Nella testa di un principe

di Angelo Azzurro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trunks ***
Capitolo 2: *** Gohan ***



Capitolo 1
*** Trunks ***


 

Quando aveva vent’anni non mi sono mai immaginato come padre di qualcuno in nessun presente e futuro, ovviamente avevo sempre messo in conto la possibilità di seminare qualche piccolo bastardo qua e là per i pianeti, ma quelli non sarebbero mai contati nulla per me, difficilmente li avrei mai visti e riconosciuti. Quando ero ancora nell’esercito di Freezer le possibilità che arrivassi alla vecchiaia erano scarse e non avrei certo perso del tempo a fare il padre di qualcuno, e poi le donne sayan di puro sangue non esistevano più, quindi dove avrei potuto trovare quella adatta per avere il mio erede?

E quindi quando Bulma mi ha detto di aspettare un bambino mio, la cosa non mi ha sorpreso particolarmente, sapevo che sarebbe potuto accadere, lei una volta aveva provato a parlarmi di contraccettivi, ma la cosa non m’interessava affatto e ricordo di averle risposto che i sayan non usavano certe diavolerie. Quel bambino che le avevo messo nella pancia non era altro che un effetto collaterale di un po’ di svago durante gli allenamenti. Per me poi quello era un periodo cruciale, dovevo trasformarmi in super sayan e non riuscivo a pensare ad altro, ormai il tempo stava stringendo, e quindi anche se oggi non ne vado particolarmente fiero, ho abbandonato Bulma e quel bambino, li ho tagliati fuori dalla mia vita senza nessun rimorso.

Non c’ero quando Trunks è nato e nemmeno dopo, l’ho visto per la prima volta in braccio a sua madre, quando l’elicottero è esploso e sono stati tratti in salvo dal ragazzo del futuro, ecco anche di questo non posso certo andarne fiero, in quel momento ero talmente pieno di me, che nemmeno mi sono accorto di quello che stava succedendo. Quando poi me li sono trovati davanti, ammetto di aver dato un’occhiata al bambino, aveva un tremendo colore di capelli ho pensato subito, inadatto ad un sayan, almeno il figlio di Karoth aveva i capelli neri, e poi quel bambino era tutto gridolini e bava, no era decisamente poco interessante.

Per non parlare del suo nome, Trunks, io mai avrei chiamato così il mio erede, ovviamente il suo nome avrebbe dovuto essere Vegeta, ma dal momento che inizialmente non l’avevo riconosciuto come mio erede, non avevo dato nessun ordine alla donna sulla questione nome, non che lei l’avrebbe rispettato comunque credo. Quando poi ho sentito chiamare il ragazzo del futuro Trunks, ovviamente ho capito tutto, per un attimo, mi sono concentrato su qualcuno che non fosse me stesso, e ho notato che effettivamente quel moccioso aveva lo stesso colore di capelli di mio figlio e così me li sono trovati davanti entrambi: quella piccola piattola un giorno sarebbe diventato un super sayan. Ammetto di aver provato invidia in un primo momento, quel ragazzo non mi convinceva affatto e poi venire a scoprire che era mio figlio, mi aveva lasciato molto confuso, avevo troppi sentimenti contrastanti a riguardo da mettere a tacere al più presto.

Finito poi il Cell game sono tornato a vivere da Bulma, e mio malgrado mi sono trovato costretto a far da padre a quel mocciosetto, a modo mio ovviamente, ma dopo aver passato del tempo con Mirai Trunks, glielo dovevo in un certo modo, lui aveva fatto di tutto per salvarmi la vita almeno in quel futuro e quindi l’unico modo che avevo per ricambiare il favore era essere presente nella vita del bambino, mi sono detto che lo facevo solo per una questione d’onore e quella era una giustificazione che potevo accettare.

I primi anni non gli ho prestato molta attenzione, anzi lo trovavo davvero irritante, cercavo di osservarlo a distanza; ho iniziato a trovarlo vagamente degno della mia attenzione attorno i 4 anni, mi sono deciso ad allenarlo, ma ammetto che nemmeno in quell’occasione le mie intenzioni erano onorevoli, volevo allenarlo per entrare nuovamente in competizione con Karoth: se suo figlio senza essere seguito particolarmente era diventato fortissimo, il mio poteva esserlo anche di più sotto i miei allenamenti.

Ovviamente il moccioso aveva appreso con entusiasmo la notizia che ci saremmo allenati insieme, ma il problema sin da subito fu che lui vedeva tutto ciò come un gioco. E questa cosa mi aveva lasciato letteralmente spiazzato, quel bambino non mi prendeva assolutamente sul serio e soprattutto non prendeva sul serio gli allenamenti, non combatteva affatto per salvarsi la vita o per diventare più forte, no per lui era solo divertimento. E da quel momento sono iniziati i paragoni con l’altro Trunks, ho passato un anno insieme a lui nella stanza dello spirito e del tempo e in lui ho sentito davvero scorrere la forza di un guerriero, ma soprattutto lui mi rispettava, in fondo aveva un minimo timore nei miei confronti, invece quel bambino non ne aveva affatto. Ho provato anche ad andarci giù pesante, ma nulla, l’unico risultato sono state le grida di sua madre verso di me, quando le ho restituito il bambino pieno di lividi, ma in quell’occasione è stato lui a difendermi, dicendo che era stato bello combattere con me.

Ho dovuto ragionare molto su questa cosa e alla fine ho capito che mio figlio non era affatto l’altro Trunks, avevano avuto storie diverse, il mio Trunks era nato in un epoca di pace, era un moccioso ricco e viziato, amato dalla madre e dai nonni e aveva anche un padre a fianco; non ero certo il tipo da portarlo al parco giochi ogni giorno, ma ammetto di essermi fatto corrompere qualche volta, anche solo per il senso di colpa che ogni tanto mi si presentava: quegli occhi azzurri che mi guardavano continuamente entusiasta senza avere il minimo briciolo di timore nei miei confronti mi lasciavano sempre con l’amaro in bocca.  E a questo si ricollega anche l’episodio del pugno nella camera gravitazionale: vedere mio figlio trasformarsi in super sayan con estrema leggerezza, senza nessun particolare sforzo, come se fosse semplicemente un nuovo gioco, non mi ha reso affatto orgoglioso di mio figlio, ma mi ha reso geloso, lo so che è assurdo essere geloso di un bambinetto di 8 anni, ma in quel momento avevo smesso di ragionare. Io per arrivare alla trasformazione di super sayan e poi superarla avevo dovuto morire, rischiare la mia vita più di una volta e spingermi oltre qualunque limite umano, mentre mio figlio si era trasformato in super sayan per giocare meglio insieme al suo amico, al figlio minore di Karoth, l’avevo trovata davvero un’ingiustizia. E quindi quando ho deciso di misurarmi con mio figlio, avevo tutte le intenzioni di rimetterlo al suo posto, soprattutto quando è riuscito a colpirmi, di riflesso ho risposto al suo colpo, mettendoci volutamente più forza del necessario.

