Ricordi di famiglia

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prime foto ***
Capitolo 2: *** Primo Halloween ***
Capitolo 3: *** Primo Natale ***
Capitolo 4: *** Prima festa del papà ***
Capitolo 5: *** Primi occhiali e... papillon ***
Capitolo 6: *** Prima vacanza al mare ***
Capitolo 7: *** Prima febbre ***
Capitolo 8: *** Prima giornata libera ***
Capitolo 9: *** Primo scherzo ***
Capitolo 10: *** Prima amichetta ***
Capitolo 11: *** Prima vacanza in montagna ***
Capitolo 12: *** Primo giuramento... rotto ***
Capitolo 13: *** Primo libro letto da sola ***
Capitolo 14: *** Prima volta senza rotelle ***
Capitolo 15: *** Primo incontro con Babbo Natale ***
Capitolo 16: *** Prima Donna Aziraphale ***
Capitolo 17: *** Prima vacanza sull'isola di Crowley ***
Capitolo 18: *** Prima luna di miele ***
Capitolo 19: *** Primo... periodo ***
Capitolo 20: *** Prima colazione ***
Capitolo 21: *** Prima volta sola con Papà Crowley ***
Capitolo 22: *** Primo tatuaggio ***



Capitolo 1
*** Prime foto ***


Il grande giorno era arrivato.

- Sono così emozionata! Avrò preso tutto?- disse Magic facendo per la quinta volta il giro della sua camera, alla ricerca di oggetti utili per il suo viaggio lungo un mese.

- Magic, tesoro, rilassati! Hai preso tutto, ne sono sicuro. Ho pure reso invisibili i mobili per qualche secondo per assicurartelo.- disse Crowley appoggiato al muro e con le braccia e le gambe incrociate. Alla fine, Magic uscì dalla sua camera con due grandi valigie. Crowley si offrì di portargliene almeno una.

Durante il viaggio in Bentley, la famigliola cantò tutte le canzoni dei Queen a squarciagola, o almeno soltanto Crowley e Magic, mentre Aziraphale si limitava ad ascoltarli e ogni tanto rideva per gli acuti un po’ stonati del demone. Magic aveva ereditato la sua voce angelica.

Arrivati all’aeroporto, trovarono Georgia, Martha e Rose con i loro genitori e i loro enormi bagagli. Aziraphale salutò tutti quanti con troppo entusiasmo, mentre Crowley si limitò a dei silenziosi accenni con la testa.

A differenza degli altri genitori, i due padri rimasero con le ragazze fino a quando arrivò il momento di fare il check-in.

- Chiamaci appena scendete dall’aereo, qualunque sia l’ora.- raccomandò Crowley, mentre Aziraphale abbracciava la figlia.

- E non esagerare con le mani.- le bisbigliò l’angelo all’orecchio, poi la lasciò abbracciare il papà demone.

- E fai tante foto!- aggiunse lui.

- Ve lo prometto, ma voi non dovrete venire a controllarci, per favore. Ormai siamo adulte e vaccinate.

- Va bene, ma vi ricordiamo che in America siete ancora considerate minorenni, perciò niente alcool e droga.- disse Crowley abbassando un po’ gli occhiali.

- Te lo prometto, Papà Cro.- disse Magic mettendosi una mano sul cuore.

- E grazie ancora per questo viaggio. Vi voglio tanto bene.

Anche Georgia, Martha e Rose li ringraziarono e se ne andarono con Magic.

Crowley preferì aspettare che l’aereo della figlia e delle sue amiche decollasse prima di tornarsene a Londra con il marito. Nell’attesa, Aziraphale mangiò un muffin al cioccolato e bevve un succo d’arancia.

- Coraggio, caro, andiamo a casa. Andrà tutto bene.- disse trascinando il suo rosso marito nella Bentley. Neanche a farlo apposta, ascoltarono in loop A kind of magic.

Appena entrati in casa, Crowley si tolse gli occhiali, mostrando i suoi occhi bagnati. Aziraphale gli sorrise e glieli asciugò con un fazzoletto.

- Manca già anche a me, amore… lasciamo passare almeno una settimana e poi andremo a darle un’occhiata veloce. Due minuti al massimo.

- Dieci.

- Cinque. Ultima offerta!- disse Aziraphale posandogli un dito sul naso.

- Va bene.- disse Crowley sospirando e si sedette sul divano in salotto. Schioccò le dita e tra le sue mani apparve un enorme album di fotografie di famiglia.

- Se non posso vederla dal vivo, posso accontentarmi delle foto. Vieni qui, è da un po’ che non facciamo un tuffo nel passato insieme.- disse facendo segno ad Aziraphale di sedersi vicino a lui.

Crowley aprì l’album sulla prima pagina, piena di foto di Magic neonata che dormiva nella culla. Aziraphale si soffermò su una foto in particolare.

- La prima di una lunghissima serie…

 

DICIOTTO ANNI PRIMA, IL GIORNO DOPO L’ARRIVO DI MAGIC

 

- Angelo, prenditi una pausa, la piccola non può scappare.- disse Crowley a voce bassa mentre si metteva a sedere sul letto. Aziraphale era rimasto sveglio tutta la notte a guardare Magic che dormiva e a darle da mangiare quando piangeva.

- Scusami, caro… ho solo paura di essere in un sogno.- sussurrò lui senza staccare gli occhi dalla piccola.

- È così piccola… bella… anzi… è stupenda.

Crowley sorrise e sfiorò la testolina di Magic con delicatezza. Lei aprì appena gli occhietti, guardando davanti a sé senza piangere.

- Buongiorno, Magic…- la salutò Aziraphale mentre l’avvolgeva delicatamente con un braccio. Magic non fece nessun tipo di verso, si limitava a fissare il suo papà angelo e a stringergli l’indice con la sua minuscola mano. Crowley si avvicinò a loro e posizionò il suo cellulare in modo da poter fare un selfie con Aziraphale e Magic mentre li guardava.

Click!

- Torno subito.- sussurrò ed uscì dalla stanza.

Aziraphale rimase a guardare la bambina per qualche minuto ancora, poi la prese in braccio e la portò in cucina. Con un gesto della mano, fece apparire la sua colazione e quella di Magic. Prima si occupò di lei e mentre aspettava che facesse il ruttino, bevve il tè dalla sua tazza preferita, quella bianca con le ali.

- Burp!

- Salute, piccola! Era buono il latte, vero?- disse l’angelo con ironia, pulì la boccuccia alla piccola e la portò in camera per farla sdraiare sul fasciatoio. Aziraphale usò i suoi poteri soltanto per pulirsi le mani dopo aver cambiato il pannolino.

- Angelo? Vieni in salotto, per favore!- esclamò Crowley. Aziraphale riprese Magic in braccio e raggiunse il compagno.

- Ta-dà.- disse Crowley a voce bassa indicando con orgoglio una grande riproduzione della foto che aveva fatto pochi minuti prima attaccata al muro sopra il televisore. La cornice era a pallini neri e bianchi e splendevano di lilla.

- Caro… è bellissima… la nostra prima foto di famiglia.- disse Aziraphale meravigliato. Crowley gli sorrise e lo baciò sulle labbra, soddisfatto, poi guardò la bambina. Si era appena riaddormentata.

- Lasciamela mettere a nanna, angelo. Hai bisogno di prenderti una pausa da lei.

Aziraphale gliela consegnò con delicatezza per non svegliarla. Crowley baciò Magic sulla testolina e la fece sdraiare nella culla che aveva fatto apparire nel salotto, in modo da poterla avere vicina mentre lui si occupava delle piante e guardava la televisione e Aziraphale leggeva un libro.

Magic si mise a piangere dopo un pisolino di un’ora. L’angelo riuscì a calmarla in pochi minuti, la portò al fasciatoio per toglierle il pigiamino e il pannolino un po’ bagnato di pipì e avvolgerla in un asciugamano bianco e poi chiese a Crowley di farle il bagnetto.

- Glielo fai tu, angelo!- si lamentò lui.

- No, io le ho dato da mangiare e le ho anche cambiato il pannolino! Anche tu sei suo padre, perciò adesso le fai il bagnetto! Non devi mica trasferirti al Polo Nord per farglielo!- protestò Aziraphale e mise Magic tra le braccia del demone. Lei sembrava indecisa tra rimettersi a dormire e guardare il suo papà dagli occhi serpentini.

- Ma guardala, sta per riaddormentarsi, non voglio farla piangere.- disse Crowley sulla difensiva.

- Ora smettila, Crowley. Puoi farle il bagnetto anche se dorme, non vorrai mica che faccia sogni puzzolenti.- disse l’angelo mentre trascinava il compagno in cucina. Schioccò le dita e apparve dentro il lavandino un cuscino di spugna rosa.

- Adesso adagia delicatamente Magic e poi apri il rubinetto. L’acqua deve essere tiepida, ma solo un po’.- spiegò con pazienza. Crowley seguì le istruzioni come uno scolaretto senza staccare gli occhi da Magic. Aveva paura di farle male. Controllò almeno tre volte che l’acqua fosse alla temperatura giusta prima di passarla lentamente sul corpicino della piccola. Lei rimase con gli occhietti chiusi per tutto il tempo, ma a parte qualche gemito e dei piccoli calcetti al cuscino, non provò alcun fastidio per le coccole di Crowley mentre la lavava con una piccola spugna morbida.

- Non… non è così difficile…- mormorò il demone.

- Te l’avevo detto, testa calda.- commentò Aziraphale, ma il suo ottimismo sparì quando si ritrovò un lungo schizzo di pipì di Magic sul panciotto. Crowley non poté fare a meno di ridere mentre il suo angelo guardava la macchia di pipì come se fosse veleno. Gli ci volle un po’ per calmarsi prima di schioccare le dita e farla sparire.

- Così impari a fare il sapientone, angelo!- disse Crowley ancora divertito, fino a quando si ritrovò bagnato di pipì anche lui. Magic fece uno strano gemito che poteva sembrare una risata.

- Ora siamo pari.- disse Aziraphale soddisfatto e fece apparire una macchina fotografica per fare una foto al suo compagno e alla sua bambina.

Crowley schioccò le dita per pulire i suoi vestiti. Dopo essersi assicurato di aver lavato a dovere la sua bambina, chiuse il rubinetto, si fece aiutare dall’angelo ad avvolgerla nell’asciugamano, l’asciugò per bene dandole anche qualche bacetto sulla testolina e sulle guanciotte per calmarla, le mise il ciuccio in bocca e poi la portò al fasciatoio in camera sua per metterle il pannolino e un pigiamino caldo e morbido. Dovette quasi litigarci per infilarle le braccine nelle maniche perché lei voleva a tutti i costi succhiarsi i ditini.

- Magic, per favore, fai la brava. Papà Crowley ha difficoltà con la pazienza.- disse cercando di mantenere la calma.

Quando finalmente riuscì a chiuderle il pigiamino, la riprese in braccio e le annusò la testolina tenendo gli occhi chiusi.

- Profuma… come te, angelo. Di vaniglia…- sussurrò con voce soave. Aziraphale si avvicinò e annusò anche lui la testolina della piccola.

- È il profumo più buono che abbia mai sentito… decisamente meglio della mia nuova colonia.

- Quale colonia?- chiese Crowley ironico.

 

PRESENTE

 

- Pensa se fosse apparso un maschietto al posto di Magic. Avrebbe fatto la pipì in altri posti!- disse Aziraphale e si mise a ridere, finendo per contagiare suo marito.

- E io glielo avrei fatto sparire con uno schiocco!

- Crowley!

- Scusa…

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Capitolo 2
*** Primo Halloween ***


Crowley voltò pagina, osservando con attenzione ogni foto, poi scoppiò a ridere quando ne vide una di lui e Aziraphale con Magic nella sua carrozzina decorata con piccoli pipistrelli e zucche e finte ragnatele. Erano tutti e tre mascherati per Halloween.

- Oh no… ti prego, Crowley, vai avanti, non farmi ricordare quel giorno imbarazzante!- disse Aziraphale coprendosi la faccia.

- Che dici, angelo? Non è stato imbarazzante! Ci siamo divertiti tanto!- protestò Crowley.

 

DICIOTTO ANNI PRIMA, DUE MESI DOPO L’ARRIVO DI MAGIC

 

- No, no e no! Non ci contare, Crowley!

- Che padre cattivo che sei, angelo! Vuoi davvero rovinare il primo Halloween di tua figlia?- protestò Crowley dopo aver schioccato le dita per decorare la casa, tenendo Magic stretta a sé. La piccola non sembrava spaventata dai finti ragni e pipistrelli e dalle piccole e grandi zucche “terrificanti” che vedeva sparsi dappertutto.

- Non rovinerò un bel niente, dato che Magic è ancora troppo piccola per ricordare!- disse Aziraphale sulla difensiva.

- Io invece no e se non festeggerai questo giorno insieme a noi… farò lo sciopero di quella cosa che ti piace tanto fare con me.- lo minacciò Crowley voltandogli le spalle.

- Pranzare al Ritz? Passeggiare a St. James Park? Bere vino in libreria?- chiese l’angelo confuso.

Crowley sospirò e guardò la sua piccola che gli sfiorava il mento con la manina.

- Tesorino mio… a volte il tuo papà angelo è la creatura più ottusa del Mondo, ma non per questo lo amiamo di meno.

Aziraphale sussultò. Aveva finalmente capito che cosa intendeva dire il suo demone.

- Sei cattivo, Crowley!

Crowley lo guardò di nuovo e gli rivolse uno sguardo dolce ma anche malizioso.

- Grazie, angelo. Anche io ti amo.- disse quasi commosso. Aziraphale sospirò e alzò le mani.

- Va bene, mi arrendo. Possiamo festeggiare Halloween. Meno male che i nostri ex-capi hanno promesso di lasciarci in pace. Non ho mai dimenticato il brutto muso di Belzebù quando mi ha visto immerso nella vasca di acqua santa.- commentò.

Crowley sorrise e si avvicinò al suo angelo per baciarlo sulle labbra, facendo attenzione a non soffocare Magic.

- Normalmente, durante la notte di Halloween, vado in giro a spaventare la gente con la mia faccia da serpente, ma dato che adesso siamo in tre… ci limiteremo ad una passeggiata per la città mascherati da mostri!

Aziraphale indietreggiò spaventato.

- Ma Magic è troppo…

- Oh, uffa, Aziraphale! Magic non è troppo piccola per fare niente! Solo perché è nella nostra vita da due mesi, non vuol dire che deve soltanto mangiare, dormire e fare i bisognini!- protestò Crowley e portò la figlia al fasciatoio. Fece apparire tra le sue mani un pigiamino caldo e morbido a righe nere e arancioni con una zucca sotto il cappuccio arancione e lo fece indossare a Magic.

- Sarai la zucca più bella di questo Halloween, tesorino!- disse il demone soddisfatto e baciò sua figlia sulla fronte, poi l’affidò ad Aziraphale e andò a cambiarsi.

- Mmm… potrei mangiarti, Magic… tranquilla, sto scherzando! Non raccontarlo mai a Papà Crowley.- disse l’angelo solleticando Magic sul pancino e lei gli prese il dito per metterselo in bocca, facendolo sorridere.

Quando Crowley uscì da bagno, Aziraphale sussultò dallo spavento e dovette stringere a sé la piccola per non farla cadere.

- Ma come ti sei conciato, Crowley?

- Che c’è, non ti piace?- disse lui un po’ deluso. Si era vestito da Sally, la bambola di Nightmare before Christmas. Si era persino truccato il viso, il collo e le braccia di azzurro grigiastro e pitturato qualche finta cucitura, proprio come quelle di una bambola. Le sue gambe lisce erano coperte da collant del colore attuale della sua pelle. E come se non bastasse, aveva schioccato le dita anche per farsi crescere i capelli fin sotto i gomiti. Magic fissò Crowley, aprì la boccuccia, ma non pianse.

- Hai visto? Magic apprezza il buon gusto, proprio come il suo bellissimo papà.- si vantò lui girando su se stesso.

- E io chi dovrei essere?- chiese Aziraphale preoccupato.

- Meglio se metti giù la piccola, credimi.

Appena Aziraphale posò Magic nella culla, Crowley schioccò le dita per far indossare al suo compagno una giacca e dei pantaloni a righe nere e bianche verticali, dei guanti bianchi e delle scarpe nere. L’angelo rischiò di urlare quando si accorse che anche il suo papillon era cambiato, gli sembrava di avere un pipistrello dalle lunghe ali sotto il collo.

- Ma che… ma cosa… ma chi dovrei essere?- disse a voce bassa per non spaventare Magic.

- Sally non può stare senza il suo amato Jack Skeletron…- disse Crowley con voce sdolcinata, poi fece apparire un kit di trucchi da teatro e una spugnetta, la intinse nel bianco e la spalmò su tutto il viso dell’angelo, poi toccò al nero sopra e intorno alle palpebre.

- Ho quasi finito…- sussurrò mentre gli passava una matita nera sulle guance e sulle labbra con qualche trattino verticale per dargli una bocca larga e quasi spaventosa.

- Giuro che prima di andare a letto ti riempio di baci mentre hai ancora questo meraviglioso trucco.- disse soddisfatto dal suo lavoro e fece apparire un piccolo specchio. Aziraphale sussultò di nuovo dallo spavento, ma poi si rese conto che non era così male.

- Mi… mi piace.

Quella risposta fece spalancare la bocca del demone dalla sorpresa.

- Angelo… per caso ti ho truccato anche il cervello?

- Non sto scherzando, Crowley… sono sorpreso quanto te. Coraggio, andiamo a divertirci. A proposito, dove volevi portarci esattamente?

 

*

 

Crowley parcheggiò la Bentley poco lontano da Kensington Gardens. Aziraphale notò subito che c’erano tante famiglie mascherate come loro tre.

- Mi sembra di capire che ci sia una festa poco lontano da qui, dico bene?- chiese l’angelo mentre posava Magic nella carrozzina e la copriva bene.

- Una cosetta tranquilla per le famiglie. Quando sarà il momento giusto, insegneremo alla nostra bambina come si festeggia davvero Halloween.- commentò Crowley e condusse il suo compagno e sua figlia al chiosco più grande del parco che era stato decorato per l’occasione e c’erano bambini mascherati che facevano tutti i classici giochi guidati da animatori vestiti da streghe o da vampiri.

Crowley ed Aziraphale si sedettero ad un tavolino con una grande candela coperta di ragni finti al centro dentro il chiosco e ordinarono uno Scary Punch analcolico, una cioccolata calda con un po’ di crema di zucca e un marshamallow a forma di fantasma e del latte tiepido per la piccola. Molti bambini riconobbero i costumi della coppia, ma rimproveravano sempre “Jack” per aver messo su un po’ di ciccia e ridevano di lui. Non era la prima volta che Aziraphale riceveva dei pessimi commenti su se stesso o su quello che faceva, ma non sapeva mai come difendersi.

- Jack è così perché ci siamo sposati. È un dato di fatto, il matrimonio fa ingrassare, lo dice persino la scienza, ma a Sally non importa. Io amo il mio Jack così com’è.- disse Crowley usando la voce più femminile che riusciva ad imitare e prese per mano Aziraphale, guardandolo con amore. I bambini risero lo stesso e se ne andarono, ma l’angelo era troppo occupato a guardare il suo demone e la loro bambina per badare alle loro risate infantili e superficiali. Quando arrivarono i drink, Aziraphale versò il latte nel biberon che aveva fatto apparire di nascosto, prese Magic in braccio e le diede la pappa, mentre Crowley sorseggiava delicatamente il suo punch e guardava le due creature più importanti della sua vita. Dopo aver fatto fare il ruttino alla piccola, Aziraphale le pulì la boccuccia e la rimise nella carrozzina, per poi godersi la sua bevanda ancora calda usando una cannuccia per non rovinare il trucco.

- Mi scusi, potrebbe farci una foto, per favore?- chiese Crowley ad una cameriera vestita da Morticia Addams porgendole il suo cellulare, già pronto per fotografare.

- Sì, certo!

Il demone e l’angelo si misero vicino alla carrozzina, presero Magic per le manine e guardarono verso la cameriera.

- Sorridete!

 

PRESENTE

 

- Comunque… la cosa più bella di questa foto è… il sorriso di Magic. Il primo della sua vita.- ammise Aziraphale appoggiando la testa sulla spalla di Crowley, senza staccare gli occhi dalla foto.

- L’avevo quasi dimenticato…- mormorò Crowley con dolcezza.

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Capitolo 3
*** Primo Natale ***


Dopo aver riso e sospirato per tutte le altre foto a tema Halloween, Crowley voltò pagina e sorrise guardandone una di Aziraphale e Magic che fanno un pisolino sul divano.

- Le piaceva tanto dormire sopra di te. Probabilmente credeva che ci fosse una nuvola soffice sotto i suoi vestiti.- commentò il demone sfiorando la pancia dell’angelo con un dito.

- Da qualche parte doveva pur dormire dopo aver finito di giocare con te!- disse Aziraphale indicando una foto di Crowley e Magic che giocano con una pallina morbida rossa su un tappetino colorato e si sorridono a vicenda. Aziraphale voltò pagina e per poco Crowley bruciò l’album con lo sguardo puntato su una foto che lo faceva infuriare.

- Sarebbe una bella foto, angelo, se non fosse per i tuoi pessimi gusti!

- Esagerato!- disse l’angelo facendogli il solletico sul collo.

 

DICIOTTO ANNI PRIMA, QUATTRO MESI DOPO L’ARRIVO DI MAGIC

 

Aziraphale si alzò dal letto di buonumore e andò a prendere la bambina, già sveglia e in attesa di uno dei suoi padri. L’angelo la prese in braccio e le cantò We wish you a Merry Christmas mentre la portava in salotto per darle da mangiare e godersi la vista dell’albero di Natale che aveva addobbato da solo. Crowley si era rifiutato di aiutarlo, essendo il Natale la festa più odiata dai demoni, ma almeno aveva preparato il cenone senza usare i suoi poteri. Quella sera, Newt e Anathema sarebbero stati loro ospiti e Aziraphale non stava più nella pelle. Solitamente, lui passava il Natale cantando durante la messa di mezzanotte a Londra e poi andava alla mensa dei poveri per aiutare i volontari a servire il cenone, anche se non riusciva mai a resistere alla tentazione di addentare un biscotto di zenzero o un pezzetto di tacchino tra un servizio e un altro. Quello sarebbe stato il suo secondo Natale insieme a Crowley da quando si erano messi insieme, ma anche il primo come padre della bellissima bambina che teneva tra le sue braccia.

- Buon Natale, principessina del papà.- disse quando si ritrovò occhi negli occhi con lei, poi sentì qualcosa di caldo sulla sua testa e anche uno schiocco.

- Buon Natale anche a voi, angelo e stellina della mia vita.- disse Crowley dopo aver baciato anche la testolina della figlia.

- Meno male che Natale dura solo un giorno. Non vedo l’ora di far sparire questo spaventapasseri di foglie e decorazioni sdolcinate.- commentò facendo apparire una tazza di caffè caldo.

- Ma se hai fatto letteralmente il giro del Mondo per trovare l’albero migliore per il nostro primo Natale in famiglia?- lo punzecchiò Aziraphale dopo aver posizionato la piccola sulla sua spalla per farle fare il ruttino. L’orgoglio di Crowley gli impedì di rivelare al suo compagno che quell’albero era lo stesso dove avevano festeggiato il loro primo Natale insieme sorseggiando cioccolata calda (con un po’ di rum) e facendo illuminare le decorazioni con i loro poteri.

- Comunque, mi auguro che Newt e Anathema portino regali utili per la nostra Magic. Sta crescendo in fretta e le servirebbero dei nuovi pigiamini! Vado a controllare se le mie signorine sono state buone o cattive.

E Crowley andò nella stanza delle piante.

- Buon Natale, mie care! Allora, vediamo se oggi devo fare Babbo Natale o Krampus con voi!- disse ad alta voce, provocando, come sempre, tanta paura nelle povere creature verdi innocenti.

Aziraphale si alzò prima di sentirlo gridare parolacce e si spostò nella camera di Magic.

- Scusa, Magic, ma a volte Papà Crowley fa e dice cose che è meglio non sentire.

Magic gli rispose con un sonoro ruttino. Aziraphale la pulì per bene e poi le cambiò il pannolino.

- Vedrai, tesorino, stasera passeremo un Natale indimenticabile. Be’… tu purtroppo non te lo ricorderai, ma faremo tante foto e un giorno te le farò vedere.- spiegò l’angelo sorridente. Magic sembrava ascoltarlo attentamente mentre si mangiava le manine. Una volta cambiata, Aziraphale la riprese in braccio e si sedette sulla sedia a dondolo per farla giocare con un pupazzetto a forma di angelo con le ali nere che aveva fatto apparire nella sua mano.

- Sai, Magic… io conosco bene gli angeli. Dopotutto… lo sono anche io. Ma in tutti questi secoli, non ho mai conosciuto un angelo più bello di te. Lo so perché dentro di te c’è un po’ di me… e anche un po’ di Papà Crowley. Anche se la sua anima è diventata nera, io lo considero comunque un angelo, perché lo era prima di diventare un demone e sono sicuro che dentro il suo cuore… anche lui la pensa così. Questo è il mio regalo di Natale per te, tesoro mio.

Magic sorrise alle parole di Aziraphale e prese il pupazzetto per toccargli la testa con la bocca. Crowley voleva raggiungerli, ma era talmente commosso dalle parole dell’angelo da non avere la forza di entrare in camera finché non fossero sparite le lacrime dai suoi occhi.

Newt e Anathema arrivarono alle otto con tanti regali per la piccola, ma anche per i loro amici. Aziraphale li accolse con baci e auguri e li aiutò a posizionare i regali sotto l’albero, mentre Crowley li aspettava davanti alla tavola imbandita tenendo Magic in braccio, che indossava un vestitino bianco che la faceva sembrare un bellissimo angioletto dai capelli rossi. Appena Anathema vide la sua bellissima figlioccia, le fece gli auguri ignorando Crowley, che le permise comunque di prenderla in braccio.

- Posso fare gli auguri anche a te o rischio di finire all’Inferno?

- Come se me li avessi fatti, stai tranquilla.

