Zodiaco

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Premessa: questa storia è stata scritta nel 2015/2016 e poi messa da parte, non so con quanta frequenza pubblicherò i capitoli visto che li devo revisionare.
Comunque spero vi piaccia.
Buona lettura,
la_pazza_di_fantasy


















-siamo davvero sicuri che sia la cosa giusta da fare?- chiese l’uomo guardando la moglie.
-si, non abbiamo altra scelta- disse la donna.
-ma c’è tanta altra gente così, perché dobbiamo proprio farlo noi?-
-perché so già che litigherebbero ogni giorno. E non voglio che succeda per una cosa del genere-
-ma non ne puoi essere sicura al cento per cento. Stiamo impedendo a una persona di vivere con la sua famiglia- disse l’uomo sospirando.
-ti prego non rendere questa scelta più difficile di quanto non lo sia. Portala lontano da qui-
L’uomo si arrese a annuì a quelle parole e prese il piccolo fagottino tra le braccia per quella che forese era l’ultima volta.
Uscì dalla stanza e una volta arrivato nel cortile dell’edificio dove si trovavano si mise al centro. Guardò intorno prima di chiudere gli occhi e smaterializzarsi.
Riapparve al centro di un parco completamente deserto per via della tarda ora. Difronte a se un grande edificio in stile Vittoriano. Doveva essere quello il posto che i due avevano concordato.
L’uomo si incamminò verso l’ingresso dell’edificio e dopo aver letto il nome sul campanello dell’edifico, e appurato che fosse veramente quello il posto, lasciò il fagottino davanti alla porta per poi suonare.
Si allontanò velocemente fino a ritornare nel luogo dove era apparso e guardò da li la porta dell’edificio che si apriva.
La donna davanti alla porta si guardò intorno confusa, poi abbassando lo sguardo vide il fagottino a terra e subito si piegò per raccoglierlo e iniziare a cullarlo. La donna si guardò ancora intorno in cerca di chi avesse lascito il bambino ma non vedendo niente rientrò nell’edificio. L’uomo si era smaterializzato nuovamente non appena il bambino era stato preso in braccio dalla signora facendo girare tre volte le lancette del suo orologio dorato.
Era in mani sicure.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Gwen guardò il cielo stellato sorridendo. Le era sempre piaciuta l’astronomia e non vedeva l’ora di poter entrare al college per studiarla come si deve. Dal tetto del Vittoriano c’era una bella vista si, ma la maggior parte delle costellazioni più belle non si vedevano per via delle nubi o dell’inquinamento luminoso.
Gwen avrebbe davvero voluto vivere in campagna, almeno li sarebbe riuscita ad ammirare le sue amate stelle senza problemi. Non come li che se beccata sul tetto finiva per essere sgridata e senza colazione il giorno dopo.
Quei pensieri fecero ricordare alla ragazza che doveva assolutamente tornare nella sua camera prima di rimanere li tutta la notte e poi faticare il giorno dopo per svegliarsi.
Fece piano mentre scendeva dal tetto per non svegliare nessun altro dei bambini, o ragazzi sfortunati come lei, che dormivano. Riuscì ad arrivare nella sua camera senza troppi intoppi e tirò un sospiro di sollievo. Guardò verso la sua finestra e si rattristò. Al Vittoriano ogni camera aveva minimo una finestra e lei era stata la più sfortunata di tutti: la sua finestra dava sulla palazzina affianco al vittoriano e l’unica cosa che Gwen riusciva a vedere dalla sua unica finestra erano i mattoni rossi dell’edificio.
La ragazza si buttò a peso morto sul suo letto da materasso duro, meglio di niente, e subito chiuse gli occhi e si addormentò per la stanchezza. Essendo una delle più grandi, anzi la più grande, era costretta a svolgere tutti i compiti delle donne che li accudivano. Al Vittoriano avevano bisogno di un aumento del personale, ma la signora Smith si faceva andare bene anche sfruttare i ragazzi più grandi.
Gwen non vedeva l’ora di andare al college anche perché sarebbe definitivamente uscita da li. Comunque la ragazza non aveva mai capito come mai nessuno l’avesse adottata in tutti quegli anni. Era al Vittoriano da quando era nata, almeno così le aveva detto la Smith, e molti ragazzi avevano passato li solo pochi mesi prima di essere portati via da una famiglia amorevole.
Cosa aveva lei di diverso non lo sapeva, ma ormai era troppo tardi per trovare una famiglia adottiva.
 
Gwen si svegliò per colpa della sveglia che continuava a suonare sul suo comodino avvisandola che se non si fosse alzata sarebbe arrivata nuovamente in ritardo a scuola. La ragazza, seppur con malavoglia, si alzò e si vestì per poi scendere a fare colazione. Seduti al grande tavolo che usavano per colazione, pranzo e cena c’erano solamente un terzo dei ragazzi del Vittoriano, la gran parte di loro infatti erano piccoli quindi o non andavano a scuola o entravano alle otto e mezza. Gwen li invidiava veramente quei bambini, quanto avrebbe dato per dormire anche solo un poco in più.
Finì velocemente il suo cappuccino con due biscotti al cioccolato e uscì subito dall’edificio diretta verso la sua scuola, era in orario ma sapeva perfettamente che sarebbe accaduto qualcosa che le avrebbe impedito di arrivare in orario a scuola.
Come volevasi dimostrare infatti fu bloccata vicino all’incrocio che la separava dalla sua scuola per via di un’incidente stradale. Possibile che non riuscisse una volta a non trovarsi in ritardo? A quanto pareva no. La ragazza fu costretta ad aspettare un quarto d’ora buono prima che gli agenti la facessero passare e poi fu costretta davanti alla scuola ad aspettare la fine della prima ora per poter entrare nell’edificio con tanto di ramanzina del preside al quale cercò anche di spiegare la situazione. L’uomo non ne era sembrato tanto convinto, ma l’aveva lasciata andare in classe mentre guardava fuori dalla finestra controllando se ci fosse veramente stato un incidente li vicino.
Gwen entrò in classe a testa bassa e corse subito verso il suo posto, vicino il muro ovviamente, per poi uscire in fretta e furia quaderno e penne.
-dov’eri finita?- le chiese subito il ragazzo moro al suo fianco guardandola preoccupato. Quel giorno sembrava leggermente agitato.
-non ci crederai mai- sbottò la ragazza facendo nascere sul volto di Darren un sorriso e facendolo leggermente rilassare.
-cosa? La Smith ti ha di nuovo beccata sul tetto?- le chiese Darren con un sorriso mentre il professore entrava in aula.
-magari! Ero in orario e sono stata bloccata da un’incidente a due passi da scuola-
-oddio non ci credo!- disse il moro scoppiando a ridere e facendo sorridere anche la castana al suo fianco.
-il preside era abbastanza scettico-
-e ci credo! Solo a te capitano ste cose Gwen!- disse Darren che ricevette un’occhiataccia da parte del professore.
-e io vorrei che non succedessero!- borbottò la ragazza aprendo il quaderno e iniziando a prendere appunti di quello che il professore stava scrivendo alla lavagna mentre Darren la guardava.
-cosa c’è?- chiese dopo un po’ la ragazza senza staccare gli occhi dalla lavagna.
-ti fidi di me?- chiese Darren facendo corrugare la fronte della ragazza.
-certo che si! Sei il mio migliore amico, o meglio l’unico amico che io abbia mai avuto!- disse la ragazza sorridendogli.
Darren era stata la prima persona che le si era avvicinata durante i primi anni di scuola. Entrambi i ragazzi si conoscevano da sempre ormai e Gwen si fidava davvero tanto del suo migliore amico. Per un certo periodo aveva anche avuto una cotta per il bel moro, e forse non le era ancora passata. Ma non capiva veramente il perché di quella domanda.
-come mai?- chiese infatti la ragazza curiosa.
-niente, volevo solo sentirtelo dire- disse il ragazzo sorridendole e voltando lo sguardo finalmente verso il professore.
Gwen distolse un attimo lo sguardo dal professore per puntarlo verso la finestra dall’altro lato della stanza e fu in quel momento che si accorse di qualcosa di diverso nella sua classe.
Tirò una gomitata a Darren che alzò lo sguardo verso di lei abbastanza confuso.
-perché ci sono tre tizi che non ho mai visto prima?- chiese la ragazza indicando con la testa verso i tre banchi infondo alla classe con tre ragazzi che Gwen non aveva mai visto prima.
-sono nuovi, arrivati oggi. Fanno una specie di scambio culturale- le rispose Darren per poi riportare lo sguardo verso il professore.
Gwen invece guardò in direzione dei tre ragazzi. Fu in quel momento che il biondo incrociò lo sguardo con il suo e Gwen credette di perdersi in quelle due pozze azzurre.








Angolo Autrice
Mi dispiace per non aver pubblicato subito questo capitolo, ma la revisione sta andando molto lentamente.
A presto,
la_pazza_di_fantasy