Trunks era voltato all’indietro cadendo rovinosamente a terra e per un attimo mi sono aspettato un minimo di timore nei miei riguardi e invece nemmeno in quell’occasione ci sono riuscito, lui era semplicemente offeso perché secondo lui non avevo rispettato i termini dell’accordo, dal suo punto di vista non avrei dovuto rispondere al colpo. Aveva il viso rosso e probabilmente gli sarebbe venuto un livido abbastanza vistoso e già potevo sentire gli insulti di Bulma e quindi per lavarmi la coscienza l’ho portato al parco giochi, facendone il bambino più felice del mondo.

E poi c’è stata la parentesi della mia possessione da parte di Babidi, non smetterò mai di darmi dello sciocco per esserci cascato, ho fatto del mio meglio per rimediare, ma ancora oggi ho in fondo dei sensi di colpa a riguardo. Nonostante tutto quello che ho fatto, mio figlio insieme al suo ridicolo amico sono venuti a salvarmi, non ero altro che un assassino, ma mio figlio continuava ad amarmi ed è stato quello a darmi la forza di fare quello che ho fatto: dare la mia vita per lui e sua madre.

Addirittura prima di sacrificarmi ho deciso di abbracciare mio figlio, il mio erede, non avevo mai avuto un gesto di tenerezza nei suoi riguardi, anzi m’infastidiva quando la madre o la nonna lo abbracciavano, erano cose da femminucce, non certo da sayan; in quel momento eravamo entrambi impacciati, nessuno dei due sapeva esattamente come fare, ammetto di averlo fatto soprattutto perché ero convinto che tanto a breve sarei morto per sempre, non sarei rimasto in vita per vedere le ripercussioni di quel gesto.

E invece non è stato così, da quel momento la mia vita è cambiato di nuovo, avevo avuto una nuova possibilità, nonostante tutte le cose orribili che avevo fatto; quando sono morto per alcuni momenti sono stato all’inferno e devo dire che non è stato affatto piacevole: avrei dovuto fare di tutto per non sprecare quella possibilità che mi era stata concessa, anche perché con tutta probabilità sarebbe stata l’ultima.

Ho iniziato quindi ad interessarmi alla vita di mio figlio e non solo per gli allenamenti, ammetto che non è stato facile da entrambe le parti, lui non era abituato alla mia presenza in certi ambiti della sua vita e io non sapevo bene come rapportarmi a lui fuori dalla stanza gravitazionale.

Ovviamente non sono e non sarò mai un padre giocherellone come Karoth, né porterò mio figlio a pescare o sciocchezze simili, però ho fatto e sto facendo del mio meglio per esserci a modo mio. E a questo proposito credo, tutto sommato, di essere un padre migliore di Karoth, non che ci voglia molto, ma di questo ne parlerò quando verrà il suo turno.

E così mi sono trovato ad osservare più da vicino mio figlio e ho notato che oltre ad essere viziato è anche terribilmente arrogante, prepotente e strafottente, qualcuno soprattutto sua madre potrebbe dire che ha preso da me, ma non è affatto così, in lui io vedo moltissimo del temperamento di Bulma, anche perché è pure piuttosto esuberante, vivace e spericolato, tutte qualità in cui non mi riconosco affatto.

Bulma come madre è sempre stata piuttosto permissiva, forse più amica che madre, aspetto che non mi sono mai trovato a condividere, d’accordo che Trunks sarà sempre un moccioso ricco a cui si apriranno tutte le porte, ma questo non è un buon motivo per lasciarlo totalmente senza disciplina, in questo mi trovo più d’accordo con la visione della donna di Karoth.

Trunks insieme a quel Goten sono ingestibili, per qualunque madre terrestre ovviamente, non per un sayan sia ben chiaro, ovviamente all’inizio ho cercato di osteggiare quella loro amicizia che non riuscivo davvero a comprendere, è stata Bulma a farmi ragionare sul fatto che il figlio di Karoth era l’unico bambino di tutto il pianeta con cui nostro figlio avrebbe potuto giocare senza trattenersi. A quel tempo il gioco non m’interessava affatto, e nemmeno ora a dire il vero, però ho capito il concetto e quindi ho fatto del mio meglio per sopportare i loro giochi violenti, la loro confusione e il caos che lasciavano per casa ogni volta che quel moccioso veniva a giocare a casa nostra.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando quei due mocciosi sono rimasti chiusi dentro la navicella di Monaka e a me è toccato andarli a recuperare, con tutto quello che poi è successo in seguito; quando siamo tornati a casa ovviamente Karoth era semplicemente entusiasta di aver vissuto un’altra avventura e perciò non ha sprecato nemmeno una parola di rimprovero per il figlio e quindi ho notato che anche il mio erede era piuttosto divertito dalla situazione che aveva appena vissuto. Tant’è che a cena si è messo a raccontare tutto quanto alla madre per filo e per segno, nemmeno lei aveva rimproverato più di tanto Trunks, e questo non potevo accettarlo. A fine della cena una volta rimasto solo con Bulma, gli ho chiesto che cosa intendesse fare con nostro figlio e lei mi ha guardo perplessa, non riusciva a capire cosa volessi dire, allora le ho spiegato che Trunks non poteva passarla liscia quella volta, si era messo in pericolo solo per un capriccio.

Al che lei ha continuato a fissarmi con un’espressione incuriosita, poi si è morsa il labbro e a voce bassa mi ha chiesto cosa proponevo di fare, dopotutto lei non era presente su quel pianeta e non sapeva davvero quanto nostro figlio si fosse messo in pericolo. Le ho risposto che andava punito, al che lei mi ha fissato in attesa che continuassi il discorso: nessuno dei due aveva molta esperienza in materia, se fosse stato un soldato del mio vecchio esercito avrei saputo perfettamente cosa fare, ma quello era mio figlio e non un soldato e comunque sua madre non mi avrebbe certo permesso di torcergli nemmeno un capello. Chiesi allora a Bulma, cosa facevano di solito i genitori terrestri quando i mocciosi si comportavano male, ma lei per tutta risposta era scoppiata a ridere, rispondendomi che i suoi genitori non avevano mai fatto un bel niente a riguardo, dopotutto lei era scappata di casa a 16 anni per cercare le sfere del drago e nessuno le aveva mosso nessun rimprovero. Ed ecco cosa intendevo sul fatto che nostro figlio somigliava più a lei che a me, alla fine era comunque sempre colpa dei due vecchi!

Per un attimo pensai di interpellare la donna di Karoth, ma sarebbe stata una sconfitta e quindi decisi di improvvisare e stringendo i pugni mi diressi in camera di Trunks, sentendo in lontananza la voce di mia moglie che mi ricordava di non esagerare, perché dopotutto era stato un caso che il portellone della navicella si fosse chiuso improvvisamente.

Nella camera di Trunks ero entrato pochissime volte, non persi tempo a bussare comunque, aprii la porta di scatto e trovai il mio erede assorto nei videogiochi, non si era nemmeno accorto che ero entrato perché indossava le cuffie.

Ed ecco vederlo così tranquillo mi fece salire il sangue al cervello, sicuramente non aveva pensato nemmeno un secondo al pericolo che aveva e che avevamo corso. E quindi mi avventai su di lui strappandogli le cuffie e gridando il suo nome.

