The King of mean

di AkaNagashima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


INTRODUZIONE:


Adrien si specchiò dopo aver indossato quel cappello confezionato a mano. Emozionato come mai credeva di poter essere, scoprire che la sua Ladybug fosse Marinette, la sua migliore amica, lo aveva sconvolto e reso euforico nello stesso momento. Il regalo parlava da sè, un capello nero, con due striscie colorate sopra - gli stessi colori della maglia che indossava sempre - e due cuori argentati cuciti sopra.
Due cuori.
Non era mai stato un genio, Plagg lo ripeteva costantemente, ma persino un cieco avrebbe capito cosa significassero quei cuori. Che Marinette avesse deciso di portarglielo indossando le vesti di Ladybug significava soltanto una cosa: era timida.
Questa consapevolezza scioglieva di pura dolcezza il cuore del giovane modello, che non aveva motivo di aspettare ancora. Doveva raggiungere la ragazza e dirle che aveva finalmente capito cosa provasse per lei. Che Plagg lo guardasse scuotendo costantemente il capo, o che tentasse di fargli credere di aver preso un abbaglio, era poco importante. Ormai aveva deciso, perchè aspettare ulteriormente?

Trovò la ragazza insieme al resto del proprio gruppo che veniva abbracciata con allegria, probabilmente perchè aveva detto loro che finalmente era riuscita a dargli quel regalo così prezioso. Furono loro, per prime, ad accorgersi della sua presenza e a spingere immediatamente la ragazza verso di lui.

« Marinette. »

« S-Sì? »

« Volevo dirti che finalmente ho capito di essermi innamorato di te. »

Il sorriso della ragazza aveva solo aumentato quella consapevolezza ed il bacio che ne susseguì fu solo un ulteriore conferma. Ma si sa, le fiabe non esistono nella realtà..
Lui e Marinette cominciarono a mostrare il loro amore a tutto il mondo, senza paure. Avrebbero dovuto provarne, forse, ma come adolescenti erano convinti di non averne motivo alcuno. Ma si erano dimenticati di una persona: Gabriel Agreste.
Il padre del biondo non era decisamente d'accordo con questa novità da parte del figlio. Non solo, voleva sfruttare le debolezze della ragazzina per poter creare la creatura perfetta con le proprie akuma. Ma di questo, il giovane, non poteva certamente saperlo..

Ritrovandosi la fidanzata davanti al cancello di casa propria, sotto ad un ombrello aperto a causa della pioggia, cominciò a farsi delle domande. Era preoccupato, in verità, perchè Marinette non aveva mai nascosto lo sguardo da lui, sempre limpido e cristallino, sempre così dolce nei suoi confronti come i macarons che preparava appositamente per lui.

« Marinette, qualcosa non va? »

« Sono venuta per dirti che.. dobbiamo lasciarci, Adrien. » cominciò la ragazza ed anche il cuore del giovane cominciò ad accelerare. « Non siamo fatti per stare insieme. »

« Ma cosa stai dicendo? Noi ci amiamo! »

« No, io non ti amo più. »

No, qualcosa non quadrava per niente. La ragazza si stava già allontanando dal cancello, andandosene a passo svelto, come a voler scappare, mentre il ragazzo desiderava solo rincorrerla ma era bloccato dalla propria guardia del corpo.
Non poteva finire così, non poteva!
Guardò il Gorilla pregandolo, con le lacrime, di lasciarlo passare per raggiungere l'amata. Riuscito a convincerlo corse verso di lei, che si era fermata sulle scale della metropolitana. Quando si accorse che un'akuma le si stava avvicinando svolazzando convinta, gli venne spontaneo fare un'ulteriore pazzia.
Mentre correva verso di lei, col cuore in gola, decise di trasformarsi in Chat Noir ed usare il cataclisma per salvarla.

