Il calice di fuoco (Rivisitata)

di JennyPotter99
(/viewuser.php?uid=1125605)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III. ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV. ***
Capitolo 5: *** Capitolo V. ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI. ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII. ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX. ***
Capitolo 10: *** Capitolo X. ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI. ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII. ***



Capitolo 1
*** Capitolo I. ***


Non c’erano state conseguenze per la liberazione di Sirius Black: c’era soltanto stato un Cornelius Caramel sempre più infuriato con il prigioniero.
Quando si parlava di lui, alla radio, il Ministro aveva sempre da ridire, chiamandolo feccia e la peggior specie di mago che potesse esistere.
Nonostante ciò, Harry e Jenny sapevano di non esser più soli.
Harry aveva trovato in Sirius l’unica famiglia che gli era rimasta dopo Jenny.
Sua sorella, invece, aveva scoperto di ammirare qualcuno: Remus Lupin e sperò che un giorno lo avrebbe rivisto.
Nell’estate prima dell’inizio del quarto anno, i fratelli Potter avevano raggiunto la casa degli Weasley.
Arthur voleva portare tutta la sua famiglia a fare una gita speciale, prima che partissero per Hogwarts.
Però, si sarebbero dovuti svegliare all’alba, cosa che non andava tanto a genio né  ad Harry né tantomeno a Ron.
Hermione e Jenny andarono nella loro stanza per svegliargli.
La ragazza trovò suo fratello nel bel mezzo di un incubo: si contorceva nel letto e sudava.
-Harry?- esclamò, scuotendolo.
Lui sgranò gli occhi, col fiatone.
-Tutto bene?- gli domandò.
-Sì, brutto sogno.- rispose lui, alzandosi lentamente.
-Ronald, svegliati!- gridò Hermione, facendo sobbalzare Ron. -Forza, tua madre ha detto che è pronta la colazione!-
Una volta vestiti e presi gli zaini, Harry, Jenny, Hermione, Ron, Ginny e i gemelli seguirono Arthur nel bosco che circondava la loro casa.
-Papà, ma dov’è che andiamo?- chiese Ron, sbadigliando.
-Buio totale, tenete il passo.- disse l’altro.
Proprio mentre si stava avventurando nella vegetazione, incrociarono un uomo con un grosso zaino, un berretto da golf e l’aria entusiasta. -Arthur, era ora ragazzo mio!-
-Scusa Amos, alcuni di noi hanno fatto fatica ad alzarsi.- commentò Arthur, riferendosi ovviamente ai due migliori amici. -Lui è Amos Diggory, ragazzi.-
Proprio in quell’istante, da un ramo dell’albero, saltò giù un ragazzo: era più grande di qualche anno, con una liscia chioma castana e una mascella quadrata.
-E questo giovanotto deve essere Cedric.-
-E’ carino.- mormorò Hermione a Jenny.
-Sì, niente male.- rispose lei, avvicinandosi per stringere la mano al suo compagno.- Ciao, mi ricordo di te, il cercatore di Tassorosso.-
-Esatto, molto piacere.- disse lui, facendole il bacia mano.
Jenny rimase molto sorpresa, ma si poteva vantare di essere ufficialmente impegnata.
Quando il sole sorse definitivamente, il gruppo arrivò in cima ad una collina.
Proprio sopra di essa, c’era una scarpa.
-Eccoci qui, siamo arrivati!- annunciò Arthur. -Bene, adesso aggrappatevi tutti!-
-Perché tutti intorno a quello stivale vecchio e lurido?- domandò Harry, stranito dalla cosa.
-Non è solo uno stivale vecchio e lurido.-
-E’ una passaporta.-
Dissero insieme i gemelli Weasley.
I fratelli Potter non sapevano cosa fosse, sapevano solo che tutti si stavano tenendo allo stivale e lo fecero anche loro.
Improvvisamente, si vibrarono in volo e il passaggio intorno a loro cambiò.
Si erano spostati di luogo in luogo grazie alla magia che racchiudeva quell’oggetto.
-Mollate ragazzi!- gridò Arthur.
Harry, Ron, Hermione e Jenny tolsero la presa e finirono con la schiena dritta sul terreno.
Per essere la prima volta che la usavano, non era andata poi così male.
Cedric, Amos e Arthur giunsero con un po' più di facilità, camminando in aria come fossero trapezisti di un circo.
Cedric aiutò Jenny ad alzarsi e così poté vedere dove erano atterrati.
C’era un enorme distesa di verde, con un centinaio di tende da campeggio e gente che svolazzava qua e là.
-Benvenuti alla coppa del mondo di Quidditch!-
In particolare, si sarebbe svolta l’importante partita Irlanda contro Bulgaria.
Il gruppo si divise e gli altri ragazzi seguirono Arthur fino ad una piccola tenda.
Jenny non aveva idea di come sarebbero centrati tutti, quando vi entrò però, la tenda si rivelò essere enorme quanto il piano di una casa.
Sia lei che Harry si guardarono intorno meravigliati.
-Incantesimo estensivo.- disse Hermione, sapendone a riguardo.
-Adoro la magia.- commentò Harry, sorridendo.
Quella stessa sera, si trasferirono nello stadio che si trovava a qualche metro più in là, dove si sarebbe svolta la partita.
Aveva almeno una decina di piani ed era piena di tribune, con i tifosi che avevano cappelli rossi per la Bulgaria e bandiere verdi per l’Irlanda.
La famigliola salì le scale per arrivare fino in cima.
-Accidenti papà, a che altezza siamo?- chiese Ron, mettendosi il cilindro rosso.
-Vedetela così.- intervenne Lucius Malfoy, dalla tribuna più in basso. -Se piovesse, sareste i primi a saperlo.- continuò, ridacchiando.
Vestito sempre col solito mantello dentro, la chioma pettinata e il bastone a forma di serpente.
Dietro di lui, Draco appariva decisamente come suo figlio, con completo nero elegante e i capelli biondi che svolazzavano per via del vento a quell’altezza.
-Io e mio figlio saremo nella tribuna del Ministro, per invito di Cornelius Caramel stesso.-
-Non c’è bisogno che ti vanti, papà.- sospirò Draco, roteando gli occhi.
Lucius lo guardò male e raggiunse il suo posto.
Mentre gli altri prendevano il loro, Jenny scese gli scalini per salutare Draco.
-Ehi.- le disse, sorridendo.
-Ciao, passata una buona estate?- gli chiese, rimanendo affascinata da come era vestito.
-Avrei preferito essere da tutt’altra parte, ma fortunatamente è quasi finita.- rispose lui, prendendole i fianchi.
-Mh e dove saresti voluto essere?-
-Non te lo posso dire, sei ancora piccola per sentire queste cose.- sussurrò l’altro, sfiorandole il naso col proprio. -Allora, per chi tifi? Rosso o verde?-
Jenny fece un ghigno divertito per la battuta e gli accarezzò il petto.- Mh, beh, a me piace tanto il nero.-
Draco ridacchiò e infine la baciò dolcemente sulle labbra, mentre Lucius Malfoy non la smetteva di osservarli.
-Mio padre ci sta fissando.- sospirò Draco, allontanandosi appena da lei.- Più tardi, quando si addormenta, cerco di sgattaiolare fuori e vengo da te.-
Jenny sentì un fremito ad udire quelle parole.- Ci conto.-
Si separò da lui e raggiunse gli amici ai piani alti.
Proprio in quel momento, stavano scendendo le squadre in campo.
Quando arrivarono gli irlandesi, i fuochi d’artificio formarono un simpatico gnometto verde in cielo, che si mise perfino a ballare.
Successivamente, ecco volare in campo i bulgari: il suo cercatore, fece un’acrobazia con la scopa e tutti lo acclamarono a gran voce.
-Quello chi è?- domandò Jenny, gridando per via del caos.
-Quello è Victor Krum: il più grande cercatore del mondo!- rispose Fred, agitando la bandiera verde.
-Benvenuti a tutti.- intervenne il Ministro, amplificando la sua voce con la bacchetta puntata al collo.- Sì, dico ad ognuno di voi, alla coppa del mondo di Quidditch. Che abbia inizio la partita!-
***
Ci furono grandi festeggiamenti dopo la vincita dell’Irlanda: anche dentro la tenda degli Weasley, i gemelli canticchiavano allegramente.
Ron però, aveva un solo idolo: Victor Krum.
-E’ più di un cercatore! E’ un artista!- esclamò, eccitato di averlo potuto vedere, quasi, da vicino.
-Secondo me ne sei innamorato.- commentò Jenny, udendo poi gli strilli acuti dei tifosi irlandesi.- Wow, gli irlandesi si stanno sfogando.-
Improvvisamente, Arthur entrò dentro la tenda con la fronte sudata e lo sguardo preoccupato.- Non sono gli irlandesi, ce ne dobbiamo andare, subito!-
Jenny non aveva capito cosa intendesse, fin che non uscì fuori: c’erano state varie esplosioni e la gente scappava via, spaventata da qualcosa.
-Restate uniti e tornare alla passaporta!- ordinò Arthur, estraendo la bacchetta.
Mentre cercavano di dirigersi allo stivale, Jenny vide chiaramente una decina di persone che si muovevano in gruppo, con un mantello nero e un cappuccio a punta.
Non si poteva dire se fossero uomini o donne, perché avevano delle maschere a forma di teschio che gli coprivano la faccia.
Soffermatosi ad osservargli, Jenny si guardò intorno e non vide più gli altri.
C’era fin troppo gente, quasi nemmeno si respirava.
Vicino a lei ci fu un esplosione che la fece sobbalzare e correre via, mentre le persone non smettevano di spintonarla.
Ad un certo punto, inciampò in un sasso e cadde, sbattendo con forza la nuca sull’asfalto.
Infine, svenne.
***
Riaprì lentamente gli occhi quando era tutto finito: era buio e gli incendi si stavano lentamente spegnendo.
Piano piano si rialzò e si stropicciò gli occhi, guardandosi intorno e non avendo idea di dove fosse.
Stringendo lo sguardo, però, vide un uomo in lontananza.
Camminava calciando tutto quello che si trovava davanti, fin che non si fermò e puntò la bacchetta in cielo.- Morsmordre!-
Grazie a quell’incantesimo, fra le nuvole apparve la figura di un teschio e dalla sua bocca ne usciva un serpente.
In quel momento si udì la voce di Ron ed Harry che la chiamavano incessantemente e così l’uomo scappò via.
Zoppicando, Jenny seguì le voci e ritrovò i suoi amici.
Con loro c’era anche Draco.
-Ti cerchiamo da una vita, ti credevamo dispersa.- commentò Ron.
-Scusate, mi sono persa e poi ho inciampato e sono caduta.- spiegò lei, abbracciando prima suo fratello e poi Draco. -Ma chi erano quelli?-
Draco aveva lo sguardo assente, come fosse rimasto spaventato e confuso.- Mangiamorte.-
Prima che potessero continuare a parlare, ecco teletrasportarsi degli uomini che presero a colpirli a suon di incantesimi.
I 5 si protessero l’un l’altro, abbassandosi per cercare di evitare le fatture.
-Fermi, quello è mio figlio!- esclamò Arthur, mettendo fine all’attacco. -Ragazzi, state bene?-
-Chi lo ha evocato?!- intervenne un uomo magrolino, con una bombetta in testa e dei baffetti grigi. -Siete stati scoperti sulla scena del reato!- continuò, puntando la bacchetta verso Draco, come se insinuasse che lui, Purosangue Serpeverde com’era, centrasse qualcosa con quella storia.
-Che vuole da me?- gli chiese, alzando il sopracciglio.
-Evocato cosa?- domandò Harry, con la cicatrice che gli bruciava.
-Quello è il Marchio Nero, Harry, il suo marchio.- spiegò Hermione.
Allora il ragazzo capì.- Voldemort: quelli erano i suoi seguaci.-
Capendo che quei ragazzi non erano un pericolo, gli altri uomini iniziarono a perlustrare il posto.
-Ah, c’era un uomo, prima.- disse Jenny.
-Un uomo Jenny, chi?- le chiese Arthur.
-Non lo so…Non l’ho visto in faccia.-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II. ***


