corpo a quello di lei.
“Se torna
Elsa ti scaglierà contro la sua magia. Dopotutto nessuno
deve sospettare,
perciò adesso andrai via, ti darò un alloggio
segreto, dovrà sembrare che tu
sia scomparso per sempre dalle nostre vite” – Anna
dà chiare indicazioni a Hans
che allenta la stretta su di lei.
“Lo
farò se
tu mi prometti che verrai a farmi visita appena puoi”
– la stuzzica, adagiando una
mano sul petto della donna, il cui cuore batte ad un ritmo incalzante.
“Mi piace
saperti così innamorata del sottoscritto”
– con ghigno malefico, Westergard le
alza il mento e la fissa negli occhi in silenzio.
“Bene,
allora vado”
“Raggiungi
la montagna del Nord, lì c’è una casa
isolata”
“Ci
vediamo lassù”
– conclude lui, accingendosi ad andare.
Percorre i corridoi
con aria soddisfatta, mentre ride da solo, certo che stavolta non ci
saranno
impedimenti.
“Sento
che
manca poco ormai. Il castello sarà mio, il potere di un
regno tanto ricco sarà
nelle mie mani…”
Superati i
cancelli del palazzo, il nobile si imbatte in Elsa di rientro dal porto.
“Vedo che
mia sorella ti ha cacciato a calci in…”
“Hey, calma. Non sono termini che una signora di classe
dovrebbe usare”
“Con te
perderebbe la pazienza anche un santo”
“Ho
capito l’andazzo,
cara la mia regina, anzi ex regina. In fondo non lo sei più
o meglio, non era
un titolo a te consono”
“Zitto o
ti
scaglio contro una tempesta di neve che ti congela”
– lo minaccia, con fare poco
clemente.
“Wow, la
cara dolce Elsa è sparita”
“Vattene
o non
rispondo di me” – tuona la donna.
“Tranquilla,
il re di West Isle non ti darà più
fastidio” – puntualizza, alzando in aria le
mani, come segno di resa.
Con lo
sguardo della arendelliana fissa su di lui, Hans si allontana, con
scioltezza e
serenità.
“Povera
sciocca! Se il re di West Isle va via, questo accade perché
a breve sarà
sovrano di un altro regno…il tuo”
Anna osserva
Westergard dalla finestra. Ha notato la discussione tra
l’uomo ed Elsa e, mostrandosi
il più serena possibile, la raggiunge all’ingresso.
“Sorellina,
sei stata grande a cacciarlo via” – la lusinga la
maggiore appena le due si
incontrano sulle scale.
“Ha detto
che non sarà più un problema”
– spiega la seconda.
“Lo
spero,
sai come è fatto quel tipo! La menzogna è una sua
abitudine”
“Come
l’ha
presa Helen?”
“Credo
abbastanza bene. Sospetto che lui possa averla soggiogata in qualche
modo,
Annie”
“Cosa?
Soggiogata?”
“Si, mi
raccontava
di essersi innamorata nel giro di poche ore, proprio come
capitò a te”
“Io ero
giovane
ed ingenua. O magari è un tratto di famiglia”
– ipotizza la regina di
Arendelle.
“Chissà,
qui
gatta ci cova. Comunque, basta che non è più fra
i piedi” – conclude il quinto
spirito, tirando un sospiro di sollievo.
“Ora dove
vai?” – le domanda Anna, vedendola riprende il
passo, spedita verso il piano
superiore.
“Devo
tornare nella Foresta, vado a salutare i miei nipoti”
“Di
già?” –
domanda, spiazzata, la regnante.
“Sai che
ti
basta contattare Zefiro e arrivo da te” – le
sorride Elsa, abbracciandola. Qualcosa,
però, in quel frangente la pietrifica. Anna non ha alcuna
reazione, il suo
corpo è impassibile di fronte a gesti d’affetto.
“Tutto
bene?”
– le chiede allora, preoccupata. Non è affatto da
Anna essere tanto impassibile.
“Certo.
Io devo
uscire. Ci ritroviamo qui tra qualche giorno, allora”
– la saluta come se poco
le interessasse averla lontana e lascia il palazzo.
Elsa è
turbata e pensierosa.
“Meglio
seguirla”
– dice ad alta voce.
Piano
irrealizzabile.
Ineke ed Aurora raggiungono la zia, ancora scosse dal racconto di Hans
sull’amore
segreto per la loro mamma.
“Cara zia, vogliamo sapere quanto successo tanto tempo
fa” – dice la
primogenita di Kristoff.
“Ehm…
io
dovrei andare”
“Dai, ti
prego. Non ti ruberemo molto… pretendiamo però
delle risposte” – insiste la
seconda.
Inutile porre
resistenza. Elsa e le due ragazzine raggiungono la sala dei quadri, si
siedono
sul divano di fronte al camino spento, e si apprestano a toccare un
argomento
del passato di Arendelle fino a qualche ora prima ignoto.
----------------------------------------
“Eccoti,
non
vedevo l’ora di averti qui” – dice Hans,
trovando Anna sull’uscio di casa.
“E’
freddo
qui?” – chiede lei.
“E’
estate,
pensi davvero possa far freddo?” – ridacchia lui,
spogliandosi dei suoi abiti
senza alcuna esitazione.
La tira a
sé
e le strappa di dosso gli indumenti.
Un vecchio
letto è dove i due si adagiano, lasciandosi andare agli
ardenti bollori della
passione.
Quegli attimi
di intensa attività, priva di sentimento, frutto solo di
desiderio sessuale, vengono
consumati senza ritegno.
Hans domina
la donna, la quale, invece, non sembra partecipare ma vivere
passivamente.
Nessuna reazione,
a parte i gemiti di piacere.
“Memorabile.
Domani replichiamo” – dice Westergard, riprendendo
fiato al termine della
prestazione.
La donna non
si esprime.
“Odio
quando
taci. Parla, cazzo!”
“Sai bene
che quando assumo le sembianze di qualcuno, difficilmente mi
è possibile comportarmi
in normalità” – spiega lei.
“Ho
capito,
Sandy. E allora, torna in te”
“Se torno
in
me, Anna si risveglia”
“Già,
ok allora
continuerò ad immaginare di fare sesso con la mia ex
logorroica e snervante
fidanzata, mentre in realtà sei tu a soccombere al mio
volere” – ridacchia,
accarezzandole la guancia.
“Se
potessi
reagire come sono solita fare, ti darei un bel calcio
nel…”
“Shhh”
– la zittisce
– “Presto saremo sul trono e nessuno, ripeto,
nessuno, ci impedirà di vivere da
re e regina di Arendelle”
“L’altra
volta
hai fallito” – gli ricorda l’altra.
“Perché
ho
giocato male le mie carte. Stavolta abbiamo la magia dalla nostra
parte”
“Non
ammetto
errori. Ci prenderemo quel regno una volta per tutte”
– conclude lei, alzandosi
dal letto, pronta ad indossare di nuovo i panni della sovrana.
“Come
sto?” –
chiede a Westergard, una volta sistemata.
“Sei
l’esatta
copia di Anna”
“Bene! A
domani
allora”
Così
dicendo,
la sosia della regina lascia la casa dell’uomo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 6 Capitolo ***
Hans è
solo
in quella piccola casa abbandonata, ai piedi della montagna del Nord.
A petto
nudo, cammina su e giù sorseggiando dell’acqua
fresca.
L’immagine
del corpo nudo di Anna, sotto il suo, riempie la sua mente.
“Preso
sarà
la vera regina a giacere nel mio letto” –
ridacchia, fiero di come il suo piano
si stia realizzando.
In quel
momento, estrae da una vecchia borsa, uno specchio di medie dimensioni
che
posiziona alla parete vuota. Magicamente esso aderisce al muro e si
illumina.
“Eccomi,
signore”
– dice Westergard, inginocchiandosi di fronte a tale oggetto.
“Stai
agendo
come stabilito?” – prende parola una voce
misteriosa, dal suono profondo e
inquietante.
“Si,
Sandy
presto si libererà di Kristoff e sposerà me.
Diventerò re di Arendelle..”
“Bene,
ricorda il patto. Avete esattamente cinque giorni. Dopo di allora, se
non
avverrà quanto deciso, tutto tornera come prima”
“Ricordo
benissimo.
Lei mi ha aiutato nascondendo Anna, io agirò a suo
favore” – aggiunge Hans –
“Le sono debitore, dopotutto. Avete reso possibile il
matrimonio con Helen di
West Isle, dandomi modo di agire dall’interno ed organizzare
la ribalta contro
Arendelle”
“Stregare
quella donna è stato banalissimo. Era talmente desiderosa
d’amore che avrebbe
ceduto ai tuoi corteggiamenti anche senza interventi magici”
– precisa la voce
misteriosa.
“Per la
conquista
di questo regno, va tenuta presente la ex regina, attualmente quinto
spirito
della natura”
“Lo so.
Sto
valutando questo dettaglio”
“Gli
altri
elementi potrebbero giungere in suo aiuto”
“Adesso
concentrati sull’obiettivo iniziale. Al resto si pensa in
seguito. Dobbiamo
arrivare al potere”
“Non vi
deluderò. La prima volta ero giovane ed inesperto. Stavolta
non sarà così” –
l’uomo è convinto e determinato.
“Sarai
ben
ricompensato”
“Sapete
cosa
voglio” – gli ricorda Hans.
“E lo
avrai”
La
conversazione tra i due termina poco dopo, dopo ultime raccomandazioni
che il
ricco nobile accetta.
Quando la
luce dello specchio si spegne, Westergard parla all’oggetto
svelatore di realtà
e gli ordina – “Mostrami Anna”
In quel
preciso istante, viene rivelata la posizione della regina di Arendelle.
Dorme,
vittima di un incantesimo, sdraiata su un rozzo tavolo di pietra,
circondata da
un immenso buio.
“Vorrei
vedere cosa sta sognando” – aggiunge poi.
L’immagine
che viene riflessa non è affatto piacevole e, agli occhi di
lui, risulta disgustosamente
dolce.
“No,
basta.
Chiudi” – conclude poi, scuotendo il capo a voler
cancellare scene patetiche di
Anna insieme a Kristoff e i loro figli.
Infastidito,
copre lo specchio con una grande coperta nera e si accinge ad uscire
per
raggiungere il paese e comprare cibo per il pranzo.
----------------------------------------------
“Anna, ma
che fine avevi fatto? Ero preoccupatissimo” – dice
Kristoff appena vede
rientrare la consorte.
La donna,
fredda come il ghiaccio, lo ignora e si dirige nella sua stanza.
Bjorgman
però non demorde. La segue e si chiude in camera con lei.
“Cosa
fai?
Ora mi vuoi segregare qui dentro?” – domanda,
mantenendo lo sguardo basso.
A quel
punto, il re sa di non dover agire con le parole. Si avvicina alla
moglie e
cerca di baciarla.
Quando le
sue labbra sfiorano quelle di lei, avverte una scossa elettrica ed
è proprio la
sovrana a respingerlo con un’istintiva sberla.
“Hey ma
cosa
ti prende?” – esclama scioccato il biondo, con una
mano sulla guancia
arrossata.
Anna si
volta, dandogli le spalle, con le braccia conserte.
“Non
sembri
tu, Annie. Sei sicura di sentirti bene?” – le
accarezzai capelli con dolcezza,
guardandola irrigidirsi ancor di più.
“Ti sento
distante, ti ho offesa in qualche modo? Mi eviti come fossi un
appestato. Sono
tuo marito, non posso neppure baciarti?!” - la voce calda e
affettuosa, tocca
in un primo momento la donna.
“Con me
puoi
parlare, lo sai vero?” – insiste il regnante.
Sandy,
lentamente, si gira verso di lui e incrocia i suoi occhi profondi.
Kristoff le
sorride timidamente e le prende una mano, intrecciandola alla sua.
“Almeno
un
abbraccio possiamo scambiarcelo?”
La donna lo
fissa, stranita. Non ha mai abbracciato nessuno nel modo in cui dice
quel tipo
a lei del tutto sconosciuto.
E non appena
sente quelle grandi e muscolose braccia avvolgerla a sé, le
scosse elettriche
che emana si affievoliscono e accade qualcosa di speciale.
“Il mio
cuore batte all’impazzata, non posso controllarlo”
– pensa, confusa e
preoccupata.
“Lasciati
andare, tesoro. Ho capito che l’arrivo di Hans deve averti
destabilizzata, ma
tu sei più forte di quell’idiota. E’
andato via, è tutto finito” – le
sussurra
Kristoff.
Sandy sa che
quell’infinita dolcezza non è riservata a lei in
prima persona ma a quella
donna che sta momentaneamente sostituendo.
“Facciamo
l’amore?” – le chiede poi Bjorgman,
spiazzandola.
“Cosa?”
–
domanda lei, non sapendo neppure cosa significasse.
Bjorgman la
libera dal copriabito e quando le sbottona anche l’abito, la
straniera sussulta.
“Sesso!
Vuole fare sesso” – dice a se stessa, intuendo
l’intenzione del presunto
marito.
Ed è
allora
che lo frena.
“Non mi
va.
Sono stanca…e ho fame” – dice,
liberandosi dalla stretta di lui, avanzando
verso l’uscita.
“Ok”
–
risponde, deluso, il sovrano sedendosi sul letto.
I suoi occhi
si posano subito sul cassetto semiaperto del comodino.
Qualcosa al
suo interno sbrilluccica.
“E
questo?”
– domanda poi, tirando fuori la fede nuziale. Possibile che
non l’abbia indossato?
Non se ne separa mai.
E’ pronto
a
discuterne, ma la finta Anna è già fuori dalla
camera, diretta verso il salone
dove è imbandita la tavola per il pasto.
“Mammina”
–
le corre incontro Iduna, avvinghiandosi alla sua gonna.
Sandy
sobbalza e la guarda, perplessa.
“Tutto
bene
mamma?” – le chiede Ineke.
“Ehm…si,
figlia, alla grande”
Le due
ragazzine, sedute una di fianco all’altra, si guardano
sorprese ed è Aurora a
precisare – “Figlie? Da quando in qua ci chiami
così?”
“Da
oggi” –
chiude discussione la donna, sedendosi al posto sbagliato.
“Mamma,
il
tuo posto è questo” – le indica Agnarr.
“Dannazione,
questi marmocchi devono puntualizzare ogni cosa ”- pensa
irritata, mostrando
però un’espressione serena.
Bjorgman
giunge subito dopo e durante il pasto cerca disperatamente gli occhi di
Anna.
La sua Anna,
che conosceva come le sue tasche, sembra essere diventata magicamente
un’altra
persona. Deve parlarle, deve capirne di più…
qualcosa è accaduto, ora ne è
sicuro.
Approfitta di
quando la regina comunica, al termine del pranzo - “Mi ritiro
nelle mie stanze”
“Come? Ma
se
mi avevi promesso di uscire in giardino per giocare ai mimi”
– le ricorda la
piccola Iduna, dispiaciuta.
“Non mi
sento in forma. Lo faremo domani” – taglia corto la
donna, andando via,
lasciando la bambina in lacrime, ignorando di averla ferita con una
promessa
non mantenuta.
Comportamento
non tipicamente da Anna.
Nessuno sa
spiegarsi quel rapido mutamento della regina. Nessuno può
minimamente sospettare
che la vera regina di Arendelle non è quella con cui hanno
appena condiviso il
cibo.
Giunta in
camera, Sandy gira la chiave, chiudendosi all’interno. Si
dirige verso lo
specchio e con il potere della mente convoca qualcuno.
“Eccomi.
Come
sto andando?” – chiede lei.
“Controllati
di più. Stai lasciando emergere troppi sospetti”
“Non so come comportarmi. Io non sono
così…così…”
– non trova la parola giusta.
“Umana?”
“Esatto.
Non
provo quelle emozioni disgustose”
“Ho
avvertito il piacere che ti ha donato Kristoff quando ti ha
abbracciata” – puntualizza
la voce.
“Non
conosco
quelle sensazioni e non so identificarle” – si
giustifica lei.
“Non
osare
commettere passi falsi,Sandy” – si raccomanda la
voce magica.
“Non
deluderò
nessuno”
“Bene!
Adesso cerca di mostrarti il più
“normale” possibile. Devi parlare, muoverti e
pensare come Anna”
“Io
neanche
la conosco”
“Devi
amare
suo marito e i suoi figli”
“Amore,
amore…non so cosa sia”
“Allora
non
ti rimane che una cosa da fare. Convoca la famiglia e poni fine a
questa farsa.
Avresti dovuto eliminare ogni sospetto prima di chiudere la faccenda.
Però non
sai gestire gli eccessi d’affetto di questi mortali,
perciò muoviti di
conseguenza”
“Volete
che
io…?”
La
conversazione si interrompe quando qualcuno bussa alla porta.
“Devo
andare.
Segui il mio ordine.”
Conclusa la
conversazione, la presunta regina corre a sbloccare il lucchetto.
“Perché
ti
sei serrata dentro la stanza?” – domanda Kristoff,
sempre più perplesso.
“Ehm…
avevo
bisogno di stare da sola”
“Annie,
mi
vuoi dire cosa ti prende oggi? Anzi, è da ieri sera che sei
strana”
“Devo
confessarti qualcosa di importante; vorrei che mi capissi senza
giudicare”
“Che
verità?
Annie, mi sto seriamente preoccupando”
Sandy a quel
punto chiama in causa Westergard.
“Riguarda
me
e Hans…”
Quando sente quel nome, Bjrgman trema e il ricordo di quel bastardo e
del
tentativo di uccisione di Anna ed Elsa gli torna alla mente.
“Cosa ti
ha
detto quell’idiota?”
“Nulla,
ma
ci siamo baciati” – sgancia la bomba.
“COSA?”
–
esclama il biondo, restando a bocca aperta, incredulo.
“Si, hai
capito
bene. Non sono più certa dei miei sentimenti. Quel bacio ha
risvegliato
qualcosa che credevo assopito”
“Assopito?
Ma se non è mai esistito nulla tra voi”
“Mi
sbagliavo. Perdonami...” – sa fingere alla
perfezione, riuscendo a distruggere
ogni certezza dell’attuale sovrano.
Lo sguardo pallido
di lui, rimasto immobile, con i pugni stretti e il respiro affannato,
dimostrano che il piano di Sandy e Hans sta funzionando.
“Non dici
nulla?” – insiste la donna, decisa a dare il colpo
di grazia alla relazione.
L’ex
montanaro sposta gli occhi su di lei e deluso come mai prima nella vita
conclude – “Non me l’aspettavo da
te” – cerca di metabolizzare rapidamente
però
non ci riesce e il dolore lo pervade.
“Io…non…io…”
– non sa più cosa dire. La voce trema e le lacrime
cominciano a scendere sulle
sue guance.
L’immagine
di sua moglie avvinghiata al suo acerrimo nemico, lo manda in bestia.
Svegliatosi dallo
stato comatoso che lo attanaglia, le dà le spalle e dopo
alcune esitazioni e un
silenzio tombale, corre via.
“Ben
fatto” –
dice lo specchio alla donna – “Matrimonio
distrutto. È ora che tu prenda in sposo
il nuovo re di Arendelle”
Però
Sandy
sente un’emozione strana dominarla e toccarle il cuore, quel
cuore da sempre
spento.
Per la prima
volta sente compassione per un uomo che è stato vittima di
un piano malefico
ingiusto… che ci sia un briciolo di umanità anche
in lei?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 7 Capitolo ***
Il campanile
di Arendelle suona rumorosamente, segnando con i suoi rintocchi
l’ora
pomeridiana.
Ingrid Bjorgman,
alle prese con il ricamo di una coperta per i suoi amici Frost, viene
interrotta da una visita inaspettata.
“Figliolo,
cosa ci fai qui?” – domanda a Kristoff, vedendolo
sull’uscio della casa.
Letizia
è
con la donna quando arriva il sovrano.
“Maestà,
sembrate sconvolto. Vi porto dell’acqua”
– interviene, guardando il re sedersi
su una poltrona accanto al camino spento.
“Mi vuoi
dire come mai sei venuto fin qui? hai portato con te anche la
renna” – puntualizza,
notando l’animale davanti l’abitazione.
“Avevo
bisogno
di un amico con cui parlare mentre giungevo fin qui!”
– confessa, sorseggiando
la bevanda fresca offertagli dalla straniera.
“Ci sono
problemi
a palazzo?” – domanda ancora la donna, in pena per
il figlio.
“No,
tutto bene.
Te ne parlerò quando mi sentirò di farlo, ora ho
solo bisogno di stare qui,
lontano da Anna”
“Da
Anna?” –
ripete, scioccata, Ingrid –
“Ma…”
“No,
mamma. Ho
detto niente domande per favore” – la zittisce,
prima di udire l’interrogatorio.
La Bjorgman
annuisce e si limita a condividere il silenzio con il sovrano di
Arendelle.
Seppure
preoccupatissima,
torna al cucito.
------------------------------------------
Nel
frattempo, nel castello, Sandy è affacciata alla finestra,
osservando il regno ai
suoi piedi, a braccia
conserte.
“Perché
sei tanto nervosa?” – le chiede
una voce femminile, destandola dai suoi pensieri.
Si
volta lenta verso la persona in
questione, di cui sa poco e niente.
Ineke
è ferma sull’uscio e scruta
sua madre che fino a pochi istanti prima picchiettava le dita sulle
braccia.
“Eh?”
– esclama lei, stranita.
“Mamma,
si può sapere che ti prende?”
– domanda Aurora, unitasi alla sorella maggiore.
“Ehm…non
capisco a cosa vi riferite”
– finge la donna, dedicandosi alla sistemazione di alcuni
documenti sulla scrivania.
“Sappiamo
come sei fatta. Ci stai
nascondendo qualcosa, ne siamo convinte” – continua
la biondina dagli occhi
verde acqua.
“C’entra
per caso Hans?” – prende parola
anche Ineke, spiazzando la finta regina.
“Hans?
Ma come ti salta in testa?” –
si infervora Sandy.
“Ok,
allora dicci il perché del tuo
strano comportamento. Hai toccato poco cibo, eri sempre in silenzio,
hai sbagliato
anche seggiola…su questo ho sorvolato, però
spiegami come mai ci hai chiamate
Figlie” – spiega Aurora, come se stilasse la lista
della spesa.
“Perché
siete tanto perplesse da questo?
Siete o non siete mie figlie? Beh sarò libera di usare gli
appellativi che preferisco”
“Mamma,
non siamo qui per criticare
i tuoi modi di parlare, o di mangiare o… di sederti a
tavola… vogliamo sapere cos’è
cambiato in te” – riprende la maggiore dai lunghi e
mossi capelli rossicci.
La
dolcezza è leggibile dagli occhi
di quella ragazzina che per anni è stata lontana dalla
famiglia e ha poi
faticato a conoscerla, per poi trovarsi, ad oggi, punto e a capo.
“Non
sarai mica incinta?” – ipotizza,
scioccata, la secondogenita.
“No,
assolutamente. Io incinta? Cosa
ti passa per la testa” – replica Sandy, alquanto
disgustata dall’idea.
La
primogenita sposta lo sguardo
sulla sorella e la guarda stranita. Non sa se ridere o piangere di
fronte all’estrema
loquacità dell’altra, che tante volte parla senza
riflettere.
“Meglio
così, altrimenti avremmo
dovuto organizzare i turni notturni per badare al nuovo
bebè” – sussurra Aurora
ad Ineke che, invece, cerca di restare quanto più composta
possibile.
Le
dà un colpo sul braccio per
riprendere il discorso in totale serietà –
“Se ci assicuri che non ci sono
problemi, noi ti crediamo. Però…”
“Bene,
allora basta con questo
interrogatorio. Adesso ho fare!” – chiude la
conversazione diventata pesante e,
ignorando le due, lascia sala del trono e si avvia verso la biblioteca.
“Non
le credo” – rivela Ineke alla
sorella minore.
“Anche
io. E’ diversa, non sembra
lei e questo mi preoccupa perché mi riporta indietro nel
tempo, a quando viveva
solo per gli affari e il lavoro ed io e papà eravamo
invisibili”
“Ma perché mai dovrebbe tornare ad essere quel
tipo di persona?”
“Non
saprei, magari i nostri genitori
hanno litigato” – ipotizza Aurora.
“Se
così fosse, deve essere grave viste
le conseguenze” – riflette Ineke. Poi aggiunge
– “A questo punto, mamma non ci
dirà nulla. Dovremmo interrogare papà”
Mano
nella mano le due ragazzine setacciano
tutto il palazzo.
Per
loro sconcerto, Kristoff non è
da nessuna parte.
“Ho
controllato nella stalla. Anche
Sven è sparito” – rivela la maggiore
alla più piccola.
“Non
ci credo” – esclama,
preoccupata, Aurora cercando di trattenere le lacrime.
“Forza,
sorellina, non c’è bisogno
di piangere. Sarà uscito a fare un giro nel regno e
…”
“Assieme
a Sven? Sai bene che quella
renna ormai è anziana e non è più
scattante come un tempo” spiega la seconda,
spaventata dalla situazione alquanto inusuale –
“Papà non avrebbe mai messo a rischio
la sua salute se non fosse per motivi seri”
“Basta
Auri” – la prega Ineke –
“Magari
stiamo ingigantendo tutto”
In
quell’istante una familiare e
buffa vocina riecheggia nei corridoi e distrae le ragazzine dalle
preoccupazioni.
“Olaf”
– esclamano le due
principesse, correndogli incontro.
Il
pupazzo di neve si aggira da
solo, alle prese con strambi monologhi.
“Hey,
ciao…” – le saluta, annotando
qualcosa su un’agenda.
“E
quella cos’è?” – domanda
Aurora, fissando
l’oggetto che l’omino magico ha tra le
“mani legnose”.
“Me
lo regalò Ingrid giorni fa, vi
piace?” – racconta lui –
“E’ divertente, quello che penso, lo segno qui
sopra”
E
allora, mentre Olaf parla, parla,
parla, nella mente di Ineke si accende una lampadina.
“Ma
certo!!” – il suo viso si illumina.
“Che?”
– chiede confusa la seconda.
“La
nonna!! Probabilmente è lì che è
andato nostro padre”
“Non
perdiamo altro tempo. Raggiungiamolo!”
– aggiunge Aurora, afferrando la grande per il braccio,
trascinandola all’uscita
del castello.
Olaf
le saluta mentre vanno via, confuso
più che mai – “Dove stanno correndo
così di fretta non l’ho capito.
Mah…spero
non si caccino nei guai, come al solito!” – torna
poi ai suoi dialoghi e alle annotazioni
sul libretto. Ripercorre il lungo corridoio, riflettendo sulla scelta
delle
parole da segnare. Da
quando è stato istruito
anche all’arte della scrittura, trascorre ore ed ore a
mettere in pratica tale abilità.
Ormai è sapiente quanto un insegnante di corte.
-------------------------------------------------
Sandy
è chiusa nella sala del trono,
intenta a realizzare una parte del piano: allontanarsi dai quattro
figli della
regina, distruggendo quel legame forte che la vera Anna ha instaurato
con i
suoi eredi.
Ed
è in quel preciso istante che
riconosce le due adolescenti in groppa a due cavalli, uscire dai
cancelli.
“Bene,
tutto procede nel migliore
dei modi” – il grande specchio alla parete
dell’immensa biblioteca reale si
illumina e le parla.
“Procedo
come deciso allora” – aggiunge
la donna.