« Stavi per essere akumatizzata, non avrei mai potuto lasciare che accadesse, Milady. »

« Mi hai chiamata.. Milady? » domandò, perplessa. « Com'è possibile, non dovremmo conoscere le nostre vere identità. »

Ma adesso non era importante, non agli occhi del biondo, che poteva nuovamente stringere la sua amata tra le proprie braccia.


[ . . . ]


Non avrebbe mai pensato che potesse accadere una cosa del genere. Non a loro due. Non al loro amore. Finalmente avevano scovato il nascondiglio di Papillon ed erano pronti a batterlo con ogni mezzo. Del perchè si trovasse sotto Villa Agreste era un mistero su cui non volevano momentaneamente soffermarsi.

« Lo sto facendo per me, per noi, Adrien. »

« C-Come fai a sapere il mio nome? »

Dietro al supercattivo vi era una specie di sarcofago con il vetro, così da mostrare all'interno chi vi riposava. Emilie Agreste si trovava addormentata placidamente, con quel sorriso dolce che la contraddistingueva ed i capelli biondi che le incorniciavano il viso.
Chat Noir si rese conto che la persona veramente da battere era sempre stato suo padre Gabriel, e con un impeto di rabbia preparò un cataclisma con cui colpire il genitore. Ma l'uomo sapeva che Adrien non avrebbe mai avuto davvero il coraggio di colpirlo, perchè era un vigliacco.

« PERCHE'!? »

Ma la risposta non arrivò mai, bensì un colpo secco dato col bastone altrui lo fece scaraventare fuori dalla tenuta, e successivamente contro la Torre Eiffel, seguito da una Ladybug disperata e preoccupata per il suo collega.
Ci fu questo scambio di battute dolorose tra padre e figlio, e mentre uno diceva ogni cosa per infierire, l'altro tentava di allontanarsi e tapparsi le orecchie, con la disperazione dipinta sul volto. E poi quella maledetta akuma.
Chat Noir, così come Adrien, smise di esistere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


I'm so tired of pretending
Where's my happy ending?

I followed all the rules
I drew inside the lines
I never asked for anything that wasn't mine
I waited patiently for my time
But when it finally came
He called her name
And now I feel this overwhelming pain
I mean it's in my veins
I mean it's in my brain
My thoughts are running in a circle like a toy train
I'm kinda like a perfect picture with a broken frame
I know exactly who to blame


Papillon venne distrutto dalla sua creazione. Tutto l'odio che aveva incanalato nel figlio, facendolo diventare un altro akumatizzato, lo avevano distrutto senza battere ciglio e Chat Blanc aveva fatto sparire il supercattivo senza il minimo sforzo.
Parigi era salva per metà, perchè dove da una parte era stata improvvisamente liberata da un male, dall'altro ne era nato uno ulteriore, forse persino più pericoloso di quello precedente.
Il giovane che prima tutti amavano ed apprezzavano, il giovane modello talentuoso, dolce e gentile, improvvisamente era morto lasciando il posto a qualcuno di indescrivibile nella sua pazzia. Completamente bianco, due occhi azzurri, la pelle pallida ed un volto freddo come il ghiaccio antartico.
Ladybug si era subito prodigata per aiutarlo, dopo quell'orribile spettacolo che l'aveva sconvolta, avvicinandosi lentamente e sorridendogli per come riusciva, nonostante la paura che provava, ma il ragazzo non si era voluto far aiutare. Al contrario..

« Non capisci, Milady? Sono più forte, adesso. » mormorò, rialzandosi dopo aver fatto scomparire il proprio padre. « Adesso potrò proteggerti da chiunque voglia farti del male. »

« Char Noir.. non c'è più nessuno che possa farmi del male, adesso. Papillon è stato sconfitto. »

« Chat Blanc. »

« C-Cosa? »

« Chat Noir non c'è più, Milady. Adesso sono Chat Blanc. »

Dicendo questo fece tintinnare il campanello toccandolo con le dita e sorridendole. La ragaza si rese improvvisamente conto che quel sorriso non era lo stesso per cui si era innamorata quel giorno di pioggia, quello era spento. Completamente spento.