Crowley aveva preparato i classici piatti di Natale, tacchino farcito, salsa di pane, patate arrosto, pudding, frollini di mandorle e marmellata e persino zabaione analcolico. Mancavano i Christmas cracker, ma Aziraphale e Crowley avevano preferito lasciarli perdere almeno per quella volta. Non era il caso di rovinare il primo Natale di Magic spaventandola con dei piccoli botti.

- Facciamo un brindisi!- propose il demone dopo che tutti si erano seduti a tavola e prese il suo bicchiere di zabaione, imitato dagli altri.

- Vi dirò… io sono stato creato per odiare il Natale e ammetto che è anche un po’ colpa mia se negli ultimi tempi è diventato il periodo più materialista dell’anno… ma da quando sono riuscito a convincere il grande amore della mia vita a passare il resto dell’eternità insieme…

Si fermò per accarezzare la guancia di Aziraphale che gli sorrideva.

- … credo di aver capito il vero spirito del Natale e ora che il mio cuore appartiene anche a questa bellissima principessina…

Baciò Magic sulla guancia facendole anche una pernacchia che la fece ridere.

- … sono disposto a festeggiarlo nel migliore dei modi ogni anno per sempre. Al primo Natale della nostra famiglia!- disse facendo l’occhiolino ad Anathema e Newt. Considerava anche loro membri della famiglia Crowley-Fell. I quattro adulti sfiorarono i bicchieri insieme e lo fecero pure con il bicchiere di plastica colorata di Magic, che sorrideva a bocca spalancata. Pur non avendo ancora i dentini, era una gioia vederla sorridere.

Aziraphale fu molto fiero delle abilità culinarie del compagno, si godeva ogni singolo boccone con piacere. Anche a Magic piaceva la pappa di tacchino frullato che Crowley le aveva preparato.

- Mmm… Crowley, questo pudding è squisito! Non vedo l’ora che lo assaggi anche Magic tra qualche anno.- disse Aziraphale dopo essersi pulito la bocca sporca di dessert. Crowley gli sorrise soddisfatto. Ce l’aveva messa tutta per cucinare come un essere umano, ma non era solo quello il suo regalo di Natale per il suo angelo.

Quando arrivò il momento dei regali, si trasferirono tutti in salotto.

- Prima le signorine.- disse Aziraphale e porse due regali ad Anathema. Le aveva preso insieme a Crowley un cestino di vimini chiaro da attaccare alla bicicletta e persino un campanello che suonava forte, facendo ridere Magic.

- Vi ringrazio tanto.- disse la strega e baciò l’angelo, il demone e persino la sua figlioccia sulle guance.

I regali per Magic furono dei pigiamini di sette colori diversi da parte di Anathema e Newt, un libricino morbido su Peter Coniglio da parte di Aziraphale e una palestrina musicale che suonava le canzoni dei Queen in versione carillon da parte di Crowley.

- È sempre il momento migliore per conoscere l’ottima musica.- commentò il demone dopo aver schioccato le dita per montare la palestrina e posizionarci sotto sua figlia, che già apprezzava il regalo e ne fu talmente rapita da non guardare Crowley che regalava ad Aziraphale una scatola di legno piena di bustine da te di ogni genere.

- Oh, Crowley… non vedo l’ora di provarli! Comunque, anche io ho un regalo per te.

- No, amore, non ce n’è bisogno. Me lo hai già fatto con qualche mese di anticipo ed è stato il più bello che potessi farmi.- disse Crowley e gli diede un bacio sulle labbra. Schioccò pure le dita per far apparire sopra di loro una ramoscello di vischio, facendo sussultare Newt. Non si era ancora abituato del tutto ai poteri soprannaturali.

- Ah no, mio caro. Questo regalo è molto importante per me.- disse Aziraphale e schioccò le dita.

- Sei bellissimo, Crowley!

Crowley schioccò le dita per far apparire dei delicati tappi nelle orecchie di sua figlia per non farle sentire il suo urlo di disapprovazione per il vestito verde e pieno di campanelli che indossava.

- Perché mi hai regalato un costume da folletto, angelo?! Sono ridicolo!

Aziraphale schioccò le dita e si ritrovò vestito da Babbo Natale, ma senza barba lunga e riccioluta.

- Per farci una foto di famiglia, proprio come abbiamo fatto a Halloween.- spiegò con calma.

Anathema si offrì di fare la foto e prese la macchina fotografica di Aziraphale, che prese Magic in braccio e si alzò per mettersi in posa insieme. Crowley guardò verso l’obiettivo con disapprovazione, cercando di sopportare per amore della sua famiglia, ma non resistette e guardò altrove.

 

PRESENTE

 

- La cosa che apprezzai di più di quel ridicolo costume lo striptease animalesco che feci per te, mio bellissimo Babbo Natale, dopo aver messo a nanna Magic. Ho-ho-hooo…- sussurrò Crowley all’orecchio del marito, facendolo arrossire.

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Capitolo 4
*** Prima festa del papà ***


Crowley girò pagina e una foto gli fece venire un tuffo al cuore. Si coprì la bocca per non far vedere a suo marito che stava per piangere. Aziraphale guardò la foto e sospirò appoggiando la testa sulla spalla del suo demone.

- Una delle mie feste preferite… anche prima che arrivasse Magic…

 

DICIASSETTE ANNI PRIMA, SETTE MESI DOPO L’ARRIVO DI MAGIC

 

Crowley, Aziraphale e Magic stavano passeggiando per il centro di Londra. L’angelo spingeva la carrozzina controllando la figlia ogni due minuti per assicurarsi che non avesse freddo.

- Angelo, perché sei voluto uscire? Stavamo così bene a casa belli comodi.

- Non hai visto il calendario oggi?

- Gli unici giorni che contano per me sono il nostro anniversario e il compleanno di Magic.- si giustificò Crowley. Aziraphale gli sorrise e si fermò per guardarlo negli occhi tenendogli la mano.

- Oggi è il 19 marzo… la festa del papà. Quindi… è anche la nostra festa.

Crowley guardò sua figlia nella carrozzina. Guardava lui e il suo papà angelo con gli occhi spalancati e il ciuccio in bocca.

- Hai ragione, angelo. Oggi è anche la nostra festa.- disse Crowley e baciò Aziraphale e Magic sulle guance.

- Allora buona festa, paparini!

Crowley e Aziraphale si voltarono e videro Anathema e Newt con due sacchetti a testa tra le mani.

- Ciao, campagnoli! Che cosa ci fate da queste parti?- li salutò Crowley.

- Avevamo bisogno di qualche indumento nuovo.- disse Newt, mentre Anathema salutava Magic accarezzandole una guancia con l’indice.

- Che ne dite di unirvi a noi in questo giorno speciale per noi?

Crowley fulminò Aziraphale con lo sguardo per la sua proposta, ma Magic ormai non voleva lasciare andare il dito della sua madrina. Così le due coppie e la bambina speciale attraversarono il centro insieme e poi si spostarono a Hyde Park. Magic iniziò ad agitarsi e a piagnucolare perché era stufa di stare sdraiata e sputò via il ciuccio.

- No, no, amore, non piangere.- le disse Crowley scoprendola per prenderla in braccio. Nonostante la piccola adorasse stare tra le braccia del suo papà demone, continuò a piangere. Anathema notò che indossava il cappotto verde con le foglie rosse e gialle che le aveva regalato l’ultima volta che l’aveva vista.

- Posso provare io, Crowley?- chiese gentilmente. Crowley strinse le labbra, ma permise alla sua amica strega di prendere in braccio sua figlia. Appena Magic riconobbe Anathema, si calmò e si lasciò baciare sulla fronte.

- Ciao, amore della zia.

Non l’avesse mai detto. Magic rimase attaccata a lei per tutto il resto della passeggiata nel parco. Ogni volta che Crowley e Aziraphale e persino Newt la toccavano, lei piangeva e agitava le braccia e i piedini. Quando si fermarono a bere qualcosa ad un chiosco, Crowley era sul punto di esplodere.

- Giuro che dopo questa giornata, non ti farò mai più prendere in braccio mia figlia!

- Non dire stupidaggini, Crowley!- lo rimproverò Aziraphale.

- Non devi essere geloso, demone. Magic vuole solo godersi la mia compagnia finché può, dato che ci vediamo poco, mentre tu la puoi vedere tutti i giorni.

Il tono di Anathema sembrava un po’ malinconico e Newt strinse le labbra, preoccupato. Aziraphale se ne accorse, ma per rispettare la privacy della coppia, non disse niente, si limitò a dare ragione alla sua amica. Crowley svuotò tutto d’un fiato il suo bicchiere di scotch senza staccare gli occhi da sua figlia che succhiava il biberon tra le braccia della strega.

Non fosse così piccola, la metterei in punizione, pensò.

Arrivato il momento di tornare a casa, Aziraphale avrebbe voluto invitare Anathema e Newt a cena, ma rimase in silenzio.

- Ci vediamo la prossima volta, tesorino. Fai la brava con i tuoi papà.- disse la strega alla sua figlioccia, le diede un bacio sul nasino, la mise nella carrozzina e la coprì per bene.

- Vi auguriamo buona serata.- disse Newt e si diresse con la fidanzata verso la sua Dick Turpin.

- Perché devi essere sempre così ostile con Anathema, Crowley?- si lamentava Aziraphale mentre entrava nella Bentley che Crowley aveva fatto apparire davanti a loro.

- Lei ci ha rovinato la nostra prima festa del papà!

Magic fece i capricci dallo spavento per il tono di voce alto e furioso del suo papà demone. Aziraphale la cullò dolcemente per calmarla.

- Non ci ha rovinato un bel niente! Al contrario, ci ha dimostrato che non dobbiamo essere troppo appiccicosi con nostra figlia. Ha bisogno anche di stare con altre persone. Dopotutto, Anathema è la sua madrina, perciò è come una mamma per lei.

- Veramente, sei tu la mamma, angelo! Staresti anche bene con il rossetto e il fard.- commentò Crowley.

- Molto spiritoso, Crowley.

Arrivati a casa, Aziraphale spogliò Magic per farle il bagnetto in una vaschetta di plastica dentro il lavandino della cucina. Crowley lo aiutò ad asciugarla e a vestirla, poi la prese in braccio, si sedette sul divano e fece apparire un biberon pieno di latte tiepido che infilò delicatamente nella bocca di Magic.

- Amorino mio, oggi hai fatto arrabbiare papà Crowley.- le disse fissandola negli occhi.

- Crowley… Magic è troppo piccola per essere rimproverata.- protestò Aziraphale sedendosi vicino a loro. Crowley sospirò e appoggiò Magic sulla sua spalla per farle fare il ruttino.

- Scusami, angelo… forse ho esagerato…

Aziraphale guardò il suo compagno con un sopracciglio alzato.

- Ti senti bene, Crowley?

Crowley soffocò una risata.

- Sai, angelo… c’è un motivo per cui molto spesso sono appiccicoso con Magic, perché cerco di comportarmi come un padre umano, uno che sente ogni giorno il peso della vita che diventa sempre più grande… ma la verità è che non mi piace comportarmi così.

Magic fece un forte ruttino. Aziraphale rise divertito, mentre Crowley puliva la bocca della figlia, per poi farla sdraiare di nuovo tra le sue braccia. Le mise anche il ciuccio in bocca e Magic lo succhiò tenendolo tra le manine, come se avesse paura di farselo portare via da uno dei suoi papà.

- Non hai bisogno di essere quello che non vuoi essere, amore. Tu sei un padre meraviglioso per Magic. Non ti arrendi mai quando si tratta di lei e l’hai amata sin dal primo momento in cui l’hai vista nella mia libreria, lo so perché avevi una bellissima luce di gioia negli occhi. Non l’ho mai dimenticata.- disse Aziraphale mentre accarezzava la testolina di sua figlia.

- Grazie, angelo mio… anche tu sei una mamma meravigliosa.

- Papà!- protestò l’angelo. Magic guardò verso di lui e il ciuccio le sfuggì di bocca, ma riuscì a prenderlo da sola prima che cadesse a terra.

- Che brava bambina.- disse Aziraphale con orgoglio.

- Sai già badare a te stessa, bricconcella. Ti vuoi proprio liberare dei tuoi due bellissimi paparini?- commentò Crowley solleticando il pancino di Magic. Lei sorrise dietro il ciuccio.

- Non è facile essere padri, vero, mio caro?

- Adoro le cose difficili, angelo… sono le migliori.- disse Crowley e baciò il suo angelo, ma Magic l’interruppe piagnucolando e sbattendo forte le braccine e le gambine.

- Ha preso la gelosia da me.- commentò il demone.

- Veramente… anche da me. Anche io non sopporterei di vederti baciare qualcuno che non sia il sottoscritto e questa bellissima principessina.

Magic piagnucolò ancora, nonostante avesse due occhi gialli e altri due azzurri puntati su di sé.

- Vuoi tanti baci anche tu, gelosona? Se proprio insisti.

Crowley la prese delicatamente sotto le ascelle e avvicinò il suo visetto al suo per baciarla ripetutamente sulle guanciotte e per farle le pernacchie sul collo, facendola ridere forte. Sia lui che Aziraphale consideravano la risata della loro bambina il suono più bello dell’Universo.

- Buona prima festa del papà, Crowley.- disse il biondo angelo baciando prima il suo rosso compagno e poi la piccola sulla guancia.

- Buona prima festa del papà, Aziraphale. È solo grazie a te se siamo in tre. Non per niente, è il numero perfetto.

 

PRESENTE

 

- La prima di una lunga serie di bellissime feste del papà. Alla scuola elementare faceva sempre due regalini, uno nero per te e uno bianco per me, invece di usare il classico blu.

- Li faceva anche per la festa della mamma, ma solo per te e Anathema.- commentò Crowley e scoppiò a ridere quando trovò una foto di suo marito e della loro amica strega con delle coroncine di fiori di carta rosa fatte da Magic in testa. Sorridevano entrambi, ma la faccia di Aziraphale era rossa dall’imbarazzo.

- La colpa è tua che le hai insegnato a chiamarmi Mama Azi quando era piccola!- protestò l’angelo, ma Crowley alzò le spalle e gli sorrise.

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Capitolo 5
*** Primi occhiali e... papillon ***


Aziraphale girò pagina e ammirò ridendo una grande, bella e anche buffa foto di Magic.

- Guarda la nostra piccola burlona!

- Una piccola burlona con un grande senso dello stile.- precisò Crowley.

 

DICIASSETTE ANNI PRIMA

 

- Aziraphale/Crowley? Hai visto i miei occhiali/il mio papillon?- si chiesero a vicenda il demone e l’angelo. Stavano cercando i loro affezionati oggetti da più di un’ora e nessuno dei due aveva ottenuto risultati e non volevano neanche compiere dei piccoli miracoli per ritrovarli.

Appena parlarono di nuovo in coro, Crowley lo interruppe baciandolo.

- Ricapitolando, i miei occhiali e il tuo papillon sono spariti. C’è forse un cazzo di ladro in casa nostra?

- Ora che ci penso… non abbiamo guardato in camera di Magic.

- Sta dormendo e poi, non so tu, ma io non sono così scemo da lasciare un oggetto pericoloso come un paio di occhiali scuri nella camera di una bambina.- disse Crowley incrociando le braccia. Ad un tratto, la risata di Magic si diffuse nell’aria.

- Strano… di solito piange quando si sveglia.- commentò l’angelo ed entrò nella camera della figlia insieme al compagno. Magic era seduta nella culla e giocava con due oggetti diversi dai suoi pupazzi e giocattoli per i dentini. Aziraphale si unì alle sue risate e Crowley la guardò con finta disapprovazione.

- Magic Crowley-Fell…- disse scuotendo la testa. Magic batté le manine e il papillon di Aziraphale si legò alla sua testolina, poi prese gli occhiali per le stanghette e cercò di attaccarseli alle orecchie, ma continuava a puntare alle guance e rischiava anche di mettersele negli occhi, così Crowley si offrì di aiutarla. Invece di spaventarsi per le lenti scure, Magic rise ancora di più.

- Ma come sei carina, principessina.- disse Aziraphale mentre le faceva una foto con la macchina fotografica che aveva fatto apparire tra le sue mani.

- Te l’avevo detto che avrebbe preso da me il senso della moda.- disse Crowley mentre prendeva la piccola in braccio.

- Beh, anche da me, visto che indossa il mio papillon.- puntualizzò l’angelo.

- Ha solo un anno, ha ancora tanto da imparare sullo stile, ma i miei occhiali sono un buon inizio.- disse il demone e gli fece la linguaccia, poi andò con Magic in salotto per giocare con lei.

- Dato che ti sei vestita per l’occasione, adesso Papà Crowley ti porta a ballare.- le disse mentre le faceva il solletico sul pancino, poi schioccò le dita per accendere lo stereo. I want to break free invase il silenzio della stanza e Crowley seguì il ritmo muovendo i fianchi e stringendo la manina a Magic, che rise ancora più forte quando il suo papà demone si mise a cantare insieme a Freddie Mercury. Aziraphale li fotografò molte volte dato che le foto venivano quasi tutte mosse e poi si limitò a guardarli ballare tutta la discografia dei Queen.

- Angelo… almeno questa devi ballarla con noi.- disse Crowley quando partirono le prime note di A kind of magic.

- No, grazie, caro. Lo sai che, gavotta a parte, sono un pessimo ballerino. È uno dei pochissimi lati negativi dell’essere angelo.

Crowley guardò il compagno con un grande broncio. Pur non capendo la situazione, Magic decise di imitarlo e mise anche lei il broncio guardando Aziraphale.

- Per favooooooreeeeee, Papà Azi…- disse Crowley con una voce bambinesca, come se fosse Magic a supplicare il suo papà angelo. Lui rise divertito, alzò le mani in segno di resa e si unì alle danze.

- Sai che ti sta proprio bene questo… fiocco, tesoro? Magari domani possiamo andare a comprare altri. Ne ho visti alcuni in un negozio che ti starebbero davvero bene.

- Angelo… quando si balla con Freddie, Brian, Roger e John, non si deve parlare, ma soltanto stare zitti o… cantare.- gli ordinò Crowley. Aziraphale annuì e si mise a cantare insieme a lui. Ogni volta che arrivavano alla parola magic, guardavano la loro bellissima bambina e le davano un bacino o le facevano una pernacchia.

Aziraphale schioccò le dita per animare la sua macchina fotografica per scattare tanti altri bellissimi ricordi di quel pomeriggio allegro e amorevole.

 

PRESENTE

 

- Ammetto che questo è uno dei momenti con Magic che mi mancano di più.- disse Aziraphale mentre guardava le foto con un po’ di malinconia.

- Magic mi ha promesso che quando tornerà, ricominceremo a farlo qualche volta.- disse Crowley, ma il suo tono di voce fece capire a suo marito che era una bugia. O forse una speranza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so che è un po' piccolo, ma mi piaceva troppo l'idea di Magi che indossa gli accessori preferiti dei suoi papà e poi mi mancava scrivere di lei. Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Prima vacanza al mare ***


Crowley guardò l’ora sul cellulare.

- Magic è in viaggio da quattro ore. Le ho fatto portare snack a sufficienza per evitare di mangiare il pessimo cibo dell’aereo.

- Crowley, amore, concentrati sulle foto!- disse Aziraphale spostando la testa del marito sull’album.

Dopo aver guardato le foto dei primi passi di Magic, del suo primo dentino e anche del suo primo compleanno, passarono a quelle della loro prima estate in famiglia.

- Oooh, guarda quanto eravate carini qui!- disse Aziraphale con tono smielato indicando una foto di Crowley e Magic seduti su un asciugamano sulla spiaggia che giocavano con la sabbia. Ce n’era anche una di loro tre che facevano il bagno in mare insieme o facevano merenda sotto l’ombrellone.

- Una vacanza bellissima… anche se con qualche piccolo problema…- commentò Crowley.

 

DICIASSETTE ANNI PRIMA

 

- Sei emozionata, tesoro? Papà Crowley e Papà Azi ti stanno portando al mare!- disse Aziraphale a Magic seduta sul suo seggiolino dentro la Bentley. Sia loro che Crowley erano già vestiti da spiaggia.

- Ma dove stiamo andando esattamente, Crowley?

- Uffa, angelo, ti ho detto che è una sorpresa! Già sto guidando piano, non farmi innervosire ancora di più!- protestò il demone con lo sguardo fisso sulla strada. Dall’impianto stereo uscì We will rock you, Magic seguì il tempo battendo le manine e ridendo divertita. Crowley le diede un’occhiata attraverso lo specchietto retrovisore. Non accadeva niente ogni volta che le manine di sua figlia si sfioravano e questo lo rassicurò.

- Bella questa canzone, vero, Magic?

- Iii! Iii! Okiu! Iii! Iii! Okiu!- disse la piccola ripetendo le parole della canzone, o almeno ci provava. Crowley sorrise orgoglioso.

Quando finalmente spense la Bentley, Aziraphale vide una spiaggia libera dalla spazzatura e persino dalle persone.

- Dove sono tutti quanti?

- Voglio che questa vacanza sia piacevole e divertente senza bagnini e altri bambini rompiscatole e poi… questa è la mia spiaggia personale, l’ho creata da solo. Ci posso entrare solo io. Tu e Magic da oggi sarete le mie uniche eccezioni.- spiegò Crowley e uscì dalla macchina. La prima cosa che fece fu guardarsi intorno con le orecchie tese.

- È tutto a posto, angelo! Possiamo dare inizio alla vacanza!- esclamò soddisfatto e tirò fuori dal baule della Bentley una borsa da spiaggia nera e una bianca, un grande ombrellone e delle sdraio che aveva reso leggeri come delle piume con i suoi poteri, mentre Aziraphale si occupava di Magic. Si offrì di portare almeno la sua borsa, quella bianca, ma il demone glielo impedì. Il mare era calmo, perciò si misero poco lontano dal bagnasciuga, poi Crowley schioccò le dita per posizionare tutte le loro cose.

Magic fissava il mare con stupore e allungava le manine per poterlo raggiungere.

- Aua! Aua! Aua!

- No, tesorino. Prima devi metterti la crema solare, sennò ti scotti.- spiegò Aziraphale e mise la piccola in mezzo alle gambe di Crowley, già seduto sulla sua sdraio nera, per farsi aiutare. Magic fece un po’ di capricci perché aveva troppa voglia di entrare in acqua e quando Aziraphale le passò la crema anche sulla faccia, gli morse le dita con i pochi dentini che aveva.

- Ahia, Magic!- protestò l’angelo, mentre il demone rideva divertito.

- Ha preso da me! Dammi il cinque, Magic!- commentò e mise la mano aperta davanti a Magic, che la colpì con entrambe le manine, con grande disapprovazione di Aziraphale. Dopo aver messo la crema anche sui piedini della piccola, Aziraphale si tolse la camicia azzurra a maniche corte e si mise anche lui la crema, protezione cinquanta.

- Tu non te la metti, Crowley?- chiese al compagno mentre lo guardava fare il solletico alla loro bambina.

- Me la potresti mettere tu, per favore, angelo?

Aziraphale sussultò.

- Crowley! C’è Magic!- protestò.

- Oh, avanti, non ti ho mica chiesto di metterla in quel posto! Mi basta che tu me la metta dietro la schiena, al resto penso io.- disse Crowley esasperato ma anche divertito. Lo faceva sorridere scandalizzare il suo angelo anche con parole senza doppi sensi. Era un lato del compagno che stava scoprendo sempre di più. Ma in fondo, non lo poteva biasimare. Da quando era comparsa Magic, l’unico momento della giornata che passavano insieme era la notte e tutte volte che erano sul punto di aggiungere il sesso ai loro baci appassionati, la piccola principessina li costringeva a fermarsi con i suoi piagnistei.

Aziraphale spruzzò la crema solare sulla schiena del demone e la spalmò per bene. Crowley tremò dal piacere e mise Magic in piedi sulla sabbia per evitare di farle sentire una parte del suo corpo che era zona proibita per una figlia.

- E se mettessi del sonnifero nel latte di Magic stanotte?- bisbigliò all’angelo e lui gli risposi con un piccolo colpo secco sulla nuca.

- Provaci e faccio lo sciopero della parola con la S che ti piace tanto per seimila anni.- lo minacciò e poi baciò il punto che aveva colpito e Crowley sbuffò.

Magic camminò lentamente verso il bagnasciuga e i due papà si alzarono per seguirla e assicurarsi che non si facesse male. Con un gesto della mano, Crowley fece apparire un cappellino da spiaggia verde e viola, dello stesso colore del costumino, sopra la testolina della bambina per proteggerla dal sole. Appena Magic toccò l’acqua, indietreggiò spaventata dalla temperatura bassa.

- Tesoro, non devi avere paura dell’acqua fredda, non ti fa male.- disse Aziraphale e lui e Crowley presero la figlia per le manine e provarono ad avanzare insieme, ma Magic agitò i piedini e poi si bloccò piagnucolando.

- Forse è meglio cambiare tattica. Tu comincia ad entrare, angelo. A Magic ci penso io.- disse Crowley e prese la piccola in braccio. Anche Aziraphale aveva dei problemi con l’acqua fredda, ma si fece coraggio per non sfigurare davanti alla sua famiglia e s’immerse fino al collo.

- Coraggio, venite! L’acqua è fantastica!- esclamò dopo essersi abituato alla temperatura.

- Ora tocca a noi, principessina.- disse Crowley e avanzò verso Aziraphale. Immerse lentamente Magic fin sotto le braccine e attese che si abituasse a quella nuova sensazione. La piccola fece qualche capriccio agitando le manine sull’acqua, ma poi sorrise divertita. Aziraphale schioccò le dita per far apparire due braccioli rosa attaccati alle braccine della figlia, in modo da farla nuotare anche da sola. Crowley era un po’ restio a lasciarla provare, ma provò almeno ad allontanare le mani di pochi centimetri, intanto che s’immergeva anche lui fino al collo.

- Coraggio, Magic, prova a nuotare verso Papà Crowley.- la incoraggiò l’angelo, lasciando sorpreso il compagno. Non aveva capito che avevano iniziato a giocare. Indietreggiò un po’, in attesa di farsi raggiungere da Magic.