Il giorno dopo, i 5 amici partirono con l’espresso per Hogwarts.
Jenny notò che Draco ancora non si era ripreso: continuava a guardare fuori, con aria interrogativa.
-Tutto bene?- gli chiese, avvicinandosi a lui, poggiato al vetro davanti alla cabina che dava sui binari. -Sembri preoccupato per qualcosa.-
-Sto bene, è solo che ho una strana sensazione: insomma, quando quei tipi hanno iniziato ad attaccare il campo, mio padre non era nella tenda.- rispose lui, accigliato.
La ragazza intuì cosa stesse pensando.- Credi che lui sia uno di loro?-
-Non lo so, ma potrebbe essere possibile. Ormai non mi stupisce più niente.-
In quel momento giunse la signora con il carrello dei dolci.- Qualcosa dal carrello cari?-
Harry si alzò, prendendo le monetine dalla tasca.- Un pacchetto di gomme bolle bollenti.- le disse e nello stesso momento, notò arrivare una ragazza carina, dai lunghi capelli neri.
-Due brioche di zucca per favore.-
Draco notò che Harry era rimasto imbambolato a guardarla e, quando se ne andò, gli sventolò una mano davanti agli occhi fissi.- Ehi, terra chiama Potter!- esclamò ridacchiando. -Perché non ci parli?- gli chiese, sedendosi in cabina.
-Oh, non la conosco, insomma, ci siamo solo visti in giro.- balbettò lui, arrossendo.
Jenny non lo aveva mai visto così timido: aveva decisamente una cotta per quella ragazza.- Beh, posso chiederle come si chiama e se le interessi.-
Harry la guardò male.- Certo, così scapperebbe subito.- commentò, grattandosi la cicatrice, che ancora gli dava fastidio.
-Ti fa male?- gli domandò Hermione.
-Sto bene.- rispose l’altro, alzando le spalle.
-Sirius vorrebbe essere informato: di quello che Jenny ha visto alla coppa del mondo e del sogno.-
Hermione aveva ragione: Harry scrisse una lettera diretta a Sirius e la consegnò nel becco di Edvige.
Verso sera, arrivarono ad Hogwarts e dopo aver messo le divise, si diressero nella sala grande.
Notarono che alcuni posti erano stati lasciati vuoti: che avrebbero avuto nuovi ospiti?
-Benvenuti, benvenuti ragazzi ad un altro anno ad Hogwarts.- esordì Silente, avvicinandosi come sempre al suo leggio. – Ora che ci siamo tutti sistemati, vorrei fare un annuncio: quest’anno, questa scuola non sarà solo la vostra casa, ma anche quella di alcuni ospiti molto speciali.- spiegò, mentre Gazza entrò nella sala, con una buffa corsetta. Sussurrò qualcosa al preside e poi tornò alla porta. -Hogwarts è stata scelta per ospitare un evento leggendario: il torneo tremaghi. Per quelli di voi che non lo sanno, il torneo chiama all’appello tre scuole, per una serie di competizioni di magia: da ogni scuola, un mago o una strega viene selezionato per careggiare.- continuò, mentre i gemelli Weasley ascoltavano affascinati. -Voglio essere chiaro: chi è scelto se la vedrà da solo e fidatevi se vi dico che queste tre prove non sono per i deboli di cuore, ma ne riparleremo. Per ora, diamo il benvenuto alle incantevoli signorine di Beauxbatons e alla loro preside: Madame Maxime.-
In quel momento, dalla porta, entrò un gruppo di ragazze vestite di azzurro, che fecero un balletto classico e per magia, fecero volare per aria piccole farfalle argentate.
Tutti i ragazzi si misero a fissarle a bocca aperta.
Erano più grandi di Jenny ed Hermione, tranne per una, ovvero una bambina che fece una piroetta, mentre Silente fece il bacia mano alla preside.
Una gigantessa anziana, truccata molto, con dei capelli rossi a caschetto.
-E ora, i nostri amici dal nord!- esclamò Albus.- Accogliete i fieri figli di Durmstrang e il loro preside: Igor Karkaroff!-
Jenny voltò lo sguardo verso la porta e vide entrare dei ragazzi con dei bastoni, che, battuti a terra, facevano scintille.
Dopo di loro, il preside, Igor Karkaroff, ovvero un uomo dalla barba nera lunga e una chioma di capelli dello stesso colore.
Accanto ad egli, con grande sorpresa di Ron, il cercatore più bravo del mondo.
-Accidenti è lui: Victor Krum!- esclamò Ron, con la pelle d’oca.
Igor e Silente si abbracciarono, come due vecchi amici, nel frattempo che tutti si fossero accomodati.
Però, ad un certo punto, in cielo iniziarono a cadere fulmini e saette, anche se nessuno si spiegava il perché.
Dall’angolo della stanza, vicino al tavolo dei professori, un uomo alzò la bacchetta verso il soffitto e lo fece tornare normale.
Si trattava di un misterioso uomo con capelli biondi, l’occhio sinistro di vetro e con una protesi al posto della gamba.
Si avvicinò a Silente e gli strinse la mano.- Questo stupido soffitto.- commentò egli, sedendosi insieme a loro.
-Quello è Alastor Moody.- disse Ron. -L’Auror.-
-Chi sono gli Auror?- domandò Jenny.
-Persone che lavorano al Ministero della magia per combattere le arti oscure. Molte celle di Azkaban sono piene grazie a lui, ma degli ultimi tempi è più svitato di un tappo.- spiegò l’amico.
Jenny lo osservò bere qualcosa da una fiaschetta e poi fare una smorfia strana.
Mentre stavano cenando, i fratelli Potter videro avvicinarsi al leggio lo stesso uomo visto alla coppa del mondo, il vecchietto che aveva ingiustamente incolpato Draco per aver evocato il marchio nero.
-Il signor Barty Crouch, in quanto giudice, ha un annuncio da fare riguardo al torneo tremaghi.- disse Silente.
-Dopo attente riflessioni, il Ministero ha concluso che per ragioni di incolumità, a nessun studente al di sotto dei 17 anni deve esser concessa la partecipazione al torneo tremaghi.-
Alcuni ragazzi iniziarono a borbottare che non fosse giusto, creando caos.
-Silenzio!- gridò Silente, facendo tacere tutti.
Poi, dal nulla, il preside fece apparire una meravigliosa coppa alta quanto lui.
All’interno si accese un caldo fuoco di colore blu.
-Il calice di fuoco.- disse Albus. -Chi intende partecipare al torneo, scriva il proprio nome su un pezzo di pergamena e lo getti nelle fiamme prima di giovedì sera. Da allora, il torneo tremaghi, è iniziato.-
***
Dato che Jenny aveva solo 14 anni e quindi avrebbe fatto da spettatrice, non si preoccupò molto del torneo, ma di seguire le lezioni.
Non le andava tanto a genio Moody, ma doveva farselo andare bene, perché si rivelò essere il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure.
La mattina dopo, infatti, tutti raggiunsero l’aula e presero posto.
-Non so se è più inquietante la gamba di metallo o le cicatrici che ha in viso.- esordì Draco, sedendosi accanto a lei.
-Secondo me l’occhio che si muove.- commentò Jenny, anche se non aveva affatto paura di lui.
Data la protesi d’acciaio, si sentiva chiaramente quando passava: la terra tremava e si udivano dei boati.
Si mise davanti alla lavagna e prese un gesso.- Alastor Moody.- disse, scrivendo il suo nome.- Ex Auror, contento del Ministero. Quando si parla di magia oscura, io credo in un approccio pratico.- continuò, scrutando tutti gli alunni con il suo occhio.- Chi sa dirmi quante sono le maledizioni senza perdono?-
A Draco non piaceva particolarmente quel tipo di argomento, ma ne sapeva qualcosa.- 3, signore.-
-E perché si chiamano così?-
-Perché sono imperdonabili.- rispose Draco. -L’uso di una di queste…-
-Ti procura un giro di sola andata per Azkaban, esatto!- concluse il professore.- Secondo il Ministero siete troppo giovani per sapere queste cose, non sono d’accordo! Dovete essere addestrati e preparati!- esclamò.- Weasley!-
Ron sobbalzò.- Sì?-
-In piedi!-
Il ragazzo si alzò dalla sedia un po' titubante.
-Qual è la prima maledizione senza perdono?- gli domandò.
-Mio padre me ne ha insegnata una.- balbettò egli. -La maledizione Imperius.-
-Certo, tuo padre la conosce bene quella, ha causato qualche problema al Ministero una volta e questo ve ne mostrerà la ragione!-
Moody si avvicinò alla propria scrivania dove, in delle piccole teche, teneva vari tipi di insetti.
Ne prese uno, in particolare un amblipigi, un insetto appartenente alla famiglia degli aracnidi: poteva sembrare un comune ragno, ma aveva più zampe e le chele più lunghe e sottili.
-Ciao, mio piccolo tesorino.- gli sussurrò, mettendoselo sulla mano e puntandogli contro la bacchetta.- Engorgio.- con quell’incantesimo, lo fece ingrandire di una misura in più.- Imperio.-
Successivamente, il professore fece muovere l’animaletto per la stanza, spostandolo a suo piacimento.- Molti maghi e streghe giurano di aver eseguito gli ordini di Voi sapete chi, perché sotto la maledizione imperio.- spiegò, riportando l’insetto nella sua mano. -Forza, un’altra?-
Nessuno però alzò la mano e Moody sospirò.- Signorina Potter, si avvicini prego.-
Sentendosi chiamare, Jenny lo raggiunse alla cattedra.
-La maledizione Cruciatus: particolarmente orrenda.- disse l’uomo, poggiando l’animale sul tavolo.- Crucio.-
Non appena Jenny voltò lo sguardo verso l’esserino, esso iniziò a fare versi di dolore, come se quell’incantesimo lo stesse facendo soffrire.
La ragazza non riusciva a guardare, era troppo orribile, ma non riusciva a fermarlo, come bloccata.
-La smetta!- esclamò Draco, sentendo tutto ciò che sentiva lei. -Non la vede che la far star male, la smetta!-
Allora il professore tolse la bacchetta, mettendo fine alla maledizione.
Prese poi il ragno e si diresse da Draco, mettendoglielo davanti. -Forse tu puoi dirci qual’ è l’ultima maledizione senza perdono, signor Malfoy.-
Draco era talmente disgustato che nemmeno lo guardò e scosse la nuca.
-Avada Kedavra!- recitò Moody, uccidendo definitivamente l’animale.- L’anatema che uccide. Si sa che solo una persona è sopravvissuta ad essa, ed è in questa stanza.- commentò, poggiando il suo occhio di vetro contro Harry.
Non appena la lezione fu finita, Jenny afferrò la sua borsa e corse fuori dall’aula, scendendo velocemente i gradini che portavano al corridoio.
Prese un bel respiro e cercò di dimenticarsi dell’accaduto: era stata la cosa più brutta che avesse mai visto.
-Jenny, stai bene?- le chiese una vocina alle sue spalle.
La ragazza si voltò e vide Neville, preoccupato per lei.
Gli sorrise appena.- Sì Neville, grazie.-
-Ti capisco sai? Tanto tempo fa, un Mangiamorte usò a maledizione cruciatus sui miei genitori.- balbettò lui.
-Cosa?- sussurrò Jenny, incredula.
-Stanno bene, insomma, almeno non sono morti, sono ricoverati in ospedale da quando ero piccolo.- spiegò, per poi dirigersi ad un’altra lezione.
-Aspetta Neville! Quando è successo?- gli domandò.
L’amico si voltò appena.- 31 ottobre 1981.-
La stessa data in cui erano morti James e Lily: non poteva essere solo una coincidenza.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III. ***


Giovedì pomeriggio, Jenny si diresse nella sala grande per ripassare Pozioni insieme a Draco ed Hermione.
Mentre scese le scale dell’ultimo piano, notò tre ragazze della sua casata, osservare le scale che portavano ai sotterranei.
Lavanda Brown e le due gemelle Calì e Padma, sembrava che stessero aspettando qualcuno, in maniera molto eccitata.
-Che cosa stiamo guardando?- domandò Jenny, affiancandole.
-Lui sta per salire, di solito va sempre a ripassare nella sala grande a quest’ora!- esclamò la biondina, Lavanda, saltellando su se stessa.
Da una parte Jenny si aspettava che si trattasse di un ragazzo.
-Lui chi?-
-Ma come lui chi?! Il più bello di tutta Hogwarts! Giuro che l’altra mattina mi ha guardata!- rispose Calì, la gemelle più magrolina.
Questo tipo doveva essere molto affascinante da come ne parlavano.
-Eccolo, arriva!-
Padma scalpitò quando un ragazzo, dalla divisa di Serpeverde, salì le scale.
Con una borsa di pelle sulla spalla, un colorito pallido e una chioma di capelli biondi che si sistemò con la mano prima di entrare, evitando completamente le 4 ragazze.
Draco, il suo Draco.
Jenny scoppiò a ridere sotto i baffi, mentre le compagne arrossirono e si sventolarono a vicenda.
Però, sotto sotto, iniziò anche a darle fastidio.- Scusa, ma come sapevi dove sarebbe stato?-
-Facile, l’ho seguito un po' e mi sono segnata tutto i suoi spostamenti.- rispose Lavanda, porgendole un quadernino.
Jenny non ci poteva credere: c’era appuntate davvero tutte le cose che Draco faceva durante la giornata.- Questo è inquietante.- commentò, alzando le sopracciglia.- Chi vi dice che non abbia una ragazza?-
A quel punto, le amiche si guardarono interrogative, come se non ci avessero mai pensato.
Scuotendo la testa ancora incredula, Jenny entrò dentro la sala grande e si sedette vicino a Draco.
-Ciao, non abbiamo più parlato dopo la lezione di Moody, stai bene?- le chiese.
Senza pensarci, Jenny gli prese le guance e lo baciò.
-Ehm, devo prenderlo come un sì?- balbettò l’altro, confuso.
Lei lo ignorò.- Sai, dovresti dire in giro che sono la tua ragazza.-
Draco ridacchiò.- Vuoi che faccia degli striscioni?-
Solo in quel momento Jenny osservò come era stato posizionato il calice di fuoco: la coppa stava al centro della stanza, con il fuoco blu che ardeva e intorno ad esso, una leggerissima nebbiolina come protezione.
Successivamente, entrò Cedric Diggory che, spinto dai suoi amici, gettò un pezzo di carta dentro il calice.
Lui era più grande e poteva permettersi di candidarsi al torneo.
Infine, fece un sorrisetto ed un occhiolino verso Jenny.
-Sì, dovrò decisamente fare degli striscioni.- borbottò Draco, tra se e se, notando il gesto del Tassorosso.
-Attenzione, attenzione, l’abbiamo fatta!- esclamò George, saltellando dentro insieme al suo gemello, con qualcosa in mano.
-E non funzionerà.- intervenne Hermione.
Fred e George si sedettero accanto a lei.
-Ah no? E perché no Granger?- domandò Fred.
-Vedete quella?- gli disse, indicando il tratto bianco che circondava il calice di fuoco.- E’ una linea dell’età e l’ha tracciata Albus Silente in persona.-
-E allora?-
-E allora.- sospirò la ragazza.- Un mago come Albus Silente non si farebbe imbrogliare da un trucco patetico, scemo e balordo come la pozione invecchiante.-
I gemelli volevano mettere il loro nome nella coppa, ma non erano abbastanza grandi e perciò si erano inventati una scappatoia.
Hermione però, non aveva tutti i torti.
-Per questo è così geniale: perché è patetico, scemo e balordo.- commentò Fred, per poi bere dalla fialetta insieme a George.
Fecero un salto all’interno del cerchio e non successe niente.
Tutti intorno iniziarono ad acclamarli, mentre misero il pezzo di pergamena nel fuoco.
D’improvviso, però, le fiamme uscirono dalla coppa e li attaccarono, scacciandoli via come mosche.
I fratelli si ritrovarono per terra, con i capelli bianchi e la barba lunga.
Gli alunni presenti presero a ridere, mentre i due si prendevano a botte, decidendo chi avesse commesso qualche errore.
Successivamente, tutto tacque.
Victor Krum entrò nella sala grande con il solito portamento distinto e il passo duro: mise il suo nome nel calice e voltò lo sguardo verso Hermione.
A quanto pareva, non solo Jenny aveva fatto colpo.
***
Quando si fu fatta sera, alunni e insegnanti si riunirono tutti insieme per la selezione dei tre campioni che avrebbero partecipato al torneo.
-Silenzio, per favore.- disse Silente, mentre tutti si accomodavano. -Siamo giunti al momento che tutti stavamo aspettando: la scelta dei campioni.-
In quell’istante, il fuoco blu del calice divenne rosso e lanciò per aria un bigliettino.
Silente lo afferrò per leggerlo.- Il campione di Durmstrang è: Victor Krum!-
Il ragazzo strinse il pugno, entusiasta e, dopo aver preso il suo foglio, si avviò fuori.
Poi, ecco uscire un altro nome.- Il campione di Beauxbatons è: Fleur Delacour!-
Fleur era una dolce ragazza dal viso angelico e i capelli biondi.
Jenny pensava che una come lei non fosse adatta a partecipare ad un torneo duro come quello.
-Combatterà con le farfalle?- commentò sotto voce.
Draco ridacchiò appena.- Cosa vorresti dire? Non va bene come campione?-
-Secondo me no: ci vorrebbe una ragazza forte, abile con gli incantesimi e coraggiosa.- rispose lei, quasi elogiandosi.
-Una come te?-
-Perché no?-
Infine, il fuoco lanciò un ultimo bigliettino.- Il campione di Hogwarts è: Cedric Diggory!-
Jenny applaudì: era contenta che il suo amico partecipasse, avrebbe sicuramente votato per lui.
-E così abbiamo i nostri tre campioni!- continuò Silente.- Ma poi, solo uno passerà alla storia, solo uno alzerà questo cratere della vittoria… La coppa tre Maghi!- esclamò, indicando una bellissima e luminosa coppa che Barty Crouch aveva in mano.
-Wow! Se potessi averla, la sbatterei dritta in faccia allo zio Vernon.- mormorò Jenny, con li occhi che le brillavano.
Fu in quel momento, che il calice si infiammò ancora.
Confuso, il preside vide volare un altro pezzo di pergamena, con un altro nome.
Nessuno se lo aspettava.
-Jennifer Potter.-
Jenny sgranò gli occhi.- Cosa? Ehi! Io scherzavo.- balbettò, nascondendosi tra la folla, mentre tutti la fissavano.
-Jennifer Potter!- esclamò Silente.
-Coraggio Jenny, va!- le disse Hermione, spingendola verso Silente.
Jenny non aveva idea di cosa fosse successo: non aveva messo lei il proprio nome nel calice, era troppo piccola per superare la linea dell’età.
Prese il proprio nome e raggiunse Victor, Fleur e Cedric di fuori, con la porta che le si chiudeva alle spalle.
-Jenny? Che hai fatto?- le domandò Cedric.
-Non lo so Cedric, non sono stata io.- rispose lei.
Improvvisamente, la grande porta di legno si aprì e Jenny vide correre verso di se Silente, seguito da Barty Crouch, Piton, Malocchio Moody, Madame Maxime, Karkaroff e la McGranitt.
-Jenny, hai messo il tuo nome nel calice di fuoco?!- le chiese il preside.
-No signore!-
-Lo hai fatto fare ad uno studente più grande di te?!-
-No signore!-
-Ne sei assolutamente sicura?!-
-Si signore!-
-Sta mentendo, è chiaro.- intervenne la gigantessa, con accendo francese.
-Un corno! Il calice di fuoco è una reliquia antichissima, solo un incantesimo confundus di potenza eccezionale avrebbe potuto aggirarlo. Magie al di là di una studentessa del quarto anno.- aggiunse Malocchio.
-Vedo che l’ha studiata bene, Malocchio.- gli disse Karkaroff, accusandolo.
-Una volta era mio compito pensare come i maghi oscuri Karkaroff, magari te lo ricordi.- continuò l’altro, riferendosi ai tempi in cui era Auror.
-Questo non ci porta ad una soluzione!- esclamò Albus.- Barty, lascio a te la decisione.-
-Qui è in gioco la vita di due ragazzi.- sussurrò Minerva e aveva ragione: semmai le prove fossero state talmente pericolose da rischiare la vita, anche Draco ci avrebbe rimesso.
-Il patto con il calice di fuoco è vincolante. La signorina Potter non ha scelta.- rispose l’uomo. -Lei è da stasera, un campione tremaghi.-
Ignara di cosa l’aspettasse, Jenny tornò al dormitorio con lo sguardo basso, senza parlare con nessuno, cercando di pensare a chi potesse averle fatto una cosa del genere.
Mentre superò il quadro della Signora Grassa, suo fratello l’affiancò.
-Come hai fatto?- le chiese, aggrottando le sopracciglia.- Lascia stare.-
Jenny non sapeva cosa intendesse.- Scusami?-
-Credo seriamente che tu voglia metterti in mostra. Sai Jenny, i genitori non sono morti solo a te.- continuò lui, arrabbiato.
-Ma di che diamine stai parlando?-
-Vorrei solo che me lo avessi detto.-
La ragazza sbuffò, infastidita dal suo comportamento.- Non ho messo io il mio nome in quel calice, io non voglio la gloria eterna, te la puoi tenere, signor Harry Potter, io non ci faccio niente.- spiegò, dandogli una leggera spintarella. -Non so cosa sia successo stasera, ma è successo, chiaro?-
-Mi hai rotto.- borbottò Harry, salendo in camera.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV. ***