“Sappiamo
già che le ragazzine
vorranno riportare Kristoff qui, però tranquilla! Ci
penserò io. Quando il re rincaserà,
allora darai il colpo di grazia alla relazione matrimoniale”
“Si
signore” – accenna lei,
abbassando il capo, poco convinta e alquanto amareggiata.
“Sandy,
Sandy non dirmi che vestire
i panni della regina Anna ti sta umanizzando?” – la
provoca la voce misteriosa.
“No”
– replica – “Niente debolezza,
era parte del piano”
“Perfetto,
voglio da te il massimo.
Hans conta su di te, io conto su di te… perciò
comportati bene e nessuno si
farà male” – si raccomanda.
Poi
lo specchio si spegne e lascia
Sandy sola con se stessa e con un ruolo che è stata
costretta ad assumere.
-----------------------------------------------
Kristoff
è seduto sul divano di casa
di Ingrid e, in solitudine, fissa un punto nel vuoto.
Pensa
alla sua vita e a cosa possa
essere scattato in sua moglie con il ritorno di Hans.
Immagina
le mani viscide di lui sul corpo
di Anna e ciò lo manda in bestia.
Ma
ecco che la vocina dolce e premuorsa
di Letizia interrompe tali visioni.
“State
meglio,maestà?”
La
bambina siede su una sedia, ben
distante dal reale, intimorita dal titolo nobiliare dell’uomo
che ha davanti.
Lui
sposta lo sguardo e le accenna un
sorriso.
“Puoi
prendere posto accanto a me, non
ti mangio” – commenta il biondo, facendole posto.
“Ecco
io non vorrei sembrare
scortese…voi siete un re ed io invece…”
“Non
dire sciocchezze. Sono un
montanaro e sarò sempre un montanaro. Questa corona
è mera finzione” – la voce
fredda e lo sguardo deluso accompagnano un gesto importante.
Bjorgman
si libera del diadema di
Arendelle e lo getta a terra.
“Cosa
fate? Si potrebbe rompere” –
esclama la Frost, sconvolta, raccogliendolo e porgendoglielo.
“Non
so se voglio continuare ad
indossarla” – la afferra dalle mani della piccola e
la osserva.
“Cosa?!”
– esclama lei – “Ma fino a
ieri sera eravate l’uomo più felice del mondo,
durante i festeggiamenti del
compleanno della regina! Eravate fiero di essere regnante di Arendelle
e veneravate
vostra moglie. Cosa è cambiato?”
A
quel punto, Kristoff è colpito al
cuore da quella bambina tanto dolce e premurosa che a tratti ricordava
le sue
due figlie maggiori, tanto attente ai problemi del loro goffo padre.
“Ho
bisogno di tempo per
metabolizzare qualcosa che mi ha molto scosso su Anna”
“Qualsiasi cosa sia accaduta, voi amate la regina. Siete una
coppia forte, supererete
ogni ostacolo. Non permettete a nessuno di mettere in crisi la vostra
storia d’amore,
maestà” – Letizia parla con il cuore e
la sua estrema maturità colpisce Kris.
“Reagite,
non mollate mai. Un
litigio, un evento doloroso, non può distruggere anni ed
anni di amore vero!”
“Hai
ragione ed io agendo così ho offerto
la mia compagna al mio nemico su un piatto d’argento.
Dannazione” – esclama.
Effettivamente
se sua moglie fosse
mai stata in crisi per un bacio ricevuto dall’ex fidanzato,
quello non era il
momento migliore per scappare. Anzi! E se Kristoff sa bene come
è fatto Hans,
non può abbassare la guardia.
“Grazie
di cuore, Leti! Senza di te
mi sarei abbattuto inutilmente” – qualcosa nel suo
sguardo si riaccende.
Le
dà un tenero bacio sul capo,
spiazzando la umile e tenera Frost.
Poi
va via.
“Dove
è andato mio figlio?” –
domanda Ingrid vedendo l’assenza del re.
“E’
tornato ad Arendelle”
“Ti
ha detto cosa è successo?”
“No,
ma credo abbia trovato le risposte
da solo e ora stia risolvendo la cosa, quindi non
c’è nulla da temere”
Beh…
qualcosa da temere invece c’è.
Aurora
e Ineke sono in marcia,
pronte a raggiungere la casa della nonna.
Ed
ecco che accade qualcosa di
sconvolgente.
“Cos’è
quella luce?” – chiede la
seconda indicando un fascio luminoso ai piedi della famosa e nota
montagna del
nord.
Ineke
si volta istintivamente ed è
in quel frangente che qualcosa si incrina, qualcosa pronto a cambiare
le vite
di tutti i reali di Arendelle e di Kristoff, al cui rientro non
troverà nessuno
se non una nuova regina, pronta a dire addio al loro matrimonio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 8 Capitolo ***
Kristoff
percorre il tragitto che lo conduce a palazzo, il prima possibile,
nonostante
gli acciacchi di una renna ormai anziana, pronta a dare se stessa per
aiutare
il fratello umano.
“Sei un
grande, amico mio! Ora riposati, farò in modo che ti venga
portata acqua fresca
e anche delle carote” – dice Bjorgman, sistemando
Sven nella stalla, dandogli
una tenera pacca sul muso per poi correre via.
A passo
svelto, sale la lunga scalinata, tenendo stampato nella mente il
discorso da
recitare alla moglie.
“Esigo da
te
spiegazioni, non voglio che tu mi dica che…”
– ripete a se stesso, mentre
supera i corridoi principali.
E quando
è
prossimo ad arrivare alla sala del trono, dove è convinto di
trovare Anna, si
accorge di un particolare.
La parete di
fronte a sé è priva di un quadro.
“Ma
cosa…?”
– esclama, spiazzato.
Si volta
attorno, riscontrando la presenza di ogni immagine sul muro. Quella di
Iduna,
di Agnarr, di Elsa ed Anna bambine, perfino il dipinto del giorno
dell’incoronazione della attuale sovrana è ben
visibile.
“Possibile
che manchi proprio quello di famiglia?” – si
domanda, perplesso – “Perché mai
è
stato tolto?”
Un rumore di
tacchi, improvviso, attira la sua attenzione, costringendolo a voltarsi
in
quella direzione.
Nota subito
la persona che lo ha raggiunto.
“Annie,
ti
stavo cercando” – dice lui, trovandosi faccia a
faccia con la consorte, con la
quale ore prima ha litigato, la donna che gli ha detto di aver baciato
un altro
uomo e di essere in crisi.
“Pensavo
non saresti tornato così presto! Dopo
quanto ti ho confessato…” – aggiunge
Sandy, fingendo alla perfezione la parte
di moglie amareggiata e in colpa.
Non avrebbe
mai immaginato la reazione di Kristoff. Bjorgman infatti cancella in un
battibaleno
ogni discorso studiato a memoria e lascia che sia il cuore a decidere
cosa
fare. Non le dà tempo o modo di parlare. La afferra per un
braccio e la tira a sé.
L’ex
montanaro guarda la sua compagna con immensa dolcezza, adagiando le sue
labbra
su quelle di lei.
Sandy non
può
reagire, non può ribellarsi ad esso. Le piace e questo
comincia a spaventarla.
Però
nonostante
la paura, continua. E’ incurante che lo specchio le ha
severamente vietato di
riavvicinarsi a Kristoff, soprattutto perché nel piano era
previsto un divorzio
tra i sovrani e non una riappacificazione.
“Ti
perdono,
non voglio perderti e ti dimostrerò il mio amore, ogni
giorno. Non lasciamo a
quel verme di Hans di distruggere la nostra
felicità” – le sussurra, in un
momento di respiro tra loro.
Sotto lo sguardo
stupito della finta regina, l’innamorato la prende in
braccio, sollevandola da
terra.
Raggiunge la
loro stanza matrimoniale e la adagia sul letto.
Sandy lo
osserva togliersi la giacca, poi la camicia, mostrandole lo scultoreo
petto.
Arrossendo,
la donna non sa cosa fare. Ciò che sta per accadere
è palese.
“Non
posso,
non posso” – ripete a se stessa.
Ma quando Bjorgman
la riempie di parole dolci e premurose sui loro sentimenti, sulla loro
famiglia
perfetta, sul futuro che si sono promessi sull’altare, Sandy
avverte una strana
sensazione riscaldarle il cuore.
Così
Kristoff
le sussurra all’orecchio – “Ti amo da
morire” e lei
non resiste più.
Al diavolo i
piani e le follie di chi ha deciso per la sua vita!! Si spoglia senza
alcuna
esitazione, mettendo a nudo
un corpo non
suo, che Kristoff stesso conosce alla perfezione e che non si stanca
mai di
apprezzare e accarezzare.
Sotto le lenzuola
bianche, i due si concedono l’uno all’altra,
vivendo attimi unici e impregnati
di pura ed immensa tenerezza.
Sandy mette
da parte la promessa fatta a chi con lei mira alla conquista di
Arendelle e
mostra il suo tradimento allo specchio che, posizionato di fronte alla
coppia,
osserva la scena e sente la rabbia ribollire, deluso e furioso verso
chi ha
osato disobbedire alle sue regole.
-----------------------------------------
“Che vuol
dire stava facendo sesso con il re?”
“Hai
capito
bene, Hans! Bisogna intervenire. Sandy ha ceduto troppo in
fretta” – comunica lo
specchio all’alleato Westergard.
“Maledizione! Possibile che tutte le
donne cadano ai piedi
di quel rozzo montanaro?”
“L’amore”
– puntualizza
il capo, con disgusto.
“Sandy
non
sa cosa sia l’amore”
“Proprio per tale motivo va impedito che lo scopra altrimenti
sarà la nostra
fine. Credevo fosse degna della missione e mi sbagliavo, è
uguale ai suoi
fratelli…troppo sciatti, troppo buoni, troppo
umani”
“Signore,
cosa bisogna fare adesso? Non vorrà mica punirla?”
“Sarebbe
ciò
che meriterebbe. Ammetto che l’ho anche pensato,
però ho poi riflettuto. Se
vogliamo vincere, lei è indispensabile. Perciò le
parlerò appena sarà sola”
“E se
dovesse ribellarsi a noi?”
La voce sospira,
zittendosi per alcuni secondi. Aggiunge poi – “In
quel caso agiremo con
Kristoff come abbiamo agito anche con Anna e le sue due figlie
maggiori”
“Le due
figlie maggiori? Come? Loro non c’entrano!”
– Hans sobbalza di fronte alla verità
e inizia ad impensierirsi per due innocue adolescenti.
“Una di
quelle due ragazzine era la custode del cuore di cristallo, ho dovuto
farlo!”
“Era!
Adesso
non lo è più” – precisa
Westergard.
“Potrà
esserci utile in qualche modo”
“E
l’altra?
Che vuoi farne? Loro non c’entrano, lasciamole
libere!” – chiede, spaventato, mentre
il senso di colpa inizia a divorarlo.
“Vedrò
in
seguito. Ora la priorità è un’altra.
Impadronirsi del regno di Arendelle e di tutta
la magia di cui è impregnato”
“Come la
mettiamo con Elsa? Non rimarrà con le mani in mano,
guardando casa sua nelle
mie mani”
“Ancora
con
queste domande? Ti avrò spiegato il piano mille
volte” – si infastidisce la
voce.
“Chiedo
scusa, capo. È che mi preoccupa dato che so di cosa
è capace quella donna”
“Non
temere.
A lei penserò io. A proposito, al castello sono rimasti
ancora due piccoli
ostacoli”
“Cioè?”
“I
gemelli!
Lascio decidere a te stavolta cosa farne”
“Ma sono
dei
bambini!” – aggiunge l’uomo, sconvolto.
“Non mi
importa!
Vuoi o non vuoi il trono? Non mi sembrava ti facessi molti scrupoli
quando,
anni fa, decidesti di darmi ascolto. Non disdegnasti il mio aiuto
quando sposasti
Helen, quando all’oscuro della tua consorte architettavi il
modo di
detronizzare le sue cugine” – lo specchio si
infiamma e la voce diventa sempre
più dura e potente, tanto da piegare in due Westergard che
si accuccia di
fronte ad esso.
“Si,
signore,
chiedo perdono, non voglio deludere nessuno”
“Bene!
Ricorda che una volta liberatomi dalla maledizione che mi rilega qui,
tu sarai
re ed io potrò controllare Arendelle e la sua magia. I
desideri di entrambi si
realizzeranno”
“Sandy doveva essere la mia regina, però! Come la
mettiamo con lei?”
“Quando
non
ci servirà più, sarai libero di scegliere chi
avere accanto. Potresti sempre
pensare ad Anna!” – ridacchia la voce misteriosa,
beffeggiando l’alleato che, da
quella donna in particolare, ricevette un pugno in pieno viso anni
addietro.
In quel
momento l’idea non dispiace all’ex principe delle
Isole del Sud che pone una
strana richiesta all’alleato.
“Vorrei
vederla, posso?”
“Ancora?
Come mai ti interessa sapere di quella logorroica regina che tanto
criticavi
nella scelta amorosa?”
“Solo un
istante” – lo prega, con aria supplichevole.
In quel
momento lo specchio si spegne e mostra a Westergard, di nuovo, la
figura della
donna al solito posto, addormentata. Accanto a lei ci sono ora Ineke e
Aurora.
“Ho una
richiesta da comunicare”
“Ti ricordo che sono io a comandare” –
ribadisce lo specchio, poco a favore di
quanto chiestogli.
“Si,
signore. Il mio è un desiderio che vorrei si concretizzasse
quando il piano terminerà
e saremo al potere”
“Cosa vorresti? Dimmelo” – a quel punto
la voce inizia ad infastidirsi e vuole ascoltare
le pretese di un mortale la cui missione dovrebbe essere soltanto
quella di obbedire.
“Anna
sarà la
mia regina e le sue figlie, anzi i suoi figli, saranno i miei”
La confessione
di Hans fa ridere di gusto il suo Boss che continua a prendersi gioco
di lui e
delle sue debolezze umane.
“Credevo
di
averti istruito bene in questi anni ad indurire il cuore, invece ho
chiaramente
intuito che vuoi ciò che non hai potuto avere e che
qualcuno, in qualche modo,
ti ha sottratto…la famiglia”
“Io
voglio
solo la corona, tutto qua” – sostiene Westergard.
“Permettimi
di
dubitarne. Criticavi Anna perché in fondo
l’avresti voluta per te, perché era
il tramite per ottenere il trono e perché con lei avresti
potuto avere il
calore familiare che ti è stato negato”
Lo specchio
sembra leggere chiaramente dentro Hans e questo lo pietrifica.
Fino a
qualche ora prima, era pronto a lottare con i denti e con le unghie per
quel regno.
Sentiva di
poter vincere. Credeva che Sandy avrebbe sostituito la figura di Anna
al suo
fianco.
Poi viene a
scoprire che anche Sandy si è invaghita di
Kristoff…quel Kristoff che Anna tanto
ama.
Qualcosa in lui
si è smosso.
Il suo piano
è sempre lo stesso, ovviamente: prendere controllo e dominio
su Arendelle, però
stavolta nel suo futuro vede non più solo se stesso e la sua
corona d’oro.
Ora immagina
la sua persona seduto sul trono, accerchiata da quattro figli e da una
moglie
bellissima che gli tiene la mano.
“Non
sbaglierò,
stavolta non lo farò”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 9 Capitolo ***
C’è
silenzio
tra le mura del palazzo. Non ci sono domestici che spettegolano mentre
spolverano o lucidano l’argenteria; i gemelli non scorrazzano
nei corridoi come
al solito; delle due principesse adolescenti e delle loro chiacchiere e
confidenze
nessuna traccia.
La quiete
totale.
È il
passo
di qualcuno l’unico rumore udibile: il movimento goffo e
tutt’altro che umano
di un pupazzo di neve, il cui diletto è girovagare con la
sua agenda, alla
ricerca di perle da annotare o nuove ed elettrizzanti scoperte.
Un clima
glaciale in una stagione calda che Olaf per un momento sembra percepire.
“Hey…c’è
qualcuno qui?” – chiede, spaventandosi subito dopo
per via del suo stesso eco.
Si guarda
attorno confuso.
“Sono
anni
che non si respirava quest’aria così
pesante” – riflette ad alta voce, tornando
indietro nel tempo, quando le porte furono chiuse, i cancelli serrati e
vigevano
rigidi controlli ad ogni ora del giorno, ed un re e una bambina erano
soliti
sedersi ad un enorme tavolata, con di fianco una sedia vuota. Non si
respirava
allegria, non si festeggiavano compleanni, né Natali di
condivisione d’amore.
Nella stanza
dei sovrani, i due dormono profondamente, avvolti dal solo lenzuolo
bianco.
Sandy non si
era mai sentita tanto viva; quello che è accaduto con
Kristoff è stato
inatteso.
Sapeva che
concedersi ad un uomo che non era Hans l’avrebbe riempita di
sensi di colpa.
Invece no!
Ha sentito il tocco dolce e tenero di Bjorgman e il suo cuore
è esploso di
gioia.
In quei
momenti non ha pensato a cosa sarebbe potuto accadere dopo: la furia di
chi non
accetta quello che è esattamente un tradimento. Persa tra le
braccia di quella
persona, i dubbi e le pianificazioni malvagie passano in secondo piano.
“Non
erano
questi i patti” – sussurra lo specchio, illuminato
sulla coppia a letto.
La sua rabbia
riesce ad essere colta persino da Sandy che fino a poco prima era nel
mondo dei
sogni.
Infatti la
donna si sveglia di soprassalto, accorgendosi di essere osservata.
“Cosa
stai
combinando?” – la voce rivolta alla finta regina
è impregnata di delusione e
acidità.
Sandy, si
copre con la camicia del re e cerca di sistemarsi.
“Ti rendi
conto della cazzata che hai fatto?” – insiste la
presenza nascosta nello specchio.
“Shhh”
– lo zittisce
lei, con un dito davanti la bocca, alimentando la rabbia
dell’alleato.
“Tu non
dici
a me di tacere, chiaro?”
“Chiedo
perdono”
– dice la falsa Anna, inginocchiandosi cosciente di aver
parlato con modalità
non consone al suo ruolo.
“Ti
ricordo
che comando io”
“Si,
signore”
– risponde Sandy. Poi si fa forza e precisa –
“E’ meglio non conversare qui.
Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro”
“Non dire
sciocchezze!
Sai bene che puoi sentirmi soltanto tu” – commenta
la voce.
“Però
lui
ascolta me…” – puntualizza, abbassando
il capo.
“Non ho
tanto da dirti… stai giocando con il fuoco, cara Sandy. Ti
abbiamo lasciato
troppa libertà d’azione. Dovevi vestire i panni
della regina di Arendelle, allontanare
Kristoff. Invece cosa fai? Ci vai a letto”
“Non era previsto che accadesse” – spiega
lei, visibilmente tesa.
“Spero
per
te che agirai come stabilito. Esigo che lo molli entro
stasera”
“Cosa? Ma abbiamo appena fatto pace. Quale scusa posso
usare?”
“Non mi
interessa. Il danno l’hai creato tu e tu lo
risolvi”
“Ma
io…”
“Zitta”
– urla
lo specchio, accortosi che Bjorgman sta per svegliarsi.
Sandy si
volta verso il biondo comprendendo.
Non può
più
replicare e le parole finali del suo boss le ribadiscono –
“Agisci perché se
intralci il piano, sai bene a cosa vai incontro…o meglio, a
cosa vanno incontro
i tuoi adorati figli”
Sentire tale
minaccia pietrifica la donna che fissa in silenzio lo specchio mentre
alcune
lacrime le scivolano lente sulle guance.
“Hey, che
succede? Come mai in piedi?” – domanda il re,
stiracchiandosi. Ha notato che la
presunta moglie fissa lo specchio e ha l’aria poco allegra.
“Ehm…
nulla!
Vado a fare un bagno” – con una banale scusa, lei
si allontana per evitare di
affrontare un uomo che il suo cuore ha iniziato ad amare
inaspettatamente e in
tempi fin troppo rapidi.
Sandy è
in
ansia perché non sa come comportarsi adesso, però
non immagina che presto un
motivo di litigio con Kristoff glielo avrebbe offerto su un piatto
d’argento proprio
l’ex montanaro.
“Qualcosa
non mi convince” – commenta il biondo ad alta voce,
sospettoso.
Dopo aver
fatto l’amore con Anna, si è accorto di aver
vissuto un momento intimo con una
persona che sembrava totalmente differente.
Indossa la
sua vestaglia e si appresta a lasciare la stanza. Vuole capirne di
più.
E tali dubbi
scompaiono quando, percorrendo i corridoi, Kristoff si accorge che
molti
specchi sono stati sistemati alle pareti, lì dove
primeggiavano i quadri reali.
“Cosa ci
fanno qui tutti questi specchi?” – si domanda
confuso.
“Sono
stato
via poche ore e qui è stato stravolto tutto. Chi ha fatto
tutto ciò?” – è la
domanda che pone quando, senza alcuna esitazione, entra nel bagno reale
dove
Sandy è immersa nella vasca colma di schiuma.
“Kristoff,
sei impazzito? Non mi dai neanche un attimo di privacy! Va
via” – lo rimprovera
lei, arrossendo dall’imbarazzo.
“Ti
avrà
vista nuda mille volte e non ti ha mai dato fastidio che piombassi qui
dentro
senza preavviso. Cosa è cambiato in te? Perché
hai sistemato quegli oggetti in
sostituzione dei dipinti di famiglia?”
“Calmati”
–
precisa Sandy, notando in Bjorgman eccessiva preoccupazione.
“Allora
spiegami!”
“Cosa
dovrei
spiegarti? Mi piacevano quegli specchi e ho dato ordine a Gerda di
sistemarne
alcuni nei corridoi”
“A cosa servono? Da quando in qua sei diventata fanatica
della tua immagine. E’
alquanto inquietante, sembra che siano stati messi lì per
spiarci”
“Stai
vaneggiando ed io non ti capisco più” –
replica lei. La sua performance da
attrice però fallisce. La tensione sul volto è
troppo evidente e questo basta al
re per intuire che - “Mi stai nascondendo qualcosa,
vero?”
In quel
momento la voce si riattiva e con tono minaccioso si rivolge di nuovo
alla
donna – “Ricordati di chi sai tu…la loro
vita è nelle tue mani!”
Sandy non ha
molta scelta e cede al ricatto – “Non ti amo
più. Voglio che il nostro
matrimonio finisca…ora”
----------------------------------------------
“Cosa
leggi
di bello Letizia?” – domanda Ingrid alla bambina,
notando un libro che tiene
tra le mani.
“La fiaba
della sirenetta. La conosci?”
“Purtroppo
non ho potuto studiare molto” – confessa,
amareggiata, la Bjorgman – “Lontana
da Arendelle e da mio figlio, sempre costretta a chiudermi al mondo per
tutelare un cristallo che ho considerato la mia maledizione,ho dovuto
rinunciare
a molto!”
“Mi
dispiace
per il tuo passato di solitudine, ma saresti stata una mamma
fantastica. Anzi,
lo sei. Per fortuna è tutto finito e hai recuperato il
rapporto con Kristoff”
“Che
dolce
che sei! Un vero tesoro” – afferma la donna,
accarezzandole la guancia.
“Anche
mia
madre mi definiva così…il suo tesoro
più grande” – ricorda nostalgica la
Frost.
“Jack ha sempre evitato l’argomento. Non voglio
chiederti nulla, riaprendo
vecchie ferite”
“No, per
me
non è una ferita. Io continuo a volerle bene. Anche se mi ha
lasciata con mio fratello
quando avevo solo quattro anni, la sento sempre vicina”
“Sei una
bambina speciale, piccola Letizia. È la tua mamma ad aver
perduto l’opportunità
di averti nella sua vita” – aggiunge Ingrid,
aprendole le braccia e
accogliendola a sé.
“Ho
nipoti
più o meno tuoi coetanei, quindi da oggi in poi puoi
considerarmi come una
nonna”
“Davvero?”
“Certo.
Sei una
quinta nipote e sono onorata di considerarti parte della mia
famiglia”
Il momento
tenero e impregnato d’amore viene osservato in disparte
proprio da Jack che, con
il magone, non interviene, però si limita ad ascoltare il
cuore di sua sorella
e quelle emozioni legate al passato: un passato, il loro, molto
doloroso che li
ha visti crescere da soli, senza madre e senza padre, forti del
sostegno
reciproco.
“Qui
c’è
scritto Sandy. Chi è?” – domanda Ingrid
quando, con il libro tra le mani, trova
inciso su una pagina un nome.
“Mia
madre,
era il suo libro preferito. Adesso è il mio”
– spiega la Frost, emozionata.
Così tra
una
lacrima e un abbraccio, le due condividono altri ricordi e imparano a
conoscersi sempre più, diventando a tutti gli effetti due
parenti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 10 Capitolo ***
“E
così adesso sei al corrente del passato mio
e di Letizia!” – è tarda serata quando
Jack Frost, approfittando dell’assenza
della sorella, già tra le braccia di Morfeo, si confida con
Ingrid.
La donna,
come al solito, è seduta sul divano alle prese con ago e
filo.
“Sono
felice
che Leti si sia aperta con me e che adesso mi considera una
nonna” – confessa
la Bjorgman, sorridente.
“Cosa
pensi
di Sandy?” – le domanda il biondino, estremamente
serio e desideroso di
risposte.
La donna,
sorpresa da tale interrogativo, si libera degli occhiali da vista che
appoggia
delicatamente sul tavolo assieme al restante materiale che ha tra le
mani.
Il tutto
senza pronunciarsi. Poi riprende posto e invita Frost a fare lo stesso.
“Perché
me
lo chiedi? Pensi che possa giudicarla in maniera sbagliata?”
“No, in
realtà spero che tu abbia il mio stesso pensiero in
merito” – precisa Jack.
“E quale
sarebbe? Dal tono di voce, immagino che tu non abbia una considerazione
positiva di tua madre”
“Non
è mia
madre. Non lo è mai stata” – commenta
lui, mantenendo lo sguardo basso, fisso
sul pavimento.
“Figliolo,
io ti conosco da anni. Mi hai ospitata quando la maledizione mi ha
costretto ad
andare via da Arendelle. Hai saputo rispettare ciò che ero e
adesso voglio
essere io la tua spalla. Parla senza timori” – dice
Ingrid, aprendogli le
braccia.
Jack accenna
un timido sorriso e si accoccola al petto della donna.
“Se
Letizia
la ama nonostante tutto, vuol dire che le hai insegnato a farlo. Non le
hai
mostrato risentimento o disprezzo. Sei un ragazzo speciale, caro.
Ricordalo
sempre. Se Sandy ti ha fatto del male, magari inconsapevolmente,
tu…”
“No! Non inconsapevolmente!” – replica
Frost, interrompendo il discorso della
Bjorgman – “Lei mi ha abbandonato con una sorella
piccola da crescere. Non
dimenticherò mai quella mattina in cui mi trovai solo a casa
e di lei nessuna
traccia. Solo un misero biglietto dove diceva addio alla sua vita,
troppo
monotona”
“Troppo
monotona? Davvero ha scritto questo?” – esclama
scioccata Ingrid.
“Esatto.
Ora
capisci come mai per me non esiste più?”
“Figliolo,
mi dispiace tanto. Conta su di me. Io ci sarò
sempre” – gli bacia teneramente
il capo, poi lo stringe con più forza a sé.
“Grazie…nonna!”
– si commuove lui, lasciandosi totalmente andare.
La donna ha
percepito il dolore del giovane che ospita in casa sua e comprende le
sue
ragioni.