« M-Ma io posso aiutarti, Chaton. » rispose, tentando di non mostrare la propria preoccupazione. « Posso usare il Lucky Charm per farti tornare normale, possiamo tornare ad essere noi due. »

« Non ho intenzione di tornare indietro. » precisò l'ex eroe nero, guardandola seriamente. « Mi vado bene così. Sono più forte, adesso. Tu sarai sempre al sicuro, Milady. E la questione finisce qui. »

Queste parole sconvolsero maggioremente la giovane, già abbastanza provata da tutte quelle emozioni. Se Chat Blanc non tornava ad essere Chat Noir, allora nemmeno Adrien poteva tornare. Questa consapevolezza le fece male. E mentre il ragazzo si allontanava da lei, ormai convinto della sua scelta, la ragazza piangeva in silenzio la scomparsa del proprio amore.

[ . . . ]

Quando rientrò a Villa Agreste, Nathalie ed il Gorilla lo guardavano perplessi, nonostante le loro espressioni non cambiassero mai davvero forma. In cuor loro erano spaventati, perchè Adrien era diventato qualcosa di molto più pericoloso. Ne erano stati creati di mostri con le akuma di Papillon, più o meno pericolosi, ma mai di questa portata. Il gatto bianco era una mina vagante pronta ad esplodere.

« Mio padre si è sacrificato per un bene più grande. » cominciò a dire, salendo lentamente le scale. « Da questo momento sarò io a comandare. Sono l'unico Agreste rimasto, e come tale voi resterete ai miei ordini. »

Il silenzio generale lo fece sorridere soddisfatto così che finisse di salire le scale e rinchiudersi in camera. Non poteva tornare ad essere Adrien Agreste, ma poco importava. Era l'eroe più forte mai esistito, i suoi cataclisma potevano spazzare via un'intera città, ed era bene che i parigini non lo facessero arrabbiare, o avrebbero fatto una brutta fine.
Gabriel era diventato Papillon per riportare indietro la moglie, questo calcolava in silenzio, guardando l'anello - adesso bianco - che indossava sull'anulare destro. Ma a lui interessava davvero riportare indietro Emilie, adesso?
No.
A Chat Blanc interessava solo una cosa: l'amore di Marinette/Ladybug.
Sorrise inquitante verso il niente che si trovava davanti ai suoi occhi azzurri. Lui desiderava solo che la ragazza lo amasse ed apprezzasse, che vedesse la sua forza, che si sentisse protetta da lui e gli donasse attenzioni.
Tante attenzioni.

[ . . . ]

Dall'altra parte, una Marinette rientrava a casa più stanca che mai.
Camminava trascinando i piedi, inghiottendo il più possibile un groppo in gola che aveva preso l'ascensore nel verso sbagliato. Tikki restava silente nella borsetta altrui. Senza deakumizzare una persona col Lucky Charm non poteva lanciare il Miraculous Ladybug che avrebbe portato tutti alla normalità. Era in trappola.
Chat Blanc era pericoloso, perchè incanalava tutto l'odio che il padre gli aveva versato addosso e fatto provare prima di akumizzarlo. Gabriel Agreste era un pazzo orgoglioso ed egocentrico, aveva fatto qualcosa che nessun genitore avrebbe dovuto fare al proprio figlio, ma a pensarci bene era mai stato davvero una persona degna di rispetto e morale genitoriale?

« Marinette? » la chiamò sua madre, una volta che ebbe aperto la porta. « Ti senti bene? »

« Dovresti essere contenta, mia cara. Papillon è stato finalmente sconfitto, cancellato! »

« Tom! »

« Che c'è? E' la verità, no..? »

La ragazza non ebbe la forza di rispondere, passando in mezzo ai genitori senza dire una parola, con la testa bassa e solo la voglia di ritirarsi in camera propria. Voleva scomparire, non era riuscita a proteggere la persona che amava. Erano così felici insieme, quindi perchè? Cos'avevano fatto di male per meritare tutto quel dolore?