Il moccioso non aspettandosi la mia incursione era sobbalzato ed era scattato in piedi, chiedendomi perché fossi nella sua stanza.

“Io vado dove mi pare e piace a differenza tua; oggi mi hai decisamente deluso, non avevi nessun motivo per ficcare il naso nella navicella di quel tizio e hai messo in pericolo te stesso e il figlio di Karoth. Ho deciso che da questo momento sei in punizione!” gli ho annunciato e lui mi ha risposto con un’occhiata stupita e come sua madre poco prima, stava attendendo che finissi il discorso, già peccato che non avessi ancora un piano ben preciso. Mi sono, quindi, guardato attorno nella stanza e l’occhio mi è caduto sulla televisione e i videogiochi sparsi in disordine sul pavimento.

“Per due settimane niente televisione, niente videogiochi e niente Goten. E metti in ordine questa stanza, non sopporto il disordine!” gli ho ordinato e poi sono uscito sbattendo la porta, per non vedere la sua reazione, che probabilmente mi avrebbe fatto innervosire ancora di più.

Fuori dalla porta ho trovato Bulma con un sorrisetto piuttosto compiaciuto e allora le ho chiesto in malo modo che cosa avesse da sorridere.

“Oh nulla tesoro, sai credo tu abbia ragione, Trunks va messo in riga e sono contenta che una volta tanto te ne sia occupato tu, in quanto suo padre. Ma forse hai dimenticato qualcosa?” mi disse ridacchiando e mandando me sempre più fuori di testa, tant’è che alzando la voce le chiesi che cosa avessi dimenticato.

“I miei genitori non mi avranno mai messo in punizione, però so che quando si decide di togliere qualcosa, la tal cosa va ritirata, altrimenti non hai la certezza che non venga usata!” mi ha risposto lei.

“Ma gli ho ordinato di non usarli e quindi non lo farà!” le ho detto di rimando, ma con tono incerto, ormai mi aveva instillato il tarlo del dubbio, tant’è che per tutta risposta lei continua a ridacchiare, davvero insopportabile.

E quindi sono rientrato in gran carriera nella camera del mio erede ed effettivamente l’ho trovato ancora intento a giocare ai videogiochi, ma stavolta si era accorto della mia entrata e la sua espressione era piuttosto impaurita, stava aspettando una mia reazione e anche mia moglie che era alle mie spalle la stava aspettando e sarebbe stata memorabile pensai mentre con una sfera di luce fece saltare in aria la televisione facendo gridare di sorpresa sia Bulma che Trunks.

“Ti avevo detto niente tv. E se proverai di nuovo a disobbedirmi il mio prossimo bersaglio sarai tu!” lo minacciai e lui per tutta risposta si voltò verso la madre per cercare aiuto.

“Eh no tesoro, mi dispiace ammetterlo, ma tuo padre questa volta ha ragione. E soprattutto vedetevela tra voi due!” ha risposto Bulma prima di allontanarsi dal campo di battaglia, lasciando che ci fronteggiassimo tra noi.

Trunks mi fissò accigliato e con le braccia incrociate e poi sbottò:” fino ad ora non ti è mai importato niente di quello che facevo, allenamenti a parte!”.

Quelle parole ammetto che mi ferirono, perché aveva perfettamente ragione, ma non potevo certo cedere, lui era un moccioso di 8 anni ed io ero suo padre:” t’informo che da oggi le cose cambieranno, e ora consegnami quello che è rimasto dei videogiochi e sbrigati, altrimenti non avrai più nemmeno quelli!” gli ordinai; credo che per un attimo il mio erede abbia pensato di opporsi, poi però deve aver reputato che era meglio ubbidire e quindi mi ha consegnato il materiale incriminato rimasto.

Stavo per andarmene vincitore, ormai ero girato di spalle quando il moccioso ha osato aggiungere:” Goku è decisamente meglio come papà, lui non sgrida mai Goten, non è giusto!”.

Strinsi tra le mie mani quegli stupidi videogiochi, sentendomi molto tentato dal distruggerli, e poi far saltare in aria la sua stanza e anche tutta la casa, ma una vocina mi fermò dicendomi che non avrei vinto così la battaglia, e quindi con lentezza mi girai e gli risposi:”se volevi un padre patetico come Karoth, avresti dovuto nascere Son. La tua punizione si è appena allungata di una settimana e prova anche solo a fiatare e diventerà un mese!” e stavolta sono uscito sbattendo la porta, senza aspettare una possibile replica.

I giorni seguenti non furono affatto facili, mio figlio mi teneva il broncio, m’ignorava completamente, cosa davvero strana visto che fino a qualche tempo prima ero io a comportarmi spesso così nei suoi riguardi e devo ammettere che ora che mi trovavo dall’altra parte la cosa faceva davvero male, Bulma poi era di pochissimo aiuto, non si voleva immischiare nella faccenda.

Non mi sarei mai sognato di chiedere consiglio a nessuno su come gestire la situazione, anche perché le esperienze paterne di Karoth erano inesistenti e l’unico altro padre che conoscevo era Crilin, ma sua figlia era piccola e quindi non faceva ancora grossi danni e poi non mi sarei comunque abbassato a tanto. Feci perciò l’unica cosa che sapevo fare: se il mio erede m’ignorava, anch’io l’avrei ignorato.

Iniziò quindi una battaglia di resistenza tra noi due, fatta di silenzi ed occhiatacce, ma quello era il mio pane, non avrei ceduto di un millimetro, ero convintissimo che alla fine sarebbe stato Trunks a cedere, anche se dovevo riconoscergli una certa tenacia, senza alcun dubbio ereditata da me.

Alla fine fu Bulma a mettere fino a quella situazione arrivata ad un momento di stallo, eravamo appena scesi per cena e trovammo la tavola vuota e quindi entrambi ci eravamo girati ad osservare Bulma famelici.

“Ah bene eccovi qui! Non preoccupatevi, avrete la vostra cena, ma solo quando la smetterete con questa storia: Trunks tuo padre ha ragione, hai sbagliato e quindi è giusto che ti abbia punito…e tu Vegeta smettila di metterti al suo livello, lui ha 8 anni è normale che sia arrabbiato con te, gli passerà!” ci rimproverò e per tutta risposta entrambi la fulminammo con lo sguardo, ma il silenzio continuò.

“Io non sono arrabbiato, sono confuso, lui non si è mai interessato così tanto a me e ora pretende di fare come dice lui, non è giusto!” esclamò il mio erede.

“Sono tuo padre Trunks, avrei dovuto forse essere più presente anche prima, ma ora ho intenzione di rimediare. E comunque tu devi fare come ti dico io e questo è quanto!” gli ho risposto alzando la voce.

“Quello che papà vuole dire è che si è preoccupato per te e vuole farti capire che hai sbagliato tesoro. Sai com’è fatto…” cercò di mediare Bulma, ma come reazione fece esplodere me:” E come sarei fatto scusa?” le chiesi.

“Eddai Vegeta sai benissimo cosa intendo” mi rispose Bulma lanciandomi un’occhiata molto eloquente; sì sapevo benissimo cosa intendeva, che fino a quel momento non ero certo stato un modello di padre, ma non accettavo neanche l’accondiscendenza, Trunks doveva portarmi rispetto anche al di fuori degli allenamenti.