- Papa Colì.- disse lei fissandolo, ma agitò forte le braccine e le gambine per raggiungerlo, facendolo sorridere orgoglioso e spruzzando l’acqua in faccia ad Aziraphale.

- Bravissima, pesciolina di papà!- esclamò Crowley e diede un bacio salato a Magic sulla guancia, che continuava a sputacchiare l’acqua salata che le finiva in bocca.

- Adesso devi nuotare verso Mama Azi.- disse girandola verso Aziraphale.

- Papà Azi!- precisò lui infastidito.

- Pama Azi.- disse Magic, decisamente confusa sul nome del suo papà angelo, ma nuotò verso di lui sorridente e appena gli toccò le mani, rise divertita.

- Sei proprio brava, principessina!- disse Aziraphale e la prese per la vita per farle fare dei piccoli salti. Crowley schioccò le dita e sopra di loro apparve il suo cellulare, aperto sulla fotocamera.

- Facciamo una foto!- propose e si mise dietro il compagno, con il suo sorriso già pronto.

- Magic, guarda lassù!- disse Aziraphale mostrando alla piccola lo schermo del cellulare. Lei lo guardò convinta che fosse un uccellino e sorrise allungando le manine.

Dopo un lungo bagno e qualche gioco con la palla gonfiabile, Magic si mostrò un po’ stanca e i due papà la portarono fuori dal mare. Crowley schioccò le dita per asciugarla, le mise il ciuccio in bocca e si sdraiò insieme a lei sulla sua sdraio sotto l’ombrellone.

- Adesso fai un po’ di nanna, amore, che dopo Papà Cro e Mama Azi ti faranno fare merenda con un bel gelato e giocheremo tutti insieme con la sabbia.- disse posandola sul suo petto, poi le accarezzò la testa e canticchiò Crazy little thing called love a voce bassa. Magic lo ascoltava solleticandogli la pelle con i ditini. Aziraphale li fotografava senza farsi vedere. Quando la canzone finì, Magic chiuse gli occhietti e si addormentò.

- È bellissima…- disse Aziraphale mentre faceva un'altra foto.

- Ovvio. È nostra figlia.- commentò Crowley mentre accarezzava Magic sulla schiena e ogni tanto la baciava sulla testolina.

 

PRESENTE

 

- Quanto è stato faticoso resistere al tuo splendido corpo quel giorno.- commentò Crowley guardando una foto di Aziraphale e Magic con i nasi sporchi di gelato alla vaniglia.

- Be’… possiamo recuperare in qualsiasi momento… magari in California… dopo aver dato un’occhiata a Magic…- sussurrò Aziraphale e notò qualcosa di strano ma anche eccitante sotto la vita del marito.

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Capitolo 7
*** Prima febbre ***


- Ma quando chiama Magic?- protestò Crowley pronto ad afferrare il cellulare, ma Aziraphale glielo impedì baciandolo di sorpresa.

- Ehi, angelo, così non vale! Fallo di nuovo!

L’angelo gli diede un altro bacio e per poco fece cadere l’album dalle gambe di Crowley, ma lui lo fermò con la mano.

- Dai, amore, andiamo avanti. Questo viaggio nel tempo è così emozionante.

- Meglio di quelli di un certo dottore…- commentò il demone girando pagina.

- Quale dottore?

- Appunto. E a proposito di dottore… guarda qua…

Aziraphale notò una foto di lui seduto sul letto con Magic appoggiata con la testa sul suo petto.

- Ooh, la sua prima febbre. Ricordo soprattutto la paura… la tua!- disse Aziraphale e si mise a ridere.

- Anche tu hai avuto paura, angelo, non negarlo…- disse Crowley serio.

 

DICIASSETTE ANNI PRIMA

 

Era mezzanotte passata e Aziraphale, comodo sotto le coperte, aveva quasi finito di leggere il romanzo Chiedi alla polvere, quando sentì un rumore. Alzò gli occhi dal libro e vide Magic attaccata alla porta della camera che lo guardava.

- Papa…- mormorò la piccola. Sembrava sul punto di piangere.

- Crowley? Crowley, svegliati.- disse al compagno addormentato sul fianco sinistro.

- Aziraphale, non ho voglia… sono troppo stanco…- bofonchiò il demone e Aziraphale alzò gli occhi al cielo.

- Crowley, guarda chi c’è.- insistette scuotendolo sulla spalla. Crowley aprì gli occhi e vide anche lui sua figlia.

- Magic… come hai fatto a…

Crowley s’interruppe. Per un attimo si era dimenticato delle capacità soprannaturali della piccola, così decise di cambiare domanda.

- Hai fatto un brutto sogno, amore?

Magic scosse la testa e si avvicinò a Crowley.

- Ahi! Ahi!- disse colpendosi la fronte con la manina. Il demone gliela toccò.

- Aziraphale… Magic scotta!- disse allarmato e prese in braccio la piccola per metterla sotto le coperte, mentre Aziraphale posava il libro sul comodino e faceva apparire un termometro per bambini che infilò delicatamente nell’orecchio di Magic.

- Trentasette e nove.

Crowley si alzò di scatto dal letto e andò in cucina a preparare un biberon pieno di latte caldo.

Quando tornò, vide Magic sdraiata sul petto di Aziraphale, ben coperta. L’angelo le accarezzava la testolina e intanto cantava Hallelujah.

- Papà demone in avvicinamento. Angelo, lascia riposare Leonard Cohen e passa a Freddie, Brian, Roger e John.- disse subito dopo averli fotografati con il suo cellulare e si rimise a letto.

- Magic, guarda che cosa ti ha portato Papà Crowley.

Ma Magic non aveva voglia di mangiare e nascose il volto nel petto di Aziraphale.

- Non dobbiamo forzarla, Crowley. Basta che stia al caldo e tranquilla. Quando avrà fame, le daremo da mangiare.

- Va bene, Dottor Angelo.- disse Crowley un po’ infastidito e posò il biberon sul suo comodino.

- Meno male che siamo immuni alla febbre, ma non sopporto che la prenda mia figlia.- commentò baciando la fronte calda di Magic. Gli sembrava di baciare un piccolo termosifone.

Magic era chiaramente stanca, ma non riusciva a dormire e piangeva forte, rendendo il suo volto ancora più rosso.

- Oh, amore, non fare così.- disse Aziraphale cullandola, ma era inutile.

- Mmm… forse dovremmo farci aiutare da qualcuno.- disse Crowley accarezzando la figlia sulla schiena.

- Ma è notte fonda! Non possiamo andare da un pediatra!- protestò l’angelo.

- Esistono altri tipi di dottore, come…

Crowley schioccò le dita e nelle sue mani apparve un grande libro colorato.

- … il Dottor Fiaba.

Il demone si avvicinò al compagno e alla figlia e iniziò a leggere La Bella e la Bestia, la fiaba che piaceva di più a Magic, che ascoltò attentamente e rise ogni volta che Crowley imitava le voci dei personaggi.

- Ncoa! Ncoa!- disse dopo la parola Fine.

- Amore, devi dormire. Hai bisogno di riposarti.- intervenne Aziraphale.

- Ncoa! Ncoa! Ncoa!- insistette Magic.

- Proviamone una lunga.- propose Crowley e schioccò le dita per sostituire il libro di fiabe con quello di Harry Potter e la Pietra Filosofale.

- Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.

Magic ascoltò la nuova storia con grande interesse. Aziraphale le controllava la fronte ogni dieci minuti e qualche volta le avvicinava il biberon ancora caldo alle labbra per convincerla a berlo. La piccola lo accettò al quarto tentativo. Quando Crowley arrivò alla fine del primo capitolo, notò che sua figlia si era addormentata, ma la febbre era scesa solo un po’.

- Domani tengo chiusa la libreria.- disse Aziraphale mentre posizionava la testolina di Magic sul suo cuscino.

- Angelo… posso fare un miracolo per far guarire Magic?

- No, Crowley, non voglio che usiamo i miracoli per la salute di nostra figlia.

- E perché, scusa? Mica la facciamo sparire.

- E invece potrebbe succedere!- disse l’angelo a voce alta, pentendosi subito dopo, ma fortunatamente, la bambina rimase addormentata e tranquilla.

- Che cosa intendi dire?

Aziraphale sospirò e posò una mano sul pancino di Magic.

- Come avrai sicuramente notato… da quando Magic è nella nostra vita… ho smesso di esercitarmi con i trucchi di magia.

- E non ti ho ancora ringraziato per questo, angelo.

- Non ho smesso per il motivo che credi tu, Crowley, ma perché… ho paura di far sparire la nostra bambina. Nemmeno Anathema ci ha potuto dire come sia apparsa e quando penso di poter essere stato io per puro caso, potrei anche farla sparire senza rendermene conto… e non voglio perdere nostra figlia. Non sopporterei l’idea di perdere un grande dono e andare avanti come se non fosse mai esistito…

Aziraphale stava per piangere, così Crowley gli posò una mano sulla guancia e lo baciò con dolcezza.

- Anche io ho paura come te, amore mio, ed è per questo motivo che a volte sono un po’ troppo protettivo con Magic. Prima che iniziassimo ad amarci apertamente, non avevo mai pensato di diventare padre, dopotutto sono un demone immortale, che razza di esempio sarei per un bambino? È anche vero che ho fatto da tata ad un moccioso ricco e viziato per sei inutili anni, ma non mi ero mai affezionato davvero a lui perché avevo un solo obiettivo in testa e non guardavo in faccia nessuno, a parte te, ovviamente, il mio Fratello Dentone Francis.

Aziraphale sorrise per il buffo soprannome e si lasciò asciugare le lacrime dal compagno.

- La mia paura di perdere Magic mi accompagnerà per tutta la sua vita, ma se mi sforzo ogni giorno a non pensarci, devi farlo anche tu. Dobbiamo essere forti insieme, lo facciamo da più di seimila anni, ormai dovresti esserci abituato.

- Essere forte insieme ad una sola persona può essere facile, ma con due…- mormorò Aziraphale abbassando lo sguardo su Magic. Le toccò di nuovo la fronte. La temperatura si era abbassata.

- C'est l'amour, mon ange.- disse Crowley con un sorriso sensuale.

 

PRESENTE

 

Crowley guardò di nuovo il cellulare.

- Mi è venuto in mente che non ho dato le medicine giuste a Magic per qualsiasi tipo di malanno. E in America costa un occhio della testa comprare anche solo un’aspirina.

- Tesoro, ci ho già pensato io. Le ho dato le pastiglie per i suoi problemini da femmine e anche qualche caramella per la gola se l’aria condizionata negli spazi chiusi le colpisce le corde vocali.- lo rassicurò Aziraphale schioccando le dita per far sparire il cellulare del marito.

- Ehi, angelo! Ridammi il cellulare!- protestò Crowley furioso.

- Tra un’ora, intanto andiamo avanti!

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Capitolo 8
*** Prima giornata libera ***


- Oh, guarda che bella Magic che gioca con Anathema e Newt nel giardino di casa loro!- disse Aziraphale cercando di togliere dalla testa del marito il pensiero del suo cellulare scomparso.

- Non mi ricordavo di queste foto…- disse Crowley confuso.

- Perché sono state fatte dai nostri amici nel giorno in cui abbiamo lasciato Magic a loro per stare un po’ da soli. Non ti ricordi che avevi un disperato bisogno di respirare il profumo del tuo angelo senza quello dei pannolini e della pappa di tua figlia almeno per dodici ore di fila?- disse Aziraphale passando un dito sotto il mento del demone.

 

DICIASSETTE ANNI PRIMA

 

- Questi sono i numeri del mio cellulare, di quello di Aziraphale e della libreria. Chiamateci in qualsiasi momento. E qua dentro ci sono le medicine per tutte le emergenze, le sue pappe preferite, il biberon, i vestiti di ricambio e qualche giocattolo e libro.- disse Crowley consegnando un pezzo di carta e una borsa viola a Newt.

- Mi raccomando, non fatele guardare troppa televisione e fate attenzione a dove mette i piedi, soprattutto quando la fate giocare all’aperto.- disse Aziraphale consegnando la figlia ad Anathema. Invece di protestare, la piccola abbracciò forte la sua madrina, felice di vederla.

- Ultima cosa… tenete lontana la nostra bambina da quella trappola mortale che è la tua bicicletta!- aggiunse Crowley fissando Anathema come se volesse mangiare sua figlia. Lei gli rispose con una linguaccia.

- Ci vediamo stasera dopo cena, amore. Fai la brava con zia Anathema e zio Newt.- disse Aziraphale e baciò Magic sulla guancia, nonostante lei fosse completamente presa dagli occhiali della strega.

- Quasi dimenticavo: fate attenzione a non farle battere troppo le manine.

- Lo sappiamo, Crowley, non ti preoccupare. Anathema ha creato uno scudo protettivo intorno alla casa e al giardino forte a sufficienza per proteggere l’intera famiglia reale.

- È sempre meglio ricordare certe cose, Newt. E comunque, uno scudo protettivo non servirebbe a niente sulla Regina, quella seppellirà persino il nipotino Archie. Ciao, principessina mia. Ti voglio bene.- disse Crowley e baciò Magic sulla testa, un po’ deluso dalla sua disattenzione.

- È già stufa di noi!- piagnucolò dopo aver ingranato la marcia della Bentley.

- Non dire così, Crowley! Ha solo bisogno di staccarsi un po’ dai suoi papà. Allora, che cosa vuoi fare in questa nostra giornata libera?- disse Aziraphale alzando un po’ il volume della musica.

- Chiudermi in camera con te. Sono in astinenza da sesso da quando siamo diventati genitori.- disse Crowley.

- Ho una lunga lista di cose da provare con te…- aggiunse spostando la mano sinistra dal volante per farla scivolare sulla gamba e poi sull’interno coscia di Aziraphale, facendolo arrossire.

- Non… non vedo l’ora…

Il demone rischiò di perdere l’attenzione sulla strada dalla sorpresa per le parole del suo angelo.

Appena entrati in casa, Crowley si tolse gli occhiali e prese per mano il compagno.

- Ascolta, angelo… annusa anche…- disse a voce bassa e chiuse gli occhi per annusare l’aria.

- Io non sento niente.

- Esatto. Niente pianti, niente Papa!, niente bambole parlanti, niente giochi musicali, niente odori spiacevoli o di latte…

Crowley dovette interrompersi per far sparire le lacrime che gli stavano uscendo dagli occhi prima che Aziraphale le vedesse. Subito dopo, si avvicinò a lui e gli sfiorò il collo con il naso e poi con la lingua e i denti.

- Solo noi… un demone rosso e sexy e un angelo dimagrito e profumato alla vaniglia…

Gli prese le mani e lo portò fino alla porta della loro camera.

- Entra e comincia a toglierti tutto, tranne la camicia e i boxer, a quelli ci penserò io…

Aziraphale ubbidì e cercò di spogliarsi velocemente, ma la sua ossessione per il buon gusto nel vestirsi lo portò a sistemare con cura i vestiti sopra la cassiera. Quando la porta si aprì, l’angelo indossava ancora il papillon.

- Attenzione, inizia il giro di controllo!

Crowley si era vestito da infermiera sexy, con tanto di cappellino, calze bianche a rete e scarpe rosse col tacco e guardava il suo angelo svestito a metà con uno sguardo languido e le mani appoggiate sui fianchi. Aziraphale non poté fare a meno di coprirsi la bocca per nascondere il suo sorriso emozionato.

- Che cosa ci fai fuori dal letto, paziente Aziraphale?

- Ehm… ehm… io…

- Volevi scappare dall’ospedale del piacere, vero?- gli chiese Crowley avvicinandosi in modo sensuale. Allungò una mano per sfiorare il viso del compagno con un dito dalla fronte al mento.

- Mi dispiace… infermiera Crowley…- mormorò Aziraphale con voce tremante ma serena.

- In questo ospedale si puniscono i pazienti che tentano di scappare e anche quelli che chiedono scusa. Adesso io ti accompagno a letto e ti do una bella lezione.

Crowley schioccò le dita per spegnere le luci e trascinò Aziraphale ai piedi del letto, dove lo fece stendere di schiena con una spinta. Con un gesto della mano, fece apparire uno stetoscopio di plastica rossa, infilò le olivette nelle orecchie e sbottonò la camicia di Aziraphale per posare la testina sul suo petto.

- Mmm, hai il battito accelerato. Questo non va bene. Dovrò farti una bella puntura.- disse con finto dispiacere e agitò di nuovo la mano per scambiare lo stetoscopio con una grande siringa di plastica. Aziraphale passò da eccitato a spaventato.

- No! No! Quello no! Non ci provare neanche!

E si alzò dal letto per scappare via.

- Ehi, vieni qua, angelo fifone!- esclamò Crowley divertito e inseguì il compagno. Lo cercò dappertutto, ma era come svanito nel nulla.

- Angelo? Aziraphale, dove sei?- disse dopo essersi tolto il cappellino da infermiera e le scarpe. Cominciava a preoccuparsi.

- Va bene, forse la siringa era un po’ troppo, ma dai, angelo, l’infermiera sexy non è così male!

Crowley si sentì stringere da dietro, una mano sulla sua vita e una sul suo petto. Sussultò, ma non dallo spavento.

- Infatti, non lo è… ti trovo un’infermiera molto sexy… ma c’è una cosa che devi sapere… io in realtà sono un dottore in incognito. Avevo bisogno di vedere come si comportavano le mie infermiere quando non ero nei dintorni. Ora che lo so, dovrò punirvi tutte quante… a cominciare da te, infermiera Crowley.- sussurrò all’orecchio del demone mentre lo toccava dappertutto.

- Ooooh… sì!

I due diedero inizio al divertimento con un bacio talmente appassionato che li portò a spostarsi da un posto all’altro senza staccarsi le mani di dosso. Si diedero da fare persino tra i giocattoli di Magic sparsi per il salotto, il demone si spaventò persino quando si ritrovò l’anatra di peluche ad un metro di distanza dagli occhi. Ogni volta che si fermavano, riprendevano fiato solo per cinque secondi, tanta era la voglia di recuperare il tempo prima di tornare a fare i padri. Crowley era così sorpreso dalle prestazioni di Aziraphale da credere di essere in un sogno, ma si ricredeva ogni volta che l’angelo gli faceva raggiungere l’orgasmo con un po’ di dolore.

- Dove… dove… dove… dove hai imparato… tutte queste… cose?!- cercò di chiedergli mentre facevano l’amore in cucina, lui disteso sul tavolo e Aziraphale dentro di lui e sdraiato sulla sua schiena.

- Vendo libri di qualsiasi genere… e li ho letti tutti prima di separarmene per sempre…

La sveglia del cellulare di Crowley suonò.

- Fammelo leggere la prossima volta che ci prendiamo una giornata libera!

- Te lo prometto, caro.

I due si staccarono e “ammirarono” il casino che avevano combinato prima di schioccare le dita per rimettere in ordine.

- Mi fa piacere vedere che la paternità non ci ha rammolliti troppo. Insomma, amo la nostra Magic, ma non vorrei diventare il classico padre umano che appende il membro al chiodo dopo aver fatto sfornare alla propria moglie qualche marmocchio perché “ormai ha fatto il suo dovere”.- commentò Crowley dopo aver schioccato di nuovo le dita per pulire e rivestire se stesso e Aziraphale.

- Sono sorpreso di me stesso…- disse Aziraphale arrossendo di nuovo.

- Anche io, angelo, e sono orgoglioso di te. Avanti, andiamo a prendere la nostra bellissima bambina.

Durante il viaggio fino a Tadfield, i due si scambiarono qualche occhiata dolce.

- È stata una giornata libera bellissima.- disse Aziraphale.

- Sono d’accordo. Dovremmo farlo spesso… ma senza esagerare. Magic è la nostra priorità.

- La nostra famiglia è la nostra priorità.- precisò l’angelo, facendo sorridere il rosso demone.

Arrivati al Jasmine Cottage, sentirono la dolce risata della loro bambina.

- Almeno è ancora viva.- commentò Crowley sollevato.

Bussò alla porta, ma l’aprì con uno schiocco invece di aspettare uno dei padroni. Magic stava giocando al valzer con Newt, mentre Anathema intonava una melodia inventata.

- Papa Colì! Papa Az!- esclamò la bambina appena si accorse dei suoi papà e corse ad abbracciarli. Aziraphale la prese in braccio e la strinse forte.

- Ciao, tesoro! Ti sei comportata bene con zia Anathema e zio Newt?

Magic annuì e guardò Anathema e Newt sorridente.

- È vero? È andato tutto bene?- chiese Crowley alla strega.

- Sì, signor Diffidente. Abbiamo pure ricevuto una visita di Adam e Dog, Magic ha legato molto con loro, per poco li convinceva a venire a casa con sé.

- Magic, ti amo tantissimo, ma Papà Crowley non vuole cani e altri ragazzini in casa, non c’è spazio a sufficienza, soprattutto per il mastino infernale e l’Anticristo, ma torneremo a trovarli in futuro, te lo prometto.-spiegò Crowley alla figlia con un dito posato sotto il suo mento.

- Le abbiamo fatto tante foto, se volete, più tardi ve le mando.- disse Anathema mostrando la sua macchina fotografica.

- Solo se lo farai tu, streghetta, non lui.- raccomandò Crowley e Newt annuì timidamente.

- Bene, è ora di tornare a casa. Sarai molto stanca, tesoro. Dì ciao a zia Anathema e zio Newt.- disse Aziraphale.

- Ciao ia Atima! Ciao io Nut!- disse Magic agitando la manina.

 

PRESENTE

 

- Comunque, anche queste foto sono bellissime.- disse Aziraphale guardando le foto di Magic che fa un picnic sul prato con Anathema e Newt e gioca con Adam a tirare una pallina a Dog. Crowley rimase colpito da una foto di sua figlia che accarezzava il cane sulla pancia.

- Non avrei mai pensato che il sangue del nostro sangue avrebbe fatto le coccole al mastino infernale senza rimetterci le mani.

- Comunque, avremmo dovuto fare delle foto anche di noi in quel giorno.

- Crowley, non essere ridicolo! Va bene che ho letto libri di kamasutra e che ti amo, ma non ci tengo a conservare foto dei nostri… giochetti sessuali. Hai mai pensato che un giorno anche Magic potrebbe dare un’occhiata a questo album? È meglio che quelle nostre giornate libere rimangano un segreto tra di noi.- disse Aziraphale con decisione.

- Stai tranquillo, angelo, stavo solo scherzando…

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Capitolo 9
*** Primo scherzo ***


Crowley voltò pagina e urlò dallo spavento.

- Credevo di aver bruciato queste schifezze!- si lamentò fissando Aziraphale con durezza.

- In effetti, lo avevi fatto, ma nonostante tutto, ci tenevo a questi bizzarri e colorati ricordi! Capita spesso che le cose imbarazzanti diventino, con il tempo, delle storielle divertenti da ricordare e raccontare.

 

SEDICI ANNI PRIMA

 

Quando Aziraphale rientrò in casa, trovò Crowley e Magic in camera di lei, intenti a colorare seduti ad un tavolino bianco che non riusciva mai a rimanere pulito da quando la piccola aveva imparato ad usare matite e pennarelli. Magic aveva appena finito di disegnare una principessa con i capelli blu, mentre Crowley stava esaudendo la sua richiesta di disegnarle un unicorno.

- Non sapevo di avere degli artisti in famiglia!- esclamò Aziraphale per richiamare la loro attenzione. Magic alzò gli occhi dal disegno e lasciò andare il pennarello blu per correre ad abbracciare il suo papà angelo.

- Ciao, Papà Azi!

Lui la prese in braccio e le diede un piccolo bacio sulle labbra, mentre Crowley si alzava per sgranchirsi la schiena.

- Ciao, principessina mia! Ti sei divertita con Papà Crowley?

- Che domanda sciocca! Certo che si è divertita!- protestò Crowley. Fece per avvicinarsi alle labbra del compagno, ma prima guardò sua figlia, ancora tra le braccia dell’angelo.

- Tesorino, posso dare un bacio a Papà Aziraphale?- le chiese guardandola con occhi dolci. Magic non aveva perso la sua gelosia per le dolci attenzioni che i suoi due padri si scambiavano tra di loro, almeno quando erano insieme a lei.

- Poco! Poco!- rispose Magic a Crowley puntando un dito sulle labbra di Aziraphale.

- Grazie.- disse il demone felice e baciò delicatamente il suo angelo, deciso a recuperare una volta messa Magic a nanna.

- Posso vedere i vostri capolavori?- chiese Aziraphale e mise giù Magic per permetterle di mostrargli i suoi disegni, tutti pasticciati ma pieni di colori. L’angelo percepiva un grande impegno nei lavoretti di sua figlia, anche se forse lei non se ne rendeva ancora conto.

- Vedo che ti piacciono molto i capelli colorati, tesoro. Una principessa dai capelli blu, un cavallo marrone dai capelli fucsia, un uccellino dai capelli ricci e arancioni… un momento! Questo sono io! E questo sei tu, Crowley!- disse fissando un disegno di lui e Crowley che si tengono per mano dentro una grande cornice a forma di cuore rosso un po’ storto, ma c’erano due cose diverse dal solito: i capelli di Crowley era lunghi e verdi e quelli di Aziraphale erano un unico enorme e lungo ciuffo quasi alla Elvis Presley, ma viola.

- Non lo avevo notato questo disegno! Deve averlo fatto mentre bagnavo le piante.- commentò Crowley sfiorandosi i capelli. Aziraphale guardò Magic con un sorriso.

- Hai molta fantasia, tesoro.

- Non per vantarmi, ma… ha preso da me, l’unico demone di tutto l’Inferno ad avere una gran fantasia.

Magic batté le mani e i due padri sentirono qualcosa di strano sopra le loro teste.

- Crowley… ho un brutto presentimento…

Crowley si avvicinò al lungo specchio triangolare situato vicino alla porta della camera e urlò dallo spavento. I suoi capelli erano diventati lunghi e verdi, proprio come quelli del disegno di Magic. Aziraphale lo raggiunse e urlò anche lui alla vista della sua nuova pettinatura. Il ciuffo viola pesava sulla sua testa come un’enorme pietra. Magic rideva divertita dal suo buffo miracolo.