Il giorno dopo, Jenny decise di andare a parlare con Silente: non aveva intenzione di partecipare, non per paura, ma perché aveva poca preparazione per delle gare come quelle.
Prima di bussare alla porta, lo sentì parlare insieme alla McGranitt e Piton.
-Da quant’è che ti pieghi al Ministero?- domandò Minerva.
-Hai sentito Barty, le regole sono chiare.- ribatté Silente.
-Al diavolo Barty e le sue regole! Insomma, Jenny è una ragazzina, non un pezzo di carne. Prima il marchio nero, ora questo.-
-Se posso, signor preside.- esordì Piton. -Per capire al meglio queste vicende, potremmo lasciare semplicemente che si sviluppino.-
-Cosa? Non fare nulla?-
-Concordo.- rispose Silente. -Con Severus.-
-Grazie Severus, ti voglio bene anche io.- commentò la ragazza, andandosene.
A quel punto, Jenny rinunciò: l’avrebbero costretta a partecipare.
Raggiunse una delle sponde del lago nero, a piedi, dove si doveva incontrare con Draco per dirgli dell’accaduto.
-Allora?- le domandò, seduto su una corteccia d’albero; c’era anche Neville.
-Allora niente, hanno intenzione di farmi gareggiare comunque. Neanche loro sanno cosa sta succedendo.- rispose Jenny, sedendosi accanto a lui e notando Neville che leggeva un libro abbastanza vecchio.- Ciao Neville, cos’è quello?-
-Guida all’erbologia, me lo ha prestato Moody, sapeva che mi piaceva quella materia.- rispose egli, agitando poi la mano in direzione delle spalle di Jenny.
La ragazza si voltò e vide arrivare Harry, Ron ed Hermione.
-Perfetto, ci mancavano Qui, Quo e Qua.- borbottò, mentre Draco ridacchiava in silenzio.
Harry ed Hermione si sussurrarono qualcosa e poi la ragazza le si avvicinò.- Harry vorrebbe che io ti dicessi, che Seamus gli ha detto, che a Dean è stato da Calì che Hagrid vi sta cercando.-
Jenny fece una risatina infastidita.- Cioè adesso si rifiuta anche di parlarmi? Bene!- rispose, incrociando le braccia.- Puoi dire a mio fratello, che lo ringrazio del suobel sciogli lingua e chiedigli se lo ha inventato mentre si concentrava con il suo bel ciuccio da poppante, perché è così che si sta comportando.-
Hermione tornò verso Harry, che le disse qualcosa all’orecchio.
-Ha detto no comment.- continuò Hermione, sospirando per la situazione.
-Puoi dirgli, allora che lo cancello definitivamente come fratello!- esclamò Jenny.
-Non sono il tu gufo!- esclamò Hermione, andandosene via.
Così, dopo cena, Jenny e Draco presero il mantello dell’invisibilità ed andarono da Hagrid.
Il gigante li condusse nella foresta proibita e il ragazzo notò subito che aveva qualcosa di diverso.
-A che serve quello?- gli domandò, riferendosi al fiore che aveva nel taschino della giacca.- Hagrid, ti sei pettinato i capelli!- esclamò, osservando che aveva del gel nei capelli.
-Dovresti farlo anche tu, ogni tanto.- ribatté l’altro.
A quel punto si udì una voce femminile in lontananza.
-Il mantello, mettete il mantello!-
Jenny circondò entrambi con il mantello e silenziosamente lo seguì.
Madame Maxime venne fuori dai cespugli.- Oh Hagrid, cosa facciamo qui? Quando mi hai parlato sembravi così euforico.- gli disse, baciandolo sulla guancia.
-Ohw, che carini.- commentò Jenny.
Draco, invece, fece una linguaccia di disgusto.- Che schifo.-
-Rimarrai contenta.- le rispose Hagrid, conducendola fino ad uno spazio privo di alberi, dove degli uomini cercavano di badare a delle bestie dentro delle gabbie.
Ad un certo punto, quella creatura sputò fuoco.
Era proprio un enorme drago.
-Ce magnifique!- esclamò la donna, avvicinandosi lentamente.
Fu allora che Draco capì e quando Madame Maxime fu abbastanza lontana, fece capolino da sotto il mantello. -Draghi! E’ questa la prima prova! Tu scherzi?!-
Jenny si tolse l’indumento ed osservò come nemmeno 5 uomini riuscivano a dominare l’animale.
-Avanti Draco, sono creature incomprese da tutte. La state prendendo meglio di Harry, il tuo fratellino è quasi svenuto quando li ha visti.- continuò Hagrid.
-Harry?- intervenne Jenny, sorpresa.- Harry è stato qui?-
-Certo, non te l’ho ha detto?-
La ragazza digrignò di denti.- No, niente, non mi ha detto niente.-
***
La mattina successiva, i 4 campioni erano stati chiamati per esser intervistati da una giornalista che scriveva per la Gazzetta del Profeta, in particolare, nello spazio Io, me stessa e me.
La donna aveva uno stretto vestito verde acceso, un bel po' di trucco in faccia, dei ricciolini biondi, un paio di occhiali e una penna piena di piume che la seguiva con un taccuino e scriveva tutto ciò che diceva.
 -Ma che quartetto carismatico.- commentò, mentre Cedric, Jenny, Fleur e Victor vennero fotografati. -Salve: mi chiamo Rita Skeeter e scrivo per la Gazzetta del Profeta.- si presentò, stringendo le mani a tutti.- Ma questo ovviamente lo sapete già, siete voi che noi non conosciamo. Siete la notizia succulenta.-
Cedric e Jenny sorrisero sotto i baffi per via dell’innato egocentrismo di quella donna.
-Da chi cominciamo?- domandò, scrutandoli tutti.- Dalla più giovane, carne fresca!- esclamò, acchiappando Jenny per il mantello.
La condusse fino al magazzino delle scope e la fece sedere su uno sgabello.
-Allora, Jennifer Potter…-
-Jenny, per favore.- la corresse lei.
-Una ragazza di appena 12…-
-Ne ho 14…-
-Che si iscrive ad un torneo così pericoloso…-
-No, non mi sono iscritta.-
-Certo.- continuò, facendole un occhiolino.- Tutti hanno dei momenti ribelli, Jenny. Credi che i tuoi genitori, se fossero vivi, proverebbero orgoglio o ansietà?-
-Non lo so: mio padre credo che sarebbe orgoglioso, era uno alla quale piaceva mettersi nei guai.-
-E secondo te cosa farebbe tuo fratello se fosse al tuo posto?-
Jenny la trovò una domanda strana.- Come scusi?-
-Insomma, il grande Harry Potter, colui che sconfitto Tu sai chi, secondo te affronterebbe queste prove in un battito di ciglia?-
La ragazza capì subito che non avrebbero parlato di lei, ma di suo fratello.
-Se proprio lo vuole sapere, mio fratello è un pallone gonfiato. Le basta?- commentò, per poi alzarsi indignata, dare un calcio allo sgabello e andarsene.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V. ***


Mancava un giorno esatto alla prima prova e Jenny non aveva idea di come affrontare il proprio drago.
Tuttavia, Moody l’aveva chiamata nel suo ufficio per discuterne.
In giro si continuava a borbottare che lei avesse imbrogliato e che non si meritava di partecipare.
In più, la gente votava per Cedric.
Nel cortile, Jenny incrociò Harry insieme a Seamus: era pronta a dirgliene quattro.
Non solo l’accusava di aver fatto una cosa talmente sciocca come mettere il proprio nome nel calice di fuoco, ma non la stava nemmeno aiutando.
-Sei proprio un imbecille, lo sai?- gli disse, fermandosi davanti a lui.
-Io? Ma per favore! Sta alla larga da me!- ribatté l’altro, superandola.
Jenny alzò gli occhi al cielo.- Certo, ci vediamo nel dormitorio che condividiamo, idiota!- esclamò, quando incrociò Cedric: nonostante fosse suo avversario, le sembrò giusto avvertirlo riguardo a cosa avrebbero affrontato.
Si intromise nel suo gruppetto di amici.- Posso parlarti?- gli chiese, ignorando di come gli altri la guardavano male.
Così, si misero in un angolo del corridoio.
-Draghi, è questa la prima prova. Ne hanno per ognuno di noi.- gli sussurrò. -Volevo avvertirti.-
Cedric annuì, non sembrava spaventato nemmeno un po'.- Grazie.- rispose, sorridendole appena. -Ah, ho detto in giro di smetterla di prenderti in giro.-
Jenny la trovò una cosa carina da parte sua.- Grazie Ced.-
Subito dopo, andò nell’ufficio del professor Moody e lo trovò nel corridoio.
Il professore entrò con lei, con dei compiti in mano: sembrava affaticato e si sedette alla scrivania, togliendosi la protesi in ferro.
In quell’istante, un baule nero e con una decina di serrature, posto in un angolo della stanza, prese a tremare, facendola sobbalzare.
-Neanche te lo dico cosa c’è lì dentro, non mi crederesti.- commentò, prendendo carta e penna.- Allora, cosa hai intenzione di fare con il tuo drago?-
Jenny sospirò e scosse la testa: non ne aveva idea.
-Avanti, Potter.- continuò lui, avvicinandosi con il busto a lei.- Quali sono le tue capacità?-
-Non lo so, insomma, sono discreta con il volo, brava a dare mazzate.- balbettò lei. -Ma non mi è concessa una scopa.-
-Ti è concessa….Una bacchetta.-
***
Ai 4 campioni era stata costruita una tenda e data ad ognuna di loro una tuta compresa di felpa con scritto il loro cognome.
La prova si sarebbe svolta in un piccolo stadio rotondo, con delle tribune.
Jenny si legò i capelli e mise dei guanti neri in pelle, per proteggere le mani, quando udì un sussurro all’entrata che la chiamava.
Si avvicinò con l’orecchio e riconobbe la voce.
-Jenny, ci sei?- le chiese Draco, con tono preoccupato.
-Sì.- rispose lei, prendendo un bel respiro.
-L’importante è concentrarsi, poi devi solo…-
-Battere il drago…-
Draco sospirò e scansò la tenda velocemente per abbracciarla.
Tutto ciò venne interrotto dallo scatto di una fotocamera.
-Un giovane amore!- esclamò Rita Skeeter, avvicinandosi con il suo taccuino.- Com’è emozionante! Se oggi le cose andranno tragicamente, voi potreste perfino finire in prima pagina!-
-Lei non ha niente a che fare qui.- intervenne Cedric.- Questa tenda è per campioni e amici.-
-Oh, non ti preoccupare.- continuò la donna, scattandogli una foto.- Avevamo quello che volevamo.-
Fu in quel momento che Silente entrò nel tendone.- Buon pomeriggio campioni. Riunitevi tutti qui: il momento è arrivato.- disse, mentre Credic, Jenny, Victor e Fleur si misero in cerchio vicino al preside. Silente notò anche Draco.- Cosa fai qui, signor Malfoy?-
-Mi scusi, signore.- balbettò imbarazzato l’altro.- Vado a morir- ehm, volevo dire, vado fuori.-
Barty Crouch si avvicinò a Fleur con un sacchetto in mano.- Signorina Delacour, prima lei.-
La francesina mise una mano all’interno e ne uscì con un piccolo drago in miniatura, dalla pelle verde.
-Il gallese verde.-
Victor fece lo stesso.
-II petardo cinese, molto bene.-
Cedric infilò le dita, estraendo il penultimo drago.
-Grugno corto svedese.-
Infine, il drago di Jenny si rivelò con una fila di squame appuntite su tutto il dorso, fino alla coda.
-L’ungaro spinato.-
Lo stesso drago che aveva visto con Hagrid nella foresta.
-Questi rappresentano 4 draghi in carne e ossa alla quale è stato dato un compito: un uovo d’oro da proteggere.- spiegò il giudice.- Il vostro compito è semplice: prendere l’uovo. Dovete fare questo perché ogni uovo contiene un indizio senza la quale non potete sperare di passare alla prova successiva.-
Jenny dovette aspettare che Cedric, Fleur e Victor avessero completato le loro prove, poiché lei era l’ultima.
Prese un bel respiro e si avviò al campo: era rotondo e fatto interamente di rocce appuntite.
Si appellò a tutto il suo coraggio: doveva dimostrare di essere all’altezza di suo fratello.
Quando alzò lo sguardo, notò che tutti i suoi amici di Grifondoro avevano disegnato degli striscioni col suo nome e questo la fece sorridere, dandole energia.
Si guardò intorno: del drago nessuna traccia, mentre l’uovo lo vide chiaramente.
Era proprio d’oro e in cima aveva un’apertura.
Si diresse lentamente verso di esso, però un’enorme coda appuntita si mise tra lei e l’uovo.
Il drago era sopra la sua testa, legato ad una catena.
Stava per sputare fuoco, così Jenny si nascose dietro una grossa roccia.
-La bacchetta Jenny! La bacchetta!- le urlò Hermione, dagli spalti.
Aveva ragione: Jenny non sapeva che incantesimi utilizzare in quel momento, ma poteva sempre attirare a se la sua scopa.
Perciò la estrasse dalla tasca e la puntò in alto.- Accio Firebolt!-
La scopa più veloce del mondo arrivò in un’istante, rimanendo a mezz’aria nel campo.
-Avanti Jenny, puoi farcela.- sussurrò, tra se e se. -E’ solo un drago.-
Fece capolino da dietro la roccia, vedendo lo spinato sputarle ancora fiamme contro.
La ragazza sentì la roccia alle spalle surriscaldarsi.
-Un enorme, gigantesco, furioso drago.-
Senza pensarci troppo, Jenny saltò su un altro sasso e si aggrappò alla scopa, salendoci contro prima che l’animale potesse attaccarla di nuovo.
Dagli spalti l’applaudirono, mentre volò intorno al campo, cercando di sfuggire al drago.
Però, improvvisamente, la catena che lo teneva si spezzò.
-Perché sempre a me?-
Jenny volò via di lì e lo spinato la inseguì verso il castello.
Aprì la bocca e per poco non le incendiò la scopa.
Lo aveva alle calcagna: doveva inventarsi qualcosa e alla svelta.
Notò poi, poco più in là, un arco di pietra stretto e alto ed ebbe un’idea.
-Vediamo quanto sei grande e grosso.-
Si diresse proprio in quella direzione: lei, piccola com’era, riuscì ad attraversarlo senza problemi, invece, il drago, ci andò a sbattere contro, perdendo l’equilibrio con l’ala destra.
Per via di quello scontro, cadde a terra, ferito.
Così, Jenny tornò verso il campo e, senza problemi, afferrò l’uovo d’oro.
Ce l’aveva fatta.
***
Lei e tutti i suoi amici Grifondoro festeggiarono quella stessa sera, nella sala grande.
Con la tuta mezza bruciacchiata, Fred e George la sollevarono sulle proprie spalle, mentre tutti gli altri applaudivano.
-Potevi rimetterci una gamba.-
-O un braccio.-
-Ma tutto il pacchetto?! Mai!-
Esclamarono saltellando.
Draco li osservò con un sopracciglio alzato.- Le stanno davvero mettendo le spalle sotto il sedere?-
Hermione ridacchiò.- Avanti Draco, festeggia. Siete vivi.-
-Forza Jenny, qual è l’indizio?- intervenne Seamus, passandole l’uovo d’oro.
Jenny scese dalle spalle dei gemelli e aprì l’oggetto.
Ne uscì un acuto strillo insopportabile, che la costrinse a richiuderlo.
-Santo cielo! Ma cos’era?- domandò Harry.
La sorella non si aspettava che venisse ai propri festeggiamenti.
-Ragazzi, fate largo, affari di famiglia!- disse Draco, facendo andare via tutti.
Harry le si avvicinò a sguardo basso.- Non sei così sciocca da mettere il tuo nome del calice di fuoco.-
-Ci sei arrivato.- rispose lei, alzando le spalle.- Ci hai messo un po'.-
-Lo dicevano anche tutti gli altri alle tue spalle.- continuò Harry. -Comunque, mi dispiace, ho avuto paura per te.-
Nonostante tutto, Harry era pur sempre suo fratello.
Gli sorrise e lo abbracciò.- Ti voglio bene, idiota.-
Harry la strinse a se.- Anche io.-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI. ***