« Sì, è vero. Papillon è stato cancellato. Ma.. cosa sono io se Adrien e Chat Noir non tornano, Tikki? Come posso convincerlo a tornare da me? Ha completamente perso la testa. Io non so cosa fare.. »

« Oh Marinette, lascialo sbollire per qualche giorno, probabilmente tornerà indietro da solo. » le consigliò la piccola Kwami. « In fondo, Adrien è sempre lì, da qualche parte. »

Non riusciva a trattenere le lacrime, ma quelle non potevano aiutarla, giusto? Ma era solo una ragazzina che aveva appena vissuto una situazione traumatica, vedendo il ragazzo che amava da sempre - e con cui stava insieme - venir akumatizzato e reso cattivo dal proprio padre, successivamente ucciso dalla stessa creatura. Per una sedicenne quello era decisamente troppo da sopportare.

« Dovresti calmarti e provare a parlargli dolcemente, così che lui capisca che hai bisogno della sua versione buona e non di questa. »

Diede una breve occhiata alla sua amica rossa e ci pensò su. Forse Tikki aveva ragione, quando aveva provato poco fa era successo da poco, si era montato la testa pensando di essere invicibile, ma se avesse capito che Marinette non lo amava del tutto in quella versione.. forse avrebbe cambiato idea.
Questo la rincuorò, almeno per metà, e riuscì a calmarsi per come poteva, addormentandosi appena toccò il letto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Being nice was my past time
But I’ve been hurt for the last time
And I won’t ever let another person take advantage of me
The anger burns my skin, third-degree

Now my blood’s boiling hotter than a fiery sea
There’s nobody getting close to me
They’re gonna bow to the Evil King
Your nightmare is my dream
Just wait until they fall to my wicked schemes



Non era cambiato un bel niente da quel maledetto giorno, e la gente era terrorizzata. Sembrava di vivere in un film di fantascienza, con un dittatore pronto a fartela pagare se non avessi rigato dritto come desiderava lui. Persino i pensieri erano stati aboliti, e Chat Blanc aveva preso possesso di tutto.
A lui non interessavano la fama, la gloria ed i soldi. Veniva da una famiglia ricca, non se ne faceva niente, ma Marinette si sentiva in soggezione, completamente spogliata della propria privacy, in quanto quel gatto bianco era ovunque. Sembrava la seguisse, e probabilmente era così.
Lila aveva smesso di importunarla dopo averlo visto la prima volta, i suoi occhi glaciali l'avevano totalmente paralizzata, e non si era più azzardata ad avvicinarsi alla ragazza. Non che le dispiacesse, ma Chat Blanc la spaventava esattamente come agli altri. Tentava di vederci il buono del vecchio Chat Noir, ci aveva provato in quel lasso di tempo, convincendosi che andava bene anche così, perché infondo era sempre Adrien.. ma no, la sua testa parlava razionalmente, ma il suo cuore urlava “torna da me”.
Spesso si era ritrovata il gatto bianco nel letto, a fare costantemente le fusa, a strusciarlesi addosso ed a baciarla nei momenti e nei posti ambigui. Per quanto certe attenzioni da parte di Adrien erano un sogno, quando si voltava a e vedeva Chat Blanc si trasformavano di nuovo in un incubo, e tratteneva le lacrime.
Da quel giorno non era riuscita a parlargli di nuovo e nemmeno a trasformarsi in Ladybug. Non aveva idea di come porsi al ragazzo senza scatenare un cataclisma bianco che poteva persino distruggere la luna, se avesse voluto, ma doveva riuscirci, o sarebbe stata la fine di tutto.
Era rimasta in bilico per giorni, pensierosa sulla faccenda, anche un po’ impaurita. Alya non sorrideva come sempre, così come Nino e come il resto dei propri compagni di classe, persino Lila era spaventata da quella situazione e da ciò che Adrien era diventato. Andare a scuola metteva più terrore che mai, camminando per strada con la consapevolezza che lui era sempre in giro, pronto ad attaccare.