- Molto divertente, Magic, ma adesso fai tornare almeno i capelli di Papà Cro al naturale, per favore!- disse Crowley guardando sua figlia con le braccia incrociate.

- Ehi! Deve farlo anche con me!- protestò Aziraphale cercando di tenere in equilibrio il pesante ciuffo, ma Magic scosse la testa e batté di nuovo le mani. I capelli di Crowley diventarono marroni e lunghi fino ai piedi, proprio come il cugito It.

- Accidenti a me che le ho fatto guardare la famiglia Addams!- esclamò Crowley, lieto di avere ancora la sua voce e non quella del buffo personaggio.

- E io non avrei dovuto farle guardare Cenerentola!- protestò Aziraphale toccando la sua nuova acconciatura, uguale a quella dell’omonima principessa Disney quando va al ballo. Magic rideva di gusto, si stava divertendo come una matta. Batté di nuovo le mani ed entrambi i suoi padri si ritrovarono con capelli e barbe bianchi e lunghi. Sembravano due Babbi Natale.

- Va bene, signorina! Adesso sei nei guai!- esclamò Crowley. Magic si alzò e scappò via ridendo. Il demone e l’angelo la seguirono per tutta la casa, ma lei batteva le mani ogni volta che li vedeva per sparire altrove.

- Scusa un attimo, angelo, ma perché cavolo abbiamo ancora queste orrende pettinature?- disse Crowley e schioccò le dita per far tornare i suoi capelli e quelli di Aziraphale normali.

- Oh, grazie, amore! Mi stava venendo il torcicollo! Magic, vieni fuori! Il gioco è finito!- disse Aziraphale mentre si massaggiava il collo.

- Principessina, non siamo arrabbiati con te! È stato un bel gioco, ma adesso è finito, perciò vieni fuori!- disse Crowley cercando Magic dappertutto, compreso il soffitto.

- Magic? Tesoro, vieni fuori! Ci stai facendo preoccupare!- disse Aziraphale dopo aver guardato persino in balcone, ma di Magic non c’era neanche l’ombra.

- Magic Crowley-Fell… hai cinque secondi per uscire dal tuo nascondiglio o ti metterò in punizione per un mese!- esclamò minaccioso Crowley.

- Crowley… Magic è in camera sua!

Il demone tornò in camera della figlia, trovandola seduta sul suo letto e tra le braccia di Aziraphale. Era sul punto di piangere.

- Credo che sia offesa perché non abbiamo più i capelli strani.- commentò l’angelo mentre le accarezzava la schiena. Crowley sospirò e si sedette vicino a loro.

- Magic? Guarda Papà Crowley.

Magic si voltò a guardare il suo papà demone e scoppiò a ridere. Crowley aveva schioccato le dita per far diventare i suoi capelli di nuovo verdi e lunghi. Anche Aziraphale schioccò le dita per far tornare l’enorme ciuffo viola sopra la sua testa e Magic rise talmente forte da rischiare di perdere l’equilibrio.

- Manca solo una cosa: anche noi meritiamo di farci qualche risata.- disse il demone e schioccò di nuovo le dita. I capelli di Magic si allungarono a dismisura, fino ad assomigliare ad un pouf, come quelli che portava Maria Antonietta, ma non era pesante come il ciuffo dell’angelo. Magic si guardò nel suo specchio e continuò a ridere, facendo sorridere i suoi papà.

- È stato così facile.- commentò il demone, pur non nascondendo il suo disgusto per la sua nuova pettinatura, ma era più importante la felicità di sua figlia.

- Gioco tè! Gioco tè!- disse Magic avvicinandosi al suo servizio da tè di plastica colorata per posarlo sul letto in mezzo al demone e all’angelo.

- Prima possiamo far tornare i nostri capelli normali, Magic?- chiese Aziraphale con aria supplichevole.

- No! No!- disse Magic battendo le mani sul letto in segno di protesta. Il temporaneo ex-biondo sospirò e alzò le mani in segno di resa.

 

PRESENTE

 

- Che cosa non si fa per amore della propria figlia. E poi… non stavo così male con i capelli verdi menta.- commentò Crowley accarezzando i contorni delle foto.

- Almeno a te piacevano. Non ho mai dimenticato il torcicollo viola. Lo avevo chiamato così.- disse Aziraphale passandosi una mano sul collo.

- Oh, povero il mio angioletto!- disse Crowley e si avvicinò a suo marito per baciarlo sul collo. Gli fece persino una pernacchia. Solitamente, le faceva a Magic…

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Capitolo 10
*** Prima amichetta ***


- Ora, però, ridammi il cellulare, angelo!

- No, caro, arriviamo almeno alla scuola primaria!

Crowley sbuffò e guardò Aziraphale con una mano pronta per strappargli la faccia, ma ci ripensò per guardare due pagine piene di foto di Magic che gioca al parco insieme ad una bambina con i capelli neri.

- E questa mocciosetta chi sarebbe?- chiese il demone indicando la piccola mora.

- Non te la ricordi più, Crowley? Magic era molto legata a lei!

 

SEDICI ANNI PRIMA

 

Finalmente era iniziato il caldo primaverile e Crowley e Aziraphale poterono portare Magic al parco giochi di Kensington Garden.

La piccola era troppo felice e continuava a muoversi.

- Magic, tesoro, stai calma, per favore!- la supplicò Aziraphale. Crowley aiutò la piccola a scendere dal passeggino e lo fece sparire dopo essersi assicurato di non essere visto da nessuno.

- Te l’avevo detto di non portare quel coso ingombrante, angelo. Servirà solo quando Magic sarà stanca.

I due padri presero la figlia per le manine e le fecero fare qualche salto mentre raggiungevano il parco giochi. Il primo gioco a cui Magic puntò fu l’altalena cestone blu.

Crowley la fece salire e la spinse delicatamente, mentre Aziraphale li copriva di foto da ogni angolo e gridava a Magic di guardarlo e sorridere.

- Dovresti chiudere la libreria e diventare un paparazzo, angelo! Sei peggio di loro!- protestò Crowley dopo aver fatto scendere la figlia dall’altalena, ma l’angelo gli rispose con una linguaccia.

Successivamente, Magic salì sul castello di legno che la portò fino allo scivolo. Fece lo stesso giro cinque volte, con Crowley che l’aspettava alla scaletta per aiutarla a salire e Aziraphale rimaneva ai piedi dello scivolo per fotografarla quando arrivava il suo turno.

- Qua Qua! Seppente!- disse Magic tirando Crowley per la manica. Lui schioccò le dita per far apparire tra le mani della bambina la sua anatra e il suo serpente di peluche, quest’ultimo lungo poco più di un metro.

- Andiamo a metterci in un posto tranquillo.- disse Aziraphale e fece apparire una coperta a quadretti che posò sull’erba fresca poco lontano dal parco giochi, in una zona dove c’erano tante altre famiglie che si godevano la pace della natura e il bel sole primaverile. Crowley si distese sulla coperta con le mani dietro la testa e guardò sua figlia giocare con i suoi pupazzi e il suo compagno che la guardava sorridente.

All’improvviso, l’attenzione di Magic passò dall’anatra e il serpente ad un pianto disperato. Dietro il suo papà angelo, c’era una bambina con un cerchietto bianco intorno ai capelli neri che piangeva guardandosi intorno disperata.

- Oh, povera piccola! Deve essersi persa!- disse Aziraphale quando si accorse di lei.

- Problemi suoi.- commentò Crowley con lo sguardo fisso nel nulla, ma Magic si avvicinò alla bambina con aria curiosa, le sfiorò una guancia per calmarla e le permise di prendere la sua anatra. La piccola mora l’accettò e si calmò un po’. Aziraphale si avvicinò alle bambine.

- Oh, che brava la mia gentilissima principessina! E tu, piccola, non piangere, va tutto bene.

Crowley sbuffò si unì al trio.

- Allora, signorina, come ti chiami?- chiese alla piccola mora cercando di essere carino.

- Jessica…- mormorò lei stringendo a sé l’anatra.

- Tesoro, dì a Jessica come ti chiami.- disse Aziraphale a sua figlia.

- Magic!- disse lei sorridente.

- Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni e non piange più nessuno, cerchiamo di risolvere un altro problema: dove sono i tuoi genitori, Jessica?- chiese Crowley mettendosi all’altezza di Jessica.

- Non lo so…- disse lei e ricominciò a piangere. Magic la guardò con aria triste e l’abbracciò delicatamente. Aziraphale non poté fare a meno di fotografarle, erano così tenere.

- Va bene, tesoro, non piangere. Adesso Magic e i suoi papà ti aiuteranno a ritrovarli.- disse Crowley e posò una mano sulla testa di Jessica per guardare dentro la sua memoria, finché riuscì a vedere il volto del suo papà.

- Vedo suo padre! È vicino al palco musicale. Ti sei allontanata parecchio, signorina! Adesso ci penso io, voi intanto andate a giocare.

Crowley posò le mani sulla sua testa e parlò senza farsi sentire, mentre Aziraphale accompagnava le bambine sulla giostra girevole. Era felice di vedere sua figlia legare con una sua coetanea, le faceva bene stare insieme anche ad altre persone oltre a lui, Crowley, Anathema e Newt, aveva tutto il diritto di stare anche con altri bambini. La piccola Jessica aveva smesso di piangere e non si separava più da Magic e neanche dall’anatra di peluche.

- Il padre di Jessica sarà qui a breve.- disse Crowley dopo aver raggiunto il suo compagno e le bambine alle giostra a dondolo a forma di unicorni.

- Vedo che si stanno divertendo.

- Tantissimo. Ormai sono diventate inseparabili.- commentò Aziraphale dopo aver scattato l’ennesima foto alle bambine.

- Signorine, vi va un gelato?- propose il demone e le piccole esultarono di gioia. Crowley comprò due coppette al cioccolato per le piccole, un cono alla vaniglia per il compagno e un ghiacciolo alla fragola per sé e andarono a mangiarlo sopra la loro coperta. Magic e Jessica mangiavano sedute vicine, quasi attaccate.

- Guardale, Crowley, sembrano sorelline.- disse Aziraphale mentre masticava il biscottino al cioccolato posato sopra la vaniglia del cono.

- Sì, sono carine, ma che non ti salti in mente di adottare una sorellina per Magic, angelo. Una sola bambina nella nostra vita basta e avanza.- puntualizzò Crowley e addentò un grosso pezzo di ghiacciolo.

- Jessica! Jessica!- disse un uomo sulla trentina alle spalle del demone.

- Papa! Papa!- disse Jessica e lasciò andare la sua coppetta per andare ad abbracciare il suo papà.

- Jessica, tesoro, non ti dovevi allontanare!

Aziraphale, Crowley e Magic raggiunsero la piccola famiglia riunita.

- Lei dovrebbe essere il padre di Jessica. Io sono Aziraphale, lui è il mio compagno Crowley e lei è nostra figlia Magic.- disse l’angelo stringendo la mano al padre.

- Molto piacere, io sono Dave. Vi ringrazio per esservi occupati di mia figlia. Questo è il weekend che deve passare con me, ma il lavoro non mi molla neanche un minuto.- disse lui.

- Be’, fortuna che la nostra Magic l’ha ritrovata. Sono state molto bene insieme.- disse Crowley con orgoglio.

- Jessica! Jessica!

- Magic! Magic!

Le due bambine si abbracciarono forte, facendo sorridere i tre papà.

- Be’, se a loro va bene, potremmo ritrovarci anche domani pomeriggio. Che ne dici, Jessica?- chiese Dave alla figlia e lei saltò di gioia senza staccarsi da Magic, anch’essa felice.

- Oh, finalmente un sorriso, Jessica. Ero stufo di vedere quelle brutte lacrime sul tuo visetto.- commentò Crowley accarezzando la guancia dell’amichetta di sua figlia.

 

PRESENTE

 

- Mi chiedo che fine abbia fatto Jessica…

- Non saprei, ma ormai Magic ha tre amiche ufficiali.- disse Crowley, poi schioccò le dita e il suo cellulare apparve nel palmo della sua mano. Non c’erano né messaggi né chiamate perse da parte di Magic.

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Capitolo 11
*** Prima vacanza in montagna ***


- Oh, guarda, la nostra principessina delle nevi!- disse Aziraphale indicando una foto di Magic distesa sulla neve a fare un angelo con le braccia e le gambe. Crowley riuscì a lasciar stare il cellulare per concentrarsi sulla foto.

- Un’altra delle vacanze più belle della mia esistenza…- commentò Crowley sul punto di commuoversi.

 

SEDICI ANNI PRIMA

 

Crowley entrò in casa con aria imbronciata.

- Aziraphale? Magic? C’è nessuno in casa?- chiamò a voce alta.

- Siamo in cucina!

Il demone entrò in cucina e trovò il suo angelo che infornava dei muffin, alcuni con gocce di cioccolato e altri ai mirtilli, mentre Magic stava seduta sul suo seggiolino, mangiava alcune gocce e succhiava i mirtilli che avanzavano. Appena si accorse del suo papà demone, lo salutò con entrambe le manine sporche di cioccolato e mirtilli. Crowley schioccò le dita per pulirle anche la bocca e la prese in braccio per abbracciarla e farle le pernacchie sul collo, facendola ridere forte.

- Ora sì che sono felice.- commentò Crowley mentre strofinava il suo naso contro quello di Magic.

- E io non esisto?- chiese Aziraphale mettendo il broncio. Crowley si tolse gli occhiali e si avvicinò al suo angelo.

- Scusami, angelo…- sussurrò prima di baciarlo. Riuscì a sentire Magic pronta a colpirlo sulla guancia per interrompere il bacio, così si staccò e la piccola si ritrovò a dare un piccolo pugno sul naso di Aziraphale.

- Ha ha, ti ho fregata, signorina!

- Niente muffin per te, Magic!- disse Aziraphale scherzoso mentre si massaggiava il naso, ma lei gli credette e, offesa, si strinse al collo di Crowley. Lui le passò una mano tra i capelli rossi e ricci e la baciò sulla guancia per consolarla.

- Su, su, amore, lo sai che Mama Azi sta scherzando. Sarà anche ingordo, ma non ti priverebbe mai di un delizioso muffin, soprattutto se è preparato da lui.

- Mama Azi catio!- disse Magic. Aziraphale sospirò, poi decise di schioccare le dita per affrettare la cottura dei muffin. Li tirò fuori dal forno usando i suoi guanti preferiti, quelli con le fragole, e ne prese uno al mirtillo e uno al cioccolato per mostrarli a Magic.

- Magic, se mi chiami Papà Azi, ti farò mangiare due muffin.

Magic annusò i muffin. Spuntò un piccolo sorriso sulla sua boccuccia.

- Papà Azi!

Aziraphale sorrise e permise a sua figlia di assaggiare prima il muffin al cioccolato.

- Posso assaggiare anche io, Magic?- intervenne Crowley. Magic staccò un pezzo di muffin e glielo mise in bocca. Lui masticò lentamente e si leccò le labbra.

- Mmm… molto buono. Ci sai fare ai fornelli, angelo.

- Ti ringrazio, caro.- disse Aziraphale con modestia.

Passarono la serata facendo un piccolo muffin party in salotto e guardando i cartoni animati. Alle dieci e mezza, Aziraphale portò Magic in bagno per lavarle i dentini, mentre Crowley faceva sparire tutte le briciole con uno schiocco, poi andò ad aspettare in camera della figlia. Aziraphale e Magic lo raggiunsero tenendosi per mano.

- Dimmi, tesoro, ti piacerebbe andare in montagna? C’è tanta bella neve fresca, potrai andare sulla slitta come Babbo Natale e potrai fare un bel pupazzo di neve.- chiese Crowley mentre aiutava la piccola a mettersi il pigiamino.

- Come Esa e Ana?

- Sì, come Elsa e Anna, ma il pupazzo che faremo noi sarà più bello di Olaf.

Magic si mise a letto da sola e Crowley le rimboccò le coperte.

- Che storia vuoi stasera, amore?- chiese Aziraphale.

- Fosen!- disse Magic stringendo a sé la sua anatra di peluche. Mentre l’angelo raccontava l’ultima storia Disney più nota del Mondo alla sua bambina, Crowley andò nella stanza delle piante per bagnarle a dovere.

- Sappiate che andrò in vacanza con la mia famiglia per qualche giorno. Riceverete acqua e luce a dovere ogni giorno e se al mio ritorno vi troverò in pessime condizioni… vi farò pentire di essere nate!- le minacciò con il suo solito modo di fare e loro tremarono dalla paura. Quando tornò in camera di Magic, Azi le stava cantando All’alba sorgerò. Crowley si unì a lui quando arrivò all’ultimo ritornello e Magic fece un applauso, per poi addormentarsi. I suoi due papà la baciarono sulle guance e se ne andarono in salotto per bere un bicchiere di vino.

- Hai forse voglia di andare in montagna, Crowley?

- Non sono un grande amante dei luoghi freddi, angelo, ma finora Magic ha visto la neve solo in città e non è come vederla in montagna, bella fresca e pulita.- commentò Crowley e bevve un lungo sorso di vino.

- Dove possiamo portarla? Conosco tanti bei posti…

- A quello ci penso io, non ti preoccupare.- lo interruppe Crowley e poi lo trascinò in camera loro.

- Che cos’hai in mente, Crowley?

Invece di rispondere, il demone baciò intensamente il suo angelo e intanto lo spogliò, ma quando si staccò, invece di fare l’amore con lui, schioccò le dita per fargli indossare il pigiama invernale.

- Lo sai che mi piace fare sorprese a te e a Magic, perciò adesso pensa solo a leggere il tuo libro e a riposarti.- disse mentre si metteva una tuta da notte pesante e si metteva a letto.

- Ma… non ho voglia di leggere stasera…

Crowley lo guardò con gli occhi spalancati.

- Ti senti bene, angelo? C’era qualcosa di marcio in quei muffin?

Aziraphale rise e si sdraiò a quattro zampe vicino al suo demone sorpreso.

- Spiritoso. Vorrei fare l’amore con te, ma Magic potrebbe sentirci, perciò… sono disposto ad accontentarmi di dormire stretto a te.- sussurrò e baciò Crowley sul collo, facendolo tremare di piacere.

- Va benissimo anche così… orsacchiotto riccioluto.

I due si sistemarono sotto le coperte e Crowley mise un braccio intorno alle spalle di Aziraphale, che posò una mano sul suo petto scultoreo.

- Comunque… anche questo è fare l’amore per me…- sussurrò prima di dare un lungo bacio al suo angelo.

- Come sei romantico, Crowley…

Rimasero abbracciati e con le labbra incollate per una buona mezz’ora, quando sentirono una vocina familiare che li costrinse a staccarsi. Magic era sulla soglia della porta e li guardava tenendo l’anatra di peluche in una mano, mentre con l’altra si strofinava un occhio.

- Papà Cro… Papà Azi… butto sonio!

Crowley e Aziraphale si guardarono.

- Non ti dispiace, angelo?

- Vuoi forse che lasci la nostra bambina nelle mani dei mostri dei brutti sogni? Vieni qui da papà e papà, amore.

Magic si arrampicò da sola sul letto e camminò a quattro zampe fino a raggiungere lo spazio tra Aziraphale e Crowley, ma invece di sdraiarsi in mezzo a loro, posò l’anatra sul cuscino di Crowley e si nascose sotto la coperta. I due papà la sentirono arrivare fino alle loro ginocchia e risero per il solletico.

- Magic? Amore, vieni fuori, è ora di fare la nanna. Giocheremo domani.- disse Aziraphale tra le risate. Sentì Magic girarsi per gattonare verso il suo petto soffice.

- Brava la mia bambina.- commentò Aziraphale e baciò la testa di Magic mentre l’abbracciava. Crowley si avvicinò a loro e cantò A kind of magic a voce bassa. Magic si girò verso di lui per ascoltarlo, ma senza staccarsi dall’abbraccio di Aziraphale. Con uno schiocco, Crowley permise all’anatra di fargli da corista, facendo sorridere anche l’angelo.

 

IL GIORNO DOPO

 

Quando Aziraphale si svegliò, notò subito qualcosa di strano. Lui e Magic erano distesi in un letto soffice e fatto di legno chiaro. E anche la camera era diversa: le pareti erano di legno scuro e da due larghe finestre su entrambi i lati si vedevano…

- Neve! Neve!- esclamò Magic appena aprì gli occhietti.

- Sì, amore… credo che non siamo più a Londra. Andiamo a cercare Papà Crowley.

Aziraphale prese Magic in braccio e uscì dalla stanza. Scese da una scala di legno e trovò un enorme salotto circondato da un un divano, due poltrone, un lungo tappeto variopinto e un camino.

- Bello!- esclamò Magic indicando ogni cosa che vedeva.

- Eh sì, è bello, ma il tuo papà demone dov’è?- chiese Aziraphale mentre si guardava intorno. Una porta si aprì e sbucò la testa di Crowley.

- Buongiorno, amori miei! La colazione è pronta!

Aziraphale e Magic entrarono in cucina e trovarono un enorme tavolo pieno di brioche, biscotti, frutta, succhi di frutta, tè e caffè.

- Crowley… dove siamo?

Crowley baciò prima Magic e poi Aziraphale sulla guancia.

- Siamo sulla mia montagna personale!

- Tu hai un posto personale da qualsiasi parte, vero?

- Ed è solo l’inizio, angelo. Hai tutta l’eternità per conoscere tutti gli altri miei posti personali, che però diventeranno ancora più belli dopo che tu e Magic li avrete visti.

Dopo aver fatto colazione, Aziraphale aiutò Magic a lavarsi e vestirsi, poi Crowley l’aiutò a coprirsi per bene con scarponcini da montagna, una giacca pesante scura e con il cappuccio, un berretto, una sciarpa e dei guantini viola.

- Papà Cro… faciamo pupazo di neve?- chiese lei con la boccuccia nascosta dalla sciarpa.

- Certo, tesorino, ma solo se mi prometti che non cantiamo la canzone.- disse Crowley mentre faceva apparire vestiti pesanti per sé e per Aziraphale. Magic annuì. L’angelo fece apparire anche un paraorecchie e un berretto con fantasia tartan.

- Vuoi prendermi in giro, angelo?- chiese Crowley infastidito, ma Aziraphale lo ignorò e prese Magic per mano mentre usciva dalla baita.

- Neve! Neve!- esclamò Magic e lasciò la mano del papà angelo per camminare da sola sulla neve, lasciando delle piccole impronte.

- Tesoro, non correre!- disse Crowley, ma lei non lo ascoltò e cadde a pancia in giù. Aziraphale sussultò dallo spavento e corse con fatica dalla sua bambina.

- Magic, ti sei fatta male?- le chiese preoccupato mentre l’aiutava a girarsi, ma invece di piangere, Magic rise per la neve che si era posata sulla sua faccia. Crowley sorrise.

- La nostra forte e coraggiosa principessina delle nevi! Coraggio, andiamo a fare il pupazzo più bello del Mondo!

Passarono l’intera giornata a fare ben tre pupazzi, uno più grande dell’altro e poi fecero tanti giri su una slitta grande a sufficienza da reggere tre persone. Magic si divertiva un Mondo, mentre Aziraphale tremava di paura e urlava come femminuccia ogni volta che Crowley accelerava le discese, ma almeno teneva Magic ben stretta a sé.

Quando il sole iniziò a tramontare, Crowley fece sparire la slitta con uno schiocco e propose di tornare nella baita al calduccio, ma Magic fece un sacco di capricci.

- Per oggi basta, Magic, hai giocato a sufficienza con la neve! Domani lo faremo di nuovo.- disse Crowley dopo averla presa in braccio, ma lei lo colpì sulla spalla con le mani. Quando sentì il calore del camino acceso, si calmò e Crowley la mise giù per toglierle gli scarponcini.

- È stata una giornata molto divertente, principessina, ma adesso andiamo a fare un bel bagno caldo.- le spiegò mentre le toglieva il resto degli indumenti pesanti, poi la riprese in braccio e la portò in bagno insieme ad Aziraphale, dove c’era una grande vasca da bagno mezza piena di acqua tiepida e un po’ schiuma. L’angelo schioccò le dita e apparve una paperella di gomma in mezzo all’acqua.

- Il suo bagno, mademoiselle.- disse Crowley dopo aver schioccato le dita per far sparire i vestiti di sua figlia e la fece sedere delicatamente nella vasca. Magic sorrise, voleva dire che la temperatura dell’acqua andava bene per lei. Crowley e Aziraphale la guardarono giocare con la paperella tenendosi per mano sul bordo della vasca.

- Ogni giorno che passa diventa sempre più bella…- commentò il demone mentre accarezzava la testa della figlia con una spugna bianca morbida.

- Bella come una stella… lo so che è una rima un po’ banale, ma è quello che penso di nostra figlia… ogni giorno…

Senza staccare gli occhi da Magic, Crowley appoggiò la testa sulla spalla di Aziraphale.

- Anche io…

La bambina fissò i suoi papà, allungò le manine e si avvicinò per toccare il viso del rosso.

- Che cosa c’è, principessina?- le chiese lui e lei gli rispose baciandolo sul mento, poi guardò Aziraphale e usò la paperella per dargli un bacio sul naso.

 

PRESENTE

 

Crowley abbassò lo sguardo e strinse le labbra per non piangere.

- Amore? Va tutto bene?- gli chiese Aziraphale accarezzandogli la mano. Lui gliela prese e gliela baciò.

- Sì, angelo. Sto bene. E ti amo.

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Capitolo 12
*** Primo giuramento... rotto ***


- L’America è dall’altra parte del Mondo, Crowley! Anche noi abbiamo preso l’aereo varie volte per raggiungerla e ci sono volute molte ore di viaggio.

- Scommetto che tu ti portavi dietro almeno dieci libri, angelo!

- Esagerato. Me ne portavo al massimo quattro. Oh, guarda qua…

Il tono di Aziraphale era passato da scherzoso a serio. Sotto i suoi occhi c’era una foto di lui e Crowley seduti al tavolino viola di Magic, intenti a giocare con un servizio da tè di plastica lilla e delle coroncine di carta colorata sopra le teste.

- Che c’è, amore? Non ti piace questa foto? Eppure è una delle mie preferite.

