Vai oltre ciò che vedi

di Black Rose Mary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vai oltre ciò che vedi ***
Capitolo 2: *** L'inadeguatezza ***
Capitolo 3: *** Trova il significato ***
Capitolo 4: *** Schifo ***



Capitolo 1
*** Vai oltre ciò che vedi ***


Vai oltre ciò che vedi: quale frase più di questa ha più significato? La questione è tutta lì, ci perdiamo nelle cose in cui vediamo siamo intrappolati in questa intrinseca realtà, ma se la realtà fosse un’altra? Non facciamo che soffrire, gioire, rammaricare e rimuginare per una realtà che è rinchiusa in una vastità di moltitudini. Una realtà che assume infiniti spazi, luoghi e forme dove a contare di più forse sono i suoni che gli altri ci danno per riempire quel contenitore fatto di elementi imprescindibili dall’essere e dall’avere perché è proprio quello che ci preoccupa di più. Siamo intrappolati in una rete che forse è la nostra stessa rete che abbiamo telato per sentirci parte di un qualcosa. Importanti sono i silenzi e i pensieri da cui ne emergono. Il pensiero è, perciò, una forma stesso di suono perché va al di là dell’ordinario e dell’immaginario. Andare oltre ciò che vediamo significa pensare? Non rimandiamoci al cogito ergo sum di Cartesio cambiamo punto di vista. La vita forse non è altro che un continuo pensare e soffrire, ma ne vale la pena? Ebbene la risposta non ci è data, ma forse non è così. La si trova nell’affrontare le cose quotidiane, dalle relazioni sociali ai doveri che ci imponiamo. Il problema è questo, pensare al di là è davvero la soluzione? Se ci provi potrai estraniarti da ciò che vedi, notare che tutto ha più di un significato per ridursi tutto al nulla cosmico dove niente ha un senso e dove non ha valore niente: i sentimenti le emozioni non sono altro che un auspicabile desiderio di raggiungere qualcosa che attinge dalla realtà. Non si tratta di un bisogni di comunicare, ma un’esigenza ulteriore che si propone di rendere autonomi tutti noi, di sentirci bene costanti nel nostro essere frutto di un genoma che ha subito ricche modificazioni per portarci a essere quello che siamo. Che si riconduca tutto ad un procrearsi e riprodursi? La selezione naturale diverrebbe un modo per sceglierci perché scegliere è un atto che deriva dalla nostra volontà che, qualsivoglia, dipende da tanti fattori chimici che ci portiamo addosso come se fossero il riflesso di quella parte di iceberg immersa che non conosciamo di noi stessi. La soluzione non sta nemmeno nel conoscersi, forse servirebbe solo per rimuover quel costante desiderio di cercare l’altro, perché in fondo si può stare bene da soli senza la ricerca della propria anima gemella imposta dalla società. Si perché l’anima gemella non esiste o, almeno, ce ne sono così tante che sarebbe difficile scegliere e quindi la scelta stessa diverrebbe un limitarsi e non guardare oltre. A questo punto ci si converrebbe a dire che quel nucleo familiare che vi si crea è un’esigenza sociale a cui troppe volte si incombe senza essere premoniti di tutti quegli espedienti da conoscere. Il limite perciò lo si dovrebbe rimuovere innanzitutto fisicamente: tutto ciò che ci lega è un limite. Si pensi ad un legame fra molecole, una volta avvenuto cambia la loro conformazione dovuta anche alla reazione con l’esterno. La particolare fragranza di questa unione e mescolarsi delle anime diventerebbe qualcosa di unico, una gioia che riempirebbe la nostra vita. Ma perché dipendere da questa unione? Perché soffrire di tutte quelle che sono le esigenze estetiche di costumi e tant’altro per il compiacersi? Si ma noi dobbiamo piacere a noi stessi. Altro aspetto da vedere e andare oltre: la propria immagine di sé e degli altri. Questa immagine è data forse dal legame che contraddistingue noi uomini o quell’istinto che ci rende ancora simili agli animali. La risposta oscilla perciò tra questi due poli, in mezzo proprio come un pendolo che è in quiete, non c’è che il nulla.

