Il prigioniero di Azkaban (Rivisitata)

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III. ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V. ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI. ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII. ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX. ***
Capitolo 10: *** Capitolo X. ***
Capitolo 11: *** Ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. ***


Erano passati due anni dalla sconfitta di Raptor e uno da quella di Tom Riddle.
Però i fratelli Potter sapevano che sarebbe potuto tornare in qualsiasi modo.
Per l’estate, erano costretti ancora a stare con i Dursley e, in particolare per quella sera, insieme alla zia Marge, sorella di zio Vernon.
Come tutte le volte, Harry e Jenny avrebbero dovuto servire, per poi cenare successivamente.
Jenny e zia Petunia iniziavano ad andare più d’accordo: alla ragazza piaceva perfino farsi le acconciature da sola, facendosi una normale treccia unica.
Aveva da poco realizzato ciò che era successo con Draco, ovvero, che su di loro c’era una maledizione: gli univa corpo e anima, come fossero una cosa sola.
Per quanto fosse romantico, era anche molto pericoloso.
Tuttavia, Jenny aveva passato un’estate tranquilla, fino a quella sera.
Diede da mangiare a Blue e mentre osservava la foto sul mobile, si legò la treccia.
La fotografia che aveva fatto Colin era venuta molto bene e Jenny l’aveva incorniciata, mettendola sul suo comodino.
Probabilmente provava qualcosa di profondo per Draco, ma ancora non lo sapeva, o comunque, non aveva mai sperimentato quel tipo di cose.
Suonò il campanello: la zia Marge era arrivata.
-Cerca di non battibeccare.- le disse Harry, abbottonandosi la camicia a quadri.
-Io lo farò, dipende da lei.- commentò Jenny, sospirando.
Al terzo anno, Hogwarts organizzava delle gite per visitare il villaggio di Hogsmade che stava a qualche passo dal castello.
Per farlo, si chiedeva una firma su un pezzo di carta da parte dei genitori degli allievi.
Harry scese di sotto con il foglio, mentre Jenny aiutò a portare dentro l’enorme borsa di zia Marge.
Una donna grassottella, con dei capelli biondo cenere a caschetto, indossava una gonna nera e delle calze bianche.
Insieme a se portava sempre il suo cane, un bull dog sull’orlo dell’obesità.
-Zio Vernon, dovresti firmarci questo.- gli disse Harry. -Roba di scuola.-
-Dopo, se farete i bravi.- borbottò lui.
Marge stava sbaciucchiando Dudley, quando si accorse di Harry. -Ah, tu sei ancora qui.-
-Sì.- affermò Harry, con tono deciso.
-E non dire sì con quel tono da ingrato.- brontolò la donna, guardando Jenny dalla testa ai piedi.- Tu non sei venuta su male.- commentò, afferrandole le guance ridacchiando.
Mentre gli zii e Dudley gustavano un grosso tacchino, i fratelli Potter furono forzati a guardare e pulire.
Harry tolse i piatti vuoti, mentre Jenny li lavava.
-Dov’è che mandi i ragazzi, Vernon?- domandò la donna, mentre il fratello tornava a tavola con una bottiglia di vetro.
Vernon non avrebbe di certo potuto dire che i suoi nipoti erano maghi, perciò aveva semplicemente mentito, dicendo che frequentavano una scuola lontana, specificando che fosse “diversa” dalle altre.
-Oh, a Sanbruco.- rispose egli. -Posso tentarti, Marge?- la invitò, versandole un bicchiere di brandy.
-Usano il bastone lì, ragazzo?- chiese ad Harry.
Vernon fulminò il nipote con lo sguardo, come a dire di darle spago.
-Oh sì, mi hanno picchiato molte volte.- affermò lui, annuendo.
Jenny ridacchiò sotto i baffi, insaponando i piatti.
-Se fosse stato per me, questi due finivano dritti in orfanotrofio.- continuò la donna. -Che cosa faceva il padre?-
-Niente, era disoccupato.- intervenne Petunia, nascondendo, ovviamente, le doti magiche di James Potter.
-O un ubriacone.- rise zia Marge.
Harry era stato zitto tutto il tempo, ma non riusciva a permetterle di parlare male di suo padre.
-Mio padre non era un ubriacone.- esordì, guardandola male.
Fu in quel momento che il bicchiere di vetro in mano alla donna scoppiò in mille pezzettini.
Jenny non commentò, si limitò a fare una faccia sbalordita e divertita allo stesso tempo.
Petunia si affrettò a pulire, ma l’altra la bloccò. -Non preoccuparti Petunia.- le disse, schioccando le dita verso Harry.- Tu, pulisci.-
Harry prese uno straccio e raccolse i vetri, ma la zia non la smetteva di bofonchiare.- Che poi, tutto non dipende dal padre, ma dalla madre: come nei cani, se c’è qualcosa che non va con la cagna, c’è qualcosa che non va con il cucciolo.-
A quel punto, Harry sbottò.- Ora basta!- urlò, lanciando lo straccio.
Jenny si asciugò le mani.- Ecco, ora sì che siamo in punizione.- sussurrò fra se e se.
In quello stesso momento, le luci si fecero fioche e fuori si alzò un gran vento.
Il tempo stava decisamente rispecchiando l’umore di Harry.
Mentre i Dursley erano su tutte le furie, la zia Marge appariva piuttosto tranquilla: puntò un dito verso Harry, socchiudendo gli occhi.- Ti dico una cosa…-
Prima che potesse continuare la frase, il suo dito indice iniziò a gonfiarsi come un salsicciotto.
Così, poco dopo, anche la sua faccia e la sua pancia.
Jenny non capiva cosa stesse succedendo, ma tutto ciò la allietava.
I due fratelli restarono a guardare senza sapere cosa fare, poiché era stata una reazione involontaria.
La donna si pompò ancora di più, fin che non fu talmente piena d’aria, che si alzò dal suolo.
Per via del vento, volò fuori dalla finestra, con zio Vernon che tentava di acchiapparla.
Il bulldog prese ad abbaiare e gli morse i pantaloni, impedendogli di muoversi.
E così, tra gli urli della zia Petunia, Marge svolazzò via, tra i quartieri di Londra.
Con rabbia, Harry corse di sopra e Jenny lo inseguì in camera.
-Meno male che ero io a dover star calma.- commentò Jenny.
Il fratello diede un calcio al comodino, arrabbiato.- Ma non capisci? Adesso mi espelleranno. Ho usato la magia fuori da Hogwarts.-
-Harry, non hai usato la bacchetta.- puntualizzò lei.
L’altro si alzò di scatto e prese il proprio baule.- Me ne voglio andare via di qui.-
Jenny lo guardò sorpresa.- Bene, mi piaci quando prendi questo tipo di iniziative.-
Una volta preparate le valige e prese le bacchette, si diressero all’uscita, ma zio Vernon si mise tra Harry e la porta.- Riportala qui! Riportala immediatamente così com’era!- esclamò, su tutte le furie.
-No, ha avuto quello che si meritava!- affermò Harry. Vernon gli avrebbe messo le mani al collo se lui non avesse tirato fuori la bacchetta. -Non ti avvicinare.-
-Non ti riprenderanno in quel posto, non hai dove andare.- disse l’altro.
-Qualsiasi posto è meglio di qui.- continuò Harry, prima di uscire.
Jenny lo seguì con la propria borsa, non lo aveva mai visto così fuori di se.
Dopotutto, se qualcuno parlava male dei loro genitori, entrambi avrebbero potuto avere quella reazione.
Si era fatto buio ormai e aveva appena piovuto.
La zia Marge volteggiava in cielo, in cerca di aiuto, gridando.
Jenny notò che suo fratello aveva il fiatone, perciò lo fermò, afferrandolo per la felpa.- Harry, ti stai surriscaldando, calmati.- gli disse, facendolo sedere sul marciapiede. -Così gli dai solo più spago, ignorali.-
-Oh certo, perché sono io quello che non sa controllarsi tra i due.- ridacchiò Harry.
Dopotutto non aveva neanche torto.- Credo di averlo preso da papà.-
Il fratello la guardò e sorrise.- Dici?-
-Penso solo che papà non fosse proprio un santo, ecco: probabilmente faceva dannare la McGranitt.- spiegò Jenny, sedendosi accanto a lui e portando le gambe al petto.
Ad entrambi salì una certa malinconia parlando dei genitori.
-Come fai saperlo?- le chiese Harry.
-E’ stata solo una sensazione: quando ci sono apparsi nello specchio delle brame, due anni fa.- rispose lei. -Ho capito che tu avevi gli occhi della mamma.-
Harry le fece poggiare la testa sulla propria spalla.- Io e te siamo l’unica famiglia sulla quale possiamo contare.- mormorò, prendendole la mano.
In quel momento, i capelli della ragazza sventolarono per via del vento: le altalene del parco giochi dietro di loro presero a scricchiolare.
Tutto si fece tetro e buio, fino a quando non sentirono un rumore nei cespugli più avanti.
Proprio da lì, spuntò prima la testa e poi il corpo di un cane dal pelo nero.
Tirò fuori i denti e gli abbaiò contro.
In quello stesso momento, giunse un autobus proprio dritto verso di loro e si fermò accanto al marciapiede.
Era uno di quegli autobus per i turisti, viola, a più piani.
Sullo scalino per salirci, si presentò un ragazzo secco, dalle labbra screpolate e i capelli sudati.
-Benvenuti sul Nottetempo, autobus per maghi e streghe in difficoltà. Sono Stan Picchetto e sarò il vostro bigliettaio per stanotte.- si annunciò egli, notando poi i due fratelli.- Che ci fate lì per terra?-
Jenny lo trovava buffo e disgustoso.- Niente, stavamo parlando.- gli rispose, facendo capolino dietro il bus per vedere se quel cane era ancora lì, ma era sparito.
Non avevano idea del perché gli avesse abbaiato.
-Che state guardando? Avanti, salite!- esclamò il giovane, caricando i loro bagagli.
Quando furono a bordo, notarono che c’era dei letti sopra la quale riposavano delle streghe e la stessa cosa al piano di sopra.
Stan Picchetto stampò un biglietto per tutti e due e poi diede un colpo alla cabina del guidatore.- Diamoci una mossa Ernie!-
Il guidatore era un vecchietto con un paio di occhiali: diede un morso al panino e accese il motore.
-Sì, diamoci una mossa Ernie, sarà un viaggio movimentato!- esclamò qualcuno da davanti a lui.
Jenny osservò, che accanto al vecchio, c’era una testolina di un omino di colore dai capelli rasta.
Le testoline di solito venivano usate come navigatori, ma quella parlava un po' troppo.
Di colpo, l’autobus partì e i fratelli Potter furono costretti a reggersi per via della guida agitata.
Harry guardò fuori dal finestrino: stavano sfrecciando accanto alle altre macchine.- Ma i babbani non ci vedono?- domandò.
-I babbani? Quelli non vedono niente!- rispose il bigliettaio.
-No! Ma se li infilzi con la forchetta, certo!- intervenne la testolina, ridacchiando.
Jenny gli andò dietro per via della risata buffa, ma per quanto il mezzo si muovesse, le venne la nausea.
-Dov’è che siete diretti?- chiese il ragazzo.
-Al Paiolo Magico, sta a Londra.- rispose Harry.
-Hai sentito Ernie? Al Paiolo Magico, sta a Londra.- ripeté il bigliettaio, mentre aprì una pagina della Gazzetta del Profeta.
In effetti, il Paiolo Magico era l’unica taverna dove si poteva trovare un letto e un po' di tranquillità.
Jenny vide sulla copertina del giornale l’immagine che si muoveva di un uomo malconcio, dai capelli neri sporchi: teneva in mano un cartello con sopra scritto un numero.
Non ne sembrava molto contento però.
-Quello chi è?- chiese lei.
-Non sai chi è questo?!- esclamò Stan. – E’ Sirius Black, ecco chi è: era un grande sostenitore di…Tu Sai Chi.. Ed è anche fuggito da Azkaban, per questo. Ne avrai sentito parlare.-
Jenny lo guardò confusa: forse non si era accorto di essere sullo stesso autobus con Harry Potter.- Ovvio che ne abbiamo sentito parlare.-
Mise poi la testa fuori dal finestrino e vide che in mezzo alla strada c’era una vecchietta che stava attraversando.- Io mi reggerei.- disse al fratello.
-Perché?-
Di colpo Ernie frenò e per via del colpo di frusta, Harry andò dritto a sbattere contro il vetro con la faccia.
La sorella rise sotto i baffi.- Ecco perché.-
-10,9, 8, 7, 6- iniziò a contare la testolina, mentre l’anziana donna con il carrello attraversava la strada. -5, 4, 3, 3 e mezzo, 2, 1 e tre quarti!-
Non appena la vecchia arrivò al marciapiede, l’autobus schizzò via veloce.
Girato l’angolo, giunsero in una delle strade principali.
Jenny sgranò gli occhi quando vide due autobus pieni di turisti che gli vennero incontro.
-Ernie quelli ci vengono addosso!- esclamò la testolina.
Harry si resse, pronto per la frenata, ma non si sapeva come avrebbero fatto a passarci in mezzo.
-Attenti alla testa.- ridacchiò la testolina.
Il guidatore premette il pulsante e il bus si fece talmente secco, che Jenny sentì il corpo schiacciarsi.
Grazie a quella magia, il Nottetempo passò attraverso i due autobus e ripartì a tutta velocità.
Finalmente, giunti al Paiolo Magico, Ernie aveva intenzione di fermarsi vicino al marciapiede dell’entrata, ma c’era una macchina parcheggiata.
Jenny si sorresse con entrambi le mani, mentre, un’ultima volta, la faccia di Harry andò contro il vetro.
-Arrivati al Paiolo Magico.- disse Stan Picchetto, invitandoli a scendere insieme ai bagagli.
Ad aspettarli, c’era Tom, l’uomo che stava al bancone: un curioso tipo senza capelli, né qualche dente e in più una gobba sulla  schiena che lo faceva rimanere piegato a metà.
Il Paiolo Magico continuava ad essere un luogo sereno, con cibo e alloggi per tutti i maghi.
Cucchiaini che si giravano da soli nella tazza e una continua teiera che volava tra i tavoli.
Tom condusse i fratelli Potter in un piccolo ufficio, con un caminetto acceso e una scrivania vicino alla finestra dove sedeva Cornelius Caramel, il Ministro della magia.
-Harry, Jenny, volevo informarvi che vostra zia è stata trovata non lontano da qui, sgonfiata e le è stata tolta la memoria come precauzione.- annunciò l’uomo.
-E per quanto riguarda me, signore?- domandò Harry, preoccupato che lo cacciassero da Hogwarts. -Ho usato la magia fuori dalla scuola.-
Il ministro ridacchiò.- Suvvia, il Ministero non manda ragazzi ad Azkaban perché hanno gonfiato la zia.-
-Non mi piace dirlo.- intervenne Jenny. -Però te lo avevo detto, caro fratello.-
Però l’uomo si fece serio.- Tuttavia, il vostro comportamento, ovvero scappare lasciandosi tutto dietro, è stato un gesto di grande irresponsabilità.-
Jenny alzò gli occhi al cielo: parlava quasi come zia Petunia.
-Soprattutto dopo lo stato delle cose.- aggiunse.
-Lo stato delle cose?- chiese la ragazza.
-C’è un assassino in circolazione.- rispose il ministro, quasi sussurrando.
Però Jenny non capiva cosa centrasse nella discussione.- E cosa centra con noi?-
Caramel balbettò qualcosa e poi ridacchiò per coprire la sua indecisione nel trovare le parole.- Niente, assolutamente.- continuò, cambiando successivamente discorso.- E domani vi metterete in viaggio per Hogwarts. Mi sono preso la briga di farvi avere tutti i vostri libri di testo. Tom vi indicherà la vostra stanza.-
Dopo aver preso la pila di libri sulla scrivania, Harry e Jenny si diressero verso la stanza dove avrebbero passato la notte.
Era piccola, con un camino spento da tempo, un letto matrimoniale e una finestra che dava sulla città.
-Non hai notato che il Ministro sembra un po' troppo gentile?- domandò Jenny, sdraiandosi sul letto polveroso. -Secondo me nasconde qualcosa.-
-Beh, per una volta qualcuno è cortese con noi.- commentò l’altro, curiosando tra i libri: ce ne era uno con la copertina pelosa, due occhietti neri con le palpebre che battevano e sul bordo c’era chiaramente una bocca con un paio di dentini affilati.
Il libro mostro dei mostri.
Harry lo aprì ed improvvisamente esso si mosse, cercando di morderlo.
Come un bambino spaventato da un mostro sotto il letto, il ragazzo indietreggiò mentre il volume lo inseguiva, fino a cadere sul materasso.
-Ma che diamine è?!- esclamò Jenny, per poi dargli un calcio e tramortirlo. -E’ tutto vivo al giorno d’oggi.-
***
La mattina dopo, mentre scendevano per la colazione, videro per il corridoio un topo grassottello che correva rincorso da due gatti.
Uno aveva il pelo dritto e arancione, mentre l’altro era grigio a strisce nere.
Riconobbero subito il ratto: era Crosta, il topo di Ron.
Di fatti, quando scesero alla taverna, trovarono lui, Hermione e Draco a litigare.
-Vi avverto, se quei due assassini non stanno lontani da Crosta, ve ne pentirete!- esclamò Ron, tenendo Crosa stretto a se.
-E’ un gatto Ronald, cosa ti aspetti?! E’ la sua natura.- replicò Hermione.
-Quello sarebbe un gatto? Sembra più un ratto con la pelliccia.- commentò l’altro.
-Ha parlato il proprietario di quella vecchia spazzola da scarpe puzzolenti.- intervenne Draco.
Harry e Jenny ridacchiarono e così gli amici si accorsero di loro.
-Harry!- esclamò Hermione.
-Jenny!- lo stesso Draco, sorridendogli.
Non appena si misero al tavolo per fare colazione, Ron mostrò una foto di tutta la famiglia di dove avevano passato l’estate.
-L’Egitto è un posto eccezionale: ci sono mummie e tombe..- disse il ragazzo.
-Gli egiziani veneravano i gatti.- commentò Hermione, con sfacciataggine.
-E anche lo scarabeo stercorario.- aggiunse Ron.
A quel punto arrivò l’intera famiglia Weasley.
-Non starai mica mostrando di nuovo quella foto, eh Ron?!- chiese George, togliendogli la foto dalla mano.
-Come hai fatto con Tom, la cameriera di giorno, quella di notte e anche quello che è venuto a riparare il water.- continuò Fred, sedendosi di fronte a Jenny.- Ciao Jenny, come stai?- le domandò, facendole uno strano sorriso troppo amichevole che Draco notò.
La ragazza ricambiò ingenuamente.- Sì, grazie.-
Draco squadrò Fred dalla testa ai piedi e vide il modo in cui guardava Jenny.
Gli diede una forte pacca sulla spalla, sorridendogli.- Anche io, Fred, grazie per l’interessamento!-
Jenny ridacchiò per la sua gelosia, quando scorse Molly e Arthur Weasley.
Dopo che la donna si fosse assicurata che stessero bene, Arthur si diresse da Harry, Jenny e Draco.- Posso parlare con voi in privato?-
Così, i 4 si misero in un angolino lontani da tutti: sul muro c’era ancora la foto di Sirius Black, tappezzata ovunque.
-Vi volevo comunicare che sappiamo delle ultime vicende accadute a Jenny e Draco e parte del Ministero, ovviamente le persone più fidate, stanno lavorando ad una soluzione.- mormorò l’uomo.
-Grazie, signore.- dissero all’unisono i due ragazzi.
-Per quanto riguarda te, Harry..-
-Si tratta di Sirius Black, vero?- gli domandò schiettamente.
-Cosa sai di lui, Harry?-
-Solo che è fuggito da Azkaban.-
-E sai perché?-
Sia Harry che Jenny scossero la testa.
-Quando Tu sai chi è stato sconfitto, Sirius Black, suo infiltrato e alleato, ha perso tutto. Ed è per questo che è fuggito da Azkaban, per trovare te.- spiegò il signor Weasley.
-Ed uccidermi?- continuò Harry.
-Non mi stavo riferendo a te, Harry.- continuò l’uomo, rivolgendo il suo sguardo a Jenny.
Lei e Draco si guardarono straniti.- E cosa vorrebbe da me?-
-Tu gli sei sfuggita, quella notte. Ci sono fonti attendibili che confermano che lui stia proprio puntando a te.- rispose, mettendole le mani sulle guance, come per rassicurarla.- Jenny, devi promettermi che qualsiasi cosa tu sentirai, non andrai in cerca di Black.-
Jenny la trovava un’idea stupida.- Signore, perché dovrei cercare un uomo che vuole uccidermi?-