- Anche a me piace, caro… ma hai forse dimenticato quello che è successo prima di scattare questa foto?

 

QUINDICI ANNI PRIMA

 

- Papà Cro?

Crowley abbassò lo sguardo e vide Magic con un biglietto bianco e piegato in due in mano.

- Sì, tesoro mio?

- Papà Azi mi ha detto di darti questo.- disse la bambina e porse il biglietto al demone. Lui lo aprì e lesse ad alta voce.

- La cena è pronta.

Crowley strappò il biglietto e fece sparire i pezzetti con un gesto della mano.

- Magic, dì a Papà Azi che verrò a cena quando ricomincerà a parlarmi senza usare te e i bigliettini! Sei nostra figlia, non un piccione viaggiatore!- disse a voce alta per farsi sentire dal compagno, nascosto dietro la porta girevole dello studio del demone.

- Magic, vieni a tavola prima che la cena si raffreddi!- esclamò senza entrare. Magic non sapeva che cosa fare e guardò Crowley agitata. Lui scosse la testa pensando alla testardaggine di Aziraphale e rivolse un sorriso rassicurante a sua figlia.

- Vai, tesoro, sarai affamata.

- Vieni anche tu, Papà Cro!

- No, tesoro, non ho fame, ma più tardi giocherò con te, te lo prometto.

Magic uscì dalla stanza, dispiaciuta, e andò in cucina tenendo Aziraphale per mano.

- Papà Azi, perché non parli con Papà Cro?- gli chiese dopo essersi seduta sul suo nuovo seggiolino da tavolo.

Aziraphale non riusciva a trovare le parole giuste: come poteva spiegare ad una bambina di tre anni che il suo papà demone aveva aperto un locale dove, oltre a vendere alcool e ballare con la musica ad alto volume, si consumavano anche rapporti sessuali e droga?

- Perché Papà Cro mi ha fatto arrabbiare.- riuscì a dire dopo averle servito un piatto di farfalline al pomodoro e messo il bavaglino con la farfalla ricamata sopra.

- Non lo metti in castigo?

- Credimi, principessina, se lo meriterebbe, ma Papà Cro è grande e grosso, non lo posso mettere in un angolo a riflettere su quello che ha fatto. Sarebbe comunque inutile.

Magic non aveva capito quasi niente del discorso del suo padre angelo, ma mangiò lo stesso le sue farfalline, mentre Aziraphale si sforzava di godersi il suo piatto di pasta, ma era troppo arrabbiato con Crowley e la cosa andava avanti da sette giorni ormai. Alla fine, avvolse il piatto nel cellophane e lo chiuse nel frigo, ma fece comunque compagnia a sua figlia.

- Ti va un po’ di torta per dessert? C’è quella al cioccolato e vaniglia, la nostra preferita.- le chiese per tirarla su di morale.

- La vuole anche Papà Cro?- chiese Magic con la bocca piena.

- Se vuoi, gliene puoi portare un pezzetto…

Ed è quello che Magic fece: entrò nello studio di Crowley con un piattino di ceramica in mano con sopra un pezzetto quadrato di torta e una forchetta. Il demone stava fissando il vuoto seduto sul suo trono e con i piedi appoggiati sul tavolo. Quando si accorse di sua figlia, si ricompose e le sorrise.

- Papà Cro… questa è per te.- disse lei mostrandogli il piatto come se fosse un suo lavoretto con il pongo. Lui lo prese e baciò Magic sulla testa.

- Oh, grazie, amore mio, avevo un gran bisogno di qualcosa di dolce! Ti va di mangiare la torta con me?

- Magic, dì a Papà Cro che si mangia solo in cucina!- esclamò Aziraphale, ancora una volta rimasto fuori dallo studio ad aspettare. Il demone alzò gli occhi al cielo, appoggiò il piatto sul tavolo e fece sedere Magic sulle sue ginocchia.

- Magic, dì a Papà Azi che gli ho già chiesto scusa almeno un milione di volte e che non è carino usare te come se fossi una postina!- disse a voce alta in modo da farsi sentire forte e chiaro dal compagno.

- Magic, dì a Papà Cro che non dipende da me, ma da lui! È lui quello che ha creato un posto indecente per guadagnare soldi!

- Magic, dì a Papà Azi che io sono pur sempre un demone e che comunque, quello che succede nel mio posto indecente rimane là dentro!

- Magic, ora basta, torniamo in cucina!

Magic, confusa e anche un po’ spaventata, scoppiò a piangere. Aziraphale non resistette più ed entrò nello studio. Crowley stava abbracciando la piccola.

- Basta! Basta! Basta!- disse tra i singhiozzi.

Crowley e Aziraphale si guardarono negli occhi.

- Fate pace! Fate pace!- disse Magic.

- Angelo, giuro che questa è l’ultima volta che te lo dico: mi dispiace di essere tornato a casa sporco di quella cosa che tu sai, ma ti giuro che quello che succede al Magic Angel non toccherà mai la nostra famiglia.- disse Crowley. Aziraphale sospirò e gli sorrise.

- Ti perdono, caro. Ti chiedo solo di stare più attento la prossima volta che torni a casa dal lavoro.

- Promesso.

Magic si calmò e guardò i suoi papà che si sorridevano.

- Bacio! Bacio! Bacio!- disse come se stesse guardando un cartone romantico. Crowley e Aziraphale risero per il suo dolce tifo e si scambiarono un lungo bacio stampo.

- Mi sento meglio!

- Anche io, angelo! E ora torniamo in cucina a mangiare la torta che poi si gioca tutti insieme!- esclamò Crowley e si alzò dal trono tenendo Magic in braccio, mentre Aziraphale teneva il piattino con la torta tra le mani.

 

PRESENTE

 

- Ce l’ho ancora a morte con me stesso per non aver rispettato quel giuramento, angelo.- disse Crowley con tristezza, ripensando all’orribile primo appuntamento di Magic quasi finito in tragedia proprio nel suo locale pochi anni prima. Aziraphale gli mise un braccio intorno alla spalla e lo baciò dolcemente.

- Non è stata colpa tua, amore, e la cosa più importante è che Magic sia stata salvata in tempo. Inoltre, sono orgoglioso di te per la lezione che hai dato a quei due maledetti pezzi di escremento!

- Merda, Aziraphale, si dice merda! Impara a parlare un po’ sporco, ormai non ti può succedere più niente di brutto se lo farai! E poi, renderebbe ancora più eccitante certi nostri giochetti…

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Capitolo 13
*** Primo libro letto da sola ***


Crowley voltò pagina e trovò una pagina strappata da un libro vicino ad una foto di Magic che legge un libro ad Aziraphale.

- Uno dei giorni più belli della mia esistenza: nostra figlia che legge il suo primo libro da sola… nella mia libreria!- disse l’angelo portandosi una mano sul cuore.

- L’unica volta in cui ho ascoltato con piacere una storia proveniente da uno dei tuoi amici di carta e inchiostro.- commentò Crowley.

 

QUATTORDICI ANNI PRIMA

 

Crowley entrò nella libreria e girò il cartello Aperto con uno schiocco per farlo diventare Chiuso.

- Papà Crowley è arrivato!- esclamò diretto verso la stanzetta privata di Aziraphale. Lo trovò seduto alla sua scrivania intento a fare dei calcoli a mente, mentre Magic giocava sul divano con un’arca di Noè giocattolo piena di animaletti di plastica. Teneva in mano un unicorno e un orsetto.

- Vedo che siete tutti e due molto occupati!- disse Crowley un po’ acido. Magic appoggiò i pupazzetti dentro l’arca e si alzò dal divano per andare a salutare il suo papà demone.

- Ciao, Papà Cro! Sei tornato!

Lui la prese in braccio e lei gli ricoprì la faccia di baci. Non vedeva il suo papà demone da una settimana e gli era mancato tanto.

- Certo che sono tornato, amore mio! Ti ho anche portato un regalino!

Il demone schioccò le dita e Magic si ritrovò tra le mani una matrioska grande quattordici centimetri.

- Che cos’è, Papà Cro?- chiese lei incuriosita dal regalo.

- È una matrioska, un tipo di bambola russa. Prova ad aprirla, ci sono tante belle sorpresine dentro.- spiegò lui mentre la rimetteva a sedere sul divano, poi si avvicinò ad Aziraphale, ancora occupato con i suoi calcoli a mente. Quando finalmente alzò lo sguardo sul compagno, gli sorrise.

- Bentornato, Crowley!

- Allora ti ricordi di me, angelo!- disse Crowley infastidito, ma posò lo stesso un bacio sulle labbra dell’angelo.

- Spero che tu non abbia preso troppo freddo a Mosca.- disse lui mentre si alzava dalla sedia.

- Mi sono riempito di medovukha a dovere. Mi sono perso qualcosa mentre ero via?

- Magic ha mangiato sano, è andata a dormire all’ora giusta e non l’è successo niente di male.- spiegò Aziraphale mentre osservava la sua piccola che apriva le matrioske sempre più meravigliata. Ogni bambola che trovava aveva l’aspetto dei suoi papà, dal giardino dell’Eden fino al presente, tranne l’ultima, il “seme”, che aveva l’aspetto di Magic di quando Aziraphale l’aveva fatta apparire.

- Grazie, Papà Cro! Mi piace!- esclamò la bambina e Crowley si avvicinò a lei per permetterle di dargli un piccolo bacio sulla bocca.

- Anche io ho un regalo per te! E anche per Papà Azi!

Magic prese per mano i suoi papà e li portò nel reparto Libri per bambini della libreria. Prese il libro della Bella e la Bestia e si sedette sulla piccola sedia di legno a dondolo che Aziraphale aveva sistemato apposta per lei, dato che era l’unica bambina che avesse mai messo piede nel suo regno di carta e inchiostro.

- Sedetevi, per favore!

Crowley schioccò le dita per far apparire un divano in pelle nera, nonostante non facesse pendant con il resto dell’arredamento, e si sedette insieme ad Aziraphale. Magic aprì il libro e guardò attentamente la prima pagina.

- Tan…to… Tanto tem… po fa… in… un… paese… lontano… lontano… un… g… g… giovane prncpe… viveva… in un… cstelo… splndente…

Crowley spalancò gli occhi dalla sorpresa e Aziraphale si portò una mano sulla bocca.

- Magic… sa leggere… da sola…- dissero simultaneamente e a voce bassa per non distrarla.

- Bnke… avesse… tutto… quello che… poteva… dsiderre… il principe… era… visito… goist… e cativo…

Magic lesse tutta l’introduzione, dimostrando determinazione e pazienza, nonostante qualche piccolo errore. Aziraphale faticava a trattenere le lacrime tanto era commosso di vedere la sua bambina di quattro anni leggere da sola un intero capitolo di un libro, mentre Crowley, anch’esso orgoglioso della sua bambina, faceva video e foto con il suo cellulare per non dimenticare mai quel magico momento.

- … chi… avrbe… mai… potuto… amare… una… bestia?

Magic chiuse il libro e guardò i suoi papà. Aziraphale aprì le braccia per invitarla ad abbracciarlo. Lei lo accontentò dopo aver rimesso a posto il libro.

- Sono così fiero di te, amore mio. Sei la bambina di quattro anni più bella e intelligente del Mondo! Hai preso tutto da me!- disse mentre la stringeva forte e le accarezzava la testa.

- Sull’intelligenza sono d’accordo, angelo. Sulla bellezza ho i miei dubbi.- commentò Crowley e Magic scoppiò a ridere.

- Non dare retta a Papà Crowley, Magic. È solo geloso.- disse l’angelo e fece la linguaccia al suo compagno.

- Bisogna festeggiare. Che ne dite di cenare fuori? Possiamo andare a mangiare il sushi.- propose il demone mentre andava con Magic a prendere la sua giacca.

- Ooh! Sushi! Sushi! Sushi!- esclamò Magic battendo le mani e saltellando felice.

- È davvero una buona idea. Riso e pesce fanno bene al cervello e ci sono tanti altri libri che dovrai leggere in futuro, principessina.- disse Aziraphale sorridente.

 

PRESENTE

 

Crowley alzò gli occhi dalla foto e scoppiò a ridere. Aziraphale si stava asciugando una lacrima.

- Lo sai che ti amo, angelo, ma a volte sei un po’ troppo sensibile.

- Oh, smettila!- disse lui colpendogli delicatamente la guancia.

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Capitolo 14
*** Prima volta senza rotelle ***


- Sai, angelo? È diventata una tortura guardare queste foto...

- Perché mai, amore?

- Perché è come se mi fossi dimenticato che la nostra Magic non è più una bambina! Sono proprio un demone rammollito!- piagnucolò Crowley e versò persino una lacrima, che Aziraphale fece sparire con un dito. Strinse le labbra per evitare di dire quello che avrebbe voluto dire e si schiarì la voce.

- Non sei un demone rammollito. Sei solo il padre più forte e premuroso che conosco.- disse dolcemente.

- No, quello sei tu. Io sono il padre rompicoglioni…

- E nonostante ciò, sei tanto amato da tua figlia perché hai sempre fatto di tutto per renderla felice e le hai anche insegnato ad essere forte e coraggiosa, persino…

Aziraphale voltò pagina e puntò il dito su una foto di Magic sorridente e seduta sulla sua bicicletta senza rotelle.

- … quando le hai fatto un piccolo “scherzetto”!- concluse Aziraphale, riuscendo a strappare un sorriso a suo marito.

 

QUATTORDICI ANNI PRIMA

 

Crowley entrò in casa canticchiando We are the champions. Aveva passato una lunga e piuttosto noiosa giornata al Magic Angel a fare i conti, ma era soddisfatto perché aveva fatto tutto da solo senza chiedere aiuto alla sua barista Donna.

Aziraphale e Magic stavano giocando con le bambole di peluche della Bella e la Bestia in camera della piccola seduti sul tappeto morbido. Lei faceva la Bestia e lui la Bella. Crowley li raggiunse e si sedette in mezzo a loro.

- Che scena romantica! E se Papà Aziraphale è la Bella… io sono la Bestia!- esclamò e fece un finto ruggito spaventoso per far ridere il suo compagno e sua figlia.

- La Bestia più dolce del Mondo.- aggiunse Aziraphale e baciò Crowley sulle labbra, riuscendo a fargli chiudere un occhio sulla parola con la D. Magic lasciò andare la sua Bestia di peluche, si buttò tra le braccia del suo papà demone e gli ricoprì la faccia di baci, che lui ricambiò insieme alle pernacchie sul collo per sentirla ancora ridere.

- Che cosa avete fatto oggi senza il vostro demone tra i piedi? Spero niente di divertente, mi offenderei!

- Oggi all’asilo ho fatto tante capriole!

- Un vero miracolo che non abbia vomitato, da quello che mi ha detto la maestra.- commentò Aziraphale mentre metteva a posto le bambole.

- Magic, non dovevi chiedere una cosa a Papà Crowley?- aggiunse dopo essersi rimesso vicino al demone e alla bambina.

- Che cosa c’è, principessina?- chiese Crowley guardando Magic negli occhi.

- Puoi togliere le rotelle alla mia bici, per favore?

Crowley spalancò gli occhi, stupito.

- Dici sul serio? È un passo importante. Sei sicura di essere pronta, tesoro? Dopotutto, hai la bicicletta da poco più di un anno.

- È tutto il giorno che ne parla. Credo che sia stata influenzata dai suoi compagni di asilo.- intervenne Aziraphale e Crowley sospirò.

- I giovani d’oggi hanno troppa fretta di crescere, addirittura prima della pubertà!

- Che cos’è la pubèrta?- chiese Magic, curiosa.

- Ehm… è… è… è un frutto, tesoro, un frutto, ma cresce in un posto talmente lontano che nessuno lo ha mai assaggiato.- tagliò corto l’angelo un po’ agitato. Crowley gli fece l’occhiolino.

- Comunque, va bene, se vuoi andare in bicicletta senza rotelle, ci proveremo domani al parco. Sei contenta, amore?

Magic ringraziò Crowley con un altro bacio sulla guancia.

- Bene, allora è meglio andare a nanna, così domani sarai ben riposata per il grande momento.- disse Aziraphale e portò Magic in bagno per aiutarla a lavarsi i denti. Crowley li aspettò in camera e intanto schioccò le dita per mettere tutto in ordine e dare anche una pulita. Spense anche la luce e accese l’abat jour a forma di mezza luna sul comodino di Magic che cambiava colore.

Quando Magic e Aziraphale tornarono, lei indossava il suo pigiamino preferito, giallo con la rosa della Bella e la Bestia, ed entrò nel suo letto da sola. I due papà le rimboccarono le coperte e si sedettero vicino a lei.

- Che cosa vuoi stasera, tesoro? La canzone o la fiaba?- chiese l’angelo porgendole la sua anatra di peluche.

- La canzone. Cantatemela insieme, per favore…

Crowley e Aziraphale si guardarono, si sorrisero e intonarono insieme A kind of magic. Lei li ascoltò con attenzione, come faceva sempre, e cercò di rimanere sveglia fino alla fine della canzone, ma Crowley la convinse ad addormentarsi accarezzandole dolcemente una guancia.

- Buonanotte, principessina.- sussurrò Aziraphale e baciò insieme a Crowley la piccola sulla testa.

 

*

 

Dopo pranzo, la famigliola uscì di casa per andare a St. James Park. Si misero in un punto molto largo e Aziraphale aiutò Magic a mettere il casco e anche le ginocchiere e le gomitiere, intanto che Crowley faceva apparire la bicicletta lilla di sua figlia senza farsi vedere da nessuno.

- Papà Cro, ci sono ancora le rotelle!- fece notare Magic.

- Sì, lo so, tesoro, ma prima di toglierle, devi provarle un’ultima volta, per assicurarti di essere davvero pronta.- disse Crowley.

Magic si sedette da sola sulla sua bicicletta e afferrò le manopole viola.

- Sei pronta, Magic?

- Sì, Papà Azi!

- Adesso fai un lungo giro fino alla nostra panchina e poi torni indietro, poi ti toglierò le rotelle, ma non quelle della tua testa.- disse Crowley, facendo ridere Aziraphale e Magic. Lei iniziò a pedalare, sicura di non cadere. In alcuni momenti sentì un po’ di vertigini, ma non tolse gli occhi dal sentiero.

- Ma, Crowley…

Il rosso demone interruppe l’angelo alzando un dito davanti a lui. Arrivata alla panchina, Magic tornò indietro senza perdere di vista i suoi papà.

- Sei stata bravissima, principessina!- disse Crowley.

- Grazie, papà! Adesso mi togli le rotelle, per favore?- chiese la bambina appena si fermò.

- Guarda meglio la tua bicicletta…- disse il demone invitando Magic con il dito a girarsi. Lei guardò dietro di sé e sussultò dalla sorpresa. Le rotelle erano sparite.

- Papà Cro!- esclamò sconvolta.

- Che ti prende, tesoro? Dovresti essere felice! Hai imparato ad andare in bicicletta senza rotelle, proprio come volevi!- protestò Crowley, ma Magic scese dalla bicicletta e la fece tenere ad Aziraphale, offesa.

- Papà Azi, Papà Cro mi ha fatto uno scherzo!- disse incrociando le braccia.

- Non è esatto, tesoro. Papà Cro ti ha solo aiutata ad imparare una cosa nuova senza avere paura. Pedalare senza rotelle è divertente, ma anche un po’ rischioso all’inizio.- le spiegò l’angelo.

- E con il mio aiuto, hai imparato ad andare in bicicletta da sola senza neanche accorgertene, signorina!- protestò Crowley, anch’esso offeso e con le braccia incrociate.

Aziraphale prese sia Crowley che Magic per le mani.

- Oggi è una giornata importante per noi e non voglio che uno sciocco litigio rovini tutto. Crowley, è stato carino da parte tua fare un piccolo miracolo demoniaco per insegnare a nostra figlia ad andare in bicicletta da sola, ma credo che Magic sia arrabbiata proprio perché hai usato i tuoi poteri invece delle mani e di qualche attrezzo per togliere le rotelle, facendole così perdere l’esperienza delle prime cadute. Lo so che non sono piacevoli, ma sono necessarie per la sua crescita. Magic, non essere arrabbiata con Papà Cro, lo ha fatto solo perché ti vuole tanto bene e vuole renderti sempre felice. Adesso ringrazialo e dagli un bacio. E tu, Crowley, chiedile scusa e promettile che non userai i tuoi poteri per insegnarle le cose.

Come si poteva non dare retta alle parole sagge di Aziraphale?

Magic si tolse il casco e guardò Crowley con dispiacere.

- Papà Cro… grazie.

Lo tirò per la giacca per convincerlo ad abbassarsi. Lui l’accontentò e si lasciò anche baciare sulla guancia.

- Figurati, principessina, e scusa per quello che ho fatto. Ti prometto che d’ora in poi non userò i miei poteri per le cose che ti riguardano, o almeno… li userò il meno possibile.- disse con il mignolo destro alzato e Magic lo strinse con il suo per fare giurin giurello.

 

PRESENTE

 

- Com’è che si chiamava quella bicicletta? Magic dà sempre nomi agli oggetti.

- Si chiamava semplicemente Viola. Ed ebbe solo quella grazie ad un certo demone che si limitò a farla crescere con i suoi poteri…- disse Aziraphale tamburellando le dita sulla gamba di Crowley, che arrossì, non per la vergogna ma per l’orgoglio.

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Capitolo 15
*** Primo incontro con Babbo Natale ***


- Oh, eccolo qui, il mio Babbo Natale sexy!- esclamò Crowley quando vide la foto di Aziraphale vestito da San Nicola e con la piccola Magic seduta sulle sue ginocchia.

- Per te ogni scusa è buona per fare sesso dopo aver reso felice Magic.- disse l’angelo anche se non sembrava una vera e propria lamentela.

 

QUATTORDICI ANNI PRIMA

 

Era tutto pronto per il quarto Natale della famiglia Crowley-Fell.

Aziraphale aveva preparato tutto il cibo da solo senza assaggiare neanche una briciola (be’… forse solo una di panettone) e Crowley e Magic avevano addobbato l’albero senza farlo tremare di paura.

Ormai era mezzanotte e Aziraphale era intento a leggere il libro del Canto del Natale, mentre Crowley dormiva profondamente, quando all’improvviso, venne svegliato di soprassalto da strani rumori.

- Che cosa è stato?- chiese con voce roca.

- Proveniva dalla cucina.- sussurrò Aziraphale.

- Di sicuro non è un ladro. Basta uno sguardo a questa casa per capire che non si può entrare per rubare.- disse Crowley con orgoglio.

I due si alzarono dal letto e avanzarono lentamente verso la cucina. Per loro fortuna, al posto di un ospite indesiderato, videro Magic in piedi su una sedia intenta a preparare un piattino di biscotti al cioccolato e due bicchieri, uno di latte e uno d’acqua.

Senza fare rumore, i due rimasero nell’oscurità del corridoio a guardare la loro bambina che portava quello che aveva preparato in salotto. Posò i biscotti e il latte vicino all’albero e poi si sedette sul divano a bere l’acqua.

- Che carina… vuole aspettare Babbo Natale…- commentò Aziraphale a voce bassa.

- Secondo me, dovremmo presentarglielo.

- Che intendi dire, Crowley?

Il demone guardò il suo angelo con dolcezza e gli accarezzò prima i riccioli, poi il mento e infine la piccola pancia, facendolo preoccupare.

- Oh no… no…

- Oh sì… sì…

Crowley schioccò le dita e raggiunse Magic.

- Ciao, amore… che cosa ci fai qua?- le chiese dolcemente mentre la copriva con la sua copertina colorata.

- Voglio vedere Babbo Natale… gli ho portato latte e biscotti.- rispose lei e finì di bere il suo bicchiere d’acqua.

- E hai fatto benissimo, ma devi sapere che per quanto i bambini piacciano a Babbo Natale, non può vederli, sennò svanisce la magia e tu non vuoi essere l’unica bambina ad essere felice a Natale, giusto?- le spiegò Crowley. Magic scosse la testa.

- Tutti i bambini devono essere felici.

Crowley sorrise per la saggezza di sua figlia e la baciò sulla testa.

- Ma se proprio vuoi vederlo, possiamo nasconderci ed essere muti come pesci, capito?- aggiunse il demone posandosi un dito sulle labbra. Magic annuì, così Crowley la prese in braccio e si nascose in un angolo buio del salotto. Con un gesto della mano, fece diventare il pigiamino della bambina nero per mimetizzarla meglio.

Subito dopo, Aziraphale entrò in salotto con addosso un costume di Babbo Natale che lo faceva sembrare più rotondo del solito e un grande sacco sulle spalle.

- Oooh, che bell’albero. Gnam gnam, ci sono anche biscotti e latte. La piccola Magic è stata molto buona, come anche per il resto dell’anno, perciò si merita un bel po’ di regali.- disse con una voce esageratamente profonda ma comunque allegra e posizionò quattro regali grandi e quattro piccoli sotto l’albero.

Magic guardava la scena in silenzio e tenendosi stretta a Crowley, che sorrideva nel vedere il suo angelo recitare una parte per la felicità della loro bambina, anche se forse gli aveva dato una finta barba bianca troppo lunga che rischiava di farlo cadere ad ogni passo che faceva. Dopo aver posato anche l'ultimo regalo, Aziraphale mangiò i biscotti e bevve il latte, facendo sorridere Magic.

- Ecco fatto, ora vado a consegnare il resto dei regali a tutti gli altri bambini di Londra e di tutto il resto del mondo. Lascio anche quest’ultimo regalo per Magic e i suoi due papà, soprattutto quello biondo e bellissimo.- disse Aziraphale e mandò un bacio volante prima di schioccare le dita per sparire.

- Ti è piaciuto vedere Babbo Natale, principessina?- chiese Crowley a Magic. Lei lo guardò sorridente.

- Sì, è gentile. Posso aprire i regali?

- Se li apri adesso, domani io, Papà Aziraphale, zia Anathema e zio Newt saremo gli unici a farlo con i nostri. Che ne diresti invece di andare a fare pipì e poi tornare a letto? Scommetto che la tua anatra si sente sola nel tuo lettino e non si deve passare il Natale da soli.

Magic non era molto entusiasta, ma accettò la proposta di suo padre.