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Capitolo 2
*** L'inadeguatezza ***


Vorrei non essere qui. Vorrei essere in un altro posto dove tutto si può vedere per quel che è perché cosa più importante è l’essere. L’essere può aiutarci a superare questa inadeguatezza, questo senso di sfiducia nel mondo. Quando tutto ci va contro ci può essere d’aiuto solo l’amore. Tutto passa così si dice. Vorrei solo vedere quell’amore se esiste. Non facciamo altro che giudicare gli altri e noi stessi quando basterebbe semplicemente essere, senza pensare a nient’altro. Stare bene con se stessi è cosa difficile. Non è facile sentirsi sempre nel corpo giusto, nel luogo giusto al tempo giusto. Forse ci basterebbe essere meno suscettibili, credere in se stessi e negli altri. Essere il bersaglio, sentirsi sempre sotto mira. Vorresti solo scappare da ciò che sei perché c’è qualcosa che te lo impedisce, qualcosa che è entrata in te che deve ancora uscire. Ma quando uscirà? Cerchiamo solo di essere senza quel qualcosa, di essere veri, di essere noi stessi. Se l’essere noi stessi facesse male a noi stessi o agli altri? Questa società non ha un posto per queste persone. Smettila di giustificare il tuo essere opponendoti in ciò che non sei, tu sei nel mezzo. Nel mezzo in cui tutto ciò che accade è conseguenza delle tue azioni e decisioni frutto della tua volontà. Trovala quella volontà in te non negli altri. Egoista così bisogna essere in questa vita, una vita che ti fa conoscere la bruttezza dell’uomo. Non sappiamo mai cosa si cela dietro di esso. Non lo so come si fa quando sei fragile. Diventerai forte, ripetilo a te stesso sempre perché ne uscirai migliore. La paura è una delle vie che rivela quanto sei fragile. Tutti abbiamo paura, vogliamo solo non essere soli. Ma è proprio questo non voler essere soli che dobbiamo affrontare. Da cosa vogliamo scappare? E’ proprio in quell’occasione che fuoriescono le peggior o miglior cose che abbiamo soppresso. A volte vorrei guardare dal di fuori, creare monologhi che non ho mai fatto per questa voglia di avere tutto sotto controllo “sei timida, impacciata e insicura’’ così ti diranno. Quando non credi più a nessuno non potrai mai credere in te stesso, non in questo mondo, dove tutto continua, va avanti e tu rimani indietro a guardare com’è tutto bello senza che tu ne faccia parte di quella bellezza, ma vorresti farne parte. Perdere il contatto con la realtà e allora ti chiedi “sono pazzo? ’’, ma forse è solo la vita. Si proprio lei, che ti mette di fronte alle cose più brutte, alle perdite, alle rotture, devi lasciarle, abbandonarle. Non fanno più parte di te, tu sei solo accettalo. O forse no? E’ solo una dipendenza, come una droga, un bisogno incurante per dire a noi stessi che la sofferenza è un bene che accomuna tutti, altrimenti chi cercherebbe più l’altro? Si tratta solo di trovare un equilibrio, esattamente come quello chimico, dinamico. I pensieri negativi devono scomparire come quelli positivi che si creeranno e viceversa, in un continuo processo di auto generazione, di rinascita, un divenire che ha come causa-effetto quel morso che dà il serpente alla sua coda in un ciclo perfetto, quasi come un cerchio che è la vita. Il finale sta tutto lì, in una eterna voglia di scomparire e ricomparire, di esserci e non esserci. Come un batteriofago, non è considerato un essere vivente, ma si riproduce. Tutto sta in quella lisi, è da lì che entra la luce. Il problema è che la rottura non riusciamo a trovarla, l’avvertiamo, ne soffriamo i sintomi, la mascheriamo con dei cerotti che non ci appartengono. Diventi un altro, ma il tuo essere scorre sempre nelle tue vene non puoi opporlo, così nasce quest’eterna lotta dell’essere, perché nell’inadeguatezza, in fondo, che cos’è se non uno scimmiottamento dell’essere?

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Capitolo 3
*** Trova il significato ***