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Giulius si toccò il tatuaggio sul collo che era diventato improvvisamente caldo e faceva davvero tanto male.
-tutto okay?- gli chiese Valentine notando il suo gesto.
-si, fa male il tatuaggio- disse il castano sbuffando.
-non ti ha mai fatto male, e di solito non dovrebbe. Chiamiamo Zhoto?- chiese il biondo preoccupato.
-non lo disturbare per una sciocchezza del genere lo metterebbe solo in ansia e sai quanto ci abbiamo messo per convincerlo a farci venire qui.- disse il castano togliendosi un riccio ribelle dalla faccia.
-spero solo non peggiori troppo- disse il biondo guardando preoccupato l’amico.
-ragazzi indovinate chi ha già guadagnato tre appuntamenti?- disse Tasha sorridendo in direzione dei due.
-Cecilia?- chiese Giulius per poi ricevere uno sguardo truce dagli occhi scarlatti della sua migliore amica.
-certo che no! Sto parlando di me!- disse allora la mora facendo un giro su se stessa mentre Giulius la guardava incantato, come suo solito, e Valentine alzava gli occhi al cielo.
-ma Cecilia è molto più bella di te- disse Valentine ridacchiando ricevendo anche lui l’occhiataccia dalla mora.
-scusami se non sono alta come una pertica e sono piatta. E poi non è vero che tutti i biondi sono belli. Guardati!-
-ma per favore! Hai visto come mi mangiavano con gli occhi prima in classe. Mi amano già- disse Valentine atteggiandosi come aveva fatto prima la ragazza.
-la castana che è arrivata in ritardo però ti ha guardato davvero male- disse Tasha ricordandosi degli sguardi dei due ragazzi durante le lezioni.
-mi sa tanto di Chaos- disse Valentine ottenendo l’attenzione completa dei due ragazzi.
-in che senso Val?- chiese Giulius sorpreso.
-nel senso che ho avvertito su di lei la presenza di Chaos, sapete che non sbaglio mai purtroppo.- disse il biondo sospirando.
-siamo qui da nemmeno un giorno e già li abbiamo trovati?- chiese sorpresa e felice allo stesso tempo la ragazza sorridendo.
-non cantare vittoria, siamo solo in tre e non sappiamo quanti sono loro- disse Val sbuffando.
-okay allora possiamo tranquillamente accertarci del loro numero effettivo e poi chiamiamo gli altri e ci facciamo dare una mano. Comunque credo che potremmo cavarcela anche da soli visto che siamo tre zodiaci.-
-sei troppo ottimista Tasha e comunque meglio non esporci troppo-
-concordo con Val, potrebbero catturarci tutti e tre e non sarebbe una bella cosa- disse Giulius sospirando.
-ma potremmo catturare tranquillamente noi uno di loro. Non credo che la castana se ne sia accorta altrimenti ci saremmo già trovati una miriade di Chaos qui- disse Tasha sorridendo.
-mi ha guardato male per tutto il tempo. Credo che se ne sia più che accorta- disse Val.
-comunque voi due avete fatto a gara a chi guardava male l’altro per più tempo- disse Giulius ridendo.
-è più probabile che ti abbia guardato male perché sei fastidioso e non perché sa cosa siamo- disse Tasha sbadigliando.
-sono più che sicuro che sappia e dobbiamo stare attenti e cercare di sviare i dubbi. Giul mettiti qualcosa sul collo altrimenti vede il tatuaggio, Tasha cerca di non metterti magliette troppo scollate- disse Val. Tasha sbuffò.
-se non metto magliette scolate sembro ancora più piatta!- disse la ragazza incrociando le braccia al petto.
-vuoi far vedere a quella ragazza che sei uno zodiaco? Meglio prevenire Tasha!- disse Val leggermente infuriato.
-scusa se il mio tatuaggio è apparso in mezzo al seno, non sono stata io a decidere il posto- disse invece la mora lasciando da soli i due ragazzi.
-forse hai esagerato un po’- disse Giulius preoccupato per la sa migliore amica.
-so che non è stata lei a sceglierlo, ma dobbiamo evitare in qualunque modo possibile che ci scoprano. L’ultima volta siamo a stento riusciti a salvare Levon, ed eravamo in cinque nella nostra città- disse Valentine.
-quello perché Levon si è messo nei guai da solo- disse Giulius ricordandosi la paura che aveva provato quando Levon era stato scaraventato lontano da loro e vicinissimo a tre Chaos.
-comunque sia andata quella volta dobbiamo essere cauti ed evitare che ci catturino. E poi dobbiamo anche scoprire perché si sono concentrati così tanti Chaos qui-
-forse sapevano che si saremmo mossi. Forse è tutta una trappola-
-no, altrimenti non ci sarebbe stata una concentrazione del genere da ben dieci anni- disse Val sospirando.
-farci domande è inutile, la cosa più importate è scovare un Chaos lontano dagli altri, catturarlo e portarlo da Zotho e cercare di cavargli informazioni- disse Giulius guardando con un sorriso verso il sole.
-io prenderei la castana antipatica-
Giulius girò nuovamente lo sguardo verso Valentine per poi scoppiare a ridere.
-cosa c’è adesso?- chiese il biondo leggermente scioccato dalla risata del castano.
-secondo me la vuoi prendere solo perché ti attira- disse il castano con un sorriso sulle labbra di chi la sapeva lunga.
-certo che no! È un Chaos! E io ho chiuso con i Chaos- disse il biondo rattristandosi mentre anche il sorriso di Giulius andava scemando.
-sei davvero sicuro che quella ragazza sia un Chaos?- chiese allora il castano avvicinandosi al biondo e mettendogli una mano sulla spalla.
-certo, lo sai che non mi sbaglio mai, anche quando vorrei- disse il biondo chiudendo gli occhi e respirando profondamente.
-okay, allora cerchiamo di catturarla senza dare nell’occhio- disse Giulius.
-non sarebbe meglio prenderla con la forza?-
-ma sei pazzo? Rischiamo di attirare tutti i Chaos presenti in città in quel modo! Dobbiamo ottenere la sua fiducia e poi, quando sarà da sola catturarla e portarla da Zotho- disse Giulius.
-si ma come la otteniamo la sua fiducia? Io non mi presto sappilo!-
-be’ credo che portarci una ragazza in missione è stata una scelta saggia-
-Tasha è un maschiaccio! E lo sarebbe ancora di più se non si mettesse gonne o maglie scollate! Non credo che funzionerà!-
-io invece credo proprio di si!-
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-non ti fidare di loro- disse Darren a Gwen mentre entrambi erano seduti sui gradoni della scuola aspettando l’inizio delle lezioni.
Quel giorno Darren si era fatto trovare davanti al Vittoriano e Gwen ne era stata davvero felice. Era riuscita anche ad arrivare in anticipo!
-loro chi?- chiese la ragazza mentre sgranocchiava un pacchetto di patatine che aveva preso da un distributore automatico visto che non era riuscita a fare colazione quella mattina. Appena aveva scorto Darren fuori dalla porta era uscita direttamente fuori senza passare per la cucina.
-i tre nuovi arrivati. Non mi piacciono- disse il moro rubando una patatina alla ragazza che fece la faccia offesa, ma non resistette molto e subito scoppiò a ridere seguita a ruota dal ragazzo.
-li conosci?- chiese la ragazza curiosa. Darren le era sembrato parecchio strano da quando erano arrivati quei tre.
-no, però non mi piace il loro comportamento. Per niente- disse il moro alzandosi per poi tornare poco dopo con un pacchetto di patatine che aprì e iniziò a mangiare. Gli era venuta fame vedendo Gwen che mangiava.
-tranquillo lo sai meglio di me che non riesco ad aprirmi per prima e di sicuro non sarò io ad andare da loro per chiedere di diventare loro amica-
-certo che lo so! Ti ho dovuta praticamente rincorrere per una settimana intera prima che diventassimo amici!- disse il ragazzo ridendo e contagiando anche Gwen che gli sorrise.
-non è colpa mia se sono timida- disse la ragazza sbuffando.
-e dimmi quando ti piacerà un ragazzo che farai? Aspetterai che lui venga da te?- chiese Darren facendo bloccare completamente la ragazza. -aspetta non dirmi che lo stai veramente facendo?- disse poi sorpreso il ragazzo.
-tranquillo a lui non interesso- disse la ragazza che voleva evitare di parlare di quell’argomento.
-come puoi dire una cosa del genere senza averci minimamente parlato? E soprattutto chi è?-
-non te lo dico, e credimi lo so- disse la ragazza sospirando.
-adesso sono curioso però!- disse il moro mettendo il broncio e cercando di trovare un modo per far sputare il rospo alla ragazza.
-prova ad indovinare allora. Da me non saprai niente!- disse Gwen sempre più convinta. Di certo non poteva dire a Darren di avere una cotta stratosferica per lui da anni. Avrebbe perso la sua amicizia sicuramente.
-così non vale però! Potrebbe essere chiunque, anche qualcuno che non conosco!- disse il moro accartocciando il pacchetto di patatine ormai vuoto.
-problemi tuoi- disse la ragazza facendo la stessa identica cosa di Darren per poi alzarsi e andare a buttare entrambi i pacchetti.
-dai Gwen! Ti posso aiutare- disse Darren cercando di far capitolare la ragazza che scosse la testa.
-no, non mi puoi aiutare- disse lei sbuffando.
-sei testarda a volte sai? Ti voglio solo dare una mano e poi sono il tuo migliore amico. Tra migliori amici si parla di queste cose- disse il ragazzo alzandosi visto che era appena suonata la campanella che segnava l’inizio delle lezioni.
I due si incamminarono in classe nel silenzio più totale. Però una volta seduti Darren ripartì all’attacco:
-davvero Gwen posso aiutarti- disse il ragazzo mentre Gwen non lo degnava nemmeno di uno sguardo.
-per favore smettila Darren- disse la ragazza che non ne poteva veramente più.
-okay- sbuffò lui per poi mettersi a giocare con la matita che aveva in mano. Perché era così difficile far parlare quella ragazza? E soprattutto perché capitavano tutte a lui?
Gwen guardò leggermente triste il ragazzo, ma sapeva che non poteva assolutamente dirgli niente. Non voleva perdere l’unico amico che aveva.
-è di questa scuola?- chiese dopo un po’ il ragazzo mentre il professore spiegava.
-si- disse Gwen.
-nella nostra classe?-
-si-
-mi risponderai solo con si e no?-
-si- continuò a dire Gwen sbuffando.
-è uno dei nuovi? Anche se non credo che in così poco tempo tu ti possa essere innamorata del biondo o del castano-
-non solo loro- disse Gwen sbuffando. Il professore alzò lo sguardo e Gwen avvertì lo sguardo truce dell’uomo che li stava rimproverando silenziosamente.
-comunque tesoro hai gusti orribili, l’unico decente nella nostra classe è Marc- sussurrò Darren guardando con disgusto tutti gli altri ragazzi presenti nella loro classe. -ti piace Marc?-
-no- disse lei sbuffando.
-ma allora chi!- disse il ragazzo accasciandosi sul banco pensando a chi potesse piacere alla sua amica, poi una piccola consapevolezza si fece strada nella mente di Darren che guardò la ragazza con occhi sbarrati. -aspetta non è che…-
-adesso basta! Signorina Smith vada immediatamente a sedersi a fianco al signor Lewis- disse il professore mentre Darren malediceva quell’uomo. Gwen però era spaesata: chi cavolo era Lewis?
-sono io riccia- disse una voce alle sue spalle. La ragazza si girò e sgranò gli occhi quando si accorse che doveva sedersi accanto al biondo. Gwen lanciò uno sguardo di terrore verso Darren prima di andarsi a sedere a fianco al biondo e cercando di stargli il più lontana possibile cosa della quale Valentine se ne accorse facendogli scappare una risatina divertita.
-e questi posti li dovrete tenere sempre nelle mie ore, sono stanco di sentirvi borbottare ogni santa volta. Riprendiamo- disse il professore mentre Gwen voleva sprofondare. Perché fra tutte le persone che c’erano doveva stare proprio accanto a quel biondino?
-guarda che non ti mangio riccia- disse Valentine ridacchiando. -per il momento- aggiunse poi vedendo l’espressione della ragazza farsi sempre più tetra.
Valentine però non ricevette risposta e la ragazza continuò a stare il più lontano possibile dal ragazzo mentre lui la osservava con un sopracciglio alzato e la studiava. L’odore di Chaos su di lei era ancora più forte standole accanto e Valentine era sempre più sicuro che la ragazza avesse a che fare con quei brutti ceffi e sarebbe stata proprio lei la loro prima preda.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-è odioso! Io non resisto al suo fianco per tutto il resto dell’anno!- disse Gwen leggermente arrabbiata mentre Darren la stava accompagnando, nonostante le proteste della ragazza, al Vittoriano.
-tranquilla, lo tengo a bada io- disse Darren sorridendole mentre svoltavano l’angolo e si trovarono di fronte il Vittoriano.
-magari, perché non ha spostato te?- chiese la ragazza sospirando.
-perché il tuo cognome è il più semplice da ricordare, il mio non se l’è ancora imparato- disse il ragazzo mettendole un braccio sulle spalle. Gwen si irrigidì leggermente e sperò che il ragazzo al suo fianco non se ne fosse accorto.
-comunque prima in classe mi stavi per dire qualcosa- disse la ragazza ricordandosi che non aveva sentito la fine della frase del ragazzo per via del professore che l’aveva spostata. Nel mentre però erano già arrivati davanti al Vittoriano.
-niente di che, ho solo capito chi ti piace- disse il moro sorridendo.
-e sentiamo chi? Tanto lo so che non hai indovinato- disse la castana sorridendo mentre lanciava un’occhiata verso la porta del Vittoriano sperando non si aprisse rivelando la signora Smith mentre gridava di entrare dentro e fare le faccende.
-io- disse Darren facendo sgranare gli occhi alla ragazza mentre lui sorrideva.
-come...- cercò di chiedere la ragazza, ma venne bloccata dalle labbra di Darren che finirono sulle sue.
-ci ho messo tutta la mattina a capirlo tesoro- le disse poi il ragazzo accarezzandole una guancia.
-cosa significa questo bacio?- chiese la ragazza titubante, non voleva sperarci troppo.
-che mi piaci anche tu Gwen- disse Darren sorridendole e baciandola ancora mentre la castana si apriva in un bellissimo sorriso.
-non mi sembra ancora possibile- disse la ragazza che era davvero al settimo cielo.
-Gwen muoviti! Hai del lavoro da fare- Gwen sbuffò vedendo che alla fine la signora Smith era davvero uscita fuori per richiamarla. Sorrise a Darren lasciandoli un bacio sulle labbra.
-ci vediamo domani- disse la ragazza.
-ti passo a prendere come oggi visto che non potremo più stare seduti vicini- disse il ragazzo per poi incamminarsi verso la sua casa mentre la ragazza saliva e scale del Vittoriano sotto lo sguardo attento della signora Smith.
-non dovresti fidanzarti- disse la donna chiudendo la porta.
-perché no?- chiese leggermente indispettita Gwen.
-perché non è vantaggioso-
-e cosa ne sa lei?- chiese Gwen incrociando le braccia al petto.
-credi che io stia single per caso? I ragazzi portano solo guai e anche tu dovresti tenerti alla larga da loro- disse la donna alzandosi le maniche del vestito per passare i piatti sporchi a Gwen.
-Darren è gentile ed è mio amico da anni!-
-non dovresti avere amicizie fuori da qui, lo sai come la penso- disse la donna mentre Gwen posava a terra lo zaino e iniziava a lavare i piatti che la donna le stava passando.
-sono rimasta qui dentro per diciannove anni della mia vita che importanza fa se mi faccio amici fuori? Ormai non verrà nessuno per adottarmi e lo sa bene anche lei- disse Gwen sospirando.
-le regole sono regole Gwen e tutti le devono rispettare, indipendentemente da quanti anni hanno passato qui dentro-
-quindi cosa dovrei fare? Avere amici più piccoli di me di quanto? Erika ha cinque anni in meno di me ed è la più grande! Io ho bisogno dei miei coetanei- disse la ragazza sospirando.
-Erika è stata adottata questa mattina- disse la signora Smith facendo cadere il piatto dalle mani di Gwen che si ruppe in mille pezzi.
-mi sta dicendo che adesso la seconda più grande è Clara ed ha dodici anni? Come crede che io debba andare d’accordo con una bambina!- disse la ragazza veramente arrabbiata.
-lo devi fare punto e basta.- disse la donna guardando il piatto a terra.
-ripulisci tutto e stasera niente cena, non abbiamo piatti da sprecare- disse la donna incamminandosi verso la sua stanza per riposare.
-ma non ho nemmeno pranzato!- disse la ragazza sgranando gli occhi per la sorpresa.
-non è colpa mia se arrivi dopo l’orario del pranzo- disse la donna lasciandola definitivamente sola.
-ma non è colpa mia se ho lezione fino a tardi- disse la ragazza in un sussurro.
Finì di lavare i piatti il più velocemente possibile, poi li ripose accuratamente nella credenza. Mentre stava per uscire si accorse di non aver ancora pulito il disastro fatto prima e sbuffando andò a prendere scopa e paletta. Raccolse i pezzi di porcellana cercando di farsi il meno male possibile, cosa non facile quando sei imbranata e in due secondi ti ritrovi con ferite fresche alle mani, e sorrise quando finì.
Passò davanti al frigorifero sbadigliando, poi fece qualche passo indietro guardandosi sospettosa intorno. Non c’era nessuno in vista quindi sorridendo aprì il frigorifero e prese i formaggi che stavano al suo interno insieme ai salumi. Poi se li mise nello zaino e scappò velocemente verso la sua camera cercando di attirare il meno possibile l’attenzione di qualcuno. Ma per sua fortuna nessuno era in giro, erano tutti nelle loro camere o nelle aule studio a fare i compiti da bravi bambini quali erano.
Gwen entrò nella sua camera sorridendo mentre tutta felice apriva il suo zaino uscendo il cibo.
Mangiò lentamente gustandosi quello che sarebbe stato sia il suo pranzo che la sua cena. Pensò di lasciarsi da parte qualcosa per la sera, ma aveva troppa fame e quindi non si accorse nemmeno di aver finito praticamente tutto quello che aveva preso in meno di due minuti.
Pulì tutto il macello che aveva fatto e si stese sul letto lasciando perdere completamente i compiti che aveva da fare, avrebbe aspettato fino alla cena per farli.
Gwen chiuse gli occhi e sorrise pensando al bacio che le aveva dato Darren, non avrebbe mai immaginato che il ragazzo potesse provare i suoi stessi sentimenti quindi era davvero felicissima di come erano andate a finire le cose.
Un brivido di freddo le fece aprire velocemente gli occhi. Guardò verso la finestra che era aperta, anche se lei si ricordava perfettamente che quando era entrata era chiusa. Fece per alzarsi e chiuderla, ma qualcosa, o meglio qualcuno, la fece ricadere sul letto tappandogli la bocca.
Gwen sgranò gli occhi quando si trovò Valentine che la osservava con occhi pieni di rabbia.
-ora sei nostra- disse il biondo mentre Gwen tremava di terrore.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Gwen era stata trascinata da Valentine fino a un’abitazione, presumibilmente quella del ragazzo, e dopo il biondo le aveva legato le mani e poi l’aveva fatta sedere su una sedia e mettendole del nastro adesivo sulla bocca in modo che non potesse parlare.
La ragazza era completamente terrorizzata e non sapeva cosa fare. Aveva provato a chiedere aiuto alle persone per la strada, ma era sembrato come se non si fossero minimamente accorte che Valentine la stava trascinando di forza.
Valentine prese un’altra sedia e ci si sedette sopra guardandola attentamente.
-appena arrivano gli altri ti dobbiamo fare un po’ di domande- disse il ragazzo con il luccichio della rabbia impresso negli occhi. Gwen sono capiva perché il ragazzo sembrasse così arrabbiato e soprattutto perché l’aveva rapita. Era più che sicura di non essere lei la causa della sua rabbia.
Non dovettero aspettare molto infatti dopo solo due minuti entrarono nell’abitazione gli altri due amici di Valentine che la ragazza guardò spaventata.
-perché lei è qui?- chiese Giulius alternando lo sguardo dal suo migliore amico alla ragazza legata.
-è la nostra occasione Giul! Era da sola e ne ho approfittato- disse il biondo sorridendo agli altri due.
-si, ma ti avevo detto di aspettare prima di fare azioni avventate. Dovevamo esserne sicuri- continuò il castano mentre Gwen non stava capendo niente.
-puzza di Chaos! Più sicuri di così non si può!- disse Valentine alzandosi di scatto dalla sedia per poi avvicinarsi alla ragazza. -dicci cosa avete in mente e sarà tutto più facile- disse poi togliendole con uno scatto il nastro adesivo dalle labbra mentre a Gwen venivano le lacrime agli occhi per il dolore.
-non so di cosa stai parlando. Perché mi hai rapita?- chiese la ragazza dopo un po’.
-non fare la finta tonta sappiamo cosa sei! E le domande le faccio io!- disse con rabbia Valentine mentre sia Giulius che Tasha sospiravano mentre si sedevano sul divano li vicino osservando la scena.
-cosa ci fate sulla Terra?- chiese dopo un po’ Valentine.
-non so di cosa tu stia parlando, davvero!- disse Gwen cercando con lo sguardo gli altri due ragazzi sperando in un aiuto da parte loro.
-si come no! Ti dice qualcosa questo?- chiese io biondo alzandosi la manica sinistra e rivelando all’interno dell’avambraccio un tatuaggio che raffigurava una M in corsivo con una specie di pesce stilizzato accanto. Sembrava molto il segno che di solito usavano i giornali di gossip che aveva Erika per indicare il segno zodiacale della vergine.
-cosa dovrebbe significare?- chiese la ragazza non capendo dove il ragazzo volesse arrivare.
-suvvia non fare la stupida, sei un Chaos e lo sappiamo. Siamo tre Zodiaci contro di te, non hai speranze! Dicci cosa state facendo qui!- disse Valentine abbassandosi la manica della maglia mentre si stava spazientendo sempre di più.
-cosa sono i Chaos e cosa sono gli Zodiaci?- chiese Gwen mentre le sembrava sempre tutto più strano. Le sembrava quasi un sogno, o meglio un incubo.
-questa è divertente- disse Valentine alzando gli occhi al cielo.
-Val può darsi che non lo sappia veramente- disse Tasha osservando attentamente la ragazza che sembrava davvero sincera.
-oh ma dai Tasha puzza di Chaos!- disse Valentine allargando le braccia esasperato.
-ma non vuol dire che lei ne faccia parte- disse Tasha mentre Gwen sorrideva felice che la ragazza la stesse aiutando.
-stai dalla sua parte?- chiese Valentine assottigliando gli occhi.
-la stai accusando ingiustamente e l’hai spaventata- disse Tasha incrociando le braccia al petto.
-non la sto accusando ingiustamente!- disse Valentine alzando la voce.
-okay basta!- disse Giulius alzandosi e avvicinandosi ai due ragazzi che avevano voglia di ammazzarsi.
-che cosa dici tu? Da che parte stai?- chiese Valentine incrociando anche lui le braccia al petto.
-da nessuna delle due. Ormai il danno è fatto quindi l’unica cosa che possiamo fare è portarla a Galaxy e farla parlare con Zhoto.- disse il castano facendo sgranare gli occhi a Tasha.
-ma sei pazzo! E se non c’entra niente con tutto questo?- chiese la ragazza.
-ormai è già dentro per colpa di Valentine- disse Giulius.
-e credi che li parlerà?- chiese Valentine dubbioso.
-si, e se non lo farà useremo la fonte- disse Giulius.
Gwen li osservava cercando di capire se tutto quello era solo frutto della sua immaginazione oppure era reale.
-si, forse la tua idea non è niente male- disse Tasha arrendendosi.
-okay facciamo così- disse Valentine  per poi avvicinare il suo volto a quello di Gwen. -tranquilla riusciremo a cavarti le parole di bocca che tu voglia o no- le disse sorridendole sadico.
-non ho niente da nascondere- disse la ragazza sicura di se. Non sapeva cosa fosse la fonte, ma di certo non poteva farle del male se lei era innocente.
-lo vedremo signorina, il tuo puzzo di Chaos lo sento forte e chiaro- disse Valentine guardandola male.
-Val basta, non abbiamo tempo da perdere- disse Giulius iniziando a vagare per la stanza e cercando di riempire gli zaini sparsi per la camera. -dobbiamo andare via prima che gli altri Chaos si accorgano della sua assenza- disse il castano.
Gwen osservò attentamente i ragazzi mentre sistemavano tutto quello che si dovevano portare appresso. Qualche volta aveva anche provato a slegarsi i polsi, senza successo però. Per sua fortuna i ragazzi non se ne erano accorti, o meglio se ne era accorta solo la mora ma aveva fatto finta di niente. Se se ne fosse accorto Valentine di sicuro le avrebbe gridato contro o peggio.
I ragazzi finirono quasi subito di prepararsi e Gwen fu presa letteralmente di peso da Valentine. La riccia provò a protestare tirandogli dei pugni sulla spalla, per quanto era possibile con le mani legate, per farla scendere, senza successo. Provò anche a tirare qualche calcio, ma il ragazzo le bloccò le gambe con l’altro braccio libero.
-siamo pronti- disse Giulius. Gwen vide il ragazzo fare qualcosa che non capì e subito fu investita da una luce bianca. Sperava vivamente fosse tutto un sogno.
 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Apollon sbadigliò per quella che forse era la terza volta. Era sdraiato sul bordo della grande fontana al centro del cortile e non sapeva davvero casa fare. Tecnicamente doveva allenarsi, ma gli era terribilmente passata la voglia e quindi non aveva altro da fare che annoiarsi.
Non riteneva minimamente giusto che fossero state scelte solo tre persone per quella missione, o meglio non riteneva giusto che lui fosse stato escluso dalla missione e quindi stava facendo tutto il possibile per far innervosire Zhoto.
-se continui così è probabile che a Zhoto venga in mente di sostituirsi- disse una voce alla sua sinistra e che Apollon riconobbe subito. Non aprì gli occhi ma sorrise.
-non può- disse alla persona che aveva parlato mentre quest’ultima sbuffava.
-potrebbe impedirti di andare a qualche altra missione. Ti stai facendo solo del male Apo- disse il ragazzo sedendosi vicino la testa del castano che aprì un occhio nero come ossidiana per scrutare il bel volto dell’altro.
-deve capire che ha sbagliato. Capisco Giulius, ma Valentine poteva pure rimanere qui visto che ha come potere la malia che funziona solo sulle ragazze- disse Apollon alzandosi per poi sedersi al fianco dell’altro ragazzo e poggiare la testa sulla sua spalla.
-ma sai perfettamente anche tu che Giulius e Valentine sono migliori amici è ovvio che non li avrebbe mai fatti andare separati. Un po’ come non manda mai insieme noi due- disse Simon sbuffando mentre Apollon ridacchiava.
-quella è una brutta scelta- disse infatti il ragazzo mentre Simon scuoteva la testa ridendo a sua volta e facendo si che i lunghi capelli castani si muovessero insieme a lui.
-ti prego già non tieni le mani apposto durante l’allenamento, figurati cosa accadrebbe se fossimo da soli in missione-
-ehi! Ho tutto il diritto di mettere le mani addosso al mio ragazzo. E poi devo marcare il territorio- disse Apollon giocando con una delle ciocche blu che aveva fra i suoi capelli castani.
-lo sai che nessuno degli altri ci proverebbe con me!- disse Simon tirandogli una guancia.
-io lo faccio per la tua sicurezza- disse Apollon alzando lo sguardo per poi lasciare un bacio sulle labbra di Simon che sorrise.
Fu in quel momento che una luce accecò i due poveri ragazzi. Apollon maledisse chiunque si stava smaterializzando in quel momento. Non poteva avere un po’ di pace con il suo ragazzo maledizione!
Quando la luce sparì i due castani si trovarono ad osservare Tasha, Giulius e Valentine che teneva una persona, da quanto potevano vedere sembrava una ragazza, in spalla.
-cosa ci fate qui? E la missione?- chiese Simon preoccupato.
-e soprattutto perché avete rapito una persona?- chiese Apollon che solo in quel momento si era accorto che la ragazza aveva le mani legate.
-è una Chaos ma non vuole parlare- disse Valentine mentre Tasha alzava gli occhi al cielo.
-ma perché portarla qui?- chiese Simon alzandosi dal bordo della fontana e avvicinandosi agli altri ragazzi.
-perché dobbiamo cavarle informazioni e lei non collabora- disse Valentine.
-Zhoto non ne sarà contento- disse Apollon sdraiandosi nuovamente sul bordo della fontana.
-da lei ricaveremo informazioni importanti quindi Zhoto non potrà avere niente da ridire Aquaman- disse Valentine.
-in realtà vorremo usare la fonte perché Val dice che è una Chaos, ma non ne siamo sicuri al cento per cento- spiegò Giulian.
-io non sbaglio mai- disse il biondo sbuffando.
-allora dobbiamo avvisare immediatamente Zhoto. Non potete entrare nella fonte senza il suo permesso- disse Simon deciso ad accompagnare i ragazzi.
-si, stiamo giusto andando. Dove sono?- chiese Tasha mentre i quattro si incamminarono, anche se dopo pochi minuti vennero raggiunti anche da Apollon che non voleva minimamente perdersi la sfuriata di Zhoto.
-in palestra ovviamente- disse lo stesso Apollon mentre scrutava la riccia in spalla a Valentine che sembrava essere svenuta visto che aveva gli occhi chiusi e non si muoveva. -ma è viva?- chiese infatti dopo un po’ leggermente preoccupato.
-si, sarà svenuta per via dell’impatto del teletrasporto- disse Tasha accorgendosi in quel momento che la ragazza non si muoveva.
 -Val tu non te ne eri accorto?- chiese Giulius guardando con un sopracciglio inarcato Valentine che teneva la ragazza in spalla.
-sinceramente è stata una liberazione non sentirla più lamentarsi- disse il biondo facendo alzare gli occhi al cielo a Tasha. Fu in quel momento che i ragazzi arrivarono in palestra dove un ragazzo moro e uno rosso se le stavano dando di santa ragione mentre un uomo sulla quarantina e dai capelli castani osservava attentamente i due.
-Zhoto- disse Simon facendo girare verso di se l’uomo che sgranò gli occhi vedendo gli altri ragazzi presenti.
-Levon, Baldev fermatevi- disse l’uomo fermando i due ragazzi per poi rivolgersi ai nuovi arrivati. -e voi di grazia cosa ci fate qui? Siete in missione maledizione. Non ditemi che siete stati scoperti?- disse l’uomo mettendosi le mani sui fianchi e guardando male Valentine, Giulius e Tasha.
-colpa di Val, dice che questa ragazza è una Chaos e l’ha rapita prima di parlarne con noi- disse Tasha ricevendo un’occhiataccia dal biondo.
Zhoto scrutò la ragazza in spalla a Valentine.
-ne sei sicuro?- chiese l’uomo leggermente scettico. Non sembrava minimamente una Chaos.
-certo che si! Solo che non parla, possiamo usare la fonte per farla parlare- disse il biondo che stava iniziano a sentire il peso della ragazza sulla sua povera spalla.
-la fonte è un luogo sacro, non possiamo usarla per un Chaos che non vuole parlare- disse il rosso mentre si massaggiava il mento.
-la fonte rivela la verità, così potremo appurare anche se è veramente un Chaos oppure no. La ragazza sembrava non sapere davvero niente- spiegò Tasha incrociando le braccia al petto.
-Levon ha ragione, non possiamo usarla ogni qual volta non siamo sicuri su qualcosa- disse Zhoto sospirando.
-ti prego Zhoto! Solo per questa volte- supplicò Giulius. L’uomo guardò il ragazzo per poi spostare lo sguardo sulla castana inerme sulla spalla di Valentine, non sembrava per niente una del Chaos.
-okay, ma che questa sia l’ultima volta- disse l’uomo arrendendosi.
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Quando Gwen riuscì a svegliarsi si sentiva felice perché quello che era successo era solo un brutto sogno. Quando però si accorse che non poteva muoversi per stiracchiarsi aprì di scatto gli occhi scoprendo che no, non era solo un brutto sogno. Era tutto reale e lei era seduta su una sedia circondata da ben tredici persone. E la cosa non le piaceva per niente.
-buongiorno- disse con sarcasmo Valentine guardandola male. Gwen aveva voglia di rispondergli a tono ma si accorse che le avevano tappato nuovamente la bocca, questa volta con un tovagliolo per fortuna. Almeno si era risparmiata il dolore.
-pronta a rispondere alle nostre domande?- chiese il ragazzo mentre le abbassava il tovagliolo.
-te l’ho già detto non so niente di quello che pensi io sappia. E poi dove mi hai portata?- chiese la ragazza guardandosi intorno spaesata.
-cosa ci facevate sulla Terra?- chiese Valentine ignorando completamente le parole della ragazza.
-ci vivo- disse lei guardandolo male.
-oh andiamo! Sii sincera e non ti faremo troppo male-
-sono sincera biondo ossigenato-
-per tua informazione sono biondo naturale e sappi che il tuo puzzo di Chaos si sente da lontano- disse i ragazzo ancora più arrabbiato.
-non credo parlerà più di tanto. Sicuro che faccia parte dei Chaos Val? Mi sembra sincera- disse l’unico uomo li presente facendo sperare a Gwen che la rilasciassero subito così da poter ritornare alla sua vita normale. Non che volesse tornare veramente al Vittoriano, ma aveva tremendamente bisogno di Darren e di certo non potevano rapirla proprio nel giorno esatto in cui si era messa con la sua cotta di sempre.
-si ne sono sicuro Zhoto. L’unica soluzione è la fonte- disse il biondo scostandosi da difronte la ragazza mentre lei cercava di capire cosa fosse la fonte che si ricordava essere stata nominata anche da Giulius.
-che questa sia l’ultima volta però- disse l’uomo di nome Zhoto mettendosi una mano sulla faccia molto probabilmente stanco di tutta quella situazione.
-ehm scusate cos’è questa fonte e soprattutto dove mi avete portata?- chiese Gwen cercando di ottenere qualche informazione. Tutti la sentirono ma nessuno le rispose. Anzi, Valentine la tirò per i polsi legati tirandola verso di se e facendo sbattere involontariamente contro di se. Le gote della ragazza si arrossarono leggermente e fu costretta a distogliere lo sguardo visto che era davvero molto appiccicata al ragazzo tanto da avvertire gli addominali che aveva. E molto probabilmente Valentine avvertiva chiaramente il seno della ragazza che premeva su suo torace.
La cosa durò poco, ma comunque Gwen non guardò in faccia il biondo per tutto il tragitto che li portò in una stanza simil grotta illuminata soltanto dalle costellazioni che erano intagliate sul suo soffitto.
Gwen ne rimase completamente incantata tanto che non si accorse che si erano tutti fermati.
Fu riscossa dai suoi pensieri solo quando vide che Valentine le stava slegando i polsi. Lo guardò confusa per poi guardare le altre persone in cerca di una spiegazione, ma nessuno sembrava volerle spiegare niente.
Quando Valentine finì di slegarle i polsi fu Zhoto a prendere la parola.
-entra all’interno della fonte ed immergiti completamente. Se non sai niente come sostieni non ti succederà niente e noi ti lasceremo andare- disse l’uomo indicando il lago che era perfettamente allineato con le costellazioni del soffitto.
-e se non lo facessi? Mi avete slegato potrei tranquillamente tornare a casa e cercare di dimenticare tutto- disse Gwen che non aveva tanta voglia di entrare all’interno della fonte.
-non puoi andartene di qui senza il nostro aiuto. Rassegnati sei bloccata e ora entra in quella fonte- le disse Valentine.
Gwen lo guardò malissimo per poi incamminarsi a passo di marcia verso l’acqua. Non voleva bagnarsi, ma se farlo significava poter dimostrare di non c’entrare niente con tutta quella storia allora lo avrebbe fatto.
La ragazza entrò in acqua e raggiunse il centro della fonte dove l’acqua le arrivava alla vita e fu li che trattenendo il respiro si immerse completamente.
Subito la ragazza avvertì come un calore che la stava avvolgendo completamente aiutandola con il freddo che aveva sentito immergendosi completamente.
Dopo qualche secondo la ragazza non riuscì più a trattenere il respiro e quindi risalì verso l’alto. Appena uscì dall’acqua la prima cosa che fece fu prendere una grossa boccata d’aria per poi spostarsi i capelli bagnati da davanti la faccia.
-adesso posso tornare a casa?- chiese la ragazza alzando lo sguardo e ritrovandosi con sguardi sconvolti da parte di tutti i presenti. -cosa c’è?- chiese poi cercando di guardarsi per capire cosa stesse succedendo. E si sorprese anche lei. Era completamente circondata da un’aura dorata. Questo significava che era davvero un Chaos? Molto probabilmente no visto le facce scioccate delle persone li presenti.
-non ci posso credere. Erano secoli che non appariva un guardiano- disse l’uomo osservando felice la ragazza che era ancora immersa per metà nell’acqua.
Il primo a muoversi fu Giulius che subito entrò in acqua porgendo una mano a Gwen, che accettò titubante, e la fece uscire dalla fonte. Appena fuori dall’acqua la ragazza incrociò lo sguardo di Valentine che sembrava tra lo sconvolto e l’arrabbiato, ma preferì non dire niente.
-posso tornare a casa quindi? Non sono uno di quei Chaos no?- cercò di chiedere nuovamente.
-no, non sei un Chaos, ma comunque devi rimanere qui. Sei il guardiano e ci servi- disse Zhoto avvicinandosi alla ragazza con un asciugamano.
-sono il guardiano di cosa?- chiese la ragazza accettando volentieri il l’asciugamano e iniziando a tamponarsi i capelli.
-degli Zodiaci, il tuo compito e quello di potenziare i loro poteri al massimo. Grazie a te potremo vincere definitivamente contro i Chaos. Forse Valentine sentiva su di te il loro odore perché ti erano vicini, molto probabilmente volevano portarti alla loro base per usare i tuoi poteri su di noi- le spiegò Zhoto.
-e cosa sono gli Zodiaci?- chiese la ragazza che aveva capito solo la metà di quello che l’uomo aveva detto.
-ti spiegheremo tutto con calma, adesso hai bisogno di una doccia e di riscaldarti- le disse Tasha prendendole le mani e trascinandola lontano da li.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Gwen si guardò allo specchio sospirando. Tasha l’aveva accompagnata in una camera che aveva detto essere stata dei precedenti guardiani e le aveva detto di farsi una bella doccia rilassante, poi quando se la sarebbe sentita sarebbe dovuta andare nella sala principale dove le avrebbero spiegato tutto per bene.
La castana sospirò nuovamente. Cosa centrava lei in tutto questo? E soprattutto sarebbe mai riuscita a rivedere Darren?
La ragazza alla fine si decise ad uscire dalla sua camera e ripercorse al ritroso il percorso fatto con Tasha per arrivare li ringraziando la sua memoria visiva. Non ci mise molto e una volta nella sala principale, nella quale si era risvegliata, vide che erano tutti presenti e stavano aspettando solamente lei.
-ehm, vi ho fatto aspettare molto?- chiese la ragazza attirando l’attenzione su di se e quindi palesare la sua presenza nella sala.
-no tranquilla- disse Tasha trascinandola verso il divano dove la fece sedere. Era seduta tra Giulius e Tasha mentre difronte aveva Zhoto che le sorrise.
-iniziamo dall’inizio- iniziò l’uomo sistemandosi i capelli castani. -noi non ci troviamo sulla terra, ma in un pianeta nello spazio di nome Galaxy. Tutte le persone presenti su questo pianeta hanno connessioni importanti con le stelle o con lo spazio in generale. Gli Zodiaci sono dei ragazzi con affinità particolari con un segno zodiacale, del quale portano il marchio sul proprio corpo. Gli Zodiaci però non sono sempre gli stessi, appena i vecchi Zodiaci arrivano ai trent’anni un nuovo Zodiaco di quel segno nasce. Io stesso ero uno Zodiaco, della bilancia, prima di diventare il nuovo istruttore.- Zhoto si prese una piccola pausa cercando di capire se Gwen lo stesse seguendo. Poi riprese:
-il compito degli Zodiaci è quello di proteggere le stelle e l’universo in generale, proteggerlo dai Chaos che vogliono prendere tutto il loro potere e usarlo per far ricadere l’universo intero all’interno di un buco nero. I guardiani sono molto importanti visto che aumentano esponenzialmente il potere degli Zodiaci. Ma essi non nascono sempre e non averli significa subire molto dai Chaos- concluse Zhoto.
-non c’è un modo per capire quando nascerà un nuovo guardiano? Come per gli Zodiaci?- chiese Gwen che dopo un primo momento di sorpresa si stava lentamente abituando a quello che Zhoto le aveva detto.
-credo di no, ma devo controllare. Di sicuro è raro che tu sia nata sulla terra- disse l’uomo pensieroso.
-oppure lei sapeva tutto e sta in combutta con i Chaos. Non c’era nessun altro con odore di Chaos vicino a lei- parlò per la prima volta dopo la rivelazione Valentine guardando malissimo la ragazza.
-senti non so perché avessi quell’odore su di me, ma di certo non avrei vissuto un’intera vita in un orfanotrofio solo per far finta di non sapere qualcosa- disse Gwen guardando a sua volta malissimo il ragazzo. Ragazzo che ringhiò per poi alzarsi ed incamminarsi verso la porta.
-sono sicuro che ci porterà solo guai- disse prima di lasciare definitivamente la sala.
-lascialo stare okay? Era sicuro e adesso la verità lo ha scombussolato- disse Giulius sorridendo a Gwen che annuì ancora arrabbiata nonostante tutto.
-quindi non potrò tornare sulla terra dal mio ragazzo? Nemmeno per avvertirlo?- chiese Gwen pensando a Darren.
-è meglio se rimani qui, non sappiamo dove si nascondino veramente i Chaos ed è meglio che non finisci nelle loro mani. Potrai tornare dal tuo ragazzo una volta sconfitti i Chaos- le disse Zhoto sorridendole mentre la ragazza annuiva triste.
-riuscirai a rivederlo non ti preoccupare! Nel frattempo però dovremmo allenarti per bene- le disse Tasha tutta felice di quella situazione. -comunque chi è il tuo ragazzo?- domandò curiosa la mora.
-Darren, il moro che era sempre seduto al mio fianco- disse Gwen rattristendosi ancora di più. Chissà cosa avrebbe pensato il ragazzo non vedendola arrivare il giorno dopo. Le aveva anche promesso che la sarebbe andata a prendere.
-oh quello carino!-
-ehm si- disse Gwen diventando completamente rossa. Non era abituata a parlare di certe cose, soprattutto con una ragazza della sua età. Ogni tanto con le altre bambine del Vittoriano usciva il discorso, ma erano davvero rare le volte e Gwen non partecipava mai. Preferiva andare sul tetto nella più completa tranquillità.
-un attimo- disse Gwen ripensando a quello che aveva detto Tasha. -in che senso allenarmi?-
-nel senso che devi riuscire a connetterti con tutti i ragazzi per poter potenziare i loro poteri. Tranquilla non usiamo spade o armi varie- la tranquillizzò Zhoto avendo perfettamente capito le preoccupazioni della ragazza.
-e come? Mica ho i poteri magici- Gwen si guardò le mani timorosa che da esse potesse uscire qualcosa di strano, ma erano soltanto le sue mani, e l’aura dorata era completamente svanita.
-una specie. Il guardiano riesce a connettersi tramite il pensiero con gli zodiaci rafforzando la loro potenza. Devi imparare a farlo solo guardandoli. Da domani incomincerai ad istaurare un legame con ognuno di loro- le spiegò Zhoto indicando i ragazzi presenti nella camera.
-uno alla volta?- chiese Gwen.
-si, per iniziare è la cosa migliore. Col tempo ti allenerai anche a potenziarli tutti insieme-
-okay, quanto tempo ci vorrà?-
-sinceramente non lo so, ma cambierà da persona a persona. Con alcuni potresti riuscirci subito, con altri ti ci vorrà più tempo.- le spiegò Zhoto scrutando poi attentamente i vari ragazzi per capire chi sarebbe stato il primo. Aveva capito che la ragazza era abbastanza timida e forse era meglio farla iniziare con Tasha visto che sembrava essersi avvicinata molto alla castana, oppure con Giulius. Di sicuro Valentine non era la persona giusta per iniziare.
Poi a Zhoto venne un dubbio: e se la ragazza non fosse riuscita a creare un legame con uno dei due ragazzi di cui per il momento si fidava si sarebbe scoraggiata. No, non poteva iniziare nemmeno da loro. Cosa fare allora? Che ordine seguire? Poi sorrise trovando immediatamente la soluzione.
-partiremo con l’ordine zodiacale quindi Auli sarà la prima- disse l’uomo guardando verso la ragazza dai capelli neri cortissimi e gli occhi blu.
-okay- disse lei per poi sorridere in modo molto velato verso Gwen.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