Il giorno dopo, a colazione, arrivarono i gufi con la posta.
Edvige lasciò cadere dalle zampette una lettera per Harry.
-E’ Sirius.- sussurrò a Jenny, per non farsi sentire: dopotutto il loro padrino era ancora un ricercato. -Dice di volerci parlare sabato sera, a mezzanotte, al dormitorio di Grifondoro.-
-Non ci credo, sentite qua!- esclamò Draco, aprendo la Gazzetta del Profeta. -La signorina Potter, ragazza dolce, ma ambiziosa, sembra aver un particolare piacere verso i maghi Purosangue, soprattutto verso il Tassorosso Cedric Diggory. Non sappiamo come il signor Malfoy si riprenderà da quest’ultima batosta sentimentale.-
Jenny scosse la testa ridacchiando per quelle stupide parole.- Beh, volevamo farlo sapere a tutti, no?-
-Ci ho messo 4 anni!- gridò Lavanda Brown, lanciandole il suo quadernino dentro il piatto.- 4 anni per seguire i suoi spostamenti e tutto il resto!- continuò, per poi scappare via piangendo.
-E queste sono le conseguenze.- commentò Jenny, togliendo il libricino bagnato di latte.
-Chi era quella?- domandò Draco, leggermente scioccato.
-Una tua grandissima fan.- rispose lei, porgendogli l’oggetto.
Draco lo pulì con un fazzoletto e lo aprì, rimanendo sbalordito.- Questo è inquietante.-
-E’ quello che ho pensato anche io.-
In quel momento, giunse Colin, con una scatola impacchettata che porse a Ron.- Un pacco per te signor Weasley.-
-Grazie Colin.- gli disse Ron, poggiandolo sul tavolo, ma il ragazzo non voleva sapere di andarsene e rimase a fissare Jenny.- Non ora Colin, più tardi.- gli mormorò, spingendolo via.
Hermione guardò l’amico come a chiedergli cosa stesse succedendo.
-Gli ho promesso l’autografo di Jenny.- disse Ron, aprendo il pacco. Si trattava di una camicia e una giacca pesante arancione, piuttosto strana.- Mamma mi ha mandato un vestito.- continuò e con una smorfia disgustata, raggiunse la sorella.- Ginny, questo deve essere per te.-
-Io quello non lo metto, è orrendo.- gli disse Ginny.
Hermione scoppiò a ridere.- Quello non è per Ginny, è per te. Abito da cerimonia.-
-Abito da cerimonia? Per cosa?-
***
Proprio quella stessa mattina, gli allievi di Grifondoro e Serpeverde vennero chiamati a partecipare ad una riunione in un’aula al quarto piano.
Jenny si chiese cosa avrebbero fatto e trovò Piton sulla soglia della porta.- Ehi Sev, che succede qui?- gli domandò.
-Qualcosa della quale non ho piacere di assistervi.- rispose Severus, senza alcuna espressione.- Ma purtroppo, è mio dovere.-
Ai due lati della stanza erano state posizionate delle file di sedie dove, a sinistra, si stavano sedendo tutte le ragazze e a destra, tutti i ragazzi.
Perciò Jenny si sedette accanto ad Hermione, con Lavanda che ancora la squadrava male.
Al centro, invece, c’era Gazza insieme alla sua gatta e un grammofono.
Giunse anche la professoressa McGranitt, in uno dei suoi soliti abiti verdi.
-Il ballo del Ceppo è una tradizione del torneo tremaghi, fin da quando ha avuto inizio.- esordì la donna.
Si trattava di un ballo quindi, ma Jenny non sapeva ballare.
-La sera della vigilia di Natale, noi e i nostri ospiti, ci riuniremo nella sala grande per una serata di ben educate frivolezze.- continuò Minerva. -Come rappresentanti della scuola che ospita, mi aspetto che ciascuno di voi parta con il piede giusto. E intendo in maniera letterale perché, nel ballo del ceppo, innanzitutto e soprattutto, si danza.-
In quel momento si creo brusio tra i ragazzi: chi lo trovava una cosa stupida e chi già si preoccupava di cosa avrebbe indossato.
-Silenzio per favore!- esclamò la professoressa. -L’astio tra le casate di Grifondoro e Serpeverde, più di altre, è famoso da decine di secoli, ma in questa serata, non vi permetterò di comportarvi come balbettante bambocciona banda di babbuini. Danzare è lasciare che il corpo respiri: dentro ogni ragazza c’è un cigno assopito, ansioso di liberarsi e di spiccare il volo. Dentro ogni ragazzo, un superbo leone pronto a balzare.- spiegò ella.- Passo a spiegare: signor Malfoy, ci vuole fare l’onore?-
Draco annuì e si alzò, mentre Gazza mise della musica lenta.
La professoressa e il ragazzo sembravano d’accordo.
Draco si diresse verso la parte delle ragazze, in particolare verso Jenny e, sorridendole, gli offrì la mano.
Le guance di Jenny si fecero tutte rosse.- Cosa? Non so ballare.- gli sussurrò.
-Fidati di me.- gli disse lui, facendole un occhiolino.
Allora lei prese la sua mano e i due si misero al centro della stanza, con tutti che li fissavano.
Draco gli mise la mano sinistra sul proprio fianco e unì la destra alla sua, all’altezza delle loro teste.
Jenny notò che tutti la stavano guardando e non le piaceva affatto.- Finito questa cosa, ti strozzo.- mormorò, stringendo i denti.
-Strozzeresti te stessa.-
Lei sorrise per non far capire agli altri che era in realtà arrabbiata.- Ne sarà valsa la pena.-
-Lascia che ti guidi io.-
Di scatto, Draco le fece fare una piroetta su se stessa, facendola tornare in posizione, ma con le spalle volte verso di lui.
Jenny si ritrovò con la testa che le girava, ma non era stato poi così tanto male.- Dove hai imparato?-
-A casa organizziamo molte cerimonie.- rispose lui, afferrandole la mano e facendola girare di nuovo, però stavolta, due volte, con leggiadria.
-E’ esattamente questo che intendevo.- commentò la McGranitt, facendo un piccolo applauso, come commossa.
Jenny continuò a volteggiare senza controllo, fin che Draco non le prese i fianchi, fermandola dritto davanti a se.
Infine, poggiò la fronte sulla sua e le sorrise.
La ragazza lo guardò col fiatone e non poté resistere al suo affascinante charme.
-Complimenti, strabiliante!- esclamò la donna, mentre tutti applaudivano.
Alla fine della riunione, Jenny fu costretta ad uscire in cortile per prendere una boccata d’aria: gli ormoni le erano praticamente impazziti.
Draco le apparve da dietro, abbracciandola.- Sono stato bravo?-
Jenny roteò gli occhi, troppo orgogliosa per ammetterlo.- Dimmi, Draco Malfoy, come fai a far giare la testa alle donne?-
-Mh, state dicendo che siete pazza di me, signorina Potter?-
La ragazza si morse un labbro, fissando le sue.- Forse.-
Così, Draco le prese il viso fra le mani e la baciò intensamente.
Non lo aveva mai detto apertamente, ma anche lui era innamorato, forse molto più di lei.
-Potreste accoppiarvi da un’altra parte?- intervenne Harry, con sguardo disgustato.
I due scoppiarono a ridere e raggiunsero la sala grande per la cena.
***
Jenny non era ancora riuscita a capire quale fosse l’indizio nascosto dentro l’uovo d’oro, ma non sembrava l’unica ad avere cose della quale non era riuscita a venirne a capo.
-Perché vi muovete sempre in branco? Come si becca una da sola per invitarla?- borbottò Harry, mentre tornavano al dormitorio.
-Sei Harry Potter, chi non ci verrebbe con te? Dovresti trovare solo un po' di coraggio e buttarti.- rispose la sorella, divertita.
-Jenny!-
La ragazza si voltò e vide Cho Chang venirle in contro con un libricino: proprio la ragazza che piaceva ad Harry.- Io e altre ragazze stiamo cucendo dei vestiti per chi non se lo possono permettere. Probabilmente tu lo avrai, un vestito, ma se vuoi passa.- le disse.
-In realtà no, non ne ho uno.- rispose Jenny, annuendo.
-Ciao Harry.- continuò l’altra, mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridendo al ragazzo.
-Oh, ciao Cho.- balbettò Harry, arrossendo. -Hai cenato bene al mangiare? Ehm, volevo dire, hai mangiato bene a cena?-
Jenny si mise una mano davanti agli occhi, imbarazzata per il fratello.
-Sì, Harry, grazie.-
-Bene, ci vediamo in giro.- la salutò, con un enorme sorriso.
-Sei senza speranza.- commentò Jenny, dandogli una pacca sulla spalla.
-Non troverò mai il coraggio di invitarla.-
Non appena varcato il quadro, i due fratelli trovarono Neville, nella sala che, con pigiama e scarpe nere lucide, si allenava a ballare.
-Scusami, vado a vomitare.- le sussurrò Harry, salendo in camera.
Jenny ridacchiò, anche se il ragazzo non era poi tanto male: se voleva partecipare a quel ballo, doveva imparare a ballare.
-Ehi Neville, ti andrebbe di darmi delle lezioni?-
***
L’indomani, Jenny si ritrovò a passeggiare per il cortile con l’uovo in mano ed Hermione: nemmeno lei sapeva come scoprire il famoso indizio.
-Jenny, credevo che avessi risolto la faccenda dell’uovo giorni fa.- commentò Hermione.
-In realtà no, non sono così intelligente come credi.- le disse Jenny. -Cosa dovrei fare? Portarlo alla gallina magica?-
-Queste prove sono fatte per valutarvi, sono quasi crudeli. Ce l’hai fatta col drago solo grazie al tuo sangue freddo, non se ti basterà questa volta.-
Jenny sospirò.- Grazie per l’aiuto.-
Fu in quel momento che apparse Cedric.- Ciao Jenny, possiamo parlare?- le domandò.
Jenny annuì ed Hermione si fece da parte.
-Mi chiedevo: hai già qualcuno per il ballo?-
Innanzitutto, Jenny si stupì che un ragazzo più grande e carino come Cedric glielo stesse chiedendo.
Poi però, iniziò a pensare che, probabilmente, un tipo alla mano come lui avrebbe potuto già risolvere con l’uovo.
Era un’occasione per farselo dire.
-No e tu? Vogliamo andarci insieme?-
-Mi farebbe molto piacere.- rispose lui, sorridendole.
-Perfetto!-
Il piano di Jenny era quasi geniale, peccato che si fosse dimenticata di Draco.
Nel pomeriggio, Cho le cucì addosso un leggero vestito color panna, con una gonna lunga che stringeva sui fianchi e delle spalline in pizzo.
Jenny sapeva che suo fratello voleva andare al ballo con lei, aveva bisogno solo di una spintarella.
Perciò, aveva fatto chiamare Harry per farlo venire lì e aveva detto a Cho che egli avrebbe voluto parlarle.
-Ciao Jen, perché mi hai chiamato?- le domandò, mentre lei si rivestiva.
-Ciao Harry, ti ho fatto venire perché dovevi chiedere quella cosa a Cho, vero?-
Harry non aveva idea di cosa stesse parlando, fin che Jenny non indicò la ragazza, facendo il gesto del ballare.
-Oh, ma certo!- esclamò Harry, intuendo tutto.- Cho, mi chiedevo, ecco se…-
Harry lo disse talmente veloce che la povera ragazza non capì nulla.- Come scusa? Non ho afferrato.-
Allora il ragazzo prese un bel respiro.- Mi chiedevo se volevi venire al ballo con me.-
-Oh, mi dispiace tanto Harry, ma me lo ha già chiesto un altro.- rispose l’altra, storcendo la bocca.
Jenny notò che il fratello era quasi sull’orlo di piangere.
-Non fa niente, tranquilla.- ripeté più volte, camminando all’indietro per uscire di lì.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII. ***