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Capitolo 2
*** Capitolo II. ***


Quella stessa mattina, nonostante ci fosse una tempesta in atto, Harry, Ron, Hermione, Jenny e Draco presero l’espresso per Hogwarts.
Il treno era molto più affollato del solito, perciò furono costretti a sistemarsi in una cabina già occupata.
C’era un uomo che stava dormendo, coperto dal proprio mantello, poggiato al finestrino.
-Secondo voi lui chi è?- domandò Ron, sedendosi con Crosta in mano.
-Il professor Remus Lupin.- rispose Hermione.
-Tu sai sempre tutto?-
La ragazza sospirò per il commento e gli indicò la borsa posta sopra al porta bagagli.- E’ scritto sulla valigia, Ronald.-
Jenny gli si avvicinò, confermando che stava dormendo e così chiuse la cabina e aggiornò Ron ed Hermione su quello che gli aveva detto Arthur.
-Fatemi capire bene: Sirius Black è fuggito da Azkaban per uccidere te?- chiese Ron a Jenny.
-Beh, ma dovranno prenderlo prima o poi.- commentò Hermione.
-Non sarà facile: mio padre dice che è un pazzo furioso, un assassino.- commentò l’altro.
Draco sospirò, sovrappensiero e probabilmente anche spaventato.- Grazie Ron.-
Ron storse la bocca, essendosi per un momento dimenticato che se a Jenny veniva fatto del male, contemporaneamente succedeva anche a Draco.
-Comunque sono solo voci e poi qualcosa non mi quadra: un criminale che evade di prigione solo per uccidere una ragazzina di 13 anni? Deve avere poche priorità, questo tipo.- intervenne Jenny.
In quello stesso istante, il treno iniziò a rallentare, ma erano in viaggio solo da poco.
-Perché ci fermiamo? Non possiamo esserci già.- chiese Hermione, turbata.
Successivamente, l’espresso si fermò definitivamente e Ron diede uno sguardo fuori.- Qualcuno si muove là fuori.-
Non capivano cosa stesse succedendo: iniziò a fare freddo, i vetri si ghiacciarono e le luci si spensero.
Draco, impaurito, prese la mano di Jenny, mentre qualcosa si avvicinava alla loro cabina.
Un essere dal lungo mantello nero aprì la porta scorrevole.
Non aveva le gambe, restava a mezz’aria da solo.
Le sue mani erano putride e disgustosamente secche, simili a quella di Griffin.
Draco non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, era come pietrificato.
Essa fece capolino con la testa coperta dal mantello, senza entrare.
Voltò il proprio sguardo contro Draco, per qualche minuto, però al ragazzo sembrò un’eternità.
Jenny vide il suo corpo piegarsi in avanti verso la creatura, come se essa lo stesse risucchiando.
In quello stesso istante, l’uomo che dapprima era tranquillamente addormentato, si alzò, puntando la bacchetta contro l’essere.
Dall’arma uscì un potente bagliore di luce che la cacciò via.
Infine, Draco svenne.
Quando si risvegliò, il treno era ripartito, le luci si erano riaccese e quell’uomo gli stava porgendo un pezzo di cioccolata.
-Ciao Draco, sta tranquillo, è cioccolata, con questa ti sentirai meglio.- gli disse, con un sorriso amichevole.
Il professor Lupin era un uomo dalla chioma marrone, occhi verdi che davano leggermente sull’azzurro e un paio di baffetti sopra il labbro.
Ancora un po' intontito, il ragazzo diede un morso al dolce.- Cos’era quella cosa che è entrata?- domandò, con le pelle d’oca.
-Era un Dissennatore, una delle guardie di Azkaban: perlustrava il treno per Sirius Black.- spiegò l’uomo. -Ora, se non vi dispiace, vado a scambiare due parole col macchinista. Mangia, ti sentirai meglio.- continuò, prima di uscire dalla cabina.
Jenny si sedette accanto a Draco, preoccupata.- Come ti senti?-
-E’ stato orribile: come se fossi di nuovo tornato all’anno scorso, con Tom Riddle.- rispose Draco. -Solo io sono svenuto?-
-Sì, ma io mi sono sentito strano, come se non potessi più essere felice, ecco.- intervenne Ron.
Quello che era successo aveva preoccupato Draco, facendo rivangare brutti ricordi che non sarebbero mai andati via.
***
Per colpa della tempesta, gli allievi furono costretti a raggiungere il castello tramite carrozze che si trainavano da sole, invece che utilizzare le barche sul lago nero.
Si misero le divise e si sedettero tutti nella sala grande, dove si aspettavano, ovviamente, uno degli illuminati discorsi di Albus Silente.
 
-Benvenuti ragazzi, ad un altro anno ad Hogwarts.- esordì il preside, postandosi davanti al suo maestoso leggio con un gufo disegnato sul marmo.- Quest’anno, salutiamo il professore di Cura delle creature magiche, che ha deciso di passare gli ultimi anni di riposo con gli arti che gli restano.- annunciò. -Egli sarà sostituito da niente poco di meno che dal nostro Rubeus Hagrid.-
Il gigante si alzò dalla tavolata dei professori in modo talmente goffo che fece ribaltare tutti i bicchieri, mentre Harry, Ron, Hermione, Draco e Jenny gli applaudivano.
-Diamo anche il benvenuto, al professor Remus Lupin, come nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure: buona fortuna professore.-
I 5 capirono perché allora sapeva come riprendersi dall’attacco di un Dissennatore.
A Jenny appariva forse il professore più simpatico che avesse mai conosciuto.
-E ora, arriviamo a cosa più tetre: quest’anno, Hogwarts ospiterà i Dissennatori di Azkaban.-
Solo a sentire quella parola, Draco rabbrividì.
-Badate a quello che vi dico: i Dissennatori non faranno distinzione tra chi stanno cercando e chi gli si metterà davanti. Tuttavia, non potete permettergli di farvi del male.- continuò Silente.- Sapete, la luce si può trovare anche negli attimi più tenebrosi.- spiegò, spegnendo una candela solo con una passata di mano.- Se solo uno si ricorda di accendere la luce.- proseguì, riaccendendola.
Come intuito dall’incantesimo di Lupin, i Dissennatori probabilmente odiavano la luce.
Jenny decise di accompagnare Draco fino alle scale dei sotterranei, per controllare che stesse bene.
Il ragazzo aveva cambiato pettinatura: abbandonando il gel, aveva lasciato i capelli normali, con una leggera frangetta.
-Quante attenzioni tutte per me.- commentò Draco, prendendole i fianchi.
-Non ti ci abituare: volevo solo assicurarmi che fosse tutto okay.- replicò lei, arrossendo.
Lui le sorrise, prima di lasciarle un leggero bacio sulle labbra.- Ah, Jennifer Potter, mi sei mancata.- mormorò, sfiorandole il naso col proprio.
Il momento intimo si spense quando sentirono Dean, Seamus ed Harry ridacchiare per le scale.
-Oh Draco, amore mio!-
-Sbaciucchiami tutto il giorno!-
-E tutta la notte!-
Jenny ridacchiò sospirando.- Uomini.-
Draco le diede un bacio sulla guancia ridendo.- Buona notte.-
Jenny salì le scale e diede uno schiaffo dietro al collo per ognuno di loro.- Ficcanaso! Voglio vedere voi quando avrete una ragazza, se ce l’avrete!-
Salirono le scale mobili fino al settimo piano e trovarono la signora Grassa, padrona del quadro sull’entrata del dormitorio, che cantava.
-Fortuna major!- le disse Seamus, ma ella non si mosse.- Visto? Non vuole farmi entrare.-
La donna aveva in mano un bicchiere e aveva tutta l’intenzione di romperlo con le sole corde vocali.
Ovviamente non ci riuscì, era talmente stonata che perfino il bicchiere non le dava retta.
Così, per far finta che aveva avuto successo, lo ruppe da sola.- Sbalorditivo! Solo con la mia voce! Brava, brava!-
Harry sbuffò.- Fortuna major.- ripeté.
-E va bene, entrate!-
Una volta che la porta si fu aperta, ragazzi e ragazze proseguirono nelle loro stanze.
Jenny diede da mangiare a Blue e notò che era cresciuto rispetto all’anno scorso.
-E quindi, tu e Draco state definitivamente insieme?- domandò Hermione.
L’altra, riflettendoci su, pensò che Draco non glielo aveva mai chiesto ufficialmente.- In effetti, non lo so, lui si è comportato come se stessimo già insieme.- le rispose, indossando la camicia da notte.- Oh, e, ehm, mi dispiace di non avertelo detto, sai, tu eri pietrificata.-
-Sta tranquilla.- continuò l’amica, mettendosi sotto le coperte. -Credo di avere una cotta per un altro.-
Jenny si voltò a guardarla di scatto.- Davvero? E chi sarebbe? Lo conosco?-
Hermione divenne improvvisamente tutta rossa.- Oh no, è di Corvonero.- balbettò.
L’altra ragazza non le credeva neanche un po' e aveva anche dei sospetti.- E’ Ron, vero?-
-Ma che dici?! Ma ti pare! Neanche per sogno!- esclamò Hermione.
Jenny ridacchiò sotto i baffi.- Se lo dici tu.-