-quindi cosa dovremmo fare?- chiese Gwen mentre lei e Auli erano una difronte l’altra.
-non lo so sinceramente. È la prima volta che alleno un guardiano.- disse Zhoto sospirando. -provate a prendervi per mano-
Auli porse le mani alla castana difronte a lei e Gwen le prese tra le sue. Non successe niente e le ragazze stettero con le mani unite e si guardarono negli occhi per qualche minuto sperando che succedesse qualcosa.
Nel mentre il resto dei ragazzi li presenti le osservava cosa che non sfuggì a Gwen che iniziò ad agitarsi.
-potreste allenarvi anche voi, grazie?- disse Auli continuando a guardare gli occhi verdi di Gwen. La castana le sorrise grata di quelle parole. Di certo non poteva pretendere di dire quelle cose a quei ragazzi visto che li conosceva da nemmeno ventiquattro ore.
I ragazzi, chi sbuffando e chi no, distolsero lo sguardo dalle due ragazze e iniziarono ad allenarsi per conto proprio lasciando finalmente respirare Gwen che cercò di concentrarsi ancora di più.
Solo Valentine, che era anche lui nella palestra, non aveva minimamente guardato le due ragazze. In realtà si stava comportando come se Gwen non esistesse. Le uniche vote che la guardava lo faceva con astio. Non si era ancora rassegnato al fatto di essersi sbagliato, ma lui sapeva perfettamente che su quella ragazza l’odore di Chaos era forte e chiaro. Che fosse casualmente il tanto famoso e leggendario guardiano era tutt’altra cosa.
Era sempre più convinto che la ragazza stesse dalla parte del Chaos. Molto probabilmente li avrebbe traditi nel momento peggiore, e allora avrebbe detto a tutti che avevano fatto tremendamente male a fidarsi di quella ragazza.
Era impossibile, impossibile!, che una ragazza nata sulla Terra avesse quel potere enorme. Era nata di sicuro a Galaxy e molto probabilmente tra le file dei Chaos. Non c’erano altre spiegazioni.
E poi tutto tornava tranquillamente. I Chaos erano andati sulla Terra per attirare la loro attenzione e fargli prendere la ragazza in qualche modo. Così avrebbero avuto tranquillamente la loro spia che gli informava su tutto.
-smettila Val- il biondo fu riscosso dal suo fiume di pensieri da Giulius che lo stava guardando arrabbiato.
-smettila di fare cosa? Dare pugni al sacco?- disse il biondo indicando il sacco da box che stava prendendo a pugni.
-di pensare che Gwen sia cattiva. Sento che non è così- gli disse il castano per poi dare un’occhiata veloce verso Auli e Gwen che non avevano ancora riportato nessun progresso.
-e io sento che lei non la racconta giusta. È una coincidenza che poteva accadere così raramente da farmi tranquillamente pensare che sia stato tutto architettato. Quante possibilità c’erano che una ragazza con l’odore di Chaos addosso fosse il nostro guardiano? Dimmi Giul quante?- chiese il biondo con rabbia sempre più crescente.
-è semplice, i Chaos le stavano addosso perché avevano avvertito prima di noi il suo potere e…-
-racconta queste ipotesi senza senso a qualcun altro. Io non ci credo- disse Valentine girando definitivamente lo sguardo verso il sacco da box facendo capire al suo migliore amico che la conversazione si era appena conclusa.
-prima o poi dovrai anche tu creare una connessione con lei, ti conviene non essere così antipatico- disse Giulius prima di voltarsi e lasciare da solo l’amico.
-tutto okay?- gli chiese Tasha avvicinandosi avendo visto che i suoi due migliori amici avevano parlato fitto fitto per tutto il tempo. O meglio perché aveva visto la faccia di Val farsi sempre più scura.
-ho paura di quello che può succedere con Val così- spiegò Giulius sedendosi in un punto abbastanza lontano per evitare che qualcuno sentisse la loro conversazione.
-gli faremo cambiare idea fino alla fine- lo incoraggiò Tasha anche se pure lei non era tanto convinta delle sue parole. Val era una testa dura.
-la cosa che mi preoccupa di più è che lui è il sesto in ordine per creare il legame con Gwen e se lui non ci riesce bloccherà tutti-
-non credo che Zhoto lo permetterebbe, molto probabilmente lo salterà per non avere problemi.-
-dici che sarà lui l’ultimo?- chiese Giulius guardando verso il suo migliore amico sospirando.
-si, e se non per scelta di Zhoto per scelta sua. Non credo sia impaziente di creare un legame con quella che considera il suo peggiore nemico. Ma secondo me è solo perché è terribilmente attratto da lei-
Giulius inarcò un sopracciglio
-e questo da dove lo hai capito scusa?- chiese infatti il castano non capendo come Val potesse essere attratto da quella che riteneva una nemica.
-oh da tante cose. Tipo che si è irrigidito quando l’ha tirata verso di se ieri e si è ritrovato con il suo seno spiaccicato addosso, oppure da come la guarda. Sotto quello sguardo di odio e rabbia si legge facilmente il desiderio che prova per Gwen!- disse Tasha come se fosse la cosa più ovvia del mondo mentre Giulius era abbastanza scettico.
-credo che qualunque ragazzo al suo posto si sarebbe irrigidito in quella situazione-
-ma per favore! Apollon e Simon di sicuro no-
-il loro è un caso a parte Tasha, io stavo parlando di ragazzi etero-
 Tasha borbottò qualcosa che sembrava una maledizione per poi tornare a sorridere.
-fidati dei miei istinti da donna Giul! Mi accorgo molto facilmente di certe cose. Sono stata io la prima a ipotizzare che Levon morisse dietro Cecilia e la cosa si è rivelata vera. Ora quei due si sbavano dietro ma non si sono ancora messi insieme e la cosa mi da sui nervi.- disse la ragazza indicando i due ragazzi dei quali stava parlando sconfortata. -sono un genio- disse poi sorridendo.
-se lo dici tu, ma non dirlo a Val altrimenti ti ritrovi sottoterra- Tasha sorrise alzandosi e pulendosi i pantaloni dalla polvere inesistente.
-vano a continuare il mio allenamento e a spiare i progressi di Auli e Gwen- spiegò la ragazza salutando con la mano Giul e andando verso le due ragazze. Giul sospirò:
-ti sei accorta dei sentimenti di tutti tranne dei miei-
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


-non ha funzionato- disse Gwen allungando le braccia sul tavolo stanca dopo un’intera mattinata passata a provare ad avere un qualche legame con Auli senza successo.
-forse non serve solo provare a guardarci negli occhi come ha detto Zhoto- disse Auli che si era seduta affianco la castana insieme a Tasha.
-e allora cosa si piò fare?- chiese Gwen curiosa.
-proviamo a parlare fra noi e a cercare di istaurare un legame di amicizia, forse così sarà più semplice- spiegò Auli sorridendole.
-non sono brava a fare amicizia- sbuffò Gwen nascondendo la testa tra le braccia.
-non è difficile basta iniziare a parlare con l’altra persona- disse Auli sorridendole. -per esempio cosa ti piace fare?-
-mi piace guardare le stelle- rispose Gwen non trovando nessun’altra cosa importante come quella.
-il cielo visto da qui è davvero bello, molto probabilmente più di quello visto dalla Terra- disse Tasha sorridendo.
-lo spero, dal tetto del Vittoriano si vedeva poco e niente-
-perché non ci andiamo questa sera?- chiese quindi Auli sorridendo alla castana.
-okay, ma a te cosa piace?-
-leggere, la mia camera è piena di libri e a momenti dovrò uscire di li per il poco spazio che mi è rimasto. Il problema è che non posso avere una seconda camera-
-ma qui non avete una biblioteca?-
-certo che si, ma mica posso fare avanti e indietro ogni volta che mi serve un libro! Sono pigra io- disse Auli bevendo un sorso d’acqua.
-si vede visto che oggi hai fatto di tutto per convincere Zhoto a continuare ad allenarti con Gwen invece di provare a fare un po’ d’allenamento da sola- disse ridacchiando Tasha.
-se dobbiamo riuscire a creare un legame dobbiamo cercare di farlo il prima possibile non credi? E poi l’allenamento potrà aspettare-
Gwen sorrise mentre guardava le due ragazze che parlavano tra di loro. Le sembrava ancora tutto un sogno che a tratti si trasformava in un incubo, soprattutto quando le mancava Darren o quando Valentine le ringhiava contro. Comunque da una parte era davvero felice di stare in un luogo pieno di ragazzi della sua stessa età. Finalmente poteva parlare con qualcuno di cose serie. E poi sia Auli che Tasha le piacevano davvero tanto. Auli a prima vista sembrava una ragazza davvero timida, ma Gwen aveva scoperto che appena prendeva confidenza con una persona era impossibile sfuggire al suo essere logorroica.
-sai qual è la cosa che mi dispiace di più per aver lasciato la terra così in fretta?- disse ad un cero punto Tasha attirando completamente l’attenzione delle due ragazze.
-cosa?- chiese curioso Gwen.
-i ragazzi! Avevo ottenuto ben tre appuntamenti e non sono potuta andare a nessuno. I ragazzi era davvero dei fighi!-
-non erano della nostra classe vero?-
-certo che no! Quelli sono degli obbrobri- disse la mora facendo una faccia schifata -ovviamente senza offesa per il tuo ragazzo- Gwen scoppiò a ridere trascinando dietro anche la mora.
-ma che te ne fai degli umani se ce ne sono di davvero carini qui?- chiese Auli lanciando un’occhiata veloce a Gwen che non comprese.
-ma sono già uscita con tutti i ragazzi di qui! E poi mi vogliono soltanto perché faccio parte degli Zodiaci-
-non sei uscita con nessuno dei nostri…-
-sono come fratelli per me! Mai mi sognerei di uscire con qualcuno di loro- disse Tasha alzando leggermente la voce mentre nella testa di Gwen andava a formarsi un pensiero. Forse aveva finalmente capito il significato dell’occhiata di Auli.
-sei crudele lo sai vero?- chiese Auli con una faccia triste.
-perché adesso fai quella faccia?-
-sai conosco qualcuno a cui piaci parecchio e non perché sei una degli Zodiaci- disse Auli mentre Gwen sorrideva perché aveva appena capito di aver fatto centro.
-davvero? E chi è?- chiese Tasha sgranando gli occhi incredula. Davvero c’era qualcuno li al quale piaceva per quello che era?
-mica te lo dico così! Devi arrivarci da sola-  Auli sorrise a Gwen che ricambiò il sorriso mentre Tasha faceva vagare lo sguardo tra le due.
-tu sai qualcosa!- disse poi indicando Gwen che cercava di non scoppiare a ridere. -forza! Chi è?-
-mi dispiace ma credo di essere l’ultima persona al mondo che potrebbe dirtelo visto che sono arrivata ieri- fece la castana alzando le braccia mentre Tasha sbuffava.
-vi odio, siete odiose-
-ma no!- disse Auli battendo il cinque con Gwen. Fu proprio in quel momento che le tre ragazze furono completamente ricoperte da lana rosa.
-AULI COSA CAZZO FAI!- gridò Tasha mentre cercava di uscire da quell’ammasso di lana e attirando l’attenzione di tutti gli altri ragazzi che accorsero per aiutare le tre ragazze.
-si può sapere perché ti sei messa ad usare i tuoi poteri qui?- chiese Baldev mentre aiutava Auli, la sua ragazza, ad alzarsi dall’ammasso di lana.
-io non ho fatto niente tesoro- disse lei iniziando a togliersi la lana di dosso.
-credo sia colpa mia- disse Gwen mentre Giulius l’aiutava ad uscire.
-oddio ci sei riuscita!- disse Tasha saltando praticamente addosso alla riccia che ricadde dentro la lana visto che non se lo aspettava minimamente e trascinandosi dietro anche Giulius.
-ma è fantastico- Auli sorrise mentre guardava intorno felice di essere riuscita in meno di ventiquattr’ore a creare un legame con la ragazza. In realtà era anche leggermente triste, il giorno dopo non avrebbe avuto scuse con Zhoto. Gwen doveva passare a creare un legame con il prossimo Zodiaco.
-la prossima sono io! Che bello!- disse Tasha tutta felice mentre aiutava Gwen ad alzarsi.
-speriamo bene-
-ma certo che andrà bene! Ci sei riuscita alla grande con Auli prendendovi gioco di me quindi riuscirai a creare un legame anche con me e con tutti gli altri!-
-dobbiamo avvisare Zhoto del vostro successo e soprattutto pulire qui- disse Baldev mentre scoppiava a ridere vedendo Giulius che non riusciva ad alzarsi dalla lana.
-smettila di ridere e dammi una mano!- disse invece il ragazzo ringhiando. Anche gli altri ragazzi scoppiarono a ridere facendolo sbuffare, ma comunque il ragazzo fu aiutato da Apollon e Simon.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-com’è successo?- chiese sorpreso Zhoto mentre guardava com’era diventata la sala ricreativa dei ragazzi dopo che lo erano andati a chiamare per informarlo della situazione. L’uomo si era rintanato in biblioteca per poter capire più cose relative ai guardiani e soprattutto come mai Gwen fosse apparsa sulla Terra e non a Galaxy.
-si stavano prendendo gioco di me e ad un certo punto si sono battute il cinque  tutte felici e contente e siamo state sommerse dalla lana- spiegò Tasha mentre Valentine, che era arrivato insieme a Zhoto visto che si stava ancora allenando, scoppiò a ridere per la faccia della sua migliore amica.
-okay quindi ci siete riuscite, in un modo abbastanza strano ma l’importante è che ci siate riuscite- disse l’omo sbadigliando. Era troppo stanco. -domani farete un’altra prova in palestra e se tutto va bene e ci riuscite possiamo passare a Tasha. Ci vediamo domani- e sparì dalla porta lasciando i tredici ragazzi da soli.
-davvero siete state coperte completamente dalla lana?- chiese ancora ridendo Valentine dimenticandosi per un momento di essere incazzato con l’intero mondo.
-certo e poi Tasha ha fatto in modo di farci cadere dentro anche Giulius- disse Apollon ottenendo ancora più risate da parte di Valentine e un’occhiataccia da parte del castano.
-perché mi perdo sempre le cose più belle?-
-tranquilli ho il netto presentimento che quando toccherà a me inonderò tutto e tutti- disse ancora Apollo realizzando solo in quel momento la cosa.
-io non vengo ad allenarmi quando sarà il tuo turno, te lo scordi che mi bagno!- disse Levon spaventato da quella possibilità.
-per un po’ d’acqua? Guarda che ti servirà!- disse Tasha sorridendo malandrina in direzione di Levon che la guardò confuso. Tasha fu velocissima e in poco più di due secondi riuscì a far cadere il portatore del leone dentro la lana rosa e facendo cacciare fuori al ragazzo un urlo per niente mascolino.
-sei perfida- disse Giulius alla sua migliore amica che gli sorrise. Nemmeno il tempo di fare quel piccolo gesto che Levon la tirò giù tra la lana, ed era la terza volta quella sera.
-battaglia con la lana!- gridò Baldev buttandosi sotto lo sguardo scioccato di Auli dentro la lana per poi iniziare a tirarla a tutti gli altri ragazzi che risposero a tono buttandosi tutti nella lana. Gli unici rimasti fuori erano Gwen, Giulius, Valentine e Auli.
-che ne dite se ce ne andiamo? Così puliscono loro!- propose Giulius agli altri tre.
-io me ne vado a prescindere- disse Val prima di lanciare una sua solita occhiataccia a Gwen e sparire dietro la porta.
-allora ragazze siete con me?- chiese ancora Giulius trovando le due ragazze d’accordo con lui.
In pochissimo tempo i tre si stavano già incamminando per il corridoio. Non avevano una meta precisa in realtà, stavano solo seguendo il percorso che stava facendo Auli.
-allora di cosa stavate parlando? Tasha non sembrava tanto contenta del vostro comportamento-
-meglio che non lo sai Giul, credimi- disse Auli con un sorriso.
-centro io?- le due ragazze non risposero subito a quella domanda e quindi Giulius sbuffò -che le avete detto?-
-solo che non è vero che le persone di qui la vogliono solo perché è una degli Zodiaci e che c’è una persona alla quale piace. Punto. Non abbiamo fatto nomi-spigò Auli iniziando a salire le scale mentre Giulius non capiva il perché di quel percorso. Gwen invece non vedeva l’ora di scoprire altre parti di quel palazzo. Sperava solo di non essere lasciata da sola altrimenti si sarebbe di sicuro persa. Giul e Auli però non sembravano minimamente delle parsone cattive quindi era al sicuro per il momento.
-meglio per voi. Per lei sono come un fratello e non voglio perdere la sua amicizia per una cosa del genere-
-tranquillo con noi il tuo segreto è al sicuro. Dovresti pittosto dire a Levon di non combinare casini-
-lo sa anche Levon?- chiese sconvolto Giulius.
-se ne sono accorti tutti Giul, tutti tranne Tasha- gli rispose Auli facendo un mezzo sorriso di incoraggiamento mentre apriva la porta davanti a loro rivelando si essere appena saliti sulla terrazza del palazzo.
Gwen rimase incantata mentre osservava il cielo stellato che le si parava davanti. Era mille volte meglio di quello che si era immaginata. Non era mai riuscita a vedere le stelle così brillanti e le vennero le lacrime agli occhi per la gioia.
Giulius e Auli la guardavano entrambi sorridendo. Erano felici anche loro che alla ragazza piacesse quello spettacolo.
-è bellissimo- sussurrò Gwen girandosi per sorridere ai due.
-avevi detto che ti piacciono le stelle quindi questo è un posto che devi assolutamente conoscere-
-grazie mille- disse ancora Gwen avvicinandosi di più al parapetto per cercare di scorgere meglio tutte le costellazioni che riusciva a vedere da quella terrazza.
-non capisco come Val possa pensare che non sia dalla nostra parte- disse in un sussurro Auli a Giulius che sospirò.
-lo sai com’è. Si è convinto che è cattiva e non cambierà idea. Ho paura che la cosa possa portare ad una rottura e non ci possiamo permettere qualcosa del genere-
-perché non provi a fargli cambiare idea?-
-e come? Stamattina mi ha quasi mandato a fanculo! Non cambierà idea credimi-
-perché non provi a convincere Tasha a parlare con lui? Forse funziona-
-no sarebbe peggio. Lei è convinta che Valentine sia attratto da Gwen- Auli sgranò gli occhi.
-davvero? E da dove se ne è uscita con questo ragionamento?- chiese la portatrice dell’ariete ancora sconvolta dalle parole del castano.
-da quando Gwen è finita addosso a Val prima di andare verso la fonte.-
-ti confesso di non aver minimamente capito il ragionamento ma credo tu abbia ragione: meglio non far parlare Tasha- la ragazza di portò una mano al mento pensierosa -ma cosa possiamo fare?-
-ragazzi volete stare li tutto il tempo?- chiese Gwen girandosi verso i due sorpresa che non l’avessero ancora raggiunta e soprattutto curiosa: di cosa stavano parlottando?
-arriviamo- disse Giulius sorridendole e avvicinandosi al parapetto seguito da Auli. Avrebbero ripreso il discorso un altro giorno.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Auli e Gwen si guardarono negli occhi prima di unire le loro mani come il giorno prima sotto lo sguardo attento di tutti i presenti.
Gwen strinse forte la mano dell’altra castana cercando di dargli tutto il suo potere e sperando che riuscissero a connettersi come la sera prima. Auli invece chiuse gli occhi e alzò il braccio libero verso il centro della palestra lasciato appositamente vuoto per poter permettere al potere della ragazza di fluire.
In poco meno di un secondo al centro della palestra si formò un enorme cumulo di lana, molto più grande di quello del giorno primo.
-fantastico!- disse Zhoto mentre Auli apriva gli occhi e sorrideva felice per esserci riuscita. Si girò verso Gwen anche lei molto felice di essere riuscita a creare quel legame in pochissimo tempo. Le due ragazze si diedero il cinque felici del loro successo.
-quindi posso prendermela io?- chiese Tasha arrivando alle spalle di Gwen e agguantandola per un braccio.
-si, potete provare ma non esagerate- disse Zhoto che si era accorto che Gwen sembrava parecchio pallida, molto probabilmente aveva utilizzato troppo potere per aiutare Auli. Zhoto si ritrovò a pensare che doveva trovare anche un modo per allenare la resistenza magica di Gwen e soprattutto trovare qualcosa che l’avrebbe aiutata a dosare bene le energie che cedeva agli Zodiaci. Di certo non poteva rischiare di svenire dando troppo energia solo a pochi ragazzi.
Tasha tutta felice delle parole del suo allenatore trascinò la castana per tutta la palestra fino ad arrivare vicino a uno dei muri dove erano posizionate delle panchine e si sedette incoraggiando Gwen a fare lo stesso.
-non dovremmo provare a creare un contatto?- chiese confusa Gwen.
-sei leggermente pallida quindi meglio parlare prima un pochino. Allora da quando ti piace il tuo ragazzo?- chiese Tasha che non vedeva l’ora di ascoltare qualche bella storia.
-non lo so di preciso, comunque da parecchio tempo. Perché questa domanda?- rispose Gwen leggermente spaesata.
-voglio sapere qualcosa in più su di te! che c’è di male?- il sorriso di Tasha se possibile si allargò ancora di più contagiando Gwen. -e non ti sono mai piaciuti altri ragazzi oltre a lui?-
-no, anche perché con gli altri non ci parlavo quasi mai- disse Gwen che stava iniziando ad avere leggermente paura della ragazza.
-ma non devi per forza parlarci con un ragazzo per sapere se ti piace! Davvero Darlan è stato l’unico?- chiese sorpresa Tasha che non riusciva a crederci, almeno non lei alla quale le piacevano fin troppi ragazzi, e alcuni doveva assolutamente toglierseli dalla testa.
-si e si chiama Darren comunque- disse Gwen mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
-scusa mi ricordavo Darlan e non so perché. Comunque che ne pensi dei ragazzi che ci sono qui?- Tasha abbassò leggermente la voce avvicinandosi di più alla ragazza e facendo vagare lo sguardo su tutti i ragazzi che si stavano allenando, alcuni anche senza maglietta.
-sono carini- rispose Gwen alzando le spalle.
-solo carini? Davvero?- Tasha era scioccata. Non si sarebbe mai aspettata quella reazione dalla ragazza.
-si carini, di sicuro sono mille volte meglio degli altri sulla Terra, ma a me piace Darren- disse la ragazza con un’alzata di spalle.
-okay- la faccia di Tasha era diventata mogia mogia.
-ehi che hai?- chiese allora Gwen vedendola in quelle condizioni.
-davvero non ti piace nessuno? Guarda che non dico niente a nessuno!- fece la ragazza cercando di fare gli occhi dolci alla guardiana.
-no, nessuno- disse convinta Gwen.
-nemmeno Giul?-
-cosa? No! Non è per niente il mio tipo- disse Gwen che non sapeva perché ma si era sentita leggermente schifata dalla possibilità di mettersi con Giulius. Era davvero un bel ragazzo ma non si sarebbe mai vista con lui e poi lui era di Tasha!
-comunque perché mi hai chiesto proprio di Giulisu?-
-ieri ve ne siete andati insieme, tutto qui- disse la mora con un’alzata di spalle che non convinse molto Gwen. Cosa c’era sotto quel comportamento?
-c’era anche Auli con noi- disse Gwen assottigliando gli occhi -mi puoi dire per favore perché mi hai chiesto di Giulius?-
-è il primo che mi è venuto in mente e…-
-Tasha!-
-okay forse mi interessa! Ma per favore non dire niente a nessuno, è il mio migliore amico e non mi vede di sicuro come la sua ragazza- borbottò la mora facendo sgranare gli occhi a Gwen. E chi se lo sarebbe aspettato che a Tasha potesse piacere proprio il ragazzo che aveva una cotta colossale per lei? Gwen moriva dalla voglia di dirlo alla ragazza che aveva spostato lo sguardo verso Giulius che stava parlando con Valentine, ma non poteva visto che aveva promesso a Giulius la sera prima che non avrebbe detto niente a Tasha.
-tranquilla non te lo rubo- disse allora Gwen sorridendo.
-senti non è che a te piace Val?-
-quello che mi vuole morta?- chiese Gwen facendo una faccia alquanto schifata.
-non ti vuole morta pensa solo che tu sia cattiva-
-si come no. Comunque non mi piace- disse Gwen guardando in direzione del biondo.
-ma sei arrossita l’altro giorno quando…-
-è normale se vieni spiaccicata contro uno tutto muscoli! Non sono abituata tutto qui!- disse Gwen sbuffando.
-ve bene scusa, era solo una mia ipotesi- disse Tasha alzando gli occhi al cielo e che non voleva minimamente credere alle parole di Gwen. Okay forse in quel momento stava pensando a quello che era effettivamente il suo ragazzo, però la mora era sicura che alla castana piacesse Val. A volte sembrava che i due si stessero mangiando a vicenda.
-che ne dici di allenarci un po’?- chiese dopo qualche secondi di silenzio Gwen.
-okay, ma se sei troppo stanca dimmelo. Mi sembri davvero pallida- disse Tasha alzandosi e porgendo una mano all’altra che accettò volentieri il suo aiuto. In realtà era davvero stanca, ma non aveva nessuna intenzione di perdere tempo a riposarsi: doveva assolutamente ritornare da Darren.





ANGOLO AUTRICE
Vi lascio tutti i nomi degli Zodiaci:

Auli -> portatrice dell'ariete

Tasha -> portatrice del toro

Giulius -> portatore dei gemelli

Cecilia ->portatrice del cancro

Levon -> portatore del leone

Valentine -> portatore della vergine

Baldev -> portatore della bilancia

Svaja -> portatrice dello scorpione

Simon -> portatore del sagittario

Curt -> portatore del capricorno

Apollon -> portatore dell'acquario

Parel -> portatore dei pesci


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Con Tasha c’erano voluti ben tre giorni prima che Gwen riuscisse ad aumentare i poteri della ragazza. Il problema era stato la natura del potere. Tasha aveva un potere che le permetteva di rafforzare la sua muscolatura e quindi l’attacco fisico in generale. Per questo era stato difficile per entrambe le ragazze provare a collegare contatto fisico con gli attacchi che Tasha doveva fare.
Ora Gwen si trovava difronte a Giulius che le stava sorridendo per incoraggiarla. La castana aveva tremendamente paura di metterci anche con il ragazzo più giorni. Non aveva tempo da perdere, ma si sentiva sempre troppo stanca la sera per continuare ad allenarsi nonostante tutto. Zhoto le aveva detto che era normalissimo visto che non riusciva ancora a regolare la quantità giusta di potere da donare agli Zodiaci.
-quando sei stanca dimmelo che ci fermiamo- le disse il castano ancora sorridendo. Di certo non voleva far stancare troppo la ragazza.
-okay- sussurrò Gwen prima di prendere le mani che Giulius le stava porgendo e fissare gli occhi verdi del ragazzo che aveva difronte. Era strano come quegli occhi sembravano la copia esatta dei suoi.
Due secondi, precisamente due secondi furono quelli che servirono a Giulius e Gwen per formare il loro contatto. La palestra si riempì in pochissimo tempo di copie di Giulius. Il ragazzo da solo riusciva a crearne solamente cinque, ma in quel momento le copie superavano le venti unità.
Tutti si girarono verso i due che si stavano guardando intorno sorpresi dalla rapidità con la quale erano riusciti a creare quel contatto.
-oddio come avete fatto?- disse Auli mentre toccava una delle copie di Giulius che le era apparsa difronte facendole prendere uno spavento.
-non lo so- disse Gwen incredula. Non pensava potesse avvenire una cosa del genere.
-Giul prova a muoverle tutte insieme- disse Zhoto felice della velocità con cui la ragazza era riuscita a creare il suo legame con Giulius. Il ragazzo annuì e tenendo solamente una mano intrecciata con quella di Gwen si concentrò per far muovere le sue copie che gli ubbidirono subito.
-è fantastico! Bravissimi ragazzi. Gwen te la senti di provare con qualcun altro o sei stanca?- chiese Zhoto che era felicissimo e si notava anche da chilometri di distanza.
-posso prendermi solo qualche minuto di pausa?- Zhoto annuì e la ragazza sorrise prima di andare a sedersi a una delle panchine.
 