« Dovresti parlargli. » fu la risposta di Tikki davanti a quella preoccupazione. « Tu sei Marinette, sei la persona a cui da più ascolto. Forse se glielo chiedessi tu.. »

« E se non mi ascoltasse? » chiese. « E se il mio tentativo di pormi venisse frainteso ed avesse una reazione sbagliata? Oh Tikki, sono così spaventata. Lui non è Adrien. »

« No, non lo è.. » confermò la piccola kwami, abbassando la testa. « C’è bisogno di Ladybug. Devi tornare a combattere Marinette. Usare il Lucky Charm se trovata alle strette. Hai visto tu stessa dove si trova l’akuma. Inoltre.. non sento più la presenza di Plagg. »

Quella notizia la spaventò maggiormente. Se Plagg era scomparso, cosa poteva significare? Se avesse distrutto l’akuma, sarebbe tornato? Doveva davvero cominciare a pensare di reagire, Chat Blanc stava bullizzando tutta la città con malefatte che di per sé non avevano nemmeno senso. Ma aveva paura. Era terrorizzata da lui. Quegli occhi azzurri e freddi le congelavano il cuore ogni volta che la guardavano. Nonostante lui fosse molto dolce nel volerla proteggere ed amandola con tutto se stesso, lei era completamente terrorizzata. Ma doveva fare qualcosa, o Parigi sarebbe davvero stata distrutta.


Dal canto suo Chat Blanc era felice così. Non aveva niente a cui pensare, la sua vita da ragazzino obbligato a fare determinate cose era finito, perchè era lui a comandare. La gente aveva paura, ma tentava di mostrare normalità, di andare avanti con la propria vita, ed il ragazzo saltava da un tetto all’altro, si divertiva, andava dove voleva senza che nessuno gli dicesse “non puoi”.
Ogni sera andava a trovare Marinette. Ma in realtà avrebbe sempre voluto vivere e stare sempre con lei, controllare con chi fosse, a chi desse attenzioni che non fosse lui, perché non voleva che accadesse, ed il momento della sua rabbia uscì allo scoperto una sera.
Aveva dato appuntamento alla ragazza al parco, perché aveva bisogno di passare da solo del tempo con lei all’aperto. In camera sua cominciava a sentirsi stretto, e quel balcone lo infastidiva non poco, perché gli ricordava i momenti in cui era solo un povero debole in abiti scuri. Quindi sì, il parco era un luogo romantico e la ragazza si sarebbe sentita sicuramente a suo agio, no? Sarebbe stato perfetto!
Non captava più la presenza di Plagg, ma non lo preoccupava. Probabilmente era finito da qualche parte e sarebbe tornato presto, no?


[ . . . ]