Eppure
qualcosa sembra non tornarle.
Come
può,
una mamma, lasciare la prole perché stufa di una banale
quotidianità?
Giustificazione, questa, che cela altro e da madre, anch’essa
costretta ad
abbandonare il suo Kristoff anni addietro, intuisce al volo che le
ragioni
della fuga sono certamente diverse da quelle dichiarate.
Ingrid
ignora che quella famosa Sandy veste ora i panni di Anna e che sembra
aver
perduto la testa per il re. È una donna che, in qualche
modo, è soggetta al
volere di Hans Westergard e di una voce misteriosa che comanda sui due.
Come mai si
trova immischiata in un piano tanto crudele?
Perché
ha
lasciato Jack e Letizia da un giorno all’altro? Jack le ha
raccontato tutta la
verità?
O ha mentito
su qualche dettaglio?
Quante domande
sorgono e solo il tempo darà risposte ad ognuna di esse.
------------------------------------------------
“E’
finita
tra noi” – ripete Sandy a Kristoff, spiazzandolo.
“Aspetta…che?!”
– esclama lui, stranito.
“Hai
capito
bene, questa vita monotona mi sta distruggendo” –
dice, guardando altrove. Anche
alla finta regina pesa dover mentire in quel modo. Sente di recare
sofferenza a
chi invece vorrebbe solo amare. Però il patto parla chiaro:
o Kristoff o i suoi
figli! La famiglia va difesa sempre, questo è il motto della
sua vita.
“Monotona?
Annie, ma cosa stai dicendo?” - tali assurde richieste
alimentano i dubbi
iniziali di Bjorgman che non riconosce più sua moglie. Gli
sta volutamente calpestando
il cuore e lui ne è cosciente. Così continua -
“Non ci credo. Non sei tu la
donna che ho di fronte agli occhi, cosa ti sta succedendo?”
Sandy
sobbalza quando sente tali parole e sferra il colpo decisivo.
“Sei
pazzo!
Solo perché non ti amo più, non vuol dire che
sono cambiata. Piuttosto domandalo
a te stesso. In fondo potresti essere anche tu quello che è
cambiato” – recita la
parte perfettamente, tanto da mandare in crisi un uomo che, fino a
minuti
prima, era pronto ad affrontarla per comunicarle i suoi dubbi. La voce
magica
le ha insegnato bene come muoversi: quando si rischia di essere
scoperti,
bisogna ribaltare la situazione e creare insicurezze nel nemico.
Quale arma migliore
da usare contro Kristoff se non quella di un’accusa di
cambiamento che ha
causato l’allontanamento di lei e la conseguente rottura del
matrimonio?
Ma Bjorgman
sa di non essere mutato, anzi. Però lo shock è
tale da pietrificalro. Non riesce
più a controbattere. La sua mente si stacca dalla
realtà e comincia a viaggiare
nel tempo, percorrendo flashback di momenti felici.
Come quello
del loro incontro…
“Voglio che mi porti sulla Montagna del
Nord”
“Io non
ti porto da nessuna parte”
…o del
loro
primo bacio.
“Ti bacerei! Potrei, cioè mi piacerebbe,
posso? Nossiamo poi, cioè possiamo noi…aspetta
che?!””
“Possiamo”
Un momento
impresso nella sua memoria è il giorno del SI: lei
bellissima nel suo lungo
abito bianco che percorre la navata addobbata a festa. Quel Ti amo sospirato quella stessa notte,
dove dormirono insieme e consumarono il loro intenso amore.
“Sono incinta” -
la notizia della gravidanza portò gioia
immensa tra le mura di palazzo.
Poi a quel
ricordo, ne susseguono tanti altri e riaffiorano come bolle in cui
Bjorgman si
rifugia per fuggire da un dolore che sta dilagando.
Ed è la
voce
della sua consorte a riportarlo con i piedi per terra.
“Dovrei
uscire
dalla vasca. Lasciami da sola” – gli ordina.
Confuso e
silenzioso, il re si allontana, chiudendosi la porta alle spalle.
Sente il cuore
debole e sanguinante; gli occhi inumiditi lasciano presto spazio alle
lacrime.
Neppure
l’intervento
di Olaf, sembra toccarlo.
“Hey,
Kristoff! Tutto bene?”
Bjorgman non
risponde, dirigendosi verso la sua camera da letto.
Il pupazzo
di neve lo fissa, stranito – “Ma
cos’hanno ultimamente tutti?!”
Poi ripercorre
la sua camminata nei corridoi.
Nel frattempo,
Sandy è in bagno ed una volta indossata la vestaglia, sente
qualcuno chiamarla.
Lo specchio
di fronte a sé si illumina – “Allora?
Come procede?”
“E’
finita. L’ho
lasciato” – riferisce, con freddezza, arrabbiata
con chi la comanda.
“Bene,
sapevo di poter contare su di te. Domattina arriverà Hans e
prenderete potere
del palazzo”
“Promettetemi
che non farete del male a Kristoff” – aggiunge lei.
“Mi pare
ti
stia interessando troppo alle sorti del nemico. Ricorda da che parte
sei” – la rimprovera.
“Perdono!
E’
che mi preoccupo. Nessuno deve farsi male, era parte del
piano”
“Il piano
lo
stabilisco io” – ribadisce lo specchio.
“Si
signore.
Per quanto riguarda Elsa, se dovesse intervenire come agiamo?”
“Ho
studiato
anche questa mossa. Papà Black, non sbaglia mai,
tesoro.”
Ridacchiando
si congeda, lasciando la donna sola con se stessa e con una coscienza
che
sembra non darle più pace.
Si pente
ancora oggi di quel dannato giorno in cui la sua vita è
cambiata, quando sotto
minaccia ha dovuto dire addio ai suoi figli e schierarsi dalla parte
dei
cattivi.
Preda del dolore
più profondo, si lascia andare ad un pianto lacerante
durante il quale manifesta
chiaramente il suo pentimento.
“Non
avrei mai
dovuto accettare” – singhiozza.
-------------------------------------------------
“Elsa,
come
mai sei così silenziosa?” – domanda
Jelena al quinto spirito.
“Non lo
so,
mi sento strana”
“Evidentemente
il tuo cuore voleva restare ad Arendelle ancora qualche giorno. Puoi
sempre
tornare lì”-
le consiglia l’anziana.
“No, non
mi
manca affatto il regno. E’ la lontananza dalla famiglia a
pesarmi”
“Ci siamo
noi per questo” – aggiunge la northuldra,
stridendole una mano.
Dopo un
abbraccio tra le due, Elsa si allontana assieme a Nokk.
“Cosa ti
turba?” – le domanda lo spirito
dell’acqua.
“Vibrazioni
particolari. Non so spiegarle, probabilmente frutto della mia
fantasia”
I due
cavalcano le onde del mare con leggerezza e rapidità,
raggiungendo la dimora
che ospita Elsa da ormai cinque anni.
Un palazzo
di ghiaccio che si erige ai piedi di una montagna nascosta, che domina
sulla
Foresta Incantata.
È
lì che Nokk
conduce Elsa e la saluta, ricordandole di stare tranquilla e
consigliandole di
riposare.
Però
quando
varca le mura di quell’enorme e spettacolare castello, il cui
interno è identico
a quello di Arendelle, la donna avverte una presenza.
“Sei di
nuovo tu? Ti piace autoinvitarti a casa mia?” –
ridacchia Elsa, sciogliendosi la
coda che reggeva la fluente chioma bionda.
La figura di
un uomo dai capelli chiarissimi e gli occhi dello stesso intenso
azzurro della nobile,
avanza verso di lei.
Si inginocchia
raccogliendole l’elastico e porgendoglielo, prende parola
– “Mi piace troppo la
tua compagnia”
Elsa arrossisce
e gli strappa la molla dalle mani.
“Non mi
racconti cosa hai combinato nel tuo vecchio regno?”
– chiede lui.
Ha tra le
mani un bastone malandato. Seduto a gambe intrecciate, sorretto dalla
sola
aria, giocherella con creazioni di ghiaccio frutto delle sue stesse
mani.
“Cosa
vorresti sapere?” – domanda lei, indaffarata nel
sistemarsi alla meglio allo
specchio.
“Beh,
tutto.
Come stanno tua sorella, tuo cognato, i tuoi nipoti. Mi hai raccontato
di loro
e sono curioso”
“Vedo che
ti
interessa molto la vita di palazzo. Devo pensare che aspiri al
potere?” – ridacchia,
prendendolo in giro.
“Ovviamente”
– risponde, unendosi allo scherzo.
“Te lo
dirò
solo perché parlare con te, mi fa sentire meno
sola” – puntualizza, sorridendo
a quello che ha scoperto essere un nuovo amico con il quale condivide
la stessa
magia.
E così i
due
chiacchierano per ore, come fanno da settimane.
Ma chi è
costui? E perché sembra così voglioso di sapere
della vita dei reali di Arendelle?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** 11 Capitolo ***
I
gemelli, Agnarr e Iduna, sono nelle loro
stanze alle prese con il momento gioco. Non immaginano minimamente
ciò che sta
accendo tra le mura del palazzo. L’essere bambini avrebbe
dovuto salvarli da un
mondo decisamente crudo. Però è proprio quando i
piccoli cominciano a bisticciare,
come al solito, che qualcuno bussa alla porta e il dolore prende piede.
“Papà,
per fortuna sei qui. Agnarr mi ha
infastidito” – Iduna gli corre incontro e si
aggrappa alla gamba del genitore,
forte di ricevere sicuramente sostegno e vincere, in tal modo, il
fratello.
“Uffa!
Non è vero, è lei”
“No
tu”
“Tu”
Continuano
per svariati minuti a lanciarsi
fracciatine e ad accusarsi reciprocamente. Eppure Kristoff non
patteggia e
resta in silenzio, con lo sguardo fisso sui figli.
Nella
sua testa continua a rimbombare solo
una voce.
Anna
l’ha lasciato; Anna ha chiuso per sempre
la loro relazione; Anna non lo ama più; Anna non
è più la Anna di cui si
innamorò tanti anni addietro.
Adesso
nel suo cuore dilaga un’ atroce
sofferenza, paragonabile a cento violente pugnalate al petto che si
ripetono
senza sosta, rompendogli il respiro.
Senza
volerlo, una lacrima riga il suo volto
e solo allora Iduna si zittisce e ordina ad Agnarr di fare lo stesso.
“Che
succede papà?” – domanda allora,
accarezzandogli la guancia così da asciugargli il viso.
Il
re accenna un sorriso forzato. Poi le
prende la mano e la stringe nella sua. Poi posa gli occhi sul figlio
maschio e
gli scompiglia i capelli con un gesto estremamente tenero.
“Perché
sei così triste?” – chiede il
bambino.
A
quel punto mentire o nascondere il fatto è
inutile. Bjorgman invita i gemelli a sedersi sulle sue gambe.
Stretti
al petto del loro amato padre, i
giovani principini di Arendelle percepiscono lo strazio e si spaventano.
“Non
stai bene?” – è il primo pensiero di
Iduna, innamorata del suo papà.
“No,
tesoro mio. La questione è un’altra”
–
risponde il biondo. Dopo
un lungo e
profondo respiro, dice loro – “Io e la mamma non ci
vogliamo più bene come un
tempo. Per un periodo saremo divisi, però per voi, Ineke e
Aurora ci saremo
sempre”
“Come
“non vi volete più bene”?”
– ripete Agnarr
ad occhi spalancati.
“Capita
tra grandi” – si giustifica il re.
“Anche
tra noi capita però poi facciamo pace”
– interviene Iduna che, piuttosto che dispiaciuta, sembra
arrabbiata.
Kristoff
sa di aver parlato senza tener conto
delle emozioni e reazioni di due bambini così piccoli,
però è cosciente che
bisogna essere chiari ed evitare giri di parole.
“Andrò
a vivere dalla nonna””
“Cosa? No” – esclama la principessina.
“Si,
piccolina mia! Però…”
“Però nulla! Io non voglio che te ne
vai” – grida Iduna, scuotendo il capo, con
occhi colmi di lacrime.
Agnarr
è invece taciturno, chiuso in se
stesso.
“E’
per poco tempo, bambini! Ve lo assicuro” –
Bjorgman non sa come venirne fuori. L’unica soluzione sembra
essere quella più
assurda e quando la propone spiazza i gemelli –
“Potete venire con me”
“Con
te?” – ripete, incredulo, il maschietto.
Iduna
delusa e ferita corre via, afferrando
la mano del fratello che la segue a ruota.
Il
re è solo nella camera dei suoi figli,
seduto su uno dei due letti. Nasconde il viso tra le mani e si lascia
andare ad
un lungo sfogo.
-------------------------------------
“Cosa
c’è?” – domanda Sandy,
guardando Iduna
e Agnarr entrare nella sua stanza.
“Papà
ci ha detto che lascia il castello. È vero?”
– chiede la bambina, senza esitazioni.
La
finta regina trema all’idea di dover
allontanare l’uomo di cui si è invaghita, ma non
ha altra scelta.
A
malincuore annuisce, avvicinandosi ai
gemelli che sono esterrefatti.
“Non
vi tratterrò qui, se volete seguirlo” –
precisa. Un discorso da brividi quello di una madre che è
pronta a separarsi
dalla prole. La vera Anna non avrebbe mai permesso tutto ciò.
Però
Sandy è abituata a tali gesti. Lei,
infatti, fu costretta a dire addio ai suoi figli per il loro bene e
adesso, nei
panni di regina, si comporta alla stessa maniera.
Restare
a palazzo significa rischiare di
dover sottostare a Black e a Hans Westergard e vuole evitare a quelle
creature
tanto strazio.
“Come
puoi cacciarci? Non ci vuoi bene?” –
singhiozza Agnarr.
“No,
non è come credete!”
“Invece
sì! Sai che ti dico
“mammina”…? Io
qui non rimarrò. Addio” – arrabbiata,
Iduna va via.
Sente
il cuore in mille pezzi e il suo essere
bambina le rende ancor più difficile la gestione di
quell’emozione così forte e
dura da metabolizzare.
Anche
il fratello gemello comprende di aver
perduto la felicità e la serenità di sempre.
Cammina
lento nei corridoi notando degli
specchi alle pareti, rabbrividendo guardando quanto strani fossero. Ha
la
sensazione di essere spiato in ogni movimento e ciò lo
spinge a decidere del
suo futuro.
“Veniamo
via con te” – mano nella mano, Iduna
e Agnarr comunicano a Kristoff la loro decisione.
L’ex
montanaro li ascolta mentre raccontano
le parole della regina e, perplesso e confuso
dall’atteggiamento della moglie,
decide di acconsentire alle richieste dei piccoli.
Prepara
le valigie e in un battibaleno, i tre
sono ai cancelli di palazzo.
“Non
abbiamo salutato Ineke e Aurora” –
singhiozza il maschietto.
“Non
erano da nessuna parte. Io ho lasciato
un mio disegno nella camera di Auri” – confessa
Iduna.
“Io
ho fatto lo stesso con Ineke” – aggiunge Agnarr.
“Vedrete
che appena sapranno, verranno a
salutarci. Adesso andiamo che ci attende un cammino lungo e
più faticoso che
mai”
Lasciano
il palazzo con un forte senso di
nostalgia e con impressa nella mente l’immagine della gioia
che, fino a giorni
prima, quel luogo rappresentava. Adesso ai loro occhi la fortezza
sembra
avvolta dall’oscurità.
Ed
è decisamente così!
-----------------------------------
Sandy
fissa dalla finestra l’addio del re e
dei gemelli alla vita di corte.
Con
le lacrime agli occhi, cerca di
distrarsi.
“Nei
panni di regina ti sei troppo
ammorbidita, figliola” – prende parola lo specchio.
“Io
sono sempre stata così” – replica lei,
infastidita.
“Sii
fiera di te stessa perché stai regalando
a me, Hans e a te stessa una nuova vita”
“Si,
certo… una vita che ho rubato ad altri”
–
commenta, asciugandosi il viso.
“Metti
a tacere la coscienza. Quando Pitch
Black torna dal buio dove è stato relegato, dona a tutti la
giusta ricompensa. Tu
otterrai la tua, vedrai. Come stabilito”
“Nessuno
mi restituirà gli anni perduti senza
i miei bambini”
“Possibile
che tu ponga sempre resistenza a
tutto? Con tuo fratello le cose non sono così. Lui agisce
senza ricordargli la
missione”
“Jack esegue gli ordini per codardia” –
aggiunge lei.
“No!
Perché lui è mio degno figlio! Tu invece
sembri essere più come tua
madre…un’insignificante northuldra”
Tale provocazione fa insorgere Sandy, nei cui occhi si accende una
fiamma
ardente di rabbia.
“Non
osare nominarla” – cambia tono e
minaccia chi ha su di lei un controllo totale.
“COME
TI PERMETTI DI RIVOLGERTI A ME IN
QUESTA MANIERA?” – tuona la voce dello specchio,
sprigionando sul corpo della
donna un’energia tale da privare Sandy della propria.
Accasciata
a terra, la donna cerca di
riprendere fiato mentre percepisce dentro di sé la rabbia
del genitore.
“Hans
sta per arrivare. Domani darai
comunicazione al popolo della separazione da Bjorgman e da
lì a poco la corona
andrà a Westergard”
“Chiaro”
– risponde lei, alzandosi
faticosamente dal pavimento.
“Ora
dobbiamo attendere notizie da Jack. Lui
opera sull’altro fronte”
“In
che senso? Che missione gli hai affidato?
Sbaglio o doveva solo badare ai corpi addormentati di Anna e delle
figlie?”
“Beh
ho cambiato idea. La sua magia ci sarà
utile nel domare qualcun altro” – spiega,
ridacchiando beffardamente.
“Ti
riferisci a Elsa? Come puoi controllarla?
Lei è uno spirito. Se dovesse intuire il piano di Jack,
potrebbe fargli del
male. Non puoi mettere a rischi la vita di mio fratello”
“ZITTA!” – le ordina - “Lui sa
come comportarsi e sono certo che non mi
deluderà”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** 12 Capitolo ***
RIECCOMI, SONO TORNATA
A DISTANZA DI MOLTO TEMPO,
PRONTA A RICOMINCIARE. SPERO CHE CONTINUIATE A SEGUIRE LA STORIA
NONOSTANTE
TUTTO. BACI
Tanti
anni addietro…
“Sono
incinta” – confessa, emozionata, una
giovane fanciulla dai lunghi capelli biondi, nascosta tra gli alberi di
una foresta
talmente bella quanto incantata - “Non dici nulla?”
– chiede, notando il totale
silenzio del compagno di fronte a sé.
Lo
sguardo di lui è torvo e le circostanze
iniziano a spaventare la sedicenne, giovane ed innamorata di un uomo
tanto più
grande e misterioso.
“I
tuoi genitori non devono saperlo” – sono le
uniche parole che le vengono dette, o meglio, imposte.
“Pitch,
cosa dici? Come faccio a nasconderlo?
Si noterà presto” – sostiene lei,
toccandosi il ventre decisamente più gonfio
del solito.
“Non
lo noteranno perché verrai via con me” –
le prende la mano e per la prima volta dopo mesi di conoscenza, quel
gesto non
ha nulla di dolce, piuttosto il contrario.
“Alba!
Alba dove sei?” – la voce di qualcuno
fa sobbalzare la coppia, interrotta in una conversazione che ha preso
una piega
inattesa.
“E’
mia sorella, se ci vede insieme è un
guaio”
“Andiamo!
Conosco un posto dove nessuno ci
troverà” – la trascina per alcuni metri.
Ma
è la giovane, amareggiata, a fermarsi.
“Mi
stai dicendo di lasciare i miei cari
senza spiegazioni? Spezzerei il cuore di tutti. Non posso
farlo”
“Credi
che io sia giunto fino a qui, abbia
concepito questo bambino per poi abbandonarlo? Ti sbagli”
– Pitch, uomo
dai capelli neri come la notte e lo
sguardo magnetico, si trasforma di un’altra persona. Una nube
oscura lo avvolge
e in pochi secondi porta con sé anche Alba, una northuldra
innamorata dell’idea
dell’amore e di un essere che ha studiato alla perfezione
ogni mossa: tra
queste è prevista una gravidanza e un erede magico che
può donargli il potere e
la grandezza che desiderava da sempre.
------------------------------
“E
allora? L’hai trovata?”
“No,
madre! Ho cercato anche in riva al
fiume. Sembra essere sparita nel nulla”
“Piccola
Alba! Dove ti sei cacciata?” –
singhiozza la donna, accolta dalle braccia della sua primogenita.
“La
troveremo, ve lo prometto” – e da lì a
poco la tribù intera si mobilita nella ricerca di una
sedicenne, vittima di
sentimenti non ricambiati e sfruttati per scopi malvagi.
Purtroppo
i giorni, le settimane, i mesi non
danno i frutti sperati e i Northuldri non possono che arrendersi ad una
evidente morte.
Alba
però è più vicina di quanto
immaginassero, prigioniera di Pitch Black in un limbo, succube di magie
oscure.
Eppure, nonostante i tentativi, il suo cuore sembra non raggelarsi come
dovrebbe e come l’uomo ha progettato.
“Continui
ad essere umana e docile. Non mi
spiego il motivo” – si infuria Pitch. Il suo potere
è debole e Alba è fin
troppo buona per trasformarsi in una futura regina del male.
Nel
momento in cui la sedicenne è prossima al
parto, Pitch nota in lei una forza mai mostrata prima e intuisce che ad
aver
frenato la magia oscura è quella dell’amore. Alba
non si è mai piegata per via
del sentimento forte nei confronti del suo bambino.
La
soluzione diventò,quindi, il dolore. Sarebbe
stato quello a divorarla, portandola ad odiare e l’odio
avrebbe reso possibile
la metamorfosi.
Il
destino vuole che la northuldra dà alla
luce non un solo bebè, ma due.
“Gemelli!
Sono gemelli….” – esclama soddisfatto
Black. Con due eredi, aiutanti, avrebbe avuto maggiori
possibilità.
L’ostacolo
è soltanto la fanciulla che
continua, nonostante tutto, ad amarlo.
“Ho
deciso di riportarti dai tuoi familiari”
“Cosa? Dici sul serio? Grazie” –
singhiozza Alba, emozionata e felice dopo mesi
di agonia.
“A
patto che i gemelli restino qui”
“Come?
No!”
“Immaginavo
ponessi resistenza. Però io ho il
mio piano da mandare avanti, non mi servi più”
“Non
ti servo più?” – ripete, scioccata, la
ragazza.
Pitch
con un movimento di mani apre la porta
del limbo dov’erano bloccati, invitando Alba ad uscire.
“Non
me ne vado senza Sandy e Jack”
“Nomi
idioti, però ti concedo questo onore. A
me poco importa come chiamarli. Saranno la chiave del mio trionfo.
Addio Alba” –
una folata di vento trascina la giovane portandola via, facendola
cadere a
terra, nei pressi della Foresta Incantata.
Disperata
urla con tutta se stessa,
rivolgendosi al padre dei suoi figli.
È
arrabbiata, ferita, sente il cuore in mille
pezzi, grida fino a quando le forze l’abbandonano e la
costringono ad
accasciarsi.
Mai
nella sua vita ha odiato qualcuno come
Pitch Black.
Però
non vuole arrendersi.
“Parlerò
con mia madre e i Northuldri,
riuscirò a riavere i miei bambini” –
ripete a se stessa.
Non
immagina cosa sia accaduto in quei mesi
di lontananza.
“Non
posso crederci!Alba sei tu?” – esclama Jelena,
correndole incontro.
Le
due si abbracciano. La tribù non avrebbe
mai immaginato di rivedere la ragazzina dopo tanto tempo.
“La
mia famiglia? Voglio vederli” – chiede lei.
“C’è
una storia che devi conoscere. Siamo stati
attaccati dal re di Arendelle, i tuoi genitori hanno perso la
vita…” – le racconta
la donna, capotribù.
Al
dolore già provato, Alba sente
aggiungersene dell’altro. La vita le sta togliendo ogni
affetto.
“E
mia sorella?” – è quella
l’unica speranza
rimastale.
“Ha
lasciato la foresta prima che questa
magia strana impedisse l’accesso e
l’uscita”
“E’
assurdo! Lei è dall’altro lato del
bosco?”
“Esatto!
Mi dispiace, piccola! Però hai me,
io ci sarò sempre” –
l’abbraccia Jelena.
Con
le lacrime agli occhi, Alba osserva in
alto notando una fitta nebbia che copre il cielo.
“Iduna,
dovunque tu sia....vorrei averti qui
con me” – pensa, lasciandosi andare ad un lungo e
straziante pianto.
Da
quel momento in poi, il suo cuore si
raggela. Non ha più nessuno da amare. Chi è
morto, chi l’ha tradita, chi le è
stato strappato via, chi è lontano e non può
starle accanto… ora sì che la
magia di Pitch inizia a consolidarsi.
I
capelli biondi diventano nero corvino, la
carnagione chiara è ancora più evidente e gli
occhi si ingrigiscono.
“Cosa
ti è successo?” – esclama scioccata
Jelena, trovandosi di fronte una
persona
diversa.
Alba
non è più Alba. Ignora la northuldra e
con un gesto di mani apre un varco nel quale entra, lasciandosi alle
spalle il
passato.
--------------------------------
“Eccomi
Pitch!”
“Sapevo
che saresti tornata, Alba” – le bacia
la mano Black.
“Non
ho più nulla della vecchia Alba. Chiamami
pure Darklady. Sono pronta per aiutarti a diventare il mago oscuro
più potente
al mondo, ma soprattutto voglio diventare la sovrana di Arendelle e
vendicare
la morte dei miei genitori” – ridacchiando
maleficamente, si avventa sul
compagno dando sfogo ai suoi desideri sessuali nella maniera meno umana
possibile.
Ed
è così che tutto ebbe inizio…un piano
da
parte di un mago cattivo desideroso di potere che,forte
dell’appoggio di figli
e compagna, decide di puntare al dominio di un regno come Arendelle.
Cosa
accadrà da lì a qualche anno?
Agnarr,
diventato re in seguito alla morte
del padre avvenuta tre anni prima, chiede aiuto ai trolls, i quali con
la loro
magia impediscono le azioni malefiche del clan oscuro. Il primo ad
essere vinto
è Black;
per Alba il destino sarebbe
stato lo stesso del suo amante, se non fosse per un dettaglio
essenziale.
“Non
ci credo!” – esclama Alba, quando pronta
a scappare per evitare la sconfitta, si trova faccia a faccia con
qualcuno di
familiare - “Sei tu la nuova regina di Arendelle?”
– esterrefatta, si rivolge
alla figura di una ragazza posta di fianco al giovane re.
“Tu?
Alba? Cosa ti è accaduto? Ti credevo…”
“Morta?
No, sono viva come mai prima nella
vita, sorellina! Chi l’avrebbe mai detto… sei
passata dalla parte del nemico”
“Nemico?
Non è così. C’è stato un
errore”
“No,
Iduna! Per colpa di un sovrano egoista e
prepotente la nostra gente è stata attaccata e i nostri
genitori sono morti”
“Agnarr
è diverso da suo padre, mi ha
promesso che…
“Ha promesso?” – ripete, ridendo di gusto
di fronte alle lacrime della sorella –
“Mai fidarti delle promesse di chi dice di amarti. Da sorella
maggiore ho il
dovere di chiudere la faccenda definitivamente…”
– la Darklady si pone in
attacco, pronta a tutto.