-hai una faccia orribile Tashetta- disse Valentine mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza.
-è la mia faccia- rispose lei acida facendo ridere il biondo.
-si come no. Sei gelosa che quella cosa abbia creato un legame con Giul in pochissimo tempo- le disse il ragazzo lasciandole poi un bacio sui capelli. Era davvero strano come quel ragazzo potesse essere stronzo  ma allo stesso tempo dolce con le persone con le quali voleva.
-non sono gelosa- sbuffò lei.
-oh dai sono vostro amico da anni e ho capito perfettamente che ti piace. E secondo me dovresti smetterla di comportarti come se non ti interessasse minimamente di lui e iniziare a fargli capire che ti piace-
-non ho possibilità- disse Tasha sospirando.
-ma non è vero!- le disse Valentine sorridendo.
-sono tre giorni che sta sempre con Gwen la sera. Credo che a lui piaccia lei-
-oh ma dai a chi può piacere quel ratto li! E poi ce ne sbarazzeremo presto visto che è con i Chaos-
-non è vero che Gwen è con i Chaos se solo le parlassi tranquillamente. E poi è carina- disse Tasha sorridendo.
-non ho voglia di parlare con qualcuno che sono sicuro sia cattivo-
-secondo me lei ti piace- disse la ragazza facendo girare di scatto il ragazzo verso di lei con occhi sgranati.
-il topo? Ma sei pazza?- chiese lui davvero sconvolto che la ragazza potesse pensare una cosa del genere.
-sai che non mi sbaglio mai-
-disse quella che non si accorge minimamente dei sentimenti delle altre persone- borbottò il ragazzo.
-ma mi potete spiegare perché dite tutti così?- chiese la ragazza sbuffando -cosa non mi state dicendo?-
-smettila di fare la gelosa e lo saprai- le disse il ragazzo prima di toglierle il braccio dalle spalle.
-promettimi che collaborerai con Gwen quando arriverà il tuo turno- disse la ragazza tirandogli un braccio quando il ragazzo fece per tornare ad allenarsi.
-no, non collaborerò con lei. Già è assai che la sopporto in questo momento. Se sapevo che portarla qui sarebbe successo questo allora avrei evitato- Valentine sgusciò definitivamente dalla presa di Tasha e tornò ad allenarsi mentre la ragazza volgeva il suo sguardo nuovamente verso l’altro suo migliore amico che in quel momento stava parlando con Apollon e Simon. Sospirò e spostò lo sguardo su Gwen che stava ancora seduta mentre cercava in qualche modo di riprendersi, ma Tasha vedeva tranquillamente che la ragazza si era stancata tantissimo per aiutare Giulius a creare tutte quelle copie. Aveva usato troppe energie in due giorni e ciò non era un bene, ne per Gwen e ne per tutti loro. La ragazza continuando di questo pasto avrebbe fatto davvero tanta fatica a potenziare tutti quanti contemporaneamente ed era quello che doveva fare per poter sconfiggere i Chaos.
Gwen alzò lo sguardo e sorrise in direzione della portatrice del toro che la stava osservando. Molto probabilmente per tranquillizzarla delle sue condizioni fisiche che per quello che era successo con Giulius, perché alla fine i due non avevano fatto proprio niente a parte allenarsi insieme. Che erano riusciti a creare un contatto in pochissimo tempo era stata tutta un’altra cosa. E poi Gwen le aveva detto apertamente che non era per niente interessa a Giulius, Tasha doveva solo fidarsi di lei ed essere meno gelosa.
-Gwen ce la fai?- fu Zhoto ad interrompere i pensieri di Tasha mentre si rivolgeva alla castana che si alzò.
-si, dobbiamo sfruttare tutto il tempo possibile- rispose la ragazza spolverandosi i pantaloni.
-okay, continuiamo con Cecilia allora-

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Giusto il tempo di arrivare davanti alla bionda con gli occhi castani che Gwen era praticamente svenuta per aver utilizzato troppa energia.
Si risvegliò nel suo letto senza sapere come ci era arrivata, ma l’importante era che si sentiva davvero meglio e soprattutto piena di energie. Si sentiva anche davvero molto affamata. Per quanto tempo aveva dormito? Sperava non troppo visto che non voleva assolutamente perdere tempo e non vedeva l’ora di poter tornare da Darren.
Si mise seduta sul letto e si guardò intorno notando solo in quel momento che sul comodino affianco al suo letto a due piazze c’era un vassoio con sopra due panini e una mela.
Iniziò a mangiare il panino con il salame notando che aveva ancora più fame di quanto credesse.
Proprio in quel momento iniziarono a bussare alla porta. Cercò di ingoiare il boccone più velocemente possibile per poter dire avanti, ma la porta si aprì anche senza il suo permesso e si ritrovò davanti Tasha che sorrise vedendola sveglia.
-ci hai fatti preoccupare sai?- disse la mora che chiuse subito la porta per poi sedersi sul letto vicino a Gwen.
-scusate, vi prometto che cercherò di fare tutto velocemente-
-vai piano, non vogliamo che tu ti sforzi troppo-
-ma dobbiamo velocizzarci perché io voglio tornare da Darren. Mi manca- disse la castana poggiando il panino sul vassoio.
-lo so tesoro, solo che dobbiamo preservare anche la tua saluta- Tasha le sorrise per rassicurarla ma Gwen sbuffò.
-perché sono io il guardiano? Non poteva essere qualcun altro? Io non voglio nessuna responsabilità-
-anche alcuni di noi non volevano minimamente far parte degli Zodiaci. Curt per esempio ha fatto di tutto e di più per non far scoprire a nessuno che fosse uno Zodiaco. Suo padre lo era e lui non voleva avere le sue stesse responsabilità- spiegò la mora.
-aspetta chi è Curt? Non sono riuscita ancora a memorizzare le facce e i nomi-
-è i rosso riccio, non quello che sta sempre affianco a Cecilia-
-okay. Ma quindi i figli dei vecchi Zodiaci possono diventarlo a loro volta?-
-non sempre, puoi diventarlo oppure no. Non sempre succede-
-e tu? Uno dei tuoi genitori lo era?- chiese curiosa Gwen.
-no, nessuno dei due, ma i genitori di Giulius lo erano entrambi-
-davvero?-
-si si, la madre era una portatrice dei gemelli come lui, il padre quello del leone- spiegò Tasha.
-e se nasci con un genitori Zodiaco avrai il suo stesso segno zodiacale? Come funziona?-
-è casuale, il padre di Curt era il protettore dello scorpione, ma lui è del capricorno-
-quindi non seguono niente di preciso, gli Zodiaci vengono scelti a caso- sussurrò Gwen per poi prendere un altro pezzo di panino.
-se sei uno Zodiaco nasci nei mesi in cui c’è il tuo segno, ma per il resto niente è sicuro- spiegò Tasha con un’alzata di spalle.
-e il guardiano? Con lui come funziona?-
-non lo so, ma Zhoto sta facendo delle ricerche per capire perché eri sulla Terra e non qui- disse la mora porgendo poi un fazzoletto a Gwen quando vide che il formaggio stava uscendo dal panino e stava per sporcare la ragazza che accettò con un po’ di imbarazzo il tovagliolo.
-lui pensa che io non sia nata sulla Terra?- chiese curiosa Gwen.
-non lo dice apertamente, ma sono sicura che lo pensi. Il fatto stesso che tu sia stata messa in un orfanotrofio glielo fa pensare ancora di più-
-quindi qualcuno non mi voleva qui e mi ha abbandonato sulla Terra-
-forse sapevano dei tuoi poteri e non volevano darti troppe responsabilità-
-non ne sembri sicura nemmeno tu- sussurrò la castana.
-non credo che i tuoi veri genitori non ti volessero. Ci sarà di sicuro una ragione e sono più che sicura che non ti avrebbero mai lasciato sulla Terra a caso- la ragazza era sempre più sicura delle proprie parole.
-oppure sono semplicemente nata sulla Terra e i miei genitori non mi volevano- disse Gwen finendo anche l’altro panino che c’era sul vassoio.
-hai i nostri poteri e ci sono due possibilità: sei nata tra noi e sei stata lasciata sulla terra oppure sei nata tra i Chaos che ti hanno lasciata li-
-pensi che io sia dalla parte dei Chaos come Valentine?- chiese Gwen sorpresa dalle parole della ragazza. Possibile che fosse della stessa idea di Valentine e quindi la credesse cattiva?
-non intendevo quello tesoro. Non penso tu sia cattiva. Stavo solo dicendo che potresti essere nata tra i Chaos che non hanno individuato subito il tuo potere e ti abbiano lasciato sulla Terra- la rassicurò Tasha che si era preoccupata tantissimo quando aveva visto la faccia di Gwen.
-okay, per un momento ho pensato che…-
-non dirlo nemmeno. Anche se mi fido di Valentine perché lui sa quello che dice e non sbaglia mai, sono più che sicura che tu non sia dalla parte dei Chaos, anche perché non saresti riuscita a mentire così bene per tutto questo tempo-
-ma se non sbaglia mai perché con me ha sbagliato?-
-non lo so, molto probabilmente hai veramente odore di Chaos addosso, ma non sei una di loro-
-e come faccio ad avere il loro odore?- Gwen sbuffò, voleva assolutamente dimostrare a tutti (soprattutto a Valentine) che non faceva parte dei Chaos. -possibile che l’odore possa trasmettersi tra le persone? Nel senso se io sto a contatto con un’altra persona che fa parte dei Chaos posso prendere il suo odore?-
-probabile, in questo caso chi può essere la persona del Chaos che è stata al tuo fianco?- chiese Tasha sorpresa della bella intuizione della castana difronte a se.
-non lo so, qualcuno del Vittoriano?-
-se non lo sai tu tesoro non lo posso sapere io- disse Tasha alzando le braccia per poi fissare la finestra come se essa potesse darle una risposta. E fu dopo un po’ che le venne un’idea. -il tuo ragazzo. Potrebbe essere lui-
Gwen sgranò gli occhi a quelle parole.
-no, è impossibile. Darren è una delle persone più tranquille e dolci del mondo- disse subito Gwen proteggendo il suo ragazzo più che sicura della sua innocenza.
-tranquilla, era solo una teoria non conoscendo bene il tuo ragazzo-

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-sicura di stare bene? Hai bisogno di qualcosa? Dimmi subito se non ti senti bene- stava dicendo a ripetizione la bionda dagli occhi castani alla povera Gwen che appena arrivata davanti a Cecilia per potersi allenare insieme era stata investita dalle ansie della ragazza che era davvero preoccupata per lei.
-sto bene adesso mi sono riposata per un giorno intero- disse Gwen interrompendo la bionda che poi le sorrise-
-va bene ma dimmi subito se sei stanca, e non mentire solo per fare più in fretta perderai solo tempo così- disse Cecilia puntandole un dito contro. Gwen annuì leggermente intimorita dal cambio repentino di atteggiamento.
-bene! Iniziamo allora!- l’entusiasmo di Cecilia era esploso così velocemente che Gwen aveva sgranato gli occhi per poi guardarsi intorno fino a trovare Tasha che stava ridacchiando. Perché la sera prima la portatrice del toro non l’aveva avvisata? Si sentiva davvero spaesata.
 
-non l’hai avvisata?- furono queste le parole di Giulius che raggiunse Tasha guardando in direzione delle due ragazze che si stavano guardando negli occhi.
-volevo godermi la sua espressione!- disse Tasha sorridendo al castano al suo fianco.
-sei cattiva. Comunque ieri sei stata con lei per tutto il pomeriggio, cosa vi siete dette?- chiese curioso Giulius.
-abbiamo parlato un po’ e ci è venuta un’idea. Molto probabilmente l’odore di Chaos è addosso a lei perché è stata vicino a qualcuno di loro-
-dici? Infatti potrebbe essere benissimo una delle possibilità- disse Giulius grattandosi il mento pensieroso.
-dobbiamo dirlo a Val! Non può fare lo stronzo per tutto il tempo e poi mancano solo Ceci e Levon prima di lui- disse Tasha per poi trascinare il castano per un braccio fino a dove si stava allenando il biondo.
-perché dobbiamo parlargli proprio adesso? Non possiamo aspettare alla fine degli allenamenti? Quello ci grida contro!- disse Giulius togliendo il suo braccio dalla presa ferrea di Tasha ma comunque seguendo la ragazza.
-hai paura Giul?-
-certo che no, ma se si incazza infastidisce tutti- disse il castano sbuffando.
-Val- disse la mora ignorando completamente le parole dette da Giulius e avvicinandosi al biondo con un sorriso. Biondo che si girò subito verso i suoi due migliori amici.
-belle notizie?- chiese pensando che finalmente i due si fossero accorti di aver avuto i prosciutti davanti agli occhi per tutto quel tempo visto che si piacevano da secoli.
-diciamo di si, Gwen potrebbe avere l’odore di Chaos perché è stata in contatto con loro anche involontariamente- Valentine alzò gli occhi al cielo.
-ma si può! Quella vi sta infiocchettando tutti per poi portarvi dritti nelle mani dei Chaos- disse il biondo sbuffando.
-non dire così. Sono più che sicura che quella ragazza sia innocente. Ce ne saremmo già accorti- tentò Tasha ma Giulius le mise una mano sulla spalla bloccandola.
-rimarrò della mia idea fino a quando non avremo prove inconfutabili che Gwen non stia dalla parte dei Chaos- disse Valentine. -e ora andate a fare le vostre cospirazioni da altre parti. Non ho voglia di parlare di quella li quando sto con voi-
-okay non parleremo di Gwen con te- gli disse Giulius togliendo la mano dalla spalla di Tasha.
-bene ora ho bisogno di stare da solo- disse il biondo leggermente irritato mentre usciva definitivamente dalla palestra.
-visto? Lo hai fatto irritare- disse Giulisu sbuffando. Odiava da morire quella situazione che era stata creata dall’arrivo di Gwen li con loro. Non odiava la ragazza per quello che era successo, ma sperava vivamente che le cose si risolvessero nei migliori dei modi.
-gne gen. Almeno non ha fatto una scenata assurda come le altre volte- disse la ragazza sospirando. Cosa si era aspettato Valentine quando lei e Giulius? Possibile che credeva che la ragazza avesse detto tutto a Giulius? Ma era davvero pazzo? Non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
-tutto okay Tasha? Ti sei imbambolata-
-si si, tutto okay- si affrettò a dire la ragazza accorgendosi solo in quel momento di essersi davvero imbambolata.
I due ragazzi fecero per ritornare ad allenarsi quando delle lame affilate passarono vicino a loro facendoli spaventare.
Si girarono subito verso Gwen e Cecilia che si stavano sorridendo a vicenda. Erano appena riuscite a creare un legame.
-wow, più si allena meno tempo ci mette a creare una connessione- disse Giulius sorridendo.
-con te ci ha messo pochissimo- disse Tasha leggermente triste.
-è stata una cosa assurda credimi. Non lo credevo nemmeno io- rispose il ragazzo non accorgendosi minimamente dello stato della ragazza al suo fianco.
-fantastico! Voglio provarci anch’io- disse Levon facendo prendere uno spavento a Tasha per la seconda volta visto che aveva gridato da dietro la ragazza.
-calmati il prossimo sei tu- disse Baldev alzando gli occhi al cielo per il comportamento del ragazzo.
-Gwen te la senti di provare?- chiese il portatore del leone facendo girare verso di se sia Cecilia che Gwen.
-non se ne parla! Gwen si deve riposare assolutamente!- disse Cecilia avvicinandosi al rosso che indietreggiò impaurito dal tono della bionda.
-tranquilla ho ancora molta forza- disse Gwen sorridendo.
-non se ne parla proprio. Hai usato molte forze per me, è meglio se ti riposi un po’- disse la bionda addolcendo il tono di voce.
-mi posso riposare per un’oretta per sicurezza, ma sto bene- disse Gwen.
-va bene ma io rimarrò a guardarvi per assicurarmi che tu stia bene- disse Cecilia facendo annuire sia Gwen che Levon.
Gwen fu di parola e si riposò un’oretta parando con Auli e subito domo si mise a lavorare con Levon che sembrava super felice di poter aumentare i suoi poteri. Gwen però si sentiva leggermente in soggezione perché Cecilia li stava fissando come se volesse vivisezionarli per capire quali segreti nascondessero. Okay preoccuparsi della sua saluta ma di certo non in quel modo.
La ragazza infatti non riuscì a concentrarsi molto e riuscì a creare un collegamento con Levon solo quando la bionda andò a prendersi qualcosa da mangiare perché aveva leggermente fame.
Quando Cecilia arrivò infatti si trovò nella palestra completamente illuminata dai poteri di Levon.
-ma non è giusto!- disse la bionda che aveva le braccia piene di snack.
-capita a volte. Comunque potete smetterla? Ci state accecando!- gridò Tasha verso i due che subito staccarono le mani e la palestra ritornò al buio.
 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Gwen stava aspettando nella palestra da più di mezzora, ma di Valentine non c’era nemmeno l’ombra. Il giorno prima quando era riuscita a creare un contatto sia con Cecilia che con Levon era stata felicissima e voleva assolutamente provare ancora. Zhoto però l’aveva fermata dicendole che non c’era minimamente bisogno di esagerare e quindi di aspettare al giorno dopo.
Gwen alla fine aveva acconsentito e Valentine aveva annuito prima di scomparire come suo solito. Il ragazzo però sembrava non avere minimamente intenzione di andare in palestra.
-ehi! Hai un muso davvero lungo- disse Tahsa avvicinandosi alla ragazza con un sorriso.
-è colpa del tuo amico che non si fa vivo- disse leggermente acida Gwen cosa che sorprese Tasha. Non l’aveva mai sentita parlare in quel modo.
-arriverà-
-lo spero per lui altrimenti faccio una strage- borbottò la castana. Fu in quel momento che Valentine varcò la soglia della palestra. Gwen si rilassò e si alzò pronta per cominciare ma Valentine non la calcolò minimamente e andò a mettersi nella sua solita postazione iniziando ad allenarsi da solo.
Gwen rimase interdetta da quel comportamento. Si guardò intorno, ma nessuno dei ragazzi era sembrato dar peso alla cosa.
-maledetto- borbottò la ragazza prima di dirigersi a passo di marcia verso Valentine.
-teoricamente dovremmo allenarci insieme- disse la ragazza incrociando le braccia al petto quando fu vicina al ragazzo. Il biondo alzò il suo sguardo azzurro in quello verde della ragazza.
-teoricamente infatti. Non ho la minima voglia di allenarmi con te- disse lui tranquillamente per poi tornare a fare i suoi esercizi sperando che la ragazza se ne andasse.
-nemmeno io ho voglia di fare tutto questo, ma lo faccio perché voglio tornare il prima possibile dal mio ragazzo quindi fammi un favore e allenati con me. Non ci vorrà molto- cercò di dire la ragazza con la poca calma che le stava rimanendo.
-non ho intenzione di allenarmi con te-
-lo dovrai fare fino alla fine quindi prima lo fai e prima te lo togli davanti- cercò di convincerlo la ragazza.
-non lo farò mai. Non permetterò a qualcuno di cattivo di creare un legame con me!-
-io sarei cattiva? Io?- Gwen esplose.
-si tu! Puzzi di Chaos e credimi anche se riesci benissimo ad ingannare gli altri con me non funziona!-
-sei tu quello cattivo qui! Non io. Sei tu quello che mi ha rapita e legata senza un briciolo di prova e sei sempre tu quello che mi ha portato qui contro la mia volontà. Sicuro di non essere tu a lavorare per i Chaos?- a quelle parole calò il silenzio nella palestra. I due ragazzi avevano iniziato a gridare e tutti gli altri si erano fermati per assistere alla loro litigata.
-stai cercando di incolpare me per far vedere quanto sei brava?- chiese con astio Valentie, dopo le parole della ragazza sembrava completamente diverso.
-no, ma sono stufa di sentirmi dire che sono contro di voi quando l’unica cosa che voglio fare è tornare a casa. Okay li sono nessuno ma sempre meglio di sentirmi sotto pressione perché devo fare qualcosa che non sapevo nemmeno di poter fare. E tu non aiuti comportandoti in questo modo! Davvero certe volte mi sembri tu il cattivo-
-Gwen basta- disse Tasha mettendole una mano sulla spalla. -Valentine non è cattivo credimi-
-per come si comporta sarebbe perfetto in quella parte. Non mi stupirebbe se alla fine tu risulteresti il vero cattivo della storia- Valentine non parlava più, osservava soltanto la ragazza che inveiva contro di lui come una furia.
-Gwen adesso basta. È inutile litigare- cercò di calmarla Auli.
-ah quindi quando qualcuno da della cattiva a me voi state zitti senza far niente anche se mi comporto bene e quando io do del cattivo ad una persona che non ha fatto altro che comportarsi da tale voi la difendete?- chiese la castana tra le lacrime. Perché sembravano tutti contro di lei.
-conosciamo Valentine da una vita e non è cattivo credimi- le disse Giulius per poi tirare una veloce occhiata per controllare lo stato del suo migliore amico. Le parole di Gwen lo avevano ferito più di quanto il ragazzo voleva mostrare.
-va bene fate come volete. A volte mi chiedo se site voi i buoni- disse la ragazza prima di uscire definitivamente dalla palestra lasciando i dodici ragazzi da soli.
-grazie- sussurrò Valentine quando fu sicuro che Gwen non potesse sentirlo.
-non dirlo nemmeno- disse Tasha abbracciandolo di slancio.
 
Gwen camminava a passo svelto verso la sua camera. La raggiunse subito e frugò nel suo armadio fino a quando non trovò uno zaino che iniziò a riempire con qualche vestito poi andò anche in cucina dove prese qualche pacchetto di cibo per il viaggio. Non sarebbe rimasta un giorno di più in quel posto. Che si fregassero senza il guardiano, non aveva più intenzione di aiutarli. Sarebbe tornata sulla terra da Darren. Ovviamente non poteva tornare al Vittoriano quindi avrebbe chiesto al suo ragazzo di aiutarla spiegandogli tutto quanto. Sperava soltanto che lui non volesse lasciarla dopo essere scomparsa per così tanto tempo.
La ragazza si guardò intorno prima di raggiungere il grande cortile dal quale ci si poteva smaterializzare per arrivare sulla Terra. Zhoto le aveva spiegato il suo funzionamento. Doveva semplicemente mettersi al centro di esso e chiudere gli occhi pensando alla sua destinazione. Le aveva anche detto di non usarlo da sola e soprattutto si non smaterializzarsi senza un orologio, ma non un normale orologio. Quello che intendeva Zhoto era un orologio dorato che aveva il quadrante che si girava. Girando per tre volte il quadrante si poteva ritornare al centro di quel cortile senza problemi.
A Gwen in quel momento non serviva l’orologio. Non aveva nessuna intenzione di ritornare li. La ragazza quindi chiuse gli occhi e pensò intensamente alla Terra fino a quando non sentì quasi un senso di nausea e come se qualcosa la stesse tirando giù. La ragazza atterrò con il sedere a terra e aprì di scatto gli occhi accorgendosi di essere atterrata nel parco difronte al Vittoriano.
La ragazza si alzò in fretta, doveva assolutamente andarsene di li.
-Gwen?- la castana si girò di scatto al suono di quella voce e le vennero le lacrime agli occhi quando si accorse di non essersi sbagliata. Corse incontro al ragazzo per poi baciarlo come se da quel bacio dipendesse la sua sopravvivenza.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-ora mi spiegate cortesemente che fine ha fatto Gwen?- disse Zhoto leggermente irritato. Era entrato nella palestra tutto felice per aver scoperto una caratteristica importante che accomunava tutti i guardiani e che voleva assolutamente controllare e si era trovato i suoi dodici allievi che si allenavano, ma di Gwen non c’era traccia.
-non lo sappiamo, forse in camera- disse Cecilia fermandosi e attorcigliandosi una ciocca mentre si mordeva il labbro inferiore.
-e perché dovrebbe essere nella sua camera quando lei vuole assolutamente muoversi a creare un legame con tutti voi?- chiese l’uomo non fidandosi minimamente di quei ragazzi. Sapeva perfettamente solo guardando le loro facce che era successo qualcosa, qualcosa di grosso.
-abbiamo litigato- disse Valentine con tono abbastanza calmo cosa che fece sgranare gli occhi a Zhoto.
-in che senso litigato? Cosa hai combinato?-
-le ho solo detto che non avevo nessuna intenzione di allenarmi con lei e lei ha iniziato ad insultarmi- disse il biondo evitando di guardare negli occhi il suo istruttore.
-ti ha detto che sei cattivo vero?- chiese Zhoto sospirando.
-come hai fatto?- sussurrò Valentine.
-il non sapere non le da comunque il diritto di dirmi certe cose- disse Valentine alzando finalmente lo sguardo.
-hai ragione però anche tu che insinui continuamente che sia dalla parte del Chaos non è un comportamento corretto-
-ma l’odore di Chaos su di lei è fortissimo, come ve lo devo dire?- disse il ragazzo esasperato. Anche prima aveva avvertito chiaramente quell’odore, anche se era leggermente diminuito rispetto alla prima volta che l’aveva vista.
-potrebbe avere quell’odore per mille ragioni Val. Ora qualcuno vada a chiamarla ho scoperto una cosa molto interessante.- disse Zhoto cercando di fare un sorriso.
Fu Tasha ad andare a cercare la ragazza mentre gli altri si radunavano tutti intorno a Zhoto.
-cos’hai scoperto? Riguarda i guardiani?-
-si, hanno tutti una cosa in comune e devo verificare se è così anche per lei-
-cosa?- chiese curioso Giulius.
Zhoto lo guardò per un po' prima di rispondere.
-ve lo dirò quando ci sarà pure lei-
Aspettarono un quarto d’ora buono prima che Tasha ritornare in palestra con il fiatone e da sola.
-non c’è da nessuna parte- disse la ragazza spaventata. Quando era entrata nella camera della ragazza e l’aveva trovata vuota aveva le era salito il panico. Aveva girato tutto l’edificio per cercarla, ed era andata anche sul tetto sperando di trovarla li nonostante fosse ancora giorno. Ma della castana nessuna traccia.
-hai controllato sul tetto?- chiese Auli preoccupata a morte. Che fine aveva fatto?
-si, ho controllato ovunque. Nella sua camera mancavano dei vestiti ed uno zaino. Credo se ne sia andata- disse la mora sospirando.
-e come?- chiese Val sbuffando.
-come è arrivata qui. Gli ho detto come fare e molto probabilmente lo ha fatto anche senza orologio- disse Zhoto dandosi dello stupido per aver raccontato alla ragazza come fare. Se non lo avesse fatto a quell’ora la ragazza sarebbe stata ancora li.
-quindi è ritornata dal suo amichetto oppure è andata dritta dritta da dove proviene- disse Val con astio.
-e se fosse stata presa dai Chaos? Se veramente lei non ne fa parte significa che sulla Terra ci sono dei Chaos sulle sue tracce. Adesso è da sola e nessuno la può proteggere. Come l’avete presa voi con tanta facilità così possono fare loro- disse Baldev mettendosi le mani nei capelli. -maledizione!-
-dovete cercarla! Sapete dove potrebbe essere?- chiese Zhoto a Val, Giulius e Tasha.
-forse dal suo ragazzo. Aveva detto che le mancava tanto e si voleva sbrigare a creare con contatto con tutti noi per vederlo- rispose Tasha. -forse è andata da lui-
-quel topo?- chiese Val ricordandosi del moro che stava seduto accanto alla ragazza a scuola. Ovviamente prima che il professore la spostasse al suo fianco.
-si quel topo- gli fece il verso Tasha.
-okay preparatevi tutti e tre. Dovete partire il prima possibile. Giulius puoi venire con me per favore?- chiese poi Zhoto mentre il castano annuiva curioso di sapere cosa volesse l’uomo.
Il ragazzo lo seguì fin fuori dall’edificio e sgranò gli occhi quando si accorse che erano arrivati davanti a casa sua, o meglio quella dove abitavano i suoi genitori.
Zhoto bussò impedendo a Giulius di fare domande e subito la porta si aprì rivelando la figura di Caleb.
-Zhoto come mai qui? Ehi Giul- disse l’uomo vedendo i due. Giulius gli sorrise mentre Zhoto rimase abbastanza serio.
Caleb li fece entrare e anche Susan guardò confusa i suoi due nuovi ospiti.
-come mai qui?- chiese la donna abbracciando il figlio che non vedeva da prima di partire per la missione sulla terra.
-devo farvi una domanda e vi prego di rispondermi sinceramente- disse l’uomo.
-dicci-
-Giulius è figlio unico?- Giul sgranò gli occhi a quelle parole. Perché quella domanda? Certo che era figlio unico.
-no- disse invece Susan facendo sgranare gli occhi al ragazzo.
-in che senso no mamma?- chiese infatti sorpreso di queste parole.
-nel senso che hai una sorella della quale non sa niente nessuno- rispose il padre mentre Zhoto chiudeva gli occhi sospirando.
-e dov’è adesso?- chiese Giulius che era davvero sconvolto.
-sulla Terra- dissero in coro i due.
-e perché l’avete lasciata li?- fu Zhoto a porre quella domanda.
-perché avevamo paura che litigassero visto che Giul era uno Zodiaco e lei no- disse Susan sospirando. -mi sono sempre pentita di quella scelta. Ma come mai lo sapevi?-
-quando nascono due gemelli e uno dei due è il protettore dei gemelli, l’altro è il guardiano degli Zodiaci- e con quelle parole gli altri tre nella stanza sgranarono gli occhi.  -negli ultimi secoli non sono nati gemelli che sono diventati zodiaci è per questo che non abbiamo avuto un guardiano per tanto tempo-