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Capitolo 3
*** Capitolo III. ***


La prima lezione dell’anno, si sarebbe svolta insieme alla professoressa Cooman, in una nuova materia che si iniziava al terzo anno: Divinazione.
Ovvero, le letture delle foglie di tè e delle visioni.
La professoressa Cooman era una buffa donna dai capelli scompigliati, un po' hippie, con un paio di enormi lenti e vestiti sempre pesanti.
-Benvenuti ragazzi, in quest’aula oggi, insieme, faremo un passo verso il futuro!- esclamò.
L’aula era sistemata con tavolini rotondi, abbelliti con tovaglie rosse, a due o più posti.
Per quella lezione, la donna  aveva sistemato due tazze da tè su ciascun tavolo.
-E’ un mucchio di sciocchezze.- commentò Hermione, ma nessuno l’aveva vista sedersi accanto a Jenny e Draco prima dell’inizio dell’ora.
-Da dove spunti fuori?- le domandò lui.
-Io? Sono sempre stata qui.- rispose lei, sistemandosi la toga.
-Salve a tutti, io sono la professoressa Cooman, in quest’aula affronterete la nobile arte della Divinazione. In quest’aula, voi scoprirete se possedete la vista.- continuò, iniziando a camminare per la stanza, scrutando gli allievi. -In questo trimestre, ci dedicheremo alla tassomanzia, l’arte di leggere le foglie di tè. Scambiatevi la tazza col compagno di fronte a voi.-
Così, Jenny prese la tazzina di Draco e viceversa, lo stesso fecero Harry e Ron.
Hermione, invece, non sembrava affatto interessata.
La Cooman si diresse subito da Draco.- Mh, la tua mente è per ampliata mio caro ragazzo.- gli disse, dandogli una pacca sulla chioma bionda.- Dimmi cosa vedi.-
Draco non aveva idea di cosa dire, così prese il libro e lo aprì ad una pagina a caso. -Ehm, Jenny ha una specie di croce storta…Significa travagli e sofferenze.- balbettò il ragazzo. -Oddio, che schifo.- borbottò, tra se e se.
-Dammi la tazza.-
Non appena la Cooman la prese, la lanciò via sul tavolo, spaventata.- Oh, mia cara ragazza, tu hai…Il gramo.-
Jenny non sapeva cosa fosse, fin che suo fratello non la illuminò, leggendo la descrizione sul libro.- Il gramo assume la forma di un cane fantasma gigante, uno dei presagi più oscuri del nostro mondo, è presagio...Di morte.-
***
Nonostante ciò, Jenny non era spaventata e si avviò insieme agli amici verso la capanna di Hagrid: stava per iniziare la sua prima lezione come professore di Cura delle creature magiche.
-Tu non credi che quel gramo centri qualcosa con Sirius Black, vero?- domandò Ron.
-Te l’ho detto Ron: qui c’è qualcosa che mi puzza, non è possibile che venga per me.- rispose Jenny.
-Ma tu non hai proprio paura di niente, vero?- intervenne Draco.
-Nah, è la paura che deve aver timore di me!-
-E poi, Divinazione è una materia senza capo né coda.- commentò Hermione. -Rune antiche, quella sì che è una materia affascinante.-
Draco la guardò confusa.- Un momento, come fai a frequentare quella materia? E’ alla stessa ora di Divinazione: saresti in due aule alla stessa ora.-
-Non essere sciocco, come farei a stare in due aule alla stessa ora?!- ridacchiò la ragazza. -Ampliate la mente, usate l’occhio interiore per vedere il futuro!- esclamò, imitando la Cooman.
-Hai paura del buio!- continuò Harry.
-No!- rispose la sorella.
-Dei lupi mannari!-
-Assolutamente no, povere bestiole!-
-Uffa!-
Tutti gli studenti si accalcarono davanti alla capanna del gigante.
-Venite tutti: ho una vera chicca per voi oggi.- disse egli, conducendo gli alunni in un piccolo prato aperto. -Aprite il libro a pagina 49.-
Il libro di Cura delle creature magiche era proprio il libro Mostro dei mostri, difficile da gestire.
-E come lo apriamo?- chiese Jenny.
-Accarezzandogli il dorso, naturalmente.- rispose l’amico.
Jenny avrebbe voluto intuire che quel cattivo e brutto volume in realtà aveva bisogno solo di coccole.
Perciò, passò due dita dolcemente sul dorso peloso ed esso si calmò, come se si addormentasse.
-Mmh, ne avrei bisogno anche io.- sussurrò Draco sorridendo, abbracciandola da dietro.
Jenny ridacchiò e gli diede una spintarella, ma qualcosa distrasse il ragazzo: davanti a loro si era presentato una magnifica creatura alata.
Le sue penne erano sul grigio chiaro, a macchie nere.
Aveva metà corpo d’uccello e metà di cavallo, insieme ad un paio d’ali enormi.
-Hagrid, ma quello che cos’è?- domandò lui.
-Questo Draco è un ippogrifo.- rispose il professore, tirando all’animale quello che sembrava un furetto morto.- Vi presento Fierobecco!- esclamò entusiasta. -Allora, chi vuole provare a toccarlo?-
Tranne che a Draco, a tutti gli altri sembrava spaventare Fierobecco.
Fecero un passo indietro, eccetto Jenny.
-Benissimo Jenny, benissimo!-
Jenny si guardò intorno e notò di essere l’unica rimasta ferma: alzò gli occhi al cielo e si avvicinò ad Hagrid.- Fifoni.-
-Allora Jenny, devi sapere che gli ippogrifi sono delle creature molto orgogliose: non bisogna mai offenderli, sarebbe l’ultima cosa che fai.- spiegò Hagrid. -Adesso, fagli un bel inchino e se lo fa anche lui, puoi andare a dargli un buffetto.-
Jenny si mise a qualche metro da Fierobecco e si chinò con il busto in avanti.
Poco dopo, anche l’animale fece la stessa cosa.
-Molto bene!- esclamò Hagrid, applaudendo. -Adesso puoi andare ad accarezzarlo, ma lentamente.-
Jenny si avvicinò passetto dopo passetto, allungando la mano verso il suo muso.
Aveva un becco ruvido e delle piume soffici che lei riuscì a toccare senza che l’uccello la facesse a pezzi.
-Complimenti Jenny!- commentò il gigante.- Fatti un giro!-
Jenny sgranò gli occhi: non credeva che lo avrebbe cavalcato. -Sicuro?-
Hagrid la prese in braccio e la mise sul dorso di Fierobecco.- Certo! Ma non tirargli le piume, perché non gli piacerà!- rispose, dando una pacca sul sedere della creatura.
Essa partì immediatamente e Jenny fu costretta a reggersi alle sue piume, cercando di non fargli male.
Prese la rincorsa intorno al prato e poi batté le ali, sollevandosi in aria.
Fierobecco volò fin sopra il lago nero e anche Hogwarts, facendo sentire Jenny talmente libera che prese ad urlare, euforica.
Infine, l’ippogrifo planò di nuovo verso il prato, quando Hagrid lo chiamò con un fischio.
-Bravissima Jenny, complimenti!- esclamò il gigante, applaudendole insieme al resto della classe. La fece poi scendere.- Come va il mio primo giorno?-
-Benissimo, professore.- gli disse, entusiasta di chiamarlo in quel modo.
Era uno dei grandi desideri di Hagrid, lavorare con le creature magiche.
-Hagrid, ti spiace se provo io?- intervenne Draco, camminando dritto verso Fierobecco, ma forse, troppo veloce.
L’uccello si spaventò e con le zampe davanti, piene d’artigli, si imbizzarrì e colpì Draco al braccio.
Il ragazzo cadde a terra e Jenny fece un gridolino di dolore, poggiandosi alla corteccia di un albero per non cadere.
-Fierobecco!- urlò Hagrid, lanciandogli un furetto per allontanarlo.
-Oddio Hagrid, mi dispiace tanto.- piagnucolò Draco, con il braccio che gli sanguinava.
-Sta tranquillo, va tutto bene, ti porto in infermeria.- balbettò l’altro, prendendolo in braccio.- La lezione è terminata!-
***
Sia Jenny che Draco andarono da Madama Chips: fortunatamente era solo un graffio, che aveva intorpidito i muscoli, ma l’infermiera li guarì con un po' di Dittamo.
Una rara pianta curativa di cui Madama Chips si serviva per curare abrasioni, tagli e bruciature.
Entrambi si tolsero la divisa, scoprendo il taglio e si meravigliarono di come la ferita coincideva sul loro corpo.
-E’ incredibilmente inquietante.- commentò Draco.
-Lo hai detto a qualcuno, a casa?- gli chiese Jenny.
-Sei impazzita? Chissà cosa mi direbbero.- sospirò l’altro.- Mio padre farà un casino per questa storia.-
-Cavalcare un ippogrifo, che pazzia!- borbottò Madama Chips, mettendo la pianta schiacciata sulla ferita di Draco.- Poi si fanno male e vengono tutti da me!-
Tutti e due ridacchiarono divertiti.
-Secondo te siamo anche telepatici?-
-Non lo so, prova a capire a cosa sto pensando.- gli disse Jenny.
Draco la fissò negli occhi e si sforzò, mentre l’infermiera fasciava il braccio a tutti e due. -Ehm, che ho dei bei capelli?-
L’altra roteò gli occhi ridacchiando e si avviò all’uscita.- Forse quando smetterai di essere così narcisista.-
Raggiunsero poi Harry e Ron a pranzo e mentre Draco cercava di mangiare con la mano sinistra, arrivò un gufo con della posta per lui.
Quando aprì la lettera, sbuffò.- Mio padre è furioso, vuole far licenziare Hagrid. Ci sarà un’inchiesta.-
-Ma non può farlo!- esclamò Harry.
-Credi che riuscirei a convincerlo? Non mi ascolta…-
-E’ stato avvistato! E’ stato avvistato Sirius Black!- esclamò Seamus, correndo verso il tavolo sventolando la Gazzetta del Profeta.
-Di bene in meglio.- borbottò Draco, tra se e se.
Ron si avvicinò per leggere meglio.- E’ un villaggio qui vicino, non verrò mica ad Hogwarts.-
-Con i Dissennatori alle calcagna?- intervenne Dean.
-Già una volta gli è sfuggito.-
-Esatto: è come afferrare il fumo a mani nude.-
Sulla copertina del giornale c’era ancora la foto di Sirius che si dimenava dalle guardie.
Jenny però, continuava a non esserne spaventata.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Nel pomeriggio, raggiunsero l’aula di Difesa contro le arti oscure per la lezione col nuovo professore.
Lupin aveva messo al centro della stanza un armadio con un’anta a specchio.
Subito dopo essersi sistemati nell’aula, in piedi, esso si mosse da solo e tutti sobbalzarono.
-Benvenuti a tutti ragazzi.- disse egli. -Chi sa dirmi cosa potrebbe esserci lì dentro?-
-Quello è di sicuro un Molliccio.- rispose Dean.
-Molto bene, signor Thomas.- continuò Remus.- E sapete che forma ha il Molliccio?-
-Nessuno lo sa.- intervenne Hermione, apparento all’improvviso vicino a Draco.
-Quando diamine sei arrivata?- si domandò lui, sorpreso.
-Un Molliccio assume la forma delle peggiori paure del mago stesso.-
-Esattamente signorina Granger. Ora: esiste un incantesimo capace di scacciare via un Molliccio, ma la cosa più importante e letale per loro, sono le risate.- spiegò il professore.- Ripetete insieme a me, senza prendere la bacchetta: Riddikulus.-
-Riddikulus.- ripeté tutta la classe insieme.
-Perfetto, adesso, dovete immaginarvi qualcosa di divertente, che fa ridere. Passo a spiegare.- disse Lupin, cercando qualcuno tra la folla.- Neville, vuoi partecipare?-
Un po' titubante, il ragazzo fece cenno di sì con la testa.
-Allora Neville, cos’è che ti spaventa di più?- gli chiese.
Neville rispose inizialmente con voce bassa e incomprensibile.
-Come scusa?-
-Il professor Piton.- ribadì l’altro, mentre intorno a lui i compagni presero a ridere.
-Sì, spaventa tutti.- commentò Lupin, sorridendo. -Se non sbaglio, tu vivi con tua nonna.-
-Sì, ma non voglio che il Molliccio si trasformi in lei, però.-
-No, sta tranquillo, ma ho bisogno che ti immagini nitidamente i suoi vestiti, solo quelli.-
-Ehm, porta una borsetta rossa…-
-Non occorre dirlo, purché tu li veda, noi li vediamo. Quando aprirò l’armadio, ecco cosa devi fare.- espose Remus, avvicinandosi poi al suo orecchio.- Devi immaginare il professor Piton con i vestiti di tua nonna.- gli sussurrò. -Ne sei in grado?-
Neville annuì e così, con un cenno di bacchetta, Lupin aprì l’armadio.
Non appena la maniglia si girò, ecco uscire proprio il professor Piton.
Sempre col mantello nero e lo sguardo corrucciato: una perfetta riproduzione.
Neville tirò fuori la bacchetta con le mani tremanti e poi gliela puntò contro.- Riddikulus!-
Improvvisamente, Severus si ritrovò ad indossare una gonna stretta verde, un buffo cappello con le piume e una borsa rossa.
Gli alunni scoppiarono a ridere.
-Bravissimo Neville! Provate voi, tutti in fila!- esclamò Lupin.- Voglio che vi immaginiate la cosa che vi fa più paura e la trasformiate in qualcosa di buffo.-
-E se non si ha paura di niente, professore?- chiese Jenny, mettendosi in fila indiana dopo Draco.
-Oh, tutti abbiamo paura di qualcosa.- rispose lui, facendole un occhiolino.
Ron si ritrovò in cima alla fila: i suoi amici sapevano benissimo di cosa avesse paura.
Di fatti, davanti a lui apparve un gigantesco ragno nero con delle pericolose chele appuntite.
Ron deglutì per il nervosismo e prese la bacchetta.- Riddikulus!-
Alle otto zampe del ragno apparirono dei pattini a rotelle che lo fecero inciampare più volte: un buon modo per vincere la paura.
Successivamente, Draco si fece avanti: anche lui intuì che cosa sarebbe apparso.
Di fatti, d’improvviso il Molliccio si tramutò in un Dissennatore che attaccò Draco senza pensarci.
Lupin si mise tra i due, impedendogli di avvicinarsi di più.
Poi però, il Molliccio cambiò la sua forma in quello di una luna piena, tra le nuvole.
-Riddikulus!-
Dopo l’incantesimo, un palloncino prese a volare per l’aula e così Lupin aprì l’armadio, rispedendolo dentro.
-Bene, la lezione è terminata.- annunciò, anche se gli studenti ci erano rimasti male. -Spiacente, non bisogna esagerare troppo.-
Draco era rimasto immobile davanti all’armadio e Jenny gli si avvicinò per vedere se stesse bene.- Ehi, tutto okay?-
Il ragazzo spostò lo sguardo, dapprima fisso sul pavimento, verso la ragazza: era frustrante il non riuscire a reagire davanti quella creatura.
Non disse niente e uscì dall’aula.
Lupin bloccò Jenny prima che potesse seguirlo.- Lascialo: ha bisogno di rimanere da solo.-
Jenny avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma non sapeva come.
***
Il giorno dopo, ci sarebbe stata la visita ad Hogsmade, ovvero un villaggio vicino al castello dove c’erano vari negozi, come Mielandia, il negozio di dolci più fornito del mondo e la Stamberga Strillante, la casa infestata.
Per via dell’accaduto, ovviamente Vernon non aveva firmato il permesso né ad Harry né a Jenny, così i due fratelli videro andare via Ron ed Hermione insieme agli altri, guidati dalla McGranitt.
-Penso che andrò a ripassare.- le disse Harry, sconfortato.
Fu in quel momento che giunse Draco.- Neanche voi andate?- le domandò; il braccio era completamente guarito ad entrambi.
-Beh, io ho degli zii babbani e ottusi, tu perché?- rispose Jenny, avvicinandosi: non voleva chiedergli subito dell’accaduto a lezione, per non soffocarlo.
-Io un padre ottuso.- continuò lui, facendo un leggero sorriso. -Avanti baby, so che vuoi chiedermelo.-
Jenny sorvolò sul nomignolo e gli prese le mani.- Vorrei davvero aiutarti.-
-Tu fai già tanto, ma non sei tu, sono io: mi sento così debole.-
-Che ne dici se parliamo con il professor Lupin? Magari sa qualcosa.- propose lei.
Draco la guardò e osservò il modo in cui si preoccupava.- Sai una cosa?-
-Cosa?-
-Sei davvero la cosa più bella che ho.- sussurrò, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Senza pensarci, Jenny si avvicinò per baciarlo: quella volta, fu un vero bacio passionale, il più intenso che si erano mai dati fino a quel momento.
Proprio in quel bacio, Jenny capì di essere follemente innamorata di lui.
Raggiunsero quindi il professor Lupin nel suo ufficio: era in piedi alla finestra, reggendosi con un bastone.
Sembrava più stanco del giorno prima e in più aveva dei strani graffi sul volto.
-Jenny, Draco, sapevo che vi avrei rivisti.- commentò sorridendogli.
-Signore, posso farle una domanda?- gli chiese Draco.
-Vuoi sapere perché ti ho impedito di affrontare quel Molliccio.- esordì il professore.- Sono venuto a conoscenza di quello che ti è successo l’anno scorso e temevo che avrebbe preso la forma di Tom Riddle.-
-Ho pensato a Tom Riddle, inizialmente.- gli disse l’altro. -Ma poi mi sono ricordato della sera sul treno. Perché i Dissennatori mi fanno questo effetto? Insomma, a me più che ha chiunque altro.-
-Devi sapere Draco che i Dissennatori si nutrono di ogni nostro ricordo felice, fino a lasciarci senza. Vuol dire che nel tuo passato hai dovuto affrontare cose della quale ancora non ti sei liberato.- spiegò Lupin.
-E come possiamo aiutarlo?- intervenne Jenny.
Remus le sorrise.- E’ molto fortunato ad averti, Jenny. Sai come ho riconosciuto te e tuo fratello? Non dalla cicatrice, ma dagli occhi, come quelli di Lily.- continuò. -Io la conoscevo: lei era capace di vedere il buono in tutti, anche quando non ce ne era all’apparenza. James, d’altro canto, il mio migliore amico, era uguale a te: temerario, spiritoso e sapeva amare, intensamente.-
Jenny sarebbe stata ore ad ascoltarlo parlare dei propri genitori.
-Lei ha scacciato via quel Dissennatore, sul treno, può insegnarmelo?- continuò Draco.
-Potrei, ma si tratta di un incantesimo al di là delle tue conoscenze attuali.-
-Sono pronto, signore.- disse il ragazzo, deciso.
-Molto bene, però, dopo le feste, per ora devo riposare.- rispose Lupin, zoppicando verso la scrivania.- Per ora, creati nuovi ricordi felici Draco, ne avrai bisogno.-
***
Fu nel pomeriggio che Ron ed Hermione tornarono da Hogsmade e raccontarono tutto a Jenny ed Harry, mentre andavano al dormitorio.
-Mielanda è un posto eccezionale, per non parlare della Stamberga Strillante, anche se non ci siamo avvicinati molto.- disse Ron.
In quel momento Harry notò che si stava creando un po' troppa fila per la scala del settimo piano. -Che succede?- domandò stranito.
-La signora Grassa è sparita!- esclamò Ginny.
Infatti, ecco arrivare Silente insieme a Gazza, per esaminare il quadro: la carta era stata tagliuzzata e della donna nessuna traccia.
-Perquisite tutti i quadri.- ordinò il preside.
-Non serve signore.- esordì il guardiano, indicando un quadro a due piani più giù.- La signora Grassa è là.-
Tutti li studenti di Grifondoro, curiosi, si accalcarono a due scalinate più in basso, su un quadro di cinghiali che pascolavano tranquillamente: la signora Grassa si nascondeva dietro uno di essi.
-Cara signora, chi le ha fatto questo?- le domandò Albus.
-Occhi come il diavolo!- piagnucolò la donna. -La sua anima…Nera quanto il suo nome! E’ qui, nascosto nel castello! Sirius Black!-
Albus fece chiudere l’entrata del castello e mandò tutti gli allievi di Grifondoro a dormire nella sala grande, in dei sacchi a pelo.
Mentre Ron russava, Jenny ed Harry non riuscivano a prendere sonno, trovandosi scomodi sul pavimento.
-Ho controllato la Guferia e la torre di astronomia, signore, tutto libero.- disse Gazza.
-Io ho guardato nei sotterranei, signor preside, Black non ce lì e in nessun’altra parte.- continuò Piton. -Impresa notevole, non trova? Entrare nel castello di Hogwarts senza un aiuto del tutto inosservato.- commentò poi. -Ha qualche teoria su come ci sia riuscito?-
-Molte, una più improbabile dell’altra.-
-Se ricorda bene, prima dell’inizio del trimestre, ho espresso i miei dubbi riguardo il professor Lupin.-
-Non un solo professore in questo castello aiuterebbe Sirius Black ad entrare!- esclamò Silente, in disaccordo. -Ora sono convinto che il castello sia sicuro e di rimandare gli studenti alla rispettiva casa.-
-Quanto ai Potter? Dovrebbero essere avvertiti?-
-Non occorre. Lasciamo dormire, perché nei sogni entriamo in un mondo pienamente nostro.-