“Non posso permetterti di fargli del male”
– aggiunge Iduna, decisa addirittura
a scontrarsi contro il sangue del suo sangue.
Una
di fronte all’altra, la luce e
l’oscurità,
il bene e il male, una sorella contro una sorella, pongono fine alla
rivalità.
I
trolls intervengono al momento opportuno,
frenando una potente scarica elettrica che Alba stava per scagliare
contro la
parente.
Nel
farlo accade l’impensabile.
Quella
letale scarica rimbalza e si muove
nella direzione opposta a quella a cui mirava e colpisce la Darklady in
pieno
petto. Sotto lo sguardo disperato di Iduna, Alba cade a terra
riacquistando
lentamente la sua sembianza umana.
“Sorellina
mia, perdonami” – piange la
ragazza, stringendola a sé mentre una violenta pioggia si
abbatte su Arendelle,
piangendo la morte ingiusta e prematura di una giovane northuldra
desiderosa
solo di essere amata.
“Pitch
Black è stato imprigionato in uno
specchio e non vi darà più fastidio”
– comunica Granpapà.
Tutto
sembra sistemato, se non fosse che da
lì a qualche anno Hans Westergard si imbatterà in
quello specchio dannato e
verrà plagiato al punto tale da diventare un nuovo alleato
in cerca di vendetta
verso un regno che lo ha deriso.
Il
resto è storia…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** 13 Capitolo ***
“E
questo è tutto! Ti ho raccontato per filo
e per segno cosa mi è capitato negli ultimi
giorni…contento?” – afferma Elsa,
sorridente. Raccontarsi le piace, specialmente perché chi
l’ascolta è fin troppo
come lei, e non solo per via della magia.
“Siamo
simili, sai?” – dice lui.
“Sì,
è strano, però sento con te un legame
particolare, come se fossimo uniti dallo stesso sangue”
– commenta il quinto
spirito – “Poi abbiamo lo stesso colore della
pelle, degli occhi e persino dei
capelli”
“E
non solo questo” – aggiunge Jack.
“A
cosa ti riferisci?” – domanda, curiosa, la
ex regina di Arendelle.
“Abbiamo
lo stesso amore per la famiglia.
Anche io, come te, farei di tutto per chi amo. Sarei disposto ad andare
oltre i
miei valori pur di rendere fieri di me quelli che mi vogliono
bene”
“Già,
a proposito di valori, tanti anni fa ho
compiuto un atto imperdonabile che danneggiò la relazione
tra me e mia sorella.
Ho faticato a perdonare me stessa, però se oggi mi
chiedessero di replicare, mi
farei uccidere piuttosto che vederla soffrire”
“Mi
hai accennato a questa storia. Riguardava
tua nipote, vero? Perché hai dovuto allontanarla dal regno e
dai genitori?”
“Non
mi piace ricordare un passato molto
doloroso” – aggiunge Elsa, cambiando discorso
subito dopo – “Tu, piuttosto…non
so nulla di te e della tua famiglia. Sono anche loro magici?”
“Ehm…mio
padre sì. Mia sorella non lo è”
“Quindi
l’hai ereditato da lui. Sarai fiero
di questo”
Quella
frase pronunciata in buona fede dalla
giovane donna, turba visibilmente il suo amico.
“Ho
detto qualcosa che non dovevo? Perdonami….”
“No,
tranquilla. In fondo hai ragione. Nelle
mie vene scorre il sangue di mio padre e la mia magia me lo ricorda
giorno dopo
giorno. È per lui se sono qui, non posso fare altro che
essergli grato e agire
su suo volere” – commenta.
Lo
sguardo incupito parla da solo. Inutili altre
domande; Elsa lo vede sollevarsi in aria e andar via senza pronunciare
altre
parole.
Chissà
cosa può aver toccato nel profondo
Jack, si domanda la custode della Foresta Incantata.
Non
immagina minimamente che la somiglianza
di cui parlava poco prima non è affatto casuale. Dopotutto
le loro madri erano
sorelle… così come Elsa e Jack sono i figli
magici, allo stesso modo Anna e
Sandy sono quelle prive di poteri.
E
tutto sembra studiato a tavolino. Pitch
Black ha volutamente scelto sua figlia Sandy nel ruolo umano della
regina di
Arendelle. Avrebbe potuto agire secondo un piano differente e invece
chi più di
una cugina fin troppo simile ad Anna, avrebbe potuto sostituirsi a lei.
Peccato
che sono eccessivamente uguali…anche
Sandy, come fece la cugina anni addietro, si è invaghita di
Kristoff Bjorgman.
A
proposito di Kristoff…
“Figliolo,cosa
ci fai qui?” – esclama Ingrid
trovando l’ex montanaro sull’uscio di casa.
“Nonnina,
ci siamo anche noi” – afferma Agnarr,
facendo capolino dietro le gambe del padre.
I
gemelli si gettano tra le braccia della
donna che li accoglie con affetto smisurato, mentre le preoccupazioni
iniziano
a farsi spazio nella sua mente.
“Rimarremo
per un po' di tempo” – spiega il
biondo, una volta sistemata la roba nelle stanze.
Letizia
e Jack guardano in disparte la
conversazione familiare costatando che l’arrivo dei
consanguinei di Ingrid
avrebbe implicato necessariamente e giustamente il loro trasferimento.
“Non
c’è più posto per noi, sorellina. Diamo
spazio
al re e ai suoi bambini”
“E dove andremo?”
“Troveremo
un’altra sistemazione. In qualche
modo faremo” – dice il ragazzo, alquanto agitato.
“Io
non voglio lasciare Arendelle. Amo questo
posto, questa gente…”
“Leti,
non piangere” – la abbraccia,
amareggiato, il maggiore.
E
le lacrime della piccola vengono colte subito
da Iduna che le va incontro.
Con
dolcezza posa la sua manina sulla spalla
della Frost.
“Vivremo
tutti insieme” – le sorride,
ricevendo immediatamente l’abbraccio dell’altra
felice della notizia.
“Ma
noi…” – cerca di parlare Jack.
“Niente
“ma”, non andrete da nessuna parte. Ormai
siamo un’unica famiglia” – sostiene,
fiero, Kristoff, intromettendosi nella
conversazione.
La
scena emozionante tocca il cuore di Ingrid
che, in pena per il figlio, decide di intervenire a modo suo, per
sistemare le
cose.
L’indomani
sarebbe andata a parlare faccia a
faccia con la responsabile della faccenda: Anna.
------------------------------------------
“Maestà,
c’è vostra suocera che vorrebbe
parlarvi” – comunica una delle cameriere a Sandy,
seduta nella sala del trono,
preda dei suoi mille pensieri.
“Dille
che sono impegnata e non posso
ricevere nessuno” – la sedicente regina cerca il
più possibile di evitare
situazioni scomode e incontrare la suocera di cui ignora anche il viso,
rientra
tra queste.
Così
Ingrid viene liquidata in un
battibaleno, incredula e scioccata dal poco rispetto che una donna come
sua
nuora mostra nei suoi confronti.
“Cosa
le succede?” – chiede, spiazzata.
“La
nostra sovrana è indaffarata, mi dispiace”
– aggiunge la domestica, raggiungendo l’ospite
all’ingresso.
“Non
ci credo. Ti prego, Eleonor aiutami. Possibile
che le circostanze così sospette non abbiano colpito
nessuno?” – la supplica la
Bjorgman, stupita dal silenzio del personale di sua maestà.
“Ultimamente
è strana. Sembra essere tornata
la Anna di tanto tempo fa, quella che aveva indurito il cuore per la
separazione dalla principessina Ineke” – commenta
l’altra – “Non è
più lei”
Ed
è quella frase a spaventare la madre dell’ex
montanaro.
“Non
è più lei” – ripete ad alta
voce,
iniziando ad escogitare un piano per ricevere risposte ad alcuni dubbi.
Fingendo
di lasciare il palazzo, Ingrid
percorre una strada secondaria che la conduce all’ingresso
della servitù.
“Fortuna
che non c’è nessuno” – tira un
sospiro di sollievo, una volta raggiunto l’immenso corridoio
che la separa
dalla sala del trono.
Gli
specchi alle pareti sono inquietanti – “Cosa
ci fanno qui tutti questi oggetti?” – si domanda,
osservandoli attentamente.
Mentre
è intenta a fissare il suo riflesso in
uno dei tanti specchi al muro, sente un mormorio provenire dal salone
principale.
In
punta di piedi raggiunge la porta e
origlia.
La
voce è quella di Anna e sembra parlare con
qualcuno, lamentandosi di qualcosa.
“Non
posso continuare ad essere chi vuoi tu. Non
dormo, non mangio, ho sempre la paura di essere scoperta”
“Piantala
Sandy, a breve sarà tutto finito e
tornerai ad essere te stessa”
“No,
padre! Come faccio ad essere serena
sapendo di aver distrutto la vita di mia cugina?”
Ingrid
non comprende esattamente il discorso,
però avverte nel tono di voce e nelle parole della sovrana
un forte senso di
disagio e tanta sofferenza.
Ciò
alimenta le sue perplessità.
Ma
ecco che il dubbio trova spiegazione.
L’enorme
portone viene spalancato e Ingrid fa
appena in tempo a indietreggiare.
Di
fronte a sé c’è sua nuora, con lo
sguardo
incupito e gli occhi lucidi.
“Chi
sei tu? Cosa ci fai nel mio castello?
Fuori” – arrabbiata con il mondo intero, Sandy
ordina alla sconosciuta di
uscire.
La
Bjorgman viene allontanata da alcune
guardie, anche esse stupite dal trattamento della regina nei confronti
della
suocera.
Ed
una volta fuori dal palazzo, Ingrid,
ancora tremante e scossa da quanto appena subìto, ha
più chiara la situazione.
“Quella
non è Anna!”
- confida a Kristoff, una volta rientrata a
casa.
“Cosa
vuoi dire?”
“Non mi ha riconosciuta, Kris!”
“Cosa? È impossibile”
“Invece
è così! Credimi… vuol dire che la
donna che ti ha trattato con quella freddezza, non è la
nostra Anna”
In quel momento la mente del montanaro torna indietro nel tempo,
esattamente al
giorno della festa di compleanno di sua moglie.
Quella
notte lei svanì nel nulla per alcune
ore, comparendo totalmente cambiata.
“Devono
averle fatto un incantesimo o robe
simili” – ipotizza la donna.
“Che
stupido sono stato a non accorgermene
prima! Avete ragione, madre! Quella non è mia moglie e se la
situazione è come
temo, c’è di mezzo lo zampino di Hans
Westergard”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** 14 Capitolo ***
Finalmente
tutto ha una spiegazione. Ogni pezzo
del puzzle combacia. Anna non è Anna e adesso anche Kristoff
è cosciente che
sua moglie non lo odia senza ragione.
“Voglio
affrontarlo e smascherarlo. Deve
dirmi cosa le ha combinato” – si infuria Bjorgman
aprendo con forza la porta d’ingresso
dell’abitazione materna, pronto per affrontare Hans.
“Fermo,
figliolo. Non sappiamo neppure dove
sia Westergard in questo momento. Cosa vorresti che ti dicesse,poi?
Negherebbe,
senza ombra di dubbio”
“Non
posso abbandonare Arendelle nelle mani
di una regina controllata da quel vile!”
“Dobbiamo
intrufolarci tra le quattro mura e
spiare le loro mosse” – quell’idea salta
alla mente di Jack, che intromessosi
nella conversazione, si propone come volontario –
“Nessuno mi conosce bene. Se
Anna non è in sé, non si ricorderà di
avermi ospitato alla sua festa di
compleanno. Neppure Hans… sono la spia perfetta”
“Sei
sicuro? Non voglio metterti in mezzo ad
una situazione pericolosa” – sostiene il re,
appoggiando una mano sulla spalla
del ragazzo.
“Convintissimo!
Avete fatto tanto per me e
mia sorella. È giunto il momento di contraccambiare il
favore e dare noi una
mano a voi” – Frost è determinato e
nessuno avrebbe frenato le sue idee. Neppure
il pianto di Letizia, preoccupata immaginando il parente rinchiuso
dalla regina
in una buia prigione.
“Non
mi accadrà nulla, sorellina. Stai tranquilla”
– la rasserena con un tenero abbraccio.
“Se
Anna capisse tutto, potrebbe arrabbiarsi
molto ed è bene che ti ricordi che non è
più docile e comprensiva” – aggiunge
ancora
la piccoletta.
“Non
ho paura, non averne tu al mio posto. Vedrete
che sarò di ritorno il prima possibile”
Per
entrare nel castello, Ingrid dà opportune
indicazioni a Jack che le segue alla perfezione.
Il
fato vuole che non ci siano intoppi quando
percorre di nascosto il tragitto che, in pochi minuti, lo conduce
direttamente
nei sotterranei.
Con
in mano una sola lanterna e il cuore in
gola, Frost raggiunge la cucina principale.
È
notte profonda, impensabile che qualche
domestica sia sveglia alle prese con le pietanze. Infatti, il luogo
è vuoto. Le
stoviglie sistemate e lucenti, il camino spento, il pavimento pulito e
privo di
briciole…
“Che
efficienza” – commenta Jack, notando la
pulizia estrema della servitù di palazzo.
Come
precisato da Ingrid, lascia la stanza in
fretta e raggiunge il terzo piano, lì dove è
situata la camera da letto della
regina.
Qualcosa
lo turba ed è ciò che ha turbato
chiunque fosse entrato nel castello in quei giorni.
Gli
specchi.
“Ma
cosa significa tutto questo?” – esclama,
sobbalzando – “Che cosa inquietante”
Deciso
a capirne di più, si sistema nella
camera dei gemelli, rimasta vuota e attende le mosse del nemico.
Nonostante
la stanchezza e il sonno iniziano
a pesare, Frost non demorde.
“Resisti,
resisti, resisti” – ripete a se
stesso, quando gli occhi vogliono cedere.
Il
sonno svanisce improvvisamente nell’attimo
in cui qualcuno dall’esterno abbassa la maniglia della porta,
varcando l’uscio.
Jack
non riesce a nascondersi con rapidità…
“Chi
sei?” – chiede una voce, rivolgendosi
alla giovane spia dei Bjorgman.
-------------------------------------------------------
Letizia
è cresciuta con suo fratello maggiore
e ha vissuto da sempre in simbiosi con lui.
Come
può starsene tranquilla in casa,
pensandolo in una missione impossibile che potrebbe rischiargli la
prigionia a
palazzo?!
Seduta
sul divano, sorseggia una tazza di
latte, pensando e ripensando a Jack.
“Tutto
bene, tesoro? Come mai sei sveglia a
quest’ora?” – le domanda Ingrid,
accortasi dell’assenza della ragazzina dal
letto che ora condividono.
“Nulla,
torna a dormire. Mi dispiace,
alzandomi devo averti disturbata”
“No,
cara! Sai bene che ho il sonno leggero.
Soprattutto condivido la tua agitazione, sapendo di aver coinvolto Jack
in
questa storia, però non temere. Domattina andrò
personalmente lì, voglio
sincerarmi che tutto fili liscio. Nel caso contrario, sarò
io a prendermi ogni
colpa e scagionerò tuo fratello”
---------------------------------------------------
“Olaf!
Sono io, Jack Frost. Ti ricordi di me?”
“Certo!
Cosa ci fai qui?” – chiede il pupazzo
di neve, confuso di trovare l’amico lì.
“Riguarda
la regina…”
“Anna?
Cosa cerchi da lei?” – domanda,
confuso, l’omino magico.
“Temo
non sia più in sé”
La
non risposta del pupazzo, sorprende Jack
che aggiunge – “Immagino tu abbia avuto lo stesso
pensiero”
“E’
strana, hai ragione. Temo che la nostra
vecchia Anna non sia qui”
“E
dove pensi che si trovi? Chi è questa
donna che finge di essere la regina?”
“Esistono
magie e magie. Però quella diffusa
tra i potenti maghi oscuri è il mutaforma”
“Muta…che?”
– esclama scioccato il ragazzo.
“La
capacità di cambiare aspetto”
“Ok,
il discorso fila, soltanto che… se questa
sedicente sovrana è un mutaforma, dove si trova la vera
Anna?”
“Per
rendere lo scambio di persona è
necessario eliminare la copia reale”
“ELIMINARE? Olaf, mio Dio, mi stai dicendo che potrebbe
essere…?”
“Morta?
No, per fortuna. Eliminata da questa
realtà potrebbe significare che sia prigioniera in una sorta
di limbo. Se l’hanno
sostituita con una falsa, a loro serve viva e vegeta. Sono convinto che
chi ce
l’ha portata via, mira a qualcosa”
“Tipo? Io pensavo a Hans, ma a quanto pare dietro
c’è qualcosa di più grande
della sua perfidia”
“Esatto,
Jack! Ho fatto ricerche e ricerche
in questi giorni. Posso sembrare svamipito però non lo sono
affatto. Sono giunto
ad una conclusione: Hans sarà complice di qualcuno. E adesso
che mi ci fai
pensare…l’acqua ha memoria ed io ricordo che tanti
tanti anni fa ci fu un
potente stregone oscuro che mirò alla conquista di
Arendelle”
“E
ora dove si trova? Potrebbe essere lui…”
“I trolls l’hanno relegato in uno
specchio” – gli racconta, rivelando un
particolare centrale in questa faccenda.
“Aspetta, aspetta, aspetta…hai detto uno
specchio?” – scioccato, Frost esce
dalla camera correndo veloce.
A
quel punto, fermatosi a pochi metri dalla
camera della sovrana, si guarda attorno e la realtà dei
fatti si palesa.
“Il
castello è stracolmo di specchi….”
–
commenta l’umano, con le mani tra i capelli –
“Ecco perché ne sono stati
disposti così tanti. Olaf, è troppo
tardi….lui è già dentro e controlla il
castello”
“Non
c’è ombra di dubbio…. Amico mio,
dobbiamo consultare i trolls, perché temo che se aspettiamo
ancora, potrebbe
trovare un modo per liberarsi”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** 15 Capitolo ***
E’
notte fonda quando Jack e Olaf si dirigono verso la valle dei Trolls,
alla
ricerca di risposte.
Le
teorie del pupazzo di neve sembrano sempre più veritiere e
si consolidano con forza
nella mente di Frost.
“Non
esiste altra spiegazione plausibile. E’ come dici
tu… questo mago oscuro vuole
conquistare Arendelle” – ripete più
volte il ragazzo, durante il tragitto.
“Chiedere
a chi sa la realtà dei fatti, è la cosa
migliore” – aggiunge il buffo omino, mostrandosi
saggio e razionale, come mai prima da quando è stato creato.
Una
volta arrivati, è Olaf a chiamare il capo della
tribù rocciosa.
“Granpapà,
abbiamo bisogno di te! Aiutaci”
Nessuna
risposta. Non si muove nulla attorno ai due, tanto che Jack teme di
aver
sbagliato luogo.
“Me
lo ricordo bene, abbiamo frequentato questo posto molto spesso negli
ultimi
anni. Dobbiamo insistere. Non sono soliti mostrarsi con
facilità se la
situazione non è grave. Mantengono una certa
privacy”
“Una
certa…?” – esclama Frost, ridacchiando
all’idea che quel piccolo pupazzo di
neve utilizzi termini specifici.
“Privacy”
– ripete l’omino nevoso, estraendo dal nulla un
buffo paio di occhiali in legno
che posiziona sulla punta del suo strano naso a carota.
La
tensione viene smorzata da quella scena simpatica per poi tornare la
serietà
quando un rumore di massi fa tremare la terra.
“Che
succede adesso?” – si spaventa il ragazzo.
“Oh
tranquillo, sono loro. Questo conferma che siamo nella loro
valle” – spiega il
pupazzo di neve, rallegrandosi quando si trova davanti una decina di
trolls che
li accerchiano.
“Cosa
ci fate qui?” – esclama uno di questi.
“Cerchiamo
Granpapà” – spiega Olaf.
“Come
mai? E lui chi è?” – aggiunge una troll
femmina.
“Jack
Frost” – si presenta senza esitare,
l’umano. Eppure quel nome spiazza i
presenti che iniziano a mormorare e a guardarsi tra loro preoccupati.
“Che
ho detto?” – il giovane è sempre
più confuso.
Ma
ecco giungere la soluzione ai loro dilemmi.
In
un battibaleno la figura del capo dei trolls compare e ordina ai suoi
simili di
ritirarsi.
“Ora
che siamo soli posso sapere cosa sta accadendo?” –
chiede l’anziano, rivolgendosi
ai due.
“Siamo
qui perché…” – prende parola
Olaf e inscena alla perfezione quanto accaduto
negli ultimi giorni. La sua performance è paragonabile a
quella di anni addietro,
quando, di fronte ai Northuldri e ad alcune guardie di Arendelle,
raccontò la
vicenda di Anna ed Elsa.
“…
ed ecco perché ora ci troviamo qui” –
conclude, fiero del suo riassunto.
Granpapà
è in silenzio e sembra turbato.
“Come
hai detto di chiamarti, figliolo?” – domanda
all’umano.
“Jack…Jack
Frost”
“Non
è possibile” – esclama
l’anziano troll.
“Cosa
non è possibile? Come mai c’è stupore
quando pronuncio il mio nome?”
“Esiste
un tuo omonimo, figlio del mago che temete stia tornando alla
carica” –
confessa il capo roccioso.
“Aspetta,
che?” – sobbalza Olaf, citando la classica
espressione di Anna.
“Sarà
una coincidenza. Jack è un nome comune”
– sostiene il ragazzo.
“No,
invece. La somiglianza è evidente, così come non
è un caso che tutto sia
cambiato da quando sei arrivato ad Arendelle”
“Pensi che sia io quel Jack e che stia giocando
sporco?” – a tal punto, il giovane
comincia ad alterarsi.
“Assolutamente
no. Però penso che c’è un motivo per
tutto. Sai dirmi i nomi dei tuoi genitori?”
E
di fronte a tale richiesta, Frost si incupisce.
“Cosa
c’entrano i suoi genitori?” – domanda,
confuso, l’omino di neve.
“Mio
padre non lo ricordo…” – precisa
l’umano, con sguardo basso e pugni stretti.
“E
tua madre? Dimmelo, è importante” – lo
prega Granpapà, mostrandosi duro nel non
prestare attenzione ad una evidente sofferenza del giovane.
“Abbandonò
me e mia sorella ed io ho volutamente rimosso ogni cosa di lei dalla
mia mente”
“Ma
il nome non si può cancellare”
E
dopo qualche attimo di silenzio ed esitazione…
“Sandy!” – esclama poi, riaprendo
una ferita dolente.
“Sandy?
Allora è come temo” – il re dei trolls
è scioccato.
“Dicci
qualcosa! Cosa c’entra sua madre con questa
faccenda?” – interviene Olaf.
“Sandy
e Jack sono i figli gemelli che Pitch Black ha avuto da una fanciulla
appartenente ai Northuldri”
“Aspetta,
aspetta, aspetta! Ingrid ci ha accennato a questa tribù,
quella a cui
apparteneva la madre della regina di Arendelle. Lui ha sedotto una di
loro?” –
aggiunge, stranito, Jack.
“Già!
Era parte del suo piano malefico: avere l’erede che lo
avrebbe aiutato a
conquistare più potere. Ma c’è un
dettaglio che non sai. Iduna e la northuldra
che si invaghì di Pitch non solo appartenevano alla stessa
tribù, ma anche alla
stessa famiglia”
“Come?”-
esclamano in coro l’umano e il pupazzo di neve.
“Erano
sorelle. Il suo nome era Alba. Cadde vittima del fascino del male e
quando
perse i suoi parenti durante lo scontro contro Arendelle,
giurò vendetta. Per
tale motivo Pitch mirò alla conquista del nostro
regno”
“Accidenti!
E adesso cosa lo spinge a tornare? Alba?” – chiede
Olaf.
“Alba
morì durante la lotta tra bene e male. Fummo noi trolls ad
intrappolare Black
nello specchio. Però una cosa non mi torna…come
mai solo adesso, quel mago ha
deciso di riprendere il piano di vendetta contro Arendelle”
“Probabilmente
l’opportunità gli è stata data dal
desiderio di un mortale che odia tale regno”
– commenta Jack, ancora scosso dalla notizia di essere
palesemente imparentato
con i reali.
“Sospettiamo
la stessa persona,probabilmente” – aggiunge
Granpapà.
“Hans?” – domanda il pupazzo.
“Esatto.
Nessuno più di lui odia Arendelle dopo quanto accaduto anni
fa”
“Re
Kristoff mi ha raccontato tutto su Westergard” –
poi si zittisce – “Devo
metabolizzare la novità. Re Kristoff è di
famiglia, potrei iniziare a chiamarlo
solo per nome o magari…”
“Tranquillo,
ti abituerai. Adesso è normale, la notizia ha scioccato
anche me” – aggiunge
Olaf.
“Pensavo di non avere nessuno, a parte mia sorella.
Invece… mi ritrovo in un posto
nuovo e per di più circondato da parenti di cui ignoravo
l’esistenza” – Jack si
lascia andare all’emozione e allo shock del momento -
“Letizia sarà
felicissima. Lei ha sempre desiderato una casa, dei cugini, degli
zii…ora può
avere tutto ciò”
“Per
tutelare questa gioia, va impedito che Pitch si liberi”
– interviene il troll.
“Hai
ragione. Sono pronto a tutto. Come dobbiamo agire?”
– determinato, si asciuga
le lacrime dal viso mostrandosi da guerriero quale è.
“Vedo
la fiamma nei tuoi occhi, sei palesemente consanguineo di Anna ed Elsa.
Sii
fiero della tua forza e del tuo coraggio” – si
complimenta Granpapà.
“Grazie
per avermi raccontato la verità senza timori. Adesso voglio
che tutto torni
alla normalità”
“Affinché
ciò accada è necessario che mi portiate qui Pitch
Black”
“E
come si fa? Sbaglio o è imprigionato in uno
specchio?” – dice Olaf.
“Esatto,
è quello specchio che dovete consegnarmi”
“Non
possiamo sottrarlo alla finta sovrana, sarebbe un suicidio. Lei non
lascia entrare
nessuno nella sua stanza” – sostiene il pupazzo.
“Dovete
fare in modo che Sandy si schieri dalla nostra parte. Quindi la
missione spetta
a te, ragazzo”
“Io
non ci credo che quella è mia madre” –
commenta Frost, sconvolto – “Mi ha
lasciato solo con una bambina di pochi anni da crescere, per quale
ragione?”
“Adesso
non pensare a questo, sarà lei a confessartelo quando le
farai intuire chi sei
in realtà”
“Devo
dirle che sono suo figlio?”
“No, lei non deve sospettare che tu sai la verità
su Pitch. Dovrà arrivare alla
verità da sola” – conclude
Granpapà prima di augurargli buona fortuna.
“Saprai
cavartela, ne sono certo” – gli dà forza
il troll, notando degli occhi del
ragazzo un miscuglio di emozioni.
“Come
ti senti?” – domanda Olaf all’amico
durante il tragitto di ritorno.
“Scombussolato.
Io ho odiato Sandy per anni, poi ho cancellato ogni traccia di lei
dalla mia
mente. Ora cosa succede?! Torna di nuovo nella mia vita a scuotermi e a
minacciare il mio equilibrio”
“A
tutto c’è una spiegazione. Ora concentrati sulle
mosse da fare. Ogni cosa piano
piano si sistemerà”
“Se invece fosse
troppo tardi?” – è
quell’interrogativo
a pesare sul cuore del ragazzo che avverte la tensione e le aspettative.