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-quindi riassumendo: sei stata rapita da quei tre tizi strani perché pensavano che tu fossi cattiva ma in realtà servivi loro. Poi tu sei scappata- disse Darren porgendo a Gwen una cioccolata calda. I due ragazzi erano andati a casa di Darren, momentaneamente vuota, e Gwen aveva spiegato tutto quello che le era successo.
-in linea di massima si- disse la ragazza bevendo un sorso della cioccolata calda.
-ti avevo detto che qui tre non mi piacevano- disse il moro sospirando per poi sorridere alla castana difronte a se.
-non mi hai mai spiegato il perché-
-non è strano arrivare a metà anno per uno scambio? Era troppo strana come cosa. E poi ho anche controllato la scuola da dove dicevano di venire-
-non esiste?- chiese Gwen sorpresa.
-esiste, ma non fa scambi con altre scuole essendo privata. Comunque stai bene?-
-si non ti preoccupare. Sinceramente sono rimasta malissimo per il loro comportamento visto che credevo che almeno con qualcuno si fosse creato un legame di amicizia, a non era così. Ci metterò un po’ a riprendermi-
-ora dove andrai? Al Vittoriano avevano detto che eri scappata e che se fossi tornata non ti avrebbero mai ripreso con loro- chiese Darren andando a prendere un pacco di biscotti per poi aprirlo e metterlo al centro e iniziare a sgranocchiarne qualcuno seguito a ruota da Gwen.
-posso stare qui? Sempre se per te non ci sono problemi- disse la ragazza leggermente in imbarazzo.
-certo che puoi stare qui. I miei sono andati a casa dei miei nonni quindi non ci sono problemi e i miei fratelli non faranno storie- il ragazzo si alzò dalla sedia per andare vicino a Gwen per lasciarle un bacio sulle labbra sporche leggermente di cioccolata.
-ci conosciamo da anni ma non ho mai visto i tuoi fratelli- sussurrò Gwen.
-eri troppo timida per venire qui a giocare tesoro. Comunque non ti faranno niente tranquilla- la rassicurò Darren. Fu in quel momento che la porta si aprì rivelando la presenza di altri due ragazzi più o meno della stessa età di Darren che si bloccarono non appena videro Gwen.
-Oh bene. Ragazzi lei è la mia ragazza Gwen, Gwen loro sono i miei fratelli: Roy e Kama- disse il moro indicando prima il biondo e poi il castano. Gwen non riusciva a capire come quei tre potessero essere fratelli visto che erano uno più diverso dall’altro, ma poteva essere anche solo una sua impressione.
I due ragazzi la stavano ancora guardando abbastanza confusi e Darren lanciò un’occhiataccia ai due che non passò inosservata da parte di Gwen.
-piacere Gwen- disse il castano porgendole una mano che l’altra accettò volentieri.
-Gwen si fermerà un po’ con noi. Spero non ci siano problemi- disse ancora Darren mentre il biondo sgranava gli occhi per poi puntarli su Gwen squadrandola. La ragazza si chiese cosa cavolo avessero tutti i biondi. Erano tutti antipatici. Anche il fratello di Darren lo sembrava.
-si non ci sono problemi- disse invece Kama sorridendo e trascinando poi via il biondo.
-scusa Roy, deve ancora metabolizzare la notizia- la rassicurò Darren una volta rimasti soli.
-l’importante è che non ci siano davvero problemi anche perché non voglio che succeda la stessa cosa come a Galaxy-
-tranquilla, fidati di me-
-mi fido- disse Gwen prima di baciarlo.

 
Valentine suonò al citofono dell’enorme edificio che aveva davanti. Non aspettò molto e subito gli aprì la porta una signora abbastanza grande che lo squadrò da capo a piedi.
-cosa vuoi? I sembri troppo giovane per adottare un bambino- gli disse la signora con tono acido, cosa che non piacque molto al biondo.
-sono qui per Gwen- disse Valentine mentre vedeva il volto della donna cambiare drasticamente.
-quella sconsiderata è scappata due settimane fa e di certo non la riprendo qua dentro se torna. Ora fuori dalla mia vista- e detto ciò chiuse la porta in faccia al ragazzo.
-e adesso dove la cerco?- si chiese Valentine che non sapeva minimamente cosa fare. Appena Zhoto aveva dato il compito a lui, Giulius e Tasha di andare a cercare la ragazza non aveva perso tempo ed era partito prima degli altri senza avvertirli. Si era accorto che entrambi avevano sbagliato e quindi voleva scusarsi con la ragazza. Non era ancora sicuro delle buone intenzioni della ragazza e quello era anche un modo per controllare che la ragazza non fosse una Chaos.
Il biondo passò davanti alla scuola nella quale aveva dovuto passare qualche giorno e si ricordò in quel momento del topo. molto probabilmente la ragazza era andata a casa del suo fidanzato. Infondo non faceva altro che lamentarsi perché non poteva vedere quel topo.  Ma come poteva trovarlo?
Fu mentre stava pensando ciò che si ritrovò a sentire un forte odore di Chaos, molto più forte di quello su Gwen.
Ci mise solo due secondi a prendere una decisione. Avrebbe seguito subito l’odore, non poteva di certo farso mancare quell’occasione. Gwen avrebbe aspettato ancora un po’. Il binodo seguì l’odore fino ad un’abitazione. La aggirò fino a quando non riuscì ad individuare una finestra dalla quale poteva guardare tranquillamente all’interno. Fu allora che vide ben due ragazzi che stavano parlando tra di loro e dai quali Valentine poteva benissimo sentire un fortissimo odore di Chaos.
Il ragazzo sgranò gli occhi quando vide entrare nella stanza sia Gwen che il topo. Aveva ragione alla fine. Gwen era davvero dalla parte dei Chaos. Valentine riuscì ad aprire un poco la finestra per poter sentire bene quello che i quattro stavano dicendo.
-quindi dove vuoi portarmi?- stava dicendo Gwen con un sorriso che Valentine reputò davvero bello.
-in un posto che ti piacerà tanto- rispose il topo mentre le metteva una benda sugli occhi -ti serve visto quello che mi hai detto di aver passato.-
-okay allora- disse la ragazza mentre le oscuravano gli occhi. Fu in quel momento che il topo diede un’occhiata veloce ai due ragazzi davanti a loro e i due non persero tempo. Gwen non fece nemmeno in tempo a reagire visto che aveva gli occhi chiusi e le misero un fazzoletto bagnato con qualcosa che Valentine non riuscì a comprendere e la castana svenne.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-cazzo- furono le parole di Valentine mentre vedeva i tre ragazzi che sparivano con Gwen svenuta tra le loro braccia. Okay aveva sbagliato a credere che la ragazza fosse una Chaos ed era solo e soltanto colpa sua se l’avevano presa. Come avrebbero fatto a salvarla dalla base nemica?
Doveva avvisare assolutamente gli altri. Fece tra giri al suo orologio dorato e si ritrovò al centro della palestra, precisamente era apparto difronte ad Apollon che aveva appena finito di lanciare un getto d’acqua che era appena uscito dalla mano del portatore dell’acquario.
-che cosa cavolo ci fai qui?- disse il ragazzo sgranando gli occhi mentre valentine cercava di togliersi i capelli appiccicati al viso.
-Gwen è stata presa dai Chaos- disse il ragazzo che aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti, solamente Tasha e Giulius mancavano all’appello.
-e tu come lo sai?- chiese Simon mentre gli passava un asciugamano. Li aveva sempre a portata di mano conoscendo il suo ragazzo che amava particolarmente bagnare le persone.
-sono andato a cercarla e ho visto mentre la rapivano- rispose il biondo asciugandosi.
-DA SOLO! SAI COSA POTEVA SUCCEDERE?- gridò Zhoto mentre entrava insieme a Tasha e Giulius.
-non mi è successo niente e di sicuro non si sono accorti della mia presenza- borbottò il ragazzo lanciando uno guardo veloce a Giulius che gli sembrava parecchio strano.
-be’ almeno sappiamo che Gwen non è cattiva come ipotizzavi tu- disse Tasha sorridendo.
-il topo è un Chaos- la ignorò completamente Valentine.
-Darren? Il suo ragazzo? Cavolo ora si spiega tutto- disse la ragazza sconvolta.
-okay, sappiamo che adesso è nelle mani dei Chaos, ma comunque non dovevi fare una cosa del genere-
-mi punirai alla fine i tutto questo. Adesso dobbiamo riprenderci Gwen- il biondo incrociò le braccia al petto.
-e pensare che prima non la volevi tra i piedi- disse Giulius acidamente cosa che non passò inosservata al resto dei ragazzi li dentro.
-si ho sbagliato e me ne rendo conto. Ora possiamo andare a riprendercela?- chiese Valentine esasperato.
-andiamo tutti insieme?- chiese Levon.
-non sarebbe per niente una buona idea visto che Gwen non è riuscita a creare una connessione con tutti e non ha molta resistenza per poter combattere insieme a noi. Deve andare un piccolo gruppo ed essere il più discreto possibile- disse Zhoto sospirando mentre si passava le mani sulla faccia. Come ci erano finiti in quella situazione critica?
-vado io- propose subito Valentine.
-credo che dovrebbe andare qualcuno che con lei ha già creato un legame e non tu- disse Cecilia incrociando le braccia al petto.
-non dobbiamo combattere quindi posso andare anch’io-
-Cecilia ha ragione. Potremmo pure non riuscire ad essere indiscreti- disse Zhoto guardando negli occhi Valentine.
-okay fate come volete- rispose il ragazzo prendendo e uscendo dalla sala.
Il resto delle persone li dentro rimase a guardarlo abbastanza confusi. Non si era mai comportato così e o ragazzi non lo credevano possibile.
-va bene, chi se la sente di voi?- Levon alzò la mano, ma Cecilia gliela abbasso velocemente con uno schiaffo visto che l’ultima volta era stato proprio lui a farsi prendere dai Chaos.
-io ci sono- disse Auli sorridendo.
-anch’io. Giul vieni con noi?- chiese Tasha ricevendo un assenso da parte del ragazzo.
-bene-

 
Gwen si svegliò con la testa che le faceva malissimo. Non si ricordava quasi niente, solo che doveva andare in un posto speciale insieme a Darren e che il ragazzo l’aveva bendata per quello. Poi aveva sentito un odore strano e buio.
La ragazza si accorse che era ancora immerse nell’oscurità e ci mise un bel po’ per abituarsi e scoprire di essere finita in una cella buia. E c’erano anche le sbarre. Come cavolo ci era arrivata li? Era tutto un sogno? Sperava di si.
La ragazza si alzò appoggiandosi al muro visto che si sentiva ancora abbastanza stordita e si avvicinò, sempre con una mano sul muro, alla grata. Cercò sia di spingere che di tirare le grate ma non si mossero minimamente. La castana sbuffò per la frustrazione e cercò di guardare a destra e a sinistra oltre le grate, ma era troppo buio e la sua testa troppo grossa per poter sapere cosa ci fosse oltre.
Fu allora che Gwen si accorse della presenza delle chiavi proprio sul muro affianco alla sua cella. Si avvicinò abbastanza lentamente giusto per essere sicura e fece uscire il braccio fuori dalle grate. Il braccio le si fermò a pochissimo dalle chiavi e la ragazza si maledì per essere così maledettamente bassa da non arrivarci. Le sarebbero bastati pochissimi centimetri in più e sarebbe potuta uscire di li. E fu allora che si accorse che tutto quello che stava succedendo era reale visto il dolore che stava provando per allungare sempre di più il braccio.
Ma come ci era finita li? E soprattutto come avevano fatto i Chaos a trovarla a casa di Darren? Si, era sicura fossero i Chaos visto che Zhoto le aveva detto che era importante per gli Zodiaci.
-si vede che non sei mai stata imprigionata cucciolina- fu la voce di una donna a far girare di scatto Gwen verso quel suono. La donna che aveva parlato la stava guardando con un sorriso finto mentre si aggiustava una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.
-chi sei? Cosa vuoi?- chiese Gwen ritirando subito il braccio.
-nessuno di importante, forse- rispose lei non togliendosi il sorriso dalla faccia. -comunque quelle chiavi sono state messe li apposta per farti credere di poter scappare facilmente. Cosa che non potrai fare ovviamente-
-mi verranno a prendere- disse Gwen che voleva credere a quelle parole anche se dopo quello che era successo probabilmente l’avrebbero lasciata a marcire li.
-io lo spero sai? Più Zodiaci catturiamo meglio è- disse la donna avvicinandosi alla ragazza e prendendole una ciocca di capelli ricci. Gwen cercò di scansarsi, ma la bionda fu più veloce e le tagliò la ciocca per poi fargliela vedere. -con questa li avviseremo della tua presenza qui-
-come mi avete presa?- chiese Gwen che guardava la donna con odio. Come si permetteva a tagliarle i capelli? Ci aveva messo secoli per farli andare decentemente.
-chiedilo al tuo ragazzo- disse la bionda prima di scomparire con una risata lasciando Gwen completamente sconvolta.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Gwen guardava il soffitto della sua cella mentre le lacrime non volevano smettere di uscire. Aveva sempre pensato che Darren fosse l’unica persona al mondo della quale poteva fidarsi e mai, mai, avrebbe immaginato che tutta quella gentilezza fosse solo per portarla con i Chaos. Molto probabilmente era diventato il suo ragazzo solo per portarla sempre di più dalla sua parte.
Doveva capirlo che c’era qualcosa di strano da quando aveva guardato mele Tasha e gli altri due Zodiaci dicendo di non fidarsi di loro. E lei che si era anche arrabbiata quando Tasha aveva ipotizzato che Darren fosse un Chaos. Doveva ascoltarla invece!
Sarebbe marcita li dentro, anche se quella donna avesse mandato la ciocca nessuno sarebbe andato a salvarla. La odiavano tutti li dentro, e si era fatta che odiare. Oddio, se non volevano una fine per Galaxy e la Terra dovevano assolutamente impedire ai Chaos di usare la sua energia ma potevano farlo in mille modi diversi evitando di salvarla. Anche ucciderla era un’opzione molto buona. Si sarebbero levati il pensiero.
-conosco quello sguardo, a cosa stai pensando?- fu la voce di Darren a riscuoterla dai suoi pensieri.
-al fatto che ti vorrei ammazzare. Pensavo fossi mio amico- sussurrò la ragazza che non aveva minimamente il coraggio di alzare la voce con lui. Sarebbe di sicuro scoppiata a piangere visto che ci teneva da morire a quel ragazzo.
-quanto sei drammatica! Sono davvero felice che tu abbia litigato con quegli stupidi. Almeno mi hai risparmiato il venirti a prendere da loro- disse il moro. Sembrava completamente diverso da come si era sempre comportato con la castana.
-hai avuto anni per portarmi dalla vostra parte. Perché aspettare?- chiese Gwen sempre a bassa voce.
-volevo la tua completa fiducia. Mi hanno rimproverato per questo, ma sei tornata da me- disse il ragazzo ghignando.
-voi dire che per tua fortuna pensavano fossi dalla vostra parte- borbottò la ragazza.
-sei ancora in tempo per stare dalla nostra parte. Potremmo liberarti- propose il moro. Per un momento aveva usato il tono di voce dolce e gentile che aveva sempre usato con la ragazza.
-scordatelo!- gridò la ragazza con tutta la forza che aveva. Non avrebbe mai dato quella soddisfazione ne a Valentine e ne a Darren stesso.
-peggio per te allora. Marcirai qui dentro- disse acidamente Darren per poi andarsene. o meglio lo pensò Gwen viso che aveva solamente sentito i passi che si allontanavano dalla sua cella. Qualche minuto dopo la castana controllò che Darren se ne fosse andato veramente e sospirò sconsolata.
Perché la sua vita faceva così schifo? Perché doveva sopportare tutto quello? Non poteva nascere in una famiglia normalissima e vivere una vita normale? A volte le veniva da pensare che anche continuare a vivere al Vittoriano sarebbe stato mille volte meglio di tutto quello che stava passano.
 
Non sapeva quanto tempo fosse passato, molto probabilmente si era anche addormentata ad un certo punto e proprio per quello si era risvegliata di colpo quando aveva sentito un rumore strano. La ragazza si mise seduta sul suo letto e cercò di guardare oltre le grate, ma senza successo visto il buio più totale che era presente. Si era abituata all’oscurità li presente, ma era davvero impossibile vederci attraverso.
La ragazza si disse che era stata solo la sua immaginazione e quindi si sdraiò nuovamente e chiuse gli occhi. Non avendo niente da fare le stava veramente venendo sonno.
Fu quando poggiò la testa sul cuscino che sentì nuovamente un rumore, questa volta molo più forte e quasi metallico. Il rumore fu subito seguito da un’imprecazione. Gwen si alzò di scatto. C’era qualcuno di e sembrava davvero aver voglia di fare le cose in modo furtivo e non ci stava per niente riuscendo.
Gwen si avvicinò alle grate per cercare di sbirciare fuori e fu in quel momento che si trovò faccia a faccia con Valentine che la guardò con occhi sgranati prima di coprirle repentinamente la bocca infatti la castana stava per urlare dalla sorpresa.
-per favore non urlare. È un miracolo che non mi abbiano ancora visto- sussurrò il ragazzo togliendo lentamente la mano dalla bocca della ragazza e guardandosi intorno furtivamente.
-cosa ci fai qui?- chiese Gwen con lo stesso tono di voce del ragazzo.
-sono venuto a toglierti da questo guaio ovviamente- borbottò il ragazzo che vide le chiavi di metallo e si avvicinò per prenderle sotto lo sguardo attento di Gwen che non capiva perché proprio Valentine tra tutti.
-perché tu? Mi odi- disse alla fine la ragazza davvero curiosa.
-ne parliamo dopo okay?- disse lui con tono acido mentre la sua mano attraversava le chiavi sotto lo sguardo sconvolto di Gwen ed esasperato di Valentine -e ti pareva- sbuffò il ragazzo mentre riprovava a prendere le chiavi sempre senza successo. Erano solo un’illusione.
-non ti muovere vado a cercare le vere chiavi- disse il biondo senza degnare la castana di uno sguardo e incamminarsi verso il corridoio senza nemmeno aspettare che la castana dicesse qualcosa.
-non le troverai da nessuna parte- Gwen si congelò sul posto quando sentì quella voce. Era la donna bionda.
Improvvisamente il buio fu sostituito dalla luce che proveniva dalle torce attaccate al muro e Gwen poté guardare perfettamente lo scenario che aveva davanti. Valentine era poco lontano dalla cella e guardava in direzione della donna che aveva appena parlato. Intorno a loro c’erano parecchi ragazzi che impedivano a Valentine di fare un passo in più. Era circondato.
-oh pure il comitato d’accoglienza! Che bello- disse Valentine acido mentre fulminava con lo sguardo la donna. Sembrava conoscerla.
-non è bellissimo Val? Anche se le prigioni non sono il posto ideale. Che ne dici di spostarci di sopra?- chiese la bionda sorridendo mentre si attorcigliava una ciocca.
-ho visto di meglio. Dove sono le chiavi?- disse Valentine. L’espressione della donna si indurì improvvisamente.
-credo che non ti abbiano mai insegnato le buone maniere, è così che si tratta tua madre?-
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Gwen alternava lo sguardo tra la donna e Valentine. In che senso era la madre del biondo? Valentine invece aveva alzato gli occhi al cielo senza dire una parola.
-spero tu sia venuto qui per stare finalmente con la tua famiglia- continuò la donna ignorando volutamente il comportamento del ragazzo davanti a lei.
-la mia famiglia non è qui- rispose il ragazzo. -e ora dammi quelle stramaledettissime chiavi-
-questo è un affronto ragazzino. Io sono tua madre!-
-sei solo la persona che mi ha messo al mondo! Hai cercato di portarmi dalla tua parte solo per uccidermi e credimi questo non è il comportamento di una madre- gridò il ragazzo che non aveva il coraggio di guardare nella cella dove era rinchiusa Gwen.
-ti hanno portato via da me! Io volevo solo proteggerti-
-mi hanno portato via da te perché eri una traditrice che ha cercato di dare alla luce uno Zodiaco e ci è anche riuscita. Io nelle tue mani sarei stato rovinato-
-andiamo! Davvero credi a quello che dicono quegli stupidi? Siamo noi ad avere ragione, formeremo un mondo nuovo e tu potrai governarlo insieme a noi. È il posto che ti spetta dopotutto- disse la donna porgendo una mano in direzione del figlio.
-no, mi vuoi dalla tua parte solo perché sono carne da macello e di certo tuo marito non permetterebbe mai di stare al suo fianco. Sono solo l’esperimento andato male- disse Valentine mentre Gwen lo stava ammirando per la grande forza di volontà che stava provando. Se fosse stata sua madre quella davanti a lei non ci avrebbe pensato due volte a seguirla.
Gwen in quel momento capì anche perché tutti gli altri ragazzi le erano andati contro quando aveva detto a Valentine che era lui il Chaos. Ma di certo la ragazza non poteva minimamente sapere, e tanto meno immaginare, che la madre del ragazzo facesse veramente parte dei Chaos.
-se non ti unisci a noi ti sbatto in cella-
-invece no, mi darai le chiavi- disse Valentine e Gwen si accorse di un cambio nel tono della voce del ragazzo, sembrava quasi dolce. La castana si girò verso di lui per capire cosa stesse facendo.
-i tuoi poteri su di me non funzionano Val. Sbattetelo in cella- rispose la donna con un ghigno prima di voltarsi e risalire le scale.
Gwen vide chiaramente Valentine stringere i pugni per poi provare a colpire alcuni dei Chaos li presenti, ma erano troppi e lui era solo. Riuscirono a bloccarlo in tempo. Aprirono la porta della cella di Gwen e la ragazza fece per uscire visto che sembrava non la stessero considerando minimamente, ma altri due la presero di peso facendola ricadere in malo modo sul pavimento. In men che non si dica i due ragazzi erano finiti dalla stessa parte della cella che era stata prontamente chiusa a chiave.
-fatemi immediatamente uscire di qui!- gridò il ragazzo con tono rabbioso mentre tirava le sbarre.
-buona permanenza!- disse invece uno dei Chaos prima di lasciare da soli e nella semi oscurità i due ragazzi.
-MALEDIZIONE!- gridò Valentine dando un calcio alle grate per poi girarsi di scatto verso Gwen che si spaventò. Quello sguardo non le piaceva per niente. Valentine si accorse di aver spaventato la ragazza e cercò di fare dei respiri profondi per calmarsi.
-dovevo aspettarmi che sarebbe stata una trappola- disse alla fine calmandosi. -stai bene?- chiese poi rivolto alla ragazza che era ancora a terra.
-si non ti preoccupare. Non dovevate venire a prendermi comunque. Rischiate molto così- disse Gwen alzandosi.
-sei il nostro guardiano. Se perdiamo te è la fine- disse Valentine -comunque ti devo le mie scuse-
-anch’io le mie. Mi sono lasciata trasportare in palestra- la ragazza si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio leggermente imbarazzata.
-ne avevi tutte le ragioni- Valentine alzò le spalle per poi guardarsi intorno e avvicinandosi pericolosamente alla ragazza che di contrò indietreggiò fino a rimanere intrappolata tra il muro e il biondo. -io non dovevo venire qui. Tasha, Giul e Auli arriveranno presto- le sussurrò all’orecchio per poi staccarsi e andarsi a sedere sul letto.
-quanto tempo è passato? Intendo da quando me ne sono andata- disse Gwen che voleva fare tante domande al biondo, ma se le aveva sussurrato nell’orecchio significava che non potevano parlare liberamente.
-mezza giornata. Ce ne siamo accorti subito che te ne eri andata via- le rispose Valentine.
-posso chiederti qual è il tuo potere? Prima lo hai usato ma non l’ho capito bene- chiese Gwen rimanendo sempre in piedi.
-siediti non ti mordo- rise il ragazzo alzando le braccia e solo una volta che Gwen si fu seduta al suo fianco continuò -la malia. Riesco ad ammaliare le persone, ma solo per poco tempo e non funziona con tutti-
-e se io ti avessi potenziato ci saresti riuscito?-
-probabilmente si. Per favore non iniziare pure tu con sta storia, Zhoto mi ha praticamente messo in punizione a vita e dopo questa sarà anche peggio- borbottò il ragazzo buttandosi a peso morto all’indietro dimentico del muro che prese in pieno. Gwen rise e il biondo le lanciò un’occhiataccia.
-che ne dici di provarci qui? Infondo non abbiamo niente da fare- propose la ragazza che sperava in un si di Valentine. Era tutto chiarito tra loro ormai vero?
Valentine la guardò per un po’ pensieroso mentre storceva la bocca.
-non è una cattiva idea, ma mi serve una terza persona per vedere se funziona veramente- disse alla fine il ragazzo.
-puoi provare su di me-
-no, se lo faccio il tuo aiuto mi viene meno-
-allora alleniamoci solamente ad avere una connessione e quando avremo una terza persona lo proveremo. Sempre meglio di niente- disse la castana mentre con un elastico che aveva al polso si legava i capelli in una crocchia. Stava iniziando a fare parecchio caldo li dentro.
-va bene, infondo dobbiamo perdere tempo- disse il biondo sorridendole.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