Aziraphale si cambiò di nascosto nella stanza delle piante e quando raggiunse Crowley, lo trovò in camera loro con addosso soltanto un enorme fiocco rosso che copriva una sola parte del suo corpo.

- Oh oh oh… buon Natale, angelo…

Aziraphale sorrise. Era valsa la pena vestirsi da Babbo Natale.

 

PRESENTE

 

- Prima o poi dovrò usare anche io quel nastro…- disse Aziraphale con tono seducente, provocando un’erezione talmente forte in Crowley da rischiare di bucargli il cavallo dei pantaloni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Babbo Natale non è costretto ad essere solo per bambini, no? Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Prima Donna Aziraphale ***


- Oh, adesso la tortura tocca a te, angelo!- esclama Crowley mostrando una foto ad Aziraphale che lo fece arrossire dalla vergogna. Suo marito e la piccola Magic stavano mangiando una torta di compleanno, mentre lui sorrideva tenendo in mano una bacchetta di plastica… e indossava abiti femminili.

- Mi avevi promesso che non ne avremmo più parlato, Crowley!

- Io non ti ho mai promesso niente riguardo questa storia!

 

DODICI ANNI PRIMA

 

Crowley entrò silenziosamente in camera di Magic con una tazza di tè caldo in mano. La piccola era sdraiata nel suo letto e accarezzava la sua anatra di peluche come se fosse un gattino con lo sguardo triste e perso nel vuoto.

- Come sta la mia principessina di sei anni preferita?- le chiese il demone dopo essersi seduto vicino a lei.

- Sono triste… è il mio compleanno e ho la febbre!- piagnucolò Magic coprendosi il volto con il pupazzo. Crowley glielo tolse dalle mani per darle la tazza.

- Su, tesoro, non è una tragedia. Molti bambini festeggiano il proprio compleanno a letto con la febbre ed è quello che farai anche tu. Tra un po’ arriverà Papà Aziraphale insieme ad una nostra… amica.

- Zia Anathema?- chiese Magic.

- No, una nuova. Ti piacerà. Intanto che aspettiamo, che cosa posso fare per farti stare meglio?

- Mi leggi un libro, per favore? Dobbiamo andare avanti con Harry Potter.

Crowley schioccò le dita e tra le sue mani apparve Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, con un segnalibro rosso posizionato sulla prima pagina del capitolo sette. Magic bevve un lungo sorso di tè e ascoltò attentamente la storia. La voce del suo papà demone era tra le cose che la facevano stare meglio, soprattutto quando le raccontava le storie e le cantava le canzoni dei Queen. Adorava anche sentir cantare Papà Aziraphale, ma era più bravo con i canti lirici e la faceva anche ridere quando provava ad imitare Luciano Pavarotti o Andrea Bocelli. Ti manca poco per avere il fisico del Maestro, gli diceva Crowley ogni volta. Il demone lesse tre capitoli di fila. Non era mai stato un amante dei libri, ma da quando era diventato papà, si sforzava di apprezzarli almeno un po’ per insegnare a sua figlia il valore di una buona istruzione. Dopotutto, lo aveva promesso ad Aziraphale.

TOC! TOC! TOC! TOC!

- Chi è, papà?- chiese Magic, curiosa. I suoi papà non bussavano mai quando tornavano a casa.

- Non saprei proprio, tesorino. Vado a vedere, torno subito.- disse con finto stupore dopo aver fatto sparire il libro con un gesto della mano e andò alla porta d’ingresso. Ovviamente, era Aziraphale.

- Si va in scena.- sussurrò Crowley dopo averlo baciato.

- Crowley, giuro sulla mia libreria che questa è l’unica volta in cui lo faccio. Ed è solo per Magic.- disse l’angelo a denti stretti, ma Crowley gli sorrise e gli diede un altro bacio per calmarlo.

- Lo sai che ti amo, vero?

- Papà, chi è?!- esclamò Magic dalla sua camera. Crowley la raggiunse con il sorriso stampato in faccia.

- Magic, è arrivata l’amica! Saluta… la Fata Zira!

Aziraphale si fece avanti, cercando di apparire più sorridente possibile. Aveva schioccato le dita per cambiare i suoi abiti classici in un grande vestito bianco da fata buona con tanto di bacchetta “magica”, dei fiorellini tra i riccioli biondi e del trucco leggero sul viso.

- Ciao, piccola Magic! Buon compleanno!- disse con la voce più femminile e mielosa che riusciva ad imitare. Magic si mise a ridere consapevole di chi aveva davanti, ma fece finta di niente, grata per lo sforzo dei suoi papà di regalarle un piacevole compleanno. Anche Crowley sorrise, orgoglioso sia del suo compagno sia della sua bambina.

- Ciao, Fata Zira! Sei molto bella!

Aziraphale arrossì e si avvicinò a sua figlia come se fosse un’ospite in casa sua.

- Ti ho portato dei bei regali, ma non mi ricordo quanti anni compi oggi!

Magic aprì la mano destra e mostrò anche il dito sinistro.

- Sei? Allora, dobbiamo far funzionare bene questa bacchetta!- disse Aziraphale e fece apparire sei regali, uno più grande dell’altro, davanti agli occhi di Magic.

- Oooh, che belli! Grazie, Fata Zira!- esclamò lei e allungò le mani verso il regalo più piccolo, ma Crowley la bloccò mettendo un braccio davanti ai pacchi come se volesse proteggerli.

- Quanta fretta, signorina! Prima c’è la torta!

E con entrambe le mani, fece apparire davanti a Magic un tavolino con sopra un grande piatto di vetro con una torta al cioccolato con sopra le fragole e sei candeline viola accese. Persino con una finta voce femminile, Aziraphale riusciva a cantare una dolce versione di Tanti auguri a te.

- Devi esprimere un desiderio senza dire niente e spegnere le candeline in un solo soffio per far sì che si avveri.- ricordò Aziraphale. Lei fissò le candeline in silenzio, poi chiuse gli occhi e soffiò, riuscendo a spegnere tutte e sei le candeline. Successivamente, aprì i regali: un orologio della Bella e la Bestia, un vestitino verde con i fiori bianchi, una borsetta piena di matite e pennarelli, degli occhiali da sole rosa con gli unicorni, il libro Storie della buonanotte per bambine ribelli e il Boccino d’Oro di Harry Potter, che grazie all’ennesimo piccolo miracolo demoniaco di Crowley, era in grado di volare e di muoversi proprio come quello originale. Magic se ne accorse subito, ma riuscì a prenderlo subito al volo prima che uscisse dalla stanza.

- Grazie, Fata Zira! Questi regali sono bellissimi!

- Grazie anche a te, Papà Cro.- bisbigliò al demone dopo aver baciato l’angelo sulla guancia truccata.

 

PRESENTE

 

- Comunque, eri più bello tu in quei panni rispetto a me quando ho fatto la sorella cattiva di Mary Poppins per sei anni.- commentò Crowley guardando la foto con amore.

- Sono quasi felice che Magic abbia avuto la febbre quel giorno. Sarebbe stato ancora più umiliante fare la fata buona davanti a lei e ai suoi compagni di scuola, peggio di quando ho fatto il mago per Warlock Downling. Non ho mai dimenticato la torta che mi hanno tirato addosso.- si lamentò Aziraphale.

- Fosse stato per me, ti avrei ripulito personalmente la faccia, angelo… ma non nella mia Bentley!

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Capitolo 17
*** Prima vacanza sull'isola di Crowley ***


I due mariti erano talmente occupati a guardare le foto e a scambiarsi qualche bacio appassionato, da non essersi resi conto dell’orario. Mancava poco alla mezzanotte.

- Ooh… la nostra Mamma Magic.- commentò Aziraphale guardando commosso due foto di Magic che rimbocca le coperte a Crowley e lo coccola come se fosse uno dei suoi pupazzi, seguite da una lunga serie di loro tre in vacanza su un’isola.


 

DIECI ANNI PRIMA

 

- Il demone più bello del Mondo è a casa! Se nessuno mi viene a salutare entro cinque secondi, scatenerò l’Inferno! E sapete che potrei farlo!- disse Crowley entrando in casa e togliendosi gli occhiali.

- Ciao, Papà Cro!- esclamò Magic, già in pigiama, uscendo dalla sua camera per raggiungere il suo papà demone, che era ancora in grado di prenderla in braccio.

- Ciao, principessina mia!- disse dopo averle dato un lungo bacio sulla guancia.

- Dov’è Papà Aziraphale? Si è chiuso nel frigo per mangiare la Nutella di nascosto?

- Ti ho sentito, simpaticone! E comunque è successo una sola volta!- intervenne l’angelo uscendo dal salotto per raggiungere la sua famiglia.

- Scusa, Magic, ma adesso tocca a me salutare Papà Crowley.

Senza staccarsi da Crowley, Magic abbassò lo sguardo per non guardare i suoi papà baciarsi.

- Ora sì che mi sento amato! Allora, se non ricordo male, oggi è stato il tuo ultimo giorno di scuola, signorina. Non devi farmi vedere un certo pezzo di carta?

Crowley mise a terra Magic per permetterle di andare in camera sua a prendere la pagella e consegnargliela.

- Mmm… sembri sicura di te, Magic… è un buon segno…- disse Crowley. Lesse con attenzione con aria esageratamente seria, ma alla fine sorrise.

- Il massimo dei voti in tutte le materie! Bravissima, Magic! Direi che anche quest’anno ti sei meritata un premio.- disse dopo aver firmato la pagella e si trasferì in salotto con le due creature del suo cuore.

- Mi piacerebbe andare in campeggio. Sono l’unica della mia classe a non averlo ancora fatto.

Aziraphale alzò gli occhi al cielo. Non sopportava quando sua figlia veniva influenzata troppo dagli altri.

- Dimmi, Magic, se i tuoi compagni facessero bungee jumping, lo faresti anche tu?

- Che cos’è il bugi jumping?- chiese Magic curiosa. Crowley rimproverò il compagno per il suo esempio calpestandogli il piede.

- Ahi! Ehm, lascia perdere, tesoro!- disse l’angelo a denti stretti.

- Comunque, io avrei un’idea migliore… c’è una cosa che voi non sapete di me… tanto… tanto tempo fa… ho creato una piccola isola tutta mia…

Aziraphale era sorpreso dalla confessione del demone, ma solo a metà. Non era così insolito che i demoni creassero dei posti segreti, lo facevano soprattutto per tendere delle trappole agli umani, ma l’angelo si fidava del suo compagno e non aveva alcun sospetto su quella “piccola isola tutta sua”.

- E dove si trova, Papà Cro?

- Scusami, tesoro, è un segreto che non ti posso rivelare, ma se ti va, te lo posso mostrare.- sussurrò Crowley all’orecchio della figlia. Lei rivolse uno sguardo dolce ad Aziraphale.

- Possiamo andare, Papà Azi? Per favore?

Aziraphale guardò sia Crowley e Magic con aria rassegnata e sospirò.

- Va bene, possiamo andare in questo posto segreto.- disse a voce bassa.

- Allora, è deciso, partiremo domani!- disse Crowley soddisfatto.

- Ma andremo in treno o in aereo?

- Non posso rivelarvi neanche questo, Magic.

- Ma quanta roba dobbiamo portare?- chiese Aziraphale.

Magic stava per fare un’altra domanda, ma Crowley la prese in braccio e se la sistemò sulle spalle come se fosse un sacco di patate.

- Bla, bla, bla, voi due fate troppe domande, noiosi guastafeste, e tu, signorina, ora devi andare a letto!

E la portò in camera sua.

- Ma, Papà Crowley, la scuola è finita! Posso rimanere alzata fino a tardi!- protestò Magic cercando di liberarsi dalla presa del demone, ma era inutile.

- Ed è quello che hai fatto! Sei rimasta sveglia fino al mio ritorno, perciò adesso si va a dormire. Ti sei già lavata i denti?

- Sì, se li è già lavati! Ha usato il tuo dentifricio alla menta forte!- intervenne Aziraphale seguendo Crowley e Magic in camera della bambina.

- Domani si parte e devi essere riposata a dovere, principessina.- disse il demone.

- Papà Cro… per questa sera… posso rimboccarti io le coperte?

Crowley guardò sua figlia con aria interrogativa.

- Perché mi chiedi una cosa del genere? Hai forse rotto qualcosa?

- No, è solo che… a volte ti sento parlare a voce alta di notte e mi fai paura. Voglio aiutarti a scacciare i brutti sogni, come fai con me…

Crowley guardò Aziraphale che sorrideva con dolcezza.

- Glielo hai chiesto tu, angelo?

- Veramente è stato lei a chiederlo a me, caro.

Crowley non sapeva che cosa dire, ma non poteva neanche rimanere zitto.

- Va bene, proviamo.

Crowley schioccò le dita per cambiare i suoi pantaloni di pelle e la sua camicia nera con una canottiera e dei pantaloncini da notte dello stesso colore e si fece accompagnare da Magic a letto tenendola per mano.

- Ti sei lavato i denti, Papà Cro?

Crowley schioccò le dita e fece sentire il fiato alla bambina. Era fresco e profumato alla menta forte anche il suo. Entrati in camera, il demone si distese sul letto e si lasciò rimboccare le coperte da Magic.

- Mi canti una ninnananna, mammina?- chiese imitando la voce di un bambino piagnucoloso. Aziraphale non poté fare a meno di ridere mentre fotografava la dolce scena. Ci mancava solo che Crowley si mettesse il dito in bocca. Magic si sedette vicino a lui e accarezzandogli la testa, iniziò a cantare Love of my life dei Queen. Aziraphale le fece anche un video mentre cantava.

Crowley ascoltava sua figlia meravigliato dalla sua dolce voce. Si commosse a tal punto che quando la bambina arrivò alla fine della canzone, la strinse forte a sé prima di farle vedere le sue lacrime.

- Amore mio, puoi star certa che i mostri non mi daranno fastidio stanotte… grazie a te.- le sussurrò all’orecchio.

- Che bello, ha funzionato. Allora, sogni d’oro, Papà Cro.

- Sogni d’oro, principessina mia.

I due si diedero un piccolo bacio sulle labbra e poi Magic si fece accompagnare da Aziraphale in camera sua.

- Sei stata un tesoro, Magic. Sono orgoglioso di te.- disse l’angelo dopo averle rimboccato le coperte.

- Grazie, Papà Azi.

Aziraphale le diede un bacio sulla guancia e tornò da Crowley. Lo trovò con la testa nascosta sotto il suo cuscino.

- Crowley? Amore, va tutto bene?- gli chiese mentre si stendeva sul letto.

Crowley si liberò del cuscino e guardò il suo compagno con gli occhi rossi e lucidi e le guance completamente bagnate.

- Scusa, angelo, è solo che… amo tantissimo la mia famiglia… e la mia paura di perderla diventa sempre più forte ogni giorno che passa.- mormorò e Aziraphale lo abbracciò forte.

- Non ci pensare, amore mio. Finora le cose stanno andando bene e il braccialetto magico di Anathema ha sempre protetto Magic. Noi tre siamo più forti e vinceremo su tutti.

Crowley guardò Aziraphale negli occhi.

- Sono felice che adesso quando usi la parola Noi… ti riferisci a te, me e Magic…

 

*

 

Il giorno dopo, Crowley, Aziraphale e Magic fecero colazione e poi prepararono le valigie. L’angelo consigliò alla figlia di portare anche qualche indumento pesante, non sapendo niente del meteo dell’isola, mentre Crowley preparò una sola valigia con pochi vestiti, tutti neri. Una volta saliti sulla Bentley, il demone bendò personalmente il compagno e la figlia.

- Ci stai rapendo, Crowley?

- Molto spiritoso, angelo! Ve l’ho detto, il posto dove vi voglio portare è segreto e anche se voi due siete gli amori della mia vita, per la vostra sicurezza, è meglio non mostrarvi la strada. Adesso, rilassatevi e godiamoci i nostri amici.

- Quanto durerà questo viaggio, Papà Cro?

- Questi sono i momenti in cui assomigli un po’ troppo al tuo padre angelo, Magic!- protestò Crowley e ingranò la prima marcia sulle note di Don’t stop me now.

Non potendo guardare un orologio, Aziraphale e Magic passarono tutto il tempo del viaggio a fissare il tessuto scuro delle bende sui loro occhi e ad ascoltare le canzoni dei Queen, fino a quando si addormentarono.

Quando Crowley finalmente si fermò, scese dalla macchina, aprì le portiere del suo angelo e di sua figlia e li svegliò con un piccolo bacio sulle labbra.

- Svegliatevi, belli addormentati! Siamo arrivati! Ora potete guardare!

Aziraphale e Magic si svegliarono, si tolsero le bende e scesero dalla Bentley.

Davanti a loro, c’era la spiaggia più bella che avessero mai visto: enormi e verdi palme, sabbia bianca che splendeva al sole come se fosse fatta di diamanti finissimi e l’acqua azzurra del mare era così pulita da sembrare un enorme specchio.

- Crowley… questo posto è bellissimo!- esclamò Aziraphale portandosi una mano sul petto dalla sorpresa.

- Vedo qualcosa là in fondo!- disse Magic indicando un punto lontano. Aveva notato qualcosa di grande e nero.

- Quella è la mia casa, tesoro. Anzi, adesso è la nostra casa!- rispose Crowley con orgoglio.

La famigliola raggiunse la casa, un enorme cottage di legno nero.

- Si vede che è a casa tua, caro.- commentò Aziraphale guardando la casa con un po’ di timore.

- Ho detto che adesso è nostra!- precisò Crowley e schioccò le dita per cambiare il colore di metà cottage da nero a bianco.

- Mmm… penso che così possa andare.- disse Aziraphale e baciò il demone sulla guancia.

- Vai al piano di sopra a vedere la tua camera, Magic. Ti raggiungiamo tra un attimo.- disse Crowley e Magic corse dentro il cottage lasciando a terra le sue due valigie.

- Sai, angelo… durante questa vacanza… voglio anche stare da solo con te, ma senza allontanarci troppo da Magic.- sussurrò il demone mettendo un braccio intorno alle spalle del suo angelo.

- E che cosa potremmo fare? Magic sta diventando sempre di più un terremoto, dobbiamo starle sempre dietro.

- Ci daremo da fare dopo averla messa a letto. Mentre staremo qui, sono disposto a dormire pochissimo…

Crowley strinse il compagno a sé e lo baciò dolcemente.

- Papà Cro! Papà Aziraphale! Guardatemi!

I due si staccarono e alzarono lo sguardo su Magic, affacciata alla finestra della camera al centro del cottage, divisa tra il bianco e il nero.

- Coraggio, amore mio, godiamoci questa vacanza!

 

*

 

Aziraphale aveva ragione su Magic. Era talmente felice di essere su un’isola da volerla vedere tutta e fare tante cose. Passò così la prima giornata di vacanza facendo tante nuotate nel mare limpido e trascinando Crowley e Aziraphale in una lunga passeggiata sul bagnasciuga intorno a tutta l’isola. Scesa la sera, appena rientrati nel cottage, Aziraphale si buttò sul comodo divano, stremato e sudato.

- Fatti un bel bagno, Magic. Ci penso io a rianimare il tuo papà angelo. Scommetto che ha perso almeno un chilo o due.- disse Crowley dopo aver accompagnato sua figlia nel lussuoso bagno con le pareti nere e la vasca, il gabinetto e il lavandino bianchi, poi tornò dal suo compagno.

- Non ti addormentare, angelo. La serata è appena iniziata.

- Perdonami, caro, ma non credo di avere la forza di fare… certe cose stanotte…

Crowley strinse le labbra, furioso, e saltò addosso ad Aziraphale, facendogli spalancare gli occhi dallo spavento.

- Se ti senti debole, ti aiuto io a ritrovare le forze, perché ho intenzione di godermi questa vacanza fino in fondo, sia con Magic che con te!

Afferrò il viso di Aziraphale e lo baciò con passione. Riuscì persino a sentire la sua erezione farsi dura sotto la sua. Quando si staccò, Aziraphale aveva lo sguardo di uno che si era appena svegliato da un brutto sogno.

- Angelo?

- Accidenti a te, Crowley! Sarà molto difficile per me aspettare che Magic vada a dormire.

Crowley sorrise soddisfatto.

- Così mi piaci!

Dopo essersi fatti anche loro la doccia, prepararono la cena insieme a Magic, che avrebbero consumato sul balconcino del cottage per godersi l’aria fresca della sera. Lei si occupò dell’insalata e anche del dessert, mentre Aziraphale e Crowley facevano a gara a chi puliva più gamberi per poi passare alla pasta. Per la gioia dell’angelo, venne tutto buonissimo, soprattutto i ghiaccioli fatti da Magic con limoni e fragole mischiati nel frullatore e lasciati a ghiacciare nel freezer dell’enorme frigorifero.

- Possiamo andare a fare un giro in spiaggia? Sotto le stelle il panorama è diverso.- disse Magic dopo aver liberato un lungo sbadiglio.

- Tesoro, non credo che sia una buona idea, sei molto stanca. Dopotutto, siamo stati in giro tutto il giorno e siamo solo al primo giorno di vacanza. Hai bisogno di riposarti.- disse Aziraphale.

- Ma non ho sonno, Papà Aziraphale…- insistette Magic dopo un altro sbadiglio. Crowley sorrise e prese in braccio sua figlia, ignorando i suoi capricci un po’ deboli a causa della sua stanchezza.

- Se ti lavi i denti e ti metti il pigiama, ti racconterò la tua favola preferita. Con le voci!

- E anche il teatrino?

- E anche il teatrino.

Magic corse in bagno a lavarsi i denti e poi in camera a mettersi il pigiama, dove il demone l’aspettava.

- Pronta!- disse subito dopo essersi messa sotto le coperte.

- Un momento, ci sono anch’io!- intervenne Aziraphale materializzandosi seduto sul letto.

- Allora, possiamo cominciare!- esclamò Crowley e raccontò La Bella e la Bestia imitando le voci di tutti i personaggi e simulando persino alcune scene, invitando anche Aziraphale a ballare quando arrivò alla parte preferita di Magic, quella del ballo tra i due protagonisti. Arrivato alla fine, l’angelo e la bambina gli fecero un applauso e lui li ringraziò con un inchino.

- E adesso, si fa la nanna, signorina, non ci sono più scuse.- disse Aziraphale rimboccando le coperte alla figlia e dandole un bacio sulla guancia. Ormai era completamente cotta.

- Buonanotte, Papà Azi. Grazie per averci portati qui, Papà Cro. Vi voglio bene.

Strinse a sé la sua inseparabile anatra di peluche e chiuse gli occhi.

- Ti vogliamo bene anche noi, principessina.- le sussurrò il demone, la baciò sulla fronte e uscì dalla camera tenendo per mano il suo compagno.

- Sei pronto per la parte segreta della nostra vacanza?- disse trascinandolo sul balconcino.

- Ma come facciamo con Magic?

- Stai tranquillo. Mi sono fatto dare da Anathema un oggetto stile voodoo che ho messo sotto il letto di Magic per proteggerla da qualunque forza soprannaturale, escluse le nostre, ovviamente.

- Mmm… mi fa piacere sapere che tu e Anathema state finalmente andando d’accordo.

- Non ho detto questo, angelo. Diciamo solo che ogni volta che ci vediamo, passiamo sopra le nostre divergenze per amore della nostra creatura. Dopo noi, Anathema è l’unica figura genitoriale della sua vita e ci tengo che lo sia il più a lungo possibile.

Aziraphale sorrise e baciò il suo compagno.

- Non smetterò mai di dirtelo, Crowley, ma sei…

- E io non smetterò mai di impedirti di dire quella parola o di punirti se riuscirai a dirla! E ora andiamo!

- Dove?

Crowley trascinò Aziraphale sul bagnasciuga.

- C’è una cosa che non ti ho detto riguardo quest’isola.- sussurrò abbracciando da dietro il suo angelo.

- E cioè?

- Di notte passano gli squali.

- Cosa? Squa…

Crowley posò una mano sulla bocca di Aziraphale e una sul suo petto.

- Sssh… non urlare, rischi di attirarli. Anche se… in realtà, sei già stato catturato… dal loro capo… ovvero il sottoscritto.

L’angelo sentì la lingua e i denti del compagno sul suo collo e non poté fare a meno di ansimare eccitato nella sua mano.

- Gli squali sono pesci e quindi… fanno sesso sott’acqua.

Aziraphale gli tolse la mano dalla sua bocca e lo guardò sorpreso.

- Sesso sott’acqua?- ripeté a voce bassa per non farsi sentire da Magic, nonostante la finestra della sua stanza fosse semichiusa.

- Non siamo veri umani, quindi non corriamo alcun pericolo se sperimentiamo una certa attività sott’acqua… come se fossimo anche noi dei pesci.- sussurrò Crowley facendo scivolare le mani sulla piccola pancia del compagno e poi sui suoi pantaloncini. Non vedeva l’ora di toglierglieli.

- Va bene… proviamo… ma senza esagerare. C’è pur sempre una minorenne insieme a noi…

- Affare fatto.- disse Crowley sorridente e iniziò a spogliare il suo compagno mentre si baciavano con ardore. Dopo essersi liberati anche dei boxer, entrarono in acqua e nuotarono fino a dove non sentivano più la sabbia sotto i piedi.

- Sei bellissimo anche sotto la luna, Aziraphale.

- E tu sei ancora più sexy. Mi raccomando, vacci piano.- disse Aziraphale accarezzando i capelli dell’amatissimo compagno con le mani bagnate.

- Non correrò troppo, te lo prometto.

E Crowley sparì sott’acqua. L’angelo sentì le sue mani stringerlo delicatamente alla vita e la sua bocca che scivolava sul petto fino al membro. Quando si rese conto di quello che stava succedendo, posò una mano sott’acqua per toccare la testa di Crowley e con l’altro si tappò la bocca per non far sentire i suoi versi di piacere a sua figlia. Fu grato alla luna calante per non rischiare di essere visto da Magic se si affacciava alla finestra. Quando Crowley tornò in superficie, bagnato e sporco di sperma salato, Aziraphale gli impedì di riprendere fiato perché aveva bisogno di baciarlo di nuovo.

 

PRESENTE

 

Finalmente, il cellulare di Crowley squillò. Era Magic.