“Cosa
vuoi dire?”
“Se
Sandy fosse cattiva come Pitch e scoprisse che io so tutto e mi
catturasse per
eliminarmi?”
“Non
lo farebbe mai. Sei suo figlio”
“Un
figlio che ha abbandonato senza esitazioni”
“Metti il rancore da parte. Bisogna agire il prima possibile!
Se Black dovesse
liberarsi, a quel punto ci attenderebbe una guerra vera e
propria”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** 16 Capitolo ***
Il
piano di Jack e Granpapà ha inizio il
mattino seguente il loro incontro.
Frost,
dopo essere rientrato a casa Bjorgman
assieme ad Olaf, rivela quanto scoperto tra
l’incredulità di tutti.
“Sicuro
di stare bene? Ricevere notizie come
questa, scombussolano. Magari preferisci prima
metabolizzare…” – Ingrid è in
pena per il ragazzo che considera, ormai, di famiglia e teme possa
essere devastato
emotivamente per incamminarsi alla vista del palazzo.
“Tranquilla,
l’unico modo che ho di
interiorizzare il fatto è affrontarlo di petto. Voglio che
quella donna che si
spaccia per Anna, diventi la nostra carta vincente!”
“Pensi
che sarà così facile, fratello? Io non
sono molto convinta. Chi ci dice che quella è davvero nostra
madre? Chi ci
garantisce che sia in sé? Magari è stata plagiata
e non controlla cosa dice o
cosa fa” – sostiene Letizia, ancora frastornata
dalla scoperta raccontatale dal
maggiore.
“Proprio
per questo è necessario che sappia chi
sono in realtà. Dalla sua reazione, capirà se
è davvero Sandy oppure non lo è. Se
le cose dovessero andare male,a quel punto, avrò Olaf al mio
fianco. Lui vi
contatterà e metterà al corrente i trolls che
agiranno per salvarmi”
“Stai
rischiando molto, sei davvero coraggioso.
Sei un degno parente di mia moglie e mia cognata. Grazie di cuore, non
so cosa
avrei fatto senza il tuo aiuto. Appena torneremo alla
normalità, la prima cosa
che farò sarà nominarti mio braccio
destro” .- Kristoff gli dà una pacca sulla
spalla, in segno di gratitudine per poi abbracciarlo.
Un
solo particolare sembra essere da tutti
tralasciato. Ed è una vocina in fondo alla stanza, quella
del piccolo Agnarr, a
ricordare il dettaglio ai presenti.
“Jack
ma non hai visto Ineke e Aurora? Non so
dove sono”
Il
volto di Kristoff impallidisce sentendo i
nomi delle due figlie maggiori.
“Le
mie sorelle…dove sono?” – domanda ancora
il
bambino, stropicciandosi gli occhi.
“Al
castello non ci sono, questo ve lo
assicuro” – comunica il pupazzo di neve,
preoccupato.
Per
evitare di spaventare il piccino, chiede ad
Olaf e Letizia di distrarlo, giocando.
Una
volta solo assieme alla madre Ingrid e a
Jack Frost manifesta il suo turbamento. “Maledizione! Non
vorrei che avessero
fatto loro de male” – esclama Bjorgman, nel panico
più totale.
“Calma
e sangue freddo, figliolo! Quando è
stata l’ultima volta che le hai viste?” –
chiede la donna, cercando di rimanere
lucida, seppure anch’essa nervosa.
“Non
ricordo, è questo il problema. Sento che non
stanno bene, accidenti! Come ho potuto sorvolare? Ho concentrato i miei
pensieri sulla mia relazione amorosa in crisi,mi sono crogiolato per
trovare
risposte ai comportamenti di Anna, e ho dimenticato che la mia prima e
secondogenita sono sparite nel nulla. Che padre sono!!?”
– arrabbiato con se
stesso, si scaglia contro una sedia che con un calcio va ribaltare sul
pavimento.
“Tesoro,
non agitarti. Sicuramente saranno
assieme a tua moglie. Sandy non farebbe mai loro del male”
– lo conforta Ingrid.
“Non
ne sarei sicuro al cento per cento, visto
che Pitch Black potrebbe comandare le sue azioni. Non
c’è un minuto da perdere.
Io torno ad Arendelle. prima agiamo, meglio sarà per
tutti” – conclude Jack,
con zaino in spalla, diretto all’uscita.
“Voglio
venire con te” – si propone il re.
“Sei
troppo scosso” – interviene la madre.
“Ingrid
ha ragione” – con tenerezza e
decisione, Frost gli promette – “Torneranno qui con
te, ti dò la mia parola”
Conclude
con un ultimo abbraccio, per poi
correre via svanendo tra gli alberi, lasciandosi alle spalle una
famiglia in
pericolo che è diventata anche la sua di famiglia e che ha
intenzione di salvare
ad ogni costo….anche a costo della vita!
-----------------------------------------
“Come
procede, ragazzo?” – domanda Pitch Black,
osservando, dalla prigionia dello specchio, la scena di suo figlio Jack
intendo
a controllare Anna, Ineke e Aurora, vittime di un sonno perenne.
“Tutto
bene. In fondo, non possono aprire occhi
fino a quando non lo decidete voi, padre” –
sostiene il biondo, giocando
annoiato con fiocchi di neve.
“Intendevo
con Elsa” – precisa il mago, desideroso
di avere liete notizie.
“Si
sta aprendo con mia grande sorpresa. Per
persone come noi, è complicato farlo”
“Come noi, hai detto? Adesso ti includi tra la gente come
Elsa di Arendelle?” –
ridacchia il mago, prendendosi gioco del figlio.
“Noi
esseri magici. In fondo, padre, ricordate
che io e la donna che mi costringete ad ingannare, siamo
cugini”
“Ricordo
bene, non a caso ho scelto te per la missione.
Il sangue che vi unisce avrebbe giocato a nostro vantaggio. Infatti non
mi
sbagliavo. Adesso devi conquistare la sua totale fiducia…
poi, quando sarà il
momento la tradirai”
Black
Junior, seppure in disaccordo con il
piano, annuisce in silenzio.
Odia
dover obbedire a quel demonio del padre. In
quegli anni, cresciuto e “addomesticato” tramite
una voce che poi si è palesata
sottoforma di specchio, ha dovuto accettare condizioni estreme. Il
tutto in
nome di una vendetta voluta da sua madre.
“Padre,
ricordate che se io sono qui ed eseguo
i comandi lo faccio per la mia Alba…” –
spiega Jack, chiamando la mamma per
nome.
“Vuoi dire Darklady!? Piantala di ricordare il suo nome da
inutile umana” – si irrita
Pitch, denigrando la northuldra con un verso di totale disgusto
– “Beh, mi
congedo. È bene controllare che tua sorella non compia
stupidaggini, come suo
solito” – così dicendo, lo specchio si
spegne e svanisce nell’oscurità,
lasciando Jack solo come balia delle tre donne addormentate.
Che
dolore doverne recare altrettanto a persone
innocenti, pensa l’uomo.
Con
il cuore a pezzi, accarezza i capelli della
regina per rivolgersi a lei con tenerezza - “Mi dispiace,
cugina. Questo limbo
dove ci troviamo adesso, imprigionò mia madre per mesi per
volere di Pitch
Black e adesso è diventata la tua di prigione e delle tue
figlie. Spero che
finisca presto tutto, così da tornare alla mia solitudine e
al mio essere
invisibile agli occhi degli umani” – sospira,
nostalgico – “E spero profondamente
che tu possa accettare, al tuo risveglio, quanto sarà
accaduto”
In
quel momento volge lo sguardo in alto - “Madre,
ovunque siate, se sono qui è soltanto per voi”
– dice, amareggiato.
-----------------------------------------------------
E’
tarda mattinata quando Jack Frost arriva ad
Arendelle, a pochi passi dal palazzo.
Come
la notte precedente, segue il passaggio
segreto indicatogli da Ingrid.
Peccato
che stavolta non è facile non farsi
notare.
“Hey
tu, chi sei? Cosa ci fai qui?” – gli tuona
contro una domestica, guardandolo uscire dal passaggio segreto della
cucina.
“Ehm…scusami,
sono il nipote di Ingrid Bjorgman”
– racconta, riuscendo ad elaborare una menzogna utile
all’occasione.
“Che
le succede? Come mai manda te e non viene
lei di persona? Conosco Ingrid e siamo ottime confidenti, dimmi
tutto”
Il
ragazzo tira un sospiro di sollievo, guardando
l’anziana cameriera invitandolo a sedersi, versandogli
addirittura del latte
caldo.
“Come
sta il re? E i gemelli? Sono così in pena
per loro” – a quel punto, Jack si pente di aver
attaccato bottone con la donna
perché è fin troppo logorroica e il tempo
è prezioso. Ascoltando la parlantina
dell’anziana, rischia di giocare la sua
opportunità.
“Ruth,
ma la regina è disposta a ricevermi? Avrei
da riferirle delle cose…” – chiede il
giovane, interrompendo il monologo della
domestica.
“Beh
possiamo provare. Ultimamente non è in
vena, anzi. Che io sappia, ha convocato a palazzo il signore Hans
Westergard. Non
vorrei esagerare, ma temo che tra loro sia nata una storia
d’amore” – confessa
lei, sussurrando il fatto all’orecchio di Jack, a modi gossip.
“L’ha
convocato? Dici sul serio?” – Frost si
insospettisce. La faccenda si ingarbuglia e avere l’ex
principe delle Isole del
Sud nel castello non è alquanto positivo.
“Puoi
aiutarmi a parlarle? Cinque minuti, giuro”
– la supplica.
“Mi
metti in difficoltà, però potrei dirle che
ti mandano i suoi figli”
“I
gemelli? Si, perfetto. Grazie”
A
quel punto, seguendo i passi della domestica,
Frost inizia ad immaginare l’incontro con Anna, o meglio con
Sandy, cercando di
trattenere una rabbia che cova da anni verso sua madre.
Ruth
gli chiede di attendere fuori la sala – “Ti
dirò se potrai entrare, appena possibile”
Quei
secondi sembrano un’eternità e per di
più
Jack si sente spiato da ogni lato per via degli specchi ai muri.
“Nonno,
dovunque tu sia, ti troverò e giuro che
ti distruggerò, come tu hai fatto con la mia vita”
In
tale istante, l’anziana raggiunge il giovane
e gli comunica – “Sei stato fortunato. Ti concede
cinque minuti. Buona fortuna”
– con un tenero abbraccio, la donna torna alle sue faccende.
…e
adesso sì che arriva il bello…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** 17 Capitolo ***
Jack
percorre lento i pochi passi che lo
separano da una donna che ha volutamente cancellato dalla mente e dal
cuore, ma
la cui presenza è tornata a pesare come un macigno,
riaprendo ferite che solo
gli anni hanno curato.
Sente
il petto esplodere, le mani sudare, le
tempie pulsare con forza, quasi a volerlo frenare
dall’affrontare qualcosa di
troppo doloroso.
Ma
Frost non intende arrendersi alla
sofferenza e ai vecchi ricordi. Lo deve ad una famiglia che
l’ha accolto e gli
vuole bene, lo deve ad Anna e ai suoi figli, a Kristoff e Ingrid, ad
Elsa, che
conosce appena, e soprattutto a Letizia, che ha il diritto di
proteggere.
Così
avviene l’incontro: varca l’uscio e la
vede.
Non
è Sandy fisicamente. E’ l’esatta copia
della regina e questo, in qualche modo, lo aiuta a non esplodere ed
urlargli
contro.
“Cosa
desidera?” – chiede la nobile, con gli
occhi fissi su vecchi documenti che ha tra le mani.
“Vorrei
chiederle di poter prestare servizio
a palazzo” – dice, attendendo con ansia il momento
di incrociare gli occhi
della donna.
Eppure
Sandy sembra intenzionata ad
ignorarlo, considerandolo uno dei tanti disturbi di giornata.
Una
risatina beffarda accompagna la sua
risposta – “Qui pensate tutti che il lavoro piova
dal cielo? Come posso
assumerti così, su due piedi?”
“Mi
manda Ingrid Bjorgman” – a quel punto,
Jack cerca di ottenere una raccomandazione citando la suocera della
sovrana.
Sentire
il nome della madre di Kristoff
sembra scuotere in quell’istante la finta Anna che,
accidentalmente disperde i
documenti reali sul pavimento.
“Vi aiuto, maestà” – si
inginocchia Frost, istintivamente.
“Lascia,
non toccare” – si altera subito
Sandy, infastidita dallo sconosciuto, costringendolo ad indietreggiare.
“Perdonate”
– si scusa, il ragazzo,
mostrandosi gentile, seppure irritato dal trattamento ricevuto da una
persona
che finge di esserne un’altra e ha architettato un piano
diabolico per
distruggere un intero regno.
“Senti,
cinque minuti sono passati. Vattene
che ho da fare” – si sfoga la reale, cercando di
non pensare alle pressioni
paterne e alla notizia che da lì a poco avrebbe dovuto
comunicare al regno
assieme a Hans.
“C’è
qualcosa che vi turba? Sappiate che io
sono un buon ascoltatore, so come gestire certe situazioni, dato che
mia madre
abbandonò me e mia sorella anni fa e ho dovuto cavarmela da
solo” – così Jack
lancia la prima frecciatina.
Eppure
Sandy non coglie, troppo presa da sé,
ed evita di rispondergli.
Essere
tanto ignorato alimenta la rabbia del
giovane.
“Mantieni
la calma” – ripete a se stesso –
“Non
dire cose che possono mandare all’aria il piano”.
Di
fronte alla scarsa considerazione da parte
della madre, Jack cerca una soluzione alternativa. Si guarda intorno,
scrutando
l’ambiente. Magari qualcosa, anche di piccolo, avrebbe potuto
lanciargli un’idea
sul da farsi.
Infatti,
nota l’ennesimo specchio a pochi
passi dal trono e così domanda – “Anche
a voi piacciono gli specchi, vero?”
“Come?”
– chiede lei, inarcando un
sopracciglio, in segno di fastidio.
“Ne
avrò visti a centinaia tra i vari
corridoi, perfino uno nelle cucine. Amate osservarvi?”
“Senti,
non ho tempo da perdere con un
ficcanaso come te, ti dico da subito che non ti assumerò
mai. Vattene” – gli tuona
contro, indicandogli la porta.
Prima
di uscire, Frost lancia l’ennesima
frecciata, sperando di colpire in pieno centro –
“Anche mia madre Sandy amava
gli specchi! ” – si volta e sentendo su di
sé gli occhi della regina, va via
soddisfatto.
Così
mentre percorre quei pochi metri che lo
separano dall’uscita, avverte una sensazione di leggerezza.
Non ha sfogato su
Sandy la sua rabbia, ma l’avrebbe sicuramente fatto al
momento giusto. Si era
limitato ad innescare un meccanismo vantaggioso per i nobili di
Arendelle, un
meccanismo che avrebbe distrutto dalle fondamenta il piano malefico di
Pitch
Black.
“Allora?
Che ti ha detto? Ti ha assunto?” –
domanda Olaf all’amico, una volta incontratisi fuori dai
cancelli.
“No,
però direi di rimanere nei paraggi. Se Anna
è Sandy, mi vorrà sicuramente parlare. Meglio non
farsi vedere assieme, sarò io
a cercarti quando è il momento, tranquillo”
– così i due si separano,
speranzosi di una vittoria sul nemico.
----------------------------------------
La
finta sovrana osserva dalla finestra della
sala del trono il ragazzino che prima ha trattato con freddezza e
totale
disinteresse.
“Ha
detto che sua madre si chiama Sandy e
amava gli specchi…che ha una sorella minore, che sono stati
entrambi
abbandonati…” – riflette ad alta voce.
“CHE
SUCCEDE QUI?” – Pitch Black giunge nella
sua solita maniera, sorvegliando l’operato della figlia.
“Nulla,
padre. A breve Hans ed io daremo l’annuncio”
“PERFETTO!
SEMBRI STRANA, PERO’. E’ ACCADUTO
QUALCOSA DI PREOCCUPANTE?”
“Non
saprei. Un giovane è venuto qui per
essere assunto, poi mi ha detto cose strane…”
“TIPO?”
La
donna non sa se rivelarlo a Black sia
utile, perciò cambia subito discorso –
“No, dimenticatelo. Sono cavolate…piuttosto,
mio fratello come sta?”
“ESEGUE E NON DISOBBEDISCE. MI ASPETTO LO STESSO DA TE,
SANDY. SAI BENE CHE I
GENITORI VANNO RISPETTATI”
“Già”
– commenta lei, spostando lo sguardo
sulla finestra e sul giovane sconosciuto che continua ad essere
l’oggetto dei
suoi pensieri.
Nel
momento in cui Pitch si dilegua,
tranquillo e fiero dei suoi gemelli, Sandy prende una decisione.
Afferra il suo
soprabito e, a passo veloce, lascia il castello.
Percorre
le strade di Arendelle cercando lo
straniero, spiazzando la gente che non era più abituata a
vederla mischiarsi a
loro.
“Dove
sei?” – si chiede, mentre alcuni
ricordi le rimbombano nella mente.
----------------
FLASHBACK
“Mamma
cos’è questo?”
“Piccolo
mio, è uno specchio. Trovo sia bello
esposto sulla parete della nostra camera, cosa ne pensi?”
– domanda Sandy ad un
bambino di cinque anni.
“Bellissimo,
mammina! Così possiamo guardarci
sempre!”
“Esatto,
e pensa che da questo vetro, ci sarà
sempre chi veglierà su di noi”
“Davvero?”
“Non
saremo mai soli”
-----------------
La
finta regina gira in lungo e in largo e
quando sembra perdere le speranze, ecco comparire Frost.
“Maestà,
cosa ci fate qui?” – chiede,
fingendosi colpito. Ovviamente era certo di aver colto nel segno,
parlandogli
di una madre che l’ha abbandonato e che ha il suo stesso nome.
“Cercavo
te, sei sempre dell’idea di lavorare
a palazzo?”
“Mi
avete detto che…”
“Dimenticalo!
Anzi, posso domandarti una
cosa?”
“Dite
pure”
“A
te gli specchi piacciono?”
“Cosa?
Non vi capisco”
“Rispondimi…mi basta solo un si o un no”
“Si,
signora! Li ho sempre trovati belli.
Poi, mia madre diceva che averne uno ci rendeva meno soli,
perché è come se
tramite quel vetro qualcuno ci potesse osservare e
proteggere” – racconta Jack,
spiazzando la donna che impallidisce.
Lo
shock la costringe a sedersi su una panca
poco distante.
Il
ragazzino fa lo stesso, notando l’espressione
della nobile, ormai vicinissima alla verità.
“Posso
farti un’ultima domanda?”
“Certo”
“Come
ti chiami?”
A
quel punto Sandy Black trema, ipotizzando
la risposta che sta per ricevere, pregando non sia come crede.
E
quando lui le risponde – “Mi chiamo Jack”
–
il suo cuore sobbalza. Lentamente solleva il capo incrociando,
finalmente, gli
occhi azzurri del tipo di fronte a se.
“Come
ho fatto a non riconoscerti subito. Hai
i miei stessi occhi” – pensa, mentre lo sguardo le
si ammorbidisce, mostrando la
sua più intima fragilità.
“Sei
assunto” – esclama, asciugandosi le
lacrime sulle gote.
“Perché
piangete? Ho detto o fatto qualcosa
di sbagliato?”
“Assolutamente
no! Voglio che inizi da
subito. Sarai il mio confidente”
“Il
vostro cosa?”
“Confidente”
“Di
solito non c’è la dama di compagnia per
queste faccende? Se volete ho mia sorella che è
brava…”
“Tua sorella? E’ qui con te?” –
sobbalza Sandy, con il cuore a mille. Vedere anche
la bambina che abbandonò troppo presto e che a stento
ricorda, la riempie di
gioia.
“Certo.
Io mi vedo più nelle stalle, maestà”
–
puntualizza, imbarazzato nel doverle addirittura manifestare preferenze
lavorative.
“D’accordo!
Affare fatto. Voglio te e Letizia
a palazzo già da domani” –
così dicendo si alza e si allontana, cercando di
ricomporsi e di non mostrare altre lacrime.
Jack
Frost la osserva mentre va via, fiero
della sua prima vittoria.
Lui
non ha mai pronunciato il nome di
Letizia, eppure la regina ne era a conoscenza.
Questo
la dice lunga. Si è tradita da sola!
------------------------------------------------
“Non
ci sono dubbi, famiglia! Ne ho avuto la
prova, Anna di Arendelle, la donna che oggi indossa la corona,
è Sandy Black!” –
comunica Frost a Kristoff e company.
“Davvero?
E dove tiene mia moglie e le mie
figlie, maledizione!?” – si altera Bjorgman.
“Tranquillo,
ho voluto che assumesse me e
Leti per poter indagare dall’interno. Se fino ad ora sono
stati loro ad
ingannare noi, si cambiano le carte in tavola. Preparatevi, la guerra
è solo
all’inizio” – sostiene deciso Jack, forte
di aver in pugno la persona che più
di tutte gli ha recato male nella sua giovane vita.
Non
ha nulla da perdere, ma solo da
guadagnare.
Racimolate
le sue cose e quelle di sua
sorella, si incammina con lei, mano nella mano, alla volta del
castello.
“Vinceremo
noi” – dice il ragazzo alla
consanguinea, sorridendole.
“Vinceremo
noi” – ripete lei, sorridendo.
Poi
un bel respiro profondo, ed ecco i
cancelli spalancarsi di fronte a loro.
Adesso
si che comincia la partita!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** 18 Capitolo ***
Sono
momenti preziosi quelli che la mente di
Sandy rispolvera, mentre osserva dalle finestre della sua camera, i due
nuovi
assunti, accolti calorosamente dalla servitù,
all’ingresso del palazzo; momenti
che credeva di aver rimosso, dalla testa e dal cuore, sia per scelta
propria,
dovuta ad una sofferenza troppo grande da sostenere, sia per
volontà paterna.
“Dimentica
di essere madre, i bambini sono un
intralcio!”
“Padre, cosa dite? Li ho cresciuti ripetendo loro che mai e
poi mai ci saremmo
separati e che non sarebbero stati soli per nessun motivo al mondo.
Adesso non
potete chiedermi di fare qualcosa di atroce…”
“Capiranno
che se hai fatto quanto hai dovuto
è stato per una volontà più grande.
Adesso sbrigati, prendi le tue cose e
raggiungi tuo fratello. Dobbiamo organizzare la prima mossa”
I
suoi stessi singhiozzi, Sandy li ricorda
bene…così come ricorda quanta fatica le
costò dire addio agli amori più grandi
della sua vita.
“Hanno
pur sempre un padre! Ci penserà lui a
loro” – finge interesse, Pitch Black.
“Sapete
anche voi che non è mai stato
presente e che non li ha neppure riconosciuti. Portano un cognome che
ho
liberamente scelto io”
“Piantala
con questi piagnistei, sei una
Black e i Black non sono deboli, non mostrano sentimentalismi e
vittimismo. È il
momento…” – le tuona contro, alzando i
toni e cambiando umore.
Ed anche le grida del genitore riecheggiano nelle orecchie della finta
regina.
Alcune
lacrime le scendono sul volto; il
cuore ferito, addestrato a non provare nulla se non vendetta e rabbia,
ha un
battito nuovo: la sensazione di calore umano lo scalda, e dà
a Sandy una pace
mai provata in vita sua.
Le
piace sentirsi così e quel senso di
serenità e gioia aumenta non appena riceve
l’annuncio dell’arrivo dei nuovi
impiegati.
“Maestà,
i due ragazzini la attendono nella
sala del trono” – comunica la domestica.
“Perfetto,
Ruth. Arrivo subito” – la congeda.
Si sistema capelli e abito, non trattenendo l’immensa
felicità.
Prima
di lasciare la camera volge uno sguardo
allo specchio. La fortuna ha voluto che Pitch non la stesse spiando in
quegli
istanti, altrimenti avrebbe potuto dire addio ai suoi figli ancor prima
di
vederli.
Percorre
rapida i metri che la separano da
loro e, giunta a destinazione, nota le due figure in lontananza.
“Benvenuti
a palazzo” – li saluta mostrandosi
fin troppo accogliente.
I
suoi occhi si posano sulla figlia che non
hai mai visto, se non in tenerissima età.
“Tu
devi essere…”
“Letizia
Frost, maestà, per servirvi” – la
bambina
le fa un gentile inchino, mantenendo lo sguardo basso e la mano stretta
a
quella del fratello maggiore.
“Mi
puoi guardare, non avere timore. Dopotutto
sarai la mia dama di compagnia” – Sandy cerca di
avvicinarsi alla piccola, ma è
lei a porre un muro invalicabile.
Leti
sa benissimo chi è quella persona, una
donna che la abbandonò, che non la amava e che adesso sta
recando male a chi le
dà quell’affetto che cercava da tempo. Non vuole
assolutamente cedere in sua
presenza; deve essere fedele al piano e questo include freddezza e poco
amore
nei confronti di sua madre.
“Perdonatela,
è timida” – mente Jack,
intervenendo – “Ma si scioglierà, un
passo alla volta”
“Capisco,
lo ero anche io alla tua età, sai?”
“Davvero?
Ma, regina Anna, girano voci di voi
da principessina super scatenata” – commenta Frost,
piacevolmente colpito da
come la donna ha lentamente abbassato la guardia, lasciando emergere se
stessa.
“Ehm…certo,
certo! Intendo dire in alcuni
momenti…” – Sandy cerca delle scuse alla
gaffe fatta e decide di cambiare
argomento – “Venite con me, vi mostro il castello e
vi dirò i vostri compiti” –
li invita a seguirla, mentre qualcosa in lei inizia a
mutare… fisicamente!
E’
Letizia ad accorgersi di un dettaglio – “Hey,
Jack, guarda lì”
- sussurra all’orecchio
del maggiore.
Una
ciocca di capelli della finta sovrana ha
cambiato colore.
I
due si guardano sorpresi e all’improvviso
una lampadina si accende nella mente del ragazzino che,
all’ultimo momento,
stravolge il piano.
Approfittando
di una distrazione della madre,
Jack si rivolge alla sorella – “Devi aprirti con
lei, dalle modo di venire
fuori”
“In che senso?”
“Deve
mostrare il suo vero se, come poco fa. Hai
visto che si è lasciata sfuggire un dettaglio del suo
carattere che non
corrispondeva affatto alla personalità della regina Anna?
Bene… evidentemente c’è
un collegamento con la magia che le ha permesso di cambiare aspetto. Se
riuscissimo
a restituirle le sue vere sembianze, magari potremmo sapere dove
trovare la
vera Anna…”
“Sei
un grande” – le sorride Letizia,
abbracciandolo – “Voglio che tu sia fiero di me,
perciò ti prometto che, anche
se mi fa male, cercherò di aprirmi e manifestarle
affetto”
…………………………………..
Nel
frattempo, a casa Bjorgman la tensione è
alle stelle.
“Kris,
va tutto bene figliolo?” – domanda Ingrid,
versandogli da bere del latte caldo.
“No,
mamma! Come potrei stare bene? Sono
preoccupato per Jack e Letizia, oltre che per mia moglie e le mie
figlie”
“Dobbiamo
avere pazienza. Olaf è andato dai
trolls e a breve sarà qui. Insieme salveremo Arendelle,
vedrai!”