“Trunks hai sbagliato e ora ne paghi le conseguenze: fine della storia. La prossima volta mi aspetto che tu stia più attento, invece di ficcarti nei guai perché non pensi alle conseguenze” provai a spiegargli e improvvisamente mio figlio da furioso divenne serio, sembrava avesse finalmente capito.

“E va bene, credo di aver capito. Ma possiamo almeno riprendere ad allenarci? Mi sto annoiando nella mia stanza e insomma…” aveva iniziato a spiegare mio figlio, prima di fermarsi perché il mio sguardo doveva essere furente, lui si stava annoiando…credo che fosse proprio quello il punto della punizione…

“Quello che Trunks vuole dire, Vegeta, non è esattamente che si sta annoiando, è che vorrebbe passare del tempo con te e quindi…” cercò di nuovo di mediare mia moglie, la quale lanciò un’occhiata di avvertimento al figlio, dannazione quei due s’intendevano a meraviglia, in quel momento sperai che un giorno anch’io avrei avuto qualcuno con cui avere la stessa intesa, ma ancora non sapevo che il destino presto mi avrebbe accontentato.

Entrambi mi stavano fissando, stavano attendendo una mia decisione, se avessi detto di no sarei rimasto fermo sulla mia posizione e avrei vinto, ma d’altra parte poi avrei avuto addosso pure Bulma a tormentarmi, quindi risposi che avremmo potuto allenarci assieme, ma che questo non avrebbe cambiato la situazione: tre settimane senza videogiochi, tv e Goten.

“Ehm veramente sarebbero due, una è già passata…” s’intromise mia moglie e le lanciai la mia peggior occhiata in risposta, ma poi ammisi, che sì, una settimana era già passata in effetti, poi le ordinai di tirare fuori la mia cena altrimenti me la sarei andato a procurare altrove. Fortunatamente Bulma si decise a darci la cena e il mio erede, che da una settimana non spiccicava una parola se non occhiatacce, tornò improvvisamente loquace, come se nulla fosse successo: decisamente tutto sua madre!

Vorrei poter dire che quello fu il nostro primo unico litigio vero e proprio, ma chiaramente non è stato così, anzi quando è diventato adolescente è stato ancora più difficile tenerlo a freno, ha iniziato a raccontare piccole bugie e a scappare di casa addirittura e mia moglie non ci trovava nulla di così strano, commentava semplicemente che era un ragazzo e che non faceva nulla di male poi alla fine, anzi che forse ero io ad essere troppo severo nei suoi confronti, ma le ho sempre risposto che lui era l’erede del principe dei sayan e che era chiaro che mi aspettassi il meglio da lui. Per me era difficile mettere in relazione quel Trunks adolescente con quello del futuro, erano due persone completamente diverse, per quello che poteva sembrarmi, ma dopotutto mio figlio aveva passato in pace quasi tutta la sua vita e aveva quindi moltissimo tempo per sciocchezze e passatempi terrestri, mentre il Trunks del futuro aveva passato la sua vita a cercare di salvarsi la vita e a salvarla a chi gli stava attorno, forse per me sarebbe stato più semplice essere il padre di quell’altro ragazzo, avevamo avuto esperienze piuttosto simili in fondo, mentre il figlio che mi ritrovavo era una continua sfida ai miei nervi e alla mia pazienza.

Poi un giorno improvvisamente ha smesso di contraddirmi e di fare cose sciocche, così senza una valida spiegazione, apparentemente, ha iniziato anche a studiare di più, aveva sempre però lo sguardo perso, come se pensasse a qualcun altro o a qualcos’altro, alla fine fu Bulma a chiarirmi il mistero: nostro figlio si era innamorato.

Ammetto che la cosa per me fu come un fulmine che mi trapassò da parte a parte, le chiesi quindi se conoscesse anche il nome della fortunata e lei mi rispose che ovviamente lo sapeva, ma non me l’avrebbe detto nemmeno sotto tortura.

E ben presto compresi il motivo per cui Bulma non voleva confessarmelo, mi fu chiaro il giorno in cui trovai Trunks intento a distruggere la mia stanza gravitazionale: gridava e tirava calci pugni e sfere di energia a casaccio, dalla sua aura riuscivo a percepire una furia cieca, entrai quindi nella stanza e lo schiaffeggiai con forza.

Il mio erede si fermò a guardarmi un attimo e poi osò dirmi di lasciarlo in pace, con un tono che ricordava moltissimo il mio, nei miei momenti peggiori, mi salì quindi una grandissima rabbia e ammetto che stavo per picchiarlo di nuovo, ma dopo anni su questo dannato pianeta e un’altra figlia, ho imparato un minimo autocontrollo e perciò gli ho ordinato di dirmi immediatamente cosa stesse succedendo, altrimenti avrei trovato un altro modo per farlo parlare e non gli sarebbe piaciuto affatto.

Non mi rispose, ma almeno smise di demolire la stanza gravitazionale, si girò di spalle e poi piano disse:” lei dice che non possiamo più vederci, mi ha mollato!”.

Chi diavolo era quell’insulsa terrestre che osava lasciare il mio Trunks, doveva davvero essere una gallina senza cervello, gli risposi che sicuramente avrebbe trovato presto un’altra ragazza e di non farne una tragedia. E lo pensavo davvero dopotutto era il mio erede e poi era ricco e credo anche che per i canoni terrestri si potesse considerare un bel ragazzo, non gli mancava niente insomma. E devo anche ammettere che parlare di ragazze con mio figlio mi metteva alquanto a disagio, non avevo certo grandi esperienze di cui potermi vantare con lui: ero passato dalle prostitute dei bordelli a sua madre e non avevo certo intenzione di parlargli di nessuno dei due argomenti.

“Ma io voglio solo Marron!” mi gridò mio figlio stringendo i pugni.

Marron, il mio erede si era invaghito della figlia di Crilin e C18, dovetti reprimere la nausea e impedirmi di gridare che anch’io ero d’accordo sul fatto che non si vedessero mai più.

“E come mai non potete più vedervi?” gli chiesi, invece, facendo appello a tutte le mie forze spirituali.

“E’ colpa di sua madre, dice che è troppo piccola per pensare a certe cose e che comunque io non vado bene per lei!” mi rispose mio figlio sempre gridando.

Quell’ androide osava non approvare Trunks, ma come osava, avrebbe dovuto essere in estasi che il figlio del principe dei sayan s’interessasse alla sua insulsa e insipida figlia, era inaudito.

“Beh Trunks vedi di risolverla per conto tuo senza distruggere la mia stanza gravitazionale e ora sparisci!” gli ho ordinato e lui che ormai non era più così rabbioso, non se l’è fatto ripetere e se ne è andato alla svelta.

Ma quella storia che quel patetico terrestre e la sua donna di latta non vedessero di buon occhio mio figlio continuava a tormentarmi, non riuscivo davvero a liberarmi del pensiero e quindi ho fatto qualcosa che poi mi sarei ripromesso di non fare mai più: sono andato all’isola del Genio, dove vivono quei patetici personaggi, per chiedere spiegazioni alla diretta interessata.