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Capitolo 5
*** Capitolo V. ***


Ci furono le prime nevicate e così gli studenti tornarono a casa per le vacanze.
Al loro ritorno, si sarebbe svolta un’altra gita ad Hogsmade.
Quella mattina però, Jenny e Draco tornarono nell’aula di Difesa contro le arti oscure, dal professor Lupin.
Prima di entrare però, Draco afferrò la mano di Jenny.- Aspetta un attimo.-
Jenny si voltò a guardarlo.- Cosa?-
-Visto che sono dovuto tornare a casa, per le vacanze, ti ho preso questo.- le disse, tirando fuori una scatolina verde dalla tasca della toga.
Jenny gli sorrise.- Devi smetterla di farmi regali, perché lo fai?- gli domandò e nello schiudere il piccolo contenitore, fece uno sguardo sbalordito.- Oh Mio Dio.-
Draco ridacchiò per la sua reazione.- Perché adoro la tua faccia quando li apri.-
Si trattava di un anello nero, con vari filamenti che giravano attorno al bordo.
-C’è anche un’incisione.-
Jenny si portò il gioiello davanti l’occhio per vedere meglio: all’interno c’era una parte argentata, con sopra una scritta: Filo della vita.
-Mia madre per mio padre.- spiegò Draco. -E’ stato uno dei primi anelli che le ha regalato.-
La pelle le rabbrividì: era un dono molto importante e non si sentiva all’altezza.
Si conoscevano da così poco tempo.
-D-Draco, non posso accettare.- balbettò, rimettendo l’oggetto dentro la scatola.
Lui la guardò con le sopracciglia aggrottate.- Cosa? Perché?-
-Non fraintendere, è bellissimo, ma credo sia troppo presto…-
Draco annuì, capendo la situazione.- Va bene, non ti preoccupare.- continuò, anche se ci era evidentemente rimasto male.
Subito dopo entrarono in aula: al centro di essa il professore aveva messo un baule chiuso.
-Salve ragazze, siete venuti.- gli disse, sorridendo. -Ne sei ancora sicuro, Draco?-
-Assolutamente sì, signore.- rispose Draco, tirando fuori la bacchetta.
-L’incantesimo che cercherò di insegnarti oggi si chiama Incanto Patronus: è una specie di energia positiva e per il mago che lo evoca, funziona come schermo. Di solito assume la forma di un animale, ma io non mi aspetto che tu faccia volare un drago per la stanza alla prima lezione.- spiegò, con un ghigno divertito.- Il Dissennatore si nutre di esso, piuttosto che del mago, ma per far sì che funzioni, devi concentrarti su un ricordo: non uno qualsiasi, uno molto felice, di grandissima intensità. Riesci a farlo?-
Draco ascoltò tutto e alla sua domanda annuì con sicurezza.
-Molto bene. Chiudi gli occhi.- gli disse, mentre il ragazzo serrò le palpebre. -Concentrati sul tuo ricordo e ripeti chiaramente: Expecto Patronum.-
Il ragazzo prese un bel respiro.- Expecto Patronum.-
-Molto bene, adesso bacchetta alla mano.- continuò Lupin, in procinto di aprire il baule.
Jenny si fece da parte, rimanendo a guardare e Draco impugnò l’arma.
Non appena la cassa venne aperta, ne fuori uscì un Dissennatore: un Molliccio, di nuovo, ma a Draco sembrava uno vero.
Volò in aria e cercò di attaccarlo dall’alto.
Sfortunatamente, Draco si immobilizzò e non riuscì a fare niente, neanche quasi a pronunciare l’incantesimo, che svenne.
Lupin lo aiutò ad alzarsi, una volta riaperti gli occhi e le diede del cioccolato.- Tranquillo Draco, sapevo che sarebbe successo, è normale.-
-A cosa hai pensato?- gli chiese Jenny, sorreggendolo per rimettersi in piedi.
-Non so se sia un ricordo, in realtà: sono a cena, con mio padre e mia madre e loro ridono. Non lo fanno da così tanto tempo.- rispose lui, strofinandosi gli occhi.
-A quanto pare non era abbastanza intenso.- commentò il professore.
-Ce n’è anche un altro, ma non è stato fatto in circostanze felici.- continuò Draco.
-E’ intenso?-
Il ragazzo poggiò lo sguardo su Jenny.- Lo è.- annuì sicuro e impugnò la bacchetta.- Riproviamo.-
Allora Lupin si avvicinò al baule e lentamente lo aprì.
Il Dissennatore uscì di nuovo e Draco gli puntò la bacchetta contro.- Expecto Patroum.-
Inizialmente, l’incantesimo non ebbe effetto, ma poi si concentrò e le sue parole si fecero più decise.- Expecto Patronum!- esclamò, stringendo i denti.
Proprio in quell’istante, una potente luce fuori uscì dalla bacchetta, dritta verso il Molliccio.
Draco abbassò l’arma fino a far tornare, inerme, il Dissennatore dentro la cassetta, così che Lupin la potesse chiudere.
-Perfetto, Draco, bravissimo!- esclamò Remus, dandogli della cioccolata.
Per la prima volta dopo qualche tempo, Jenny vide un vero sorriso sul volto del fidanzato.
-Lo sapevo che ce l’avresti fatta.- gli disse lei, abbracciandolo. -Che ricordo hai scelto?-
-La prima volta che ci siamo baciati.- rispose l’altro, arrossendo leggermente.
-L’amore, caro Draco.- intervenne Lupin, dandogli una pacca sulla spalla.- E’ la magia più potente che esista.-
***
Continuavano le fitte nevicate e mentre i gemelli Weasley si divertivano a fare pupazzi di neve, gli studenti del terzo anno visitavano Hogsmade di nuovo.
Per Draco e Jenny non era bello vedere andar via i propri amici.
-Sono stanco di rimanere qui.- commentò Draco, sbuffando. -O di essere invisibile per mio padre.-
Mentre pronunciava quelle parole, a Jenny venne un’idea.- Invisibile, ma certo. Pensi anche tu a quello che sto pensando io?- gli domandò, con un sorrisetto furbo.
Draco arricciò il naso.- Ehm, che potremmo fare degli angeli di neve per ammazzare il tempo?-
Jenny ridacchiò, scuotendo la testa.- D’accordo, mettiamo da parte il discorso telepatia. Vieni con me.-
Jenny lo condusse fino al dormitorio dei Grifondoro, ma ovviamente non poteva dire la parola d’ordine davanti ad un Serpeverde.- Copriti le orecchie.- gli disse.
-Che c’è? Hai paura che ti venga a spiare la notte se so la parola d’ordine?- continuò Draco, facendole un occhiolino.
-A proposito, lo sai che non mi hai mai chiesto effettivamente di essere la tua ragazza?-
A quel punto Draco divenne tutto rosso e iniziò a balbettare.
-Ti vergogni, per caso?- intuì la ragazza.
-Io? Cosa? Nah! Insomma, volevo farlo in circostanze adatte e farlo per bene.- spiegò l’altro.
Jenny non credeva ad una sola parola, ma lasciò correre e chiuse le orecchie del ragazzo con entrambi le mani.- Fortuna major!-
La signora Grassa li fece entrare, essendo tornata di nuovo nel suo quadro restaurato e Jenny sgattaiolò nel dormitorio dei maschi per rubare ad Harry il mantello dell’invisibilità.
-Possiamo stare qui?- domandò Draco, guardandosi intorno.
-No, ma tanto non lo saprà nessuno.-
La ragazza circondò entrambi con il mantello: voleva raggiungere Hogsmade senza essere vista.
Proseguirono verso l’uscita, sperando di non farsi scoprire per via delle impronte sulla neve.
Fortunatamente la stavano facendo franca, se non fosse stato per Fred e George.
I gemelli Weasley li afferrarono sotto le braccia, riportandoli dentro al castello.
-Che state facendo?!- esclamò Jenny. -Dai, cerchiamo di andare…-
-Ad Hogsmade.-
-Lo sappiamo.-
Dissero entrambi, facendoli sedere sulle scale.
-Abbiamo qualcosa per te, però, così risulterà più facile.- continuò Fred.
-Vieni Jenny, unisciti ai grandi.- commentò George.
-Maledetti Weasley!- bofonchiò Draco, mentre gli venne tolto il mantello.
Successivamente, Fred diede una pergamena piegata in mano a Jenny.
-Che cos’è?- domandò lei.
-Questo è il segreto del nostro successo e abbiamo deciso di darlo in eredità a te. Personalmente, trovo il tuo efficiente sarcasmo adatto per darla a te.- spiegò Fred.
Draco aveva da sempre sospettato che, in realtà, a Fred Weasley interessasse Jenny.- Certo, scommetto solo per quello.- borbottò tra se e se.
-Attenzione.- continuò George, estraendo la bacchetta.- Ogni volta che vuoi usarla, punti la bacchetta e: Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-
Subito dopo le sue parole, sul bordo del foglio comparve un titolo e una scritta.
-Messer Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, presentano: la mappa del Malandrino.- lesse Jenny.
-Dobbiamo loro molto.- proseguì Fred.
Allora, curiosa, la ragazza l’aprì completamente e notò che c’era disegnati tutti i corridoi di Hogwarts e, inoltre, anche impronte di scarpe che si muovevano, con sopra scritto il nome del proprietario.
Jenny si soffermò a guardare l’ufficio di Silente e le sue scarpette che girovagavano intorno ad esso.- Ma quello è…-
-Silente.-
-Nel suo studio.-
-Fa su e giù.-
-Lo fa spesso.-
Nonostante gli Weasley non gli fossero molto simpatici, Draco era affascinato da tutto ciò.- Quindi questa mappa mostra tutti quanti?-
-Tutti quanti.-
-Dove sono.-
-Cosa fanno.-
-Ogni minuto.-
-E ogni giorno.-
-Magnifico! Dove stava?- esclamò Jenny, entusiasta.
-Fregata all’ufficio di Gazza, al primo anno.- rispose Fred.
-Ci sono vari passaggi segreti per arrivare ad Hogsmade, ma io vi consiglio quello che arriva al magazzino di Mielandia.- spiegò George.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI. ***