“Mi
manca Anna da morire, le sue risate, le
sue carezze, anche le nostre bisticciate…”
“Nonostante siano trascorsi quasi vent’anni, ti
brillano ancora gli occhi
quando parli di lei”
“E
non smetterò mai di amarla alla follia. Mi
ha donato una vita unica e quattro figli stupendi, devo a lei
ciò che sono”
“Tutto
tornerà al suo posto, tesoro mio!
Vedrai, a costo anche di coinvolgere i quattro spiriti pur di vincere
contro
Pitch e la sua oscurità”
La
scelta di convocare Granpapà è stata
voluta da Kristoff stesso, timoroso per le sorti dei due fratelli,
inviati a
palazzo a rischio delle loro giovani vite.
Poco
dopo…
“Eccovi
finalmente” – esclama Ingrid, aprendo
la porta al re roccioso e al pupazzo di neve.
“Come
mai queste facce?” – chiede subito
Bjorgman, notando la preoccupazione.
“Avanzando
verso Arendelle, ho notato un
dettaglio non da poco” – puntualizza il il saggio
troll.
“Cioè?
Parla! Sai che odio i giri di parole” –
dice Kris, teso come una corda di violino.
“C’è
un velo d’oscurità che avvolge parte del
regno. e indovinate quale è la sorgente da cui si dilaga
tutto ciò?”
Dopo alcuni secondi di silenzio, è proprio il re a
comprendere e a rivelarlo – “Il
castello”
“Esatto! E’ come temevamo, Pitch Black è
all’interno”
“Jack
parlava di specchi. Sarà nascosto in
uno di quelli, suppongo” – ipotizza Ingrid.
“Andrebbe
distrutto il suo, ma è difficile
anche solo avvicinarsi senza essere inghiottiti” –
interviene anche Olaf, al
corrente dei fatti grazie alle spiegazioni dategli da
Granpapà durante il
tragitto verso Arendelle.
“Come
potremo farlo? Per di più, adesso l’intero
palazzo ne è stracolmo” – spiega
Bjorgman.
“Questo
è il motivo dell’improvviso amore
della “regina” per gli specchi! Ne ha messi a
centinaia per nascondere quello
davvero importante”
“Come
agiamo?” – chiede Kristoff a Granpapà.
“Bisogna
comunicare il fatto a Jack e
Letizia. Solo loro che ormai sono dentro le mura possono scrutare le
mosse
della finta sovrana e capire magari dove si cela Pitch Black!”
“Ma tu hai detto che è rischioso frantumarlo senza
esserne risucchiati” –
ribadisce Olaf.
“E’
così infatti! E per tale ragione, c’è
solo una persona che può farlo al posto nostro!”
– sostiene la vecchia roccia –
“Questa è Sandy! E’ lei la nostra carta
vincente. Bisogna farle abbassare la
guardia e portarla dalla nostra parte. Se i fratelli Frost ci
riuscissero, il
gioco sarebbe vinto”
“Se
qualcosa andasse storto? Se Sandy capisse
che è un inganno?” – si preoccupa Ingrid.
“A
quel punto, potrebbe farli imprigionare
nello specchio dove, sono ormai certo, tengono prigioniere anche Anna,
Ineke e
Aurora!” – spiega ancora il saggio troll,
amareggiato mentre rivela la triste
verità a Bjorgman.
“Non
c’è un minuto da perdere. Vanno
avvertiti Jack e Letizia!” – Kristoff, agitato e in
pena per la famiglia, si
avvia all’uscita.
“Dove
pensi di andare? sicuramente sei l’ultima
persona che può entrare nel castello” –
lo frena sua madre - “Andrò io”
– si propone,
ignorando i presenti che tentano di frenarla.
Ma
Ingrid non si lascia intimorire da niente
e nessuno – “Fidatevi di me, tutto si
sistemerà! A proposito, contattate Elsa! Lei
deve sapere cosa accade qui, potrebbe essere necessaria anche la sua
magia” –
così dicendo lascia la casa in fretta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** 19 Capitolo ***
Ritrovare
i suoi figli, ha donato a Sandy una
gioia che da troppi anni non avvertiva. Il cuore le batte forte e uno
strano
calore l’avvolge, il calore dell’amore, quello che
solo una mamma prova a
stretto contatto con i suoi tesori più grandi.
Quella
sera, la prima trascorsa accanto a
Letizia e Jack, che mangiarono al suo tavolo,
l’accompagnarono a perlustrare il
palazzo, la ascoltarono in silenzio, dandole uno spazio e
un’attenzione mai
ricevuti prima, muta qualcosa dentro la donna.
Un
cambiamento interiore e non solo.
E’
tardi quando si chiude nella sua camera,
pronta per la nottata di ristoro.
“
E chi dormirà stanotte?” – parla tra se
e
se, mentre scioglie l’acconciatura che le adorna il viso, o
meglio…che adorna
il viso di Anna.
Peccato
che sembra essersi dimenticata dello
specchio, posto di fronte a se, intento a spiare le sue mosse.
“COSA
TI SUCCEDE, FIGLIA?” – domanda immediatamente
Pitch, sorpreso e sospettoso.
“Padre!!
Che spavento!” – sussulta lei.
“SEMBRI
STRANA. E’ ACCADUTO QUALCOSA?” –
insiste, il mago oscuro.
“No,
come mai questa domanda?” – cerca di
mostrarsi calma, ma i suoi occhi parlano chiaro e soprattutto un
dettaglio la
dice lunga.
“MALEDIZIONE!
STAI PERDENDO MAGIA!” – le
tuona contro, notando la ciocca di capelli scura.
“Non
capisco!” – Sandy è confusa.
Ed
è allora che Black le spiega – “GUARDA I
TUOI CAPELLI, STANNO TORNANDO NERI. COSA STAI COMBINANDO?”
Il
rimprovero è evidente e la circostanza
strana preoccupa Pitch, timoroso di veder gettato via il piano di
vendetta.
“Non
saprei…non mi sono accorta…non so
spiegarlo”
“SOLO L’AMORE E’ IN GRADO DI INTERROMPERE
UN INCANTESIMO COSI’ POTENTE. TI SEI
INNAMORATA DI QUALCUNO, PER CASO?”
“No,
di chi dovrei innamorarmi? Sono qui sola
come un cane…”
“ALLORA
C’E’ ALTRO CHE MI TIENI NASCOSTO. IL
TUO LATO UMANO STA PRENDENDO IL SOPRAVVENTO. ESIGO CHE TU MI DICA COSA
E’
ACCADUTO IN QUESTA GIORNATA. VOGLIO OGNI DETTAGLIO….LO
PRETENDO”
“Non
lo so, padre! Cosa posso dire a mia
discolpa…? Non ne ero neppure consapevole”
“BUGIARDA,
ODIO QUANDO MI VENGONO DETTE
MENZOGNE!” – a quel punto una fitta nebbia oscura
fuoriesce dallo specchio,
avvolgendo la donna che si piega sul pavimento, faticando a respirare
– “SAI
CHE POSSO ESSERE DURO CON CHI MI TRADISCE, PERFINO CON IL SANGUE DEL
MIO SANGUE”
A
quel punto, Sandy inizia a temere che l’amore
di cui parla suo padre è quello che Jack e Letizia hanno
risvegliato in lei. Per
liberarsi dalla punizione del genitore, le basta dire i loro nomi e
salvarsi.
“ALLORA?
STO ASPETTANDO… VUOI DAVVERO MORIRE
DA CODARDA? COME TUA MADRE!”
“Mia
madre? Cosa c’entra lei? Lei è morta da
guerriera”
“E’
MORTA PER MIO VOLERE” – la confessione di
Black, pietrifica Sandy che, incredula, gli volge uno sguardo di
disprezzo,
accompagnato da una lacrima che gli riga la guancia destra.
“Che
cosa? Ci avete sempre detto che…?”
“PER
OTTENERE IL VOSTRO AIUTO, HO DOVUTO
FARVI CREDERE CHE LA VENDETTA ERA
UN
DESIDERIO DI ALBA. DAVVERO MI CREDEVATE COSI’ INNAMORATO DI
LEI DA ORGANIZZARE
TUTTO CIO’ SOLO SU SUA VOLONTA’? CHE PATETICI
SIETE”- si prende beffa della
figlia, ormai prossima a perdere i sensi.
“Non
posso crederci…. Sapete cosa
siete?...voi siete un… un …”
– cerca di sbattergli in faccia il suo odio.
Eppure
la situazione non le consente di
fiatare.
L’ultima
parola che pronuncia prima di
chiudere gli occhi è – “Mostro”
------------------------------------------------
“Ingrid?
Cosa ci fai qui?” – esclama Letizia,
notando la Bjorgman nei corridoi.
“Figliola,
che gioia vederti sana e salva!
Sono venuta ad avvertirvi, ho seguito il percorso segreto ed eccomi
qui!”
“Entra
nella mia stanza, non ci vedrà nessuno
e potremo parlare” – la invita la bambina.
Eppure
in quel preciso istante qualcosa
attira l’attenzione della donna più grande.
“Cos’è
quella roba nera?” - domanda,
indicando del fumo scuro,
fuoriuscire dalla porta della camera della sovrana.
“Oh
mio Dio! E’ la stanza di Sandy” – spiega
la
Frost.
“Corriamo”
– dice l’adulta, prendendo la
mano della bambina.
“Attenzione,
non vorrei fosse opera di….” –
dice Ingrid, invitandola ad indietreggiare. Evita di pronunciare quel
nome,
timorosa che quel LUI potesse in qualche modo udirla.
“Vostra
maestà, tutto bene lì dentro?”
–
domanda la Bjorgman, bussando, tenendosi comunque a debita distanza dal
portone, facendo da scudo al corpo di Letizia.
Nessuna
risposta. E’ una voce a farle
sobbalzare.
La
figura alle loro spalle che chiede - “Ingrid?
Come mai qui? Che combinate?”
“Jack!
Ragazzo, sta succedendo qualcosa qui
dentro”
“Cosa
vuoi dire?”
Ingrid
cerca di spiegare, ma ormai la prova
del fumo nero non c’è più. Si
è tutto dissolto.
“Entriamo”
– decide poi.
Con
delicatezza, i tre varcano l’uscio,
convinti di trovarvi un inferno.
Ciò
che vedono è Sandy, distesa a terra.
“Santo
cielo! Maestà” – Letizia non esita a
soccorrere la madre, mentre Ingrid e Jack scrutano la camera.
“Anche
qui gli specchi non mancano” –
commenta il giovane Frost.
“E’
in uno di questi, me lo sento” – sussurra
la Bjorgman.
“Non
respira…non respira…” –
ripete la
bambina, spaventatissima.
“Stendiamola
sul letto” – propone Ingrid,
mentre Jack solleva il corpo della donna da terra.
“Bisogna
portarla da Granpapà” – dice Jack
all’orecchio di Ingrid.
“Hai
ragione! Dubito che ci venga permesso di
farlo” – sostiene l’adulta.
I
due comunicano in modo tale da non farsi
scoprire da Pitch, ovunque lui fosse. Ma Letizia non sa frenarsi in
quel modo e
parla a cuore aperto.
“Mammina,
apri gli occhi. Ti ho perdonata, ti
voglio bene” – le lacrime scivolano violente sulle
sue gote, ed una di queste bagna
il viso della finta regina.
“Zitta”
– la rimprovera Frost.
In
quel preciso istante accade quanto più
temuto.
Una
luce accecante costringe i tre a
voltarsi, non dandogli modo di fuggire.
“ECCO
SPIEGATO TUTTO…E COSI’ LA MIA CARA
SANDY HA RITROVATO I CUCCIOLI ABBANDONATI”- la voce di Black
rimbomba nella
camera.
“Pitch!
Maledetto cosa vuoi da Arendelle e da
tutti noi?” –
la Bjorgman prende parola
con determinazione e coraggio.
“CREDETE
CHE VOI MISERI MORTALI POSSIATE
FERMARE I MIEI PIANI? VI SBAGLIATE DI GROSSO!”
Quando
il lampo di luce si placa, ciò che i
tre hanno davanti agli occhi non è più la camera
della regina.
“Dove
siamo?”- chiede, terrorizzata, Letizia,
stringendosi al petto del fratello.
“Anna,
Ineke, Aurora…” – esclama Ingrid,
riconoscendo le parenti – “Ci hai chiusi nel tuo
dannato limbo, vero?”
“TACI,
PIUTTOSTO DOVRESTI ESSERE CONTENTA CHE
NON VI HO ELIMINATI DALLA FACCIA DELLA TERRA”
“Padre,
che succede?” – da un angolo compare
Jack, il fratello di Sandy.
“FIGLIOLO,
HAI ALTRI TRE PRIGIONIERI A CUI
BADARE, MI RACCOMANDO. ADESSO E’ BENE AGIRE, PRIMA CHE ALTRO
VADA STORTO” –
conclude Black, prima di cessare la parola, segnale della sua assenza.
“Sei
nostro zio?” – domanda Leti,
ingenuamente, qualche minuto dopo.
“Vostro
cosa? Mocciosa che vai blaterando?”
“Jack!?
Ti chiami come me” – commenta Frost –
“ Dovete volervi un gran bene tu e Sandy”
“E’
mia sorella gemella, viviamo in simbiosi.
Come possono non volerle bene”
“Allora
saprai anche che tuo padre ha tentato
di eliminarla” – racconta Ingrid.
“Cosa? Vuoi che ti creda? Nostro padre non lo farebbe
mai…”
“Sicuro?
Sai bene cosa è in grado di fare” – la
donna cerca di portarlo dalla sua parte.
“Silenzio!”
– urla lui, ordinando ai tre di
star seduti e di zittirsi.
“Possiamo
sapere almeno come mai Anna e le
mie nipoti sono ridotte in questo stato”
“Dormono,
potete stare tranquilli”
“Quel
mago è un mostro, dobbiamo tornare ad
Arendelle per salvare tutti, compresa tua sorella”
– insiste la Bjorgman.
“Vi
ho detto di fare silenzio, dannazione” –
le tuona contro.
“Allora controlla con i tuoi occhi. Pitch Black è
disposto a tutto pur di
vincere” – anche Jack, il ragazzino, sostiene
Ingrid, tentando di persuadere lo
zio a dar loro retta.
“Se
non sarà come ti stiamo dicendo, prometto
che rimarremo qui in silenzio fino a quando lo direte voi.
Però se così non
fosse…” -
a quel punto la Bjorman arriva
a promettere l’estremo.
Dopo
aver ricevuto lo sguardo confuso e
preoccupato dei due fratelli Frost e l’espressione
compiaciuta dell’avversario,
si siede sperando dal profondo del cuore di non aver sbagliato a fare
simili giuramenti.
“Verificherò”
– Jack Black svanisce nel
nulla, convinto di poter piegare i tre e le loro assurde follie.
Ma
la realtà lo porta alla disperazione.
“Sorellina,
svegliati. Ti sembra il caso di
dormire?” – vede Sandy stesa sul letto e gli basta
come prova delle menzogne
dei suoi avversari.
“Sandy,
dai apri gli occhi!” – la scuote,sapendo
bene del sonno leggero che ha. Eppure non ottiene reazione.
E’ questo che
comincia a farlo preoccupare.
Controlla
il respiro della donna e sembra non
esservene traccia.
Con
lo sguardo scioccato e il cuore a pezzi,
capisce in pochi istanti chi è il suo vero nemico.
“CHE
FIGLI IDIOTI HO!” – interviene Pitch.
“Padre,
cosa sta accadendo?”
“TI
AVEVO DATO L’ORDINE DI CONTROLLARE GLI
OSTAGGI. MI HAI TRADITO… ORA SIA TU CHE QUELLA SCIAGURATA DI
TUA SORELLA, AVRETE
LA MERITATA PUNIZIONE”
“Non
ci credo! Avevano ragione loro” –
esclama, sconvolto.
Sapeva
che Pitch era crudele ma mai avrebbe
scommesso su quanto potesse esserlo nei confronti dei suoi stessi figli.
“SALUTATEMI
VOSTRA MADRE!” – ridacchia,
pronto a scagliarsi contro Jack.
Ed
è in quel preciso istante che accade
qualcosa.
Una
lama di ghiaccio fuoriesce dalle mani del
giovane uomo e viene lanciato in un battibaleno contro il vetro dello
specchio.
La
rabbia che gli ribolle dentro lo spinge a
scegliere chi salvare e in quel momento sua sorella è la
priorità.
Mentre
lo specchio si frantuma, accompagnato
dalle grida di odio e di dolore del mago oscuro, i due gemelli
scompaiono,
trovandosi all’esterno del palazzo nel giro di pochi istanti.
La
folla di gente radunata nella piazza
principale vede il castello crollare lentamente, mentre domestici,
cavalli
delle stalle, e soldati ve ne escono fuori urlando.
Sandy
è ormai tornata se stessa. Non ha alcun
tratto fisico che ricordi quello di Anna. Purtroppo non sembra essersi
salvata.
“Perdonami
sorellina, avrei dovuto farlo
tanto tempo fa” – le sussurra, riferendosi alla
ribellione contro il genitore.
Ignorando
la gente attorno a se, Jack Black fugge
via, sperando di aver eliminato un fardello della sua vita.
“Cosa
è accaduto? Dove siamo?” – si domanda
Letizia, trovandosi fuori dal limbo.
“Siamo
tornati nel palazzo, ma sta crollando.
Bisogna uscire” -
esclama Ingrid.
Anna
e le sue figlie, si sono finalmente
svegliate, alquanto scosse e confuse.
Non
c’è tempo per la commozione: la Bjorgman
prende la nuora per mano, invitando i Frost a fare lo stesso con Ineke
ed
Aurora.
Adesso
la loro unica speranza è uscire vivi
da quelle che presto sarebbero diventate macerie.
Il
palazzo crolla sotto gli occhi del regno
intero.
Kristoff,
con i suoi bambini, assieme ad
Olaf, giungono nella piazza di Arendelle e sconvolti guardano la scena
apocalittica.
Il
loro mondo è distrutto. Una cosa è certa:
che Pitch Black sia morto o meno, ha ottenuto una vittoria, quella di
veder
cadere un castello intero e con esso il sogno di felicità di
una intera
famiglia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** 20 Capitolo ***
Chi
vive o legge di avventure tanto
entusiasmanti quanto dolorose e pericolose, attende sempre, in un modo
o in un
altro l’happy ending.
Questo
è ciò in cui speravano fortemente i
nobili di Arendelle, allo stesso modo Pitch Black, desideroso di
chiudere la
vicenda a suo vantaggio.
Il
crollo di un castello, così antico, così
speciale per chi lo abitava, custode di ricordi passati, è
il simbolo di una
guerra mai iniziata ma conclusasi nel peggiore dei modi. Di questo
Kristoff è
consapevole. La scena delle macerie, del fumo, della gente che urla di
dolore,
di paura, di rabbia, rimarrà impressa nella sua mente fino
ai suoi ultimi
giorni di vita, ne è sicuro. Ora come ora non desidererebbe
altro se non
trovarsi con i suoi cari, ovunque essi siano, piuttosto che continuare
a vivere
senza alcuna ragione.
In
ginocchio di fronte a quel caos, con lo
sguardo perso nel vuoto, non riesce a non pensare ad Anna, alle loro
figlie, a
Ingrid. Sente di aver perso un pezzo di cuore tra quelle macerie.
“Papà,
guarda lì!” – esclama il piccolo Agnarr,
scuotendo il genitore, indicandogli il punto preciso dove è
visibile l’arrivo
di qualcuno.
Bjorgman
mette a fuoco, seppure sia difficile
visto il fumo che ormai circonda l’intero regno.
“Kristoff,
sono corsa appena ricevuto il
messaggio” - Elsa,
raggiunge il cognato,
mentre i nipoti le si avvinghiano con forza. Ha gli occhi colmi di
lacrime di
fronte alla realtà dei fatti.
“Guarda
che disastro” – commenta il biondo.
“Sono
usciti tutti? Bisogna controllare,
potrebbe esserci qualcuno lì dentro” –
sostiene, terrorizzata al solo pensiero.
“Maestà,
mio fratello è uscito per ultimo, ha
tardato la fuga per salvare la regina, però ha detto di non
essere stato in
grado di trovarla” – spiega una domestica,
singhiozzando.
“Cosa?
Mi state dicendo che Anna è dentro?” –
Elsa è sconvolta, mentre guarda la sua servitù,
afflitta.
“Dove
vai? Aspetta” – la richiama Kristoff,
mentre vede la cognata affrettare il passo per raggiungere
ciò che resta del
castello.
Bjorgman
la afferra per un braccio,
pregandola di ascoltare.
“Come
fai ad essere tranquillo,eh? C’è Anna
lì…Anna, capisci? Tua moglie!”
“Non è come pensi. La storia è
complicata” – a quel punto il re di Arendelle
racconta al quinto spirito le ultime novità, informandola
anche della
collaborazione dei suoi due cugini, i Black, nel piano di Pitch.
“Jack?
Jack Black? Aspetta…sapresti
descriverlo?” – domanda, sospettosa, Elsa.
“Non
l’ho mai visto, nonostante alcuna gente
qui sostiene di aver visto due tipi sospetti, una di questi vestita con
abiti
reali, e un tipo strano che la portava in braccio. Sicuramente sono
loro” –
racconta Kristoff.
“Non
può essere lui” – pensa tra
sé e sé la
custode della Foresta Incantata. Poi sorvola e focalizza attenzione e
forze su
quanto accaduto.
“Bisogna
trovare tutti, ci penso io” – decisa
a salvare la situazione, Elsa chiude gli occhi e con un gesto di mano
solleva
in aria parte delle macerie, lasciando scorgere le poche vittime del
crollo. Da
quando è diventata uno spirito, ha acquisito poteri che mai
avrebbe pensato di
poter gestire.
Le
figure che si riconoscono tra le vittime
sono alcune domestiche e lo stalliere di corte, soccorsi immediatamente
da
amici e parenti.
“Dove
sono i nostri?” – si chiede la donna,
guardando ogni minimo angolo.
“Non
è possibile che siano riusciti a fuggire
senza che li vedessimo e se fossero rimasti nel castello, sarebbero
qui,
giusto?” – Olaf riflette e manifesta ad alta voce
il pensiero dei compagni.
“Se
fossero stati catturati da Pitch?” –
ipotizza Kristoff.
“Gli
specchi si sono tutti frantumati con
questa sorta di terremoto, dubito che Black sia sopravvissuto a tale
danno” –
sostiene Elsa.
“Dannazione!
Dove sono allora?” – la paura di
Bjorgman viene trasmessa anche ai suoi gemelli.
“Mamma
e le nostre sorelle devono essere da
qualche parte” – afferma Agnarr.
In
quel momento una lampadina si accende
nella mente di Iduna che, prendendo per mano il fratello, si dirige
verso il
lato del palazzo più nascosto.
I
piccoli notano subito un ammasso di detriti
sul terreno e parte di massi,gli uni sugli altri, a creare una sorta di
blocco
d’uscita.
“Chiamiamo
zia Elsa, forse sono fermi sotto
questa montagna di pietre” – pensa la bambina,
speranzosa.
Senza
esitare corre dalla parente che non
esita a seguirla.
“Siete
dei geni, piccoli miei! Come ho fatto
a non pensare al tunnel segreto di Ingrid” –
afferma la custode della Foresta
Incantata.
Muovendo
le mani nello stesso modo di minuti
prima, solleva le ultime macerie.
“Sento
un rumore” – dice Kristoff, scansando
quei pochi massi rimasti a terra.
La
scena che ha davanti tocca il suo cuore
profondamente.
“Mamma”
– esclama commosso, riconoscendo la
Bjorgman, ferita e sporca di polvere, intenta a tossire con forza.
La
solleva lentamente, cedendola alle cure di
alcune domestiche.
“Anna,
Ineke, Aurora…” – le chiama
ripetutamente.
“Letizia, Jack…” – aggiunge
poi Olaf.
“Kris”
– la voce è inconfondibile ed è la
musica che Kristoff attendeva di ascoltare da troppo tempo.
“Anna!!”
– la chiama con forza.
Ed
eccola, pronta per essere stretta alle sue
braccia.
“Amore
mio” – piange lui, baciandola con
dolcezza.
“Mi
sei mancato” – singhiozza lei –
“Adesso
pensa alle nostre figlie”
Nel
frattempo Jack e Letizia Frost erano
stati soccorsi da alcuni uomini di corte.
“Tutto
è bene quel che finisce bene” –
sussurra il maschio alla sorellina, stringendola a se.
“Aurora
e Ineke sono qui, maestà” – comunica un
garzone, attirando l’attenzione del re.
Bjorgman
riconosce le sue figlie maggiori e
piange di gioia vedendole di nuovo nella sua vita.
“Che
gioia potervi riabbracciare tutti” – confessa,
piangendo, all’intera famiglia.
Peccato
che quella felicità ha breve durata
e, in questo caso, è imminente un dolore acuto e
incomparabile a nessuno già
vissuto. Una sofferenza che scava dentro e dilata il cuore.
“Maestà,
bisogna allertare il medico” –
sostiene un soccorritore.
“Certo,
vanno visitati per precauzione” – afferma
Kristoff, senza essersi accorto che le due non hanno ripreso conoscenza.
“Mio
signore, ecco…non so come dirglielo…” - il tipo è
visibilmente in difficoltà.
“Forza,
sbrigiamoci” – lo invita Kristoff,
prendendo in braccio Ineke, la quale sembra muovere una mano al
contatto con il
corpo paterno.
“Il
mio tesoro” – dice l’ex montanaro,
baciando la fronte della primogenita.
Ma
l’aria turbata e triste del garzone inizia
ad allarmarlo.
“Mi
dici che succede? Ti vedo strano, Samuel”
– gli dice Bjorgman.
“Riguarda
la sua secondogenita, sire” –
risponde il tipo.
“Aurora?
Cosa dici? Avrà perso conoscenza. Ma
appena il medico le farà un controllo,
scongiurerà ogni danno. Ne sono certo” –
Kristoff è positivo. O meglio, si mostra tale.
Effettivamente il garzone,
sembra tutt’altro che tranquillo.
E
non appena vede l’uomo togliersi il capello
in segno di rispetto ed abbassare lo sguardo, intuisce il peggio.
Cede
la primogenita ai soccorritori, e si
fionda sul corpo dell’altra, ancora a terra. La accoglie al
suo petto,
scuotendola come può.
“Non
sembra respirare più” – confessa Samuel,
amareggiato.
“Apri
gli occhi, tesoro ti prego” – lo ignora,
non accettando questa ipotesi tragica.
Anna,
poco distante, dopo essere stata
coccolata da parenti e popolo, lentamente si avvicina al marito,
preoccupata
del suo stato.
“Che
succede? Non si sveglia?” – domanda,
spaventata.
Kris
continua a chiamare e muovere
il corpo di Aurora. È diventato una
macchina, ha spento ogni tipo di emozione. Vuole soltanto rivedere gli
occhi e
il sorriso di quella figlia con cui ha condiviso attimi di vita unici e
irripetibili.
Il
suo gioiello, il suo orgoglio…il cucciolo
che, da padre, avrebbe dovuto tutelare.
“No..no…non
ditemi che…” – chiede Anna al
garzone.
“Mi
dispiace, maestà!”
Segue
un urlo lacerante, un graffio all’animo
dei presenti, una lama conficcatale nel cuore…
Il
suo sfogo in un pianto lungo e
incontrollabile, commuove tutta Arendelle.