Dopo aver riposto il vestito nell’armadio e aver fatto un paio di lezioni insieme a Neville, andò nella sala grande per un importante compito di pozioni.
Nonostante dovessero concentrarsi, i 5 amici non facevano che parlare del ballo.
-L’amore fa schifo.- commentò Harry, scrivendo il proprio nome sul compito.
-Mi spiace Harry.- le disse Jenny, sedendosi davanti a lui sulla panca.
-Saremo gli unici a non avere nessuno.- intervenne Ron, mentre il professor Piton gli diede uno schiaffo sulla nuca per farlo tacere. -Beh, noi e Neville…- sussurrò, ridacchiando.
In realtà, Neville aveva rivelato a Jenny che ci sarebbe andato con Ginny.- Vi interesserà sapere che Neville ha già una ragazza.-
-Ah.-
-Ehi Hermione, tu sei una ragazza?- domandò Ron all’amica accanto a se.
-Però, che occhio.- rispose l’altra.
-Vieni con uno di noi?-
Ecco arrivare Piton con l’ennesimo ceffone.
-Insomma, per un ragazza andarci da sola è triste.-
Hermione prese a guardarlo male, terminando in un attimo il suo compito.- Che tu ci creda o no qualcuno mi ha invitata.- gli disse, alzandosi per consegnarlo al professore.- E io ho detto di sì!- esclamò, andandosene con rabbia.
-Miseriaccia, sta mentendo vero?- chiese a Jenny.
Hermione non aveva parlato con lei dell’argomento, perciò scosse la testa.
-Noi ci andiamo insieme vero?- intervenne Draco.
Jenny si era completamente dimenticato di averlo chiesto a Cedric e fece una smorfia.- Ehm…-
-Cosa? Te lo ha chiesto un altro?!-
-Ascolta, è che non sono ancora riuscita a risolvere la cosa dell’uovo e speravo di riuscire a farmelo dire.- spiegò, sperando che non si arrabbiasse.
-Ah sì? E come? Tra una limonata e l’altra?!- esclamò lui, su tutte le furie.- Hai messo il torneo prima di noi due.- continuò, prendendo il suo foglio e consegnandolo a Piton.
Jenny sospirò: quando Draco si metteva in testa qualcosa era difficile togliergliela.
-Senti, quando torneremo alla torre stasera, entrambi avremmo una compagnia.- disse Ron.
Harry annuì sicuro, mentre dietro gli si presentò il professore: si tirò su le maniche del mantello e con fare duro spinse la testa di entrambi sul compito.
***
Giunse finalmente sabato sera, il giorno del ballo.
Ron ed Harry, alla fine, avevano invitato le due gemelle Padma e Calì e Ron era stato costretto a mettersi quel vestito orribile.
Jenny si sistemò i capelli allo specchio, quando vide Hermione uscire da bagno: il suo vestito era rosa e pieno di pieghe.
-Wow, sei bellissima.- commentò Jenny, meravigliata.
-Grazie.-
-Ma chi ti ha invitata? Non mi hai detto niente.-
-E’ una sorpresa.- balbettò lei, nervosa.
-Avresti dovuto vedere la faccia di Ron.-
-Ti sembrava geloso?-
Allora Jenny intuì che quello era il suo unico scopo.- Volevi farlo ingelosire?-
-Insomma, ehm, non lo so, forse.-
Jenny ridacchiò e si mise gli orecchini.- Credo che tu ci sia riuscita.-
Tuttavia, Jenny non sapeva chi avesse invitato Draco, ma solo che probabilmente le avrebbe tenuto il broncio tutta la sera.
Quando giunse all’entrata della sala grande, lo vide in un angolo, sempre alla perfezione: camicia bianca con un papillon nero, giacca lunga e pantaloni neri.
Si era talmente soffermato a guardarlo, che non si era accorta che gli stava venendo in contro, con lo sguardo corrucciato, ovviamente.
-Ciao.- gli disse, timidamente. -Sei molto carino.-
-Anche tu non sei male.- rispose lui, con riluttanza.
-Sei venuto da solo?- gli domandò, ansiosa della risposta.
-Certo che no.-
In quel momento, giunsero Cedric e Fleur che ridacchiavano sull’abito di Ron: vennero proprio da loro e allora Jenny capì che Draco aveva invitato la francesina.
-Non sapevo avessi gusti europei.- sussurrò lei, forse un po' infastidita.
-Beh, mi sono servito di quel poco di francese che conosco.- ribatté lui, punzecchiandola chiaramente.- Bonsoir Mademoiselle.- disse a Fleur, sorridendo e baciandole la mano.
-Buonasera Draco, buonasera Jenny, il mio compagno mi ha molto parlato di te. Dovrete essere dei buon amici.- disse la ragazza, con accento francese.
-Assolutamente sì: amici per la pelle.- continuò Jenny, inscenando un finto sorriso e sottolineando le ultime parole.
-Siete pronti?- intervenne la McGranitt. -E’ tradizione che i tre campioni, beh, in questo caso quattro, siano i primi a ballare.-
Jenny annuì sicura: si era allenata tanto in quel periodo per quell’occasione.
-E ricordatevi che poi le dame verranno scambiate.-
-Cosa?- balbettarono insieme Draco e Jenny.
-Sicuramente ve l’ho detto.-
-No.-
-Oh beh, ora lo sapete!-
Così, i quattro campioni si posizionarono in fila davanti alle porte, tenendosi a braccetto.
Jenny si voltò in cerca di Hermione e la vide in compagnia di Victor Krum, proprio dietro di se: non se l’aspettava.
Le sorrise tirando su il pollice: Ron sarebbe morto dalla gelosia.
La sala grande era stata abbellita con carta da parati completamente bianca, costruzioni di cristallo che sembravano stalattiti e piccoli fiocchi di neve che cadevano dal soffitto.
I ballerini si posizionarono al centro della sala, dove, di lato, il professor Vitius comandava l’orchestra.
Jenny prese un respiro e Cedric notò che era nervosa.
-Vedrai, andrà tutto bene.- le sussurrò.- Cos’è questo in confronto ad un drago?-
Nonostante tutto, Jenny era contenta di essere andata al ballo con lui: Cedric era gentile e premuroso, tanto che ballare con lui fu quasi un piacere.
Improvvisamente, però, le coppie si scambiarono i partner e Jenny finì con Draco.
-Spero che tu ti stia divertendo.- le disse, facendole fare una giravolta.
-Draco, ho detto che mi dispiace.- sospirò lei, afferrandogli la mano per portarla all’altezza delle loro teste. -Quante volte ti dovrò dire che non devi essere geloso?-
-Dovrai continuare a dirmelo per l’eternità, oppure inizia a dimostrarlo.- rispose lui, chiaro e tondo.
La canzone stava per finire e Jenny sapeva esattamente cosa fare.
Senza pensarci due volte, quando la danza terminò nella posizione faccia a faccia, la ragazza gli prese il viso fra la mano e lo baciò dolcemente.
Rimasero tutti di stucco e applaudirono.
-Così va bene?- mormorò Jenny, sorridendogli appena.
Draco non disse niente, nemmeno un accenno e se ne andò a passo deciso.
Oltre all’orchestra del capo di Corvonero, era arrivata anche una band rock.
Mentre tutti gli alunni si riunirono a ballare, Jenny si andò a prendere da bere, con Cedric che la seguiva.
Si versò dell’acqua, l’unica cosa che poteva bere data la sua età.
Cedric l’affiancò, versandosi dello champagne.
Jenny ruppe il silenzio.- Sei arrabbiato?-
-No, Jenny, non sono arrabbiato.- disse lui, con un sorriso incoraggiante.- Ma perché non me lo hai detto?- le chiese, riferendosi alla sua relazione con Draco.
La ragazza ripensò bene al motivo e sotto sotto si sentì anche in colpa.- Credevo di riuscire a farti tirar fuori qualcosa su come avevi fatto a scoprire l’indizio nell’uovo. Lo so, sono una brutta persona.-
Cedric ridacchiò.- Non lo sei: avresti potuto semplicemente chiedermelo.-
Jenny alzò un sopracciglio, sorpresa.- Davvero?-
-Certo, tu mi hai aiutato con i draghi. Conosci il bagno dei prefetti al quinto piano?-
Lei non sapeva nemmeno che i prefetti avessero un bagno tutto loro.- Ehm, no.-
-Non è male per farsi un bagno.- le sussurrò all’orecchio, per non farsi sentire da altri.- Prendi il tuo uovo e rimugina sulle cose nell’acqua calda.- le consigliò, prima di battere il proprio bicchiere con il suo e andare a ballare.
Alla fin fine, Jenny era riuscita ad ottenere quello che voleva.
Mentre beveva, notò il professor Piton, immobile vicino ad un tavolo che guardava gli altri divertirsi: gli faceva un po' pena.
Prese un bicchiere di champagne e andò da lui.- Ehi Sev, perché non balli un po'?- gli domandò, porgendogli la bevanda.
Lui l’accettò senza replicare.- Non mi piace particolarmente dilettarmi in questo tipo di attività, ma tuttavia sono costretto, in quanto professore.- spiegò, senza alcuna espressione in viso, come sempre.- E poi non mi sembra di averti mai dato il permesso di darmi del tu, signorina Potter.-
Jenny sogghignò per il suo fare burbero.- Beh, tu con me lo fai. Dovresti ridere ogni tanto.- commentò, incrociando le braccia.- Senti questa barzelletta, è un po' rude, ma penso che a te potrebbe far ridere.-
-Non credo che-
-Toc toc.- continuò lei, ignorando i suoi continui sbuffi.
Piton roteò gli occhi.- Chi è?-
-Tu sai.-
Il professore la guardò confuso.- Tu sai chi?-
-Esatto!- esclamò Jenny, scoppiando a ridere. Per il professore non fu altrettanto.- Un giorno riuscirò a farti ridere Sev, anche se non è questo il giorno.- gli disse infine, dandogli una pacca sulla spalla.
Mentre Hermione si divertiva in pista con Victor, Harry e Ron erano rimasti seduti in disparte come lumache al sole.
-Ha la faccia da zuccone.- commentò, riferendosi al ragazzo: era sicuramente geloso.
Hermione si distaccò da Victor e venne verso di loro, con un sorriso a trentadue denti.- Fa caldo vero? Victor è andato a prendere da bere, volete unirvi a noi?-
-No, non vogliamo unirci a te e a Victor.- rispose Ron, con tono acido.
Hermione non capì il suo comportamento.- Che c’è, ti si è annodata la bacchetta?-
-Lui è un Durmastrang: stai fraternizzando con il nemico.-
-Il nemico?! Chi è che voleva il suo autografo?!- esclamò l’altra.- E poi lo scopo di questo torneo è che i maghi cooperino fra loro: facciamo amicizia.-
-Certo, quello ha di più in mente che l’amicizia.- continuò Ron.
Hermione se ne andò confusa e Jenny guardò male il suo amico.- Sai Ron, ti voglio bene, quindi ti darò un consiglio: se continui così, la perderai per sempre.-
Ron arrossì.- Ma di che stai parlando? E poi, tu sai tutto sull’amore, eh?-
Jenny si strinse nelle spalle.- Forse no.- mormorò tra se e se, osservando come Draco fece il bacia mano a Fleur, prima che se ne andasse: doveva a tutti i costi farsi perdonare da lui.
Allora si alzò, si sistemò il vestito e gli andò in contro mentre l’orchestra suonava il lento.
Senza chiedergli il permesso, gli prese le mani e le mise sulla propria vita.
-Continui a decidere tutto tu eh?- esordì Draco.
-Hai ragione, mi dispiace, avrei dovuto prima parlartene.- disse lei, dondolando insieme alla melodia.
Draco la guardò negli occhi e proprio non riuscì a resisterle. – Ma cosa devo fare con te?-
Jenny gli sorrise e sentendo la sua stretta dolce, capì che era tutto apposto e lo baciò dolcemente. -Sai, c’era una cosa che volevo dirti ultimamente.- mormorò, accarezzandole la guancia con il dorso della mano.  
-Questa faccenda del torneo mi ha fatto pensare molto a quanto tengo a te e che non voglio metterti in pericolo.- continuò Jenny, abbassando lo sguardo, sentendo una grande responsabilità dentro di se.
-Parlavo di qualcosa di più grande.- continuò Draco, alzandole lo sguardo.- Io ti amo, Jenny.-
La ragazza si sentì il fiato mancare: non riusciva a credere che glielo avesse davvero detto. -C-come, scusa?-
Draco glielo stava per ripetere, fin che non giunse Harry.- Jenny!-
A quel punto, scoccò la mezzanotte.
-Jenny: Sirius!-
Jenny si era completamente dimenticata che a mezzanotte si sarebbero dovuti vedere con Sirius al dormitorio.
Quindi, lasciò Draco senza spiegazioni e corse alla sala comune con Harry.
Quando arrivarono però, non c’era nessuno.
Si guardarono intorno e videro il fuoco del camino ardere.
Si avvicinarono e improvvisamente, la legna e le ceneri presero la forma di un volto: Sirius.
-Non ho molto tempo ragazzi.- gli disse velocemente. -Jenny, hai messo il tuo nome del calice di fuoco?-
-Assolutamente no.- rispose lei.
-Bene, volevo saperlo da te.-
-Non ho idea di chi potrebbe essere stato.-
-Non lo so chi ha messo il tuo nome in quel calice, Jenny, ma di sicuro non è tuo amico. I Mangiamorte che attaccano alla coppa del mondo, sta succedendo qualcosa.- commentò Sirius.- Il castello stesso non è un posto sicuro: Igor Karkaroff era un Mangiamorte e Barty Crouch, cuore di pietra, ha mandato suo figlio ad Azkaban.-
Jenny se lo aspettava, dopotutto, che Karkaroff nascondesse qualcosa.
Ad un certo punto, si udirono dei passi provenire da fuori e Sirius si dissolse.
-E’ troppo grande per te! E poi ti sta usando!- esclamò Ron, entrando con Hermione dietro.
-Cosa?! E’ questo che pensi?! Sappiamo entrambi che stai dicendo queste baggianate solo per un motivo!- replicò lei, con le lacrime agli occhi.
-E sarebbe?- domandò lui.
-La prossima volta che c’è un ballo invitami per prima e non come ultima risorsa!- singhiozzò Hermione, mentre Jenny la strinse a se per consolarla.
Ron scosse la testa, sbuffando.- Fanno paura quando crescono.-
-Ron hai rovinato tutto!- gli urlò Hermione, prima di scappare in camera.
Jenny roteò gli occhi.- Testa di fagiolo.-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII. ***