Marinette non era sicura di ciò che stava per fare. Aveva deciso di accontentare Chat Blanc per tenerlo buono, ma anche per poterci parlare davvero, anche se aveva ancora qualche dubbio. Subito dopo il sì si era domandata ripetutamente se fosse stata una buona idea, ma ormai era andata. Forza e coraggio, doveva convincerlo con parole dolci.
La sera calò ad una velocità disarmante, e la giovane si decise ad uscire subito dopo cena. Magari Chat Blanc le voleva parlare di qualcosa, forse le voleva chiedere di aiutarlo a tornare finalmente normale, perché si era accorto che la sua attuale versione spaventava soltanto.
Sospirò affranta accomodandosi su una panchina. Il parco era incredibilmente vuoto, ma probabilmente la gente di Parigi aveva paura a camminare per strada di notte, sapendo che in giro ci fosse un gatto bianco che con un colpo di tosse poteva uccidere chiunque. Si appoggiò con la schiena contro lo schienale in legno della panchina, riprendendo a pensare a come comportarsi, come parlare senza che capisse male e distruggesse mezzo pianeta.
E mentre la giovane aspettava, qualcuno la osservava da dietro l’albero lì vicino. Un uomo incappucciato, decisamente poco amichevole, sorrideva mesto nel buio, pronto ad attaccare, inconsapevole del pericolo che poteva correre se avesse toccato Marinette.
Nel silenzio del parco, cominciava a rabbrividire per l’inquietudine. Era stanca di aspettare, insolito che Adrien facesse così tardi, quando sapeva di doversi incontrare con lei. Che qualcuno gli avesse fatto del male? No, ne dubitava, era l’akumatizzato più forte mai creato da quel pazzo di Papillon. Ed era anche questo che la spaventava, Chat Blanc era pazzo tanto quanto colui che l’aveva fatto nascere.
Sentì un movimento alle proprie spalle, convinta che fosse lui restò dov’era, incurante di ciò che stava per accadere, ma qualcosa di freddo venne puntato contro la sua tempia, e la vice che raggiunse le sue orecchie proveniva da dietro le spalle.

« Non muoverti, amica mia, o il tuo cervello farà una brutta fine.. »

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Something’s pulling me
It’s so magnetic
My body is moving
I’m sure where I’m headed
All of my senses have left me defenseless
This darkness around me
Is promising vengeance
The price that I’m willing to pay is expensive
There’s nothing to lose
When you’re lonely and friendless
So my only interest is showing this princess
That I am the King
AND MY REIGN WILL BE ENDLESS

 
Saltava sui tetti, Chat Blanc, euforico perché avrebbe rivisto la sua Marinette fuori di casa ed avrebbe potuto coccolarla a dovere senza il fastidio dei suoi genitori in casa. Aveva fatto volutamente ritardo per farla stare sulle spinge, così che il desiderio della ragazza stessa aumentasse tanto quanto il suo, perché così doveva essere. Marinette lo amava, lo aveva sempre amato, e anche se adesso non poteva più essere Adrien né Chat Noir, ma solo il gatto bianco, lei lo avrebbe amato come prima, se non di più..
Lui era lì per proteggerla, per farla essere la sua regina, mentre lui era un re.

« Purrrincess.. sono arriva- »

Ma le parole gli morirono in gola trovandosi davanti quella scena. C’era un uomo, sicuramente uno che aveva ben poca voglia di sopravvivere, che stava molestando la sua Lady. Era lì, addosso a lei, con una pistola puntata ed un sorriso da maniaco, mentre Marinette non aveva idea di come difendersi se non piangendo e chiamandolo a gran voce. Gli stava chiedendo aiuto, e lui aveva deciso di arrivare tardi proprio quel maledetto giorno.

« E dai, ragazzina, sta ferma. » mormorò ancora l’uomo, mentre le accarezzava il volto paonazzo. « Sarà qualcosa di molto veloce. Inoltre voglio solo prendere quello che hai di prezioso, poi me ne andrò come sono arrivato. »

« N-No.. Vi prego. Qualcuno.. Adrien! »

Il gatto bianco, adesso, più arrabbiato che mai, scese dall’albero dove si trovava, avvicinandosi a passo deciso e con uno sguardo che avrebbe fatto paura anche al peggiore degli uomini. Non disse niente, anche perché non c’era nulla da dire, prese di peso l’uomo – poggiando la mano sulla spalla – e lo scaraventò lontano, parandosi davanti ad una Marinette ancora sconvolta ed in lacrime.

« Ah.. Maledizione! » sbottò, rialzandosi. « E-E tu chi saresti, ragazzino!? »

« Il tuo peggiore incubo. »

Non aveva bisogno di urlare l’attacco come quando era Chat Noir, il cataclisma non aveva limiti di tempo o di energia, e ne creò una piccola palla fra il pollice ed il dito, lanciandola contro all’uomo che venne prima ferito ad una spalla, poi ne lanciò un’altra ferendolo ad una gamba.