Appena arrivato mi sono incrociato proprio con Marron, ricordo di averla scrutata con attenzione e ribadisco di averla trovata davvero insipida e poi quella sciocca appena mi ha visto è scappata via senza nemmeno salutarmi; poco dopo sulla spiaggia si è presentata la donna di latta e dal suo sguardo ho capito subito che era pronta alla lite, anche se ancora non riuscivo a comprenderne il motivo; mi chiese quindi come mai mi trovassi sulla loro isola.

“La vostra isola? Mi risulta che questa sia ancora l’isola del Genio delle Tartarughe. Lo stipendio da poliziotto di tuo marito non vi permette nemmeno di comprarvi una casa tutta vostra…” ho esordito, non ho mai potuto sopportare quella donna, con lei ho ancora un conto in sospeso, prima o poi e la pagherà per avermi rotto il braccio anni fa.

La vedo stringere gli occhi, poi fare un sorrisetto malefico prima di rispondermi:” Almeno Crilin ha un lavoro, invece mi risulta che tu di professione faccia ancora il marito della donna più ricca del pianeta”.

 Quanto avrei voluto staccare la testa dal collo di quella donna e vedere se all’interno aveva gli organi o i bulloni, ma ho fatto del mio meglio per trattenermi limitandomi a risponderle:” mi dispiace di essere stato più furbo di te, avresti dovuto accoppiarti con Mr Santan…Ma non è questo il motivo per cui mi sono scomodato a venire fino a qui. Pretendo di sapere perché mio figlio non può frequentare quella gallina di tua figlia!”

La vedo arrossire e fremere di rabbia, quasi mi aspetto che mi attacchi e la cosa non mi dispiacerebbe poi molto, ma invece decide di spiegarmi il motivo:” il tuo prezioso Trunks ha 17 anni, Marron ne ha 14 e probabilmente non sai che due sere fa li ho trovati qui nella camera da letto di Marron insieme. Tua moglie ne è stata già messa al corrente, evidentemente ha deciso di non informarti della cosa!” e poi è scoppiata a ridere, ha osato ridermi in faccia, ormai sono pronto a farla saltare in aria, non me ne importa più nulla, prima ucciderò lei, poi tirerò il collo a sua figlia e in fine mi occuperò della mia famiglia.

Punto il dito, sto per colpirla e vedo che lei si sta mettendo sulla difensiva, ma all’ultimo minuto devio il colpo verso una palma dietro di lei, mi sta scendendo il sangue dal cervello, e sto valutando che se la facessi fuori, poi potrei avere delle scocciature, quindi le ordino semplicemente di tenersi alla larga dalla mia famiglia e poi me ne vado in volo, cercando di non sentire le risate di sprezzo che mi sta indirizzando quella dannata donna.

Una volta a casa sono indeciso se incenerire prima Bulma o prima mio figlio, anche quella volta lei era stata sua complice, negli anni l’ha sempre coperto e questa è una cosa che non ho mai sopportato, decisi quindi di prendermela prima con lei.

La trovai nel suo laboratorio intenta a fare dei calcoli, era tanto presa che nemmeno sembrò accorgersi della mia presenza, anche se stavo respirando rumorosamente, ero furioso e stavo facendo molta fatica a trattenermi.

“Ehi Bulma, non è che per caso ti sei dimenticata di dirmi qualcosa riguardo a Trunks?” le chiesi alzando la voce.

Lei, finalmente, alzò la testa dai suoi calcoli e mi guardò per un attimo stupita, poi notando la mia espressione rabbiosa, comprese subito a cosa mi stessi riferendo e la vidi quindi mettersi sulla difensiva:” dai non è successo niente di grave, C18 la sta facendo più tragica di quello che è stato, si sono addormentati tutto qui, Trunks me l’ha giurato. E poi tu come fai a saperlo?” mi chiese, dopo anni sa benissimo che con me è meglio attaccare che difendersi.

Se le avessi raccontato del mio confronto con C18 avrei perso la faccia, e in quel momento mi resi conto che non avrei dovuto immischiarmi nella cosa, era successo solo a causa del mio orgoglio, decisi quindi di risponderle che non importava come fossi venuto a saperlo, fatto stava che mi aveva tenuto nascosta la cosa e non avrebbero dovuto.

Ma Bulma scoppiò a ridere e mi disse che si vedeva che mi mancava tutta la parte dell’adolescenza e soprattutto se reagivo così con Trunks che ormai aveva 17 anni, cosa avrei fatto quando fosse arrivato il turno di Bra.

“Mia figlia non si comporterà come quella sciocca di Marron, stanne certa!” le risposi risoluto, già pensando a quale sarebbe stato il modo migliore per tenerla rinchiusa nella sua camera da letto fino almeno ai 20 anni, per fortuna al momento era solo una bambina, l’unica che stava davvero dalla mia parte aggiungerei.

“Aspetta e vedrai mio caro. Ma comunque che io sappia C18 ha proibito a Marron di vedere Trunks, quindi il problema è risolto, al momento. E tra l’altro devi sapere che gli adolescenti s’innamorano e si disinnamorano anche nel giro di una notte, quindi non darei molto peso alla cosa!” mi spiegò sempre continuando a ridere, ormai ero stanco di essere preso in giro, avevo finito tutto il mio autocontrollo, quindi me ne andai a sbollirmi nella landa più desolata che trovai sul pianeta: avevo davvero bisogno di meditare, ma assolutamente da solo, senza distrazioni da parte della mia famiglia.

Ricordo di essere stato via diverse ore, ma nessuno si era di certo preoccupato, non era la prima volta che sparivo, negli anni mi è capitato anche di non farmi trovare pure per due giorni e in genere è sempre successo in seguito alle liti con Bulma, quando non posso vincere preferisco battere in ritirata per calmarmi e in genere quando torno anche a lei è passata, facciamo finta che non sia successo nulla.

Ma quella volta non ero ancora pronto a lasciare perdere, non tanto con Bulma, che per l’ennesima volta si era messa dalla parte del figlio, oh no, sarebbe stato Trunks a pagarla per avermi fatto fare la figura dello sciocco con C18, non che lui mi avesse chiesto d’immischiarmi, però aveva anche omesso un pezzo della verità ed ero del tutto intenzionato a fargliela pagare.

Ovviamente una strigliata non sarebbe servita a molto, negli anni avevo provato quel metodo, ma a quanto pareva il mio erede dimenticava facilmente, ma avevo trovato altri metodi per rimetterlo in riga.

Gli ho proposi di allenarci insieme, ormai non si allenava con me tutti i giorni, perché la scuola terrestre spesso lo teneva impegnato per interi pomeriggi, ma quel giorno non avrei accettato un rifiuto e appunto mio figlio non rifiutò, forse aveva interpretato giusto il mio sguardo nel fargli la mia richiesta.

Entrammo nella stanza gravitazionale e senza aspettare che si preparasse gli fui addosso e iniziammo quindi a combattere; all’inizio Trunks non ci mise poi molta foga, si limitò a schivare i miei attacchi, riuscii comunque a colpirlo un paio di volte, anche se di striscio.