Come consigliato da Cedric, la mattina successiva, Jenny prese l’uovo si avviò al bagno dei prefetti.
C’erano due cubicoli, ma la maggior parte della stanza era occupata da un enorme vasca in marmo.
Alla parete erano attaccati dei tubi dalla quale usciva sempre acqua colorata, rendendo l’ambiente pieno di bolle.
Chiuse la porta a chiave e si spogliò, immergendosi.
-Io lo metterei sotto l’acqua se fossi in te.-
Jenny sentì una vocina conosciuta venire da un bagno: era proprio Mirtilla Malcontenta.
-Mirtilla!-
-Ciao Jenny, quanto tempo!- commentò l’altra, svolazzando in aria. -Volteggiavo su una fognatura intasata, l’altro giorno e mi pare di aver visto un po' di pozione polisucco. Non starete facendo di nuovo i monelli, Jenny?-
-Vizio superato.- rispose, concentrandosi di più sulla sua frase precedente.- Mirtilla, hai detto, mettilo sotto l’acqua?-
-E’ quello che ha fatto lui, l’altro ragazzo, quello bello, Cedric.- spiegò il fantasma, facendole un occhiolino.- Ma niente batterà il tuo Draco, Jenny, sei così fortunata, uff.-
Così, Jenny mise l’uovo nell’acqua e lo aprì.
Prese fiato e si immerse, udendo una voce melodica che canticchiava una canzone.
Le nostre voci ascolterai, se negli abissi cercherai.
Un’ora sola tu avrai e quel che abbiamo prenderai.
Terminato il respiro, tornò in superfice e si tolse il sapone dagli occhi.
Finalmente era riuscita a trovare l’indizio, tuttavia, non lo aveva compreso a pieno.- Bene….Ma che vuol dire?-
Successivamente, raggiunse Harry, Hermione e Draco in biblioteca per ripassare Erbologia, anche se erano più preoccupati per la seconda prova.
-Ripetimela da capo.- le disse l’amica.
-Le nostre voci ascolterai, se negli abissi cercherai.-
-Il lago nero, questo è ovvio.-
-Il lago nero?!- esclamò Jenny. -Cos’è, vogliono che ci facciamo un bagnetto?-
-Poi, cos’altro?-
-Un’ora sola tu avrai.-
-Potenzialmente problematico.- commentò Hermione.
-Potenzialmente problematico? Quand’è stata l’ultima volta che hai tenuto il fiato sott’acqua per un’ora?-  intervenne Draco, ritenendo la cosa impossibile.
Probabilmente gli altri tre ci erano già arrivati, essendo più esperti.
-Mi dispiace interrompere questo incontro di cervelli.- esordì Moody. -Ma la professoressa McGranitt vuole vedere nel suo ufficio la signorina Granger e il signor Potter.-
Contrari a voler lasciare Jenny da sola, si avviarono dalla professoressa.
-Paciock!- esclamò Alastor, facendo alzare Neville da dietro la libreria: nessuno aveva notato che c’era anche lui. -Perché non aiuti la signorina Potter con i suoi libri?-
Neville diede una mano a Jenny mettendo i suoi libri nella borsa.- Però, che brutte facce che avete.- osservò, notando le loro smorfie preoccupate.
-Moriremo annegati.- borbottò Draco.
-Che intendi?- domandò il compagno.
-Dovremmo capire come sia possibile tenere il fiato sott’acqua per più di tre minuti.- rispose Jenny, sospirando.
Draco ripensò al suo libro di erbologia.- Neville, caro vecchio Neville.- gli disse, mettendogli le mani sulle spalle.- Mi sto umiliando talmente tanto, nel chiederti, anzi, nel pregarti di dirmi se esiste una rapa capace di respirare sott’acqua per un’ora.- continuò, unendo i palmi in segno di preghiera.
-Beh, non saprei dirti delle rape.- balbettò il ragazzo, un po' spaventato dal suo comportamento.- Ma c’è sempre l’Algabranchia: ha un effetto di questo tipo.-
-Davvero?!- esclamò l’altro, baciandolo continuamente sulla fronte.- Grande Neville, ti voglio bene, ti devo la vita!-
***
Così, il giorno dopo, Draco, Jenny e Neville raggiunsero la rimessa delle barche, diretti proprio al lago nero, come aveva intuito Hermione.
Solo che di lei non ce n’era traccia e neanche di Harry e Ron.
Neville consegnò in mano a Jenny una gelatinosa pianta verde chiara.
-Quindi sei sicuro Neville, per un’ora?- gli domandò, per essere sicura.
-Molto probabile.-
A Draco non piacque molto quella risposta.- Molto probabile?!-
-Beh ci sono degli erboristi con idee varie riguardo l’effetto in acqua dolce e salata.- balbettò Neville.
-E tu me lo dici adesso?!-
Ovviamente il ragazzo non era a conoscenza della maledizione.- Sembri un tantino nervoso.-
-Davvero? Beh, di certo ci aiuti di più di Harry, Ron ed Hermione. Ma dove sono andati a finire?- domandò, non vedendoli in giro.
Jenny alzò le spalle, troppo preoccupata per pensarci.
La seconda prova si sarebbe svolta su un piccolo molo di ferro costruito nel bel mezzo del lago nero.
Sotto la tuta, Jenny aveva un costume intero rosso, anche se faceva abbastanza freddo.
-Benvenuti alla seconda prova.- esordì Silente.- Ieri sera, è stato rubato qualcosa ad ognuno dei campioni: un tesoro, per così dire. I quattro tesori giacciono ora sul fondo del lago nero. Per poter vincere, il campione deve trovare solo il suo tesoro e tornare in superfice. Ma per farlo avranno a disposizione soltanto un’ora: dopo diche conteranno sulle loro forze, nessuna magia li aiuterà.-
Draco seguiva l’orologio di Neville al polso: erano le 11 in punto.
-Mettila in bocca.- sussurrò Moody a Jenny.
Anche se quella roba sembrava tutto tranne che commestibile, Jenny la ingoiò, tralasciando che sapeva di terra.
Barty Crouch diede il via: Cedric, Fleur, Victor e Jenny si tuffarono nell’acqua gelata, quando, improvvisamente, quest’ultima iniziò a sentirsi strana.
Le gambe si attraevano l’un l’altra come calamite e presto si creò una viscida coda, simile a quella di una vera sirena.
Poi, il fiato cominciò a mancarle e instintivamente respirò col naso.
Ci riuscì, poiché sul suo collo si erano create delle branchie che la facevano respirare splendidamente anche sotto l’acqua.
L’effetto dell’Algabranchia.
Così, Jenny si avventurò tra le enormi alghe e la linfa sporca.
Sentiva chiaramente un canto provenire da lontano, la stessa voce della canzone sentita nell’uovo, quindi decise di seguire la scia.
Tutto ciò, la portò in un vecchio mondo sottomarino.
Si incrociò con delle vere e proprie sirene, anche se le immaginava un po' più carine e non dei mostri con denti appuntiti e tridenti pericolosi.
Superato un arco in pietra pieno di muschio, Jenny vide chiaramente quattro persone che galleggiavano.
Harry, Ron, Hermione e la piccola sorellina di Fleur, erano legate alle caviglie con delle alghe tenute da dei massi.
Inoltre, erano tutti decisamente addormentati.
Ecco a cosa si riferiva Silente: i tesori dei quattro contendenti.
Mentre Jenny cercava di slegare suo fratello, una fattura colpì i piedi di Ron.
Cedric non aveva grandi tesori ad Hogwarts, soltanto il figlio del migliore amico di suo padre.
Batté la bacchetta sull’orologio per fare segno a Jenny che non aveva ancora molto tempo.
Il ragazzo aveva un’enorme bolla che gli copriva la bocca e il naso: l’incantesimo testa-bolla.
Jenny annuì e Cedric prese a braccetto Ron, tornando in superficie.
Subito dopo, ecco arrivare Krum: la sua testa era a forma di squalo e con un dente aguzzo, tagliò l’alga che teneva legata Hermione, con un gesto secco.
Allora Jenny si affrettò a liberare Harry, ma non vedeva Fleur nemmeno in lontananza.
-Solo uno!- esclamò una sirena, puntandole contro il suo forcone.
Aspettò qualche minuto, però niente: non poteva lasciare quella bambina lì.
Si voltò a destra e a sinistra, controllando che le sirene fossero abbastanza lontane da poter liberare anche la ragazzina.
Di soppiatto, Jenny iniziò a nuotare verso la superfice, ma l’ora stava per scadere.
Infatti, la coda stava lentamente sparendo e faceva più fatica a respirare, mentre Victor e Cedric erano già fuori.
Cercò di muovere le gambe velocemente, quando un gruppetto di mostriciattoli l’attaccò.
Jenny non aveva idea di cosa fossero: all’apparenza sembravano piccoli polpi innocui, ma avevano delle unghie fastidiose con la quale iniziarono a graffiarle la faccia.
Spinse su Harry e la bambina, così che potessero tornare in superficie.
Fleur era stata costretta a ritirarsi, non aveva affrontato la prova, però aiutò sua sorella ed Harry a salire sul molo.
Draco afferrò un asciugamano e lo diede ad Harry, preoccupato.- Lei dov’è?!-
-Non lo so, non so cosa sia successo.- rispose lui, tremando per il freddo.
Moody diede un’occhiata al suo orologio da taschino: mancavano solo due minuti.
Improvvisamente, Draco iniziò a soffocare, accasciandosi a terra e facendo scoppiare i tre amici di Jenny nel più pieno panico.
Di fatti, la ragazza stava cercando di liberarsi di quei mostriciattoli: afferrò la bacchetta e la puntò verso l’alto.- Ascendo!-
Grazie a quell’incantesimo, ebbe la spinta necessaria per riemergere proprio sul molo, allo scattare del tempo concesso.
-Molto bene Jenny, molto bene!- esclamò Moody.
Hermione la coprì subito con un asciugamano.- Sei stata bravissima.- le disse, contenta che fosse viva.
Jenny si guardò intorno e vide che gli altri tre erano già arrivati.- Sono arrivata ultima, Hermione.-
-Prima dell’ultima!- esclamò entusiasta.- Fleur non ha mai superato gli abissi.-
Ron aiutò Draco ad alzarsi, rimasto per terra a riprendere fiato.- Tutto bene?- gli chiese, porgendogli la mano.
-Sì.- balbettò. – Insomma, non so se il pavimento sia bagnato o me la sono fatta addosso.-
Jenny gli andò in contro e lo abbracciò, rassicurandolo.
-Il vincitore è il signor Diggory!- annunciò Silente.- Ma dato che la signorina Potter sarebbe arrivata dopo di lui se non avesse salvato non solo il suo tesoro, ma anche quello della signorina Delacour, abbiamo convenuto di darle il secondo posto! Per l’ottima fibra morale!-
Tutti i Grifondoro applaudirono entusiasti: Jenny non si poteva credere.
-Però, anche quando ti va male, poi ti va bene!- commentò Ron, mentre tornavano verso il castello.
-Ottima prova, signorina Potter.- intervenne Barty Crouch, affiancandola. -Tutti conosciamo la tua storia e quella di tuo fratello. Mi dispiace per come sia andata a finire, ma come si dice? Quello che non uccide, fortifica.-
Jenny annuì alle sue parole e gli sorrise.- Grazie signore.-
***
Dopo cena, Harry, Hermione, Ron, Draco e Jenny andarono a festeggiare insieme ad Hagrid, facendo una passeggiata nel bosco.
Tuttavia fosse una cosa proibita, questo non li fermava.
-Mi ricordo quando vi ho conosciuto.- esordì Hagrid. -Il peggior branco di spostati che io abbia mai visto!- commentò ridendo.
-Siamo ancora un branco di spostati!- aggiunse Ron.
Iniziarono a canticchiare allegramente, mentre Draco si teneva le mani sulle orecchie per via della voce stonata del gigante.
Poi, afferrò quella di Jenny e la portò a qualche passo degli altri, spingendola contro un albero.
Di scatto le prese le guance e la baciò con passione.
-Mh, che ti succede? La paura di morire ti eccita?- sussurrò Jenny, sarcasticamente.
Draco sorrise alzando gli occhi al cielo.- Perché deve esserci sempre un motivo specifico se voglio limonare con la mia ragazza?-
Jenny fece altrettanto e gli baciò la guancia, notando poi qualcosa di strano non lontano da loro.
Confusa, raccolse da terra un cappello che aveva già visto.
Proseguì più in là e vi trovarono il suo padrone.
-Oddio.-
Il corpo morto di un uomo, ancora con gli occhi aperti.
In particolare, il cadavere di Barty Crouch.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX. ***


Successivamente, in tarda serata, Harry e Jenny vennero chiamati nell’ufficio di Silente per parlare dell’accaduto.
Prima di entrare, lo sentirono parlare con il Ministro della magia.
-In tempi come questi il Ministero deve dimostrarsi forte! Non ho intenzione di fermare il torneo!- esclamò Cornelius.
-Signori, vorrei avvertirvi che questa conversazione non è più privata.- intervenne Moody e con un cenno di bacchetta, aprì la porta, scoprendo i fratelli Potter.
-Ragazzi! Che piacere rivedervi.- commentò il Ministro, sorridendo, come se si fosse dimenticato che un uomo era appena morto.
-Possiamo ripassare più tardi.- disse Harry.
-Oh no, io e il Ministro abbiamo finito.- rispose Silente.- Aspettatemi pure qui.-
Così, rimasero soli nell’ufficio di Silente: esso rimaneva sempre spettacolarmente grande e pieno di oggetti antichi.
Jenny si avvicinò a vederne uno particolare sopra la mensola in una teca: aveva forma triangolare, una stecca che univa i due bordi e all’interno una sfera d’orata.
Quando si sporse per vederlo meglio, toccò accidentalmente l’anta di un piccolo armadio.
Esso scoprì uno scompartimento che all’interno aveva una coppa, più larga del calice di fuoco e dentro vi galleggiava acqua azzurra e limpida.
-Che cos’è?- domandò Jenny, curiosa.
-Non lo so, non ho mai visto niente del genere.- rispose Harry, tirando fuori la bacchetta.
Con la punta di essa, iniziò a girare il liquido.
Improvvisamente però, per magia, i fratelli Potter si ritrovarono catapultati all’interno.
Entrambi precipitarono, gridando e si accorsero di essere in un’aula di tribunale, seduti proprio accanto ad Albus Silente, ma sembrava più giovane.
-Professore?- gli disse Jenny, ma egli sembrava non poterla sentire.
La stanza era stata costruita in modo circolare e al centro, fecero arrivare una gabbia con all’interno un uomo.
Jenny lo mise bene a fuoco: si trattava di Igor Karkaroff, mal ridotto.
-Igor Karkaroff, sei stato portato qui da Azkaban su tua richiesta.- esordì Barty Crouch, nel suo ruolo di giudice.
-Aveva ragione Sirius, Karkaroff era un Mangiamorte.- sussurrò Harry.
-Per offrire dei nomi a questo consiglio: se le tue informazioni risulteranno rilevanti, potremmo considerare un tuo immediato rilascio.- continuò il giudice. -Fino a quel momento, tu rimani un Mangiamorte condannato, accetti queste condizioni?-
-Accetto, signore.- rispose egli, ormai prigioniero.
-Allora, cosa vuoi riferirci?-
-Oh, dei nomi, signore: c’era Augustus Rookwood.-
Karkaroff aveva intenzione di vendere dei suoi compagni Mangiamorte in cambio della propria libertà.
-Molto bene: il consiglio ne discuterà, nel frattempo verrai ricondotto ad Azkaban.-
-No, prego altro!- esclamò l’uomo, piagnucolando. -Chiedete di Piton, Severus Piton.-
Jenny non capì cosa centrasse Piton con tutta quella storia, fin che Silente non si alzò. -Il consiglio ha già deliberato al riguardo: Severus Piton era un Mangiamorte, ma prima della caduta di Lord Voldemort, è diventato una spia per nostro conto a suo rischio e pericolo.- spiegò, mentre Igor negava, urlando e sbraitando.
-Silenzio!- gridò Barty, battendo la mano sul tavolo.- Se questo è tutto, quest’udienza può considerarsi conclusa.-
-Oh no, ce n’è un altro.- aggiunse Karkaroff. -Io so per certo che quest’uomo, devoto a Lord Voldemort e colpevole, per mezzo della maledizione cruciatus, su Frank e Alice Paciock!-
-Il nome, dì il nome di quel maledetto!- esclamò il giudice.
-Barty Crouch!-
Un brusio si formò in mezzo alle persone.
-Junior.-
Improvvisamente, un uomo si alzò dalla folla e tentò di scappare, ma delle guardie riuscirono a bloccarlo.
Jenny riconobbe l’uomo visto alla coppa del mondo: il figlio di Barty Crouch.
In quel momento, i fratelli Potter vennero rispediti di nuovo nell’ufficio di Silente, dal preside stesso.
-La curiosità e giusta, ma dovreste prestare attenzione.- commentò egli.- E’ un Pensatoio: utile a persone come me che hanno la mente un po' stipata. Mi permette di rivedere cose che ho già visto.-
-Signore, cosa è accaduto esattamente al figlio del signor Krouch?- chiese Harry.
-Barty lo spedì ad Azkaban e ne fu distrutto. Ma non aveva scelta, le prove erano schiaccianti.- rispose Albus.- Perché lo chiedi?-
-E’ che ho fatto un sogno che lo riguardava: nel sogno, sono in una casa. Vedo Voldemort, ma non è del tutto umano. Ci sono Codaliscia e il figlio del signor Crouch.- spiegò Harry.
-Credo che centri qualcosa.- intervenne Jenny.- E’ lo stesso uomo che ho visto evocare il marchio nero alla coppa del mondo. Credo che sia fuggito da Azkaban, temo.-
-Signore, queste cose che vedo, questi sogni che faccio, non sono reali, vero?-
Se fossero stati veri, voleva dire che Voldemort era ancora vivo.
-Ti consiglio di non indugiare su questi sogni, Harry.- continuò Silente, puntandosi la bacchetta alla tempia. In seguito, ne uscì un piccolo filamento argentato, che l’uomo gettò nel Pensatoio.- Sarebbe meglio se tu…Li butti via.-
Mentre Jenny tornava al dormitorio, pensierosa, passò accanto all’aula di Pozioni, dove c’era anche l’ufficio del professor Piton.
Udì chiaramente la voce di Igor Karkaroff. -E’ un segno Severus, tu lo sai quanto me!- esclamò l’uomo, quando la porta si aprì di scatto.
L’uomo aveva il disegno di un marchio nero sul braccio sinistro e Piton lo stava letteralmente sbattendo fuori.
Karkaroff guardò male sia lui che Jenny e se ne andò.
Cadendo nel ricordo di Silente, Jenny aveva scoperto che Piton era un ex Mangiamorte e questa cosa, sotto sotto, l’aveva sorpresa, facendole vedere il professore sotto un nuovo aspetto.
-Vedo che ti diletti ancora a girovagare per la scuola di notte.- commentò Piton, sistemando alcune pozioni sugli scaffali.
-Sono andata da Silente, sta tranquillo.- gli disse Jenny, entrando nell’aula. -E, non chiedermi come lo so, ho scoperto che sei un Mangiamorte.-
Piton si fermò improvvisamente da quello che stava facendo e la guardò.- Non credo sia saggio ficcanasare in faccende che non ti riguardano.-
Jenny alzò gli occhi al cielo per il solito fare scorbutico.- Senti, Silente si fida di te, perciò anche io. Spero che tu non faccia niente per farmela vacillare.-
Severus la ignorò quasi completamente, tranne per un cenno con la testa, come a dire di sì.- Complimenti, la tua performance al lago nero è stata esemplare, Algabranchia, dico bene?-
Jenny era affascinata: aveva capito tutto senza nemmeno sapere un indizio.- Sì.-
Successivamente, il professore prese una fiala e gliela mostrò.- Sai cos’è questo?-
La ragazza non eccelleva proprio in Pozioni. -Lo sai che sono una frana, Sev.-
-Veritaserium.- rispose, con tono duro.- Una goccia di questo e anche Tu sai chi in persona rivelerebbe tutti i suoi piani. Questo è, ahimè, vietato sugli studenti, ma in segreto, la mia mano potrebbe, ecco, scivolare sul tuo succo mattutino.-
Jenny si ritrovò confusa.- E perché?-
-Sono recentemente scomparse alcune cose dalle mie scorte: tu e i tuoi amichetti state fabbricando la pozione polisucco e scoprirò perché!- disse infine, spingendola fuori.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo X. ***