Così, armati della mappa del malandrino e del mantello dell’invisibilità, Jenny e Draco raggiunsero il deposito del negozio di dolci.
Salirono le scalette e prima di uscire, Draco rubò una caramella dal mucchio.
Probabilmente, Ron ed Hermione stavano visitando la Stamberga Strillante: una casa che si trovava in fondo al bosco.
-Secondo te ci sono entrati?- chiese Jenny.
-Un fifone come Weasley? Non credo proprio.- rispose Draco.
Di fatti, i due amici erano rimasti vicino l’entrata.
-Te lo avevo detto.-
A quel punto, Jenny si chinò sulla neve, ne prese un po' e la arrotolò creando una pallina.
-Che vuoi fare?-
-Un piccolo scherzetto.- gli disse lei, per poi tirarla verso Ron.
Il ragazzo sgranò gli occhi e si guardò intorno, non vedendo nessuno.- Chi c’è?!-
Jenny e Draco continuarono a lanciare palle di neve, che spaventarono i due, poiché non sapevano da dove venisse.
Si avvicinarono anche a Ron e gli fecero svolazzare il cappello di lana che aveva in testa.
Hermione pensò che solo una persona poteva fare tutti quegli scherzi e risultare “invisibile.”- Jenny?!-
Una volta beccati, entrambi vennero fuori da sotto al mantello.
-Miseriaccia! Non è stato divertente!- esclamò Ron, mentre gli altri tre ridevano a crepapelle.
Mentre passeggiavano per il villaggio, Jenny e Draco raccontarono agli altri due della mappa del malandrino.
-Quei furboni non mi hanno mai detto della mappa del malandrino.- commentò Ron.
-Ma Jenny non se la terrà, la consegnerà alla professoressa McGranitt, è di proprietà della scuola.- disse Hermione.
Prima di poter continuare a parlare, i 4 videro il Ministro della magia, su una carrozza insieme alla professoressa in questione.
Stavano andando verso la taverna dei Tre manici di scopa, attività di proprietà di Madama Rosmerta: un’eccentrica donna dai capelli ricci biondi.
-Salve Madame, spero che le cose vadano bene.- le disse l’uomo.
-Andrebbe meglio se non avessi i Dissennatori tutte le sere!- esclamò la donna.
-C’è un assassino in circolazione.- le sussurrò Cornelius.
-Sirius Black ad Hogsmade?! E cosa ci farebbe qui?!- continuò Madama Rosmerta, urlando ai quattro venti, nonostante la McGranitt le dicesse di abbassare la voce.
-Harry Potter.- mormorò il ministro.
-Harry Potter?!- urlò l’altra, venendo spinta dentro la taverna per non essere ascoltata da tutti.
Se si trattava di suo fratello, Jenny doveva saperne di più: così si mise sotto il mantello ed entrò, seguendo i tre di sopra, in un ufficio.
-Nessuno verrà più nel mio pub se ha paura di essere spaventato a morte.- commentò Rosmerta.
-II professor Silente non vuole Dissennatori in giro, te lo garantisco.- intervenne Minerva.
-Allora, ditemi cos’è questa storia.-
-Molti anni fa, quando i genitori di Harry e Jennifer Potter capirono di essere segnati, si nascosero. Pochi sapevano dove fossero, uno di questi era Sirius Black e lui lo disse a Tu Sai chi.- sospirò la McGranitt.
Jenny strinse i pugni, arrabbiata per quelle parole: d’un tratto pensò che Black si meritasse di essere ad Akzaban, allora.
-Quella notte, non solo Black condusse tu sai chi dai Potter, ma uccise anche un loro caro amico, Peter Minus.- continuò Cornelius.
-Sì, quel ragazzino che stava sempre alle costole di Sirius Black.-
-Black era malvagio, lui non uccise Peter Minus: lo distrusse. Un dito, ecco cosa rimase, un dito.-
-Sirius Black magari non ha messo le mani sui Potter, ma è il motivo per cui sono morti.-
D’improvviso, una lacrima le rigò il viso: Jenny non piangeva da tempo.
Non poteva credere che Sirius Black avesse fatto una cosa del genere e in più era anche amico storico di suo padre.
-Ed ora vuol finire quello che ha iniziato: puntando la piccola Jennifer Potter, sfuggitole dalle mani.- disse la McGranitt, con sguardo preoccupato. -Ma c’è qualcosa di peggio: Sirius Black è e rimane, il padrino dei fratelli Potter!-
Jenny sgranò gli occhi e corse via dalla taverna prima di urlare dalla rabbia.
Draco, Ron ed Hermione, fuori in attesa, notarono delle impronte sulla neve e le seguirono.
Si fermarono nel bosco, su una roccia.
-Che succede?- domandò Ron.
Draco iniziò a sentire dentro di se una strana angoscia, seguita da ira e odio. -Sta piangendo.- rispose, avvicinandosi al masso. Alzò un braccio e le tolse il mantello.- Jenny, cosa hai sentito?-
-Era loro amico.- piagnucolò lei, asciugandosi in fretta le lacrime.- E li ha traditi.- singhiozzò, corrucciando la fronte.- Era loro amico!- urlò poi.- Che venga a prendermi, lo aspetto. Perché quando lo farà..- continuò, stringendo i denti, senza paura.- Io lo ucciderò.-
***
Il giorno successivo, mentre andavano alla lezione di Lupin, Jenny si avvicinò a suo fratello, per dargli la notizia.
-Ehi, ho bisogno di parlarti.- gli disse, affiancandolo.
-Sei stata tu a rubare il mantello vero? Sei perdonata.- le disse Harry.
-No, non è per quello. – rispose, accorgendosi poi di quello che aveva detto. -E poi il mantello è di tutti e due.- commentò, corrucciando la fronte.- Comunque, sono andata ad Hogsmade ieri e ho sentito parlare la McGranitt e il Ministro della magia.-
-Hanno parlato di te?-
-Hanno parlato di molte cose Harry, anche dei nostri genitori.- continuò Jenny, serrando i pugni nelle tasche della toga.
Harry la guardò confuso.- Cosa centrano?-
-Sirius Black e nostro padre erano amici: il giorno in cui sono morti, lui li ha traditi, rivelando a Voldemort dove fossero nascosti. Ha anche ucciso Peter Minus, un altro loro fedele amico.- spiegò Jenny. Il respiro di Harry aumentò per via della collera: lei lo capiva bene. -Mi dispiace tanto Harry.-
Entrarono poi in classe e si sedettero, in attesa del professor Lupin.
Però, non fu lui a varcare la porta, ma Severus Piton.
Egli, con un cenno di bacchetta, chiuse tutte le serrande, oscurando l’aula e fece apparire uno schermo bianco. -Andate a pagina 394.- disse, con tono seccato.
-Mi scusi signore, dov’è il professor Lupin?- domandò Harry.
-Non è affar tuo, vero Potter? E’ sufficiente dire che il vostro professore si trova nell’incapacità di insegnare al momento attuale: andare a pagina 394.- rispose Piton, accendendo il video registratore.
Hermione raggiunse la pagina indicata.- Lupi mannari? Ma signore, abbiamo appena iniziato i berretti rossi e i marciotti, ci vorranno settimane prime delle bestie notturne.-
-Silenzio.- replicò Severus. -Ora, chi di voi sa dirmi la differenza tra un Animagus e un lupo mannaro?-
Hermione alzò la mano, ma Piton sembrava non volerne prendere conto.- Nessuno? Davvero deludente.-
-Scusi signore: un Animagus è un mago che sceglie di trasformarsi in animale. Un lupo mannaro non ha scelta: ad ogni luna piena, dopo la trasformazione, non ricorda più chi sia, ucciderebbe il suo migliore amico se lo incontrasse.- spiegò la ragazza. -Inoltre, il lupo mannaro risponde solo al richiamo della sua specie.-
A quel punto, Seamus fece un ululato, ridacchiando.
-Grazie signor Finnegan.- sospirò il professore.- E’ la seconda volta che parli senza essere interpellata, signorina Granger, non sai trattenerti o trovi piacere nell’essere un’insopportabile so tutto io?-
-Non ha tutti i torti.- commentò Ron, a bassa voce.
-5 punti in meno a Grifondoro. Come antidoto alla vostra ignoranza voglio sulla mia scrivania entro lunedì mattina 2 rotoli di pergamena sul lupo mannaro e in particolare su come riconoscerlo.-
Gli alunni iniziarono a sbuffare per via della lunghezza del compito assegnato.
-Signore, c’è il quidditch.- intervenne Harry.
Piton si chinò sul suo banco con aria minacciosa.- Ti suggerisco di fare particolare attenzione, allora Potter, la perdita di un arto non varrà come scusa. Pagina 394.-
Jenny non sapeva cosa fosse successo a Lupin e, anche se aveva altre cose a cui pensare, si chiedeva perché Piton avesse scelto proprio i lupi mannari.

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Capitolo 7
*** Capitolo VII. ***