Mi lasciai colpire una volta prima di iniziare ad attaccare sul serio e prima che riuscisse a trasformarsi in super sayan misi a segno un paio di colpi sufficientemente potenti da mandarlo a tappetto.

Era a terra che mi fissava perplesso, iniziò finalmente ad avere il sospetto che quello non fosse esattamente un allenamento, fece per rialzarsi, ma gli misi un piede sullo sterno e gli intimai:” la prossima volta che provi a dormire fuori casa senza il mio permesso non la passerai liscia, come ora!”.

Lui per tutta risposta sussultò, non si aspettava affatto che ne fossi venuto a conoscenza, fece quindi per rispondermi, ma la mia occhiataccia deve averlo fatto desistere, tant’è che si limitò ad annuire.

Feci poi per lasciare la stanza, ma mi venne in mente che era il caso di aggiungere qualcos’altro:” Ah e Trunks, prova a raccontare a tua madre cosa è successo qui dentro e ti posso assicurare che te ne farò pentire amaramente!” gli annunciai prima di andarmene.

Ovviamente essendo mio figlio, non l’avevo certo ridotto così male e poi era pur sempre un sayan e quindi era perfettamente in grado di sopportare certe cose; feci in modo che non avesse lividi troppo visibile e devo dargli credito che non andò a spifferare nulla a Bulma, tant’è che alla fine quell’episodio fu presto dimenticato, anche perché l’amore per Marron era andato a farsi benedire. Dopotutto aveva ragione Bulma, ma non l’avrei certo ammesso, anche se ho imparato a non immischiarmi mai più nelle relazioni di mio figlio, i problemi si sarebbero ripresentati con Bra, ma questa è tutt’altra storia.

Ora mio figlio è presidente della Capsule Corporation, lui che in un altro mondo e in un’altra vita avrebbe potuto essere un re guerriero, forse sarebbe anche potuto diventare il padrone dell’universo, invece passa le sue giornate dietro una scrivania a fare calcoli come sua madre. Indossa pure dei ridicoli occhiali, pare che sia una prerogativa dei secchioni di questo pianeta. La cosa mi disturba? No, nemmeno troppo, ormai vivo sulla Terra da troppi anni e mi sta bene che il mio erede segua l’azienda di sua madre, almeno non è un buono a nulla come il suo amico Goten o peggio come suo padre, questo non avrei potuto proprio sopportarlo.

Mi pento mai di non essere saltato su una navicella dopo il Cell game? Dipende da quando mi pongo il quesito, ma il più delle volte la risposta è no ovviamente.

 

 

PRECISAZIONI

Da uno sperduto angolo del mio cervello mi è venuto in mente di creare una piccola serie in cui il principe dei sayan rievoca solo a se stesso, ovviamente, fatti e pensieri relativi a vari personaggi che gravitano attorno alla sua vita. Quando mi farà comodo terrò conto della serie Dragonball Super, ma non penso di rifarmi a quella GT. Sarebbe dovuta essere una storia molto più breve, ma è venuta così, le prossime, che spero di riuscire a scrivere, potrebbero essere più brevi, ovviamente dipenderà dal personaggio o dai personaggi (in alcuni casi verranno abbinati). Non era nemmeno mia intenzione partire da Trunks, ma il capitolo si è quasi scritto da solo, spero vi sia piaciuto. A presto.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Gohan ***


Ho avuto a che fare con i figli di Karoth in diverse occasioni, purtroppo i componenti della sua famiglia sono amici con quelli della mia, sia ben chiaro io mi tengo alla larga il più possibile da questi terribili incontri, ma nel corso della vita la mia strada si è incrociata spesso con i fratelli Son; anzi Gohan è stato tra i primi terrestri con cui mi sono scontrato appena arrivato sul pianeta Terra.

Il figlio maggiore di Karoth sin da subito non mi era sembrato altro che un moscerino, un moscerino rumoroso e piagnucolante che avrei schiacciato con relativa facilità. Mi sarei trattenuto forse perché era un moccioso? Purtroppo nel corso della mia carriera da mercenario ho ucciso diversi mocciosi, quindi no, non mi sarei affatto trattenuto per tale ragione.

Ammetto che in quell’occasione ero piuttosto curioso di verificare la forza di un incrocio tra un sayan, anche se di infimo livello e una terrestre, sia chiaro, non avevo grandi aspettative, ma ormai ero debilitato dal mio scontro con Karoth, quindi speravo di concludere la faccenda in tempi brevi: eliminare quei terrestri sulla mia strada e conquistare il pianeta Terra, doveva essere un piano semplice e rapido.

E invece, con mio grandissimo disappunto, quella piccola nullità si era dimostrata più forte del previsto, detesto doverlo ammettere, ma quando si è trasformato in Ozaru, oltre a non aspettarmelo affatto, me la sono davvero vista brutta, non essendo in grado di controllarsi durante quella trasformazione era ancora più pericoloso e ancora oggi sono certo che suo padre puntasse proprio su quello per mettermi definitivamente fuori combattimento. Per non parlare poi di quel vigliacco di Jirobai che ha osato colpirmi alle spalle, facendomi perdere la concentrazione, l’avrei picchiato a morte se Gohan non si fosse trasformato in Ozaru.

Per fortuna sono riuscito a tagliargli la coda, ma ammetto di esserci riuscito al pelo, se non ci fossi riuscito quasi sicuramente sarei morto e non si sarebbero certo presi poi la briga di riportarmi in vita con le sfere del drago a quell’epoca.

Mentre mi trovavo nella vasca di rianimazione m’immaginavo i mille modi in cui avrei ucciso Karoth e quella piccola nullità, quindi quando mi sono ritrovato su Namec a dovermi invece alleare con lui e Crilin ovviamente il mio disgusto era alle stelle, ma avrei fatto qualunque cosa per sconfiggere Freezer e impadronirmi delle super sfere di Namec. Mi ritrovo a dover ammettere che il moccioso era ancora migliorato, faceva progressi molto velocemente, anche troppo, certo la sua voce era odiosa ed era decisamente un bambino, però combatteva come un vero guerriero, tant’è che negli scontri su Namec mi sono pure ritrovato a salvargli la vita. Ammetto che quando l’ho fatto non ho pensato che quel gesto era l’esatto contrario di quello che avrei voluto fargli, in quel momento mi serviva, quindi non potevo fare altrimenti.