Attraversare sé stessi non è cosa facile, eppure è proprio di fronte ai nostri occhi, forse è lì il significato. Noi stessi. Non facciamo altro che rotolare per questa vita in un modo o nell’altro, perdendoci e ritrovandoci, senza mai sapere se è la strada giusta o no. Amarsi, innanzitutto. L’amore per se stessi e la propria accettazione è il primo passo per conoscerci. Se ci amiamo per quello che siamo, conoscere in ogni minimo dettaglio, in ogni sfaccettatura tutti quei muri che ci alziamo pur non abbattendoli, ma che stanno lì, di fronte a noi, immensi nel loro dolore di cui non riusciamo a liberarcene. Scivoliamo ancora, sbattiamo e ci facciamo male. Zoppichiamo. Non sapremo mai dove andiamo, ma solo dove vorremmo andare. Quando perdi di vista l’acqua del deserto, quando anche solo una tempesta di sabbia può farti avere le visioni, quando un volo di uccelli, un insieme di nuvole ti ricorda quello che hai attraversato perdi il contatto con la realtà. Perdersi. Non rimane altro che ancorarsi alle cose che per noi hanno davvero un significato. Trova il significato. Perché tutta questa tempesta in questo deserto da attraversare? Un passo alla volta puoi attraversare anche il mare. Il mare esiste, sei tu che non lo vedi. Sei tu che non ti vedi. Dimenticati della sete che hai avuto, dei vuoti da colmare, che credi di colmare. Hai tutto. Completarsi. Ti completi da solo, ritrova te stesso nella certezza degli attimi. Vivi il momento, solo il presente. Spogliati da dosso di tutte le tue incertezze e insicurezze, mettiti a nudo con te stesso. Non avere paura delle tua fragilità. Siamo esseri umani, non programmi da decifrare. In questi momenti cercati, trovati nelle persone, nei libri, nella musica e nell’arte. Avrai paura, paura di perdere tutti, perché in fondo siamo deboli, non vogliamo essere abbandonati. La sensazione di abbandono nasce quando ti sei allontanato da tutti, ma soprattutto da te stesso, quando la musica che ascolti è solo un suono e quando i libri che leggi sono un sogno lontano da continuare a divorare. Perché ci siamo persi? Sono crollati tutti i valori, dobbiamo ritrovarli, i nostri, di valore. Il perché non rimarrà che una domanda senza risposta se non si dà un significato a tutto ciò che accade. Infine dei vuoti li abbiamo davvero, siano nella memoria o nel cuore, o nella vita di tutti i giorni. Ci manca sempre qualcosa, dov’è la completezza? Implementare la voglia di non stare soli è solo un modo per non stare con noi stessi. L’unico nemico di te stesso sei tu. Sei tu che ti abbatti e ti rialzi, sei tu il tuo traguardo. Non perderlo di vista mai, anche quando confondi i sogni con la realtà. E’ difficile capire dove andare quando hai perso di vista la strada, quando tutto è offuscato dalla paura di essere abbandonati ai propri sentimenti. I sentimenti ci comandano, quando il cuore non sa più come parlarti perché sei troppo attaccato alla mente per poterti salvare manda dei segnali. La vita è lì, solo così potrai abbattere quei muri che ti sei costruito, magari ne ricostruirai altri, ma non importa perché avrai capito la continua sfida che ti mette davanti la vita e ti fortificherai. Quei sentimenti che comandano le tue azioni che non sembri saper spiegare, lasciali andare, perché è proprio lì che si trova il significato.

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Capitolo 4
*** Schifo ***


Non capirò mai perchè mi sento sempre uno schifo vorrei solo stare bene e, invece, non faccio che stare male e rimuginare su tutto. Mi piacerebbe godermi la vita godermi ciò che ho attorno, godermi le piccole cose. Vorrei credere che esiste chi fa qualcosa per senza niente. Mi sento perduta, perduta nell'immenso delle immagini che mi porto dentro come illusione di un mondo che non esiste. Non so neppure se sono allucinazioni, se sono fantasie o desideri, ma non capisco più nulla. Questa è la mia conseguenza dal volermi distaccare dal mondo, dalle persone, dalle menzogne, ma forse il male è dentro di me. La percezione che ho di me è degli altri è sempre negativa, il complottismo è diventato parte integrante della mia anima, ma non so come liberarmene. La soluzione sarebbe andarsene lontano, laddove non conosci nessuno, laddove inizi da capo e non hai più paure. Le paure prevalgono sempre nella mia vita, finiscono per rovinare tutti i miei rapporti e le mie speranze in una esistenza che sconfifera aldilà dei pettegolezzi e critiche, non sto qui per giudicare e né tantomeno obiettare. Non penso siamo vittime e carnefici, penso siamo neutrali , puoi essere in uno dei due casi quando subisci o commetti il crimine. L'essere umano sbaglia in continuazione, è fatto di malizia e invidia, ma non voglio crederci, tutto ciò non mi appartiene, non mi è mai appartenuto. Ma perché allora esiste? Il pensare non esista è davvero improbabile, ma ciò può essere superato con la piena soddisfacente di sé, con la propria sicurezza. La sicurezza va conquistata, è al di là di qualsiasi maschera, costume, abitudine, la sicurezza viene da dentro per diffondere fuori. E NO, il male non è dentro di me, lo è il mio modo di percepire il mondo, è un male , perché fa del male a me. Non riesco a fidarmi di nessuno, ho poca fiducia in me stessa e vorrei solo sbocciare come un girasole che volge verso il sole. Un giorno forse lo capirò, distinguerò il giorno dalla notte, il male dal bene, la luce del buio. Farò entrare quella luce dentro di me, per guardare con nuovi occhi io mondo , senza né ombre e né riflessi.

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