Jenny non aveva di certo rubato niente a Piton: tuttavia, perfino Mirtilla aveva detto di aver visto un po' di pozione nelle fognature intasate, ma non poteva pensarci, perché il giorno dopo, si sarebbe svolta la terza ed ultima prova.
In particolare, all’interno di un labirinto.
All’entrata di esso, erano stati costruiti dei piccoli spalti dove Jenny vide i suoi amici tifare per lei, senza Draco.
Si avvicinò per chiedere dove fosse.- Draco?-
-Non lo so, nessuno lo ha visto stamattina.- rispose Hermione.
Il fatto che Draco fosse sparito, non era mai un buon segno e tutto d’un tratto Jenny si ritrovò nella camera dei segreti, al secondo anno.
Pensierosa, non si accorse di essere andata a sbattere contro Krum.
-Oh, scusa.- gli disse, notando uno strano sguardo: fisso per terra.
Kararoff lo accompagnava, mentre per Cedric c’era suo padre Amos e per Fleur, Madame Maxime.
-Stamattina presto, il professor Moody ha posto la coppa tremaghi all’interno del labirinto. Solo lui ne conosce l’esatta posizione.- disse Silente.- Siccome il signor Diggory e la signorina Potter sono alla pari al primo posto, entreranno per primi nel labirinto. Seguito dal signor Krum e dalla signorina Delacour.- continuò, facendo cenno ai quattro ragazzi di avvicinarsi a lui. -Qual ora un concorrente vorrà ritirarsi dalla prova, gli basterà lanciare scintille rosse a raffica con la bacchetta.-
Jenny si unì in cerchio con gli altri.
-Nel labirinto non troverete draghi o creature degli abissi, invece affronterete qualcosa di più impegnativo. Vedete, le persone cambiano nel labirinto. Oh, trovate la coppa se potete, ma siate molto cauti, potreste perdere voi stessi durante la strada.- gli sussurrò.- Campioni, preparatevi!-
Mentre Jenny vide Cedric abbracciare suo padre, si diresse da Moody, verso la propria entrata.
Cedric si voltò verso di lei, con sguardo ammiccante.- Ci vediamo dall’altra parte.-
Jenny gli sorrise e al via, avanzò, mentre il passaggio di cespugli si chiuse dietro di lei.
Era già buio per via delle nuvole e iniziò a fare freddo, tanto che quando respirava, poteva vedere il fumo uscirle dal naso.
Iniziò a camminare senza una meta precisa, mentre di tanto in tanto si alzava un leggero vento.
Ad un certo punto, fece una curva e Victor le si presentò davanti, puntandole contro la bacchetta, ma senza farle niente.
Precedentemente non l’aveva notato, il ragazzo aveva le pupille degli occhi bianche: non le aveva mai viste prima d’ora, ne sapeva cosa volesse dire.
Comunque, egli la superò tranquillamente.
Fu qualche minuto dopo che si udì un grido femminile.
Fleur.
Senza pensarci, seguì la sua voce e la trovò stesa per terra, svenuta.
Allora puntò la bacchetta in aria.- Periculum!- esclamò, lanciando scintille rosse.
Probabilmente qualcuno sarebbe venuta a prenderla, così Jenny proseguì.
Le sembravano quasi ore, trascorse a camminare e a camminare.
Iniziò a girarle la testa, tutto sembrava uguale e le gambe presero a tremare, facendole quasi perdere l’equilibrio.
Improvvisamente, giunse ad un incrocio e qualcuno cercò di colpirla da sinistra.
Krum le lanciò contro una fattura e Jenny si piegò per cercare di evitarla.
-Sta giù!- le gridò Cedric, alla sua destra.- Expelliarmus!-
Il ragazzo colpì Victor, che cadde a terra, intontito.
-E’ stato stregato.- commentò Cedric.
-Cosa vuol dire?- domandò Jenny, confusa.
-Che qualcuno lo sta controllando.-
Allora lei capì.- Maledizione Imperius.-
L’altro annuì: era sudato, aveva il fiatone.
Debole quanto Jenny.
Proprio a quel punto, i due notarono uno scintillio a qualche chilometro da loro.
La coppa tremaghi.
Senza pensarci due secondi, Jenny e Cedric presero a correre verso di essa, dimenticandosi di essere amici e per un attimo divennero sfidanti.
Si spintonarono l’un l’altro, per cercare di arrivarci, quando Cedric cadde a terra.
Delle radici, sotto i cespugli, lo presero alle gambe, spingendolo via.
-Jenny, aiutami!- pregò egli, cercando di aggrapparsi al terreno e scivolare via, ma inutilmente.
Lei fu titubante per un attimo: fu come se la coppa la guardasse e desiderasse di essere presa.
Solo per un secondo.
Poi però, Jenny prese la bacchetta e la puntò verso la sterpaglia.- Reducto!-
Strappò via i rami dalle caviglie del ragazzo e lo aiutò ad alzarsi.
-Per un istante, ho pensato che avresti lasciato che mi prendesse.- commentò lui, riprendendo fiato.
-Per un momento l’ho pensato.- ammise lei.
-Che prova, eh?- commentò sarcasticamente. -Sai, il tuo fidanzato è molto fortunato ad averti.-
Jenny gli sorrise, quando, improvvisamente, alle loro spalle si alzò un grande vento e la strada iniziò a chiudersi.
Allora corsero verso la coppa: bastava che uno dei due l’afferrasse e sarebbe tutto finito.
-Prendila!- esclamò Cedric.- Tu mi hai salvato, prendila!-
A Jenny non sembrò giusto.- No! Insieme! 1, 2…..!-
Contemporaneamente, Cedric e Jenny presero i due manici della coppa.
Erano fuori dal labirinto.
***
Jenny riaprì gli occhi e si ritrovò in un posto cupo.
La guancia poggiata sull’erba secca e guardandosi intorno, il luogo non le piaceva per niente.
Cedric l’aiutò ad alzarsi e poi esaminò la coppa.- E’ una Passaporta.- commentò, sorpreso.
Decisamente, però, non erano ad Hogwarts.
Era un cimitero.
C’era la statua di un uomo incappucciato che teneva in mano un bastone e accanto una lapide: Tom Riddle.
Jenny sgranò gli occhi: un orribile deja-vu.
-Cedric, dobbiamo tornare indietro, subito!-
Improvvisamente, un calderone enorme, che non avevano notato, venne illuminato dal fuoco e il liquido all’interno prese a bollire.
Da una casetta poco più in là, uscì un uomo conosciuto.
Jenny, di scatto, tirò fuori la bacchetta, non appena vide Codaliscia, con in mano qualcosa.
Lo stesso fece Cedric.- Chi sei tu? Che cosa vuoi?-
Tra le braccia, nascosto da una coperta, c’era un essere anormale: aveva il corpo di un neonato e la pelle pallida.
Voldemort: proprio come lo aveva descritto Harry nel suo sogno.
Rimase pietrificata, non sapeva né cosa doveva fare, né cosa sarebbe successo dopo.
-Uccidi l’altro.- sussurrò Voldemort.
Allora Codaliscia estrasse una bacchetta bianca, col manico intagliato e puntandola verso il ragazzo.- Avada Kedavra!-
Avvenne tutto così velocemente che Jenny non riuscì a fare nulla.
La bacchetta le fu tolta dalla mano e con un cenno, la statua dietro di lei la risucchiò, imprigionandola con il bastone.
Voltò lo sguardo verso Cedric e in quel momento, si rese conto che era morto.
Cercò di dimenarsi, ma le fu impossibile, la stretta era troppo forte.
Successivamente, Minus gettò il corpo di Voldemort nel calderone.
-Ossa del padre, donato senza consenso.-
Egli prese un osso proveniente dalla tomba e lo gettò nel paiolo.
-Sangue del servo, donato con consenso.- sussurrò, estraendo un coltello e con un gesto secco, si tagliò la mano destra.
Jenny fece una smorfia disgustata, sull’orlo di vomitare: ma perché stava vedendo tutto ciò?
-Sangue del nemico, preso con la forza.-
Codaliscia si diresse da lei e affondò la punta della lama nel polso, facendola sanguinare.
La ragazza gridò dal dolore, chiedendosi ancora il motivo.
Lei non era il nemico di Voldemort.
-Il signore oscuro, sorgerà di nuovo.- esclamò Minus, gettando una goccia di sangue nel pentolone.
Ecco lo scopo di tutto ciò: allora i sogni di Harry erano esatti.
Per magia, il calderone sparì e lentamente si formò un corpo più grande, più alto, ossuto, bianchiccio, senza capelli.
Un mantello nero andò a coprire la nuova forma di Voldemort, con un viso privo di naso, come nei serpenti e un paio di occhi azzurri.
Era tornato.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo XI. ***