Una volta poi ritornati sulla Terra a differenza di quanto i presenti in quell’occasione possano pensare, la mia offerta di lavorare per me per conquistare il pianeta era sincera, non era affatto una provocazione, ero molto interessato alle doti di quel moccioso, e poi se devo dire tutta la verità lui era l’unico essere vicino ad un sayan rimasto in tutto l’universo per quello che ne potevo sapere. Mi ero immaginato di poterlo allenare per farne una mia personale macchina distruttrice, un po’ quello che Freezer aveva fatto con me dopotutto, ma avrei cercato di trattarlo leggermente meglio mi ero ripromesso; ovviamente pensavo che il moccioso accettasse e quindi quando oltre a rifiutare ha iniziato a piagnucolare che il suo papà non era un mucchietto di polvere che vagava per l’universo, ma che era ancora vivo, non ci ho più visto. Ero terribilmente infastidito da quella cocciutaggine infantile, probabilmente perché un po’ mi rivedevo in lui alla sua età, come poteva credere che Karoth fosse ancora vivo, anch’io durante le notti passate alla base aliena, quando ero moccioso speravo che mio padre si fosse salvato dal meteorite e che un giorno sarebbe venuto a riprendermi per portarmi via da Freezer, ma ogni giorno quei pensieri venivano puntualmente infranti dagli allenamenti violenti e massacranti di quest’ultimo. E quindi l’insistere di quel bambino aveva scatenato in me una furia cieca, che dovevo mettere a tacere immediatamente, mio padre non era tornato e nemmeno il suo sarebbe tornato, ero certo che fosse così, quindi lui doveva affidarsi a me, giurarmi fedeltà e per questo l’ho attaccato: volevo spegnere la speranza di quel bambino e costringerlo ad accettare la mia offerta, doveva assolutamente riconoscere la mia superiorità.

Gohan però è stato decisamente cocciuto e tenace, più colpivo e più resisteva e più mi smentiva riguardo al possibile ritorno di Karoth, l’avrei ucciso in quell’occasione? No non credo, c’erano troppe persone, tra cui Piccolo, e non scordiamoci che ero appena resuscitato su un pianeta a me quasi sconosciuto, prima di attaccare per conquistarlo dovevo ancora studiare la situazione. Fatto sta che è stato Piccolo a interrompere il nostro alterco, è venuto in soccorso del suo protetto, sinceramente pensavo che sarebbe intervenuto molto prima, probabilmente aveva molta fiducia nelle doti di Gohan, ma io ero sicuramente superiore, dalla mia parte avevo almeno il triplo di anni di allenamento e nessuno scrupolo.

Quel moccioso per me è stata una continua sorpresa comunque, l’avevo conosciuto come guerriero e poi negli anni seguenti ho potuto notare un altro aspetto del suo modo di essere: era in grado di fare il bambino, un moccioso molto educato tra l’altro, cosa impensabile per un vero sayan, ho saputo che sua madre era fissata con lo studio, la cosa mi aveva provocato grandi risate di disprezzo, il figlio di un miserabile di terza classe acculturato addirittura, essendo io il principe dei sayan da moccioso avevo avuto un insegnante, ma mi era stato semplicemente insegnato a leggere, scrivere e soprattutto a fare di conto e ricordo di aver trovato quelle lezioni davvero fastidiose, ma mi sono state impartite perché ero il principe: sul nostro pianeta Gohan non avrebbe avuto nemmeno quelle naturalmente, non sarebbero state necessarie, avrebbe combattuto per il nostro esercito e sarebbe morto quando non sarebbe più stato utile, sempre che non venisse spedito su un altro pianeta come il suo caro padre, ma la sua fine sarebbe stata comunque la stessa.

Girando per i monti Paoz mi è capitato di scorgere la finestra aperta nella capanna di Karoth e di vedere suo figlio intento a studiare alla scrivania sotto la guida della madre, molto infondo penso di aver provato invidia per quel ragazzino per poi mettere immediatamente a tacere quei pensieri con il disprezzo, era il figlio di una terza classe e nemmeno completamente sayan, io sarei stato sempre mille volte superiore.

All’epoca ancora non pensavo che un giorno avrei avuto un figlio, ma se fosse capitato non mi sarebbe affatto dispiaciuto avere un figlio come Gohan, ovviamente non gli avrei permesso di perdere tempo con quelle sciocchezze terrestri come lo studio, l’avrei allenato duramente per superare i suoi limiti, proprio come stavo facendo io, avrebbe dovuto essere un erede degno del principe dei sayan, non un mocciosetto così ubbidiente a mammina come era il figlio di Karoth.

E poi venne il Cell game e anche in quell’occasione Gohan si è dimostrato fondamentale, per l’ennesima volta suo padre l’aveva utilizzato come arma finale, Karoth ha sempre creduto moltissimo in suo figlio, sin dall’inizio aveva deciso che sarebbe stato il moccioso a sbarazzarsi di Cell, ancora oggi mi trovo a non approvare la condotta di Karoth: io non avrei mai permesso che mio figlio eliminasse Cell, avrei dovuto essere io ad eliminarlo, io ero il padre e quindi dovevo essere più forte, ma credo anche che non avrei mai permesso che mio figlio mi difendesse, ne andava del mio onore. A quell’epoca anch’io ero padre, anzi in quel momento avevo addirittura due figli potremmo dire, certo di quello piccolo a quell’epoca m’importava pochissimo, ma di quello adulto m’importava moltissimo, ma non l’avrei mai ammesso nemmeno sotto tortura ovviamente, ma nonostante questo ho fatto tutto quello che ho potuto per vendicarne la morte e quindi ancora oggi mi chiedo cosa avrebbe fatto Karoth se suo figlio fosse morto per mano di Cell, sì l’avrebbe vendicato questo è chiaro, ma avrebbe provato del senso di colpa nell’aver sopravvalutato le qualità del figlio? Non saprei, penso che l’abbia sempre più visto come un compagno di combattimento che come un figlio, pensandoci ora a moltissimi anni di distanza Karoth in diverse occasioni è stato un vero padre sayan a differenza mia e ciò ne ha quasi dell’incredibile visto che sono io quello che è cresciuto nella società sayan e non lui, ma di questo parlerò più avanti.

E quindi mi è toccato assistere alla crescente forza di Gohan, fino a diventare potentissimo e dare filo da torcere a Cell, finchè finalmente si era creata la possibilità di eliminarlo, ma in quel momento il moccioso ha perso la ragione, il suo potere sayan l’aveva sopraffatto, era ubriaco di potere, una sensazione che io conosco bene e so che è una sensazione meravigliosa. Gohan così bruscamente aveva smesso di ubbidire a suo padre, a quel padre che venerava nonostante tutto, ammetto che non era affatto il momento di godere della scena, ma per me è stato così: il tanto ubbidiente Gohan aveva finalmente perso il controllo ed era diventato davvero un sayan, molto più di suo padre, la cosa divertente è che io al suo posto avrei fatto la stessa cosa, tutta quella potenza doveva dare sicuramente alla testa in maniera incontrollabile. Ma d’altra parte se il mio erede avesse osato disubbidire a quel modo ad un mio ordine gliel’avrei fatta pagare amaramente, l’avrei riportato immediatamente in carreggiata, ma ovviamente non Karoth, il quale senza battere ciglio si è addirittura sacrificato senza alcun rancore e tutto ciò va oltre alla mia comprensione.

E infine arriva la parte che mi brucia più di tutte, quel Gohan mi ha salvato la vita, mi ha fatto scudo col suo corpo contro i colpi di Cell, nessun sayan avrebbe mai fatto una cosa del genere per me, probabilmente non l’avrebbe fatto nemmeno Karoth, ed ecco quindi tornare nuovamente a galla la parte terrestre del moccioso, mi ha salvato e mi sono pure trovato a dover riconoscere la sua superiorità, per l’ennesima volta sarebbe stato qualcun altro a terminare quello che avrei dovuto fare io sin dall’inizio, ancora oggi faccio fatica ad accettare quel debito che ho col figlio di Karoth.