-perché non hai ancora chiesto?- furono le parole di Valentine che fecero aprire di scatto gli occhi verdi di Gwen per osservare quelli azzurri del ragazzo che le aveva appena lasciato le mani. Stavano provando a creare un legame da qualche ora e i due non avevano quasi per niente parlato.
-chiesto cosa?- chiese la ragazza confusa.
-di mia madre- rispose lui incrociando le gambe e andando indietro col busto sul letto reggendosi con braccia.
-perché sono cose che riguardano te e io non devo impicciarmi- ribatté Gwen sincera. Aveva davvero tanta voglia di scoprire la verità, ma non le sembrava il caso chiedere al ragazzo. Sarebbe sembrata troppo invadente.
-è la moglie del capo dei Chaos. Il loro piano era quello di prendere uno Zodiaco dalla loro parte e per questo mia madre si è finta innamorata di mio padre, Zodiaco del toro, per sperare di avere un figlio da lui che fosse uno Zodiaco. Quando sono nato nessuno sospettava niente e mia madre sarebbe riuscita nel suo intento se solo mio padre non avesse trovato involontariamente le lettere che lei si scambiava con il suo vero marito. Zhoto e gli altri Zodiaci sono riusciti ad intervenire in tempo e impedirle di portarmi dalla loro parte. Mia madre è scappata senza di me, ma ha sempre tentato di riportarmi dalla loro parte- disse Valentine mentre Gwen lo ascoltava attentamente.
-i miei primi amici sono stati Giulius e Tasha. Solo grazie a loro sono riuscito a farmi accettare dagli altri. E anche per questo mi hanno difeso in quel modo contro di te-
-ne avevano tutto il diritto. Non dovevo dirti quelle cose- disse Gwen sospirando.
-eri arrabbiata con me, ci sta. Ora mettiamoci una pietra sopra e cerchiamo di andare d’accordo- Valentine allungò un braccio verso Gwen tendendo per bene la mano. La castana gli sorrise e strinse la mano del ragazzo felice di quella svolta.
-adesso che si fa?- chiese Gwen guardandosi intorno. Ormai riusciva a guardare quasi perfettamente tutto quello che aveva intorno. Il buio persisteva, ma era meglio dei primi minuti.
-sono abbastanza stanco dormiamo- disse Valentine buttandosi definitivamente all’indietro tenendo ancora le gambe incrociate.
-abbiamo solo un letto- fece notare Gwen leggermente in imbarazzo.
-ovviamente ci stringiamo. Non ho nessuna intenzione di dormire per terra- rispose lui tenendo gli occhi chiusi e non notando minimamente il rossore che andava a formarsi sulle guance di Gwen. La ragazza non aveva mai dormito con un ragazzo e nemmeno con Darren, che era stato suo migliore amico per anni, lo aveva fatto (e adesso ne era davvero felice). Era davvero imbarazzata dalla cosa. Non credeva di riuscire a farlo, molto probabilmente avrebbe preso una coperta e si sarebbe messa a dormire a terra.
La castana si alzò dal letto e Valentine, una volta sentito il materasso alzarsi per via dell’assenza del peso di Gwen, si sdraiò meglio sul letto lasciando comunque un po’ di spazio alla ragazza. Gwen gli fu grata, ma ignorò lo spazio e prese la coperta che stava poggiata vicino a letto e la stese sul pavimento per poi sdraiarcisi sopra.
Valentine aprì gli occhi quando si accorse che la ragazza non si era ancora sdraiata al suo fianco e si guardò intorno per cercarla e in un primo momento non la vide nemmeno iniziando a preoccuparsi, poi abbasando lo sguardo si accorse che la ragazza si era sdraiata a terra con l’unica coperta presente.
-che ci fai li?- chiese confuso il ragazzo.
-dormo ovviamente- rispose la ragazza restando sempre con gli occhi chiusi.
-ma abbiamo un letto- le fece notare il biondo.
-lo so, ma voglio dormire qui- continuò a parlare la ragazza.
-come mai credo che tu non voglia dormire nel letto insieme a me?- Valentine assottigliò gli occhi.
-se anche fosse ormai sono qui e non mi alzo più- disse Gwen dicendosi che non avrebbe minimamente ceduto.
-mica ti imbarazza dormire con un ragazzo?- chiese ridendo il biondo.
-come ho detto prima se anche fosse non cambio idea- continuò la ragazza. Valentine la osservò attentamene per poi ridacchiare prima di alzarsi molto lentamente cercando di non far sentire alla ragazza il suo movimento e le si avvicinò. E Gwen non si accorse di ciò che stava facendo Valentine fino a quando non si ritrovò tra le braccia del ragazzo che la sollevò da terra e la mise sul letto facendola gridare per lo spavento.
Valentine continuò a ridacchiare mentre guardava la faccia sconvolta e spaventata di Gwen mentre prendeva la coperta da terra e stendersi a sua volta nel letto affianco alla ragazza.
Gwen cercò di scavalcarlo per tornare a terra, ma il ragazzo la bloccò mettendole un braccio intorno alla vita non prima di aver messo sopra entrambi la coperta. Li faceva molto freddo, e ciò iniziava a sentirsi, quindi non c’era minimamente bisogno di dormire separatamente e senza coperta.
-stavo benissimo a terra e togli quel braccio- disse Gwen con tutto il suo coraggio e sperando che Valentine non si fosse accorto del suo rossore. Non era mai stata toccata in quel modo da un ragazzo. Nemmeno da Darren.
-fa freddo, così ci riscaldiamo di più- fu la semplice risposta di Valentine che aveva già chiuso i suoi occhi azzurri.
Gwen sbuffò e si arrese a dormire in quel letto, si sarebbe comunque appiccicata il più possibile al muro per evitare di stare troppo a contatto con il biondo. Fu in quel momento che Valentine aprì di scatto gli occhi azzurri e si avvicinò alla ragazza dopo aver messo la coperta in modo che coprisse entrambi.
-dobbiamo dormire per essere in forza quando arriveranno gli altri. Dormire a terra ti farà solo male alla schiena- le sussurrò il ragazzo guardandola fissa negli occhi.
-questo però non mi aiuta- disse la ragazza con ancora le gote rosse.
-basta non pensarci riccia-
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


-sei strano da quando Zhoto ti ha chiesto di andare con lui- disse Tasha rivolta a Giulius che stava guardando dritto davanti a se mentre i tre ragazzi stavano andando a salvare Gwen.
-sono normalissimo- disse invece il ragazzo sospirando.
-no che non lo sei!- disse Tasha sbuffando e decidendo di lasciar perdere l’argomento.
-ragazzi per favore- disse Auli che non voleva per niente trovarsi dentro ad un litigio di quei due. Di certo non era il momento giusto per litigare visto che dovevano liberare Gwen.
Il silenzio cadde immediatamente e i tre riuscirono ad arrivare senza troppo problemi, la parte più difficile stava per arrivare e dovevano cercare i non farsi prendere altrimenti sarebbero stati in grossi guai.
-credete che Gwen stia bene?- chiese Tasha dopo un po’. Quella povera ragazza si era ritrovata a cadere nelle mani dei Chaos solo perché era andata a rifugiarsi da una persona che credeva buona e soprattutto della quale si era sempre fidata. Era stato di sicuro un brutto colpo.
-spero di si- le rispose Giulius che sembrava essere immerso nei suoi pensieri e Tasha ritornò a pensare che forse al castano fosse innamorato di Gwen.
-si, starà bene ma starà meglio non appena la riporteremo da noi- disse Auli che, mentre si girava verso i due, si accorse della faccia lugubre di Tasha. E la mora capì subito il pensiero dell’altra.
-allora andiamo- Giulius fu il primo ad incamminarsi in direzione del ragazzo seguito subito dopo dalle due. E Auli prese sotto braccio la protettrice del toro e la fece camminare molto indietro rispetto al ragazzo.
-non pensare a quello che stai pensando- le disse a bassa voce per non farsi sentire dal castano.
-non sto pensando a niente- rispose Tasha volgendo lo sguardo il più lontano possibile da Auli, ma finì inesorabilmente sulla schiena di Giulius.
-stai pensando che a Giulius possa piacere Gwen solo perché lo vedi molto preoccupato, farebbe la stessa cosa per tutti noi- cercò di tranquillizzarla la mora.
-si come no…- borbottò Tasha.
-fidati di me-
-ragazze smettetela di parlare- disse Giulius girandosi verso le due leggermente irritato. Non riusciva a sentire quello che le due si dicevano ma era più che certo che stessero parlando di lui e non era ne il tempo e ne il luogo. Dovevano salvare assolutamente Gwen.
-agli ordini- disse Auli scherzosamente, ma si accorse subito che entrambi gli altri ragazzi non sembravano minimamente intenzionati a scherzare, erano troppo seri. La ragazza sospirò e decise di seguire il mood emo dei due.
 
-qui mi puzza qualcosa- disse Auli mentre i tre stavano salendo le scale delle fogne che li avrebbero portati alle prigioni. Conoscevano quella scorciatoia solo perché l’avevano scoperta per puro caso durante un’ispezione quando avevano dovuto salvare Levon. E sapevano perfettamente che i Chaos erano a conoscenza che loro conoscevano quel passaggio. Per questo era strano che ancora nessuno era andato a catturarli. O molto probabilmente avevano messo qualche tipo di blocco all’uscita delle fogne o anche peggio delle guardie.
-non parlare altrimenti ci finiamo veramente nei guai- sospirò Tasha che odiava camminare su quelle scale, erano troppo sporche e maleodoranti.
-nel caso combattiamo- furono le uniche parole che disse Giulius. E il ragazzo non era mai di così poche parole.
Fu proprio Giulius, che guidava ancora la fila, ad aprire la porta che si trovava davanti a loro. La porta fece parecchio rumore, si vedeva chiaramente che non veniva quasi mai usato. Giulius sbirciò all’interno del luogo. Era quasi completamente buio quindi non vedeva tutto chiaramente, ma non sembrava esserci nessuno. Fece segno alle due ragazze e insieme entrarono.
-qui ci servirebbe Levon e la sua luce- disse Tasha che odiava da morire il buio.
-la sua luce ci avrebbe già fatti scoprire- le disse Auli. Nemmeno il tempo di dirlo che le torce intorno a loro si illuminarono rivelando tre guardie che sembravano pronte ad aspettarli.
-complimenti per la gufata ragazze- borbottò Giulius prima di sdoppiarsi e correre verso le guardie senza aspettare l’aiuto delle due. Auli guardò il ragazzo e le sue copie e senza muoversi di un millimetro fece cadere sopra le tre guardi una valanga di lana rosa bloccandole a terra e facendo fermare Giulius ad un passo da cadere dentro la stessa lana.
-Auli- disse il ragazzo che si era preso un vero spavento. Non voleva finire in quella cosa soprattutto perché a volte era molto appiccicosa.
-scusa, ma dobbiamo muoverci- disse la protettrice dell’ariete scavalcando la lana e iniziando a controllare le varie celle per trovare Gwen. Fu seguita subito da Tasha e solo alla fine da Giulius che comunque lanciava sempre un’occhiata verso le guardie e sperando che non si liberassero prima di trovare Gwen. Un’altra cosa che sperava il ragazzo era anche quella di trovare subito la sorella, prima dell’arrivo dei rinforzi.
-sembra non esserci nessuno. E non riesco a guardare bene all’interno- disse Auli dopo aver guardato tutte le celle.
-bene, non possiamo fare altro allora. GWEN!- gridò Tasha che fu subito zittita da una mano di Giulius.
-ma sei pazza?- chiese il ragazzo sconvolto. In quel modo aveva di sicuro attirato l’attenzione di tutte le persone all’interno del palazzo.
-Tasha?- la voce arrivava dalla cella alla loro sinistra a subito i tre ragazzi spostarono lo sguardo verso la cella e videro la castana che stava vicino alle grate e che si apriva in un sorriso.
-visto che ha funzionato?- disse Tasha dopo aver morso la mano di Giulius per fargli liberare la sua bocca.
-okay ha funzionato, ma adesso abbiamo meno tempo e più possibilità di essere catturati- disse il castano sbuffando per poi incamminarsi verso la chiave vicino alla cella.
-è finta, dovete usare qualcos’altro- disse una seconda voce che fece sgranare gli occhi a Giulius.
-Val! che ci fai qui?- chiese il castano osservando Valentine che lo stava guardando appoggiato mollemente alle grate al fianco di Gwen.
-ero venuto a salvarla ma mia madre mi ha beccato- rispose il biondo sbadigliando. L’urlo di Tasha l’aveva svegliato dal sonno profondo nel quale era caduto poco dopo aver parlato con Gwen.
-ragazzi credo che non abbiamo tanto tempo- disse Auli mentre tutti e cinque sentirono chiaramente i passi che scendevano veloci verso le prigioni.

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-lasciate fare a me- disse Tasha andando il più indietro possibile per poi correre e dare un calcio alle grate che si inclinarono di poco.
-ci vuoi ammazzare?- disse Valentine che velocemente aveva spostato Gwen da vicino le grate per impedirle di farsi male.
-no, ma spostatevi- disse la ragazza per poi prendere nuovamente la rincorsa e calciare la grata che poco alla volta si stava piegando.
-stiamo perdendo solo tempo in questo modo- disse Giulius che si era posizionato vicino alle scale per essere pronto a bloccare chiunque stesse arrivando.
-vieni ad aprirla tu allora!- disse Tasha prima di tirare il calcio per la terza volta. E in quest’ultima volta la ragazza sentì molta più forza nelle gambe e la grata si piegò completamente.
-sbaglio o ci hai messo più forza?- disse Auli mentre sia Gwen che Valentine si affrettavano ad uscire.
-non lo so, sembrava come se…- iniziò a dire Tasha per poi girarsi di scatto vero Gwen che le sorrise. -oddio! Come hai fatto?-
-mi sono concentrata su di te- rispose la castana per poi essere abbracciata dalla portatrice del toro felice.
-okay è fantastico, ma adesso dovremmo uscire- disse Valentine che teneva ancora per un braccio la castana. -da dove siete entrati?-
-dalle fogne, ma li ci sono tre guardie- rispose Auli.
-meglio di incontrare mia madre o altri- disse Valentine iniziando a correre verso le fogne mentre Gwen cercava di stare al suo passo.
-attento c’è la mia lana a terra- disse Auli mentre anche lei, Tasha e Giulius li seguivano. Giulius era comunque rimasto più indietro per controllare che nessuno li stesse seguendo.
E quando arrivarono all’ingresso per le fogne i tre soldati si erano già liberati dalla lana e gli stavano bloccando la strada e i passi dietro di loro si stavano facendo sempre più vicini.
-non uscirete tutti da qui- disse uno dei tre avvicinandosi pericolosamente a Gwen.
-invece ci lascerete passare- disse Valentine mettendosi davanti alla ragazza e cambiando il so tono di voce. La guardia rimase per un po’ interdetta prima di provare a resistere alla malia del ragazzo.
Il biondo sentì chiaramente la presa improvvisa di Gwen sul suo braccio e provò nuovamente a parlare cercando di mettere in atto le ore che i due avevano passati in prigione cercando di creare una connessione.
-invece ci lascerete passare, tutti e tre e poi chiuderete a chiave la porta e nasconderete la chiave dimenticandovi il luogo dove l’avete nascosta- disse il ragazzo sentendo chiaramente che la sua voce sembrava ancora più persuasiva del solito e così fu. Non solo una ma ben tutte e tre le guardie reagirono subito alle sue parole facendoli passare. E i cinque ragazzi ne approfittarono scomparendo dietro la porta. Valentine rimase vicino alla porta per accertarsi che i tre seguissero alla lettera quello che aveva detto e solo quando sentì il rumore della chiave che veniva nascosta sorrise e scese velocemente le scale per raggiungere gli altri.
-tutto bene?- gli chiese Giulius alla base delle scale. Era l’unico rimasto più indietro per aspettarlo. Valentine annuì e i due raggiunsero insieme le altre tre restando comunque leggermente indietro. -sei stato un pazzo-
-lo so però era colpa mia dopotutto-
-da solo non saresti riuscito a fare niente. Per fortuna che siamo arrivati in tempo- sospirò Giulius osservando attentamente Gwen, cosa che a Valentine non passò inosservata.
-sei strano, tutto okay?- chiese a bassa voce Valentine.
-ma che avete oggi? Mi fate tutti la stessa domanda- sbuffò Giulius.
-forse perché abbiamo notato che c’è veramente qualcosa-
-si ho qualcosa, ma non posso parlare- si arrese alla fine il castano.
-riguarda Gwen?- Giulius annuì. -il motivo per il quale è un guardiano?- il castano annuì nuovamente.
-ragazzi abbiamo un problema- disse Tasha girandosi verso i due che la guardarono per incitarla a continuare. -ci aspettano alla fine di questo tunnel- spiegò la ragazza e i due si focalizzarono sul loro udito e sentirono anche loro chiaramente le guardie che stavano andando verso l’entrata che era vicina.
-che si fa?- chiese Auli fermandosi. Non conveniva più continuare a camminare.
-affrontiamoli. È l’unica via d’uscita anche perché ci siamo chiusi da soli qui dentro. Aspettare non si può visto che prima o poi si spazientiranno ed entreranno- disse Valentine che era già pronto a combattere.
-ragazzi- disse Gwen mentre guardava il luogo dove si trovavano. Avevano percorso per tutto il tempo un lungo corridoio e si erano fermati proprio in quel posto che era molto più grande e aveva una forma quasi circolare.
-cosa c’è?- chiese Giulius cercando di capire dove fosse rivolto lo sguardo della sorella.
-non vi sembra il cortile che ci permette di andare sulla Terra?- chiese la ragazza e Giulius sgranò gli occhi quando si accorse che la riccia aveva davvero ragione.
-si ma se andiamo sulla Terra poi come torniamo su Galaxy?- chiese Tasha che voleva veramente uscire da quella brutta situazione.
-con quello!- disse Gwen indicando l’orologio dorato che Valentine aveva ancora addosso.
-allora muoviamoci!- disse Auli trascinandoli tutti al centro.
 
 
-AHI!- gridò Tasha che era caduta a terra per colpa di Gwen che le era finita sopra. Poi erano caduti tutti gli altri sopra loro due. -volete togliervi da sopra!- gridò ancora la ragazza.
-ma si sta comodi!- disse Valentine che era quello al quale era adnata meglio visto che era sopra tutti quanti. Seguivano Auli e Giulius.
-Val alzati per favore mi state spiaccicando!- disse Auli cercando di fare pressione sul ragazzo che aveva sopra ma senza successo.
-okay okay- disse Valentine alzandosi e poi aiutando la portatrice dell’ariete. Giulius si liberò subito e aiutò a sua volta Gwen e Tasha.
-tutto bene?- chiese Giulius alle due ragazze che annuirono.
-visto, non vi siete fatte niente- disse Valentine ridacchiando ricevendo poi un pugno da Auli.
-che ne dite di tornare a Galaxy? Così finiamo l’addestramento e sconfiggiamo una volta per tutte i Chaos!- disse Giulius trovandosi d’accordo con tutti gli altri.
 


 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Gwen era nello studio di Zhoto. Appena erano ritornati a Galaxy l’uomo, dopo essersi accertato che stesse bene, l’aveva portata li perché dovevano parlare.
-non me ne andrò più- disse la ragazza credendo che l’uomo l’avesse chiamata li per quello.
-questo lo so, volevo parlarti di altro- le disse Zhoto con un leggero sorriso lasciando Gwen curiosa. Di cosa dovevano parlare allora? Zhoto riprese -ho scoperto perché sei tu il guardiano-
-davvero?- chiese la ragazza sgranando gli occhi.
-si, la tua famiglia è qui. Ti avevano lasciata sulla Terra perché…-
-quindi mi hanno abbandonata- lo interruppe la ragazza incrociando le braccia al petto.
-lo hanno fatto perché credevano fosse la cosa giusta da fare perché…-
-non me ne frega niente il motivo e non voglio nemmeno incontrarli- disse la castana impuntandosi.
-perché non mi fai finire di parlare?-
-perché non ne voglio sapere niente di loro. Hanno fatto finta che io non esistessi per ben diciannove anni quindi ricambierò il favore e niente mi farà cambiare idea-
-sei davvero sicura di quello che hai detto?- chiese Zhoto che in quel momento non sapeva nemmeno come dirlo a Giulius che sua sorella non voleva avere niente a che fare con lui.
-si, lo sono-
-qui non si tratta solo dei tuoi genitori Gwen, so che sei arrabbiata con loro ma anche tuo fratello vuole parlare con te- cercò di farla desistere l’uomo.
-quindi mi stai dicendo che ho un fratello e che loro hanno preferito lui a me?- chiese la ragazza alla quale stavano vendo le lacrime agli occhi. Perché mai era stata proprio lei ad essere mandata sulla Terra. Perché quella scelta.
-Gwen c’è un motivo per il quale hanno scelto di mandarti sulla Terra e…-
-non mi interessa la loro giustificazione! E tu stai anche dalla loro parte quindi non ne voglio sapere niente ne di mio fratello e ne dei miei genitori! E digli di non infastidirmi!- disse la ragazza alzandosi di scatto dalla sedia. -con permesso devo riposarmi visto che domani devo riprendere gli allenamenti- e la ragazza uscì dallo studio senza far dire altro a Zhoto. Una volta uscita per poco non si scontrò con Giulius.
-scusa, ero sovrappensiero- disse la ragazza.
-non ti preoccupare. Tutto bene? Che voleva Zhoto?- chiese il ragazzo che a Gwen sembrò leggermente scosso, fosse anche peggio di lei.
-si tutto bene. Zhoto voleva solo dirmi di rimettermi prima di continuare ad allenarmi con gli altri- rispose la ragazza evitando di parlare della sua famiglia. Non aveva intenzione di dirlo a nessuno.
-allora vai a riposarti- le disse Giulius con un sorriso tirato. Gwen annuì e lo salutò con la mano. Giulius guardò la sorella andare via da lui e si sentì davvero male. Aveva sentito tutta la conversazione con Zhoto e mai si sarebbe aspettato una cosa del genere.
Il ragazzo fece un respiro profondo prima di aprire al porta dello studio di Zhoto e di entrarci dentro.
-mi dispiace ho cercato di…- cercò di dire l’uomo ma fu prontamente bloccato da Giulius.
-non ti preoccupare ho sentito tutto- disse il ragazzo facendo un sorriso tirato.
-li avviserai tu i tuoi?- chiese Zhoto.
-si, ci vado fra un po’ anche per dirgli che è viva. Come facciamo con gli altri? Avevi detto che una volta che Gwen fosse arrivata avresti spiegato come si riconoscono i guardiani-
-mi inventerò qualcosa fino a quando Gwen non si convincerà a conoscervi-
-e se non lo volesse mai fare? Dobbiamo dare le giuste informazioni alle nuove generazioni di Zodiaci…-
-sarai tu a prendere il mio posto Giulius- disse Zhoto lasciando di sasso il ragazzo.
-cosa?- chiese infatti non riuscendo a credere alle proprie orecchie. Essere l’allenatore dei novi Zodiaci era una responsabilità grandissima e che andava solamente alle persone che dimostravano di avere sangue freddo e capacità di ragionare anche nelle situazioni peggiori, cosa che lui non aveva. Non ancora almeno.
-è già deciso da un bel po’, fra tutti gli altri Zodiaci tu sei il più adatto. Sarai tu a dire di generazione in generazione come nasce un guardiano. Questo ti permetterà anche di non dire a Gwen chi sei veramente-
-non so se ne sarò capace. E poi non so nemmeno se riuscirò a non dire niente a Gwen-
-ci riuscirai e io mi impegnerò per convincerla a parlarti. Almeno con te- Zhoto sorrise al castano difronte a se per poi farsi serio. -Valentine ha superato il limite-
-se non ci fosse stato lui con l’orologio a quest’ora saremmo nelle mani dei Chaos- rispose Giulius sospirando.
-ha comunque disobbedito ad un mio ordine. Quel ragazzo deve capire che non può sempre fare di testa sua, prima o poi finirà male- Zhoto si mise le mani nei capelli. Gli era appena venuto un grosso mal di testa.
-è comunque riuscito a creare un legame con Gwen e lei è riuscita ad amplificare i poteri di Tasha senza toccarla. Abbiamo fatto passi avanti- disse Giulius sorridendo.
-di questo ne sono felice, e da una parte sono anche felice che lei non sia dalla parte dei Chaos come credeva Valentine. Almeno non ci dovrebbero essere più problemi-
-ora se non ti dispiace vado dai miei genitori- disse Giulius dopo che il silenzio era calato nella stanza.
-si certo. E digli anche di non provare a parlarle, potrebbero stravolgere tutto- disse Zhoto sperando che ne Caleb e ne Susan facessero qualcosa di avventato.
-lo farò- disse Giulius voltandosi e uscendo dalla stanza. Una volta fuori si incamminò a passo svelto verso la sua vecchia casa, ormai non ci andava quasi mai, sperando di non incontrare nessuno.
-Ehi Giul dove vai?- e le sue speranze vennero infrante dalla domanda di Valentine che lo bloccò proprio nel cortile.
-dai miei- disse il ragazzo. Almeno quello poteva dirlo.
-avete risolto la questione con Gwen? Cos’era? Sono curioso- chiese il biondo che era davvero curioso di scoprire cosa aveva fatto avere quell’espressione tirata a Caleb per tutto il tempo.
-no e non te lo dico. Mi dispiace- disse Giulius con un sorriso forzato prima di voltare le spalle al suo migliore amico ed uscire dal cortile sotto lo sguardo sorpreso di Valentine.

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-pensavo che il mio turno non sarebbe mai arrivato- disse Baldev mentre sbadigliava seduto difronte a Gwen che era appena entrata in palestra.
-devo aiutarvi tutti quindi alla fine sarebbe arrivato anche il tuo turno- disse la castana al moro che continuava a sbadigliare e che contagiò anche Gwen. La ragazza, nonostante avesse dormito come un sasso, si sentiva ancora parecchio stanca. Aveva usato troppe energie il giorno prima per aiutare Valentine e Tasha. Doveva assolutamente migliorare la sua resistenza altrimenti non sarebbe mai riuscita a potenziare tutti e dodici i ragazzi.
-se continui a sbadigliare saranno gli altri a dover aspettare secoli- disse Auli tirando uno scappellotto al suo ragazzo per poi sorridere a Gwen.
-va bene, va bene!- disse il moro alzandosi e preparandosi per allenarsi con la castana.
 