Ancora incredula da quello che era appena successo, Jenny sussultò per la ferita al polso, con il sangue che ancora colava.
Tom prese da Codaliscia, suo antico servo, la bacchetta.- Dammi il braccio, Codaliscia.- gli mormorò, con voce liscia e bassa.
Allora l’uomo gli porse il braccio sinistro, dove anche lui aveva il marchio.
L’altro ci appoggiò la punta della bacchetta e un enorme teschio si presentò nel cielo nuvoloso.
Diversamente dalla coppa del mondo, dalla bocca del teschio giunsero a terra sette uomini incappucciati: i Mangiamorte.
-Salve amici miei.- esordì Voldemort.- 13 anni sono passati e non uno di voi ha cercato di trovarmi.- continuò e con tono arrabbiato, tolse ad ognuno di loro le maschere che avevano sul volto, soffermandosi poi su uno.- Nemmeno tu, Lucius.-
Lucius Malfoy cadde in ginocchio di fronte a lui.- Mio signore, se solo avessi captato un indizio… o anche solo, un sussurro.-
-Di indizi ce ne erano, mio viscido amico e anche di sussurri.- rispose l’altro.
Draco aveva sempre avuto ragione: suo padre serviva Lord Voldemort.
Successivamente, egli notò il corpo di Cedric, ancora a terra e con gli occhi aperti.
-Oh, povero ragazzo.- commentò, sfiorandogli la guancia con i piedi nudi.
-Non toccarlo!- esclamò Jenny, digrignando i denti.
-Oh Jenny, mi ero quasi dimenticato che tu fossi qui.- continuò, avvicinandosi alla statua. -Forse dovrei presentarti ai miei amici, dopotutto, nessuno conosce la tua storia, nemmeno io.- le mormorò, voltando poi lo sguardo verso i Mangiamorte.
- La sorella del ragazzo che è sopravvissuto.- gli disse. – Quante menzogne sono state dette riguardo quella notte: ora racconterò, come ho effettivamente perso i miei poteri.-
Jenny non aveva affatto paura di lui: lo aveva affrontato già una volta e per un attimo si dimenticò anche del dolore al braccio.- Sconfitto da un bambino di un anno, Tom. Uh, perdevi colpi.-
L’altro serrò la bocca, come se si stesse trattenendo dalla rabbia.- La cara dolce Lily Potter, diede la vita: io non potevo toccarlo, grazie all’amore.-
-E l’amore ti sconfiggerà sempre.- aggiunse lei.
-Davvero Jenny? Ne sei sicura?- le domandò, con un ghigno divertito.- Codaliscia, perché non porti il nostro ospite?-
Peter ritornò dal rifugio con un ragazzo la quale mani erano state legate e un fazzoletto gli copriva la bocca.
Inoltre, il suo braccio sanguinava.
Jenny cercò ancora una volta di liberarsi, non appena vide Draco, però la stretta era troppo forte.
-Lucius, non ti dispiacerà se abbiamo prelevato gentilmente Draco dalla sua camera?- continuò Tom.
-No, mio signore.- balbettò Lucius, si vedeva che era costretto a dire quelle parole.
Codaliscia slegò Draco e gli liberò la bocca.
-Ma cosa abbiamo qui?- domandò Voldemort, osservando la sua ferita. -Vedi Jenny? L’amore distrugge.-
Jenny non riuscì a dire altro: aveva paura che gli facesse più male di quanto già avesse fatto.
Si sentiva così debole e questo la frustrava.
-Voglio fare un patto con te, mia cara.-
Voldemort soffiò sulla propria mano e per aria apparve l’immagine di una sfera di cristallo, dentro la quale viaggiava un fumo bianco.- Quando la figlia di Salazar Serpeverde morì, suo fratello, Marvolo, riuscì a trovare un modo purché le generazioni successive sarebbero riuscite a spezzare la maledizione. Tramutò la profezia di una vecchia veggente in una palla di cristallo: un giorno, sarebbero arrivati coloro che, come i figli di Salazar e Godric, per mettere fine a tutto ciò, creeranno l’amore più puro.- spiegò Tom, facendo una smorfia.- Totalmente disgustoso.- commentò, mentre i Mangiamorte ridacchiavano di sottofondo.
Jenny era stata molto attenta al suo discorso, solo che non aveva capito dove voleva andare a parare. -Che cosa vuoi da me?-
-Io ti dirò dove si trova la sfera e tu…- le rispose, avvicinandosi al suo volto.- Mi consegnerai Harry Potter.-
Suo fratello in cambio della libertà.
Della libertà di non fare più del male a Draco, al ragazzo di cui era innamorata.
-Jenny, non farlo.- gridò Draco, prima che venisse colpito allo zigomo da uno schiaffo di Codaliscia.
Non c’era bisogno di pensarci, Harry era sangue del sue sangue, ma per un attimo fu titubante.
-Scodartelo.- rispose Jenny, con tono deciso.
Voldemort, deluso, con un cenno della bacchetta, liberò Jenny dalla statua.
Draco sfruttò il momento per correre via, affiancandola, tenendosi stretto il braccio ferito.
-Afferra la tua bacchetta, Potter.- le ordinò.
La ragazza cadde sul prato, con i muscoli intorpiditi e cercò di rialzarsi.
Draco l’aiutò e le prese le mani.- Stai bene?- le chiese, preoccupato.
Jenny lo guardò negli occhi, iniziando a sentirsi in colpa.- Mi dispiace, io non potevo…- balbettò.
-Lo so, sta tranquilla.- rispose lui, accarezzandole la guancia.
-Crucio!-
Improvvisamente, il corpo di entrambi iniziò a fare così male, che i due caddero di nuovo a terra.
Jenny sentì i muscoli bruciargli, come una potente scossa elettrica.
-Sicura di voler vivere tutta la vita così, Jenny?- ripeté Riddle.
La ragazza prese fiato, cercando in se tutte le sue forze per rimettersi in piedi.
-Beh, ti sei guardato allo specchio Tom? Tu vivrai con quella brutta faccia da rospo.- commentò, stringendo la terra tra le mani, mentre si rialzava.
Voldemort la ignorò e creò tra loro un considerevole spazio.- Immagino che Silente ti abbia insegnato come duellare. Prima ci si fa un inchino l’un l’altro.- continuò, abbassando il sguardo verso terra.
Dato che non guardava, Draco afferrò Jenny per i vestiti e insieme si nascosero dietro la statua.
-Non voltarmi le spalle, Potter!- esclamò Tom. -Voglio vedere la luce lasciare i tuoi occhi!-
In quel momento, Jenny vide il cadavere di Cedric vicino alla coppa a pochi metri da loro e le salì una tale rabbia, che Draco percepì subito.
Osservò il modo in cui stringeva la bacchetta come se volesse affrontarlo veramente.- Jenny, no.- le sussurrò, scuotendo la testa.
-Dobbiamo ottenere tempo.- gli disse. -Torna alla coppa.-
-Ma, Jenny…-
-Fidati di me.- gli assicurò Jenny.
Allora, senza fare movimenti troppo bruschi, Draco si mosse verso il premio e Jenny si mostrò.
-Sia come vuoi.-
Voldemort fece un ghigno divertito.- Avada Kedavra!-
-Expelliarmus!-
Contemporaneamente, le loro bacchette vennero a contatto, creando un fulmine di luce: verde per lui e rosso per lei.
Jenny sentiva chiaramente la potenza nell’arma, tant’è che dovette tenerla con due mani.
Si voltò  verso Draco: aveva raggiunto la coppa, ora toccava a lei.
Però, qualcosa la distrasse.
Dal collegamento delle due armi, ne vennero fuori varie figure, come fossero fantasmi, ma molto più luminose.
In cielo, apparve Cedric e alla sua destra e sinistra, Lily e James Potter.
-Tesoro, quando il contatto si interrompe, devi arrivare alla passaporta.- le disse James. -Possiamo indugiare un momento, ma solo un momento, chiaro?-
Jenny annuì, quasi commossa dal suo nomignolo.
-Jenny.- intervenne Cedric.- Riporta indietro il mio corpo, riporta il mio corpo a mio padre.-
-Piccola, sei pronta, lascia andare.- le mormorò Lily.
Quindi Jenny mese fine alla loro unione  e corse verso Draco.
In quel momento, le piccole anime volarono verso Voldemort, distraendolo con una fitta nebbia.
Non appena Jenny toccò la coppa, si ritrovarono finalmente ad Hogwarts.
***
Jenny lasciò andare il cadavere di Cedric all’entrata del labirinto, come un pesante fardello.
Tutti presero a festeggiare per la loro vincita, anche Arthur e Amos.
La ragazza scoppiò in lacrime e gli chiuse gli occhi. -Mi dispiace.- singhiozzò sul suo viso.
Non c’erano risate in quel momento, né commenti sarcastici.
Silente e il Ministro si avvicinarono non appena capirono che Diggory non si sarebbe rialzato più.
Anche Harry corse in contro la sorella e quando si inginocchiò davanti a lei, la cicatrice iniziò a bruciargli.- Cosa è successo?!-
-E’ tornato!- gridò Jenny. -Voldemort è tornato: non potevo lasciare Cedric, non lì.-
-Fatemi passare!- esclamò Amos Diggory, facendosi spazio tra la folla. -E’ mio figlio! Il mio ragazzo!-
Jenny non riusciva a smettere di piangere.- Mi dispiace.- piagnucolò, mentre Draco l’abbracciava da dietro.
-Siete a casa, siete tutti a casa adesso.- le ripeté Silente, mentre un padre si disperava per suo figlio.
In quel momento, Draco vide arrivare Alastor Moody.
Avvertì Jenny di qualcosa, ma lei non riusciva a sentirlo: era come se le sue labbra si muovessero senza significato.
Era fin troppo sconvolta.
Di scatto, Moody la fece alzare e allontanare da lì.- Non è posto per te questo.-
La condusse fino al suo ufficio e le diede uno sgabello per sedersi e riprendere fiato.
-Ti fa male?- le chiese, indicando la ferita al braccio.
Jenny se ne era completamente dimenticata.- Non tanto.-
-Com’era lui?-
La ragazza tentò di asciugarsi le lacrime ormai secche. -Il male puro dentro una faccia da serpente.-
Ad un certo punto, il professore iniziò a comportarsi in modo strano, come se non riuscisse a respirare.
-Sta bene?- gli domandò lei, confusa.
-Al cimitero c’erano altri?- continuò lui, cercando incessantemente qualcosa tra le sue mensole.
Jenny si chiese come faceva a sapere che si trovavano in un cimitero se non l’aveva mai detto.- Io non credo di aver parlato di un cimitero, professore.-
Qualcosa non quadrava.
-Creature meravigliose i draghi, non trovi?- continuò lui, fissandola con uno strano sguardo inquietante, soprattutto per via del suo occhio.
La ragazza si ritrovò più confusa di prima.
-Credi che quel tonto di un gigante ti avrebbe fatto vedere i draghi, se io non lo avessi informato? Credi che Cedric Diggory, ti avrebbe detto cosa fare con l’uovo, se prima io non glielo avessi detto io? Credi che Neville Paciock, il rimbambito, ti avrebbe dato l’Algabranchia se io non gli avessi dato il libro con tutte le informazioni, eh?!-
Fu allora che Jenny intuì tutto: credeva che i Mangiamorte nascosti nel castello avessero messo il suo nome nel calice, ma aveva sbagliato da subito.- Era lei fin dall’inizio. Lei ha messo il mio nome nel calice, lei ha stregato Krum..-
-Gne, gne.- rispose l’altro, accovacciandosi su di lei.- Tu sei finita in quel cimitero perché era quello che era stato stabilito: così, grazie al tuo sangue, lui è tornato in vita.- le disse, afferrandole il braccio.- Il sangue che scorre in queste vene, scorre nel Signore Oscuro.-
Jenny si allontanò da lui prima che la situazione peggiorasse, nascondendosi dietro il grande baule nero.
-E finalmente.- continuò Moody, guardandola con la pelle che gli cadeva, come la cera di una candela.- Tutti vedremo la fine del grande Harry Potter!- esclamò, puntandole contro la bacchetta.
Improvvisamente, la porta si aprì.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo XII. ***


-Expelliarmus!- esclamò Silente, spingendo l’uomo su una sedia e costringendolo a bere qualcosa.
Entrarono anche Draco ed Harry, seguiti dalla McGranitt e Piton.
-Che succede?- chiese Jenny.
-E’ quello che cercavo di dirti.- rispose Draco, indicando Moody.- E’ lui che mi ha rapito.-
-Sai chi sono?- gli domandò Silente, tenendolo per il collo.
-Albus Silente.-
Il preside gli aveva dato del Veritaserium, così che dicesse solo la verità.
-Alastor Moody è in questa stanza?! Dimmelo!-
A quel punto, l’uomo spostò lo sguardo sul baule.
Piton lo aprì e quando le decine di serrature si schiusero, tutti fecero capolino all’interno, scoprendo il vero Alastor Moody: senza una gamba e con una mano sull’occhio.
-Ma quello è Moody, allora lui chi….?-
In seguito, d’un tratto, l’uomo seduto iniziò a contorcersi: dalla tasca gli cadde la fiaschetta dalla quale non si separava mai.
Albus annusò il contenuto.- Pozione polisucco. Adesso sappiamo chi ha rubato dalle tue scorte, Severus.-
Infatti, egli si rivelò per chi era veramente: Barty Crouch Junior.
-Scrivete un gufo ad Azkaban, scopriranno che gli manca un prigioniero.- ordinò il preside.
-Là mi riaccoglieranno come un eroe!- esclamò l’altro, sorridendo e mostrando il marchio nero che aveva sul braccio sinistro. -Lord Voldemort ha fatto ritorno.-
***
Il giorno dopo, fu l’ultimo del quarto anno ad Hogwarts.
Jenny fece i bagagli prima del funerale di Cedric: non aveva parlato con nessuno, non riusciva.
Silente si presentò nel dormitorio mentre si preparava.- Diedi fuoco al baule, il mio primo anno.- le disse, con un ghigno divertito.- Senza volerlo, ovviamente.-
Lei non sembrava in vena di scherzare.
-E’ colpa mia, Jenny, ti ho messo in grave pericolo quest’anno, me ne rendo conto.- commentò, con uno sguardo dispiaciuto.
Però c’era qualcosa, una teoria, che continuava ad assillarla. -Perché ha scelto me, signore? Io credo che lui abbia paura di Harry. Tuttavia, è rinato grazie al nostro sangue e credo che ci saranno delle conseguenze.- gli disse, torturandosi le dita delle mani. -Mi ha mostrato come spezzare la maledizione e in cambio voleva che gli consegnassi Harry, ma io n-non potevo farlo…- balbettò.
-Lo so Jenny, lo so.- sussurrò il preside.
-C’è stato anche un momento, in cui le nostre bacchette sono entrate in contatto.-
-Prior Incantatio.- continuò Silente. -Hai rivisto i tuoi genitori, non è vero?-
Jenny annuì con un leggero sorriso.
-Nessun incantesimo risveglia i morti, è bene che tu lo sappia. Ricordati che qui hai degli amici e qualcuno che ti ama, non sei sola.- spiegò il preside.
La ragazza negò, con gli occhi lucidi e la voce tremante.- No signore, non posso più permetterlo.-
***
Quella stessa mattina, ci furono i funerali per Cedric.
Tutti si riunirono nella sala grande, con le sedie dirette verso Silente e il suo leggio.
-Oggi prendiamo atto di una perdita davvero atroce. Cedric Diggory era, come sapete tutti, un eccezionale lavoratore. Infinitamente generoso e un fedele, fedele amico. Per tanto ritengo che dobbiate sapere esattamente com’è morto.- esordì Silente. Draco afferrò la mano di Jenny, ma lei la scansò.- Vedete, Cedric Diggory è stato assassinato da Lord Voldemort!- esclamò il preside, creando brusio. -Il Ministro della magia non vuole che io ve lo dica, ma per me non farlo sarebbe un insulto alla sua memoria. Ora, il dolore che proviamo per questa terribile perdita, ci rammenta, che nonostante proveniamo da luoghi diversi e parliamo lingue diverse, i nostri cuori, battono all’unisono. Alla luce dei recenti avvenimenti, i legami di amicizia che abbiamo stretto quest’anno, saranno più importanti che mai. Ricordatevi questo e Cedric Diggory non sarà morto invano. Ricordatevi questo e noi onoreremo un ragazzo che è stato coraggioso, fedele e onesto fino alla fine.-
Mentre attraversava la stanza, Jenny tenne lo sguardo verso la porta: si era ripromessa che non avrebbe pianto, ma una lacrima le scese quando Severus Piton le mise una mano sulla spalla e le strinse la pelle.
Jenny lo guardò e per un attimo tenne le dita intrecciate alle sue, poi, se ne andò.
Le scuole ospiti stavano tornando a casa e come aveva detto Silente, tutti avevano stretto delle amicizie.
Si sedette su una delle panchine e osservò come Victor ed Hermione chiacchieravano, mentre lui le lasciava il suo indirizzo.
In pochi istanti, il cortile si svuotò e rimase solo lei, ad osservare la propria fasciatura.
In quel momento, davanti agli occhi, ne vide una uguale.
Alzò lo sguardo e vide Draco, col volto illuminato per via del sole.
Senza proferire parola, si alzò e lui le passò una mano sulla guancia, delicatamente.
Poi, notò la sua espressione.- Perché ho l’impressione che tu debba dirmi qualcosa?-
-Mi dispiace Draco, non potevo consegnargli mio fratello.-
-Lo so, non te lo avrei mai chiesto.-
-Ma vederti lì, soffrire, è stata una delle cose più tremende.- singhiozzò, guardandolo negli occhi.- E io non lo posso più fare.-
Draco aggrottò le sopracciglia.- Che stai dicendo?- Jenny gli lasciò la mano, mettendogliela lungo i fianchi e allora lui capì.- Mi stai lasciando?-
Jenny si asciugò le lacrime velocemente.- E’ giusto così.-
-Cosa! No! Possiamo risolvere la cosa insieme!- esclamò, nel frattempo che lei scosse la testa.- No....- sussurrò. -Tu hai già deciso, come sempre.-
Che la pensasse così.
Che la odiasse, piuttosto che stare male ancora.
-Sì, ho deciso.-
Di scatto, Draco l’afferrò per le spalle, spingendola verso il muro.- Tu non hai idea di quello che provo! Dei sussulti che faccio quando ti vedo! Della pelle d’oca che mi viene quando ti tocco! Del respiro che mi manca quando ti bacio e preferisco morire pur di non staccarmi da te!- affermò, diventando rosso in viso.- Io ti amo!-
Jenny era rimasta spiazzata per tutto il tempo e avrebbe tanto voluto dire le stesse cose, ma non poteva.
Perciò, tutto quello che uscì, fu un mormorio.- Io no.-
Draco barcollò all’indietro, come una persona che si vede cadere tutto il mondo addosso.
Infine, voltò le spalle e se ne andò.
Jenny dovette reggersi: sentì una fitta al petto.
E’ questo il dolore del cuore spezzato?
No, è il dolore di quando qualcuno se lo rompe da solo.
Da un altro corridoio giunse Harry e la aiutò a sedersi.
-Scusa, ho sentito tutto.- le disse, timidamente. -Mi dispiace, non volevo che succedesse tutto questo per colpa mia.-
Jenny scosse la testa e le strinse la mano.- No, non è colpa tua. Non avrei mai permesso che ti facesse del male.-
Harry l’abbraccio tutto d’un colpo.- Devi smetterla di proteggermi.- commentò, sorridendole.
Anche lei fece un piccolo sorriso.- Tutto cambierà adesso, non è vero?
Il fratello le annuì. -Ma noi siamo sempre insieme, no?- le chiese, porgendole il mignoletto.
Jenny lo intrecciò col suo.- Insieme.-
Voldemort era tornato e ciò fece cadere sul mondo un velo di oscurità.
Prima o poi avrebbero dovuto affrontare quella grande minaccia.
E tutte le sue conseguenze.
 
CONTINUA…
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3901548