« C-Chat.. Ti prego. Basta. »

« . . . No. »

Un altro attacco, stavolta andato a segno, e l’uomo venne completamente fatto scomparire, così com’era successo a Papillon quel giorno. Davanti a quell’orrore, di cui lei era stata l’unica protagonista silente, le tornarono alla mente le richieste disperate di chi voleva tornare alla normalità. I parigini erano alle strette, erano arrivati allo stremo delle proprie forze e della sopportazione, ed anche la richiesta di Tikki tornò a battere i pugni contro le parete dei propri ricordi. Plagg era scomparso, così sembrava, e Chat Blanc aveva ucciso, per la seconda volta, proteggendo la propria ragazza. C’era davvero bisogno di Ladybug.
Sogghignò soddisfatto, voltandosi verso di lei, aspettandosi un ringraziamento degno di nota, un abbraccio felice ed un bacio perché era stato bravo. Ma si trovò davanti una ragazza maggiormente in lacrime, inorridita per ciò che aveva visto.
Non capendo, decisamente confuso, tentò di avvicinarglisi per come riusciva, ma lei non sembrava esattamente propensa a lasciarglielo fare.

« No! N-Non ti avvicinare. »

« Milady, qualcosa non va? »

« E me lo chiedi!? » sbottò, ormai in preda ad una crisi isterica. « Hai ucciso un uomo, di nuovo! »

« L’ho fatto per proteggerti. » precisò, ancora più confuso. « Stava per farti del male, non potevo permetterlo. »

« No, Chat.. tu non capisci. » proseguì. « Ho cercato di accettarti. Ho cercato di capire e di amarti anche così, ma non ci riesco.. Rivoglio il ragazzo che eri prima, rivoglio Adrien e Chat Noir. Tu non sei così! »

Guardava la ragazza con la solita espressione fredda ed impassibile, poi venne storpiata da un sorriso maniacale, cominciò a ridere seriamente, in modo sguaiato, spaventando – se possibile – ancora di più la povera Marinette che non aveva idea di come scappare da quell’incubo ricorrente. Quanto avrebbe voluto svegliarsi e rendersi conto, seppur col cuore in gola, che quello era stato solo uno dei suoi tanti incubi.

« Oh, povera Marinette, quanto sei cieca. » mormorò. « Questo è il vero Adrien. Il tuo dolce e gentile ragazzo era solo una maschera! »

« No, non è vero! » sbottò, alzandosi per combattere. « TIKKI, SPOTS ON! »

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


I want what I deserve
I want to rule the world
Sit back and watch them learn
It’s finally my turn

 

Davanti ai suoi occhi glaciali, Ladybug prese il posto di Marinette, e non poteva che esserne più felice. Sorrideva euforico nel rivedere la propria Milady, dopo tanto tempo che la ragazza non si era trasformata. Voleva combattere come un tempo? Bene, l’avrebbe accontentata e si sarebbe sicuramente divertito. Non poteva farcela, lui era troppo potente, e presto si sarebbe arresa. Doveva solo farla stancare un po’.. un gioco da ragazzi.

« E’ bello rivederti, Milady. »

« Non volevo arrivare a tanto, Chaton. Ma non mi hai lasciato altra scelta. »

« Mi sta bene se vuoi lottare un po’.. ma se pensi di potermi battere, stai sbagliando strada. » mormorò, saltando agilmente sull’albero dove si trovava poco fa. « Prima devi riuscire a prendermi. »

Cominciò così, davanti agli occhi dei parigini che avevano sentito dei rumori provenire dall’esterno delle loro case. Osservavano la vicenda, speranzosi che Ladybug riuscisse a sconfiggere il male e a far tornare tutto come prima, disperati a causa della pazzia di Chat Blanc.