Nel pomeriggio, anche se c’era una brutta tempeste in atto, si sarebbe svolta la partita Grifondoro contro Tassorosso.
I giocatori avevano messo degli impermeabili per la pioggia e degli occhiali speciali per vedere oltre la foschia.
Nonostante stessero vincendo, ad un certo punto, Jenny non vide più il suo compagno battitore.
Si guardò intorno, stringendo gli occhi per cercare di vedere meglio tra le nuvole, ma niente.
Mentre Harry rincorreva il boccino insieme al Cercatore di Tassorosso, Cedric Diggory, Jenny si diresse più in alto in cerca di Fred.
-Fred?!- urlò, mentre l’elastico tra i capelli le volò via per i vento.
Jenny iniziò seriamente a pensare che a Fred fosse successo qualcosa e ne ebbe la conferma quando vide un gruppo di Dissennatori in lontananza.
Uno di essi si trovava davanti al ragazzo e, come successo a Draco sul treno, si stava cibando di lui.
Senza pensarci due volte, Jenny si avvicinò e con la mazza  e velocemente lo colpì alla testa, facendolo volar via. -Così si fa con gli insetti!- esclamò, con disgusto.
Fred riprese fiato e si accorse di lei.- Jenny…-
-Stai bene?- gli domandò, poggiandogli una mano sulla spalla.
A quel punto, prima di rispondere, Fred sgranò gli occhi.- Miseriaccia!-
Jenny si voltò e vide un’altra ventina di Dissennatori.- Non credo che basterà per tutti.- commentò, riferendosi alla mazza. -Riesci a tornare giù?-
Fred annuì e iniziò a volare in picchiata verso il campo.
La ragazza era dietro di lui, mentre altri Dissennatori cercavano di attaccarla.
Tentò di schivarne alcuni, però era ormai circondata.
Uno di essi arrivò dal basso, cogliendola di sorpresa.
Improvvisamente, la sua bocca si aprì, mostrando come fosse marcia e priva di denti.
Iniziò a risucchiarla e finalmente Jenny capì cosa si provasse: sembrò come se le stesse prendendo tutto i fiato che aveva in corpo.
Talmente tanto, che alla fine svenne e cadde dalla scopa, precipitando.
Dalle tribune dei professori, Albus Silente, non appena la vide, alzò una mano contro di lei.- Arresto Momentum!-
***
Jenny si risvegliò in infermeria, circondata da Ron, Hermione, Draco, Harry, Neville, Seamus, Dean e i gemelli Weasley.
-Sembra un po' pallida.- disse Seamus.
-Pallida? E’ caduta da un’altezza di 300 metri, provaci tu, vediamo che faccia avrai.- intervenne Fred.
-Probabilmente migliore del solito.- commentò Jenny, aprendo gli occhi.
Tutt’intorno ridacchiarono e la ragazza si alzò dal letto, poggiando il busto al cuscino.
-Come ti senti?- le chiese Draco, evidentemente preoccupato.
-Meglio, ma ora capisco cosa si prova a venire a contatto con quei mostri.- rispose lei. -Chi ha vinto?-
-Nessuno, i Dissennatori non dovrebbero entrare nella scuola. Subito dopo averti salvato, Silente li ha cacciati via.- spiegò Hermione.
-E, ehm.- balbettò Ron, che in mano aveva un telo che copriva qualcosa.- Quando sei caduta, la tua scopa è atterrata sul Platano Picchiatore e...eccola…qui.-
La scopa di Jenny era stata fatta a pezzi. -E la sfighe sempre a me.-
***
Jenny uscì dall’infermeria quella stessa sera e, prima di andare a dormire, diede un’occhiata alla mappa del malandrino, mentre si gustava del buon cioccolato preso dalla cena.
Ad un certo punto, osservando il corridoio del quarto piano, vide un nome che non si aspettava: Peter Minus.
Eppure, la McGranitt e Caramel avevano detto che era stato ucciso da Sirius Black.
Doveva per forza saperne di più: così si mise le scarpe e andò silenziosamente a svegliare Harry.
Sobbalzò quando Ron sussultò dal letto, piagnucolando.- I ragni, i ragni! Vogliono farmi fare il tip tap, non voglio fare il tip tap!- esclamò, talmente impaurito dal brutto sogno che non si accorse nemmeno che Jenny si era intrufolata lì.
-E tu dillo ai ragni, no?- gli disse lei, alzando le spalle.
-Sì, certo, glielo dico, glielo dico.- sussurrò l’altro, riaddormentandosi subito.
Tutto ciò aveva svegliato anche Harry. -Che ci fai qui?- le domandò.
-Vieni con me, ho trovato qualcosa di strano.- rispose Jenny.
Quindi i due, con la luce accesa della bacchetta, seguirono le orme di Peter Minus per i corridoi del castello.
-Non dovremmo essere qui.- mormorò Harry, affiancandola.
Jenny lo ignorò e guardò i passi di Minus sulla mappa: era quasi di fronte a loro.
Però, puntando la bacchetta davanti, non vide nessuno.
Improvvisamente li sorpassò e la ragazza si ritrovò a girare su se stessa, ma niente.
-Secondo me è rotta.- commentò il fratello.
Jenny sbuffò, quando vide chiaramente arrivare qualcuno: Piton.
Imprecò sotto voce e puntò la bacchetta sulla pergamena.- Fatto e misfatto.- recitò, proprio mentre il professore giunse da loro.
-Due piccioni con una fava.- disse Severus, puntandogli la luce contro, per poi notare cosa Jenny aveva in mano. -Che cos’è?-
Lei cercò di inventarsi qualcosa sul momento.- Il mio diario segreto.-
Piton non ci crebbe nemmeno per un attimo e appoggiò la bacchetta sulla carta.- Rivela i tuoi segreti.-
Successivamente, apparve una curiosa scritta, che Jenny non aveva mai visto prima.
-Leggila.- le disse il professore.
-Messer Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, porgono i propri omaggi a Severus Piton e…Lo pregano di tenere la sua appendice nasale fuori dagli affari altrui.- lesse Jenny, ridacchiando.
-Brutta insolente!- esclamò l’altro, anche se, effettivamente, Jenny aveva solo letto ciò che c’era scritto.
Fu in quel momento che apparve anche il professor Lupin, che non si vedeva da un po'.
Aveva di nuovo dei graffi sul volto.
-Professor Lupin, un giretto al chiaro di luna, immagino.- commentò Piton.
-E lei invece? Girovagava anche lei per la scuola, appuntamento galante?- continuò Jenny, mentre l’altro le prendeva la pergamena dalle mani.
-Ho trovato questa in mano loro, credo che sia aria di sua competenza: è piena di magia oscura.-
Lupin esaminò la mappa, ma sembrava non essere arrabbiato.- Ha ragione professore, è mia competenza, quindi credo che la prenderò io e scorterò i fratelli Potter nel loro dormitorio.- disse infine, facendoli camminare avanti a lui.
Jenny salutò Piton con la mano e un sorrisetto furbo.- Si lavi i capelli, la prossima volta, magari le donne non scapperebbero.-
Piton la guardò male e proseguì per il corridoio.
Lupin condusse Harry e Jenny nel suo ufficio.
-Tralasciando il fatto che avete trasgredito il coprifuoco, avreste dovuto consegnare questa mappa da subito.- gli disse, con tono severo.
Jenny si domandò come sapesse che si trattava di una mappa, dato che sembrava non averla mai vista.
-Inoltre, trovo incosciente da parte vostra girovagare così di notte, mentre c’è un assassino in circolazione.-
Harry e Jenny non controbatterono e mantennero lo sguardo basso.
-Questa la tengo io e ora tornate immediatamente al vostro dormitorio.-
-Comunque, non credo che la mappa funzioni sempre.- intervenne Harry. -Vedevamo una persona che dovrebbe essere morta. Peter Minus.-
Anche Lupin ne sembrò confuso.- Ma questo non è possibile.-
-E’ solo quello che abbiamo visto.- confermò l’altro. -Buonanotte signore.-
Prima di uscire, Emily diede uno sguardo al professore e notò come zoppicava.- Tutto bene, professore?- gli chiese. -Non l’abbiamo vista a lezione, l’ultima volta.-
-Oh sì Jenny, non ti preoccupare, mi ero solo svegliato con la luna storta.-
Sentendo quelle parole, alla ragazza venne un’intuizione, ma non sapeva se avesse ragione, così si limitò ad annuire e a tornarsene al letto.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII. ***


Stava iniziando ad arrivare la primavera, il Platano Picchiatore si spogliò da solo dell’ultima neve rimasta.
Quella mattina, Harry, Ron, Hermione e Jenny uscirono a fare una passeggiata.
-Magnifica giornata, non è vero?- commentò Hermione.
-Certo, se non sei morto.- ribatté Ron.
-Che cosa intende?- domandò Harry.
-Ron ha perso il suo topo.- sbuffò la ragazza.
-Non è vero, il tuo gatto lo ha ammazzato!- esclamò l’altro. -Quella bestia assetata di sangue se ne va in giro e Crosta è sparito!-
Fu in quel momento, che i 4 trovarono Draco ad imprecare a prendere a calci le aiuole del cortile.
Jenny gli andò in contro e lo fermò prima che lo mettessero in punizione. -Che stai facendo?!-
-Il Ministero ha messo a morte Fierobecco!- sospirò Draco, passandosi le mano sugli occhi lucidi.
Lucius Malfoy aveva avuto la meglio su Hagrid, quindi.
-Quando?- chiese Hermione.
Draco alzò lo sguardo sul grande orologio del castello.- 1 ora.-
I 5 amici non esitarono a dirigersi subito da Hagrid, anche se probabilmente non potevano fare niente.
L’ippogrifo se ne stava sdraiato, legato ad un palo con una catena, in mezzo alle grandi zucche che coltivava il gigante.
Hagrid li fece entrare e preparò il tè, non smettendo di guardare l’animale dalla finestra che giocherellava con gli uccelli.
-Guardalo: gli piace il vento fresco che gli scompiglia le piume.- commentò Hagrid, sorridendo già con un pizzico di malinconia.
-Hagrid, perché non lo liberiamo?- intervenne Harry.
-Non posso, mi arresterebbero.- rispose il gigante, versando il tè nelle grande tazze.
-Hagrid, credimi, mi dispiace così tanto.- continuò Draco.
-Non è colpa tua, ragazzo.- gli disse l’altro, dandogli una pacca sulla chioma bionda.- Ah, prima che mi dimentichi.- continuò, tirando fuori un topo da una scatolina d’argento.
-Crosta!- esclamò Ron, felice di rivedere il tuo animale sano e salvo.
-Penso che devi delle scuse a qualcuno.- gli disse Hermione, alzando un sopracciglio.
-Ti perdono, ma la prossima volta tieni lontano quel mostriciattolo da Crosta.-
La ragazza sospirò.- Parlavo di me!-
Improvvisamente, da fuori, un sasso colpì una teiera piena di zucchero.
Jenny guardò all’esterno, ma non c’era nessuno.
Poi, eccone un altro che colpì Harry dietro al collo.
Il ragazzo si voltò e vide arrivare Silente, insieme al Ministro e un uomo con una grossa ascia in mano.
-Accidenti, è tardi, voi non dovreste essere qui!- balbettò Hagrid, conducendoli fino alla porta sul retro.
Dovevano andar via prima di essere scoperti.
Draco si voltò un’ultima volta.- Hagrid, mi dispiace, tanto.-
-Lo so, lo so ragazzo, ora va!- gli disse velocemente il gigante, spingendolo fuori.
Mentre i 3 entravano dalla porta d’entrata, gli altri 5 uscirono da quella sul retro e si andarono a nascondere dietro le grandi zucche alte quanto loro.
Silente stava facendo vedere a Caramel le piantagioni, come se volesse ottenere tempo: era sicuramente contrario a quell’esecuzione.
I 5 approfittarono del fatto che fossero entrati in casa per mettere alcune firme e si diressero verso il castello.
Draco si fermò quasi a metà strada, fissando il boia che affilava la lama.
-Draco?- gli domandò Jenny.
-Voglio vedere.- affermò sicuro, senza distogliere lo sguardo.
In quel momento, a Fierobecco fu tolta la catena.
Il gesto del boia fu dritto e conciso e con l’ascia, gli tagliò la testa.
Draco strinse gli occhi e ne uscì una lacrima, che gli rigò il viso.
Successivamente, tante altre e scoppiò a piangere, stringendosi a Jenny.
Lei non lo aveva mai visto piangere così: gli dispiaceva davvero.
Fu in quel momento che, improvvisamente, Crosta saltò dalla mano di Ron.
-Crosta! Mi ha morso!- esclamò stranito il padrone e prese ad inseguirlo, dato che il ratto stava scappando senza un motivo.
Harry, Hermione, Jenny e Draco gli andarono dietro, fin che Ron non riuscì ad acchiapparlo, ma non si rese conto di dove si era fermato.
Ron aveva alle spalle il Platano Picchiatore ed esso non ne sembrò esser contento.
-Vi rendete conto di che albero è quello?- disse Hermione, preoccupata.
-Oh sì.- risposero insieme i fratelli Potter, ricordando probabilmente la loro piccola avventura dell’anno prima.
-Ron, scappa!- gridò Draco.
Però Ron iniziò a tremare spaventato e alzò un dito contro di loro.- Ragazzi, scappate! E’ il gramo!-
Gli altri 4 si voltarono e videro un cane nero con le zanne che corse verso di loro.
Credevano che li avrebbe attaccati, ma l’animale fece un balzo e puntò dritto alla caviglia di Ron.
Anche se non sapeva cosa stesse succedendo, Draco tentò di afferrare Ron, ma il cane lo azzannò alla caviglia e trascinò via.
La presa era troppo forte e Draco fu costretto a lasciarlo, mentre il povero Ron venne trainato fino ad un buco, in mezzo alle radici dell’albero.
Hermione lo aiutò a rialzarsi, ma entrambi vennero scaraventati a qualche metro più in là, da un ramo lungo e grosso.
-E ora che facciamo?- domandò Harry, privo di idee, mentre le ramificazioni del Platano Picchiatore continuavano ad agitarsi.
-Ehi!- gridò Jenny, puntando i piedi a terra.- Mi faresti un favore se non uccidessi i miei amici!- disse, proprio dritto verso l’albero: esso però, quasi la colpì con un ramo. Jenny si abbassò per evitarlo e sbuffò.- Ho detto: giù!- esclamò, alzando il dito contro di lui.
A quel punto, il fusto si placò.
-Forte.- commentò Draco, rialzandosi da terra insieme ad Hermione.
-Ci vuole solo tono deciso, tutto qui.- rispose Jenny, sorpresa di se.
Così, i 4 entrarono in quel buco che sembrava un passaggio segreto, perché conduceva fino all’interno di una vecchia casa di legno.
-E’ la Stamberga Strillante.- intuì Hermione, mentre salivano le scale.
Udirono i lamentii di Ron e videro anche del sangue sul pavimento polveroso.
Seguirono la scia del liquido fino in una stanza: Ron era su un letto mezzo rotto, con Crosta in mano e la caviglia dolorante.
C’era anche un vecchio letto e un pianoforte.
-Ron, dov’è il cane?- domandò Harry.
-Harry, è una trappola, è lui il cane, è un Animagus!- esclamò Ron, tremando.
Fu a quel punto che, voltandosi, si ritrovarono faccia a faccia con Sirius Black.
***
L’uomo era proprio come veniva raffigurato nella Gazzetta del Profeta: secco, pieno di tatuaggi, con i capelli neri e il viso scavato.
L’uomo si avvicinò minacciosamente verso di loro, probabilmente, intenzionato a far del male a qualcuno di loro.
Di scatto, Draco si mise tra lui e Jenny.- Se vuole uccidere Jenny, dovrà uccidere anche noi!- esclamò, proteggendola.
-No, solo uno morirà stanotte.- rispose l’altro.
-E quello sarai tu!- intervenne Jenny e con rabbia gli saltò addosso, atterrandolo.
Quando gli puntò la bacchetta al collo, l’uomo prese a ridacchiare.- Vuoi uccidermi, Jenny?-
Improvvisamente, ecco arrivare Lupin.- Expelliarmus!-
Quando il professore le tolse l’arma di mano, la ragazza si alzò, senza capire cosa stesse facendo.
-Bene bene Sirus, piuttosto mal ridotto direi. Alla fine il fisico rispecchia la pazzia interiore.- commentò il professore.
-Tu sai tutto, riguardo la pazzia interiore, non è vero, Remus?- disse l’altro, facendogli uno strano sorriso.
Lupin ricambiò e lo aiutò ad alzarsi: sembravano complici.
Jenny non ci poteva credere.- No! Io mi fidavo di lei! E per tutto questo tempo, lei era suo amico!- esclamò, sentendosi tradita.
 -E’ un lupo mannaro! E’ per questo che mancava alle lezioni!- intervenne Hermione.
Lupin la fissò piuttosto sorpreso.- Da quanto lo sai?-
-Da quando Piton ha spiegato una lezione a riguardo.-
Tutto combaciava: ecco perché risultava sempre stanco e affaticato.
-Lunastorta.- mormorò Jenny, tra se e se.
Ecco cosa intendeva dire Lupin, la sorsa notte: lui era uno dei malandrini che avevano creato la mappa.
-Ma che brava Hermione, sei proprio la strega più intelligente della tua età che abbia mai visto.- commentò Lupin.
-Basta parlare Remus, avanti, facciamola finita!- disse Sirius, quasi impaziente.
-Aspetta un attimo!- replicò Remus.
-Ho aspettato a sufficienza!- affermò l’altro.- Per 12 anni, ad Azkaban!-
C’era qualcosa che non quadrava: la ragazza ancora non capiva perché scomodarsi tanto per lei.
-D’accordo, fallo, ma aspetta solo un momento, loro devono sapere il perché.- continuò il professore, dando all’amico la propria bacchetta.
-Io lo so perché!- esordì Harry. -Hai tradito i miei genitori! Sono morti a causa tua e ti bruciava che mia sorella l’avesse scampata!-
-No Harry, è stato qualcuno che fino a qualche tempo fa credevo fosse morto.- rispose Remus.
-Chi è stato allora?- domandò Jenny.
-E’ stato Peter Minus! Ed è in questa stanza, in questo momento! Vieni fuori, vieni fuori Peter, vieni fuori viene a giocare!- canticchiò il prigioniero.
Fu in quel momento, che giunse anche un altro professore.
-Expelliarmus!-
Severus Piton tolse la bacchetta dalla mano di Black e gli puntò a propria.- Ah, la vendetta è dolcissima, dicevo a Silente che voi due eravate complici e adesso ecco le prove.-
-Perfetto Piton, ancora una volta la tua mente acuta e penetrante si è applicata e sei arrivato alla conclusione sbagliata.- commentò Sirius.
Anche loro tre sembravano conoscersi.
-Severus, non fare lo sciocco.- intervenne Lupin.
-E’ impossibile, ormai gli viene naturale!-
-Sta zitto Sirius!-
-Ah, sta zitto tu Remus!-
-Ma sentitevi, litigate come una vecchia coppia di sposi!- li criticò Piton.
-Perché non torni a giocare con le tue provette da chimico?- ribatté Sirius, mentre l’altro mise forza con la bacchetta sul suo collo.
-Potrei farlo, sai? Ma perché deludere i Dissennatori? Ci tengono tanto a te. Il bacio del Dissennatore dicono che sia crudele da vedere, ma io farò del mio meglio.-
Non appena Severus nominò i Dissennatori, Jenny osservò nei suoi occhi neri un fremito di paura.
Perché un prigioniero che voleva assassinare qualcuno in piena luce, aveva paura delle conseguenze?
Jenny doveva saperne di più e Piton glielo avrebbe impedito se l’avesse portato via.
Così, silenziosamente, afferrò la bacchetta che Harry teneva nella tasca dei jeans e la puntò contro Piton.- Scusa Severus.- gli disse. -Expelliarmus!-
Il professore volò verso la costruzione in legno intorno al letto e svenne.
-Jenny! Hai aggredito un insegnante!- esclamò Hermione.
Jenny la ignorò.- Ditemi di Peter Minus.-
-Veniva a scuola con noi, credevamo che fosse nostro amico.- rispose Remus.
-Io conosco questo tipo.- sussurrò Draco, osservando il volto di Sirius.
-No, Minus è morto e tu lo hai ucciso!- intervenne Harry, indicando Black.
-Non è vero, anche io lo pensavo fin che hai detto di aver visto Minus sulla mappa.-
-La mappa mentiva!-
-La mappa non mente mai: Peter Minus è vivo, ed è proprio lì.- continuò Sirius, indicando Ron.
-Io? E’ matto!- balbettò Ron.
-Non tu, il tuo topo!-
-Crosta è con la mia famiglia da…-
-12 anni, non è troppo per un comunissimo ratto? Gli manca un dito, vero?-
-E con questo?-
Jenny si ricordò del discorso della McGranitt e Caramel.- Di lui trovarono solo il suo dito.-
-Quel vigliacco se lo tagliò così che tutti lo avrebbe creduto morto e poi si è trasformato in un topo.- spiegò Sirius.
La ragazza si voltò verso il fratello, iniziando a credere che stesse dicendo la verità.- Che ne dici?-
-Fammi vedere.- rispose Harry.
Allora Black prese il ratto e lo tenne poggiato sul piano: se davvero Peter Minus era un Animagus, dovevano mettere fine all’incantesimo.
Il topo tentò di scappare verso l’uscita, ma improvvisamente, divenne uomo: avevano ragione.
Sirius e Remus lo tirarono indietro nella stanza e lo tennero in ostaggio.
Si trattava di un uomo grasso, dai pochi capelli biondi e due denti a castoro.
-Remus, Sirius, i miei vecchi amici!- esclamò sorridendo, per poi tentare di scappare intorno al piano.
-Harry, caro Harry, assomigli tanto ai tuoi genitori, noi eravamo amici!-
-Come osi rivolgerti ad Harry?! Come osi parlare di loro davanti a noi?!- esclamò Sirius, con rabbia.
-Hai venduto James e Lily a Voldemort.- disse Remus.
-Non intendevo farlo.- piagnucolò Minus. -Il Signore Oscuro non immaginate le armi che possiede. Chieditelo Sirius, cosa avresti fatto?-
-Sarei morto! Piuttosto che tradire i miei amici!- rispose Sirius e Jenny capì anche che era sincero.
Peter tentò di fuggire da sotto il pianoforte, ma Jenny gli sbarrò la strada, mettendosi sulla soglia della porta.
L’uomo le andò in contro, mettendole la sua mano senza un dito sulla spalla e le labbra sull’orecchio.
-Jenny, tuo padre non mi avrebbe voluto morto. Tuo padre avrebbe avuto pietà di me.- le sussurrò, prima che gli altri due gli puntassero di nuovo la bacchetta.
-Avresti dovuto capirlo: se Voldemort non ti avesse ucciso, lo avremmo fatto noi, insieme!- esordì Sirius.
-No!- gridarono insieme i fratelli Potter, impedendogli di porre fino alla sua vita, come avessero avuto entrambi la stessa idea.
Jenny aveva provato talmente tanta rabbia per il colpevole della morte dei propri genitori: egli non meritava di morire, ma di pagarne il prezzo.
-Non uccidetelo, lo portiamo al castello.-
-Benedetta ragazza, benedetta.- piagnucolò Peter, strusciandole viscidamente fino alle gambe.
-Stalle lontana!- intervenne Harry, scansandolo. -Ha detto che ti portiamo al castello e poi, ti consegneremo ai Dissennatori.-