Elsa,
furiosa con il mondo, con Pitch Black,
perfino con quel Jack Black, suo presunto amico, si piega a terra,
consumando
quante più lacrime possibili.
“Ineke,
tua sorella non ce l’ha fatta” –
comunica Ingrid, alquanto scossa, alla nipote.
Da
quel momento in poi il buio avvolgerà
tutta la famiglia reale.
Ecco
il dolore che Pitch Black ha causato, ottenendo
la vendetta sui nemici. Seppure la sua sconfitta è evidente,
la morte di una
giovane fanciulla innocente basta a soddisfare il lavoro svolto in
quegli anni,
lavoro di manipolazione e piani malefici.
Ma
come metabolizzare la perdita di una
figlia? Come può una coppia appena ritrovatasi, accettare un
fatto tanto grave?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** 21 Capitolo ***
Jack
e Sandy Black hanno raggiunto il rifugio
di lui, luogo dove è solito incontare Elsa e che, in
quell’occasione, è l’unico
posto di salvezza.
“Elsa
qui non verrà, sicuramente. Almeno non
per ora, sarà troppo impegnata a rimettere in piedi
ciò che resta del suo regno.
Qui starai bene, sorellina” – si rivolge alla
gemella, distesa a terra,
palesemente priva di vita.
“Non
riesco ad accettare che tu possa morire,
quindi ho deciso di sfruttare tutta la magia possibile per salvarti,
anche a
costo di superare i limiti della mia natura” –
Jack, determinato nella sua
missione, opta per sfruttare un potere che da sempre ha dovuto celare,
insegnatogli
da Pitch Black in tenera età.
Le
parole di suo padre riecheggiano nelle sue
orecchie e lo guidano in ciò che sta per compiere.
“E’ una
magia che puoi utilizzare una sola volta. Ovviamente dovrai essere
consapevole
che ci saranno conseguenze per te. Desidero che tu lo utilizzi solo in
caso di
necessità…solo se dovessi rischiare io in primis
di morire, chiaro?” – l’ordine
del mago oscuro è preciso. Da egoista quale è,
comanda suo figlio per la
propria salvezza, cosciente dei rischi che il figlio stesso potrebbe
correre.
Jack
Black posiziona le mani sul petto della
sorella e chiudendo gli occhi recita parole incomprensibili, mentre il
suo
corpo comincia ad emanare una strana luce…luce che nel giro
di pochi secondi
attraversa anche Sandy.
Lentamente
quel bagliore diminuisce in lui,
mentre avvolge a pieno la donna.
Segnale
della debolezza dell’uomo e della
forza fisica che invece sta prendendo piede nella sua gemella.
Ed
è quando può ascoltare la ripresa del
battito cardiaco di Sandy e il suo respiro profondo, Jack si accascia a
terra,
esausto, interrompendo l’atto.
“Grazie”
– prende parola lei, decisamente
rinata – “Adesso che siamo di nuovo insieme, senza
quel maledetto che ci ha
distrutto per anni, possiamo ricominciare” – lo
abbraccia, commossa.
“Sono
felice di essere riuscito a salvarti,
senza rischiare la morte” – banalizza
l’altro, sdrammatizzando.
E’
vero, Jack è stato bravo a gestire quella
magia. Probabilmente per un mago oscuro come Pitch avrebbe perduto la
vita. Salvare
invece una mortale come sua sorella, richiedeva meno investimento
magico.
O
chissà…!?
“Dobbiamo
tornare ad Arendelle, però” –
sostiene decisa Sandy.
“Che?
Sei impazzita?” – esclama, stupito,
Black.
“I
miei figli sono a palazzo. Devo parlare
con loro, voglio chiedergli perdono”
“Aspetta,
non sai come sono andati i fatti ed
è bene che tu venga a conoscenza
dell’accaduto” – amareggiato, il fratello
racconta alla gemella la vicenda del crollo del castello e della
probabilità ,molto
alta, che i Frost siano rimasti imprigionati tra le macerie o
addirittura
morti.
Lo
shock, evidente sul viso della donna, la
costringe a sedersi per evitare uno svenimento.
“Ora
capisci perché è meglio se non ci
facciamo vedere mai più da quelle parti?”
Sandy
resta in silenzio, metabolizzando il
fatto, mentre le lacrime non esitano a scendere e a bagnare le guance.
“Fratellino,
ho una richiesta da porti” – dice
poi.
“Quale?”
“Portami
ad Arendelle. Loro non sanno chi
sono io, non potrebbero mai riconoscermi. Neppure Elsa mi ha mai vista,
nessuno
riconoscerebbe il mio vero aspetto. Ti prego, voglio sincerarmi che i
miei
bambini stiano bene, o accettare il loro destino… ti
supplico” – abituata da
quando ha l’uso della parola a supplicare e ad asservire le
volontà di uomini,
Sandy si inginocchia di fronte al fratello.
Jack
la guarda, distrutta, e non accetta quel
comportamento da sottomessa. La invita, invece, a mettersi in piedi.
“Devi
rispettare te stessa, il tuo essere
donna. Cammina fiera di te, a testa alta, non supplicare mai nessuno,
tantomeno
me. Sorella mia, non voglio vederti in questo stato e, effettivamente,
se fossi
io al tuo posto non avrei esitato un solo istante a tornare ad
Arendelle, pur
rischiando di essere frizzato da Elsa, quindi sì,
andiamo” – Jack ha intuito il
dolore di una madre che desidera soltanto avere notizie della sua
prole. Per tale
motivo, la prende in braccio, così come fece ore prima, e
percorre il tragitto
verso il regno delle cugine. Nonostante la stanchezza dovuta allo
sforzo
magico, riesce a raggiungere la meta.
“Eccoci
arrivati. Io ti aspetto nelle
vicinanze. Quando vorrai, torna in questo preciso punto e batti un
colpo su
questo albero. Io lo sentirò e ti verrò a
prendere” – dopo un abbraccio e un tenero
bacio, i due si separano.
Per
Sandy ha ora inizio un nuovo capitolo
della sua vita.
--------------------------------------------
Elsa,
alquanto scossa dalla morte della
nipote, cerca un modo per sistemare la situazione ad Arendelle.
Chiama
a sé i quattro spiriti e i Trolls.
“Dobbiamo
unire la nostra magia per rimettere
in piedi il castello. Pensate di farcela? Richiede molta
energia” – spiega la
donna agli alleati.
“Le
rocce non si stancano mai, giusto amici
miei?” – Granpapà sprona i suoi simili a
mettercela tutta.
Prendendosi
per mano, creando un semicerchio,
avvolti dalle luci emanate dai quattro elementi, riescono in
un’impresa sulla
quale nessuno avrebbe mai scommesso.
Magicamente,
le mura del palazzo si innalzano
verso l’altro, ricostruendosi e liberandosi della polvere e
dei detriti. Lo spettacolo
è irreale e al contempo emozionante per chi ha la
possibilità di assistervi.
Il
popolo con occhi puntati su quanto accade,
è in visibilio.
Kristoff,
Anna, Ineke e i gemelli, nel
frattempo, sono alle prese con i controlli del medico, notevolmente
sotto
shock. Nessuno riesce ad accettare quanto accaduto ad Aurora.
Letizia
e Jack non riescono a darsi pace per
non aver potuto fare di più.
“Non
è colpa vostra, anzi. Siete degli eroi. Se
non aveste agito voi in primis, magari adesso saremmo tutti sotto il
controllo
di Black” – Ingrid conforta i due, ormai
considerati nipoti.
Ignora,
invece, che Letizia si sente in colpa
più del dovuto il suo pianto ne è la prova
– “Non dovevo lasciarle la mano.
Invece quando anche l’ultima parte del palazzo è
caduta giù, io ho
istintivamente corso per salvare me stessa, non ho badato a lei che era
rimasta
indietro. Non me ne farò mai una ragione, mai”
– con gli occhi colmi di
lacrime, il fratello maggiore la abbraccia ricordandole che non sempre
le cose
vanno come si desidera e tante volte le circostanze ci impediscono di
agire
come vorremmo.
Sono
le parole di Ineke quelle che alimentano
la sofferenza dei presenti – “Ho avuto una vita non
normale sin da quando sono
nata. Ho vissuto con zia Elsa credendo fosse la mia unica famiglia. Poi
mi
viene detto che le mie certezze non sono tali, allora riscrivo la mia
storia,
accettando le menzogne, i silenzi, anni ed anni di allontanamento da
mia madre,
mio padre e il mio regno. Incontro Aurora, è amore a prima
vista…. Sappiamo inconsciamente
di essere legate. Ed è così. È mia
sorella, sangue del mio sangue, la mia
ancora di salvezza. Lei mi salva la vita, io le regalo quella sorella
che ha
sempre sognato di avere. Diventa la mia migliore amica, cresciamo
insieme, ci
vestiamo insieme, ci trucchiamo, passiamo le serate a ridere e
scherzare,
ignorando le regole di corte. Se qualcuno mi avesse mai detto che un
giorno
avrei dovuto continuare a vivere senza Aurora, gli avrei riso in
faccia. Avrei
detto – “Impossibile! Come si può vivere
senza di lei? Lei è l’allegria di
palazzo, è il cuore della famiglia. Senza cuore si
muore”. Ma ad oggi sento una
rabbia dentro per una vita crudele e un destino ingiusto. Ad oggi, le
mie
certezze crollano per la seconda volta, ad oggi Ineke è
morta, sepolta assieme
all’altra metà del suo cuore”
– il discorso lungo della primogenita dei reali è
diretto ed esposto con una freddezza tale da raggelare l’aria.
I
gemelli, ascoltandola, scoppiano a piangere
tra le braccia della loro nonna.
Kristoff
guarda Anna e le prende una mano,
intrecciandola alla sua.
“Pitch
ha vinto la guerra, ma non
permetteremo che il dolore che ci ha recato distrugga definitivamente
la nostra
famiglia. Non gliela daremo vinta, mai” -
sostiene deciso il re, seppure fatica a mostrarsi forte.
Ma lo deve a
tutti; mostrarsi debole come vorrebbe, sfogare così la sua
sofferenza, non
serve a nulla.
In
quell’istante, la famiglia viene raggiunta
da Elsa.
“Il
castello è di nuovo quello di una volta.
Possiamo entrarvi” – comunica.
Ma
è il commento di Anna a spiazzarla –
“Nulla
sarà più come una volta,
neppure il tuo
dannatissimo castello” – così dicendo,
lascia la mano del marito e si allontana
dal gruppo
“Bisogna
starle accanto o rischiamo di
perdere anche lei…di nuovo” – con tali
parole, il quinto spirito segue la
sorella per offrirle una spalla su cui piangere o addirittura un
bersaglio su
cui sfogare la sua frustrazione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** 22 Capitolo ***
Arendelle
è scossa da quanto accaduto, da come in un batter
d’occhio la principessa
Aurora, l’allegria di palazzo, ha lasciato questo mondo
portando via con se
passato, presente e futuro di una famiglia reale già segnata
negli anni da
tanto dolore.
Sandy
ha saputo del dramma che ha colpito il regno ed ora i sensi di colpa si
fanno
sempre più pressanti.
“E’
colpa nostra! Quella povera ragazzina ha pagato il prezzo
più alto” – si commuove
la donna, parlando da sola come è abituata a fare -
“Pitch ha ottenuto in
minima parte la sua vendetta. Maledetto! Non può averla
vinta… il suo odio lo
spazzerò via quando mi riappacificherò con i miei
figli”
In
quel momento, la Black sembra sentire la voce maligna del mago oscuro
che si
prende gioco di lei sussurrandole – “Chi vorrebbe
mai riabbracciare una madre
inesistente e che per giunta ha contribuito alla morte di una giovane
innocente?”
Quelle
parole cattive e tipiche di Pitch Black, toccano il cuore di Sandy,
sempre più
turbata. Poi però, lucidamente, pensa - “Sono
talmente abituata al suo
controllo, da sentirne ancora la presenza” – scuote
la testa come a voler
cancellare il ricordo.
Mentre
vaga per le strade, preda del dispiacere e alla ricerca dei suoi figli,
riconosce qualcuno che non avrebbe voluto mai più vedere.
“Hans!!!”
– lo chiama, approfittando del luogo poco affollato.
“Tu?
Non eri morta?” – esclama Westergard, riconoscendo
quella che, ai fini del
piano di Pitch, sarebbe dovuta essere sua moglie.
“Mi
domandavo la stessa cosa su di te”
“Io?
Cosa c’entro? Sono estraneo a tutto ciò. Sto
attendendo la nave che mi
riporterà nel mio regno”
“Quanta
crudeltà in un uomo misero come te, te ne stai lavando le
mani! Dovresti chiedere
perdono, in ginocchio a quella famiglia” – lo
attacca la donna.
Però
Hans sa come metterla in riga e dopo averle malignamente riso in
faccia,
puntualizza – “Sbaglio o sei stata tu ad aver
tramato contro i sovrani di
Arendelle? Tu che hai rubato l’identità di Anna,
tu che hai distrutto i
sentimenti tra lei e il marito? Tu e solo tu, Sandy
Black…dovresti tacere,
perché sei stata talmente debole da lasciarti plagiare prima
da tuo padre, e
poi dalle emozioni materne che hanno causato la tua rovina”
Le
parole del perfido principe delle Isole del Sud sono pura
verità e la figlia di
Pitch ne è cosciente. Così non reagisce e lo
guarda, con disprezzo, voltarsi,
dandole le spalle con aria altezzosa.
Ignorandola
utleriormente, Westergard indossa il cappuccio della sua mantella, e
scompare
nel nulla. Da lì a poche ore lascerà Arendelle
definitivamente e con la sua
partenza dirà anche addio ad ogni tentativo di conquista di
un regno che
evidentemente non è destinato ad appartenergli.
“Tutto
bene, maestà?” – chiede il comandante
della nave all’uomo.
Hans
annuisce, mentre osserva da lontano il regno di Anna ed Elsa.
Nonostante
la cattiveria, sapere di aver contribuito alla morte di Aurora non lo
fa stare
bene. Anzi, è fortemente scosso dall’accaduto,
anche se cerca di nasconderlo.
“Perdonami,
bambina! Spero che lassù avrai modo di capire che non avrei
mai permesso la
morte di nessuno….non rientrava nei piani”
– una lacrima gli riga il volto
mentre questo pensiero gli invade la mente.
Ma
lui detiene il ruolo di “malvagio”.
Perciò asciuga subito il volto, per non
mostrare una debolezza che lo rende umano a tutti gli effetti e cerca
di
distrarsi per cancellare definitivamente ogni legame con quel luogo,
con quella
famiglia, con quel dramma.
Chi
invece non trova pace, è Anna.
La
regina non si capacita di aver perduto una figlia.
La
vita le ha inflitto l’ennesima coltellata.
“Sorellina,
sai bene che per qualsiasi cosa io ci sono” – Elsa,
rimastale dietro di alcuni
metri, l’ha seguita e con lei ha raggiunto un punto preciso
di Arendelle,
legato ai ricordi passati.
“Come
mai sei venuta fin qui?” – le domanda, guardandosi
attorno – “E’ il luogo più
isolato del regno”
“Quando sono morti mamma e papà non esisteva altro
posto per me dove sfogarmi. Nel
palazzo, la servitù mi opprimeva con domande sul mio stato,
domande alle quali
non sapevo rispondere. Così mi sedevo su questa panca,
lontana dal mondo, e
piangevo fino ad esaurire le lacrime”
“Oh
sorellina, come avrei voluto essere al tuo fianco e condividere il
nostro
dolore” – Elsa avanza a passo lento verso Anna. Le
prende una mano e la
intreccia alla sua.
“Stavolta
io sono qui” – l’emozione è
troppo forte e Elsa sente che con la perdita di una
nipote ha perduto un pezzo di se. Difficilmente si può
controllare una magia
potente come la sua se il dolore è così intenso.
Fiocchi
di neve iniziano a cadere dal cielo, coprendo in un battibaleno le
strade e i
tetti delle case.
“Elsa”
– esclama Anna, notando che la consanguinea non riesce a
domare il potere che
ormai da anni è in grado di gestire. Istintivamente
l’abbraccia e piangono
assieme, liberandosi di una sofferenza paragonabile a quella di anni
addietro,
legata ad Agnarr ed Iduna.
Le
due sorelle si sfogano, stringendosi l’una
all’altra.
Poi
è Anna a dire qualcosa di poco sensato ma che Elsa coglie
con razionalità.
“Non
esiste un modo per riportarla in vita? La magia non può
aiutarci?”
Il
quinto spirito, in un primo momento, pensa a quell’ipotesi e
al modo di
attuarla.
Si
isola per alcuni istanti e mentalmente conversa con i quattro elementi
per
avere un confronto.
“Assurdo!
Se così fosse, avremmo vinto la morte per sempre. Non
è fattibile, mi dispiace”
– dice Nokk.
E
la speranza di riabbracciare Aurora, si frantuma nel giro di pochi
istanti.
“Non
mi resta che dire addio a mia figlia!! Ti prego restami accanto
perché è
davvero dura stavolta” – stretta alla maggiore,
Anna abbatte il muro innalzato
e accetta la realtà.
Le
due,però, non sanno che qualcuno le sta osservando ed
ascoltando. È questo
qualcuno che prende in considerazione le idee della regina di Arendelle.
Infatti….
“Fratello,
sono io! Esci fuori” – dice Sandy, giunta nel punto
d’incontro accordato con
Jack.
“Sorellina,
eccomi. Come è andata? Li hai visti?” –
le chiede dei Frost.
“Ascoltami,
adesso ho una priorità che vorrei esporti”
“Dimmi”
“Riguarda
Aurora, la figlia deceduta di Kristoff e Anna. Dobbiamo trovare il modo
di
riportarla in vita”
“Cosa?
ma, è impossibile…”
“Tu
mi hai restituito la vita! Questo significa che è possibile
farlo! lo dobbiamo
a loro, alla nostra famiglia!”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** 23 Capitolo ***
Arendelle
è pronta per salutare
definitivamente la piccola Aurora. I due giorni seguenti la morte della
principessa, i sovrani e l’intero regno hanno deciso di
realizzare in memoria
della ragazzina una statua, da porre al centro della strada principale,
esattamente
a pochi passi da quelle di re Agnarr e consorte.
Le
ore di preparativi della funzione
religiosa sono dure per Anna e Kristoff e l’intera famiglia.
Letizia e Jack
Frost, per di più, decidono di lasciare Arendelle e
riprendere la loro vita in
un nuovo posto. Quel luogo ha recato loro troppe
ferite.
“Vogliamo
partecipare al funerale di Aurora
per omaggiarla come merita, poi andremo via” –
spiega Jack a Ingrid, alquanto
amareggiata per la decisione presa dai due ormai diventati suoi nipoti.
Tutto
è pronto: così la bara aperta, adornata
di fiori, l’orchestra e i musicisti pronti ad intonare uno
speciale Halleluia,
i reali seduti in prima fila, e tutto il popolo presente, tra
singhiozzi e
tristezza, viene dato il via alla cerimonia funebre.
Ineke,
seduta accanto ai due gemelli, tiene
strette le mani di entrambi. E quando il coro comincia a cantare per
Aurora, la
maggiore dei figli di Anna e Kristoff, sussurra ai due fratellini
– “Siateci
sempre l’uno per l’altra. Non dimenticate che il
legame che vi unisce non può
distruggerlo nessuno”
Pensando
alla sorella tanto amata, Ineke
lascia scivolare alcune lacrime sulle gote rosee.
Si
ricompone subito, poi posiziona lo sguardo
fisso sulla bara e da quel momento in poi spegne le sue emozioni.
https://www.youtube.com/watch?v=O6g8kkx7C-c
All’esterno
della chiesa, Jack e Sandy
assistono, sofferenti, alla scena.
“Fratello,
davvero non c’è modo?”
“Basta
Sandy! Te l’ho già detto cento volte
in questi ultimi due giorni. Non si può riportare in vita
chi è morto”
“Dannazione!!”
– esclama la donna,
arrabbiandosi di fronte alle ingiustizie della vita –
“Se una ragazzina che
avrebbe dovuto avere davanti a se tanta strada da compiere ha chiuso
gli occhi
per sempre, la colpa è nostra. Io non riesco a continuare a
far finta di nulla.
Non posso accettare che oltre ai miei figli, ho permesso ad
un’altra madre di
perdere una dei suoi”
Black
non risponde, ascolta lo sfogo della
sorella, impassibile.
“Sono
sicura che se usassi la tua magia come
hai fatto con me…”
“Pensi
che io non ci abbia pensato?” –
controbatte l’uomo.
“E
allora? Come mai tutti questi “ma”?”
“Sai
bene che potrei non riuscire una seconda
volta. Pitch è stato chiaro. Potevo servirmi di una magia
tanto potente in un
solo momento”
“E
se la sua fosse l’ennesima menzogna?”
Jack
la guarda perplesso e lei risponde al
suo sguardo, dicendogli – “Pensaci bene, lui ti ha
insegnato quello che sai per
salvarsi, in caso sarebbe servito. Sappiamo che da solo non avrebbe
potuto
disporne, così ha fatto in modo che la conoscessi tu. Su di
me non poteva
contare, essendo mortale. Però tu no! Tu sei
speciale”
“Io
temo non sia così semplice”
“Se chiedessimo aiuto a qualcuno di speciale come
te?”
“Chi?
I trolls? Se pensi a loro sbagli
soggetti. Sono potenti, ma non fino a questo punto”
– precisa lui.
“Mi
riferisco a qualcuno dotato della tua
stessa magia, qualcuno che ha in parte il nostro stesso
sangue… Elsa!”
“Elsa”
– ripete Jack Black, sorpreso da
quella proposta.
“Per
sua nipote sarebbe disposta a tutto”
“Non
ho alcun dubbio in merito, però…mi
domando se mai si fiderà di noi”
“Dovrà
farlo! A questo punto non ha nulla da
perdere” – Sandy è decisa come mai prima.
Molti
sono i tentennamenti da parte di Jack
Black. Eppure qualcosa sembra accendere la speranza…
esattamente quando vede i
figli di sua sorella uscire dalla Chiesa di Arendelle.
“Forse
possono essere loro due il nostro aggancio perfetto per convincere Elsa
a
fidarsi!” – sussurra lui all’orecchio
della commossa sorella, indicandogli i
due a pochi passi da loro. Le sorride e la invita a rischiare e a
cercare il
definitivo confronto con i suoi gioielli più belli.
Con
il cuore in gola e le gambe tremanti,
Sandy affronta la sfida più difficile della vita.
“Vi
ho trovati finalmente” – esclama ad alta
voce, raggiungendoli.
La
voce che attira la loro attenzione,
costringe i Frost a voltarsi. Letizia non sa chi è quella
persona , però le
basta avvertire la tensione di suo fratello maggiore per intuire che
non è
qualcuno ben accetto.
“Andiamo
via, Leti” – il primogenito della
Black sa chi è quella donna e non ha intenzione di
perdonarle nulla. Cerca
perciò di evitare il confronto, tirando a sé la
sorella.
“No,
aspettate vi supplico. Non potete
allontanarmi per sempre, Jack”
“Non
posso? Io posso tutto. Secondo te ho
dimenticato quando, andando via e lasciandomi solo con la mia
sorellina, hai
detto “Tu puoi fare ogni cosa, adesso inizia un nuovo
cammino”, ebbene sì, io posso
fare ogni cosa. e quella che devo fare per il bene mio e di Letizia
è
eliminarti dalle nostre vite definitivamente”
“So
di aver sbagliato. Per amore di un
genitore si farebbero anche azioni sconsiderate. Però voglio
chiedervi perdono”
– inginocchiandosi a terra, la Black inizia a canticchiare
una vecchia
ninnananna.
Quel
suono è un ricordo che riaffiora nei due
fratelli. Perfino Letizia sente un tocco al cuore sentendo il canto di
sua
madre. Ed è proprio tale ninnananna a confermarle che ha di
fronte a se Sandy
Black. In cuor suo sente che redimerla è la cosa migliore da
fare e da matura e
coraggiosa qual è, lascia la mano del fratello e raggiunge
la donna. Le si
posiziona di fronte e con gli occhi inumiditi le dice –
“Sai che per colpa di
un piano cattivo, la vita di una ragazza si è
spezzata?”
“Si,
tesoro mio. Sono qui per risolvere ogni
cosa. Se mi darete una seconda chance, vi dimostrerò che
sono buona e che
voglio riparare ai danni fatti”
Letizia
ascolta Jack, alle sue spalle, dirle
di lasciar perdere, che non è credibile, che non bisogna
lasciarsi ingannare.
Però gli occhi di sua madre parlano chiaro e comunicano
esclusivamente
sincerità.
“Ti
credo” – comunica, accennando un timido
sorriso.
“Ma
sei impazzita?” – esclama il maggiore,
spiazzato del tutto dalla decisione della consangunea. La raggiunge e
le
afferra un braccio, tirandola verso di se –
“Andiamocene, starà usando qualche
incantesimo per stregarti”
“No, fratellino. È sincera, l’ho
percepito”
“Figlio
mia, io non ho più intenzione di
ingannare nessuno” – si discolpa Sandy.
“Basta, sono stufo. Possibile che tu abbia deciso di tornare
a distruggere una
felicità che abbiamo cercato e concretizzato solo
ora?” - arrabbiato
e ferito per aver rivisto quel
genitore che l’abbandonò e che ora è
lì per cercare di rimediare a qualcosa di troppo
doloroso, Jack allenta la presa sul braccio della sorella. Poi,
ricevendo
l’ennesimo NO di Letizia, pronta ad ascoltare la madre, il
giovane corre via
sotto lo sguardo triste delle due presenti.
“Gli
passerà, sono sicura. Tu avrai molto da farti perdonare.
Però ora mi basta
sapere di poter avere una mamma su cui contare” –
commossa ed emozionata, la
bambina si getta tra le braccia della donna che l’accoglie
con immensa gioia.
“Adesso
però devi ascoltarmi bene, piccola
mia! Se vogliamo tentare di riavere Aurora indietro, bisogna convincere
Elsa a
fidarsi di noi”
“Conta
su di me, io voglio assolutamente che
tutto torni come prima”
“Bene”
– le sorride Sandy, fiera di avere una
figlia così in gamba.
La
rabbia e il rancore di Jack erano ben
prevedibili per la Black. In fondo è lui il maggiore che ha
visto la madre
uscire di casa e non tornare più. Perciò la sua
frustrazione è ben
giustificata.
--------------------------------------------------
Elsa,
distrutta dopo la funzione, lascia la
Chiesa per prendere aria.
Quel
clima le rendeva difficile persino
respirare.
In
disparte, seduta su una delle panche di
fianco alla struttura, cerca di risollevarsi.
Ed
è in quel preciso istante che le compare
di fronte qualcuno di inaspettato.
“Tu?
Cosa ci fai qui?” – sobbalza. In
posizione d’attacco, si prepara a colpire Jack Black.
“Niente
più guerra. Voglio la pace” –
l’uomo
alza le mani in segna di evidente resa.
“Peccato che mia nipote sia morta e ora la pace potrai
scordartela” – Elsa è
una furia e scaglia sul cugino una serie di getti di ghiaccio.
“Ascoltami”
– cerca di spiegarle, evitando i
colpi.
“Non
ho intenzione di dar retta al mio
nemico”
“Nemico? Ma cugina…”
Ed
è quell’appellativo a frenare il quinto
spirito che non trattiene le lacrime, oltre che la rabbia -
“Cugina? Adesso mi
consideri tua parente? Dopo tutto il male che hai tramato contro me e
la mia
famiglia! Sappi solo che pagherai perché oltre ad aver
distrutto le nostre vite
hai ucciso quella di mia nipote. Non perdonerò mai e poi mai
questo affronto!!