« Oh Milady, sei decisamente fuori forma. » commentò, scansando lo yo-yo in ogni modo, ridendo. « Non riesci proprio a starmi dietro! »

Continuarono così per parecchio, ma vedendo che l’eroina non intendeva fermarsi, la pazienza di Chat Blanc cominciava seriamente a scemare. Il gioco era bello finchè durava poco, e francamente lui non voleva essere deakumizzato. Si piaceva così.
Adesso si trovavano l’uno davanti all’altra, sui tetti di quelle stesse case, osservati ancora dai parigini impauriti e speranzosi nei confronti di Ladybug stessa.


If they want a villain for a King
I’m gonna be the one they’ve never seen
I’ll show them what it means
Now that I am that
I will be the ruler of the dark and the bad
‘Cause the devil’s on my shoulder
Where the angels used to be
And he’s calling me the King of Mean

 

« Chat Blanc, ti prego! » annunciò la ragazza, ormai stanca. « Non voglio battermi con te.. »

« Tu non mi hai mai amato. »

« M-Ma cosa stai dicendo? Certo che sì. »

« No, tu hai amato sempre e solo il me stesso inutile. Adrien Agreste e Chat Noir. Non quello che sono adesso, colui che potrebbe sempre proteggerti senza essere sconfitto. » cominciò, alzando sempre più la voce. « E se allora non potrai amarmi distruggerò te, me e tutto questo inutile universo! »

Dalla mano alzata dell’ex eroe venne creata un’enorme palla bianca di cataclisma pronta ad esplodere ed a spazzare via tutta l’umanità. Ladybug guardava quella situazione con la disperazione nel cuore, non sapendo cosa fare. Anche il Lucky Charm sarebbe stato totalmente inutile.
Tikki, dal canto suo, chiedeva disperatamente alla ragazza di non lasciarsi manipolare così e di reagire. Ma Ladybyg era stata già sconfitta e non aveva altra scelta se non collaborare.

« No, aspetta.. cosa.. cosa posso fare!? »

« Consegnami immediatamente il tuo Miraculous ed amami. » spiegò in breve, allungando la mano libera verso di lei, in attesa.

L’eroina lo guardava sconvolta. Voleva toglierle anche i Miraculous, per farci cosa? Si toccò le orecchie, sentendo Tikki che le chiedeva ancora di cedere, ma lei non aveva idea di come salvare il mondo, stavolta. Non poteva chiedere aiuto al Maestro Fu e mettere in pericolo gli altri eroi, non se lo sarebbe mai perdonata.

« Allora?! »

« V-Va bene.. va bene, Chaton. » sussurrò, mentre il kwami le urlava di non farlo. « Tikki, spots out. »

Tornò ad essere solo Marinette, delusa di se stessa e di tutto ciò che era accaduto, togliendosi entrambi gli orecchini ed avvicinandoglisi per consegnarglieli. L’ex eroe controllava ogni suo movimento, un passo falso ed il cataclisma avrebbe distrutto tutto. Non gl’interessava del mondo, voleva solo l’amore della ragazza che aveva davanti, voleva solo essere amato ed accettato da chi amava lui stesso. Appena questi furono nella sua mano, Chat Blanc ritirò il cataclisma bianco e sorrise alla ragazza, soddisfatto.
Chat Noir ed Adrien erano ormai spariti per sempre.
Ladybug era stata sconfitta e non sarebbe davvero tornata.
Aveva vinto.
Lui sarebbe stato il re di quella città, e lei la sua regina.


The King of Mean
I want what I deserve









Siamo arrivati alla conclusione di King of mean.. crescono così in fretta c.c
Spero che vi sia piaciuto ciò che avete letto. E' stata una decisione presa di petto, soprattutto da quando ho visto la puntata Chat Blanc della terza stagione che, lo ammetto, ho rivisto svariate volte e l'idea è stata sempre la solita.. a me le cose lasciate a metà non piacciono molto, quindi ho preso la palla al balzo, grazie anche a dei video animati di Youtube con questa canzone, e ci ho provato ♥
Grazie per essere arrivati fin qui e.. alla prossima c:

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