-Giulius ha qualcosa di strano- disse Tasha mentre prendeva a pugni il sacco da box che Valentine stava tenendo fermo per lei.
-si lo so- rispose il biondo sospirando per poi voltarsi verso il ragazzo che stava maneggiando una lancia un po’ sovrappensiero.
-e ti ha detto anche per cosa? Con me non parla- disse la ragazza gonfiando le guance per poi tirare un forte calcio al sacco rischiando di prendere involontariamente le mani di Valentine.
-mi aveva promesso di dirmelo, ma poi non lo ha più fatto- le disse Valentine che aveva sgranato gli occhi quando aveva visto per la seconda volta il calcio di Tasha che arrivava a pochissimo dalle sue dita.
-riguarda per caso Gwen?- chiese la mora fermandosi un momento.
-si, perché?- Tasha non gli rispose e se ne uscì a passo di marcia dalla palestra lasciando di stucco tutti quelli che l’avevano vista: Svaja e Simon.
-che è successo?- chiese infatti la portatrice dello scorpione avvicinandosi a Valentine mentre si faceva una treccia per tenere raccolti i suoi lunghi capelli neri.
-è impazzita, credo- sospirò Valentine, come mai quei due erano così ciechi da non accorgersi minimamente di piacersi? Da quando era arrivata Gwen Tasha non faceva altro che pensare che la castana potesse piacere a Giulius.
-che hai combinato?- chiese invece Simon tirando un pizzico al braccio del biondo che si massaggiò la parte lesa per il troppo dolore. Quel ragazzo sapeva tirare certi pizzicotti che facevano davvero male.
-io niente, è lei che capisce zuppa per pan bagnato!- si difese il biondo prima di sbuffare nuovamente. -vado a riprenderla, se arriva Zhoto copritemi visto che teoricamente dovrei restare qui dentro a girarmi i pollici per punizione- concluse il biondo salutando gli altri due ragazzi mentre si metteva in cerca di Tasha.
Tasha che trovò quasi subito visto che la ragazza si era seduta su uno dei tavoli della mensa e aveva nascosto il viso nelle ginocchia.
-si può sapere cosa ti è preso?- chiese Valentine poggiandosi al tavolo sopra al quale era seduta la ragazza.
-lasciami stare- disse la ragazza non alzando lo sguardo dal suo rifugio.
-la devi smettere di pensare che a Giulius piaccia Gwen. Credimi io so chi gli piace e non è la castana- le disse Valentine sbuffando.
-potrebbe anche aver cambiato interesse- disse la ragazza alzando di poco la testa -e poi io sono solo un’amica per lui-
-no, credimi la guarda ancora con gli stessi occhi di chi è innamorato cotto. E sulla seconda parte sarei leggermente scettico sai?- disse Valentine che davvero non riusciva più a vedere quei due con i prosciutti sugli occhi. Giulius l’avrebbe odiato, ma meglio di continuare quella farsa.
-come migliore amica? La cosa non cambia. E poi si può sapere chi questa cavolo di ragazza che piace a Giulius? Sembra che tutti lo sanno tranne me-
-Giulius mi ammazza, ma okay- Valentine sospirò prima di sorridere -è una ragazza parecchio bassina e con i capelli neri e portatrice del toro- rivelò il biondo aspettando che la ragazza connettesse tutto.
-io non sono bassin… aspetta sono io?- chiese sorpresa la ragazza mentre sgranava gli occhi all’inverosimile.
-si si, e sei l’unica a non essertene accorta. Anche Gwen credo l’abbia notato- il biondo sorrideva mentre Tasha continuava a non crederci. Per tutto quel tempo i suoi sentimenti per Giulius erano ricambiati e non se ne era nemmeno accorta!
-ma allora cos’ha?- chiese la ragazza che in quel momento riusciva a ragionare più lucidamente e capiva di aver fatto delle scenate per praticamente niente.
-non lo so, quando stavamo uscendo dalle fogne mi aveva detto che riguardava anche il perché Gwen è un guardiano-
-mo che ci penso credo che stia così da quando Zhoto lo ha chiamato da parte. Credi che c’entri qualcosa con quello?- chiese la ragazza ragionandoci un po’.
-probabilmente si. Vorrei sapere davvero cosa gli passa per la testa. Comunque tu perché sei ancora qui e non sei corsa dal tuo futuro ragazzo?- chiese poi Valentine facendo arrossire Tasha che scese velocemente dal tavolo.
-adesso ci vado, ma tu dovresti davvero farti un esame di coscienza- disse la ragazza facendogli un occhiolino prima di scappare ed evitare che il ragazzo potesse chiederle altro.
Infatti Valentine rimase leggermente interdetto. Non capiva minimamente di cosa stesse parlando la ragazza e alla fine decise di incamminarsi anche lui verso la palestra. Di certo non voleva farsi beccare da Zhoto in giro senza un motivo preciso.
Appena entrò si sentì leggermente pesante e in meno di due secondi si ritrovò spiaccicato a terra.
-ma cosa cavolo…- cercò di dire il ragazzo cercando di alzarsi ma senza successo. Solo dopo qualche secondo riuscì a mettersi in piedi.
-scusate!- disse Baldev trovandosi lo sguardo assassino da parte di tutti.
-oh quindi ci siete riusciti. Avvisare la prossima volta no? Sai non vorrei trovarmi improvvisamente spiaccicato a terra- borbottò Valentine mentre Svanja scoppiava a ridere ancora seduta a terra.
-teoricamente dovresti allenarti qui e non andare in giro a dire cose alla gente- fu il commento leggermente acido di Giulius.
-che ho fatto?- chiese confuso Valentine mentre comunque tratteneva un sorriso.
-lo sai- disse Giulius anche lui con un sorriso mentre metteva un braccio intorno le spalle di Tasha.
 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Giulius, Tasha e Valentine erano usciti di soppiatto dalla palestra non appena era entrato Zhoto per vedere com’era amplificato il potere di Baldev. I tre non volevano di certo essere sottomessi alla gravità nuovamente.
-ti odio- disse Giulius sbuffando.
-dovresti solo ringraziarmi altro che odiarmi- disse Valentine sorridendo.
-ti avevo chiesto di non dire niente, credevo di potermi fidare di te.-
-voi due avreste continuato ad avere i prosciutti davanti agli occhi per i prossimi anni. Dovevo fare qualcosa!- disse il biondo allargando le braccia mentre Tasha non riusciva a smettere di sorridere.
-e comunque perché lo hai detto a Tasha e non a me?- chiese Giulius facendo ridere la mora.
-perché io ne avevo bisogno visto che stavo diventando miss gelosia- disse la ragazza prendendo le parti di Valentine.
-a proposito, ci vuoi dire cosa ti prende? Siamo i tuoi migliori amici dobbiamo pur servire a qualcosa!- disse Valentine incrociando le braccia al petto.
-anche volendo non posso ragazzi. Davvero- disse Giulius sospirando.
-chi te lo impone?- chiese Tasha che stava diventando sempre più curiosa.
-Zhoto e Gwen- disse il ragazzo mordendosi il labbro.
-davvero e come mai? Soprattutto cosa centra Gwen?- Valentine stava diventando sempre più insistente.
-siete odiosi! Promettetemi però che non ne farete parola con nessuno- si arrese il castano ottenendo come risposta i sorrisi dei suoi due migliori amici che annuirono.
-Gwen non sa niente di tutta questa storia e ha deciso di non volerne sapere niente- Tasha aggrottò la fronte non capendo cosa stava dicendo il suo ragazzo. -i guardiani sono così scarsi perché arrivano solo quando nasce un gemello del protettore dei gemelli. Gwen è mia sorella, i miei genitori credevano che non avesse poteri e quindi l’hanno lasciata sulla Terra per, a detta loro, non farla litigare con me. Gwen ha deciso di non volerne sapere niente di noi- spiegò il castano che aveva tenuto gli occhi bassi per tutto il tempo.
-oddio- fu l’unico commento di Tasha.
-ora capisco perché eri così preoccupato. Non potresti andare da Gwen e dirle la verità?- chiese Valentine.
-no, ha detto chiaramente di non voler avere niente a che fare con noi e devo rispettare la sua scelta- disse Giulius controllando che nessuno stesse arrivando.
-ma tu non hai colpe! Non può impedirti di comportarti come suo fratello- disse Tasha.
-invece si e per favore non ditele niente- disse il castano.
-va bene manterremo il segreto, ma cerca di non tenere quella faccia sconsolata per tutto il tempo- Valentine gli sorrise dopo aver detto quelle parole e rientrò nella palestra per trovarsi nuovamente spiaccicato a terra.
-sei entrato nel momento peggiore!- disse Svaja ridendo mentre anche lei stava lottando contro la gravità.
-credevo avessero finito!-
-stanno vedendo per quanto tempo resiste il potenziamento. Più a lungo Baledev riesce a tenere bloccato un nemico meglio è per noi. E poi Gwen deve lavorare molto sulla resistenza-
-tu non vedi l’ora di iniziare ad allenarti con lei non è vero?- chiese Valentine che già conosceva la risposta della mora al suo fianco.
-certo che si. Vedere i vostri poteri amplificati è bellissimo e non vediamo l’ora di farlo con i nostri- fu in quel momento che finalmente la pressione si allentò e i due poterono alzarsi tranquillamente.
-cinque minuti, ottimo!- disse Zhoto controllando il cronometro che aveva in mano mentre Gwen e Baldev si erano seduti a terra cercando di riprendere fiato.
-secondo te possiamo fare di meglio?- chiese Baldev che si sentiva come se tutte le sue energie fossero state risucchiate da qualche seguace del Chaos.
-certo che si, ma per ogni cosa ci vuole tempo- disse Zhoto sorridendo al ragazzo che aveva preso il suo posto come protettore della bilancia.
-andate con calma però- mormorò Gwen che non riusciva nemmeno a parlare decentemente per quanto era stanca. Aveva perso un po’ della sua resistenza dopo essere stata rapita dai Chaos e l’aver aiutato i ragazzi nel salvarla non l’aveva aiutata minimamente.
-tranquilla non ti spremeremo più del dovuto. Non credo che i Chaos attaccheranno adesso quindi possiamo andare con più calma se vuoi- le disse Zhoto chiedendole scusa con lo sguardo. Da quando era arrivata non avevano fatto altro che spremerla.
-possiamo anche non andare troppo a rilento. Dobbiamo comunque impedirgli di prendere troppo potere adesso che sono qui- disse la ragazza questa volta con un po’ più di voce rispetto a prima.
-si ma non strapazzarti troppo e riposati. Domani ti concentrerai sulla resistenza fisica e Valentine ti aiuterà per punizione- disse Zhoto rivolgendo uno sguardo di sfida al ragazzo.
-è una punizione per me o per lui?- chiese la ragazza che, nonostante avesse capito che il ragazzo non era cattivo, aveva leggermente paura del ragazzo.
-per entrambi visto che tu sei scappata senza dire niente e lui è venuto a cercarti agendo d’impulso facendosi anche catturare- l’uomo sorrise ai due prima di lasciare la palestra.
-pronta a soffrire riccia?- chiese Valentine ridacchiando.
-se mi sveglio certo che si. Vacci piano però. L’unica attività fisica che ho fatto in tutta la mia vita è stata correre per non arrivare tardi a scuola quando ero già in netto ritardo.-
-così non va per niente bene! Dobbiamo risolvere la cosa- disse Valentine realmente sorpreso che la ragazza fosse così in forma nonostante non facesse attività fisica. Forse usare i suoi poteri le faceva sprecare parecchie calorie, oppure aveva semplicemente gli stessi geni di Giulius che mangiava per un esercito e poi rimaneva magro come uno stecchetto.

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Gwen stava dormendo tranquillamente nel suo letto. La sera prima si era addormentata immediatamente dopo aver toccato il morbido materasso. La stanchezza aveva avuto la meglio su di lei facendole completamente dimenticare l’allenamento con Valentine e infatti il ragazzo era andata a chiamarla.
Il biondo la stava osservando indeciso sul da farsi. La sua parte sadica voleva svegliarla di soprassalto mentre l’altra voleva farla dormire un altro po’. Lei era ancora nuova a tutto quello.
Valentine si sedette sul materasso sperando che la ragazza si svegliasse, ma Gwen sembrava immersa in un sonno profondo.
Sorrise pregustandosi già quello che stava per fare. Si avvicinò all’orecchio della ragazza e prendendo un sonoro respiro e gridò nell’orecchi della ragazza.
Gwen si svegliò di scatto e andò a sbattere la testa contro quella di Valentine.
-ma sei pazzo!- disse la ragazza che non sentiva più bene dall’orecchio.
-mi hai fatto male!- disse lui massaggiandosi la fronte dolorante.
-ah adesso è colpa mia! Ma che ti salta in mente di entrare nella mia camera- Gwen era leggermente arrabbiata con il ragazzo. Come si permetteva di entrare nella sua camera. Meno male che dormiva con un maglietta più grande di lei e che aveva la coperta.
-sei in ritardo! Dobbiamo allenarci- disse Valentine sorridendole.
-sono stanca- disse la ragazza per poi portarsi le coperte fin sopra la testa per nascondersi dallo sguardo del ragazzo sperando che se ne andasse. Quella mattina non aveva per niente voglia di allenarsi.
-ma se ieri volevi allenarti- disse il ragazzo scuotendo la ragazza da sopra le coperte. Lui di certo non aveva tempo da perdere per stare a pregarla.
-ho detto che se mi fossi alzata l’avrei fatto. Non ti ho mai detto che dovevi assolutamente svegliarmi- borbottò la ragazza tirandosi le coperte ancora più in su.
-Gwen ti prego! Se non ti alleni con me Zhoto mi ammazza!- cercò di farla ragionare Valentine, ma la ragazza sembrava non volersi muovere.
-non sono problemi mie-
-certo che lo sono, non se la prenderà solo con me sappilo- il ragazzo si alzò da letto facendo esultare internamente Gwen, ma la ragazza cantò vittoria troppo presto, infatti il ragazzo si era alzato per poterle togliere con più facilità il lenzuolo. La ragazza così si ritrovò completamente scoperta e anche arrabbiata. Ringraziò che quella maglia fosse davvero molto lunga.
-si può sapere perché mi vuoi torturare in questo modo?- cantilenò la ragazza sedendosi sulle ginocchia e tirando ancora più giù la maglia per cercare di coprire il più possibile.
Dal canto suo Valentine era rimasto di sasso, non si aspettava di certo che la ragazza dormisse solo con la maglia. Non che Valentine non avesse mai visto una ragazza senza niente addosso, aveva avuto molte ragazze nel tempo, ma con Gwen era diverso, forse anche perché in quel momento aveva in testa il fatto che la ragazza era la gemella di Giulius e forse certe cose non le doveva minimamente fare.
-che cosa dobbiamo fare?- si arrese alla fine Gwen dopo aver preso un elastico ed essersi legata i capelli un una crocchia.
-allenamento base, iniziamo piano visto che non hai mai fatto niente- disse velocemente Valentine alzandosi dal letto per poi andare verso la porta. Vedendo che la ragazza non si stava muovendo di un millimetro continuò -allora? Cosa cavolo vuoi aspettare?-
-mi devo cambiare- disse lei leggermente a disagio.
-allora fallo-
-esci- e Valentine alzò gli occhi al cielo.
-come se non avessi visto una donna nuda. Muoviti guardiano dei miei stivali- le disse prima di uscire dalla stanza ed aspettarla appoggiato al muro. Se avesse fatto più di un quarto d’ora di ritardo sarebbe entrato nella stanza.
Gwen sbuffò prima di alzarsi definitivamente dal letto e vestirsi il più velocemente possibili. La ragazza fu pronta in poco meno di dieci minuti e uscì trovandosi Valentine difronte che stava controllando l’orologio appeso alla parete alla sua sinistra.
-andiamo?- chiese la ragazza facendo girare verso di se Valentine che non l’aveva sentita uscire dalla camera. Il ragazzo annuì e i due si incamminarono verso la palestra nonostante fossero già le dodici e mezza.
-non possiamo fare colazione prima?- chiese Gwen alla quale lo stomaco si stava ribellando perché non gli aveva ancora dato cibo.
-io l’ho fatta sei tu in ritardo- disse il ragazzo continuando a camminare spedito senza permettere a Gwen di andare a mangiare qualcosa.
-tu si, io no- la ragazza si voltò per andare in cucina ma fu prontamente fermata da Valentine che la tirò per un braccio facendola involontariamente sbattere sul suo petto.
-mangi dopo- le disse per poi lasciare subito la presa sperando che la ragazza lo seguisse senza fare storie. Non potevano fermarsi a mangiare, avrebbero perso ancora più tempo.
-odioso- mormorò Gwen mettendosi un riccio ribelle dietro l’orecchio.
-se qualcuno si fosse svegliato ad un orario decente e non avesse fatto storie per alzarsi forse avrebbe fatto tranquillamente colaziono- le disse Valentine avendo sentito perfettamente le parole di Gwen.
-io non mangio da ieri sera!-
-mangerai a pranzo-
-adesso è ora di pranzo!-
-ma dove vivi? Qui si pranza dall’una e mezza in poi. Non ti sei ancora abituata?- chiese Valentine. Di certo non l’avrebbe data vinta a quella testa riccia.
-al Vittoriano il pranzo era alle dodici- disse la ragazza sbuffando.
-qui non siamo al Vittoriano. E poi non eri a scuola a quell’ora tu?- chiese confuso Valentine.
-certo, per questo non pranzavo quasi mai…-
-ah quindi puoi resistere anche senza pranzo bene! Andremo avanti fino a cena allora- il biondo era partito con passo ancora più svelto e aveva afferrato nuovamente Gwen per un polso avendo paura che la ragazza potesse scappare da un momento all’altro.
-VALENTINE NON TI AZZARDARE!- gridò lei che non aveva per niente voglia di aspettare fino a cena. Il suo stomaco stava reclamando cibo.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-sembri distrutta- disse Tasha mentre guardava Gwen che giocava con il cucchiaio che aveva in mano.
-lo sono. Valentine è un mostro- borbottò la ragazza poggiando il cucchiaio per poi posare la testa sulle braccia che teneva conserte sopra al tavolo della mensa. Era ora di cena e Gwen si sentiva davvero distrutta. Valentine l’avreva spremuta per bene facendole superare anche di molto i suoi limiti.
Le aveva concesso un pranzo di dieci minuti alle due per poi ritornare ad allenarsi per tutto il pomeriggio. La ragazza appena finito l’allenamento, alle nove, era corsa in camera a farsi una doccia visto che era completamente sudata e poi era andati in mesa per guastarsi finalmente la sua cena. Aveva divorato la vellutata di zucca nel suo piatto come se non ci fosse un domani e in quel momento oltre ad essere stanca era ancora affamata. Perché dovevano fare la vellutata proprio il giorno nel quale si era allenata di più e non aveva messo quasi niente nello stomaco? Anche a pranzo aveva mangiato una semplice mozzarella con del prosciutto. Di sicuro meglio della cena, ma comunque poco sostanzioso per tutto l’allenamento che aveva fatto.
-non dire così! Avremmo fatto tutti la stessa cosa. Per noi quello che ti ha fatto dare è praticamente niente- le disse la mora bevendo un po’ dell’acqua che aveva nel bicchiere.
-tu saresti stata più comprensiva- sussurrò la riccia chiudendo per un attimo gli occhi.
-no, Tasha ti avrebbe ucciso peggio di Valentine. Ci è andato parecchio leggero oggi- disse Auli che sedeva al tavolo con loro.
-leggero? Quello per voi è leggero?- chiese sorpresa Gwen. Cosa si doveva aspettare quindi nei prossimi giorni? Zhoto le aveva detto tentare di creare una connessione con gli altri zodiaci la mattina e di allenarsi nella resistenza fisica con Valentine nel pomeriggio, ma di quel passo non credeva di potercela fare.
-si si, e lo considererai anche tu tale quando ti sarai abituata- le sorrise Tasha per poi dare una veloce occhiata verso Giulius e Valentine che stavano chiacchierando tranquillamente qualche tavolo più avanti con Baldev e Apollon.
-comunque come vi siete messi insieme tu e Giul?- chiese Gwen.
-davvero non te ne sei accorta quando è successo?- chiese Auli mentre ridacchiava ricordandosi a scena.
-certo che no! So che è successo in palestra, ma io ero concentrata su Baldev!-si difese la riccia.
-Valentine mi ha detto che piacevo da anni a Giulius e io mi sono buttata- disse in un sussurro la mora.
-e come mai? Giul mi ha fatto giurare di non dirti niente e immagino anche a tutti gli altri- Gwen era davvero curiosa. Cosa aveva spinto Valentine a fare una cosa del genere?
-diciamo che qualcuno stava diventando leggermente geloso e quindi Valentine ha deciso che non li sopportava più. Io al posto suo sarai saltata dopo nemmeno due giorni- disse Auli alzando le spalle.
-Gelosa? E di chi se Giulius ti sta praticamente appiccicato da mattina a sera?-
-di te- rispose sinceramente Tasha facendo sgranare gli occhi a Gwen. La castana rimase senza dire niente per un po’ per poi scoppiare a ridere, non si sarebbe minimamente aspettata una cosa del genere, soprattutto non da parte di Tasha.
-brava ridi di me- disse la mora sbuffando. Non capiva minimamente cosa c’era da ridere per il fatto che fosse gelosa. Per lei era sembrato tutto così semplice e chiaro fino a quando non aveva scoperto che Gwen in realtà era la sorella di Giul.
-dai è una cosa totalmente impossibile- Gwen lo disse tra le risate.
-cosa succede qui?- disse il diretto interessato del loro discorso sedendosi al tavolo con le tre ragazze.
-ha scoperto che Tasha era gelosa di lei- spiegò Auli mentre la riccia non riusciva a smettere di ridere.
-ti fai troppe pippe mentali- disse Giulius alla sua ragazza che mise il broncio che fu prontamente baciato dal ragazzo stesso.
-oddio ora inizierete pure voi due… VALENTINE MALEDETTO TU E IL GIORNO IN CUI HAI SPUTATO IL ROSPO!- gridò Parel che era appena passato affianco al loro tavolo per andarsi a prendere quella che era la quarta o la quita porzione di vellutata per quella sera. Il ragazzo non sapeva proprio contenersi.
-li preferivi prima?- chiese il diretto interessato delle accuse.
-non so sinceramente quale delle due è meglio in realtà- disse il portatore dei pesci riflettendoci sopra.
-sei solo geloso perché nessuna ragazza ti calcola di striscio Parel!- disse Svaja ridendo e facendo ridere tutti gli altri li presenti a parte Gwen che non sapeva se poteva farlo oppure no non avendo parlato praticamene nemmeno una volta con il biondo.
-vuoi dire che ne le ragazze e ne i ragazzi mi calcolano- rispose lui risedendosi e affondando il cucchiaio nella vellutata.
-non è mica colpa nostra se tutte le ragazze vanno dietro a Val e Curt- disse Auli alzando le spalle.
-e i ragazzi muoiono dietro a tutte voi. L’unico a gay qui se l’è beccato Apollon- borbottò il ragazzo.
-sei arrivato troppo tardi e poi non credo che tu possa piacere a Simon- disse ridacchiando il castano ricevendo poi un pugno da parte del suo ragazzo.
-tanto lo so che me ne troverò uno o una. Fino alla fine mi fidanzerò anch’io-
-come siamo finiti a parlare dei problemi amorosi di Parel?- chiese Giulius sorridendo.
-perché tu hai  baciato a tua ragazza e lui si è lamentato- gli disse Levon sbadigliando.
-mica sei già stanco? Non hai fatto praticamente niente!-
-Cecilia non iniziare. È stancante essere belli okay?- rispose il rosso aggiustandosi una ciocca di capelli.
-e come mai qui sei l’unico stanco?- chiese ancora la bionda che non aveva alcuna intenzione di far finire la conversazione li.
-non sono l’unico, anche Gwen è stanca- si difese il ragazzo lanciando uno sguardo di sfida alla sua fidanzata.
-la volete smettere tutti e due per favore?- chiese Baldev che si era involontariamente seduto in mezzo ai due che gli stavano praticamente urlando nelle orecchie.
-vado a riposarmi altrimenti domani non mi alzo nemmeno con le cannonate- disse Gwen alzandosi e portando il vassoio al suo posto.
-nel caso non ti sei ancora svegliata avrai la sveglia come oggi- le disse Valentine ricevendo poi un’occhiataccia dalla ragazza stessa e anche da Giulius, quella del ragazzo però era leggermente più velata e se ne accorsero solo Tasha e Valentine.








 

Auli -> portatrice dell'ariete

Tasha -> portatrice del toro

Giulius -> portatore dei gemelli

Cecilia ->portatrice del cancro

Levon -> portatore del leone

Valentine -> portatore della vergine

Baldev -> portatore della bilancia

Svaja -> portatrice dello scorpione

Simon -> portatore del sagittario

Curt -> portatore del capricorno

Apollon -> portatore dell'acquario

Parel -> portatore dei pesci

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


-si può sapere perché sei sempre così stanca? Non fai praticamente niente!- disse per la terza Volta Valentine mentre Gwen si stava prendendo una piccola pausa dallo stressante e pesante allenamento del biondo.
-pretendi troppo da me. Io non sono allenata come voi e poi rispetto a quanto tu possa credere creare un collegamento con le persone è stancante- borbottò la ragazza bevendo un sorso d’acqua.
-non sei ancora riuscita ad ampliare il potere di Svaja e…-
-con te è impossibile ragionare! Anche solo provare a farlo mi porta via parecchie energie!- scattò la ragazza che non ne poteva veramente più. All’inizio aveva sperato che il ragazzo la trattasse meglio, come trattava tutte gli altri Zodiaci, ma non era stato così. Nonostante adesso non la guardava più come se fosse una cosa orribile non faceva altro che criticarla per ogni minima cosa.
Okay, non poteva pretendere che il ragazzo diventasse improvvisamente affettuoso, ma almeno lasciarle fare le cose senza metterci parola sopra.
-agli ordini vostra altezza- disse Valentine facendo ruotare gli occhi azzurri. In realtà sapeva benissimo che era stancante, lui stesso si era ritrovato senza energie quando avevano provato in prigione, ragione per la quale aveva proposto di dormire, ma adorava punzecchiare Gwen. Si arrabbiava per ogni minima cosa.
-smettila- borbottò nuovamente la ragazza alzandosi.
-dove stai andando? Non abbiamo ancora finito!- chiese Valentine vedendo che la ragazza si stava incamminando verso la porta.
-sono stanca- rispose semplicemente lei uscendo dalla palestra e lasciando Valentine da solo come uno stoccafisso. Il biondo sbuffò indignato prima di prendere le sue cose ed andare a raggiungere gli altri Zodiaci nella palestra all’aperto dove si stavano allenando.
 