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Capitolo 9
*** Capitolo IX. ***


Ormai si era fatta sera; Draco e Sirius aiutarono Ron ad uscire dal passaggio segreto, dato che, per via della ferita alla caviglia, non riusciva a camminare.
-Mi dispiace per la gamba, puntavo al topo. Credo che ti dia qualche fitta.- gli disse Black.
-Qualche fitta? Mi hai quasi spezzato la gamba!- esclamò Ron, dolorante.
-Ho avuto sempre un portamento poco mansueto: James mi consigliò anche di fare qualcosa, perché, beh, alla coda ti abitui, alle pulci, ti uccidono.- spiegò egli, uscendo da sotto il Platano Picchiatore.
-Perché mi sembra di averti già visto da qualche parte?- gli chiese Draco e non si riferiva alla sua foto sulla Gazzetta del Profeta.
-Probabilmente nel tuo albero genealogico: tua madre, Narcissa, è mia cugina. Era una Black, prima di diventare una Malfoy.-
Jenny e Draco si meravigliarono di avere un parente in comune.
Mentre Hermione vegliava su Ron e Lupin teneva d’occhio Minus, Harry e Jenny si avvicinarono a Sirius, che, meravigliato, osservava il castello.
-Sarà bello varcare di nuovo quelle porte da uomo libero.- commentò, facendo un leggero sorriso. -Non so se lo sapete, ma quando siete nati, James e Lily mi hanno nominato vostro padrino.- continuò, quasi imbarazzato. -Potete continuare a vivere con i Dursley, una volta finito tutto questo, ma se vi va…-
-Venire a vivere con te?- gli chiese Harry, entusiasta.
-Sarebbe magnifico.- affermò Jenny. -Lo sapevo che non potevi scomodarti a fuggire da Azkaban solo per venire ad uccidermi.-
-Ucciderti? No, questa è una storia che è venuta fuori per varie dicerie, ma hanno frainteso.-
-Quindi sei venuto per me?- gli domandò, curiosa.
-Avevi tutto il diritto di sapere perché tu non eri a casa, quella notte.-
Jenny credeva che avrebbe finalmente saputo la verità, una volta per tutte, ma qualcosa glielo impedì.
-Harry!- gridò Hermione, indicandogli la luna piena.
Non era un buon segno, soprattutto per il professor Lupin.
Di fatti, quando la luna si alzò in cielo, Remus iniziò a trasformarsi.
Sirius gli andò in contro per tentare di impedirglielo, ma era troppo tardi.
I vestiti dell’uomo si strapparono, le sue gambe si allungarono diventando zampe, apparve un muso pieno di denti appuntiti e un paio di orecchie.
Di scatto, il lupo mannaro spinse via Sirius.
Harry, Ron, Hermione, Draco e Jenny si compattarono, anche se non sapevano cosa fare.
Secondo Jenny, però, ci doveva essere ancora un briciolo di Lupin dentro di lui.
-Professor Lupin?- sussurrò lei, avvicinandosi lentamente. -Remus?-
A quel punto l’animale ululò e si mise a quattro zampe, puntando gli artigli verso i ragazzi.
-Bel cagnolino, bel cagnolino.- piagnucolò Ron.
Fu in quel momento che comparve Piton e, accorgendosi del licantropo, non esitò a proteggere i 5 allievi.
Poi, si sentì un ringhio.
Il cane nero corse verso il lupo mannaro e lo azzannò al collo, ma era nettamente in svantaggio, perché più piccolo e debole.
Per distrarlo e far si che non attaccasse gli altri, Sirius corse via e Lupin dietro di lui.
Harry aveva paura che Sirius potesse essere in pericolo: così, si slegò dal gruppo e li rincorse, con Jenny alle calcagna.
La ragazza prese un sasso da terra e lo tirò contro il licantropo, mentre il cane era a terra, forse ferito.
Lupin gli latrò contro e li avrebbe graffiati con i suoi artigli, se non avesse sentito qualcosa provenire dalla foresta.
Si udì un ululato in lontananza e il lupo mannaro lo seguì, allontanandosi.
Allora i fratelli Potter si guardarono intorno e non videro il loro padrino.
Lo cercarono fra gli alberi e lo trovarono svenuto sulla riva di un piccolo lago.
Jenny tentò di scuoterlo per svegliarlo, ma sembrava troppo debole e ferito al petto.
Fu proprio in quel momento che l’acqua si ghiacciò completamente e poteva significare una cosa sola.
-Non si mette bene.- commentò lei, alzando lo sguardo verso il cielo.
Un gruppo di Dissennatori stava venendo verso di loro, giunto per prendere il prigioniero.
***
Era da un po' ormai che i Dissennatori si stavano cibando sia di Harry che di Sirius.
-Conosci qualche incantesimo?- le chiese Harry, affaticato.
Jenny non lo aveva mai provato, aveva solo osservato come Lupin lo aveva insegnato a Draco, ma doveva provarci.
Si alzò da terra e puntò l’arma in cielo.- Expecto Patronum!-
Utilizzando come ricordo, i piccoli attimi sereni appena passati con Sirius, l’incantesimo colpì i Dissennatori, però non rimase abbastanza a lungo per cacciarli via.
Non appena la luce si spense, uno di loro l’attaccò e la fece svenire.
Harry era rimasto solo e non sapeva cosa fare, era fin troppo stanco.
Quando poi, improvvisamente, vide qualcosa al di là del lago, sull’altra sponda.
Qualcuno che Harry non riuscì a vedere bene, evocò un potentissimo Patronus che fece scappare via di Dissennatori.
Sembrava una donna dai lunghi capelli castani, sul rosso.
Stringendo gli occhi, gli sembrò anche di vedere la figura di un animale: un cervo, ma senza corna.
La luce dalla bacchetta fu talmente forte che illuminò tutta la foresta proibita.
Il ragazzo non sapeva chi avrebbe potuto farlo e non ebbe nemmeno tempo di pensarci, perché perse i sensi.
***
Sia Harry che Jenny si risvegliarono in infermeria.
-Ho visto la mamma.- esordì Harry, non appena ebbe aperto gli occhi.
Hermione si sedette sul suo letto.- Cosa?-
Anche Jenny si alzò velocemente, strofinandosi la faccia.
-Jenny, ho visto la mamma, ha evocato il Patronus e ci ha salvato!- esclamò lui.
La sorella non sapeva come fosse possibile.
-Ascoltate, hanno preso Sirius.- continuò Draco, amareggiato. -Hanno intenzione di consegnarlo ai Dissennatori.-
Fu in quel momento che entrò Silente: dovevano fare qualcosa per impedirgli di rinchiuderlo di nuovo.
-Professore, hanno preso l’uomo sbagliato! Sirius è innocente!- esclamò Jenny.
-Già, è stato Crosta.- intervenne Ron, sdraiato sul letto con la caviglia fasciata.- Era il mio topo, è scappato.-
-Il punto è che noi sappiamo la verità.- continuò Hermione.
-Io vi credo, ma non penso che il Ministero terrà conto della parola di 5 maghi di 13 anni.- commentò Silente. -Cosa affascinante, il tempo, non è vero?-
Hermione  e il preside si scambiarono strani sguardi che nessuno capì.
-Sirius Black si trova in cima alla torre nera. Ricordi le regole, signorina Granger, non dovete assolutamente essere visti e se avete successo, più di una vita innocente verrà risparmiata. Tre giri dovrebbero bastare.- continuò, uscendo dall’infermeria.
-Ma di che miseriaccia stava parlando?!- domandò Ron, più confuso di tutti.
Velocemente, Hermione tirò fuori qualcosa dalla felpa.
Aveva il collo una curiosa collana dalla catenina lunga, con un ciondolo a forma di clessidra.
-Andate voi, più di te persone non si possono portare.- disse la ragazza, circondando il collo di Harry, Draco e Jenny.
Draco sapeva bene di cosa si trattasse.- Ma è una Giratempo!- esclamò, volendola toccare.
Hermione gli diede uno schiaffò sulle mani e girò la piccola clessidra per tre volte, proprio come aveva detto Silente. -Mi raccomando: non fatevi vedere da nessuno.-
Improvvisamente la ragazza scomparve e quella che fuori sembrava la luna, si trasformò di nuovo in sole.
I tre si ritrovarono da soli nell’infermeria e i fratelli Potter non capirono cosa fosse successo.
-Le sette e mezza.- disse Draco, osservando l’orologio in cima alla porta.- Dove eravamo noi alle sette e mezza?-
-Non lo so, andavamo da Hagrid.- rispose Jenny, confusa.
Il ragazzo prese a correre e gli altri due dietro di lui.
-Draco, mi spieghi che succede?!-
Mentre si dirigevano in cortile, i tre si incrociarono con altri Harry, Ron, Hermione, Draco e Jenny che stavano discutendo.
Draco fece nascondere i fratelli dietro la fontana, per impedire che fossero visti.
-Questo non è normale.- commentò Harry.
-Ascoltate, questa è una Giratempo.- spiegò Draco, mostrando la collana.- Grazie a questa, i maghi si servono del tempo a loro piacimento, ecco come Hermione ha frequentato decine di corsi tutto l’anno…Quella piccola furbetta.-
Allora Jenny capì.- Siamo tornati indietro nel tempo.-
-Esatto.- affermò l’altro. -Silente le ha detto di fare tre giri e siamo finiti qui: è evidente che voleva che tornassimo a questo momento per una ragione.-
Quando i 5 si allontanarono verso la capanna di Hagrid, loro 3 fecero lo stesso, rimanendo sempre a qualche metro di distanza.
-Guardate: Fierobecco è ancora vivo.- notò Harry.
Draco sorrise ampiamente ed ebbe un’idea.- Ma certo! Ricordate cos’ha detto Silente? Se avrete successo, più di una vita innocente verrà risparmiata. Possiamo liberarlo!-
Così, proseguirono e si nascosero dietro le enormi zucche: Fierobecco era ancora lì, legato al palo.
Intanto, dentro la capanna, Hagrid stava restituendo Crosta a Ron.
-Quello è Minus.- borbottò Harry e con rabbia si alzò, deciso ad entrare.
-Fermo, che stai facendo?!- intervenne Draco, afferrandolo per la felpa.
-Quello è l’uomo che ha tradito i miei genitori! Credi che me ne resterò qui, con le mani in mano?!- rispose l’altro.
-Sì, è necessario! Ottuso di un Potter!- disse Draco e sbuffando, lo tirò giù.- Harry, in questo momento tu sei da Hagrid, se irrompi lì ti crederanno impazzito. Brutte cose succedono a chi si intromette nel tempo, non possiamo essere visti!-
Jenny si meravigliò di questo suo temperamento tenace.- Non ti facevo così deciso.- commentò sorridendogli.
Draco arrossì leggermente.- Grazie, lo trovi sexy?- le chiese, ma poi scosse la testa, concentrandosi più su quello che dovevano fare. Notò poi che Silente e Caramel stavano arrivando insieme al boia.- Stanno arrivando, dobbiamo liberarlo.-
-Aspetta: Caramel deve vedere Fierobecco prima, o crederà che sia stato Hagrid.- intervenne Harry.
-Giusto, giusto.-
Jenny si ricordò di quello che successe dopo: ovvero che un sasso colpì una teiera.
Così, ne prese uno da terra e lo lanciò dentro.
Successivamente, un altro avrebbe dovuto colpire Harry al collo e così Draco lo fece.
-Ahi, fa male.- borbottò Harry.
Probabilmente quello che succedeva al vecchio Harry, si riversava anche su quello nuovo.
I 5 stavano uscendo dalla porta sul retro, così si nascosero dietro gli alberi, il tempo necessario a riavere la strada libera.
Una volta rimasti solo loro, continuarono a stare dietro alle zucche, mentre, come fatto in precedenza, Silente guadagnava tempo.
L’unica che era venuta a contatto con Fierobecco e che sapeva cosa fare, era Jenny.
Così si avvicinò lentamente a lui e gli fece un inchino, come insegnatole da Hagrid.
L’animale fece altrettanto e quindi la ragazza si apprestò a prendere la catena legata al palo.
Nonostante gli dicesse di venire e tirò la catena, Fierobecco non ne voleva sapere di alzarsi.
Draco intervenne dopo aver trovato dei furetti morti: il suo cibo preferito.
-Guarda Fierobecco! Guarda che bel furetto stecchito!- mormorò, sventolandolo in aria.
L’uccello si alzò subito e Draco gliene tirò uno.
Jenny poté salvarlo e si diressero nella foresta proibita, nel frattempo che Silente e Caramel si accorgessero che era sparito.
Non potevano dare la colpa ad Hagrid.
Stava tramontando il sole: Fierobecco seguiva Draco che agitava i furetti.
Si fermarono ad un certo punto e lo lasciarono vicino ad un albero: la prima parte era fatta.
-E adesso?- domandò Harry.
-Salviamo Sirius.- rispose Draco, avviandosi più in là, verso il Platano Picchiatore.
Restarono a distanza e videro i 5 entrare nel passaggio segreto della Stamberga Strillante: potevano solo attendere che uscissero.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo X. ***