- Pronto?!- esclamarono in coro i due papà emozionati. Crowley aveva messo il vivavoce.

- Ciao Papà Cro! Ciao Papà Azi! Siamo arrivate!

- Com’è andato il volo, tesoro?- chiese Aziraphale.

- È stato molto lungo, non siamo riuscite a chiudere occhio dall’emozione. Adesso andiamo a cercare il nostro albergo e ci rilassiamo un po’ prima di darci alla pazza gioia!

- Mi raccomando, Magic, non esagerate con questa pazza gioia!- le ricordò Crowley. Riuscì a sentire sua figlia sbuffare.

- Ora dobbiamo andare, abbiamo preso tutte i nostri bagagli. Ci sentiamo presto! Vi voglio bene!

E Magic chiuse la comunicazione.

- Direi che possiamo andare a controllarla.- disse Crowley chiudendo di colpo l’album.

- Oh no, mio caro! È appena arrivata e per il momento tutto quello di cui ha bisogno è un po’ di riposo, anche per abituarsi al fuso orario! Perciò, andiamo avanti!- esclamò Aziraphale riaprendo l’album con decisione, facendo sospirare Crowley come un bambino offeso.

 

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Capitolo 18
*** Prima luna di miele ***


- Adesso possiamo andare!- disse Crowley dopo aver guardato l’ultima foto del suo matrimonio con Aziraphale.

- Non costringermi a legarti o a incatenarti, Crowley!

- Non ne avresti il coraggio, angelo, non lo fai neanche quando facciamo l’amore!- disse il demone guardando suo marito con aria di sfida, ma prima che potesse accorgersene, si ritrovò con le mani e i piedi legati.

- Ehi, ma…

- Non costringermi a tapparti la bocca!- lo minacciò Aziraphale puntandogli un dito sulle labbra.

- Cominci a farmi paura… mi piace.

Aziraphale fece un sorriso malizioso a suo marito e gli mostrò le foto della loro luna di miele.


 

SETTE ANNI PRIMA

 

- Sarà stata una buona idea lasciare Magic da Anathema e Newt per due settimane?- chiese Crowley guidando a 120 all’ora la Bentley. Il sole che tramontava colorava le nuvole di rosa e arancione.

- Amore, questa è la nostra luna di miele, dobbiamo essere solo in due. E comunque, ormai non dobbiamo più preoccuparci né dei piani alti né di quelli bassi, grazie ad Adam.- disse Aziraphale prendendogli la mano, per niente spaventato dalla velocità.

- Scusami, angelo. È solo che non siamo mai stati tanto a lungo lontani da nostra figlia… mi manca anche quando non la vedo per un’ora.

- È anche per questo che ti amo. Magic non potrebbe avere un padre migliore di te.

Crowley premette il naso di Aziraphale e fece un verso buffo senza togliere gli occhi dalla strada.

- Errore. Ce l’ha e sei tu!

- Oh, non è vero, caro… sì, lo è!

I due passarono il resto del viaggio a fare una gara di soprannomi sdolcinati. Appena Crowley frenò, abbassò il finestrino per mostrare a suo marito una grande nave da crociera.

- Wow… non… non sono mai andato in crociera…- mormorò Aziraphale timidamente.

- Sono felice di sapere che anche se esistiamo da più di seimila anni… non abbiamo fatto proprio tutto. E adesso che siamo sposati… sarà ancora più bello farlo insieme.- disse Crowley guardando con amore suo marito e lo baciò.

La nave era, “miracolosamente”, a loro completa disposizione, c’era persino un enorme appartamento dove i due potevano stare soli tutto il tempo che volevano. Crowley e Aziraphale venivano trattati da camerieri, addetti alle pulizie e animatori come dei supermegamiliardari che dovevano essere trattati come degli dei.

- Crowley… non credi di aver un po’ esagerato?- chiese l’angelo guardandosi intorno nell’appartamento.

- Angelo, è la nostra luna di miele. Voglio che sia tutto perfetto. E comunque, stai tranquillo, quando torneremo a casa, le persone a bordo saranno rilasciate senza un graffio e ben pagate.

Aziraphale non era ancora convinto, ma spense i pensieri quando sentì le mani e la bocca di suo marito sulle sue spalle e il suo collo.

- Va bene, ti credo.

- Grazie… e ora… che ne dici di inaugurare ufficialmente questo viaggio da sogno?- chiese Crowley dopo aver offerto un bicchiere di champagne al suo amato angelo. Brindarono al loro amore incrociando i bicchieri e li svuotarono tutto d’un fiato, poi si sedettero sull’enorme letto azzurro e il demone schioccò le dita per far apparire in camera il piccolo carrello lasciato da un cameriere poco dopo il loro arrivo. Aziraphale sollevò il coperchio del vassoio al centro del carrello e scoprì un piatto con un caldo e profumato dolce a forma di mezzaluna coperto da una spolverata di zucchero a velo.

- Che cos’è, Crowley?- chiese Aziraphale annusando il dolce.

- È una luna… di miele! Mi chiedo perché gli sposi non la mangino mai. L’ho fatta preparare apposta per te, angelo.

Aziraphale prese forchetta e coltello per tagliare a metà il dolce, dal quale uscirono due piccole scie di caldo e cremoso miele.

- Imbocchiamoci a vicenda.- propose l’angelo avvicinando un pezzo alla bocca di suo marito. Lui sorrise e accettò l’invito. Una goccia di miele scivolò sul suo mento e Aziraphale la succhiò via con le labbra.

Il demone lo buttò sul letto e gli passò le mani tra i riccioli biondi, fino a scendere sulle sue calde guance.

- Fosse stato per me, ti avrei sposato nei giardini dell’Eden, sotto il mio albero… la pazienza non è il mio forte… ma vale la pena aspettare te…

- Lo so… me lo hai detto dodici anni fa… prima di confessarmi i tuoi sentimenti…- disse Aziraphale accarezzando i capelli di suo marito mentre lo guardava negli occhi.

- Ma vale anche per la nostra famiglia e il nostro matrimonio… Aziraphale… tu sei l’unica ragione per cui ho continuato a vivere sulla Terra. Me ne sarei potuto tornare all’Inferno in qualsiasi momento, ma non l’ho fatto e non mi sono mai pentito, neanche quando ti eri rifiutato di darmi l’acqua santa.

Si fermò per baciare suo marito.

- Angelo mio… amico mio… amore mio… marito mio… so per certo che nessuno ha mai amato qualcuno come io amo te.

- No, ti sbagli. Ci sono anche io.- disse Aziraphale e passò un braccio intorno alle spalle di Crowley e una mano dietro la sua testa per attirarlo a sé e baciarlo di nuovo. Fecero l’amore per un giorno intero, senza fermarsi un attimo. Di quel passo, Aziraphale sarebbe diventato un figurino tra le braccia di Crowley. Per il resto della crociera, si godettero l’enorme piscina posizionata sul punto più alto della nave, consumarono cene romantiche sotto le stelle e ogni sera si godettero uno spettacolo degli animatori. Venivano persino invitati a salire sul palco per ballare e cantare insieme, fino a rimanere da soli con tante bottiglie di vino vuote ai piedi. La nave si fermava soltanto vicino a grandi e piccole isole, che i due neo-sposi visitavano come due normali turisti e si facevano un sacco di foto romantiche.

Quando arrivò l’ultima sera, Crowley portò suo marito sulla cima della nave. Lo guardò negli occhi e gli prese le mani.

- Dimmi, angelo, ti ricordi quando ti avevo proposto di andare su Alfa Centauri?

- Sì…

Crowley gli sorrise e lo baciò sulla fronte.

- Ti ci porterei subito, ma siamo già abbastanza lontani da Magic, non dobbiamo esagerare. Ti va bene la luna come alternativa?

E spalancò le sue ali nere. Aziraphale guardò verso la luna piena. Non sembrava molto convinto.

- Io… non volo mai troppo lontano dalla Terra…- mormorò timidamente e abbassò lo sguardo, ma suo marito gli accarezzò il viso e lo convinse a guardarlo.

- Lo faresti con me?

Aziraphale, in risposta, spalancò le sue ali bianche. Tenendosi stretti a vicenda, i due sbatterono le ali fino a raggiungere le stelle. Si fermarono fino a quando la luna era grande come loro due messi insieme.

- È bellissima…- disse Aziraphale osservandola con la testa appoggiata sul petto del rosso marito.

- Ti confesso che prima di scegliere il nome Magic per nostra figlia, avevo pensato a Luna. O magari Magic Luna, ma mi sembrava il nome di un’amichetta di Sailor Moon.- spiegò Crowley e Aziraphale rise divertito.

- Magic è il nome più bello che potessi scegliere per nostra figlia. Io non avrei saputo fare di meglio.

Crowley ringraziò l’angelo per il complimento con un bacio.

- Sai, ho già preparato un regalo speciale per il suo diciottesimo compleanno. So che piacerà tanto anche a te.

Aziraphale voleva ribattere, avendo già un grande segreto da nascondere insieme a Magic, ma poi pensò che sette anni di attesa non erano niente al confronto con tutta la vita di sua figlia, perciò si convinse di essere in grado di mantenere anche un piccolo segreto.

- Mi manca tanto la nostra principessina…- disse infine.

- Anche a me. Magari, un giorno potremmo portarla quassù con noi.

- È una buona idea, caro, ma senza esagerare!

Crowley sbuffò ma subito dopo sorrise e diede un bacio talmente appassionato ad Aziraphale da non fargli accorgere che stavano ritornando sulla nave in picchiata. Quando tornarono nell’appartamento, Crowley trovò molte chiamate perse da parte di Anathema.

- Pronto, Anathema? Che cosa succede? Magic sta bene?- le chiese dopo averla richiamata.

- Ci sarebbe un… piccolo problema con lei.

- Problema? Che tipo di problema?- esclamò Crowley, spaventando Aziraphale.

- È… in quel periodo…

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Capitolo 19
*** Primo... periodo ***


Con uno schiocco, Crowley mandò la nave nel porto di Londra ed entrò nella Bentley con Aziraphale per guidare fino a Tadfield, ignorando la vita notturna della capitale britannica.

- Crowley, stai tranquillo, Magic non è in pericolo di vita, il suo corpo ha solo subito una trasformazione. Dovresti saperlo meglio di me, ti è capitato spesso di indossare abiti femminili.- cercò di calmarlo l’angelo.

- Sì, ma non mi sono mai trasformato in una vera donna! E poi, che ne sai tu di quella cosa? Non hai mai visto Eva subire ogni tipo di dolore!- protestò Crowley.

- Ti ricordo che possiedo una libreria da molto tempo e il mio hobby preferito è leggere i miei libri quando non lavoro.

- Un libro non può spiegare certe cose!

- E invece sì, Stephen King lo ha fatto con la sua Carrie!

Aziraphale sussultò, spaventato dalle sue stesse parole, e Crowley per poco andò a sbattere contro un palo dalla sorpresa.

- Hai davvero letto Carrie? Belzebù va matto per quel libro!

E il demone scoppiò a ridere, facendo sentire suo marito piccolo come un neonato.

- Sono ancora più felice di averti sposato, angelo! Continui a sorprendermi!- disse prendendogli la mano per baciarla sul dorso.

Arrivati al Jasmine Cottage, i due mariti bussarono alla porta. Venne ad aprire Newt, in pantaloni e maglietta da casa.

- Oh, ciao, ragazzi! Com’è andata la luna di miele?- disse un po’ imbarazzato.

- È andata molto bene, grazie, Newt. - disse educatamente Aziraphale.

- Dov’è Magic?- chiese Crowley spostando il suo amico mortale per entrare in casa. Voleva andare nella camera degli ospiti, occupata temporaneamente da sua figlia, ma prima di raggiungerla, trovò Anathema, in camicia da notte, attaccata alla porta del bagno.

- Oh, ciao, Crowley!- esclamò per farsi sentire da Magic, facendola piangere forte.

- Grazie tante, Anathema, hai fatto piangere la mia bambina!- si lamentò Crowley dopo essersi tolto gli occhiali.

- Per tua informazione, piange da quasi due ore e non vuole il mio aiuto, nonostante sia una donna!- ribatté la strega. Crowley la ignorò e bussò delicatamente alla porta.

- Magic? Principessina mia? Sono Papà Crowley! Il tuo Papà Cro! Fammi entrare, per favore!

- Vai via, Papà Cro, ti prego! Non voglio vederti!- gridò Magic con voce strozzata.

- Mi ricorda me la prima volta che mi è capitato.- commentò Anathema con le braccia incrociate. Aziraphale li raggiunse e bussò anche lui delicatamente alla porta del bagno.

- Magic? Tesoro, quello che ti sta succedendo è normalissimo. Lo so che fa male, ma devi anche essere felice, perché sei diventata una donna. Lascia entrare la zia Anathema, ti può aiutare a capire meglio. Andrà tutto bene, amore mio, te lo assicuro!

Si sentì il rumore dello sciacquone.

- Può entrare solo lei!- disse Magic e batté le mani per aprire la porta. Anathema entrò prima che Crowley e Aziraphale potessero vedere la loro figlia.

- Vi va un bicchiere di vino, intanto che aspettiamo che le nostre ragazze finiscano… quella conversazione?- propose Newt. Crowley e Aziraphale lo seguirono in salotto e si fecero versare un bicchiere di vino rosso dal loro amico. Il demone lo svuotò senza aspettare di fare un piccolo brindisi.

- Allora, Newt, come sono andate queste due settimane con Magic? Immagino che siano state un po’ difficili per te e la tua futura moglie.- disse Aziraphale per riempire il silenzio imbarazzante.

- Al contrario, siamo stati molto bene! Ci ha dato una mano con i preparativi per il nostro matrimonio, dato che sarà una cerimonia molto semplice, simile alla vostra, con l’unica differenza che il ricevimento lo faremo nel nostro giardino.- spiegò Newt con inaspettata sicurezza.

- E dove andrete in luna di miele?- chiese l’angelo.

- Anathema ha detto che vuole farmi una sorpresa. Ho provato a corrompere Magic con le caramelle per avere almeno un indizio, ma non le ha mai accettate.

- Come demone, disapprovo il comportamento di mia figlia, ma come padre, sono fiero di lei.- commentò Crowley dopo aver mandato giù l’ultima goccia di vino.

Anathema e Magic entrarono in salotto in silenzio e Newt fu il primo ad accorgersi di loro.

-Va meglio, ragazze?

Crowley e Aziraphale si voltarono. Magic li guardava tenendosi stretta ad Anathema, come se avesse paura dei suoi papà.

- Amore mio!- disse Crowley alzandosi dal divano per raggiungerla. Si mise alla sua altezza e aprì le braccia per invitarla ad abbracciarlo.

- Tesoro, anche se adesso sei una donna, non vuol dire che devi smettere di abbracciarmi. Le coccole non hanno età, almeno quelle fatte a me.

Magic sorrise, divertita dall’ironia del suo papà demone, e lo abbracciò. Crowley si rimise in piedi e girò su se stesso tenendo stretta la figlia.

- Aah, così va meglio! Mi sei mancata tanto, principessina!

- Mi siete mancati anche voi…

Aziraphale li raggiunse e accarezzò la testa di Magic, ancora attaccata a suo marito.

- Come ti senti, tesoro?

- Ho sporcato il pigiama nuovo… di sangue… mi dispiace.- mormorò imbarazzata. Rischiava di piangere di nuovo.

- Non ti preoccupare, non hai fatto niente di male. E poi, il sangue si può lavare.

- Le ho spiegato che questa cosa durerà solo pochi giorni, anche se d’ora in poi dovrà sopportarlo una volta al mese.- disse Anathema.

- Ti fa ancora male, Magic?- chiese Aziraphale, mentre Crowley rimetteva a terra Magic.

- Non più, finalmente, ma ho tanta fame.- disse lei mettendosi le mani sul ventre.

- Sapete che vi dico? Qui ci vorrebbe uno spuntino notturno! Dobbiamo festeggiare la nuova fase della nostra signorina!- propose Crowley con fin troppo entusiasmo.

- Potrebbe essere un’idea. Dimmi, Magic, di che cosa hai voglia?- disse Aziraphale.

- Gelato…

- E gelato sia!- disse Crowley e trascinò il marito, la figlia sul divano, come se fosse il padrone di casa, mentre Anathema e Newt si accoccolavano sulla poltrona. Il demone schioccò le dita e si ritrovarono tutti e cinque con delle coppette di gelato al cioccolato e crema tra le mani.

- Da adesso, tesorino, cambieranno molte cose nella tua vita, ma l’unica cosa che resterà immutata sarà l’amore della tua famiglia. Non dimenticarlo mai.- disse Aziraphale.

- E di qualunque cosa tu abbia bisogno ogni volta che ti trovi in questa situazione, puoi contare su di me.- intervenne Anathema.

Magic sorrise ai suoi papà e ai suoi zii, felice e rassicurata, e si godette il suo gelato.

 

PRESENTE

- Da quando abbiamo Magic, detesto il tempo, soprattutto perché passa troppo in fretta! Guarda, anche attraverso le foto siamo già arrivati alla sua adolescenza!- piagnucolò Crowley. Aziraphale sorrise e guardò nel vuoto, pensando a Magic... e a Dio.

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Capitolo 20
*** Prima colazione ***


- Oh, guarda qua, amore!- disse Aziraphale indicando una foto di Magic sporca di pomodoro ma sorridente che fece recuperare il buonumore a Crowley.

- Ah sì, mi ricordo! La nostra piccola chef! Non ho mai dimenticato… la cucina completamente sporca!- disse con un sorriso ambiguo.

- Che esagerato che sei!

 

SEI ANNI DOPO

 

- Che cosa vuoi fare questo weekend, Magic?- chiese Aziraphale mentre cenava con suo marito e sua figlia.

- Le mie amiche sono occupate e ho pochi compiti da fare. Mi piacerebbe imparare una nuova cosa.- disse Magic dopo aver ingoiato un pezzo di salmone.

- Se vuoi imparare a guidare, devi aspettare ancora sei anni, ma non pensare che ti farò provare la mia Bentley!- intervenne Crowley e bevve un sorso di vino bianco.

- Vorrei imparare a cucinare.

Aziraphale rischiò di soffocare dallo stupore.

- Non ti piace la mia cucina, tesoro?

- O la mia?- intervenne Crowley.

- No, no, state tranquilli, adoro i vostri piatti, ma voglio imparare a farne anche io.

Aziraphale e Crowley si guardarono negli occhi.

- Che dici, Crowley? Possiamo provare?

- Non saprei, angelo. Cucinare non è così facile. Non sai quante volte mi sono bruciato, Magic, prima di riuscire a far assaggiare a tuo padre il mio pollo alla diavola.- disse Crowley un po’ imbarazzato.

- E come dimenticare la tua crème brûlée… carbonizzata?- aggiunse Aziraphale, facendo arrossire suo marito.

- Guardate che non voglio diventare il più grande chef del Mondo, voglio solo imparare a cucinare come una persona normale. A volte mi capiterà di stare a casa da sola e dovrò pur mangiare, no?- disse Magic allargando le braccia.

- Non ha tutti i torti, caro.- disse Aziraphale.

- Va bene, tesoro, mi hai convinto. Domani ci daremo da fare ai fornelli tutti e tre insieme, proprio come una famiglia.

- Ma dovete entrambi promettermi che userete i vostri poteri solo se sarà necessario.- puntualizzò l’angelo fissando i suoi due amori.

- Promesso.- dissero loro in coro con una mano sul petto.

 

*

 

Il giorno dopo, alle sei di mattina, Crowley andò a svegliare Magic.

- Sveglia, piccola chef!

- Eh? Ma Papà Cro… è presto!- bofonchiò Magic rigirandosi nel letto, ma Crowley schioccò le dita per far sparire la coperta.

- Lo sai che Papà Aziraphale è un tipo mattiniero, perciò abbiamo un’ora circa per preparargli la sua colazione preferita. Volevi imparare a cucinare? È giusto cominciare dal pasto più importante della giornata.

Magic si stiracchiò, si alzò con fatica, e si diresse in cucina con il padre demone.

- Prima regola in cucina: lavarsi le mani prima di toccare qualsiasi cosa.

Magic e Crowley si lavarono le mani nel lavandino vicino ai fornelli elettrici e se le asciugarono con un panno beige.

- Allora, Magic, qual è la colazione preferita di Papà Aziraphale?

- Ce ne sono varie. Gli piace mangiare i pancake, i biscotti o i muffin, la cosa più importante è che ci sia una tazza di tè.- disse Magic con un dito posato sotto il mento.

- Cosa preferisci preparare?

- Che ne dici dei pancake? È da qualche giorno che Papà Azi li vorrebbe mangiare.

- E pancake siano. Mettiamoci a lavoro.

Crowley schioccò le dita e fece apparire gli ingredienti per i pancake sul tavolo, burro, farina, uova, latte intero fresco, lievito in polvere per dolci e zucchero, e persino due grembiuli legati a sé e a Magic. Il suo era rosso e quello della figlia viola.

Solitamente, il demone preferiva cucinare da solo e in silenzio per mantenere la concentrazione, ma Magic si mostrò un’ottima allieva. Ascoltava attentamente e faceva le cose con cura, anche se non poteva evitare di far cadere un po’ di farina e zucchero sul tavolo, ma suo padre non se la prese. Aziraphale entrò in cucina proprio quando Magic stava lavorando all’ultimo pancake, il dodicesimo, e Crowley la guardava con le braccia incrociate e un’aria soddisfatta.

- Mmm… che buon profumino.- disse l’angelo dopo aver fatto una foto e abbracciò suo marito da dietro.

- Buongiorno, angelo! Sei arrivato giusto in tempo per la colazione.- lo salutò Crowley e gli strinse le mani con le sue, sporche di farina. Magic posò l’ultimo pancake sul terzo piatto, già occupato da altre tre cialde dalla forma un po’ irregolare e fin troppo soffice.

- Non sono belli come quelli di Papà Cro…- disse un po’ imbarazzata, ma i suoi papà le sorrisero.

- Non è importante la forma del cibo, ma il sapore.- disse Crowley.

- Scommetto che mi piaceranno tanto, tesoro.- disse Aziraphale staccandosi dal marito per guardare e annusare meglio le creazioni di sua figlia.

- Papà Azi, preferisci sciroppo d’acero, frutta o Nutella?

- Mi piacerebbe un po’ di Nutella.

- Io preferisco lo sciroppo d’acero. Lo adoro!- intervenne Crowley e fece l’occhiolino a suo marito, che fece finta di non averlo notato.

- Allora mettetevi a tavola. La colazione è quasi pronta.

Aziraphale ubbidì all’ordine di sua figlia, mentre Crowley gli versò il tè che aveva preparato dopo aver lasciato la figlia a fare tutto da sola nella sua tazza con le ali bianche.

Magic servì i pancake alla Nutella all’angelo, quelli allo sciroppo d’acero al demone e tagliò in quattro pezzi una fragola che posò sulla sua porzione.

- A te l’onore, Papà Azi. Te li ho preparati apposta.

Aziraphale tagliò un pezzo di fin troppo morbido pancake intinto nella Nutella e lo mise lentamente in bocca. Magic prese Crowley per mano dall’agitazione, come se il suo padre angelo fosse un giudice di Master Chef.

- Allora? Ti piacciono?- gli chiese dopo che ebbe inghiottito il boccone. Aziraphale si leccò il labbro inferiore per far sparire una macchietta di Nutella.

- Forse hai esagerato un po’ con il latte, tesoro, ma per essere i tuoi primi pancake… sono molto buoni.

- Dici davvero?- disse Magic quasi commossa.

- Fai controllare anche a me.- intervenne Crowley e tagliò un pezzo dei suoi pancake pieno di sciroppo d’acero, rischiando quasi di sporcarsi la maglietta.

- Mi associo, angelo!- disse con la bocca piena, rendendo Magic orgogliosa di se stessa e iniziò a mangiare anche i suoi pancake con fragole.

- Avete ragione, sono buonissimi.- disse coprendosi la bocca piena.

- Direi che la giornata culinaria è iniziata bene. Più tardi ci occuperemo del pranzo e quello lo lascio a te, angelo.- disse Crowley dopo aver bevuto un sorso di caffè.

- Oh grazie, amore! Come sai, Magic, io ho mangiato in molti ristoranti in giro per il Mondo e sono d’accordo con la maggior parte delle persone che dicono che le cucine migliori siano quella italiana e quella francese. L’ideale per il pranzo sarebbe un bel piatto di pasta.

Crowley adorava sentir Aziraphale parlare di cibo, non perché piacesse anche a lui, ma lo faceva stare bene vedere suo marito allegro e con una piacevole luce nei suoi occhi azzurri.

 

*

 

Alle dieci di sera, Magic era sporca e con la testa appoggiata sul tavolo. Crowley non ebbe la forza di rimproverarla, anche lui era stanco.

- Non ho mai passato un sabato così lungo e faticoso. Allo stufato mancava un pochino di vino.- commentò Aziraphale mentre sparecchiava.

- Angelo, nostra figlia ha solo dodici anni, non può neanche mangiarli gli alcolici.- disse Crowley bevendo con poca voglia il suo bicchiere di vino.

- Vabbè, comunque Magic è stata brava. La colazione era morbidissima ma molto buona, la pasta era perfettamente al dente e la salsa era squisita.

- Oh sì, era così squisita che persino l’intera cucina voleva assaggiarla e anche i miei vestiti.- commentò Crowley ripensando al disastro combinato da Magic durante la preparazione del pranzo. Aveva proposto ad Aziraphale di ascoltare la musica mentre cucinavano, ma quando aveva iniziato a ballare con la ciotola piena di salsa in mano, l’entusiasmo aveva preso il sopravvento, coinvolgendo persino “l’innocente” Crowley.

- Sono orgoglioso lo stesso di lei, perché non ha usato i suoi poteri neanche per pulire i suoi disastri.- disse Aziraphale con orgoglio.

- Infatti ci ho pensato io.- protestò Crowley e schioccò le dita. Le stoviglie sporche sparirono dal tavolo.

- Semmai volesse diventare una cuoca, la nostra Magic prenderà bei voti soprattutto in Pasticceria e nei primi piatti, ne sono sicuro.