Finito il Cell game il moccioso è rimasto orfano del padre, con un fratello in arrivo e una madre sulle spalle, ma lui non ha perso quell’odioso ottimismo ereditato da Karoth, ha ripreso in mano la sua vita facendo il moccioso prima, l’adolescente poi.

Mi sono sempre chiesto quanto senso di colpa abbia provato il ragazzo nel dover convivere col fatto che il padre si fosse sacrificato per causa sua, purtroppo se ne abbia provato non potrò mai saperlo, nelle occasioni in cui mi è capitato di vederlo in quegli anni non l’ha mai fatto trasparire.

Ma dopo il Cell game credo sia iniziato il declino in Gohan, complice il tempo di pace ha smesso totalmente di essere un guerriero e si è trasformato in un normale ragazzo terrestre, anzi è arrivato a desiderare di essere un ragazzo normale volendo provare addirittura a frequentare la scuola. Fino a quel momento aveva studiato a casa, isolato sui suoi monti, non si era mai mescolato con i terrestri se non in rare occasioni e trovavo la cosa più che sensata, difficilmente sarebbe passato inosservato in mezzo a quelle nullità. Ho assistito in disparte alla discussione tra Bulma e la donna di Karoth sul mandare alla scuola dei terrestri Gohan e devo ammettere che anche se non ho partecipato attivamente alla discussione, io non ero affatto d’accordo. Un sayan, che si era misurato contro avversari come me stesso, Freezer e Cell non aveva nessun bisogno di mescolarsi con dei miseri terrestri, come avrebbe fatto a trattenersi? E poi per quale motivo doveva stringere rapporti con loro se fino a quel momento era vissuto da solo sui monti Paoz, immaginavo sarebbe stato un fallimento e una scocciatura e così più o meno è stato alla fine.

Dopo pochi giorni dall’inizio della scuola il ragazzo si è presentato a casa nostra per chiedere a Bulma di costruirgli qualcosa che gli permettesse di nascondere le sue fattezze per fare il super eroe di Satan City. Per qualche assurdo motivo quel Gohan si era messo in testa di diventare il paladino della giustizia e in alcune occasioni aveva già salvato la vita a dei terrestri salvandoli da incidenti e rapine; pensava scioccamente che trasformandosi in super sayan la sua vera identità fosse al sicuro, ma a quanto pareva qualcuno stava nutrendo dei sospetti su di lui. All’epoca pensai che da qualche parte nell’universo le polveri di mio padre stessero friggendo di sdegno: un sayan che proteggeva i terrestri invece di conquistarli e schiavizzarli, come era giusto che fosse, inaudito; ormai avevo accettato il fatto di non poter conquistare la Terra, ma aiutarne gli abitanti era totalmente fuori discussione, non m’importava affatto di loro. Ancora non sapevo che il personaggio creato in quatto e quattr’otto da Bulma, Great Sayaman, sarebbe diventato addirittura il protagonista di alcuni brutti film, una cosa decisamente imbarazzante per tutta la stirpe dei sayan. Mi è pure toccato presenziare alla prima di quei film con la famiglia di Karoth, la quale era ovviamente estasiata dalla cosa, pensavano che Gohan fosse una specie di star, anche se in realtà aveva solo girato alcune scene, una cosa davvero patetica. Mio figlio, fortunatamente, ha trovato sin dall’inizio Great Sayaman pessimo anche come super eroe, a partire dal costume che era decisamente ridicolo e dalle mosse. Non so davvero come Karoth abbia potuto accettare che suo figlio si mettesse così in ridicolo, io al mio l’avrei categoricamente proibito senza pensarci due volte.

Più avanti venne fuori il vero motivo dell’imbarazzante travestimento di Gohan…una ragazza, una terrestre e da lì ebbi la conferma dei mie sospetti: il ragazzo si era completamente rammollito, non era rimasto un bel niente del moccioso dotato che era prima. L’innamoramento per quella terrestre gli aveva dato il colpo di grazia. Ma forse la vera colpa è quasi completamente di Karoth, se fosse tornato in vita quando si era presentata l’occasione avrebbe potuto seguire Gohan, spronarlo a continuare gli allenamenti, tenere viva in qualche modo la sua parte sayan e forse e sottolineo forse non sarebbe diventato la brutta copia di un terrestre. Perché è esattamente quello che è poi è diventato: finito il pericolo di Majinbu, dove comunque non è che si sia particolarmente distinto a differenza di altre occasioni, ha mollato del tutto gli allenamenti, ed è diventato un secchione come voleva sua madre e si è sistemato con la figlia di Mr. Satan. Almeno gli riconosco il merito di non aver scelto una squattrinata, come aveva fatto suo padre in precedenza, se fosse stato più intelligente avrebbe potuto continuare gli allenamenti senza lavorare nemmeno un giorno della sua vita e invece ha fatto carriera all’università, una scuola per noiosi terrestri adulti, probabilmente è riuscito a fare carriera grazie a qualche spinta di Mr. Satan, ma di questo non ho nessuna conferma a quel punto la vita di Gohan per me non era più degna della minima attenzione. L’uomo che è oggi ha quasi del tutto rinnegato la sua parte sayan se non per rispolverarla ogni tanto per partecipare ad un paio di tornei in cui non ha brillato particolarmente, non che me lo aspettassi ovviamente, ma ormai competere con quel moccioso non era più affatto stimolante. Avrebbe potuto fare grandi cose, ma forse per mia fortuna si è dimostrato più terrestre del previsto divenendo completamente innocuo. Deve aver ereditato almeno un po’ dell’incostanza del padre, proprio come il fratello, da bambini dotati entrambi si sono trasformati in due buoni a nulla anche se in circostanze differenti. Gohan ha anche prodotto una piccola Karoth femmina, Pan, particolarmente bruttina, troppo somigliante alla nonna per i miei gusti e decisamente odiosa come tutta la sua famiglia, se non con l’aggiunta che quella vorrebbe unirsi alla mia di famiglia, detesto quando fa gli occhi a Trunks, ma fortunatamente lui non l’ha mai degnata di considerazione e questo è davvero un bel sollievo. Di buono dalla sua parte avrebbe solo la ricchezza, ma quella non manca nemmeno alla mia famiglia dopotutto, per il resto ribadisco che è decisamente bruttina e arrogante, ma soprattutto è la nipote di Karoth e di quel pallone gonfiato di Mr. Satan, già devo sopportare la sua amicizia con mia figlia e quella è l’unica cosa che riuscirò mai a tollerare.

Sfortunatamente Karoth è riuscito a riprodursi una seconda volta però…..

PRECISAZIONI:

E qui finisce la prima parte, in realtà il titolo del capitolo avrebbe dovuto essere i fratelli Son, poi però in corso d’opera ho deciso di dedicare un capitolo ad ognuno dei due. Scrivere questo capitolo è stato più interessante del previsto, spero di aver creato dei bei collegamenti. Sperando di aver catturato il vostro interesse e apprezzamento, vi saluto. A presto.

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