Hai capito?” – la potenza della magia di Elsa
è tale che con un ultimo e
decisivo colpo farebbe fuori il nemico.
È
pronta a farlo, senza timore alcuno.
È
la voce di Letizia a bloccare l’attacco.
“Aspetta
zia Elsa!”
“Leti,
vai via da qui piccola!” – le ordina.
“No, non colpirlo. È dei nostri”
– le dice, ponendosi da scudo di fronte al
ritrovato zio.
“Come?
Hanno imbambolato anche te?” – le
domanda, preoccupata.
“Mai
stata così bene, fidati. Ho ritrovato
parte della mia famiglia. Non far loro del male, ti supplico. Non
farmeli
perdere una seconda volta” – la prega la bambina.
Sandy
compare in tale istante, da dietro Jack
Black e si presenta alla cugina di Arendelle.
“Maledetta!
Tu hai preso il posto di Anna per
mesi e ci hai ingannati tutti”
“Lo
so, hai ragione ad odiarmi. Odiami quanto
vuoi se ti fa stare meglio. Io me lo merito.
Però… voglio solo dirti che le
nostre intenzioni ad oggi sono buone. Siamo liberi
dall’influsso di Pitch Black
e abbiamo un unico obiettivo”
“Quale?”
– domanda, sospettosa, la regina dei
ghiacci.
“Vogliamo
riportare Aurora in vita!”
“Cosa?
Mi stai prendendo in giro? Come osi
dire stupidaggini sulla morte di una povera ragazzina?”
“Non
dico stupidaggini. Io sono morta e mio
fratello Jack mi ha salvata. Conosce la magia per rendere questo
possibile”
“Come
posso fidarmi? Se questo è l’ennesimo
tranello?”
“Non
lo è! Per tentare di riavere qui Aurora,
però, bisogna unire le forze”
“Cosa vuoi dire? Unire le forze?”
“Tu
e io, cugina” – interviene Jack –
“Ma
sappi che costerà molta energia. Io sono disposto a tutto
pur di dimostrare la
mia buona fede! Ti insegnerò questa potente magia, a patto
che poi tu la
rimuova dai ricordi”
“Se io dovessi apprendere un incantesimo così
forte, come potrei mai
dimenticarlo? Sarei una folle a farlo”
“Invece è meglio così! Credimi,
è bene che ogni magia legata a Pitch Black
venga cancellata da questo mondo, così come dovrà
essere cancellato ogni
ricordo legato alla sua mostruosa personalità”
Dopo
attimi di esitazione, Elsa cerca
consiglio in Letizia. Ma la bambina non ha dubbi.
“Tentar
non nuoce” – le dice la Frost.
E
così, di fronte alla mano di Jack Black in
segno d’accordo, la custode della foresta incantata
acconsente.
Una
stretta di mano e una luce accecante che
invade il cielo sono i segnali dell’alleanza e del nuovo
inizio tra le due
famiglie.
Riusciranno
davvero nell’impresa?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** 24 Capitolo ***
Elsa
ha intenzione di riportare sua nipote in
vita ed è disposta a tutto, perfino fidarsi di chi ha
tramato alle sue spalle.
Certa
che Letizia creda alle parole di Sandy
e Jack soltanto perché troppo buona, ha in mente come
reagire di fronte ad un
ennesimo tradimento. A quel punto, è pronta anche a togliere
di mezzo i nemici,
infischiandosene dei sentimenti di una piccola ragazzina. Se i
“cattivi” non si
sono fatti scrupoli ad eliminare Aurora, perché dovrebbe
farsi scrupoli anche
lei nel fare lo stesso?
Silenziosa
e vigile ad ogni parola o
movimento dei figli di Pitch Black, Elsa li conduce nel cimitero reale,
lì dove
sarà esposta la bara chiusa della principessina, in modo da
permettere al
popolo di renderle omaggio a modo proprio.
“Aspetterete
qui, nascosti, l’arrivo del
feretro” – puntualizza la custode della foresta
incantata.
“Secondo
te, tua sorella e tuo cognato
lasceranno mai questo posto? Dubito” – commenta,
amareggiata, Sandy.
“Ci
penserò io” – interviene Letizia, decisa
a contribuire - “Andrà bene, vedrai”
– aggiunge, certa, la piccola Frost rivolgendosi
a quella che ormai considera una zia a tutti gli effetti.
“Me
lo auguro, altrimenti non avrò pietà”
–
Elsa, fredda e distante come mai prima nella vita, punta lo sguardo sui
gemelli, suoi cugini – “A buon intenditore, poche
parole”
Volgendo
loro le spalle s’incammina verso
l’uscita del cimitero. Da lontano è visibile una
folla, preceduta dalla
famiglia reale e dalla bara di Aurora.
“Eccoli,
nascondetevi” – ordina la donna ai
due. Prende per mano Letizia, e si unisce alla gente, raggiungendo in
pochi
secondi i parenti.
“Che
fine avete fatto?” – chiede,
preoccupata, Ingrid.
“Scusaci,
è che non è facile gestire momenti
di tanto dolore” – Elsa si addossa la
responsabilità, mentendo sul suo
allontanamento dovuto a crisi di pianto, assieme alla piccola Frost.
Il
momento che segue è drammatico e Anna,
mano nella mano con Kristoff, non batte ciglio, fissa il feretro di sua
figlia
e come i soldati lo adagiano in una stanza adibita appositamente per il
rito.
“Vi
ringraziamo per la presenza, per aver
celebrato con noi la nostra secondogenita. È una sofferenza
che,immagino,molti
di voi condivideranno assieme a noi e per questo abbiamo deciso di
divulgare
dei tributi in più per le famiglie del regno, che vorranno
occuparsi di
giungere ogni dì qui portando fiori, sistemando la camera
mortuaria e
accendendo candele in memoria di Aurora. È un modo per
ricordarla e ricordare
quanto bene lei nutriva per il suo popolo” – a
parlare è il re, che mantiene
una certa compostezza, rispetto al duro momento che vive, invitando la
gente a
non dimenticarsi mai della principessa scomparsa troppo presto.
“Ricordate,
non avremo mai più una
principessa Aurora. Sarà nostro impegno affinché
venga ricordata solo e
soltanto lei con questo appellativo” – quelle
parole scuotono i presenti, molti
dei quali iniziano a piangere.
Elsa
osserva la scena, immaginandosi quanta
gioia proverebbero tutti sapendo che la magia può ribaltare
la situazione.
“Dobbiamo
farlo subito, non sopporto più
tutto questo dolore” – sussurra a Letizia,
invitandola a fare quanto serve per
allontanare Anna e company dal cimitero.
E
così, spalleggiata dal quinto spirito, la
Frost conduce i parenti all’uscita sostenendo di aver perduto
Jack e di aver
timore che gli sia accaduto qualcosa di male.
“Sbrighiamoci,
dobbiamo trovarlo” – propone
Kristoff, in pena.
“Si,
attiviamo le guardie. Perlustriamo la
zona, magari è qui nei dintorni” –
sostiene Ingrid.
Soltanto
Anna, in silenzio, non sembra
interessata. La sua mente e il suo cuore pensano ad altro, poco le
importa se
Jack Frost si sia
allontanato da
Arendelle.
E
così, mentre il cimitero si svuota, e i
nobili dedicano attenzioni alle ricerche, la regina
s’incammina, diretta verso
la bara della sua dolce “bambina”.
---------------------------------
“Abbiamo
pochi minuti. Come dobbiamo
muoverci?” – chiede Elsa a Jack Black.
“Dammi
la mano, dobbiamo unire i nostri
poteri” – le porge la sua.
“Aspetta,
chi mi dice che il tuo non è un
modo per strapparmi la magia?” – a quel punto il
sospetto è lecito.
“Fidati
di noi, te ne prego. Non c’è un
secondo fine, noi non siamo come nostro padre. Ci ha usati come
marionette per
anni, però è tutto finito e insieme si
può ricominciare. E il modo migliore per
dimostrarti la nostra umanità, è restituire la
vita ad un’innocente ragazzina”
– interviene Sandy, con occhi inumiditi.
Nella
mente di Elsa partono mille pensieri,
mille dubbi, mille paure.
Eppure
in tale istante avverte una strana
presenza attorno a se, e un sussurro che la invita a provare.
Senza
più esitare, afferra le mani di Jack e
con lui crea un cerchio magico.
“Chiudi
gli occhi e affidati!” – la invita a
fare il cugino.
Mentre
lui recita parole senza senso, Elsa
sente i propri poteri divampare , come se fossero pronti ad esploderle
fuori
dal petto. Ed è proprio in tale istante che ciò
accade. Un’accecante luce
invade la camera mortuaria e attira l’attenzione di Anna, che
era proprio
diretta a quel luogo.
“Cosa
succede?” – spaventata, corre in quella
direzione ed è allora che la luce si dissolve.
Ciò
che vede la lascia di sasso: Elsa e Jack
sono distesi a terra, privi di conoscenza.
Sandy
soccorre il fratello, scuotendolo, come
può, per fargli riaprire gli occhi.
Anna
corre verso la sorella, gridando,
furiosa, la sua rabbia verso i gemelli.
“Maledetti,
siete tornati per farci altro
male? Cosa avete fatto ad Elsa? Stavolta non ve la faccio passare
liscia”
“Abbiamo
salvato tua figlia” – sostiene la
Black, cominciando a piangere sul corpo del fratello.
“Cosa?
Non osare nominarla” – continua Anna,
rivolgendosi poi alla consanguinea e chiamandola a gran voce per farla
risvegliare.
“Annie”
– la voce del quinto spirito,
permette alla regina di Arendelle di tirare un sospiro di sollievo. La
abbraccia con forza, ignorando invece che Jack non ha la stessa
risposta di
Elsa alle chiamate della sorella.
“Dobbiamo
chiuderli nelle segrete del
castello” – sostiene la sovrana, riferendosi ai due
cugini a lei nemici.
“Non
ancora Annie…prima dobbiamo verificare
una cosa” – precisa Elsa, che a fatica si solleva
da terra, appoggiandosi alla
parente.
È
speranzosa quando vicina alla bara della
nipote, attende che lei riapra gli occhi.
“Auri…svegliati,
su! Sei viva e vegeta
adesso” – le parla, sotto lo sguardo spaventato e
preoccupato di Anna - “Che
stai dicendo?” – le chiede l’altra.
“Jack
mi avevi assicurato che…” – a quel
punto Elsa, vede il suo desiderio sfumare e scarica la
responsabilità su Black
e le sue promesse.
Eppure
non ha nessuno con cui prendersela. Sandy
e il suo pianto danno conferma che Jack, stavolta, ha superato il
limite
magico.
“Mio
fratello non ce l’ha fatta” – singhiozza
la donna, stringendo il corpo del gemello a se.
Le
due nobili di Arendelle si guardano,
stupite. Anna non capisce cosa sia accaduto e come mai Elsa avesse una
sorta
d’incontro segreto con i loro acerrimi nemici.
“Ti
incontri con loro di nascosto, adesso? Sono
pericolosi!”
“Ascolta
sorellina, mi avevano detto che
avremmo salvato la vita di Aurora e io…”
“E tu cosa? Credi alle loro assurdità? Dopo tutto
il male fatto, ancora ti
fidi? Non puoi essere stata così cieca da farlo!”
– il tono di rimprovero della
seconda, tocca profondamente Elsa che si sente presa nuovamente in giro.
“Chiamo
le guardie e vi farò arrestare! Vi
giuro che la pagherete per il male che ci avete recato!”
– presa dal suo
dolore, Anna fa per lasciare la sala, pronta a convocare i soldati e
vendicarsi
.
Ed
è in quel preciso istante che qualcosa
accade.
Il
corpo di Jack Black si dissolve, sotto lo
sguardo disperato della gemella.
La
sua essenza diviene luce, diviene vita ed
ecco che un colpo di tosse fa sobbalzare i presenti, Anna in primis.
Non
è un colpetto qualsiasi, di chiunque.
“Mamma”
– è una voce a pronunciare quella
parola.
Una
voce conosciuta, una voce che in molti hanno
pianto e per la quale avrebbero pagato oro.
Anna
sente le gambe tremarle ed il cuore
esploderle dal petto.
Lentamente
si volta, spaventata da quanto
potrebbe vedere.
Ecco
la sua sorpresa, il dono che le ha
regalato quel cugino che ha tanto odiato, sacrificatosi per restituirle
quella
serenità sottrattale ingiustamente.
“Mamma,
sono io! Sono viva” – Aurora è in
piedi, il suo corpo non è più gelido e pallido e
le gote hanno preso di nuovo colore.
Sandy,
incredula di fronte al potere del
fratello, si commuove. Comprende che il gesto di Jack era stato voluto.
Ha
utilizzato il massimo delle sue forze per raggiungere quello scopo,
evitando di
sfruttare le energie di Elsa.
“Figlia
mia!Sei davvero tu?” – le sfiora il
viso, preoccupata che quello possa essere solo un sogno o frutto di un
inganno.
“Sono
io, sono tornata. Non ti lascerò più”
–
singhiozza la giovane, accoccolandosi al petto materno.
La
gioia indescrivibile di un affetto che
sembrava perduto e che si ritrova, permette ad Anna di tornare a
respirare aria
pura.
“Zia,
abbracciami” – dice la ragazzina al
quinto spirito che non esita a farlo.
E
di fronte ad una scena talmente bella ed
emozionante, Sandy si commuove per poi allontanarsi dando modo alla
famiglia di
ritrovarsi.
Cammina
per le strade di Arendelle, notando
quanto ancora si respiri la tristezza dovuta al funerale della
principessina. Nessuno
immagina cosa è appena accaduto. Il suo cuore
però è ferito nel profondo. Suo
fratello non c’è più, non le rimane
nulla.
“Ancora
qui?” – le chiede una voce alle sue
spalle.
“Figliolo!”
– esclama lei, alzandosi dalla
panca sulla quale si era appoggiata per riposare.
“Non
chiamarmi così! Non lo sono. Voglio
sapere dove è mia sorella”
“Tua
sorella ha contribuito ad un gesto
bellissimo. Vedrai con i tuoi stessi occhi e spero che in questo modo
tu possa
perdonarmi” – con le lacrime agli occhi, Sandy
riprende il passo e attende il
comunicato dei reali al popolo.
“Arendelle
ti sarà per sempre grato, fratello
mio!” – dice lei, volgendo lo sguardo in alto,
certa che la presenza del
gemello le rimarrà accanto per sempre e non
l’abbandonerà mai.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** 25 Capitolo ***
La
notizia della “rinascita” della
principessa Aurora riporta gioia ad Arendelle. E’ tanto lo
shock vissuto dal
popolo, che solo in quel momento si rese conto di quanto di buono
potesse fare
la magia e di quanto un uomo di nome Jack Black, imparentato con un
malvagio
mago che ha tentato di distruggere il regno, fosse stato essenziale per
restituire una figlia alla propria famiglia.
Subito
dopo il salvataggio di Aurora, la
lieta novella non è stata subito comunicata alla gente.
Grazie ad Elsa e ai
suoi poteri, Anna e Aurora raggiungono il palazzo. Le due si stringono
forte,
piangono, si riempiono di baci e coccole. E’ così
che tra gli svenimenti di
alcune domestiche timorose di aver visto un fantasma, e le lacrime di
molta
servitù, sono le grida di felicità dei fratellini
minori e la commozione di
nonna Ingrid quelle che riscaldano il cuore della principessa Auri.
Kristoff
non crede ai suoi occhi quando ha
davanti a sé il sangue del suo sangue. In mente gli balza
l’immagine della fanciulla
adagiata nella bara e di quanto dolore le avesse causato quel momento.
“Non
riesco ancora a realizzare che lei sia
qui…ripetimi come è accaduto, te ne
prego” – chiede Bjorgman alla moglie, per
l’ennesima
volta.
“Come
è accaduto non importa più, ciò che
conta è che Aurora sia qui con noi” –
sostiene, emozionata, Anna.
La
scena che i due genitori hanno davanti
agli occhi è l’emblema della felicità:
i loro figli tutti assieme, stretti in
un grande abbraccio che si ricordano gli uni agli altri quanto si
vogliono
bene. Ineke ha sciolto definitivamente il gelo che le aveva
pietrificato il
cuore, per via della notizia della morte di sua sorella minore. Non
solo adesso
è tornata a sorridere, ma è cambiata, come per
magia. Sembra che il carattere
riservato, taciturno, a tratti scontroso, molto simile a quello di
Elsa, avesse
lasciato spazio ad una solarità che soltanto Aurora e Anna
sanno rappresentare.
E’
proprio in quel momento che la sovrana
decide di comunicare la lieta novella al suo popolo, radunandolo nella
piazza
principale del regno.
Arendelle
rinasce e torna a festeggiare, non
appena viene messa al corrente degli eventi.
E
tra lo stupore di tutti, Kristoff incluso,
la regina celebra la figura di colui che ha reso possibile il ritorno a
casa
della sua dolce Aurora.
“Jack
Black era mio cugino. Lui è stato usato
da suo padre, il mostro Pitch, però si è
sacrificato per salvare mia figlia. Questo
mi è bastato per vedere le cose in modo diverso.
Perciò vorrei inviargli da
qui, un mio particolare ringraziamento. Lo farò tramite
qualcuno legato a lui” –
in tale istante, sotto lo sguardo sconvolto dei presenti, compresi i
reali,
Anna chiama Letizia Frost accanto a se.
La
piazza è stracolma di gente quando la
bambina prende parola – “Dagli errori si impara e
mio zio ha capito di aver
recato solo tanto male. Ha dato la sua vita per restituirla alla
principessa
Aurora e le saremo sempre grati di questo. Però se io sono
cresciuta sola con
mio fratello, che porta lo stesso nome di mio zio, è
perché la mia mamma è
stata forzata a dirmi addio. Anche lei è stata vittima della
cattiveria di
Pitch Black e, si sa, i figli non possono pagare per gli errori dei
genitori,
giusto? Questo vale anche per i figli di Pitch Blakc”
A
quel punto, Leti si allontana dalla
postazione dalla quale fino a pochi istanti prima ha dibattuto, e
avanza verso
la gente. Sandy Black è lì, a pochi passi da lei.
“Eccola!
Mamma, non devi temere, hai il
perdono di tutti, come è
giusto che sia”
La
donna, sconosciuta agli occhi del regno
intero, si commuove e abbraccia la sua tenera bambina.
Elsa
e Kristoff sono piacevolmente
meravigliati del cambiamento di Anna che sembra non essere rancorosa
nonostante
il dolore che ha patito. Eppure la situazione inizia ad essere
eccessivamente
strana.
“Sembra
un’altra persona” – sostiene
l’ex
montanaro, sussurrando ciò alla cognata.
“Inizio
a pensare che quella magia utilizzata
da Jack abbia agito anche su di lei”
Tra
gli applausi e la gioia del popolo, la
regina chiede a Sandy di raggiungerla. Nei suoi occhi non esiste
più tristezza,
tantomeno odio.
Sandy
si lascia andare ad un pianto
devastante quando, al contatto con Anna, avverte un calore familiare,
quello che
difficilmente si dimentica quando si è legati da un vincolo
di sangue.
E
il primo pensiero va a lui… “Jack” - pronunciando il nome del
gemello, la donna
posa gli occhi sulla regina e, come un flash improvviso, le sembra di
vedere
proprio lui.
Quando
la sovrana congeda il popolo,
promettendo loro che presto avrebbero rivisto la principessina
girovagare
allegramente per le strade di Arendelle, tutti rientrano a palazzo,
compresa
Sandy stessa.
Seduti
attorno ad un tavolo, come se nulla
fosse accaduto, Anna chiacchiera serenamente con la cugina, il tutto
sotto lo
sguardo spiazzato e confuso di Kristoff ed Elsa.
“Spero
non abbiano giocato sporco di nuovo” –
commenta Bjorgman con la cognata.
“Dici
i Black? No, non penso”
“E
allora come mai Anna è felice con lei,
come se non fosse stata artefice del male che le ha recato per troppo
tempo? Mi
sembra esagerato dopo quello che ha combinato che la tratti come fosse
una
santa!”
“Mmm”-
pensa il quinto spirito ad alta voce –
“Indagherò” – e infatti
è proprio
quando ha modo di restare da sola con la parente che le domanda
spiegazioni in
merito.
Finalmente
ottiene la risposta al dubbio.
Sandy
è chiara quando lo dice – “Questo
incantesimo ha agito su Aurora, su Jack…che non
c’è più… e su Anna”
“Non
capisco cosa c’entri lei! Non rientrava
nei patti che fosse toccata dalla magia”
“Elsa,
questo potere di cui mio fratello ha
abusato era finalizzato a ridonare a voi la felicità,
inclusa la gioia nell’affrontare
la vita. Lui non poteva lasciare questo mondo sapendo che voi nutrivate
ancora
tanto astio verso di noi. Anna sta bene, fidati. Aurora anche. Questo
è ciò che
conta. Io andrò via da Arendelle e questo aiuterà
tutti a ricominciare”
Gli
occhi di Sandy sono sinceri, nessun doppiogioco,
soltanto tanto amore tra cugini, ostacolato da Pitch Black, e
ricostituitosi
con le ceneri di un uomo dai poteri magici molto forti, paragonabili
anche a
quelli di Elsa.
Le
stesse perplessità in merito al
comportamento della sovrana, colgono anche Kristoff, il quale
preoccupato per
la moglie, proprio nel momento in cui stanno per coricarsi, le domanda
– “Ti
senti bene? Sembri diversa”
“Amore
mio, non sono mai stata meglio. È come
se il mio cuore si fosse alleggerito e fosse guarito da ferite che mi
portavo
dietro da tutta una vita!”
“Capisco
che tu sia felice. lo sono anche io,
però…non capisco il senso di celebrare due
persone che fino a giorni fa
detestavi con tutta l’anima”
“Io
sento Jack dentro di me, sento che lui ha
lasciato una traccia e che questa traccia è fatta di purezza
e di perdono. Sono
stanca di piangere, di soffrire, di chiudermi a riccio come ho fatto
negli
ultimi giorni e negli anni passati. Adesso voglio vivere la vita che
merito,
con te, con i nostri figli!” – così
dicendo, Anna si avvicina al corpo del
marito e si adagia sul suo petto.
“Ti
amo e voglio che tra noi torni tutto come
era una volta” – le basta poco per far intuire al
consorte le sue intenzioni.
Il
bacio tra i due non è che l’inizio di un
momento d’intimità tanto atteso che migliora
l’umore anche di Kristoff . Il
montanaro, così, decide di accettare il cambiamento di Anna
e aprirsi a una
visione della vita totalmente nuovo.
---------------------------------
“Sicuri
di voler partire?” – domanda Ingrid a
Letizia e Sandy, una settimana dopo il magico evento.
“Sicurissime,
dobbiamo ritrovarci e
ricominciare da capo” – spiega la Black.
“Sappiate
che qui avete una famiglia che vi
attende” – sostiene felice Anna.
“Mi
mancherai” – singhiozza Aurora,
rivolgendosi all’amica Leti.
“Anche
voi mi mancherete tutti”
Impossibile
non commuoversi quando si dice
addio a un pezzo di cuore.
Così,
con il magone, pronte all’avventura che
le attende, madre e figlia salutano il regno, lasciandosi alle spalle
un legame
di sangue indissolubile.
“In
fin dei conti Sandy non è così male, mi
ero abituata in questi sette giorni ad averla a palazzo”
– commenta Elsa,
mentre si incammina, con il resto della famiglia, verso il castello.
“Concordo,
l’abbiamo giudicata senza
conoscerla” – aggiunge Kristoff.
“Chissà
Jack dove sarà… lui era ancora ostile
nei suoi confronti” – sostiene Ineke, pensando al
giovane Frost.
Già…
Jack Frost è ancora chissà dove, solo
con il suo astio verso la madre, lontano dall’unica ragione
di vita rimastagli,
ovvero sua sorella minore.
Però
il destino non sembra intenzionato a
lasciare che tutto scorra come previsto.
“Jack!
Sei davvero tu?” – esclama una voce
alle spalle del giovane, seduto a terra per riposare dopo il lungo
cammino.
Il
ragazzo si volta verso quel suono così
familiare e il cuore gli sussulta. Questo accade perché lui
sa bene a chi
appartiene -
“Leti” – la chiama,
emozionandosi.
I
due corrono uno incontro all’altra,
ritrovandosi in un caldo abbraccio.
“Mi
sei mancato, non mi lasciare mai più” –
singhiozza la bambina.
“Mai!
Te lo giuro” – le risponde, aprendo il
suo cuore e riconoscendo a se stesso di aver commesso uno sbaglio a
lasciare
Arendelle e sua sorella.
Un
rincontro nel quale speravano entrambi che
viene interrotto da una terza persona.
“Ciao
figliolo!” – prende parola Sandy.
La
donna gli porge una mano – “Ti va se
ricominciamo da capo?”
Seguono
tra loro alcuni secondi di silenzio. Letizia
teme la reazione del fratello e lo stesso vale per la Black, la quale
si chiede
se il suo gemello può intercedere in “modo
magico” per permetterle di chiarire
con il primogenito?
Qualcosa,
esattamente come sperava Sandy, cambia…
la mano di Jack Frost accetta quella della madre e gliela stringe con
forza.
“Ci
vorrà tempo, però si può sempre
cominciare da un “Tanto piacere, io sono
Jack”!” – le dice.
Anche
se fa male sapere il proprio figlio alzare
quel muro enorme, con una fredda presentazone, come se i due fossero
estranei, l’adulta
sa bene che da un tipo orgoglioso come lui quello è
già un grande passo.
Così
segue il giovane aggiungendo – “Io sono
Sandy Black, e per me è un onore poter iniziare una nuova
vita assieme a te”
E’ proprio questo ciò che accade… la
famiglia reale di Arendelle riprende la
sua quotidianità, ricostruendo quanto interrotto dal brusco
ritorno di Pitch
Black… e una nuova vita è quella che i
Frost assieme alla loro ritrovata mamma
hanno in piano di realizzare.
Il
sacrificio di Jack non è stato inutile. Dicendo
addio ad una vita che gli pesava, ha dato modo a chi invece desiderava
essere
felice, di poterlo essere definitivamente!
Adesso
sì che è tutto come dovrebbe essere.
ECCOMI
QUI, CON LUNGHISSIMO RITARDO, ALLA CONCLUSIONE DI QUESTA FANFICTION.
SPERO SIA PIACIUTA NONOSTANTE I RITARDI NEGLI AGGIORNAMENTI. RINGRAZIO
DI CUORE LA MIA GRANDE AMICA LETI, NONCHE' LETTRICE SEMPRE PRESENTE. I
SUOI CONSIGLI E LE SUE RECENSIONI MI HANNO SEMPRE MOTIVATA A CONTINUARE.
ORMAI CI DIVIDONO SOLO I KM, PERCHE' SIAMO VICINE CON IL CUORE!! TI
VOGLIO BENE,AMICA MIA.
CHE
ALTRO DIRE?! GRAZIE A CHI HA LETTO E HA SEGUITO, SPERO DI TROVARE TEMPO
E MODO PER SCRIVERE UN'ALTRA STORIA SU FROZEN. BACI A TUTTI
xoxo
Ivy
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3882415
|