-E ora aspettiamo.- disse Jenny, sedendosi a terra.
Gli altri due fecero lo stesso, osservando Fierobecco giocare con uno stormo di uccelli che volò nelle vicinanze.
-Almeno qualcuno si diverte.- commentò Draco.
-Sai Jenny, quando i Dissennatori ci stavano attaccando, ho davvero visto nostra madre.- esordì Harry, portandosi le gambe al petto.
Nonostante le sarebbe piaciuto che fosse vero, era più impossibile.- Ma Harry, la mamma è…-
-Morta, lo so.- continuò lui. -Ti dico solo quello che ho visto: ha cacciato i Dissennatori e c’era anche una specie di cervo, ma credo fosse una femmina, perché non aveva le corna.-
-Il professor Lupin dice che i nostri Patronus potrebbero prendere la forma di un animale, però succede solo ai maghi davvero potenti.- spiegò Draco.
Fu proprio in quel momento che Remus si stava trasformando, per via della luna piena alta in cielo.
I 3 si alzarono e videro come i cloni di Harry e Jenny stavano per essere attaccati dal licantropo.
Improvvisamente, Draco prese ad ululare.
-Che fai?!- esclamò Jenny.
-Ci salvo la vita.- rispose lui, continuando.
Però poi, il lupo mannaro corse verso la loro direzione.
-Perfetto, ora ci viene addosso.- balbettò Harry.
-Giusto, non vi avevo pensato…Via!-
Corsero verso la foresta, inseguiti dall’animale.
Le cortecce degli alberi erano abbastanza grandi da nascondere tutti e tre, nel frattempo che Lupin li cercava, annusando ovunque.
Harry fece capolino per vedere se si fosse allontanato, ma se lo trovò davanti, con la zampa piena d’artigli pronta a colpirlo.
Improvvisamente, Fierobecco si mise fra i due e batté le ali contro il licantropo, facendolo scappare.
Jenny fece un sospiro di sollievo, anche se era dispiaciuta per il suo professore preferito.- Povero professor Lupin, che nottataccia.-
A quel punto, Draco alzò lo sguardo, notando qualcosa.- Ragazzi.-
I Dissennatori si stavano riunendo, a caccia di Sirus.
-Sirius!-
I 3 corsero fino al piccolo lago, ritrovandosi dall’altra sponda e vedendo come quei mostri si cibavano di Harry, Jenny e Sirius.
-State morendo…- sussurrò Draco, tremando per l’orribile vista.
-Non ti preoccupare, presto arriverà la mamma.- disse Harry, piuttosto convinto.- E’ apparsa tutta d’un tratto, proprio lì.- continuò, indicando la riva.
-Amico, non credo che verrà qualcuno.- affermò Draco.
Jenny non sarebbe riuscita a vedere ancora oltre: doveva fare qualcosa.
-Aspetta, te lo giuro, sta per arrivare!-
La sorella non si trattenne più: estrasse la bacchetta e si avvicinò all’acqua, puntandola in alto.-Expecto Patronum!-
Usò i ricordi più felici che aveva con suo fratello: la sera in cui disegnarono la torta sul pavimento polveroso, tutte le volte che si erano abbracci e i momenti in cui, da più piccoli, univano i mignoli per sentirsi meno soli.
La potente luce stava facendo fuggire via tutti i Dissennatori: stava funzionando, poiché erano uniti anche in quel momento.
Mentre sorreggeva la bacchetta, Jenny notò che Harry le stringeva la mano libera e gli sorrise.
Quando tutti i Dissennatori se ne furono andati, Jenny abbassò la bacchetta e abbracciò suo fratello.
-Non era nostra madre.- le sussurrò Harry, con gli occhi lucidi. -Eri tu.-
L’altra gli accarezzò la guancia.- Continui ad avere i suoi occhi.-
Ad un certo punto sentirono Draco singhiozzare e si voltarono verso di lui, scoprendolo a piangere, commosso.
-Oh scusate, sto bene, mi riprendo subito.- balbettò, asciugandosi il viso.
Harry e Jenny scoppiarono a ridere: ora toccava liberare Sirius.
Draco li avrebbe aspettati nel cortile, mentre i fratelli Potter, in volo con Fierobecco, raggiunsero la torre nera dove tenevano Sirius.
Harry puntò la bacchetta contro la serrature della cella.- Bombarda!-
Una volta reso libero il loro padrino, tornarono da Draco.
-Vi sarò grato per questo, a tutti e tre.- esordì Sirius.
-Possiamo venire con te?- domandò Harry.
-Un’altra volta forse, per ora, la mia vita sarà troppo movimentata.- rispose l’altro. -E poi, il vostro posto è qui.- continuò, carezzando la guancia ad entrambi.- Siete stanchi di sentirvelo dire, immagino, ma somigliate così tanto a loro. E’ crudele che io abbia passato così tanto tempo con James e Lily e voi così poco, ma sappiate questo, quelli che ci amano non ci lasciano mai veramente. E potete sempre trovarli, qui dentro.- gli disse, indicando con le mani i loro cuori.
Successivamente, l’uomo saltò in groppa a Fierobecco.
-Alla fine ci siamo capiti, io e te.- disse Draco all’animale, accarezzandogli il becco.
Jenny era talmente entusiasta di quello che avevano fatto, che si era dimenticata di chiedergli una cosa.- Aspetta! Sirius, cosa sai su di me?-
Sirius fece un leggero sorriso, guardando sia lei che Draco.- So che sei in buone mani e, un giorno, lo scoprirai.-
Detto questo, Sirius volò libero, perdendosi nella luce della luna piena.
In quel momento, l’orologio ticchettò: era ora di tornare.
Harry, Jenny e Draco si diressero in infermeria, dove gli altri stavano appena utilizzando la Giratempo.
Infatti poi scomparvero.
-E’ andata?- gli chiese Hermione.
-E’ andata.- rispose Jenny, euforica.
-Che fate lì? Stavamo parlando con voi qui e ora siete lì?- intervenne Ron, giustamente confuso.
-Ma che sta dicendo, ragazzi?- disse Draco, divertito.
-Almeno una cosa l’abbiamo appurata.- continuò Harry.
-Cosa?-
-Che non sei male per mia sorella.- commentò l’altro, stringendogli la mano.
 

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Capitolo 11
*** Ultimo capitolo. ***


 
Si era tutto aggiustato per il meglio e anche il terzo anno ad Hogwarts era quasi finito.
Jenny uscì dal dormitorio e decise di andare a trovare il professor Lupin nel suo ufficio.
Quando salì le scale, notò che stava facendo i bagagli.
-Se ne sta andando?- gli domandò, stranita.
-Beh, agli alunni non farebbe piacere sapere la vera natura del loro professore, non credi?- disse lui, ma sorridendo. -Silente ha già rischiato molto nel coprirmi.-
Jenny iniziò a sentire un senso di malinconia.- Mi dispiace, mi mancherà.-
Lupin le accarezzò il mento, guardandola negli occhi.- Sai, fui io a portarti via, quella notte: ti portai tra le mie braccia, eri così piccola.-
La ragazza sgranò gli occhi per la sua rivelazione.- Allora ero con lei!-
-Non inizialmente.- rispose; Jenny sospirò, era una tortura non sapere la verità.- Jenny, lo so che è difficile accettare il fatto che tu non sappia tutto, ma credimi, erano tempi molto molto bui e certe cose erano proibite.-
Jenny ancora non capiva cosa intendesse dire, ma una cosa la sapeva, ovvero che Sirius e Remus erano amici di suo padre e capiva anche il perché.
-Comunque, dato che non sono più il tuo professore, posso restituirsi questa.- continuò Lupin, dandole la mappa del malandrino.
Riguardo quello, lei aveva capito tutto.- Mi faccia indovinare: lei è Lunastorta, Codalisca è Peter Minus, Sirius è Felpato e…Ramoso?-
-Tuo padre: era un abile Animagus e il cervo era il suo animale preferito.- spiegò, con un ghignò divertito.
Jenny sperò di vedere ancora Remus e senza pensarci, lo abbracciò.- Abbia cura di lei.- gli sussurrò.
-Anche tu piccola, anche tu.- mormorò l’altro, baciandole la fronte.
Successivamente, Jenny si diresse a fare colazione, quando, per le scale, comparve un uccellino fatto di carta che le volò intorno.
Curiosa, la ragazza lo seguì verso un altro piano: camminò lungo un corridoio e arrivò ad altre scale a chiocciola.
Si ritrovò in una delle torri di Hogwarts che dava sul lago nero: uno dei più bei paesaggi che il castello donava agli alunni.
L’uccello di carta tornò in mano di Draco e si ritrasformò in semplice foglio.
-Cos’è questo posto?- gli domandò, guardandosi intorno.
-La torre di Astronomia, ma è una materia che studieremo più in là.- rispose lui.
Jenny sapeva benissimo perché si trovasse lì, nonostante Draco volesse farle una sorpresa.
-Tutto bene?-
-Beh, per aver scoperto di avere un padrino, che il mio professore sia un lupo mannaro e che ora odio i ratti, sto piuttosto bene.- rispose, con il solito sarcasmo.
Draco ridacchiò appena e le prese i fianchi.- Sai perché mi piaci, Jenny? Perché mi fai ridere.-
-Mh, solo per questo?-
Il ragazzo si fece serio e le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -No, anche perché sei simpatica, coraggiosa e inaspettatamente bellissima.- le disse, facendola arrossire leggermente.- Ed è per questo che volevo chiederti…-
Jenny gli posò una mano sulla bocca prima che potesse dire altro.
Non poteva permettergli ancora di fare tutte quelle cose belle per lei, senza mai ricambiare.
Era il suo turno.
-Draco Malfoy, vuoi essere il mio ragazzo?- gli chiese, prendendogli le mani.
L’altro arricciò il naso.- Non lo so, ci devo pensare.- rispose ridacchiando.
Jenny gli diede una spintarella, ma lui l’attirò subito a se. -Assolutamente sì.- sussurrò, prima di baciarla dolcemente sulle labbra.
In seguito, mano per mano, i due si avviarono alla sala grande.
Entrando, videro una marmaglia di persone accalcate al loro solito posto e non capivano il perché.
Seamus le fece in contro, saltellando dall’emozione.- Jenny, ma dov’è che l’hai presa?-
Jenny corrucciò la fronte stranita.- Preso cosa?-
Si avvicinò poi e notò che sul tavolo c’era un pacco mezzo aperto.
-Ehm, Jenny, loro l’hanno aperta, non guardare me.- balbettò Ron, indicando i gemelli.
Allora Jenny aprì definitivamente il pacco: era una scopa luccicante e appena nuova.
-Oh Mio Dio.- esclamò Draco, con una leggera bavetta che gli usciva dalla bocca.- E’ una Firebolt! E’ la scopa più veloce del mondo!-
-E’ stata spedita insieme a questa.- intervenne Harry, passandole una penna d’uccello.
Jenny allora capì che era stato Sirius a mandarla.- Beh, non sono poi così sfigata, dopo tutto.-
 
CONTINUA…

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