Nelle settimane successive Gwen si era concentrata solo ed esclusivamente sull’aumentare i poteri degli altri Zodiaci la mattina. Il pomeriggio invece spariva misteriosamente e Valentine nonostante la cercasse non riusciva mai a trovarla. Qualche volte aveva anche provato ad entrare nella camera della riccia, ma la ragazza aveva imparato la lezione e non la lasciava più aperta.
Alla fine Valentine si era arreso e aveva anche smesso di cercarla concentrandosi ad allenarsi in gruppo con gli altri ragazzi. Se la sarebbe vista Gwen con Zhoto, non era mica colpa sua se la ragazza non sapeva minimamente scherzare.
Gwen aveva fatto grandi progressi con gli altri Zodiaci e le mancavano solamente Apollon e Parel. Ovviamente il suo allenamento non sarebbe finito li visto che Zhoto le aveva espressamente detto che doveva anche allenarsi a potenziare più ragazzi possibili e anche in fretta. I Chaos si stavano muovendo più velocemente del solito e questo non era un buon segno, avevano davvero paura che potessero attaccare da un momento all’altro trovandoli impreparati.
E proprio in quel momento Gwen e Apollon erano uno difronte all’altro con il castano che stava guardando attentamente la bacinella piena d’acqua che aveva davanti. I due ragazzi avevano fatto piccoli progressi poco alla volta e la ragazza non vedeva davvero l’ora di vedere l’intera potenza di Apollon sprigionata. Aveva sentito dagli altri che il potere di Apollon era uno dei più forti anche senza l’aiuto del guardiano quindi era davvero curiosa di sapere cosa sarebbe successo.
E fu proprio mentre Gwen pensava ciò che l’intera sala venne completamente sommersa dall’acqua. Era riuscita a potenziare il potere di Apollon, ma il castano non era riuscito a controllarlo a quanto pareva.
-APOLLON CAVOLO!- gridò Curt mentre si toglieva i capelli bagnati da davanti agli occhi.
-è solo acqua- si difese il ragazzo che era l’unico asciutto. Il suo potere non riusciva minimamente a bagnarlo e per lui era davvero una santa cosa.
-io lo sapevo che ci avresti fatto la doccia oggi! Perché cavolo mi sono messo ad allenarmi qui?- si chiese Simon mentre strizzava i suoi lunghi capelli facendo scendere tutta l’acqua che si era raccolta in essi.
-scusa amore- disse Apollon raggiungendo in fretta il ragazzo togliendosi la maglia e porgendogliela per asciugarsi.
-ehi anche noi vogliamo asciugarci- disse Levon incrociando le braccia al petto.
-ho solo una maglia- disse Apollon con un’alzata di spalle.
-ragazzi se non vi spiace vado un po’ a riposarmi- disse Gwen mentre strizzava la sua maglietta e ringraziava il cielo di avere i capelli legati. Si sarebbe trovata nella stessa situazione di Simon altrimenti.
-certo tesoro! Riposati- disse Tasha sorridendole. Gwen le sembrava sempre più stanca e la portatrice del toro aveva rimproverato Valentine dicendogli che la stava spremendo troppo, ma il ragazzo le aveva rivelato che non la stava più allenando e quindi la mora si era ritrovata interdetta. Come era possibile che Gwen fosse così stanca se non si allenava con Valentine?
Gwen sorrise a tutti prima di uscire dalla palestra senza accorgersi che lo sguardo azzurro di Valentine che la stava scrutando.
Il biondo aspettò che tutti ritornassero ai propri allenamenti per uscire dalla palestra e seguire silenziosamente la riccia. Voleva capire cosa cavolo stesse facendo la ragazza anche perché, come gli aveva anche fatto notare Tasha, la ragazza era sempre più stanca. Che si allenasse in segreto?
Il ragazzo arrivò in tempo davanti la porta della ragazza per vederla uscire di retta e furia chiudendola a chiave. Il ragazzo si nascose dietro un angolo per non farsi vedere e la seguì sempre in silenzio fino al cortile principale. Il ragazzo sgranò gli occhi quando si accorse che la ragazza aveva l’orologio d’orato per ritornare a Galaxy. Il biondo non fece in tempo a chiamarla che Gwen scomparve davanti ai suoi occhi. Dove cavolo era andata? Il ragazzo sbuffò per poi tornare velocemente verso l’interno a prendere anche lui uno degli orologi e seguì subito la ragazza sperando di trovarla subito.
Valentine aprì gli occhi trovandosi subito davanti a se il Vittoriano e lanciandogli un’occhiataccia. Era l’unico posto che gli era venuto in mente di tutta la terra, ma appena si girò verso sinistra si accorse che aveva avuto un’ottima idea anche perché fu proprio li che vide Gwen che stava correndo.  Valentine sorrise alla forza di volontà di quella ragazza e iniziò anche lui a correre per raggiungerla cosa che gli riuscì molto facilmente.
Gwen non si accorse della presenza di Valentine fino a quando il ragazzo non la tirò per un braccio facendola girare verso di lui, dandole il tempo di vedere chi fosse, e la baciò facendola restare di sasso.
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Gwen era ancora un pezzo di ghiaccio mentre Valentine approfondiva il bacio trovando zero resistenza da parte della riccia. La testa della ragazza aveva smesso di funzionare non appena il biondo aveva poggiato le labbra sulle sue.
Valentine d’altro campo non avrebbe mai immaginato di essere costretto a dover dar ragione a Tasha. Gwen gli interessava, e anche molto. Non lo aveva capito subito, anzi lo aveva capito pochissimi secondi prima di quel bacio. A Valentine piaceva da morire il carattere forte della ragazza e anche la sua testardaggine. Le altre ragazze che aveva avuto non erano mai riuscite a tenergli testa, mentre Gwen sembrava nata per farlo innervosire.
Valentine si allontanò dalle labbra della ragazza dopo un po’, ma comunque continuò a tenere la ragazza abbastanza vicina a se.
-sei una pazza a venire qui per evitarmi sai? I Chaos potrebbero trovarti e rapirti nuovamente- le sussurrò il ragazzo mettendole una ciocca ribelle dietro l’orecchio. La ragazza sembrò risvegliarsi in quel momento diventando completamente rossa e cercando di sgusciare dalla presa del portatore della vergine.
-e no, non scappi- le disse Valentine stringendola più a se.
-che ci fai qui? E perché fai tutto ciò?- chiese la ragazza a bassissima voce tanto che se Valentine fosse stato leggermente più distante non l’avrebbe sentita.
-volevo capire perché sparivi così improvvisamente. Di certo potevi continuare ad allenarti con me invece che venir qui rischiando anche parecchio- le disse Valentine guardandosi intorno per accertarsi che non ci fossero Chaos in giro. Sentiva leggermente il loro odore e sperava vivamente che fosse solo un piccolo rimasuglio e non altro.
-tu mi stressi-
-ma lo faccio per il tuo bene! Allenarti qui da sola è buono certo, ma non una delle cose migliori- le disse il ragazzo sempre con il sorriso sulle labbra.
-okay continuerò ad allenarmi con te, ma per favore lasciami andare- disse la ragazza cercando di spingere il ragazzo lontano da lei, ma il biondo non si mosse di un millimetro.
-buono e poi perché dovrei lasciarti andare?- Valentine si avvicinò nuovamente alle labbra della ragazza ma lei girò la faccia facendo si che il ragazzo lasciasse il bacio sulla sua guancia. E Valentine ci rimase parecchio male.
-ehi non rifiutare i miei baci- disse lui leggermente offeso.
-e tu non baciarmi- rispose lei uscendo definitivamente dalle grinfie del ragazzo.
-e perché no? Prima hai risposto-
Gwen rimase senza parole, si aveva risposto al bacio ma era stato solo un semplice istinto. O almeno era quello che voleva credere la ragazza. Dopo quello che era successo con Darren non aveva tanta voglia di iniziare una relazione, soprattutto se il ragazzo in questione le piaceva nonostante fosse davvero odioso a volte.
Il ragazzo ghignò vedendo che Gwen non riusciva a trovare una risposta alla sua domanda e la ritirò di nuovo verso di se. -che ti costa darmi un altro bacio?-
-non lo voglio okay?- disse lei sbuffando. Sapeva perfettamente che se il ragazzo glielo avesse chiesto un’altra volta avrebbe ceduto.
-okay, ma almeno torniamo a Galaxy- disse il biondo arrendendosi, almeno apparentemente.
-okay- disse la ragazza mentre il biondo la lasciava andare e insieme giravano i quadranti degli orologi dorati e in men che non si dica ritornarono a Galaxy.
-andiamo in palestra così ci alleniamo con gli altri?- chiese Valentine sperando, forse invano, che la ragazza si esprimesse in merito a quel bacio e che non lo lasciasse così sulle spine.
-no, mi faccio qualche giro di corsa qui intorno. Tu puoi allenarti per fatti tuoi- disse la ragazza evitando accuratamente di guardare gli occhi azzurri di Valentine. L’aveva seguito a Galaxy solo perché non voleva litigare con lui, e anche perché non aveva più senso andare ad allenarsi sulla Terra visto che lo aveva fatto solo per evitare proprio il biondo.
I due rimasero fermi in cortile in completo silenzio, entrami aspettavano che l’altro facesse la prima mossa. Alla fine fu Valentine a prendere la parola.
-allora io vado- e il ragazzo si incamminò veramente verso l’interno della palestra sperando che Gwen lo bloccasse, anche solo per dirgli chiaro e tondo che non voleva avere niente a che fare con lui, ma la ragazza sembrava davvero non intenzionata a dire niente. Aveva la mano sulla maniglia quando fu richiamato dalla ragazza.
Valentine si girò con calma cercando di non far trapelare il ghigno che aveva sulle labbra.
-dimmi-
-non baciarmi mai più- nemmeno la ragazza sembrava tanto convinta di quello che stava dicendo.
-ne sei sicura? Sembrava ti piacesse prima- disse il biondo avvicinandosi nuovamente verso la ragazza con le mani dentro le tasche dei suoi pantaloni.
-si, non farlo più- nemmeno il tempo di finire quelle parole che il ragazzo decise di non stare a quelle condizioni e quindi la baciò nuovamente facendo definitivamente crollare tutte le buone intenzioni di Gwen che rispose al bacio.
-visto che non sei sicura- le sussurrò lui a due millimetri dalle sue labbra.
-è colpa tua- disse la ragazza che ormai si era arresa.
-tranquilla non voglio stare con te solo per portarti dalla nostra parte-
-non ricordarmelo- sbuffò lei leggermente triste.
-ci stia che si possano avere esperienza non belle all’inizio- il biondo le mise una ciocca dietro l’orecchio sorridendole.
-se fai qualcosa di strano ti ammazzo- disse Gwen con un piccolo sorriso sulle labbra. Mai avrebbe pensato che alla fine si sarebbe messa con il biondo.
-ai suoi ordini signorina- ridacchiò Valentine per poi tornare serio -sono serio comunque Gwen. Non avrei mai fatto una cosa del genere altrimenti- la rassicurò il biondo facendola sorridere.

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


-sto con tua sorella-
-in che senso?- chiese Giulius sgranando gli occhi. Lui e Valentine si stavano riposando nel cortile principale. Erano solo loro due e per questo Valentine aveva aperto il discorso con il castano.
-che io e Gwen stiamo insieme- rispose il biondo.
-e perché mi stai avvisando? E soprattutto da quando?-
-da ieri e tu fino a prova contraria sei il fratello quindi dovresti saperlo-
-Tasha aveva ragione quindi. Io non vi avrei mai visti insieme- Giulius sorrise pensando a come Tasha aveva indovinato anche quella alquanto improbabile coppia.
-nemmeno io all’inizio, ma Gwen è particolare e mi piace per questo. Ci ho messo anche parecchio per convincerla- Giulius notò il piccolo sorriso sulle labbra di Valentine e gli venne da sorridere a sua volta. Erano davvero rare le volte in cui Valentine sorrideva genuinamente.
-ehi volete perdevi Parel che usa i pesci che sono più grandi di noi?- chiese Tasha raggiungendoli con un sorriso sulle labbra.
-Gwen si è riuscita?- chiese Valentine felice.
-si si, e voi ve lo siete persi- gli rispose Tasha incrociando le braccia al petto.
-scusate vostra altezza se ci stavamo riposando un po’- le disse Giulius ridacchiando.
-comunque non sono qui solo per questo. Zhoto vuole parlare a tutti quanti- i due ragazzi si scambiarono una veloce occhiata prima di annuire e alzarsi per seguire la portatrice del Toro fino alla palestra dove erano presenti già tutti gli altri Zodiaci e Gwen.
-ora che siamo tutti possiamo parlare…- ma Zhoto non fece in tempo a finire la frase che subito fu interrotto dall’arrivo di una persona all’interno della palestra cosa che lasciò alquanto sorpresa Gwen. Sapeva che non c’erano solo loro a Galaxy, ma non avendo visto nessun altro in quel palazzo aveva pensato fosse una zona off limits.
-cosa succede?- chiese Zhoto che sembrava visibilmente confuso.
-hanno attaccato la Terra- disse l’uomo mentre si metteva le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato dopo la lunga corsa che aveva fatto per avvisare gli Zodiaci di quello che era successo quella mattina. E se ne erano pure accorti in ritardo.
-quando?- chiese Apollon.
-questa mattina-
-ma perché agire proprio adesso? Non sono al massimo del loro potere visto che Gwen è dalla nostra parte- disse Levon sbuffando.
-proprio perché Gwen è con noi che hanno attaccato. Vogliono darle meno tempo possibile per creare dei legami con noi e quindi diventare un pericolo per loro- spiegò Giulius sospirando. Non andava per niente bene. Era solo un miracolo che Gwen fosse riuscita a creare un legame con tutti quella stessa mattina, ma erano legami davvero effimeri.
-non ci danno scelta. Dobbiamo per forza combatterli altrimenti la Terra verrà distrutta- Zhoto si mise le mani nei capelli.
-quando partiamo?- chiese Gwen aggiustandosi la coda che si era appena fatta.
-dovremmo farlo il prima possibile, ma tu hai bisogno di allenarti di più con tutti- le disse Zhoto sospirando.
-ma se perdiamo tempo la Terra potrebbe…- iniziò a dire Gwen.
-Gwen potresti non riuscire a fare un’altra connessione se sprechi troppe energie, e poi non hai mai provato con tutti quanti insieme- cercò di dire Valentine alla sua ragazza.
-quando mi siete venuti a prendere sono riuscita a potenziarvi- gli fece notare Gwen incrociando le braccia al petto.
-e poi hai dormito quasi un giorno intero. Qui non si stratta di potenziare le nostre abilità per pochi minuti, ma per tutta una battaglia-
-possiamo provarci comunque!- si impuntò la ragazza.
-non so quanto sia saggio fare ciò. Potresti anche non farcela…- Zhoto non finì la frase ma tutti i ragazzi capirono perfettamente il continuo.
-non fa niente, se riusciamo a sconfiggerli non avremo più problemi no?- Gwen sembrava non voler cedere minimamente. -sono riuscita a creare un legame con tutti e dodici potrei anche riuscirci senza problemi durante la battaglia-
-Gwen sei sicura?- chiese Auli preoccupata. Se le cose non fossero andate per il meglio Gwen sarebbe potuta morire.
-si lo sono. E non credo che abbiamo tempo da perdere-
-va bene allora- le disse Zhoto rassegnandosi alla convinzione di Gwen e poi la ragazza aveva davvero ragione, non avevano tempo da perdere.
Valentine guardò la sua ragazza sospirando. Avevo davvero paura che la ragazza non potesse farcela ma sapeva perfettamente anche lui che non poteva perdere altro tempo altrimenti sarebbero arrivati in un punto di non ritorno per la Terra ed i suoi abitanti. Lui non era pronto a perdere la ragazza proprio in quel momento che l’aveva trovata e aveva capito che le piaceva.
Gwen guardò verso la sua direzione e sorrise, molto probabilmente per rassicurarlo, ma fece l’esatto opposto.
-vi do il tempo di prepararvi, dieci minuti massimo, e poi tutti in cortile- furono le ultime parole che disse Zhoto prima di scomparire oltre la porta della palestra. Anche gli altri ragazzi iniziarono ad andarsene e Valentine ne approfittò per avvicinarsi alla castana.
-cosa c’è?- chiese lei capendo dall’espressione del ragazzo che voleva dirle qualcosa.
-non dirò niente riguardo la tua scelta, ma sappi che sono davvero preoccupato-
-anch’io ho paura Val, ma è l’unica cosa che possiamo fare- disse la ragazza sorridendogli. E fu allora che il biondo vide negli occhi verdi della ragazza tutta la paura che stava provando in quel momento.
Il ragazzo l’abbracciò lasciandole un bacio sui capelli.
-ti proteggerò io. E non usare su di me il tuo potere, non mi serve tanto in battaglia. Pensa agli altri okay?-
Gwen annuì. Ci aveva pensato anche lei a quella possibilità.
-ma aspettate da quando tu lo chiami Val e lui ti abbraccia?- chiese Tasha sconvolta nel vedere la scena tra i due, in realtà era molto felice della cosa anche perché ci aveva visto giusto, ma non pensava potesse accadere così velocemente.
-da un po’- fu la risposta di Gwen che si staccò di scatto dal suo ragazzo. I due non avevano detto a nessuno della loro relazione solo perché non c’era stato il tempo di farlo e anche perché non ci avevano minimamente pensato.
-io lo sapevo che sarebbe successo! Sono un genio!- disse allora Tasha tutta contenta mentre sorrideva a Giulius che stava scuotendo la testa divertito dalle parole della sua ragazza.
-okay Tasha sei una veggente, ora però dobbiamo andare a prepararci visto che ci aspetta una battaglia sperando anche che sia l’ultima-







 
Mi dispiace per il ritardo del capitolo, ma ho avuto un esame parecchio complesso e ho usato il tempo libero per ripetere. Grazie per la vostra pazienza.
la_pazza_di_fantasy

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


-cavolo!- furono le parole che disse Curt e che rispecchiavano quello che tutti gli altri Zodiaci volevano dire. Nonostante i ragazzi fossero partiti il più velocemente possibile sulla terra il cielo era già diventato di un nero violastro e le persone scappavo sconvolte. Gwen fu sicura di aver sentito pure qualcuno che invocava la fine del mondo. Be’ ci era andato parecchio vicino.
Erano atterrati nel solito giardino e subito dopo il cielo la cosa che aveva notato Gwen era l’imponente figura del Vittoriano che sembrava ancora più inquietante del solito. La ragazza rabbrividì e sperò che i poveri bambini al suo interno fossero già stati messi al sicuro. Si sarebbe sentita uno schifo se quei poveri piccoli innocenti fossero stati messi in mezzo a tutto quello.
-stai bene?- chiese Valentine alla castana avvicinandosi. Il biondo aveva notato lo sguardo perso della ragazza e si era leggermente preoccupato.
-si, secondo te i Chaos sanno della nostra presenza qui?-
-potrebbero averla ipotizzata, ma avvertita credo ancora no. Siamo molto lontani dal centro della città. È li che hanno attaccato- le disse il biondo indicandole verso il punto in corrispondenza del quale il cielo era molto più cupo e sembrava ci fosse un vortice.
-dobbiamo sbrigarci allora-
I tredici ragazzi dopo essersi guardati intorno accertandosi che non ci fossero Chaos in giro iniziarono a correre verso il vortice che si stava allargando sempre di più.
-ce la faremo- disse Valentine vedendo l’espressione cupa di Gwen che si limitò ad annuire.
-che ne dite li inzuppo?- chiese Apollon ridacchiando mentre passavano vicino ad una fontana.
-non sprecare energie coglione!- fu la laconica risposta di Simon che però fece apparire tra le sue mani il suo arco dorato. -tranquilli voglio soltanto rilevare l’aria- spiegò vedendo gli sguardi scettici del suo ragazzo e del resto degli Zodiaci.
-ti serve..-
-no, da questa distanza ci riesco anche solo con i miei poteri- rispose Simon sorridendo a Gwen prima di fermarsi e tendere l’arco nel quale apparve magicamente una freccia che subito il ragazzo scoccò in mezzo al vortice.
Gli altri si fermarono per sentire le notizie dal ragazzo che sbiancò poco dopo.
-sono parecchi e non sono riuscito nemmeno a rivelarli tutti- disse in un sussurro -e inoltre li abbiamo avvisati della nostra presenza- Simon si mordicchiò la lingua pentendosi amaramente di aver usato la freccia, sarebbe stato mille volte meglio.
-non hai sbagliato. Attacchiamo senza aspettare- furono le parole di Giulius che fu il primo a buttarsi all’interno del vortice nero che avevano appena raggiunto. Gli altri si guardarono tra di loro prima di seguire il portatore dei Gemelli, compresa Gwen.
All’interno del vortice sembrava tutto calmo, e lo sarebbe stato se intorno alla ragazza non fossero scoppiate piccole battaglie tra gli Zodiaci e i Chaos non appena i primi erano entrati.
Gwen prese un respiro profondo, evitando per un pelo un colpo di un Chaos che le si era avvicinato troppo, iniziò a vedere a chi doveva potenziare i poteri e soprattutto sperare di riuscirci.
 
Gwen non sapeva quanto tempo fosse passato, ma a lei sembrava un’eternità. Era stanchissima, ma si era ripromessa di dare il suo massimo. Aveva continuato ad alternare il suo potenziamento tra gli undici ragazzi mentre Valentine le stava intorno evitando che qualcuno la infastidisse mentre si concentrava e la ragazza aveva una terribile voglia di ringraziarlo visto che era riuscito ad evitare ben dieci attacchi mortali verso di lei.
-tutto bene?- chiese il ragazzo girandosi momentaneamente a guardare la sua ragazza che aveva la fronte completamente piena di sudore.
-si- rispose lei con il fiatone. Non stava per niente bene e aveva solamente voglia di sedersi a terra e dormire, ma non poteva dirlo a Val.
Valentine dal canto suo sapeva che la ragazza era stremata, o meglio lo vedeva chiaramente, ma di certo non poteva dirle di fermarsi nel mezzo della battaglia. Il biondo fece vagare lo sguardo sugli altri Zodiaci che stavano combattendo. Apollon era stato l’unico a ricevere solo una volta il potenziamento di Gwen soprattutto perché il suo potere riusciva ad essere devastante anche da solo.
Fu in quel momento che Valentine si accorse di sua madre che stava correndo spedita verso di lui seguita dal marito. Ma entrambi non stavano guardando verso di lui, ma verso Gwen. Il ragazzo allora si avvicinò di più alla sua ragazza. Non poteva permettere che i Chaos toccassero Gwen anche perché senza di lei gli Zodiaci non sarebbero riusciti a tenere a bada i Chaos.
-Gwen attenta- disse il ragazzo quando vide che la ragazza non si era minimamente accorta della presenza dei due. Gwen non fece in tempo a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò a guardare la schiena di Valentine.
-fai il bravo figlio e levati- Gwen sgranò gli occhi quando riconobbe quella voce e cercò di sbirciare da dieto la spalla di Valentine per vedere se fosse presente solo la donna, avrebbero potuto sconfiggerla facilmente se fosse stato così, ma insieme a lei c’era anche un uomo che non ispirava tanta simpatia a Gwen.
-mai- fu la risposta di Valentine che sperava vivamente che qualche altro Zodiaco si accorgesse di quello che stava succedendo.
-ma uccidiamoli entrambi e basta- furono le fredde parole dell’uomo che in un movimento rapido fece cadere sui due una cortina di fumo. I due ragazzi riuscivano a stento a vedersi e le cose peggiorarono quando iniziarono a sentire dei passi provenire da tutte le direzioni.
-chi è quello?- cercò di chiedere Gwen mentre Valentine le stringeva un braccio.
-il capo dei Chaos- fu la risposta di Valentine che cercò di portare fuori dalla cortina Gwen senza successo, sembrava proprio che stessero girando in tondo.
Gwen gridò non appena sentì qualcuno afferrarla per la vita e Valentine cercò di tirarla verso di se senza successo. Fu allora che la cortina di fumo si disperse rivelando Gwen tre le braccia di Ezekiel, il capo dei Chaos, e con un coltello d’ombra puntato alla gola mentre Valentine era completamente impotente visto che la madre era riuscita in qualche modo ad arrivargli alle spalle e bloccarlo con un qualcosa di metallico.
-vediamo quanto siete forti senza il vostro guardiano-

 

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Capitolo 35
*** Epilogo ***


-fermo!- fu l’urlo di Valentine che sperava vivamente di attirare l’attenzione degli altri, ma sembrava quasi impossibile visto che il rumore intorno a loro sembrava davvero assordante.
-e perché dovrei? Se uccido lei voi sarete meno potenti. In realtà speravo di cogliervi di sorpresa con questo attacco e con lei debole, ma si è rivelata più forte del previsto per mia sfortuna. L’unica vera opzione è toglierla di mezzo-
-sempre se prima non ti tolgo io di mezzo- ringhiò il biondo cercando di divincolarsi ma la madre strinse ancora di più le corde di metallo impedendogli qualunque movimento.
-e come? Con il tuo insulso potere non riesci a portare dalla tua parte nessuno. Davvero tra tutti i poteri possibili dovevi proprio nascere con quello più inutile?- disse Ezekiel ridacchiando mentre Valentine digrignava i denti.
Gwen intanto si stava guardando intorno sperando di trovare un qualcosa che facesse distrarre l’uomo che la stava tenendo, ma non c’era niente. Si accorse solo dopo un po’ di due occhi verdi che la stavano fissando tra lo sconvolto e il preoccupato. Gwen cercò di non sorridere, non voleva che qualcuno si accorgesse che Giulius stava andando verso di loro in tutta fretta.
La castana era davvero felice che fosse stato Giulius ad accorgersi di quella situazione. Era l’unico con il quale era riuscita a creare un legame quasi istantaneamente e sentiva di poterlo fare anche in quel momento solo guardando il castano che si stava avvicinando sempre di più.
-con il mio aiuto- disse Giulius arrivando proprio difronte ad Ezekiel facendo sgranare gli occhi a Valentine. Era per caso pazzo? Il biondo sbiancò ancora di più quando vide che la lama si spostava dal collo di Gwen verso quello di Giulius tranciandolo perfettamente e il corpo del ragazzo scomparve subito dopo facendo sgranare gli occhi ad Ezekiel.
-ma cosa..- disse infatti quello, ma non ebbe in tempo di continuare che intorno a lui apparvero altri cinque Giulius e Valentine riuscì a cacciare un sospiro di sollievo. Per un momento aveva davvero creduto che quello davanti ad Ezekiel fosse il vero Giulius.
-Val- il biondo alzò lo sguardo quando venne chiamato da Gwen, che era sgusciata facilmente via dalla presa di Ezekiel grazie a Giulius che aveva distratto l’uomo.
-cosa pensi di fare inutile ragazza?- chiese la donna dai biondi capelli tirando verso di se il figlio e facendo si che le corde si stringessero ancora di più intorno al corpo di Valentine.
Gli occhi azzurri di Val e quelli verdi di Gwen si incrociarono per un attimo e il ragazzo prese un respiro profondo prima di girarsi verso la madre ed iniziare a parlare:
-lasciami andare e lega Ezekiel con quelle- le disse il ragazzo mentre i suoi occhi cambiavano colore. Il ragazzo lo aveva fatto solo perché aveva capito la richiesta di Gwen, ma sapeva perfettamente che anche con il potenziamento da parte della castana non sarebbe mai riuscito ad ammaliare sua madre.
Ne era davvero convinto tanto che rimase con la bocca spalancata quando vide la donna incantata mentre gli toglieva le corde e si avviava a passo spedito verso Ezekiel. L’uomo troppo concentrato a cercare di beccare la copia giusta si accorse troppo tardi di essere stato bloccato dalla sua stessa moglie e prima che lei si risvegliasse dalla malia Valentine legò anche lei.
 
 
-ci hai salvati- disse Valentine massaggiandosi le braccia ancora doloranti per via delle corde metalliche.
-dovevo altrimenti avremmo perso- Giulius aveva un bellissimo sorriso sul viso che fece sorridere di rimando anche Valentine. I due ragazzi erano seduti sul bordo della fontana del centro della città dove avevano combattuto. Zhoto insieme ad altri ex Zodiaci stavano ripulendo il campo di battaglia portando via tutti i Chaos ancora in vita mentre i ragazzi che avevano combattuto si stavano riposando.
Gwen era sdraiata vicino a Valentine con la testa appoggiata sulle gambe del ragazzo. Appena aveva capito che era tutto finito la ragazza aveva tirato un sospiro di sollievo per poi svenire per la troppa stanchezza. Valentine aveva fatto in tempo a prenderla prima che finisse di faccia a terra.
In quel momento il biondo le stava massaggiando i capelli felice di essere, grazie alla ragazza, riuscito a usare il suo potere sulla madre.
-all’inizio non pensavo fosse il tuo clone quello che si era palesato davanti ad Ezekiel visto che aveva parlato. Non eri mai riuscito a farlo prima-
-tutto merito di Gwen, mi ha visto subito ed ha usato i suoi poteri su di me- disse il castano sorridendo in direzione della sorella.
-è stata bravissima- furono le parole di Valentine mentre la osservava.
-grazie- sussurrò la ragazza tenendo ancora gli occhi chiusi e facendoli sgranare ai due ragazzi li vicino.
-ehi, riposati- le disse il biondo pizzicandole un braccio e felice di non aver introdotto argomento sorella con Giulius, non era in quel modo che la ragazza doveva scoprirlo.
-mi sto riposando-
-non mi pare- la ragazza sbuffò alzandosi lentamente per poi poggiare la testa sulla spalla di Valentine.
-sto bene, non mi sto sforzando di rimanere sveglia- gli disse lei guardandolo negli occhi.
-okay, ma appena arriviamo a Galaxy vai dritta a riposarti e non ti alzerai dal letto fino a quando non ti sarai riposata a dovere- Gwen inarcò le sopracciglia alle parole di Valentine.
-non avevi detto che saresti stato la mia sveglia assillante?-
-mica quando hai davvero bisogno di riposarti- le disse Valentine mentre Giulius li guardava sorridendo. Era tutto perfetto, mancava solamente una cosa. Una cosa che purtroppo per lui non si sarebbe avverata subito, o forse non si sarebbe avverata mai.
-è ora di tornare a Galaxy- gridò Zhoto dopo un po’ e tutti i ragazzi annuirono raggiungendolo.
Stava per iniziare un nuovo periodo molto più calmo del precedente, o almeno era quello che tutti i ragazzi stavano sperando.
 
 
 





ANGOLO AUTRICE
Si, ho scritto due capitoli in un giorno sia per farmi perdonare per l'assenza degli scorsi giorni, sia perchè ormai la storia era arrivata alla sua conclusione.
Ringrazio vivamente tutti quelli che hanno segiuto questa storia e ci vediamo alla prossima!
la_pazza_di_fantasy




 

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