- Non correre, angelo. È solo il primo giorno, magari la prossima volta ci cucinerà una bistecca carbonizzata.

- Ti ho sentito, spiritosone…- bofonchiò Magic con la testa ancora appoggiata sul tavolo.

- Avanti, grande cuoca, è ora di chiudere il Magic Restaurant. Vai a farti un’altra doccia e lavati i denti.- disse Crowley aiutando sua figlia ad alzarsi dalla sedia come se fosse una vecchietta, ma lei batté le mani per ritrovarsi con l’alito fresco, pulita e profumata alla fragola, il suo bagnoschiuma preferito, e con il pigiama addosso.

- Ho smesso di cucinare per oggi, perciò questo piccolo miracolo non conta, Papà Azi.- disse guardando il suo padre angelo con le mani alzate. Lui le sorrise e lasciò correre.

- Va bene, allora saliamo sul Treno della Nanna e dirigiamoci verso Lettolandia.- disse Crowley conducendo sua figlia in camera sua con le mani sulle sue spalle.

- Papà, non pensi che sia troppo grande per il Treno della Nanna?

- Nossignora.

- Te lo concedo solo perché sono stanchissima.- disse Magic dopo aver liberato un lungo sbadiglio e si lasciò rimboccare le coperte dal suo padre demone.

- Grazie per questa giornata, Papà Cro. Ringrazia anche Papà Azi per me.

- Non c’è di che, tesoro! Siamo stati molto bene oggi e non vedo l’ora di assaggiare altri tuoi piatti.- intervenne Aziraphale sbucando da dietro Crowley. Magic era talmente stanca da non riuscire a parlare, così si limitò a sorridere ai suoi padri e chiuse gli occhi.

- Buonanotte, reincarnazione di Julia Child.- disse Crowley e la baciò sulla fronte. Aziraphale si prese la guancia.

- Buonanotte, principessina della cucina.

 

PRESENTE

 

- Ora che ci penso… mi mancano i pancake di Magic.- disse Aziraphale leccandosi le labbra al pensiero della sua colazione preferita cucinata da sua figlia.

- E a me il nostro pollo alla diavola. Grazie a lei, l’ho fatto diventare ancora più buono.- disse Crowley. Il pollo alla diavola era diventato il suo piatto preferito da quando aveva provato a cucinarlo per la prima volta per Aziraphale, facendoglielo apprezzare proprio come apprezzava il sushi e le crêpes.

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Capitolo 21
*** Prima volta sola con Papà Crowley ***


- C’è qualcosa di strano in queste foto: non ci sono io!- disse Crowley notando due pagine piene di foto di Magic e Aziraphale insieme.

- Le abbiamo fatte in quella settimana… che siamo stati senza di te. Ho cercato di risollevarle il morale. È stato molto difficile.- disse l’angelo tristemente. Crowley lo guardò con aria colpevole e gli prese la mano per baciarla.

- Mi mancavate tanto anche voi. Vi avrei portato più che volentieri con me, ma Magic era troppo giovane per conoscere i segreti del mestiere di demone.

- Crowley!- esclamò Aziraphale furioso e lasciò andare la mano del marito.

- Angelo, mi conosci da più di seimila anni, dovresti sapere quando scherzo!- disse lui facendogli il solletico sul collo.

- E comunque, anche io non ci sono in molte foto.- disse Aziraphale sfogliando l’album fino alla bellezza di quattro pagine tappezzate di foto di Magic e Crowley. Sorridevano, facevano linguacce e certe attività piuttosto discutibili.

- Oh sì… il mese quasi più bello della nostra vita!- disse Crowley con aria nostalgica.

 

TRE ANNI PRIMA

 

- Devi proprio andare, angelo? Ormai non hai più compiti da svolgere per i piani alti!- disse Crowley stringendo per la vita il suo angelico marito e con la fronte appoggiata alla sua.

- Ho fatto una promessa tanto tempo fa ed è arrivato il momento di mantenerla.- disse Aziraphale fingendosi indifferente alle smancerie del demone, che lo guardava con il broncio.

- Dimmi almeno di che cosa si tratta, per favore. Dev’essere una cosa grossa se devi stare via un mese intero.

- Lo farò quando tornerò, te lo prometto.

- Non voglio che te ne vai…- piagnucolò Crowley e si attaccò alla bocca di Aziraphale per dargli tanti piccoli baci stampo. Lui rise senza staccarsi e finì per posare le mani sul viso del demone per dargli un bacio appassionato, che venne però interrotto da dei finti colpi di tosse da parte di Magic.

- Sarò anche una teenager, ma voi siete pur sempre i miei padri! Un po’ di contegno!- disse con le braccia incrociate.

- Gelosona!- la stuzzicò Aziraphale e si staccò da Crowley per baciare sua figlia sulla guancia.

- Tieni d’occhio Papà Cro, mi raccomando.- le sussurrò all’orecchio e prese la sua valigia beige.

- Sei proprio sicuro di non volere un passaggio, angelo?- chiese Crowley speranzoso.

- No, grazie, amore, rischierei di non lasciarti più.

- Allora, fai buon viaggio, Papà Azi.- disse Magic.

- Grazie, tesoro. Vi telefono appena arrivo. Vi amo.

E Aziraphale uscì dall’appartamento.

- Allora, Magic, che cosa ti va di fare?- chiese Crowley alla figlia come se non avesse appena salutato il marito.

- Devo fare i compiti. Lunedì devo consegnare un tema, mi mancano poche pagine.

- Non ti invidio per niente… be’, che ne diresti di fare un giro quando avrai finito?

- Volentieri!

- Allora, chiuditi in camera e finisci il tuo tema!- disse con un finto tono autoritario, ma Magic ubbidì lo stesso. Nell’attesa, il demone si dedicò alle sue piante, spaventandole più del solito per sfogare la sua tristezza per la partenza di Aziraphale.

Magic uscì dalla sua camera un’ora dopo. Crowley stava per dare una lezione alla sua terza pianta più grande, ma la giovane batté le mani per spostarla alle sue spalle.

- Non toccare Cleopatra, papà!- disse aprendo le braccia per proteggere la pianta dal suo padre demone.

- Da quando dai nomi alle mie piante? E che razza di nome è Cleopatra per un vegetale?- chiese lui furioso.

- Lei è mia amica. Quando sei stato lontano per una settimana, mi sono occupata di lei e di tutte le altre e sono cresciute benissimo, anche se Cleopatra è stata l’unica a fidarsi di me e a non tremare quando venivo a bagnarla.

Crowley fece un respiro profondo per calmarsi. Per quanto fosse geloso delle sue piante, l’amore per sua figlia era più forte.

- Sei fortunata… Cleopatra!- disse alla pianta con un tono ambiguo e Magic batté le mani per farla tornare al suo posto.

- E ora usciamo!- disse battendo di nuovo le mani per cambiare i suoi vestiti, passando dal look da casa ad uno da uscita che fece storcere il naso a Crowley.

- Tesoro, lo sai che ti voglio tanto bene, ma secondo me dovresti apportare delle modifiche al tuo look.

- Dici? E che cosa mi suggeriresti?

- Potremmo andare a dare un’occhiata da Harrods.

La sua risposta fece spuntare un grande sorriso sul volto di sua figlia.

- Sì! Sì! Andiamo da Harrods!- disse felice come una Pasqua. Era da più di un mese che voleva andare a fare shopping al più grande magazzino di Londra e Crowley lo sapeva bene. Così offrì il suo braccio alla figlia come un gentiluomo e lei lo accettò. Raggiunsero Brompton Road in quindici minuti e Crowley miracolò un parcheggio privato per poter lasciare la sua Bentley davanti all’ingresso.

- Allora, Magic, che cosa dice Papà Aziraphale quando vai a fare shopping?

- Quello che comprerai oggi, ti dovrà durare per almeno un anno.- disse Magic imitando la voce del suo papà angelo.

- Esatto, ma io sono il papà alla moda e scatenato, perciò non pensare a Mister Guastafeste e… buttati! Mmm, questa mi è uscita male…

I due passarono l’intero pomeriggio a provare vestiti in ogni reparto. A Magic piacevano soprattutto i capi colorati, mentre Crowley rimaneva fedele al nero. La maggior parte dei vestiti che provavano sarebbero stati bocciati da Aziraphale, ma si divertivano troppo per pensare ai suoi giudizi. Alle cinque, si fermarono alla gelateria per fare merenda. Erano stremati e sotto le loro sedie c’erano quattro enormi sacchetti pieni di vestiti e scarpe.

- Ti stai divertendo, tesoro?- chiese Crowley mentre mangiava una coppa di gelato al cioccolato e rhum.

- Sì, molto! Direi che sono a posto fino al cambio di stagione. Papà, posso farti una domanda?

- Certo!

- Papà Azi mi ha raccontato molte volte come voi due vi siate conosciuti, ma non ho mai sentito la tua versione. Me la racconteresti, per favore?

Magic non aveva tutti i torti. Quando era piccola, Aziraphale le raccontava qualche volta la storia di e Crowley ma con troppe parti edulcorate.

- Ormai hai quindici anni, direi che sei grande a sufficienza per sapere come sono andate veramente le cose tra di noi, ma sappi che non ti dirò proprio tutto tutto tutto! Ho una reputazione anche io!

- Va bene. Avanti, sono tutt'orecchi.- disse Magic dopo aver addentato una ciliegia del suo gelato all’amarena.

Crowley raccontò tutta la storia per filo e per segno, ma tralasciò la vera ragione per cui Aziraphale era stato arrestato ai tempi della Rivoluzione Francese, preferiva tenere intatta la storia del ladro di crêpes e si pentì di aver raccontato la parte del 1941 quando era entrato in Chiesa camminando come un imbranato ballerino di tip tap che aveva urgente bisogno di un gabinetto perché Magic rischiò di soffocare dalle risate con il suo gelato.

- Ti dirò, all’inizio non ero d’accordo a scambiarmi il corpo con tuo padre, ma è stato buffo avere i capelli biondi per qualche ora, ma se fosse stato per me, avrei bruciato il suo papillon! Non l’ho mai sopportato!- disse Crowley stringendo il cucchiaio con aggressività che rischiò di spezzarsi come se fosse fatto di legno.

- Comunque, dopo esserci riscambiati i corpi, abbiamo pranzato insieme al Ritz, poche ore dopo siamo diventati una coppia… e un anno dopo, è capitata la più grande magia della nostra vita: tu.

Magic arrossì emozionata e posò una mano su quella di Crowley.

- Papà Azi finisce sempre la storia così.

Crowley abbassò gli occhiali e le fece l’occhiolino.

- Lo so.

 

TRE SETTIMANE DOPO

 

Aziraphale rientrò in casa cercando di non fare rumore. Voleva fare una sorpresa a suo marito e sua figlia, ma li trovò sul divano con la televisione accesa sul film horror Saw. Sul tavolino c’era una scatola della pizza vuota, un bicchiere di vino rosso e uno di Coca-Cola vuoti. Magic dormiva sulle gambe di Crowley con la testa posata su un cuscino, mentre Crowley guardava il film con aria annoiata. Aziraphale schioccò le dita per spegnere il televisore. In questo modo, il demone poté vedere il riflesso di suo marito sulle schermo spento.

- Angelo. Sei tornato.- disse a voce bassa. Aziraphale si sedette vicino a lui e lo baciò con tenerezza.

- Mi siete mancati tanto.- disse dopo aver baciato anche la fronte di Magic. Crowley prese sua figlia in braccio come una principessa, la portò in camera sua e la posò nel letto.

- Anche tu ci sei mancato. Ma non dovevi tornare alla fine del mese?- chiese dopo aver rimboccato le coperte a Magic.

- La mia missione è finita prima del previsto. Adesso ti racconto.

Crowley gli impedì di parlare spingendolo verso il muro per baciarlo.

- Scusa, angelo, lo so che mi avevi promesso di raccontarmi tutto della tua missione, ma sono in astinenza di noi due da troppi giorni e ho un gran bisogno di recuperare. Domani penderò dalle tue labbra, te lo prometto, ma adesso voglio solo godermele fino in fondo.- disse mentre spogliava suo marito. Lui schioccò le dita, sicuro di aver fatto apparire dei tappi nelle orecchie di Magic per non farle sentire i loro gemiti e le loro urla di passione.

- Va bene, amore. Anche io ho bisogno di recuperare il nostro tempo.

 

PRESENTE

 

- Ah Satana, che stupenda notte che fu quella dopo aver passato tre settimane tra il locale, i compiti di Magic, i suoi bisogni da femmina, lo shopping e le sue amiche!- disse Crowley soddisfatto.

- Sì, è vero, anche se non hai mantenuto la promessa di farmi raccontare la mia missione.- disse Aziraphale un po’ offeso.

- Be’, allora, visto che siamo quasi arrivati alla fine dei ricordi, puoi parlarmene anche adesso, angelo.- disse Crowley tenendo semiaperto.

- Dunque...

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Capitolo 22
*** Primo tatuaggio ***


- Ed eccoci arrivati alla fine… per ora.- disse Crowley guardando le ultime foto dell’album, molte legate alla festa del diciottesimo compleanno di Magic. Aziraphale si soffermò sull’unica distaccata dall’evento.

- Il suo primo tatuaggio… come dimenticarlo?- disse Aziraphale con poco entusiasmo.

 

UN MESE PRIMA

 

Aziraphale entrò in camera di Magic e alzò le tapparelle usando le mani invece dei suoi poteri.

- Sveglia, festeggiata!- disse con voce cantilena e allegra. Crowley entrò con un cupcake con la glassa lilla e una candela bianca accesa e si avvicinò a sua figlia. Aveva appena aperto gli occhi.

- Tanti auguri a te

Tanti auguri a te…

- Tanti auguri alla nostra Magic

Tanti auguri a te!- dissero in coro i due padri. Magic si stropicciò gli occhi e soffiò sulla candela.

- Buon compleanno, tesoro! Sei la diciottenne più bella del Mondo!- disse Aziraphale dopo aver baciato sua figlia sulla guancia.

- Concordo!- disse Crowley e fece una pernacchia sul collo di Magic che la fece ridere, proprio come quando era piccola.

- Grazie a tutti e due.- disse lei e assaggiò la glassa del cupcake con un dito. Era molto buona.

- Sei felice di essere diventata maggiorenne?- le chiese il demone.

- Sì, tanto!

- Brava, goditi questa felicità perché non durerà a molto.

- Tu sì che sai come incoraggiare le persone, Crowley.- disse Aziraphale con sarcasmo.

- Grazie, amore! E dato che stasera ci sarà la tua superfesta di compleanno al Magic Angel, è meglio andare subito a prendere il nostro regalo per te, principessina.

- E dove si trova questo regalo, Papà Cro?- chiese Magic mentre mangiava il suo cupcake, poi capì a quale posto si riferiva suo padre e ingoiò in fretta il boccone per poter parlare, ma Crowley la guardò con un dito posato sulle sue labbra.

- Finisci di mangiare e poi vai a lavarti e vestirti. Ti aspettiamo in salotto.

I due mariti e padri uscirono dalla camera e andarono in salotto.

- Dove la portiamo, Crowley?

- Se te lo dico, ti arrabbierai, angelo.

- E perché dovrei farlo?

Improvvisamente, Aziraphale spalancò gli occhi e guardò suo marito in cagnesco.

- Non vorrai farle fare…

- Oh, avanti, amore! Lo desidera da molti anni e ora che è maggiorenne lo può fare senza problemi. E comunque stai tranquillo, la porterò nello stesso posto dove l’ho fatto anche io.

Aziraphale sussultò sconvolto.

- Ce ne hai… uno anche tu? Anzi, più di uno?!

- Eppure mi hai visto un miliardo di volte nudo…- disse Crowley un po’ offeso.

- Ah no, aspetta… c’è una cosa che non sai… a differenza degli altri… il mio si muove spesso, soprattutto quando sono eccitato!- disse con voce suadente e guardò Aziraphale con lo sguardo languido. L’angelo notò qualcosa di piccolo e scuro sbucare sul collo di suo marito, ma sparì quando Magic entrò in salotto. Era pulita, pettinata e indossa una gonna jeans, delle calze trasparenti, delle ballerine nere e una maglietta color arcobaleno senza maniche.

- Pronta!

- Allora, andiamo, signorina!- esclamò Crowley e prese sottobraccio suo marito e sua figlia. Guidò fino ad un negozio di tatuaggi che si trovava in pieno centro. Quando entrarono, Aziraphale si sentì mancare il fiato per la grande quantità di disegni di tatuaggi davanti ai suoi occhi.

- Oh, signor Crowley! È un pezzo che non si fa vedere!- esclamò un uomo con le braccia ricoperte di tatuaggi e una croce storta sul collo.

- Te l’ho detto, Barty, dovevo aspettare che mia figlia diventasse maggiorenne. Finalmente, questo giorno è arrivato!- disse Crowley indicando Magic con un gesto della mano.

- Molto piacere… ehm… Magia?

- Magic.- disse lei stringendo la mano di Barty. Non poté fare a meno di notare il tatuaggio sul suo braccio, il simbolo dei Mangiamorte.

- Sei fan di Harry Potter?

- Sì, mi sono sempre sentito un Serpeverde. Ne vorresti uno anche tu?

Aziraphale stava per ribattere, ma Crowley lo trascinò fuori dal negozio.

- Noi facciamo un giro, torniamo più tardi. Buon divertimento!

Aziraphale guardò suo marito con le braccia incrociate.

- Se Magic osa farsi tatuare un simbolo come quelli dei Mangiamorte sul braccio, non le rivolgerò più la parola!- disse con rabbia, ma Crowley lo ignorò e gli mise un braccio intorno alle spalle per portarlo a fare un giro.

- Stai tranquillo, angelo, nostra figlia non è quel tipo di persona, sono sicuro che il tatuaggio che sceglierà sarà perfetto per lei. Spero solo che non scelga un’anatra. In quel caso, sarò io a non rivolgerle più la parola.

Aziraphale sorrise e si godette la passeggiata con il marito. Quando tornarono al negozio, Barty stava pulendo il tatuaggio terminato sotto la spalla sinistra di Magic e poi lo ricoprì con della pellicola trasparente. Lo sguardo di lei era un po’ sofferente.

- Siete arrivati giusto in tempo, paparini! Abbiamo finito!- esclamò Barty. Magic si alzò dalla poltrona e mostrò il suo fresco tatuaggio ai suoi padri. Era un serpente uguale a quello di Crowley vicino al suo orecchio destro, con la differenza che era circondato da due ali d’angelo. Aziraphale non disse niente, cercò solo di non mostrarsi commosso, a differenza di Crowley che aveva la scusa degli occhiali scuri. Magic li guardò con un sorriso fiero.

- Ottima scelta, tesoro. È bellissimo!- disse Crowley e si avvicinò a Barty per pagarlo.

- Papà Azi… non dici niente?- chiese Magic al suo padre angelo. Lui si ricompose.

- Non sono un amante dei tatuaggi… ma tuo padre ha ragione. Il tuo è bellissimo.- mormorò e Magic sorrise. Successivamente, i tre fecero un picnic ad Hyde Park e verso sera si diressero al Magic Angel per decorarlo per la festa. Dopo la brutta esperienza vissuta a quattordici anni, per un po’ di tempo, la ragazza si era rifiutata di entrare nel locale, nonostante il suo padre demone avesse fatto sparire la stanza “incriminata”.

Superò definitivamente il trauma solo grazie a Crowley: un pomeriggio che lei e le sue amiche stavano facendo un giro in centro, lui le telefonò per chiederle di passare al locale a prendere una cosa per Aziraphale che aveva lasciato nel suo ufficio. Lei all’inizio aveva protestato, ma Crowley diceva di essere troppo occupato per occuparsene e le aveva persino promesso di non romperle le scatole per il suo disordine per un anno intero se gli avesse fatto quel favore. Grazie anche all’incoraggiamento di Georgia, Martha e Rose, Magic entrò nel locale, venne accolta da Donna e Lucian a braccia aperte e l’unica cosa che sentì dentro di sé fu un grande calore simile alla pace interiore.

Crowley e Aziraphale fecero a gara a chi decorava meglio il locale continuando a schioccare le dita.

- Avanti, siete peggio dei bambini!- protestò Magic e batté le mani, bloccando i suoi papà come delle statue.

- Se non vi dispiace, questa è la festa per i miei diciott’anni, non mesi, perciò, scelgo io come sistemare le cose. Vi do almeno un incarico: tirate fuori tutti gli alcolici del Mondo.

Batté di nuovo le mani per sbloccare i suoi papà. Crowley stava per protestare per la sua richiesta.

- Sto scherzando! Alcuni miei compagni hanno ancora diciassette anni, perciò berremo solo bibite analcoliche.- disse Magic mettendosi una mano sul cuore.

Poco prima delle otto di sera, la festeggiata guardò con orgoglio il locale. Crowley l’aveva aiutata a sistemare la scritta Happy Birthday e una grande palla da discoteca sul soffitto vicino al palco, Aziraphale aveva sostituito tutti gli alcolici con bibite come la Coca-Cola, la Fanta, la Sprite, la gazzosa ecc. e il bancone era colmo di stuzzichini salati e dolci. Georgia, Martha e Rose furono le prime ad arrivare e strillarono di gioia quando videro il tatuaggio della festeggiata. Crowley e Aziraphale rimasero nel locale fino a quando arrivarono tutti gli altri invitati, poi si avviarono verso l’ufficio del demone, ma Magic liberò un lungo e forte fischio per far tacere tutti quanti.

- Un attimo di attenzione, per favore! Grazie a tutti per essere qui nel mio giorno speciale, ma coloro che meritano un grande ringraziamento sono i miei papà, Crowley e Aziraphale!

Tutti gli invitati puntarono gli occhi sui due padri, sorpresi e anche un po’ imbarazzati.

- Non solo ci lasciano il locale tutto per noi per tutta la serata… ma sono anche i genitori migliori del Mondo per me! Non sarei la persona che sono oggi e che diventerò in futuro se non fosse per la loro forza e il loro amore! Vi voglio bene!

Magic mandò un bacio volante a Crowley e Aziraphale e tutti fecero un applauso. L’angelo non riusciva a trattenere le lacrime, sorrise a bocca chiusa e corse a chiudersi in ufficio. Crowley schioccò le dita per ipnotizzare tutti tranne Magic.

- Anche noi ti vogliamo bene, tesoro! E ora scatenatevi pure, ma guai a voi se combinate ogni tipo di pasticcio! Vi tengo d’occhio!

Schioccò di nuovo le dita e raggiunse Aziraphale nel suo ufficio, chiuse la porta a chiave e accese gli schermi delle telecamere sparse in giro per il locale.

- Crowley, che cosa abbiamo fatto per meritare una figlia straordinaria come la nostra Magic?- chiese l’angelo con le lacrime agli occhi. Crowley sorrise e si sedette sul divano con suo marito.

- Veramente sei stato tu a farla apparire nella nostra vita, ma è nata dall’idea di una sorpresa che piacesse sia a te che a me, quindi, l’abbiamo concepita insieme. E che parto che è stato il tuo!

Crowley scoppiò a ridere con la bocca vicino all’orecchio di Aziraphale, che sorrise divertito.

- Ti amo, Crowley.

- Anche io ti amo, Aziraphale. Che ti va di fare in attesa che finisca la festa? Spiamo Magic e i suoi amici o facciamo sesso sfrenato? È da un po’ che non lo facciamo.

- Ma se mi sei saltato addosso solo due notti?

- Appunto, quindi sono quarantotto ore che non mi godo questo bellissimo e morbido corpo… e questi soffici riccioli…- disse mentre sbottonava la camicia dell’angelo con una mano e con l’altra gli accarezzava i capelli e li scompigliava.

- Oh, Crowley, sei incorreggibile! Approfittiamo della musica ad alto volume finché possiamo!

 

PRESENTE

 

- Ti direi che è stato eccitante fare sesso durante la festa del diciottesimo compleanno di nostra figlia, peccato che abbia quasi rischiato di vederci quando era entrata per chiederci una cosa.- disse Aziraphale mentre rimetteva a posto l’album.

- Almeno ci eravamo posizionati dietro il divano!- protestò Crowley alzandosi dal divano per stiracchiarsi.

- Bene, direi che adesso possiamo andare a dare un’occhiatina a nostra figlia!

- Cinque minuti, Crowley! Non uno di più!- disse Aziraphale puntando un dito contro suo marito. Lui si fece una croce sul cuore e lo prese per mano. Schioccarono le dita insieme pensando a Magic e si ritrovarono su una spiaggia soleggiata. Tutti li guardarono straniti per i loro vestiti pesanti e Crowley schioccò le dita per far indossare a se stesso e ad Aziraphale dei costumi da bagno.

- Ma dov’è nostra figlia?- chiese l’angelo guardandosi intorno con una mano sopra gli occhi per ripararli dal sole.

- Sta facendo il bagno con le ragazze.- disse Crowley indicando un punto lontano nell’acqua. Magic, Georgia, Martha e Rose stavamo imitando un buffo nuoto sincronizzato.

- Guarda la nostra pesciolina…- disse Crowley con un sorriso commosso sulle labbra. Anche Aziraphale era felice di quello che vedeva. Quando le quattro giovani fecero per uscire dall’acqua, i due mariti e padri schioccarono di nuovo le dita per tornare a casa a Londra.

- Ora mi sento meglio. Domani le daremo un’altra occhiata.- disse Crowley soddisfatto.

- Neanche per sogno, Crowley! Magic non è più una bambina e ha dei poteri che può usare per difendersi da sola, perciò, lasciamola in pace!- protestò Aziraphale e il demone sbuffò.

- Va bene, va bene, angelo. Non so te, ma questi pantaloncini da spiaggia mi hanno fatto venire voglia di una… vasca idromassaggio.

- Ma non abbiamo spazio per una…

Crowley lo zittì sibilando e schioccò le dita per svuotare il salotto da tutti i mobili e fare spazio ad una grande vasca idromassaggio. Aggiunse pure tante candele profumate e due bicchieri di champagne fresco. Crowley ne porse uno ad Aziraphale e prese l’altro per sé.

- Alla nostra Magic… e a noi…

- Alla nostra Magic… e a noi…

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